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Autore: Lady Atena    29/05/2014    0 recensioni
Dopo due invasioni più o meno aliene sventate per miracolo e tre settimane di convivenza, Thor comincia a supporre che tutti quei fenomeni di magia non possano essere solo un caso.
Raccolta DISOMOGENEA, avvertimenti all'interno del capitolo stesso.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti d'Avengers.'
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NdA: Volevo fare robe di trasformazioni casuali. Così ho fatto una raccolta casuale. Verrà aggiornata quando posso e nell'ordine che mi va. Amen.

Seconda settimana.

Il suono dell'allarme riecheggiò nella torre, facendo tremare i vetri. Steve sgranò gli occhi balzando seduto, afferrò lo scudo posto al lato del letto e si alzò. Prese la pistola da sotto il cuscino, la infilò nella tasca del pigiama e corse fuori dalla stanza a piedi nudi; avanzò velocemente verso l'ascensore osservandolo aprirsi. Natasha agganciò la cintura con le armi alla vita, si tirò su una bretella della canottiera viola a fiori e scosse il capo indicando dentro.
“Viene dal piano di Stark” spiegò con tono alto, superando il rumore dell'allarme.
Steve la raggiunse, strinse lo scudo e abbassò il capo socchiudendo gli occhi. L'ascensore si chiuse e il suono cessò.
“Carino il pigiama” disse scherzoso.
Natasha accennò un sorriso, scosse il capo facendo ondeggiare i corti boccoli rossi e dondolò sulle punte dei piedi nudi.
“Thor sta controllando tutti i dintorni e Clint è sul tetto. Bruce sta raggiungendo il piano, deve aspettare che il termos sia pronto”.
Steve roteò gli occhi, batté le palpebre e si massaggiò la radice del naso.
“La smetterà mai di portarsi la camomilla ovunque?”.
Natasha ridacchiò, scrollò le spalle e la manica della canottiera le scivolò sulla spalla pallida.
“Da quanto Clint l'ha suggerito, non fa altro”.
L'ascensore si aprì, Steve corse alla fine del corridoio e guardò a destra e sinistra. Tornò da Natasha ferma davanti alla terza porta, annuì facendo ondeggiare il ciuffo biondo cenere.
“Libero”.
Natasha diede un calcio alla porta sfondandola, Steve entrò e lei lo seguì con una pistola in mano. Si guardarono intorno osservando la stanza vuota, il letto era sfatto e dalla finestra aperta entrava un leggero venticello. Steve aggrottò la fronte, abbassò lo scudo.
“Stark?” chiese.
Un forte miagolio si levò dalla loro sinistra, Natasha si voltò e spalancò gli occhi osservando un gattino castano scuro grande quanto la sua mano seduto sopra il bottone dell'allarme; che lampeggiava emettendo dei lievi bip. Steve seguì lo sguardo di lei, si avvicinò al comodino e chinò il capo socchiudendo gli occhi. Il gatto ricambiò lo sguardo, sollevò il musetto e arricciò i baffi.
“Stark?” chiese Steve.
Il gatto miagolò nuovamente, Natasha sospirò mettendo in tasca la pistola.
“O gli piace quel nome, o abbiamo un problema”.
Steve afferrò il gatto per la collottola, l'animaletto dimenò le zampe soffiando tra i denti. Steve lo allontanò da sé, sospirò.
“Considerando di chi parliamo, abbiamo un problema” borbottò.

Tre ore dopo.

Bruce si sistemò gli occhiali sul naso, strinse la tazza fumante di camomilla e sospirò.
“Le analisi fatte da Jarvis risultano positive. Tony sta bene, solo che è un ...”.
Si leccò le labbra, guardò il tavolo osservando il gatto leccare del latte da un piattino. Tony alzò il muso, si voltò e socchiuse gli occhi sfumati di verde. Miagolò, Natasha sospirò e accavallò le gambe.
“Un gatto” concluse.
Steve aggrottò la fronte, assottigliò le labbra e alzò il capo.
“Thor, sei tu l'esperto di alieni. Ti dice qualcosa?”.
Thor scosse il capo facendo ondeggiare la chioma bionda insieme ad alcune treccine, socchiuse gli occhi azzurri.
“Mio buon compagno, potrebbero esistere macchinari in grado di ottenere questi risultati; ma solo se alimentati dalla magia” spiegò.
Sentirono bussare alla porta, si voltarono e Clint avanzò.
“Niente da segnalare. Dev'essere stata per forza magia, perché di umano o alieno nel perimetro non c'è nulla” disse.
Bruce bevve due sorsi di camomilla, espirò e guardò nuovamente il gatto. Inspirò, si sistemò gli occhiali e deglutì.
“Quindi? Cosa facciamo?” domandò.
Steve guardò gli Avengers, osservò Tony leccarsi il muso sporco di latte e si alzò.
“Thor, Bruce; voi cercate una soluzione. Noi altri faremo a turno nel controllarlo”.
Natasha si tolse una ciocca rossa da davanti al volto.
“Non dovremmo avvisare Pepper?”.
Tony alzò il muso, miagolò e annuì ripetutamente facendo le fusa. Clint si avvicinò, sogghignò.
“Capisce benissimo, noto”.
Bruce sospirò, carezzò il pelo marrone di Tony e scosse il capo.
“Pepper si preoccuperebbe. Le manderemo le foto, ok?” chiese, con tono pacato.
Tony soffiò, si allontanò dalla sua mano e tornò alla ciotola. Steve sospirò, roteò gli occhi.
“E cercate di fare in fretta. Anche se sembrava impossibile, gatto è peggio”.
  
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