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di Letizia25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 . Bonfire ***
Capitolo 2: *** 2 . Astio ***
Capitolo 3: *** 3 . Sigarette ***
Capitolo 4: *** 4 . Best friends and sunset ***
Capitolo 5: *** 5 . Double trouble ***
Capitolo 6: *** 6 . Mistakes...? ***
Capitolo 7: *** 7 . Price to pay ***
Capitolo 8: *** 8 . Fight and sorry ***
Capitolo 9: *** 9 . Advices ***
Capitolo 10: *** 10 . Unspoken words ***
Capitolo 11: *** 11 . Aiuto ***
Capitolo 12: *** 12 . Capire ***
Capitolo 13: *** 13 . Somebody to you ***
Capitolo 14: *** 14 . Sentimenti ***
Capitolo 15: *** 15 . Links ***



Capitolo 1
*** 1 . Bonfire ***


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1 . Bonfire
 
 
 
«Quante birre abbiamo ancora?» chiede la mora prendendo la terza bottiglia della serata.
«Se non le finisci tutte, ce ne sarebbero ancora un po’.» commenta Michael sarcasticamente, accendendosi l’ennesima sigaretta.
La ragazza sbuffa e prende il primo sorso, lasciando che il liquido le scenda giù per la gola inebriandole i sensi per un po’.
«Leti, vacci piano, domani hai scuola!» la rimprovera Ashton, togliendole la bottiglia dalle mani e mettendola da parte.
«Ash, finiscila! Me ne frego altamente di domani. Tanto è solo il primo giorno.» si lamenta Letizia, con la voce lievemente impastata dall’alcol.
Si lamenta eccome, Letizia Irwin, diciassette anni – mica dieci, come ancora crede suo fratello Ashton - capelli lunghi, mossi e scuri come i suoi occhi, occhi sinceri che vengono nascosti da quella montatura scura, rettangolare, che – sempre secondo il fratello - potrebbe imparare a non usare, dato che lui ha rinunciato agli occhiali non appena ha scoperto il termine “lenti a contatto”; Letizia ed Ashton vivono vicino ai loro nonni da quando il più grande ha compiuto diciotto anni, in seguito all’incidente mortale dei signori Irwin, incidente che ha segnato i due figli, i quali, tendono sempre a non parlarne, cercando di dimenticare quella mancanza, cercando di trovare sempre qualcosa a cui aggrapparsi pur di non ricordare, pur di non cadere nell’oblio; e, se Ashton tenta di aggrapparsi alla vita, alla sua carriera universitaria o al suo mediocre lavoro in una discoteca, Letizia si è attaccata a lui, l’unica persona di cui si fida ciecamente, l’unica persona in grado di capirla e di sopportarla quando il suo animo forte tende a cedere, com’è giusto che sia per una ragazza di diciassette anni.
E, pure adesso che l’alcol ha già incominciato a fare effetto nel suo corpo, Ashton non la lascia cadere: scuote piano la testa, divertito dalla testardaggine della sorella che si crede già grande e si siede accanto a lei, posandole un braccio sulle spalle e stringendola a sé per coccolarla un po’. Automaticamente Letizia posa la testa sulla sua spalla e si lascia andare ad un lungo sospiro, mentre un bel mal di testa inizia a farle compagnia. Immediatamente si porta le mani alle tempie ed inizia a massaggiarle piano mentre, Ashton, fissando il piccolo fuoco che hanno acceso in precedenza, continua a credere che Letizia sia ancora una bambina alle prime armi, mica come lui.
Perché Ashton Irwin di anni ne ha venti, o così dice il suo anno di nascita, ma in realtà, potrebbe essere paragonato a un trentenne, solo, ma già preparato alla vita paterna, dato che lui, oltre al nonno, è stato la figura maschile che serviva a sua sorella.
Ashton ha i capelli ricci e castani, gli occhi piccoli e di un colore speciale, come suo padre: un marrone che si mescola al verde, un colore indefinibile che le ragazze hanno sempre amato fissare; il sorriso di Ashton è ancora più importante, è un sorriso sincero e tenero, che non fa mancare a nessuno, un sorriso che marca le fossette che si ritrova sulle guance, un sorriso che fa sciogliere tutte le tipe che si avvicinano al bancone della discoteca, un sorriso che dà sicurezza nei giorni bui, un sorriso che, se accompagnato da un abbraccio alla Ashton, ti mette di buon umore anche se non vuoi, un sorriso quasi infantile che stona con tutta la struttura del suo corpo, perché Ashton ha le braccia scolpite, ha quel po’ di barba che si lascia crescere a volte, ha quel corpo da uomo che le donne definiscono “sexy”, un corpo che però, stona completamente con il suo carattere, con il suo sorriso e con quella sua risata da adolescente in piena crisi ormonale – o almeno così dice Michael Clifford.
 
«Tieni scema, e vedi di evitare la prossima volta!» interviene  Calum, distogliendo Ashton dai pensieri per il giorno dopo: il ragazzo porge la scatola di aspirine a Letizia, le pastiglie che lei non di dimenticherà mai a casa, per nessuna ragione al mondo.
La ragazza sorride al suo migliore amico, come al solito troppo preoccupato per lei, ed abbassa velocemente la testa, nascondendo quel sorriso imbarazzato che non vuole mostrare in presenza di una persona in particolare.
«Ma come sei tenera, Leti.» commenta Michael, appunto, con un sorriso sornione sulle labbra prendendo un altro tiro dalla sua sigaretta.
Se Letizia potesse esprimere un desiderio, farebbe sparire i fratelli Clifford dalla faccia della terra per due semplici motivi che le lacerano le interiora e, Michael, è quasi sicuro di conoscerli entrambi.
Michael Clifford ha diciannove anni e occhi grandi e verdi che non si possono proprio non notare su quel viso, troppe tinte per capelli provate, troppe sigarette spente per terra, orecchini che si è fatto all’età di quindici anni, un piercing al sopracciglio – ma non sarà l’ultimo - e tatuaggi sempre più numerosi in tutto il corpo; un armadio pieno di vestiti scuri, pantaloni attillati, una chitarra elettrica nera – ovviamente - che si diverte a strimpellare nella camera proprio accanto a quella di Letizia, in particolare quando lei studia e si incazza a morte per il casino che fa, una carriera scolastica che fa davvero cagare – così dice sua sorella - e il lavoro mediocre di “lava cessi” in quel buco di discoteca che, sempre sua sorella, gli ha consigliato, dato che lei non può mantenere l’affitto in casa Irwin per entrambi.
Michael è esattamente il contrario di Ashton: un irresponsabile di prima categoria, uno strafottente assurdo che si diverte a prendersela con Letizia, in particolare; geloso da morire solo e solamente della sua chitarra e, nel profondo del suo animo, geloso di sua sorella, l’unica in casa Clifford a corrergli ancora dietro, l’unica a pensare che pure lui, qualche volta, ha bisogno di un abbraccio o di quelle smancerie che Ashton propone ventiquattro ore su ventiquattro a Letizia, l’unica persona in grado di capirlo e di vederlo ancora come il piccolo di casa bisognoso di un aiuto, e Michael gioca su questo tasto dolente, si approfitta della bontà sconfinata della sorella, ma le vuole bene, le vuole bene davvero, anche se a volte fa scelte di merda che lui ancora non capisce.
 
Michael sorride soddisfatto davanti allo sguardo fulmineo di Letizia, esattamente davanti a lui, è riuscito ancora una volta a metterla a disagio, la cosa gli piace da far schifo, basta così poco per metterla in difficoltà, basta così poco per avere tanta di quella soddisfazione che prova all’altezza del petto, ama davvero vedere quello sguardo freddo mentre si rivolge a lui, ama quella voce che si alza di due tonalità perché irritata da morire, c’è tensione tra di loro, lui la sente sulla pelle, è piacevole, quella tensione, e Letizia neanche immagina quante volte lui pensi ad un modo perfetto per rilassare il tutto – ma anche questo, meglio che Ashton non lo sappia.
Letizia aspetta solo un minuto, prima di alzarsi in piedi ed avvicinarsi a lui con passo molto insicuro a causa della sbronza e con la bottiglia di birra tra le mani. Senza troppi complimenti, versa il contenuto sui pantaloni del ragazzo, bagnandogli completamente il cavallo.
Gli altri iniziano a ridere a crepapelle, mentre il ragazzo dai capelli colorati si alza iniziando ad imprecare.
«Letizia, giuro che ti uccido se lo fai un’altra volta!» esclama Michael, riservandole un’occhiataccia e cercando di asciugarsi alla meglio, portando la sigaretta alle labbra.
Lei invece sorride soddisfatta del suo lavoro e torna a sedersi, battendo il cinque al ragazzo biondo seduto accanto a lei.
«Bella mossa!» le dice sorridendole.
«Grazie, Luke.» risponde Letizia all’altro suo migliore amico.
«Amore, mi passi i marshmallow?» chiede poi il biondo, rivolgendosi alla ragazza, bionda pure lei, seduta su di lui.
«Luke, mia sorella non è la tua serva. Quindi perché non alzi il culo e lo fai da solo?» si intromette Michael acido.
Ed ecco una delle tante scelte che deve ancora capire: Vanessa, sua sorella maggiore, innamorata e felicemente fidanzata con un coglione di diciotto anni, quando ha come possibile “uomo della sua vita” un Ashton Irwin della situazione.
Vanessa ha vent’anni, come Ashton, ha i capelli biondi e lunghi, due occhi grandi e blu che anche lei preferisce coprire con gli occhiali, la pelle candida, esattamente come suo fratello, un corpo fragile tanto quanto la sua anima; è andata ad abitare via di casa non appena cominciata l’Università e, grazie al cielo, il fato ha voluto farle incontrare di nuovo Ashton Irwin, il suo amico d’infanzia, trasferitosi verso la periferia di Sydney subito dopo l’incidente dei suoi, si sono rincontrati in quella grande Università e lui le ha gentilmente offerto una stanza dove vivere, un affitto modesto che riesce a pagare puntualmente grazie al lavoro che, sempre Ashton, le ha trovato nella sua stessa discoteca, dove lei lavora servendo drink di tutti i tipi: Ashton Irwin non è l’ancora di salvezza solo per Letizia, insomma, e Vanessa gli sarà sempre grata per ogni cosa, lui è un fratello maggiore che non ha mai avuto, gli vuole bene tanto quanto gliene vuole a Michael, ed è per questo che tra loro ci sarà solo un amore fraterno.
Sempre il suo angelo custode, ha permesso che pure quel pirla di suo fratello, di appena diciassette anni e con una voglia di studiare pari a un bambino di uno, andasse ad abitare con loro in quella casa tanto grande, provocando l’odio immenso in Letizia che, quei due fratelli lì, li odia più di ogni cosa al mondo, e Vanessa lo sa, non capendo il motivo di tale astio dato che, a lei, Letizia piace, e non crede di averle fatto nulla di male.
Vanessa, come il fratello, ha tante sigarette in conto spente per terra ma, a differenza di Michael, lei preferisce una relazione stabile e non da una botta e via, come fa lui, infatti, la bionda è felicemente impegnata con Luke Hemmings, diciotto anni, biondo, occhi azzurri, il più quotato del suo liceo, capitano della squadra di calcio, fin troppo responsabile per avere quell’età, un cuore grande che preferisce cedere solo a lei, un grande talento per la musica, suona la chitarra meglio di chiunque altro ma, a Vanessa, piace da morire quando le suona qualcosa al piano, strumento che lui non ama quanto la sua mica a corde; Luke è una specie di ragazzo perfetto che nessuna ragazza si lascerebbe scappare, sempre pronto a proteggere la sua bionda e ad ascoltarla quando si sente debole, sempre pronto a scatenare scenate di gelosia se qualcuno osa fare il coglione con lei, sempre pronto a tacere quando Michael gli ricorda di essere solo l’errore più grande in tutta la vita di Vanessa: la ama, davvero, e non capisce il motivo di tanto astio da parte di Michael.
 
«Michael, finiscila adesso.» lo ammonisce Vanessa, irritata dal comportamento del fratello; si alza in piedi per prendere i marshmallow e ritorna al suo posto, tra le braccia confortevoli di Luke, seduta sulle sue gambe lunghe e magre, giocando ad imboccarlo come si farebbe con un bambino piccolo, facendolo sorridere dolcemente, sotto lo sguardo disgustato di Michael e sotto lo sguardo di qualcun altro che, meno male non è possibile nella realtà, ma potrebbe diventare verde di gelosia.
E in un angolo, un Calum stranamente silenzioso osserva la scena con il cuore che perde colpi pian piano. Quanto vorrebbe essere al posto del suo migliore amico adesso, con Vanessa su di lui che lo coccola e lo osserva con occhi languidi…
Perché Calum Hood ha diciotto anni, capelli scuri e occhi a mandorla che però, ormai si è stancato di ripetere, non sono asiatici, come credono in molti; Calum è il classico ragazzo che le persone definiscono “nerd”, amante delle materie scientifiche e tecnologiche che tutti disgustano ma, a differenza dei comuni nerd, Calum ha tre qualità per niente inutili: gioca a calcio e se la cava più che bene, il suo migliore amico è niente meno che Luke Hemmings e la pubertà ha fatto proprio un bel lavoro sul suo corpo, dato che Calum ha un fisico scultoreo e un visetto troppo intrigante, è un figo assurdo – o così lo definiscono le cheerleaders - ma lui sembra non accorgersene, dato che lui ha ben altro per la testa.
Calum ha una grande passione per il calcio, vero, ma non sarà mai grande quanto la cotta che si è preso per Vanessa Clifford, la ragazza del suo migliore amico, l’errore più grande della sua vita, un errore che gli costa solo sofferenza, dato che Luke e l’interessata amano far vedere al mondo quanto sono uniti e speciali l’uno per l’altra, come se Cupido avesse creato la coppia perfetta, come se fossero il più bel risultato uscito in ambito d’amore, come se nessuno, neanche Angelina Jolie e Brad Pitt, potesse competere con loro e tutto questo, distrugge ogni piccola speranza di Calum.
Ed è proprio questo l’altro motivo per cui Letizia odia i fratelli Clifford: perché a lei, Calum, piace anche troppo, a differenza di quella stronza, Vanessa, che neanche si accorge di quegli occhi marroni che la guardano come se fosse una dea scesa in terra, neanche si accorge che il suo migliore amico le va dietro, troppo presa a pomiciarsi il suo Luke, troppo presa a vivere la sua felice storia senza accorgersi di pugnalare Calum ad ogni singola carezza: è proprio una stronza, o almeno così pensa Letizia.
 
Intanto il fuoco li scalda in quella sera di fine estate passata in spiaggia sotto un cielo che sembra un gioiello, grazie a tutte quelle stelle che luccicano, che splendono e che danno un tocco magico all’atmosfera che si è creata tra i ragazzi.
«Avete voglia di fare una festa, a casa nostra?» chiede ad un tratto Ash, spezzando quel silenzio e facendo svegliare la sorella che si era appisolata poco prima.
«Mi trovi pienamente a favore!» esclama Michael diventato ad un tratto molto interessato all’argomento.
«Ancora? Ma ne abbiamo già fatta una un mese fa!» si lamenta Vanessa ricordandosi che, a causa di quella festa, non aveva superato l’esame del giorno dopo all’università.
«Dai Vane, prometto che non la faremo nel periodo degli esami!» la prega il riccio, riuscendo alla fine nel suo intento.
«L’importante è che nessuno metta piede in camera mia.» commenta Letizia, terrorizzata dal fatto di poter trovare degli estranei nel suo letto a fare determinate cose.
«Basta che tu la chiuda a chiave, no?» le consiglia Calum, sorridendole.
«Ma a chi vuoi che importi della tua stanza?»
Letizia si gira verso Michael e lo fulmina con lo sguardo.
«E a chi vuoi che importi di quello che pensi tu al riguardo?» ringhia.
«Dai ragazzi, adesso basta.» interviene Luke, cercando di farli smettere, anche se sa che quei due erano, sono e saranno una battaglia persa.
Letizia incrocia le braccia al petto infastidita, e posa lo sguardo sul mare davanti a lei, lievemente increspato dalla brezza di quella sera. Subito il suo occhi attento e sveglio viene attirato da un particolare che la ragazza non ha intenzione di lasciarsi sfuggire. Allora prende velocemente la macchina fotografica dalla borsa – quell’affare è parte del suo corpo, non se la dimenticherebbe a casa per nessuna ragione al mondo- e corre a riva, incurante delle domande dei suoi amici. Punta l’obbiettivo e scatta una, due, tre volte, così è sicura di averne fatta bene almeno una.
Si volta e fa per tornare dagli altri, ma la scena che le si presenta davanti è troppo bella, troppo preziosa per non essere immortalata. Un altro paio di scatti e finalmente è di nuovo accanto al fratello, riuscendo ben presto a rientrare nel tema “festa a casa”.
E continuano a chiacchierare, a ridere, a scherzare, tutti insieme, aspettando fino a che i primi raggi del sole non fanno capolino all’orizzonte, illuminando tutto il resto con la loro luce tenue.






Nati
Ma ciao a tutti quanti da noi Nati (Nanek e Letizia25 ;)).
Oh bene, FINALMENTE inizia pure anche questa storia *^*. E dire che siamo ermozionate è dire davvero pochissimo *^*.
E' da quasi un anno che io e la nostra bella Nanek ci stiamo lavorando e... Beh, speriamo davvero che vi prenda come ha preso noi *^*.
Che dire dei nostri sette personaggi? Il capitolo spiega tutto o quasi (a parte Charlie, che conosceremo più in là, non disperate u.u).
Che ne pensate di tutti questi intrecci, di questi sentimenti che legano un po' tutti i nostri ragazzi? Dai dai, fatevi sentire che siamo curiosissime *^*.
Mi raccomando, fateci sapere quello che pensate!!!!!!!!!!! Davvero, non vi chiediamo moltissimo, anche 20 parole di numero bastano! <3
Per adesso noi vi salutiamo qui, e la me (Letizia25) vi riepiloga un po' tutti i suo aggiornamenti per tutto giugno:
- ogni lunedì e giovedì (aka, DUE VOLTE A SETTIMANA) aggiornerò Insegnami a vivere.
- ogni mercoledì aggiornerò Links.

- ogni giovedì aggiorno pure Inatteso.
- ogni sabato aggioernerò The only reason e Give me love and fill me in, tanto manca poco alla fine di entrambe queste storie u.u
Quindi, giugno sarà un mese davvero intenso per me con tutte queste fanfiction :P. Ma non disperate, mi sono organizzata al meglio e non dovrebbero esserci problemi, o almeno lo spero *^*.
Vi salutiamo con  affetto, sperando di trovarvi presto e in tanti. Ci sentiamo presto e scusate per le note chilometriche :').
Un bacione, Nati <3

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Capitolo 2
*** 2 . Astio ***


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2 . Astio
 
 
 
Quel pomeriggio di inizio autunno, Letizia è comodamente sdraiata sul letto, con in mano il suo ultimo album fotografico. E, strano ma vero, la foto che sta osservando - con un sorriso ebete sul viso da un quarto d’ora buono – raffigura lei e Calum, l’una di fronte all’altro con un’espressione buffissima sui loro visi.
A vederli così, il povero cuore della mora perde un battito. Perché a lei Calum piace, ed anche tanto. Ma tutte le volte con lui è sempre la stessa storia.
Perché per il suo migliore esiste soltanto Vanessa, quella ragazza bionda dagli occhi blu e bella come una dea, la sua coinquilina, odiosa come il fratello.
Letizia non è mai riuscita – e tutt’ora non ci riesce – a capire cosa ci trovi il moro in quella ventenne. Lei, quella perfetta, la classica brava ragazza, universitaria, volenterosa, felicemente fidanzata con il loro migliore amico, adorata da tutti, in particolar modo proprio dal Calum.
La mora sospira e mette tutto in ordine.
Dovrebbe farsela passare, la cotta per il suo migliore amico. Farsela passare… Certo, come se fosse una malattia da cui si può guarire! Ci ha provato tante di quelle volte che alla fine ha perso il conto, ma il risultato si è rivelato disastroso. Perché ogni volta il sentimento che la ragazza prova per l’amico si è rafforzato, si è approfondito in un modo quasi spaventoso, tanto che spesso neppure Letizia stessa riesce a capire da dove inizia e dove finisce.
Fa per uscire sul balcone per rinfrescarsi un po’ le idee, quando la suoneria del suo cellulare inizia a propagarsi per la stanza distogliendola dal suo intento.
Senza neppure notare chi sia il mittente, risponde. «Pronto?»
«Ehi Leti, son Cal.» dice il ragazzo dall’altra parte, facendo perdere svariati battiti al povero cuore della mora. Lei però non se ne preoccupa e continua a parlare, incurante delle proteste che fa quell’organo troppo provato e troppo stanco.
«Come va?» chiede lei, curiosa.
«Insomma… Possiamo vederci al solito posto? Ho bisogno di parlare con te.» chiede l’amico implorante. E lei, dal tono di voce che il ragazzo ha usato, capisce già su cosa verterà la loro chiacchierata.
Letizia però ci pensa un attimo prima di rispondere. Ha sul serio ancora voglia di venir tormentata dai problemi sentimentali di Calum? Ha abbastanza forza per evitare di urlargli in faccia tutto quello che pensa sulla loro situazione? Ma soprattutto, è pronta a sentir parlare per ore ed ore di una sola persona? No, non lo è e non vorrebbe mai esserlo, ma Calum è Calum e qualunque cosa lui chieda, lei alla fine sarà sempre al suo fianco.
«Dammi dieci minuti e sono da te.»
«Perfetto! Grazie mille Leti, sei un tesoro!»
E chiudono la chiamata, senza salutarsi, come di loro abitudine.
«”Sei un tesoro” certo… Ma vaffanculo Hood! Perché devi essere così deficiente?!» esclama alzandosi di scatto e preparandosi a velocità super sonica. E nel mentre pensa, che tanto sarà sempre così: lei che si lamenta sul fatto che Cal pensa solo a Vanessa, lui che chiede un aiuto alla sua migliore amica che, nonostante tutto, non riesce mai a dirgli di no.
Esce di camera e corre spedita al portone di casa. E sta quasi per aprirlo, quando una voce proveniente dal piano superiore la fa fermare.
«Hood non ti merita.» dice Michael di punto in bianco, facendole gelare il sangue nelle vene e facendola fermare sul posto, come se il tempo si fosse fermato in quello stesso istante. Solo che poi lo sguardo strafottente del ragazzo riporta ben presto Letizia con la testa sulla terra.
«Non dire una parola sull’argomento.» risponde con la voce rotta, mentre il cuore le cade lentamente a pezzi.
Michael si sorprende dello sguardo perso, triste e vuoto della ragazza. Si sorprende perché questa volta sa di aver esagerato, sa di aver toccato un tasto troppo dolente e troppo complicato. E, stano ma vero, vorrebbe scusarsi. Ma non ne ha l’occasione, perché Letizia apre di scatto il portone ed esce, lasciando il ragazzo interdetto.
«Oh, fanculo Irwin!» borbotta tornandosene in camera.
 
Ed intanto Calum sta giocando con il cellulare in mano.
Ha bisogno di sfogarsi così tanto, si sente scoppiare! E la prima persona che gli è venuta in mente a cui chiedere aiuto è stata la sua migliore amica.
Non che non voglia sfogarsi con Luke, però su quell’argomento è bene evitare. Perché l’argomento è parecchio delicato, ed è proprio a causa del biondo che Calum sta così male.
Alza un attimo lo sguardo e nota la figura di una ragazza che sta venendo verso di lui. E si ritrova a sorride, felice, grazie a lei.
Perché senza di lei, senza quella persona lui si sentirebbe veramente perso. Ha davvero avuto tantissimo fortuna ad incontrare Letizia, lasciandola entrare pian piano nella sua vita. È lei l’unica persona che riesce a farlo restare entrambi con i piedi per terra. È lei l’unica persona che lo capisce anche solo con una semplice occhiata. È lei l’unica persona che sa ogni cosa di lui.
Tra loro non ci sono segreti. O almeno, non ci sono segreti da parte del moro…
Appena la ragazza è a qualche passo di distanza da lui, Cal corre ad abbracciarla e a stringerla forte a sé. E quando le braccia del moro le circondano il corpo e la avvolgono, lei si sente completamente in paradiso, perché le basta questo per essere felice.
 
Ed ora eccoli lì, Calum e Letizia, seduti sugli scogli con il mare completamente calmo davanti a loro.
«Forza, spara.» Letizia incita l’amico, più che altro perché preferisce finire il prima possibile quel supplizio che ormai dura da quando la storia tra Luke e Vanessa è iniziata, quasi un anno prima.
E Cal sospira, per cercare di mettere in ordine le idee e per non sembrare uno stupido. Poi parte, ed è come un fiume in piena, un fiume che Letizia lascia scorrere, incurante delle proteste del suo cuore, incurante del fatto che, una volta a casa, correrà in camera sua e non ne uscirà fino al giorno seguente.
«Oggi l’ho vista, Leti. L’ho vista che veniva a prendere Luke a scuola, li ho visti che si baciavano e che si sorridevano e…» si ferma un istante, il moro, per lanciare una pietra più forte del dovuto in acqua. «Cazzo! Mi sono sentito, mi sento, di merda. Perché quella benedetta ragazza non si accorge che Luke non la merita, che ci sono io qui, pronto da una vita, solo per lei? Perché, Leti, perché?»
E tu perché non capisci che io provo la stessa cosa per te, Cal? Non capisci che sto di merda da anni, solo per te, solo perché non riesco a togliere il tuo pensiero né dalla testa né dal cuore?
Letizia sospira, per scacciare quei pensieri, e nega con la testa.
«Non capisco perché tu ti sia incaponito così tanto con Vanessa. Insomma, ci sono tantissime ragazze che potresti conquistare semplicemente così come sei!»
Ci sono io per te Calum, ci sono da sempre, e tu ancora non sei mai riuscito a capirlo.
Ma l’amico scuote il capo e si alza in piedi.
«Accidenti a me e a quando ho aiutato Luke a mettersi con lei. Avrei potuto essere meno stupido, non credi?»
«Forse.» risponde la ragazza, mentre il suo cuore esulta pensando che Cal sia stato così cretino, così cretino da restare solo.
Letizia sa di essere egoista quando si tratta di Calum, ma proprio non ci riesce a gettar via i suoi sentimenti per il ragazzo, proprio non ce la fa. Vorrebbe soltanto che lui si accorgesse di lei, prima o poi. Anche se i giorni passano, lei il suo amore per lui non lo abbandonerà mai, perché è una di quelle pochissime cose a cui tiene con tutta se stessa.
Che poi, perché deve esserci in mezzo proprio quella biondina, quella santarellina? Perché proprio la sorella di Clifford? Perché la sua coinquilina?
Cazzo, proprio non riesce a sopportarla. Lei, con quegli occhioni grandi, con quel suo essere sempre disponibile e sempre gentile con gli altri, con la sua semplicità.
Letizia e Vanessa sono proprio gli opposti, in moltissime cose, e forse è anche per questo che la più piccola non riesce a stare per più di due minuti nella stessa stanza con la bionda.
Vorrebbe semplicemente farla evaporare, anche se sa che è impossibile.
Non la sopporta, ogni volta che indossa vestiti perfetti, con i capelli che restano al loro posto, con quel sorriso dolce che non le lascia mai il viso.
Perché Vanessa, non sembra, ma È perfetta, è esattamente la perfezione fatta persona.
Ed è proprio questo ad urtare Letizia. Perché lei, la perfezione, non l’ha mai sopportata, neppure in se stessa. Perché la mora adora tutto quello che è fuori posto, che stona con la quotidianità, con il “normale” corso delle cose.
E Calum, di chi si va ad innamorare? Ovviamente della perfetta di turno, così da venire accecato dall’aura bianca che la circonda. Un aura che non gli fa vedere che c’è qualcun altro pronto per lui.
È come se il destino si fosse divertito a creare questa situazione così complessa solo per puro divertimento. Che poi…
«Cal, ti rendi conto di quello che spari? Vanessa è la ragazza del tuo migliore amico! Vuoi rovinare tutto solo per una stupida cotta?»
E Calum, a quelle parole così dure, così vere, non sa più cosa fare. Però…
«Cazzo, per me Vanessa non è una semplice cotta! Io sono innamorato di lei, Leti! Perché non riesci a capirlo?»
Ma la ragazza non risponde, ammutolita dalla forza con cui Calum ha espresso quella frase, con quella convinzione di chi è sicuro di quello che prova. E per lei è troppo questo e vorrebbe solo andare a casa. Però non dice niente, non fa sentire la sua voce. Lascia solo che Calum continui il suo solito monologo.
«Hai presente la sensazione di vuoto e di leggerezza che provi quando vedi la persona che ti piace? Ed il batticuore schifoso che ti prende ogni volta che ti sorride? Oppure anche quando solo pensi a quella persona?»
Letizia non dice niente, anche se la risposta è tremendamente lampante.
Ovvio che lo so, cretino di un Hood. È quello che provo da sempre per te!
Il moro non presta molta attenzione al comportamento dell’amica, non oggi, troppo preso dal pensiero di Vanessa nella sua testa.
«Io non lo so… Forse è la sua risata, o gli occhi, o il fatto di essere sempre così gentile… Insomma, non credo di poter dire con esattezza cosa mi abbia fatto innamorare di lei. Cazzo, è perfetta! Non ha un solo difetto, come potrei non innamorarmi di lei?!»
Ma quell’affermazione Calum avrebbe fatto meglio a tenersela per sé.
Perché se prima Letizia era silenziosa e cercava di non stare troppo male, ora…
«Ma che spiegazione del cavolo è? “È perfetta”, ma ti senti? Sembri più ossessionato da lei che non innamorato.»
E nessuno dei due non osa continuare il discorso.
 
Il pomeriggio insieme è volato, come sempre, ed ora per entrambi è arrivato il momento di tornare a casa.
Alla fine, dopo l’uscita della mora, sono stati per un po’ in silenzio, poi alla fine hanno cambiato argomento, evitando accuratamente di tornare sulla “questione Vanessa”.
Ed ora Cal sta accompagnando Letizia. Arrivano davanti casa Irwin e di nuovo le braccia del moro vanno ad avvolgere la mora, facendola rabbrividire come se fosse pieno inverno. Senza farsi attendere, anche lei porta le sue braccia attorno al collo del ragazzo, che veramente si sente troppo fortunato ad avere un’amica così speciale ed unica e fantastica come lei.
«Sappi che non mollerò mai, prima o poi riuscirò a stare insieme a Vanessa. Per me lei è l’unica.»
Però Cal, con quelle parole, non sa di aver appena ferito a morte Letizia, non sa di averle mandato il cuore in frantumi, come tutte le volte che i due si ritrovano a parlare della bionda. Ma la ragazza fa buon viso a cattivo gioco. Sorride all’amico e gli augura buona fortuna, poi si volta ed entra in casa.
E solo quando si chiude la porta alle spalle, lascia che le lacrime che ha trattenuto per tutto il pomeriggio le righino le guance, bruciandole la pelle. Si rannicchia a terra, con la schiena poggiata alla porta e presto diventa preda dei singhiozzi.
Singhiozzi che destano l’attenzione di qualcuno seduto in salotto, di qualcuno che Letizia, entrando, non aveva proprio notato. Vanessa si alza, allarmata, e le si avvicina piano.
«Ehi Leti, tutto bene? Cosa è successo?»
Ma la mora non risponde. Non ci pensa proprio a parlare con la ragazza davanti a lei. Non vuole la sua pena. Ecco perché si alza e si asciuga velocemente gli occhi e riserva un’occhiataccia all’altra.
«Sai farti i cazzi tuoi almeno per una volta?» le urla contro per poi andare in camera, lasciando Vanessa attonita e dispiaciuta.






Nati
Bellissimi, zao! <3
Allora, finalmente ESTATE (per molti di voi, speriamo)!!!! Dai dai, adesso mare, bel tempo e tanto sano divertimento (o almeno così speriamo;)). Ma parliamo del capitolo, e che capitolo!
Insomma, la nostra Leti ce l'ha proprio a morte con Vanessa - e pure con Michael.
Intanto Calum non fa che pensare alla nostra bella bionda, è completamente partito.
Vanessa invece si comporta bene con Letizia, si preoccupa per lei, che cara *^*. Secondo voi Leti dovrebbe provare così tanto rancore nei suoi confronti?
Michael e la sua frase... (no comment).
Grazie di tutto, sul serio. Siete stati tantissimi a leggere il primo capitolo! Grazie! <3
Solo che... Magari sapere se la storia vi piace oppure no ci farebbetantissimo piacere allo stesso modo! <3
Non per essere pressanti o cosa, ma credo che a chiunque farebbe piacere sapere ciò che gli altri pensano del suo lavoro, quindi non siate timidi! Non mangiamo nessuno, in alcun modo, sul serio! <3
Detto questo, grazie a chiunque abbia messo la stirua tra preferite | ricordate | seguite.
Ci sentiamo presto, un bacione da noi Nati! <3

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Capitolo 3
*** 3 . Sigarette ***


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3 . Sigarette
 
 
 
«Perché non lasci quel lavoro?» sussurra la voce di lui sulle sue labbra, interrompendo un bacio «Voglio dire, perché non puoi lavorare in un semplicissimo negozio? Come commessa, di giorno: saresti meno stanca per l’Università, saresti attorniata da persone sobrie e non intente a spogliarti con lo sguardo quando ti vedono» le mani di lui le accarezzano i fianchi, carezze leggere che la fanno rabbrividire, carezze che fanno ben intendere che il suo corpo non lo condividerebbe con nessuno.
«Sì, sono geloso, non ci vuole un genio a capirlo, ma lo dico per il tuo bene, sei sempre stravolta quando finisci il turno in quella discoteca, ti distruggerà del tutto» e ancora una volta le loro labbra tornano a cercarsi: labbra di lei che sorridono a quel suo lato così tenero che le fa accelerare il cuore, labbra che non vorrebbero mai allontanarsi da quelle di lui che la baciano lentamente, facendola sentire al sicuro.
«Luke, lo so. Ma nessuno prenderebbe a lavorare solo tre volte a settimana una studentessa; la paga poi è ottima, non mi uccideranno tre serate, poi, andare a letto così tardi non è un problema dato che recupero il giorno dopo. Per la tua gelosia… non c’è rimedio» ridacchia appena, avvicinandosi ancora al suo viso «Devi solo… fidarti di me» e le braccia di lei gli cingono il collo, le labbra che si cercano ancora.
Sono le quattro del mattino e loro sono ancora svegli, fuori da casa Irwin - Clifford, avvinghiati per combattere il vento freddo che taglia le loro pelli: Vanessa ha concluso da poco il suo turno in discoteca, come ogni venerdì sera e, Luke, è andato a prenderla, nonostante lei fosse in compagnia di Michael ed Ashton, solo per passare un altro po’ di tempo insieme, solo per controllare che nessun coglione le faccia del male.
È un po’ così, Luke, e lui non può farci molto: è geloso da morire della sua bionda, è geloso al tal punto che prenderebbe a pugni tutti quelli che osano toccarla più del dovuto, si sente in dovere di proteggerla, nonostante lei abbia vent’anni e sappia badare a se stessa, lui non può stare con le mani in mano, lui è colui che deve salvarla, in ogni occasione.
Ed è lui che, infatti, si lamenta spesso di questo suo lavoro così diverso: lavorare dietro al banco di una discoteca, servire drink a persone che sono ubriache da far schifo, persone che variano dai diciottenni ai quarantenni, persone che, non appena vedono un visino carino, fanno di tutto per comportarsi come animali, e Luke lo sa, perché Luke lo ha visto.
Quelli lì approfittano della sua gentilezza per prenderle la mano, quelli lì ne approfittano per sussurrarle l’ordinazione all’orecchio e rubarle un bacio sulla guancia, sono senza pudore, sono senza un minimo di buon senso: il viso di Vanessa è paragonabile a quello di un’ingenua da sopraffare e, loro, mescolano il loro essere idioti insieme all’alcol, pur di importunarla, e Luke non ci sta, proprio per niente.
È bastato un solo episodio a costringerlo ad andare da lei ad ogni fine serata, perché -Vanessa, gliel’ha detto chiaramente- lui non può controllarla mentre lavora, è poco professionale, è inquietante, è imbarazzante essere fissata mentre lavora e, comunque, c’è Ashton con lei, c’è Michael che è disposto ad iniziare una rissa se qualcuno osa sfiorarle un capello, se ci si mette pure Luke, lei il lavoro lo perde sicuramente.
Luke, allora, si accontenta di passare a lavoro finito, si accontenta di poterla avvolgere tra le sue braccia e baciarle la testa, si accontenta di vederla sorridere ogni volta che varca l’uscita di quel postaccio, un sorriso sincero, perché chi, alle quattro del mattino, si farebbe trovare fuori da una discoteca solo per stare con lei? Solo Luke Hemmings, che di anni ne ha solo diciotto, ma che vale più di qualsiasi ragazzo sulla faccia della terra.
E Vanessa è convinta di questo, è convinta che come lui non c’è nessuno ed è grata di averlo nella sua vita, nonostante suo fratello si ostini a disprezzarlo.
«Vane, cazzo! Fa un gelo polare fuori, vieni dentro!» la richiama infatti una voce da dentro casa, la solita voce che fa sbuffare Luke.
«Hemmings, va a casa da mammina!» continua quella voce, mentre Vanessa stringe più forte il corpo del suo ragazzo.
«Michael, fatti i cazzi tuoi!» risponde la bionda, sentendo la presa di Luke diminuire: perché Luke non ha paura di nessuno, ma proprio non ci riesce ad andare contro Michael, forse, per paura che lui possa allontanare sua sorella, forse, perché ci spera di entrare nelle grazie di quel faccia da culo un giorno o l’altro.
«Dai, non andare via…» sussurra Vanessa, sentendo le mani di Luke spingerla verso l’entrata.
«Resterei ancora un po’, ma ha ragione: fa freddo, non voglio che ti ammali» le bacia teneramente la fronte, sentendola sbuffare rumorosamente, perché lei odia quando suo fratello si intromette tra di loro, lei odia che Michael riesca a metterlo ai suoi piedi, perché lei odia quando si comporta come un autentico coglione.
«Mi dispiace» lascia uscire dalle sue labbra, prima di alzarsi in punta di piedi e unirsi alle labbra di lui un’ultima volta.
«Buonanotte, piccola. Ci sentiamo appena ti svegli» la saluta così, facendole inarcare il sopracciglio.
«No, ci sentiamo appena tu arrivi a casa. Chiamami, non mi piace che giri di notte, da solo» e lui sorride, la chiama “mamma” e lei lo abbraccia di nuovo, è davvero troppo importante per lei per non preoccuparsi che gli succeda qualcosa.
«Buonanotte, biondo» e l’aria fredda la sente sul petto, perché lui si è allontanato da lei.
Quando Vanessa entra in casa c’è il silenzio ad accoglierla, accompagnato dalla luce della cucina come unica fonte luminosa: da questa sente delle voci sussurrare, Ashton e Michael non vogliono svegliare Letizia che dorme al piano superiore, voci che purtroppo non riescono ad abbassare di molto, voci profonde che rimbombano in quelle quattro mura, voci che Vanessa segue, per poi trovarsi davanti agli occhi i due ragazzi.
Chiude la porta dietro di sé, catturando l’attenzione dei presenti: Michael è comodamente in canottiera, seduto su una sedia e i piedi sul tavolo, gioca con il pacchetto di sigarette, lo apre e conta quante sono sopravvissute, prima di estrarne una e appoggiarla dietro l’orecchio; Ashton, invece, poggia la schiena al muro, la felpa che usa sempre in casa già indossata e accompagnata dai pantaloni della tuta, gli occhi più verdi del solito che puntano a quelli di lei, sorride complice alla nuova arrivata che distoglie lo sguardo per tirare una sberla in piena testa al fratello.
«Coglione!» gli urla, facendo scoppiare a ridere Ashton. «Coglione, perché stavo avendo due minuti di pace. Coglione, perché questo cazzo di tavolo non lo pulisci tu! E quei piedi sanno di tanfo» e Michael è diventato tutto rosso in viso, tanto che Ashton lo fissa sorpreso: da quando Michael arrossisce? Da quando si lascia prendere a sberle da sua sorella?
Ma Clifford non ha ancora detto la sua.
«Cogliona, tu! Fa freddo e te ne stai fuori a limonare con quel deficiente! Se non ci fossi io a quest’ora avresti una polmonite!» e Vanessa alza gli occhi al cielo, sospira a fondo e cerca di non rispondere a tono o lo distrugge, lo distrugge davvero, perché suo fratello deve smetterla di intromettersi nella sua vita.
Gli ruba, poi, il pacchetto di sigarette tra le mani, il gesto causa una lamentela a voce alta da parte del ragazzo che viene però ammonito da Ashton «Letizia dorme!» e Michael digrigna i denti: sono tutti contro di lui sta notte?
Vanessa intanto ha già una sigaretta tra le labbra, l’accendino in mano e gli occhi che guardano complici il riccio «Vuoi una?» chiede, mentre l’altro tentenna sulla risposta da dare.
«Non lo dico a Letizia» lo rassicura la bionda e il corpo di Ashton si rilassa, come se avesse già capito il suo problema: perché Ashton non può proprio permettersi di sgarrare, non può permettersi di far preoccupare Letizia, il fumo fa male, il fumo porta a cose negative, il fumo potrebbe ucciderlo… e Letizia non ha bisogno di perdere anche lui.
«Vada per sta volta.» risponde, perché, dai, una sigaretta non gli sarà mortale, no?
«Ehm, scusate, quelle sono le mie sigarette!» si intromette la voce di Michael, marcando per bene il possessivo.
«E quello è il mio ragazzo, che tu hai mandato via» ribatte la sorella, intenta a cominciare un’autentica discussione da chilo, in onore del suo amore per Luke.
Discussione che, però, Ashton non vuole far iniziare «Andiamo a fumare sul retro, bambini, e fate la pace dai» sorride benevolo, andando vicino a Vanessa, le porta un braccio attorno le spalle e la sprona a seguirlo, il tutto sotto lo sguardo offeso di Michael: odia dover litigare con sua sorella per colpa di quello lì.
 
Il retro di casa Irwin - Clifford è piuttosto buio, illuminato appena dai tre cerchietti rossi che compaiono davanti ai visi dei tre ragazzi: le loro sigarette accese, fumate al buio della notte, il fumo che si perde nell’aria fredda e che nessuno vedrà mai, qualche colpo di tosse di Ashton, che non è proprio abituato a fumare, seguito da qualche risatina da parte di Michael, mentre Vanessa resta in silenzio, persa nei suoi pensieri rivolti a Luke che, come al solito, non l’ha ancora chiamata, facendola preoccupare.
«Dici che debba chiamarlo?» esce dal nulla, rivolgendosi all’ombra del riccio.
«Eh?» e non capisce a cosa si stia riferendo, non è ancora in grado di leggere la mente.
«Luke. Non mi ha chiamata, è tornato a casa da solo, a piedi. Sono preoccupata» ammette, lasciando scivolare Ashton in un sorriso tenero, facendo, invece, sbuffare Michael che aspira più forte dalla sua sigaretta.
«Quanto sei patetica, Vane» ammonisce la sorella.
«E tu, quando la smetterai di romperle i coglioni, Mike?» lo richiama Ashton, facendolo irrigidire: possibile che si schieri sempre dalla parte di lei?
«Ash, come sta… Letizia?» svia il discorso Vanessa, troppo stanca per badare a suo fratello, le cinque di mattina scoccheranno a momenti, non ha le forze per concentrarsi ed insultarlo al meglio.
«Bene, suppongo. Perché?»
«Oggi è tornata a casa in lacrime, mi sono preoccupata» spiega velocemente la ragazza, omettendo un piccolo dettaglio, ossia il tono sgarbato con il quale la mora si è rivolta a lei.
«Colpa di Hood, solito coglione.» interviene ancora Michael «Lei gli muore dietro, è palese e lui neanche se ne accorge. Coglione, con la “C” in maiuscolo.» e si porta la sigaretta alle labbra.
«Anche Clifford ha la “C” in grande, sai?» lo prende in giro Ashton, ricevendo una gomitata pure da Vanessa, dato che quel cognome lo condividono entrambi.
«Io non sono così coglione, anzi, mi ritengo superiore a Hood» e sua sorella quasi non ci crede a quello che sente: Michael che si crede migliore di un altro? Questa non l’aveva mai sentita.
«Qualcuno è geloso della mia sorellina?» la voce di Ashton usa un tono scherzoso, ma Michael ringrazia la notte per non lasciar vedere ai loro occhi il rossore che gli sta invadendo le guance, un rossore così caldo che cancella il freddo dell’aria aperta.
«Ma vaffanculo, geloso di cosa. Tua sorella è una spacca…» e non riesce a terminare la frase, perché il cellulare di Vanessa irrompe, una suoneria che li fa sobbalzare tutti dallo spavento: il nome di “Luke <3” che illumina lo schermo e il sorriso nel viso della ragazza.
«Amore» risponde lei, buttando via la sigaretta e affrettandosi ad entrare in casa: no, non ha proprio voglia di condividere con suo fratello quella conversazione a lei cara.
E i due ragazzi restano soli, nuovamente.
«“Amore”, ma l’hai sentita quanto è ridicola?» e Ashton stava aspettando una sua reazione: deve mettere a tacere Michael, una volta per tutte.
«Sarò molto diretto, Mike: devi smetterla di rompere le palle a Vanessa e Luke, te lo dico con il cuore, tua sorella sta arrivando al limite» e butta per terra la sua sigaretta, in attesa di una risposta adeguata da parte del ragazzo che ha davanti.
«Quello lì non fa per lei.» dice chiaramente, come se fosse una giustificazione più che valida «Ha diciotto anni, vive con mammina e papino, gioca a calcio e mi sembra una fighetta assurda, mia sorella, se permetti, vale molto di più.» e calpesta anche lui il mozzicone, frugando nelle tasche alla ricerca di una nuova sigaretta.
«Questo non è un motivo valido, ritenta.» e Ashton è davvero curioso di capire il motivo di tutto quell’astio nei confronti di Luke.
«Preferirei ci fossi tu al suo fianco, ad essere sincero» confessa tranquillamente, facendo scoppiare in una risata il riccio che ha davanti.
«Tu ridi, ma è così. Mia sorella è responsabile, si è fatta il mazzo per studiare e mantenersi, esattamente come te. Quello lì è solo il cocco di mammina, non vale nulla.» e se Vanessa sentisse quelle parole si sentirebbe il cuore a pezzi, perché Luke è molto più di questo e, meno male, che Ashton lo sa.
«Solo lei può sapere chi è adatto, non tu. Esattamente come mia sorella sa chi è adatto a lei» e Michael si sente il cuore in gola: perché tirare in ballo Letizia, ora?
«Ma cosa cazzo c’entra…» balbetta.
«A mia sorella piace Calum, tu lo disprezzi, ma tu non puoi sapere quello di cui ha bisogno Letizia, perché… perché tu non sei lei, non puoi sapere cosa prova dentro, e non potrai mai eguagliare quello che sente per Calum.» e quelle parole fanno un po’ male all’altezza del petto.
«Idem per Vanessa, lei sa di cosa ha bisogno e tu… devi imparare ad accettarlo, prima che ti allontani del tutto» ma quelle parole non lo sfiorano nemmeno, il cervello di Michael è ancora stranamente sintonizzato sull’argomento “Letizia e Calum”.
Prova a scacciarlo dalla sua mente, prova a sopprimerlo con qualche immagine a caso, ma sembra che quel pensiero sia destinato ad ucciderlo lentamente, per quella notte.
«Andiamo a dormire, domani chi si sveglia più.» lo richiama Ashton, ma lui scuote la testa: si fuma un’altra sigaretta, poi va a dormire, lo promette.
Si fuma un’altra sigaretta, poi va in camera, lo promette.
Si fuma un’ultima sigaretta, poi dorme, lo promette.
Si fuma un’altra sigaretta, però non riuscirà a dormire, non del tutto almeno.
Si fuma un’altra sigaretta, un altro mozzicone da calpestare, un'altra sigaretta finita.
Eppure… perché il pensiero di Letizia non finisce mai?






Nati
Bellissimi, zau!!! <3 <3 <3
Allora, come state? Queste vacanze come vanno? E per i maturandi, per ora tutto ok? Un grosso in bocca al lupo a tutti voi che oggi avete iniziato, siamo sicurissime che andrà benone u.u
E ora (un po' tardi per i miei standard, ma oggi la me = Letizia25 è tornata a casa ora e ha subito pensato di aggiornare u.u) passiamo al capitolo ;).
E che capitolo (tutto made in Nanek, mentre il cap 2 tutto made in Leti)!!!! Abbiamo i nostri Lune che sono la fine del mondo da quanto son patati, awww *^*. Luke è proprio dolcissimo a preoccuparsi in questo modo per la sua bella bionda, esattamente come dovrebbero fare tutti i ragazzi (Luke in particolar modo u.u).
Neppure Ash scherza a dolcezza (diciamocelo, che amico per Vane e che fratello per Leti fantastico è???).
Ma la parte più clou è Mike, deheheh. Insomma, questo ragazzo non sopporta Luke... Ma povero il nostro biondino!!! Secondo voi continuerà a non sopportarlo in eterno o cosa?
E poi... Il nostro chitarrista dai capelli arcobaleno ha per la testa Calum e, soprattutto, Leti. Mhhh... Forza, dai, fateci sapere che ne pensate su questa cosina che è dsjfbadjb ;).
In più, grazie per ogni singola cosa: visite | recensioni | preferiti | ricordati | seguiti. Sul serio, siete fantastici e ci state rendendo felicissime! <3
Grazie, sul serio, grazie dal più profondo del cuore! Ci sentiamo presto! <3
Un bacione, Nati <3

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Capitolo 4
*** 4 . Best friends and sunset ***


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4 . Best friends and sunset
 
 
 
«Per gli impressionisti era molto importante cogliere la giusta luce, ecco perché dovevano essere molto veloci nello stendere il colore…»
Sesta ora del venerdì. Arte.  E Letizia non potrebbe chiedere niente di meglio. Adora quella materia, adora il fatto di come il colore su una tela riesca a trasmettere così tante emozioni, adora scoprire cosa volessero dire in realtà i pittori celebri con quei paesaggi, quei ritratti che ricordano tempi ormai passati…
Un leggero sbadiglio alla sua destra la fa tornare con i piedi per terra. Non ha bisogno di voltarsi per capire chi abbia avuto il coraggio di disturbare la sua attenzione, sa già chi è stato.
«Almeno la prossima volta, cerca di farlo meno rumoroso.» bisbiglia ridendo sotto i baffi.
«Spiegami come faccio, se la voce di quella donna è soporifera?» risponde il biondo strofinandosi gli occhi stanchi. Ha dormito poco la notte passata, ed ora ne sente le conseguenze.
La mora sorride di nuovo e torna a seguire la lezione.
Con Luke è sempre così, sono troppo diversi per avere qualche punto in comune, eppure è proprio grazie a questo che sono riusciti a trovarsi e a creare un’amicizia solidissima, un’amicizia che dura da ben tredici lunghissimi anni. Tredici anni di momenti bellissimi passati insieme, combinando le cazzate più improbabili, beccandosi tante – forse troppe – ramanzine dai signori Hemmings e da Ashton. Però sono stati gli anni migliori della sua vita, anni che lui e Letizia hanno condiviso anche con Calum.
Perché i tre si sono conosciuti lo stesso giorno. Ed è stato in una circostanza davvero strana.
Era estate, e Letizia voleva prendere un gelato con sua mamma. Solo che davanti al gelataio c’era veramente troppa fila e la mora aveva paura di non riuscire a prenderne uno. Un bambino biondo accanto a lei, incuriosito, le si era avvicinato. «Se vuoi, passa avanti. Tanto a me il gelato non va oggi.» le aveva detto con voce squillante facendo sorridere la bambina, che lo aveva ringraziato ed era passata avanti.
Solo che pochi minuti dopo, anche un bambino moro le si era avvicinato e le aveva riservato un’occhiataccia. «Hai barato! Sei passata avanti, non è giusto!» le aveva urlato contro, veramente arrabbiato, spaventando la piccola a morte.
A quel punto però il bambino biondo era intervenuto ed aveva sistemato la situazione.
Così, cinque minuti dopo, i tre si erano ritrovati a giocare al parco, mentre le loro madri sedevano tranquille sulla panchina davanti ai loro figli.
E a quel ricordo, che le scalda il cuore ogni volta che fa capolino tra i suoi pensieri, Letizia non riesce a non sorridere, ed ogni volta ringrazia sempre la curiosità di Luke e l’incazzatura di Calum di quel pomeriggio.
«Che hai da ridere ora?» le chiede il biondo facendola tornare con i piedi per terra. E lei potrebbe rispondergli con una frase alla cazzo, potrebbe tranquillamente dirgli di farsi un po’ di fatti suoi, potrebbe anche far finta di no aver sentito. Potrebbe.
Ma quel ricordo l’ha addolcita così tanto, che non se la sente di trattare il suo migliore amico come al solito.
«Mi era venuto in mente il giorno che ci siamo conosciuti, noi tre… Te lo ricordi?»
A quella domanda, anche Luke si ritrova a sorridere. Perché neppure lui potrebbe dimenticarsi di quella bambina piccola e timidissima e di Calum, migliore amico fin dalla nascita, che le urlava in faccia veramente arrabbiato.
«Non la dimenticherei per nessuna ragione al mondo!» le risponde, facendo spuntare sui loro visi un bellissimo sorriso, uno di quelli che loro due si concedono pochissime volte, un sorriso che dimostra loro quanto affetto provino l’uno per l’altra.
Solo che Letizia, con il suo occhio da fotografa, un occhio troppo esperto per farsi scappare anche i dettagli più microscopici, capisce che il biondo ha qualcosa che non va. Glielo dimostra il suo sguardo assente, i piedi stranamente fermi sotto il banco ed il fatto che la sua mano stia lasciando degli strani disegni con la penna sulla pagina completamente bianca del suo quaderno.
 
«Luke, cosa c’è oggi? Qualcosa non va?» chiede Letizia al suo migliore amico, durante la pausa pranzo, che loro due e Cal passano solitamente sul tetto della scuola, come quel giorno.
La mora si preoccupa subito quando vede il biondo giù di morale, perché quel ragazzo sempre sorridente e sempre attivo pochissime volte è giù di corda e generalmente, quando lo è, si tratta di cose gravi. E lei sa anche che, se non gli chiedesse niente, lui non si aprirebbe minimamente con lei, per non pesarle troppo.
Ma non quel giorno. Quel giorno è veramente troppo preoccupato per poter rimanere in silenzio. E non impiega troppi secondi a sfogarsi con l’amica.
«Domani Vane ed io facciamo un anno...»
«Scherzi?!» esclama l’amica.
Perché le sembra solo ieri quando Luke, per aiutarla a matematica, era andato da lei l’anno prima ed aveva conosciuto Vanessa. Poi va beh, da cosa nasce cosa e…
«Che si dice di nuovo, compari?» esclama Calum, spezzando l’atmosfera e sedendosi accanto alla mora circondandole le spalle con le braccia.
Automaticamente gli occhi della ragazza vanno a quelli blu del suo migliore amico, che non ha bisogno altro per capire e «Cal, lascia Leti, che me la rovini. Voglio tenerla un po’ io.» dice, abbracciando la sua migliore amica e sottraendola dalla stretta dell’altro che li guarda sorpreso.
«Di che parlavate?» chiede Cal, cambiando argomento.
«Domani i nostri piccioncini preferiti fanno un anno!» esclama felice Letizia. Felice sul serio per Luke, perché sa quanto Vanessa lo faccia stare bene - benché lei quella bionda proprio non riesca a sopportarla – e felice anche per il fatto che Vanessa sta con il biondo, e non con Calum.
Proprio quest’ultimo, a sentire quelle parole, si sente venir meno, perché non si sarebbe mai aspettato che il tempo fosse scorso così velocemente, senza dargli neppure un’opportunità con Vanessa. Però cerca di non pensarci, cerca di fare come se la sua cotta per quella ragazza bionda non esistesse.
Letizia, sempre attenta, nota quanto il moro sia in difficoltà. E, senza troppi complimenti, infila il dito nella piaga. «E cosa hai intenzione di regalarle?»
Luke, che ha capito il gioco della mora, la aiuta. Perché lui sa della cotta stratosferica che Letizia ha per quello stupido di Hood e proprio non riesce a capire perché il moro ancora non lo abbia notato perché – diciamocelo – Luke vede veramente troppo bene quei due insieme. Lo ha sempre pensato e tutt’ora quel pensiero continua a rimanere un chiodo fisso.
«Sinceramente, ho pronto un anello già da un po’.» spiega il biondo. Solo che questa cosa è vera, non è semplicemente per aiutare la sua amica a far ragionare il moro.
Proprio quest’ultimo non riesce a crede alle parole che ha appena sentito.
Un anno di fidanzamento. Regalo. Anello.
No, per Cal è troppo, non ce la fa. Si sente completamente annientato dalla situazione e non riesce a spiccicare neppure una parola, da quanto i suoi pensieri sono oppressi e confusi. Però cerca di non dar a vedere assolutamente niente, cerca di restare calmo e di non scoppiare, solo che alla fine «Non credi sia troppo eccessivo?» sbotta, dando voce ai suoi pensieri.
E Letizia lo intuisce, capisce che Cal non sta bene. Lo vede dai suoi occhi spenti, assenti, dalle mani che si torturano, dal petto che si alza e si abbassa leggermente più veloce del solito. La mora vorrebbe aiutarlo, Calum, lo vorrebbe con tutto il cuore. Ma se aiutarlo in un momento simile, significa spingerlo sempre di più verso Vanessa, Letizia non ci sta, proprio non riesce a muovere neppure un muscolo verso il suo migliore amico.
«Ma che dici? Dopo un anno che si sopportano dovranno pur premiarsi no?» continua quindi, infierendo, cercando di far capire al suo migliore amico che sta sbagliando tutto.
«Sai che non ci avevo proprio pensato a questa cosa?» esclama Luke, divertito dal commento della mora. «Però, dai, ammettilo: se il tuo ragazzo ti regalasse un anello per l’anniversario, non saresti felice? Voglio dire, è un modo come un altro, un modo un po’ costoso, per dire che tengo a lei.»
Ma Letizia non ha prestato attenzione alla fine del discorso, perché i suoi pensieri si sono ancorati a quella domanda che Luke le ha rivolto. Perché sì, Letizia sarebbe veramente troppo felice di ricevere un anello dal suo ragazzo che ama, perché per lei quel piccolo cerchio di metallo significa fiducia, legame, significa unione. E subito, il viso di Cal diventa il suo unico pensiero.
Solo che deve smetterla di pensare al moro in continuazione. Ha tantissime altre cose per la testa, oltre a lui che – anche con la minima cosa – riesce a mandarla completamente nel pallone tutte le volte.
«Però non pensare ai soldi. Pensa a quanto la farai contenta!» esclama la ragazza, tornando con la testa sulla terra e continuando la conversazione.
Solo che quelle parole sorprendono entrambi i ragazzi.
«Scusa, mi spieghi perché tutt’ad un tratto sei diventata così elettrizzata per Vanessa?» chiede Cal, che quel giorno proprio non riesce a capire l’amica. La sente distante, fredda, e non riesce a capirne il perché.
«Beh? Non posso essere felice per il mio migliore amico?» risponde lei scocciata. In fondo quella è la verità: Leti è felicissima per Luke, anche se di Vanessa non le importa assolutamente niente.
E Cal si sente di nuovo con le spalle al muro, si sente oppresso dalla verità: Vanessa sta con Luke ed ama il biondo. Quindi perché dovrebbe interessarsi ad uno come Hood?
«Spero solo che le piaccia…» mormora Luke, attirando l’attenzione di entrambi.
«Il regalo intendi?» chiede la mora, sorridendogli e facendolo annuire.
«Tranquillo, non hai motivo di preoccuparti.» commenta il moro, giusto per non sembrare strano agli occhi del suo migliore amico ed attirando su di sé lo sguardo sorpreso della mora.
Perché Letizia proprio non si sarebbe mai aspettata il comportamento di Calum in quella situazione. Si sarebbe immaginata il mutismo assoluto, o magari un’incazzatura con i fiocchi o altro, ma non avrebbe mai pensato che il moro potesse comportarsi così, come se niente fosse.
Ma Letizia non sa che Calum sta facendo tutto questo solo per non destare sospetti nel loro amico. Perché, anche se gli costa ammetterlo, sa di doversi fare da parte e lasciar stare Luke e Vanessa. Ma proprio non ci riesce, a togliere il pensiero della bionda dalla sua testa. È più forte di lui.
Intanto Luke, che non ha notato assolutamente niente come suo solito, si sta ancora scervellando ad alta voce per sapere dagli altri due dove potrebbe portare Vanessa il giorno seguente.
«Portala al mare.» dicono alla fine Calum e Letizia, insieme, voltandosi subito dopo verso l’altro e guardandosi con una strana espressione sul viso.
Luke, che ha osservato tutto con molta attenzione, si ritrova a sorridere.
Perché vorrebbe tantissimo che Cal si accorgesse dei sentimenti che Letizia prova nei suoi confronti. Perché quei due, Luke, li vede veramente troppo bene insieme.
«E vada per il mare.» commenta, lasciando che il cuore e la mente vengano nuovamente invasi dal pensiero della sua ragazza, l’unica persona che – come i suoi amici - mai e poi mai si sognerebbe di ferire.
 
Vieni in casetta gialla, ti aspetto lì. Se non arrivi potrei rapirti dal turno in discoteca questa sera. Xx Luke
 
Così dice il post it verde appeso fuori dalla porta di camera sua.
Vanessa sorride, prendendolo tra le mani e rileggendo con più attenzione quello che c’è scritto: quella calligrafia non la confonderebbe con nessun’altra al mondo, quel tratto deciso, quella solita penna blu, nessun ghirigoro, linee secche e striminzite, la calligrafia del suo ragazzo che solo lei riesce a decifrare.
Casetta gialla.
Lei sa bene cosa significa, quella casetta l’ha vista diverse volte l’estate appena passata: è la casa in spiaggia che la famiglia Hemmings possiede, un piccolo paradiso vicino al mare, due piani, semplice, con un panorama da far invidia a chiunque, il mare, la sabbia e sul retro un bellissimo paesaggio verde, la casa che si sogna, la casa che si vede nei film.
Però adesso che ci pensa, non fa un tantino freddo per il mare?
Scrolla le spalle, deve raggiungerlo il prima possibile, il turno della discoteca inizia alle dieci, sono le tre del pomeriggio, non hanno troppo tempo e lei lo sa bene, si devono godere quelle poche ore insieme per quel giorno tanto speciale, non deve perdere ulteriore tempo.
 
A momenti se lo stava pure dimenticando quel pacchetto regalo che teneva sul sedile del passeggero, ma ha davvero la testa da un’altra parte in questo momento: ha letteralmente passato ogni singolo minuto di quel tragitto in macchina a pensare all’anno appena trascorso con Luke.
Le sembra quasi strano, già un anno insieme, decisamente la sua relazione più lunga, e chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stata con un ragazzo più giovane di lei? Vanessa non di certo.
Se deve essere sincera, ha sempre pensato di essere fatta per i ragazzi più grandi, quelli “maturi”, quelli che hanno più sale in zucca, quelli che per vivere lavorano tutto il giorno e hanno già salutato i libri, la scuola e mamma e papà da un bel pezzo; un po’ come lei, lei che non ha esitato un solo secondo a lasciare casa Clifford per trasferirsi a casa di Ashton, lei che non ha esitato un solo secondo ad accettare quel lavoro in discoteca, riuscendo così a pagarsi la retta per quella facoltà di Letterature straniere che i suoi genitori tanto disprezzavano: i signori Clifford, d’altronde, ponevano in lei tutte le loro speranze, dato che sembrava l’unica figlia in grado di mantenere alto l’onore della famiglia, l’unica in grado di iscriversi all’Università, l’unica a dimostrare intelligenza e testa sulle spalle.
Ma… proprio non se l’aspettavano la facoltà di Letteratura: magari Medicina, magari Ingegneria ma non quella schifezza che non serve a niente.
Ma, purtroppo, Vanessa, come tutti i Clifford, ha ereditato il gene della testardaggine e non ha davvero esitato un solo momento ad inseguire i suoi sogni più veri, i sogni a lei più cari, sogni che nessuno, nemmeno la sua famiglia, poteva sopraffare.
Ed eccola lì, ora, vent’anni, un lavoro, la sua Università… e Luke.
Luke non se lo sarebbe mai aspettato nella sua vita, un ragazzo così giovane e bello, il classico ragazzo che pure lei definisce “bello della scuola”, il più popolare che è andato proprio ad innamorarsi di una come lei, che di popolare non ha proprio nulla.
Credeva di odiarli, ad essere sincera, quelli come lui, credeva davvero di non innamorarsi mai di gente di quel tipo, per il semplice motivo che lei, al liceo, non veniva minimamente calcolata da quel genere di persone.
Non che la maltrattassero o altro, ma semplicemente lei non esisteva ai loro occhi: loro erano bellissimi e talentuosi, pieni di soldi, pieni di arroganza e fiducia in loro stessi.
Mentre lei… lei era solo una tra mille, non una nerd, non una diva, semplicemente parte del corpo studentesco: carina, dai capelli biondi e due occhioni blu, un corpo snello ma non atletico come quello di una cheerleader, brava a scuola, ma la sua media era nella norma, con qualche insufficienza nelle materie scientifiche tipo biologia e chimica, voti particolarmente alti nelle letterature, ma niente di così esaltante, un carattere tranquillo, socievole con le persone che voleva lei, non voleva far colpo su nessuno, era solo… una su mille, e in pochi si interessavano a lei, ma mai per troppo tempo.
Tutti sembravano stancarsi facilmente di una come lei, tutti sembravano trovare sempre qualcosa di meglio e questo, la portava solamente a diventare più selettiva, come se scegliesse a modo le persone di cui fidarsi davvero, nella speranza di non dover starci sempre così dannatamente male.
E Luke è… letteralmente comparso all’improvviso nella sua vita, senza chiedere il permesso di entrarci, è successo e basta e lei non sa proprio come spiegare il perché.
Suo fratello, in compenso, continua a chiederle chiarimenti a riguardo, dato che lui, quello lì, non lo vuole proprio tra i piedi, non lo vuole vedere vicino a lei, senza sforzarsi minimamente di capire, capire che lei è felice davvero, così felice che non sa neanche spiegarlo.
Sobbalza, sul sedile della sua macchina, quando sente qualcuno bussare al suo finestrino: un paio di occhi azzurri che la fissano, un sorriso così bello che si sente arrossire e le mani fredde.
«Prendi sonno, piccola?» la interroga un Luke in maglioncino di lana, le braccia conserte sul petto, il vento che gli muove i capelli biondi e gli fa diventare il naso rosso.
Vanessa si affretta a prendere tutto quello che ha portato, scendendo dalla macchina e trovandosi faccia a faccia con lui, in silenzio, come se non sapesse proprio cosa dire in questa situazione.
«Ehm… come si dice in questi casi? Buon anniversario!» esulta lei, facendo sorridere divertito il ragazzo che la sta fissando dall’alto al basso con occhi teneri.
Lui, poi, l’avvolge tra le sue braccia «Buon anniversario, piccola» sussurra dolcemente, sentendola aggrapparsi di più a lui, sentendola così insicura in quel momento, perché per lei è una vera e propria prima volta.
«Prendo il cappotto e… che ne dici di una passeggiata in spiaggia?» propone lui, facendole inarcare un poco il sopracciglio.
«Non credi faccia un po’ troppo freddo?» lo rimprovera, mentre lui comincia a lamentarsi sul suo modo così crudo di rovinargli i piani romantici.
«Voglio solo stare con te, io…» balbetta lei, mentre lui la guida dentro casa «Vorrà dire che il tramonto lo vedremo dal salotto» conclude lui, baciandole i capelli «Poi, meglio così: voglio vedere cosa mi hai comprato!» e la voce di lui sembra quella di un bambino alla vigilia di Natale.
«E chi ti dice che ho comprato qualcosa per te?» lo prende in giro lei, alzandosi in punta di piedi per potergli rubare un bacio.
«Hai già risposto.»
 
Ed effettivamente, il tramonto dal salotto è uno spettacolo stupendo e pure comodo, dato che siedono sul divano, Vanessa tra le gambe di Luke con la schiena sul suo petto, la coperta che scalda i loro corpi, le loro mani che si sfiorano lentamente mentre le loro iridi si lasciano incantare da quei colori così belli e quasi surreali.
«Se devo essere sincera, un anno fa non avrei mai creduto di essere qui, ora, con te» confessa Vanessa, sentendo la presa di Luke un po’ più stretta sul suo corpo.
«Sinceramente, neanche io. Credevo che Michael mi uccidesse prima.» fa dell’ironia lui, facendola sorridere tenera, mentre si volta e lascia che lui appoggi nuovamente le labbra alle sue.
«Chi l’avrebbe mai detto. È successo tutto così… per caso» sussurra lei, mentre lui va a coprire le sue parole con baci sempre più lunghi, mentre nelle loro menti prendono vita delle immagini lontane, più di un anno prima, quando ancora non si conoscevano, quando le loro vite erano ancora su due parallele, destinate, però, ad incontrarsi.
 
Ed è estate, quando Luke ha deciso di andare a casa di Letizia per darle una mano in matematica, scuola finita da poche settimane e la sua amica che necessitava di ripetizioni, dato che quella sufficienza le è stata data per miracolo.
Sono in camera della piccola Irwin, quel pomeriggio, intenti a svolgere qualche espressione che lei sembra proprio non capire, la penna stretta tra le dita, gli occhi di chi non ne può più, mentre Luke la fissa benevolo, tentando di suggerirle la risposta corretta, facendo innervosire ancora di più la sua amica perché «Cazzo! Perché a me non viene così spontaneo?» e facendolo sorridere divertito.
Fa caldo fuori, neanche un po’ di vento dalla finestra, il cervello di Letizia che non ne può più, tanto che, dopo un’ora sopra tutti quei numeri, sbotta «Vado a prendere qualcosa da bere, o moriremo» dice, mentre Luke annuisce e comincia a stiracchiarsi un po’.
La mora sparisce al piano di sotto lasciandolo solo, resta in piedi in quella stanza ad osservare le fotografie che Letizia ha appese qua e là, quando, buttando l’occhio fuori dalla porta, la curiosità di esplorare quella casa così grande ha il sopravvento: ha notato da sempre le altre porte di quel corridoio, sa benissimo che ci sono altre camere, oltre a quelle dei fratelli Irwin, perché Ashton ha messo in affitto le due stanze rimanenti a due fratelli, i fratelli Clifford, lui diciotto anni –se non ricorda male- e lei diciannove, i nomi neanche se li ricorda, non li ha mai visti in quella casa, nonostante si siano trasferiti lì da qualche anno, ma Letizia gliel’ha spiegato: Vanessa studia all’università, torna a casa solo per cena e per dormire, mentre suo fratello… ama cazzeggiare in giro per il quartiere.
È quindi naturale non trovarli mai ma, Luke, deve ammettere a se stesso, che un po’ di curiosità ce l’ha eccome, ed è per questo che, ora, sta gironzolando per il corridoio, buttando l’occhio per impicciarsi un po’ della vita dei Clifford.
La camera del ragazzo –o almeno deduce sia del ragazzo, visto il poster dei Blink 182 appeso sulla porta-, purtroppo, è chiusa, forse a chiave, forse no, ma Luke teme ad aprirla, perché magari c’è qualcuno dentro, e proprio non se la sente di fare figure di merda; quella di lei, invece, è aperta.
Sulla porta della camera sono appese delle lettere in legno, colorate, il nome “Vanessa” che compare ai suoi occhi, quel nome lo ripete mentalmente e deve dire che… sì, è un nome carino, molto particolare, non si sente tanto in giro, e quasi fosse sotto ipnosi, passa oltre, entrando nella camera con un passo lungo e azzardato.
E qui, crolla un po’ il mito della “ragazza ordinata”, perché questa camera è un autentico casino: la sedia piena di vestiti, il letto ancora da rifare, la scrivania sommersa da così tanti libri e fogli che neanche si vede più. L’armadio tappezzato di foto, che catturano subito la sua attenzione, un profumo dolciastro che si fa sentire subito, come se qualcuno lo avesse appena spruzzato.
Le foto ritraggono principalmente due figure: una ragazza bionda, occhi blu, che si abbraccia con un ragazzo, dai capelli di mille tipi, dal verde al rosso, dal viola al blu, grandi occhi verdi e un piercing che proprio non si può non notare; riconosce pure la figura di Ashton qualche volta, ma mai con la stessa frequenza del ragazzo dai capelli color dell’arcobaleno.
Che sia il suo ragazzo?
Probabile, perché no? compare in ogni singola foto.
E un colpo di tosse forzato quasi lo uccide di spavento.
«E… tu sei?» chiede la ragazza dalla coda alta che sta alla porta, intenta a fissarlo e ad incenerirlo lentamente: niente meno che la ragazza delle foto, niente meno che la proprietaria della camera.
«Cazzo.» e l’unica cosa che esce dalla bocca di Luke, imbarazzato a morte per l’enorme figuraccia.
«Scusami, scusami. Me ne vado» si affretta a dire, per poi correre nuovamente in camera di Letizia, dove lei è già dentro, gli occhi di chi si stavano chiedendo dove si fosse cacciato, e il viso di Luke che diventa rosso tutto d’un colpo.
«Ho fatto una figura di merda con la tua coinquilina.» riesce a dire soltanto, non rendendosi conto di aver appena dato il via all’inizio di una lunga storia, la loro.
E poi, come piace dire Letizia, da cosa nasce cosa e tutto è nato per caso.
Luke che, deve ammetterlo, si è invaghito di quella bionda, non riesce proprio a togliersela dalla testa, tempesta Letizia di domande su di lei, sul suo lavoro, su quel ragazzo dai capelli dei mille colori.
Verrà felicemente sorpreso, nello scoprire che quel tipo dai capelli strani non è altro che suo fratello Michael e non il suo fidanzato, come lui aveva ipotizzato, e verrà ancora più sorpreso dal fatto che Letizia, un giorno, gli si è avvicinato e «Vanessa… ha chiesto di te.» facendogli saltare il cuore in gola dalla felicità, perché pure lui è riuscito a rubare un posto nei suoi pensieri.
E poi l’amore è strano, poi quei messaggini scambiati fino a tarda notte si sono evoluti in chiamate dalle durate più assurde, poi ci sono le uscite, le mani che si sfiorano tra di loro, il coraggio di intrecciare quelle dita morbide tra di loro, il coraggio di portarle un braccio attorno alle spalle e camminare così.
Il coraggio di non arrossire più e avvicinare i loro visi, lasciando che le loro labbra abbiano il ruolo di condurre il tutto, lasciando che le loro lingue si sfiorino lentamente, lasciando che tutte quelle emozioni di mescolino e abbiano libero sfogo, lasciando che tutto li avvolga così, quasi prepotentemente, fino a farli arrivare a quel «Quindi stiamo insieme, allora» balbettato da lui un anno fa, ufficializzando così, un rapporto che tutti invidiano, perché davvero troppo perfetto per essere eguagliato, troppo perfetto per essere reale, troppo perfetto e così pieno di sentimenti che sembra quasi non sfumarsi mai nell’ordinarietà.
 
«Cioè, tu credevi che Mike fosse il mio ragazzo! Che schifo, Luke» lo prende in giro Vanessa, ora che si trova distesa sul divano, reduce da un solletico estremo, come punizione per aver deriso quell’ipotesi fatta dal biondo.
Luke le sta sopra, tentando di non schiacciarla, baciandola sul collo e facendola rabbrividire.
«Avevi mille foto con lui, scusa se l’ho ipotizzato!» le morde appena il lobo destro, lasciando che lei avvolga le sue braccia al suo collo.
«Luke…» quasi ansima, sentendo la mano di lui passarle sotto la maglia, lo sente accarezzarle la pelle lentamente, rabbrividisce e si sente quasi arrossire.
Gioca anche lei con il suo maglioncino, lo alza il più possibile, fino a quando lui le dà una mano per toglierlo definitivamente, ritrovandosi a petto nudo sopra di lei, lasciando che quell’oggetto penzoli dal suo collo, attirando l’attenzione di lei.
«Ma che bella collana, Hemmo. Nuova?» sorride, mentre lui la priva a sua volta della maglietta bianca.
«Già, me l’ha regalata una tipa. Perché è un anno che la sopporto.» la prende in giro, tornando a baciarle il petto, provocandole brividi che lei ama davvero.
«Carino da parte sua, la conosco?»
«Credo di sì, è la persona più importante che ho»
E le mani di lui stanno giocando con la zip dei pantaloni di lei, se ne libera in fretta, lasciando anche a lei la possibilità di fare la stessa cosa su di lui.
«E tu, Vane, che bello questo anello d’oro, nuovo?»
«Già, me l’ha regalato il ragazzo più pazzo al mondo, non me lo merito neanche un po’»
E le loro labbra si cercano, le loro lingue si assaporano più a lungo.
«Ah sì? Beh, se te l’ha regalato, vuol dire che ci tiene a te»
E lei sorride, quella farsa è così stupida.
E le mani toccano le loro pelli, liberano i loro corpi di ogni indumento ingombrante, lasciano uscire dalle loro labbra gemiti leggeri che sentiranno solo loro, lasciano che i loro corpi si uniscano lentamente, come a non voler smettere mai.
«Ti amo, Luke. E sei un pazzo a fare regali del genere.»
«Ti amo, Vane, più di quanto tu possa immaginare.»






Nati
Ciao bellissimi!!!! Scusate, davvero, scusate tanto per questo piccolo (?) ritardo, ma ieri proprio avevo così tante altre cose sia da fare che per la testa che alla fine mi sono dimenticata dell'aggiornamento (sì, sono Letizia, povera me :/). Spero che non ricapiti più una cosa simile :/.
Ma parliamo di questo nuovo capitolo, che forse è meglio u.u, che di cose ne succedono, come al solito ;).
Prima di tutto, si conosce la storia che unisce Leti, Luke e Cal, il trio dei più piccoli di tutto il gruppo. Sono o non sono dei topini dolcissimi??? Awww, piccolini loro, mi sciolgo *^*.
Cal e Leti, ahahah, lui che si era arrabbiato e lei poverina che si è un po' spaventata *^*. Il rapporto tra la mora ed il biondo è invece totalmente diverso, però sempre skdbfkjd. Diciamo che i diversi rapporti che Letizia ha con entrambi i ragazzi sono due delle tante facce dell'amicizia tra maschi e femmine ;). Quale preferite di più??? *^*
E poi... Luke e Vane festeggiano un anno insieme!!!!!! Awww, ma sono o non sono la cosa più bella e più dolce di questo mondo??? La nostra bella Nanek non si smentisce proprio mai, eh? Belli, davvero belli.
I regali, i ricordi, la serata passata in pratica sulla spiaggia, tutto perfetto *^*. Che cosa ne pensate dei nostri due biondi??? Dai dai, fatevi sentire che siamo curiose!!!!
Detto questo, scappo e vado ad aggiornare Inegnami a vivere (mentre domani aggiorno Inatteso, solo perchè non sono riuscita a finire in tempo il capitolo e anche se mi manca poco non credo di farcela a postare in tempo).
Grazie per ogni cosa, sul serio, per visite | recenisioni | preferiti | ricordati | seguiti. Siete dolcissimi e noi vi ringraziamo dal più profondo del cuore! <3
A mercoledì prossimo, sicuramente in orario ;).
Bacione e grazie ancora, Nati <3

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Capitolo 5
*** 5 . Double trouble ***


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5. Double trouble
 
 
 
«Non ci posso credere!» mormora Letizia infastidita, mentre osserva l’ennesimo vestito nero per la festa che – finalmente – si terrà a casa Irwin quella stessa sera. Infastidita perché a fare shopping insieme a lei, quel pomeriggio, non c’è solo Calum. A fare compagnia ci sono anche Luke e Vanessa. E la mora non potrebbe sopportare un pomeriggio come quello, a vedere la bionda che è perfetta con qualsiasi abito indossi, con quel suo sorrisino sempre stampato su quel visino un po’ pallido, ma sempre perfetto.
Sospira e mette a posto anche quel vestito, veramente troppo corto per i suoi gusti, e va nel reparto successivo, osservando con la coda dell’occhio Calum, che guarda indeciso ben tre modelli di camicie bianche. Letizia si ritrova a sorridere, all’espressione del moro: un’espressione buffa, gentile, dolce, da bambino, quel bambino che alla ragazza è sempre piaciuto, in qualsiasi modo e situazione.
Scuote la testa e, quando Luke le si avvicina per salutarla con un bacio veloce sulla fronte, lei dà finalmente il via libera al suo sfogo.
«Ti prego, spiegami cosa cazzo spiega fare una festa a tema? Tema black and white, per giunta?» esclama, prendendo in mano quel vestito che stava cercando praticamente da tutta la vita – nero, con la fasci, la gonna ampia che arriva poco sopra il ginocchio ed il bordo di pizzo in fondo.
Luke sorride divertito dalla reazione dell’amica e le scompiglia un po’ i capelli. Lei gli sorride e torna ai suoi vestiti, tenendo sempre sotto controllo ogni movimento del moro. Il biondo, che nota quanto l’amica sia persa per Calum, si schiarisce un po’ la voce, attirando la voce della ragazza.
«Perché non glielo dici?» chiede, e Letizia rimane spiazzata per un istante a quella domanda inaspettata, poi abbassa la testa, sentendo gli occhi iniziare a pungerle un po’, mentre il cuore protesta come al solito, per tutto il male che riceve.
Luke si pente subito di averle fatto quella domanda, e cerca in qualche modo di rimediare, per quanto sia possibile. «Ehi Leti, scusami...»
Allora la ragazza punta i suoi occhi un po’ lucidi in quelli dell’amico, sospirando e tirando in su col naso.  «Tranquillo Lukey, è tutto ok… Non potrei mai dirglielo perché ho troppa paura di perderlo. Non ce la potrei fare senza di lui.» gli spiega, tornando ad essere quella di prima, nascondendo la sua rassegnazione in angolo remoto del suo cuore.
Il biondo annuisce e, sentendo la voce di Vanessa che lo chiama, dà un ultimo bacio sulla fronte alla mora, alla sua piccolina, e torna dalla sua ragazza.
Intanto, dalla parte opposta della sala, Calum ha osservato tutto, sentendo una leggera stretta al cuore. Da una parte causata dalla bionda e da tutti i vestiti mozzafiato che ha provato e che le stavano uno meglio dell’altro, facendogli completamente perdere la testa; dall’altra Luke e Letizia.
Luke, perché il moro si sente veramente un verme, si sente una merda a provare quei sentimenti verso la ragazza del suo migliore amico, sentimenti che, nonostante tutto, lui proprio non riesce a controllare e che lo stanno facendo veramente impazzire.
Poi c’è Letizia. E qui gli si apre una voragine nel petto. Perché da un po’ di tempo lui la sente distante, e spesso gli capita di non riuscire più a capirla con solo uno sguardo. Sente che la sua migliore amica gli sta lentamente scivolando dalle dita, e lui non sa come riuscire a tornare quelli di un tempo, i due migliori amici inseparabili, uniti contro tutto e tutti.
Ed ecco perché, attualmente, invidia il suo migliore amico. Perché il biondo non solo sta con la ragazza che Calum sogna una notte sì e l’altra pure, ma anche perché Luke riesce a capire Letizia meglio di chiunque altro, è lui quello che la va ad abbracciare se ha il morale a terra, è lui che la calma se si incazza, è lui che riesce a farla ridere anche con una delle sue pessime battute.
E la cosa strana è che prima, tutte queste cose, era Calum a farle, in un certo senso. Era lui quello sempre in prima fila per Letizia, era lui il primo che correva a casa Irwin se lei stava male, era lui quello che c’era sempre stato. Appunto, era. Ora non lo è più, e non riesce a spiegarsi il perché.
Gli manca terribilmente tanto la sua migliore amica, la sua risata, i suoi occhi seri, le loro telefonate nel bel mezzo della notte, i loro momenti insieme. Gli manca Letizia, e vorrebbe soltanto che tutti tornasse come prima…
Sospira, il moro, e mette a posto la sua camicia bianca, spostando lo sguardo su Luke e Vanessa, intenti a farsi le coccole, a giocare come quella coppietta felice quale sono.
Vedendo i volti felici della bionda e dell’amico, Calum si sente ancora più merda di prima.
Sposta il suo sguardo per tutta la sala, cercando di non pensare più a niente. Ma i suoi occhi incontrano quelli sorpresi e tristi di Letizia, che lo saluta con un lieve cenno della mano. E qui sul serio vorrebbe scavarsi la fossa da solo. Perché la sua migliore amica è lì, davanti a lui, tutta sola, con quello sguardo perso e distrutto che lo uccide.
Allora, senza pensarci un secondo di più, lascia stare le camicie, lascia stare Luke, lascia stare Vanessa, lascia perdere tutto e tutti. Si mette a camminare veloce, così veloce per raggiungere il prima possibile la mora, che lo osserva confusa.
«Scusami, Leti.» sussurra Calum, con il fiato corto, prima di stringere il corpo magro dell’amica in un abbraccio che entrambi aspettavano da troppo tempo. Perché anche alla mora era mancato parecchio quel ragazzo. Le era mancato troppo.
E lei sa che lui le sta chiedendo scusa per non esserci stato, per essersi allontanato. Anche se alla fine però è colpa di entrambi. Ma Letizia non ci pensa, lascia stare questo piccolo dettaglio, lascia stare l’amore di Calum verso Vanessa. Mette da parte tutto.
Ed è in quell’abbraccio che entrambi ritrovano quella parte che avevano perso.
 
«Charlie, sicura che sto bene?» domanda Letizia, osservandosi per l’ennesima volta allo specchio, per niente convinta di quello che ha indosso.
«Quante volte devo ripetertelo? Sei fantastica stasera, e se Cal non si accorge di te, è proprio un allocco!» esclama la ragazza rossa seduta sul letto a gambe incrociate, guardando soddisfatta la mise della mora.
Certo che Charlotte Williams – vent’anni, capelli rosso fuoco, occhi intensi, grandi e verdi, un fisico che se lo sognerebbero pure sulla luna – proprio non riesce a capire l’insicurezza della mora. È troppo carina, e la rossa sa che, se Letizia si è vestita in quel modo, lo ha fatto solo per Calum.
La mora annuisce convinta e si volta verso la sua migliore amica, sorridendole dolce.
«Grazie Charlie!» esclama abbracciandola stretta stretta.
E la maggiore si ritrova a sorridere, a causa di quella piccola ragazza mora che le migliora sempre le giornate, fin da quando si conoscono. Perché Charlotte e Letizia condividono praticamente tutto, da quando la minore era appena nata.
Tutto era nato a causa di Ashton. La rossa e il riccio si erano conosciuti all’asilo. E fin da subito quella bambina dai capelli rossissimi e dagli occhi grandi e verde smeraldo aveva attirato l’attenzione del riccio che, a sua volta, grazie alla sua risata, ai suoi occhi luminosi, aveva incuriosito immediatamente la rossa. Ben preso erano diventati amici inseparabili, amici per la pelle nel vero senso della parola, facendo sempre tutto insieme, senza lasciarsi mai.
Un giorno stavano tornando a casa del bambino, in macchina col signor Irwin, quando lui ricevette la chiamata dall’ospedale che lo informava della nascita del suo secondo genito. Ben presto i due bambini si erano ritrovati nella stanza della signora Irwin – perché il papà di Ashton proprio non ci aveva pensato a portare Charlotte a casa -  che teneva tra le braccia una bellissima e piccolissima bambina, dagli occhi grandi e le manine paffute.
«Ash, lei è la tua sorellina. Vorresti darle il nome tu?» aveva chiesto la donna al bambino, che subito aveva sorriso felicissimo ed aveva guardato Charlotte in segno d’aiuto.
«La parola strana che ci ha detto la maestra oggi!» gli aveva suggerito l’amica, con un sorriso che le arrivava fino alle orecchie, perché era felicissima di trovarsi lì, con il suo migliore amico, e di vedere quella piccolina.
Lui aveva annuito e «Letizia è bello!» aveva risposto con la sua vocina squillante.
Ed ora eccole lì, Charlotte e Letizia, amiche da una vita, che si tengono strette, perché – nonostante i tre anni che le separano anagraficamente – nessuna delle due potrebbe mai fare a meno dell’altra.
«Grazie Charlie, sei veramente unica!»
La maggiore sorride e si alza, prendendo la tracolla nera. «E di che? Sai che lo faccio con piacere!» risponde avviandosi alla porta, seguita dalla minore che fa fatica a reggersi su quegli odiosissimi tacchi perché - accidenti a lei – su quelle scarpe lei proprio non sa camminare! Solo che la sua migliore amica gliele aveva consigliate vivamente, e alla fine la mora aveva ceduto.
«Peccato che tu debba badare a quei marmocchi proprio stasera.» commenta Letizia, riferendosi al lavoro da babysitter che fa Charlotte per pagarsi la retta dell’università – dove lei, Ashton e Vanessa frequentano gli stessi corsi.
«Dispiace anche a me. Mi sarebbe proprio servita una serata di puro divertimento.» esclama la rossa ed - involontariamente - va a finire proprio addosso ad Ashton, che subito la abbraccia stretta.
Letizia sorride maliziosa e «Beh, buon lavoro allora!» esclama, sorridendo all’altra e facendole l’occhiolino prima di sparire in cucina, lasciando volutamente sole le due persone più importanti della sua vita.
«Dispiace anche a me che tu stasera non ci sarai. Lo sai questo, vero?» le chiede Ashton divertito, con le labbra vicino all’orecchio, parlando piano e stringendo ancora un po’ la sua migliore amica tra le braccia, beandosi di quel suo profumo all’arancia, quello che lei ha sempre avuto fin da bambina.
E la ragazza si ritrova a sorride felice e a rispondere alla stretta del suo migliore amico con la stessa intensità, perché gli vuole un bene immenso e le dispiace non poter passare un po’ di tempo con lui, quel ragazzo che riesce sempre a farla stare bene con poco, quel ragazzo che, appena lei sta male, corre da lei e la consola, la aiuta, quel ragazzo che spesso la chiama alle quattro di notte anche solo per portarla a conoscenza dell’ultima cazzata che ha pensato.
Si vogliono veramente troppo bene, Ash e Charlie, e nessuno dei due riuscirebbe mai a vedersi senza l’altro, neppure per un istante, anche se ancora non capiscono come riescono a sopportarsi. Lui, un ragazzo pacato, tranquillo a conti fatti. Lei, una forza della natura, che proprio non riesce mai a contenersi. Ma è proprio per questo che sanno di completarsi perfettamente, e di volersi così.
E questo, Letizia lo sa bene, lo vede, anche adesso dalla porta accostata della cucina. Lo vede, ed il suo cuore si gonfia di una felicità immensa. Perché lei lo sa, lo sente fin dentro le ossa, che quei due si vogliono, che quei due sono come calamite potentissime. Lo sente forte e chiaro e vorrebbe che diventasse realtà.
Il problema è che i diretti interessati, sia da soli che insieme, hanno sempre negato una possibile relazione tra di loro. E questo ha sempre fatto incazzare la mora, che «Quanto saranno ottusi? Non lo capiscono che si amano alla follia da sempre?» commenta prima di andare dagli altri, in attesa che tutti gli invitati arrivino.
 
Vanessa si guarda allo specchio prima di raggiungere gli altri al piano di sotto. 
Il vestito nero che ha comprato non le piace così tanto, nonostante Luke le abbia detto che le stava un incanto, ma non tanto per il modello quanto per il colore. 
Nero. 
E la sua pelle bianca. 
Un bel contrasto che lei ha deciso di coprire un po', indossando delle calze nere, ma senza grandi risultati. 
Se deve essere sincera, la voglia di far festa le è passata, la voglia di bere e perdere il controllo si è un po' esaurita, la voglia di dormire invece cresce sempre di più. 
Non si è nemmeno truccata troppo, solo il minimo necessario ad essere accettabile vicino a Luke, ha indossato delle scarpe leggermente alte e si è spruzzata il profumo. 
Si guarda riflessa, sospira a fondo e prende uno spavento quando quel coglione di suo fratello sbatte il palmo della mano sulla porta aperta. 
«Dai, muoviti! Ho una sorpresina per noi» dice veloce, mentre Vanessa nota appena come diamine si è conciato: vestito interamente di nero, una canottiera, pantaloni stretti, gli anfibi consumati e la nuova tinta rosso fuoco da sfoggiare insieme a quel sorrisetto beffardo che, sinceramente, non promette nulla di buono. La conferma a quell'ipotesi è data in seguito quando, Vanessa, raggiunge il piano inferiore e trova Michael e Ashton vicino al tavolo del soggiorno, intenti a darle le spalle e a sussurrare parole inudibili. 
«Che fate?» chiede lei, avvicinandosi. 
Suo fratello si gira di scatto, tra le labbra ha una sigaretta girata, il che sorprende Vanessa: non era lui il pigro che le comprava per non doversele fare? 
«Vane, ti avviso, non è stata una mia idea» interviene Ashton con viso poco innocente, la sigaretta che tiene tra le sue labbra è già accesa, l'odore arriva alle narici della bionda. 
«Che cosa state...»
«È roba buona, sorellona, dovresti unirti a noi e darti un po' d'animo! Hai la faccia da zombie!» e Vanessa inarca il sopracciglio, non ci può davvero credere: Michael ha preso dell'erba e... Ashton la sta fumando? Il mondo sta per finire, pensa tra sé, mentre viene distratta dal campanello di casa. 
«Chi cazzo è che arriva tre ore prima dell'inizio?!» sbotta Michael, mentre la sorella va ad aprire quasi correndo: lei sa bene chi è arrivato. 
E un Luke Hemmings, vestito di nero, fa il suo ingresso, sfoggiando la camicia nuova e i soliti jeans neri, le immancabili Vans, i capelli pettinati per bene, un sorriso che si rivolge alla sua ragazza. 
La bacia leggero sotto gli occhi disgustati di Michael che, tanto per cambiare, decide di irritarlo. 
«Hemmings, arrivi anni prima perché hai il coprifuoco alle dieci?» e Vanessa alza gli occhi al cielo, prendendo Luke per la mano e cercando di trascinarlo via. 
Ma, Michael, non ha ancora finito. 
«Hemmings, dai, vieni qui a farti un tiro. Questa roba è buonissima!» lo prende per le spalle, trascinandolo lontano da Vanessa, porgendogli quel tesoro che tiene tra le dita, mentre Luke tenta di non arrabbiarsi. 
«Che c'è, Hemmings? Mammina non vuole?»
E Luke sospira a fondo, prendendo tra le dita quella canna e aspirando un po', trattiene il colpo di tosse quando il fumo gli gratta la gola, finge che sia tutto a posto, solo per vedere la faccia delusa di Michael. 
«È tutta tua, amico» gli dice il rosso, come a volerlo sfidare ancora, mentre Luke viene preso in disparte da Vanessa che lo trascina sul retro, scusandosi in mille modi. 
Gli prende la canna, come per buttarla via ma «Dai, Vane, vuoi dirmi che non hai mai provato?» 
«Se devo essere sincera, no» e un sorriso beffardo so fa spazio sulle labbra di Luke che, tirandola più a sé, appoggia le labbra alle sue, le bacia con più foga, mordendole appena il labbro inferiore, facendola sussultare quando le sfiora i fianchi. 
«E allora, direi che questa sarà la tua prima volta» sussurra, rubandole la canna e appoggiandola alle sua labbra «Ci divertiremo sta sera, piccola»






Nati
Ciao bellissimi!!!!! Allora, come state? Noi due speriamo bene ;). E dai che questa volta siamo pure in orario!
Appunto per questo, non perdiamo tempo e cominciamo a parlare del capitolo u.u
Allora, Cal e Leti hanno qualche problemino, però ala fine lei lo perdona perchè gli vuole troppo bene. E forse questa cosa non giova a nessuno.
Poooi, finalmente entra CHARLIE in scena!!!!!!! La nostra bella Charlie ed Ashton, deheheh U.U. Voi che ne pensate??? Dai dai, fatecelo sapere, che siamo curiosissime! <3
Ma non dimentichiamoci della nostra Vanessa che si vuole un po' divertire prima della festa. Mh... Fare uso di qualsiasi cosa non porta mai a belle cose. Vediamo dove un po' di erba porterà la nostra bionda u.u
E aspettatevi una bella sopresina nel prossimo capitolo, deheheh ;).
Poooi, altra cosa? Ah, giusto.
Bene, qui è Letizia 25 che parla e vorrei dirvi una piccola cosa: io e Nanek a questa storia ci teniamo davvero tantissimo e ci perdiamo anche del tempo affinchè venga nel miglior modo possibile per condividerla con voi.
Quindi, vi ringraziamo tantissimo per visite, preferiti, ricordati, seguiti, sul serio, ci fate felicissime! Ma anche sapere quel che ne pensate davvero di questa storia ci farebbe molto piacere. Insomma, non chiedamo tantissimo, 20 parole di numero sono più che sufficienti, giusto per sapere se la storia vi piace oppure no, se avete consigli, se avete critiche (COSTRUTTIVE) da fare o altre cose. Giuro, ci farebbe tantissimo piacere.
Detto questo, speriamo di trovarvi in tanti e speriamo pure che il capitolo vi sia piaciuto ;).
Grazie di tutto e a mercoledì prossimo, Nati <3

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Capitolo 6
*** 6 . Mistakes...? ***


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6. Mistakes...?
 
 
 
La musica è veramente troppo alta per quella festa in quella casa, troppo piccola per contenere così tante persone. Ma, nonostante il volume, o le troppe persone, o l’odore di fumo – e altro – che aleggia nell’aria, Letizia è al centro del salotto. Ed è come se lei e la musica fossero una cosa sola. Si muove sinuosa e sensuale, tra quei corpi un po’ sudati e tutti vicini. Quando balla, tutto svanisce, almeno per qualche minuto: la scuola, i prof, i brutti pensieri, Calum, Vanessa, Michael…
Appena il pensiero del suo coinquilino le si affaccia alla mente, un lungo brivido le percorre la schiena, propagandosi poi per tutto il resto del corpo, facendola fremere. Il cuore le batte un po’ più forte, mentre certa di uscire dalla massa per prendersi un bicchiere di birra.
Che si fotta Clifford, lui e la sorella, ma lui più di tutti!
È questo che pensa, ogni volta che il viso del maggiore le si insinua nella testa, come a non volerne più uscire, facendola innervosire più del dovuto, perché lei con quello lì proprio non vorrebbe avere quasi niente a che fare. Ma non si può avere tutto, la mora lo sa bene. Ecco perché prende l’ennesimo sorso di quella bevanda un po’ amarognola e liscia, che scende bruciando un po’ la gola e inebriandola al punto giusto, quel che serve per alzare un po’ di più il livello di quello sballo a cui quasi nessun adolescente come lei riesce a rifiutarsi.
Beve, e per un po’ l’immagine di quel ragazzo che preferirebbe non vedere mai si attenua, lasciando posto a due occhi un po’ a mandorla, scuri quasi quanto la notte, e così belli e profondi, che Letizia ogni volta ci si perde dentro, beandosi di quel poco che può avere con Calum.
Vorrebbe sul serio che lui la notasse, che si dimenticasse finalmente di quella ragazza bionda troppo grande e già impegnata – con il loro migliore amico, per giunta! – e si accorgesse che c’è sempre stata lei, pronta per lui da quelli che ormai sono anni. Ma chissà quanta acqua sotto i ponti dovrà ancora passare prima che ciò succeda.
Sospira, Letizia, e posa il bicchiere sul tavolo. E fa per tornare a ballare, con la mente un po’ meno lucida – perché la sbronza ormai non è lontana, come al solito, dato che alla fine ha esagerato a bere – quando la scena che mai avrebbe voluto vedere in vita sua le si presenta davanti agli occhi, facendola bloccare lì, con il cuore che pian piano si spacca, per rabbia, per gelosia, per delusione, per sorpresa. Si spacca, e la mora rimane così, inerme, come svuotata di tutto.
Perché davanti a lei ci sono Calum e Vanessa che stanno parlando, troppo vicini, secondo Letizia, troppo sorridenti l'un l'altra. E il moro osserva la bionda come se non ci fosse cosa più bella al mondo. La osserva con quello stesso sguardo che Letizia vorrebbe fosse riservato a lei. E la mora fa per andare a dividerli, a mettersi in mezzo, quando alla fine Luke interviene e agisce prima lei, portando Vanessa al pian di sopra, mentre quest'ultima protesta un po'.
Ma questo è il male minore. Perché quando Luke torna giù e dice qualcosa a Calum per poi andarsene, il moro incontra lo sguardo di Letizia e le sorride, alzando il pollice in direzione della camera di Vanessa. 
E la mora quel gesto lo conosce anche troppo bene. Significa che Calum farà l'errore più grande della sua vita. Perché infatti sale le scale e entra nella stanza della bionda. 
E adesso la mora vorrebbe buttare all’aria tutto. Le lacrime versate per quell’amore non corrisposto. Gli insulti a Calum e a Vanessa. La rabbia e la gelosia. Gli anni passati a cercare di dimenticarlo, cercando un sollievo che non è mai arrivato con vari, troppi ragazzi. I colpi al cuore ogni volta che lui le parlava di lei. L’amaro che ingoiava senza dire niente, senza lamentarsi.
Vorrebbe mandare tutto a puttane, perché lo sa che le cose non cambieranno. Ma almeno per quella sera, anche solo per pochi minuti, vorrebbe non avere quell’immagine nella testa, a torturarla. Vorrebbe solo dimenticare, anche solo per poco tempo.
E fa per andarsene quando una mano la prende per il fianco e la fa voltare verso il proprietario.
E il respiro le si mozza in gola, perché lui non se lo sarebbe mai aspettato.
 
Michael è in quell’angolo dall’inizio della festa. Si è preso il suo bicchiere di una bevanda di cui ormai non ricorda più il nome e se lo è bevuto tutto d’un fiato, lasciando poi che l’alcol entrasse in circolo, unendosi all’effetto dell’erba che ormai è svanito da un pezzo. Lui ci è abituato, a quella roba, e una dose come quella che aveva preso poco prima della festa non gli fa neppure un baffo, a malapena aumenta l’ebbrezza, ma solo per un’ora, massimo. Ci è andato piano, dopotutto non aveva voglia di mandare del tutto a puttane la serata.
O almeno, fino a pochi minuti prima non lo avrebbe fatto. Ma ora come ora, con quello che ha davanti agli occhi, vorrebbe sul serio averlo fatto.
Perché Letizia è lì, al centro della sala, in mezzo a tutte quelle persone che lui non conosce. E balla, muove i fianchi e le gambe in quel suo modo solito che lo fa sempre vacillare. Perché Letizia è sexy, è bella, con quel corpo magro, i lunghi capelli scuri e quegli occhi grandi che lo hanno sempre guardato con astio. Bella lo è sempre stata, e Michael non è di certo cieco, anzi, la sua vista è sempre stata molto lunga.
Ma lei è troppo per me.
Eccola, quella fottutissima vocina nell’angolo del suo cervello, che il ragazzo dai capelli rossi si ostina a non considerare, ogni volta che questa si presenta. Lo sa da solo, che lei è troppo per uno come lui.
Lui, che fuma, beve e fa il gradasso. Lui, che non fa mettere i piedi in testa da nessuno, e fa quel che gli pare, sempre e comunque. Lui, che a quella moretta ci ha sempre pensato.
E poi c’è lei, che è pressoché il suo opposto, per molte, tante, troppe cose. Sembrano, no, anzi, sono incompatibili, con tutte quelle differenze. Lei che studia e che sicuramente farà carriera, lui che a malapena riesce a finire le superiori e si ritrova a pulire i bagni di una stupida discoteca. Lei che, nonostante tutto, è affettuosa e sincera con le persone a cui vuole bene, e lui che invece tratta tutti a merda e stronzaggine gratuitamente.
E nel profondo, lo sa bene che Letizia non gli è mai stata indifferente. Ma non aveva mai fatto un pensierino su di lei, che – andiamo! – è la sorella di Ashton, e lui un torto simile all’unica persona che considera un vero amico, non lo vuole proprio fare.
Ma, nonostante tutto, quella ragazza non fa che attrarlo, ogni volta. E quella sera sembra essere una vendetta, per ogni volta che l’ha infastidita, perché quel vestito nero le sta fottutamente bene, fasciando i punti giusti per fargli arrossire lievemente le guance.
Sospira e fa per andarsene da lì, perché tanto non ci ricaverebbe un ragno dal buco. Ma proprio in quel momento, la vede al banco degli alcolici, con uno sguardo che non promette niente di buono. Michael vede passare un’ombra su quegli occhi scuri, un’ombra che ha già visto parecchie volte. Allora si ferma, e segue la direzione dello sguardo della ragazza.
E per non poco esplode dalla rabbia. Perché andiamo, Vanessa non ha mai brillato nelle sue scelte. E fino a Hemmings poteva anche starci, benché proprio non riesca a sopportarlo. Ma Hood proprio no. Già quel coglione fa soffrire Letizia, e questo a Michael non è mai andato bene, a prescindere. Ma se quello stupido si azzarda a toccare sua sorella è morto, morto sul serio. Ecco perché si avvia verso di loro, con l'intento di dividerli, ma proprio in quel momento Luke gli si para davanti. 
«Controlla meglio Vanessa. A te dà più ascolto.» gli dice, perché sa che sua sorella ci rimarrebbe male se lui le urlasse contro come suo solito, anche se non capisce come mai lei e Calum siano lì a parlare.
Luke annuisce poco convinto e subito porta Vanessa in camera sua. 
Michael torna a portare la sua attenzione su Letizia, ma non fa in tempo a muovere un passo, che Luke scende e Calum va su. Ma questa volta il ragazzo dai capelli rossi non ha alcuna intenzione di sapere come finirà la situazione.
Torna ad osservare la mora, e l’espressione che ha lui la conosce troppo bene. Gliel’ha vista così tante volte addosso da capire senza troppi problemi chi sia la causa. E questa volta non ci pensa due volte ad avvinarsi a lei, per vedere se sta bene.
Perché in fondo, Michael a Letizia ci tiene, ci tiene davvero.
 
E quando finalmente quegli occhi scuri incontrano due pozze chiare quasi come l’acqua, il cuore del ragazzo tira un sospiro di sollievo, perché quell’ombra se n’è andata.
«Ho visto.» comincia lui, e fa per continuare, ma la mora glielo impedisce. «Allora aiutami a dimenticare.»
E chi lo sa, forse è per l’alcol, forse per la sbronza, forse perché ora come ora le va bene qualsiasi cosa per dimenticare, forse perché è stanca di ribattere sempre a quel ragazzo che ha avuto la pazza idea di tingersi i capelli di un rosso fuoco per quella sera. Non le interessa neppure che sia proprio Michael davanti a lei. Ha solo bisogno di non pensare, almeno per un po’.
Lui la guarda, stralunato, perché proprio non ci crede di aver sentito quelle parole uscire da lei – che non si era mai risparmiata a trattarlo di merda, proprio come lui aveva sempre fatto con lei. La guarda bene, e chissà, forse lui ha fumato un pochino di più di quel che aveva pensato, forse lui ha bevuto troppo, forse ha bevuto troppo lei. O forse hanno bevuto troppo entrambi. Ma va bene lo stesso, sì, va bene, perché Michael ha già un’idea in testa. E chi se ne frega di Ashton e di tutto il resto.
Non le dice niente, ma fa intrecciare le loro dita e la porta lontano da quella massa di gente, le fa salire le scale attento a non farla cadere sui gradini. E lei si lascia guidare, sorpresa dal fatto che la mano tra quella del ragazzo le fa sentire scariche elettriche per tutto il corpo, arrivando ad ogni cellula.
Arrivano davanti alla stanza di Michael e fanno per entrare, ma il ragazzo si ricorda del disordine osceno che ci regna e impreca a bassa voce.
Allora «Vieni.» gli dice Letizia, seria, perché ormai la sbronza le sta passando e capisce sul serio quel che sta facendo. Solo che la cosa non la disturba, o almeno, non adesso. Non le crea alcun problema il fatto di star facendo entrare Michael in camera sua, per poi chiudere la porta. E non le crea nessun problema neppure sapere dove andranno a finire.
 
Non fa neppure in tempo a girarsi, che già Michael la blocca alla porta con il suo corpo, facendo scontrare i loro bacini e poggiando le mani vicino alla sua testa.
Non si dicono niente. Semplicemente si guardano, solo per un istante, il tempo sufficiente per mandare tutto e tutti a quel paese e chiudere gli occhi, per poi far scontrare le loro labbra.
E quel loro primo bacio è rude, è passionale, così intenso da farli ansimare sulla pelle dell’altro. Si baciano avidi, si mordono le labbra, fanno scontrare le loro lingue e i denti, mentre le mani della mora si divertono a tirare forte i capelli rossi dell’altro, che invece passa le sue sopra ogni parte di quel corpo di cui aveva solo guardato le forme.
Non pensano a niente, non vogliono farlo. Neppure quando lui la prende in braccio e lei allaccia le gambe alla sua vita, neppure quando lui spinge ancora di più il bacino verso di lei, facendola mugolare.
Non sanno cosa sta succedendo, eppure si sentono bene, si sentono fottutamente bene, con il cuore che batte, preda dell’adrenalina, con la testa che non pensa, con quello strano calore che si propaga pian piano dentro di loro e li fa sentire vivi, come scintille, come stelle incandescenti.
«Michael, cosa stiamo facendo?» domanda Letizia, gli occhi chiusi, il corpo che freme scosso dai brividi, mentre il ragazzo le passa le labbra sul collo, sulle spalle, marchiandola con la sua traccia umida, facendola ansimare ancora di più, ma senza rispondere.
Poi si stacca dalla porta e va verso il letto, procedendo a stento, mentre la mora riprende a baciarlo forte, a mordergli le labbra, famelica e assetata, preda di quell’adrenalina che ancora le circola nelle vene. Sono buone, le labbra di Michael. Soffici e dolci, in netto contrasto al suo caratteraccio. Ed è questa la cosa che maggiormente sorprende la mora, mentre continua a passare le dita tra quei capelli spettinati.
Il ragazzo intanto non riesce a staccarsi dalle spalle di lei, dal suo collo, dalla sua mandibola. Il profumo di quella pelle sta diventando droga, e lui non aveva minimamente preso in considerazione che fare una cosa simile con Letizia lo avrebbe appagato così tanto, anche solo con quel semplice gesto.
La adagia sul letto, stando attento a non pesare, a non farle male. E continua a baciarla, a giocare con quella pelle e con quelle labbra che non vorrebbe più lasciar andare.
Intanto lei continua a sospirare, ad ansimare, e il cuore per non poco le esplode nel petto, quando la mano di lui va ad accarezzarle delicatamente la gamba ormai completamente scoperta, facendola rabbrividire. Senza aspettare oltre, lei prende la canottiera nera del ragazzo tra le mani e gliela toglie, cercando di fare il più velocemente possibile. Lui la aiuta e, a petto nudo, si stende nuovamente su di lei, facendo entrare in contatto i loro petti.
Ed entrambi, al sentire il cuore dell’altro battere in modo così frenetico, si sorprendono, perché non avrebbero mai pensato ad una reazione simile da parte di quella persona che avevano sempre detestato ma che, in quella situazione, stavano iniziando ad apprezzare.
E poi è il turno di Michael, che fa scomparire il vestito nero della mora con un solo movimento, per farlo andare a finire sul pavimento, sopra la sua canotta, mentre lei riesce ad arrivare alla cintura dei suoi jeans, sganciandola e aprendo la zip in un colpo solo. E solo anche quando anche quell’indumento è a terra, si fermano un secondo, senza fiato, e non solo per la foga con cui sono arrivati a quel punto.
Si guardano ora, si osservano senza fretta, concentrandosi su ogni dettaglio dell’altro, i nei sul fianco, i tatuaggi sulle braccia, le labbra piene e rosse per i baci e per i morsi, il petto che si alza e si abbassa veloce, per riprendere fiato e per cercare di placare i battiti di quei due cuori impazziti.
Michael sorride, perché Letizia è bella, bella davvero, più di quanto lui si fosse mai immaginato. Bella nella sua pelle olivastra e profumata. Bella nei suoi occhi scuri e sicuri, intensi e decisi, che lo fanno vacillare un po’. Bella in quelle labbra che vuole tornare a baciare, ancora e ancora, perché non si stancherebbe mai di farlo. Bella nelle sue dita sottili e affusolate, che gli stanno accarezzando il viso, senza fretta. Letizia è bella tutta, e non solo fuori, e ‘fanculo Hood, che proprio non sa cosa si perde.
Michael torna a baciarla. Ma stavolta è tutto diverso, non c’è più forza, né voglia, né desiderio, né bramosia.
C’è qualcosa di completamente diverso nell’aria, qualcosa che nessuno dei due riesce a spiegarsi, ma che accetta, almeno per quella notte, senza ribattere. Accettano e lo sentono insinuarsi dentro al cuore, per poi restarci prepotente, senza dar segno di volersene andare.
Letizia si lascia baciare, si lascia toccare da quelle mani che adesso vagano leggere su di lei, senza fretta, senza farle male. Si lascia andare, senza un perché ben preciso, sotto quel ragazzo che mai avrebbe pensato di poter conoscere sotto quel punto di vista.
Lui la bacia da ogni parte, la segna con la sua traccia umida, le spalle, il collo, il petto ormai privo dell’intimo, la pancia, le braccia, le mani, le gambe. La bacia ed ogni volta si sente sempre meglio, si sente pieno, come se starle così vicino non potesse far altro che aggiustare un po’ quel che è.
E lei ogni volta che lui la accarezza con le labbra, si sente pervadere da una scossa, si sente bruciare come una stella cometa che non vuole spegnersi. E con le mani lo avvina a lei, accarezzandogli le spalle, il collo, il viso, la schiena calda e tesa, le braccia, i fianchi, arrivando vicina a posti prima coperti dallo strato dei boxer – come lui fa con lei – ora a terra, come anche i suoi slip.
Sono nudi, pelle contro pelle, respiro contro respiro, occhi negli occhi.
Non c’è imbarazzo, non c’è paura, non ci sono ripensamenti.
Ci sono solo loro che si vogliono, sotto quelle lenzuola verde scuro, che si sentono, l’uno dentro all’altra, come mai prima di allora era capitato con qualcun altro.
Non si dicono niente, non parlano, non interrompono quel che sta succedendo tra di loro e che cambierà tante, molte, forse troppe cose. E, nonostante lo sappiano bene, che niente sarà più come prima, non ci pensano e si godono solo quel momento.
Perché Michael ha paura di non poter avere un’occasione simile con lei e vuole sfruttarla al meglio.
E perché Letizia ha la mente occupata da quegli occhi verdi, e non da Calum. Non ci ha mai pensato, da quando il ragazzo dai capelli rossi le ha preso la mano. E, nonostante tutto, è felice, che sia proprio Michael ad aiutarla, a non farla pensare. È felice che ci sia Michael con lei e non qualcun altro, ma non lo ammetterà mai, ne è sicura, al cento per cento.
Continuano a baciarsi, ad assaporarsi, a volersi, senza fretta, riuscendo a sentire ogni più piccola sensazione, ogni più piccolo brivido che li attraversa tutti e che li fa andare completamente in confusione, li destabilizza, rendendoli vulnerabili a quel qualcosa che lentamente prende campo tra di loro, facendosi sempre più forte dentro i loro cuori.
E quando Michael alla fine la fa sua, in quella stanza silenziosa, a cui il rumore della musica al piano sottostante non arriva grazie alle pareti insonorizzate, sotto quelle lenzuola che profumano di lei, senza nessuna luce ad illuminarli, se non quella fioca della luna che filtra dalla finestra, tutto diventa veramente più bello.
E mano a mano che le spinte si fanno più intense, loro diventano una cosa sola, unendo le loro mani, stringendole fino a far sbiancare le nocche, mentre i loro respiri diventano uno solo, mentre i loro cuori battono così forte che sembra vogliano esplodere da un momento all’altro, mentre si baciano, ancora e ancora, mille e mille volte, senza stancarsi mai di quella sensazione all’altezza del cuore, che li fa tremare.
E nessuno dei due sa cosa stia succedendo tra loro, ma entrambi sanno che non vorrebbero che quello che hanno fatto abbia fine. Perché sono sobri adesso, e la cosa che li sorprende di più è il fatto che a loro, quello che è successo, è piaciuto da morire, più di tutte le altre volte che lo hanno fatto con persone diverse.
E lo sentono, sanno di volersi ancora, solo ancora un po’ per quella notte.
 
Vanessa deve essere stra fatta, pensa Calum, non appena varca la porta di camera di lei e la trova nelle condizioni più pietose. 
È per terra, tenta di togliersi il vestito ma poco ci riesce, ride, si rotola come una bambina sull'erba, ride più forte, chiama aiuto e dice di essere incastrata, Calum ridacchia appena delle sue condizioni. 
Un bel mix di alcool e una canna, ecco la soluzione a rendere debole e indifesa la bionda, rendendola una vittima perfetta al piano di una persona senza il minimo scrupolo. 
Perché Calum tanto amico di Luke non è, non in questo momento almeno, ma la sua coscienza è silenziosa. 
È silenziosa e lui trova la forza adatta ad avanzare verso di lei, quasi velocemente, prima che l'adrenalina svanisca, avanza e la prende di peso, appoggiandola sul letto, sentendola ridere ancora, con tono quasi fastidioso. 
«Luke non capisco un cazzo! Ti vedo moro e con gli occhi scuri» blatera lei, confusa, stordita, senza capire quello che sta succedendo. 
Non si ricorderà nulla, il giorno dopo, ma Calum non prende in considerazione questa possibilità. 
«Sono Calum, Vane. Non Luke» le sussurra, stendendosi accanto a lei, portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ma lei continua a ridere. 
«Luke non fare lo scemo. Ho la testa che mi esplode»
«Sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista, sai?» comincia così la sua confessione, la sussurra all'orecchio di lei, dopo averle lasciato un bacio sulla guancia «Sono stato un coglione a lasciarti a Luke. Tu... Io... Noi due potevamo essere felici insieme. Ti amo così tanto, farei di tutto per te» e un altro bacio viene lasciato sulla pelle di lei, lei che ride ancora, incapace di mettere a fuoco davvero quelle parole, mentre la mano di Calum la trascina ancora più vicina a lui, fino a far combaciare i loro bacini, tentando di non esagerare troppo per quella notte. 
«Come sei dolce, Luke» lei osa baciargli il naso, commettendo un errore, perché lui approfitta della sua vicinanza per avvicinare le sue labbra alle sue, avvolgendole velocemente, come se necessitasse di quel bacio più dell'ossigeno, come se fosse davvero giunto al limite della sopportazione. 
La bacia, le morde il labbro, la sente accarezzargli i capelli e lui si sente felice davvero, nonostante lei lo stia ancora chiamando con il nome sbagliato. 
Perché lei crede di baciare Luke. 
Perché lei, pure da ubriaca, sa benissimo chi è la persona che ama. 
Ma Calum non si fa scrupoli, vuole essere egoista, almeno per sta notte, vuole credere di essere lui così speciale per lei. 
Ma quello che Calum non sa, è che Luke è alla porta, l'ha aperta un po', il trambusto del piano di sotto l'ha aiutato a non essere visto. 
E quello che vede lo fa sbiancare, gli fa provare disgusto, rabbia, una delusione pura nei confronti di Calum e Vanessa. 
Si stanno baciando sotto i suoi occhi e non sa che fare. 
Non sa con chi dei due essere più arrabbiato. 
Si sente le lacrime, al vedere la sua ragazza che bacia un altro. 
Si sente le lacrime al vederla avvolta a lui, mentre gli regala baci che prima erano riservati solo a lui. 
Si sente le lacrime perché lui, Vanessa, la ama così tanto da sentirsi quasi ridicolo, quell'amore così devastante e doloroso che gli pervade il corpo. 
Si sente la rabbia salire, nel vedere che è il suo migliore amico a tenerla stretta. 
Loro due che sono cresciuti insieme. 
Loro due che sono migliori amici. 
Loro due che hanno condiviso tantissime cose. 
Perché, Calum? 
Perché Vanessa? 
Perché mi hai pugnalato così? 
Perché ti sei portato via la mia felicità? 
E senza aggiungere altro, decide di andarsene, passa inosservato, nessuno lo vede scappare con una lacrima a rigargli il volto, nessuno nota nei suoi occhi quel mix di emozioni forti. 
Luke Hemmings, il ragazzo perfetto invidiato da tutta la scuola, ha appena capito che significa avere il mondo che crolla sulle spalle.






Nati
Tesori, buon dì, come state?
Beh, noi benissimo. E... Deheheh, io credo che questo capitolo si possa commentare da solo.
I Mizia che sorprendono tutti. Piccini loro *^*!!!!!!
E Cal e Vane??? Mah, vedremo come andrà avanti il tutto u.u
Grazie di tutto e scusate per le note, ma il tempo corre :P.
Un bacione!!!! Nati <3

 

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Capitolo 7
*** 7 . Price to pay ***


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7 . Price to pay
 
 
 
«Ehi, Leti, sei strana stamattina. Che succede?»
La voce di Calum nelle orecchie la fa svegliare del tutto, la fa tornare con i pensieri per terra.
«Niente, Cal, ho solo parecchi pensieri in testa in quest’ultimo periodo.»
Più precisamente, pensieri riguardanti soprattutto il dopo della festa, la mattina, quando si era trovata con gli occhi verdi di Michael davanti ai suoi appena si era svegliata. Non si sono detti niente, dopo tutto quello che era successo tra di loro quella notte, non hanno spiccicato parola, neppure un minimo accenno a quel che era successo. Semplicemente, Michael l’ha baciata di nuovo, così di punto in bianco, a lungo.
E ancora quel lunedì mattina a scuola, Letizia si ricorda ancora troppo bene i brividi che le hanno percorso la schiena, e le parole che hanno seguito quel bacio. «Non è stato che puro e semplice sesso.» le ha detto Michael mentre mentre si rimetteva i pantaloni, e mentre lei annuiva pensierosa.
Perché lei sa, lo sente tutt’ora che non è stato solo sesso tra loro due. Però non sa bene definire quel qualcosa che è nato tra lei e Michael. Un qualcosa con cui non vorrebbe avere niente a che fare.
Scuote la testa piano, per scacciare quei brutti pensieri, e torna a prestare la sua attenzione a Calum, poggiato sul muretto che delimita il cortile della scuola. E subito il cuore parte a battere forte, velocissimo, come al solito, al vederlo con una di quelle sue canottiere parecchio aperte sui fianchi, quella tutta nera, che ben mette in risalto il corpo magro e ben fatto del ragazzo.
E si ritrova a sorridere come una scema, Letizia, mentre il cuore continua a batterle forte nel petto, nella gola, nelle orecchie, nelle tempie. Dopotutto, quel moro riesce sempre a farle quell’effetto, senza neppure rendersene conto. E lei ancora si sorprende di quanto tempo gli vada dietro, una vita intera passata dietro a quel ragazzo che non si è mai accorto di niente, ma che anzi ha avuto la brillante idea di invaghirsi della ragazza del loro migliore amico, di Luke.
Ed è proprio Luke il ragazzo che Letizia vede arrivare da lontano. Subito gli fa un cenno di saluto, per fargli sapere dove sono. Ma quando nota l’espressione dipinta sul viso dell’amico, un brivido le percorre la schiena e un brutto, bruttissimo presentimento si fa strada dentro di lei.
«Luke, tutto ben–» non fa neppure in tempo a chiedere, che subito il biondo tira un pugno sullo zigomo di Calum, facendo sì che il moro sbatta violentemente la testa al muretto.
«Sei un grandissimo stronzo.»
 
Non ci crede, non vuole ancora credere a quello che ha visto la sera precedente.
Non è vero, non è possibile. Non Vanessa. Non Calum.
Come cazzo ha fatto a non accorgersene? Come ha fatto a non vedere Calum, a non capire niente dai gesti del suo amico di una vita? Ma soprattutto, come ha fatto a non capire che quella stronza se la stava facendo in contemporanea con entrambi?
Perché Vanessa è sul serio una stronza. Cazzo, si è lasciato usare da lei, gli ha dato tutto ciò che poteva offrirle e anche di più. L’ha amata come non ha mai amato nessuno. E lei cosa fa? Si diverte alle sue spalle con qualche botta e via con il suo migliore amico. Bella ragazza, bell’amico, due stronzi, un’accoppiata perfetta.
Ma come ha fatto a essere così stupido? A non capire?
Evidentemente il troppo amore per una persona che non ne meritava neppure un briciolo lo ha reso cieco a tutto ciò che stava succedendo tra quei due.
Prende in mano il telefono e scorre gli ultimi messaggi. L’ultimo contatto è stato proprio quello di Vanessa, e i messaggi che gli ha inviato quella mattina appena sceso dal letto se li ricorda ancora troppo bene, Luke. Si ricorda ogni parola scritta su quello schermo, ogni parola che metteva fine a quella baggianata.
Perché, alla fine, lui e Vanessa sono stati solo questo: una grandissima presa per il culo, in cui lui ha messo in gioco tutto ciò in cui credeva di più. La sua vita, i suoi sentimenti, il cercare di non pensare alle male lingue, ai brutti commenti degli altri, che troppi anni di differenza non sono mai visti di buon occhi, soprattutto se la ragazza è più grande del ragazzo.
Luke non ha badato a niente di tutto questo, non si è fatto influenzare da persone che non sapevano niente del loro rapporto. Che poi, alla fine, è stato tutto un viaggio a senso unico. Perché evidentemente Vanessa non lo ha mai amato come proclamava a gran voce.
Vorrebbe solo sapere da quanto va avanti quella storia, solo per curiosità, solo per capire quando è finito il sogno ed è iniziata la presa in giro.
Gli prudono le mani, al pensiero di Calum che la tocca come solo lui poteva fare, che le sussurra parole all’orecchio facendola sorridere – un sorriso che solo Luke riusciva a strapparle – o arrossire, che la guarda con occhi languidi, mentre lei si diverte con entrambi.
Cazzo, perché proprio lui? Perché proprio Calum? Vanessa non avrebbe potuto scegliere qualcun altro? Ma soprattutto, perché Calum non si è tirato indietro? Perché non ha fermato le intenzioni della sua ormai ex ragazza? Perché lo ha pugnalato alle spalle in quel modo? Tra tutti, perché proprio Calum gli ha fatto un torto simile? Dopo tutti i consigli che gli ha chiesto per iniziare con il piede giusto la relazione con Vanessa, dopo tutta una vita condivisa a combinare le cazzate più improponibili.
Perché?
È l’unica domanda che Luke riesce a porsi, quando mette piede nel cortile della scuola. E subito i suoi occhi vengono catturati da due figure in fondo al giardino: Letizia che lo sta salutando col sorriso sulle labbra, e Calum, che invece sta guardando da tutta un’altra parte.
Ed è lì che la rabbia prende immediatamente il sopravvento, che annebbia la sua parte razionale, che lo fa andare verso quella persona che non considera più un amico, ma solo un semplice estraneo, che gli ha fatto il torto più grande di tutti.
Non sente neppure le parole di Letizia, quando colpisce con un pugno il volto del moro.
«Sei un grandissimo stronzo.»
 
Calum fa appena in tempo a puntare gli occhi su quelli ghiaccio del biondo, che subito un altro pugno da parte dell’altro gli arriva sull’altro zigomo, facendogli molto più male di prima.
«Luke, ma cosa fai?!» chiede Letizia, cercando di far allontanare Luke, che tuttavia sembra non sentirla quel giorno, concentrato com’è solo su Calum e sulla rabbia che ha dentro e che non riesce a tenere a freno.
«Che cazzo di migliore amico sei?» chiede il biondo.
L’ennesima domanda che fa vacillare il moro, che confonde Letizia, che fa infuriare Luke ancora di più perché non riceve alcuna risposta.
«Perché non rispondi, Thomas? Vanessa ti ha tagliato la lingua a forza di baci?» domanda ancora Luke, facendo rabbrividire la mora e facendo impallidire Calum. Perché il moro ha capito fin troppo bene a cosa si riferisca l’altro. Ha capito che Luke li ha visti, lui e Vanessa.
E ha appena capito di aver fatto la cazzata più grande di tutta la sua vita.
«Com’è farsela con la ragazza del tuo migliore amico, eh Calum?» continua Luke, mentre gli occhi iniziano a diventargli lucidi, mentre la rabbia si trasforma in tristezza, in sconfitta.
«Luke, non è come credi tu.» si difende Calum, ma senza successo.
«Cosa dovrei crede, eh? Che stavate solo parlando in camera sua? Oppure mi sono solo immaginato che tu la stavi baciando e che la stavi stringendo?»
«Luke, io–» inizia, ma l’altro non lo fa finire, tirandogli un pugno in pieno addome, mozzandogli il fiato per il dolore inatteso.
«Tu cosa, Calum? Cosa?! Mi fidavo di te, eri il mio migliore amico, Calum. Perché mi hai pugnalato alle spalle così?»
«Tu non capisci.»
«È vero, non capisco. Illuminami allora, perché sembra che avervi visti non sia sufficiente.»
«Cazzo, Luke, non me la sono fatta con Vanessa!» si difende il moro, cercando di parare i colpi del biondo.
«A me non sembrava proprio.» ribatte Luke, con lo sguardo che diventa più duro.
«Ma tu cosa ne sai?»
«Non so. È questo il problema. Se avessi saputo da quanto tempo è che va avanti questo vostro teatrino, me ne sarei andato molto prima, perché ho capito che Vanessa non mi vuole.»
E Calum proprio non ce la fa più. Perché ha capito di aver sbagliato, ha capito che non può tornare indietro su quel che ha fatto. Ma non tollera che Luke possa insinuare che quella cazzo di cosa inesistente tra lui e Vanessa vada avanti da tempo. Perché non è così. Gli ha fatto un torto, vero, ma non si è mai permesso di fare niente, fino alla sera precedente.
«Non c’è stato nessun cazzo di teatrino!» esclama, ormai al limite, parando l’ennesimo pugno del biondo, per colpirlo a sua volta sul viso. «Sono innamorato di Vanessa anch’io, Luke. Solo che mi sono fatto da parte, per te, per il mio migliore amico, perché sapevo e so tutt’ora quanto lei sia importante per te. Però tu questo non l’hai mai notato.»
Ed ora, sono quelle parole a ferire di più Luke, perché sono la conferma che Calum alla fine ha deciso per sé, ha compiuto quel gesto infischiandosene della loro amicizia, ha buttato tutto all’aria.
«E cosa speri di ottenere adesso? Che lei voglia stare con te?»
E il tono del biondo sorprende Calum, perché non se lo aspettava così duro. Ma soprattutto, la voce di Luke sorprende Letizia, perché non l’ha mai sentito rivolgersi in quel modo a qualcuno.
«Mi dispiace.»
È tutto quello che Calum riesce a dire, perché non sa più cosa fare, cosa pensare, per cercare di migliorare quel poco che resta dopo tutto quel casino.
«Bell’amico del cazzo sei.» si ritrova a dire il biondo, ferito, stanco, ancora preda della rabbia.
Il moro non sa davvero cosa rispondere, perché si sta rendendo conto di troppe cose. Si sente una merda, una merda colossale. Non avrebbe dovuto baciare Vanessa. Non avrebbe dovuto innamorarsi di lei. Non avrebbe dovuto neppure pensare di poterla portar via da Luke solo per capriccio, perché il ragazzo davanti a lui ama la bionda più di qualsiasi altra persona al mondo. Si è messo in mezzo ad una relazione da cui sarebbe dovuto stare lontano. Ha rovinato la storia di Vanessa e di Luke. Ma soprattutto, ha rovinato l’amicizia tra lui e il biondo. Ha perso il suo migliore amico per quell’unico, grandissimo, enorme sbaglio. E ora può solo prendere le conseguenze delle sue azioni. Perché sa bene che chiedere scusa non servirà a niente, che niente potrà mai tornare come prima.
Cosa cazzo ha combinato?
È questo che Calum si ritrova dentro la testa, mentre i colpi di Luke continuano ad infierire su di lui, mentre lui cerca di difendersi ma non ci riesce, perché sa che quei colpi se li merita, perché quello che ha combinato è imperdonabile.
«Cazzo Calum, hai rovinato tutto!» grida Luke, urla, perché davvero non gli sembra possibile che quel ragazzo gli abbia fatto una cosa simile. Insomma, era il suo migliore amico, oppure anche il loro rapporto era diventato una grandissima presa per il culo?
Luke non vuole crederci, gli sembra di star vivendo un incubo.
 
E mentre il biondo continua ad infierire sul moro, Letizia osserva i due, inerme, senza sapere che cosa fare per salvare quei due scemi che per lei sono più importanti di chiunque altro, li considera allo stesso pari di Ashton, come suoi fratelli, di cui non potrebbe mai fare a meno, neppure volendo. E vederli così, che litigano, Calum che si difende a malapena mentre Luke gli dà contro, per un motivo che lei ha capito anche fin troppo bene, la far star male, le dilania il cuore. Perché non ha mai visto Luke così distrutto. E perché, soprattutto, non si sarebbe mai aspettata una cosa simile da Calum.
Sperava che il moro non avrebbe fatto un errore così madornale, che prima o poi si rendesse conto che i suoi sentimenti per Vanessa non lo avrebbero mai portato da nessuna parte, perché la bionda e e Luke sono indivisibili, o almeno… Lo erano prima che Cal combinasse tutto quel casino.
E, nonostante tutto, sa già da che parte stare, sa già con chi andrà via, sa già chi dei due avrà bisogno del suo aiuto, anche se è consapevole che sarà molto più doloroso di quanto immagina.
 
«Ora basta Luke.» dice Letizia, posando una mano sulla spalla del biondo, facendolo finalmente fermare, facendogli riprendere per un attimo lucidità, facendolo voltare verso di lei, che gli riserva un sorriso tirato, prima di prenderlo per mano.
«Leti, io–» inizia Luke, con voce insicura, bassa, rotta, mentre i suoi grandi occhi azzurri diventano ancora più lucidi, ormai prossimi al pianto, troppo deboli per trattenere ancora le lacrime, Occhi lucidi che chiedono scusa, che non capiscono bene perché, che non resistono, che chiedono aiuto.
«Non qui Luke, non adesso.» gli dice lei, incamminandosi verso l’uscita di scuola, andando via con il suo migliore amico, non degnando Calum neppure di uno sguardo.
 
Calum, che resta lì, in silenzio, che li osserva andare via senza emettere neppure una parola, che li lascia andare senza dare una cazzo di spiegazione, che non si è difeso perché è in torto pieno e sa di essersi meritato ogni singolo grammo della rabbia di Luke.
Calum, che sa di aver perso le persone più importanti della sua vita nella frazione di un secondo, a causa di quella cazzata che avrebbe potuto risparmiarsi. Perché Luke non lo perdonerà mai. E perché Letizia non lo perdonerà di aver fatto una cosa simile al loro amico.
Calum, che resta lì, in silenzio, mentre i punti dove Luke lo ha colpito fanno sempre più male, che percepisce i lividi formarsi sulla pelle ambrata, che sente il cuore chiuso in una morsa impossibile da combattere, che si sente andare in pezzi, perché è stato davvero uno stronzo, un coglione.
Calum, che prende il telefono e invia un messaggio a Vanessa, mentre lacrime grosse e silenziose iniziano a rigargli le guance, a bruciare, come quel dolore dentro al cuore che non se ne vuole andare.
Mi dispiace.
Preme Invia. È tutto quelle che può dire. Due parole che mai potranno rimediare il danno che ha fatto.
 
«Calum l’ha baciata, cazzo Leti! L’ha baciata, e Vanessa ha risposto!»
«Dai, Luke, è solo un bacio. Magari Vanessa era così ubriaca quella sera che non sapeva quel che faceva.» dice Letizia, sorprendendo entrambi, perché proprio non avrebbe mai pensato di arrivare a difendere quella ragazza che sopporta a malapena.
Luke scuote la testa, prendendosi il viso tra le mani. «Tu non eri lì, Leti. Non li hai visti.»
Si ferma, prende un respiro e cerca di fermare le lacrime che sente agli angoli degli occhi.
«Si toccavano, erano così stretti l’uno all’altra, Leti… Cazzo, sembravano così a loro agio, come se lo facessero da così tanto tempo che…» ma non riesce a finire, che un singhiozzo, uno solo, gli spezza le parole in gola, facendogli chiudere gli occhi, nella speranza di non vedere più nella sua testa le immagini della sera precedente.
«Luke, io–» comincia la mora, per cercare di calmare l’amico, anche se non sa proprio cosa fare, frastornata com’è sa tutto quel che è successo. Perché non si sarebbe aspettata che Calum sarebbe potuto arrivare a quel punto, ma soprattutto, non avrebbe mai immaginato che Vanessa avrebbe fatto a Luke un torto simile. Ma le parole del biondo la fermano.
«Cazzo, vorrei sapere da quanto va avanti questa storia, da quanto si vedono e se la fanno alle mie spalle! Così almeno cercherei di farmene una ragione e metterci un punto…»
L’ennesimo urlo di Luke, l’ennesimo sfogo in quell’ultima mezz’ora, da quando sono arrivati in quel parco deserto a quell’ora del mattino. L’ennesima verità che fa male, che ferisce entrambi, che nessuno dei due riesce ancora a digerire.
E Letizia si sente morire ancora di più. Perché lei lo sapeva, della cotta di Calum per Vanessa. Lo sapeva, e nonostante abbia cercato di far cambiare idea al moro, non ci è riuscita, non ha saputo combattere contro quel sentimento che Calum non avrebbe mai provato per lei, neppure volendo. Non è riuscita ad aiutare i suoi due migliori amici. E il danno ormai è fatto.
Luke lo sa. Glielo ha detto appena si sono seduti su quella panchina dipinta di verde.
«Grazie comunque per averci provato.» le ha risposto, contento che almeno lei abbia provato a fermare quel coglione di Calum, anche se non è servito a niente.
Abbassa la testa adesso, Luke, sconvolto, incredulo, stanco, ferito.
E sente il dolore diventare davvero troppo forte; le lacrime iniziare a scendergli sulle guance; i singhiozzi cominciare a scuotergli il corpo. Il corpo di quel ragazzo che per Letizia è sempre stato l’ancora a cui potersi aggrappare per qualsiasi cosa.
E Letizia lo abbraccia, Luke, lo abbraccia, forte, lo tiene stretto, culla quel ragazzo più grande di lei, senza emettere un suono, permettendosi solo di accarezzargli la schiena, le braccia, il viso. Perché non ha la minima idea di cosa dirgli, per fargli tornare un po’ su il morale.
Perché un conto è quando si consola qualcuno per un amore a senso unico, come lui faceva con lei.
Ma non si può consolare qualcuno che è appena uscito da un amore che – apparentemente – era un percorso fatto insieme da due persone, che – apparentemente – erano legate dallo stesso sentimento. Perché il vuoto che si sente dentro, dopo aver dato tutto di sé, è impossibile da curare, impossibile da guarire. Perché neppure il tempo dà aiuto, non lo dà mai.
«Mi dispiace, Luke. Mi dispiace tanto.»
Luke non risponde. Semplicemente, si stringe ancora di più a quella ragazza mora che per lui c’è sempre stata e che continuerà ad esserci. La sua migliore amica. L’unica persona che sa che non lo tradirà mai.
 
Quando quel messaggio viene letto da Ashton, il riccio si sente il peso del mondo crollargli letteralmente addosso.
Luke ha picchiato Calum
Calum ha baciato Vanessa.
Vanessa ha tradito Luke.
Luke e Vanessa… sono in crisi.
Quelle poche parole inviate da sua sorella sono bastate a sconvolgerlo, mentre il viso diventa pallido d’un colpo, le mani tremano e le gambe lo fanno sedere su una sedia vicino al tavolo della cucina.
No, non ci può credere davvero.
Cioè, com’è possibile una cosa simile?
Calum che si comporta in questo modo? Ma chi se lo sarebbe mai immaginato?
Certo, deve ammetterlo almeno a se stesso, ha sempre avuto un dubbio riguardante il moro, lo ha beccato spesso e volentieri a fissare con aria sognante la ragazza del suo migliore amico, lasciandosi andare a sospiri quasi sconsolati e espressioni di disgusto nel vederla così affiatata con il biondo ma… ma mai avrebbe creduto che il peggio potesse accadere per davvero.
Calum l’ha fatto davvero.
E così facendo sta rovinando ben due cose: la sua amicizia con Luke e la storia tra Luke e Vanessa.
Possibile che non si sia sentito minimamente in colpa mentre mandava a puttane ogni cosa? Possibile che non si sia soffermato un attimo a pensare ai danni e alle conseguenze, prima di fare il coglione?
Ashton è davvero senza parole.
Ma, presto, non sarà l’unico a restare a bocca aperta.
Dalle scale, infatti, scende con aria assonnata Michael, intento a grattarsi la nuca, scendendo le scale malamente, tanto che Ashton si aspetta di vederlo cadere e spiaccicarsi al suolo.
«Buongiorno, Ash» lo saluta in uno sbadiglio, cominciando a cercare dalla credenza una tazza e un cucchiaio, versandosi malamente del latte freddo e i cereali che lascia arrivare al bordo.
Ashton continua a sospirare con fare nervoso, guardando il ragazzo seduto davanti a lui mentre si porta il cucchiaio alla bocca secondo dopo secondo.
Gli occhi verdi di Michael incrociano quelli di Ashton in una frazione di secondo, quanto basta a fargli capire che, forse, quello non è per niente un buon giorno.
«Tutto okay?» chiede infatti «Sei… strano»
«Michael… è successo un casino, alla festa» e Michael sente andare di traverso un po’ di latte, al ricordo di quello che ha combinato lui alla festa, con la sorella della persona con cui sta parlando.
Fa mente locale di ogni dettaglio, cercando di non arrossire, cercando di non essere scoperto come un bambino: nessuno li ha visti, nessuno sospetterebbe mai che lui e Letizia hanno fatto sesso, nessuno, nemmeno Ashton, loro si odiano, non si guardano neanche in faccia.
Eppure, qualcosa di grave deve essere successo, data la strana espressione di Ashton.
Il riccio, come risposta, gli lascia il cellulare, lo schermo ancora aperto su quel messaggio.
E leggere quelle parole lo fanno sbiancare a sua volta.
«Oh, porca puttana» sono le ultime parole che rimbombano in quella stanza.
Al piano superiore, nel frattempo, Vanessa ha appena aperto un occhio.
Si sente la testa esplodere e una voglia di bere litri e litri d’acqua.
Alla festa ha proprio esagerato.
Una canna, alcool a mille, e il risultato è essersi svegliata super tardi e con un mal di testa da record.
Da ricordare inoltre che alla sera deve lavorare, di male in peggio.
Cerca con la mano gli occhiali da vista, prendendo allo stesso tempo pure il cellulare, giusto per controllare qualche messaggio, giusto per mandare il “buongiorno” a Luke, come fa ogni mattina… peccato, però, che la sorpresa che trova sia la più brutta al mondo.
 
Non sprecare neanche il tuo tempo a cercare di spiegare, ho capito, mi faccio da parte, non ti reputavo così stronza, ma si sa, le persone sono sempre in grado di stupirti! Tu compresa. È finita.
 
E vaffanculo, cazzo, perché… perché io ti amo
 
Non chiamarmi, lasciami solo
 
E questi messaggi hanno sempre il solito mittente: Luke <3
Un messaggio è da parte di Calum.
Mi dispiace. Non una parola in più.
E Vanessa si sente il mondo crollare.
Si sente confusa, la testa che le fa male, il cuore che batte all’impazzata, mentre si morde il labbro con violenza, premendo il tasto verde, avviando la chiamata verso il numero di Luke, pregando che lui risponda.
Ma il telefono suona a vuoto.
Si alza dal letto velocemente, si sente ancora un po’ stordita, ma l’adrenalina fa il suo lavoro, entra in circolo velocemente, dandole la forza necessaria a correre al piano di sotto.
Michael e Ashton sono davanti alla televisione.
Stanno in silenzio.
Un silenzio fin troppo strano.
Come se loro sapessero già.
La guardano, il riccio scatta in piedi davanti ai suoi occhi confusi.
Michael si morde il labbro, come se stesse cercando le parole giuste e più appropriate per quel momento.
«Buongiorno, Vane…» tenta di dire.
«Che cazzo succede?» sbotta lei, per niente gentile e ben disposta a mantenere la calma.
«Siediti, Vane, siediti» la guida Ashton, facendola accomodare, facendole salire l’ansia ancora di più: quando Ashton vuole che si sieda sta per dire qualcosa di catastrofico.
«Dov’è Luke? Dove sono gli altri? Perché ho ricevuto dei messaggi che… che… mi volete dire che cazzo succede, porca puttana?!» alza la voce, notando i due presenti abbassare lo sguardo, non osano parlare, non osano guardarsi tra loro, c’è qualcosa sotto, c’è qualcosa che non promette nulla di buono.
«Vane tu… ti ricordi… che è successo alla festa?» comincia così Ashton, mentre la bionda scuote la testa velocemente, cominciando a gesticolare con le mani.
«L’ultima cosa che ricordo è di essere stata così tanto fumata che ho cominciato a bere come una fontana, ho un vuoto enorme» e quasi ridacchia, ma nessuno ride con lei.
«Vane… noi…» sospira Michael, non osando guardarla, non osando continuare: la paura di ferirla lo uccide, lo logora, è pur sempre sua sorella, è pur sempre la persona a cui tiene tantissimo e sta per dirle che ha tradito il suo ragazzo, sta per dirle che quello che era il suo ragazzo ha picchiato il suo migliore amico, sta per dirle che, Luke, non la vuole più vedere.
Né lei, né Calum.
«Noi, cosa? Giuro, vi do dieci secondi per parlare o giuro che vado di matto!» si innervosisce sempre più, guardandoli entrambi negli occhi, notando Ashton cominciare a scorrere lo schermo del suo cellulare, prima di porgerlo verso di lei.
«Mi dispiace» sussurra appena, tanto che Vanessa non lo sente nemmeno, troppo intenta a leggere quelle parole inviate da Letizia.
 
Luke ha picchiato Calum davanti a tutti, non siamo rimasti a scuola, l’ho portato a fare un giro. Luke non vuole più vederlo, né Calum né Vanessa. Alla festa li ha trovati avvinghiati sul letto di lei… io… non so cosa dire, ma Luke è distrutto. Ti prego non arrabbiarti se non sono andata a lezione, ma Luke è completamente fuori di sé.
 
E le lacrime cominciano a scendere calde sulle guance di Vanessa.
Lacrime calde e singhiozzi sempre più forti.
Il cuore che impazzisce nel petto.
Le mani che cominciano a tremare.
La voce che a fatica esce dalle sue labbra.
«No… no… io… io… io non…»
E neanche quello che dice ha senso, mille e mille pensieri la invadono, mille immagini la stravolgono, flashback che tornano violenti nella testa, flashback che sono la peggior cosa da ricordare.
Lei sul letto, lei che ride, lei che non ragiona proprio.
Luke che la bacia, Luke che le sfiora il naso con l’indice, Luke che la bacia sul collo.
Lei che si sente invasa da brividi amplificati.
“Ti vado a prendere dell’acqua” le dice in un sussurro.
Luke che esce.
Lei che continua a ridere senza motivo.
La porta che si riapre.
Si chiude.
Lei crede che sia Luke.
Lo chiama.
Lo avvolge a sé.
Continua a ridere, non mettendo a fuoco che quel ragazzo non è il suo Luke.
Lo sente baciarla.
Lo sente confessare parole d’amore.
È più che convinta che sia Luke.
Gli dice che lo ama anche lei, lo ama più di ogni altra cosa al mondo.
Ma solo adesso, in quel salotto, si rende conto che quella voce non apparteneva al suo Luke.
Quella era la voce di Calum.
Quella era la voce della persona sbagliata.
Lei non se n’è neanche resa conto.
Troppo fatta.
Troppo ubriaca.
Troppo tardi per cambiare le cose.
«Io non volevo! Davvero, non volevo! Io non volevo…» urla esasperata, mentre Ashton l’abbraccia e le accarezza i capelli, mentre lei piange e non riesce neanche ad esprimere quello che sente dentro.
Si odia.
Si odia e capisce perché Luke non la vuole più vedere.
Si odia e si dà della stupida.
Si odia, perché lui sta soffrendo a causa sua.
Si odia, ma non riesce proprio a pensare che sia finita qui.
«Devo andare da lui» dice in un singhiozzo, allontanando Ashton dal suo corpo, allontanandolo nonostante lui le stia dicendo di non farlo.
«Siete entrambi sconvolti, avete bisogno di tempo per stare calmi. Andare da Luke ora è ferirlo ancora di più» cerca di dirle, mentre lei si avvia verso le scale, nonostante le lacrime le righino ancora il viso.
«Tutto questo è solo un fottuto errore. E io non permetterò ad un simile sbaglio di portarmi via la persona più importante della mia esistenza» e corre al piano di sopra, isolandosi dal mondo, isolandosi dalle parole di Ashton.
Deve spiegare a Luke ogni cosa.
Deve dirgli che lo ama.
Deve dirgli che è stato solo un errore non voluto.
Deve farlo, perché sente dentro di lei di averlo già perso.






Nati
Bellissimi, buon dì a tutti!!!!
Eccoci con questo nuovo capitolo, finalmente! E, insomma, che capitolo pieno (e lungo) pure questo u.u
Leti che pensa a Mike, dehehhe (insomma, che ne pensate di loro due?).
Luke che è arrabbiato nero con Cal e con Vanessa (e  secondo voi ha torto oppure no?).
Luke e Cal che litigano (Cal è del tutto colpevole, a vostro parere?).
Leti che, mentre parla con Luke, DIFENDE VANESSA (secondo voi, come mai?).
Vanessa che scopre tutto (in un modo anche bello brusco) e Ash che (tato lui!!!!) la consola un po'; in fondo sono migliori amici ;).
E.... Beh, via, che cosa ne pensate di tutta questa baraonda??? Dai dai, fatevi sentire che noi non mordiamo nessuno! <3
Grazie di tutto e a presto, Nati <3

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Capitolo 8
*** 8 . Fight and sorry ***


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8 . Fight and sorry
 
 
 
«Io ancora non riesco a credere come Calum possa aver fatto una cosa simile.» commenta Charlie al telefono, mentre Letizia sta mettendo in ordine la sua stanza, cercando di tener fermo il cellulare tra la spalla e l’orecchio, con scarsi risultati.
«Charlie, io gliel’ho detto tante di quelle volte che non avrebbe dovuto fare una cosa simile, ma non ha voluto darmi ascolto, testardo com’è.» risponde la più piccola, mentre le tornano di nuovo in mente le immagini di quella mattina: Calum che dice quelle cose, Luke sconvolto. Troppe cose a cui ancora non riesce bene a credere, a cui vorrebbe non dover credere, per non stare male.
«Da una parte però lo capisco, sai Leti?» commenta la rossa, strappando Letizia da sui pensieri.
«Ah sì?» domanda la mora, rinunciando a piegare la camicia blu e appendendola ad una gruccia, non capendo proprio dove voglia andare a parare la sua migliore amica.
«Ma sì. Insomma, anche tu in un certo senso sei nella sua stessa situazione, perché anche tu stai vivendo un amore a senso unico.»
E Letizia rimane in silenzio per un istante. Perché proprio non aveva fatto quella considerazione su Calum, sul quel ragazzo che ha rovinato tutto. Non solo l’amicizia tra lui e Luke. Calum le ha fatto male, troppo male, perché ha fatto soffrire il loro amico. Ma soprattutto, le ha fatto male, l’ha ferita, perché ha baciato Vanessa. E questo per Letizia è la prova tangibile che lei nel cuore del moro resterà sempre e solo la sua migliore amica, niente di più, quando invece lei avrebbe tanto voluto che tra loro due potesse nascere qualcosa.
«Charlie, io non sono come Calum. Non ho mandato a puttine un rapporto solo per una cotta.»
«I sentimenti giocano brutti scherzi a volte. E tu cosa ne sai, Leti? Non hai mai provato a fare niente con lui, per fargli capire ciò che provi.»
«Appunto, non ho mai fatto niente. È questa la differenza tra lui e me, Charlie.» mette in chiaro Letizia, cercando di non pensare a Calum che alla fine si è dichiarato, che ha messo in gioco tutto quel che aveva, solo per amore, quando invece lei ha sempre seguito la parte razionale, quella più sicura, pur di non perdere quel poco che poteva avere con lui.
«Io penso prima di fare cazzate simili, non voglio perdere le persone a cui tengo.»
Charlie sospira dall’altra parte. Perché parlare con la mora è come parlare con un muro, perché la più piccola è veramente troppo testarda, e deve essere lei a sbatterci la testa sulle cose, prima di cambiare idea.
«Ripeto: tu dici così. Ma cosa avresti fatto se fossi stata al posto suo?»
E Letizia non risponde, per più motivi. Perché non aveva mai pensato a quell’eventualità. Perché la paura di perdere Calum per un gesto simile l’ha sempre fermata. Perché si è sempre accontentata di quel poco che poteva avere, senza cercare troppo di ottenere di più, benché volesse tanto quel qualcosa più di tutto il resto.
E anche perché Ashton fa capolino nella sua stanza, facendogli cenno di scendere in soggiorno.
«C’è qualcuno per te di sotto.»
Lei lo guarda confusa, perché non sa chi possa essere adesso. Luke è andato via ormai da un’oretta buona, quindi chi altro potrebbe essere?
«Charlie, devo andare, ci sentiamo più tardi. Vuoi parlare con Ash?» dice all’amica, notando lo sguardo del fratello, che si illumina al sentire il nome della ragazza.
«Va bene, passami quello scemo. Ci sentiamo più tardi.»
Ashton ringrazia sua sorella con un sorriso, quando lei gli passa il telefono prima di uscire dalla stanza e «Che brutta situazione.» saluta la rossa, facendole sentire tutta la preoccupazione che ha dentro con quelle pochissime parole, sapendo che parlando con lei forse tutto quel timore che ha dentro possa scemare un po’.
«Già… Speriamo che le cose si rimettano a posto presto.»
 
Calum sta facendo avanti e indietro sul vialetto di casa Irwin da quelli che ormai sono una quindicina di muniti buoni. E ancora non si è deciso su cosa sia meglio fare.
Suonare e parlare con Letizia?
Spiegare almeno a lei – forse l’unica persona che potrebbe capirlo – quel che è successo?
Chiederle un consiglio su cosa sia meglio fare per cercare di migliorare la situazione tra lui e Luke?
Non lo sa, non sa proprio più niente Calum. Perché nella frazione di un istante ha perso tutto ciò di cui aveva più caro. Luke, il suo migliore amico da tutta una vita, solo per una grandissima cazzata. Spera solo di non aver perso anche Letizia, perché è davvero l’unica che gli resti.
Ed è mentre pensa questo, che la porta di casa Irwin si apre, mostrando la figura stanca di Ashton sulla porta, facendogli prendere un colpo colossale, perché proprio non se l’aspettava.
«Hey, Ash.» saluta il moro, cercando di non dare a vedere la sua tensione, sperando forse invano che la notizia non sia arrivata a tutto il gruppo. Solo che gli occhi grandi di Ash e lo sguardo che il maggiore gli riserva gli dimostrano che ormai non c’è niente da fare, che ormai tutti già sanno.
«Dai stupido, vieni.» gli dice Ashton, lasciandogli spazio per entrare in casa. E Calum non se lo fa ripetere due volte, perché quel gesto sembra quasi come quella piccola fiammella in fondo a quel tunnel che lui cerca di afferrare da tutto il giorno, una fiammella che tuttavia non è ancora riuscito a raggiungere.
«Aspetta qui che avverto Letizia.» continua il maggiore, prima di riservargli un sorriso, forse di comprensione, forse di incoraggiamento. Perché anche Ashton un po’ lo capisce, quel diciottenne che ancora deve capire bene i complicati meccanismi dell’amore e di tutto ciò che comporta. Lo capisce, Ashton, perché o poi tutti compiono almeno una grandissima cazzata nella vita, sufficiente a cambiare tante, a volte forse troppo cose.
Gli dà una pacca sulla spalla, prima di lasciarlo solo con Michael, seduto sul divano con gli occhi semichiusi.
«Hai fatto proprio un bel casino, Hood.» lo saluta il ragazzo dai capelli colorati, una volta che Ashton è sparito al piano superiore per avvertire la sorella.
«E se potessi, tornerei indietro e cancellerei tutto.» ammette il moro, sconfortato, troppo stanco a causa di quella situazione che avrebbe tanto voluto evitare, se solo fosse stato meno stupido, meno impulsivo.
Michael si passa una mano sul viso, stropicciandosi gli occhi. Non ha passato un bel pomeriggio. Quando è tornata dall’università, Vanessa è subito riuscita, non appena ha saputo da Letizia che Luke era uscito da poco. E ora è preoccupato. Preoccupato per la sorella, perché nonostante Hemmings non gli piaccia per niente, è l’unico che riesce a far star bene sua sorella, quindi dopo tutto non può avercela con lui, o almeno fino a che non saprà come sono andate del tutto le cose. È preoccupato anche per Letizia, Michael, perché non si sarebbe mai aspettato un comportamento simile da parte della mora verso Vanessa, soprattutto con Calum in mezzo a tutto quel casino.
Calum, il ragazzo che adesso è davanti a lui. Il ragazzo che è sempre in mezzo, ad ogni situazione. Il ragazzo che molto probabilmente ha rovinato la storia tra Luke e sua sorella. Il ragazzo che è principalmente il motivo per cui ha lasciato andare Letizia…
«Vedi di non combinare altri disastri.»
È questa l’unica cosa che il maggiore dice al moro, prima di salire le scale, lasciando il minore da solo e molto più affranto di prima.
 
Michael e Letizia si incontrano nel corridoio. Lui che sta per andare in camera. Lei che sta per scendere.
Si guardano per un istante, uno soltanto, sufficiente a mandare i loro cuori dritti in gola e ad imporporare le loro guance. Forse per l’imbarazzo? Forse perché ancora non si sono parlati da quando è successo quel che è successo tra loro due la sera precedente? Forse perché ad entrambi mancano le loro frecciatine reciproche? Forse perché hanno capito che qualcosa è cambiato tra loro due e che non potranno mai tornare ad avere il rapporto di prima? Così troppe domande, nessuna risposta.
Si guardano ancora una volta, prima di sospirare e non dirsi niente per poi prendere direzioni diverse.
Michael entra in camera sua, e non appena chiude la porta bisbiglia duramente un «’Fanculo!» prima di batterci un pugno sopra, provocando un suono che pure Letizia sente, ma a cui non vuole dar peso, non adesso.
Scende le scale, e subito il respiro le si mozza in gola, non appena lo vede in piedi in mezzo al salotto, proprio davanti le scale, con i suoi grandi occhi color caffè puntati su di lei.
 
«Cosa cazzo ci fai qui?» gli dice dura, gli occhi grandi e color del cioccolato dritti e severi in quelli di lui.
«Leti, io… Ho combinato un grandissimo casino.»
La mora sospira, mentre le lacrime minacciano di uscirle dagli occhi, nonostante lei non voglia. «Già, hai fatto la cazzata più grande di tutti i tempi, Calum, complimenti.» commenta con una punta di sarcasmo nella voce, stanca e triste.
Calum le si avvicina, forse per cercare un po’ di conforto, un aiuto. Di preciso non sa neppure lui di cosa abbia bisogno. Forse semplicemente di qualcuno che lo capisca. Si avvicina, ma lei si allontana, ferendolo sul serio, allontanandolo, negandogli forse l’ultima possibilità che ha.
Lei, che non gli dice niente, che gli nega quell’unico aiuto che ha a disposizione, che esce sul giardino posteriore. E Calum la segue, perché almeno Letizia deve capire. Non può permettersi di perdere anche lei.
«Io… Cazzo, mi dispiace, ok? Mi dispiace, non avrei dovuto baciare Vanessa. Non avrei dovuto innamorarmi di lei. Ma è successo, ok? E io non so più cosa cazzo pensare.»
Solo che Calum non sa che quello sfogo, quelle parole, fanno davvero troppo male.
«Razza di stupido, io te lo avevo detto di lasciar stare! Te lo avevo detto di darci un taglio! Ma tu cosa fai? Come al solito ragioni con la tua cazzo di testa, e guarda cosa hai combinato!»
Calum abbassa la testa, allo sguardo duro e freddo di Letizia, uno sguardo che non riesce a leggere, che non riesce a sopportare. Perché, cazzo, non è solo colpa sua, non del tutto. Perché in realtà forse la colpa non è di nessuno, ma siamo umani, e una spiegazione alle cose che ci accadono dobbiamo trovarla sempre.
«Credi che avrei mai fatto un torto simile a Luke? Credi che sarei arrivato a rubargli la ragazza?»
Letizia sbuffa e sorride, fredda come la pietra, mentre il dolore pian piano si trasforma in rabbia.
«Non volevi, però l’hai fatto. Come te lo spieghi? Come lo spieghi a Vanessa? Come cazzo lo spieghi a Luke, eh?» commenta, mentre il corpo inizia a tremarle, mentre sente le lacrime iniziare a scenderle sulle guance, mentre sospira per un attimo, giusto per cercare di mettere in ordine le idee, ma invano.
«Diamine, Calum, tu… Luke… Io non ci credo, Calum… Non voglio crederci.» gli fa sapere, mentre i singhiozzi pian piano iniziano a farsi sentire in quel piccolo cortile, rimbombando nel petto del moro e ferendolo come mai niente e nessuno era riuscito a fare prima
«Leti, ti prego, non piangere.» le sussura lui, preoccupato, perché non vuole vederla in quello stato, non vuole vederla piangere, soprattutto se è lui ad essere la causa di quelle lacrime che tanto detesta vedere sul viso della sua migliore amica.  Le si avvicina, a passo lento, incerto, mentre lei cerca di asciugarsi gli occhi, senza molto successo. E quando la mano del ragazzo arriva a sfiorare il polso della mora, lei si ritrae subito, riservandogli uno sguardo così triste da lasciarlo spiazzato.
«Perché Calum? Perché hai fatto un torto simile a Luke? A Luke, cazzo, al tuo migliore amico!»
«Ma io non volevo fargli questo. Non volevo rovinare assolutamente niente!» cerca di spiegare lui, cerca di far valere le sue ragioni, anche se sa che non servirà a niente.
«Cazzo Calum… Io… Luke… Non ti capisco, proprio non ti capisco.» ammette Letizia, con lo sguardo che adesso è rivolto a terra, insicuro su dove potersi posare se non lì, perché gli occhi di Calum proprio non vuole vederli. Non potrebbe sopportare di vederlo ferito e solo. Perché la mora sa fin troppo bene come si senta il ragazzo di cui è innamorata. In fondo lo conosce da tutta una vita, lo conosce meglio di se stessa, e sa come si stia sentendo adesso. Però non può far niente. Non più.
«Letizia, ti prego, lasciami spiegare–»
«No, Cal, no… Va’ via…» ribatte lei, con la voce che ormai è un sussurro, mentre con le braccia avvolge il suo corpo, cercando di fermare i tremiti incontrollabili che i singhiozzi troppo forti le procurano.
Calum sospira, affranto, triste, sconfitto. Sospira e non aggiunge niente, perché sa che non ce n’è bisogno, perché sa che non c’è nient’altro da fare, nient’altro da dire. Perché forse ha perso anche Letizia, e questo, come il torto fatto a Luke, non potrà mai perdonarselo. E non dice una parola quando lascia casa Irwin, diretto chissà dove, per trovare quelle risposte di cui ha bisogno.
 
Letizia sente i passi del moro sul terreno. Li sente fino a che lui non raggiunge la strada. Poi silenzio. Esattamente come dentro al suo cuore, troppo stanco e spossato da tutto quello che è successo quel giorno.
Alza gli occhi al cielo azzurro di quel pomeriggio, in netto contrasto con quel grigio che sente dentro.
Sospira stanca e si passa una mano sugli occhi, cercando di fermare le lacrime.
Ma l’immagine di Calum di quella mattina, dei colpi di Luke a cui non ha risposto, dei suoi occhi tristi, il ricordo di quelle parole, il suono dei suoi passi che se ne vanno le tornano in testa, prepotenti, cattivi, affilati come lame, che trafiggono quel poco che rimane da torturare.
Ed è mentre che i singhiozzi iniziano ad essere più forti, mentre non riesce più a fermare le lacrime, mentre si sente cadere a pezzi, che due braccia forti la stringono dolcemente, la sorreggono, la confortano un po’.
Letizia si aggrappa a quelle braccia, a quel ragazzo che dovrebbe detestare, ma a cui non riesce a dire una parola cattiva, non adesso, non ora che si sente così al sicuro in quella stretta come non si era mai sentita prima di allora, come nessuno era mai riuscito a farla sentire prima di lui.
Michael avvicina le labbra al suo orecchio e «Lasciati andare. Ci sono io qui con te.» le sussurra dolce e preoccupato. Un sussurro che sblocca il muro di Letizia, che apre tutti i meccanismi del cuore della ragazza.
E allora lei si lascia andare, piange più forte, si sfoga, trema.
E Michael non la lascia, neppure per un secondo. La tiene stretta, la culla, la tranquillizza.
È rimasto ad osservare la conversazione tra la mora e Calum per tutto il tempo. E non appena il ragazzo moro era uscito, lui era corso di sotto. Perché in fondo, un po’ Letizia la conosce, e sa perfettamente che tutta quella situazione l’avrebbe distrutta.
E nonostante vorrebbe altro, qualcosa che forse non potrà mai avere, si accontenta di tenerla stretta a sé.
Si accontenta di essere la sua ancora almeno per quella volta.
 
Se deve essere sincera, Vanessa, non sa nemmeno lei come fare.
È seduta fuori, sotto il portico di casa Hemmings da più di un’ora, il vento freddo che le scompiglia i capelli, le mani nascoste nelle tasche, gli occhi ancora un po’ gonfi per il pianto di quella mattina.
Non sa cosa pensare.
Non sa come affrontare Luke.
E l’ansia comincia a salirle ora, dopo così tanto tempo di attesa, comincia adesso e si rende conto di non avere nulla di convincente da dire.
Era ubriaca.
Era fatta.
Ma sa benissimo che Luke non perdonerà mai tale errore, i suoi messaggi sono chiari.
Ma lei è lì comunque, pronta a mettersi in gioco, pronta ad usare qualsiasi mezzo possibile pur di rimediare, pur di riprendersi la sua felicità, pur di far tornare il tutto alla normalità.
Alza lo sguardo, non appena nota la figura alta di un ragazzo farsi avanti per il cancello.
Perde un respiro, vedendo quei capelli biondi, quegli occhi che puntano a terra, quelle mani strette a pugno, mentre avanza passo dopo passo verso di lei.
Scatta in piedi, mentre lui si ferma a distanza di sicurezza.
«Che cazzo fai qui?» sbotta lui con tono sgarbato, tono che a lei non piace per niente, tono che la ferisce già troppo.
«Tento di spiegare» dice velocemente, mentre vede comparire un sorriso divertito sulle labbra di lui.
«Risparmia il tuo fiato per parlare con Calum, non abbiamo niente da dirci» e fa un passo indietro, vedendo che lei avanza in sua direzione, il cuore in gola, le lacrime pronte a scendere, le mani che si torturano tra di loro.
«Perché non vuoi ascoltarmi? Non puoi decidere per entrambi, siamo in due in questa storia, e io ho il diritto di dirti come stanno le cose» e la voce trema, la voce di chi non vede più un briciolo di luce in quel buio.
«Dovrei ascoltare la tua versione dei fatti? Per quale motivo? Per essere umiliato definitivamente? Risparmiamelo.» e lei avanza ancora, avanza esitante, ma velocemente lascia che la sua mano scivoli in quella di Luke con una velocità tale da farli diventare rosso in viso.
Non si aspettava nulla di quello che lei sta facendo.
«Ero fatta, Luke, ero ubriaca, possibile che tu non capisca?»
La mano di lui si toglie da quella presa.
«Perché continui a mentire, eh? Perché non dirmi semplicemente la verità? Da quanto tempo lo frequenti? Da quanto mi pugnali alle spalle?» e lui ha la voce che trema per le sue stesse parole, parole alle quali non crede neanche lui, parole che però dice non capendo a pieno il perché.
«Cosa stai dicendo, Luke?»
«Dico che tu mi hai mentito»
«Credi davvero che io ti abbia tradito con Calum? E credi che lo stia facendo da tempo?» lui si morde il labbro.
«Vi ho visti, cazzo, io… io…» e un primo singhiozzo lo blocca, mentre gli occhi azzurri diventano lucidi «Io l’ho visto come lo toccavi! Io ti ho visto, tu lo toccavi come hai sempre fatto con me, tu ti lasciavi accarezzare, sfiorare… e l’hai fatto sotto i miei occhi» e lei osa avvicinarsi ancora, lei che vuole abbracciarlo, lei che vuole solo fargli capire quanto stia fraintendendo il tutto, lei che vuole solo lui al suo fianco e nessun altro.
«Io ti amo, tu… tu… lui è il mio migliore amico! E lui è innamorato di te» e quella confessione la fa sbiancare, perché non voleva davvero arrivare a quella conclusione.
Certo, Calum avrà avuto un motivo per baciarla.
Ma non credeva che fosse così profondo, non credeva di piacergli a tal punto, non c’è mai stata una certa simpatia nei suoi confronti.
Era disposta a difenderlo.
Era disposta a dire che era fatto, ubriaco e fuori di sé pure lui.
Ma quella confessione le fa capire che quel bacio, quel fottuto casino era tutto calcolato, era in programma, e lui era lucido e conscio di quello che faceva.
«Ma io amo te, dannazione!» esclama a voce più alta, facendo alzare gli occhi a Luke, notando quelle lacrime che gli rigano il viso, notando quell’espressione triste che mai, mai, ha visto da quando stanno insieme.
«Io pensavo fossi tu, Luke, io credevo di baciare te non Calum! Perché ti ostini a non credermi? Perché pensi che possa farti una cosa del genere? Lo so benissimo che Calum è il tuo migliore amico, non ti farei mai, mai, cazzo, un torto simile!» e sta volta è lei a sentire gli occhi umidi, sente il corpo tremare, sente che c’è qualcosa che non va in quella conversazione.
Perché lui non le crede?
Perché lui sta rendendo il tutto così difficile?
Perché non si fida di lei?
Perché credere al peggio?
Perché pensare che lei lo tradisca da tempo, quando sta urlando a gran voce la verità?
Perché Luke si comporta così?
Lei non lo sa.
Ma la verità è che un cuore infranto non ragiona.
La verità è che Luke è solo accecato dalla rabbia, dalla tristezza, dal rancore verso Calum.
Il suo migliore amico lo ha tradito.
Ha mandato a puttane la loro amicizia.
L’ha distrutta e per cosa, poi?
Solo per farlo soffrire.
E la sofferenza, la rabbia, l’ira, lo portano a peggiorare ancora di più la situazione, lo portano a far credere cose sbagliate alla ragazza davanti ai suoi occhi.
La ragazza che ora piange, piange piano, in silenzio quasi.
Piange e pensa che il loro amore è finito davvero.
O meglio, pensa che l’amore di lui lo sia.
Perché lei lo ama.
Lo ama così tanto che sente il cuore spezzarsi in mille pezzi.
Sente le gambe che tremano.
Sente che tutta quella felicità se n’è andata, perché lui non la ama più davvero.
Quel sentimento è sparito, e solo lei sa quanto male le provoca dentro.
Se lui fosse davvero innamorato di lei… l’avrebbe già perdonata.
Ma non è così.
Si limitano a guardarsi negli occhi.
Si limitano a logorarsi da dentro, senza bisogno di parole, senza bisogno di ulteriori spiegazioni.
È finita.
È finita davvero.
Non c’è più spazio per loro due insieme, non c’è più spazio per Vanessa e Luke.
«Non mi ami più» dice lei tra i singhiozzi, mentre lui tenta di ribattere, perché quello che ha appena affermato è una bugia.
Perché lui la ama, la ama così tanto da aver versato mille lacrime solo per lei, la ama così tanto che non ha chiuso occhio al pensiero di lei con un altro, la ama così tanto che si sente morire al pensiero di una vita senza di lei.
La guarda mentre tenta di non singhiozzare più.
La guarda, mentre si asciuga le lacrime con il palmo della mano.
La guarda, mentre cerca di assumere un’espressione seria, mentre formula quella frase.
«Cresci, Luke. Cresci, perché sei talmente immaturo da aver mandato a puttane un rapporto» e lei si sente morire nel dire quelle parole «E vaffanculo, Luke, per avermi fatto innamorare perdutamente di te, tu che non sei diverso, ma esattamente come tutti gli altri» e con passo spedito si allontana, cammina velocemente, per poi cominciare a correre al sentire la voce di lui che la chiama.
Corre lontana, mentre Luke la guarda andare sempre più lontana, fino a sparire dalla sua vista.
Si siede per terra, le mani tra i capelli.
Il casino che Calum voleva, è fatto.
E lui ha fatto in modo che ciò accadesse, perdendo così l’unica persona che ha saputo amare davvero.






Nati
Bellissimi, buon giorno a tutti!
E che capitolo denso pure questo! Insomma, Leti che si sfoga con Charlie di Cal non è una novità, soprattutto non con quello che il moro ha combinato (e poi Ash e Charlie parlano un pochino!!! *^*).
Michael, invece, è relativamente calmo, soprattutto nei confronti di Cal; secondo voi come mai?
Il n0ostro bassista è proprio nei guai, anche con Leti. Insomma, ha ferito il loro migliore amico - anche se non voleva farlo di proposito - e Leti queste cose non le perdona a nessuno.
Ed il fatto che proprio Calum abbia combinato tutto quel casino, non aiuta nè lei nè lui, entrambri troppo feriti anche se per motivi diversi.
Poi c'è Michael che sente qualcosa di diverso verso la nostra piccola mora.
Vanessa e Luke, invece... Mamma mia o.O Non sono riusciti a capirsi, soprattutto quando la rabbia reciproca fa il suo gioco. Secondo voi che cosa succederà adesso?
Dai dai, fateci sapere le vostre idee, noi siamo curiosissime! <3
Grazie per ogni cosa, sul serio, siete pazzeschi! A presto! <3
Un bacione, Nati <3

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Capitolo 9
*** 9 . Advices ***


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9 . Advices
 
 
 
Letizia quel pomeriggio è stesa sul divano del suo soggiorno, con le cuffie nelle orecchie, con la musica che non riesce a zittire la miriade di pensieri che si ritrova nella testa da quelle che ormai sono tre lunghe settimane. Tre settimane da quando è accaduto tutto quel casino con Calum, Luke e Vanessa. Tre settimane da quando lei e il moro non si parlano. Tre settimane da quando il suo astio per Vanessa è aumentato a dismisura. Perché si è presa Calum del tutto e non lo considera. In più, la odia perché ha giocato pure con i sentimenti di Luke. E a Letizia non importa niente se la bionda era fatta. Non gliele frega niente. Perché, semplicemente, per lei la maggiore avrebbe dovuto evitare di fare una puttanata simile. Non avrebbe dovuto prendere quella riva, chiuso il discorso. 
Sospira e cerca di allontanare dalla sua testa l'immagine di Calum su Vanessa, dei loro corpi vicini, delle loro mani unite. Un'immagine che le dà la nausea e che fa aumentare quella rabbia sorda che sente dentro e che non riesce a mandar via. 
Si passa una mano sul viso per poi togliersi le cuffie, che neppure la musica riesce ad aiutarla quel giorno. Ed è mentre si alza dal divano, che la porta di casa si apre, rivelando la figura di un Ashton tutto sorridente. A causa dell'ennesima ragazza con cui è uscito. E ci si mette pure lui, adesso, con quel suo comportamento che alla sorella non piace moltissimo. 
«Hey sorellina, tutto bene?» chiede il ragazzo entrando nel soggiorno e sorridendole, prima di stringerla in un abbraccio a cui lei non si sottrae e a cui risponde con tutto l'affetto di cui è capace.
«Come al solito.» risponde in un sospiro e facendo irrimediabilmente preoccupare suo fratello che  «Ancora per lo stesso motivo?» chiede, sedendosi sul divano e facendo accomodare la ragazza sulle proprie gambe. 
«Non credo ci siano stati cambiamenti in queste ultime settimane.» commenta lei sistemandosi gli occhiali sul viso e facendo sospirare il riccio. 
«Secondo me stai esagerando.»
«E perché tu?»
«Io cosa?»
«Con Charlotte.»
«Smettila con questo discorso, non ne voglio sapere. E poi stavamo parlando di te, non di me.»
«Ma io voglio parlare di voi due adesso!» esclama la ragazza stizzita dal comportamento del fratello che proprio non riesce a capire come mai lui non voglia mai ascoltarla quando parla della loro amica rossa.
«Non c'è niente da dire, Leti. Cos'altro devo dirti per fartelo capire?!» risponde Ashton, che invece proprio non concepisce come mai sua sorella sia tanto a favore di una relazione tra lui e Charlie, quando tutti sanno – i due interessati compresi – che tra loro due c'è solo una profonda amicizia che mai potrebbe cambiare neppure volendo. 
«Oh, caro mio, ti conosco meglio di quanto ti immagini. E lo sai che non mi sfugge mai niente.» commenta la mora, accomodandosi sulle gambe dell’altro e iniziando a giocare con i ricci del fratello, che sospira e allontana la mano di lei, evitando accuratamente di incrociare quegli occhi scuri che tanto gli ricordano quelli della loro mamma.
«Sei come la mamma, lo sai?»
E Letizia sorride piena di nostalgia, a sentire quelle parole che hanno riportato alla mente di entrambi immagini che da troppo tempo se ne stavano nel loro angolino, perché a volte un po’ di male lo fanno, anche se non sempre e non consapevolmente. I ricordi dei loro genitori – i pochi che hanno – sono una delle poche cose a cui non potrebbero mai rinunciare, per nessuna ragione al mondo.
«Me lo dici sempre.» risponde la mora, abbracciando forte il ragazzo e lasciando che lui la culli dolcemente, mandando via la sua preoccupazione, in un modo che solo lui – e forse anche un altro ragazzo dai capelli rossi – riesce a fare, riuscendo a metterle il cuore in pace almeno per un po’.
«Guarda che lo penso sul serio.»
«Lo so! E tu sai che sono seria con Charlie.» continua lei, facendolo sbuffare.
«Ma insomma, perché ci vedete per forza insieme?! Un ragazzo ed una ragazza non possono semplicemente essere amici?»
A quelle parole, Letizia si ritrova a ridere. Perché, diamine, Ashton ha davanti lei come esempio: che a volte per uno dei due l’amicizia diventa qualcosa di molto più profondo, un qualcosa che spesso non è condiviso.
«Ash, ma hai presente con chi stai parlando adesso?»
E lui ride di cuore, perché ha pensato esattamente le stesse cose della sorella. «Scusami, non volevo.»
La mora scuote la testa, divertita, e torna a passare la mano tra i capelli del fratello. «Io sono così rompipalle perché conosco te e conosco Charlie. E non hai idea di quanto vi veda troppo bene insieme.»
A quelle parole, il cuore del riccio si ferma un istante solo, sufficiente a far insinuare dentro al ragazzo quel dubbio che lui ha sempre voluto tener lontano, un dubbio che lui sa di non essere in grado di sciogliere, un dubbio che prende il rapporto tra lui e Charlie e forse lo stravolge. Se un po’ o del tutto, ancora non può saperlo. Perché in fondo lo sa anche lui che la rossa non gli è mai stata indifferente, e non solo per l’aspetto fisico. Soprattutto per tutte quelle piccole cose che caratterizzano solo lei e che lo attirano come una calamita potentissima che non lo lascia andare. Ma di tutti quei sentimenti così confusi che si ritrova a provare, Ashton non farà mai parola con nessuno, può esserne certo.
«Voglio solo che siate felici, Ash. E non hai idea di come lo sembrate quando siete insieme. Questo è tutto.»
Oh sorellina, proprio non hai idea di quanto sia felice quando lei è con me, si ritrova a pensare il riccio, che intanto decide che forse è meglio tornare sul discorso di prima.
«Per quanto riguarda Vanessa, io–»
«Non voglio sentire niente su di lei.» lo blocca la mora. Perché aveva già capito che l’argomento “Charlie” fosse finito, eppure non vuole affrontare quello “Vanessa”, non ancora, per il momento. Perché, nonostante tutto, la sua rabbia sorda e dura è ancora lì, rintanata nel suo cuore, come se non volesse staccarsene, pur di alimentare quel sentimento di rancore che – Letizia lo sa bene – non la porterà comunque da nessuna parte.
«Io proprio non capisco perché tu ce l’abbia così tanto con lei. Insomma, che ti ha fatto di così male?»
A quelle parole, Letizia si alza di scatto, e i suoi occhi pieni di rancore si puntano in quelli sorpresi del fratello, lasciandolo completamente senza parole. «Hai anche il coraggio di chiedermelo?»
Lui non risponde, perché sinceramente non riesce a vedere il problema di tutto quell’astio verso la bionda, che a conti fatti non si è mai comportata male con sua sorella, anzi, si è sempre mostrata più che gentile e disponibile con lei, che tuttavia l’ha sempre respinta. Poi però, come una lampadina, un’idea gli nasce nella testa e allora capisce. «Calum.»
Al nome del moro, la ragazza annuisce stanca e cerca di non pensare al suo cuore che protesta per la rabbia, per la gelosia e, soprattutto, per quell’amore non corrisposto che giorno dopo giorno le pesa sul cuore come un macigno che non vuole andarsene. Anche perché lei e Calum non si parlano da quel pomeriggio in cui lui è venuto a casa Irwin per cercare di spiegare la sua versione dei fatti. Settimane di un silenzio che alla mora sta diventando sempre più stretto e sta facendo sempre più male.
«Io… Cazzo Ash, tu non lo sai cosa vuol dire vedere la persona che ami persa per qualcuno che non sei tu. Fa male… Perché sai che le cose non cambieranno mai, nonostante tutti gli sforzi che fai pur di far capire quello che senti. E quando ti sembra che forse le cose stiano iniziando a prendere una piega migliore, arriva il colpo di grazia che ti sega le gambe…» dice lei, e sospira stanca, cercando di non permettere alle lacrime di uscirle dagli occhi per la rabbia e per la tristezza.
«Però io ancora non capisco perché–»
«Perché Calum ha preferito Vanessa a me! Cazzo Ash, è così difficile da capire?»
E a quelle parole, Ashton non sa se sospirare o se sorridere, perché dal suo punto di vista le cose non sono tanto tragiche. Tuttavia sa che la sorella vive quelle situazioni mettendo sempre in gioco tutto quello che ha, rimanendoci scottata ogni volta. E forse una risata in quel momento non è proprio la cosa più indicata da fare.
«Però tu sai anche che Vanessa ama Luke più di qualsiasi altra cosa al mondo.»
E a questo, Letizia non ribatte. Perché anche lei li sente la notte, i singhiozzi sommessi della bionda che nel sonno chiama il suo migliore amico. Li sente e, nonostante la rabbia, non può rivedersi almeno un po’ nei panni di Vanessa, che sta male per amore, a causa di un errore che forse si sarebbe potuto evitare. Però…
«Sarà anche innamorata come dici. Ma come mi spieghi quel che è successo alla festa?»
E Ash stavolta sospira, per cercare di alleggerire la tensione, perché tanto sapeva che la mora sarebbe andata a toccare il tasto più dolente di tutta quella strana situazione che neppure a lui piace.
«Calum mi ha raccontato la sua versione dei fatti. E posso assicurarti che Vanessa non ha alcuna colpa.»
A quelle poche parole, Letizia abbassa la testa, perché davvero non sa più che cosa pensare di tutto quel grandissimo casino. Perché nella sua testa da parecchio tempo, non ci sono solo gli occhi color cioccolato di Calum che la mandano in confusione. Ci sono pure un paio di occhi verdi che le fanno battere il cuore, occhi verdi che ormai non la guardano più con strafottenza o superiorità. Perché negli occhi di Michael adesso per Letizia c’è altro, e pure lei lo sente, dentro al suo cuore, che i suoi sentimenti per il rosso sono cambiati, anche se di preciso non sa bene come definirli…
E poi c’è Vanessa. E qui proprio lei non sa da che parte cominciare. Perché forse Ash ha ragione, forse Vanessa non ha colpe, forse è stato tutto un grosso scherzo del destino che ha rovinato tutto. Forse, la bionda neppure sa dei sentimenti di Calum per lei e magari pensava a Luke alla festa. Forse, lei dovrebbe smetterla di vederla come una nemica.
«Guarda che a lei tu piaci, quindi non vedo perché dovresti odiarla così tanto. Eppure quando eravamo più piccoli tu la adoravi. Che è successo?»
«Forse il fatto che Calum si sia innamorato di lei non ha giocato a suo favore… Però hai ragione. In fin dei conti, lei non ha colpa di niente.»
E a sentire quelle parole, entrambi sorridono. Letizia perché finalmente si è tolta un peso dal cuore e adesso ha solo un ultimo piccolo grande problema da affrontare. E deve farlo il prima possibile.
E Ashton sorride perché non solo è felice per il fatto che la sorella abbia finalmente capito che avercela con Vanessa non aveva alcun senso. Sorride soprattutto perché gli occhi verdi di Charlie si sono impiantati tra i suoi pensieri come a non volersene allontanare. E a lui va benissimo così.

L’ultima persona che voleva vedere è proprio davanti ai suoi occhi.
Vanessa esce frettolosamente dalla discoteca, è notte fonda, ha le braccia strette sul petto, lo sbalzo di temperatura è netto, la fa rabbrividire, non trova neanche il coraggio di accendersi una sigaretta.
I capelli raccolti in quella coda ormai ridotta in uno stato pietoso, gli occhi rossi per la giornata passata a piangere, l’aria di chi ha lavorato nel tentativo di dimenticare, dimenticare Luke, il dolore che le ha provocato, il dolore dei ricordi che rimbombano in testa.
Non c’è Luke fuori da quella discoteca ad aspettarla.
Non c’è neanche Michael, non c’è Ashton, non c’è nessuno tra le persone che vorrebbe lì, pronte ad accoglierla in un abbraccio caloroso.
C’è solo lui, la causa della sua infelicità.
C’è Calum, appoggiato al palo della luce, le mani in tasca, l’aria di chi non sa davvero da che parte cominciare.
È andato lì per un motivo, ma la paura che sente scorrergli sotto la pelle è tale da farlo pietrificare, tanto che non riesce neanche a salutarla, riesce solo ad accennare un gesto con la mano, gesto che lei finge di non vedere, avviandosi con passo spedito verso casa, dato che lei la macchina non ce l’ha.
«Hey, Vane, aspettami» la rincorre lui, ma lei non osa fermarsi.
La accosta, segue il suo passo veloce un po’ a fatica, mentre si inoltrano per le vie di Sydney abbracciati dalla notte, dalle tenebre, dal rumore di qualche macchina che passa per caso, dal rumore delle risate di qualche studente ubriaco.
Lei si tira fuori la sigaretta.
È incazzata nera.
E la sigaretta non farà altro che aumentare la sua ira, la sua voglia di prenderlo a sberle.
Sospira, per poi aspirare forte, tanto da sentire la gola secca.
Butta fuori il fumo con rabbia e dolore, lasciando che dentro la sua testa mille pensieri si formulino.
Perché la domanda che la tortura è una sola: come ha fatto a non accorgersene?
Calum è il migliore amico di Luke.
Lui è sempre stato con loro, con la compagnia, è sempre stato lì, e lei non si è mai resa conto dei suoi sentimenti.
Non si sono neanche mai parlati tanto, ad essere sinceri, non si sono mai parlati così tanto da capire certe intenzioni.
Ha sempre creduto che Calum la odiasse, perché Luke ha sempre un po’ scelto lei all’amicizia, perché Luke ha sempre voluto essere perfetto in quella storia, sempre presente, sempre premuroso; Vanessa ha sempre creduto di stare nei pensieri più cattivi nella testa di Calum.
Non l’ha mai scoperto a guardarla con occhi sognanti, non l’ha mai sentito sfiorarla in modo poco amichevole e più intimo, non l’ha mai sentito fare commentini un po’ troppo espliciti sul suo conto… non avrebbe mai creduto possibile che lui fosse innamorato di lei.
Eppure è così.
Alla festa, lui voleva solo mettere fine al suo silenzio, ai mille sentimenti repressi, alla rabbia nei confronti di Luke per avergliela portata via.
Vanessa butta via la sigaretta, calpestandola forte, facendo quasi sobbalzare Calum.
«Era la mia testa, quel mozzicone?» cerca di fare il simpatico, ma la ragazza non lo degna neanche di uno sguardo.
Camminano ancora, per pochi minuti, fino ad arrivare al cancello di casa di lei.
«Hai finito di seguirmi?» esclama a voce troppo alta, facendo abbassare la testa al moro, mortificato, pieno di tristezza e di dispiacere.
«Voglio solo parlare con te» balbetta, ma Vanessa non ha nessuna voglia di essere gentile.
Ha la pazienza sotto i piedi, ha la rabbia in testa, nell’anima, ha quel discorso pieno di insulti e cattiverie pronto da dire, pronto da lasciar andare: lui le ha rovinato la vita.
Lui si è messo in mezzo.
Lui ha diviso lei e Luke.
Lui le ha tolto la sua felicità.
Lui per uno stupido bacio, che lei ricorda appena, ha mandato all’aria una relazione serena.
Lui ha tradito il suo migliore amico.
Lui ha ferito lei, nonostante continui a proclamarsi innamorato.
Lui è un coglione, uno stronzo, un insensibile, uno senza cuore nei suoi confronti, perché se l’amasse davvero, l’avrebbe lasciata andare.
Lei era felice.
Luke era la sua felicità.
E ora lui non la vuole più vedere.
Per colpe non sue.
Perché lei non capiva, era andata, era fatta, era fuori di sé, perché lei lo chiamava in quei baci, perché lei continuava a rivolgere i suoi pensieri, la sua voce, solo a lui e non a Calum.
Ma Luke non ha voluto sapere ragioni.
Vorrebbe davvero dirgliele queste cose, Vanessa.
Vorrebbe, ma non lo fa.
Non lo fa perché è stanca di logorarsi di rabbia.
È stanca perché urlargli contro non gli porterà indietro Luke.
È stanca, e Calum le ha prese tutte e non merita pure la ramanzina da parte sua, perché Luke ha preso la sua decisione.
Non servono più parole urlate.
Non serve più prendersela con Calum.
Forse, dovrebbe solo incolpare se stessa, per aver rovinato un’amicizia così forte, così importante.
Sì, forse la colpa è solo sua, per essere entrata nelle loro vite.
Sì, Calum non merita ancora dolore.
«Parliamone, allora» dice quasi dolcemente, facendo alzare lo sguardo al moro, sorpreso dal suo tono calmo, tranquillo, che proprio non si aspettava.
«Dall’inizio alla fine, Calum» continua lei, mentre lui quasi non riesce a trovare le parole più giuste da dire.
«Non era mia intenzione innamorarmi di te, ma è successo» esordisce così, per poi dare voce ai suoi sentimenti, senza urlarli, senza temere di ricevere un pugno ad ogni parola, con un po’ di timore e senso di colpa, mentre gli occhi di lei non cambiano espressione in nessun momento.
Non sa neanche lui come si è innamorato di lei.
È successo, dal nulla, dal fatto che la pensasse ogni giorno, dal fatto che la sognasse ogni notte, dal fatto che ogni canzone d’amore, ogni melodia che riusciva a creare, fosse per lei.
Non sa neanche lui perché si è lasciato trasportare così tanto.
Lei è carina, e forse non semplicemente carina, non passa inosservato, non passa inosservata ai suoi occhi quella bellezza che descrivono nei libri.
I capelli biondi, gli occhi blu, la pelle chiara, le labbra sottili, un sorriso timido ma unico.
Forse è stata colpa della sua immagine, della sua bellezza, che gli si è impiantata dentro, in testa, nel cuore.
Forse, è stata colpa di quella risata, che lo fa irrigidire quando la sente: è la risata più scema che si possa sentire, esilarante, ma così bella, così…
«Una risata che ti fa ridere a tua volta, una di quelle che ti rende felice.»
E forse è stata colpa delle sue mani.
«Ho sempre pensato a quanto potesse essere bello intrecciare le tue dita alle mie.»
E forse è stata colpa… solo di Luke.
«Mi sono subito ore e ore di monologhi da parte sua, dove esaltava ogni cosa di te. Esaltava i tuoi strani gusti musicali, che vanno dalle canzoni più deprimenti a quelle più rumorose, esaltava i tuoi strani modi di urlare solo perché Kellin Quinn che canta una canzone “è da infarto” secondo te, esaltava i tuoi strani modi di amarlo, di abbracciarlo, di fare sempre la cosa giusta nel momento più opportuno…» un sospiro. «Ogni cosa mi portava a credere che eri tu quella che volevo, che eri la ragazza per me, che… credevo che tu stessi sbagliando, a stare con Luke» e quella confessione lo porta a chiudere gli occhi.
Ha paura della sua reazione, ha paura della sua ira, ha paura, perché ha deciso di aprirsi completamente a lei, lasciando libertà ad ogni singola cosa, lasciando che certe parole suonassero anche sbagliate, cattive, con conseguenze da pagare.
Ma Vanessa non dice nulla.
Vanessa ascolta, in silenzio.
Si è pure fumata un’altra sigaretta, tra un discorso e l’altro.
Ha parlato così tanto che il tempo è sfuggito di mano ad entrambi, tanto che le prime luci del mattino si fanno notare.
Il rumore delle strade mano a mano sempre più trafficate, il rumore di qualche animale che si è svegliato ora, rumori che sporcano quel silenzio perfetto, mentre Vanessa trova il coraggio di lasciare un abbraccio a Calum.
Lo abbraccia, sentendo che lui la stringe a sé, al suo petto, mentre il cuore di lui va in frantumi, conscio del fatto che lei non ricambia quell’amore così vero che lui ha lasciato crescere nei suoi confronti.
«Mi dispiace, Calum» gli sussurra, togliendosi piano, guardandolo negli occhi.
«Dispiace più a me, Vane. Mi dispiace per quel che ho fatto»
«Lo so, Calum, lo so»
«Perdonami, in qualche modo»
E lei si avvia verso la porta di casa, sotto lo sguardo di lui, sguardo pieno di tristezza, di speranza, di illusione nel credere che lei lo perdonerà.
Vanessa tira fuori le chiavi di casa, apre la porta.
Sta per entrare.
Calum si è già girato per andarsene.
Ed è proprio in quel momento che sente la sua voce.
«Sei perdonato, Calum. Ma riporta Luke da me.»






Nati
Bellissimi, zao! Allora, come procedono queste vacanze? Speriamo bene ;).
Parlando del capitolo nuovo, che dirvi? E' parecchio denso, as usual, ahahah.
Insomma, abbiamo finalmente i nostri fratelli Irwin che parlano un poco da soli e che si consigliano a vicenda. Belli che sono *^*!!!! Secondo voi, Letizia ha ragione di parlare di Ash e Charlie in quel modo o sta esagerando? In più, la nostra bella mora ha cambiato un po' idea su Vanessa. Mah, vedremo come continuerà il tutto.
E poi, parte molto importante: Vane e Cal. Menomale che almeno la nostra bonda ha perdonato quello scemo. Dopotutto, Calum non è cattivo. Secondo voi riuscirà a riportarle Luke?
Dai dai, fateci sentire quel che ne pensate, siamo curiosissime! <3
Grazie di tutto, sul serio, siete pazzeschi e noi vi adoriamo :).
Ci sentiamo presto! Un bacione, Nati <3

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Capitolo 10
*** 10 . Unspoken words ***


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10 . Unspoken words
 
 
 
Quel sabato sera le stelle spendono più che mai in quel cielo quasi nero, illuminando tutto come piccole fiammelle, candele che in quella notte – assieme alla luna e ai lampioni delle strade – guidano i passi di Letizia su quella spiaggia non troppo lontana da casa, la stessa dove quasi due mesi prima lei e gli altri avevano fatto il falò. I suoi piedi procedono lenti, lasciano impronte sulla sabbia fredda, mentre il vento di inizio autunno si fa sentire, un po' freddo, che le si insinua tra i vestiti e la fa rabbrividire. 
Si sente distrutta, Letizia, per di tutto quel che è successo in quell'ultimo mese, a causa di quello stupido ragazzo che tanti abbi prima le ha rubato il cuore e rendendolo polvere giorno dopo giorno, con tutte le ragazze con cui era stato, con tutti quei segnali che lei gli mandava ma che lui non aveva mai capito, con quella cotta per una ragazza bionda che lui si era preso e che ha avuto solo il potere di rovinare tutto quanto. 
Le fa male il cuore, a pensare a tutto quell'amore che era disposta a donare solo a lui. Un amore che tuttavia Calum non era mai riuscito a vedere oltre la profonda amicizia che li legava. Perché adesso, Letizia crede che tra loro non ci sia più niente. Non si parlano da troppo tempo. E una cosa simile per loro due non è normale. Solitamente una loro incazzatura durava un paio di giorni, e poi tutto tornava come prima. Adesso è tutto diverso. E a lei manca Calum, le manca da impazzire, così tanto che non riesce a pensare lucidamente, anche a causa di quella rabbia sorda che prova verso di lui. Una rabbia che la sta logorando lentamente, giocando con il suo cuore troppo stanco per reagire. 
Sospira e si sistema gli occhiali sul viso, per poi stringersi la giacca di pelle addosso e sistemarsi meglio la sciarpa nera attorno al collo, per cercare di fermare quei brividi che le corrono sul corpo, forse non solo per il freddo di quella brezza lieve che tira quella sera e che non vuole decidersi a fermarsi.
Scuote lievemente la tesa, perché non vuole piangere, non vuole cadere. Perché sa che non riuscirebbe a rimettersi in piedi da sola; perché sa che potrebbe riuscirci solo se un ragazzo dai capelli colorati e dagli occhi verdi fosse con lei a tranquillizzarla. E questo, Letizia proprio non sa come interpretarlo. 
Continua a camminare, solo per poco. Perché un ragazzo moro le si è appena parato davanti, mandando in pezzi quel poco che si sarebbe potuto salvare.
 
Calum quella stessa sera è uscito, perché tutto quei pensieri in testa lo stanno distruggendo. E lui, almeno per qualche ora, ha bisogno di liberarsi da quelle preoccupazioni. Ecco perché si ritrova a camminare per le vie piene di gente, che ride, che scherza, che si diverte. Tutte cose che lui non ha più, a causa di quel piccolo grande errore che ha rovinato ogni cosa, tra lui, Luke, Vanessa e Letizia. 
Ormai per Luke è deciso più che mai a riportarlo da Vanessa, costi quel che costi, anche se proprio non sa come fare. Spera solo che tutto si risolva per il meglio, perché sul serio vorrebbe che le cose tornassero come prima. Perché gli manca troppo il suo migliore amico e tutte le cazzate che facevano insieme, tutti i sogni che hanno condiviso e tutte le esperienze che hanno fatto. Gli manca l'unica persona che - insieme alla mora - lo conosceva meglio di chiunque altro e lo capiva nella frazione di un secondo. 
Sospira e si passa nervosamente la mano tra i capelli corvini, quasi come se volesse allontanare i brutti pensieri che non lo fanno pensare lucidamente, che opprimono tutto e che lo mandano in una confusione da cui vorrebbe tanto uscire. Solo che non sa come fare.
E mentre il vento soffia lievemente, molto più simile ad una brezza leggera, si ritrova a passeggiare sulla spiaggia, con le sue solite Vans nere che affondano un poco nella sabbia fredda. A sentire il suono delle onde che si infrangono sul bagnasciuga, la mente lo riporta a quel falò di due mesi prima – fatto proprio lì – quando ancora non gli era passata per la testa questa stupida idea che aveva mandato tutto in frantumi nella frazione di un istante. Ed è mentre pensa a quel falò, che dentro di lui si fa vivo un altro pensiero, che lo ferisce come tutti gli altri, o forse anche di più.
Letizia.
E la loro amicizia andata a puttane per un motivo che lui ancora non ha ben chiaro.
Perché, in fondo, lui non le ha fatto niente. Ha ferito Luke, questo è vero. Ma lei non c'entrava niente in tutto quel casino. Allora perché ha smesso di parlargli improvvisamente, senza dargli neppure uno straccio di spiegazione? Cosa è successo perché lei si allontanasse così tanto da lasciarlo solo come un cane?
Sospira di nuovo. Perché non capisce, Calum. Non capisce e l'unica cosa certa che ha è la mancanza che l'assenza di Letizia gli provoca. Dopo Luke, lei è la persona più importante della sua vita, e tutto quel che sa è che non avrebbe mai voluto perderla, per nessun motivo al mondo. 
Cammina ancora, cercando di trovare una risposta a tutte quelle domande che gli affollano la testa, quando ad un tratto una figura davanti a lui non lo fa fermare, facendogli andare il cuore in gola per la sorpresa.
 
Si guardano negli occhi per secondi che paiono secoli. Un tempo abbastanza sufficiente per mandare in cenere ciò che restava del cuore della mora – perché quegli occhi così simili ai suoi le erano mancati così tanto che quasi non si ricordava più che effetto le facessero addosso. E sufficiente pure a sanare almeno un po' le ferite che pure Calum riportava dentro di sé, perché vedere la sua migliore amica dopo tutto quel tempo era il regalo migliore che in quel momento potesse ricevere. 
Per questo le sorride e fa per avvicinarsi a lei, con l'intento di stringerla a sé per non lasciarla più andare. 
Ma Letizia, capite le sue intenzioni, si allontana. Perché, nonostante anche lei voglia abbracciarlo perché gli era mancato troppo, non vuole dargli l'opportunità di ferirla ancora, anche se inconsapevolmente. 
Calum la guarda a lungo, cercando di capire cosa abbia sbagliato con lei, cercando di dare una risposta a tutte quelle domande che gli ronzano in testa per trovare una risposta che forse mai si farà presente. 
«Perché?» riesce a chiederle solo questo, Calum, che intanto cerca lentamente di rimettere in senso quel che rimane del suo cuore distrutto, stanco, troppo provato da troppe cose.
A quella domanda, Letizia volta lo sguardi verso il mare, che intanto continua incurante il suo movimento placido, con le onde che si infrangono sul bagnasciuga, lente e dolci. E chissà, magari Letizia è troppo stanca di tenersi quel peso dentro che la logora giorno dopo giorno, magari non ce la fa più a tenerlo nascosto perché tanto sa che non servirà più a niente, magari è perché quelle parole non dette stanno premendo nella sua gola da così tanto tempo che hanno accumulato una forza tale da farle uscire senza che lei possa controllarle.
«Mi hai ferito, Calum.» inizia, e già sente gli occhi lucidi, perché forse non sarà mai la scelta migliore quella di rivelare a qualcuno i propri sentimenti, quando già si sa che questa ci respingerebbe in ogni caso.
«Che cosa?» chiede lui, incredulo, non riuscendo a capire cosa abbia fatto alla sua migliore amica per ridurla così. Vorrebbe credere che è tutto uno scherzo, che non è mai successo niente, che le cose sono nuovamente come prima. Ma le lacrime che vede scenderle sulle guance sono vere. E lui lo sa, che Letizia piange solo quando è troppo stanca, quando non ce la fa più, dopo tanto tempo che tiene segreta una cosa, Letizia scoppia, come una bomba che distrugge.
«Mi hai fatto male, sì… In tutti questi anni, non hai fatto altro che farmi male!»
Vorrebbe smetterla, Letizia, di dire quelle cose, vorrebbe smetterla di dar voce a quei pensieri che ha dentro di sé da tutta una vita. Eppure continua, incurante delle proteste del suo cuore, incurante delle lacrime che già le scendono sulle guance e le bruciano la pelle, incurante del danno che potrà causare, perché forse peggio di così non potrebbe andare.
«Io sono innamorata di te, Calum. Da sempre.»
E sono quelle parole che rendono polvere ciò che rimaneva del cuore del  moro, parole importanti e vere, che lui ha destinato ad un’altra sapendo comunque di non essere ricambiato, parole che mai avrebbe pensato di poter sentire indirizzate verso di lui, parole dette dall’ultima persona che si sarebbe aspettata.
«E adesso fai un po’ i conti, e vedi che cosa ne tiri fuori.» continua la ragazza, ferita dal fatto che Calum non dice niente, non si esprime, non emette neppure uno stupidissimo suono per far capire cosa passi per la sua testa. Perché non lo sa neppure lui, che cosa pensare. E, sul serio, non ha idea da che parte rifarsi. Per questo punta i suoi occhi scuri in quelli di Letizia, così simili ai suoi, così diversi da quelli di…
«Vanessa.» si ritrova a dire a voce alta, capendo ciò che voleva dire la sua migliore amica.
Letizia trema, a sentire quel nome uscire da quelle labbra che si è sempre limitata solo a sognare. Trema e non sa più che cosa fare, perché si è esposta troppo e sa che non può tornare indietro.
«Vanessa. Bravo, risposta esatta. Adesso vuoi tirare ad indovinare anche la prossima, fino a che non arrivi alla soluzione?» chiede sprezzante, con la voce rotta e le lacrime lente che non vogliono smettere di correrle lungo le guance e continuano a bruciare su quella pelle irritata dal freddo.
«Leti, adesso finiscila.» dice Calum, con lo stesso tono della ragazza. Perché se c’è una cosa che proprio non sopporta, è quando Letizia inizia a fare in quel modo, inizia ad essere stronza, quando lui vorrebbe solo capire per cercare di rimediare almeno in parte all’errore che ha commesso.
«Finire cosa, Calum? Eh? Non è mai iniziato niente, niente.»
Solo che il ragazzo, con quelle frasi sconnesse, che non hanno né capo né coda, ha perso la pazienza.
«Cazzo, Letizia, vuoi dirmi una buona volta che cosa ti ho fatto?! Non riesco a capire se fai così.»
E la mora a quell’esclamazione si ferma, resta immobile, sulla sabbia, mentre il vento leggero le sferza il viso, facendola rabbrividire, e mentre tutta la polvere di lei che era rimasta adesso se ne sta volando via chissà dove, lontano, forse per non tornare più. Perché lo sapeva che Calum fosse cieco per tante, tantissime cose, ma non credeva potesse essere così stupido fino a quel punto.
«Cosa c’è da capire, Calum? Non hai mai notato tutti i segnali che ti lasciavo per farti capire quanto tu fossi importante per me. O tutte quelle volte in cui mi fermavo ad osservarti per minuti. Non hai mai capito un cazzo, Calum, dei miei sentimenti per te. E, proprio perché non li conoscevi, mi hai fatto male, Cal. Perché io speravo davvero tanto che potesse succedere qualcosa tra noi due, sul serio, ci ho sperato così tanto da rimetterci il cuore. Perché tu hai sempre scelto Vanessa, ogni volta. Perché ogni tuo sorriso o ogni tuo pensiero è sempre stato rivolto a lei, e mai a me, neppure una volta. Non mi hai mai guardata come guardi lei, o non hai mai pensato a me come pensi a lei. E soprattutto… Non hai mai messo a repentaglio niente per me, mentre per lei hai messo in gioco tutto quel che avevi, Calum, e l’hai perso… Hai sempre scelto Vanessa, Calum, e mi hai fatto sempre male…»
Calum resta basito, senza riuscire a tirar fuori niente da quella sua testa troppo piena. Perché si sarebbe aspettato davvero di tutto, ma non che avesse ferito Letizia così nel profondo. E sa che, per ferite come questa, il tempo è l’unico rimedio possibile, per cercare di cicatrizzarle e non renderle più né tanto visibili, né tanto presenti, come se il tempo volesse che lentamente il ricordare ciò che ha procurato quelle ferite non faccia più soffrire.
«Leti, io… Mi dispiace… Giuro… Giuro che non volevo farti stare in questo modo. Sul serio… Mi dispiace davvero tanto…»
E Letizia lo sa che Calum è sincero nelle sue scure, è sincero perché in fondo è il ragazzo migliore del mondo perché è troppo buono. Ed è questa sua caratteristica che, insieme a tutto il resto, l’ha fatta innamorare di lui. E sa anche, Letizia, che combattere per quell’amore ormai non serve più, perché Calum è troppo distante da lei su quel piano. È già tanto se resteranno amici, dopo quello che ha detto. E forse è meglio così, forse è meglio mettere un punto dopo un discorso durato troppe linee e con troppe virgole, forse è meglio chiudere quel lungo capitolo della sua vita, per aprirne uno tutto nuovo e ancora da scoprire.
Ma per questo passo, Letizia ha bisogno di tempo, per chiarire tutti i suoi dubbi, tutti insiti nella sua testa da non lasciarle modo di ragionare a mente lucida.
E non si è accorta di esserci avvicinata a lui, fino a che i loro occhi così simili non si ritrovano solo a qualche millimetro di distanza, proprio come le loro labbra
«Non fa niente, Cal. Sono io la stupida qui… Avrei dovuto lasciarti andare tempo fa, non appena mi avevi informato della tua cotta per Vanessa. Avrei dovuto rinunciare a te già da allora…» dice ancora lei, con un sorriso triste sulle labbra.
Labbra che poi vanno a posarsi delicatamente su quelle del moro e che iniziano a muoversi lente tra di loro, timide, bisognose di un affetto che sanno di non poter ricevere mai dal ragazzo che hanno di fronte. E nonostante Calum stia rispondendo dolcemente a quel tocco, dopo essersi ripreso dall’enorme stupore iniziale, Letizia lo sente che quel loro bacio non trasmette niente di più se non una semplice, profonda ed intensa amicizia, che li ha sempre legati e che sempre li terrà uniti, non importa cosa accadrà.
Eppure, nonostante Letizia lo sappia bene, quella consapevolezza fa male, davvero, perché aveva sperato tanto in loto due, mettendo in gioco ogni parte di sé, rimanendoci bruciata perché non si era difesa bene.
Anche Calum riceve la stessa conferma. E capisce che Letizia per lui è solo l’amica migliore che possa desiderare di avere nella sua vita. Lo è sempre stata, e il cuore del moro non l’ha mai vista in modo differente da quello. È sempre stata la persona su cui Calum poteva fare affidamento, la persona che lo ha sempre aiutato e che non lo ha mai abbandonato. E nonostante sia lusingato davvero dei sentimenti della ragazza, il non contraccambiarli lo fa sentire un mostro immane, perché Letizia non si merita di star male per uno come lui. Merita solo di essere felice con una persona che la ama con tutta se stessa. E Calum, forse, ha capito che un ragazzo dagli occhi verdi potrebbe ricoprire quel ruolo nel modo migliore di tutti.
Si dividono lentamente e si guardano negli occhi, un istante soltanto, prima di capire che ad entrambi serve tempo per metabolizzare bene tutto quel che è successo.
«Grazie Calum.»
Lui sorride e si avvia verso casa, con una certezza in più dentro al cuore e l’anima un po’ più leggera.
E mentre il ragazzo se ne va, gli occhi della mora tornano lucidi.
 
Sta fumando la sua solita sigaretta prima di andare a dormire. È da poco rientrato dopo il suo turno in discoteca e, stranamente, non è stanco. Solo, si sente strano, come se ci fosse qualcosa che non va. Ma non ci pensa più di tanto, Michael, e continua ad osservare il cielo stellato di quella notte, quando ad un tratto la porta di camera sua si apre, attirando la sua attenzione. E il cuore gli balza in gola per la sorpresa.
Perché Letizia è lì, è davanti a lui. E i suoi occhi sono lucidi. E lei trema così tanto da sembrare molto più fragile di quanto in realtà non sia. Perché lui lo sa che la mora è forte, lo sa bene, dopo tutto quel tempo passato a vivere con lei, osservandola di nascosto. Però sa anche che quando lei cade, vuol dire che la bomba che teneva dentro è esplosa. Ed è per questo che capisce al volo tutta la situazione.
«Calum?»
Letizia annuisce appena. E subito le braccia del ragazzo vanno a circondarla, a stringerla dolci in quell’abbraccio caldo e confortante. Un abbraccio di cui lei sentiva la necessità. Un abbraccio che mette a posto almeno un poco quei pochi cocci che restano dopo tutto quel che è successo.
E Letizia, a quelle braccia forti e gentili che la sorreggono, a quel ragazzo che lentamente le sta entrando dentro al cuore in un modo indescrivibile, si aggrappa. Perché Michael è la sua ancora, e lei è sicura, lo sente dentro, che lui non le permetterà mai di cadere.
Non sa perché sia andata da lui, una volta tornata a casa. Sapeva solo che aveva bisogno di qualcuno che la capisse e che la confortasse senza fare domande. E Michael si era rivelato essere quello giusto.
Non parlano, non dicono niente. Semplicemente, restano lì, in quel silenzio che aiuta a placare tutto quel turbine di pensieri che aleggiava dentro le loro teste. Un silenzio che mette in risalto quanto entrambi necessitino l’una dell’altro, nonostante non ne siano del tutto sicuri. Forse perché non vogliono ammetterlo per paura.
Perché a volte i sentimenti sono davvero strani, soprattutto se portano verso persone con cui prima si aveva un rapporto quasi opposto. Ed è proprio il nuovo e la forza così prepotente di quel sentimento che spaventa entrambi. Perché non sanno cosa può succedere. O meglio, tra i due è Letizia quella ad avere paura. Perché Michael è sicuro dei suoi sentimenti. Ha solo bisogno di una conferma che – lui lo sa bene – potrebbe non arrivare mai. Tuttavia, nonostante la paura…
«Non lasciarmi andare, Michael. Ti prego.»
«Non lo farò, Leti. Te lo prometto.»
 
È passata più di un'ora da quando Letizia è entrata nella camere di Michael, e da allora non l'ha più lasciata, cullata da quelle braccia forti che la stringono delicatamente, quasi avessero paura di farle male. 
Perché Michael ha seriamente paura di ferirla in qualche modo, di farle male nonostante lui non voglia. Perché per lui Letizia è diventata improvvisamente la cosa più importante che ha al mondo. O forse lui la considerava in quel modo già da molto tempo prima, solo che il suo stupido orgoglio non glielo aveva mai fatto ammettere, fino alla festa, durante la cui notte si era preso cura di lei come mai con nessuno aveva fatto prima. Lei, che si è rivelata essere la causa del suo batticuore e di molte delle sue notti in bianco. Lei, che è la causa di quelle troppe sigarette che lui ha fumato per cercare di calmare quei sentimenti che tuttavia non è riuscito a fermare. Lei, che adesso è lì, tra le sue braccia, così vicina al suo cuore che potrebbe prenderlo e giocarci se solo lo volesse. 
Sospira e lentamente le asciuga con il pollice una lacrima rimasta ferma su quella pelle che lui ha avuto l'opportunità di sentire sotto le labbra almeno una volta, con il cuore che gli esplodeva nel petto. 
A quel gesto, la mora alza la testa e punta i suoi grandi occhi scuri, lucidi e rossi per il pianto in quelli verdi e stanchi del ragazzo. E subito uno strano senso di calma, di quiete, la invade tutta, calmando quelle ultime cellule che ancora fremevano per la rabbia e la frustrazione per non essere riuscita a tenere Calum con sé.
Calum... 
E la mente che torna a pensare a lui, mentre il suo cuore chiede pietà, almeno per un momento, sono il mix più micidiale per tutti. Per Letizia che lo subisce stanca, senza più combattere. E per Michael, che invece si sente impotente e non sopporta vedere la mora in quello stato, soprattutto se a causa di Calum. 
«Leti, adesso basta, è tutto finito. Basta piangere.»
A quelle parole, il cuore della ragazza le affonda nel petto e poi si contorce su se stesso per la sorpresa. Perché nessuno - neppure Ashton - riesce a calmarla nello stesso modo e nella stessa facilità con cui ci riesce Michael.
«Perché non mi tratti come sempre?» chiede lei, con la voce simile ad un sussurro e con la testa che le esplode perché – tra Calum e Michael – non sta capendo più niente. 
A quella domanda, il ragazzo corruga la fronte e osserva la mora, non riuscendo a capirla, non riuscendo a capire dove voglia arrivare. 
«Come sempre?»
Letizia allora si mette seduta sul letto e si passa esasperata una mano tra i capelli sciolti e spettanti. È stanca di dover far sempre capire agli come si senta. 
«Perché non ribatti più alle cose che dico? Perché non mi squadri più con la tua aria di superiorità? Perché non sei più lo stronzo di sempre, né con Luke né con me?» chiede poi, e sa benissimo di aver toccato un tasto dolente. Michael infatti non risponde. Resta muto, cercando di trovare la risposta migliore a tutte quelle domande che lui stesso si è fatto più volte ma che non ha mai risolto. Eppure...
«Anche tu non sei più come sempre.» si ritrova a dire, mentre riflette sull'impressionante cambiamento del comportamento della ragazza nei suoi confronti. Ragazza che ora lo osserva attenta, con gli occhi lucidi e stanchi. 
«Che vuoi dire?»
«Non mi tratti più con sufficienza. Non mi guardi più come se mi volessi staccare la testa da un momento all'altro. Non mi dai più contro a prescindere.»
Letizia abbassa la testa, affranta. Perché neppure a lei sono passati inosservati i cambiamenti che Michael ha notato. E si sente vulnerabile adesso, perché si sta rendendo conto di quanto bene il ragazzo la conosca. E questo la spaventa. Perché in fondo loro due non hanno mai avuto una conversione normale.
«Quello che è successo alla festa non sarebbe dovuto accadere.» dice lei alzandosi ed avvicinandosi alla finestra ormai chiusa, cercando di concentrarsi sulle stelle di quella notte fredda. 
Michael si alza a sua volta e le cinge delicatamente i fianchi, facendola voltare verso di lui, così da avere i suoi occhi davanti ai propri. Perché ha la netta sensazione che lei se ne stia andando, che gli stia scivolando via dalle dita. Ed è la cosa che più vorrebbe evitare. 
«Non dirmi che non ti è piaciuto.» mormora con voce bassa e roca, facendo ritornare nella mente della ragazza ogni brivido, ogni bacio, ogni sospiro, ogni carezza di quella notte che ha stravolto tutto. 
«Mi è piaciuto. È questo il problema.» risponde attirando su di sé quegli occhi verdi di cui - è sicura - mai si stancherebbe. «Io sono innamorata di Calum e mi è piaciuto fate sesso con te... Spiegami tu che cosa cazzo ho nella testa perché non sto capendo più niente!» esclama, e già sente gli occhi farsi più lucidi. 
Michael sospira affranto e si avvicina ancora di più a lei, prendendole il viso tra le mani. E la guarda solo per un istante.
Poi unisce le loro labbra, prendendo la ragazza di sorpresa. Ma non abbastanza da impedirle di lasciarsi andare. E risponde, Letizia. Risponde a quel bacio che la fa sentire viva, incandescente; a quel bacio che non si aspettava e che riesce a calmarla un po'. Un bacio a cui, tuttavia, è la prima a mettere fine. Perché ha troppo bisogno di risposte, e sa che molte non le otterrà in quella notte. 
«Che cosa siamo adesso, Michael?»
«Non lo so.»
E quella risposta basta per tutto il resto, forse. O forse non basterà mai per tutte quel domande con risposte a metà. Ma Letizia è davvero troppo stanca per ogni cosa e non ce la fa più.
Ecco perché non dice niente, non aggiunge altro, e se ne va, lasciando pure Michael pieno di domande senza risposta di cui non gli importa niente. Perché l'unica cosa di cui ha bisogno è lei. Perché ha finalmente trovato quella conferma di cui aveva bisogno. Solo che quella conferma è attivata troppo tardi. E ora lui non sa più che cosa fare. 
«So che ti amo. Questo basta?»






Nati
Tesori, buon giorno a tutti! <3
Capitolo interamente made by Leti oggi :D.  E che capitolo zeppo che è o.O (as usual :P :D)
Cal e Leti FINALMENTE parlano di quello che prova lei e ci mettono una pietra sorpa, capendo che la cosa non potrebbe andare avanti in nessun modo.
E poi i nostri Mizia. E qui sì che si dà di matto. Insomma... MICHAEL CAPISCE DI ESSERE INNAMORATO DI LETIZIA *^* <3 Alleluia! <3
Ok, calmiamoci tutti, altrimenti qui diventa tutto un enorme putiferio o.O
Stavo dicedo, quanto saranno scemi i nostri due piccolini? Grazie al cielo, almeno hanno notato che qualcosina tra di loro sta cambiando, alleluia u.u
Vediamo però come continuerà, sperando che non ci facciano dannare dell'altro questi due u.u
Detto questo, noi vi salutiamo, sperando con tutto il cuore che il capitolo vi sia piaciuto e sperando di sentirvi in tanti! <3
Grazie di tutto come sempre, siete pazzeschi e noi vi adoriamo! <3 <3 <3
Un bacione e a presto, Nati <3

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Capitolo 11
*** 11 . Aiuto ***


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11 . Aiuto
 
 
 
Quel pomeriggio di inizio inverno è molto più freddo di quanto le previsioni avevano annunciato ed Ashton non fa altro che rabbrividire e battere i denti da quando è uscito di casa con addosso solo la t-shirt, una felpa di cotone ed un paio di pantaloni della tuta.
«Irwin, hai freddo?» lo prende in giro Charlotte, sistemandosi di proposito la sciarpa colorata attorno al collo e riservando al riccio uno sguardo divertito e luminoso come pochi.
«No, tranquilla, è solo un’impressione.» risponde Ashton sistemandosi gli occhiali sul naso. Si è pure dimenticato di mettere le lenti a contatto prima di uscire e seriamente non potrebbe andare peggio di così. O forse sì? Sospira e strofina le mani sulle braccia per scaldarsi, facendo ridere la rossa di gusto che «Vieni qui, scemo!» gli dice prima di abbracciarlo forte.
E subito lui si sente un po’ meglio, con le braccia di Charlie che lo stringono forte, lo scaldano, lo fanno sentire fottutamente bene come sempre. E lui sorride, a quel gesto tipico della sua migliore amica, e la attira a sé per abbracciarla forte a sua volta, per sentirla più vicina, per bearsi di quel calore timido, come quella ragazza a cui vuole bene molto più di quanto voglia ammettere.
Perché Ashton tiene troppo a Charlie, molto più di quanto dia a vedere. Ci tiene così tanto che a volte fa male, e ha paura di fare il passo più lungo della gamba. Perché l’ultima cosa che vuole è perderla, o ferirla. Tuttavia… Non gli dispiacerebbe proprio per niente avere un rapporto più profondo con lei, più profondo di quanto già non sia. Ma è proprio lì che sta il problema, perché nonostante quel piccolo desiderio lui non ha alcuna idea di cosa eventualmente dovrebbe fare dopo. Perché non è mai stato tipo da storie serie, lui. Eppure, per Charlie farebbe davvero quell’eccezione, ma solo per lei, per non perderla e per tenerla stretta, per non lasciarla andare. Perché, senza di lei, lui non è niente.
Questa è l’unica certezza che ha sempre avuto su di loro.
Però… Se lei non accettasse di cambiare tutto e di riscrivere il loro rapporto dall’inizio?
Scuote la testa a quel pensiero. Non vuole rovinarsi la loro uscita dopo essere stati lontani l’uno dall’altra per tutte quelle settimane, a causa di tutti i loro impegni.
Sospira ed attira l’attenzione di Charlie, che ha notato bene quanto il suo migliore amico sia preoccupato quel pomeriggio, ha notato che quegli occhi grandi che ormai conosce a memoria non sono luminosi come al solito, ha notato che Ashton non è lo stesso.
«Ehi.» lo chiama infatti, facendo così incontrare i loro occhi e facendo sorridere entrambi.
«Ehi.» risponde lui, a bassa voce, come se stesse rivelando un segreto.
«Cos’hai oggi?» chiede la rossa, sciogliendo il loro abbraccio e intrecciando le loro mani per poi continuare a camminare in quel parco – dove le altre persone si riposano, prendono il sole, giocano – costringendo così il riccio a seguirla e a stare al suo passo.
«Troppi pensieri, lascia stare.» risponde lui, aumentando la presa sulla mano dell’amica e facendola sorridere.
Perché pure Charlie tiene fin troppo ad Ashton. Ci tiene così tanto che ogni giorno ha una paura folle di perderlo e di rimanere senza di lui, senza quel ragazzo riccio che riesce sempre a farla stare bene e che occupa una parte anche troppo importante del suo cuore. Perché a Charlie, Ashton piace, e neppure poco. E vorrebbe davvero tanto che tra loro due nascesse qualcosa.
Eppure… Sa che non sarà mai possibile una cosa simile. Perché lei Ashton lo conosce troppo bene. Sa che è il donnaiolo più ambito tra le sue coetanee all’università. E sa pure che a lui non sono mai piaciute le storie serie. Quindi, che speranza avrebbe lei, la sua migliore amica? Nessuna.
E si ritrova a pensare che Letizia ha ragione: l’amicizia tra maschio e femmina non potrà mai esistere. Dopotutto lo sta provando sulla sua pelle, come potrebbe essere il contrario?
Il bello è che lei stessa blocca tutto prima che possa iniziare qualsiasi cosa. Perché dà già per scontato che non succederà mai niente tra loro due e si adegua di conseguenza, si comporta da amica perché vuole tenerselo stretto, Ashton, almeno come migliore amico. Ma questo, lui non lo sa.
Non si dicono niente, continuano semplicemente a tenersi per mano e ad accarezzarsi le nocche con i pollici, cercando di farsi bastare quel che hanno, anche se vorrebbero sul serio qualcosa di più.
E camminano ancore per un po’,  fino a che Charlie non vede una testa bionda non molto lontana da loro.
«Quello non è Luke?» chiede al riccio indicandoglielo, e Ashton annuisce, prima di avvicinarsi all’amico.
«Ehi Luke.» lo saluta, facendolo voltare.
«Ciao Ash. Ciao Charlie.» risponde il biondo, sorridendo a malapena – contento per quei due, dato che la pensa proprio come Letizia su una possibile storia tra il riccio e la rossa, anche se non l’ha mai fatto vedere.
«Tutto bene?» chiede Charlie sedendosi accanto al biondo e osservandolo con i suoi grandi occhi verdi.
Il ragazzo scuote la testa, ma non risponde, perché tanto sa che gli altri due hanno già capito.
«Allora io vado.» fa sapere la rossa, prendendo di sorpresa Ashton, che invece avrebbe voluto passare ancora un po’ di tempo con lei.
«Ma–» dice infatti, solo che la ragazza non lo fa finire.
«Ha più bisogno Luke di te che io adesso. Ci rifaremo un’altra volta.»
«Sicura?» chiede lui, insicuro. Charlie annuisce e gli sorride. E si salutano con il solito bacio sulla guancia – che come sempre riesce a far battere forte i loro cuori – per poi prendere direzioni diverse, con il sorriso sulle labbra e felici come non lo erano da un po’.
E rimangono in silenzio per un po’, Ashton e Luke, seduti accanto su quella vecchia panchina verde con lo sguardo rivolto al parco che lentamente si sta svuotando. Perché per trovare le parole giuste da dire ad un amico a volte serve tempo.
«Luke, ti dico solo questo.» inizia poi Ashton, voltandosi per guardarlo con gli occhi pieni di una preoccupazione immensa per quel ragazzo biondo che – come Calum – ha sempre considerato come un fratello minore.
«Vanessa non ha alcuna colpa. E in fin dei conti Calum c’entra relativamente. Forse avresti potuto far la stessa cosa pure tu, forse no. Il fatto è che comunque Calum non voleva ferire nessuno con il suo gesto. E questo, tu, dovresti saperlo meglio di chiunque altro.»
Luke resta in silenzio, non aggiunge niente, non fa trapelare quello che gli passa per la testa. Perché vorrebbe dire mettere in discussione tutto quel che è successo. Non ci vuole pensare più, non vorrebbe stare più così male, come uno straccio. Eppure, non riesce a convincersi che per lui quel discorso debba finire lì.
«E che mi dici di Vanessa? » si ritrova invece a chiedergli, mordendosi poi la lingua. Perché ha bisogno di sapere come sta, ha bisogno di capire se la sua Vanessa a lui ci tiene ancora.
Ashton intanto continua, perché sa quanto il biondo sia testardo e quanta pazienza ci voglia sempre per fargli capire le cose. «Era ubriaca, Luke! Non avrebbe mai fatto una cosa simile. E sai pure questo.»
«Lei e Calum stanno insieme adesso?» chiede ancora il biondo, perché ha bisogno di sapere pure questo: se lei lo ha rimpiazzato subito con quello che credeva essere il suo migliore amico o se invece c’è ancora qualcosa da salvare, forse.
«Ma che domande fai?! Cazzo, Luke, non ti facevo così stupido! No, non stanno insieme.»
Luke di nuovo si ritrova senza parole e non risponde. Era ubriaca. Fosse stata sobria non sarebbe mai successo niente… Cazzo, non ci sta capendo più niente!
E intanto, Ashton continua, arrivando inconsapevolmente al punto che al biondo preme più di tutti.
«Tu durante la notte non li senti i suoi pianti, Luke. Non la senti chiamarti, non la senti bisbigliare “Scusa”. Persino Letizia è preoccupata per lei. E questo forse dovrebbe farti capire come sta la situazione.»
Ma Luke continua imperterrito a non parlare. Perché non riesce più a capire niente. Cosa dovrebbe fare adesso? Perché lui ancora non crede alle cose che gli ha detto l’amico, non vuole farlo. Non con quel dubbio che lo tortura da quando è successo tutto.
«Va’ a casa adesso, Luke. E vedi di ascoltare un po’ di più gli altri la prossima volta, invece di combinare casini. Spero che questa volta ti serva da lezione.» aggiunge il riccio alzandosi, seguito a sua volta dal biondo che sospira e si passa una mano sul viso.
«E già che ci sei, forse dovresti fare una scappata in discoteca, tanto non dista molto da qui.» gli suggerisce il maggiore facendogli l’occhiolino. E Luke sorride di cuore.
 
Quel sabato sera, quel ragazzo gira per quartieri che da secoli non vede più.
Quartieri lontani dal centro di Sydney, quartieri un po’ dispersi, vicoli che solo chi vive in quella città oserebbe affrontare, vicoli che solo in compagnia molte ragazze attraversano.
Sono vicoli bui, sono vicoli senza un filo di illuminazione, soprattutto a notte fonda.
Lui, quei vicoli, li conosce bene, perché per accompagnare Vanessa a lavoro li ha imparati a memoria.
Luke cammina, con il cappellino in testa, le mani nelle tasche dei jeans scuri, gli occhi persi nel vuoto; cammina, solitario, con le ultime luci del sole a illuminare la via, luci che spariranno di lì a poco, luci che cederanno il posto a tenebre che lui non teme per niente.
Cos’ha da perdere?
Ormai nulla.
Sospira, mentre inconsciamente imbocca ancora quel vicoletto, il vicoletto che conduce ad una strada principale, una strada che affianca un parco bellissimo, prima di arrivare a quel locale, a quella discoteca che ha tanto odiato, che ha tanto temuto, che ha tante volte vissuto solo per stare con lei.
Lei, chissà dov’è lei.
Sarà già lì dentro, sarà già dietro al bancone a preparare tutto l’occorrente per la serata, sarà già con i capelli raccolti in una coda, la maglietta bianca e i pantaloni neri, mentre intorno alla vita si è già legata il grembiule corto, nero.
Lei sarà già lì, lei tornerà a casa nuovamente da sola.
Si sente una morsa allo stomaco al pensiero di lei, sola, in quei vicoletti.
Già la immagina con la sigaretta tra le labbra, già la immagina con il passo veloce, il timore di trovare qualcuno, il timore di essere seguita da qualche male intenzionato.
La immagina, mentre fuma velocemente, nel tentativo di restare stabile, razionale, nonostante le sue mille paure.
Perché lei ha paura, ne ha davvero tanta, ma non lo ammetterebbe mai e poi mai.
Ma lui… l’ha sempre saputo.
Sospira, Luke, preso da quei pensieri che lo logorano da dentro.
Sospira e, deve essere sincero, non credeva di trovare qualcuno nel suo cammino.
Eppure, davanti a lui, c’è qualcuno.
Qualcuno che si è fermato, qualcuno che deve averlo sentito calciare quel sasso, qualcuno che l’ha riconosciuto e che ora lo sta aspettando, vicino al palo della luce ancora spento.
Alza lo sguardo, Luke, e deve dire che quegli occhi marroni gli procurano solo una grande rabbia.
«Luke…» si sente chiamare, quando sono finalmente faccia a faccia, di nuovo, dopo giorni di indifferenza, dopo giorni passati a non parlarsi mai, dopo giorni passati ad evitarsi, giusto per non prendersi nuovamente a pugni ed insulti.
«Calum» risponde freddamente, continuando a fissarlo.
«Che ci fai da queste parti?»
«Cosa ti importa?»
«Vai da lei?»
«Tu, piuttosto, che cazzo ci fai qui?»
«Io… beh, la aspetto» e questo non doveva proprio dirlo.
Quindi, ora, lui e Vanessa stanno insieme?
Quindi Ashton ha solo detto milioni di cazzate?
Quindi lei lo ha già sostituito?
Quindi lui ha deciso di pugnalarlo alle spalle così? Senza neanche il minimo ripensamento?
«Non fraintendermi, Luke. Lei non chiede di vedermi qui. Io… beh, Michael a volte non c’è e… beh, non vuole che torni da sola, a piedi, di notte. Credimi, Luke» e il suo ragionamento non fa una piega.
Una volta, però, quel compito era suo soltanto.
«Come sta, lei?» chiede di getto, come se il suo cervello fosse sintonizzato solo su quegli occhi blu che gli mancano come non mai.
«Lei… sente la tua mancanza»
«Come va a lavoro? È stanca? La pagano?» domande senza senso, domande per deviare il discorso, domande che Calum non capisce, tanto che alza gli occhi al cielo.
«La pagano, sì. La pagano ma a lei manchi tu»
«Le hai detto perché l’hai fatto? Le hai detto cosa provi per lei?» e dentro di lui spera con il cuore in mano di non averla persa davvero.
«Sì, Luke. L’ho fatto»
«E cos’ha detto? Come ha reagito?»
«Mi ha detto che le dispiace. Mi ha detto che lei non può darmi nulla, se non un’amicizia» parole che rilassano Luke, parole che un po’ dava quasi per scontate, parole che tuttavia gli servivano, perché così sicuro non era, perché ogni certezza è stata spazzata via dopo quella festa, perché lei era – ed è – la sua unica vera certezza, speranza.
«Non ti chiedo di… di perdonarmi, Luke»
«Sarebbe pure il colmo che ti perdonassi, dopo quello che mi hai fatto»
«Ma torna da lei, Luke. Lei non voleva tutto questo, lei ti ama, tu ami lei, non permettere che… che lo sbaglio di un coglione ti rovini l’esistenza. Ho sbagliato, lo so, mi pento davvero di averla baciata, di avervi divisi, di aver messo me stesso prima della mia amicizia con te. Mi dispiace, Luke. Ma… torna da lei»
Silenzio.
Occhi bassi.
«Torna da lei, Luke. Te lo sto dicendo perché anche lei non desidera altro. Ascolta le parole di Vanessa, torna da lei, non ti volterà le spalle, devi credermi, devi fidarti di me»
Fidarsi di lui?
Fidarsi di colui che ha mandato tutto in rovina?
Fidarsi di colui che riteneva il suo migliore amico?
Fidarsi della persona che odia più di ogni altra cosa al mondo?
Un sospiro.
Tanto, che altro ha da perdere?
*
Vanessa guarda l’orologio e sbuffa sonoramente.
Sono solamente le due in punto, le mancano come minimo altre due ore di lavoro.
Sbuffa, portandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
Sbuffa e va a servire un ragazzo che l’ha appena chiamata con un cenno della mano.
Vuole una Piña Colada.
Neanche male, pensa, dato che quel drink è quello che Luke preferisce in assoluto.
Prende un bicchiere, ci mette svogliatamente del ghiaccio, mente mille pensieri occuparle la testa, mentre quella musica odiosa le rimbomba dentro al petto.
Sta sera, in quel posto maledetto, c’è più casino del solito.
La band in questione, poi, non è neanche capace di strimpellare una chitarra come si deve, sono quasi scoordinati, sono quasi stonati, forse urlano invece di cantare, forse non hanno neanche ripassato un po’ gli accordi, forse, sono solo dei buoni a  nulla che non hanno mai nulla da fare il sabato sera.
Vanessa, lo giura, deve ancora capire perché il suo capo abbia deciso di far venire gente dal vivo a suonare in una discoteca, le sembra l’idea più idiota al mondo, dato che già si soffoca dal caldo solo con la gente che balla: quel palco occupa un sacco di spazio, quindi stanno ancora più stretti, quindi l’ossigeno si consuma in fretta, quindi lei è già stanca e reggere fino alle prime luci del mattino è come vincere una corsa.
Sospira, mentre l’immagine di Luke si fa viva nella sua testa.
Proprio non riesce a dimenticarlo, quello lì, quel ragazzino senza cervello.
Le manca, quel ragazzino.
Le manca quel sorriso timido che le rivolgeva a fine serata, quando finiva il turno in discoteca.
Le mancano quegli occhi azzurri che la guardano come se fosse la persona più speciale al mondo, quegli occhi azzurri che l’hanno accolta una volta svegliata, quando lui si fermava da lei all’insaputa di Michael.
Le mancano quelle mani, sempre pronte a prendere le sue, sempre pronte a lasciarle una carezza, un pizzicotto sui fianchi, quelle mani che hanno strimpellato le corde di quella vecchia chitarra solo per lei.
Le mancano i suoi baci, perché Luke l’ha sempre riempita di baci, di ogni tipo: baci veloci, baci rubati, baci richiesti, baci che hanno durato minuti, baci che le hanno tolto il fiato, baci che le hanno procurato brividi ovunque, baci che se li ricorda uno ad uno.
E le manca la sua voce.
Quella voce roca di prima mattina, quella voce angelica che cantava una canzone per lei, quella voce così perfetta, così unica da farla commuovere, quella voce che dà vita a melodie che lui ha sempre e solo condiviso con lei.
Quanto le manca, Luke.
Si è pure imposta di odiarlo, di detestarlo, dato che lui non ha voluto sentir ragione, dato per lui lei è solo una stronza bugiarda.
Lui non le ha dato fiducia, non le ha creduto.
Forse, non la amava così tanto.
Forse, quello è stato solo un pretesto per lasciarla.
E fa male pensarla così.
Fa male credere che la loro storia sia stata solo una bugia.
E le salgono le lacrime, adesso, proprio nel momento meno opportuno.
Si sente gli occhi lucidi, li sente bruciare, sente che sta per scoppiare davvero.
E poi… il respiro che si blocca, proprio nel momento in cui porge il drink al ragazzo al bancone.
La musica che brutalmente si spegne.
Il casino che viene sostituito dal brusio delle persone, già pronte a lamentarsi.
E quella voce, poi, quella voce che le fa alzare lo sguardo.
«Mi sentite? Prova? Prova? Uno, due, tre? Sì, mi sentite!»
E volano insulti, volano imprecazioni.
E Vanessa resta come paralizzata.
«Sono Luke Hemmings e… scusate, davvero, scusate l’interruzione. Ma devo fare questa puttanata prima di perdere definitivamente una persona importante…»
«Ma chi cazzo sei?!» grida qualcuno.
«Ma vai a casa!» grida un altro.
«O suoni o vattene a fanculo!»
Luke si innervosisce.
«Ho una chitarra in mano, idiota, sicuramente non mi metto a raccontare barzellette, non vi pare?!» perde la pazienza, per poi prendere posto sulla sedia e sistemare le ultime cose.
«Bene, allora. Ho bisogno di una mano, da parte vostra, perché questa canzone l’ho scritta molto tempo fa, quando ho commesso l’errore madornale di lasciare la mia ragazza che, ora, è al bancone, quella che vi dà da bere, lei, insomma» e tutti si voltano verso il bancone.
«Quindi, questa canzone è… la prima volta che la canto in pubblico e… beh, io… spero che serva almeno a farti capire che… ti amo ancora, Vane» una lacrima calda sulla guancia di lei.
E le note di quella canzone cominciano a riempire quel posto.
Note lente.
Note che accompagnano parole disperate.
Qualcuno alza in cielo il cellulare, qualcun altro copia questo gesto, creando un’atmosfera perfetta, che Vanessa sembra quasi non notare.
Lei vede solo Luke.
Vede lui, la sua chitarra.
Sente lui, la sua voce.
Quella canzone mai sentita.
Quella canzone che ha scritto per lei e nessun’altra.
«This is everything I didn't say» perché non ho avuto il coraggio di tornare subito da te.
«Wait, don't tell me. Heaven is a place on earth. I wish I could rewind all the times that I didn't Show you what you're really worth» perché ho preferito dimenticarti piuttosto che ascoltarti, piuttosto che crederti.
«The way that you held me. I wish that I'd put you first I was wrong I admit, numb from your kiss While you were slipping through my fingertips» perché mi sono reso conto tardi di averli lasciata andare, senza lottare per noi due.
«Taking every breath away With all of the mistakes I've made. From all the letters that I've saved. This is everything I didn't say. I wish I could've made you stay And I'm the only one to blame
I know that it's a little too late. This is everything I didn't say» perché so di aver sbagliato, perché so di essere io quello da rimproverare, perché dovevo farti restare, perché forse ora è tardi, ma volevo dare un’ultima speranza alle mie parole.
«Wake me up now. And tell me this is all a bad dream. All the songs that I wrote. All the wrongs that I hoped would erase from your memory. Holding onto a broken and empty heart. Flowers I should've bought, all the hours I lost. Wish I could bring it back to the start» questo incubo lo vivo da giorni. Non passa un solo giorno senza pensare al mio errore, ho scritto canzoni, ho scritto questa canzone solo per te, solo per chiederti scusa, solo per poterti riavere, solo per poter ricominciare da dove abbiamo lasciato.
«I hope you know for you I'd sacrifice to make this right. Some day I'm sure we'll pass each other by. Until that time» e, ti prego, non dirmi che non c’è più niente da fare.
«Taking every breath away. With all of the mistakes I've made. From all the letters that I've saved
This is everything I didn't say. I wish I could've made you stay and I'm the only one to blame
I know that it's a little too late. This is everything I didn't say»
E quando Luke termina, la folla applaude, la folla è soddisfatta di quella canzone.
E quando Luke termina, Vanessa è già sul palco.
Vanessa lo guarda, le lacrime che le bagnano le guance, il cuore in gola, la voglia di raggiungerlo e baciarlo.
Luke la guarda, si alza in piedi, e lei è già tra le sue braccia, le loro bocche sono unite, mentre la folla impazzisce, applaude, fischia, ma loro sono persi l’uno nell’altra.
«Questo è tutto quello che non ti ho detto»
«Ti amo, Luke. Ti amo»






Nati
Bellissimi, la qui presente Letizia25 vi sta salutando dall'isola d'Elba, dove starà per due lunghe settimane, ma non temete, per gli aggiornamenti sono brava a farli pure quando sono via u.u
Tornando a noi, CHE CAPITOLO o.O
Insomma, Ash e Charlie che sono sempre più dkjbfajbfalcf, bellissimi, dolcissimi, e chi ne ha più ne metta u.u *^* Tati loro :3
Poi, Ash+Luke's moment signore e signori! Dai dai, che il nostro riccio fa il daddy della situazione anche questa volta :3
Luke e Cal... Mamma mia, tensione alle stelle con questi due o.O. Secondo voi, riusciranno a fare pace oppure no?
E da ultimo... I LUNE TORNANO INSIEME *^*. Yuppy yuppy yuppy (la nostra bella Vane/ Nanek è davvero contenta :D)
E... Niente, per oggi noi abbiamo finito! <3
Fatevi sentire, non siate timidi! E grazie mille per ogni cosa, siete sempre più dolci! <3
A presto! Un bacione, Nati <3

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Capitolo 12
*** 12 . Capire ***


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12 . Capire
 
 
 

Quella mattina, Vanessa è sicura di essere nuovamente felice.
Un sole timido si fa vedere, le prime luci del mattino che entrano dalla finestra di camera sua silenziose, leggere, senza disturbare il sonno del ragazzo accanto a lei.
Vanessa sorride, stringendosi ancora un po’ a lui, riportando il braccio al caldo, sotto le coperte, sfiorando appena la pelle di lui.
Lo guarda dormire, gli occhi chiusi, la bocca socchiusa, il naso schiacciato un po’ dal cuscino, i capelli scompigliati, le guance un po’ arrossate: Luke che dorme è sempre la cosa più bella da ammirare, lei lo ha sempre pensato.
Quella notte, lui si è fermato da lei, l’ha aspettata fuori dalla discoteca, come sempre, l’ha aspettata e per tutto il viaggio di ritorno non hanno smesso di stare vicini, non hanno smesso di baciarsi, di cercarsi, sempre con più impazienza, fino all’arrivo a casa Irwin-Clifford.
Hanno esitato, dato che era notte fonda, hanno esitato, ma la voglia e la passione ha preso il sopravvento di entrambi: troppo tempo senza baciarsi, troppo tempo senza sfiorare le loro pelli, troppo tempo dall’ultima volta che si sono amati completamente.
Hanno tentato davvero di non disturbare nessuno, hanno tentato di non sprecare neanche un secondo, hanno tentato di riprendersi quel tempo perso, quel tempo passato troppo distanti, troppo lontani.
Ed, ora, sono lì, su quel letto troppo piccolo per stare comodi in due, con i loro corpi nudi avvolti dalle coperte, con i piedi intrecciati.
Luke ancora perso nei suoi sogni, Vanessa al suo fianco a fissarlo, ad ammirarlo, mentre con la mano va a giocare con il suo viso, accarezzandolo, sfiorandolo appena, spostandogli i capelli, passando il contorno delle sue sopracciglia.
È un momento, prima che un occhio si apra appena, seguito pure dall’altro e da un lieve lamento, un lamento da parte di chi non ha proprio intenzione di svegliarsi.
La ragazza sorride divertita, avvicinando le labbra alle guance di lui, baciandolo piano, sentendosi accarezzare da dietro la schiena: la mano di Luke che, prontamente, la spinge verso di lui, verso il suo petto, unendo i loro corpi, sentendo le loro intimità sfiorarsi, sentendo brividi lungo la spina dorsale.
«Buongiorno» sussurra lei, interrotta dalle labbra di Luke che si posano sulle sue.
Le mani della ragazza che gli prendono il viso, mentre lui la bacia con trasporto, accarezzandole i fianchi scoperti, facendole quasi il solletico in quei suoi punti deboli, lasciando che quell’atmosfera si ricrei piano, un po’ alla volta, cogliendola alla sprovvista.
«Fingevi di dormire?»
«Sono sveglio da un po’ in effetti»
«Ah, davvero?»
«Da quando qualcuno ha cominciato a toccarmi i capelli»
E Vanessa ridacchia appena.
Ma non possono continuare a lungo, dato che la porta della camera viene spalancata bruscamente, facendoli sobbalzare dallo spavento, facendoli nascondere alla meglio.
«Chi cazzo è?!» sbraita lei, mentre Luke ride divertito.
«Mi irritate già di prima mattina, cazzo. Non avete scopato abbastanza sta notte?!»
La voce di Michael è più che riconoscibile, Vanessa mostra gli occhi dalla coperta, lo fissa e potrebbe scommettere che nello sguardo del fratello c’è qualcosa che non va.
«Sei qui per assistere o…?»
«Ma che schifo!»
«E allora emigra, siamo indaffarati se non si fosse capito» ma a quelle parole Michael non si allontana, resta lì, imbambolato alla porta, sospira rumorosamente e fissa i suoi piedi, come se stesse prendendo tempo, come se stesse cercando le parole più opportune.
Vanessa inarca il sopracciglio, Luke sbuca con la testa da sotto le coperte, scrutando la scena.
Passa il suo sguardo da Vanessa, confusa e pure ancora assonnata, a Michael, non intenzionato ad alzare lo sguardo.
Quest’ultimo sospira, prima di mordersi appena l’unghia dal nervoso e lasciar scivolare quelle parole.
«Devo parlarti… di una cosa. Ti aspetto giù.» e se ne va più veloce della luce, senza aspettare risposta, senza pensare che, forse, la sorella non ha tutta sta voglia di parlare di prima mattina, dando per scontato tutto.
Vanessa sbuffa, sentendo Luke baciarle la guancia.
«Vai, su. Io ti aspetto qui.»
*
Forse, interpellare sua sorella non è stata una grande idea, pensa Michael, disteso sul divano, le mani dietro la testa, lo sguardo verso il soffitto.
In fin dei conti, lui, non chiede mai consigli a sua sorella, anche perché lei fa sempre scelte inutili, sbagliate e da tipica ragazzetta che crede all’amore.
Lui, Hemmings, non l’avrebbe mai perdonato, ad essere sincero.
Quel coglione patentato ha solo fatto soffrire sua sorella e, per cosa, poi?
Per uno stupidissimo bacio con Hood?
Quando era più che fatta e ubriaca?
No, lui, Hemmings lo prenderebbe volentieri a calci nel culo per quello che ha fatto passare a Vanessa, lui non si scorda tutti quei pianti, non si scorda nulla di quella sofferenza, non dimentica e, sentendoli scopare allegramente per tutta la notte, si chiede cos’abbia Vanessa al posto del cervello.
Segatura, forse, ma sicuramente non un cervello, dare una seconda possibilità a quel coglione, ma perché deve essere sempre così buona e stupida?
Non la capirà mai, sua sorella, non capirà mai come può essere così innamorata persa di un deficiente del genere.
Sospira, sentendo i passi di lei scendere le scale, per poi comparire davanti ai suoi occhi con i pantaloni del pigiama e una felpa troppo grande per essere la sua.
Alza gli occhi al cielo, intuendo di chi possa essere, per poi sospirare, mentre lei prende posto nell’altro divano.
Restano in silenzio per un po’, non si guardano neanche negli occhi, si crea tensione tra di loro, tensione che è lui a dover rompere, dato che è lui ad aver bisogno di lei e non viceversa.
Si mette a sedere.
«Ammetto di avere un problema»
E quella confessione fa inarcare il sopracciglio a Vanessa: giusto il tempo di rielaborare quella confessione, prima di lasciar scivolare una risatina che irrita il fratello.
Si blocca subito, notando nello sguardo di lui un qualcosa di preoccupante, come se Michael fosse davvero un libro aperto per lei, in quel momento, come se fosse successo davvero qualcosa di grave che pervade il verde dei suoi occhi.
«Sto seria, lo giuro» si mette la mano sul cuore, incitandolo a continuare.
Il ragazzo si gratta la testa, prende respiri fin troppo profondi, non sa come esprimere al meglio quei pensieri che rimbombano nella mente, non sa quale sia la via più semplice: dire tutto di getto o girarci attorno prima di arrivare al sodo.
Prova vergogna, lo deve ammettere almeno a se stesso.
Prova vergogna perché… lui con Vanessa non parla mai di queste cose.
Eppure, sa benissimo che è lei l’unica persona in grado di poterlo aiutare, è l’unica persona di cui si fida ciecamente, è l’unica persona che non andrà a sbandierare ai quattro venti quel segreto che lo logora da dentro.
«Non so come dirtelo» confessa, abbassando lo sguardo sui propri piedi «Non è facile»
Vanessa annuisce, restando in silenzio.
«Che mi consigli?» domanda lui.
Lei sospira.
«Fa così male dirlo di getto?»
«Diciamo che non è da me dire certe cose»
«Ahia. È qualcosa di davvero serio, allora»
«Già.»
Ancora silenzio.
Ancora sguardi codardi.
Nessuno dei due osa guardare l’altro.
«Non so come aiutarti, però, se stai in silenzio»
«Lo so»
E lo scambio di battute finisce ancora.
Vanessa, però, non ha così tanta pazienza, dato che è mattina, è stanca e Luke è di sopra ad aspettarla.
Le dispiace lasciarlo lì da solo, senza poter neanche uscire da camera sua, dato che Michael sembra voler essere invisibile quel giorno.
Sospira, cercando di non sembrare la sorella stronza, dato che suo fratello si sta confidando con lei per la prima volta, dato che si sta aprendo un po’ senza neanche suggerirle una sigaretta.
E Michael fuma sempre quando è nervoso.
Le sigarette sono sacre, sono un modo per calmarlo.
Ma non le ha ancora nominate, come se quel segreto non avesse rimedio, neanche con un pacchetto intero di sigarette.
«Facciamo il gioco delle domande? Io ti faccio domande e tu rispondi?» propone lei, rendendosi conto solo dopo dell’assurdità della sua proposta.
Ma Michael annuisce, inerme a tutto.
«Chi è coinvolto?»
Già questa prima domanda lo mette in crisi.
«Io»
«Solo tu?»
«Letizia e Calum»
«Oh, cazzo. Avete fatto una cosa a tre ed è incinta?!»
Michael diventa di mille colori.
«Ma cosa stai dicendo?! Sei una cretina»
«Sei tu che non parli! Mi fai preoccupare!»
«Non abbiamo fatto una cosa a tre, Letizia non è incinta e smettila di fare supposizioni degne di una stupida»
«La simpatia, Michael Clifford» sbuffa, mentre lui trova il coraggio di guardarla.
«Scusa» sussurra, mentre Vanessa resta basita.
Michael che si scusa?
La faccenda è più grave del previsto.
«Okay, allora, che succede tra Calum e Letizia?»
«Lei è innamorata di lui, da sempre. Credo non sia una novità da sentire, e lui… beh, lo sai, no? lui invece è innamorato di te»
«Sì, ma… credevo avessimo risolto la questione…»
«Non è solo questo»
«Hai picchiato Calum pure tu?»
«No»
«È successo qualcosa con Letizia?»
Esitazione.
«Sì.»
«Quando?»
«Ancora alla festa»
Pausa.
Silenzio.
Vanessa ricorda poco, niente, di quella sera.
«Voi due… avete…» e lei ha paura a ipotizzare cose troppo surreali.
Michael e Letizia, ma non si odiano loro due?
Non sono peggio di cane e gatto?
«Abbiamo fatto sesso, quella sera»
E la bomba è sganciata.
Vanessa non osa fare commenti, resta in attesa, in silenzio.
Guarda Michael passare lo sguardo su ogni cosa tranne che su di lei.
Lo guarda mordersi un’unghia o passarsi la mano tra i capelli.
Non sa neanche lui cosa dire, non sa neanche lui come gestire quella conversazione.
Sospira a fondo, il ragazzo, prima che sua sorella porga quella domanda.
«Non è stato solo sesso, giusto?»
A volte si chiede come possa una come lei passare dall’essere la sorella più irritante al mondo, all’unica persona in grado di essere gentile e di capire pure uno come lui.
«Ho… confessato al vuoto di amarla»
«Che vuol dire?»
«Che lei se n’era andata e… mi è uscita questa confessione»
«Okay.»
Michael la guarda.
«Sai dire solo questo?»
«Cosa vuoi sentirti dire?»
«Qualcosa di più sensato di un “okay”»
Vanessa sorride.
Ci pensa un momento.
«Beh, forse, dovresti dirlo a lei di amarla, non al muro»
«A che scopo?»
Lei spalanca gli occhi.
«Come a che scopo? Non ti va di stare con lei? Di solito si vuole stare insieme a chi si ama»
«Non credo che lei sia… presa male come me»
«Calum?»
Lui annuisce.
«Però… non fare niente non la convincerà chi è quello giusto»
«Che intendi?»
«Intendo che… una canzone cantata e dedicata a lei, forse, fa capire molte cose, piuttosto che il silenzio»
Lui alza gli occhi al cielo.
«Luke ti ha cantato una canzone? È per questo che ora siete tornati insieme?»
«Non è solo la canzone, Michael. Io amo lui e lui ama me. Certi sbagli si riparano»
«Non credo che Letizia provi lo stesso per me»
«E come fai a dirlo se… se non lo dimostri almeno un po’?»
«Fatica inutile»
Sta volta ad alzare gli occhi al cielo è Vanessa.
In quell’istante, però, la figura di Luke si fa vedere ai suoi occhi.
Sorride, gli occhi ancora un po’ assonnati, la maglietta a maniche corte e i jeans indossati.
Saluta entrambi, prima di proporre a Vanessa di andare a fare colazione al bar.
Michael lo fulmina con lo sguardo, dato che lui starebbe parlando con sua sorella.
Ma la bionda non se lo fa ripetere due volte, dato che Michael sembra voler, come sempre, ragionare di testa sua senza dar retta a nessuno.
«Andiamo a cambiarci e usciamo, allora» gli salta incontro, lasciandogli un bacio a fior di labbra, mentre Michael sbuffa, pieno di dubbi e con altri mille pensieri nuovi in testa.
Vanessa sale le scale velocemente, mentre Luke aspetta, esita un po’, passandosi la mano tra i capelli.
«Che hai da guadare, Hemmings?» chiede bruscamente Michael.
L’altro sospira.
«Io… volevo solo dirti che…»
«Entro domani, Hemmings»
«Certe ragazze non aspettano altro che fare sesso tanto per… per darla via, diciamo così»
«Origli, adesso? Complimenti»
«Credo che Letizia sia venuta a letto con te perché spinta da qualcos’altro, non solo per puro piacere fisico. Volevo solo dirti questo.»
Parole che Michael incassa.
Parole che, sinceramente, non se le aspettava.
Non si aspettava una simile confessione da parte di Luke, non si aspettava un consiglio da parte sua.
Si volta, nella sua direzione, come intenzionato a chiedergli qualcosa.
Ma Luke è già su per le scale, troppo preso ad andare da Vanessa.
Michael è senza parole.
Forse, quel coglione di Hemmings, ha ragione.
Forse, in quelle parole c’è del senso.
Forse, Michael deve solo fare la cosa giusta.
Forse, Michael gli darà ascolto.
Chi l’avrebbe mai detto?
Michael che ascolta i consigli di Luke Hemmings.
Il mondo sta andando a puttane.
 
Quella sera il vento invernale soffia più forte del solito, e Letizia ringrazia il cielo di essere al caldo, con una copertina leggera a coprire le sue gambe e quelle di Calum, con una tazza di cioccolata calda tra le mani e con i pop corn caldi e appena fatti. Sono seduti nel soggiorno della casa del moro e non hanno fatto altro che parlare, ridere e scherzare quel giorno, come non succedeva da parecchio. 
Dopo quel loro incontro sulla spiaggia avvenuto ormai parecchie settimane prima, hanno avuto bisogno di un po' di tempo per capire che cosa volessero davvero, per digerire tutto quel che era successo tra di loro e per mettere in ordine testa e cuore. È stato difficile, per entrambi. Per Calum che ha avuto paura di commettere altri passi falsi, perché non voleva – e tutt’ora non vuole – far star ancora male la sua migliore amica. E per Letizia, che alla fine ha rinunciato con il cuore tranquillo e senza ripensamenti o rimorsi ai suoi sentimenti per il moro, che con il passare del tempo si sono tramutati in un'amicizia ancora più forte e salda verso quel ragazzo che ormai considera come la sua seconda famiglia.
E poi, un giorno di quasi tre settimane prima, in cui a casa Irwin-Clifford non c'era nessuno a parte la mora, Calum si era presentato con un barattolo di Nutella in una mano e un vecchio album fotografico nell'altra. 
Si erano guardati a lungo, con quegli occhi così simili e che ormai mostravano lo stesso sentimento.
«Come ai vecchi tempi?» aveva detto lui alla fine, spezzando quel silenzio che nessuno dei due avrebbe potuto reggere oltre e facendo sorridere la mora, che «Come ai vecchi tempi.» aveva ripetuto con il sorriso facendo entrare il suo migliore amico. 
E sorride, Letizia, al ricordo. Sorride perché aveva creduto che tutto fosse andato perduto. E invece adesso ringrazia il cielo per quell’immenso regalo che le ha fatto e di cui avrà cura per sempre.
E sorride ancora, Letizia, quando Calum le strizza un occhio e le lancia addosso una manciata di pop corn, facendola ridere di gusto. E «Sei un bambino, Hood. Lo dirò finchè campo.» commenta divertita, ripulendo alla meglio il piccolo disastro che ha combinato il moro.
«Però devi ammettere che a questo bambino vuoi bene, e neppure poco.» ribatte quest’ultimo, sorridendo ancora e avvicinandosi alla mora con i suoi occhioni da cucciolo, a cui la ragazza non riesce a resistere, e sorride ancora, mentre il cuore le esplode nel petto per quella felicità che solo Calum riesce a far nascere dentro di lei, con anche il gesto più semplice.
E capisce, Letizia. Capisce di aver fatto la scelta giusta nel dire addio ai suoi sentimenti per il moro. Capisce che non aveva più senso camminare su un sentiero a senso unico, perché lui non sarebbe mai arrivato. Capisce che è questo che, alla fine, ha sempre voluto con quel moro di cui non potrebbe mai fare a meno: un’amicizia bellissima e profonda, che cresce e migliora con gli sbagli.
Perché sul serio, tutto è cambiato tra di loro. La complicità che avevano prima non solo è tornata, ma è pure aumentata. Si capiscono con una semplice occhiata, non hanno bisogno di troppe parole o di troppi gesti per dimostrarsi tutto quell’immenso affetto che li lega. Si completano in un modo unico e indescrivibile, come nessun’altra persona sulla faccia della Terra potrebbe fare con il proprio migliore amico o amica. E sono felici, Calum e Letizia, che tutto alla fine sia andato nel migliore dei modi tra loro due. Perché entrambi sanno che non sarebbero mai stati gli stessi senza l’altro vicino, nella propria vita.
«Sì, ti voglio davvero troppo bene, stupida scimmietta.» concorda la mora, sorridendo lievemente e passando una mano tra quei capelli scuri così morbidi e scompigliati. Lui le fa la linguaccia e si accoccola sulle gambe della ragazza, in modo da poterla osservare negli occhi anche stando sdraiato – e pure comodo.
E pensa, Calum. Pensa a come sarebbero andate le cose se lui non avesse deciso di presentarsi a casa della mora qualche settimana prima. Pensa che adesso non starebbe così bene. Pensa che almeno per Letizia doveva pur combattere – perché per Luke ancora non sa che cosa fare, come agire, pur di farsi perdonare, pur di riavere nella sua vita il suo migliore amico. Ed è davvero felice di come siano andate le cose. Certo, ancora gli dispiace da morire per averla fatta stare così male senza rendersene conto. Però alla fine lei gli ha assicurato che è passata e che adesso non ci sono più problemi. Ma Calum non ne è tanto sicuro. Perché, a scuola, lui le vede le occhiate furtive e profonde che Michael e Letizia si lanciano a mensa, cercando di non farsi vedere dall’altro. Ed è proprio a quell’argomento che Calum ha intenzione di arrivare quel pomeriggio.
Intanto Letizia si è persa un po’ nei suoi pensieri, mentre gioca distrattamente con i capelli scuri del ragazzo e mentre scorre sulla home di Facebook dal telefono. E fa per mostrare uno stato buffissimo di una sua compagna di corso, quando una foto della sera precedente, una foto che non aveva visto, non le salta agli occhi, facendola ribollire di una rabbia cieca, una rabbia sorda che non riesce – o non vuole – spiegarsi.
Non quando quella piovra di Celine Miller è attaccata a Michael Clifford con i suoi fottutissimi e schifosissimi tentacoli; bionda, occhi azzurri, due tette che sembrano dirigibili, labbra perennemente rosse e trucco così volgare e pesante da far venire il mal di stomaco persino a Calum, che lui per le ragazze – Vanessa compresa – ha davvero buon gusto. E pure questo, per Letizia, è sempre stato un motivo di sofferenza, una sofferenza che tuttavia – grazie al cielo – adesso non c’è proprio più.
«Quanto odio la Miller!» esclama ad un tratto, scagliando il telefono sulla parte del divano libera a causa della rabbia, tirando così Calum fuori dai suoi penserei e facendolo sorridere.
«Che ha fatto questa volta?» le chiede divertito, mettendosi seduto davanti a lei e prendendo un altro sorso di cioccolata calda che lo fa rabbrividire un pochino.
Letizia sbuffa e si passa nervosamente una mano tra i luoghi capelli scuri, sciolti una buona volta, e guarda il suo amico negli occhi, con uno sguardo così furente che lui non le aveva mai visto prima addosso. «Quella ragazza è un'oca di prim'ordine, una stupida patentata e...»
«…Sempre accollata a Michael.» finisce lui, con il sorriso sulle labbra, facendo zittire la sua amica tutt’ad un tratto per la sorpresa. Perché – Calum n’è sicuro – lei non avrebbe mai voluto arrivare a questo punto.
«E adesso cosa c’entra Michael?» chiede la ragazza, infatti, sedendosi meglio sul divano e mordendosi violentemente il labbro inferiore per cercare di calmare il moto di quella strana rabbia che sente. E per questo, inizia pure a giocare nervosamente con l’angolo del cuscino, abbassando di proposito lo sguardo. Perché sa, Letizia, che se dovesse guardare Calum negli occhi, non si sentirebbe più tranquilla come lo è adesso. O almeno così crede.
Calum scuote la testa, divertito, che tanto conosce Letizia meglio di se stesso, e le si avvicina furtivo, fino ad abbracciarla forte e a posare il mento su quei lunghi capelli scuri, per passarci le dita attraverso, cercando di calmare la ragazza che sente respirare profondamente e a scatti, come fa ogni volta che è nervosa.
«Io ti conosco bene, Leti.» inizia a parlare, e la mora ha paura di sentire dove andrà a parare, perché non è sicura di quello che sta vivendo in quell’ultimo periodo, non è sicura di niente, e le piacerebbe tanto non aver niente a cui dover pensare.
«E allora?» domanda, infatti, con tono un po’ duro, troppo acido per com’è lei di solito. E questo riesce solo a confermare ancora di più a Calum quel che pensa da quando la sua amica ha fatto quell’osservazione.
«E allora so che non è normale che tu ti agiti tanto per Michael.»
E Letizia, a quelle parole, si irrigidisce, perché non sarebbe mai voluta arrivare a toccare quel tasto, l’unica incognita di cui non è sicura di voler trovare una soluzione. O almeno, non ancora, non con tutte quelle idee così confuse che si ritrova. E vorrebbe tanto che tutto fosse più semplice, almeno una volta. Ma sa anche che è impossibile chiedere la Luna e che deve accontentarsi e deve capire davvero quel che ha dentro.
Calum lo sente quel movimento brusco ed impercettibile del corpo dell’amica. E sorride di nuovo, quando Letizia sospira rumorosamente e si passa una mano sugli occhi stanchi.
«Hai voglia di parlarmene un po’?» le chiede, allora, sicuro che forse alla sua amica basti solo buttar fuori quel che ha dentro la testa per poter vedere le cose in modo più chiaro. Spera solo che lei lo ascolti.
Ma Letizia, a quelle parole, non sa davvero che cosa fare. Insomma, sì, potrebbe anche parlarne, ma a che servirebbe? Tanto le sue paure e i suoi dubbi restano ancora lì, ad intasarle la testa ed il cuore, rendendola quella ragazza insicura che non è mai stata e che Calum non riconosce, non quando ha sempre avuto a che fare con la parte combattiva e forte di Letizia.
Solo che la ragazza non risponde, e Calum non ha proprio idea di come farla ragionare. Almeno che…
«Ti facevo meno codarda di così…» commenta, appunto, sapendo di toccare un punto debole.
Ma, con sua sorpresa, Letizia non ribatte. Resta nel suo silenzio e lo guarda, lo guarda a lungo con i suoi occhi color del cioccolato che mostrano molto più di quanto lei vorrebbe ammettere. Tuttavia, Calum non si accontenta di capirla solo con gli occhi. Vuole aiutare Letizia ad ammettere quello che sente dentro. Perché sa che alla fine il problema è tutto lì: lei non ammetterà mai niente di quello che riguarda Michael.
La ragazza si alza dal divano, sempre in silenzio, lasciando solo il suo amico basito, per avvicinarsi alla finestra e osservare distrattamente il paesaggio che vede, la città illuminata dalle luci delle case, dai lampioni, dalle vetrine dei negozi. Osserva il paesaggio e cerca un qualcosa che di preciso non sa neppure cosa sia.
«Leti, io… Io voglio solo aiutarti. Non… Non avere paura, ok? Sai che ci sono per te.» le dice Calum, alzandosi a sua volta e andandole vicino, perché adesso sta seriamente iniziando a preoccuparsi per lei. E si maledice, perché forse quell’argomento avrebbe fatto meglio a non toccarlo proprio per niente.
«Io non sono una codarda.» risponde ad un tratto Letizia, mossa da un qualcosa che sente ruggirle dentro al petto, quasi fosse una fiamma viva di vita propria che guida ogni sua singola azione.
«Solo… Ho paura, Cal.» prosegue voltandosi verso il suo migliore amico. «E tu sai bene che le due cose per me sono molto differenti.»
L’altro si ritrova ad annuire impercettibilmente e le si avvicina ancora, prendendole la mano tra le sue. Ed è quel gesto di conforto, di amicizia, che spinge Letizia a liberarsi di quel peso che sente dentro da giorni e che non fa che rendere ogni singola cosa più difficile di quanto in realtà non sia.
«Io… Cazzo, non so che diamine devo pensare! O che cosa diavolo devo fare! Lui… Lui è un’incognita, Calum. E io non riesco a capire quel che provo. Insomma, abbiamo fatto sesso alla festa e–»
«Cosa avete fatto voi?!» esclama il moro, completamente preso alla sprovvista dalla rivelazione della mora, che solo in quel momento si rende conto di quel che ha appena affermato. Ed è un attimo, e il suo viso diventa completamente rosso per l’imbarazzo.
«Dio… Perché non me ne sto mai zitta?» domanda più a se stessa allontanandosi dall’altro, che ancora la guarda con un misto di sorpresa e di felicità insieme. Perché, andiamo, che Michael e Letizia siano il giorno e la notte fatti persona lo sapevano tutti. Solo che quella rivelazione cambia tutto. E allora, Calum capisce molto più di quel che è stato detto. Solo che deve essere Letizia a dirglielo, deve far capire a lei, la diretta interessata, come stanno davvero le cose dentro al suo cuore e – forse – pure dentro a quello di Michael.
«C’è un però… Vero?»
Letizia annuisce e sospira affranta. Ormai quella storia la può anche finire, tanto non ha niente da perdere.
«Lui… Io… Ero arrabbiata… Con te.» e qui fa subito alzare gli occhi a Calum, che non riesce a capire. «Ti avevo visto andare in camera di Vanessa… Ero… Ero gelosa… Lui ha visto me e ha visto pure te… E… Cazzo Calum, io non volevo pensare a te e Vanessa insieme… E lui… Mi ha aiutata a non pensare…»
E dopo quelle poche parole cala il silenzio. Un silenzio in cui Letizia si sta dando della deficiente per aver ammesso tutto così, di getto, proprio alla causa – o forse no – di tutto quel casino tra lei e Michael. Un silenzio in cui invece Calum riesce a collegare i vari tasselli, riesce a collegare le esitazioni nel tono della voce della mora, il modo in cui gli occhi le si illuminano quando parla di Michael. E il bello è che forse lei neppure si accorge dell’effetto che quel ragazzo ha su di lei.
E sorride ancora, Calum, a causa di quella storia di cui si ritrova ad essere partecipe in un modo o nell’altro e per cui è felice di aver giocato un ruolo decisivo, anche se pur inconsapevolmente, almeno fino a quel pomeriggio. Si avvicina alla sua amica con calma, e la abbraccia delicatamente, sapendo che così facendo, lei si calmerà almeno un poco, e riuscirà ad arrivare alla conclusione da sola. E a Calum non dà fastidio quello che ha fatto la mora, proprio per niente. Perché la capisce. Perché sa che, se fosse stato nella sua situazione, avrebbe potuto benissimo fare qualcosa di peggio. La capisce, Letizia, e non la rimprovera minimamente di essersi… Beh, quello deve dirlo lei.
E Letizia sospira, cullata da quelle braccia forti, da quel ragazzo che riesce a capirla meglio di chiunque altro anche in quella situazione completamente atipica. Si calma, prende un respiro, e vede se in fondo al suo cuore riesce a trovare quel coraggio che le manca per tirar fuori quella cosa che tanto la logora, che tanto la fa andare in paranoia. Deve sfogarsi, in qualche modo. E ormai non si preoccupa più di quel che potrebbe pensare il moro, perché se non l’ha sgridata prima, non vede perché dovrebbe sgridarla adesso.
«E la cosa che più mi spaventa, Calum, è che quello che abbiamo fatto noi non era solo sesso… Perché, cazzo, io non stavo minimamente pensando a te! Io pensavo a lui, a Michael! Capisci? Pensavo a Michael, ed era… Era tutto fottutamente perfetto…»
E qui si zittisce. Ed è qui che lei si rende conto di una cosa. Di quella cosa che aveva sempre avuto dentro ma a cui non aveva mai prestato particolare interesse, o a cui non aveva voluto spontaneamente dare peso, perché sarebbe stato troppo strano per lei, per lui, Michael, per entrambi. Non ci ha pensato troppo su, non ha voluto capire  Ha preferito chiudere la mente ed il cuore e continuare ad insistere con il suo amore per Calum anche se non le avrebbe mai dato niente. Eppure… Quel sentimento è maturato nonostante tutto, ha preso campo lentamente dentro di lei, scombussolando ogni cosa.
«Oh no.» si ritrova a sussurrare, staccandosi lentamente da Calum, che le bacia la fronte. Perché è felice, lui: la sua amica ha finalmente capito, e lui giura che non potrebbe essere più felice di così, perché sa che Michael non la tratterebbe mai male. Le vuole troppo bene per farlo. Calum lo vede, questo, lo vede negli occhi verdi di quel ragazzo che osserva sempre Letizia come il tesoro più bello e più prezioso di tutti.
E invece lei ancora non riesce a crederci. Non riesce a capire di aver appena trovato la soluzione al suo dubbio, alla sua incognita. Lei…
«Sono innamorata di Michael.» sussurra, ancora totalmente incredula.
Calum, semplicemente, annuisce a quelle parole con un sorriso lieve sulle labbra.
E pure Letizia si ritrova a sorridere, mentre sente gli occhi diventarle un po’ più lucidi.
Ha capito. Ha capito sul serio. Ha capito che forse non c’è più da avere paura. Ha capito che amare Michael va bene. E il cuore, adesso, le scoppia nel petto a causa di una strana felicità, a causa di uno strano senso di leggerezza che proprio non riesce a spiegarsi. E non riesce neppure a spiegarsi perché nella sua testa continui a martellarle un solo ed unico pensiero: amo Michael, e non voglio lasciarlo andare.






Nati
Letizia ancora all'Elba e pure Vane è in vacanza ;). Dai dai, che tutti ci meritiamo un po' di sano relax :3
Ma parlando della storia, QUANTE COSINE SUCCEDONO o.O
Michael che parla con Vane di Leti (qui casca il mondo) e che ascolta pure Luke. Addio, insomma, ahahah corriamo ai ripari :P ;)
Leti e Cal (amori *^*) invece hanno fatto pace, tatini *^*. E, beh, il moro ha capito già da un pezzo che cosa stesse succedendo tra la più piccola del gruppo ed il ragazzo dai capelli arcobaleno, deheheh.
Bravi bravi i nostri bambini u.u
Dai dai, fateci sapere quel che ne pensate, sapete quanto ci teniamo! Vi aspettiamo! <3
E... Anche per oggi noi finiamo qui ;).
Grazie come sempre per ogni cosa, sul serio, siete meravigliosi! <3 <3 <3
Ci sentiamo presto! Un bacione grandissimo, Nati

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Capitolo 13
*** 13 . Somebody to you ***


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13 . Somebody to you
 
 
 
Da quando sia Michael che Letizia hanno ammesso che provano qualcosa per l’altro, sono passate altre settimane. Settimane durante le quali entrambi si sono scervellati in mille modi diversi pur di trovare l’occasione giusta per poter parlare dei loro sentimenti, per poter chiarire una volta per tutte, magari per poter mettere finalmente un punto fisso a tutto ed iniziare qualcosa… Insieme.
E il bello è che le occasioni si sono presentate, perché in quel periodo casa loro è quasi sempre deserta, a causa degli impegni che hanno i più grandi con l’Università e tutto il resto. Si sono spesso ritrovati completamente soli, vuoi in corridoio, vuoi in cucina o in salotto, vuoi durante un pomeriggio qualsiasi. Ma le occasioni ci sono state. Solo che loro non hanno saputo coglierle, non ancora.
Forse perché non è ancora veramente arrivato il momento giusto, forse perché nessuno dei due si sente pronto fino in fondo ad ammettere quel qualcosa che c’è tra di loro e che li lega molto più di quanto immaginino, forse perché c’è ancora un po’ di paura nel fare quel passo che cambierebbe ogni singola cosa. E non sanno se sono pronti oppure no a vivere quel cambiamento, di cui non riescono ad immaginare gli effetti.
Però l’unica cosa certa che hanno è che non vogliono rinunciare all’altro per nessun motivo.
 
Quella sera, Letizia è comodamente seduta sul divano a guardare un DVD. Ha casa libera, dato che Ashton e Vanessa sono usciti con Luke e Charlie – e la mora ha esultato, non appena Vanessa le ha spiegato che cosa avessero in mente lei ed il suo migliore amico per gli altri due. Spera solo che vada tutto bene.
Sta guardando per l’ennesima volta Le pagine della nostra vita e ancora non riesce a spiegarsi come mai pianga ogni volta che lo vede, nonostante sappia la trama a memoria ormai. Sospira alla dichiarazione di lui, di Noah, una dichiarazione degna di ogni premio possibile secondo la sua indole romantica che ancora permane in lei e nei suoi gesti o in quello che immagina. Sospira perché non credeva che un sentimento simile potesse portare con sé così tante cose: felicità, tristezza, rabbia, angoscia, dolore, lacrime, batticuore… Tutte cose a cui ormai lei è abituata, e non più a causa del moro.
Perché adesso, anche se in modo completamente diverso, è Michael che gliele provoca dentro al suo cuore. E lei ogni volta resta senza parole, perché non riesce ancora a credere di essersi innamorata di lui. Lui… Che tuttavia sembra non considerarla minimamente in quelle ultime settimane, che a malapena la saluta o le rivolge un minimo cenno per qualcosa. Sembra quasi che tutto quello che lui ha fatto per lei quando stava male per Calum sia svanito nel nulla, sia sparito, come se fosse semplicemente una parentesi troppo scomoda tra il loro rapporto basato sul darsi addosso di continuo per ogni minima cosa.
E si ritrova a sospirare, Letizia, cercando di non intristirsi per quel ragazzo che ancora non riesce a capire fino in fondo, mentre spegne il televisore con il telecomando, che ormai il film è finito. E far per salire le scale per andare in camera sua, quando si ritrova davanti un Michael confuso e sorpreso allo stesso tempo.
Ed è così che i loro occhi si incontrano. Verde nel cioccolato. E i brividi che adesso sulla loro pelle sono ancora più intensi di quelli che provavano prima. Perché la consapevolezza dà sempre qualcosa in più, ad ogni emozione forte che si prova. Si osservano a lungo, attenti, guardinghi, con il cuore che batte seriamente molto più forte del normale e che li rende meno razionali del solito. Perché lo sanno che vorrebbero mandare tutto a puttane per l’altro, adesso, senza pensarci un attimo. Solo… cosa farebbero dopo?
È questo a frenarli, a frenare soprattutto Michael, che non ha mai avuto una storia seria e che si è sempre limitato a quelle famose sveltine occasionali, quando e se aveva voglia. Eppure… Con Letizia è tutto diverso, lo è sempre stato fin dall’inizio. Ed è proprio questo a spaventarlo maggiormente, perché non ha proprio alcuna idea da dove poter cominciare.
Per questo, è lui il primo che pone fine a quel loro contatto di sguardi e va a prendersi un bicchier d’acqua, senza degnare Letizia neppure di una sola parola. Perché sa che tanto non sarebbe in grado di affrontare quella conversazione con lei, sa che manderebbe tutto a rotoli ancor prima di iniziare. Si limita ad osservarla da lontano, Letizia, quando lei non se ne accorge: a mensa, le poche volte che hanno lezione insieme, a casa la sera quando sono tutti in salotto a vedere un film o a passare un po’ di tempo insieme.
La osserva in ogni più piccolo particolare, ed ogni volta è peggiore di quella precedente. Perché ogni nuovo dettaglio che scopre gli fa andare in tilt il cervello, ogni volta che la vede sorridere le mani iniziano a tremargli, ogni volta che la osserva dormire gli si apre il cuore. Perché spesso, a notte fonda in quelle ultime settimane, si è intrufolato in camera della mora di soppiatto, pur di vedere ancora quel viso tranquillo riposare. E ogni volta gli dimostra sempre che Letizia bella lo è davvero.
E sospira adesso, Michael, mentre mette in ordine in cucina e torna in camera. Sospira perché si sente un codardo di prima categoria, quando invece non lo è mai stato in vita sua. Si sente codardo perché non riesce ad affrontare Letizia e tutto quello che gli sta succedendo. Non ci riesce, ha paura, Michael, di commetter anche il più piccolo passo falso che potrebbe rovinare tutto.
Per questo non parla, non considera Letizia neppure per un istante e torna su, chiudendosi la porta alle spalle e continuando a suonare una canzone con la chitarra riprendendo dal punto in cui aveva interrotto come se non fosse successo niente, cercando di non pensare a niente.
E invece Letizia pensa, pensa tanto, forse troppo, come suo solito. Pensa che Michael si stia comportando da bambino. Pensa che pure lei lo stia facendo e che entrambi stiano sbagliando a fare così. Pensa che deve fare qualcosa, deve agire, perché non possono rimanere in quella situazione per sempre. Pensa che Michael sia un codardo, perché sono settimane che non le rivolge parola e fa come se lei non esistesse per niente. E, ad essere sincera, Letizia si è pure stufata.
Per questo si ritrova a salire le scale diretta in camera di Michael. Devono chiarire una volta per tutte.
 
«Ha intenzione di chiarire una volta per tutte oppure vuoi continuare a giocare?» chiede risoluta entrando e facendo voltare di scatto Michael, sorpreso, perché proprio non immaginava di trovarsela lì. Solo che la sorpresa dura poco, perché ha sentito anche troppo bene quel che gli ha detto la mora.
«Che c’è da chiarire?» domanda a sua volta alzandosi e posando la chitarra sulla scrivania, con un tono di voce che sembra mostrare il suo scarso interesse per la faccenda, quando invece è tutto il contrario. Perché anche lui vorrebbe chiarire, ogni singola cosa. Solo che… Non sa da che parte cominciare.
A quella risposta, Letizia rimane basita, scioccata. Perché che Michael fosse un coglione lo aveva capito ormai. Ma non avrebbe mai immaginato che potesse essere così testardo.
«Vuoi sapere che c’è, Michael?» continua allora, avvicinandosi lentamente al ragazzo, che la osserva senza dire niente, la osserva e basta, rapito da quel viso dolce, da quelle labbra che tanto vorrebbe tornare a baciare, da quegli occhi che riescono a mettergli soggezione anche quella volta. E mentre Letizia parla, mentre mette a nudo ogni parte di sé, mentre lascia che il sentimento prenda campo, Michael ascolta attentamente e lascia che ogni singola parola gli entri dentro per non uscirne mai più.
«C’è che mi sei entrato dentro in un modo assurdo che non riesco a spiegarmi… C’è che non faccio altro che pensare a te, notte e giorno, senza riuscire a smettere… C’è che mi hai resa dipendente da ogni cosa che fai quando ci sono io nelle vicinanze… C’è che mi fai incazzare come una iena perché mi eviti e io non capisco che cosa ti ho fatto… Tu… Tu mi hai stravolto la vita, Michael… Sei qui e io non riesco più ad odiarti o a trattarti male come facevo prima… Tu… Tu hai preso il posto di Calum, mi sei entrato dentro e io… Cazzo, io non so niente, non riesco a capire, non riesco a pensare a niente quando si tratta di te… So solo che non voglio perderti per nessuna ragione al mondo… Io… Tu… Fanculo! Fanculo Michael, perché giuro che è colpa tua se non sto capendo più un cazzo di quel che mi sta succedendo! Io ti–»
E avrebbe ancora così tante cose da dire, Letizia.
Ma il fatto che improvvisamente si ritrovi bloccata alla porta, con le labbra di Michael sulle sue e con il corpo del ragazzo che sovrasta completamente il suo, facendola sentire protetta come mai nessuno era riuscito a fare prima di lui, non glielo permettono.
E risponde, Letizia. Risponde a quel bacio che inizia ad avere una sfumatura diversa, che finalmente entrambi stanno iniziando a conoscere, a capire. E si lasciano andare, Michael e Letizia, diventano finalmente preda di quel sentimento che li aveva spaventati ma che adesso accettano, totalmente, senza più alcun timore.
Michael sorride sulle labbra della mora, felice come mai prima di allora era stato. Perché ha sentito quel che gli bastava per capire, per prendere coraggio e agire. Perché forse aveva bisogno che la conferma finale arrivasse proprio da Letizia prima di poter fare la sua mossa. È riuscito a prendere il posto di Calum, l’ha detto, l’ha detto davvero. E quasi gli sembra impossibile una cosa simile. Perché un amore come quello che Letizia ha provato per il moro non si dimentica tanto facilmente. Eppure… Lei è lì, tra le sue braccia e gli sta dimostrando che invece è proprio lui il ragazzo che vuole.
Letizia vuole lui, vuole quel Michael con cui adora discutere per ogni più piccola cosa, vuole quel Michael che le risponde con il suo stesso tono, vuole quel Michael che l’ha aiutata a non pensare a Calum alla festa, vuole quel Michael che l’ha consolata quando ha litigato con Calum e quando lei gli si era dichiarata ma non era andata bene, vuole quel Michael che l’ha fatta sentire bene senza neppure rendersene conto, vuole quel Michael che le è completamente entrato dentro e che lei non ha alcuna intenzione di perdere o di lasciare, per nessuna ragione al mondo.
Michael la bacia a lungo, lentamente, assaporando ogni istante, gustando appieno quelle labbra che gli sono mancate come l’ossigeno, giocando a rincorrere la lingua di lei e beandosi nel sentire i loro cuori che battono forte oltre il tessuto che li copre. E Letizia si lascia baciare, si lascia amare con ogni singola carezza, lascia che Michael si prenda cura di lei con delicatezza.
E vanno avanti così per un tempo che pare senza fine. Si beano di quel che sentono dentro, di quella tempesta che sconvolge tutto dentro di loro e che li rende sempre meno lucidi, ma più vivi, come due comete incandescenti che non hanno la minima intenzione di spegnersi.
Poi, Michael è il primo a dividere le loro labbra, per riprendere un attimo un po’ di fiato e per osservare ancora una volta quella ragazza che non vuole in alcun modo lasciar andare, perché vuole tenersela stretta, Letizia, in ogni modo possibile. Lei è troppo importante.
Posa la sua fronte su quella della mora e sospira forte, chiudendo un attimo gli occhi, facendola sorride e facendole battere forte il cuore dentro al petto quando le sue mani vanno ad accarezzarle delicatamente i fianchi da sotto al maglietta, con il loro bacini uniti e con il loro respiro tiepido che incontra le labbra dell’altro, facendo aumentare di secondo in secondo tutto quello che sta succedendo, rendendolo straordinario.
«Michael?» lo chiama lei, mentre il cuore le esplode nel petto per la felicità. Lui fa incontrare i loro occhi e le sorride, andando ad accarezzarle la schiena con la punta fredda delle dita e facendola rabbrividire.
«Che cos’hai?» domanda lei. Perché l’ha vista negli occhi di Michael quella strana luce, come se ci fossero dentro di lui cose che premono da parecchio tempo per venire fuori. Alla domanda, il ragazzo sospira nuovamente e chiude gli occhi un attimo, giusto per provare a riordinare le idee. Poi li riapre. Adesso o mai più.
«Io… Ho te, Letizia… Ti ho nella testa e nel cuore già prima di quello che ci è successo alla festa… Io… Io non capisco perché ti voglio con me sempre, perché non riesco a rinunciare a te… Tu… Calum… Io… Dio, com’ero geloso di lui! Avevi sempre e solo il suo nome sulle labbra… Non riuscivo a sopportarlo! Tu… Tu sei sempre stata troppo sia per lui che per me… Eppure io… Io ti voglio comunque, anche se so che molto probabilmente non ti merito e che tu meriti molto più di me… Però… Io… Cazzo, non so che cosa mi abbia fatto, non so che cosa io ho fatto a te… L’unica cosa che so è che ti voglio troppo, sei troppo importante perché io possa permettermi il lusso di perderti … Tu… Tu hai cambiato tutto senza accorgertene… Hai cambiato me, in meglio… Tu mi sei entrata dentro in un modo che non riesco a spiegarmi… E… So che non voglio che tu te ne vada.»
E dopo questo, non si dicono altro. Perché adesso ogni dubbio è stato risolto, ogni cosa è stata detta, ogni pezzo del puzzle ha trovato il suo giusto posto e da lì non si muoverà più. Adesso c’è solo la voglia di amarsi, completamente, senza riserva, con la certezza di affrontare insieme le cose che avverranno.
Si sorridono, Letizia e Michael, e lasciano che tutto il resto prenda il sopravvento.
 
Così Michael torna a baciare Letizia, e lei torna a lasciarsi baciare, a lasciarsi amare anche con il gesto più semplice e più dolce. Si baciano a lungo, dolcemente, giocando con le labbra e con la lingua dell'altro, con il cuore che esplode per quel senso di pienezza che si donano l'un l'altra senza rendersene conto davvero fino in fondo.
Si vogliono in un modo che non avevano mai sentito dentro prima di quella sera, si vogliono completamente, per colmare anche il più piccolo degli spazi vuoti dentro di loro, per poter davvero avere l'impressione di poter toccare il cielo con un dito da quanto sono felici. Felici di essere finalmente insieme e di poter iniziare un qualcosa di cui hanno tutta l'intenzione di scoprire la fine. 
E si sorridono timidi, si osservano attenti, sfiorando l'altro come se fosse la più fragile delle cose.
Michael passa una mano sulla schiena della mora, accarezzando quella pelle morbida e liscia che tanto gli era mancata, beandosi di quella sensazione di benessere che solo lei riesce a dargli e di quel profumo che mai potrebbe confondere con altri. Lei sospira forte sulla guancia del ragazzo e divide le loro labbra per abbracciarlo forte, per sentirlo ancora più vicino di quanto già non sia, come se avesse paura di perderlo.
Lui sorride, anche se Letizia non può vederlo. E mente con le mani le esplora lentamente la schiena, con le labbra disegna una scia umida e timida sugli zigomi della ragazza, sulla sua mascella, arrivando fino al collo per riempirlo di baci, di brividi e di carezze. 
Letizia lo lascia fare e sospira piano contro il petto di lui, stringendo la maglia del ragazzo così forte da far sbancare le nocche di una mano, mentre con l'altra arriva alla cintura e alla cerniera dei pantaloni del rosso, aprendole in un colpo solo. 
E il cuore scoppia nel petto, la testa non ragiona, il respiro è irregolare, il corpo trema ogni secondo. 
Si guardano, stretti l'uno all'altra senza volersi separare per nessuna ragione al mondo. Si guardano e si sorridono ancora, giusto un attimo, prima di tornare a volersi più di prima.
Michael le toglie la maglia, con un solo gesto, lasciandola cadere sul pavimento, ed osserva quel corpo che ormai conosce bene. E il cuore gli batte ancora più forte e le guance gli diventano lievemente più rosee. Perché Letizia è lì, è davanti a lui. Lui, che finalmente può averla nella sua vita senza problemi. 
Si abbassa lentamente, fino a mettersi in ginocchio davanti alla mora, che lo guarda divertita senza riuscire a capire bene che cosa abbia intenzione di fare. 
Lui la prende delicatamente per i fianchi, come a volerla tenere ferma, e le bacia il ventre. E Letizia, a quel gesto si sente morire, mentre mille e mille brividi le corrono sulla pelle e mentre Michael continua a torturata dolcemente, arrivando con le labbra fino al bordo dei jeans scuri della ragazza, per poi risalire.
«Michael…» si ritrova a sospirare la mora, gli occhi chiusi, il respiro corto, la testa poggiata alla porta, le gambe che tremano, il cuore che batte in modo irregolare. 
Lui alza la testa, e sorride ancora, felice di veder l'effetto che riesce a suscitare su quella che ormai può tranquillamente considerare la sua ragazza.  
«Che c'è?» le chiede divertito, alzandosi e tornando ad imprigionare il corpo di Letizia contro la porta, facendola ridere di gusto e facendo nascere in quegli occhi scuri una luce che lui non aveva mai visto prima. Una luce bellissima che vuole continuare a vedere, ancora e ancora. 
Lei scuote la testa ma non risponde. Si limita ad alzarsi sulle punte dei piedi posandole su quelli di Michael, per baciarlo ancora, facendolo sorridere sulle sue labbra 
E mentre continuano a baciarsi, a volersi, Michael indietreggia piano, fino a toccare il bordo del letto, su cui si lascia cadere, tirando Letizia con sé, che ride ancora e gli bacia una guancia, per poi togliergli la felpa scura e farla cadere sul pavimento vicino al letto. E gli sorride, giusto un attimo per rendersi conto che lui è davvero lì, che non l'ha respinta, che la ama come nessuno aveva mai fatto prima.
Inizia a baciargli il viso, il collo, le spalle, gustando quella pelle lattea e un po' ruvida, con le mani che vanno ad accarezzare ogni parte scoperta di quel copro forte e tonico che la fa sentire protetta. Michael la fa sentire a casa. 
E mentre lei lo tortura così, lui sorride felice, scosso dai brividi. Con le mani va a toglierle i pantaloni che con qualche difficoltà vanno a far compagnia alle loro maglie, seguiti a loro volta dai pantaloni di Michael che, una volta in intimo, ribalta le posizioni con un colpo di reni, sovrastando Letizia con il suo corpo e poggiandosi con i gomiti per nome farle male. 
Le sorride, felice, con il cuore che scoppia e che sembra non volersi fermare, per nessuna ragione al mondo, mentre le accarezza il viso con il dorso della mano e mentre osserva ogni più piccolo particolare di quel viso che mai si stancherebbe di osservare. 
Letizia fa lo stesso. Si perde in quegli occhi verdi e luminosi, si lascia andare sotto quel tocco gentile. Si sente bene, si sente fottutamente bene, a causa di quel ragazzo che non vuole condividere con nessun altro. 
Lui le passa una mano tra i capelli sciolti e glieli sosta dal viso. E resta basito, sorpreso, nel vedere quegli occhi scuri che lo osservano così intensamente, quasi non ci fosse al mondo nient'altro da guardare. 
Michael torna a baciarla, ad accarezzarle il petto, il collo, le braccia, i fianchi, il ventre, le gambe. Ed ogni volta che la sfiora, lei si ritrova a sospirare, gli occhi chiusi, le labbra dischiuse che diventano preda sempre più spesso di quelle morbide di Michael.
E poi pure l'intimo se ne va, lasciandoli completamente liberi ed esposti a quel sentimento di cui ormai non hanno più paura, ma che anzi non vogliono far finire in alcun modo. Continuando ad accarezzarsi, a volersi, a giocare, a ridere per un tempo che pare senza limiti, con i cuori che battono e con i brividi che non li lasciano in pace neppure per un secondo. 
Michael con le labbra e con la lingua va ad assaporare ogni millimetro di pelle nuda, inebriandosi con quel profumo che adora davvero tanto. Lei lo accarezza, lo sfiora con le labbra e con la punta delle dita, felice di sentirlo così, vicino e dentro di lei senza più alcun freno.
E poi, accade. 
Michael la fa finalmente sua, lentamente, cercando di non farle male, per assaporare e per sentire fino in fondo ogni singolo istante. La fa sua, e Letizia si sente completa. La fa sua, e si sente vivo. La fa sua, in quella casa silenziosa, in quella camera illuminata solo dalla piccola abat-jour accesa sul comodino, sotto quelle coperte blu scuro che li tengono al caldo in quella sera invernale. La fa sua, e non potrebbe mai esserci niente di più bello. La fa sua, ed è tutto perfetto. 
E mente le loro spinte man mano aumentano il ritmo, le loro mani si cercano e si stringono forte, per poi lasciarsi e giocare con i capelli e con il corpo dell'altro, scosso da brividi sempre più intensi.
E si amano tanto, quella sera, senza riuscire a fermarsi neppure una volta, come se avessero bisogno ogni secondo di un'ulteriore prova di quello che sta succedendo tra di loro. 
Il cuore batte sempre più forte, le mani continuo a cercarsi e a stringersi, il respiro continua a fondersi con quello dell'altro, i brividi continuano a correre sulla loro pelle. 
Si sentono vivi, Michael e Letizia. Si sentono vivi davvero, perché sono con la persona che amano di più al mondo. E non potrebbero mai chiedere niente di meglio.
 
«Michael?» lo chiama lei, quando ormai sono sotto le coperte, stretti l'uni all'altra, mentre sfiorano con la punta delle dita le braccia dell'altro. 
«Che c'è?» domanda lui, abbassando curioso la testa ed in contando quegli occhi color cioccolato che ormai conosce troppo bene ed in cui ama perdersi ogni volta che può.
Letizia sospira, cerca di calmarsi. Ha ancor un piccolo, piccolissimo dubbio che deve risolvere a tutti i costi, solo che non sa come dirlo. E allora lo guarda, lo osserva attenta, rabbrividendo sotto quegli occhi verdi che la osservano dolci. Quegli stessi occhi verdi che riescono a darle il coraggio per porre quell'ultima domanda. 
«Che cosa siamo noi adesso?»
Michael le sorride e risponde subito, senza aspettare. Perché almeno di quella risposta è sicuro, completamente sicuro. «Sei la mia ragazza adesso. Non va bene?»
Lei annuisce e sorride, felice come non mai. E lo bacia, bacia Michael come non ha mai fatto prima, gustandosi ogni secondo, ogni più piccola carezza. Lo bacia, e va bene così. Perché stanno insieme adesso. Ed entrambi sanno che non avrebbero potuto ricevere un regalo più bello di questo.
E poi, alla fine, quelle parole trovano da sole la strada per uscire, per completare davvero tutto quanto. Due parole dal significato troppo profondo e troppo importante. Due parole che li legano ancora di più, in un modo che mai avrebbero creduto possibile.
«Ti amo.»






Nati
Beautiful people, buon pomeriggio! <3
Allora, che cosa dire di questo capitolo, made by Leti? Deheheh, qui probabilmente le Mizia shipper saranno molto contente ;) *^*
Era l'ora che questi due chiarissero e si mettessero insieme, no?
Ci hanno fatto penare fino ad ora e poi... BOOM *^* Bravi piccini insomma :D.
Dai dai, diteci che ne pensate di questo capitolo, siamo curiosissime! <3
Grazie mille per ogni cosa, sul serio, siete meravigliosi! <3
A presto! Un bacione, Nati <3

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Capitolo 14
*** 14 . Sentimenti ***


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Questo è il penultimo capitolo, buona lettura! <3

14 . Sentimenti
 
 
 
«Chi vuoi che uccida per primo? Te o Vanessa?»
«Dai, Ashton, non fare il bambino»
«Comincio con te allora, stupido idiota, cosa cazzo vi è saltato in mente?!»
«Vanessa pensava di farti un piacere…»
«Ah. È lei allora la mente diabolica! Uccido lei per prima»
«Ashton, ci stiamo avvicinando, riesci a chiudere quella cazzo di bocca?»
«Me la pagherete» sono le ultime parole che Ashton riesce a dire, prima di trovarsi esattamente ad un passo di distanza da Vanessa e una persona che non si aspettava di vedere per nessuna ragione al mondo: Charlie.
Sprofonda nell’imbarazzo, tanto che le guance gli diventano rosse fuoco, gioca con i capelli con fare nervoso, prima di abbozzare un sorriso e sibilare un saluto fin troppo timido che Charlie nota, inarcando il sopracciglio.
La ragazza lo precede, lasciandogli due baci sulle guance, cogliendolo impreparato, tanto che quel secondo bacio stava per centrare le sue labbra, mentre Vanessa e Luke si godono la scena con sorrisi di intesa e pure un poco maliziosi.
Si prendono per mano, prima di salutarsi con un lieve bacio sulle labbra e annunciare che hanno casualmente prenotato un tavolo per quattro persone, giusto per cenare insieme prima del cinema.
Ashton, al sentirli dire, alza gli occhi al cielo, imprecando contro se stesso per non essersi reso conto della trappola che stavano preparando a sua insaputa.
Che poi, come diamine hanno fatto a convincere anche Charlie? Non la frequentano così spesso… una mossa del genere se la sarebbe aspettata più da sua sorella… che ci sia pure il suo zampino dietro a tutto questo?
Ma non ha tempo per pensarci, dato che Charlie sta sbandierando la mano davanti al suo viso imbambolato.
«Ash, tutto bene?»
«Certo io… scusa, mi ero solo perso. Pensavo a… a… sai, gli esami, i corsi, il lavoro, mi ero un attimo… sì, perso!» e ride nervoso, una risata che quasi preoccupa Charlie che, facendo spallucce, lo incita ad andare a sedersi, dato che Luke e Vanessa stanno, a momenti, già leggendo il menù senza di loro.
La serata potrebbe anche sembrare piacevole, se Vanessa smettesse di parlare solo di Ashton e delle sue doti di cavaliere, parlando proprio a Charlie, facendo l’occhiolino troppo spesso, ammiccando a cose che lei non ne era a conoscenza, facendo sprofondare ancora di più il diretto interessato, che taglia malamente la pizza ordinata.
Luke, in tutto questo, ride del piano un po’ goffo della sua ragazza, ride e non osa intervenire ripensando alle parole di quella chiamata nel pomeriggio con lei: il piano era fare in modo che Charlie si annoiasse, in modo tale da preferire una passeggiata tranquilla con Ashton ma, Luke, al sentirla dire quelle parole, è scoppiato in una risata.
«Si vede che non sei figlia di Cupido, amore»
«Cosa proponi tu, genietto?»
«Io propongo il cinema» e il piano A era stato sostituito dal piano di Luke: una pizza in compagnia e un bel film da vedere in file separate, giusto per lasciare un po’ di privacy ai due piccioncini innamorati.
«Sei un genio, Luke! Bisogna fare così. Solo che… come la invito Charlie? Sai che io e lei non parliamo troppo…»
«Dille che ci sarà Ashton, Letizia ha detto che basta nominarlo e perdi la ragazza» e sembrava quasi uno scherzo, ma era stato proprio così: Charlie alle sette e mezza in punto, si è fatta trovare fuori casa sua, già pronta alla serata e, forse, un po’ delusa dal fatto che Ashton non fosse passato a prenderla.
Ma Ashton non poteva sapere nulla: non l’avrebbe permesso, non si sarebbe presentato, un’uscita a quattro era un modo fin troppo chiaro per far capire a Charlie che quell’amicizia gli stava stretta e, lui, non era per niente pronto a confessare i propri sentimenti.
Alle dieci e mezza in punto, le luci delle sale del cinema si spengono, lasciando che i trailer prima del film vengano proiettati sullo schermo.
Vanessa e Luke guardano le file più in basso di dove sono loro, cercando di scorgere i ricci scompigliati di Ashton, ma con poco successo.
Lui e Charlie sono finalmente da soli.
«Uffa, però! Io voglio vedere se si baciano!»
«Vane, non fare la scema»
«Senti, dopo tutto questo tempo, ho il diritto di assistere al loro primo bacio. Si piacciono da una vita, e tu non hai mai subito i monologhi di Ashton riguardo la “bellezza insuperabile di Charlie”»
«Posso immaginarlo ma… non credo sia carino pomiciare con i tuoi occhi blu lì a fissare, sai?»
«Hemmo, stai zitto, tu non puoi capire» e Luke si porta la mano sul viso, come rassegnato e allo stesso tempo divertito.
Vanessa sbuffa, dopo cinque minuti di scarsi risultati, appoggiandosi di peso allo schienale della poltrona.
Luke le fa segno di avvicinarsi a lui, mettendole il braccio attorno alle spalle e baciandole la testa.
«Non prendertela, dai… magari questo film non le piace e non lo bacia»
«Povero Ashton! Non se lo merita»
«Sai che in realtà… l’unico “povero” sta sera sono proprio io?»
«Tu?»
«Beh, sai, è praticamente tutta la serata che non mi degni di un bacio serio» e Vanessa lo sente ridacchiare appena, mentre i loro visi si fanno più vicini.
E quello che non sanno, è che Ashton ha appena trovato il coraggio di prendere la mano di Charlie.
 
«Vi ringrazio tantissimo per la serata, io devo proprio tornare a casa, adesso…»
Una gomitata.
«Ti accompagno io, se ti va»
Un sorriso.
«Vai pure, Ash, io e Luke ci facciamo un giretto da soli, non ti devi preoccupare per noi»
Uno sguardo fulmineo.
«Grazie, Vanessa. A domani»
Sorrisi divertiti dei due biondi che si allontanano.
Restano soli, così, di nuovo.
Restano soli con i loro sorrisi timidi, avviandosi verso la macchina.
Nessuno dei due ha voglia di parlare, durante quel breve tragitto; come se volessero continuare a far vivere tra loro quell’illusione di ogni cosa che va per il verso giusto, che non c’è niente di nuovo o di strano, niente da cambiare.
Eppure, nella testa di entrambi regna il caos.
Si sono tenuti la mano per tutta la durata del film, le loro dita si sono intrecciate e accarezzata a vicenda.
Inutile dire che i loro cuori rimbombavano nei loro petti con fin troppa agitazione e gioia.
E né Ashton né Charlie riescono davvero a spiegarsi una cosa simile. Perché non si erano mai esposti così tanto con l’altro prima di quella sera, nata un po’ per gioco grazie a Vanessa ma divenuta ben presto qualcosa di molto più grande. Un qualcosa che non sanno se sono capaci di gestire o meno. Eppure… Dopo anni passati a nascondere i sentimenti, sembra quasi impossibile farli uscire allo scoperto con così tanta facilità.
La casa di Charlie si mostra ai loro occhi, creando un velo di delusione nei loro sguardi.
«Grazie del passaggio, Ash» un bacio rubato all’angolo delle labbra «Buonanotte»
«Buonanotte, Charlie» e lei sembra quasi scappare, scappare lentamente dal suo sguardo incerto, come se avesse voglia di essere presa, fermata, bloccata.
Ashton la guarda camminare sempre più lontana da lui. Lontana, come a non voler dargli quella possibilità di cui hanno bisogno entrambi.
Si morde il labbro con violenza, dandosi del codardo, rassegnandosi al fatto che è davvero “adesso o mai più”.
Scende dalla macchina, urlando il suo nome per poterla bloccare.
«Charlie! Aspetta!» e la ragazza si volta, un sorriso in viso che non riesce proprio a nascondere, come se stesse aspettando solo quel momento.
Lo guarda benevola, il cuore che batte davvero troppo forte, le mani che non riescono a smettere di tremare neppure per un istante, mentre lui scende dalla macchina e le si avvicina con passo fin troppo frettoloso.
Si sorridono, ma il sorriso di Ashton svanisce presto, come se temesse ancora le conseguenze di quello che sta per fare.
«Ho paura che cambierà tutto» confessa, ma notando che il sorriso di lei non accenna a sparire.
«Credo sia reciproco, Ash»
«E se non sono come vorresti?»
«Sei il ragazzo che tutte sognerebbero»
«Ma se per te funzionassi solo come amico?»
«È bello stare insieme a qualcuno che ti conosce perfettamente, no?»
«Ma se andasse male? Se ci trovassimo a litigare per ogni cosa?»
«Non potremmo mai saperlo così, Ash»
«Ho paura di farmi odiare da te»
Charlie porta una mano sulla sua guancia.
Gliela accarezza piano, sorridendogli tenera.
E decide che, almeno per quella volta, per loro due, seguire ciò che dice il cuore è la scelta giusta.
«Ce la caveremo, Ash. Insieme, ce la possiamo cavare. Non mi importerà litigare con te, insultarti, arrabbiarmi e voler prenderti a calci ogni secondo. Se tu sei con me, per me, non c’è niente che potrà davvero dividerci così tanto» e Ashton non si è quasi reso conto di quanto i loro visi siano vicini.
«Sei sicura?» sussurra appena. Lei sorride felice; lui pure, sentendo il respiro di Charlie mescolarsi al suo, vedendola annuire piano, prima di cominciare a chiudere gli occhi.
E si baciano, Ashton e Charlotte.
Si baciano piano, sotto il cielo stellato.
Si baciano piano e le labbra di Charlie sono morbide e meravigliose, più belle di qualsiasi pensiero nascosto, uniche e diverse dalle labbra che hanno già sfiorato le sue.
Sente come le sue mani giocano tra i suoi capelli, mentre la tiene per la vita.
La sente sorridere, notando che quel bacio dura tanto tempo, come se non stessero aspettando altro.
Sorride anche lui, lasciandosi andare completamente, lasciando che il suo cuore batta forte solo per Charlie, lasciando che ogni incertezza svanisca, solo grazie ad un bacio.
Non pensano a niente; non ci sono dubbi; non ci sono ripensamenti; non c’è paura. Non c’è più niente di tutto questo adesso. Perché ora c’è solo la voglia di amarsi, quella voglia che hanno tenuto a freno per troppo tempo ma che alla fine è comunque sfuggita al loro controllo, quella voglia che si fa sentire prepotente dentro di loro, come a voler prendere il sopravvento su tutto il resto, facendo in modo che loro due finalmente si trovino, si completino e diano l’inizio a quel qualcosa che non conoscono affatto e che proprio non sanno dove li porterà; quel qualcosa che però non vedono l’ora di scoprire insieme.
E forse, lei ha ragione.
Forse, sapranno salvarsi a vicenda.
Forse, le cose potranno solo migliorare.
Forse, Vanessa e Luke dovevano organizzare ancora tempo prima quella serata.






Nati
Hello beautiful people! <3
Come state? Noi speriamo bene ;). 
Come speriamo pure che questo capitolo incentrato sui nostri bellissimi Ash e Charlie (made by Nanek u.u) vi sia piaciuto! <3
Insomma, i nostri patini che finalmente si mettono insieme, potrebbero essere più dolci di così? Nah, non pensiamo sia possibile *^*.
Via, Vane ha avuto proprio una bella idea con quest'uscita a quattro. Awww, sono tutti così carini *^* <3 <3 <3
Tanto love nell'aria. E intanto la fine della storia è prossima :(.
Ma per quello c'è un pochino di tempo, ahahah ;).
Vi ringraziamo per ogni cosa, sul serio, siete meravigliosi e boh, non sappiamo in che altro modo descrivervi tutta la nostra gratitudine per ogni cosa che fate per questa storia! <3
Ci sentiamo presto con l'ultimo capitolo ;).
Un bacione e grazie ancora, Nati <3

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Capitolo 15
*** 15 . Links ***


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15 . Links
 
 
 
«Cal, ma sei davvero sicuro che gli piacerò? Insomma, non mi conoscono, non mi hanno mai vista prima di stasera ed io non ho la benché minima idea di quel che devo fare o dire per non fare una figuraccia!»
Calum ridacchia divertito alle parole di Tia e la stringe a sé, per tranquillizzarla un poco.
«Dai, scema, andrà tutto bene. Non sono mica dei mostri. E poi sei la mia ragazza; ti adoreranno per forza.»
Lei sospira e si passa nervosamente una mano tra i capelli castani che le arrivano fino alle spalle, mentre con i suoi occhi grigi cerca quelli scuri di Calum, come a voler trovare un supporto in più per quella serata che la spaventa più di ogni altra cosa al mondo.
Il moro le sorride di nuovo e torna a vagare con lo sguardo tranquillo su quella spiaggia, la stessa di quasi un anno prima, quando ancora lui non aveva combinato quel casino con Luke e Vanessa, quando ancora Ashton e Charlie non stavano insieme, quando ancora Letizia e Michael si davano contro.
E si ritrova a pensare che in poco tempo può accadere davvero di tutto; che in poco e con poco, le cose possono cambiare, quasi fino a non essere più le stesse, quasi fino ad essere l’opposto di quel che erano prima.
Sorride, Calum, e intanto stringe un poco di più la mano a Tia, non appena nota un luccichio non lontano. Un luccichio che lo fa sorridere ancora di più e con la mente lo riporta a quella sera in cui Ashton aveva pensato di organizzare la festa a casa sua. Quella festa da cui ogni cosa era partita e si era trasformata.
«Ci siamo.» la avvisa con tono allegro, anche se lei tanto allegra non lo è.
«Ho paura, Cal.» gli dice lei, la voce che trema, lo sguardo basso ed insicuro.
Lui allora la abbraccia forte, la culla, culla quella ragazza che ha incontrato per caso una sera, mentre passeggiava da solo per le strade di Sydney, diretto verso casa. Quella sera in cui quella ragazza sola, sul pontile, a quell’ora di notte, aveva attirato la sua attenzione e non l’aveva più lasciato andare.
E si è reso conto di una cosa, Calum: che forse di Vanessa non era innamorato; che forse aveva confuso la profonda ammirazione che provava per quella ragazza più grande di lui con un sentimento troppo grande e diverso. E lo ha capito proprio grazie a Tia, di cui è davvero innamorato. Sa che lei è quella giusta e che non la cambierebbe per nessuna ragione al mondo. Ha avuto bisogno di parecchio tempo per capire una cosa simile. E adesso che ne è certo, non ha più bisogno di preoccuparsi. Ha Tia, ed è felicissimo così.
«Non devi averne, sul serio. A Letizia, piacerai di sicuro.» le dice convito e lei un po’ si calma.
«Sai che non vedo l’ora di conoscerla?»
Lui ride di nuovo mentre si incamminano. «Me lo avrai detto almeno un milione di volte.»
«Guarda che è colpa tua.» commenta lei, seria e decisa. «Mi parli sempre di lei e… Beh, sono curiosa di capire come mai per te sia così speciale.»
Lui sorride ancora una volta e prende la mano della ragazza tra le sue. «È l’amica migliore del mondo.»

«Ehi amore, che stai facendo?» chiede Michael, curioso come suo solito, mentre abbraccia Letizia da dietro, stringendola forte e dandole un veloce bacio sulla guancia, facendola sorridere e facendole battere un po’ più forte il cuore nel petto, come ogni volta che loro due sono insieme. E nonostante sia quasi un anno che stanno insieme, lei ancora non si è abituata a quel cambiamento tra loro due. Che poi alla fine, non c’è stato alcun cambiamento; perché continuano a darsi addosso, a lanciarsi frecciatine, a discutere per ogni più piccola cosa. Poi però tutto si risolve in un abbraccio, in un bacio, o in qualche altro modo. E non potrebbero chiedere niente di meglio. Si completano come poche persone hanno la possibilità di fare e si amano alla follia, totalmente, soprattutto per tutti quei difetti che attraggono l’altro in un modo indescrivibile. Si amano da morire, e non potrebbero chiedere niente di più bello nella loro vita
«Sto aspettando una persona.» risponde lei, felice ed impaziente come mai prima di quella sera era stata.
«Chi stai–?» fa per chiederle il suo ragazzo, ma l’esclamazione della mora che attira l’attenzione di tutti gli altri fa capire subito di chi si tratti.
«Calum!»
Non appena Letizia grida il nome del suo migliore amico, il moro la saluta con un cenno della mano e con ampio sorriso. E la mora sorride felice, quando nota la ragazza minuta che si nasconde un poco dietro al ragazzo, perché ha già capito di chi si tratti. E non aspetta un secondo di più per salutare Calum. Perché sono settimane che non si vedono e le è mancato da morire.
Si volta e, sorridente, bacia velocemente Michael, che la osserva divertito mentre lei poi corre da Calum, e scuote la testa, perché con Letizia ha bisogno di tanta, ma tanta pazienza che ancora non sa come sia riuscito a non dare di matto con lei che sembra una trottola che non si ferma mai.
«Che ci fa lui qui?» gli chiede ad un tratto Luke, facendolo tornare sulla terra e facendolo sorridere.
«L’ha invitato lei. Dopotutto è il suo migliore amico.»
Il biondo sospira e scuote la testa, pensieroso. E Michael nota quanto sia nervoso: non fa altro che torturarsi le dita da quando il moro è arrivato.
«L’hai perdonato?»
«Non lo so.»
«Dai, Luke. È passato un anno, e lui ti ha già chiesto scusa.»
L’altro però non risponde. Semplicemente, se ne va, perso nei suoi pensieri,  lasciando Michael a sospirare divertito. Perché mai e poi mai il ragazzo dai capelli colorati avrebbe pensato di poter apprezzare qualcuno come Hemmings. E invece eccoli lì, a comportarsi da amici – dato che adesso lo sono davvero. Amici che si fanno presenti ogni volta che l’altro ha bisogno.
 
«Ma cosa combina tua sorella?» domanda Vanessa ad Ashton, curiosa e divertita dal comportamento della mora con cui, finalmente, nell’ultimo anno, le cose sono cambiate in meglio, mentre – preoccupata – cerca di non perdere di vista Luke, cerca di non lasciarsi prendere dall’ansia che le provoca vedere come lui si stia comportando nei confronti di Calum. Perché, in fondo, a lei dispiace che quei due abbiano discusso per colpa sua, anche se poi sua la colpa non è mai stata. Più semplicemente, le dispiace per come il rapporto tra quei due – amici da tutta una vita – si sia rovinato disastrosamente per una sciocchezza come quella.
Ashton sorride, intenerito da tutta la situazione, mentre stringe Charlie a sé e le bacia una tempia. Perché il riccio non avrà mai abbastanza di quella ragazza dai capelli rossi e dagli occhi verdi quasi quanto due smeraldi. Non quando – un po’ all’improvviso e un po’ no – è diventata il centro di tutto il suo mondo. Perché Ashton ama Charlie più di qualsiasi altra cosa al mondo, e non vuole perderla, per nessun motivo. Perché lei è e sarà sempre troppo importante per lui.
E Charlie prova esattamente le stesse cose per Ashton, nello stesso modo, con la stessa intensità.
«Ash?»
«Sì, Charlie?»
Lei sorride e lo stringe a sé ancora più forte. «Sono felice Ash, davvero felice.»
Ashton non risponde. Semplicemente, si accontenta di avere la sua ragazza tra le braccia, con il suo cuore che batte davvero troppo forte, mentre con lo sguardo si assicura che Vanessa non si preoccupi troppo per la situazione in cui Luke e Calum ancora si trovano. In fondo, sono grandi abbastanza e sanno cavarsela benissimo anche da soli. Devono solo capirlo.
 
Vanessa intanto non riesce a restare tranquilla, neppure quando Luke fa intrecciare le loro mani e la abbraccia forte, quasi a non voler lasciarla andare, quasi a non voler pensare a quello che – in un modo o nell’altro – si ritroverà ad affrontare quella sera. Perché lui non ha la benché minima idea di come fare.
«Luke?»
«Che c’è, Vane?»
Lei sospira e lo stringe forte a sua volta. Ha davvero troppa paura che il suo ragazzo e Calum non torneranno mai quegli amici che erano un tempo. E, nonostante tutto, anche se sa che non dovrebbe, continua a darsi la colpa, continua a ritenersi responsabile in qualche modo di quel rapporto scoppiato quando invece sarebbe dovuto restare unito. O almeno così pensa lei.
«Chiarirai con Calum?»
Lui sbuffa, infastidito, e si scosta da lei, portandosi le mani tra i capelli biondi e stringendoli un poco con fare nervoso, come a voler allontanare ogni brutto pensiero.
«Che cosa avete tutti? Sembra che vi importi solo di me e di Calum. Manco stessimo insieme.»
Vanessa scuote la testa, stanca, ma sicura del fatto che in realtà Luke stia solo cercando il momento giusto per parlare con il moro. Dopotutto, lei il suo ragazzo lo conosce meglio di chiunque altro.
«Ci preoccupiamo perché vi vogliamo bene.»
Luke non risponde e se ne va un poco più in là, con la testa ancora troppo piena di dubbi.
 
«Era l’ora che arrivassi!» esclama Letizia non appena Calum le è vicino.
Lui fa per risponderle, divertito e felice di quell’accoglienza festosa, tipica della mora. Ma lei non glielo permette, perchè lo abbraccia forte, lo tiene stretto, come ha sempre fatto e come farà finchè il loro rapporto starà in piedi, nonostante tutti i colpi che continuerà a prendere.
«Sai che mi sei mancato, vero?» chiede la ragazza.
E Calum sorride, perché – lo sa – non troverà mai nessuno migliore di lei – o di Luke. Per questo risponde all’abbraccio e la stringe forte, come a volerle dimostrare quanto bene le voglia e quanto lei sia importante per lui, per dimostrarle quanto lo sia sempre stata.
«Mi sei mancata pure tu.»
Letizia sorride e si scosta un poco dal suo migliore amico. E subito i suoi occhi color cioccolato vengono catturati dalla figura della ragazza poco distante da loro. Una ragazza che non ha bisogno di presentazioni, almeno per la mora, che ha sentito davvero tante cose sul conto della castana che ha davanti.
«Tu devi essere Tia, giusto?» le chiede allora, porgendole la mano e cercando di non spaventarla con il suo solito modo di fare esuberante. «Cal mi ha parlato parecchio di te. Sono felice di conoscerti!»
Tia lancia una lieve occhiata di aiuto al suo ragazzo, che le sorride incoraggiante e si fa da parte. Perché – come suo solito – Letizia ha preso in mano la situazione e la sta gestendo nel migliore dei modi.
«Sono felice anch’io. Insomma, finalmente conosco la famosa Letizia in carne ed ossa!» esclama allora la castana, tranquillizzata dal fatto che la mora la stia facendo sentire a suo agio.
«Io famosa?!» chiede proprio quest’ultima, che proprio non si sarebbe mai aspettata che Calum parlasse di lei a qualcuno. Soprattutto, non avrebbe mai creduto che quel qualcuno sarebbe stato la ragazza del suo migliore amico. E adesso, tutto quel che c’è stato prima, tutto quello che lei prima provava per lui, le sembra un po’ assurdo, anche se il perché non riesce a spiegarselo poi così bene.
«Cal mi ha parlato davvero tanto di te.» continua Tia, che lentamente sente di poter forse prendere un po’ più di confidenza con quella mora che non le pare niente male.
«Credo di aver esagerato.» ammette il diretto interessato.
«Con entrambe.» continua Tia.
«Però solo un pochino.» conclude Letizia.
E subito tutti e tre scoppiano a ridere. E non potrebbe esserci sensazione migliore di quella.
 
«Beh, non si presenta la nuova arrivata agli altri?» domanda Michael, ad un tratto, interrompendo le risate e stringendo immediatamente Letizia a sé, con quel fare geloso che la mora proprio non riesce a capire, dato che lei è pazza di lui – e la cosa è reciproca – e non c’è alcun pericolo che lo tradisca. Solo che il ragazzo dai capelli colorati ha paura che i sentimenti che la sua ragazza nutriva per Calum possano tornar fuori da un momento all’altro. E non vuole. Non vuole perderla, dopo che ha faticato parecchio per raggiungerla e per non lasciarla più andare.
Calum ridacchia e prende per mano la castana, ancora un poco tremante ed imbarazzata per la situazione che affronterà di lì a poco. «Ragazzi, lei è Tia, la mia ragazza.»
E subito è un coro di «Benvenuta!», «Piacere di conoscerti!» che hanno il potere di sorprendere la ragazza, perché quella è proprio l’ultima cosa che si sarebbe aspettata. Però va bene. Come inizio va davvero bene.
 
Intanto, in disparte, due occhi azzurri come il cielo non fanno altro che osservare attentamente la scena, cercando di non perdersi neppure un istante, per capire quale sarà il momento giusto per agire.
Perché in realtà, Luke ha perdonato Calum, parecchio tempo prima. Eppure, a causa di quello stupido orgoglio che si ritrova addosso, non ha mai fatto niente per cambiare la loro situazione, per riallacciare il loro rapporto, nonostante il moro gli avesse esplicitamente chiesto scusa più e più volte. Ed erano bastate, tutte quelle scuse. Erano bastate davvero, per il semplice motivo che Calum e Luke si voglio veramente troppo bene per restare separati; una cosa che proprio non riescono a fare, una cosa che non è mai riuscita loro da quando sono diventati amici ormai tanti anni prima.
E sospira, mentre si avvicina al gruppo con passo incerto, con il cuore che gli batte forte nel petto, con le mani che tremano un po’. Perché ha paura che forse sia troppo tardi e che Calum si sia stancato di aspettarlo. In fondo, da una parte avrebbe pure ragione, per il comportamento che il biondo ha avuto nei suoi confronti.
Però tutti sanno che Calum non è uno che tiene rancore, ma che anzi perdona tutto e tutti. Perché ha il cuore grande, Calum – nonostante alcuni guai davvero grossi che ha combinato – e non ferirebbe mai nessuno senza volere. Soprattutto, non avrebbe mai voluto ferire il suo migliore amico e rovinare ogni cosa. Ha chiesto scusa così tante volte, ma non è sicuro che sia bastato. Solo che non ha più la benché minima idea di cosa fare per farsi perdonare. Non gli è restato che aspettare. E sta ancora aspettando, Calum, paziente come solo un vero amico sa essere al momento giusto.
E quando – sotto la sorpresa e la felicità di tutti – Luke va inaspettatamente a stringere forte il suo migliore amico in un abbraccio che entrambi necessitavano da parecchio tempo, Calum si ritrova a sorridere; e resta in silenzio, mentre risponde a quella stretta amica e sincera che riconoscerebbe anche ad occhi chiusi con quello stesso affetto che pure Luke gli sta dando. Perché entrambi hanno capito di aver sbagliato, e che a volte la cosa più giusta da fare è perdonare.
«Scusami, Cal.»
«No, Luke. Scusami tu.»
«Pace fatta?»
«Pace fatta.»
Poi i due amici si dividono. E si sorridono, sapendo che ogni cosa è tornata al suo posto e che tutto può finalmente tornare a girare nel verso giusto.
 
E ogni persona presente al falò quella sera sa che le cose cambieranno ancora, sa che ci sarà ancora altro da affrontare. Ma tutti sanno anche che risolveranno ogni cosa, se saranno uniti, proprio come quella bellissima famiglia che sono diventati.

 

 
 
THE END





Nati
Tesori, buon giorno a tutti voi! Come state? Noi speriamo bene, come speriamo che pure gli esami di riparazione siano andati bene per chi li ha avuti ;).
Che brutta cosa, tempo una settimana (nemmeno :/) e rinizia la rottura di scatole. E pensare che io (Letizia) sono in quinta... AIUTO INSOMMA o.O
Tornando a noi, da dove cominciare? Oddio, siamo già arrivati alla fine di quest'avventura che sembra essere iniziata solo ieri, e invece sono già quattro mesi. Caspita, come vola il tempo! o.O
Dopo tutta l'estate siamo arrivati al capolinea. Oddio, fa strano o.O ahahah ;). Ma andiamo per ordine e cerchiamo di dare un senso a questa fine u.u
E' passato un anno da quanto tutto il casino tra Luke e Cal è successo (all'inizio io (Letizia) avevo detto un mese, poi però Nanek ha deciso di allungare un po' :P :)). E di cose ne sono cambiate parecchie :D.
Insomma, il nostro Cal è riuscito a dimenticarsi di Vanessa e si è trovato Tia, la ragazza giusta per lui (e che io (Letizia) tanto adoro, mi sembra così dolciosa! *^*).
Mike e Leti stanno insieme e sono dfhbadkjfabsk as usual, come pure Ash e Charlie, Luke e Vane. Tutte le coppie stanno bene, alleluia! ^-^
L'unico tasto dolonte rimasto in sospeso era il fatto che Luke e Cal dovevano chiarire le loro incomprensioni. E grazie al cielo il nostro bel biondino si è deciso a perdonarlo u.u
Quindi, beh, i legami si sono riformati, si sono stabiliti e bon, tutto è bene quel che finisce bene ;D.
Sinceramente, scrivere questa storia per entrambe è stata un'impresa. L'abbiamo inziata tra luglio e agosto del 2014, per poi lasciarla in angolino per dare priorità ad altre storie.
Poi abbiamo continuato a scriverla e quando ormai mancavano pochi capitoli alla fine abbiamo deciso di postarla. E' stato divertentissimo scriverla, almeno per come la penso io (Letizia, sì, lo so, sto un po' molopoizzando l'angolo autrice; scusate lettori e scusa Vane! <3); più che altro per come far combaciare tutte le idee e tutta la trama, per farla tornare e per far funzionare tutto. Addirittura, all'inizo, Cal e Leti dovevano mettersi insieme. Poi però mi è venuto il lampo di genio non appena Vane mi ha inviato il trailer e ho subito detto "No, qui ci servono i Mizia". E così è stato, ahahah :D.
Siamo soddisfattissime di come sia riuscita la collaborazione e di come sia andato tutto, alti e bassi in generale compresi eh ;).
E, se devo essere davvero sincera, scrivere questa piccolina insieme a Vanessa mi ha aiutato molto, sotto tutti i punti di vista, quindi ringraziamo la nostra bella bionda che è pazzesca e fantastica u.u
Che altro dirvi? Non sappiamo che scriveremo altro insieme, però chi lo sa, ahahah, mai dire mai u.u
Speriamo davvero con tutto il cuore che questa piccina vi sia piaciuta, che vi abbia lasciato qualcosina anche se piccolo, che vi abbia fatto emozionare :3. Insomma, speriamo di avervi lasciato qualcosina :3.
E, soprattutto, grazie, sul serio, grazie per ogni cosa, ogni parola spesa per farci sapere quel che ne pensavate, ogni sclero, ogni arrabbiatura (?). Insomma, grazie infinite a tutti voi lettori, ci avete rese felici in un modo impossibile da descrivere! Ci avete sempre fatto spuntare un sorriso nel sapere che, in un modo o nell'altro, vi siete affezionati a questi sette personaggi e che li avete supportati così tanto fino alla fine :3, awww, siete meravigliosi, sul serio! <3 <3 <3
Grazie a tutti quelli che hanno recensito, ai 16 che l'hanno messa tra le preferite, ai 3 che l'hanno messa tra le ricordate e ai 28 che l'hanno messa tra le seguite. Tanto love per ognuno di voi! <3
Piccola cosa per i lettori silenziosi: noi due non mordiamo, quindi non abbiate paura di dirci quel che ne pensate, dico sul serio! Se avete osservazioni, critiche (costruttive) da fare, cose da farci notare o altro, fatelo presente! Non mordiamo nessuno ;) <3.
Piccola informazione: qui è Leti che vi parla; volevo dirvi che risponderò alle recensioni di questo capitolo quando pubblicherò la long su Calum che ho in mente, così vi avverto ;) <3
Detto questo, noi due concludiamo qui questa piccolina. Garzie ancora per ogni cosa, con tutto il cuore! <3
Un bacione grandissimo ed un lunghissimo abbraccio, con tutto il nostro affetto, Nanek e Letizia <3

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