Attrazione

di Lia483
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Captain Cold ***
Capitolo 2: *** 2. Revenge of the Rogues ***
Capitolo 3: *** 3. Rogue Time ***
Capitolo 4: *** 4. Rogue Air ***
Capitolo 5: *** 5. Diciamo addio al lato oscuro ***



Capitolo 1
*** 1. Captain Cold ***


Varie avvertenze per la lettura della storia: Questa storia è un'interpretazione di alcune puntate di The Flash in modo da mettere in luce la ship ColdFlash, Captain Cold x Flash. Se non vi piace, non vi consiglio la lettura perché non corrisponderà ai vostri gusti e alla vostra visione della storia del telefilm.
Seconda cosa, tutte le battute in corsivo che si incontrano nella lettura sono battute del telefilm, di solito prese dalle puntate in inglese.
Terzo punto, il nome di questo primo capitolo è il titolo della 1x04 in Italia.
Quarto punto, tutti i capitoli (a parte qualche rara eccezione) saranno dal punto di vista di Leonard, secondo me più completo per la descrizione delle scene. Ultimo punto, il rating della storia può essere soggetto a cambiamenti, perché non avendo ancora scritto l'ultimo capitolo, non ho ancora deciso se può restare arancione o diventare rossa.
Vi auguro una buona lettura <3

 



Captain Cold


C'era mancato tanto così dall'essere colpito alle spalle da quel poliziotto.
Doveva stare più attento. Era a questo che pensava Leonard Snart mentre attraversava i vagoni del treno sui cui era saltato, per sfuggire all'arresto.
Nella tasca del giaccone blu, portava un diamante grosso quanto il suo pugno, se non di più, una gemma quasi senza prezzo. Quasi, eh, perché il valore di quella gemma gli avrebbe fatto guadagnare una fortuna.
Ma non era il momento di pensare ai guadagni.
Non era salito su quel treno solo per fuggire. Aveva un piano da attuare.
Era ormai a metà del secondo vagone, quando qualcosa sfondò il vetro del treno, e Snart si ritrovò a fissare il velocista che tanto l'aveva intralciato in quei due giorni.
La prima cosa che notò, quando finalmente fu fermo e ben visibile, fu che era giovane. Non era facile capirlo, con il viso coperto per metà da una maschera, ma fu la prima impressione che ebbe di lui. Impressione ulteriormente confermata quando lo vide sorridere alla propria battuta.
"Non ti avevo visto, prima. Tua mamma lo sa che sei a spasso oltre l'ora della nanna?"
Aveva un sorriso dolce, innocente, che indicava la sua giovane età all'istante, a chi sapeva osservare. Era qualcosa che neanche la maschera poteva nascondere a Leonard Snart.
Comunque, non vedeva l'ora di togliergli il sorriso saputo dalla faccia e ne ebbe la soddisfazione un attimo dopo, mentre gli spiegava che non aveva mai tentato di fuggire in treno.
"Ho notato la tua debolezza, al furgone portavalori e poi al teatro. Vedi, mentre tu sarai occupato a salvare tutti, io salverò me stesso."
Non aveva quasi finito di parlare, quando puntò verso il pavimento del vagone la pistola congelante e colpì con forza fino a far ghiacciare anche le ruote e le rotaie su cui stavano passando. Si spostò subito, approfittando del fatto che Flash si fosse distratto nel proteggersi.
Gli fece come un cenno, mentre apriva la porta del vagone. "Buona fortuna."
Saltò, rotolando poi sullo sterrato di fianco alle rotaie, prima di rialzarsi agilmente e girare il viso verso il disastro. Il suo sguardo, però, non fu attratto dai vagoni che cadevano l'uno sull'altro, spettacolo noioso, ma dalla scia rossa che faceva avanti e indietro dal terreno ai vagoni impazziti. E ogni volta che toccava terra, compariva una persona, salvata da quello che doveva sicuramente essere il ragazzo più veloce del mondo.

Fu tutta questione di secondi la durata del disastro e del salvataggio di tutti i passeggeri. Si tenne a distanza di sicurezza, per non essere colpito da qualche pezzo vagante, finché non vide finalmente la scia rossa fermarsi e il velocista per terra che cercava di rialzarsi. Lo colpì alla schiena con il raggio congelante e l'altro urlò prima di stringere i denti e voltarsi, sconfitto.
"Sei piuttosto veloce, ragazzino. Ma non abbastanza" commentò, per dargli merito, mentre continuava ad osservarlo dietro i propri occhialini scuri. Era curioso di vedere il viso sotto la maschera, non gli capitava spesso di scontrarsi con qualcuno di cui non conosceva il viso, oltre che l'identità. Conosceva il nome di quasi tutti i poliziotti di Central City, di chi seguiva i suoi casi e di chi ci metteva troppo zelo nel cercare di prenderlo. Ma del ragazzino di fronte a lui non sapeva niente.
Di una cosa però doveva dargli giustizia.
"Grazie."
"Di cosa?"
rispose, perplesso e dolorante, il velocista.
Continuò a tenerlo sotto tiro con la pistola congelante, pronto a colpirlo ora che non era in grado di muoversi, per liberarsi del problema che rappresentava. "Mi hai costretto a migliorare la mia strategia, non solo con quest'arma, ma nel modo in cui penso alle rapine. E' stato istruttivo."
Vide il ragazzino chiudere un attimo gli occhi sotto la maschera e attese un istante di troppo a colpirlo, perché voleva il suo sguardo nel proprio quando l'avesse ucciso.
"Lascialo!"
Era arrivata la cavalleria in aiuto del velocista e aveva perso l'occasione.
Si voltò a guardare i tre che lo minacciavano con quello che a prima vista di certo non sembrava un'arma. Se mai, un'aspirapolvere molto luminoso. Ne memorizzò i visi, per la prossima volta, mentre parlavano. Perché sicuramente ci sarebbe stata una prossima volta.
"Hai vinto, ragazzino. Ci si vede." Ignorò bellamente i tre nerd dietro di sé, riportando lo sguardo sul velocista, che ricambiò l'occhiata con un certo astio. Poi si voltò, dando la schiena a tutti loro mentre si allontanava.
"Ehi, lascia il diamante."
Non sorrise, ma dentro di sé trovava molto divertente quella battuta. O Flash o il diamante, avrebbe voluto rispondere. Di certo, non avrebbe rinunciato ad entrambi e sembrava proprio che il velocista fosse più importante.
"Non forzare la fortuna."
Di tutte le cose che aveva detto il nerd con i capelli neri, gliene era rimasta in testa solo una. Un paio di parole per l'esattezza.
Captain Cold.
Era proprio il soprannome che aveva sempre cercato, soprattutto ora era il nome perfetto per il nuovo Leonard Snart.







Note dell'Autrice:
Buon pomeriggio, cari lettori e care lettrici <3
Questo è solo il primo capitolo di una fanfic su cui ho lavorato per un bel po' di tempo, dedicato alla mia ship preferita del telefilm The Flash. Trovo che sarebbero una coppia meravigliosa, ma sapendo, purtroppo, che non sarà mai canon (anche se non smetto di sperare xD), mi rifugio nelle mie fanfic <3
Spero davvero che vi sia piaciuta, al momento segue fedelmente la puntata, ma dalla prossima comincerà qualche piccolo dettaglio su cui si baserà la nostra coppia <3
Spero che mi lascerete un commento per farmi sapere cosa ne pensate, ne sarei davvero felice <3 <3

Al prossimo capitolo :3
Lia Allen <3

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Capitolo 2
*** 2. Revenge of the Rogues ***


Varie avvertenze per la lettura della storia: Questa storia è un'interpretazione di alcune puntate di The Flash in modo da mettere in luce la ship ColdFlash, Captain Cold x Flash. Se non vi piace, non vi consiglio la lettura perché non corrisponderà ai vostri gusti e alla vostra visione della storia del telefilm.
Seconda cosa, tutte le battute in corsivo che si incontrano nella lettura sono battute del telefilm, di solito prese dalle puntate in inglese.
Terzo punto, il nome di questo secondo capitolo è il titolo della 1x10 in America.


 

Revenge of the Rogues


Leonard Snart passeggiava tra i tanti magazzini che c'erano nei pressi di quello in cui lui e Mick si erano rifugiati. Aveva bisogno di stare da solo e di pensare. Ragionare. Capire.
Le parole di Mick continuavano a rimbalzargli nel cervello. Quell'accusa che fosse troppo ossessionato da Flash, il supereroe di Central City, così tanto che sembrava avesse una cotta per lui.
Scosse la testa, fermandosi davanti a dei portelloni spalancati e puntando la pistola congelante verso l'interno, prima di premere il grilletto. In un attimo ogni cosa fu ricoperta da uno strato di ghiaccio lucente e Snart entrò nel magazzino, trovando piacevole quella fresca stanza che si era creato.
C'era sempre un caldo soffocante in tutte le stanze in cui Mick Rory prendeva posto.
Non poteva negare di aver passato quei mesi a pensare e ripensare al modo migliore per attirare Flash in una trappola e in quei due giorni, ben due dei suoi tentativi erano falliti.
Il piano che aveva illustrato a Mick, che aveva descritto in modo tanto persuasivo da convincerlo a dare fuoco ad un quadro da milioni di dollari, era la sua ultima carta, ma era sicuro che avrebbe funzionato. Sciocco da parte degli amici del velocista mostrarsi a lui senza qualcosa che coprisse le loro identità. Era stato fin troppo facile trovare informazioni su di loro. La bionda abitava in un'altra città, quindi fuori portata, ma gli altri due erano scienziati degli Star Labs e non vedeva l'ora di farci due chiacchiere. Magari, se avesse avuto il tempo, si sarebbe fatto dire chi c'era sotto la maschera rossa, giusto per curiosità.
No, non era fissato. Voleva solo liberarsi di un nemico scomodo, che non gli avrebbe permesso di rendere Central City la sua casa e che l'avrebbe sempre intralciato, l'unico che poteva qualcosa contro la sua pistola congelante.
E non solo l'avrebbe ucciso, dimostrando che la sua non era affatto un'ossessione, ma voleva farlo davanti a tutta Central City, perché fosse di esempio.
Fece un vago sorriso, mentre si alzava per lasciare il suo fresco rifugio.
Gli era venuta un'interessante idea per il piano finale.



"Grazie per aver giocato, ragazzino."
Non riuscì a trattenere quel commento. In effetti, si stava divertendo in quel gioco e aveva notato che Flash, nonostante la velocità, si poteva spesso colpire o prendere di sorpresa.
Lo puntò con la pistola, imitato da Mick, e lo colpirono insieme. Al contrario di qualsiasi altro essere umano, il ragazzino rimase in piedi, gridando e continuando a camminare fino a passare tra di loro.
"Ma cosa...?"
Non si rese conto di niente finché entrambe le pistole non esplosero per l'incrocio tra i due flussi, facendoli volare lontano.
Si spostò per terra, nonostante il dolore della botta alla schiena che aveva preso, per raggiungere l'arma, ma vide un piede posarsi su di essa.
Alzò lo sguardo sul ragazzino, con un sorrisetto. La tuta si era quasi del tutto sciolta e congelata sulla sua pelle, non sarebbe stato divertente liberarsene quando fosse tornato a casa o dovunque avesse il suo covo segreto.
"Non me l'aspettavo" commentò, ridendo.
L'aveva sconfitto, dimostrandosi più intelligente, per questa volta.
"Mi sa che vinci tu, questa volta."
Osservò l'espressione seria dell'altro, che si capiva principalmente dallo sguardo serio e dal modo rigido con cui teneva la mascella, le uniche due parti del viso che si vedevano. "Non ci sarà una prossima volta."
Non gli rispose, ma fece solo un altro leggero sorriso. Certo che ci sarebbe stata una seconda volta, non erano mai riusciti a trattenerlo in prigione. Aveva sempre il suo perfetto piano di riserva, anche quando era convinto che le sue possibilità di vittoria fossero al 100%.
Era molto intontito dalla botta presa, ma non poté non notare che all'avvicinarsi del detective che l'aveva aiutato, il velocista avesse cambiato voce per ringraziarlo, come se non volesse farsi riconoscere. Un'altra informazione di cui tenere conto per la prossima volta.
Lui e Flash si sarebbero rivisti molto presto.







Note dell'Autrice:
Buon pomeriggio, cari lettori e care lettrici <3
Come promesso a chi ha recensito, ecco il secondo capitolo della mia fanfic <3
Con qualche piccolo dettaglio in più, anche se più breve come capitolo, spero vi sia piaciuta anche questa parte e che mi seguirete nella terza della prossima settimana **
Ringrazio chi ha recensito i capitoli precedenti, la mia cara reirahime alla quale è dedicata la fanfic, e ladyzaphira. Grazie mille per le vostre recensioni <3
Mi raccomando a chi legge, sarei davvero felice di leggere i vostri pareri in una recensione :3

Al prossimo capitolo!
Lia Allen <3

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Capitolo 3
*** 3. Rogue Time ***


Varie avvertenze per la lettura della storia: Questa storia è un'interpretazione di alcune puntate di The Flash in modo da mettere in luce la ship ColdFlash, Captain Cold x Flash. Se non vi piace, non vi consiglio la lettura perché non corrisponderà ai vostri gusti e alla vostra visione della storia del telefilm.
Seconda cosa, tutte le battute in corsivo che si incontrano nella lettura sono battute del telefilm, di solito prese dalle puntate in inglese.
Terzo punto, il nome di questo secondo capitolo è il titolo della 1x16 in America.
Buona lettura <3


 

Rogue Time
 


Per l'ennesima volta, Flash si era messo tra lui e uno dei suoi colpi meglio organizzati. E ciò non l'aveva messo di umore molto allegro, all'inizio, ma più pensava, più si era reso conto di aver ancora qualche asso nella manica contro il suo nemico.
Si fece ancora più serio, mentre guidava verso la loro nuova casa, la sorella seduta accanto e ancora imbronciata perché non l'aveva lasciata guidare.
"Quindi era quello Flash, la tua nuova cotta?"
"Sì, era Flash. Non concordo sulla seconda frase. Hai parlato un po' troppo con Mick recentemente?"
"Un po', sembra che gli piaccio. Ed entrambi siamo d'accordo che la tua ossessione per Flash sia dannosa."
L'uomo sorrise appena, solo con le labbra, scuotendo la testa. "No, non c'è niente di dannoso. Credo di aver appena trovato un'altra utilità del nostro amico Cisco, prima di lasciarlo andare." Lanciò un'occhiata alla sorella con la coda dell'occhio, per poi tornare alla strada. "Che mi dici della tua cotta, invece?"
Lisa sorrise, passandosi una mano sul collo, tra i capelli lunghi e castani. "Credo sia esagerato chiamarla cotta dato che ci conosciamo da un giorno solo, ma ho gradito molto il suo primo regalo." Le lunghe dita affusolate della donna seguirono la sagoma della pistola color oro che aveva assicurata alla vita.
Rimasero in silenzio. Nonostante il legame forte che li univa, c'erano argomenti off-limits anche tra di loro e questo era uno di quelli. Lisa non parlava mai di uomini o fidanzati con il fratello, sapendo quanto fosse geloso e protettivo nei suoi confronti, e se non avesse messo quel tono scherzoso nella risposta, probabilmente avrebbe fatto un discorsetto poco piacevole al ragazzo che avevano rapito.
Giunsero a casa pochi minuti dopo, giusto in tempo per fermare Mick dall'uccidere a suon di pugni i due fratelli, che avevano probabilmente cercato di liberarsi. Mossa poco saggia con Mick Rory nei paraggi.
Leonard notò l'occhiata preoccupata di Lisa a Cisco, che aveva ricevuto un forte colpo alla faccia, ma decise di non pensarci mentre la guardava distrattamente uscire con Mick dalla stanza, per farlo calmare. Aveva altri pensieri ed era ora che la situazione tra lui e Flash si riequilibrasse, o che possibilmente ritornasse a pendere solo a suo favore.
"Sembra che tu sia un ottimo fratello" commentò alla fine, rivolgendosi a Cisco e osservandolo con i suoi occhi impassibili e freddi.
"Pure tu."
"Discutibile."
Non era sempre stato un bravo fratello per Lisa, non come Cisco con Dante.
"Se rispondi ad una domanda, lascerò andare te e tuo fratello" continuò, cambiando discorso e continuando a tenere lo sguardo puntato in quello scuro dell'altro.
"Qual è la domanda?" Cisco sembrò rassegnato, nel chiedere cosa volesse Snart.
"Flash... Chi è realmente?"
Capì subito, dalla sua espressione, che Cisco non avrebbe detto assolutamente niente. Probabilmente erano amici e gli amici non si tradivano l'un l'altro, a meno che la famiglia non fosse in pericolo, ovviamente...
"Non lo so, lui.. indossa sempre la maschera."
Girando la pistola, senza nemmeno guardare, congelò le dita di Dante, uccidendo in un secondo la possibilità che continuasse la sua strada come pianista.
Ma non per sempre, come si premurò di far notare allo sconvolto Cisco, accucciandosi accanto ai due e guardando il ragazzo negli occhi.
"Chi è realmente Flash?"



Leonard Snart fermò la moto non molto distante dalla stazione di polizia, che conosceva ormai piuttosto bene. Rimase ad osservare, in attesa, seguendo con gli occhi grigio-verde tutte le persone che entravano o uscivano, aspettandone una in particolare. Non aveva fretta, il fratello di Cisco era già stato portato in ospedale, mentre Cisco era ancora trattenuto da Lisa e Mick, finché non avesse confermato di persona la sua confessione. In caso contrario, l'ospedale non avrebbe salvato Dante Ramon.
Finalmente, si presentò al suo sguardo il vero volto di Flash.
Barry Allen era un ragazzino, proprio come aveva pensato al loro primo incontro ravvicinato. Doveva essere il più giovane di tutto il corpo di polizia di Central City.
Aveva i capelli castani, leggermente scompigliati sulla testa, forse perché era spuntato dal nulla di fronte all'edificio, arrivando troppo velocemente per l'occhio umano, e un viso pulito e dolce, sembrava emanare ingenuità da ogni poro, il contrario di quello che ci si aspetterebbe da un eroe mascherato.
Quindi Cisco aveva deciso di non rischiare la vita di suo fratello, dicendogli un nome sbagliato.
Rimase ancora ad osservarlo, rendendosi conto di averlo già visto. Il giorno dell'arresto dopo lo scontro con Flash, mesi prima. Era di fianco al detective West, in silenzio e tranquillo. Gli venne da ridere, ma si trattenne. Aveva fatto tutto il ragazzino, ma aveva lasciato che i meriti fossero di agenti di polizia qualsiasi.
Ecco spiegato il motivo per cui aveva contraffatto la voce parlando con quel detective.
Lo vide tirare fuori il cellulare e parlare con qualcuno. In un attimo, sparì nuovamente, in una scia di vento, forse tornava ai laboratori Star, che ora sapeva che erano la sua base operativa.
Sorrise e prese il proprio telefono, chiamando Lisa. "Lasciatelo andare, sorellina. Sembra che il nome sia giusto. Ora andiamo ad occuparci dei soldi dei Santini."
Mise in moto, allontanandosi e ripensando al suo nemico, che ora aveva un volto.



E così, era giunto finalmente il momento di parlarsi faccia a faccia, senza armi e maschere a nascondere l'uno o l'altro.
Nonostante lo spostamento troppo veloce e improvviso dalla propria moto a quel posto sperduto tra gli alberi, Snart si rimise dritto, lanciando di lato il casco e portando poi lo sguardo sul velocista a pochi passi da lui.
Fece un sorriso, piegando la testa di lato. "Felice di vederti, Barry.."
Con un movimento che non lo sorprese poi più di tanto, il ragazzo si tolse la maschera e lo guardò serio in viso. "Dobbiamo parlare."
Si prese tutto il tempo per osservarlo, mentre parlavano, descrivendo i possibili scenari che sarebbero avvenuti alla mossa di uno o dell'altro. L'asso nella manica dell'upload con il suo nome dentro era stato utile. Lo vide stringere i denti, probabilmente frustrato dal fatto che non potevano risolvere la faccenda in breve tempo.
Snart voleva proteggere i propri interessi più di qualsiasi altra cosa, ossessione per Flash o meno. E non si sarebbe fatto rinchiundere in una prigione segreta tanto facilmente.
"Per cui, ecco la domanda da un milione di dollari. Che ne sarà di me, ora, Barry Allen?" chiese, sinceramente interessato, anche se non lo fece notare troppo, con la voce grondante di menefreghismo.
"Non permetterò che continui a rubare tutto ciò che vuoi quando più ti va a genio. Deve finire."
Snart lo osservò curioso e rilassato, come se stessero parlando del tempo. "Non posso. E' il mio lavoro."
"E allora trovatene un altro!"
"Non voglio"
rispose, alzando le spalle. Si chiese se il modo ingenuo che il ragazzino stava usando con lui fosse usato di proposito o se fosse così anche normalmente. Che credesse che ogni cosa si potesse cambiare semplicemente chiedendo. Di certo, Leonard non avrebbe smesso di essere un criminale perché glielo chiedeva un ragazzino con due occhioni innocenti.
"Perché mai?"
"Per lo stesso motivo per cui tu continui ad inseguire quelli come me. Per l'adrenalina, per il gusto dell'inseguimento..."
Lo vide sorridere, come se lo trovasse divertente. O forse rideva per non cominciare a inveirgli contro. "Amo quello che faccio.. e sono davvero bravo in quello che faccio." Come diceva sempre sua sorella, modestia era il suo secondo nome. Ma aveva semplicemente detto la verità. Bastava chiedere alla polizia per averne una prova. Era considerato un criminale di prima classe.
"E allora continua a farlo da qualche altra parte. Lascia Central City."
"Non posso fare neanche questo. Amo questo posto. Questa città è casa mia."

Di nuovo Barry sorrise divertito e lievemente esasperato e Leonard si sentì più confuso di prima. O il ragazzino non lo prendeva sul serio oppure c'era qualcosa di lui che continuava a sfuggirgli. Gli era sempre stato facile capire le altre persone. Faceva parte del suo lavoro, sapere come fossero gli altri, coglierne punti di forza e debolezze per poi usarli a proprio vantaggio. Come aveva fatto con Barry e con Cisco. Eppure, sentiva di aver appena grattato la superficie con quel ragazzino.
Barry cominciò ad avvicinarsi, a passi lenti, mentre rispondeva. "Hai visto di cosa sono capace. Sai che posso fermarti. Se vuoi continuare a tentare la fortuna, fa pure. Ma d'ora in poi, non dovrà più morire nessuno. Se sei bravo come dici, non dovrai uccidere nessuno per ottenere ciò che vuoi."
"E' vero"
ammise, piegando la testa, senza mai lasciare il suo sguardo. Sentiva quasi una sfida implicita in quelle parole. Non aveva mai avuto bisogno di uccidere. Quando succedeva, era sempre una necessità. Ma a prescindere, nessun morto aveva mai disturbato il suo sonno.
"E se tu o un altro membro della tua.. Galleria di Nemici osa avvicinarsi di nuovo alla mia famiglia o ai miei amici, non mi importerà a chi rivelerai la mia identità. Ti sbatterò dentro."
Captain Cold era sicuro che il ragazzino se la sarebbe presa se gli avesse detto che lo trovava tenero nel suo tentativo di minacciarlo. Non riusciva a prenderlo sul serio, pur capendo che quella minaccia era reale perché Flash avrebbe potuto portarlo in prigione in quel momento e lui non avrebbe potuto impedirlo. Semplicemente, più lo guardava, più pensava che Barry dovesse lavorare un po' di più su quel faccino da bravo ragazzo e sulle minacce.
"Immagino che il tuo segreto sia al sicuro, Flash. Per ora."
Ma Barry non doveva per forza saperlo. Fece finta di cedere, facendosi molto più serio nell'aggiungere quel "per ora". E non c'era bisogno di dire che il suo sguardo minaccioso era notevolmente migliore di quello del velocista.
Lo osservò rimettersi la maschera, notando che ricambiava le occhiate, forse aspettandosi un brutto tiro mentre era distratto, ma non era nel suo stile.
Si guardò poi intorno, prima di commentare, ironicamente. "Oh, immagino che non ti vada di darmi un passaggio per tornare in città, vero?"
Il sorriso che gli rivolse Barry fu completamente diverso dai precedenti che gli aveva visto fare. Fu un sorriso semplice, quasi birichino, come se gli piacesse l'idea di fargli quello stupido scherzo, come un bimbo dispettoso. E poi corse via, lasciandolo ovviamente lì in mezzo al nulla.
Avrebbe sicuramente aggiunto quello scherzo alla lunga lista di rivincite che si doveva prendere su Flash, pensò mentre incominciava ad incamminarsi verso la città con un buon passo. Un giorno, gli avrebbe sicuramente presentato il conto.







Note dell'Autrice:
Ciao a tutti, soprattutto un ciaone a quelli che sono arrivati fin qui nella lettura :D
Ecco il terzo capitolo della fanfic, dove avete potuto notare ho aggiunto un paio di scene assenti nel telefilm, ma che a mio parere ci stavano molto bene e si incastravano nella puntata :3
Spero davvero che vi sia piaciuto e che mi lascerete una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuta e tutto quello che vi pare xD <3
Ringrazio
reirahime e ladyzaphira per le vostre recensioni al secondo capitolo, grazie grazie <3

Al prossimo capitolo!
Baciiiii
Lia Allen <3

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Capitolo 4
*** 4. Rogue Air ***


Varie avvertenze per la lettura della storia: Questa storia è un'interpretazione di alcune puntate di The Flash in modo da mettere in luce la ship ColdFlash, Captain Cold x Flash. Se non vi piace, non vi consiglio la lettura perché non corrisponderà ai vostri gusti e alla vostra visione della storia del telefilm.
Seconda cosa, tutte le battute in corsivo che si incontrano nella lettura sono battute del telefilm, di solito prese dalle puntate in inglese.
Terzo punto, il nome di questo secondo capitolo è il titolo della 1x22 in America.
Buona lettura <3




 
Rogue Air

Era nel suo solito bar a prendere il suo drink preferito, ben ghiacciato, quando sentì il familiare rumore di un velocista a caso.
Era da un bel po' che non si vedevano di persona, quindi si voltò con un sorriso ironico, a guardare Barry Allen, vestito con un maglioncino nero sopra quella che probabilmente era una maglietta girocollo bianca, sotto pantaloni scuri e stretti.
"Guarda un po', è arrivato il velocista scarlatto."
Erano soli nel locale, a parte la barista che si era allontanata, quindi poteva parlarne tranquillamente.
"Dobbiamo parlare."
Continuò a sorridere, mentre gli veniva portato il drink e ne cominciava a bere un sorso. "E' la seconda volta che cominci un discorso con me con queste parole. Sono più che sicuro di non aver fatto niente stavolta."
Barry rimase serio, non sembrava che avesse molta voglia di sorridere quel giorno e Leonard non poteva negare che un po' gli mancassero quei sorrisi. Erano i più puri che avesse mai visto, portavano un raggio di sole nella vita buia di chiunque, compresa la sua.
"No, è un'altra faccenda..." Il ragazzo si avvicinò al bancone, sedendosi su uno degli sgabelli, accanto a lui.
Continuò a bere il proprio drink, senza distogliere lo sguardo dal ragazzino, cogliendone l'agitazione e quello che sembrava sicuramente stress. Chissà chi poteva averlo reso così serio e nervoso.
Cercò di metterlo a suo agio, non sapeva nemmeno lui perché sentisse di volerlo fare. "Vuoi qualcosa, della birra? Del cibo? Le uova sottaceto qui sono fantastiche."
"No, sto bene così"
rispose Barry, educatamente, facendolo sorridere appena mentre si sedeva sul tavolo da biliardo, osservandolo avvicinarsi e posare la giacca su di esso. Si torturava le mani, altro segno del nervosismo che provava, e ormai Leonard si sentiva sempre più curioso.
"Devi aiutarmi con un problema."
Giocherellò con una delle palle sul tavolo, non svelando troppo la propria sete di sapere su tutta la faccenda. "Devi essere piuttosto disperato per venirmi a chiedere aiuto. Ma sono curioso... Cosa ti serve?"
"Devo portare qualcuno fuori città"
cominciò, appoggiandosi al tavolo con entrambe le mani chiuse a pugno.
"Quante persone?" continuò a chiedere, visto che il ragazzino sembrava avaro di dettagli.
"Cinque. Cinque persone molto... Cattive e molto arrabbiate. Con dei poteri."
"Dei poteri, eh?"
Fece un sorrisetto ironico solo con le labbra. "Quindi io che dovrei fare, congelare il problema? Proteggerti nel caso qualcosa andasse storto?"
Il cenno di assenso, anche se un po' titubante, di Barry gli fece venire voglia di alzare gli occhi al cielo e prenderlo per le spalle per scrollarlo. Al suo posto, non avrebbe mai rivelato certe cose ad un nemico e comunque, nemmeno si sarebbe ritrovato in una situazione che non poteva controllare.
Si alzò, girandosi meglio verso di lui. "Prima regola negli affari: innanzitutto proteggi te stesso." Scosse la testa, trovandolo più sciocco del solito. "Non dovrei insegnartele io certe cose." Fece il giro del tavolo, superandolo, mentre tornava all'argomento principale del discorso. "Non ti aiuterò a portare i tuoi nemici fuori dalla città."
Barry non lo sapeva, ma Leonard stava spudoratamente giocando con lui, sfruttando la stessa ingenuità che l'aveva portato a chiedere il suo aiuto.
Si fermò di colpo al sentirsi afferrare per il braccio e abbassò lo sguardo, con espressione seria, sulla mano del ragazzino che lo teneva per la giacca. Era il primo vero contatto tra loro e sentì una lieve scintilla, mentre continuava a tenere lo sguardo sulla sua mano.
"Ehi, non sono solo i miei nemici, sono anche i tuoi."
Rialzò gli occhi, serio. Barry non l'aveva ancora mollato. "Ne dubito."
Il ragazzo gli lasciò andare il braccio, con un sospiro, prima di continuare. "Distruggeranno Cental City."
"Non è un problema mio."
"Hai detto che ami vivere qui, che è casa tua."
"Infatti è così"
rispose, ma era sinceramente stupito che Barry si ricordasse ciò che si erano detti settimane prima. Metteva benzina sul fuoco di un'idea altamente stupida e controproducente per entrambi.
"Beh, indovina un po'? Con queste persone a piede libero, non ci sarà più alcuna città da amare. Non potrai più derubare nessuno, se saranno tutti morti."
Quello che stava per fare era una pazzia, alla fine dava ragione a Lisa e Mick. Forse la sua era davvero un'ossessione. Un'ossessione che ogni giorno si faceva più forte e che lo rese piuttosto audace in quel momento.
"Questo è un argomento convincente..." commentò, dirigendosi al bancone e prendendo una penna dalla tasca interna della giacca che indossava. Prese un tovagliolo di carta da sotto un bicchiere e ci scrisse qualcosa. "Ma se ti aiuterò, voglio qualcosa in cambio."
"Tipo cosa?"
chiese il ragazzo, con un tono rassegnato. Non si aspettava di certo il tipo di richiesta di Leonard, ma aveva di sicuro messo in conto di dover fare qualcosa per lui.
"Questo." Spostò il tovagliolo con la richiesta verso di lui.
Leonard rimase ad osservarlo, chiedendosi quanto quell'offerta l'avrebbe sconvolto.
Inizialmente, il ragazzo sembrò sorridere, forse pensava fosse uno scherzo. Di cattivo gusto tra l'altro, ma quando alzò gli occhi, vide la serietà in quelli di Leonard e spalancò la bocca, prima di balbettare qualcosa. Si schiarì la voce per parlare in modo normale e comprensibile.
"No. E'... è impossibile. Non posso farlo."
Nascondendo la delusione, rimase serio e impassibile. "Allora, non posso aiutarti."
"Deve esserci..."
esclamò Barry, prima di rendersi conto del volume della propria voce e abbassarla, riprendendo a parlare. "Snart, deve esserci qualcosa che desideri che posso darti."
"Intendi oltre a quello che ti ho chiesto che mi sembra anche la richiesta più facile da esaudire?" Leonard appoggiò le mani sul tavolo, intrecciando le dita e osservandole, facendo finta di ragionare. "Fammici pensare su."
Gli lanciò un ultimo sguardo, con un mezzo sorriso sulle labbra al vedere ancora un po' di shock sul viso di Barry, poi si allontanò dalla parte opposta del locale, lasciandolo lì da solo.



Doveva proprio dire che per essere un laboratorio all'avanguardia aveva un allarme addirittura inesistente. Ovvio che il suo vecchio amico che aveva rubato la pistola congelante avesse avuto vita facile ad entrare e uscire con la roba.
Scosse la testa, chiedendosi se i tre ragazzi che lavoravano lì e che pensavano di poter salvare Central City, credessero che tutto ciò fosse un gioco.
La Flashcaverna lui l'avrebbe chiusa decisamente meglio, soprattutto agli estranei.
Capì, entrando nella stanza principale che aveva trovato seguendo le voci, di essere l'argomento di conversazione del momento ed ebbe modo di sentire proprio il discorso accorato di Barry, che stava spiegando quanto Leonard Snart fosse l'unica possibilità che avevano per salvare i metà-umani.
"Allora, fortunatamente per voi, ho trovato qualcosa che potete farmi avere" disse, entrando e scatenando il movimento di tutti i presenti.
"Salve, detective. E' un piacere rivederla. Caitlin, Cisco."
Salutò educatamente, prima di rivolgersi all'unica persona che gli poteva interessare in quella stanza e che era sempre stranamente seria, oltre al fatto che evitava il contatto visivo con lui se non per pochi secondi alla volta.
"Ho pensato alla tua proposta. Se vuoi il mio aiuto, ecco cosa voglio io."
Quando descrisse tutto quello che voleva, il detective disse subito che non l'avrebbero fatto, ma Leonard non aveva mai smesso di guardare Barry, che resse il suo sguardo molto a lungo stavolta. Aveva spudoratamente richiesto qualcosa di completamente illegale, qualcosa che di certo Flash non avrebbe mai fatto, che facesse cambiare idea al ragazzino. Magari avrebbe rivalutato l'offerta precedente, era sempre disponibile a dare una seconda occasione di scelta.
"Lo farò io. Se è l'unico modo, allora va bene."
Non era l'unico modo, ma proprio Barry non ne voleva sentir parlare della prima offerta. Leonard aveva superato ampiamente la delusione e ora trovava questo rifiuto divertente. Era proprio curioso di vedere per quanto Barry avrebbe continuato così.
Se fossero stati da soli, come al bar, gli avrebbe chiesto se l'idea di baciarlo gli facesse proprio così schifo, ma purtroppo c'era compagnia e una compagnia pure fastidiosa, dato che il richiamo all'ordine del detective fece allontanare Barry, non prima però che si fossero scambiati un cenno. Si sarebbero sicuramente visti più tardi e Leonard Snart non vedeva l'ora.
Quando si incrociarono nuovamente, in una zona in periferia per la quale si erano accordati, Barry posò di fronte a lui diverse scatole, elencando i diversi posti da cui provenivano tutte quelle prove ed elencando i vari database da cui aveva cancellato qualsiasi traccia della fedina penale di Leonard Snart.
"Bene" rispose, mentre lui e Barry si scambiavano uno sguardo, ma prima di poter continuare, un raggio dorato passò di fronte a loro, ricoprendo le scatole delle prove e interrompendoli.
Lisa Snart uscì con passo elegante, enfatizzato dai tacchi, da un magazzino, affiancandoli. "Ho sentito che lavoreremo tutti insieme" commentò con tono entusiasta, facendo sorridere il fratello.
"Esatto, sorellina" le rispose, prima di guardare Barry, che indossava la maschera in presenza di Lisa, ma del quale riusciva ancora a leggere le espressioni. "Colleghi."
E il tono con cui disse quella semplice parolina faceva quasi pensare che avesse detto davvero tutt'altro. Con quel tono, avrebbe potuto dire "amanti" e la parola non sarebbe suonata meno sconcia.
Leonard era sicuro che Barry fosse arrossito sotto la maschera e non bastava quell'espressione imbronciata per nascondere il tutto.



Leonard era certo di non essere l'unico a trovare davvero sbagliata la presenza di Flash tra lui e Lisa, invece che tra i suoi amici, di fronte a loro.
Probabilmente, però, era anche l'unico a trovarlo anche dannatamente giusto. Sotto sotto, poteva quasi far finta che Barry fosse dalla parte dei cattivi, invece che da quella dei buoni. Ma non troppo. Una cosa che l'aveva sempre attirato di lui e che aveva capito solo recentemente era anche la sua bontà totale. Probabile che, dopo il favore che gli aveva fatto, avrebbe avuto i sensi di colpa per settimane per essersi liberato di qualsiasi prova su Leonard Snart.
Riportò lo sguardo sul detective West, con un sorrisetto ironico e tranquillo. "Non faccia quella faccia, detective. Sono un uomo di parola."
Non avrebbe mai detto ad altri l'identità di Barry. Era una cosa tutta sua e di cui avrebbe voluto approfittarsi da solo, non in compagnia di altri.
Alzò le spalle, annoiato, alla minaccia di West di buttare sull'aereo anche lui, poi fortunatamente quell'assurda conversazione si concluse.
Mentre West si allontanava al telefono e Cisco, Caitlin e Lisa restavano nel laboratorio, seguì Barry fuori nel corridoio e il ragazzo si voltò verso di lui esasperato, solo quando furono un po' più lontani da orecchie indiscrete, ma mantenendo comunque un tono di voce basso.
"Cosa vuoi ancora, Snart?"
"La mia offerta al bar è ancora aperta, Barry. Magari potresti usarla per far togliere alcuni dei motivi per ucciderti dalla mia lista."
Vide Flash irrigidirsi e stringere le labbra in una linea sottile. "No, Snart. La mia risposta è sempre la stessa."
Scosse la testa, divertito. "L'idea di baciarmi ti fa così tanto schifo da farti preferire le cose illegali? Piuttosto hai cancellato la mia esistenza a qualsiasi forza governativa. Non ti piaccio proprio."
Il ragazzino incrociò le braccia al petto, con il viso appena girato verso il basso, come imbarazzato, giusto per non incrociare il suo sguardo. "Non devo spiegare le mie ragioni a te e comunque, mi fa davvero schifo l'idea di baciarti."
Leonard sospirò come esasperato, piegando la testa di lato. "Questo tuo negare l'attazione che c'è tra di noi è davvero seccante, Barry."
"Non sono attratto da te" rispose subito l'altro, anche se un po' troppo in fretta, come per paura che tale idea si facesse strada nel suo cervello. "Sei solo tu a pensarci."
"I supereroi non dicono le bugie, Barry Allen" fu la pronta replica di Captain Cold.
I loro sguardi si incrociarono e rimasero a lungo legati, o almeno così parve a loro, finché Lisa Snart non uscì dal laboratorio per raggiungere il fratello.
Barry ne approfittò per allontanarsi e Leonard lo seguì con lo sguardo, pensieroso.
"Lenny, fai sul serio? Li aiutiamo?"
Portò lo sguardo sulla sorella e scrollò le spalle. "Ho appena dato a Flash l'ultima possibilità che il mio sia davvero un aiuto e non un sabotaggio, ma ha rifiutato."
Cominciarono a incamminarsi insieme verso l'uscita.
"Non capirò mai questa tua attrazione fatale verso il velocista in tutina attillata. Non pensavo fossi per quel tipo di avventure."
"Non so di cosa tu stia parlando, sorellina" rispose Leonard con un sorriso misterioso dipinto in viso.



Lo spostamento e il trasporto dei prigionieri fino a quell'aeroporto abbandonato andarono come previsto e Leonard posteggiò la moto, mettendola sul cavalletto e appendendo il casco al manubrio.
Raggiunse gli altri, affiancandoli e osservando il cielo, dietro gli occhialini protettivi che teneva quasi sempre addosso, soprattutto quando non sapeva quando sarebbe giunto il momento di usare la pistola congelante.
"I tuoi amici dell'ARGUS non sono molto puntuali" commentò, giusto per fare due chiacchiere. "Forse è per questo che non sono mai riusciti a prendermi."
Barry sorrise, sotto la maschera, lanciandogli un'occhiata, che Leonard ricambiò anche se l'altro non poteva saperlo. Però era contento di avergli strappato un sorriso, tutta quella serietà in lui gli sembrava inusuale.
Scosse la testa, tra sé e sé, rendendosi conto di pensare al ragazzino come se lo conoscesse da una vita, ma dato che capiva bene le persone, non aveva mai avuto problemi a comprendere Barry, che era come un libro aperto.
Certo, rimanevano sempre quei buchi che sarebbe riuscito a riempire solo passando del tempo con lui, ma tutto il resto era fin troppo facile da comprendere.
"Eccoli, arrivano" disse Caitlin, attirando la loro attenzione verso il cielo e il grosso aereo in arrivo.
Fu in quel momento che la situazione precipitò e Leonard vide Cisco arrivare di corsa, dicendo qualcosa sul fatto che il camion stesse perdendo potenza. Fece un lieve sorriso alla sorella, appoggiata alla portiera del camion, in attesa, quando il cielo si fece scuro e alcuni fulmini cominciarono a illuminarlo con forti tuoni.
"E' Mardon" precisò West, tirando fuori la pistola, mentre un fulmine faceva precipitare l'aereo dell'ARGUS.
Il portellone del camion si aprì, mostrando i metà-umani in tutta la loro rabbia per quei mesi di prigionia. I loro sguardi si posarono quasi all'istante su Flash, la cui maschera era come un faro.
Leonard si spostò, evitando proiettili e colpi vari di quegli strani poteri, lo sguardo che, non appena fu al riparo, si posò su Barry, seguendone i velocissimi spostamenti per evitare un nuvolone di gas verde che un attimo prima era stato un uomo. Lo vide roteare le braccia tanto in fretta da provocare un vortice che risucchiò l'uomo, riducendolo di nuovo al suo stato originario. Nonostante avesse promesso di proteggerlo in caso di pericolo -e dopo aver manomesso il generatore del camion, non era sicuro che valesse più di tanto la sua parola-, attese ad intervenire finché un fulmine non colpì Barry dal cielo, buttandolo a terra. Si mostrò, dirigendosi verso i metaumani e uccidendo quello che lanciava raggi laser con lo sguardo, rispedendoli indietro con la pistola congelante. Un conto era che Flash si facesse un po' male, un altro era che qualcuno che non fosse lui stesso lo uccidesse.
"Che ne dite se per stasera la finissimo qui?"
Ci mise giusto un paio di minuti ad accordarsi con i due meta-umani rimasti, notevolmente aiutato dalla minaccia di una pistola congelante e di una che ricopriva d'oro qualunque cosa colpisse.
Poi si allontanò, dirigendosi al ragazzino ancora a terra, dolorante.
"Hai sabotato il camion, vero? Perché li hai lasciati scappare?" chiese in un mormorio il velocista.
Si tolse gli occhialini, lasciandoli intorno al collo, e sorrise. "Perché ora sono tutti in debito con me. E qualcosa mi dice che saranno molto più utili a me come membri del mio gruppo di Nemici che a marcire nel Mar Cinese settentrionale." Si chiese se Barry avesse notato che aveva usato le sue stesse parole della loro prima chiacchierata faccia a faccia e anche che avesse scoperto dove avevano intenzione di mandare i meta-umani.
"Mi avevi dato la tua parola."
Rise di gusto, per qualche secondo, prima di tornare a guardarlo. "E' vero, l'ho fatto. Ma ecco come stanno le cose... Sono un criminale, e un bugiardo. E faccio del male alle persone, e le derubo. Cosa ti aspettavi? Che rinnegassi ciò che sono? Ho visto l'opportunità di girare le cose a mio favore e l'ho fatto. In realtà, sei solo incazzato con te stesso. E' tutta colpa tua, Barry."
"E allora perché non mi uccidi e basta?"
chiese il velocista, le braccia a circondargli il corpo, dove gli faceva male.
"Beh, immagino che ora anche tu sia in debito con me."
Stava per alzarsi in piedi, quando Barry fece un'osservazione che non si aspettava affatto, ma che lo fece ritornare accucciato di fianco a lui. "Quindi, se sei un bugiardo, ogni cosa che mi hai detto finora è una bugia, soprattutto quella dell'attrazione fatale che c'è tra di noi..." Il ragazzino scosse la testa, arrabbiato più con sé stesso che con l'altro.
Leonard avrebbe tanto voluto parlarne più a lungo, ma fece solo un mezzo sorriso. "No, penso che quella sia stata una delle poche cose sincere che ti ho detto. Ed è anche vero il fatto che tu sia stato così cieco da non aver ancora notato quanto siamo attratti l'uno dall'altro, ma credo che... tu abbia solo bisogno di un aiutino."
Appoggiando un ginocchio sull'asfalto, si piegò in avanti, cogliendo l'altro di sorpresa in un momento in cui non avrebbe potuto allontanarsi in tempo, e posò le labbra su quelle piene del velocista. Barry spalancò gli occhi, scioccato, ma non si ritrasse, non sapeva nessuno dei due se fu più per il fatto che era troppo dolorante o più per il fatto che non aveva alcuna intenzione di allontanarsi da quel bacio.
I passi di corsa di qualcuno che si avvicinava fecero staccare Leonard, che si alzò in piedi, con un lieve sorriso. "Ne parleremo un'altra volta." Si allontanò per salire sulla moto, rimettendosi gli occhialini neri. "Buona fortuna per.. tutto il resto. Sono davvero ansioso di sapere come andrà a finire."
Attese che la sorella salisse sulla moto e che Cisco li raggiungesse per prendersi cura di Barry, poi mise in moto, facendo un ultimo sorriso al velocista, ancora sconvolto per quel bacetto innocente, di un tipo che Leonard non aveva mai dato a nessuno prima di Barry.
E se ne andò, lasciandoli ai loro problemi, sicuro che tra una faccenda e l'altra, Barry avrebbe ripensato spesso al loro primo bacio.
E Leonard sperava non ultimo.







Note dell'Autrice:
Buonasera, miei cari lettori <3
Vi chiedo scusa per questo imperdonabile ritardo, ma ieri mi sono mal organizzata con i tempi tra studio e altro e non sono riuscita ad aggiornare.
Spero però che questo capitolo mi abbia comunque fatta perdonare, perché ci ho messo tutto il mio cuoricino.
E da questo ultimo capitolo, si passa alla piccola parte tutta inventata da me, non più ispirata al telefilm :3 Se avete letto qualche news della prossima stagione, troverete qualche piccolo riferimento dal prossimo capitolo in poi, ma niente di che.
Comunque, tornando ad ora, finalmente c'è stato il loro primo bacio. Sì, un bacetto, ma sempre un bacio era <3 __ <3 Non siete emozionati quanto me??
Spero di sì **
Ringrazio le mie due dolcissime lettrici che hanno recensito lo scorso capitolo, e anche chi abbia solo letto e inserito la mia storia tra le preferite, le seguite o le ricordate ** Sappiate che una recensione per farmi sapere cosa ne pensate della storia è sempre gradita :)
Al prossimo capitolo, gioie **
Baciiiii
Lia Allen <3

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Capitolo 5
*** 5. Diciamo addio al lato oscuro ***


Avvertenze sulla fanfic: Questa storia è dedicata alla ship ColdFlash: Leonard Snart x Barry Allen. Se non ti piace, non ti consiglio di proseguire con la lettura.
Questo capitolo, al contrario dei precedenti, non segue nessuna puntata del telefilm e, nonostante il periodo in cui è ambientato, non ha riferimenti a quello che sarà il reale andamento della seconda stagione. E' una specie di What if, per intenderci.
Il nome di questo capitolo è una frase detta da Joe West nella 1x22.
Buona lettura <3





 

Diciamo addio al lato oscuro


C'era una frase che quel giorno continuava a saltare in testa a Barry Allen. Erano le parole del suo secondo papà, come gli piaceva chiamarlo recentemente, quelle che gli aveva detto il giorno in cui aveva chiesto aiuto a Leonard Snart ed egli l'aveva fregato alla grande, facendo scappare i metaumani che avevano cercato di portare in salvo e di rinchiudere nella prigione segreta di Oliver.
"Diciamo addio al lato oscuro, Barry. D'accordo?"
E Barry aveva annuito, promettendo di non cercare più nel lato oscuro l'aiuto e le risposte di cui aveva bisogno.
Eppure, l'appuntamento verso cui stava correndo aveva tutto di oscuro.
La chiamata che aveva ricevuto quel mattino l'aveva più che sconvolto. Erano stati mesi difficili, dopo la singolarità che aveva colpito Central City, aveva avuto tanto da fare, tanto di cui occuparsi, sia come Barry Allen che come Flash, ma c'erano sempre stati dei piccoli momenti in cui, quando era da solo, si era permesso di ripensare a quel piccolo bacio scambiato con Leonard Snart. Ce l'aveva messa tutta perché non succedesse, ma più cercava di non pensarci, più si ritrovava a fantasticarci sopra ad occhi aperti, come se quel bacio avesse toccato un lato di sé che non conosceva, ma che non voleva più tornare da dove era venuto.
Così, si era lasciato andare, aveva ragionato un po' su quanto accaduto, arrivando alla conclusione che sì, era un poco attratto da Captain Cold, ma che questo non poteva e non doveva andare oltre. Lui era un eroe, o così lo considerava Central City, e Cold era un antieroe, un criminale. Era tutto sbagliato.
La chiamata l'aveva quindi preso in un momento in cui si trovava in bilico tra l'attrazione che provava per Snart e le mille e uno motivazioni contrarie che aveva cercato.
Cold gli aveva chiesto di incontrarsi, senza fare promesse di cui Barry non si sarebbe fidato, ma solo di presentarsi in quel posto fuori città e abbastanza isolato, nel caso qualcuno li vedesse. Era un cantiere abbandonato, o comunque vuoto in quel momento, e si fermò al centro di esso, per cercare l'oggetto dei propri pensieri.
"Barry Allen" si sentì chiamare all'improvviso. "Sei in ritardo."
Voltandosi, vide Leonard Snart appoggiato contro un muro, il suo inseparabile giaccone blu addosso e la pistola assicurata alla vita, che si intravedeva dalla giacca aperta. Gli occhiali protettivi erano appesi al collo, comodamente.
Per la prima volta di fronte ad un nemico, Barry fece un passo indietro, sospettoso, ma allo stesso tempo guardandolo con un'attenzione che non gli aveva mai dedicato prima. "Non sei il primo che me lo dice."
"Come fai ad essere il ragazzo più veloce del mondo e arrivare in ritardo agli appuntamenti?" fu la retorica domanda di Snart, mentre faceva un passo avanti ogni volta che Barry ne faceva uno indietro.
Ovviamente il velocista non rispose, limitandosi a guardarlo e ad indietreggiare, finché non decise di farsi coraggio e si fermò di colpo, con decisione. "Perché hai voluto che ci incontrassimo, Snart?"
Il supercattivo scrollò le spalle, ricambiando lo sguardo di Barry con curiosità. "Tu perché sei venuto qui invece?"
"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda."
Lui fece un sorrisetto appena accennato. "Per parlare, visto che l'ultima volta non ne abbiamo avuto il tempo e poi tu hai avuto tante cose da fare, come ho potuto notare in questi mesi. Ora rispondi."
Barry sospirò, giocherellando con la maschera che finalmente abbassò, rivelando la sua espressione decisa ma allo stesso tempo imbarazzata e preoccupata. "Per capire... non so neanche io cosa... ma volevo vederti..." Rendendosi conto della propria frase, arrossì tutto e portò le mani avanti. "Cioé, dovevo vederti! Tu potevi mettere chiarezza nei miei pensieri."
"Felice di averti messo così in crisi, Barry..." commentò, ridendo, l'altro, trovandolo buffo nel suo modo di correggersi che invece sfornava ancora più dettagli. No, non era solo buffo, doveva ammetterlo, era adorabile.
Il ragazzino sbuffò sonoramente, mentre il suo sguardo restava fisso nel suo. "Lo immagino..."
Leonard decise di interromperlo con una domanda veloce, quasi a trabocchetto, per prendere il velocista in fallo. "Ti è piaciuto il bacio, Barry?"
"Sì" rispose l'altro, istintivamente, prima di rendersene conto e impappinarsi nuovamente nelle proprie frasi. "Volevo dire no! No, non mi è piaciuto!" Le risate di Leonard lo raggiunsero subito, facendolo zittire nel rendersi conto di aver peggiorato la propria situazione. Non poteva negare qualcosa che aveva già precedentemente affermato. E poi... non poteva neanche negare che fosse la verità...
"La prima risposta è quella che conta, Barry. Ora devi solo ammettere l'attrazione che c'è tra di noi."
"E quando l'avrò ammessa, cosa cambierà? Tutto questo è... maledettamente sbagliato, Snart. Ammetterlo non cambierà il fatto che io sono Flash e tu sei un supercriminale, uno dei miei più importanti Nemici."
Solo troppo tardi Barry si accorse che Leonard aveva fatto altri passi in avanti, bloccandolo con il corpo più massiccio contro un muro. Sapeva che avrebbe potuto fuggire in un attimo, il problema era che non voleva. Voleva capire cosa provava per Captain Cold. Non gli era mai successo prima di provare attrazione per una persona dello stesso sesso e ciò lo rendeva ancora più confuso e preoccupato, come se già non bastasse il fatto che fosse un Nemico di Flash e che l'avesse tradito dopo aver dato la sua parola.
"Pensi troppo, Barry."
"Con te devo farlo sempre. Non vorrei che finisse come qualche mese fa..."
"Pensi davvero che il mio piano sia di conquistare la tua fiducia attraverso questo metodo e poi pugnalarti nuovamente alle spalle? Non sei invincibile, Barry, farei molto prima a congelarti e poi ucciderti. Mi risparmierei un sacco di problemi."
Barry rimase appoggiato al muro con la schiena, lasciando le braccia morbide lungo il corpo, in modo da mantenersi ancora il più lontano possibile da Snart, con una mano alla parete sopra la spalla del velocista. "E allora perché questo?" Indicò loro due.
"Perché è mia abitudine prendermi tutto ciò che voglio e in questo momento, quello che voglio sei tu, Barry."
Se non l'avesse guardato in viso mentre lo diceva, Barry non ci avrebbe mai creduto. Lo fissò sconvolto e cercando di dare un senso a quella affermazione, prima di arrendersi. "Io... non so cosa dire."
"Ammetti di essere attratto da me quanto lo sono io da te?"
"Lo ammetto, ma... questo non cambia nulla... Noi non..."
L'uomo non lo lasciò finire, piegando il braccio per avvicinarsi al velocista e aderire con il proprio corpo al suo. Nello stesso tempo, andò a cercare le sue labbra con le proprie, forzandole con la lingua perché le aprisse. Le loro lingue si scontrarono subito e Barry era sicuro di non aver mai dato un bacio più eccitante di quello, che in pochi attimi gli tolse il fiato, tanto che quando si staccarono, minuti dopo, rimase con la testa contro il muro, boccheggiante. Ma ciò non durò a lungo.
Captain Cold gli passò le braccia intorno ai fianchi, tornando a baciarlo con ancora più passione mentre Barry si ritrovava a posargli le mani sul petto per tenersi in piedi e ricambiare quel nuovo bacio che gli portava via l'ossigeno e anche una bella fetta di quoziente intellettivo data la propria incapacità di fare pensieri coerenti mentre le fredde labbra dell'altro tenevano catturate le sue.
No, davvero sensazioni più forti di quelle non ne aveva mai provate prima...
Tornò con i piedi per terra solo quando i tocchi di Snart si fecero più audaci, sfiorandogli con le mani la curva del sedere. Arrossì e si tirò indietro, allontanandolo.
"No, Snart..."
"Penso che, dopo quanto accaduto, tu possa chiamarmi per nome, Barry..."
La voce lievemente roca dell'altro gli provocò un brivido lungo la schiena, ma Barry annuì, prima di continuare:"...Leonard..." Era maledettamente intimo chiamarlo per nome, ma dato che Leonard non si era mai fatto quel problema nel chiamarlo Barry, decise di fare lo stesso, continuando a parlare. "Penso che non dovremmo andare oltre questo bacio..."
L'uomo rimase impassibile, incrociando le braccia. "Quando ho detto che ti voglio, Barry, spero avessi capito che intendevo fisicamente. Ti voglio, anche adesso."
Il ragazzino trattenne il fiato, ma cercò di non farlo notare. "Io... non avevo ben capito, in effetti, ma non sarebbe cambiata la mia risposta. Io non sono tipo da... incontri occasionali..."
Leonard alzò un sopracciglio, fissandolo. "Non dirmi che ti aspetti che io ti inviti ad un appuntamento come due innamorati e che non provi a toccarti mai a parte qualche bacetto?"
Flash arrossì, passandosi le mani tra i capelli e abbassando lo sguardo. "Non mi sono sembrati proprio dei bacetti quelli di poco fa... e comunque... sì?" rispose alla sua domanda, lasciandola in sospeso per vedere cosa avrebbe detto.
I freddi occhi azzurri di Captain Cold rimasero puntati nei suoi e Barry non riusciva proprio a leggerci dentro, per quanto ci provasse. Erano insondabili, mentre lo scrutavano da capo a piedi, come se si stesse chiedendo quanto ne valesse la pena di fare una cosa del genere. Il velocista invece, mentre era sotto esame, si chiedeva se avesse davvero proposto a Leonard Snart di uscire con lui. Doveva essere impazzito, dato che neanche pochi minuti prima gli aveva detto che tra di loro non poteva esserci assolutamente niente.
Stava per correggersi, dire che stava scherzando e che non dovevano fare niente insieme, quando Leonard scrollò le spalle. "E sia, un'uscita insieme, se ti renderebbe più disponibile nei miei confronti."
Barry strinse le labbra, poi annuì, non sapendo se essere riconoscente di tanta gentilezza o meno. Pensava anche al fatto che Snart lo faceva per sé stesso, non per lui, quindi non c'era niente da ringraziare. "Va bene. Quando e dove?"
Gli diede un indirizzo, di una strada verso la periferia di Central City. "Immagino che non vorrai essere visto in giro con me, Barry. Quindi andiamo fuori città, per questa piccola uscita. Domani sera, alle 8. Non tardare"
Annuì di nuovo, scambiandosi un altro sguardo con Leonard, prima di allontanarsi da lui velocemente, da quel muro e dalla tentazione di baciarlo di nuovo. Però, prima di andare via, si fermò per salutarlo. "Non tarderò. A domani sera, allora, ...Leonard."
E scomparve, lasciando dietro di sé una scia di vento.




Per tutta la notte e poi per l'intera giornata successiva, Barry fu più distratto e più maldestro del solito, mentre lavorava in centrale per alcuni casi in cui doveva analizzare le prove. Si fece, come al solito, dire di tutto dal capitano Singh per il ritardo di alcuni rapporti e per lo strano e acre odore che proveniva dal suo laboratorio e che sembrava appestare l'intero dipartimento di polizia.
Joe lo raggiunse subito, trovandolo con i capelli scarmigliati e l'espressione sconvolta a fissare uno dei suoi strani composti da piccolo chimico, come in trance. "Barry!"
"Joe! Dimmi, scusa, ero distratto!" si affrettò ad esclamare il ragazzo quando si accorse di lui, passandosi una mano sul viso.
"Barry, oggi sei più strano del solito. Vuoi dirmi cosa succede?" L'uomo incrociò le braccia sulla camicia bianca che indossava, fissando il suo figlioccio con espressione sinceramente preoccupata. Non l'aveva mai visto in uno stato del genere.
Barry scosse la testa, facendo un sorriso in cui si leggeva bene la sua agitazione. "Niente, Joe, davvero, ma credo di dover staccare. Puoi dare tu questi rapporti al capitano Singh? Li ho ricontrollati più volte, sono sicuro di non aver scritto cavolate."
"Sì, certo. Ma sei sicuro di stare bene? Non dovresti più ammalarti grazie al tuo metabolismo, no?"
Barry scosse la testa e andò a prendere la giacca, muovendosi a velocità normale. "No, no, non credo sia quello. Ah Joe, stasera io devo uscire, cercherò di non disturbarti quando rientro..."
Il detective sollevò entrambe le sopracciglia, mentre cominciava a fare due più due. "Uscire?"
"Sì, ho un... appuntamento." Barry ricambiò il sorriso che Joe gli fece un secondo dopo, lasciando che credesse quello che voleva sulla situazione. "Allora a domani, Joe. Grazie." Chiuse tutta la conversazione molto in fretta, deciso a non ricevere altre domande, ben sapendo di non essere per niente in grado di mentire, soprattutto a Joe, e andò via, sperando che una lunga doccia gli avrebbe schiarito le idee.




La doccia non era servita a molto, ma almeno l'aveva calmato quanto bastava per riuscire a vestirsi in modo normale e senza magari cercare di infilare le gambe nelle maniche della camicia. Non si sa mai, era abbastanza confuso.
Ci mise un po' a decidere che cosa indossare, ma alla fine optò per un look assolutamente normale. Era sicuro che Leonard non si sarebbe vestito in chissà che modo. Forse si sarebbe messo il suo inseparabile giaccone...
Indossò una maglietta rossa e dei jeans, poi trovò una camicia bianca da mettere sopra a maniche lunghe e non troppo stropicciata e per ultime le sue converse rosse preferite. Recuperata la giacca nera a vento di sempre, guardò l'ora, notando che mancavano 30 secondi alle 8 e aveva promesso di non tardare.
Si lanciò fuori dalla porta, con un saluto frettoloso a Joe che rientrava in quel momento, e raggiunse il luogo dell'appuntamento in un lampo, fermandosi sul bordo della strada davanti al numero che Snart gli aveva indicato con l'indirizzo.
Alle 8 in punto, pochi secondi dopo, la moto di Captain Cold si fermò di fronte a lui e il conducente lo guardò da sotto in sù, prima di fermarsi sul suo viso. "Barry. Quasi in anticipo." Non aveva il giaccone blu, ma una giacca blu scuro più lunga ed elegante, oltre che una camicia dello stesso colore sotto di essa, che Barry non poteva negare gli stesse molto bene. Ricordava quell'abbigliamento, della prima volta che si erano incontrati in quel teatro. Si chiese se Leonard l'avesse fatto apposta, ma non pensava che quel momento fosse stato così importante da rimanere nella mente di Leonard persino sull'abbigliamento. In quel caso, sarebbe bastato dirlo e avrebbe risolto il problema del look, indossando la tuta di Flash.
Il ragazzo fece un cenno, indeciso su come salutarlo, prima di ritrovarsi tra le mani un casco.
"La sicurezza prima di tutto, Barry. Mettilo e sali."
Quello che era praticamente un ordine non gli piacque granché, ma lasciò correre, facendo come aveva detto, per poi salire goffamente sulla moto. "Non sono mai andato in moto."
"Davvero? C'è sempre una prima volta con me, a quanto pare.."
Barry sentì una strana sensazione di calore, ma cercò di non pensarci mentre gli passava le braccia intorno alla vita per tenersi e l'altro metteva in moto, dirigendosi fuori città.
Provando a non pensare alla loro vicinanza in quel momento, Barry cercò di godersi il viaggio, con un sorriso allegro sulle labbra. "Uhm, non è male come mezzo di trasporto, anche se si va un po' piano..."
Sentì l'altro ridere appena, mentre accelerava. "Se volevi andare più veloce, andavi a piedi, Barry."
"Va bene, scusa per la frase, ma non volevo fare una critica. Questo viaggetto in moto non mi dispiace."
"Mi fa piacere."
Una piccola tensione che si era accumulata durante la giornata si sciolse con quelle chiacchiere semplici e rilassate. Forse si era agitato troppo per quell'uscita. Certo, per un buon motivo, dopotutto Leonard Snart era un criminale, un ladro e anche un assassino, e se l'avesse scoperto Joe, sarebbe stato un gran casino, ma magari in quella situazione non sarebbe stato troppo male.
Si fermarono ad un ristorante in un paesino ad un paio di chilometri da Central City, che offriva cucina italiana. Barry sollevò un sopracciglio, trovandola una scelta interessante, mentre scendeva e aspettava che Snart posteggiasse la moto non molto lontana e mettesse i caschi nei bauletti laterali.
"Ti piace la cucina italiana?" chiese, illogicamente.
Infatti Leonard lo guardò perplesso. "Ovvio. Altrimenti qui non ti ci avrei portato. Prego, entra."
Il ragazzo entrò, subito seguito dall'altro, che disse al cameriere la propria prenotazione, a nome.. Allen.
Alzò un sopracciglio, confuso. "Perché con il mio cognome?"
L'uomo aspettò che fossero seduti a tavola, in una zona anche piuttosto riservata, prima di rispondere, dopo essersi tolti la giacca. "L'ultima volta che mia sorella è venuta qui, aveva dato il nostro cognome ed è andata via senza pagare. Non volevo che mi facessero pagare anche il suo conto."
Barry spalancò la bocca. "Senza pagare? Ma non si fa!"
"Non fare quella faccia, piccolo eroe. Succede a tutti di farlo almeno una volta."
"Io non l'ho mai fatto."
"Chi ti dice che stasera non si faccia così?" chiese l'uomo, piegandosi in avanti con il busto mentre parlavano e osservandolo divertito.
Senza accorgersene, Barry aveva fatto lo stesso, piegando il busto in avanti e incrociando le braccia sul tavolo. "Spero che tu non abbia deciso, al nostro primo appuntamento, di farmi già infrangere la legge."
Cold scrollò le spalle, con un mezzo sorriso. "Cos'è la vita senza qualche rischio?"
Quando portarono loro i menù, Barry si rese conto di avere davvero molta fame e, controllando i prezzi, fu tranquillo sul fatto che avrebbe potuto prendere un piatto di più. Quel giorno non aveva mangiato niente per la tensione e di colpo sembrava che nel suo stomaco si fosse aperta una voragine.
Date le ordinazioni sia di un primo che di un secondo -non aveva capito bene i nomi, ma gli ingredienti sembravano promettenti-, rimase in silenzio a guardare l'altro, che ricambiò lo sguardo con intensità.
Ecco quello che l'aveva preoccupato, il silenzio e l'imbarazzo, il disagio di non sapere cosa dire e quindi come rendere quella serata bella e magari da...ripetere? Si sarebbe dato una pacca sulla fronte, al rendersi conto di pensare già ad un secondo appuntamento. Aveva davvero lo shock da fulmine inventato da Caitlin.
Meglio pensare prima a quello che stava vivendo.
"Beh, non so cosa dire..."
Leonard continuò a guardarlo, tranquillo. "Sei tu che hai voluto un'uscita. Io ho messo il posto e il passaggio. Penso che tu debba proprio mettere le chiacchiere."
"Detto così, sembra che io ti abbia costretto ad uscire. Potevi dire di no" commentò, leggermente piccato.
"Sai perché ho detto di sì."
"Non so se devo sentirmi lusingato da questa tua voglia di...trascinarmi a letto oppure preoccupato." Ce la mise tutta, ma nella parte sul "trascinarmi a letto" il suo viso prese un bel colore imbarazzato, che fece sorridere l'altro. Si leggeva forse sul suo viso che era totalmente inesperto?
Forse no, ma sicuramente Snart l'aveva capito comunque e poteva essere un'altra delle motivazioni per cui aveva accettato prima una semplice uscita.
Era qualcosa su cui ragionare, ma ci avrebbe pensato più tardi.
"Direi che... dovremmo conoscerci meglio, non credi?"
"Va bene" rispose l'altro, laconico. Però, nonostante fosse stretto di parole, sembrava non perdersi un secondo di quello che stavano dicendo né di una qualsiasi espressione che Barry faceva.
"Ok... allora, di solito si comincia da domande su di noi, come... qual è il tuo colore preferito?"
L'espressione di Leonard fu tutto un programma quando si rese conto che Barry faceva sul serio e lo guardò esasperato, prima di rispondere. "Questa è una domanda troppo romantica, persino per te, Barry."
"Non è romantica. E' una domanda legittima tra persone che si conoscono."
"Scommetto che non sai i colori preferiti di Cisco e Caitlin."
Barry lo guardò prima di continuare. "C'è davvero bisogno di sottolineare che nessuno dei due mi ha baciato?"
"Sei solito fare queste domande a tutti quelli che ti baciano?"
"Sì! Cioé no! Era solo per... oh, lascia perdere la domanda sui colori, ok..?"
Leonard rimase in silenzio per qualche secondo, prima di rispondere, a sorpresa.. "Azzurro."
Barry gli fece un sorriso di ringraziamento. "Avrei dovuto capirlo..."
"Non era così scontato. Altrimenti il tuo quale sarebbe, il rosso?" Indicò la maglietta che aveva sotto la camicia bianca e sicuramente aveva notato le converse rosse.
"Sì, è il rosso, ma non per il motivo che credi tu..." Il ragazzo fece un sorriso più dolce e triste, prima di abbassare lo sguardo sulle mani che teneva sul tavolo. "Era il colore dei capelli di mia madre, mi ha sempre fatto bene tenermelo intorno e anche quando il dolore è diventato un po' meno forte, ormai faceva parte della mia abitudine. E' stato un caso che Cisco mi abbia fatto una tuta rossa, ma anche una coincidenza fortunata."
Leonard Snart non doveva essere bravo a consolare gli altri su certi dolorosi argomenti e non gli chiese cosa fosse successo, forse già lo sapeva dato che si era sicuramente informato su di lui e sulla sua famiglia, ma, con sorpresa di Barry, allungò la propria mano per sfiorare le sue in una carezza leggera prima di ritirarla. Il velocista apprezzò il gesto silenzioso, prima di cambiare argomento con uno più leggero.
"Va bene, quindi ora so il tuo colore preferito. Cosa potrei chiederti ora?"
"Hai altre domande stupide?"
Il ragazzo lo guardò male. "Potrei continuare tutta la notte."
"Fortunatamente, sta arrivando il primo" rispose l'altro, forse sollevato -era difficile capirlo con quell'espressione così insondabile-, mentre si tirava indietro per lasciare che il cameriere posasse i piatti di fronte a loro.
Barry lasciò correre e si concentrò sul suo piatto di ravioli. Non li aveva mai mangiati prima e li divorò in velocissimi bocconi, dato che erano in una zona più appartata poteva muoversi più in fretta senza dare nell'occhio, finché non vide l'espressione di Leonard, che gli fece ricordare che lui non sapeva di certi aspetti della sua velocità.
Osservò il suo piatto ancora all'inizio e arrossì, ridacchiando. "Ops..."
"Mi sembra di capire che non solo corri veloce."
"No, tutto in me è più veloce, soprattutto il mio organismo. Ho infatti bisogno di mangiare di più e più spesso del normale."
"Capisco" commentò l'altro, portandosi una forchettata di taglierini alla bocca e masticandoli lentamente, come a compensare la velocità eccessiva dell'altro. Barry fissò il piatto con una certa fame e Leonard se ne accorse. "Prendi un altro piatto, Barry."
"No, non importa..."
"Tanto offro io, prendi quello che vuoi."
Il velocista si segnò di dover parlare a Leonard dei suoi continui toni da comando, se mai ce ne fosse stata l'occasione, prima di fermare il cameriere e ordinare un secondo piatto di ravioli.



Erano ormai verso la fine del secondo -e fino a quel momento la cena era anche andata piuttosto bene e Barry poteva dire che si trovava bene lì con Leonard-, quando un gruppo di uomini circondò il tavolo, tutti rivolti verso il criminale seduto di fronte a lui, con espressioni minacciose. Barry si sentì un poco invisibile, mentre si accorgeva del fatto che gli uomini erano tutti armati. Non era facile capirlo, dato che gli uomini non volevano attirare l'attenzione di altri clienti, ma aver vissuto per più di 10 anni con un padre poliziotto aveva reso Barry piuttosto attento.
"Captain Cold, coraggioso a venire qui da solo. Non sei il benvenuto."
L'espressione di Leonard Snart rimase impassibile e ironica come sempre, mentre ingoiava il boccone che aveva in bocca e alzava lo sguardo verso quello che aveva parlato, il portavoce del gruppo. "Dovevo proprio passare, dopotutto anche questa zona fa parte del mio territorio, se non vi è giunta voce."
Barry vide la mano di Leonard scendere piano alla gamba, dove con tutta probabilità aveva assicurata la pistola congelante, mentre anche gli altri facevano lo stesso lentamente verso le pistole nelle fondine sotto la giacca.
Ebbe solo pochi millesimi di secondo per capire che, se avesse permesso loro di estrarre le armi, avrebbero messo in pericolo i clienti e le altre persone innocenti all'interno del ristorante e lu, Flash, non poteva di certo permettere una tale carneficina. Così Barry si mosse. In altri millesimi di secondo, tolse ad ognuno degli uomini le armi e se ne liberò nell'acquario del ristorante, il primo posto inusuale che gli era venuto in mente e dove non avrebbero subito pensato di guardare, per poi risedersi a tavola. Non aveva toccato la pistola di Leonard e non era sicuro di aver fatto la scelta giusta, ma si preparò ad intervenire se avesse fatto male i propri calcoli.
Quando il tempo sembrò riprendere a scorrere normalmente, gli uomini finirono il loro gesto di prendere le armi, trovando le fondine vuote e guardandosi intorno storditi. L'unico che non sembrava sorpreso era Leonard, il quale spostò per un secondo lo sguardo verso il velocista dall'altra parte del tavolo, prima di sorridere in modo sadico e alzarsi in piedi di fronte agli uomini, la mano sulla pistola congelante, pronta ad estrarla. Prese il portavoce del gruppo per il bavero della giacca, continuando a sorridere. "Poiché stasera sono gentile, vi lascio la possibilità di levarvi dai piedi e di lasciare questo posto. Quello che prima era il territorio della famiglia Santini adesso è mio e se non volete seguire il boss nella tomba, meglio che ve ne andiate."
Lasciò andare l'uomo, quasi buttandolo a terra, e in pochi attimi, il gruppo si disperse. Leonard si voltò in modo da nascondere la pistola congelante a chi avesse potuto notarla e indossò la giacca che la copriva perfettamente. Poi guardò il ragazzo, impietrito e ancora seduto. "Credo che il dolce dovremo prenderlo da un'altra parte, Barry. Andiamo."
Barry si alzò, spazzolando velocissimo ciò che rimaneva nel suo piatto, prima di seguire Leonard fuori dal ristorante, ovviamente senza pagare, come Cold aveva previsto all'inizio della cena.
Non appena fuori, Barry prese il criminale per le spalle e lo spinse contro un muro a tutta velocità. L'altro fece una piccola smorfia di dolore, ma non fiatò, guardandolo semplicemente in viso con espressione divertita.
"Mi hai portato nell'unico ristorante vicino alla città dove c'erano ancora degli uomini dei Santini. Ecco perché non hai dato il cognome per prenotare."
"Già, Barry."
"E sapevi che sarei intervenuto per non permettervi di fare una carneficina in mezzo a persone innocenti."
"E' andato tutto secondo i piani, Barry" rispose tranquillo, senza fare una piega.
"Mi hai usato. Di nuovo."
"Sì e tu me l'hai lasciato fare."
Barry si scostò, lasciando andare la giacca che aveva tenuto fino a quel momento, guardandolo con delusione. "Lo sapevo che di te non ci si poteva fidare. Sai raccontare solo inganni che ti fanno comodo." Fece per allontanarsi, sentendo una strana sensazione di dispiacere, come se avesse davvero cominciato a pensare a tutto quello seriamente invece che come un fatto passeggero e presto dimenticato.
Ma si sentì prendere per una mano e tirare indietro, colto di sorpresa, e la cosa ancora più sorprendente fu che Barry lo lasciò fare. Si lasciò riattirare contro il suo corpo più muscoloso fino a tornare a guardarlo negli occhi. Erano sempre seri, ma sembravano così... sinceri.
"E' nel mio carattere sfruttare ogni cosa che mi accade per guadagnare altri vantaggi, Barry, e tu lo sai meglio di chiunque altro ormai, ma non ho mentito su quello che ti ho detto per arrivare fino a questo momento."
Il velocista ricambiò lo sguardo, mordendosi le labbra, dubbioso, ma c'era qualcosa che non gli permetteva di dire di no e chiudere la faccenda in quel momento. "Ci credo, a tutto, ma... ho bisogno di pensare, Leonard. Credo sia meglio chiudere qui questa serata, per adesso."
Leonard annuì e si diresse alla moto, dove recuperò i caschi e gliene porse uno. Barry ringraziò, prendendolo e indossandolo.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso questa volta, fino ad arrivare all'indirizzo di partenza, abbastanza lontano dalle strade principali e quindi con meno possibilità per loro di essere visti insieme. Posteggiata la moto, Leonard scese e gli si mise di fronte, con l'intenzione di dire qualcosa, quando notarono le luci della polizia dietro l'angolo.
Una macchina di pattuglia si avvicinava e tutti conoscevano Barry al dipartimento, oltre al fatto che Leonard era uno dei più famosi criminali di Central City.
Prima che Barry potesse decidersi, Leonard lo spinse nel vicolo tra due case e poi contro un muro, appoggiandosi a lui a propria volta. Barry si lasciò spostare, docile, e quando furono vicini, si accorse di aver portato le mani sul suo petto, senza capire se con l'intenzione di spingerlo via o avvicinarlo a sé. Snart girò la testa, ignorando le luci lampeggianti, che gli facevano brillare gli occhi, e la macchina che passava, per concentrarsi solo su Barry e i loro corpi schiacciati l'uno contro l'altro. Il bacio era più che atteso e finalmente, come se non avessero aspettato altro per tutta la serata, si strinsero in un focoso abbraccio, mentre le loro labbra si univano in un bacio per niente delicato. Un paio di morsi resero le labbra di Barry ancora più rosse, anche se nel buio del vicolo Leonard poteva solo immaginare che fosse così, prima di costringerlo a schiuderle e a far toccare le loro lingue. Con entrambe le mani, Barry seguì il petto di Leonard, messo in risalto dalla camicia, prima di aggrapparsi alle sue spalle e tirarlo a sé, perché fossero ancora più vicini e stretti.
Solo quando l'aria mancò del tutto dai polmoni di entrambi, Leonard gli permise di staccarsi e rimasero solo a fissarsi negli occhi, riprendendo fiato.
"Perché non hai disarmato anche me stasera, Barry?" chiese con un sussurro.
Il ragazzo rispose con lo stesso tono. "Perché mi avevi fatto la promessa di non uccidere se non fosse stato assolutamente necessario e mi sono fidato della tua parola."
"L'ho mantenuta."
"Lo so. E mi ha fatto felice." Barry si allungò in avanti e gli diede un bacio, stavolta molto casto, un semplice sfiorarsi delle loro bocche, prima di staccarsi e sorridere.
"Buonanotte, Leonard."
Di colpo, Captain Cold si ritrovò solo aria tra le braccia e fece un sorriso, dirigendosi alla moto. "Buonanotte, Barry."







Note dell'Autrice:
Buonasera, lettori e lettrici, se ancora non vi siete stufati dell'attesa.
Mi dispiace molto avervi fatto tanto aspettare per questo capitolo, non ci sono giustificazioni per il mio ritardo, solo problemi con l'andamento della storia che non mi convinceva e mi ha costretto a riscrivere il capitolo almeno tre volte.
Spero comunque che sia uscito un dignitoso lavoro finale e spero anche che mi lascerete una recensione per farmi sapere cosa ne pensate <3 Ne sarei davvero riconoscente :3
Anche se ho visto ormai il primo episodio della nuova stagione di The Flash, ho scelto di non seguirne la trama, per non esserne rallentata e perché avevo altre idee per la fine di questa fanfic.
Con il prossimo capitolo, la fanfic sarà finita <3 E avverto che potrebbe cambiare il rating, anche se non ne sono ancora del tutto sicura.

Grazie mille alla mia cara Antonella e alle due ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, siete tutte dei tesori <3 E ringrazio anche chi ha messo la mia fanfic tra le seguite, le preferite e le ricordate <3

Al prossimo capitolo!
Baciiiii
Lia Allen <3

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