And so this is Christmas ~

di Eliatheas
(/viewuser.php?uid=33029)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** And so this is Christmas ~ ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 – Idealizzare [Cena di Natale] ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Foto [Regali di Natale] ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 – Corrispondenza [Inviti di Natale] ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 – Famiglia [Di nuovo regali] ***



Capitolo 1
*** And so this is Christmas ~ ***


And so this is Christmas ~

Capitolo 1 – Goffa [Io odio l’inverno]

Io odio l’inverno.
Lo odio fortemente, come si può odiare il proprio nemico. Con tutta l’intensità possibile.
Il perché io odi l’inverno sarebbe facilmente comprensibile se fosse al mio posto, ma fortunatamente - per voi – non lo siete, per cui dovrei spiegarvelo.
Ecco...avete presente una disgrazia vivente? Un essere che ad ogni passo inciampa nei suoi piedi anche quando la superficie è piana e solida? Se lo avete ben presente, allora avrete capito perché odio tanto l’inverno.
Io sono goffa. Non è una supposizione, un’ipotesi. E’ la pura e semplice verità.
Sono goffa.
Come naturale conseguenza a questa mia predisposizione fisica verso il suicidio involontario, inciampo in ogni dove e stare in equilibrio per più di tre secondi netti per me è impossibile quanto la neve in Agosto.
Immaginate come può essere traumatico l’inverno per una che a stento riesce a stare in piedi su una superficie normale, aggiungete neve e ghiaccio e avrete il mix giusto per capire perché io odi tanto questa particolare stagione dell’anno.
Solitamente, d’inverno, non esco mai di casa e resto tutto il giorno chiusa in camera mia a leggere o in salotto a parlare con Albus e Dominique, rischiando ugualmente la vita sul pavimento della Tana.
Ma oggi c’è un evento straordinario che non posso ignorare, per questo procedo fuori lentamente, dietro Albus, facendo bene attenzione ai miei piedi, che, chissà come mai, ancora non mi hanno fatta inciampare.
Come si dice? Le ultime parole famose, no? Ecco, è esattamente in questo momento che cado. Il mio piede sinistro, infagottato in una scarpa da ginnastica, scivola sul ghiaccio e trascina con se anche il piede destro, che insieme mi portano ad una rovinosa caduta con il sedere sul ghiaccio e la testa dolcemente appoggiata alla neve fredda.
Ecco. Lo sapevo.
“Rosie, sei viva?” Albus ridacchia divertito, ma io non apro gli occhi – chiusi durante la caduta, ormai riflesso involontario. Dà per scontato che io stia bene, il mio diabolico cugino preferito. Mi scuote un po’ per la spalla. “Rosie? Rosie?” E’ più agitato ora. Riderei, soddisfatta di me stessa, se solo non mandassi all’aria il mio piano. “Rosie! Qualcuno mi aiuti! Rose non si sveglia! Rose, dai, non fare scherzi. Rose! Rose!” E’ isterico.
Amo mandarlo sull’orlo di una crisi di nervi. E’ davvero appagante per la mia fragile autostima che si disintegra ogni volta che lui ride di me dopo una caduta.
“Rosie, dai! Respiri, lo so che respiri!” trilla, con voce stridula. Sento che tutti si sono radunati attorno a me e quasi mi pento del mio scherzo infantile.
“Al, spostati. Ci penso io” mormora una voce maschile, fin troppo sicura di sé. Scorpius Malfoy.
Era lui l’evento straordinario. Stavamo aspettando che si Materializzasse qui. Albus mi ha costretta ad uscire. Per accoglierlo, sai. E’ contento che ci sia tu, ti vuole taaaaanto bene. Il fatto che io non mi limito a volergli taaaaanto bene non ha scalfito neanche Albus, che ha liquidato la confessione balbettante dei miei sentimenti per Scorpius con un’alzata di spalle.
Sento il terreno – o meglio, il ghiaccio – scivolare sotto di me e un paio di mani calde che mi circondano la schiena.
“La porto di sopra, vedrai che si riprende” dice Scorpius, avanzando lento. Oh, cavolo! Scorpius Malfoy mi tiene tra le braccia. Mi porta in camera. In braccio. Scorpius Malfoy.
Chissà perché non riesco a focalizzare queste tre parole.
Scorpius Malfoy mi porta in camera tenendomi tra le braccia. Come un principe azzurro.
Ok, Rosie. Cancella quest’ultima affermazione.
“Cosa hai fatto a mia figlia?”
Papà. Ne sentivo quasi la mancanza. Mi mancavano le sue urla isteriche, del tipo Giù le mani da mia figlia! o Cosa le stai facendo, brutto escremento di Ippogrifo?
“Non ho fatto nulla, signor Weasley. Sua figlia è caduta sul ghiaccio e ha perso conoscenza” mormora Scorpius, con voce argentina, tanto da convincere anche me.
Papà trattiene a stento una risatina.
“Tipico di Rosie” Gli tirerei un pugno se solo non compromettessi la recita. “Dove hai le mani?” chiede poi, minaccioso.
“Attaccate ai polsi, signore” mi trattengo dal ridere, mentre sento papà ringhiare, inferocito.
“Intendevo dire...dove le hai posate?”
“Non nei punti di massima sicurezza, signore, non si preoccupi” trilla il mio amico, con un evidente sorrisetto nella voce. “Ci tengo alle mie mani, signor Weasley. E terrei anche a portare sua figlia di sopra. Sa, inizia a pesare”
Brutto idiota maschilista! Inizia a pesare? Altro che principe azzurro, questo è un cafone in piena regola. “Certo, vai”
Scorpius inizia a salire le scale, sbuffando di tanto in tanto.
Idiota. Io non sono pesante.
Per niente.
Io sono una piuma.
Arriviamo al piano di sopra e Scorpius mi poggia su una superficie morbida che credo sia il mio letto.
“Avanti, Rose” mormora, trattenendosi dal ridere. “Puoi anche smettere di fingere ora. So che sei sveglia”
Mi alzo di scatto – facendo dondolare furiosamente i boccoli attorno al mio viso – e lo guardo con un sopracciglio inarcato.
“Come facevi a saperlo?” chiedo, sistemandomi i capelli, mentre lui si siede sul letto accanto a me.
“Stavi quasi ridendo, prima” ammette, prendendo un mio boccolo fra le dita e sorridendomi, divertito. “Lo sai che hai fatto prendere un infarto ad Al?”
“Lo sai che era il mio proposito?” chiedo,con lo stesso tono che ha usato lui. Scorpius scuote la testa con aria esasperata.
“Sei diabolica”
“E tu sei un cafone. Io non peso” replico, indispettita, incrociando le braccia sotto al seno.
“Ti sei offesa?” chiede, sgranando gli occhioni verdi e passandosi una mano fra i capelli biondissimi. “Dai, che l’ho fatto apposta. Volevo prenderti in giro. Sapevo che eri sveglia”
“Seh, certo” borbotto, offesa, guardandolo male. Lui fa gli occhioni da cucciolo di Snaso abbandonato ed io non posso fare a meno di sciogliermi e di sorridere, esasperata.
Cerco di alzarmi dal letto, ma, nel bel mezzo della mia impresa, metto male il piede a terra e cado sul pavimento.
“Ahio” mi lamento, massaggiandomi la schiena. Scorpius sorride, divertito, e mi porge una mano. Mi rialzo con il suo aiuto e mi risiedo sul letto, arresa al fatto che non camminerò.
“Sei terribilmente goffa, lo sai?”
Lo fisso male e lui ride.
“Come se non me ne fossi accorta. Forse non te ne rendi conto, ma quella che cade sono io, di conseguenza dovrei sapere se sono goffa o meno” replico, infastidita. Non mi piace che mi si dica la verità.
“E lo sei? Voglio dire...ti senti goffa?”
“Non è una questione di sentirsi, Scorpius...Lo sono” mormoro, rassegnata, guardando le mie mani.
“Non se non ci credi” mormora lui, alzandosi in piedi.
“Come?” chiedo, ma lui sfodera un sorrisetto sghembo e si allontana, tendendo le mani verso di me.
“Alzai e cammina verso di me. E pensa che tu non sei goffa” Tiene ancora le mani tese verso di me, come si fa con i bambini quando camminano per la prima volta. “Avanti” mi incita, dolcemente, facendo un altro sorriso.
Mi alzo in piedi, tremante.
So che ora farò una figuraccia, che cadrò al primo passo. Lo so per certo.
So che ora scoppierà a ridere e mi darà una pacca sulla spalla, dicendo cose tipo: Sei un caso disperato, Rose Molly Weasley, ci rinuncio. Ed io starò male, perché per l’ennesima volta mi dimostrerò incapace di fare qualunque cosa.
Non voglio rendermi ridicola ancora una volta davanti a Scorpius. Non voglio.
Focalizzo il mio sguardo sul suo viso, cammino esitante.
Non voglio rendermi ridicola, voglio che lui si stupisca di me.
Solo che non accade.
Inciampo al terzo passo e cado a terra ancora una volta, tenendomi il ginocchio. E scoppio a piangere, come una stupida.
Scorpius non ride di me, ma mi si precipita accanto e mi stringe dolcemente al suo petto.
“Dai, abbiamo tutte le vacanze per provarci, non ti abbattere” mi sussurra, sorridendomi fiducioso. “E vedrai che alla fine di queste vacanze amerai l’inverno”
Se continua a sorridermi così credo proprio di sì.

“Forza, dai che ce la fai, Rosie!”
“La smetti di prendermi in giro?” chiedo, voltandomi verso Scorpius e fulminandolo con lo sguardo. “Sto solo andando a prendere il regalo da sotto l’albero”
“E allora? E’ sempre una scommessa con te”
Neanche il tempo per lui di arretrare. Un passo e io sono vicina a lui, pronta a tirargli uno schiaffo sulla nuca. Uno schiaffo amichevole, però, perché io non sono capace di fare del male a Scorpius.
“Mi hai picchiato” mormora lui, stupito, mentre tutti intorno a me ridono, divertiti. “E non sei inciampata!”
Rido anche io e mi piego leggermente in avanti. Ed è in questo momento che il mio piede destro decide di ribellarsi.
E cado ancora una volta.
Tutti ridono, Scorpius si trattiene la pancia dalle risate.
Sono caduta, è vero.
Ma sapete una cosa?
E’ Natale, Scorpius è qui con me che mi incoraggia ed io sono assurdamente felice.
E, almeno oggi, non mi dispiace essere goffa.


Angolo Autrice
Ed eccomi che ritorno a scrivere su Harry Potter. Questa è una raccolta di one-shot non necessariamente legate tra di loro, ambientante in periodo Natalizio/invernale e dedicate alla Next Generation. Non so esattamente quante ne saranno, ne ho già pronte tre su alcune coppie, ma voglio scrivere anche su qualcosa che non siano le coppie. Quindi...vedremo. E se questa raccolta finirà dopo Natale mi perdonerete lo stesso? Ho avuto l’ispirazione troppo tardi.
Spero che almeno un pochino vi piaccia questo primo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 – Idealizzare [Cena di Natale] ***


Capitolo 2 – Idealizzare [Cena di Natale]

E’ Natale.
E’ Natale ed io sono sola, ancora una volta. Il mio ragazzo mi ha mollata, perché ha capito che l’immagine di me nelle sua testa non combaciava con la vera Victoire Weasley. E si è dileguato, sparito nel nulla, risucchiato da un cavolo di vortice spazio temporale.
Sospiro, mentre un’innegabile verità affiora nella mia mente.
Quando amiamo, tendiamo ad amare ciò che pensiamo di una persona.
La idealizziamo, la esaltiamo, ci convinciamo che quella persona no, non ha difetti. E poi, quando ci troviamo di fronte alla realtà, ci malediciamo per essere stati così ingenui.
Anche per me è andata così. Il mio ragazzo, Robert, amava – parola grossa. Forse gli piaceva – di me la parte che non è mai esistita: quella di ragazza facile. Ed io amavo di lui la parte di lui che non esisterà mai: quella di ragazzo che guarda oltre le apparenze.
Lui mi ha idealizzato, ha immaginato che io fossi una ragazza facile. Forse il mio aspetto può trarre in inganno, vero, ma si è fatto un’idea completamente sbagliata di me.
Ed io? Io mi sono illusa, credendo che lui avrebbe guardato oltre le apparenze, che avrebbe visto oltre il mio bell’aspetto e che avrebbe potuto dar vita alla mia anima fragile.
No, mi sono solo illusa.
L’ho idealizzato, ho preso un’immagine che mi piaceva e gliel’ho cucita addosso. Ma lui non è mai stato così.
E quando lui ha capito la verità si è volatilizzato, risucchiato dai suoi impegni.
Ed io sono di nuovo sola a Natale.
Sola come lo si può essere circondata da una famiglia come la mia.
A partire da mamma e papà, che mi danno il voltastomaco per quanto sono allegri, felici e contenti e, soprattutto, innamorati finché morte non li separi. Phua.
E sono certa che mi chiederanno cosa c’era che non andava in Robert, perché ho piantato anche lui. E non serviranno a nulla le spiegazioni, dire che è stato lui a mollarmi, perché tanto non mi crederanno. Anche loro mi hanno idealizzato.
E Louis...Louis è da diabete. Louis è dolce, carino, simpatico e sempre con una ragazza nuova da presentare ai nostri genitori. Chissà perché non gli fanno la ramanzina quando dice che ha piantato la ragazza precedente. Forse perché è un maschio.
Be’, anche lui mi guarderà con aria esasperata, come a dire: Cosa devo fare con te? E sorriderà alla sua ragazza del momento, stringendole la mano.
Dominique...Dominique non dirà niente, come suo solito. Si limiterà a scuotere la testa, a far capire che non è d’accordo con il resto della famiglia. Lei non è mai d’accordo con la sua famiglia. Non lo sarà neanche con me.
Scuoterà la testa e basta, facendo dondolare i meravigliosi boccoli biondi attorno al viso, con la solita aria tetra.
Ed io non ce la faccio. Non ho più la forza per affrontare tutto questo e ci rinuncio. Mi lascerò torturare dai miei genitori, dicendo che sì, hanno ragione, che sono stata una stupita a piantare Robert perché lui era l’uomo della mia vita ed io la donna della sua...
E li ascolterò, come fa Dominique, ma non accetterò nessuno dei loro consigli. Perché è la mia vita e io non ho intenzione di dar retta a loro.
“Victoire? Ti stanno aspettando”
E non ho intenzione di dare retta neanche a te, Ted Lupin Tu che mi hai sempre illusa, con i tuoi sorrisetti e i tuoi baci sulla fronte, sulla guancia...come un fratello.
Anche tu mi hai idealizzata, Ted. Hai l’immagine di me come quella di una sorella minore da proteggere, vero?
“Non mi interessa” mormoro, guardando fuori dalla finestra. La neve cade dolcemente al suolo, Rose e Scorpius, nel giardino, si divertono a lanciarsi palle di neve. Rosie inciampa ancora una volta e il ragazzo l’aiuta ad alzarsi. E, mentre la alza, poggia le sue labbra su quelle di lei, che diventa rosso fuoco.
Distolgo lo sguardo, con le lacrime agli occhi.
“Cosa ti è successo?” Ted mi viene incontro e mi guarda con uno sguardo preoccupato. Io non riesco a reggere il suo sguardo. Mi da fastidio, mi fa sentire debole.
“Robert mi ha mollata” ammetto, sedendomi sul letto con la testa fra le mani e le lacrime che mi solcano le guance. Lui rimane impietrito, mi fissa con aria stupita.
Poi si inginocchia davanti a me e mi prende le mani, con un sorriso incoraggiante sul volto.
“Andrà tutto bene” mi dice, ma io non la sopporto, questa frase. No che non andrà bene, Ted. Giù ci sono i miei genitori e come credi che spiegherò il perché Robert oggi non viene più? E come credi che reagiranno, eh?
Mi divincolo dalla sua presa e riprendo a piangere, disperata. Non mi fa male Robert e il suo scomparire nel nulla. Per me ci può benissimo rimanere in quel nulla, anche per sempre. Non piango per lui, no. Piango per la consapevolezza che sono una stupida, che immagina una realtà che non esiste. Anche con Ted è andata così.
Ho fantasticato per anni su una nostra possibile storia e quando lui ha baciato un’altra, davanti a me, mi sono ritrovata a sbattere davanti alla realtà.
“Smettila, Ted. Non andrà niente bene, perché giù ci sono mamma e papà che attendono Robert e sai che diranno quando spiegherò loro che lui mi ha mollata? Diranno che sono una sciocca, che mi lascio scappare l’ennesimo ragazzo tra le mani, che sono stata io a mollarlo e che ho fatto male, perché quello era l’uomo della mia vita. Ecco cosa succederà”
Ted sospira e si alza, per poi sedersi accanto a me e circondarmi le spalle con un braccio.
“Mi dispiace” sussurra e io resto impietrita.
Credevo avrebbe cercato di consolarmi, con il suo sempreverde ottimismo...eppure...eppure non dice nulla.
Sta in silenzio.
“Ti aiuterò io” mi dice, infine, guardandomi serio. “Dirò che è stato lui a piantarti, perché è un idiota”
Sorrido e mi stringo a Ted, senza neanche rendermene conto.
“Mi sono illusa, Ted. Mi piaceva l’immagine di qualcuno che guarda oltre le apparenze, oltre il mio bel visino, e gliel’ho incollata addosso. Lui non ha nessuna colpa”
“Lasciamo perdere” Sospira e giocherella con una mia ciocca rossa. “Cerchi qualcuno che guardi oltre le apparenze?”
“Sì” sussurro, impercettibilmente, guardando verso la finestra. “E’ tutto quello che voglio per Natale. Qualcuno che guardi oltre me stessa e veda la mia anima”
Mi scosto da lui e mi avvicino alla finestra. Rose e Scorpius stanno ancora giocando a palle di neve, sento le loro risate fino a qui. Però noto che Scorpius è cambiato, un cambiamento impercettibile per Rose che lo guarda da vicino, ma visibile per me. Ora non l’attacca, le lancia le palle di neve con tenerezza.
“Ma Victoire...” Ted si alza e mi raggiunge, stringendomi in un abbraccio caldo e rassicurante. “Se tu non la tiri fuori, la tua anima, nessuno la potrà vedere”
“Non ne sono capace, Ted” sussurro, in lacrime. “Non sono capace di tirar fuori la mia anima, per questo nessuno la può vedere. E’ troppo difficile, troppo doloroso. Ed io ci rinuncio”
Sento un sospiro, poi mi costringe a voltarmi verso di lui.
“Io la vedo la tua anima, Victoire. E’ argentea e fragile, tanto fragile. E’ bella, delicata, leggera, ma punge se le fai del male. E vuole uscire, Victoire. Muore dalla voglia di uscire”
Resto a guardarlo, affascinata. Poi sorrido e mi stringo a lui.
“Grazie, Ted”

E’ Natale ed io non sono più sola.
Scendo le scale con Ted che mi stringe la mano, per rassicurarmi.
Papà e mamma mi chiedono dove sia finito Robert ed io rispondo che mi ha mollata, perché credeva che fossi una ragazza facile. Mamma dice che non dovevo lasciarlo andare, che questa era la volta giusta che io trovassi l’uomo della mia vita. E papà scuote la testa, esasperato.
La nuova ragazza di Louis mi guarda dall’alto in basso, Louis mi dice con il suo sguardo ciò che pensa di me, Dominique resta in silenzio, con un sorrisetto sulle labbra rosse.
E tutti gli altri sono zitti, anche Scorpius e Rose che ridacchiavano fino ad un momento prima.
Ma ora mi rendo conto di una cosa.
Che, nonostante i miei genitori mi abbiano attaccato, io non mi sono sentita male.
Perché ho Ted al mio fianco ed io non posso idealizzarlo, perché lui è tutto ciò che immagino.


Angolo Autrice
Allegro, eh? Giusto in tema natalizio.
Ma non sono riuscita a scrivere qualcosa di allegro. Spero non vi dispiaccia.
Un grazie a Majka_Komatsu che ha recensito lo scorso capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 – Foto [Regali di Natale] ***


Capitolo 3 – Foto [Regali di Natale]

Buio.
E’ buio qui, perché nessuno deve vederci. E neanche io posso vederti, perché altrimenti mi renderei conto dell’amara verità incisa nel tuo volto, nei tuoi occhi castani, pieni di rancore e di rabbia, nel tuo sorriso ironico, che mi rivolgi per sdrammatizzare la situazione.
E ti bacio nell’ombra, perché nessuno deve sapere. Nessuno, nemmeno noi.
E ti bacio al buio, senza poter vedere i tuoi occhi che mi scrutano, divertiti da questa nuova versione di Dominique Weasley, aggressiva e intraprendente, pronta a prendere l’iniziativa.
“Come mai...uhm....” James si interrompe a metà frase perché io poggio le mie labbra sulle sue,tenendolo stretto a me. “Così...intraprendente?” chiede, scostandosi un po’ da me con aria divertita, riprendendo fiato.
“Uhm...mi sei mancato” sussurro,sporgendomi per baciarlo e stringendolo ancora a me, ispirando il suo profumo.
“Ma ci siamo visti tutta la giornata!” Si scosta, prende fiato. Io non lo ascolto e lo butto sul letto, continuando a baciarlo con tutta la passione possibile.
“Ma non ho potuto baciarti” mi giustifico, allontanandomi un po’. Lui ride un po’ e mi guarda con i suoi occhi castani, allegri e luminosi.
Si sistema meglio sul letto ed io mi avvinghio a lui, avventandomi sulle sue labbra rosee. Lui geme sotto di me.
“Uhm...Dominique!” mormora lui, scandalizzato, scostandosi un po’ dal mio viso. “Sei pazza? Ci sono tutti, nelle camere accanto”
Sospiro e mi accascio sul letto, improvvisamente stanca.
“Lo so” sussurro, rassegnata, guardandolo con un mezzo sorriso sulle labbra. “Ma vorrei che non ci fossero”
James sospira e mi bacia. Non dice nulla e questo mi basta. Mi basta sentire le sue labbra sulle mie e le sue mani sulla mia schiena. Rabbrividisco istintivamente, mentre le sue mani finiscono sotto la mia maglietta. Sono calde ed io sono gelata, un contrasto che mi fa quasi male. Mi stringo a lui con più forza, senza intenzione di lasciarlo andare, ma so che tra poco ci penserà lui. Ci sarà lui a scostarsi da me, a ricordarmi che siamo in casa, circondata dagli altri, e che non possiamo fare finta di nulla.
Però ancora non lo fa e continua a baciarmi, a tenermi stretta come se nulla fosse. Il suo autocontrollo è svanito nel nulla, ma non il mio. So cosa devo fare,nonostante quello che voglio.
Mi scosto da lui e mi distendo sul letto, giocherellando con i suoi capelli neri. Lui si lamenta un po’, ma sa meglio di me che non possiamo e allora mi stringe in un abbraccio. La sua testa è posata contro la mia spalla, le sue mani attorno alla mia vita. Una lacrima invisibile cade dai miei occhi, ma la ignoro.
Mi volto lentamente verso di lui e poggio la mia testa sul suo petto, ascoltando il suo respiro, respirando il suo profumo.
“Che mi hai regalato per Natale?” chiede lui, infine, con un sorriso ironico, sempre pronto a sdrammatizzare quando la situazione lo richiede.
“Nulla” ammetto, diventando improvvisamente rossa.
Lui fa una faccia offesa, come un bambino di cinque anni a cui è stato rubato il giocattolo preferito.
“Nulla?” chiede, deluso, giocherellando con i miei ricci biondi.
“Jamie, lo sai che Natale è un periodo bruttissimo per le mie finanze” mi giustifico, ridendo della sua espressione. “Devo risparmiare”
“E devi risparmiare sul mio regalo?” non riesce a nascondere la delusione, anzi, forse non ci prova nemmeno. “Con tante persone su cui potresti risparmiare, risparmi sul mio regalo? Sul mio, ti rendi conto?”
“Avevo intenzione di regalarti qualcos’altro” mormoro, avvicinandomi a lui e sporgendomi per baciarlo. Lui mi attira al suo petto, ma io mi allontano in fretta, con un sorrisetto diabolico sulle labbra. “A Natale, James”
Lui sbuffa e dà un’occhiata alla sveglia posta sul comodino.
“Ma tecnicamente è Natale. Sono le quattro del mattino” dice, speranzoso, avvicinandosi al mio volto.
Lo fulmino con lo sguardo e lui si allontana di sua spontanea volontà.
“Ok, a Natale” cerca di convincersi, con un sorrisetto ben poco entusiasta sul volto. Poi si volta verso di me con un sopracciglio inarcato. “Ma davvero non mi hai regalato nulla?”
“Uhm?” Lo guardo, offesa, incrociando le braccia al petto. “Avevo intenzione di regalarti me stessa, non ti basta?”
Lui sorride, malizioso, chinandosi leggermente su di me, ma io mi allontano, divertita.
James sospira e si stende meglio sul letto, mentre io mi accoccolo accanto a lui, respirando profondamente.
“E comunque...” inizio, con un sorrisetto ironico sulle labbra e gli occhi chiusi, per non vedere l’espressione di James. “Ti ho regalato qualcosa. E’ giù, sotto l’albero”
Apro gli occhi, divertita. Lui è stupito, sillaba con le labbra qualcosa che assomiglia a ‘diabolica’ e si alza di botto, facendomi cadere dal letto.
“James!” esclamo, indignata, massaggiandomi la schiena. Lui mi fissa per un istante, poi si china su di me e posa un bacio sulla mia fronte.
“Scusa, Dom” dice, divertito. “Io vado giù!” Si precipita fuori dalla camera e mi lascia come una stupida a terra, ai piedi del letto, a massaggiarmi la schiena dolorante per la caduta.
Dannato James Sirius Potter, ho sempre detto che non avrebbe mai portato nulla di buono.
Mi alzo in piedi, barcollante, e mi sistemo maglietta e jeans. Sembra strano, ma alle quattro di mattina io sono già vestita di tutto punto. Forse perché mi imbarazza farmi vedere da James in pigiama.
Lui non si fa tanti problemi. Credo che se fosse per lui, il pigiama sarebbe la sua divisa. Anche adesso è in pigiama, mentre scruta attentamente i pacchetti sotto il piccolo albero di Natale montato con la magia da nonna Molly.
Ha un’espressione dubbiosa sul volto, quasi accigliato. I capelli neri sono disordinati come al solito, gli occhi saettano da un pacchetto all’altro, le mani sono posate sui fianchi.
“Il tuo?” mi chiede, appena metto piede in salotto. Lo guardo con un sopracciglio inarcato, mentre lui mi fissa in attesa.
“Cosa?” chiedo, confusa.
“Il tuo regalo. Voglio aprirlo” scandisce bene le parole, quasi avesse a che fare con una pazza.
“Ma...ma devi aprirlo insieme agli altri!” borbotto, indignata, mentre lui mi fissa a braccia incrociate.
“Dominique, dai! Non essere così...pignola, ecco! Voglio vedere il tuo regalo, tutto qui”
Sospiro e do un’occhiata ai pacchetti disposti in ordine sotto l’alberello.
“Uhm...quello dorato con le spirali sbrilluccicose” mormoro, rassegnata.
“Spirali che?” chiede lui, mentre si fionda a prendere il pacchetto.
“Sbrilluccicose”
Lui scoppia a ridere mentre apre il pacchetto, poi resta in silenzio.
“Un...libro?”
Lo sapevo. Lo sapevo che sarebbe finita così, non era affatto un’idea intelligente. E quando mai ho avuto un’idea intelligente, io? Da quando ho memoria, ho sempre sbagliato tutto.
Certo, questa è davvero un’idea pessima.
Il prossimo Natale gli comprerò qualcosa che ha a che fare con il Quiddicht, dannazione. Prometto solennemente che non darò più ascolto a quella fastidiosa vocina nella mia testa che mi dice cose tipo: Perché non gli fai un regalo originale? Perché non gli traduci Seneca, ad esempio? Perché non ti metti a scrivere in greco antico frasi d’amore?
No, non ho fatto niente del genere.
Però è davvero un regalo orribile, me ne rendo conto. James si gira tra le mani il libro. E’ uno di quei libri piccoli, poco grandi, con la copertina di velluto azzurrina e un motivo a rosa ricamato sopra.
Stupida, come hai osato fare una cosa del genere.
“Che libro è?” cerca di mostrarsi interessato, ma so che è decisamente deluso. Vorrei fare testa e muro, al diavolo i regali originali!
“Uhm...aprilo” E’ l’unica cosa che sono capace di biascicare, mi sento svuotata di ogni sentimento, tranne l’odio profondo verso me stessa.
James apre il libro e una foto gli scivola tra le mani. Si blocca a guardarla, con aria stupita.
“Siamo noi” mormora, scosso. Io gli faccio un sorrisetto esitante e lui torna a guardare la foto. La conosco benissimo, quella foto. L’ha scattata Victoire, per sbaglio, mentre io e James ci prendevamo a pugni – per mantenere un briciolo di apparenza.
Mia sorella voleva fotografare il tramonto, me lo ricordo bene, ma Louis e Lily stavano giocando a rincorrersi e la spinsero un po’, tanto che Victoire fotografò me e James.
Mi sporgo un po’ a guardarla dalla sua spalla. Lui ha i capelli sparati in tutte le direzioni, come al solito, una maglietta a mezze maniche e le braccia attorno alla mia vita. Io sono stretta a lui, cerco di liberarmi, per finta, con i ricci biondi che mi ricadono disordinatamente sul viso,sulle spalle, e un sorrisetto infastidito sulle labbra. Faccio finta di tirargli dei calci e, ovviamente, non lo becco mai.
“Non me la ricordavo” sussurra lui, guardandomi con gli occhi spalancati.
“L’ha scattata Victoire per sbaglio. Me l’ha data qualche giorno fa, mentre curiosava tra le sue foto”
Lui torna a fissare il libro e volta pagina. Altre foto attendono il suo sguardo. Me e lui, stessa scena. Solo che invece di avere diciassette anni, ne abbiamo cinque e facciamo davvero di tutto per ammazzarci a vicenda. Non riesco a trattenere un sorriso guardando le guance paffute di James.
“E’ un album di foto?” mi chiede lui, voltando le pagine. Io annuisco, con un sorriso esitate.
“Per ricordarti di me ovunque andrai” gli sussurro, allacciando le mie braccia attorno al suo collo. Lui sorride e si china leggermente su di me.
“Visto che ho aperto questo regalo....posso aprire anche l’altro?” Rido, divertita, ma lo allontano da me.
“Non ora” sussurro, continuando a guardare le foto.
Altra foto, io, lui, Lily e Louis. Io e James abbiamo sette anni. Lui indossa jeans chiari e una maglietta gialla, capi irrimediabilmente sporchi di terra, mentre io ho dei buffi codini biondi e un sorrisetto vittorioso sulle labbra. Noto solo ora il mio gomito posato sul ginocchio di James e lui che fa una smorfia.
Mio fratello Louis ha sei anni, piccolo e carino, con i capelli rossi e gli occhioni azzurri spalancati. Piccolo e carino, seh. Era pestifero.
Lily è la più piccola. Ha cinque anni ed un sorriso sdentato, delle margherite tra le mani e un vestitino bianco che la fa sembrare una principessina.
“Dominique?”
Mi riscuoto e fisso James con un sorriso incoraggiante.
“Si?” chiedo. Lui prende la mia mano e la stringe forte.
“E’ un regalo bellissimo” mormora, con un sorriso raggiante sul volto. Io sorrido ancora e poggio la mia testa sul suo petto.
“Ehi, che fate?” trilla qualcuno dalle scale. Io mi allontano in fretta, James scioglie la presa delle nostre mani e nasconde l’album di foto.
“Niente” dico, con voce stridula, voltandomi verso la voce. E’ Rosie.
Tiro un sospiro di sollievo vedendo che si stropiccia gli occhi, come se la fioca luce dell’albero le desse fastidio. Non ha visto nulla. Ha solo notato due teste radunate attorno ad un albero.
“Ok”


Apro un pacchetto argenteo, con spirali sbrilluccicose. James sorride.
E’ il suo.
Nessuno mi guarda, tutti sono impegnati a sgranare gli occhi alla vista di Ronald Weasley che cerca di divorare – senza successo – Scorpius Malfoy. Io tiro fuori il regalo.
Uno spartito.
“Di nuovo?” chiedo, guardandolo con un sopraciglio inarcato. “Hai scritto un’altra canzone?*”
“Guardalo”
Lo faccio.

A Dominique Gabrielle Weasley.
Gira la pagina.


Faccio come scritto e sorrido.
Una nostra foto è attaccata al foglio con una graffetta. Abbiamo cinque anni entrambi. Ci pestiamo i piedi.
E poi il James della foto mi bacia sulla fronte, sillabando un “Ti voglio bene comunque”
Ti voglio bene comunque, anche se mi pesti sempre.
Me lo ricordo, questo.
Alzo lo sguardo e sorrido all’indirizzo di James.
“Ti voglio bene comunque, anche se mi torturi”
Rido, divertita, e stringo a me lo spartito.



Angolo Autrice

Un capitolo al giorno, sto aggiornando velocemente, eh?
Questo è il capitolo che mi è piaciuto di più scrivere.
Anche quello Rose/Scorpius mi è piaciuto, ma mai quanto questo. Perché io adoro la coppia che ho creato * occhi a cuoricino*
Comunque, questa one – shot non ha nulla a che fare con Only Hope, sia chiaro. Non è un Missing Moment, né niente. E’ una cosa che mi è uscita così.
* = solo questo si riferisce al primo capitolo di Only Hope, dove James regala a Dominique una melodia scritta da lui.
Spero vi piaccia.
E grazie a lilyluna_4e che ha recensito lo scorso capitolo.
Non so se riuscirò ad aggiornare anche domani – probabile, visto che io non ho una vita sociale – ma intanto vi auguro già un Buon Natale.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 – Corrispondenza [Inviti di Natale] ***


Note di Capitolo: Sì, oggi metto le note per far capire una cosa. Questo capitolo è diverso dagli altri. Innanzitutto, è sottoforma di lettere. Poi non tratta di una coppia. Ho scritto di Al e Scorpius come amici, non come coppia, perché io li vedo esattamente così. Sarcastici, ironici e terribilmente amici.
Punto.
E credo non mi salterà mai in mente di scrivere di loro come coppia.
Come potrete notare, la lettera di Al è in corsivo, quella di Scorpius in carattere normale.
Un bacio e buona lettura.


Capitolo 4 – Corrispondenza [Inviti di Natale]


A Scorpius Malfoy,
Malfoy Manor,
angolo sconosciuto di Inghilterra,
Mondo, Universo.



Caro Scorpius,
spero che tuo padre non ammazzerà la mia povera Edwige II se ti porterà questa lettera da parte mia. Se lo farà, ti prego di farla scappare prima che l’incantesimo la raggiunga. Sai, non vorrei che tutte le civette bianche di nome Edwige morissero. Non voglio farla diventare una tradizione.
Ok, sto iniziando a sproloquiare. Incredibile, lo faccio anche scrivendo. Davvero assurdo, cioè...in una lettera non si può balbettare, eppure io sono capace di farlo. Inizio a scrivere degli argomenti più idioti possibili e alla fine mi perdo anche io.
Sono stupido, che ci vuoi fare. La mia timidezza mi blocca anche mentre scrivo una lettera. E’ assurdo, anche perché tu non mi puoi vedere, eppure sproloquio come al solito.
Sproloqui a parte...come va a Malfoy Manor? Ti stai divertendo in quell’enorme casa/parco giochi per elfi maltrattati? Come sta il tuo delizioso elfo domestico? Ricordati di portagli i miei saluti, era così carino e servizievole l’ultima volta...
Certo, il fatto che ogni tanto se ne uscisse con frasi ad effetto tipo: “Mezzosangue nella casa del mio signore! Oh, la pagheranno, sì, la pagheranno!” mi dava una sensazione di dejà – vu, quasi Kreacher fosse tornato a farci i complimenti.
Però era simpatico. Una volta abituatosi al fatto che un Mezzosangue restasse a Malfoy Manor per più di dieci minuti vivo, è stato molto gentile.
Come va con tuo padre?
So che il vostro non è un gran rapporto, ma spero non se la sia presa se hai preso solo una O al test di Pozioni, lasciandoti superare da Rosie.
Ok, lascia perdere.
Salutami anche lui, mi raccomando. E’ così simpatico...se si eliminano i suoi strepitii su Mezzosangue e traditori.
Oh, e salutami anche tua madre. Lei sì che è davvero simpatica. Dolce e gentile come poche, ha fatto davvero tutto perché quest’estate mi sentissi a mio agio. E’ incredibile che sia una Purosangue, sembra non nutrire alcun disprezzo nei miei confronti.
Va be’, saluti a parte, volevo chiederti...come stai? Ti stai annoiando?
Anche io,al posto tuo, mi annoierei in un castello grande quanto Hogwarts. Ci sono anche i tuoi deliziosi cugini? Vincent e Millicent Nott?O Edward e Melinda Zabini?
Qui ci siamo tutti: James, Lily, mamma, papà , nonni e cuginanza varia. Oh, scusami per la macchia di inchiostro giù, ma quel deficient bravo ragazzo di mio cugino Louis mi ha fatto cadere la boccetta di inchiostro sulla pergamena.
...
Scusami per l’attesa, ma sono andato un secondo a fulminarlo.
Non ho potuto ucciderlo perché Victoire mi ha fermato prima che potessi farlo.
“Lascialo stare, Al. Non l’ha fatto apposta”
Seh. Quello è un demonio. Ha quattordici anni ma ne dimostra cinque. Tra lui e Lily non saprei chi preferire. Non parliamo di James,poi! Appena può inizia a fare il cretino. E guai se provoca Dominique! Merlino solo sa cosa può succedere.
Ed è in questo colossale casino che noi viviamo felici e contenti.
Quindi...
Io avrei una proposta da farti, se proprio ti stai annoiando nella tua enorme casa dove nessuno ti dà fastidio.
So che non muori dalla voglia di conoscere Harry James Potter, per cui ti invito alla Tana per Natale. Giuro solennemente che zio Ron non ti mangerà vivo se ti azzardi a sfiorare Rosie.
Ah, non te l’ho detto, vero? Be’, ci sarà anche lei.
Sì, non fare quella faccia. Rose scalpita dalla voglia di vederti, Scorpius. Direi che si è presa una bella cotta per te, ma tu non dire che te l’ho detto, altrimenti mi ammazza.
Proprio in questo momento cinguetta da sopra la mia spalla una frase che assomiglia molto a “Cosa ti stai azzardando a scrivere?”, ma io le voglio bene lo stesso. Credo sia l’unica che riesco a sopportare.
Quindi....vieni per Natale?

Il tuo migliore amico,
Al Potter.



P. S.: SALVA EDWIGE II !!!


Ad Al Potter,
La Tana,
angolo fin troppo conosciuto di Inghilterra,
Mondo, Universo

Caro Al,
come potrai notare da questa mia lettera, la tua adorata Edwige II dalle bianche piume – oggi mi sento in vena di essere poetico, lasciala passare – è salva e allegramente cinguettante, dato che gli ho offerto il miglior mangime della casa. Prodotto da Elfi Domestici di famiglie Purosangue, eh! Mi sembrava vagamente contenta quando è partita con la lettera legata alla zampa. Deve esserle piaciuto il mangime.
Certo che vengo per Natale! Non sai quanto sono felice che tu mi abbia invitato per Natale, altrimenti sarei rimasto a Malfoy Manor a girarmi i pollici insieme a Vincent – e tu sai quanto può essere dannosa la compagnia di Vincent Nott.
Ho portato i tuoi saluti a mia madre. Lei ricambia. E’ così contenta che io sia tuo amico, dice che sei proprio un bravo ragazzo. Ho preferito non salutare né papà né il nostro amorevole elfo domestico, perché so che entrambi avrebbero preso un infarto sentendoti nominare.
Traditore del tuo sangue eccetera, sai.
Qui non si può dire che l’atmosfera non sia Natalizia. Il punto è che se a Natale siamo tutti più buoni, mio padre diventa sempre più irascibile. Per cui, se c’è una minima cosa fuori posto, inizia ad urlare e a sbraitare che in questa cosa nulla funziona come dovrebbe, che la grande e potente dinastia dei Malfoy finirà in un enorme buco nero spuntato da chissà dove e cose del genere. E’ un’atmosfera molto allegra, però.
La mamma è entusiasta. Trascina ovunque addobbi e festoni, contenta che sia Natale. Certe volte non riesco a credere che lei e mio padre si siano sposati, è...è...assurdo! Lei è così carina, buona e gentile e mio padre...direi che assomiglia molto ad un Ungaro Spinato.
Vincent è irritante. Oltre a girarsi i pollici – delle mani e dei piedi -, sbircia da sopra la mia spalla mentre sto scrivendo questa lettera e ad ogni frase emette un mugolio di disapprovazione. Lo vorrei trucidare, se solo non fosse mio cugino.
Zio Theo è festante, Merlino, come mamma. Sprizza spirito natalizio da tutti i pori. Anche dalle orecchie. Zia Daphne è annoiata. E’ incredibile che sia la sorella di mamma, sono completamente diverse.
Millicent, mia cugina, - ha da poco compiuto i cinque anni, fra parentesi - trotterella in giro con fare annoiato, mi disturba, disturba suo fratello maggiore e continua a trotterellare, mentre Edward Zabini le corre dietro e le urla di fare attenzione. Melinda Zabini, ovvero colei che mi si attacca al braccio come la Piovra Gigante, è fin troppo entusiasta di stare qui, sembra uscita da un fumetto. Zio Blaise e zia Pansy – che, anche se non abbiamo legami di sangue, si sono autoproclamati miei zii –sono iperattivi. Corrono da una parte all’altra di Malfoy Manor, terribilmente entusiasti di ogni cosa.
Appena ho detto a mia madre dell’invito, lei mi ha detto di scappare il più presto possibile, dato che la casa sta diventando un manicomio. Papà disapprova, ma, francamente, me ne infischio e verrò da te a Natale, solo se mi prometti che Ronald Weasley stia lontano da me.
Promettimelo, Al!
Ci sarà tutta la tua famiglia? Parenti e cose del genere?
Wow.
Chissà come è avere una famiglia che ti vuole bene.
...
Ok, ho scritto un’idiozia. Mamma mi vuole bene. Papà anche, nonostante sbraiti ogni cinque secondi. E posso anche sorvolare su Vincent e Millicent.
Non vedo l’ora di arrivare. Credo sarò lì per il 22 o il 23.
Davvero ci sarà Rosie? Davvero?
Immaginami come una sorta di omino saltatore, dato che sto saltando di gioia alla notizia. Sono davvero felicissimo che Rose ci sia, anche perché muoio dalla voglia di vederla. E poi l’atmosfera natalizia è così romantica...
Va be’, comunque ci vediamo.

Il tuo migliore amico,
Scorpius Hyperion Malfoy




A Scorpius Malfoy,
Malfoy Manor e bla bla bla



L’atmosfera natalizia non è romantica! Non ti azzardare a toccare mia cugina, Malfoy, chiaro?

Al Potter



P.S.:Sono felice che tu venga.
P.S. 2 : Grazie per aver salvato Edwige II



Angolo Autrice

Dato che non ho una vita sociale, aggiorno anche oggi. Strano, eh?
Questo è uno di quei capitoli che mi sono più divertita a scrivere. Se quello di Dominique e James è terribilmente dolce, questo è leggermente ironico. Piccola corrispondenza di Scorpius e Al. Ho cercato di renderli diversi, probabilmente senza successo.
Potrebbero esserci cose che non capite. Non temente, è colpa mia. Sono cose che per i due protagonisti sono sottointese, senza bisogno di essere specificate, per cui per loro sono ovvie, per voi sono solo accennate.
La famiglia di Scorpius, ovviamente, l’ho inventata io.

Grazie a:
Nahrji; Hermione96; Juliet ; lilyluna_4e


BUON NATALE

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 – Famiglia [Di nuovo regali] ***


Capitolo 5 – Famiglia [Di nuovo regali]

Nevica.
Il che sarebbe anche una bella cosa, vista da fuori. Cioè, da dentro. Se io fossi ad Hogwarts, nella torre dei Grifondoro, davanti al caminetto acceso, potrei anche esclamare cose come “Uh, che bello! Nevica!” e sorridere, entusiasta, guardando i fiocchi di neve che cadono al suolo.
Ma io non sono davanti ad un caminetto acceso.
Sono nel bel mezzo di Hogsmeade, con il mantello sulle spalle e il corpo ugualmente ghiacciato, travolta dalla neve insopportabile che cade dappertutto. Ho i capelli completamente bianchi e non credo sia dovuto ad un invecchiamento precoce.
“Lily, muoviti!”
Alzo gli occhi al cielo, esasperata.
Credo che Lucy non abbia capito un dettaglio essenziale: io non riesco a muovermi. Sono congelata, per Merlino.
“Arrivo” biascico, trascinandomi. Sono un blocco di ghiaccio, non mi sento più le gambe.
“Tra dieci secoli, se continui ad essere così lenta!” mi agguanta per un braccio e inizia a trascinarmi per Hogsmeade. “Devo trovare un regalo per Jason!” strepita, isterica, sventolando i lunghi capelli neri al vento.
“E non puoi andare da sola?” chiedo, con le lacrime agli occhi. Merlino, questo vento dà proprio fastidio.
“No! Ho bisogno di un parere esterno!”
La odio. La odio con tutte le mie forze. Se solo non fossi congelata, le salterei al collo e la strangolerei e al diavolo i rapporti di buona cuginanza. Lucy sarà anche mia cugina, ma questo non compensa la sua indole irritante.
“E poi, tu sei esperta di ragazzi”
Mi volto a fissarla con uno sguardo scettico, con un sopracciglio inarcato. Credo di assomigliare molto a mia madre, in questo momento.
“Io sono esperta di ragazzi?” ripeto, scandendo le parole come se facessero parte di una lingua sconosciuta.
“Mia sorella è esperta di ragazzi?” sento una voce provenire da dietro di noi e mi volto. Ecco, ci mancava solo lui. James Sirius Potter, al secolo mio fratello maggiore.
“Beh...hai avuto molti ragazzi” biascica Lucy, incoerentemente, torturandosi una ciocca blu – ha dei capelli stranissimi, lo so.
“Sì, ma sono durati il tempo di una ramanzina di James e sono scappati” indico mio fratello con aria annoiata e un sospiro.
A volte è un bene avere un fratello maggiore che ti protegge e ti fa sentire amata.
A volte no.
Provate voi ad avere un fratello maggiore come James Sirius Potter. Provate voi ad uscire da soli sapendo di avere lui che vi segue a tre passi di distanza. Provate voi ad avere un ragazzo con un fratello iperprotettivo come James.
No, non lo odio. Lo trovo irritante. E fastidioso.
Ma è mio fratello e gli voglio bene, in fondo. Ehm...molto in fondo.
“Ma....ma...” Mia cugina fa saettare il suo sguardo da me e a James e viceversa. “Ma tu hai avuto tanti ragazzi!” strepita infine, quasi non potesse crederci.
“Certo, ma dopo le ramanzine ad effetto di mononeurone Potter qui presente se la sono data a gambe levate” ripeto, scandendo bene le parole e indicando me e mio fratello.
Certe volte una famiglia è un appiglio solido alla quale aggrapparsi in momenti di bisogno.
Altre volte è qualcosa da cui si tenta di fuggire il più presto possibile.
Per me non è né l’uno né l’altra. Per me, la mia famiglia, è la mia dannazione. Tutti i miei ragazzi sono fuggiti appena conosciuto James o il resto della mia famiglia. A partire da papà, che è un pazzo visionario con una cicatrice sulla fronte. Poi c’è mamma, pronta ad urlare per qualunque cosa e James....James è il classico tipo guai – a – chi – tocca – mia – sorella - e ti – ammazzo – se – osi – sfiorarla – con – un dito. Va molto d’accordo con zio Ron, su questo punto.
Ah, zio Ron. E zia Hermione. E Rose, ragazzina complessata attaccata ai libri, e Hugo...che ha la mia stessa età ,a che sembra un pazzo. Forse il fatto che trascorra molto tempo con i gemelli Scamandro influisce molto su questo lato della sua personalità.
E tutta la parentela, non la dimentichiamo. Ma preferisco sempre nascondere questa parte della mia vita agli altri.
“Ma Lily!” esclama James, scandalizzato. “Io ti salvo! Loro hanno solo cattive intenzioni!”
Sbuffo, infastidita, mentre Lucy ridacchia debolmente.
“James, loro non hanno nemmeno il tempo di avere cattive intenzioni, se tu li attacchi con la tua predica ogni volta” mi lamento, fulminandolo con lo sguardo assassino che ho perfezionato in quindici anni di vita. “Scusa, ma posso sapere che ci fai tu qui? Dovresti essere a casa” gli chiedo, prima che lui possa rispondere.
Lui alza le spalle con un sorrisetto irritante.
“Dovevo aiutare zio George con la filiale di Zonko” dice, sempre con quel sorriso che mi da sui nervi. “Ho appena finito di sistemare gli scaffali”
“Cioè...fammi capire:ti stavi rendendo utile? Questa sì che è una bella novità” Una voce vellutata ci fa sobbalzare e ci voltiamo tutti e tre insieme.
La figura di Dominique Weasley, minuta e attraente, si staglia tra la neve. Sembra perfettamente a suo agio, tra i fiocchi di neve che continuano a cadere dal cielo e che si posano dolcemente sulle sue spalle, sui suoi boccoli biondi.
Si avvicina con passo elegante e sorride all’indirizzo mio e di Lucy, mentre rivolge a mio fratello un sorriso sarcastico.
“La tua ironia mi stende, Weasley” borbotta lui, in risposta, guardandola in cagnesco. “Ti posso far notare una cosa? Non fai ridere”
“Potter, Potter, Potter...” Dominique scuote la testa, con aria di rimprovero. “Ti posso far notare una cosa? Non deve far ridere te”
E James resta in silenzio, fulminandola con lo sguardo. Io adoro mia cugina, solo lei riesce a farlo tacere.
“Ehi, cosa ci fai tu qui?” chiede Lucy all’indirizzo della nuova arrivata. James incrocia le braccia e la fissa male.
“Sono venuta a salutare Rose” risponde lei, sorridendo e attorcigliandosi un boccolo attorno alle dita bianche come la neve che cade giù a fiocchi. “Voi? Fate compere?”
“Regalo per il suo ragazzo” dico, indicando mia cugina, che arrossisce un po’.
“Vi do una mano?”
“Dominique! Mi salverai la vita, grazie!” Lucy si butta fra le braccia di Dominique, con i capelli neri e azzurri al vento. Io incrocio le braccia e le guardo con un sorriso esasperato.
“La trovi forte, vero?” mi chiede James, con espressione disgustata sul volto. “E’ bella, intelligente e sa far tacere James Sirius Potter. Forte, eh?”
“Geloso?” chiedo, maliziosa. Il suo volto si apre in un sorriso.
“No. Le voglio bene, in fondo” dice, scompigliandomi i capelli. “Io voglio bene alla mia famiglia”
Molto in fondo” sussurro. Lui ride e mi stringe tra le braccia, mentre altri fiocchi di neve ci cadono sulla testa.
Perché, molto in fondo, voglio bene alla mia enorme [strampalata] famiglia.

Angolo Autrice

Natale è passato, eppure io sono ancora qui con questa raccolta. Capitolo dedicato alla famiglia, abbastanza senza senso, ma ormai...
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e che hanno aggiunto la storia ai preferiti.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=308122