The only reason

di Letizia25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 . Pictures of you ***
Capitolo 2: *** 2 . A year without rain ***
Capitolo 3: *** 3 . Tattoo ***
Capitolo 4: *** 4 . Again ***
Capitolo 5: *** 5 . Love is noise ***
Capitolo 6: *** 6 . Amnesia ***
Capitolo 7: *** 7 . Untitled ***
Capitolo 8: *** 8 . Beside you ***
Capitolo 9: *** 9 . Blow by blow ***
Capitolo 10: *** 10 . When I look at you ***
Capitolo 11: *** 11 . Get me back ***
Capitolo 12: *** 12 . I'm with you ***
Capitolo 13: *** 13 . Superhero ***
Capitolo 14: *** 14 . Say ok ***
Capitolo 15: *** 15 . I got you ***
Capitolo 16: *** 16 . Avalanche ***
Capitolo 17: *** 17 . Right now ***
Capitolo 18: *** 18 . Halo ***
Capitolo 19: *** 19 . No good in goodbye ***
Capitolo 20: *** 20 . I miss you ***
Capitolo 21: *** 21 . Unconditionally ***
Capitolo 22: *** 22 . Boom clap, with me ***
Capitolo 23: *** 23 . A thousand years ***
Capitolo 24: *** 24 . The only reason ***



Capitolo 1
*** 1 . Pictures of you ***


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Link trailer: https://www.youtube.com/watch?v=1hwVDTRBxpE&feature=youtu.be

1 . Pictures of you
 
 
Pictures of you, pictures of me,
remind us all what we used to be

The Last Goodnight - Pictures of you
 
Due mesi. Due lunghissimi mesi sono passati da quando Luke e Letizia si sono divisi.
Lei è tornata a New York ed ha ripreso in mano la sua vita, accettando tutti i suoi ricordi, riuscendo anche a finire in pochissimo tempo il suo nuovo album e facendo una piccola tournée negli USA. 
Lui ha continuato a scrivere nuove canzoni con i ragazzi, arrivando a far uscire il loro primo album vero e proprio in tutto il mondo e scalando le classifiche in pochissimo tempo. 
Nessuno dei due ha mai dimenticato l'altro. Nessuno dei due ha mai dimenticato le loro carezze, i loro abbracci, i loro baci, tutto quello che si sono dati, mettendosi completamente nelle mani dell’altro, fidandosi ciecamente, vivendo emozioni indimenticabili e così intense da far credere che fossero state solo un’illusione…
Solo che due mesi sono passati, e due mesi - passati senza neppure sentirsi con un messaggio od una chiamata ogni tanto – fanno male, troppo male a tutti e due…
 
Nella sua camera, con sottofondo il primo vero album dei 5 Seconds of Summer che ha appena comprato, Letizia sta dando l'ennesima occhiata a tutte le centinaia di foto che ha scattato in quei due mesi vissuti insieme ai suoi idoli e, adesso, anche migliori amici. 
Le capita in mano la primissima foto che hanno fatto insieme, durante il viaggio di ritorno dallo studio il primo giorno di convivenza. Calum, seduto davanti accanto ad Ashton, aveva scattato la classica foto a sgamo, ritraendo la mora con lo sguardo perso verso il finestrino, Michael con la bocca spalancata più di un forno a causa di uno sbadiglio, Ashton concentratissimo sulla guida, lo stesso Calum con gli occhi spalancati e Luke con gli occhi chiusi e la bocca semi aperta. Stava dormendo ed i ragazzi hanno chiesto proprio a Letizia di svegliarlo, facendogli prendere un colpo enorme. 
La ragazza ride per l'ennesima volta al ricordo e subito quella malinconia che la accompagna da quando ha lasciato Sydney si fa più viva che mai, facendola sospirare nuovamente. 
Non ha dimenticato niente di tutto quello che ha passato con la sua migliore amica e con quei quattro scemi durante i due mesi più belli della sua vita. 
Gli scherzi, le risa, le battute, le notti passate a chiacchierare tutti insieme, le lacrime che hanno condiviso, i problemi che hanno affrontato, la canzone, Luke...
Sono tutte cose che lei ha tatuate nel cuore e nella memoria e nessuno riuscirà a strappargliele via. 
Controlla l'ora sul telefono, sorridendo al vedere come sfondo la foto di lei e Luke che Keli aveva scattato dopo quella notte magica.
Sente il cuore stringersi un po'. Ma adesso non è il momento di pensare a quello che è successo tra lei ed il ragazzo biondo, a quello che ha cercato di mettere in un cassetto recondito della sua memoria per poi perderne deliberatamente la chiave. 
Perché ricordare Luke, le fa solo male. Le fa male perché non lo vede da tanto, troppo tempo, non sente la sua voce, ed ha paura a chiamarlo, perché sa che se lui rispondesse, lei non riuscirebbe più a contenere tutte quelle lacrime e tutta quella nostalgia. Le manca tutto di lui, i suoi occhi blu come il mare; la sua risata dolce; il modo in cui le accarezzava il viso, le mani, le labbra; come le passava le dita tra i capelli…
Una lacrima sfugge dai suoi occhi, e Letizia si affretta ad asciugarla. È stanca di questa situazione, però prima o poi dovrà pur farsene una ragione…
Posa per caso lo sguardo sull’orologio che porta al polso, vedendo l’ora.
È in ritardo, sarà meglio che si sbrighi. Ha un appuntamento a cui andare.
 
Ma anche dall'altra parte dell'oceano c'è qualcuno perso nei suoi ricordi, intento a sfogliare le foto che ritraggono un ragazzo biondo ed una ragazza mora, felici di stare insieme. 
Luke sospira per l'ennesima volta. Vedere quelle foto è peggio di una stilettata al cuore, ma è l'unico modo che ha per ricordarsi di tutto quello che ha vissuto con Letizia. Non ha il coraggio di leggere quello che la ragazza pubblica sui social network. Chiede ogni tanto qualcosa a Keli su WhatsApp, sapendo che lei riesce a capirlo bene anche se non si vedono da un sacco di tempo 
Però, per essere masochista ai massimi livelli, ha comprato il CD di Letizia appena è uscito e non fa altro che ascoltare la loro canzone, ferendosi a morte ogni volta.
Ha provato a dimenticarla in ogni modo possibile, ma ogni volta che tentava di buttare il ricordo della ragazza, esso si presentava nella sua testa più forte e più vivo che mai, facendolo rinunciare al suo obbiettivo. Non potrebbe mai farcela. Il pensiero di quella ragazza mora è così radicato dentro la sua testa, dentro il suo cuore, che dimenticarlo sarebbe come dimenticare una parte di se stesso.
Sospira di nuovo, con il cuore che fa un po' male, e continua a sfogliare quelle immagini, sorridendo ad ogni ricordo che gli torna in mente. 
Quattro sono le sue foto preferite. La prima è sicuramente quella che ha fatto Keli la mattina seguente a quella notte meravigliosa. Foto che si trova da tutte le parti: come sfondo del cellulare, incorniciata sul suo comodino, nascosta tra le pagine del quaderno dove scrive le canzoni...
La altre tre sono state scattate tutte la stessa notte. Erano tutti insieme in giro e, come al solito, stavano facendo gli scemi. Ad un tratto Letizia lo aveva abbracciato da dietro e subito Michael aveva scattato la foto. Poi era stato Luke a stringere Letizia da dietro, facendola ridere di gusto.  E qui era partita la seconda foto grazie ad Ashton. Ma la migliore di quella serata è la foto scattata da Calum. Foto che li ritrae mentre si stanno baciando. Lei con le punte dei piedi sopra quelle del ragazzo e le mani sul suo collo. Lui con le gambe un po' piegate e le braccia strette attorno alla vita della mora. Entrambi hanno un sorriso splendido sui loro volti, un sorriso che farebbe invidia a chiunque…
La voce del suo migliore amico che lo chiama lo fa tornare con i pensieri per terra. Lascia le foto sparse sul letto, sperando di riuscire a mettere tutti quei ricordi in un angolo nascosto della sua memoria, e si avvia con gli altri all'ennesima intervista di quella settimana.





Letizia
Bella gente, buon giorno! Eccomi qui, finalmente anche il sequel di Ovunque sei è arrivato!
Lo so, questo primo capitolo è un po' corto, però sappiate che ci saranno tantissime cosine da dire in questo sequel, ne vedrete sul serio delle belle, parola mia! ;)
Ok, detto, questo, do molto più che volentieri il benvenuto ai veterani ed ai nuovi lettori :).
Piccolo avviso: a causa della scuola, pubblicherò ogni due settimane. Perchè altrimenti non riuscirei nè a scrivere nè a studiare. Il giorno per gli aggiornamenti sarà sempre il sabato :).
Bene, detto questo, vado sul serio. Ci sentiamo il 13 dicembre! 
Un bacione grandissimo, Letizia <3
P.s.: Ho pubblicato due Missing Moments, per chi non li avesse visti.Uno per Ashto e Keli, l'altro per Calum e Michael. Li trovate sul mio profilo, spero vi piacciano! <3

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Capitolo 2
*** 2 . A year without rain ***


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2 . A year without rain
 
 
A day without you is like
 a year without rain

Selena Gomez - A year without rain
 
Il vento di quella sera di fine settembre gli accarezza il viso e lo fa rabbrividire. Finalmente sta iniziando la primavera e Luke non può chiedere di meglio. Primavera vuol dire cambiamento ed il biondo sente che nell'aria c'è qualcosa di nuovo. Spera solo che questa sensazione possa trasformarsi in una cosa positiva. 
Si volta verso le amache ed il ricordo di lui e Letizia che si coccolavano su quei pezzi di stoffa lo invade ed il ragazzo si ritrova a sorridere come uno scemo. 
Alla fine ha rinunciato a combattere quei sentimenti che nutre nei confronti di quella ragazza. Non ha più provato a dimenticare niente, perché tanto sa che sarebbe tutto inutile. Un giorno senza lei è come un anno senza pioggia e lui non crede di poter resistere ancora a lungo senza vederla, senza parlarle, senza sentire la sua voce, le sue labbra sulle sue, i loro cuori che battono allo stesso ritmo...
Possibile che tra tutte le persone su questa terra, il destino lo abbia condotto proprio a Letizia? Non sa spiegarselo, eppure non riesce a trovare qualcuno che lo completi come solo lei sa fare. 
Il biondo fa per tornare ad ammirare il paesaggio, quando la voce eccitata di Ashton attira la sua attenzione. Allora entra in casa e rimane sorpreso dallo sguardo felicissimo del batterista. 
«Che succede?» chiede appoggiandosi mollemente al divano.
«Devo leggervi questo!» esclama il riccio con gli occhi che luccicano e, prendendo il telefono, legge a voce alta e scandendo bene ogni parola del messaggio che gli è appena arrivato.
Luke non sta a sentire, concentrato com’è sui ricordi che ancora corrono per la sua testa, fino a che il nome di quella città e quella data non giungono alle sue orecchie. Ascolta il resto con il cuore che gli batte così forte che riesce a sentirlo pulsare fino in gola.
Quando Ashton finisce di leggere, Luke non riesce a credere a quello che ha appena sentito. Gli sembra che quest’occasione che gli si presenta davanti sia solo un’illusione. Sembra tutto così surreale che ancora fa fatica a rendersi conto che è semplicemente la pura realtà.
Con il cuore gonfio di una speranza che non aveva mai provato, Luke posa il suo sguardo sui suoi migliori amici e, senza rendersene conto, dà voce a quella domanda che gli frulla in testa già da qualche minuto.
«Quando partiamo?»
 
Due giorni dopo ecco i quattro ragazzi seduti sui sedili di quell’aereo che li porterà in quella città.
Luke è ancora intontito e non riesce a capire se quello che sta facendo sia un bene o un male. Sa solo che deve arrivare là il prima possibile.  E subito due occhi caldi e scuri si impossessano dei suoi pensieri. Il cuore comincia a battergli forte nel petto e lui non potrebbe essere più felice di così.
Per distrarsi e per non pensare a tutte quelle ore di volo che dovrà affrontare, vaga con lo sguardo sui passeggeri, fino a che i suoi occhi non si fermano sulla mano di Calum intrecciata a quella di Michael.
Gli fa ancora un po’ strano che quei due stiamo insieme già da un mese e mezzo. Certo, è più che felicissimo per loro, anche se proprio non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere proprio dai due “donnaioli” della band. È stato un colpo un po’ basso, ma un colpo che, alla fine, sia lui che Ashton hanno accettato di buon grado. Perché quei due sono finalmente riusciti a mettere la testa a posto e sono felici insieme.
Con il sorriso sulle labbra e con una speranza infinita che gli invade il cuore, Luke torna ad osservare il paesaggio dal finestrino, chiedendosi che cosa succederà quando atterreranno.
 
La ragazza guarda per l’ennesima volta l’ora sul telefono. Eppure l’aereo è atterrato da un pezzo ed i ragazzi dovrebbero già essere nel salone degli arrivi. Però lei ancora non li vede e l’ansia le sta rodendo i nervi.
Ma come le è venuto in mente di mandare loro quel messaggio? E se loro avessero avuto un imprevisto e non sono potuti venire?
Si passa per l’ennesima volta la mano tra i capelli e sospira. Non deve fasciarsi la testa tremila volte prima che qualcosa accada. La sua migliore amica glielo dice sempre, eppure lei non riesce mai a stare tranquilla.
Si alza dalla sedia e cammina un po’, per sgranchirsi le gambe. Poi si siede nuovamente, ma l’ansia non è ancora andata via. Allora si alza ancora una volta e passeggia un po’, fermandosi davanti alla finestra ed osservando gli aerei che stanno atterrando in questo momento. Non vede l’ora che loro arrivino…
Ad un tratto il cellulare che le vibra nella tasca dei jeans la fa sobbalzare. Subito lo prende e appena legge il messaggio, sente il suo cuore farsi più leggero. Si volta e sospira si sollievo prima di correre incontro ai ragazzi.
 
Sono appena arrivati e Luke ancora non riesce a crederci. Non gli sembra vero di essere lì. Guarda imbambolato gli orari delle partenze e degli arrivi pur di provare a se stesso che è sul serio dall’altra parte del mondo.
Una pacca sulla spalla da parte di Calum lo riporta un po’ con i piedi per terra. Si volta verso il suo migliore amico che gli sorride raggiante.
«Forza scemo. Quegli schermi non sono così belli come la persona che vedrai tra poco!»
E a sentire quelle parole, il biondo sorride come un ebete, mentre il suo cuore fa mille capriole per la felicità.
I ragazzi si avviano e, appena arrivano nella sala grande, notano una ragazza che sta correndo loro incontro. Una ragazza che li soffoca di abbracci. Da quanto non si vedevano? Tanto, veramente troppo tempo.
A Luke non sembra vero di poter riabbracciare la sua migliore amica dopo tutti quei mesi, durante i quali, se non fosse stato per le foto scattate insieme, probabilmente si sarebbe dimenticato un po’ dei lineamenti del viso della ragazza.
Escono dall’aeroporto chiacchierando di tutto e di più, come se il tempo che li ha divisi non fosse mai esistito. Con la mano la ragazza ferma un taxi e dice l’indirizzo all’autista, che subito si imbocca per le vie di quella metropoli sempre viva. Luke si ritrova preda di tutti quegli edifici altissimi ed imponenti e, al ricordo del concerto che hanno fatto qualche anno prima in quella città, sorride di nuovo. È stata una delle loro migliori esibizioni e non vede l’ora di farne un’altra…
Osservare i luoghi che lei vede ogni giorno lo fa sentire un po’ parte della sua vita e, quando si ritrovano tutti e cinque davanti la porta di quella casa, a Luke parte un batticuore disumano. La ragazza li guida fino all’ultimo piano ed apre la porta dell’appartamento. Appena entrano, Luke rimane veramente molto sorpreso.
Il soggiorno, con quella parete vetrata che dà sul parco che illumina anche la cucina, è luminosissimo e molto accogliente. Nell’angolo a destra due divani blu sono opposti ad un grande mobile bianco che regge la TV e che è stracolmo di libri. Alle pareti bianche tante fotografie con cornici colorate rallegrano l’ambiente.
«È un bel posto!» esclama Calum con uno dei suoi migliori sorrisi sulle labbra. Ashton intanto si avvia curioso alla libreria e subito ne tira fuori qualche volume. E nel frattempo Michael, sfinito dal volo, si siede sul divano e si passa una mano sul viso.
Luke, invece, ha solo una cosa in testa, o meglio, una persona da quando ha messo piede in quella città. Una persona che popola i suoi sogni, una persona che vede in ogni posto, una persona che gli manca terribilmente.
«E lei?» chiede rivolgendosi alla ragazza, che gli sorride.
«Dopo la chiamo. Intanto noi dobbiamo preparaci. Quindi tu, caro Hemmo, vieni con me.» risponde lei guidandolo in una camera da letto. Gli fa cenno di restare lì e torna dagli altri.
Luke prende un respiro e cerca di calmare il suo cuore che sta battendo come un cavallo al galoppo. È in camera sua e si sente così vicino a LEI dopo tutti quei mesi. Curioso, inizia ad osservare la stanza.
Il letto ad una piazza sulla destra si trova davanti ad armadio a tutta parete dalle ante bianche. Nell’angolo a destra, sotto l’enorme finestra, c’è una scrivania in legno chiaro, su cui il ragazzo vede delle fotografie sparse. Ne prende una e sorride felice, notando che è stata scattata quando erano tutti e sei insieme. La mette a posto ed il suo sguardo viene attirato dalla miriade di poster appesi alla parete dello stesso lato del letto. Poster dei 5 Seconds of Summer. Sorride di nuovo ed il cuore smette di battergli per un istante.
Almeno non l’ha persa come fan.






Letizia
Buon pomeriggio a tutti! Eccomi qui ad aggiornare, puntuale, come vi avevo promesso.
Allora, siamo al secondo capitolo e già succedono tantissime cosine!
Luke, il mio bambino, piccolo lui, mi vergogno come una ladra a farlo stare così male :/.
Però dai, c'è un messaggio molto particolare che scombussola tutto, eheheh.
Domandina: secondo voi, chi è il mittente, e dove sono andati i ragazzi? Sono aperte le scommesse, ahahah ;). No, sul serio, sono curiosissima di sapere che cosa ne pensate, quindi sbizzarritevi pure ^W^.
E poi, ci sono i nostri Malum, piccolini loro! Dai, che alla fine hanno detto tutto a Ash e a Hemmo e - come aveva detto Letizia nel capitolo 35 di Ovunque sei - quei due hanno accettato la cosa ^W^. Sono felicissima per i miei topini :'3.
Ora, non so quando aggiornerò di nuovo, potrei anche farvi il regalo per Natale, chi può saperlo... Boh, vedremo ;).
Cambiando argomento, ringrazio di tutto cuore le 9 persone che hanno messo la storia tra le prerite, le 7 persone che l'hanno messa tra le seguite e le 13 che hanno recensito lo scorso capitolo. Non avete idea di quanto mi facciate felice e di quanto bene vi voglia! <3 <3 <3
Bene, anche per stavolta ho finito qui, ci sentiamo presto!
Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 3
*** 3 . Tattoo ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
3 . Tattoo
 
 
You are my heart just like a tattoo

Jordin Sparks – Tattoo
 
L'aria frizzante di quel pomeriggio le accarezza piano il viso, rendendole un po' più freddo il naso. L'autunno è cominciato solo da un giorno, eppure il tempo si è già raffrescato parecchio. Si stringe un po' di più il cappotto addosso e continua a camminare in quel giardino fuori città. Giardino caratterizzato da tante pietre poste in memoria. Era da parecchio tempo che non andava lì ed esserci adesso dopo tutto quello che è successo, le fa uno strano effetto. 
Cerca tra tutte quelle lapidi una di granito nero lucido e finalmente la trova poco dopo sotto una quercia, un po' in disparte rispetto alle altre. A pochi passi dalla pietra, la ragazza si siede sull'erba a gambe incrociate e legge quei nomi sotto quella foto, la stessa che ha incorniciata sulla scrivania. 
Amanda Rossi e Richard Hyle. I suoi genitori. 
Sospira e subito sente gli occhi farsi un po' lucidi. Le mancano così tanto, ed il loro ricordo è come un tatuaggio nel suo cuore. Un tatuaggio che non avrebbe mai voluto farsi così presto. Un tatuaggio che non è mai riuscita a sopportare... Fino a che non è arrivato Luke... Come la medicina più potente del mondo, come un angelo, lui è riuscito dove tutti gli altri hanno fallito. È riuscito a farle amare quel tatuaggio e a trasformare quel dolore che sentiva in una cosa bellissima. È solo grazie a quel ragazzo se lei adesso riesce a non piangere ogni volta che pensa ai suoi genitori... 
Luke, Luke, Luke... Sempre lui in tutte le cose....
«Sai papà, probabilmente Luke ti piacerebbe... Anche lui suona la chitarra… Ed è bravissimo, forse anche più bravo di te…» dice la ragazza, sicura che i suoi genitori possano sentirla ovunque siano.
«Mamma, sai che Luke è biondo con gli occhi blu come l’oceano? Proprio come piacciono a te… Sicuramente lo adoreresti… È la persona più bella di questo mondo, e non sto parlando solo dell’aspetto… Mi sarebbe tanto piaciuto farvelo conoscere…» prosegue con il cuore preso da un po’ di nostalgia.
Sì, ne è sicura, se si fossero conosciuti, si sarebbero trovati subito benissimo tra di loro.
Sorride alla foto per salutare e si alza, pulendosi i pantaloni ed incamminandosi verso casa con le cuffie del suo fedelissimo MP3 nelle orecchie. Subito le note di Tattoo di Jordin Sparks si fanno sentire e le tranquillizzano il cuore, che aveva iniziato a battere un po’ più veloce del solito quando il ricordo di Luke le era passato per la mente.
Intanto i piedi la guidano fino al ponte di Brooklyn e subito il rumore del traffico newyorkese copre il volume della musica.
Nel mentre si toglie le cuffie, una ragazza con una macchina fotografica in mano le si avvicina. «Letizia?» chiede con voce insicura, facendo alzare la testa alla mora che le sorride.
«Ciao! Dimmi tutto!» risponde Letizia sorridente e facendola sorridere.
«Potremmo… Ecco… Farci una foto… Insieme?» domanda la ragazza arrossendo un po’.
E la mora si ritrova a sorridere. Ecco qual è la parte migliore di essere una cantante: poter rendere felici i propri fan anche con una semplicissima foto.
La fanno e la ragazza sta per andarsene, quando però Letizia la ferma. Ha sempre voluto fare una cosa, ed quel giorno vuole provare a metterla in atto.
«Dato che volevo fare uno spuntino, ma sono da sola, ti andrebbe di farmi compagnia?»
A sentire quelle parole, la ragazza spalanca gli occhi e la bocca, per la sorpresa, ma non spiccica una parola. E al vedere la sua reazione, Letizia comincia a ridere di gusto e, prendendola sotto braccio, si avviano.
«Se te lo stai chiedendo, sì, passerai un po’ di tempo con me.» dice la mora rispondendo a quella domanda che girava nella mente dell’altra ragazza già da un po’.
Iniziano a chiacchierare del più e del meno, come se si conoscessero da sempre, sorprendendosi di avere così tante cose in comune e ridendo di tutti gli aneddoti che Letizia rivela sulla sua vita da popstar. Grazie alla metro, arrivano poco dopo ad un bar vicino Time Square e si siedono ad un tavolo un po’ appartato per poi ordinare. Continuano a parlare del più e del meno, fino a che non vengono interrotte da una ragazza con i capelli dalle punte rosse.
«Scusate il disturbo…» inizia lei e mostra la macchina fotografica che tiene in mano, facendo sorride ancora una volta Letizia che fa per accontentare la ragazza quando, guardandola meglio più da vicino, rimane piacevolmente sorpresa.
«Ma tu sei la ragazza dell’aeroporto a Sydney!» esclama la mora lasciando di stucco la fan.
«Ti va di farci compagnia?» chiede Melany, l’altra ragazza.
L’altra, un po’ intontita dalla sorpresa, accetta e si inserisce nella conversazione che diventa sempre più piacevole fino a che Stephanie, la ragazza con le punte dei capelli rosse, non tocca un tasto un po’ particolare.
«Com’è stato lavorare con i 5 Seconds of Summer?» chiede con gli occhi luccicanti.
«E come sono loro?» domanda Melany a sua volta con un sorriso enorme sul volto.
Letizia tentenna un po’ prima di rispondere. Certo, parlare di quei quattro meravigliosi ragazzi le fa sempre tanto piacere, solo che automaticamente le vengono in mente tutti i momenti passati con Luke, momenti e ricordi che preferirebbe dimenticare…
«È stata un’esperienza meravigliosa e posso confermare che quei quattro sono fantastici, in tutto e per tutto.» risponde, cercando di ignorare quel magone che le è nato nel cuore.
Proprio in quel momento il suo cellulare inizia a squillare. Letizia è costretta a salutare le ragazze, baciandole sulle guance prima di uscire di corsa dal locale.
«Keli, che succede?» chiede la mora.
«Vieni a casa tua, si è allagato il bagno!» esclama la ragazza dall’altra parte.
Letizia chiude immediatamente la chiamata e corre alla metropolitana e salta sul primo treno diretto a Central Park. Cavolo però, è la seconda volta in un mese che le tubature combinano disastri. Spera solo che questa volta sia meno grave della precedente.
Alla sua fermata scende e continua a correre fino a che non arriva davanti casa sua, dove però non vede il furgoncino bianco dell’idraulico. Strano. Di solito Keli chiama subito qualcuno se ci sono dei danni in casa sua.  Allora sale le scale più veloce della luce ed entra.
«Keli?»
«Sono in salotto!»
Letizia allora si avvia a passo incerto e, appena entra nella stanza, le si mozza il fiato per la sorpresa.






Letizia
Ciao bellezze! Ahahah, sorpresa! <3 Eccovi il regalino di Natale da parte di quel koala che sono. Spero di avervi fatto una bella sorpresa ^W^. Il  prossimo lo pubblicherò il 27 dicembre. Poi. causa scuola, tornerò a postarlo ogni due settimane dal 10 gennaio. Lo so, è tanto tempo, ma altrimenti non riesco a conciliare scuola e scrittura :/.
Passiamo però al capitolo adesso.
Allora, lo so che quello che ha fatto Letizia con quelle due fan è praticamente impossibile, lo so. Però avevo sempre avuto quest'idea in testa ed ho detto: perchè non mettercela, giusto per ricordare che comunque Letizia è una cantante?
Spero che vi sia piaciuta :). Come spero anche che vi sia piaciuta la scena al cimitero. Volevo anche tener presente che Letizia, nonsotante i mille e mille impegni che ha, ai suoi genitori ci pensa, come è giusto che sia per una ragazza della sua età.
E poi, la telefonata di Keli, nessun idraulico, Letizia che rimane sorpresa, chi mai sarà? Lo scoprirete presto, promesso <3
Mi avete fatta morire con le vostre supposizioni, giuro! Vedrete prestissimo se poi erano errate o meno ;).
Non avete idea di quanto vi sia grata, per tutto, per ogni singola cosa. Siete tutti meravigliosi e sappiate che vi voglio un bene immenso, anche a chi non conosco! <3
Piccola avviso (?): in questa storia non ci saranno capitoli di passaggio, perchè in ogni capitolo succede sempre qualcosa. Tutto è ben ponderato in questo sequel, tranquilli ;). 
Spero solo di non deludervi <3
Grazie infinite ancora una volta per tutto! Vi voglio veramente troppo bene! <3 Ci sentiamo il 27 dicembre! <3
Un bacione grande grande e tanti auguri di buon Natale a tutti voi, Letizia <3 (lo so che sono molto in anticipo, ma è uguale u.u <3)

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Capitolo 4
*** 4 . Again ***


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4 . Again
 
 
I'm falling for you again

Secrets in Stereo – Again
 
Letizia non riesce a credere a quello che sta vedendo. Una bellissima torta con 17 candeline è sul tavolo del soggiorno e tre persone importantissime per lei sono in piedi e tengono in mano un enorme lenzuolo su cui è scritto: Tanti auguri alla nostra tappetta preferita! 
Keli fa un cenno ai ragazzi, che cominciano subito a cantare Tanti auguri a te. E Letizia inizia a piangere per la felicità, perché non credeva possibile un nuovo incontro tra loro. Piange perché quei ragazzi le sono mancati troppo. Piange perché non si aspettava loro al suo compleanno. Piange perché tutto questo le sembra solo un bel sogno da cui poi si sveglierà. Piange perché è felicissima di poterli abbracciare di nuovo. 
Appena i ragazzi finiscono di cantare, posano il lenzuolo sul divano e Letizia corre loro incontro, stringendo subito Michael.
«Sono felicissima per voi due!» gli bisbiglia all’orecchio. E le torna alla mente una sera di un mese e mezzo prima, quando le era arrivato un messaggio da parte del suo migliore amico a notte fonda, un messaggio che la avvertiva che Michael e Calum si erano messi insieme e che Ashton e Luke avevano accettato volentieri la cosa. Lei per la felicità aveva urlato e per poco non aveva svegliato tutto il vicinato.
«Grazie di cuore.» sussurra Michael stringendola di più a sé e facendola sorridere.
«Grazie a te di essere qui!» dice lei, con il cuore straripante di felicità.
Poi la festeggiata abbraccia forte Calum, che risponde in modo così caloroso da lasciarla piacevolmente molto sorpresa.
«Mi raccomando. Ora tu e Michael potrete darvi tranquillamente alla pazza gioia senza importunare più nessuno!» gli sussurra all’orecchio per prenderlo un po’ in giro. Calum arrossisce di botto.
«Ma stai zitta scema!» esclama il moro allontanandola da sé e ridendo per nascondere l’enorme imbarazzo.
Subito le braccia di Ashton sostituiscono quelle del bassista e Letizia si ritrova stretta da quella persona che in quei due lunghi mesi di assenza non ha fatto altro che chiederle di Keli. Perché quei due stanno ancora insieme nonostante la distanza. Lui addirittura è riuscito ad andare a New York un fine settimana ad agosto pur di vederla. Il problema è che lei va ancora a scuola ed il cellulare lo tiene sempre spento. Allora Ashton chiama Letizia – perche lei ha smesso di andare a scuola - a qualsiasi ora del giorno ed in qualunque parte del mondo si trovi pur di sapere anche la minima cosa di Keli.
«Tanti auguri alla mia tappetta preferita!» esclama il batterista ridendo e contagiando ben presto tutti i presenti.
Letizia poi si divide dal ragazzo ed abbraccia fortissimo la sua migliore amica, riempiendola di baci sulle guance e di coccole a non finire. Non potrà mai ringraziare abbastanza il cielo per averle mandato un’amica meravigliosa come Keli!
Si scosta un poco da lei e le sorride felicissima ed ancora incredula, quando però si rende conto di una cosa.
«E Luke?» chiede, pentendosi subito della domanda. Da una parte vorrebbe vederlo e chiacchierarci come un carissimo amico, ma dall’altra parte ha paura che i ricordi insieme a lui che ha rinchiuso a fatica possano esplodere come una bomba ad ologeria.
«Non è potuto venire. Liz è stata ricoverata all’ospedale e lui ha preferito restare a Sydney.» spiega Calum con il suo solito tono pacato di voce.
Letizia annuisce e sospira. Le dispiace veramente tanto per Liz, ma è meglio che lui non sia lì…
Mentre Ashton inizia a tagliare la torta, Keli si avvicina all’amica e le sussurra all’orecchio.
«Ho lasciato la mia borsa in camera tua. Potresti prendermela? Io rimango qui a controllare che questi scemi non facciano confusione.»
La mora annuisce e si avvia, non capendo però come mai la stessa Keli non sia andata a prendere la borsa. Sospira per l’ennesima volta cercando di convincersi che nel suo salotto ci sono i suoi migliori amici ed apre la porta di camera sua, rimanendo pietrificata da chi ci vede dentro.
 
È da un quarto d’ora buono che Luke sta aspettando in quella camera. Non ce la fa più, ha bisogno di vederla e di stringerla a sé dopo tutti quei mesi. Si siede sul tappeto, con la schiena appoggiata al letto e lo sguardo perso oltre la finestra.
Nella sua mente stanno vagando le immagini più varie. Immagini che ritraggono Letizia nei momenti più disparati della sua vita lì a New York. Luke se la immagina mentre beve il suo caffè lungo la mattina, mentre corre per Central Park, mentre prova in sala registrazione, mentre risponde ai giornalisti, mentre dorme…
Ed il suo povero cuore comincia a protestare. Perché, nonostante tutto, Luke sa che tra di loro non potrà mai più esserci lo stesso rapporto che avevano fino a due mesi prima. Non potranno mai più esserci le stesse carezze, gli stessi abbracci, gli stessi baci…
La voce di Keli a telefono con Letizia lo fa tornare con i piedi per terra. A sentire la scusa che la bionda ha usato, gli viene da ridere di gusto. Solo Keli è capace di tirar fuori scuse così gravi e così veritiere!
Allora Luke si alza e si avvicina alla finestra. Vuole vederla arrivare. E subito il cuore inizia a battere più veloce mentre l’ansia gli sale alle stelle. Chissà come reagiranno appena si rivedranno…
 
Dopo pochi minuti eccola attraversare la strada e salire in casa. Luke non riesce a restare lucido a causa del rumore dei passi della ragazza che rimbombano per le scale. E quando la sente chiamare Keli, il suo cuore si blocca del tutto. Quanto gli era mancata quella voce, che lo svegliava ogni giorno, che gli rivolgeva parole dolcissime, che gli faceva sempre battere il cuore così forte da fargli mancare il respiro…
Appena sente i ragazzi cantare quella canzoncina, sorride. Perché vorrebbe essere lì con loro e farle gli auguri come si deve. Ma è quella camera su consiglio di Keli. Luke si fida di lei, anche se tante sue decisioni - ad esempio quella che lui deve restare in quella stanza - non le capisce fino in fondo.
Ad un tratto un rumore di passi, che Luke riconoscerebbe dovunque, si fa sentire nel corridoio, bloccando qualsiasi funzione vitale del ragazzo fino a che qualcuno non apre la porta.






Letizia
Ciao a tutti! Oggi è il 27 e, come promesso, eccomi a postare! Alle vostre recensioni risponderò in giornata, come risponderò anche a quelle dell'ultimo capitolo di "See you in my dreams", dato che Hazel ha postato una One Shot sequel --> Don't wake me up (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2961766). Leggetela, è semplicemente bellissima! <3
Poi, dato che ci sono, prima di parlare del capitolo nuovo, vi pubblicizzo
- la MUKE che ho scritto, One Shot--> Grazie (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2958610&i=1), 
- la MALUM che riguarda la serie di Ovunque sei, One Shot --> Just you and me (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2919661&i=1),
- la One Shot su Ashton e Keli, che riguarda sempre la serie di Ovunque sei --> You're like the sun (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2926238&i=1).
Oh bene, adesso passiamo alla storia.
Allora, FINALMENTE si capisce CHI ha inviato il messaggio, DOVE sono i ragazzi e PERCHE' sono lì. Adesso, però, cosa credete che succederà? Do il via libera ai vostri pensieri, alle vostre supposizioni! Fatemi sapere, che ci conto ;) <3
E scusate se questi primi capitoli sono un po' corti, ma la storia ha un determinato ritmo. Tranquilli che però più in là si allungheranno, promesso ;) <3
Detto questo, scappo. Anche se sono in vacanza, ho veramente troppe cose da fare :/, povera me! <3 
A questo punto ci sentiamo il 10 di gennaio, e colgo quindi l'occasione per farvi i miei migliori auguri per l'anno che deve arrivare, sperando che possa portarvi tantissima felicità! <3
Un bacione immenso e a presto, Letizia <3

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Capitolo 5
*** 5 . Love is noise ***


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5 . Love is noise
 
 
Love is noise, love is pain,
love is this blues that I'm singing again

The Verve - Love is noise
 
Luke si volta ed i suoi occhi color del mare cercano subito quelli color Nutella di Letizia. 
Il cuore del ragazzo inizia a battere più forte. Non riesce a crederci. Dopo tutto quel tempo vedere quella ragazza di nuovo davanti a sé sembra solo una bellissima illusione. La osserva curioso, con il cuore che fa capriole nel petto. E la prima cosa che cattura la sua attenzione sono le pesanti occhiaie che le circondano gli occhi. Occhiaie violacee che mettono in risalto il pallore della sua pelle. 
Luke capisce che qualcosa non va, ma non le chiede niente. Hanno tutto il tempo per parlare più tardi. Allora le si avvicina, lentamente, quasi avesse paura che Letizia possa andarsene in uno schiocco di dita, e le accarezza una guancia, riuscendo finalmente a sentire di nuovo quella pelle di seta sotto la sua mano. Le sorride, con il cuore gonfio di una felicità incontenibile. 
Lei, invece, a vedere di nuovo quel sorriso luminoso, si sente morire.
Non vuole che Luke sia lì, davanti a lei. Non vuole che i ricordi insieme a lui tornino a galla, non dopo tutta la fatica che ha fatto per chiuderli in un cassetto remoto della sua memoria, un cassetto che si era ripromessa di non aprire mai più. Non vuole Luke lì, nella sua stanza, e non vuole che i ricordi le invadano il cuore. Perché è proprio a causa di quei ricordi che non dorme da due mesi, che si sveglia nel bel mezzo della notte con le lacrime che le rigano il viso. Perché Luke le manca, ogni giorno, le manca come l’ossigeno…
Lei non vuole che il biondo sia lì perché sa che, quando lui andrà via, lei starà peggio.
In quei due lunghissimi mesi, passo dopo passo, è riuscita a rimetter in sesto la sua vita, cercando di non pensare a lui, cercando di toglierselo dalla testa. E ci era riuscita. Ma l’averlo di nuovo davanti a lei manda in frantumi tutto il suo sforzo. Vedere quegli occhi che l’hanno sempre fatta sentire protetta, quel sorriso che le scaldava il cuore e sentire le sue mani su di lei dopo tanto tempo, è come ricevere una stilettata al cuore…
Luke non capisce come mai lei non abbia ancora detto niente. Ha bisogno di sentire la sua voce, di vedere i suoi occhi illuminarsi ogni volta che sorride. Ma lei non fa niente. Allora lui inizia a parlare, perché quel silenzio tra loro due proprio non riesce a sopportarlo.
«Tanti auguri.» le sussurra facendola rabbrividire.
Da quanto lei non ascoltava quella voce? Tanto, veramente troppo tempo. E sentirla di nuovo aumenta il dolore che sta provando adesso. Non ha neppure la forza di ringraziarlo per gli auguri e per essere lì. Si sente completamente svuotata, di tutto. E vorrebbe soltanto andare via, scappare da quel dolore che iniziando a distruggerla.
Punta i suoi occhi in quelli di Luke, per cercare di dire qualcosa. Ma non esce niente e lei si sente morire vedendo lo sguardo preoccupato del biondo.
Possibile che, dopo tutto quel tempo, lui stia ancora pensando a lei?
La risposta, affermativa, arriva quando Luke, in preda alla preoccupazione, posa anche l’altra sua mano sul viso della ragazza. Sente che lei gli sta scivolando via, e vedere quegli occhi lucidi lo fa sprofondare. Non vuole che Letizia stia così male. Però non capisce il perchè della reazione della ragazza. Di certo lui non si aspettava che lo avrebbe accolto con un bacio, ma non si aspettava neppure che lei non gli rivolgesse neanche una parola... Non capisce, ed il dubbio che lei abbia messo da parte tutto quello che hanno condiviso gli divora il cuore.
Lei, per tutta risposta, toglie lentamente le mani del ragazzo dal suo viso e lo guarda, con gli occhi lucidi e prossimi al pianto. «Luke, ti prego, vai via.»
Un sussurro. Un semplice sussurro che ferisce entrambi.
Luke non riesce a credere a quello che ha appena sentito e ha solo una domanda in testa. Perché?
Letizia si sente da schifo. Lui non si merita una cosa del genere, non dopo tutto quello che ha fatto per lei. Ma la ragazza proprio non riesce a combattere quel dolore che la sta divorando viva…
Si guardano per un istante negli occhi e sentono la terra sgretolarsi sotto i loro piedi. Perché nessuno dei due ha mai visto l’altro in quello stato, neppure quando lei ha avuto quell’attacco di panico. No, adesso la situazione è ben peggiore. Perché nessuno dei due sa come andrà a finire questa storia…
Letizia lascia le mani del ragazzo e Luke si sente del tutto sbalzato fuori dalla vita della ragazza. E quella domanda, quel Perché? continua a ronzargli in testa, rodendogli l’anima.
Lei, a vederlo in quello stato, si sente ancora più male. Si vergogna di quello che sta facendo e l’unica cosa che vorrebbe fare adesso è scappare lontana da lui pur di non farlo soffrire ancora. Ed è quello che fa. Senza dire una parola, volta le spalle al ragazzo ed esce dalla stanza, lasciando il ragazzo attonito e ferito a morte.
Gli altri, appena sentono i passi di Letizia, si alzano sperando di vederla insieme a Luke. Ma quando notano la sua espressione, non dicono niente e lasciano che la ragazza esca dall’appartamento.
Letizia scende le scale in fretta e si catapulta in strada raggiungendo in pochi secondi l’entrata di Central Park, rallentando il passo e continuando a camminare sotto l’ombra degli alberi.
Si vergogna terribilmente di quello che ha fatto. Luke non si merita tutto questo. Lui non ha fatto niente. È solo lei il problema. Ha paura, troppa paura, di stare male, di soffrire peggio della storia con Nicholas. Perché, nonostante abbia cercato di nascondere a se stessa tutto ciò che Luke le ha dato, lei non ha mai smesso di amarlo. Non ci riesce. Lui è parte di lei e Letizia non riesce a cancellare quel sentimento così forte che prova per quel ragazzo, perché sarebbe come cancellare una parte di se stessa. E si vergogna ancora di più perché non vuole che Luke soffra, specialmente a causa sua. Ma lei riesce solo a far star male quel povero ragazzo e lui non se lo merita.
Continua a camminare piano, con le lacrime che non smettono di rigarle il viso ed il cuore in frantumi. Vorrebbe soltanto scomparire. Si sente così vigliacca…
Una mano che afferra il suo polso la fa tornare con i pensieri per terra e, quando si volta per vedere chi sia la persona che l’ha fermata, rimane basita.
 
Luke, appena vede Letizia varcare la soglia della stanza, si sente affondare. Lei se ne sta andando e lui non riesce a fare niente per impedirlo. Non riesce a capire. Perché Letizia gli ha chiesto di andar via? Perché non gli ha spiegato niente? Perché è andata via così?
Tante, troppe domande a cui il ragazzo non sa rispondere. E si sente morire, perché ha perso la persona più importante della sua vita in un soffio. Si sente sconfitto, svuotato di tutto e non riesce a trovare la forza per reagire.
Sente la porta dell’appartamento che sbatte ed i passi di Letizia che rimbombano per le scale. Dalla finestra la vede correre in Central Park. Ed il solo vederla scappare da lui in quel modo, lo aiuta a prendere una decisione. Allora esce dalla stanza e, salutando gli altri - che hanno capito cosa non va dallo sguardo dei loro due amici - scende le scale a velocità folle e, attraversata la strada, corre dietro alla mora.
Perché per lui non è finita lì. Ha bisogno di spiegazioni, ha bisogno di capire. E non vuole in nessun modo separarsi da lei. Ha aspettato troppo prima di rivederla, ed ora che è a New York per lei, non ha nessuna intenzione di passare neppure un istante senza di lei
Lei, che adesso è a pochi passi da lui e i singhiozzi le scuotono le spalle.
Luke aumenta ancora un po’ il passo, con il cuore che gli batte all’impazzata, e alla fine riesce a prenderla per il polso, facendola voltare verso di lui.
 
Senza pensarci un secondo di più, Luke la abbraccia, mozzandole il respiro. La abbraccia perché non vuole lasciarla andare. La abbraccia perché non riusciva più a stare senza di lei. La abbraccia perché gli era mancata da impazzire. Gli era mancato tutto di lei.
E anche Letizia lo abbraccia, combattendo tra ciò che le dice la ragione e quello che le sussurra il cuore. Lo abbraccia perché senza di lui si sente affondare e tirare giù in quel buio in cui stava rischiando di tornare, quello stesso buio da cui Luke l’aveva salvata. Lo abbraccia per sentirlo di nuovo vicino a lei. Lo abbraccia per cercare di mandar via quel magone, quel dolore che sente nel petto e che la opprime, ma è tutto invano.
La ragione alla fine prevale sul cuore e Letizia, a fatica, pone fine a quell’abbraccio, in cui entrambi sapevano di essersi finalmente ritrovati e sentiti completi.
Luke la guarda, non riuscendo a capire e lei si sente ancora di più in colpa…
«Perché?» riesce finalmente a chiederle il biondo con voce strozzata, anche se non è molto sicuro di voler ascoltare la risposta.
Letizia punta i suoi occhi in quelli del ragazzo, ricevendo una pugnalata al cuore. Non lo aveva mai visto così prima d’ora… E capisce che una spiegazione gliela deve. Dopo tutto è venuto a New York solo per lei. Allora prende un respiro e cerca di riordinare le idee, nonostante le lacrime che continuano a scenderle dagli occhi.
«Luke… Io e te non possiamo stare insieme…»
E subito quella frase si marchia a fuoco nell’anima e nel cuore di entrambi. Perché nessuno dei due avrebbe mai pensato di sentire quelle parole dette dall’altro.
«La nostra storia è finita quando me ne sono andata da Sydney. Non avrebbe senso continuare…»
Ma lei non vuole proseguire e Luke non vuole sentire altro. Gli bastano quelle poche parole.
«Quindi tutto quello che abbiamo vissuto insieme l’hai buttato nella spazzatura?» chiede lui, con un tono di voce misto tra rabbia e tristezza.
Lei scuote la testa, ferita da quelle parole e riprende il discorso, non ascoltando il suo povero cuore che protesta per il troppo dolore.
«Ci ho provato con tutte le mie forze, ma non ci sono riuscita… Ho provato a cancellarti dalla mia vita, ma sono riuscita solo ad ingrandire il dolore per la tua assenza!»
Ma Luke ancora non riesce a capire. E tocca un tasto che non avrebbe mai dovuto sfiorare neppure con il pensiero.
«E allora? Se non mi hai dimenticato, perché non continuiamo da dove abbiamo interrotto? Come se i due mesi che ci hanno separato non fossero mai esistiti!»
D’altronde questo è quello che pensa. Perché lui farebbe di tutto pur di viverla in pieno, di vivere quella ragazza che ama più di chiunque altro.
Lei invece si sente peggio. Perché Luke non capisce? Perché si ostina a combattere per un qualcosa già perso in partenza?
«Perché è impossibile, Luke! Non possiamo vederci una volta l’anno, se capita. Il mio compleanno è stata una pura occasione. E la prossima quale sarà? Natale? Capodanno? O direttamente il tuo compleanno a luglio? Luke, io non riesco a vivere una storia a distanza. Io ho bisogno di vederti ogni giorno, di sentirti accanto a me, di addormentarmi con te, di svegliarmi con te, di passare ogni singolo secondo della mia vita con te. Ma non è possibile. Non possiamo vederci ogni tanto perché, quando ci divideremo, ogni volta staremo sempre peggio…»
Si ferma un attimo, perché tirare fuori tutto questo la sta consumando lentamente, facendola soffrire come non mai.
«Non hai idea di come ho passato questi due mesi… Ogni notte mi svegliavo in preda a incubi e attacchi di panico, con le lacrime agli occhi perché mi mancavi da impazzire. Non ho mangiato per giorni e non sono riuscita neppure a scrivere uno straccio di canzone. E questo solo perché tu non c’eri e continuerai a non esserci, nonostante il nostro amore…»
E, a sentire quelle parole, Luke si sente morire e si maledice in ogni modo possibile. Perché non aveva minimamente pensato a come stava lei. Si era concentrato solo su se stesso  non aveva mai preso in considerazione l’idea che anche lei potesse aver preso malissimo la loro separazione. E si sente uno schifo, perché si è reso conto di averla messa da parte. E vorrebbe chiederle subito scusa miliardi e miliardi di volte, ma lei continua a raccontare, per sfogarsi con lui, per tutto quello che prova, anche se sa che non servirà a niente.
«Luke, sappi che ti amo più di chiunque altro e che questo non cambierà mai e poi mai. Ma non riesco a vivere una storia a metà.»
Ha detto tutto. Ha finalmente ammesso tutti i suoi pensieri e le sue paure. Ma sa di non poter reggere qualsiasi cosa le dirà il ragazzo. Così, di nuovo, gli volta le spalle e si allontana, con il cuore in polvere.
Luke sa che può essere difficile la loro relazione, ma non impossibile. E allora si ribella a quella tristezza che gli aveva attanagliato il cuore.
«Ti amo anche io!» grida con tutto l’amore che ha dentro, urla perché non riesce a contenere quel sentimento troppo grande e bellissimo per quella ragazza. Urla, grida, e riesce a far fermare Letizia. «E perché non combattiamo insieme? Perché non proviamo? Possiamo vivere la nostra storia!» dice, sperando di ottenere una risposta affermativa.
Ma lei, a quelle parole, si volta verso di lui scuotendo la testa lentamente e tirandosi indietro, perché non ha la forza per combattere il senso di vuoto che le procurerà l’assenza di Luke quando lui se ne andrà via.
Lui però non si dà per vinto e le corre dietro ancora una volta, con il cuore che pompa a mille. Perché mai e poi mai rinuncerà a lei, mai vivrà una vita senza lei. E riesce a prenderla per la spalla e a farla voltare nuovamente verso di lui.
Senza pensarci due volte, fa combaciare le loro labbra. E la cosa che lo sorprende subito è che Letizia, nonostante tutto quello che ha detto, risponde al bacio. Perché lei ha bisogno di lui, non riesce a stargli lontana. E sentire le loro labbra unite, le loro lingue che si accarezzano piano, i loro respiri che si fondono ogni secondo che passa, la porta direttamente in paradiso.
Solo che il suo cuore non resiste più e la ragione ha la meglio sui suoi sentimenti ancora una volta. Allora lei divide le loro labbra e posa le mani tremanti sul petto di Luke. Lo spinge via, piano. Lo spinge lontano da sé.
«Luke, non possiamo… Sai cosa vuol dire passare due mesi senza sentirti neppure una volta? Non ci siamo mai scritti, non ci siamo mai chiamati! Ed io non posso stare male così!»
Ed il biondo, a quelle parole, si sente da schifo. Perché sa di non averla mai contattata in nessun modo possibile, perché aveva paura. Paura di come si sarebbe potuto sentire ascoltando la voce della ragazza lontana da lui chilometri e chilometri. Ecco perché ha sempre chiesto le cose a Keli.
Anche la mora non l’ha mai fatto per lo stesso motivo. Perché sentire la voce del ragazzo le avrebbe solo lacerato ancora di più il cuore…
Lei lo spinge via piano ancora una volta e si allontana, sentendosi completamente svuotata di tutto.






Letizia
Ok, lo so che mi volete morta, lo so. Vorrei picchiari con le mie stesse mani per tutto quello che sto facendo accadere. Vi dico solo che da ora in poi è bene che vi prepariate psicologicamente per ogni capitolo che arriverà.
Lo so che mi state maledicendo in ogni lingua del mondo, perchè questi due non dovrebberi stare divisi. Ma cercate di capire Letizia. Insomma, voi ci riuscireste a farcela vedendo il vostro ragazzo solo una, massimo due volte l'anno? Per non contare dell'enorme distanza fisica che li separa.
Non è una situazione semplice, per niente...
Cambio argomento, che forse è meglio.
Vi do nuovamente l'augurio per questo nuovo anno, che ve lo meritate tutti: chi legge silenziosamente, chi recensisce, chi ha messo tra preferite | ricordate | seguite, grazie di cuore a tutti voi. 
Piccolo avviso (?): in questo periodo sto buttando un botto di One Shot su questi quattro carciofi, e anche oggi vi lascio il link per altre due che ho scritto:
- Ci siamo incontrati nel bel mezzo del nulla, su Luke (link --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2978014&i=1 )
- To the moon and back, su Michael (link --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2980964&i=1 ).
Spero vi piacciano, se avete voglia di fare un salto e dirmi quel che ne pensate, mi farebeb molto piacere, non importano poemi ;).
Grazie di tutto, davvero, dal più profondo del cuore! <3
Ci sentiamo sabato 24 gennaio, un bacione grandissimo, Letizia <3

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Capitolo 6
*** 6 . Amnesia ***


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Spazio pubblicità: lo so che rompo, ma volevo lasciarvi il link di una serie che ho finito da qualche giorno, Moments (cliccate sul nome della serie).
Si tratta di quattro One Shot, ognuna su uno di questi quattro bellissimi australiani. Spero sul serio che possa piacervi.
Fatemi sapere quel che ne pensate, ci conto tantissimo! <3

6 . Amnesia
 
 
I wish that I could wake up with amnesia
and forget about the stupid little things, 
like the way it felt to fall asleep next to you 
and the memories I never can escape, 
'cause I'm not fine at all


5 Seconds of Summer – Amnesia
 
Luke la osserva, osserva la persona più importante della sua vita allontanarsi per sempre, portando via un pezzo del suo cuore. Ma stavolta non le corre dietro, non la chiama a voce alta, non grida il suo nome per farla voltare. La lascia andare, la lascia scivolare via lentamente dalle sue dita. Perché ora sa che è veramente tutto perso. Sa che non c'è niente da fare. Sa che la loro storia è finita. Ma non riesce ad ammetterlo, non riesce ad accettarlo, non dopo tutto quello che hanno provato insieme.
Si incammina e si sente svuotato di tutto. Muove i piedi a caso, non sa dove andare. I contorni delle cose gli sembrano così confusi e la testa gira facendogli provare un fortissimo senso di nausea. 
Deve andare via, lontano, da qualsiasi parte, giusto per schiarirsi le idee e cercare di affrontare tutto questo a mente più lucida. Esce dal parco a passi incerti e percorre qualche metro sul marciapiede, prima di fermare un taxi con un cenno della mano. Sale e, quando il tassista gli chiede la destinazione, lui risponde un posto di cui ha tanto sentito parlare e si lascia portare, immergendosi nel traffico di quella grande città.
Si prende la testa tra le mani e sospira, mentre grosse lacrime iniziano e rigargli le guance.
Non sta bene, si sente vuoto, perso, senza forze… E subito i ricordi insieme a lei vengono a galla, ferendolo a morte.
Ripensa al loro ultimo bacio, all’aeroporto, a quanto era ricco di tristezza e di amore. Ricorda il trucco che le colava dagli occhi e che l’aveva resa ancora più bella. Ricorda com’era stato svegliarsi accanto a lei dopo quella notte indimenticabile. Ricorda tutte le foto insieme che ha sul telefono e che non ha mai cancellato…
Un magone enorme gli nasce nel cuore e lo confonde ancora di più. Perché non è riuscito a farle cambiare idea? Perché l’ha lasciata andare via? Perché lei non ha fatto niente?
Nel cuore gli nasce subito un dubbio atroce, che gli lacera l’anima da quanto è doloroso.
E se per lei tutto quello che hanno vissuto non fosse mai contato niente? Se tutto fosse stato una bugia? Se lei non lo avesse mai amato sul serio e si fosse presa solo gioco di lui?
Domande, domande e ancora domande a cui non riesce a trovare una risposta.
A questo punto vorrebbe solo dimenticare, dimenticare tutto.
Le carezze, gli abbracci, i baci, il suo viso, il modo in cui lei sorrideva, i suoi occhi che lo facevano sentire sempre a casa, le sue mani su di lui, la sua pelle di seta, il suo profumo, la sua allegria, il modo in cui riusciva a farlo sentire completo, tutto l’amore che si erano donati e quanto si erano amati quella notte.
Vorrebbe dimenticare tutte quelle piccole cose che gli fottono il cuore, quelle piccole cose che aveva tentato di ricordare perché non voleva che il ricordo di quella ragazza sbiadisse…
Un rumore forte, stridente, gli fa alzare subito lo sguardo e dal finestrino riesce a vedere per un istante il vetro di una macchina che sta venendo loro incontro a velocità folle. Ma è solo per un secondo, un secondo in cui il ricordo di Letizia riempie i suoi pensieri ed il suo cuore.
Poi, il buio.
 
Letizia non si volta indietro, neppure una volta. Sa che non resisterebbe a vedere in che condizioni è Luke. E la vergogna ed il dolore continuano a graffiare, mordere, lacerare il suo povero cuore.
Non si è mai sentita così vuota, persa, frastornata prima d’ora.
Sa di aver preso la scelta giusta, per entrambi. E allora perché vorrebbe subito tornare da lui per poterlo stringere di nuovo? Perché non riesce a togliersi dalla testa quegli occhi color del mare? Perché pensare a lui le fa battere ancora il cuore così forte?
Scuote la testa, affranta, e continua a camminare per quel parco, all’ombra dei grandi alberi. Cerca di non pensare, ma le parole di Luke sono un ronzio continuo nella sua testa, un ronzio che non riesce a far smettere.
Possiamo vivere la nostra storia!
Come fa Luke ad essere così ottimista? Come fa a non vedere che è tutto… impossibile?!
Subito le passa per la mente un’idea, quell’idea che aveva abbandonato due mesi prima, senza darci troppo peso. Un’idea semplicissima e tranquillamente realizzabile. Perché non ci ha pensato prima? Perché non l’ha messa in atto subito? Avrebbe risparmiato sia a lui che a se stessa tutto quel dolore!
Deve tornare da lui! Deve scusarsi per tutto quello che gli ha detto. Deve dirgli che è riuscita a trovare una possibilità per loro due. Deve dirgli che possono stare insieme!
Allora si volta e comincia a correre, percorrendo la strada a retroso.
Corre, ed il cuore le batte fortissimo. Corre, e intanto il viso di Luke è l’unico suo pensiero. Corre, e le immagini della loro futura vita insieme le affollano la mente, facendole spuntare un sorriso bellissimo sulle labbra. Corre, e non vede l’ora di poter riabbracciare quel ragazzo che mai e poi mai smetterà di amare.
Lo cerca tra tutte le persone che quel pomeriggio sono nel parco. Cerca quella cuffia grigia, la sua preferita, quella che Luke aveva indosso. Cerca quel cappotto nero, quello stesso cappotto che lui si era tolto quel giorno di pioggia. Cerca quel ragazzo alto, altissimo, e biondo con gli occhi color del mare. Cerca quel ragazzo che popola costantemente i suoi sogni, che l’ha strappata dal buio, che l’ha salvata e che l’ha amata più di chiunque altro. Cerca il suo amore.
E alla fine lo trova, lo vede varcare l’uscita del parco. Allora corre più veloce per raggiungerlo, con il cuore che batte all’impazzata e non solo per lo sforzo. Corre, corre e corre, ma non riesce a raggiungerlo. Comincia a chiamarlo a gran voce, ma il rumore del traffico copre tutto e lui continua a camminare. Letizia aumenta ancora un po’ il passo spingendosi oltre il suo limite, ma non le interessa. L’unica cosa che per lei conta adesso è poter aver di nuovo quel ragazzo accanto a sé.
Finalmente lui si ferma e lei sospira sollevata continuando a correre. E sta quasi per raggiungerlo, ma proprio in quel momento il ragazzo sale su un taxi che subito parte, facendole nascere nel cuore un senso di abbandono, di angoscia… Però non si dà per vinta e continua a correre, cercando di raggiungere quel mezzo di trasporto. E sta quasi per farcela, quando un rumore stridente, un rumore che le fa accapponare la pelle, la fa fermare di botto.
Ed accade l’unica cosa che non avrebbe mai voluto vedere in vita sua.
Una macchina, fuori controllo, prende in pieno il taxi si cui era montato Luke. E l’impatto è così forte che il taxi gira su se stesso varie volte, prima di fermarsi, completamente distrutto.
Distrutto come il cuore di Letizia.
E lei adesso vorrebbe solo dimenticare tutto, sperando che ciò che sta vivendo sia solo un brutto incubo.





 
Letizia
Ehm, ecco, beh, sì, insomma, io... Non so con che coraggio sto facendo succedere tutto questo.
Giuro, non avete idea di quanto sia stata male a scrivere questo capitolo (e scusatemi se non è molto lungo, ma dato che narra di una cosa importantissima per la storia, dovevo fare una cosa a parte). Ho pianto sul serio e se chiedete a Marianne_13, può confermarvelo.
Mi sento veramente una grandissima stronza, perchè lo so che ne sto facendo passare di tutti i colori ai Luzia. E che le cose non sono ancora finite, siamo solo all'inizio. Ed è da qui che si entra davvero nel vivo della storia.
Spero con tutto il cuore che il capitolo vi sia piaciuto, nonostante la bruttissima cosa che succede.
Ci sentiamo sabato 7 febbraio, con una piccola (?) sorpresina per voi.
Grazie di tutto, a chi legge in silenzio, a chi recensice, a chi mette la storia tra preferite | ricordate | seguite. Non avete idea di quanto bene vi voglia! <3
Un bacione immenso, Letizia <3
Potete trovarmi anche qui, se volete chiacchierare oppure avete domande da fare:
Wattpad (Letizia_25), Facebook (Letizia Efp), Twitter (Letizia2597).
 
 

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Capitolo 7
*** 7 . Untitled ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
7 . Untitled
 
 
I can’t stand the pain
 
Simple Plan – Untitled
 
Letizia è seduta in quella sala di aspetto da ben due ore ormai, passate a pensare a come possa stare Luke adesso, se ancora dorme, se si è svegliato, se ha subito danni… Non vuole pensare a quell’alternativa. Anche il semplice sfiorare l’idea, la svuota completamente di tutto quello che ha… Una vita senza Luke… No, non riesce ad immaginarsela neppure volendo.
Sospira e si passa una mano tra i capelli, cerca di calmarsi, ma invano. Ha paura, troppa paura di perderlo…
Non riesce ancora a credere di aver visto l’incidente. Ciò che è successo dopo, l’ambulanza, lei che subito sale con Luke, l’arrivo all’ospedale, le carte da compilare, il messaggio inviato ai ragazzi… È come se tutte queste cose fossero state fatte da un’altra persona, e non lei. Le sembrava di essere stata sbalzata fuori da se stessa e di vivere tutto questo come una spettatrice…
Un rumore di passi che corrono e si avvicinano le fa alzare la testa. Dalla fine del corridoio stanno arrivando gli altri e lei, a vederli, si sente un po’ più sollevata. Si alza in piedi e, appena intercetta lo sguardo di Keli, le bionda capisce tutto. Le corre incontro e la abbraccia fortissimo, sperando che la mora possa stare meglio.
E Letizia si lascia andare ad un pianto pieno di paura, di tristezza, di angoscia, di dolore. Non sa cosa pensare, non sa cosa fare. Sente solo un grandissimo vuoto nel petto, un vuoto che le dilania l’anima per la troppa paura di perdere Luke. E lei, quel dolore atroce, che le mozza il respiro, che la fa tremare, che le porta via tutte le forze, non riesce a combatterlo…
Si siedono, e la bionda non divide mai la sua mano intrecciata a quella dell’amica. È troppo preoccupata per lei. Keli sa quanto Letizia è stata male in quegli ultimi due mesi. Sa quanto ha combattuto pur di non crollare una seconda volta. Sa quanto Letizia tenga a quel ragazzo che adesso è in sala rianimazione. Sa che lei non avrebbe mai voluto lasciarlo. Sa anche che, se lui se ne andasse, la sua amica non riuscirebbe ad affrontare la situazione…
Neppure i ragazzi riescono a dire qualcosa. Perdere il loro migliore amico… No, impossibile! Non deve accadere!
Ashton si siede accanto a Keli, e subito lei intreccia anche l’altra mano a quella del suo ragazzo, per tranquillizzare sia lui che se stessa. Perché neppure lei vuole che Luke scompaia dalla sua vita. Dopo tutto lui è il suo migliore amico ed è quello stesso ragazzo che ha salvato la sua migliore amica. Come potrebbe pensare di passare il resto della sua vita senza sentirlo, anche con un semplice messaggio?
La bionda sospira ed Ashton stringe di più la presa sulla sua mano. Gli viene da piangere, ma cerca di trattenere le lacrime. Tutti i suoi amici hanno bisogni di lui. Solo che anche il batterista ha paura di perdere Luke. Come farebbero lui e gli altri senza di lui?
Intanto anche Michael e Calum si siedono. E Letizia, senza pensarci due volte, stringe subito la mano del suo migliore amico e cerca di sorridergli per tirargli un po’ su il morale, anche se lei è la prima a sentirsi morire dentro.
Il ragazzo dai capelli verdi stringe a sua volta la mano della sua migliore amica e prende quella del suo ragazzo. Deve pensare a loro due prima di tutto. Posa lo sguardo su tutti gli altri e sospira rumorosamente. Quel biondino è il collante di tutti loro. È grazie a lui e al suo amore per Letizia se adesso loro sono quel bellissimo gruppo. E Michael si sorprende di come il rapporto tra lui e Luke sia cambiato in tutti quegli anni. Erano partiti odiandosi a vicenda, ma alla fine erano diventati amici inseparabili…
Un singhiozzo fortissimo da parte di Calum fa voltare Michael subito verso di lui, seguito a ruota dagli altri. Subito il ragazzo dai capelli colorati lascia la mano della sua migliore amica ed abbraccia il moro, cercando di tranquillizzarlo. Ma è tutto vano.
Calum inizia a piangere e non riesce a frenare le grosse lacrime che gli stanno rigando le guance. Ha il cuore a pezzi. Pensare che Luke, l’amico di tutta una vita, con cui ha condiviso gioie, dolori, speranze, sogni, è in un letto d’ospedale, lo fa sprofondare. Come farebbe senza di lui? Cosa farebbe se Luke se ne andasse?
Nessuno di loro riesce a pensare in positivo. Chi per un motivo, chi per un altro, ognuno di loro pensa a Luke in maniera diversa, ma tutti sono d’accordo su una cosa. 
Luke non deve morire.
 
E intanto un’altra ora è passata. Nessuno dei ragazzi è riuscito a dire qualcosa, non sapendo quali tasti toccare per alzare l’umore degli altri… Nessun medico ha saputo dire loro qualcosa, nessuno è ancora passato da loro per informarli sulle condizioni dell’amico…
 
«Credete che ce la farà?» chiede Keli, con la voce rotta spezzando quel silenzio opprimente.
«Certo che ce la farà! Ha superato di tutto e sicuramente supererà anche questa situazione…» risponde Calum, aumentando la sua stretta sulla mano di Michael, per cercare quella tranquillità che solo quel ragazzo dai capelli colorati riesce a dargli.
Michael sorride debolmente, mentre il suo povero cuore batte così forte da frastornarlo. Calum, Letizia, Luke… Troppe cose a cui pensare, troppe cose che lo fanno preoccupare. Come vorrebbe che tutto fosse più semplice…
Ashton annuisce alle parole del bassista ed abbraccia forte Keli. Ha paura il riccio, ma deve metterla da parte, deve essere forte, non solo per lui, ma soprattutto per lei, per Keli, per quella ragazza che è riuscita a fargli capire cosa voglia dire amare veramente qualcuno nonostante le difficoltà, gli impegni, la distanza… Keli è il suo sole e lui farà sempre di tutto perché lei continui a brillare…
Letizia si passa una mano sul viso e si alza. Deve fare qualcosa, qualsiasi cosa che la aiuti a non pensare, almeno non adesso. Inizia a camminare avanti e indietro per il corridoio, con le gambe che tremano e che non riescono a sorreggerla bene.
Ad ogni camera che sorpassa, spera con tutto il cuore di vederci Luke sveglio, che la rassicura, che la perdona, che le dice che è tutto a posto, che uscirà presto dall’ospedale, che potranno finalmente stare insieme…
 
L’orario delle visite è quasi terminato, quando finalmente un medico si avvicina ai ragazzi.
«Come sta?» chiede Michael, dando voce alla domanda che ronza in testa a tutti loro.
Il dottore dà un’occhiata veloce alla cartella clinica che ha in mano, poi risponde.
«Non ha subito gravi danni fisici, per fortuna. Adesso sta dormendo ed è in coma farmacologico. Però non sappiamo di preciso quando si risveglierà e non sappiamo neppure se ha subito traumi alla testa. Capiremo tutto quando il vostro amico riprenderà i sensi.»
I ragazzi annuisco ed un senso di enorme sollievo nasce dentro di loro.
«Possiamo vederlo?» chiede Letizia con la voce tremante ed il cuore stremato. Deve vederlo, a tutti i costi, in qualsiasi stato sia. L’uomo annuisce e mostra loro la strada e, davanti la camera, gli altri entrano tutti insieme.
Letizia invece rimane fuori. Ha paura. Ha tanta paura, di cosa però non lo sa neppure lei. Il cuore le batte forte fin dentro la testa, confondendola e facendola sentire persa. Non crede di poter essere abbastanza forte da poter reggere la vista di Luke in quel letto. Allora si siede e si passa una mano sul viso. Deve cercare do calmarsi, il dottore ha detto che non ci sono problemi, per adesso. E allora perché lei non riesce a mandar via dal suo cuore quel senso di abbandono?
 
Dopo qualche minuto, i ragazzi escono e Keli si avvicina all’amica.
«Tesoro, tranquilla. Adesso vai.» le sussurra sorridendo.
E Letizia si decide finalmente ad affrontare quella paura che la assale. Apre la porta della stanza, mentre il cuore le batte all’impazzata, e subito i suoi occhi corrono al viso di Luke, rilassato ed addormentato.
Gli occhi le si riempiono nuovamente di lacrime, lacrime di sollievo, mentre si avvicina a lui e si siede sulla sedia vicina al letto. Delicatamente, gli prende la mano e la stringe tra le sue che tremano tantissimo.
«Luke… Sono io…» inizia a parlargli per spezzare definitivamente quel silenzio rotto solo dal BIP del battito del cuore del ragazzo.
«Io… Io ero lì, Luke… L’ho vista quella macchina…» si ferma subito, appena il ricordo di quella scena torna prepotentemente al centro della sua attenzione.
Ma lei scuote la testa per mandarlo via e continua a parlare, con la voce che è solo un sussurro, con la voce debole e triste e rotta. Parla, anche se i singhiozzi si alternano alle parole.
«Sai… Io… Ti sono corsa dietro… Perché… Sono riuscita a trovare… Una soluzione… Per noi due… Io… Volevo dirtelo…»
Parla ancora, e le lacrime continuano a scenderle dagli occhi e lei non riesce a fermarle. Poco le importa. Adesso ciò che conta è Luke, è averlo davanti a lei.
E subito le torna in mente quel che è successo tra loro due al parco. Ogni parola che ricorda di avergli detto, è peggio di una pugnalata al cuore. Distrutta, porta la mano di Luke alla sua fronte e continua a piangere, e piange più forte, con i singhiozzi che le scuotono il corpo troppo spossato, troppo stanco, troppo fragile.
«Luke… Io… Mi dispiace… Mi dispiace di averti detto quelle cose… Io… È che avevo paura, troppa paura di stare male… Di nuovo… Io…» un singhiozzo più forte le mozza le parole in gola e le fa tremare la voce ed il cuore. Si ferma un attimo, cercando di tornare un po’ in sesto, ma invano. Perché tanto quelle lacrime non smetteranno di scendere, non adesso…
«Scusa Luke, scusami tanto.» sussurra baciando timidamente e dolcemente la mano del ragazzo ed accarezzandola piano, mentre le lacrime non smettono di rigarle il viso. Solo che le scuse adesso non servono a niente. Quando Luke si sveglierà, avranno tempo per parlare di tutto e per sistemare ogni cosa. La cosa importante ora è che lui torni da lei, il più presto possibile.






Letizia
Ehm... Io credo che da ora in poi avrò seri problemi a presentarmi dopo ogni capitolo, con tutto quel che sto facendo succedere ai miei bambini :(.
Vorrei picchiarmi da sola. E specifico una cosa: non è colpa mia, ma della mia testina che lavora troppo, ahahah :).
No, ok, a parte gli scherzi, da adesso le cose cominceranno a farsi sempre più corpose, e io vi consiglio di tenervi sempre pronte a tutto.
Volevo un attimo spendere due parole sul titolo del capitolo: Untitled. Ho voluto chiamarlo così, perchè alla fine per parlare del dolore non c'è un termine esatto e precisoso per descrivere tutto quel casino che si crea dentro al nostro cuore. Senza titolo, perchè il dolore un titolo non ce l'ha.
Detto questo, ringrazio infinitamente chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha messo la storia tra preferite | ricordate | seguite. Mi fate felicissima ogni giorno che passa, e sappiate che voglio davvero tanto bene a tutti voi, sul serio! <3
Altra piccola cosa, che spero possa farvi felici: TORNO A POSTARE UNA VOLTA A SETTIMANA. Quindi il prossimo aggiornamento arriverà il 14 febbraio ;).
Ok, non ho più niente da dire adesso, quindi lascio la parola a voi, se avete voglia di farmi sapere che cosa ne pensate :).
E mi raccomando ai lettori silenziosi: fatevi sentire! Ogni tanto, non importa sempre ;). Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate di tutto quel che sta succedendo :).
Bene, adesso ho davvero finito, ci sentiamo il 14 febbraio allora ;). Un bacione e grazie mille per tutto, Letizia <3
P.s.:Potete trovarmi anche qui, se volete chiacchierare oppure avete domande da fare:
Wattpad (Letizia_25), Facebook (Letizia Efp), Twitter (Letizia2597).

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Capitolo 8
*** 8 . Beside you ***


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Letizia
Ciao a tutti! Vi scrivo solo questo piccolo spazio autrice in cima al capitolo per informarvi che per un po' di tempo non scriverò spazi autrice, nè curerò molto l'HTML. Non perchè non voglia farlo, ma c'è altro che me lo impedisce.
Per ora non me la sento di spiegare come mai, spero solo che non ve la prendiate. 
Ringrazio tutti voi per ogni cosa fin da ora, vi voglio davvero bene! 
Ci sentiamo presto, Letizia <3

 
 
8 . Beside you

 
Bring me back, bring me back to you

5 Seconds of Summer – Beside you

Il giorno seguente i ragazzi, a parte Keli, tornano a far visita a Luke. Entrano nella stanza evitando di far rumore e si posizionano ai lati del letto.
«Ciao Luke.» dice Ashton con voce insicura, rompendo per primo quel silenzio assordante.
«Siamo tutti qui.» continua Michael, intrecciando le sue dita a quelle di Calum per dargli un po’ di incoraggiamento. Ed il moro gli sorride dolcemente prima di parlare a sua volta.
«Campione, vedi di rimetterti presto. Già ci manchi.» bisbiglia con gli occhi lucidi.
A sentire tutto questo, Letizia sorride felice, per Luke, perché quel ragazzo non ha proprio idea di quanto siano meravigliosi i suoi amici.
Michael le si avvicina e le bacia la fronte per poi sorriderle.
«Lupacchiotta, noi andiamo. Ci vediamo dopo. Abbiamo un appartamento da trovare!»
Lei gli sorride e li saluta con un «Ciao.» con la voce ancora un po’ impastata dal sonno.
Appena i ragazzi escono, Letizia porta tutta la sua attenzione a Luke. E solo adesso nota tutti i lividi e le fasciature sul corpo del biondo. Subito si siede accanto a lui e gli prende la mano, intrecciando le loro dita. 
Immediatamente il cuore comincia a batterle fortissimo nel petto. Vederlo così, in quel letto d’ospedale, con la pelle diafana, chiara quasi come la neve, e gli occhi chiusi contornati da due grosse occhiaie, la manda in pezzi.
Le mancano quella voce, quegli occhi color del mare, quelle mani calde su di lei… Le manca Luke e si sente ancora più in colpa per il modo in cui l’ha trattato. Se solo ci avesse pensato subito…
Si passa una mano tra i capelli e sospira, aumentando un po’ la sua stretta sulla mano del ragazzo. Non ha mai sopportato il silenzio, e in quella stanza lo detesta con tutta se stessa. Allora prende il telefono e fa partire la musica a volume bassissimo. Subito le note di Beside you si propagano nell’ambiente, e la voce di Luke è come un calmante per i suoi nervi troppo scossi.
Si ritrova a sorridere, mentre le viene automatico canticchiare quelle parole così dolci e così tristi e mentre gli occhi le diventano nuovamente lucidi.
«Bring me back, bring me back to you…» dice la canzone, e le sembra quasi una preghiera.
Gli occhi stanchi della ragazza si posano sulla figura addormentata del biondo. Sospira, mentre con la mano libera si asciuga quella piccola lacrima che le è uscita dall’occhio.
Sì, riuscirà a farlo tornare da lei, ne è più che sicura. Sicura grazie anche alle parole di quella canzone, che riescono ad infonderle un po’ di quel coraggio che spesso le manca.
E inizia a parlargli, come ha suggerito loro il dottore. Gli parla, sperando che la sua voce possa aiutarlo a tornare da lei il prima possibile.
«Sai Luke, non hai idea della confusione che hanno fatto i ragazzi ieri sera da me! In pochi minuti hanno messo tutto in disordine, solo per dormire più comodi! Fortuna che alla fine hanno deciso di trovare un appartamento qui, almeno fino a che tu non ti riprenderai…»
Parla, parla come un fiume in piena, pur di non far tornare quel silenzio che le fa accapponare la pelle. Gli racconta tutto quello che ha fatto da quando si sono divisi: l’album, il tour, le interviste, il nuovo progetto appena iniziato, i fan che sono sempre meravigliosi…
Parla e, anche se lui non le risponde, lei sa che riesce a sentirla. E solo questa consapevolezza le basta per continuare, per non mollare…

Pian piano i giorni passano ed i ragazzi vanno sempre all’ospedale, dandosi il cambio e sorreggendosi gli uni gli altri, proprio come una squadra. 
Non fanno altro che parlare al ragazzo, raccontandogli aneddoti buffissimi dell’attuale convivenza tra Letizia e gli altri ragazzi della band. È un putiferio! Loro, abituati a vivere in una casa grande e con tutti i tipi di comfort, si trovano in gran difficoltà a dividere il piccolo appartamento della mora che, in compenso, non è abituata a ricevere ospiti in casa.
Parlano tanto e qualche volta quel BIP risponde alle risate dei ragazzi, segno lampante che Luke li sente. E questo non fa altro che renderli felicissimi!
Ormai tutte le infermiere li conoscono, Letizia in particolar modo, perchè resta in ospedale tutti i giorni fino alla fine dell’orario delle visite. Ogni tanto passano a vedere se sta bene o se le serve qualcosa oppure le fanno semplicemente un po’ di compagnia.
E la mora non può che essere grata sia alle infermiere, ma soprattutto ai suoi amici, per tutto il supporto che le stanno dando. Letizia ha bisogno che i ragazzi la appoggino e la aiutino. Se non ci fossero loro, probabilmente lei sarebbe già crollata. Ecco perché ringrazia il cielo ogni giorno per averle fatto incontrare delle persone così meravigliose.
È passata una settimana dall’incidente, durante la quale Letizia non ha fatto altri che sperare nel risveglio di Luke. Gli ha parlato tanto, raccontandogli praticamente tutta la sua vita pur di farlo tornare da lei. Però lui, a parte quei BIP particolari ogni tanto, non ha mai dato segni più espliciti di ripresa.
Ma lei non molla. Tenta continuamente, portando sempre con sé le fotografie che hanno scattato quando lei era a Sydney e gli ricorda cos’era successo al momento dello scatto. Ha una speranza che non pensava di poter contenere. Una speranza che le assicura che tutto andrà per il meglio.

È venerdì sera e Letizia è nuovamente in ospedale. È rimasta ben oltre la fine dell’orario delle visite, ma Beth, l’infermiera addetta alla camera di Luke, non le dice niente, intenerita dall’amore che quella ragazza così giovane mostra per quel povero ragazzo.
Quella sera, Beth entra in camera con in mano una tazza di cioccolata calda ed un plaid. Porge tutto a Letizia, che si copre subito con la coperta e si scalda le mani con la tazza calda.
«Grazie Beth.» sussurra stanca, senza staccare gli occhi da Luke, che dorme come sempre.
L’infermiera sorride dolcemente e, presa una sedia, si mette vicina alla ragazza.
«Avete avvertito i genitori?» chiede con quel suo tono un po’ timido che Letizia adora.
La ragazza annuisce, e subito le torna in mente la telefonata tra Liz ed i ragazzi, durata più di un’ora, durante la quale Ashton, Calum e Michael non hanno fatto altro che cercare di rassicurare la signora Hemmings.
Sospira ed accarezza con il pollice la mano di Luke. Non sa spiegarsi di preciso cosa sia, ma da un po’ sente che nell’aria c’è qualcosa di nuovo. E a quel qualcosa, a quella specie di speranza, il suo cuore si aggrappa con tutto se stesso e si tiene stretto.
«Hai bisogno di qualcos’altro, tesoro?» chiede la donna con gentilezza, riportando i pensieri della ragazza sulla terra. Letizia nega lentamente con il capo, sorridendo riconoscente alla donna che, dopo averle lasciato una tenera carezza sul braccio, esce dalla stanza.
Letizia non riesce a staccare i suoi occhi dal viso di Luke.
È così bello, così sereno, così tenero anche quando dorme.
Sospira e sente gli occhi pungerle quando si siede sul letto vicina a lui e gli accarezza le guance, gli occhi, le labbra, i capelli. Quanto gli era mancato anche solo poter sfiorare quel viso, quello stesso viso che vedeva ogni giorno tra le persone dopo che era tornata a New York, quel viso che popola tutte le sue notti…
«Luke, ti prego, torna da me!»
Un sospiro, un sussurro, una preghiera.
Un bisbiglio che proviene dal suo cuore troppo distrutto, stremato, stanco, triste, solo…
Lei non ce la fa più a stare senza di lui. Lui che le manca come l’ossigeno, lui che lei non riesce a mandar via dalla sua vita, dal suo cuore, lui che è il centro di tutto…
Ma non succede niente, e lei si sente cadere in un pozzo nero, in quello stesso pozzo da cui Luke l’aveva tirata in salvo. E tutto quel silenzio attorno a loro, non fa altro che amplificare il suo dolore.
Sospira affranta, sconfitta. Sperava sul serio che potesse succedere qualcosa, ne era così sicura, lo aveva sentito nelle vene per tutto quel tempo, però alla fine non è cambiato niente, assolutamente nien…
Un dito della mano di Luke sfiora lentamente la pelle di Letizia, facendola rabbrividire, e non solo per il contatto tra di loro.
Il cuore della ragazza le va dritto in gola ed inizia a batterle velocissimo, come se dovesse esplodere da un momento all’altro.
Subito i suoi occhi vanno al viso del ragazzo e, quando finalmente incontrano quegli oceani che lei tanto ama, si sente sciogliere come neve al sole. Ma tutto questo dura un secondo.
Perché lei non ci pensa due volte ad avvolgere il biondo tra le sue braccia, mentre il cuore non riesce a battere ad un ritmo regolare. Dio, quanto le era mancato poterlo sentire così vicino a lei, così vicino al suo cuore? Troppo, e lei ancora non si capacita di come abbia fatto a resistere così a lungo.
Le braccia di Luke le avvolgono mollemente la schiena, rendendola la ragazza più felice della terra. Luke è tornato, è di nuovo con lei, adesso potranno stare insieme per sempre, senza nessun ostacolo.
Si dividono e lei gli sorride, accarezzandogli la guancia.
«Amore mio, sei tornato! Sei tornato da me!»
Lui però sbarra gli occhi ed impallidisce paurosamente.
«Amore? Guarda, probabilmente deve esserci un malinteso. Chi sei? Io non ti conosco.»
E lei, a sentire quelle parole, Letizia crede di star vivendo il più grande incubo della sua vita.
 

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Capitolo 9
*** 9 . Blow by blow ***


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9 . Blow by blow
 
It’s all so clear, you’re all I need
And it all revolve so round you now
‘Cause you are the one that I can’t lose
We’ve been built these all emotions blow by blow

Sonohra – Blow by blow

Keli passa per l’ennesima volta la mano sulla schiena dell’amica per rassicurarla, ma è tutto vano. Letizia piange da una mezz’ora buona, senza sosta. 
Non ce la fa a reagire, non questa volta. Non quando il ragazzo che ama con tutta se stessa si è dimenticato di lei, lasciandola sola, ad affogare in un dolore così forte e così intenso che mai avrebbe pensato di provare.
Ashton le passa l’ennesimo fazzoletto, e la mora si soffia piano il naso, ormai rossissimo e completamente screpolato. Poi i suoi occhi tornano su quella porta bianca, non chiusa del tutto, così da lasciar vedere la luce che illumina la camera di Luke. E ripensare a lui ancora una volta, la fa stare sempre peggio. 
Si prende la testa tra le mani e singhiozza, come se fosse l’unica cosa possibile da fare adesso, come se non riuscisse a fare altro. Piange forte, ma non ce la fa, non ci riesce, a strappare dal cuore quel dolore che le mozza il fiato, che le fa girare la testa, che le fa vedere tutto sfocato. Quel dolore che probabilmente presto la schiaccerà e lei, inerme, si lascerà schiacciare del tutto, fino a scomparire.
«Luke non si ricorda di me.»
È questa la frase che continua a ripetere tra le lacrime da quando è uscita dalla camera del ragazzo. È questa l’unica frase che hanno continuato a sentire i ragazzi appena son arrivati in ospedale quando hanno saputo che il loro amico si era svegliato.
E lei continua a ripeterla quella frase, come se fosse un incantesimo, un incantesimo in grado di aiutarla ad affrontare quella realtà che la sta schiacciando con tutto il suo peso arrogante. Perché sì, la realtà troppo spesso è arrogante, si prende gioco di chiunque, nessuno escluso, nessuno ha un bonus speciale per evadere completamente da quello schifo che la realtà presenta a tutti, senza troppi pacchetti regalo, senza tante cerimonie.
La mora sospira affranta quando sente il rumore dei passi del dottore avvicinarsi a loro.
Tutti si alzano. Tutti, tranne lei, che continua a tenere la testa bassa, con gli occhi chiusi e le lacrime che non smettono di rigarle il viso.
«Allora ragazzi. Come vi ho detto a inizio settimana, per il vostro amico danni fisici non ci sono. L’unico problema è il fatto che lui è fermamente convinto che oggi è il 17 maggio e non il 3 ottobre… Si sta parlando di…»
«Amnesia.» dice Letizia, finendo quella frase e facendo annuire il medico. Allora la ragazza si alza e punta i suoi occhi arrossati e tristi in quelli chiari e dispiaciuti dell’uomo
«Cosa crede, che non lo avessimo già capito? Non vogliamo sapere cosa ha, è palese, non servono altre spiegazioni. Noi abbiamo bisogno, io ho bisogno, di sapere se lui riuscirà a ricordare, in un modo o nell’altro!»
Perché quella è l’unica cosa che davvero importa ai ragazzi, è l’unica cosa che importa a lei.
Il medico rimane atterrito per un attimo dal tono duro della ragazza, poi però risponde.
«Signorina, questo purtroppo non lo sappiamo. Potrebbero volerci pochi giorni, forse mesi, anni. Oppure potrebbe anche darsi che questi mesi lui non li ricorderà mai più.»
A sentire quell’ultima frase, Letizia si sente venir meno. Le gambe non riescono più a sorreggerla come si deve, si sente completamente privata di ogni singolo grammo di se stessa, come se lei tutt’ad un tratto non esistesse più. E sarebbe caduta a terra se non ci fossero stati Michael e Calum vicino a lei pronti a sorreggerla. 
Il suo migliore amico le sussurra parole dolci, parole di conforto, mentre il moro la stende sulle sedie, con la testa sulle gambe dell’altro.
«Michael?» lo chiama lei, con voce flebile.
«Dimmi lupacchiotta, sono qui, sono qui accanto a te.» bisbiglia il ragazzo.
Letizia cerca la sua mano prima di continuare, perché ha troppo paura di dire da sola quello che sta pensando. Il ragazzo gliela stringe subito delicatamente e le sorride timidamente, per rassicurarla un po’. Lei sospira e finalmente si decide a parlare. 
«Credi… Credi che lui… Si ricorderà di me… Prima o poi?»
E quella domanda fa calare tra i ragazzi un silenzio pesante, opprimente, schiacciante. Un silenzio che però Michael ha la prontezza di rompere con la sua risposta sincera.
«Lo spero Leti, lo spero sul serio.»
Lei sospira di nuovo e si asciuga il viso per poi mettersi seduta lentamente.
Keli le regala uno dei suoi migliori sorrisi e le si siede accanto prendendole l’altra mano.
«Però c’è una cosa che non capisco. Perché ha dimenticato proprio dal 18 maggio in poi?» chiede Calum, facendo sorgere un dubbio nel cuore di tutti gli altri.
«Dicono, che quando si perde la memoria di un determinato periodo della nostra vita, è perchè quel periodo ci ha fatto soffrire troppo, oppure è successo qualcosa che ci fa ricordare quel determinato periodo che si vuole eliminare dalla propria vita.» spiega Ash dondolandosi sui talloni per alleggerire la tensione.
A quelle parole, Letizia sgrana gli occhi. «Adesso torna tutto.» dice più a se stessa che agli altri, che però l’hanno sentita distintamente.
«Cosa torna?» chiede Calum, con voce stanca e triste, sedendosi davanti alla mora.
E a quel punto lei racconta ai suoi amici ogni cosa, tutto quello che è successo quando ha rivisto Luke in camera sua, quando hanno parlato al parco, quando lei lo ha rincorso… Parla, e gli altri capiscono dove lei voglia andare a parare. È tutto chiaro, le spiegazioni non servono, a questo punto sono del tutto superflue…
Però a Keli, mentre ascoltava l’amica raccontare, è venuta in mente un’idea, un’idea che forse potrebbe migliorare la situazione, anche se di poco.
«Sappiamo bene che Luke non si ricorda di Letizia.» dice la bionda attirando l’attenzione generale su di sé. «Ma se si ricordasse di me, anche solo un pochino? Sarebbe un ottimo punto da cui partire per aiutarlo, no?»
Gli altri annuiscono. In effetti il ragionamento della bionda non fa una piega.
«Facciamo una prova?» chiede Letizia. Deve avere delle certezze, anche solo una per partire le basta, ma quell’unica deve averla, ad ogni costo. Deve accertarsi che almeno di Keli, almeno della loro migliore amica, Luke non si sia dimenticato. 
Keli però la guarda pensierosa. «Sei sicura di voler tornare in quella stanza?»
Letizia la guarda per secondi che sembrano senza fine. Giusta osservazione. Lei è pronta a tornare da lui, dopo quello che è successo? È pronta a sentirsi trattata da Luke come un’estranea, dopo tutto quello che hanno vissuto? 
«No, non sono pronta e non lo sarò mai. Quindi facciamolo anche adesso, perché probabilmente non avrei più la forza di farlo se dovessi tardare…»
La bionda annuisce, poco convinta. Ha troppa paura che Letizia possa crollare del tutto da un momento all’altro. Non crede che l’amica pronta a tutto questo e probabilmente non lo sarà mai. Però lei rimarrà al fianco di quella ragazza mora, al fianco della sua amica di una vita. Per aiutarla ogni qual volta che ne avrà bisogno. Ecco perché si alza e le tende la mano. Mano che Letizia si sorprende di prendere con coraggio, perché c’è Keli, e la mora è sicura che, con la sua migliore amica accanto a sé, riuscirà ad affrontare anche questa sfida.
Il dottore, che ha assistito a tutta la scena in un angolo, non volendo disturbare i ragazzi, apre semplicemente loro la porta della camera di Luke e va da un altro paziente. Perché quell’uomo sa quanto sia difficile la situazione. Ci è passato anche lui, tanto tempo fa…
Keli e Letizia entrano nella camera a passo incerto, seguite a ruota dai ragazzi. Non lo danno a vedere, ma anche loro sperano tantissimo che Luke si ricordi almeno di Keli. Hanno capito quanto il loro amico sia stato male per le parole di Letizia, parole che non hanno fatto che aumentare il dolore di entrambi. Sperano solo che le cose tra i loro amici si sistemino il prima possibile, perché non vogliono veder soffrire nessuno dei due.
Si mettono ai lati del letto ed il ragazzo biondo li osserva curioso, puntando immediatamente il suo sguardo prima sulla mora e poi sulla bionda, che lo saluta allegra. «Ciao Luke.»

Non sapeva come avesse fatto, ma quando quella voce, quel «Luke, ti prego, torna da me!» si era insinuato nella sua testa, alla fine era riuscito ad uscire da quel posto completamente buio in cui si trovava. Era riuscito ad aprire gli occhi e subito la luce lo aveva investito e accecato, facendoglieli chiudere nuovamente per alcuni secondi. Secondi in cui aveva sentito delle braccia avvolgerlo in modo così dolce e tenero, da farlo sentire protetto e a casa, da farlo svegliare completamente. Poi l’abbraccio era finito e quella ragazza davanti a lui gli aveva parlato in quel modo…
E adesso il dottore lo sta accecando di nuovo, con quella piccola torcia che hanno i medici e che puntano negli occhi. Luke ha sempre detestato quel fascio di luce così fastidioso. Però sta fermo e tranquillo e si lascia visitare. 
L’uomo, dai capelli brizzolati, di cui il biondo riesce a leggere il nome sul cartellino, Dr. Ward, annota le ultime cose sulla cartella clinica del ragazzo prima di rivolgersi finalmente a quest’ultimo. «Allora Lucas, come ti senti?»
«Sto bene, solo un po’… intontito. Che cosa è successo? E dove sono i miei?» chiede Luke, notando soltanto in quel momento che nella stanza ci sono solo lui ed il dottore.
L’uomo lo guarda a lungo, con sguardo indeciso, prima di spiegargli la situazione.
«Lucas, hai avuto un brutto incidente. Un camion a cui non funzionavano più i freni ha preso in pieno il taxi su cui stavi viaggiando. Hai dormito per una lunga settimana.»
Un momento. «Taxi?». Non ricordava di averne preso uno. Più che altro, l’ultima volta che aveva preso un taxi era stata quasi un mese prima.
«Non ti ricordi di averlo preso?» chiede il medico, pensieroso. 
Il ragazzo scuote la testa, ancora più confuso di prima.
«Sai dirmi che giorno è oggi?» domanda ancora l’uomo scrivendo sulla cartella clinica.
«17 maggio.» risponde prontamente il biondo.
L’uomo lo guarda sorpreso per alcuni secondi, prima di prendere una sedia e sedersi accanto al ragazzo. Intanto Luke capisce sempre meno di tutto quello che sta succedendo e guarda il dottore per ottenere delle risposte. 
«No, Lucas, oggi è il 3 ottobre.» risponde il dottore, guardando il ragazzo dritto negli occhi.
E a Luke sembra di cadere nel vuoto, a causa della consapevolezza che ha ricevuto da quelle poche parole. Sa già cosa ha, o meglio, cosa non ha più. Capire di aver perso una parte di sé, una parte della propria vita, non è mai una bella sensazione, e Luke lo sta sperimentando proprio adesso. Eppure non vuole crederci, non ci riesce. Non lo capisce, non accetta niente di tutto questo. È più forte di lui.
«Però io l’ho visto ieri mattina sul calendario…» bisbiglia il ragazzo, cercando un qualsiasi appiglio per cercare di non impazzire, a causa di quel senso di vuoto e di incompletezza che gli ha invaso il cuore, rendendolo uno straccio.
Si prende la testa tra le mani, fissando stancamente gli occhi sulle lenzuola candide.
Tutto questo gli sembra solo un enorme incubo, da cui non vede l’ora di svegliarsi.
Sospira e sente che la sedia accanto al letto viene spostata. Luke alza gli occhi verso il dottore, che gli sorride gentilmente.
«Poi capirai meglio, Lucas, non angosciarti per il momento. Adesso però ho bisogno di parlare con i tuoi amici. Sono stati sempre qui con te.» dice il medico prima di uscire dalla stanza, lasciando Luke ancora più pieno di domande e senza alcuna sicurezza.
Il ragazzo sospira e si lascia ricadere con tutto il peso del corpo sul materasso del letto. Cerca un appiglio, un qualcosa che lo aiuti a ricordare, perché sa di aver perso parecchio mesi di vita, e chissà cosa cazzo si sarà dimenticato. Che poi, dove si trova? Se fosse stato a Sydney, a quest’ora sua madre sarebbe stata lì con lui, a rassicurarlo e a dirgli che sarebbe andato tutto bene e che con calma e pazienza avrebbero affrontato insieme quel problema. Solo che lei non c’è, non c’è suo padre e non ci sono neppure i suoi fratelli.
Però ci sono i suoi amici, e questa cosa lo rincuora parecchio. Almeno loro potranno aiutarlo e gli staranno vicino, almeno fino a che non gli ritornerà la memoria.
Ad un tratto da oltre la porta sente delle voci parlare, non solo quella del dottore. Sforzandosi un po’, riesce a sentire quella di una ragazza. E immediatamente gli torna in mente quella ragazza che lo ha abbracciato quasi un’ora prima, quando lui era riuscito finalmente ad aprire gli occhi.
Chi era? E perché lo aveva chiamato Amore? 
Al ricordare quella parola, gli manca un battito al cuore. Chi e cosa si è dimenticato?
Sospira per l’ennesima volta, mentre gli occhi cominciano a pungerli. Cerca di resistere, ma invano. Ben presto grosse lacrime iniziano a rigargli le guance, e lui non riesce a fermarle, si sente completamente impotente, svuotato di qualsiasi volontà o forza.
Perché è dovuto succedere proprio a lui? Già non sopporta il fatto che una cosa simile possa accadere nei film, figurarsi nella vita reale. Giusto… I film… Quelli non sono la vita reale, quella che ti sbatte in faccia la verità nuda e cruda senza troppe rilecca ture né giri di parole. Te la fa vedere per com’è, crudele. I film sono solo una visione troppo romanzata e troppo addolcita della realtà. Perché il reale fa male, il reale ferisce come nessun’altra cosa, oltre l’amore, riesce a fare. Già, la realtà e l’amore. Due entità che si divertono a prendere in giro qualsiasi essere vivente a questo mondo, facendolo a brandelli.
Sospira ancora Luke, e ancora non riesce a credere a niente di tutto quello che sta accadendo. Proprio non ce la fa ad ammettere l’evidenza, quell’evidenza così lampante.
«Amnesia.» sussurra. 
Ed è come se quella piccola parola, bisbigliata con voce flebile, riecheggiasse per tutta la stanza, aumentando la sua importanza, la sua mole, la sua presenza, rendendosi finalmente tangibile e, in un certo senso, quasi comprensibile…
Ad un tratto la porta si apre piano e lui si asciuga velocemente gli occhi. Non vuole che qualcuno lo veda in quello stato.
Nella stanza entrano per prime due ragazze, una bionda e la stessa ragazza che lo ha abbracciato appena si è svegliato. Quella ragazza che ancora non capisce in che modo possa far parte della sua vita. Subito dopo di loro, entrano i ragazzi. E Luke non potrebbe sentirsi più felice di così. Gli basta semplicemente la presenza di quei tre ragazzi per tranquillizzarlo un po’ e per poter affrontare a mente relativamente più “lucida” tutto quello che sta succedendo. Tutti si mettono attorno al letto del ragazzo che, incuriosito, osserva le due ragazze, puntando i suoi occhi subito sulla ragazza mora.
Non sa perché, ma ha un qualcosa quella ragazza, un qualcosa che inspiegabilmente lo attira peggio di una calamita, lo incuriosisce. La osserva, e subito si sente quasi risucchiato da quei grandi occhi color Nutella preoccupati e tristi che lo stanno guardando. Sorpreso dallo sguardo intenso che quella ragazza mora con gli occhiali gli ha riservato, sposta il suo sguardo sull’altra, bionda, che rompe il silenzio con un «Ciao Luke.»

Luke osserva pensieroso Keli per qualche secondo, e Letizia spera con tutta se stessa che lui si ricordi almeno della loro migliore amica. 
Intanto il ragazzo è impegnato ad osservare la ragazza bionda. Ha un che di familiare, ma non si ricorda dove l’abbia vista.
«Ehi Luke!» esclama Ashton attirando l’attenzione di tutti e correndo ad abbracciare l’amico, perché non ce la faceva più a resistere. Luke risponde subito alla stretta affettuosa dell’amico, sentendosi pervadere da un senso di tranquillità.
«Amico, te la sei vista proprio brutta.» commenta poi Calum dandogli una leggera pacca sulla spalla e battendogli il cinque. Il biondo gli sorride, riconoscente perché il suo amico di una vita non lo ha abbandonato neppure questa volta.
«Non hai idea di quanto ci abbia fatto preoccupare!» dice Michael avvicinandosi a sua volta all’amico e scompigliandogli i capelli. Luke gli fa una linguaccia e poi inizia a ridere, e la sua risata riempie la stanza ed il cuore di tutti i presenti.
Letizia ha osservato la scena in disparte, ai piedi del letto, lontana da Luke, accontentandosi di potergli stare vicino anche così. Sospira piano, e subito sente Keli stringerle la mano per rassicurarla. La mora sorride, un sorriso tirato verso l’amica, poi punta nuovamente i suoi occhi sulla figura del biondo, e si perde in quegli zaffiri, in quegli oceani limpidi e vivi, incastonati in quel viso che di umano non ha assolutamente niente, quel viso che solo gli angeli possono permettersi di avere.
Il biondo poi volta lo sguardo su tutti i presenti, che si sono finalmente seduti vicino a lui. 
Ha paura Luke, tanta paura. Paura di sapere cosa e chi ha dimenticato, cosa è successo con esattezza e cosa lo aspetta dopo tutto questo.
Però vuole sapere. Nonostante tutto, anche se si sente ancora un po’ spossato, sa di avere la forza sufficiente per ripartire da subito, senza aspettare un secondo di troppo, perché il tempo adesso è diventato un nemico, un qualcosa contro cui combattere per tornare ad essere il Luke di prima dell’incidente. In una frazione di secondo ha perso gran parte di sé, e non ha idea di quanto possa volerci per tornare a ricordare. Ma è convinto di questo: prima comincia a lavorare sui ricordi che sono fuggiti, prima ricorderà. O almeno, questo è quello che spera con tutto il cuore.
«Avrei un po’ di domande…» sussurra, mentre le guance gli arrossiscono e il cuore gli balza dritto in gola.
I suoi amici sorridono divertiti  e Michael si sistema meglio sulla sedia lanciando velocemente un’occhiata a Letizia per vedere come sta. E lei risponde all’occhiata, come se servisse il suo consenso per rispondere alle domande del biondo. La mora accenna lievemente un sì con la testa. 
E Michael risponde alla domanda dell’amico. «E noi siamo qui per risponderti.»
Luke annuisce lievemente e sospira sollevato, come se un enorme peso si fosse appena tolto dal suo cuore. Però ha così tante cose da chiedere, che non sa da dove cominciare. Allora fine parte da quella più semplice, sperando di capire qualcosa. «Dove siamo?»
Gli altri si guardano preoccupati prima di parlare. Hanno paura di come il biondo possa prendere la notizia.
«Siamo a New York da ormai una settimana.» risponde Ashton, con tono pacato, salvando gli altri del gruppo. Nessuno di loro sa perché, ma il batterista è sempre la persona più indicata tra di loro quando si tratta di parlare di cose serie senza dare di matto.
New York, pensa Luke. Almeno so perché i miei non ci sono. Un momento… New York?!
Calum nota subito la faccia perplessa dell’amico e cerca di aiutarlo a capire.
«Siamo venuti qui perché Keli,» inizia indicando la bionda, «Voleva fare una sorpresa a Letizia per il suo compleanno.» continua, questa volta indicando la ragazza mora.
Luke lo guarda ancora più stordito e confuso. Come, quando, dove e perché hanno conosciuto quelle due ragazze di cui non ricorda pressoché niente? Non riesce a capire cosa c’entrino quelle due ragazze con la loro, la sua, vita. Lui ed i ragazzi sono di Sydney, mentre le due ragazze sono  di New York. Dove e come cappero hanno fatto ad incontrarsi?
I ragazzi riescono ad intuire cosa si stia domandando il loro amico, però nessuno ha la forza di rispondere a quella tacita domanda, che aleggia sopra di loro come se volesse mietere vittime da un momento all’altro.
Letizia non se la sente di dirgli tutto subito, perché sa che lui sicuramente ne rimarrebbe troppo scioccato. Ormai lo conosce troppo bene. Ecco perché inizia a parlare, spezzando finalmente quel fastidiosissimo silenzio che era calato in quella stanza ed attirando per primo lo sguardo intenso di Luke su di sé.
Perché il biondo, nonostante le sue paure, i suoi dubbi, la sua amnesia, è inspiegabilmente incuriosito, forse attratto, da quella ragazza mora dai lineamenti dolcissimi.
«Sentite, avrei un’idea. E se venissimo tutti i giorni, come abbiamo sempre fatto fino ad ora, e gli raccontassimo tutto? Però con calma, senza troppa fretta. Possiamo portare le foto, i video. Tutto quanto possa aiutarlo a ricordare.»
Gli altri ci pensano su, primo fra tutti Luke. Non sarebbe una brutta idea, a pensarci bene.
Così, in un modo o nell’altro, riuscirebbe a ricordare qualcosa. Sarebbe comunque un buon inizio da cui poi partire una volta uscito dall’ospedale.
In quei lunghissimi secondi seguiti alle parole che ha detto, Letizia non ha fatto altro che pensare a Luke, al fatto che lui potrebbe non accettare la sua proposta perché, a conti fatti, lei per lui adesso non è nessuno.
Però viene smentita e sorpresa proprio dalla risposta del biondo alla sua proposta.
«Io mi fido. Perché non provare?»
E, dette queste parole, Luke sorride a Letizia, facendole andare il cuore prima in gola e poi dritto nello stomaco. Da quanto lei non vedeva quelle labbra curvarsi in quel modo così dolce? Si sente completa, almeno per un istante, grazie a quel sorriso luminoso che le ha scaldato il cuore.
Invece Luke non sa perché ha fatto quel che ha fatto. È stata una cosa spontanea, come se avesse sorriso a quella ragazza in quel modo, percependo quelle determinate sensazioni dentro di sé, da sempre. Perché appena la ragazza ha risposto al suo gesto, lui ha sentito il cuore smettere di battere per qualche istante prima di ripartire a battere più veloce, le mani sono diventate un po’ sudaticce ed il corpo ha tremato lievemente fino a che lei non ha abbassato gli occhi a terra.
Luke non sa spiegarsi come mai, ma quella ragazza gli infonde un senso di sicurezza e di fiducia non indifferente. Probabilmente è a causa di quest’amnesia. Ecco quello che pensa, sbagliando in pieno la risposta a tutti quei segnali che non andrebbero lasciati da parte.

Finalmente i ragazzi sono a casa. Ormai è mezzanotte passata. Keli è tornata a casa sua con Ashton, mentre Michael e Calum sono andati all’appartamento che finalmente hanno trovato in affitto, sempre sulla quinta strada. Per fortuna sono tutti vicini.
Letizia si stende sotto le coperte. È spossata, sfinita. È stata forse la giornata più lunga di tutta la sua vita, e ancora non riesce a realizzare né il fatto che Luke sia sveglio né il fatto che il ragazzo non si ricordi di lei. È un controsenso, eppure è la vita che fa il suo gioco, facendoci notare durante il percorso quanto possa essere completamente contorta o dannatamente semplice. Dipende da cosa accade.
E lei però si ritrova a pensare che, nonostante tutto, è stato un bene che Luke non l’abbia mandata via, benché non si ricordasse di lei. È questa la cosa che le ha fatto scattare quell’idea per aiutarlo a ricordare.
Perché lei sa che è da adesso che deve iniziare a tirare fuori gli artigli e combattere giorno dopo giorno per aiutare quella persona che non ha mai smesso di amare. Ha tanta, troppa paura di sapere dove questa sua idea e questa nuova sfida da affrontare li porteranno. Spera solo che vada tutto per il meglio.
Perché Luke è tutto quello di cui ha bisogno, e non ha nessuna intenzione di lasciarlo andare. Lui è troppo importante. Lo ha già perso una volta e non vuole che la cosa si ripeta una seconda volta.
Tutto quello che hanno condiviso, vissuto, provato le torna alla mente e nel cuore facendola sorridere mentre gli occhi diventano leggermente lucidi. Tutto quello che hanno, lo hanno costruito soffio dopo soffio. Soffio, perché hanno avanzato a passi minuscoli prima di riuscire a trovarsi. E lei non vuole che niente vada perduto.
Presto il sonno la prende e lei si addormenta, con i pensieri fissi su un ragazzo biondo…

Ragazzo biondo che, in quel letto d’ospedale, non riesce a non pensare a tutte quelle sensazioni che ha provato quando Letizia gli ha sorriso. Spera solo che vada tutto bene.
Sospira e, chiudendo gli occhi, la prima immagine che fa capolino nei suoi pensieri sono proprio gli occhi grandi e scuri di Letizia, occhi così profondi e così intensi che lo fanno sentire un po’ spaesato ogni volta che si posano su di lui.
Si passa una mano sugli occhi, cercando in ogni modo di non pensare, di annullarsi, giusto per quel poco che basta per mettere in ordine i suoi pensieri. Però non c’è niente da fare. Perché quella sensazione di strano ed improvviso benessere che il ricordo di Letizia gli ha dato non ha proprio intensione di andarsene.






Letizia
Mamma mia! Quante cose sono successe!!!! Luke che ha perso la memoria, questo capitolo, povero amore mio grandissimo :(. Lo so, sono cattiva e avete tutto il diritto di essere arrabbiate con me. Sappiate che io vi adoro comunque, per visite, recensioni, preferti | ricordate | seguite, sul serio, siete fantastici! <3
Ci sentiamo presto, un bacione, Letizia <3

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Capitolo 10
*** 10 . When I look at you ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
10 . When I look at you
 
When I look at you I see forgiveness I see the truth
you love me for who I am, like the stars hold the moon
right there where they belong, and I know I’m not alone

Miley Cyrus – When I look at you

Il giorno seguente, Keli non riesce a stare attenta a lezione. Tutto quello che le altre persone le dicono le giunge ovattato, lontano, sordo, come una specie di sottofondo. Come poter darle torto, quando tutti i suoi pensieri sono rivolti ad Ashton e a tutti gli altri suoi amici?
Ad i suoi amici, perché è troppo preoccupata per Luke e Letizia, e per tutto quello che da adesso in poi dovranno affrontare, e perché ancora non riesce a crede che Michael e Calum, due persone così diverse tra loro, stiano insieme. Letizia ha dovuto ripetergli la notizia ben tre volte, prima di convincerla. È felicissima per quei due ragazzi in un modo immenso, però con la loro relazione le hanno dato un bel colpo, perché lei proprio non ci avrebbe mai pensato.
E poi c’è Ashton. Com’è possibile che un ragazzo così perfetto, perché per lei lui è perfetto in ogni cosa che fa e che lo caratterizza, abbia scelto lei, un’anonima ragazza con niente di particolare se non la sua immensa voglia di vivere? Lei ancora non riesce a rendersi conto che la loro relazione stia durando da quasi quattro mesi. Aveva smesso di credere nell’amore da tanto, troppo tempo. Però lui è riuscito a prenderla e a farla innamorare di nuovo. Keli non crede di meritarsi tutto l’amore che Ashton le sta dando, è un qualcosa così immenso che non crede di poterlo contenere tutto. E mai e poi mai si sarebbe aspettata che lui venisse ad agosto, per il suo compleanno. Hanno passato insieme tutto il fine settimana e, finalmente, hanno fatto quel grande passo, sono andati più a fondo, amandosi come non avevano mai fatto prima, come se quella notte fosse il vero inizio di tutto.
La ragazza sorride al ricordo e le sue guance si colorano un po’. 
Però essere la ragazza di una persona famosa non è semplice, e spesso Keli lo ha vissuto sulla sua pelle, specialmente negli ultimi tempi. Le fan non fanno altro che chiederle notizie su notizie, e molte ragazze le chiedono di uscire solo perché è fidanzata con Ashton Fletcher Irwin. E lei, con il carattere che si ritrova, sopporta male la situazione. Ma lo fa solo perché c’è Ashton a dirle di non preoccuparsi di niente e di nessuno. E lei di quel ragazzo si fida ciecamente. Oltre a Letizia, Ashton e gli altri della band sono le uniche persone a cui lei ha donato la sua completa fiducia, ed ogni giorno è sempre più felice di questa scelta.
Il suono della campanella la fa risvegliare dal suo stato di trance. Mette velocemente tutto nello zaino ed esce da scuola, con calma. Detesta fare le corse per uscire prima, tanto non serve a niente. 
Appena mette i piedi fuori dall’edificio, due mani le coprono gli occhi facendole prendere un colpo. Subito si volta e due labbra che riconoscerebbe dovunque combaciano alle sue.
Ed immediatamente un senso di pace, di completezza, di affetto, di amore senza confini la avvolge, facendola rabbrividire. Solo Ashton riesce a farle provare tutte queste sensazioni.
Il ragazzo si tradisce con la sua inconfondibile risata, che ogni volta riempie il cuore della ragazza di una gioia infinita.
Si dividono e si osservano, persi nella profondità dello sguardo dell’altro, riuscendo solo in questo modo a sentire veramente quel noi in cui hanno creduto da sempre, e per cui lottano ogni giorno.
Keli lotta per quel noi solo perché è lui l’unica ragione, perché non vuole perderlo per nessun motivo al mondo.
Ed Ashton combatte a sua volta solo per lei, per quella persona che gli ha fatto capire cosa voglia dire amare qualcuno sul serio. Perché lei è l’unica ragione che lo ha spinto a diventare migliore, anche se poi non c’è mai stato niente da cambiare in lui.
Si sorridono e si incamminano verso l’ospedale, mano nella mano. Non parlano, perché a loro le parole servono adesso, si bastano così, senza dover aggiungere nient’altro. Quel silenzio basta per dar eco a tutti quei sentimenti che stanno gridando dentro i loro cuori, facendoli tremare come fanno le foglie in quel periodo dell’anno, l’autunno.
All’ennesima folata di vento fresco che si alza e li colpisce, Ashton porta il braccio sulle spalle di Keli, per cercare di riscaldarla in qualche modo e lei si stringe a lui abbracciandogli il fianco. E camminano così, con i loro corpi vicini, con quel vento che li accarezza piano, con i cuori che battono insieme.
Ashton non aveva niente da fare quella mattina, specialmente essendosi svegliato alle due del pomeriggio. Aveva aspettato impaziente che i minuti, le ore, passassero, mentre osservava curioso ogni singolo angolo della casa di quella ragazza che gli aveva completamente stravolto la vita. Solo che si stava annoiando e la voglia di vedere Keli dopo quella notte appena passata insieme era tanta. Allora aveva fatto in modo e maniera di farsi trovare all’uscita di scuola della sua ragazza per farle una sorpresa. E ci era riuscito in pieno.
Ed ora, a stringerla tra le sue braccia, così, come se fosse un’abitudine e non una grandissima eccezione, lo fa stare bene, tremendamente bene. Perché, andiamo, chi mai avrebbe potuto credere che quella ragazza più piccola di lui di ben tre anni gli avrebbe completamente stravolto la vita? Lui ancora non riesce a capacitarsi da quanto amore quella bionda gli dia senza neanche saperlo, ed il riccio non potrebbe essere più felice.
Con la sua risata cristallina, allegra, viva, è riuscita a mandargli completamente in pappa mente e cuore. Ed il bello è che lui se lo è lasciato tranquillamente fare! E se lo lascerebbe fare mille e mille volte ancora, che proprio non riesce a pensare ad una vita senza quella ragazza fantastica, per cui farebbe veramente qualsiasi cosa, persino andare al Polo Nord a piedi, se glielo chiedesse. La ama, la ama così tanto che a volte gli sembra di star vivendo solo un bellissimo ed immenso sogno, da cui però non vuole allontanarsi per nessuna ragione al mondo.
E adesso eccoli lì, Ashton e Keli, vicini e felici per il loro amore, ma anche preoccupati per i loro amici e per tutto quello che sta succedendo.

Sulla quinta strada, in un attico a cui non manca la vista su Central Park, un ragazzo moro sta cercando di dormire ancora un po’, nonostante il rumore del traffico newyorkese, a cui non si è ancora abituato. Sospira e si gira sull’altro fianco rivolto verso la porta e dando le spalle alla finestra.
Finalmente riesce a trovare la posizione giusta e sta quasi per cadere completamente tra le braccia di Morfeo, quando un rumore lieve di passi proveniente dal corridoio lo fa rinunciare del tutto al suo sonnellino. 
Pochi secondi dopo, Michael entra in camera con una tazza di the caldo tra le mani. E Calum non riesce a non sorridere al suo ragazzo per quel gesto così fottutamente dolce.
Mentre il moro si mette seduto, il ragazzo dai capelli tinti posa la tazza sul comodino e fan in modo che l’altro rimanga dov’ è, posizionandosi esattamente davanti a lui.
«E dove crederesti di andare adesso?» gli chiede divertito, mentre il moro sbuffa sonoramente e lo prende per la maglia facendolo ritrovare disteso sul letto accanto a lui.
«Da nessuna parte, se non ci sei tu.» risponde in un sussurro. E la sua voce, il calore del suo respiro sul viso, mandano letteralmente in pappa il cervello ed il cuore di Michael.
Senza pensarci due volte, si avvicinano, lentamente, facendo combaciare le loro labbra.
Inizialmente è un bacio senza pretese, leggero, dolce, pieno di tutto quello che entrambi possano desiderare. Perché per loro due non c’è niente di più bello al mondo che trovarsi con la persona che amano. Si baciano con una tenerezza senza eguali, mentre i loro cuori battono velocissimi nel petto, togliendo loro il respiro.
Solo che Michael non è completamente in quella stanza, con Calum, né con il cuore né con la testa, entrambi troppo preoccupati a pensare a come stanno Letizia e Luke. Ha troppa paura per loro due, non vuole che soffrano di nuovo…
Il moro lo intuisce, nota che il suo ragazzo sta pensando ad altro per il semplice fatto che le sue mani tremano un po’. Allora, con una delicatezza estrema, intreccia le sue mani con quelle dell’altro, come pezzi di un puzzle che riescono a combaciare solo in questo modo.
«Lasciati andare.» sussurra Calum a Michael, che subito punta i suoi occhi verdi in quelli quasi neri del moro. E il ragazzo dai capelli colorati, non potrebbe essere più felice di così, perché con quella frase, l’altro riesce sempre a calmarlo, qualsiasi cosa stia accadendo.
E allora Michael si lascia completamente andare, si lascia amare solo da Calum, solo dalle sue mani, solo dalle sue labbra, solo dai suoi occhi. Perché nessuno è in grado di amarlo come quel bassista che, per tutta risposta, si sente il ragazzo più felice della terra.
Fanno l’amore, Michael e Calum. Lo fanno come se non ci fosse un domani, lo fanno cercando di dare all’altro il più possibile, come per provare a loro stessi che quel noi che stanno vivendo non è un sogno, ma è la semplice e pura realtà. Si assaporano, arrivando a toccare i loro angoli più bui, più nascosti. Si amano senza alcun freno.
Nessuno dei due avrebbe mai creduto di poter creare qualcosa di così bello, meraviglioso, unico, in così poco tempo. Specialmente, nessuno dei due aveva tenuto conto di potersi innamorare di una persona del suo stesso sesso. Per Michael non è stato difficile lasciarsi andare ai propri sentimenti, perché in fondo al cuore sapeva fin da sempre che la loro amicizia non era solo quello, ma era qualcosa di veramente più profondo, più importante. Calum invece aveva dovuto combattere un po’ con se stesso, perché aveva troppa paura di tutte quelle novità, ma alla fine aveva ceduto a quell’amore che lo aveva travolto completamente.
Il problema si è presentato quando hanno deciso di dirlo ai loro genitori che, all’inizio non credevano possibile una cosa del genere, ma pian piano avevano cominciato ad accettare il tutto. Ashton e Luke sono stati i primi ad appoggiare la loro relazione, subito dopo Letizia. E questo non ha fatto altro che intensificare il rapporto tra i componenti della band, rendendola ancora più unita e salda…
«Dai, andiamo in ospedale. Luke e Letizia hanno bisogno di noi!» esclama il moro –una volta pronto, come anche il maggiore – con il suo tono divertito, quel tono che riesce sempre a far sorridere l’altro. 
Si sorridono e si scambiano un altro bacio leggero e dolce, uno di quelli che li riempie in una maniera indescrivibile, e si alzano dal letto, mano nella mano, per poi uscire di casa ed andare dai loro amici.
Solo che Calum ancora non è riuscito ad affrontare la sua paura verso i pregiudizi della gente. Ogni volta che esce con Michael, o da solo, si sente sempre osservato, si sente diverso, tagliato fuori, solo perché si è innamorato di un ragazzo. 
Un aiuto sostanziale per affrontare la sua paura glielo danno le fan, sempre calorose e dolcissime e pronte a difenderlo a spada tratta ogni volta. Se non ci fossero state loro, a quest’ora Calum starebbe ancora in camera sua, con la testa tra le mani e con una paura enorme di uscire anche solo per due minuti.
Ma la ragione più importante, quella per cui ha accettato con tutto il cuore di combattere tutte le sue paure, è stato Michael. Lui è la ragione per la quale Calum ha tirato fuori tutto quel coraggio che non pensava di avere. E non avrebbe mai creduto di poter ricevere tutto quell’amore in cambio.
Michael, per tutta risposta, non riesce ancora a capacitarsi di stare con la persona che ama. È come un sogno, una magia, una bellissima illusione, da cui non vorrebbe svegliarsi mai. Eppure è tutto reale, da due mesi compiuti giusto il giorno prima. Lui è sempre stato quello che non ha mai avuto problemi con la sua sessualità o, almeno, non ha mai avuto dubbi sui suoi sentimenti per l’altro.
Solo che la loro amicizia aveva cominciato a non bastargli più. Voleva stringere Calum a sé in modo diverso, in modo da potergli dimostrare cosa provasse per lui senza freni. Però aveva paura di rovinare tutto, sia con il bassista, che con il resto della band. Alla fine però aveva ceduto al suo cuore e al consiglio della sua migliore amica e si era buttato, trovando un terreno favorevole per iniziare una relazione meravigliosa.
Il problema però erano i suoi genitori. Michael non si era mai interessato a quello che pensavano gli altri su di lui. L’unico parere che gli stava a cuore era quello dei suoi genitori. E l’unica ragione che aveva spinto Michael ad aprirsi a loro, a dire loro tutto, era stata Calum, che tutt’ora è la ragione di ogni suo singolo gesto.
Calum ha dato a Michael la forza di affrontare i suoi genitori.
Michael ha dato a Calum la forza di affrontare tutti gli altri.
Si sono incoraggiati a vicenda senza neanche saperlo, grazie semplicemente al loro amore. Ed ora eccoli lì, su un marciapiede di New York, insieme, mano nella mano, felicissimi ed innamorati alla follia l’uno dell’altro.






Letizia
Hola gente! Ma che sorpresa che abbiamo qui!!!! Un capitolo solo Kashton e Malum :3. Dai, glielo dovevo, a questi quattro, un POV tutto loro, dopo una storia incentrata solo su Luke e Letizia :). Allora, che ve ne pare di questo capitolo? Personalmente, ne sono molto orgogliosa, perchè sono riusicta a dire tutto quel che c'era da dire OLTRE le due OS che ho fatto. Diciamo che questo capitolo è un "proseguimento" delle due OS :).
Ringrazio come sempre chi recensisce e chi mette la storia tra preferite | ricordare | seguite. Spero davvero che vi sia piaciuto :). Un bacione grandissimo. vi voglio bene! <3
Letizia <3
P.s.: Informazione di servizio: a breve Nanek pubblicherà una storia a 6 mani, a cui collaboriamo io e Andysmile. Si chiamerà After Midnight quindi tenetevi sintonizzati, perchè se anche sarà una mini mini, sarà davvero akjdefdjsshbfj. Vi lascio anche il banner, così non vi rodete tanto nell'attesa :).

 
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Detto questo, a presto! Vi voglio davvero troppo bene! <3

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Capitolo 11
*** 11 . Get me back ***


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11 . Get me back
 
I don’t really wanna leave you dargling

MiMi and The Mad Noise Factory – Get me back

Letizia quel giorno è veramente troppo nervosa. Camminando con lo sguardo perso, non riesce a non preoccuparsi. Se l’idea che ha avuto dovesse rivelarsi un disastro, non sa come potrebbe prenderla. Ha paura. Troppa. Però, appena il viso dolcissimo di Luke si impone al centro dei suoi pensieri, per un istante quell’ansia e quella paura spariscono lasciando spazio ad un po’ di batticuore.
Devo riuscirci, pensa determinata, entrando nell’ospedale e dirigendosi subito alla camera del ragazzo con il cuore in gola per l’agitazione.
Vede Beth indaffarata con delle cartelle cliniche da sistemare e le va incontro. «Dai qua, ti aiuto!» esclama con il sorriso sulle labbra, mentre la donna si ritrova in un battito di ciglia con la metà delle cose in mano.
«Smettila di aiutarmi sempre, e vai dal tuo ragazzo, che è di là che ti aspetta da più di un’ora!» la ammonisce bonariamente l’infermiera, con quel suo tono così dolce e materno che alla ragazza piace tantissimo. E a sentire che Luke la sta aspettando da un po’, il cuore inizia a batterle ancora più forte per l’agitazione. Solo che… Lui è ancora il suo ragazzo, dopo tutto quello che è successo?
Sorride a Beth, cercando di non pensare a quel dubbio che le è nato nel cuore e, a piccoli passi, come se volesse evitare di far rumore, entra in quella camera dalle pareti bianche che ormai conosce a memoria in ogni singolo angolo. Subito cerca Luke con lo sguardo, ed si sente venir meno a vederlo in piedi, davanti alla finestra.
Deglutisce nel riconoscere, dal pigiama che il biondo ha indosso, ogni singolo muscolo, ogni singola parte di quel ragazzo che pochi mesi prima era stata sua, era stata sotto le sue dita, almeno per quella notte. Ricorda ogni singolo tocco, ogni singola carezza, ogni singolo respiro, ogni singolo bacio. Ricorda quel meraviglioso senso di completezza e di amore che solo Luke era stato in grado di darle.
Sospira piano al ricordo, cercando di non cedere, di non cadere. 
Accosta la porta, evitando di fare rumore. Poi, sempre in punta di piedi, si avvicina a Luke. 
Con il cuore in mano, si lascia andare, si lascia travolgere da tutto quello che prova verso quel ragazzo, l’unica persona che ama più di chiunque altro, l’unica persona in grado di farle toccare il cielo con un dito, l’unica persona che non riesce a smettere di pensare, l’unica ragione che le rende difficile respirare quando si addormenta perché tutti i suoi pensieri sono volti a lui, sempre.
Gli circonda la vita piano, dolcemente, quasi avesse paura ad essere respinta. Sente il corpo di Luke irrigidirsi per un solo istante e subito si pente di aver fatto quel gesto. Se lui si sottraesse dal suo abbraccio? Se non percepisse neppure una singola sensazione che provava quando erano insieme? Se lui la allontanasse, cosa rimarrebbe del suo cuore già in pezzi?
A tutte queste domande, però, non trova una risposta negativa. Perché le dita di Luke vanno subito ad intrecciarsi con le sue, facendo sentire entrambi i ragazzi completi, come se si sentissero se stessi solo quando non ci sono spazi vuoti tra le loro dita, come due pezzi unici di un puzzle destinati ad incontrarsi sempre.
«Sei in ritardo.» le sussurra divertito Luke, facendo riecheggiare la sua voce nella stanza. 
E Letizia si sente subito meglio, sente che non tutto è perduto. Era partita già con una visione pessimistica della situazione ma Luke, come al solito, è riuscito a migliorarla, anche se inconsapevolmente.
«Scusami. Mi hanno trattenuta a lavoro.» gli spiega la ragazza, facendo aderire la schiena del biondo al suo petto e riuscendo finalmente a sentire di nuovo il suo profumo, che la avvolge e le annebbia gran parte della sua lucidità ormai precaria.
Luke aumenta la stretta sulla mano della ragazza e sorride, sentendo un qualcosa di strano alla bocca dello stomaco. Un qualcosa a cui non dà importanza, non adesso.
Perché aspettava l’arrivo di Letizia da troppe ore, ore che gli erano parse secoli, lenti e dolorosi. Ed ora che lei è lì, lui quasi non riesce a crederci, specialmente per il fatto che non sa spiegarsi tutte quelle bellissime sensazioni che gli provoca lo stare anche solo per un minuto con quella ragazza. E sentire la mano della mora nella sua, è come una medicina, un calmante, un qualcosa che gli dona sicurezza in quell’oceano di incertezze in cui si ritrova da quando si è risvegliato dopo l’incidente.
Luke non si ricorda di lei, non ricorda assolutamente niente. Però ha la netta sensazione che loro due siano stati uniti, in un qualche modo… Cioè, lei l’ha chiamato Amore appena lui si è svegliato. Deve pur essere successo qualcosa di veramente troppo importante, e lui ha tutta l’intenzione di ricordare, ogni singola cosa.
Però adesso non ci pensa e si gode quell’attimo con ogni singola cellula, riuscendo a percepire la pelle liscia e fresa della mano della ragazza sotto la sua.
La mora intanto sta cercando in ogni modo possibile di trattenere la sua felicità. Quel modo di unirsi, di ritrovarsi, le pare così naturale, come era in passato, che per un istante ha pensato che Luke avesse ricordato tutto… Ma la realtà è troppo difficile da cancellare. 
Però anche questa nuova situazione non è poi così orribile, specialmente se inizia così, con le loro mani intrecciate, unite da quel qualcosa, quel sentimento così immenso comunemente conosciuto come Amore, così potente da non lasciare scampo a nessuno.
Restano in quella posizione per minuti che sembrano interminabili poi, con calma, si dirigono al letto, senza però separare le loro mani. Luke si siede, facendo accomodare Letizia proprio accanto a sé e riuscendo a percepirne il profumo dolcissimo. Un profumo che lo fa rabbrividire lievemente. Però non ci dà peso e si concentra solo sulla ragazza davanti a lui.
«Vogliamo iniziare?» chiede curioso, sperando con tutto il cuore di tornare a ricordare il prima possibile.
Letizia annuisce con vigore e sente le guance scaldarsi al suono della voce di Luke. Perché ascoltarla in quel modo, come se tutto fosse come una volta, la fa emozionare e le dà la carica giusta per iniziare quel nuovo viaggio insieme a lui. 
Tira fuori dalla borsa un enorme album fotografico e lo porge al biondo, che la guarda interrogativo, non capendo a cosa serva un oggetto così grosso. Lei sorride, intenerita dal quel lato del carattere del ragazzo, lato che ha sempre amato e che, per fortuna, non è cambiato per niente. 
«Lì ci sono tutte le foto che abbiamo fatto dalla prima volta che ci siamo conosciuti.» gli spiega paziente aprendo la prima pagina dell’album, su cui spicca in bella vista la foto fatta nel pulmino durante il viaggio di ritorno dalla casa discografica dopo l’arrivo della mora.
Luke è nervoso, ha il cuore che gli batte a mille e la vicinanza con quella ragazza sconosciuta non lo aiuta di certo. Che poi lei, tanto sconosciuta non lo è. Questo lo dimostra tutte le foto che li ritraggono insieme, a ridere, scherzare, al mare, a casa loro… Un momento?
«Ma come ci siamo conosciuti io e te?» le chiede ad un tratto, interrompendo quel viaggio nei ricordi che lui non riesce ad afferrare.
Lei lo guarda allibita, terrorizzata, nervosa. Ha paura di rivelargli la verità. Ha paura che magari, narrandogli la storia, lui possa ricordare veramente tutto ed andarsene, lontano da lei… Però non può negargli quella risposta. Luke ha tutto il diritto di sapere cosa è successo. 
Fa per cominciare a parlare ed il biondo è teso come una corda di violino aspettando di sentire la risposta, quella risposta che magari potrebbe aiutarlo più di quanto immagini.
Ma la porta della camera si apre all’improvviso, impedendo alla ragazza di iniziare.

Nella stanza entrano tre ragazzi ed una ragazza, con volti stanchi ed occhiaie pesanti che circondano i loro occhi. Però nessuno di loro sembra di cattivo umore.
Ashton prende posto su una sedia vicino al letto e fa sedere Keli sopra di sé. 
«Ciao Luke!» esclama con il suo solito sorriso sulle labbra. È felicissimo di vedere che il piccolo della band sta bene, anche se non si è ancora del tutto stabilizzato.
Il biondo sorride a lui e a tutti gli altri presenti nella stanza, soffermandosi per un istante in più sulle mani unite di Michael e Calum. Sente un qualcosa alla bocca dello stomaco, ma non ci dà troppo preso. Adesso ci sono proprio tutti i suoi amici e la loro “cura” può prendere sul serio il via.
Michael si siede accanto alla sua migliore amica, prendendo delicatamente la mano nella sua, per aiutarla, per spronarla, per sorreggerla, perché sa che lei ha bisogno di ogni aiuto possibile in questa nuova sfida, più grande di tutte quelle che ha affrontato.
Letizia gli sorride e fa per continuare il discorso, ma Calum le si avvicina.
«Avrei bisogno di parlarti un attimo, da soli.» le sussurra. 
Lei lo guarda confusa. Non si sarebbe mai aspettata una richiesta simile da parte del bassista, lui, che non chiede mai niente a nessuno per non essere un peso. Però accetta, curiosa di sapere cosa debba dirle l’amico.
«Torno, subito.» dice alzandosi ed avviandosi. «Continuate voi.» prosegue lasciando l’album fotografico nelle mani di Keli, che lo osserva preoccupata prima di iniziare a sfogliarlo.

Letizia chiude la porta e si siede accanto a Calum, sulle sedie davanti la camera di Luke.
È tesa, preoccupata. Non ha idea di cosa voglia parlarle l’amico. Ma ha la netta sensazione che, qualsiasi cosa sia, riguarda quella persona seduta nella stanza a pochi passi da loro.
Calum non fa che tormentarsi le mani, quelle mani grandi e affusolate che tremano visibilmente, senza freno. Perché quello che sta per dire è duro, ma reale. Deve dirlo, anche se non vuole ferire la sua amica…
«Cal, non angosciarti e dimmi cos’hai.» gli intima dolcemente la mora, sorprendendo il ragazzo, che punta i suoi occhi scuri in quelli caldi e grandi davanti a lui. E allora capisce come mai Luke si sia innamorato di lei, di quella ragazza a cui basta poco per leggere dentro a qualcuno, di quella ragazza che si preoccupa sempre per tutti e nota subito se c’è qualcosa che non va, di quella ragazza meravigliosa a cui lo stesso Calum è veramente molto affezionato.
«Luke è stato veramente male durante questi ultimi due mesi.» inizia il moro. Ma la voce è insicura, rotta, quasi avesse paura di continuare. Però la mano di Letizia che si posa sul braccio dell’amico per calmarlo, lo aiuta a riacquistare un po’ di lucidità e a proseguire, anche se a malincuore.
«Parlava sempre di te. Non è passato un solo giorno in cui non abbia detto il tuo nome, gridandolo nel sonno, sussurrandolo davanti allo schermo del telefono, rivedendo le foto fatte insieme…»
E Letizia si sente colpita in pieno, affondata come un sottomarino, che cola a picco senza qualcuno o qualcosa che possa, che riesca a salvarlo. Perché sa che quelle parole saranno una delle tante armi che la feriranno a morte durante quei minuti che passerà in compagnia del bassista.
«Non hai idea in che condizioni fosse. Sembrava uno zombie. Solo quando Ash ha ricevuto il messaggio da Keli, è tornato quello di una volta.»
Cal non vorrebbe andare oltre, ma il cuore gli dice che è la cosa giusta da fare, almeno nei confronti del suo migliore amico. E allora continua a parlare, continua ad infierire, a ferire senza volere l’amica spiegando come si fosse sentito Luke, descrivendo inconsapevolmente tutto quello che anche lei aveva passato durante quei mesi.
«Leti, Luke è stato veramente di merda. E non hai idea di come io sia felice di vederlo di nuovo con il sorriso. Perché passare mesi con Luke che non ride mai, che non scherza mai, è invivibile.»
Letizia ascolta tutto, con attenzione, cercando di non iniziare a piangere sapendo di essere stata la causa della sofferenza del biondo. Cerca di rimanere lucida e concentra la sua attenzione sul perché Calum le abbia raccontato tutto questo.
«Cal, perché me lo stai raccontando?» gli chiede, ma ha paura di voler sapere la risposta.
Il moro rimane spiazzato dalla domanda dell’amica, una domanda lecita, ma che lui proprio non si aspettava. Prende un respiro, poi un altro, ed un altro ancora, fino a che non riesce a trovare le parole adatte.
«Perché non voglio che Luke stia male di nuovo. Senza il tuo ricordo sembra quello di prima, e vorrei tanto non doverlo rivedere nelle condizioni di due mesi fa.»
E allora Letizia capisce, e rimane in silenzio, attonita, incredula, ferita. Perché si aspettava di tutto, ma non che Calum le chiedesse indirettamente di uscire per sempre dalla vita di Luke così, su due piedi.
Sospira la ragazza, e cerca con sforzo enorme di trattenere le lacrime.
Il bassista invece si sta torturando anima e cuore. Perché ha paura di aver ferito troppo l’amica, ha paura di averla distrutta del tutto con la sua richiesta indiretta, ma che entrambi hanno ben chiara. Neppure lui vorrebbe allontanarsi da lei, ma se questo fosse l’unico modo per far star meglio Luke, Calum affronterebbe questo sacrificio, solo per il suo migliore amico.
Letizia intanto si alza e nello stesso istante la porta della camera si apre e sbuca Ashton, tutto sorridente. «Volete fare gli asociali ancora per molto oppure ci fate compagnia?»
E la mora si ritrova a sorridere lievemente, a causa del batterista, quel ragazzo perennemente di buon umore, uno dei pochi in grado di farla ridere sul serio, di farla stare bene, uno dei suoi migliori amici, una delle persone che ama di più al mondo.
«Ancora qualche minuto, poi entriamo.» risponde, ed il riccio annuisce serio richiudendo la porta dietro di sé.
Anche Calum si alza e si avvicina alla finestra che dà sulla città.
«Perché fai tutto questo?» le chiede con voce insicura. Deve avere una conferma prima di poter fare quel che ha pensato subito dopo aver detto tutte quelle cose all’amica.
Lei però non riesce a capire dove l’amico voglia andare a parare. «Cosa vuoi dire, Cal?»
Lo chiede con voce malferma, incrinata a causa delle lacrime che sta cercando ancora di trattenere, ma senza molto successo. Le sue guance, infatti, iniziano ben presto a rigarsi di piccole scie salate, che bruciano sulla pelle arrossata e che le fanno male, tanto male.
Il moro si volta e, vedendo il viso dell’amica non ci pensa neppure un secondo ad andare ad abbracciarla, per consolarla, per farsi perdonare della cattiveria che le ha chiesto di fare, per tutto. La tiene stretta a sé, e lei si aggrappa a lui così disperatamente per evitare di toccare il fondo, ancora una volta. Perché non è pronta a lasciarsi andare alla tristezza, non ancora. Ha fatto una promessa a Luke, a se stessa, e vuole mantenerla a tutti i costi.
«Non hai risposto, Cal.» sussurra la ragazza, facendo capire all’amico di averlo perdonato subito, perché lei sa che anche il bassista è preoccupatissimo per il suo amico. Probabilmente, se ci fossero state lei e Keli al posto dei ragazzi, Letizia avrebbe reagito allo stesso identico modo.
Calum la stringe ancora un po’ di più a sé e sorride dolcemente, cullando un po’ l’amica tra le braccia, prima di risponderle.
«Qual è la ragione di tutto questo?» le chiede cambiando la domanda, adesso curioso di sapere il perché lei si sia tanto intestardita, tanto immersa in quella situazione.
Lei fa per risponderle, con le parole sulla punta della lingua. Ma proprio in quel momento, dalla camera vicino a loro si sente riecheggiare una risata, una risata di un ragazzo biondo che sta a cuore ad entrambi.
«Lui. Lui è l’unica ragione. Lo è sempre stato e lo sarà sempre. Non posso permettermi di perderlo, non adesso, non quando posso rimediare a tutto il dolore che ho causato ad entrambi. È troppo importante per me. Non posso, non riesco a lasciarlo andare.»
Questa è la pura e semplice verità. Da quando si sono conosciuti, da quando si sono trovati, Luke è stata la ragione di molte sue azioni e tutt’ora continua ad esserlo. Letizia non riesce a vedere la sua vita senza di lui. 
Potranno dirle che è troppo giovane, che lei l’amore vero non l’ha mai conosciuto. 
Ma nessuno sa che è proprio Luke l’amore, che è proprio lui a farla sentire veramente viva come solo l’amore sa fare. È lui, il suo pensiero, che le da la forza di alzarsi ogni mattina, affrontando una nuova giornata convivendo con la sua assenza.
Almeno fino a che il ragazzo non è arrivato a New York.
«E tu, Cal, sai che anche lui non riesce a stare senza di me. Siamo legati da qualcosa di troppo profondo per rimanere lontani ed indifferenti l’uno all’altra.»
E Calum non può far altro che sorridere, perché era proprio questa la conferma che cercava.

Intanto nella camera, Luke e gli altri stanno parlando del più e del meno, evitando però di toccare il tasto debole della giornata: come si sono conosciuti. Ma il biondo non dispera, sa che ci vuole tempo per queste cose. Non ha fretta. Però, da quando Letizia è uscita con Calum, da ormai una ventina di minti buoni, prova qualcosa di strano al petto e allo stomaco, come se gli mancasse qualcosa.
Riprende in mano l’album e lo sfoglia, sorridendo a tutte quelle foto buffe che si sono scattate tra di loro, fino a che non arriva ad una molto bella. Una foto che lo ritrae seduto sul mare, mentre dà le spalle all’obbiettivo, con una ragazza mora che ha la testa poggiata sulla sua spalla. E la cosa che lo colpisce di più è il fatto che lui ha il braccio che circonda le spalle della ragazza.
Il suo cuore perde un battito, ed uno spezzone di un ricordo si fa strada nella sua mente.

Il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga. 
Quell’odore così familiare accanto a lui. 
Un viso, di cui però non riesce né a vedere né a riconoscere i tratti. 
Un viso a metà.


Sospira, affranto, e mette da parte l’album cercando di seguire il discorso tra i suoi amici. Ma i suoi pensieri vengono invasi da due occhi grandi, caldi, dal dolce color Nutella. Ed il suo cuore torna a battere come un tamburo, se non peggio.
E forse capisce che la ragione di tante cose, di tante sensazione, di tante emozioni che prova sono frutto della vicinanza con quella ragazza sconosciuta, ma a cui sente di essere legato in un modo tutto particolare, in un modo maledettamente troppo profondo per essere ignorato.
E capisce anche che Letizia è la sola ragione per cui ha accettato la sua proposta. 
Perché non sa come mai, ma sa che vuole conoscerla meglio, anzi, vuole recuperare il rapporto che avevano prima, qualunque tipo di rapporto fosse. Non vuole darsi per vinto, ha ancora tante cose da fare, cose che vede solo in compagnia di quelli occhi mozzafiato, di quella ragazza che gli ha cambiato la vita da cima a fondo in neanche un giorno. Perché sente che solo lei può riportarlo indietro.
Letizia, chiunque tu sia, sappi che non ti lascerò andare, fino a che non ricorderò chi e che cosa eravamo. È una promessa.






Letizia 
Ciao belli! Oh bene. finalmente qui si inizia a capire un po' il significato del titolo della storia. Nel senso che Luke, per Letizia, è l'unica ragione, per tutto. E poi, Calum. Ve la sareste mai aspettata una cosa simile da lui? Se ci pensate bene, alla fine toccava a lui un po' questa parte un po' rognosa, in un certo senso. Perchè lui a Luke ci tiene parecchio, e poi volevo dargli un po' di spazio, a questo Calum. Perchè alla fine è quello che, fino ad ora, aveva sempre avuto meno voce in capitolo di tutti. E, sinceramente, anche di questo capitolo sono davvero molto contenta :).
Vi ringrazio di cuore, per ogni cosa, ci sentiamo presto, Letizia <3
P.s.: Siccome Calum è il mio amore grandissimo, ieri sera mi è venuta fuori una piccola One Shot su di lui ;) (E poi ci sei tu). Spero davvero che possa piacervi. Alle vostre recensioni risponderò il prima possibile, scusate, ma ho davvero un periodo PIENO. Vi voglio troppo bene, grazie di tutto! <3
 

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Capitolo 12
*** 12 . I'm with you ***


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12 . I’m with you
 
I don’t know who you are,
but I’m, I’m with you

Avril Lavigne – I’m with you

Luke ancora non riesce a capire quello che prova quando è con Letizia. Sono passate ben due lunghe settimane da quando si è svegliato, e la ragazza non è mai mancata, anzi. Non ha fatto altro che prendersi cura di lui, con pazienza e con tanto amore. Amore che però lui ha confuso con solo dimostrazioni di gentilezza e di amicizia.
Hanno parlato tantissimo, riuscendo a dare vita ad un rapporto nuovo, basato prima di tutto sulla fiducia reciproca e, soprattutto, sull’amicizia.
Perché sì, Luke pian piano ha iniziato a considerare quella ragazza sconosciuta come una carissima amica. Ha imparato ad apprezzare i suoi momenti di assoluto silenzio, i minuti in cui non sta mai zitta, i suoi attimi passati nel suo mondo fatto di canzoni e di libri, le sue opinioni su qualsiasi cosa.
Ed è piacevole ascoltarla, osservarla. Per Luke quella ragazza emana luce propria, brilla come una stella. E in questo gli ricorda moltissimo Ashton, con il sorriso sempre sulle labbra e con la gioia di vivere sempre attiva.
Subito, al ricordo del suo migliore amico, si affianca quello di Keli, la migliore amica di Letizia. Ed una domanda gli sorge spontanea.
«Ma Ashton e Keli stanno insieme?» chiede curioso, facendo spostare a Letizia la sua attenzione dal libro che gli stava leggendo a voce alta, e lasciandola completamente di sasso.
Si è dimenticato proprio tutto, pensa affranta. Però sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi e prende quel famoso album fotografico che porta ogni volta con sé. Sfoglia, rivendendo tutte quelle foto che non fanno altro che ricordarle il periodo più bello di tutta la sua vita, fino a che non arriva alla pagina che stava cercando.
Passa l’oggetto a Luke, che osserva curioso quell’immagine. Una bellissima foto che ritrae una Keli tutta sorridente, con indosso un grembiule colorato ed una padella in mano.
«Questa foto l’ha scattata Ash. Era la sera del giorno in cui lei venne a casa vostra, a Sydney. Per sdebitarsi della vostra ospitalità, preparò una cena con i fiocchi! » spiega divertita la mora, ricordandosi di quante risate abbiano fatto quel giorno, tutti insieme, come una bellissima famiglia.
E Luke, al racconto della ragazza, anche se non è la risposta alla sua domanda, qualcosa ricorda… 

Il rumore del campanello che suona. 
Un uomo. 
Una ragazza bionda. 
Ed un’altra ragazza mora di cui però non riesce a scorgere il viso.


Ma è sicuro di una cosa: la ragazza mora di questo ricordo e di quello ricordato il giorno dopo essersi svegliato sono la stessa persona. Non sa perché, ma se lo sente dentro, fin nelle ossa. È una delle poche certezze che sa, che sente di avere.
Luke sorride alla mora e le porge l’album.
Nessuno dei due commenta, ma dallo sguardo che ha il biondo, Letizia capisce che ha fatto un piccolissimo passo avanti. E questo le basta per non mollare tutto, per non mollare lui.
Lui che, nonostante abbia quella sola certezza, per il resto è pieno di tanti punti interrogativi, a cui ancora non ha ottenuto risposta. Ed il primo fra tutti è sempre lo stesso: come hanno fatto lui e Letizia a conoscersi?
Non hanno mai affrontato l’argomento in quelle due settimane. O almeno, ci hanno provato, ma alla fine succedeva sempre qualcosa che faceva rimandare il racconto.
Però quel giorno, Luke è deciso più che mai a sapere, a conoscere la verità. E sta per chiederglielo, con il cuore che batte velocissimo per l’emozione, quando però la porta viene aperta, ed un Ashton trafelato entra nella stanza, rovinando tutto.
«Ragazzi!» esclama sedendosi e cercando di riprendere fiato dopo la corsa.
Gli altri due si lanciano un’occhiata, entrambi sorpresi dal comportamento dell’amico e fanno per chiedergli delle spiegazioni, quando nella stanza entrano anche tutti gli altri. Prima fra tutti Keli, che va dritta dalla sua migliore amica e la abbraccia forte.
«Ottime notizie!» le sussurra felicissima, facendo capire tutto a Letizia, che sospira di sollievo, e stinge a sua volta la bionda, evitando con uno sforzo non indifferente di mettersi a piangere dalla felicità.
Intanto Michael e Calum si avvicinano a Luke tutti sorridenti e gli battono delle pacche amichevoli sulle spalle, mentre i loro occhi brillano di una felicità così tangibile da far invidia al biondo, che alla fine esplode.
«Ma insomma! Si può sapere perché siete così felici?» esclama, stufo di sentirsi escluso.
«Perché oggi ti dimettiamo.» risponde il Dr. Ward, entrando in camera e firmando la cartella clinica di Luke.
«Gli esami vanno bene e sei sano come un pesce, a parte la memoria, si intende. Quindi puoi benissimo tornare a casa.» spiega il medico. Detto questo, saluta i ragazzi molto cordialmente, per poi tornare ad occuparsi di altri pazienti.
E la stanza cade in un silenzio di tomba, dopo che la porta si chiude. Un silenzio che buca le orecchie, come se fosse un ronzio fastidioso e non fa ben capire quello che succede.
«Ehi Luke, non sei contento? Finalmente esci di qua!» chiede Cal, preoccupatissimo a causa dell’espressione vacua dell’amico.
Luke sorride, riconoscente, e risponde. «Certo!»
Ma in realtà non è contento per niente. Perché tornare a casa, a Sydney, significa mettere la parola Fine a quel capitolo della sua vita, quel capitolo cancellato dal destino senza troppe pretese. Tornare a casa, significa tornare senza aver potuto sapere cosa e, soprattutto, chi si è dimenticato. Tornare significherebbe abbandonare, significherebbe rinunciare senza aver lottato neppure un po’. Tornare significherebbe lasciare Letizia per sempre.
A quel pensiero, il suo corpo viene invaso da brividi. E come un flash, gli torna in mente un altro ricordo.

Lui con le lacrime agli occhi, seduto dentro ad una macchina.
Un rumore assordante.
Un’altra macchina troppo vicino.


Luke spalanca gli occhi, spaventato – capendo di aver appena ricordato una piccola parte dell’incidente, mentre il cuore gli batte nel petto peggio di un martello pneumatico e le mani tremano leggermente, perché ha paura di quello che è successo ma, soprattutto, ha paura di quello che accadrà da ora in poi - e li punta in quelli della mora, che lo guarda preoccupata. 
Preoccupata perché ha paura che lui possa decidere di andarsene, di tornare a casa come se nulla fosse successo, come se quegli ultimi giorni passati insieme – ed i mesi prima - non avessero mai avuto importanza. Come se quella notte non fosse contata proprio niente.
A quei pensieri, la mora abbassa la testa. 
Perché ha una paura enorme. Paura che Luke possa sparire per sempre dalla sua vita…
Ma in realtà, lei non sa che il biondo ha altri progetti in mente. Infatti…
«Ok, mi rimettono. Ma sia chiara una cosa. Fino a che non ricordo, a Sydney non ci torno.»
Parole scandite bene, dette con decisione. Parole che Luke dice con una convinzione tale da sorprendere i suoi amici. Parole tatuate come un marchio nel cuore della mora, che alza la testa ed incontra immediatamente gli occhi intensi di Luke.
E allora entrambi capiscono che non tutto è perduto, che c’è ancora tanto da fare, che possono ancora combattere, ma solo se lo faranno insieme.
Perché Luke, anche se ancora non riesce a capire il perché, si trova troppo bene con quella ragazza, che non ha fatto altro che prendersi cura di lui, donandogli il suo tempo, le sue attenzioni, la sua amicizia. E lui sa, lo sente, che tra loro due deve esserci stato qualcosa di importante, anche se ancora non lo ricorda. 
E lei? Non riesce a crederci, proprio non le sembra vero di poter avere altro tempo a disposizione per stare con Luke. Non lo avrebbe mai creduto possibile, e invece ecco che le viene data un’altra possibilità, una possibilità che Letizia afferra al volo e che si tiene stretta al cuore, per non lasciarla sfuggire.
Si sorridono, Luke e Letizia. Si sorridono, ed un calore tiepido li invade dalla testa ai piedi, facendoli sentire tremendamente bene, anche se solo per un istante.

«Sì mamma, ho capito, starò attento!» risponde il biondo al cellulare che Cal gli ha prestato per chiamare prima il loro agente – che fortunatamente è stato comprensivo fin da subito – e poi a casa. Ha raccontato tutto alla madre, tutto, senza tralasciare niente, o almeno, tutto quello che ricorda da dopo l’incidente. E Liz, nonostante una preoccupazione infinita per il figlio, ha accettato la sua decisione, perché anche lei vuole che lui non si dimentichi di Letizia, l’unica ragazza che la donna abbia mai amato come una figlia anche se per pochissimo tempo.
«Va bene tesoro. Adesso mi passi Letizia, per piacere? Avrei bisogno di parlarle.»
E Luke sorride involontariamente a quella richiesta, mentre le sue guance si velano di rosso e lo stomaco diventa più leggero per un attimo.
Porge il telefono alla mora, che lo guarda confusa. «È mia mamma, vorrebbe parlarti.» le spiega divertito.
Lei risponde, ancora più confusa, perché proprio non si sarebbe mai aspettata una cosa simile da parte di Liz.
«Pronto?» chiede con voce insicura, debole, allontanandosi di qualche metro dagli altri.
«Letizia, tesoro! Come stai, cara?» chiede la signora Hemmings con vivo interesse.
E Letizia, lei come sta davvero? Potrebbe rispondere che va tutto alla grande, che non è mai stata meglio di così, che è tutto perfetto. Potrebbe.
«Sinceramente? Male… È tutto così difficile… A volte vorrei buttare all’aria tutto e rinunciare… Altre volte invece mi ci butto dentro completamente, a capofitto, senza pensare a niente, se non a riportare Luke da me…» risponde invece la ragazza, togliendosi uno dei suoi tanti pesi che le gravano sul cuore.
«Ti capisco tesoro. Ti chiedo solo di non mollare. Fallo per Luke, fallo per te stessa.» la conforta Liz, con voce dolce, comprensiva, proprio come una mamma.
 E Letizia si ritrova inconsapevolmente a sorridere, a causa di quella donna fantastica, da cui Luke ha ereditato tantissimo. 
«Va bene.» risponde la ragazza, rincuorata da quelle parole.
«Allora ti affido Luke.»
«Mi prenderò cura di lui, è una promessa.»
«Non hai bisogno di promettere. Gli sei accanto sempre. Non avete bisogno d’altro.» le dice la donna con fare dolce, lasciando la ragazza senza parole e senza qualcosa a cui pensare.
«A presto cara. E grazie di tutto cuore.» continua Liz, riscuotendo la mora dal suo stato di trance.
«A presto Liz. E grazie a te.»
Chiusa la chiamata, Letizia torna dagli altri, ancora un po’ sconvolta dalle parole della signora Hemmings. Perchè solo adesso si rende conto della portata di tutta quella situazione, delle difficoltà che ci saranno durante questo nuovo viaggio. Sono tante e le mettono davvero spavento.
Ma la mano di Luke che subito cerca la sua e la stringe dolcemente, fanno svanire tutto. La preoccupazione, l’ansia, la paura, i brutti pensieri, le difficoltà. Tutto scompare, tutto. Eccetto il calore che le loro mani si trasmettono.
Luke è felice di vedere che il viso della mora è nuovamente sereno. Appena l’aveva vista preoccupata, si era allarmato e per calmarla ha fatto quel che ha fatto. E, sinceramente, la cosa non gli dispiace per niente. Non gli dispiace sentire la pelle liscia della ragazza a contatto con la sua, non gli dispiace sentire lo stomaco vuoto ed il cuore leggero a quel contatto, non gli dispiace sentirsi così dannatamente bene.
«Luke?» chiama il Dr. Ward facendo voltare il biondo. «Ho bisogno che tu venga a firmare dei documenti, poi sei libero di uscire.»
Il ragazzo, allora, a malincuore lascia la mano di Letizia e si avvia con il medico al bancone dell’accettazione, dove Beth sta sorseggiando il suo caffè. Luke firma velocemente le carte e fa per andare dai suoi amici. Ma un «Aspetta!» dell’infermiera lo fa voltare verso di lei.
«Solo un consiglio: non lasciare andare nessuna opportunità con Letizia. Non lasciarla.»
E al biondo quelle parole suonano un po’ strane, un po’ senza senso. Ma non ci pensa troppo su e, dopo aver ringraziato, torna dai suoi amici e finalmente escono da quell’ospedale.
Automaticamente Luke riprende per mano Letizia, e di nuovo quelle bellissime sensazioni di pochi minuti prima invadono entrambi.
Si affrettano a chiamare un taxi da sette posti e salgono su, diretti a casa di Letizia.
«Scusate, ora come ora una domanda mi sorge spontanea.» dice Calum spezzando il silenzio che persisteva nel veicolo dall’inizio del viaggio e attirando l’attenzione degli altri. «Dato che ora Luke è fuori dal’ospedale e che ha deciso di rimanere qui, dove dormirà?»
«Da noi non c’è posto.» risponde prontamente Michael, alludendo al fatto che il loro appartamento ha solo una camera da letto.
«Neppure io ho stanze libere.» si scusa Keli, affranta per non poter aiutare l’amico.
Un silenzio di tomba cala in macchina, fino a che Ashton non tira fuori la sua proposta.
«Beh, l’unica che rimane è Letizia. Se non sbaglio, hai una camera in più a casa tua, no?»
E la mora si sente venir meno. Lei e Luke sotto lo stesso tetto, ancora una volta... Riuscirebbe a reggere tutte quelle emozioni che sta cercando di tenere a freno con lui vicino?
Annuisce sovrappensiero, mentre la mente le si affolla di tanti ricordi, ambientati in quella grande casa in Australia.
Luke invece è rimasto paralizzato. Al sentire la proposta dell’amico, subito le parole dell’infermiera gli sono balzate in testa. E che diamine, questa sì che è un’occasione, una fantastica opportunità. Solo che… non si sente sicuro. Insomma, è sicuro di voler vivere sotto lo stesso tetto di una persona che, alla fine, conosce pochissimo, nonostante il tempo che hanno passato insieme?
Si volta verso Letizia, e lei annuisce. «Per me non ci sono problemi.» 
E allora lui si lascia andare, si lascia avvolgere da quell’improvvisa ondata di calore e di benvenuto che quelle parole gli hanno donato. E allora capisce.
Dal ponte su cui si sentiva in bilico, perso, senza una meta precisa, si ritrova al fianco di qualcuno che non conosce, di qualcuno che, nonostante tutto, risponde alla sua domanda di essere riportato a casa, di essere tenuto al sicuro. Perché Luke ha bisogno di quel sentirsi a casa, e quel qualcuno che ha risposto alla sua richiesta è Letizia, e Letizia è casa, il suo calore, il suo sorriso, la sua allegria sono casa.
Nonostante non sappia chi lei sia, lui decide di stare con lei, decide di fidarsi, di buttarsi in qualcosa di nuovo ed ignoto. Decide di buttarsi, solo perché ci sarà lei insieme a lui. E lui sa che, insieme, potranno affrontare qualsiasi cosa. 





Letizia
Ciao bellissimi! Come state? Spero benone :).
Allora, che ve ne pare di questo capitolo? Luke va a vivere da Letizia! Patato lui! <3
Ora, io non sono un dottore, e tutto quel che ho raccontanto è basato su quello che ho imparato dai film. Quindi mi scuso se ci fossero degli errori per quanto riguarda la realtà, in un certo senso.
Probabilmente vi chiederete perchè Luke, pur non ricordando, vada a stare con la mora. Beh, credo che in un certo senso, la fiducia che il biondo ripone in lei ed i sentimenti che lui ha "dimenticato" ma che alla fine sono sempre presenti in lui, giochino un ruolo molto importante in tutto questo.
Grazie di tutto come sempre, vi voglio davvero bene! <3
Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 13
*** 13 . Superhero ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
13 . Superhero
 
 
You don’t have to face your fears alone
‘Cause whenever you’re in trouble I’ll know
Let me be your superhero, there isn’t a place I won’t go
Whenever you need me by your side  I’ll be there, be there
Never be afraid if you fall, I’ll carry you away from it all
Let me be your superhero, let me be your superhero
 
Ross Lych – Superhero
 
Sono a casa da quasi un’ora ormai. Gli altri se ne sono andati quasi subito, troppo stanchi e troppo scossi dopo tutto quello che è successo. Ed ora, Luke e Letizia, sono veramente soli. E la cosa li spaventa, li fa pensare, li fa preoccupare troppo.
Letizia non crede di sentirsi pronta a iniziare di nuovo una “convivenza” con Luke, non crede di poter reggere una cosa simile, specialmente non dopo tutto quello che hanno passato. Ha paura che ogni suo sforzo rimanga vano, che il biondo non si ricorderà mai di lei, che tutto vada perduto.
Però cerca di non pensare a tutto questo, cerca di metterlo in un angolo remoto del suo cuore e della sua mente. Posa gli occhi sul biondo, in piedi davanti alla finestra, intento ad osservare il paesaggio. E subito ogni suo dubbio svanisce, diventa di poca importanza. Le basta avere Luke davanti agli occhi per riuscire a riprendersi, per non mollare, per continuare a combattere per entrambi.
Prima era stato Luke a salvarla. Adesso tocca a lei mettersi in gioco per salvarlo. Tocca a lei essere quel supereroe che Luke era stato quando era stata lei ad avere bisogno. Tocca a lei mettersi in gioco e combattere, contro le difficoltà, gli ostacoli. E la sola presenza del biondo così vicino, le basta, per avere la forza sufficiente a continuare, senza mollare niente.
Allora gli si avvicina piano, silenziosa e, come la mattina, circonda la vita del ragazzo.
Luke, a quel contatto così timido e dolce, non riesce a non sorridere. Sentire Letizia così vicina a lui lo fa sentire a casa, lo fa sentire bene, benvenuto, gli fa capire che non deve arrendersi già in partenza. Sa che non sarà semplice, ma sa anche che se Letizia è con lui, niente è impossibile. È una cosa che non riesce a spiegarsi, ma che sente dentro, fin dentro le ossa, fin dentro il cuore, come un tatuaggio indelebile che non vuole decidersi a sbiadire.
Le loro mani si intrecciano di nuovo, come se non riuscissero a stare lontane, come se fossero calamite così potenti che continueranno sempre a cercarsi, a volersi, ad unirsi.
«Leti?» la chiama Luke a bassa voce, facendola sorridere felicissima, mentre il cuore le batte così forte da farle male, le batte così forte per il semplice fatto che lui l’ha chiamata in quel modo, abbreviando il suo nome, pronunciando dolcemente la i finale, come faceva quando erano completamente soli, come in quel momento. E lei non riesce a non sorridere, ricordando ogni singolo istante vissuto con lui.
«Cosa c’è, Luke?» chiede, curiosa di sapere cosa passi per la testa del biondo.
E a quella domanda, Luke sospira piano, cercando di mandar via quel magone che gli attanaglia il cuore, che lo fa pensare troppo, lo fa preoccupare, lo spaventa. Solo che non ci riesce. Perché è come se quella paura si divertisse a farlo cadere, a farlo inciampare.
«Ho paura.»
E quelle parole fanno tremare entrambi, fin dentro l’anima.
Le loro mani si stringono tra loro, come a volersi dare forza sufficiente per non cadere.
«Adesso ci sono io con te, Luke. E stai pur sicuro che non ti lascio.» afferma la mora con voce insicura, ma con quell’infinita determinazione che solo le persone perdutamente innamorate hanno.
Luke non dice niente. Si limiti a sorridere di nuovo, sorpreso dalla frase della ragazza.
Restano così per un tempo che sembra interminabile. Non si preoccupano dei secondi che scorrono lenti. Non si interessano a tutte quelle persone che passano sotto la finestra e che vivono vite così diverse dalle loro. Non pensano al sole che pian piano sta tramontando, tingendo tutto il cielo di tantissime sfumature meravigliose, mozzafiato. Non sentono il freddo autunnale della sera, quel freddo che riesce ad insinuarsi da ogni minuscolo spiffero.
Ci sono solo loro due, a completarsi, a bastarsi. E non potrebbero chiedere niente di meglio. Perché non riuscirebbero a provare tutte quelle bellissime emozioni che stanno vivendo proprio adesso senza la presenza dell’altro.
Solo che Luke è veramente troppo stanco e troppo provato da quella lunga giornata. Uno sbadiglio molto rumoroso ne è la prova, che fa ridere di cuore la mora.
«Sarà bene andare a letto.» consiglia avviandosi alla stanza degli ospiti, con la mano di Luke ancora stretta nella sua. Ed il biondo si lascia guidare, lascia che la mano di quella ragazza che lo incuriosisce tantissimo gli doni quel calore che riesce a farlo sentire stranamente bene, completo.
Lei, con il cuore che batte più forte di una batteria, apre la porta della camera ed accende la luce.
La prima cosa che attira lo sguardo di Luke è il letto a due piazze, sulla sinistra, coperto da una trapunta blu notte, sormontato dal ponte dell’armadio che prende tutta la parete. Sul lato destro della stanza, invece, ci sono una scrivania in mogano ed un cassettone in ciliegio, su cui vi sono tantissime foto incorniciate. Le pareti bianche riflettono la luce tenue che entra dalla finestra, semicoperta dalle tende in lino color avorio. Un enorme tappeto morbido blu scuro fa da padrone sul pavimento accanto al letto. Alle pareti, altre foto, altre cornici colorate rallegrano tutto l’ambiente.
«Non è il massimo.» commenta la mora con un lieve rossore sulle guance.
«Stai scherzando? È fantastica! Mi sarebbe anche bastato il divano, ma giuro che è perfetta!» esclama Luke, veramente sorpreso dal fatto che Letizia si stia prendendo tutto quel disturbo solo per aiutarlo.
La ragazza sorride, felice di poter essere d’aiuto per il biondo in qualsiasi modo.
Solo che poi un silenzio imbarazzante ed opprimente cala tra di loro. Perché nessuno dei due sa cosa dire di preciso, nessuno dei due ha la più pallida idea di come salutare l’altro senza sembrare troppo invadente, offensivo, distaccato…
Ma alla fine, è la voce di Letizia ad intaccare quel silenzio assordante, troppo stanca per poter reggere ancora qualche minuto in più.
«Allora buona notte.» dice piano, salutando Luke con un segno della mano ed avviandosi in camera sua. Avrebbe voluto salutarlo in modo diverso, ma ha avuto paura di poterlo spaventare.
Fa per aprire la porta di camera sua, quando la voce del ragazzo la fa fermare.
«E questa sarebbe una buona notte, secondo te?» le chiede divertito.
Lei lo osserva interdetta, sorpresa. Lascia che Luke le si avvicini e che le baci dolcemente una guancia. Ed il contatto tra le labbra del biondo e la pelle bollente della mora fa provare un qualcosa simile a delle scariche elettriche che si propagano nei loro corpi, facendoli rabbrividire visibilmente.
Luke si scosta lentamente, sorpreso da quel batticuore che gli sta invadendo il petto. Ma non ci dà troppa attenzione.
«Buonanotte.» le dice, sorridendole dolcemente.
«Buonanotte anche a te.»
Si sorridono, pieni di una felicità senza eguali, di un calore che li fa sentire dannatamente bene, bene come non succedeva da tempo.
Poi entrano nelle loro stanze. Ed è solo quando Letizia è completamente sola, che sospira, con ancora il cuore scosso da battiti fortissimi. Si cambia e si infila velocemente sotto le coperte, con un unico pensiero in testa, un solo e semplicissimo punto che la assilla. Il fatto che Luke abbia, involontariamente, agito come quando si sono dati il loro primo buongiorno. È una cosa stranissima, eppure allo stesso tempo così tanto dolce e meravigliosa da mandarla completamente in paradiso.
Forse non tutto è perduto, pensa serena, prima di cadere del tutto nelle braccia di Morfeo.
 
Luke invece non riesce a prendere sonno, benché sia sfinito. Non dopo quello che ha fatto.
Non sa spiegarsi il perché. Sa solo che voleva ringraziarla in qualche modo, ed il prima che gli è venuto in mente è stato quello. Cioè, più propriamente è stato un riflesso quasi automatico quello di baciarle la guancia.
Si sente un po’ in imbarazzo, perché non era mai successa una cosa simile tra loro due, dopo l’incidente... Già… Tutto dopo l’incidente. E prima, loro due, cosa erano?
Da adesso ha tutto il tempo che vuole per poter porre a Letizia tutte le domande che lo assillano, per cercare di tornare a ricordare, per provare a riprendere che cosa ha perso.
Si guarda attorno spaesato, confuso. Non riesce a capire niente di tutto quello che sta vivendo, eppure si ritrova lì, ospite di una ragazza che conosce a malapena pur di tornare a ricordare. Solo che la cosa non gli dispiace per niente. È veramente troppo curioso di sapere cosa erano lui e Letizia prima. L’opportunità gli è stata servita su un piatto d’argento, e lui non se l’è fatta scappare.
Solo che… Ha paura.
Ha veramente tanta paura, Luke. Paura di poter aver commesso qualcosa di orribile. Paura di aver fatto soffrire qualcuno. Paura di aver anche deluso qualcuno. Ma soprattutto, ha troppo paura di aver dimenticato qualcosa di importante, di veramente troppo importante. E la sua paura non lo aiuta di certo a ricordare, anzi, lo frena. Solo che Luke non può farne a meno, dopotutto è umano anche lui.
Sospira, completamente sfinito, si gira su un fianco. E presto diventa preda del sonno.
 
La mattina seguente, Luke si sveglia di buon ora, a causa del traffico newyorkese a cui non è abituato. Si stropiccia gli occhi e si alza, uscendo poi dalla camera alla ricerca del bagno. Percorre il corridoio con gli occhi ancora semichiusi. Alla fine ha passato la notte in bianco, avrà dormito sì e no quattro ore, e questo ne il risultato.
Apre la porta bianca in fondo al corridoio, ma si rende subito conto che ha fatto un enorme errore. Perché quella stanza non è il bagno, ma la camera di Letizia, ancora immersa nell’ombra ed illuminata solo da un lieve fascio di luce che entra dalle tende mal chiuse.
Non è andata a correre stamattina, pensa quasi sollevato. E a quel pensiero, un brivido gli attraversa il corpo, scuotendolo completamente. Perché diamine va a pensare a lei che corre la mattina?
Sospira e scuote la testa, per poi accostare piano la porta senza far rumore. Poi trova finalmente il bagno e si lava con l’acqua fresca. Tornato in camera, sparpaglia sul letto ancora da rifare tutto quello che contiene il borsone che gli hanno dato i ragazzi prima di andare nei loro appartamenti.
Qualche felpa, tute, alcuni jeans neri, un po’ di biancheria, un quaderno, il telefono ed il caricabatterie. Ecco tutto quello che si è portato con sé, pochissime delle sue cose che possono aiutarlo in quel lungo viaggio. Subito prende il telefono, stranamente rimasto illeso dopo l’incidente. Cerca di accenderlo, ma sullo schermo un Batteria scarica lampeggiante lo avvisa su quel che deve fare.
Poi si veste e, sempre senza far rumore, entra in cucina. Ed immediatamente, l’aria accogliente di quella piccola casa lo avvolge del tutto, facendolo sentire ben accetto, benvenuto, senza fargli pesare il fatto di essere un ospite tra quelle quattro mura.
Guarda l’ora sull’orologio appeso alla parete, posizionato proprio sopra la porta di ingresso della casa. È ancora presto, forse riesce a preparare la colazione per entrambi, giusto per ammazzare il tempo. Quindi si mette subito a cercare le tazze, il caffè, la padella per il bacon, le uova. Riesce a trovare tutto abbastanza velocemente e si mette subito a lavoro, sperando con tutto il cuore che a Letizia piaccia quello che sta cucinando.
 
Un lieve profumo di bacon e uova strapazzate le invade le narici. Un profumo che riesce a svegliarla dolcemente dal suo stato di dormiveglia. Chi diamine cucina così bene a quest’ora? si chiede, passandosi una mano sugli occhi e sbadigliando sonoramente.
Un sottile raggio di sole sbuca dalle tende, colpendole direttamente il viso. Allora si alza e fa in modo che la luce del giorno illumini completamente la stanza. Apre la finestra e si lascia finalmente accarezzare dall’aria tiepida di inizio autunno. Punta gli occhi al cielo, e non può fare a meno di sorridere. È una bellissima giornata, con il cielo terso ed il sole che illumina tutto.
Sente un piccolo brivido percorrerle la schiena, allora si affretta a chiudere la finestra e a tornare un poco sotto le coperte. Non se la sente di andare a correre stamattina, non vuole lasciare Luke da solo.
Già, Luke… Pensare che stanno nuovamente convivendo dopo tutto quel tempo, la fa sentire strana. Si era abituata al fatto di condividere gli spazi con lui quando era a Sydney, ed i mesi passati lontani si erano rivelati una disgrazia, perché aveva sempre dentro al cuore la sensazione di dover far attenzione a non invadere gli spazi degli altri. Solo che poi si ricordava che era sola, ed un senso di vuoto la invadeva, aumentando la nostalgia e tutto il resto… Adesso che Luke è di nuovo con lei, Letizia si sente un po’ meglio. Dovranno lavorare molto, ma non per questo mollerà tutto. Anzi.
 
Il rumore della porta che si apre la coglie di sorpresa. E quando Luke fa capolino in camera, con un vassoio per la colazione pieno, il cuore della mora perde un colpo. Perché le volte in cui il biondo le aveva portato la colazione a letto quando lei era a Sydney si potevano contare sulla punta delle dita.
Ed il semplice fatto di ritrovarselo così - bello come il sole, con la colazione per lei, portandogliela in camera, nonostante lui non si ricordi niente - non può che renderla felicissima, sorpresa, speranzosa, mentre il suo cuore fa di tutto per cercare di continuare a battere come si deve.
Luke le sorride, ed il suo volto si illumina.
«Già sveglia?» le chiede, sperando di non averla svegliata con il suo baccano.
Lei la vede questa piccola ansia, la nota nel suo sguardo intimidito e basso, nel lieve pallore delle sue guance. E non può fare a meno di sorridere perché, se c’è una cosa che non cambierà mai, è il fatto che lei riesce a capirlo anche solo con una semplicissima occhiata.
«Solo da cinque minuti. E tranquillo, non mi hai svegliata.»
Lui le sorride e si avvicina titubante al letto, cercando di non far rovesciare il contenuto del vassoio.
«Ho preparato la colazione.» spiega intimidito dallo sguardo intenso della mora. Uno sguardo che – anche se lui non lo sa – lo indaga, lo studia, lo ama. Lo sguardo di una ragazza che non ha perso la speranza.
Luke rimane immobile, per un istante, concedendosi di osservare la figura di Letizia appena sveglia: i capelli scuri un po’spettinati, gli occhi lucidi ed ancora un po’ semichiusi, le occhiaie ben evidenti. È proprio su quest’ultimo particolare che l’attenzione del biondo di ferma, un po’ più del dovuto. Ed irrimediabilmente un brivido lo attraversa tutto, lentamente. Però cerca di non pensarci, sfoderando il suo miglior sorriso.
Ma a Letizia, il lieve guizzo in quegli occhi azzurri non è passato inosservato. Però non fa domande, si limita ad intuire che forse nella mente del ragazzo sia saltato fuori un piccolo pezzo del passato.
Cosa che è effettivamente andata così perché, al vedere quelle occhiaie, Luke ha sentito qualcosa, un colpo al cuore, un piccolo magone che gli bloccava il respiro. Solo che tutto è durato un istante, nulla più…
«Dai, mangiamo!» esclama la mora, riscuotendo entrambi da quel silenzio in cui erano caduti e facendo segno al biondo di sedersi sul letto. Il ragazzo non si fa pregare una seconda volta e si siede esattamente davanti a lei, porgendole il vassoio.
E quando gli occhi della ragazza cadono su quello che Luke ha preparato, il cuore inizia a batterle così veloce e così forte da farle girare la testa. Perché non ci crede, non riesce a pensare che, inconsapevolmente, Luke le abbia preparato quelle cose.
Sorride, felice come non mai, e finalmente iniziano a mangiare. E Luke non potrebbe essere più soddisfatto di così, con davanti a sé gli occhi della ragazza così luminosi da sembrare stelle.
Mentre sorseggia il caffè bollente, i suoi occhi azzurri vagano curiosi per la stanza, e subito vengono catturati da una foto incorniciata sul comodino chiaro accanto al letto. Una foto che ritrae un ragazzo ed una ragazza, con gli occhi chiusi, abbracciati sotto le coperte.
Ci mette meno di un secondo a capire che quelli ritratti nella foto sono lui e Letizia. Ed ecco che l’ennesimo brivido gli percorre la schiena, mentre quel senso di familiarità e quel magone nel cuore si fanno nuovamente presenti.
La mora in quell’istante alza la testa dal piatto ormai completamente vuoto e segue lo sguardo del ragazzo, sentendo il sangue bloccarsi nelle vene a vedere quella foto. Porta subito gli occhi sul biondo, preoccupata di quello che adesso potrebbe succedere.
«Luke.» lo chiama piano, con voce fioca, con il cuore che trema dalla paura che il ragazzo possa allontanarsi da lei una volta per tutte.
Il biondo sposta lentamente la sua attenzione alla ragazza, pensando a cosa fare. Perché avrebbe così tante domande da chiedere, così tanti dubbi da chiarire, che non sa neppure da dove partire.
Si guardano per un attimo negli occhi, un solo istante che basta per far venire in mente una cosa a Luke, che subito si alza e, senza dar nessuna spiegazione, corre a prendere il telefono, ormai completamente carico.
Sblocca lo schermo e, appena vede la stessa foto che ha visto due minuti prima, non si sconvolge. Perché in un certo senso se lo aspettava, lo sentiva dentro. Ed il vederla lì, su quello schermo lievemente graffiato, è vedere una piccola certezza da cui poter partire.
Solo che Letizia, da sola in camera, non sa niente di tutto questo. Non si è azzardata a seguire il biondo. Ha paura di vederlo fare le valigie e tornare a casa, lasciandola lì, di nuovo sola…
Eppure non c’è nessun rumore che provenga dalla camera degli ospiti. E quel silenzio, Letizia, non sa se prenderlo come un buon segno oppure no. Allora si alza, lentamente, sempre con quella maledetta paura attaccata lì, al suo povero cuore. Con le gambe che tremano, riesce a mala pena ad arrivare alla porta. E vedere Luke là, intento ad osservare il cellulare, la fa sospirare di sollievo, perché non sarebbe per niente riuscita a sopportare la partenza di quel ragazzo, specialmente non adesso.
«Ehi, Luke?» lo chiama, a voce un po’ più alta, facendolo voltare verso di lei. Letizia ingoia lentamente la saliva, quasi come se volesse far scomparire quell’ansia che le si è barricata in gola. Ingoia ancora una volta e, nonostante la voce sia mal ferma, parla.
«Hai voglia di sentire la nostra storia?» domanda incerta.
Luke, a quella domanda, rimane sorpreso. Perché era da tanto tempo che la aspettava, pur di sapere almeno una semplicissima cosa. Eppure, ora come ora, non è più tanto sicuro di voler ricordare tutto subito.
Allora le si avvicina, lentamente, indeciso su cosa sia meglio fare. Lascia semplicemente che quel miscuglio di sentimenti che si ritrova a provare nel cuore proprio adesso prenda il sopravvento, guidando il dorso della sua mano ad accarezzare piano la testa della mora. A quel contatto, dolce, tenero, gentile, entrambi sussultano, sapendo di aver percepito la stessa scarica elettrica scorrere attraverso i loro corpi.
«No, preferisco ricordare da solo. Il dottore ha detto che ci vuole tempo, e che sapere tutto subito non porterebbe a niente. Quindi preferisco ricordare da solo, passo dopo passo. E non mi importa di quanto tempo ci vorrà, perché so che tu ci sei. E nonostante ti conosca da poco, lo sento che di te posso fidarmi.»
E Letizia gli sorride, felice e fiera per la sua scelta perché, in questo modo, sarà lui che ci riuscirà, da solo, come è giusto che sia. E lei gli starà accanto, sempre, per aiutarlo se mai dovesse cadere. Proprio come un supereroe.






Letizia
Ciao a tutti! Allora, come state? Dai, che oggi è il primo giorno di primavera! O era ieri? Pazienza, scusatemi, sono parecchio fusa a causa della scuola, ahahah :).
Allora, che ne pensate di questo nuovo capitolo? Insomma, per prima cosa credo abbiate notato quanto sia LUNGO. E fate conto che i capitoli successivi saranno più lunghi, quasi tutti sulle 4 mila parole, mentre questo è poco più di 3 mila :3. Poco lunghi insomma ;).
E poi, parliamo di quello che è successo: finalmente Luke e Letizia iniziano la convivenza. E quel benedetto biondino cosa fa? Le prepara la colazione! Ma mi sembra giusto, voglio dire, come se non sapesse che così facendo ci uccide tutte *^*. E poi, la parte più importante di tutte: la scelta del nostro bel biondo. Ora vi spiego per bene le dinamiche di tutta questa piccola cosa.
Luke, giustamente, voleva sapere cosa è successo, cosa ha dimenticato. Gli spetta di diritto saperlo. Solo che Letizia aveva paura di raccontargli tutto perchè credeva che, una volta saputa tutta la storia, lui avrebbe potuto non ricordare niente. Perchè purtroppo negli incidenti capita anche questo: che una persona non ricordi più la parte della sua vita che ha dimenticato. Però Luke, scegliendo di voler ricordare "da solo", inconsapevolmente si dà un aiuto e libera Letizia dalla paura di perderlo.
Quindi, ora non ci resta che pregare per questi due poveri piccini ;). A proposito, per il prossimo capitolo preparatevi, perchè è molto denso u.u
Ultima cosa: ho pubblicato un po' di One Shot (scusate, ma mi spuntano in testa come margherite *^*).
- E poi ci sei tu (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3048953&i=1) su Calum,
- Il cuore non dimentica (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3061291&i=1) sempre su Cal, a cui vi chiedo di passare con il cuore in mano, perchè questa OS è davvero troppo importante per me,
- At your window at midnight (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3064717&i=1) su Michael, è ROSSA, quindi, beh, se avete voglia di togliervi uno sfizio, spero vi piaccia :3.
Detto questo, per oggi finisco qui. Scusate per queste note autrice chilometriche, ma erano necessarie. A presto e grazie mille per ogni cosa, suprattutto per le +100 recensioni, sul serio, vi amo tutti! <3
Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 14
*** 14 . Say ok ***


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Sto scrivendo una storia a 6 mani con Nanek e Andysmile, come già sapevate. Ecco, l'abbiamo postata *^*.
Si chiama After Midnight e la trovate sul  profilo di Nanek (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=221385).
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=PVqkVQedh4M
e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3073140&i=1).
Buona lettura!
 
14 . Say ok

 
When it's not alright, when it's not ok 
Will you try to make me feel better?
Will you say alright? Will you say ok?
Will you stick with me through whatever, 
or run away?

Vanessa Hudgens – Say ok

Quella sera, in quell’attico sulla quinta strada, Calum e Michael stanno tranquillamente guardando un DVD. Era da quando avevano messo piede nella Grande Mela che non erano riusciti ad avere un momento di pace a modo, nel senso, un momento solo per loro due. Dall’incidente di Luke, non avevano fatto altro che stare in ospedale, alternandosi ad Ashton e Letizia quando Keli era a scuola. E dopo il risveglio, era stato un continuo stare con il biondo, più tempo possibile. Alla fine, tutti si erano un po’ trascurati.
E quel sabato sera, passato così, a coccolarsi sul divano, come d’abitudine, per entrambi i ragazzi è un toccasana, una boccata d’aria fresca in tutto quel macello che stanno vivendo.
Hanno la TV accesa, ma nessuno dei due la sta guardando davvero, concentrato com’è a gustarsi la sensazione di benessere e di completezza che nasce dalle loro mani unite dolcemente, perfettamente incastrate tra loro, come due pezzi unici di un bellissimo puzzle. Restano così per minuti, ore, senza dar segno di voler fare altro. Si bastano così, semplicemente, l’uno vicino all’altro, con i cuori che battono allo stesso ritmo.
Solo che Calum quel giorno, è preoccupato, più del solito, ma cerca di non mostrarlo, perché lo sa che Michael lo conosce troppo bene per non notare neppure un indizio del malessere del moro.
E giusto a pennello, la suoneria del suo cellulare gli dà il pretesto per pensare ad altro, forse. 
Perché lui vorrebbe non pensare a niente, non adesso. Solo che il nome del mittente della chiamata è proprio al centro dei suoi pensieri.
«Chi è?» domanda curioso il maggiore, stringendo come un koala il moro, che sorride, perché quando lui e Michael stanno così, gran parte dei suoi brutti pensieri va via.
Il più piccolo mima un «Luke.» con le labbra, prima di rispondere, mettendo in vivavoce.
«Hey Hemmo!» lo saluta allegro, accoccolandosi tra le braccia del suo ragazzo, mentre quest’ultimo gli accarezza piano le braccia, facendolo rabbrividire visibilmente.
«Hey Cal!» risponde Luke con voce stanca.
«Come va?» chiede il moro, cercando di stare calmo. Perché è preoccupato da morire, Calum, è in pensiero per il suo amico di una vita e spera solo che vada tutto bene. Lo spera per Luke, lo spera per Letizia, per Ashton e Keli, lo spera per tutti quanti loro.
Luke non risponde, non subito. 
E il moro si sente morire, perché non sapere come stia il suo migliore amico lo fa veramente ammattire.
«Va…» dice poi il biondo, spezzando ad un tratto quel silenzio fastidioso. «Sicuramente molto meglio di quanto mi aspettassi. Letizia è fantastica, non so come avrei fatto senza di lei.»
E Michael sorride, felice, a sentire quelle parole. Sorride, Michael, perché la pensa esattamente allo stesso modo del minore. Letizia è veramente fantastica, e nessuno di loro riuscirebbe a stare senza quella ragazza mora che, con la sua allegria, la sua forza, la sua determinazione, il suo essere tremendamente testarda, riesce a tenerli tutti in piedi, senza rendersene minimamente conto.
«Trattala bene, mi raccomando!» esclama il ragazzo dai capelli colorati, abbracciando ancora più forte il moro che, al sentire il suo cuore battere così forte, arrossisce un po’ mentre accarezza le mani del maggiore.
Luke ride di cuore – una risata che scalda il cuore dei suoi amici, da quanto è bella, sincera, vera – prima di rispondere. «Tranquillo, stamattina le ho persino preparato la colazione.»
A quelle parole, Michael e Calum si guardano negli occhi, e non riescono a non sorridere, sapendo di pensare esattamente la stessa cosa.
«Che galantuomo!» lo prende in giro Calum ridendo, sentendo che intanto il cuore si sta pian piano liberando di quella fastidiosa preoccupazione per tutto quello che sta succedendo.
«Ehi, non sfottere!» esclama il biondo ridendo ancora. «L’ho fatto per ringraziarla.»
E a quella spiegazione, Michael si ritrova a sorridere ancora una volta, ‘ché proprio non riesce a non stupirsi di quanto quei due si amino, anche se ancora Luke non se lo ricorda. E nonostante tutto è felice, Michael, perché sa, ne è sicuro, che alla fine tutto andrà bene.
«Ora vado, ci sentiamo domani!» continua Luke, con tono divertito.
Gli altri due lo salutano a gran voce e, quando il moro chiude la chiamata per poi alzarsi dal divano ed osservare la città dalla finestra, Michael parla, spezzando quel silenzio che nessuno dei due riesce a reggere.
«Letizia ha fatto bene a tutto noi, senza accorgersene…»
E Calum si ritrova a sorridere, felice per il suo ragazzo. Perché lo sente nella voce del maggiore che Michael vuole veramente troppo bene alla mora, alla piccola del gruppo. Lo sente che il ragazzo dai capelli colorati farebbe di tutto per quella ragazza.
«Devo essere geloso?» chiede scherzando ed abbracciando forte il più grande, cercando di non pensare a quell’ansia, a quella preoccupazione che, nonostante tutto, gli è tornata nel cuore.
«Stupido, non pensarlo nemmeno! Lei è la mia migliore amica, ma c’è qualcun altro che riesce a farmi perdere la testa ogni singolo giorno, ogni volta che lo vedo.»
Calum gli sorride e si mette nuovamente seduto, lasciando che Michael poggi la testa sulle sue gambe.
«Sai, sono proprio curioso di sapere chi sia.» commenta. Solo che i suoi pensieri, il suo cuore, sono da tutt’altra parte.
E Michael lo nota, lo vede troppo bene. Perché gli occhi del moro non sono luminosi come sempre; perché l’espressione di quel viso dai lineamenti morbidi è assente, pensierosa, lontana; perché quel ragazzo non parla tanto come suo solito.
«Cal, cos’hai?» chiede il maggiore, preoccupato, facendo intrecciare le loro dita.
E quel contatto tra loro è come un calmante, che li rilassa e li scalda, lentamente. Li fa sentire una cosa sola. Ed è questo quello di cui Calum ha bisogno, di quella piccola certezza in quell’oceano di preoccupazione, di ansia. Ha bisogno di Michael, Calum, ora e sempre.
Il moro sospira pesantemente e si passa la mano libera sul viso stanco.
«Non ho niente, Mike, davvero.» risponde, ‘ché non ci pensa minimamente a far preoccupare l’altro.
Solo che il maggiore lo conosce troppo bene, Calum, e lo capisce quando l’altro ha qualcosa che non va. Lo nota dal pallore del suo viso, dalle sue mani che si torturano costantemente, dagli occhi che pian piano diventano sempre più lucidi.
«Non dire cazzate!» esclama Michael, troppo preoccupato per il moro. Perché vorrebbe che il minore si confidasse con lui, per qualsiasi cosa; perché vorrebbe poterlo aiutare, in qualsiasi modo possibile; perché se sente così fottutamente impotente a vedere Calum in quello stato; perché sa che, se c’è un problema, risolverlo in due è meglio che logorarsi da soli.
«Calum.» lo chiama di nuovo, poggiando una mano sulla guancia del moro che, dopo qualche secondo, volta il viso verso l’altro, incastrando i suoi occhi scuri in quei pozzi verdi e luminosi. Ed è come se quel peso sul petto, nel cuore, scemasse pian piano, come se si sottraesse a quello sguardo così profondo e così rassicurante. Come se Michael fosse l’unico rimedio per ogni suo brutto pensiero, ogni sua preoccupazione, ogni suo dubbio, ogni suo dolore.
Però continua a tacere, il più piccolo, perché proprio non vuole far preoccupare l’altro.
Michael sospira, affranto, triste, preoccupato. Proprio non riesce a vedere il minore in quelle condizioni.
«Calum, lo sai che non ce la faccio a vederti così. Che ti succede?»
Forse è il tono di voce del più grande, forse è il fatto che si sente cos’ al sicuro tra le braccia dell’altro, forse perché sa che continuare a tacere non porterà a nulla.
«Succede che sono fottutamente preoccupato, ok? Perché sapere che Luke sta così, senza memoria, senza ricordare niente di questi ultimi mesi, mi fa stare male. E mi fa stare male anche pensare a Letizia, che proprio non si merita questo, non dopo tutto quello che ha passato. E sto male anche per Ashton e Keli, va bene?! Perché quei due hanno bisogno di stare insieme, e la distanza non aiuta. Sto male anche per noi perché, nonostante tutto, ho ancora un po’ paura di quel che gli altri pensano. E lo so che non dovrei farmi tutti questi problemi, che tutto alla fine andrà per il meglio, lo so… Solo che ho paura lo stesso.»
E Michael, a sentire quelle parole tristi, quello sfogo carico di ansia, di paura di rabbia anche, si sente una merda, una merda completa. Perché solo adesso nota quanto il moro stia male, per tutta quella situazione.
Sospira e si passa una mano tra i capelli, mentre con l’altra continua ad accarezzare le guance di Calum, ormai rigate da lacrime silenziose, che gli bruciano la pelle e lo fanno stare ancora peggio, perché il più piccolo detesta farsi vedere così, debole.
«Perché non me lo hai detto?»
Ecco un’altra cosa che ferisce il più grande: il fatto che Calum si sia tenuto tutto dentro, senza parlargliene, senza dargli modo di poterlo aiutare.
«Non volevo farti preoccupare ancora di più. Già stai male per Letizia e Luke, non volevo peggiorare le cose.» spiega, cercando gli occhi verdi dell’altro e passandogli lentamente una mano tra i capelli.
E Michael gli sorride, dolce, perché Calum non cambierà mai, mettendo sempre prima gli altri di se stesso.
«Non dirlo mai più! Ci siamo promessi che risolveremo sempre tutto, insieme, ogni cazzo di problema, qualsiasi esso sia. Quindi no pensarlo mai più, Calum, mi hai capito?»
L’altro sorride, perché infondo se la aspettava questa reazione da parte del suo ragazzo.
«Sei troppo importante per me.» continua il maggiore, continuando ad accarezzargli la guancia.
Il moro sospira piano - che a sentire quelle parole non è abituato – prima di avvicinare il viso a quello del più grande, facendo combaciare perfettamente le loro labbra. Ed è come se tutto finalmente tornasse al suo posto. Come se le loro labbra che si accarezzano, che si cercano, avessero il potere di far scomparire ogni cosa. Come se il loro amore avesse il potere di far scomparire tutto.
Si dividono lentamente, senza mai stancarsi di perdersi negli occhi dell’altro, specchi della loro stessa felicità.
«Cercherai di farmi stare meglio o scapperai via?» domanda Calum che, nonostante tutto, ancora un po’ d’ansia nel cuore ce l’ha.
«Non ci penso nemmeno a lasciarti, non dopo tutta la fatica che ho fatto per averti!» esclama Michael, serio come mai prima di allora il moro lo aveva visto.
E si sorridono, veramente troppo felici, perché sanno che andrà tutto bene, ma solo se combatteranno insieme.

«A quest’ora sarei con i ragazzi in spiaggia a prendere il sole.» risponde Ashton, divertito da una domanda di una delle tante fan che gli stanno attorno, facendole ridere tutte.
Keli osserva tutto da una parte, in silenzio, con un peso sul cuore a cui, nonostante tutto, proprio non riesce a non pensare. Sente male nel petto, nelle ossa, fin dentro l’angolo più remoto di se stessa, e vorrebbe piangere, tanto. Ma si trattiene. Semplicemente, osserva il ragazzo riccio da lontano, accerchiato da tutte quelle ragazze che lo guardano con gli occhi così felici da far invidia a chiunque.
Solo che la bionda vorrebbe che se ne andassero, quelle lì, perché ha bisogno di stare un po’ con Ashton, di sentirlo vicino, in quel periodo che sta sconvolgendo tutti quanti. Specialmente dopo la chiamata di Letizia di quel pomeriggio, durata quasi più di un’ora, durante la quale la mora si è sfogata perché, sì, è veramente felicissima che Luke viva da lei e che stia con lei, ma il fatto che il ragazzo non ricordi proprio niente di quello che hanno passato le logora il cuore.
E Keli lo sa, quanto Letizia stia male, lo sa molto, troppo bene. Perché lei era lì quando l’amica si svegliava nel cuore della notte, urlando, in preda ai singhiozzi e alle lacrime, distrutta da quella dannatissima distanza. Perché l’ha vista non toccare cibo per giorni, nonostante cercasse di farla mangiare un poco, almeno il minimo indispensabile. Perché l’ha vista crollare, per la seconda volta, per quell’unica persona perfetta per lei ma con cui la vita sembra non voglia lasciarla stare.
Ed il fatto che adesso non riesca più ad aiutarla a superare anche questa, la fa sentire inutile, completamente.
Ecco perché lei e Ashton erano usciti, quella sera, per cercare di non pensare almeno per un po’ a tutta quella situazione così strana e così complicata.. Però non avevano fatto in tempo a mettere piede a Central Park, che subito delle fan li avevano accerchiati, impedendo loro di poter strare in pace almeno per qualche minuto.
Solo che adesso, Keli è veramente stufa di tutta quella situazione. Il fatto di non poter neanche fare una fottutissima passeggiata insieme al suo ragazzo a causa di tutte quelle ragazze la manda in bestia. E se ne va, la bionda, dando le spalle a quella scena che, ora come ora, proprio non riesce a sopportare. Pazienza se poi Ashton e lei discuteranno, ma è stanca di quella situazione, perché vorrebbe stare solo un po’ col riccio, da sola, con lui che riesce a farla stare bene in un modo tutto speciale.
Esce dal parco, e Ashton neppure se ne accorge che Keli sta tornando a casa. La ragazza sospira ed attraversa la strada, per poi salire a testa bassa le scale fino al suo appartamento. Apre la porta piano, cercando di non fare rumore perché sua madre dorme.
Ma la luce del salotto che si accende le fa capire che la donna è ancora in piedi. Allora si avvicina al divano dove Rose è seduta. Quest’ultima si alza lentamente, stanca dopo tutte quelle ore di lavoro, e sorride alla figlia, specchiandosi in quegli occhi lucidi tanto simili ai suoi.
«Ho visto cosa è successo giù.» le dice. 
E basta questo, bastano queste poche e semplicissime parole, per far crollare Keli del tutto.
Subito la ragazza si rifugia tra le braccia della madre e comincia a piangere, forte, mentre la donna la tiene stretta, le bacia la fronte, la culla un po’, per calmarla, almeno un po’.
«Lo so come ti senti, tesoro mio, lo so.» le sussurra Rose, con voce dolce. «Ma cerca di capire anche lui. È un cantante e, come tale, le fan sono contente di vederlo. È grazie a loro se lui e gli altri stanno vivendo il loro sogno.»
E Keli, a quelle parole, così semplici e vere, annuisce. Perché lo sa che, senza le fan, Ashton ed i ragazzi non sarebbero dove sono adesso. E lo sa che, senza le fan, nessuno di loro si sarebbe mai incontrato. Lo sa bene e cerca di tenerlo sempre a mente. Solo che quella sera proprio non ci riesce, non ce la fa a dividere Ashton con qualcuno. Ha troppo bisogno di lui.
Sospira e si passa una mano sul viso, cercando di mandar via le lacrime.
«Lo so, mamma, lo so… Solo che…» ma non riesce a finire la frase, perché nuove gocce salate riprendono a solcarle le guance, bruciandole la pelle e l’anima. Non ce la Keli, non resiste con tutto quello che sta succedendo, è troppo stanca, spossata, distrutta per poter continuare a resistere da sola.
Rose la stringe forte e la culla, come se stesse tenendo tra le braccia una Keli ancora bambina, che ancora non conosce le sfide della vita. La stringe forte, la sua bambina, perché invece sa che Keli ormai è adulta e grande abbastanza per poter cavarsela da sola. È orgogliosa della giovane donna che la ragazza sta diventando, compiendo spesso quegli sbagli che aiutano a crescere. Ed è felicissima che Ashton sia comparso nella vita di sua figlia. Perché quel ragazzo è esattamente ciò di cui Keli aveva bisogno, con la sua allegria, la sua immensa voglia di vivere, al sua serietà nel lavoro e l’immenso affetto che nutre per la sua ragazza e per tutti i suoi amici.
La ragazza sorride un po’, tra le braccia della madre. Le è grata, per tutto, per ogni cosa che ha fatto per lei, per Letizia, per ogni cosa che sta facendo – anche con Ashton – e che farà in futuro.
Le due poi si dividono e Keli, sorridendo a Rose, si avvia in camera, troppo stanca, spossata. Ha seriamente bisogno di riposare e di ragionare a mente più lucida.

Intanto il riccio è ancora con le fan. Sono veramente simpatiche – mai come quelle italiane però – ed è rimasto piacevolmente sorpreso che non gli siano andate vicino urlando. È sempre felice di passare un po’ di tempo con loro, quando può. È il minimo che può fare per ringraziarle, perché è proprio grazie a loro se sta vivendo il suo sogno più grande da tre anni a questa parte.
Fa per rispondere all’ennesima domanda, quando l’esclamazione di una ragazza mora vicina a lui lo spaventa.
«Dov’è Keli?!»
A quelle parole, Ashton si volta indietro, verso il punto dove la bionda si era fermata quando le fan erano arrivate. E il nono vederla lì, gli lacera l’anima, gli frantuma il cuore. E si sente un completo e totale idiota.
«Grazie di tutto ragazze, ma adesso devo scappare!» le congeda velocemente – mentre le ragazze gli rispondono a gran voce – incamminandosi verso casa Wilson, non sapendo dove altro andare per cercare Keli.
Possibile che sia stato così stupido, così fottutamente stupido da lasciarla in disparte solo per stare con le fan? Cazzo, ma cosa sta diventando? Neppure quando Keli era a Sydney succedevano cose simili, anzi, cercava sempre di dare più tempo possibile alla sua ragazza proprio per non farla stare male. Ora invece? Le sta dedicando meno tempo del solito, e non solo per le fan. È vero, si tratta pur sempre di un caso a parte questo, poiché a New York ci sono molte più persone che a Sydney. Però ha una dannata paura di non riuscire a gestire entrambe le cose e che poi a pagarne sia sempre la persona più importante della sua vita.
Ecco con quali pensieri sale le scale del palazzo ed apre la porta con la copia delle chiavi che la Signora Wilson gli ha gentilmente prestato da quando è arrivato nella Grande Mela.
Chiusa la porta, appende la giacca e si toglie le scarpe, cercando di fare il meno rumore possibile, dato che nessuna luce è accesa in casa, facendogli pensare che siano tutti a letto. Fa per raggiungere la stanza di Keli, quando ad un tratto la luce in soggiorno si accende, rivelando i signori Wilson ancora svegli.
E Ashton si sente completamente in imbarazzo, si sente in colpa. Perché è ospite di quella famiglia meravigliosa e loro non gli hanno mai chiesto niente. E l’unica cosa che fa è lasciare Keli da sola, ad affrontare tutto quello che sta succedendo e che sta sconvolgendo le loro vite da cima a fondo.
«Mi dispiace.»
È l’unica cosa che sa, che riesce a dire in quel momento. La semplice e pura verità.
Rose gli si avvicina e gli accarezza piano la spalla.
«Ashton, non fa niente, davvero. L’importante è che tu rimanga con Keli. Ha bisogno di te ora più che mai.»
Ed il ragazzo, a sentire quelle parole di conforto, così dolci, proprio come la persona che le ha pronunciate, lo aiutano, e non poco. Sospira rincuorato e sorride timidamente alla donna, ‘ché gli ricorda veramente troppo la diciassettenne per cui ha perso cuore e testa.
«Ashton.» lo chiama, il Signor Wilson, Mark, attirando l’attenzione anche della moglie, che subito capisce dove il marito voglia andare a parare. Allora li congeda - un sorriso stanco ma confortante per Ashton, un bacio lieve sulle labbra per Mark – e va finalmente a dormire.
«Dica, Signor Wilson.» risponde il riccio, una volta che Rose chiude dietro di sé la porta di camera sua.
«Siediti.» gli dice l’uomo indicando il divano e la poltrona davanti a loro. «E, per favore, dai del tu sia a Rose che a me. Non siamo poi così tanto vecchi, cosa credi?» esclama con tono gioviale, riuscendo a strappare un sorriso dall’espressione tesa del ragazzo, che prende posto davanti all’altro, sul divano.
«Keli ti ama. E so, lo vedo, che tu ami lei.» inizia Mark, con gli occhi rivolti alla città ormai illuminata solo dalle luci dei lampioni, delle case, delle insegne. 
«Come ha detto mia moglie, ti chiedo solo di non abbandonarla, mai. Keli è una ragazza forte, lo hai notato anche tu.» prosegue, e l’altro annuisce, perché non ha mai conosciuto qualcuno come la sua ragazza.
«Però quando si tratta di Letizia, sta veramente male, come lo stiamo Rose ed io. Letizia fa parte della nostra famiglia fin da quando lei e Keli sono nate. Sono più che sorelle. Ed ora che entrambe hanno bisogno l’una dell’altra, a loro volta hanno bisogno anche dell’aiuto tuo e degli altri ragazzi. So che stiamo chiedendo a tutti voi una cosa pressoché impossibile, ma siamo davvero troppo preoccupati per loro due.» conclude l’uomo, con gli occhi lucidi, occhi di un padre conscio del fatto che la sua bambina ha ormai preso il volo e che ha trovato una persona degna di lei. L’ha trovata in Ashton quella persona, e Mark, nonostante la diffidenza iniziale, adesso è solo felice della scelta di sua figlia.
«Stia tranquil…» comincia a dire Ashton, ma l’occhiataccia divertita dell’uomo gli fa capire di aver commesso un piccolo, minuscolo errore. «Stai tranquillo, Mark. Keli è veramente troppo importante per me, non potrei mai lasciarla da sola.»
A quelle parole, il Signor Wilson si sente molto più rincuorato, e congeda il riccio con un gesto veloce della mano, ‘ché sa che i ragazzi hanno da chiarirsi.
Il riccio non se lo fa ripetere due volte e corre in camera, sorprendendosi di trovare la bionda ancora sveglia.
La ragazza, al suono della porta chiusa, si volta, capendo subito chi è davanti a lei.

«Hey.» lo saluta Keli, con voce stanca, torturandosi le mani.
«Hey.» risponde Ashton, a voce bassa, passandosi una mano tra i capelli.
Restano in silenzio, non riescono a parlare. Hanno così tante così tante cose dentro, così tante cose da tirar fuori che non sanno proprio da dove partire. Restano così, con lo sguardo basso, il cuore che batte forte in gola e mille pensieri nella testa a confonderli.
Keli si alza dal letto, lentamente, quasi avesse paura di commettere anche un singolo passo falso. Si avvicina titubante ad Ashton che, appena la ragazza gli si ferma davanti, alza lo sguardo, facendo finalmente incontrare i loro occhi, così diversi, ma ugualmente profondi, luminosi, intimoriti, preoccupati.
«Io…» inizia la bionda, solo che il riccio è più veloce.
«Scusami.»
E senza pensarci neppure un secondo, fa unire le loro labbra, piano, timidamente. E quel contatto, così dolce e tiepido, placa finalmente i loro dubbi e manda via almeno un po’ quel dolore sordo in fondo ai loro cuori.
Si dividono lentamente, intrecciando le loro mani e sospirando, quasi per mandar via anche quell’ultimo grammo di paura che li fa tremare, fin dentro l’anima.
«Sono stato uno stupido, un emerito coglione. Ti ho lasciata in disparte quando avevi più bisogno di me. Mi sono sentito una merda… Scusami, ti prego.» le sussurra il riccio, col cuore in gola che batte così forte da fargli male, da fargli mancare il respiro.
E Keli sorride, perché riesce ad immaginarsi quanto il ragazzo si stia sentendo in colpa in quel momento.
«Ti ho già perdonato, Ash. Non potrei mai avercela con te.»
Si sorridono dolci, rincuorati dal fatto di essersi chiariti con poco e di poter contare completamente da adesso in poi sull’altro.
E lui la abbraccia, Keli, la stringe forte, quasi avesse paura di perderla. Lei si lascia trascinare, colta di sorpresa e felicissima di stare con que ragazzo meraviglioso. Ragazzo che, dopo alcuni minuti, spezza il silenzio in quella stanza.
«Non voglio venir meno alla mia promessa.»
La bionda alza lo sguardo verso il riccio, intrecciando i suoi occhi castani in quelli verdi di lui.
«Quale promessa?» chiede lei, non capendo.
E Ashton le sorride, dolcissimo, prima di far combaciare le loro labbra ancora una volta e prima di risponderle, con il cuore in mano e l’anima che freme.
«Quella di renderti felice, sempre.»






Letizia
Ciao a tutti! Come al solito, è sabato, e la me ha pubblicato, dai, che sono brava e che non vi faccio mai aspettare troppo :3.
Allora, cosa dire di questo capitolo? Mah, sinceramente credo che 4 mila parole e passa siano parecchie, come credo anche che i Malum e i Kashton avessero bisogno di un altro capitolo ancora tutto per loro, per sapere un po' come stanno vivendo tutta la situazione. E credo che dopo questo capitolo non ci saranno altri momenti per queste due coppie, fino alla fine (*^*). Potrei anche cambiare idea in futuro, magari mettere qualche scena solo per loro. Insomma, vedrò più in là quando sarà il momento ;).
In compenso, cosa ve ne pare? Spero davvero che vi piaccia, perchè è un capitolo a cui tengo davvero moltissimo :3.
Detto questo, scappo, che ho un sacco di cose da fare, povera me -.-".
Un bacione a tutti e grazie per ogni cosa, sul serio, vi adoro! <3
A presto, Letizia <3

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Capitolo 15
*** 15 . I got you ***


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(Per cortesia, andate a leggere le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
15 . I got you
 
'Cause this is love and life
And nothing we can both control
And if it don't feel right
You're not losing me by letting me know

Leona Lewis – I got you

«Dai muoviti, ‘ché siamo in ritardo!» esclama Luke con un sorriso divertito sulle labbra mettendosi le scarpe.
«Quanto ti lamenti! Ci vorranno solo dieci minuti per arrivare dagli altri.» risponde la mora indossando il cappotto.
Lui le si avvicina, con un sorriso sornione sul viso, prima di calarle il cappello sul naso, per gioco.
«Luke, smettila una buona volta!» lo rimprovera Letizia.
Il biondo ride di cuore all’espressione falsamente infastidita della ragazza – espressione che ha imparato a conoscere e apprezzare durante quelle prime settimane di convivenza – e le scompiglia i capelli da sopra il tessuto grigio del beanie, riuscendole a strapparle un sorriso.
«Sei proprio scemo, Hemmo.» dice lei uscendo dall’appartamento ed aspettando che anche il ragazzo sia fuori. Poi chiude la porta e scendono in strada, diretti a casa di Calum e Michael, dato che quel giorno, il punto di ritrovo è da loro.
«Scemo è il mio secondo nome. Lo sapevi?» commenta Luke, con un’espressione così seria che fa scoppiare la mora in una grossa risata e che «Ma falla finita, scemo.» replica, cercando di contenersi.
Luke sorride nuovamente, al vedere il volto della ragazza così allegro e luminoso.
E si ritrova a pensare che quelle due prime settimane di quella strana convivenza sono andate molto meglio di quanto si era aspettato. Letizia è fantastica, sotto ogni punto di vista. È paziente, curiosa, chiacchierona, testarda e così vivace che il biondo rimane spiazzato ogni volta da quell’esplosione di vita. E, nonostante tutto, ancora si sorprende per il fatto che lei voglia aiutarlo a tutti i costi. A conti fatti, lei per lui è una completa estranea, o quasi. Eppure non è così, né agli occhi del biondo né agli occhi degli altri. Perché Luke, nonostante tutto, sta imparando a conoscerla, ad affezionarsi a quella ragazza mora, e non potrebbe chiedere niente di meglio. Ci sono ancora così tante cose che lui non sa, ma ha tutto il tempo per scoprirle, perchè – anche se non riesce a spiegarselo – sente di voler far parte della vita di Letizia. È una cosa che sente dentro, fin nell’angolo più profondo del suo cuore. Ed è una sensazione che non gli da fastidio, anzi, è più che gradita.
Posa un istante gli occhi sulla figura minuta di lei, che - come suo solito - ha un sorriso luminoso sul viso, che la rende veramente molto carina.
E si ritrova a sorride ancora una volta, Luke, perché non avrebbe mai creduto possibile che, in così poco tempo, quella ragazza mora fosse diventata una delle persone più importanti della sua vita. È un qualcosa che proprio non riesce a spiegarsi, ma che comunque percepisce forte e pulsante, vivo dentro di lui, come una fiamma che arde lentamente ma in modo costante.
Senza rendersene conto, lascia che la sua mano vada ad incastrarsi perfettamente con quella di Letizia che, a quel contatto, sussulta impercettibilmente, perché proprio non se lo aspettava, specialmente non così in mezzo ad una delle strade più affollate e conosciute di tutta New York.
Ma la ragazza non si fa prendere dall’ansia e risponde alla stretta, facendo spuntare sui loro volti un sorriso mozzafiato. Nonostante il cuore le batta fortissimo, cerca di non far sì che la felicità prenda totalmente il controllo. Perché pian piano sta imparando che, nella situazione in cui lei e Luke si trovano, è bene cercare di non impazzire subito per un nonnulla. Basta andare con calma, lasciando che tutto venga da sè, senza troppe pretese.
Anche Luke la pensa così, specialmente per quanto riguarda i suoi ricordi, il suo chiodo fisso. Ha provato di tutto per ricordare almeno un qualcosa, una piccola scena. Ma più si sforzava, più andava a ritrovarsi a brancolare nel nero – o nel bianco, certe volte – in un posto senza né spazio né tempo, che gli faceva accapponare la pelle e lo faceva rinunciare nel suo intento. E la cosa buffa era che cinque minuti dopo, inaspettatamente, un ricordo – seppur piccolo – faceva capolino nella sua mente e gli risollevava il morale.
Ha solo qualche piccolo spezzone dei suoi ultimi mesi di vita. Ma non si preoccupa, sa di potercela fare, specialmente grazie alla piccoletta che è proprio accanto a lui e che sembra non volerlo lasciar andare per nessuna ragione al mondo.
Vorrei che fosse davvero così, perché non credo di riuscire a lasciarla andare, sta diventando troppo importante, si ritrova a pensare, senza neppure volerlo, mentre il cuore gli batte forte per una cosa che sa ma che non vuole pensare, neppure per un secondo. Ha lei, e questo gli basta per sentirsi bene. Ed automaticamente le guance gli diventano più rosee. Perchè, andiamo, conosce Letizia da troppo poco tempo in questa “nuova vita”, e non è possibile pensare ad una cosa simile, non con lei, più che altro non adesso. Non si ricorda cosa loro due erano stati nei mesi che lui ha perso, momentaneamente, nella sua testa. E per adesso preferisce restare nell’ignoranza. Non può permettersi distrazioni o altre cose.
Sospira stanco e si passa una mano sul viso, rabbrividendo. Non avrebbe mai creduto che nella Grande Mela, in quel periodo dell’anno, ci fossero quelle temperature così basse.
«Tutto bene?» domanda la mora preoccupata, attirata da quel sospiro.
E Luke non vorrebbe cambiare Letizia per nessuna ragione al mondo. Perché, per ogni minima cosa, lei è lì, al suo fianco, e non lo lascia cadere, non lo lascia da solo. È lì, accanto a lui, in silenzio, ma pronta ad accorrere se ha bisogno. E, nonostante un po’ gli faccia rabbia il dover così tanto a quella ragazza, sa che senza di lei sarebbe tutto più difficile. Luke sa di dover tanto – se non tutto – alla più piccola, che però non gli ha mai detto niente. Gli ha sempre e solo dimostrato un affetto smisurato e indescrivibile. E lui gli sarà grato, per tutto, per ogni singolo giorno della sua vita…
E mentre Luke, è immerso nei suoi pensieri, due grandi occhi marroni lo scrutano silenziosamente, mentre un cuore che non si arrende batte ferocemente nel petto, come a dimostrare che c’è e che ha ancora forza a sufficienza per continuare a combattere.
Letizia lo osserva rapita, ancora incredula. Potrà sembrare stupido ma, per lei, avere nuovamente Luke così vicino, viverci insieme, condividere gli spazi, è come vivere un sogno bellissimo, un’illusione. Ci sono tante difficoltà, questo è vero, ma non avrebbe mai creduto di poterle affrontare nuovamente insieme a lui, fianco a fianco, come mesi prima. Ed è questa consapevolezza, questa piccola cosa che la aiuta a tenere in vita quella fiammella dentro al cuore che non vuole spengere, per nessun motivo al mondo.
Continuano a camminare così, con le mani unite dolcemente, senza dar segno di volersi dividere. Stanno bene, Letizia e Luke. Stanno fottutamente bene e, nonostante i ricordi che ancora mancano, a loro va bene così.
Passano davanti una caffetteria, quella dove la settimana prima erano andati per prendere una cioccolata calda con gli altri. Il pomeriggio era stato veramente uno dei loro pomeriggi, con le loro battute squallide ma buffe, con le loro risa, con i loro sguardi di intesa, con la loro amicizia. Almeno, tutto questo fino a che le fan, in numero sempre maggiore, non erano entrate nel locale, assalendoli di foto e di domane.
«Ragazzi, come mai siete a New York?» 
Era questa la domanda che aveva fatto gelare a tutti il sangue nelle vene, solo per un istante.
Perché Michael, prontamente, era riuscito a salvare l’intera situazione con un «Ci siamo presi un periodo di pausa e siamo venuti a trovare delle vecchie amiche.»
Subito dopo era arrivata la polizia per far sgomberare il locale. E nessuno – per fortuna - aveva chiesto altro.
Sospira Letizia, perché certe volte situazioni simili le danno veramente fastidio. Certo, lei – come anche i ragazzi – è immensamente grata ai fan per tutto quello che fanno per lei e per tutto ciò che le fanno vivere. Però ancora non riesce a comprendere come mai alcuni (o alcune) di loro non capiscano quando sia il momento di finirla, di darsi una controllata ed essere paziente, riservando al cantante o chicchessia un po’ di privacy.
Magari fosse così semplice…
Sospira di nuovo, e stavolta è il biondo a preoccuparsi per lei. Subito i suoi occhi color del mare incontrano quelli caldi della ragazza che rabbrividisce, che ogni volta subisce lo stesso effetto, da quello sguardo così intenso e profondo.
«Che c’è?» chiede preoccupato, facendo fermare entrambi al centro dell’ampio marciapiede, il pollice di lui che accarezza lentamente il dorso della mano di lei.
E la mora si ritrova a sorridere, a causa di quel ragazzo che sempre occupa le sue giornate da quando si sono conosciuti, quel ragazzo che ama più di se stessa e per cui farebbe di tutto pur di aiutarlo.
«È tutto ok, Luke, sta’ tranquillo.» gli risponde dolce, per togliere di mezzo una preoccupazione di troppo.
Lui annuisce, benché sia ancora un po’ in pensiero, ed aumenta la stretta sulla mano di Letizia, riprendendo a camminare, inconsapevole del fatto che la ragazza stia toccando il cielo da quanto è felice, grazie a quel piccolo e semplicissimo contatto tra loro.

«Ma quanto ci avete messo? Le lumache sono più veloci di voi!» li saluta Michael facendoli accomodare.
«È tutta colpa sua.» si difende il biondo indicando la mora con la mano libera. Lei lo guarda male per una frazione di secondo, prima di ribattere. «Oh, ma insomma! Sei stressante quando ti ci metti.»
E ridono divertiti, perché lo sanno di star giocando. In fondo, ognuno di loro ha bisogno di non pensare a quello che stanno vivendo, di svagarsi un po’.
«È per questo che mi vuoi bene.» le sussurra Luke, serio, all’orecchio, notando i brividi che si formano sul collo della ragazza, facendola voltare e ritrovandosi così davanti il sorriso più bello che abbia mai visto.
Perché Letizia sta sorridendo, felice come mai prima di allora era stata, a causa delle parole del biondo. Sta sorridendo, anche se il perché proprio non riesce a spiegarselo. Sente qualcosa nel petto, come un calore che la invade tutta, che le tocca ogni singola cellula, facendola fremere.
«Ti vorrei bene in ogni caso, Luke, sempre e comunque. Ti vorrei bene nonostante tutto e tutti. Ti vorrei bene semplicemente perché sei tu.»
È questo che dice, a voce bassa, molto simile ad un soffio di vento, che solo il biondo riesce a sentire per pura fortuna. E neppure lui non riesce a non sorridere. E lo sa, che la causa di quel sorriso è Letizia con le sue parole, vere, sincere e così semplici che gli hanno fatto fatto perdere le staffe.
Gli vuole bene.
Non si sarebbe mai aspettato che quelle tre parole potessero diventare così importanti nella vita di una persona. In fondo, quante volte vengono pronunciate, per circostanza, con simpatia, con affetto? Tante, forse troppe volte. E raramente si capiscono i veri sentimenti celati dietro ad esse. Solo che adesso lo sente, distintamente, che quelle parole hanno qualcosa in più, un qualcosa che le rende dannatamente speciali alle orecchie e al cuore del ragazzo.
Sorride, Luke, perché veramente si sta rendendo conto di quanto pian piano Letizia stia entrando nella sua vita e di quanto stia diventando importante. E la cosa che più lo sorprende è il fatto che se lo sta lasciando fare, come se nulla fosse, come se quella ragazza avesse sempre avuto un posto nel suo cuore, ancor prima che si conoscessero.
«Beh, se volete fare i piccioncini, non fatemi salire la glicemia nel sangue, grazie.»
A quelle parole, i diretti interessati arrossiscono immediatamente, senza però dar segno di volersi allontanare l’uno dall’altra. 
«Dai Mike, ora non esagerare.» commenta il biondo, sperando che il rossore sulle sue guance se ne vada il prima possibile. Detesta farsi vedere timido, specialmente dalle persone a cui tiene, per il semplice fatto che vorrebbe poter dare sicurezza. Ma lo sa benissimo che è un enorme contro senso. Lui, spesso e volentieri, è l’insicurezza in persona. Come potrebbe darla agli altri, quando il primo ad averne bisogno è lui stesso?
Michael sorride e fa per andare in salotto, ma due occhi scuri che lo osservano tristi con aria di rimprovero lo fanno ghiacciare sul posto. Perché Letizia lo sta guardando in un modo che non aveva mai usato, con nessuno. Perché quegli occhi velati, lucidi, così carichi di un qualcosa che non si può e non si riesce a spiegare, Michael non li ha mai visti. E capisce anche di aver dato troppa aria alla bocca, senza pensare che le sue parole avrebbero potuto ferire la sua migliore amica. 
Nessuno del gruppo aveva ancora affrontato la relazione tra Letizia e Luke. Nessuno di loro sa cosa fare o cosa dire quando sono tutti insieme, pur di non ferire Letizia e pur di non far preoccupare troppo Luke. Solo che siamo umani, e sbagliare certe volte è concesso.
Subito Michael si avvicina alla mora, che si lascia stringere in uno degli abbracci migliori del mondo. Perchè lo sa, che il ragazzo non voleva dirlo di proposito, lo sa bene, lo conosce. In fondo, sono o non sono migliori amici? Sa che non voleva dirlo di proposito, ma fa male lo stesso, perché vorrebbe che quell’accenno alle dolcezze tra lei e Luke fosse una cosa reale, e non che sembra.
«Scusami.»
Una parola che fa sentire in colpa entrambi, come se già non stessero male per non ritenersi abbastanza forti l’uno per l’altra.
«Mike, non fa niente, davvero. È tutto ok.»
E mentre i due amici restano così, uniti, cercando di non dare così troppa importanza a quel piccolo incidente di percorso, due occhi blu come il mare li stanno osservando, in disparte, in silenzio, attenti ad ogni singolo dettaglio, a come quelle due persone – che Luke si ritrova ad analizzare – si completino a vicenda, senza bisogno di troppe cose. Si bastano da soli.
Osserva tutto, Luke, attentamente, e si sente un po’ fuori posto da tutto quello che sta succedendo. Certo, in quelle settimane, non hanno fatto altro che stare tutti insieme, ed i rapporti tra lui, Letizia e Keli si sono intensificati parecchio, ma sente distintamente che manca ancora qualcosa, un qualcosa che lega passato e presente, un qualcosa di cui ha assolutamente bisogno.
«Luke, vieni di là con noi?» chiede Letizia, facendolo tornare bruscamente con i piedi per terra. Sposta lo sguardo per l’ingresso. Michael è già andato in soggiorno senza che lui se ne sia accorto. La mano della mora tesa verso di lui lo riporta del tutto sulla terra. 
Annuisce e la afferra, quella mano, la afferra forte, perché sta iniziando a sentirsi strano, come se un qualcosa che non riesce a capire fino in fondo sia dietro l’angolo, in agguato, pronto ad attaccare. Tiene forte quella mano come se fosse l’unica certezza a cui potersi aggrappare in quel mare di incertezze in cui è andato a finire a causa del gioco del destino, della vita o di chi altro sia ai vertici e che muove tutto e tutti.
Sospira forte, e Letizia lo nota, che Luke è teso e preoccupato, lo nota benissimo. 
Allora, senza aggiungere altro, gli stringe la mano a sua volta, come a dargli ulteriore sicurezza. 
E così, mano nella mano, entrano finalmente in salotto, accolti dal saluto degli altri quattro.
Subito Ashton e Calum si alzano e vanno incontro all’amico, sommergendolo di insulti buffi e di pacche sulla spalla, mentre Keli va subito da Letizia e la stringe forte, in un abbraccio in cui entrambe riescono a ritrovarsi e a ritrovare anche un po’ di quella forza che serve a tutti loro.
«Come sta andando?» chiede la bionda a bassa voce, sedendosi sul divano.
La mora la imita e si si sistema nervosamente gli occhiali neri sul naso prima di rispondere.
«Va… bene. Nonostante tutto, va bene. È difficile che si ricordi qualcosa. Spesso passano giorni prima che gli venga in mente anche la più piccola scena. Però in generale va bene.» dice Letizia, con voce un po’ insicura, come le parole che ha pronunciato. 
Perché sì, sarà pur vero che sotto questo punto di vista le cose vadano abbastanza bene. Ma è il resto ad essere uno schifo. Perché Letizia vorrebbe tanto poter amare Luke, con le parole, con i gesti, con le labbra, con il corpo e con l’anima. Vorrebbe. E per i primi due punti della lista ci riesce. È quando si comincia a parlare del resto, che le crolla tutto. 
Punta gli occhi sulla figura del biondo, intento a ridere come un pazzo con i suoi amici di sempre. E, nonostante quella visione faccia sorridere anche lei, Letizia si sente morire, mentre un buco enorme le si apre nel petto e le fa male, tanto, le fa mancare il respiro, quasi fosse sott’acqua e stesse affogando, lentamente ed inesorabilmente.
«A malapena ricordo il sapore delle sue labbra.» si ritrova ad ammettere, e gli occhi le diventano lucidi quando vanno a finire contro quelli castani della sua migliore amica. «Dimmi Keli, tu ci riusciresti a stare senza ricordarti neppure il profumo di Ashton?» chiede, con la voce che ormai è solo un soffio leggero e tremante.
La bionda nega con la testa, incapace di rispondere. Perché sa che Letizia, con quelle parole, con quelle domande, le sta facendo capire come si stia sentendo, e che i sentimenti che provava durante l’assenza di Luke sono tornati. Perché, nonostante Luke sia lì con loro fisicamente, mancano i sentimenti del ragazzo per Letizia a chiudere veramente tutto il cerchio.
Sospirano entrambe, e si ritrovano a sorridere un po’. In fondo non va bene che si buttino così giù. Insomma, devono pur reagire!
Intanto, dall’altra parte della stanza, anche se continua a parlare con i suoi amici, Luke ha notato il cambiamento di espressione della mora. Ma cerca di non dar a vedere quanto sia preoccupato per lei, anche se vorrebbe chiederle cosa le succeda. Sono giorni che la vede strana, triste, con il morale sotto ai piedi. E il nono essere in grado di poterla aiutare lo manda in bestia, completamente. 
E, come un segnale d’allarme, un'altra piccola scena fa improvvisamente capolino nella sua mente.

«Sono inutile.»

Una frase che gli rimbomba nella testa da quanto è forte, sentita dentro. Una frase che sa di aver detto tempo prima, ma non si ricorda in quale occasione. Un brivido gli percorre la schiena e torna a prestare attenzione ai suoi amici, che intanto hanno preso posto sui divani. Michael e Calum su quello davanti alla TV, Ash con in braccio Keli e Letizia seduta vicina sull’altro.
«Luke, vieni pure se vuoi.» lo chiama la mora alzandosi e facendogli segno di sedersi dove era lei prima.
Ma il biondo scuote la testa, con il sorriso sulle labbra, dato che Letizia gli ha appena dimostrato che, in fatto di gentilezza e disponibilità, lei nono cambierà mai. In compenso, il ragazzo si siede a terra, con la schiena poggiata alle gambe della sua coinquilina, che sorride, felicissima della loro vicinanza.
Anche Luke è felice, perché anche il semplice fatto di poter starle vicino lo fa stare bene. Ma adesso c’è altro nella sua testa, che riguarda i suoi due amici seduti accanto sull’altro divano. Perché non gli torna che Michael e Calum siano diventati tutt’ad un tratto così intimi, sempre vicini, sempre a scambiarsi sorrisi o occhiate languide e dolci. Certo, gli fa piacere che, finalmente quei due si siano avvicinati un po’ di più, dopo tutti quegli anni passati insieme. Ma c’è qualcosa di… strano, nel loro modo di approcciarsi l’un l’altro che proprio non riesce a capire, e gli fa nascere un qualcosa dentro. Un qualcosa che gli si annida nello stomaco, nel cuore, e gli dà fastidio.
Però cerca in tutti i modi di non pensarci e continua ad ascoltare le battute squallide dei suoi amici, le piccole discussioni tra Ashton e Keli, la risata di Letizia. E tutto gli sembra perfetto. Appunto, sembra e basta. Perchè quel qualcosa fottutamente ingombrante, pungente, doloroso, c’è ancora, e non vuole lasciarlo andare…
«Vado a prendere qualcosa da bere e da mangiare.» dice ad un tratto Michael alzandosi e dirigendosi verso la cucina. Immediatamente Calum si alza e gli va dietro, urlando a squarciagola un «Aspetta, che ti aiuto!» che fa ridere tutti gli altri in sala.
«Non cambieranno mai quei due.» commenta divertito Ashton, facendo aumentare le risa di Keli, che proprio non riesce più a contenersi, non quando il suo ragazzo parla con quelle espressioni buffissime sul viso.
Letizia si ritrova un po’ contagiata dall’allegria dei suoi amici e sorride, sentendo che il cuore le si alleggerisce un po’. I suoi occhi, però, vengono catturati dal movimento troppo brusco che Luke ha compiuto per mettersi in piedi.
«Tutto bene?» chiede allarmata, notando la strana luce in quegli occhi scuri.
Lui si volta e le sorride, passandosi una mano sul viso. «Non mi sento molto bene, vado un attimo in bagno.» spiega, mentre il dolore all’altezza dello stomaco non fa altro che peggiorare, ad ogni secondo, quasi fosse una sorta di campanello di allarme.
La mora annuisce, un po’ preoccupata per lui, ed il biondo le sorride una seconda volta per rassicurarla. Poi va alla ricerca del bagno. Il problema è che quell’appartamento non lo conosce ancora molto bene, e spesso gli è capitato di sbagliare stanza. Spera solo che non succeda anche questa volta e, sicuro che la porta del bagno sia quella bianca davanti a lui, abbassa la maniglia ed entra, ritrovandosi di fronte ad un scena che mai e poi mai si sarebbe sognato.

Appena Michael aveva messo piede in cucina, aveva sentito la porta sbattere piano e subito le labbra di Calum si erano avventate sulle sue, timide, bisognose di colmare quella piccola distanza tra loro. Senza pensarci troppo, il maggiore aveva preso il minore per la vita e lo aveva fatto sedere sulla tavola, senza interrompere il contatto. Ed avevano continuato a baciarsi, con amore, con dolcezza. Si stavano concedendo un attimo tutto per loro, per coccolarsi un po’, per amarsi anche con un gesto semplice come quello.
Ed era così bello sentire i loro profumi mischiarsi, le loro lingue rincorrersi, i loro respiri accarezzarsi, i loro cuori battere così forte che probabilmente sarebbero scoppiati presto.
«Ti amo, Michael.» aveva detto il più Calum, interrompendo un attimo il bacio, perché voleva farglielo sapere, voleva ricordargli che in tutto quel caos, il suo amore non se ne sarebbe andato, mai.
«Ti amo anche io, Calum.» aveva risposto Michael sorridendo felice, per le stesse motivazioni che avevano spinto il moro a dire quella frase.
Ed avevano ripreso a baciarsi, lentamente, dolcemente, per colmare i loro spazi vuoti, sentendosi veramente bene, come non accadeva da un po’ di tempo.
Almeno fino a che la porta della cucina non si era aperta.






Letizia
Ciao a tutti! <3
Scusate l'orario a cui posto, ma oggi avrò tantissimo da fare, quindi è bene che facia adesso ;).
Allora, che capitolo dolcissimo abbiamo qui! <3 
Voglio spiegarvi una cosa: il titolo. I got you significa fiducia, il fatto che sia Luke che Letizia vogliano essere importanti l'uno per l'altra e che, qualsiasi cosa accada, saranno sempre pronti ad aiutarsi, a tirarsi su il morale, ad amarsi (anche se lui ancora non ricorda niente u.u). 
Ora chissà cosa succederà u.u
Bene, detto questo, anche questa settimana volevo dirvi che ho postato ben 4 OS! Eccole a voi! <3
Angel (su Luke), Only human (su Calum), Echi nel tempo (su Ashton), Cicatrici (su Calum, di nuovo ;)).
Poi, altra cosa: una volta postato questo capitolo, metterò LA NUOVA STORIA A PIU' CAPITOLI. 
Sarà su Mike e si chiamerà Give me love and fill me in :3. Spero vi piaccia e che andrete a dare un'occhiatina :3 <3
Detto questo scappo ringraziandovi di ogni cosa! <3
Alle recensioni rispondo in giornata, quando sarò in macchina ;).
Un bacione e grazie mille per tutto, Letizia <3

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Capitolo 16
*** 16 . Avalanche ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
16 . Avalanche
 
 
Sorry something that I just can't say
Can you see me breaking down
The end to a falling out, yeah

 
Nick Jonas – Avalanche ft. Demi Lovato
 
Calum e Michael si dividono subito, sorpresi, e si voltano verso chi ha aperto la porta. E quando incontrano due iridi blu come il mare – sorprese, amareggiate, deluse, ferite, rabbiose, disperate – non sanno davvero né cosa fare  né cosa dire.
Tutti e tre restano lì, increduli, muti, immobili, senza riuscire a dar voce a tutta quella miriade di pensieri che sta attraversando le loro menti. Si guardano negli occhi, timorosi della reazione dell’altro, sperando che sia solo un attimo.
«Cosa state facendo?» chiede Luke, ancora incredulo, riuscendo finalmente a parlare, a spezzare quel silenzio snervante che si era creato tra loro. Lo chiede, anche se sa che non ce n’è bisogno, perché i suoi occhi hanno visto anche fin troppo bene. Lo chiede per avere una conferma, perché ha paura di quello che la sua mente sta iniziando a formulare sui suoi amici.
«Ehm… Ecco… Noi…» cerca di spiegarsi il moro, ma inutilmente. Perché la voce gli trema, come le mani, come il respiro e come il cuore nel petto. Trema, Calum, e sente anche lui quel qualcosa di strano all’altezza dello stomaco, un qualcosa che gli impedisce di continuare.
«Stiamo insieme, Luke.» spiega Michael, prendendo in mano la situazione, cercando di tenere sotto controllo la sua ansia, la sua paura a come potrà reagire Luke a tutto questo.
Il biondo rimane in silenzio.
Michael e Calum, insieme? No, non è possibile, stanno solo scherzando. Sì, deve essere così, per forza di cose. Non ci crede, non vuole crederci. No, è impossibile, è solo uno scherzo. Insomma, quei due a mala pena si parlavano, adesso invece stanno addirittura insieme? No, deve essere uno scherzo, deve essere semplicemente uno stupido scherzo. Sì, è così, non c’è da preoccuparsi. Però…
«Da quando?» domanda, sperando che i suoi amici gli sorridano e gli dicano che era tutta una burla.
«Inizio di agosto.» è invece la risposta che riceve, sempre da Michael, perché proprio Calum non riesce a spiccicare parola, impietrito e disorientato da tutto quello che sta succedendo.
E Luke, a quella risposta seria, vera, a quelle due sole parole, si sente venir meno, si sente cadere, come se la terra si stesse sgretolando sotto i piedi ed una forza sovrumana lo stesse tirando giù, nel buio più completo.
«E cosa aspettavate a dirmelo?!» esclama, a voce troppo alta, attirando l’attenzione anche degli altri tre in salotto, che subito vanno a vedere che succede. E, appena Letizia nota l’espressione dei tre ragazzi, si sente venir meno. Perché capisce cosa stia provando il biondo, lo nota dai suoi occhi disorientati, dai suoi gesti insicuri, dalla voce che trema. E no, non ce la farebbe ad affrontare anche questa…
«Allora?!» continua il biondo, con tono duro, con la rabbia che sta fluendo per tutto il corpo, con la delusione che aumenta ad ogni secondo, con l’ennesima ferita che si sta aprendo nel suo cuore.
E Calum, a quelle domande, capisce. Capisce che Luke ha rimosso proprio tutto quello che è successo negli ultimi quattro mesi, compreso il momento in cui lui e Michael si erano dichiarati ai loro amici. Ma come riuscire a farglielo capire, come? Dopotutto, lui ha esplicitamente chiesto che non gli venisse detto nulla, che avrebbe voluto ricordare tutto da solo. Quindi tutti e cinque – Calum, Michael, Ashton, Keli e Letizia – avevano pensato di non dirgli niente della loro relazione, come avevano pensato di fare lo stesso per Ashton e Keli. Però…
«Perché non rispondete?» prosegue Luke, con la voce che sta pian piano diventando un rantolo.
E tutti i presenti sanno che quella domanda non è rivolta solo a Michael e Calum. Ma nessuno, neppure Letizia, ha il coraggio di rispondergli, per paura di ferirlo ulteriormente.
Il ragazzo li osserva tutti e cinque, in silenzio, uno per uno. Li guarda attentamente, per secondi che paiono secoli. Li guarda, e cerca di capire come mai le persone di cui si fida di più gli abbiano fatto questo. Si chiede perché hanno omesso quella verità, quella parte di storia così grande ed importante. Perché? È questo ciò che continua a chiedersi, ma non riceve neppure una sola risposta. 
Allora prende il cappotto, lo infila, e senza dire niente a nessuno dei presenti, apre la porta dell’appartamento ed esce da quella casa, con l’unico pensiero di allontanarsene il prima possibile.
Si sente disorientato, Luke, come se quella rivelazione gli fosse arrivata addosso come una valanga potentissima, senza via d’uscita. È stato colpito in pieno, fin nell’angolo più profondo del suo cuore ormai troppo sfinito a causa di tutto quello che sta vivendo. Non sa più cosa fare, cosa dire, cosa pensare.
È come se, tutt’ad un tratto, fosse tornato in quel buio in cui aveva vagato prima che si risvegliasse dall’incidente. Un buio freddo, denso, preoccupante. Un buio che lo soffocava e che lo teneva legato ad un qualcosa di così pensante, ingombrante, doloroso, che non riusciva a muoversi. Il problema era che sapeva che quel qualcosa era parte di lui, lo sentiva fin dentro le ossa che era una parte importante e che nonostante tutto lui non voleva lasciarla andare. Ma doveva pur uscire in qualche modo. Doveva pur combattere quel buio, fatto di silenzio, delle sue stesse paure. E aveva deciso che, forse, sarebbe stato meglio perdere quel qualcosa, pur di uscirne. E così era stato, dopo aver sentito quella voce che lo chiamava, aveva slegato quei fili invisibili che lo tenevano legato e si era liberato. Però, lasciando quel qualcosa, quella parte di sé, l’aveva perduta, forse per sempre.
Ed ora si ritrova a pensare che niente di quello che sta succedendo, che sta vivendo, ha senso.
Non ha senso la sua convivenza con Letizia. Non ha senso l’essere rimasto in una grande città che non conosce per niente, solo per seguire una stupida sensazione, quella sensazione che tutto si sarebbe aggiustato, grazie a quella ragazza mora… Non ha senso che abiti con una persona di cui ancora conosce pochissimo. Non ha senso che lui si stia affezionando così tanto, perché, quando torneranno a Sydney, cosa rimarrà di tutto quello? Niente, non rimarrà assolutamente niente.
Quindi perché non andarsene subito, e lasciar stare l’idea di recuperare i suoi ricordi? È passato un mese, un mese di puro ed assoluto silenzio, a parte quelle piccole e fottutissime scene che non gli hanno mai fatto capire niente. Che senso ha continuare un qualcosa già perso in partenza? Che senso ha combattere per qualcosa che forse non tornerà mai più?
Non lo sa Luke, non sa più niente, non riesce a capire. Cosa dovrebbe fare, come dovrebbe comportarsi? Dovrebbe far finta che non sia successo niente? Dovrebbe restare perennemente incazzato? Dovrebbe scusarsi e chiedere spiegazioni? Non lo sa, non lo sa proprio.
È come se quella valanga che gli è caduta addosso gli abbia tolto tutte le forze, lasciandolo solo, agonizzante, ferito, disorientato, stanco. È così che si sente, Luke, un mix che ha qualcosa di micidiale da farlo stare troppo male, come se qualcuno o qualcosa lo stesse condannando per un crimine che non ha mai commesso.
Sospira e si passa una mano sul viso, sperando di non incontrare nessuna fan, ‘ché proprio non è dell’umore adatto e non vuole farle rimanere male. Perché nessuno – a parta la casa discografica, i manager e la sua famiglia – sa dell’incidente, ed è meglio così. I giornalisti ed i paparazzi non gli darebbero pace altrimenti, come non lascerebbero stare né i suoi amici, né Keli e neppure Letizia…
Già, Letizia… Quella ragazza mora e piccolina – almeno per lui – che non molla, niente e nessuno, che ha una forza dentro non indifferente, che in quei giorni non ha fatto altro che prendersi cura di lui, senza chiedere niente in cambio. Ha davvero la forza di lasciarla? Non, non ce l’ha quella forza. E lo sa che un mese non è molto, ma per lui ogni giorno passato con lei è fondamentale, è prezioso. Perché solo con lei riesce a sentirsi bene, riesce a sentirsi a casa. Letizia sta diventando troppo importante perché si prenda il tempo di lasciarla andare, lui, che adesso con il tempo è proprio in lotta, pur di tornare ad essere completamente se stesso.
Sospira di nuovo, stanco di quella situazione e continua a camminare, per quei grandi viali di quel parco colorato dalle foglie degli alberi. E pensa ancora, pensa a tutto e a tutti. E sospira, di nuovo.
Che poi, anche Michael e Calum ci si mettono, a peggiorare le cose.
Ancora non riesce a capacitarsi di quel che i suoi migliori amici hanno fatto. Cazzo, si conoscono da una vita, letteralmente. Perché avrebbero dovuto tenergli nascosta una cosa simile? Già stenta a credere che quei due stiano insieme… No, ancora proprio non riesce a crederci. Hanno dato di matto, ne è sicuro. Non hanno pensato alla band? Al fatto che, se si lasciassero, il rapporto tra di loro non sarebbe mai più lo stesso?
È stato davvero un colpo basso. Cosa credevano? Che non avrebbe accettato la loro relazione? Che li avrebbe odiati a vita? Che avrebbe fatto di tutto pur di far sciogliere la band?
No, non avrebbe fatto nessuna di queste cose. Anzi, li avrebbe supportati ed aiutati contro tutti quelli che li avrebbero criticati, che avrebbero fatto di tutto per distruggere la band ed il loro rapporto, sarebbe stato al loro fianco, perché sono amici, migliori amici da una vita. Però non sono solo questo.
Calum, Ashton e Michael sono come una seconda famiglia per lui, non potrebbe mai avercela con loro neppure volendo. Sono i suoi migliori amici, le persone con cui sta condividendo il suo sogno più grande, e non potrebbe chiedere niente di meglio
Ma non glielo hanno detto, non si sono fidati di lui, ed è questa la cosa che fa più male di tutte…
Sospira ancora, per l’ennesima volta. Sovrappensiero, si ferma davanti ad uno dei laghetti artificiali ed aspetta. Cosa non lo sa neppure lui, però ha la netta sensazione che aspettare sia la scelta giusta, almeno per il momento…
Ed intanto le ore passano, lente, incessanti, e gli stessi pensieri gli si accavallano nella testa, mandandolo sempre più in confusione, stordendolo, ferendolo ancora di più. Lascia che facciano il loro corso, è stanco di combatterli, stanco di inseguirli, stanco di tutto quel che sta vivendo. Vorrebbe semplicemente mollare la spugna e lasciare tutto com’è…
Ormai è arrivata anche la sera, il sole è tramontato, e ha freddo, ma non si muove di lì, come se quel qualcosa che sta aspettando lo stia tenendo fermo fino al suo arrivo.
Ed è quando che non ce la fa proprio più ad aspettare quel qualcosa, che una voce lo riscuote dal suo torpore e lo sveglia. Una voce che lo chiama e che non confonderebbe con nessun’altra. Ecco perché si volta, trovandosi davanti due occhi scuri che riescono a farlo stare sempre bene, qualsiasi cosa accada.
 
«Cazzo!» esclama Ashton, passandosi una mano sul viso.
Tutti e cinque si guardano, ansiosi, per una frazione di secondo. Poi Letizia annuisce a quella tacita domanda che aleggia tra di loro e corre a mettersi il cappotto. E fa per uscire, quando la voce di Ashton la fa fermare.
«Aspettami, vengo con te.» le dice salutando velocemente gli altri con un cenno della mano e chiudendosi la porta alle spalle.
«Ma Cal e Mike hanno bisogno di te!» esclama la mora, preoccupata anche per gli altri due, perché proprio non riuscirebbe a vedere anche loro a terra. Non ce la farebbe davvero.
«Credimi, meglio di no. Non sono bravo in queste cose.» risponde scendendo di corsa le scale, con la mora che cerca di tenere il suo passo. «E poi, tu lo sai meglio di me che Keli è la migliore quando si tratta di sollevare il morale a qualcuno.»
E Letizia, nonostante tutto, si ritrova a sorridere un po’ per quelle parole. Perché solo lei può sapere quanto la bionda riesca a far stare bene chi ha bisogno. In fondo, l’ha provato sulla sua pelle.
Scendono in strada. Ma dove andare? Non hanno la minima idea di che strada abbia preso il biondo. E se si fosse perso? Se gli fosse successo qualcosa? No, meglio non pensarci, meglio cercare di essere ottimisti, almeno per una volta. Si guardano attorno, nella speranza di poter vedere anche il minimo segno di Luke nei paraggi, ma niente da fare.
Avvilita, la mora pone lo sguardo sul cancello nero di Central Park, e subito gli viene in mente un’idea.
«È l’unico posto della città che conosce bene.» dice al riccio prendendolo sotto braccio e tirandolo dall’atra parte della strada. E Ashton si lascia prendere, si lascia guidare – ‘ché nonostante tutto, ha un senso dell’orientamento pari a zero – perché si fida della mora e del suo istinto, specialmente se si parla di Luke.
E lei, a vedere quel lieve sorriso rassicurante sulle labbra dell’amico, sorride a sua volta. Perché almeno lui non si sta lasciando abbattere da tutto quello che sta succedendo, non si lascia preda della paura, della preoccupazione o dell’ansia. Resta quel sole che tutti amano, quel ragazzo che riesce a mettere di buon umore chiunque con il suo modo di fare semplice, gentile e sempre allegro.
Si incamminano, per quei grandi viali coperti dalle chiome colorate degli alberi in pieno autunno. Rabbrividiscono, e non solo per il vento freddo, né solo perché si sta avvicinando la sera. Tremano, pensando a cosa dire quando saranno davanti al loro amico. Perché la situazione sta peggiorando, e cosa diamine possono fare per poter tornare come prima? Come se tutti quei problemi non ci fossero mai stati? Semplice: Luke deve ricordare. Ma anche qui c’è l’ennesimo problema: quando? Quell’attesa sta diventando estenuante. E lo sanno che sono passate solo due settimane da quando il loro amico è uscito dall’ospedale. Ma è pur sempre un mese che Luke si è svegliato, e ancora non ha ricordato niente. O meglio, qualcosa ha ricordato, ma non quanto basta per poter tornare come prima.
Camminano con occhio attento, sperando di vederlo da qualche parte: seduto su una panchina, a scattare qualche foto con le fan, sotto ad un albero. Camminano, macinano i metri, i kilometri, ma niente da fare, di Luke non c’è nemmeno l’ombra. E intanto la sera è ormai scesa, i lampioni si sono accesi e le persone stanno tornando a casa per cena. Ma loro due non mollano, continuano a camminare, a cercare, con il cuore in gola, troppo preoccupati per quel ragazzo.
Spesso, durante quei minuti in silenzio passati insieme al riccio, Letizia si ritrova a pensare a quanta fortuna abbia avuto, a come sia grande il regalo che il cielo o chi di dovere le ha fatto: i suoi amici, quelle persone fantastiche, meravigliose, uniche e bellissime che lei ha avuto la fortuna di incontrare e di avere nella propria vita. Sa di voler combattere, per loro, sa di non voler mollare, di voler abbattere tutte quelle difficoltà di cui inizia ad essere davvero stufa. Glielo deve, il combattere, il non mollare, a tutti e cinque, per ogni singola cosa che hanno fatto per lei, per esserci sempre stati, per non averla lasciata sola quando aveva più bisogno di qualcuno che la aiutasse a superare i suoi problemi, per averla sostenuta, ma soprattutto per averla amata come nessun altro aveva fatto prima. Deve e vuole ricambiare il favore, ad ogni costo.
Ormai anche l’ora di cena è passata. E di Luke nessuna traccia. Stanno percorrendo la strada del ritorno, in silenzio, con un senso di sconfitta addosso che non riescono neppure a parlare, quando ad un tratto Letizia si ferma in mezzo al viale, con il cuore che le pompa a mille, con la testa che comincia a girare e con gli occhi che iniziano a farsi lucidi per l’emozione. Perché la persona davanti a lei, girata di spalle, con quella cuffia grigia e con quel cappotto nero, non la confonderebbe mai con nessun altro.
«Luke!» lo chiama, ed il ragazzo si volta.
 
Senza pensarci due volte, Letizia corre verso di lui, e lo abbraccia, lo stringe forte, così forte da far mancare il respiro ad entrambi. E Luke si lascia stringere, si lascia cullare da quella ragazza più piccola di lui, anche se di un anno soltanto. Si lascia abbracciare per trovare quella sicurezza che solo lei riesce a dargli e risponde a quella stretta con la stessa intensità e con lo stesso affetto che anche la mora ci sta mettendo. Si completano, come se non potessero, come se non riuscissero a fare altrimenti, come se non potessero, non riuscissero a farne a meno.
«Ero così preoccupata.» sussurra lei, con voce bassa e rotta per l’emozione, perché è troppo felice di vedere che Luke sta bene, che non è successo niente di grave come la scorsa volta.
«Guardami.» le dice, con voce bassa, alzandole il viso con la mano fredda e facendo incontrare nuovamente i loro occhi. E a vedere quei pozzi scuri così lucidi e quasi prossimi al pianto, Luke si sente veramente uno schifo. Perché l’ultima cosa che vuole è far star male quella benedetta ragazza, perché proprio non se lo merita, non dopo tutto quello che sta facendo per lui.
«Ehi Leti, è tutto ok, davvero. Tranquilla.» continua, accarezzandole il viso, così piano che quasi la mora non riesce a percepirlo. Ma va bene così. Le basta avere davanti quei due cristalli blu per sentirsi rincuorata.
«Ti abbiamo cercato dappertutto.» commenta Ashton con il sorriso sulle labbra, sollevato di vedere che all’amico non sia successo nulla di grave.
Il problema è che, a sentire la voce del riccio, Luke ricorda quel che è successo qualche ora prima, gli torna così vivido in mente da fargli quasi paura. Ed in un attimo, il suo sguardo cambia completamente. E Letizia, quel cambiamento improvviso, lo nota eccome. Ed il fatto che conosca quello sguardo non promette niente di buono. Perché è lo stesso sguardo che aveva quando Nicholas li aveva seguiti fuori dalla discoteca prima che lei mettesse le cose in chiaro una volta per tutte. È lo stesso sguardo, ma questa volta le fa paura, perché è indirizzato sia a lei che ad Ashton.
Preoccupata, si allontana un po’ dal biondo, studiando ogni sua mossa.
«Luke?» lo chiama a bassa voce, preoccupata di come potrebbe reagire il ragazzo.
Lui non muove un passo, resta immobile, piantato a terra. Semplicemente, fa fluire la sua rabbia, la sua delusione, la sua tristezza tramite le parole, dense di ogni singola emozione che sta provando in questo momento.
«Perché non mi hai detto niente?» domanda, e tutti e tre sanno bene a chi è rivolta la domanda.
Ashton abbassa la testa, dispiaciuto. Perché si sente tremendamente in colpa per quello che è successo quel pomeriggio. Ma cosa avrebbe dovuto fare? Non gli era sembrato il caso di aumentare la confusione nella testa dell’amico con quella notizia, dato che il biondo di cose da affrontare ne ha veramente troppe.
«Ashton, cazzo, rispondi una buona volta!» esclama Luke. Non ce la fa più, ad affrontare quei silenzi, quelle risposte mancate. Non regge più il silenzio del suo amico, della persona che considerava più di tutti come un fratello su cui poter sempre contare.
Perché non soltanto Calum e Michael lo hanno ferito. Anche Ashton ha fatto il suo, non dicendogli niente.
«Cosa avrei dovuto fare?!» risponde Ashton, con lo stesso tono perché, nonostante voglia bene a Luke, non accetta che lo tratti così. Dopotutto non è mica colpa sua se non ricorda. «Cosa credi? Che mi abbia fatto piacere tenertelo nascosto? Che sia stato un gioco da ragazzi non parlarne? Che sia tutto semplice? Che ci divertiamo a fare così? Non ce la facciamo, Luke. Lo sai che nessuno di noi potrebbe mai mentirti.»
E quelle parole si marchiano a fuoco nel cuore troppo debole del biondo, che si sente ancora peggio per aver dubitato dell’affetto dei suoi amici. Ma il problema di fondo rimane sempre quello.
«Non mi avete accennato niente di niente! Secondo te, come cazzo faccio? A pensare che mi teniate nascosto qualcosa? Ci siamo sempre detti tutto, non vedo perché questa cosa doveva rimanere solo tra voi tre.»
Ashton sospira, perché adesso il suo amico sta veramente esagerando. Non pensava che sarebbe mai arrivato a questo punto, ad urlargli in faccia, a litigare, solo perché cercava di non farlo preoccupare ulteriormente.
«Sei stato tu a dirci che non volevi che ti dicessimo niente! Volevi ricordare da solo? Bene, eccoti servito.»
Ed è con queste parole che pone fine al discorso, avviandosi all’appartamento dei suoi amici. Prima di allontanarsi del tutto, passa vicino Letizia e le stringe forte la mano.
«Scusa Leti, non volevo arrivare a questo punto.» sussurra, mentre gli occhi gli diventano presto lucidi.
E la mora, a vederlo in quelle condizioni, si sente morire. Perché non ha mai visto Ashton piangere, neppure una volta. Vederlo così, adesso, triste, debole, stanco, è proprio l’ultima cosa che la ragazza si sarebbe aspetta. Perché se piange Ashton, vuol dire che tutta quella situazione ha toccato il fondo. Non dovrebbe stare così, non lui, non il ragazzo più solare della terra. Ma si sa, purtroppo, che alla vita, al destino piace giocare, piace mettere alla prova, giorno dopo giorno, come se si divertisse a mettere in difficoltà le persone.
«Ash, tranquillo, davvero. Ci penso io a lui.» cerca di confortarlo Letizia, riuscendo a strappargli un piccolo sorriso. «Non farti vedere così da Keli, ti prego. Lo sai che ha bisogno di te.»
«Tutti abbiamo bisogno di tutti. Dopotutto, siamo una famiglia.»
Si sorridono, i due amici, sollevati da quelle bellissime e semplici parole che ha detto il riccio, importanti, dense di significato, a cui prima nessuno dei due aveva mai dato importanza. Però è vero, loro sei sono proprio come una grande e bellissima famiglia, e come tale si aiuteranno sempre, in qualsiasi occasione.
Si salutano con una piccola e nuova fiammella d speranza nel cuore. Perché entrambi lo sanno, hanno la certezza che tutto andrà bene, nonostante tutto il tempo che servirà.
Una volta che Ashton se n’è andato, Letizia porta tutta la sua attenzione al biondo, che la sta osservando con gli occhi lucidi, tristi. Sospira, e gli si avvicina piano, quasi avesse timore di essere attaccata anche lei.
«Perché neppure tu mi hai detto niente?» le chiede lui, quando sono ad un palmo di distanza.
«Che senso avrebbe avuto dirtelo? Tanto non te lo saresti ricordato comunque.» risponde lei, cercando di mantenere la calma, attingendo dalle riserve di quella poca forza che le rimane nel cuore.
E Luke, a quelle parole che gli ricordano che nella sua testa manchino ancora quei quattro mesi della sua vita, non ce la fa proprio più a reggere, schiacciato com’è da tutto quel peso, e si lascia andare, completamente, di fronte all’unica persona che riesce a capirlo con un semplice sguardo, senza aver bisogno di parlare. Non parla, non fa alcun gesto. Semplicemente, si fa scoprire attraverso gli occhi, specchi di quell’anima sfinita, stanca, a pezzi.
Letizia si avvicina ancora di più a lui e lo prende timidamente per mano. Luke aumenta subito la presa, perchè ha troppa paura di cadere e non sa se riuscirebbe a farcela da solo.
Si incamminano verso casa in silenzio, senza bisogno di parlare. Camminano accarezzati dall’aria fredda di quella sera di metà autunno, gustando un po’ quel silenzio che li avvolge. Ormai è tardi e, nonostante le innumerevoli macchine per passano per le strade vicine a Central Park, al parco non c’è quasi più nessuno.
Con la mano stretta a quella grande del ragazzo, Letizia cerca di fare chiarezza su tutto quello che sta succedendo. Posa lo sguardo sul biondo accanto a lei, e si ritrova a sorridere triste, impercettibilmente. Perché lo capisce benissimo, nonostante i mesi che sono passati dalla sua partenza da Sydney. Lo capisce che non sta bene, che c’è qualcosa che non va, che si sente tradito, ferito dai suoi migliori amici. Ma non è né colpa loro, né tanto meno colpa sua se è successo tutto quel casino. Non è colpa di Luke.
In fondo, è anche questo l’amore, no? Riuscire a capire l’altro anche dopo molto tempo, nonostante tutto. E sì, Letizia è ancora perdutamente e follemente innamorata di quel ragazzo accanto a lei. È innamorata di lui come quando vivevano sotto lo stesso tetto, là in Australia, e non avevano ancora ben compreso i loro sentimenti. È innamorata come il giorno in cui è iniziata la loro storia, come il giorno in cui si sono amati completamente, come il giorno in cui si sono salutati all’aeroporto, come quando lui è venuto lì a New York, ma lei ha cercato di mandarlo via.
 
Entrano in casa dopo qualche minuto e, una volta tolti i cappotti, Luke va a sedersi sul divano, cercando di non piangere. Il problema è che le lacrime le ha trattenute troppo a lungo, e non ce la più, a sopportare tutto quanto, non ci riesce, è più forte di lui. E allora lascia che tutto si sfoghi, sottoforma di gocce salate.
Sente le lacrime scendere piano, lente, e bruciare sulla pelle fredda. Non le asciuga, non se ne preoccupa minimamente, lascia che facciano il loro corso fin dentro il colletto della felpa, fino a bagnarli il collo ed un po’ anche il petto. Solo che poi i sentimenti escono tutti insieme, alla rinfusa, e non c’è più modo di fermarli.
Letizia non riesce neppure a togliersi le scarpe, che un singhiozzo da parte del ragazzo la fa trasalire. Subito gli va vicino e gli posa una mano sulla spalla. È la prima volta che si trova in una situazione simile con lui, e non sa proprio che cosa fare. Semplicemente resta lì, vicina a lui, sperando che il ragazzo riesca a tranquillizzarsi. Ha paura che anche la minima mossa o la minima parola possa infierire ancora di più sulla situazione.
Per Luke invece, il solo fatto di averla lì, con lui, lo fa stare un po’ meglio. Solo che le lacrime ed i singhiozzi non hanno la minima intenzione di smettere. Ed è per questo che la mora si decide a togliere delicatamente le mani dal viso del ragazzo, perché vederlo stare così male è peggio di una pugnalata al cuore, è peggio dell’agonia prima della morte.
«Luke, sta’ tranquillo. Vedrai che sistemeremo tutto, tutti insieme.» gli dice calma, cercando di non tremare, cercando di rimanere forte per entrambi. A quelle parole, Luke alza la testa, ed i loro occhi si scontrano, facendoli rabbrividire. Stesso sguardo preoccupato, triste, stanco, accomuna i loro volti. Stessi occhi lucidi si guardano. Stessi cuori che tremano a battere nei loro petti.
Non si dicono nient’altro. Semplicemente si avvicinano, fino ad abbracciarsi di nuovo, fino a sentire il calore dell’altro che è come un conforto. Si stringono ancora di più, più a lungo, più forte, come se avessero paura che quel momento di pace possa finire troppo presto.
«Ti prego, non te ne andare.» bisbiglia piano Luke, contro il petto della mora.
«Non potrei mai farlo. Sei troppo importante per me.» risponde Letizia, accarezzandogli la testa ed il viso, mentre il cuore non fa altro che correre dentro di lei, quasi fosse un cavallo che galoppa libero nella prateria.
«Anche tu sei importante per me, non posso perderti.» ammette poco dopo il biondo, facendo spuntare un bellissimo sorriso sui loro volti. Perché entrambi lo sanno, che senza l’altro non vogliono e non possono stare.
Per i ricordi e per il resto c’è tempo. Adesso hanno solo bisogno di sentirsi così, l’uno nel cuore dell’altra.
Ed il resto della notte passa così, con loro due seduti sul divano, stretti l’uno all’altra, a farsi forza in silenzio, per poi affrontare nuovamente tutto insieme, come sempre.






Letizia
Ciao bella gente! <3
Ehm, sì, il capitolo... Sappiate solo che mi sento un mostro colossale per aver fatto capitare tutto questo :'(,
Sul serio, non avete idea di quanto abbia sofferto :/. Che qui poi alla fine tutti stanno ancora più male!
Luke che si sente ferito perchè i suoi amici non gli hanno parlato di una cosa così grande.
Ash, Cal e Mike che si sentono in colpa.
Leti e Keli preoccupate per i ragazzi. Insomma, che situazione orribile :(.
E tutto questo perchè la mia mente pazzoide ha elaborato questo e tante altre cose che adkjfnhadkfadkjad. Meglio non aggiungere altro -.-".
In compenso, diciamocelo pure, che i Luzia sono adjkfadjkfbafbakjbfadkcfbadkf all'ultima scena. Insomma, piccini loro *^*.
Detto questo, voglio ringraziare tutti voi dal profondo del cuore, per visite, recensioni, preferiti, ricordati, seguiti. Grazie, grazie davvero per tutto.
Siete meravigliosi, sul serio, ed io vi voglio troppo bene *^* <3.
Avviso: aggiornerò domenica 19 aprile perchè sono in Austria fino al 18 *^*.
Detto questo, bacioni! Ci sentiamo la settimana prossima ;). Con tutto il mio affetto, Letizia <3

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Capitolo 17
*** 17 . Right now ***


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17 . Right now
 
 
Late night, spaces, with all our friends, you and me
Love these faces just like how it used to be
And we won’t be going home for so long, for so long
But I know I won’t be on my own, on my own, I’m feeling like

Right now, I wish you were here with me
‘Cause right now everything’s new to me
You know I can’t fight the feeling and every night I’m feeling
Right now, I wish you were here with me

 
One Direction – Right now
 
Ormai è un mese e mezzo che Luke si è svegliato, e un mese che lui e Letizia vivono sotto lo steso tetto. E veramente le cose non potrebbero andare meglio di così, almeno, per certi versi.
Due settimane sono passate da quel pomeriggio nell’appartamento dei ragazzi. Nessuno dei ragazzi ha più accennato all’accaduto, anche perché Luke non parla più con loro. Letizia ci ha provato in ogni modo possibile a farlo ragionare, a fargli capire che non era colpa di nessuno, ma lui non aveva voluto sentir ragione, ed ogni volta che erano usciti tutti e sei insieme, c’era sempre aria tesa tra di loro.
In compenso, il rapporto tra Luke e Letizia non ha fatto altro che migliorare, giorno dopo giorno. Da quando il ragazzo si è mostrato così apertamente alla mora, piangendo – perché per Luke, piangere davanti a qualcuno, oltre che sembrare debole ed insicuro, vuol dire fidarsi della persona che ha davanti – il loro rapporto ha fatto passi da gigante.
Iniziano a capirsi con una sola occhiata, a volte si completano addirittura le frasi a vicenda, giocano ed hanno un’intesa tutta particolare, tutta e solo per loro. Ed è la cosa più bella che potessero ricevere in quel momento molto particolare della loro vita. Tuttavia, i ricordi ancora non si sono decisi a tornare. E ci hanno provato con qualsiasi mezzo, ma non è successo niente, anche perché Luke si è sempre rifiutato di ascoltare la loro storia. Deve ricordare da solo. L’ha presa come una sfida personale contro il destino, e vuole combattere fino a che non sarà davvero inutile continuare.
Letizia invece cerca di godersi appieno ogni instante, per paura che possa essere l’ultimo. Perché, in fondo al cuore, ha la netta sensazione che tutto quel che sta vivendo prima o poi debba finire e che i ragazzi debbano tornare a casa, com’è giusto che sia. Spera solo che, prima di quell’evento, tutto sia tornato come prima.
Si completano in un modo che nessuno dei due avrebbe mai creduto possibile. Ed entrambi lo sanno che tra di loro c’è più di una semplice, profonda e sincera amicizia, un qualcosa che ancora nessuno di loro riesce a definire bene.
Spesso la gente per strada, le persone che non li conoscono, o riconoscono, li scambiano per una coppia. E Letizia quanto vorrebbe che fosse così, che veramente lei e Luke tornassero quelli di una volta. Ma per adesso, questo rimane solo un sogno ed una speranza da tenere sempre viva. È stata una fortuna che, quando era a Sydney, i manager e le case discografiche siano riusciti a tenere il mondo lontano dalla loro storia. Altrimenti nessuno dei due avrebbe avuto un attimo di pace, specialmente lì a New York.
Ma questo lui non può ricordarselo.
In compenso, Luke spesso si ritrova a pensare ad eventuale un rapporto simile con Letizia.
Insomma, è bellissima, questo non si può mettere in dubbio, con quegli occhi grandi, caldi e profondi in cui ama perdersi ogni volta che può, con quelle mani affusolate che adora stringere tra le proprie, con quella risata che è la più bella che abbia mai sentito, con quella voce che mai si stancherebbe di ascoltare. È anche molto testarda, cosa che gli dimostra ogni volta che può. Ma è anche questo che in fondo gli piace di lei: il suo essere sempre se stessa, a discapito di tutto e tutti. È se stessa, libera, viva, unica. E Luke mai e poi mai si sognerebbe di cambiarla con nessuno.
Quel «Anche tu sei importante per me, non posso perderti.» che gli era scappato durante quel pomeriggio, lo pensa tutt’ora, perché si sta accorgendo di quanto quella ragazza stia diventando indispensabile per lui, giorno dopo giorno. Non riesce a stare senza di lei, gli piace averla sempre vicino, sempre attorno, sempre al suo fianco, come se bastasse la sua presenza a renderlo tranquillo, a farlo stare bene. Non sopporta che stia male e non vuole vederla piangere, perché proprio non sopporta quando i suoi occhi diventano tristi e cupi; è come se ad un tratto quel sole che quella ragazza è – anche se lei non sa di esserlo – si oscurasse. E lui lo sa di essere egoista in questo, lo sa bene. Perché il problema – che alla fine forse un problema non è – è il fatto che lui proprio senza di lei, senza il suo essere vivace, senza la sua allegria, non riesce a stare, come se tutte quelle piccole cose che caratterizzano la mora fossero ad un tratto diventante la sua droga preferita. Sa di volerla proteggere, da qualsiasi cosa. Adora il suo sorriso luminoso, i suoi occhi caldi e profondi, il suo carattere. Sa che non vuole ferirla, che non vuole perderla per nessuna ragione al mondo. È troppo importante per lui, ed ogni giorno glielo dimostra.
Letizia invece si lascia travolgere da ogni singola emozione, da ogni singola sensazione che quel ragazzo le fa provare. Le vive tutte, una per una, tenendole dentro al cuore come una gemma preziosa ed unica. Il problema è che vorrebbe tanto sentire Luke vicino in un modo diverso. Perché il ricordo delle loro labbra unite sta svanendo, giorno dopo giorno. Perché il ricordo delle loro pelli a contatto, delle mani di Luke su di lei si sta facendo sempre più lieve. Ma non vuole dimenticare com’era prima. Non riuscirebbe a stare senza quei ricordi che le hanno fatto compagnia durante l’assenza di Luke, che l’hanno aiutata nonostante tutto. Non ce la farebbe, né senza i ricordi, né senza di lui.
 
Quel pomeriggio sono usciti tutti insieme.
Ma Luke proprio non ce la fa a parlare con i ragazzi, è veramente più forte di lui. Vorrebbe provare a iniziare un discorso, uno di quelli stupidi che solo loro sei riescono a capire, ma è come se loro cinque fossero dentro ad una bolla, dove lui non può né vuole entrare. Solo Letizia fa da tramite tra loro, in un certo senso: lo inserisce nella conversazione, gli presta attenzione, chiacchiera con lui.
Invece i ragazzi – Keli compresa – proprio non sanno come comportarsi con il loro amico. Non sono arrabbiati con lui, ma hanno paura che Luke si chiuda ancora di più nei loro confronti, e questa è l’ultima cosa che vogliono. Perché anche a loro manca quel ragazzo biondo, come a lui mancano loro. Solo che la paura di sbagliare, di commettere anche il minimo passo falso, di distruggere tutto, li blocca.
«Siamo arrivati!» esclama ad un tratto Keli, attirando l’attenzione di tutti.
«Amore, mi spieghi perché devi sempre fare casino?» le chiede Ashton, accarezzandole il fianco e prendendola in giro per giocare un po’.
«Io fare casino? Ma che fesserie vai dicendo? Leti, vero che non faccio così confusione?» continua la ragazza, cercando gli occhi dell’amica per non lasciar cadere subito il gioco.
E la mora ride di cuore, ‘ché Keli proprio non cambierà mai. «Mi dispiace, ma devo concordare con Ash, a volte sei veramente rumorosa!» commenta facendo ridere tutti, mentre la bionda fa finta di essere offesa.
«Dai amore, scherziamo.» le sussurra Ashton all’orecchio, facendola rabbrividire nonostante abbia indosso il cappotto pesante. E si ritrova a sorridere, Keli, perché è convinta che ogni tanto fare gli scemi aiuti parecchio a dominare i periodi di tensione.
Senza volerlo, i due intrecciano le loro mani e si guardano giusto un istante negli occhi, prima di baciarsi e sentire il cielo a portata di mano. Perché per loro è così, semplicemente, ogni volta che si dimostrano quanto contino l’uno per l’altra.
«Piccioncini, smettetela, che qui non vogliamo problemi di diabete!» commenta Michael divertito, interrompendo l’atmosfera che si era creata.
«Oh, ma vaffanculo Clifford, con tanto affetto proprio!» esclama Ashton, veramente infastidito dal commento dell’amico, che invece inizia a ridere di gusto.
«Guarda che anche noi due siamo da diabete.» si fa vivo Calum, mostrando al suo ragazzo le loro mani intrecciate. Quest’ultimo arrossisce visibilmente e abbassa la testa, facendo ridere gli altri.
«Mike, da quando così timido? Dal quel “big boy” che dici di essere, una cosa del genere non dovrebbe procurarti imbarazzo.» continua Letizia, scatenando veramente le risate più sguaiate.
«Non scherzare con il fuoco. Potresti bruciarti.» si difende Michael, assumendo una posa fintamente fiera.
«Certo, come se tu potessi farmi male.»
E a quelle parole, i due si sorridono e, senza farsi pregare, la mora si tuffa tra le braccia del suo migliore amico, stringendolo forte, ‘ché entrambi avevano bisogno di uno dei loro abbracci mozzafiato.
«Ti voglio bene, lupacchiotta.» le sussurra aumentando la stretta.
«Ti voglio bene anche io, Mikey.» risponde, facendo sorridere entrambi.
Solo che una voce inaspettata incrina un po’ l’atmosfera, ma non di molto.
«Gordon, non rompermela, che ho bisogno di lei tutta intera.» dice Luke, con il sorriso sulle labbra. Sta cercando di inserirsi in quel discorso che non ha né capo né coda. E chissà se…
«Sta’ tranquillo, Hemmo. È tutta intera, solo per te.» risponde Michael, con un bel sorriso sulle labbra, dimostrando al biondo di essersi inserito, almeno per qualche minuto.
E, senza neppure rendersene conto, Letizia si ritrova stretta forte tra le braccia di Luke, con la schiena che combacia perfettamente col petto del ragazzo.
Gli altri si scambiano una veloce occhiata e sorridono. «Allora noi ci avviamo, voi fate con calma.» li saluta Keli con un bellissimo sorriso sul viso salutandoli, prima di avviarsi alla pista di pattinaggio non molto lontana da dove sono loro.
 
«Finalmente! Ora posso averti un po’ per me.» commenta il biondo, con voce rilassata, dando voce ad uno dei tanti pensieri che gli affollano la testa in quell’ultimo periodo. Più precisamente: da quando Letizia è entrata a far parte della sua vita.
Subito il battito della mora accelera, il respiro diminuisce, i pensieri diventano meno lucidi, e quel calore di cui tanto sentiva la mancanza finalmente inizia a farsi nuovamente sentire, partendo dal petto ed irradiandosi tutto dentro di lei, fino ad arrivare alla punta delle dita, quelle dita affusolate che subito vengono strette dolcemente da quelle un po’ fredde del biondo, facendo sì che tra loro non ci siano più spazi vuoti, per quando possibile con i cappotti e le sciarpe.
«Mi dispiace, ma mi torna difficile dividerti con qualcuno.» le sussurra lui, le labbra vicine al suo orecchio.
Lei sussulta, con il cuore che batte veramente troppo forte, perché proprio quelle parole non se le sarebbe mai aspettate, specialmente dal biondo. Allora si volta, tra le braccia del ragazzo, in modo che i loro volti siano uno davanti all’altro, senza che il biondo smetta di abbracciarla. Anzi, quella posizione fa sì che lui la stringa ancora di più, dolcemente, mentre lei porta le sue mani alla schiena di lui, abbracciandolo a sua volta.
«Che c’è? Sei geloso di Mike?» chiede Letizia, e subito si pente, si maledice in tutti i modi, perché non riesce mai a tenere a fremo la sua lingua lunga, la sua curiosità senza limita.
Luke non risponde. Si limita ad alzare lievemente il viso e punta gli occhi in lontananza. Perché proprio non sa come rispondere, a quella domanda inaspettata, si sente un po’ perso.
Insomma, perché dovrebbe essere geloso? Di Michael? No… O forse sì? In fondo, tra loro, il chitarrista è proprio la persona che, dopo Keli, meglio conosce Letizia. Sa sempre come prenderla, cosa fare quando è giù, cosa dirle per farla dire o per prenderla un po’ in giro. C’è una complicità tra Letizia e Michael non indifferente, una complicità che Luke invidia, e neppure poco. Perché vorrebbe essere lui a comportarsi in quel modo con la mora, senza barriere invisibili o ricordi mancanti a dividerli.
Perché alla fine il problema sta tutto lì, in quei ricordi che ancora non si sono decisi a tornare. Dicono che la speranza è l’ultima a morire, ma il ragazzo sta iniziano a credere meno a questa frase fatta e detta mille e mille volte. Dopotutto, sono passate sei settimane da quando si è risvegliato, e ancora, se prova a ricordare, vede solo nero. E questa cosa sta iniziando a stancarlo, e neppure poco. Perché vorrebbe ritornare ad avere il rapporto che aveva prima con Letizia, perché lo sente fin dentro al cuore che deve esserci stato qualcosa, qualcosa di veramente troppo importante tra loro due. Però, cosa?
Sospira lievemente, senza che Letizia se ne accorga, e torna a prestare la sua attenzione a quella bellissima ragazza mora che sta tenendo tra le braccia. E, deve proprio ammetterlo, stare così vicino a lei è fottutamente piacevole. Le sorride e, finalmente, le risponde.
«E se anche fosse? Sarebbe un problema?»
Ed è come se a un tratto, un fulmine fosse caduto a terra, così vicino a loro da far un rumore così tremendamente assordante che copre qualsiasi altra cosa, qualsiasi altro pensiero. È come se quelle parole, quella piccola verità mista all’insicurezza, si siano impiantate nel cuore della mora e che non vogliano uscire per nessuna ragione al mondo.
E si ritrova a sorride, Letizia, mentre l’ossigeno pian piano lascia i suoi polmoni, mentre le mani iniziano a tremare dietro alla schiena del biondo e si aggrappano al suo cappotto nero pur di smetterla, mentre il cuore le balza nel petto così forte da farle quasi male, alla testa, nelle tempie, nelle orecchie, nella gola.
«Non mi dispiacerebbe.» risponde, con la voce che è poco più.
Anche perché non ne avresti motivo, dato che tu sei il mio chiodo fisso, ti sei impiantato nel mio cuore fin dalla prima volta che ci siamo conosciuti e lentamente hai preso ogni parte di me, l’hai curata, con pazienza, con amore, per poi rimetterla al posto giusto. Mi sei entrato dentro come nessun’altro era riuscito a fare. Non hai bisogno di essere geloso, perché hai tutto di me, anche se non te lo ricordi.
Questo è quello che vorrebbe aggiungere. Parole guidate da quel suo cuore troppo pieno d’amore, troppo preoccupato per quel ragazzo che ancora non riesce a ricordare, troppo innamorato, troppo stanco di sopportare quella situazione. Ma sono solo parole, e tali rimarranno, dentro di lei, dentro quel cuore che sta protestando nel suo petto perché ha bisogno di sfogarsi. Vorrebbe tanto farle uscire, quelle parole, solo per fargli capire che per lei, lui è la cosa più importante che c’è. Ma non può permetterselo. Ha troppa paura di incrinare quel nuovo rapporto che si sta formando tra di loro e che non vuole perdere per nessuno motivo al mondo.
Luke, ignaro di tutto quello che la mora sta passando, le sorride e, senza pensarci troppo, le lascia un bacio sulla fronte. Un bacio dolcissimo, che brucia, che fa battere forte due cuori, che sa di casa.
«Vogliamo andare?» chiede poi lei, una volta che il pulsare delle sue vene è tornato regolare.
Lui sorride e la prende per mano, avviandosi alla pista di pattinaggio, dove gli altri si stanno divertendo già da parecchi minuti.
 
«Ash, guardali.» mormora Keli, con una mano stretta a quella del suo ragazzo per non farlo cadere.
Il riccio alza la testa, e non può fare a meno di sorridere, felice per i suoi migliori amici. Allora si volta e fa un fischio, attirando l’attenzione degli altri due, a cui fa un cenno con la testa.
Si voltano anche Calum e Michael e, vedendo Luke e Letizia così, non possono fare a meno di pensare che rimanere lì a New York sia stata l’idea migliore che il biondo abbia mai avuto.
«Sono contento per loro due.» commenta Calum, con lo sguardo assorto.
«E chi non lo sarebbe? Guardali!» esclama Michael con un sorriso a trentadue denti sul viso.
Perché è troppo felice per la sua migliore amica. Nonostante tutto quello che è successo tra di loro, è felice di vederla nuovamente allegra, piena di energia, esattamente come quelle ragazza che aveva conosciuto quasi sei mesi prima.
«Non intendevo quello.» continua il moro, attirando l’attenzione del maggiore. «Voglio dire: sono felice per loro, perché sembra che stiano tornando quelli di un tempo.»
Allora Michael capisce, e non può fare a meno di sorridere. «Ma come siamo teneri, Thomas!» lo prende in giro, gustandosi l’espressione infuriata del suo ragazzo che – come il resto dei ragazzi della band – odia essere chiamato con il suo secondo nome.
«Ma come sei simpatico, Gordon.» risponde il minore, con lo stesso intento dell’altro: divertirsi un po’.
Il ragazzo dai capelli colorati gli sorride: un sorriso che la dice lunga, un sorriso che fa mettere in guardia Calum. E subito il moro si volta ed inizia a pattinare, cercando di non finire con il fondoschiena a terra. Cosa – purtroppo – molto probabile, dato il suo poco equilibrio. Ed ecco che proprio in quel momento fa un passo troppo lungo, sbilanciandosi. E già si vede lungo e disteso sulla lastra ghiacciata, sotto gli occhi di tutti, di persone che potrebbero riconoscerlo o che lo hanno già fatto ma che non gli rompono le scatole.
Già sente il ghiaccio sulla schiena, dovuto all’impatto della caduta. Solo che non succede assolutamente niente di quello che si era immaginato. Perché due mani forti, due mani che conosce molto bene, lo hanno preso al volo, rimettendolo in piedi in un batter d’occhio.
«Attento, che la prossima volta invece di aiutarti, ti lascio a terra e mi diverto.» lo canzona ancora Michael, con quel sorriso che ancora non ha lasciato il suo viso.
«Ma vaffanculo, scemo!» esagera Calum, che proprio non ce la fa ad essere arrabbiato con il suo ragazzo.
Si sorridono, giusto per una frazione di secondo, prima che le labbra del maggiore si posino delicatamente su quelle del moro, che subito si irrigidisce.
Perché non era mai capitata una cosa simile, che Michael lo baciasse così, in mezzo a tutti. È la prima volta, ed è veramente troppo piacevole, come se stesse dimostrando al mondo che sono una cosa sola, in silenzio, senza urlarlo a gran voce, ma facendo intuire. Ed è una sensazione bellissima, che li travolge entrambi e fa balzare il cuore nei loro petti.
 
«Ora ci si mettono anche loro.» commenta Ashton, indicando con il gomito i suoi amici.
Keli li osserva, curiosa, con un bellissimo sorriso sul volto. Perché ancora non riesce a credere della facilità con cui si sono trovati, con cui si sono capiti – lei, Michael e Calum – due settimane prima, dopo che Luke era uscito dal loro appartamento. Ancora non riesce a credere a come quei due si siano lasciati andare con lei, e ancor meno capisce come lei abbia potuto lasciarsi andare in quel modo. Insomma, Calum era sempre stato sulle sue, era il silenzioso del gruppo, quello con cui aveva legato meno. Con Michael invece non era mai riuscita ad iniziare una conversazione, per paura forse, ma di cosa non lo sapeva neppure lei. Era stato Luke la persona con cui – dopo Ashton – aveva legato di più. Soprattutto a causa di Letizia. Ed il fatto che i rapporti tra loro siano migliorati, siano cresciuti – e tutt’ora continuano a farlo – per lei è di grande conforto. Come a conferma del fatto che loro sei sono una famiglia, un po’ particolare, ma sono pur sempre una famiglia, come spesso il suo ragazzo le fa notare. E non potrebbe chiedere niente di meglio, specie perché in questi giorni sta scoprendo passo passo quanto profondi siano il loro rapporto e l’affetto tra di loro, esattamente come la piccola famiglia di cui sentono di far parte in pieno.
Sorride, la bionda, e punta lo sguardo sul suo ragazzo, che la sta guardando da un pezzo con un’espressione curiosa sul viso.
«Che c’è?» chiede lei, senza che il sorriso le vada via.
Ash scuote piano la testa, divertito, e le sorride, prima di far intrecciare lentamente le loro dita. «Niente.» le risponde ad un soffio dall’orecchio, facendole accapponare la pelle.
Senza aggiungere altro, si abbracciano forte, e Keli lascia che il riccio nasconda la testa nell’incavo del suo collo, ben coperto dalla sciarpa scura, morbida e profumata, la stessa sciarpa che Ashton le aveva regalato qualche settimana prima. La porta sempre, anche a casa. È uno dei pochi che ha per sentirlo sempre vicino.
Il ragazzo sorride, notando quel tessuto che aveva comprato per fare una piccola sorpresa alla bionda, e sorride felice di vedere che lo usa praticamente tutti i giorni.
«La sciarpa ti sta molto bene, lo sai?» continua a parlare piano, quasi come volesse tenere lontano il mondo da quei pochi minuti solo per loro.
Keli ridacchia e lo stringe forte. «Lo so. E anche se non mi fosse stata bene addosso, l’avrei indossata ugualmente.» risponde lei, sincera, con un bel sorriso che non vuole decidersi ad abbandonare le sue labbra.
A quelle parole, Ashton non riesce a non reprime la sua felicità, scaturita dalla cosa più semplice di tutte, e riempie il viso della sua ragazza di baci, lasciando che la su traccia umida bruci al passaggio, che lasci il segno sulla pelle della bionda, che non riesce a non ridere, piena di una felicità che non provava da un po’.
«Sei proprio uno scemo.»
«E tu sei fantastica.»
Si sorridono di nuovo, non possono farne a meno, non quando hanno davanti la persona che amano.
 
E quel pomeriggio di metà novembre trascorre così, con loro che si divertono, a volte tutti insieme, a volte in piccoli gruppi. Ridono, scherzano, giocano, cadono, si infamano a vicenda, sempre con il sorriso con le labbra. E non potrebbero chiedere di meglio. Sono insieme, nonostante i problemi, ed è questa la cosa più importante di tutte. Amano la sensazione di sentirsi così, uniti, come prima, come erano soliti fare quando erano a Sydney, in casa al caldo a vedere un film o a prendersi in giro su quei divani grandi.
Sanno che non sono da soli e che, nonostante i litigi e le cose non dette, rimangono sempre loro: quel gruppo di sei ragazzi che non potrebbe mai dividersi, per nessuna ragione al mondo. Perché loro sono così: un gruppo, una famiglia, sono un pezzo del cuore di tutti gli altri, e se manca uno, tutto il resto crolla.
E sanno anche che non c’è niente di più perfetto di quel momento, di loro che vivono così, felici, nonostante tutto, nonostante la mancanza di quei ricordi che solo il ponte, il legame per tutto.
Hanno al loro fianco la persona di cui hanno bisogno, la persona che li completa in un modo indescrivibile, che li fa sentire veri, unici, vivi. E non si tratta solo della persona che amano. Si tratta anche degli amici, perché nessuno di loro, senza gli altri, potrebbe fare qualcosa: si sentirebbe perso, senza un posto dove poter ritrovare se stesso, dove potersi sentire libero, a casa, protetto, amato, benvenuto. Senza gli amici, si sentirebbero tutti senza quei super poteri, senza quella sensazione intensa che solo l’affetto di un amici può e riesce a dare. Solo quell’affetto capace di far perdere la testa con un non nulla, solo perché si è preoccupati per la persona a cui si vuole bene, la persona che ci conosce meglio di qualunque altro.
Eppure, benché ormai si conoscano abbastanza da poter prevedere le mosse degli altri, ancora si stupiscono del fatto che ogni giorno riescono a scoprire qualcosa di nuovo su di loro, come se non ci fosse mai riserva alla preziosità di quelle persone. Perché sì, quei sei amici si considerano preziosi tra loro, unici, perché sanno che non potrebbero mai ritrovare qualcuno come loro, che riesca ad accettarli come loro, che riesca ad amarli e a proteggerli come loro.
Quei sei ragazzi sono quel piccolo gruppo che a volte ha bisogno di tante, troppe parole, a volte gliene bastano due. Sono quelli che si accontentano di una pizza e di una birra nel salotto di casa, perché non hanno bisogno di cose extra per divertirsi e per sentirsi bene – o, meglio – su di giri. Sono quelli a cui basta stare con i propri amici per sentirsi bene, come se quelle persone fossero tutto ciò di cui hanno bisogno. Sono quelli che ci sono sempre, nonostante le difficoltà, la rabbia, la tristezza, le bugie, i segreti. Sono quelli che non potrebbero mai abbandonarsi, perché sono troppo importanti gli uni per gli altri.
È forse questo il potere dell’amicizia e dell’amore? Riuscire a dare tutto quel che serve senza che venga chiesto? Donare se stessi anche senza ricevere qualcosa in cambio? Capire all’istante cosa l’altro stia passando? Accettare tutte le sfaccettature del carattere della persona a cui si vuole bene?
Forse. Forse è questa è l’amicizia. Forse è qualcosa di meno. O forse è anche qualcosa di più.
Quel che quei sei ragazzi sanno è che – nonostante i problemi – senza i loro amici, loro non sarebbero niente.






Letizia
Ciao a tutti! Eccomi qui, come promesso, dopo una settimana passata in Austria nel migliore dei modi.
Allora, che cosa abbiamo qui? I Luzia che, teneri loro, stanno facendo passi avanti *^*.
E c'è Luke che purtroppo non ha ancora perdonato i suoi amici :(.
Dai, però, speriamo in bene, che di cose devono accaderne ancora tante :3.
Grazie per tutto, davvero, siete meravigliosi!
Solo una piccola cosina: vi prego, fatemi sapere che cosa ne pensate, che ci conto tantissimo al vostro parere, sul serio.
Non mordo nessuno, anzi, sono un koala che regala coccole a tutti :3.
Grazie ancora e a presto! Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 18
*** 18 . Halo ***


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Attenzione please. Scrivo anche qui così sono sicura che lo leggerete ;)
Allora, volevo dirvi che per tutto maggio posterò OGNI DUE SETTIMANE.
Perchè ho troppe cose da fare, e non riuscirei a fare tutto altrimenti.
Scusate :(. Buona lettura <3

 
18 . Halo
 
 
Hit me like a ray of sun
Burning through my darkest night
You’re the only one that I want

Think I’m addicted to your light
I swore I’d never fall again
 
Beyoncé – Halo
 
Intanto i giorni trascorrono lenti, e il rapporto tra Luke e Letizia sta diventando sempre più profondo. Entrambi stanno cominciando a notare quanto l’altro stia diventando sempre più importante, ogni giorno che passa. Non riescono a stare divisi per troppo tempo, è come se perdessero una parte di sé quando sono lontani, anche se per poco. Lo notano ogni volta che si dividono, specialmente quando la mora va allo studio di registrazione.
E sì, alla fine Letizia ha detto a Luke che lavoro fa e che è loro fan. Non sa ancora spiegarsi come mai non glielo abbia spiegato prima. Forse era perché lui non avrebbe ricordato comunque? Oppure era un’altra paura che non sarebbe mai riuscita a spiegarsi?
Era successo qualche giorno prima del pomeriggio a pattinare sul ghiaccio con gli altri. Luke stava rovistando tra gli scaffali del mobile bianco del salotto, per cercare qualche cosa da ascoltare, per riempire quel silenzio che proprio non riusciva a sopportare. Alla fine aveva trovato una scatola strapiena di CD. Musica classica, rock, punk e… Tutti quelli dei 5 Seconds of Summer più due dischi che avevano sulla copertina le foto ed il nome della ragazza mora di cui era ospite.
Non aveva sentito i passi di Letizia fino a che lei non gli si era avvicinata in silenzio. E avrebbe voluto fargli un piccolo scherzo, se l’espressione del ragazzo l’avesse trattenuta dal suo intento.
«Hai forse qualcosa da dirmi?» le aveva chiesto, mostrandole i CD.
E lei aveva capito subito. Senza aggiungere altro, lo aveva fatto sedere sul divano e gli aveva spiegato come stanno le cose.
«Per i tuoi CD, non credo debba dirti poi molto, anche perché hai notato i poster in camera mia.» aveva iniziato, facendogli subito spuntare un sorriso sincero sul viso, perché era vero: Luke li aveva notati sì, ma in realtà non ci aveva dato poi molta importanza, era come se facessero parte del colore del muro, niente di più.
Perché ogni volta che va in camera della mora è così: non riesce a staccarle gli occhi di dosso, come se lei fosse tutto il suo mondo. Non riesce a fare altro, neppure se lo volesse, come se quella ragazza minuta avesse dentro di sé delle calamite così potenti che riescono ad attirarlo a lei, sempre e comunque.
Anche lei aveva sorriso, rincuorata da quella reazione ed aveva continuato a spiegare.
«Beh, essere cantante è sempre stato il mio sogno, fin da quando ero piccola. E se non ci fosse stata Keli a supportarmi, a quest’ora non sarei dove sono adesso, non vi avrei mai conosciuto.»
E una volta finito il racconto lo aveva portato con sé allo studio di registrazione, facendogli conoscere tutti i suoi collaboratori. Non ci sarebbe mai riuscita da sola, se Carlos non avesse retto la parte, se non avesse fatto finta di conoscerlo per la prima volta. Ancora adesso lo ringrazia per l’immenso aiuto che le ha dato.
Luke ha preso bene la cosa. Non è arrabbiato con Letizia, come lei invece si aspettava. Semplicemente, è rimasto parecchio sorpreso di scoprire che aveva un altro punto in comune con quella ragazza di cui proprio non riesce a fare a meno. Non si è arrabbiato perché ha imparato che – dopo aver litigato con i suoi migliori amici, che tuttavia non ha ancora perdonato – se una persona omette qualcosa per il nostro bene, non bisogna fargliene una colpa, non sempre. C’è rimasto un po’ male, quello è vero, del fatto che lei si sia aperta a lui dopo tutto questo tempo. Ormai sono due mesi che convivono, e sapere che sta iniziando ad aprirsi con lui solo adesso, lo abbatte e lo elettrizza al tempo stesso.
Che poi, si sente abbattuto per un qualcosa che non riesce a spiegarsi. Forse semplicemente perché vorrebbe che Letizia si fidasse di lui, vorrebbe che lo considerasse qualcuno con cui potersi sfogare senza problemi.
Però non vuole forzarla. Pian piano sta iniziando a capire che ha i suoi tempi per far diventare qualcuno parte della sua vita. E non gli importa se ci vorrà parecchio, se il risultato sarà poter conoscerla più a fondo. Perché alla fine è questo ciò che vuole: conoscere di più e meglio quella ragazza che gli riempie le giornate, gli occhi, i pensieri, il cuore.
E si sente anche elettrizzato proprio per questo motivo: Letizia lo sta lasciando entrare nella sua vita. E lui non avrebbe potuto chiedere un regalo migliore di questo, nonostante i suoi ricordi che si stanno ancora nascondendo bene da qualche parte.
Intanto la convivenza procede bene, passo dopo passo, non potrebbero mai lamentarsi. Certo, a volte discutono, per il bagno e la doccia, per il disordine in giro, per la musica troppo alta, per i film da vedere. Ma alla fine tutto finisce in un sorriso, in un bacio sulla fronte o sulla guancia ed in uno di quegli abbracci che nessuno dei due potrebbe mai rifiutare.
E non potrebbero davvero chiedere niente di meglio, anche se i ricordi di Luke ancora non si sono decisi a tornare a galla, per mettere a posto tutte le cose in sospeso, specie i loro sentimenti.
Che poi, questo per quanto riguarda Luke, perché Letizia non ha bisogno di avere ulteriori prove, di ulteriori certezze. Lo sente in ogni singola cellula del suo corpo, nel cuore, in ogni singola parte di sé, che ama Luke più di qualsiasi altra cosa, più di qualsiasi altra persona al mondo. Lo sa che senza di lui lei non sarebbe niente, che la sua vita non sarebbe niente. Luke è l’unico che riesce a farla sentire a casa, è l’unico che riesce a strapparle un sorriso in ogni occasione, è stato e sarà sempre l’ancora su cui potrà fare affidamento, in ogni caso. Perché senza di lui, Letizia proprio non riesce a stare, senza quegli occhi chiari che le fanno toccare il cielo con un dito, senza quella voce che la rassicura ogni volta che ha bisogno, senza quelle mani che la sfiorano ogni volta con una dolcezza ed una delicatezza tali da far quasi paura. Semplicemente, non potrebbe mai stare senza l’altra parte del suo cuore, quella che Luke ha preso quasi senza permesso e che lei gli ha donato con tutto l’amore di cui è capace.
Tra i due, in realtà, è proprio il biondo che deve fare i conti con i propri sentimenti. Sentimenti che ancora non riesce a capire, nonostante tutto quel tempo trascorso insieme alla ragazza. Perché almeno di una cosa è assolutamente sicuro: non ha mai provato per nessun altro le stesse cose che sente quando è con quella ragazza mora, quando parla con lei, quando la abbraccia, quando le bacia la pelle, quando la coccola, quando pensa a lei, quando parla di lei. Sensazioni, emozioni che lo investono del tutto ogni volta senza lasciargli via di scampo. E la cosa buffa è che lui non tira indietro, anzi. Accoglie tutto con uno strano piacere nel cuore, un piacere che lo fa sorridere ogni volta, che gli fa battere forte quello strano e pazzo organo nel petto. Ancora non riesce a capire cosa provi per Letizia. Solo di una cosa è sicuro: lei è veramente troppo importante e non vorrebbe perderla, mai, per nessun motivo al mondo.
 
«Dove diamine stiamo andando?» chiede il biondo per l’ennesima volta, la mano stretta a quella della mora e loro che sono scesi da una decina di minuti buoni da un taxi, dopo un viaggio di quasi un’ora a causa del traffico. Avrebbero anche potuto prendere la metropolitana, ma le fan chi le avrebbe trattenute nel vederli?
È pomeriggio inoltrato e si gela, a causa del vento freddo che soffia incessantemente dalla mattina. Le strade sono piene di macchine e le persone corrono sui marciapiedi, quasi fossero formiche al lavoro.
«Lo scoprirai presto, non preoccuparti.» risponde lei, con il sorriso sulle labbra e con il cuore che batte lievemente più forte del solito. Ha preso quella decisione giorni prima, ed ora che vuole metterla in pratica, l’ansia sta iniziando a divorarle lo stomaco. Non sa se sia una buona idea o meno. L’unica cosa che sa è che vuole che Luke entri completamente nella sua vita, per quanto entrambi possano permetterselo. Perché quei ricordi ancora non si sono decisi ad arrivare, e quel silenzio, quella mancanza la sta stancando, sta stancando tutti loro, che proprio non sanno più come fare.
A vederli da fuori, sembrano i sei ragazzi di sei mesi prima – Luke ha finalmente ripreso a riparlare un po’ con i ragazzi, anche se il perdono è ancora lontano – ma solo loro sanno che non è così. Solo loro sanno quanto sia dura vivere con una parte di loro, della loro storia, di tutto quello che hanno passato insieme, che manca, come se gliel’avessero amputata, senza il loro permesso.
Ecco perché Letizia ha preso quella decisione, e non vuole mollare, non adesso che con Luke le cose stanno andando bene, anche se sa che presto dovranno salutarsi – benché spera con tutto il cuore che il loro addio sia più un arrivederci e che arrivi il più tardi possibile.
Attraversano la strada di corsa ed entrano a Green – Wood, dove Letizia vuole mostrare una cosa molto particolare a quel ragazzo che non potrebbe mai sostituire con nessun altro.
«Leti, sto iniziando a preoccuparmi. Cosa cavolo vuoi fare?» le chiede ancora Luke, che passo dopo passo sta capendo in che luogo siano. Solo che ancora non capisce il senso del silenzio da parte della mora. Cosa gli sta nascondendo?
«Fidati di me e smettila di fare domande. Non manca molto.» gli spiega lei, con un sorriso timido sulle labbra mentre svolta a destra, tirando con sé un ragazzo biondo un po’ riluttante.
E lui alla fine cede, si lascia guidare, tenendo ben salda la mano di quella ragazza mora nella sua. Senza rendersene conto, inizia ad accarezzare il dorso della sua mano con il pollice, piano, lentamente, sfiorando appena la pelle liscia.
Letizia a quel tocco si irrigidisce un po’, ma fa finta di nulla e cerca di coprire il rossore che le sta tingendo le guance. Perché le mancano quei piccoli gesti tra loro. Cioè, non il gesto in sé, perché Luke la coccola ogni volta che può e lei è veramente felice, sul serio, non si sarebbe mai aspettata niente di tutto questo. Quello che tuttavia manca è il sentimento che faceva nascere quel gesto, un sentimento troppo importante che i ricordi hanno pensato bene di far sparire con loro.
Alza la testa, la mora, e cerca di non pensare altre cose tristi, ‘ché ha bisogno di essere forte per quel qualcosa con cui avrà a che fare a breve.
Camminano in silenzio. Ed è buffa come cosa, perché a volte non riescono mai a stare zitti, altre volte invece sono così silenziosi che spesso gli altri si preoccupano. Ma Luke e Letizia sono così, amano sia il silenzio che la confusione, l’eccitazione e la tranquillità. Perché sanno – anche se ancora non riescono a spiegarsi come – quando è il momento di fare una cosa oppure un’altra. Stanno imparando cosa serva all’altro tra un’espressione e l’altra, si stanno conoscendo. E quell’alternanza di parole e di silenzio ne è la prova. Perché adesso nessuno dei due ha bisogno di parlare. È una cosa strana, ma lo sentono dentro, come se le loro mani unite facessero da ponte ai loro pensieri e ai loro sentimenti.
Calpestano l’erba scura, attenti a non scivolare. E intanto le loro mani non la smettono di tenersi strette.
Letizia aguzza un attimo la vista e poi sorride, notando quella lastra di granito nero lucido che spicca non lontano da dove sono loro, sotto quella quercia su cui si appoggia ogni volta che va lì.
Non appena sono davanti alla lapide, Luke sgrana gli occhi per la sorpresa.
Amanda Rossi. Richard Hyle.
Sono questi i nomi che legge sulla lapide scura, sono i genitori di Letizia le persone che vede nella fotografia.
E subito si da del cretino, del coglione cronico. Perché durante tutti questi mesi non ha fatto altro che preoccuparsi di se stesso, dei suoi ricordi, dei suoi problemi. Ha sempre e solo messo se stesso al primo posto nella sua scala delle priorità, lasciando tutto il resto, comprese le persone che ama, indietro.
Non si è mai chiesto perché Letizia viva da sola, non ha mai fatto domande, semplicemente perché non ci ha pensato, come non ha mai notato sul serio i poster nella stanza della mora. Non ha mai notato niente di niente, preso com’era a piangersi addosso, a scaricare sui suoi stessi amici la rabbia, la tristezza e la frustrazione.
Sono un egoista. Soltanto questo riesce a pensare, mentre la presa della mora sulla sua mano si fa sempre più forte, quasi avesse bisogno di un sostegno a cui potersi tenere salda per non cadere.
«Vieni Luke, ti racconto una storia.» gli dice, con voce flebile, mentre si siede sotto la quercia e Luke prende posto accanto a lei, preoccupato a causa di quello sguardo perso, triste, spento che ha catturato quegli occhi scuri che lo fanno sentire sempre a suo agio. Le passa un braccio sulle spalle e la stringe a sé, la stringe forte, quasi avesse paura che lei possa andarsene, come se potesse scivolargli via dalle dita senza che lui possa fare niente per tenerla ancora un po’ con sé.
Letizia prende un respiro, un altro ancora. E intanto il cuore batte forte.
Un altro respiro. E gli occhi iniziano a pizzicare per le lacrime che stanno cercando di uscire.
Un altro respiro. E le mani cominciano a tremare, e non solo per il freddo.
Un altro respiro ancora. E racconta a Luke ancora una volta dei suoi genitori.
Ed ogni parola è come un coltello dalla lama affilata per Luke. Un coltello che si diverte ad infierire su una ferita già aperta e non ancora rimarginata del tutto. Ascolta tutto attentamente, senza fare una piega, lasciando che Letizia si sfoghi con lui, lasciando che le lacrime le solchino le guance, lasciando che la ragazza si apra con lui, rendendolo partecipe anche di quella parte della sua vita. Una parte che lo lascia spiazzato, inerme, svuotato di qualsiasi cosa.
Perché per lui è inconcepibile una cosa simile. Non riesce a pensare che la vita possa essere così ingiusta con tutte quelle persone che meriterebbero solo il meglio, invece si ritrovano ad annaspare tra le macerie di una vita andata in frantumi. Non riesce a credere che Letizia abbia sopportato tutto questo. Certo, c’erano Keli, Rose, sua zia e tantissime altre persone. Persone che, tuttavia, non avrebbero mai potuto riempire completamente quel vuoto lasciato dalla mancanza dei suoi genitori.
Non sa cosa dire. Non riesce a trovare le parole giuste. Anche perché le parole, in casi come questi, servono a poco. Sono i fatti quelli che dimostrano quanto si tiene veramente alla persona che ci sta davanti. Le parole sono interessanti, belle se sapute metter in un certo modo. Ma pur sempre parole rimangono e ben presto si dissolvono. Sono i gesti quelli che contano, sono i gesti ciò che rimane impresso nella memoria e nel cuore di una persona.
Si limita a stringerla ancora più forte e la culla, sperando che questo possa bastare per mandar via quella tristezza da quegli occhi scuri, che lui vuole vedere felici e luminosi, sempre.
E, come un fulmine che divide il cielo di notte, un ricordo si fa strada nei suoi pensieri.
 
«Lei si sta fidando completamente di te, altrimenti non ti avrebbe mai detto niente anche se ti avesse voluto un bene immenso.»
 
Una frase che sa di aver già sentito. Una frase detta da una ragazza bionda, ma di cui non riesce proprio a identificare i lineamenti del viso. Un brivido gli percorre la schiena, mentre un sorriso si impossessa delle sue labbra. Non sa come mai, ma sente che quelle parole sono perfette per la situazione in cui si trova adesso con Letizia, e sul serio non avrebbe potuto chiedere niente di meglio – benché non voglia che lei stia male in alcun modo – lei che lo rende partecipe della sua vita, lei che si sta fidando di lui. Letizia si aggrappa a Luke come la prima volta, come se solo lui avesse il potere di mandar via la nostalgia e la tristezza con la sua sola presenza. Si asciuga gli occhi. Aveva pensato che parlarne ancora una volta con lui non avrebbe portato la stessa conseguenza, ma evidentemente si era sbagliata. In fondo i suoi genitori le mancano come il primo giorno e, anche se fa male, ormai riesce a sopportare abbastanza la loro assenza, nonostante la nostalgia.
Alza la testa un attimo, e subito i suoi occhi incontrano quelli chiari e luminosi di Luke, che le sorride dolce e le dà una mano per rimettersi in piedi, senza dire niente. Una volta che sono nuovamente uno davanti all’altro, Luke le sorride ancora una volta e le accarezza il viso, dolcemente, quasi avesse paura di farle male, quasi temesse di vederla dissolversi piano piano.
«Grazie.» le dice, la voce così bassa che sembra un soffio di vento.
Le lo guarda, non riuscendo a capire, mentre il cuore ha ripreso un ritmo abbastanza regolare nel suo petto.
«Grazie per ogni volta che mi permetti di entrare nella tua vita.»
E a quelle parole si ritrovano a sorridersi, rincuorati dal fatto di sapere che, qualsiasi cosa accada, ci saranno sempre l’uno per l’altra.
Si incamminano verso casa, con le mani nuovamente legate tra loro, con i cuori che battono un po’ più veloci del solito. E loro uniti in un modo diverso, ancora più profondo e più intimo di prima.

Letizia riesce a vedere solo il cielo scuro di quella notte senza stelle, mentre da sottofondo il traffico newyorkese ancora si fa sentire, nonostante sia passata la mezzanotte. Vede bene le luminare che illuminano le strade, i lampioni, le luci ancora accese in qualche casa non troppo lontana.
Sospira, passandosi la mano sul viso. Non riesce a chiudere occhio anche se sono andati a letto presto.
Dopo esser tornati dal cimitero, non hanno fatto molto. Hanno cenato con quel che c’era in frigo e poi avevano visto un film, seduti accanto, su uno dei due divani blu. Lui l’aveva tenuta stretta, il braccio posato sulle spalle della mora. L’aveva coccolata e lei si era sentita quasi stesse per toccare il cielo con un dito.
Sorride, la mora, al ricordo della mano di Luke tra i suoi capelli, del movimento regolare e calmante del petto del ragazzo, del cuore del biondo che lei percepiva battere fortissimo sotto il tessuto della felpa scura. Le sembra ancora strano il fatto che, nonostante tutto, sia riuscita a parlare ancora una volta a Luke dei suoi genitori e, nonostante l’ondata di tristezza che l’aveva assalita nelle ultime ore, adesso sta meglio. E tutto questo solo e grazie a quel ragazzo biondo di cui è irrimediabilmente innamorata.
Sospira ancora una volta e si siede sul letto. Tanto non riuscirebbe a dormire comunque. E, senza neppure farlo apposta, i suoi pensieri vanno a finire su Luke. Starà dormendo adesso? Oppure sarà sveglio come lei?
Non si risponde. Semplicemente, si alza, con il cuore che batte troppo forte per l’emozione. Perché le stanno tornando alla mente tutte le volte che lei si rifugiava in camera del biondo quando erano a Sydney – vuoi perché non riusciva a dormire, vuoi perché voleva vederlo – e si ritrova a sorridere, ammettendo che adesso sta andando da lui per gli stessi motivi.
Apre la porta della camera di Luke piano, lentamente, perché non vuole svegliarlo. Solo che il cuore le balza dritto in gola per la sorpresa. Perché il ragazzo è in piedi, davanti alla finestra, con lo sguardo così serio che subito la ragazza si preoccupa per lui.
«Luke?» lo chiama, con la voce più simile ad un sussurro. Un sussurro che il biondo riesce a sentire comunque, e si volta, facendo incontrare i suoi occhi azzurri con quelli scuri e marroni di Letizia, che gli sorride timida, restando sulla porta, senza sapere cosa fare di preciso.
«Non riesci a dormire?» chiede ancora lei, perché quel silenzio ora come ora proprio non riesce a sopportarlo.
Lui annuisce. «A quanto vedo, neppure tu.» commenta, avvicinandosi e sorridendole.
«Mi hai beccata.» risponde la mora, con il sorriso sulle labbra, a causa di quella vicinanza con il biondo.
Lui sposta un attimo lo sguardo sul letto, poi lo riporta per un secondo sulla figura della ragazza, per poi lasciarlo infine rivolto a terra. Non sa se quello che sta per chiedere possa turbarla o meno. Solo che vorrebbe passare ancora un po’ di tempo con lei e, perché no, magari potersi anche svegliare con lei la mattina dopo.
«Ti va di farmi compagnia?» le chiede, titubante, sperando che accetti. Anche se gli suona strano il fatto di chiederglielo. Insomma, entrambi sono sempre andati nella camera dell’altro a qualsiasi momento della giornata. Perché adesso deve essere diverso?
Preferisce non pensarci, per godersi quel momento senza pensieri fastidiosi nella testa.
Letizia non dice niente. Si limita ad andargli vicino, fermandosi solo quando tra i loro volti ci sono solo pochissimo centimetri. Il cuore le batte veramente forte, ancora scosso a causa dei ricordi della sua permanenza in Australia.
«Non importa chiedere Luke.» gli risponde sincera, attirando su di sé lo sguardo sorpreso del biondo. Perché lui lo sa che non ha bisogno di domandare, non ha bisogno di aver paura. Perché implicitamente entrambi sanno di poter prendere dall’altro qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno: affetto, tempo, pensieri, sogni… E forse anche qualcosa di più.
Luke sorride, rincuorato dalla risposta. E, per una volta, lascia che siano l’istinto e le sue emozioni a prevale.
Prende Letizia per la vita facendola alzare un po’ da terra, per poi farla stendere sul letto, esattamente sotto di sé. La mora lancia un piccolo grido, divertita, e presa alla sprovvista dal gesto del biondo, perché proprio non si sarebbe mai aspettata una mossa simile da lui – per lo meno, dal Luke senza ricordi. Cosa sta succedendo?
Non ha tempo di pensare a lungo alla risposta giusta, perché Luke poggia la fronte sulla sua e fa sfiorare le punte dei loro nasi, facendo sì che i loro respiri si mescolino, secondo dopo secondo, diventando presto un unico lieve soffio d’aria, che accarezza dolcemente i loro visi, facendoli rabbrividire, facendo battere i loro cuori così forte nei loro petti, quasi dovessero esplodere da un momento all’altro.
Non si dicono niente. Ora come ora le parole sarebbero del tutto superflue. Si accontentano di stare così, vicini, uniti da quel contatto un po’ speciale, più profondo, che scombussola ogni loro sentimento, ogni loro emozione. Un contatto che va a toccare ogni singola corda dei loro cuori, facendoli fremere come mai prima d’ora era successo.
Letizia si ritrova a pensare a quanto profondamente Luke sia entrato nella sua vita, a quanto l’abbia cambiata, giorno dopo giorno, senza accorgersene. Perché le aveva curato quelle ferite che volevano restarle sul cuore, con pazienza, con affetto, senza chiedere niente in cambio. Aveva costruito dei muri attorno a sé, per non far vedere agli altri che pian piano stava crollando. Muri che solo lui era riuscito ad abbattere completamente, proteggendola, liberandola ed amandola come mai nessuno prima di lui aveva mai fatto. Si era insinuato nel suo cuore lentamente, riempiendo ogni singolo spazio vuoto, colmandola, facendola sentire viva come mai era successo prima, come se ad un tratto si fosse svegliata da un brutto sogno durato una vita intera. Era diventato il suo angelo, la sua ancora in mezzo a quel mare di dolore e di tristezza in cui si era ritrovata senza volerlo, spinta dal destino che aveva deciso di testare la sua resistenza, la sua forza di fronte a così tanti ostacoli. Era diventato una presenza costante nella sua vita, anche quando avevano ripreso le loro strade, consci a malincuore che non si sarebbero mai più rivisti, almeno fino a che il destino non aveva fatto in modo e maniera di farli ritrovare. Era stato l’unico a cui lei avesse permesso di prendere tutto di se stessa, gli si era donata completamente, senza alcuna riserva, ripagata da quell’amore intenso e meraviglioso che solo lui era in grado di donarle. Per lei, quel ragazzo che adesso la sta osservando, la sta coccolando con una dolcezza senza pari, è e rimarrà sempre il centro di tutto il suo mondo, qualsiasi cosa accada. Lo ama, solo questo le basta.
Luke cerca di godersi ogni singolo istante di quella vicinanza nuova, tutta da scoprire. Sente bene i loro cuori che battono forte, quasi fossero dei tamburi. E non riesce a non sorridere, perchè non si sarebbe mai immaginato di voler trovarsi in una situazione simile con qualcuno.
Ma lo sa che Letizia non è un semplice qualcuno, lo sa che lei è diversa a tutto il resto, lo sa che lei è speciale, unica, importante. Lo sente fin dentro le ossa, quasi fosse parte di lui, come se fosse una delle pochissime certezze a cui può tenersi in quel periodo pieno di dubbi e di paure.
La guarda, la osserva rapito, preso da ogni singolo dettaglio di quel viso dai lineamenti dolci: un neo sotto le labbra a sinistra e uno sullo zigomo destro, le venature dorate nell’occhio sinistro, le ciglia lunghe e folte. Si lascia cullare dal battito di quel cuore così maledettamente vicino al proprio, divisi solo dallo strato delle loro maglie. Lascia che la sua mano passi attraverso quei lunghi capelli color dell’ebano.
«Luke, ho sonno.» gli dice piano la ragazza, per non spezzare quella strana atmosfera che li sta avvolgendo delicatamente, arrivando a toccare punti deboli e ancora un po' troppo doloranti.
Il ragazzo annuisce e le accarezza la guancia con le nocche, senza riuscire a dividere i loro occhi.
«Dormi pure. Io resto qui e non me ne vado da nessuna parte.» le sussurra dolce, e lei non ci pensa due volte ad accoccolarsi tra le braccia del biondo, con la fronte poggiata al suo petto e le braccia di lui che la stringono in un abbraccio caldo e mozzafiato. E Letizia si addormenta così, felice, con il cuore che batte forte, batte per tutto quell’amore che sta cercando di contenere.
Luke resta così, per un tempo che gli sembra senza fine, perso ad osservarla, per imprimersi bene nella mente ogni singolo istante, per tenere con sé almeno i ricordi di quel periodo che ha passato con quella ragazza. Ha perso abbastanza e non ha intenzione di perdere altre parti di sé, non più, specialmente se queste parti riguardano la ragazza che sta stringendo a sé quasi fosse il suo più grande tesoro e non volesse lasciarla mai andare.
Solo che ad un tratto i suoi occhi cadono sulle labbra della ragazza, labbra che spesso si è ritrovato ad osservare durante le ultime settimane, analizzandole, studiandole attentamente. Perché non sa come mai, ma sente in fondo al cuore il desiderio di rendere sue quelle labbra, almeno una volta. Il perché lo ignora, proprio non riesce a capire i suoi sentimenti. Sa solo che vorrebbe provare.
Ecco perché avvicina il suo viso a quello della mora. E sta quasi per far sfiorare le loro labbra, quando si ritrae tutt’ad un tratto. Cosa diamine sta facendo? Non può agire così, non può rovinare tutto solo per una stupida voglia, non dopo tutto quello che Letizia ha fatto per lui. Non se lo perdonerebbe mai.
Sospira e scuote la testa per scacciare tutti i brutti pensieri. Stringe ancora di più la ragazza a sé – perché proprio non può sopportare di perderla –, beandosi di quella vicinanza più che gradita, e si lascia preda del sonno.






Letizia
Ciao bella gente! Come state? Spero bene :3.
Scusate questo micorscopico ritardo, ma ieri anche se era festa non ho toccato per niente il PC, povera me.
Ma parliamo del capitolo qui! Mamma mia, quante cosine! Ahahah, Luke davvero è un po' scemo, che non si è mai accorto dei genitori di Leti, povere noi, è bene che ricordi presto, voi che dite? ;) E poi... UN QUASI BACIO *^*. Insomma, questo Luke è pieno di sorprese, e beh, Leti ormai ha una pazienza infinita, piccola stellina mia *^*.
Piccola cosa: volevo ringraziare una mia carissima amica, Sam (Eiriin qui su EFP, di cui vi consiglio caldamente la sua Lashton *^* Ghostly). Questa benedetta ragazza mi ha controllato quasi tutto l'intero capitolo quando avrei solo voluto buttarlo nella spazzatura per riscriverlo da capo. Quindi, grazie mille Sam, perchè credo che adesso questo sia uno dei capitoli migliori di tutta la storia *^*.
Detto questo, ci sentiamo tra due settimane, un bacione immenso e grazie per ogni cosa, sul serio, non avete idea di quanto mi facciate felice! <3

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Capitolo 19
*** 19 . No good in goodbye ***


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Ho pubblicato una One Shot qualche tempo fa, si chiama Imprevedibile (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3114723&i=1).
E... Povera me, ho deciso di fare una long sui personaggi di questa piccina, di cui stanotte ho pubblicato il primo capitolo.
Si chiama Inatteso (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3117088&i=1).
E questo è il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=y5HUGJ0iRm8).
Spero che possa piacervi e, vi prego, fatemi sapere che ne pensate! 
Buona lettura! <3


19 . No good in goodbye
 
 
All the things that we've lost
Breaking off comes at a cost
And know I miss this mistake
Every word I try to choose

Either way I'm gonna lose
Can't take the ache from heartbreak

 
The Script – No good in goodbye
 
Avete presente quando vi sembra che la vostra vita si sia spenta in un battito di ciglia; come se tutto quello che avete vissuto fino a quel momento si fosse rivelato solo un sogno da cui doversi risvegliare; come se tutto quello che avete fatto fosse stato vano e totalmente inutile; come se tutte quelle piccole cose in cui avevate sperato si fossero rivelate semplice polvere spazzata via dal vento; come se tutto quello che avevate sognato fosse andato in fumo, per non lasciare più traccia; come se vi avessero tolto una parte di voi, il cuore ad esempio, a suon di calci, pugni, lame infilate nel petto; come se il destino si divertisse a vedervi patire sotto le sue sfide, i suoi ostacoli; come se non ne avesse mai abbastanza di farvi male?
Perché Letizia si sente così ormai, da una lunga settimana. Si sente come svuotata di tutto, persa, senza parole, come se ogni sua forza fosse stata risucchiata per poi essere rinchiusa in un luogo lontano, irraggiungibile nonostante gli sforzi che sta facendo per non soccombere, per non cadere di nuovo.
Stringe ancora un po’ la mano di Luke, le nocche che le diventano bianche per lo sforzo, e punta i suoi occhi scuri in quei pozzi chiari che non vorrebbe mai dover lasciare.
«Non essere triste, ti prego. Non ce la farei a vederti piangere.» le sussura lui, le labbra vicino all’orecchio della mora, seduta sulle sue gambe e stretta tra le sue braccia, il pollice che le accarezza lentamente la pelle della mano, quasi volesse mandar via tutta quella tristezza che le sta attanagliando il cuore. Ma come potrebbe, se indirettamente è proprio lui la causa di tutto quel dolore? O meglio, non lui, ma la decisione che ha preso, e che ha distrutto tutto, inevitabilmente. Perchè il momento in cui Luke glielo aveva detto, Letizia se lo ricorda anche troppo bene.
 
Era il lunedì della settimana appena passata – l’ultima di novembre – il 24, e lei stava mettendo in ordine camera sua, quando il biondo si era affacciato dalla porta ed aveva attirato l’attenzione della mora con un lieve colpo di tosse. Subito lei si era voltata e gli aveva sorriso, felice nel vederlo lì.
«Hai un minuto per me?» le aveva chiesto lui titubante, abbassando lievemente gli occhi a terra.
«Lo sai che per te ho tutto il tempo del mondo!» aveva esclamato lei prendendolo per mano e facendolo sedere su quel letto grande dove la sera prima si erano addormentati vicini, felici come non mai.
Lui aveva sorriso, debolmente, prima di fare un lungo respiro, cercando di fermare il tremito delle sue mani, per poi incatenare gli occhi della ragazza con i suoi ed iniziare a parlare. «Parto, Leti. Torno a Sydney.»
E come una bomba ad orologeria, quelle parole si erano messe tra di loro ed erano esplose in una frazione di secondo, radendo tutto al suolo. Ogni ricordo, ogni sentimento, ogni emozione, ogni lacrima, ogni sorriso, ogni carezza, ogni momento passato insieme. Tutto era svanito. Quelle cinque semplicissime parole erano riuscite ad abbattere tutto quello che avevano costruito insieme, con fatica, durante quei pochi mesi che avevano passato insieme.
Letizia lo aveva guardato, senza riuscire davvero a capire tutte quelle emozioni che le stavano attraversando il cuore. Rabbia? Tristezza? Frustrazione? Delusione? Odio? Rassegnazione? Non lo sapeva, anche perché in quel momento la cosa più importante era un’altra.
«Cosa?» era riuscita a chiedergli solo questo , ancora incredula, mentre sentiva le mani che stavano cominciando a tremare, come il suo cuore, ormai troppo stremato anche solo per protestare; mentre il respiro le si mozzava in gola, non riuscendo ad uscire; mentre la testa stava iniziando a non capire più niente, mentre la vista le si faceva via via sempre più appannata, a causa di quelle lacrime che non avrebbe più voluto versare.
«Ne ho discusso anche con i con i ragazzi, e anche loro sono d’accordo con me.» le aveva risposto lui, con voce rotta, indecisa, malferma, riportandola almeno per qualche istante alla realtà.
«I ragazzi?» aveva chiesto di nuovo, non riuscendo a capire più niente.
Lui aveva annuito. «Gli ho parlato qualche giorno fa.» aveva iniziato a spiegare, e lei avrebbe ribattuto, se lui non fosse riuscito a fermarla in tempo ribattere. «Non arrabbiarti con loro! Gli ho fatto promettere di non dirti niente perché volevo parlartene io, faccia a faccia.»
E lei si era allontanata un poco, rivolgendo gli occhi sulla trapunta blu del letto, che tutt’ad un tratto era diventata molto più interessante di qualsiasi altra cosa.
«Perché?» aveva posto la domanda, ma non era sicura di voler veramente sapere la risposta. Si era costretta ad alzare lo sguardo, inevitabilmente attratto dalla figura di Luke, da quel viso che occupava e avrebbe sempre occupato ogni suo pensiero ed ogni suo sogno, da quegli occhi che con un semplice sguardo la facevano sentire perfetta, la facevano sentire a casa, in qualunque posto si trovasse, l’importante era essere con lui.
Luke si era schiarito la gola, passando la mano tra i capelli biondi, per poi sospirare ed abbassare lo sguardo.
«Guardami, Leti.» aveva iniziato lui, con la voce che sembrava più un sussurro da quanto era lieve, da quanto sembrava lontana, come un eco che si perdeva in una valle o tra le cime delle montagne.
«Guardaci. Che senso avrebbe continuare tutto questo? Non me la sento, Leti, non voglio continuare a vivere a tue spese come se la situazione fosse normale, perché non lo è.» aveva proseguito per poi alzarsi ed iniziare a camminare a piccoli passi per la stanza, come se fare così lo avrebbe aiutato a trovare le parole giuste.
«Sono passati due mesi dall’incidente, ok? Due fottutissimi mesi spesi a cercare di ricordare qualcosa di tutto quello che è successo prima. Però non ho ottenuto niente, solo stupide scene di un passato che forse ho perduto per sempre!» aveva iniziato ad urlare, pieno di rabbia e frustrazione. Ed avrebbe pure preso a pugni e a calci il muro, se Letizia non gli si fosse avvinata in tempo, per abbracciarlo forte da dietro, nonostante il dolore immane ed indescrivibile che sentiva nel petto.
«Guardami Leti. Sono sempre dipendente da te e dal tuo aiuto.» aveva detto, voltandosi verso di lei, per accarezzarle delicatamente le guance.
«Non posso permettermi di usarti così, non te lo meriti.» aveva sussurrato, continuando ad accarezzarla piano, quasi fosse fatta di un vetro finissimo che si sarebbe potuto spezzare con un niente. Il problema era che lei era andata completamente in pezzi subito dopo che il ragazzo aveva detto quelle poche parole. E poi i pezzi, cadendo a terra, si erano tramutati in polvere, una polvere finissima che il vento si portava via e che lei non avrebbe più ritrovato, neppure con tutta la sua forza di volontà.
«Sono stanco di lottare, Leti. Non ce la faccio più… Non hai idea di quanto vorrei essere come te, forte, decisa, che nonostante tutto quello che hai passato, sei di nuovo in piedi, più viva e determinata che mai… Ma io non sono come te e sono veramente troppo stanco di continuare a cercare qualcosa che non arriverà più.» aveva ammesso, sincero, togliendosi un grande peso dal cuore.
«Non sai quanto avrei voluto ricordare tutto, perché so che c’è qualcosa che manca tra me e te, quel qualcosa che mi serve per raggiungerti.» aveva detto, continuando a liberarsi, continuando a sfogarsi, continuando a tirar fuori tutto quello che sentiva dentro, per poterle dire tutto, per non tenerle nascosto più niente.
«E allora perché stai buttando tutto all’aria?» gli aveva chiesto la ragazza, cercando di non crollare proprio adesso, proprio quando le servivano tutte le sue forze per superare anche quella situazione.
«Perché ho perso la speranza…»
Letizia aveva sgranato gli occhi, colta completamente di sorpresa. «Ma cosa dici? Ci son io con te. Ti ho promesso che troverò un modo, ed intendo mantenere la mia parola, non importa quanto tempo ci vorrà.»
Ma Luke, nonostante quella preghiera colma di speranza, aveva negato con la testa ed aveva continuato ad accarezzarla, come se non riuscisse a fare altro in quel momento così tremendamente delicato.
«Non sarà per sempre, lo sai vero? Ci rivedremo presto. Farò in modo di tornare con Ashton, quando lui verrà a trovare Keli.» aveva continuato, con la voce colma di speranza, di quella speranza che era inevitabilmente entrata anche nel cuore della mora, che gli aveva sorriso debolmente, cercando di tenere a freno le lacrime.
«Quindi promettimi che mi aspetterai, che ci sarai sempre per me, qualsiasi cosa accada, che ti ricorderai di me, sempre. Perché sarà esattamente quello che farò io, perché tu lo sai che sei troppo importante per me, ed io non ci riuscirei a dimenticarmi di te, di tutto quello che abbiamo fatto insieme, di tutto quello che abbiamo vissuto insieme.»
E Letizia era rimasta in silenzio, immobile, bloccata dall’intensità di quelle parole che le avevano dato la scossa che le serviva per far ripartire i battiti del suo cuore ormai completamente distrutto.
«Non potrei dimenticarmi di te neppure se lo volessi.» gli aveva risposto, poco prima che grosse lacrime iniziassero a solcarle le guance, bruciando la pelle al loro passaggio.
Luke l’aveva stretta a sé, l’aveva abbracciata forte, ed aveva combattuto con la sua voglia di piangere, perché sapeva che era lei in quel momento ad aver bisogno del suo sostegno. Le aveva accarezzato la testa, piano, lentamente, per cullarla un po’ e per diminuire quel peso che le aveva posto sul cuore.
«Però tu te ne vai…» aveva ribattuto la mora tra un singhiozzo e l’altro. «Tu te ne vai, e io come faccio?»
Lui allora le aveva alzato il mento con due dita, lentamente, per non farle male, e l’aveva guarda intensamente, a lungo, perdendosi in quegli occhi scuri che mai e poi mai si sarebbe stancato di osservare.
«Tu non ci sarai. E io come faccio senza di te?»
«Resisti. Come lo farò io. Resisti per me, fino a che non ci troveremo di nuovo.»
«È da egoisti chiedermi una cosa simile…» aveva commentato lei, mentre un sorriso debole e triste si impossessava delle sue labbra. «Ma lo farò anche io. Solo per te.»
Allora anche Luke aveva sorriso, mentre il cuore gli scoppiava nel petto ed una felicità infinita lo invadeva.
L’aveva abbracciata, l’aveva stretta forte, per ricordarsi come i loro corpi si completassero, come si adattassero perfettamente l’uno all’altro, colmando ogni vuoto, ogni imperfezione. Le aveva baciato la fronte, come per volerle assicurare che sarebbe andato tutto bene.
 
Solo che entrambi lo sanno che niente andrà bene. Lo sentono fin dentro le ossa ma cercano di non pensarci, in quella grande sala dell’aeroporto di New York, lo stesso da cui, due mesi prima, erano usciti i ragazzi, diretti all’appartamento della mora, con Keli che faceva loro da guida in quella città immensa.
Si stringono le mani, come se solo quello bastasse a non dividerli, a non privarli di quella parte dei loro cuori che avevano perso per poi ritrovare nell’altro, accompagnata da un sentimento così intenso e così profondo, che tuttavia ha preferito rimanere nell’ombra, piuttosto che uscire ed unirli di nuovo.
Sospira Letizia, e posa lo sguardo sui suoi amici. Keli le fa un piccolo cenno con la mano, mentre si lascia coccolare da Ashton. E la mora non riesce a non sorridere, felice che almeno loro due possano vivere il loro amore, nonostante tutto. Sposta lo sguardo su Calum e Michael, seduti davanti a loro, l’uno accanto all’altro, con le dita intrecciate e gli occhi stanchi, dopo aver passato in bianco la notte appena trascorsa.
Letizia allunga la mano verso Mike, che subito la prende e la stringe con la sua, grande e calda. Si sorridono, come solo loro possono e riescono a fare. Come faranno adesso? Quei mesi passati insieme, hanno dimostrato loro quanto siano importanti l’una per l’altro. Ma ora che prenderanno nuovamente strade diverse, cosa succederà? Il loro rapporto cambierà? Peggiorerà? Migliorerà? Rimarrà sempre lo stesso? Chi può saperlo? Nessuno, ecco perché lasciano perdere quelle domande di cui, ora come ora non hanno proprio bisogno.
La mora sposta gli occhi sulla figura di Calum, che ha il viso stanco e gli occhi rivolti a terra. Allora, senza neanche pensarci più di tanto, si alza, liberandosi dalla stretta di Luke – che glielo lascia fare, perché finalmente inizia a capire i gesti silenziosi della ragazza senza che lei gli dica niente – e si avvicina al suo amico moro, per poi passargli una mano tra i capelli scuri, morbidi, attirando così l’attenzione del ragazzo.
«Si sistemerà tutto Leti, vedrai.» dice, con voce così bassa, che solo lui e la diretta interessata possano capire.
Lei annuisce, sperando che quel che ha detto il moro possa avverarsi il prima possibile. Indugia con la mano tra quei capelli scuri, e non riesce a non pensare a quanto il rapporto tra loro due sia cambiato in così poco tempo. Da che si rivolgevano pochissime parole all’inizio, ad ora che si dicono molte più cose e si capiscono al volo anche rimanendo in silenzio. Sono diventati sempre più importanti l’uno per l’altra, come se avessero aspettato a lungo quella parte che avrebbe potuto solo arricchirli, in meglio. Chi l’avrebbe mai detto che – a modo loro – sarebbero diventati quasi inseparabili? Nessuno, neppure i diretti interessati.
La ragazza sorride di nuovo, stavolta per quei pochi pensieri che riescono a scaldarle un po’ il cuore, e si volta, lasciando i due ragazzi e muovendo qualche passo verso Ashton che, capite le intenzioni della ragazza, si alza in piedi, appena prima che la mora si tuffi tra le sua braccia, per farsi stringere in uno di quegli abbracci che riescono sempre a tirarle su il morale. Un abbraccio alla Ashton è spesso la soluzione migliore per ogni preoccupazione, per ogni brutto pensiero.
Letizia non avrebbe mai creduto che il rapporto con quei quattro ragazzi potesse cambiare così tanto in così poco tempo. Insomma, era partito tutto come una cosa di lavoro e di un rapporto fan – cantanti preferiti da parte di lei, per poi trasformarsi in qualcosa di più, senza che loro se ne rendessero minimamente conto
«Piccoletta, non buttarti giù, ok? Te lo riportiamo presto.»
Lei stringe più forte l’amico, lasciando che tutti i pensieri che le affollano la testa se ne vadano via, almeno per un po’, giusto per lasciarla libera per qualche minuto. «Te lo prometto.»
E Ash non riesce a non sorridere, a quelle parole. «Anche perché ti affido Keli, e tu lo sai quanto abbiate bisogno l’una dell’altra.»
La mora non riesce a non ridacchiare, divertita dall’osservazione che ha fatto il riccio, anche se poi, riflettendoci un po’ su, l’amico ha proprio ragione. Perché né Letizia né Keli potrebbero stare senza l’altra, senza il loro appoggio per non cadere, senza la persona con cui hanno condiviso tutto nella vita, nel bene e nel male, non potrebbero mai stare separate. Sarebbe come privarle di una parte di loro, procurando una ferita che mai guarirebbe. Ed eccole lì, Letizia e Keli, amiche di una vita, insieme anche quel giorno, per salutare nuovamente quei quattro ragazzi che hanno stravolto le loro vite.
Si dividono, Ashton e Letizia, lanciandosi una breve occhiata d’intesa e la mora fa per tornare da Luke, quando due braccia la prendono per i fianchi e la abbracciano da dietro, facendola fermare.
«Che fai? Ti dimentichi di me?» le chiede Michael, stringendo piano il corpo minuto della sua migliore amica, che non riesce a non trattenere le lacrime, quelle lacrime che sta cercando di nascondere, di non far uscire, almeno fino a che lei e Keli non saranno uscite da quel posto. Ma non ce la fa, troppe emozioni le stanno attraversando il cuore, lasciandola senza fiato e confusa, come se fosse stata svuotata di tutto in un solo istante.
Senza farsi attendere, si volta tra le braccia del suo migliore amico e lo stringe. Stringe forte quel ragazzo dai capelli rossi, la sua ancora, una delle poche persone che la capisce anche quando non parla, anche quando sono solo i suoi occhi scuri a chiedere aiuto; una delle poche persone che è sempre stata sincera con lei dimostrandole sempre il proprio affetto, quell’affetto infinito che si sono sempre donati, per ringraziare l’altro anche solo di esistere e si accettarlo per come è, difetti compresi.
E Letizia sa che non potrebbe mai stare lontano da quei ragazzi, che non potrebbe mai dimenticarsi di loro, le persone più importanti della sua vita, per le quali farebbe davvero di tutto. Lo sente forte fin dentro al cuore, come lo sentono anche loro. Sono amici, sono una famiglia, lo saranno sempre, qualunque cosa accada.
 
Luke intanto osserva tutto in disparte, sentendosi un po’ fuori posto da quel bellissimo legame, di cui però vorrebbe tanto far parte. Ma quei ricordi che mancano, che non si sono ancora decisi a tornare, che gli hanno fatto perdere quella speranza che giorno dopo giorno si affievoliva, lo hanno distrutto, completamente.
Ricorda ancora ogni singola emozione provata quando aveva parlato – prima con i suoi amici e poi con Letizia – del suo voler tornare a casa. Delusione, rabbia, sconfitta. E questo non era che una minima parte di tutto quello che sta tutt’ora provando, dentro quel povero cuore che non ce la fa più a combattere, a resistere.
 
«Voglio tornare a casa.» aveva detto questo ai suoi amici, in giorno in cui erano tutti a casa di Letizia, mentre le ragazze erano fuori per fare delle commissioni veloci. E sì, c’erano anche i ragazzi, perché Luke alla fine li aveva perdonati, nonostante tutto. Aveva capito che quel che avevano fatto non era per ferirlo. Avevano agito in quel modo semplicemente per proteggerlo, per non fargli avere altre preoccupazioni, altre cose a cui pensare. Li aveva perdonati, con un po’ di ritardo, ma ci era riuscito. Non lo aveva detto apertamente, ma il modo in cui si comportava con loro e le cose che loro facevano con lui dimostravano tutto, dimostravano che pian piano tutto stava tornando al suo giusto posto.
I suoi amici lo avevano guardato ammutoliti, sorpresi da quella notizia, troppo sconvolgente per loro.
«E a Letizia non ci pensi?» aveva chiesto Calum, sperando che il nome della loro amica potesse far cambiare idea al biondo, che però aveva scosso la testa, cercando di riordinare le idee.
«È proprio per lei che lo faccio. Non fa altro che stare male per me, e io non voglio. Non voglio che provi tutto questo a causa mia. E poi, che senso avrebbe restare? Non ricorderei niente in ogni caso, quindi tanto vale tornare a Sydney e riprendere a lavorare dopo la pausa invernale…» aveva spiegato Luke, lo sguardo basso, fisso sulla punta delle sue scarpe, mentre cercava di combattere contro quelle lacrime che volevano uscire in tutti i modi dai suoi occhi.
«Non ti facevo così codardo, Hemmings.» aveva detto Michael, gli occhi verdi puntati sull’amico.
«Michael!» lo aveva ripreso Calum, preoccupato per come sarebbe finito tutto quello.
«No, Cal! Insomma, tutti sono bravi a dire “Rinuncio”. Ma credevo che Luke tenesse molto di più a Letizia e ai suoi ricordi.» aveva continuato il maggiore, il tono di voce più alto rispetto al normale, con il cuore che li tremava nel petto. Il biondo aveva alzato la testa, gli occhi sempre più lucidi, il cuore sempre più distrutto.
«Michael, tu non lo sai cosa vuol dire combattere giorno dopo giorno pur di ritrovare un pezzo di te. Non sai quanto è difficile dove combattere contro la delusione, perché non sei riuscito a ricordare niente. Non sai cosa vuol dire sentirsi morire ogni volta a vedere che la persona a cui tieni di più al mondo sta male a casa tua. Non sai cosa vuol dire sentirsi fuori posto anche con i tuoi amici, solo perché ti manca quel tassello di vitale importanza per poter riprendere a vivere come prima. Non lo sai. E io sono stanco di continuare a combattere per qualcosa che non tornerà più indietro. Mi siete stati accanto anche in questa brutta avventura, nonostante tutto, ed io posso solo ringraziarvi. Perché non avete idea di quanto il vostro sostegno sia importante per me, sempre e comunque, in ogni circostanza. Ma alla fine è una battaglia che devo vincere da solo, e per cui non credo di avere forza a sufficienza per continuare.»
Ashton aveva sospirato, passandosi le mani tra i capelli, cercando di riordinare le idee. Quella situazione stava facendo impazzire tutti loro. «Ok, torneremo a casa. Ma come farai con lei?»
Luke aveva alzato la testa di scatto, con gli occhi lucidi e con il cuore che non faceva altro che protestare.
«Verremo tutti quanti con te quando tornerai a trovare Keli. Non posso cancellare Letizia dalla mia vita, è troppo importante, più di qualsiasi altra cosa.»
Gli altri si erano scambiati uno sguardo d’intesa, perché – come Keli, del resto – avevano già capito come stavano le cose: Luke aveva solo bisogno di un po’ più tempo e poi tutto sarebbe tornato come prima, ne erano sicuri. Avevano deciso la data della partenza: il primo di dicembre. Sarebbero partiti il più presto possibile, anche per stare un po’ con le loro famiglie, specialmente a Natale.
 
E il primo di dicembre è arrivato, come un rasoio affilato che recide tutto quello che è successo, che forse cambierà le cose, che ne ha già cambiate tante altre.
Luke continua ad osservare i suoi amici, perdendosi nel vedere Letizia che ride e che si asciuga una delle tante lacrime che forse – il biondo è sicuro, purtroppo, con il cuore che si stringe anche solo a pensarlo – poi la ragazza verserà dopo, una volta tornata a casa. Ma a questo non vuole pensarci lui, non adesso, non ora che ha a disposizione gli ultimi minuti prima che l’aereo venga chiamato per portarlo dall’altra parte del mondo, dividendolo da quella ragazza mora che tanto adora per un periodo che sembrerà infinito.
Sposta un attimo lo sguardo verso i finestroni che danno su quel poco di paesaggio che si riesce a vedere, nonostante il cielo grigio che promette neve. Sospira, con la testa persa in tutta quella confusione di sentimenti che si ritrova a provare in quel salone, aspettando.
L’idea di tornare a casa ce l’aveva già da parecchi giorni, forse addirittura settimane, cioè da quando aveva iniziato a notare che tutti i suoi sforzi si stavano rivelando vani in qualsiasi caso. Eppure c’è una strana sensazione, all’altezza del cuore, che lo opprime, che lo fa stare male, come se fosse prossimo a perdere una parte di sé. Una parte che aveva grandi occhi color Nutella, capelli mossi e lunghi color marrone ebano. Sa che, lasciando Letizia, lascerà per sempre una parte di sé nella Grande Mela, in quella città dove ha vissuto momenti bellissimi, nonostante i problemi che lui e tutti i suoi amici hanno dovuto affrontare.
Si ritrova ad osservare ancora una volta la ragazza che lo ha ospitato fino a quel giorno, in piedi non lontano da lui intenta a ridacchiare e scherzare un po’ con Michael. E stavolta quello strano senso di gelosia verso l’amico non si presenta perché, in un angolo remoto del suo cuore, Luke sa che lui e Letizia si apparterranno sempre, in un modo o nell’altro, a discapito di tutto e tutti. Anche se ancora non capisce per la mora debba appartenere a lui. Insomma, lei gli piace, sì, ma non sentimentalmente. O almeno, questo è ciò che cerca di ripetersi ogni volta, nonostante i battiti impazziti del suo cuore che rivelano ben altro. Altro a cui, tuttavia, il biondo non vuole dare peso. Ha già troppe cose a cui pensare, una in più non farebbe altro che confonderlo ancora più del dovuto.
Una voce femminile all’altoparlante che annuncia l’arrivo del loro volo li fa alzare tutti e, in silenzio, raggiungono il check-in per poi avviarsi all’imbarco.
Letizia osserva Luke camminare davanti a lei, le loro mani strette così fortemente che le nocche diventano sempre più bianche ad ogni secondo che passa, i passi che rimbombano in quel corridoio apparentemente vuoto, loro due che non si dicono niente.
Non è pronta a dire addio a Luke ancora una volta. Non ora che finalmente le cose, bene o male, avevano iniziato ad andare per il verso giusto. Cosa farà dopo che lui sarà nuovamente uscito dalla sua vita? Perché, per quanto la sua speranza sia grande, la mora sa che lui non la cercherà e che probabilmente non tornerà più, lasciandole dentro un vuoto che solo lui riuscirà a colmare. Non vuole lasciarlo andare, non ci riesce. Non vuole che se ne vada di nuovo, non vuole che sparisca dalla sua vita. Semplicemente, non vuole che lui parta.
Ma come potrebbe costringerlo a rimanere? Gli chiederebbe sul serio qualcosa di così egoista? No, non è da lei, anche perché vuole solo il meglio, per il ragazzo che amerà sempre e comunque, anche a distanza di anni.
Intanto Luke sta combattendo contro se stesso. Da una parte vorrebbe rimanere, pur di stare con Letizia. Perchè non può nascondersi il fatto che pian piano quella ragazza è diventata una parte essenziale della sua vita, senza la quale lui proprio non saprebbe cosa fare. Lei è il suo punto fermo, la sua unica certezza in mezzo a quel casino che è la vita, e proprio non vorrebbe lasciarla andare, non vorrebbe dividerla con nessuno. E lo sa che questi sono pensieri egoisti, lo sa bene. Ma è semplicemente quello che sente, ogni volta che pensa a Letizia, quella ragazza che gli ha stravolto la vita, completamente, quasi senza chiedergli il permesso. Solo che lui se lo è lasciato fare, più che volentieri, ma solo perché era Letizia, e non qualcun altro.
D’altra parte, tuttavia, sa che partire è la cosa migliore, per tutti. Hanno bisogno di vedere le loro famiglie, prima di tutto, dopo aver girovagato per il modo durante gli ultimi mesi. Hanno bisogno di tornare a casa per riposarsi ed essere poi carichi per affrontare il tour dell’anno che verrà. E poi, non sopporta il fatto di dover creare così tanto disturbo alla mora. Non vuole che pianga per lui e per il fatto che i ricordi ancora non sono tornati, e forse mai lo faranno.
Sospirano nello stesso momento, incapaci di poter combattere tutti quei sentimenti che li stanno attraversando, da capo a piedi, come se si divertissero a disorientare ancora di più quei due poveri ragazzi, stremati e stanchi, reduci da una battaglia troppo grande di loro che non sono riusciti a vincere.
Arrivano all’imbarco. Tutti gli altri si salutano. Volano baci sulle guance, sulla fronte, sulle labbra; volano carezze sulla testa, pugni sulle braccia, abbracci mozzafiato; si fanno sentire dei «Buon viaggio!», «Non preoccuparti, andrà tutto bene.», «Tornate presto!».
Poi Keli si allontana dal gruppo ed i ragazzi si avviano, a parte Luke, che ancora non si è deciso a mollare la mano della mora, a cui quella vicinanza tra loro non potrebbe mai dare fastidio. Si stanno guardando negli occhi da minuti che sembrano infiniti, ma che secondo loro stanno correndo troppo velocemente, e non sono abbastanza per tutte quelle cose che vorrebbero dirsi ma che, per forza di cose, restano lì, bloccati in gola, nel cuore, troppo timorosi di uscire, per non peggiorare tutte quelle ferite già aperte.
Sanno che hanno perso e che perderanno troppe cose. Sanno che separarsi esige un costo, quasi sempre il costo più salato che la vita o il destino reclamano. Sanno che stanno facendo un errore, a non combattere per far restare l’altro, e sanno che lo rimpiangeranno sempre. Sanno che le adesso le parole servono a poco, perchè alla fine le perderebbero, in ogni caso. Sanno che il dolore non andrà mai via del tutto.
«Ti voglio bene.» sussurra Letizia, gli occhi scuri puntati in quelli chiari di Luke.
Lui le sorride, con il cuore gonfio nel petto, e la stringe a sé, la stringe forte, per poi baciarle la fronte e colmare con la sua voce quel silenzio che li separerà.
«Ti voglio bene anche io.»






Letizia
Beeene, dopo quello che ho fatto accadere, vado a nascondermi in un angolino...
Insomma, Luke ed i ragazzi tornano a Sydney, e beh... Se devo essere sincera è stato un duro colpo dovero scrivere questo capitolo, voi non ne avete idea.
Però non disperatevi, eh, che la storia NON è ancora finita, ci sono tante belle cosine che ancora devono accadere, quindi restate sintonizzati :3
Spero che vi sia piaciuto, perchè ci tengo tantissimo (a parte che tengo a tutti i capitoli di questa storia, ma questa è un'altra cosa u.u).
E spero che pure la nuova storia vi entusiasmi, perchè giuro che mi sta prendendo da far schifo. E io che questo mese volevo studiare :/, sono solo riuscita ad incasinarmi ancora di più, povera me!
Che poi, ancora non vi ho detto perchè ho postato in anticipo. DOMANI SARO' AL CONCERTO A TORINO DEI 5SOS CON LA MIA MIGLIORE AMICA. E poi passo il fine settimana lì, quindi non avrei potuto aggiornare in ogni caso, scusate per tutti questi cambi. Giuro, da giugno torna tutto regolare, promesso ;) <3.
Scusate per le note chilometriche, ma avevo qualche comunicazione da dare :3.
Grazie di tutto, sul serio, per ogni singola cosa, vi voglio davvero troppo bene *^*. Un bacione e a presto, Letizia <3

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Capitolo 20
*** 20 . I miss you ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
20 . I miss you
 
 
I thought that things like this get better with time
But I still need you, why is that?
You’re the only image in my mind
So I still see you around

I miss you, like everyday
Wanna be with you, but you’re away
Said I miss you, missing you insane
But if I got with you, could it feel the same

 
Beyoncé – I miss you
 
Sono passate due settimane dalla partenza di Luke e dal suo ritorno a casa a Sydney. E né lui né Letizia stanno bene. Non hanno fatto altro che cercare di non pensare all’altro, per non stare troppo male, anche se si erano ripromessi di non dimenticarsi mai l’uno dell’altra. Ma non ce la fanno, non ci riescono. Pensare che la persona più importante della loro vita – perché sì, anche per Luke ormai Letizia è diventata indispensabile, persino più dell’aria, anche se ancora non riesce a capire i sentimenti che prova per lei – è a kilometri e kilometri di distanza, li fa stare peggio, giorno dopo giorno.
Perché manca lo svegliarsi la mattina e sentire l’altro preparare la colazione o fare la doccia. Manca il potersi dare il buon giorno con quel piccolo bacio sulla guancia, diventato ormai un’abitudine a cui entrambi non si sarebbero mai sottratti. Manca l’uscire insieme e tenersi per mano, anche solo per sentirsi più vicini. Mancano i sorrisi, quelli d’intesa, quelli di scherno, quelli felici. Manca il batticuore di ogni momento passato insieme, con gli amici oppure solo due. Manca la sensazione di completezza di quando si addormentavano insieme, sul divano o nel letto di uno dei due, stretti così forte l’uno all’altra per non perdersi. Mancano i brividi sulla schiena, sulle braccia alle gambe, alle mani, di quando i loro occhi si incontravano anche solo per un secondo,  e tutto il resto scompariva, non aveva più importanza. Mancano tutte quelle piccole cose che li facevano sorridere e che li facevano stare bene con nulla.
E quei giorni trascorsi lontani l’una dall’altro non avevano fatto altro che marcare queste assenze, come a non farle dimenticare a nessuno dei due. Non hanno fatto altro che incidere ferite sempre più profonde nei loro cuori, mentre loro non hanno fatto altro che cercare di stare in piedi. Perché è dura, è dura stare da soli, sapendo che quello di cui si bisogno è così fottutamente lontano.
Avrebbero tanto voluto scriversi, per mantenere comunque un contatto di qualsiasi tipo. Ma non ci sono mai riusciti. E inconsapevolmente – almeno per Luke – erano tornati al punto di partenza. Non si sono mai cercati in quelle due settimane, solo per paura di poter stare male, di nuovo, peggio di prima. Ma in questo modo, non hanno fatto altro che aumentare il dolore per la lontananza. E tutto questo fa schifo, a entrambi.
 
Luke sospira e prende il telefono per l’ennesima volta nell’ultima mezz’ora. Lo accende e subito la foto impostata come blocca schermo gli fa prendere l’ennesimo colpo al cuore, ‘ché ogni volta fa sempre più male, va sempre più in profondità. Perché quella foto raffigura loro due, lui che abbraccia Letizia da dietro. Ed entrambi non avrebbero potuto avere un sorriso più bello di quello sui loro volti.
Se la ricorda bene la sera in cui Keli aveva scattato quella fotografia. Era la domenica prima della partenza dei ragazzi. Nessuno di loro stava pensando a quel momento, perché erano tutti e sei concentrati a passare al meglio le ultime ore che avevano a disposizione. Non avevano fatto altro che fare gli stupidi, avevano riso tanto, fino alle lacrime, passando forse la serata migliore della loro vita con le persone giuste, perfette, al momento giusto – anche se poi giusto quel momento alla fine non lo era stato.
Luke sorride un po’ al ricordo e mette via il cellulare, alzandosi dal divano e avviandosi verso la vetrata che dà sul giardino posteriore della casa dei suoi genitori.
Non ha fatto altro che pensare a Letizia da quando è tornato. E non è un bene, perché ogni volta il suo cuore fa sempre più male e protesta, perché gli manca quella parte che Letizia si è presa, quasi senza permesso, e che non gli ha dato indietro, come se le appartenesse di diritto. E la cosa buffa è che lui se lo è lasciato fare, senza tirarsi indietro, ma anzi lasciando che quella ragazza mora entrasse nella sua vita come un uragano, che ha sconvolto ogni cosa, in un modo che lui non avrebbe mai creduto possibile.
Si passa una mano tra i capelli biondi e sospira di nuovo, tornando verso il divano per lasciarsi cadere a peso morto. «Che cazzo devo fare?» mormora, come se il dare voce al suo dubbio possa aiutarlo.
«Fatti meno problemi, tanto per cominciare.» commenta Ben, suo fratello, mentre sfoglia il giornale.
«E invece di pensare, agisci.» continua Jack, il più grande dei tre, mentre sparecchia la tavola con sua madre Liz. Proprio quest’ultima si avvicina a Luke e gli accarezza un po’ la testa, con un sorriso dolcissimo sulle labbra, un sorriso che solo una madre potrebbe avere.
«Tesoro, chiamala o inviale un messaggio. Sono sicura che vi sentireste meglio entrambi.» gli consiglia, sperando di poter aiutare suo figlio in qualche modo. Lui le sorride riconoscente e si alza dal divano. Ha bisogno di riordinare le idee prima di fare qualsiasi altra cosa. E fa per andare in camera sua, quando la voce di suo padre Andrew lo fa fermare, ormai a metà rampa.
«Comportati da uomo e affronta le tue paure.» solo questo gli dice. Poche parole, ma efficaci, che fanno subito breccia nel ragazzo, arrivando a toccare le corde giuste.
Luke annuisce piano, convinto e grato del consiglio dell’uomo, per poi andare finalmente in camera sua. Si stende sul letto e riprende il telefono in mano per la decima volta, aprendo WhatsApp e cercando il contatto di Letizia. La loro conversazione è vuota, non si sono mai scambiati messaggi neppure quando lui era a New York. A che sarebbe servito, dato che passavano ogni giorno insieme? Solo che adesso è tutto diverso. Sono distanti e non si vedono da giorni. E Luke sa che, se dovessero continuare a tenersi in contatto, forse starebbe peggio di prima, perché il fatto di poterle scrivere ma non poterla vedere lo distruggerebbe.
Guarda a lungo la foto del profilo della ragazza e, giura, potrebbe riconoscerla ad occhi chiusi ormai. Perché è la stessa che la mora tiene incorniciata sul comodino, quella stessa foto che alla fine è riuscito anche lui ad avere, dopo aver pregato Keli in ginocchio per giorni interi.
Un sorriso gli cattura le labbra. In fondo, però, cosa costa provare? Niente, anche perché quei giorni senza lei sono stati un vero inferno, fatto di incubi e di giornate vuote, di lotte per non perdere quei pochi ricordi che si era creato con lei, fatto di speranze non ancora infrante. E Luke non vuole più provare qualcosa di simile. E sa che quella scelta gli farà male, ma non gli importa, se è il prezzo da pagare per parlare un po’ con lei.
Emana un lungo sospiro e alla fine inizia a digitare sulla tastiera.
Solo, cosa scrivere? Ciao? Come stai? Hey? No, troppo banali.
Prova allora ad immaginarsi un discorso serio, cercando di metterci tutto quello che prova, tutta quella confusione di sentimenti che si ritrova dentro. Ma alla fine quel che viene fuori è solo un discorso patetico, da ragazzo disperato e senza neanche un minimo di palle, come si suol dire.
Sospira sconfitto e lascia cadere il telefono sul materasso, concentrato solo sul fatto che il suo cuore sta battendo in modo irregolare nel suo petto. Perché deve essere tutto così fottutamente difficile tra di loro? Non trova neppure il modo per raggiungerla con uno stupidissimo messaggio!
Si alza in piedi e percorre a piccoli passi la stanza, in cui regna il disordine più assoluto.
Cerca le parole, ma non le trova. Si sforza, prova qualche frase per non sembrare banale, stupido, coglione o qualsiasi altra cosa. Ma sembra che, qualunque cosa pensi, ci sia sempre una vocina fastidiosa dentro di lui che gli sussura che niente andrà mai bene.
Si prende la testa tra le mani e respira forte, cercando di dare ordine a tutti quei pensieri che gli affollano la testa. E non si accorge di sua madre che si avvicina piano, fino a che una mano non gli sfiora la spalla. Lui sussulta lievemente, preso di sorpresa, prima di voltarsi verso la donna e sorriderle debolmente per poi abbassare in fretta lo sguardo. Sa che a Liz non sfugge niente, e ora come ora preferisce evitare di parlare di cose simili con lei. In fondo è pur sempre un ragazzo.
«Sii sincero.» gli dice lei, senza tanti preamboli, arrivando dritta al nocciolo della questione, com’è solita fare in tutte le cose, specialmente se riguardano i suoi figli. E lo ha notato che Luke per Letizia è proprio andato. Lo aveva notato la prima volta che la ragazza era venuta da loro e, a distanza di mesi, lo nota ancora adesso. E, con quell’occhio esperto che solo una madre può avere, ha notato anche che il biondo è nel panico più totale, quasi fosse agli inizi della sua prima cotta. Ecco perché gli ha appena dato quel consiglio e gli ha accarezzato nuovamente la testa, scompigliandogli i capelli, per poi uscire chiudendosi la porta alle spalle.
Luke resta attonito per qualche secondo, giusto il tempo di assimilare bene le parole di Liz.
E senza sapere come si ritrova in un nanosecondo il telefono in mano e già le sue dita digitano quel messaggio. Non lo rilegge, perché sa che potrebbe avere dei ripensamenti come suo solito, riflessivo com’è. E con il cuore in gola che pulsa, facendosi sentire persino nelle tempie e nel tremore delle mani, lo invia.
Non si aspetta una risposta, non subito e forse neppure nei giorni che verranno. Sa solo di essersi tolto un peso dal cuore scrivendole quello che di più semplice poteva esserci al mondo. L’ha fatto per dimostrargli che non si è dimenticato di lei e che mai lo farà. Non gli importa se Letizia non l’ha cercato in quei giorni. È sicuro che anche lei abbia la sua stessa paura, il suo stesso timore di fare una mossa troppo sbagliata, di ferire entrambi irreparabilmente. E per i ricordi che mancano c’è tempo, o forse non ce n’è mai stato, ma pazienza. L’importante è non dimenticarsi di quegli ultimi due mesi, trascorsi con la persona più bella di tutta la Terra.
Blocca il telefono e lo lascia sul comodino, per poi uscire dalla stanza, senza voltarsi, con il sorriso sulle labbra e una speranza senza precedenti che gli invade il cuore passo dopo passo.
 
Da: Keli
Come stai?
 
È questo che la sua migliore amica continua a chiederle ogni giorno, da quando i ragazzi sono tornati in Australia. Letizia digita velocemente la risposta, il solito Bene, tu? per evitare che Keli le faccia altre domande, come suo solito, e torna a vedere Amore e altri rimedi, pur di non pensare a niente, pur di tenere la mente occupata con qualsiasi cosa che non riguardi gli altri e Luke, soprattutto Luke, con quei capelli biondi tra cui ama passare le dita, con quegli occhi blu come il cielo che la fanno sentire a casa sempre e comunque, con quella risata bellissima e timida, dolce, che le ha sempre scaldato il cuore, con quelle mani che si incastrano perfettamente alle sue…
L’arrivo di un altro messaggio – da parte di Keli, ne è più che sicura– la fa tornare con i piedi per terra.
 
Da: Keli
Finiscila di prendermi in giro. Sono due settimane che tiri fuori questa balla.
Sii sincera, una volta tanto, con me e con te stessa.
 
La mora sospira affranta e si sfrega le dita sugli occhi, che già sente lucidi e prossimi al pianto. Chi vuole prendere in giro? Lei non sta bene, non lo è mai stata in quelle due settimane lontana da Luke. E lo sa che non dovrebbe sentirsi così, perché alla fine si sono promessi di rivedersi presto. Però lui le manca, peggio dell’ossigeno. Ormai era diventata una dolce abitudine vederlo gironzolare per casa, seduto sul divano a farle compagnia, steso sul letto che la guarda e la stringe forte, che le dà il buon giorno con un bacio in fronte. Le mancano tutte quelle piccole cose che condividevano solo loro, oltre i momenti passati con i loro amici. Quelle piccole e semplici cose che la facevano stare bene, sempre. Piccole cose che adesso mancano. E quell’assenza fa male, tanto, troppo male.
Guarda lo schermo del telefono, le parole tutte sfocate, non riesce a distinguerle bene. Allora si passa di nuovo una mano sugli occhi, e non si sorprende nel vedersi le dita bagnate. Sospira ancora, sconfortata. Ormai è brava solo a piangere, non riesce a fare altro. E sa di sembrare patetica e stupida, sa bene che non serve a niente e che non ce n’è bisogno. Solo che Luke le manca, veramente tanto.
Tira in su col naso e digita la risposta, perché tanto sa che Keli non demorderà fino a che non avrà ottenuto quello che vuole, quella risposta che ferisce il cuore della mora ad ogni parola che scrive.
 
Da: Letizia
Come credi che stia? Sto male, va bene? Sto fottutamente male! Tu non hai idea
di quanto mi manchi. E non dirmi che mi capisci, perché tu e Ashton, ora come
ora, avete un rapporto completamente diverso dal nostro. Ashton ricorda,
Luke no. E tu non hai idea di quanto ancora mi faccia male sapere una cosa simile,
sapere che per lui sono e forse rimarrò sempre un’amica. Non ci siamo neppure
cercati in queste settimane. Cos’altro devo dirti?!
 
Preme Invia, con le dita che tremano, e mette il telefono in tasca per poi andare in bagno. Accede la luce e subito l’immagine che vede nello specchio la fa rabbrividire. Il volto pallido, le occhiaie scure e pesanti, gli occhi stanchi, le labbra lievemente screpolate.
Come mi sono ridotta ad amare qualcuno di impossibile? si chiede sospirando ed aprendo ilo rubinetto per lavarsi il viso con l’acqua fredda per poi puntare di nuovo lo sguardo su quella superficie che riflette.
L’amore è una grande presa per il culo, e il bello è che io ci credo fino in fondo, nonostante tutto.
Sorride allo specchio, all’immagine di se stessa che sta cadendo a pezzi, come se volesse incoraggiarsi quanto basta per non cadere. Si asciuga il viso e si spazzola i capelli, per rimettersi in sesto almeno un po’, poi torna in salotto e si lascia cadere a peso morto sul divano. E proprio quando fa ripartire il DVD, il BIP di un messaggio si fa sentire, distraendola.
 
Da: Keli
Lo so che non è semplice, cazzo! Credi di essere l’unica che sta male perché non
può vedere il ragazzo che ama? Non sei l’unica che si sente a pezzi, Leti. Ci sono
anche io, cazzo, ci son anche io che cerco di non affondare, solo perché l’ho
promesso a Luke, che avrei dovuto essere forte per te. E la vuoi sapere una cosa?
Ammetti che non è stato solo lui a non cercare te, perché neppure tu hai mai
provato a cercare lui. Hai mai pensato a come possa sentirsi lui?
 
E Letizia a quelle parole rimane basita, senza sapere cosa dire, spiazzata dalla verità che l’amica le ha messo davanti senza troppi giri di parole. Perché, come sempre, Keli ha ragione, l’ha sempre avuta. E perché alla fine è vero, che neppure lei ha mai cercato Luke, anche se avrebbe voluto sentirlo di nuovo, almeno una volta. Ma sa anche che, così facendo, avrebbe solo marcato di più il fatto che tra loro ci sono e ci saranno sempre 15.989 km. Una distanza che non si può colmare con un semplice messaggio. Una distanza che un cuore distrutto come il suo non riesce a sopportare, neppure questa volta.
Non risponde. Sa che Keli capirà. Lascia cadere il telefono accanto a sé e fa ripartire il film, sperando che almeno per la protagonista possa andare meglio di com’è andata a lei.
E la sua serata passa così, con il suo cuore diviso tra le emozioni così intense che quel film riesce sempre a farle provare, e Luke, il ricordo di quel ragazzo che mai e poi mai potrebbe cancellare dalla sua vita.
 
Ormai manca poco alla fine del film. Letizia prende l’ennesimo fazzoletto e si soffia il naso per l’ennesima volta. Ancora non riesce a capacitarsi come faccia quella storia a farla emozionare così, ancora non capisce come possa toccare tutte le corde giuste del suo cuore. Insomma, non è la solita storia in cui i protagonisti iniziano a fare solo sesso per poi innamorarsi perdutamente l’uno dell’altro. C’è altro dietro. C’è il che lei è malata di Parkinson e che, nonostante sia giovanissima, è già ad uno stadio avanzato. C’è lui che da donnaiolo si rende conto che la sola persona che conta davvero è lei. C’è che lui non vuole rinunciare a trovare una cura per la malattia che la affligge. C’è che lei alla fine ama e si lascia amare. C’è che entrambi capiscono di non poter fare a meno l’uno dell’altra, a discapito della malattia, del futuro e di tutto il resto.
E finalmente arriva il punto in cui lui le fa la dichiarazione più bella del mondo, facendo sospirare Letizia, che proprio non riesce a non emozionarsi per cose come questa. Solo che la mora non ha prestato molta attenzione al film, perché non ha fatto altro che comparare la storia narrata alla sua, al fatto che, nonostante tutto, sia lei che Luke hanno sempre combattuto, insieme, per cercare di affrontare tutto quello che il destino o la vita mettevano loro di fronte. Ci hanno provato… ma ne sono usciti sconfitti o vincitori?
Intanto il protagonista continua a parlare e finalmente arriva la parte che preferisce
 
«Io sono un grande stronzo....anzi no, sono consapevolmente un grande stronzo, perchè non mi è mai importato di niente e di nessuno in tutta la mia vita e la verità è che più o meno tutti l'hanno accettato...sai è così...è Jamie… e poi tu… Dio… tu!»
 
E Letizia non vede l’ora che arrivi il resto della battuta di lui, così da poter finire di emozionarsi così tanto.
Solo che il BIP che la avvisa dell’arrivo di un messaggio le fa perdere in un solo istante tutta la concentrazione e tutta quella miriade di emozioni che aveva dentro, va in fumo.
Sbuffando, sblocca il telefono. E tutt’ad un tratto non esiste più niente.
No, non vuole crederci. Non vuole credere al nome scritto su quello schermo, a quelle lettere chiare e ben leggibili sullo sfondo scuro. No, è impossibile. Cioè, perché? Cosa diamine sta succedendo?
Inghiotte a vuoto, presa dall’ansia. Che fare? Lasciarlo lì, senza vedere niente, come se non fosse mai arrivato o mai esistito o mai stato spedito? Leggerlo, e stare di merda dopo? Leggerlo, e poi provare a far funzionare quella piccola grande cosa?
Prende un lungo respiro, mentre il personaggio principale continua la sua dichiarazione.

«Tu non hai mai pensato questo di me. Io non ho mai conosciuto nessuno che pensasse davvero che io valessi qualcosa, finchè non ho incontrato te…»
 
E chissà, forse sono proprio queste parole a darle la scossa, a darle quel coraggio che non ha. Chiude gli occhi. Li riapre. E la notifica del messaggio c’è ancora. Il nome del mittente non è andato via! Con il cuore in gola, che batte fortissimo, così forte da sentirlo addirittura nelle tempie, apre il messaggio.
 
Da: Luke
Mi manchi.
E io senza te non so stare.
 
«E allora l'hai fatto credere a me, perciò sfortunatamente io ho bisogno di te e tu hai bisogno di me!»
 
Continua a dire il protagonista, come se stesse descrivendo quello che è successo a Luke e Letizia, come se quelle parole fossero state scritte solo per loro.
La mora osserva a lungo quelle parole, quelle lettere che si stagliano scure sullo sfondo chiaro. Quelle parole che le fanno tornare di nuovo le lacrime agli occhi. Solo che adesso sono lacrime di felicità, una felicità che la attraversa tutta, da capo a piedi, che la invade fino a toccare anche la cellula più piccola, fino a farla sentire di nuovo completa, facendola tremare, come non succedeva da mesi.
Perché quel Mi manchi vale più dio qualsiasi altro «Ti amo.» che si sono detti.
Perché quel E io senza te non so stare è molto più importante di qualsiasi altra dichiarazione d’amore, più di tutte quelle parole urlate al vento nella notte buia, sotto le stelle o le nuvole, sussurrate sotto le lenzuola, all’orecchio, con voce dolce.
Quelle parole valgono così tanto, sono così dannatamente importanti, perché le hanno appena dimostrato che non tutto è perduto, che si può ancora combattere e restare in piedi senza gettare la spugna. Sono quella speranza che cercava e che non era ancora riuscita a trovare. Sono questo e tantissime altre cose, che le servono, le bastano, la aiutano a scrivere una risposta, quella risposta che deve a Luke da tanto, troppo tempo, con il cuore in mano, che batte fortissimo, quasi volesse uscirle dal petto per correre da Luke, per poter trovare la sua metà mancante, senza doversene staccare mai più.
 
Da: Letizia
Pensavo che le cose sarebbero andate meglio con il tempo, ma il fatto è che
io ho ancora bisogno di te. Ti vedo in ogni volto delle persone che mi sono
attorno, cerco i tuoi occhi tra la folla, ma tu non sei lì.
E mi manchi. Cazzo se mi manchi.
Mi manchi, ogni giorno come se fosse il primo. E vorrei essere insieme a te
solo per stringerti forte e per non lasciarti andare mai più, perché l’ultima
cosa che voglio è starti lontana.
Perché neppure io so stare senza te.
 
E mentre lei preme il tasto Invia con le dita che tremano, che non riescono a stare ferma sulla tastiera, per poter finalmente dare l’inizio a quella nuova parte del loro rapporto, il film prosegue, con le ultime battute dei protagonisti, che ogni singola volta riescono a farla piangere sul serio.
 
«Avrò bisogno più io di te che tu di me!»
«Va bene!»
«No! Non va bene! Non è giusto! Volevo fare tante cose!»
«Le farai, solo che le farai con me!»
 
Ed è come se quelle ultime parole la aiutassero a fare più chiarezza in tutto quel turbine di pensieri, di incertezze che aveva dentro, facendole finalmente capire una cosa, una cosa che forse avrebbe dovuto intuire fin dall’inizio, senza farsi prendere dalle paure, dai ripensamenti.
Che non importa quanto difficile e lungo sarà il cammino. Non importa quanti ostacoli ci saranno. Non importa di chi o cosa ci sarà contro e farà qualsiasi cosa pur di abbattere la nostra speranza. Non importano i litigi, le incomprensioni, le lacrime, le urla, la rabbia. Non importa non credersi abbastanza per la persona che si ama. Se si fanno le cose insieme, non c’è niente che può fermarci, che può tirarci giù.
E alla fine era proprio questo ciò che lei e Luke stavano facendo, a volte rendendosene conto, altre volte no.
L’unica cosa certa per Letizia, almeno adesso, è restare in piedi e combattere. Lo deve a Luke, lo deve a se stessa, lo deve a quell’amore che sente nel cuore e che non ha mai smesso di agire.
 
Luke fa quasi per scendere le scale, quando sente rimbombare nel corridoio il suono del telefono.
Non è possibile, pensa tornando alla porta di camera sua e notando che non l’aveva chiusa bene.
Forse se lo sarà solo immaginato. E fa per andarsene con addosso quella convinzione, quando il suo sguardo viene catturato dallo schermo del cellulare, che si è illuminato per avvisare dell’arrivo di un messaggio.
Allora lascia stare tutto e si precipita a leggere.
E sul serio è impossibile, è incredibile. Insomma, vedere quel nome, sullo schermo, per lui è quasi come un sogno, perché proprio non sperava in una cosa simile, non subito almeno. Non avrebbe mai pensato che potesse rispondergli e, no, non è e forse non sarà mai pronto a leggere cosa lei gli ha scritto. Ma il fatto è che è proprio quel mai a convincerlo, a mettere da parte la sua paura senza senso. Perché potrebbe più non avere altre occasioni per parlarle e per cercare di dare un nuovo inizio al loro rapporto che si era preso una pausa, che sarebbe durata troppo, facendoli soffrire come non mai, se non avessero deciso di inviare quelle parole.
Con la mano che trema, apre il messaggio.
Ed è come se ogni parola che legge si conficchi nel suo cuore, e ci rimanga, a completare ogni spazio che era rimasto vuoto. E Luke lo sa che adesso sta a loro, ora che hanno dato il via, a continuare quel rapporto così speciale, senza farsi fermare dalla paura di poter rovinare tutto.
Perché c’è ancora tanto da fare, lo sa bene che non è ancora finita. E sa anche che insieme riusciranno a superare qualsiasi cosa, ormai non ha più paura, ma solo certezze che vuole raggiungere, solo e soltanto con Letizia. Ed è questa convinzione, questa piccola grande sicurezza che lo fa sorridere, mentre la speranza prende pian piano posto nel suo cuore.






Letizia
Ciao a tutti, cari i miei lettori! <3
Allora, che capitolo denso anche questo!!! Insomma, i nostri Luzia che si mancano ma che hanno paura di star male di nuovo, sono o non sono la cosa migliore di questo mondo?! Un mix di paura e dolcezza, il mio cuore muore e le lacrime scendono senza tregua (non avete idea di quante volte sia morta e resuscitata mentre scrivevo *^*). Insomma, il messaggio di Luke?!?!?! 
Questo capitolo è stato un parto, soprattutto per le parti del film che dovevo prendere (a proposito del film, ve lo consiglio altamente, è bellissimo!). Tuttavia il nostra Luke ancora non ricorda, voi avete idea del perchè? Fatevi sentire, che sono davvero curiosa! E, altra domanda (sto iniziando ad amare le domande, dopotutto è uno dei pochi modi che ho per interagire un po' con voi <3 ;)): secondo voi il nostro biondino preferito ricorderà mai qualcosina? 
Ok, detto questo, credo che sia sufficiente sperare che questi due poveri cristiani capitati sotto le mie grinfie possano stare bene alla fine, piccini *^*.
Via, vi saluto, che devo andare ad aggiornare pure Give me love and fill me in (a proposito, mi farebbe tanto piacere se passaste anche da lì, sul serio, sarei felicissima di sapere quel che ne pensate! <3). E, per favore, se avete tempo e voglia, vi va di passare pure da Inatteso? Giuro, tengo moltissimo a quella storia, e vorrei più pareri possibili per migliorarla oppure sapere che cosa ne pensate.
Grazie di tutto, come sempre. Non so come farei senza di voi. Siete meravigliosi!
AVVISO NUMERO 1: DAL 7 GIUGNO TORNO A POSTARE UNA VOLTA A SETTIMANA, quindi tenetevi pronti u.u
AVVISO NUMERO 2: TRA QUALCHE GIORNO ARRIVERA' LA NUOVA LONG SU ASHTON, esattamente dal 1° giugno. Vi ricordate quella storia su Ashton che avevo rammentato nel capitolo finale di Ovunque sei? Beh, è questa che posterò ;). Si chiamerà Insegnami a vivere, ed intanto vi lascio il banner:

 
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Poi, ho scritto un OS ROSSA SLASH (MUKE), per chi avesse voglia di dare un'occhiata, eccola qui: A little bit of wine.
Detto questo, vi saluto, con un bacione immenso ed ancora un grazie infinito! Vi voglio bene, Letizia <3

 

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Capitolo 21
*** 21 . Unconditionally ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
21. Unconditionally
 
 
There is no fear now
Let go and just be free
I will love you unconditionally
So open up your heart and just let it begin
 
Katy Perry – Unconditionally
 
E da quelle prime parole, dicembre è passato così: a sentirsi sempre con un messaggio per riempire quel vuoto che non volevano più provare, per sentirsi più vicini nonostante tutti quei kilometri e tutte quelle ore di viaggio che li separano.
Non fanno altro che cercarsi, sempre, in qualsiasi momento libero che hanno a disposizione, per qualunque cosa: per raccontarsi la giornata, per commentare una cosa che uno dei loro amici ha detto, per mandarsi le foto più assurde come se potessero diminuire quella distanza che c’è e ci sarà sempre a dividerli, per ridere un po’ con qui loro discorsi senza senso, per sentirsi più vicini, quasi “a portata di mano”.
Ed è un continuo sorridere a leggere sullo schermo del telefono le parole dell’altro, che fanno sempre battere il cuore anche quando riguardano cose stupide. Perché a loro batte sempre, quell’organo strano, per qualsiasi cosa riguardi l’altro, in ogni situazione.
 
E per Letizia, le parole di Luke sono il dono più grande che il cielo abbia mai potuto farle. Da quando hanno iniziato a parlare, a far andare avanti il loro rapporto così particolare in quel modo, lei sta bene, sta fottutamente bene. Certo, il biondo le manca, ogni giorno come se fosse il primo, e a volte si sente un po’ giù a pensarci, ma non potrebbe chiedere di meglio. E spesso si ritrova anche a pensare che, se non avesse avuto tutta quella paura di stare male dopo l’esperienza a Sydney, tutto quel casino non sarebbe successo. Però ormai il danno è stato fatto, e adesso è bene non ripetere lo stesso errore, perché ha imparato dal suo sbaglio, e non vuole commetterlo di nuovo. Non vuole ripetere nessuna di tutte quelle dolorose esperienze che, nonostante tutto, a volte hanno portato anche qualcosa di buono, ma solo in minima parte.
Intanto anche Natale è passato, nel modo migliore che la mora potesse mai desiderare.
 
Era a casa di Keli, e Rose si era sbizzarrita preparando i suoi piatti migliori. Mark le aveva fatte ridere tantissimo, con le sue barzellette e con i suoi aneddoti sul lavoro. Era stata davvero una bellissima giornata. Anche perché, dopo lo scambio dei regali, le ragazze si erano rifugiate in camera della bionda per non disturbare gli altri invitati – che ormai consideravano la mora come una famiglia da tempo immemore.
Le due amiche avevano passato tutto il resto della serata a chattare con i ragazzi con la videochiamata di Skype. Era stato semplicemente perfetto. Erano tutti lì, tutti e sei, e sembrava che non ci fossero barriere a dividerli, come se quei kilometri fossero solo frutto dell’immaginazione, come se persino il vetro degli schermi dei PC fosse solo una finzione. Era stata la miglior chiacchierata di sempre. Avevano riso, scherzato, urlato di felicità pura e semplice, proprio come loro, si erano raccontati così tante cose, sorprendendosi di quante cose possono accadere nell’arco di un solo mese. Ed era stato perfetto, nonostante i cuori che battevano di nostalgia per quegli ultimi mesi passati insieme in quella grande e bellissima città. Però è bastato, per farli sentire di nuovo uniti, come quella famiglia in cui si sono sempre ritrovati.
 
E Letizia adesso è felice, felice sul serio. Non ha tutto quello che vorrebbe, ma va bene così, si accontenta di vivere con quel che viene e con quel che ha, perché sa che le cose miglioreranno col tempo, ne è sicura, lo sente dentro. È l’unica certezza che ha e a cui si appiglia con tutta se stessa per non cadere di nuovo, perché non è sicura di poter rimettersi in piedi una terza volta.
I ricordi di Luke ancora non sono tornati, e forse mai torneranno.
Questa è l’unica cosa che continua a lacerarle il cuore, ogni volta che quel pensiero le si ripresenta nella testa, quasi a volerglielo ricordare ad ogni costo. Fa male perché continua a tenere vivo quel dubbio che la ragazza porta nel cuore: Luke tornerà mai ad amarla? La ricorderà? Ricorderà tutto quello che hanno fatto insieme? Oppure resteranno semplici amici, con la loro amicizia tutta particolare, senza che i ricordi tornino?
Non lo sa, e ha paura di sapere la risposta. Perché stare in quella specie di limbo è comodo, sei al sicuro e niente e nessuno può ferirti. Solo che per ottenere quello che vuoi, quello che desideri più di qualsiasi altra cosa al mondo devi lottare, con le mani, con le braccia, con le gambe, con i piedi, con la testa, con il cuore. E forse è proprio quella lotta immane a spaventarla, perché è troppo stanca di uscirne sempre ferita.
Però lo sa che, se si tratta di Luke, lei farebbe di tutto, mille e mille volte ancora, senza rimpiangere niente, per il semplice fatto che, se c’è Luke va bene. Perché lei lo ama.
Lo ama incondizionatamente, fin da quando lo ha scoperto, non ha mai lasciato andare quel sentimento così grande e così potente che sente per lui, quel sentimento che le marchia la pelle, gli occhi, la testa il cuore. Lo ama, come se non ci fosse altra alternativa, come se non ci fosse via di fuga. Perché, anche se ci fosse una via di fuga per scappare da quel sentimento, lei non la prenderebbe mai. Sarebbe come abbandonare una parte di sé, quella parte che ha donato a Luke e che mai e poi mai vorrà indietro, perché solo lui è degno di tenerla, solo lui è in grado di amarla nel modo giusto, anche se poi un modo giusto per tutti. La ama nel modo che serve a loro per completarsi, per stare insieme, come quei due pezzi di puzzle che mai potrebbero separarsi da quanto si incastrano perfettamente l’uno nell’altro. Esattamente come loro. E anche lei lo ama, con tutta se stessa, mettendoci tutto quello che può donare e forse anche di più.
Perché l’amore non finisce mai, l’amore è infinito e questo basta sapere, per aiutarci a non mollare mai, a non gettare mai la spugna, neppure quando le difficoltà sembrano impossibili da oltrepassare.
Lo ama, lo sente dentro, ogni volta, lo sente parte di lei in una maniera incredibile, che al solo pensarci le toglie il fiato, ogni singola volta. Lo ama, lo ha sempre amato, continuerà a farlo, sempre, a discapito di tutto e di tutti, perché non le importa di quei ricordi che forse non torneranno – anche se sono ricordi importantissimi, ricordi di come si sono incontrati, di come tutto è iniziato, di come hanno fatto a far combaciare perfettamente ogni loro parte senza neppure saperlo – e che solo lei terrà nel cuore come il suo più grande tesoro.
Lo ama, questa è la sua unica, vera certezza. L’unica che le basta per sorridere ed essere felice davvero.
 
Quella sera, casa Hood è piena, fino a scoppiare. Ci sono tutti in quel piccolo salotto dalle pareti chiare, tappezzate di tantissime fotografie. Ci sono persino Mali-Koa con il suo ragazzo, di ritorno dalla loro vacanza a Londra, città che i quattro musicisti ricordano sempre con molto piacere.
A casa c’è Mali-Koa, e come al solito, è lei a decidere il film da vedere tutti insieme quella sera di inizio estate, Le pagine della nostra vita.
Alla scelta della ragazza, Calum in primis sbuffa e si siede sconfortato accanto a Michael che, sorridente e felicissimo, lo stringe a sé e gli bacia la guancia, facendo spuntare un sorriso tenero sul viso del moro.
Ashton invece accetta di buon grado, sedendosi vicino al ragazzo dai capelli colorai. In fondo quello è pur sempre il film preferito della sua ragazza e, benché triste, lo vede volentieri, solo per sentirla più vicina. Perché, anche se non lo dava a vedere, Keli mancava terribilmente ad Ashton, ogni giorno.
Luke invece rimane indeciso fino all’ultimo. Non conosce molto bene quel film, ma aveva sentito Letizia e Keli parlarne quando erano a New York, e le conosceva abbastanza bene da sapere che si tratta di un film drammatico, uno di quelli che possono permettersi la D maiuscola.
Alla fine accetta anche lui, anche perché ogni tanto ritornare alla normalità lo fa sentire con i piedi per terra, e ne ha bisogno, soprattutto in quel periodo.
La ragazza fa partire il film e subito le prime parole dette dalla voce narrante attirano le orecchie del biondo.
 
«Non sono una persona speciale. Sono un uomo normale con pensieri normali e una vita normale. Non ci sono monumenti dedicati a me, il mio nome sarà dimenticato. In una cosa sono riuscito in maniera assolutamente eccezionale. Ho amato una donna con tutto il cuore, e tutta l'anima per me questo è sempre stato sufficiente
 
La storia inizia, e subito Luke rimane colpito da come si siano innamorati i due protagonisti.
In modo semplice, senza troppe pretese, come solo gli amori estivi, pieni, vivi, vissuti riescono a fare.
E, come se gli leggesse nel pensiero, la voce narrante continua a colpirlo con quelle piccole perle di saggezza.
 
«Gli amori estivi finiscono per i motivi più disparati, ma di solito hanno tutti un elemento in comune: sono stelle cadenti, un attimo di splendore luminoso nel cielo, un lampo fugace di eternità che in un istante svanisce.»
 
La storia prosegue, e Luke si trova sempre più preso da come i due si amino, da come si sentano importanti l’uno per l’altra, da quel sentimento che nessuno dei due riesce a fermare, neppure volendo. Sente il cuore scaldarsi piano piano, man mano che la storia dei due ragazzi cresce e si evolve E spesso si ritrova a sorridere, senza rendersene conto.
Ad un tratto, un particolare colpisce la sua attenzione: la protagonista adora dipingere.
E subito gli torna alla mente un pomeriggio di un mese e mezzo prima, quando aveva sorpreso Letizia curva sulla scrivania a disegnare. È bravissima, è stata la prima cosa che ha pensato osservando alcuni di quegli schizzi fatti con la matita, poco marcati, ma già ben definiti.
«Non mi capita spesso di disegnare. Ma quando lo faccio, è come se, per almeno quei pochi minuti, tutto quello che è intorno a me svanisse, completamente.» gli aveva spiegato la ragazza, con il sorriso sulle labbra.
E Luke non può fare a meno di sorridere, di nuovo, ‘ché ogni volta che pensa alla mora si sente fottutamente bene. Ormai non si chiede neppure più come quella ragazza riesca a farlo sentire così, sa solo che vorrebbe che quella sensazione durasse in eterno, con Letizia al suo fianco, per condividere tante, tantissime cose.
Il film continua, arrivando al punto in cui i due protagonisti si dividono, contro il loro volere. Perché cose più grandi di loro li richiamano a casa.
E quando vede la protagonista andare via, dopo aver lasciato un messaggio per lui ad un loro amico, il biondo sente un dolore, forte e sordo, dentro al petto, esattamente all’altezza del cuore. Lo stesso che aveva provato quando lui e Letizia si erano salutati all’aeroporto di New York ormai quattro settimane prima.
Sospira e cerca di pensare ad altro, perché il ricordo di quegli ultimi minuti con lei, è quello più doloroso di tutti. Perché non avrebbe mai voluto vedere il trucco che le macchiava le guance, non avrebbe mai voluto essere la causa del suo pianto. Perché lo sapeva che con quella partenza avrebbe irreparabilmente ferito entrambi, se non si fosse deciso ad inviare quel messaggio.
Come se i suoi pensieri fosse collegati all’andamento del film, vede il protagonista scrivere lettere su lettere a lei. Lettere che mai avranno una risposta.
E Luke si ritrova a pensare a cosa avrebbe fatto, se Letizia non avesse risposto ai suoi messaggi, se non lo avesse più voluto né vedere né sentire. Non pensa che sarebbe riuscito a farcela, a restare senza di lei, senza la sua presenza costante, seppur limitata. Non sarebbe mai riuscito a stare senza di lei e basta, indifferente dal come avrebbe potuto raggiungerla. Perché Luke la vuole lì, adesso, accanto a lui in quel salotto buio illuminato solo dalla luce fioca della TV. Vuole tenerle la mano, le loro dita intrecciate. Perché gli manca troppo quella sensazione di completezza che quel semplice gesto riusciva a dargli.
La storia di quei due innamorati prosegue, e il biondo guarda con interesse sempre più vivo, come se quel film volesse dirgli qualcosa, qualcosa di tremendamente importante che purtroppo ora gli sfugge.
Lei ha conosciuto un altro e ha acconsentito al matrimonio.
E a Luke sale la rabbia. Insomma, dopo tutto quell’amore che diceva di provare per il protagonista, va a stare con un altro?! Ma non fa in tempo a pensare altro, che subito un colpo di scena lo zittisce: la foto del protagonista sul giornale che lei sta guardando, una foto che fa vedere molto bene la casa che lui da solo aveva restaurato e rifatta da zero solo per lei, solo per il suo amore di tutta una vita.
Luke si sorprende, a vedere quanto l’amore possa far diventare le persone folli e irrazionali. Però non può fargliene una colpa. Perché alla fine tutte quelle sensazioni e tutte quelle emozioni che si provano quando si è innamorati, sono la cosa migliore del mondo, a detta dei suoi migliori amici. E Luke, nonostante non li abbia mai provati, spera di poterli sperimentare almeno una volta nella vita. E in una frazione di secondo, come un fulmine al cielo sereno, il volto di Letizia si fa strada tra i suoi pensieri, diventando ben presto il suo chiodo fisso, senza che lui riesca a toglierlo.
La storia prosegue, e la protagonista torna da lui e passano insieme i tre giorni più belli di tutta la loro vita.
 
«Lei è tornata nella sua vita come una fiamma in attesa che divampa e invade il suo cuore. Noah rimane sveglio tutta la notte, a meditare sulla sicura agonia che lo aspetta se la perderà un seconda volta.»
 
Di nuovo la voce del narratore colpisce Luke, arrivando fino a quelle corde così intime e ben nascoste riuscendo a farlo tremare.
Perché il biondo può ben comprendere come si senta il protagonista. Conosce bene quell’agonia di cui sta parlando, quell’agonia che accompagna anche la sua vita da quando è tornato a Sydney. Un’agonia nata da quei ricordi mancati, che inevitabilmente hanno fatto perdere qualcosa di quello che era successo tra lui e Letizia. E lui l’avrebbe persa del tutto, se non avesse accettato a farsi aiutare, proprio da lei, che gli aveva dato tutto di sé, senza voler niente in cambio. Solo che inevitabilmente anche lui le aveva donato qualcosa, e lo aveva fatto più che volentieri. Le aveva donato tutto il suo affetto e, senza rendersene conto, le aveva donato una parte di sé, del suo cuore affinché fosse lei la sola a custodirla. Non vuole pensare a come sarebbe perderla di nuovo. Sarebbe peggio di quei giorni d’inferno trascorsi prima dei loro messaggi. E il ragazzo sa di non volerne vivere ancora.
Il film intanto continua ad andare avanti, e finalmente molti fili giungono al loro nodo, facendo capire tutti gli intrecci delle relazioni, dei personaggi, della trama. Ormai i due protagonisti sono anziani, e hanno vissuto il grande amore della loro vita per tutto il tempo che era stato concesso loro di vivere. Solo che quel tempo era stato una delle tante vittime dei giochi del destino.
Perché lei è malata, e ormai non ricorda quasi più niente di quello che è successo con suo marito.
 
«La storia della nostra vita, di Hallison Hamilton Calhoun. Al mio amore, Noah. Leggimelo e tornerò da te»
 
Sono queste le parole che si marchiano a fuoco nel cuore di Luke, come se calzassero a pennello su tutto quello che lui e Letizia hanno vissuto insieme.
Perché anche qui si parla di ricordi che non vogliono tornare, perché c’è qualcosa di più grande di loro che li tiene fermi, li tiene nascosti in quel luogo lontano da tutto e da tutti, irraggiungibile e impenetrabile. E il biondo non può non pensare a quanto Letizia sia stata importante per lui, in quelle prime settimane dopo l’incidente, passate a cercare di accettare quella nuova vita senza una parte del suo passato, una parte forse persa per sempre. Cosa avrebbe fatto se lei non ci fosse stata? Niente, non avrebbe fatto niente. Semplicemente, si sarebbe lasciato schiacciare dal peso di quella verità troppo grande per essere portata da una persona sola. Come sarebbero andate le cose se tra loro non ci fosse stato tutto quello che è successo? Probabilmente non sarebbero neppure iniziate o, se lo fossero, non sarebbero state le stesse e forse non avrebbero quel bellissimo rapporto che hanno adesso.
Il ragazzo sa di dovere praticamente tutta una vita a Letizia, una vita che passerebbe volentieri con lei, per il semplice fatto che quella ragazza è l’unica a vederlo e ad accettarlo così com’è: con tutti i suoi difetti e le sue insicurezze, con tutti i suoi mille pensieri e i mille problemi.
Senza Letizia, lui non sarebbe stato niente, questo può affermarlo con assoluta certezza.
E mentre il film volge al termine, con le battute finali, Luke finalmente capisce.
 
«Tu credi che, il nostro amore riesca a fare miracoli?»
«Oh, sì certo. È questo che ti riporta a me tutte le volte.»
«Tu credi che, il nostro amore potrebbe portarci via insieme?»
«Io credo che, il nostro amore possa fare tutto quello che vuoi.»
«Ti amo.»
«Ti amo, Allie.»
 
«Ti amo.»
Quelle due parole rimbombano nel suo cuore, nella sua testa. Fanno male, fanno tremendamente male, all’altezza del cuore, come se volessero uscire adesso per poter raggiungere la persona a cui sono destinate, come se fossero una bomba ad orologeria che scoppierà a breve e creerà il caos più completo.
«Ti amo.»
Il viso di Letizia gli compare dolce davanti agli occhi. E Luke capisce, capisce sul serio, capisce tutto quanto.
Capisce il perché si sia subito fidato di lei, quando neppure la conosceva.
Capisce la strana sensazione che provava quando la vedeva all’inizio, prima ancora di conoscerla sul serio.
Capisce i sorrisi che spuntavano sempre sulle sue labbra ogni volta che la sentiva nominare.
Capisce la scossa che aveva sentito quando l’aveva accarezzata la prima volta.
Capisce quella sensazione fantastica che aveva provato la prima volta che le aveva preso la mano.
Capisce il suo sentirsi bene quando lei gli era vicino, ed il suo stare male quando lei non c’era.
Capisce tutti quei sogni che la vedevano come protagonista indiscussa.
Capisce il batticuore intenso che lo scuoteva tutto ogni volta che erano insieme.
Capisce il perché di quei brividi addosso quando la vedeva ridere e gli scaldava l’anima senza saperlo.
Capisce la sua voglia di volerla baciare, quella sera dopo la visita al cimitero.
Capisce il fatto di non volerla ferire, mai, per nessuna ragione al mondo.
Capisce il perché della sua lieve gelosia verso Michael o verso qualunque altro ragazzo la guardava.
Capisce il senso di completezza che provava, solo con lei.
Capisce il perché della sua paura a non volerla lasciare, e voler restare in quella città solo per lei.
Capisce tutta quella tristezza, tutto quel dolore che aveva provato durante le due settimane dopo la partenza.
Capisce la felicità che aveva provato a leggere la risposta di lei e a come si sente ogni volta che ci parla.
Capisce il perché abbia fatto tutti quegli strani pensieri durante i film, su di lui, su di lei, su di loro.
Capisce il perché le sia mancata così tanto, come l’ossigeno di cui tutti hanno bisogno per vivere.
Capisce che non vuole lasciarla più andare, perché è troppo importante per lui.
Capisce che deve fare di tutto, per quel noi in cui sta iniziando a credere.
Perché è innamorato.  
Luke ama Letizia, lo ha sempre fatto.
Solo che se n’è accorto solo adesso, solo grazie a quel film di dieci anni fa e alle parole di un bravo scrittore.
È innamorato di lei, dei suoi capelli scuri e mossi, morbidi e profumati.
È innamorato dei suoi occhi scuri, caldi e belli, intensi, così profondi da fargli spesso spavento.
È innamorato della sua risata, la sola che mai si stancherebbe di sentire.
È innamorato delle sue mani dalle dita affusolate; le uniche in grado di aiutarlo, di sorreggerlo quando cade.
È innamorato del suo essere così sincera, viva, vera, unica, forte, soprattutto forte.
È innamorato delle sue piccole manie e del suo modo di vedere le cose.
È innamorato di come solo lei riesca a farlo sentire a casa, a discapito del luogo e del tempo.
È innamorato di come si impegni in ogni cosa che fa, della grinta che ci mette, dei sogni in cui spera.
È innamorato di Letizia dalla prima volta che l’ha vista in quella stanza di ospedale accanto a lui.
È innamorato di lei. La ama per ogni singola cosa che la caratterizza, che dice, che fa.
È innamorato, ed era questa la certezza che aveva così tanto cercato fino a quel giorno, senza riuscire a trovarla. L’aveva sempre avuta a portata di mano, ma non l’aveva mai vista sul serio.
Solo ora si rende conto di quanto Letizia sia importante per lui, di quanto e di come lo sia sempre stata. Adesso finalmente molti tasselli iniziano a tornare al loro posto, facendogli vedere le cose in modo più chiaro, perché ancora non riesce a credere alla rivelazione del suo cuore.
Prende il cellulare e lo accende. E subito la foto di lei sullo sfondo conferma tutto.
E Luke capisce che non vuole, che non deve aspettare oltre, adesso che sa. Gli ci è voluto tutto quel tempo a capire i suoi sentimenti e ora non ha tempo da perdere. Deve agire, subito, prima che le cose possano cambiare ancora, prima che sia la sua stessa insicurezza a fermarlo.
Si alza, che ormai gli altri hanno messo tutto in ordine, e fissa i suoi occhi chiari sui suoi amici, che rispondo al suo sguardo senza capire di preciso cosa c’è che non va.
«Dobbiamo tornare.»
 
I due giorni seguenti sono un putiferio. Prendere i biglietti per la data scelta è stato più difficile del previsto perché gli aerei erano quasi tutti pieni. Cercare di progettare qualsiasi cosa per evitare eventuali fan che li vedranno è stato veramente complicato. Il preparare le valigie in fretta ha fatto preoccupare un po’ i loro genitori, specialmente le loro madri, soprattutto Liz.
«Devo andare. Non posso aspettare.» le aveva detto Luke mentre chiudeva il borsone. L’aveva stretta forte e lei aveva sospirato, felice che suo figlio avesse finalmente capito.
Tutte le famiglie si erano poi salutate all’aeroporto, giusto qualche minuto prima che i ragazzi facessero il check-in e poi si imbarcassero, a notte fonda.
Tutto era successo alla velocità della luce, senza che loro se ne rendessero davvero conto.
 
Ed ora eccoli lì, i 5 Seconds of Summer, diretti nuovamente in una città che aveva segnato una parte importantissima nelle loro vite, che li aveva visti cambiare, li aveva visti crescere e maturare in soli due mesi.
Luke ha lo sguardo puntato oltre il finestrino, verso quella piccola parte di paesaggio che riesce a vedere nonostante sia buio pesto. Il mare increspato dal vento, la luna un po’ coperta dalle nuvole, le stelle che mai si vedranno da un aereo.
Sospira, in preda all’ansia, e Calum gli batte una pacca sulla spalla, facendolo voltare. Si sorridono, e il biondo sposta lo sguardo sui suoi amici, sulle persone coi cui condivide il sogno di una vita; che lo conoscono meglio di chiunque altro; con cui ha condiviso gioie e dolori, fallimenti e successi, amicizia e amore.
Gli altri rispondo al sorriso. E Luke adesso sa, lo sente dentro, che ormai molte delle cose in sospeso sono finalmente al loro posto, che adesso tutto sta finalmente tornando ad avere la piega che aveva un tempo.
Ha solo bisogno di raggiungere un piccolo tassello. Quell’unico tassello a cui non potrebbe mai rinunciare.
Ed è proprio per questo che sta andando là, con il cuore che batte forte nel petto, con le mani che tremano per l’emozione, con la menta concentrata su una semplicissima cosa.
Sto mantenendo la mia promessa, perché vengo per non lasciarti più.






Letizia
BALLIAMO LA CONGA, URLIAMO, SCLERIAMO, PIANGIAMO TUTTE LE NOSTRE LACRIME. Luke si è reso conto di amare Letizia (per la seconda volta, anche se lui - per adesso - crede che sia la prima). Insomma, era l'ora, e che diamine! Era l'ora che il nostro biondino capisse i suoi sentimenti! E poi, cosa fa il nostro biondino? TORNA DA LEI!!!!!!
Cioè, vi rendete conto? LUKE TORNA A NEW YORK CITY!!!! Non ricorda ancora, ma chi se ne frega. Intanto abbiamo fatto un ENORME passo avanti.
Scusate lo sclero, ma non vedevo l'ora di postare il capitolo *^*.
E io piango, giuro, piango malissimo, perchè in questo capitolo ho messo tutto quel che avevo, giuro. Soprattutto le parti in corsivo per me sono importantissime. E ora vi spiego il perché.
Il film di cui stiamo parlando è Le pagine della nostra vita, che vi consiglio caldamente di vedere perchè è la cosa più bella di questo mondo. E, beh... Questo film mi ha dato tanto, sul serio. E metterlo qui, in questo capitolo, è come se avessi messo una parte di me.
Spero che vi sia piaciuto e spero che mi lascerete qualche parolina per farmi sapere quel che ne pensate :3. Sapete che non mordo e che mi bastano 20 parole di numero, quindi, dai, sentitevi liberi di dire quel che volete (a parte offese, per favore). Ci conto davvero! <3
E adesso, passiamo agli avvisi :/. Scusate, ma per tutto giugno sarà così. Allora:
- ogni lunedì e giovedì (aka, DUE VOLTE A SETTIMANA) aggiornerò Insegnami a vivere.
- ogni mercoledì aggiornerò Links. (la storia a 4 mani con Nanek finalmente online!)

- ogni giovedì aggiorno pure Inatteso.
- ogni sabato aggiornerò The only reason e Give me love and fill me in, tanto manca poco alla fine di entrambe queste storie u.u
Quindi, giugno sarà un mese davvero intenso per me con tutte queste fanfiction :P. Ma non disperate, mi sono organizzata al meglio e non dovrebbero esserci problemi, o almeno lo spero.
Detto questo, vi saluto e vado ad aggiornare Give me love and fill me in, sperando di trovarvi in tanti anche lì. Grazie di tutto, sul serio, GRAZIE PER LE 150 RECENSIONI! <3 Vi amo davvero troppo, sappiatelo, sappiate che senza di voi questo sequel non ci sarebbe stato. Ricordatevelo sempre ;) <3
Un bacione e a presto, Letizia <3

 

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Capitolo 22
*** 22 . Boom clap, with me ***


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22 . Boom clap, with me
 
 
Through it all, I made my mistakes
I stumble and fall,
But I mean these words

I want you to know, with everything I won’t let this go
These words are my heart and soul,
I hold on to this moment you know
Cause I’d bleed my heart out to show, that I won’t let go

Thoughts read are spoken, forever in doubt
And pieces of memories fall to the ground
I know what I did and so, I won’t let this go
Cause it’s true, I am nothing without you

 
Sum 41 – With me
 
 
I feel your love
Boom clap, the sound in my heart
The beat goes on and on and on and on and
Boom clap, you make me feel good

Come home to me, come home to me now
You are the light and I will follow
You let me lose my shadow
You are the sun, the glowing halo
And you keep burning me up with all your love
 
Charli XCX – Boom clap
 
Il traffico quella sera di dicembre è così fitto, che le macchine non riescono a muoversi sulle strade larghe della Grande Mela. Dopo tutto, come potrebbe essere diversamente? È la sera del 31 dicembre, il giorno forse più importante dell’anno per tutta la città. I negozi e i ristoranti che rimangono aperti fino a tardi. Le luminare in ogni dove. Tantissimi turisti in visita che invadono le strade. In ogni dove c’è sempre qualcuno con cui poter scambiare quattro chiacchiere senza essere preso per strambo. Perché New York è la città dove puoi essere te stesso, in qualsiasi situazione. Tanto al resto della gente non cambierebbe molto. Dopotutto, i newyorkesi sono abituati a vedere i vari modi con cui le persone si esprimono.
 
Luke sbuffa sonoramente per l’ennesima volta negli ultimi quindici minuti e controlla che ore sono. È veramente tardi e ha paura di non trovare Letizia a casa, anche se Keli gli ha assicurato che rimarranno lì per tutta la sera, perché non hanno voglia di mettersi in ghingheri per festeggiare.
È nervoso, il biondo, teso al limite dell’impossibile. Ha paura di quello che sta per fare e, nonostante tutto, non è sicuro di essere abbastanza pronto per affrontare le conseguenze, se dovessero rivelarsi più che negative. Però sa che deve provare, a qualsiasi costo. Gli è servito troppo tempo per capire i suoi sentimenti e non ha alcuna intenzione di buttare la spugna proprio ora, dopo aver viaggiato per venti lunghe ore – dormendone cinque al massimo – con il cuore che aveva fatto altro che battere forte, quasi fosse impazzito, preda di una malattia che il biondo è più che felice di poter finalmente provare.
Sospira e cerca di mettersi un po’ più comodo sul sedile di quel taxi giallo che hanno preso all’aeroporto e in cui sono seduti ormai da ore. Fa terribilmente freddo quella sera, e piccole nuvolette di fiato caldo escono dalle bocche dei ragazzi nonostante l’aria calda accesa. È quasi un’ora che sono fermi in quella strada, perchè quel giorno c’è veramente troppa gente in giro per poter andare più veloce.
Sospira e getta nuovamente l’occhio sull’orologio che ha al polso. 22:33.
È tardi, è veramente troppo tardi. E Luke non vuole arrivare da lei che l’anno nuovo è già cominciato, vuole raggiungerla prima, vuole abbracciarla prima che si chiuda quell’anno che ha parlato sempre di loro, per poter iniziare quello nuovo insieme. O almeno, lui spera così. Perché è sicuro della forza dei suoi sentimenti, li sente in ogni singola parte del suo cuore, li sente toccare ogni cellula, anche quella più profonda. Ma non sa quello che prova Letizia. E se lo respingesse? E se lo vedesse solo come un semplice amico? A quel punto, cosa succederebbe? Sinceramente non lo sa, e non vuole pensarci, non adesso che è così vicino per poterla raggiungere, per poter tornare da quell’unica persona che gli ha stravolto la vita senza accorgersene.
E forse è per questo che, rilegando la sua parte razionale in un angolo, si decide a cambiare le carte in tavola. Ecco perché si slaccia la cintura e lancia un’occhiata veloce ai suoi amici – che fortunatamente lo capiscono subito – prima di aprire la portiera del taxi ed uscire in strada. Senza aspettare oltre inizia a correre, anche se non sa dove si trovi di preciso.
Corre, macina passi su passi tra quelle macchine ferme. Corre e non gli importa niente del freddo di quella sera invernale, non lo sente addosso. Corre, sul marciapiede, sorpassa le persone, le scansa, si scusa, aumenta il passo, con il cuore che battere sempre più forte, quasi volesse uscirgli dal petto. Svolta a destra e quasi non ci crede di essere all’angolo della casa di Keli, davanti Central Park, che per quella sera sembra un posto fatato, eterno, fuori dal tempo, come un mondo a parte.
Senza aspettare oltre, attraversa la strada e percorre quei viali su cui aveva camminato con la mora, sotto quegli alberi che adesso sono spogli, ma che prima erano ammantati dalle foglie rosse e gialle. Continua a battere i piedi sull’asfalto e non gli interessa se qualche fan possa riconoscerlo. Non ha proprio il tempo per pensare al lavoro adesso. Ha solo una cosa in testa, da giorni ormai, e fino a che le cose non si saranno sistemate, non vuole pensare ad altro.
E subito, come richiamati da una calamita invisibile, gli occhi grandi e scuri di Letizia fanno capolino tra i suoi pensieri, riuscendo a calmarlo almeno un po’.
Continua a correre, con lei in mente, lei che ama a fargli compagnia e a fargli acquistare sempre più coraggio, passo dopo passo. E vorrebbe arrivare il prima possibile, vorrebbe che il tempo non gli fosse così contro, perché durante il volo non ha fatto altro che pensare, a lui, a lei, a loro.
Si era reso conto che senza lei, lui non era niente, lo sarebbe mai stato. Non era tanto per dire. Era vero! Perchè senza la presenza costante della mora dopo l’incidente, lui non sarebbe dov’è adesso, non sarebbe mai stato lo stesso Luke di sempre, quel Luke che conoscono tutti.
Aveva sì fatto i suoi errori, e ci era caduto sopra, facendosi male, molto male, uscendone con il cuore completamente ammaccato, distrutto e troppo stanco per poter sopportare ancora qualcosa. Ed era solo grazie a lei se era riuscito a reagire.
Dopo che era tornato a Sydney, si era sentito solo, svuotato di una parte che si colmava solo se erano insieme, cosa alquanto improbabile, a causa di tutti quei kilometri in mezzo a loro. Gli sembrava di camminare da solo su strade sconosciute, senza una meta da raggiungere. E tutto questo perché lei non c’era.
E Luke sa di doverle molto, sa di doverle tutta la vita. E sa anche quanto siano importanti tutte quelle parole che ha nel cuore. Parole che non potrebbe mai lasciar andare, neppure se potesse, neppure se lo volesse. Perchè fanno parte di lui, del suo cuore, della sua anima. Parole così incatenate dentro di lui che non potrebbero mai abbandonarlo. E sarebbe disposto a fare di tutto, se dovesse servire, per farle capire che non lascerà andare niente di loro, mai. Anche se poi quel loro è poco, perché i ricordi probabilmente non torneranno più, ma va bene così. Gli basta sapere che Letizia sarà al suo fianco. Questa è l’unica cosa di cui ha bisogno.
Continua a correre, a macinare sempre più kilometri con la suola di quelle scarpe ormai consumate dal tempo.
Corre e il cuore gli diventa man mano più leggero, preda di una speranza troppo viva, troppo forte perché possa spegnersi in un batter d’occhio.
Dopo poco riesce a vedere il cancello, quello davanti al portone dell’edificio dove abita Letizia. Il cuore gli balza in gola per l’ansia, la paura, l’emozione forte che non riesce a farlo restare lucido abbastanza. Sospira, cercando di darsi una calmata, ma senza risultato. Non riesce ancora a credere di aver fatto quella pazzia, solo per raggiungerla di nuovo, questa volta con l’intenzione di tenerla cos sé, fino alla fine. Perché ha rischiato di perderla tante, forse troppe volte in così poco tempo. Non vuole perderla del tutto, non adesso che ha capito ciò che prova per lei. Perché alla fine è proprio quell’amore immenso, infinito, indescrivibile che prova per quella ragazza mora, se ha fatto tutto quel che ha fatto.
Con il sorriso sulle labbra e con una felicità senza eguali dentro al cuore, attraversa la strada e tira fuori il mazzo di chiavi di scorta che Letizia gli aveva dato per poter entrare in casa anche senza di lei. Il non averglielo restituito si è dimostrata una scelta molto saggia.
Fa scattare la serratura e sale i gradini a due a due, quasi potesse volare per arrivare subito da lei, per poterla stringere forte, come faceva prima, per poterla sentire il più vicino possibile, per far combaciare tutte le loro imperfezioni.
Arriva finalmente alla porta dell’appartamento e fa per infilare la chiave nella toppa, quando ad un tratto il dubbio lo invade tutto insieme.
Cosa diamine sta facendo? Potrebbe davvero entrare nell’appartamento così, come se niente fosse? Cosa gli è saltato in mente? Lei potrebbe benissimo cacciarlo di casa e non rivolgergli mai più la parola. E tutto finirebbe, così, lasciandogli un vuoto incolmabile nel petto. No, non è questo che vuole, non ha viaggiato tutte quelle ore solo per questo. Proprio non riesce a pensare che Letizia possa non aver percepito che tra loro c’è molto di più che di una semplice amicizia.
Sospira, sconfortato, e poggia la testa alla porta, piano, evitando di farsi sentire. Solo che un suono strano, forse un singhiozzo, proveniente dall’altra parte, lo mette in guardia, mentre il suo cuore comincia a battere furiosamente nel petto.
«Luke, mi manchi.» sente dire dopo poco da quella voce che riconoscerebbe sempre e comunque.
Ed è come se quelle tre parole abbiano abbattuto in un solo ogni dubbio del ragazzo, ogni sua insicurezza, ogni sua paura, come se lo abbiano liberato da quel qualcosa che ancora lo teneva legato, come se siano quella conferma, la certezza che Luke aspettava da sempre. Come se abbiano semplicemente aspettato il momento giusto per agire, per farli finalmente incontrare.
Ecco perché Luke non si fa più alcun problema, non si chiede più niente.
Semplicemente inserisce la chiave nella serratura, facendola scattare ed attirando contemporaneamente su di sé l’attenzione di Letizia che lo guarda ammutolita, mentre lui non riesce a fare a meno di sorridere, a causa di quella felicità che lo sta invadendo, secondo dopo secondo.
 
Letizia sospira, per l’ennesima volta quella sera, la più bella di tutto l’anno a detta di molti. E anche lei sarebbe stata della stessa opinione, se non ci fosse stata quella fottutissima nostalgia a pesarle sul cuore, come un macigno impossibile da smuovere.
«Leti, cos’hai?» le chiede Keli, facendola tornare con i pensieri per terra.
La mora non si volta, si limita ad abbassare un po’ le spalle e la testa. «Non ho niente, è questo il problema, lo stesso da sempre.» mormora in risposta, allontanandosi dalla finestra e sedendosi mollemente sul divano, iniziando a giocare con il bordo di un cuscino.
L’amica scuote il capo e le si avvicina, con il sorriso più bello che possa avere. «Ash mi ha detto che torneranno presto. Ancora devono decidere tutto, ma non dovrebbe essere più tardi di fine gennaio, a esagerare potrebbe slittare verso la metà di febbraio, ma dubito.»
Letizia sorride felice perchè l’amica non sta nella pelle al pensiero di rivedere il suo ragazzo così presto. Solo che quella nostalgia non va via, anzi, aumenta il suo peso, schiacciandole il cuore, come se si divertisse a farle così male, a farla stare così male, di nuovo, nonostante tutto quello che aveva fatto per cercare di star bene.
Perché i messaggi di Luke hanno iniziato a non bastarle più, come le mail e le video chiamate che hanno fatto per tutto il mese di dicembre. Niente di tutto questo le basta più, perché lei ha bisogno di lui lì, in carne ed ossa, per poterlo stringere e sapere che va tutto bene, che supereranno anche questa, insieme. Ma lui non c’è e, nonostante quel nuovo rapporto che è nato tra loro, niente potrà mai più tornare come prima. Ed è questa la cosa che continua a ferirla più di tutte.
«Leti, guardami.» le dice la bionda, paziente e forte come sempre. La mora alza gli occhi verso la sua migliore amica, la persona che le è sempre stata accanto, come la sorella che non ha mai avuto sul serio, che l’ha sempre capita, senza girare troppo attorno al problema, ma aiutandola a superarlo alla radice, ogni volta. Keli è quella persona che non si trova tutti i giorni: una persona più unica che rara, con quel suo ottimismo sfrenato e quella voglia di vivere sempre attiva. Keli è fantastica, semplicemente, esattamente così com’è.
La bionda le sorride e le si siede accanto, prendendole le mani.
«Leti, si sistemerà tutto, vedrai. Adesso però basta stare male. Non serve a niente.»
E la mora sa che l’altra ha ragione, come sempre del resto. Ma proprio non ce la fa, è troppo spossata, senza forte, stanca di quel gioco del destino a cui non vuole più sottostare.
 
Sono le 23:13 e Keli è andata via da una mezz’ora buona, perché i suoi genitori l’avevano chiamata per una cosa importante. La bionda non era scesa nei particolari, era semplicemente uscita dall’appartamento dicendo «Mi hanno chiamata i miei, torno tra poco, promesso.», prima di salutarla con un veloce bacio sulla guancia.
E la mora adesso è lì da sola, seduta su quel divano grande e morbido, con la musica accesa a volume bassissimo e con in mano l’album che contiene tutte le foto che ha scattato quando era a Sydney. Le sembra impossibile, eppure sono passati già sette lunghi mesi, da quando aveva messo piede per la prima volta in quella casa grande, che aveva visto i mesi più belli della sua vita, fino ad ora.
Sospira e si ritrova a sorridere, al vedere tutte quelle foto che avevano scattato per l’enorme festa a sorpresa che lei, Keli, Calum e Michael avevano organizzato per Ashton e Luke, con l’aiuto dei familiari dei ragazzi.
 
Era stata la festa migliore di tutte, anche perché il maggiore non se l’aspettava proprio. Ci era rimasto troppo male quando nessuno dei suoi amici gli aveva fatto gli auguri quel lontano 7 luglio, e ritrovarsi così all’improvviso una festa solo per lui e per uno dei suoi migliori amici è stato il regalo migliore che potesse mai ricevere. Si erano divertiti tanto, con la musica, la torta buonissima e tutti quei buffi regali.
Letizia e Keli avevano avuto modo di conoscere gli altri familiari dei ragazzi e subito si erano appartate con Mali-Koa e Lauren a parlare su quei quattro scemi che non facevano altro che farle stare in pensiero.
Sono fantastiche, era la prima cosa che la mora aveva pensato di loro, cosa che poi aveva avuto modo di accertare con il tempo. Perché durante i mesi in cui Luke era rimasto da lei a New York, entrambe si erano fatte sentire appena potevano, per darle un po’ di sostegno, una mano, oppure per tirarle su il morale.
 
E Letizia sarà sempre eternamente grata a tutte quelle persone che, in quel periodo della sua vita, le sono state accanto come meglio hanno potuto, chi più chi meno, dando inconsapevolmente un aiuto immenso.
Si ritrova a sorridere, con il cuore riscaldato da quei bellissimi ricordi che mai potrebbe dimenticare. Perché, nonostante abbai cercato di eliminare dalla sua vita qualsiasi cosa riguardasse quei mesi passati in Australia, adesso capisce che avrebbe solo fatto la cazzata più grande di tutta una vita. Quei ricordi sono la cosa più preziosa che ha e che mai e poi mai vorrebbe perdere.
Con il cuore che batte un po’ più forte nel petto, sfoglia quelle pagine piene di istanti fermati in un’immagine.
Calum che fa la linguaccia mentre Michael lo abbraccia da dietro.
Ashton che sorride a Calum mentre Keli gli fa il verso da dietro.
Luke che batte il cinque a Cal mentre il moro beve dalla bottiglia.
Michael che si ritrae da un abbraccio di Ashton.
Keli e Luke che si abbracciano forte, pronti a combinarne di tutti i colori.
Lei e e la sua migliore amica che si sorridono e si tengono per mano, insieme fino alla fine.
Luke e Michael che bevono dal bicchiere dell’altro intrecciando le braccia.
I due festeggiati che assaggiano la torta.
Tutte le ragazze che sorridono felici e si stringono in un abbraccio di gruppo.
I ragazzi seduti in cerchio a giocare con una bottiglia vuota di birra.      
E poi ci sono le ultime due, quelle più belle di tutte, secondo la mora.
La prima è quella di gruppo, dove ci sono Ashton, Keli e Calum a sinistra e Michael, Letizia e Luke a destra. Hanno un’aria così felice e così serena in quella foto, come se tutto fosse perfetto, come se niente potesse andare storto. Era la loro foto migliore e la mora l’aveva fatta stampare in più copie di varie dimensioni per metterle sia in casa sua che in camera di Keli.
Sorride di nuovo, Letizia, mentre si accorge tutt’ad un tratto della foto che segue e della canzone che è rimasta sempre la stessa da quasi mezz’ora, senza che lei se ne sia minimamente resa conto.
Wherever you are.
Quella che Luke le aveva cantato quel giorno, quando lei era partita per tornare a casa. Quanto tempo era che non l’ascoltava? Mesi, come minimo. Non era mai riuscita a sentirla per neppure mezzo minuto, che subito i ricordi la invadevano senza permesso e le mozzavano il respiro in gola, facendola stare peggio ogni volta.
Sospira e si lascia andare alla scia dei ricordi che riguardano la foto che ha davanti agli occhi.
 
Era sempre la sera della festa a sorpresa. Solo che ormai la fine si stava avvicinando. Luke l’aveva presa in disparte e l’aveva portata sul tetto della casa discografica – dove avevano fatto la festa nella stessa grande stanza in cui i ragazzi e la mora si erano conosciuti.
Si erano poggiati alla spessa ringhiera grigia, con gli occhi rivolti alle poche stelle che si intravedevano in quel cielo scuro di quella sera invernale australiana, con le mani che si stringevano forte, come se non avessero voluto lasciarsi andare per nessun motivo al mondo.
«Leti?» l’aveva chiamata piano lui, facendola voltare nella sua direzione. Si erano sorrisi, felicissimi, e lei gli si era avvicinata, fino a che lui non l’aveva stretta in uno degli abbracci più belli in assoluto. Ed erano rimasti così, vicini, per un tempo che era parso interminabile, fino a che il biondo non aveva spezzato quel silenzio con quelle poche parole che avevano avuto un effetto devastante nel cuore della mora.
«Grazie di esistere.»
Lei aveva alzato gli occhi verso di lui – il cuore che batteva fortissimo, quasi volesse scoppiare, le mani e le gambe che tremavano e sembravano non volerla sorreggere – che le aveva sorriso senza aggiungere altro, prima di baciarla delicatamente, prima di passarle la mano tra i capelli scuri e morbidi, prima di farla sentire amata come mai prima di allora nessuno era riuscito a fare.
«Ti amo, Luke.» gli aveva poi detto, una volta che i suoi piedi avevano nuovamente toccato il suolo.
«Ti amo anch’io.» aveva risposto lui, prima di baciarla di nuovo.
Erano rimasti lì, abbracciati, vicini, con i cuori che battevano forte, che tremavano nel petto, per minuti che erano parsi senza fine. Poi, con calma erano tornati in stanza e, quando Luke si era allontanato per raggiungere i suoi genitori, Keli si era avvicinata alla mora con il telefono in mano, per mostrarle quell’ennesimo scatto che era riuscita a fare.
 
Lo stesso scatto, la stessa foto che adesso ha sotto gli occhi, a mostrarle come ogni volta si completino lei e Luke quando si abbracciano, come se i loro corpi siano stati fatti per stare insieme. E poi lei con le punte delle scarpe sopra i piedi di lui, per aiutarsi a raggiungere il suo viso e far unire le loro labbra, mentre lui la tiene stretta, la tiene forte, come se potesse perderla da un momento all’altro.
Ne hanno tante di foto così, ma quella è sicuramente la sua preferita.
Sospira di nuovo, accorgendosi che la stanza è ad un tratto calata nel silenzio più totale. Ma non va a riaccendere lo stereo. Semplicemente, rimane ad osservare quella piccola immagine come se fosse la cosa più preziosa che ha, come se fosse l’ultimo appiglio a cui poter stringere le mani per non cadere, per non perdere la speranza, per continuare a combattere nonostante i ricordi mancanti, nonostante la distanza, nonostante il tempo avverso.
Il cuore adesso le batte lento nel petto, a fatica, a protestare per tutti quei brutti pensieri che non fanno altro che farla star male, aumentando la nostalgia nel dentro di lei. Senza riuscire a controllarsi più, lascia che un singhiozzo venga fuori dalla gola, bruciando, facendo male, precedendo quella lieve scia di lacrime salate che iniziano a rigarle silenziosamente le guance.
Continua a sfogliare le foto, fino a che non arriva alla preferita di Luke, quella che mostra un cielo completamente blu, quel blu all’inizio della sera, dopo che l’ultimo segno del sole se n’è andato, quando la luna e le stelle iniziano a prendere posto nel cielo. E tantissimi, piccoli ricordi le tornano in mente.
 
«E se prendessimo il sole sotto la luna?» le aveva chiesto una volta, facendola ridere. Però, anche se era impossibile, lo avevano fatto lo stesso, stendendosi su un telo sopra il prato umido del giardino. Ed erano rimasti così, vicini, con le dita intrecciate tra di loro e i cuori che battevano forte, godendosi quel loro attimo di infinito sotto quel cielo mozzafiato.
 
Il sapore del loro primo bacio, sotto quella pioggia incessante. Quel sapore che era subito diventato una droga, l’unica che non faceva male, che non feriva, ma che anzi curava, tutto, con calma, pazienza. Con amore.
 
Lui che in poco tempo era diventato la sua luce per affrontare quel mare di tenebre in cui era finita, troppo stanca, troppo spossata, troppo distrutta per combattere da sola. Quella luce che lei avrebbe seguito sempre, perché la faceva stare bene, la salvava, ogni volta, senza rendersene conto del tutto.
 
La magia che aveva sentito attorno a loro durante quella notte in cui si erano donati completamente all’altro, senza riserva, senza chiedere niente in cambio. E i loro cuori che continuavano a battere, sempre, troppo forte per non essere uditi in quella stanza silenziosa, dove solo il suono dei loro baci e dei loro sospiri si faceva sentire di tanto in tanto.
 
E lei vorrebbe che Luke tornasse a casa, che tornasse da lei, per non lasciarla più, per stare insieme, per poter riprendere da dove avevano interrotto, per ripartire da capo, per vivere quell’amore che lei non riesce a contenere, per amarlo completamente. Perché le manca Luke, le manca tutto di lui, gli occhi, le labbra, il sorriso, i capelli morbidi tra le dita, le loro mani sempre unite, il cuore che non riesce a smettere di battere mai.
«Luke, mi manchi.» dice a voce alta. Vorrebbe che il biondo fosse lì con lei, per assicurarle che va tutto bene.
E proprio in quel momento la porta si apre, e Luke entra in casa, lasciandola completamente di stucco.






Letizia
Ciao bellissimi! Mamma mia, che capitolo anche questo!
In poche parole, I LUZIA SI INCONTRANO DI NUOVO!!!!!!!!! jldnsldnfnldknlas sclero male, malissimo! *^*
E beh, a questo punto secondo voi che cosa succederà? Fatemi sapere, ci conto!
Grazie come sempre per ogni cosa, sul serio, vi adoro! Grazie per recensioni, preferiti | ricordati | seguiti! <3
Scusate le note brevi, ma devo fare in fretta.

Bacio, Letizia <3

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Capitolo 23
*** 23 . A thousand years ***


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Questo è il penultimo capitolo, buona lettura! <3

23 . A thousand years
 
 
I have died everyday waiting for you
Darling don't be afraid I have loved you
For a thousand years
I'll love you for a thousand more

Christina Perri – A thousand years ft. Steve Kazee
 
È come se tutto ad un tratto il tempo avesse deciso di fermarsi, all’improvviso, facendo in modo che ogni cosa in quella stanza non possa cambiare il suo posto. Tutto è immobile, persino l’aria. Non si sentono neppure i suoni provenienti dalla strada, dal traffico fermo a quell’ora di punta. È come se tutto si fosse ad un tratto rinchiuso in una piccola bolla, isolando ciò che sta all’interno da tutto il resto. Il silenzio fischia nelle orecchie, dà fastidio, ma non c’è modo di farlo finire, non adesso. Non ora che due mondi che sono stati distanti troppo a lungo sono riusciti finalmente ad entrare in collisione, facendo unire ancora una volta ogni loro parte, come quei due pezzi di puzzle destinati a stare insieme per sempre.
Letizia è in piedi. Le gambe tremano, le mani pure, il cuore ha smesso di battere da quelli che ormai sembrano lunghi minuti senza fine. Ha il fiato corto e gli occhi che sente pizzicare. Ha la vista appannata e non riesce a vedere bene.
Sta sognando? Oppure è tutto vero? Forse l’ha morsa un piccolo ragno velenoso e sta avendo delle allucinazioni. Oppure si è addormentata e ora questo sembra solo uno di quei tanti sogni che fa da quando lui è tornato in Australia. Oppure è inciampata da qualche parte e ha battuto forte la testa contro qualcosa. Sì, è molto probabile, dato il suo essere molto sbadata. Deve essere così, non ci sono dubbi.
Apre e chiude gli occhi una, due, tre volte, ma niente da fare. Luke resta lì, non se ne va.
Inizia a tirarsi dei piccoli pizzicotti sul braccio, facendosi alla fine un male cane, ma Luke non se ne va.
Non è possibile. Non è possibile che lui sia lì, davanti a lei, in carne ed ossa, dopo un mese di assenza. Non ci crede, non vuole crederci, nonostante lo abbia sperato con tutte le sue forze. Insomma, è impossibile!
Luke non dice niente. Si limita ad osservarla, con il cuore che non riesce a stare fermo e lo manda in confusione. Ha fatto di tutto per essere lì, ed ora che sono uno di fronte all’altra, non sa proprio né cosa dire ne cosa fare. La guarda, e sa che è l’unica persona che vuole al suo fianco oggi, domani, sempre, fino a che il tempo gli darà disponibilità. La guarda, e si sente finalmente completo, perché non ci sono più spazi vuoti nel suo cuore. Si perde in quegli occhi scuri che tanto gli sono mancati, in quei capelli ondulati e morbidi. Si perde a vederla così sorpresa, con il volto pallido e le labbra che tremano impercettibilmente senza che lei se ne renda conto.
Ancora non riesce a credere di averla davanti. Gli pare di essere diventato pazzo tutt’ad un tratto, come se quel volo che ha affrontato con pochissime ore di sonno sia solo frutto della sua immaginazione, come se la sua corsa per le vie di quella città immensa sia stata solo un’illusione, come se tutto quello che è successo in quegli ultimi tre giorni fosse un sogno, da cui lui ancora non è riuscito a svegliarsi.
Si guardano, in silenzio, senza riuscire a muoversi, con il cuore che pompa ad un ritmo irregolare e preoccupante. Si guardano, come se non ci fosse altro al mondo, come se il tesoro più prezioso di tutti fosse davanti a loro, in attesa di essere finalmente preso e trattato con cura.
Si guardano, si osservano attentamente, con prudenza, per evitare una nuova delusione, un nuovo dolore.
E quando finalmente i loro occhi si incontrano, ogni pezzo torna al suo posto, torna dove sarebbe dovuto sempre stare, fin dall’inizio, come se non potesse andare altrimenti.
Si sorridono, timidi, come se avessero paura a fare anche il più piccolo movimento.
Solo che quando Luke nota una lacrima rigare il volto della mora, una lacrima che lei proprio non ha sentito uscirle dagli occhi, tutto crolla. Ogni muro, ogni paura, ogni dubbio, ogni incertezza. Tutto svanisce, non c’è niente che conta adesso, non più. Sono solo Luke e Letizia, il resto non esiste.
E lui si lascia andare, si lascia travolgere da quei sentimenti che non riesce più a tenere dentro al cuore, come se necessitassero di uscire a qualsiasi costo, non importa in che modo, non importa con quanta intensità, devono uscire, altrimenti quel piccolo grande organo potrebbe seriamente scoppiare da un momento all’altro.
Le va incontro, quasi correndo. Le va incontro e lei non si sposta, non vuole, non ha paura. Le va incontro, ed è un attimo, prima che le loro labbra combacino di nuovo.
E come un fulmine a cielo sereno, tutto torna come doveva essere. Perché le loro labbra si modellano tra loro come se non fosse passato neppure un giorno dall’ultima volta che si erano assaporate. Perché i loro cuori che battono allo stesso ritmo stanno di nuovo scrivendo quella melodia che non aveva mai cessato di farsi sentire dentro di loro. Perché i loro respiri che diventano uno solo sono grandi, sono lunghi, come se ad entrambi fosse mancata per troppo tempo l’aria per respirare bene.
Lei inizia a passare le dita tra quei capelli biondi che ha sempre adorato accarezzare.
Lui la stringe più a sé, timidamente, senza fretta, come se avesse paura di farle male, come se potesse rompersi da un momento all’altro.
E non capiscono più niente. Non sanno più che giorno sia, dove si trovano, cosa è successo prima di tutto questo. Sanno solo che non vogliono far finire niente di quello che sta accadendo adesso.
Si baciano piano, lentamente, assaporando ogni secondo, gustandolo fino all’ultimo, per sentire ogni singola emozione, ogni singola sensazione, per imprimere bene ogni cosa sottopelle, per tatuarlo dentro al cuore.
Quando si dividono, hanno entrambi il fiatone, come se fossero reduci dalla corsa più lunga e più impegnativa della loro vita. Non si lasciano, anzi, si stringono ancora di più l’uno all’altra, per non lasciarsi andare mai più, per ricordarsi che non staranno mai più lontani, per dirsi che non c’è più alcuna distanza tra loro, che da adesso in poi le cose potranno andare per il meglio, ma solo se rimarranno insieme, qualunque cosa accada.
Luke sposta i suoi occhi sul viso di Letizia, a pochi, pochissimi millimetri di distanza dal suo. E finalmente quelle parole sconnesse, importanti, vere, uniche, bellissime, riescono a trovare un senso per poter uscire da quel cuore pazzo, che proprio non sta capendo più niente.
«Ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessun altro. Ti amo per la tua testardaggine e per la tua forza. Ti amo perché ci sei sempre stata in ogni occasione, perché non mi hai mai lasciato. Ti amo e non riesco a fare a meno di te. Ti amo e non voglio perderti mai più, per nessuna ragione al mondo. Ti amo e senza te sarei perso. Ti amo perché mi hai salvato anche se non ti avevo chiesto di farlo. Ti amo e ti voglio con me, sempre. Ti amo e non riesco a condividerti con nessuno, mi dispiace. Ti amo e giuro che non ti lascerò più andare via. Ti amo e ti amerò sempre.»
E Letizia sorride. Sorride a causa di quelle parole che per tanto, troppo tempo aveva sperato di sentire. Le sembra di star vivendo il sogno migliore della sua vita., da cui non vorrebbe svegliarsi mai, perché le sembra troppo bello per essere vero. Si sfiora inavvertitamente le labbra con le dita e il marchio di quelle di Luke sulle sue si fa sentire, prepotente, fino ad arrivare dritto al cuore, come quella conferma che aspettava.
Luke intanto è in attesa di una risposta. Una risposta che spera sia simile alla sua. Ha tutto il corpo in subbuglio, come se dentro di lui stesse avvenendo una guerra, tra la paura di quello che potrebbe succedere ed il coraggio di volersi buttare, per non avere più rimpianti.
Si guardano negli occhi ancora una volta. Ed è così che la mora riesce a trovare quell’ultimo grammo di forza che le mancava, per poter collegare tutto, per far sì che quel sentimento che sente prepotente nel cuore possa finalmente uscire.
«Ti amo anche io. Ti amo perché non hai mai rinunciato per me, in nessuna situazione. Ti amo perché ti sei fidato di me anche quando non mi riconoscevi. Ti amo perché sei troppo importante per poterti lasciare andare. Ti amo perché mi fa sentire viva, mi fai sentire completa, come mai nessuno era riuscito a fare. Ti amo e voglio poterti stare accanto sempre. Ti amo e questa è la sola certezza che ho.»
Luke rimane spiazzato da quelle parole. Perché non riesce a crederci che lei lo ricambi, anche se ci aveva sperato fino in fondo. Proprio non riesce a capacitarsi che stia accadendo una cosa così bella, proprio a loro due. Perché finalmente riesce a sentirsi a casa, dopo tanto tempo speso a cercare quel posto a cui sentire di appartenere, completamente.
E fa per baciarla di nuovo, per seguire il suggerimento del cuore.
Solo che ad un tratto una forte fitta alla testa lo fa fermare e gli fa chiudere gli occhi dal dolore. E nella sua mente passano finalmente una ad una tutte quelle immagini, tutti quei ricordi che mancavano alla sua vita.
 
«Lavorare con quel pezzo di ragazza? Io ci sto!»
«Anche io ci sto!»
«Io pure. Prima o poi riuscirò a convincere quella ragazza di farsi fare una tinta.»
«L’importante è che ne venga fuori un buon lavoro. Ci sto anche io.»
 
«Quando dovrebbe arrivare la Hyle?»
«Dopo domani. E casa nostra è ancora un porcile.»
 
«Ciao. Sono Letizia Hyle, piacere di conoscervi!»
 
«È una nostra fan?»
«Dai ragazzi, non è difficile da capire.»
 
«Non ti fidi di me?»
«Tranquillo, mi fido. Non ho paura.»
 
«Luke… Luke? Svegliati, è tardi.»
«Chi diavolo ha aperto le tende? Chiudete, ho sonno!»
«Lucas Robert Hemmings, in piedi, adesso!»
 
«Grazie a questa tappetta, ho imparato a fare una lavatrice!»
«Testimonio. Però Mikey, io non sono una tappetta. Quelle basse davvero forse non le hai mai viste!»
« Volevo darti un sopranome… Ho trovato! Da oggi in poi sarai la mia lupacchiotta!»
 
«Ancora non ci siamo salutati per bene.»
«Come no? E stamattina?»
«Dai, non puoi considerare quella cosa di stamattina un buongiorno degno di essere considerato tale!»
«E allora cosa vorresti fare?»
«Questo.»
 
«Buongiorno.»
«Buongiorno a te.»
«Piccioncini, era l’ora che vi svegliaste!»
 
«Sono inutile.»
 
«Il punto, Hemmo, è perché te la stai prendendo così tanto per una ragazza che conosci da pochissimo?»
«Perché per me lei è importante, dannatamente importante.»
 
«Ragazzi, lei è Keli. Keli, loro sono Michael, Calum, Luca e Ashton.»
«È un piacere!»
 
«Ed ora che hai fatto, sentiamo?»
«Ma l’avete vista?»
«Certo che l’abbiamo vista, non siamo mica ciechi!»
«Allora non avete capito niente.»
«Sei già cotto a puntino?»
 
«Sei scemo.»
«E tu sei…»
«Io sono? Sentiamo dai!»
«Sei perfetta.»
 
«Che è successo?»
«Gente, è una strofa per la canzone.»
 
«Che è successo?»
«Non ricordi niente?»
«Lui… lui…»
 
«Quando avevo quattro anni, ho perso i miei genitori...»
 
«Non capisco perché tu voglia a tutti i costi che sia felice…»
«Perché ti amo.»
 
«Ti prego, dimmi che per te è lo stesso.»
«E tu dimmi che non è uno scherzo.»
 
«Scusa Luke, se la metti su questo piano, allora possiamo fare meglio noi!»
 
«Non credevo che fossi una bulla.»
«Ci sono tante cose di me che ancora non sai.»
 
«È stato meraviglioso.»
«E pensa che questo non è niente…»
 
«Ti amo.»
«Anch’io ti amo.»
 
«Resta con me.»
«Non posso Luke… »
 
«Luke, ti prego, vai via.»
«Perché?»
«Luke… Io e te non possiamo stare insieme…»
«Quindi tutto quello che abbiamo vissuto insieme l’hai buttato nella spazzatura?»
«Ci ho provato con tutte le mie forze, ma non ci sono riuscita.»
«E allora? Se non mi hai dimenticato, perché non continuiamo da dove abbiamo interrotto?»
«Perché è impossibile, Luke! Non hai idea di come ho passato questi due mesi»

 
«Luke, sappi che ti amo più di chiunque altro. Ma non riesco a vivere una storia a metà.»
«Ti amo anche io!»
 
Finita la fitta alla testa, Luke apre gli occhi, ritrovandosi in quella sala che già conosce, in quella casa che ha già visto, davanti alla ragazza che amava già da prima dell’incidente, senza rendertene conto.
«Ora ricordo tutto.» sussura. E si ritrova a sorridere, felice come mai era stato prima di allora. Perché finalmente ha trovato anche l’ultima cosa che mancava alla sua vita, perché adesso tutti i pezzi sono al loro giusto posto e non c’è niente di meglio.
«Com’è possibile?» chiede Letizia, incredula, perché mai si sarebbe aspettata una cosa simile, non adesso, non dopo un bacio. Perché, andiamo, come si può ricordare qualcosa in così poco tempo?
Il biondo le sorride dolcemente, facendo intrecciare le loro dita.
«Sei tu. Sei tu l’unica ragione di tutto. Lo sei sempre stata.»
E prima che Letizia possa rispondere o anche solo pensare a ciò che il ragazzo le ha appena detto, lui fa combaciare di nuovo le loro labbra.
E finalmente tutti i singoli tasselli del grande puzzle della loro storia trovano il loro posto. Tutto ha senso, è come prima. Non ci sono più spazi vuoti nel cuore. Non c’è più il senso di incompletezza. Non ci sono più la nostalgia o la tristezza. Non c’è più quel senso di mancanza. Adesso ci sono loro, questo basta, questo è l’importante. Ci sono loro che non si lasceranno più, che cercheranno di combattere e di affrontare tutto, insieme. Ci sono loro che ancora non riescono ancora a credere a quello che sta succedendo. Ci sono loro che hanno solo la voglia di amarsi e di appartenersi, sempre.
«Luke, non lasciarmi.» sussurra Letizia tra un bacio e l’altro, mentre inizia a spogliarlo con le mani che tremano per l’emozione.
«Non lo farò.» risponde lui allo stesso modo, per poi lasciar cadere a terra il cappotto.
Si guardano ancora una volta, sorridendosi, perché ancora non ci credono di essere di nuovo insieme.
 
E tornano a baciarsi, a volersi, ad amarsi con ogni più piccolo gesto, con i loro cuori che corrono senza freni nei loro petti, con le mani che si cercano timide e sicure allo stesso tempo, con il sospiro dell’altro sulla guancia che li fa rabbrividire totalmente.
Senza aspettare oltre, Luke la prende in braccio e lei gli allaccia subito le gambe alla vita, per sentirlo sempre più vicino, come se fossero due parti di una sola persona, che possono combaciare perfettamente solo con la persona che hanno davanti in quel momento, e che stanno amando con ogni più piccolo gesto.
Le loro lingue continuano a giocare, a danzare, mentre lui cammina verso la camera di lei senza aver bisogno di alcuna indicazione. La stanza è buia, ma non accendono la luce grande. Basta quella piccola sul comodino.
La adagia sul letto, senza smettere di assaporare quelle labbra che tanto gli erano mancate. Le assapora lentamente, beandosi di ogni singolo bacio, di ogni singola carezza ricevuta da quelle labbra che riconosce subito, come se non fosse passato neppure un giorno da quando si sono toccate per l’ultima volta. E gli donano sicurezza, quelle labbra sulle sue. Perché ormai non ha più niente da temere adesso. Letizia è con lui, lo ama, e non potrebbe esserci al mondo cosa migliore di questa.
Lentamente, le accarezza il fianco da sotto il maglione colorato, sentendo distintamente ogni brivido che si propaga su quella pelle olivastra, il cui profumo dolce ed inconfondibile gli era mancato troppo, come la sua dose preferita di droga, a cui non potrebbe rinunciare neppure volendolo con tutto se stesso.
Lei subito inarca la schiena, a causa di quel contatto più freddo sulla sua pelle. Un contatto che le fa sentire scosse elettriche in ogni parte di sé, che la fa rabbrividire violentemente perché non ci era più abituata, che la fa sentire piena, come se bastasse quel semplicissimo gesto a rimettere in ordine ogni parte di lei che era andata perduta quando i ricordi di Luke se ne erano andati.
È come se, insieme ai ricordi del ragazzo, se ne fosse andata una gran parte del suo essere. E sembra pure che quella stessa parte sia tornata dentro di lei nello stesso istante in cui i ricordi di Luke sono tornati da lui.
La mora non aspetta oltre e lo aiuta a togliersi la felpa, lentamente, passando la punta fredda delle dita sulla pelle chiara del biondo, che sorride a quel tocco leggero e delicato che riesce a scuoterlo come una tempesta a cui non vuole sottrarsi. Letizia continua ad accarezzarlo, a bearsi della morbidezza di quella pelle chiara e luminosa che mai e poi mai si stancherebbe di sentire sotto le dita, come quella certezza che le serve per rendersi conto che Luke è lì, davanti a lei. È reale, non è più un sogno lontano, strappatole dal gioco troppo complesso della vita. È di nuovo con lei, è di nuovo nella sua vita. E stavolta per rimanerci, molto probabilmente per un tempo destinato a non avere una fine.
La felpa di lui raggiunge il pavimento e il maglione di lei va a fargli compagnia, mentre Luke non lascia andare neppure per un momento il corpo della mora, accarezzandolo, ricordandosi di ogni sua più piccola parte, fremendo perché si sente bene, dannatamente bene come non succedeva da tanto tempo. E tutto questo a causa di quella ragazza che non può e non vuole lasciare, mai più.
Riprendono a baciarsi, senza urgenza, senza fretta. Hanno tutto il tempo del mondo adesso, e voglio sentire dentro ogni singolo istante, come se fosse l’ultimo, come se non ne avessero altri a disposizione.
Letizia, sotto di lui, porta le labbra sulla sua spalla, e la bacia piano, lentamente, con dolcezza, riuscendo finalmente a sentire quel profumo che aveva quasi dimenticato del tutto. Lo bacia, sulla spalla, sul collo, sotto al mento, gli bacia gli zigomi, le tempie, la fronte, gli angoli delle labbra, senza mai sfiorarle, accontentandosi così, di andare con calma e di godersi appieno ogni singolo momento di quella notte straordinaria.
Luke si perde a causa di tutti quei brividi che lo invadono ogni volta che lei lo sfiora con le labbra, con la punta fredda delle dita, con il respiro. Si perde ed è sicuro di non voler trovare la via maestra, se quel girovagare senza meta, perso, lo porta da Letizia, la persona più importante di tutta la sua vita.
E quando la mora passa a baciargli il petto, a sfiorarne ogni millimetro scoperto con lentezza e dolcezza tali da lasciarlo senza respiro, lui sussulta e il cuore gli balza in gola. È incredibile come quella ragazza riesca a farlo sentire ogni volta, come se fosse il re de mondo e potesse affrontare da solo un esercito intero, come se potesse sconfiggere tutto e tutti nella frazione di un secondo, grazie alla forza e alla potenza immensa di quel sentimento che li lega in un modo che nessuno dei due avrebbe mai creduto possibile.
Quando tornano a guardarsi negli occhi, lui le sorride e le bacia la punta del naso facendola sorridere, scendendo poi lentamente sul collo, accarezzandolo con il respiro e facendola rabbrividire visibilmente. E mentre il biondo continua ad accarezzarla così, lentamente, dolcemente, lei cerca un qualsiasi appiglio per non perdere del tutto quel poco che rimane della sua parte più razionale, ma senza successo. Perché le labbra del ragazzo sul suo petto la fanno sussultare per la sorpresa.
Luke intanto continua a baciarla su ogni singolo millimetro di pelle scoperta arrivando alla pancia e poi lievemente più sopra della cintura, continuando a farla rabbrividire e a farla sospirare piano, mentre la mano della ragazza gioca tra i capelli biondi del ragazzo, facendolo sospirare forte sulla pancia di lei.
Luke torna al suo viso e la guarda, a lungo, la guarda, la osserva bene, rapito, incondizionatamente ed irrimediabilmente innamorato. Perchè Letizia è bella, bella sul seri; nei suoi occhi scuri e profondi, nelle sue mani delicate che lo accarezzano e stringono forte le sue, nei lineamenti delicati del viso e del corpo, in quella forza che ha sempre avuto che lo ha salvato, in quella testardaggine che ha tenuto unita la loro relazione anche quando lui non era lo stesso, in quella risata che lo fa sentire al settimo cielo, in quella voglia di vivere che lo ha incuriosito, catturato e rapito fin dal primo giorno che si sono conosciuti.
Letizia è bella tutta, è bella sul serio, e quella sera lo è ancora di più. Forse per quello che stanno facendo, forse perché la ama senza riserva, forse perché sanno che non si lasceranno più, forse perché lui lo ha sempre pensato, forse perché lei è quella parte di sé che lui non può in alcun modo permettersi di perdere, per nessuna ragione al mondo.
Lei, sotto quegli occhi chiari e profondi, intensi, si sente sempre più piccola e sempre più amata allo stesso tempo. Ora non ha più dubbi. Luke è lì con lei, e non c’è certezza, non c’è sensazione, non c’è emozione migliore di quella per esprimere tutta la sua felicità. È davvero davanti a lei, ha davvero riacquistato tutti i suoi ricordi, ha detto di amarla, forse più di prima. Come del resto, anche lei. Perché l’amore, quello vero, può solo crescere per toccare pian piano ogni parte di noi, anche quelle più nascoste e più difficili da raggiungere, cambiandole, sconvolgendole e facendole crescere, giorno dopo giorno, con calma e pazienza, con coraggio e con fiducia, abbattendo ogni difficoltà, ogni problema, ogni incomprensione, solo per uscirne insieme, più forti e più felici di prima. Perché l’amore è un viaggio che va fatto in due.
Si baciano ancora, mille e mille volte, senza stancarsi mai di farlo, come se non potessero farne a meno, mai, come se volessero recuperare tutto quel tempo di lontananza che hanno sopportato, come a voler mettere in pari i conti, come a cercare altre piccole conferme, altri piccoli segni, che tutto quello è vero, è reale.
Lentamente, le mani della mora vanno ad aprire il bottone e la zip dei pantaloni di Luke, che subito li calcia lontano, per poi essere lui a privare Letizia dello stesso indumento. E quando entrambi restano in intimo una sotto all’altro, l’amore prende del tutto il sopravvento, lasciandoli senza fiato, facendoli rabbrividire, facendoli sentire vivi, brucianti come stelle incandescenti, felici come mai prima di allora, come se fossero abbastanza vicini al cielo per poterlo toccare con la punta delle dita.
E continuano a baciarsi, ad accarezzarsi lentamente, con il respiro e con le mani, con i battiti ben oltre superiori ai limiti consentiti, sfiorandosi come se avessero tra le mani il più fragile dei tesori, come se avessero davvero tra le mani il cuore dell’altro, la cosa più preziosa di tutte.
Ben presto anche l’intimo raggiunge il pavimento. E appena le loro pelli entrano a contatto, rabbrividiscono lievemente, perché alla fine è come se si amassero per la prima volta, dopo tutto quel tempo.
E non si sarebbero mai aspettati che sarebbe potuto essere migliore di quella lontana notte di fine luglio. È come se si stessero riscoprendo per la prima volta, ad ogni tocco, ad ogni bacio, ad ogni respiro, con le mani dell’altro che vagano sul loro corpo, senza fare male, ad ogni battito che sentono distintamente in quella stanza riempita solo dai loro sospiri, dal loro amore infinito, immenso. Un amore che li avvolge completamente, che li unisce in un modo indescrivibile, che li fa sentire una cosa sola. Un amore che si trova una volta sola nella vita. Un amore che loro due hanno avuto addirittura la fortuna di ritrovare per tenerlo stretto.
Luke prende il preservativo e fa per indossarlo. Ma quando nota lo sguardo della mora – intenso, deciso ed insicuro allo stesso tempo – su di lui, si ferma e le si avvicina piano, accarezzandole con la punta delle dita le guance, il collo, le labbra, percependo distintamente ogni brivido.
«Sei sicura?»
E Letizia non riesce a non sorridere, intenerita dalla preoccupazione del biondo che non è mai sparita.
«Ho aspettato cinque mesi per riaverti. E non ho alcuna intenzione di lasciarne passare altri.» sussurra contro le labbra piene del biondo, prima di baciarle intensamente, lasciando il ragazzo piacevolmente sorpreso da quel gesto inatteso ma sempre ben accetto. E finalmente tutti i muri crollano, tutte le paure, tutte le incertezze, per lasciare posto all’amore e al coraggio, alla forza di volontà e alla fiducia, a quella felicità così vera, viva e profonda che mai avevano provato in vita loro prima di quella sera.
Luke la fa sua, Letizia, in quella piccola stanza silenziosa, dalle pareti piene di poster e di foto, illuminata dalla lucina del comodino e da quella proveniente dalla grande finestra che dà su Central Park.
La fa sua sotto quelle lenzuola leggere, chiare, coperte dal piumone, ‘ché è inverno e fa freddo.
La fa sua e trema ogni volta che lei lo accarezza, che la sente ridere, che sente quelle labbra tiepide su di lui che lo marcano e bruciano con la loro scia umida.
E lei si lascia andare del tutto, si lascia amare, senza riserva, dando tutto quel che ha e anche di più all’unica persona che lo merita davvero, mentre Luke la riempie di baci lievi sulla pelle, che bruciano ogni volta, che fanno aumentare i brividi ed il batticuore. Si lascia andare, lascia che Luke la sconvolga ulteriormente, che prenda ogni parte di lei e la unisca a lui.
La fa sua, Luke, e la stringe forte quando insieme arrivano al culmine – pieni, vivi, increduli, stupiti, felici, innamorati più di prima – come se avesse paura che possa scivolargli dalle dita. E Letizia lo abbraccia, lo tiene stretto a lungo, per sentire il calore del suo corpo sul suo e per dimostrargli che tutto quello che hanno vissuto quella notte non sarà mai una cosa passeggera.
 
E quella notte, Luke e Letizia si amano come non avevano mai fatto. Si amano tanto, senza riserva, donandosi completamente alla persona che non lasceranno mai più. Quella persona che li ha salvati, li ha curati, li ha resi migliori, li ha cambiati in meglio. Si amano mentre i fuochi d’artificio indicano l’inizio del nuovo anno. E si augurano il meglio con un bacio. Un bacio semplice, eppure così intenso allo stesso tempo da destabilizzarli completamente. E restano così quella notte, vicini, uniti, innamorati follemente l’uno dell’altra.
Adesso hanno proprio tutto, non serve nient’altro. Luke è tornato, i suoi ricordi sono tornati, loro si amano, ancora più di prima, più profondamente e più intensamente, come se non riuscissero, come se non potessero, come se non volessero farne a meno.
Ne hanno passate davvero tante insieme. Dal loro primo incontro al primo giorno di convivenza, da Nicholas ai genitori di lei, dalla paura all’amore, dall’incidente a tutti i casini che ne sono seguiti, dalla distanza a quella notte magica, unica, indimenticabile, irripetibile.
Ne hanno passate tante e sanno che ci saranno ancora tantissime cose da affrontare. Ma sanno anche, se saranno insieme, potranno affrontare qualsiasi cosa a testa alta. Perché hanno al proprio fianco la persona che amano, e questo è importantissimo per entrambi.
Perché si amano, Luke e Letizia. Si amano e si ameranno sempre. Ed è questa l’unica cosa che conta davvero.
 
«Luke?» lo chiama lei, alle prime luci dell’alba, quando i primi raggi del sole iniziano a illuminare la stanza.
«Mh?» risponde lui, gli occhi chiusi, il viso vicino a quello di Letizia, che non riesce a non sorridere per quella espressione buffa che ha il ragazzo sul viso.
«Ti amo, Luke.» gli sussurra, felicissima, con un sorriso bellissimo sulle labbra. Un sorriso che il biondo nota bene e che lo fa svegliare del tutto, perché è troppo bello e luminoso per non essere osservato.
Il ragazzo le accarezza una guancia, lentamente, dolcemente, con gli occhi fissi in quei due pozzi scuri e profondi che ormai conosce meglio di se stesso.
«Ti amo Luke, ed è come se avessi aspettato mille anni prima di poterti amare.»
Lui la bacia, delicato, lento, perché è l’unica risposta che sa darle adesso, prima di riuscire a trovare le parole.
«Ti amo Letizia, e se potessi, ne aspetterei altri mille prima di poterti amare di nuovo.»
Si sorridono ed intrecciano le loro dita, come a voler colmare ogni distanza che li separa, anche la più piccola.
E alla fine, quelle parole arrivano ad entrambi, che le dicono sinceramente, perché è il loro cuore che parla.
«Sei la mia ragione e lo sarai sempre.»






Letizia
BALLIAMO, CANTIAMO, PIANGIAMO TUTTE LE NOSTRE LACRIME, SCLERIAMO TUTTI INSIEME!!!!
LUKE RICORDA, LUKE RICORDA!!!!!!!!!!!!
Voglio dire, alleluia!!! Il nostro biondino ce l'ha fatta!!!!!! Che bello, era l'ora!!!!! 
E poi, i Luzia??? Ma quanto sono dolci???? Basta, mi vien da piangere, perché questo è il penultimo capitolo, e io non sto bene... PER NIENTE.
Domanda per voi: i ricordi dei vari dialoghi a che cosa si riferiscono? Deheheh, vediamo se vi ricordate qualcosina anche di Ovunque sei ;) <3
Vado adesso, che non voglio iniziare a piangere sul serio :(.
Grazie di tutto, sul serio, grazie per ogni più piccola cosa, siete pazzeschi ed io vi voglio troppo bene! <3
A sabato prossimo! Un bacione, Letizia <3
P.s.: Domani aggiorno Give me love and fill me in e Inatteso.

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Capitolo 24
*** 24 . The only reason ***


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24 . The only reason
 
 

Don’t talk, let me think it over
How we gonna fix this?
How we gonna undo all the pain?

 
Tell me, is it even worth it?
Looking through a straight line
Taking back the time we can’t replace
 
All the crossed wires
Just making us tired
Is it too late to bring us back to life?

 
When I close my eyes and try to sleep
I fall apart, I’m fighting hard to breathe
You’re the reason, the only reason
 
Even though my dizzy head is numb
I swear my heart is never giving up
You’re the reason, the only reason

 
I feel you burning under my skin
I swear I see you shining
Brighter than the flame inside your eyes
 
Bitter words spoken
Everything broken
It’s never too late to bring us back to life

 
5 Seconds of Summer – The only reason

Tre anni. Tre lunghi, lunghissimi anni sono passati. Tre anni fatti di sorprese, di gioie, di dolori, di bei ricordi insieme. Tre anni che hanno visto crescere quei sei ragazzi, li hanno visti iniziare il loro cammino da soli nella vita, hanno visto le loro paure sgretolarsi per lasciar posto a certezze solide su cui poter contare. Alle cicatrici del passato hanno messo nei loro cuori l’amore.
Forse quell’amore di cui si legge tanto libri. Forse quel grande amore da film. Forse quell’amore di cui si sente tanto parlare nelle canzoni. Forse quell’amore che si cerca in ogni dove ma non si trova da nessuna parte fino a che non è lui stesso a venire da te, per stravolgerti la vita.
Tre anni importanti, per quei sei ragazzi che hanno capito sul serio di essere diventati una famiglia, un po’ particolare, ma una famiglia, bellissima, unica, speciale, che mai e poi mai vorrebbero cambiare. Tre anni di lotte con i cuscini, di nottate passate a vedere film ingozzandosi si schifezze, di litigi, di risate, di lacrime, di sorrisi, di abbracci, di baci, di pazzie belle e buone. Tre anni di loro e del loro affetto.
 
Il primo anno era stato quello più difficile di tutti.
Letizia aveva deciso di mettere in pratica quell'idea che aveva avuto poco prima che Luke avesse l'incidente, una decisione che aveva sconvolto tutti da quanto era stata inaspettata. Quella di andare a vivere in Australia, con Luke e gli altri, lavorando con il distaccamento della sua casa discografica, - la Sony - di Sydney.
E l'avrebbe anche fatto subito, se non ci fosse stata Keli. Perché anche la bionda aveva deciso di andare dall'altra parte del mondo, per restare con Ashton. Solo che le mancava l'ultimo anno di superiori, e avrebbe preferito finirlo a New York, come per chiudere in bellezza una parte molto importante della sua vita, per poi cominciare una migliore, insieme al suo ragazzo.
Letizia non se la sentiva di lasciarla sola, per tutto un anno. E alla fine avevano deciso - le due amiche e i ragazzi - di aspettare che Keli finisse la scuola. Perché poi la bionda aveva già pensato a tutto: si sarebbe iscritta alla facoltà di Arte di Sydney ed avrebbe studiato lì, così da essere più vicina ai suoi amici.
I signori Wilson, nonostante la paura e la preoccupazione per le ragazze, avevano accettato la cosa anche se sapevano che sarebbe stata dura vivere così lontani dalla figlia.
«Verremo a trovarvi spesso.» avevano promesso le due ragazze. Una promessa che avevamo sempre mantenuto, ogni volta. Perché in fondo fa sempre piacere tornare a casa propria, qualche volta. Anche perché Letizia aveva ceduto il suo appartamento a sua cugina Lucille, quindi poteva benissimo tornarci quando preferiva, insieme alla bionda e agli altri.
E così quei primi dodici mesi erano passati, lentamente e con parecchie difficoltà. Ma erano passati.
Luke e Ashton ogni volta che potevano, prendevano l'aereo e restavano a New York per qualche giorno, a volte solo loro due, a volte con anche Michael e Calum a fare compagnia.
Non era stato semplice, perché spesso la mancanza, la nostalgia e la tristezza si facevano sentire. Ma poi Keli aveva finito la scuola. E finalmente la parte della loro vita era cominciata.
 
Il secondo anno era andato molto meglio.
Keli aveva iniziato l’università e Ashton era il ragazzo più felice della terra – come Luke, del resto – ad avere la sua ragazza nuovamente per casa. Come lo erano anche Michael e Calum, che a quelle due proprio non riuscivano a non voler bene.
Perché quelle due semplicissime ragazze erano riuscite a stravolgere la vita di quei quattro, che mai e poi mai si sarebbero aspettati di poter tenere così tanto a qualcuno. Perché alla loro amicizia, nessuno di loro avrebbe mai potuto rinunciare, mai.
Quell’anno era stato anche l’inizio della nuova carriera per Letizia. Nuove canzoni, nuovo CD, fan sempre più numerosi e sempre più meravigliosi, che le davano sempre la carica per ogni cosa. E poi, per ciliegina sulla torta, il manager della mora – Carlos era rimasto a New York, ma seguiva la sua pupilla come sempre, nonostante fossero a kilometri di distanza – e quello dei ragazzi avevano deciso, insieme ai presidenti delle due case discografiche, di far aprire alcuni dei concerti del tour dei ragazzi proprio a Letizia.
Non c’era stata esperienza migliore di quella. Aveva calcato molti dei palchi più famosi al mondo, insieme ai suoi migliori amici, al ragazzo che amava, alla sua migliore amica che ogni tanto la accompagnava. Insieme, avevano visto tantissimi posti, tantissime città in cui la mora non era mai stata. Erano passati da un hotel all’altro alla stessa velocità con cui ci si cambia i calzini. Avevano fatto ascoltare la loro musica a così tante persone che alla fine avevano perso il conto. Per non parlare delle interviste, alla radio, alla TV, negli stessi hotel. Era stata catapultata in un mondo completamente nuovo, diverso, bellissimo nonostante le miriadi di cose da fare. Era stato veramente la cosa migliore che – dopo Luke, ovviamente – potesse capitarle nella vita: condividere con i suoi idoli, con le persone che più stimava – e che stima tutt’ora – quella parte dell’essere musicisti, il poter donare qualcosa agli altri con i loro modo di esternare i loro sentimenti.
Era stato magico quell’anno, bellissimo, pieno, intenso, vissuto, sentito. Ma mai quanto il seguente.
 
Il terzo anno – che non è ancora finito – infatti aveva visto un periodo di riposo per i ragazzi. Due mesi circa, sufficienti a riscattare tutto il tempo che non erano riusciti a spendere insieme come avrebbero voluto. Si erano concessi una vacanza, non molto lunga in America, dopo una settimana passata a New York, per poi volare a Los Angeles e restarci il resto del mese che si erano concessi.
Poi nuovamente a Sydney, e nuovamente in studio a registrare, mentre Keli continuava con gli studi, ottenendo i migliori risultati del suo corso e ricevendo una borsa di studio per andare a studiare a Londra per un intero semestre. La bionda era rimasta scioccata dalla notizia, non riuscendo a decidere il da farsi.
«Vai, potresti non avere più un’occasione simile per un bel po’ di tempo.» le aveva consigliato Ashton, riuscendo a convincerla. Perché benché ci fosse stata una volta quando loro avevano fatto tappa lì per il tour, viverci per un po’ di tempo sarebbe stata tutta un’altra cosa.
Una volta partita Keli, i ragazzi erano rimasti a casa per poco. Il CD era pronto e il loro manager aveva proposto loro un nuovo tour, per poi lasciare loro un anno completo di riposto. Dopo tutto, era da cinque lunghi anni che quei quattro ragazzi lavoravano sodo e si meritavano una sana ricompensa per tutto quello che avevano fatto. Così alla fine erano partiti, agli inizi di febbraio.
Ma anche Letizia era rimasta a casa per poco. I primi tempi era andata spesso a far visita dai familiari dei ragazzi, che tante volte la facevano restare a pranzo o a cena. Dopo tutto, ormai lei e Keli erano diventate parte di quella bellissima e fantastica famiglia.
Poi, verso metà marzo, Keli aveva avuto la brillante idea di invitare tutti da lei, a Londra, anche perché una delle date del tour dei ragazzi avrebbe avuto luogo in quella grande città. E ritrovarsi, dopo tre mesi, tutti insieme, era stato bello, veramente bello. Si erano concessi alcuni giorno, sufficienti per lenire quella distanza che li separava, ma a cui erano abituati e che riuscivano a gestire.
 
«Finalmente ti hanno lasciata andare!» esclama Keli alzando le braccia in alto e sorridendole divertita.
È tornata a Sydney da una settimana, dopo l’esperienza a Londra, e non fa altro che esasperarsi per ogni minima cosa. Perché le era mancata la casa che adesso lei e la sua migliore amica condividono con quei quattro squinternati, e l’emozione di essere di nuovo lì è così tanta e intensa, che non riesce a tenersela dentro.
Letizia le fa la linguaccia e la prende a braccetto. «Non è colpa mia se mi fermano.» dice a sua discolpa, riferendosi alle fan che l’avevano fermata circa una decina di minuti prima, davanti al negozio dai cui lei a la bionda erano appena uscite. «E poi dovresti saperlo che lo faccio con piacere.» prosegue, continuando a camminare per quelle vie che ormai conoscono come le loro tasche, sotto quel cielo limpido di inizio autunno. Ancora non le sembra vero di vivere quella stagione in quel modo, anche se sono passati anni e quella città adesso le entrata nel cuore come mai si sarebbe aspettata.
Svoltano a destra e si trovano finalmente davanti casa, pronte per quello che di lì a breve avverrà.
«Quando pensi che arriveranno?» chiede la bionda aprendo la porta e posando la spesa in cucina.
«A momenti. Grazie al cielo John è riuscito a sistemare tutto.» risponde la mora, mettendo in ordine.
Keli sorride e sospira, lasciandosi cadere su una sedia lì vicino. «Non vedo l’ora che arrivino. Non ce la faccio più ad aspettare. Sono tre mesi che non li vediamo!»
Perché sono passati tre mesi da quei pochi giorni trascorsi insieme nella capitale inglese. Dopo quella piccola parentesi, i ragazzi avevano avuto sempre moltissimi impegni in giro per il mondo, e a malapena erano riusciti a parlarsi per qualche minuto con la videochiamata di Skype la sera. Ma quei pochi minuti bastavano sempre per ricordare a tutti loro che c’era qualcuno che a casa li avrebbe sempre aspettati, con tutto l’amore di cui potevano essere capaci, sia per i loro amici, che per i ragazzi per cui la mora e la bionda avevano del tutto perso testa e cuore, travolte com’erano dai loro stessi sentimenti, che ogni volta si rivelavano sempre più profondi e intensi di quella precedente.
«Dai che sono passati in fretta.» la consola l’amica, con un sorriso divertito ed intenerito sul viso, perché la bionda non cambierà mai, neppure quando avrà novant’anni smetterà di essere così affezionata a qualcuno.
«Parla per te!» esclama Keli. «Tu ogni tanto vai con loro, mentre io…»
«Mentre tu hai più tempo a disposizione di me per andare, perché io ho i miei impegni a lavoro. Ma rifiuti sempre perché dici che vuoi restare con me.» finisce la frase la mora, sedendosi accanto all’altra.
E non passa neppure una frazione di secondo, che entrambe si guardano e si mettono a ridere di cuore, perchè proprio non potrebbero mai chiedere nulla più di quel che anno, ‘ché come migliore amica non potrebbero avere persona migliore di quella che adesso hanno davanti a loro.
Proprio in quel momento il campanello suona, e subito la bionda corre ad aprire, con il sorriso raggiante e molto più bello del solito.
 
«Non vedo l'ora di tornare a casa, sono sfinito!» esclama Ashton, sdraiato sui sedili posteriori del loro furgoncino, che ormai usano solo loro, quando devono tornare a casa dall’aeroporto.
Michael sorride, stringendo la mano di Calum, che intanto dorme beatamente, dopo quel volo durato più di un giorno intero, con tutti i vari scali che hanno fatto per tornare in Australia. E si ritrova a pensare a quanto il rapporto con quel ragazzo moro sia cambiato durante quegli anni. Ci sono stati così tanti alti e bassi che ha perso il conto, ma che gli hanno dimostrato quanto il minore ce l’abbia messa tutta per abbattere le sue insicurezze, le sue paure. E lo ha fatto solo per lui, per Michael, l’unica persona che potrebbe mai amare, perché un ragazzo come lui non lo troverebbe da nessun’altra parte, neppure volendo. Ci sono state tante di quelle discussioni e di quelle scenate di gelosia tra di loro, che spesso finivano per non parlarsi per giorni interi, cercando di non darlo a vedere durante i concerti. Ma alla fine, chi dei due aveva torto lo ammetteva e l’altro lo perdonava, conoscendo bene il carattere un po’ orgoglioso di entrambi. E nonostante siano passati anni, per entrambi è come se ogni giorno si innamorassero di nuovo, sorprendendosi sempre di quanto siano legati, indissolubilmente. Anche se non se lo dimostrano spesso, sanno di amarsi più di quanto vogliano ammettere, e non potrebbero mai pensare ad una vita senza l’altro, neppure volendo.
«Chissà come se la sono passata le altre due.» commenta il ragazzo dai capelli rossi, sorridendo, 'ché non vede l'ora di abbracciarle. Le sono mancate tanto le loro migliori amiche, troppo, specialmente la mora. «Sicuramente si saranno date alla pazza gioia.» commenta il più grande mettendosi seduto, mentre un sorriso gli cattura le labbra. «Luke, tu che dici?»
Il biondo, sentendosi chiamato in causa, volta un attimo la testa indietro, prima di tornare con gli occhi sulla strada. Sta guidando, deve date attenzione, specialmente a quell'ora di punta.
«Non lo so. Probabilmente avranno dormito benissimo, senza Michael e la sua chitarra.» risponde con un sorriso, facendo ridere il riccio di gusto, mentre l'altro lancia ad entrambi un'occhiata offesa.
«Certo che siete proprio stronzi quando vi ci mettete.»
Luke ride a crepapelle, scoccando un'occhiata d'intesa ad Ashton, che alza il pollice con aria divertita.
Il biondo torna ad osservare la strada, con la testa invasa da mille e mille pensieri, pensieri riguardanti una ragazza mora, un po’ più bassa di lui, che riesce a fargli battere il cuore con niente, pensieri che lo fanno semplicemente sorridere di felicità.
Finalmente stanno tornando a casa, dopo mesi e mesi di tour in giro per il mondo. Da oggi il loro anno di riposo è finalmente iniziato e Luke non vede l’ora di trascorrerlo con tutte le persone a lui più care, soprattutto non vede l’ora di passare un po’ di tempo con la sua ragazza, che durante tutte quelle settimane che non sembravano voler aver fine, gli è mancata troppo.
Svolta a sinistra, e il vialetto di casa loro si fa subito vedere. Ma non fa in tempo neppure a parcheggiare, che subito Ashton salta giù e corre a suonare il campanello. E gli altri tre sorridono divertiti, quando Keli esce di corsa e travolge il suo ragazzo, buttandolo a terra e stringendolo forte.
«Non cambierà mai.» commenta Michael, togliendosi la cintura.
«Chi?» chiede Calum, svegliato da tutto quel trambusto.
«Il bell’addormentato finalmente ci degna della sua presenza!» esclama Luke con il sorriso sulle labbra, mentre scende dal furgoncino e comincia a scaricare i bagagli dalla bauliera.
«Keli. Ha letteralmente mandato Ash a terra.» gli dice Michael, prima di scoccargli un veloce bacio sulle labbra e facendolo sorridere, felice per quelle piccole attenzioni che l’altro ogni tanto gli dà.
«Che strano.» commenta divertito il moro imitando il biondo.
 
Appena apre la porta, un Ashton un po’ stanco ma sorridente e felice come non mai le si para davanti, e Keli grida per la sorpresa, per la felicità, per l’emozione, prima di abbracciarlo così stretto da fargli mancare il respiro e così improvvisamente da far cadere entrambi per terra.
Senza aspettare oltre, fanno combaciare le loro labbra, in modo semplice, un po’ timido, come loro solito, mentre le loro mani si cercano, si stringono, si accarezzano ed i loro cuori battono così forte che sembrano quasi due martelli pneumatici da quanto fanno rumore.
Si sono mancati così tanto, che ancora non sembra vero a nessuno dei due di essere nuovamente insieme. Insomma, tutti quegli anni passati insieme, quella convivenza bellissima ed un po’ inaspettata, lei che a volte li aveva raggiunti durante i vari tour, quel sentimento che li univa in maniera indissolubile – nonostante tutti i kilometri, i momenti di gelosia, le discussioni, le incomprensioni –, erano stati i regali migliori che la vita avesse mai potuto fare ad entrambi. E non riusciranno a ringraziare mai abbastanza il cielo per tutto quello che hanno e che mai e poi mai si lasceranno scappare. Si amano tanto, Ashton e Keli, e questo è l’importante, e lo sarà sempre, qualunque cosa accada. Perché vogliono costruirsi una vita insieme loro due. Non adesso, che ci sono ancora così tante cose da fare. Tra un po’, giusto perché Keli possa finire gli studi e trovare il lavoro di guida turistica che ha sempre sognato fin da bambina. Possono aspettare ancora un po’, l’importante è rimanere insieme.
«Ti amo, Ashton.»
«Ti amo, Keli.»
 
Letizia si alza con calma, cercando di non farsi prendere troppo da tutte quelle emozioni che le stanno attraversando il cuore, come invece fa la sua amica. Solo che non fa in tempo ad uscire di casa, che subito sente un grido e vede la sua migliore amica per terra, seduta sopra Ashton che non la smette di ridere.
«Keli, non ce lo ammazzare. Lo vogliamo tutto intero!» esclama Calum scendendo dal furgoncino, quello stesso furgoncino che Letizia aveva preso con loro il primo giorno che era arrivata a Sydney.
Senza aspettare oltre, corre dal moro e lo stritola in un abbraccio, a cui subito il ragazzo risponde con quell’affetto a cui la ragazza non si è ancora abituata del tutto. Perché Calum è Calum e ci è voluto del tempo per far funzionare quella che adesso è un’amicizia tutta particolare solo per loro, fatta di silenzi, di occhiate d’intesa, di abbracci dati all’improvviso, come i messaggi inaspettati mandati nel bel mezzo della notte. Non hanno bisogno di molto per capirsi e a entrambi va bene così, perché proprio non potrebbero chiedere niente di meglio.
«Ciao Cal!» esclama lei, senza staccarsi da lui, che la culla un po’ tra le braccia forti e ben fatte.
«Ciao lupacchiotta.» risponde lui, con quell’aggettivo che ormai tutti – a parte Keli e Luke – usano da quelli che ormai sono diventati anni.
Calum non si sarebbe mai aspettato di poter avere un’amica femmina. Invece il destino gliene ha riservate ben due, quelle due ragazze che considera le migliori amiche che potesse avere. Letizia è dello stesso parere, specialmente perché non avrebbe mai pensato di poter costruire un’amicizia così solida con quel ragazzo che se ne stava sempre in silenzio e di cui non riuscivi mai a capire niente. Si voglio troppo bene, Calum e Letizia, per potersi permettere il lusso di perdersi.
«Grazie di tutto, Cal.»
«Grazie a te, per ogni cosa.»
 
«Ehi, anche io voglio salutare queste due!» esclama Michael, come al solito interrompendo un bel momento.
«Il tuo tempismo del cavolo proprio non ci era mancato, sai Mike?» gli dice Keli abbracciandolo forte.
Subito il ragazzo dai capelli rosse risponde alla stretta, ed entrambi restano così, vicini, in silenzio, a riprendere un pochino di tutto quel tempo passato lontani. Perché anche la loro amicizia è maturata nel tempo, cambiando spesso direzione, facendoli scontrare, portando tanti, tantissimi litigi, spesso avvenuti per delle sciocchezze, ma a cui bastava un semplice «Scusa.», e tutto tornava come prima. Perché loro due sono così, troppo diversi per capirsi, ma troppo affezionati l’uno all’altra per lasciarsi.
«Sei una stronza anche tu, ma ti voglio bene lo stesso.»
Lei, divertita, gli fa una linguaccia, prima di stringerlo ancora più forte. «Ti voglio bene anche io, Mike.»
 
Calum intanto lascia Letizia, che gli sorride e si avvicina ad Ashton, ancora a terra. Gli porge una mano, che lui subito afferra per mettersi in piedi, sistemandosi i vestiti tutti spiegazzati.
«Tutto intero?» gli chiede lei, abbracciandolo piano, con il sorriso sulle labbra.
«Diciamo di sì.» dice lui, stringendo la mora in uno dei suoi migliori abbracci. «Anche se ancora non capisco perché faccia così tutte le volte.»
Letizia si ritrova a ridere, di cuore, per l’osservazione del riccio. «Capiscila, siete stati fuori tre mesi e lei non ce la faceva più ad aspettare.»
Ashton si ritrova a sorridere, inconsapevolmente, e stringe un po’ di più la sua tappetta.
Quante cose sono cambiate tra loro due! Non si sarebbero mai aspettati un rapporto simile tra di loro, fatto di tante battute – a volte pungenti –, di tante parole dette quasi mai al momento giusto, ma che hanno sempre dato un aiuto in qualsiasi caso e in qualsiasi situazione, di abbracci sentiti fin dentro le ossa, abbracci che ogni volta riescono a rimettere a posto tutto, come marchi di quella loro bellissima amicizia.
«Lupacchiotta?» chiama Michael, mentre Keli va a salutare Calum.
La mora si stacca a malincuore dal ricco, che le sorride e le scompiglia un po’ i capelli.
«Ti voglio troppo bene, Ash. E grazie di tutto.»
«Grazie a te di esserci, tappetta.» le sussurra, felice di avere un’amica come lei – sempre sorridente, forte, disponibile, affettuosissima, solare, divertente, e molto, molto testarda, che non si fa problemi ad ascoltarlo anche alle tre di notte, che riesce a tirarlo su con poco, che c’è sempre, anche quando non le chiede niente – facendola sorridere di cuore, prima che il ragazzo dai capelli rossi la abbracci forte da dietro.
 
«Moro!»
«Bionda!»
Ecco come si salutano, Calum e Keli, ogni singola volta. Ormai tutti in quella piccola grande famiglia hanno dei soprannomi e loro non sono stati risparmiati.
Senza pensarci due volte, di stringono forte quei due, ‘ché si erano mancati da far schifo. Perché potrà sembrare strano, ma il moro riesce a parlare con la bionda di tutto, a qualsiasi ora del giorno, senza preoccuparsi di poter essere preso per strano o peggio. Si capiscono come non si sa cosa. Certo, ce n’è voluto di tempo prima che Calum si aprisse a Keli e a Letizia, ma quel tempo è stato ben ripagato da quel meraviglioso rapporto che si è creato in poco tempo.
E neppure Keli si sarebbe mai immaginata di poter costruire un rapporto così bello e così profondo con lui, quel ragazzo silenzioso, che solo lei – dopo Michael – riesce a far parlare per parecchi minuti. Si vogliono troppo bene, Calum e Keli, e mai potrebbero pensare di poter stare l’uno senza l’altra, sarebbe impossibile.
«Mi sei mancata tanto. Ti voglio troppo bene.»
«Anche tu Cal, anche tu mi sei mancato. E sappi che ti voglio troppo bene anche io.»
 
Subito la mora si volta tra quelle braccia forti che ben conosce, braccia che la stringono con affetto, ritrovandosi davanti un Michael corrucciato.
«Perché mi lasci sempre da ultimo?» le chiede, con il labbro tremulo, facendola ridere di cuore.
«Penultimo, vorrai dire.» lo corregge lei, prima di stringerlo fortissimo.
In quei mesi Michael le era mancato così tanto, specie il suo fare baccano fin da quando è piedi la mattina oppure le volte in cui si mette a suonare la chitarra a notte fonda, svegliando tutti gli altri. Le sono mancati i suoi sorrisi sinceri, i suoi abbracci caldi e affettuosi, le sue parole di conforto. Le era mancato tutto di lui, il suo migliore amico. E per Michael la cosa è più che reciproca, perché proprio non riesce a stare senza quella ragazza così speciale per più di dieci minuti, figuriamoci tre lunghi, lunghissimi, infiniti mesi! I minuti che avevano a disposizione non erano mai abbastanza per parlare, per sfogarsi, per capirsi. E loro avevano assoluto bisogno di ogni singolo secondo che il ragazzo aveva a disposizione, per sentirsi meno lontani. Non riuscirebbero mai a stare uno troppo distante dall’altra.
«Non ce la facevo più, mi sei mancata da far schifo.»
Letizia non riesce a non sorridere, perché la sincerità di quel ragazzo è una delle tante qualità che apprezza di più di Michael, perché esce fuori sempre e solo al momento giusto.
«Ora però sono qui. E ricordati che ti voglio bene.»
«Anch’io Leti, ti voglio bene anche io.»
Ad un tratto, un colpo di tosse li fa dividere, spezzando quella piccola magia che si era creata attorno a loro.
Letizia si volta, ed è come se tutto ad un tratto il mondo avesse deciso di fermarsi proprio in quell'istante.
 
E mentre gli altri si stanno salutando, Luke è ancora intento a posare tutti i bagagli.
Mi dessero mai una mano, pensa divertito, ‘ché alla fine tocca sempre a lui a mettere tutto in ordine. Una volta finito, chiude la bauliera e si avvicina agli altri. E subito Keli gli corre incontro, con un sorriso felicissimo sulle labbra. Lui apre le braccia e lei non ci pensa due volte a buttarcisi, stringendolo fortissimo.
«Mi sei mancato, scemo.» lo saluta, usando quel nomignolo che ormai usano solo per loro due.
«Anche tu mi sei mancata, scema.» risponde lui, abbracciandola a sua volta.
Eccola lì, la sua migliore amica, una ragazza a volte un po’ svampita, troppo chiacchierona, ficcanaso, ma dolcissima e affettuosa, pronta sempre a farsi in quattro pur di farlo stare bene. E Luke ringrazia sempre il cielo per avergli fatto incontrare una persona così speciale, che non potrebbe mai sostituire con nessun altro.
Una volta divisi, Keli gli sorride e gli passa una mano tra i capelli biondi, facendolo sbuffare.
«Va’ da lei. Non lo ha mai ammesso in questi mesi, ma le sei mancato parecchio.»
Il biondo sorride, felicissimo di sentire una notizia simile, perché anche a lui è mancata, e adesso non vede l’ora di poterla stringere a sé e stare con lei, per recuperare tutto il tempo perso. Ecco perché tossicchia un pochino, informando gli altri due della sua presenza e facendoli dividere.
E quando finalmente i suoi occhi incontrano quelli grandi e scuri della ragazza davanti a lui, tutto il resto sparisce, non esiste più, come se volesse lasciare un piccolissimo spazio solo per loro due in quell’infinità che molti chiamano universo.
 
Si guardano, si osservano con calma, occhi negli occhi, il cuore che batte peggio di un tamburo, le mani e le gambe che tremano, gli occhi un po’ lucidi e le labbra catturate da un sorriso.
Avete presente quando dite che vi manca da morire una persona, ma che capite quanto vi è mancata sul serio solo quando la vedete dopo tanto tempo? Ecco, queste è esattamente quello che Luke e Letizia stanno provando, dentro di loro: un miscuglio confuso di felicità, incredulità, sollievo, amore, tutto messo alla rinfusa che non fa capire più niente.
Si guardano a lungo, e finalmente riescono a trovarsi, negli occhi dell’altro, riescono a trovare ogni parte di loro, tutte quelle piccole parti che pian piano l’altro si prende senza permesso e senza restituirle indietro neppure una volta, come se gli appartenessero di diritto.
«Ciao Luke.» riesce finalmente a salutarlo lei, spezzando quel silenzio durato troppo a lungo, con il cuore che le batte così forte nel petto che potrebbe scoppiarle da un momento all’altro. Avere Luke davanti a lei le fa sempre questo strano effetto: le manda completamente il cervello in black out, senza che lei possa far qualcosa per restare lucida, e non riesce più a controllare nessuna delle sue emozioni. Ma anche il biondo non è da meno, perché quegli occhi che lui si è sognato ogni notte, quegli occhi che cerca sempre tra la folla ogni volta che sono lontani, adesso sono lì, davanti ai suoi, a mostrargli quel mondo di cui non si stancherà mai di imparare qualcosa di nuovo.
E Luke non ci pensa due volte a stringerla finalmente tra le sue braccia, per far combaciare ogni loro imperfezione, per sentire i loro cuori battere allo stesso folle ritmo, per sentire finalmente quel senso di completezza che solo lei riesce a dargli.
E Letizia si aggrappa a lui, lo stringe forte come se potesse svanire da un momento all’altro, come se avesse paura di vederlo sparire da un momento all’altro. Lo stringe e non lo lascia andare, ha bisogno di sentirlo vicino, di sentire il suo respiro che le accarezza la pelle, che la fa rabbrividire. Necessita di quel cuore che sente battere allo stesso ritmo del suono. Ed è sicura che non riuscirebbe mai a sentire un suono migliore di questo neppure tra mille anni, quando loro saranno già morti e solo il loro amore continuerà ad esistere al posto loro, per sempre.
Senza fretta, lasciano che le loro labbra si trovino, e che finalmente ogni singolo pezzo torni al proprio posto, come se i loro baci avessero il potere di lenire tutto ogni volta, come se riuscissero a rimarginare le ferite che provoca il tempo che scorre, come se fossero l’antidoto al più potente dei veleni, alla più dolorosa delle malattie. È questo il potere vero di un bacio? Ancora non l’hanno scoperto, ma va bene così. A loro basta semplicemente potersi ritrovare dentro l’altro, sempre, in ogni istante.
 
Sono passati tre anni da quella notte. Tre anni da quando Letizia e Luke si sono finalmente ritrovati, per non lasciarsi mai più. Tre anni da quando hanno dato finalmente vita ad una storia bellissima, unica, la loro storia. Tre anni da quando avevano deciso di condividere e di affrontare tutto, insieme: gioie, dolori, sogni, speranze, incertezze, paure. Tre anni passati ad amarsi completamente, senza alcuna riserva, donando tutto quello che potevo, e anche molto in più. Tre anni passati a conoscersi sempre di più, sempre meglio. Tre anni fatti di amore, di tenerezza, di discussioni folli e spesso insensate che si risolvevano in un sorriso ed un bacio, di attimi di gelosia, che però andavano subito in frantumi, perché l’altro faceva sempre capire che non ci sarebbe stato nessun altro, mai, nessun’altro a parte loro.
Quei tre anni insieme sono stati i migliori della loro vita. Hanno condiviso tante esperienze insieme, esperienze che li hanno fatti crescere. Le discussioni non sono certo mancate, discussioni che tuttavia alla fine si chiudevano con un bacio o un sorriso. Quei tre anni hanno fatto capire a entrambi che non potrebbero mai stare l'uno senza l'altra, non ce la farebbero. Si vogliono e si amano troppo per permettersi il lusso di perdersi.
 
Stanno camminando mano nella mano per le vie di Sydney da quelle che potrebbero sembrare ore, oppure minuti passati troppo lentamente. Ma non ci badano, Luke e Letizia, presi come sono a gustarsi quell'attimo tutto per loro. O almeno, Letizia lo sta facendo, preda di una felicità senza precedenti.
Luke invece sta cercando in ogni modo possibile di restare calmo. Cosa piuttosto difficile, visto quello che ha in mente di fare da quelli che ormai sono mesi. Mesi passati a chiedersi se quella decisione avrebbe potuto rovinare tutto, se era quella giusta, se avrebbe fatto meglio a lasciare le cose così come stavano. 
La risposta a tutte quelle domande gli era arrivata quando, tre mesi prima, si erano incontrati nell'appartamento di Keli a Londra. Ed era stato lì che aveva capito, che quella era la cosa giusta da fare, era il rischio da correre per quel sogno, per quella speranza in cui crede da parecchio tempo ormai. 
Alla fine aveva deciso di parlarne con i suoi amici in aereo, perché comunque i dubbi c'erano. Dopotutto, è normale in una situazione simile. All'inizio i ragazzi erano rimasti in silenzio, per l'enorme sorpresa, perché mai si sarebbero aspettati una decisione così da parte del loro, o almeno, non in quel momento. 
Michael era sbiancato e se non ci fosse stato Calum sarebbe sicuramente svenuto. Ashton era ammutolito tutto insieme e lo aveva guardato come se davanti a lui ci fosse stato un alieno e non il suo migliore amico. Calum era stato l'unico a capire il biondo. Dopotutto, erano amici da tutta una vita e non importava neanche più che si dicessero le cose, perché riuscivano capirle subito negli occhi dell'altro. Ed era stato proprio il moro a dargli – inconsapevolmente – l’aiuto più grande di tutti. «Perché no? Sareste felici entrambi.»
Ed ora eccolo lì, Lucas Robert Hemmings, con il cuore che batte così forte da far male ed il corpo che trema, per paura di commettere anche solo il minimo passo falso. 
Continuano a camminare, con le mani sempre unite, come a volersi sorreggere l'un l'altra. 
La ghiaia scricchiola sotto le loro scarpe e la brezza leggera di quel pomeriggio li fa rabbrividire un po'. 
Dopo qualche minuto si ritrovano davanti ad un vecchio pontile e, senza indugio, i piedi della mora conducono entrambi fino al parapetto in fondo al corridoio di legno, fino ad appoggiarci sopra le mani per poter guardare il mare lievemente increspato dalla brezza. 
«Mi sembra di non avere limiti quando sono con te.» dice Letizia, spezzando quel silenzio con parole così vere, così sincere e così profonde che Luke ne rimane spiazzato. Si limita a far intrecciare nuovamente le loro dita, mentre il suo cuore non la smette di galoppargli nel petto, quasi volesse uscirne. 
Intanto la mora si è persa ad osservarlo, per l'ennesima volta in quelle ultime ore. Ora si sofferma sulla punta del naso, ora sullo zigomo, sul quel poco di barba che ha sulle guance, su quelle ciglia lunghe e folte, su quelle labbra carnose che mai potrebbe smettere di baciare, su quegli occhi dello stesso colore del cielo che la fanno sentire a casa sempre, in ogni situazione. 
«Leti, ho una cosa da dirti.» ammette il biondo, facendola tornare da quel suo fantasticare su di lui. E lei lo guarda attentamente, perché un tono così serio da parte sua non lo ha mai sentito. 
Luke prende un respiro. Ora o mai più.
Un altro respiro ancora, mentre i battiti del suo cuore aumentano senza sosta,  prima di incatenare i suoi occhi a quelli della ragazza e trovate finalmente il coraggio di dirle tutto quello che sente, nonostante la voce tremula, nonostante le gambe che proprio non vogliono sapere di sorreggerlo, nonostante le mani che non ci pensano neppure per un secondo stare ferme. 
Letizia lo nota, che c'è qualcosa, anche se ancora non ha capito di cosa si tratti. Si limita a prendere entrambe le mani del suo ragazzo tra le sue. Ed è proprio in quella stretta che Luke finalmente trova quel grammo di coraggio che gli mancava. 
«Letizia Hyle, ormai sono tre anni e mezzo che ci sopportiamo, tre anni che non facciamo altro che vivere di noi e della nostra storia. Tre anni in cui ho capito che non voglio più perderti, per nessuna ragione al mondo. Perché sei troppo importante e una vita senza te non avrebbe alcun senso. Sono tre anni che viviamo insieme sotto lo stesso tetto, e ogni giorno mi dimostri che amare te è stata la scelta migliore della mia vita. E lo so che non ci vediamo spesso, perché quel facciamo richiede tanto. Ma, giuro, non hai idea di quanto mi faccia male ogni giorno che passo lontano da te. E lo che adesso sembro una di quelle donne delle serie TV che danno di matto. Non mi interessa, proprio perché è vero. Sono matto, matto da legare. E tutto questo a causa tua, che proprio non ci pensi ad andare via dalla mia vita, ma che anzi ci entri ogni volta sempre più a fondo, facendomi diventare parte di te. E lo so che quel che sto dicendo adesso forse non ha alcun senso. Ne sono consapevole. Ma voglio farti capire che tu sei unica per me. Sei la mia unica ragione. Lo sei sempre stata. Lo sei stata all'inizio di tutto. Quando ancora non riuscivo a capire i miei sentimenti per te. Quando alla fine ho capito di amarti come non ho mai amato nessun altro in vita mia. Quando sono venuto a New York solo per te. Quando ho accettato il tuo aiuto per ricordare. Lo sei stata per ogni volta che avrei voluto mollare tutto, ma tu non me lo hai permesso. Quando ho deciso di tornare casa per non farti più soffrire. Lo sei stata per tutte le notti insonni passate a pensarti, a chiedermi cosa tu stessi facendo, se mai mi pensavi ancora. Quando ti ho mandato quel messaggio perché senza di te quella non era più vita. Quando sono tornato da te, per non lasciarti più andare. Lo sei stata in tutti questi anni che abbiamo passato insieme. Lo sei anche adesso, che ti sto aprendo completamente il mio cuore, perché so che lo tratterai con cura. Sei sempre stata la mia unica ragione. Lo sarai sempre.»
E Letizia proprio non sa cosa rispondere a quelle parole, a tutto quell'amore che Luke le ha trasmesso, alla loro storia fatta di fiducia, coraggio, incertezze, paura, fatta di loro e di tutte le loro imperfezioni che riescono semplicemente a rendere tutto perfetto. Non sa cosa dire, non sa cosa fare. Il cuore le martella così forte nel petto da farle quasi male. Ed è sicura che Luke riesca a sentirlo, il suono del suo cuore, forte chiaro in mezzo a quel silenzio intorno a loro. Si può rimanere senza parole davanti all'amore, senza essere in grado di rispondergli, per confermare tutto? Perché sì, Letizia vorrebbe confermare ogni singola parola che Luke le ha detto, con il cuore in mano. E non si rende ben conto di star dando voce ai suoi pensieri.
«Anche tu sei sempre stato la ragione di tutto. Di ogni volta che mi sono rialzata dopo esser caduta a terra, perché c'eri tu che mi tenevi. Sei stato tu l'unica ragione per cui mi sono lasciata amare, solo e soltanto da te. Sei stato la ragione che ha curato ogni mia ferita, con pazienza, con affetto, con amore. Sei stato la ragione che non mi ha mai lasciato neppure per un istante, nemmeno quando eravamo e siamo lontani. Sei stato la ragione per cui non smesso di combattere, mai. Perché ti volevo e ti voglio con me, adesso e per tutto quel tempo che il destino ha deciso per noi. Sei la ragione per cui non mi sono mai arresa, nonostante la distanza e tutti gli altri problemi che abbiamo affrontato insieme, a testa alta. Sei la ragione per cui ho stravolto la mia vita. E credimi, rivivrei mille e mille volte ancora tutto quel che ci è successo in tutti questi anni, se il risultato è poterti avere nella mia vita. Sei la ragione che non mi fa mai pentire della scelta che ho fatto e che farei sempre e comunque, perché io senza te non sono niente, la mia vita senza te non è niente. E tu non hai idea di quanto questi anni con te e con gli altri siano stati importanti. Perché mi hanno fatti capire che siete voi le persone che voglio e che vorrò sempre nella mia vita. Perché so che ci saremo sempre, gli uni per gli altri, qualunque cosa accada. E sappi che mi ha stravolto la vita, tu. Mi hai cambiata senza rendertene conto. Ci sei entrato lentamente, quasi di soppiatto, come se avessi paura di essere scoperto. Hai curato ogni parte di me da tutte quelle ferite che erano rimaste aperte. Sei riuscito a trovare quelle parti di me che sentiamo disperse in quello stesso limbo che aveva preso anche me. Senza accorgertene, mi hai insegnato a combattere, ad essere più forte, giorno dopo giorno. Non ti sei mai arreso con me, non lo hai mai fatto. Anche tu sei la mia ragione, Luke, e lo rimarrai fino a che non ci sarà qualcosa più grande di noi a dividerci. E io ti ringrazio, Luke, per ogni singola parte di noi.»
Si guardano, incapaci di dire altro perché forse per il momento hanno detto tutto quel che c’era da dire, con i cuori ancora troppo scossi da quell'emozione così intensa che li ha attraversati, cambiandoli irrimediabilmente. Si guardano, e finalmente riescono a capire, riescono a dare un senso a tutto, senza sforzo, seguendo semplicemente il consiglio dei loro cuori. Ed è grazie a quel consiglio, ma sopratutto grazie alle parole di lei, se Luke riesce a trovare il coraggio per fare quell'ultimo passo. 
Perché quelle parole sono quelle che aveva sempre cercato, in ogni dove, ma che non era mia riuscito a trovare. Sono quelle parole che vanno ad incastrarsi perfettamente nel suo cuore, come quell'ultimo pezzo che manca per far funzionare quel meccanismo alla perfezione. 
Senza aspettare oltre, con ormai il cuore che lo sta facendo impazzire e con le mani che non riescono a smettere di tremare, prende dalla tasca del cappotto una piccola scatolina di velluto blu e si inginocchia, esattamente davanti a Letizia, che ormai ha capito cosa ha in mente il biondo, ma che ancora non riesce a credere che stia succedendo davvero. 
«Lo so che siamo giovani e che per queste cose c'è tempo. Ma io e te ne abbiamo affrontate così tante insieme, che non vedo perché dovremmo rimandare ancora. Quindi...»
Si ferma un attimo, per ammirare il volto della ragazza che ama, un volto, un'espressione felice al limite dell'impossibile, sconvolta, sorpresa, incredula. Ma sopratutto, completamente, incondizionatamente ed irrimediabilmente innamorata. 
Luke fa un respiro e cerca di raccogliere tutto il coraggio che ha. È arrivato fin lì senza intoppi, non può fermarsi proprio adesso. Ecco perché prende l'ultimo respiro prima di schiarirsi la voce, per poi aprire quella scatolina e rivelarne l'anello chiaro e sottile, semplice, che brilla al suo interno. Non sa ancora spiegarsi il perché lo abbia scelto. Sa solo che appena lo aveva visto, aveva pensato che sarebbe potuto andare bene solo al dito della ragazza che ama e con cui vorrebbe condividere la sua vita, fino alla fine.
Fa un altro respiro e finalmente riesce a dare voce a quella piccola grande spettanza che gli ha preso il cuore e che non lo lascerà mai fino a che non avrà ottenuto una risposta.
«Letizia Hyle, mi concederesti l'onore di diventare mia moglie e di essere la mia unica ragione per il resto della nostra vita?»
E lei non ci crede, non riesce a credere che Luke le abbia chiesto davvero una cosa simile. Una cosa così importante a cui aveva sempre pensato come un sogno troppo lontano per lei. Un sogno che tuttavia si sta facendo reale, un sogno che è a portata di mano, così vicino da lasciarla completamente basita e così felice che non sa né cosa fare né cosa dire. Un sogno, una speranza, una promessa che vuole prendersi e mantenere fin quando avrà vita dentro di sé.
Lo guarda negli occhi. Vorrebbe dire tante di quelle cose, che non basterebbe una vita intera. Ma in realtà sa che cosa rispondere. Lo sa bene già da tempo, ancor prima che Luke glielo chiedesse. 
«Sì, Luke Hemmings. Sì, sì, sì!»
E Luke non aggiunge altro. Semplicemente, le infila l'anello al dito, notando che davvero è perfetto per lei. Si alza, con il cuore che ormai potrebbe smettere di battere da un momento all'altro. 
E la bacia, Luke. Bacia Letizia come se fosse l'ultimo volta che lo fa, come se non avesse più altro tempo, quando in realtà il tempo per la loro storia ha iniziato il suo nuovo corso solo adesso. 
E Letizia bacia Luke come se avesse bisogno di accertarsi che tutto quello che stanno vivendo non è un sogno, ché è reale, vero, unico, meraviglioso, irripetibile, indescrivibile, straordinario.
Sono solo loro. Sono semplicemente Luke e Letizia, due ragazzi che il caso ha voluto far incontrare. Li ha fatti innamorare e li ha messi così tante volte alla prova, solo per far capire loro che sono fatti l'uno per l'altra, sono fatti per stare insieme, sono fatti per completarsi a vicenda, sono fatti per affrontare insieme le difficoltà della vita, sono fatti per crescere insieme, sono fatti per passare insieme tutta una vita.
Sono fatti per amarsi, Luke e Letizia.
E non ha alcuna importanza quante sfide dovranno affrontare, quali problemi si troveranno a dover risolvere, quanto discuteranno, come sarà il loro futuro, cosa vivranno e cosa incontreranno nella loro vita, cosa condivideranno e cosa sconvolgerà completamente tutto. L'importante è che lo facciano insieme, che restino, che si diano forza e che si sorreggano l’un l’altra, che si amino sempre. Perché il resto verrà da sé. 
Si amano, Luke e Letizia, si completano come solo due persone innamorate possono fare, con le loro carezze; con i loro abbracci; con i loro baci; con i loro momenti insieme e quelli trascorsi lontani; con le parole che si sono dette e con tutte quelle altre che avranno da dirsi nei giorni, nei mesi e negli anni che verranno; con i loro caratteri diversi che si amalgamano e si uniscono, dando così vita a qualcosa di unico e di meraviglioso. Si amano, ed è questa la cosa più importante di tutte.
 
Letizia è l'unica ragione di Luke.
Luke è l'unica ragione di Letizia.

 
Ed è questo ciò che conterà, ora e sempre.
 
 
 
 
 
THE END





Letizia
Bellissimi, ciao a tutti! Ebbene... Siamo arrivati alla fine anche di questa storia, di questo sequel, di questa seconda avventura che è durata la bellezza di sette mesi.
Sette mesi in cui ho messo tutto quello che avevo per renderla la miglior cosa della mia vita, sette mesi per farla venire come avevo pensato.
Ed il fatto che The only reason sia venuta proprio come avevo pensato mi rende troppo felice! Perchè ho messo tutto di me in questa storia, ci ho messo il cuore e l'anima, ho dato tutto quello che avevo a questi sei personaggi che mi mancheranno moltissimo d'ora. Mi mancherà aspettare il sabato per aggiornare e per rispondere alle vostre recensioni che mi hanno sempre fatta sorridere e piangere da quanto siete sempre state dolci. 
Ma... Per i ringraziamenti meglio se li faccio dopo, così piango per bene alla fine *^*. Ora passiamo al capitolo ;)
Allora, da quando Luke e Leti si sono rimessi insieme a capodanno nel capitolo 23, sono passati per 3 ANNI. Cavoli, di cose ne sono successe davvero tantissime *^*.  Keli e Leti che vanno a stare in Australia, i ragazzi ed il tour, Leti che ogni tanto li accompagna e che continua il suo lavoro a Sydney, poi Keli che va a Londr, i CD e tutte le bellissime esperienze che i nostri piccini hanno vissuto insieme. Uffa, già mi vien da piangere, perchè sono tutti cresciuti e stanno vivendo la loro vita com'è giusto che sia *^*. Sono così orgogliosa di loro *^* <3.
I ragazzi tornano a casa, deheheh. Belli che sono *^*!!!!!!!!!!!!!!!!! Cal e Mike stanno ancora isieme, come Luke e Leti, Ash e Keli. E poi ci sono pure le amicizie che si sono rafforzate, che hanno unito tutti i ragazzi in maniera diversa gli uni agli altri. Amicizie che sono diventate la cosa più bella che tutti e sei - dopo l'amore - hanno nelle loro vite :3 *^*
E poi... La parte più bella di tutte.
LUKE E LETI SI SPOSANO, LUKE E LETI SI SPOSANO, LUKE E LETI SI SPOSANO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
BALLIAMO LA CONGA, GRIDIAMO, CANTIAMO, PIANGIAMO TUTTE LE NOSTRE LACRIME!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SI SPOSANO, SI SPOSANO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Si sposeranno, avranno un cane e tantissimi bambini *^*. No, ok, torno seria che forse è meglio, ahahah :)

Ok, scusate il momento sclero, ma giuro che questa è sempre stata la fine che avrei voluto dare ai miei Luzia. Un lieto fine ben meritato, dopo tutto quel che ho fatto loro passare, ahahah. Seriamente, i miei personaggi poterbbero farmi causa per tutto quel che faccio loro succedere. Ma... Poi però dovrebbero ringraziarmi, dato che il lieto fine non lo faccio mai mancare a nessuno u.u :D *^*.
Giuro, non avrei mai creduto di poter affrontare una cosa simile e faticosa come portare avanti un sequel. Però sui personaggi di Ovunque sei avevo ancora troppe cose da dire, alcune lasciate in sospeso, che avevano il diritto di avere un seguito, pur di farle vivere a loro *^*. Sono davvero contenta per quest'esperienza, anche se credo che sarà l'unica che farò. Insomma, per le altre storie che ho in mente non sono previste cose in sospeso o sequel di alcun genere, quindi godetevi questo per adesso ;).
E adesso... I passerei ad i ringraziamenti.
Per prima cosa ringrazio i ragazzi per tutto quello che mi danno ogni volta. ogni giorno, senza che se ne rendano minimamente conto. Li ringrazio soprattuto per The only reason, per la canzone che mi ha fatto diventare fan (e qui si spiega il perchè del titolo: un ringraziamento da parte mia verso i 5SOS per avermi fatta entrare nel loro bellissimo mondo e per avermi fatto conoscere persone meravigliose).
Poi ringrazio Keli, che in questo sequel mi ha dato parecchio e che, con il suo modo di essere e di comportarsi, mi ha fatto riflettere moltissimo sull'amicizia.
Rngrazio anche Letizia, la nostra protagonista insime a Luke, che sul serio ne ha passate di tutti i colori *^*. Letizia è un personaggio molto particolare. Nei primi capitoli di Ovunque sei aveva moltissimo di me. Ero io in tutto. Poi però ha iniziato a vivere la sua storia, a fare le sue esperienze, distanzioandosi da me e diventando qualcosa di autonomo. La ringrazio perchè mi ha aiutata a far chiarezza su troppe cose in sospeso nella mia di vita.
E, infine, ringrazio voi. Ringrazio i miei lettori per ogni cosa che hanno fatto per questa serie, per questa parte importantissima della mia vita che ormai è giunta al termine, soportandomi e supportandomi in ogni modo possibile ed inimmaginabile. Vi ringrazio di tutto cuore per il tempo che avete dedicato a questa storia e per tutte le volte che mi avete fatto sapere quel che ne pensavate con una piccola recensione. Ringrazio le 27 persone che l'hanno messa tra le preferite, i 7 che l'hanno messa nelle ricordate ed i 27 che l'hanno messa tra le seguite. Vi ringrazio per ogni cosa e spero che la storia di questi sei personaggi vi sia piaciuta almeno un pochino, spero che vi abbia dato qualcosa, che vi abbia fatto spuntare un sorriso, che vi abbia fatto sclerare nel bene o nel male. Spero semplicemente di avervi dato qualcosa, anche se piccolo.
Beh, adesso questa avventura è finita sul serio. Grazie ancora per ogni cosa.
Vi ricordo solo le altre storie che ho in corso:
- Insegmani a vivere (che aggiorno ogni lunedì ed ogni giovedì)
- Links con Nanek (che aggiorno ogni mercoledì)
- Inatteso (che aggiorno ogni volta che i capitoli saranno pronti)
- Give me love and fill me in (che finisce domani).
Grazie ancora per ogni cosa. Non avete idea di quanto mi abbiate resa felice!!!!! <3
Piccola cosa per i lettori silenziosi. Mi farebbe tantissimo piacere sapere che cosa ne pensate della storia: se vi è piaciuta oppure no, se avete critiche da fare, se avete consigli da dare. Fatemi sapere, ci conto! <3
Detto questo, ho finito sul serio.
La storia su Letizia e Luke, Ashton e Keli, Calum e Michael finisce qui. Grazie ancora per ogni cosa, vi voglio davvero troppo bene! <3
Un bacione grande grande ed un lunghissimo abbraccio, con tutto l'affetto che ho nel cuore, Letizia <3

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