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Autore: logan_weasley    08/05/2015    2 recensioni
Come avrete capito già dal titolo “Complotti Weasley” sarà una fan fiction riguardante il mondo di Harry Potter, più precisamente la mia storia si colloca 23-24 anni dopo la Battaglia di Hogwarts. Compariranno moltissimi personaggi, tanti nomi e cognomi già noti, ma anche alcune novità. La maggior parte di essi sono stati creati da J.K. Rowling, l’autrice della saga, che li ha fatti comparire nel capitolo finale del settimo libro, o li ha nominati nella famosa intervista rilasciata dopo la pubblicazione, oppure ancora li ha svelati sul suo sito ufficiale. Altri personaggi ancora sono di mia invenzione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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COMPLOTTI WEASLEY – CAPITOLO 1
 
La luna piena splendeva alta nel cielo ed illuminava il grande e maestoso Castello di Hogwarts, dove giovani maghi e streghe andavano ad imparare le arti magiche sotto la guida di esperti insegnanti. Nonostante fosse stato ampiamente danneggiato ed in parte distrutto durante quella che è passata alla storia con il nome di “Battaglia di Hogwarts”, avvenuta ventidue anni prima, era stato ricostruito rispettando il progetto originale. Tutte le stanze, i corridoi e anche le quattro torri erano stati riparati con l’ideale di essere il più simili possibile a quelli precedenti. In poco meno di quattro mesi, il Castello era tornato ad ergersi in tutta la sua maestosità, come se quel tragico scontro dove molte persone avevano perso la vita non fosse mai avvenuto e gli studenti tornarono regolarmente a frequentare le lezioni, anche se leggermente in ritardo rispetto al solito. Minerva McGranitt aveva ricoperto il ruolo di Preside per un paio d’anni, prima che fosse scelto un sostituto per il defunto Severus Piton. Dopo varie opzioni, numerosissimi consulti ed interminabili battibecchi era stato designato Rolf Scamandro, nipote del famoso Newt Scamandro e marito di Luna Lovegood, che accettò la proposta senza pensarci troppo. Quando fu scelto per ricoprire la carica di Preside di Hogwarts era ancora molto giovane, ma tutti confidavano in lui perché aveva dimostrato grandi capacità lavorando per il Ministero della Magia, risolvendo le più complicate controversie.

Le regole della scuola di magia e stregoneria erano pressoché rimaste invariate, quindi di notte era sempre proibito girare per il Castello. Argus Gazza, nonostante l’età ormai avanzata, non si era ancora ritirato dalla carica di custode di Hogwarts, continuando a tormentare in ogni modo possibile gli studenti, cercando di sorprenderli mentre infrangevano il regolamento scolastico, spesso inventandosi sul momento nuovi divieti. La settimana precedente, mastro Gazza aveva sorpreso Logan e Lauren Weasley ad aprire un pacchetto nella Guferia: senza verificarne il contenuto, il custode decise che quello era sicuramente un carico di cacca-bombe e che quindi doveva essere confiscato. Per questo motivo i due cugini avevano deciso di intrufolarsi nello studio del Magonò per poterlo recuperare. Il tempo non era stato clemente con Argus Gazza, l’uomo era invecchiato molto velocemente, inoltre il duro lavoro di tenere pulito ed in ordine il Castello, con l’aiuto degli Elfi Domestici, gli aveva portato mille acciacchi, per questo sulla scrivania teneva sempre una borsa dell’acqua calda. Questo i due Wesley lo sapevano molto bene, perché non era la prima volta che entravano nel suo studio, sia di nascosto che trascinati dal custode per una delle loro bravate. L’ambiente era piccolo e freddo, al centro della stanza c’era una grande scrivania, sulla quale erano appoggiati moltissimi fogli, dove Gazza scriveva i reati commessi dagli studenti. Logan e Lauren vantavano un intero cassetto della scrivania dedicato a tutti gli scherzi, più o meno innocenti, che avevano fatto durante i precedenti tre anni scolastici. In realtà, la maggior parte delle volte, i cugini riuscivano a farla franca e non farsi beccare, ma il custode, ritenendo che fosse opera loro, catalogava lo stesso quei bizzarri eventi nel fascicolo dei due Weasley. Il piano che i due cugini avevano elaborato era allo stesso tempo semplice e diabolico: intrufolarsi nell’ufficio di Gazza, rubare il pacco e compiere la loro piccola vendetta. Fino a quel momento tutto era andato come da programma. Infatti, erano riusciti ad uscire dalla Sala Comune senza essere visti da nessuno ed erano anche arrivati fino alla loro meta senza incappare in fantasmi, altri studenti, o peggio, insegnanti. Durante la loro carriera scolastica, Logan e Lauren avevano infranto spesso il regolamento, soprattutto uscendo di nascosto durante la notte, quindi erano molto ferrati nello sgattaiolare fuori dalla Casa di Grifondoro senza farsi notare. Sfortunatamente, però, ora che avevano aperto con un piccolo incantesimo la porta dell’ufficio, assicurandosi con attenzione che non facesse alcun rumore, si era presentato davanti a loro un imprevisto. Un maleodorante, fastidioso e peloso imprevisto: Mrs. Purr, la gatta del custode. Appena aveva percepito lo spostamento d’aria causato dall’apertura della porta, aveva dischiuso i suoi piccoli occhietti gialli per fissare gli intrusi. Lauren fu rapidissima e, sussurrando «Petrificus Totalus», congelò l’animale prima che riuscisse ad emettere il suo terribile miagolio accusatore.

«Adesso cosa facciamo?» bisbigliò la ragazza.
«Faremo tutto come pianificato, ma dobbiamo sbrigarci»
«Va bene. Tu pensa al pacchetto, io incanterò la borsa dell’acqua calda»

Logan entrò il più silenziosamente possibile nell’ufficio, dirigendosi verso la scrivania posta al centro della stanza. Il pacco era stato appoggiato sulla sedia, il ragazzo lo prese con sé, mentre la cugina armeggiava con la bacchetta intorno alla boule rossa.

«Fatto?» chiese il rossiccio in un sussurro.
«Sì, andiamo!»

I due Weasley uscirono in fretta dall’ufficio e portarono con loro la gatta pietrificata, chiusero con la magia la porta, sempre facendo attenzione a non far rumore. Logan e Lauren sgattaiolarono silenziosamente con, rispettivamente, Mrs. Purr ed il pacchetto in braccio fino alla torre di Astronomia.

«Lasciala qua, Lau. Poi liberala dall’incantesimo quando saremo già sulle scale, è impossibile che Gazza la senta fino a qua… » disse il mago.
«Comunque saremo già nella Sala Comune quando riuscirà a raggiungerla»

Quando i cugini finirono le scale che portavano alla cima della torre, sentirono gli acuti miagolii della gatta ed i suoi passi. Dovevano sbrigarsi se non volevano farsi seguire dall’animale ed essere scoperti. I due Weasley corsero per tutto il Castello di Hogwarts, raggiungendo finalmente l’entrata della Sala Comune di Grifondoro, in coro dissero la parola d’ordine al dipinto della Signora Grassa e si rifugiarono nella loro Casa. Era una stanza molto semplice a pianta rotonda, con il pavimento ricoperto da un grande tappeto color vermiglio con rifiniture dorate, numerosi drappi ed arazzi con i colori della Casata ricoprivano le pareti. La sala era anche ornata da diverse armature. Logan e Lauren, con ancora il fiatone, si sedettero sulle soffici poltrone rosse che arredavano la stanza.

«Ce l’abbiamo fatta!» esultò la ragazza dai capelli corvini.
«Ne dubitavi?»
«Certo che no, ma abbiamo rischiato di farci beccare…»
«Alla fine è andata bene, temo però che Gazza si arrabbierà un po’ con noi» disse Logan ridendo.
«L’importante è che abbiamo recuperato le cacca-bombe! Certo che sta iniziando a diventare un po’ troppo sospettoso… ha pensato subito che il pacco ne contenesse un carico senza nemmeno aprirlo»
«Effettivamente la confezione è ancora intatta…»
«La prossima volta staremo più attenti a non farci seguire fino in Guferia»
 
**
 
Da quando un mese prima Milton Pickwick era stato nominato Preside della scuola di magia  e stregoneria di Hogwarts a tempo determinato, in seguito alla decisione di Rolf Scamandro di prendersi un anno di congedo per partire ed andare a  studiare in modo più approfondito le creature magiche, seguendo le orme di suo nonno Newt Scamandro, si era posto come obiettivo il mantenere la quiete e l’ordine ad Hogwarts. Non aveva intenzione di imporre nuove regole, né di apportare modifiche al corpo insegnanti, voleva solamente che, al suo ritorno, il Preside potesse ritrovare tutto come lo aveva lasciato. Pickwick aveva insegnato Difesa Contro le Arti Oscure per una quindicina d’anni ad Hogwarts, poi si era ritirato in pensione e aveva comprato una piccola villetta a schiera alla periferia di Londra. L’aveva scelta in una zona che trovava squisitamente babbana, adorava come i suoi vicini di casa curavano il proprio giardino e così aveva iniziato a farlo anche lui, giusto perché il suo non sfigurasse in confronto agli altri, e così aveva scoperto la sua passione per il giardinaggio. Gli mancava molto la sua accogliente dimora: ogni tanto tornava a dare un’occhiata al suo giardino per assicurarsi che Cindy Hamilton se ne stesse davvero prendendo cura come gli aveva promesso. La decisione presa da Rolf era stata improvvisa e quindi il Consiglio si era ritrovato a dover scegliere tra i vecchi insegnanti andati in pensione, visto che Minerva McGranitt aveva gentilmente declinato l’offerta. Così la decisione era infine caduta su Milton che, in parte per il senso del dovere ed in parte perché era stato preso da una profonda nostalgia per quella che era stata la sua casa per molto tempo, accettò subito la proposta. Il mago si ricordava ancora benissimo la formalissima lettera scritta dall’insegnate di Trasfigurazione che gli era stata recapitata una mattina di inizio agosto, nella quale gli veniva chiesto se quel pomeriggio avrebbe potuto ospitare un piccolo gruppo di ex colleghi e lo si pregava di rispondere rapidamente via Metropolvere. Milton Pickwick era rimasto abbastanza sorpreso da quella insolita ed improvvisa proposta, quindi, spinto dalla curiosità, accettò immediatamente l’invito. Quello stesso pomeriggio, giusto per l’ora del the, i suoi ospiti arrivarono. Minerva McGranitt, Horace Lumacorno e Neville Paciock fecero la loro comparsa attraverso le fiamme verde smeraldo del camino e, dopo aver scambiato i dovuti convenevoli, si accomodarono nell’accogliente salotto. Senza girare intorno alla questione, i tre insegnati gli dissero il motivo della loro venuta e mezz’ora dopo uscirono dalla sua villetta a schiera, sempre attraverso il camino. Il rumore di qualcuno che bussava alla porta del suo ufficio, lo spaventò leggermente e lo distolse dal flusso di ricordi.

«Prego, entri pure…» disse il Preside, sorpreso di ricevere visite a quell’ora.

Era ormai passata un’ora dal termine della cena e l’anziano Preside non si aspettava certo che qualcuno sarebbe entrato nel suo studio. Infatti indossava già la sua camicia da notte azzurra con delle righe bianche verticali. Il mago attese pazientemente che qualcuno entrasse nell’ufficio, ma dopo qualche minuto ancora non era successo nulla. Milton si schiarì sonoramente la voce e ripeté quello che aveva detto pochi istanti prima, ma ancora nessuno accennò a voler entrare. Poi nuovamente sentì il suono di qualcuno che bussava alla sua porta. Leggermente spazientito, Pickwick si diresse alla porta e l’aprì per scoprire l’identità di quello che ormai considerava un insolente scocciatore, ma non vide nessuno, solo un lampo verde.

Il cadavere dell’uomo fu scagliato all’indietro nel suo ufficio ed atterrò sul tappeto in una posa tremendamente innaturale: le braccia protese davanti al volto e le gambe piegate con un’angolazione impossibile. I quadri che prima fingevano di sonnecchiare si destarono ed osservarono sconvolti il defunto.

«Hai visto chi era, Albus?» domandò il quadro di Severus Piton.
«No… ha usato un incantesimo di dissimulazione per nascondersi. Dobbiamo avvisare Minerva, lei penserà a tutto il resto» dopo aver pronunciato questa frase, il mago con gli occhiali a mezzaluna si voltò, dando le spalle alla stanza, e sparì dalla sua cornice.
Circa dieci minuti dopo, l’insegnate di Trasfigurazioni, seguita da Neville Paciock, entrò nell’ufficio del Preside. Quando la donna vide il cadavere del povero Milton, portò una mano davanti alla bocca, sconvolta dall’orrore, ma poi, un istante dopo, si era già ricomposta nella sua solita maschera di rigidità.

«Neville, corri ad avvisare il resto del corpo insegnanti. Io penserò a renderlo più presentabile… quella dannata strega è riuscita davvero ad infiltrare i suoi dentro il Castello, quindi stai in guardia» disse Minerva estraendo la sua bacchetta.
«Devo avvisare anche l’Ordine?»
«Certamente, vai».
 
*
 
Villa Malfoy era come sempre una splendida abitazione, aveva un ampio giardino con fontane e spazi verdi ed un piccolo sentiero a ciottoli che conduceva fino all’entrata principale. L’interno era rimasto immutato negli anni, solo alcune stanze, prima adibite a nascondiglio per manufatti oscuri, erano state disposte per scopi più legali. Una di queste era diventata un comodo salotto, con alcuni divanetti in pelle, tutti rigorosamente neri, dove venivano accolti gli ospiti.

«Perfetto, tutto è andato secondo i piani» esclamò Pansy Parkinson con voce compiaciuta.
«Allora dobbiamo brindare» disse Draco Malfoy, mentre si alzava dall'accogliente seduta del suo salotto. Il mago si avvicinò alla credenza dove teneva le bottiglie con i liquori più pregiati e, dopo un’attenta scelta, tornò a sedersi al fianco di sua moglie, Astoria GreenGrass, che fece comparire dei calici di cristallo con un leggero movimento della bacchetta.
«Sì, dobbiamo festeggiare questo giorno! Dopo una serie di sconfitte, finalmente abbiamo avuto la nostra rivincita contro l’Ordine della Fenice» disse estasiata la maga con il volto simile a quello di un carlino, mentre il suo fedele sgherro riempiva fino all’orlo i calici con del rum incendiario.
«Qual è la nostra prossima mossa?» chiese la padrona di casa.
«Tutto procederà regolarmente, non dobbiamo agire in modo avventato solo perché abbiamo ottenuto una vittoria. Seguiremo il piano stabilito in precedenza: Il nostro infiltrato continuerà ad agire dall’interno del Castello, il trasferimento a Durmstrang delle nuove leve avverrà tra un mese e poi inizieremo a farci notare».
  
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