A B C: Ginny e Harry dalla A alla Z

di _Il colore del vento_
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** (Prima parte) A-M ***
Capitolo 3: *** (Seconda parte) N-Z ***



Capitolo 2
*** (Prima parte) A-M ***


 

 Accettazione

“Ginny, mi stai ascoltando?” chiede Harry, sventolando una mano davanti al volto della fidanzata.

“Mi risulta un po’ difficile ascoltarti, Harry, quando un gruppo di paparazzi esagitati se ne sta col naso incollato alla vetrata del ristorante, con la speranza di beccarci in atteggiamenti intimi o chissà cosa” replica la rossa, picchiettando nervosamente le dita sul bordo del tavolo.

“Ginny, tesoro, avevi detto che ti saresti abituata a questa situazione” le ricorda il ragazzo, gettando un’occhiata alle proprie spalle. Gravissimo errore, tra l’altro, poiché a causa di un flash scattato a tradimento si ritrova accecato per una manciata di minuti.
Quando riacquista la visibilità, nota che il posto di Ginny è vuoto.

Tempo due secondi ed ecco che la soave voce della ragazza sovrasta il chiacchiericcio e il tintinnio di posate circostanti. “Sentite un po’, voi, brutti avvoltoi in giacca e tailleur: che scattiate foto di me e Harry, in occasione di eventi pubblici e mondani, lo posso anche accettare. Ma che ci stiate col fiato sul collo anche quando io e il mio ragazzo vogliamo semplicemente uscire assieme, per trascorrere una  tranquilla serata romantica, proprio non mi sta bene! Harry forse è troppo gentile per dirvi qualcosa, ma io assolutamente no, non sono gentile. Anzi, lo sono stata adesso, venendo qui a parlarvi in maniera civile. La prossima volta una bella Fattura Orcovolante non ve la risparmia nessuno, intesi? Ora, con permesso … “

Harry sospira, rassegnato.

            
“Accettazione”: vocabolo sconosciuto alla mente  di Ginevra Weasley.
 
 




Biancheria
 
“Ti ho mai detto che con questo look trasandato sei particolarmente sexy?” ridacchia Ginny, chinando poi la testa per baciargli il collo.

Harry la scosta delicatamente da sé.
 “Scusa, tesoro, sono stanco morto” si giustifica, passandosi una mano tra i capelli arruffati.

 Ama Ginny e resisterle gli è quasi impossibile. Tuttavia, le missioni e gli incarichi che deve portare a termine in qualità di Auror riescono sempre a metterlo k.o. e a privarlo di ogni briciolo di energia, negandogli la possibilità di … ehm, fare altro.

Ginny lo fissa contrariata e offesa, incrociando le braccia al petto. Harry cerca di nasconderlo eppure la teme non poco, in questo momento.
Una Ginny Weasley offesa è qualcosa di particolarmente difficile da gestire. E Harry lo sa, eccome se  lo sa.

"Bene!” afferma la ragazza, alzandosi dal divano e abbandonando in silenzio la stanza. Harry la segue subito dopo.

“Andiamo, Ginny, ti sarai mica offesa?” chiede ad alta voce, salendo le scale a due a due.
“Lo sai che se non fossi davvero stanco morto, io … “, il ragazzo ammutolisce appena giunge nella camera che condivide con Ginny.
“Tu cosa?” lo esorta l’altra.

Harry la fissa imbambolato, mentre la rossa – in biancheria intima – inizia a sciogliersi i capelli.
 
“Cosa stai facendo?” domanda Harry flebilmente, incapace di distogliere lo sguardo dalle lunghe gambe della ragazza, dal suo ventre piatto o dalla pelle candida del seno, lasciata scoperta dal reggipetto.
“Mi farò un bel bagno, lungo e rilassante. Tu sei stanco, no?”
risponde lei, con un’espressione candida e innocente più falsa dei libri di Rita Skeeter.

Harry, essendo un Auror, dovrebbe fiutare il pericolo, ma è talmente distratto da non farci minimamente caso.

Ginny gli volta le spalle per afferrare l’accappatoio e dei ricambi d’abito, nascondendo un sorrisino.
Sorrisino che si trasforma in un ghigno vero e proprio, quando si sente avvolgere dalle forti braccia di Harry e avverte il suo respiro sulle tempie.

 
Biancheria intima: da sempre il punto debole del Prescelto, nonché il miglior alleato di Ginny Weasley.
 
 


 
Cognati

“Ron,  se devi dirmi qualcosa, fatti avanti!” esclama Harry, esasperato.
Il  suo migliore amico continua a guardarlo imbronciato per un po’,  poi afferma indignato :”Hai chiesto a Ginny di sposarti!”

Harry lo fissa perplesso. “Beh, sai com’è: è la donna della mia vita, la amo, lei mi ama, stiamo assieme da tempo … è davvero incomprensibile il mio comportamento, eh?” domanda, senza celare l’ironia nella sua voce.

Ron fa una smorfia. “Allora, uno: datti poche arie! In qualità di tuo futuro cognato, devi portarmi rispetto. Due: tu e Ginny ci nascondete qualcosa. Di' la verità: è incinta, non è vero?”

“Ma cosa … ? No! Come ti salta in mente! Solo perché certe persone di cui non farò il nome sono troppo insicure e idiote per farsi avanti con la propria ragazza, non vuol dire che se gli altri  - racimolando un po’ di coraggio –  lo fanno, ci sia sotto qualcosa di losco” replica Harry, gesticolando con foga.

Ron  tace, annaspando in cerca di risposte adeguate da fornire all’amico.
 “Ehi! Io … tu … senti …” balbetta, offeso.
Il suo brillante tentativo di obiezione viene interrotto dall’arrivo tempestivo di George, Bill, un riluttante Percy e Charlie (ritornato dalla Romania per trascorrere alcuni giorni in famiglia).

“Harry! Dal momento che tu sei quello che sei e cioè il Prescelto, Salvatore della Comunità Magica e compagnia bella … il tuo matrimonio deve essere spettacolare, fenomenale!” esclama George, entusiasta.
“Innanzitutto, non dovresti invitare gente noiosa come Percy!” esordisce. Ignorando la protesta offesa del fratello, continua:"Poiché potrebbero infliggere un brutto colpo alla tua immagine. Poi so che molto probabilmente chiederai a Ron di farti da testimone, eppure - secondo la mia modesta opinione - dovresti scegliere una persona più … sì, più simpatica e attraente (come me, per esempio) in grado di coinvolgere e intrattenere le masse!”

“Oh, piantala George! Ascolta me, Harry: lo so che io sono quello che conosci di meno, tuttavia, dal momento che la tua fama ti precede e sei celebre
anche per la tua magnanimità, mi appello al tuo buon cuore e ti chiedo un favore: essendo io un povero scapolo in cerca di avventure, potresti – per favore -  invitare tante belle donzelle single? In cambio, potrei prestarti un drago per un’ entrata in grande stile!” s’intromette Charlie, spingendo George da parte e facendogli l’occhiolino.

Mentre Percy alza gli occhi al cielo, borbottando qualcosa di poco carino circa la limitatezza mentale dei suoi fratelli, Bill prende la parola: “Harry, anche io ho una richiesta da farti. Per quanto riguarda la data della cerimonia, non è che tu e Ginny potreste sceglierne una successiva a quella del parto di Fleur? Sai, è molto suscettibile per via del pancione e sicuramente passerebbe tutta la cerimonia a ripetermi “Bill, non sombro una balena?” oppure  “Guarda le oltre domigelle come sono mogre e guorda me!“ Insomma, ti assicuro che non sarebbe piacevole...”

Harry alterna lo sguardo basito dall’uno all’altro.

 
 

Cognati: l’unica ragione per cui una persona normale potrebbe rinunciare a sposare Ginny Weasley.
 
 




Delirio

“Dov’è il velo di Ginny?”

“Ron hai preso le fedi?”

“Quando stavamo uscendo di casa, te l’ho chiesto e mi hai detto che le avevi prese tu...”

“ARTHUR ,TI SEI SEDUTO SUL VELO DI GINNY??? “

“Ma non è vero! Perché mai avrei dovuto prenderle io? Sei tu il testimone, Ronald, è compito tuo!
Anzi, è l’unico compito che avevi … a parte assicurarti che Harry non si svegliasse tardi.”

“ G-guarda che non ci stavo proprio sopra … i-io … scusa, Molly cara...”

“Lascia stare, Arthur, lascia stare. George, perché saluti dalla finestra?”

“Ci sono dei giornalisti, lì fuori. Credo che vogliano scattare una foto alla sposa ma,
 se ne scattassero una a me, i loro giornali venderebbero molto di più. Guardate come sono sexy!”

“Ronald. Dimmi che ti sei accertato che Harry abbia sentito la sveglia. “

“I-io … ehm, ecco, vedi... “

“Ronald, sei un idiota! Va’ subito da Harry, io mi occupo delle fedi. Merlino, che deficiente!”

“Ok, ma sta’ calma!”

“Ronald.”

“Vado, vado! “

“Fleur, perché piangi?”

“Guordomi, Bill. Sono una balena!”

“Ma non è vero, tesoro. Dopo il parto sei tornata subito in forma!”

“Vuoi dire che prima ero ingrossata?!”

“Eri incinta, cara.”

“Ed ero grossa?”

“No, tesoro. Eri la donna incinta più magra di sempre”

“Sì, ciorto. Ora dici così per consolormi, poi troverai una donna più bella e mogra di me e mi loscerai!”

“Tesoro, ma che dici…”

 
Delirio : aspettatevi che ci sia, alla Tana, il giorno del matrimonio della piccola di casa.
 
 







Elogi

“Signora Potter, oggi è incantevole” afferma Harry, estasiato.

“Mi sono appena svegliata. Dubito fortemente di essere incantevole” ribatte Ginny diffidente, celando subito dopo uno sbadiglio dietro la mano.

“E invece sei bellissima,  ti dico. Ma del resto tu sei sempre stupenda …” continua imperterrito il marito (Ginny deve ancora abituarsi alla novità di poterlo chiamare così senza ridacchiare come un’adolescente ubriaca).

La rossa incrocia le braccia al petto, sollevando scettica un sopracciglio.
“Harry,  se devi chiedermi qualcosa, fallo e basta!”

 “Un marito non può fare apprezzamenti sulla sua mogliettina, senza che ci sia dietro qualcosa?” domanda lui, offeso.

Ginny finge di pensarci su. “No, non può essere. Avanti spara!”

Harry sbuffa, fissandola torvo.

“Harry …" lo ammonisce lei.

“Ok, ok, va bene!” si arrende l’altro. “Possiamo declinare l’invito a cena di Lumacorno, per favore? Giovedì, Dean ha organizzato una partitina di Quidditch, nonché una conseguente serata al maschile e ci saranno Ron, Seamus, Neville, George, Lee … insomma, parteciperà un bel po’ di gente. Posso andare?” la implora, mettendo su un’espressione supplichevole.

“Una serata al maschile? Mi inquieta non poco … “ temporeggia Ginny.

“Ti prometto che farò il bravo, lo giuro!” si affretta a precisare lui, con sguardo speranzoso. Gli occhi verdi brillano di aspettativa e Ginny (totalmente a sproposito) pensa che se dovessero avere dei figli con occhi del genere, lei sarebbe stata spacciata. Avrebbe permesso loro di fare qualsiasi cosa, se l’avessero guardata in quel modo.

Addolcita dal pensiero di pargoli dagli occhioni verdi e chiome nere arruffate, Ginny cede. “Che scusa dovrei addurre  col vecchio Horace? Lo sai che ci tiene ad averci a cena da lui” borbotta.

“Sopravvivrà, per una volta che rifiutiamo! Oh tesoro, sei fantastica! Grazie, grazie!” esulta Harry, stritolandola in un abbraccio particolarmente entusiasta.

Sempre tenendola stretta, Harry aggiunge :” Comunque penso davvero che tu sia incantevole e stupenda …”

Ginny lo spinge via, sbuffando (a suo modo divertita).

Harry  scuote la testa.


Elogi: con Ginny Weasley in Potter non funzionano. Ma lo sguardo implorante sì, eccome se funziona!
 
 



Fotogenicità

“Guarda la faccia di Harry!” ridacchia Hermione, china sulla sua macchina fotografica non-magica.
Si tratta di un regalo dei suoi genitori di quando era piccola, che aveva persino dimenticato di avere e che  porta sempre con sé da quando l’ha ritrovata. Per l'immensa gioia di chi la circonda.

“Se tu non scattassi così all’improvviso, forse verrei meglio” risponde Harry, offeso.

“Bah, le foto dei maghi sono decisamente migliori” commenta invece Ron, con aria di superiorità. “Quelle Babbane sono così tristi e … statiche!”

“Solo perché i loro soggetti non si muovono, non vuol dire che non abbiano una loro magia!” ribatte Hermione, piccata. “Sì, certo, non è un tipo di magia evidente, è più celata.
Ma, fidati, ci sono foto babbane che, nonostante restino perfettamente immobili, sono magiche lo stesso.
E sai perché? Perché trasmettono emozioni e …”
Hermione interrompe la sua accorata arringa in difesa della fotografia Babbana e scoppia a ridere.

“Merlino, Harry! Qui sei ridicolo!”

“Fa’ vedere!” esclama Ginny, ignorando le proteste del marito e avvicinandosi all’amica.

“Accidenti! Hai ragione, Hermione” conviene la rossa, ridacchiando.

 Poi, dopo aver gettato un’occhiata ad Harry, aggiunge come se niente fosse:”Spero solo che nostro figlio sia più fotogenico”.

I presenti, in un primo momento, non colgono le parole della rossa.
Quando la consapevolezza si fa strada nelle loro menti, le reazioni non si fanno attendere.

Ron si strozza col vino che stava bevendo, Harry s’immobilizza e assume un’esilarante espressione da pesce lesso.
Hermione, invece, ha la prontezza di scattare una foto.

Inutile dire che, nello scatto, Harry è ancora più buffo che nelle precedenti.
Tuttavia, pensa remotamente la riccia,  non è proprio il caso di farglielo notare ora.


Fotogenicità:  decisamente l’ultimo dei problemi di Harry James Potter, al momento.
 






Genitore

“Harryyy!”

L’urlo di Ginny gli fa ghiacciare il sangue nelle vene. L’uomo si catapulta in salotto, estraendo la bacchetta durante il tragitto.

“Cosa c’è? Che è successo?” domanda col fiatone, sostando attento sulla soglia.

Basta una rapida occhiata in giro, però, per tranquillizzarlo. Nessun intruso, nessun Voldemort resuscitato in cerca di vendetta … insomma, niente di niente. O meglio,  niente  escludendo una Ginny Weasley in lacrime, con dei ferri e dei gomitoli di lana abbandonati sul voluminoso pancione.

Harry le si avvicina, perplesso. “Che c’è, tesoro?” le chiede gentilmente.

La moglie gli pianta addosso due occhioni nocciola spalancati e pieni di lacrime. “Harry, sono una frana! Non so fare neanche una stupida sciarpa ai ferri, capisci? Che madre orribile sarò per i nostri figli?” chiede, lasciandosi sfuggire anche qualche singhiozzo.

Harry sorride, intenerito. Ormai si è abituato agli sbalzi d’umore della moglie (anche se continua a temerli un po’). Si siede accanto a Ginny, accarezzandole dolcemente i lunghi capelli rossi.

“Sarai una madre fantastica, Ginny! Non importa che tu non sappia fare una sciarpa, una madre non la si ritiene tale solo per questo” le dice. Però, notando il sospetto tremolio delle labbra della rossa, si affretta ad aggiungere: “Ma, se per te è tanto importante, non è detto che tu non possa imparare col tempo, no? Sei una donna forte e ostinata e, se ti viene in mente un’idea, non ci sono Santi che tengano: non trovi pace fino a quando non la realizzi!”

Ginny resta in silenzio a fissarlo, immobile, poi gli scocca un lungo bacio sulle labbra. “Ti amo, Harry! Diffido delle mie capacità, ma su di te non ho alcun dubbio: sarai un genitore perfetto!” esclama,  tirando su col naso e sorridendo al marito.

Harry ricambia, felice di essere stato d’aiuto. Poi, però, soppesa le parole della rossa e balza in piedi.

“Merlino, sarò genitore! Tra pochissimi mesi io sarò genitore!”  prorompe, con voce acuta.

Ginny sbatte le ciglia, perplessa.

“Ginny, saremo genitori!” continua lui, fissandola sconcertato.

 Lei solleva un sopracciglio scettica (ormai, la crisi di panico le è passata del tutto e, a quanto pare, deve averla presa tutta Harry): “Ehm, sì … Harry, non per essere scortese, ma ho questo pancione da un po’, pensavo fosse evidente … “

“Sì ma … oh, insomma … è solo adesso che realizzo  pienamente che … che … Merlino, che io sarò genitore … io!” ribatte Harry agitato, andando avanti e indietro.

“Non so come mettere decentemente un pannolino e probabilmente combinerò un pasticcio quando si tratterà di dargli la pappa. E poi … e poi … quando sarà in grado di parlare e inizierà a chiedermi consigli? Cosa dovrei dirgli?”elenca imperterrito, sempre più in preda al panico.

“Tranquillo, Harry, impareremo assieme. E poi la mamma ci aiuterà i primi tempi, lo sai che le fa piacere “ cerca di rincuorarlo la donna.
Harry scuote la testa. Ormai è completamente andato.

“Capisci quante cose non so fare? Non so farmi il nodo alla cravatta, non so preparare pozioni o impacchi curativi che siano davvero curativi … probabilmente, finirei per avvelenare il nostro piccolo che magari ha un semplice raffreddore … Merlino, non so neanche fare una Finta Wronsky!” aggiunge, sgomento.

Ginny si porta una mano alla fronte. “Harry, ma cosa può mai importare a nostro figlio del fatto che tu non sappia fare una Finta Wronsky? Dai, è assurdo!”

“Ah sì, però poi nostro figlio dovrebbe giudicare te perché non sai fare una sciarpa ai ferri?” replica Harry, piccato. “Che tragedia! Andiamo, Ginny … sono io nei guai, perché sarò un padre incapace di eseguire una Finta Wronsky! Cosa penserà mio figlio  di me quando giocheremo assieme a Quidditch e noterà questa mia terribile manchevolezza?”

“Terribile, invero “ commenta Ginny, ironica. Harry, non cogliendo affatto l’ironia, la guarda spaventato.

Ginny sospira, esasperata. 


Genitore: perché solo Harry James Potter può realizzare di essere in procinto di diventarlo, al settimo mese di gravidanza della moglie.
 
 
 


Halloween

Dolcetto o scherzetto?” Le voci entusiaste dei bambini lo investono, non appena Harry apre la porta di casa.

“Dolcetto, dolcetto. L’ultima volta che ho detto scherzetto
mi hanno accidentalmente dato fuoco alle sopracciglia” borbotta l’uomo,
afferrando una generosa manciata di dolcetti e distribuendola ai bambini.

“Signor Potter, signor Potter … ci fa vedere la cicatrice, per favore?” chiede timidamente una bambina minuscola, travestita da zombie.

Harry, per l’ennesima volta in quella serata, si tira su i capelli.

“Ohhh” esclamano eccitati i bambini, ammirandolo estasiati.

“Signor Potter è vero che il signore Oscuro era cattivo cattivo e che ha cercato di ucciderla quando era un neonato?”  domanda un altro bambino, attirandosi una gomitata nelle costole da parte della ragazzina.

“Ma che domande fai, Sammy? Scusi Signor Potter, Sammy è un po’ stupido a volte” s’intromette la piccola-zombie.

“Tranquilla, piccola, non fa niente. Comunque sì,  ma non ricordo molto di quella notte“ risponde Harry, per nulla scalfito: è abituato a ricevere  domande ben più strambe. “Niente niente?” insiste Sammy, un po’ deluso.

“Niente niente, mi dispiace” replica Harry e, prima che gli pongano altre domande, li saluta con la mano e chiude la porta.

Harry sospira, stanco. Tornato in salotto, però, si sente gelare.

“James?” chiama, allarmato. “James dove sei finito?”

Un suono gorgogliante lo induce a sollevare lo sguardo. Il piccolo James è finito – non vuole sapere come – sul lampadario!

“Oh Merlino! Come sei finito lì?”

James si limita a produrre bolle di saliva, sbrodolandosi tutto.

Harry  pronuncia un incantesimo di Appello (Ginny non approverebbe, molto probabilmente) e si  stringe il piccolo al petto con aria protettiva.

“Mi farai diventare matto! Prima devo costringerti a lasciar andare il sapone, che volevi assaggiare a tutti i costi. Poi sgusci fuori dalla porta mentre do dei dolcetti ai bambini e vediamo … ah sì, hai fatto quasi saltare in aria forno e cucina, mettendoci dentro il tuo peluche, quando ero  momentaneamente distratto. Per non parlare di tutti i pannolini che ho dovuto cambiarti: non voglio proprio sapere cosa ti dà da mangiare la mamma!”
Harry finisce di sfogarsi e fissa il figlio negli occhi.
James ce li ha nocciola, come quelli di Ginny, e Harry non riesce ad avercela con lui neanche per dieci minuti.

“Oh, ma non è colpa tua se ti abbiamo affibbiato i nomi di due Malandrini, vero?
Tu tieni semplicemente alto l’onore dei tuoi omonimi, tutto qui.” conviene Harry, annuendo fra sé.

James gli fa uno dei suoi sorrisoni sdentati e Harry si illude per un momento che abbia capito quello che lui gli ha detto.
Tuttavia, l’odore disgustoso che subito dopo si sprigiona dal corpicino del figlio
gli fa realizzare che quello non era un sorriso di comprensione, quanto piuttosto di … liberazione. Proprio in quell’idilliaco momento, bussano di nuovo alla porta. Fantastico!

Harry  chiude gli occhi per un istante e ripensa a quello che ha detto a Ginny quel pomeriggio.

“Ginny, tesoro, perché non esci un po’ con le tue amiche e dedichi un po’ di tempo a te stessa? È Halloween, divertiti! Da quanto tempo è che non ti lasci andare, eh? Posso restare io qui con Jamie. Per una sera me la caverò, tranquilla, non sono mica così incapace.”

E invece sì, a quanto pare è davvero così incapace.

Merlino, continua a ripetersi afflitto, quando torna Ginny?
 


Halloween: forse Harry dovrebbe tenere a freno la propria galanteria e conservarla per un’altra occasione.
Qualsiasi giorno che non sia Halloween, magari.
 





Influenza

“Merlino, sdo morendo!” biascica Harry, raggomitolandosi nelle coperte.

“Papp” esclama James felice, gattonando verso di  lui.

 “Sì, Jamie. Papà. In pundo di morde, ma sembre papà” gli sorride flebilmente Harry, aprendo appena un occhio.

“Quanto la fai tragica, Harry!” sbotta Ginny, entrando in camera da letto con in mano una tazza sospettosamente fumante.

“Sono malado, donna!” si lamenta l’altro, starnutendo subito dopo.

Ginny alza gli occhi al cielo. “Tieni, moribondo” gli dice, tendendogli la tazza. “E bevi tutto!” lo avverte, minacciosa.

Harry la guarda con aria di superiorità: come a dire “non sono mica un bambino!”. Inutile dire che, febbricitante com’è, risulta solo molto ridicolo.

Appena si porta la tazza alle labbra, tuttavia, l’olezzo della pozione  in essa contenuta gli investe le narici. Arriccia il naso con disgusto . Le pozioni dei maghi possono avere effetti sicuramente più immediati rispetto alle medicine Babbane, ma hanno un odore tremendo.

“Donna, ba du vuoi avveledarmi!” sbotta, allontanandola dal volto.

“Harry, non fare il bambino! Questa pozione ti farà passare il mal di testa e ti permetterà di mangiare qualcosa” cerca di farlo ragionare la moglie.

“Ha un odore disgusdoso!” si rifiuta Harry, affondando il viso nel cuscino.

“Andiamo! Che  razza di esempio dai ai tuoi figli?” gli domanda Ginny, stizzita.

Harry solleva il volto e si guarda intorno, perplesso. James ricambia il suo sguardo, gorgogliando qualcosa di oscuro e umanamente inintelligibile.

“Abbiamo un figlio soldando, Ginny” borbotta Harry, tirando su col naso. Avrà anche la febbre, ma non è ancora andato del tutto.

Ginny distoglie lo sguardo e lo punta su James. “Beh ancora per poco” mugugna, sistemando (invano) la zazzera arruffata del piccolo.
Harry la sente lo stesso.

Resta a fissarla con la bocca semi- spalancata e gli occhi lucidi.

“Dai, su, bevi” lo incita la donna, a disagio. Harry – ancora in trance – sorseggia un po’ della pozione, guardandola torvo. Quando ha finito, il rossore del volto si è un po’ attenuato e gli occhi sono meno lucidi.
Sentendosi rinvigorito, afferra Ginny  e se la tira in braccio.

“Donna, la devi sbeddere di dirmi che sei incinda in quesdi modi fandasiosi e inaspeddadi. Prima o poi ci resdo secco!” la rimprovera, sbuffando. Ma non è serio: Ginny ne percepisce la gioia e l’euforia dal tremore della voce e dai brividi che lo stanno scuotendo, mentre la stringe.


Influenza: ad Harry non è mai parsa così bella. Sì, pozioni puzzolenti e corpo dolorante inclusi.
 


 

Jingle Bells
“ Harry, ho voglia di caramelle!” si lamenta Ginny, imbronciata.

“Ma, tesoro, non ne abbiamo. Le hai fatte fuori tutte” le ricorda lui gentilmente,
mentre James è impegnato a togliergli gli occhiali (e possibilmente ad accecarlo) a tutti i costi.

“Beh, valle a comprare, tesoro” ribatte la rossa, incrociando le braccia al petto.

“Ma è la vigilia!” prova a dire Harry, allontanando delicatamente le manine del piccolo dai suoi occhi.

“E quindi?” insiste la donna, vagamente minacciosa.

“Dai, Ginny, non farmi uscire fuori al freddo, solo per le caramelle!
Tra l’altro, appena gli squisiti manicaretti di tua mamma sono pronti, ci mettiamo tutti a tavola. Non credo ci voglia molto”  cerca di farla ragionare lui.

Ginny gonfia le guance indispettita. “Squisiti, eh? Vuoi dire forse che io non sono altrettanto capace come cuoca?” sbotta.

“Ma no, tesoro, non ho mica detto questo!” si difende Harry, esasperato. Gli sbalzi d’umore della moglie sono davvero micidiali.

“L’hai pensato, però! Ammettilo, canaglia!” prosegue lei, picchiettandogli il petto con un dito. Mentre James ridacchia divertito,
Harry ammutolisce, sconcertato.
Non ha senso continuare a risponderle: una Ginny nervosa e incinta può solo condurti alla follia.

“Cosa hai fatto, Ronald? Cosa hai fatto?” L’acuto di Hermione li distrae.

Ginny e Harry si lanciano un’occhiata perplessa, prima di affrettarsi verso il salotto (Ginny un po’ a fatica per via del pancione di qualche mese).

“Ehm” Ron si schiarisce la voce, decisamente senza parole.

“ Ti avevo detto di mettere la cravatta rossa, non verde!”  trilla Hermione, quasi in lacrime.

Ron strabuzza gli occhi. “Merlino, mi hai fatto prendere un colpo! Che fa, dai. Non è niente!”

“Non è niente? Non è niente?” salta su Hermione, facendo sobbalzare il marito.

“Se non c’è fiducia tra di noi, siamo spacciati!”

“Hermione, ma che diavolo vai blaterando?” domanda Ron, a dir poco confuso.

“Io ti avevo dato un consiglio e tu te ne sei fregato! Non ti sei fidato di me e dei miei gusti!” ribatte la riccia, tirando su col naso.

“Ma, Hermione … non ho messo la cravatta rossa solo perché non la trovavo! Certo che mi fido di te!” tenta di placarla Ron, accigliato.

“E sbagli!” scoppia in lacrime lei.
“Sbagli perché con questa giacca sta molto m-meglio la cravatta v-verde
e hai fatto bene a mettere q- questa! Ora mi l-lascerai e ti troverai una moglie con gusti m- migliori dei m-miei, lo so-o” singhiozza, disperata.

Ron, a questo punto, è alquanto terrorizzato. “Ehm, Hermione … stai – stai bene, sì?” le chiede, avvicinandosi cautamente a lei.

Improvvisamente, entra George.
“Jingle bells, jingle bells …” canticchia, di buon umore.
Quando vede Hermione in lacrime e lo sconcerto sul volto del fratello, si blocca.
Poi, sorridendo partecipe a Ron, annuisce con aria saputa: “Anche Angelina era così quando era in attesa di Fred, tranquillo”.

Ron si strozza con la propria saliva, mentre Hermione getta un’occhiataccia  omicida a George.

Quest’ultimo sbianca leggermente. “Ah lui n-non … “ inizia.

Lo sguardo assassino di Hermione è parecchio esplicito: ”La faccia di Ron ti sembra forse
quella di uno al corrente del fatto che la moglie è incinta?” dice chiaramente.

 George ridacchia, a disagio. “Buona Vigilia a tutti!” esclama, prima di catapultarsi fuori dalla stanza.

Ginny sospira, mentre Harry ritorna a guardare Ron (che è rimasto perfettamente immobile).

Il moro non riesce a trattenersi e fischietta allegramente fra sé il motivetto di Jingle Bells.
 
 
Jingle Bells: qualcuno ha scoperto  nella maniera più insolita  che la propria moglie è incinta e –  almeno questa volta- non si tratta di Harry.
 
 
 



Karaoke

 Ciò che Ginny adora dal profondo del cuore, del mondo Babbano, sono  i cartoni Disney.
Glieli ha fatti scoprire Harry e lei gli sarà sempre immensamente grata per questo.

Assieme ai figli, li ha guardati tutti innumerevoli volte, tanto da  imparare le canzoni a memoria e, quando può, dà allegramente sfoggio alla sua cultura Disneyana.
Il momento da lei prediletto per palesare le sue conoscenze in materia è, chissà perché, la domenica mattina.
E infatti …

“I sogni son deeesideeerii …”canticchia, mentre prepara le uova per la colazione. La piccola Lily batte le mani nel seggiolone, ad un ritmo tutto suo.

“Di felicitàà” continua una vocetta alle sue spalle.
Ginny  si volta e sorride intenerita alla vista di Al nel suo pigiamone verde, che la osserva dalla soglia della cucina.

Lo raggiunge e gli prende le mani. “Nel sogno non haai pensierii, ti esprimi con sinceritàà” riprende lei, facendogli fare una giravolta.

“Sei haai fede chissàà che un giornooo”prosegue Al, ispirato.
Ormai è andato del tutto: Cenerentola è il suo cartone preferito.

“Che mammoletta che sei, Al! Cenerentola è per le femminucce” lo prende in giro James, facendo il suo solito ingresso rumoroso.

Al gonfia le guance indispettito.

“Scegli tu una canzone, allora” lo esorta Ginny: magari, in questo modo, avrebbe distolto l’attenzione del suo primogenito dal fratello.

“Ok, la dedico ad Al!” esclama James. Come non detto.
Si avvicina lentamente al fratellino e, portando il petto in fuori, intona :

" E saraaai veloce come è veloce il vento
 E saraaai un uomo vero senza timori
E saraaai potente come un vulcaano attiiivo
Quell’uomo sarai che adesso non sei tuuuu

L’ultima frase la accompagna con un’occhiata alquanto eloquente. Al arrossisce, offeso.

“Ok, ok … “ s’intromette Ginny in qualità di mediatrice, prima che la situazione degeneri in una delle loro zuffe.
Si schiarisce la voce e attacca : “Senza pensierii..."

James batte le mani, eccitato. Il Re Leone è il suo preferito. “La tua vita sarààà” prosegue, stonato come una campana.

Ginny guarda Al con aspettativa, spronandolo a continuare. Il piccolo, ancora arrabbiato con James, mugugna con una certa riluttanza : “Chi vorrà vivrà”.

“In libertàà” continua la donna, mentre Lily esprime tutto il suo apprezzamento con gridolini e risatine gorgoglianti.

James balza su una sedia:“HAKUNA MATATAAAAAA!”
Il suo acuto, inutile dirlo, avrà svegliato tutti nel raggio di qualche miglio.

 Al piano di sopra,per esempio, Harry si sveglia di soprassalto.
In un primo momento, nella confusione tipica del risveglio, teme che qualcuno stia torturando la sua famiglia:è un Auror, del resto.
 Da adolescente prendeva tanto in giro Malocchio, ma alla fine tutti gli Auror finiscono per diventare altrettanto diffidenti e sospettosi.

Poi, però, si ricorda che è domenica mattina e che quell’urlo belluino è semplicemente indice del talento canoro di James. Harry sorride pensando alla scena che nel frattempo si sta svolgendo in cucina.
 
 
Karaoke: davvero Harry non saprebbe pensare ad un risveglio migliore. Lamentele  e denunce dei vicini a parte.
 
 
 
 


 
Lucidalabbra
 “Teddy, domani parti per Hogwarts!” esclama il piccolo James, guardando l’amico estasiato.

Teddy sorride, mentre i capelli  gli si tingono per un istante di verde.

“Che c’è?” gli domanda James, premuroso. Tra parentesi, la premura la caccia solo con Teddy.

“Sai, lo Smistamento … “ confessa Teddy timidamente, distogliendo lo sguardo.

“Oh. Io sono sicuro che sarai un Grifondoro!” afferma James, convinto.

“No. Tassorosso!” s’intromette Al.

 James alza gli occhi al cielo. “Ma che ne vuoi sapere tu, moccioso!”

“Non sei tanto più grande di me, Jamie” obietta il fratellino.

“Dettagli!” minimizza l’altro, poi rivolgendosi a Teddy sussurra “ Grifondoro!”

“Teddy finirà in Tassorosso, ti dico!”  insiste Al.

James sbuffa, scocciato.
“Ok, scommettiamo. Se Teddy finisce in Grifondoro … uhm,
ti metterò il lucidalabbra di mamma e dovrai tenerlo tutto il giorno, anche se usciamo!”

Teddy arriccia il naso con disgusto. Lucidalabbra, puah!

Al – invece - soppesa le  parole del fratello, poi scrolla le spalle.

“Ma come … non dici niente?” domanda James, sorpreso.

“Sì, lo posso fare” annuisce Al, tranquillo.
“Merlino, Al! Sei proprio una femminuccia!” replica James, schifato.
Per costringere lui a mettere quella roba disgustosa avrebbero dovuto quantomeno torturarlo.

“Ma perché, scusa? Anche papà lo mette a volte!” osserva il fratellino, ingenuamente.

Harry, che stava assistendo allo scambio di battute, strabuzza gli occhi e getta un’occhiata a Ginny (perplessa quanto lui).

James dà un colpetto dietro la nuca di Al: “Ma no, stupido!
Non è che se lo mette lui, è perché si sbaciucchia con la mamma!”

Mentre Al protesta e Teddy ridacchia non tanto sommessamente,
Harry distoglie lo sguardo dal sorrisetto malizioso spuntato sul volto della moglie.
 
Lucidalabbra: Ginny deve decisamente smettere di metterlo.







 
Melassa

“Mamma, mamma … ancora” esclama Al, col mento tutto sporco di melassa.

“Anche io, anche io!” s’intromette James, spingendo Al da parte e tendendo il proprio piatto.

“E poi mi chiedete perché non preparo spesso la torta alla melassa!” borbotta Ginny, tagliando altre fette. “La fate fuori in un baleno!”

 “Chissà poi da chi avete mai preso questo amore smisurato per la melassa …” commenta ironica, gettando un’occhiata al volto del marito ( più sporco di quello dei figli).

Harry ridacchia colpevole, servendosi di un’altra fetta enorme. Tale padre … !

Ad un certo punto, Lily Luna inizia a muoversi nel seggiolone. Allunga le braccia e apre la boccuccia.

“M-m …”

Ginny e Harry si voltano a fissarla, speranzosi. La loro piccolina sta per pronunciare finalmente la sua prima parola?

“M-m … “ tenta di articolare la bimba, col visino concentrato.
Harry smette di masticare, Al e James smettono di fare la lotta (“ La tua fetta è più grande, dammela!”- “No, è mia!”) e Ginny trattiene il fiato.

La donna si avvicina alla figlia, velocemente.
Spera ardentemente che la prima parola di Lily sia ‘mamma’, perché Jamie e Al non le hanno dato questa soddisfazione.

La prima parola di James era stata ‘ Iddicc’ (e, difatti, aveva imparato prima a salire su una scopa che a camminare!) mentre quella di Al era stato un sentito ed energico “via!” (sì, il poveretto aveva dovuto imparare a parlare per poter allontanare da sé il fratello, che si divertiva a fargli smorfie e a rubargli il ciucciotto).

“M- m … “ riprova Lily, guardando la mamma con gli occhioni spalancati. Ginny sorride raggiante : sembra proprio  la volta buona!

“Sì, tesoro, vai “ la esorta, emozionata.

Lily Luna gonfia le guance e, con un ultimo sforzo, pronuncia : “Me-assa!”
Portata a termine questa ardua impresa, la piccola ridacchia e batte le mani felice.

Ginny chiude per un attimo gli occhi, sospirando. Alle sue spalle, Harry ride come un matto.
                
Melassa: a casa Potter piace proprio a tutti!
 

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Capitolo 3
*** (Seconda parte) N-Z ***


NdA: lo so,  questa seconda parte è incentrata più sui piccoli Potter che sulla coppia Harry/Ginny in sé. Spero non vi dispiaccia! Ah, e ammetto anche che le lettere come ‘x’-‘w’ (ecc. ecc.) mi hanno mandato un po’ in crisi … spero che il risultato non sia penoso! >.<
 

 
Nomi

“Ti prego, mammina, possiamo tenerlo?” chiede James, mentre un cagnolino gli lecca entusiasticamente il viso (la piccola Lily, nel frattempo, si diverte sadicamente a tirargli la coda).
“Ti preeego!” gli fa eco Al, con gli occhioni verdi spalancati e le mani giunte quasi in preghiera.
Ginny getta un’occhiata al cucciolo (che ricambia, con la lingua penzoloni) e scrolla le spalle.
“Ho già voi. Una bestiolina in più non può arrecare danni troppo gravi” si arrende alla fine, ragionevole.
James e Al esultano eccitati, improvvisando un balletto buffo e scoordinato.
 Ginny sorride, intenerita.“Come avete intenzione di chiamarlo?” domanda dopo un po’.
James e Al smettono di agitarsi come Dissennatori ubriachi e si guardano, col tipico sguardo di coloro che hanno dimenticato qualcosa nel momento esatto in cui la ricordano, quello che dice proprio ‘Ah, giusto! .
James assume un’aria concentrata e Al fissa il cucciolo, quasi speri che sia lui a prendere l’iniziativa. Magari, offrendo loro la zampa ed esclamando qualcosa come “Ah, dimenticavo … io mi chiamo Bob”, evitando loro la seccatura di scegliere il nome.
“Beh, potremmo chiamarlo … “ inizia James, pensieroso.
“Principessa! Principessa!” esclama Lily, battendo le mani.
Ginny ridacchia, divertita.
Lily cerca di affibbiare quell’obbrobrio praticamente a chiunque, ogni volta che ne ha l’occasione. Ci aveva già provato quando avevano dovuto scegliere il nome della civetta di Teddy, del gufo di famiglia, del pesce rosso … aveva provato persino ad appiopparlo al gatto della vicina. Ginny ci aveva impiegato un po’ a spiegarle che il vecchio Marley aveva già un nome e che lei non poteva andarsene in giro a ribattezzare gli animali domestici delle persone.
“Bleah! Lily, no! Principessa no! E poi questo cane è maschio, non femmina!” ribatte James.
“Uh, ce l’ho io, ce l’ho io!” prende parola Al, saltellando sul posto.
James lo ignora.
“Vai, Al, dicci tutto” lo sprona invece Ginny, gettando un’occhiata ammonitrice al suo primogenito.
 James interviene prima che Al possa aprire bocca: “Io non accetto consigli da uno che si chiama Albus. Albus Severus!”
Al mette il broncio.
“Oh, lascialo perdere Al. Allora, dicevi?” continua Ginny, circondandogli le spalle con un braccio.
“Ecco … perché non lo chiamiamo Felpato?” propone timidamente il piccolo.
 Il volto di Ginny si illumina all’istante, James cela abilmente l’espressione di apprezzamento che gli è spuntata in volto (valutando l’idea del fratellino)  e Lily … beh, Lily niente, continua beatamente a giocare col cane.
“Fantastico! Al, è un’idea fantastica!” esclama Ginny, scompigliandogli i capelli (o meglio, scompigliandoglieli ancora di più).
“Già.  Grazie, Severus!” aggiunge James, ghignando. Al si rabbuia.
Nomi: perché- diciamocelo – Al ha avuto decisamente la peggio.
 
 
 
 
 
Omertà

“Lily, te lo chiedo per l’ultima volta: sai dove Al ha nascosto il mio specchio?*
Mi serve per parlare con Teddy!”
Lily resta a fissare il fratello, imperscrutabile. “Te l’ho detto, Jamie, non lo so!” risponde alla fine.
James la studia con aria critica, poi scrolla le spalle.
“Se scopri qualcosa, dimmelo!” le dice.
Lily annuisce e lo osserva andar via.
Poi balza in piedi e spalanca le ante del suo armadio.
Dopo aver frugato un po’ tra le sue bambole, si allontana soddisfatta, stringendo tra le mani un piccolo specchio.
“Al!” chiama, scrutando la superficie vitrea.
Immediatamente, appare l’occhio verde smeraldo del fratello. “Lily! James se n’è andato?”
“Sì. Ma quando gli ridarai gli specchi?” domanda la sorellina.
Al sembra pensarci su. “Non lo so … sono divertenti da usare, non trovi?”
“Al!” lo ammonisce Lily.
“Ok,ok! Glieli darò, quando  lui mi restituirà il mio set di Gobbiglie” si affretta a precisare l’altro.
“Tu non gli dirai niente fino ad allora, vero?” aggiunge poi, un po’ allarmato.
“No” risponde la bambina.
Al le sorride sollevato attraverso lo specchio.
“Bene, e io non gli dirò che usi la sua scopa di nascosto!”
Lily alza gli occhi al cielo, sbuffando.
“Lils, è sempre un piacere fare affari con te!” conclude il fratello.
Omertà:  perché a casa Potter conviene un po’ a tutti.
 
 
 





Parallelismi

“Lily preferisce me! Non è vero, Lily?”
“Non è vero! Preferisce me!”
“Certo, Severus. Contaci!”
Sei solo un pallone gonfiato, James. Ovvio che preferisca me!”
“Come no. Perché mai dovrebbe preferire il piccolo Sev, quando ha davanti il fantastico, inimitabile, ineguagliabile James Potter?”
Harry si blocca in mezzo al corridoio. Chissà perché gli suona tutto così familiare …
“Oh, smettetela! Come potete pensare che io possa preferire uno di voi all’altro?”
“Perché io sono migliore di lui!”
“Ma lo senti, Lily? Merlino, è così … così … pieno di sé!”
“Basta, basta!  Sapete che vi dico? Io preferisco Felpato!“
Harry osserva la piccola Lily passargli a fianco soddisfatta, con Felpato tra le braccia che abbaia allegro.
 
Parallelismi: perché, a volte, i suoi figli  agiscono in maniera tremendamente simile ai loro omonimi.
 Però, accidenti, il triangolo James- Severus- Sirius, no … non l’aveva affatto considerato! O almeno, non aveva mai neanche ipotizzato l’eventuale vittoria di Sirius sui suoi rivali.
 



Quidditch

“Ragazzi, dove andate?” chiede Ginny, pulendosi le mani sul grembiule.
Al e Lily si lanciano un’occhiata, mentre James balbetta: “E- ecco, mamma … noi”
“Noi stavamo andando a giocare a nascondino!” interviene Lily, sorridendo.
Ginny poggia le mani sui fianchi.
“Con le scope da corsa?” domanda, perplessa.
“Ehm, sì …” replica James, spostando il peso da un piede all’altro.
 “Una nuova versione del gioco … una specie di ‘nascondino volante’, sai...”
Ginny lascia vagare lo sguardo attento dall’uno all’altro.
“State andando a giocare a Quidditch, non è vero?”
“Noi, in verità … ecco… sì, mamma, sì!” cede James alla fine.
Ginny sorride entusiasta. “Oh, ma allora aspettate … veniamo anche io e papà!”
“NO!” esclamano in contemporanea i tre ragazzini, ottenendo un’occhiata spaesata della madre.
“Ma … perché?” chiede la donna.
“Perché? Perché? Perché tu eri una giocatrice delle Holyhead Harpies e papà il Cercatore più giovane di Hogwarts degli ultimi non-so-quanti-anni-ma-tanti e, inoltre, non siete affatto sportivi!” esclama James, infervorato.
“Noi non siamo sportivi?” replica Ginny, scandalizzata.
“Affatto” precisa Al.
“Per niente!” gli dà man forte Lily.
Ginny resta a fissarli con la bocca un po’ aperta.
“Fai sempre quello stupido balletto della vittoria, mamma, e canti quella canzoncina irritante” le ricorda James, accigliato.
“Quale canzoncina?” domanda Ginny.
James sbuffa e poi, con una vocina stridula, recita:” Maghi e stregoni, sia cattivi che buoni, andiamo, è lampante!
Un’altra Cacciatrice come me non la trovate, neanche fra tante!
Ginny mantiene uno sguardo imperscrutabile, poi ghigna. “Andiamo, è vero che sono maledettamente brava!”
I tre ragazzi scuotono la testa, rassegnati.
“Sei un caso perso, mamma!”

Quidditch: perché a James, Al e Lily piacerebbe non solo giocare, ma – magari - anche provare l’ebbrezza della vittoria, qualche volta.





Rassegnazione


Ginny entra in camera da letto, sbadigliando.
“Le pesti sono sistemate?”si informa Harry, interessato.
La moglie annuisce, mentre gli si stende accanto.
“Dunque, non ci dovrebbero disturbare …” inizia Harry , giocherellando con una ciocca di capelli di Ginny.
Lei finge un’espressione sorpresa. “Cosa vorresti fare?”
Harry non risponde, avvicinandosi a lei e cominciando a lasciarle una scia di baci lungo il collo; “Ok, direi che le tue intenzioni sono piuttosto chiare” commenta divertita la rossa, inclinando la testa di lato.
“MAMMAAA! JAMES MI TIRA I PIZZICOTTI!”
“Se spegnessi la luce e mi facessi dormire, magari ti lascerei in pace”
“NON LA SPENGO, LA LUCE”
“FIFONE!”
“Ahia. MAMMAAA!”
Harry impreca sottovoce, ritornando al suo posto.  Come non detto.
Ginny gli lancia un’occhiata dispiaciuta, alzandosi in piedi.
“Non puoi dar loro una Pozione Soporifera, solo per stasera?” mugugna lui, imbronciato.
Lei ridacchia e sembra quasi valutare l’idea.  Quasi, purtroppo per Harry.
Rimasto solo, l’uomo alza gli occhi al soffitto e sospira.
Rassegnazione: perché, con tre figli del genere, Harry Potter può soltanto rassegnarsi. O drogarli pesantemente. Ma non sarebbe una mossa da genitore responsabile, vero?
 
 


 (il) Salvatore

“Harry James Potter” ringhia Ginny, fronteggiando il marito in una posa incredibilmente simile a quella
della signora Weasley quando aveva scoperto che i suoi figli avevano guidato una Ford Anglia volante, di notte, in territorio Babbano. Niente di troppo rassicurante, insomma.
“Cinque falci che la mamma lo scuoia!” sussurra James. Alle sue spalle, Al e Lily annuiscono distratti, assistendo alla scena che si sta svolgendo in fondo alle scale.
“Tesoro, sei ancora sveglia?” temporeggia Harry, sorridendo impacciato.
“Certo che sono sveglia! Sono rimasta  ad aspettare te, perché tu cosa mi avevi detto?”
Ginny si avvicina, puntandogli minacciosamente un dito contro.
Tranquilla, tesoro, ti prometto che domani non farò tardi!” scimmiotta, imitando il marito.
“ Ecco, tesoro … io … vedi “ balbetta Harry, indietreggiando.
“Tu cosa? Per la quarta volta questa settimana, l’ennesima in un mese, salti la cena per le tue missioni da Auror !” sbotta Ginny.
“Tesoro, non è colpa mia se  in giro ci sono dei maghi idioti e fanatici che ancora cercano di riportare in vita Voldemort o di sostituirlo o … “ cerca di spiegarle lui.
“Non mi interessa! Tu hai già fatto abbastanza!” salta su Ginny. “Insomma, hai salvato la Comunità Magica una volta. Basta e avanza, non credi? Non è che adesso tu puoi addossarti tutti gli straordinari di questo mondo. Ci sono altri Auror oltre a te e Ron in questo paese, sì o no?”
“S-sì, certo che sì” si affretta a precisare Harry, sotto lo sguardo di fuoco della moglie.
“Bene! Allora fa’ rispettare i tuoi diritti!” esclama la rossa, infervorata.
“E i miei, di povera moglie trascurata! Insomma, non ho il diritto di cenare con mio marito, ogni tanto?”  continua. A volte, Ginny sa essere molto tragica.
Poiché Harry non risponde, lei lo sprona: “Allora?”
“Sì, certo, tesoro. Hai ragione”  
“Prometti che cercherai di fare qualcosa?” prosegue Ginny, imperterrita.
“Sì, prometto!” la rassicura lui. La moglie lo scruta un po’, in silenzio.
Nel frattempo, è palese che Harry stia sudando freddo.
“Bene, allora per questa volta ti perdono” gli sorride Ginny, alla fine.
L’uomo tira un sospiro di sollievo.
Al si volta verso James, accigliato.
“E quello sarebbe il Salvatore del mondo magico?”.
James scrolla le spalle, perplesso quanto lui.
 
Salvatore: perché non importa quanti Maghi Oscuri perfidi e malvagi tu possa aver ucciso; se sei sposato con Ginny Weasley , affrontare un mago senza naso, con eccessi di sadismo, ambizione, egocentrismo e crudeltà ti sembrerà una passeggiata.
 
 
 


Tachicardia
 
“Ginny … ehm, quello sul tetto non è … non è James?” balbetta Hermione, indicando un punto alle spalle della rossa.
Ginny si strozza quasi con la limonata che stava sorseggiando, tanta è la fretta con cui si volta.
Schermendosi gli occhi con la mano, alza lo sguardo sul tetto dove vi è, appunto, suo figlio.
“JAMES! SCENDI SUBITO!” strilla, col cuore in gola.
James le fa cenno di abbassare la voce.
“Tana per James, sul tetto. Grazie, zia!” esclama la piccola Rose, passandole accanto soddisfatta.
“Oh, vedi, mamma! Mi hai fatto scoprire!” si lamenta James, imbronciato.
Ginny lo guarda sconcertata.
“Tu … tu … sei salito sul tetto per giocare a Nascondino?” esclama, un po’ istericamente.
Il figlio incrocia le braccia, indispettito. “Quanto la fai lunga. Al lo fa sempre e non gli dici mai niente!”
Ginny si porta una mano al petto, sentendo il cuore batterle all’impazzata.
Tachicardia: perché, se le dovesse venire un infarto, i principali responsabili sarebbero decisamente quelle pesti dei suoi figli!
 
 
 
 Umorismo
 
“Lily, tesoro … cos’era quel baccano, prima?” chiede Harry, scorrendo lentamente il giornale.
“Jamie voleva giocare a Quidditch, ma Al si scocciava. Allora Jamie si è messo ad inseguirlo ovunque, tirandogli la maglia e ripetendo ‘eddai’ all’infinito” risponde la bambina, senza staccare lo sguardo dal foglio su cui sta disegnando … uhm, beh, qualcosa di molto colorato e parecchio astratto.
Harry sospira. “Beh, a quanto pare, James deve averlo lasciato in pace” conclude lui.
“Oppure Al gli ha dato una botta in testa e l’ha nascosto nell’armadio” replica tranquilla Lily, sollevando il foglio  davanti al viso e osservandolo con aria critica.
Harry ridacchia, divertito. Quando Lily lo guarda perplessa, smette subito.
Ok, adesso, il silenzio proveniente dal piano di sopra lo inquieta alquanto.
Harry balza in piedi, allarmato.
Umorismo: perché con i suoi figli non bisogna mai dare nulla per scontato.
 
 

Vacanze


“Tutti a mare! Che bello!” esclama James, eccitato.
Harry gli getta un’occhiata dallo specchietto: ‘James eccitato’ equivale a ‘guai in vista’.
“Potrò fare i tuffi con Freddie!” continua. “Affogare Al in ac- … cioè, giocare con Al in acqua” si corregge, dopo l’occhiataccia di Ginny.
“Ma, dove andiamo noi, non ci sono le sirene, vero?” interviene Al, spaventato.
“Tranquillo, anche se ci fossero, non sarebbero interessate a te: di scorfani ne hanno già abbastanza, in fondo al mare” ribatte James.
Al incrocia le braccia, offeso.
“Dai, Al. Mica ci sono le sirene!” lo rassicura il fratello.
Tace un attimo e Ginny pensa che sia davvero strano sentire Jamie dare conforto ad Al.
“Devi stare solo attento al Kraken!” Come non detto.
La rossa sospira, guardando fuori dal finestrino.
Vacanze: James permettendo, dovrebbero svolgersi in maniera pacifica, tranquilla e normale. Ma, si sa, James non permette.
 
 
Western

“Non osare” ringhia James, assottigliando lo sguardo.
“Ce la giocheremo: vince chi è più veloce” replica Al, altrettanto serio.
“Allora direi che sei morto, ragazzo. Ho i migliori riflessi di tutti, qui in mezzo ” si pavoneggia James, col petto in fuori.
“Vedremo” commenta Al, concentrato.
I due fratelli si guardano dritto negli occhi, con atteggiamento di sfida.
Il silenzio è assoluto, la tensione è palpabile.
Quando si voltano, però, l’agognata ultima fetta di torta alla melassa è sparita.
Lily sorride e sventola la forchetta davanti alle loro espressioni sconcertate,
continuando tranquillamente a masticare.
Western: è questa  l’aria che si respira a casa Potter, quando resta l’ultima fetta di torta alla melassa.
Eppure, tra i due litiganti … la terza gode.
 
 
Xenofilia
 
“ Davvero? Ha detto proprio così? No, perché …“
“Ehm, Lily?” la chiama Ginny incerta, arrivandole accanto carica di buste della spesa.
La bambina si volta verso la madre, sorridente.
“Oh, ciao mamma! Hai già finito? Io ho fatto amicizia, nel frattempo” esclama Lily, raggiante.
‘Riduttivo’ pensa distrattamente la madre, dal momento che attorno alla figlia si è radunato un vero e proprio uditorio.
“Signora, sua figlia è un vero tesoro!” interviene una donna sulla cinquantina, ottenendo la piena approvazione dei presenti.
“Già! E poi è così intelligente! Mi ha dato dei consigli fantastici su come riappacificarmi con mia figlia … “
“E sa decisamente ascoltare!”
“Deliziosa, è davvero deliziosa!”
Ginny sorride imbarazzata, mormorando dei ringraziamenti generali. Poi afferra la mano di Lily e si allontana velocemente.
“Ciao! Alla prossima!” cinguetta la piccola, facendo ‘ciao ciao’ con la mano.
Ginny scuote la testa.
Xenofilia: nella piccola Lily è talmente radicata che non bisogna affatto sorprendersi se un giorno riesca a legare  persino col ritratto di Walburga Black, a Grimmauld Place!
 
 
Yoga

“Ma che …” esclama Lily, sconcertata.
“Che cosa avete combinato?” bisbiglia, concitata.
James – ricoperto da capo a piedi di sostanze indefinite (come tutto il resto della cucina)- si gratta la nuca, a disagio.
“Prenditela con Al!”
“Con me? Sei tu che hai iniziato!” ribatte subito il fratello.
Lily sospira.
“Se la mamma se ne accorge … potete dire addio a –“
S’interrompe poiché, proprio in quel momento, entra Ginny.
James e Al si nascondono molto coraggiosamente dietro la sorella.
“Mamma … ehm, noi … “ inizia James, in difficoltà.
Ginny resta in silenzio, guardandosi attorno. Poi scrolla le spalle, sorridendo.
“Puliamo dopo” esclama tranquilla, voltandosi per prendere dell’acqua dal frigo.
Dietro di lei,  James e Al si guardano, troppo sorpresi per parlare.
“Sarà lo yoga” mima poi Al con le labbra. James annuisce, ancora spaesato.
Yoga: ha risultati davvero sbalorditivi.
Come salvare due Potter pestiferi a caso dalla decapitazione per mano materna, giusto per dirne uno.
 
 
Zelante
 
“Harry" sospira Neville, esasperato, “è già la terza volta che vieni qui, questa settimana...”
Harry non risponde, intento a sbirciare in Sala Grande.
“Harry!” lo chiama l’amico. Harry sobbalza.
“Ehm, sì. Beh, lo sai, ci tengo alla  … ehm … sicurezza dei nostri figli!” ribatte l’uomo, cercando di darsi un contegno.
Neville solleva un sopracciglio. “Harry, l’unico pericolo che corrono i nostri figli è quello di inciampare nella gatta di Gazza. “
Harry distoglie lo sguardo imbarazzato, ficcandosi le mani nelle tasche.
Neville sorride, furbamente. “Dimmi, non è che – piuttosto – c’entra il fatto che tutti i tuoi figli ora siano qui a Hogwarts e che tu senta tremendamente la loro mancanza?” chiede, osservandolo.
Harry assume un’espressione scandalizzata. “Ma che dici … io … io sono un Auror zelante e … e.. io sì, Neville, sì. Mi mancano da morire!” cede alla fine.
Neville gli dà una pacca sulla spalla, partecipe.

Zelante: perché “Auror zelante” suona meglio di “sono un padre disperato che cerca in tutti i modi di rivedere i figli”, vero?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Eee, dulcis in fundo, nonostante le lettere dell’alfabeto siano decisamente finite (e ho usato anche l’alfabeto inglese, tra l’altro) - dato che alcuni me l’avevano chiesto – ecco a voi l’annuncio di Ginny riguardo la sua terza gravidanza, quella di Lily. ^^
 

“Rosie! La mia bella nipotina!” esclama Ginny, sorridendo alla bambina nel seggiolone. Ha riccissimi capelli rossi e gli occhi azzurri di Ron.
Rose la scruta per un po’ con aria critica, poi - probabilmente decidendo che quella donna le sta simpatica - le sorride. Un sorriso sdentato e con le fossette.
“Ehm, Ginny … aiuto!” riesce a dire Harry con voce strozzata, entrando a fatica nella stanza. Ha James sulle spalle (che gli tira i capelli come se fossero delle redini) e Al in braccio che, dando man forte al fratello nel piano “uccidiamo papà”, gioca con i suoi occhiali.
“Uh, scusa!” ridacchia Ginny, alzandosi e staccando  - assieme ad Hermione - i propri pargoli dal marito.
Harry si lascia cadere stancamente sul divano, accanto a Ron.
“Ti vedo bene, Harry” commenta il rosso ironicamente, mentre aggiusta il bavaglino della piccola Rose (la quale, dal canto suo, se ne resta placidamente immobile).
Harry gli getta un’occhiataccia invidiosa. “Non puoi capire. Due maschi … così piccoli! Mi faranno diventare matto” mugugna.
“Mi dispiace, Harry. Magari questa è la volta buona” replica allora Ginny, sibillina.
Harry si volta di scatto, per ritrovarsi faccia a faccia con la moglie. “C-cosa?”
“Due maschi, lo so, è faticoso. Ma, ripeto, magari questa volta ti andrà meglio!” esclama lei, sorridendo malandrina.
Ignorando la faccia sconcertata di Harry, Ginny si rivolge ad Hermione: “Allora, Herm, mi stavi dicendo che … “
“No, no e no!” protesta Harry, balzando in piedi e fronteggiando la rossa.
“Che c’è, tesoro?” chiede lei, candidamente.
“Non puoi fare così ogni volta … tu non … non puoi e basta!” esclama Harry, battendo anche un piede sul pavimento.
“Ok” conviene Ginny, annuendo. Poggia le mani sulle spalle del marito e con espressione serissima, dichiara :”Harry James Potter, sono incinta. A tempo debito diverrai padre per la terza volta”.
Harry annuisce un po’ a scatti, deglutisce, sembra che stia per dire qualcosa e … no, annuisce ancora. Respira profondamente e … sviene.
Ginny sospira.
 “Ora capite, vero, perché ho sempre preferito evitargli la ‘versione ufficiale’?”
 


Fine.
 
(*) In "Omertà", mi riferisco naturalmente agli specchi gemelli di James e Sirius che quest'ultimo tramanda a Harry (in un percorso forse un po' tortuoso, ho immaginato che anche quello che finisce nelle mani di Aberforth potesse poi, infine, ritornare al legittimo proprietario).

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