Il Leone, la Strega e L'Armadio.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Guerra. ***
Capitolo 2: *** Nascondino. ***
Capitolo 3: *** Il Signor. Tumnus. ***
Capitolo 4: *** Jedis. ***
Capitolo 5: *** Benvenuti a Narnia. ***
Capitolo 6: *** La Profezia. ***
Capitolo 7: *** Le armi. ***
Capitolo 8: *** Al campo di Aslan. ***
Capitolo 9: *** Il patto. ***
Capitolo 10: *** La finta morte. ***
Capitolo 11: *** L'eroina. ***
Capitolo 12: *** I nuovi sovrani. ***



Capitolo 1
*** La Guerra. ***


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“Ma chiunque abbia avuto un dolore così grande da piangerci fino a non avere più lacrime, sa bene che a un certo momento si arriva ad una specie di tranquilla malinconia, una sorta di calma, quasi la certezza che non succederà più nulla.”
-C.S. Lewis.
 
Le bombe degli aerei militari cadevano come fiocchi di neve e alla famiglia Pevensie, sembrò ora di rifugiarsi nella loro casa in giardino, costruita apposta per le emergenze. La guerra era in corso e dovevano farci l’abitudine. Lucy, la sorella più piccola, vestita di una gonna, si rifugiò per prima insieme alla mamma, pulendosi i capelli a caschetto marroni dalla cenere che cadeva pian piano dal cielo. Con loro, anche la sorella più grande, Susan, caratterizzata dai suoi denti a castoro e la sua destrezza nel dare ordini. Dentro erano rimasti Peter, il fratello più grande e l’unico biondo, insieme ad Edmund, il fratello medio, capelli neri, che stava radunando velocemente tutte le sue cose, guardando continuamente il cielo nero. “Che fai davanti alla finestra?! Scappa!” esclamò Peter, che lo afferrò per il braccio ed insieme a lui, corse dentro la casetta. Egli chiuse immediatamente la porta, fin che non si udì un urlo femminile che gridava il suo nome. Rimasta intrappolata in casa, c’era Emily. Non era la sorella di nessuno, era un’orfana che avevano adottato qualche tempo prima, avendo pietà di lei. Peter sgranò gli occhi e corse di nuovo dentro, notando che la ragazza era intrappolata nella sua camera. Il ragazzo tentò di sfondare la porta prima con la spalla ed infine con il piede, con successo. Raccolse la sua amica e la portò velocemente dentro il rifugio, sana e salva, anche se un pò tremolante dalla paura. Emily doveva a Peter la sua vita.
***
Causa la guerra, la madre di tutti e cinque fu costretta a mandare i suoi figli via dalla città, in un posto più sicuro,ma a loro sconosciuto. Gli fu solo detto di cercare una signora chiamata Macready, che li avrebbe aspettati alla fermata del treno che stavano per prendere. Sistemati vestiti e bagagli, i ragazzi salirono su e salutarono con una mano la donna, che versava lacrime di malinconia e tristezza,ma almeno, sarebbero stati al sicuro.
Furono poche ore di viaggio, ore in cui Emily si era addormentata sulla spalla di Peter, di cui si fidava, non essendo riuscita a dormire la notte prima. Edmund sapeva da tempo, o magari aveva capito, che Emily aveva una cotta per Peter e i loro sguardi, dicevano che il ragazzo ricambiava, solo aveva paura di mostrarlo. Edmund di solito era quello che scherzava sempre, quello vigliacco. Peter, invece, era quello che affrontava tutto ed era pronto a proteggere la propria famiglia. Susan, era la sotuttoio, intelligente sì, ma a volte testarda. Lucy, la più piccola, non aveva ancora un carattere ben definito, ma era giovane, coraggiosa e soprattutto curiosa. Il treno li lasciò ad una fermata deserta, con qualche albero e terriccio sporco.
 
Si guardarono intorno e non seppero dove andare, fin che non giunse un cavallo bianco che trainava una carrozza: sopra di essa, una donna che sembrava seria. “La signora Macready?” domandò Peter, che teneva saldamente la mano di Emily e il proprio bagaglio. “Si,sono io, saltate su!” rispose egli. Infine li fece salire sulla carrozza e li portò fino ad un bel castello, che sarebbe stata la loro nuova dimora.

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Capitolo 2
*** Nascondino. ***


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Le battaglie diventano troppo ignobili, quando combattono anche le donne.”
-C.S. Lewis (Babbo Natale di Narnia.)
 
La signora Mcready non smetteva di dare regole: “Il professore non riceve mai ragazzi nel suo castello, quindi non si urla, non si corre..” Prima che potesse azzittirsi del tutto, Susan iniziò ad ammirare una statua e ci mise un dito sopra. “..NON si toccano gli oggetti antichi!” esclamò la signora, mettendo sull’attenti la ragazza.
 
Si fece pomeriggio ed iniziò a piovere. A Lucy mancava la sua città e come ogni bambina, si annoiava. Intanto, Susan insegnava a Peter il latino. “Gastrovascolare. Forza Peter, gastrovascolare.” “Mmmh..Viene dal latino..” rispose Peter, annoiato. “E il latino significa il più noioso gioco del mondo.” Commentò Edmund. “Perché non giochiamo a nascondino?” intervenne Lucy. “Perché? Ci stiamo divertendo un mondo.” Commentò Emily, con una risata sarcastica e mentre guardava Peter. La bimba iniziò ad implorale e il fratello più grande sorrise, iniziando a contare. Susan chiuse il librone di Latino e tutti si andarono a nascondere. Emily inseguì Lucy ridendo, per aiutarla a cercare un buon nascondiglio in cui nessuno l’avrebbe trovata. Tra tutte le porte che c’erano in quel castello, le due ragazze ne scelsero una e la chiusero, sentendo Peter che continuava a contare. Nella stanza, c’era un armadio coperto da un telo. “Nascondiamoci lì dentro!” esclamò Lucy, che tolse il lenzuolo dall’oggetto. Emily era un pò titubante, ma alla fine decise di seguire la più piccola. L’armadio era pieno di cappotti invernali, così le due indietreggiarono, notando che il percorso in legno era fin troppo lungo. Infine, qualcosa pizzicò le mani di Lucy, che sobbalzò. Le due si voltarono e videro solo neve a terra,non più un pavimento marrone. Continuarono il cammino e incontrarono un fitto letto di neve, alberi bianchi e un gelo quasi insopportabile. Sgranarono gli occhi, ma ne furono meravigliate. La più grande tentò di convincere la più piccola a tornare indietro,ma Lucy amava la neve e continuò a camminare. Dove si trovavano?
 
Infine, giunsero ad una lanterna che mandava un pizzico di calore e le due ci si aggrapparono. All’improvviso, si udirono dei passi nella neve, lenti, come se qualcuno stesse cercando di nascondersi. Le due ragazze urlarono quando si trovarono davanti una strana creatura: aveva due piccole corna in testa, gli zoccoli, camminava su due zampe, teneva in mano dei pacchi e si riparava con un ombrello dalla neve che cadeva ogni secondo. “S-Scusami.” Balbettò Lucy, che raccolse i pacchi caduti a terra. “Ma…Voi..Cosa siete?” domandò la creatura. “Noi…Siamo bambine.” Rispose Emily. “No..In senso..Siete umane?” continuò egli. “Beh,credo proprio di si. E tu cosa sei?” Disse Lucy. “Io sono un fauno.” “E questo che posto è?” chiese Emily.
“Mia cara, tu sei a Narnia. Ogni ghiacciolo, fiocco di neve è Narnia.” Spiegò. “Io sono Tumnus.” “Oh molto piacere, io sono Lucy Pevensie e lei è Emily.” Disse Lucy, porgendogli la mano. Il signor. Tumnus non aveva idea di che gesto fosse, così l’afferrò ed iniziò a dondolarla, mentre i tre ridevano. E’ così grande l’armadio guardaroba. Pensò Lucy. “Bene, Lucy ed Emily, mi farebbe piacere se veniste a prendere un tè da me.” Propose egli.  “Oh, ci piacerebbe, ma non dovremmo tornare indietro.” Disse Emily, stringendo le braccia su se stessa per il freddo. Tumnus insistette con una smorfia dolce, così le due ragazze lo seguirono verso la sua casa, attraverso la neve.

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Capitolo 3
*** Il Signor. Tumnus. ***


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Vi fu tempo in cui facevi domande perché cercavi risposte, ed eri felice quando le ottenevi. Torna bambino: chiedi ancora.
-C.S. Lewis.
 
Dopo un po’ di strada, i tre giunsero ad una casetta dove il camino era già acceso. Il fauno batté gli zoccoli a terra per togliere la neve e poi si mise a fare il tè. Le due ragazze si sedettero sulle due poltrone davanti al fuoco, godendosi quel mancato calduccio. “Emily, conosci qualche ninna nanna di Narnia?” chiese la creatura, prendendo una scatola da sotto la sedia. “Scusa, ma no.” Rispose la ragazza, sorseggiando dalla tazza. “Meglio così! Ve ne farò sentire una.” Il signor. Tumnus estrasse un flauto con solo due fori ed iniziò a suonarlo, mentre Emily si soffermò a guardare il fuoco. Improvvisamente, vide la figura di quattro fauni che danzavano intorno al fuoco: per un momento si spaventò e guardò il fauno, ma che la incitò a continuare a guardare. Emily rimise gli occhi su quei fauni che ballavano e preso si trasformarono in cavalli, che correvano veloci come il vento. La ragazza non riuscì più a sbattere le palpebre, come se si stesse addormentando e la tazza le cadde dalla mano. A quel punto, apparve la grossa testa di un leone, che ruggì forte e spaventò il fauno, che interruppe la musica. Emily riaprì gli occhi dopo un po’: tutto era calmo e il camino spento. Si guardò attorno e notò, dalla finestra, che si era fatto tardi. “Lucy, dobbiamo andare.” Disse, alzandosi dalla poltrona. “Non potete.” Sussurrò Tumnus, che era sdraiato in un angolo. “Perché no?” domandò Emily, aggrottando le sopracciglia. “Sono un fauno davvero cattivo.” Commentò l’altro,versando qualche lacrima. “Ma no. Siete un fauno buonissimo. Che cosa avete fatto per dire questo?” continuò Lucy, che prese il proprio fazzoletto per asciugargli le lacrime. “Non parlo di quello che ho fatto Lucy Pevensie, ma di qualcosa che sto per fare.” Spiegò il fauno. “E cosa stai per fare?” chiese la ragazza più grande, iniziando a tremare. “Io sto per rapirvi.” Singhiozzò la creatura. Ad Emily venne istintivamente di prendere Lucy ed avvicinarla a se per proteggerla. “E’ la strega bianca! E’ per questo che è sempre inverno. Lei ha dato un ordine: chiunque incontri un figlio di Adamo ed Eva deve consegnarlo per forza a lei.” Disse velocemente egli. “Ma tu non saresti in grado di farlo…” disse Lucy, tristemente. Allora il fauno smise di piangere e corse insieme alle due ragazze, coraggiosamente, a dove le aveva incontrate. Emily corse subito fuori l’armadio, mentre Lucy rimase con le mani unite a quelle di Tumnus, che ogni tanto versava altre lacrime. “Non piangere, grazie per averci aiutato.” Disse Lucy, asciugandogli il viso e poi porgendogli il proprio fazzoletto. “Serve più a te.”
 
Emily corse velocemente fuori dalla stanza vuota e si accorse che Peter stava ancora contando. Quanto erano state via realmente? Quando voltò l’angolo del corridoio, Peter le venne addosso, facendola battere contro il muro.
“Ehi, ti ho trovata!” disse Peter, sorridendo. “Già, non ho fatto in tempo a trovare un buon nascondiglio.” Continuò lei, non sapendo se dirgli o no di quello che era successo, mantenendo però il sorriso. Il ragazzo gli mise la mano sulla guancia e sembrava intenzionato a poggiare le labbra su quelle di lei, fin che non udì la voce della più piccola delle sorelle. “Sono qui! Sono salva! Eccomi qua!” gridò Lucy, andando verso Peter. “Zitta, sta arrivando.” Sussurrò Edmund, nascosto dietro una tenda e che dopo esser stato visto, sbuffò. “Credo tu non abbia capito il meccanismo del gioco Lu.” Commentò Peter. Comparve anche Susan, l’unica ad non esser stata trovata. “Allora, ho vinto io?” domandò lei. “Non credo che Lucy voglia più giocare.” Disse Peter, guardando strano la sorella. “Ma…Sono stata via per delle ore.” Sussurrò Lucy.
 
Tutti i fratelli che non erano stati con Lucy, analizzarono l’armadio in cui lei diceva di essere entrata. Susan guardò dentro e vide solamente cappotti. “Lucy, qui i soli alberi sono quelli usati per fare l’armadio.” Disse Susan. “Ma Emily è venuta con me!” esclamò Lucy. “Tu le credi?” domandò Peter ad Emily. “Ero con lei.” Rispose la ragazza. “Anche io le credo, non vi ho parlato dei campi da calcio negli armadietti del bagno?” continuò Edmund, sarcastico. “Edmund, ma vuoi piantarla?!” lo sgridò il più grande. “Ma smettila tu! Credi di essere papà, ma non lo sei!” urlò l’altro, andandosene dalla stanza. “Complimenti, lo hai preso per il verso giusto.” Commentò Susan, che seguì il fratello. Lucy fu triste che nessuno l’avesse creduta e si strinse ad Emily. “Scusa Em, ma adesso basta con i giochi.” Disse infine Peter. Emily tentò di reprimere le lacrime e poi afferrò la mano di Lucy, portandola al letto.

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Capitolo 4
*** Jedis. ***


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Nulla che tu abbia mai dato via, sarà mai davvero tuo.
-C.S. Lewis.
 
Lucy non riuscì a dormire quella notte: nonostante i pericoli che Narnia aveva, la ragazza non vedeva l’ora di tornarci. Così si mise gli stivali da neve sotto la camicia da notte, prese una candela e si avviò verso l’armadio, entrandoci poi dentro. Edmund, che fu appena uscito dal bagno, udì Lucy camminare e la seguì, con un sorriso divertito. Aprì l’armadio e ripeté più volte il suo nome, ma tre le vesti lei non c’era. Confuso, continuò a camminare attraverso l’armadio, fin che non inciampò in un lungo cappotto e cadde sulla fitta neve. In quel momento, dovette ricredere alle parole della sorella e come lei, si avventurò nei boschi cercandola. Improvvisamente, udì una carrozza che arrivava proprio verso di lui. Da lì, scese un uomo che afferrò subito il suo coltello, pronto a colpirlo. Era un nano grasso e con uno sguardo malvagio. “Ti prego,no!” implorò Edmund, con la creatura che gli stava quasi per tagliare la gola. “Aspetta!” esclamò qualcun altro: una voce femminile. Sulla carrozza, era seduta una donna con un vestito lungo e bianco, in testa una corona fatta di ghiaccio, il viso pallido e gli occhi azzurri che splendevano su quello sfondo bianco. Il nano si tolse da Edmund e lo fece sedere accanto alla donna. “Qual è il tuo nome?” domandò quest’ultima. “Io sono Edmund.” Tremò il ragazzo.
“Un figlio di Adamo, dunque.  Sicuramente vorrai qualcosa di caldo.” La donna estrasse una bottiglietta piena di liquido celeste e ne fece cadere a terra due gocce. Presto, si formò un calice pieno di cioccolata calda. Magia. “E voi chi siete?” chiese Edmund, sorseggiando. “Io sono Jedis, la regina di Narnia.” Rispose la donna, con un sorriso fiero. “Sei venuto da solo?” “Stavo seguendo mia sorella.” “Dimmi, quanti siete?” continuò a chiedere. “Quattro.” “E potresti portarli al mio castello?” Jedis le mostrò un lontano castello di ghiaccio, proprio dietro le montagne. Edmund si innervosì, lui non gli bastava? “Ma perché? Non sono un gran che!” esclamò. “Di certo non saranno meglio di te. Ma troverai tanti buoni dolci buoni come questa cioccolata nella mia dimora.” Commentò Jedis, che poi fece scendere il bambino dalla carrozza. I due si salutarono ed Edmund prose a Jedis che avrebbe presto postato i suoi fratelli nel suo castello.
Mentre cercava di trovare la strada per il ritorno, incontrò Lucy vestita della sua vestaglia. La bambina fu felice che anche lui avesse scoperto quel fantastico mondo e non vedeva l’ora di dirlo a Peter.
 
Lucy e Susan dormivano nella stessa stanza, mentre Peter, Emily ed Edmund in un’altra. Visto che il fratello più piccolo non era assolutamente intenzionato a dormire con il più grande, Emily si era messa vicino a Peter, sperando che lui si scusasse per come si era comportato con lei. Il biondo si voltò verso le sue spalle. “Ehi, sei sveglia?” domandò sussurrando. Emily non aspettava altro, così si voltò verso di lui ed incrociò i suoi occhi azzurri, che si vedevano comunque al buio. “Mi dispiace per oggi.” Le disse. “E’ normale non crederci, soprattutto in tempi come questi.” Commentò Emily, con un’alzata di spalle. “E’ come se tu fossi stato addestrato a proteggere la tua famiglia.” Continuò. Peter le posò delicatamente una mano sulla sua guancia. “Non riesco ad accettare che tu sia mia sorella, lo sai…” sussurrò il ragazzo, prima di avvicinarsi con il viso al suo.
Improvvisamente Emily aprì gli occhi quando la luce si accese e spuntò Lucy,insieme ad Edmund, correndo. Si accorse che Peter stava dormendo ed era a metri da lei: aveva sognato tutto. “Peter svegliati! Ho rivisto il signor. Tumnus di nuovo! E stavolta Edmund è venuto con me!” gridò la bambina. Peter, ancora assonnato, si rivolse ad Edmund. “Tu hai visto il fauno?” gli domandò. L’altro scosse la testa. “Beh, in realtà lui non è venuto con me. Lui… Che cosa stavi facendo Edmund?” continuò Lucy, guardando strano il fratello. “Dovevo stare al gioco. Scusa Peter, forse non dovevo farlo. I bambini non sanno quando finirla con le fantasie.” Continuò Edmund, con superiorità. A quel punto, Lucy scoppiò a piangere e corse via. Peter la rincorse, dando uno spintone ad Edmund. “Il solito stupido.” Commentò Emily, inseguendo gli altri due.

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Capitolo 5
*** Benvenuti a Narnia. ***


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Davanti a noi stanno cose migliori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle.
-C.S.Lewis.
 
Piangendo la piccola Lucy, si andò ad incontrare con il professore proprietario del castello: un uomo anziano, con una folta barba lunga bianca. La signora Mecready arrivò dal piano di sotto tutta furiosa, ma quando vide la bambina piangere, decise di portarla via con se, mentre il professore fece venire dentro il proprio ufficio i due fratelli maggiori: Susan e Peter.
“Ma va tutto bene signore, è tutto sotto controllo.” Disse velocemente Peter, avendo paura che il signore li sgridasse. “E quindi la bambina piange.” Commentò egli, accendendosi la pipa. “E’ una bambina, crede in molte cose. E’ convinta che ci sia un mondo magico dentro l’armadio. Anche la nostra sorellastra.” Disse  Susan, che si sedette sul divano davanti al professore. “Che cosa?!” esclamò il più anziano,stupito. “E una foresta con animali magici.” Continuò la ragazza. “E com’era?” domandò il professore,sempre più stupito. “Era come ascoltare una persona davvero fuori di se.” Rispose Susan. “No no non lei, la foresta!” ripeté l’uomo. “…Lei le crede mi pare.” Intervenne Peter, confuso. “E voi no?! E’ vostra sorella.” Commentò il professore. “Lo avete detto voi, è una bambina.”
***
Il giorno dopo, per dimenticarsi tutto, i fratelli si misero di fuori a giocare a baseball, sfruttando il sole che era salito in cielo. Mentre Lucy se ne stava in disparte a leggere, Peter stava tirando una palla contro Edmund che la spedì dentro la stanza vuota,rompendo un vetro. Se li avesse visti la Mecready, sarebbero stati nei guai. “Bel tiro Ed.” sbuffò Peter, notando i vetri rotti. “Proprio un bel tiro!” esclamò Emily, ridendo, quando Peter la guardò come per indicarle di non incoraggiarlo. Proprio in quel momento, si udirono dei passi che andavano verso di loro. “La Mecready!” esclamò Susan, allarmata. Edmund corse subito verso l’armadio e l’aprì,convincendo tutti ad entrare. In quello spazio stretto e chiuso, tutti si pestarono i piedi a vicenda ed indietreggiando sempre di più, Susan e Peter finirono col sedere su una folta neve bianca,che attutì la loro caduta. I due si guardarono intorno meravigliati, fin che non arrivò il senso di colpa. Peter tentò di dire qualcosa, ma non ci riuscì. “Non preoccuparti, i bambini giocano troppo con la loro mente, di questi periodi.” Intervenne Emily, notandolo. Peter sospirò e poi l’abbracciò di colpo. “Credo che chiedere scusa non basti.” Disse poi, guardando le due ragazze. “No..Io non credo.” Disse Emily. “..Ma questo è meglio!” esclamò Lucy, che tirò subito dopo una palla di neve verso Peter. La famiglia felice iniziò a divertirsi con quella tanta neve che aveva intorno, fin che Edmund non digrignò i denti, infastidito. “Chiedi scusa Ed.” disse Peter, come fosse un ordine. “Neanche tu ci credevi!” esclamò l’altro. “Chiedile scusa!” “Okay! Mi scuso.” Disse infine e poi si guardò intorno, ricordandosi di quello che aveva promesso alla regina di Narnia. “Che ne dite di andare ad esplorare in giro?” domandò poi. “Secondo me Emily e Lucy dovrebbero decidere.” Commentò Peter. “Oh! Io vorrei portarvi dal signor Tumnus.” Esclamò Lucy, con il sorriso. Peter annuì e poi prese alcuni cappotti pesanti dall’armadio che li avrebbero aiutati a sconfiggere il freddo.

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Capitolo 6
*** La Profezia. ***


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La fatica rende le donne loquaci e ammutolisce gli uomini.
-C.S.Lewis.
 
Quando furono quasi davanti alla porta della casa del fauno, Lucy notò che era sfondata e corse dentro preoccupata. Era tutto messo a soqquadro e c’era una pergamena. “Il signor Tumnus è stato arrestato poiché ha portato due umani a Narnia. Firmato Mogley, capo della guardia reale. Lunga vita alla regina.” Lesse Peter, altrettanto confuso. “E adesso cosa facciamo?” disse Lucy, sull’orlo di piangere.
“Non possiamo aiutarlo, se è stato arrestato..” disse Peter. “Ma non capisci? Siamo noi le umane. Jedis deve aver scoperto che ci siamo incontrati.” Intervenne Emily.
Fu a quel punto che i fratelli udirono un uccellino che cinguettava. “Quel passero ha fatto Pss a noi?” sussurrò Susan, confusa. Uscirono tra la neve e davanti a loro comparve un castoro cicciottello e per niente spaventato. Peter si avvicinò con la mano per accarezzarlo, ma sempre lentamente per non farlo scappare. “Non intendo annusarla se è questo che vuoi.” Disse l’animale. Il ragazzo sobbalzò all’indietro non appena udì la sua voce. “Lucy Pevensie?” domandò poi. La bambina si avvicinò piano a lui quando in mano gli vide un fazzoletto conosciuto. “E’ il fazzoletto che ho dato al signor Tumnus! Sta bene?” esclamò la bambina. Allora il castoro si guardò attorno: “Non è il momento ne il luogo per parlarne. Seguitemi ed andiamo via di qui.” Disse il castoro sottovoce. “Parla degli alberi.” Mormorò Emily. Gli alberi erano forse le migliori spie di Jedis.
 
I fratelli seguirono il castoro fino ad una casa fatta tutta di legnetti, dentro cui c’era la moglie del castoro che si stava occupando della cena. Si tolsero il cappotto e si sedettero a tavola gustando un piatto di pesciolino e patatine fritte. Edmund se ne stava in piedi e gironzolava, non riuscendo a stare fermo: sapeva che Jedis si sarebbe spazientita. “Tumnus è stato arrestato per aver aiutato Emily e Lucy a scappare,ma questo non impedirà l’avverarsi della profezia.” Disse il castoro, sedendosi a tavola con loro. “Che profezia?” chiese Emily, confusa. “La profezia dice che due figli d’Adamo e due figlie di Eva, avrebbero sconfitto la regina bianca e portato la pace a Narnia.” Raccontò la castora,entusiasta. “E riguarda noi?” chiese Susan. Riguardava ovviamente i quattro fratelli: Emily si sentì un po’ esclusa e si fece in disparte con la sediolina. “Rimane poco tempo, Aslan sta tornando ormai.” Sussurrò il castoro, come se fosse un segreto.”Chi è Aslan?” domandò Edmud. Il castoro rise a crepapelle credendo che la sua domanda fosse stupida, ma si ricrebbe quando tutti lo guardarono confusi. “E’ il vero re di Narnia! Ma voi non sapete niente?!” La moglie gli diede una pacca. “Oh andiamo! Non sapevano nemmeno dell’antica profezia!” esclamò poi. “Bene, quindi io li illuminerei.” Commentò la castora. “Quindi, Aslan che ritorna, Tumnus arrestato, tutto accade a causa vostra.” “Incolpa noi?!” domandò Emily, con una smorfia. “No,non vi incolpa. Vi sta ringraziando.” Rispose la castora. Susan si alzò dalla sediolina spazientita: era confusa e impaurita. “Mamma ci ha mandato via per allontanarci dalla guerra. Mi dispiace, ma noi dovremmo tornare subito a casa.” Disse, per poi guardarsi intorno e cercare Edmund, ma senza trovarlo. “Ma io lo uccido.” Sputò tra i denti Peter, arrabbiato. Ma il castoro aggiunse: “Forse non ti servirà. Edmund è mai stato a Narnia prima d’ora?”

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Capitolo 7
*** Le armi. ***


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Il problema del cercare di sembrare più stupido di quanto tu realmente sia è che molto spesso ci riesci.
-C.S.Lewis.
 
Il castoro sapeva che Edmund era stato persuaso da Jedis e così corsero tutti verso il castello della regina. Un castello fatto interamente di ghiaccio, dove il ragazzo era appena entrato.
Lucy gridò il suo nome, ma il castoro la zittì subito per paura che alleati della regina la sentissero. “Non possiamo lasciarlo lì, è nostro fratello!” esclamò Susan,tremante. “E’ quello che vuole lei! Avervi tutti e quattro insieme per impedire che la profezia si avveri, per uccidervi!” spiegò il castoro, con voce bassa. I tre sentirono le alte porte chiudersi e non poterono fare niente. “Io non ci sono nella profezia,vado io.” Intervenne Emily, facendo un passo decise avanti,prima che Peter la bloccasse. “Non pensarci nemmeno.” Le disse. “E’ tutta tua la colpa.” Disse poi Susan, guardando male Peter. “Oh,quindi tu sapevi tutto!” ribatté Emily. “Non sapevo cosa sarebbe successo,ma sapevo che dovevamo tornare a casa subito.” Rispose Susan, sorpresa dell’intervento dell’altra ragazza. “Smettetela! Così non aiutiamo Edmund.” Esclamò Lucy,prima che le due iniziassero a litigare. “Ha ragione, adesso solo Aslan può aiutarlo.” Disse il castoro, rimettendosi a quattro zampe e camminando verso la sua diga.
***
Intanto, dentro il castello ghiacciato, Edmund guardava attorno gli animali che Jedis aveva pietrificato con il suo bastone magico. Allora è quello il suo potere. Pensò Ed. Sobbalzò quando dietro di lui apparve uno spaventoso lupo, che lo condusse fino al trono. “Dimmi Ed, le tue sorelle sono forse sorde?” chiese tranquillamente Jedis ed Edmund scosse la testa. “E allora…! Come hai osato venire da solo?! Eppure ti avevo chiesto così poco!” gridò egli, alzandosi dalla sedia. “Io ci ho provato! Sono alla diga del castoro!” esclamò Edmund,spaventato dalla sua voce alta. Jedis si risedette,notando che il ragazzo dopotutto non era così inutile. Il lupo parlante si avvicinò a lei,come se stesse aspettando un suo comando. “Sai cosa fare.” Gli disse. Allora il lupo ululò forte ed attorno ne comparvero altri che uscirono fuori,verso la casa del castoro.
 
I castori sapevano che stavano arrivando, così la famigliola preparò velocemente delle provviste ed egli suggerì di usare una galleria di fuga che aveva costruito con un tasso, il loro migliore amico. Quando sentirono che gli artigli dei lupi iniziavano a grattare sulle pareti, velocizzarono il passo e arrivarono alla fine della galleria, notando che alcuni loro amici, non ce l’avevano fatta. Di fatti, degli animali erano stati già pietrificati dalla regina, tranne una volpe: aveva uno sguardo losco. “State tranquilli,io sono uno di quelli buoni.” Disse. “Eppure sembri tanto uno di quelli cattivi!” esclamò il castoro,rabbioso. Quando sentirono i passi dei lupi, si nascosero sugli alberi e Peter strinse a se Lucy ed Emily,cercando di farle stare in silenzio. I lupi accerchiarono la volpe per interrogarla. “Dove sono diretti gli umani?” chiese il capo. “Umani a Narnia? Ma di cosa state parlando?” rispose la volpa con una ridarella. Il lupo ringhiò e lo morse fino a fargli uscire del sangue,così che potesse parlare e dire la verità. “A Nord, sono andati a Nord.” Sussurrò ferita, ma mentì comunque, visto che la famiglia si trovava sopra le loro teste. Dopo che se ne furono andati, la castora ricucì lentamente la ferita della volpe, mentre Peter la ringraziava per l’aiuto.
***
Quando il sole si fu fatto alto, lasciarono la volpe e continuarono il loro cammino su un lago ormai ghiacciato da anni. “Muovetevi! Non sapevo che gli umani fossero così lenti!” esclamò il castoro. “Se da ordini un’altra volta, giuro che lo trasformo in un cappello.” Commentò Peter sorridendo e poi prese Lucy sulle spalle. Improvvisamente si udirono dei campanelli e il castoro aveva capito che si trattava della slitta della regina.
Corsero tutti al riparo,dentro un fossato e aspettarono fin che il nano al servizio della regina, non se ne andò. Il castoro uscì dal fossato per andare a controllare e poi, con un sorriso felice, disse agli altri di uscire allo scoperto. Davanti a loro videro un vecchio uomo con la barba lunga, il sorriso e con dietro una slitta piena di sacche. “Buon Natale!” esclamò la più piccola ridacchiando. Lucy aveva sempre creduto a Babbo Natale, essendo una bambina, ma non credeva che a Narnia ci fosse il Natale. “Credevamo che fosse la slitta della strega.” Disse Peter. “Si, mi scambiano sempre per lei. Ma io ho una di queste da molto più tempo della strega.” Spiegò l’uomo,prima di prendere una delle sacche e aprirle. Lucy saltellò entusiasta del regalo che le sarebbe spettato. Inizialmente le presentò una boccetta con dentro un liquido rosso. “Una goccia di questo e rianimerai chiunque in pochi secondi.” Poi, un pugnale. “E spero che questo tu non lo debba mai usare.” Le disse. “Grazie ma, io credo di essere abbastanza coraggiosa.” Commentò Lucy. “Sicuramente Lucy, ma le battaglie sono una brutta faccenda.” Continuò lui. Chiamò a se Susan e gli consegnò un arco con le frecce e un corno di pietra scolpito. “Quando hai bisogno di qualcosa, suona in questo corno e avrai un immediato appoggio.” Le disse. Dopo di lei,toccò a Peter, alla quale venne messo in mano una spada e uno scudo con una testa di leone. Emily credeva che a lei non venisse consegnato niente, dopotutto non faceva davvero parte della famiglia. Ma fu sorpresa quando venne chiamata. “Ci sarà anche per te un futuro da felici e contenti Emily, non preoccuparti.” Le disse, dopo averle messo in mano due pugnali ben affilati. “Bene, è giunta la mia ora ormai. L’inverno sta finendo!” esclamò e dopo esser saltato sulla sua slitta, se ne andò con una risata felice. Peter si accorse di quello che aveva detto: “Avete sentito quello che ha detto? L’inverno sta finendo. Sapete cosa vuol dire? Niente più ghiaccio.”

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Capitolo 8
*** Al campo di Aslan. ***


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L’amore è qualcosa di più solido e bello della semplice gentilezza.
-C.S.Lewis.
 
Il fiume ghiacciato sulla quale dovevano passare, si era quasi scongelato. Mancava solamente che la cascata ricominciasse con il suo solito corso. Peter aveva paura, così per primo andò il castoro, che lentamente fece qualche passo. A seguirlo, gli altri. Improvvisamente spuntò dal nulla il lupo della strega, ringhiando, mentre il fiume cominciava a scongelarsi dato il sole forte. Peter estrasse velocemente la spada. “Andiamo ragazzino, tu non sei un vero re. La mia regina vuole solo che ve ne andiate.” Disse il lupo, davanti a loro. “Peter pensaci bene, non è che se un uomo con la barba ti da una spada tu diventi un eroe!” esclamò Susan,aggrappata a Peter insieme a Lucy ed Emily. Quest’ultima si guardò attorno e vide che il pezzo di ghiaccio sotto di loro si stava ormai staccando dal resto. “Reggetevi forte!” gridò, per poi mettere le mani su quelle di Peter e la spada si conficcò nel ghiaccio. L’acqua cadde velocemente su di loro,ma essendo aggrappati l’uno con l’altro e alla spada dentro il ghiaccio, riuscirono a reggersi. I castori nuotarono verso la riva, mentre i lupi quasi non affogarono. Anche la famiglia raggiunse la terra ferma e Peter notò che aveva in mano la pelliccia di Emily, ma di lei nessuna traccia. Il suo corpo iniziò a tremare e non solo per il freddo. Gridò il suo nome più forte che poteva, fin che la ragazza non spuntò tutto d’un tratto.
“Qualcuno ha visto la mia pelliccia?” domandò,tossendo un pò. Peter sorrise e corse ad abbracciarla forte. Emily sorrise a quel suo calore e lo rassicurò dicendo che stava bene. “Credo proprio che quelle pellicce non vi serviranno più.” Disse la castora. Intorno a loro c’erano alberi in fiori, ciò voleva dire che la primavera era alle porte.
***
Seguendo i castori, giunsero ad un accampamento con delle tende dentro cui si presentavano creature di ogni tipo: fauni, minotauri e soprattutto felini. Dopo essersi guardati a torno, arrivarono ad una tenda più grossa e alta,dove un centauro gli sbarrò la strada. Allora Peter estrasse la spada: “Siamo qui per conferire con Aslan.” Gli disse. Subito dopo, da quella stessa tenda, uscì un leone possente, con una criniera lunga e lo sguardo sincero. “Benvenuto Peter,figlio di Adamo e benvenute Susan e Lucy,figlie di Eva. Salute anche a te Emily. Ma dov’è il quarto?” chiese il leone. “E’ per questo che siamo qui, la strega ha preso nostro fratello.” Rispose Peter,riponendo la spada. “Dunque ci ha traditi.” Commentò il minotauro vicino a loro. Aslan ringhiò: “Calma,Edmund ha avuto le sue scelte e io farò quello che è in mio potere per salvarlo.” Il leone avrebbe fatto qualsiasi cosa per recuperare Edmund dalle grinfie della strega.

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Capitolo 9
*** Il patto. ***


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L’amicizia è superflua, come la filosofia, come l’arte. Non ha nessun valore di sopravvivenza; piuttosto, è una di quelle cose che danno valore alla sopravvivenza.
C.S.Lewis
 
Peter ed Emily si soffermarono su una collina dove si poteva ammirare un altro castello in lontananza,ma che non era quello della strega. “Quello è Cair Paravel,il castello dei quattro troni, dove siederai tu Peter,come re.” Intervenne Aslan, posizionandosi accanto a loro. “Io non sono quello che credete voi.” Commentò Peter,scuotendo la testa e abbassandola. “Ci hai portati in salvo fin qui.” Disse Emily, afferrandogli due dita. “Non tutti però.” Sussurrò l’altro,guardandola. “Io farò tutto quello che posso per salvare Edmund.” Continuò Aslan. Improvvisamente si udì un corno: quello di Susan,che chiedeva aiuto. Peter corse immediatamente verso quel suono ed estrasse la spada quando vide il lupo incontrato già precedentemente. “Andiamo ragazzino, tu non sei niente con quella spada. Magari sei un re, ma morirai come un perdente!” esclamò il lupo, prima di saltargli addosso con tutto il suo peso. Ma la spada del ragazzo,riuscì comunque a trafiggere la creatura. Emily andò verso di lui e preoccupata per la sua vita,tolse il corpo del lupo per vedere se stava bene: aveva solo lo sguardo spaventato. I due si abbracciarono. “Peter,punta la tua spada a terra.” Disse Aslan. Peter si alzò da terra e fece quello che aveva detto il leone, fin che egli non gli poggiò una zappa sulla spalla. “Ti nomino flagello dei lupi e cavaliere di Narnia.” Continuò il leone. Peter si alzò da terra incrociando lo sguardo fiero di Emily.
***
Detto fatto: fu una nottata lunga, perche alcuni uomini avevano scoperto dove si trovava l’accampamento di Jedis e avevano liberato Edmund con facilità. Spuntato il sole,i fratelli uscirono dalle proprie tende e poterono vedere Edmund sano e salvo. Lucy, nonostante tutto, fu la prima a correre verso di lui ed abbracciarlo.
 
 Il ragazzo fece uno strano sorriso felice alla vista di Emily, ma lo tolse quando vide Peter: sapeva che si sarebbe infuriato con lui. “La tua tenda è la seconda a destra. E cerca di non sparire.” Disse quest’ultimo sorridendo.
 
Quello stesso pomeriggio, la famiglia iniziò ad allenarsi con le proprie armi.
Peter ed Edmund erano sopra a dei cavalli e si sfidavano con le spade,mentre Susan ed Emily,si concentrarono su un bersaglio. Susan scoccò la freccia, che andò sul colore giallo. Ed Emily tirò il proprio pugnale,prendendo il centro. Improvvisamente intervenne il castoro con il fiatone: “Peter, la regina è qui. Vuole parlare con Aslan!” esclamò.
I cinque fratelli si avviarono alla tenda di Aslan,dove Jedis era scesa dalla sua carrozza con il suo solito vestito bianco. Il leone rimase in allerta,con gli artigli pronti. “C’è un traditore fra i tuoi?” domandò Jedis. “Nessun torto ti è stato recato da lui.” Disse Aslan. “Tu sai che secondo l’antica magia, il sangue dei traditori è mio di diritto.” Continuò la strega. “Vieni a prendertelo allora!” esclamò Peter,estraendo la spada. “Credi davvero di farmi paura,piccolo re?” sussurrò la donna,guardandolo bene negli occhi. “Parleremo in privato.” Intervenne Aslan,invitandola nella propria tenda.
Furono lunghi minuti di discussione, fin che i due uscirono senza dire una parola. Jedis tornò lentamente verso la propria carrozza,guardando dritto davanti a se. “A rinunciato al sangue del figlio d’Adamo.” Disse Aslan. Furono tutti contenti che Edmund era salvo, ma a quale prezzo?

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Capitolo 10
*** La finta morte. ***


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La gratitudine guarda al passato e l'amore al presente; il timore, l'avarizia, la lussuria e l'ambizione guardano avanti.
-C.S. Lewis.
 
Si fece sera e come al solito Lucy non prendeva sonno. Sentì dei rumori e aprì velocemente gli occhi per notare che Aslan era fuori dalla sua dimora e stava forse passeggiando. Svegliò Susan ed entrambi lo seguirono. “Voi non dovreste essere a dormire?” domandò il leone che le sentì subito. “Volevamo stare con te.” Sussurrò Lucy, accarezzandogli la criniera. “Sarebbe bello stare in vostra compagnia, un’ultima volta.” Continuò il leone e riprese a camminare. Giunse ad una grotta, dove era acceso un grande fuoco e i seguaci di Jedis erano pronti a riceverlo. Lucy e Susan rimasero a guardare il leone che percorreva degli scalini e procedeva verso una tavola di pietra, dove ad aspettarlo, c’era la strega. Gli aiutati di quest’ultima iniziarono a tagliargli la folta criniera,  mentre le due sorelle assistevano preoccupandosi del futuro del loro amico. “Questa sera noi prenderemo Narnia, per sempre!” urlò Jedis per poi estrarre un pugnale. “Sai, credevo che sarebbe stato molto più difficile ucciderti, possente leone.” Sussurrò egli all’orecchio di Aslan. “Detto questo…Disperati…E muori!” gridò di nuovo, prima di conficcare l’arma nel cuore del leone. Lucy sentì una fitta nel petto: come se fosse stato inflitto a lei. Scoppiò a piangere, poiché non poté fare altro.
 
All’accampamento invece, Peter si rigirava stranamente nel letto: alla fine si alzò ed uscì a prendere aria. Emily, nell’altro letto, si svegliò e lo seguì. “Stai bene?” gli chiese con un sussurro. “Perché dormi sempre a pochi passi da me?” domandò invece il ragazzo.
Emily arrossì e abbassò il viso. “Non lo so, in un certo senso mi sento al sicuro.” Rispose. Peter si avvicinò e le mise una mano sulla guancia, guardandola profondamente negli occhi. “Sai, quando ti ho visto la prima volta ho capito che avevo bisogno di qualcosa. Ma in realtà non era così, avevo bisogno di te.” Mormorò poi. Emily non aspettò un attimo a poggiare le labbra sulle sue, fin che lui non le afferrò i fianchi facendola camminare all’indietro verso la tenda. Quando furono dentro, Peter sentì uno strano rumore, si staccò da lei e velocemente prese la propria spada. Davanti a loro, apparve una forma di una donna: ma non in carne ed ossa, ben si di petali di fiori rosa. “Calma mio principe, sono venuta a darti brutte notizie dalle tue sorelle.” Disse ella.
***
Il sole si fece alto ed anche Edmund era venuto a sapere della morte di Aslan, mentre le due sorelle non avevano intenzione di lasciare il suo cadavere. “Ha ragione, è morto.” Disse Peter ad Edmund, dopo aver avuto le prove. “Allora dovrai guidarci tu. C’è un esercito là ed è pronto a seguirti.” Disse Edmund. “Non posso!” esclamò Peter, preoccupato. “Aslan credeva di si e anche io lo credo.” Intervenne Emily, poggiando la propria mano sulla sua. Davanti a se Peter aveva la mappa del posto intorno a lui, grande abbastanza per iniziare la battaglia.

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Capitolo 11
*** L'eroina. ***


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Il coraggio non è semplicemente una delle virtù ma la forma di ogni virtù al momento della prova, cioè al momento della verità più alta.
-C.S.Lewis.
 
Il campo di battaglia era pronto: Peter aveva riunito tutte le sue forze ed era saltato sopra un unicorno bianco per combattere contro la strega. Edmund era sopra una collina insieme agli arcieri, mentre Emily era al fianco del re,come era sempre stata. In lontananza, si poté vedere Jedis sopra una carrozza guidata da due orsi polari: dietro di lei, il suo esercito formato da giganti, animali, nani e altre creature. Fu a quel punto che Peter estrasse la spada e gridò di attaccare.
 
L’esercito della strega bianca era molto più forte di quello di Aslan e i morti iniziavano ad essere troppi, poiché Jedis possedeva un bastone magico che pietrificava chiunque le sbarrasse la strada. “Emily! Vattene di lì! Prendi Edmund e le ragazze! Vattene a casa!” gridò Peter, con fatica, mentre sfidava un minotauro. Emily si sentì tirare il vestito dal castoro, così lo seguì senza capire, riponendo i suoi pugnali ed una spada che aveva rubato nelle armerie. Non poteva mica combattere con solo due coltelli. Da quella collina potette vedere come gli abitanti di Narnia venivano uccisi uno ad uno. E se avessero ucciso anche il suo Peter? Emily non lo avrebbe permesso, così torno indietro. “Ma hai sentito cosa ha detto?! Peter ha detto di tornare indietro!” esclamò il castoro. “Peter non è ancora re.” Commentò la ragazza ed assieme alla sua spada, andò verso la strega, raccogliendo tutto il suo coraggio.
***
Intanto, quando si fu fatto giorno, Lucy e Susan si risvegliarono sul corpo di Aslan e si accorsero che era ora di andare. La più piccola non aveva proprio intenzione di lasciarlo. Improvvisamente, non appena le due si furono voltate, si udì un rumore strano. La tavola i pietra si era spezzata e del corpo di Aslan, nessuna traccia.
Ma quando il sole si alzò ancora di più in cielo, esso fece splendere un bellissimo leone dalla criniera folta e lo sguardo sincero. Susan e Lucy corsero immediatamente ad abbracciarlo. “Ma abbiamo visto il pugnale! La strega!” esclamò Susan, confusa,ma allo stesso tempo felice. “La strega non sa che secondo il grande libro della magia, se un uomo innocente viene sacrificato sulla tavola di pietra, egli tornerà sempre sui suoi passi.” Spiegò Aslan. “Peter avrà già iniziato la battaglia, dobbiamo andare ad aiutarli.” Continuò Lucy, prendendo il suo coltello. “Ci sarà tempo, prima andremmo in un posto. E vi consiglio di coprirvi le orecchie.” Ribatté Aslan, che dopo emise un ruggito alto per far capire alla strega che stava arrivando.
 
Edmund rimase fermo ad ammirare la destrezza di Emily nel combattere contro Jedis. Schivava quasi tutte le sue mosse e subito dopo, ruppe il suo scettro, che si fece in mille pezzi. La strega ne fu furiosa e aumentò la sua forza contro di lei: la fece cadere a terra e quasi non le conficcò la spada nella  spalla. Emily girò il viso per non essere colpita e fu in quel momento che si udì un forte ruggito da lontano. Aslan era arrivato con altre scorte: aveva scongelato le creatura intrappolate da Jedis. Il leone corse verso la strega,prima che potesse davvero uccidere Emily. I suoi denti aguzzi trafissero la sua gola, fino ad ucciderla.
***
Grazie alle scorte, l’esercito di Narnia abbatté quello della strega una volta per tutte. Peter aveva visto tutto e dopo aver riabbracciato le sorelle, la guardò meravigliato. Emily ripose le proprie armi col fiatone e gli fece un sorriso timido. Edmund spalancò gli occhi quando dietro di lei vide il nano al servizio della strega, che scoccò una freccia verso di lei. “Attenta!” gridò il ragazzo. La freccia colpì il cuore di Emily e l’ultima cosa che ella udì, fu il grido di Peter.

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Capitolo 12
*** I nuovi sovrani. ***


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Nessuno mi aveva mai detto che il dolore assomiglia tanto alla paura. Non che io abbia paura: la somiglianza è fisica.
-C.S. Lewis.
 
Susan fece scoccare velocemente una freccia verso il nano e lo uccise, mentre Peter corse verso Emily e la prese prima che cadesse a terra. Scoppiò a piangere e pregò che non morisse. “Ti prego no, non andartene. Io ti amo.” Singhiozzò tra le lacrime. “Lucy fa qualcosa!” gridò poi, verso la sorella. La bambina si inginocchiò davanti a loro e fece cadere una goccia di liquido rosso sulla bocca di Emily e pochi secondi dopo, egli riaprì gli occhi. Peter sorrise così ampiamente, che gli si poterono vedere tutti i denti ed infine l’abbracciò e baciò più volte sulle labbra. “Quando imparerai a fare quello che ti dico?” le chiese a singhiozzi e con un sorriso. Emily ricambiò quel sorriso e gli asciugò le lacrime con le dita. I quattro fratelli l’abbracciarono, formando un abbraccio di gruppo in cui Emily si sentì davvero a casa.
***
A Narnia finalmente finì definitivamente l’inverno e tornò l’estate. Aslan condusse tutti gli abitanti del popolo all’incoronazione dei quattro re a Cair Paravel.
Il leone li condusse verso i quattro troni di pietra: vestiti elegantemente, con colori diversi che splendevano alla luce del sole che rifletteva sulla grande tegola di vetro dietro di loro. “In nome dello sfavillante mare dell’Est, ecco a voi la regina Lucy,l a valorosa.” Disse Aslan ai sudditi. Subito dopo, apparve Emily vestita di un abito bianco splendente che accanto a se aveva i castori portanti le corone dei sovrani. Emily prese una coroncina e gliela posò sul capo con un sorriso. “In nome del grande bosco dell’Ovest, re Edmund, il giusto.” Emily posò una corona sul suo capo e in cambio il ragazzo gli fece uno dei suoi soliti sorrisi. “In nome dello splendente sole del Sud, la regina Susan, la dolce.” Quando toccò a Peter, lui ed Emily si guardarono molto intensamente, come se fossero fieri l’uno dell’altro. “In nome del limpido cielo del Nord, re Peter, il magnifico.
 
Durante la festa, Emily notò che Aslan se ne stava andando sulla spiaggia proprio sotto il castello. “Fa sempre così. Non lo vedi per alcuni anni, ma poi torna. Non puoi biasimarlo, non è domestico.” Intervenne il signor. Tumnus. “Però è buono.” Commentò Emily, voltandosi verso di lui. Non appena tornò con lo sguardo sulla spiaggia, il leone era già sparito. Si asciugò qualche lacrima, fin che Peter non si schiarì la voce. “Ho un annuncio da fare.” Disse a tutti, mentre avanzava contro Emily. “Tu fai parte della mia famiglia, ma tu sai che per me sei qualcosa in più.” Disse Peter, che poi prese dalla propria tasca una scatolina e si inginocchiò. “Vuoi sposarmi?” le chiese con un sorriso timido. Si udì un brusio di sottofondo ed Emily si emozionò, non sapendo che dire. “Ovviamente quando saremo un pò più grandi.” Aggiunse Peter, davanti a lei.  “Si, certo che lo voglio.” Rispose la ragazza, tutta rossa. Peter le mise la fede al dito e davanti a tutti la baciò dolcemente.
***
Molti anni dopo.
 
Dei tacchi bianchi rimbombavano sul pavimento, Emily stava andando verso il lungo specchio per vedere come le stava il vestito da sposa. Era cresciuta, era bella e non vedeva l’ora di sposarsi con Peter. Quest’ultimo bussò e le serve coprirono la ragazza, per non far vedere allo sposo il vestito bianco. “Ehi, non puoi vedere il vestito prima del matrimonio!” esclamò la ragazza ridacchiando mentre velocemente si toglieva l’abito. “Beh, tesoro, io vado a cacciare per il nostro banchetto.” Disse Peter, ridacchiando anche lui sotto la folta barba bionda. Emily mise il suo solito abito e lo baciò. “Torna presto.” Gli sussurrò.
Susan, Lucy ed Edmund accompagnarono Peter nella caccia ad un cervo, ma che continuava a scappare. I quattro si fermarono davanti ad una lanterna e Lucy la guardò come se la conoscesse. “E’ strano, sembra un sogno. O il sogno di un sogno.” Sussurrò tra se e se Lucy. L’armadio guardaroba. Pensò lei. Si avviò più in là e i fratelli la seguirono confusi. Finirono in uno spazio stretto, si pestarono i piedi a vicenda, fin che non camminarono all’indietro e fuori dall’armadio. Si guardarono a vicenda, erano di nuovo giovani, non poterono quasi crederci. All’improvviso, si udì un grido femminile che chiamava il nome di Peter. Il ragazzo strisciò a terra velocemente verso l’entrata dell’armadio, ma essa si chiuse da sola. Tentò di riaprila, ma ormai era troppo tardi.
Loro erano intrappolati nel castello ed Emily era intrappolata a Narnia. Peter guardò i fratelli preoccupato, tremante e con il fiatone: “E adesso?”
CONTINUA…

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