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Autore: alenefos    18/05/2015    3 recensioni
Credeva si trattasse solo di una semplice infatuazione ma la sua voglia di fuggire era così forte da rivelare tutta la potenza di quel sentimento. Gli occhi profondi di lui indugiavano sul viso perlaceo della donna dai capelli rossi...
Era ad un passo da lui, bellissima. Bastava un passo, batava tendere la mano per sfiorarla.
Sentirsi impietriti e confusi davanti a qualcuno può significare smarrimento, paura, diffidenza. In alcuni casi: amore.
Ma per gli uomini dello S.H.I.E.L.D. nulla era ordinario.
Qualunque legame, emozione, sensazione, doveva essere soppesato con la cura più estrema.
Le rinunce spesso erano d'obbligo ma a certe cose non si vuole rinunciare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a chiunque leggerà questa fanfiction! Scrivetemi pure i vostri commenti, possono aiutare a migliorarmi!
Un bacio a tutti! :)


Trappola d'amore e rabbia
Capitolo 1: Ricordi confusi



Rinunciare ad un'amore è difficile, farlo due volte è impossibile.
E questa volta la rinuncia pesava più di un macigno.
Lei faceva parte della squadra, era abituara ad avere a che fare con assassini, super eroi e mostri. Peccato solo che fosse lui quello che non riusciva ad abituarsi a se stesso; essere Hulk, essere preda dell'ira e scatenarsi come un uragano devastante era insopportabile.
Bruce Banner era un uomo buono, mite, intelligente e altruista ma l'altro, l'omaccione verde, era senza controllo la maggior parte delle volte in cui prendeva vita.
Eccezion fatta per quella "ninna nanna" (cos'ì l'avevano ribattezzata Tony e Steve non senza una punta di malizia) che Natasha riusciva a tessere come una tela e che puntualmente lo avvolgeva ed irretiva. Hulk soccombeva alla dolcezza del tocco di quella donna glaciale e letale.
Ma non solo Hulk...lui, Bruce, si era perso nelle spire attrattive di lei da molto prima che il mostro incontrasse i suoi occhi.
Quando era stato trovato dallo S.H.I.E.L.D. in un angolo remoto del mondo, avevano mandato Natasha nella speranza che il suo potere seduttivo e il suo aspetto apparentemente poco ostile creasse in Banner un senso di calma e fiducia. Il loro primo incontro però non era stato privo di tensioni e discussioni, nonostante ciò, aveva comunque ceduto accettando l'incarico...anche se era quasi impossibile rifiutare visti i mezzi dello S.H.I.E.L.D.
Lui e Natasha avevano viaggiato da soli fino alla nuova destinazione a bordo di un mezzo invisibile ai radar. Stranamente, non vi erano agenti nè misure "contenitive" per Hulk. Bruce scoprì solo tempo dopo che tale fiducia era dovuta a Natasha che si era presa tale rischio e responsabilità nella speranza di mettere a suo agio il dottore.
Stessa cautela purtroppo non gli era spettata sull'aeronave dove invece c'era una camera di contenimento blindata nell'eventualità di un'emergenza.
Lui e Natasha in quel periodo avevano lavorato fianco a fianco, si erano scontrati in una sua esplosione di rabbia dove Hulk aveva combinato il solito marasma, avevano fatto amicizia, ma restando comunque molto riservati ciascuno dietro la propria barriera.
Dopo la battaglia dei Chitauri erano tornati alle proprie attività, sempre e comunque controllati e in contatto con Nick Fury.
Lui, nuovamente all'opera per aiutare le popolazioni meno fortunate, andava avanti da un po' di tempo con in testa pensieri nuovi...o forse pensieri che riteneva di non potersi più concedere.
Aveva da tempo abbandonato i ricordi di Betty e credeva che l'amore gli fosse precluso ma l'idea che Nat conoscesse la sua identità e convivesse abitudinariamente con personaggi strani e bizzari coi quali lavorava, gli creava un tarlo che lo tormentava...una sorta di "possibilità" eppure...
Ah, certo, c'era Clint Burton, Occhio Di Falco...sembravano molto intimi...ma solo fino al giorno in cui lui si dichiarò candidamente disinteressato a Nat. Per lui era come una sorella e parlava sempre di una "fidanzata" di cui tutti ignoravano viso o nome. Dunque Bruce si era sbagliato, Nat e Clint erano amici e nulla più.
Dunque la Vedova Nera era un'anima libera.

*

Ancora una missione, ancora atrocità e sopprusi, ancora un "codice verde" con lui che entra in scena, distrugge tutto e Natasha che a fine missione lo raggiunge e riporta al suo stadio umano.
E poi una festa.
Strana la vita! Battaglie e distruzione seguite puntualmente da bagordi per festeggiare la riuscita di una missione. La Stark Tower era stracolma di ospiti e tutti si divertivano. Natasha era dietro il bancone dei cocktail che si serviva da sola. Lui, ignorando il suo cervello che sconsigliava qualsivoglia interazione con lei, seguì le sue gambe che si diressero verso il bancone.
Un breve scambio di battute, qualche sguardo malizioso...eh si..lei lo era dannatamente! Adorava attrarre gli uomini salvo poi sfuggirgli e lo stava facendo anche con lui.
Si obbligava a pensare che lei fosse così con tutti. Eppure mentre elaborava tali congetture non poteva fare a meno di balbettare, essere impacciato e fissarle insistentemente il viso dalla pelle chiarissima in enorme contrasto con il rosso fuoco dei capelli. E poi gli occhi...le labbra...e a dirla tutta guardava anche altro quando non era visto. O almeno così credeva! Nat se ne accorgeva e faceva finta di nulla.
Con gli uomini ci era abituata eppure quando lo faceva lui si sentiva addosso un piccolo brivido. Anche per lei tali sensazioni erano sopite, abituata com'era a civettare per ottenere informazioni ecc.
Ma Bruce...era diverso, lui la emozionava con quello sguardo scuro e profondo, carico di dolore, paura e rabbia.
Anche a serata finita, quando erano tutti raccolti attorno al tavolo a scherzare, lei e Bruce erano vicini. Si stavano divertendo, per una volta, e sorridevano.
Bruce era riuscito a trovare un lato positivo addirittura nell'attacco da parte di Ultron di quella sera alla festa!
Si! Detestava ammetterlo a se stesso, ma nel tentativo di proteggere Natasha erano caduti entrambi oltre il bancone degli alcolici e lui era finito sopra di lei...sulla parte più "morbida" di lei.
Se Tony, Steve e gli altri avessero assistito alla scena non si sarebbe mai più liberato di commenti e domande, dopotutto nessuno di loro aveva mai potuto "tastare" la vedova nera...probabilmente lei li avrebbe uccisi!
Nat invece si preoccupava solo che lui non si trasformasse e non sembrava neanche aver notato l'incidente e le scuse terrorizzate di lui.
...Oh, certo che se n'era accorta! Aveva solo cercato di non imbarazzarlo ulteriormente e non scatenare Hulk!
Inoltre a tutti era chiarissimo che Bruce fosse stracotto di lei. Steve gli lanciava qualche frecciatina di tanto in tanto e cercava di invitarlo a lasciarsi andare.
Solo che lui si era lasciato andare in seguito ma nel modo e posto sbagliato: in città facendo la solita devastazione! Anche se non era stata colpa sua, le autorità lo avevano nuovamente condannato e lo cercavano così come stava accadendo per tutti gli Avengers.
E poi...e poi c'era stata quella notte in casa di Burton.
Clint gli aveva offerto un luogo bellissimo dove nascondersi, rimanere al sicuro e riposarsi. Ma sembrava anche di sentire un pugnale che preme sulla pelle distillando poco a poco il sangue.
Tutti avevano davanti agli occhi un'immagine per loro insolita. Una famiglia, bambini...serenità...anche se per Clint stesso quella situazione era sempre in bilico.
Uscito dal bagno dopo una doccia rigenerante, Bruce aveva trovato Nat fuori ad attendere di poter entrare. La donna non aveva perso l'occasione per stuzzicarlo con quel suo "Avrei dovuto entrare!".
Il cervello di Bruce aveva  buttato lì qualcosa del tipo "Hai perso l'occasione"...per una volta aveva detto qualcosa di simile alla verità! Avrebbe voluto...eccome!...ma subito tornò serio e cercò di sembrare calmo.
Cosa difficile poichè era impossibile toglierle gli occhi di dosso, stretta com'era in una vestaglia che lasciava poco all'immaginazione vista la profonda scollatura.
Il desiderio di rivelarsi era fortissimo. Bruce avrebbe voluto dichiarare a Natasha quanto lei riuscesse a farlo sentire di nuovo solo un semplice uomo. Come accendesse in lui il desiderio e le emozioni.
Si infilò la camicia e si ritrovò la donna ad un passo da lui.
Era lei a parlare, lei a lasciarsi andare, lei a dichiarare con dolcezza ed in modo semi-velato la sua voglia. La mano di Nat si poggiò delicata sulla guancia scaldandogli mandibola e collo così come farebbe un tizzone ardente, procurandogli un brivido quasi ghiacciato.
Anche lei si sentiva fremere preda dell'emozione. Era solo una carezza eppure quel lieve contatto mandava entrambi in uno stato di beatitudine e tilt. Quella sensazione che ti dice che "vuoi di più"...un abbraccio, calore, un bacio...
Lui strinse la mano di lei con forza, così come avrebbe fatto col suo corpo se avesse potuto, ma la ragione tornò a parlare...di nuovo..e allontanò la sua mano e si scostò da lei.
Quando tornò a guardarla vide gli occhi di lei colmi di paura e tristezza. Possibile che lei si fosse davvero innamorata? Ripensò allora alle parole di Cap.America. Il capitano aveva affermato che lei amava flirtare e lui lo sapeva bene (chissà poi perchè, chiedeva la sua gelosia) ma con Bruce non lo stava facendo e si capiva...
Possibile? Possibile?
Meglio fuggire! Allora provò a dissuaderla  tirando in ballo la crudele evidenza, cosa poteva mai offrirle lui? Una vita serena, una casa, una famiglia, figli...? No..non poteva!
Ma la risposta di lei fu tremenda più di una spada che trafigge. Raccontò a Bruce del suo addestramento...e della "sterilizzazione" praticata alle spie come lei.
Solo in quel momento Banner comprese quanto una donna apparentemente fredda e spietata potesse essere in verità delicata e ferita.
Avrebbe voluto andare verso lei, stringerla e rassicurarla...forse dirle che per lui non era importante, che lei era meravigliosa così...ma non ne ebbe il coraggio.
Natasha lesse nei suoi occhi il dispiacere, si erano sentiti "uguali" nel rivelarsi tanto fragili. Erano gli unici che avrebbero potuto capirsi. Anche lei avrebbe voluto tenerlo lì, farlo sentire al sicuro. Lo sguardo di lui sembrava quello di un bimbo spaventato dal mondo circostante e lei avrebbe voluto essere per lui un oasi di pace...ma Bruce continuava a fuggire da lei.
La distanza tra i loro corpi non era uguale dentro di loro. Si sentivano in realtà vicinissimi, avvinghiati dentro, eppure non riuscivano a toccarsi.
Da quel giorno i dubbi lasciarono il posto alle mezze verità.
Natasha continuava a pensare che nessun uomo si sarebbe messo lì a parlare della famiglia che non avrebbe potuto darle. Nessun uomo non innamorato almeno. Un uomo qualunque avrebbe approfittato di lei, della situazione e della compiacente camera da letto nella quale si trovarono. Non Bruce.
Per quanto lei desiderasse sentire la stretta delle sue braccia e il calore delle sue labbra,era altrettanto felice di non aver avuto davanti un uomo interessato a portarsela a letto ma un uomo che si stava tirando indietro perchè pensava che lei meritasse di più.
Forse anche lui era innamorato...
Bruce pensava e ripensava al viso di lei occhi negli occhi con lui. A quella mano delicata sul suo collo. Al suo profumo inebriante e a quel misto di seduzione che aveva improvvisamente perso tutta la sua arte affinata per lasciar spazio alla timida seduzione di una donna innamoraza. Era sembrata impacciata anche lei con quella richiesta così dolce e quel modo di fare quasi da ragazzina alla prima infatuazione.
Non era la solita donna fredda e cinica ma aveva rivelato un lato mai visto da Bruce.
E poi quella rivelazione sul suo passato...perchè tanta sincerità? Era una cosa così personale e delicata...era anche qualcosa che avrebbe potuto scoraggiare una relazione. Per Bruce era terribile pensare a quanto lei potesse aver sofferto e quanto stesse pagando ancora. E l'immagine di lei stretta nella vestaglia che gli apriva il suo cuore lo tormentava.
Forse anche lei era innamorata?
Ma una nuova guerra era alle porte e loro dovevano prepararsi a combattere.
Per tutti l'amore era un buon motivo per combattere. Entrambi tentarono di combattere con lo stesso pensiero seppur con la tristezza di guardarsi negli occhi di continuo senza poter esprimere la verità.

*

La battaglia infuriava e ormai erano tutti più esperti e forti. Avevano affinato tecniche e strategie e ancora una volta stavano proteggendo la terra e la popolazione.
Le navette dello S.H.I.E.L.D. imbarcavano passeggeri per portarli in salvo.
Chi si ritrovava a bordo si abbracciava tra la paura, le lacrime e la felicità. Natasha riusciva a gioire in cuor suo di essere in piccola parte artefice di questo. Salvare qualcuno, lei che per anni aveva sterminato a sangue freddo, era qualcosa che scaldava dentro.
Bruce aiutò l'ennesimo gruppetto a mettersi in salvo e si ritrovò faccia a faccia con Nat. Era il momento di lasciar combattere gli altri, non potevano essere utili ancora...lui avrebbe potuto nuovamente fare del male a qualche civile ma Nat non era donna da accettare la resa. Dovevano combattere, anche se erano in minoranza, anche se non ce l'avessero fatta.
Bruce non ci capì più nulla. Si ritrovò improvvisamente con le labbra di lei sulle sue. Finalmente accadeva. Lo aveva immaginato, sognato, creato nella mente come con le immagini di un film. Aveva immaginato sicuramente uno scenario meno apocalittico, ma quella sensazione era così piena di tutto ciò di cui lui aveva bisogno che  poteva anche sparire tutto.
Lei si era trattenuta più e più volte dal fare un gesto tanto impulsivo. Dopo quella notte a casa di Burton aveva sperato in un bacio più dolce, cercato, atteso...ma più atteso di quello che si stavano scambiando cosa c'era mai? Lui non si era ritirato. Era rimasto spiazzato, certo, ma era lì ad assaporare quel gesto stupendo quanto lei...anche se per pochi seconi che sembrarono fermare il tempo.
Ma non potevano concedersi di più...
Bruce si sentì spingere via e piombò nella voragine alle sue spalle. Lo aveva imbrogliato? No...solo...doveva di nuovo liberare Hulk. La rabbia lo investì in pieno. Stava di nuovo provando amore per una donna e di nuovo stava rischiando di rinunciare a lei e non voleva. Lei era qualcosa di mai provato, lei era quello che desiderava più di tutto.
Capì allora di essere davvero innamorato di Natasha.
Quando Hulk si liberò riprese la battaglia.
Ancora Ultron, ancora urla, ancora polvere e guerra. Combattere e distruggere era l'unico pensiero di Hulk, eppure la sua mente non offuscava il pensiero della donna dai capelli rossi.
Dentro, Bruce si teneva legato a quel pensiero per non perdersi...ma dopo averla vista ancora in pericolo, dopo averla salvata, barcollò nuovamente su quel sottile filo sospeso nel vuoto nella sua mente.
Le paure tornarono ad attanagliare l'uomo racchiuso nel mostro verde prospettandogli il nulla e portandolo ancora una volta a pensare che avendolo accanto Natasha avrebbe conosciuto solo infelicità e tristezza. Nulla di più sbagliato.
Così a guerra finita, rimasto in un velivolo invisibile ai radar si ritrovò davanti allo schermo acceso dal quale il volto della sua "ninna nanna" gli chiedeva con dolcezza di ascoltarla e seguire le sue istruzione per rendere reperibile il velivolo e riportarlo da lei.
Ma Hulk spinse il tasto di chiusura del contatto video-audio.
Natasha capì immediatamente che il bestione non aveva sbagliato e non era fuori di sè.
Bruce, dal cuore dell'omone verde, era vigile e stava di nuovo scappando. Si stava allontanando per proteggerla.
***
  
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