Complotti Weasley

di logan_weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 01 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 02 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 03 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 04 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 05 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 06 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 07 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 08 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 09 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 01 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 1
 
La luna piena splendeva alta nel cielo ed illuminava il grande e maestoso Castello di Hogwarts, dove giovani maghi e streghe andavano ad imparare le arti magiche sotto la guida di esperti insegnanti. Nonostante fosse stato ampiamente danneggiato ed in parte distrutto durante quella che è passata alla storia con il nome di “Battaglia di Hogwarts”, avvenuta ventidue anni prima, era stato ricostruito rispettando il progetto originale. Tutte le stanze, i corridoi e anche le quattro torri erano stati riparati con l’ideale di essere il più simili possibile a quelli precedenti. In poco meno di quattro mesi, il Castello era tornato ad ergersi in tutta la sua maestosità, come se quel tragico scontro dove molte persone avevano perso la vita non fosse mai avvenuto e gli studenti tornarono regolarmente a frequentare le lezioni, anche se leggermente in ritardo rispetto al solito. Minerva McGranitt aveva ricoperto il ruolo di Preside per un paio d’anni, prima che fosse scelto un sostituto per il defunto Severus Piton. Dopo varie opzioni, numerosissimi consulti ed interminabili battibecchi era stato designato Rolf Scamandro, nipote del famoso Newt Scamandro e marito di Luna Lovegood, che accettò la proposta senza pensarci troppo. Quando fu scelto per ricoprire la carica di Preside di Hogwarts era ancora molto giovane, ma tutti confidavano in lui perché aveva dimostrato grandi capacità lavorando per il Ministero della Magia, risolvendo le più complicate controversie.

Le regole della scuola di magia e stregoneria erano pressoché rimaste invariate, quindi di notte era sempre proibito girare per il Castello. Argus Gazza, nonostante l’età ormai avanzata, non si era ancora ritirato dalla carica di custode di Hogwarts, continuando a tormentare in ogni modo possibile gli studenti, cercando di sorprenderli mentre infrangevano il regolamento scolastico, spesso inventandosi sul momento nuovi divieti. La settimana precedente, mastro Gazza aveva sorpreso Logan e Lauren Weasley ad aprire un pacchetto nella Guferia: senza verificarne il contenuto, il custode decise che quello era sicuramente un carico di cacca-bombe e che quindi doveva essere confiscato. Per questo motivo i due cugini avevano deciso di intrufolarsi nello studio del Magonò per poterlo recuperare. Il tempo non era stato clemente con Argus Gazza, l’uomo era invecchiato molto velocemente, inoltre il duro lavoro di tenere pulito ed in ordine il Castello, con l’aiuto degli Elfi Domestici, gli aveva portato mille acciacchi, per questo sulla scrivania teneva sempre una borsa dell’acqua calda. Questo i due Wesley lo sapevano molto bene, perché non era la prima volta che entravano nel suo studio, sia di nascosto che trascinati dal custode per una delle loro bravate. L’ambiente era piccolo e freddo, al centro della stanza c’era una grande scrivania, sulla quale erano appoggiati moltissimi fogli, dove Gazza scriveva i reati commessi dagli studenti. Logan e Lauren vantavano un intero cassetto della scrivania dedicato a tutti gli scherzi, più o meno innocenti, che avevano fatto durante i precedenti tre anni scolastici. In realtà, la maggior parte delle volte, i cugini riuscivano a farla franca e non farsi beccare, ma il custode, ritenendo che fosse opera loro, catalogava lo stesso quei bizzarri eventi nel fascicolo dei due Weasley. Il piano che i due cugini avevano elaborato era allo stesso tempo semplice e diabolico: intrufolarsi nell’ufficio di Gazza, rubare il pacco e compiere la loro piccola vendetta. Fino a quel momento tutto era andato come da programma. Infatti, erano riusciti ad uscire dalla Sala Comune senza essere visti da nessuno ed erano anche arrivati fino alla loro meta senza incappare in fantasmi, altri studenti, o peggio, insegnanti. Durante la loro carriera scolastica, Logan e Lauren avevano infranto spesso il regolamento, soprattutto uscendo di nascosto durante la notte, quindi erano molto ferrati nello sgattaiolare fuori dalla Casa di Grifondoro senza farsi notare. Sfortunatamente, però, ora che avevano aperto con un piccolo incantesimo la porta dell’ufficio, assicurandosi con attenzione che non facesse alcun rumore, si era presentato davanti a loro un imprevisto. Un maleodorante, fastidioso e peloso imprevisto: Mrs. Purr, la gatta del custode. Appena aveva percepito lo spostamento d’aria causato dall’apertura della porta, aveva dischiuso i suoi piccoli occhietti gialli per fissare gli intrusi. Lauren fu rapidissima e, sussurrando «Petrificus Totalus», congelò l’animale prima che riuscisse ad emettere il suo terribile miagolio accusatore.

«Adesso cosa facciamo?» bisbigliò la ragazza.
«Faremo tutto come pianificato, ma dobbiamo sbrigarci»
«Va bene. Tu pensa al pacchetto, io incanterò la borsa dell’acqua calda»

Logan entrò il più silenziosamente possibile nell’ufficio, dirigendosi verso la scrivania posta al centro della stanza. Il pacco era stato appoggiato sulla sedia, il ragazzo lo prese con sé, mentre la cugina armeggiava con la bacchetta intorno alla boule rossa.

«Fatto?» chiese il rossiccio in un sussurro.
«Sì, andiamo!»

I due Weasley uscirono in fretta dall’ufficio e portarono con loro la gatta pietrificata, chiusero con la magia la porta, sempre facendo attenzione a non far rumore. Logan e Lauren sgattaiolarono silenziosamente con, rispettivamente, Mrs. Purr ed il pacchetto in braccio fino alla torre di Astronomia.

«Lasciala qua, Lau. Poi liberala dall’incantesimo quando saremo già sulle scale, è impossibile che Gazza la senta fino a qua… » disse il mago.
«Comunque saremo già nella Sala Comune quando riuscirà a raggiungerla»

Quando i cugini finirono le scale che portavano alla cima della torre, sentirono gli acuti miagolii della gatta ed i suoi passi. Dovevano sbrigarsi se non volevano farsi seguire dall’animale ed essere scoperti. I due Weasley corsero per tutto il Castello di Hogwarts, raggiungendo finalmente l’entrata della Sala Comune di Grifondoro, in coro dissero la parola d’ordine al dipinto della Signora Grassa e si rifugiarono nella loro Casa. Era una stanza molto semplice a pianta rotonda, con il pavimento ricoperto da un grande tappeto color vermiglio con rifiniture dorate, numerosi drappi ed arazzi con i colori della Casata ricoprivano le pareti. La sala era anche ornata da diverse armature. Logan e Lauren, con ancora il fiatone, si sedettero sulle soffici poltrone rosse che arredavano la stanza.

«Ce l’abbiamo fatta!» esultò la ragazza dai capelli corvini.
«Ne dubitavi?»
«Certo che no, ma abbiamo rischiato di farci beccare…»
«Alla fine è andata bene, temo però che Gazza si arrabbierà un po’ con noi» disse Logan ridendo.
«L’importante è che abbiamo recuperato le cacca-bombe! Certo che sta iniziando a diventare un po’ troppo sospettoso… ha pensato subito che il pacco ne contenesse un carico senza nemmeno aprirlo»
«Effettivamente la confezione è ancora intatta…»
«La prossima volta staremo più attenti a non farci seguire fino in Guferia»
 
**
 
Da quando un mese prima Milton Pickwick era stato nominato Preside della scuola di magia  e stregoneria di Hogwarts a tempo determinato, in seguito alla decisione di Rolf Scamandro di prendersi un anno di congedo per partire ed andare a  studiare in modo più approfondito le creature magiche, seguendo le orme di suo nonno Newt Scamandro, si era posto come obiettivo il mantenere la quiete e l’ordine ad Hogwarts. Non aveva intenzione di imporre nuove regole, né di apportare modifiche al corpo insegnanti, voleva solamente che, al suo ritorno, il Preside potesse ritrovare tutto come lo aveva lasciato. Pickwick aveva insegnato Difesa Contro le Arti Oscure per una quindicina d’anni ad Hogwarts, poi si era ritirato in pensione e aveva comprato una piccola villetta a schiera alla periferia di Londra. L’aveva scelta in una zona che trovava squisitamente babbana, adorava come i suoi vicini di casa curavano il proprio giardino e così aveva iniziato a farlo anche lui, giusto perché il suo non sfigurasse in confronto agli altri, e così aveva scoperto la sua passione per il giardinaggio. Gli mancava molto la sua accogliente dimora: ogni tanto tornava a dare un’occhiata al suo giardino per assicurarsi che Cindy Hamilton se ne stesse davvero prendendo cura come gli aveva promesso. La decisione presa da Rolf era stata improvvisa e quindi il Consiglio si era ritrovato a dover scegliere tra i vecchi insegnanti andati in pensione, visto che Minerva McGranitt aveva gentilmente declinato l’offerta. Così la decisione era infine caduta su Milton che, in parte per il senso del dovere ed in parte perché era stato preso da una profonda nostalgia per quella che era stata la sua casa per molto tempo, accettò subito la proposta. Il mago si ricordava ancora benissimo la formalissima lettera scritta dall’insegnate di Trasfigurazione che gli era stata recapitata una mattina di inizio agosto, nella quale gli veniva chiesto se quel pomeriggio avrebbe potuto ospitare un piccolo gruppo di ex colleghi e lo si pregava di rispondere rapidamente via Metropolvere. Milton Pickwick era rimasto abbastanza sorpreso da quella insolita ed improvvisa proposta, quindi, spinto dalla curiosità, accettò immediatamente l’invito. Quello stesso pomeriggio, giusto per l’ora del the, i suoi ospiti arrivarono. Minerva McGranitt, Horace Lumacorno e Neville Paciock fecero la loro comparsa attraverso le fiamme verde smeraldo del camino e, dopo aver scambiato i dovuti convenevoli, si accomodarono nell’accogliente salotto. Senza girare intorno alla questione, i tre insegnati gli dissero il motivo della loro venuta e mezz’ora dopo uscirono dalla sua villetta a schiera, sempre attraverso il camino. Il rumore di qualcuno che bussava alla porta del suo ufficio, lo spaventò leggermente e lo distolse dal flusso di ricordi.

«Prego, entri pure…» disse il Preside, sorpreso di ricevere visite a quell’ora.

Era ormai passata un’ora dal termine della cena e l’anziano Preside non si aspettava certo che qualcuno sarebbe entrato nel suo studio. Infatti indossava già la sua camicia da notte azzurra con delle righe bianche verticali. Il mago attese pazientemente che qualcuno entrasse nell’ufficio, ma dopo qualche minuto ancora non era successo nulla. Milton si schiarì sonoramente la voce e ripeté quello che aveva detto pochi istanti prima, ma ancora nessuno accennò a voler entrare. Poi nuovamente sentì il suono di qualcuno che bussava alla sua porta. Leggermente spazientito, Pickwick si diresse alla porta e l’aprì per scoprire l’identità di quello che ormai considerava un insolente scocciatore, ma non vide nessuno, solo un lampo verde.

Il cadavere dell’uomo fu scagliato all’indietro nel suo ufficio ed atterrò sul tappeto in una posa tremendamente innaturale: le braccia protese davanti al volto e le gambe piegate con un’angolazione impossibile. I quadri che prima fingevano di sonnecchiare si destarono ed osservarono sconvolti il defunto.

«Hai visto chi era, Albus?» domandò il quadro di Severus Piton.
«No… ha usato un incantesimo di dissimulazione per nascondersi. Dobbiamo avvisare Minerva, lei penserà a tutto il resto» dopo aver pronunciato questa frase, il mago con gli occhiali a mezzaluna si voltò, dando le spalle alla stanza, e sparì dalla sua cornice.
Circa dieci minuti dopo, l’insegnate di Trasfigurazioni, seguita da Neville Paciock, entrò nell’ufficio del Preside. Quando la donna vide il cadavere del povero Milton, portò una mano davanti alla bocca, sconvolta dall’orrore, ma poi, un istante dopo, si era già ricomposta nella sua solita maschera di rigidità.

«Neville, corri ad avvisare il resto del corpo insegnanti. Io penserò a renderlo più presentabile… quella dannata strega è riuscita davvero ad infiltrare i suoi dentro il Castello, quindi stai in guardia» disse Minerva estraendo la sua bacchetta.
«Devo avvisare anche l’Ordine?»
«Certamente, vai».
 
*
 
Villa Malfoy era come sempre una splendida abitazione, aveva un ampio giardino con fontane e spazi verdi ed un piccolo sentiero a ciottoli che conduceva fino all’entrata principale. L’interno era rimasto immutato negli anni, solo alcune stanze, prima adibite a nascondiglio per manufatti oscuri, erano state disposte per scopi più legali. Una di queste era diventata un comodo salotto, con alcuni divanetti in pelle, tutti rigorosamente neri, dove venivano accolti gli ospiti.

«Perfetto, tutto è andato secondo i piani» esclamò Pansy Parkinson con voce compiaciuta.
«Allora dobbiamo brindare» disse Draco Malfoy, mentre si alzava dall'accogliente seduta del suo salotto. Il mago si avvicinò alla credenza dove teneva le bottiglie con i liquori più pregiati e, dopo un’attenta scelta, tornò a sedersi al fianco di sua moglie, Astoria GreenGrass, che fece comparire dei calici di cristallo con un leggero movimento della bacchetta.
«Sì, dobbiamo festeggiare questo giorno! Dopo una serie di sconfitte, finalmente abbiamo avuto la nostra rivincita contro l’Ordine della Fenice» disse estasiata la maga con il volto simile a quello di un carlino, mentre il suo fedele sgherro riempiva fino all’orlo i calici con del rum incendiario.
«Qual è la nostra prossima mossa?» chiese la padrona di casa.
«Tutto procederà regolarmente, non dobbiamo agire in modo avventato solo perché abbiamo ottenuto una vittoria. Seguiremo il piano stabilito in precedenza: Il nostro infiltrato continuerà ad agire dall’interno del Castello, il trasferimento a Durmstrang delle nuove leve avverrà tra un mese e poi inizieremo a farci notare».

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 02 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 2

La Sala Grande era molto affollata, le tavolate delle quattro Case erano al completo. La professoressa McGranitt aveva avvisato gli studenti di Grifondoro che quella mattina avrebbero dovuto essere tutti quanti presenti all’ora della colazione, così avevano fatto anche i professori Lumacorno, Sprite e Vitious con i loro alunni. Nessuno sapeva ancora il motivo di quella convocazione, ma nell’aria si sentivano molte affascinanti teorie al riguardo. Il brusio si arrestò immediatamente quando l’insegnante di Trasfigurazione si alzò in piedi.

«Buongiorno, quest’oggi siete qui riuniti per ascoltare un triste annuncio: il preside Milton Pickwick è morto due giorni fa, colpito da un’improvvisa malattia e nessuno è riuscito a salvarlo» disse l’anziana strega.
«Temporaneamente sarò io a ricoprire il suo ruolo, fino al ritorno del professor Scamandro. Come prima cosa vorrei che tutti quanti rendeste omaggio alla sua scomparsa porgendogli un rispettoso ultimo saluto. Questa mattina le lezioni saranno sospese in modo che possiate partecipare ad una piccola cerimonia commemorativa».
 
*
 
Erano ormai passate due settimane da quando si era svolto il funerale di Milton Pickwick, come da richiesta della professoressa Minerva McGranitt, la cerimonia si era svolta all’interno delle mura di Hogwarts in modo che tutti quanti gli studenti potessero rendere omaggio alla morte del mago. Non era stato preside per molto tempo, praticamente solo per un mese, ma aveva insegnato per molto tempo ed era sempre stato un ottimo professore, amato da tutti gli studenti e di piacevole compagnia per i suoi colleghi. Subito dopo la ricostruzione della scuola di magia e stregoneria, era stato lui ad occupare la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure e vi era rimasto in carica per parecchi anni nonostante fosse già in età avanzata quando iniziò ad insegnare. Dopo il pensionamento il suo posto venne preso da Rose Zeller, una strega molto giovane, ma abile nelle tecniche di difesa e soprattutto portata per l’insegnamento. Dal suo arrivo ad Hogwarts gli studenti si erano subito affezionati a lei, non sentendo molto distacco dal vecchio professor Pickwick, in quanto entrambi gli insegnanti erano sempre gentili e cordiali ed avevano un’ottima padronanza della materia. Al funerale furono presenti parecchie figure di spicco nel mondo della magia, che avevano avuto il piacere di conoscere Milton Pickwick sia quando era ancora un giovane ed avventuroso mago sia in età avanzata quando era diventato un mite signore amante del giardinaggio.

«Logan, potresti almeno degnarti di far finta di prendere appunti» disse Rose Weasley sbuffando, mentre si stava sistemando la folta chioma dei suoi ricci di colore rosso fiamma.

Gli studenti di Grifondoro del quarto anno, in coppia con i Serpeverde,  erano impegnati in una lunga e noiosa lezione di Storia della Magia con il professor Ruf, l’unico docente fantasma di tutta Hogwarts. Nessuno dei suoi numerosissimi studenti era riuscito davvero a trovare interessanti le sue spiegazioni sulle guerre del mondo magico, sulle riforme del Ministero e sulle figure di spicco del panorama storico, ma mai qualcuno aveva provato a suggerire al defunto insegnate di andare in pensione, perché tutti sapevano quanto fosse attaccato alla sua cattedra. Si narrava, addirittura, che inizialmente il professore di Storia della Magia non si fosse accorto di essere morto e che avesse abbandonato il suo corpo sulla poltrona del suo ufficio.

«Rose, sai che per me è impossibile seguire le lezioni di Ruf» rispose Logan accasciandosi sul banco, con aria esasperata.
«Non dico che tu debba davvero prendere appunti, prendi esempio da Al e Lau, almeno loro fanno finta di seguire e scarabocchiano sul foglio»
«Poi però verranno anche loro a chiedere i tuoi appunti, quindi alla fine è la stessa cosa»
«Sì, ma l’impressione è diversa»
«Smettetela voi due» bisbigliò Albus Severus Potter, zittendo i due cugini.
«Se Ruf si accorge che state parlando diventerà ancora più noioso!» li avvertì la ragazza dai capelli corvini.

Il tempo passò molto lentamente per i quattro cugini, e tutti quanti, ad eccezione di Rose si accasciarono sul banco esasperati da quell’interminabile lezione. Appena il professor Ruf ebbe terminato di parlare, i suoi alunni si precipitarono fuori dall’aula. I Serpeverde si diressero verso i sotterranei per seguire Pozioni con Lumacorno, mentre i Grifondoro scapparono fuori dal Castello per andare nella Serra numero tre.

Il clima non era dei migliori, il cielo era grigio e pesante ed era ormai da parecchi giorni che un insistente pioggia si abbatteva sulle mura di Hogwarts, non era forte, ma incessante e costringeva gli studenti e gli insegnanti a stare rintanati nei loro alloggi, nonostante fosse appena metà ottobre. Logan, Lauren e Rose corsero il più velocemente possibile, con i mantelli calati sopra la testa, per evitare di bagnarsi ed in un paio di minuti raggiunsero il riparo della Serra numero tre. Neville Paciock, appena furono arrivati tutti gli studenti, iniziò a spiegare.

«Bene ragazzi, oggi ho per voi un lavoro abbastanza semplice: dovrete potare il Fico Avvizzito dell’Abissinia» esordì il professore di Erbologia.
«Qual è il nome comune per questa pianta?»

Rose alzò immediatamente la mano, dopo di lei, anche altri studenti tesero il braccio verso l’alto per fare segno che anche loro conoscevano la risposta.
«Sono contento che alcuni si ricordino quello ho spiegato al secondo anno, forza signorina Weasley mi dica la risposta»
«Grinzafico!»
«Esatto, cinque punti a Grifondoro! Ma ora torniamo al vostro compito… quest’oggi la professoressa Sprite mi ha detto che gli studenti del secondo anno non hanno fatto in tempo a potare tutte le piante di Grinzafico, perché erano oltre un centinaio, quindi ne sono avanzate un po’, che vanno potate entro oggi. Forza, al lavoro, le piantine le trovate in fondo alla stanza, lavorate in gruppi di tre così ci metterete meno tempo» spiegò il giovane insegnante.
 
*
 
La Sala Comune di Serpeverde era illuminata fiocamente da una strana luce verdastra, che andava a creare un’atmosfera molto surreale all’interno della stanza, la luce dei cinque camini non era abbastanza calda da contrastare quella proveniente dalle ampie vetrate che si affacciavano sul fondale del lago. Un grande tavolo situato ad Est abbelliva la biblioteca privata dei Serpeverde. Vari gruppetti di studenti erano seduti su comodi divani in pelle neri, mentre chiacchieravano animatamente della giornata appena trascorsa. L’anno scolastico era iniziato da poco, ma per gli studenti del settimo anno il carico di studio era già abbondante, mentre quelli del sesto anno si godevano le prime ore di lezione libere, inconsapevoli del fatto che di lì a breve le avrebbero dovute impegnare per riuscire a stare dietro all’enorme mole di compiti. Albus Severus Potter occupava insieme al suo migliore amico, Scorpius Malfoy, un piccolo divanetto, posizionato davanti al camino con sopra il ritratto del fondatore della loro Casata.

«Oggi non ho visto Lily, tu per caso sai come sta?» chiese il ragazzo dai capelli corvini.
«Oggi l’ho vista solamente a cena e mi ha spiegato che è stata tutto il pomeriggio a studiare, perché la McGranitt aveva dato per punizione dei compiti extra»
«Ah, mi spiace per la mia povera sorellina. Tra di voi tutto bene?»
«Come sempre, lo sai che non siamo una coppia molto… appassionata»
«Ti ricordo che stai sempre parlando di mia sorella, Scorp»
«Parlate di Lily?» chiese serenamente Kimberly Malfoy, mentre si accomodava in mezzo ai due amici, spingendoli a lato. La ragazza era una studentessa del secondo anno della Casa dei Serpeverde, aveva gli stessi capelli ed occhi del fratello che avevano entrambi ereditato da loro padre, Draco Malfoy, era magra e non molto alta.
«Esatto, Kim. Albus sta per iniziare la solita predica sul fatto che se non ho intenzioni serie nei confronti della sua sorellina devo lasciarla perdere, perché se io farò star male Lily allora lui farà del male a me»
«Come al solito»
«Appunto»
«Smettetela voi due! Io parlo seriamente» esclamò il secondogenito di casa Potter.
«E come io ti ho già detto, ti credo benissimo, ma il problema sta nel fatto che non sarò io a far soffrire lei, ma che al massimo sarà il contrario. In ogni caso, non è questo il momento di parlarne visto che non si è ancora stufata di me»
«Adesso non esagerare, ti ricordo che Lily non è solamente la sorella di Al, ma anche una mia carissima amica. Lei non ti farebbe mai soffrire intenzionalmente e comunque lo sapevate entrambi che la vostra storia non sarebbe durata più di qualche mese… perché avete entrambi dei caratteri molto particolari»
«Mi pare che sia tu quella che sta esagerando Kim, stanno insieme ormai da giugno e sono sempre andati d’accordo»
«Ora, se volete scusarmi, sono leggermente stanco, quindi andrei a dormire» disse il biondo, che si allontanò dal divanetto, dirigendosi verso le scale di mogano che conducevano ai dormitori.
«Fa sempre così quando è in difficoltà, fugge senza affrontare i  problemi…» bisbigliò Kimberly.
«Sì, lo so. Ormai lo conosco bene anche io»
«Ora vado a dormire Al, buona notte» disse la bionda dando un bacio sulla guancia all’amico e correndo nel suo dormitorio.
 
*
 
La prima metà di ottobre fu caratterizzata da un’insistente coltre di nubi cariche di pioggia, mentre la seconda parte del mese vide come vincitore, dopo quattordici giorni di lotta, il sole, che riuscì a riemergere squarciando il grigiore delle nuvole per illuminare le alte torri di Hogwarts. James Sirius Potter si alzò dall'accogliente tepore del suo comodo letto e, guardando fuori dalla finestra, si accorse che finalmente il cielo era sgombro e limpido. Entusiasta per il felice risveglio, il ragazzo indossò velocemente la sua divisa scolastica, si pettinò alla buona i capelli castani e scese di corsa le scale a chiocciola che portavano verso la Sala Comune di Grifondoro. La stanza, nonostante fossero le sei e mezzo del mattino, era già affollata di studenti del quinto anno, impegnati con l’enorme carico di studio richiesto per gli esami finali. Fortunatamente per James, lui non aveva mai avuto problemi con lo studio gli anni precedenti, per cui non aveva trovato difficoltà nello svolgere i compiti di ripasso assegnati da tutti gli insegnanti. Inoltre poteva sempre contare sull’aiuto di sua cugina Rose Weasley, quando si trovava in difficoltà, visto che la ragazza sembrava sapere sempre ogni cosa. Cercando di non disturbare i suoi compagni di corso, che stavano meticolosamente studiando, il primogenito di casa Potter si diresse verso il passaggio della Signora Grassa, lo attraversò e poi corse sulle scale fino ad arrivare al piano terra. Davanti all’immenso portone a due battenti che portava alla Sala Grande, trovò due figure note. Un ragazzo molto alto, dalle spalle larghe e i capelli ricci di un castano chiaro ed una ragazza minuta dai lunghi capelli lisci rosso fiamma, raccolti in una treccia.

«Ehi!» disse James, cercando di farsi notare dai due studenti poco più avanti rispetto a lui.

Quando si girarono, il ragazzo fu certo di non essersi sbagliato. Infatti erano proprio Lorcan Scamandro e Lucy Weasley, che gli sorrisero raggianti.

«Ciao, cugino!» lo salutò la studentessa del primo anno.
«Ciao, come te la passi James?» chiese l’altro.
«Mah, non male, per il momento non ho trovato molte difficoltà nello studio»
«Bene, nemmeno io, fortunatamente stanno facendo solo il ripasso e non hanno ancora iniziato a spiegare le parti nuove del programma»
«Sempre a parlare dei G.U.F.O., voi del quinto anno» li interruppe la strega dai capelli rossi.
«Scusaci, Lucy. Tu come te la stai cavando?» chiese il mago.
«Bene, mi trovo decisamente a mio agio tra i Corvonero. Comunque credo che ci convenga entrare a fare colazione, che poi dovrò scappare e prendere in prestito un libro dalla Biblioteca»

I tre studenti, dopo essersi fermati a chiacchierare, entrarono nella Sala Grande, il soffitto era molto alto e grazie ad un incantesimo dissimulava il suo vero aspetto, mostrando agli studenti un cielo ancora dipinto con i colori dell’alba. In aria fluttuavano centinaia di candele che illuminavano la stanza. Il tavolo di Serpeverde, che era il primo a sinistra, era occupato da un paio di persone, mentre di fianco ad esso quello di Corvonero era ancora vuoto. Su suggerimento di Lucy Weasley, si sedettero tutti insieme nella grande tavolata ancora sgombra. Il tavolo dei professori era occupato solamente dalla neo Preside McGranitt, che ormai occupava il posto centrale e dalla Sprite. Le due donne erano immerse in un discorso molto serio, o questo pensava James Sirius Potter, vedendo le loro espressioni concentrate mentre discutevano.

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Grazie mille a tutti quanti i lettori. Il prossimo aggiornamento arriverà fra dieci giorni, il 28 maggio.
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 03 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 3

Vedere il sole fu per Logan Weasley una piacevole novità, dato che nella prima metà del mese di Ottobre il cielo era rimasto sempre coperto dalle nubi, ma quel dolce risveglio durò ben poco. Infatti, poco dopo, si rese conto di essere solo nel dormitorio ed ampiamente in ritardo rispetto all’orario della colazione. Rapidamente, si alzò dal letto, si tolse il pigiama e si vestì con la divisa scolastica, prese la borsa preparata la sera prima contenente i libri per le lezioni della giornata, pergamena, penne ed inchiostro, si sistemò la chioma di capelli fulvi e si lanciò giù per le scale a chiocciola, raggiungendo la Sala Comune di Grifondoro. Nel giro di cinque minuti, il giovane ragazzo dai capelli rossicci aveva percorso tutte quante le rampe di scale del Castello, ma fu costretto a fermarsi davanti all’ingresso per i Sotterranei di Hogwarts perché uno studente del primo anno di Corvonero era fermo lì e gli bloccava il passaggio.

«Perm…» iniziò a dire Logan, ma fu interrotto prima di completare la frase.
«Scusa, una stramba professoressa… la Cooman credo, mi ha chiesto di consegnare questo al professor Lumacorno, sai per caso dove si trova il suo ufficio?».
«Ma certo, è facile arrivarci, basta che vai dritto fino là in fondo, vedi?» Iniziò a spiegare il Grifondoro.
«Poi alla prima svolta giri a destra e prosegui fino a che non ne trovi una seconda, lì vai ancora a destra e poi continui fino a che non trovi un portone in legno: quello è l’ufficio del vecchio Lumacorno».
«Oh, grazie mille!»

Il giovane Weasley attese che la sua inconsapevole vittima avesse svoltato l’angolo e poi entrò nei Sotterranei del Castello, proseguì per qualche metro ed entrò nell’Aula di Pozioni. La stanza era già affollata, ma il ragazzo prese posto di fianco a sua cugina Lauren, che gli aveva riservato una sedia, estrasse il libro dalla borsa e lo appoggiò sul banco ed infine si sedette.

«Buon giorno, ragazze» disse il rossiccio con il fiatone, ma accortosi della presenza di Pix nella stanza, si alzò subito, non badando alle risposte delle sue cugine al suo saluto.

Il poltergeist, vestito da giullare, si stava divertendo a lanciare la cenere rimasta nelle postazioni dei calderoni contro gli studenti seduti nelle prime file. Logan gli si avvicinò con cautela e lo chiamò facendo il segno del saluto militare.

«Che cosa vuoi, mio giovane Weasley?» disse il fantasma dispettoso sghignazzando, mentre assestava un colpo di sorpresa ad una ragazza dai capelli biondi appartenente alla Casa di Tassorosso.
«Diciamo che uno studente del primo anno si è perso nei Sotterranei, nella stanza delle catene… forse ha bisogno di una mano per ritrovare la strada che porta al piano terra del Castello».

Pix, dopo aver ascoltato il ragazzo, rispose con il saluto militare e saettò fuori dall’Aula di Pozioni dirigendosi verso il malcapitato studente mentre rideva a più non posso, pregustando gli spaventi che quel poveretto si sarebbe preso.
I Grifondoro del quarto anno, terminata la doppia ora di Pozioni insieme ai Tassorosso, iniziarono a dirigersi verso l’Aula di Trasfigurazione dove erano attesi dalla professoressa McGranitt che, nonostante i suoi impegni di Preside e l’età avanzata, non aveva ancora la minima intenzione di rinunciare alla sua cattedra ad Hogwarts. Rose Weasley salutò i suoi due cugini e disse loro che sarebbe andata avanti, a passo più spedito rispetto al loro, perché doveva parlare un attimo con Albus prima dell’inizio della prossima lezione e poi uscì dall’Aula di Pozioni correndo.

«Leggermente di fretta, eh?» disse una studentessa di Tassorosso.

A parlare era stata Tammy McLaggen, un’amica di Logan e Lauren, non molto alta, snella e con un bellissimo viso dalla carnagione chiara, i suoi capelli erano castani e quel giorno li teneva raccolti ordinatamente in una coda di cavallo. I due cugini la salutarono e poi iniziarono a dialogare con lei fino a che furono arrivati al piano terra del Castello, dove presero strade diverse. I due Grifondoro raggiunsero l’Aula di Trasfigurazione, mentre la loro amica proseguì fino al primo piano, dove si trovava l’Aula di Storia della Magia.

*

All’ora di cena la Sala Grande era come sempre molto affollata, le tavolate delle quattro Case erano quasi occupate per tutta la loro lunghezza e i professori, eccezion fatta per Sibilla Cooman, che non scendeva per condividere il pasto insieme agli altri docenti, se non in rarissime occasioni, erano seduti al tavolo principale. Il banchetto non era sontuoso come quello per le grandi occasioni, ma quantità enormi di cibo continuavano a riempire i piatti e le caraffe, mentre gli studenti si rimpinzavano. Nella tavolata di Grifondoro, la giovane Lily Potter, che aveva ereditato la chioma rosso fiamma dalla madre, era intenta a parlare con Hugo Weasley, un ragazzo minuto con dei capelli riccissimi e dello stesso colore di quelli della cugina. Entrambi avevano iniziato da poco il loro secondo anno ad Hogwarts e stavano discutendo della difficoltà nel seguire le lezioni. Al loro fianco erano seduti James Potter, fratello della minuta Lily, un ragazzo alto con le spalle ampie ed il fisico da portiere di Quidditch e Rose Weasley, sorella del piccolo Hugo. Poco più in là sedevano Logan e Lauren intenti a parlare tra di loro. Il rossiccio stava spiegando che, dopo l’ora di pranzo, era stato convocato nell’Ufficio del Preside dalla McGranitt per la storia dello studente di Corvonero perso nei sotterranei, ma che alla fine era riuscito a farla franca perché Pix non aveva detto una parola ed il malcapitato era troppo scioccato per ricordarsi chi fosse stato ad indicargli la strada sbagliata.

Nello stesso momento, Scorpius Malfoy si alzò dalla tavolata dei Serpeverde e si diresse verso quella dei Grifondoro, attirando su di sé parecchi sguardi, soprattutto da parte delle ragazze. Il primogenito di Astoria Greengrass, aveva ereditato dalla sua famiglia il portamento e l’eleganza nei tratti del viso, mentre dalla  famiglia del padre i capelli biondissimi e gli occhi azzurri. Tutto ciò e la sua reputazione di studente brillante lo rendevano parecchio popolare sia all’interno della sua Casa che nelle altre. Il giovane mago si avvicinò alla sua ragazza e le cinse le spalle dolcemente, poi le sussurrò qualche cosa all’orecchio e le scoccò un bacio sulla guancia, dopodiché uscì dalla Sala Grande. Lily Luna Potter si alzò a sua volta, ma, invece di seguire Scorpius, si diresse verso i suoi due cugini, seduti a qualche posto di distanza da lei.

«Non ci posso credere, è davvero rimasto tutte quelle ore a correre per i Sotterranei inseguito da Pix? Un po’ mi spiace per lui… » la ragazza dai capelli corvini smise di parlare non appena vide arrivare una versione in miniatura di sua zia Ginny.
«Ciao ragazzi, Scorpius mi ha detto che la Regina di Serpeverde richiede urgentemente la tua presenza in Biblioteca» disse Lily Potter, rivolgendosi a Logan, e poi, non appena ebbe terminato di parlare, corse di fretta fuori dalla Sala Grande, probabilmente andando incontro al suo ragazzo.
«Avrà finalmente preso una decisione?» chiese Lauren abbassando il tono di voce.

Logan Weasley annuì e, dopo aver finito velocemente di mangiare gli ultimi cucchiai di purea di patate, si precipitò in direzione della Biblioteca di Hogwarts.
Molti anni addietro, la famiglia Malfoy e quella degli Wilson erano entrate in competizione per via di futili motivi, nonostante l’odio che le due nobili casate provavano reciprocamente, lo scorrere del tempo era riuscito a cancellare tutte quante le divergenze e, già dai tempi di Lucius Malfoy, il conflitto era praticamente estinto. Tuttavia, un leggero astio era rimasto nell’aria e per questo motivo Scorpius si era riferito a Morgana Wilson con l’ironico appellativo di “Regina dei Serpeverde”, ma non si era comunque rifiutato di fare un favore alla ragazza. Il flusso di pensieri di Logan, riguardo le diatribe passate delle antiche e nobili famiglie purosangue, fu interrotto bruscamente dal suo arrivo davanti alla Biblioteca. Il ragazzo dai capelli rossi entrò nell’ampio salone ed un forte odore di carta vecchia, pergamena e polvere si impossessò delle sue narici, facendolo starnutire. Madama Pince con il suo viso da avvoltoio denutrito, un secondo dopo l’improvviso rumore, giunse sul posto per zittire lo studente chiassoso e poi, dopo essersi assicurata di essere stata chiara riguardo i suoni molesti, ritornò nella sua postazione. Una bellissima ragazza, con la pelle chiara ed i capelli castano scuro, comparve da dietro una delle grandi librerie e fece segno a Logan di seguirlo. Gli occhi azzurri del ragazzo si illuminarono alla sua vista e la mente gli si annebbiò leggermente, quando la guardava gli succedeva sempre.

«Scusa se ti ho fatto correre fino al terzo piano, ma a quest’ora la Biblioteca è sempre quasi deserta, quindi mi è sembrata il luogo più adatto per parlarti» disse la Serpeverde in un sussurro.

Logan si avvicinò alla ragazza e le cinse la vita con un braccio, lei era di poco più alta rispetto al Grifondoro, poi le sfiorò il viso dalla pelle quasi diafana, con un leggero spruzzo di lentiggini, che era in netto contrasto con la pelle più scura delle mani del ragazzo. Le labbra dei due studenti si unirono in un tenero bacio per qualche secondo, ma Morgana poi si staccò, rifiutando un ulteriore approccio romantico.

«Fermati, dobbiamo parlare di cose ben più importanti».
«Va bene, dimmi... Hai pensato a quello che ti abbiamo chiesto?» chiese lo Weasley, staccandosi a malincuore dal candido viso della castana, ma rimanendo comunque molto vicino, in modo che i suoi sussurri potessero essere ben uditi.
«Ho pensato molto attentamente a quello che mi avete chiesto tu e Lauren. Fino a ieri credevo che rifiutare fosse la scelta migliore, ma alla fine mi sono convinta. Devo farlo, nessuno potrebbe sostituirmi… » spiegò la Serpeverde stringendo le mani del suo interlocutore.
«Fantastico, sapevo che avresti accettato! Sono sicuro che ce la farai, ma perché hai quell’espressione così tetra? Questa è una buona cosa… sarà difficile, ma non è nulla che tu non possa fare».
«Ho fatto tutte le dovute riflessioni in merito, ho accettato consapevole di poter fare quello che mi avete chiesto».
«Allora, cosa c’è che non va?» chiese Logan, avvicinandosi nuovamente alla Serpeverde.
«Non potremo continuare a vederci di nascosto come facciamo adesso, non potremo più stare insieme… questa cosa mi rattrista, ma in realtà sono più dispiaciuta dal fatto che non mi sento triste come dovrei» disse Morgana abbracciando il Grifondoro.
«Preferisco non vederti più già da adesso, che aspettare fino all’ultimo… Addio, Logan».

Dopo queste parole la ragazza dai capelli castani corse fuori dalla Biblioteca dirigendosi verso i Sotterranei, luogo in cui era collocata la sua Sala Comune, mentre il rossiccio prese la direzione opposta salendo fino al settimo piano del Castello, dove si trovava l’entrata della sua casa.
La stanza a pianta rotonda era ancora deserta, tutti quanti gli studenti si trovavano ancora nella Sala Grande, il fuoco scoppiettava debolmente all’interno dell’immenso camino in granito e le soffici poltrone rosse erano sgombre. Logan fu tentato per un attimo di andare a dormire, in modo da non dover dare spiegazioni alla cugina, ma alla fine si impose di restare ad aspettarla. Il ragazzo prese posto vicino all’angolo destro del camino, a fianco di una delle armature che arredavano la Sala Comune, una delle sue postazioni preferite.

«Bù!» esclamò Lauren, spuntando all’improvviso da dietro la poltrona scelta dal Grifondoro, dopodiché la studentessa si fece spazio di fianco al cugino.
«Allora, ha accettato?»
«Sì, ha detto che farà quello che le abbiamo detto e che crede di avere buone possibilità di farcela. Ovviamente era preoccupata, ma confido nelle sue capacità ed anche lei… » spiegò il rossiccio.
«Fantastico! Almeno questa è andata bene, ma mi spieghi come mai hai quella faccia?»
«Morgana, ha anche detto che non ci potremo più vedere e se ne è andata dicendomi addio» rispose Logan, passandosi una mano fra i capelli.
«Mi spiace, ma credo di sapere che cosa ti serva per consolarti» disse la ragazza dai capelli scuri, con un ghigno.
I due Weasley si scambiarono uno sguardo di intesa e poi iniziarono a pianificare uno dei loro soliti scherzi; vedendo il fratello giù di corda, si unì a loro anche Roxanne, che, al pari del fratello, aveva ereditato da suo padre, George Weasley, la passione per combinare guai.


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Ringrazio tutti quanti i lettori di questa storia, il prossimo capitolo verrà pubblicato il giorno 8 giugno! Vi annuncio che, con queste quattro paginette, si è conclusa la grossa parte introduttiva, più avanti nei capitoli veranno presentati altri personaggi, ma saranno, per così dire, buttati nella mischia. Fatto il misfatto!

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 04 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 4
 
Novembre era quasi alle porte e, nonostante il sole fosse alto nel cielo, la temperatura, sia all’esterno che all’interno del Castello di Hogwarts, era scesa drasticamente rispetto agli inizi di Ottobre. La Sala Comune di Tassorosso rimaneva leggermente più calda rispetto alle altre stanze perché in parte era situata sottoterra, inoltre il soffitto basso tratteneva meglio il calore. Lysander Scamandro, uno studente del primo anno piuttosto alto per la sua età e dotato di un’incredibile chioma di capelli ricci e biondi, se ne stava seduto su una delle numerose sedie imbottite, tutte decorate con i colori della Casa, mentre dialogava con una ragazza del quarto anno, non molto alta, snella e con dei bellissimi capelli castani.

«Quindi nemmeno tu sai che cosa hanno in mente Logan e Lauren?» chiese Tammy McLaggen.
«No, stanno mantenendo il segreto abbastanza bene… deduco che sia uno dei loro soliti scherzi, ma leggermente più in grande» rispose il ragazzo.
«Rose mi ha detto che, quando accadrà, mi accorgerò sicuramente del loro progetto»
 
*
 
Roxanne Weasley era una ragazza mediamente alta, dalla carnagione leggermente scura ed i capelli biondi; come i suoi due fratelli, Fred e Logan, aveva ereditato il colore della chioma dal padre, ma la Grifondoro era solita tingersela con ogni tipo di colore le venisse in mente. Era passata da varie tonalità di verde al biondo, per poi andare su un più classico castano. Era tornata fulva, ma per poco tempo, dopodiché suo padre si era divertito a sperimentare tinte arcobaleno. Sua madre, Angelina Weasley, non approvava molto questa abitudine della figlia, ma non poteva fare a meno di ridere quando vedeva suo marito George trafficare con boccette e strane schiume sulla testa della ragazza. Roxanne era vivace e solare, come del resto suo fratello minore Logan. Quando aveva visto il ragazzo giù di corda, per via della fine della relazione con Morgana Wilson, si era buttata a capofitto nella preparazione di un grandissimo scherzo, da attuare contro gli studenti del secondo anno di Tassorosso, per cercare di risollevargli l’umore. Anche Rose Weasley si era unita al progetto, dando una grossa mano, soprattutto per la pianificazione di alcuni incantesimi leggermente più complessi della media a cui erano abituati gli studenti del quarto anno di Hogwarts.

«Siete sicuri che non risaliranno a noi in nessun modo?» chiese per la quarta volta, nel giro di pochi minuti, la ragazza dalla chioma fulva, bisbigliando per non farsi sentire da Madama Pince e dagli altri maghi e streghe presenti nella stanza.
«Sì, ne siamo certi» risposero in coro gli altri tre, sorridendo.
«Devi stare tranquilla, non ci hanno beccati quasi mai…» disse Lauren.
«Gli incantesimi sono già pronti, noi siamo in Biblioteca a far finta di studiare, Madama Pince potrà confermare, in caso di accuse nei nostri confronti, la nostra presenza qua. Inoltre Pix si prenderà gran parte del merito, per quello che succederà» spiegò tranquillamente Logan.
«Poi, quando sentiremo i primi effetti, seguendo il nostro progetto, ci dirigeremo verso il corridoio di Incantesimi, che è proprio su questo piano, così come del resto faranno tutti gli altri studenti qui presenti… ed in questo modo ci godremo i risultati del nostro lavoro» concluse il ragazzo, con un leggero ghigno stampato sul volto.

La Biblioteca di Hogwarts era un intricato labirinto, le cui pareti erano costituite da immense librerie colme di tomi di magia di ogni genere. Il grande salone era dotato di tavoli e sedie, messi a disposizione degli studenti, su cui mettersi a studiare in rigoroso silenzio, quindi, quando un terribile fragore di metallo che cadeva riempì il terzo piano del Castello, tutte le persone presenti nell’ampia stanza udirono chiaramente il rumore proveniente dal corridoio di Incantesimi. Logan, Lauren, Rose e Roxanne si diressero verso la fonte del chiasso, seguendo la piccola folla di maghi e streghe, che si stava accalcando per uscire dalla Biblioteca, mentre Madama Pince tentava invano di recuperare l’ordine ed il silenzio, sbraitando che avrebbe tolto cinquanta punti a tutte e quattro le Case e animando i libri affinché inseguissero il primo studente che fosse capitato loro a tiro.

«A-Appena s-siamo u-usciti dall’Aula di Incantesimi, le armature che c’erano nel corridoio si s-sono a-animate» spiegò uno studente del secondo anno di Tassorosso, completamente fradicio ed ancora sconvolto dall’accadimento.
«E poi è arrivato Pix!» piagnucolò una minuta strega dai capelli ricci e castani.

I quattro Weasley non riuscirono a trattenere le risate, mentre ascoltavano le spiegazioni che venivano date alla Preside Minerva McGranitt dal professor Vitious e dalla piccola folla di studenti. La donna estrasse la sua bacchetta, la puntò contro la parete del corridoio e immediatamente tutte le armature si ricomposero e tornarono al loro posto, poi la sollevò nuovamente e ne fece uscire un getto di aria calda per asciugare gli studenti ed evitare che si prendessero un raffreddore. La strega ascoltò ancora per qualche minuto ciò che avevano da dirle i Tassorosso del secondo anno, a riguardo del tremendo scherzo subito, e cercò di rassicurarli sul fatto che Pix non li avrebbe inseguiti nel rientro alla loro Sala Comune.

«Weasley!» esclamò, incamminandosi verso i quattro studenti sghignazzanti e causando un repentino cambio della colorazione dei loro volti.
«Logan e Lauren, siete pregati di raggiungermi nel mio ufficio, una ventina di minuti prima di cena» disse la Preside di Hogwarts. Appena terminò di parlare, si allontanò a grande velocità, dirigendosi verso la Biblioteca.

I quattro cugini passarono l’intero pomeriggio nella Sala Comune di Grifondoro, ad arrovellarsi sul motivo della convocazione di due di loro da parte della Preside. Rose Weasley sembrava avere le idee chiarissime al riguardo e continuava a ripetere che si erano fatti scoprire, in qualche modo. Invece Logan continuava a ritenere impossibile che li avesse sorpresi, in quanto non c’erano prove tangibili per scoprire la loro colpevolezza e che, in ogni caso, non aveva senso convocare solo lui e Lauren. Se era riuscita a capire il loro coinvolgimento, sicuramente doveva essere al corrente anche dell’aiuto fornito da Roxanne e Rose. Inoltre, tutti e quattro concordavano sulla stranezza dell’orario fissato per l’incontro. Infatti, venti minuti prima di cena, implicava un discorso relativamente breve e una bravata del genere, invece, avrebbe richiesto molto più tempo per essere chiarita. Le congetture continuarono fino a che i due diretti interessati non decisero di andare a fare due passi per calmarsi e per schiarirsi le idee, prima di dover affrontare l’incontro con l’insegnante di Trasfigurazione.

L’ufficio del Preside era rimasto tale e quale a come Rolf Scamandro lo aveva lasciato. Milton Pickwick, nella sua determinazione di lasciare tutto intatto, durante il suo breve mandato, non si era curato di arredare la stanza a suo piacimento e Minerva McGranitt non ne aveva ancora avuto il tempo, dati i suoi numerosi impegni. Inoltre, la strega disponeva già di un suo ufficio al primo piano, adiacente all’Infermeria, quindi non necessitava di ulteriore spazio per i suoi effetti personali. Una grande scrivania in legno massiccio troneggiava al centro della stanza circolare, le cui pareti erano completamente occupate dai numerosissimi quadri dei rettori precedenti. Il pavimento, invece, era ricoperto da un gran numero di tappeti dall’aria vissuta. Delle comode sedie erano disposte davanti alla scrivania, mentre un grosso scranno, su cui solitamente si sedeva il Preside, era posto dietro essa. Dei piccoli tavolini erano disposti lungo le pareti e ospitavano pergamene arrotolate, modellini di creature magiche esistenti ed altre frutto di fantasia, barattoli contenenti corni dalle forme strane e un rettilario vuoto. Di fianco alla porta d’ingresso erano situate alcune vetrinette stracolme di carte, mappe, libri, strani gingilli dall’uso sconosciuto e alcune fotografie, raffiguranti i famigliari del Preside in congedo.
Minerva McGranitt stava pensando in parte al suo incontro precedente e in parte a quello successivo, chiedendosi come potessero essere successi tanti eventi, così ravvicinati gli uni con gli altri. Il ritorno dei Mangiamorte, il piano di Pansy Parkinson, la morte di Milton. Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal rumore sordo di qualcuno che bussava sul grande portone in legno. La donna si alzò dal suo comodo scranno imbottito e invitò i due studenti ad entrare. Di norma, l’Ufficio era protetto dalle intrusioni esterne da parte di due grossi Gargoyle in pietra, che permettevano l’accesso solamente a chi conosceva la parola d’ordine, ovvero il resto del corpo insegnanti, ma quel giorno, avendo programmato più incontri, aveva ordinato alle due statue di tenere aperto il passaggio. I due cugini Weasley entrarono velocemente nell’Ufficio della Preside e attesero educatamente che l’insegnante di Trasfigurazione li invitasse a sedersi.

«Prego, accomodatevi» disse la strega, facendo segno ai suoi ospiti di prendere posto. La ragazza dai capelli corvini ed i tratti orientali occupò direttamente la sedia davanti alla strega, mentre il giovane mago dai capelli rossi e la carnagione leggermente scura si posizionò al suo fianco.
«Prima che ci dica qualsiasi cosa, dobbiamo parlarle noi» disse Logan Weasley con un tono di urgenza nella voce.
«È successo quello che temevate» spiegò Lauren.
«Calmatevi un attimo e cercate di spiegarmi per filo e per segno ciò che è accaduto, se è come penso che sia, c’è tutto il tempo di questo mondo. Quindi riordinate i pensieri e parlate in modo che io possa capire quello che dite!» esclamò l’anziana Preside di Hogwarts.
«Prima di incamminarci per venire nel suo Ufficio, abbiamo fatto un giro intorno al settimo piano, per chiarirci le idee sul motivo della nostra convocazione, visto che non avevamo fatto assolutamente nulla di male in questi giorni…» cominciò il ragazzo.
«Abbiamo fatto due o tre volte l’intero giro del piano e quando siamo passati davanti alla porta della Stanza delle Necessità abbiamo visto che si stava aprendo, così ci siamo nascosti dietro l’angolo del corridoio e abbiamo aspettato di vedere chi uscisse fuori».
«Ed era Scorpius Malfoy» completò l’anziana strega.
«Esatto, l’Ordine ci aveva detto di avvisarla in caso fosse successa una cosa del genere».
«Avete fatto benissimo, continuate a tenerlo d’occhio per piacere, ma non fatevi strane idee… per il momento abbiamo solamente dei sospetti al riguardo. Molto probabilmente però, né lui né la sorella sono coinvolti in questa brutta faccenda».

Tra i tre interlocutori calò, per qualche attimo, il silenzio. La donna valutò con calma le parole da usare per illustrare ai due Grifondoro il motivo della loro convocazione, infine, dopo qualche istante di riflessione, sospirò e riprese a parlare.

«In ogni caso, vi ho fatto venire qui nel mio Ufficio per parlare di una questione della massima importanza. Ho parlato, poco fa, con la vostra amica Morgana Wilson, chiedendole un grosso favore, ma a quanto pare voi due mi avete anticipato. Non so come abbiate fatto a scoprire del piano dei Mangiamorte e non voglio nemmeno saperlo, ma la vostra idea è stata brillante, sicuramente rischiosa, ma brillante. Questo però, deve rimanere un segreto fra noi e la nostra amica, nessuno degli altri membri dell’Ordine deve venirlo a sapere perché, in caso contrario, rischieremmo di mandare tutto all’aria. Massima sicurezza, mi raccomando».
«Certo» risposero in coro i due cugini Weasley.

Dopo quelle parole, Logan e Lauren furono congedati dalla Preside, che si unì a loro nella discesa verso la Sala Grande, al piano terra, dove li attendeva una cena sostanziosa, adatta al termine di una giornata densa di avvenimenti e tensione.
 
*
 
La fine di Ottobre si stava avvicinando molto rapidamente per i giovani maghi e streghe, che studiavano nell’immenso Castello, e con essa anche la notte di Halloween. Il tempo era volato incredibilmente veloce. Dopo la cerimonia commemorativa per la morte del vecchio Preside, le lezioni avevano ripreso il loro normale corso ed ormai quasi tutti avevano superato lo shock iniziale. Gli studenti di Hogwarts attendevano con molta ansia e trepidazione la fine del mese perché, oltre ad un paio di giorni di pausa, significava anche un grande e sontuoso banchetto per Halloween, con decorazioni a tema appese per tutta la Sala Grande, mentre all’interno delle Sale Comuni si tenevano dei piccoli festeggiamenti, organizzati in segreto dai Prefetti e dai Capiscuola delle Case. In realtà, quasi tutto il corpo insegnanti era a conoscenza di queste feste clandestine, ma le permettevano nei limiti del regolamento scolastico.


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Ringrazio tutti quanti i lettori di questa lunga storia, seguendo i consigli ricevuti sia qua su EFP che su altre sedi ho cercato di tagliare i periodi, inserendo più punti e riducendo il numero delle virgole, so che bisogna ancora lavorarci e ci lavorerò di più. Siccome il numero dei personaggi è molto grande ed alcuni non compariranno in ogni capitolo, ecco peer maggiore chiarezza un elenco dei personaggi principali (alcuni non sono ancora comparsi):

Weasley
Figlie di Percy: Lucy (primo anno Corvonero), Molly (secondo anno Grifondoro)
Figli di George: Fred (ha finito Hogwarts), Roxanne (settimo anno Grifondoro), Logan (quarto anno Grifondoro)
Figli di Ron: Rose (quarto anno Grifondoro), Hugo (secondo anno Grifondoro)
Figli di Bill: Victoire (ha finito Hogwarts), Dominique (quinto anno), Louis (quarto anno)
Lauren (quarto anno Grifondoro) è stata adottata
Potter
James (quinto anno Grifondoro), Albus (quarto anno Serpeverde), Lily (secondo anno Grifondoro)
Malfoy
Scorpius (quarto anno Serpeverde), Kimberly (secondo anno Serpeverde)
Scamandro
Lorcan (quinto anno Corvonero), Lysander (primo anno Tassorosso)
Altri
Tammy McLaggen (quarto anno Tassorosso)
Zach Zabini (quarto anno)
Morgana Wilson (quinto anno Serpeverde)
Leanne Baston (sesto anno Serpeverde)
Ted Lupin (ha finito Hogwarts)
Alyssa Wilson (ha finito Hogwarts)


Il capitolo 5 verrà postato il giorno 18 giugno!  

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 05 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 5
 
Era il giorno di Halloween, il cielo era ricoperto da grosse nuvole che preannunciavano l’arrivo della prima neve ed il clima era freddo ed umido. All’interno del Castello di Hogwarts, tutti gli studenti erano euforici per l’assenza di lezioni e per l’imminente banchetto serale. Una pausa dalla pressione dello studio era sempre gradita ed un evento festoso lo era ancora di più. La Sala Grande era stata allestita dal professor Vitious con zucche, candele e ragnatele. Il soffitto, che normalmente riproduceva il cielo esterno, era stato incantato in modo da sembrare una notte buia e tempestosa, ma i preparativi per la festa di Halloween non erano ancora completati. A colazione, le tavolate erano state occupate molto più lentamente rispetto ai giorni normali, in quanto gli studenti si erano concessi un paio di ore in più di sonno, mentre a pranzo il tutto si era svolto regolarmente come di consueto.

Rose, Lauren, Hugo, Lily, Logan e Roxanne erano al corrente dei preparativi che erano in atto per la piccola festa che si sarebbe tenuta quella sera, dopo il banchetto nella Sala Grande, in quanto James Potter aveva raccontato loro tutto quanto. Erano previsti due o tre paia di barili di Burrobirra che sarebbero arrivati direttamente da I Tre Manici di Scopa. Hannah Abbott, da ormai qualche anno, aveva lasciato la gestione del Paiolo Magico per stare più vicina al marito Neville Paciock durante l’anno scolastico e a loro figlio, Frank, che aveva appena iniziato il suo primo anno ad Hogwarts. La strega aveva acquistato il pub più famoso ed importante di tutta Hogsmeade e, in queste occasioni, forniva segretamente bevande agli studenti delle varie Case. Inoltre, il primogenito di casa Potter avrebbe sfruttato la Mappa del Malandrino, affidatagli dal padre, per fare scorta di api frizzole, mosche al caramello, lumache gelatinose, piperille e rospi alla menta dalla cantina di Mielandia. Il Prefetto di Grifondoro aveva approfittato della prima gita ad Hogsmeade dell’anno, avvenuta una settimana prima di Halloween, per accordarsi con i vari negozianti. In tutto ciò il ragazzo era stato aiutato dalla sua fidanzata, Leanne Baston, Prefetto di Serpeverde, studentessa modello ed abile strega, che stava organizzando a sua volta una festa per gli studenti della sua Casa.

Erano circa le quattro del pomeriggio, Logan Weasley stava girando per il settimo piano del Castello di Hogwarts per controllare se Scorpius Malfoy avesse approfittato della giornata libera per entrare nuovamente nella Stanza delle Necessità. Ormai erano circa due ore che teneva sotto controllo l’intero corridoio, ma nessuno era entrato o uscito. In tutto erano passati circa tre o quattro studenti di Grifondoro che si stavano dirigendo verso la Guferia. Sua cugina Lauren era venuta a fargli compagnia per una mezzoretta di pausa dallo studio. Per via delle sue pessime abilità in Pozioni, il professor Lumacorno la sommergeva sempre di compiti extra, nella vana speranza di risvegliare il talento dormiente che, a suo parere, doveva esserle stato infuso da sua nonna Molly. Quindi non si era potuta fermare molto per aiutare il Grifondoro nella sorveglianza del settimo piano.

«Ciao, Logan» disse una voce familiare alle spalle del ragazzo.

Il rossiccio si girò e vide una bellissima ragazza di Serpeverde, la prima cosa che colpiva di lei erano i capelli, lunghissimi e biondi, leggermente mossi, catturavano tutta la luce che entrava dalle grosse finestre. In secondo luogo gli occhi di un azzurro particolarmente intenso. Il viso era ovale, dotato di un piccolo ed elegante naso e delle labbra morbide e rosate. Era snella ed alta, molto alta, quasi quanto suo cugino James. Sotto un certo punto di vista era la ragazza più bella che avesse mai visto.

«Buon giorno Leanne, cosa ti porta da me?» chiese il ragazzo dalla carnagione scura, abbozzando uno scherzoso inchino, che fece scaturire una risata da parte della sua interlocutrice.
«Ti ho cercato un po’ ovunque, visto che James non sapeva dove fossi, poi ho visto Lauren che stava rientrando nella vostra Sala Comune e mi ha detto che ti avrei trovato al settimo piano a gironzolare. Sono abbastanza di fretta, quindi arriviamo subito al dunque: sono qua per conto di Morgana» incominciò la Serpeverde.
«Mi ha detto di farti sapere che oggi è il giorno stabilito, l’hanno avvisata questa mattina presto».
«Grazie per avermi riferito il messaggio».
«Non mi ha spiegato cosa volesse dire, ma dalla tua faccia immagino che sia una cosa seria e che nemmeno tu sia disposto a dirmi cosa state combinando. Comunque, ho accettato di venire fino a qua a riferirti il messaggio solamente per avere la possibilità di dirti che hai fatto soffrire Morgana. Lei è una mia amica e tu ti sei comportato male con lei. Ti perdono solamente perché lei ha accettato di buon grado la cosa, ma vedi bene di non tenere mai più il piede in due scarpe» disse la bionda, per poi allontanarsi in tutta fretta dal corridoio del settimo piano, dirigendosi a grande velocità verso i Sotterranei, per completare i preparativi della festa di Halloween.

Dopo la breve comparsa di Leanne Baston, il tempo per Logan passò in modo incredibilmente veloce, la ragazza gli aveva lasciato molte cose su cui pensare. Poi avrebbe dovuto riferire a Lauren le sue idee al riguardo. Il Grifondoro era abbastanza certo che il tutto sarebbe avvenuto durante il banchetto di Halloween, quando i professori sarebbero stati riuniti nella Sala Grande, distratti dalla festa ed impegnati a mangiare e parlare fra di loro.

Vitious aveva finito di preparare gli addobbi durante il pomeriggio: le ragnatele ricoprivano interamente le finestre, le tavolate delle Case erano state ricoperte da una tovaglia nera con disegnati sopra pipistrelli e ragni, entrambi di colore arancio. In aria fluttuavano un centinaio di enormi zucche intagliate che il guardiacaccia, Rubeus Hagrid, aveva coltivato apposta per l’evento con l’aiuto del suo assistente, Ted Lupin. Il cielo riproduceva alla perfezione una notte tempestosa, rispetto al mattino erano stati sistemati alcuni dettagli ed a intervalli regolari erano stati aggiunti degli effetti speciali: vampiri che piovevano dal cielo, Banshee e Dissennatori che comparivano all’improvviso, lampi verdi, volti mostruosi che fluttuavano nel cielo e talvolta la pioggia si tingeva di rosso sangue.

Gli studenti occupavano interamente le quattro tavolate delle Case, i professori, invece, stavano come sempre al grande tavolo posizionato perpendicolarmente agli altri, anch’esso era stato ricoperto con la stessa tovaglia a motivi paurosi. Calici, piatti, fondine e posate dorate comparirono per magia davanti agli studenti e al corpo docenti di Hogwarts. Immensi piatti da portata carichi di leccornie a base di carne, pesce, riso e verdure iniziarono a fluttuare nell’aria e poi si appoggiarono delicatamente negli spazi vuoti sopra i tavoli. Maghi e streghe cominciarono ad infilzare cosce di pollo con le loro forchette, versarsi le zuppe calde con i grandi mestoli e a banchettare parlando allegramente. Ogni tanto si sentivano risate partire da una delle tavolate quando qualcuno faceva cadere qualche cosa, oppure quando venivano fatte delle battute. Nel frattempo i professori erano intenti a discutere fra di loro, organizzando i turni di guardia che avrebbero dovuto fare quella notte, per tenere sotto controllo la situazione delle varie feste all’interno delle Sale Comuni. Mentre gli studenti delle altre Case stavano mangiando e scherzando in tranquillità, quelli seduti alla tavolata di Serpeverde erano intenti a confabulare fittamente fra di loro. Erano tutti molto seri e continuavano a guardarsi in giro, come se stessero cercando qualcuno. Infatti mancavano all’appello almeno una ventina fra maghi e streghe della loro Casa.
Fra i Tassorosso, Tammy McLaggen, stava intrattenendo un folto gruppo di studenti raccontando di alcune partite di Quidditch che era andata a vedere insieme a suo padre, Cormac McLaggen, spiegando dettagliatamente le parti salienti degli incontri a cui aveva assistito, catturando l’attenzione anche di alcuni studenti seduti al tavolo dei Corvonero, che si erano girati per ascoltarla parlare. Tra di loro spiccava l’immenso Lorcan Scamandro con al fianco la minuta Lucy Weasley.
 
*
 
«Astoria, Daphne, come procede il trasferimento delle nuove leve a Durmstrang?» chiese Pansy Parkinson, mentre sorseggiava un bicchiere di rum incendiario, seduta comodamente sopra un divanetto in pelle nera.
«Splendidamente, mia signora» risposero in coro le due sorelle Greengrass.
«Non ci sono stati intoppi?»
«No, di nessun genere» rispose la minore.
«Mio marito mi ha appena fatto sapere che sono arrivati a destinazione, nessuno li ha visti, nessuno ha fatto domande e soprattutto la vecchia babbiona non sospetta assolutamente nulla».

Le tre streghe erano in uno dei salottini di Villa Malfoy, dove regolarmente ricevevano notizie dal padrone di casa, che le informava sui progressi del loro piano. Quella mattina i ventiquattro studenti di Hogwarts appartenenti alla Casa di Serpeverde, che erano stati prescelti personalmente da Pansy Parkinson, avevano ricevuto un messaggio via gufo con su scritto solamente un numero: diciannove. Quella cifra stava ad indicare l’orario in cui sarebbe avvenuto il loro trasferimento tramite una Passaporta. Il resto era stato concordato in precedenza. Infatti i giovani maghi e streghe erano stati contatti poco dopo l’inizio dell’anno scolastico, per informarli dei piani di Pansy e dei dettagli per il loro spostamento nella scuola di Durmstrang in caso avessero accettato di collaborare con loro. In caso di rifiuto, avrebbero invece rimosso loro i ricordi relativi a quell’incontro. Draco Malfoy, in occasione di una riunione del Consiglio, aveva posizionato all’interno della Foresta Proibita un piccolo medaglione, che in realtà non era altro che una Passaporta, incantata in modo che si attivasse alle sette di sera del giorno di Halloween. Dopo di che, nella data prestabilita, l’uomo si era infiltrato nuovamente nel Castello con la scusa si dover parlare con Minerva McGranitt, in questo modo era riuscito ad accompagnare i ventiquattro studenti fino al luogo in cui aveva nascosto la medaglietta. Poi, nel momento prestabilito, si era aggrappato ad un pezzo della catenina ed aveva condotto i giovani maghi e streghe nella loro nuova dimora.
Un rumore, simile a quello di un bicchiere che si rompe, riempì il salottino di Villa Malfoy annunciando che il padrone di casa si era appena materializzato all’interno della stanza. La missione era compiuta.
 
*
 
Alla tavolata di Grifondoro, durante il banchetto di Halloween, Logan e Lauren Weasley erano intenti a confabulare fra di loro, osservando il tavolo dei Serpeverde. I due cugini notarono subito che Scorpius Malfoy era ancora al suo posto, in mezzo a sua sorella Kimberly e Albus Severus Potter.

«Morgana non c’è, ho guardato con attenzione lungo tutto il tavolo ma non riesco a trovarla. Inoltre mancano all’appello almeno una ventina di studenti, ci sono dei posti vuoti e non vedo alcune persone che conosco di vista» disse il rossiccio bisbigliando.
«Non pensavo però che se ne andassero in così tanti… avrei detto al massimo dieci persone. Invece è più del doppio di quello che avevo immaginato» rispose la ragazza.
«Guarda Lau, la McGranitt è appena uscita dalla Sala Grande»
«Non so come mai, di sicuro non vorrà fermarli, visto che anche lei aveva avuto la nostra stessa idea. Probabilmente vorrà tenere d’occhio la situazione per vedere in quanti sono entrati nel Castello ed in quanti se ne andranno»
«Ehi, di cosa state parlando così seri?» li interruppe James Potter.
«Nulla di importante» risposero in coro gli altri due.
«Ah, avete saputo? Mia mamma, vostra zia, mi ha scritto una lettera. Quest’anno a Natale andremo a mangiare a Villa Conchiglia. Ovviamente cucinerà sempre nonna Molly».
«Ah, davvero?» chiese Rose Weasley inserendosi nel discorso.
«Sì, è stata una richiesta dello zio Bill, visto che Louis e Dom torneranno dall’Accademia Beauxbatons la vigilia e quindi non se la sente di far fare loro subito un altro spostamento» spiegò Lily Potter.
Logan e Lauren fecero una piccola smorfia di assenso, a nessuno dei due faceva impazzire l’idea di passare la giornata di Natale lontano dalla Tana.
«Penso che quest’anno rimarrò ad Hogwarts durante le vacanze natalizie» disse lo Weasley.
«Ed io pure» annuì la ragazza dai capelli corvini.
«Ottimo, farete compagnia a Scorpius allora!» esclamò la giovane Potter.
«Quest’anno rimarrà al Castello, perché i suoi genitori saranno in viaggio. Ho chiesto il permesso a papà di invitare lui e Kimberly a casa nostra per le vacanze, ma ha detto che preferiva rimanere ad Hogwarts».
«Invece Kim ha accettato, vero?» chiese Rose.
«Sì sì, ha detto che quest’estate si era divertita un mondo e che le sarebbe piaciuto tornare da noi. Papà ha detto che non c’erano problemi e che zio Bill e zia Fleur sarebbero stati felicissimi di averla come ospite».
«Anche Hugo sarà felicissimo vista la cotta che ha per lei, vero fratellino?» sghignazzò la Weasley.
«Smettila, Rose!» inveì il Grifondoro.

I cugini Potter-Weasley continuarono a scherzare fra di loro per tutta la durata del banchetto e proseguirono anche durante la festa all’interno della loro Sala Comune, Logan e Lauren riuscirono ad accantonare il pensiero di Morgana, dei Mangiamorte e dell’Ordine della Fenice per qualche ora, pensando solamente a divertirsi.


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Ringrazio tutti quanti i lettori di questa storia! Con questo capitolo il piano dei Mangiamorte è stato interamente svelato, ma ovviamente non si limiteranno solamente a questo. Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione, ma mi sono reso conto che ieri era il 18 giugno quando ormai eravamo già entrati nel 19, quindi me la sono presa con calma ed ho aspettato a pubblicare. Il capitolo 6 arriverà il giorno 28 giugno!

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 06 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 6

Novembre aveva portato con sé una folata di vento freddo e lentamente la pioggia si era andata trasformando. Era il quinto giorno del mese quando Lauren Weasley aveva potuto ritrovare una sua vecchia e cara amica: la neve. Quel periodo dell’anno le riportava alla luce dei bei ricordi passati, quando i suoi nonni, Molly ed Arthur Weasley, avevano deciso di adottarla e portarla a vivere con loro alla Tana. Grazie a quella scelta la bambina ebbe la possibilità di crescere circondata dall’affetto e ciò le permise di conoscere un’incredibile numero di cugini. La ragazza sarebbe sempre stata grata alla sua famiglia per averle permesso di entrare a farne parte. Questi però non erano gli unici motivi per cui amava l’inverno e la neve. Infatti Lauren adorava stare seduta sotto le coperte, davanti al camino, e godersi il tepore del fuoco scoppiettante e della lana. Amava i maglioni caldi e comodi, le piaceva il Natale e fare a palle di neve.

«Come mai così allegra Lau?» chiese James Sirius Potter, sentendo la Grifondoro canticchiare mentre scendeva le scale a chiocciola, per passare dal dormitorio femminile alla Sala Comune.
«E me lo chiedi anche? Ovviamente per la neve» gli rispose la ragazza dai capelli corvini.
«Ah, giusto, la neve. Comunque Logan ha lasciato un bigliettino con su scritto che ti avrebbe aspettato direttamente a lezione, perché prima doveva parlare un attimo con Leanne».
I due cugini continuarono a parlare per un po’ fra di loro, fino a che non si resero conto di essere leggermente in ritardo per la colazione. Allora si precipitarono giù dalle scale per raggiungere la Sala Grande prima che tutto fosse finito.

Logan Weasley quella mattina si era svegliato presto, aveva puntato una sveglia per essere sicuro di non fare tardi ed alle sei e mezza del mattino era già in piedi. Si vestì in fretta, raccolse i libri, inchiostro e pergamene dalla confusione del suo comodino e li travasò in quello della sua sacca. Quando il ragazzo dai capelli rossi scese nella Sala Comune vi trovò alcuni studenti intenti a fare i compiti già di primo mattino, affidò loro un foglietto di carta, dicendo di consegnarlo a sua cugina Lauren quando sarebbe scesa, se fossero stati ancora lì, ed in caso contrario di lasciarlo sul secondo gradino della scala a chiocciola che portava al dormitorio femminile. Il Grifondoro poi si affrettò ad uscire dalla stanza e fece una piccola corsa fino al piano terra sperando di arrivare in tempo. Leanne Baston era solita fare colazione molto presto e lui, per poterle parlare, si era dovuto adeguare ai suoi orari. Logan andò a sedersi al fianco della ragazza nella tavolata dei Serpeverde, che a quell’ora era completamente vuota.

«Buongiorno» disse la bionda salutandolo con un sorriso.
«Buondì, non riesco a capire come fai a svegliarti così presto ogni giorno della settimana» ricambiò, dopodiché il rossiccio si servì nel piatto una decina di fette di bacon croccante, una porzione abbondante di uova strapazzate e tre fette di pane tostato, che iniziò subito ad addentare.
«Mi sveglio presto perché così posso ripassare prima dell’inizio delle lezioni o posso portarmi avanti con i compiti assegnati. Quando arriverai anche tu al sesto anno mi potrai capire. Comunque, come mai avevi così urgenza di parlarmi? Avresti potuto aspettare l’ora di cena, di solito non scappo a tutta velocità dalla Sala Grande, mi fermo sempre a chiacchierare con qualche amica e di norma faccio un giro insieme a James».
«Preferisco togliermi il sassolino dalla scarpa, così potrò smettere di assillarmi con quella domanda».
«Ah, ti riferisci a quello che ti ho detto di Morgana? Non preoccuparti, rimarremo amici anche se l’hai fatta soffrire. Lei ti ha perdonato, quindi posso farlo anche io. Il mio era solamente un avvertimento per il futuro».
«No, voglio sapere cosa intendevi quando hai detto che non dovevo tenere il piede in due scarpe».
«Mi sembra abbastanza chiaro, no? Non devi correre dietro ad altre ragazze mentre sei impegnato con un'altra… Anche se propriamente tu e Morgana non stavate insieme, però la situazione era pressoché quella» spiegò la Serpeverde.
Dopo un attimo di silenzio, riprese, con un bagliore di comprensione negli occhi: «Ah, ho capito! Tu non sapevi che lei era una Occlumante, una Legilimens. Sapeva sempre a chi stavi pensando mentre eri con lei, perché in quei momenti eri troppo assorto, i tuoi pensieri superficiali sfuggivano al tuo controllo e lei anche senza volerlo riusciva a captarli».

*
 
Le prime settimane del mese di Novembre passarono molto velocemente per gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, in quanto il carico di studio e compiti era aumentato per tutti quanti, non solo per gli studenti degli ultimi anni. Un gran numero di Serpeverde, circa una ventina, avevano abbandonato il Castello a fine Ottobre senza avvisare i loro compagni di Casa, nemmeno gli amici più stretti, e si erano fatti sentire via gufo dopo più di una settimana dal loro trasferimento. Le lettere che avevano inviato erano più o meno tutte uguali e dicevano che i loro genitori avevano preferito mandarli nell’Istituto di magia Durmstrang senza dare loro il minimo preavviso.

La neve aveva iniziato a cadere regolarmente almeno un paio di giorni a settimana, depositandosi con delicatezza dapprima sui prati, sugli alberi e sulle tegole del castello, poi sulla coltre preesistente andando ad inspessirla placidamente. Fu nell’ultima settimana del mese che il clima si irrigidì ulteriormente a causa di un vento gelido proveniente dal nord. La delicata neve che scendeva in grossi e lenti fiocchi si trasformò improvvisamente in una bufera, che rendeva difficile persino arrivare dal portone di ingresso del Castello fino alle Serra di Erbologia. Si erano formati dei grossi cumuli bianchi e soffici alla base degli alberi, davanti alle porte ed in punti sparsi nel prato circostante ad Hogwarts. Appena la tormenta sarebbe cessata sicuramente gli studenti si sarebbero divertiti un mondo a lanciarsi sopra di essi ed a fare a palle di neve. Un grosso inconveniente di questo improvviso peggioramento delle condizioni atmosferiche era il rallentamento, se non il completo blocco, delle comunicazioni via gufo. I maghi e le streghe in queste situazioni solitamente usavano la Metropolvere per scambiarsi i messaggi più urgenti fra di loro, ma ad Hogwarts tutti quanti i camini erano stati incantati in modo che nessuno potesse entrare ed uscire dal Castello senza essere controllato e ciò impediva il funzionamento della polvere magica. Per Logan e Lauren Weasley quello era un grosso problema visto che stavano aspettando una lettera molto importante. Morgana, da quando si era trasferita a Durmstrang, li aveva contattati solamente una volta dicendo loro che avrebbe spedito una lettera con maggiori informazioni verso la fine del mese. Ma con quella forte tempesta di neve nessun gufo si sarebbe arrischiato a compiere una traversata così lunga. Nessuno sapeva esattamente l’ubicazione del Castello di Hogwarts, ma sicuramente molto lontano da dove si trovava la loro amica.

«Quando pensi che arriverà la lettera?» chiese Lauren al cugino.
«Immagino che l’abbia già spedita, ma che il gufo o la civetta che ha usato si sia fermato al riparo da questa tormenta per evitare di andare a sbattere contro alberi, case o altro durante il volo» rispose il ragazzo.
«Ah, Log, tu cosa pensi che voglia dirci la McGranitt questa sera?»

I due Grifondoro si stavano dirigendo verso l’ufficio della Preside perché erano stati chiamati con urgenza, pochi minuti prima, dal Patronus della strega: un gatto tigrato identico a quello in cui l’insegnate di Trasfigurazione era in grado di trasformarsi. Logan e Lauren avevano già finito di cenare da più di un’ora quando l’evanescente felino era comparso attraversando il ritratto della Signora Grassa per riferire il suo messaggio. Subito i giovani Weasley avevano interrotto la loro snervante attesa della lettera di Morgana per correre ad ascoltare cosa aveva da comunicare loro la McGranitt. Arrivati davanti alla porta d’entrata dell’ufficio furono bloccati dai due Gargoyle di pietra che stavano a guardia.
«Animagus» dissero in coro i due studenti, ricordandosi la parola d’ordine che gli era stata rivelata dal Patronus. Le due grosse statue si spostarono immediatamente lasciando passare i due cugini.
Appena aprirono la porta la professoressa di Trasfigurazione li invitò ad accomodarsi ed iniziò a parlare, spiegando loro che il motivo della loro comunicazione era estremamente serio e che per questo non aveva potuto aspettare fino al giorno seguente. Poi indicò una lettera sulla scrivania dicendo che avrebbero dovuto leggerla e poi bruciarla.

«C’è un infiltrato qua ad Hogwarts, non possiamo permetterci di correre il rischio che senta quello che c’è scritto in quella lettera. Mi è stata consegnata da vostra zia Hermione, che ha ricevuto la notizia questo pomeriggio. È giunta nel mio ufficio sfruttando il collegamento Metropolvere di emergenza che ho attivato per scambiare comunicazioni finché questa tempesta persisterà. Mi è sembrato opportuno farla leggere anche voi, dopotutto ormai siete coinvolti pienamente nelle faccende dell’Ordine» disse la Preside.
Lauren e Logan Weasley presero la lettera dalla scrivania ed iniziarono a leggerla.
 
Buonasera Minerva,
anche se sono qua di persona preferisco parlarti per iscritto di questa faccenda per evitare che venga origliata dall’infiltrato che si aggira per il Castello. Ormai è certo che ce ne sia uno e non mi sento ancora di escludere la possibilità che ce ne siano degli altri. Harry ha scoperto, tramite una delle nostre fonti sicure, che il piano dei Mangiamorte prevede di impossessarsi della Bacchetta di Sambuco. Ti prego di controllare che si trovi ancora al suo posto. So benissimo di starti chiedendo davvero molto, ma sei l’unica nelle condizioni di poterlo fare. È anche tuo compito, e di Neville, proteggere quella bacchetta da intrusioni future. Ti prego anche, e questo te lo chiedo come favore personale, di tenere d’occhio Logan e Lauren. Da quando hanno scoperto dell’Ordine della Fenice e dei Mangiamorte si sono buttati a capofitto in ogni incarico che gli è stato assegnato ed anche in loro missioni private, non vorrei che si facessero male.

Terminata la lettura i due cugini Weasley si scambiarono un’occhiata d’intesa e poi rilessero nuovamente tutto quello che c’era scritto per essere sicuri di aver capito il significato della lettera per intero.
«Quindi è vero?» chiese la strega dai capelli corvini.
«Sì è vero. Vi dico anche che prima di ricevere questa lettera ho avuto un brutto presentimento al riguardo e quindi sono andata a controllare voi-sapete-cosa durante il banchetto di Halloween. Era ancora al suo posto. Però, dopo aver ricevuto il messaggio da parte di vostra zia Hermione, ho ampliato le protezioni che la tengono al sicuro da possibili furti» spiegò la Preside di Hogwarts.
«E noi cosa dovremmo fare?» domandò il giovane mago.
«Assolutamente nulla. Voi dovete solamente comunicarmi ciò che vi dirà la nostra amica, ovviamente non tutto quanto, ma solo le informazioni importanti. Dovete anche continuare a tenere d’occhio Scorpius Malfoy e anche sua sorella Kimberly, perché a questo punto non mi posso più di fidare di nessuno».
 
*
 
A cinque giorni dall’inizio della fastidiosa tormenta di neve il cielo si calmò, i fiocchi tornarono a cadere lentamente ed infine si fermarono del tutto. Tuttavia il sole continuava a rimanere coperto da un denso strato di nuvole grigie che non sembrava intenzionato a dissiparsi in tempi brevi. Gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, finite le regolari lezioni del mattino e dopo aver pranzato, si buttarono fuori dal Castello ed iniziarono una grandiosa battaglia a palle di neve utilizzando ogni sorta di incantesimo di levitazione che conoscevano per attaccare di sorpresa i loro amici. James Sirius Potter era stato messo alle strette da un’azione coordinata della sua fidanzata Leanne Baston e di sua sorella Lily. Vicino a loro, Hugo Weasley e sua sorella Rose stavano dando guerra ad Albus e Lucy, mentre ormai Tammy McLaggen aveva completamente sommerso di neve il povero Lysander, che però trovò rapidamente la sua vendetta con l’aiuto di suo fratello maggiore Lorcan. Nel frattempo, nella Sala Comune di Grifondoro, Logan e Lauren Weasley stavano leggendo la lettera ricevuta da Morgana Wilson, che li informava di aver incontrato Pansy Parkinson e che lei in persona le aveva affidato il suo primo incarico da Mangiamorte. Inoltre la ex Serpeverde era riuscita a scoprire che né Scorpius né Kimberly erano in qualche modo coinvolti in questa faccenda e che quindi l’infiltrato doveva essere per forza qualcun altro. Però era stato proprio loro padre, Draco Malfoy, che aveva condotto gli studenti di Hogwarts attraverso una Passaporta fino all’Istituto Durmstrang. Lauren, dopo aver finito la lettura, prese la busta, la gettò nel camino e sussurrando «Incendio» la bruciò riducendola in cenere.


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Scusate il ritardo ed il salto di un capitolo, ma sfortunatamente sia io che il mio beta siamo in pieno periodo esami. Il prossimo capitolo verrà pubblicato il giorno 18, stavolta sicuramente senza ritardi! Grazie a tutti quanti i lettori di questa raccolta!
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 07 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 07

Il mese di Dicembre era iniziato all’insegna del bel tempo, il sole era riuscito a sgominare il pesante strato di nubi che lo opprimeva. Nonostante ciò, sia all’interno che all’esterno del Castello di Hogwarts, le temperature erano molto rigide. Gli studenti più impavidi però non si tiravano indietro da una buona e sana battaglia magica con la neve.

«Prendi questo!» gridò Tammy McLaggen, facendo levitare con la sua bacchetta una decina di piccole palle ghiacciate. Logan Weasley, dovette rotolarsi sulla candida e bianca coltre per evitare tutti quei colpi.
«Ci sai fare» si complimentò il Grifondoro mentre si rialzava, scagliando a sua volta un colpo ben assestato che però mancò la ragazza di qualche centimetro. La strega rispose con un’ulteriore offensiva lanciando un proiettile di neve che centrò in pieno il mago dai capelli rossicci.
«E pensa che non si sta nemmeno impegnando! Ieri mi ha sconfitto dopo una lunga sfida, devo ammettere che nemmeno Fred ai tempi d’oro era così bravo» disse Lauren.
«Voi non avete lezione questo pomeriggio?» chiese la Tassorosso ricordandosi improvvisamente di che ore fossero, preoccupata di fare tardi e di causare ritardi ai suoi amici.
«Sì, abbiamo due ore di Trasfigurazione. Infatti ora dobbiamo scappare, Tam» disse la strega rendendosi conto che la lezione probabilmente fosse già cominciata. Cercando di affrettare i tempi, la giovane dai capelli corvini prese per mano il cugino e lo trascinò verso il portone della scuola di magia e stregoneria.

«Sbrigatevi, se no la McGranitt vi toglierà ancora dei punti» li incitò la loro amica, che a sua volta si diresse verso l’entrata di Hogwarts.

I due Grifondoro corsero a perdifiato per tutto il cortile esterno del Castello, arrivati al portone si scrollarono di dosso i residui di neve che avevano sul loro cappotto, sulle sciarpe e sui cappelli e poi entrarono e si misero nuovamente a correre per raggiungere il dipartimento di Trasfigurazione, che era situato al piano terra. Appena misero piede nella stanza la voce della loro professoressa annunciò che erano in ritardo di ben cinque minuti e che quindi, essendo loro in due, avrebbe tolto dieci punti alla sua stessa Casa. Dopodiché rincominciò a spiegare.

«Ora, per i ritardatari, ripeterò quello che ho già detto. Ovvero che quest’oggi ripasseremo un incantesimo essenziale, imparato da voi durante il vostro secondo anno di studi e che vi servirà ancora, durante questa settimana, per specializzarvi in più complessi tipi di magia, ovviamente sempre nel campo della Trasfigurazione. Lo specifico perché sembra che la signorina Phell abbia confuso il saggio che le assegnerò io per punizione con quello di Difesa Contro le Arti Oscure, assegnatole dalla professoressa Zeller, che sta scrivendo in questo momento sotto il banco. Cinque punti in meno a Corvonero e che non accada più, intesi?» disse l’anziana strega. Dopo queste parole estrasse dalla tunica verde smeraldo la sua bacchetta magica con la quale toccò per tre volte di fila, in rapida successione, un piccolo canarino azzurro che era stato messo in una gabbietta in metallo situata sopra la cattedra. Al terzo tocco, la donna esclamò «Feraverto» e per magia il canarino azzurro si tramutò in un calice di vetro. La McGranitt continuava a far levitare all’interno della gabbia il fragile bicchiere per evitare che si rompesse, e poi lo trasformò nuovamente nel suo stato originale.

«Ora avete assistito ad un perfetto esempio di incantesimo di Trasfigurazione, che voi dovreste conoscere già a menadito, in caso però che non ve lo ricordiate vi informo che i possibili errori sono i seguenti: il calice da voi creato presenta ancora delle piume oppure mantiene la colorazione dell’animale, l’oggetto emette versi o si muove» elencò la strega.

«Entro la fine di quest’ora voglio vedere sul vostro tavolo un calice perfetto come lo era il mio. Per ogni errore toglierò cinque punti alla vostra Casa di appartenenza, per ogni successo invece aggiungerò un punto. Ora prendete le vostre bacchette e ricordate: un, due tre, Feraverto!» e con un gesto della sua stecca fece comparire sui banchi degli studenti dei canarini azzurri identici a quello nella gabbia.
 
*

Albus Severus Potter era il secondo figlio maschio di Ginny Weasley, ma della madre non aveva preso assolutamente nulla. Infatti era identico a suo padre da piccolo: una folta e ribelle chioma di capelli neri, occhi verdi ereditati dalla defunta nonna, Lily Evans, ma nessuna cicatrice sulla fronte e nessuna infanzia infelice. Infatti, a differenza del padre, era stato allevato con amore dai suoi genitori. Inoltre, al compimento dei tredici anni, i geni degli Weasley, che non avevano influenzato il suo aspetto fisico in alcun modo fino a quello momento, si risvegliarono dal loro torpore e nel giro di pochi mesi il giovane Potter guadagnò più di una decina di centimetri in altezza e le spalle gli si allargarono di molto. Anche se non era sicuramente ai livelli di suo fratello maggiore James e del suo fisico da portiere di Quidditch. Il primogenito di casa Potter in realtà aveva ereditato ben poco dai genitori. Infatti assomigliava molto di più ai nonni, con la sua folta chioma di capelli castani e gli occhi azzurri. Albus non aveva nemmeno ereditato dai genitori il loro talento sulla scopa, ma era un accanito tifoso. Nemmeno James era bravissimo negli sport, ma il suo fisico lo aveva aiutato ad entrare nella squadra di Grifondoro. L’unica dei figli di Ginny ed Harry ad essere spiccatamente sopra la media degli altri giocatori era stata la più piccola, Lily Luna Potter. Durante il suo primo anno nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts si era distinta moltissimo nella lezione di Volo e quindi Minerva McGranitt aveva deciso di farla entrare nella squadra della sua Casa. In tutta la storia del Quidditch era la seconda più giovane cercatrice della Gran Bretagna, seconda solamente a sua padre, che era entrato nel team di Grifondoro alla sua stessa età. Invece, attualmente la minuta furia dai capelli rossi e gli occhi verdi giocava come cacciatrice, ruolo che le piaceva di più rispetto a quello della cercatrice. Nel primo weekend di Novembre, come da tradizione, si era tenuta la prima partita di Quidditch dell’anno, quella fra la squadra della Casa di Serpeverde, che vedeva in formazione d’attacco Leanne Baston e Scorpius Malfoy, e quella di Grifondoro, che contava in porta James Potter ed in attacco sua sorella Lily. Lo scontro si era concluso con una schiacciante vittoria da parte della squadra rosso-oro, poiché la loro bravissima cacciatrice li aveva portati alla vittoria segnando circa una ventina di goal.

Tutti quanti gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts attendevano con ansia la seconda partita dell’anno scolastico: Corvonero contro Tassorosso. Tammy McLaggen ed Albus Severus Potter, i più accaniti tifosi del Castello, erano quelli con più ansia, perché l’esito dello scontro avrebbe stabilito l’andamento della classifica per la prima parte dell’anno. La partita, che normalmente si teneva nell’ultimo weekend di Novembre, era stata rinviata a causa delle tremenda tormenta di neve che si era abbattuta sulla Gran Bretagna in quei giorni. L’eccitazione per lo scontro di Quidditch era andata via via aumentando con l’avvicinarsi del fine settimana. Il sabato mattina, all’ora di colazione, tutti i giovani maghi e streghe delle varie Case non facevano che parlare del tanto atteso incontro che si sarebbe tenuto da lì a meno di un’ora. Quando furono le dieci, le torri campanarie riempirono con i suoni dei loro rintocchi dapprima il cortile vicino alle serre di Erbologia, poi il resto dell’area circostante il Castello ed infine tutte le stanze di Hogwarts, indicando agli studenti che era l’ora del Quidditch. Più o meno ordinatamente, il folto gruppo di maghi e streghe iniziò a defluire dalla Sala Grande verso lo stadio e, nel giro di una ventina di minuti, i giovani studenti di Hogwarts avevano occupato tutti gli spalti. I membri delle Case di Tassorosso e Corvonero erano, ovviamente, muniti di cappelli, sciarpe e maglie con i colori delle loro squadra. Inoltre i maggiori tifosi di Quidditch si erano portati dietro dei cartelloni con scritte cangianti che incoraggiavano i propri giocatori e, quando i professori non guardavano, screditavano quelli dell’altra squadra con frasi poco lusinghiere.

Alle dieci e mezza spaccate le due formazioni si alzarono in volo. Lucy Weasley, primogenita di Percy, già dai primi minuti di gioco si distinse per la sua bravura. Infatti, volando a grande velocità, riuscì ad intercettare parecchi passaggi dei Tassorosso, impedendo loro di arrivare davanti alla porta.

«E ancora Lucy Weasley blocca un altro passaggio da parte dei cacciatori di Tassorosso! Immagino che i battitori dovrebbero iniziare a prenderla un po’ più di mira» gridò nell’altoparlante Tammy McLaggen.

«Non essere troppo di parte!» la rimproverò Minerva McGranitt che era seduta di fianco alla postazione del commentatore per tenere d’occhio l’operato della ragazza ed intervenire in caso di necessità.

«Vediamo che il cercatore dei Corvonero sta andando in picchiata verso il basso, forse è già riuscito a vedere il boccino d’oro! Ma sembra che sia una finta, visto che Marcus Spinnet si sta lanciando dalla parte opposta! FORZA MARCUS!»

«SIGNORINA MCLAGGEN! Sia dia un contegno».

«Scusi, professoressa. Comunque, a quanto pare, entrambi i cercatori hanno provato contemporaneamente una finta per distrarre l’avversario, una cosa davvero incredibile! Ma ora vediamo che la formazione d’attacco dei Tassorosso sembra essersi ripresa rispetto all’inizio della partita e goal!  Anne Froggatt, dopo aver intercettato brillantemente un passaggio diretto a Mike Corner, segna e porta a casa i primi dieci punti per la nost… Ehm, sua squadra! Anche se sono ben pochi rispetti ai quaranta dei loro avversari» commentò Tammy.

Dopo quaranta minuti di gioco la situazione era arrivata ad un punto di stallo. Infatti i portieri delle due squadre avevano parato quasi tutti i tiri che avevano subito. La vera sfida, in quel momento della partita, era tra i quattro battitori, che continuavano a bersagliare i cacciatori avversari deviando i bolidi nella loro direzione. I due cercatori continuavano a volare intorno al campo alla ricerca dello sfuggente boccino d’oro, ma a quanto pareva entrambi non riuscivano ad individuarlo, perciò si limitavano a guardare in ogni direzione percorrendo il campo da Quidditch sia ad alte che basse quote.

«Ahia, che colpo scorretto! MADAMA BUMB, QUELLO È FALLO» protestò la commentatrice, dopo aver visto lanciare un bolide direttamente in faccia alla cattrice di Tassorosso, che sarebbe inesorabilmente caduta a terra se il portiere della sua squadra non l’avesse presa al volo.

«MI CONSEGNI SUBITO QUEL DANNATO MEGAFONO» la riproverò la Preside di Hogwarts.

«Scusi, professoressa, mi lascio prendere troppo la mano quando si tratta di Quidditch, soprattutto se si sta giocando la prima partita dell’anno per la mia Casa» disse la ragazza.

L’anziana strega alzò un sopracciglio squadrando la sua interlocutrice con sospetto, notando che non aveva fatto alcuna promessa riguardo al cambiare modo di commentare, ma d’altro canto non poteva sostituirla nel bel mezzo della partita. Senza contare che non c’erano molti studenti di Hogwarts intenzionati a prendere il posto di commentatore, tutti preferivano godersi la partita in libertà, con il pieno diritto di fare il tifo per la loro squadra. Inoltre, nessuno di quelli che si erano proposti aveva anche solo un decimo della conoscenza del Quidditch della Tassorosso.

«Per questa volta te la cavi così, ma alla prossima esuberanza toglierò cinquanta punti alla tua Casa».

Tammy deglutì sonoramente, comprendendo quanto aveva fatto arrabbiare la McGranitt, e poi ricominciò a fare la telecronaca della partita in modo più pacato, per quanto le fosse possibile.  Dopo che le torri campanarie del Castello annunciarono che erano ormai passate le undici, Marcus Spinnet si lanciò a tutta velocità verso terra perché aveva avvistato il boccino d’oro sul prato, alla base degli anelli della squadra di Corvonero. Sfortunatamente per lui, la sua azione fu notata anche dal cercatore avversario, che si lanciò al suo inseguimento, raggiungendolo velocemente, visto che si trovava in una posizione avvantaggiata. I due giocatori di Quidditch iniziarono un testa a testa spericolato, incuranti del rischio di schiantarsi al suolo. Alla fine fu Robert Dockery ad avere la meglio, acciuffando il boccino un istante prima dell’arrivo del cercatore della squadra di Tassorosso. Infatti il mago si era sporto dalla sua scopa in modo da poter raggiungere la minuscola palla dorata prima del rivale, anche se così facendo aveva rischiato di finire a terra, visto che si stava reggendo solamente con la forza delle gambe, mentre le braccia erano protese in avanti, alla ricerca disperata della vittoria. La partita quindi si concluse con la vittoria della squadra di Corvonero con duecentoventi punti contro i novanta degli avversari.

Gli studenti della Casa vincitrice si allontanarono dallo stadio urlando di gioia e cantando inni alla loro squadra, spesso con toni poco lusinghieri verso i giocatori rivali. Dopo aver aspettato una ventina di minuti che i propri beniamini uscissero dagli spogliatoi, li portarono in esultanza fino al Castello dove, da lì a poco, li avrebbe attesi il pranzo. Nel frattempo i Tassorosso, mesti per la sconfitta, tornarono pressoché in silenzio verso la Sala Grande, dove si sedettero nell’attesa dell’inizio del pasto. I Serpeverde e i Grifondoro erano invece intenti nel fare calcoli per stabilire quale fosse la loro posizione in classifica nel torneo di Quidditch di Hogwarts.


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Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa fan fiction, mi spiace aver pubblicato così irregolarmente questo mese, ma tra esami ed altro è stato un mesetto complicato. Settimana prossima aggiornerò con il capitolo numero otto!
 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 08 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 8
 
Le vacanze di Natale erano alle porte per gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, la maggior parte di essi aveva già deciso di ritornare a casa per festeggiare con i propri genitori e godersi una piccola pausa, lunga poco più di due settimane, dall’ambiente dal Castello. In generale durante le festività pochissimi maghi e streghe rimanevano ad Hogwarts, perfino alcuni professori preferivano andare a trovare i loro parenti più prossimi. Quell’anno però, c’era stata una vera e propria fuga generalizzata. Infatti sarebbero rimasti solamente dieci studenti: Logan Weasley e sua cugina Lauren erano gli unici della Casa di Grifondoro, Scropius Malfoy, Anne Somerville e Amanda Crawley di Serpeverde, Lorcan Scamando era il solo Corvonero che sarebbe rimasto del Castello, anche suo fratello Lysander della casa di Tassorosso avrebbe passato le vacanze ad Hogwarts, insieme ad altri tre studenti della sua Casa, tra cui Tammy McLaggen. Moltissimi insegnanti, in conseguenza di ciò, avevano deciso di tornarsene a casa, vista la scarsa necessità di sorvegliare un numero così ridotto di studenti. Quindi all’interno della scuola di magia e stregoneria sarebbero rimasti, oltre ai quattro direttori delle Case ed i membri dello staff ausiliario del Castello solamente il professor Ruf, legato al luogo della sua morte, e la professoressa Pomona Sprite. Quest’ultima, nonostante fosse in pensione, continuava ad occuparsi della gestione dei Tassorosso, della loro Sala Comune ed anche delle serre di Erbologia, ovviamente aiutata da Neville Paciock che occupava la cattedra di quella materia al suo posto.

L’ultimo giorno di lezione, prima dell’inizio delle vacanze natalizie e del rientro dei giovani maghi e streghe ai loro nidi, non fu una giornata particolarmente piacevole per gli studenti del quinto anno di Hogwarts, in quanto i professori li avevano completamente sommersi di compiti da svolgere durante la pausa. James Sirius Potter, che sperava di passare un felice Natale in compagnia dei suoi cugini, Victoire, Louis e Dominique, che non aveva la possibilità di vedere spesso, subì una doccia fredda al termine della prima ora della giornata. Infatti la professoressa di Aritmanzia aveva assegnato due saggi, una pergamena intera di calcoli da svolgere e la lettura facoltativa di un libro intitolato “Aritmanzia una divertente magia”. Solo dal titolo del libro assegnato dalla Hughes, il Grifondoro capì subito che sarebbe stato un mattone insormontabile.

«Dai, James, non fare così» disse Leanne Baston, vedendo il suo ragazzo accasciarsi disperato al banco. I due studenti seguivano entrambi il corso di Aritmanzia che, essendo poco frequentato, si teneva due volte alla settimana ed in cui erano presenti maghi e streghe, dello stesso anno, di tutte e quattro le Case.
«Ma io volevo divertirmi con i miei cugini durante queste vacanze! Da quando Victoire ha finito il suo settimo anno qua ad Hogwarts non la vedo praticamente mai, è sempre impegnata con il suo lavoro oppure esce insieme a Ted andando chissà dove. In quanto a Dominique e Louis, non li vedo quasi mai perché hanno deciso di andare a studiare a Beauxbatons» spiegò il maggiore dei Potter.
«Sì, lo so, ma non mi sembra il caso di farne un dramma e ti consiglio di iniziare questi compiti già nel viaggio di ritorno sul treno. Io farò così, se vuoi ti posso dare una mano».

I due studenti, insieme al resto della classe, si diressero verso le scale che portavano dal quarto al terzo piano e lì si divisero: i Serpeverde ed i Grifondoro proseguirono il loro cammino fino a raggiungere l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, dove la professoressa Zeller li avrebbe attesi per due ore di lezione, mentre i Tassorosso ed i Corvonero continuarono la discesa fino al primo piano del Castello per una noiosissima e sfinente ora di Storia della Magia.
Nel frattempo, non solo gli studenti del quinto anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts furono sommersi dai compiti per le vacanze natalizie, ma tutti quanti compresero che non avrebbero avuto molto tempo per riposarsi in questa pausa invernale. Durante il pranzo prima della partenza non si faceva che parlare d’altro se non dell’incredibile mole di lavoro assegnata dai vari professori. Imprecazioni ed epiteti poco lusinghieri volavano per tutta la Sala Grande. Terminato il banchetto di mezzogiorno, i giovani maghi e streghe si riunirono davanti all’ingresso, dove gli Elfi Domestici avevano già trasportato le loro valigie, suddividendole per Casa in modo da non fare confusione.

«Siete proprio sicuri di rimanere qua per le Vacanze?» chiese Rose Weasley ai suoi due cugini.
«Sicurissimi» risposero in coro Logan e Lauren.
«Proprio non ho voglia di andare a Villa Conchiglia per Natale» spiegò il rossiccio, mentre si copriva la bocca per trattenere uno sbadiglio. «Comunque non saremo mica da soli: Scorpius rimane al Castello, Tammy ha detto che ci terrà volentieri compagnia, Lorcan e Lysander beh, siamo già d’accordo con loro per andare a fare a palle di neve appena voi ve ne sarete andati».
«Secondo me, semplicemente, non vuoi vedere Louis perché ti fa uno strano effetto» ghignò la minore dei Potter, scappando da possibili ripercussioni per la sua battuta.
«Va bene, ho capito» disse sbuffando la ragazza ai capelli rosso fiamma, poi abbracciò i due pestiferi Weasley e corse fuori dalla scuola di magia e stregoneria, salì su una delle carrozze trainate dai Thestral che l’avrebbero condotta fino alla stazione di Hogsmeade, dove l’espresso per Hogwarts era pronto per tornare a Londra. Al suo rientro a casa l’avrebbero attesa i suoi genitori, Ron ed Hermione, una piccola cena di benvenuto per lei ed Hugo e poi sarebbero inevitabilmente iniziati i preparativi per la grande cena di Natale. Perché, anche se non avrebbero mangiato alla Tana, nonna Molly avrebbe sicuramente cucinato una marea di prelibatezze da portare a suo figlio Bill e sua nuora Fleur.
 
*
 
La mattina della Vigilia di Natale, Logan Weasley si svegliò con una strana sensazione di peso sul suo corpo, aperti gli occhi scoprì che Tammy McLaggen stava dormendo con la testa appoggiata sulla sua pancia. La sera prima, lui e Lauren, si erano messi d’accordo con la Tassorosso, Lysander e Lorcan di riunirsi nella Sala Comune di Grifondoro, che durante quelle vacanze aveva una scarsissima sorveglianza, per organizzare quella che i due cugini amavano chiamare “La corsa pazza”. Durante il loro quinto ed ultimo anno di scuola il padre di Logan, George Weasley, ed il suo gemello Fred subirono il regime dittatoriale di Dolores Umbridge, inviata dal Ministero della Magia per tenere sotto controllo Silente e limitarne il potere. Esasperati da quella tremenda strega con la faccia da rospo, dopo aver già deciso di abbandonare gli studi per aprire un negozio di scherzi a Diagon Alley, ebbero la brillante idea di scappare facendo il botto. Infatti decisero di farsi inseguire per il Castello dalla Umbridge e Gazza lanciando ogni genere di diavoleria che avevano inventato durante l’anno scolastico. Da quando Lauren e Logan si erano iscritti ad Hogwarts, ogni anno, al rientro dalle vacanze natalizie, organizzavano una gara, con partenza nei sotterranei e arrivo alla Guferia, per celebrare quella gloriosa fuga. Quest’anno però, siccome sarebbero rimasti al Castello durante la pausa, avevano deciso di organizzarla il giorno della viglia, quando la sorveglianza sarebbe stata minima e loro avrebbero potuto scorrazzare per l’intero edificio senza essere notati più di tanto. Alla fine, verso le tre di notte, si erano addormentati tutti quanti sulle grosse e comode poltrone rosse situate davanti al camino centrale. Il giovane mago cercò di alzarsi dalla poltrona senza svegliare la ragazza, ma il suo tentativo fallì miseramente, infatti la strega si alzò dalla poltrona sbadigliando.

«Buon giorno» li salutarono i due fratelli Scamandro.
«Come potete vedere non siete gli ultimi a svegliarsi, Lau sta ancora dormendo» precisò il minore indicando la giovane strega dai capelli corvini che era ancora immersa in un sonno profondo.
«Abbiamo provato a svegliarla ma è stato inutile».
«Ci penso io» disse Logan trattenendo uno sbadiglio.

Dopo aver svegliato Lauren ed essersi scambiati reciprocamente gli auguri di Natale, tutti e cinque, si diressero verso la Sala Comune dove avrebbero fatto colazione insieme ai professori. Siccome il numero degli studenti era estremamente ridotto, in quei giorni, avevano deciso di sedersi tutti quanti sulla grande tavolata che di solito era riservata ai docenti. Lorcan e Lysander furono i primi a servirsi e si riempirono il piatto di bacon croccante e pancakes ancora caldi, mentre i due Weasley optarono per un’abbondante porzione di uovo strapazzato. Tammy, invece, prese solamente una tazza di tè caldo con i biscotti.

«Hai bisogno di energia, mangia di più» le suggerì il ragazzo dai capelli rossicci.

Terminata la colazione, corsero nei rispettivi dormitori per scartare i loro regali di Natale arrivati via gufo quel mattino o la sera precedente. Logan e Lauren, come ogni anno, scartarono per primo il tipico regalo di nonna Molly: un maglione di lana fatto a mano. Quello del mago era di colore blu scuro, con al centro ricamata una grossa “L” beige, mentre quello della strega era rosso con la lettera al centro blu. Poi scartarono una fornitura di scherzi proveniente dal negozio “Tiri Vispi Weasley”, regalata dai genitori di Logan e che avrebbero dovuto condividere. Entrambi ricevettero da zia Hermione e zio Ron un grosso libro sulla responsabilità, mentre da tutti gli altri parenti, che erano numerosissimi, ricevettero una marea di dolci di vario genere. Finito di scartare i regali i due cugini scesero dal settimo piano, dove si trovava l’ingresso della Sala Comune di Grifondoro, fino ai Sotterranei del Castello dove avevano stabilito il punto di partenza per “La corsa pazza”.

«Bene, come vi abbiamo spiegato ieri sera, questo è il punto da cui inizieremo a correre, l’obiettivo è arrivare fino in cima al Castello, nella Guferia, senza essere fermati dai professori. Il primo che arriva vince. Di solito facevamo questa gara il primo giorno del rientro dalle vacanze di Natale, quando c’erano tutti quanti i professori e gli altri studenti giravano per la scuola, quindi era difficilissimo arrivare al traguardo senza aver fatto perdere almeno cinquanta punti alla propria Casa. Quest’anno sarà sicuramente più semplice. C’è altro da dire, Log?»
«Tutto è lecito» asserì il ragazzo.
«Giusto, vale ogni cosa, lanciare trappole, cacca-bombe o altro, usare incantesimi, fare sgambetti, spingere, tirare… insomma vale davvero tutto quanto. Ovviamente nei limiti della competizione corretta» concluse la strega dai capelli corvini con un ghigno sul volto. Quando terminò la frase alzò in aria la sua bacchetta facendo fuoriuscire una piccola sfera di luce rossa che lampeggiò tre volte e poi esplose, segnando l’inizio della gara.

Tammy McLaggen, che era più atletica rispetto agli altri quattro corridori, scattò subito in avanti, portandosi in vantaggio sulla rampa di scale e sbucando per prima nell’ingresso del Castello, estrasse la sua bacchetta e chiuse la porta di accesso ai Sotterranei e iniziò a salire verso il primo piano. Il suo impedimento però durò molto poco, infatti gridando «Alohomora» il Grifondoro aprì la porta e con un balzo fu anche lui al piano terra, seguito a ruota da Lorcan e Lauren, mentre il piccolo Lysander arrivò per ultimo, perché era stato fermato da una piccola esplosione degli spari standard della linea Fuochi Forsennati Weasley, che aveva provato a far sparire dicendo «Evanesco», ma causando solamente la loro moltiplicazione.
Infuriato e determinato a vincere, il Tassorosso gridò «Glisseo» trasformando le scale su cui gli altri quattro stavano correndo in un grosso scivolo e, di conseguenza, facendoli ruzzolare fino al piano terra. Un secondo dopo i gradini ricomparvero e Lysander vi si gettò sopra raggiungendo il primo piano del Castello.
«Maledetto, me la pagherai!» esclamò Lauren Weasley infuriata. Correndo a perdifiato raggiunse il rivale e dicendo «Confringo!» creò una piccola esplosione all’interno di un’armatura che si scompose in pezzi cadendo addosso al minore di casa Scamandro. Nel frattempo la ragazza dai capelli corvini fu raggiunta alla base del primo piano di Hogwarts dagli altri tre gareggianti, allora si affrettò a rincominciare la sua corsa. «Petrificus Totalus» pronunciò Tammy McLaggen paralizzando Lorcan ai piedi delle scale che conducevano al secondo piano. «Bel colpo» si complimentò il ragazzo dai capelli rossicci, che si dovette chinare per evitare di essere bloccato dallo stesso incantesimo che aveva immobilizzato il suo amico. «Ah, Tamm, pensavo di doverti trattare con i guanti, ma a quanto pare te la cavi fin troppo bene» disse Logan Weasley e con un ghigno estrasse della Polvere Buiopesto Peruviana dalle sue tasche e la scagliò contro la Tassorosso che, istantaneamente, fu avvolta dalle tenebre.
Il Grifondoro, arrivato al quarto piano, vide Lauren che era ancora in testa alla gara. La ragazza, accortasi di avere qualcuno alle calcagna, si voltò e bacchetta alla mano gridò «Reducto!» facendo crollare due armature per rallentare il cugino, che però le scansò agilmente e proseguì nella sua corsa. Nel frattempo Tammy, Lorcan e Lysander erano riusciti a liberarsi dai vari impedimenti che li avevano fermati durante il tragitto e giunti al quinto piano del Castello intravidero i due Weasley salire sulle rampe di scale successive alle loro. Con un balzo, la Tassorosso, superò gli altri due gareggianti e dicendo «Protego» lì bloccò dietro di lei. Il Corvonero, che aveva provato a fare la stessa mossa, si schiantò a mezz’aria contro la parete invisibile, causando ilarità nel fratello minore. Entrambi provarono a rompere l’incantesimo scudo bombardandolo con una serie di schiantesimi, ma vi riuscirono quando ormai era troppo tardi.
I due cugini erano in testa, troppo vicini per bersagliarsi con degli incantesimi e troppo impegnati ad evitare quelli che Tammy scagliava loro addosso. Il mago provò ancora una volta a sfruttare la Polvere Buiopesto Peruviana, ne estrasse una piccola manciata dalle sue tasche e la lanciò in aria, sopra la sua testa, in questo modo tutti e tre furono avvolti dall’oscurità mentre si trovavano sulle scale che portavano al settimo piano. Logan e Lauren, essendo Grifondoro, conoscevano quel tratto del Castello come le loro tasche e, nonostante la totale assenza di luce, riuscirono facilmente a trovare la giusta via. Usciti dalla nube di polvere magica ripresero la loro corsa, strattonandosi e spingendosi per raggiungere la Guferia.
«Incarceramus!» gridò la strega evocando delle corde che immobilizzarono le gambe del suo rivale, che però dicendo «Diffindo» riuscì a tagliare i fili che erano avvolti intorno ai polpacci, ma fu comunque troppo lento. Logan cadde a terra e Lauren ne approfittò per raggiungere il traguardo per prima. «Ho vinto!» esclamò la ragazza raggiante.
Dopo qualche minuto, tutti i partecipanti della corsa arrivarono fino in cima al Castello, nella Guferia, dove i due cugini Weasley li stavano aspettando.
«Ha vinto Lau» disse il mago dai capelli rossicci, con tono rassegnato.
«Voleva dire, anche quest’anno ha vinto Lauren» commentò la strega con un ghigno.


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Ringrazio tutti quanti i lettori di questa fan fiction, sono contento di ricevere sempre un buon numero di visite quando posto dei capitoli nuovi! Il grande Natale a Villa Conchiglia si avvicina e porterà con sé molte soprese e nuovi personaggi! Il prossimo capitolo verrà postato il giorno 8 settembre, perché ad agosto sarò in vacanza e molto probabilmente senza connessione ad internet, in caso contrario dovrei riuscire a postare il capitolo entro la fine del mese prossimo.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 09 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 9
 
Il giorno di Natale il cielo era grigio ed il clima molto umido, il mare era calmo e piatto e sulla spiaggia vicino a Villa Conchiglia alcuni gabbiani cercavano di procacciarsi il cibo tentando degli agguati ai pesci che nuotavano vicino alla riva, dove l’acqua era più bassa. Albus Severus Potter stava passeggiando poco distante dal bagnasciuga con Rose Weasley, sua cugina e migliore amica, discutendo animatamente di tutto quello che non erano riusciti a dirsi durante il periodo scolastico. I due studenti appartenevano a due Case diverse ed avevano poco tempo per parlare dei vari accadimenti e quindi finivano per raccontarsi solamente l’essenziale. Per questo approfittavano delle vacanze per recuperare il tempo perso ed aggiornarsi sulle rispettive vite.  Nel frattempo all’interno del grande edificio fervevano i preparativi per il grande pranzo di Natale. Gli ospiti erano arrivati lì già il giorno della Vigilia e da quel momento l’infaticabile Molly Weasley, madre, nonna e cuoca provetta non si era fermata nemmeno un secondo. Sua nuora, Fleur Delacour, aveva provato in tutti i modi a farle capire che la situazione era sotto controllo, ma la donna non aveva voluto sentir ragioni ed aveva iniziato a lavorare per il giorno seguente. La conseguenza di tutta questa grande attività fu un grandissimo ampliamento del menù inizialmente previsto. Ginny, Hermione, Angelina e Penelope, per gentilezza e per non sfigurare, si misero anche loro all’opera per aiutare loro suocera e la padrona di casa nelle numerosissime faccende domestiche che si erano prefissate.

«Non lavorate troppo» le riproverò Bill Weasley quando si accorse dell’incredibile quantitativo di cibo che era stato preparato per il pranzo.
«Non dire sciocchezze William!» lo rimbeccò la madre, tornando a concentrarsi sul pasticcio di carne.
«Fleur, cara, non è che mi faresti la cortesia di sistemare sui piatti da portata gli altri quattro sformati che sono già stati cotti?»
«Certo, Molly, con piacere».

Inizialmente la signora Weasley non era per niente entusiasta di sua nuora perché pensava che fosse una strega superficiale interessata solamente al bell’aspetto di suo figlio Bill, ma poi, dopo che il mago era stato ferito da un licantropo il giorno della morte di Albus Silente, si era dovuta ricredere. Da quel momento i rapporti fra le due donne erano andati via via migliorando fino ad arrivare alla situazione attuale, dove Molly Weasley si era decisa a svelare i segreti della sua cucina alla nuora.

«Sono solamente le dieci del mattino ed in cucina c’è già una quantità enorme di cibo che basterebbe per sfamarci tutti quanti per un mese!» esclamò James Sirius Potter, che era seduto su un divano in compagnia dei suoi cugini ed amici.
«Sai com’è fatta la nonna, per lei il cibo non è mai abbastanza» disse Dominique Weasley, ridendo.
«Sicuramente si lamenterà della mia magrezza e continuerà a dire che a Beauxbatons non ci danno abbastanza da mangiare» asserì suo fratello Louis.
«Sarà contentissima quando a tavola annuncerete a tutti quanti che vi trasferirete ad Hogwarts. Ha sempre trovato discutibile la vostra scelta di studiare in un scuola diversa» commentò sua sorella Victoire.

I tre figli di Fleur Delacour avevano preso molto da lei, il colore dei capelli balzava subito all’occhio, erano gli unici Weasley a non avere i capelli rossi. Inoltre avevano ereditato dalla madre l’eleganza dei lineamenti, il naso aggraziato e la carnagione chiara. Le due femmine avevano il fisico del padre, in quanto erano entrambe molto alte, mentre Louis era leggermente più basso per lo standard dei maschi Weasley, ma raggiungeva anche lui un’altezza notevole.

«Credo che potrebbe iniziare a fare i salti di gioia» disse Ted Lupin con una risata che mostrò ai presenti il suo smagliante sorriso.

Il ragazzo era sempre stato invitato durante le festività ed ogniqualvolta si presentasse l’occasione a casa dei Potter, spesso si fermava anche a dormire per la notte, mentre altre volte a casa dei Weasley. Durante la battaglia di Hogwarts aveva perso entrambi i genitori e per questo Harry, Ron ed Hermione si sentivano in parte responsabili. Quindi per onorare la morte di Ninfadora Tonks e Remus Lupin, decisero di prendersi cura del loro unico figlio, ormai orfano. Il bambino fu affidato alla nonna, ma in realtà crebbe in una grandissima famiglia allargata composta dagli amici dei suoi genitori. Quando iniziò a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, conobbe Victoire Weasley di cui si infatuò. Durante il suo quarto anno il ragazzo trovò il coraggio di dichiararsi e la strega, come risposta, gli saltò al collo stampandogli un bacio sulle labbra. Finiti gli studi la professoressa McGranitt propose al ragazzo di intraprendere una carriera di insegnate di Cura delle Creature Magiche, in modo da poter sostituire Rubeus Hagrid quando sarebbe giunto all’età del pensionamento. Ted accettò volentieri la proposta dell’anziana strega ed iniziò a lavorare come aiuto guardiacaccia ed assistente professore all’interno di Hogwarts. Anche lui, come la sua fidanzata, era molto attraente, aveva un viso bello come quello della madre, un portamento elegante come quello del padre ed il suo corpo era stato modellato prima dalla sua carriera di portiere della squadra di Tassorosso e in seguito dal duro lavoro di assistente guardiacaccia, la sua pelle scurita dal sole faceva risaltare i profondi occhi blu. Inoltre il mago aveva ereditato le capacità di metamorfomagus della madre e quindi riusciva a cambiare a suo piacimento alcune parti del suo corpo, come ad esempio il colore del capelli, che normalmente sarebbero stati di colore castano scuro, ma che al momento erano neri come la pece.

Albus Severus Potter e Rose Weasley rientrarono dalla loro passeggiata molto infreddoliti e avvisarono i loro parenti che di lì a breve avrebbe iniziato a piovere. Infatti pochi minuti dopo iniziò a soffiare un tremendo vento, di forte intensità, che con le sue raffiche generava dei piccoli turbini di sabbia sulla spiaggia e che increspava la superficie del mare rendendolo agitato. Poi arrivò la pioggia.

«Che tempaccio» disse il mago dai capelli corvini.
«Per fortuna che siamo rientrati, se no ci saremmo completamente bagnati».
«Siete tornati giusto in tempo per l’inizio del pranzo» disse loro Lucy Weasley, mentre correva in direzione del salotto, che per l’occasione era stato adibito a sala da pranzo.
«Ma sono solo le undici e mezzo!» esclamò Kimberly Malfoy, che era stata invitata a passare le vacanze di Natale con la famiglia Weasley dalla sua migliore amica, Lily Potter.
«Lo so, Kim, lo so, ma devi capire che per mia nonna il pranzo di Natale è molto importante e soprattutto molto abbondante, quindi prima si inizia e prima si finisce» spiegò la Grifondoro.
 
*
 
Erano le due pomeriggio ed il pranzo di Natale preparato da Molly Weasley con l’aiuto delle sue nuore non era ancora giunto al termine. Tutti quanti erano abbondantemente sazi, ma per non offendere le cuoche che avevano faticato tanto per cucinare quelle leccornie si sforzavano di assaggiare tutte le portate che continuavano incessantemente ad arrivare sulla grande tavolata. Pasticci, sformati, creme di verdure, carne, pesce, frittate continuavano ad uscire dalla cucina, come se nella stanza accanto fossero stati stipati centinaia e centinaia di Elfi Domestici messi al lavoro. Quando ebbero terminato l’ultima portata dei piatti salati, Molly Weasley concesse a figli, nipoti e nuore una piccola pausa da quell’interminabile pranzo natalizio. Dominique Weasley, prima che tutti quanti si alzassero da tavola per andare a sgranchirsi le gambe, approfittò di quel momento di quiete per parlare. La ragazza dai ricci capelli biondi si alzò in piedi per attirare l’attenzione, si schiarì la gola ed iniziò il suo piccolo discorso.

«Ho un annuncio importante da fare a tutti voi, in realtà alcuni già lo sanno, per esempio mia mamma e mio papà e anche James, Victoire, Teddy ed ovviamente Louis» disse la bella Weasley.
«Quando ricevemmo la lettera di iscrizione alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, sia io che mio fratello, decidemmo di iscriverci a Beauxbatons, perché ci sembrava la scelta migliore per noi: un clima meno rigido, meno piovoso, niente divise scure, un bel palazzo, la possibilità di studiare alcune materie che ad Hogwarts non si studiano ed altre piccole cose. Tuttavia, con il passare degli anni, ci siamo resi conto che parlare una lingua per nove mesi e poi, durante le vacanze, parlarne un’altra non era una cosa così semplice. Alla fine, sia io che Louis abbiamo scelto corsi opzionali di materie presenti anche ad Hogwarts. Inoltre sentivamo entrambi la mancanza dei nostri cugini» spiegò la strega che, dopo una piccola pausa, riprese a parlare.
«Per questi motivi, prima delle vacanze di Natale, abbiamo fatto richiesta di trasferimento ad Hogwarts e pochi giorni fa, la professoressa McGranitt, ci ha risposto dicendo che avremmo potuto trasferirci all’inizio del prossimo anno scolastico».

Come previsto da Ted Lupin, quando Dominique terminò il suo discorso, Molly Weasley iniziò a piangere commossa ed andò ad abbracciare i suoi due nipoti e li liberò dalla sua stretta molti minuti dopo, mentre gli altri commensali, sfruttando il momento di distrazione, ne approfittarono per fuggire dalla tavolata. Sfortunatamente però il brutto tempo persisteva e quindi nessuno poté uscire da Villa Conchiglia per sgranchirsi le gambe e fare una passeggiata.

«Come mai non hai voluto passare le vacanze a casa tua?» chiese Albus Severus Potter rivolto alla secondogenita della famiglia Malfoy.
Lui e Kimberly si trovavano al piano superiore di Villa Conchiglia, erano seduti sopra il letto di Dominique, mentre, di fianco a loro, sul letto di Victoire, stavano lei ed il suo ragazzo, che si erano appisolati un secondo dopo aver appoggiato la testa sul cuscino.
«Mio padre e mia madre avevano degli impegni e non sarebbero stati a casa durante le feste. Scorpius ha deciso di rimanere al Castello, non so bene per quale motivo, mentre io ho accettato l’invito di Lily. Siete stati molto gentili, non capisco come mai mio fratello non sia voluto venire. Sei il suo migliore amico, avrebbe dovuto fare i salti di gioia per essere stato invitato. A volte non lo capisco».
«Scorpius è fatto così, talvolta ha bisogno di rimanere un po’ da solo, anche se, con Lauren e Logan che sono rimasti ad Hogwarts per le vacanze, dubito che rimarrà effettivamente da solo per molto tempo. A meno che non decida di barricarsi all’interno della Sala Comune di Serpeverde» disse il ragazzo ridendo.
«Scelta che potrebbe rivelarsi molto saggia» aggiunse la bionda.
«Probabilmente ci converrebbe cambiare stanza, Kim. Tu aspettami qui, io vado a controllare se nelle altre c’è qualcuno che sta dormendo o se possiamo andare a parlare».

Il minore dei maschi di casa Potter uscì dalla stanza senza svegliare i due cugini addormentati e andò a controllare se la stanza di Louis Weasley fosse libera, ma scoprì che era occupata da Rose, immersa in un sonno profondo. La ragazza dai capelli rosso fiamma era completamente addormentata, Albus rimase fermo un attimo a fissarla, poi richiuse con delicatezza la porta. Il mago sapeva già che la stanza degli ospiti era occupata da Molly e Lucy, che si erano chiuse dentro a chiave fingendo di dormire, per evitare di essere obbligate a ritornare a tavola per mangiare anche i dolci, quindi l’unica camera che rimaneva da controllare era quella degli zii Bill e Fleur, che sicuramente sarebbe stata libera. Per sicurezza il ragazzo dai capelli corvini aprì il più delicatamente possibile la porta della stanza, cercando di non emettere il minimo rumore, e tenendo la porta leggermente socchiusa controllò se vi fosse qualcuno al suo interno.
Il letto matrimoniale era vuoto ed in ordine, ma vicino alla finestra, in piedi l’uno davanti all’altra, stavano James Sirius Potter e Dominique Weasley. I due non si erano accorti che Albus aveva aperto la porta e quindi di essere osservati perché erano troppo concentrati su loro stessi. I due cugini si stavano infatti scambiando un tenero bacio. Le braccia robuste del ragazzo cingevano dolcemente la vita della strega, mentre le braccia esili di lei erano strette intorno al collo del mago. Entrambi avevano gli occhi chiusi ed erano completamente persi l’uno nell’altra. Quando riaprirono gli occhi e le loro labbra si staccarono, la porta della stanza era nuovamente chiusa ed i due non si accorsero di essere stati visti.

*
 
«Lauren, devo dirti una cosa» disse Logan Weasley, passandosi una mano sui capelli rossicci.
«Non credo sia necessario, Log».
«Invece sì, è una cosa abbastanza importante».
«Ieri sera, dopo che Tammy ti ha aiutato con i compiti delle vacanze natalizie, tu l’hai baciata e lei ti ha ricambiato. Non sono sciocca, si capiva che sarebbe successo, era nell’aria. Inoltre, a differenza tua, capisco i segnali.  Stava aspettando questo momento da un sacco di tempo, me ne aveva parlato dopo la festa di Halloween. Secondo te perché ti dava una mano con i compiti? Perché appena saltava fuori il nome di Morgana lei scappava via? Diciamo che era abbastanza palese come cosa, anche se non me ne avesse dato conferma lei stessa, io l’avevo già intuito» spiegò la ragazza dai capelli corvini.
«E non me lo hai detto?»
«Assolutamente no, attendevo nell’ombra che tutto andasse per il verso giusto. Sai che non mi è mai piaciuto il modo in cui tu e Morgana stavate insieme. Tutto segreto, nessuno lo doveva sapere. Tu uno Weasley, lei una Wilson. Bah, non vedo che problemi ci fossero. Tutti i vecchi conflitti fra le Case sono stati risolti tempo fa, ma a lei importava lo stesso. D’altro canto non mi sembrava giusto spingerti verso un’altra relazione, dopo che quella precedente era finita da così poco. Anche se…» Lauren si interruppe.
«Anche se?» domandò il cugino.
«A te piaceva Tammy già da prima. Si era avvicinata a te nella speranza che tu la notassi, non solo come amica, ma come qualcosa di più ed è pienamente riuscita nel suo intento. Quando era presente, tu non avevi occhi che per lei, ma la stessa cosa valeva anche per Morgana ed alla fine lei è stata la prima a farsi avanti, così avete iniziato ad incontrarvi in segreto. Per questo Tammy ha iniziato ad allontanarsi, aveva capito che c’era qualcosa che non andava, però nonostante questo, non si è mai arresa perché ogni volta che la guardavi ti si illuminavano gli occhi» spiegò la strega.


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Ed ecco, leggermente in ritardo, il capitolo numero 9. Da questo momento in avanti la situazione inizierà a complicarsi sempre di più!
Il prossimo capitolo verrà pubblicato intorno al giorno otto ottobre, il mese prossimo cercherò di postare tre capitoli come da programma iniziale.

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 10

Era notte fonda, il cielo era completamente ricoperto da grosse nuvole che oscuravano sia la luna che le stelle, rendendo i corridoi dell’istituto di magia Durmstrang ancora più tetri e bui. Il castello si presentava come era sempre stato dal momento della sua fondazione: un massiccio edificio in mattoni di quattro piani, con poche finestre, dotate di pesanti inferriate, una fitta merlatura proteggeva il tetto da cui spuntavano quattro piccole casupole di forma rettangolare che terminavano con un grosso pennacchio.  Un unico grande portone di legno rinforzato ne costituiva l’entrata. Davanti ad esso era presente un ponte levatoio, che in caso di pericolo, una volta sollevato, avrebbe fornito il castello di un’ulteriore barriera fisica. Intorno alle mura di delimitazione della massiccia struttura era stato scavato un profondo fossato, in cui in passato si faceva scorrere dell’acqua, ma che in tempi più moderni era stato svuotato ed al suo interno avevano iniziato a crescere funghi e licheni, fino a ricoprirlo completamente. Pansy Parkinson camminava all’interno dell’edificio facendosi strada nelle tenebre, apparentemente incurante del rumore provocato dalle sue scarpe. La strega indossava un elegante cappotto, ampio e caldo, per proteggerla dal clima estremamente rigido del nord-est. Mentre procedeva per la sua strada estrasse la bacchetta magica dalle tasche e la sollevò in aria. Assicuratasi che nessuno la stesse spiando e che nessuno l’avesse seguita, svoltò a destra e poi si diresse verso una rampa di scale, che salì giungendo al primo piano del piccolo castello. Con un rapido movimento della bacchetta magica, la donna aprì il grosso portone di legno che le sbarrava la strada ed entrò in una piccola stanza, spoglia e polverosa, illuminata da un focolare posto al suo centro con all’interno un fuoco scoppiettante che tinteggiava le pareti ed il pavimento con dei lampi di luce rossa e gialla. Intorno alla brace si trovavano tre scure figure: due ragazze molto simili fra loro ed un mago di bell’aspetto.

«Buona sera» disse atona la strega appena arrivata.
«Benvenuta, mia Signora» le risposero in coro i suoi adepti, chinando la testa in segno di rispetto.

Le due ragazze erano entrambe magre, una era parecchio alta ed aveva una folta chioma castana gonfia e riccia, mentre l’altra era più minuta ed aveva capelli castano scuro lisci e leggermente più lunghi, ma tutte e due possedevano un viso molto elegante. Il giovane mago invece era molto alto ed aveva le spalle larghe, gli occhi azzurri tendenti al grigio ed i capelli biondo cenere. Tutti e tre sembravano molto tesi per la presenza di Pansy Parkinson, la cui pelle diafana riluceva perfidamente ad ogni guizzo delle fiamme.

«Non ho molto tempo da dedicarvi, mi sono recata qua molto di fretta, quindi non indugiamo oltre. Alyssa, dimmi, come procede l’incarico che ti ho affidato all’inizio di Dicembre?» chiese la strega dalla faccia simile a quella di un carlino, mentre osservava i tre fedeli Mangiamorte.
«Tutto secondo i piani, nessuno sospetta ancora nulla».
«Massima riservatezza, mi raccomando».
«Assolutamente» asserì la riccia.
«Zach, Morgana, le vostre consegne?»
«Gli oggetti incantati sono stati già venduti da ormai una settimana, entro metà Gennaio dovrebbero finire in commercio ed iniziare a creare scompiglio tra i vari uffici del Ministero» rispose il mago.
«Mia Signora, sono riuscita a scambiare la merce che mi è stata consegnata, ho ritirato gli incassi e, come avrà notato dagli articoli della Gazzetta del Profeta, moltissimi manufatti di magia nera sono scomparsi nel nulla durante le scorse notti» spiegò Morgana Wilson.
«In quanto a Lucius Malfoy?»
«Ancora nulla» risposero in coro le tre scure figure.

Così come era arrivata, Pansy Parkinson, uscì dalla stanza e richiuse la porta alle sue spalle degnando però le vecchie pareti polverose di un ultimo sguardo disgustato. Uscita dall’istituto Durmustrang si smaterializzò con un sonoro “pop”.

«In che cosa consiste il tuo incarico, Alyssa?» chiese Zach Zabini con una nota di curiosità nella voce.
«Non posso rivelartelo, mi spiace. Il tutto deve rimanere segreto fino all’ultimo, non possiamo permetterci che qualcuno dei nostri si lasci sfuggire il segreto con qualcuno legato all’Ordine e che, in questo modo, venga a conoscenza del nostro piano. Tranquillo però, sarai informato a tempo debito di quello che succederà, penso mi servirà il tuo aiuto» rispose la strega dai capelli ricci.

Morgana Wilson si congedò dai due interlocutori ed uscì sbadigliando dalla stanza, appena si fu assicurata di essere ad una buona distanza dai Mangiamorte iniziò a correre il più rapidamente possibile per raggiungere il suo dormitorio. Cercando di non svegliare le studentesse del suo anno tirò fuori inchiostro, penna e pergamena dal comodino situato di fianco al suo letto ed iniziò a scrivere forsennatamente una lettera. Doveva assolutamente avvisare i suoi amici in tempo, doveva svelare loro quale fosse il terribile piano architettato da sua cugina Alyssa per conto di Pansy Parkinson. Grazie alle sue doti di Legilimens era riuscita a captare tutti i non detti della conversazione avvenuta fra le due malvagie streghe. La situazione era disperata. Morgana Wilson chiuse la busta con un sigillo in ceralacca e poi corse sul tetto dell’edificio, facendo attenzione a non fare rumore, entrò nella piccola casupola adibita a Guferia, scelse un gufo, gli legò la lettera alla zampa e lo spedì verso Hogwarts sperando ardentemente che arrivasse al Castello entro una settimana, prima che l’Espresso partisse dal binario nove e tre quarti.
 
***
 
Il sole splendeva alto nel cielo, riscaldando delicatamente la coltre di neve che iniziava lentamente a sciogliersi regalando agli occhi degli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts uno spettacolo incredibile di luci e colori. Kimberly Malfoy era seduta all’interno di uno scompartimento molto affollato. Infatti erano presenti suo fratello Scorpius che, qualche giorno dopo il Natale, aveva deciso di raggiungere la sorella e la fidanzata alla Tana, per trascorrere le vacanze con loro, Roxanne Weasley, che per l’occasione si era tinta i capelli di un colore molto simile al blu elettrico, Leanne Baston, Albus e James Potter. Lily, la sua migliore amica, l’aveva abbandonata per andare a discutere di Quidditch con alcune sue compagne di squadra e Rose, per evitare di stare in presenza di Scorpius, per il quale nutriva una forte antipatia, l’aveva seguita a ruota, anche se a lei dello sport non interessava poi molto. Kimberly, aveva deciso di starsene comoda a pisolare nello scompartimento insieme a suo fratello Scorpius ed agli altri, ma la luce che entrava attraverso il grande finestrino dell’Espresso per Hogwarts le dava così fastidio da non lasciarla dormire nonostante la stanchezza causata dalla levataccia di quel mattino.

Il tempo trascorse incredibilmente veloce per gli studenti in viaggio verso Hogwarts ed il cielo, con il passare del giorno e l’avvicinarsi della sera, iniziò a tingersi di rosso fino a che il sole non fu completamente tramontato. La luna era già alta nel cielo quando le prime stelle iniziarono a splendere. Alcune nuvole, trasportate dal vento, oscuravano di tanto in tanto la falce splendente e la volta celeste. Una decina di nere figure incappucciate stava volando, a bordo di scope, a tutta velocità nel freddo clima di Gennaio per raggiungere l’Espresso. Quando gli incappucciati furono arrivati abbastanza vicini ad esso, iniziarono a scendere di quota, e poi tutti insieme alzarono le bacchette e le puntarono contro il vagone in testa. Dei lampi rossi si andarono ad infrangere contro l’abitacolo del capo treno, che fu scagliato fuori. Il treno, spinto dalla forza dell’urto dei dieci schiantesimi, deragliò e si capovolse. Gli studenti al suo interno furono completamente sbalzati dai loro sedili e si colpirono a vicenda, molti caddero a terra svenuti, altri, invece, dopo essersi accertati di non essere feriti in modo grave, cercarono di guardare attraverso i finestrini per capire che cosa avesse causato l’incidente.

«Ricordate» disse una voce femminile da sotto uno dei neri cappucci.
«A bordo ci sono degli ospiti speciali che non vanno sfiorati nemmeno con un dito, fate attenzione o dovrete risponderne direttamente a Lei».

Le nere figure, dopo essersi accertate che il capo treno fosse stato neutralizzato, fecero saltare la porta del secondo vagone ma, quando provarono ad entrare al suo interno, furono bloccate da un incantesimo scudo che sbarrava loro la strada. Poi l’aria vibrò e i Mangiamorte vennero sbalzati via da un serie di lampi gialli e rossi.

«Ottimo lavoro» si complimentò Leanne Baston con i suoi amici.

Le figure incappucciate si ripresero subito dall’attacco a sorpresa e nel giro di pochi secondi erano già in piedi, bacchette alla mano, pronte a sferrare il loro prossimo attacco. Un lampo verde sfiorò la spalla del maggiore di casa Potter, scatenando l’ira della strega dai capelli biondi che gridando «Incendio» diede fuoco al cappuccio di un Mangiamorte. Alyssa Wilson si gettò a terra rotolandosi per spegnere le fiamme che avvolgevano la sua testa, ma tutto fu inutile, cercando di recuperare la calma disse «Diffindo» e si strappò il cappuccio prima che anche tutto il resto del suo abbigliamento prendesse fuoco.
«Pessima mossa» disse ringhiando, poi alzò la bacchetta e colpì in pieno petto la strega che l’aveva sfidata, che fu scaraventata all’interno del treno.
«Bombarda!» gridò Roxanne Weasley, mirando al terreno sotto i piedi di un gruppo di Mangiamorte che furono sbalzati via dall’esplosione causata dall’incantesimo.
Nel frattempo una ventina di studenti, tra quelli che non si erano feriti e non erano svenuti a causa dell’incidente, uscirono dal treno per vedere che cosa stesse succedendo ed iniziarono a combattere per difendersi dai lampi verdi che partivano dalle nere figure che avevano fatto deragliare l’Espresso per Hogwarts. Incantesimi scudo, lampi gialli, rossi e verdi partivano dalle bacchette magiche dei maghi e delle streghe coinvolti nel tremendo scontro, ma i Mangiamorte erano più abili della maggior parte degli studenti della scuola di magia e stregoneria e quindi, nonostante fossero in minoranza, riuscivano a tenere testa a tutti quanti senza nemmeno molta difficoltà.

«Confringo» disse Albus Severus Potter, generando in questo modo una piccola esplosione a mezz’aria che respinse due Mangiamorte che stavano attaccando sua cugina Rose.
«Come stai?» chiese il giovane mago, ma non fece in tempo a sentire la risposta, perché dovette buttarsi a terra per evitare una maledizione scagliata da una delle figure incappucciate.

Correndo il più velocemente possibile i due Malfoy, che erano stati scagliati lontano dai loro amici da una serie di schiantesimi, raggiunsero i pochi studenti che erano rimasti illesi dallo scontro e che continuavano a difendersi ed attaccare. «Everte Satim» gridò la minuta strega bionda, spingendo via la mangiamorte dai capelli ricci, che aveva perso il suo cappuccio.
Leanne Baston, che si era ripresa dall’attacco subito, fu aiutata ad alzarsi dal suo ragazzo, uscì dal vagone del treno e, con qualche piccola difficoltà, riuscì a reggersi in piedi.

«Non ti conviene tornare dentro? Lì sarai più al sicuro» disse James Potter, fissando intensamente la Serpeverde.
«No, non sarò più al sicuro, anzi c’è il rischio che facciano saltare l’intero treno» rispose la bionda.
Il discorso dei fidanzati dovette però interrompersi, perché entrambi si trovarono a gridare una serie di incantesimi per difendersi dalla pioggia di lampi rossi che i Mangiamorte avevano iniziato a scagliare a raffica contro gli studenti di Hogwarts, che più volte furono costretti a trovare riparo dentro i vagoni rovesciati dell’Espresso. «Aqua Eructo» pronunciò il maggiore di casa Potter, spingendo via una figura incappucciata che stava attaccando sua sorella Lily, la quale, però, fu scagliata a terra da un incantesimo lanciato da quella che sembrava il capo di tutta l’operazione. Adirato, Albus Severus, puntò la bacchetta contro la strega dai capelli ricci e gridò «Stupeficium!», ma Alyssa Wilson, con un balzo, evitò il lampo rosso e si spostò correndo per attaccare un altro gruppo di studenti, che in breve tempo non furono più in grado di contrastare la raffica di maledizioni scagliate dalla loro malvagia avversaria.

«Non reggeremo a lungo» disse Scorpius Malfoy, mentre si asciugava il sudore dalla fronte.
«Anche se sono solo in dieci, sono molto più forti» asserì sua sorella.
«Kim, a te non sembra che stiano prendendo di mira tutti quanti, meno che noi?»
«Sì, l’ho notato anche io. Dobbiamo sfruttare questa cosa a nostro vantaggio».

Dopo queste parole, la minuta strega dai capelli biondi, a fianco di suo fratello e di Roxanne Weasley, si lanciò contro una coppia di Mangiamorte, leggermente separati dal grosso del gruppo, e tutti e tre iniziarono a bombardarli con lampi di luce rossa e gialla, fino a che entrambi non furono disarmati delle loro bacchette e scagliati qualche metro indietro dagli schiantesimi.

«Questa tattica sembra funzionare» si complimentò la ragazza dai capelli blu.

Infuriate come non mai, le nere figure, si radunarono davanti agli unici studenti rimasti in piedi per combattere e gridarono «Bombarda!». I dieci incantesimi si fusero fra di loro aumentando di gran lunga la loro potenza. Infatti, un’intera porzione delle pianura circostante venne completamente lacerata dall’esplosione creatasi. I giovani maghi e streghe furono sbalzati in aria, a circa tre metri di altezza, alcuni svenuti, altri feriti. Da lontano si sentì una voce severa gridare «Aresto Momentum» e gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts furono bloccati a mezz’aria, fermando in questo modo la loro rovinosa caduta e, con delicatezza, furono adagiati al terreno.
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Angolo dell'autore: la parte iniziale del capitolo è un flashback, come facilmente intuibile. Buona lettura!

COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 11
 
Erano da poco passate la quattro e mezzo del pomeriggio quando Logan Weasley fu letteralmente assaltato da un gufetto. Il piccolo pennuto aveva picchiettato convulsamente, con il becco, contro il vetro di una delle finestre della Sala Comune di Grifondoro, fino a che Lauren non era corsa ad aprirgli. Una volta entrato nell’accogliente stanza l’animaletto si era lanciato contro il mago dalla carnagione leggermente scura, gli aveva lasciato sulle gambe una lettera sigillata ed aveva cominciato a cinguettare insistentemente per obbligare il ragazzo a leggere ciò che gli aveva consegnato.

«Stai calmo, adesso la leggo» disse il mago, cercando di placare il gufetto. Poi prese in mano la bacchetta magica, la puntò contro la ceralacca che sigillava la busta e la aprì.

Logan, ti scrivo estremamente di fretta, la questione è davvero urgente. Ho avuto un altro incontro con Pansy Parkinson, insieme ad altri due Mangiamorte, durante il quale ci ha chiesto come procedessero i nostri incarichi. Sfruttando le mie doti di Legilimens ho scoperto che mia cugina Alyssa ha organizzato un attacco all’Espresso per Hogwarts. Avvisa la McGranitt. Spero che questa lettera arrivi per tempo.

Morgana

I due cugini Weasley sbiancarono nel leggere quella lettera, ormai era troppo tardi per avvisare la McGranitt di bloccare la partenza del treno, sarebbe anzi giunto a destinazione in meno di due ore.

«Dobbiamo avvisare la McGranitt, sicuramente se fosse successo qualcosa ne saremmo già stati informati, quindi forse siamo ancora in tempo per evitare il peggio» disse la ragazza dai capelli corvini che, senza perdere tempo alcuno, iniziò a muoversi verso l’uscita della Sala Comune. Logan e Lauren si lanciarono a tutta velocità giù dalle scale in direzione dell’ufficio della Preside, collocato all’interno della torre all’altezza del secondo piano del Castello. Arrivati davanti alla scala a chiocciola notarono che i due Gargoyles a protezione di essa si erano già spostati per lasciar passare qualcuno.

«PROFESSORESSA, APRA!» gridò la strega, bussando con due mani contro la massiccia porta in legno.
«Oh, per il cappello di Merlino, cos’è tutta questa fretta, signorina Weasley, si dia un contegno» rispose l’anziana donna, mentre faceva segno di entrare ai due studenti.

All’interno dell’ufficio della Preside erano presenti altri due professori, quello di Erbologia e quella di Difesa Contro le Arti Oscure, che a quanto pare erano intenti in un discorso alquanto importante. A differenza del solito, molti quadri dei precedenti presidi non stavano sonnecchiando, ma appena i due studenti posavano lo sguardo su di loro, essi chiudevano immediatamente gli occhi e fingevano di dormire profondamente. «Su, coraggio, cosa avevate da dirmi di così importante da rischiare di sfondare la porta a pugni?» domandò la McGranitt alzando un sopracciglio.
«Non so se è il caso di parlarne adesso… ma è urgente» disse il mago dalla carnagione scura.
«Non preoccupatevi, da poco abbiamo informato anche la professoressa Zeller degli affari dell’Ordine. Quindi se riguarda quello sentitevi liberi di parlare».
«L’Espresso per Hogwarts verrà attaccato dai Mangiamorte, lo abbiamo scoperto da una fonte sicura e non sappiamo se è già accaduto o se deve ancora avvenire, ma dobbiamo sbrigarci per evitare che accada o, nella peggiore delle ipotesi, combattere i nostri nemici prima che possano fare del male a delle persone innocenti» spiegò Lauren Weasley con urgenza.
«Capisco, questo è terribile. Rose, Neville andate ad avvisare Pomona ed Horace della situazione. Se non sarò tornata entro un’ora dovete accorrere voi sul posto, io inizierò ad andare avanti» ordinò l’anziana strega, che proseguì nel suo discorso appena i due insegnati furono usciti dal suo ufficio.
«Fonte sicura?» chiese alzando un sopracciglio.
«Non potevamo dire che si trattava di Morgana, ci ha detto lei che questa faccenda era un segreto fra noi tre. Sul momento non mi è venuto in mente niente di meglio» si giustificò la ragazza dai capelli corvini.

Estraendo la bacchetta magica, la Preside di Hogwarts, fece comparire tre scope volanti, poi fece segno ai Grifondoro di afferrarle: «Forza, non c’è tempo da perdere. Una volta fuori dal Castello dovremo raggiungere il treno usando queste. Non sapendo dove si trovi esattamente non posso smaterializzarmi, inoltre portare contemporaneamente due studenti sarebbe troppo rischioso».

Logan, Lauren e Minerva McGranitt scesero rapidamente le scale che conducevano fino al piano terra dell’immenso edificio. Con un rapido colpo di bacchetta la professoressa di Trasfigurazione aprì l’immenso portone di legno che conduceva all’esterno. Senza indugio le due streghe ed il mago salirono a bordo delle loro scope e iniziarono la loro rapida presa di quota. Nel giro di una decina di minuti, volando ad alta velocità, già non riuscivano più a distinguere precisamente i contorni del grande Castello. Durante il loro viaggio, il cielo che già si stava tingendo di rosso prima della loro partenza, divenne scuro e comparvero le prime luci delle stelle, la temperatura si abbassò notevolmente e il buio impediva di vedere chiaramente le rotaie che stavano seguendo nella speranza di trovare il treno in viaggio.

«A quest’ora l’Espresso per Hogwarts dovrebbe aver già oltrepassato questo punto» gridò la McGranitt per farsi udire dai due studenti.
Dopo più di un’ora di volo i tre viaggiatori videro in lontananza, fuori dal percorso dei binari, le luci dei vagoni del vecchio treno. Da lontano videro una serie di lampi rossi, gialli e verdi partire da vari punti vicini ai vagoni deragliati. Avvicinandosi sempre di più al luogo dello scontro, la Preside iniziò a distinguere una decina di figure che combattevano aspramente contro un manipolo di studenti che provava a resistere all’incredibile raffica di incantesimi che venivano scagliati loro addosso. Tuttavia constatò che i pochi rimasti in piedi non se la cavavano male, un moto di orgoglio si impadronì del cuore dell’anziana strega e per un attimo sostituì la preoccupazione. Poi, quando ormai era arrivata a distanza di tiro, i Mangiamorte decisero di raggrupparsi per fronteggiare insieme il piccolo gruppo di studenti rimasti a combattere e provocarono una grandissima esplosione che scagliò in aria i superstiti. La rabbia montò dentro Minerva McGranitt che gridò «ARESTO MOMENTUM!», fermando la caduta che molto probabilmente sarebbe costata la vita alla maggior parte degli studenti coinvolti.

James Sirius Potter, quando fu adagiato sul terreno con delicatezza, non riuscì a reggersi in piedi perché la violenza dell’esplosione gli aveva fratturato le ossa della gamba destra. Gli altri non era messi molto meglio rispetto a lui. Suo fratello Albus sentiva un tremendo dolore al braccio sinistro, dal gomito in su, e probabilmente gli si era lussata una spalla quando era stato sbalzato in aria. Kimberly, Scorpius, Leanne e Roxanne erano completamente pieni di graffi e ferite su ogni parte del loro corpo, le divise erano bruciacchiate e tagliate in diversi punti. Lily e Rose erano quelle messo meglio, ma anche loro avevano parecchie ferite dovute al frenetico combattimento. Una volta ripresisi dallo spavento, gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts vollero scoprire l’identità di chi li aveva salvati.
Minerva McGranitt, seguita a ruota da Lauren e Logan Weasley, atterò rapidamente di fianco al piccolo gruppo di maghi. La strega si guardò intorno per valutare i danni che erano stati fatti e con suo enorme rammarico notò che molti dei suoi studenti avevano provato a combattere i loro aggressori, ma che sfortunatamente non erano riusciti a fronteggiarli. Infatti i loro corpi giacevano a terra, svenuti, mentre altri, i pochi ancora intatti, avevano cercato riparo all’interno dei vagoni del treno per curarsi le ferite ed ora stavano assistendo allo scontro come semplici spettatori, consapevoli di non poter fare nulla per aiutare i loro amici. Il terreno era completamente cambiato rispetto all’inizio della battaglia: l’erba verde ricoperta di candida neve era stata sostituita da terra spoglia e secca, in alcuni punti ancora fumante, per via delle fiamme e delle esplosioni evocate dai vari incantesimi. Ovunque si potevano notare pezzi di vetro dei finestrini rotti. «Mi spiace essere arrivata così tardi» disse la strega, mentre puntava la bacchetta contro i Mangiamorte. «Voi, luridissima feccia, me la pagherete cara. Nessuno può sperare di ferire un mio studente e di passarla liscia» sibilò l’anziana donna non trattenendo la rabbia nella voce.

Una pioggia di anatemi e maledizioni scaturì dalle bacchette delle nere figure che illuminarono il buio della sera, ma la professoressa di Trasfigurazione non si lasciò intimidire da un tale attacco, nella sua vita aveva affrontato ben di peggio, ed ora la rabbia la caricava di una nuova energia. Sollevò la sua bacchetta magica e pronunciò «Igniscutum» evocando così un enorme scudo magico che assorbì gli incantesimi dei suoi avversari e poi si dissolse in lingue di fuoco che andarono a colpire i Mangiamorte. In risposta alla forza della strega, le nere figure, provarono ad unire i loro poteri e tutti insieme gridarono «Ventus!» evocando delle tremende raffiche d’aria che si abbatterono sui loro nemici, ma, prima che il forte vento si potesse abbattere su di lei e sui suoi studenti, l’anziana Grifondoro evocò un incantesimo scudo che bloccò l’aria in arrivo verso di loro. Approfittando dell’arrivo della Preside, i maghi e streghe ancora in condizioni di combattere si rianimarono di nuova speranza e provarono a darle una mano. «Conjunctivitus!» disse Leanne Baston mirando al volto della Mangiamorte dai capelli ricci, che urlò di dolore, presa alla sprovvista. Con la vista annebbiata e gli occhi lacrimanti, Alyssa Wilson, non era più nelle condizioni di combattere quella battaglia. Nel frattempo Roxanne Weasley, aiutata da suo fratello Logan e sua cugina Lauren, aveva iniziato a scagliare una pioggia di scintille rosse gridando «Confundus». Lily e Rose, avevano invece portato al sicuro i due fratelli Potter, che non erano più in grado di aiutarli in alcun modo e restando a portata di tiro avrebbero inutilmente rischiato di essere colpiti un’altra volta, peggiorando le loro già critiche condizioni. «Non resisteranno ancora per molto!» li incoraggiò la preside di Hogwarts, mentre si proteggeva da una raffica di schiantesimi e contemporaneamente ne scagliava degli altri contro i suoi avversari. Alyssa, che nonostante tutto non aveva voluto ritirarsi dallo scontro, aveva riacquistato leggermente la vista e riusciva a scorgere i profili dei suoi avversari, anche se non poteva ancora metterli a fuoco ed iniziò a gridare «Bombarda» in direzione della ragazza con i capelli biondi che l’aveva colpita in precedenza. Sfortunatamente per lei, Leanne Baston era una strega molto abile ed evitò senza particolare difficoltà la serie di esplosioni evocate dalla riccia. «Artis Temporus» gridò Minerva McGranitt facendo scaturire un’incredibile getto di fiamme scarlatte dalla punta della sua bacchetta, che andarono a fermare delle maledizioni scagliate in direzione di Lily Luna Potter, ma i Mangiamorte non si arresero e iniziarono a bersagliare nuovamente l’anziana strega, sperando di prenderla alla sprovvista. Una pioggia di scintille rosse colpì in pieno petto la professoressa di Trasfigurazione lanciandola a qualche metro di distanza. Tutto successe in un attimo. Lauren Weasley, alla vista di quella scena, si infuriò come non mai, puntò la bacchetta contro le tre figure incappucciate e colpì la prima con un incantesimo stordente, la seconda con uno schiantesimo ed infine gridò «Volate Ascenderai» scagliandoli tutti e tre in aria e poi facendoli cadere rovinosamente contro il terreno. Dopodiché corse ad accertarsi che la Preside stesse bene, ma l’anziana donna si era già rimessa in piedi. «Grazie, Lauren» disse di tutto cuore appoggiando una mano sulla spalla della ragazza.

«È arrivata l’ora di concludere questo scontro, pensavo di poterlo farlo senza impegnarmi, ma ormai sono anziana e loro sono in dieci. State indietro ragazzi.» ordinò Minerva McGranitt con la sua voce severa che non lasciava spazio ad obbiezioni.
Dopo questa affermazione l’anziana strega puntò la sua bacchetta magica contro i sette Mangiamorte che erano rimasti ed evocò un turbine di fuoco. Quell’incantesimo gli era stato insegnato da Albus Silente tanti anni prima, quando ancora era vivo, e a quel pensiero le si chiuse la gola, ma poi si riprese subito per continuare a dirigere le fiamme verso i suoi avversari che, incapaci di contrastare la sua forza, cercarono di evitare le fiamme. Alyssa Wilson esclamò «Protego» nella speranza di parare il colpo, ma la sua barriera protettiva fu dilaniata dal turbine incandescente che la colpì in pieno scaraventandola lontano dai suoi alleati. Uno ad uno, tutti i Mangiamorte, furono feriti dalle fiamme evocate da Minerva McGranitt e completamente neutralizzati da esse. L’incantesimo che aveva usato era una variante del getto di fuoco evocato da Artis Temporus, che sprigionava un calore più debole, ma che poteva prendere la forma desiderata dal mago che lo evocava. In questo caso, la professoressa di Trasfigurazione, lo aveva reso simile al corpo di una frusta che poteva dirigere con la sua bacchetta magica.
«Bene, aiutatemi a legarli, così li potremo consegnare al Ministero» disse la strega, ma la sua voce fu sommersa dal suono di una dozzina di maghi che si smaterializzavano. Infatti, sul campo di battaglia, comparve un folto gruppo di figure incappucciate che, invece di combattere, presero i loro alleati e scomparvero insieme a loro. Minerva McGranitt provò a fermarli, ma tutto fu inutile.

Al termine del terribile scontro, la Preside di Hogwarts sospirò, pensando di aver rischiato davvero tanto. I Mangiamorte si erano spinti troppo in là. Probabilmente li aveva sottovalutati troppo, anche se Pansy Parkinson ed i suoi scagnozzi erano solamente una barzelletta in confronto all’Oscuro Signore, a quanto pare anche loro potevano rivelarsi pericolosi ed imprevedibili. La strega evocò il suo Patronus, un gatto identico a quello in cui lei stessa si sapeva trasformare, e lo mandò a chiamare i soccorsi, che arrivarono dopo circa una ventina di minuti. I primi addetti del Ministero giunsero smaterializzandosi e portando gli studenti feriti più gravemente al San Mungo, poi arrivarono altri a bordo di scope volanti, pronti a trasportare i maghi e le streghe rimasti fino ad Hogwarts, dove le cure di Madama Chips sarebbero bastate. James ed Albus Potter, nonostante avessero entrambi alcune ossa rotte, si rifiutarono di essere portati in ospedale e pretesero di essere accompagnati a scuola insieme a loro cugini. Dopotutto, delle ossa rotte erano facilmente riparabili dall’infermiera del Castello, che ne vedeva quasi ogni giorno per via delle partite o degli allenamenti di Quidditch.

Nel giro di un paio d’ore tutti gli studenti che necessitavano di cure specifiche furono mandati all’ospedale per ferite magiche, dove i loro genitori li stavano aspettando dopo essere stati avvisati dell’attacco avvenuto, ma per nessuno di loro fu necessario fermarsi per la notte e alle dieci di sera fecero il loro ingresso dal portone principale della scuola di magia e stregoneria. Gli altri invece arrivarono ad Hogwarts in meno di un’ora, molti furono costretti a sottoporsi ad una visita di Madama Chips, che stabilì che solamente i due fratelli avrebbero dovuto fermarsi per la notte. Dopo essersi accertata che tutto fosse stato sistemato e che i suoi studenti si sarebbero presto rimessi in salute, Minerva McGranitt tornò nel suo ufficio dove la attendeva una lunga chiacchierata con i presidi degli anni passati.

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