La Stella del Caos Scende per Ventiquattro Ore

di Subutai Khan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Critica (ir)ragionata a una canzone che ti sta sulle palle sin dal titolo ***
Capitolo 2: *** Sigaretta mon amour ***
Capitolo 3: *** Allegria, direbbe Mike Bongiorno ***
Capitolo 4: *** Unica? In un certo senso... ***
Capitolo 5: *** Ci sarà un perché se non mi ubriaco spesso ***
Capitolo 6: *** Non la prima volta che potresti aspettarti ***
Capitolo 7: *** Dialogo strano fra due tizi strani che si rinfacciano cose ***
Capitolo 8: *** Piccolo stralcio dal diario di una masochista ***
Capitolo 9: *** Noi siamo Legione e siamo delle filantrope ***
Capitolo 10: *** Un peculiare rapporto fra uno sfigato e un mostro ***



Capitolo 1
*** Critica (ir)ragionata a una canzone che ti sta sulle palle sin dal titolo ***


“You and I, we were born to die”.
Dillo che mi prendi per il culo, Lana. Dillo.
Ciccia bella, è inutile che fai la snob di 'stocazzo “a me tocca, sono nata per morire” e minchiate simili.
Stai pur tranquilla che tu e il tuo bellimbusto tamarro non siete mica gli unici.
Se è colpa mia che non colgo il senso stretto della canzone... la prossima volta cerca di usare metafore meno universali, allora.
Ti dirò come la penso in merito. E lo farò rispondendoti con una canzone che, al contrario della tua, trovo degna.
“The bells again, whose turn this time?”.

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Capitolo 2
*** Sigaretta mon amour ***


“Allora piccolo Gaetano, sai perché sei qui?”.
Ispiro dalla mia fida Marlboro. Un matrimonio d'amore che dura da trentacinque anni. Lui e la tosse cronica, amante non richiesta.
“P-Perché ho... ho sgarrato, signor Piromalli”.
Ero un giovane guaglione per i quartieri spagnoli quando ho conosciuto per la prima volta il gusto del catrame.
“Esattamente. E cosa succede a chi sgarra?”.
È stato un ragazzo più grande a introdurmi al fumoso mondo delle sigarette. Non ne sono più uscito. Neanche per dieci minuti.
“Niente... niente di... bello”.
Purtroppo, in casi come questo, bisogna fare dei sacrifici.
“Eh sì”.
Gli ficco la sigaretta accesa dentro l'occhio.
Non temere, piccola. Continuerò a sbaciucchiarmi con tua cugina.

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Capitolo 3
*** Allegria, direbbe Mike Bongiorno ***


Una puntura di zanzara.
Fa male, cazzo. Un male cane.
Colpa mia che abito nel vercellese. Con le risaie che si stendono fin dove vede l'occhio e oltre... non c'è nulla da dire, qui le stronze fanno festa tutto l'anno.
Solo che una puntura di zanzare nel culo è una primizia.
No, non sul culo. Nel culo.
Dentro.
So che l'argomento è squallido, grazie tante. Ma sentite, avrò il diritto di lamentarmi se non posso neanche sedermi senza che mi punga il culo.
Vorrei vedere voialtri.
E questa, disgrazia delle disgrazie, è una storia autobiografica.

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Capitolo 4
*** Unica? In un certo senso... ***


Ti piaceva citare in continuazione quella canzonaccia di Rihanna.
“Dai Zungolino, fammi sentire come se fossi l'unica al mondo”.
Pur sapendo benissimo che era un modo di fare capace di irritarmi oltre ogni dire.
Già solo il fatto che ti prendevi tutta 'sta libertà con il mio cognome. Ma va beh, era il meno.
Da parte mia ho avuto la coerenza e il buon senso di non soddisfare mai questa tua ripetuta, bizzarra richiesta.
Poi ci siamo mollati. E lì mi sono reso conto che, nonostante tutto, quel che dicevi non era poi così sbagliato.
Perché di stronze come te non ne ho mai conosciute, e dubito ne conoscerò mai.

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Capitolo 5
*** Ci sarà un perché se non mi ubriaco spesso ***


Sbronza a mezzanotte. Suona poetico, no?
Barcollare per la spiaggia tenendosi per le spalle, bestemmiando la sfiga della vita e dicendoti che sei l'unica cosa bella che mi sia mai capitata.
Poi cascare per terra, vomitare anche l'anima cercando di non sporcarti e darti un bacio al sapore di bile.
Romantico.
Toglierti i vestiti, aspettare che tu faccia lo stesso...
Scopare come ricci.
E poi, mentre dormi, romperti la testa con la bottiglia vuota del rosso che ci siamo scolati assieme.
Perché non te l'ho mai detto, ma ho la sbronza rabbiosa.
Mi dispiace.

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Capitolo 6
*** Non la prima volta che potresti aspettarti ***


Una prima volta. Una prima volta.
Uhm...
Trovato.
Mi immagino la prima volta del dottor Simo Häyhä a far esplodere cervella comuniste.
Saran stati dieci, quindici minuti che l'avevano preso dalla sua casetta e sbattuto in mezzo alla neve a contrastare l'invasione dei sovietici.
La prima volta... per quel poco che lo conosco a livello umano, penso che sia stato per lui un trauma.
Era una persona semplice, umile. L'ha sempre dimostrato, nei fatti e nelle parole.
Poi magari, alla duecentesima vittima, stava lì tranquillo fischiettando White Death. E poco importa se sarebbe stata composta solo una settantina d'anni dopo. Mi si conceda l'anacronismo.

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Capitolo 7
*** Dialogo strano fra due tizi strani che si rinfacciano cose ***


“Aspetta, fammi capire bene: mi stai chiedendo di ricambiare quel famoso piacere personale che mi hai fatto ormai... quanto, due anni fa?”.
“Esattamente”.
“Ti rendi conto della stupidaggine che stai facendo? Non si pretende di avere un tornaconto quando si concede...”.
“Cazzo, credi che non lo sappia? Ho la merda fino al collo, se non mi aiuti sono finito”.
“Ma perché a me? Perché non a tuo padre, o a tua madre, o a...”.
“Sei l'unico che può farlo. Tu e nessun altro. Solo tu”.
“...imbecille, mi farai piangere”.
“Se mi dai una mano te le asciugo con i gomiti, le lacrime”.

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Capitolo 8
*** Piccolo stralcio dal diario di una masochista ***


“Sei mia proprietà?”.
“Certo che sì, mia regina”.
È tutto quello che vorrei sentirmi dire. E che vorrei rispondere.
Ma me lo impediscono.
Per salvarmi, dicono. Per togliermi da quella relazione malata, dicono. Non fa bene alla mia salute, dicono.
Andate a 'fanculo, branco di stronzi.
Non sapete niente di me. Non capite niente di me.
Solo nel suo ruvido abbraccio e nella sua frusta posso trovare soddisfazione.
La mia mano, animata di vita propria, scende sul petto e comincia a maneggiare il seno sinistro.
Non ci posso far nulla. Al solo pensarlo mi bagno come una scolaretta.

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Capitolo 9
*** Noi siamo Legione e siamo delle filantrope ***


Conosciamo What a Wonderful World di Armstrong.
La nostra personale versione di quella canzone si sta realizzando proprio in questo momento, mentre guardiamo fuori dalla finestra.
“Ti ammazzo, sacco di merda!”.
“Non se prima io ammazzo te, stronzo malcagato!”.
Guardateli. Non sono carini mentre esprimono tutto il loro volersi bene con tanta foga, ognuno con la sua bella mazza chiodata?
Ci sentiamo realizzate.
Umanità, prendi a piene mani il nostro generoso lascito.
I bambini, che conosceranno una disperazione molto più grande della nostra, ce ne saranno profondamente grati.
Sì, niente da dire.
Questo mondo è proprio meraviglioso.

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Capitolo 10
*** Un peculiare rapporto fra uno sfigato e un mostro ***


“Posso offrirti un drink?”.
“...dovevi proprio scatenarmi questo devastante deja-vu?”.
“Sai che sono una brighella”.
“Brighella... io direi più una stronza patentata”.
“Oh suvvia, solo perché ho vagamente celebrato il momento...”.
“...in cui hai fatto di me il tuo schiavo a vita”.
“Senti, eri così carino quella sera. Ci posso far poco se sentivo il richiamo del tuo sangue. E comunque non mi sembra tu possa lamentarti più di tanto. Non ti succhio mai più del necessario e hai ancora il tuo tanto adorato libero arbitrio. Stai pur sicuro che normalmente un ghoul non ha la facoltà di sfottere la propria padrona”.
“Vampira del cazzo”.

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