Inutilità di 9Pepe4 (/viewuser.php?uid=55513)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** # Cugini [Patroclo; Achille] ***
Capitolo 2: *** # Fratelli [Paride; Ettore] ***
Capitolo 3: *** # Parole [Achille] ***
Capitolo 4: *** # Vuoto [Paride] ***
Capitolo 5: *** # Vendetta [Paride; Achille] ***
Capitolo 1 *** # Cugini [Patroclo; Achille] ***
1 # Cugini [Patroclo; Achille]
Patroclo e Achille sedettero ansimanti sul prato. Abbandonarono le
spade di legno poco lontano, concordi su quella tregua
dall’allenamento.
Patroclo scrutò il cugino con un pizzico
d’invidia: non era per nulla sudato. Teneva la testa
inclinata verso il cielo e lasciava che la luce del sole gli colpisse
le palpebre chiuse. Aveva il corpo rilassato e un’espressione
di soddisfazione sul viso.
Al contrario, il più giovane sentiva un velo di sudore
pizzicargli la schiena e i suoi muscoli dolevano per protesta contro
l’estenuante esercizio fisico al quale venivano sottoposti.
Guardò ancora una volta Achille e decise che rilassarsi non
avrebbe potuto fargli che bene. Perciò chiuse le palpebre,
per poi riaprirle di scatto ricordandosi di una domanda non ancora
posta.
«Cugino?» chiamò.
Achille socchiuse gli occhi e si volse pigramente verso di lui. Un
sorriso gli inclinò le labbra mentre replicava:
«Sì?»
«Come sono andato?» domandò Patroclo.
Una scintilla di indulgenza passò sul viso del figlio di
Peleo. Attese qualche attimo prima di rispondere, poi
allungò la mano e donò una pacca vigorosa al
cugino. «Sei un bravo allievo» si limitò
a rispondere, con lo stesso sorriso sulle labbra.
«Lo hai già detto» gli fece notare
Patroclo. «Anche prima che iniziassimo il duello».
Il sorriso di Achille si fece più ampio.
«Veramente?» chiese piano. «Deve essermi
sfuggito». Reclinò la testa e finse di contemplare
con attenzione un filo d’erba tra i tanti.
Patroclo lo guardò. Scosse la testa, poi insistette:
«Vorrei anche udire un’opinione diversa».
L’altro si finse sorpreso. «Vuoi che ti dica che
sei un pessimo allievo?» domandò, assumendo
appositamente un tono esterrefatto. Strinse tra le dita uno stelo
verde, lo spezzò delicatamente, rigirandoselo sul
polpastrello.
Patroclo sospirò e lo fulminò con uno sguardo.
«Intendevo...» iniziò, poi
rinunciò e si limitò a dire, con tono velato
d’accusa: «Lo sai cosa intendevo».
A quel punto, Achille non poté trattenere una risata.
Rivolse al cugino uno sguardo affettuoso e confessò:
«Hai ragione, so cosa intendevi».
«Ebbene?»
«Sei migliorato abbastanza, i tuoi movimenti sono
più coordinati» ammise il figlio di Peleo.
«Ma ricorda» aggiunse poi, «devi vedermi
non come il caro cugino Achille che ti insegna a combattere, ma come
nient’altro che un nemico». Si passò un
dito tra i capelli biondi.
«I nemici potrebbero farsi male a mettersi contro di
me» lo stuzzicò Patroclo, più per mera
voglia di scherzare che per velata presunzione.
«Oh, non ne dubito» accondiscese Achille.
«Potrebbero» aggiunse poi.
«Ma puoi farti
più male tu di loro». Rivolse al cugino un lieve
sogghigno, ma la traccia di indulgenza non si era smarrita nella sua
espressione volutamente scettica.
Patroclo sospirò. «Volevo dire» si
corresse, «che i nemici si faranno male a mettersi contro di
me».
Un bagliore si accese nello sguardo di Achille, un bagliore che suo
cugino conosceva bene. Era la luce che sempre compariva nei suoi occhi
mentre iniziava a pensare ad una qualche sfida.
Infatti, il figlio di Peleo si alzò in piedi e
recuperò in un attimo le due armi di legno.
Lanciò a Patroclo la sua spada e impugnò
saldamente la propria. «Avanti» lo
provocò. «Io sono un nemico. Fammi vedere quanto
dolore puoi infliggermi».
Con un sorriso, il figlio di Menezio diede il via
all’ennesimo duello.
Eppure, nonostante le parole di Achille, quel combattimento fu
più che mai un gioco; e le risa dei due cugini echeggiarono
tutto intorno.
Spazio dell’autrice:
devo ammettere che scrivere di Patroclo più giovane di
Achille mi fa un certo effetto o_O”” Comunque nel
film Troy sono così e io mi attengo^^
Spero non sia la schifezza che mi sembra...
Molto gradite le recensioni, anche per dirmi secondo voi cosa non va
bene^^
Grazie ai lettori e ad eventuali commentatori, se non farà
troppo ribrezzo questa COSA pubblicherò presto la prossima
One-Shot
Ciao
|
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Capitolo 2 *** # Fratelli [Paride; Ettore] ***
2 # Fratelli [Paride; Ettore]
«Inutile». Paride sbuffò sconsolato.
Ettore, seduto al suo fianco, non poté trattenersi
dall’alzare gli occhi al cielo, i riccioli castani ramati
dalla luce del sole. «L’hai già detto
più di tre volte» sospirò.
Il fratellino lo guardò quasi accusatore. «Lo
ripeto perché è vero! Perché
è assolutamente, completamente, realmente...»
«Inutile!» concluse Ettore per lui.
«Ma è vero!» insistette Paride.
«Non sono bravo con la spada, per niente! Ed è
inutile che cerchi di migliorarmi!»
Scoraggiato, abbassò la testa.
Ettore sospirò osservandolo. «Coraggio»
disse infine. «Non è la fine del mondo».
Il minore lo ascoltava, attento e ansioso.
«E poi, sei bravissimo con l’arco,
giusto?»
Paride sobbalzò, mentre una vampa di calore gli saliva alle
guance. Si sentì smarrito e insieme felice, dal momento che
non aveva mai creduto che qualcuno sapesse dei suoi allenamenti con
arco e frecce... Era contento che suo fratello non solo ne fosse al
corrente, ma lo giudicasse anche bravissimo. «Davvero...
veramente pensi che io sia bravissimo?» chiese, esitante.
Ettore sorrise. «Ma certo! Altrimenti non avrei sollevato la
questione».
Il ragazzino, prima di poterselo impedire, si illuminò
d’orgoglio e di felicità per
l’apprezzamento del fratello.
Ettore si alzò. «Allora?»
domandò.
Paride lo fissò smarrito. «Allora cosa?»
Il sorriso di Ettore divenne più grande. «Non
vieni a farmi vedere per bene quanto sei bravo a direzionare le tue
frecce?»
«Davvero vuoi vederlo?» Il minore non riusciva a
crederci, era troppo bello.
«Paride» lo minacciò allora Ettore, a
denti stretti, «se non la smetti di essere così
scettico nei confronti delle mie parole la prossima volta dovrai
allenarti da solo».
Il ragazzino si alzò immediatamente. I suoi riccioli bruni
si mossero appena. «Andiamo» disse, emozionato.
Insieme si diressero all’interno di un capanno un tempo
adibito a stalla. Sulla parete in fondo era affisso un bersaglio.
Ettore guardò il fratello. Paride si avvicinò ad
una pila di paglia, e da sotto di essa estrasse il proprio arco assieme
ad un certo numero di frecce. Si accorse dello sguardo del maggiore e
spiegò: «Li lascio qui in modo da poterli trovare
comodamente ad ogni ora del giorno». L’altro
annuì.
Paride si posizionò ad una certa distanza dal bersaglio. Si
sentiva un po’ agitato. Sapeva di essere bravo, ma non poteva
non temere la possibilità che tutto andasse storto.
Sbagliare proprio davanti a suo fratello era una prospettiva
tutt’altro che rosea. Allontanò quei pensieri.
Incoccò una freccia, fece un respiro profondo,
mirò e fece partire il dardo.
Sospirò sollevato quando vide di non aver affatto sbagliato,
quindi si volse verso Ettore. Il maggiore si volse con un sorriso verso
di lui. «Bravissimo» approvò.
Di nuovo, le guance del ragazzino si accesero di orgoglio e
contentezza. Era quello l’effetto che i complimenti del
fratello gli facevano: si sentiva subito felicissimo e in pace con se
stesso.
«Grazie» sussurrò.
Ettore scrollò le spalle. «Era un apprezzamento
meritato» fece notare. «E ora torniamo a
casa».
Fianco a fianco, Paride con l’arco in mano ed Ettore con la
spada alla cintura, si avviarono per la via che conduceva agli alloggi
reali.
Spazio dell’autrice
2
– il ritorno (ehehe, ma sono
scema sul serio!):
Oookay! Ero molto
più allegra mentre scrivevo questa
One-Shot. Perché... be’, perché Ettore
è Ettore (qualcuno provi a contestare
quest’affermazione xD) e Paride boh. Non so, non è
il mio personaggio preferito – non può nemmeno
sperare di contendere tale titolo a suo fratello (e a suo nipote :D)
– però scrivere su di lui mi piace! In questa Shot
adoro come si illumina ai complimenti di Ettore (e chi non lo
farebbe... aah). Me lo immagino benissimo, pendere dalle labbra del
fratello *_*
Dato che ho
già scritto tutte le One-Shot mi posso
permettere di aggiornare in fretta^^
DarK_FirE: ciao
^_______^ hai ragione, la tenerezza di quei due si
ferma a questa Shot. Possiamo concedere ad Achille una piccola ed
apparente tregua al nostro odio nei suoi confronti U_U In effetti
Patroclo avrebbe anche potuto essere un bel personaggio, se non fosse
stato per la sua mania del combattere è_é
Davvero, è un peccato che poi le spade le usino –
quelle VERE – per fare dell’altro (ammazzare gente
e roba simile). Ecco la famigerata altra One-Shot... visto come sono
stata brava??? Mi sono trattenuta dal fare una descrizione dettagliata
di Ettore (ad essere onesti ciò è dovuto a motivi
anche pratici: se alla fine fossi caduta svenuta non sarebbe stato
conveniente U_U... ma anche solo i riccioli castani ramati... *____*). Bacioni^^ (Ettore *_*)
Abigail94: in ordine di recensione,
Abby, in ordine di
recensione.
Calma. E be’, gli dèi donano ad ognuno doti
diverse (questo non significa che mi sono fatta politeista (non potrei
mai) solo che nel contesto mi pare bello dire così :D).
Infatti Patroclo e Achille NON sono cugini nell’Iliade, ma
dato che sto scrivendo su Troy devo farli cugini U_U mmm, in effetti
Achille non è male come carattere in questa Shot... ho
preferito non lasciarmi condizionare da ciò che penso di
lui... Giocarono, senza saperlo, per l’ultima volta U_U se la
vì (scritto come si pronuncia xD). Comunque era intenzionale
il clima malinconico: tra i generi c’è appunto
malinconico. E se dici di essere depressa ora aspetta di leggere
“Un bambino dimenticato” xD Ciao
|
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Capitolo 3 *** # Parole [Achille] ***
3 # Parole [Achille]
«Achille!»
A quel richiamo, l’uomo rivolse un sorriso a Briseide, facendola arrossire, poi si raddrizzò la veste ed uscì, con un’espressione serena che scomparve quando vide i Mirmidoni intenti a posare le proprie armi.
«Avete violato i miei ordini…» osservò, accigliato, guardando Eudoro.
«No, mio signore. È stato un errore» replicò lui.
Achille avanzò verso il soldato. «Ho detto ai Mirmidoni di restare qui» fece notare. «Chi li ha guidati in battaglia?»
«Non io, mio signore» replicò Eudoro, mettendosi in ginocchio nella sabbia davanti al figlio di Peleo, con un’espressione quasi… affranta. «Credevamo fossi tu».
Achille sentì l’improvvisa consapevolezza serrargli la gola. Tentò di deglutire. «Dov’è Patroclo?» domandò, troppo in fretta. «Patroclo!» chiamò.
Eudoro batté le palpebre, come se fosse arrivato il momento che più temeva. «Lo abbiamo scambiato per te, mio signore» mormorò, mentre Achille si guardava attorno. «Indossava la tua armatura, il tuo scudo, il tuo elmo… si muoveva come te, persino».
Achille lo guardò e sentì un’ondata di rabbia travolgerlo. Con uno scatto, colpì Eudoro in pieno viso, facendolo cadere a faccia in giù nella sabbia, urlando: «Dov’è ora?!»
Il soldato sollevò il viso, sporco di sabbia e sangue.
«Dov’è?» ripeté Achille, gridando.
«È morto, mio signore» rispose angosciato l’uomo.
Il figlio di Peleo abbassò lo sguardo, il respiro affannoso.
Morto, morto, morto, morto.
«Ettore gli ha tagliato la gola…» sussurrò con voce spezzata Eudoro.
Achille rimase fermo per un attimo, tremando sotto l’impatto di quelle notizie, poi si scagliò contro il soldato, premendogli un piede sulla gola e tenendolo disteso sulla spiaggia.
Briseide, terrorizzata, urlò: «No!» correndogli incontro, ma Achille la afferrò per la gola, scaraventandola a terra.
Dopodiché tolse il piede dalla gola di Eudoro, il quale tossì, poi prese la spada e si diresse verso il mare. I Mirmidoni si scostarono al suo passaggio.
Camminò sul bagnasciuga, tenendo la mente concentrata sulla propria rabbia per impedire che la sofferenza lo sopraffacesse.
Patroclo, Patroclo, Patroclo. Morto.
No, doveva essere uno sbaglio. Non poteva essere, non era vero, no.
È morto, mio signore.
Ogni parola una fitta al cuore. Quanto poteva valere una sofferenza simile? Gli mozzava il fiato. Il mondo ondeggiava, sembrava sul punto di svanire. Perché un mondo senza Patroclo… senza il suo giovane cugino, così intraprendente, così testardo.
Avrebbe dovuto capirlo, dall’espressione che aveva il giorno prima. Avrebbe dovuto capire che aveva in mente qualcosa, che in caso di attacco avrebbe agito così.
Gli si offuscò la vista, un’ondata di nausea lo travolse. Quell’onda, lo sapeva, lo avrebbe spinto all’agonia, come un pesce trascinato sulla sabbia, dove non può più respirare.
Con uno sforzo enorme, distolse la mente da quelle parole e ricordò la frase successiva di Eudoro.
Ettore gli ha tagliato la gola.
Immediatamente provò un odio intenso, al quale si aggrappò, annegando il dolore nella rabbia e nel desiderio di vendetta.
Era molto più semplice infuriarsi che soffrire.
Spazio dell’Autrice:
Okay, non è molto lusinghiera nei confronti di Achille… Per me si è un po’ troppo deciso ad odiare il mondo, quando ha saputo che suo cugino era morto, non ha saputo affrontare il dolore, ha deciso di odiare Ettore… Non si è capito nulla di quel che intendevo, eh?
Tuttavia devo dire che non sono certa della riuscita di questa Shot, dal momento che non ero molto emotivamente coinvolta xD
DarK_FirE: ciao! Ettore *ç* (contegno, contegno). Anche a me piace di più la One-Shot con Ettore e Paride, chissà perché… mmm… Concordo: bravissimo Paride, continua a diventare sempre più bravo con l’arco, così poi fai fuori – molto gentilmente, ovvio (ironia) – Achille. Bellissimo il nuovo termine *________* W Ettore!!!! Baci^^
Abigail94: ciao, Ab! (eehm). Ora sono contenta! Scusa, ma copyright da quando è femminile? (mi sono persa qualcosa??) Hai ragione, Paride e Ettore non sono tanto grandi. Infatti Fitz non guarisce mai! (Auch! Maledetto naso! Perché diamine si allunga?!). Non nominare la gita, okay? Ciao! |
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Capitolo 4 *** # Vuoto [Paride] ***
4 # Vuoto [Paride]
Paride sentiva il proprio cuore battere all’impazzata. Sentiva la tensione annodargli lo stomaco, il proprio palpito rimbombare nelle orecchie.
Poi, di colpo, troppo in fretta, troppo presto, troppo ingiusto, accadde.
Vide la lancia di Achille penetrare nella carne di Ettore, infilzarsi nella spalla, sopra al cuore.
Aggrottò la fronte, fissando il fratello, caduto in ginocchio davanti all’avversario. Un senso di nausea, vertigine e angoscia crebbe nel suo stomaco.
Di colpo, respirò, mentre un improvviso senso di irrealtà lo pervadeva. Perché, semplicemente, non poteva essere vero.
Immobile, vide Achille estrarre la spada dal fodero, sentì il sibilo dell’arma mentre la sua lama fendeva l’aria, la vide affondare nel petto di suo fratello, vide Ettore crollare sul fianco, giacere così, immobile.
Attorno a sé udiva dei suoni, forse dei singhiozzi? Non riusciva a capirlo. Ogni rumore pareva lontano, ovattato, distante.
Il tempo si dilatò all’inverosimile, ogni battito riecheggiava nella sua mente, svaniva lentamente, poi arrivava il seguente palpito.
Faceva male.
Achille si allontanò. Paride a stento se ne accorse. Fissava la sagoma di suo fratello, lo guardava giacere nelle polvere, immobile.
Poi ecco di nuovo Achille. Paride lo vide legare una corda attorno alle caviglie di suo fratello. La cosa più vicina ad una scintilla di rabbia lo attraversò in un attimo, lasciandolo stremato. Cosa vuole fare?
Si voltò verso il padre, istintivamente, forse in cerca di una sicurezza che non trovò. Allora, tornò a volgere lo sguardo sulla scena.
Orrore. Panico.
Achille frustò i cavalli. Aveva legato il corpo di Ettore alla sua biga. Prese a trascinarlo, sotto lo sguardo sconvolto di Paride.
In quel momento, il giovane non percepiva alcun emozione da sé, solo un vuoto, una voragine enorme, un nulla che forse lui voleva facesse male.
E se lo trascinò dietro così, Achille, suo fratello.
Paride lo guardò allontanarsi, senza staccarne gli occhi, senza riuscire a provare niente.
Vuoto, semplicemente. Smarrimento… E forse un accenno di odio, un’ancor debole e stordita eco di rabbia che protestava nella sua mente, sussurrando “Questo è sbagliato”.
E poi rimase solo l’orizzonte.
Paride restò a guardarlo, forse cercandovi una misera traccia che lo riportasse al fratello, forse risposte che non c’erano, forse un appiglio per difendersi da quel mondo improvvisamente sconvolto.
Forse, cercando la forza di provare qualcosa.
Spazio Autrice – ovvero la tizia che sclera ad ogni capitolo…:
Ettoree ç___ç Sì, in questa One ho messo molto più sentimento che nella precedente. Perché qua mi dispiace davvero… T^T Mi ha sempre fatto uno strano effetto – mi ha fatto pena – Paride dopo la morte di suo fratello. Quindi eccolo qua in preda ad un angoscia che non riesce a provare – sono poetica oggi U_U
Kia_do87: ciao^^ Mi fa felice che ti siano piaciute! In effetti dal film “Troy” al poema di differenze ce ne sono una quantità industriale… Anche io preferisco Ettore in assoluto, Paride è evidentemente poco maturo ma tutto sommato non mi irrita così tanto – anzi, dopo la morte di Ettore mi fa quasi tenerezza –, mentre Achille lo sottoporrei a più di una tortura, e lo farei molto volentieri. Ti do pienamente ragione sul fatto che la vendetta dell’acheo sia esagerata. Se poi ogni parente e amico di tutte le persone uccise da lui avesse dovuto avere una rivalsa del genere… Be’, addio Achille. Grazie davvero per i complimenti^^
DarK_FirE: ciao! Come al solito, Achille è un cretino, e ad Ettore tocca rimetterci è_é Quando ho visto per la prima volta la reazione di Achille alla notizia della morte di quel… di quello sconsiderato (non diciamo cose che andrebbero censurate) di Patroclo, mi sono chiesta se fosse impazzito. Sai, ero troppo scioccata dalla consapevolezza dell’avvicinarsi della morte di Ettore per rammendare che Achille è sempre stato un pazzo sanguinario. Non ci resta che spronare Paride alla cosiddetta “Vendetta tremenda vendetta”, mwahahahahahah! Spero di sognare Ettore quando me ne andrò a nanna (qualcuno qui sta iniziando ad andare troppo oltre… Peccato che… non so, io mi sforzo, ma non capisco CHI stia esagerando… mah. Forse, dico FORSE, io, ma non ne sono certa… boh) (^_-). Bacioni^^
Abigail94: okay, okay, Abby. In fondo (anche non in fondo) hai ragione, ma visto che mi avevi chiamata Pep… Ecco. Ora dovrò convivere con questo dubbio: copy right è maschile o femminile?! Disperazione! Ma guarda che apprezzo tantissimo il fatto che tu legga il mio libro, ma quando hai tempo (quando aggiorno :D) dovresti recensire ^^ Così mi fai tanto felice *-* Okay, basta con i sentimentalismi. Hai ragione, Achille è il mio adooorato personaggio, sì sì. Ciao!
MEISSA_S: grazie mille per aver aggiunto questa raccolta tra le preferite! |
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Capitolo 5 *** # Vendetta [Paride; Achille] ***
5 # Vendetta [Paride; Achille]
Forse era il sangue, forse il sudore imperlato
sulla sua fronte, forse
il grido cristallizzato sulle sue labbra. Mi urlava
che non potevo fermarmi, lo comunicava al cervello e lo indirizzava
al corpo e a tutto me stesso.
Era facile mentire – più facile di quanto avrebbe
dovuto essere – a me stesso che con quella morte le cose
sarebbero migliorate.
Era semplice fingere che dopo mi sarei sentito
meglio, e meno
orrendamente in colpa per il fatto di non aver saputo proteggere
Patroclo.
Sembrava essenziale continuare a scagliare una freccia dietro
l’altra, come se ogni volta che un dardo raggiungeva la carne
di Achille mi avvicinassi sempre più a riemergere
dall’oppressione, come se colpendolo ripetutamente potessi
tornare a respirare.
Era necessario saziare il male che sentivo dentro
me, esternarlo per
impedirgli di continuare a ferirmi. Non avrei potuto avere pace sino a
quando la consapevolezza negli occhi di Ettore non si fosse spenta, e
sino ad allora volevo percepire profondamente ogni suo frammento di
sofferenza.
Le grida di mia cugina sembravano provenire da un universo a parte,
sembravano irreali ed attutite, non capivo cosa significassero
perché l’unico significato che potevo darvi
– che Briseide stesse soffrendo per lui – non
potevo accettarlo.
Sentivo gli occhi di coloro che assistevano alla
sconfitta del loro
principe pungere la mia schiena, ma mi sembravano insignificanti, quasi
potessi sbarazzarmene con un lieve movimento di mano.
Rivedevo mio fratello
trascinato dietro ad una biga, nella polvere.
Rivivevo mio
cugino, il volto di un pallore gelato, la gola squarciata.
Non sarebbe cambiato nulla, con questa mia
vendetta, di quel che era
accaduto,
Ma non
volevo ammetterlo a me stesso.
Perché
non potevo accettare di non poter far nulla per lui.
Spazio
dell’autrice:
Eh... ehm. Forse qualcuno dovrebbe dare delle spiegazioni sul proprio
TREMENDO ritardo nell’aggiornare. Be’,
sì, ecco. In teoria avevo già pronta anche questa
One-Shot conclusiva, ma poi mi sono resa conto che non mi piaceva.
Perciò oggi, da brava bambina – quale non sono
–, mi sono messa al pc per tentare di rimediare. Il risultato
finale non mi dispiace, spero non spiaccia nemmeno a voi. E
be’, le tre frasi finali spiegano il titolo di tutta la
raccolta. Penso che si capisca (lo spero, perché altrimenti
vorrebbe dire che dovrei smettere di scrivere...) che le parti
allineate al centro sono i pensieri in comune di Achille e Paride,
quelli a sinistra di Paride e quelli a destra di Achille.
DarK_FirE: Gemy!
Hai visto?! Ho aggiornato! Sono riuscita ad
aggiornare!!! Ma vieni! Okay, fine. Ettore ç_ç un
momento di silenzio, per favore. Giusto, lasciamo Paride nel suo
sgomento eccetera, e provvediamo noi ad Achille. Uh, l’idea
di contattare Shenron non è male, potremmo ingegnarci e
farlo noi! Mwahahahah! Come al solito, commento bellissimo. Sono morta
dalle risate (morta? Come Ettore? Doh! *disperazione*).
Thyarah: sono
felice che ti sia piaciuta. Già, purtroppo
Troy ha queste differenze con l’Iliade che a volte rendono un
poco difficile immedesimarsi completamente...
Trullitrulli:
presupposti psicologici? La gente non deve dire certe
cose in mia presenza, mi confondono... scherzi a parte, sono contenta
che ti sia piaciuta e che non sia stata uno sbaglio completo. Riguardo
alla Shot su Paride ed Ettore direi che... be’, io adoro le
coppie di fratelli (sempre che non si parli dei miei, di fratelli),
quindi... Mmm, un duomo di Milano alternativo da dedicare ad Ettore.
Mica male come idea! xD Okay, niente mazze da baseball, mitra, stelle
ninja, spade laser... *faccia computa* Grazie per le recensioni. Ciao^^
|
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