ciò che non uccide fortifica

di martijc23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. dopo la sconfitta ***
Capitolo 2: *** le cose cambiano ***
Capitolo 3: *** Con nuove avventure le vecchie voglie passano ***
Capitolo 4: *** Dopo dodici ore di volo ***
Capitolo 5: *** Uno spirito libero ***



Capitolo 1
*** 1. dopo la sconfitta ***


                                                     CIO' CHE NON UCCIDE 
                          
                                                                                     FORTIFICA
                                                                                               ...

 Era finita. Avevo perso, dovevo farmene una ragione. Avevo perso solo per un voto,solo uno mi separava dalla vincita di un milione di dollari. Beth ancora non ci credeva, e come biasimarla? Nemmeno io riuscivo a crederci! Lei andó subito a festeggiare con gli altri, ormai ex, concorrenti, mentre io decisi di alzarmi e di fare qualcosa di diverso. Andai da lei. La ragazza che una settimana prima avevo eliminato dal gioco, la stessa che ora era ricoperta di inchiostro blu su tutta la faccia. Mi avvicinai a lei con il mio solito ghigno bastardo,come molte lo definivano, e le porsi una mano.
''Posso offrirti una cena come si deve?''. Lei orgogliosa com'era mi rispose a suo tono, ma nonostante tutto mi trascinó via, mentre portava il suo tanto amato palmare all'orecchio per chiamare i suoi amatissimi avvocati. Fare causa al programma, questo era il suo intento. 
Tutti gli altri continuarono a festeggiare la vittoria di Beth e dopo circa un'oretta convinsi Courtney ad andare a cena fuori. Andammo in un lussuoso ristorante lí, nelle vicinanze. Pensavo di passare una bella serata, in compagnia della mia ragazza, ma a quanto pare il destino non era tanto propenso a farsí che ció accadesse. Lei continuó tutta la sera a messaggiare con il suo palmare, non considerandomi minimamente e ogni qualvolta glielo facevo presente lei si alterava e mi ripeteva che quel che stava facendo, ovvero contattare i suoi avvocati, lo stava facendo anche per me. Cosí cominciammo a litigare furiosamente, lanciandoci anche le portate della cena. Uscii dal ristorante furioso come non mai, lasciandol lì dentro da sola, dopo averle urlato addosso le peggio parole. Quante ore erano passate da quando uscimmo dagli studi televisivi? Tre? Quattro?Forse, eppure eravamo riusciti a litigare anche in così poco tempo. Camminai pe le vie di Toronto con le mani in tasca e l'umore pessimo.
Mi ritrovai all'improvviso, di nuovo, davanti agli studi televisivi di Chris. Probabilmente a quell'ora così tarda sarebbero stati deserti, ma nonostante tutto entrai lo stesso, forse perchè fuori faceva abbastanza freddo, forse perchè non avevo voglia di andare a cercare un albergo e quindi mi avrebbe fatto comodo dormire lì per una notte, anche se abusivamente. Sta di fatto che entrai e vidi tutto buio,. Come sospettavo. Se ne erano anndati via tutti, la festa era finita anche per loro. Se non fosse stato per un riflettore dimenticato acceso infondo allo studio, dietro gli spalti, non avrei visto nulla. Mi avviai verso il divano dove solitamente, fino a poche ore fa, Geoff e Bridgette conducevano il programma e mi sedetti mettendo le mani incrociate dietro la nuca e i piedi sul tavolino proprio davanti al divano. Mi guardai un po' attorno, lo studio dopotutto era carino, certo non era il massimo, ma era confortante.
Il silenzio regnava sovrano. Amavo il silenzio, ma non ne ero più abituato, grazie a quel cavolo di show. Ogni minimo rumore era percettibile. Chiusi gi occhi per qualche minuto, quando cominciai a sentire un lieve rumore. Non capii subito cos'era, perciò mi sedetti composto sul divano e cominciaii ad ascoltare, come per capire da dove venisse e quando capii comiciai a seguire il suono. Mi portò dietro le quinte, proveniva da un camerino, quello per gli ospiti, che più che un camerino sembrava una specie di salotto improvvisato a mo' di sala d'attesa. Aprii la porta senza nemmeno pensare a cosa mi sarei imbattuto. L'unica cosa che sapevo era che forse non ero solo come speravo. 
Rimasi sorpreso e non poco nel notare e lì dentro si trovasse lei, colei che non vedevo da settimane. Sorrisi. Era seduta, con le gambe accavallate, su un divanetto posto più o meno al centro della stanza e stava giocherellando con un bastoncino di ferro, sbattendolo sul tavolino in legno. Capii subito la causa del rumore, ma non capii perchè lei si trovasse lì. Era sorpresa nel vedermi, forse anche preoccupata.
''Duncan!!! che ci fai qui?''. Pareva quasi sconvolta del fatto che io mi trovassi lì èa quell'ora. ''Potrei farti la stessa domanda, Gwen.'' Sembrò incupirsi. Abbassò lo sguardo sul bastoncino di ferro che teneva con disinvoltura tra le mani e senza guardarmi rispose. ''non mi va di festeggiare con gli altri, tutto qua.''
Entrai del tutto in quella stanza ed avanzai di quache passo verso di lei. ''Gwen, non c'è più nessuno di là, se ne sono andati via tutti, la festa è finita.'' Mi sedetti accanto a lei osservandola incuriosito. Pareva spaesata, quasi come se si fosse alienata dal mondo. ''Oh...sì lo so...'' 
Cercai il suo sguardo per capire cosa le succedeva, di solito mi bastava quello per capirla, infondo eravamo molto amici, ci capivamo sempre subito al volo, ma stavolta era diverso. ''Gwen, mi vuoi dire cosa succede? E' successo qualcosa?'' le posai una mano sulla schiena, come a simboleggiarle la mia presenza, ma lei a quel tocco sembrò uscire quasi da una sorte di trance. Mi guardò con occhi diversi, strani,bisognosi d' affetto, impauriti, tristi, non avevo mai visto Gwen così. ''Hey...'' dissi prima di abracciarla forte a me. Lei non si mosse, restò lì ferma immobile. Stavo cominciando a preoccuparmi seriamente. La coccolai un po' mentre la sentii tremare tra le mie braccia. Cos'era successo in quelle ore? Finalmente lei ricambiò l'abbraccio e per un qualche istante mi tanquillizzai. Ci staccammo dopo pochi minuti ed io le presi il volto tra le mani, tirandole indietro i capelli che le invadevano il viso. Le sorrisi e lei ricambiò. ''Ma tu non dovevi essere a cena con la tua bella principessa?'' 
Sorrisi, contento di aver ritrovato la vera Gwen. Tolsi le mie mani dal suo volto per poi lasciarle cadere sulle mie gambe. ''Fammi indovinare...avete litigato di nuovo, vero?'' lei mi guardò quasi sorridendo, era come se non le fosse successo nulla, come se quel nostro contatto di pochi istanti fa, l'avesse come risvegliata. ''Ah Gwen, come mi conosci tu, non mi conosce nessuno'' ridemmo all'unisono. Le raccontai velocemente l'accaduto e le dissi anche il motivo per cui ero tornato in questo posto. Lei rise, rise di gusto mentre le raccontavo la succesione dei fatti ed io in quell'istante mi persi. La sua risata aveva un suono dolce. Un suono che non sentivo da tempo. '' NON CI CREDO'' sorrisi anch'io. ''Gia..." 
Mi appoggiai non un braccio sopra lo schienale del divano, mettendomi di fianco per poter guardare meglio Gwen. ''E tu? Tu perchè ti sei estraniata dal mondo e non sei andata in un albergo?'' le chiesi serio senza staccarle gli occhi di dosso. Lei si incupì, come qualche istante fa'. ''Te l'ho detto, non avevo voglia di festeggiare'' '' andiamo Gwen, pensi che mi beva un semplice ' non avevo voglia di festeggiare'? non sono scemo ti conosco! e tu conosci me. Sai che di me ti puoi fidare cecamente.'' Lei abbassò lo sguardo. ''Il fatto è che...mi sento a disagio con tutto e tutti. Dopo quello che ho fatto a Trent tutti mi additano e mi reputano una falsa ipocrita bugiarda. Chiunque, per la strda, nei tg, sui social, chiunque parla male di me. Solo perchè ho lasciato il ragazzo che amavo e per cui ora non provo più quei sentimenti. E la tua bella principessa non è stata da meno, sai? mi sento esclusa, odiata da tutti. Sto male e nessuno lo vede, perchè la gente è troppo occupata a criticare quel che faccio, per capire i miei sentimenti.'' Ora capivo. Capivo il perchè di quelle reazioni avvenute poco fa'. ''Gwen, io non ti odio, non l'ho mai fatto. Nemmeno quando ho scoperto che regalavi le sfide alla squadra avversaria e sai perchè? Perchè ti ho capita. Al tuo posto non sarei stato tanto coraggioso e onesto fino alla fine, tanto da auto-eliminarmi come hai fatto tu. Io ti voglio bene Gwen, davvero e non ti giudico affatto, anzi. La gente sai com'è fatta, non ha nulla da fare e perciò si intromette nelle vite altrui permettendosi di giudicare senza sapere come stanno realmente i fatti. Vuoi un mio parere? Fregatene. Non campi grazie a loro, quindi lasciali perdere, lasciali perdere tutti quanti e pensa a te stessa.'' Le sorrisi dicendole tutto quello che pensavo. Gwen era una persona splendida e non meritava di essere trattata così solo perchè ha mollato il suo ragazzo. ''Grazie Duncan, davvero'' Mi sorrise tenedo lo sguardo basso. ''E di cosa?'' Lei alzò lo sguardo e mi sorride debolmente. ''Di avermi ascoltata, per non odiarmi e di essermi amico, nonostante tutto'' Non ci pensai troppo sù. L'abbracciai forte. Lei ricambiò senza troppi indugi. Quando ci staccammo mi guardò sorridente ma mantenendo sempre i suoi occhi spenti. '' Perchè ora non chiama Courtney e torni da lei? Metti da parte l'orgoglio ogni tanto'' Sorrisi scuotendo la testa in segno negativo.''E lasciarti quì tutta sola mentre affoghi nel tuo dolore?Andiamo, che amico sarei?'' Lei risi di gusto il che mi lasciò perplesso. E' vero avevo riso mentre dicevo quella frase ma allo stesso tempo dicevo sul serio. '' Dai non dire idiozie. Vai da lei, ti starà aspettando. Io rimango qui non preoccuparti. Vai!'' 
Mi alzai in piedi e la guardai negi occhi. Era proprio nella mia posizione precedente: braccio appoggiato sullo schinale del divano, seduta di fianco mentre si sorreggeva la testa con la mano appoggiata allo schienale. ''OK'' dissi,lei intanto aveva abbassato lo sguado. La presi per in polso e la feci alzare trascinandola fuori da qualla stanza e anche da quell'edificio, mentre lei mi guadava confusa e anche un po' sconvolta. ''Duncan ma che fai?'' disse sorpresa ma con un piccolo sorriso che la tradiva. '' Ti porto a fare un giro'' La guardai negli occhi e finalmente li vidi riaccendersi. Sorrisi compiaciuto. '' Tu sei fuori! sono le tre passate di mattina'' lo disse sorridendo ed io ne ero compiaciuto. Nonostante la sua iniziale disapprovazione ci ritrovammo a cammminare insieme per le strade di Toronto, ridendo e scherzando, parlando del più e del meno. Ormai l'inverno era alle porte e il gelo cominciava a scendere imperterrito per le strade di questa città. La vidi stringersi più a se cercando, probabilmente, di farsi più caldo. Forse avrei dovuto chiamare un taxi. ''Freddo?'' mi avvicinai a lei. '' Un po', ma nulla di che'' eravamo difronte ad un bar, ancora aperto nonostante l'ora, perciò decisi di entrarci, almeno ci saremmo scadati. Ci sedemmo ad un tavolo ed ordinammo due birre grandi. 
La guardai bere da quell'enorme boccale, sporcandosi un po' le labbra di schiuma. Lei non se ne accorse. Sorrisi abbassando la testa per poi rialzarla per guardarla meglio. Lei capì e subito si pulì con rapido gesto delle lingua. Ne rimasi particolarmente estasiato. '' Va meglio?'' lei sorrise ''Sì. un boccale di birra aggiusta tutto'' sorrisi. Lei guardò l'orologio del locale appenso ad una parete. '' Sono le tre e quarantacinque'' Disse lei guardandomi. ''Forse dovremmo andare a dormire'' ''O forse no'' dissi io interrompendola. Perchè era così fuggitiva? Sorrise. ''sentiamo che altro vorresti fare, Duncan?'' ''Hai sonno, vero?'' Le chiesi di rimando ignorando la sua precende domanda. '' Un po''' disse continuando a bere la sua birra. ''Senti, lo so, forse è assurdo, ma...ti andrebbe se predessimo una camera d'albergo e dormissimo là, per stanotte? Insieme, intendo.'' Lei posò delicatamente il boccale sul tavolo guardandomi come se avessi detto chissà cosa. Sorrise. Ancora. ''D'accordo''
Uscimmo dal locale e cercammo un albergo, che trovammo a pochi metri da quel bar. Prenotai una stanza per due e salimmo insieme in camera. Forse mi aspettai due letti separati e invece, mi ritrovai davanti un solo enorme letto matrimoniale. Eravamo entrambi sorpresi. ''emh, forse è meglio se...'' cominciò lei, ma io, per qualche inspiegabile ragione, troncai il discorso di lei. ''No. infondo ha detto che era l'ultima stanza rimasta e sono già le quattro passate. Inoltre che sarà mai, non è mica la prima volta che dormiamo insieme.'' Lei sembrò stranamente d'accordo, così ci mettemmo a letto.
Io, come ogni notte, rimasi con solo i miei boxer, Gwen invece rimase con le mutandine e la mia maglia. Ci mettemmo sotto le coperte, io pancia in sù, lei di fianco, dandomi le spalle. ''Sai, forse dovresti avvisare Courtney, magari è preoccupata.'' Continuai a fissare il soffitto. '' Non mi sembra il caso e poi non ne ho voglia'' mi girai verso di lei. Sentii il suo profumo di vaniglia e limone. Per un attimo quel profuno, così inebriante mi diede alla testa. Lei si girò verso di me. ''E' la tua ragazza.'' Mi guardò negli occhi occhi. I suoi si erano di nuovo spenti. La fissai a lungo, e cominciai a studiare ogni suo particolare. La sua pelle diafana venne illuminata fievolmente da un raggio di luna che penetrò dalla finestra. Le sue labbra, ormai senza rossetto sembravano belle morbide nonche quasi carnose. ''So che è la mia ragazza, ma ora non voglio parlare con lei, ne si lei.'' mi avvicinai a Gwen, che mi guardò senza dire una parola. Le posai un piccolo bacio sulla fronte, per poi coprirla con il lenzuolo per bene. Lei sorrise a quel mio gesto. '' Riposati un po', sei stanca. Sogni d'oro'' Lei chiuse gli occhi ed io rimasi a guardarla per qualche altro mezzo secondo per poi chiudere anch'io gli occhi.
''Duncan?'' ''mhm?'' ''Io ho votato per te'' Sorrisi senza però aprire gli occhi. '' Sapevo di poter contare su di te, grazie.'' Istintivamente le presi le mano e gliela stinsi senza dire altro.







NOTA AUTRICE: ciao a tutti, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere con una piccola recensione. Spero di riuscire a stupirvi con il prossimo capitolo, un bacio.


Martijc23
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Capitolo 2
*** le cose cambiano ***


Un leggero fascio di luce penetró dalla finestra costringendomi a svegliarmi.
Stropicciai gli occhi. Erano solo le otto di mattina. Allungai un braccio dalla parte opposta del letto e mi accorsi che era vuoto, ma non mi preoccupai sentendo lo scorrere dell'acqua della doccia. Afferrai il suo cuscino abbracciandolo. Sapeva di lei, era pregno del suo profumo. Lavanda. Sí, lei profumava sempre di lavanda. I miei pensieri furono interrotti dalla vibrazione del mio cellulare. Senza nemmeno guardare chi fosse risposi.
''Pronto?'' La mia voce era ancora un po' assonnata ma questo non preoccupó minimamente il mio interlocutore che per tutta risposta mi aggredì urlandomi contro.
''DUNCAN!!! BRUTTO IMBECILLE TROGLODITA CHE NON SEI ALTRO, DOVE CASPITA SEI FINITO?!? EH?!? TI SEMBRA CORRETTO ED EDUCATO LASCIARMI, ANZI ABBANDONARMI AL RISTORANTE?!? AAAHHH SEI UNA COSA IMPOSSIBILE, DOVEI RIEMPIRTI DI PUGNI BEN ASSESTATI.'' Courtney. Ovvio. Per un attimo allontanai il telefono dall'orecchio talmente urlava. Ok forse avevo sbagliato ad abbandonarla lì, da sola, al ristorante.
''LA SMETTI DI URLARE?!?GUARDA CHE NON HO ANCORA 80 ANNI, CI SENTO BENISSIMO!!!E COMUNQUE PRINCIPESSA MIA, E' SOLO COLPA TUA. Se mi avessi degnato di attenzioni, invece di startene appresso ai tuoi avvocati, non sarebbe successo nulla, ricordatelo.'' Gli dissi tutto quello che pensavo e stranamente proseguì un attimo di silenzio. Silenzio? Non c'era mai stato silenzio tra noi due. Che fosse caduta la linea? No, la linea era ancora presente.
''Ok, forse...forse un po' ho sbagliato.'' Cosa? Courtney che ammetteva i suoi errori? Da quando?Sorrisi, anche in segno di vittoria. ''Forse abbiamo esagerato entrambi, stavolta''
Da parte sua sentii un leggero sorriso. '' Dove sei?'' In quel preciso istante la porta del bagno si aprì e Gwen ne uscí avvolta solo da un piccolo asciugamano, che le copriva solo lo stretto necessario, mettendo in mostra il suo fisico perfetto, la sua pelle pallida, le sue gambe snelle e perfettamente dritte. Alcune goccioline d'acqua caddero dai suoi capelli ancora umidi e lei, con un altro asciugamano cercò in qualche modo di asciugarseli. La guardai, quasi estasiato. Avevo visto Gwen in costume o in accapatoio così tante volte,ma allora perché in quel momento mi sentii cosí strano?
''Io...io sono in un albergo e...e tu? Tu dove?'' Mi ricordai di essere ancora al telefono con Courtney, ma nonostante tutto non riuscii a staccare il mio sguardo da Gwen, che intanto si era appoggiata allo stipite della porta del bagno, guardandomi mentre continuava a cercare di asciugarsi i capelli.
''Io sono in un parco...Ti va di vederci tra un paio di orette davanti agli studi televisivi di Chris?'' ''Certo...Allora a dopo principessa'' Non ascoltai nemmeno la sua risposta che misi subito giù.
Gwen si avvicinò al letto e si sedette accanto a me. Mi sorrise. Perché ogni volta che sorrideva mi sentivo così..così...strano? ''Allora?Avete chiarito?'' Cercai di riprendermi a quello strano stato si trance in cui ero momentaneamente caduto. ''emh...sí...più o meno. Tra un paio di orette ci vediamo davanti gli studi di Chris'' Il suo tipico profumo di lavanda mi stava dando alla testa. Lei abbassò lo sguardo. ''Sono...sono felice per te...Se vuoi,in bagno io ho finito, vai pure'' Dette quelle parole si alzò dal letto e raccimolò velocemente le sue cose.
Un milione di domande mi vorticarono in testa. Perché ¨ Courtney aveva chiesto scusa così ¬ velocemente? Che ci tenesse veramente a me? E se fosse stata una trappola o qualcosa del genere? Perché ¨ Gwen aveva reagito così ¬? Perché ¨ sentivo i cuore battere quando mi stava accanto? Perché ¨ ero felice di vederla sorridere? Perché ¨ avevo abbandonato Courtney? Queste erano solo alcune...
Scesi velocemente dal letto e afferrai il polso di Gwen, facendola voltare, forse un po' bruscamente, verso di me. Rimase sorpresa da quella mia reazione, forse un po' troppo spontanea.
I miei occhi si inchiodarono ai suoi. I suoi erano di nuovo spenti ed io non capii più nulla.
La vidi insicura, quasi terrorizzata dal fatto di rimanere sola.
''Duncan, forse è meglio che...'' '' Io ci tengo a te, Gwen. Non pensare mai il contrario''
Si ammutolì ¬ all'istante e mi fissó negli occhi, sorpresa. Io le tenevo ancora il polso.
Mi sorrise e in quell'istante rividi i suoi occhi illuminarsi di nuovo. Ci abbracciammo forte. Come poteva pensare il contrario? Era vero, stavo con Courtney, ma ciò non mi impediva, certamente di stare con la mia migliore amica. ''Ora preparati, scemo o farai tardi''
Ci staccammo, entrambi con un sorriso stampato sulle labbra. Le baciai la fronte. '' Grazie''
''E di cosa?'' '' Di essere stata con me e di non avermi lasciato solo. Avrei sicuramente combinato qualche cazzata, se non fosse stato per te...'' Mi tiró  un affettuoso pugno sul braccio destro, sorridendo. '' E' a questo che servono gli amici, no?''
Andai in bagno a farmi la doccia e in quell'istante pensai di essermi chiarito le idee, credevo che ogni tassello fosse tornato al proprio posto, ma la vita è sempre imprevedibile si sa .
Gwen mi salutò e andò via dicendo che aveva degli impegni e delle cose da fare, perciò mi salutò una volta usciti dall'albergo. Insistetti per accompagnarla, ma lei rifiutò dicendo che ero gia in ritardo per andare dalla mia principessa.
Circa un quarto d'ora dopo mi trovai nel luogo dell'appuntamento prestabilito e lei, ovviamente era già   là e questo non mi risparmiò una ramanzina su quanto sia importante essere puntuale e quanto sia ingiusto che lei abbia dovuto aspettare per più di dieci minuti da sola.
Decidemmo di seppellire l'ascia di guerra e di rimetterci insieme. Stranamente passammo una giornata tranquilla senza litigare, ma nonostante ciò mi sentii incolpa e a disagio e il bello era che non sapevo nemmeno il motivo.
I giorni passarono, i mesi anche e Gwen non la rividi piu, solo qualche telefonata ogni tanto,nulla di più, in cui per giunta percepivo il suo malessere,ma non riuscii a capire a cosa fosse dovuto.
Io e courtney, invece continuammo la nostra storia tra continui tira e molla e litigi stupidi, ma una cosa era certa: lei era cambiata e cercava di fare altrettanto con me.

 

 

nota autrice: questo capitolo è molto corto, lo so,ma il prossimo sarà   di gran lunga migliore. spero tanto in una vostra recensione, un bacio al prossimo capitolo

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Capitolo 3
*** Con nuove avventure le vecchie voglie passano ***




Era passato quasi un anno e molte cose da allora erano cambiate. Gli ex concorrenti del reality non li rividi più, salvo Geoff qualche rara volta. Io e Courtney continuammo i nostri tira e molla, ma nonostante ciò stavamo ancora insieme.

Quella sera mi ritrovai sul balcone di un albergo che io e Courtney avevamo prenotato, per passare la notte insieme e proprio in quel momento cominciai a pensare. Pensai al fatto che da lì a poco avrei iniziato una nuova avventura con lo show di Chris, già, perchè in un modo o nell'altro ero riuscito a far parte della nuova edizione, inoltre pensai al fatto che avrei rivisto tutti, anche lei. Sopratutto lei. Non l'avevo più nè vista, nè sentita.

Sentii dei passi avvicinarsi verso di me e delle mani calde posarsi sulle mie spalle da dietro. Era Courtney. ''Ehy, perchè non vieni dentro con me e ci facciamo le coccole?'' Il suo tono era seducente e a questo sorrisi, sapevo a cosa si rifrisse con 'coccole' , perciò buttai la sigaretta che stavo fumando e mi girai verso di lei, appoggiando i gomiti alla ringhiera del balcone, lei, per tutta risposta, si avvicinò ancora di più a me. Solo ora notai la sua vestaglia di raso color rosa, che lasciava intravedere l'intimo in pizzo viola. Dovevo ammetterlo: quando voleva sapeva essere davvero sexy ed invitante, ma stranamente, quella voglia irrefrenabile che avevo ogni volta di domarla, non c'era. Senza che me ne accorgessi cominciò a baciarmi e passare le sue mani sul mio petto nudo. Mi lasciai trascinare dal suo tocco alzando gli occhi al cielo. Il cielo notturno e la luna piena, non furono di aiuto e il mio pensiero volò subito e ancora a lei. L'ultima volta che avevo guardato le stelle, fu quasi un anno fa' con colei che ama e vive la notte. Gwen. Quel nome mi risuava in testa come una campana in festa. Mi mancava, infondo era la mia migliore amica e non la vedevo da quasi un anno. A distogliermi dai miei pensieri fu Courtney che, prendendomi per il collare, come suo solito, mi trascinò sul letto, senza staccarsi dalle mie labbra.
 
 Ero freddo e distaccato quella sera, il pensiero di Gwen non mi lasciava stare e nemmeno il corpo di Courtney era riuscito a distrarmi. Le mie mani toccavano distratte le sue nudità e lei se ne accorse. ''Scusa, sono...stanco, per stasera passo principessa'' lei rimase stizzita. '' Cosa?!? Tu non rifiuti mai una scopata!!! Ma che ti prende?!?'' A quell'espressione sorrisi, infondo era vero, una scopata non l'ho mai rifiutata, ma quella sera era diverso. '' Te l'ho detto Court, sono troppo stanco per domarti stasera'' '' Non chiamarmi Court, sai che odio quel soprannome!!!'' Mi girai dall'altra parte del letto e cercai di dormire, ma il tentativo fu vano.

L'attesa era finita e in un batter d'occhio mi ritrovai su un aereo scassato pilotato da Chef, con Chris, Courtney e tutti gli altri.

Mentre tutti erano intenti a mangiare la sbobba di Chef, io mi allontanai per perlustrare il nostro mezzo di trasporto. Mentre camminavo santii una voce, una voce troppo familiare per non riconoscerla. La seguii, arrivava da dietro una porta, la porta che portava alla stiva, la aprii e la trovai lì, seduta, a canticchiare una canzone e a quella vista non potei che sorridere. Ero ancora sull'uscio della porta e lei non si era accorta minimamente della mia presenza. ''E' una canzone della tua band preferita, vero?'' Lei smise di cantare e si girò, quasi spaventata, ma appena vide che ero io sorrise e quel sorriso mi fece perder la testa. Chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai a lei, sedendomi per terra accanto e lei, appoggiando la schiena a delle casse, poste dietro di noi. ''Sì, è una delle mie preferite'' Disse sistemendo il suo diario. '' Non capisco. Hai una bella voce, perchè prima non volevi cantare?''  Il mio sguardo era serio, ma nonostante ciò il suo sorriso non sparì dalle sue labbra. '' Lo sai che odio stare al centro dell'attenzione e poi, non lo so...mi mette in imbarazzo cantare davanti agli altri'' Lentamente mi avvicinai a lei e la guardai negli occhi, scuri come la pece, impenetrabili, quasi illegibili, ma nei quali io riuscivo sempre a perdermici. ''E allora perchè con me non ti imbarazza cantare?'' Lei abbassò lo sguardo sorridendo. '' Non lo so, forse perchè con te è diverso dato che anche tu odi cantare in pubblico, nonostante anche tu abbia una bella voce, o forse semplicemente perchè sei il mio migliore amico e non mi imbarazza nulla con te.'' A quella risposta mi sdraiai a terra e posai la testa sulle sue gambe guardandola dritta negli occhi. '' Cantami qualcosa'' Lei posò una sua mano sulla mia testa, sorridendo compiaciuta e cominciò ad accarezzare e a giocare con la mia cresta. Ho sempre odiato chiunque provasse anche solamente sfiorare la mia cresta, persino Courtney, eppure a Gwen gliel'ho sempre lasciato fare, forse anche perchè trovavo piacevole il suo tocco. Lei si mise a canticchiare e io mi feci cullare dal suo tocco e dalla sua voce e per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii di nuovo felice e senza pensieri, era come se la mia testa si fosse svuotata, l'unico pensiero presente in quel momento nella mia mente era quanto fosse rilassante quel momento, seppur fossimo nella stiva di uno squallido aereo. '' Sembri un bambino, lo sai?'' Le sue parole mi risvegliarono. Aprii gli occhi e la guardai sorridendo,mentre lei ancora mia accarezzava i capelli. '' Mi sei mancata, lo sai?'' Sorrise spostando lo sguardo, io invece non smisi un secondo di ammirarla. '' Perchè non ti sei fatta più sentire?'' La vidi incupirsi a quella mia domanda e quasi me ne pentii '' Potrei chiederti la stessa cosa'' Mi tirai sù mettendomi a sedere difronte a lei, così da poterla guardare meglio negli occhi. ''Forse non esiste una risposta a questa domanda'' Stavo per accarezzarle il viso, quando una piccola turbolenza ci fece sobbalzare facendoci sbattere contro delle casse. Lei scivolò su di me e per un attimo andai in exstasi sentendo il suo profumo.'' Hey, tutto bene? Ti sei fatta male?'' ''No, grazie sto bene'' il suo sorriso mi tanquillizzò. Mi alzai ele afferrai una mano facendola alzare, ma nella troppa foga la avvicinai troppo a me, ritrovandoci, così a pochi millimetri l'una dall'altro. Il suo profumo, i suoi occhi, la sua pelle, mi rendevano confuso. Per un attimo mi persi a fissare le sue labbra, ma a destrarmi da quella paralisi fu lei. ''Ehm, forse è meglio se usciamo da qui, gli altri si staranno chiedendo dove siamo'' Disse lei per evitare l'imbarazzo,allontanandosi leggermente da me e abassando lo sguardo. Dopo essermi ripreso anch'io mi avvicinai alla porta aprendola e uscimmo da quella stiva puzzolente. Una volta ritornato dagli altri Courtney mi saltò letteralmente addosso riempendomi di baci, schiaffi e parole, ma la mia attenzione era altrove, esattamente a quattro metri di distanza. Se prima ero confuso, ora sono completamente perso. questa non sarebbe stata una stagione facile, questo era poco, ma sicuro.






nota autrice: ed eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo :)spero vi piaccia, come sempre fatemi sapere il tutto con una bella recensione ;)
alla prossima, un bacio.



martijc23

 

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Capitolo 4
*** Dopo dodici ore di volo ***





Dopo quasi dodici ore di volo ininterrotte, una canzone da musical improvvisata e la sbobba nauseante di Chef ,atterrammo in Egitto. 
Solitamente ero un giocatore agguerrito, ma questa volta le cose erano diverse. Non ero molto preso dalla competizione, inoltre ero molto stanco di tutto. Courtney, ad esempio non faceva altro che urlare, comandare e parlare dei fatti suoi senza prendere mai in considerazione ciò che avevo da dire. 
La sfida del giorno consisteva nellattraversare una piramide e si poteva scegliere se farla dentro o fuori. Io e la mia principessa optammo per il percorso esterno e a quanto pareva non eravamo gli unici.
"Però, sai stringere bene quando vuoi" Dissi con una punta di malizia, riferendomi a Courtney, che era intenta a legarmi intorno alla vita la corda che sarebbe servita per arrampicarci.
"Vuoi che ti stringa qualcosaltro?!?" mi si avvicinò, anche lei con uno sguardo malizioso stringendomi il cavallo dei pantaloni e solitamente quelle poche volte in cui si comportava così, mi eccitavo da morire, ma quella volta niente. Trovavo il tutto più una sfida con un amico, che un invito eccitante con la mia ragazza, ma decisi di continuare, seppur meccanicamente, per non destare sospetti ed evitare domande da parte di lei a cui non avrei saputo dare risposta, dato che non ne avevo nemmeno per me.  "A me sembra che lo voglia più tu, principessa, o forse dovrei dire, PORCELLINA?!?" risposi dandole una piccola sculacciata sul suo formoso ed invitante fondoschiena.
Istigare Courtney era una cosa che mi era sempre piaciuta, forse per la sua reazione, che anche questa volta non si fece attendere, infatti la discussione si concluse con una bella sfuriata da parte sua e un silenzio esasperato da parte mia. Mentre lei era ancora intenta a legarmi la corda intorno alla vita, mi accorsi che anche Gwen stava facendo il percorso esterno, proprio come noi, solo che a differenza nostra lei era sola e faticava a salire. Per qualche strana ragione ero contento del fatto che anche lei facesse il percorso esterno.
"Ehy Gwen, anche tu dall'esterno?!?" Quelle parole mi uscirono talmente spontaneamente che non me ne resi nemmeno conto, ma la sua risposta apparentemente fredda non si fece spettare e quando chiesi a Courtney di aggiungere anche lei alla nostra accordata non potei fare a meno di notare un pizzico di rabbia misto a gelosia nei suoi occhi, ma nonostante ciò accettò e questo mi stupì e non poco. Il mio stupore fu subito contraddetto dalla sua reazione successiva, quando, una volta aggiunta anche Gwen, Courtney non fece altro che insultarla, urlando e strillando, cosa che mi diede non poco fastidio. Non era per il semplice fatto che urlasse, ma per il fatto che aveva da ridire su ogni minima cosa che non era di suo gradimento o su chiunque non fosse simile a lei, come ad esempio me e Gwen. 
Il culmine dellesasperazione lo raggiunsi in cima alla piramide. Ero stufo di tutto, di questo show, del caldo, di questi stupidi litigi, di lei, di tutto. Così decisi di mollare lo show autoeliminandomi. 
Rimasero un po tutti spiazzati dalla mia decisione, soprattutto Chris, che da quando ero rientrato in aereo per aspettare il mio rientro a casa, non aveva fatto altro che cercare di convincermi a tornare in gioco.
"Andiamo Duncan, guarda che se lasci lo show non rivedrai la tua bella per un po e a quanto ne so se non la rivedrai tu non la rivedrà nemmeno il piccolo D" il fatto che alludesse alla mia vita sessuale con Court mi diedi suoi nervi. Non ero un tipo riservato, questo no, ma mi diede comunque fastidio.
 "Troverò qualcuno che la rimpiazzi, non preoccuparti."  Feci per andare, anche piuttosto irritato, ma la sua successiva affermazione mi spiazzò. "Ah sì, vuoi dire, qualcuno come Gwen? Peccato che lei sia ancora dentro il gioco, ma forse se ti concedesse una scappatella resteresti." Il suo tono era malizioso e mi urtava il sistema nervoso. Come si permetteva di dare della poco di buono a Gwen? Lei , forse, era lunica sana in tutta quella mischia di zoticoni pervertiti e doppiogiochisti invasati. Lui, come tutti gli altri, non sapeva nulla di lei e non aveva il diritto di giudicarla o di dire cose del genere. 
La rabbia era troppa in quel momento e così, senza pensarci due volte, lo presi per il colletto della camicia sollevandolo da terra e lo sbattei contro il muro con violenza e guardandolo con rabbia notai i suoi occhi colmi di paura.
"Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere su Gwen, hai capito?!?" il mio tono pieno di rabbia  era minaccioso, ma  con un basso tono che lo rendeva ancora più minaccioso. Solo quando sentii la voce di Chef chiamare Chris, mi accorsi di quel che era successo, così lo mollai a terra e me ne andai. 
 "Ehy, Chris, stai bene? Ma che è successo?" "  niente, tranquillo"   Chris guardò dalla mia parte mentre me ne andai e nonostante laccaduto non raccontò e fece nulla, forse aveva capito cose che io ancora non sapevo o ignoravo, ma nonostante ciò si concesse una piccola vincita buttandomi giù dallaereo, circa un quarto dora dopo il decollo, invece di riportarmi a casa come promesso. 
Proprio in quellistante vidi i loro volti:  quello di Courtney arrabbiato, proprio come pochi minuti prima quando mi aveva fatto l'ennesima sfuriata per la mia decisione di mollare il gioco e quello di Gwen. Lei, in diparte, lontana da tutti mi guardava con sguardo malinconico e triste, come a dire "Mi mancherai"
I suoi occhi neri mi penetrarono lanima  lasciandomi un sapore amarognolo in bocca.
 "Qualcuno come Gwen? " le parole di Chris mi rimbombarono in testa come una campana. Perché tra le tante persone aveva nominato lei?
Tra tutti quei pensieri, non mi accorsi nemmeno che ero già atterrato.







Nota autrice: ok sta volta vi voglio tenere sulle spine ahahaha spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, fatemelo sapere con una piccola recensione (:
Spero di avervi incuriositi ed aver incentivato la lettura, se avete richieste o suggerimenti, non esitate a scrivere (:
Un bacio, alla prossima (:


Martijc23 

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Capitolo 5
*** Uno spirito libero ***




Non sapevo dovero atterrato, lunica cosa di cui ero certo, era che se qualcuno non fosse venuto ad aiutarmi sarei morto. 
Ero precipitato in un deserto e la cosa non mi rassicurava per niente, ma comunque sia, mi rialzai da terra e, dopo essermi sfilato il paracadute, comincia a camminare.
Non avevo una meta, ma camminare era lunica soluzione, se non altro per cercare di trovare una popolazione o per lo meno qualcuno disposto ad aiutare un povero disgraziato quelero.
Feci pochi metri e subito dopo una voce, fin troppo familiare per non riconoscerla, mi giunse alle orecchie. Allinizio pensai ad un miraggio, ma quando constatai che ciò che avevo davanti era vero, ringraziai il cielo. 
 "Ehy, amico! Da quanto tempo" Un ragazzo, biondo con occhi azzurri, alto, stile Tex-Mex si avvicinò a me. Come potevo non riconoscerlo. "Geoff!!! Non sai quanto sono contento di vederti"
Ci abbracciammo, infondo non ci vedavamo da un po. "Che ci fai qui? Una delle tue feste da sballo?"  Ci dammo qualche pacca sulla spalla, comera nostro solito. "ah no, bello mio, sono venuto a riprenderti, per portarti al dopo show" Mi guardò con aria serena ed amichevole. Lidea di partecipare ad un dopo show, non mi allettava molto, ma non feci storie, infondo mi stava salvando dal deserto. 
In un men che non si dica mi ritrovai su un piccolo aereo diretto a Toronto, negli studi di Chris, dove era solito girare il dopo show condotto da Geoff e Bridgette. 
"Allora, ora mi dici perché hai abbandonato il gioco?"
Fui colto alla sprovvista da quella domanda, allapparenza tanto semplice, quanto complicata, in quanto forse, la vera motivazione non la sapevo nemmeno io.
Guardai il festaiolo attraverso il bicchiere di Scotch che stavo bevendo e notai il suo sguardo serio. Posai il bicchiere e dopo pochi secondi risposi.
"Sono stanco, tutto qui. Sono stanco di Chris, delle sue stupide sfide, del suo speudo cuoco, di tutto. Ho bisogno di tempo per me."  Lui si avvicinò a me, con sguardo indagatore. "sei sicuro che sia solo questo?" "Che vorresti dire?" Posò la schiena sulla poltrona e dopo avermi guardato con un mezzo sorriso. "E di Courtney?"  Sospirai. Per quanto Geoff potesse sembrare stupido, lui mi capiva al volo. Lo guardai negli occhi, per poi abbassare nuovamente lo sguardo al pavimento. "Ioio non lo so. È tutto così strano. Sono arrivato anche al punto di rifiutare di scoparmela, capisci?!?" Geoff mi guardò con aria preoccupata e mi mise una mano su una spalla, come per confortarmi. " Amico, non è che stai diventando impotente?" Non riuscivo a credere alle mie orecchie, ma come poteva essere tanto scemo?!?  Ok, era risaputo che lui non fosse un genio, ma come li vengono in mente certe cose, io non lo so. "Ma ti sei rincretinito?!? Ma ti pare che uno come me puo essere impotente?!? È solo chebohcredo che ci sia qualcosa che mi impedisca di farlo con lei, mi pesa anche baciarla o solamente abbracciarla"
"E se questo qualcosa non fosse veramente un qualcosa, ma un qualcuno?!?" "Che intendi? A che ti riferisci?" Il sorriso di Geoff sembrava dire E COSì OVVIO.  "Gwen "
Bastò quel nome per mandarmi in tilt. Era come se il mondo intero avesse smesso di girare. 
Perché tanta confusione? Perché ogni volta che udivo quel nome sentivo un tonfo al cuore? 
" Che centra Gwen?"  "Andiamo Duncan, ammettilo, è lei la causa dei tuoi problemi e nel caso non te ne fossi ancora acconto, lei è anche la soluzione" Mi ammiccò. Io ero confuso, anzi, confuso era a dir poco. " Ma che stai dicendo? Io e Gwen siamo solo amici e lo sai!!!" "E chi ha detto che non lo siete, io sto solo dicendo che, secondo me, tu e la tua principessa non andate molto bene a letto perché pensi a lei, a Gwen."
E se avesse ragione? Se tutto ciò che Geoff stava dicendo fosse vero? " Beh, io e Gwen non ci vedavamo da un mucchio di tempo, lei è la mia migliore amica è ovvio che ogni tanto penso a lei". Mi alzai liquidandolo il più velocemente possibile e dopo quella chiacchierata il tempo passò più velocemente e in un attimo fui di nuovo a Toronto. Laereoporto era stracolmo e ad attendermi lì c'era la persona che più odiavo al mondo. Mio padre. Perché era lì? Eccoti qui finalmente freddo e acido come al solito. "Che ci fai tu qui? Perché ti scomodi tanto, non sono mica John, a cosa devo tanto onore?" Sono sempre stato arrabbiato con lui, anzi arrabbiato era dir poco, io lo odiavo, ha sempre preferito mio fratello a me ed è sempre stato troppo occupato ad elogiare mio fratello e a lavorare per occuparsi di me. Se oggi sono quel che sono, ovvero un teppista criminale, è solo grazie a lui, ma da un lato le cose che so e che ho imparato non le devo certo a lui. Sono sempre stato la pecora nera della famiglia. Aveva sempre sognato una vita perfetta, peccato che cero io a rovinargli i piani, come diceva lui. Se non fosse stato per mia madre, forse sarei finito in un orfanotrofio o qualcosa del genere. Ho sempre pensato che fosse meglio non averlo un padre piuttosto che averne uno come lui che se ne sbatte e che se ti parla lo fa solo per rinfacciarti le cose o per dirti quanto ti disprezza e quanto tu sia inutile e maledettamente sbagliato. Non lho mai dato a vedere ma queste cose mi hanno sempre pesato e se molte volte combinavo casini per poi farmi sbattere in riformatorio, era solo perché non volevo stare sotto il suo stesso tetto, perché stare dentro al fresco era sempre meglio che stare con lui. "Oh non preoccuparti non mi tratterò molto, sono solo venuto a dirti che, visto che hai fallito anche in uno stupido gioco televisivo, sarai spedito, oggi stesso al centro militare di Ottawa, con la speranza di farti imparare un po di disciplina." Come poteva farmi questo? Non gli era mai importato nulla di me e lunica volta che si intromette nella mia vita è per rovinarmela.  "Cosa ti fa credere che accetterò?!? " Gli sputai in faccia quelle parole con rabbia. " Il fatto che questa non è una richiesta, ma un ordine, un imposizione, chiamala come ti pare, ma tu andrai lì, punto e basta!!!" Il suo tono andava sempre più crescendo. Geoff mi tenera per il braccio impedendomi di far cazzate e proprio in quel momento altri uomini ci raggiunsero.  "Sei tu, Duncan Evans?" "sì, perché?" "La preghiamo di seguirci"  Fantastico. Era il giorno sequestriamo Duncan, per caso? "chi siete? " domandò Geoff al posto mio. "Siamo dellFBI, ci manda il signor Chris Mclain, dobbiamo riportare al più presto il signor Evans, in gioco, siamo pagati per questo."
Cooooooooosaaaaa?!? Chris aveva mandato lFBI a prendermi?  "Mi spiace deludervi, ma il signor Evans, non va da nessuna parte. Cè una caserma militare che lo attende nella capitale"  a far tacere gli agenti fu quel fesso di mio padre. Non potevo certo farmi portar via così. Mi guardai intorno e subito vidi un elicottero acceso a pochi metri da noi, sopra non cera nessuno. Era la mia unica occasione.  "Mi spiace, ma Duncan non prende ordini da nessuno babbei" Scappai via, correndo allimpazzata verso lelicottero, sotto gli occhi increduli di tutti ed un sorriso soddisfatto da parte di Geoff. 
Una volta salito feci partire lelicottero, qualche anno fa al riformatorio a me e agli altri detenuti ci avevano insegnato a pilotare un elicottero e perciò non mi fu difficile farlo partire. 
Non avevo una meta, il mio unico obbiettivo era scappare il più lontano da loro. 
Duncan è uno spirito libero.

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