Dov'è
finito l'ic?
Mary
Johanna Suelinda
Matsuda
sospirò di sollievo e guardò l'orologio appeso
sopra la porta
d'entrata: erano ormai le due di notte e Light sembrava aver finito
d'urlare come un ossesso; il ragazzo, infatti, era stato imprigionato
su una sedia d'ufficio con i polsi legati ben stretti tra di loro e i
piedi imprigionati grazie ad una catena che lo costringeva a star
seduto a debita distanza da Ryuzaki.
Light
aveva gridato per mezz'ora dopo il suo cambio di personalità
e
adesso sentiva la sua gola dolere e la cosa che più lo
infastidiva
era il fatto che era passato per pazzo.
Lui,
pazzo, tsh... come se questo fosse stato possibile!
Poi
lui non era gay, altrimenti non sarebbe stato il fidanzato di una
delle ragazze più desiderate di Tokyo. Era ovvio che tutte
quelle
urla fossero dovute alla maledizione legata a quella notte.
I:
“Ryuzaki, ti voglio,” oppure i: “L,
liberami, ti farò passare
la notte migliore della tua vita,” oppure i: “Sono
disposto ad
essere il tuo uke, se vuoi”. Erano stati molteplici, ma non
li
aveva detti certamente in condizioni in cui era conscio di sapere
cosa stava chiedendo ad alta voce!
“Direi
che ora potremmo anche liberarlo, non credi?” Si rivolse
Matsuda al
grande detective, perché nutriva simpatia per quel povero
diciassettenne ridotto alle condizioni di una bestia in
cattività,
ma L scosse la testa e si limitò a voltarsi verso il maniaco
che
aveva tentato di baciarlo un attimo prima.
“Vedi,
Kira, non so cosa ti passi per la testa, ma io sono etero. Se ti
serve potrei farti anche lo spelling della parola. E-t-e-r-o”.
Light
aveva alzato gli occhi al cielo a quelle parole, tuttavia non aveva
ribattuto e aveva lasciato che il capo ondeggiasse in un muto
assenso.
“Bene,
adesso potete liberarlo”.
Soichiro
Yagami prese in mano la situazione, cioè, prese le chiavi
che gli
avrebber concesso di prender in mano la situazione.
Quando
Light fu libero sbuffò con fare vagamente annoiato e si
guardò i
polsi segnati da quella breve prigionia. “Ryuzaki, non c'era
bisogno d'essere così violenti”. Lo
redarguì tornando al suo
posto.
Moji
osservò la scena perplesso e chiese ad Aizawa: “Ed
è qui che
finisce la storia? Pensavo che tutto sarebbe durato molto
più che un
paio d'ore”.
Ma
l'altro aveva un espressione preoccupata e la fronte aggrottata, gli
diede un paio di pacche sulla spalla e disse: “Vedi, caro
amico
mio, il comportamento di L potrà sembrarti quasi normale al
momento,
però il suo ic cambierà nuovamente di qui a
poco”.
“Cosa
vorresti dire?” Chiese Matsuda, che si era addentrato in
quella
discussione perché ne era stato affascinato, ma l'agitazione
di
Aizawa lo fece rabbrividire, sembrava davvero impaurito.
“Sta
arrivando lei e quando arriverà lei... allora sì
che sarà un
guaio”.
“Lei
chi?” Chiesero Matsuda, Moji e Ukita – che ormai
era stato anche
lui amalgamato in quelle chiacchiere da salotto – con il
principio
di un freddo brivido che accennava a nascere dalla nuca, dando una
spiacevole sensazione di pericolo a tutti e tre.
“La
Mary Suelinda”.
“No!”
E quella negazione risuonò in tutto l'edificio, perdendosi
però nel
fragore di un tuono. Infatti, come ogni personaggio importante, la
nostra Mary Suelinda entra in scena con un bel temporale, punta lo
sguardo all'edificio e ne rimane affascinata: insomma, è
così raro
trovare grattacieli a Tokyo, non è forse vero, miei amati
lettori?
I
poliziotti erano disperati! Sarebbero stati messi da parte: andiamo!
Chi si sarebbe fregato di loro quando una che poteva guardarli
dall'alto in basso, capace di sedurre Ryuzaki Lovelight, no,
Rowraito, no, Lawliet, sarebbe entrata a far parte delle indagini?
Perché, dovevano ammetterlo, nessuno di loro era poi tanto
sveglio.
“Intendi...”
chiese Matsuda, deglutendo a vuoto e guardandosi attorno come se
potesse spuntare da un momento all'altro.
Non
sapeva che già il dito della ragazza, umido della pioggia,
si stesse
pericolosamente avvicinando al citofono.
“Sì,
intendo la donna che può fare il culo a tutti gli uomini
della
polizia giapponese, che si porterà a letto L, Beyond, Matt,
Mello e
se le garba pure Near. Colei che è talmente intelligente da
far
rimbecillire anche Light che dovrebbe essere il più
intelligente
dell'anime”.
“U...
un momento,” lo interruppe Moji, visibilmente sconvolto da
quelle
rivelazioni. “Non è L il più
intelligente?”
“No,”
disse Aizawa con sguardo truce, “secondo l'autrice il
più
intelligente è Light assieme a Near. Ryuzaki è
solo più creativo
di Kira”.
“Ma
è terribile!” Disse Matsuda portandosi le mani ai
capelli. “Ciò
significa che... che Ryuzaki morirà!”
“Non
devi preoccuparti di questo!” Lo tranquillizzò
Ukita, guardandolo
fiducioso. “Troveremo un modo per...”
“No,”
disse Aizawa, interrompendo il collega. “Noi non faremo
niente,
perché nonostante siamo i migliori agenti giapponesi in
circolazione, arriverà questa Mary che sicuramente
è stata alla
Wammy, che sicuramente è più intelligente di L,
che sicuramente è
sexy quanto Wedy e che sicuramente perderà la testa per
Lawliet, di
conseguenza lei lo salverà e farà imprigionare il
cattivo nelle
prigioni più recondite”.
Matsuda
si morse le labbra e si passò una mano tra i folti capelli
neri, poi
si decise a chiedere: “Ma se noi conosciamo
l'identità di Kira,
non possiamo arrestarlo noi?”
Cadde
il silenzio nel quartetto, venne interrotto solo qualche tempo dopo
da Ukita. “Matsuda, dici sempre sciocchezze”.
E
allora il campanello trillò.
Com'era
facile trovare il quartiere generale di L!
Insomma,
Light Yagami si era fatto mille trip mentali per scoprire dove fosse,
aveva ingannato suo padre, lo aveva raggirato facendogli capire di
volerlo aiutare, mentre la nostra Mary Suelinda era riuscita a
rintracciare il detective grazie ad una telefonata e sapete
perché,
signori miei? Perché Light, al suo confronto, è
un pirla.
Tutte
le Mary Suelinda conoscono il caro vecchio detective, la sua
locazione, la sua identità, a quanti anni gli cadde il primo
dente,
quando riuscì a lavarsi per la prima volta da solo.
Se
potesse, il caro vecchio Ryuzaki, andrebbe in giro per gli
orfanotrofi radunando bambine con un qi pari a quello di Sheldon
Cooper, perché a quanto pare sono davvero tante e
ahimè, la
definizione di genio si è andata perdendo in questi anni
oscuri; ma
le indagini sono le indagini, di conseguenza a fare ciò era
stato
l'affidabile Watari, o almeno, fu una delle tante cose che fece
quando era ancora in grado d'avere un minimo di pace prima del caso
Kira, di conseguenza le bambine che trovò erano cresciute
con L -
visto che a quanto pare erano sempre sue coetanee - e sarebbero
diventate tutte quante sue promesse spose.
“Chi
potrà mai essere?” Chiese Light ad alta voce,
iniziando già a
sospettare di qualunque uomo o donna avesse visto mentre si recava al
quartier generale, partendo dall'insospettabile vecchietta al mercato
e finendo dal bambino che si scaccolava sulla strada di casa.
“Potrebbe
essere il postino”. Ipotizzò Matsuda, iniziando a
tremare, il suo
sguardo saettava tra tutti i presenti accompagnato da un vago tic
nervoso all'occhio destro.
“Alle
due di notte? Andiamo Matsuda! Sii serio!” Disse Aizawa
sull'orlo
di una crisi di nervi: ecco, quello era la fase che più
temeva di
quella notte.
Watari
andò ad aprire e non appena la donna entrò nella
stanza tutti si
zittirono per la sua bellezza divina.
Ovviamente
Light, il cui cognome è I'm a gay se scritto al contrario (
come
credo tutti in questo fandom sappiano) si soffermò ad
osservarla,
incantato da una tale visione; quindi qui parliamo di una bellezza
maggiore ancora a quella di Misa; la nostra Mary Suelinda era
paragonabile a Miss universo degli anni futuri, presenti e passati.
Ad
L, grandissimo detective che non si accorge nemmeno se qualcuno
scrive un nome sotto il proprio naso – ogni riferimento a
Higuchi
della Yotsuba Corporation è puramente casuale – si
accorse di
quello sguardo tanto intenso e subito si ingelosì; mi spiace
se tra
i lettori e le lettrici ci sono fan della LxLight, qui l'attenzione
del detective è calamitata dalla nostra Mary Suelinda e
Light stava
osando sbavare dietro una delle sue promesse!
Il
detective si alzò dalla sedia e spalancò le
braccia, colpendo in
pieno sul naso il povero Light, che cadde all'indietro, tanto fu la
sorpresa di quel gesto.
“Johanna”.
Disse il detective, con voce roca e sexy, resa ancor più
arrapante
dal timbro basso nel quale L ci aveva messo tanto impegno.
“Mi sei
mancata”. E no, Ryuzaki ovviamente non intratteneva alcun
rapporto
con gli studenti della Wammy, ma si era innamorato perdutamente di
quella ragazza che lo aveva aiutato durante un caso di vettordici
anni prima; al diavolo il fatto che nelle varie scene del crimine non
ci dovesse essere alcun coinvolgimento personale.
La
nostra Mary Johanna Suelinda era una donna unica nel suo genere,
deliziosa, anche se acida, simpatica anche se scorbutica, bella anche
se il suo fascino era sottile ed elegante.
“Mi
sei mancato anche tu, L...” disse la ragazza con voce
suadente,
facendosi desiderare ancor di più da tutti gli agenti.
Light
era irritato.
Qualcuno
gli aveva tolto l'attenzione dal suo detective? Bene, visto che era
così, avrebbe fatto di tutto per averla di nuovo per
sé, persino
uccidere davanti a lui, se fosse stato necessario.
Già
in mezz'ora la ragazza sapeva tutto quanto c'era da sapere su Light
Yagami e aveva notato in un millesimo di secondo che era: il ragazzo
perfetto, attento, diligente – non aveva mai saltato un solo
compito per casa - figlio adorabile e di cui andare fiero.
Alla
luce di tutte queste scoperte, Mary Joahnna Suelinda aveva deciso che
Light doveva essere necessariamente Kira e - da brava allieva di L
qual era - diede come percentuale di ragione alla sua deduzione il
novantanove percento, quell'uno lo doveva mantenere per far vedere
quanta modesta fosse.
Light
era sempre più incaz... irritato.
Non
c'erano più gli sguardi che fugacemente L gli lanciava,
anzi, il
caso di Kira sembrava essere andato in retromarcia nella scaletta
delle cose importanti per L, forse ne era persino uscito, di una cosa
almeno era sicuro: al primo posto c'era il prosperoso seno della
ragazza.
Pensò
per un attimo che se anche lui avesse avuto un seno allora L gli
avrebbe prestato un minimo di attenzione.
Ma
a cosa diavolo stava pensando? Lui non era una donna,
rabbrividì
all'idea e riprese a fingere d'aiutare il detective.
Un
quarto d'ora dopo, quando Mary ed L erano avvinghiati l'uno all'altro
sul pavimento, Light era sul punto di esplodere.
Prese
per un braccio la donna e la costrinse a chiudersi con lui in bagno
sotto lo sguardo inviperito del moro.
“Io
sono Kira”. Disse Light, soffiando ad un centimetro dalle
labbra di
Mary, “e quello è L. Il mio detective, colui che
mi deve sbattere
in cella. Quindi, ragazzina, se non ti levi dai piedi giuro che ti
ammazzo io senza l'ausilio del mio Death Note”.
Mary,
nonostante il terrore le impedisse qualunque movimento, prese il
cellulare - visto che c'era si fece una selfie con Light, pubblicando
poi su facebook: “Selfie con Kira, auto, mi vuole uccidere
xD”
perché l'xD ovviamente ci sta, ora come a quel tempo, in
ogni
occasione – e mise la registrazione, posando subito dopo il
telefono in tasca. Ovviamente Light non si accorse di nulla,
perché,
vi ricordo, quando c'è questa donna diventa un imbecille.
“Quindi,
parlami un po' di questo quaderno...”
E
Light vuotò il sacco.
Nonostante
fosse sempre stato duro di stomaco, non appena Mary lo aveva
intimato, si rivoltò persino le budella per renderle chiara
la
situazione della sua vita.
Raccontò
tutto, ma proprio tutto, partendo dall'asilo, dove era stato nominato
presidente di classe - e non rappresentante perché
già a quell'età
gli sembrava che quell'ultimo titolo sminuisse il suo fascino -
parlò
delle elementari durante le quali, dopo aver alzato gli occhi al
cielo d'innanzi l'ignoranza del professore di matematica, si
alzò e
spiegò ai bambini equazioni, derivate e quant'altro
– inutile dire
che i bambini fuggirono via dalle classi piangenti –
raccontò
persino delle medie, quando iniziò a capire che il mondo era
feccia,
a quell'età subì il primo furto, gli erano stati
rubati dal
portacolori le figurine di Dragon Ball, si interruppe per il dolore
lancinante che ancora provava al solo ricordo e continuò
fino alla
fine dell'ultimo anno delle superiori durante il quale aveva trovato
il Death Note e aveva scoperto d'essere g... il nuovo messia.
Mary
annuì convinta e gli fece pat pat sulla spalla:
“Sta tranquillo,
ti capisco benissimo, non dirò nulla a Ryuzaki”.
Light
era piangente, “ti ringrazio, avevo davvero bisogno di
qualcuno che
lo venisse a sapere,” e, quando un singhiozzo più
forte lo colse,
fece una sorta di verso prolungato e si accasciò sulla
spalla della
ragazza che intanto ripeteva: “Su, tranquillo, non ti
angosciare,
vedrai che si sistemerà tutto”.
Il
quarto d'ora seguente Light era in manette ed L aveva una faccia
soddisfatta, la più espressiva che gli si fosse mai vista in
tutto
l'anime, e non solo perché le si era concessa la dolce Mary,
ma
anche perché stava per sbatters... sbattere in cella Light
Yagami.
“Ti
ringrazio per il tuo prezioso aiuto, amore mio”.
Sussurrò L alla
dolce Mary Johanna Suelinda.
“Non
devi farlo, cucciolo pandoso mio, quando un anime non va secondo i
gusti di chi lo guarda, allora compaio io, pronta a esaudire ogni
richiesta”. Poi tirò fuori un ombrello dalla borsa
e fece per
uscire, seguita da L.
“Quando
ci rivedremo?” Le chiese Ryuzaki con lo sguardo di chi non
voleva
dire addio.
“Presto,
mio tesoro, presto; vedi, altre fan fiction hanno bisogno di me e io
non posso abbandonarle proprio ora, ma sta tranquillo, L! Mi
moltiplicherò: mi troverai accanto al tuo letto, nel tuo
bagno,
nella tua cucina, nella tua macchina, nel quartier generale, persino
sotto l'albero di Natale; perciò ricordati, tesoro mio,
assicurati
d'accendere tutte le luci quando cala la sera”.
Erano
le tre di notte ormai e nulla illuminava quella strada buia.
“Non
capisco cosa tu voglia dire... parli così ermeticamente che
gli
ermetici ti fanno un baffo”.
“Lo
so...” sussurrò Mary accarezzandogli le labbra,
“sparare caz...
dire cose profonde senza un apparente nesso logico mi fa apparire
misteriosa”. Sussurrò mentre tanti, piccoli
peletti iniziavano a
spuntarle da ogni poro.
L
indietreggiò, terribilmente schifato da quella visione.
“Ma
cos...” stava per dire, quando una luce abbagliante apparve
dalla
finestra del suo grattacielo, inglobandoli nel suo raggio d'azione e
facendoli apparire come i protagonisti di un dramma.
A
quel punto si levarono al cielo le urla di Mary, che iniziò
a
liquefarsi come melma sotto quei raggi che per lei erano
intossicanti.
“Ma
cosa...” sussurrò L confuso e abbattuto per la
dipartita di una
delle sue 29765423 pretendenti.
“Era
un gremlins”. Sussurrò Watari apparso sulla soglia
della porta con
un pesante giaccone sul braccio col quale si avvide di coprire
Ryuzaki.
“Cosa
vuoi dire?” Chiese L, puntellando col piede la poltiglia che
ormai
Mary era diventata.
“Questa
è una storia lunga, L, ma avremo tutto il tempo per
parlarne”.
“Come
avete fatto a ucciderla?” Chiese ancora L, portandosi il
pollice
alle labbra e mordicchiandolo insistentemente, evidentemente non
aveva mai visto il tanto famoso film. “Deduco sia stato a
causa
della luce forte, ma non ricordavo che avessimo lampade così
potenti”.
“Le
ha potenziate Light”.
“Ah,”
disse il moro, “ricordami di ringraziarlo allora”.
“Come
vorreste farlo?”
Ryuzaki
ci pensò su, inclinando la testa prima a sinistra e poi a
destra con
fare flemmatico, poi annunciò: “Mi pare ovvio, lo
sbatterò in
cella”.
Watari
non capì e lo osservò perplesso, “ma a
me non sembra un
ringraziam...” si interruppe e rifletté sulle
parole di L, poi
guardò l'orologio. “Non le sembra ora di
riprendere il vostro ic,
signorino L?”
Il
moro continuò a camminare, per un bel pezzo restò
in silenzio per
riflettere sulle sue parole. “Chi ti dice che già
non l'abbia
ripreso?”
Angolo
dell'autrice
Menomale
che avevo parlato di capitoli più brevi, alla faccia della
coerenza
direi.
Ho
notato che il numero delle persone che ha messo la storia in una
delle tre liste è salito a dieci, il che è
davvero incoraggiante :D
Spero
d'avervi fatto sorridere con questo capitolo. Inutile dire che qui
chi predomina è la Mary Sue, contornate da varie citazioni
prese dal
film Gremlins.
Spero
per voi che abbiate acceso ogni luce, se state leggendo questo
capitolo di sera, perché tra i gremlins nascosti nei vostri
cassetti, ci potrebbe essere una Mary Sue in agguato.
Credo
che con questo capitolo possa averli offesi un pochino – i
gremlins, meglio specificare – spero non mi si rivoltino
contro,
probabilmente dovrei ringraziare che non siamo nel periodo natalizio.
Grazie
a tutti coloro che hanno letto fin qui.
Al
prossimo capitolo!
|