My beloved bastard.

di champagnesupernova_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Colpa dell'algebra. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


prologo.

 

 

 

 

 

Prima ora: algebra. 
Se non suonasse già abbastanza terribile per voi, metteteci accanto la parola "compito". Per me, suonava come un incubo. 

Rae: voglia di andare a scuola: meno di zero. strano eh? 

Scrissi al mio migliore amico, e proprio quando pensai che questa giornata era iniziata davvero male, ecco che il bip del telefono mi segnalò l'arrivo di un messaggio. 

Jessie: ehm, tesoro, ti sei dimenticata che non faccio altro che vomitare da venerdì sera? 

Rae: stai dicendo che mi lascerai da sola?! 

Rae: piccolo stronzo ingrato. 

Rae: non fingerò mai più che mi piaccia la torta alle meringhe di tua madre e te la dovrai mangiare tutta da solo.

Rae: ti odio.

Sbuffando, presi il piccolo zaino nero ricoperto di spille e toppe e mi avviai controvoglia a scuola. Avrei dovuto accelerare il passo dato che il percorso che mi aspettava era parecchio lungo e non potevo permettermi di saltare qualche minuto di compito, ma ignorando tutto ciò mi infilai le cuffiette e sparai una canzone a tutto volume. 

"Let's hang the jury, you sick judgemental fool...", iniziai a mimare con la bocca le parole e a muovere la testa avanti e indietro, troppo presa dal mio rito pre-verifica per notare la macchina nera che mi seguiva a passo d'uomo. Fu solo quando mi superò e una testa riccia sbucò da finestrino che mi tolsi controvoglia le cuffiette. 

"Rae, che ci fai tutta sola a piedi?"

"Non so Irwin, pensavo di prendere il sole prima di entrare..." lo presi in giro, ma lui non colse il mio sarcasmo e si girò a guardare il cielo. 

"Ma è pieno di nuvole!" replicò infatti.

"Grazie, Einstein, non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto."

"Dov'è il tuo amico che ti accompagna sempre?" riprese.

"È malato," risposi con una smorfia.

"Beh, salta su, non vorrai arrivare in ritardo ad algebra, lo sai che la McLennon ti ammazza se sgarri solo di qualche secondo!" 

"Io...non vorrei disturbare, ecco." balbettai, cercando una scusa per potermela svignare. Non era Ashton Irwin il problema, lui era solo un po' lento e si credeva troppo simpatico, ma era anche una brava persone e, a volte, simpatico lo era davvero. La persona che sapevo essere alla guida di quella macchina, ecco il problema.

"Salta su, Mason. Non abbiamo tempo per le tue storielle da ragazza beneducata." ringhiò infatti il conducente, con lo sguardo fisso sulla strada. 
Sospirai per la centesima volta quella mattina e, controvoglia, aprii la portiera lucida; il passaggio mi serviva davvero, se no avrei fatto troppo tardi. 

"Yay, la mia compagna di banco preferita è qui! Ora potremmo approfittarne per ripassare dato che, detto francamente, non so un cazzo di algebra." ammise Ashton, sorridendo così tanto da mettere in mostra le sue profonde fossette e facendo spuntare un piccolo sorriso anche a me. 

"Punto primo, lo sai che io sono messa peggio di te, e punto secondo, non vorrei infastidire il guidatore." precisai, lanciando un'occhiata allo specchietto posto tra i due sedili interiori, dove sapevo che sarebbero spuntati due occhi color ghiaccio.

"Tu mi infastidisci sempre, Mason." rispose, e io lasciai che ancora una volta il sorriso beffardo di Luke Hemmings diede il via al mio dito medio di alzarsi.

 

 

 

 

 


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Ciaooo a tutti voi biscotti, come state? 
Non ditemi non bene perché C'È ARIA, PER LA PRIMA VOLTA DA INIZIO LUGLIO C'È DELL'ARIA FRESCA E IL TERMOMETRO È SOTTO I 37 GRADI, PIANGO. 
Detto questo, spero voi tutte stiate passando una grande estate e stiate per partire perché, sigh sob, manca cosí poco alla fine di tutto....
Ma ora, non perdiamoci, parliamo di questa fanfiction: come avete capito è sull'unico e solo muchacho Luke Robert Hemmings che é il mainagioia di tante, troppe di noi. Rae Mason è una normale ragazza che forse non è tra quelle che dicono meno parolacce al mondo e forse non è sempre di buon umore e sempre forse non è una ragazza dolce e delicata come una rosa, mentre il nostro Lucas è un grande stronzo, non c'è altro modo per definirlo: un grande stronzo con una buona percentuale di fuckboy. E questa, è la loro storia. Non dirò altro. Non in questo piccolo prologo (a proposito, nessun capitolo sarà mai neanche lontanamente così corto, lo giuro, ma è, appunto, un prologo). 
Mi piacerebbe molto che qualcuno mi lasciasse la propria opinione su questa storia, specialmente se ha qualche critica da farmi, adooooro ricevere critiche perché mi fanno sempre riflettere un sacco (anche se non avete critiche va bene lo stesso, lol). Ringrazio con tutto il cuore chi sta leggendo queste mie parole e ancora di più chi deciderà di seguire questa forse pazza storia e anche chi avrà un cuore grande come uno di quei biscotti Milka XXL e mi scriverà qualcosa. 
Ora vado, spero di rivedervi (attraverso uno schermo) moooolto presto.

All the chocolate, T

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Capitolo 2
*** Colpa dell'algebra. ***


 

[colpa dell'algebra.]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stavo pensando desolata alla mattinata appena trascorsa quando l'odore di un costosi profumo indossato da una certa persona mi fece voltare.

 

"Tesoro, com'è andata la verifica?" cinguettò un'alta ragazza che sembrava uscita dal nuovo numero di teenVogue e che, per mia sfortuna, era la mia più cara amica di sesso femminile.

 

"Guarda il mio vassoio, Liza, guardalo e giudica te stessa. E per piacere, é la millesima volta che te lo dico ma visto che ti voglio inspiegabilmente bene possiamo arrivare a milleuno: smettila di chiamarmi tesoro." borbottai, mentre i suoi occhi chiari si posavano sul vassoio rosso che reggevo, dove erano appoggiate ben tre confezioni di latte al cioccolato e una vaschetta ripiena di pomodorini ciliegini. Arricciò il naso perfetto e intuì che stava facendo un calcolo mentale delle calorie. 

 

"Cielo, Rae, ti è andata cosí male?" chiese, un velo di compassione a macchiare la voce angelica.

 

"Sì," sospirai pesantemente e attesi che prendesse la sua insalata mista e la bottiglietta d'acqua per sederci ad un tavolo poco distante, occupato da alcuni ragazzi del primo anno che deglutirono alla vista di Liza e della sua camicetta. Dannata madre brasiliana che le aveva dato quelle tette. E dannata la mia inglese che non lo aveva fatto.

 

"Oh, mi dispiace, davvero. Jessie è ancora malato?" si informò, prendendo una forchettata di insalata e sorridendo alle sue compagne cheerleader che passavano in quel momento accanto a noi.

 

Perdiamoci un momento per conoscere Liza Stewart, ovvero la ragazza che costituiva una delle ragioni principali per cui la percentuale di ragazze che a scuola nostra si dichiarava bisessuale stava aumentando. Come già detto in precedenza, aveva una madre brasiliana che si era trasferita qui in Australia per seguire l'uomo della sua vita, il signor Stewart, direttore di un seguitissimo programma di televendite. Da questi due genitori era nata lei, alta come il padre, gambe lunghe quanto la madre, carnagione tipica dell'America del Sud e occhi azzurri come una perfetta australiana, intelligente e l'asso della manica delle cheerleaders della nostra scuola. 

Come io e lei fossimo diventate migliori amiche, ancora non me lo so spiegare.

 

"Rae?" Liza mi sventolò una mano perfettamente curata davanti alla faccia e in un secondo dovetti ritornare alla sporca mensa dove stavamo mangiando e al mio inevitabile votaccio in algebra. 

 

"Scusami, mi ero persa a pensare. Parlavamo di Jessie? Quel traditore che mi ha abbandonato questa mattina senza un passaggio? Sì, ha una sorta di influenza intestinale, credo." risposi, infilandomi in bocca un pomodorino. 

 

"E come sei venuta a scuola? Ti ho detto non so quante volte che ti possiamo accompagnare io e Calum!" esclamò, e proprio mentre stavo per rispondere la mia fonte preferita di malumore decise di comparire alle mie spalle.

 

"Ottima scelta, Mason. Immagino sia a causa di pasti di questo genere che voi ragazze iniziate con la lamentela del 'sono grassa'," suggerì Luke, trattenendo una risatina alla vista del mio triste vassoio.

 

"Stai per caso insinuando che sono grassa, Hemmings?" socchiusi gli occhi, paonazza, sia per l'imbarazzo che per la rabbia. Era decisamente il giorno sbagliato per una battutina.

 

"Non ho detto questo," ribadì, ma lanciandomi un'occhiata piena di significato.

 

"Odioso stronzetto pieno di sè," sibilai, aprendo il primo cartone di latte. 

 

"Rae!" mi rimproverò piano la mia amica, lanciandomi un calcio da sotto il tavolo. 

Rae un bel niente. Nessun Luke CheCosaHaiNelVassoio Hemmings si permetteva di dirmi che ero grassa davanti a tutti.

 

"Non sono affari tuoi, ma giusto perchè tu lo sappia, sono normopeso," sorrisi esageratamente e prima che potesse ribattere gli rovesciai metá bottiglietta di latte sulla maglietta nera. 

 

"Ma grazie per esserti preoccupato che io non consumassi calorie in eccesso, Lucas, sei un ragazzo d'oro," continuai, incurante della bocca spalancata di Liza e dedell'espressione di ghiaccio del ragazzo. 

Sbuffai, e uscii dalla mensa portandomi dietro le due restanti bottigliette. 

Era decisamente una brutta giornata.

 

Rae: solo perché tu lo sappia, ho sprecato metá del mio adorato e niente affatto sano latte e cioccolato per farlo finire sulla maglia di Luke Hemmings. 

 

Jessie: cOSA?!?!

 

Jessie: tu sei pazza.

 

Jessie: mio dio. sei DAVVERO pazza. 

 

Jessie: è LUKE HEMMINGS quello non un pischello del primo con cui giocare a fare la grande!!!

 

Jessie: sei decisamente, assolutamente PAZZA.

 

Rae: vai al diavolo. ha detto davanti a tutti che sono grassa. 

 

Sharpay Evans iniziò a cantare 'Fabulous' proprio mentre mi stavo per sedere ai piedi del mio albero preferito in giardino. 

 

"Non dovrei nemmeno risponderti." esordii, facendo un appunto mentale di cambiare suoneria, anche se ogni volta che la sentivo non potevo fare a meno di ricordare il mio migliore amico che se la scriveva col pennarello indelebile sulle braccia a solo tredici anni.

 

"E dai, Rae, non l'ho detto io al mio stomaco di contorcersi ogni secondo e di farmi vomitare," si lamentò Jessie. 

 

"Fatto sta che sono stata seduta in macchina di Luke ad ascoltare Irwin ripetere assurde formule in previsione di una verifica che mi è andata davvero male e tanto per mettere la ciliegina sulla torta quel bastardo biondo mi è venuto a dire che guardando il mio vassoio ha capito perché le ragazze si lamentano di essere grasse." dissi, parlando a macchinetta. Aprii una bottiglia e presi un lungo sorso della mia bevanda preferita.

 

"Beh, non ti ha direttamente detto che sei..." 

 

"Mi ha lanciato una di quelle occhiate." 

 

"Ouch. Rae Mason, sai di non essere affatto grassa, vero?" si assicurò, e io alzai gli occhi al cielo. 

 

"Lo so, Jessie, lo so, mi da solo fastidio che quella sottospecie di surfista con un'ego ingombrante si permetta di..." 

 

"Non starai parlando di me, vero?" domandò un ragazzo, che purtroppo era esattamente colui di cui stavo parlando.

 

"Scusami Jessie, ma sono così fortunata da avere davanti a me un angelo. Ci sentiamo dopo." chiusi la chiamata e, con tutto l'odio che riuscii a trovare, riportai l sguardo di Luke.

 

"Cosa vuoi?" chiesi, acida.

 

"Non pensi di dovermi chiedere scusa?" 

 

"...stai dicendo sul serio?" cercai di mantenere la rabbia sotto controllo.

 

"Rae lo sai benissimo che non sei per niente grassa." disse, ripetendo le stesse cose che avevo sentito qualche secondi prima e puntando i suoi occhi color ghiaccio nei miei. 

 

"Non c'entra." mormorai, distogliendoli immediatamente. C'era qualcosa in quel ragazzo che riusciva a mettermi a disagio fin dalle medie e, chissà come mai, finiva quasi sempre per ferirmi. Certo non ero più l'insicura ragazza di qualche anno fa ma lui mi faceva sempre lo stesso effetto, come se, quando eravamo vicini, mi trovassi nel posto sbagliato.

E il fatto che decidesse di chiamarmi per nome solo quando gli pareva mi infastidiva davvero, sopratutto quando lo faceva come se stesse sottolineando quello che mi stava dicendo, in questo caso qualcosa di...carino, credo.

 

"Okay, avrei dovuto stare zitto, lo ammetto. Mi dispiace, va bene? Ma resta il fatto che hai sporcato una delle mie maglie preferite." mise su una specie di muso e si sedette accanto a me.

 

"Lo dici a me che ho sprecato un ottimo latte al cioccolato per te? E non prendermi in giro, hai tutte le maglie uguali." precisai, per poi pentirmi un secondo dopo di aver ammesso di conoscere piuttosto bene il suo guardaroba.

 

"D'accordo Mason, colpito e affondato. Cosa vogliamo fare, ora?" mi guardò di nuovo, e ancora una volta distolsi all'istante lo sguardo. 

 

"Che intendi dire?" 

 

"Liza mi ha detto che il compito di algebra ti è andato piuttosto male," 

 

"Non ne parlare, ti prego. Mia madre mi ucciderà," gemetti al pensiero.

 

Con un sospiro, Luke mi costrinse ad osservarlo. Aveva la mano destra stretta in un pugno e con la sinistra giocava con i ciuffi d'erba del prato. Sembrava indeciso.

 

"Che c'è?" domandai, con una punta di curiosità.

 

"Ti metterà in punizione?" 

 

"Non saprei, dipende da che giornata ha...aspetta, perché diamine me lo stai chiedendo?" mi accigliai.

 

"Ashton mi ha chiesto di essere più gentile con te," disse tutto d'un fiato e io scoppiai a ridere. 

 

"Cosa ti ha chiesto?!" 

 

"Beh lui crede che sia importante che noi leghiamo con i più cari amici dell'altro." spiegò, mentre lo guardavo sempre più stranita.

 

"È uno scherzo." esclamai. "Io è Ashton non siamo così amici, siamo solo compagni di algebra che vanno abbastanza d'accordo." 

 

"Questi sono problemi vostri, fatto sta che Ashton vuole organizzare un qualcosa che permetta a tutta la band di legare con i migliori amici dell'altro, è convinto che ci aiuterà a migliorare. E poi andiamo, la tua migliore amica sta con il mio migliore amico, non possiamo odiarci per tutta la vita." 

 

Inarcai un sopracciglio.

 

"Okay, possiamo. Tu lo farai di sicuro. Ma ho davvero bisogno che tu accetti di venire a questa cosa." sembrò quasi pregarmi. 

Per quanto ci provassi, non riuscivo a dare una logica spiegazione a quell'invito: io e Irwin davvero non eravamo grandi amici e farmi diventare amica del resto della sua stupida band non avrebbe di certo portato qualche beneficio. Ma se volevo scoprire cosa avesse in mente il riccio, dovevo andare a queste prove: in fondo si sarebbe trattato solo di un pomeriggio passato ad ascoltare musica e per di più ci sarebbe stata Liza, in quanto ragazza di Calum, quindi non sarebbe andata troppo male, no?

 

 

"D'accordo. Ma solo perché sarà per merito mio che la vostra band diventerà finalmente brava." lo punzecchiai.

 

"Sei senza speranza, Mason. Ora vieni, devi sbloccare l'armadietto del tuo amico e prestarmi una delle sue mille magliette. Per favore?" aggiunse, sotto il mio sguardo critico.

 

"Vedrò cosa posso fare, Hemmings. Ma con questa saremmo a quota due volte che ti salvo le chiappe." 

Mi alzai da terra e ritornai dentro.

 

Ashton's P.o.V.

 

 

"Allora?" bloccai Luke che cercava di passare inosservato per il corridoio. Peccato che la scia di ragazze che lo seguiva rendeva la cosa difficile.

 

"Ha accettato," disse, visibilmente infastidito.

 

"Perfetto. Davvero perfetto." sorrisi e lo vidi roteare gli occhi. 

 

"Spiegami ancora una volta perché mi ritroverò la Mason a casa mia, perché ho acconsentito a essere sottoposto al suo sguardo pieno d'odio per delle ore in più?" sbuffò sonoramente e io sorrisi ancora di più.

 

"Perché sei una delle persone migliori di questa terra e un piccolo angelo," fece una smorfia all'ultima parola e decisi di lasciarlo libero. 

 

"Buona lezione, Lukey!" gli mandai un bacio e mi affrettai a lasciare il lunatico biondo alle mie spalle.

Tirai fuori il cellulare e digitai in fretta un messaggio.

 

Ashton: Liza, Lizzie, Lizzina; Luke ha accettato. Prima parte del piano completata con successo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tada tadan!!!!

Buenos dias chicas yo no so una acca de espanol quindi torno all'italiano. 

Aaallora, ci sono un po' di cose da dire:

-Liza: ecco la migliore amica di Rae insieme a Jessie, che ancora deve comparire in, ehm, caratteri e ossa ma non dovrete aspettare molto. Può sembrare una gran svampita ma in fondo è un po'  la versione brasiliana di Serena di Gossip Girl, anche se ha l'aspetto di una perfetta Barbie il suo cervello funziona alla grande ed è per questo che fareste meglio a non sottovalutarla (lol)

-Luke: ah, quetti stronzetti. Non c'é altro da aggiungere in fondo, il suo animo da fuckboy si commenta da solo (nel prossimo capitolo le chiederà qual è il suo kik? mah) (era una battuta decisamente strana)

-Ashton: wohoa, cos'ha in mente il ricciolo?! Di che piano parla?! E cos'è la stronzata sul fatto che conoscere gli amici di tutti migliorerebbe la band?! Anche lui, non è da sottovalutare. 

Aspetto con ansia le vostre congetture, lol

ultimo, ma non ultimo

-latte al cioccolato: una delle vere ragioni per cui esistiamo, il motivo del mio amore per Halsey, sostanza paradisiaca.

Grazie di cuore alle ragazze che hanno commentato e a quelle che hanno seguito e preferito la storia, vi regalerei un ventilatore portatile giuro. E grazie a te, che stai leggendo, spero mi farai sapere cosa ne pensi ;-----)

Jk, grazie a tutti, vi amo e vi adoro e grazie alla mia famiglia, ai miei amici e al mio paese. Alla prossima cerimonia degli Oscar, miei carissimi. 

 

Mi dileguo.

 

All the chocolate, T.

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