Christmas' Carols

di rekichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** Un albero per noi ***
Capitolo 3: *** Presepe vivente ***
Capitolo 4: *** Xmas' presents ***
Capitolo 5: *** Natale allo zenzero ***
Capitolo 6: *** Drunken night ***
Capitolo 7: *** Red is a good color ***
Capitolo 8: *** Hyuuga for breakfast ***
Capitolo 9: *** Happy New Year ***
Capitolo 10: *** Intorno al camino ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine ***


Parola Scelta: Vacanze
Dedica:
a Kei_saiyu (il perché lo sa), a Rei, a Mikky e alla piccola Shichan.

[L’inizio della fine]

Dopo la guerra contro l’ Akatsuki, Konoha era una città in ricostruzione.

Le case erano in rovina; in molte zone le macerie andavano ancora rimosse e le famiglie piangevano ancora i cari caduti in battaglia.

Di certo, non era l’ occasione migliore per festeggiare. Eppure l’ atmosfera gioiosa del Natale si diffondeva ugualmente.

La popolazione aveva bisogno di gioire per qualcosa, qualsiasi cosa, e le festività imminenti servivano a ravvivare un po’ l’ umore tetro delle persone.

Naruto Uzumaki fissò malinconicamente le famiglie gioiose che passeggiavano per le strade del villaggio, riempite di luci e addobbi per l’ occasione.

Ancora una volta, il suo Natale sarebbe stato solitario.

Certo, avrebbe potuto chiedere a Sasuke di passarlo assieme, ma dubitava fortemente che l’ Uchiha, con tutti i problemi che aveva avuto per il suo recente rientro a Konoha, fosse molto disposto a festeggiare.

Ora che ci pensava, la vicenda si era svolta in modo alquanto insolito: Sasuke Uchiha, mukenin di livello S, intenzionato a debellare la classe dirigente di Konoha, era diventato uno dei due eroi di guerra di Konoha, assieme a lui.

Sorrise, pensando alla faccia sconcertata di Sasuke quando, una volta ucciso Danzo, si era ritrovato accerchiato dalla folla urlante.

Rammentava anche il suo tentativo di fuga; le sue proteste («Sono un mukenin, dannati! Smettetela di esaltarvi come fangirls isteriche! Non l’ ho fatto per voi, chiaro?») e il suo abbozzo di sorriso quando si erano ritrovati fianco a fianco.

Certo, loro avevano avuto il loro momento di riappacificazione personale molto prima: esattamente mentre Naruto tentava di impedirgli di raggiungere Konoha per distruggerla.

Ridacchiò, sentendosi un po’ stupido a gongolare compiaciuto per quel "piccolo" segreto.

Nonostante tutto quello che avevano fatto per il villaggio (chi più, chi meno volontariamente), non erano sicuri che sarebbero stati accettati come "coppia".

Era il loro segreto. Andava custodito come un gioiello prezioso, gustando quel meraviglioso "noi" che comprendeva.

Tuttavia, se il restare nascosti poteva essere molto romantico, di sicuro comportava numerosi svantaggi.

Ad esempio, quelle dannatissime vacanze di Natale che Tsunade, in preda ad uno dei suoi deliri alcolici, aveva indetto e che avrebbero dovuto trascorrere separati.

«Dannate feste.»

Borbottò a mezza voce, tirando un calcio ad un ciottolo.

Il rotolare della pietra sul terreno fu fermato da un piede; Naruto alzò lo sguardo, per vedere in faccia chi avesse bloccato il suo svago.

«Che vuoi, teme?»

Bofonchiò, senza riuscire a trattenere un mezzo sorriso alla vista di Sasuke.

«Mh. Ti cercavo, dobe.»

«Ah. Il ragazzo sgranò gli occhi, sorpreso. E perché?»

«Mi chiedevo… Uchiha scostò lo sguardo, fissando altrove. A Naruto parve di scorgere un leggero rossore sulle sue gote. Probabilmente il freddo. …che fai in queste vacanze?»

«Niente. Perché?»

«Beh… casa mia è grande. E non c’ è nessuno. Mi stavo chiedendo se ti andasse di…»

Il sorriso sul volto dell’ Uzumaki si ampliò, mentre si aggrappava al braccio di Sasuke.

«Andiamo, teme! Renderò queste tue vacanze indimenticabili!»

Chissà perché, quell’ affermazione, alle orecchie dell’ Uchiha, suonò più minacciosa del dovuto.

Note dell’autrice

Allora, sono particolarmente fiera di aver vinto quest’edizione, visto e considerato che ho scritto metà delle storie senza punta ispirazione XD!

Considerando che le ho anche inviate senza correggerle, mi sarebbe andata di lusso in ogni caso ù_ù.

Quindi, ringrazio Kurenai88 per i giudizi (anche se sono in disaccordo sull’IC ù_ù, è una fic comica, quindi è normale che ingigantisca alcuni lati del carattere dei personaggi, ma dettagli ù_ù); faccio i complimenti alle altre podiste: Kei_saiyu e Sasusakuxxx, e a tutte le partecipanti^^.

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Capitolo 2
*** Un albero per noi ***


Parola Scelta: Abete
Note: Tende al pucchoso. Molto. Sasuke sta diventando sempre più delirante e sconvolto, ma mi piace così XD. So che è difficile che a Konoha ci siano gli abeti, visto che sono piante prevalentemente montane, mentre Konoha mi sembra una zona pianeggiante, ma amen. Va bene così.

Un albero per noi

«No, non mi piace.»

Sasuke sospirò, appoggiandosi al tronco del primo albero che gli capitò a tiro.

Erano tre ore che giravano senza meta per la foresta di abeti, alla ricerca del fortunato albero che sarebbe diventato l’ albero di Natale del: “Futuro hokage di Konoha e del suo compagno”.

Ora, fino a prova contraria, in un bosco si può solo avere l’ imbarazzo della scelta, visto e considerato che, per definizione, è pieno di alberi.

Ma, ovviamente, la kitsune doveva farla difficile anche quella volta.

Non c’ era un abete che fosse adeguato ai gusti di Naruto: quello era troppo basso, quello aveva il tronco troppo storto; quell’ altro ancora poteva andare, ma forse era un pochino troppo poco frondoso…

I nervi di Sasuke si stavano avviando lentamente all’ autodistruzione.

«Naruto, è solo un albero. Ti prego, scegline uno, tagliamolo e andiamo via.»

Naruto lanciò un’ occhiata accusatoria al compagno.

«Non è solo un albero, Sasuke! È il nostro albero!»

«Ma è comunque un albero.»

«No! È quello che addobberemo insieme e sotto cui ci scambieremo i regali! Quello del nostro primo Natale insieme!»

Esordì; una luce gioiosa si dipinse sul suo volto a quell’ affermazione.

Si stupì di come Naruto fosse in grado di esaltarsi per una semplice festività. Era proprio come i bambini, alle volte. E lui interpretava sempre la parte dell’ adulto ostruzionista e brontolone.

«Mpf. Ti piace proprio questa festa.»

«Mi piace passarla con te.»

Fu la sincera risposta della kitsune, mentre stringeva la mano che Sasuke gli porgeva.

«Dobe. Bofonchiò. Immagino tu voglia un albero speciale, allora.»

Naruto annuì; una nota di tristezza attraversò i suoi occhi cerulei, per la delusione di non aver trovato ciò che cercava.

«Mh. Allora temo che dovremo tagliarlo.»

«Cosa?»

Sasuke sorrise, stringendo la mano di Naruto e trascinandolo in un angolo remoto del boschetto.

Vicino al ruscello, sorgeva un abete non molto grande, col tronco tutto graffiato e rovinato dai segni dei kunai e degli shuriken.

Qualche ramo mostrava segni evidenti di bruciature; in alcuni punti, la corteccia era scorticata, come se fosse stata grattata via.

Naruto sgranò gli occhi, riconoscendo il luogo.

«Sasuke, ma questo è…»

«È qui che abbiamo combattuto durante l’ ultima guerra, no? Prima che uccidessi Danzo e gli altri. Certo, è un po’ rovinato, ma…»

Sasuke fissò con malcelato affetto il tronco rovinato; le dita sottili carezzarono delicatamente la corteccia.

Naruto sorrise, rammentando come fosse andato a finire quel combattimento, cominciato come tale e trasformatesi, poi, in una lotta assai più gradevole.

«Sarà un po’ meglio una volta che lo avremmo addobbato, penso.»

«È già bellissimo così.»

Mormorò l’ Uzumaki, appoggiandosi al ragazzo.

Quella sera, mentre addobbavano l’ abete cercando di sistemare al meglio le decorazioni, si trovarono perfettamente concordi nel lasciare il tronco bene in evidenza dove, in corrispondenza di uno squarcio particolarmente evidente, un occhio più attento poteva scorgere l’incisione:

Sasuke Uchiha
&
Naruto Uzumaki
Finalmente insieme

E, decisamente, questa era la decorazione migliore che albero di Natale avesse mai avuto.

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Capitolo 3
*** Presepe vivente ***


Parola Scelta: Presepe
Note:
Anche qui un’illogicità col mondo di Naruto, ma il presepe è stato importato in Giappone dalla cultura occidentale, quindi ho dovuto per forza inserirci accenni cristiani.

[Presepe vivente]

«Sasuke, guarda che meraviglia!»

Un Naruto particolarmente esaltato, con in testa un berretto da Babbo Natale e circa tre scatoloni di cartone tra le braccia, urtò la scala posta in mezzo alla stanza e fece capitombolare il povero Sasuke a terra.

«Oh, eccoti! Che ci fai per terra?»

Domandò, per nulla preoccupato dalla caduta del proprio ragazzo, né dal fatto che faticava a tirarsi in piedi dopo che la scala gli era crollata addosso.

«Esaminavo il pavimento.»

«E perché? Vabbè, lasciamo stare. Guarda cosa ho trovato nel tuo magazzino!»

L’ Uchiha lanciò uno sguardo preoccupato agli scatoloni. Dentro al magazzino di villa Uchiha c’ era praticamente di tutto: dalle armi smussate, alle riviste porno di Shisui…

Chissà cosa aveva attirato così tanto l’ attenzione di Naruto. Del ramen avanzato? No, probabilmente, non sarebbe neanche arrivato alla porta, ma sarebbe finito subito nello stomaco della kitsune.

Forse dei fumetti? Che ne sapeva lui, non piacevano a nessuno in famiglia: erano una cosa così “poco Uchiha”…

Le foto! Gli album fotografici sarebbero stato pane per i denti dell’ Uzumaki, affamati di tutto ciò che poteva mostrargli di più sul passato del fidanzato. Specialmente se questo: “di più” erano scheletri nell’ armadio che potevano ridicolizzarlo.

Si sistemò a sedere, osservando Naruto che poggiava le scatole a terra.

Probabilmente, se fosse stato credente, avrebbe pregato.

Forse gli conveniva farlo. In fondo non costava niente e magari sarebbe servito ad impedirgli di aprire quelle scatole.

No. Se qualche divinità esisteva, di sicuro doveva odiarlo, perché non solo l’ Uzumaki aprì quei dannati recipienti di cartone, ma ne tirò fuori qualcosa di molto peggio delle foto.

Le statuine del presepe.

Purtroppo, sua madre non era così tradizionale come voleva far pensare. Tutt’ altro, Mikoto Uchiha aveva sviluppato un gusto sadico e perverso nel creare personalmente i personaggi del presepe.

Considerando il tempo in cui suo padre e sua madre erano stati sposati, le scatole contenevano ben quindici presepi.

Troppi, secondo la sua opinione.

Osservò le statuine fatte con kunai e shuriken; quelle create abilmente con gli origami… Naruto continuava a disporle una dietro l’ altra, a dir poco deliziato dalla loro presenza.

Sasuke sospirò. Fossero stati cristiani, avrebbe compreso quella malsana abitudine materna, ma così…

Tuttavia, man mano che la sfilata procedeva, rammentò quanto gli piacesse aiutare la madre a disporre le statuine. Non poté fare a meno di trattenere un sorriso di fronte al ricordo della gioia infantile che provava in quei momenti che, adesso, scorgeva riflessa nella risata gioiosa di Naruto.

Anzi, isterica.

Improvvisamente, mentre l’ Uzumaki si rotolava dal ridere sul pavimento, Sasuke rammentò il perché di quel brivido lungo la schiena, allo scoprire del contenuto delle scatole.

L’ ultimo presepe non era composto da statuette, bensì da una foto che ritraeva tutta la famiglia.

E, se Itachi risultava ridicolo vestito da angioletto, Sasuke, avvolto in quelle fasce da cui aveva tentato disperatamente di liberarsi per tutta la serata, era decisamente…

«E poi continuo a chiedermi perché Itachi li ha ammazzati tutti…»

Pensò.

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Capitolo 4
*** Xmas' presents ***


Parola Scelta: regali
Note:
Sasuke qui ha la mia abitudine di fare i "buoni" di Natale. Ovvero, un cartoncino con scritta una richiesta che si può fare a chi lo regala. So che Konoha è nel Paese del Fuoco, quindi non può fare molto freddo, ma io un Natale caldo fatico ad immaginarlo ç_ç. Quindi, sebbene abbia rinunciato alla neve, sul gelo pungente non transigo affatto.

[Xmas’ presents]

«Sasuke, guarda quello!»

Sasuke Uchiha sospirò di fronte all’ennesima vetrina cui il proprio ragazzo prestava la sua attenzione, distogliendola dall’irrilevante fattore che la sua dolce metà stava congelando.

Tuttavia, per quanto riguardava la vita privata, Sasuke non aveva assolutamente voce in capitolo al di fuori dell’ambito sessuale.

Era il prezzo da pagare in cambio del privilegio di poter usufruire del perfetto sedere di Naruto Uzumaki: dover sottostare ad ogni suo singolo capriccio, sia che fosse cucinargli il ramen ad orari assurdi della notte, sia girare per ore ed ore per i negozi per comprare degli stupidissimi regali di Natale.

Lanciò appena uno sguardo a quella dannata vetrina, studiando l’oggetto dei desideri di Naruto: un orribile peluche a forma di ranocchia, con due occhi gialli e liquidi più grossi della sua testa verde.

«Ti piace davvero quella roba, dobe?»

Naruto si voltò verso di lui, sbuffando.

«Teme! Possibile che tu non senta la magia del Natale nell’aria?»

«Preferisco percepirla al caldo di casa mia.»

Come a confermare il freddo che provava, a quelle parole produsse una densa nuvoletta di vapore.

«Non ti piace fare i regali?»

«No. E non comprendo questa tua mania di girare per ore per i negozi.»

Naruto sospirò, affossando il musetto nella sciarpa arancione che indossava.

«È divertente. Quando ero piccolo restavo ore a guardare i giocattoli esposti e immaginavo di scartarli la mattina di Natale. E poi... – sorrise – …penso sia bello regalare a chi tieni qualcosa che hai comprato pensando a lui.»

Sasuke studiò il volto malinconico del ragazzo. Silenziosamente, ne prese la mano e la infilò assieme alla propria nella tasca del cappotto.

«Andiamo a casa.»

Naruto, rassegnato, lo seguì.

La notte della vigilia, Sasuke impedì più volte alla volpe di entrare nel salone, con la scusa di impedirgli di fare scorpacciata dei bastoncini canditi.

Solo a mezzanotte, quando ormai il cenone era terminato e ci si scambiavano gli auguri, Sasuke diede libero accesso alla stanza proibita.

Di fronte agli occhi attoniti di Naruto, esattamente sotto l’ enorme abete decorato, si ergeva una pila di pacchetti, uno per ogni invitato.

«E questo?»

Domandò la kitsune, lanciando un’ occhiata divertita al compagno che, in risposta, si limitò a fare spallucce e a non guardarlo in faccia.

«Un certo dobe decantava le lodi dei regali di Natale. Comunque… - Sasuke si frugò in tasca. - …c’è anche questo. Ma non farci l’abitudine.

Bofonchiò, tirando fuori un cartoncino dalla tasca che recava, in bella grafia, la scritta:

Per una kitsune che si lamenta che sto sempre sopra io, buono per una notte da seme.

Utilizzabile una sola volta.

Naruto si trattenne a malapena dal ridere, di fronte allo sguardo seccato del compagno.

Combatté anche dalla tentazione di saltargli al collo e baciarlo, preferendo un assai più discreto: «Ai shiteru.»

«Me lo dimostrerai non utilizzandolo.»

Gemette Sasuke, fingendosi pentito per quel "regalo" che, Naruto lo sapeva, gli era costato assai più del peluche a forma di rana che aveva trovato avvolto nella carta arancione.

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Capitolo 5
*** Natale allo zenzero ***


Parola Scelta: Festa
Note:
Questa è stata tosta. Diciamo che sto finendo le idee natalizie, quindi ho dovuto ripiegare sul solito rimpianto emo di Sasuke. E sullo zenzero (XQ___), che per me è assolutamente l’odore del Natale.
Il titolo è ripreso da una canzone di Elio e le storie tese, Natale allo zenzero, appunto.

[Natale allo zenzero]

Accidenti a lui e a quando aveva accettato di passare il Natale con Naruto.

Aveva ceduto alla tentazione di passare le feste col proprio ragazzo. In fondo era il primo Natale che passavano da fidanzati, no? Poteva essere una cosa carina festeggiare insieme.

Si ripromise che, al prossimo impulso romantico, avrebbe preso un kunai e se lo sarebbe conficcato in mezzo alle gambe. Così lui non avrebbe avuto scuse per cedere a quella che era ormai definita: Arma Finale Uzumaki.

No, niente rasengan. Solo un enorme paio di occhi azzurri sgranati in un’ espressione da cucciolo abbandonato.

Assolutamente tenero, meraviglioso e immensamente stuprabile.

Decisamente doveva porre fine a quello scempio che stava diventando il Natale.

Tra tutti i preparativi, stava perdendo la sua già poca sanità mentale.

Lui aveva progettato una festa intima. Loro due, da soli, scambiarsi i regali e qualche coccola.

No. Naruto, se organizzava il Natale, doveva farlo in grande!

Tutti gli amici invitatati a cena a villa Uchiha, trasformata per l’occasione in una mostra di lampadine, vischio e ghirlande natalizie.

Sasuke era diventato allergico all’ agrifoglio, agli abeti, alle palline di Natale, ai bastoncini di zucchero alle luci colorate ad intermittenza.

Davvero, non comprendeva l’ entusiasmo dell’ Uzumaki per le festività. Per quella in particolare.

Tuttavia, la pazienza dell’ essere umano non è infinita; quella di Naruto Uzumaki, ancora meno.

Così, al suo ennesimo rimbrotto su quella “stupida festa”, la kitsune sbroccò.

«Insomma! Si può sapere cosa hai contro il Natale?»

«Niente.»

«Sasuke, se non fosse per me non avresti fatto neanche l’ albero. C’ è qualcosa che ti piace nel Natale? Qualsiasi cosa.»

Sasuke rifletté per qualche secondo. La sua avversione per quella festa non era sempre esistita.

Anzi, aveva ricordi molto piacevoli dei Natali della sua infanzia. Rammentava che il quartiere Uchiha veniva tutto decorato e le strade diventavano un’ immensa distesa di luci dorate.

Poi, qualcosa era cambiato. Dopo la morte dei suoi genitori, aveva tentato di festeggiare il Natale come al solito. Decorava l’ albero e appendeva le decorazioni in giardino (sebbene ad un altezza inferiore di diversi metri di quella dovuta).

Però non c’ era Itachi che lo prendeva in braccio; né le voci squillanti dei parenti che si aggiravano tutti indaffarati per il quartiere; né la risata della mamma in cucina.

Il giorno di Natale sentiva ancor di più il peso della propria solitudine. Quindi era meglio far finta che fosse un giorno come tutti gli altri e non una festa “speciale”.

Fissò Naruto che attendeva ancora una risposta. Rammentò il sorriso che aveva fatto quando gli aveva proposto di passare le feste assieme; la gioia riflessa nei suoi occhi azzurri.

«Tu.» Rispose «Mi piace vedere come ti esalti per un paio di luci e una ghirlanda. E gli omini di pan di zenzero.»

Aggiunse, rammentando l’ odore speziato che, durante le feste, usciva dalla cucina.

Lo stesso odore che, la mattina di Natale, riempì totalmente la casa, grazie ad una baka kitsune che, miracolosamente, non aveva incendiato la cucina.

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Capitolo 6
*** Drunken night ***


Parola Scelta: Spumante
Note:
Allora, questa c’entra poco col Natale e il capodanno, ma a me fa ridere XD! Sasuke e i suoi problemi sessuali legati al Natale sono diventati la guest star comica di queste flash fic, temo. A cominciare dal problema tutto Uchiha del rapporto seme-uke con la sua dolce metà. Nonché qualche sua disavventura con gli alcolici.
Il titolo è preso da una doujinshi omonima.

[Drunken Night]

«Dobbiamo proprio prenderlo?»

«Sasuke, che capodanno sarebbe senza spumante?»

«Un capodanno senza spumante, mi sembra ovvio. Tranquillo e soprattutto sobrio.»

«Nah, gli alcolici sono essenziali per una festa.»

Asserì con decisione Naruto, poggiando la quarta bottiglia di spumante nel carrello.

Sasuke guardò storto i contenitori in vetro dall’ elegante collo allungato e ripieni di liquido pericolosissimo.

Letale, a dir poco.

«Dici che basterà?»

Domandò la kitsune, fissando pensieroso lo scaffale.

«Avanza.»

«Non credo… siamo in tanti. E poi serve per brindare all’ anno nuovo! Inoltre…» Naruto sorrise, lanciandogli un’ occhiata maliziosa «Pensavo di prendere qualcosa per i nostri festeggiamenti… privati

Sasuke sgranò gli occhi, improvvisamente preoccupato.

Certo, l’ immagine di Naruto ricoperto di liquore era veramente invitante.

A dire il vero, anche solo la visione dell’ Uzumaki, ricoperto di qualsiasi cosa liquida/ spalmabile, era un inno alla violenza sessuale, ma se proprio doveva scegliere, preferiva immaginarlo completamente rivestito di nutella, o panna, piuttosto che di qualsivoglia tipo di alcol.

Più che altro, temeva di non riuscire ad arrivare a fine serata se si ubriacava prima.

Forse, se avesse detto a Naruto che era astemio la sua dolce metà avrebbe desistito da quella follia sessuale alcolica, per quanto invitante fosse.

Tuttavia, non poteva di certo prendere l’ Uzumaki e dirgli schiettamente: «Amore mio, il tuo ragazzo non regge neanche un alcolico di 5°. Se vuoi evitare scene scabrose, è meglio che tu mi permetta di brindare ad acqua minerale.»

Insomma, ne andava della sua dignità di seme! Non poteva permettere che il suo adorabile, tenero e assolutamente sottomesso uke reggesse l’ alcol meglio di lui!

Ok, parlando chiaro, Naruto sottomesso non lo era per niente. Era più sullo stile: «Sono pigro, quindi fai tu!»

Ciò non toglieva valenza al fatto che era lui l’ uomo, nella loro relazione. Quindi era lui che doveva bere, fumare, dire parolacce e cazzate varie.

Ogni tanto Sasuke aveva l’ impressione di esserci rimasto fregato con questa storia del seme e dell’ uke, ma di certo il suo orgoglio gli impediva di ritornare sull’ argomento.

Fatto restava che le bottiglie continuavano a fissarlo, minacciose, dagli scaffali.

Scoccò loro un’ occhiataccia in perfetto Uchiha Style, come a dimostrargli che non aveva paura di loro, né del contenuto.

Sasuke rammentò il primo capodanno al covo di Orochimaru, occasione in cui aveva giurato a se stesso di non toccare mai più un goccio di liquore in tutta la sua vita.

Uno dei sennin che balla il tango con un boa di piume rosa shocking attorno al collo era decisamente un’ immagine da rimuovere, così come il proprio tentativo di disquisire di tecniche ninja con uno dei serpenti di Orochimaru.

«Sasuke, ma hai qualche problema con i liquori, per caso?»

«Nessuno

Sibilò l’ Uchiha.

«Se lo dici tu, comunque prendo altre due bottiglie di spumante. Una la usiamo stanotte.»

Annunciò, ammiccando maliziosamente nella sua direzione.

Sasuke deglutì.

Chissà se la sua dignità di “uomo della coppia” gli avrebbe permesso di usare quella scusa tutta femminile del mal di testa?

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Capitolo 7
*** Red is a good color ***


Parola Scelta: Rosso
Note:
visto che la parola è stata scelta pensando a me, non potevo non utilizzarla XD. Di questa fic mi secca il fatto che siano solo 368 parole. Le altre sono di 500 e mi snerva alquanto la differenza. Sono pignola, io. Però più lunga avrebbe perso.

[Red is a good color]

«Hai già comprato la biancheria per Capodanno?»

Sasuke Uchiha si ritrovò di traverso l’ acqua che stava bevendo. Cominciò a tossire tutto intorno, sputando e cercando di non strozzarsi, tanto quella domanda era stata inattesa e fuori luogo.

Naruto non si scompose, continuando a piegare i vestiti puliti e sistemarli nell’ armadio.

«Biancheria? - rantolò Sasuke, una volta salvati i propri polmoni dall’ annegamento - Perché? Bisogna comprarsi della biancheria nuova per capodanno?»

L’ Uzumaki scosse il capo, esasperato.

Quelle festività erano state massacranti per entrambi, ma la cosa che più lo aveva stressato era stato l’ ostruzionismo di Sasuke verso qualsivoglia forma di socializzazione o festeggiamento.

Prima la faccenda del Natale. In generale, ovviamente. Poi, non contento, aveva iniziato a protestare sull’ albero, sui pacchi regalo, sulle decorazioni, sullo spumante…

Ora, giustamente, il problema era diventato la biancheria.

Con pazienza, cominciò a spiegare:

«A Capodanno si indossa biancheria rossa, Sasuke. È tradizione.»

«Ah. Per forza rossa?»

«Sì.»

Sasuke alzò gli occhi al cielo. Non vedeva l’ ora che tutte quelle dannate festività terminassero, in modo da poter riprendere la sua tranquilla vita da ninja.

I massacri erano meno stancanti delle vacanze di Natale, non c’ è che dire.

Fissò Naruto, cercando di capire quali malignità stesse architettando per quell’ uscita imminente.

«Niente cose ridicole?»

«Del tipo?»

«Tipo boxer con alberelli di Natale; pupazzi di neve o simili.»

«Biancheria rossa, Sasuke. Semplice e senza disegni.»

L’ Uchiha lasciò libera la propria mente di fantasticare. Certo, non amava indossare abiti rossi - sia che questi fossero indumenti veri e propri o semplice intimo - però, per una volta, l’ idea di dover andare a far compere non lo snervò come al solito. Anzi, la prospettiva di un Naruto con un paio di boxer rossi a fasciargli il sedere non gli dispiaceva affatto.

Stupì l’ Uzumaki quando, prese la giacca, gli lanciò addosso la sua e, afferrate le chiavi di villa Uchiha, urlò un: «Muoviamoci!», trascinandolo frettolosamente fuori casa.

E, stavolta, fu il turno di Naruto di protestare infastidito, quando Sasuke gli si presentò davanti, chiedendogli se per Capodanno non avrebbe potuto indossare quei boxer rossi con il pelo bianco intorno, magari correlati ad un paio di orecchie da coniglio. Tanto per farlo contento.

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Capitolo 8
*** Hyuuga for breakfast ***


Parola Scelta: Cenone
Note:
sono scivolata nel macabro XD! Ma questa è senza dubbio la mia preferita.
Per Ainsel, il perché lo sa.

[Hyuuga for Breakfast]

Di tutte le seratacce, quella era sicuramente la peggiore.

Ora, passi invitare metà Konoha a casa sua per Capodanno; passi dover sopportare per la seconda volta nell’ arco di quindici giorni la presenza di così tanta gente di cui non gliene importava un fico secco; passiil fatto di dover preparare il cenone di Capodanno; passi gli alcolici che scorrevano a fiumi e che tentavano di fargli ingurgitare…

Passi perfino non poter baciare Naruto per tutta la serata.

Ma quello proprio no!

Non gli interessava minimamente che sapesse cucinare; che avesse la divisa da cuoco indosso (e dire che lui aveva sempre pensato che quella cosa bianca fosse una vestaglia), il che lo rendeva qualificato, e una quantità spropositata di motivi inutili! Lui Neji Hyuuga in cucina non lo voleva!

A dire il vero, non lo gradiva neanche in casa. Anzi, neanche nel villaggio.

Oddio, se fosse morto sarebbe stato meglio.

Sì, di sicuro sarebbe servito a risollevare il morale della serata. Magari poteva prendere seriamente in considerazione l’ idea di arrostirlo.

Arrosto di Hyuuga; Neji in salmì… ponderò le diverse opzioni, affilando i lunghi coltelli da macellaio che aveva in cucina.

Oh, gli ospiti avrebbero gradito. Sicuramente.

Specie Hinata Hyuuga. Così magari avrebbe smesso di ronzare intorno al suo Naruto come le mosche attorno al miele.

Magari poteva arrostire anche lei, sembrava avere la carne tenera.

Forse poteva tritarla fine ed usarla come ripieno.

E se avesse aggiunto Sai come condimento? Non che gli stesse propriamente antipatico, ma ronzava troppo attorno a Naruto, anche se ultimamente le sue attenzioni sembravano essersi spostate su Ino Yamanaka. Nah, forse lui poteva risparmiarlo. O cuocerli insieme.

Per non parlare dell’ Aburame… uno spezzatino? Con tutti quegli insetti non sarebbe stato difficile, erano già pezzi piccoli. E l’ Inuzuka! Oh, l’ Inuzuka doveva avere un sapore di selvatico squisito…

No. Non poteva lasciarsi catturare dalle proprie fantasie culinarie. Doveva concentrarsi sul suo obiettivo primario. Capelli neri, occhi bianchi, lineamenti femminei… fatto? Perfetto.

Perché poi lo odiasse tanto, non se lo spiegava neanche lui. Oddio, più che odio si trattava di una semplice antipatia. Non avrebbe mai sprecato un sentimento così forte per Neji Hyuuga.

Ciò nonostante, la rivalità tra loro era evidente: in fondo lui era un Uchiha e lui uno Hyuuga. I due clan erano sempre stati in conflitto per via della questione, ancora aperta: «Meglio il byakugan o lo sharingan?».

E poi con quei cavolo di occhi bianchi… insomma, perfino le dispute tra clan passavano in secondo piano di fronte allo sguardo di un tizio che può vedere attraverso i vestiti e che fissa insistentemente il tuo ragazzo.

Oh, ma l’ avrebbe pagata.

La possibilità che Neji Hyuuga fosse innocente, non attraversò punto la mente dell’ Uchiha che continuò con i propri macabri progetti per il cenone.

Così, quando Neji entrò in cucina per aiutarlo con le pietanze, non poté fare a meno di inquietarsi di fronte ai due coltelli e allo strano sbrilluccichio nello sguardo di Sasuke.

Affamato, lo avrebbe definito.

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Capitolo 9
*** Happy New Year ***


Parola Scelta: Mezzanotte
Note:
 Non c’è molto da dire su questa fanfiction, se non che è stata la mia prospettiva per capodanno.
Fortunatamente, si è risolta meglio =ç=! Ho anche bevuto tanto e non mi sono sbronzata (con grande dispiacere dell’Uzumaki.
La seguente flash fic è arrivata anche quarta al contest: SasuNaru-NaruSasu 500 parole, di Mala_mela e Kairi84^^.

 

[Happy New Year]

 

Un sospiro si levò nell’ aria, mentre cominciava quel dannato conto alla rovescia che li avrebbe catapultati nel nuovo, meraviglioso e dannatamente monotono anno nuovo.

Agitò il proprio bicchiere con lo spumante che doveva servire per il brindisi. La tentazione di affogare i propri dispiaceri nell’ alcool si era fatta sempre più forte nello scorrere della serata.

Purtroppo per lui, non era un gran bevitore, ma era meglio non far sapere in giro la sua inesistente resistenza all’alcool.

Ricordava fin troppo chiaramente la sua ultima performance sotto gli effetti della vodka e… no, non era il caso di ripetere.

Naruto aveva insistito per festeggiare il capodanno con i loro amici. Ovviamente, la sua alzata di sopracciglio e lo sguardo scettico a quella parola dal suono così malsano, non era stata presa minimamente in considerazione.

Perché la kitsune era ancora convinta che lui avesse degli amici a Konoha.

Probabilmente, Naruto si era dimenticato che era un traditore.

Ok, tecnicamente non lo era più, visto che era stato riammesso a Konoha, no?

Non per propria volontà, comunque! In fondo, lui era tornato per radere al suolo tutto e vendicare così Itachi e il proprio clan. Poi, che ne sapeva lui che Danzo e quei simpatici vecchietti del consiglio stavano complottando contro Konoha stessa e che, uccidendoli, aveva fatto un favore alla comunità?

Ovviamente, gli abitanti della Foglia, sempre dannatamente abituati a pensare il meglio di chiunque, avevano creduto che la sua fuga fosse stata programmata per arrivare a questo obiettivo.

Non sapeva se considerarli troppo buoni, o deficienti.

La tragedia era che sembravano tutti condividere l’ idea di Naruto: che lui in realtà fosse buono e che loro fossero da sempre i suoi migliori amici.

La fuga continuava ad essere l’ alternativa più allettante dopo la sbornia.

Malinconicamente (e con un certo fare melodrammatico che gli era ormai consono), tornò a posare gli occhi scuri sulla scena che gli si presentava di fronte.

Un assembramento di persone più o meno ubriache che si stringevano e si abbracciavano seguendo la cadenzata cantilena dei numeri.

E, in mezzo a loro, quella dannata kitsune: maglietta arancione, pantaloni neri che fasciavano perfettamente le natiche sode, gote piacevolmente arrossate per il troppo alcool e un sorriso enorme stampato in volto.

Si maledì come non mai di non aver proposto una romantica serata a due, per capodanno. Non che fosse il tipo da romanticherie, ma se non altro avrebbero avuto il dopocena garantito, invece che essere costretti a trascorrere la serata tra quegli squinternati che non sospettavano nulla della loro relazione.

«Nove! Otto! Sette! Sei!»

«Sasuke, vieni?»

Sasuke alzò lo sguardo, osservando perplesso la mano che Naruto gli tendeva.

Gli occhi azzurri ebbri di felicità.

«Cinque! Quattro!»

Afferrò la mano. Un ghigno si dipinse sul suo volto, mentre strattonava la volpe verso di sé.

«Tre! Due! Uno!»

Lo baciò, ignorando gli sguardi curiosi e sconcertati di chi aveva avuto il coraggio di distrarsi dal brindisi di mezzanotte.

«T…teme!»

Sasuke sorrise.

Quello sarebbe stato un buon anno, in fondo.

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Capitolo 10
*** Intorno al camino ***


Parola Scelta: Caminetto

Parola Scelta: Caminetto
Note:
Flash fic conclusiva.

Ringrazio tutte voi per aver letto questo delirio in dieci capitoli. Sono tentata da aggiungere uno special sull’Epifania, ma dubito che lo farò XD! Ultimamente sono troppo pigra per qualsiasi cosa.

Grazie a tutte, davvero.

A presto.

 

[Intorno al camino]

 

Mezzanotte era ormai passata da un pezzo.

Sasuke Uchiha osservò, disperato, il caos che regnava incontrastato nella sua, un tempo immacolata, sala.

Fortunatamente gli invitati se ne erano andati via. Tutti, nessuno escluso.

Sogghignò, pensando ai loro visi traumatizzati quando aveva baciato l’ Uzumaki allo scoccare della mezzanotte.

Fantastico. Specie la faccia di Hinata Hyuuga.

Libidine allo stato puro; godimento dei sensi; apoteosi della felicità.

E Ino? Vogliamo parlare di Ino? Di come aveva urlato disperata al loro bacio?

Si potrebbe citare anche Choji, a cui era caduto il pacchetto di patatine; o Sakura…

No, Sakura era meglio lasciarla perdere. Non gli era piaciuta per nulla la sua espressione esaltata quando le loro labbra si erano incontrare. Sembrava quasi eccitata dall’ avvenimento.

Scosse il capo. Pensarci lo faceva rabbrividire.

Si godette ancora per qualche minuto il silenzio che regnava nella sala.

Pace, finalmente! Pace!

Forse troppa.

Improvvisamente, si rese conto della mancanza di una voce in particolare e del rumore continuo che il suo proprietario faceva ad ogni movimento.

Avvertì un leggero senso di panico. Dov’ era il dobe? Non se ne era mica andato anche lui?

Cominciò a cercarlo per tutta l’ immensa tenuta degli Uchiha, in preda al panico.

Si tranquillizzò solo quando percepì un leggero russare e scorse il capo biondo della kitsune spuntare da una coperta, nel seminterrato.

«Dobe – mormorò – così morirai di freddo.»

Con un sospiro, si avvicinò al caminetto che si trovava nella stanza. Raccolse qualche ciocco di legna da ardere e, dopo un piccolo katon, un fuocherello scoppiettante era pronto a riscaldare l’ambiente.

Si accucciò accanto a Naruto, abbracciandolo per trasmettere maggiore calore al suo corpo intirizzito.

Sorrise, pensando a quelle feste – finalmente concluse – che, in fondo, gli avevano scaldato un po’ il cuore.

Ora come ora, al calore del camino e stretto al ragazzo che amava, la decisione di passare le vacanze con quella testarda, turbolenta e adorabile volpe non gli era mai sembrata così giusta.

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