Love me like you do.

di GRACE_WHITE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo Fratello ***
Capitolo 2: *** Allenament ***
Capitolo 3: *** Iperprotettivo ***
Capitolo 4: *** Ti odio ***
Capitolo 5: *** Quattro Luglio ***
Capitolo 6: *** E' sbagliato ***
Capitolo 7: *** Ho bisogno di te ***



Capitolo 1
*** Nuovo Fratello ***





Nuovo fratello.

 
 
Sono arrivata da qualche giorno al Campo Mezzosangue. Mi chiamo Elizabeth e ho diciotto anni. Ho vissuto tutta la mia vita con mio padre, Poseidone, la mia matrigna, Anfitrite e il mio fratellastro, Tritone.
Non ho mai conosciuto mia madre, una mortale. “Strano” penserete voi, di solito un semidio vive con il suo genitore normale e viene riconosciuto dopo anni da quello divino. Bhe, con me non è successo. Papà dice che mia madre è stata uccisa da un dio, ma non vuole rivelarmi quale sia.
Diciamo che sono abituata alle comodità di un castello, visto che sono figlia del re del mare. Infatti non volevo venirci qui, ma Anfitrite ha pensato che fosse una bella idea mandarmi al Campo per imparare a combattere e conoscere ragazzi e ragazze come me. Farmi degli amici. Ovviamente il suo caro maritino ha acconsentito e ora mi ritrovo davanti ad un centauro barbuto e ad un dio alcolizzato- Ti piacerà qui, vedrai.- mi rassicura Chirone.
-Ne dubito fortemente.- ghigno- Mi ha costretto mio padre a venire qui, ma fidatevi che non resterò a lungo.-

Il centauro mi fa fare il giro del campo, io sbuffo ogni tanto e mi lamento dell’organizzazione. L’arena è soltanto una brutta copia del Colosseo; il soffitto della Casa Grande sarebbe ora di ripulirlo e togliere le ragnatele dall’Oracolo; e vogliamo parlare delle stalle? Meglio di no, perché non ci sono entrata, mi sono rifiutata.
Mi porta davanti alla cabina di Poseidone e piazza le mani sui fianchi, in attesa di una mia reazione. Io alzo le spalle- Cosa dovrei dire di questa catapecchia? Okay, è attaccata al lago ma è comunque da ristrutturare. Forse se la buttassimo giù a la facessimo ricostruire in cemento e magari decorare i muri con delle conchiglie o stelle marine e all’interno si potrebbe…-

-Ehm… tu intanto disfa le valige e pensa alle cose da ristrutturare. Ci vediamo questa sera a cena.- mi dice Chirone, sbuffando esasperato. Spero per lui che quel sospiro non sia per me, è fortunato che non gli ho detto della scultura che vorrei fare a mia immagine- Tuo fratello dovrebbe arrivare fra poco.- mi informa, mentre se ne sta andando.
-Okay.- dico, ma poi riformulo quello che mi ha appena detto- Fratello?! Io voglio vivere da sola!- mi lamento, ad alta voce. Ma lui è già galoppato via.
Salgo gli scalini e appoggio la valigia nel letto meno consumato, tiro fuori le mie cose (ne ho poche, mi sono dovuta arrangiare). Vado verso l’unico armadio, piccolo… troppo piccolo. Vedo che è già pieno da indumenti maschili, così decido di prenderli e appoggiarli sul letto di quello che dovrebbe essere mio fratello. Prendo l’ultimo indumento, una maglia consumata arancione del campo e il suo odore attira la mia attenzione, me la premo contro il naso. Sa di brezza marina, di sabbia e di crema solare. Sa di casa.

-Posso aiutarti?- chiede una voce maschile, proveniente dalla porta. Un ragazzo dai capelli neri come le ali di un corvo e con degli occhi simili a smeraldi ha la mano sulla maniglia della porta appena aperta. Indossa dei jeans lunghi fino al ginocchio, una canottiera grigia e un paio di Converse bianche. Al colla ha una collanina con diverse perle che sembrano fatte in terracotta. Lascio cadere la maglietta, imbarazzata.
-Si, potresti aiutarmi a piegare i miei vestiti nell’armadio?- chiedo, con nonchalance, afferrando un paio di pantaloni e appendendoli alla stampella.
-Ehm, li ci dovrebbero stare i miei vestiti.- precisa, raccogliendo la maglia arancione- Tu saresti?-
-Elizabeth.- rispondo, iniziando ad appendere le magliette.
-Oh, allora sei tu la figlia di Poseidone che sarebbe arrivata oggi.- sorride. Ha un sorriso stupendo.

-Sono una ragazza, sono una progenie di Poseidone e sono nella sua cabina. Quindi direi proprio di si.- rispondo, un po’ acida.
-Io sono Percy Jackson. Tuo fratello.- dice, tende la mano verso di me.
Io gliela stringo per educazione- Bene, Percy Jackson, devi trovare un altro posto per i tuoi vestiti. Magari sotto al letto.- propongo.
Lui sospira- Senti, così non iniziamo con il piede giusto. Possiamo condividerlo l’armadio, mettere qualcosa nei cassetti dei comodini magari, ma non metterò i miei vestiti sotto al letto.-
Lo guardo e sbuffo- Così tu non inizi con il piede giusto.- l’ultima cosa che mi serve ora è una litigata, così mi rassegno- Okay, condivideremo, basta che non sarai invadente e mi lascerai vivere.-

Lui ride- Viviamo nella stessa cabina, quindi dovrò essere invadente  fino a un certo punto.-
-Ho vissuto con Tritone per diciassette anni e l’ultima cosa che mi serve ora è un fratello, quindi cerca di non starmi molto tra i piedi, okay? Tanto non resterò molto qui.- dico, togliendo un po’ di cose dall’armadio per andarle a piegare nel cassetto accanto al mio letto. Guardo Percy e ha un’espressione ferita.
-Ora devo andare ad allenarmi.- mi comunica, avviandosi verso l’uscita- Ci vediamo a cena, purtroppo per te dobbiamo mangiare allo stesso tavolo.-
-Uhm… okay.- rispondo, per caso ci è rimasto male? Lo guardo uscire dalla cabina- Ciao.- dico, ma lui mi ignora.

Bene, vivere con lui sarà mooolto difficile.


Nota d'autrice: Salve a tutti, vi ringrazio molto per aver letto questo capitolo di questa nuova storia! Forse qualcuno di voi ha letto già il mio primo racconto di Percy Jackson (che sto ancora pubblicando) La Profezia della Dea Mortale, ma questo sarà un "tantino" diverso da quella fanfiction.
Diciamo che è un po'... trasgressiva (?) visto che ci sarà un incesto, temi sessuali e altre cose un po' delicate, diciamo... Dei, mi sento una cretina per aver pensato a questa storia, è abbastanza vergognoso ahahahah xD
Lasciatemi una recensione, per favore, sapete che ci fate contenti a noi lettori scrivendoci i vostri pareri ;) 
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 2
*** Allenament ***


Allenamento.
 
 
Sono seduta sugli spalti dell’arena, Chirone mi ha detto di allenarmi con alcuni semidei per ambientarmi e  fare amicizia con qualcuno. Ma io non ho seguito il suo consiglio, sono seduta a gambe incrociate qualche gradino più sopra degli altri ragazzi e ragazze che stanno chiacchierando tra loro.
Intravedo Percy parlare con una ragazza bionda, mi guarda e sorride. Sorrido anche io, ma subito dopo distolgo lo sguardo ma mi sento lo stesso osservata dai suoi occhi.
-Posso sedermi qui?-chiede, un ragazzo biondo con gli occhi azzurri. Ha il mento a punta e lo sguardo affilato e tagliente, nella guancia ha una cicatrice sbiadita. E’ davvero affascinante e provocante, diciamo.
-Oh, certo.- dico e lui si siede. Inizio a giocherellare con il fiocco fatto con i lacci dei miei scarponcini beige, imbarazzata. Poi mi decido a guardarlo- Come ti chiami?-

-Luke.- risponde, incrocia le gambe e mi porge la mano- Figlio e capo della capanna di Ermes.- aggiunge. Io gliela stringo.
-Elizabeth, figlia di Poseidone.- lui si acciglia appena lo dico.
-Percy mi ha detto che sarebbe arrivata una nuova figlia del dio del mare, ma non credevo fossi così bella.- fa un sorriso malizioso e io sgrano gli occhi, arrossendo.
Okay, non voglio fare la presuntuosa o l’ochetta, ma io mi piaccio per come sono. E anche molto. Non assomiglio molto a Poseidone: ho i capelli castani, quasi ramati e gli occhi azzurri come le acque dell’oceano (in questa cosa ho preso da lui), sono abbastanza alta e magra. Tritone dice che di carattere sono stronza… è vero, e sono anche egoista. Ma quando devo sono anche gentile e amichevole.
-Grazie. Sei dolce.- rispondo. Chirone arriva e si posiziona al centro dell’arena, davanti a noi. Ci comunica che dobbiamo raggiungerlo e noi obbediamo.

L’allenamento è stato faticoso, il centauro mi ha obbligato a correre per qualche minuto per tutta l’arena mentre gli altri combattevano tra di loro poi mi ha consegnato un pugnale per combattere le prossime volte. Ogni tanto beccavo Luke guardarmi, sorridendo e io ricambiavo il sorriso.
Usciamo dall’arena, io affaticata più di tutti, ormai è quasi buio, saranno le sette e mezza, otto, di sera. Cammino lontano dal gruppo di semidei e semidee che chiacchierano, poi si fermano e mi guardano, Percy si fa largo tra loro e mi viene incontro- Allora ragazzi, questa è Elizabeth, mia sorella.-
La ragazza bionda con cui stava parlando prima sorride e piazza le mani sui fianchi- Io sono Annabeth, la ragazza di Percy. Benvenuta al Campo Mezzosangue.- io faccio un sorriso sforzato. Non so perché ma “ragazza di Percy” mi ha dato un po’ fastidio.

-Grazie. E comunque è il mio fratellastro.- preciso.
Un ragazzo poco più alto di me con un marsupio pieno di attrezzi legato in vita e con le orecchie da folletto mi lancia uno sguardo malizioso- Io sono Leo. Leo Valdez, dolcezza.-
Due ragazze si fanno avanti- Piper McLean.- si presenta la ragazza bassa, con delle piume attaccate ai capelli- E io Talia.- prosegue quella con la giacca nera in pelle e i capelli corti e neri, gli occhi blu come il cielo.
-Piacere.- mi limito a dire, intimidita. Il mio sguardo ricade sul ragazzo che prima si è seduto accanto a me, mi sorride- Luke, giusto?-
-Si.- e mi fa l’occhiolino- Ti va di andare a prendere un po’ di ambrosia insieme?- propone, mentre gli altri iniziano ad avviarsi, tutti tranne noi due e Percy.

Alzo il mento, con fare altezzoso- Si, perché no.- accetto, ma il mio fratellastro mi prende per un braccio.
-Ehm, meglio di no ora. Potrete vedervi domani,- dice lui, io aggrotto le sopracciglia- io e Liz dobbiamo parlare di una cosa.-
Liz? Mi hai chiamato davvero Liz?!
Guardo Luke con sguardo supplichevole- Mi dispiace tanto. Possiamo andare a bere un po’ di ambrosia domani, promesso.-
-Va bene, ci conto eh.- mi fa l’occhiolino, lancia un’occhiata non troppo amichevole al mio fratellastro, poi se ne va e raggiunge gli altri.

Nota d'autrice: Scusate il ritardo della pubblicazione, ma questi giorni sono molto impegnata. Vi chiedo scusa se non sono riuscita ancora a pubblicare un altro capitolo de La Profezia della Dea Mortale :(
Fatemi sapere in tanti se vale la pena di continuare questa storia ^_^
Grace <3

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Capitolo 3
*** Iperprotettivo ***


Iperprotettivo
 
 
-Ti ricordi cosa ti avevo detto sull’essere invadente?- chiedo, non appena entriamo nella nostra cabina e chiudo forte la porta dopo essere entrata dopo Percy.
Lui sospira e si passa una mano tra i capelli e quel gesto mi fa avvampare, non so perché- Scusa è che Luke non è esattamente il ragazzo a cui affidare tua sorella.-
Sgrano gli occhi e rido- Stai scherzando? Perché non dovrei frequentare Luke? Sembra un ragazzo in gamba.-
-Lo hai conosciuto oggi.- spiega.
-E ho conosciuto te ieri,- ribatto, piazzando le mani sui fianchi- perché dovrei fidarmi più di te che di lui?-
-Sono tuo fratello…-
-Fratellastro.- lo correggo.

-… e mi preoccupo per te.-
Scuoto la testa mi chino per allacciarmi gli scarponcini- Percy, ti ringrazio ma so badare a me stessa, ora non mi serve nessuno che sia iperprotettivo nei miei confronti. So combattere abbastanza bene, credo e non ho bisogno di aiuto.- quando mi rialzo Percy mi viene incontro e mi afferra le braccia. Non faccio in tempo a capire quello che succede che subito mi ritrovo con il petto attaccato a quello di mio fratello e le sue mani che mi bloccano i movimenti della braccia, tenendomele dietro la schiena.
-Dovresti allenarti a combattere ancora un po’, allora.- commenta. Il suo viso è vicino al mio e sento il suo respiro sulle guance. Mi mordo il labbro e abbasso lo sguardo sulla sua collanina.
-Lasciami andare, per favore.- dico a bassa voce. Lui fa come dico, lo ammetto, mi è piaciuto questo contatto con lui. Lo fisso negli occhi, sono così ipnotici- Assomigli tanto a papà.-

Lui trasale e si guarda i piedi- E tu sei bellissima.-
-Mi metti in imbarazzo così.- dico. Se me lo dice Luke non mi sento strana, se me lo dice Percy divento nervosa.
-Te lo dovevo dire.- confessa. Allunga una mano e mi sfiora i capelli, levandomene una ciocca dalla fronte, io mi scanso e incrocio le braccia.
-Posso uscire con Luke? Per favore!- insisto, cercando di cambiare discorso. Lui sospira e alza le spalle.
-Fai come vuoi, se non hai bisogno di un fratello che ti protegge allora escici pure domani. Non mi interessa più di tanto.- risponde, acido.
-Okay, allora ci vediamo sta sera a cena.- dico e vado verso la porta, la apro.
-Bene- dice Percy.
-Bene!- ripeto io.
-Bene!!- grida lui, arrabbiato. E me ne vado, sbattendo la porta alle mie spalle. Sbuffo, frustrata e pesto il piede a terra e impreco in greco antico.

Voglio andare via da questo posto. penso, Non sono felice qui.

Devo parlare con papà e pregarlo di farmi tornare al castello, devo mandargli un Messaggio Iride, ma la fontana con cui potevo inviarlo è accanto al pontile collegato alla cabina di Poseidone e non intendo rientrarci ora. Forse alla Casa Grande ne hanno una, ma non credo che Chirone mi permetterà di usarla.
Potrei chiedere a Luke se può in qualche modo contattare mio padre, dopo tutto è il figlio di Ermes: il messaggero degli dei. Sono certa che mi aiuterà, il problema è che non so dove sia la sua cabina, visto che non sono tutte attaccate le capanne.
Mi guardo attorno per cercare qualcuno a cui chiedere informazioni. La ragazza bionda dell’arena è seduta sotto un albero, con un computer sulle gambe. Vado verso di lei- Ehm, ciao Annabeth.- ti prego, dimmi che ti chiami così.
Alza lo sguardo dal computer e sorride- Ciao Elizabeth. Come sta?- chiede, educatamente, alzandosi in piedi, con il computer tra il braccio e il fianco.

-Bene, grazie. Senti, per caso sai dov’è la cabina di Ermes?-
-Si, guarda è praticamente l’ultima, laggiù.- dice, indicando una delle cabine più grandi- Quella grigia con il tetto azzurro.-
-Grazie mille, Annabeth.-
Lei mi da una pacca sul braccio e sorride- Oh, non preoccuparti. Chiamami Annie, se vuoi.-
-Va bene, ci vediamo dopo.- dico, salutandola con la mano e lei contraccambia il saluto. Non la chiamerò mai Annie, odio dare i nomignoli alle persone e odio i nomignoli che le persone danno  a me. Per esempio Liz, Percy mi ha chiamato Liz. Che rabbia.
Raggiungo la cabina di Ermes e busso sulla porta. Dopo qualche secondo mi vengono ad aprire due ragazzi identici, gemelli probabilmente, e vestiti uguali- Ciao!- dicono all’unisono- Io sono Travis.- si presenta quello a sinistra, distinguibile solo da un neo sotto l’occhio- E io sono Connor.- dice l’altro.

-Io sono Elizabeth, figlia di Poseidone.- appena lo dico loro sgranano gli occhi- Si, sono la sorella di Percy Jackson. Sto cercando Luke, c’è?-
-Si si.- risponde Travis e entrambi si scostano per lasciarmi passare. La capanna è deserta, vedo di sfuggita un ragazzo e una ragazza, probabilmente figli di Ermes, uscire di corsa con delle armi in mano- Ermes non ha molti figli.- commento, pensando ai semidei delle altre divinità.
-Oh, eccome se li ha.- risponde Connor toccando più volte con il gomito il braccio del fratello, ridacchiando- E’ solo che stanno andando tutti all’happy hour nella capanna dei figli di Afrodite.-
-E perché ci vanno armati?- chiedo, alzando un sopracciglio.
-Di solito dopo queste festicciole ci sono sempre tornei o sfide amichevoli.- interviene Travis. Poi si volta verso una porta che probabilmente è quella del bagno e grida:- Luke, c’è Elizabeth! Noi andiamo alla cabina di Afrodite! Ci vediamo domani mattina!- poi entrambi mi guardano e sorridono- E’ stato un piacere, Elizabeth.- dicono, di nuovo insieme e poi escono con legate alla cintura due spade.

-Ehi.- sento una voce dietro da me e mi giro, Luke è appena uscito dal bagno. Indossa una maglietta nera sopra dei bermuda verdi, ai piedi ha delle infradito- Volevi parlarmi?-
Io sorrido quando viene verso di me- Ciao. Si, volevo chiederti se potresti contattare una persona.- ha un asciugamano sulle spalle e i capelli sono bagnati, forse ha fatto da poco una doccia.
Lui aggrotta le sopracciglia- Mmh, con chi devi parlare? Non dirmi che devi contattare il tuo ragazzo!- esclama, fingendosi spaventato. Io scuoto la testa e gli do un leggero pugno sul braccio.
-No, scemo. Non ho un ragazzo.- dico e lui sembra essere sollevato.
-Meno male, altrimenti sarei stato costretto a non provarci con te.- confessa, annuendo. Io arrossisco violentemente e faccio una risata sforzata.

-Ehm… co-cosa dove dire?- balbetto, mentre mi fissa alzando su e giù le sopracciglia- Ah giusto. Devo parlare con mio padre.-
Lui torna serio- Contattare una divinità, eh? Mmh, questa la vedo dura. Tu non immagini neanche quante chiamate o Messaggi Iride ricevono gli dei.-
Oh, lo immagino eccome! Penso, visto che mio padre non ha passato mai molto tempo con me. Mi vuole bene, ovvio, ma non ha mai dimostrato l’affetto che prova per me- Però potrei provare a sentire Ermes e dirgli se può contattarti il più presto possibile.-
Io sorrido felice- Davvero?-
-Ma…- alza il dito indice a mezz’aria- ad una condizione.-
Io incrocio le braccia e storco la bocca- Che condizione?-
-Il quattro luglio, come ogni anno, ci sarà lo spettacolo dei fuochi d’artificio, giù in spiaggia. E ci si va a coppie, di solito.- aggiunge e io inizio a sorridere maliziosamente, molto divertita da quello che immagino mi stia per chiedere- E vorrei che tu venissi con me.-

Scoppio a ridere, contenta - Certo!- esclamo. Lui mi prende le mani e mi da un bacio sulla guancia, mi ritiro subito indietro per l’azione che ha appena fatto, mi sfioro il punto dove mi ha baciata e lo guardo. Lui abbassa lo sguardo- Scusa, ci conosciamo da pochissimo, non avrei dovuto farlo...-
Infatti mi ha messo un po’ a disagio questo bacetto- Mmh… no, no tranquillo.-
Luke sorride e fa cenno con il mento verso la porta- Andiamo a cena?-
Io esito un attimo ma poi annuisco- Si, andiamo!- provo a mostrarmi entusiasta, ma non so perché sto pensando a Percy.

Nota d'autrice: Sera genteee!
Vi è piaciuto questo capitolo? Che ne pensate della coppia Elizabeth/Luke, vi piace? O preferite un'altra *sguardo complice* ^^
Mi piacerebbe ricevere più recensioni, dai ragazzi/e lasciatemene una per uno, non chiedo tanto! A noi scrittori fa piacere ricevere tante critiche positive e negative :D
Grazie per quelli che hanno recensito fino ad ora, vi stimo troppo :*
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 4
*** Ti odio ***


Ti odio
 
Mi faccio largo tra i semidei per andare a prendere la cena, ho un vassoio in mano e metto nel piatto un po’ di insalata e un bicchiere di Diet Coke, non l’ho mai provata questa bibita, invece ho preso l’insalata perché sono vegetariana.
Non so dove andare, qualche semidio mi guarda e mio cerco di sorridere, mi sento ridicola, sono in piedi come un’imbecille a cercare qualche posto libero, ma poi sento la voce di Percy chiamarmi- Liz!-
Lo vedo muovere in alto il braccio per cercare di attirare la mia attenzione, vado verso di lui, è solo. Mi siedo di fronte a lui, nel tavolo circolare e lo guardo mangiare una bistecca- Non ti fa schifo mangiare un animale?-
Lui ride, con la bocca chiusa e fa una faccia buffa- Poseidone non mi ha detto che eri vegetariana.- commenta, continua a mangiare, io lo imito masticando l’insalata.

Dopo qualche minuto, quando mio fratello ha quasi finito di mangiare chiedo- Tu ci vai allo spettacolo dei fuochi d’artificio, il 4 luglio?-
Lui aggrotta le sopracciglia annuisce- Si, perché?-
-No, tanto per sapere.- faccio l’indifferente- Ci vai con Annabeth?-
-Si.-
-Luke mi ha invitata ad andarci con lui.- dico, pochi secondi dopo. Sento Percy appoggiare la forchetta sul piatto e alzo lo sguardo su di lui, le labbra appena dischiuse. Si alza dal tavolo e va verso il bosco, che porta alla nostra capanna- Dove vai?!- per fortuna gli altri semidei non si sono accorti di me, mi alzo anche io e corro verso di lui.
Quando lo raggiungo siamo in mezzo al bosco, di notte e che fa paura, mi metto davanti a lui e gli premo le mani sul petto per impedirgli di continuare a camminare- Perché te ne sei andato?-

Lui sta per rispondere, ma ad un certo punto sentiamo dei rumori nel buio. Lui mi prende il polso e mi trascina dietro un albero. La mia schiena è appoggiata contro il tronco e il suo torace contro il mio, con la sua testa che si sporge oltre la corteccia per controllare chi ci sia. Mi manca il respiro, osservo Percy muovere gli occhi furtivamente verso ogni rumore. Solo pochi secondi dopo mi accorgo che le sue mani mi tengono i fianchi.
-Percy?- sussurro, con la gola secca. Lui posa gli occhi sui miei e si sposta, distogliendo lo sguardo sulla vegetazione buia. Mi asciugo le mani sudate sugli shorts.
-Qui girano dei mostri, di notte.- mi informa, con la voce dura e severa- Non devi passare per il bosco, fai la strada che fanno tutti gli altri per andare alle capanne.-
Piazzo le mani sui fianchi- E perché tu ci fai?-

-Perché sono più grande e so badare a me stesso, al contrario di te.- ribatte, cominciando ad avviarsi verso la cabina di Poseidone.
Spalanco la bocca- Io non saprei badare a me stessa? Io so badare a me stessa, Percy!- vado a passo spedito verso di lui- Sei soltanto geloso!-
Lui scoppia in una sonora risata- Geloso di cosa, di te? E perché dovrei?-
-Perché papà non ti ha mai prestato attenzione, mentre nel mio caso mi ha praticamente cresciuta lui.- lo sto provocando, con un sorriso irritante stampato in faccia.
-Non me ne frega niente di Poseidone!- sbotta, arrabbiato- E non mi importa niente neanche di te! Sei soltanto una ragazzina viziata ed egoista!-

Vorrei dargli un pugno sul naso, controbattere su quello che ha appena detto o insultarlo in greco antico, ma mi limito a sospirare per due o tre volte e poi lo guardo- Ti odio.- mormoro, stringendo i denti per la rabbia.
Non osa guardarmi negli occhi, sembra ferito da quello che gli ho detto, gli do le spalle e vado verso la cabina di Poseidone, lasciandolo lì da solo. Appena entro mi butto direttamente sul letto, vestita come prima e senza essermi levata il trucco dal viso, che mi sono portata da casa.
Voglio andarmene da qui, penso. Perché sento un grande groppo alla gola, per quello che è successo con Percy?
Ora che ci penso, io non ricordo l’ultima volta che ho pianto, forse non l’ho mai fatto perché non mi è mai mancato niente. Ho avuto tutto, ma perché ora è come se mi avessero preso ogni cosa? Questa brutta sensazione di piangere aumenta quando sento la porta aprirsi e le scarpe di Percy camminare sul pavimento, verso il mio letto.

Cerco di mantenere un respiro regolare e le palpebre chiuse e ferme, facendo finta di dormire. Si siede sul bordo del letto e sospira, sento la sua mano toccarmi la mia, appoggiata sopra la pancia. Respira, Elizabeth, dico a me stessa. Devi controllarti.
Vorrei stringergliela, abbracciarlo e magari ba… Che cosa?! No, no, no! E’ mio fratello! Non posso farci questo pensieri, come mi è saltato in mente! A me piace Luke, in un certo senso.

-Sei così bella, quando dormi.- sussurra. Io mi trattengo dall’aprire gli occhi, faccio un piccolo lamento come se il mio sonno fosse infastidito dalla sua voce. Lo sento alzarsi e dirigersi verso il suo, di letto. Rilascio un sospiro si sollievo e provo a dormire, ma ci riesco per miracolo, visto che la sua ultima frase non mi ha lasciato in pace fino a quando mi sono addormentata.

Nota d'autrice: Salve a tutti, ecco un altro capitolo!
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni, continuate a scriverne altre che mi rendete felice un casino! :D
Grazie ancora, Grace <3 <3 <3

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Capitolo 5
*** Quattro Luglio ***


Quattro Luglio
 
 
Mi guardo allo specchio di Piper, faccio una smorfia guardando il vestito: ha uno scollo a V, senza maniche, è lungo fino alle cosce e ha un tessuto leggero, tipo un pareo, di color beige. Tengo i capelli su una sola spalla, fissati con delle fermezze che si confondono con le ciocche- Mmh, non lo so.-
Piper, accanto a me, già in ghingheri per la serata che ci aspetta. Non mi ha ancora detto con chi andrà, anche se in questi dieci giorni abbiamo stretto amicizia; l’ho fatto anche con Leo, con Grover, che è un satiro, migliore amico di Percy, il che mi da un po’ fastidio. E soprattutto con Luke, siamo stati insieme quasi ogni giorno e mi ha raccontato di quando gli dei lo hanno fatto risorgere per essersi mostrato un eroe nella guerra contro i Titani. E poi è un gran figo.

-Ma ti sta benissimo!- esclama lei.
-Lo so, ma non è un po’ troppo corto? So di piacere a Luke, ma non voglio sembrare una…- non finisco la frase, Piper fa una faccia disgustata.
-Quello è un mio vestito! E a me piace, sei tu che mi hai chiesto un consiglio sui vestiti.- ribatte, offendendosi.
-No, no! Non volevo dire questo, è solo che sono abituata ad altri vestiti al castello di mio padre.- spiego e lei annuisce, comprensiva. Osservo ancora un po’ l’abitino e faccio spallucce- Dai, metto questo. Grazie per prestarmelo.-
Lei mi sistema un’ultima fermezza dietro la testa e fa una piccola risata- Non c’è problema, è a questo che servono le amiche!-
 


La spiaggia è piena di semidee e semidei che ballano e si divertono, alcuno sono al tavolo del buffet e altri chiacchierano lontani dalla pista da ballo. Non riesco a vedere Luke. Mi faccio largo tra la folla e vedo un ragazzo biondo a pochi metri da me, sembrano più accesi i capelli e indossa una tunica bianca con sotto una maglia viola a maniche corte. Lo sto osservando e dopo poco incrocia il mio sguardo, il suoi occhi sono di un azzurro tempestoso, come quelli di Talia. Fa un piccolo sorriso, ha una cicatrice sul labbro.
Mi sento prendere dai fianchi e trascinarmi verso le persone che ballano, mi giro e Luke mi da un bacio sulla guancia- Wow Elizabeth, sei… wow.- dice, impressionato dal mio abito.
Io rido e gli do anche io un bacio sulla guancia- Se “wow” è un complimento allora ti ringrazio!- rido di nuovo e lui mi guarda malizioso- Che c’è?-

Lui avvicina la bocca al mio orecchio e sussurra:- Che ne dici di andare un po’ da me, prima che lo spettacolo cominci?-
Io aggrotto le sopracciglia, dubbiosa, esito un attimo ma poi annuisco- O-okay.- rispondo. Lui mi prende la mano e ci avviamo verso le capanne e mentre camminiamo vedo Percy mano nella mano con Annabeth.
Lui sgrana gli occhi non appena ci vede- Dove state andando? Sapete che la festa è alla spiaggia, vero?- chiede, retoricamente.
Luke parla prima di me- Calmati Jackson, stiamo andando a fare soltanto una passeggiata. Perché non te ne vai con la tua ragazza insieme agli altri idioti, alla festa?-
Percy sta per muoversi verso di lui, ma Annabeth lo ferma per un braccio- Percy, ci raggiungeranno più tardi.- dice lei, ma lui non sembra tranquillo.

-Guai a te se…- inizia mio fratello indicando il figlio di Ermes,  ma io lo interrompo.
-La vuoi smettere? Lasciami un po’ di spazio, Percy!- sbotto, poi guardo Luke- Andiamo.- lui sogghigna e squadra il figlio di Poseidone, poi, lasciandoli dietro di noi, andiamo nella cabina di Luke.
Quando entriamo mi sento un po’ a disagio, Luke mi guarda in un modo strano, sembra quasi divertito. Chiude la porta a chiave e mi prende per i fianchi, attirandomi a lui- Allora, cosa vuoi fare?-
-Ehm.- balbetto. Lui scuote la testa sorridendo, fa scendere le mani fino al mio sedere e lo stringe un po’. Mi solleva e mi butta sul suo letto, per niente delicatamente, il che mi sorprende- Ehi!- ribatto, mentre lui mi blocca le mani dietro la testa e con una mi solleva il vestito scoprendomi le cosce e la pancia.
-Stai zitta.- ordina, mentre mette una mano sopra il mio reggiseno. Io mi dimeno e cerco di sfuggire dalla sua presa- Ora vediamo un po’ cosa potrei farti. Dato che sei la sorellina di Jackson hai bisogno di un trattamento… speciale, giusto?-

-Lasciamo stare, stronzo!- grido.
-Uuh.- fa schioccare la lingua sul palato, in segno di dissenso- Potrei farti male, quindi cerca di stare zitta, così potrebbe piacere anche a te.- bisbiglia con voce melliflua, mentre si passa la lingua sulle labbra.
Ad un tratto sento dei botti provenire dalla porta, qualcuno cerca di entrare- Liz!- grida la voce di Percy.
Luke ora sembra spaventato e sobbalza quando mio fratello butta giù la porta con un’ondata d’acqua. Il figlio di Ermes mi lascia e indietreggia, io cerco di correre dietro il figlio di Poseidone, ma cado sul pavimento bagnato e mi faccio male ad una gamba. Percy prende Luke per la collottola- Tu prova soltanto a pensare di toccarla un’altra volta e io giuro che ti uccido.- lo minaccia, poi lo lascia andare, dandogli un pugno in faccia.

Nota d'autrice: Bene bene beeeene!
Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di si!
Diciamo che ho reso il nostro Luke un po'... stronzo e crudele, ma è comunque il più figo di tutti ahahaha ;)
Siete curiosi di sapere cosa accadrà nel prossimo capitolo tra Muriel e Percy? Non voglio fare Spoiler ma ce ne saranno di fuochi d'artificio... okay, pessima XD
Lasciate una recensione.
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 6
*** E' sbagliato ***


E’ sbagliato
 
Sono intontita per il dolore alla gamba, mio fratello mi prende in braccio ed esce dalla cabina, appoggio la fronte sull’incavo del collo. Riesco a percepire la sua rabbia nelle vene. Guardo i suoi occhi, così severi e pieni di rancore- Percy.- sussurro.
-Sta zitta, ora.- mi zittisce. Mi porta alla capanna di Poseidone, quando entriamo mi fa appoggiare i piedi per terra, ma resto comunque con le braccia aggrappate alle sue spalle. Mi sta guardando.
-Scusa. Avrei dovuto ascoltarti, mi disp…-
-Non saresti mai dovuta venire qui.- commenta, staccandosi da me. Io abbasso lo sguardo, sto per scusarmi di nuovo ma lui continua- E’ soltanto colpa tua se ora mi sento…-
-Arrabbiato?- dico.

-No, cioè si, anche quello. Ma mi sento… strano, con te.- l’ultima parola la bisbiglia. Io vengo scossa da un brivido quando mi tocca il braccio con una mano- Perché mi fai questo effetto, Liz?-
La distanza tra i nostri visi si riduce pericolosamente e io lo guardo con gli occhi socchiusi, come se fossi in trans- Non lo so.-
-Neanche io.- confessa, poi appoggia delicatamente le sue labbra sulle mie. Mi sento così… bene. Chiudo gli occhi e lui mi afferra i fianchi stringendomi a lui, io metto le mani dietro la sua testa e approfondisco il bacio. Percy mi solleva e senza staccarsi da me un secondo si fa strada verso il suo letto, adagiandomi delicatamente e mettendosi sopra di me. Gli tiro appena i capelli e lui geme, senza fiato.

Infrange il contatto delle nostre labbra e si alza per levarsi la maglietta bianca, io quasi non mi mordo il labbro a sangue per la visione del suo petto asciutto e muscoloso. Inconsciamente mi sollevo di poco anche io e mi levo il vestito leggero in pochi secondi, restando solo in biancheria. Lui si china di nuovo su di me e quando sento di nuovo i  nostri corpi scontrarsi emetto un- Oh.- di piacere.
Mi bacia la clavicola e io stringo le mani sulle sue spalle, respirando affannosamente. Alza di poco lo sguardo- Ti peso?-
-Un pochino,- ammetto- ma non importa.-
-Scusa, di solito sono abituato con Annabeth e lei è un po’ più forte di fisico.- commenta, sorridendo. Ma io non sorrido, lo guardo scioccata.

-Percy spostati.- dico, facendo pressione sul suo petto- Cosa stiamo facendo, è tutto così… sbagliato.-
-P-perché?- balbetta lui, baciandomi ancora una volta- Ah, ti ha dato fastidio quella cosa su Annabeth.-
-No!- sbotto- Non me ne frega di lei, Percy! Non capisci che quello che stiamo facendo è sbagliato?! Sei mio fratello!-
-Fratellastro.- mi corregge lui e preme di nuovo le labbra contro le mie, in un bacio quasi disperato. Mi stringe le mani lungo i fianchi e mi tira di più verso il suo ventre, io gemo in un modo osceno e Percy fa una piccola risata mentre mi bacia.
Gli tiro uno schiaffo nella guancia e lui fa un verso di dolore- Levati!- grido, rossa come un peperone. Lo spingo via e mi alzo dal letto, riprendendo il vestito- Stammi lontano!-

-Liz…- inizia lui.
-No, Percy! Vattene, vai via!- ordino, indicando la porta. Sento degli spari in lontananza e delle luci rosse, bianche e blu illuminare il cielo. Lo spettacolo è iniziato.
Lui si rimette la maglia e viene verso di me, con le sopracciglia aggrottate- Fammi par…-
-Fuori! Ora!- grido, arrabbiata- Va’ da Annabeth e dagli altri, basta che te ne vai adesso!- il cuore sembra morirmi in gola.
Sta per dire qualcosa, ma ci ripensa- Okay. Scusami, mi dispiace tanto.- si scusa, ma io non lo degno di uno sguardo, aspetto che se ne va e poi tento di respingere le lacrime.
Inutilmente.

Nota d'autrice: Voi non sapete quanto mi sento in imbarazzo a scrivere questa storia... e questo non era niente in confronto al prossimo capitolo...
Seriamente, mi faccio impressione da sola xD
A voi le recensione... ho paura dei vostri commenti ahahahah
Grace <3 <3 <3 :*

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Capitolo 7
*** Ho bisogno di te ***


Ho bisogno di te
 
Non parlo con Percy da due giorni.

L’ho visto di sfuggita a cena e a pranzo, mentre io mi andavo a sedere con il cibo lui se ne andava. Questi giorni dorme a casa di Jason, il fidanzato di Piper e figlio di Giove.
Mi manca. Non come fratello… Ma è così sbagliato. Mi sento come se avessi bisogno di un contatto come quello che abbiamo avuto la sera del 4 luglio, o forse qualcosa di più.
Scuoto la testa e mi alzo in piedi, spolverandomi la sabbia della spiaggia dai jeans. Mi incammino e mi accorgo solo ora di quanto sia piacevole l’aria del Campo Mezzosangue, anche l’atmosfera. Sembra che abbia qualcosa di caldo, e non lo dico solo perché siamo in piena estate. E’ piacevole, in un certo senso.
Mentre vado verso la mia cabina saluto con la mano alcuni semidei che ho conosciuto ad allenamento, in mezzo a loro c’è Annabeth. Mi saluta, ma io distolgo lo sguardo, non riesco a sostenerlo. Entro velocemente nella mia cabina e chiudo la porta, appoggio la fronte sul legno e respiro profondamente , con un nodo alla gola.

-Cosa mi prende?- sussurro. Sento improvvisamente una fredda sensazione provenire dai fianchi, non riesco quasi più a respirare. Le mani che mi hanno afferrato i fianchi mi girano delicatamente, e sono faccia a faccia con Percy.
Ci fissiamo senza batter ciglio, io non riesco più a pensare a qualcosa che non siano i suoi occhi, voglio continuare a vivere soltanto con i suoi occhi davanti. Così lucidi, brillanti e verdi- Percy.- mormoro, ancora le sue mani sono su di me. Io premo un po’ le mie sul suo petto, cercando di allontanarlo.
-Elizabeth.- sussurra, e io soltanto al suono della sua voce che pronuncia il mio nome gemo. Lui mi afferra una gamba e se la porta sopra la cinta dei pantaloni e io meccanicamente mi aggrappo anche con l’altra- Sei così… così perfetta.- mi bacia il collo con le labbra umide e poi mi mordicchia la spalla.
Gemo ad alta voce- Basta, Percy.- balbetto.

Lui mi porta verso il suo letto e mi adagia sul materasso, è sopra di me e mi guarda con occhi languidi e desiderosi. Ho i capelli sparpagliati per il cuscino e le cosce ancorate alla sua vita, lui sfiora il mio naso con il suo- Sei sicura di non essere una dea?- mi chiede.
Non riesco a rispondere, anche se so che non lo sono. Sono concentrata sulla piacevole sensazione che provo nel sentire tra i tessuti che ci coprono la sua erezione premuta contro la mia intimità- Devi solo dirmi di andarmene, e giuro sullo Stige che lo faccio.-
Dischiudo la bocca, tentata di dirlo, ma non ce la faccio- Vuoi che faccia qualcosaltro?- chiede, con lo sguardo fisso sul mio.
Mi mordo il labbro e annuisco, lui fa un sorriso quasi incosciente, come se fosse in trans- Cosa vuoi che faccia?-
-Non farmelo dire.- lo supplico. Lui fa pressione con i fianchi su di me e io gemo, ma Percy si alza in ginocchio, davanti a me e mi fissa. Io sono spaesata, mentre lui scuote la testa- Okay, allora me ne vado.- conclude.

-No, no, no, no!- quasi grido quando mette un piede fuori dal letto, lo afferro per un braccio e lo tiro di nuovo su di me- Ti prego, sai quanto mi costa supplicare la gente, però ti prego, Percy!- mi faccio pena a dire queste cose, ma ho seriamente bisogno di lui- Ho bisogno di te, ti prego!-
Lui pi tappa la bocca con le labbra, sento la sua lingua intrecciarsi con la mia, lo afferro per la maglietta e lo tiro di più a me. Lui se la sfila e sfila anche la mia, sento il suo petto a contatto con la mia pancia. Piagnucolo in cerca della sua bocca.
-Ssh!- fa Percy, severo- Fai più piano o qualcuno potrebbe sentirti.- io annuisco velocemente e lui inizia a togliermi i pantaloncini, li getta dietro di se  e si sbottona i suoi, abbassandoli. Vedo la sua erezione spingere contro i boxer, mi vergogno a togliere gli slip, ma non resisto, sono così impaziente. Così lo faccio, li tolgo.

-Non ce la faccio più, Liz.- dice Percy, si toglie i boxer e si fionda su di me, ma prima di entrare mi bacia- Anche io so che siamo fratelli e che è tremendamente sbagliato, ma io non riesco a pensare a te in un altro modo diverso da questo. Non penso a te come una sorella.-
Ecco, ora lo sento dentro di me. Inizia a spingere lentamente, io mi aggrappo alla sua schiena e con le unghie gli graffio la pelle, stringo di più le gambe intorno alla sua vita e lo incito ad andare più veloce. Mi unisco anche io a questo avanti e indietro frenetico e piacevole.
-Devi… ah!- geme- Devi fare più piano, Liz.- mi dice, mentre piagnucolo ad alta voce di piacere. Continuo a fare versi osceni mentre lui spinge sempre di più- Ssh!- bisbiglia Percy, baciandomi, con gli occhi iniettati di eccitazione.

Annuisco e stringo le labbra, gemendo con piccoli gridolini- Continua.- sussurro nel suo orecchio- Spingi più forte, ti prego.- supplico.
Sono così vicina al culmine, lui si morde il labbro e fa come dico. Gli metto le dita tra i capelli e lo attiro verso di me, baciandolo, proprio mentre vengo e orgasmo.
-Liz!- la voce di Percy è strozzata e dopo un ultima spinta viene anche lui, e ricade su di me, con la testa sull’incavo della mia spalla. Non riesco a respirare bene con lui sopra di me, e lui non mi aiuta di certo a stringermi in un abbraccio, anche se è piacevole.
Lui alza di poco la testa e mi guarda con le palpebre socchiuse. Io sospiro- Non avremmo mai dovuto farlo, Percy.-
-Non avrei resistito ancora a lungo.- confessa, dandomi un bacio- Avevo troppo bisogno di te, volevo averti. Elizabeth, non posso… non voglio essere tuo fratello, è impossibile starti accanto e non pensare a te in quel modo. Quando penso a te dimentico completamente ogni cosa: Annabeth, il Campo Mezzosangue, gli dei, la Terra. Ci sei solo tu.-

Resto immobilizzata da queste parole, appoggio una mano sulla guancia di Percy e sorrido, con le lacrime agli occhi- Io…-
Sento qualcosa cadere sul pavimento, subito io e lui ci giriamo e guardiamo il computer Dedalo per terra, e Annabeth, accanto a Luke sulla soglia della porta, con gli occhi sgranati- Non ci posso credere.-
-Porca troia, Jackson!- esclama Luke- Non pensavo che riuscissi ad arrivare fino a questo punto, sei riuscito a farti pure tua sorella! Cavolo, che coraggio!-

Annabeth corre fuori dalla cabina, seguita da Luke. Mi alzo di scatto con il lenzuolo addosso, aggrovigliato per bene intorno al mio busto e vado verso l’uscita, correndo verso Annabeth.

Nota d'autrice: Dopo questo capitolo andrò a farmi curare da un medico bravo, giuro.
Dei, non posso credere di averlo pubblicato, è imbarazzantissimissimo! >.<
Sul serio io... bho. A voi le recensioni xD
Una Grace Pervertita <3 <3 <3

P.s passate sulla mia pagina facebook se viva ^^

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