Double

di dreaming_eclipse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Edward. 1st ***
Capitolo 3: *** Bella.. 1st ***
Capitolo 4: *** Bella.. 2nd ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


Un tocco... caldo e freddo, forte e fragile, carne e marmo, vampiro e umana.
Un tocco... normale, d'abitudine, sovrappensiero, affettuoso nella sua quotidianità.
Un tocco.
 
BIANCO
 
 
Edward si riprese dall'intorpidimento con una strana sensazione. Una riproduzione, decisamente più intensa, di quella foschìa di istinti umani che stentava a ricordare da decenni. In qualche modo era quindi familiare, ma non riusciva a identificarlo in niente di preciso.
Dalla nuca gli scivolò giù fino sotto le larghe spalle una leggera corrente elettrica.
Freddo?!
 
Bella emise un gemito.
Sentiva i propri muscoli contrarsi, incredibilmente rigidi, sotto la sua pelle.
Qualcosa le bloccava la gamba. Sembrava leggero, lo spinse via con un calcio istintivo. Uno schianto le riaccese i sensi.
Spalancò gli occhi.
 
 

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Capitolo 2
*** Edward. 1st ***


Si portò la mano alla testa, qualcosa di caldo gli scivolò giù per le dita. l'odore era annebbiato, ma sentiva di conoscerlo.
I suoi ragionamenti procedevano lenti. Dopo circa cinque minuti si rese conto di avere le palpebre aperte. Eppure non vedeva niente... o, perlomeno, nessuna figura degna di essere definita tale.
Si sentiva come se avesse dormito per ore... sì, lo avrebbe definito così... per quanto tutto questo fosse indubbiamente impossibile.
Si tirò su con una certa difficoltà e procedette a tentoni per individuare dove fosse. Riconosceva a tatto dei mattoni, la polvere sembrava sbuffare dovunque, più in basso riusci ad accartocciare con le dita un sacchetto. Di certo non era al Grand Hotel, ma quello era chiaro dall'inizio e la scoperta stringeva ben poco il campo per capire che luogo fosse. Cercò di ricordare cosa stesse facendo prima di quella strana situazione.
Il bianco tornò ad avvolgerlo e rinunciò presto.
Decise di sperare che la vista tornasse e si sistemo sopra l'unico oggetto "morbido" che aveva individuato -probabilmente il copertone di una ruota-.
Il tempo passava, i tratti dell'ambiente circostante iniziavano a delinearsi.
Si accertò presto di essere sdraiato su una ruota.
Era in un viottolo stretto, mal tenuto, nascosto dagli occhi dei turisti, ammiratori di quella città inidentificabile. Sarebbe dovuto uscire per scoprirlo, ma dai tetti non penetrava luce e non era sicuro di quanto potesse essere durata quella strana incoscienza.
Non poteva rischiare di mettersi improvvisamente a brillare in mezzo alla folla dell'ora di punta, o di spuntare barcollante accanto a un pub.
Continuava a non comprendere la nebbia che lo avvolgeva, mentre un'altra corrente elettrica gli scivolava sull'ambraccio indebolito.
Si sentiva fragile. E il suo essere non riusciva a permetterglielo.
La polvere continuava incessante ad accercarlo, i vestiti erano umidi e il rivolo caldo continuava a pulsare sul suo viso, ma il ragazzo sentiva mancargli le forze al solo alzare il braccio.
Decise di abbandonarsi allo scorrere del tempo e si ridistese sul nuovo giaciglio.
Uno strano istinto gli urlava di alzarsi e capire, finalmente. Ma le palpebre lo accecarono ancora.
 
 

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Capitolo 3
*** Bella.. 1st ***


Una figura familiare era distesa inerme sotto la polvere. Vederla le scatenò un moto di terrore. Era strano, qualcosa non tornava: sentiva il tempo muoversi lentamente, ma le immagini le scivolavano davanti agli occhi con una velocità inaudita. Strinse i denti.
Con gli occhi risaliva il corpo del ragazzo, centimentro per centimetro, soffrendo nel vederlo così straordinariamente fragile. Come poteva essere svenuto un vampiro? I suoi vestiti erano sciupati, macchiati dal fango che lo accoglieva in quello strano vicolo. Non le era familiare e non capiva come potesse essere lì. Ricordava di essere andata a Seattle con Edward e di essere entrata in una libreria. Si era persa tra gli scaffali mentre il suo "ragazzo" la seguiva con lo sguardo, quasi a controllare una bimba di sei anni che si allontana dalla madre a rincorrere una farfalla. Poi era inciampata e lui si era precipitato ad aiutarla e... Bianco.
Si era ritrovata in questa strada scura.
Aveva fatto questi ragionamenti nel tempo in cui i suoi occhierano arrivati al viso di Edward e uno spasmo d'incredulità l'aveva travolta. Sofferenza, dolore.. Edward stava male.
Ma qualcosa di peggio le bruciò d'un tratto la gola: sangue. I capelli ramati che aveva accarezzato così tante volte, le punte arruffate, sempre perfette, che amava erano incrostate di un liquido acceso, caldo... buono?
E in un attimo tutto fu chiaro. O perlomeno quello che poteva esserlo, tutto ciò che stupidamente non aveva ancora notato. La sua immagine si riflettè fugace sul cerchione di una ruota: un demone candido come la neve, con gli occhi assassini di un predatore, la fissava sconcertato.
Improvvisamente capì che il battitto così instabile che udiva non apparteneva al suo petto. Improvvisamente vide le sue pupille allargarsi el fame inondarla.
Sangue.
Fluido, profumato, energico, tiepido sangue.
L'adrenalina l'assalì e sparì dal vicolo.

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Capitolo 4
*** Bella.. 2nd ***


Un vampiro.

Come era possibile? Come poteva essere diventata una creatura immortale da un giorno all’altro? Come poteva essere così fredda? Come poteva avere… sete?

Il profumo di Edward le bruciò la gola… no. No! Le immagini della città sfumarono improvvisamente accanto a lei, lasciando tracce di colore che si ricomponevano appena le metteva a fuoco.

Era un vampiro. E aveva sete dell’unico… uomo? Sì… l’unico uomo che amava. Quello che ora metteva più in pericolo di chiunque altro. Si chiese se potesse farle lo stesso effetto che gli aveva fatto lei in tutti quei mesi, si chiese se sarebbe stato il suo cantante, si chiese se il dolore che provava, lo aveva provato anche lui in ogni istante in cui erano stati insieme. Si rese conto di quanto potesse soffrire dietro quegli occhi dorati, occhi che ora lo avevano probabilmente abbandonato per rivivere del verde originario.

Correva. In mezzo alla città, tra occhi felini di qualche gatto incuriosito illuminati nella notte, tra sogni di uomini ingenui che non potevano immaginare cosa si stesse svolgendo sul cemento nero davanti alle loro case.

Quante volte aveva desiderato di essere quella creatura mitologica che adesso la dominava? Si rese conto che aveva sbagliato a formulare le sue volontà. Bella voleva essere come Lui, la persona che amava, la persona per cui esisteva, la persona che aveva desiderato di essere umano per restarle vicino, la persona che in quel momento era distesa, fragile, umana… lontana da lei.

Ma ora che tutti i desideri erano stati svelati, ora che i sogni erano potuti divenire realtà, la magia aveva deciso di giocare con i loro destini.

Ed erano soli… entrambi. Di nuovo divisi.

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