At least we are under the same sky

di unbreakable
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1 «Tua madre se n'è andata, te lo ricordi?» Domandò l'uomo al bambino, che in cambio ricevette solo un cenno col capo. «Ottimo» Cominciò ad appuntare qualcosa sul blocco note che aveva tra le mani, ed il bambino guardava la penna muoversi con insistenza.
«E quando tornerà?» Chiese ingenuamente il ragazzino, giocherellando con la stoffa della maglia. L'uomo, che era seduto sulla scrivania di fronte a lui, si alzò e si inginocchiò di fronte al bambino. Si levò gli occhiali e lo guardò con rammarico, ma il piccolo non riusciva a comprendere il perché di quello sguardo. Più lo guardava, più le sue idee si confondevano e la voglia di allontanarsi da quell'uomo che ormai gli faceva visita tutti i giorni si diffondeva nella sua testa.
«Non tornerà» Il bambino piegò la testa di lato, scrutando il viso pieno di rughe del signore. Riceveva sempre quella risposta quando chiedeva della sua mamma, tranne da suo padre che ignorava semplicemente la domanda. «Tua madre non tornerà mai più» Continuò l'anziano, ricevendo un'occhiata infastidita da parte del bambino che, per ripicca, sbuffò e portò lo sguardo sul pavimento.
«So che è difficile accettare la realtà, ma io sono qui per aiutarti» Poggiò la mano tra i capelli scuri del ragazzino, mescolando le sue dita tra quest'ultimi. Quel tocco non gli fece sentire niente, anche se si sentì costretto a voltarsi verso l'uomo di fronte a lui. I suoi occhi tristi lo sciolsero un po', tanto che decise di ascoltare quello che quest'ultimo aveva da dire. Un sospiro di rammarico uscì dalle labbra poco screpolate dell'anziano, che attirò ancora di più l'attenzione del bambino.
«Sono qui per farti capire cosa è successo. Probabilmente lo hai già capito e non riesci a fartene una ragione, ma non è colpa tua. Credo che per sfuggire al dolore, senza che tu te ne rendessi conto, la tua mente abbia eretto un muro. Un muro che ti difende dalla consapevolezza di ciò che è successo. Per il tuo benessere, hai bisogno che questo muro venga abbattuto» Più che al bambino, l'anziano stava parlando con il padre, che era stato tutto il tempo davanti alla porta ad ascoltare la loro conversazione. Lui aveva ben capito cosa volesse dire, mentre il piccolo non aveva inteso le sue parole. L'anziano sospirò nuovamente, per poi guardare verso il genitore del ragazzino. Quest'ultimo non riuscì ad intuire l'occhiata che i due si lanciarono, ma lo sguardo preoccupato dell'uomo inginocchiato di fronte a lui gli fece intuire che, probabilmente, qualcosa di brutto sarebbe uscito dalla sua bocca.
«Gray, tua madre è morta un mese fa a causa di un incidente stradale» In quel preciso istante, il bambino avrebbe voluto diventare sordo. Il suo sguardo rimase fermo ad osservare il volto dell'uomo, senza battere le palpebre. La sua bocca era semi aperta, ma non usciva niente se non solo un respiro più affannato rispetto a prima. Improvvisamente, i suoi occhi cominciarono a sguizzare da una parte all'altra della stanza, come se stesse cercando una possibile via di fuga. Era sempre riuscito a nascondere la realtà dentro di sé, nessuno fino a quel momento aveva mai cercato di strappargliela di dosso per paura di ferirlo, ma adesso gli avevano fatto capire che non poteva più nascondersi. Avrebbe dovuto tirar fuori tutto il dolore che aveva trattenuto, il suo animo era completamente distrutto e sentiva che gli occhi gli stavano andando a fuoco. Percepiva le lacrime scorrergli sulle guance, aveva il desiderio di urlare ma quando ci provava, il fiato e le parole gli rimanevano in gola. Tremante si portò le mani tra i capelli, stringendoli nei palmi in un pugno. Le nocche diventarono completamente bianche per quanto stava stringendo, ma il sospiro dietro di sé gli fece allentare solo di poco la presa.
«Mi dispiace...» Pronunciò il padre di Gray alle sue spalle, in lacrime. Non ebbe il coraggio di voltarsi, ma a quelle parole il suo corpo venne cosparso da una marea di brividi che lo costrinsero a tremare maggiormente. Si accasciò contro la spalla dell'anziano, ricevendo in seguito un abbraccio da parte sua.
Aveva capito di essere debole, e che la debolezza sarebbe da sempre rimasta al suo fianco. Era sicuro di non potersene liberare.

Un suono fastidioso alla destra del suo letto lo fece mugolare, destandolo dal sonno. Allungò un braccio verso la sveglia, picchiettandola più volte per farla smettere di suonare. Dopo vari tentavi riuscì a zittirla, per poi aprire piano gli occhi. Guardò l'orario scritto sopra il marchingegno, e segnava puntualmente le 6:30. Pensò che fosse troppo presto per alzarsi, quindi biascicò qualche imprecazione e chiuse nuovamente gli occhi, per ritornare alla sua dormita - anche se non era stata tanto piacevole -. E infatti ci ripensò, soprattutto perché sapeva che non sarebbe riuscito a riaddomentarsi. All'improvviso la porta di camera sua si spalancò, facendo quasi spaventare il ragazzo che sobbalzò lievemente sul posto, ancora sdraiato.
«Ancora a letto? Non devi far tardi il primo giorno di accademia, quindi alzati!» A quelle parole, Gray sbuffò rumorosamente. Si era completamente dimenticato che sarebbe dovuto andare alla Fairy Tail, essendosi iscritto almeno tre mesi fa. Con fatica alzò il busto dal letto, ancora totalmente assonnato. Si stropicciò gli occhi con entrambe le mani, per poi togliersi la coperta di dosso. Non sentì nemmeno un po' di freddo, essendo - come suo padre - un mago del ghiaccio. La sua pelle era fredda come esso e ciò significava che il freddo era immune su di lui. Non appena alzò lo sguardo dalle coperte, notò che Silver era ancora lì, a guardarlo con un sorriso stampato in viso.
«Mi sto alzando» Disse con voce roca il corvino, osservando l'espressione del padre.
«Lo so» I due si guardarono per almeno qualche minuto in silenzio. Gray aveva gli occhi assonnati ma si percepiva la sua irritazione nel guardare suo padre che continuava ad osservarlo, sempre sorridente. Alle volte Silver riusciva ad essere davvero un tipo invadente, ma Gray ci aveva fatto l'abitudine. Gli dava comunque fastidio che qualcuno cercasse di avere una conversazione con lui non appena sveglio, voleva essere lasciato in pace così da prepararsi con calma.
«Papà, mi devo preparare» Si alzò dal letto e si incamminò verso il suo armadio, prendendo un paio di vestiti totalmente a caso. Silver continuava a guardarlo senza dire una parola, sapendo comunque quanto stesse irritando il figlio. Sembrava quasi che volesse godersi quel momento, dato che sapeva quanto Gray fosse emozionato all'idea di andare all'accademia. L'espressione del figlio non dava l'aria di essere tanto entusiasta, ma quando venne accettato - almeno un mese fa -, dimostrò di essere veramente contento all'idea di frequentare altri maghi della sua età e anche più grandi. Ignorò totalmente il padre, entrando in fine nel suo bagno personale. Chiuse la porta a chiave, non volendo che il suo vecchio facesse qualcosa di inaspettato. Sentì solo una risata da parte di lui, con in seguito un «Veloce che la colazione è pronta» e i passi di lui che uscivano dalla sua stanza. Sospirò, piuttosto infastidito dallo strano comportamento del padre. A quanto pare lui era più emozionato di Gray, ma non era di certo in quel modo che lo avrebbe aiutato a calmarsi. Dopo essersi ricordato che quello era il suo primo giorno alla Fairy Tail aveva un po' d'ansia addosso, per questo aveva deciso di ricomporsi con una doccia fredda. Si spogliò del pigiama e dell'intimo, per poi buttarlo a terra, così come fece anche con i vestiti presi dall'armadio. Entrò dentro ed aprì l'acqua, lasciando che le gocce fredde di quest'ultima attraversassero la sua pelle. Lasciò che l'acqua picchiattasse contro il suo volto, ricordandosi in seguito del sogno che aveva fatto. Quasi ogni notte sognava sempre quel momento della sua vita, era diventato quasi un'ossessione. Credeva di averlo capito, di considerare la realtà come un dato di fatto, ma ancora non riusciva a farlo. Qualche volta, inconsciamente, si domandava dove fosse sua madre e quando sarebbe tornata, anche se subito dopo si ricordava dell'incidente di cui era stato informato. Per un periodo di tempo aveva smesso di pensarci ed aveva accettato come stavano le cose, ma nell'ultimo periodo aveva ricominciato a chiedersi se avrebbe mai rivisto la madre.
«Dovrei dirlo a papà?» Si domandò, guardando fisso la parete bagnata dalle gocce d'acqua della doccia. Respirò profondamente, scuotendo ripetutamente il capo. Non voleva rovinarsi la giornata, quello era un giorno importante per lui. Era sicuro che la sua vita sarebbe cambiata, e che era pronto a tutto per diventare un bravo mago come lo era Silver. Non voleva deludere le sue aspettative, soprattutto perché sapeva quanto il padre credeva in lui. Voleva renderlo fiero e non sarebbe stata l'incertezza a tirarlo indietro.

«Che aspetto appetitoso!» Commentò Silver, osservando la figlia portare i toast a tavola. L'uomo si era già messo al suo solito posto, ovvero capo tavola, ed aspettava che Gray finisse di prepararsi.
«Quanto manca a Gray? Io devo andare a lavorare, non posso aspettare i vostri comodi» Commentò seccata Ultear, ignorando i complimenti del padre anche se le aveva fatto piacere udirli. Silver sorrise a vedere la figlia impaziente, specialmente perché sapeva che non era per il lavoro. Sarebbe dovuta arrivare al centro commerciale alle 8:00, quindi mancava ancora un'ora e aveva tutto il tempo del mondo. Anche lei, come Silver, era nervosa per il primo giorno di accademia del fratello. Certo, era emozionata, ma non perché era contenta per Gray: lei non era mai stata d'accordo con la decisione del ragazzo di andare a frequentare Fairy Tail. Avevano discusso parecchie volte in quei tre mesi per la decisione presa, la sorella cercò di far capire a suo padre che, secondo lei, Gray non era ancora pronto a relazionarsi con troppe persone. Tuttavia, Silver non era mai stato d'accordo con le sue parole e, infatti, dava il massimo supporto al figlio, che ne aveva bisogno. Dal canto suo, anche se litigavano spesso, Gray ignorava quasi sempre l'irruenza con cui la sorella gli sputava addosso le sue opinioni. Per lei era ancora un bambino bisognoso di cure e affetto, che ancora non si era separato dal passato. Non voleva capire che era cresciuto e che voleva cominciare una vita decente, e per farlo aveva aspettato che le acque in casa sua si calmassero. Era passato moltissimo tempo, e lui aveva preso quella decisione all'età di 17 anni. Per il ragazzo era arrivato il momento di uscire dal guscio e di respirare una nuova aria, ed era sicuro che alla Fairy Tail ci sarebbe riuscito.
Non appena Gray scese le scale per arrivare in soggiorno, vide suo padre già a tavola, pronto a gustarsi la colazione preparata dalla sorella. Rimase per un attimo a fissarlo, ripensando al giorno in cui lo aveva informato della sua decisione di entrare all'accademia. Non si sarebbe mai aspettato una reazione positiva da parte del padre, ma non lo aveva mai visto così felice come in quel momento. Era stato il suo sorriso a dargli la forza di continuare su quel percorso e, proprio in quell'istante, decise che sarebbe andato avanti a testa alta, così da renderlo orgoglioso. In seguito a quei pensieri, si presentò a tavola, sedendosi alla destra del padre che, non appena Gray si mise a sedere, iniziò a mangiare un paio di toast. Gray si accontentò di una semplice brioche ed un bicchiere di aranciata fredda, che beveva sempre ogni mattina. Quella bevanda era come il caffè per lui: gli dava carica ed il sonno spariva subito al primo sorso.
«Allora figliolo, sei emozionato per il tuo primo giorno all'accademia?» Domandò Silver, dopo aver finito di mangiare i primi due toast.
«Abbastanza» Rispose, agguantando con i denti la brioche. Cercava di ignorare lo sguardo euforico del padre su di sé, ma era praticamente impossibile dato che la gioia fuoriusciva da ogni angolo del suo corpo.
«Vuoi che ti accompagni? Come facevo quando andavi alle elementari» A quella proposta, il boccone che Gray aveva in bocca gli andò di traverso. Tossì varie volte, respirando con affanno, per poi prendere subito il bicchiere riempito di aranciata e sorseggiarlo quasi tutto. Ciò che lo attanagliava di più, era lo sguardo sereno con cui Silver glielo avevo chiesto.
«Non ci pensare neanche!» Urlò, dopo aver preso un bel respiro. Era contento che suo padre fosse interessato alla sua imminente giornata in accademia, ma stava davvero esagerando.
«Va bene, va bene. Ma dovresti sbrigarti» Disse con tono deluso il padre, bevendo un sorso di latte dal suo bicchiere. Gray si sbrigò e guardò l'ora sul suo orologio da polso, notando che doveva essere in accademia tra 15 minuti. Si maledì per averci messo così tanto a fare la doccia, dato che quella mattina aveva deciso di fare le cose con calma. Ma a quanto pare, anche il suo primo giorno all'accademia era destinato ad essere estenuante. Dopo aver bevuto l'aranciata rimasta nel bicchiere, si alzò da tavola e corse verso la porta. Proprio in quel momento, Ultear uscì dalla cucina e si avvicinò al fratello, cercando di sorridere.
«Gray» Lo chiamò lei, ricevendo subito il suo sguardo su di sé. I loro occhi si incrociarono per un paio di secondi, ma il ragazzo si sbrigò a riportare lo sguardo sulla porta. «Buona giornata» Disse in seguito, tentando di sembrare il più positiva possibile. Nonostante non fosse d'accordo con quella decisione e Gray ne fosse al corrente, quest'ultimo apprezzò molto il piccolo incoraggiamento ricevuto.
«Grazie, anche a te» Rispose semplicemente, senza voltarsi. Sparì dalla vista della sorella non appena aprì la porta e la richiuse in seguito, dopo essere uscito. In quel momento, Ultear strinse forte i pugni, lasciando percepire a Silver - che aveva guardato la scena da tavola - la sua preoccupazione. Poteva capirla alla perfezione, d'altronde avevano vissuto l'inferno anni fa ed il loro rapporto si era sgretolato col passare del tempo. Ma anche lei, secondo il padre e Gray, doveva smetterla di pensare al lato debole del fratello e concentrarsi su quello forte, che aveva messo in evidenza nell'ultimo periodo. Prima o poi ce l'avrebbe fatta ed avrebbe ammesso di essere troppo protettiva nei confronti del ragazzo o, almeno, questo era ciò che pensava e sperava Silver.

Nel mentre che Gray correva nel marciapiede con la speranza di non arrivare in ritardo, tornò a pensare al sorriso del padre che aveva visto sin da quando si era svegliato. Non lo vedeva sorridere in quel modo da tantissimo tempo, e sapere di essere la causa di quella gioia lo faceva sentire vivo. Aveva causato molti problemi in casa a causa di tutto quello che era successo, ci aveva messo parecchio tempo per riprendersi dall'incidente ma, adesso, poteva dire di star diventando una persona completamente diversa da quella precedente. La sua nuova vita doveva ancora cominciare, ma a riguardo aveva dei buoni propositi e, per questo, si sentiva molto positivo. Durante l'andata non incontrò nessun ragazzo della sua età che si dirigeva nella sua stessa strada, quindi pensò di essere l'unico a non essere in anticipo. Si maledì nuovamente per averci messo troppo a fare la doccia, ma era una sua abitudine rilassarsi sotto il getto d'acqua.
"Cazzo! Non posso tardare il primo giorno di accademia!" Pensò irritato, mentre continuava a correre velocemente verso la Fairy Tail. Alcune volte il suo sguardo andava a posarsi sulle macchine che percorrevano la strada accanto a lui, e quest'ultime lo portavano ad aumentare il passo. Sarebbe arrivato sudato e sicuramente non profumato come lo era prima di essere uscito di casa, ma almeno non avrebbe fatto la figuraccia di arrivare tardi e perdersi la cerimonia di apertura che Fairy Tail faceva ogni anno per accogliere i nuovi studenti.
Non tanto lontano da dove era, poteva vedere l'alta costruzione dell'accademia dove si stava dirigendo. Gli mancava davvero poco ed era emozionato all'idea di fare nuove esperienze e conoscenze, specialmente con ragazzi con la sua stessa dote. Il nervosismo e la foga erano aumentati durante la corsa, ma sentiva di non veder l'ora di oltrepassare il cancello dell'accademia. Cosa che fece subito dopo qualche metro, ritrovandosi davanti ad una moltitudine di ragazzi che, a piccoli passi, si muovevano verso l'edificio. Col fiatone si avvicinò alla folla di studenti, studiando i volti che riusciva a notare. Notò qualche ragazzo della sua stessa età ed altri più grandi, alcuni in uniforme scolastica mentre i nuovi con i loro soliti abiti.
"Ma quanta gente c'è?" Si domandò mentre si muoveva insieme alla folla. Gli studenti in uniforme si stavano tutti spostando da un'altra parte, ma essendo lontano non riuscì a vedere dove si stessero dirigendo. Perciò, curioso, decise di inoltrarsi in mezzo al branco di ragazzi e di avvicinarsi di più alla struttura, così da capire meglio cosa stesse succedendo. Si rivelò essere una decisione assai ardua, in quanto gli fu difficile oltrepassare la maggior parte degli studenti senza dare alcuno spintone. Una voce alta, tirata fuori da un anziano piccolo e basso, fermò la sua marcia e si sentì costretto a fermarsi. Portò lo sguardo all'entrata dell'accademia, notando che alcuni uomini e donne erano posizionati lì, dietro l'anziano.
«Buongiorno a tutti» Disse, attirando l'attenzione di quasi tutti gli studenti che tacquero nel sentire la voce dell'uomo. «Come alcuni già di voi sanno, io sono Makarov Dreyar: il preside di questa accademia. Per me è un piacere dare il benvenuto ai nuovi studenti, e spero che voi siate altrettanto contenti di essere qui» Comunicò al grande pubblico, facendo sentire la sua voce a tutti i presenti da un microfono che teneva in mano. Gray tirò un sospiro di sollievo dato che, inizialmente, credette di essersi perso la cerimonia.
«Come ogni anno, ci tengo ad informare i nuovi studenti che percorso intraprenderanno durante gli anni dell'accademia. I primi due anni saranno di formazione: cercheremo di aiutarvi il più possibile per migliorare le vostre tecniche e per informarvi di quello che c'è da sapere sul mondo della magia. Ci sarà molto teoria e poca pratica, ma quest'ultima comincerà ad essere più frequente dal terzo anno in poi. Ovviamente la formazione continuerà per tutti i cinque anni di accademia, ma nei primi due ci concentreremo soprattutto su questo, mentre negli altri vi lasceremo respirare un po'» Il silenzio calò totalmente e Gray approfittò della piccola pausa per guardarsi intorno: alcuni studenti sembravano già demoralizzati, mentre nel volto di altri si poteva vedere la determinazione e la voglia che avevano di mettersi a studiare. Lui era tra i due fuochi: non vedeva l'ora di darsi da fare, ma una parte di lui aveva paura di mettersi così in gioco. Aveva già deciso mesi fa che si sarebbe impegnato e che avrebbe cercato di diventare un mago coi fiocchi, ma essere lì ed ascoltare ciò che il preside aveva da dire lo metteva abbastanza sotto pressione.
«Dunque... l'anno scorso abbiamo aggiunto i club, che servono sia per divertirsi che per imparare. Non potete scegliere quello che volete in quanto, ogni club, è specifico per ogni studente. Per farvi capire meglio, vi farò un esempio: il club dell'energia è esclusivamente per i ragazzi che usano quel potere. Uno studente che usa il fuoco non può farne parte. Inoltre, vi informo che potrete chiedere l'iscrizione solo a metà del primo anno, in quanto saprete già qualcosa in più e le vostre capacità saranno mgiliorate. O almeno, spero...» Ironizzò alla fine, facendo sollevare solo qualche risata da pochi ragazzi.
«Vi informo anche che, alla fine di questi cinque anni, dovrete fare due esami: uno teorico ed uno di pratica. Se non prenderete almeno la sufficienza ad entrambi, non potrete lasciare l'accademia. Per ora gli studenti del primo e del secondo anno non devono preoccuparsene, ma dal terzo in poi le cose saranno più difficili. Le ore di teoria saranno di meno ma gli argomenti che tratterete saranno molto più difficili e sarà importante mettersi a studiare con serietà. Inoltre, alla fine di questi cinque anni e se supererete l'esame, potrete fare una scelta: se rimanere all'accademia altri due anni per allenarvi, oppure andarvene e cominciare la vostra vita come maghi ufficiali. È ancora presto per prendere una decisione, quindi non pensateci adesso. Ora i professori qui presenti vi annunceranno in che classe siete stati inseriti, quindi aprite bene le orecchie» Detto ciò, il preside passò il microfono ad una donna con lunghi e lisci capelli neri, truccata di rossetto e ombretto viola.
«Salve studenti, io sono Minerva Orland, professoressa di teoria. Come vi ha comunicato il preside, annuncerò in che classe siete. Se alcuni ragazzi che chiamerò sono assenti, potranno degnarci della loro presenza entro tre giorni, altrimenti saranno espulsi. Dunque, cominciamo» Nonostante fosse una bella donna, Gray aveva già intuito che non doveva farsi assolutamente ingannare dalla sua eleganza: il tono di voce che aveva usato era stato abbastanza acido, e non voleva avere alcun problema con una come lei.
Annunciare le classi di ogni sudente era stato assai pesante: erano stati almeno un'ora in piedi, soprattutto per riuscire a passare in mezzo a quella mandria di ragazzi. Gray capitò nella classe E, e notò che almeno una trentina di studenti facevano parte della sua classe. Erano molti, perciò si chiedeva quanto fossero grandi le aule in quell'accademia. Senza ulteriori indugi, un uomo coi lunghi capelli neri, raccolti in una coda, li incoraggiò a seguirlo. In fila indiana entrarono dentro la struttura, ed alcuni studenti - mentre avevano aspettato di essere chiamati - avevano già fatto conoscenza, quindi bisbigliavano qualcosa tra di loro, creando un po' di rumore. Subito all'entrata c'era la portineria, occupata da alcune bidelle che sorrisero non appena gli studenti entrarono. Le pareti della struttura erano di un allegro beige, e quel colore sembrò immediatamente strano agli occhi di Gray. Per il resto, l'interno era come una comune scuola, solo che in ogni corridoio c'erano un sacco di porte. Non appena si svoltava la portineria, c'era un lungo corridoio a destra che portava verso varie aule. C'erano tutte le prime classi, e infatti sembrava quasi che il corridoio non finisse mai. Arrivarono alla loro classe, la E, tirando un sospiro di sollievo. Si misero tutti a sedere, lasciando pochi spazi liberi, e Gray ne approfittò per andarsi a sedere per conto suo al penultimo banco nella fila a sinistra, accanto alla finestra. Si sentì quasi sollevato quando vide che nessuno decise di mettersi a sedere accanto a lui, ma era solo il primo giorno ed aveva tutto il tempo che voleva per socializzare con calma con i suoi compagni.
«Bene... da quello che ho visto abbiamo già qualche assente, ma non importa. Oggi non faremo granché, solo conoscerci meglio» Disse con tono allegro il professore, osservando qua e là l'aula. «Io sono Mard Geer Tartaros, un professore sia di pratica che di teoria» Si presentò, per poi tirar fuori dalla sua borsa nera una cartella di color azzurro scuro. La aprì e dentro c'erano molto fogli, ma ne prese uno solo e, in seguito, si mise a sedere.
«Vi chiamerò uno per uno, e non appena verrete chiamati dovrete alzarvi in piedi e fare una breve presentazione di voi stessi. Che potere usate, da quanto ne siete a conoscenza, la vostra esperienza in ambito di magia, se anche i vostri genitori la utilizzano e se avete mai frequentato una scuola media sulla magia» Spiegò brevemente, portando poi lo sguardo sul foglio dove c'erano sicuramente scritti tutti i loro nomi. Gray non era molto contento di dover parlare di sé alla classe come se niente fosse, ma non poteva di certo tirarsi indietro solo perché aveva paura di essere criticato dagli altri. Tirò un sospiro, cercando di rimanere positivo, ma lo sbattere della porta che si aprì all'improvviso attirò la sua completa attenzione. Sollevò lo sguardo e cercò di vedere il proprietario di tutta quella irruenza, vedendo solo un ragazzo che doveva sicuramente avere la sua stessa età.
«Scusi il ritardo, non ho sentito la sveglia e mi sono perso girando per l'accademia» Disse il ragazzo dai capelli rosati, con un sorriso beffardo. Il professore lo perdonò senza alcuna esitazione, per poi dirgli di andare a sedere accanto a Gray, essendo l'unico ad essere rimasto senza compagno di banco. Non appena si sedette, il corvino ne approfittò per lanciargli un'occhiata veloce. Dalla faccia sembrava essere un tipo abbastanza allegro, e all'apparenza non gli diede l'impressione di essere un ragazzo studioso.
«Ehi, ciao» Disse all'improvviso, facendo sobbalzare Gray. Si voltò verso di lui e lo guardò un po' perplesso, notando la mano dell'altro porta verso il corvino. «Io sono Natsu Dragneel» Con un po' di esitazione strinse la sua mano, notando l'esagerato calore che quest'ultima emanava. Riuscì ad intuire senza problemi che quel ragazzo doveva essere per forza un mago del fuoco, dato che solo loro potevano avere la pelle così bollente.
«Gray Fullbuster» Pronunciò, abbastanza irrequieto. Se doveva essere sincero, non si aspettava di fare subito la conosceva di qualcuno il primo giorno di accademia. Non gli era mai capitato, nemmeno quando andava alle elementari.
«Mago del ghiaccio, eh? La tua mano è fredda come un ghiacciolo!» Ironizzò il rosato, ridendo a bassa voce. L'altro annuì e basta, sorridendo semplicemente. Il professore aveva iniziato già da qualche minuto a chiamare gli studenti ed a farli presentare, e da subito non era stato attento. Nonostante gli fosse indifferente conoscere gli altri compagni, si era promesso che sarebbe stato attento ad ogni lezione e che non si sarebbe lasciato sconcentrare da niente e da nessuno, ma il ragazzo accanto a lui non sembrava della stessa opinione. Non solo era arrivato in ritardo il primo giorno e si comportava come se fosse a casa sua, ma chiacchierava di continuo anche se non riceveva nessuna risposta da parte di Gray. Da una parte gli faceva piacere avere un compagno allegro accanto, ma dall'altra lo infastidiva un po'.
«Questa accademia è davvero enorme, per trovare la classe mi ci è voluto un sacco! Probabilmente ho fatto male a saltare la cerimonia, ma non avevo voglia di stare in piedi per chissà quanto e ascoltare le loro chiacchiere» Pronunciò Natsu, accovacciandosi sul banco.
«Come facevi a sapere in che classe eri se hai saltato la cerimonia?» Chiese Gray, stranamente curioso. Per un attimo il ragazzo rimase in silenzio, ma poi alzò il capo e sorrise verso il corvino.
«Sapevo da un pezzo in che classe ero, sono andato a vedere un mese fa nel sito dell'accademia» Rispose lui, facendo rimanere di sasso l'altro. Non aveva idea che nel sito della Fairy Tail ci fossero anche quelle informazioni, sennò avrebbe fatto esattamente come Natsu invece di stare un'ora ad aspettare. E, come lui, si sarebbe perso girovagando per la struttura in cerca della classe. In un certo senso, forse era stato meglio se non era andato a vedere nel sito dell'accademia.
«Natsu Dragneel, dato che è molto chiacchierone, che ne dice se adesso parla un po' a tutti?» Lo richiamò il professore, con tono non troppo severo. Lanciò comunque un'occhiata ad entrambi, così da richiamare anche l'attenzione di Gray che si era lasciato andare alle chiacchiere del compagno di banco.
L'altro si alzò in piedi e annuì alla proposta dell'uomo, schiarendo la voce. «Sono un mago del fuoco, sono a conoscenza del mio potere da quando sono bambino e mi sono allenato un po' con mio padre, anche lui mago del fuoco. Questa è la prima volta che frequento un'accademia di magia» Informò i presenti con un sorriso, che fece suscitare la simpatia di Gray. Nonostante parlasse troppo, si era dimostrato un ragazzo simpatico e non aveva timore a socializzare, ma purtroppo per lui, il professore lì presente lo aveva già preso di mira e sapeva che avrebbe dovuto tenerlo d'occhio. Anche il corvino pensò che si sarebbe cacciato nei guai con quel carattere troppo allegro, ma aveva capito che si sarebbe divertito se avesse passato del tempo con quel ragazzo. Era anche stato il primo a parlargli ed a sedersi di fianco a lui, dunque non voleva lasciarsi scappare la possibilità di fare amicizia con una persona di quel tipo. Inoltre, i loro poteri erano totalmente l'opposto ed era curioso di sapere di cosa fosse capace quel presunto mago del fuoco. La curiosità non era quasi mai stata presente nella sua vita, ma Natsu Dragneel gli suscitava un certo interesse. Probabilmente aveva fatto la scelta giusta: l'accademia Fairy Tail era il posto che avrebbe cambiato lui stesso e la sua vita.





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Salve a tutti i lettori!
Sono tornata con un'altra long, anche se questa è AU. Ho notato che ultimamente nel fandom vengono pubblicate solo questo tipo di storie, ma non importa... penso a questa storia almeno da due mesi e ci tenevo a pubblicarla. Ammetto che le long non sono il mio forte, sono più per le oneshot, ma volendo imparare a scrivere meglio ho voluto cimentarmi in un'altra fanfiction a più capitoli. L'unica differenza è che, questa volta, non la cancellerò né mi demoralizzerò se non piacerà. Ho intenzione di portarla a termine dato che è un obiettivo che mi sono fatta sin da quando ho avuto l'idea di scriverla.
Probabilmente sarà monotona, ma le AU non sono così difficili da scrivere e da portare avanti, soprattutto in questo ambito... spero solo che il primo capitolo possa avervi ispirato e che possa piacervi. Ho voluto farvi conoscere subito un po' del passato di Gray per un motivo, ovvero che è l'unico che mi ha dato l'ispirazione per il primo capitolo, sennò non avrei scritto ancora niente. Anche lui forse è un po' monotono, ma non volevo inventare chissà cosa e dovevo pur scrivere qualcosa su questo personaggio che fosse interessante. Già dal primo capitolo dovreste aver capito qualcosa di lui, e questo qualcosa
verrà ripreso più avanti! Non vedo l'ora di continuare a scriverla, ho un sacco di idee in mente per i vari personaggi!

Grazie per aver letto il capitolo e spero che possa avervi incuriosito.
Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


2° Capitolo Il primo giorno di accademia stava andando avanti e per molti studenti le ore stavano passando in modo abbastanza veloce. Almeno per altri due giorni non ci sarebbero state lezioni, i ragazzi avrebbero avuto l'occasione per conoscere i propri professori e Fairy Tail. In seguito, le lezioni avrebbero avuto luogo e gli studenti si sarebbero dovuti impegnare per dimostrare di essere lì non per battere la fiacca, ma per diventare dei maghi a tutti gli effetti. La maggior parte dei ragazzi erano all'accademia soprattutto per la pratica, la quale si sarebbe svolta specialmente dal terzo anno in poi. I primi due erano quasi tutti teorici e quindi le lezioni sarebbero state più noiose, ma anche esse davano modo di imparare varie tecniche e di conoscere al meglio i vari poteri dei ragazzi.
Le prime due ore erano passate in modo veloce e dunque era arrivata l'ora dell'intervallo, che durava solamente dieci minuti. Al primo banco della parte sinistra della classe E, una ragazza era impegnata a rimettere apposto i propri quaderni. Li aveva tirati fuori nella speranza di cominciare subito una lezione, ma il massimo che avevano fatto era parlare dei vari poteri di ogni studente. Era stato interessante per lei ascoltare come il professore spiegasse, non con molti dettagli, ciò che ciascun potere nominato potesse fare. Del suo non aveva parlato granché, essendo - secondo l'uomo - uno dei poteri magici più singolari ed anche tra i più misteriosi. Aveva appuntato tutte le parole dettate dal professore, così che quelle spiegazioni potessero esserle utili per le lezioni future. Difatti, l'insegnante aveva anche spiegato che ne avrebbero parlato più in là e che avrebbero fatto qualche pratica, ma solamente per vedere quanto gli studenti fossero in sintonia con la loro magia. La ragazza non vedeva l'ora di mettersi sotto con lo studio e di dare il massimo nelle varie materie, proprio come aveva promesso ai genitori.
«Ehm, ciao» Un ragazzo risvegliò la bionda dai propri pensieri, costringendola a volgere lo sguardo verso la figura dell'altro. Si ritrovò davanti un ragazzo alto e dai capelli corvini, vestito di una semplice camicia bianca e dei pantaloni da ginnastica blu scuro. «Sono Gray Fullbuster, piacere! Tu sei Lucy Heartphilia, giusto?» Domandò in seguito, sorridendole.
«Sì, sono io» Rispose semplicemente, ricambiando il sorriso del ragazzo. Approfittò del silenzio dell'altro per alzarsi dalla sedia e sgranchirsi un po' le gambe, essendo stata a sedere per due ore consecutive.
«Non ho mai sentito parlare del potere degli spiriti stellari, e sono curioso di saperne di più» Dichiarò Gray, che si stava grattando la nuca con fare impacciato. Dal canto suo, la ragazza sembrava essere altrettanto imbarazzata. Non era la prima volta che qualcuno si interessava al suo potere, essendo molto raro e, infatti, raramente riusciva ad incontrare qualcuno con la sua stessa qualità. Un po' le dispiaceva perché non poteva parlarne liberamente senza che qualcuno chiedesse spiegazioni su spiegazioni, ma da un altro lato le fece piacere che un ragazzo si interessasse in questo modo al suo potere.
«Non ne so tanto, se devo essere sincera. Ho fatto un po' di pratica a casa, ma non abbastanza per saperne molto. Sono venuta qui apposta» Spiegò tutto d'un fiato, con un sorriso nervoso. Il ragazzo in questione cercò di risponderle, ma venne interrotto da un loro compagno di classe dai capelli completamente arruffati, di color ciliegio. Si buttò completamente addosso alla schiena di Gray che si resse a fatica in piedi, rischiando di cadere rovinosamente addosso a Lucy. Erano già stati richiamati due volte dallo stesso professore, ed il ragazzo non aveva nessuna voglia di ricevere un altro rimprovero. Entrambi si ricomposero, specialmente perché Gray se lo scrollò di dosso con una lieve spinta datagli sulla pancia.
«Che vuoi?» Domandò con irruenza il Fullbuster, osservando la faccia allegra dell'altro ragazzo. Lucy li guardava senza dire una parola, essendo due sconosciuti per lei.
«Avevi detto che saresti venuto con me a cercare Sting e Rogue, quindi andiamo!» Lo spronò il rosato, che cercava di tirare via per un braccio il ragazzo dai capelli corvini. Quest'ultimo sembrava essere abbastanza irritato, e ciò lo si notava dalla sua espressione. Lucy non aveva idea se i due si conoscessero da prima di entrare in accademia, ma sembravano già parecchio uniti. Vederli in quel modo le fece quasi invidia, perché sperava di poter trovare degli amici con cui avere lo stesso rapporto. Non aveva mai avuto problemi a socializzare, ma rispetto a molti altri ragazzi della sua età, era stata cresciuta in modo diverso. Veniva da una famiglia nobile, infatti gli Heartphilia erano conosciuti per essere una delle casate più ricche di Fiore. Lucy era stata educata per essere una ragazza cordiale ed educata, con un linguaggio garbato e doveva mostrarsi professionale in tutto quello che faceva. Suo padre, Jude Heartphilia, era stato il primo a dirle di mostrarsi superiore rispetto a chiunque, anche se lei non lo aveva mai fatto. Era stata da sempre una ragazza ben educata, quello sì, ma aveva cercato di continuo di essere libera e di prendere le decisioni per conto suo, anche se non veniva quasi mai appoggiata. Sua madre, Layla Heartphilia, invece era stata sempre dalla sua parte ed aveva cercato di insegnarle che doveva essere gentile con il prossimo e che non doveva mancare di rispetto a nessuno, specialmente alle persone a cui voleva bene. Sin da piccola aveva le idee confuse su come comportarsi con le persone, avendo ricevuto insegnamenti diversi da entrambi i genitori. Per questo motivo, alle volte, invidiava la spontaneità degli altri ragazzi della sua età, perché notava perfettamente che non avevano dubbi su come doversi comportare. Ciò lo vedeva anche nei due ragazzi che continuavano a discutere di fronte a lei: il loro comportamento era totalmente spontaneo, e Lucy non era mai riuscita ad esserlo.
«Scusa Natsu, ma non hai visto che stavo parlando con un'altra persona? Nessuno ti ha insegnato un po' di educazione?» Lo rimproverò Gray, che alzò di poco il tono della voce. La bionda si risvegliò nuovamente dai propri pensieri, tornando così ad ascoltare la conversazione dei due ragazzi.
«Ciao, piacere: sono Natsu Dragneel» Disse precipitoso il ragazzo, che afferrò la mano di Lucy e la strinse, volendosi mostrare educato agli occhi dell'altro. La ragazza percepì subito l'eccessivo calore che emanava la pelle di Natsu, e quella sensazione la fece sentire subito a suo agio.
«Piacere mio, sono Lucy Heartphilia» Si presentò cordiale, sorridendo al ragazzo. Quest'ultimo ricambiò il sorriso e dopo sciolse la presa sulla sua mano, tornando a guardare verso Gray. «Allora? Vieni con me sì o no?» Domandò, quasi supplicandolo. Gray si portò una mano sul viso e sospirò, mostrandosi rassegnato. Annuì semplicemente alla sua richiesta, e Natsu saltò sul posto per dimostrare la sua gioia alla risposta del compagno di banco. Lucy si intenerì a vederlo così felice per un semplice "sì, vengo con te". Era già riuscita a notare che era un tipo bizzarro, e non aveva mai fatto amicizia con ragazzo come lui perché suo padre glielo aveva sempre vietato. Secondo il parere di Jude, sua figlia doveva essere amica solo con persone calme, cordiali e rispettose. Natsu non sembrava avere nessuno di quei requisiti, per cui la bionda si arrese già in partenza di fare amicizia con il ragazzo in questione.
«Vieni con noi?» Domandò il rosato, osservando il viso pensieroso di Lucy. Quella proposta la prese un po' in contropiede, soprattutto perché rifiutare sarebbe stato un gesto da maleducati, dato che non aveva niente da fare. Accettare, invece, avrebbe significato andare contro un volere del padre, e già gli era andata contro decidendo per conto suo di andare alla stessa accademia di magia a cui era andata sua madre da giovane.
«Non credo sia il caso, non li conosco nemmeno i tuoi amici» Cercò di trovare una scusa, anche se inefficace. I due ragazzi si guardarono perplessi per un paio di secondi, e quelle occhiate fecero pensare a Lucy di essere risultata asociale agli occhi dei suoi compagni di classe.
«Nemmeno io li conosco, ed essendo un posto dove non conosco nessuno credo sia un buon metodo approfittare dell'invito di Natsu per conoscere altre persone» Spiegò Gray, ricevendo un cenno del capo da parte dell'altro ragazzo, annuendo. «Se hai altro da fare però non sei obbligata a venire con noi» Aggiunse poi, facendo sentire in colpa la bionda.
«Dai Lucy, non fare la timida e vieni con noi! Sting e Rogue sono due simpaticoni, vedrai che ti troverai benissimo con loro!» Disse entusiasta Natsu, sorridendo in direzione della ragazza. Lucy mugolò qualche parola incomprensibile, per poi sospirare. Non aveva voglia di passare dieci minuti in classe a non far niente né voleva dire una bugia - anche se piccola - a due ragazzi che si stavano dimostrando generosi con lei, quindi si sentì costretta ad accettare la loro proposta. Annuì, imbarazzata, ricevendo un sorriso da entrambi. In seguito uscirono dalla classe ed insieme cominciarono a camminare per il lungo corridoio dove erano situate tutte le prime classi. Un sacco di studenti erano usciti dalle loro aule e camminavano di qua e di là, entrando in diverse stanze per cercare, probabilmente, dei volti che già conoscevano. A quanto pareva, la maggior parte dei ragazzi stavano facendo la stessa cosa del trio, solo che in molti erano riusciti nel loro intento. Avevano percorso quasi tutto il corridoio e non avevano ancora trovato i due amici di Natsu; erano anche entrati nelle classi altrui per vedere i loro volti, ma le loro figure non si vedevano da nessuna parte. Mancavano solamente altre due classi da vedere, ovvero le sezioni D e A. Avevano notato solo in quel momento che le classi non erano posizionate in ordine alfabetico, bensì sembravano essere state messe completamente a casaccio. Le sezioni erano come sparpagliate, e ciò lo notarono dal fatto che la D stava all'inizio del corridoio, mentre la E alla fine. Natsu non ci fece tanto caso al contrario degli altri due compagni, che avevano trovato quella scoperta piuttosto bizzarra ed anche scomoda.
«Andiamo a vedere nella D» Suggerì il rosato, non lasciando il tempo agli altri due di rispondere. Entrò velocemente nell'aula e si guardò freneticamente intorno, impaziente. Non appena sparì dagli occhi di Lucy e Gray, quest'ultimi capirono che, molto probabilmente, il ragazzo aveva finalmente trovato i suoi due amici. Il corvino entrò senza problemi nella stanza, mentre Lucy era un po' titubante. Come aveva pensato precedentemente, fare amicizia con persone non del suo "calibro" non avrebbe reso contento suo padre, il quale si aspettava che sua figlia facesse delle conoscenze che fossero simili a quelle della sua famiglia. Inutile dire che i suoi due compagni di classe non erano affatto nobili: Gray era sicuramente più educato ma la sua irruenza lasciava piuttosto a desiderare. Parlando di Natsu invece, nonostante sembrava essere solare e gentile, non era un tipo che suo padre avrebbe accettato molto volentieri. Nonostante questi pensieri, decise comunque di seguirli all'interno dell'aula. Aveva detto loro che avrebbe conosciuto gli altri due ragazzi e non era una che si rimangiava la parola data, anche su tali sciocchezze. Dunque entrò nella classe D e vide Natsu occupato a parlare con un ragazzo alto e biondo, vestito di una giacca di pelle nera ed una maglia grigia sotto essa. Indossava dei pantaloni di jeans e Lucy lo trovò da subito un bel ragazzo, anche se dai modi sembrava essere identico al rosato. L'altro con cui stava parlando aveva i capelli neri, a quanto pare piuttosto lunghi dato che erano raccolti in una coda. Un ciuffo di capelli andava a coprirgli l'occhio destro e, la cosa che la colpì di più oltre la bellezza di esso, era una strana cicatrice ben visibile sopra il naso. Era vestito di un maglione nero e dei pantaloni di jeans rotti sulle ginocchia, lasciando intravedere la sua pelle abbastanza chiara. Dopo averli osservati per un po', Lucy decise di andare ad affiancare Gray che se ne stava in disparte, alle spalle di Natsu.
«Purtroppo non siamo nella stessa classe» Commentò il biondo, ridacchiando. Poggiò una mano sulla spalla del rosato, dandogli una lieve pacca, e quest'ultimo ricambiò il gesto. Lucy squadrò entrambi, ritenendo quegli atti piuttosto inusuali.
«Già, sarà un po' strano non essere più un duo» Disse ironicamente Natsu, che fece scappare una lieve risata dalla bocca dell'amico biondo. «Comunque ho già fatto la conoscenza di due miei compagni di classe, ovvero Gray e Lucy» Presentò i due ragazzi ai suoi amici, e quest'ultimi si sentirono costretti a farsi avanti. Il corvino era abbastanza irritato, dato che era stato messo da parte e la cosa non gli era piaciuta granché. La bionda, invece, continuava a rimuginare sui soliti pensieri ma non poteva mostrarsi maleducata e non voleva essere considerata asociale.
«Piacere, sono Gray Fullbuster» Si aggiunse alla conversazione, cercando di mettere da parte la frustrazione provata dal suo attuale compagno di banco. «Lucy Heartphilia, piacere di conoscervi» Si presentò cordiale la ragazza, sorridendo solare ai due che ricambiarono pochi attimi dopo.
«Piacere! Sono Sting Eucliffe» Disse allegro, non distogliendo lo sguardo nemmeno un attimo dalla bionda che, essendosene accorta, si sentiva a disagio. «Rogue Cheney» Si presentò in seguito anche lui, facendo sentire finalmente la sua voce ai presenti. Dall'espressione del viso sembrava essere piuttosto irritato ed il corvino si era accorto  di quell'emozione negativa, essendo - a parere suo - molto percepibile. «Io e questi due siamo amici da quando andavamo all'asilo e siamo sempre stati in classe insieme. Ne abbiamo passate tante e adesso ci siamo divisi» Li informò Natsu, con un po' di tristezza nel tono della voce. Sia Gray che Lucy avevano capito che si conoscevano da un sacco di tempo, ma non si sarebbero mai immaginati che fossero addirittura cresciuti insieme.
«Andiamo, non fare il piagnucolone! Abbiamo la fortuna di essere entrambi al piano terra, quindi non ti lamentare» Il commento di Sting fece sorridere Natsu. Da quel semplice sorriso, Lucy riuscì ad intuire che il biondo non era un semplice amico per il suo compagno di classe. Probabilmente si consideravano come fratelli e, a quanto pare, per Natsu era difficile non poter stare nella stessa classe dei suoi amici di infanzia. Non capiva appieno quei sentimenti non avendoli mai provati, ma mettendosi nei suoi panni riusciva ad percepire la delusione del rosato.
«Ma a quanto pare nella tua classe le belle ragazze non mancano» Commentò Sting, portando nuovamente lo sguardo su Lucy che, imbarazzata, sorrise nervosamente. «Sei proprio un idiota» Pronunciò Rogue, attirando l'attenzione dei presenti. Aveva già fatto capire ai due compagni di Natsu che non era un tipo che parlava molto e, se lo faceva, era per dire il minimo indispensabile. Ovviamente questo era ciò che mostrava all'apparenza, non conoscendolo non potevano farsi una totale idea su di lui. Nonostante questi pensieri, Gray non riusciva a non provare un po' di antipatia nei confronti di Rogue che, da quando erano arrivati, non faceva altro che avere l'aria irritata.
«Anche voi non avete fatto niente durante le prime due ore? Noi ci siamo annoiati a morte» Intervenne Gray, ignorando il battibecco durato poco tra i due amici di Natsu.
«A quanto pare non vi siete informati su come lavora questa accademia» Disse Rogue, facendo confondere sia il corvino che Lucy. Natsu, invece, era tranquillo e non sembrava essere interessato all'argomento. «È una routine che fanno ogni anno: i professori assegnati alle classi chiedono ad ogni studente di presentarsi e far sapere loro quale potere usano e se hanno avuto qualche aiuto per allenarsi ad ottimizzarlo. Lo fanno per sapere chi è messo meglio e chi peggio, così da poter dare una mano in più a quelli che di magia ne sanno veramente poco» Spiegò infine, lasciando basiti i due ragazzi. Non avevano avuto idea, fino a quel momento, che l'intento della Fairy Tail fosse quello di aiutare soprattutto coloro che erano incapaci nell'utilizzo della magia. Ciò che per loro sembrava incredibile, era che i professori riuscissero a notare chi fosse meno esperto con una semplice presentazione. Anche se erano maghi ufficiali, per loro era comunque fenomenale che riuscissero ad intuire chi fosse meno capace semplicemente parlando.
Dopo una lunga conversazione, la campanella suonò ed annunciò la fine dell'intervallo. Seccati, i ragazzi si salutarono e decisero di continuare a vedersi durante ogni intervallo. Inizialmente Lucy non era d'accordo, ma Natsu l'aveva costretta ad accettare quella proposta fatta da Sting. Dopo essere tornati in classe, si dovettero subire altre quattro ore di sole chiacchiere per farsi conoscere meglio. Il professore della E rimase Mad Geer per tutta la mattina, e durante quelle ore riprese più volte Gray e Natsu, sorpresi sempre a chiacchierare tra di loro. Lucy, invece, era stata attenta anche se non avevano parlato di chissà cosa. Il professore aveva spiegato come funzionavano i primi due anni, così da rendergli le idee più chiare. Si era lasciato fare domande su domande ed aveva dato risposte chiare e dettagliate, così da far sparire qualsiasi dubbio. Esso era già stato preso in simpatia da quasi tutta la classe, anche se lui stesso si considerava un professore piuttosto severo, ma era sempre disposto ad aiutare i propri allievi.
Finalmente le ore passarono e la campanella diede l'annuncio che quella giornata era finita e che, per quel giorno, potevano tornare a casa e riposarsi. Natsu aveva già salutato Gray e Lucy, compresi Rogue e Sting e, dopo ciò, corse fuori dal cancello per tornare a casa. Percorse il marciapiede non tanto affollato di corsa, tenendo la cartella stretta in una mano invece che sulle spalle. Andava di corsa perché non vedeva l'ora di tornare a casa e raccontare la giornata trascorsa a suo padre Igneel Dragneel, proprietario di un ristorante. Era un uomo alto, capelli abbastanza lunghi e rossi, occhi castani e, alle volte, sembrava essere un uomo minaccioso a causa della sua corporatura piuttosto massiccia. In realtà era molto premuroso e raramente si arrabbiava per qualcosa, specie se si trattava di suo figlio. Natsu riuscì a tornare a casa in dieci minuti, non essendo molto lontano dalla Fairy Tail. Non appena varcata la porta ed averla chiusa, buttò le scarpe e la cartella all'entrata, ignorando le festa che il suo gatto Happy gli fece non appena entrato. Dopo percorse il piccolo corridoio e corse in salotto, guardando subito dritto verso il divano in pelle. Suo padre era seduto lì, con i gomiti sulle cosce e la fronte poggiata sulle nocche. Il ragazzo si mise di fronte a lui e si sedette per terra, a gambe incrociate. Il gatto lo seguì ed andò ad accucciarsi in mezzo alle gambe del ragazzo, grattandogli le cosce nella speranza di essere notato. «Papà, devo raccontarti un sacco di cose! Questa accademia è davvero prestigiosa, ci hanno riempiti di informazioni che neppure tu sapevi!» Iniziò frenetico Natsu, col sorriso stampato in faccia. «Purtroppo Rogue e Sting non sono nella mia stessa classe, ma fortunatamente siamo allo stesso piano e possiamo vederci quando vogliamo! Inoltre ho fatto amicizia con altri due ragazzi, Gray e Lucy. Lui sembra essere perennemente arrabbiato ma abbiamo un sacco di cose in comune, infatti ci piacciono le stesse cose. Lei invece è strana, ma forse perché è molto timida ma sembra essere piuttosto simpatica e disponibile!» Raccontò inizialmente Natsu, contento di poter condividere quei momenti col padre. L'uomo non diede alcuna risposta, continuò semplicemente a tenere il capo chino ed a guardare un punto fisso del pavimento. Nonostante si fosse accorto che non fece alcuna reazione, il ragazzo non demorse e decise di continuare con il suo racconto. «Il professore che abbiamo avuto oggi si è dimostrato molto gentile, anche se sembra piuttosto severo e credo che sarà noioso averlo... mi ha ripreso più volte per niente, non è giusto!» A quella frase, Igneel alzò il capo e si portò le mani agli occhi, stropicciandoseli.
«Se ti ha ripreso è perché non stavi attento» Pronunciò il padre, per poi portargli una mano sui capelli e arruffarglieli. Quel gesto irritò un poco Natsu, ma non si lamentò essendo contento di aver ricevuto una risposta da lui. «Stasera dovrò andare a lavorare, quindi dovrai prepararti la cena da solo» Lo informò in seguito, alzandosi dal divano e dirigendosi verso le scale alla destra del salotto. Il figlio piegò la testa di lato, abbastanza confuso, e si alzò, seguendo Igneel.
«Non eri in ferie?» Domandò curioso, salendo le scale insieme al padre. Quest'ultimo sospirò pesantemente, ma non per la domanda fattagli dal figlio. «Sì, ma ho deciso di ritornare a lavorare. Hanno bisogno di me e non posso pensare solo ai miei comodi, ho delle responsabilità» Rispose, entrando nella sua camera da letto. Natsu si fermò alla soglia della porta, osservando il padre che si metteva a sedere sul letto. Quella era una di quelle volte: si sarebbe messo seduto ed avrebbe pensato per tutto il pomeriggio. Quello era il suo solito comportamento da quando sua madre, per lavoro, dovette trasferirsi addirittura dall'altra parte del mondo. Era una manager abbastanza famosa e brava nel suo lavoro, per questo veniva ingaggiata da chiunque ed era piena di impegni. Igneel non aveva preso affatto bene la decisione della moglie, soprattutto perché furono obbligati a separarsi. Rispetto a molte altre famiglie, i suoi genitori si erano sempre amati, nonostante fossero passati anni e anni dal loro primo incontro. Igneel si sentiva frustrato ad non avere più la moglie accanto; a volte si sentivano via telefono, ma per l'uomo non era abbastanza. Sentiva la sua mancanza e, anche se col figlio non ne parlava, esso sapeva bene cosa passasse nella testa di suo padre. Lo conosceva fin troppo bene e sapeva quanto stesse soffrendo per la mancanza della moglie, e ciò lo dimostrava il fatto che da un paio di anni soffriva di depressione. Nonostante questo continuava ad andare a lavorare, anche se era costretto a prendersi delle ferie costanti, essendo state consigliate dal dottore che visitava Igneel, così che potesse riposarsi.
«Forse dovresti rimanere a casa un altro paio di giorni, non credi papà?» Propose preoccupato Natsu, che in risposta ricevette solo un sospiro. Ormai l'uomo di casa non sembrava più esserlo Igneel, ma il figlio. Si occupava di tutte le faccende domestiche e, solo la mattina, preparava la colazione. Qualche volta anche il pranzo e la cena, specialmente quando suo padre si dimenticava di preparare da mangiare, essendo totalmente preso dai suoi pensieri, oppure quando doveva andare a lavorare. Si era abituato a rimboccarsi le maniche in casa, non era per niente un peso per lui, ma gli dispiaceva vedere suo padre in quelle condizioni. A volte sembrava migliorare, altre invece addirittura peggiorare. Dipendeva da vari periodi e, in quelle occasioni, Natsu non sapeva come comportarsi, dunque lo lasciava sempre in pace.
«Sono contento tu ti sia divertito oggi, però ricordati che non è come essere all'asilo: ti devi impegnare. Non devi avere voti eccellenti, ricordalo, ma il minimo indispensabile voglio che tu lo faccia» Disse improvvisamente Igneel, osservando il figlio che continuava a stare immobile sulla soglia di camera sua. Natsu sorrise a quelle parole ed annuì, per poi incamminarsi verso il padre. Gli si buttò addosso dopo averlo raggiunto, circondando il collo di lui con le braccia. Si unirono in un tenero abbraccio, ed esso era sempre molto di conforto per Igneel. Il corpo di Natsu sembrava essere sparito sotto le braccia possenti del padre, che davano sempre un po' di sicurezza a Natsu. Quei momenti non erano rari tra i due, ma succedevano solo quando l'uomo aveva bisogno di conforto. Per quella volta, invece, il motivo era diverso: sotto quell'abbraccio si nascondeva un enorme "grazie" da parte del rosato, che non poteva esprimere a parole. Anche il loro gatto Happy li raggiunse e, con un balzo, si ritrovò sopra il letto, accovacciato accanto alle gambe di Igneel, intento a fargli qualche fusa. Natsu era sicuro che, prima o poi, suo padre avrebbe superato quel brutto momento, e lui lo avrebbe aiutato senz'altro. Si sarebbe impegnato alla Fairy Tail ed avrebbe continuato ad aiutarlo a casa; voleva che fosse orgoglioso di lui e sentiva il bisogno di vederlo sorridere.




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Salve a tutti i lettori!
Eccomi tornata col secondo capitolo. Pensavo ci avrei messo più tempo ad aggiornare avendo avuto - di già - il blocco, però alla fine ce l'ho fatta.
Qui abbiamo presentato altri tre personaggi, ovvero: Sting, Rogue e Lucy. Abbiamo anche parlato un po' della vita privata sia di Natsu che di Lucy, e più in là scopriremo altre sfumature delle loro famiglie e del loro passato.
Avverto che per ora i capitoli saranno soprattutto per presentare i vari personaggi, specialmente quelli principali che non sono nemmeno pochi. Più in là entreremo nel vivo della storia e approfondiremo i caratteri dei personaggi, così da conoscerli meglio!
Ringrazio di cuore manganime_love e Lovers13 per aver recensito lo scorso capitolo, e anche tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite/ricordate/seguite. Grazie davvero.
Alla prossima!

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