L'Amore ai tempi del Primo Bacio

di Writer96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Di come una serie di improbabili circostanze fecero vincere a Sirius Black una scommessa ***
Capitolo 2: *** #2 Quattro cose ***
Capitolo 3: *** #3 Davvero ***
Capitolo 4: *** #4 - #5 In vino veritas... ***
Capitolo 5: *** #6... In Cannabis Figuriamocis ***
Capitolo 6: *** #7 Cu...Riose Parole d'Amore ***
Capitolo 7: *** #8 Earth without Art is just Eh ***
Capitolo 8: *** #9 Un litigio ***
Capitolo 9: *** #10 Halloween ***
Capitolo 10: *** #11 Un ritratto ***



Capitolo 1
*** #1 Di come una serie di improbabili circostanze fecero vincere a Sirius Black una scommessa ***


L'Amore ai tempi del Primo Bacio



 
dedicata ad Alix5
Che mi beta i capitoli, sopporta i miei deliri
e mi da buone ragioni per continuare.



 
#1 Di come una serie di improbabili circostanze fecero vincere una scommessa a Sirius Black




Se alle quattro di mattina del 17 ottobre 1977, un ragno non fosse apparso sul cuscino di Alice Prewett, se Peter Minus non si fosse addormentato in doccia a causa di una bravata di troppo dei Malandrini, se Sirius Black non avesse avuto l'abitudine di usare i calzini di James Potter, se Pat Gallagher non avesse avuto una tresca segreta con Nancy McKinnon, sorella del suo migliore amico, e se Lily Evans non si fosse dimenticata di mettere a lavare il proprio pigiama, forse tutto questo non sarebbe successo

Ma il Destino, a volte, opera in maniera decisamente divertente e, almeno all'apparenza, incomprensibile, e fu proprio perché tutto questo accadde che James Potter e Lily Evans, dopo sette anni di guerriglie, periodi di reciproco ignorarsi, nuove guerriglie ed una tanto strana quanto profonda amicizia, riuscirono a far vincere a Sirius Black la più improbabile delle scommesse.

 


Quando tutto il dormitorio delle ragazze del settimo anno di Grifondoro fu svegliato di soprassalto dall'urlo belluino di Alice Prewett alle quattro del mattino, il primo pensiero comune non fu che quella di venerdì diciassette era una superstizione particolarmente azzeccata, ma che era decisamente troppo presto perché qualcuno avesse tanta energia in corpo per urlare in quel modo.

-Alice!- bofonchiò un'assonnata Mary MacDonald, rigirandosi sotto le coperte e seppellendo la propria faccia sotto di esse. Marlene Astings, dopo aver fatto uno scatto repentino, crollò a peso morto indietro sulle coperte e si addormentò all'istante.

-Alice, di grazia, che cazzo hai da urlare?- esclamò mestamente Lily Evans, gettando le gambe giù dal letto e avvicinandosi al letto dell'amica. Più tardi -terminata tutta quella giornata incredibile- Alice avrebbe riso della capacità di Lily di usare "di grazia" e "cazzo" nella stessa frase, ma in quel momento riuscì solo a piagnucolare la propria risposta.

-Lils, c'era un ragno sulla mia testa, un ragno grosso così!- e spalancò le braccia per descrivere ancor meglio le dimensioni del suddetto ragno.

-Lice, non c'é nessun ragno sulla tua testa...-

-Te lo giuro, c'era, ed era immenso. Per favore, uccidilo tu!- continuò a dire in tono lamentoso, con gli occhi che già si chiudevano per il sonno. Lily annuì e le accarezzò la testa, guardandola riaddormentarsi velocemente.

Stanca, ma non abbastanza per riaddormentarsi, e sveglia, ma non abbastanza per fare qualcosa di utile, decise di scendere in Sala Comune e godersi un po' di silenzio e di solitudine.

Fu per questo motivo che, appena lasciato il proprio dormitorio con un libro sotto braccio -"Non si sa mai che io riesca a leggere un paio di pagine"- scese le scale senza curarsi del proprio aspetto e dell'eventuale presenza di qualcun'altra persona nella stanza.

E fu anche per questo che accadde quello che accadde.

 

 

Sirius Black aveva appena finito di ridacchiare sotto voce per lo scherzo appena compiuto -James era un fottuto genio, perché solo un fottuto genio avrebbe potuto pensare di inondare la Sala Grande di Cioccorane e Api Frizzole per ricreare un "Dolcissimo Serraio" e far incazzare allo stesso tempo Remus per aver prosciugato le sue scorte di dolci-  quando si accorse che Peter Minus era da un po' troppo tempo sotto la doccia.

-Ragazzi! Ragazzi! Secondo me Pete si é addormentato in doccia, vado a dare un'occhiata!-

Remus Lupin, ancora furioso con James, stava steso sul proprio letto e tentava di infilare entrambi i piedi in una sola delle gambe del pigiama. James Potter si scusò con Remus senza particolare convinzione per quella che era la ventottesima volta -"Scusami Rem, ma Hogwarts aveva bisogno di uno scherzo del genere, lo sai!"- e annuì distrattamente in direzione del suo migliore amico, sentendo che l'adrenalina gli scorreva ancora nelle vene e gli impediva di provare realmente sonno.

Sirius aprì la porta del bagno e non notò immediatamente la figura di Peter che russava allegramente sotto la doccia, quanto piuttosto l'acqua che, inesorabile, continuava a ricoprire l'intero pavimento e minacciava di inondare anche la camera. Sarebbe anche potuto scoppiare a ridere, se non fosse stato per il fatto che l'acqua era arrivata anche ai suoi piedi e gli aveva infradiciato i calzini.

-PETER!- urlò e il ragazzo si svegliò di soprassalto, sbattendo la testa contro la parete della doccia. James accorse a quel grido e quasi si uccise, scivolando sull'acqua sul pavimento.

-Cosssucced?- biascicò Remus, che si era lanciato a sua volta giù dal letto, sempre con i piedi infilati in una sola gamba, con l'effetto che precipitò a sua volta per terra, imprecando in maniera quasi indecente e minacciando in maniera fantasiosa i suoi migliori amici.

Dieci minuti dopo, il pavimento era stato completamente asciugato, Peter si era trasferito nel letto e si era addormentato di sasso anche lì, senza sentire i rimproveri di Sirius -"Pete, almeno non ti addormentare sullo scarico, la prossima volta!"-, Remus era tornato a dormire ringhiando e stringendo minacciosamente la bacchetta in mano, James fissava il soffitto lanciando una risatina di tanto in tanto e Sirius era accoccolato davanti al baule di James con aria perplessa.

-Prongs, mi si sono bagnati i calzini. Prendo i tuoi.-

-Era una domanda, Pad?-

-No.-

-Bene, mi fa piacere saperlo.-

Sirius iniziò a cercare i calzini nel baule del suo migliore amico e nel farlo notò all'improvviso che c'era qualcosa che non andava. Non avrebbe saputo dire che cosa, esattamente, ma sapeva solo che mancava qualcosa, da dentro il baule di James. Si girò a guardarlo -lui, ignaro, aveva già posato gli occhiali sul comodino e si stava stiracchiando tranquillamente- e all'improvviso arrivò l'illuminazione.

-Ecco, questa é una domanda: dove diavolo é la tua felpa dei Cannoni? In camera di chi l'hai lasciata, Prongs?- disse, con fare allusivo, e James, che stava iniziando a spogliarsi con l'idea di andare a letto, si tirò su di scatto, sporgendosi a sua volta dentro al baule e iniziando a tirare fuori vestiti in maniera frenetica. I pantaloni del pigiama, una camicia, un calzino spaiato, una cravatta bruciata a metà... Ma niente felpa.

-Sirius, quello sei tu, non io. Io sono un bravo ragazzo, lo sai. Non so dove sia la mia felpa... Oh merda. Devo averla lasciata in Sala Comune l'altra sera!- esclamò e si diede una manata in fronte, iniziando a sentire una certa sensazione di disagio. Ti prego, Merlino, fa che nessuno l'abbia trovata, fa che nessuno...

-Bene, io vado a dormire. Notte, Prongs!- Sirius ghignò senza farsi vedere -sapere che James sarebbe stato in difficoltà e avrebbe iniziato ad agitarsi come una primadonna era decisamente divertente- e si stese pigramente a letto.

-Ehi, mi vuoi lasciare qui senza aver recuperato la mia felpa? Dopo che l'ho dimenticata in Sala Comune.... Per colpa tua?-

-Sono le quattro di notte, Jim, non credo che nessuno sia in Sala Comune ora. Vai giù e riprenditela.-

-Nessuno deve vedere la mia felpa dei Cannoni, lo sanno tutti che io tifo il Puddlemere. Nessuno. Deve. Vederla. Quella felpa é...-

-Di quando eri bambino, un caro ricordo senza alcun valore ai fini pratici se non il fatto che é utile per dormire, lo sappiamo. Vai giù e riprenditela. Io dormo.-

Le parole di Sirius erano state abbastanza definitive e James capì che non sarebbe comunque riuscito a dormire, quindi, quasi scoraggiato, si diresse alla porta e sospirò. Nessuno doveva vedere la felpa della squadra di Quidditch più scarsa del decennio. Nessuno doveva poterla ricondurre a lui.

Fu per la fretta che James si diresse in Sala Comune con i soli pantaloni del pigiama addosso e non si guardò assolutamente intorno, così da non notare che Lily Evans stava scendendo a sua volta dalle scale, con solo una maglietta troppo grande addosso.

E fu anche per questo che accadde quello che accadde.



 

-Lily! Io ehm...-

-James! Oh Merlino!-

Esclamarono in coro e Lily si affrettò ad allungare la maglietta per coprirsi di più, mentre James si affrettava ad allungare lo sguardo sulle sue gambe senza essere visto.

-Belle gambe, Evans!-

Lily avvampò.

-Oh non rompere. Mi sono scordata di lavare il pigiama e stanotte ho dormito così. Non é... Ehm... Illegale.- disse, cercando di mantenere un certo contegno e lanciandosi su una poltrona per coprirsi con un cuscino. James rise e pensò che in effetti un po' illegale era, perché erano le quattro di notte, lui era carico di adrenalina e lei era dannatamente bella, tutta scompigliata in quel modo, e lui non era esattamente sicuro di riuscire a nasconderle ancore a lungo i propri pensieri.

-No, non lo é...- disse lui, in maniera sarcastica e lei gli fece una linguaccia, guardandolo sedersi accanto a lei.

-E comunque... Uhm... Anche a te manca un pezzo di pigiama!- avvampò nuovamente e pregò che James non si fosse accorto del suo sguardo che aveva indugiato un po' troppo sul suo petto. "Benedetto Quidditch!" Pensò prima di rendersene effettivamente conto.

-Non é illegale aggirarsi a petto nudo. Soprattutto se sei un prestante e bellissimo ragazzo!- esclamò e Lily sbuffò.

-Ma se sei prestante e bellissimo quanto uno Snaso!- ribatté lei. Sapevano entrambi che stava mentendo palesemente e James non poté fare a meno di sorriderle compiaciuto quando incrociarono gli sguardi. Ci fu un istante di silenzio in cui entrambi continuarono a sbirciarsi sottecchi per poi distogliere lo sguardo velocemente e Lily pensò ancora una volta che James Potter era davvero un tipo pieno di risorse e di innegabili pregi.

-Allora, Lily, che ci fai qua sotto alle quattro di notte?-

-Alice ha sognato un ragno, ci ha svegliate tutte con un grido e io non sono riuscita a riprendere sonno. Sono scesa per stare un po' da sola, sai, non mi aspettavo che ci fosse qualcuno in Sala Comune- gli lanciò un' occhiata di rimprovero - E tu? Che ci fai qui?-

James distolse lo sguardo e ridacchiò sommessamente.

-Prometti di non dirlo a nessuno... Peter si é addormentato sotto la doccia ed ha allagato la stanza e io sono venuto a recuperare la mia felpa dei Cannoni prima che qualcuno la trovasse e scoprisse che é mia!-

-Ma tu non tifavi il Puddlemere? E i Cannoni non fanno decisamente schifo, quest'anno?-

-Senti, ce l'ho da anni, ci tengo. Ci... Ehm... Dormo.- ammise e Lily scoppiò a ridere, prima di tapparsi la bocca con le mani per non fare rumore.

James deglutì, perché era dannatamente bella in quel momento e lui non poteva proprio guardarla come avrebbe voluto, e in particolare non poteva assolutamente guardarle le gambe nude ripiegate sotto di lei, o la maglietta che le si appoggiava liberamente al petto o... "Merlino, James, di' qualcosa!"

Il ragazzo si guardò intorno con fare vago e quasi sospirò di sollievo quando intravide un lembo arancione spuntare da una delle poltrone vicino al fuoco.

-L'ho trovata, comunque...- disse, schiarendosi la voce, poi si alzò e prese la felpa, nascosta dietro un cuscino. Dannato Sirius che la sera precedente, durante una delle loro serate alcoliche nella Sala Comune vuota, gliel'aveva nascosta da qualche parte. James se lo sarebbe dovuto aspettare -quante volte Sirius l'aveva preso in giro per quella felpa e quante volte l'aveva fatto ubriacare di proposito per fargli uno scherzo?- ma i ricordi della sera precedente erano sfocati e non avrebbe saputo dire perché avesse accettato di andare a dormire con un capo d'abbigliamento di meno.

 

Se si fosse girato in quel momento -e non lo fece, perché stava ancora smaltendo il pensiero di Lily Evans conciata in quel modo davanti a lui in Sala Comune mentre erano da soli- si sarebbe reso conto che Lily doveva avere la sua stessa identica espressione, mentre guardava e non guardava -"Non lo sto fissando davvero, sono solo curiosa di ciò che fa!"- la forma dei muscoli sulla sua schiena nuda.

E probabilmente James sarebbe tornato in camera e si sarebbe fatto una doccia fredda e Lily sarebbe andata a dormire di corsa arrossendo per la vergogna, se non si fosse sentita chiaramente la voce di Pat Gallagher fuori dal ritratto.

Fu per questo che James prese la mano di Lily e la propria felpa e si precipitò fuori dal balcone per evitare di essere trovati in quella situazione imbarazzante.

E fu anche per questo che accadde quello che accadde.

 


 

-Merlino, James, qui fuori si gela!- esclamò Lily, con ancora il cuscino premuto sulle gambe e tremando leggermente.

-Scusa, ma non trovi che sarebbe stato imbarazzante farci trovare lì in... Questo modo?-

-Oh giá...- Lily arrossì e rifletté per un secondo -Senti, James, ma che ci faceva esattamente Gallagher fuori dalla Sala Comune?-

-Nancy McKinnon. Sta con lei da qualche settimana e in maniera non esattamente... Casta, ma non può assolutamente farsi scoprire da Albert. É il suo migliore amico e lo ucciderebbe se scoprisse che se la fa con sua sorella...- spiegò James, facendo ridacchiare entrambi. Lily alzò lo sguardo verso di lui e non volendo batté velocemente i denti per il freddo.

-Credo che tu stia davvero gelando...- e nel dire questo, James le passò un braccio dietro la schiena. Non passò per la mente di nessuno dei due di rientrare nella Sala Comune, dove ardeva un bel fuoco caldo né che James reggeva una felpa nell'altra mano e, anzi, Lily pensò che James era sorprendentemente caldo per essere il 17 ottobre.

-Sai, credo di aver compreso la natura di tutti gli equivoci di stamattina. Oggi é venerdì diciassette! Ora tutto si spiega! Giorno della sfiga...-

James fece una smorfia triste e pensò che si sentiva tutto fuorché sfortunato, in quel momento.

-Non c'è nulla che possa migliorare questo "giorno della sfiga"?- chiede e si voltò ad osservare Lily.

-Beh possiamo guardare l'alba. Quella sì che é bella...-

La luce delle lanterne e il primo chiarore del mattino si mescolavano sui capelli di Lily e sul suo volto, non facendo che evidenziarne le linee adorabili e quasi perfette, e James non era mai stato più consapevole del corpo della ragazza, stretto a lui, come in quel momento.

-Mai quanto te, Lily.-

 

Le labbra della ragazza si schiusero leggermente e prima che uno solo dei due potesse pensare razionalmente, James si era già mosso verso di lei.

Fu un bacio di una dolcezza quasi imbarazzante, così intenso e intimo -Lily sentiva la pelle nuda del ragazzo sotto la propria mano e James stava ben attento a non far scendere le proprie dita sotto il tessuto che copriva la schiena della ragazza- che nessuno dei due avrebbe saputo realmente descriverlo.

 

L'alba arrivò qualche tempo dopo, trovandoli ancora stretti e intenti ad esprimere non verbalmente quanto fino a quel momento avevano taciuto. Quando finalmente James si allontanò abbastanza da farla respirare, si limitò a voltarsi ripetutamente prima verso il sole che stava spuntando e poi verso di lei.

Disse due cose, subito dopo. La prima fu la cosa più dolce che Lily avesse mai sentito, la seconda probabilmente la più imbarazzante in assoluto.

-Sai, sei decisamente più bella tu.- e poi, qualche secondo dopo -Oh merda, Lils. Quanto sarebbe imbarazzante se ci fosse Sirius che ci fissa dalla finestra?-



 

Fu così che Sirius Black vinse la scommessa con Remus Lupin sul fatto che James e Lily si sarebbero messi insieme prima della fine di Ottobre.

Remus Lupin avrebbe poi ribattuto che Sirius aveva parlato di "mettersi insieme" e non "baciarsi" -ma James e Lily si misero insieme ufficialmente il 20 ottobre 1977, quindi Sirius avrebbe vinto comunque- e che comunque lui e James avevano finito la sua scorta di Cioccorane, quindi lui non avrebbe dovuto pagare proprio nulla. Sirius avrebbe proposto una nuova scommessa e l'avrebbe vinta di nuovo e Remus si sarebbe appellato a James e a Lily per chiedere loro di non fare cose troppo prevedibili, se non volevano essere responsabili del suo crollo economico.

 

Ma questa é un'altra storia






Writ's Corner
Ed eccoci qui, dopo secoli e secoli.
Riparto con una nuova long, un progetto ambizioso, lo ammetto. Forse troppo, forse no, si vedrà come andranno le cose.
Di certo non potevo far finire Click e rimanere del tutto orfana, quindi ho pensato di dare il via a questa raccolta.
Saranno 50, tra OS, drabble, flashfic, poesie di ogni genere, di ogni -ci si prova- tipologia di narrazione, che descriveranno ipotetici, possibili, improbabili, immaginari, desiderati primi baci tra i personaggi che ormai sono tutto il mio piccolo cuoricino.
Per chi mi conosce, beh... l'ultimo capitolo di Click verrà messo in rete a breve, quindi non ho voluto lasciare neanche voi orfani di qualcosa.
Per chi non mi conosce... BENVENUTI! Spero che apprezzerete e in un certo senso deciderete di seguire le mie storie.
Vi lascio un paio di link, nel caso voleste informarvi su di me:

Cilck- Stories About You

E James Potter, questo, purtroppo, lo sa

Preferirei Uscire con la Piovra Gigante, Potter ---- Questa è la mia pagina Facebook, dove pubblicherò notizie sugli aggiornamenti, anticipazioni, brevi note a casaccio e deliri vari. Per chi mi volesse contattare, cercatemi su Facebook come Writ Efp

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Capitolo 2
*** #2 Quattro cose ***


 
#2 Quattro cose



Chi ti vuole bene conosce quattro cose di te: 
l'amore dietro alla tua rabbia...
 
Inverno 1975
 
-Io non so davvero cosa mi sia preso, Lily, scusami!-
-Mary, non riesco a crederci, questa volta hai davvero superato il limite! Non puoi averlo fatto davvero!-
Hai la voce così alta che ti sento anche da dietro un corridoio e mi stupisco, perché non ti ho mai sentita usare quel tono con nessuno, a parte che con me.
-Perché proprio lui, mi chiedo, perché? Perché?-

Quasi sento le lacrime affiorarti nella voce e per un attimo sento dispiacere per te, perché nonostante sia divertente vederti perdere il controllo e urlare, stavolta non sono stato io a provocarti di proposito, non c'è stata una studiata premeditazione e questo rende la cosa inspiegabilmente grave.
-Perché non c'è un perché, Lily, perché Mark era lí ed ero furiosa con lui e... E' successo.-
-É successo che tu sia andata a baciare davanti a tutti il ragazzo con cui esce la tua migliore amica  per farla pagare al tuo, di ragazzo, certo!-
Oh. Fa un po' male saperlo. Fa male sentire quel ringhio nella voce di Lily Evans, della forte Lily Evans che mi ha sempre tenuto testa senza incrinarsi mai.
-Lo so, è stupido, mi sento così male, Lils, così tanto, ti prego...-
Silenzio.

Quando ti arrabbi con me, hai sempre qualcosa da replicare, hai sempre la risposta pronta, non ti manca mai il coraggio. Ora invece ammutolisci e questo tuo silenzio mi farebbe venire voglia di andarmene, di non invadere la tua privacy, almeno per una volta di lasciarti in pace, ma poi la curiosità è troppo forte e rimango ad ascoltare il tuo silenzio.
-Non è per quello che mi arrabbio, Mary! Con quel tizio ci uscivo da due settimane, non era così importante, e io non ero così importante per lui. Ma tu, tu sei importante, mi spieghi come cazzo ti è venuto in mente?-

Eccola lì, la parolaccia. Quella che usi più spesso, quando sei furibonda, quella che mormori tra i denti quando pensi che nessuno ti senta. E' divertente sentire te, perfettina e sempre educata, sbottare e imprecare, ma non lo è adesso. Qui è completamente fuori luogo.
-Io non mi arrabbio con te, io mi arrabbio per te. Un gesto del genere non è da te, che razza di idea si farà la gente di te? Non ti meriteresti tutte quelle voci del cazzo che potrebbero iniziare a girare!-
E poi, la bomba. Di nuovo quella parolaccia. Quella che grida "M'importa".

Ecco perché comunque tutta questa rabbia che la tua voce emana è così diversa da quella che dirigi verso di me. Perché questa è la voce di chi si arrabbia con qualcuno che ama davvero.
Mary non risponde e i vostri passi si allontanano.
Mi resta una sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco, mentre penso che il tuo è vero disprezzo verso di me. Ferisce più di quanto io possa pensare.
 
-Ahia!-
-Evans.-
-E guarda dove vai, Potter, cazzo!-
-Ehi, tigre, ritira gli artigli!-
-Cazzo, Potter, ti levi?-
 
Due parolacce anche per me, Evans?
 
 
 
...il dolore dietro al tuo sorriso...
 
Autunno 1977
 
-Evans?-
-Potter, ciao, non mi ero accorta che fossi qui. Dimmi...-
Hai la voce forzatamente allegra, e ti muovi troppo per essere davvero tranquilla e rilassata. Per un attimo credo che la causa di quell'agitazione sia io, e sento il cuore gonfiarsi e impazzire, una scia calda che mi prende dallo stomaco e non mi lascia.
-Volevo solo dirti che, beh ci sono Mary e Alice fuori che ti aspettano un po' preoccupate. Si chiedevano che fine avessi fatto.-
Te lo dico e per un istante spero che tu stia sognando me, dietro quegli occhi stupendi che sono persi chissà dove. Spero che quel patto di tacita, sottile amicizia che abbiamo stretto senza dirci nulla, senza concordarlo, nasconda dietro di sé delle nuove implicazioni. Ci spero con tutto il mio cuore, pur non volendo sperarlo.
-Oh, capisco, io... Stavo arrivando, sì. Stavo finendo di scrivere le cose dalla lavagna, sai, gli appunti.-

E quando mi giro, le mie speranze romantiche crollano, perché sulla lavagna non c'è scritto niente e tu continui a fare quel sorriso triste -perché ora lo so che il tuo è un sorriso triste, Lily, e non agitato, non nervoso, solo triste. Ti guardo e all'improvviso noto il piccolo sbaffo sotto il tuo occhio, invisibile per chiunque altro, e noto che le tue spalle fragili sono un po' troppo immobili rispetto alla tua forzata allegria.
C'è silenzio e tu continui a fare quel sorriso, mentre mi guardi e mi perfori, giocherellando con la penna d'oca. Pagherei per sapere cosa ti uccida tanto, in questo momento.
-Evans, sei sicura che vada tutto bene?-
-Ma certo, Potter, ma certo. Andiamo? Le ragazze mi staranno aspettando!-

Di nuovo la tua forzata allegria, di nuovo le tue spalle sottilissime che quasi scompaiono sotto la cartella piena di libri. Annuisco e ti lascio passare e tu mi passi davanti, ignorandomi come facevi un tempo, solo senza cattiveria.
Quando mi giro verso il tuo banco, vedo un ritaglio di giornale abbandonato.

"Strage di Babbani nel sud dell'Inghilterra. Due famiglie sterminate."
 
Oh piccola Lily.
 

... Le ragioni del tuo silenzio...
 
Autunno 1977
 
Sei pensierosa e mi piace osservarti senza che tu te ne accorga. Mi piace così tanto, perché studio i tuoi difetti senza che tu li rivesta di pregi studiati. Hai la schiena un po' storta e la tua pelle è imperfetta, ad osservarla bene. Le tue orecchie sono asimmetriche il tuo medio -è buffo dirlo, ma è il tuo dito che conosco più volte, visto quante volte tu me l'hai mostrato spontaneamente, in passato- è storto. Ti mangi le unghie e hai le labbra rovinante e piene di pellicine, ma resti comunque bella.
 
A volte mi chiedo se a diciassette anni non dovrei cercare dell'altro, se invece che i difetti non dovrei guardare le cose più belle di una persona e innamorarmi di quelle. Ma con te non c'è mai stata la possibilità di scegliere, non ho mai potuto fermarmi a guardarti e notare la tua bellezza, con te ho dovuto semplicemente imparare a convivere con i tuoi difetti, perché c'era una promessa dietro di essi, quel convivere, che costruiva un futuro. E un futuro, in questo mondo di incertezze, è la cosa che più fa innamorare.
 
Così ti guardo e ti odio un po', come tutte le volte che sei in silenzio e io ho paura di invadere i tuoi spazi, ora che, piano piano, stanno diventando anche un po' miei.
Quasi a sentire ciò che penso ti volti e sollevi le labbra in un piccolo e buffo sorriso, poi torni a guardare fuori dalla finestra e il sorriso non ti sparisce dalle labbra. Guardo i tuoi occhi che seguono un qualche movimento lontano e prima di accorgermene sono già in piedi e mi sono avvicinato a te. Siamo gli unici in silenzio nella Sala Comune piene di voci e forse anche per questo mi sorridi ancora di più, quando mi avvicino.
-Bello l'autunno, eh?-
-E' la tua stagione preferita, lo so.-

Sorridi di nuovo alla mia affermazione e appoggi la testa sulla mia spalla, in un atto tanto dolce quanto spontaneo. Stai per aprire la bocca, ma io ti anticipo con un sussurro:- Le foglie che cadono hanno i tuoi colori, ma hanno anche i colori di Grifondoro. Non è assolutamente strabiliante? Ci credo che è la tua stagione preferita.-
Mi sorridi grata e mi colpisci su un braccio, giocosa nonostante i pensieri.

-Sei così ficcanaso, Potter, che ti impicci anche dei miei pensieri?-
-Sempre, Lily, sempre, sai come sono fatto, non posso assolutamente tenermi fuori dalle cose importanti...- ammetto e tu sei confusa, ma continui a guardare fuori.
Stai aspettando la guerra, la temi e speri che almeno non turbi la tua stagione preferita. Lo so perché ti conosco, perché seguo i tuoi sguardi per inseguire i tuoi pensieri. Ti abbraccio mentre ti sento così piccola, fragile e muta.
Non dici niente, ma so che sei felice che io sia qui, in fondo.
 
Sarei felice di stringere i tuoi silenzi per tutta la vita, Lily.
 
... E i posti dove soffri il solletico.
 
Autunno 1977/Quasi inverno
 
Sei venuta a riportarmi un libro e, seduta sul mio letto, ti guardi intorno con curiosità. Potrei uccidere Sirius perché il disordine regna sovrano nella camera, rifletto, e nel farlo quasi mi perdo il tuo movimento verso il mio cuscino. Scatto su e mi lancio su di te prima che tu possa vedere...
-Carino il pigiama. Molto modesto, molto da te, ecco. Davvero, James, il pigiama con i lenocini?-
...quello.
-Posalo!- ordino e tu scuoti la testa, divertita, mentre mi avvicino a te.
-Rimettilo dove l'hai preso...- ripeto, facendo un altro passo verso di te e tu hai un'aria maliziosa mentre ti nascondi il pigiama dietro la schiena.
-Lily Evans, leva subito quel pigiama!- e tu scoppi a ridere, facendomi una linguaccia.
-Sennò che mi fai?- e alla tua domanda scatto verso di te completamente e mi butto a peso morto sul suo corpo, iniziando a toccarti il fianco con le dita e cercando di ignorare i brividi infuocati che mi percorrono a quel contatto.
-Solletico ovunque, Evans.-
 
Ridi, strilli e ti contorci sotto di me, ma io so esattamente dove colpirti. Il tuo punto di maggior sensibilità sono i fianchi, ragion per cui io non smetto per un istante di solleticarti lì e sfiorarti, torturandoti.
-James! James ti prego, basta!-
Allungò una mano e inizio a solleticarti anche dietro il ginocchio e tu quasi piangi per le risate e la disperazione.
-James, non respiro, smettila!- arranchi, tra una risata e l'altra e io mi sporgo verso il tuo collo.
-Come si dice?- soffio sulla tua pelle appena sotto l'orecchio e tu smetti di ridere. So che sei particolarmente sensibile, lì, so che ogni minimo tocco sulla tua pelle ti provoca scosse di brividi quasi insopportabili. Deglutisci rumorosamente e ti sposti di qualche millimetro.
-Scusa, James, poserò il tuo pigiama?- dici, incerta, e io annuisco e ti lascio andare. Almeno all'apparenza. Come ti vedo riprendere fiato, mi getto di nuovo su di te per una nuova razione di solletico e stavolta anche tu reagisci, solleticandomi con le dita sul costato e facendomi quasi piangere per le risate. Anche tu, Lily Evans, sai esattamente  dove colpire. Ci dimeniamo così tanto per le risate che quasi non ci accorgiamo dei nostri visi che sono fin troppo vicini.
Quasi.

Ti guardo, tu mi guardi, e diventiamo improvvisamente consapevoli dei nostri corpi così a contatto, il nostro essere stretti in maniera casuale che crea però un incastro perfetto.
Vorrei baciarti, ma non so cosa mi diresti, non so se mi rifiuteresti, ed è un pensiero troppo doloroso per essere preso in considerazione.
Sento i tuoi occhi su di me, mentre i miei scivolano verso le tue labbra -bellissime- e penso che sei troppo per me. Forse tu senti i miei pensieri, perché lo fai. Così, all'improvviso.

Tiri su la testa e mi baci proprio sulle labbra, proprio come avrei voluto fare io.
Assaggio il tuo sapore, imparo a muovermi in sincronia con te, scopro il modo in cui le mie mani si adattano meglio al tuo corpo.
E se questa è la felicità, ti prego, Lily, non smettere mai di farmi sentire così.



Writ's Corner

Ehilà. Nonostante l'ingente carico di studio per la maturità, per una volta in vita mia ho tentato davvero di essere puntuale.
E ho postato questo secondo capitolo.
Le frasi a destra le ho trovate in una foto di Facebook, ma sinceramente non ricordo la fonte esatta. Comunque, non sono mie, se vi interessa.
Grazie in primo luogo ad Alice, che continua a betare i capitoli e a "shippare" i miei Jily. Fortuna tu, Ciace.
Grazie a chi ha recensito, grazie a chi a letto. Le vostre opinioni contano sempre tanto, per me.
Ci rivediamo, spero, un po' prima di domenica prossima. 
Se vi va, lasciate qualche parolina per me a fine lettura. Consideratelo supporto morale ad una povera maturanda, mh?
Se no, non importa. E se vi va, passate pure da Click, che ora che è finita mi ha creato una voragine di vuoto dentro.
Altrimenti, ai non maturandi e ai non universitari, godetevi queste vacanze appena iniziate anche per me 
Love you all
W

 

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Capitolo 3
*** #3 Davvero ***


#Davvero





-Alice mi ammazzerà.-

 

Non sei esattamente sicuro di essere in grado di capire le parole che ti vengono pronunciate in questo momento, visto che il cuore ti batte così forte che temi ti sfondi la cassa toracica una volta per tutte, ma sei quasi certo che ciò che Lily ti ha appena detto non sia un sì.

Ma neanche un no.

E nemmeno un forse.

 

-Di cosa diamine stai parlando, Evans?-

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

La stai fissando da un po'. È una bella occupazione, in fondo, guardare Lily Evans che si lascia andare ad un sorrisetto stanco ogni volta che termina una frase, mette un punto e inizia il paragrafo successivo.
Sei sprofondato in una poltrona e dondoli pigramente un piede, continuando a lanciare lunghe occhiate a Lily, di cui lei, ne sei sicuro, si accorge ogni santa volta, perché nell'esatto istante in cui i tuoi occhi la sfiorano, lei sorride -in maniera diversa da quando finisce di scrivere una frase, ti sembra evidente.
Sposti gli occhi su qualcosa di diverso da Lily, giusto per non darle l'impressione di essere un maniaco o cose del genere, e fai un cenno in direzione di Sirius, che sbuffa e tira una gomitata a Remus.

"Prongs si è di nuovo impallato con Evans, Moony. È diventato più noioso di te"

Non l'ha detto ad alta voce, ma sai che è esattamente quello che ha sussurrato a Remus in un orecchio, e probabilmente è anche vero, ma non ti importa troppo, al momento.
Stai aspettando che Evans finisca di scrivere il suo tema, tra un sorrisetto e l'altro. Non sia mai che qualcuno la interrompa, potrebbe seriamente uccidere qualcuno per averle impedito di studiare bene- e tu l'hai imparato a tue spese.
Ti volti a guardarla e, non appena la vedi posare la penna d'aquila sul tavolo, ti alzi con troppa foga, andando a sbattere contro il tavolino davanti a te.
A quel suono lei si gira -Oh Merlino, è così carina!- e ti guarda sbattendo le palpebre, come se dovesse metterti bene a fuoco,

 

-James? Sei di nuovo andato a sbattere contro quel tavolino?-
-Sono scivolato. Non è colpa mia.-

È colpa tua, aggiungi, ma solo mentalmente. Lily Evans è permalosa e non vedrebbe l'intento romantico che invece c'è dietro questa frase.

-Sei scivolato da seduto?-

 

Risatina.

Tu le odi, le risatine di Lily. Perché diavolo non sembra anche lei un'oca, come tutte le altre ragazze che fanno risatine?


-Devo chiederti una cosa.-

 

Sei nervoso, non sei mai stato più serio di così in vita tua, le mani continuano a sudarti e sei sicuro di essere arrossito.

-Va bene. Dimmi tutto. Ti serve una mano con Pozioni?-


"No, mi serve la tua mano"
L'hai solo pensato, vero? L'hai solo pensato.
Continui a guardare Lily Evans, chiedendoti quand'è esattamente successo che tu ti sia innamorato così tanto di lei, da pensare di sposarla ancor prima di esserci uscito insieme.

 

-James?-
-Già, scusa. Allora. Lily.-

 

Deglutisci, ti passi una mano tra i capelli che ti stanno andando negli occhi e ti ricordi di respirare.

 

-NonècheciverrestidavveroconmeadHogsmeadesabatoprossimomavabeneanchenonHosgmeadeanchepasseggiaregiùnelParcosevuoiehbastacheusciamoioete.-

 

Lily ti guarda, confusa, con la testa un po' piegata di lato.
Niente panico.

 

-James, scusa, ma non ho capito.-
-Già. Hai ragione. Dicevo...-

 

Puoi sentire Pad che ridacchia, da qualche parte lì dietro. È imbarazzante.

 

-Dicevi?-
-Dicevo.-
-James, mi stai facendo venire mal di testa!-
-Scusa.-

 

Panico, ancora e ancora.
Mille ondate di panico.

Sai benissimo di averlo fatto milioni di volte, durante questi sette anni, ma questa sera le tue parole hanno un significato diverso, che ti si scioglie in bocca senza darti la possibilità di articolare suoni.

 

-James.-
-Non è che ci verresti davvero con me, ad Hogsmeade, sabato prossimo? Ma... Sì, insomma, va bene anche se non andiamo ad Hogsmeade, possiamo anche passeggiare giù nel Parco, se ti va. A me... Uh. A me basta che usciamo insieme, ecco.-

 

L'hai detto. L'hai detto e ora il cuore fa un suono roboante nelle tue orecchie.
Guardi Lily, cercando di ignorare l'occhiata che sicuramente Sirius ti sta lanciando -dev'essere un'occhiata alla "Bravo Prongs, sei stato coraggiosissimo ed affascinantissimo, per essere una dodicenne arrapata".

 

-Alice mi ammazzerà.-

 

Non sei esattamente sicuro di essere in grado di capire le parole che ti vengono pronunciate in questo momento, visto che il cuore ti batte così forte che temi ti sfondi la cassa toracica una volta per tutte, ma sei quasi certo che ciò che Lily ti ha appena detto non sia un sì.
Ma neanche un no.
E nemmeno un forse.

 

-Di cosa diamine stai parlando, Evans?-

 

Lei ride e si avvicina, continuando a guardarti con la testa piegata. Tu non ti puoi muovere, perché se lo facessi sei certo che andresti a scivolare sul sudore che ti sta ricoprendo tutto il corpo.
L'attesa ti sta uccidendo, maledetta Lily Evans.

 

-Ho promesso che sabato prossimo sarei andata con lei a scegliere un vestito in quel negozio nuovo. Mi ammazzerà davvero, quando scoprirà che sono costretta a darle buca per uscire con James Potter.-

 

Oh Merlino.
Riesci solo a pensare che, oh Merlino!, ci sei riuscito davvero. Lily ha davvero detto di sì.
La guardi, con un sorriso radioso e un po' birichino, di quelli che potrebbero farti impazzire per tutta la vita, e non riesci a pensare ad altro se non al fatto che Lily è già un po' tua.
E prima che un altro pensiero vagamente razionale possa formarsi nella tua testa, tu la prendi e la baci, afferrandole il volto tra le mani in una pura esternazione della tua gioia.
Lei ha gli occhi verdi spalancati e scoppia a ridere contro le tue labbra, non appena si rende conto di ciò che sta succedendo.

-Hai davvero accettato di uscire con me?-
-Non ti ho ancora affatturato, quindi ne deduco che sì, ho accettato di uscire con te, ed avrei anche risposto al tuo bacio, se tu non fossi così dannatamente fuori di testa da esserti scansato con quell'espressione da ebete..-


Sirius borbotta qualcosa che sembra un "Dodicenne" e tu non hai occhi che per Lily, fino a quando le sue parole non ti raggiungono davvero.

 

-L'hai detto davvero?-
-Potter, ma sei sordo?-

 

Lily ride e tu la baci di nuovo, senza riuscire a smettere di sorridere a tua volta, senza smettere di pensare neanche per un secondo al fatto che sei l'uomo più felice sulla faccia della Terra.

 

-Ci parlo io con Alice. Le spiegherò che attendo questo giorno da una vita e che se ti fa fuori entro Sabato, dovrà poi vedersela con me, e ti assicuro che non sarebbe piacevole.-


Lily ti guarda continuando a ridere, e tu la abbracci, di scatto, sollevandola da terra e facendola strepitare leggermente.
 

-Evans, ma lo sai che pesi?-
-Dillo di nuovo, e sarai single prima ancora di essere diventato impegnato.-
-Hai davvero detto che vorresti impegnarti con me?-
-Potter!-

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

-James, amore, credo che sarebbe più utile se tu invece di continuare a fissarmi dal vano della porta, venissi a darmi una mano in cucina.-

 

Sorridi e continui a guardarla, mentre cucina qualcosa di buono -forse, visto che la cucina di Lily Evans è imprevedibile quanto lei- e si muove con fare sicuro con addosso una tua vecchia maglietta e un paio di pantaloni stinti.

 

-James?-
-Scusa. Io... Ti devo chiedere una cosa.-

 

Sorride in quella solita maniera, un po' da mammina premurosa, un po' da Malandrina acquisita quale ormai è, e tu senti le tue mani che sudano, di nuovo, come quella volta in Sala Comune poco più di un anno fa.
Lei ti guarda, interrogativa e tu abbassi lo sguardo sulla camicia sporca che hai in mano, senza sapere dove guardare.

 

-Ti serve una mano con la camicia? L'hai di nuovo sporcata?-
 

Deglutisci e ti passi una mano tra i capelli. Sai di doverlo fare, perché lo vuoi sul serio, e con tutte le tue forze, perché lei è Lily è ormai non c'è più James senza Lily.
Sai che è una vita, in fondo, che aspetti questo momento.
 

-Veramente, mi serve la tua mano.-


Lily tace, ti guarda senza ben capire, poi quando getti la camicia a terra e ti ficchi una mano in tasca un lampo le balena negli occhi e lei posa la bacchetta, che usava per cucinare.


-Che cosa?-
-Beh, ecco. Misonoaccortomainrealtàlhosempresaputochetuseilamoredellamiavitaeiovoglio passarelamiavitaconteequindisposamiLily.-


Lily si è portata una mano alla bocca e tu ne approfitti per crollare in ginocchio davanti a lei.
Oh Merlino, il cuore.
Sta per uscirti dal petto, neanche fossi davanti ad un temibile Mangiamorte.


-Lily Evans, mi vuoi sposare? Perché, ecco, quello che volevo dirti prima è che mi sono davvero reso conto che tu sei la donna della mia vita, anche se in realtà l'ho sempre saputo, e non vorrei altro che passare tutta la mia esistenza con te.-

 

Silenzio, di nuovo.
Gli occhi di Lily sono pieni di lacrime e tu ti senti morire, perché se lei ti dicesse di no ora, la tua vita non avrebbe davvero più un senso.

 

-Alice mi ammazzerà.-

 

Non sei esattamente sicuro di essere in grado di capire le parole che ti vengono pronunciate in questo momento, visto che il cuore ti batte così forte che temi ti sfondi la cassa toracica una volta per tutte, ma sei quasi certo che ciò che Lily ti ha appena detto non sia un sì.
Ma neanche un no.
E nemmeno un forse.

E poi, la riconosci, quella frase.

Lily ti sorride, te ne accorgi solo ora, sotto uno strato di lacrime che le ricopre il volto pallido.
Tu sei ancora inginocchiato, non riesci a muoverti, non puoi fare altro che guardarla con un sorriso ebete.

 

-Perché non puoi accompagnarla a scegliere il vestito da sposa?-

-Perché mi sposo prima di lei.-

 

 

 

 

Qualche ora dopo, stesi sul letto, ancora digiuni e con Lily che indossa solo il suo nuovo anello, le accarezzi i capelli rossi e la guardi con gli occhi spalancati.


-Hai davvero accettato di sposarmi?-


Lily ride, ti tira un pugno e ti abbraccia, annuendo contro il tuo petto. Tu le solletichi il naso e la costringi a guardarti.
Se pensi a tutto il tempo che è passato, non vedi l'ora di averne ancora altro da condividere con lei.


-Dovresti rimproverarmi dicendo tipo "Potter" in tono cattivo.-
-Potter... Lily. Potrebbe piacermi, sai. Intendo dire, come suona.-

 

E ora sai di essere davvero felice.




Writ's Corner
Saluto veloce, perchè ero in ritardo nell'aggiornamento. Faccio schifo, lo so.
E non era questo il capitolo che dovevo pubblicare, davvero, ma poi Alice, nel mentre che lo scrivevi mi ha detto "Dovresti davvero aprire la mail" e lì l'ho preso come un segno del destino.
Oggi sono felice. Per una buona volta, sono felice.
Rendetemi felice, recensite -ma sempre se vi va, eh- e ditemi che ne pensate. O se vi piace ciò che scrivo, passate anche in altre mie storie, davvero.
Je vous aime <3

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Capitolo 4
*** #4 - #5 In vino veritas... ***


#4 - #5 In Vino Veritas...


#4

-Sirius, ho voglia di baciare Evans.-
Guardai perplesso James che, un po' barcollante, si avvicinava verso di me, puntandomi contro l'indice.
-Prongs, mi sembra che tu sia un po' sbronzo...- risposi, rigirando quel che restava del Firewhiskey nel mio bicchiere. James sembrò non trovare particolarmente interessante quanto avevo detto e mi poggiò una mano sulla spalla, avvicinandosi al mio orecchio per sussurrare qualcosa.
 
-Ho veramente voglia di baciare Evans, Siriussst.- ridacchiò, allungando la "s" finale quasi a volermi intimare di fare silenzio. Con un gesto ben poco gentile -era James, di sicuro non se la sarebbe presa- lo allontanai da me e osservai il sorrisetto che gli era comparso in volto.
Aveva l'espressione più stupida che gli avessi mai visto in volto -e dire che l'avevo visto anche due estati prima quando era strafatto a causa di una canna Babbana e aveva iniziato a parlarmi dello splendore del sole che tramontava- ma sembrava allo stesso tempo anche orribilmente concentrato e serio.
-Sei veramente sbronzo, Prongssst...- gli feci il verso e lui lanciò una risatina, guardandosi alle spalle per un secondo e poi tornando a fissarmi con fare cospiratorio.
-Non importa se sono sbronzo, anche se non sono sbronzo, Pad, sono assolutamente normale, il concetto è che voglio proprio baciare...-
-...Evans.- conclusi la frase per lui, con una traccia di noia nella voce.
 
James che parlava di Evans era noioso, ma ancora peggio era James che parlava di Evans da ubriaco. Nessuno sarebbe mai dovuto essere il migliore amico di James Potter quando lui era ubriaco, nessuno, perché esserlo significava sorbirsi ore e ore e ore di discorsi assolutamente idioti che passavano dalla gioia più assoluta alla tristezza malinconica senza alcun collegamento.
James si avvicinò con fare circospetto e mi poggiò una mano sulla spalla, squadrandomi con eccessiva serietà nonostante gli occhi lucidi a causa dell'alcol.
 
-Padfoot, lo so che Lily questa sera è così bella che fa venire davvero voglia di baciarla, ma io voglio baciarla più di tutti i presenti e non me ne frega nulla se tu sei tra quelli che la vogliono baciare, perché in tal caso io ti... Picchio. Hai capito?- esclamò, e mi dovetti trattenere davanti al pugno che stava agitando a casaccio davanti al mio naso.
Oltre che essere noioso, James ubriaco era addirittura più pacifico che mai, tanto che non sarebbe stato in grado di spaventare nemmeno un primino di Tassorosso.
 
-Davanti alle tue terribili minacce, Prongs, non posso fare a meno che ritirarmi, è chiaro che mi sei immensamente superiore.- ribattei, con un ghigno sarcastico che quell'imbecille era troppo ubriaco per cogliere. Feci vagare lo sguardo sull'immenso spiazzo verde su cui ci trovavamo e mi venne spontaneo pensare che McKinnon aveva avuto un'idea decisamente geniale a decidere di fare una festa di mezza estate lì. C'erano decine e decine di persone che chiacchieravano amabilmente, bevevano, ballavano, pomiciavano (ero sicuro di aver visto Peter avvicinarsi con fare sospetto ad una tipo piuttosto ubriaca di Corvonero), ridevano e sembravano del tutto a loro agio.
Individuai quasi subito Lily Evans, che stava parlottando animatamente con Alice Prewett e con una non identificata ragazza di Corvonero di qualche anno più piccola, e dovetti riconoscere a James il fatto che quella sera si fosse davvero messa in tiro, anche se non vedevo le torme di spasimanti che vedeva James.
 
-Merlino, Sirius! Io non sono immensamente superiore a nessuno, sono così... Brutto. Triste. Stupido. Ubriaco. No, non è vero, non sono ubriaco, ma comunque sono troppo poco per Lily Evans, e lei non mi guarderà mai perché ci saranno milioni di persone migliori di me per lei!-
La voce di James mi costrinse a voltarmi e a soffocare la risata che stava minacciando di uscirmi dalla gola alla vista di lui che, con sguardo afflitto, beveva nuovamente dal suo bicchiere.
Avrei davvero dovuto registrare James Potter -James Potter!- che affermava di essere brutto e stupido, ma in quel momento mi venne in mente di fare ben altro.
Perché, in fondo, io sono sempre stato un ottimo amico per James Potter.
 
-Prongs, amico, cosa stai dicendo? Non sei né bruttostupido né tanto meno ubriaco. Anzi, sei meglio di tutti loro messi insieme! Perciò...-
 
Onesto, leale, una spalla su cui piangere in ogni occasione, un sostegno morale perfetto...
 
-... Perché non vai da Evans e la baci sul serio? Potresti approfittare dell'occasione, sai, anche per dichiararti. Non vedo perché dovrebbe rifiutarti, in fondo. Vai a lottare per il tuo amore, fratello!-
 
... Incredibilmente stronzo, subdolo e anche -modestamente- assolutamente geniale.
 
James mi guardò con gli occhi strabuzzati e ancora instabile si avvicinò a me per abbracciarmi calorosamente.
-Siriussst Black, sei il migliore amico che io potessi mai desiderare. Sei incredibilmente buono con me. E dispensi sempre ottimi consigli.- si staccò brevemente da me e mi guardò negli occhi, piegando la testa di lato probabilmente per mettermi meglio a fuoco. Poi annuì a se stesso, bevve nuovamente un sorso dal suo bicchiere e fece un passo indietro un po' troppo deciso, tanto che rischiò di cadere rovinosamente.
-E ora, se dispiace, devo andare a baciare Lily Evans.-
 
E con tutta la grazia che poteva avere un ubriaco innamorato si girò e si diresse a passi decisi verso Lily Evans, che, ignara di tutto, stava continuando a parlare con le amiche.
-Sirius Black, sei il peggiore amico che James Potter potesse mai desiderare.-
Mi voltai verso Remus senza ben sapere quanto avesse visto o sentito e continuai a ghignare, imperterrito, senza staccare gli occhi dalla figura barcollante di James.
-Remus, non essere così duro con me. Guarda James, dopo sei anni sta andando a realizzare il suo sogno e tu dici a me che sono un pessimo amico per averlo spinto a fare ciò? Sei davvero una brutta persona, Moony, dico sul serio.- lo rimproverai io, ridacchiando, e la risposta di Remus si perse nel trambusto generale quando tutti videro James avvicinarsi a Lily e schiarirsi la voce dopo averle picchiettato gentilmente su una spalla.
 
-Lily Evanssst... Non sono ubriaco, oppure sì, non ne sono esattamente sicuro, ma volevo dirti che voglio proprio tanto baciarti perché sei davvero molto bella stasera. Non che di solito tu sia brutta, ma stasera sei proprio bella. E quindi ti vorrei baciare.- esclamò, continuando ad annuire alle sue stesse parole e guardandola dritta in volto.
 
Remus gemette, preoccupato come non mai, e chiuse gli occhi per non vedere la scena in cui Lily Evans avrebbe ucciso James a colpi di incantesimi, io mormorai uno "Scusa, amico..." rivolto al povero Prongs che sarebbe morto e forse in effetti sarebbe anche potuta essere vagamente colpa mia e tutti quelli che avevano assistito alla scena rimasero in silenzio, aspettando la risposta di Lily Evans.
 
-Sono abbastanza sicura che tu sia ubriaco, sì. Ma... Ehm. Grazie per i complimenti?-
 
Lily Evans non aveva urlato. Non si era arrabbiata. Non aveva tentato di uccidere James. Non aveva nemmeno toccato la bacchetta!
 
-È ubriaca anche lei. Deve esserlo, Remus, non ci sono altre spiegazioni.- sussurrai in direzione di Remus, che guardava la scena con un sorrisetto stampato in faccia.
-Lily non beve.- mi rispose lui, continuando a fare quella sua smorfia che aveva un che di inquietante.
-Non ha tentato di ucciderlo!-
-No, infatti.-
-E non gli ha risposto male!-
-Esattamente.-
-Ma perché?-
 
Remus rimase in silenzio, continuando a sorridere guardando James e Lily.
James era rimasto stordito quanto me dalla reazione di Evans e ora la fissava inebetito, indeciso sul da farsi, mentre lei sorrideva e lo guardava con curiosità.
 
-Quindi ti posso baciare?- domandò infine James, con la testa piegata di lato e un sorriso sempre più largo in volto.
-Non penso, James. Mica per altro, è solo che sono una ragazza romantica e tu sei ubriaco e... Sai non è esattamente il bacio che tutti sognano di raccontare...- spiegò Lily, sorridendo senza cattiveria.
 
-Remus. Sono confuso. Mi hai fatto un incantesimo?-
-Perché diamine avrei dovuto, Sirius?-
-Non lo so, per vendicarti? Per farmela pagare? Scusa, non volevo mangiare io tutte le tue Cioccorane!-
-Io non ti ho... Ehi, schifoso ladro! Le mie Cioccorane? Ma davvero?-
-Oh suvvia, non è così importante al momento. Perché diavolo James non è ancora morto?-
 
-E quindi? Niente bacio, Evans? Sai che però mi è servito un sacco di coraggio, perché in effetti sono ubriaco, hai ragione, ma eri troppo bella e Sirius mi ha convinto a venire qui per lottare per il mio amore.- disse James, con lo sguardo dispiaciuto. Mi sentii vagamente in colpa, in quel momento, perché sembrava davvero affranto- anche se non si sarebbe dovuto lamentare, visto che era ancora vivo.
-Oh, in questo caso, penso potremo trovare una soluzione. Non sia mai che il tuo tentativo di lottare per il tuo amore risulti vano!-
E senza che nessuno di noi si aspettasse una cosa del genere o l'avesse anche solo mai lontanamente immaginata, Lily si avvicinò a James e gli posò un bacio sulla guancia, alzandosi sulle punte dei piedi e appoggiandosi sulle sue spalle per arrivare a farlo.
 
-... Perché a Lily piace James, mi sembra evidente. L'ho sempre detto, io.- disse Remus, con un sorrisetto compiaciuto, guardando Lily sorridere a James un'ultima volta per poi togliergli il bicchiere di mano con una leggera preoccupazione mista a divertimento.
James si avvicinò a noi con l'aria di qualcuno che ha appena visto un Bolide passargli a qualche millimetro dal naso e io mi girai più volte tra lui e Remus, che continuava a sorridere soddisfatto.
-Tu cosa? Evans e James?- sussurrai, squadrandolo pieno di confusione.
 
Sul serio, James era il mio migliore amico e tutto quanto, ma lui ed Evans erano sempre stati, almeno nel mio immaginario, due mondi destinati a non incontrarsi mai. Non perché non mi fosse simpatica Lily Evans o perché non volessi vedere James felice ma insomma... Sarebbe stato banale. Scontato. Troppo prevedibile.
 
-Sirius, andiamo. Sapevamo tutti che sarebbe successo, prima o poi.- mi disse Remus, continuando a sogghignare mentre James si accorgeva della nostra presenza e ci squadrava attentamente.
-L'avete vista, vero? Dico, Lily che mi da un bacio sulla guancia. L'avete vista anche voi.- sussurrò e io annuii, serio, mentre ancora mi chiedevo come fosse possibili che Remus avesse ragione. Anche se...
-Ehi, Remus, è fichissimo. Sono davvero il migliore amico che Prongs potesse desiderare, ammettilo!- esclamai e lo vidi annuire, a malincuore.
-Di che state parlando? Guardate che di fichissimo qua ci sono solo io perché Lily Evans mi ha dato un bacio sulla guancia. Mi ha dato un bacio!- continuò a ripetere James, sorridendo sempre di più è ancora vagamente barcollante.
 
-Se ti azzardi a spiegarglielo quando è ancora così ubriaco e felice, Moony, giuro che ti ammazzo.- sussurrai, per poi avvicinarmi a James e passargli un braccio intorno alle spalle, scuotendolo allegramente.
-Ehi, Prongs, sei davvero un grande! Evans ti ha baciato, visto? Sempre detto, io, che sei un grande, amico!-
James scoppiò a ridere e per poco non mi fece cadere trascinandomi con sè a terra.
-Ah, Padfoot, ma l'hai vista? Hai visto quant'è bella? Ci credo che voglio baciarla, chi non vorrebbe baciarla, in fondo? E poi mi ha sorriso! Ha sorriso, Merlino, e che sorriso, e io sono ubriaco e lei mi ha sorriso, Pad, non è grandioso? Mi ha baciato e poi...-
 
E guardandolo steso sull'erba che continuava a parlare da solo, pensai che James Potter ubriaco che parlava di Lily Evans era dannatamente noioso.
Ma almeno era felice.



 
#5

-Sirius mi ha raccontato di quello che è successo a casa di McKinnon qualche giorno fa...-
-Oh, già, ehm...-
-Quanto esattamente è stato imbarazzante?-
-Solo un po', dai. Sei stato carino...-
-Dici davvero? Io ero ubriaco e non so esattamente, credo di aver straparlato e....-
-Tranquillo, James. Non mi sono offesa, anzi. Sei stato davvero dolce.-
-Molto poco romantico, però, eh?-
-Al romanticismo si può sempre rimediare, non trovi?-
-Davvero, Lily?-
-Beh, direi di sì...-
-Sarebbe abbastanza romantico se... Sai... Ti chiedessi se ti posso baciare qui? Guarda, ci sono un sacco di alberi, è bello ombreggiato, l'atmosfera è raccolta e...-
-... James, ma parli sempre così tanto quando baci le ragazze?-
-Oh.-
 
 
-Beh, in effetti, questo era molto più romantico del bacio dell'altra sera.-
-Dici?-
-Dico, dico, Potter.-
-Allora posso... Uhm... Rifarlo?-
-Credo di si, in effetti...-



Writ (MATURA)'s Corner
So di essere in ritardo, non temete. Ma ho come scusa il mio esame orale e i conseguenti festeggiamenti, lunghi quanto un matrimonio greco, perciò mi sento abbastanza giustificata.
Parlando del capitolo: è una sciocchezza che sta nel mio tablet da quasi un mese, ma ho deciso di pubblicarla ora perchè mi sentivo particolarmente in vena di Pov Sirius (strano, eh? Che ne pensate?). In realtà, se avete visto i puntini di sospensione alla fine del titolo, è perchè c'è un altro capitolo di questo tipo che ho intenzione di pubblicare e che fa da coppia con questi. Ditemi voi se volete che sia il prossimo, o se invece lo preferite tra un po'.
E... niente. Ho un po' di Spam da fare, fatemi il regalo di una recensioncina, in fondo sono una ex maturanda che vuole festeggiare ahahah
Buone vacanze e baci giganti
W

Di Sigarette, di ancora e di perchè 
Il Fattaccio Potter
In cui Lily Evans trovò adorabile James Potter (questa non l'ho scritta io, ma mi reputo responsabile della sua ispirazione e poi Alice è troppo brava e venerdì vado a trovarla, quindi filate subito a leggere le sue storie)


Se inoltre vorrete essere partecipi dei miei scleri estivi e bla bla vari, mettete pure mi piace qui 
Preferirei uscire con la Piovra Gigante, Potter

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Capitolo 5
*** #6... In Cannabis Figuriamocis ***


Questo capitolo è... "collegato" al precedente, pur non essendoci un effettivo legame tra le due storie


#6... In Cannabis Figuriamocis



James si guardò allo specchio, lasciandosi scappare un sospiro mentre si sciacquava le mani e le asciugava rapidamente.
Per la prima volta in vita sua, James Potter non aveva voglia di tornare ad una festa. Anzi, si poteva dire che era letteralmente fuggito e si era accampato in bagno, dove per lo meno la musica martellante messa su da Sirius non poteva raggiungerlo e distruggergli le meningi.

-Sei scappato!- un verso soffocato e divertito distrasse James dalle sue riflessioni e lo costrinse a voltarsi verso la figura che era appena entrata dalla porta e lo osservava, con evidente divertimento.
-In effetti, sono scappata anche io!- ridacchiò la ragazza e James riconobbe, con sua grande sorpresa, Lily Evans, che lo guardava attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno ad un dito.
-Lily... Questo è il bagno degli uomini...- le disse lui, osservandola preoccupato mentre lei, con un sorriso innaturale stampato in volto, si aggirava curiosa per la stanza, lanciando penetranti occhiate anche in direzione del soffitto.
-Sì, ma tu eri scappato.- spiegò lei, come se stesse dicendo la cosa più naturale del mondo. James la osservò sedersi con grazia in un angolo e iniziare a canticchiare sommessamente ad occhi chiusi, ignorando improvvisamente la sua presenza nella stanza.

-Ma stai bene?- le domandò e lei lo ignorò, continuando a canticchiare una canzone a lui sconosciuta.
James non era un esperto di moda femminile, ma era abbastanza sicuro che le ragazze non usassero come ferma capelli Bacchette di Liquirizia né collant colorati come cinture, perciò sospirò di nuovo e si sedette accanto a lei, scuotendola per una spalla.
-Evans, ma hai bevuto?- le chiese e lei spalancò gli occhi, apparendo fortemente offesa. James si perse un istante nel seguire la curva delle sue labbra, spalancate per lo sdegno, che apparivano più rosse che mai.
-Io non bevo, Potter. Non lo sai? Ma ci conosciamo da sei anni!- fece una pausa, poi spostò rapidamente lo sguardo su James, come accorgendosi per la prima volta della sua presenza, e disse:- Sei anni che non ci conosciamo e non ti ho mai detto quanto il tuo cognome sia ridicolo. È proprio ridicolo. Potter. Poootter. Che brutto cognome, Pitter. Petter. Patter. Putter, come il burro!*-
 
James guardò Lily che rideva da sola e deglutì quando si accorse che lei gli aveva posato una mano sul braccio e glielo stringeva leggermente.
Aveva già visto una scena del genere, una volta, quando lui e Sirius erano scappati nella Londra Babbana ed erano entrati in un pub all'apparenza non troppo raccomandabile. Sirius si era messo a chiacchierare con un tipo dall'aria sconvolta ed era tornato da James con un qualcosa tra le mani che ricordava la forma di una sigaretta. Solo dopo un paio di ore, in cui Sirius non aveva fatto altro che ridere, con gli occhi stranamente arrossati, e parlare a vanvera di quanto James fosse davvero suo fratello e di quanto fosse dannatamente bello essere un cane, James aveva capito che quella che Sirius si era appena fumato non era una semplice sigaretta.
 
-Evans, per Merlino, ma ti sei fatta una canna?- le domandò e lei spalancò gli occhi, prima di tappargli la bocca con una mano.
-Zitto! Shh. Shhhhhhhh. Non devi urlarlo, sennò dopo ci scoprono!- sussurrò lei, con fare cospiratorio, lasciandosi andare di tanto in tanto a qualche risatina divertita.
-Ma... Chi... Chi ti ha dato da fumare?- chiese, temendo di conoscere già la risposta.
-Ma lo sapevi che Sirius è davvero simpatico? Oh, ma davvero, eh! È un burlone! Mi ha detto che era una semplice sigaretta babbana girata a mano. E invece...- esclamò lei, continuando a ridacchiare e spostando la mano tra i capelli del ragazzo. Iniziò a tirarli leggermente e prima che James potesse uscirsene con una qualsiasi minaccia di morte nei confronti del suo "migliore amico", Lily lanciò un urletto divertito e infilò anche l'altra mano tra i capelli del ragazzo.
 
-Oh Potter, ma i tuoi capelli... Sono incredibilmente morbidi. Ma proprio morbidi. Fanno venire voglia di toccarli. Di accarezzarli. Tipo un peluche, hai presente com'è fatto un peluche?- e sotto lo sguardo sconvolto di James ci infilò in mezzo anche la faccia, iniziando poi a muoverla divertita.
-Lily? Mi stai facendo preoccupare...- borbottò e lei in tutta risposta mugugnò qualcosa senza cambiare posizione.
-Lily, basta. Sono capelli. Ehm. Anche tu hai dei bei capelli.- disse, prendendola per i fianchi e costringendola a sedersi di nuovo accanto a lui. Era comunque bella, anche se aveva quell'aria un po' folle e la Bacchetta di Liquirizia immersa nei capelli rossi, ma si impose di non pensare al fatto che fossero seduti da soli sul pavimento del bagno e lei sembrava priva di ogni freno inibitore.
-Ma io ti piaccio, James Potter?- domandò lei, all'improvviso, girandosi a guardarlo, con l'espressione incredibilmente seria. James deglutì e guardò il muro di fronte a sé, cercando di ignorare la fitta che gli era presa nel bel mezzo dello stomaco.
-Ma certo, Lily. Sei una brava ragazza, anche se ti preferisco quando non sei fatta, e sei molto gentile e intelligente. Ti apprezzo davvero come persona.- rispose, cercando di sviare la domanda. Sperò che il fatto che Lily fosse sotto l'effetto di uno stupefacente bastasse a far apparire la sua risposta sensata, ma le parole che Lily gli rivolse subito dopo gli fecero capire che anche se fatta, Lily Evans rimaneva comunque la strega più brillante della sua età.
-Ma non come persona! Io ti piaccio? Provi qualcosa per me?-
 
James aprì la bocca e si concesse una sola, brevissima occhiata in direzione della ragazza, che lo guardava con le labbra socchiuse e un leggero sorriso impresso su di esse.
-Perché me lo chiedi?-
-Perché tu sei fuggito dalla festa e io ti sono venuta a cercare. È noiosa una festa senza di te da guardare, te l'ho mai detto? E sei così carino quando cerchi di fare la persona seria, sei proprio diventato un uomo. E sei carino in generale, e io adoro i tuoi capelli. Sono... Wow. E anche tu sei wow. E io a volte mi chiedo se io e te saremmo wow, insieme.- esclamò lei, allungando la o di ogni wow in maniera esagerata. James la guardò negli occhi e per un istante fu sul punto di dimenticarsi del fatto che Lily non era completamente in sé e che si sarebbe arrabbiata, se lui avesse approfittato della situazione in qualche modo, tanto che per qualche secondo gli balenò in mente l'idea di baciarla lì, seduta stante, e dimostrarle che non solo lei gli piaceva, ma anche che gli piaceva da impazzire.
Ciò che gli impedì di fare qualcosa di cui si sarebbe poi pentito fu la stessa Lily, che sorridendogli gli rubò gli occhiali e se li mise in bilico sulla punta del naso lentigginoso.
-Io sono la professoressa McGranot, McGreygiot, McCat, come cavolo mi chiamo? Vabè, sono lei, e tu sei James Potter e non hai risposto alla mia domanda!- esclamò, in tono pomposo, e scoppiò nuovamente a ridere da sola. James si lasciò andare ad una risatina e si alzò in piedi, tirandola per un braccio per farla alzare a sua volta.
-Ma che fai?- sussurrò Lily, piuttosto contrariata, quando lui le sfilò gli occhiali dal naso, li mise a posto sul suo e la condusse fuori dal bagno, continuando a tenerla per un braccio.
 
-Non vorrei suonarti inopportuno, Lily, ma credo che tu sia strafatta ed è meglio per tutti se te ne vai a letto a dormire...- le rispose, prendendola per mano in modo che lei lo seguisse senza sentirsi strattonata. Lily lanciò uno sguardo alle loro mani intrecciate e sul suo viso si aprì un sorriso così grande che James temeva le si sarebbe distrutta la mascella.
-Ma lo sai che ti ho sognato? Era un sogno carino e tu eri molto... Muffin.- gli disse, dopo averci pensato su qualche secondo.
-Molto cosa?-
-Muffin. Io adoro i muffin, fuori sono morbidi e tu pensi che già siano meravigliosi così, poi arrivi a mordere il cuore e scopri che c'è anche il cioccolato sciolto dentro e... Ah! Che goduria!- sussurrò lei, continuando a guardare James con un sorriso.
Lei gli faceva così tenerezza che fu istintivo, per il ragazzo, abbracciarla appena prima di arrivare al Buco del Ritratto. La strinse a sé solo per qualche istante e si beò di quel contatto che tanto aveva agognato in tutti gli anni precedenti. Si allontanò da lei solo quando la sentì portare di nuovo le mani tra i suoi capelli per giocherellarci tutta felice.
-E ora vai a dormire, d'accordo, Lily? Dritta a letto. Merlino, non posso davvero credere che tu ti sia fumata una canna!- sospirò e trattenne a forza il sorriso che minacciava di esplodere in una risata incontrollata.
Lily Evans fatta, e chi l'avrebbe mai detto?
-Oh come sei noioso, Potter. Te l'ho già detto che hai i capelli più morbidi di un muffin?- ridacchiò lei, tuffandovi di nuovo dentro le mani.
-Più o meno, credo. Vai a dormire, Evans. Buonanotte. E non farti dare nient'altro da Sirius in mia assenza, va bene?-
-Ma sei geloso? Ma guarda che non ne hai motivo. E lo sai perché?- e prima che James potesse realmente risponderle, Lily si era tuffata su di lui e gli aveva depositato un bacio un po' decentrato a metà tra la guancia e il labbro superiore.
James spalancò gli occhi per lo stupore, mentre Lily lo guardava ridacchiando.
-...Perché mi piaci più di quanto io vorrei, Potter. Però non dire alla Lily solita che te l'ho detto, eh!- e facendogli l'occhiolino, sempre con quell'espressione un po' alterata e un po' no, Lily Evans scomparve dietro al ritratto della Signora Grassa, lasciando James ancora impietrito davanti alla soglia di esso.
 
Lily Evans fatta è innamorata di lui, e chi l'avrebbe mai detto?



Writ's Corner
In ritardo, come sempre, perchè sennò non sarei Writ, con un capitolo che mi sono divertita a scrivere come non mai e che finalmente è pubblicato dopo secoli di sepoltura all'interno del pc.
Vorrei aggiungere altro, ma casco dal sonno e dal caldo, quindi vi chiedo venia.
Un bacio enorme.
W

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Capitolo 6
*** #7 Cu...Riose Parole d'Amore ***


#7 Cu...Riose Parole d'Amore



-E questa ragazza?-

-Uh?-

James alzò gli occhi verso suo cugino, con gli occhi pieni di sorpresa e l'aria di uno che non aveva capito molto bene.

-Non fare l'idiota, Jim. Hai capito benissimo.- lo canzonò Bart, posando il giornale che stava leggendo, e incrociando le braccia sulle gambe.

-Non ti ho sentito... Sai, schemi di Quidditch, sono il Capitano, presente?- rispose lui, sventolando dei fogli pieni di segni neri che ogni tanto, controllati dalla bacchetta del ragazzo, si muovevano e si scambiavano la posizione.

-Farò finta di crederti e mi ripeterò: allora, questa ragazza?- chiese, guardandolo con un sorriso beffardo sulle labbra. Vent'anni, gli occhi azzurri e i capelli biondi che andavano sparati in tutte le direzioni come da copione Potter, Bart sembrava la copia nordica di James, se non che era notevolmente più basso e anche più scaltro, dato il suo trascorso in Corvonero.

-Quale ragazza?- la voce di James si incrinò leggermente e lui si ritrovò a pensare che il salotto era diventato improvvisamente troppo caldo.

-Quella per la quale sei arrossito in quel modo. Merlino, Jim, mi cadi sempre su questi trucchetti così banali!- lo prese in giro, e James si schiarì la voce, facendo roteare gli occhi per tutta la stanza.

-Oh. Ehm. Sempre quella.- ammise, non riuscendo a sostenere lo sguardo di Bart, che doveva essersi fatto sicuramente più divertito di prima. Era riuscito ad evitare il cugino i primi tre giorni delle vacanze di Natale, ma quando erano arrivati gli altri Malandrini e le ragazze, in vista del Capodanno da passare insieme, James aveva capito che non sarebbe riuscito a scampare allo sguardo indagatore del cugino.

 

-Sempre quella? Jim, parola mia, sei monotono! Ma quella rossa antipatica di tre anni fa, quindi? Quella che ti affatturava per i corridoi?-

-C'è bisogno di ricordarmelo? E comunque, sempre lei, sì. E ci terrei a specificare che non è affatto antipatica. Anzi, è una persona meravigliosa.-

 

James arrossì di nuovo e Bart scoppiò a ridere -Merlino, ma perché non se ne era rimasto in quella dannata scuola per Erboristi in America?-, guardando il cugino come se fosse l'essere più esilarante sulla Terra.

-L'hai detto sul serio? Jim, sei davvero...  Cotto. Senti, ma almeno è diventata più bellina di un tempo, quella rossa? A quattordici anni non è che fosse proprio un fiore...-

-Non ti azzardare...- lo minacciò James, già stufo delle risate del cugino. C'era stato un tempo in cui erano andati piuttosto d'accordo, quando ancora James era un idiota sbruffone e si divertiva a ghignare in modo da imitare il cugino. Ma poi, James era cresciuto e Bart era rimasto lo stesso, e i rapporti si erano incrinati leggermente, ma inesorabilmente.

-Deduco che sia diventata carina...-

-Sì. È diventata bella. Bella, va bene? Sei snervante!- sbottò James e Bart si fece all'improvviso serio.

-Ma è... Ben dotata? Sai, un buon fisichetto, un bel didietro...-

-Sì, d'accordo? Lily Evans ha un bel cu...- l'urlo esasperato di James, che aveva alzato le braccia al cielo in segno di resa, fu interrotto da un paio di colpetti di tosse provenienti dalla porta del salotto.

 

-Lily Evans avrebbe che cosa?- domandò Lily stessa, appoggiata allo stipite con un'espressione divertita, mentre lo sguardo dei due cugini Potter si posava su di lei nello stesso momento.

-Oh, ehm. Ciao, Lily!- mormorò James, imbarazzato. Avrebbe potuto uccidere Bart -no, non è vero, l'avrebbe ucciso sicuramente-  ma cercò di respirare e di darsi una calmata, guardando Lily che continuava a sorridere.

-Allora, James? Ho un bel cu...?- chiese lei di nuovo e Bart scoppiò rumorosamente a ridere, guadagnandosi uno sguardo infuocato da parte di James. Lily gli fissò gli occhi addosso e lo scrutò con attenzione, prima di inarcare le sopracciglia con fare scettico.

-Credo che dovreste parlarne tra di voi, non so se mi spiego...- esclamò Bart, assumendo un'aria meno spavalda sotto lo sguardo critico di Lily. James annuì e strinse i denti, indicandogli con un gesto perentorio la porta del salotto.

-Grazie, Bart, te ne saremmo estremamente grati.- rimarcò poi, seguendo con lo sguardo il cugino fino a quando non si chiuse la porta alle spalle. Lily fece schioccare le labbra con una certa disapprovazione e James si rese improvvisamente conto della situazione imbarazzante in cui si era ficcato.

 

-Quando al quarto anno dicevo che non avrei mai trovato qualcuno più fastidioso di te, mi sbagliavo terribilmente. Ma in famiglia vi crescono per essere insopportabili?- domandò Lily, tradendosi però con un leggero sorrisetto alla fine della frase.

-Bart è rimasto mentalmente ai quindici anni, diciamo. Finché ne aveva dodici, tredici o quattordici allora era un tipo a posto. Poi però...- sospirò James, concedendosi un'occhiata in direzione di Lily, che continuava ad avere un sorrisetto sulle labbra. Si impose di non arrossire, di non fare cose stupide e, per nessuna ragione al mondo, di riprendere il discorso precedente.

-...Poi però non è maturato come altri Potter di mia conoscenza. A proposito di persone mature, sono ancora curiosa. Io ho un bel cu...?- detto da un'altra persona sarebbe suonato malizioso è quasi studiato, ma Lily era pur sempre Lily, e dopo aver finito di parlare si lasciò andare ad una risata sinceramente divertita, ma anche vagamente imbarazzata.

 

-Oh, tu hai un bel... Cuscino. L'ho notato, sul tuo letto, l'altro giorno. Molto carino, già.- borbottò James, infilandosi una mano tra i capelli. Non era mai stato così in difficoltà in tutta la sua vita, ed era sicuro che, se Sirius fosse stato presente in quel momento, si sarebbe divertito come un matto a commentare la sfumatura a metà tra il rosso imbarazzato e il verde nauseato che la sua faccia doveva aver assunto.

-James. Quel cuscino è del tuo letto degli ospiti.- ridacchiò Lily, continuando a scrutarlo con attenzione, mentre James deglutiva rumorosamente.

 

-Oh ma hai anche uno stupendo... Cucciolo di gatto.- si affrettò a dire, gesticolando apertamente con le mani. Merlino, non era mai stato così imbarazzato in vita sua.

-Il mio gatto ha sette anni, non è più un cucciolo da parecchio tempo...- lo corresse Lily, sorridendo bonariamente, mentre James si chiedeva perché non la piantasse di essere così affabile e ironica e bella e... Pignola. James la odiava, quando faceva la pignola in quel modo.

 

-Allora hai un bel... Culto.-

 

Lily rimase per qualche istante in silenzio, prima di scoppiare a ridere così forte che fu costretta ad aggrapparsi a James per non cadere a terra. James, dal canto suo, iniziò a ridacchiare nervosamente, per poi aprirsi in una risata travolgente che lo portò a sentire le lacrime bagnargli le ciglia.

 

-James Potter, io credo...- Lily fece una pausa, per scoppiare di nuovo a ridere istericamente ed asciugarsi gli occhi ancora lacrimanti -...io credo che questa sia in assoluto la cosa più...- altro attacco di risatine, stavolta causato da James, che proprio non riusciva a smettere di ridacchiare come un pazzo a causa della tensione -... Più stupida che tu abbia mai detto.-

 -Merlino, Lily, cosa c'è che non va nella parola culto?- tentò di giustificarsi lui, ottenendo come unico effetto un altro attacco di risatine da parte della ragazza. Si perse per qualche istante nel guardarla, con il volto contratto in una smorfia assurda e le guance arrossate, e subito sentì un gran peso scivolargli sulla bocca dello stomaco.

-Ok, e quale sarebbe mai, il mio culto?- domandò Lily, una volta tornata seria. Sembrava realmente interessata alla questione, anche se James la conosceva abbastanza da sapere che lo stava sardonicamente prendendo in giro.

-Ecco, tu segui un tuo rituale ogni giorno, soprattutto quando studi. Tipo...ehm... Quando mangiucchi la penna prima si scrivere, poi apri il libro e lo chiudi e lo riapri, sbuffi e... Sai. È tipo un rito religioso. Il Culto dei Compiti Evans.- balbettò James, senza fare minimamente caso a ciò che stava dicendo. Quella situazione si stava facendo sempre più imbarazzante, e lo sapeva, e mettersi a sparare certe stronzate da stalker non poteva avere altro effetto che quello di far levitare l'imbarazzo. Guardò velocemente verso Lily e la vide talmente rossa in viso che sembrava in procinto di scoppiare, con le labbra premute con forza le une sulle altre per non lasciarsi andare all'ennesima ondata di risate isteriche.

-Evans, non fare quella faccia. Smettila di ridere. Smettila subito.- la redarguì James, prima di scoppiare a sua volta in una risata, incapace di resistere davanti alla visione di Lily che ormai sarebbe potuta essere paragonata ad un pomodoro.

 

-Maledetta Evans, e io che ti volevo dire che hai proprio un bel cuore.- sussurrò alla fine, senza avere più un briciolo di fiato dopo le continue ondate di risate. A quelle parole, anche Lily smise di ridere e lo guardò con un'intensità tale da farlo sentire, improvvisamente, minuscolo. I suoi occhi verdi erano piantati su di lui e lo scrutavano, quasi a cercare qualcosa nei recessi della sua mente, e James si sentiva del tutto ipnotizzato e incapace di avere una volontà propria.

-Ho un bel cuore?- chiese lei, e James annuì, rendendosi conto dell'effettiva verità di quanto aveva appena detto. Non ci aveva riflettuto, ma sul fatto che Lily avesse davvero un bel -o, per meglio dire, un buon- cuore non c'era il minimo dubbio.

-Beh sì. Almeno, io la penso così. Tu sei... Buona. Sotto tutta la tua valanga di difetti, sei una persona buonissima. E fai sempre così tante cose per gli altri, e sei sempre lì ad essere... Pronta a dare una mano a tutti. Secondo me, tu devi avere un cuore bellissimo e soprattutto enorme, perché altrimenti non mi saprei spiegare come tu riesca sempre a... Voler bene a tutti. Voglio dire...- James si indicò brevemente -Voglio dire, vuoi bene a me. Sei una grande persona, Lily Evans.-

 

Il silenzio invase la stanza e James si rese conto di quanto aveva appena detto. Avrebbe dovuto scriverci un manuale, "Cose da non dire quando ti trovi in una situazione di imbarazzo con Lily Evans", visto quanto ormai era diventato esperto. Metteva su uno stupido teatrino pur di non completare una battuta idiota di cui Lily aveva ovviamente già compreso la natura, e si ritrovava a farle una sorta di dichiarazione.

 

Patetico.

Stupido.

Imbecille.

Testa di Troll.

 

-Le pensi davvero... Queste cose?- l'esitazione nella voce di Lily riportò James alla realtà e lui si ritrovò ad annuire con forza, sotto lo sguardo attento della ragazza.

-Davvero davvero. E ne penso anche tante altre.-

Oh Merlino, ma perché non era in grado di stare zitto?!

-Tante altre?- chiese Lily, con un sorriso incerto sul volto, facendo un passo verso di lui. James non si era mai trovato in una situazione più assurda, in vita sua, e gli sembrava che il cuore gli battesse così forte da poter fare da base ad una possibile canzone pop.

-Io penso un sacco di cose di te, a dire il vero. Cioè, penso un sacco a te. Nel senso, sei un bel pensiero e...- James era sicuro che se avesse continuato a parlare, sarebbe arrivato a dire cose terribilmente compromettenti, e voleva assolutamente evitare di balbettare in faccia a Lily Evans altre cose assurde e prive di senso.

E siccome era James Potter, e James Potter era un genio a salvarsi dalle situazioni più assurde e disparate in maniera del tutto originale, fece la prima cosa che gli venne in mente di fare per smettere di sproloquiare.

 

Si tappò la bocca, poggiandola istintivamente su quella di Lily.

 

Rimase così, immobile, con gli occhi aperti ed una mano premuta sul fianco della ragazza, per un tempo che gli parve infinito, continuando mentalmente ad insultarsi e a chiedersi come avrebbe fatto a salvarsi da quella situazione, ancor più imbarazzante di quella precedente.

Non che non volesse baciare Lily, anzi, erano anni che sognava letteralmente quel momento, solo che... Insomma. Si era immaginato più seducente, più romantico, sicuramente anche più attivo nel loro primo bacio, non come in quel momento, in cui sembrava pietrificato, o costretto a fare una cosa estremamente disgustosa.

 

Fu Lily a risolvere la questione per entrambi: dopo qualche istante di panico e immobilità assoluti, chiuse gli occhi e mosse, impercettibilmente, le proprie labbra, portando le mani verso il viso di James per poterlo avere più vicino a sé. James rispose con entusiasmo al movimento, aumentando la presa sul fianco di Lily e lasciandosi scappare addirittura un piccolo sorriso, mentre ruotava leggermente la testa per avere un migliore accesso alle labbra della ragazza.

Le mani di Lily si erano spostate dietro al suo collo, e James chinò la testa quel tanto che bastava a non costringere la ragazza in una posizione eccessivamente scomoda a causa della loro differenza d'altezza.

Se avesse potuto, non si sarebbe staccato da lei neanche per un secondo, perso com'era in quell'abbraccio incredibile e in quel profumo che quasi lo stordiva, dandogli alla testa. Le sue mani percorsero tutta la schiena della ragazza, per poi tornare al loro punto di partenza, riappropriandosi di quei fianchi morbidi e accoglienti, mentre i denti di Lily gli tiravano il labbro inferiore quasi per scherzo.

Questo è il Paradiso, pensò James, continuando a riacciuffare le labbra di Lily ogni volta che erano costretti a separarsi per riprendere il fiato.

Fu solo quando la porta si aprì di botto, facendo un fracasso che avrebbe potuto svegliare l'intero paese, che James dovette ammettere che quella era ancora la Terra, purtroppo. Lui e Lily si separarono con uno scatto, pur continuando a rimanere abbracciati, e si voltarono, con lo stesso sguardo assassino, verso Bart, che sorrideva sornione nella loro direzione.

 

-Oh scusate, non volevo interrompere. Ora me ne vado.- fece un sorrisetto di scuse, ma rimase al suo posto, come assorto nei suoi pensieri.

-Oh, Evans!- esclamò infine, un secondo prima di uscire dalla porta con un ghigno stampato in faccia -Ha ragione James, hai davvero un bel culo!-






Writ's Corner

Perdonatemi, perdonatemi davvero. So che un mese e passa d'attesa è degno di tanti insulti, ma mi giustifico dicendo che:
-Sono stata in vacanza e i momenti in cui ero a casa li utilizzavo per fare le valigie
-Ho cambiato computer e non avevo ancora Office, perciò non potevo aprire i documenti e pubblicare
-Ora che sono tornata a casa, ho passato metà del tempo a dormire e l'altra metà a preoccuparmi del mio imminente trasferimento

Perciò, abbiate pietà della Writ.
Ho pubblicato un capitolo allegro -da parte ne ho anche alcuni molto amari e vagamente angst, ma mi sarei sentita un po' stronza a tornare dopo tanto tempo con anche qualcosa di triste, non trovate?

Un'ultima cosina a casaccio: 
Ho avviato un'iniziativa sulla mia pagina facebook, Preferirei Uscire con la Piovra Gigante, Potter a proposito delle fanfiction sui Jily: in pratica, per questa settimana, pubblicherò una breve storia al giorno, corredata da un'immagine e voi dovrete votare a suon di "Mi Piace" quella che preferite, dopodichè, finita la settimana, io pubblicherò una storia sul sito ispirata alla storiella vincente. Ovviamente potete lasciare commenti con suggerimenti sia per le storie future che per l'eventuale pubblicazione, non vedo anzi l'ora di leggere un qualche prompt proposto. Trovate l'iniziativa con l'hashtag #AJilyWeek, mi piacerebbe vedervi partecipare!

Un bacione, 
Writ


Ps: so che è brutto autospammarsi, ma c'è questa storia, nel mio account, Il Migliore Amico di Peter Minus, Messer SenzaVista e le guance rosse di Lily Evans che sta partecipando ad un concorso e mi piacerebbe tanto sapere che ne pensate.
Baci, davvero davvero

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Capitolo 7
*** #8 Earth without Art is just Eh ***


Attenzione, attenzione: Muggle!AU

Writ's Corner (per una volta in cima alla pagina)

Volevo essere più puntuale, ma mi sono resa conto che sono un disastro in questo, perciò Amen, accontentatevi del fatto che io sia riuscita a non far passare un mese intero -ci siamo quasi, ma, ehi, sono in aticipo di 3 giorni!
Volevo dirvi che d'ora in poi con questa storia e forse anche con altre -Spoiler!- sarà così, visto che tra due settimane inizio l'Università e non sarà così facile riuscire ad aggiornare e a stare dietro a tutto.
Come avete visto, si tratta di un'AU. E' stata la prima che ho scritto in vita mia -risale ad Agosto, ma guardate un po' come vola il tempo!-e mi sono innamorata di questo genere. Consideratelo... Un piccolo spoiler. Per chi mi segue anche su Facebook, su Preferirei uscire con la piovra gigante, Potter sarà stato in un certo senso facile cogliere il riferimento ai miei ultimi post e lo spoiler esercitato da questa storia, per gli altri posso solo dirvi che sono in fase #WorkInProgress riguardo un nuovo progetto a cui tengo molto.

Sto cercando di scrivere il più possibile, in questi ultimi momenti di vacanza e mi sto iscrivendo ad una marea di contest. Se voleste passare a dare un'occhiata alle varie storie, vi lascio il link -tra l'altro, a breve dovrei ricevere i giudizi e sono molto ansiosa ahahah
Grazie per essere rimasti e per essere arrivati fin qui.
Vi lascio le note in cima, perchè la storia è lunga e così ve la gustate di più.
La Writtie vvb.



Hang Loose, Inferno  - Diamo Lustro al Personaggio Originale
Il Miglior Amico di Peter Minus, Messer SenzaVista e le guance rosse di Lily Evans - About Daily Life
Mille lettere, Fratello - Le infinite possibilità di una scelta


Ps: sempre parlando di contest, io e la meravigliosa Alyx abbiamo deciso di indirne uno, che si chiama Let's Play TABOO - Old Generation Edition! e niente, ci piacerebbe se anche qualcuno di voi decidesse di partecipare <3



#8 Earth without Art is just Eh


L’odore di vernice fresca precedeva sempre Lily Evans ogni volta che attraversava i corridoi della Southampton School Of Arts e faceva sì che tutte le persone lungo la sua strada si voltassero a guardarla sorridenti, mentre lei camminava a passo svelto con le labbra arricciate in un perenne sorriso perso in chissà quali pensieri.
Era un tipo strano, Lily Evans. Dai capelli rossi e i penetranti occhi verdi, sembrava lei stessa uno degli eterei personaggi che caratterizzavano tutti i suoi quadri, ben conosciuti in tutta la scuola per la loro incredibile fattura. Era silenziosa, timida e dotata di quell’intelligenza pungente che caratterizza tutte le persone più abituate ad osservare che a parlare, ma anche incredibilmente divertente quando trovava qualcuno che, secondo lei, valesse la pena di coinvolgere in una conversazione.
Nessuno avrebbe potuto affermare di conoscere davvero bene Lily Evans, ma era opinione comune e condivisa che quella ragazza fosse decisamente strana e allo stesso tempo decisamente intrigante.

Il diciotto marzo, Lily Evans aspettava impazientemente all’interno di una delle aule di pittura, muovendo nervosamente i piedi e guardandosi intorno alla disperata ricerca di qualcosa di interessante che le permettesse di ingannare il tempo. Odiava aspettare e, ancor di più, odiava aspettare qualcuno di cui non sapeva nulla se non che era uno dei soliti boriosi modelli che speravano di racimolare qualche soldo facendo sfoggio della loro tanto evidente quanto inutile bellezza.
L’appuntamento era fissato per le sedici, ma erano quasi le diciassette e ancora non si era presentato nessuno e Lily stava per prendere la drastica decisione di alzarsi ed andarsene, anche rischiando di essere punita dal professore, quando la porta si aprì con un tonfo e una massa scura si precipitò all’interno della classe, cadendo pesantemente sul pavimento.

-Cazzo, Sir, mi hai quasi ucciso. Levati di dosso!-
Quando Lily focalizzò meglio la massa scura sul pavimento si accorse che si trattava di due persone aggrovigliate e scompigliate che si stavano aiutando a vicenda a rialzarsi, spintonandosi e borbottando tra di loro nel frattempo.
-Ehm, scusate?- domandò, cercando di apparire cordiale e non far trasparire il proprio nervosismo.
-Sei Lily?- domandò uno dei due ragazzi, girandosi verso di lei all’improvviso e squadrandola con gli occhi blu come a cercare un qualche segno distintivo. Lily sussultò, dovendo ammettere a se stessa che il ragazzo che si trovava davanti era effettivamente bello, di una di quelle bellezza a cui era difficile rimanere indifferenti. Con l’occhio da artista, prima che da ragazza, decise che le sarebbe piaciuto ritrarlo di profilo, con i capelli neri e lunghi scompigliati e magari, perché no?, anche una sigaretta tra le labbra.
-Sì, sono io. E voi chi siete? Mi era stato detto che sarebbe venuto un solo ragazzo a fare da modello...- rispose, alzandosi per andare loro incontro e stringere loro la mano. Fu in quel momento, mentre scendeva l’ultimo dei gradini che portava dalle sedie in cima all’aula verso l’ingresso, che ebbe modo di vedere anche l’altro ragazzo, quello che aveva parlato per primo.

Aveva i capelli neri più assurdamente scompigliati che Lily avesse mai visto –e lei era certa che il loro disordine non dipendesse esclusivamente dalla caduta di poco prima-, la mascella ben definita coperta da un sottile filo di barba e gli occhi di un castano caldo e profondo, che sembravano ridere anche mentre lui era perfettamente serio e anche imbarazzato come in quel momento.
Lily non avrebbe potuto dire che era più bello dell’altro ragazzo, ma c’era qualcosa in lui che la spingeva a cercare sempre più dettagli nel suo viso, senza mai essere soddisfatta di ciò che vedeva.
-Infatti è lui il modello, io l’ho accompagnato perché, povero piccolo, si sentiva solo...- ghignò il ragazzo, ricevendo in risposta una spallata dall’amico. Si muovevano in maniera quasi sincronizzata, con i loro movimenti che si incastravano perfettamente e sembravano far parte di un copione già scritto.
Lily sorrise, leggermente in imbarazzo, mentre i due ragazzi notavano la mano che teneva ancora tesa davanti a sé e si affrettavano a presentarsi.

-Sono Sirius. Non badare al mio nome, i miei genitori sono appassionati di astronomia. Molto piacere.- disse educatamente il ragazzo con gli occhi blu, aprendosi in un sorriso cordiale e quasi guardingo. Lily rispose alla stretta di mano con vigore e sorrise a sua volta, cercando di mantenere la propria schiena dritta e dare un’idea di sicurezza.
-Io sono James, invece. Non badare al mio nome, i miei genitori sono noti per essere molto poco originali. Ma...-
-...Meglio un nome banale e una bellezza come questa, che un nome bello e una bellezza banale.- completò Sirius per lui  Lily scoppiò a ridere, guardando James che, in imbarazzo, si passava una mano tra i capelli porgendole l’altra. Aveva le mani grandi, lievemente callose e incredibilmente calde e quando lei staccò la propria e lo guardò negli occhi si sentì improvvisamente arrossire.
-Non ci fare caso, è un idiota. Non sono così vanitoso, non avrei davvero detto una cosa così. O almeno, non davanti ad una persona che non conosco...- replicò James, ancora leggermente a disagio, mentre l’amico ridacchiava e si appoggiava alla sua spalla con il gomito, in una posizione decisamente forzata e all’apparenza scomoda. James era più alto di lui di almeno una decina di centimetri, ma Sirius era estremamente magro e sembrava ancor più alto di quanto non fosse in realtà.

Lily si concesse un’altra occhiata verso James –c’era qualcosa che l’ipnotizzava, nel suo viso, e le impediva di smettere di guardarlo- e lui le sorrise brevemente ma in modo incredibilmente sincero.
-Possiamo iniziare, allora, Sirius, se vuoi. Mettiti lì, fai qualcosa di molto nel tuo stile, non ti... interessare a me, va bene? James,- un piccolo brivido l’attraversò mentre pronunciava il suo nome- tu puoi sederti lì, se vuoi e... non so, fare quello che ti pare, suppongo- disse Lily, tornando rapidamente al posto dove era seduta fino a poco prima per recuperare un po’ di materiale.
Sirius la guardò con un sorriso enigmatico e con tutta la grazia di cui poteva essere disposto, si accese una sigaretta, dopo aver lanciato uno sguardo divertito al cartello “Vietato fumare” che campeggiava su uno dei lati della stanza.
Lily sospirò e, benchè fosse vagamente contrariata dalla cosa, non si stupì affatto per quel gesto e anzi ebbe un piccolo moto d’orgoglio quando si rese conto di essere riuscita fin da subito ad inquadrare l’essenza di quel ragazzo.

Aveva ben poco dei normali modelli, era molto più interessante e sfuggevole e si sentì improvvisamente divertita nell’affrontare un lavoro come quello, nient’affatto noioso. Non poteva tuttavia impedirsi di pensare che, sotto sotto, le sarebbe piaciuto mille volte di più dipingere e ritrarre James, con quel qualcosa di inafferrabile che non poteva fare altro che affascinarla.
Lo schizzo e il bozzetto le scivolarono tra le dita abili in pochi minuti e ben presto su tre o quattro fogli di carta si potevano facilmente vedere profili di Sirius, che assumeva in ognuno di essi espressioni leggermente diverse. In tutte si poteva cogliere una leggera malinconia mista a fierezza e Lily si sentiva intimamente soddisfatta del lavoro che stava realizzando. Quando si trattò di scegliere il bozzetto da trasporre su tela si trovò indecisa e rimase a fissare i fogli per qualche minuto, fino a quando non sentì un leggero spostamento di corrente alla sua destra. Si voltò e trovò il viso di James estremamente vicino al suo, cosa che la fece arrossire e sobbalzare leggermente allo stesso tempo. Lui la guardava sorridente e le rivolse un timido “Posso?” indicando i disegni che lei si teneva sulle ginocchia. Lily annuì e lo guardò studiare i bozzetti con la massima concentrazione, mentre Sirius, in fondo all’aula, si era acceso la seconda sigaretta e canticchiava sottovoce in maniera distratta. Lily desiderò nuovamente avere la possibilità di ritrarre James e distolse lo sguardo da lui prima di essere colta in flagrante.

-Questo. Questo è Sirius, devo dire. Mi piace moltissimo, sei... wow. – disse lui e le sorrise in maniera quasi accecante, guardandola direttamente negli occhi.
-Oh... io... grazie.- mormorò Lily, sorridendo e allungando una mano per riprendere il foglio che James ancora studiava. Un tocco inaspettato tra le loro mani li fece sobbalzare e entrambi si guardarono imbarazzati, studiandosi a vicenda.
-Non c’è di che...- sussurrò James, prima di estrarre un libro dalla borsa e iniziare a leggere, senza più lasciare la propria posizione accanto a Lily.
La ragazza iniziò a muoversi mentre replicava il disegno sulla tela e iniziava ad applicare il primo strato di colore, ponendo una studiata attenzione sui toni dell’azzurro e del grigio. Erano quelli i colori che avrebbe associato al ragazzo, senza dubbio, e voleva che fossero percepibili più o meno in ogni punto della tela e in ogni sfumatura.
Lavorò per un paio di ore, mentre sprazzi di conversazione andavano a riempire il comunque piacevole silenzio che si era creato nella stanza.

-Sirius, sai che non si dovrebbe poter fumare nelle aule vero?-
-Beh, tu mi hai detto di fare qualcosa di molto nel mio stile. Io ho infranto le regole, ho fumato e ti ho stupita.-
-Lascialo stare, vorrei dirti che non è sempre così arrogante, ma purtroppo non sarebbe vero.-
-Come sei simpatico James, di’, hai finito le idee per fare conversazione e devi per forza usare me come argomento?-
-Evidentemente sei un argomento interessante, se James ne parla tanto, no?-
-Ti ringrazio per la fiducia, Lily, ma non è davvero così interessante. Parlaci di te...-
-Ehi amico, io ero contento che si parlasse di me!-
-Sirius, per favore, potresti rimetterti un secondo in questa posizione? Ecco, gira la faccia così, bravissimo... Non ti muovere...-
 
-Allora Lily, quanti anni hai?-
-Ne ho compiuti venti da poco. E tu, James?-
-Io ne avrò venti tra... nove giorni.-
-Oh, capisco. Emozionato?-
-Tu sei stata emozionata, quando li hai compiuti?-
-Lily, sottraiti da questo interrogatorio finchè puoi. James non vede l’ora di parlare del suo compleanno!-
-Beh, allora cambiamo argomento. Che cosa studiate?-
-Sirius è uno degli sbandati del corso di Musica, io studio per diventare un attore di teatro.-
-Di teatro? Davvero?-
-Davvero. Mi è sempre piaciuto e... è ciò che vorrei fare nella vita.-
-Oh. E’ decisamente bella, come prospettiva...-
-E tu, Lily?-
-Al momento, Sirius, punto a terminare il tuo ritratto, ma se continui a muoverti così...-
-Scusa. Sto fermo, muto e zitto, allora.-
 
-Lily, sono le sette.-
-Oh, è tardissimo, accidenti. Spero di non avervi rubato troppo tempo!-
-Ma no, figurati, davvero.-
-Potete... cioè Sirius, puoi tornare domani? Sempre alle sedici... Magari questa volta per tempo!-
-Non mi ci vuoi, Lily?-
-Oh no, cioè sì, ti ci voglio, cioè... se vuoi tornare anche tu sono contenta, non ti caccio assolutamente, ma non so se hai altri impegni...-
-Ottimo, allora saremo qui anche domani sempre alla stessa ora. E questa volta Sirius si ricorderà di impostare l’orologio sull’ora solare, vero Sirius?-
 
Lily sorrise posando il pennello e lanciando un’occhiata al dipinto sulla tela, ancora ben lontano dall’essere concluso. James si avvicinò per sbirciare e lei lo vide sussultare per la sorpresa, annuendo in direzione della tela.
-Ribadisco il concetto precedente. Wow. Non oso pensare a come sarà, una volta terminato...- le sorrise e Lily arrossì nuovamente, ringraziandolo mentre riponeva i fogli dentro alla propria cartella.
-Posso vedere anche io?- chiese Sirius, avvicinandosi e stiracchiandosi, con l’ennesima sigaretta ancora da accendere ben stretta tra le labbra. Lily alzò la testa e si parò davanti alla tela, con le braccia spalancate per coprire l’immagine.
-Scordatelo. La vedrai terminata, sennò mi rovini la magia e dopo tu assorbi il quadro invece che essere il quadro ad assorbire te.- rispose lei, mentre Sirius abbassava lo sguardo e annuiva, riflettendo sulle parole della ragazza. James la guardava stupito e ammirato dalla semplicità con cui lei aveva espresso un’idea tanto esatta quanto profonda e non potè fare a meno di fissare lo sguardo su di lei.
Lily se ne accorse e face un sorriso timido, mentre si affrettava a coprire la tela in modo da proteggerla e far asciugare il colore. Si avvicinò poi ai due e li accompagnò all’uscita della stanza, fermandosi per salutarli con un’altra stretta di mano.
-Allora ci vediamo domani qui alle sedici?- domandò Sirius e Lily annuì, ammonendolo giocosamente con lo sguardo.
-Per tempo, stavolta.-
-Per tempo, per tempo. Beh. Allora io vado. Ci vediamo...- le disse lui, girandole con grazia le spalle ed iniziando a camminare in maniera aristocratica e annoiata allo stesso tempo.

-Se non ti da fastidio, torno anche io, quindi...- le chiese James, fissandola intensamente e Lily annuì, lasciandosi sfuggire un sorriso sincero.
-A domani, James.-disse, arretrando leggermente senza staccare lo sguardo dal suo.
-Allora... a domani, Lily.-
-Lo stomaco le si strinse e lei si costrinse a non fissarlo mentre si voltava e raggiungeva l’amico, dandogli una pacca sulla spalla.
Che bella promessa, si ritrovò a pensare.
 


-Sono in anticipo?-
La voce di James fece sussultare Lily, che stava disegnando qualcosa su un blocco rovinato e assai consunto.
-Un po’, ma non fa niente. Tanto non stavo facendo nulla di interessante...- mormorò lei, riponendo il blocco e girandosi  a guardarlo con un sorriso. James le si avvicinò salendo le scale a due a due, con le lunghe gambe dinoccolate che sembravano muoversi di volontà propria, e le si sedette accanto come aveva fatto il giorno prima.
-Posso vedere?- chiese, indicando i disegni, e Lily scosse la testa arricciando il naso lentigginoso.
-Nossignore, mi dispiace.- disse lei, scuotendo la testa, e lo vide farsi pensieroso.
-Non è che mi stai facendo un ritratto e io non devo vederlo per tutta quella storia del “Sennò assorbi il quadro eccetera eccetera”?- domandò, guardandola negli occhi per qualche secondo. Lily si sentì arrossire e distolse lo sguardo, facendo una smorfia contrariata.
-Come mai non hai chiesto di fare anche tu il modello per noi studenti di Pittorica?- cambiò discorso lei, girandosi a guardarlo con l’interesse vivido che le illuminava gli occhi.
-Perché... Fare il modello non avrebbe fatto per me. Stare immobile. Aspettare, non sapere esattamente cosa fare. Io non sono fatto per questo, a me piace avere una traccia guida ed inventare su di essa, mi piace improvvisare conoscendo già la storia. Faccio l’attore perché mi piace avere mille volti e mille identità, perché... mi piace non essere statico. Cambiare.- Lily lo guardò ammirata, pendendo dalle sue labbra e registrando con cura ogni sua parola. Era così dannatamente affascinante, quando diceva quelle cose, quando cambiava il tono di voce e si faceva improvvisamente adulto.
-Non potresti... recitare anche facendo il modello? Insomma, interpretare la parte di un modello...- disse dopo qualche istante di silenzio, sorridendo timidamente.
-E poi che ne otterresti? Se capitassi tra le mani di un’artista brava come te, sarei irrispettoso a recitare sapendo che lei sarebbe in grado di dipingermi l’anima.- esclamò, con tono pomposo ed entrambi scoppiarono a ridere, senza mai distogliere lo sguardo l’uno dall’altra.
-E’ un peccato, James, perché saresti un modello interessante.- asserì lei, dopo qualche istante di profonda meditazione.
-Più di Sirius?-
-Sirius è un modello interessante in maniera diversa. Lui sa di essere interessante e questo fa sì che ci sia qualcosa di inafferrabile in lui. Uno spirito che difficilmente si riuscirebbe a cogliere in qualcun altro. Tu saresti un modello più... timido. E impacciato. E così emergerebbero delle cose di te che normalmente si possono solo avvertire, ma non cogliere...- sussurrò Lily, spostando velocemente gli occhi verso la porta della stanza che si stava aprendo rumorosamente.

-Sono in ritardo, vero? Se è arrivato già James, allora sono sicuramente in ritardo.- esclamò Sirius con voce squillante e Lily si alzò in piedi ridendo, cercando di rassicurarlo e constatando che in realtà era perfettamente in orario. Era perfettamente consapevole dello sguardo di James puntato sulla sua schiena, ed era ancor più consapevole del fatto che probabilmente si era spinta un po’ troppo in là con quelle sue riflessioni che normalmente non sarebbero dovute essere esplicitate.
-James è arrivato in orario? Davvero? E che è successo?- domandò Sirius, per poi accendersi una sigaretta e sedersi pigramente accanto alla finestra come il giorno prima.
Lily si voltò verso James e lui le rivolse un sorriso che le scaldò il cuore, tanto che fu costretta a voltarsi di nuovo per non fargli vedere il rossore che le aveva riempito le guance.
-Beh, allora, cominciamo?-
 

Il quadro fu terminato quasi un paio di settimane dopo e quello che ne uscì fuori fu un ritratto di Sirius che sembrava indagare nel mondo nascosto dietro i suoi occhi, che guardavano il fumo di una sigaretta che si perdeva in lontananza. Quando Sirius lo vide, rimase per qualche istante in silenzio e poi si girò ad abbracciare la ragazza.
-Lily Evans, sei davvero la pittrice più brillante della tua età (1). E’ stupendo. Grazie, grazie mille, davvero. Sappi che se ti dovesse servire un modello per... qualunque cosa, io sarò felicissimo di lavorare ancora con te!- le disse poi, sorridendole allegro. James era alle sue spalle e, benchè avesse visto il quadro nascere, evolversi e liberarsi della sua fragile corazza di bozzetto, ancora non riusciva a capacitarsi di quanto quello ritratto fosse effettivamente Sirius.
Quando vide l’amico scappare dalla porta di corsa –“Scusami davvero, Lily, ma sono arrivato in ritardo anche alla scorsa lezione e se lo faccio anche oggi come minimo mi uccidono!”- si avvicinò alla ragazza e le posò le mani sulle spalle gracili.

-Wow.- si limitò a dire e lei si girò verso di lui, sorridendogli apertamente.
Avevano legato così tanto, in quelle settimane, che Lily a malapena si ricordava di come potesse essere disegnare senza avere James che le stava vicino silenzioso e ogni tanto le faceva una domanda sulla sua vita.
-Ti piace?- domandò, senza guardarlo direttamente negli occhi ma accontentandosi di scrutarne tutto il volto per poterne assorbire ogni dettaglio.
-Posso dire una banalità?- chiese lui, guardandola intensamente finchè anche lei non incrociò il suo sguardo. Improvvisamente, Lily sembrò ricordarsi delle mani di James ancora sulle sue spalle e del fatto che l’aula fosse vuota e silenziosa, e si costrinse a deglutire, vista la gola troppo secca.
-Una... banalità?- disse, infine, con la voce flebile e il cuore che batteva fin troppo forte. James le sorrise, squadrandola con i suoi occhi sempre divertiti, e annuì come a farsi coraggio.

-Mi piace quasi quanto mi piaci tu, Lily Evans.-

Le gote di Lily si arrossarono e lei si ritrovò improvvisamente a corto d’aria, mentre James continuava a guardarla con un sorriso incerto.
-Troppo banale?- chiese James, vagamente preoccupato.
-Oh no, è solo che... sai. Stavo pensando che è effettivamente una fortuna, visto quanto effettivamente mi piaci tu.-
C’era ancora un sorrisetto imbarazzato stampato sulle labbra di Lily, quando James si chinò e la baciò delicatamente, con gli occhi chiusi e gli zigomi ancora sollevati in un sorriso involontario.
Quando si staccarono, James strofinò il naso contro quello della ragazza e le accarezzò il viso con delicatezza, mentre lei teneva gli occhi chiusi e si beava di quel tocco delicato.

-Senti, a questo punto devo proprio chiedertelo. Posso vedere i ritratti che hai fatto a me?- domandò infine lui e lei si lasciò andare ad una risatina, aprendo gli occhi per squadrarlo.
-E tu che ne sai, dei ritratti?- chiese, cercando di non mostrarsi troppo imbarazzata.
-Ho imparato a conoscerti, Lily Evans. E poi, diciamocelo, io sono un modello molto migliore di Sirius...-


E quando Lily scoppiò a ridere, guardandolo negli occhi, sperò di avere davvero abbastanza tempo per carpire il loro segreto e riuscire, finalmente, a fare un ritratto di James Potter che corrispondesse alla sua reale essenza.





(1) Ops, credo di averla già sentita da qualche parte, questa frase #IfYouKnowWhatIMean




 

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Capitolo 8
*** #9 Un litigio ***



#9 Un litigio



Novembre 1976
 
 
 
 
-Io non ti sopporto, James Potter!-
-Semmai io non ti sopporto, Lily Evans!-
 
Si guardano negli occhi, furenti come se fossero tornati a quando avevano tredici anni e James rischiava ogni giorno di essere affatturato dalla ragazza. Lily Evans ha i capelli tutti scompigliati e tiene un dito puntato verso James Potter, mentre lui, furibondo come Lily non l'ha mai visto, ha le braccia incrociate sul petto e tiene il mento alto in posizione di sfida.
 
-Penso che potrei ucciderti, in questo momento.-
-Che strano, Potter, stavo per dire la stessa cosa...-
 
Se qualcuno passasse di lì in quel momento, riderebbe nel vederli discutere per una cosa tanto idiota, ma sono sempre James e Lily e loro non discutono mai per cose intelligenti.
 
-Tu avresti intenzione di uccidere me?-
-Esatto. E credimi, potrei farlo alla Babbana, in questo momento.-
 
James sbuffa, guardando Lily, e pensa che non possa star seriamente pensando di poter fare paura a qualcuno, piccola e magra com'è. Neanche gli occhi verdi stretti e socchiusi sono così spaventosi come lei crede e il ragazzo si chiede come mai nessuno, in tanti anni, le abbia fatto notare che quando fa quell'espressione lì non solo non è affatto spaventosa, ma rasenta quasi il patetico.
 
-Fammi capire, tu mi hai fatto mettere in punizione la sera in cui io dovevo uscire con una ragazza e poi vuoi anche uccidermi? Ma stiamo scherzando, spero!-
-Sono in punizione anche io e per di più per colpa tua, quindi si, sono furiosa!-
 
Le guance di Lily si sono imporporate per un istante nel sentirlo marcare con insistenza le parole "con una ragazza", ma ha subito ripreso il controllo e ora lo guarda con astio puro. Sta tremando e vedere James che sembra più infuriato di lei la mette ancor più in agitazione.
 
-Ma chi ti credi di essere, Evans? Solo perché sei un dannatissimo Prefetto non vuol dire che non puoi finire in punizione!-
-Sei tu che hai fatto esplodere la mia pozione!-
-Per sbaglio! L'ho fatta esplodere per sbaglio, Evans, per Merlino, cresci! Sei sempre lì a sputare sentenze su tutti, ma sei così bambina che a volte mi verrebbe voglia...-
 
James tace, furibondo, e osserva Lily che ha spalancato gli occhi e sfoggia un'espressione di mal celata sorpresa e indignazione. Ha le guance rosse e la treccia le si è sciolta in parte, così ora ciuffetti di capelli rossi se ne stanno sparati in ogni direzione.
 
-Ti verrebbe voglia di fare cosa, Potter?-
-Di dirti che sei un essere umano. Anche tu! Come tutti noi, pensa un po' che rivelazione! E non puoi stare ad attaccarti al passato o a stupide ripicche infantili. Merlino, Evans, un Serpeverde ha rovesciato il mio calderone e la mia pozione è finita dentro alla tua, e tu ti ostini a darmi la colpa? Pensavo, sai, che dopo i recenti avvenimenti avessi imparato ad andare un po' oltre l'apparenza delle persone!-
 
La situazione è così assurda -James che rimprovera Lily, James che dice a Lily di crescere, Lily che si sente, all'improvviso, una stupida- che cala un silenzio imbarazzante subito dopo le parole di James. Lily abbassa gli occhi e sente delle lacrime che minacciano di rovesciarsi sulle sue guance, perciò prende fiato e si porta una mano al volto, frettolosa. James la osserva e sente un vago senso di colpa infiltrarsi nel suo stomaco, mentre cerca di mantenere un certo contegno.
Loro sono abituati, a scene come questa. Non è successo niente.
Se lo ripete, ma sa che in realtà non è vero, perché in mezzo al proprio discorso ci ha ficcato qualcosa che proprio non doveva esserci, che, in fondo lo sa, è stato un colpo basso.
 
-Evans...-
-Non lo sapevo che saresti dovuto uscire con una ragazza.-
-Evans...-
-E lo so che tutti pensate che io sia una persona orribile. Un'idiota. Che sono patetica e mi credo superiore ad ogni persona sulla faccia della Terra.-
-Evans...-
-E lo so che faccio schifo anche a valutare le persone. Ma vuoi sapere una cosa? Io non ho più voglia di valutare le persone. Di fidarmi. Non voglio più.-
 
Ha abbassato il tono nel pronunciare quelle parole, Lily, e James si sente all'improvviso in colpa per le parole e i pensieri di poco prima. Non l'ha mai vista rinunciare ad un litigio così. Non l'ha mai vista arrendersi.
 
-Lily...-
-Vado a studiare, ci vediamo questa sera.-
 
E detto questo, si gira e se ne va, i tacchi delle scarpe che risuonano nell'aula vuota. James si lancia in avanti, verso di lei, e la blocca, prima che possa anche solo oltrepassare con la punta del piede la porta. Lei si volta e sbatte gli occhi, confusa, e a dire il vero è confuso anche James, visto che di norma non ci si comporta così, quando si è arrabbiati.
 
-Mi togli anche il privilegio dell'uscita di scena trionfale, adesso?-
-Potter, il tuo sarcasmo non è gradito, al momento.-
-Ho detto una cattiveria. Sono comunque arrabbiato con te e ammetto di trovare comunque giusto il fatto che sia finita in punizione anche tu per avermi sbraitato contro e, soprattutto, penso comunque che tu dovresti iniziare a valutare le persone in maniera più approfondita, ma... Ho detto una cosa cattiva.-
-Bene.-
-Ok.-
 
Si guardano imbarazzati e sono entrambi consapevoli del fatto che la mano di James è ancora
stretta intorno al braccio di Lily. Ecco, se qualcuno passasse di lì in quel momento, si sorprenderebbe davvero a trovarli all'improvviso a corto di parole e con le guance ancora arrossate.
 
-Sei ancora in tempo per... Spostare l'appuntamento.-
-L'appuntamento?-
-Con la ragazza.-
-Oh, credo che non lo farò, sai? Non è che fosse così... Fondamentale.-
-Oh...-
-Già..-
 
Lily lancia un'occhiata fugace a James e studia il suo volto serio, perso dietro a qualche pensiero. Una leggera sensazione di sollievo le afferra lo stomaco e lei deglutisce appena, smettendo subito di osservare il ragazzo davanti a sé.
 
-Sai, se fossi la ragazza con cui devi uscire, mi piacerebbe almeno sapere che hai intenzione di annullare tutto.-
 
È un attimo, uno sguardo brevissimo che James lancia a Lily. È un battito -uno solo- che salta la corsa.
 
-Ma non sei tu.-
 
E c'è un rammarico forte, dietro a quelle parole, Lily lo avverte tutto. La investe, quel tono desolato e vagamente amareggiato -James sembra aver appena constatato una verità piuttosto scomoda- e lei solleva gli occhi, senza incontrare lo sguardo del ragazzo. Lui non la guarda, ha le labbra serrate e tiene gli occhi puntati verso il soffitto.
 
-Oh.-
 
Il suono che esce dalla sua bocca si perde nell'aria e James d'istinto si volta verso di lei e trova il suo volto vicino. Così vicino che in uno slancio -è ancora furioso, e non sa nemmeno più lui per che cosa- posa le labbra su quelle della ragazza per un istante, uno solo.
Un battito si perde nella sua corsa. Poi torna e si ricompone, si rimette in assetto con gli altri, quando James si stacca e senza dire una parola se ne va, facendo finalmente la sua uscita trionfale.
 
Lily tiene gli occhi spalancati -è davvero successo tutto questo?- e resta immobile, ferma, senza avere il coraggio di attraversare quella porta.
Sente ancora le labbra di James che toccano le sue e non sa di preciso se sia stato frutto del caso e di un impeto d'ira, o se ci fosse altro, dietro al gesto meno romantico, ma più sconvolgente, della sua intera esistenza.
 
Tace e ascolta i passi degli studenti riempire i corridoi. Si chiede se anche quelli di James siano mescolati tra di essi o se lui sia già fuggito da qualche altra parte, magari sconvolto quanto lei da tutto ciò che è appena successo.
 
-Oh.-
 
Si tocca le labbra di nuovo, per sicurezza, e istintivamente sa che le proprie dita non sono morbide come le labbra di James Potter.




Writ's Corner
Ho deciso di cambiare lo stato della storia perchè, in effetti, avevo ancora dei capitoli da parte. Ci sono delle cose da modificare, certo (Non credo riuscirò ad arrivare a 50, onestamente, ma magari, passata la sessione infernale ci si può anche provare, perchè no) però mi piacerebbe pubblicare ancora dei capitoli, perciò, se siete ancora qui...

 

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Capitolo 9
*** #10 Halloween ***


#10 Halloween
 

 

-Io non ho intenzione di parlare con te!-

La mia voce echeggia nell'aula vuota mentre mi volto verso la porta per andarmene. Sento un sospiro alle mie spalle e subito dopo mi sento tirare indietro per il gomito.

-Lily, vuoi fermarti e riflettere un secondo?-

James ha la voce estremamente tranquilla, solo vagamente scocciata e non accenna a mollare la presa sul mio braccio, anzi, approfitta della mia distrazione per riportarmi sui miei passi e farmi voltare verso di lui.

-Riflettere su cosa?- dico, guardandolo negli occhi in tono di sfida. In realtà, sono consapevole di aver fatto una pessima mossa, perché davvero, nessuna persona arrabbiata dovrebbe guardare dritto negli occhi James Potter a così poca distanza. O per lo meno, non dovrebbe farlo se vuole continuare a mantenere la sua arrabbiatura.
James solleva le sopracciglia e mi studia con pazienza, chinando leggermente la testa a sinistra come per avere una visuale migliore. Cerco di mantenere il mio cipiglio accigliato, ma é davvero difficile considerando che nessuno di noi sta dicendo una parola e il peso dello sguardo di James quasi non mi lascia respirare.

-Senti, credi davvero che sia stato io a mettere in giro la voce che tu abbia tradito Hammer... con me? Sul serio, Lily, va bene dirmi che sono pazzo, ma così sarei al limite del masochismo...-

Distolgo lo sguardo e non rispondo, allontanandomi leggermente. James nota il mio movimento e sospira di nuovo, e io so che sta alzando gli occhi al cielo come ogni volta che dico o faccio qualcosa che a lui sembra davvero stupido.

-Ma poi, tu e Hammer non vi siete lasciati a Novembre o giù di lì? Che senso avrebbe mettere in giro questa voce ora che siamo al... Dieci di Gennaio?-

Le sue parole hanno più senso di quanto pensassi ed in effetti, ciò che dice non suona affatto stupido. Potrebbe anche avere ragione, il che, penso, sentendo un sussulto allo stomaco, sarebbe estremamente confortante.

-Non so quale senso abbia fare una cosa del genere, ma di solito le cose che fai tu non hanno un gran senso...- provo a dire e James lancia indietro la testa e si porta una mano tra i capelli, in un gesto di profonda disperazione.

-Andiamo, Lily, non sono una persona meschina. E lo sai anche tu, quindi smettila di prendertela con me. Non sono stato io a mettere in giro... Qualunque cosa sia stata messa in giro. E poi non vorrei mai che la gente parlasse male di te o ti prendesse in giro o ti giudicasse in maniera poco carina. Di questo almeno puoi stare sicura... Sai che non farei mai nulla che potrebbe farti del male.-

L'ultima frase del suo discorso la dice quasi sussurrando e io non posso fare a meno di sentire una scarica di brividi lungo la schiena. So che ha ragione e mi do mentalmente dell'idiota per non essermene resa conto prima. Mi sarei decisamente potuta evitare questa scenetta da primadonna isterica.

-Uhm. Potresti anche avere ragione. Credo.-

James sorride alle mie parole e mi allunga una mano.

-Facciamo pace, Evans? Lo sai che non mi piace quando mi accusi di qualcosa che non ho fatto, ma in effetti nel corso di questi anni ne ho combinate parecchie, quindi potevi avere un qualche... Motivo per prendertela con me. Niente rancore, va bene?- dice e gli stringo la mano con uno sguardo sorpreso, pensando che non l'ho mai sentito fare un discorso così tanto da adulto e così poco da... Potter. Lui se ne accorge e sorride e, oh Merlino!, il suo sorriso provoca nel mio stomaco un'altra ondata di contrazioni assai pericolose e quasi spiacevoli.

-Scusa per... Averti incolpato, allora. Ho la tendenza ad essere un po' melodrammatica in questi casi, ecco...- borbotto senza guardarlo e lo sento ridere sommessamente. Per fortuna non si è arrabbiato o offeso, sarebbe stato decisamente brutto.

Faccio per alzarmi dalla cattedra sulla quale mi ero seduta quando la voce di James mi ferma e mi costringe a voltarmi.

 

-Per curiosità, Lily, che cosa dice la voce che é stata messa in giro?-

Non mi aspettavo questa domanda e lui lo sa, perché quando lo guardo in faccia vedo che ha sulle labbra la traccia di un sorrisetto quasi compiaciuto.

-Dice che... Uhm... Sia successo la sera di Halloween, alla festa abusiva in Sala Comune...-

-E che sarebbe successo, esattamente?- domanda James, con una certa malizia nella voce. So che lo fa apposta per prendermi in giro, ma non posso impedirmi di avvampare come una ragazzina del primo anno.
Patetica. Decisamente Patetica.

-Ecco, secondo questa voce io e te ci saremmo... Messi a ballare insieme in maniera molto...- faccio una pausa, imbarazzata, e cerco di trovare una parola meno compromettente di "sensuale" -...molto intima, ecco.-

-Ah sì? E come sarebbe, questa maniera molto... Intima?-

Si sta divertendo da matti, lo so, lo conosco, fa il curioso, ma in realtà vorrebbe solo ridere a crepapelle del mio imbarazzo.

-James!- lo rimprovero e lui scoppia a ridere davvero, questa volta, per poi tornare a guardarmi con una strana serietà stampata in volto.

-Lily, ma sono una delle parti in causa, sono coinvolto anche io, è giusto che io conosca il contenuto di queste dicerie...-

Capisco perché nessun professore è mai riuscito ad incastrarlo davvero o a provare la sua colpevolezza in qualcosa. É troppo scaltro e decisamente troppo bravo a rigirare i discorsi come più gli piace, e sarei propensa ad odiarlo se solo non dovessi riconoscere che, ancora una volta, potrebbe avere ragione.

-D'accordo, hai vinto. Dicono che stessimo ballando... Molto abbracciati e con le fronti che quasi si toccavano. O almeno, questo é quanto hanno riferito a Marlene, che l'ha riferito a me...-

Mi aspetto una risposta di James, ma invece di sentire la sua voce sento i suoi passi avvicinarsi a me e prima che me ne possa rendere conto mi ritrovo con le sue braccia saldamente strette intorno al busto. Alzo la testa per capire cosa stia succedendo e lo trovo inspiegabilmente vicino, così vicino che posso sentire davvero l'odore della sua pelle ed osservarne tutte le imperfezioni.

-James, ma che cosa diavolo stai facendo?-

-Sto cercando di ricreare la scena, Evans, e sono appena giunto alla conclusione che chiunque si sia inventato questa storia non deve aver tenuto conto del fatto che sei terribilmente bassa e che questa posizione é alquanto scomoda da tenere per ballare...- tace un secondo e io non posso che fissarlo ammutolita, mentre lui mi trascina con sé e inizia a dondolare goffamente sul posto. Improvvisamente, sento troppo caldo e mi sembra che tutta l'aria mi sia stata risucchiata via dal corpo.

-...Vedi? È impossibile. Non avrei mai fatto colpo su di te, se mi fossi mosso con la grazia di un ippogrifo!-

-Magari, Potter, non era così che ci immaginavano. Magari io non ero terribilmente bassa, perché indossavo i tacchi e magari non avevo le braccia schiacciate contro il tuo petto!- ribatto con tono di sfida e contemporaneamente mi alzò sulle punte e a fatica sposto le mani sulle sue spalle, sentendo improvvisamente l'aria entrare nuovamente nei miei polmoni. James ridacchia e il suo movimento si ripercuote anche nel mio corpo, così stretto al suo. È una sensazione decisamente piacevole, mi ritrovo a pensare.

 

-Bene e poi? Che succedeva?-

-Poi... Tu mi sussurravi qualcosa all'orecchio e io facevo una risatina maliziosa...- spiego, tornando ad arrossire. Stiamo continuando a dondolare sul posto e i piedi iniziano a farmi male a causa della posizione in cui li costringo, ma cerco di non farci caso.

-E cosa ti sussurravo all'orecchio, di preciso, bella fanciulla?- mi bisbiglia James all'orecchio, facendomi sussultare e arrossire ancora di più. Credo di avere la pelle d'oca da qualche parte e mi auguro non si sia accorto del battito che il mio cuore ha inspiegabilmente mancato.

-Potter!- esclamo ad alta voce e lui ride direttamente nel mio orecchio.

-Allora, signorina Evans, che cosa le sussurravo di così scandaloso da produrre in lei una risata maliziosa?- bisbiglia di nuovo e mi solletica l'orecchio con le labbra. Ridacchio leggermente per il suo tono aulico e penso di stare per impazzire. O forse no, forse sono già impazzita.

Merlino, qualcuno mi dia dell'aria nuova da respirare!

-Non mi é dato saperlo, signor Potter, purtroppo le voci di corridoio non riportano così tanti dettagli...- rispondo e so che sta sorridendo, con il viso ancora premuto sulla mia guancia.

-Fammi pensare, cosa mai avrei potuto dirti? Oh, ho trovato!- esclama, prima di tirare indietro la testa per avere libero accesso al mio orecchio -"Sei terribilmente sexy, Evans, questa sera, vestita da sposa cadavere..."-

Deglutisco e scoppio a ridere, dandogli una manata sulla spalla.

-Idiota, ero vestita da vampiro, quella sera!-

James sospira e torna a guardarmi negli occhi, con un sorriso beffardo sulle labbra.

-Beh almeno ci ho provato. Immagino fossi sexy comunque...-

Borbotto qualche insulto in risposta e lo sento ridere mentre torna a poggiare la fronte contro la mia. Sta diventando sempre più naturale starcene con i visi così vicini, e con questa consapevolezza arriva anche quella che non voglio che si allontani o si stacchi da me.

 

Non vorrei essere in nessun altro posto.

 

-E poi, Lily, che succedeva?- sorride, mentre lo dice, e non so più dove inizi il gioco e dove la realtà. Non so più neanche cosa pensare, anche perché pensare sta diventando davvero complicato.

-Ecco, poi succedeva... Quella cosa lì.- sussurro, imbarazzata come non mai. Aspetto una reazione, che però non arriva, e così sollevo lo sguardo, incontrando quello scandalizzato e divertito allo stesso tempo di James.

-Che c'è?- chiedo, mentre lui continua a tacere. Sto iniziando a preoccuparmi e temo di aver detto qualcosa di sbagliato, che possa aver rovinato il momento.

 

-Quella cosa lì?!-

-Quella cosa lì, sì, e allora?-

-Sul serio, Evans, "quella cosa lì"?!- ride e sono sicura di aver rovinato tutto, momento intenso e indefinibile compreso. Abbasso gli occhi e faccio per allontanarmi, ma lui rafforza la presa sulla mia schiena e si lascia andare ad una risata più controllata.

-Non ti offendere, dai, é solo che... A quasi diciotto anni, sentirti dire "quella cosa lì" mi fa terribilmente tenerezza.-

-Così sono passata da sexy a tenera? Questo sì che ammazza ogni tipo di femminilità.- brontolo e James appoggia di nuovo la fronte sulla mia, strofinandola piano.

-Non ho assolutamente negato il tuo essere comunque sexy.-

-Oh.-

 

Il silenzio cala nuovamente mentre sbircio James da sotto le ciglia. Sono tornata con i piedi completamente appoggiati al suolo e sono davvero bassa rispetto a lui, che mi sovrasta ed è costretto in una posizione orribilmente scomoda per potermi stare vicino in quel modo.

-E... Senti. Quando succedeva quella cosa lì, tu eri... Consenziente?- domanda, spezzando il silenzio e facendomi sussultare. Ancora una volta, non ho ben chiaro se stiamo giocando oppure no e mi dimeno leggermente, a disagio con me stessa. Non lo ammetterei mai, neanche sotto tortura, ma se tutto si limitasse davvero solo ad un gioco ne sarei davvero ferita.

Cerco di recuperare un contegno e mi sforzo di avere un'espressione sarcastica.

 

-Evidentemente...-

-Capisco. Quindi... Io e te ci baciavamo, se non ho capito male, e tu eri d'accordo. E magari ricambiavi pure?- dice e si allontana leggermente da me, iniziando però ad accarezzarmi la schiena con le mani.

-Ricambiavo cosa?- ho la gola improvvisamente secca e la voce mi esce un po' troppo roca e sforzata.

-Intendo, ricambiavi il bacio?-

 

Taccio e mi chiedo cosa diavolo dovrei rispondere in questo momento.

Merlino, se si allontanasse un po' di più forse le cose sembrerebbero più chiare.

 

-Suppongo di sì...- mormoro alla fine, senza osare guardare James negli occhi.

E poi succedono un sacco di cose insieme e non so bene quale sia l'ordine: una mano di James mi spinge la schiena verso di sé per avvicinarmi, mentre l'altra sale al mio mento per sollevarlo, io mi alzo sulle punte dei piedi e le mie dita trovano l'attaccatura dei suoi capelli, dove si intrecciano e restano ben salde.

 

Quando le sue labbra toccano le mie, sento che tutto si é frantumato e che non c'è più nulla di sicuro o di logico, non c'è niente che corrisponda alla realtà o ad un gioco, perché é come se tutto fosse stato risucchiato in quell'istante, tutto fosse sparito tra le nostre labbra che si sfiorano e poi si cercano e si allontanano solo per trovarsi di nuovo. Non mi sento come se stessi dando il primo bacio della mia vita, é più la sensazione di aver convogliato tutti i baci del mondo in questo solo e di aver finalmente compreso perché così tante persone abbiano deciso di dare forma al loro amore con un bacio. Perché non c'è niente, niente davvero, come scambiarsi frammenti di anima attraverso questi silenzi resi così rumorosi dai battiti del cuore.

 

-Devo dire una cosa.- mugola James, non appena ci stacchiamo, vagamente ansanti e ancora sconvolti. Non sono sicura di essere in grado di articolare una frase coerente, quindi resto in silenzio e mi limito ad annuire, prima di catturare nuovamente le labbra di James con le mie.

-No, così non va bene, non mi distrarre. È una cosa seria...- si lamenta lui, con il sorriso sulle labbra. Sorrido a mia volta e poi mi mordo un labbro, ancora stretta a lui come se non potessi fare altro.

-Anzi, due cose. La prima é che quella sera, ad Halloween, avrei davvero voluto baciarti, ma non l'ho fatto per ovvi motivi. Però, quando dico che eri splendida, lo eri davvero. E la seconda... Oh Merlino!- esclama, prima di posarmi un altro bacio veloce sulle labbra. Potrei quasi farci l'abitudine, penso con soddisfazione,

-Mi piaci da morire, Lily Evans.- butta fuori, tutto d'un fiato e mi guarda solo con un occhio, mentre tiene l'altro chiuso come un ragazzino spaventato.

-Credo proprio che mi piaccia molto anche tu, James Potter...- sussurro e lui mi guarda con gli occhi spalancati e l'espressione felice.

-Davvero?- e quasi scoppia a ridere davvero per la felicità. Gli sorrido e mi avvicino al suo orecchio, sfiorandolo con le mie labbra.

-Evidentemente...-






Writ's Corner
In realtà rispetto al precedente capitolo, questo, me ne rendo conto, è proprio una schifezza. Ugh. Perdonatemi. E perdonate anche l'inammissibile ritardo.
Volevo solo dirvi che ho mille impegni e quindi stare dietro alla scrittura e tutto è molto difficile, però ci provo, ve lo giuro, ci provo.
Probabilmente su Wattpad -e, se vi intriga, anche qui- inizierò a pubblicare una nuova long -pazienza permettendo, ovviamente. E' un progetto ambizioso, ben poco da me e che vorrei riuscire a portare avanti al meglio. Che ne pensate?

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Capitolo 10
*** #11 Un ritratto ***


#11 Un ritratto

James tiene la lingua tra i denti e ha un'espressione ben poco furba in volto, mentre aggiunge un ultimo dettaglio al suo disegno. É così concentrato, nel farlo, che non sente le voci leggere e spensierate che si avvicinano, avvolte nel silenzio ovattato della Biblioteca.

Un ultimo tratto ancora, si dice, un ultimo tratto ancora e poi sarà davvero perfetto. Muove la mano con precisione chirurgica e neanche questa volta si accorge delle voci che, all'improvviso, si sono spente, lasciando precipitare il luogo nel silenzio che lo avvolgeva prima.

Merlino, non riesce a fare quell'occhio come vorrebbe ed é così frustrato che aggrotta ancor più la fronte, fino a creare tra le sopracciglia un'unica, profonda ruga.

 

É un attimo, prima che la situazione precipiti: si avvicina ancor più al disegno, quasi a volervisi immergere e all'improvviso una voce scuote lui e la sua penna, che traccia sul foglio una riga decisamente antiestetica e poco precisa.

 

-Potter, scusa... Oh Morgana, scusa se ti ho spaventato!-

La voce di Lily Evans arriva così chiara e precisa alle orecchie di James che lui si domanda perché, dopo anni e anni passati ad ascoltare e a captare ogni sussurro e sfumatura di quella voce, lui non si sia accorto della sua voce prima, quando é arrivata -perché, a ripensarci bene, James ora si rende conto di aver registrato le voci di poco prima, e di non avervi prestato attenzione.

Alza la testa di scatto, perché quella voce, che lui lo voglia o meno, lo attrae sempre così tanto da non lasciargli altra scelta se non quella di seguirla immediatamente, ed é così che si presenta a Lily, la fronte aggrottata e la lingua ancora stretta tra i denti.

 

-Oh, ehm. Scusa. Non avevo idea che fossi così concentrato...- dice Lily, imbarazzata e James si ricompone immediatamente, maledicendosi in ogni lingua per non essere riuscito a ricordarsi di ricomporsi.

-Uh, no, davvero, scusami tu. Non ti avevo sentita. Sai, ehm, disegnavo.-

-Lo vedo. Che disegni?- domanda lei, curiosa, protendendosi verso il tavolo e sfiorando la guancia di James con i suoi capelli, così delicati e leggeri da mandarlo fuori di testa.

-Nulla di speciale, davvero!- e nasconde la pergamena, in un gesto infantile e goffo -Che cosa ti serve, Evans?-

 

Lily ha sul volto un'espressione quasi delusa e lui si sente in colpa, per una frazione di secondo, prima di ricordarsi che in effetti si è già umiliato abbastanza negli ultimi secondi. La guarda rizzare il busto e non riesce a pensare a nulla, davvero, neanche ad una minima frase romantica. Guarda Lily, semplicemente, e pensa che non saprebbe spiegare cosa guardi di lei, perché scegliere una sola cosa non renderebbe giustizia a lei nel suo complesso.

 

-Volevo chiederti, sai, se ti andava bene spostare la ronda martedì. Mercoledì per me sarebbe un po' complicato e mi farebbe più comodo fare così...-

-Ma certo, per me non c'è problema, va bene così.-

Per un istante vorrebbe chiederle che problemi abbia lei mercoledì, ma poi si ricorda che non sono affari suoi e che si é fatto la promessa di non disturbarla o di non dimostrarsi inopportuno. É difficile, a volte, essere innamorati di qualcuno dopo essersi giurati di non cercare mai più di farsi notare da lei come prima.

 

-Grazie davvero, Potter. Allora, uhm, ci vediamo martedì...- dice Lily, e nella sua voce James sente, lo sente solo lui o c'è davvero?, un certo velato compiacimento, un piccolo piacere. Non la disgusta più, ed é una conquista strabiliante, così strabiliante che lui non ci pensa due volte e la richiama, con la voce un po' incerta, solo perché lei non se ne vada, solo per poter sentire ancora una volta quella voce sgonfia d'odio e dedicata solo a lui:- Ehi, Evans, vuoi vedere che stavo disegnando?-

 

Lily si volta e annuisce e si avvicina a passo veloce, come é solita fare ogni volta che é curiosa (sette anni di osservazione ferrata hanno reso James un grande esperto dei modi di fare di Lily) e lui le mostra con orgoglio la propria opera. Sulla pergamena, Sirius ride nel suo modo canino e anche se il disegno non é perfetto, James sembra aver colto la sua essenza.

 

-Che ne pensi?-

-É bello, molto. É quasi... Quasi dolce. Si insomma, assomiglia davvero a Sirius, come spirito, non so, mi sono spiegata?- afferma Lily, studiando il disegno con un leggero sorriso e la testa piegata di lato. James la guarda e si chiede se qualcuno saprebbe mai rendere il suo, di spirito, così delicato e femminile e allo stesso così composto e deciso.

 

-Glielo ho promesso tanti anni fa, sai, da quando abbiamo scoperto che sono bravissimo s disegnare caricature della McGrannit. Lo dico con modestia, eh, non mi vorrei vantare, ma sai, Evans, dovresti proprio vederle!- scoppia a ridere, un po' nervoso e Lily scuote la testa, osservandolo con un vago rimprovero. Le amiche la chiamano e lei si volta, i capelli voluminosi che le rimbalzano sulle spalle e poi tornano al loro posto, mentre James sorride pensando a martedì, a quando potrà raccontarle delle altre caricature, se lei lo vorrà e se continuerà a non parlargli con astio.

 

-Devo andare ora. A martedì, allora?-

Che promessa, Merlino, che promessa!

-Sì, certo, con piacere!- e si vorrebbe mordere la lingua, James, perché di nuovo avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa, ma qualunque cosa pur di rimandare l'allontanarsi della schiena di Lily, qualunque cosa davvero!

 

-Sai, pensavo che stessi disegnando me, te lo confesso...-

É una frase che James quasi non coglie, perché é quasi un sussurro, eppure é stupenda davvero e lui vorrebbe sporgersi verso di lei e fermarla, solo per sentirle ripetere quella frase di nuovo.

 

-A dire il vero, mi piacerebbe davvero farlo, un giorno.-

 

Succede in un attimo, così breve e labile che a ripensarci quasi non ci si crede: si volta e si ferma a guardarlo, Lily, con la testa piegata di lato e i capelli sparsi qua e lá e poi, per la prima volta da quando si conoscono, gli sorride davvero.

 

E James sa che quel sorriso lì non saprebbe riprodurlo nemmeno il più bravo dei pittori.

 

 

 

-Lily.-

È così insicuro il tono con cui James pronuncia quelle parole che alla ragazza sfugge una risatina e lei si affretta a coprirsi la bocca con le mani.

-Dimmi...-

Sono passati un paio di mesi dalla conversazione in biblioteca e James non ha fatto altro che osservarla. Parlarle. Interessarsi a lei. Il tutto con una delicatezza che ha decisamente sconvolto Lily e che ha fatto cambiare qualcosa dentro di lei.

James ha notato il cambiamento e non ha fatto nulla per affrettare il processo di avvicinamento. Ad ogni ronda, in ogni occasione ha cercato di indagare Lily, di conoscerla meglio, di dimostrarle che non è uno sciocco come lei credeva.

-Senti, davvero, non vorrei che pensassi che sono un idiota ma...- prende un profondo respiro e non la guarda (anche se probabilmente conosce benissimo l'espressione che le alberga sul viso in quel momento, visto quanto ha imparato ad osservarla e a cogliere ogni sfumatura di lei) -... te l'ho fatto davvero, il ritratto.-

 

Lily sussulta e quando lui le porge il foglio evita accuratamente di guardarla. Sta pensando a come ha cercato di rappresentare Lily in ogni minuscola sfumatura, in ogni tratto vergato su quel foglio. Sta pensando a quanto ardentemente ha desiderato rappresentare Lily così come lui la vede -incredibile.

Ed é così concentrato sui suoi pensieri che non la sente grattare il pavimento con la sedia. Non sente nemmeno le risatine di Sirius, seduto su una poltrona lí vicino. Non sente nulla, se non la mano calda di Lily che gli sfiora il braccio.

 

-Non ho mai visto nulla di così bello...- sussurra e lui la guarda. É vicina -troppo- e splendida e lui si sente un dodicenne -... Non sono sicura di essere così nella realtà, ma é davvero meraviglioso. Nessuno mi ha mai rappresentata così. Io... James.-

 

E a quelle parole -Merlino, come suonano dolci!- James spegne il cervello.

E la bacia.

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