Trappola d'amore e rabbia

di alenefos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Ricordi confusi ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: So dov'è! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Il ritorno di Bruce ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Black Widow contro Hulk...Natasha contro Bruce ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Ricordi confusi ***


Grazie a chiunque leggerà questa fanfiction! Scrivetemi pure i vostri commenti, possono aiutare a migliorarmi!
Un bacio a tutti! :)


Trappola d'amore e rabbia
Capitolo 1: Ricordi confusi



Rinunciare ad un'amore è difficile, farlo due volte è impossibile.
E questa volta la rinuncia pesava più di un macigno.
Lei faceva parte della squadra, era abituara ad avere a che fare con assassini, super eroi e mostri. Peccato solo che fosse lui quello che non riusciva ad abituarsi a se stesso; essere Hulk, essere preda dell'ira e scatenarsi come un uragano devastante era insopportabile.
Bruce Banner era un uomo buono, mite, intelligente e altruista ma l'altro, l'omaccione verde, era senza controllo la maggior parte delle volte in cui prendeva vita.
Eccezion fatta per quella "ninna nanna" (cos'ì l'avevano ribattezzata Tony e Steve non senza una punta di malizia) che Natasha riusciva a tessere come una tela e che puntualmente lo avvolgeva ed irretiva. Hulk soccombeva alla dolcezza del tocco di quella donna glaciale e letale.
Ma non solo Hulk...lui, Bruce, si era perso nelle spire attrattive di lei da molto prima che il mostro incontrasse i suoi occhi.
Quando era stato trovato dallo S.H.I.E.L.D. in un angolo remoto del mondo, avevano mandato Natasha nella speranza che il suo potere seduttivo e il suo aspetto apparentemente poco ostile creasse in Banner un senso di calma e fiducia. Il loro primo incontro però non era stato privo di tensioni e discussioni, nonostante ciò, aveva comunque ceduto accettando l'incarico...anche se era quasi impossibile rifiutare visti i mezzi dello S.H.I.E.L.D.
Lui e Natasha avevano viaggiato da soli fino alla nuova destinazione a bordo di un mezzo invisibile ai radar. Stranamente, non vi erano agenti nè misure "contenitive" per Hulk. Bruce scoprì solo tempo dopo che tale fiducia era dovuta a Natasha che si era presa tale rischio e responsabilità nella speranza di mettere a suo agio il dottore.
Stessa cautela purtroppo non gli era spettata sull'aeronave dove invece c'era una camera di contenimento blindata nell'eventualità di un'emergenza.
Lui e Natasha in quel periodo avevano lavorato fianco a fianco, si erano scontrati in una sua esplosione di rabbia dove Hulk aveva combinato il solito marasma, avevano fatto amicizia, ma restando comunque molto riservati ciascuno dietro la propria barriera.
Dopo la battaglia dei Chitauri erano tornati alle proprie attività, sempre e comunque controllati e in contatto con Nick Fury.
Lui, nuovamente all'opera per aiutare le popolazioni meno fortunate, andava avanti da un po' di tempo con in testa pensieri nuovi...o forse pensieri che riteneva di non potersi più concedere.
Aveva da tempo abbandonato i ricordi di Betty e credeva che l'amore gli fosse precluso ma l'idea che Nat conoscesse la sua identità e convivesse abitudinariamente con personaggi strani e bizzari coi quali lavorava, gli creava un tarlo che lo tormentava...una sorta di "possibilità" eppure...
Ah, certo, c'era Clint Burton, Occhio Di Falco...sembravano molto intimi...ma solo fino al giorno in cui lui si dichiarò candidamente disinteressato a Nat. Per lui era come una sorella e parlava sempre di una "fidanzata" di cui tutti ignoravano viso o nome. Dunque Bruce si era sbagliato, Nat e Clint erano amici e nulla più.
Dunque la Vedova Nera era un'anima libera.

*

Ancora una missione, ancora atrocità e sopprusi, ancora un "codice verde" con lui che entra in scena, distrugge tutto e Natasha che a fine missione lo raggiunge e riporta al suo stadio umano.
E poi una festa.
Strana la vita! Battaglie e distruzione seguite puntualmente da bagordi per festeggiare la riuscita di una missione. La Stark Tower era stracolma di ospiti e tutti si divertivano. Natasha era dietro il bancone dei cocktail che si serviva da sola. Lui, ignorando il suo cervello che sconsigliava qualsivoglia interazione con lei, seguì le sue gambe che si diressero verso il bancone.
Un breve scambio di battute, qualche sguardo malizioso...eh si..lei lo era dannatamente! Adorava attrarre gli uomini salvo poi sfuggirgli e lo stava facendo anche con lui.
Si obbligava a pensare che lei fosse così con tutti. Eppure mentre elaborava tali congetture non poteva fare a meno di balbettare, essere impacciato e fissarle insistentemente il viso dalla pelle chiarissima in enorme contrasto con il rosso fuoco dei capelli. E poi gli occhi...le labbra...e a dirla tutta guardava anche altro quando non era visto. O almeno così credeva! Nat se ne accorgeva e faceva finta di nulla.
Con gli uomini ci era abituata eppure quando lo faceva lui si sentiva addosso un piccolo brivido. Anche per lei tali sensazioni erano sopite, abituata com'era a civettare per ottenere informazioni ecc.
Ma Bruce...era diverso, lui la emozionava con quello sguardo scuro e profondo, carico di dolore, paura e rabbia.
Anche a serata finita, quando erano tutti raccolti attorno al tavolo a scherzare, lei e Bruce erano vicini. Si stavano divertendo, per una volta, e sorridevano.
Bruce era riuscito a trovare un lato positivo addirittura nell'attacco da parte di Ultron di quella sera alla festa!
Si! Detestava ammetterlo a se stesso, ma nel tentativo di proteggere Natasha erano caduti entrambi oltre il bancone degli alcolici e lui era finito sopra di lei...sulla parte più "morbida" di lei.
Se Tony, Steve e gli altri avessero assistito alla scena non si sarebbe mai più liberato di commenti e domande, dopotutto nessuno di loro aveva mai potuto "tastare" la vedova nera...probabilmente lei li avrebbe uccisi!
Nat invece si preoccupava solo che lui non si trasformasse e non sembrava neanche aver notato l'incidente e le scuse terrorizzate di lui.
...Oh, certo che se n'era accorta! Aveva solo cercato di non imbarazzarlo ulteriormente e non scatenare Hulk!
Inoltre a tutti era chiarissimo che Bruce fosse stracotto di lei. Steve gli lanciava qualche frecciatina di tanto in tanto e cercava di invitarlo a lasciarsi andare.
Solo che lui si era lasciato andare in seguito ma nel modo e posto sbagliato: in città facendo la solita devastazione! Anche se non era stata colpa sua, le autorità lo avevano nuovamente condannato e lo cercavano così come stava accadendo per tutti gli Avengers.
E poi...e poi c'era stata quella notte in casa di Burton.
Clint gli aveva offerto un luogo bellissimo dove nascondersi, rimanere al sicuro e riposarsi. Ma sembrava anche di sentire un pugnale che preme sulla pelle distillando poco a poco il sangue.
Tutti avevano davanti agli occhi un'immagine per loro insolita. Una famiglia, bambini...serenità...anche se per Clint stesso quella situazione era sempre in bilico.
Uscito dal bagno dopo una doccia rigenerante, Bruce aveva trovato Nat fuori ad attendere di poter entrare. La donna non aveva perso l'occasione per stuzzicarlo con quel suo "Avrei dovuto entrare!".
Il cervello di Bruce aveva  buttato lì qualcosa del tipo "Hai perso l'occasione"...per una volta aveva detto qualcosa di simile alla verità! Avrebbe voluto...eccome!...ma subito tornò serio e cercò di sembrare calmo.
Cosa difficile poichè era impossibile toglierle gli occhi di dosso, stretta com'era in una vestaglia che lasciava poco all'immaginazione vista la profonda scollatura.
Il desiderio di rivelarsi era fortissimo. Bruce avrebbe voluto dichiarare a Natasha quanto lei riuscesse a farlo sentire di nuovo solo un semplice uomo. Come accendesse in lui il desiderio e le emozioni.
Si infilò la camicia e si ritrovò la donna ad un passo da lui.
Era lei a parlare, lei a lasciarsi andare, lei a dichiarare con dolcezza ed in modo semi-velato la sua voglia. La mano di Nat si poggiò delicata sulla guancia scaldandogli mandibola e collo così come farebbe un tizzone ardente, procurandogli un brivido quasi ghiacciato.
Anche lei si sentiva fremere preda dell'emozione. Era solo una carezza eppure quel lieve contatto mandava entrambi in uno stato di beatitudine e tilt. Quella sensazione che ti dice che "vuoi di più"...un abbraccio, calore, un bacio...
Lui strinse la mano di lei con forza, così come avrebbe fatto col suo corpo se avesse potuto, ma la ragione tornò a parlare...di nuovo..e allontanò la sua mano e si scostò da lei.
Quando tornò a guardarla vide gli occhi di lei colmi di paura e tristezza. Possibile che lei si fosse davvero innamorata? Ripensò allora alle parole di Cap.America. Il capitano aveva affermato che lei amava flirtare e lui lo sapeva bene (chissà poi perchè, chiedeva la sua gelosia) ma con Bruce non lo stava facendo e si capiva...
Possibile? Possibile?
Meglio fuggire! Allora provò a dissuaderla  tirando in ballo la crudele evidenza, cosa poteva mai offrirle lui? Una vita serena, una casa, una famiglia, figli...? No..non poteva!
Ma la risposta di lei fu tremenda più di una spada che trafigge. Raccontò a Bruce del suo addestramento...e della "sterilizzazione" praticata alle spie come lei.
Solo in quel momento Banner comprese quanto una donna apparentemente fredda e spietata potesse essere in verità delicata e ferita.
Avrebbe voluto andare verso lei, stringerla e rassicurarla...forse dirle che per lui non era importante, che lei era meravigliosa così...ma non ne ebbe il coraggio.
Natasha lesse nei suoi occhi il dispiacere, si erano sentiti "uguali" nel rivelarsi tanto fragili. Erano gli unici che avrebbero potuto capirsi. Anche lei avrebbe voluto tenerlo lì, farlo sentire al sicuro. Lo sguardo di lui sembrava quello di un bimbo spaventato dal mondo circostante e lei avrebbe voluto essere per lui un oasi di pace...ma Bruce continuava a fuggire da lei.
La distanza tra i loro corpi non era uguale dentro di loro. Si sentivano in realtà vicinissimi, avvinghiati dentro, eppure non riuscivano a toccarsi.
Da quel giorno i dubbi lasciarono il posto alle mezze verità.
Natasha continuava a pensare che nessun uomo si sarebbe messo lì a parlare della famiglia che non avrebbe potuto darle. Nessun uomo non innamorato almeno. Un uomo qualunque avrebbe approfittato di lei, della situazione e della compiacente camera da letto nella quale si trovarono. Non Bruce.
Per quanto lei desiderasse sentire la stretta delle sue braccia e il calore delle sue labbra,era altrettanto felice di non aver avuto davanti un uomo interessato a portarsela a letto ma un uomo che si stava tirando indietro perchè pensava che lei meritasse di più.
Forse anche lui era innamorato...
Bruce pensava e ripensava al viso di lei occhi negli occhi con lui. A quella mano delicata sul suo collo. Al suo profumo inebriante e a quel misto di seduzione che aveva improvvisamente perso tutta la sua arte affinata per lasciar spazio alla timida seduzione di una donna innamoraza. Era sembrata impacciata anche lei con quella richiesta così dolce e quel modo di fare quasi da ragazzina alla prima infatuazione.
Non era la solita donna fredda e cinica ma aveva rivelato un lato mai visto da Bruce.
E poi quella rivelazione sul suo passato...perchè tanta sincerità? Era una cosa così personale e delicata...era anche qualcosa che avrebbe potuto scoraggiare una relazione. Per Bruce era terribile pensare a quanto lei potesse aver sofferto e quanto stesse pagando ancora. E l'immagine di lei stretta nella vestaglia che gli apriva il suo cuore lo tormentava.
Forse anche lei era innamorata?
Ma una nuova guerra era alle porte e loro dovevano prepararsi a combattere.
Per tutti l'amore era un buon motivo per combattere. Entrambi tentarono di combattere con lo stesso pensiero seppur con la tristezza di guardarsi negli occhi di continuo senza poter esprimere la verità.

*

La battaglia infuriava e ormai erano tutti più esperti e forti. Avevano affinato tecniche e strategie e ancora una volta stavano proteggendo la terra e la popolazione.
Le navette dello S.H.I.E.L.D. imbarcavano passeggeri per portarli in salvo.
Chi si ritrovava a bordo si abbracciava tra la paura, le lacrime e la felicità. Natasha riusciva a gioire in cuor suo di essere in piccola parte artefice di questo. Salvare qualcuno, lei che per anni aveva sterminato a sangue freddo, era qualcosa che scaldava dentro.
Bruce aiutò l'ennesimo gruppetto a mettersi in salvo e si ritrovò faccia a faccia con Nat. Era il momento di lasciar combattere gli altri, non potevano essere utili ancora...lui avrebbe potuto nuovamente fare del male a qualche civile ma Nat non era donna da accettare la resa. Dovevano combattere, anche se erano in minoranza, anche se non ce l'avessero fatta.
Bruce non ci capì più nulla. Si ritrovò improvvisamente con le labbra di lei sulle sue. Finalmente accadeva. Lo aveva immaginato, sognato, creato nella mente come con le immagini di un film. Aveva immaginato sicuramente uno scenario meno apocalittico, ma quella sensazione era così piena di tutto ciò di cui lui aveva bisogno che  poteva anche sparire tutto.
Lei si era trattenuta più e più volte dal fare un gesto tanto impulsivo. Dopo quella notte a casa di Burton aveva sperato in un bacio più dolce, cercato, atteso...ma più atteso di quello che si stavano scambiando cosa c'era mai? Lui non si era ritirato. Era rimasto spiazzato, certo, ma era lì ad assaporare quel gesto stupendo quanto lei...anche se per pochi seconi che sembrarono fermare il tempo.
Ma non potevano concedersi di più...
Bruce si sentì spingere via e piombò nella voragine alle sue spalle. Lo aveva imbrogliato? No...solo...doveva di nuovo liberare Hulk. La rabbia lo investì in pieno. Stava di nuovo provando amore per una donna e di nuovo stava rischiando di rinunciare a lei e non voleva. Lei era qualcosa di mai provato, lei era quello che desiderava più di tutto.
Capì allora di essere davvero innamorato di Natasha.
Quando Hulk si liberò riprese la battaglia.
Ancora Ultron, ancora urla, ancora polvere e guerra. Combattere e distruggere era l'unico pensiero di Hulk, eppure la sua mente non offuscava il pensiero della donna dai capelli rossi.
Dentro, Bruce si teneva legato a quel pensiero per non perdersi...ma dopo averla vista ancora in pericolo, dopo averla salvata, barcollò nuovamente su quel sottile filo sospeso nel vuoto nella sua mente.
Le paure tornarono ad attanagliare l'uomo racchiuso nel mostro verde prospettandogli il nulla e portandolo ancora una volta a pensare che avendolo accanto Natasha avrebbe conosciuto solo infelicità e tristezza. Nulla di più sbagliato.
Così a guerra finita, rimasto in un velivolo invisibile ai radar si ritrovò davanti allo schermo acceso dal quale il volto della sua "ninna nanna" gli chiedeva con dolcezza di ascoltarla e seguire le sue istruzione per rendere reperibile il velivolo e riportarlo da lei.
Ma Hulk spinse il tasto di chiusura del contatto video-audio.
Natasha capì immediatamente che il bestione non aveva sbagliato e non era fuori di sè.
Bruce, dal cuore dell'omone verde, era vigile e stava di nuovo scappando. Si stava allontanando per proteggerla.
***

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: So dov'è! ***


Grazie a quanti hanno recensito e recensiranno il primo capitolo. A partire da questo, la storia si distacca da quanto visto nei film e ci fionderemo in una nuova avventura dove ci saranno nuovi sviluppi e nuove battaglie. E Bruce e Natasha torneranno a farei conti l'uno con l'altra...
Buona lettura! :)




Capitolo 2: So dov'è!

Addestrare nuove reclute, compiere nuove piccole missioni di spionaggio ed esercitarsi con le nuove armi a disposizione dello S.H.I.E.L.D.!
Natasha si buttava con tutta se stessa in qualunque pensiero che la portasse a razionalizzare, escogitare ed elaborare. L'unico modo per non pensare a Bruce era letteralmente non avere tempo per pensare a lui. I primi giorni seguiti all'allontanamento dell'uomo erano stati tremendamente vuoti e duri.
La sensazione di aver ricevuto un forte pugno nello stomaco era fissa e l'annichiliva con violenza ma non poteva lasciarsi andare allo sconforto e non doveva versare lacrime!
Bruce era fuggito per proteggerla, pensava, ma la cosa non era di alcuna consolazione. Più il tempo scorreva, più quell'idea di "protezione" spariva per lasciare posto alla cruda ipotesi di un allontanamento privo di ripensamenti e sofferenza.
Andato via lui, le giornate non avevano altro senso se non quello di dedicarsi forsennatamente ai suoi doveri di spia.
<< Dovresti prenderti una pausa Natasha! >> La voce di Steve interruppe l'ennesimo richiamo della donna ad una delle reclute.
<< Capitano, non permetterò alle reclute di rientrare negli alloggi! Non hanno completato il circuito di addestramento! >> Rispose Natasha impassibile.
<< Vorrai dire il quindicesimo circuito! Sono stremati! Non otterrai nulla così, lasciali rientrare! >>. Natasha sbuffò: << D'accordo ragazzi, basta così per oggi ma ringraziate il Capitano! >>.
I ragazzi del plotone si fermarono e alcuni si gettarono a terra esausti mentre altri non riuscivano quasi a muoversi tanta era la stanchezza. La spia dai capelli rossi voltò le spalle a Capitan America e si allontanò. Steve però non aveva intenzione di chiudere lì quel discorso e la seguì.
<< Non puoi fare così Natasha! Stai eclissando te stessa dietro questa mole assurda di lavoro ed impegni eppure non sembra servire a molto! >> Le disse mentre la raggiungeva a passo veloce.
<< Non ho pensieri Capitano! >> Rispose lei cercando di apparire fredda e distaccata << Sto facendo il mio dovere come mi è stato chiesto da Fury, non capisco quale sia il probl... >>
<< Il problema sei tu! >> La interruppe l'uomo << Ti vedo Natasha! Vedo come fissi il muro perdendoti in chissà quale ricordo non appena hai un secondo di pausa e immagino dove stia viaggiando
la tua testa >>.
<< Tu non sai nulla! >>
<< Tu pensi a Banner! >> rispose l'uomo alzando la voce << Hai bisogno di fermarti! Hai bisogno di capire e trovare il modo di parlare con lui! >>.
<< Banner ci ha piantati in asso! >> Disse lei freddamente.
Steve restò in silenzio per qualche secondo, incerto sul da farsi. Poi: << So dov'è! Nick non vuole pedere di vista nessuno degli Avengers ed ha incaricato me di trovarlo...e ci sono riuscito. Credo che
potresti... >>
<< Bruce Banner ha piantato in asso me, capitano! Qualunque cosa io possa fare, non la farò! So riconoscere un rifiuto, diciamo che una "fuga" è un indizio abbastanza esaustivo. Hulk domina Banner e non il contrario...e accade perchè Banner lascia che a vincere sia Hulk! >>.
Detto questo la donna si voltò e si incamminò allontanandosi dal suo interlocutore.
<< Ti amano! >> Disse lui ad alta voce << Entrambi! >>.
Natasha si fermò senza voltarsi.
<< Sono stato per decenni nel ghiaccio ma non mi sono inaridito, so ancora riconoscere un sentimento sincero ed è quello che ho letto negli occhi di Banner e in quelli di Hulk. Bruce ha paura... >>
Natasha chiuse gli occhi.
<< Io ne ho avuta sempre, eppure non ho permesso alla paura di dominarmi. Bruce dice di essere dominato dall'ira ma non è quello il vero sentimento che lo sta annientando! >>.
Riprese a camminare e si allontanò in direzione degli alloggi degli agenti. Il capitano seguì la figura di lei mentre spariva dietro il portone d'ingresso.

*

<< Dovresti tornare Bruce >> Stava dicendo Steve seduto ad una postazione di comunicazione dello S.H.I.E.L.D. << Gli esperimenti vanno avanti e sono stati attaccati altri paesi nascosti tra le montagne. Temiamo che presto si avvicineranno ai centri abitati più popolisi e lì si scatenerà il panico! >>.
Dall'altra parte del monitor, segnato dalla stanchezza e da qualche capello bianco in più, il viso di Bruce annuiva: << Non può risolverla Clint? Un paio di frecce... >>
<< Non dire sciocchezze! Abbiamo provato ad arginare il problema ma sembra più complicato del previsto. Inoltre le radiazioni che abbiamo riscontrato sono materia tua! Stark verrà a dare un occhiata tra due o tre giorni, sarebbe utile che fossi qui per l'occasione >>.
Bruce sospirò. Tornare in missione per lo S.H.I.E.L.D. era l'ultima cosa che voleva. Era tornato a dedicarsi alle popolazioni più sfortunate e sperava di non essere rintracciato nè ricontattato. In realtà, poco prima che il velivolo con il quale si era dato alla fuga atterrasse (o precipitasse...Bruce non ricordava  nulla se non che si era ritrovato a mollo nel mare dopo essere tornato umano abbandonando le fattezze del mostro verde), era già stato riagganciato da Steve. Il capitano aveva tenuto segreta la cosa finchè aveva potuto. Adesso però, la situazione richiedeva il suo aiuto e aveva dovuto parlare del "miracoloso" ritrovamento della posizione dello scenziato a Nick Fury. Era cosciente che non si sarebbe mai bevuto la storia della casualità di quel ritrovamento al momento giusto, era un po' come tirare fuori un coniglio dal cappello, ma andava bene così.
Nick aveva chiaramente capito che Steve aveva coperto Bruce per ben cinque mesi ma poco importava. Ora serviva e doveva tornare!
<< Verrò personalmente! >> Aggiunse Steve.
<< Hai paura che io faccia del male agli agenti? >> Sorrise mestamente Bruce.
<< No, voglio solo parlare con te. Partirò dopodomani, a presto! Chiudo! >>.
Il monitor si spense e il dottore restò da solo davanti al portatile impolverato e malconcio.
Dalla sua fuga erano passati ben cinque mesi. Lui non aveva dato notizie ed era rimasto nell'ombra sperando che il mondo dimenticasse il mostro verde.
Nella sua testa risuonavano ancora le urla e i boati di devastazione. Un assordante rumore dentro e un silenzio snervante fuori, nella sua camera vuota chiusa nel buio della notte.
I contatti con Steve erano rimasti costanti e continuavano a parlarsi nonostante le discussioni amichevoli ricorrenti.
Il capitano aveva parlato spesso di Natasha e di quanto la vedesse estraniarsi da se stessa e gettarsi nel lavoro e nel mondo dello S.H.I.E.L.D. Bruce invece si estraniava dal mondo e si rifugiava in se stesso.
Lui e Natasha erano estremamente simili...ma in modo speculare, un riflesso di uno specchio!
Banner sapeva di essersi comportato in modo squallido con Natasha. Con ogni probabilità la donna lo detestava e forse lui lo meritava. Sperava che la spia lo avesse dimenticato, magari odiato! Mentre lui si era rinchiuso in un angolo profondo dell'inconscio le immagini di loro insieme...di lei in tutta la sua meraviglia.
La grande fuga era finita e il ritorno si presentava tremendo.
Buttò giù un bicchiere d'acqua e si stese nel suo letto tra coperte fatte a mano con lana grezza dagli abitanti del paesino dove aveva trovato rifugio. Non gli mancavano le comodità e la fredda perfezione dello S.H.I.E.L.D.
Niente lenzuola perfettamente stirate e camere immacolate. Lui le detestava. La mente tornò alla casa di Clint Burton. Divani perennemente in disordine a causa dei bambini che ci saltavano sù, pentole sui fornelli, finestre aperte alla luce del sole, legna da spaccare, polvere, odore di cibo e di biancheria appena uscita dalla lavatrice...che vita meravigliosa.
La semplicità che molti considerano come un peso o monotonia, per lui era un miraggio.
Bruce si perdeva nei pensieri durante le ore della notte ma questa volta la preoccupazione era altissima. Cos'avrebbe detto a Natasha, come si sarebbe scusato? E lei, come lo avrebbe accolto?
Probabilmente lo odiava.
Le luci erano spente. Brillava solo una candela poggiata su un tavolo.

*
Le lenzuola fresche profumavano di pulito. La stanza dalle pareti grigie le ricordava le tetre camere della struttura dove era stata addestrata. Avrebbe preferito un qualunque altro colore a quello.
Spense la luce piombando nel buio.
E così, Steve sapeva dov'era Bruce...e anche da molto probabilmente. Credeva di sapere il perchè di quella informazione celata. Bruce era fuggito e non voleva avere più nulla a che fare con lei.
Il capitano lo aveva coperto nella speranza di evitare alla vedova nera un'ennesima delusione ma lei si sentiva adesso più confusa ed arrabbiata che mai. Bruce poteva dare notizie, cercarla, parlarle...ma non lo aveva fatto.
Strinse in cuscino affondandoci dentro sconvolta dal dolore misto all'ira; un miscuglio così forte che le provocava un intenso malessere fisico che continuava da tempo.
Si detestava e colpevolizzava per essersi impelagata tanto in un sentimento scaturito senza neanche una vera relazione. Bruce era andato via senza dare a lei la minima importanza...accettarlo era massacrante, convivere con questo pensiero la distruggeva.
Cadde nel sonno abbandonandosi a quel letto  anonimo in una stanza identica ad altre decine.
Sulle sue labbra impastate dal sonno si fece strada ancora quel nome... << Bruce... >>.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Il ritorno di Bruce ***


Grazie a tutti coloro che stanno seguendo questa fanfiction! Scusate se pubblico in ritardo questo terzo capitolo, cercherò di essere più celere. Voi, se volete, commentate, fatemi sapere cosa pensate degli sviluppi della storia e dei nostri protagonisti!
Baci a tutti e grazie per l'attenzione!




Capitolo 3: Il ritorno di Bruce


<< E' una furia! Sta massacrando le reclute e non si concede neanche il tempo di una pausa. Pensa che sparisce nell'ora di pranzo. Nella mensa non si vede mai. Mangia nel campo reclute e subito torna ad addestrarsi con la pistola. Non ho idea di dove trovi tanta energia ma la sta usando nel modo peggiore. Credo sia come una bomba pronta ad esplodere >>.
<< Grazie Steve... >> borbottò Bruce seduto al posto del copilota sull'aereo caccia
dello S.H.I.E.L.D. << Adesso mi sento davvero meglio... >>.
<< Scusa, non intendevo...cioè... >> Balbettò Capitan America << ..non ti sto dando la colpa, dico solo che è diventata molto  scontrosa. Si è chiusa in se stessa e non parla che di lavoro...quando parla... >>. 
Bruce si sentiva peggio ad ogni affermazione. Per quanto generalmente fredda, Natasha sapeva essere cordiale e a suo modo affabile. Pensare che era cambiata tanto a causa sua lo feriva profondamente.

*

<< Dovresti farti gli affari tuoi, Stark! >> Disse la rossa scortandolo nella sala riunioni dello S.H.I.E.L.D.
<< Coraggio! Sai bene perchè lo ha fatto, non dovresti essere così dura >> Tony Stark, come Steve prima di lui, cercava di ammorbidire il terreno nella speranza che Natasha accogliesse Bruce nel modo meno brusco possibile.
<< Siamo qui per lavorare. Non ho intenzione di fare altro, non voglio sentire altro! Chiaro il concetto? >>
Entrarono e si accomodarono davanti a Nick. Passarono pochi secondi ed entrò Clint Burton seguito da Steve e Bruce.
Clint salutò col suo solito fare spigliato e amichevole. Steve si limitò ad un saluto quasi impercettibile, così come fece anche Bruce.
L'uomo incontrò immediatamente lo sguardo della donna dai capelli rossi ma lei voltò il viso fissando Nick Fury. Un gesto di disprezzo e rabbia. Era tesa, insolitamente per lei e tutti lo percepirono.
Nick non gradì. L'idea che la sua migliore spia potesse in qualche modo deluderlo perchè turbata lo innervosì. Nel rivolgersi a Banner usò quindi un tono molto aspro.
<< Bentornato dottore! Fatto una buona vacanza? >> chiese con tono di sfida.
In piedi e con le braccia incrociate, Bruce rispose cercando di mantenere la calma << Io sono un dottore! Stavo solo facendo il mio dovere >>.
<< Lontano dallo S.H.I.E.L.D.! >>
<< Non sono una vostra proprietà! >>
<< Ma ti abbiamo coperto, aiutato e nascosto quando il governo voleva farti fuori! >>
<< Sono stato portato qui per un processo? >> Chiese Bruce alzando la voce.
<< No >> Rispose Nick serio << Sei qui solo perchè la popolazione vale più del mio risentimento per la tua fuga. Stiamo affrontando una minaccia subdola e difficile da contrastare. Abbiamo bisogno di un esperto in raggi gamma e radiazioni, e tu sei il migliore >>.
Bruce tacque.
Nick continuò: << Nel nord della Francia ci sono state diverse sparizioni di cittadini. Inizialmente erano due o tre persone per villaggio ma ora diamo alle decine. Donne e uomini, per fortuna nessun minore, ma sono i racconti che iniziavano a girare tra la gente che ci hanno messi tutti in allerta.
Parlavano di mostri, animali dalle dimensioni inusuali, dalla forza e
caratteristiche mai viste prima >>.
<< Che genere di animali? >> Intervenne Clint Burton.
Nick fece scivolare davanti a loro delle foto estrapolate dai filmati delle telecamere a circuito chiuso dei negozi e banche dei vari villaggi.
Nonostante la scarsa qualità si distinguevano nettamente figure alte almeno due metri.
<< Orsi? >> Chiese Capitan America.
<< Gli orsi non sfondano muri >> intervenne Natasha << Non si avvicinano all'uomo se non per rovistare nell'immondizia o cercare piscine nel periodo della siccità. Gli orsi non prascinano via due uomini alla volta! >>.
<< Di cosa stiamo parlando? >> Chiese Stark.
Fury attivò uno schermo e partì un video. Una belva enorme, nelle immagini, distruggeva un muro in cemento con la sola forza delle zampe.
Tutti restarono sbigottiti di fronte a quelle immagini.
<< Ma che cosa sono? >> Chiese Stark preoccupato.
<< Non soltanto Steve può vantare di essere stato potenziato e di essere ora un super soldato >> commentò Nick in tono serio << Abbiamo scoperto che c'è un laboratorio che ha rubato le formule per ricreare il siero utilizzato per Steve e lo ha applicato agli animali. Prima di farlo però, tali animali sono stati incrociati, ibridati, modificati... >>
<< Che intendi dire? >> Chiese Bruce sconcertato.
<< Che stanno creando animali da usare come vere e proprie armi. Macchine viventi da guerra e distruzione, capaci di sfruttare le qualità animalesche unite alla tecnologia e alla scienza. Sono stati irradiati con i raggi gamma per renderli ancora più grandi e invulnerabili e questa è l'unica pista che può aiutarci a localizzarli e fermarli >>.
Stark intervenne: << Ma questo laboratorio dov'è? Chi c'è dietro? >>
<< Non lo sappiamo ma dobbiamo scoprirlo e fermarli prima che gli animali trovino il modo di ribellarsi o che perdano il controllo...inoltre, sono disgustato dallo scempio che stanno facendo di queste creature portandole a compiere atti tanto terrificanti. Dobbiamo fermarli per il bene della popolazione e dell'equilibrio naturale. Stiamo parlando di intere zone boschive prese d'assalto da questi ibridi, il danno ecologico, oltre a quello umano, potrebbe essere devastante. Ho chiamato qui Bruce perchè li rintracci, ma ci servirà Hulk per combatterli. Stark dovrai creare delle gabbie speciali ed anche delle armature di protezione per Steve, Nat e Clint.
Potete ritirarvi nei vostri alloggi, a parte te Stark, puoi metterti al lavoro da subito? >>
<< Si, entro stasera avrò già qualche progetto da mostrare! >>
<< Va bene, per questo pomeriggio siete congedati, stasera vi darò ulteriori informazioni! >>.

***

Tutti uscirono e si incamminarono verso i dormitori. Clint si avvicinò a Steve facendo segno di distaccarsi da Natasha e Bruce. Stark tornò alla sua auto e partì immediatamente.
Con un leggero accenno di saluto, Burton e il capitano si eclissarono lasciando soli la rossa di fuoco e il dottore.
 Natasha non gradì affatto e accelerò per lasciarsi alle spalle Bruce, ma l'uomo la chiamò e la raggiunse correndo.
<< Natasha...Natasha aspetta... >>
<< Ho impegni, dottore, la prego di non trattenermi! >>
<< Ti prego, ti prego lascia che ti spieghi! >>
<< Non mi deve nessuna spiegazione, dottore! >> Risposse sibilando.
<< Perchè mi dai del lei? >>
<< Io e lei non abbiamo niente a che fare, dunque la prego di non farmi perdere tempo e limitare i suoi contatti con me solo a livello lavorativo! >> Lo oltrebassò tornando a marciare spedita verso la sua stanza.
Bruce la rincorse di nuovo e le si parò di fronte: << Non è vero che non abbiamo nulla a che fare, io e te...insomma...noi... >>
<< Non esiste la parola noi per me e lei! >> Commentò rabbiosa e con lo sguardo che sembrava ardere d'odio.
<< Tu mi hai baciato! Tu...io...lo sai perchè l'ho fatto! Sai perchè l'altro è scappato! >>
<< Sei stato tu e non l'altro! Tu sei fuggito, tu sei sparito, tu non hai dato notizie! Tu ti sei nascosto come un topo in una schifosa fogna! Tu e soltanto tu! >> Lo otrepassò di nuovo e arrivò alla manignia della sua camera.
Bruce le afferrò la mano per fermarla. In risposta, lei gli afferrò il braccio, gli assestò un colpo tra le gambe, lo sollevò e lo schiantò a terra.
L'azione era stata più istintiva ed automatica che voluta ma una volta a terra, gli occhi di Bruce brillarono di rabbia.
Natasha si accorse di ciò che stava per accadere e si preparò.
A terra, il mostro verde stava prendendo il posto di Bruce Banner.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Black Widow contro Hulk...Natasha contro Bruce ***


CAPITOLO 4: Black Widow contro Hulk...Natasha contro Bruce.

Spaventati dal rumore di calcinacci, Steve e Clint balzarono fuori dalle loro stanze.
Hulk si dimenava cercando di liberarsi di qualcosa che lo cingeva alle spalle, troppo piccola e agile da raggiungere. Era Natasha che gli si era abbarbicata addosso e cercava di contrastarne la furia.
Vide i due fiondarsi sul mostro e urlò: << Toglietevi di mezzo o ce le prendete anche voi! Me la cavo da sola! >>.
Clint esitò a rigettarsi su di loro, Natasha sembrava furibonda.
<< Non qui Nat! >> Urlò Steve facendo pressione e lottando contro Hulk cercando di spingerlo in direzione del corridoio che dava verso il campo di addestramento all'aperto.
<< Allontanati, ora lo porto fuori e voi due sparite!!! >> Gli intimò la donna mollando la presa e saltando giù.
Hulk si guardò intorno confuso e Natasha gli fece un fischio per richiamarlo.
Voltatosi, la vide correre verso l'esterno e la seguì facendo tremare l'intera struttura e sparendo poi all'esterno in direzione del campo.
<< E' saggio lasciarla combattere da sola? >> Chiese Steve preoccupato.
<< Non è saggio contraddirla, te lo assicuro! >> Rispose Clint.

*

Arrivato nel campo le si fiondò addosso con forza. La donna saltò di lato per evitarlo ed estrasse un coltello dalla lama sottile col quale lo ferì al braccio.
Hulk urlò di rabbia e dolore e le tirò un ceffone che lei evitò per miracolo.
Ancora quella lama sottile e ancora tagli e sfregi sul corpo del mosto verde.
<< Non avrò la tua potenza ma se ti dissanguo e ti indebolisco riuscirò a farti capitolare! >>.
Ma il piano di Natasha era più facile a dirsi che a farsi.
Hulk l'afferrò per una gamba e la lanciò a terra facendole prendere una brutta botta alla spalla sinistra.
Dolorante, la donna tornò alla carica assestandogli un calcio sul viso e facendolo barcollare. E ancora... e ancora...e ancora...continuò a colpirlo con rabbia e foga, ma Hulk faceva lo stesso scaraventandola a terra e inseguendola.
I pugni di lei, per quando deboli contro il mostro, erano sferrati in punti strategici dove riuscivano a creare intorpidimento e destabilizzazione.
Continuarono così per almeno mezz'ora fino a fronteggiarsi guardandosi negli occhi con tutta la rabbia che covavano dentro.
Natasha assaltò ancora il gigante verde ma stavolta scivolò sulla spalla del mostro e lui l'afferrò per la vita stringendola con una forza tale da farla urlare di dolore.
abbracciò il corpo della donna e continuò a stringere digrignando e fissandola mentre si contorceva.
I calci di lei si fecero più deboli, così come la sua voce.
<< Avanti...stringi ancora...lurido,schifoso codardo! Stringi! >>
Hulk allentò appena la presa.
<< Forza...combatti...inutile verme...com...comb...co... >>
Ma le forze le vennero meno e svenne tra le braccia del mostro.
Hulk la poggiò a terra e la tocco alzando il braccio e lasciandolo ricadere esanime.
La toccò ancora nel tentavivo di svegliarla...poi le sfiorò il viso.
Il volto pallido di lei era contratto in una smorfia di dolore. Sporco di fango e sangue non aveva perso la sua bellezza e il mostro verde la fissò rapito. Poi le sfiorò il viso e le labbra con le enormi dita e un brivido lo attraversò.
Quella pelle morbida...quella "ninna nanna"...il cuore di Bruce iniziò a pompare nel petto del gigante e lo fece trasalire e dimenarsi.
La trasformazione stava per attuarsi al contrario, liberando il dottore dalle ire di Hulk.
Bruce riprese la sua forma tra gli spasmi e si ritrovò a terra, ansante.
Aprì gli occhi incontrando un cielo plumbeo. Lo fissò stordito cercando di rendersi conto dell'accaduto, poi realizzò...
Scattò guardandosi intorno, chiedendosi cosa gli fosse accaduto...e la vide a terra.
Natasha giaceva a terra immobile.  I capelli rossi erano sporchi e bagnati. Il petto sembrava non muoversi al ritmo del respiro.
Il terrore invase la mente di Bruce.
Si gettò a correre verso di lei e scivolò in ginocchio afferrandola.
<< Ti prego no..Natasha! >>
La scosse  e le toccò il viso cercando di svegliarla. La tastò senza realmente fare nulla di utile a farla rinvenire, poi riuscì a raccogliere le forze per imobilizzare i suoi nervi e portò l'orecchio alla sua bocca, guardando verso il petto di lei.
Attese pochi secondi che sembrarono interminabili. E finalmente udì quello che stava ardentemente desiderando: Un respiro debole. Il petto si sollevò appena. Era viva.
<< Oddio...Nat...che ho fatto... >>.
Le lacrime sgorgarono bagnando il viso di lei.
Piangendo disperato le baciò le guance.
<< Ti prego svegliati...>> Si sollevò appena per urlare << Aiuto! Correte!...Vi prego! >>
I singhiozzi continuarono portandolo a parlare ormai con un filo di voce << Svegliati, ti prego...non mi lasciare...ti prego...Natasha... >>
Si sentì afferrare per le spalle e allontanare leggermente dal corpo della donna. Steve lo aveva preso e allontanato mentre Clint ed altri ragazzi delle reclute si accalcavano attorno a Natasha.
<< Steve... >>
<< Sta calmo! Stai calmo! >> gli intimò il Capitano.
<< E' viva! >> Urlò Burton << Portiamola dentro! >>.
I ragazzi accorsero con le attrezzature da soccorso e recuperarono ed immobilizzarono la donna. Non appena l'ebbero caricata, Bruce non ebbe tempo per vederla allontanarsi. Clint gli si gettò addosso sferrandogli un pugno in pieno viso.
<< No! Clint! >> Gridò Steve cercando di mettersi in mezzo ma l'arrivo di altre reclute riuscì a sedare il nuovo scontro sul nascere.
Clint, immobilizzato dai ragazzi che lo mantenevano cercando di calmarlo aveva gli occhi rigati di lascime. Fissò Bruce e vide la stessa immagine piena di dolore.

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