A fairy kiss

di blu992
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



"Ehi Scott, muoviti che siamo in ritardo!"

"...rivo!"


Mancava un giorno al plenilunio e Stiles aspettava che Scott si decidesse ad uscire di casa per andare da Lydia, nella sua casa al lago. Per loro era ormai una tradizione. La luna piena era diventata solo una scusa per passare due serate lontano dalla città; ormai tutti riuscivano a tenere a bada i loro istinti lupeschi.


"Cosa hai detto a tuo padre?"

" Che lunedì c'è un compito di matematica e che tu e Isaac avete bisogno di me e Lydia per superarlo"

"Non abbiamo davvero un compito, vero Stiles"

"Tranquillo cucciolo, tieni a bada gli artigli".


Isaac e Liam li aspettavano fuori casa di quest'ultimo, mentre Lydia era già partita all'alba per organizzare tutto, insieme ad Allyson.

"Saremo solo noi sei?"

"Chi altri dovrebbe esserci, Styles"

"Che ne so io, hai un altro beta se non sbaglio. Magari questa volta ci avrebbe degnati della sua presenza. Avrebbe seguito il grande capo Vero Alpha"

"Hai così tanta voglia di litigare con qualcuno?"

"Ah ah ah divertente Isaac. Mi preoccupavo solo del fatto che un beta non rispetti il suo grande capo Vero Alpha"

"Smettila di chiamarmi in quel modo. E poi io non do ordini. Chi vuole venire, viene. Io l'ho invitato, non mi ha nemmeno risposto".


Dopo circa trenta minuti erano arrivati. L'aria di inizio primavera, i fiori, il prato, gli uccelli nel cielo...


"E...tciú"

"Ragazzi? Siete voi? Chi é che ha il raffreddore? "

"Ciao Lydia! Nessun microbo, è solo l'allergia stagionale di Stiles"

"È solo l'allergia stagionale di Stiles! Gne, gne. Ha parlato il grande lupo che non si ammala e non starnutisce e non ha allergie e non si prende il raffreddore e non..."

"Abbiamo capito! Ciao ragazzi, venite dentro che preparo il pranzo!"

"Grazie Allyson, ci hai salvati"

"Figurati Liam!"

"Figurati Liam. Gne gne"

"Non avrò l'udito dei tuoi amici, ma se urli così ti sento lo stesso Stilinski"


Erano a tavola, le pance piene e i pensieri tranquilli. Liam quasi sonnecchiava con la fronte appoggiata al tavolo. Isaac e Scott decidevano se giocare con l'Xbox o prendersi un'altra fetta di torta di mele. Lydia ed Allyson chiacchieravano tra di loro. Stiles guardava con occhi sbarrati la porta d'ingresso...


"Oh mio Dio! Non ci credo. Quale onore"

"Fai poco lo spiritoso ragazzino"

"Derek?"

"Ciao Scott. Ero invitato, no? Perché questo stupore?"

"Beh, ti abbiamo invitato per dieci volte ma non sei mai venuto, scusaci tanto se la cosa ci stupisce. Cos'è? Non hai niente di meglio da fare? Ti sono venuti i crampi ai muscoli della faccia a causa del broncio e hai deciso che l'aria aperta avrebbe giovato? Eh? Eh?"

"Ti prego, smettila di parlare"

"Ti prego smettila di parlare. Gne gne"

" Lascialo stare Derek, oggi gli è presa così. Sei il benvenuto in casa mia, entra pure"


Il pomeriggio erano tutti in giardino, ognuno pensava a sé.
Nessuno si accorse di un movimento nell'erba, un leggero fruscio.


"Aaaaaaah!"

"Stiles? Che hai? Sei ferito? Cosa ti é successo?"

"Oddio cos'è quella...cosa?"

"Non avevi quel brufolo sulla mano prima!"

"Non é un brufolo, é...fuxia!"

"State zitti! Brucia tantissimo"

"Stai zitto tu e fammi vedere"


Sulla mano di Stiles c'era davvero una bolla fuxia, ma non era un puntura di insetto.


"Fate"

"Cosa? Esistono anche le fate? E i vampiri? Gli zombie? Gli Avengers?"

"Non ti faceva male? Taci!"

"Ehi, non sei il mio Alpha, non mi dare ordini. E dimmi che cosa mi hanno fatto"

"Non hai niente. Il morso delle fate é una sorta di benedizione. Non ha mai effetti negativi. A dire il vero non ho mai sentito di conseguenze. La leggenda narra che essere morsi dalle fate é come essere baciati dalla buona sorte"

"Oh.. Beh, bene. Magari posso giocare alla lotteria. O forse non rischierò più la vita in un branco di lupi"


A te basterebbe non essere così goffo e non inciampare nei tuoi piedi per non rischiare la vita, ragazzino


"Derek? Hai detto qualcosa?"

"No. Forse il morso ti ha reso ancora più stupido"


E non fare quella faccia offesa.


Stiles era ormai chiuso nella sua camera da quel pomeriggio. Non ne voleva sapere di uscire, diceva che era perché doveva mettersi in pari con lo studio. Si era fatto tardi, però, e Scott aveva bisogno di poter entrare e dormire.
Trovò l'amico seduto ai piedi del letto con le mani a tenersi la testa.


"Ehi amico, stai bene?"

"Certo. Ho solo studiato troppo"

"Sai che posso capire quando menti, vero"

"Certo, ho per amico Sherlock Holmes in persona"

"Cos'hai Stiles"

"Non me sono sicuro"

"Dimmi. Magari ti aiuto a capire"

"Scott...pensa a qualcosa. Qualsiasi cosa"

"Eh?"

"Ti prego. Magari qualcosa che non so"

"Fatto, quindi?"

"Non sento nulla"

"E la cosa credo sia del tutto normale. Mica leggi nel pensiero"

"Non nel tuo..."

"Che?"

"Scott, non sono impazzito. Tu sei mio fratello, mi credi?"

"Ma certo, che succede?"
"Dopo che la fata mi ha morso, credo di aver acquisito l'abilità di lettura del pensiero"

"Ma se hai appena detto che non hai sentito nulla..."


"Lettura del pensiero di Derek Hale".

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Erano passati alcuni minuti, forse secoli. Scott guardava il suo amico tenersi la testa tra le mani emettendo una sorta di lamento. Stiles dal canto suo non riusciva a capire come fare per uscire da quella situazione senza coinvolgere qualcun altro, soprattutto il diretto interessato.


" Ok, stiamo calmi. Magari è un effetto  passeggero e sparirà quando non avrai più quella bolla. Forse domani mattina ti sveglierai come se nulla fosse successo"
"Si, forse hai ragione. Ma se così non fosse? Se dovessi ascoltare i suoi pensieri in eterno? Beh preferirei quello alle torture che potrei subire se lo scoprisse. Perché lo scoprirà Scott. È Derek, lui sa tutto. Oddio forse già lo sa, forse ci sta ascoltando. Mi aprirà la gola con i denti. Ha sempre desiderato farlo, lo so..."
"Ehi smettila. Non scoprirà nulla. Non ci sta ascoltando, non è nemmeno in casa, sta passeggiando nel bosco. Devi solo calmarti, faremo qualche ricerca sulle fate, ok?"
"Ok... Scottie?"
"Che c'è?"
"C'è ancora qualcosa avanzato dalla cena?"
"Si. Lydia ti ha messo qualcosa in frigo, devi solo riscaldarlo"
"Oh per fortuna. Che fame! Buonanotte amico!"


E chiusa la porta con fin troppa enfasi si avviò un cucina. In frigo c'era lo stufato preparato da Allyson, doveva soltanto essere messo per qualche minuto nel microonde. Nel frattempo Stiles cercò un bicchiere e scelse una birra da bere.


Stufato. E odore di bagnoschiuma al ginseng. E ansia.


Stiles si irrigidì.
"Ehi ragazzino. Hai deciso di nutrirti?"
"E..ehi Derek. Si, ora avevo fame. E c'era questo stufato e mo sono detto 'perchè non scendi e ne assaggi un po' ', ho sentito il profumo quando Allyson lo stava preparando e mi è sembrato squisito. Sento gli odori anche se non sono un grosso lupo come voi. Anche io ho un naso. E quindi ora sto aspettando che si riscaldi perché era..."
Come si fa a chiudere quella bocca
"...nel frigo. E beh, a te tutto questo non interessa di sicuro"
"Per niente"
"Ecco, appunto. Come è andata la passeggiata nel bosco?"
Scott...
" Non ho incontrato Cappuccetto Rosso"
" Hai davvero fatto una battuta? Dovrò segnarmi questa data. Magari avessi ripreso la sce..."
Allegria. Bruciato.
"Cavolo, cavolo! L'ho lasciato dentro troppo tempo. Brucia!"
"Hai sentito anche tu la puzza?"
"Come? Certo! Non vedi? Stava diventando un pezzo di carbone..."
"Allora hai davvero un naso"
E mentre Stiles era impegnato ad aprire ogni mobile della cucina di Lydia per poter mettere qualcosa sotto i denti, Derek si avviò in camera sua. Non prima di aver sentito un altro odore subito dopo aver lasciato la stanza.
Sollievo. Che ragazzo strano.

Stiles si svegliò agitato quella mattina. Aveva dormito non più di tre ore, aveva i crampi per la fame e un terribile mal di testa. E come se non bastasse c'era anche la sensazione che qualcosa sarebbe andato storto quel giorno.
Scott si era già alzato, il letto ancora sfatto. Stiles avrebbe voluto parlargli della sera precedente, ma quando era tornato in camera il ragazzo russava già serenamente.


Decise di scendere per la colazione, non poteva aspettare che tutti avessero finito rischiando di ripetere l'esperienza del giorno prima. Pensò, però, che magari aveva un metodo per limitare i danni da fata. L'iPod.
Prese le cuffiette, le infilò nelle orecchie, alzò il volume e comincio a scendere al piano di sotto mentre Animals dei Maroon5 gli suonava nelle orecchie.
Appena mise piede in cucina, però, gli sembrò che qualcosa non andasse.


Per primo notò Liam. Si teneva le mani sulle orecchie e lo guardava fisso. Poi guardò Scott, come per chiedergli cosa stesse succedendo. L'amico però era nella stessa situazione dell'altro ragazzo, in più cercava di dirgli qualcosa, ma a causa della musica Stiles non riusciva a capire cosa.


Stupido ragazzino. I miei timpani si stanno rompendo
E quindi guardò Derek. Appoggiato ad una colonna. Gli artigli.
"TROPPO ALTA?"
I tre sguardi brillanti che gli furono rivolti lo convinsero che l'idea geniale non lo era poi così tanto.

Erano seduti a tavola, il clima si era decisamente fatto più rilassato. Mangiavano tutti in silenzio, ancora troppo addormentati per rivolgersi la parola. Solo Scott gli rivolgeva qualche sguardo interrogativo di tanto in tanto. Stiles, anche se con il cervello a mille per cercare una nuova soluzione, si sentiva...
Serenità.
Forse ora non si sentiva più così sereno.

 

Scott e Stiles erano seduti sul portico. Liam si allenava con Derek e Isaac, quella sera ci sarebbe stata la luna piena e il ragazzo più giovane sentiva troppa energia e gli altri due glistavano mostrando un modo per sfruttarla durante uno scontro.
"Stiles, come va? Non ho ancora avuto modo di chiederti..."
"Tutto uguale a ieri. Però c'è qualcosa che non capisco. Il nostro cervello è sempre il funzione, noi pensiamo in ogni secondo della mostra vita, no?"
"Si, credo sia così"
"E allora non mi spiego come sia possibile che io non abbia una voce costante nella testa quando lui è vicino. È come se sentissi solo ciò che riguarda me, non tutti gli altri pensieri"
"Oh..."
"Oppure non pensa a nulla. Dato che è sempre imbronciato forse ha un ringhio costante nella testa."
"Idiota"
I due ragazzi non si accorsero che alla conversazione avevano assistito altre due paia di orecchie. Femminili. Che in quel momento decisero di uscire allo scoperto.


"Abbiamo sentito tutto"
"Cos'è questa storia?"
"Ragazze!"
"Su Stiles, non essere sconvolto. Spiega tutta la storia. Dall'inizio."
"...e quindi ora é come se sentissi ciò che lui pensa di me. O che sente di me. Perché alcuni pensieri riguardano solo ciò che provo in quel momento. Per esempio, stamattina a colazione mi sentivo davvero bene e lui ha pensato Serenità ..."
"E non senti tutto il resto"
"No, Lydia, nulla"
"Beh, Derek disse che il morso di una fata è una benedizione. Magari è un segno, può portare a qualcosa di buono..."
"Allyson, mia cara ragazza. Cosa può esserci di buono in un lupo che azzanna un povero umano perché invade la sua privacy?"
"Se poi quel lupo è l'amorevole Derek Hale..."
"Bravo amico, tu mi capisci"

I quattro ragazzi decisero che avrebbero fatto delle ricerche. Allyson aveva una copia del bestiario della sua famiglia, Scott avrebbe provato a parlare con Deaton, Lydia e Stiles si sarebbero affidati a Google.

 

Era pomeriggio inoltrato quando Stiles entrò in salotto trovando Derek. Sapeva che era lì, i suoi pensieri lo avevano anticipato.
Respira Derek. Dentro, fuori. Dentro, fuori.
E Stiles si sentì in dovere di intervenire.
"Ehi lupo cattivo. Cos'hai? Perché lì tutto solo? Non che tu di solito sia in giro a far festa, ma hai una brutta cera"
Dentro, fuori. Dentro, fuori. Preoccupazione.
"Lasciami stare Stilinski"
"È colpa della luna? Sembri irrequieto"
Dentro, fuori. Dentro, fuori. Aspettativa.
"Non impicciarti"

E Stiles lo lasciò lì, ai suoi pensieri. Cominciva ad avere di nuovo mal di testa. Non riusciva a sopportare la somma di due emozioni differenti. Le sue e quelle irrequiete dell'altro.

 

La luna piena. Era stupenda. Lydia e Stiles erano seduti sulla riva del lago e osservavano il satellite riflettersi nelle sue acque. Avevano parlato delle ricerche che avevano svolto quel pomeriggio, ma non avevano trovato da nessuna parte riferimenti a quello strano fenomeno. Allyson era da un po' con Scott, anche se ormai la luna non aveva grossi effetti su di lui, preferiva stare insieme alla ragazza quella notte. Liam invece superava l'effetto del plenilunio correndo e Isaac lo accompagnava nel caso in cui avesse avuto problemi, diceva che lo aiutava a distrarsi. Derek se ne stava semplicemente da solo in camera sua ogni volta, tutti sapevano che la sua ancora fosse la rabbia e che durante quella notte preferiva la solitudine.


"Ehi Stiles, io ho una teoria"
"Prevede mostri sovrannaturali?"
"No, direi di no"
" Cosa pensi?"
"Anche nelle nostre ricerche abbiamo letto che le fate fanno doni. Che sono esseri privi di ogni malvagità, altruisti e buoni. Forse questa tua capacità è un modo per permetterti di avvicinarti a Derek. State sempre lì a discutere, magari anche le fate si sono scocciate dei vostri battibecchi"
"Avvicinarmi a Derek?"
"Non sono cieca Stiles. Lo vedo come lo guardi, come ti preoccupi costantemente per lui, come gli salvi la vita ogni volta. Le fate forse ti vogliono spingere a fare un passo avanti facendoti capire ciò che sente lui. I suoi pensieri più intimi. E forse facendoti capire anche cosa provi tu"
"Io...io non provo nulla. È parte del branco, è ovvio che voglia proteggerlo..."
"Stiles..."
"Ok, forse mi preoccupo più per lui che per Liam, ma lo conosco da più tempo. Non ho mai voluto un rapporto diverso, non lo sopporto, è irritante e scorbutico e costantemen..."
"Stiles che hai? Guardami!"
"Non lo so, mi sento come se la testa mi si stesse spaccando"
"Stenditi, respira"
"Mi sento a..agitato e fr..frustrato. Come se...come se mi stessi trattenendo dal fare qualcosa di...istintivo"
"Che vuol dire? Appoggia la testa qui, sulla borsa"
"Queste emozioni no..non sono mie"
"Derek?"
"Credo..oddio che dolore...credo di si. È come se avesse bisogno di qualcosa, di qualcuno. Sarà l'effetto della luna piena"
"Quello era un ululato, Stiles?"


STILES!
"Devo andare da lui!"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

Stiles correva per raggiungere la casa di Lydia, poco distante dal lago. All'improvviso, però, si fermò. Non sapeva dove andare, non sapeva dove trovare Derek. Provò a concentrarsi per ascoltare i pensieri del lupo.
Queste cazzo di funi. Perché tutte queste funi in una cantina
Stiles riprese la corsa, doveva raggiungere la cucina, ricordava di aver visto lì la porta che conduceva al piano di sotto. Nella sua testa sentiva solo il proprio nome ripetuto ancora e ancora, sentiva la disperazione dell'altro.
Paura. Stanchezza. Sudore. È qui...
"Derek? Derek sei qui?"
"Che ci fai tu qui?"
"Ehm...avevo bisogno di...ecco questa scatola rosa. Sì, proprio questa qui. Stai bene? Sembri strano"
"È solo la luna, va via"
Non troppo lontano, ti prego
"E se invece ti facessi un po' di compagnia? Deve essere noioso starsene qui con il broncio tutto solo al buio. Che poi perché sei al buio? Potevi accendere le luci, credo ce ne siano, o le candele. Mi piacciono le candele..."
"Stiles, taci. Sono da solo perché volevo stare da solo. Tu non hai altro da fare? "
"Oh, no. Ero al lago con Lydia, ma mi annoiavo tantissimo e c'erano troppe zanzare. Tu non odi le zanzare? Quel prurito insopportabile! Quindi sono rientrato senza un motivo..."
"Non hai detto che ti serviva la scatola rosa? Con tutti quei brillantini"
"Certo, certo. Mi serve per una cosa che devo fare... Però la devo fare domani, ora posso stare qui"
Agitazione. Sudore.
"Smettila di sudare. Puzzi"
"Oh... Scusa... Per arrivare qui ho corso. Sai avevo paura, era buio..."
"Hai paura del buio? A diciassette anni?"
"Siamo a Beacon Hills. Il buio può nascondere di tutto. Avrei potuto incontrare un lupo cattivo"
"Ma il lupo cattivo era chiuso in cantina"
"Non mi fai paura tu"
Imbarazzo. Non avevo mai sentito questo odore. Sta arrossendo?
"Ah, no?"
"Certo. Tu sei tutto muscoli e ringhi e zanne, ma non mi faresti del male. E poi lo so che sai controllarti durante la luna piena"
E non mi ero mai imbarazzato nemmeno io
"Va via Stiles"
"Ok. Vado a cercare qualcosa da fare. Se hai qualche problema ringhia"
Stiles si avviò verso le scale che portavano alla cucina. Aveva visto Derek sempre più calmo durante i pochi minuti passati insieme, pensava di poterlo lasciare di nuovo da solo.
E no Derek. È ancora sulle scale. Calma. Dentro, fuori. Dentro, fuori
"E se mi mettessi qui? Sulle scale. Non voglio tornare al lago e stasera in Tv non c'è niente che mi piaccia. Starò zitto, lo giuro!"
"Fa come vuoi"
"Ecco qui, è comodo. Giocherò col cellulare"
"Avevi detto che avresti taciuto"
"Mi chiudo la bocca, zip!"
Contento? È qui, respira. Mancano poche ore e anche questa volta passerà. In che guaio mi sono cacciato.      E ora perché è così agitato? Sarà a causa del gioco. Che poi cos'è questa musichetta, è assordante, cavolo!"
Stiles non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Perché Derek aveva così bisogno di averlo vicino? Pensò che forse lo calmava perché era un semplice essere umano e avere qualcuno di più fragile lo aiutava a contenere i suoi impulsi da lupo. E a quanto aveva capito non era la prima volta che gli succedeva. Chissà chi aveva trovato le altre volte.
Non riusciva a venirne a capo, ma nel frattempo sorrise e smise di giocare. Quel suono dava fastidio anche alle sue orecchie umane, non poteva torturare l'altro così.
Grazie a Dio! E perché ora sorride? Forse manda messaggi a qualcuno...
"Derek?"
"Sai, stavo per chiederti di parlare. Era troppo strano vederti zitto"
"Oh, ma stiamo diventando spiritosi!"
"Che vuoi?"
"Niente. Non sopporto il silenzio"
"Davvero? Non si direbbe"
"Dai, sono serio. Non mi piace. Mi ricorda brutti momenti..."
Tristezza. E ora che faccio? Perché deve dirmi queste cose?
"Ok, non pensiamoci. Posso andare a cercare Scott. O posso telefonare a papà. Forse è ancora sveglio, c'era una partita stasera e avrà bevuto una birra. Papà quando beve anche solo un sorso poi non dorme, è come se bevesse litri di caffè. E quindi starà sicuramente guardando qualche talk show..."
Resta
"Resta"
"...o qualche replica di... Eh? Cosa?"
"Ho detto resta. Se vuoi, puoi restare"
"Oh. Ok. Mi siedo di nuovo"
"Puoi venire qui. Ci sono dei cuscini"
"Cuscini? Certo"
"Così sei più comodo"
E più vicino
"Ok. Ecco. Mi metto qui"
Ancora agitato. E perché è così teso. Gli si spezzerà la schiena
"Smettila di agitarti. Hai appena detto che non ti mangio"
"Beh siamo in una cantina. Buia. Scusa eh se mi agito un po'. Non sono abituato"
"Sei circondato da lupi che ti difenderebbero"
"Già, hai ragione"
Io ti difenderei
Passarono dei minuti di silenzio. Derek ascoltava il cuore di Stiles, quest'ultimo ascoltava il respiro profondo del lupo. Il primo appoggiato ad una parete, seduto con le gambe distese. Il secondo si mise più comodo, prese alcuni cuscini e ci si appoggiò sopra sdraiandosi sul pavimento.

Fu così che Scott li ritrovò la mattina seguente. Entrambi addormentati. L'Alpha non aveva mai visto Derek così sereno, era accucciato vicino la parete e dormiva profondamente. Stiles invece era sempre uguale: Braccia e gambe aperte, bocca aperta e solita bava su guancia e cuscino.
Si avvicinò prima all'amico, sapeva che Derek avrebbe sentito comunque i suoi movimenti.
"Stiles? Ehi Stiles svegliati! Dai, la colazione è pronta. Devi spiegarmi perché Lydia era così agitata, su! STILES"
"Ma..ch..Scott! Che ti urli! Ci sento benissimo"
"E anche io McCall. Smettetela di urlare"
"Perché siete entrambi qui? Avete delle camere con dei letti"
"Ci siamo addormentati senza accorgercene. Ora andiamo a mangiare. Ho fame, tanta fame. Ci sono le frittelle? Le adoro. Dai Scott sali, non startene lì impalato"
Come fa a parlare così tanto già appena sveglio? Insopportabile
"Anche tu lupo cattivo. La colazione è importante!"

La mattinata passò velocemente, tra pulizie e allenamenti. Intanto fu deciso che avrebbero passato un'altra notte lì  e che il mattino seguente sarebbero tornati alle proprie case. La scuola li attendeva.
Fu deciso che avrebbero passato quella sera insieme, magari facendo qualche gioco di società o guardando un film.
"Giochiamo con Cluedo"
"No, Isaac. Quel gioco piace solo a te e Stiles. Guardiamo un horror"
"Scott, noi signore vorremmo dormire stasera. Il gioco della verità"
"Dai, Lydia non abbiamo tredici anni"
"Zitto tu, che forse li hai ancora Liam"
"Ehi!"
"Su su cucciolo, zitto. Se non vuoi giocare almeno aiutaci. Con i tuoi sensi lupeschi ci dirai chi mente"
"Certo, prendi anche le tue scorte di veritaserum, strega!"
"Stiles. Taci. Giochiamo, casa mia, regole mie"
No
"Io non gioco"
"No lupone. Se gioco io, giochi anche tu. La tortura è per tutti"
Insopportabile
Si disposero tutti in cerchio, ai piedi del grande divano bianco. Lydia fu la prima a porre una domanda.
" Ok. Isaaaac. Perché qualche giorno fa, con quasi quaranta gradi, avevi una sciarpa?"
"Avevo mal di gola"
"Sta mentendo"
"Succhiotto"
"Bravo lupacchiotto. E chi te l'ha fatto?"
" Non è il tuo turno Allyson. Tocca ad Isaac"
"Ok. Scott. Perché durante l'ultima lezione di chimica sei corso via senza dire nulla?"
"C'era uno strano odore. Dovevo controllare"
"Bugia"
"Liam! Dovresti coprire almeno il tuo Alpha... Ok.. Beh... Avevo mangiato tre muffin per colazione, al cioccolato. Triplo cioccolato. E... Sono stato obbligato...a... Correre in bagno!"
"Lo sapevo! Ecco perché avevi quella faccia sofferente! . Ahahah!"
"Tocca a me vero? "
"Scottie, scusa, scusa scusa! Ti voglio bene, sei un fratello!"
"Non attacca, fratello. Perché ti ho trovato in cantina stamattina, cosa ci facevi lì ieri?"
"Te l'ho detto, mi sono solo addormentato. Ero troppo stanco e parlando mi sono addormentato per terra. Ero...andato a.. Cosa ci facevo..."
Andato a prendere una scatola rosa con brillantini
"... Volevo prendere una scatola. Rosa con brillantini. Che poi ho dimenticato e poi..."
Sta mentendo. Cosa ci faceva lì?
"Bugia, Stilinski"
"Liam ti sbagli. Sei un cucciolo, i tuoi sensi possono fallire"
"Stai mentendo, ragazzino"
"Stiles, muoviti non abbiamo tutta la notte"
" Ok, ok. Sentivo Derek ringhiare e mi sono preoccupato. Volevo sapere se fosse tutto ok"
"Non è tutta la verità"
"Basta Liam. Vi può bastare per questo stupido gioco!"
Per me? E ora dove se ne va?
"Vado in camera mia!"

"Ma cosa gli è preso? Stavamo solo giocando. Beh, continuiamo? Dai, Allyson tocca a te"
"Ok. Poi però andiamo a vedere come sta. Quindi, Derek. Come mai hai deciso di venire questa volta?"
"Perché ero stufo, me l'avete chiesto troppe volte"
"Verità"
"Eh no. Al tuo Alpha non sfugge quando menti, anche se sai controllarti, Hale. Rispondi"
"E va bene. Ma accontentatevi. Stare qui mi aiutava durante la luna piena. È stato a causa della mia ancora"
E detto questo il lupo si alzò e si avviò verso la porta d'ingresso, diretto verso il lago. Insieme ai suoi pensieri.









Salve! Chiedo scusa per qualche errore di battitura che ci sarà sicuramente, ma è tardi e gli occhi e il cervello non reggono più. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, critiche comprese :D

Buonanotte!

Blu.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Stiles cominciava a sentirsi un po' in colpa per aver trattato così i suoi amici, ma aveva cominciato ad innervosirsi e non sapeva cosa inventarsi. In più aveva terribilmente fame e la cosa non lo aiutava a calmarsi. Stava decidendo se scendere al piano di sotto per mettere qualcosa tra i denti quando sentì la porta della camera aprirsi e la luce proveniente dal corridoio invadere l'ambiente.
"Ehi amico, stai bene?"
"Scott, chiudi la porta per piacere"
"Mi dici cosa succede?"
"Non lo so, non riesco a capire. È tutto così assurdo"
"Ho imparato a non stupirmi più"
"Ok. Beh, ieri ero al lago con Lydia, parlavamo tranquillamente quando ho iniziato a sentirmi male. Era come se avessi bisogno di qualcuno, ero agitato credo. Poi mi sono reso conto che non erano mie quelle sensazioni"
"Derek"
"Già. Mi faceva male la testa, Lydia era preoccupatissima. A proposito le devo ancora spiegare tutto. Comunque lei ha detto di aver sentito un ululato, l'ho sentito anche io, ma piano, come se facesse da sottofondo a ciò che avevo nella testa"
"I pensieri di Derek. Da quando ami la suspense? Dai..."
"Beh, ecco... Io sentivo solo una cosa, forte, che mi spaccava il cervello"
"Dio Stiles"
"Il mio nome, forte"
"Il tuo nome?"
"Si, Derek urlava il mio nome. Cioè suppongo lo stesse solo pensando perché altrimenti l'avreste sentito anche voi altri, ma nella mia testa urlava. Sembrava disperato, Scott. Così sono corso a cercarlo e mi sono ritrovato in cantina con lui. E i suoi pensieri..."
"Oddio a cosa pensava?"
"Non voleva che io andassi via. Anche se a parole diceva il contrario, ovviamente"
"Si, è assurdo. Sei la sua ancora"
"Eh? Ora sei tu ad essere assurdo"
"Poco fa, quando sei scappato via, abbiamo continuato il gioco. Allyson gli ha chiesto perché questa volta si fosse lasciato convincere e ci avesse seguiti, lui ha detto che aveva a che fare con la sua ancora. Poi si è alzato ed è uscito"
"Oh..."
"Si, oh!"
"Forse essendo circondato da lupi e avendo bisogno di essere umano durante la luna piena, più di quanto ne abbia bisogno il resto del tempo, necessità di essere circondato da umanità. Ed eccomi qui, umano in tutto e per tutto. Forse il suo umano di fiducia oggi non era libero e ha deciso di venire qui. Semplice"
La porta si aprì con un tonfo e una furia dai capelli rossi fece irruzione.
"Semplice? Ma sei pazzo? Quel ragazzo non ha nulla di semplice. Dubito conosca altri "umani di fiducia" o che possa avvicinarsi a qualche sconosciuto solo per non lasciarsi prendere dagli istinti"
"Stavi origliando?!?"
"Zitto Stiles. Abbiamo bisogno di un piano per capire cosa stia succedendo"
"E tu hai già pensato a qualcosa immagino"
"Certo, Alpha. Ora Stiles scende, raggiunge Derek e gli parla. Anzi gli spia i pensieri. Su, è al lago"
"Non mi sembra una buona idea..."
"Alzati Stilinski!"
Stiles, senza avere modo di ribattere, si ritrovò fuori dalla stanza, senza scarpe. Sentiva Lydia discutere con Scott, ma la porta chiusa confondeva i suoni e non riusciva a capire cosa stessero dicendo. Decise, però, di fidarsi della ragazza. Prese la dignità, il coraggio, la faccia tosta e si avviò verso il lago. Era a metà strada, vedeva già la sagoma scura del lupo in lontananza, quando lo raggiunsero anche l'ansia e la paura.
Non posso restare qui. La luna piena è passata. Non posso aspettare domani mattina, devo prendere le mie cose e andare via. Non capisco. Forse tra i libri di Peter trovo una spiegazione. O chiedo a lui. Determinazione, ansia, sudore... Lui.
Stiles sapeva che avrebbe sentito i suoi pensieri, sapeva che probabilmente era agitato, ma non riusciva ad abituarcisi. Entrare nella testa di Derek lo sconvolgeva, ma soprattutto si sentiva tremendamente in colpa. Poi c'era una cosa che non riusciva a spiegarsi: Scott gli aveva detto, tempo prima, che era capace di capire lo stato d'animo sentendo l'odore delle persone, ma che non riusciva a capire da chi provenisse. Gli capitava solo con lui ed Allyson, forse perché li conosceva bene e anche senza poteri lupeschi avrebbe capito cosa passasse per la testa di entrambi, ma a volte aveva comunque difficoltà nel distinguere un'emozione dall'altra. Alcune, diceva, avevano odori simili. Derek, però, non lo conosceva affatto. Si vedevano spesso, ma non avevano parlato quasi mai, escluse le frequenti minacce da parte del licantropo. Non erano amici e nemmeno lui riusciva a capire l'altro. Certo, spesso gli capitava di osservarlo quando erano alle riunioni del branco e di capire quando fosse arrabbiato o cercava di cambiare discorso quando la conversazione toccava temi riguardanti la sua famiglia e lo vedeva contrarre la mascella; ma non avrebbe mai affermato di conoscerlo bene.
"Ragazzino, resti lì immobile per tutta la sera? Pensi così veloce che ti sento fin da qui"*
"Ehi!"
Si è calmato. Durante il gioco si è arrabbiato.
"Finito con le scenate?"
"Non ho fatto nessuna scenata"
"Ah no? Volevi solo tornare in camera per finire ciò che dovevi fare oggi con la scatola rosa?"
"E anche se fosse?"
"Hai ammesso che non era così. E poi stamattina l'hai lasciata in cantina"
Non arrossire, confessa.
"L'avrei ripresa"
"Stiles"
Ti prego, dimmi perché eri lì.
"E va bene. Lo ripeto, ero lì perché avevo sentito un tuo ululato. Ero preoccupato, è normale, no?"
Ho ululato così forte? Che cosa succede...Questo è tutto fuorché normale
"Se lo dici tu"
"Avresti fatto lo stesso con me"
"Tu non sai ululare"
"Se avessi capito che ero in difficoltà, avresti fatto lo stesso per me, Derek"

"Ne sei così sicuro?"
"Certo! L'hai sempre fatto"
Ha ragione. Sento solo soddisfazione. Irritante.
"Già"
Passò qualche minuto, entrambi in silenzio. Stiles concentrò i propri pensieri su quelli di Derek, ma sentiva solo dei numeri. L'altro contava.
Settantadue, settantatré, settantaquattro, settantacinque...
Stiles non capiva cosa stesse facendo. Contava le pecore? Cercava di non pensare a nulla? Che avesse capito qualcosa? Poi capì. Si prese il polso sinistro con la mano destra e appoggiò l'indice e il medio nella parte interna. Bum. Bum. Ottantasei. Ottantasette. Derek contava i suoi battiti. Appena ne ebbe la consapevolezza, Derek cominciò a contate più veloce.
Novantadue, novantatré,,novantaq...cinque, sei... Ma che succede?
"Stai per avere un infarto? Riesco a sentire il tuo cuore, è fastidioso se va così veloce"
"Scusa..."
Scusa? Agitazione. È quasi sconvolto, cosa gli sta succedendo...
"Stiles, stai bene?"
Derek gli sembrò davvero preoccupato. Era in linea con i suoi pensieri, come poche volte l'aveva sentito.
"Certo che sto bene. Sarà che ho freddo, forse dovrei andare. O perché è buio e potrebbero esserci i serpenti, che potrebbero essere velenosi. Sai, non voglio morire, ho ancora molte cose da fare. Anche se dopodomani c'è il test di chimica e forse preferirei..."
"Stai mentendo"
Il suo cuore ha saltato un battito? Ansia.
" Non avevamo finito di giocare?"
"Stiles, cos'hai?"
"Nulla..."
"Credi che io sia stupido?"
"No, no"
"Allora dimmi cosa è successo. Perché il tuo cuore andava così veloce?"
"Ti sei un lupo mannaro, vero?"
"Si, questo cosa c'entra"
"Ma sai controllare la tua rabbia, vero?"
"La maggior parte delle volte. Cosa hai combinato?"
"Perché devo essere sempre io a combinare qualcosa? Vabbè. Essendo un licantropo tu credi nel sovrannaturale, vero?"
"Si, direi di si"
"Ecco... È successa una cosa sovrannaturale. Molto"
Se non continua a parlare invece di inondarmi con quest'imbarazzo gli taglio la gola.
"Ehi! È difficile già senza che ti ci metta anche tu con le solite minacce!"
Eh?
"Cosa?"
"Non l'hai detto ad alta voce vero? Non volevo dirtelo così, ma ero agitato e credevo avessi parlato"
"Hai sentito cosa pensavo?"
"Non solo ora"
"Tu senti i miei pensieri?"
"Non arrabbiarti. Non sapevo come dirtelo. È stata quella stupida fata! Ho ancora il segno!"
"TU. SENTI. I. MIEI. PENSIERI"
Paura.
"Si. E hai ragione. Mi stai mettendo paura"
Derek abbassò lo sguardo sulle proprie mani. Dieci artigli al posto delle unghie. Era furioso.
  Devo andare via. Rischio di fargli del male. Devo trovare una soluzione, è assurdo. E poi si dice che le fate facciano dei doni! Devo stargli lontano. O almeno ci devo pr...Cazzo! Non pensare, non pensare. Tristezza.
"Va via Derek. Risolveremo tutto. Mi dispiace per aver invaso la tua mente. Ti starò lontano, ti sento solo se vicino"
"Perché sei triste?"
"Mi dispiace crearti questo fastidio"
Forse non è facile nemmeno per lui.
"No, non lo è"
"Domani chiamo Peter e Deaton. Troverò una soluzione"
"Lo so"
Fiducia.
 "Esatto, mi fido di te. Ci tiri sempre fuori dai guai"
Affetto
"Quando tutto sarà finito, però, mi spiegherai come fai"
"A fare cosa?"
"Capirmi"
Io ti sento, ma non capisco
"Cosa significa?"
"È stano sentirti rispondere a ciò che penso. Quando capirò cosa significa, risponderò alle tue domande"
"Sei ancora arrabbiato?"
"Si"
"Allora smettila di trattenerti, va via"
Derek si girò e cominciò a correre. Stiles seguì la sua figura fino al limitare del bosco che circondava la casa, lo vide mettersi su quattro zampe e scomparire tra gli alberi. Aveva bisogno di pensare, di riordinare i pensieri. I propri e quelli di Derek. Si stese sull'erba e si lasciò cullare dal leggero rumore delle onde che si infrangevano dolci sulle sponde del lago.

 

 

 

 


*Piccolo riferimento Sherlock.
Scusatemi per il ritardo. anche se in realtà non ho mai fissato nessuna scadenza, tutti questi giorni mi sembrano troppi.
​Spero di essere perdonata!
​Blu.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Scott, te lo ripeto per l’ultima volta, non lo so. Non lo so io, non lo sa lui e non lo sa nessuno. Disse che avrebbe chiesto a Deaton e Peter, aspettiamo”.
“Ok, amico. Ci sentiamo più tardi allora”.
 
Erano passati quattro giorni. Quattro giorni di normalità per Stiles. Nessun pensiero non suo gli invadeva la mente, andava a scuola, partecipava agli allenamenti, usciva con Scott. Quattro giorni che non vedeva Derek, che nessuno vedeva Derek.
Quella mattina era particolarmente iperattivo. Aveva riordinato la sua stanza, quella dello sceriffo e lucidato la cucina, aveva buttato tutti i giornali che erano ancora davanti all’ingresso e ora si godeva un po’ di meritato riposo uccidendo zombie.

“Ma questa casa è enorme! Come fate a viverci! Beh anche voi siete enormi, con i vostri piedi enormi, le vostre manone! Oh, eccoti! Stavo cominciando a perdere le speranze. E che ci fai da solo? L’Altro dov’è?”

Un essere alto circa venti centimetri, una donna in miniatura, con i capelli rosa e turchese e un abito bianco con decorazioni oro, come quelle del piccolo cilindro che aveva sulla testa. Orecchie sulla cui punta c’erano dei campanellini, occhi grandi e grigi.

“AAAAH!”
“Ehi! Ho le orecchie più piccole delle tue, ma ci sento benissimo! Smettila, non voglio ucciderti, non ho nemmeno sfoderato gli artigli!”
“Artigli? Ma tu chi sei? Anzi, cosa sei? Ehi, scendi dal divano, non ti avvicinare!”
“Smettila! Sono Afyra, piacere!”
“Io sono Stiles…”
“Dov’è quell’altro?”
“Quell’altro?”
“Quello ancora più grande, con i peli sulla faccia e gli occhi verdi”
“Derek?”
“Non lo so come si chiama, l’ho solo visto nella tua testa”
“Hai guardato nella mia testa? Ma come ti permetti!”
“Uffa! Non ho invaso la tua testa, ho visto cose che nemmeno tu conosci, quindi non ti arrabbiare”
“Come fai a vedere cose che nemmeno io so, ma che sono nella mia testa?”
“Sono una fata, ma che domande fai? Eppure in quella testa così grande dovrebbe esserci un cervello altrettanto grande!”
“TU! Sei stata tu a mordermi! Mi hai fatto male!”
“Ho fatto pianissimo, ti ho morso solo con le zanne anteriori, non esagerare!”
“Hai le zanne? E poi bruciava, veramente tanto”
“Non importa, apprezza il segno che ti ho lasciato. Mi dici dov’è l’altro umano? Perché non siete insieme?”
“Dovrei apprezzare un cuore rosa sulla mano? E perché dovrei essere insieme a Derek?”
“Forse il morso non ha funzionato. Avrei dovuto morderlo con tutte e trenta zanne...”
“Ferma! Ferma! Se volevi che io sentissi i suoi pensieri, ha funzionato eccome”
“Oh bene, che sollievo! E come fate a stare lontani?”
“Forse perché siamo sempre stati lontani?”
“Si, ma ora dovrebbe essere diverso. Non tanto per te, tu non conti. Ma per lui.”
“Oh grazie per la considerazione Signora fata. Perché per lui dovrebbe essere diverso?”
“Non posso dirtelo, il piano era che te lo dicesse lui. O almeno così mi diceva la sua testa. Strano…”
“Dato che non ti è riuscito bene, potresti interrompere questo incantesimo o qualunque cosa sia?”
“Mi hai presa per una strega? Io non faccio magie, faccio regali. E finché non si avveri la mia visione, resta tutto com’è! Non mi riprendo nulla, non posso avere torto!”
“Proprio a me doveva capitare la fata che fa i capricci…”
“Devo andare da quell’altro. Dimmi dov’è, subito!”
“Non lo so dov’è. E pure se lo sapessi non te lo direi. Non voglio rischiare che tu faccia un altro dei tuoi trucchetti. Troveremo una soluzione da soli”
“Non ci riuscirete”
“Ci proveremo lo stesso”
“Oh eccolo il ragazzo che ho visto, non quello che piagnucola per un morsetto!”
“Perché mi hai fatto questo?”
“Ti ho dato una spinta, dovresti dirmi grazie, sai?”
“Per ora mi è difficile”
“Da quello che vedo, credo di tornare qui tra tre giorni. Si, dovrebbero bastare. Ciao umano!”
“Ehi! Aspetta, mi devi spiegare tutto… Dov’è andata?”

Le fate possono teletrasportarsi


“Derek? Dove sei?”

 Stupore. Agitazione. Quell'odore. Finalmente posso…

“Ehi, ragazzino. Apri la finestra!”
“La porta di casa mia non è bloccata. Se voi lupi riusciste a bussare il campanello, io vi aprirei!”

Vaniglia. More. Marsiglia. Sudore. 

“Bagnoschiuma. Detersivo. Io”
“Stiles. Non rispondere ai miei pensieri”
“Scusami. Hai sentito tutto?”
“Gran parte. Credo di averci capito poco più di te, ma non ne sono sicuro”
“E potresti, gentilmente, dirmi cosa hai capito?”
“No”
Rabbia 
“No, non sono arrabbiato. Sono furioso! Che cosa vuol dire no? La cosa riguarda anche me. Quell’essere parlava come se ci fosse qualcosa tra me e te, qualcosa che riguarda entrambi. E tu non puoi tenerti le cose che hai scoperto per te! E poi mi ha detto che avresti dovuto dirmi qualcosa, secondo i suoi piani e secondo quello che ha visto nelle nostre teste! Hai qualcosa da dirmi, Derek?”
“Le fate vedono il futuro. È come se sapessero cosa succederà nel futuro più prossimo analizzando le emozioni che le persone provano al momento, o qualcosa del genere. Peter diche che probabilmente ha visto qualcosa in me, o in te, che le ha fatto credere che dandoti questa “capacità” ci avrebbe aiutati a realizzarlo. Non so dirti cosa, però”
“Ma c’è comunque qualcosa che ancora non vuoi dirmi”
Stupido ragazzino che capisce sempre tutto 
“Scusami se sono intelligente!”
“Smettila di leggermi nel pensiero!”
“Non posso smettere!”
“E fa finta di non sentire!”
“Certo, accendo la musica nel cervello! Cosa ti costa dirmi quello che sai? Neanche a me piace averti in testa, i tuoi pensieri sono fastidiosi, mi ringhiano nella mente!
“non te lo dico fino a quando non ne sono sicuro”

…legame

“Cosa significa “legame”?”
“Devo andare via”
Rabbia. Delusione. 
“Esatto! E se non mi dirai tutto al più presto sarò molto più arrabbiato di così! …Lo so che mi senti pure dalla macchina, lupo! Verrò a casa tua tra due giorni e voglio sapere tutto!”
 
Addio zombie. Stiles era arrabbiato, furioso. Voleva sapere cosa gli stesse nascondendo Derek, e soprattutto cosa avesse visto la fata nel suo futuro. Perché mai doveva avere a che fare con il mannaro nel prossimo futuro, se non voleva averci a che fare nemmeno nel presente?
Mentre cercava di riordinare la sua camera, di nuovo, dopo aver scaraventato tutto ciò che c’era sulla scrivania contro il muro, Stiles ricevette un sms. Lydia.
-  Ho fatto delle ricerche. Ti aspetto a casa. Porta Scott.

Dopo essere passato a prendere l’Alpha giunse a casa della ragazza. Lydia li attendeva in salotto, circondata da libri e pergamene che davano l’idea di essere molto antiche, alcune scritte in lingue che nessuno dei due ragazzi aveva mai letto.

“Sono stata un po’ in giro, ho incontrato un po’ di persone che mi ha fatto conoscere Deaton. Questo che vedete è tutto ciò che ho trovato sulle fate e i loro morsi”
“Dimmi che c’è anche scritto come uscirne”
“Non proprio, ma ora questo non ci interessa”
“Scusami, mia cara Lydia, cos’altro dovrebbe interessarci?”
“Il perché è successo. Passami quel libro dorato. Ecco, qui dice che le fate decidono di mordere qualcuno solo per fare del bene. Ci sono due tipi di morsi: quello che serve a ricongiungere un rapporto e quello che invece lo crea. Il tuo credo faccia parte del secondo tipo, altrimenti avresti avuto un morso blu e non rosa”
“E poi lui non ha nessun rapporto da ricongiungere con Derek”
“Esatto Scott. Quindi la fata ha visto in te e in lui del potenziale, probabilmente analizzando le emozioni che provate per l’altro e vedendo un futuro in base ad esse”
“Si questo me l’ha detto la fatina che mi ha fatto visita poco fa. Zitta, non agitarti, mi ha detto solo questo e che secondo lei Derek si sarebbe dovuto già trasferire da me e non so cos’altro, solo per quello che ha letto nella sua testa. E nella mia. Tutte cose che a quanto vedo già sai”
“In realtà no, di solito i rapporti riguardano l’amicizia. E non vedo perché si sarebbe aspettata di trovare un tuo semplice amico da te. Questo complica un po’ le cose. Com’era la fata?”
“Piccola, capelli rosa e blu, vestito di Barbie bianco e oro uguale al cappello. Occhi enormi, antipatica, voce fastidiosa come quei campanelli che suonavano ad ogni movimento e po…”
“Campanelli?”
“Ha detto di aver visto una fata e tu ti stupisci dei campanelli?”
“Zitto, Scott. Sulle orecchie per caso?”
“Si. Ti prego dimmi che è la razza cattiva, che uccide le persone. Non mi stupirei”
“Idiota. Appartiene alla famiglia reale. Una principessa probabilmente. I membri della famiglia reale, c’è scritto, che poche volte escono e che ancora più raramente sfruttano i loro poteri. Di solito stanno tutta la vita a palazzo a gestire la comunità. Tra l’altro credevo fossero in Inghilterra, non si spostano da secoli”
“Lydia, dimmi che poteri hanno, non mi interessa lo stile di vita e dove abitano”
“Amore. Le fate reali hanno la capacità di, diciamo, vedere l’amore. I libri dicono che hanno sia la vista interiore, quella che permette loro di vedere le emozioni, sia quella che gli permette di vedere se due persone sono legate. È come se vedessero un filo che lega due anime, o qualcosa del genere”
“Quindi Stiles è, secondo questa regina delle fate, attaccato a Derek con un filo magico”
“Detto molto semplicemente sì. Ed è una principessa, una regina avrebbe avuto le ali visibili”
“Vabbè è quello che volevo dire. E quindi cosa bisogna fare? Spezzare questo filo? E poi che significa che sono legati, che sono anime gemelle o qualche altra cosa che si vede in quelle commedie romantiche? È impossibile, non si parlano nemmeno”
“Secondo ciò che ho letto potrebbero anche non conoscersi ancora, la fata lo avrebbe fatto comunque. Anche se non mi spiego cosa ci facesse alla mia casa al lago, non dovrebbe uscire. Sarà una principessa ribelle…Stiles, che ti prende?”
“Ehi amico, sei pallido, stai bene? Siediti”
“Sto bene. E solo che mi sono ricordato una cosa. Qualcosa che ha detto Derek prima. Cioè l’ha solo pensato, ma sapete io sento i suoi pensieri e quindi l’ho sentito. Però era solo una parola, perché cercava di censurare la sua mente o almeno di non pensare a qualcosa e quel pensiero che era più forte degli altri gli è scappato. Quindi l’ho sentito, gli ho chiesto cosa significasse e lui è andato via senza rispondere, io ero arrabbiato e…”
“Stiles, cosa ha pensato? Stai calmo”
“Legame”
“Cosa?”
“Legame, Scott. Ha pensato la parola legame e basta. Lui lo sa. Ed è probabile che ne sappia anche di più dato che la fata mi ha detto che avrebbe raggiunto il suo scopo quando Derek mi avrebbe parlato”
“Ok, Derek sa qualcosa del legame. È un licantropo, avrà parlato anche con Peter, conosce il sovrannaturale molto più di noi, è normale”
“No, Scott, io non ne sono sicura. Ora andate via devo fare altre ricerche, ho un’idea. Su, via. Sciò!”
 
I due ragazzi, dopo essere stati letteralmente cacciati da casa Martin, decisero di tornare nelle rispettive case. Avevano le idee più chiare e allo stesso tempo più confuse. Ne sapevano di più, ma erano sorte nuove domande alle quali non sapevano dare risposta, e nemmeno dove cominciare a cercare. Erano nelle mani di Lydia e in quelle di chiunque a cui si fosse rivolto Derek.
 
Era ormai notte fonda, Scott dormiva già da un po’, sua mamma aveva il turno di notte quel giorno. All’improvviso un suono assordante lo svegliò, aveva dimenticato di abbassare il volume della suoneria; mentre dormiva i suoi sensi erano più attenti e aveva quasi rischiato un infarto. Era Lydia che lo stava chiamando.

“Lydia? Che è successo? Sono le…oddio sono le tre di notte, stai bene?”
“Certo che sto bene. Ho una soluzione. Rispondi a queste domande Scott”
“Dimmi…”
“Quando hai visto Allyson la prima volta, cosa hai sentito?”
“Che aveva bisogno di una penna”
“Non con le orecchie. Qualcosa di interno”
“Che era agitata, forse. Anche un po’ impaurita”
“Senti mai, quando siete vicini, il tuo lupo?”
“In che senso?”
“Ti sembra di lasciare più spazio agli istinti e non alla razionalità?”
“Credo di si. Cioè, è come se smettessi di pensare, a volte non ricordo nemmeno quello che ci siamo detti perché ascoltavo il battito del suo cuore e non la bocca”
“Com’è il suo odore?”
“In che senso?”
“Senti solo il profumo, il bagnoschiuma, le creme eccetera, o ti sembra di sentire altro?”
“A volte c’è altro. È sempre lo stesso profumo in realtà, non so cosa. Mi capita di sentirlo solo con lei, ora che mi ci fai pensare. Oddio ha qualcosa che non va?”
“No, è solo sudore”
“Ma Allyson non suda. Cioè, ovvio che lo fa, ma non lo vedo. Con gli altri me ne accorgo anche se è leggero, lo vedo con gli occhi”
“Non si tratta di un bagno di sudore. È più qualcosa che emana la sua pelle e lo fa solo quando tu sei vicino”
“Lydia riparti daccapo e spiega tutto, non ti seguo”
“Quando sei con Allyson sei più lupo del solito, ti lasci prendere dall’istinto. I tuoi sensi sono più sviluppati, ma concentrati all’ottanta percento su di lei, il resto è solo sottofondo. È per questo che riesci a sentire le sue emozioni così bene e lo fai senza nemmeno accorgertene. Infine l’odore. Lei ha quel profumo perché la tua vicinanza fa reagire il suo corpo. Quando un lupo mannaro è legato ad un altro essere, anche ad un umano, quest’ultimo emana un particolare odore che permette al lupo di riconoscerlo”
“Ma io e Allyson siamo innamorati, è ovvio che siamo legati. Intendi legati nel senso sovrannaturale, vero?”
“Esatto. E ti sbagli, non siete legati perché innamorati. Siete innamorati perché siete legati. Predestinati, anime gemelle, chiamalo come vuoi”
“Lydia, mi stai dicendo che quindi anche...che anche loro…cioè il legame”
“Stiles è legato al lupo di Derek. La fata lo ha visto e li spinge a stare insieme, con i suoi mezzi”
“E quindi…”
“E quindi è molto probabile che Derek, essendo nato licantropo ed avendo vissuto tra licantropi, sappia tutto ciò”
“E perché non fa…”
“Non fa nulla a riguardo perché ha paura della reazione di Stiles credendo che non possa innamorarsi di lui. Quindi gli nasconde tutto”
“E questo cosa comporta a D…”
“Derek è più vulnerabile se sta lontano dal suo legame. Ecco che si spiega il bisogno che ha di Stiles durante la luna piena, probabilmente gli è stato vicino di nascosto per tutto questo tempo. Più un licantropo si oppone al legame più si indebolisce. Potrebbe perdere i poteri. Potrebbe scegliere di non averlo come compagno, gli basterebbe averlo vicino, ma conosciamo il soggetto”
“I soggetti. Stiles non riesce a stare vicino a Derek per più di un’ora. Si ucciderebbero a vicenda, uno con gli artigli e l’altro con il sarcasmo”
“Ma tu sei l’Alpha”
“E con questo?”
“Puoi ordinare ad entrambi di essere ragionevoli”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


SMS da Scott a Stiles
- Ehi, oggi ci alleniamo. Ci vediamo nella radura alle 17.
SMS da Stiles a Scott
- E perché dovrei venire?
SMS da Scott a Stiles
- Ho deciso che da oggi ti allenerai. Hai bisogno di nozioni base di autodifesa. Verrà anche Lydia.
 
SMS da Scott a Derek
- Allenamento oggi in radura. Alle 17.
 
Il piano di Lydia era semplice. Avrebbero costretto Stiles e Derek a stare a stretto contatto per più di cinque minuti. Secondo la ragazza la censura che si auto imponeva il lupo non avrebbe resistito a lungo, soprattutto sotto lo sforzo degli allenamenti, e per questo Stiles avrebbe “ascoltato” tutto ciò che l’altro gli nascondeva. Scott, però, aveva pensato già ad un Piano B: se lo stress da allenamento avesse fallito, ci avrebbe pensato lui a chiudere entrambi in una stanza e farli parlare.
 
Mancavano cinque minuti alle cinque e Stiles era quasi arrivato alla radura. Aveva passato il primo pomeriggio a guardare video su internet di corsi di autodifesa, ma da solo era riuscito a fare ben poco.
Parcheggiò la jeep sul ciglio della strada e si incamminò tra gli alberi. Era quasi arrivato all’ampia radura quando un insetto gli si infilò in un occhio e per lo spavento cadde con le ginocchia sul terreno ghiaioso, strappandosi il vecchio pantalone della tuta.
Imbranato. Imbranato. Ma che…Sangue.
“GRAZIE EH! Invece di insultarmi vieni qui e aiutami! Dove sei?! Cavolo che male!”
Mi senti già? Sto arrivando…
“Certo che ti sento!”
“Idiota, ero più lontano del solito”
“La smetti con i complimenti? Ti ho sentito come le altre volte”
A quella distanza non avresti dovuto…
“Che significa che non avrei dovuto?”
“Nulla. Fammi vedere cosa ti sei fatto? Ma non guardi dove metti i piedi?”
“Non è niente. Spiegami cosa volevi dire”
“Non volevo dire niente. Alza questa gamba”
“Non ho nulla. Ehi, lasciami!”
“Bene. Ti aspetto dagli altri. Arrangiati”
Stupido ragazzino insopportabile
“TI HO SENTITO!”
 

Zoppicando per il bruciore alla ginocchia, Stiles raggiunse gli altri. Erano già tutti lì. Derek era appoggiato ad un albero alla fine del sentiero, Lydia discuteva di qualcosa con Allyson, Liam e Isaac erano già quasi trasformati.
“Ehi Stiles, finalmente! Ma che ti è successo? Ti sentivo urlare da qui”
“Scott! Non è successo nulla. Non è che avete un kit di pronto soccorso per poveri umani?”
“Ehm…Non ci ho pensato, ci sono solo delle bende. Però Allyson ha portato le attrezzature. Metti le ginocchiere, poi vieni qui che vi spiego cosa faremo”
 
Scott si mise al centro di un cerchio formato dal branco. Aveva già in mente come disporre i vari membri.
“Isaac e Liam si alleneranno con me, avete ancora bisogno di lavorare sul vostro autocontrollo. Partiremo da un corpo a corpo”
“Ok, capo”
“Allyson aiuterà Lydia. Ho pensato che essendo entrambe ragazze fosse più semplice coordinarsi. Insegnerai a Lydia le basi dell’autodifesa per un combattimento corpo a corpo. Dopo potrete passare all’uso di qualche arma”
“Credi che io non sappia difendermi da un aggressore? Passiamo direttamente alle armi”
“Un aggressore umano sì, ma un essere sovrannaturale no. Sarà Allyson a valutare la tua preparazione”
“Va bene. Vado a togliere i tacchi”
NO
“Si, grande lupo, sono d’accordo. NO. Scott non posso allenarmi con lui!”
“Invece sì. Ti allenerai un’ora con Derek, poi Allyson insegnerà come usare le armi anche a te”
“Non puoi allenarlo tu? È tuo amico. È così distratto che potrebbe uccidersi da solo”
“Il mio è un ordine”
 

Le coppie, e il trio, si disposero ad una discreta distanza gli uni dagli altri ed iniziarono l’allenamento. Lydia metteva in pratica tutto ciò che aveva già imparato, Scott osservava gli altri due giovani membri del branco mentre si giravano intorno studiando un attacco; Stiles e Derek non avevano ancora cominciato.
“Fammi un solo graffio e ti uccido!”
“Come se potessi riuscirci. Mettiti qui, fermo. Partiamo dalle basi”
“Voglio imparare come riuscire a romperti il naso”
“Anche se non ti romperesti le dita nell’impresa, guarirei in tre minuti. Allora, partiamo dal caso in cui vieni attaccato frontalmente. Devi sapere che le zone da colpire sono quelle sensibili. Viso, soprattutto occhi e naso, pomo d’Adamo, genitali, stinchi”
“Ricevuto”
“Se io ti venissi vicino e ti importunassi tu potresti metterti così, con una mano intorno alla mia vita, mentre con l’altra potresti colpirmi il naso. Vedi? Ho il palmo aperto e il movimento va dal basso verso l’alto, come se volessi staccarti il naso. Con l’altro braccio invece ti sto sostenendo per tenerti fermo, in modo che il colpo vada a segno e che sia forte”
Troppo forte..
“Cosa è forte?”
“Prova tu. Puoi anche fare forte, ma magari non tanto”
“Non voglio farti del male. Allora…Braccio intorno alla vita…”
Ma che cavolo Scott
“Cosa c’entra Scott?”
“Smettila di rispondere a me. Fa ciò che devi”
“…ok. Braccio sinistro così, per tenerti. E colpo forte alla base del naso, così. E ti si conficca nel cervello!”
Idiota
“Se non vuoi che ti risponda, smettila di offendermi”
“Seconda mossa. Se ti attaccassero alle spalle, afferrandoti per la vita, così…Tu dovresti girarti veloce, mantenendo però il mio braccio intorno a te in modo che io non scappi, e contemporaneamente alzare il gomito e colpirmi il viso”
“Non ho capito”
“Vieni qui, mettiti dietro di me e circondami con le braccia”
 
“EHI! HO DETTO ALLENATEVI. NON ABBRACCIATEVI!”
 
Il colore che assunse il viso di Stiles dopo aver ascoltato le parole di Scott era paragonabile solo ad un pomodoro maturo.

Imbarazzo
“Sì, il mio amico è imbarazzante! Non il fatto che davvero sembrava ci stessimo abbracciando. Continuiamo! Ti abbraccio da dietro, così…Cioè ti attacco da dietro…”
“Io col braccio sinistro mantengo le tue braccia attorno alla mia vita…”
“Così non riesco più a muovermi…”
Imbarazzo. Calore. Battito accelerato
“Smettila di pensare. Procedi!”
“Scusa. E mentre ti tengo fermo mi giro velocemente, diciamo fino a mettermi di profilo, alzando contemporaneamente il gomito destro e colpendoti, così”
“Facile! Fammi provare!...Mi attacchi, ti blocco, mi giro e…Oh cavolo! Dio, che dolore!”
“Te l’avevo detto che ti saresti fatto male”
“Ma allora non serve a nulla! Se mi attacca un lupo, mi farò solo male!!
“Non se mi avessi colpito sul naso. È più semplice romperlo, quindi avresti distratto l’avversario per il tempo necessario per scappare”

Non potresti mai combattere realmente

“Perché?”
“Perché sei umano”
E non sopravvivresti
“Giusto…”
“Perché sei triste?”
“E tu perché senti che sono triste?”

Ma che cavolo…

 
Scott, che continuava ad allenarsi, era rimasto per tutto il tempo concentrato sulla conversazione tra Stiles e Derek. Ora si era fermato, congratulandosi mentalmente con il suo amico d’infanzia per l’ultima domanda. Ora Derek era messo alle strette, doveva parlare. Questo, se la conversazione non fosse stata improvvisamente interrotta dalla sua fidanzata che chiedeva a Stiles di unirsi a Lydia per la lezione sull’uso delle armi. L’Alpha in quel momento adorò un po’ meno del solito la sua dolce metà.

Derek si spostò, così, verso il gruppo dei ragazzi, per aiutare Isaac che era in difficoltà contro Liam e Scott.

Allyson cominciò la sua spiegazione partendo dalla descrizione dei vari tipi di pugnali.

“Questo qui è un Coltello MantisMF1. È in acciaio, molto leggero, e come vedete, abbastanza piccolo. Questi invece sono coltelli da lancio, ovviamente più difficili da usare”
“Come quelli del circo!”
“Si, Stiles, solo che sono più letali. Lydia, vieni facciamogli vedere le mosse base di difesa e di attacco. Poi li proverete tra di voi”
Le due ragazze si posizionarono una di fronte all’altra cominciando la dimostrazione, facendo attenzione a non colpirsi. Il ragazzo osservò bene le mosse di difesa, voleva provare prima con quelle.
“Ok, tocca a voi”
Allyson, però, non aveva tenuto in considerazione l’essere goffo di Stiles e il poco coordinamento occhio mano del ragazzo. Dopo due mosse infatti, l’umano si ritrovò con un lungo taglio sull’avambraccio sinistro.
Dall’altro lato della radura si elevò un solo grido.

“STILES!”
“Derek, ma cos…”

Il lupo si scrollò Liam dalle spalle come fosse una piuma e raggiunse il luogo in cui Allyson cercava di fermare il sangue di Stiles.

Sangue. Dolore. Paura. Quel dannato odore

“Stupido, idiota, imbranato! Fammi vedere cosa ti sei fatto!”
“Ehi! Non è nulla, lascia il braccio. Che ti prende?”
“Mi prende che sei un idiota. Come hai potuto pensare di poter prendere in mano un coltello?”

Devo andare via. Non resisto. Stupido, stupido…

“Non mi sono fatto nulla. Guarirà, Derek!”
“Ha ragione, Derek. È solo un graffio”
“Allyson passami quelle bande, potete continuare a fare ciò che stavate facendo”

E a quell’ordine tutti rivolsero lo sguardo verso Scott, che decise di lasciare che si occupasse Derek della ferita dell’amico, i fondo era davvero poco più che un graffio. E magari sarebbe stata l’occasione giusta per spingere il lupo a parlare.
 
“Non hai nessun diritto di scacciare gli altri. Le metto da solo le bende!”

Ansia.

“Sì, sei tu che mi metti ansia. Ingigantisci le cose, è un graffio, dannazione”
“Taci”
“Non mi fai paura”
“Taci”
“No”
“Stiles, per piacere”

Stupore

“Perché non posso parlare?”
“La tua voce è fastidiosa”

No

“I tuoi pensieri non la pensano così”

Devo andare via

“Non vai da nessuna parte”
“Stai zitto e fatti medicare”
“Non medicherai nulla fino a quando non mi dirai cosa succede”

Sangue. Odore

“Esatto, continuerò a perdere sangue. Qual è l’altro odore?”
“Tu”

Legame

“Riesci ad articolare un discorso?”

Odioso ragazzino. Perché proprio tu…

“Derek, ti prego. Non pensi che la cosa riguardi anche me?”
“Il tuo odore, Stiles. È il tuo odore quello che sento, ma non è come quello delle altre persone. Sai bene che noi lupi riusciamo a riconoscere le persona anche solo dal loro odore. Con te, però, è diverso. Quello che proviene da te è più forte, mi invade le narici, il sangue. Lo sento nello stomaco. È come una droga, come se dopo averlo sentito la prima volta non riuscissi più a farne a meno”
“Ed è una cosa brutta?”
“Una catastrofe. Non riusciamo a stare nella stessa stanza per più di dieci minuti e ora mi ritrovo a non voler allontanarmi da te per nemmeno cinque secondi”

Troppo, decisamente troppe informazioni…

“Voglio sapere tutto. Non censurare più nulla. Lo sai che non mi spavento facilmente”
“Non ti spaventa il fatto che non riesco a stare lontano da te? Che il tuo odore sia diventato ossigeno per me? Non sei spaventato dal fatto che da un giorno all’altro un lupo mannaro voglia starti accanto in ogni momento? Non ti spaventa che quel lupo sia proprio io? Non hai paura di questa storia delle fate e della lettura del pensiero?”
“Non ho mai avuto paura di te, Derek. Nemmeno quando mi minacci mi fai paura. E la storia delle fate? Troveremo una soluzione, ce l’abbiamo sempre fatta”
“Questa volta è diverso. Non c’è un enigma da risolvere o il cattivo di turno da uccidere”

Tutto così difficile…MA sarebbe tutto così facile…

“Credo tu mi stia nascondendo la parte più brutta. Hai pensato due volte a qualcosa a cui non volevi proprio pensare”
“Non posso”
“Parlami del Legame”
“Non ti riguarda”
“Preferisci che mi metta a fare delle ricerche e che mi cacci nei guai?”
“No…”

Non lo sopporterei

“Forza Derek Hale. Stupiscimi”

“Fin da quando siamo piccoli, a noi nati lupi, viene raccontata una storia. Si narra che il primo lupo mannaro sia stato creato direttamente da Dio per proteggere gli umani. Ragurt, questo era il suo nome, visse una vita serena, girava il mondo e sconfiggeva le creature del male. Era immortale. Aveva sempre un contatto diretto con Dio il quale lo aiutava a spostarsi ovunque ci fosse bisogno di un suo intervento. Un giorno però, Ragurt, si imbatté in una famiglia di umani, una semplice famiglia felice. Di solito agiva nell’ombra, non aveva mai avuto contatti con nessuno, ma osservare quelle persone scatenò qualcosa in lui. Si sentiva solo, un vagabondo senza legami. Ne parlò con il Signore che, misericordioso, gli concesse un’alternativa. Avrebbe posto sulla terra qualcuno che avrebbe potuto essere la sua compagna di vita, ma ad una condizione: non gli avrebbe indicato il luogo dove quella persona si trovava. Se la voglia del lupo di trovare la sua anima gemella fosse stata abbastanza forse, l’avrebbe trovata. Un giorno di primavera, a Londra, Ragurt sentì un odore. Gli entrò dalle narici e si diffuse fin dentro le vene. Cominciò a seguirne la scia e all’improvviso si ritrovò di fronte una donna. Lei si spaventò, perché il lupo, non avendo mai avuto relazioni con umani, le si avvicinò in modo brusco. Fu così che Dio disse al suo servitore che ora avrebbe solo dovuto conquistare la donna e, dato che era stato lui a volerla, se lei non avesse voluto la sua compagnia, lui avrebbe perso ogni suo potere. Ragurt fece di tutto per conquistarla, non riusciva a starle lontano, gli bastava anche solo vederla. Dopo mesi, i due si innamorarono…”
“E vissero per sempre felici e contenti”
“Più o meno si. Fino ai diciotto anni, noi lupi, vediamo questa storia come una semplice favola, come quelle per la buonanotte. Al ostro diciottesimo compleanno ci viene rivelata la verità, i più fortunati troveranno il compagno della vita…”
“Il Legame”
“Esatto”
“E tu sei stato uno dei fortunati”
“Anche a mia mamma successe, ovviamente”
“E io sono…”

La mia fortunata sfortuna…
“La tua fortunata sfortuna…”

“Mi dispiace Stiles. Cercherò di starti lontano”
“ Quindi la parte della perdita dei poteri è falsa?”
“…”
“Derek”

Devo andare via

“Fermo!”
“Non c’è soluzione!”
“Invece sì”
“Cioè?”
“Sono passati quindici minuti e ancora non ci siamo uccisi a vicenda. Abbiamo del potenziale. Magari non saremo mai compagni per la vita, ma possiamo essere amici”

Sicurezza

“Certo che sono sicuro. Voglio aiutarti, Derek. Permettimelo”

Non ci riesco…
“non riesci a fare cosa?”
“Non sono capace di dirti di no. Ogni parte di me vuole accettare la tua proposta. Ma so che è sbagliato, non è la vita che vuoi vivere”
“Un amico in più mi farà solo bene”

Amico

“ Mh mh, amico. La mia vita non cambierà poi tanto. Ti vedrò solo più spesso”

Cannella. Ho paura

“Sì, quella è una caramella che ho in tasca. Derek Hale che ha paura? Il Derek Hale che mi minaccia di tagliarmi la gola con i denti? Non farti pregare, non fare il rammollito”
“E la lettura del pensiero?
“Vedrai che la fata dispettosa capirà che è riuscita nel suo intento. Lasciati aiutare da me”
“Va bene. Amici.”
"E ora medicami il braccio lupone acido, che brucia terribilmente"




Saaalve! Chiedo scusa per lìenorme quantità di tempo che ho impiegato per aggiornare, ma sono stata un po' impegnata. 
Vi è piaciuto il capitolo?

Baci, Blu.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



“E questo è quanto…”
“Wow”
“Già, Scott. Wow”
“Quindi comincerete ad uscire? A vedervi?”
“Non lo so Lydia. Ma immagino di sì, non lo vedo da tre giorni però”
 
Erano appunto passati tre giorni dall’allenamento. Stiles era stato sommerso dallo studio, se non fossero stati nella stessa classe, avrebbe visto pochissimo anche Scott. In più quel pomeriggio era stato costretto a trattenersi un’ora extra per la punizione che gli aveva dato il Professor Harris. Anche se non era colpa sua se si era addormentato durante la lezione, aveva passato tutta la notte a rileggere i libri di Lydia sulle fate.
I due amici lasciarono casa Stilinski quando era già buio; lo sceriffo sarebbe tornato a momenti e Stiles doveva preparare la cena.
Stava infornando l’arrosto quando sentì la porta di ingresso richiudersi.

“Ehi, ragazzo. Già ai fornelli?”
“Papà! Faccio l’arrosto, dovrà stare nel forno per un bel po’, avrai tutto il tempo per la partita. Ti ho già preparato la tuta, vai a farti la doccia. Qui ci penso io”
“Tu mi vizi troppo, figliolo!”
“Non te ne approfittare però, che potrei cambiare idea”

 
Dopo aver tagliato le patate e averle messe in forno con la carne, Stiles pensò che magari cominciare a studiare non gli avrebbe fatto del male. Aveva un bel po’ di studio arretrato e in più avrebbe dovuto prepararsi per il compito di letteratura che aveva in programma per due giorni dopo.
Si diresse quindi in camera sua assieme alla buona volontà, ma la lasciò andare via appena aperta la porta della camera. Forse gli scivolarono dalle mani anche dieci anni di vita a causa dello shock.

“AAAAGH”

LE MIE ORECCHIE!

“Le tue orecchie?! LE TUE ORECCHIE?! Il mio povero cuore vorrai dire! Ho una porta, un campanello, puoi anche fare Toc Toc con la zampa se proprio non sai suonarlo! Cosa diavolo ci fai seduto sulla mia finestra!”
“Credevo non saresti salito a breve. E fuori piove”
“Eri venuto in casa mia e non ti saresti nemmeno fatto vedere?”
“Non era necessario”
“Ma dov’è la tua educazione?”

Non l’avrebbe nemmeno saputo. Di cosa si lamenta…

“Ma cosa c’entra!”

Quarantatré. Quarantaq… Quarantacinque. Sei. Otto. Ma che..?

“Non mi sta venendo un infarto. Cioè forse mi è già venuto dieci secondi fa”
“Non volevo spaventarti”
“Lo spero bene!”

Dovrebbe calmarsi. Così suda

“Sudo?”
“Taci”
“Sei tu che pensi al mio sudore”
“Zitto”
“Sei in casa mia, non zittirmi!”

Ora si agita di nuovo

“Ma è ovvio che mi agiti!”
“Devi smetterla”
“E tu smettila di zittirmi”
“Dio…”
“Di grazia, perché non volevi farti vedere?”
“Non ce n’era bisogno”
“Eh?”
“Non c’è bisogno che ci vediamo. Posso starti ancora ad una certa distanza”
“Ma non è normale. Non dovevamo essere amici?”
“Sono qui da cinque minuti e abbiamo già litigato”
“Quello è perché tu sei strano. E perché mi zittisci senza motivo”
“Non sono strano. Va bene così. Ora vado via, sei troppo agitato”

Non ce la faccio…

“Non ce la fai a fare cosa?”
“Taci”
“Ancora? Derek, smettila!”
“E tu calmati!”
“Non alzare la voce con me!”
“Zitto!”

Sudore

“Oh…”
“Dio, smettila di leggermi in testa!”
“Scusa. È il mio odore. Non ci ero arrivato, mi dispiace”
“Ora vado”
“No, aspetta. Se il mio odore ti piace, perché se sono agitato vuoi scappare?”
“Perché puzzi di sudore”

Perché non resisto

“Derek…”
“Perché diventa asfissiante. In modo positivo. Credo che più aumenta l’odore più ne divento dipendente”
“Mi dispiace, cercherò di non agitarmi quando ci sei”
“Come se fosse facile. Ora vado via”
“Ci proveremo, l’abbiamo deciso. E non vai da nessuna parte. Ora io prendo i libri e vado a studiare in ucina. Tu resta pure qui, non mi dai fastidio. Ti chiederei di cenare qui, ma mi sbraneresti. Resta quanto vuoi e se non vuoi vedermi, quando salirò per dormire, andrai via. O puoi andare via quando ti senti meglio”

No, devo resistere

“Derek, non c’è nessun problema ti ho detto. Farò finta di non sapere che sei qui”

Ieri

“Ieri, cosa?”
“Odio questa cosa! Va bene, ieri sera ero qui. Dopo domani c’è la luna piena, in questi giorni peggiora”
“Ieri sera eri qui fuori? Pioveva!”
“Ero al riparo…”
“Va bene. Resta qui anche stasera. Lascerò la finestra aperta però, se non smette di piovere entri dentro. E non voglio sentire ragioni”

 
Detto questo, il ragazzo lasciò la propria camera. Decise, però, di avvertire il suo migliore amico di ciò che era successo. Probabilmente il giorno dopo Scott avrebbe studiato a casa sua, e si sarebbe stranito se avesse sentito l’odore del lupo della camera di Stiles.

SMS da Stiles a Scott
Ehi. Derek è qui. Dice che con il plenilunio vicino sta peggio. Per ora è in camera mia, dopo credo resterà fuori dalla finestra. L’ha fatto anche ieri. Dì a Lydia di fare ricerche su ricerche, credo non stia benissimo.

SMS da Scott a Stiles
Questa sì che è una cosa strana. Sta attento. Chiamo subito Lydia.
 
La serata passò tranquillamente. Lo sceriffo guardò la partita e poi cenò con il figlio, parlarono della scuola, della giornata al lavoro. Poi cominciarono a mettere in ordine la cucina. Decise di ringraziare Stiles lavando i piatti, a patto che il ragazzo li avrebbe asciugati.

“Quindi dopo continui a studiare per il compito?”
“No, papà. Sono stanchissimo. Poi ho fatto già tanto per oggi”
“Figliolo, ti ho visto, sei stato seduto per mezz’ora a studiare. E per dieci minuti mandavi messaggi”
“Non è vero. Ho mandato un solo SMS a Scott”
“Hai guardato il cellulare per dieci minuti”
“Tu non stavi guardando la partita? Forse mi ero incan…”

Baby, I’m preying on you tonight
Hunt you down eat you alive
Just like animals
Animals
Like anim…No questa no


“Stiles? Stai bene?!”
“come? Ah si, scusa papà mi sono distratto. Dicevi?”
“Stavi parlando tu”
“Oh, sì, giusto. Stavo dicendo che forse mi ero incantato. O mi guardavi mentre ripetevo in men…”

Lately, I've been, I've been losing sleep
Dreaming about the things that we could be
But baby, I've been, I've been praying hard,
Said, no more counting dollars
We'll be counting stars… Questa mi piace. One republic. Mai sentiti. I feel something so wrong
Doing the right thing…


“Stiles?”
“Papà scusa. Vado un attimo in bagno”
 
SMS da Stiles a Derek
Lupo! Non posso parlare da solo nel bagno perché mio padre mi chiuderebbe in manicomio, ma smettila! Ti sento, mi stai cantando nella testa. Non riesco a parlare con papà.

Scusa
 
“Eccomi sceriffo. Passami quella pentola, la lavo io. Non sei capace di scrostarla. Lo sappiamo entrambi”
“Stai bene? Sei corso in bagno”
“Certo. Vai in salotto, qui finisco io”
 
Lo sceriffo lasciò il resto delle faccende nelle mani del figlio, andando a mettersi comodo sul divano. Gli piaceva chiacchierare con il suo bambino, ma quella sera l’aveva visto più stano del solito e pensando che fosse il nervosismo per la scuola lo lasciò fare.
Il ragazzo nel frattempo continuò a pulire le pentole, ma qualcos’altro si introdusse tra i suoi pensieri. Di nuovo.

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.

Va bene se leggo?


SMS da Stiles a Derek
Sì. Va bene.
 
Stiles finì di riordinale la cucina, decise che non sarebbe riuscito a studiare ancora, se Derek avesse continuato a leggere nella sua testa. Si spostò, quindi, sul divano per tenere compagnia al padre, ma non lo trovò al suo posto. Forse era già andato a dormire, aveva cominciato a lavorare dalle sei quella mattina. Pensò che avrebbe potuto approfittarne per giocare ai videogiochi, ma la voce di derek nella propria testa l’avrebbe comunque distratto. Così semplicemente si sdraiò e si mise in ascolto del suo personale audiolibro.

Lo Hobbit indietreggiò verso il muro, ansimante, con la mano avvinghiata nella tasca. Rimasero così per qualche istante, uno dirimpetto all’altro, e l’aria della stanza sembrò vibrare come una corda tesa. Lo sguardo di Gandalf rimase fisso su Bilbo…

“Sembriamo noi due lupo…” Sussurrò Stiles dal piano di sotto.

Stai ancora ascoltando? Credevo ti fossi addormentato

“Quasi…”

Sali. Vado via

“Stai bene?”

Meglio…
 
Quando Stiles raggiunse la propria camera la trovò già vuota. Il libro di nuovo al suo posto, il lettore Mp3 sul letto, probabilmente Derek l’aveva buttato lì. Si preparò per la notte, si sentiva molto più rilassato, gli aveva fatto bene “leggere”. Quando si mise sotto le coperte, però, lo prese un senso di agitazione, si ricordò di non aver nemmeno salutato Derek e che il “Meglio” non gli era sembrato così sicuro. Così gli mandò un semplice SMS.

SMS da Stiles a Derek
Spero tu stia meglio ora. Buonanotte, Derek.
 
Sì. Buonanotte

SMS Da Stiles a Derek
Non piove, vero?
 
No, non piove
 
SMS Da Stiles a Derek
Bene.


“Derek?”
Stiles
“Resterai qui tutta la notte?”
Scusa. Vado via
“No! Resta. Vuoi una coperta?”
Lupo mannaro
“Già”
Dormi. Sei stanco
“Non tantissimo”
Tu puoi sentirmi i pensieri, ma io so come ti senti dal tuo odore. Ricordi?
“Giusto”
 
 
Ancora sveglio. Dispiacere

“Derek?”
Cos’hai?
“Mi dispiace”
Per…? Tristezza…
“Non posso darti ciò che vorresti”
Dormi, Stiles.
“No, ascolta. Scusa. Non posso darti la vita che vorresti con la tua anima gemella. Con il tuo legame. Mi dispiace. Dovresti avere qualcuno che ti ama, non qualcuno che ti lascia stare fuori una finestra.”
Non è colpa tua. E a me va bene così
“non è possibile che ti vada bene”
E invece sì. Quindi ora basta. Va a dormire, io vado via. Così sei più tranquillo

“No, aspetta”

“Derek?”

“Ehi”







Note: La prima canzone è Animals- Maroon 5. La seconda canzone è Counting Stars- One Republic. Il libro che legge Derek è Il Signore degli anelli. La compagnia dell'anello- J. R. R. Tolkien.








Grazie per aver letto ancora.
Baci, Blu.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Lo so, lo so, manco da un pò. Spero di farmi perdonare con questo capitolo <3

Buona lettura!
Ci vediamo qui sotto...




 
Erano passati quasi due giorni da quella sera. Stiles non aveva rivisto Derek, era stato però impegnato con mille ricerche insieme a Lydia e Scott. La ragazza gli stava appunto confermando tutto ciò che già sapevano, quando l’Alpha, che leggeva un libro camminando per la stanza, si fermò all’improvviso.
“Ehi, leggete qui”
“Cosa?”
“Nel caso in cui il Legame venga ignorato, il lupo perderà ogni suo potere…”
“Sì, Scottie, questo lo sappiamo già, siamo qui apposta”
“Aspetta! Qui dice anche che ciò succede solo per le prime tre lune piene, poi il legame si assesta e il lupo riesce a vivere come prima”
“Quindi quella di stasera è già la seconda luna?”
“Non sappiamo da quando va avanti questa storia, potrebbe anche essere l’ultima”
“Ecco sì, a proposito di questo…”
“Su Scott, spara il lato negativo”
“Se questa è l’ultima luna sarà quella più difficile, perché il Legame farà di tutto per avvicinare le due persone dato che è, diciamo, l’ultima possibilità”
“Stiles, stasera starai con Derek”
“Lydia, non so se hai capito quello che è successo, non lo vedo da quasi due giorni. Se stesse male starebbe qui”
“Stiamo parlando dello stesso Derek? Quello orgoglioso? Quello che morirebbe pur di non chiedere aiuto?”
“Beh, fratello, ha ragione. Magari ora sta malissimo, ma non dice nulla”
“E cosa dovrei fare? Dopo stasera gli passerà tutto, forse lui già lo sa e non vuole crearmi fastidii. Quindi domani si dimenticherà di questa sfrenata passione che ha per me, non ricorderà di avermi amato, di avermi letto un libro, dimenticherà che non riusciva a starmi lontano e saremo tutti di nuovo felici e contenti e vivremo le nostre vite separati come sempre. Non avrò più nulla a che fare con lui…”
“Stiles?”
“CHE VUOI?”
“Ti piace Derek”
“TI PIACE DEREK?”
“No, Scott, sta calmo. Lydia si sbaglia”
“No, non mi sbaglio, caro. A te dispiace che il legame perdi potenza, vorresti che quel povero ragazzo avesse sempre bisogno di te come ne ha ora, hai paura che dimentichi ciò che è successo in queste settimane. Ma se Scott non si fosse fermato con la lettura, saresti più calmo”
“Cosa non ho letto? Il paragrafo era finito”
“C’è scritto: dopo che il Legame avrà perso la sua forza, sarà comunque presente nel lupo. Il lupo ha un solo compagno per tutta la vita, riuscirà a vivere lontano da esso, ma dovrà comunque essere certo che il suo compagno sia al sicuro. Il legame nasce da un sentimento di protezione e devozione verso l’altro, tale sentimento non si sviluppa insieme al Legame, ma dipende dal lupo. Trenta giorni prima del Legame, il lupo riconosce il suo compagno, il Legame si attiva solo dal momento in cui il lupo lo accetta”
“Quindi un lupo può anche non accettare il Legame?”
“A quanto pare sì, il libro aggiunge che nel caso in cui il legame non venga accettato, il lupo è costretto a vivere da solo per il resto della sua vita”
“Ah ok, allora Derek ha solo avuto paura della solitudine”
“Amico, lo ammetto, a volte sono un po’ tonto, ma Derek? Paura di stare da solo?”
“Io la penso come Scott. E lo sai pure tu che abbiamo ragione”
“Magari lui non lo sa. Forse è stato qualcosa di cui non si è nemmeno accorto”
“Pensala come vuoi, ma resta il fatto che stasera devi stare con lui”
“No!”
“Stiles, devi. Gliel’hai promesso…”
“Scott, ordinaglielo. Sei anche il suo Alpha”
“No, niente ordini. Ci vado”

 
Stiles sapeva dove trovarlo, non sarebbe stato al loft. Derek la luna piena la passava nella sua vecchia casa, tra le ceneri dei suoi ricordi. Il ragazzo sapeva che il lupo lo aveva già sentito, in fondo la sua jeep era abbastanza rumorosa, ma cercò comunque di fare il più piano possibile quando si avvicinò alla porta di ingresso. L’odore di bruciato gli invase le narici, non ci andava da tanto, ma entrare in quella casa lo sconvolgeva sempre. Pensava soprattutto all’effetto che essere lì poteva avere sul lupo. Per lui era difficile anche solo entrare in camera da letto di suo padre a volte, quando i ricordi di sua mamma erano più presenti. Essere nel luogo della morte della propria famiglia, lasciato uguale a come era anni prima, immaginava che fosse una delle cose più difficili da affrontare.
Si diresse verso quello che una volta doveva essere il salotto, c’era ancora la sagoma di un vecchio divano. Di Derek non c’era traccia, così si spostò al piano superiore, ma a metà corridoio il pavimento era crollato e gli era impossibile proseguire. Sperò che quella casa avesse un seminterrato, perché altrimenti non avrebbe saputo in quale altro posto cercare Derek.
La fortuna era dalla sua parte, da una porticina in fondo alle scale che portavano in cantina proveniva un luce, forse di una candela. La cosa che però gli diede la certezza di trovarsi nel posto giusto fu solo una…

Respira Derek. Sta arrivando. Quello stupido ragazzino insistente. Finalmente è qui…

Il cuore di Stiles perse un battito, non si sarebbe mai abituato alla voce del più grande nella propria testa.

“Derek? Posso entrare?”
“Vai via!”
“Ok, entro”

Il suo profumo

“Ti avevo detto di lasciarmi solo”
“La tua testa dice tutt’altro”
“La mia testa non è in sé”
“Posso sedermi qui? Vicino a te?”

Sono pericoloso

“No, non lo sei per niente”
“Perché sei qui?”
“Avevo una promessa da mantenere, mi pare”

Stupido, stupido. È sempre così…

“sono sempre così?”
“Niente”

Leale

“Oh. Beh, siamo parte dello stesso branco. È così che ci si comporta”
“Perché lo fai?”
“Te l’ho appena detto”
“Perché lo fai con me”

Io non l’ho mai fatto per te

“Ti sbagli. Mi hai salvato più volte di quanto mi piaccia ammettere”
“Mh”

Dolore

“Cosa ti fa male?”
“Niente”

Tutto

“A quanto pare stasera i tuoi pensieri ti sfuggono”
“Ho dolori ovunque, non so dirti cosa mi fa male”
“Ok, parliamo, così ti distrai. Oggi facevo delle ricerche con Lydia e Scott”

Lydia…

“Ed è uscito fuori una storia di tre lune. Lo sapevi già, non è vero?”
“Sì”
“E questa è la terza”
“Sì”
“E volevi fare il lupo coraggioso, passarla da solo e aspettare che domani andasse tutto via”
“Mh”
“Sei uno stupido”

Anche tu

“Ehi! Lo so che questo pensiero era intenzionale e non ti è sfuggito!”

Preoccupazione. Dubbio. E…felicità?”

“Perché sei felice?”
“Non sono felice”
“Stiles”
“Non mi va di dirtelo”
“Idiota”
“Uffa! E qllora, sai delle lune. Beh, noi abbiamo letto anche un’altra cosa riguardo il Legame. Sai qualcosa su come avviene? Cioè su cosa succede prima”
“No”

Ansia. Paura.

“Stiles? Cosa sai? Devo preoccuparmi?”
“No…Cioè si…Non lo so”

Trantacinq…sei…sett..ott..no..dieci

“Calmati, respira. E dimmi cosa sai”
“Tu… Oddio è difficile. Ok, calmo Stiles. Ok, tu mi hai scelto”
“Questo lo so, il mio lupo ti ha riconosciuto come compagno”
“No. Cioè questo è vero. Ma… Il tuo lupo avrebbe accettato la solitudine, mettiamola così, nel caso in cui tu non avessi voluto…”

Nel caso in cui io non avessi voluto te

“Già”

Io…

“Ok, non ne sapevi nulla. Avevo ragione, era inconscio. Bravo Stiles!”

Non del tutto

“Eh?”
“Hai ragione, non lo sapevo, ma non è stato inconscio. Forse è stato più istintivo. Credo sia successo circa un mese prima che cominciasse questa storia…”
“Sì, con i tempi ti trovi…”

Attesa

“Beh, credo di essermi accorto che qualcosa mi spingeva a proteggerti, ad accertarmi sempre che tu stessi bene. Allo stesso tempo però mi sono chiesto cosa ci fosse di diverso, in realtà credo ne fossi solo più consapevole, ma proteggerti è una cosa che ho sempre fatto. Forse l’aver raggiunto questa consapevolezza mi ha spinto, inconsapevolmente, ad accettare il Legame…”
“Ah…”

Stupore

“Eh sì che sono stupito. Però tu comunque fino ad oggi non ne sapevi nulla, e quindi forse non volevi farlo e…Derek? Stai tremando!”
“No”

Freddo. È preoccupato

“Ma certo che sono preoccupato! Oddio non ho nulla per coprirti, cosa faccio cosa faccio…”
“Nulla”
“Ok, vieni qui”
“Eh?”
“Devi stare al caldo, ti abbraccio”
“No”

Ti prego

“La tua testa, il tuo lupo o quello che è, dicono di si. Vieni qui, ti prego…”
 


Caldo. Il suo cuore è un martello pneumatico

“Scusa, dev’essere assordante. Ora mi calmo”
“Non fa niente”

Rilassante
 
 
“Stiles? Grazie. Davvero, non dovresti, non sei obbligato”

Caldo. Protetto, finalmente. Soddisfazione…Timore…Ansia…E… Questo cos’è

“Finito di analizzare le mie emozioni? Mi sento violato, non sei mica un personaggio di Inside Out, smettila, non ti do il…”

…Amore

“Già. Sono obbligato eccome a farlo, lo capisci ora?”

Amore

“La smetti?”

Amore…

“Derek? Non è divertente. Forse umiliante, ma non divertente. Per nien…”
“L’ultimo pensiero era mio”
“Oh”







Oh! Eggià, siamo quasi alla fine. Credo che l'ultimo capitolo sarà l'epilogo. Ci tengo a ringraziare già ora tutti voi che avete letto, che avete recensito. Le tantissime persone che seguono la storia ( non me lo sarei mai aspettata!) e anche chi l'ha già aggiunta alle preferite. Vi adoro!

Alla prossima! 
Blu.


P.s. L'ispirazione mi ha colpita di nuovo, con una nuova long. Se vi va di leggerla, siete i benvenuti! 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 
“Già. Oh!”
“Ti stai solo lasciando condizionare da tutta questa faccenda. Tu non provi nulla per me, è il legame che ti spinge a starmi vicino. È vero, l’hai accettato, ma non è stato nulla di più di un fatto inconscio. Tu non vuoi stare con me, non… non hai mai voluto proteggermi in quel senso, non ti sei mai preoccupato più di quanto tu non abbia mai fatto per il resto del branco. Prima di questo non ti batteva il cuore ogni volta che entravo in una stanza, non guardavi solo me perché non riuscivi a tenere gli occhi lontani dai miei. Non ti è mai venuta la voglia di spaccare il mondo per farmi sorridere, non hai mai voluto baciarmi. E Cavolo! A me si! Cazzo, Derek, ogni volta che metti piede in una stanza il mio cervello va in tilt, non posso fare a meno di cercare il tuo sguardo, che puntualmente mi sfugge! Guarderei i tuoi occhi per ore porca miseria! Tu e i tuoi dannati occhi verdi come…come non so cosa, perché non ho mai visto un verde così bello. E sì, vorrei vederti sorridere ogni secondo della mia patetica vita, perché a volte lo fai, sai? Sorridi anche se cerchi di nasconderlo e io me ne accorgo. Perché aspetto sempre che ciò avvenga. Non lo sai, ma fai concorrenza al sole quando sorridi, non ti si può guardare, dovresti essere illegale! E lo ammetto, vorrei baciarti, ogni santa volta che mi ringhi contro, per farti tacere. Tu, la tua aria da dannato sexy, siete una maledizione per il mio povero cuore. E cazzo, ho detto tutte queste cose che fino a stamattina nemmeno sapevo di provare. Cioè sì lo sapevo, ma come avrei mai potuto ammetterle. E ora l’ho fatto. Oh mio dio, sono un idiota…devo andare via da qui… Non voglio nemmeno sentire i tuoi pensieri, perché quando parli sei gentile quando non vuoi ferire le persone, ma i tuoi pensieri non lo saranno di sicuro e poi…”
“Stiles…”
“No, no, zitto!”
“Stiles, asc…”
“Lalalala, non voglio sentire niente”
“Oddio, mi lasci parlare?”
“Nope. E non ti permettere di pensare”
“Questa cosa è alquanto impossibile per un essere umano”
“Sese, ci stai riuscendo bene”
“Idiota, come faccio a non pensare?”
“Io non ti sento”
“Davvero?”
“Mh”
“Finalmente, sei fuori dalla mia testa!”
“Ok, quindi posso andare a seppellirmi fuori di qui”
“Fermo, ragazzino”
“Che vuoi?”
“non ti chiedi perché sia sparito l’incantesimo proprio ora?”
“Scusa, lupo, ma avrei altro a cui pensare. E le fate non rientrano in esso”
“Stammi a sentire, idiota…”
“La smetti di insultarmi?”
“Te lo meriti, e ora taci!”
“Ehi, non ringhiarmi contro!”
“E tu impara ad ascoltare e non solo a parlare!”
“Ok, spara”
“Ricordi cosa fanno le fate? Regali, nel nostro caso voleva avvicinarci perché era a conoscenza del legame…”
“Questo lo sappiamo…”
“Zitto! Usa il cervello, perché io non sono fatto per queste cose. Secondo te per quale assurdo motivo ora è svanito tutto?”
“Perché le faccio pena e si è arresa. Ha visto che non ho spera…”
“Ma allora sei deficiente?! Dieci minuti fa hai sentito il mio ultimo pensiero. Cosa ho pensato, genio? Prima che ti prendesse un attacco di logorrea sentimentale e delirante!”
“Ti sei solo fatto condizionare dalla situazione”
“Ti sbranerei, qui, con i miei denti! Cosa mi tocca fare… Quando entro in una fottuta stanza e ci sei tu, mi sento in pace con il mondo e il legame non c’entra nulla, succedeva anche prima. Tu guardi i miei occhi? Ma hai visto i tuoi? Sono enormi e a volte dorati e non nascondono nulla, sono trasparenti, meravigliosi. Racchiudono tante di quelle emozioni che mi destabilizzi, da sempre! Il mio sorriso? Non hai mai notato che quelle poche volte che sorrido sei tu la causa? Scott mi fa solo innervosire, Isaac mi fa tenerezza, Lydia mi fa pure un po’ paura ma tu! Dio tu mi rilassi, mi fai dimenticare la mia maschera e mi fai sorridere. E vorrei baciarti, non vorrei fare altro! E sei un idiota, perché hai così poca fiducia in te stesso che non ti sfiora nemmeno l’ida di poter essere ricambiato. Non riesci proprio a pensare che qualcuno possa amarti, eh? Sei una persona fantastica, ed è vero che a volte mi fai saltare i nervi, ma questo sei tu. E sei forte, non sei un semplice umano, te ne freghi altamente della tua umanità, la snobbi atteggiandoti a eroe. E lo sei, sei la forza di questo branco, la mia. E giuro, quanto è vero che sono un lupo, che non ti ripeterò queste cose nemmeno sotto tortura”
“No aspetta, il qualcuno che può amarmi sei tu, vero? Non vorrei avere fraintendimenti a riguardo, sai com’è…”
“Stiles, taci!”
“Avvera il mio sogno, fammi tacere tu, lupastro”
“Rimarrai sempre un idiota, vero?”
“Il tuo idiota personale!”
 
Poco lontano, nella stanza, c’era qualcuno che osservava la scena. Avrebbe davvero voluto intervenire, voleva far ammettere a quei due testoni che lei non si era sbagliata, che aveva pienamente ragione e che il suo dono li aveva aiutati. Stava proprio per uscire allo scoperto e lasciare il suo nascondiglio, dietro una botte di legno, che si fermò. Non poteva interrompere quel momento, le fate non interrompono mai i gesti d’amore puro. E quello lo era eccome. Quello più grosso, il lupo di cui non ricordava il nome, si era spinto così velocemente contro il più piccolo che gli aveva fatto battere la testa al muro. L’umano, aveva anche provato a lamentarsi per il dolore, ma se ne era dimenticato in un millesimo di secondo.

Ed eccolo lì, un vero primo bacio. Non ne vedeva uno da tanto, aveva lascito il castello poche volte. Era un’emozione unica. I due si baciavano lentamente, uno sfiorarsi di labbra, in netto contrasto con la foga con cui si erano abbracciati. Ciò che fece sciogliere il cuore della piccola principessa non fu però il bacio in sé, ma il fatto che i due continuavano a guardarsi teneramente negli occhi, come se non avessero il coraggio di chiuderli per paura che tutti svanisse all’improvviso.

 
“Se ti dico che ti amo, me lo ripeterai?”
“No”
“Ti odio!”
“Ma se hai appena ammesso il contr…”
“Zitto, non te lo dirò più”
“Ma mi ami lo stesso, ragazzino
“Dettagli, dettagli. E non montarti la testa”
“Certo che no, per quello ci sei già tu”.







Fiiiine! Finalmente la fata ha ottenuto ciò che voleva!

Mi mancherà tanto questa storia :(

Ovviamente approfitto dell'ultico capitolo per ringraziarvi di cuore. 
Grazie a te che hai letto in silenzio e in silenzio hai apprezzato.
Grazie a te che hai aggiunto la mia storia nelle preferite, è un onore per me.
Grazie a te che l'hai aggiunta tra le ricordate.
Grazie a te che l'hai aggiunta tra le seguite e lo hai fatto dall'inizio alla fine. Mi ha fatto piacere tenerti compagnia ogni tanto.
Grazie, infine, a te che hai recensito. Con le tue parole hai contribuito a riempirmi un pò il cuore di gioia; a rallegrarmi; a farmi accorgere dei miei errori e a capire se ci fosse qualcosa che non andava.

Grazie a tutti.

Alla prossima. Che sia un'altra storia (momento spam, ho un'altra long in corso), che sia in un altro fandom o magari ci incontreremo sotto un vostro scritto.


Blu.

 

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