Kurenai's 8 Team di Rota (/viewuser.php?uid=48345)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sotto la luna. ***
Capitolo 2: *** Entomology ***
Capitolo 3: *** Galeotta fu la lettera ***
Capitolo 4: *** Butterfly ***
Capitolo 5: *** Wind ***
Capitolo 6: *** Eyes ***
Capitolo 1 *** Sotto la luna. ***
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Nick
Autore: Rota23
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Titolo: Sotto la Luna
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Personaggi: Kiba Inuzuka, Shino Aburame
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Citazione & Credits: “Eravamo assieme, tutto il resto
l’ho scordato” ~ Walt
Whitman ~
I
personaggi di Naruto non mi appartengono, ma sono proprietà
esclusiva di Masashi
Kishimoto.
-
Genere: Romantico, Introspettivo
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Rating: Arancione
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Avvertimenti: yaoi, flash fic (432 parole)
-
NdA
(facoltative ma consigliate): si, mi sono appassionata a questa coppia,
inutile
negarlo. Mi piace davvero molto, e sto cercando di analizzarla da ogni
punto di
vista u_u
Qui
si
parte dalla prospettiva di Kiba (elemento “passivo”
del rapporto). L’atto
carnale è già compiuto, Shino dorme, esausto. E
Kiba guarda, rapito, la Luna
bianca. Come farebbe un qualsiasi canide. Ma non è
malinconico, come il canto
dei lupi, è felice, è gioioso, perché
appagato da un amore corrisposto. Spero
di aver fatto un buon lavoro, comunque ^O^
Nota:
è il giorno di S. Valentino,
festa che per me è una boiata assurda, dato che
l’amore è una festa in
qualsiasi giorno. I 14 Febbraio è una festa puramente
mediatica a mio avviso…
Indi, il tema principale della mia ff non è tanto S.
Valentino in sé, quanto
l’amore in generale. Spero non dispiaccia alla
giudice…
-
Betareader (se utilizzato scrivete il nome): uchiha_girl
La suddetta ff ha partecipato
alla 5^ Edizione del contest "2Weeks" indetto da Kurenai88,
classificandosi quinta parimerito con Erin_Ino.
SOTTO LA LUNA
14
Febbraio (15, in realtà, a detta
dell’orologio…).
Piccolo
dettaglio insignificante, in realtà…
La
Luna splendente, bianca, perfetta, illumina con i suoi raggi
l’umida Terra con
i suoi raggi gentili.
Una
stanza nascosta ad occhi indiscreti, testimone di un amore celato, ha
aperta
una sola finestra (neanche tutta) alla lenta baldanza della luce lunare.
Kiba
Inuzuka, dei Cani di Konoha, ha gli occhi pieni di bianco, di
meraviglia e di
gioia.
Steso
in un letto (non solo), ha la faccia rivolta ora verso di lei.
Sorride,
lieve, felice.
Il
respirare lento e pacato di un corpo sorpreso e rapito dal sonno non lo
disturba (anzi), lo rassicura e definisce la sua gioia.
Gli
occhiali scuri dell’Entomologo sono sul comodino, dimenticati.
Shino
è mezzo nascosto dalle coperte da cui è avvolto,
il viso sereno, i muscoli
rilassati.
Il
corpo (come le lenzuola candide del letto) è ancora caldo di
quell’amore appena
consumato tra i due, le labbra rosse ancora gonfie di baci dati e
ricevuti, i
capelli sconvolti da dita e mani passionali.
Kiba
sorride, guardando la schiena ampia dove prima s’era
aggrappato, dove aveva
lasciato le tracce del suo violento passaggio.
Ride
lieve, notando sulla pelle perfetta dei segni d’artigli e
zanne.
Erano
arrivati lì il mattino presto, quando ancora il Sole stava
sorgendo timidamente
dalle montagne.
Non
avevano fretta né missioni ingombranti a cui pensare,
né allenamenti con cui
occupare i loro corpi.
Ben
altro movimento, li attendeva…
Un
rituale d’amore che non sembrava mai banale, mai lo stesso,
di cui ubriacarsi
con libidine e desiderio.
Una
danza sensuale da ripetere e ripetere fino alla nausea, non avendone
mai
abbastanza.
E al
diavolo gli impegni e le cose da fare, al diavolo amici e genitori
(cani e
insetti).
Quel
giorno non avevano visto altro che gli occhi di Shino o di Kiba. Non
avevano
toccato nient’altro che la pelle di Shino e di Kiba, non
avevano mangiato
nient’altro che labbra, e non avevano adoperato altro che
mani.
Tornò
a guardare la Luna bianca, perfetta, stagliata in mezzo alle nuvole.
Quanto
era bella!
Gli
ricordava il pallore della pelle dell’Aburame…
così delicata che era facile
irritarla, e farla diventare così rossa (e fremente, e
sudata…).
Il
tempo era passato inesorabile, ma lo si era potuto notare solo in quei
pochi
istanti in cui erano separati da qualche soffio di vento.
Il Sole
si era alzato e poi era sceso, e infine, la Luna…
Chiuse
gli occhi, Kiba, tornando ad abbracciare il suo Shino, sussurrando
prima di
raggiungerlo tra le braccia del dolce e rassicurante Morfeo.
-Eravamo
assieme, tutto il resto l’ho scordato…-
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Capitolo 2 *** Entomology ***
Shino
- Nick Autore: Rota23
- Titolo: Entomology
- Personaggio Secondario scelto: Shino Aburame (Shino- centric)
- Altri personaggi: //
- Genere: Introspettivo, Nonsense
- Rating: Giallo
- Avvertimenti: Flash fic (480 parole)
- NdA
(facoltative): Gli insetti, in particolare gli Imenotteri, come cellule
di un grande organismo. Vedetela così, io parto da questo punto
di vista, e racconto ciò che una biologa, o meglio un
Entomologo, Shino, può vedere, sentire e provare guardando una
colonia d’insetti.
Un viaggio, breve e conciso, attraverso il significato dell’esistenza di una sola, piccola cellula.
Questa flash fic ha partecipato al contest indetto da beat_88 "Personaggi secondari" arrivando prima.
Buona lettura^O^
ENTOMOLOGY
Guardare il mondo con mille occhi. Guardarlo attraverso le sue mille
sfaccettature. Riuscire a vederlo in tanti modi diversi, per formare
alla fine un’unica, sola, unitaria immagine.
Gli insetti non hanno parole per esprimere concetti complessi.
Loro ballano, danzano e suonano per richiamare l’attenzione dei
compagni, ed esprimere concetti basilari per la sopravvivenza della
specie. Nient’altro, nulla di più, nulla di meno.
Hanno conquistato il mondo, ogni posto di questa Terra, ogni pezzo di suolo che la compone.
Terra, rocce, alberi, animali, acqua e aria. Praticamente ogni cosa.
Eppure non se ne vantano minimamente.
Vivono e basta, silenziosi e discreti.
Non pretendendo nulla da niente e da nessuno.
Hanno compreso che la forza di uno non basta contro nemici grossi e
potenti. Si sono uniti in colonie, che possono sterminare raccolti,
viaggiare per laghi e fiumi, uccidere persino un uomo con le loro
piccole chele affamate.
Se uno non ce la fa, ce la fanno gli altri.
Non pensano al singolo, quanto alla massa.
Sono come tante parti di un unico, immenso organismo.
Non si lamentano se qualcuno li uccide.
Non si lamentano se qualcuno li tortura, fa strage dei loro fratelli, li stermina in massa.
No, restano zitti, e iniziano il lavoro di ricostruzione.
Niente li smuove, niente li scuote.
Almeno, apparentemente…
Anche le cellule si muovono sapendo bene, seguendo forse semplicemente
l’istinto, che ciò che fanno andrà a beneficio solo
dell’organismo superiore.
Non hanno volontà, non hanno anima, seguono il flusso delle cose.
Perché loro non vivono, sono costituenti la vita. E’ ben diverso.
Se una cellula vive, lo fa solo perché il meccanismo non si inceppi.
Non le serve altra ragione per continuare a fare ciò che deve, ciò per cui è stata progettata.
Nel mio corpo vivono milioni, miliardi di cellule. Nel mio corpo vivono milioni d’insetti.
Qual è la differenza, a questo punto?
Uno cammina, l’altra si muove per vie traverse.
Ciò che veramente serve ad una cellula, ad un insetto per muoversi è una mente da servire.
IO sono quella mente, IO sono quel corpo da difendere.
Usando insetti, è come se usassi parte del mio corpo come arma. Semplicemente.
Non meravigliatevi dunque se sono capace di manovrare orde e orde
d’insetti, aventi come unico scopo l’eseguire alla
perfezione i miei ordini.
Sarebbe come se un polmone, al posto di immettere nel sangue ossigeno, mettesse idrogeno.
Sarebbe oltremodo controproducente.
Dunque è questa la mia forza, la forza di un formicaio, di un alveare.
Essere un tutt’uno in tante diverse unità.
Mai s’è visto, nella società umana, una perfezione così assoluta.
Gli uomini non riescono ad annullarsi per l’Organismo Supremo.
Pensano di essere migliori, forti, invulnerabili.
E non si rendono conto di essere dei semplici piccoli insetti, volubili
e fragili, per cui basta un semplice piede troppo grande, qualcosa che
è impossibile per loro sostenere per schiacciarli
definitivamente…
Vili, vili e inutili, semplici unità imperfette!
GIUDIZIO *_*
1° classificata: “Entomology” di Rota23
Valutazione:
Correttezza grammaticale: 9,5/10
La storia è ben scritta, senza errori di grammatica o altro. Uno stile molto bello e pulito.
Solo un paio di frasi in cui mi sono inceppata nella prima lettura.
Completezza della storia: 10/10
Hai descritto in maniera perfettamente esauriente sia il pensiero di Shino, che tutto il mondo degli insetti e le sue dinamiche.
Centralità del personaggio scelto: 10/10
Non credo che ci sia niente da dire su questo punto.
Originalità: 5/5
* Perché loro non vivono, sono costituenti la vita. *
Nonostante Shino=Insetti, hai scritto davvero una storia molto originale, profonda e piena di significato.
Giudizio personale: 5/5
OOC: 0/10
Sappi che con questa tua storia ho capito come mai Shino è così altezzoso con tutti!
Totale: 39,5 punti
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Capitolo 3 *** Galeotta fu la lettera ***
ShinoKiba 3
Autore: Rota23
Titolo: Galeotta fu la lettera
Genere: Comico, Introspettivo, Erotico
Raiting: Rosso
Avvertimenti: One shot, yaoi, Lemon
Disclaimer: I personaggi di Naruto non mi appartengono, ma sono di proprietà esclusiva di Masashi Kishimoto
Personaggio/Coppia scelta: Hinata, ShinoKiba
Introduzione:
Una lettera sancisce il terribile compito della povera e sfortunata
Hinata, riprendere i propri compagni di squadra in….
“piacevoli occupazioni”. Riuscirà la giovane Hyuuga
a compiere la sua pericolosa missione?
Note
dell’Autore (facoltative): Dunque, pensando al personaggio di
Hinata, e mettendola in un contesto simile, ho pensato che per forza ci
dovesse essere una vena comica che avrebbe pervaso tutta la ff.
Intendiamoci, Hinata è Hinata, è timida, insicura, dolce
e buona, con un certa difficoltà accetterebbe di riprendere di
nascosto i propri compagni mentre sono occupati in piacevoli
occupazioni intime.
E da questo punto ho iniziato la mia ff.
Il dubbio iniziale alla fine si risolve in risolutezza, Hinata svolgerà il suo lavoro, questo è indubbio.
P.s.(per
rassicurare la signora giudice Kei): ho fatto una ShinoKiba u_u Non una
KibaShino. Poiché anch’io, come la signora giudice,
ritengo che un Shino in funzione di uke non si possa neanche
immaginare. Ecco tutto.
P.s.s.: ho
usato il nome delle giudici del concorso per nominare due dei
personaggi originali di questa ff solamente perché ho trovato la
cosa divertente, e decisamente simile alla realtà. Lo scopo
è lo stesso, io scrivo e lei riprende. Nulla più. Indi,
ripeto, l’ho fatto solo per dare più comicità alla
scena. Nulla di più, nulla di meno u_u
la seguente fanfiction ha partecipato al contest indetto da rekichan e
Kei_Saiyu "Operazione yaoi fangirl" classificandosi terza.
Un urlo agghiacciante e un tonfo sordo, di qualcosa che cade
rovinosamente a terra spezzò improvvisamente la tranquilla
quiete che avvolgeva casa Hyuuga.
Qualche attimo d’attesa, poi ognuno riprese le proprie
attività: chi l’allenamento, chi lucidare le proprie armi,
chi bere placidamente una tazza di the.
Solo in una stanza l’atmosfera non era più né calma
né tranquilla. Hinata Hyuuga, col sedere dolorante per la caduta
rovinosa, teneva ancora in mano la lettera colpevole. Con sguardo
terrorizzato, con la speranza di essersi sbagliata, d’aver letto
male le parole scritte, rilesse da capo, più e più volte,
il testo della raccomandata recapitatale.
“1 Giugno XXXX
Gentile signorina H.,
la informiamo che, come ogni anno, la riunione dello YFCK, Yaoi Fan
Club di Konoha, si terrà il giorno 25 Settembre XXXX, nella Sala
dei Congressi del Municipio.
Per motivi tecnici anche piuttosto gravi non ci è stato
possibile organizzare, come ogni anno, il Momento Video, momento
fondante delle nostre riunioni.
Indi, per non privare le nostre collaboratrici di un momento
così intenso e totalmente dedicato alla passione che tutte ci
lega, lo Yaoi, la novità dell’edizione di quest’anno
è la seguente: obbligatoriamente, pena l’esclusione alla
partecipazione, ogni membro del Club dovrà recare alla riunione
un video amatoriale riguardante una coppia selezionata accuratamente da
noi per ognuna delle partecipanti. Per lei, signorina H., è
stata scelta la coppia formata dai signori Kiba Inuzuka e Shino Aburame.
Le verrà recapitato il più presto possibile tutto il materiale occorrente.
Spero vivamente di incontrarla anche quest’anno alla riunione.
Distinti saluti (e buona fortuna)
Le signore Presidentesse
Reki Chan
Kei Sayu”
Gli occhi della sfortunata Hyuuga ripassarono una, due, tre volte su
quelle lettere, e ogni volta la disperazione aumentava. Shino e
Kiba… proprio Shino e Kiba le erano capitati!
Passi per Kiba, non sarebbe mai stato un problema fare un video yaoi su
di LUI, ma con Shino…. Con Shino sarebbe stato impossibile.
Sapeva fin troppo bene della relazione che legava i due, ormai da tempo
immemore. Non che i due gliene avessero mai parlato direttamente, ma
persino lei si era accorta degli sguardi che si scambiavano
dell’affetto sincero che veniva celato da pacche sonore sulle
spalle, della rabbia sempre più tenue che Kiba mostrava nei
confronti dell’altro.
O dei suoi sorrisi maliziosi, che gli scappavano ogni tanto.
O dei rari sorrisi di Shino che rivolgeva a lui e a lui soltanto.
Ma Shino non aveva mai permesso che la cosa potesse venire fuori, allo
scoperto. Di certo, non per paura di qualche giudizio, di qualche
cattiva parola. Non era quello che importava a Shino.
Odiava il rumore, semplicemente. Odiava che si chiacchierasse su
ciò che faceva, su come gestiva le sue relazioni, su come si
comportava col suo amante… Era faccende private, sue, personali!
Odiava il rumore, e per questo aveva imposto il silenzio, anche al rumorosissimo Kiba.
Per Hinata, quindi, anche solo l’idea d’avventurarsi in
un’impresa simile la portava ad una cupa, totale depressione
istantanea. Con che faccia avrebbe chiesto a Shino di posare per lei, o
addirittura farsi riprendere in… “piacevoli
occupazioni” con Kiba?
L’avrebbe guardata male, e come minimo non le avrebbe rivolto
più la parola. Già parlava poco, dopo una cosa del genere
avrebbe rotto direttamente ogni legame con la casa Hyuuga. E questo per
il Team 8 sarebbe stata la catastrofe più nera.
Presa dall’agitazione, Hinata camminava avanti e indietro per la sua stanza.
Come risolvere la questione uscendone indenni?
Certo non era nelle sue intenzioni abbandonare il Club, non dopo tutti
quegli anni d’intensa e sentita partecipazione ma cercare di
riprendere i suoi amici equivaleva a una missione di livello S!
E intanto che la povera Hinata si disperava in camera sua, due figure,
tre contando anche il cane, fecero la loro comparsa nel grande giardino
davanti casa Hyuuga.
Bussarono infine alla sua porta, facendola sussultare.
-C-chi è?-
La voce calma e tranquilla di Neji la raggiunse da dietro la porta spessa di legno.
-Madamigella Hinata, ci sono visite per lei!-
Visite? Chi mai poteva farle visita in un momento catastrofico come quello?
Poi una seconda voce maschile.
-Ehi, Hinata! Dobbiamo andare a mangiare! La maestra Kurenai ci sta già aspettando!-
La porta venne spalancata dall’interno in un solo istante, sulla
soglia la povera, disperata Hinata trovò ad attenderla suo
cugino e la coppia che tanto era destinata a sconvolgerle la vita,
Shino Aburame e Kiba Inuzuka.
L’entomologo la guardò fisso, come sempre serio e impassibile.
-Non ti sarai forse dimenticata del nostro appuntamento, vero Hinata?-
Si doveva festeggiare il fidanzamento della maestra Kurenai col maestro Asuma tutti assieme… come dimenticarlo?
Balbettando, Hinata tornò dentro la sua stanza.
-C-certo che mi ricordavo… mi cambio e arrivo in un attimo!-
Si appiattì contro la porta di nuovo chiusa, sospirando, mentre
l’Inuzuka già borbottava d’impazienza fuori, nel
corridoio.
E adesso, che avrebbe fatto?
Ristorante del centro del Villaggio, rinomato per i suoi primi e i piatti a base di carne.
Schiacciata in un angolo, non partecipando in alcun modo al chiasso e
all’allegria a lei circostante, la povera primogenita Hyuuga
stava maledendo in tutti i modi possibili la lettera galeotta e il suo
destino ingrato.
Mentre Kiba faceva, come suo solito, chiasso in modo quasi vergognoso,
alzando ogni volta il suo dannatissimo bicchiere per brindare alla
salute e alla futura felicità della maestra, Shino si limitava a
cercare d’ignorare la sua esistenza continuando a mangiare in
silenzio e facendo dei pacati quanto discreti complimenti a Kurenai
quelle rare volte in cui la bocca di Kiba non emetteva più alcun
suono, poiché troppo occupata a mandare giù acqua e cibo.
Ma fu quando la maestra Kurenai andò in bagno che accadde
ciò per cui Hinata desiderò con tutta sé stessa di
sprofondare nella terra e di non tornare mai più in superficie.
La povera ragazza fissava ostinatamente il proprio piatto e il suo
contenuto, troppo timorosa per alzare anche solo gli occhi; Kiba,
giustamente, si preoccupò della cosa.
-Ehi, Hinata… stai bene? Oggi di comporti in modo strano…-
Lei abbozzò un sorriso, cercando di sembrare sincera. Mancava
solamente che scoprissero le sue intenzioni, poi davvero sarebbe stata
la fine.
-Tutto bene, Kiba… grazie!-
Tornò al suo cibo, cercando di chiudere lì il discorso.
Ma Kiba non era convinto, era troppo taciturna Hinata, quel giorno.
Strana, come se fosse imbarazzata della loro presenza. Si rivolse indi
a Shino.
-Non trovi anche tu che oggi Hinata sia strana?-
L’entomologo alzò il viso, scrutando la compagna di
squadra, come ad analizzarla per qualche istante interminabile. Infine
decretò, pacatamente.
-Non mi pare sia molto diversa dal solito…-
Kiba non si diede per vinto, neanche di fronte a lui.
-Ma non dice una parola!-
Il giovane Aburame lo guardò dritto negli occhi.
-Hinata è sempre stata riservata…. A differenza di te, non spreca parole a caso!-
Kiba lo guardò male, Shino trovava sempre il modo
d’innervosirlo, facendolo zittire con una frecciatina poco
simpatica.
Ma questa volta non si diede vinto così facilmente, o almeno non
avrebbe permesso che la cosa finisse così, come Shino desiderava.
Si avvicinò quatto quatto all’Aburame, mettendogli a
tradimento una mano sulla coscia, avvicinando al contempo le labbra al
suo orecchio, e soffiandoci col suo alito caldo.
-A dire parole a caso c’è chi è maestro, non è vero Shino?-
Hinata alzò gli occhi verso loro due esattamente nel momento in
cui la lingua di Kiba guizzò fuori dalla sua bocca per dare una
veloce, quando umida lappata all’orecchio del compagno di
squadra. Non vide la mano dell’Inuzuka avvicinarsi
pericolosamente all’inguine di Shino, né l’occhiata
tutt’altro che irritata che gli rivolse, il sorriso malizioso che
increspò le sue labbra.
No, Hinata semplicemente tornò a fissare il suo piatto con
insistenza, il colore viso tendente al porpora. Sentì di
sfuggita un borbottio scomposto provenire dalla coppia, indi si
concentrò ancora di più sulla bella bistecca al sangue
che aveva nel piatto, cominciando a pensare in fretta e furia.
“Dunque, devo assolutamente
ricordarmi di dire alla cuoca di casa di fare questo tipo di bistecca,
di parlare col cuoco del locale per farsi spiegare come fa a cucinarla
così bene e così buona, a lei davvero non esce
così…”
-Ti pare il momento e il luogo di fare certe cose?-
-Mio caro, sembri così teso… magari qualche carezza ti distende un po’…-
-Kiba, leva quella mano da lì!-
-Normalmente ti piace che io metta la mano lì…-
-Se vuoi mettere ANCORA la mano LI’, faresti meglio a toglierla, ORA!-
“Eppure lei è una
grandissima cuoca, mi domando come mai non sia in grado di fare un
piatto simile! Le dirò che è uno dei miei preferiti, si,
ho deciso!”
La festicciola si esaurì abbastanza in fretta, lasciando
così libera Hinata di tornare nella sua stanza e lasciarsi
andare alla disperazione, un’altra volta.
Prima di riuscire a buttarsi sul letto e dedicarsi ad un pianto
liberatorio, i suoi candidi occhi caddero quasi per sbaglio su un
pacchettino rettangolare, decisamente spesso, poggiato sopra la propria
scrivania.
Che aveva detto Neji quando lei era entrata in casa?
Ah, si…
“-E’ arrivato qualcosa per lei, signorina Hinata… le è stato portato in camera…-“
L’aveva ascoltato distrattamente, troppo intenta a pensare al proprio cuscino e al suo prossimo uso.
Titubante, si avvicinò al mobile e indi al pacchetto. Lo prese
in mano con dita quasi tremanti, lo scartò piano, allungando
così, senza rendersene neppure conto, i minuti della propria
agonia.
Scoprì d’aver finalmente ricevuto videocamera e cassette, tre, per la precisione.
Caso mai una non ne bastasse una soltanto.
Hinata stette ferma a fissare quella videocamera e quelle cassette per un tempo interminabile, indefinito, senza fine.
Poteva sempre rispedirle indietro, o distruggerle adducendo come scusa
di non averle mai ricevute… Poteva semplicemente ignorare la
cosa e andare alla Riunione facendo finta di essere all’oscuro
dell’intera faccenda….
-No, questo mai!-
Alla fine si risolse, risoluta più che mai.
Cos’erano questi dubbi, questo tergiversare?
Aveva ancora un onore? Una dignità? Certo che si!
Voleva partecipare alla riunione del suo amatissimo Yaoi Fan Club? Certo che si!
Dunque, i problemi non sussistevano, doveva fare quel maledetto video.
Doveva, in nome della sua dignità di yaoi fangirl. Assolutamente.
Doveva, anche per la felicità e la gioia delle sue compagne yaoiste.
Sorrise, e strinse il pugno al petto come a giurare a sé stessa di andare fino in fondo alla questione.
E con quest’animo in corpo si mise infine a dormire, pronta ad affrontare con risolutezza la giornata a venire.
Certo, tra il semplice volere e il fare effettivo c’è una
differenza abissale. Ed Hinata lo scoprì ben presto.
Per quanto stessero assieme, come compagni di squadra ovviamente, non
era ancora riuscita a coglierli in atti “compromettenti”,
né uno sguardo diverso dagli altri, né un qualche
contatto fisico anche leggero, qualche parolina di troppo….
nulla di nulla.
Era arrivata persino a seguirli dopo gli allenamenti, per vedere se si
intrattenevano da qualche parte, assieme. Era stata delusa anche da
questo tentativo fallimentare.
Shino sembrava più frigido del solito, e Kiba troppo irritato della cosa per insistere a stare con lui.
Proprio in un momento simile la loro relazione doveva traballare?
Aveva passato quasi un mese a rincorrerli senza successo, ormai Hinata aveva perso quasi ogni speranza…
L’occasione propizia che gli si presentò fu verso fine Agosto.
Avevano appena svolto una missione difficile e complicata, erano
riusciti ad impedire l’unione di due organizzazioni criminali
residenti al Villaggio della Roccia e a catturarne anche i Boss.
Davvero un ottimo lavoro.
Estenuante, pericoloso… ma ottimo.
Erano tutti e tre particolarmente eccitati, in special modo Kiba lo
dimostrava blaterando senza sosta una parola dopo l’altra, una
frase dopo l’altra, senza che nessuno dei due suoi compagni di
squadra avesse ancora dato segno d’interessarsi al suo discorso.
Fu solo quando Shino gli rivolse uno sguardo diverso dagli altri, non
tanto per il silenzio che lo circondava, tanto per la sua
intensità, uno sguardo che mai Hinata gli aveva visto rivolgere
a qualcuno, che Kiba si zittì all’istante.
Lo guardò col medesimo sguardo, e per qualche istante rimasero
zitti, tutt’e tre. Poi Kiba si rivolse a Hinata con un sorriso,
quasi urlando.
-Hinata, non ti dispiace tornare a casa da sola, vero?-
Sorrideva, e aveva una strana luce negli occhi. Famelica, quasi…
Hinata sorrise dolcemente.
-Ma certo… allora vi lascio, a domani!-
S’incamminò da sola, svoltando infine un angolo, lasciandoli finalmente soli.
Attivò il Byakugan, li vide avvicinarsi l’uno
all’altro, mentre Akamaru se ne corse via ad un cenno distratto
del padrone. Shino infine, guardandosi attorno circospetto, condusse
celermente il compagno a casa sua, non troppo distante da quel punto.
E allora Hinata fece quei pochi metri che la separavano da casa propria
di corsa, entrò nella villa muovendosi il più velocemente
possibile, arrivando in camera sua, afferrando camera e cassette,
tornando in strada e correndo verso la casa di Shino.
Arrivò sotto l’edificio con il fiato grosso, ansimando.
Ora il problema era mettersi in una posizione idonea alla ripresa. Si
ricordò di aver visto, la sola e unica volta che era stata
ospite degli Aburame, che la camera di Shino si affacciava su un grande
albero di mele, e che il ragazzo le aveva confidato che spesso saliva
sul grande albero uscendo dalla finestra, appostandosi sui suoi rami.
Corse intorno alla casa alla ricerca dell’albero, alla fine lo vide e sorrise trionfante.
Vi si arrampicò sopra con facilità, arrivando finalmente all’agognata finestra.
Vide le ante socchiuse, uno spiraglio di qualche centimetro si apriva
sulla stanza dalle finestre aperte verso l’interno, lasciando
intravedere quasi tutto e lasciando trasparire i rumori.
Era più che sufficiente questo, no?
Mise la prima cassetta nella videocamera, e cominciò a girare,
proprio quando la porta della stanza si aprì, e Shino e Kiba
entrarono, avvinghiati l’uno all’altro.
Appena varcata la soglia dell’appartamento, aveva capito che in
casa non c’era anima viva, tranne loro ovviamente; Kiba non aveva
resistito. Aveva abbracciato Shino da dietro cominciando a torturargli
il collo con baci e morsi.
-Finalmente! Non ce la facevo più a starti lontano!-
Gli girò il mento, baciandolo sulla bocca, lavorando con la
propria lingua sulle labbra e al loro umido interno. Le mani scesero
troppo in basso, subito, senza aspettare, con una certa urgenza.
Shino lo fermò in tempo, prima di cadere nell’oblio dei sensi. Stava già ansimando.
-Non dobbiamo restare qui… i miei genitori potrebbero tornare…. Andiamo in camera mia…-
Kiba gli sorrise, cominciando a spogliarlo della giacca.
Fecero quel poco tragitto verso la camera sbattendo ripetutamente
contro il muro, con le rispettive lingue nella bocca dell’altro,
le mani a vagare sulla pelle, sul corpo del compagno.
Arrivarono indi alla meta, dopo diversi minuti.
*******************************************************************************
La schiena di Shino sbatte contro la porta della camera del ragazzo,
Kiba non é certo tipo d’andarci tanto per il
sottile….
Le mani dell’Inuzuka, ormai senza più freni, scendono
verso il bacino dell’entomologo, e con nervosismo e una certa
fretta, mentre con la bocca gli impedisce quasi di respirare, gli
slaccia i pantaloni, facendoli scivolare alle sue caviglie. Quando va
ad accarezzare la zona inguinale, trova il sesso di Shino gonfio,
dolorosamente pulsante. Sogghigna malizioso.
-Sei impaziente, sento….-
Shino sbuffa, spazientito. Lo bacia nuovamente, non vuole più sentirlo parlare.
Liberandosi veloce dei pantaloni, lo spinge sopra il letto, quasi con
violenza. Lo raggiunge subito, mettendosi sopra di lui e prendendogli i
polsi tra le dita sottili, inchiodandolo così al materasso.
Lo riempie di baci, e di morsi. Mentre Kiba trema, imprecando a volte,
a volte gemendo o dicendo parole sconce, la bocca e la lingua di Shino
scendono pian piano dal viso al petto, passando dal mento e dal collo,
fermandosi sul pomo d’Adamo a succhiare e a lasciare una traccia
del suo passaggio, seguendo la linea dei muscoli scolpiti e passando,
più e più volte, sui capezzoli, ad usare lingua, labbra,
saliva e denti.
Lascia i polsi solo per poter andare ancora un poco più
giù, verso il bacino e le gambe ancora coperte
dell’Inuzuka, mentre le mani di questo si arpionano al lenzuolo
del letto.
Ansimano pesantemente entrambi.
Le dita di Shino si muovono rapide e precise, slacciando e abbassando
quei pantaloni scuri in pochi secondi. La sua lingua calda lecca
famelica il rigonfiamento ben visibile da sopra i boxer, facendo gemere
sommessamente Kiba come se scariche elettriche avessero attraversato
tutto il suo corpo.
Lappa ancora e ancora, finché l’altro, con un ringhio
animalesco e un colpo d’inguine che solleva il bacino dal
materasso sbattendolo quasi contro il viso di Shino, gli fa’
sentire tutta la sua frustrazione e la sua voglia.
Gli sono abbassati anche i boxer, così che si ritrova nudo davanti agli occhi dell’altro.
Sorrise malizioso allo sguardo penetrante ed eccitato dell’entomologo, per nulla imbarazzato della situazione.
Si vede il sesso di Kiba sparire tra le labbra di Shino, e poi
grida estasiate, ringhi, imprecazioni, e deboli e umidi rumori di
saliva in sottofondo.
Da un ultimo ringhio frustrato e insoddisfatto lanciato
dall’Inuzuka quando fu abbandonato da quella bocca calda si
può bene intuire come Shino l’abbia portato al limite per
poi lasciarlo a un passo dall’orgasmo.
Sorride l’Aburame, allargando le gambe di Kiba e mettendosi in
mezzo, facendo strusciare la propria vistosa erezione contro quella
gonfia dell’Inuzuka.
Sudano, entrambi, rendendo lucide le pelli, facendole scivolare l’una sull’altra.
Shino prende i fianchi di Kiba, sollevandolo un poco dalle lenzuola e
prendendolo con una sola spinta. Gridano entrambi per il piacere.
Ed alla prima seguono altre, innumerevoli, sempre più profonde, sempre più frequenti.
Una mano dell’Aburame scivola sul sesso del compagno, cominciando a masturbarlo allo stesso ritmo del proprio bacino.
E Kiba si alza a sedere, artigliando come una belva la sua schiena,
lasciando segni rossi di sangue, urlando tutto il suo piacere.
Un ultimo urlo sgorga dalle loro gole, liberandosi nell’aria.
L’urlo più forte, più caldo.
Shino si piega sul materasso, poggiandovi il corpo ormai inerme di Kiba e lasciandosi andare su di questo lui stesso.
Ansimano, ansimano pesantemente.
Un sorrisino soddisfatto si dipinge sul volto del solo Kiba, mentre
Shino esce dal suo corpo caldo e si stende infine sulle lenzuola
fresche, depositando un ultimo, dolce bacio su quelle labbra rosse e
lucide.
Un boato d’applausi si elevò nella grande stanza quando la
pellicola proiettata sullo schermo giunse alla sua conclusione.
Più di una delle molte presenti si alzò dal suo posto,
cominciando a fischiare e a gridare la propria gioia. La stanza ormai,
era piena di fagirls festanti e in visibilio.
Hinata, seduta al posto d’onore accanto alle presidentesse in
quanto regista della pellicola in questione, era completamente rossa in
viso per l’emozione e per la grande felicità.
Sapeva di aver fatto un buon lavoro, ma mai si sarebbe aspettata una reazione del genere.
Sorrideva felice alle sue compagne, godendosi il meritato premio per il suo duro lavoro.
Hinata saltellò allegra per tutto il tragitto dalla Riunione del YFCK a casa sua.
Il suo video era quello che aveva riscosso più successo in assoluto.
Persino le presidentesse si erano vivamente complimentate con lei, chiedendole se voleva diventare Regista Ufficiale del Club.
Ovviamente, lei aveva cordialmente rifiutato, ma ciò non
toglieva che la cosa la riempisse d’orgoglio. Troppo felice, non
s’accorse d’essere seguita finché non sentì
la voce di Shino dietro le spalle.
-Spero che tu ti sia quantomeno divertita, Hinata….-
Il cuore della povera ragazza mancò un battito dallo spavento.
Si girò lentamente, ritrovandosi davanti agli occhi la figura statuaria dell’Aburame.
-C-ciao Shino…Come mai qui?-
Calò un silenzio teso tra i due, finché il ragazzo non rivelò la crudele verità.
-So che hai girato un video su me e Kiba… e so anche l’argomento del suddetto video…-
Non poteva esserci rivelazione peggiore.
Ma Hinata, non contenta di aver ricevuto una sola batosta, ne volle ricevere un’altra.
-E… e come l’hai scoperto?-
Shino la guardò dritta in faccia, facendole spietatamente aspettare qualche secondo di silenzio gravoso.
-L’albero su cui ti sei appostata era pieno di miei
insetti… li avevo appostati lì in caso qualcuno usasse
l’albero indebitamente per venire da me….ed evidentemente
è servito a qualcosa…-
L’umore di Hinata cambiò repentinamente.
Dall’euforia più alta, alla disperazione più cupa.
Shino, con poche semplici frasi, con la sua sola presenza a dir la
verità, era riuscito a smontare una giornata perfetta in
pochissimo tempo.
Veramente molto bravo.
Fu peggio di una doccia fredda per la povera ragazza. Decisamente molto peggio…
Primo, perché nonostante tutto quello che aveva fatto, era stata scoperta in flagrante.
Secondo, perché, essendo ormai scoperta la sua infamante azione,
rischiava seriamente di compromettere la propria squadra.
Cercò di dire qualcosa, di scusarsi col compagno, ma le parole
non vollero uscirle dalle labbra, ostinatamente grippate alla sua
lingua.
Guardando fisso il terreno, troppo intenta a trovare una ragione e una
motivazione sensate per quello che aveva fatto, non s’accorse che
Shino s’era avvicinato fino ad arrivarle davanti.
Spalancò gli occhi dalla sorpresa quando lo vide così poco distante.
-Ma a tutto c’è un rimedio, Hinata… Potrei anche perdonare la tua azione e fare finta di nulla…-
Il volto della giovane si illuminò di speranza, di gioia e di
riconoscenza. Mai avrebbe sperato in una soluzione del genere.
Stava quasi per abbracciarlo, quando lui la fermò con un gesto della mano e continuò a parlare.
-... ma come potrei farlo? Non è una cosa da poco, quello che
hai fatto, Hinata… certo, potrei farti un favore per un altro
favore… a quel punto sarebbe uno scambio equo… non ti
pare?-
A quel sorriso sadico, così innaturalmente dipinto sul volto
dell’entomologo, la giovane Hyuuga rabbrividì di paura.
-Che genere di favore vuoi che ti faccia, Shino?-
Vide il sorriso sadico allargarsi ancora di più, come a sancire la sua condanna definitiva.
Kiba camminava nervoso pestando il suolo con forza, disegnando un
cerchio davanti alla propria porta di casa. Stava aspettando Shino, e
il ragazzo era in ritardo di ben 5 minuti.
Cosa anomala, e decisamente sospettosa.
Quando lo vide arrivare, calmo e pacifico, gli andò subito incontro.
-Allora, sei riuscito a convincerla?-
Ricevette uno sbuffo come risposta. Riprese, incredulo e imperterrito.
Come poteva essere?
-Cioè, Hinata ha acconsentito a farsi riprendere con Temari, la sua ragazza?-
Ora Shino lo guardò male.
-Mi sembra d’aver già risposto…-
Kiba lanciò un urlo, felicissimo.
-Allora siamo a cavallo! Oh faremo un figurone allo Konoha’s Yuri Festival di quest’anno!-
Shino lo guardò piroettare per qualche minuto, lasciando che
sfogasse la sua gioia come meglio credeva. Kiba era ancora incredulo di
tanta fortuna.
-Ma come ci sei riuscito?-
Un sorrisino furbo capitò sul viso dell’Aburame.
-Mi doveva un favore….-
Si avvicinò al compagno ormai calmo, fino ad arrivare a
avvicinare pericolosamente le proprie labbra all’orecchio
dell’altro, sussurrandovi piano.
-A proposito di favori… che ne diresti di riprendere il discorso di qualche giorno fa’?-
Si sentì leccare lascivamente l’orecchio, e la ritenne una risposta più che affermativa.
Vorrei ringraziare chiunque abbia commentato e letto i capitoli di questa raccolta.
Grazie mille, dal profondo del cuore.
Meg
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Capitolo 4 *** Butterfly ***
Shino Hina 1 Butterfly
Vorrei fare una piccola precisazione.
I prossimi 3 capitoli tratteranno tutti pairing ETERO, due ShinoHinata (tra cui la seguente) e una KibaHinata.
Io vi ho avvertito u_u
Autore: meg89
Titolo: Butterfly
Genere: Romantico, Introspettivo
Personaggi/ Pairing scelto: Shino Aburame, Hinata Hyuuga, ShinoHinata
Rating: Giallo
Avvertimenti: Falsh fic (522)
Presentazione:
Dal bruco che striscia senza sosta nel fango alla crisalide che
pacifica riposa nel suo bozzolo, infine alla forma matura, splendida,
che sbatte e ali liberamente nel cielo sconfinato e libero.
Signore, ecco la farfalla.
Note dell’autore:
Il punto di vista su cui è costruita tutta la ff è,
naturalmente, quello di Shino. Shino, l’entomologo,
l’esperto di insetti.
E per
parlare della donna amata, cosa mai userà? Che parola
potrà pronunciare? Ovviamente quelle di un vero entomologo,
quelle che descrivono anche il mondo degli insetti.
Hinata
è dunque rappresentata dalla metafora della farfalla, che nasce
dal bruco, riposa nella crisalide e diventa un magnifico adulto.
Nelle parti
in corsivo Shino parla prettamente di una farfalla e del suo ciclo
vitale, nelle restanti parti invece parla proprio di Hinata, in
“carne e ossa”.
BUTTERFLY
Nasce da un bruco, una larva bianca che striscia sulle foglie lucenti dei boschi selvaggi.
Un embrione con qualche zampa appena abbozzata.
Zoppica in un mondo ben più grande di lei, vasto e sconfinato, pieno d’insidie e pericoli d’ogni sorta.
Quasi con timidezza, arranca senza mai fermarsi. Caparbia e testarda.
Striscia nell’umido fango,
sulla terra fredda e priva di protezione. Si ripara sotto le foglie
cadute, sotto i rami bassi dei piccoli cespugli del bosco, paga forse
di avere così tanta fortuna.
Tre settimane.
Hinata che china il capo, Hinata che è timida, Hinata che non dice mai una parola scortese.
Sempre a modo, sempre a posto; una perfetta signorina di una dei Clan più in vista del villaggio.
Quasi fosse compressa in tutte le regole che deve rispettare, come
impedita e aggravata da una volontà che non gli è propria
e non vuole, o non può soddisfare.
Zoppica, zoppica di continuo, balbettando frasi sconnesse a chi,
incauto, le rivolge la parola di sorpresa. Gli occhi bianchi le si
spalancano, confusi, esterrefatti.
Trema d’incertezza sotto il peso del Destino avverso, come a
domandarsi se il venire al mondo sia stato uno scherzo di cattivo gusto
e decisamente troppo crudele.
Si chiude, si chiude al mondo
creandosi una barriera di protezione attorno, che nessuno la possa
affliggere, che nessuno la possa più ferire.
Si isola, attaccata con fili di seta
a un ramo, una foglia morta, aspettando che il suo corpo muti nella
forma tanto nobile che s’avvicina alla morte.
Freme d’impazienza nascosta, freme d’attesa snervante...
Due settimane.
Hinata che si allena, tutti i giorni. Hinata che ha le sue crisi di
nervi ogni tanto, specialmente dopo le missioni che non sono andate
bene. Hinata che piange spesso.
Hinata non sembra ma è testarda, forse quasi costretta si rialza
a ogni caduta, riprende dopo ogni sbaglio. Va avanti, e non si lascia
trascinare inerme dagli eventi, dalla marea incontrastata.
Gli occhi bianchi di Hinata tornano dove già sono passati,
più e più volte. Accarezzando dolcemente, con grazia, i
visi su cui si posano.
E apre le ali, finalmente.
Apre le magnifiche ali al vento, al
cielo azzurro. Le sbatte assaggiando finalmente il sapore vero
dell’aria, della libertà più limpida.
Vola, vola, vola nel territorio delle
nuvole bianche, vola dove il battito irregolare delle ali leggere la
porta, e sembra come danzare nell’aria senza meta e senza posa.
Là, là invece è il traguardo. Là invece lei arriva.
Una settimana.
Hinata che sorride, Hinata che è buona, Hinata che è solo e solamente Hinata.
Hinata ha spiccato il volo ormai da tempo, Hinata è libera ogni
volta che sorride ed è felice. Spicca il volo, librandosi
lontana dalla misera Terra, e viaggia lontana lontana.
Mentre i suoi occhi bianchi si riempiono di gioia, incondizionata e
sincera come l’animo che sempre si intravede al di là
della mera fisicità, la si vede galleggiare in aria, senza
più gravi sulle spalle, senza più alcuna legge a
opprimere le sue dolci membra candide.
Ecco la mia farfalla, ecco la splendida creatura che solo i miei occhi possono scorgere sotto il carapace sottile di riverenza.
La mia Hinata.
Ecco finito anche questo ^^
Per le recensioni, ringrazio chiunque le abbia fatte, davvero di cuore.
Alla prossima ^^
Meg
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Capitolo 5 *** Wind ***
Wind
*Autore: Rota23/meg89
*Animale scelto: Lupo
*Titolo: Wind
*Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Akamaru, Hidan
*Pairing: KibaXHinata,
*Genere: Romantico, Sovrannaturale, Fiaba
*Rating: Giallo
*Avvertimenti: AU, one shot
*Breve introduzione alla storia:
Poche sono le
favole, le storie, i racconti, che ritraggono il Predatore del Vento
come un semplice animale della notte, devoto alla sua Luna splendente,
fedele al suo culto sacro.
Io vi
racconto di una storia fantastica, dell’amore nato tra una
Ninfa e un Uomo, che accompagnati dal Predatore del Vento ballavano e
ballavano sotto la Luna bianca.
*Note
dell’autore: Partendo dal fatto che questa è una AU, ho
modificato un paio di cosette. I miei pg non sono ninja, ma
rispettivamente sono un cacciatore e una ninfa (e si ricordi che le
ninfe sono divinità, seppur minori). Si, esattamente, anche
questa volta si tratterà di una fiaba, anche se in questo caso
la ff sarà pervasa da un’atmosfera di sogno,
l’incontro fantastico tra un semplice umano e una meravigliosa
creatura dei boschi.
E’ un favoloso medioevo occidentale, dove ci sono castelli, signori e quant’altro.
Forse il mio
Kiba risulterà un poco OOC, ma io credo che ci sia una parte del
suo carattere più portato alla dolcezza. E tutta
l’atmosfera che si crea lo richiede. Comunque, fuori dal contesto
mistico resta sempre lo stesso Kiba di sempre (come si può
vedere nella prima parte della ff). E poi, Hinata è sempre
Hinata, dolce, gentile, sensibile, meravigliosa.
Non ho messo
alcun dialogo poiché personalmente ritengo che, nelle Fiabe,
questi siano assolutamente di poca rilevanza. Una Fiaba non si basa sui
dialoghi, ma sulla narrazione. Indi, io ho agito di conseguenza.
Ho scelto
Hidan come “personaggio negativo” in quanto la mia ff
richiama spesso il concetto di culto, di religione. E Hidan è
appunto un religioso, anche se in maniera del tutto perversa. Questo il
solo rimando al personaggio.
Tanto
perché sia chiaro, il Lupo è denominato il Predatore del
Vento dalle mitologie degli Indiani d’America. Non è un
termine coniato dalla sottoscritta. E che sai devoto al culto della
Luna, è sempre una credenza indiana. Viene denominato infatti
anche Animale della Luna (come la Lepre è quello del Sole).
A parte queste piccole sottigliezze, spero che la mia ff possa piacere ^O^
Questa ff ha partecipato al contest "Puppy contest" indetto da Dreaming Ferret, arrivando seconda, e vincendo il premio per lo Stile *w*
WIND
Si raccontano tante storie sui Lupi delle foreste.
Che siano dei mostri feroci, delle belve assetate di sangue umano e animale.
Addirittura si dice che certi di loro si possano trasformare in uomini
e cacciare i propri simili, quando la Luna è ben alta nel cielo,
mostrandosi nella sua completezza.
Poche sono le favole, le storie, i racconti, che ritraggono il
Predatore del Vento come un semplice animale della notte, devoto alla
sua Luna splendente, fedele al suo culto sacro.
Io vi racconto di una storia fantastica, dell’amore nato
tra una Ninfa e un Uomo, che accompagnati dal Predatore del Vento
ballavano e ballavano sotto la Luna bianca.
Il vento soffia leggero tra le fronde degli alberi, facendo danzare foglie e rami.
Kiba Inuzuka, cacciatore del re, tra le mani ben stretto il proprio
arco e una freccia nera, lo sguardo attento ad ogni minimo movimento
attorno a lui, cammina lentamente seguendo la pista che lo avrebbe
portato alla sua preda.
In parte, fedele e silenzioso, il bianco segugio Akamaru, suo compagno di vita e di professione.
Pian piano, passo dopo passo, gli occhi guizzano da una parte
all’altra, registrando i rumori, gli odori presenti con dovizia e
precisione degna della fama dei grandi Cacciatori del Regno di Konoha.
L’erba si accartoccia docile sotto i suoi piedi, gli indumenti di
un color marrone corteccia lo rendono parte stessa del paesaggio della
foresta.
Ed eccolo là, che corre come impazzito, preso da una paura cieca
e irragionevole. Un cinghiale sferza aria e cespugli nella sua fuga
pazza, avanti, sempre avanti.
Akamaru scatta, saettando veloce inseguendo la preda, gli occhi del
padrone già in postazione, pronti a seguirlo in ogni mossa.
L’inseguimento dura solo pochi secondi, gli attimi che servono a
centrare il bersaglio e stendere la corda con la freccia. Ed un ultimo
ringhio di morte si eleva selvaggio assieme al gracchiare scomposti
d’uccelli terrorizzati.
*****************************
Un grande falò, dalle braccia rosse e danzanti, illumina la
piccola piazza interna all’immane castello di pietra grigia.
I paesani del luogo vi si sono riuniti a festa tutt’attorno, dopo
che la caccia giornaliera degli uomini del re è andata a buon
fine. La selvaggina è molta, e il signore di Konoha, il grande
Hokage, è un uomo benefico e generoso che non ama tenersi tutto
per sé.
Si ride, si parla, si balla, si mangia e si beve in compagnia.
Si sente la chiassosa, allegra voce del giovane Inuzuka spandersi
nell’aria, ora che non impugna un arco e delle frecce può
fare tutto il rumore che vuole. Ride alzando il proprio boccale di
birra, e brinda alla buona sorte e alla buona caccia assieme ai propri
compagni, davanti alla carne che crogiola il grasso abbondante sullo
spiedo.
Akamaru riposa tranquillo in mezzo a tutta quella confusione, beandosi del lieve calore del rosso fuoco.
La Luna, lassù, è ben alta in cielo, nella sua tonda perfezione bianca.
E’ un solo attimo quello che zittisce la voce prorompente di Kiba.
Una brezza di Vento profumato piega gentilmente le braccia di fuoco,
passando leggera sulle teste e tra i capelli, accarezzando la pelle con
dolcezza.
Passa come danzando tra le persone presenti, trasportando gli odori
della foresta e delle foglie, i profumi e i delicati aromi selvaggi.
Increspando in un sorriso rado le labbra del Cacciatore del Villaggio.
Un Lupo del Vento fa la sua discreta presenza tra la piccola folla,
osservando come curioso la scena attorno al falò acceso. I suoi
occhi di notte scrutano uno ad uno i popolani, soffermandosi solo su di
uno di loro, tanto quanto basta per imprimere la sua immagine nella
memoria.
Kiba apre gli occhi, sgranandoli sbalordito, ritrovandosi di fronte il Cacciatore della Luna a fissarlo.
Ma basta sbattere le palpebre una volta, ed ecco che il Lupo sparisce, andandosene col vento.
E come la brezza passa oltre, leggera, così le gente si sveglia come da un sogno istantaneo.
Ricominciano le chiacchiere, il rumore e le danze. L’allegria rumorosa aleggia nuovamente nell’aria.
Il Cacciatore di Konoha torna alle sue rumorose occupazioni,
registrando quell’episodio come un’allucinazione di un solo
momento.
************************
I giorni passano inesorabili; il Tempo cammina avanti con passo incalzante, con lentezza ma senza scampo alcuno.
La Luna fa il suo giro, s’assottiglia, diventa nera, e poi cresce e cresce.
Fino a tornare alla rotondità perfetta.
La sera è calata sul Villaggio di Konoha, stendendosi come una rassicurante coperta scura.
Ai margini più estremi, quasi in mezzo alla stessa Foresta, vi
sta una piccola dimora umile, dal cui camino esce fumo grigio. Nella
casa di legno ben salda sulla nuda terra, Kiba sta diligentemente
lavorando alle proprie armi.
La punta di una freccia s’è rovinata nella collisione con
l’osso di un cervo, e bisogna levigarla perché possa
funzionare ancora al meglio. Vicino a lui, con occhi lucidi e attenti,
Akamaru segue i movimenti precisi del padrone, incuriosito da tutto
quel lavorare paziente.
Trema leggermente il fuoco nel caminetto e si sente, d’improvviso, una brezza leggera fischiare in aria.
Il bianco Akamaru drizza le orecchie, fiutando qualcosa che non
è solo vento; si alza sulle quattro zampe, e indirizza gli occhi
neri alla porta della piccola dimora.
Anche Kiba si alza, vigile e pronto, avvicinandosi con cautela alla porta d’ingresso.
Apre di scatto la porta di legno, sperando così di cogliere di
sorpresa l’indesiderato intruso. Ma nessuno è fuori ad
aspettarlo, nessuna presenza inaspettata o poco gradita.
Un leggero rumore di foglie però fa voltare il capo improvvisamente a cane e padrone.
Due occhi di Luna scrutano intensamente i due per un solo attimo, per
poi sparire di nuovo, tra il fogliame della foresta, così che la
coppia di cacciatori, per quanto incuriosita e sospettosa, non
può far altro che rientrare in casa.
****************************
E’ passato un altro giorno, e il giovane Kiba non ha potuto far altro che passarlo a ricordare quei due occhi neri neri.
Gli occhi di Luna che già in un’altra occasione si erano
posati sulla sua figura, guardandolo attentamente. Come a scrutarlo in
ogni minimo particolare, passando da parte a parte
Vuole vederci chiaro, il Cacciatore.
Vuole capire perché quel Lupo è così
particolarmente interessato a lui. Perché ha dedicato le sue
attenzioni proprio a lui.
Non ha da attendere che la notte cali di nuovo sul Villaggio, perché la sua richiesta sia esaudita.
Questa volta l’Inuzuka non lavora alle armi, non svolge occupazioni che potrebbero distrarlo.
Appostato in attesa sulla propria sedia nel più completo
silenzio, vicino al caminetto spento, è invece ben attento a
tutti i rumori che lo circondano.
Un alito di Vento entra dalla porta socchiusa, e Kiba e Akamaru si
precipitano fuori dalla loro dimora, presi da una fretta improvvisa.
Ed eccolo lì, il Predatore della Luna, dagli occhi neri di
notte, che li attende paziente, il corpo nascosto da un basso cespuglio
verde.
Li conduce lesto il Predatore, tra i cespugli bassi e gli alberi
maestosi, attraverso la foresta, correndo nell’erba chiara di
Luna, sempre più lontano dal Villaggio, sempre più verso
il cuore della dimora del Lupo.
Kiba e Akamaru svelti lo inseguono, sostenendo il passo rapido della
loro guida; vogliono sapere perché il Lupo ha scelto proprio
loro, vogliono capire le sue reali intenzioni.
****************************************
Il Vento soffia nel verde, smuovendo le foglie e i rami.
La luce della Luna rincorre il Predatore, illuminando la sua pelliccia grigia.
Ed ecco che, tra gli alberi, tra i cespugli e i delicati bagliori di
luce tenue, arriva lei, leggiadra, meravigliosa, la pelle bianca come
la Luna stessa.
Avvolta da un lungo vestito bianco, delicato e morbido, corre assieme
al Lupo, i lunghi capelli morbidi che si muovono al vento come le
fronde del vestito incantevole.
Volge lo sguardo Hinata, la Ninfa dei boschi, sorridendo gioiosa,
incontrando con i pallidi occhi di Luna il cacciatore che
l’insegue.
Un sussulto di sorpresa smuove il cuore dell’indomito Uomo, un sussulto di gioia indescrivibile.
Mai i suoi profondi occhi scuri si sono posati su cosa, creatura più bella.
Un sorriso nasce ingenuo, sincero sulle labbra di Kiba, gli occhi pieni di bianco.
E Hinata ride, ride felice, correndo leggiadra in mezzo ai fiori e all’erba schiarita dalla pallida Luna.
Corrono, Ninfa e Cacciatore, Cane e Lupo, assieme, gli uni davanti, gli altri dietro.
S’inseguono, nascondendosi, riprendendosi, trovandosi, cercandosi tra tutti quegli alberi, quella Natura ridente.
Ma non come a caccia, non cercando di prendersi con rabbia, con foga,
solo per guardarsi un poco più a lungo negli occhi, per riuscire
a vedere qualche attimo ancora il viso dell’altro.
Gli sguardi volano leggiadri, le risa gentili si elevano tra tutto quel
verde, e le foglie volano al passaggio leggero di piedi veloci.
Una radura incontaminata si apre agli occhi dei contendenti, ampia, spaziosa. Meravigliosa.
La Ninfa ridente continua la sua corsa, facendo seguire paziente dal Cacciatore instancabile.
E si volta ancora una volta, a guardare dritto negli occhi chi la insegue.
Gli occhi di Luna si posano nuovamente sulla figura dell’Uomo, facendolo fremere di felicità.
E corre di nuovo via, veloce veloce, come a voler scappare da chi la insegue.
E come Uomo e Ninfa ballano leggiadri davanti alla Luna meravigliosa,
Cane e Lupo fanno lo stesso, cercandosi con gli occhi di Notte,
giocando a correre nell’erba alta, gioiosi.
La pelliccia del Lupo risplende di Luce splendente, così come gli occhi della Ninfa.
Ma la notte svanisce presto, e Ninfa e Lupo devono seguire fedeli la Luna bianca.
Come diligenti sacerdoti di un tempio sacro, devono seguire il loro mito con rigorosa devozione.
Con gli occhi affranti, il cuore doloroso, la Ninfa dai magnifici occhi
bianchi saluta per l’ultima volta il suo Cacciatore, così
come il Lupo il suo nuovo compagno.
Il Vento li porta via, lontani, lasciando soli i due Cacciatori.
**************************************
La Luna è rimpicciolita, è diventata magra fino a scomparire dalla vista dei mortali.
Poi è rinata, diventando sempre più grande, sempre più tonda, sempre più perfetta.
Portando con sé gioia e speranza.
Kiba attende il giorno in cui il Lupo gli farà visita di nuovo,
in cui verrà accompagnato dal Vento a bussare alla sua porta.
Il Plenilunio è vicino, troppo vicino per non sentire i battiti di un cuore impaziente, di un’anima in attesa.
E il Vento arriva, fedele, amico, ad accarezzare la porta di legno di quella piccola e discreta casa ai margini di Konoha.
Kiba e Akamaru si precipitano fuori, ansiosi, e il Lupo è lì ad attenderli, calmo e paziente.
Inizia a correre, e i Cacciatori subito lo inseguono, bramosi.
La Ninfa dagli occhi di Luna e i capelli di Notte non si fa attendere,
compare allegra e sorridente in mezzo agli alberi, illuminata dalla
Luce bianca
Così, tutta la notte i quattro ballano, ballano e ballano, felici, paghi, insaziabili.
E quando la Luna torna a dormire, lassù nel cielo, Hinata saluta
a malincuore il Cacciatore che ha danzato con lei, sparendo trascinata
dal Vento.
Ma sa bene, Kiba, che quando la Luna tornerà splendida, ci sarà sempre la Ninfa leggiadra ad aspettarlo.
Non è un doloroso addio, ma un triste arrivederci.
**********************************************
La splendida Luna mostra sempre, gentile, la sua faccia più bella, bianca e immacolata.
Sanno bene, però, i suoi adepti, che non sempre è sorridente e gentile.
Sa mostrare anche la sua faccia più crudele, più spietata. Sa mostrarsi Nera, nella sua forma più crudele.
Un uomo infido, malvagio, un bandito che ha tradito il proprio regno
anni or sono, arriva nelle terre di Konoha, nel suo lento e prolungato
vagabondare senza meta.
Vede e sente la fama del grande Cacciatore, la gente parla senza
indugio a chi si mostra anche poco interessato a loro. Scopre
così, Hidan dai capelli di grano, che il Cacciatore, ogni volta
che la Luna si mostra nella sua più completa bellezza, sparisce
nel bosco ad inseguire il Vento.
E vuole subito vedere, con i propri occhi da miscredente, cosa la Luna mostri al suo prediletto.
**********************************************
La Luna, di nuovo, è alta nel cielo, avvolta da un leggero manto stellato.
E’ tonda, perfetta. Meravigliosa come sempre.
Alta, alta nel cielo, sorride benevola al mondo e al suo creato.
Il Cacciatore esce di casa, Akamaru al suo fianco, quando ancora il Lupo viene alla sua porta, a cercarlo.
Non sospetta neanche che due occhi maligni lo stanno seguendo, lo
stanno osservando. E che un demone dalla forma umana lo sta stanando
come il leone l’ignara preda.
E quando Kiba sparisce nel bosco, tra gli alberi verdi e i bassi
cespugli, Hidan segue lesto il gruppo tra la folta boscaglia scura.
Il Lupo corre avanti, veloce veloce, illuminato dai raggi della placida Luce bianca.
Alberi, alberi e ancora alberi scorrono tutt’attorno. Verde, ombra, luce, terra…
Ed eccola ancora, la voce cristallina che si rivela con una risata limpida.
Hinata dagli occhi di Luna compare al fianco del Cacciatore, correndo lesta e veloce.
Ninfa e Cacciatore, Cane e Lupo iniziano a danzare sotto lo sguardo
benigno della Luna, rincorrendosi felici in mezzo a tutto quel verde, a
tutta quella Natura splendida.
Ma ciò che il cuore teme, gli occhi non comprendono.
Ciò che divide l’uomo dalla Natura immortale, la volontà non unisce.
Hidan vede il Lupo bianco, lo vede danzare col Cacciatore e il fido Cane. E non comprende, non comprende, non lo vuole neanche.
Inforca il proprio fucile con decisione, e fa partire un colpo.
Preciso, mortale.
Un guaito accompagna l’ultima caduta del corpo del Predatore bianco. Un guaito, e una scia di sangue rosso.
Hinata dai capelli di Notte si ferma, immobile, atterrita. Fissa con
terrore il corpo inerme, immobile, del proprio compagno, del proprio
caro amico.
Anche Kiba resta immobile di fronte all’immane spettacolo, gli
occhi che rifuggono quella figura così riversa a terra.
Ma prima che si possa anche solo capire cosa sia effettivamente
successo, Hinata tutta s’illumina di Luce bianca, accecante,
costringendo tutti a chiudere gli occhi e a non vedere più.
E quando tutto torna normale, quando il Cacciatore può
finalmente aprire gli occhi di nuovo, né la Ninfa né il
Lupo ci sono più
Solo un profondo silenzio, e un’angoscia crescente nel cuore.
**********************************
Corre, corre il cacciatore, corre in avanti, con tutta la forza, la velocità che le sue gambe possono reggere.
Ha ucciso il Lupo, il Predatore del Vento. Il sacro sacerdote della pallida, meravigliosa Luna.
Il suo cuore spavaldo, però, il suo cuore arrogante non teme
l’idolo neanche ora che l’ha privato del suo fedele amico.
Baldanzoso batte nel petto, sostenendo il ritmo serrato delle gambe
veloci.
Avrebbe tanto voluto quella pelliccia divina, bianca e immacolata.
N’avrebbe guadagnato almeno un mese di cibo e di morbidi letti e
di dolci compagnie. Ma il Lupo era scomparso in quella luce magica, e
lui era rimasto con una semplice pallottola mancante.
Sentì fischiare il Vento, come aveva fatto spesso. Lo
sentì fischiare leggero quanto una carezza, sulla pelle e tra i
capelli, una brezza passeggera.
Se fosse stato meno temerario, lo avrebbe sentito gonfiarsi; se fosse
stato meno arrogante avrebbe cominciato giustamente a temere per
sé.
La brezza si trasformò presto in vento, il vento in bufera, la bufera in uragano.
Forte, forte fischiò il Vento tra i rami degli alberi, violento
tra i cespugli e sopra l’erba, furioso sulle case degli uomini
ignari.
E come se fosse stato un granello di sabbia, infimo e insignificante,
sollevò in un sol gesto il cacciatore Hidan dal terreno,
portandolo su, sempre più su.
Fino a farlo scomparire con un urlo di morte tra le nuvole grigie.
**************************************
Il Vento batteva su Konoha con ferocia inaudita.
La Luna era stata gravemente offesa, e ora ogni uomo avrebbe conosciuto la sua ira tremenda.
Già il terrore si era sparso per le case, attraverso le vie,
lungo i vicoli. La gente urlava la propria disperazione, assolutamente
impotente, ma il Vento spegneva e sovrastava ogni inutile lamentela con
un rombo assordante e minaccioso.
Già più case erano state scoperchiate, più di un
uomo elevato fino al cielo. Animali, oggetti, persone… nessuno
poteva più dirsi al sicuro con certezza.
Hinata dagli occhi bianchi, come una divinità qual’era,
guardava i poveri uomini disperarsi davanti alla furia indomabile della
grande Luna, e manovrava, con le proprie braccia e le proprie mani, il
cammino del tornado mortale.
Lassù, in cielo, circondata da un alone bianco abbagliante, la
bella Ninfa decideva con spietata precisione chi doveva morire e chi
doveva subire il supplizio di restare in via ancora per pochi attimi,
per subire ancora la rabbia del Vento.
***************************************
Il Cacciatore e il fedele Akamaru si fanno infine avanti.
Non possono veder più la gente del loro Villaggio punita in quel
modo crudele, non riescono più a soffrire quei gridi disperati
di morte e dolore. Vogliono che questa castigo cessi, che il Vento non
soffi più su Konoha con furia, ma che torni a essere la dolce
brezza di sempre.
E dunque Kiba si mostra a Hinata, mettendosi davanti a lei.
Col dovuto timore, ma con risolutezza nel cuore, la prega di far
cessare la strage, che la gente di Konoha ha sofferto abbastanza per
l’oltraggio arrecato alla divinità.
Gli occhi bianchi della Ninfa non piegano davanti alle preghiere del
Cacciatore, ma restano fissi, immobili, mentre il Vento continua il suo
spietato lavoro di boia.
Kiba si guarda attorno, mentre la forza del messaggero della Luna si fa più incalzante e temibile.
Vengono sollevati tetti, trattori, carriole, vanghe, qualche piccolo,
innocente animale, e gli alberi più deboli cominciano a
inclinarsi paurosamente.
Il Cacciatore sente il terrore nelle voci acute dei propri compaesani,
e il cuore si stringe dolorosamente in un impeto umano di pietà.
Torna a guardare la bella Ninfa bianca, e ancora una volta la prega.
La prega con parole dolci, con parole sincere, con parole cariche di passione e di dolore.
Che faccia finire quello sterminio assurdo.
Qualcosa, qualcosa di grosso e scuro viene sollevato da terra con
violenza, e viene scagliato, per volontà o per sbaglio, contro
il corpo dell’Inuzuka; come un fuscello cade a terra, privo di
sensi.
Gli occhi bianchi di Hinata si smuovono, sofferenti, a guardare il corpo dell’amato riverso a terra.
E finalmente il Vento si placa, pian piano, assieme alla rabbia della Luna divina.
La splendida Ninfa osserva il tanto male procurato al Villaggio del suo
Cacciatore, prova dolore e sconforto per quella stessa gente che aveva
considerato colpevole della morte del suo fido compagno.
Piange, la divinità, con gocce di stelle splendenti.
Hinata guarda per l’ultima volta l’amato Cacciatore, e si abbassa fino ad arrivargli vicina.
Con un gesto gentile, il Vento solleva il carro che lo ha colpito tanto
violentemente; è ancora vivo, respira nonostante il colpo subito.
Apre gli occhi, l’Inuzuka, e si trova vicina la Ninfa amata. Le sorrise, ora che è tutto finito.
Ma gli occhi bianchi, tristi, si posano su di lui un’ultima
volta, e le labbra condiscono di dolcezza amare parole d’addio,
mentre il corpo svanisce assieme alla pallida luce della bianca Luna.
E’ arrivata l’alba.
******************************************
E per tutta la sua restante, breve vita, il povero Cacciatore
aspettò il ritorno della Ninfa bianca, che mai, mai avvenne.
Giacché troppo grave era stata l’offesa arrecata dagli uomini alla divina Luna.
Separati da una colpa mortale, da una distanza incolmabile, i due cuori
continuarono a battere solo l’uno per l’altro, e vivere nel
vago e meraviglioso ricordo del proprio, unico compagno.
I balli, i balli meravigliosi del Cacciatore e della sua Ninfa
Restano nell’immortalità dei ricordi
Assieme all’amore che li unisce ancor oggi
e assieme alla leggenda del Predatore del Vento.
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Capitolo 6 *** Eyes ***
eyes
E con questo chiudo la mia raccolta ^O^
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita ^^
A presto
meg
Autore: Rota23
Titolo: Eyes
Genere: Introspettivo, Romantico, Nonsense
Personaggi/Pairing scelto: Shino Aburame, Hinata Hyuuga; ShinoXHinata
Avvenimenti: one shot (633 parole), song fic
Rating: Giallo
Presentazione: Silenzio nella stanza buia.
Nemmeno al più riservato insetto è concesso di volare.
Le quattro
pareti di cemento grigio isolano perfettamente il loro discreto interno
da ogni tipo d’ospite indesiderato, celandolo, come una barriera
protettrice dai nemici invidiosi.
Prima fra tutti la luce rivelatrice. La luce che indaga, la luce che svela.
Suoni, sguardi, bocche od orecchie… niente può vedere, niente può entrare!
Note
dell’autore: Il silenzio è una caratteristica fondante
della personalità di Shino. Egli è discreto e silenzioso,
non ama fare rumore né mettersi in mostra.
Infatti,
nella mia ff non vi sono assolutamente dialoghi superflui, solo parole
indispensabili fra i due amanti, nulla è lasciato al caso.
La canzone
che ho scelto esplicita per me i pensieri più intimi che Shino
ha fatto suoi, della propria morale. E che, probabilmente, avrebbe
nell’ipotetico caso di una relazione amorosa.
Hinata
è la ragazza che per me gli è più vicina, e che
quindi capisce meglio la sua personalità particolare,
l’unica in grado di amarlo. Almeno, questo è il mio
pensiero personale.
La stanza
buia, naturalmente, è una metafora. Indica
l’intimità dell’anima di Shino, dove solo Hinata
può accedere.
(*) testo e canzone “Nothings else matters” de Metallica
EYES
Silenzio nella stanza buia.
Nemmeno al più riservato insetto è concesso di volare o di librarsi leggero in aria.
Le quattro pareti di cemento grigio isolano perfettamente il loro
discreto interno da ogni tipo d’ospite indesiderato, celandolo,
come una barriera protettrice dai nemici invidiosi.
Prima fra tutti, la luce rivelatrice.
La luce che indaga, la luce che svela.
Suoni, sguardi, bocche od orecchie… niente può vedere, niente può entrare!
Si cela un mondo al di là delle tende spesse, al di là
dei vetri appannati, che nessuno può valicare impunemente, o
senza aspettarsi d’essere inghiottito dal buio profondo.
La stanza buia, avvolta da un silenzio quasi religioso, scruta ma non
può essere scrutata, vede ma non può essere vista.
Le ombre si stagliano sulle pareti fredde, con la loro dura
realtà di solitudine, coprendo tutto, nascondendo tutto, quasi
gelose del proprio intimo tesoro.
So close, no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trusting who we are
and nothing else matters(*)
Come degli occhiali da sole, scuri e spessi, che nulla fanno vedere
oltre, celando un dolce ed intrigante mistero che nessuno, nessuno
può svelare, le ante serrate proteggono questo prezioso universo
di respiri, ansimi e sogni inespressi, illusioni, progetti e desideri
che mai sono stati pronunciati.
Ma i due occhi guardano, fissano e indagano da dietro quella barriera
d’ombra, e sono vigili e attenti e guardinghi come pochi.
Sono vivi, anche se nessuno lo può sapere. Sono vivi, anche se nessuno vuole vedere.
Soli, combattono la battaglia per non cadere, per non cedere alla marea devastante che li vuole affogare.
E resistenti, caparbi, testardi s’appigliano all’illusione
di un successo solitario. Credono di bastare unicamente a sé
stessi, di dipendere solo dalla propria volontà.
L’anima dell’Entomologo chiuse le palpebre, chiudendo sé stesso come in un guscio spesso.
Lontano dal mondo, lontano da ogni possibile dolore.
Never opened myself this way
Life is ours, we live it our way
All these words I don't just say
and nothing else matters(*)
L’Entomologo vede mille volte il mondo con i suoi mille e mille occhi.
Lo vede, lo comprende appieno.
E come non potrebbe? Niente può sfuggire, a tutti quegli occhi.
Dietro la loro possente barriera, protetti da uno strato di perfetta e
somma indifferenza, loro vedono tutto quello che c’è da
vedere.
Scorgono i particolari più insignificanti, i particolari più irrilevanti.
Niente, nulla e nessuno sfugge a questi mille e mille occhi neri.
Chi vede assieme a lui, questo mondo dalle mille e mille sfaccettature, è solo colei che porta gli Occhi Bianchi.
Colei che tutto vede, pur avendo due, e due soli occhi. Due occhi sinceri e buoni.
La vista che oltrepassa la mera materialità è compagna
fedele di quella che non si ferma al semplice aspetto esterno, ma
desidera passare oltre la barriera del silenzio fino arrivare al cuore
delle cose, al cuore dei concetti.
Trust I seek and I find in you
Every day for us something new
Open mind for a different view
and nothing else matters(*)
Varca la soglia, senza timore alcuno.
Apre la porta della stanza scura, per lei non più sigillata, per
lei libera d’aprirsi e chiudersi quando più gli aggrada.
La dama dagli Occhi Bianchi, Hinata sola oltrepassa la barriera di
vetro fino a scorgere Shino dietro gli occhiali ombrosi. Fino al centro
del grande alveare d’insetti mostruosi.
Ed è un sorriso, un semplice sorriso di luce ad illuminare tutto
l’ambiente, a schiarirlo infine rivelandone l’intrinseca
bellezza nascosta.
Un incontro d’occhi diviene più importante di qualche
parola balbettata tra le labbra inesperte, tra denti insicuri.
Nero nel Bianco, Bianco nel Nero, due anime non più sole che si tengono la mano.
Il sole, il sole è la vita stessa degli insetti.
Sole con i suoi caldi raggi, sole con le sue braccia rassicuranti, sole con i suoi raggi benefici.
never cared for what they do
never cared for what they know
but I know(*)
Le pareti cadono, si disintegrano rovinando al suolo.
Il cuore della stanza è rivelato solo a chi ha occhi per vederlo veramente.
Non ha più paura di dimostrarsi fragile e insicuro, altero in
una prigione di ghiaccio immacolato e perfetto, integro e distante.
Si scioglie un poco, come neve al sole.
E davanti agli Occhi Bianchi si increspa poco sicuro un sorriso di labbra.
La ff ha partecipato al contest "Missione: una fidanzata per Shino" indetto da hachi92.
Questo il giudizio *W*
3a Classificata
Eyes di Rota23
Grammatica 8/10
Stile 9/10
Originalità 7/10
Caratterizzazione dei personaggi 8,5/10
Giudizio personale 5/5
Totale 37,5/45
Dunque, la tua fanfiction mi
è piaciuta molto. Davvero, sono rimasta incantata dalle parole
poetiche che hai usato, dallo stile fluido e scorrevole che hai,
dall'IC mantenuto. Un po' meno l'originalità, ma andiamo per
gradi.
La grammatica l'ho trovata
precisa, i tuoi errori li ho trovati banali, piccole sviste. Ad esempio
“d'insetti” quando sarebbe corretto “si
insetti”. Ma sono solo cose che potevi riaggiustare con una
rilettura. Hai un vasto vocabolario, esprimi tanti concetti in poche
righe sintetizzando tutto in 633 parole. Mi sono piaciuti questi giochi
di metafore, gli occhi bianchi negli occhi neri ed in particolare
questa frase: “la stanza buia, avvolta da un silenzio quasi
religioso, scruta ma non può essere scrutata, vede ma non
può essere vista”. Ci tengo a farti davvero i complimenti
per lo stile davvero bello che hai, in più da fare da sfondo
alla fanfiction così profonda è la canzone dei Metallica
( e me per questo ti adora * ç * by Hika_chan). È
incredibile come hai saputo descrivere quella barriera che hanno di
fronte a tutto entrambi e che disintegrano con i loro occhi, osservando
i particolari -apparentemente- irrilevanti. L'originalità in
questo concorso mi sono trovata tutte ShinoXHinata. Giuro, avevo
pensato a tutti i possibili crack. Questo ha un po' influenzato la tua
valutazione per quanto riguarda l'originalità, ho dato infatti
lo stesso punteggio alle altre partecipanti che hanno scritto col tuo
stesso pairing. Ciò non toglie niente alla tua fanfiction.
Dierto un gesto così irrilevante si nascondono tutte queste
emozioni, queste parole mute, perchè come hai detto tu le parole
non servono: parla il silenzio. Hai tenuto molto bene l'IC, Shino mi
è parso molto IC persino alla fine quando “si scioglie
come neve al sole”. Ho percepito quella fragilità mentre
leggevo, menzionata da elementi come la barriera: l'incontro di due
anime.
Giudizio personale: ho adorato
questa fanfiction. Una lettura piacevole, leggera e scorrevole. Una
storia profonda, vera, incisiva. L'ho riletta molte volte e immaginato
persino la scena.
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