Sospetti
«Basta»
Cinque semplici
lettere nelle quali il giovane Boruto proiettò tutta la sua
insofferenza.
Crollò con
la testa sui fogli, tenendosi le tempie con i palmi delle mani, per poi
scuotere energicamente il capo, come se quel gesto potesse aiutarlo a
riprendere il controllo di se stesso.
«Quante ore
sono che siamo qui, eh?» domandò alla sua
compagna, strizzando le palpebre in modo nervoso.
Sarada
gettò un'occhiata distratta all'orologio appeso sulla parete
della cucina.
«Venti minuti»
rispose, cercando di mantenere la calma.
Il biondo
spalancò le iridi azzurre e la scrutò incredulo
per qualche secondo, ma poi, troppo stanco per aggiungere qualsiasi
altra cosa, si arrese alla realtà dei fatti e
ripiombò con il capo sulle braccia.
«Possiamo
fare una pausa?» biascicò, con la voce attutita
dalla stoffa della felpa.
L'altra gli
riservò uno sguardo omicida, chiudendo con forza il libro
sul quale aveva perso un pomeriggio della sua preziosissima
giornata a spiegare i principi base del funzionamento del chakra.
«Stammi a
sentire, Boruto – iniziò risoluta, guadagnandosi
finalmente l'attenzione del biondo – ho promesso a tuo padre
che ti avrei aiutato a superare il prossimo compito in classe e
sarà quello che farò, mi hai capita bene? Anche
se questo volesse dire studiare tutta la notte!»
«A mio
padre?!» un gracchio indefinito uscì dalla bocca
del ragazzino, che subito dopo si schiarì la gola e
scrutò Sarada alla ricerca di risposte.
Lei si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo, forse
pentita per ciò che aveva appena detto.
«Vuoi dire
che lo stai facendo per... una specie di missione?»
continuò Boruto, improvvisamente destatosi dal torpore
iniziale.
Sarada
sistemò la montatura degli occhiali e prese un lungo e
profondo respiro. Qualunque cosa gli avesse risposto, sapeva che Boruto
avrebbe tirato su un polverone in ogni caso.
«Non
è proprio così. Vedi, lui mi ha chiesto un favore
e io-»
«Quell'idiota»
Come volevasi
dimostrare, i muscoli del biondo si erano irrigiditi e le sue iridi
vagavano ovunque per la casa pur di non incrociare quelle delle
ragazzina seduta di fronte a lui. Le sopracciglia corrugate mal
celavano un dolore che Boruto aveva finto da sempre di poter gestire.
«Non
dovresti rivolgerti a lui con questi termini» lo
rimproverò Sarada, cercando di non usare un tono di voce
troppo duro. Vederlo comportarsi a quel modo le faceva ribollire il
sangue nelle vene e spesso aveva dovuto resistere alla tentazione di
schiaffeggiarlo fino a cambiargli i connotati. Si ostinava a recitare
la parte del bamboccio infantile, mentre lei sapeva bene che Boruto capiva, capiva fin
troppo bene quali erano i doveri di suo padre, e il suo unico rammarico
era quello di non poter far niente per cambiare la situazione.
«Sai quanto
me ne importa» rispose, con lo stesso tono colmo d'astio.
«Non ha neanche il tempo per allenarsi con me, ma a quanto
pare si diverte a complottare alle mie spalle»
«Complottare?!
- sbottò Sarada, al limite della sopportazione –
Tuo padre è solo in pensiero per te! Come farai a diventare
un ninja se non supererai i test dell'Accademia?»
Boruto scosse la
testa, nascondendola negli avambracci.
«Non gli
chiedo di esserci tutti i giorni, dannazione»
Non l'aveva neanche
ascoltata, perso com'era a rimuginare sulla questione. Sarada
rizzò la schiena facendola aderire alla sedia e gli
riservò uno sguardo triste, prima che lui sollevasse di
nuovo il capo.
«L'Hokage
è un grand'uomo» mormorò lei,
ritrovando la serietà di prima. «E un bravo
padre»
L'altro gli
lanciò un'occhiata dubbiosa, per poi sbuffare e tornare
composto.
«Anche il
mio è spesso fuori per delle missioni, eppure non me ne sto
a piangermi addosso tutto il giorno come te»
Boruto fece per
risponderle, ma lei fu più veloce.
«Papà mi vuole bene e ne vuole anche alla mamma.
Lui tiene molto a noi e questo mi basta» mentre parlava
Boruto scorse un lieve sorriso incresparle le labbra e non seppe
spiegarsi il perché, ma anche lui si sentì
improvvisamente sollevato. Nonostante le numerose ramanzine che gli
faceva ogni santo giorno, quella ragazza aveva il dono innato di
tranquillizzarlo come pochi altri sapevano fare.
«Quando
tornerà?» le chiese, riferendosi a Sasuke.
Lei alzò le
spalle, un poco sorpresa da quella domanda. «A breve,
credo. Poi dovrebbe avere un periodo di pausa, a quanto ne so»
Boruto
annuì, giocherellando con una penna. Qualche secondo dopo
alzò lo sguardo e Sarada giurò di aver visto un
guizzo di luce brillare in quei pozzi azzurri.
«Che... che
c'è?» domandò perplessa, mentre cercava
di reggere lo sguardo indagatore del suo compagno.
«Stavo
solo... pensando»
rispose l'altro, facendo scorrere indice e pollice sul mento.
Sarada
evitò di fargli notare come fosse proprio il fatto che lui
stesse pensando
a preoccuparla e si limitò ad aspettare che Boruto le
spiegasse quell'improvviso funzionamento di neuroni.
«Tuo padre
tornerà tra poco, hai detto?» ripeté
sovrappensiero, senza neanche guardarla.
Lei lo
scrutò come se fosse pazzo. «Quindi?»
Stava cominciando ad insospettirsi.
Boruto chiuse gli
occhi e sbatté entrambe le mani sul tavolo, facendola
sobbalzare.
«Quindi
muoviamoci no? Abbiamo un lavoro da fare! Voglio finire di studiare per
questo dannato compito entro oggi stesso!»
Lei si
scostò un poco dal bordo della scrivania, guardandolo di
traverso. Sollevò la montatura che le era ricaduta sul naso
per lo spavento e riaprì il libro, nello stesso identico
punto in cui lo avevano lasciato.
Il suo compagno non
gliela raccontava buona. Aveva qualcosa di sospetto in quell'aria da
furbetto con cui ghignava ed avrebbe scoperto di cosa si trattava... oh
sì, l'avrebbe scoperto ad ogni costo.
****
Ma buonasera!
Dunque, vediamo un
po'. Come al solito devo dire tante di quelle cose che non so da dove
cominciare.
Innanzitutto avrete
notato la dedica nell'introduzione: ebbene sì, questa
raccolta è dedicata alla cara Blu (alias CalcedonioBlu),
poiché è stata lei a suggerirmi di iniziare uno
spin off su questi due mocciosetti, dato che nella raccolta precedente
avevo solamente accennato al loro legame senza però riuscire
ad approfondirlo. Inutile dire che le due raccolte condividono lo
stesso contesto, ovvero il "What If" in quanto non tengono da conto il
Gaiden, si sviluppano nell'arco di circa due anni e vedono Boruto come
allievo di Sasuke... beh, non ancora in realtà.
Lo scopo sarebbe quello di delineare nel modo migliore possibile come
io vedo Boruto e Sarada, come penso che il loro rapporto di amicizia si
sia evoluto in qualcosa di più. Saranno diverse OS, non
necessariamente legate, ciascuna delle quali rappresenterà
un momento particolare che li vede protagonisti, qualcosa che
nell'altra raccolta non è stato detto o è stato
solamente accennato.
Non ho ancora un
progetto definito, credo che aggiornerò come al solito in
base all'ispirazione, quindi per ora non mi sento di dare scadenze.
Prometto però di essere più precisa a Settembre.
Ps. Sto ancora
combattendo con l'HTML, nonostante ci siano degli angeli che mi hanno
offerto il loro aiuto, io mi ostino a voler provare da sola.
Probabilmente noterete qualche cambiamento nel corso dei vari
capitoli... beh, non spaventatevi. Prima o poi farò pace con
me stessa.
Beh, grazie
dell'attenzione, prometto di non essere più così
prolissa (ma chi ci crede?).
Con la
speranza che possa piacervi, vi mando un abbraccio!
Vavi
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