L'occhio nero di HellSINger (/viewuser.php?uid=380857)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nero ***
Capitolo 2: *** Haze ***
Capitolo 3: *** Black ***
Capitolo 4: *** Foschie essenziali ***
Capitolo 5: *** White ***
Capitolo 6: *** Accecato ***
Capitolo 7: *** Dislivello ***
Capitolo 8: *** Cocito ***
Capitolo 9: *** Glimp ***
Capitolo 10: *** Rakshasa ***
Capitolo 11: *** Drip drop...shh ***
Capitolo 1 *** Nero ***
ho visto quell'essere
e sono andata oltre
velandomi e annulandomi.
L'occhio in una crepa immane.
Una testa di bambola
col retro in frantumi
e dentro l'ombra
più vuota e lurida.
Un egoista, nero
rifugiato, ragomitolato
Suicida ombra,
crogliolato nel suo stesso
sangue, fissa chi lo fissa
accede un fiammifero
E brucia da solo
ridendo.
Ricordo
E rido
Sul rompi-capo
del suo comportamento
e miro la luce, voltandomi.
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Capitolo 2 *** Haze ***
Vedo gente nelle auto
Ferme attraverso il vetro
Il niente particellato.
Vedo i fari venirmi
Incontro, occhi sospettosi
Mi indagano, mi stanano
Dalla mia ombrata riflessione.
Sento l'asfalto sulle
Mie guance, non c'è
Nessun trucco...
Non si sfugge
A 650 N.
Acido trattenere
Troppo debole
Per sciogliere
Le parole
Che non dico
Troppo forte
Per risparmiarmi.
E sanguinosa
Passeggio
A braccia aperte
Gocciolante e
Storta.
Luce finta filtrata
da rami morti.
Mi spezzo ad ogni passo
Muoio un poco per battito
Tutte le porte Sono chiuse
Un occhio fosco nero.
È forse questo che mi fa
Emergere alla luce e proiettare un'ombra.
Chiacchierare con te
Sorella è un po' incomune.
A
volte mi chiedo come sarebbe
Se ci fossimo scambiate di posto
No, è troppo egoistico da parte mia, dopo tutto eri persino più debole di me.
Gli arilli cadono e marciscono sul
marciapiede
gocce di sangue rappreso.
E rido, rido
Con l'anima
Volta alla bruma
Serale. Fatalmente
Specata.
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Capitolo 3 *** Black ***
Depressione?
ah, sì la conosco
so quali libri legge
che tipo di the beve
la sua casa ideale.
È come il bitume
densa sporca
colloide, famelica.
È come un paio
di occhiali invisibili
a lungo termine
contorce la vista.
Ringhia e allontana tutti
e ti lascia a deperire.
A un certo punto
sviluppi un odio
verso chi la veste
e passi da parole
a dei fatti, infetti
segni di un
drogarsi di
Istanti ramati
ricamati
sulla pelle
In verticale
una zip.
Ah, è buono
sapere no?
Le parole che dici
tutte, possono
seminare morte,
nel cuore del non-te
Per tanto ho sempre
Cercato di essere gentile,
ma è un comportamento
che mi ha fatto cadere di più
col tempo diventa la prassi...
disgiungendo i pezzi
sei ad un passo
dal pagare il prezzo
per intero con disprezzo
d'istanti distanti.
È molto triste
questo mondo
come me ne ha viste
già tante eppure
scivola placido
sull'ultima
luce del mio lume.
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Capitolo 4 *** Foschie essenziali ***
L'aria fredda del crepuscolo entra miei occhi, vispa e formicolante mi addensa delle lacrime sui bordi esterni. Gli alberi del parco respirano e spargono la loro ombra tutta in loco, frammentata da bagliori di sigarette e lampioni . C'è un profumo fosco e fumoso altanelante
tintinnante
di foglie passite: di frassino, pungente e legnoso; di pino balsamico e pungente;
di ginkyo antico, malinconico unico ed indescrivibile. Le bacche improprie del tasso, son foglie macilenti sanno di bugie, ma anche di amore.
Il tutto profanato arricchito, da un polveroso e secco odore di intonaco e mattoni, sviscerato dall' umidità crescente. Un folle profumiere che mescola al mondo La sua essenza.
Un essenziale tutto che la sera scava. Memorie indicibili fatte di cieli stellati prati lucenti.
Parole come semi
del tarasacco leggere si susseguono come un'essenza con l'esigenza di essere carpita assaporarata resa immortale.
e tu scivoli Tu ti infrangi Tu torni, ma resti poco, cosa c'è che non va hai tra le mani un foglio pallido.
Quanto astio per il puro bianco, Ma basta un niente per sporcarlo, odiarlo in silenzio è candeggiarlo sempre più. Agisci, colpisci al cuore. O muori nel tentativo di sfuggire dalla...
Troppi problemi e pensieri sgretolano la mia prospettiva sulla scia d'umido di stasera.
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Capitolo 5 *** White ***
Io ho un sogno esistere in un modo tangibile effettivo e non essere un vuoto che cerca di riempirsi evidenziando solamente il silenzioso niente che lo riempie.
Non sento quasi niente. Solo brevi perturbazioni della superficie, danno moriture impressioni, inefficenti emozioni.
Anche oggi l'occhio nero apre i battenti implode, implora i bordi di lasciarsi accarezzare assaporare, anche se solo per inconsistenti minuti...
Cerca il mondo capovolto capolavoro di retine diverse forse più chiare e più dolci...
Ah è così doloroso colpire questo marmo bianco, sbucciare le mie nocche oltre le ossa...
Ma non sarà percossa alcuna a scheggiarlo, spesso, questo ghiaccio necessita di calore maggiore di quello del sole, maggiore di quello che'l bello mi dà. La me ancora liquida, Endoergonica, non può farci niente... il vuoto arriva si siede beve tre gocce apre l'occhio con le chiavi E tutto
Tace. Nuova-mente...
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Capitolo 6 *** Accecato ***
È una serata tranquilla
Il suono di qualche treno divora il buio Il silenzio stagnante
Copre le mie pulsazioni e i miei respiri.
Mi sento come la dama bianca, piena di foschia, passeggio sui binari morti un piede dietro l'altro e chiudo gli occhi
la nebbia che è entrata In me spegne il mondo e lascia il mio nudo e freddo, tinto di pochi colori, occhi riflessi In altri occhi, ( il nero risalta così tanto su di te) la tua bocca tagliata salata da un fumo più pesante del mio. Lascia qualche segno come un ustione che non rimarcata, Resta stampata a fuoco comunque nell'eterno candore
di questa tela i tuoi colori, mi fanno perdere, anche se in luoghi lugubri, il mio suono tende ad assomigliarti a richiamare come un eco ciò che manca a questo bianco senza speranza.
E oscillo ancora cullando le mie ansie. Assaporando dolcemente le tue parole e le tue paure. ..
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Capitolo 7 *** Dislivello ***
Mi chiedi come posso
avere paura, io ho affrontato,
Dopo tutto, demoni ben peggiori,
a viso aperto, a braccia aperte, gocciolante e persa.
Eppure a tratti temo me
stessa, questa guerra
mi ha reso simile
alla mia nemesi.
Questa splendida freddezza
che mi sono guadagnata
è diventata una croce.
Eppure vorrei vivere
così ardentemente
da distruggere tutto
con un assaggio solo...
Perché tu?
Come puoi tagliare l'acqua
fessurare il marmo gelato
così delicatamente
e così selvaggiamente;
Senza sfiorare la superficie.
come riesci a vedere
L'occhio nero
nella mia ombra?
È così amabile soffrire nel tentativo di sciogliermi
appena sotto la superficie...
E rido, rido, riducendo
tutto questo in un brano
brutto e sgradevole.
Me la falsa poeta
Diplorevole
Dirimpetto all'innafferabile
scia di una persa emozione
fatta di giuramenti muti.
Immobile.
Sempre.
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Capitolo 8 *** Cocito ***
Un assaggio
solo delle tue labbra è sufficiente per scaldarmi un pochino sui miei bordi sempre così sfuocati. Una goccia di me è risalita appena gelata sul bordo del
nero occhio e ti fisso
satura di un barlume
di calore tra le mie
palpebre, serrate strette
Per non far sparire quel
poco che ne resta, conta
i giorni e i minuti, ma per
adesso l'entalpia è contro .
Tu mi uccidi .
Ma dura poco.
Non so essere delicata
sono acqua costretta
da una diga ad essere
placida, se si spezzasse
travolgerei tutto...
E il tutto è maledettamente
fragile, non vorrei spegnere
ogni fuoco. Ogni colore
coperto dal mio.
Tace il tutto
Respiro
e calo.
Sempre il solito
Muro bianco
Sempre lo stesso
orizzonte nero.
Il mio inferno interiore
aspetterá la prossima
canzone.
Il miglior veleno
è quello che bagna
le tue labbra tagliate
e annerite. Questo
non è un tentativo
di suicidio, neanche
di diluizione, è buttare
Veleno nel veleno.
È il passo che faccio
mentre mi spezzo.
È il giuramento che fai
mentre ti sbricioli.
Ci baciamo
sotto la neve
con le mani
nella polvere.
Chiudi gli occhi,
non guardare la mia
ombra, non vedere
l'occhio nero
e le mie macchie.
Tutto intorno
Il cielo gela
tu stesso
il tempo.
le mie percezioni
lasciano divorare
come se niente fosse...
Tutto ciò sarà
sufficiente ad uccidermi?
Ne hai il coraggio
o il fondo del mio mondo
questo cocito gelato
ti spaventa a tal punto?
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Capitolo 9 *** Glimp ***
Non ho pietà
lo ammetto per
capirti meglio
non posso fare
a meno di sviscerarti
nel profondo, con le mani
immerse nella palude
delle tue paure.
Sono quel genere
di mostro che scivola
di lato come l'ombra
dei lampioni illuminati
dai fari un auto gitana.
Non conosco delicatezza
alcuna, vedo e mi immergo
nella lacuna, lascio che
mi sporchi la pelle
che mi divori gli occhi
e il cuore... è pece bollente
Vorrei trovarti sotto
La tua superficie,
Ma ho paura di sciogliermi
di travolgerti e consumare
tutto con il mio modo sbagliato.
Attorno a me il mondo
Gela e tace, gela e cade...
Tutto o è nero
O è bianco.
Non c'è pace
questo è l'inferno.
Eppure non riesco
a smettere di cantare,
le tue guace, i tuoi occhi
e questa dilaniante inquietudine, sono
martello e incudine
do forma ad un sogno
forse un incubo, eppure
non posso fare a meno di
Temprare qualcosa,
Di sperare in qualcosa
di cadere eternamente
in qualcosa di diverso.
Il mondo è uno specchio
Io cammino sulla superficie
E lei sotto i miei piedi.
Chi è la vera
e chi è l'immagine?
tutta questa fatica
per poi essere sdoppiata
separata in due lati...
La verità è che entrambi
i riflessi sono sbagliati,
sono la persona sbagliata
niente cambia il mio attribuito
non tu, non il sangue.
Sono semplicemente
inadatto a questo mondo
e probabilmente sono solo
l'essenza di un ricordo
dell'originale, quello che è
andato perduto anni fa.
Ed è stata tutta colpa mia,
Il nero spegnersi del colore
della luce, lo striato bianco
vessillo del mio essere stanco,
segni del mio fallimento
eppure questo mondo
con il mio colore spalmato
sopra dici sia stupendo,
hahaha, non posso vederci
niente di buono, è un mio errore,
tu non vedi quanto orrore,
mi costi caro, quanta carta
tagliata, fessurata, sporcata
servirà per farti capire
che sto morendo,
che tu a tratti mi salvi
e a tratti mi stermini.
Non ha importanza
a me va bene così
dopo tutto potrei
riuscire a scrivere
calcando bene
la parola fine
e riposarmi
eternamente
dopo la guerra...
Sono davvero stanca
di cercare di dimostrare
che He ha ancora molto
da fare, da dire, da dimostrare.
Ormai
il mio tempo è
caduto
nelle fauci di un occhiata.
Non riesco a fare a meno
di amarti e odiarti.
...Menti con leggerezza. ..
Sempre.
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Capitolo 10 *** Rakshasa ***
Non esiste.
Hai sentito i messageri
della morte parlare?
Sono persone
ombra, non le si nota
facilmente, hanno una
maledizione addosso un
segno indelebile, sanno
cose che è meglio non vedere. La morte li
segue, sanno e perciò
contano i passi
I versi di un mantra.
Gira la ruota uncinata
Gira e strappa via porzioni
Maculate, maciullate
della mia testa, ride
bramosa, e gira spaccando e spargendo...
E ne voglio ancora,
abbracciarla non è
un problema, fende
e mi sparge, su tutto
mi poso. Non serve
È tutta carne inutile.
Ghigno, questo colore
Caldo e accogliente
Non è fatto per durare
l'aria lo tocca e lo rende
Nero. Morire. Seguire ...
Perdere il controllo,
Il conto.
È uno skyburial
dare utilità
a qualcosa di
ormai vuoto,
un'onda di
penne funebri
ritorna.
Copri gli occhi
con questo maya,
Il bagliore splendente
del filo che lo ricama
è strappato via
dall'intreccio
del ricamo, fissalo
per non scorgere
la trasparenza.
Il mondo è bello.
Tu ingannato
dalle stoffe
tessute dall'uomo
indirettamente.
Questo canto
non fa eccezione.
Un iride
uno specchio
Immenso, il mare
d'inverno, il lago
in fondo all'inferno.
Ho sete e non mi basta. Un segreto nascosto male in una falsa bugia.
Si butta, sporca divora i fianchi La superficie tutta con violenza velata. Ho fame.
Non posso credere che questi siano i miei occhi,
questa immagine non è reale, si gira e mi guarda... gli occhi vuoti e neri, sembra di caderci dentro arrossandosi. Tutto questo me lo sono inferto per sopravvivere, per non ferire nessuno, ma sto barando, non sono queste le regole del gioco. .. E questo è solo uno specchio... la mia punizione, la mia definizione vuota...
I miei passi stanchi, gettati sui miei frammenti ricongiunti incastonati nella pelle, la spezzano... Rido, ci stai riuscendo incredibile, stai riuscendo... Ah incredibile, è la prima Guerra ad essere efficace. Io sono così, ogni battaglia è mia, indipendentemente dal mio guadagno, è egoismo misto a
sono sempre stato solo, Un solido porto
gelato. Un mare di lacrime Amare.
E tornano i messageri Con le loro vesti funeree e lunghe lame nere.
Ride il teschio ebbro Urlano i bambini Ingrassa l'abisso.
E guardo l'occhio nella ferita, la carne è marcia, il sangue
tinto di un nero
polveroso.
I miei colori
durano sempre
poco, questo
mondo li logora
divorandomi.
Oh, non durerò molto
in un mondo torto,
ci credi? Ah, non posso
morire, sarebbe noioso
troppo semplice fuggire
dalle mie colpe, la ruota
Riderebbe ebbra.
La sofferenza
è purificazione,
seme di compassione,
Seme di rosa, che avviluppa
il cuore di un mostro...
Graffia forte e incide
Parole inesistenti
Matyea in, matyea in
Tu dama di ferro
stringimi e si forte
spezza questo giardino
Nanae to, schiudi
I miei occhi
rispetto il tuo nome
la tua vuota passione
il voto solenne che
nel vuoto riposa
perenne sogno
di un amante
disilluso
affamato di illuminazione di illusione.
Un violento
Rakshasa
Riempe una coppa
E beve la luna.
Un'ombra si è
Spenta.
Prove di esistenza. |
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Capitolo 11 *** Drip drop...shh ***
La belva si è svegliata,
stanca di masticare
Il mio cuore, del sapore
troppo delicato del sangue,
il mio, sorda al drip drip,
Ninna nanna sprecata
requiem del maya;
è balzata. Io ti ho ferito
finalmente, un colore nuovo
un rosso salato, tu spreco
di sofferenza, tu, irrisorio
il tuo velo di fallimento
parole, parole,
inutile dirlo senza prove.
Mi credi così idiota?
La vita è guerra
La guerra è violenza
La violenza è il mio maya
Il dolore, la mia Alone,
so quanto riesco a sopportarne
So quanto ne posso infliggere.
È il mio metro.
Se non lotti per il dono
della vita forse non lo meriti
Non hai mai notato
le mie fessure,
La carne marcente
che si staccava
dalle mie ossa
anche a causa
una piccolezza.
Tu le aprivi
ci guardavi dentro
Ghignante
distratto da ciò
che ti sei tirato
addosso è il karma
non capisci,
tutto a questo
mondo soffre,
ogni animo..
Eppure hai in
considerazione
solo la tua polvere.
Triste.
Se solo avessi
letto con superficialità
I miei occhi avresti visto
ferite peggiori, solchi.
Occhi neri disciolti
...
Fermi, non fatevi idee
Non ho bisogno
di una stampella,
non voglio essere aiutato,
ma compreso, mi impegno
Molto a trattenere
il Rakshasa, perché
sono un fallimento
Come spirito violento.
Posso essere buono
sono buono
vedo cose
che voi placidi
umani non potreste
mai sognare.
Con la consapevolezza
Che ogni cosa è passeggera
e tremendamente persa
nutro in finita pietà
empatia e pazienza.
Finché non apro gli occhi
puoi godere di questa musica
dolcemente dispersa.
Shh torno a dormire.
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