Disasters Avengers.

di Lady Atena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cat!Tony, 1. ***
Capitolo 2: *** Cat!Tony, 2. ***
Capitolo 3: *** Cat!Tony; fine. ***
Capitolo 4: *** Animal!Thor, 1 ***
Capitolo 5: *** Animal!Thor, 2. ***
Capitolo 6: *** Animal!Thor, fine. ***
Capitolo 7: *** Angel!Clint, parte 1. ***
Capitolo 8: *** Angel!Clint, parte 2. ***



Capitolo 1
*** Cat!Tony, 1. ***


NdA: Volevo fare robe di trasformazioni casuali. Così ho fatto una raccolta casuale. Verrà aggiornata quando posso e nell'ordine che mi va. Amen.

Seconda settimana.

Il suono dell'allarme riecheggiò nella torre, facendo tremare i vetri. Steve sgranò gli occhi balzando seduto, afferrò lo scudo posto al lato del letto e si alzò. Prese la pistola da sotto il cuscino, la infilò nella tasca del pigiama e corse fuori dalla stanza a piedi nudi; avanzò velocemente verso l'ascensore osservandolo aprirsi. Natasha agganciò la cintura con le armi alla vita, si tirò su una bretella della canottiera viola a fiori e scosse il capo indicando dentro.
“Viene dal piano di Stark” spiegò con tono alto, superando il rumore dell'allarme.
Steve la raggiunse, strinse lo scudo e abbassò il capo socchiudendo gli occhi. L'ascensore si chiuse e il suono cessò.
“Carino il pigiama” disse scherzoso.
Natasha accennò un sorriso, scosse il capo facendo ondeggiare i corti boccoli rossi e dondolò sulle punte dei piedi nudi.
“Thor sta controllando tutti i dintorni e Clint è sul tetto. Bruce sta raggiungendo il piano, deve aspettare che il termos sia pronto”.
Steve roteò gli occhi, batté le palpebre e si massaggiò la radice del naso.
“La smetterà mai di portarsi la camomilla ovunque?”.
Natasha ridacchiò, scrollò le spalle e la manica della canottiera le scivolò sulla spalla pallida.
“Da quanto Clint l'ha suggerito, non fa altro”.
L'ascensore si aprì, Steve corse alla fine del corridoio e guardò a destra e sinistra. Tornò da Natasha ferma davanti alla terza porta, annuì facendo ondeggiare il ciuffo biondo cenere.
“Libero”.
Natasha diede un calcio alla porta sfondandola, Steve entrò e lei lo seguì con una pistola in mano. Si guardarono intorno osservando la stanza vuota, il letto era sfatto e dalla finestra aperta entrava un leggero venticello. Steve aggrottò la fronte, abbassò lo scudo.
“Stark?” chiese.
Un forte miagolio si levò dalla loro sinistra, Natasha si voltò e spalancò gli occhi osservando un gattino castano scuro grande quanto la sua mano seduto sopra il bottone dell'allarme; che lampeggiava emettendo dei lievi bip. Steve seguì lo sguardo di lei, si avvicinò al comodino e chinò il capo socchiudendo gli occhi. Il gatto ricambiò lo sguardo, sollevò il musetto e arricciò i baffi.
“Stark?” chiese Steve.
Il gatto miagolò nuovamente, Natasha sospirò mettendo in tasca la pistola.
“O gli piace quel nome, o abbiamo un problema”.
Steve afferrò il gatto per la collottola, l'animaletto dimenò le zampe soffiando tra i denti. Steve lo allontanò da sé, sospirò.
“Considerando di chi parliamo, abbiamo un problema” borbottò.

Tre ore dopo.

Bruce si sistemò gli occhiali sul naso, strinse la tazza fumante di camomilla e sospirò.
“Le analisi fatte da Jarvis risultano positive. Tony sta bene, solo che è un ...”.
Si leccò le labbra, guardò il tavolo osservando il gatto leccare del latte da un piattino. Tony alzò il muso, si voltò e socchiuse gli occhi sfumati di verde. Miagolò, Natasha sospirò e accavallò le gambe.
“Un gatto” concluse.
Steve aggrottò la fronte, assottigliò le labbra e alzò il capo.
“Thor, sei tu l'esperto di alieni. Ti dice qualcosa?”.
Thor scosse il capo facendo ondeggiare la chioma bionda insieme ad alcune treccine, socchiuse gli occhi azzurri.
“Mio buon compagno, potrebbero esistere macchinari in grado di ottenere questi risultati; ma solo se alimentati dalla magia” spiegò.
Sentirono bussare alla porta, si voltarono e Clint avanzò.
“Niente da segnalare. Dev'essere stata per forza magia, perché di umano o alieno nel perimetro non c'è nulla” disse.
Bruce bevve due sorsi di camomilla, espirò e guardò nuovamente il gatto. Inspirò, si sistemò gli occhiali e deglutì.
“Quindi? Cosa facciamo?” domandò.
Steve guardò gli Avengers, osservò Tony leccarsi il muso sporco di latte e si alzò.
“Thor, Bruce; voi cercate una soluzione. Noi altri faremo a turno nel controllarlo”.
Natasha si tolse una ciocca rossa da davanti al volto.
“Non dovremmo avvisare Pepper?”.
Tony alzò il muso, miagolò e annuì ripetutamente facendo le fusa. Clint si avvicinò, sogghignò.
“Capisce benissimo, noto”.
Bruce sospirò, carezzò il pelo marrone di Tony e scosse il capo.
“Pepper si preoccuperebbe. Le manderemo le foto, ok?” chiese, con tono pacato.
Tony soffiò, si allontanò dalla sua mano e tornò alla ciotola. Steve sospirò, roteò gli occhi.
“E cercate di fare in fretta. Anche se sembrava impossibile, gatto è peggio”.

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Capitolo 2
*** Cat!Tony, 2. ***


Seconda settimana e due giorni.

Due zampine marroni spuntarono oltre il tavolo, artigliando i fogli sul bordo della scrivania. Bruce sospirò spingendosi gli occhiali sul naso, si voltò abbassando la testa e vide Tony dimenare la coda lunga un indice graffiando con le zampette posteriori il legno. Bruce lo sollevò mettendolo sul tavolo, il micio zampettò sui fogli fino alla tazza fumante. Bruce si passò la mano tra i capelli scompigliati, sospirò sonoramente e spostò un vetrino dalla strada del gatto.
“È camomilla, Tony. Sta volta come sei fuggito?”.
Tony si bloccò, guardò la tazza e le soffiò contro arricciando il pelo. Bruce strozzò una risata, sentì la porta aprirsi e si girò.
“Stark!” esclamò Steve.
Avanzò verso il tavolo a passo di marcia, Tony si voltò e balzò oltre il bordo della scrivania. Bruce spalancò gli occhi, allungò le mani e afferrò il gattino stringendoselo al petto. Steve deglutì, lo raggiunse.
“Sta bene?” domandò.
Bruce aprì le mano guardandoci dentro, il micio alzò il muso e arricciò il naso; fece fremere i baffi ed emise una serie di fusa. Bruce espirò, sentì una sensazione di calore al cuore e annuì porgendo Tony a Steve. Steve lo prese in mano, il gatto ne occupava metà tenendo la coda distesa. 
“Ci hai fatto preoccupare, sai?” chiese.
Tony emise uno sbuffò, miagolò e gli diede le spalle. Steve si morse il labbro, grugnì e lo afferrò per la collottola portandoselo davanti.
“Come fai ad essere ancora più irresponsabile di prima?” domandò, con tono severo.
Il gatto miagolò, soffiò dimenando la coda e agitò le zampette. Bruce ridacchiò, si sistemò gli occhiali.
“Credo lo faccia perché è più difficile sgridarlo”.
Steve sbuffò, lo strinse le palmo e scosse il capo.
“Ed anche controllarlo. È sfuggente come un'anguilla”.
Tony conficcò le unghie nel dorso della mano di Steve, miagolò ripetutamente soffiando. Bruce si leccò le labbra, ticchettò sui fogli.
“Thor mi ha procurato degli altri dati. Resista ancora un po', Steve”.
Tony si dimenò, Steve allentò la presa e il gattino saltò giù atterrando in piedi. Steve sgranò gli occhi, scattò in avanti allungando le mani e Tony soffiò nascondendosi sotto la scrivania. Steve grugnì, si rizzò.
“Giuro che lo castro” borbottò.
Bruce rise, si chinò e afferrò il micio sollevandolo.
“Resta con Steve un altro po'. Dopo vedremo Star Wars insieme, ok?”.
Tony miagolò, intervallando i suoni a delle forti fusa. Bruce si sistemò gli occhiali, porse il gatto a Steve e quello lo strinse; sospirò socchiudendo gli occhi azzurri.
“Speriamo funzioni più di due minuti” borbottò.

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Capitolo 3
*** Cat!Tony; fine. ***


Seconda settimana e quattro giorni.

Steve spalancò la porta di camera sua, Tony rizzò il pelo piantando le unghie nella coperta e soffiò dimenando la coda. Steve sospirò, avanzò e lo sollevò per la collottola.
“Dodici volte. Sono dodici volte che riesci a fuggire” disse.
Tony arricciò il nasino, dimenò le zampe con le unghie tirate fuori e miagolò ripetutamente muovendo il capo a destra e a sinistra. Steve roteò gli occhi, lo poggiò sul palmo della propria mano e si sedette abbassando il capo.
“Natasha ti ha perfino comprato una cesta di gomitoli. Cos'hanno che non va?” chiese.
Tony si sedette, alzò il muso ed emise una serie di miagolii di diversa intensità alzando e abbassando il capino marrone. Saltò giù dalla mano di Steve atterrando sulle sue gambe, girò in tondo un paio di volte e si accoccolò nell'incavo delle sue gambe. Steve avvampò, lo spostò portandolo sulla sua coscia; si morse il labbro sentendo le orecchie bruciare ed espirò pesantemente.
“Non provarci nemmeno, Stark” borbottò.
Tony soffiò, gattonò nuovamente nell'incavo delle gambe di Steve e poggiò il capo sull'inguine del soldato; sollevò gli occhi felini e i baffi gli tremarono iniziando a fare le fusa. Steve sospirò, gli carezzò il capo sentendo il corpo di Tony tremare sotto il suo palmo. Percepì le fusa diminuire, abbassò il capo guardandone gli occhi chiusi e sorrise. Gli baciò il naso umido, lo sollevò poggiandolo sul suo cuscino e scosse il capo sospirando.
“Alla fine, sei davvero adorabile” mormorò.
Indietreggiò, uscì chiudendo la porta. 

La sera stessa.

Steve entrò in cucina, spalancò gli occhi vedendo Tony seduto sulla sedia. L'inventore alzò il capo, sogghignò poggiando le spalle contro lo schienale della sedia e allargò le gambe socchiudendo gli occhi castano scuri.
“Hai visto un fantasma?” chiese.
Bruce ridacchiò, si voltò stringendo la tazza di camomilla e addolcì lo sguardo tirandosi su gli occhiali.
“È tornato così nel primo pomeriggio, senza che nessuno facesse niente”.
Tony accentuò il sogghigno, allargò le braccia e guardò Steve negli occhi.
“Il bacio del vero amore” disse.
Steve avvampò, si voltò ed uscì. Bruce si voltò verso Tony, Tony alzò le spalle e piegò il capo.
“Te lo racconterò poi. Ora ho proprio bisogno di inventare qualcosa”.

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Capitolo 4
*** Animal!Thor, 1 ***


NdA: Scritta per il mio compleanno!

Terza settimana e tre giorni.

Tony poggiò la schiena contro la poltrona, divaricò le gambe e sospirò.
“Ed anche l'invasione di meduse giganti è fatta. Barton, quanto mi devi?”.
Clint mugugnò, strinse le ginocchia contro il petto e vi poggiò sopra il capo socchiudendo gli occhi.
“In totale? Ottocento dollari in un mese”.
Bruce sorrise appena, si tirò su gli occhiali e strinse la cintura dei pantaloni; il petto nudo era coperto di brividi.
“Non dovreste scommettere su che razza aliena tenterà di ucciderci tutti” li rimoroverò.
Natasha tese le gambe poggiandole sul tavolino, aderì con le spalle allo schienale della sedia e piegò il capo all'indietro.
“Almeno Steve e Thor ogni tanto vincono” disse.
Steve aggrottò la fronte, si guardò intorno e sgranò gli occhi; prese lo scudo sentendolo pesante sul braccio nudo.
“Dov'è Thor?” chiese.

La sera stessa.

Tony scosse il capo, guardò la tazza di caffè fumante davanti a lui e sbuffò intrecciando le dita delle mani.
“Forse è dovuto tornare all'improvviso su Asgard”.
Clint dondolò sullo schienale della sedia, facendo tremare l'oggetto.
“Subito dopo una battaglia contro i calamari?”.
Natasha sospirò, si tolse una ciocca di capelli rossi da davanti al viso.
“Erano meduse” corresse, “ma Thor in strada non c'era”.
“È della mia sorte che siete preoccupati?” tuonò la voce di Thor.
Gli Avengers si voltarono e sgranarono gli occhi. Clint cadde dallo schienale della sedia, Natasha si nascose il volto tra le mani, Bruce avvampò guardando la tazza di Tony e Tony rise. Steve fece due passi avanti, osservò le corna della creatura lunghe quanto il suo braccio e ne guardò il muso da toro ricoperto di placche.
“Thor?”.
Thor annuì, alzò il capo gonfiando il petto.
“Sono un pentapalmo. Questa magia mi ha colto subito dopo i combattimenti”.
Clint si rimise in piedi, incrociò le braccia e inarcò un sopracciglio.
“Stai bene?” chiese.
Bruce deglutì, si avvicinò rimanendo dietro Barton e si tirò su gli occhiali.
“Hai bisogno di cure?” domandò.
Thor scosse il capo facendo ondeggiare una criniera marrone-verdastra.
“Non temete, la mia incolumità è al sicuro!”.
Bruce, Clint e Natasha guardarono verso Steve. Steve sospirò, si voltò verso Tony e inarcò un sopracciglio.
“Puoi fare qualcosa?”.
Tony sorseggiò il caffè, aggrottò la fronte e scrollò le spalle.
“Ha perfino la stessa parlata medievale. Secondo me possiamo tenerlo così”.
Thor scoppiò a ridere, corse in avanti e saltò sul divano facendolo tremare.
“E dunque, festeggiamo la vittoria!”. 

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Capitolo 5
*** Animal!Thor, 2. ***


Prompt: Giustizia.
Lanciato da: Astra di Fluxopoli.

Terza settimana e quattro giorni.

Tony sbuffò.
“Non c'è giustizia a questo mondo” si lamentò.
Bruce ridacchiò, soffiò sulla tazza di the e sorrise.
“Non puoi continuare così tutto il giorno”.
Tony gemette, indicò il pentapalmo accucciato in una cesta e sporse le labbra.
“Mi sento insultato! Quando io ero un gatto dovevo essere sorvegliato a vista, invece un animale sconosciuto può gironzolare dove gli pare!”.
Thor alzò il muso, le placche delle corna rilucevano di diverse sfumature di grigio riflettendosi sulle scaglie del pelo rossastro.
“Pensavo che questa mia forma ti fosse gradita quanto la precedente, Uomo di Metallo” disse.
Tony fece ruotare la sedia girevole, scivolò verso il basso e sporse le labbra.
“Il problema è la giustizia inesistente di questo covo di bastardi, non il tuo toro a placche”.
La porta scorrevole si aprì. Steve poggiò lo scudo in terra, guardò Banner e strinse le labbra.
“Allora?” chiese.
Bruce sorrise, indicò Tony con il capo.
“È ancora alla parte delle lamentele sulla giustizia” disse.
Steve sospirò sonoramente, si passò la mano tra i capelli biondi e raggiunse la sedia di Tony; ne strinse i braccioli chinandosi in avanti.
“La prossima volta che diventerai una qualche creatura senza alcun motivo apparente ti lascerò girovagare per tutta New York, ma ora trova una soluzione; Stark” ordinò.
Tony sorrise ampiamente, balzò in piedi sulla sedia e fece l'occhiolino.
“Sarà fatto mio Capitano!”.
Thor rise con il rumore di un muggito, dimenò la coda da cavallo sbattendola contro la cesta e scosse il muso.
“La giustizia midgardiana rimarrà per me un'incognita!” esclamò.
Bruce ridacchiò, si tirò su gli occhiali.
“Quella si chiama giustizia alla Tony Stark, Thor”.
Steve sospirò, si scostò dalla sedia e osservò Tony digitare velocemente su tre schermi olografici, chiuse gli occhi azzurri scuotendo il capo.
“E spesso è il solo modo per farlo lavorare”.

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Capitolo 6
*** Animal!Thor, fine. ***


Terza settimana e cinque giorni.
 
“Ripetimelo di nuovo: come hai fatto a tornare normale?” domandò Tony.
Thor gonfiò il petto, sorrise rizzando le spalle.
“L'incanto mi ha colto nel sonno. Mi sono svegliato nella culla che avevate costruito per me” rispose.
Steve sospirò, strinse le labbra massaggiandosi la cima del naso.
“Credo sia positivo. Natasha non avrebbe sopportato a lungo l'odore” disse.
Bruce si tolse gli occhiali, li strofinò sul camice e li infilò.
“La vera domanda è chi sta facendo questo, e perché”.
Tony dimenò le mani, si alzò dalla sedia muovendosi per il laboratorio davanti agli schermi olografici.
“Qualcuno molto perverso”, disse, “ma con un buon olfatto”.
Thor aggrottò la fronte, annusò l'aria e prese un lembo del proprio mantello rosso sollevandolo; arricciò le sopracciglia.
“Lo dite perché voi non siete degni di tornare normali da soli” borbottò.
Steve roteò gli occhi, afferrò lo scudo.
“Va bene, non importa”, decretò, “torniamo a lavoro”.
Tony sogghignò, allungò la mano ed il guanto dell'armatura gli si agganciò.
“Sperando che nessuno diventi più un animaletto alieno”. 

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Capitolo 7
*** Angel!Clint, parte 1. ***


Prima settimana e due giorni.

Tony incrociò le braccia.
“E questo che vuol dire?”.
Clint scrollò le spalle, le ali da angelo bianche oscillarono spargendo piume ai suoi piedi.
“Secondo me è un segno” disse.
Natasha gli tirò una gomitata.
“Della tua morte imminente, forse”.
Thor girò attorno a Barton, afferrò una piuma e l'avvicinò al volto.
“Non rassomigliano ad ali di creature che conosco”.
Steve deglutì, si leccò le labbra spostando il peso da un piede all'altro.
“Sei sicuro di sentirti bene?” chiese.
Bruce scosse il capo, sospirò.
“I segni vitali sono ok. Si sono collegate alla spina dorsale perfettamente”.
Clint sogghignò, socchiuse le iridi argento.
“Visto? Sto bene. Possiamo andare in missione? Qui sto un po' stretto”.

Circa un'ora dopo.

Clint virò roteò su se stesso e lanciò una freccia colpendo in mezzo agli occhi il toro con le ali dietro di lui. Tony lo sorpassò, sparò ad altre due creature e rise.
“Ti stai divertendo da morire, vero?” chiese.
Steve lanciò lo scudo alle zampe di uno dei tori, balzò su una macchina evitandone un altro.
“Restate concentrati. Ne restano ancora parecchi”.
“Il settore est è libero”, disse Natasha, all'auricolare, “vi raggiungo”.
“Siete sicuri non sia un codice verde?” domandò Bruce, all'auricolare.
Thor rise, roteò il martello in aria e fulminò una decina di tori. Clint volò in picchiata tra due, scagliò due frecce colpendoli al ventre e risalì superando Tony d'altezza.
“Sapete, potrei cominciare ad abituarmici!”.
Steve tirò lo scudo contro la testa di un toro spezzandogli le corna, rotolò in avanti e tirò lo scudo facendolo andare contro cinque delle creature e si alzò di scatto; balzò prendendo al volo lo scudo.
“Non farlo!” urlò.
Tony rise, lanciò dei razzi contro una serie di creature e si sospese a mezz'aria.
“La prossima volta dovremo scegliere una balia!”.

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Capitolo 8
*** Angel!Clint, parte 2. ***


Prima settimana e tre giorni, sera.

“Ma come fa?” domandò, stridulo, Tony.
Natasha alzò il capo, ondeggiò la spazzola e sorrise.
“Abbiamo visto di peggio” disse.
Clint gonfiò le guance sporgendosi dalla sedia, allargò le ali strofinando le piume bianche contro il volto della spia.
“Devi spicciarle tutte, Tasha” si lamentò.
Steve sospirò, si passò la mano tra i capelli biondi scuotendo la testa.
“Le analisi sono stabili, quindi preoccuparsi non serve a molto” disse.
Tony allargò le braccia, indicò Natasha passare la spazzola sulle ali di Clint e se stesso, scosse il capo inarcando un sopracciglio storcendo le labbra.
“Sul serio? Io non sono preoccupato, io sono scandalizzato dalla Romanoff che spazzola le ali magicamente apparse a Barton”.
Clint arruffò le piume, Natasha mosse la mano in aria e arricciò il labbro.
“Se fai così rendi il lavoro inutile” disse.
Il suono di un tuono rimbombò nella tower, Thor comparve al centro della stanza e alzò il capo; il mantello rosso sventolava alle sue spalle.
“Su Asgard non ho trovato risposte, miei prodi amici” annunciò.
Clint sogghignò, alzò le spalle arricciando il naso.
“A me non danno fastidio. In missione potrebbero essere utili”.
Steve guardò Tony camminare intorno al tavolo, aggrottò la fronte sospirando.
“Vorrei evitare un esaurimento nervoso a Stark. Thor non ha avuto risposte; proviamo ad aspettare Banner”.
Tony guardò Natasha carezzare le piume di Clint, grugnì e si passò la mano tra i capelli.
“Vado ad aiutarlo. Tutti questi uccelli mi danno l'allergia”.

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