Never Let You Go ( SDOS Sequel )

di lalluby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Missed My Old Place ***
Capitolo 2: *** Broken, Addison. He Is Just Broken. ***
Capitolo 3: *** Is He? ***
Capitolo 4: *** Nothing Will Be Fine ***
Capitolo 5: *** Stop It, Dad ***
Capitolo 6: *** He Can't Save You, Addison ***
Capitolo 7: *** You Will Be Loved, Addison ***
Capitolo 8: *** I Cant Do This, Michael ***
Capitolo 9: *** The Only Reason ***
Capitolo 10: *** I Try Not Love You, Addison ***
Capitolo 11: *** Everythings Im Doing, It's Only For Nathan ***
Capitolo 12: *** I Cant Be Want You Need, Luke ***
Capitolo 13: *** The Only One ***
Capitolo 14: *** Can You Give Her Your Heart? ***
Capitolo 15: *** 18 ***
Capitolo 16: *** Everything's Gonna Be Ok. You Know That, Right? ***
Capitolo 17: *** 02:21 am ***
Capitolo 18: *** Where Have You Been? ***
Capitolo 19: *** He Is The Past ***
Capitolo 20: *** We Are A Terrible Mess ***
Capitolo 21: *** Fix Us, Luke ***
Capitolo 22: *** Goodbye Addison ***
Capitolo 23: *** Its Yes? ***
Capitolo 24: *** Never Let You Go ***



Capitolo 1
*** I Missed My Old Place ***


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I Missed My Old Place 




Era passata una settimana da quando ero ritornata nella mia vecchia città, Sydney. E dovevo ammettere che mi era mancato tutto. Mi era mancato svegliarmi con il rumore del traffico cittadino e mi era mancato sentire l'odore di salsedine che si sentiva quando andavo a fare le mie passeggiate. E mi era mancato sopratutto il mio migliore amico, Michael.

Micheal in questi cinque anni mi era stato vicino, era lui l'unico a sapere tutta la verità della mia partenza e sapeva anche tutto su Nathan.

Mi ricordo ancora quando si presentò davanti alla porta di casa di mio padre, quando seppe che Nathan era nato.

 

 

- Inizio Flashback -

<< Ti prego Nathan. Te lo chiedo per favore, smettila di piangere >> Dissi disperata mentre tenevo in braccio Nathan che piangeva , cercandolo di calmare. Ma ogni tentativo era inutile.

Ad un tratto il campanello suonò e questo provocò ancora di più il pianto del bambino.

<< Papà - Urlai dalla mia stanza – Vai ad aprire tu >> Gli ordinai, mentre mi sedevo sul letto con Nathan ancora in braccio che piangeva.

Mentre cercavo di tranquillizzare Nathan ad un tratto il mio sguardo venne catturato da una figura che era in piedi davanti alla porta.

<< Michael >> Sussurrai.

Michael mi guardò con gli occhi lucidi, mentre un sorriso gli dipinse le sue labbra.

<< Che cosa ci fai, qui? >>

Michael entrò nella mia camera e puntò lo sguardo sul piccolo Nathan, e poi aprì bocca.

<< Lo so che mi avevi detto di non venire alla nascita di Nathan. Ma non c'è l'ho fatta. Scusami, Addison >> Confessò il mio amico, abbassando lo sguardo rattristito verso le sue scarpe.

<< E' stato un pensiero dolce >> Gli dissi dolcemente.

Michael alzò lo sguardo incredulo di quello che avevo appena detto verso di me e poi mi sorrise.

<< Perchè piange? >> Mi chiese ad un tratto Michael, sedendosi sul letto accanto a me.

Sospirai esausta.

<< Io non lo so. Sto cercando in tutti i modi di calmarlo ma non ci riesco >>

Michael guardò Nathan che strillava tra le mie braccia.

<< Posso? >> Chiese timidamente.

Annuì, e poi lo posai delicatamente Nathan tra le sue braccia.

Appena vidi che Micheal lo prese e mi accertai, allontanai le mie mani.

Sul volto del mio amico apparse un sorriso, mentre il suo dito giocava con la manina del piccolo.

<< Dio è così piccolo >> Disse entusiasta.

Sorrisi divertita.

<< Si lo è >> confermai.

Poi notai che Nathan aveva smesso di piangere e mi stupii.

<< Come hai fatto? >> Gli chiesi incredula.

Michael corrugò la fronte non capendo.

<< Fatto cosa? >>

<< A farlo smettere di piangere >>

Michael guardò nuovamente Nathan, sorridendo per poi fare spallucce.

<< Forse al piccolino piace essere tenuto in braccio dallo zio Michael >>
- Fine Flashback -

 

 

 

 

Al pensiero di quel ricordo, sorrisi istintivamente.

Per quanto riguarda Nathan, forse era l'unica cosa bella che l'amore mio e di Luke ci aveva lasciato, dopo tutto quel dolore che avevamo vissuto.

<< Zio hai barato >> Disse Nathan arrabbiandosi, mentre Michael rideva divertito.

Vedendo quella scena sorrisi.

<< Mamma, dillo anche tu che lo zio ha barato >> Mi disse Nathan, voltandosi verso di me e indicando Michael che rideva ancora divertito.

<< Michael, ma non ti vergogni. E' solo un bambino >> Gli dissi mettendomi a sedere bene sul divano.

<< Dio, Nathan la tua faccia è qualcosa di >> Michael non finì la frase che scoppiò nuovamente a ridere

<< Zio! Mamma fai qualcosa >> Disse Nathan innervosendosi, e avvicinandosi alle mie gambe.

Sorrisi divertita, e afferrai Nathan mettendomelo in braccio, mentre lui con le sue braccine mi circondò il collo per poi appoggiare la sua testa sulla mia spalla.

<< Tesoro, fa così perchè è solo geloso >> Gli dissi, scostando qualche ciocca bionda dalla sua fronte.

<< Si, Nathan sono geloso perchè tu hai tutta la tua mamma per te >> Disse Michael fingendo di essere addolorato.

Nathan si strinse più a me e alzò la testa e guardò lo zio, mentre nelle sue labbra si dipinse un sorriso.

Quando vidi quel sorriso, il mio cuore sussultò e i miei occhi si spensero immediatamente. Il sorriso di Nathan era identico a quello di suo padre e rivivere i ricordi di Luke, mi faceva ancora male anche se erano passati ben cinque anni.

Michael notando il mio sguardo, parlò.

<< Campione che ne dici se andiamo a letto e facciamo riposare la mamma? >> Gli chiese, alzandosi dal pavimento e sistemandosi i pantaloncini da calcio.

Nathan annuì e allungò le braccia verso Michael, facendogli segno che volesse essere preso in braccio da lui.

<< Notte, piccolo mio >> Gli dissi baciandoli la fronte, per poi essere preso in braccio da Michael.

Quando Michael prese in braccio Nathan, mi sorrise e mi mimò un ''appena si addormenta, scendo ''.

Quando vidi scomparire la figura di Michael con Nathan su per le scale, sprofondai nel divano chiudendo gli occhi sospirando.

Stare al passo con Nathan era stressante, sopratutto quando ti ritrovi a ventidue anni mamma e sola. Ma per fortuna c'era Michael che aveva insistito così tanto nel farmi a ritornare a Sydney e di aiutarmi con lui.

Con mia madre avevo chiuso tutti i contatti da quando aveva saputo che ero rimasta incinta di Luke. Anzi, diciamo che mi aveva chiuso le porte in faccia fregandosene di tutto.

Ma la cosa che mi spaventava più di tutte era Luke.

In questi cinque anni avevo tenuto nascosto a Luke che lui avesse un figlio, perchè ero stata una codarda. Preferivo scappare dai problemi invece che affrontarli e poi perchè preferivo dimenticarlo. Luke mi aveva devastato dentro, lasciandomi una ferita che era impossibile da riemarginare. Ma poi guardavo Nathan e nella mia mente scorrevano i momenti miei e di Luke e scorrevano tutti quei ti ami sussurrati tra il dolore e le lacrime amare.

<< Finalmente si addormentato >> Sospirò Michael lasciandosi andare esausto sul divano.

Lo guardai, abbozzando un sorriso.

<< Sai, non l'avrei mai detto che quel bambino così vivace fosse figlio di Luke >> Mi disse Michael sorridendo e guardandomi.

<< Magari potrebbe aver preso quella vivacità dalla madre >> Dissi sarcasticamente, facendo ridere Michael.

<< E' un bambino fantastico >> Confessò il mio amico.

<< Si >> Risposi fieramente, ma poi i miei occhi si velarono di tristezza.

Michael notando il mio silenzio si ricompose, tornando serio.

<< Lo sai che prima o poi lui lo verrà a sapere che sei qui e verrà? >> Mi chiese serio Michael, mentre i suoi occhi verdi diventarono di una tonalità più scura.

<< Lo so >> Sussurrai con voce spezzata.

Ed era vero lo sapevo, ma non ero pronta. Non ancora.

<< Addison, ormai lo sai che io e ragazzi abbiamo tagliato i ponti da quando te ne sei andata e l'unico con cui sono rimasto in contatto e Calum. Ma ti prego, non nascondergli che ha un figlio. Nathan avrà bisogno di lui >>

Una lacrima silenziosa rigò il mio volto.

Da quando ero andata via cinque anni fa, i ragazzi avevano tagliato i ponti tra di loro. Anzi, Michael era stato ad abbandonare quella vita perchè non ce la faceva più a vivere sempre in pericolo ed era rimasto in contatto solo con Calum.

Mentre sapevo che Luke e Ashton erano andati a viveri insieme.

<< Finchè nessuno gli dirà niente, lui non verrà >> Dissi sicura e tirando su col naso.

Michael scosse la testa arrendendosi alla mia testardaggine.

<< Addison lo sappiamo entrambi che tu hai bisogno di lui per rimettere insieme tutti quei pezzi >>

Quel discorso mi stava riaprendo tutte le ferite che Luke mi aveva provocato con la nostra vecchia relazione.

<< Non è vero >>

Michael sospirò

<< Perchè menti, Addison? Cazzo, perchè? >> Scattò Michael alzandosi in piedi e guardandomi << Lui ti amava e ti ama più della sua stessa vita. Ma tu hai preferito lasciarlo e scappare >>

Lo sapevo che Luke mi aveva amato così tanto, ma io stessa mi ero imposta di non averci nulla a che fare con lui. Non dopo tutto quello che era successo in quei cinque anni e con quello che mi aveva detto Ashton.

<< Ho paura, Michael >> Sibilai.

Michael si fermò e mi guardò preoccupato.

Presi un respiro e continuai.

<< Ho paura che se ritornassi di nuovo da Luke, mi farei più male di quanto già me ne sia fatta. Ho paura che se lui venisse a scoprire di Nathan, me lo porterebbe via. Ho paura di amarlo >>

Michael si sedette nuovamente, si avvicinò maggiormente a me e mi abbracciò. Nella stretta del mio migliore amico mi lasciai andare in un pianto che per lunghi cinque anni avevo tenuto dentro per Nathan.

Davanti a Nathan mi dovevo mostrare forte, non aveva bisogno di vedermi piangere per poi procurarli già il dolore per l'assenza di un padre che io avevo preferito tenere lontano da lui

Michael mi baciò i capelli, per poi accarezzarmi la schiena cercando di tranquillizzarmi in qualche modo. Sentendo il tocco del mio migliore amico mi calmai, mentre le miei palpebre si fecero pesanti.

<< Tutto si sistemerà, Addison. Te lo prometto >> Mi sussurrò tra i capelli Michael.

 

 

 

 

 - Inzio Flashback -

<< Cosa? >> Gli chiesi timidamente, mentre portava le mie braccia sul suo collo.

Luke in tutta risposta mi baciò con amore, mentre le sue mani mi accarezzavano i fianchi e poi si staccò dolcemente.

<< Sei così bella, Addison. >> Mi disse Luke , mordendosi il labbro e accarezzandomi la guancia.

Chiusi gli occhi per godermi quell'attimo.

<< Luke... - Sospirai riaprendo gli occhi - Promettimi che non farai come l'ultima volta. Ho bisogno che tu mi dica che andrà tutto bene e che saremo solo noi due . Perchè non ce la farei a superare un altro tuo abbandono. Non adesso. Sono completamente, incasinatamente ed egoisticamente innamorata di te. Ti amo. >>

Luke a sentire quelle parole mi sorrise amorevolmente.

<< Addison, io sono tuo. Tu sei arrivata all'improvviso nella mia vita stravolgendomi i piani in meglio. E ti giuro che andrà tutto bene. Io ho te, piccola. Ti amo. >>

In quel momento sentii le farfalle nello stomaco.


 

- Fine Flashback -

 

 

 

<< Addison >> Mi chiamò una voce scuotendomi delicatamente.

<< Addison, svegliati >> Mi richiamò una voce, scuotendomi nuovamente.

Affondai maggiormente la testa dove ero appoggiata. E sentii la risata di Michael riecheggiare nella sua cassa toracica.

<< Tesoro mi dispiace svegliarti in questo modo, ma dicevi il nome di Luke mentre dormivi. E sai, non è carino dire il nome di un altro ragazzo quando si condivide, in questo caso il divano con un ragazzo differente >> Mi confessò Michael divertito, accarezzandomi la schiena.

Sorrisi.

<< Sei un cretino >> Dissi tra il tessuto della sua maglietta.

<< Questo non mi mancava affatto >> Continuò Michael.

Sentendo il commento soffocai una risata, alzai la testa e lasciai un bacio sulla guancia del mio migliore amico.

<< Però questo mi era mancato >> Mi disse stringendomi a se.

Mentre ero stretta a Michael, potevo sentire il suo respiro regolare solleticarmi la guancia mentre con il pollice tracciava dei cerchi immaginari sul mio braccio.

<< Che ore sono? >> Chiesi dopo un po'.

Michael tirò via il braccio da me e io mi staccai e poi afferrò il telefono.

<< Le nove >> Sospirò, portandosi il palmo della mano davanti alla faccia e stropicciandosi l'occhio.

Mi alzai dal divano e Michael mi guardò.

<< Nathan starà ancora dormendo? >> Mi chiese premurosamente il mio amico.

Annuii.

<< Si, finchè non sono le dieci non si sveglia >> Dissi ridacchiando.

Micheal rise.

<< Beh, questa è una altra cosa che ha preso dal padre >> Confermò Michael alzandosi.

Scuotei la testa e mi diressi verso la cucina con Michael dietro. Una volta dentro vidi Michael prendere posto sull'isola della cucina, mentre io mi diressi verso il frigo e tirai fuori il cartone del latte per poi appoggiarlo nel piano della cucina e afferrare due tazze che erano lì vicino.

<< Oggi avrei intenzione di portare Nathan con me. E' un problema per te? >> Mi chiese Michael ad un tratto.

Dalle mie spalle potevo sentire che mi stava osservando.

<< Dipende dove lo porti >> Affermai, versando il latte nelle tazze.

Michael ridacchiò.

<< Hey guarda che ormai sono adulto sono responsabile delle mie azioni >>

Si difese il mio amico.

Mi voltai alzando un sopracciglio.

<< Immagino, come quando ti arrabbi perchè Nathan vince contro di te con quella cosa >> Dissi sarcasticamente.

Michael roteò gli occhi.

Io risi.

Poi il campanello suonò.

<< Vai te o vado io? >> Gli chiesi, mentre lo vidi guardare da un'altra parte.

Sbuffai.

<< Come non detto >> Sospirai.

Quando mi diressi alla porta e lo aprì, c'era un ragazzo era voltato di spalle che si guardava intorno. Non lo riconobbi dato che aveva il cappuccio della felpa tirato su.

Ma quando si accorse della mia figura alla porta si voltò. Quando vidi il suo viso sgranai gli occhi.

'' No, non era possibile '' Pensai, mentre le mie mani incominciarono a tremare.

Il ragazzo mi guardò sorpreso, mentre boccheggiava con la bocca.

<< Addison?! >> Chiese incredulo.

In quel momento il mio intero mondo mi cadde addosso.






SPACE AUTHOR

Hi, my beautiful people!!!
Okay, come promesso ecco il primo capitolo del sequel di SDOS.
CHE COSA VE NE PARE?!?!?
Per prima cosa noterete che Addison è cambiata. Insomma, non è più la Addison sfrontata di SDOS ma è piena di paura e di rimorsi. E poi abbiamo il nostro Micheal, vi dico solo di non tralasciarlo come personaggio perchè sarà una delle figure più importanti per Addison all'interno della storia, poi capirete il perchè.
E poi appare Nathan, il piccolo. Che è nato dalla relazione passata tra Addison e Luke. Ve lo sareste mai aspettato??
E dulcis in fundus appare il tizio misterioso alla porta. E secondo voi chi sarà??? Luke?? 
Lo so che vi avrò fatto salire l'ansia con questo capitolo finendolo così. Ma non ci posso fare niente HAHAHAHAHAHAH
Comunque spero che vi piaccia e ci vediamo al prossimo capitolo, forse.
Grazie ancora, davvero.
Baci Lalluby



 

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Capitolo 2
*** Broken, Addison. He Is Just Broken. ***


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Broken, Addison. He Is Just Broken.

 

 

 

 

'' No, non era possibile '' Pensai, mentre le mie mani incominciarono a tremare.

Il ragazzo mi guardò sorpreso, mentre boccheggiava con la bocca.

<< Addison?! >> Chiese incredulo.

In quel momento il mio intero mondo mi cadde addosso. Più lo guardavo e più non ci volevo credere.

Il ragazzo mi scrutò in credulo con quei suoi occhi scuri, mentre il mio respiro era diventato irregolare e il mio petto si alzava e abbassava velocemente.

<< Addison, chi è? >> Mi chiese Michael, affacciandosi dalla cucina.

Io mi aggrappai alla maniglia, come se l'incontro con quel ragazzo mi avesse esaurito tutte le mie energie.

<< Addison, sei tu? >> Mi chiese nuovamente il ragazzo che avevo di fronte.

Cercai di parlare ma dalla mia bocca non uscì alcun suono.

<< Oh porca puttana >>

Sentii mormorare Michael preoccupato, e incominciandosi a incamminare verso la porta dietro di me.

Poi sentii delle braccia avvolgermi la vita e che con uno scatto mi fecero voltare verso il petto del mio migliore amico.

Quando Michael vide il mio aspetto, mi prese il volto tra le mani accarezzando con i suoi pollici le mie guance cercando di tranquillizzarmi.

<< Tesoro è tutto, okay. Ci sono io con te, tranquilla >> Mi sussurrò Michael, lasciandomi poi un bacio rassicurante sulla fronte.

Io annuii.

<< Cal, entra >> Disse Michael, mentre mi teneva stretta a se.

Vidi Calum annuire indeciso, per poi entrare e chiudersi la porta alle spalle. Mentre io e Michael ci dirigevamo verso la cucina. Quando entrammo mi misi a sedere su uno degli sgabelli dell'isola della cucina, mentre Michael sospirò appoggiandosi al piano della cucina. Calum entrò anche lui in cucina.

Lo guardai.

Non era più lo stesso Calum, quel ragazzino sfrontato di cinque anni fa. I suoi lineamenti erano diventati i lineamenti di un uomo, mentre sul suo viso c'era qualche accenno di barba però i suoi occhi erano rimasti gli stessi. Lo stesso scuro che cinque anni fa mi aveva intimorito.

Calum mi guardò incredulo.

<< Dimmi che non ho le visioni e che quella lì davanti a noi è la nostra Addison >> Supplicò Calum a Michael mentre teneva il contatto visivo con me.

Sentendo quella frase sorrisi scuotendo la testa.

L'amicizia con Calum era nata dall'odio. E ancora adesso a distanza di cinque anni mi stupii che lui provava ancora affetto con me dato che avevo lasciato tutti senza una spiegazione. Calum era quello insieme a Micheal che quando io e Luke stavamo attraversando l'ennesima tempesta che si era abbattuta sulla nostra relazione faceva di tutto per sostenerci ad andare avanti anche se tutto stava crollando.

 

 

-Inizio Flashback -

 

<< Addison >> Mi chiamò Calum.

Non gli risposi continua a fissare dritto davanti a me. Sentii Calum sospirare e il suo sguardo addosso, si staccò dallo stipite e si girò per andarsene.

<< Hai detto che io e Luke non ce l'avremmo fatta. >> Dissi facendolo fermare.

<< Io sono stato un coglione per averlo detto >> Affermò Calum voltandosi verso di me

Non mi voltai a guardarlo, continuai a fissare dritto davanti a me
<< Avevi ragione Cal >> Sospirai con la voce spezzata.

Calum aggrottò le sopracciglia, era confuso. Non sapeva dove volessi arrivare.

<< Tu avevi ragione, Ashton aveva ragione. Tutti avevano ragione.

La gente non vive per sempre felice e contenta, la gente malapena riesce a vivere... e allora perché dovrebbe essere diverso per Luke e me? >> Chiesi con gli occhi velati dalle lacrime e la voce spezzata.

Calum vedendomi in quello stato sul suo viso si dipinse un espressione dispiaciuto, come se il suo cuore si fosse stretto in una presa e li avesse lasciato solo il dolore.

Non sapevo il perchè stavo dicendo quelle cose, ma in questo momento avevo bisogno di qualcuno che mi desse la possibilità di sperare in un ritorno di Luke.

<< Perché ti importa di quello che penso io? >> Chiese Calum timoroso.

<< Perché tu sei l'unica persone che era dura nei miei confronti dopo Ashton.

E se farò questo con lui, e se divento una ragazza sana, tenera e sdolcinata ... Ho bisogno di un amico... ho bisogno di te Cal. Devo sapere che ci sei, ho bisogno che mi aiuti, perché sei l'unico che in tutto questo schifo hai sempre incoraggiato Luke a lottare per la nostra relazione. Ho bisogno di qualcuno che faccia finta che c'è la farò anche se non ci crede. Perché se vengo abbandonata adesso, sul serio non ce la farò. E non avrò mai il lieto fine, questa sarà solo >>
<< La vita >> concluse Calum per me.

Ed era proprio così Calum anche se era sempre stato contrario con me, aveva sempre appoggiato Luke.

Per quanto riguarda me ne ero più che certa, aveva bisogno di qualcuno perchè se tutto sarebbe andato a rotoli non ce l'avrei fatta.

Avevo affrontato tante tempeste negli ultimi periodi, ma tutti sanno che alla fine anche i più forti cadono.

Ed io stavo cadendo in quel silenzio.

In quel silenzio in cui avevo sperato tanto che mettesse apposto le cose.

Ma invece ero sempre nello stesso punto.

L'unica cosa che mi rimaneva da fare era avere un appoggio, che mi sarebbe servito per farmi forza e Calum mi poteva aiutare. Doveva solo imparare a fidarmi.

Perchè non c'è l'avrei fatta. Non da sola.

<< Guarda che ti sto pregando >> Affermai tirando su col naso.
<< Io credo che tu e Luke c'è la farete, farete funzionare la cosa.. Andrà tutto bene Addison, ne sono sicuro >> Affermò certo il moro.
<< Lo dici solo per farmi felice ?'>> Chiesi girandomi verso Calum.
<< Sono tuo amico. Sono dalla tua parte, Addison. >>

 

 

- Fine Flashback -

 

 

Michael ridacchiò sentendo il moro.

Mi stavo accorgendo che in quei cinque anni ero mancata un po' a tutti, ma non credo a Luke. Perchè sapevo come avrebbe reagito, se avesse scoperto il mio ritorno mi avrebbe odiata ancora di più. E io volevo che mi odiasse per averlo abbandonato, così non avrebbe subito un'altra ferita causata dal ritorno. Perchè anche se i ritorni possono sembrare qualcosa di eccezionale, in amore sono qualcosa che ti buttano giù facendoti crollare come quando si tolgono le fondamenta di una casa e tutto ti cade addosso. E ogni pezzo che cadeva faceva male.

<< Ciao Calum >> Gli dissi sorridendoli.

Calum allargò gli angoli della bocca per poi formare quel suo sorriso che mi era mancato in questi anni. Michael sorrise guardandomi.

<< Dio Addison, fatti abbracciare >> Sospirò Calum allargando le braccia e venendo verso di me.

Non mi accorsi come, ma un attimo dopo mi ritrovai stretta tra le sue braccia. Dopo alcuni attimi si staccò e si sedette accanto a me, appoggiandosi con il braccio al bancone e tenendosi la testa con una mano mentre mi guardava sorridendo e incredulo di avermi ancora lì, dopo tutta quella assenza.

Michael si schiarì la gola e parlò.

<< Calum, come mai sei qui? >>

Calum alzò la testa, posando il braccio al bancone e incominciando a tracciare con il dito dei cerchi immaginari sul bancone.

<< Beh >> Iniziò Calum << Stella mi ha cacciato di casa >>

Aggrottai la fronte non capendo.

<< Chi è Stella? >> Chiesi curiosa guardandolo.

Calum si fermò.

<< La mia ragazza >> Mi rispose timorosamente.

Sgranai gli occhi sorpresa. In cinque anni mi ero persa tante cose, è una di queste erano le relazioni di Calum.

<< Hai una ragazza? Oddio! Non ci posso credere. - Esclami sorpresa – Stiamo parlando del Calum Hood che al liceo faceva il macio e faceva pendere dalle sue labbra le ragazze? No, non è possibile >> Finii sconvolta.

<< Beh, avevo >> Confessò il moro

<< Ti ha lasciato? >> Chiesi preoccupata, e mettendo la mia mano sopra il suo braccio come per poterlo rassicurare.

Calum non rispose.

<< Aspetta Addison, adesso arriva il bello >> Proferì parola il mio migliore amico.

Immediatamente guardai Micheal non capendo. Calum alzò lo sguardo verso il mio amico, sorridendo.

<< Non è che potrei stare per un po' da te, Micheal? >> Chiese Calum.

Micheal sbatté le mani, ridendo.

<< Lo sapevo, cazzo. Lo sapevo >> Osservò Michael scoppiando a ridere per poi unirsi alla sua risata Calum.

Io guardai immediatamente Micheal, quando vide la mia espressione capì al volo e divenne serio.

<< Cal, in teoria ci sarebbero dei problemi >> Disse Micheal portandosi la mano dietro al collo per poi grattarselo.

<< Non capisco di quale problema tu stai parlando. Insomma, andrei a dormire nell'altra stanza degli ospiti. Quindi non vedo dove sia il problema. >> Affermò Calum non capendo

Ma quando Micheal aprì bocca per parlare, una vocina che conoscevo fin troppo bene, parlò.

<< Mamma >> Disse Nathan stropicciandosi con la manina i suoi occhi azzurri, mentre nel suo viso si potevano leggere ancora i segni del sonno.

Potei giurare che quando Calum vide la piccola figura di mio figlio, spalancare gli occhi. Ecco arrivare l'ennesimo colpo dei ritorni. Quando si ritorna con sorprese del genere e sopratutto quando si ritorna con un figlio che nessuno si aspetterebbe da te, il colpo da incassare è più pesante.

Mi alzai immediatamente e mi diressi verso mio figlio.

<< Hey, amore mio >> Gli dissi sorridendoli amorevolmente, e prendendolo in braccio mentre lui appoggiò la sua testa sulla mia spalla.

Il respiro leggero provocato da Nathan mi solleticava il collo, sorrisi a quella sensazione.

Poi mi risedetti nuovamente sullo sgabello, mettendo Nathan sulle mie gambe assicurandomi che non cadessimo entrambi per terra.

<< Dormito bene, tesoro? >> Gli chiesi dolcemente, mentre con una mano accarezzavo la sua schiena.

Sentii Nathan annuire nel mio collo, per poi alzare la sua testolina e scrutare con quei suo occhi azzurri la figura di Calum.

Calum guardava sia me e Nathan con espressione basita, e lo vidi sbattere velocemente le palpebre un paio di volte per accertarsi che tutto quello che stesse vedendo non fosse una visione.

Vedendo quella scena sorrisi, voltandomi verso Michael e lui abbozzò un sorriso.

<< Mamma – Mi chiamò Nathan, facendomi voltare nuovamente verso di lui – Chi è questo? >> Chiese mio figlio indicandolo con il dito.

Calum lo guardò sorridendo.

<< Perchè non le lo chiedi tu? >> Gli dissi dolcemente, lasciandoli un bacio tra quei capelli biondi che mi ricordavano una persona che aveva segnato la mia vita.

Nathan si strinse di più a me.

<< Chi sei? >> Squittì mio figlio, facendomi sorridere nuovamente.

Una cosa che aveva preso forse da me Nathan, era essere sfrontati come lo ero io cinque anni prima.

Calum mi guardò e poi guardò nuovamente Nathan sorridendo.

<< Io sono Calum. E tu piccoletto? >> Gli chiese dolcemente il moro.

<< Brutta mossa, amico >> Ridacchiò Michael, mentre Calum lo guardò non capendolo.

<< Hey, non sono piccoletto io sono grande. >> Si difese mio figlio, sentendo la risposta soffocai la risata così come Micheal.

Calum sorrise divertito.

<< Scusami bello – Si scusò Calum – Come ti chiami? >>

<< Nathan >> Affermò sicuro mio figlio.

<< Piacere Nathan >> Disse Calum porgendoli la mano.

Quando Nathan vide allungare la mano di Calum, tolse le braccia che aveva avvolte nel mio collo e parlò.

<< Non si fa così >> Disse Nathan guardandolo, io e Calum lo guardammo non capendo.

<< Io e zio Mikey facciamo così >> Continuò Nathan stringendo la sua manina in un pugno.

Sentii Micheal ridere, mentre io alzai gli occhi al cielo divertita.

Calum ridacchiò e strinse la mano per poi battere il pugno con mio figlio.

<< Campione – Proferì parola Micheal – che ne dici se ti porto a fare colazione fuori visto che Mamma e Calum devono parlare di una cosa? >>

Sapevo che Micheal mi stava lasciando quello spazio, per spiegare la situazione a Calum. E lo ringraziai per questo.

<< Ma io voglio stare con la mamma >> Si lamentò Nathan.

<< Amore ti prometto che quando ritorni io e lo zio Mikey ti portiamo al parco >> Gli promisi per convincerlo.

Nathan annuì cosi mi fece segno di voler scendere, lo presi e lui scese attentamente per poi dirigersi verso la porta per essere seguito da Micheal.

Portai il mio sguardo sulle mie mani, ero nervosa.

<< E' fantastico >> Mi confessò Calum voltandosi verso di me.

Io sorrisi tenendo il mio sguardo ancora sulle mie mani.

<< Chi lo avrebbe detto. La piccola Addison Evans mamma – Osservò Calum – Scommetto che prima o poi conoscerò il tuo nuovo ragazzo >>

Sentendo quella frase, mi mancò il fiato.

E ora come facevo a confessarli tutto? Come trovavo il coraggio di dirli che Nathan era figlio mio e della mia vecchia relazione con Luke che avevo avuto cinque anni fa?

<< Non c'è >> Mentii.

Calum sgranò gli occhi guardandomi.

<< Come?! - Mi chiese quasi urlando – Non sai chi è il padre? >>

Sospirai, mentre i miei occhi si facevano lucidi.

<< Preferirei non parlare di questo argomento, Calum >>

Calum sospirò.

<< Cazzo, Addison. Mi sei mancata. Mi sono mancate le tue sfuriate con me e i le nostre conversazioni >> Mi confessò Calum ricordando i vecchi tempi.

 

 

- Inizio Flashback -

 

<< Evans, Evans, Evans lo sai che le brave ragazze a quest'ora sono a casa nel proprio letto a dormire? >>

Appena sentii quella voce mi fermai di colpo.

<< Evans non ti giri. Sai è scortese da parte tua dare le spalle alle persone >> Continuò di nuovo quella voce.

Non capivo di chi fosse la voce e avevo paura, una paura fottuta di trovarmi davanti qualche maniaco o qualche pazzo.

Presi coraggio e mi voltai.

E non ci potevo credere davanti a me avevo Hood, Calum Hood con le braccia conserte e che mi guardava con uno sguardo divertito.

<< Che vuoi Hood? >> Gli risposi duramente.

Avevo sempre odiato Calum, ma non riuscivo neanche io stessa a capire il perchè.

Calum Hood , dicciasetenne, capelli neri come la pece e i suoi tratti del viso sembravano quelli di una asiatico.

<< Sapere perchè giri da sola a quest'ora senza quel rompicoglioni di James? >> Mii disse il moro fissandomi intensamente.

<< Non sono cazzi tuoi Hood di quello che faccio, cosa faccio e con chi lo faccio. Ci siamo intesi ? E vedi di sparire, non ho tempo da perdere con te >> Gli dissi stanca della presenza sua presenza.

<< Calum si può sapere che cazzo stai facendo ? >> Disse un ragazzo arrivando da dietro.

<< Oh Luke, niente. Stavo avendo una conversazione interessante con Evans >> Disse Calum con un ghigno guardando prima Luke e poi me.

 

- Fine Flashback -

 

 

 

Sorrisi.

<< Anche tu, Cal mi sei mancato >> Ammisi.

Poi ad un tratto allo stipite della porta apparirono pronti Micheal e Nathan, mentre questo mi salutò a quella visione sorrisi. Per poi andarsene e lasciarci soli.

In quella cucina cadde il silenzio, e in quel momento mi incomincia a preoccupare. In quei cinque anni avevo imparato che il silenzio con loro non era mai una cosa tranquilla.

<< Gli manchi, Addison >> Sussurrò Calum.

Nel mio petto si aprì una voragine, che mi tolse il fiato per via del dolore che provai. E i miei occhi si fecero limpidi.

<< Da quando lo hai abbandonato è cambiato Addison. E' un'altra persona >> Mi confessò Calum.

Chiusi gli occhi cercando di fermare le lacrime. Tutte le ferite si erano riaperte.

<< Ti giuro, Addison. Io e Ash stiamo provando ad aiutarlo ma non ci riusciamo. Io... io... sto' cercando in tutti modi di aiutarlo. Ma non ci riesco, non da quando te ne sei andata >>

La voce di Calum era spezzata dal dolore, con la mia partenza improvvisa avevo seminato solo dolore che Luke aveva propagato a tutti.

Calum prese un respiro e gettò la testa in dietro, cercando di cacciare quelle lacrime.

<< Da quando lo hai lasciato, l'ho visto distruggere la sua stessa vita. >> Si fermò prendendo un respiro.

Quel peso che avevo all'altezza del cuore era diventato un macigno.

<< Cambia ragazza ogni sera, cercando di trovare te tra quelle ragazze. E poi alla mattina quando vede che non sei al suo fianco ma vede una estranea le caccia senza alcun ritegno e poi scoppia a piangere stringendo tra le mani quel pupazzetto di pinguino che era la vostra promessa di un per sempre sgretolatosi nel vento >>

In quel momento non ce la feci a trattenere le lacrime e piansi. In questi cinque anni ero riuscita a distruggere Luke Hemmings senza accorgermene perchè ero troppo impegnata a scappare dai problemi.

<< Addison, ogni sera è buttato al bancone di quello squallido bar, che cazzo mi fa schifo dirlo. Ubriacandosi e circondandosi di puttane >> Finì Calum.

Dalle mie labbra scappò un piccolo gridolino, che soffocai con la manica della felpa di Michael che stavo indossando, mentre le lacrime rotolavano in silenzio dalle mie guance e cadevano sul pavimento.

<< Addison la tua assenza e la sua dipendenza dall'alcool lo hanno portato a diventare un alcolizzato. E mi sento uno schifo quando lo vedo crollare in pezzi la mattina dopo la sbornia >>

Sapere che avevo portato quella dipendenza a Luke, mi fece sprofondare in una voragine dove non avevo più una via di fuga.

Ma sapevo anche che la colpa non era solo mia, dopo tutto quello che avevo scoperto come potevo ritornare sapendo che avrei avuto paura di tutte quelle conseguenze che si sarebbero presentate al mio ritorno?

Calum buttò fuori un sospiro come per volersi scaricare, poi mi guardò nuovamente e afferrò una delle mie mani, che non avevano smesso di torturarsi a vicenda durante tutto quel discorso, stringendola. Come per volermi assicurare di qualcosa che nemmeno lui sapeva.

Lo guardai e cercai di sorridere, dietro a quelli occhi rossi e le guance umide del mio pianto.

<< Sono conteno che tu sia ritornata, Addison, Ti ho voluto bene e te ne vorrò per sempre, ricordatelo >>

Per poi stringermi in una abbraccio, cercando di ricomporre i mie pezzi che erano caduti con quella conversazione.









SPACE AUTHOR

Hi, my beautiful people!!!
Im here, again. YAAY
No, okay belezze eccomi nuovamente qui a postare il nuovo capitlo alle 1.15 di notte solo perchè non avevo nulla da fare.
Nah, non è vero mi è dispiaciuto leggere dalle recensioni che vi ho lasciato con l'ansia. Cosi mi sono detta: POSTIAMO IL NUOVO CAPITOLO.
E SBAAM eccolo. Cosa ne pensate?
Però so' di avervi lasciato con l'ansia per il prossimo capitolo, perchè forse potrebbe succedere qualcosa che sconvolgerebbe tutto.
Okay, sto spoilerando fin troppo, quindi stop. HAHAHAH
Allora ricapitolando Addison apre la porta e sapevo che molti di avrebbero pensato che fosse Luke, ma mi dispiace dirvelo ma il biondino arriverà fra un paio di capitoli, poi capirete il perchè. Ma tutto sommato ritorna in scena, quel casinista di Calum YEEEEE. Anzi,diciamo pure che è contento di vedere come la chiama lui  << La nostra vecchia Addison >>.
Poi Calum e Addison hanno una conversazione che si imbatte nell'argomento '' Luke'' e sono tanto curiosa di sapere come l'avete presa la rivelazione di Calum. Perchè, insomma è davvero forte come rivelazione.
Ma cosa più importante di tutte emerge, anche se poco, il carattere del piccolo Nathan. E vi assicuro che il picoletto insieme a Micheal e Calum ne combinerà delle belle. HAHAHAHA 
Anyway cosa ne pensate di Nathan?

Invece Micheal lo troviamo molto premuroso nei confronti di Addison.
No, okay adesso basta che se non mi diventa un capitolo anzi che uno spazio autrice. HAHAHAHA
Vi ringrazio come sempre per le recensioni , che leggo sempre, sempre e per coloro che stanno seguendo questo sequel.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
See ya soon.
Baci Lalluby

 

 

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Capitolo 3
*** Is He? ***


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Is He?




Quella sera aprii la porta di casa sospirando. La giornata a lavoro non si era svolta nei migliori dei modi e l'unica cosa che volevo eri ritornare a casa e starmene un po' con Nathan.

Mi chiusi la porta alla mie spalle, per poi appoggiarmi contro, chiudendo gli occhi e sospirando nuovamente. Ma quando sentii la risata di Nathan provenire dal salotto, riaprii gli occhi sorridendo.

Era la sua risata, la risata di Luke. Quella risata cristallina che usava per prendermi in giro quando ero in imbarazzo.

 

 

 

- Inizio Flashback -

 

 

<< Almeno ti sei medicato ? >> Sospirai guardandolo. Il suo labbro era spaccato e del sangue usciva dal naso, mentre nella sua guancia destra c'era un livido molto probabilmente provocato da un pugno e il suo occhio sinistro non era ben messo.

<< No , ma se vuoi mi puoi medicare tu >> Disse Luke sorridendo.

<< Hemmings sei un pervertito >> Affermai incrociando le braccia al petto.

Luke rise.

Era la prima volta che lo sentii ridere e in quel momento il mio mondo si fermò. Vederlo ridere con quella risata cristallina che in quel momento stava illuminando quella stanza piena di rimpianti e dolore e dopo tutto quel casino, fece battere il mio cuore all'impazzata come se quel suono mi avesse risvegliato. Era un Luke che non avevo mai visto, era tranquillo ma sopratutto sereno.


 


 

- Fine Flashback -


 


 

<< Zio Calum, basta! >> Sentii mio figlio dire mentre rideva, per poi sentire la risata di Calum.

Da quando Calum si era fermato a vivere da Micheal in quei pochi giorni aveva legato con Nathan, ed ero felice di questa cosa. Anzi, credo che Nathan si divertisse a passare del tempo con Micheal e Calum. Da quando ero lì non avevo mai visto mio figlio così sereno e tranquillo. Anzi molte volte quando mi vedeva piangere per via di tutti quei ricordi lo vedevo triste era come se io stessi facendo indirettamente del male a lui con i miei sbagli che avevo commesso. Mentre adesso era qui sereno e spensierato e questa cosa mi riempiva il cuore di gioia. Dovevo un enorme grazie sia Calum ma sopratutto a Micheal.

<< Vai, Nate è arrivata la mamma >> Lo incitò Calum mentre rideva ancora.

<< Mamma! >> Urlò Nathan felice, mentre sentii i suoi piccoli passi farsi strada verso di me.

Appena lo vidi dirigermi verso di me gli sorrisi. Quando arrivò da me mi abbracciò le gambe. Portai la mia mano sulla sua testa e gli scombinai i capelli.

<< Mi sei mancata, mamma >> Mi disse Nathan mentre era ancora stretto alle mie gambe.

<< Anche tu, tesoro >> Sospirai.

Poi si staccò e mi prese per la mano e mi condusse in salotto, quando arrivammo lì, vidi sdraito sul tappeto Calum con il palmo della mano sopra l'occhio mentre si asciugava ancora qualche lacrima provocata dalle risate.

Guardando quella scena risi e scuotei la testa.

Anche se Calum era cresciuto dentro di se era rimasto quel ragazzino sfacciato e vederlo con Nathan era come vedere Luke quando passava del tempo insieme al moro e insieme scherzavano su tutto quello che vedevano oppure si divertivano a prendermi in giro per la mia sfacciataggine.

Nathan mi lasciò la mano e si diresse verso Calum, quando Calum lo vide arrivare verso di se lo prese e incominciò a fargli il solletico. Mentre quella stanza si riempiva delle risate di Nathan, io e Calum sorridemmo.

<< Zio, ti prego basta. Mi fa male la pancia >> Rise Nathan, mentre Calum continuava a farli il solletico mettendosi a ridere anche lui.

Calum poi lo lasciò e Nathan si sedette sul divano.

<< Calum hai venti tre anni e fai ancora il bambino >> Ridacchia.

Calum mi guardò ridendo.

<< E colpa di tuo figlio >> Ammise Calum sorridendo alzando le mani in segno di resa.

Nathan ridacchiò.

<< Michael, dov'è? >> Chiesi, guardandomi intorno e cercando il mio migliore amico.

Calum si alzò da terra e si diresse verso la televisone, accendendola e poi sistemandosi vicino a mio figlio.

<< E' andato a prendere qualcosa per cena, dato che non c'era nulla >> Mi spiegò tranquillamente il mio amico, mentre girava i canali della televisione per poi lasciare su un canale di cartoni.

<< Se me lo avesse detto sarei andata io >> Sospirai appoggiando la giacca sul divano.

<< Spongebob >> Esultò Nathan contento.

Calum si voltò verso mio figlio.

<< Ti piace questo cartone? >> Gli chiese curioso il moro.

Io gelai.

<< Si, tantissimo tutte le sere lo guardavo con zio Mikey o con la mamma >> Confessò mio figlio mentre guardava attentamente la televisione.

<< Sai mi ricordi tanto una persona. C'è questo mio amico che anche a lui piace tantissimo questo cartone >> Spiegò Calum, per poi tornare a fissare anche lui la televisione.

Il mio cuore si fermò.

Sapevo benissimo a chi si riferisse Calum con quella frase. Luke.

Luke adorava quel cartone e mi ricordo che delle volte erano lui e Calum sul divano, così come lo è adesso Calum con mio figlio, guardando Spongebob e scambiandosi qualche battuta sul quel cartone. Ma credo che adesso, dopo tutto quello che stava attraversando, non abbia più tempo di guardarlo.

I miei occhi si fecero lucidi, così mi voltai immediatamente e mi diressi verso la cucina.

Mi appoggiai con le mani al piano della cucina, mentre delle lacrime scendevano silenziose, il mio petto si alzava e abbassava velocemente mentre dei singhiozzi soffocati uscivano dalle mie labbra. Non potevo ridurmi sempre così, ogni volta che sentivo nominare Luke. Anche se mi aveva provocato delle ferite profonde che non guariranno mai, la sua costante assenza mi portava ad amarlo ancora di più. E lo sapevo che era la cosa più sbagliata, ma non ci riuscivo.

<< Ho la cena >> Sentii urlare Michael.

Velocemente mi asciugai le lacrime con le mani e buttai fuori un respiro per scaricarmi.

Quando vidi la figura del mio migliore amico, mi voltai verso di lui stampandomi un sorriso finto.

Micheal era sorridente, ma quando incontrò i miei occhi arrossati il suo sorriso si spense immediatamente. Appoggiò i cartoni della pizza sull'isola della cucina e venne verso di me.

<< Addison >> Sussurrò.

Una lacrima attraversò nuovamente la mia guancia, mi affrettai ad asciugarla con il dorso della mano.

Micheal mi abbracciò senza dire un parola, perchè sapeva il perchè di quelle mie lacrime che in quei cinque anni avevo versato.

Mi strinsi maggiormente a lui, e sprofondai il mio viso nella sua maglietta che profumava di colonia.

Sentivo la mano di Micheal chi accarezzava i capelli, mentre mi lasciava dei piccoli baci alla tempia. Poi mi staccai e guardai la sua maglietta.

<< Ti ho bagnato tutta la maglia >> Affermai con la voce roca provocata dalle lacrime.

Micheal mi sorrise e portò una sua mano sulla mia guancia accarezzandola con il pollice.

<< Tranquilla Addison. Non fa nulla >> Mi disse dolcemente.

<< Ragazzi, noi abbiamo fame >> Parlò Calum arrivando alla porta con in braccio Nathan.

Quando Calum ci vide, si immobilizzò.

<< E' successo qualcosa? >> Chiese preoccupato Calum.

Micheal che fino a quel momento mi guardava si voltò verso il moro.

<< No – Affermò, poi guardò Nathan sorridendo – Forza, andiamo a mangiare >> Disse avvicinandosi ai cartoni della pizza, prendendoli e dirigendosi verso il tavolo.

 

 

 

Durante la cena ricevetti delle occhiate di curiosità e preoccupazione di Calum, mentre Micheal si limitava a stare attento a Nathan.

<< Nate – Chiamai mio figlio facendoli alzare la testa verso di me – Com'è andata a scuola? >> Chiesi, mentre prendevo la bottiglia d'acqua.

<< Bene anche se non mi piace >> Mi confessò il piccoletto.

Calum soffocò una risata, mentre Micheal sorrise divertito.

<< Come non ti piace? >> Chiesi versandomi l'acqua nel bicchiere.

<< E' noiosa, devo stare sempre seduto. E poi non possiamo sempre giocare, mentre io voglio passare del tempo con lo zio Cal e Mikey >>

Sorrisi.

<< Amico è uno di noi >> Si rivolse Calum sorridendo verso Micheal.

<< Sempre detto che siamo i migliori >> Aggiunse Michael facendo ridere Nathan.

Sospirai rassegnandomi.

<< Me lo state rovinando >> Dissi scherzando.

<< Nah, Addison si inizia così per poi finire al liceo facendo sega >> Mi confessò Calum.

<< Calum! >> Lo sgridai, per la parola che aveva usato, mentre Michael rise.

<< Mamma cosa vuol dire? >>

<< Niente, tesoro >> Gli dissi per poi guardare Calum e fulminandolo con lo sguardo.

Micheal e Calum risero.

Quando finimmo di cenare mi alzai, ma Micheal mi prese per mano facendomi sedere nuovamente.

<< Tranquilla, facciamo io e Cal qui. Tu vai a fare il bagno a Nathan >>

<< Ma >> Replicai per essere fermata questa volta da Calum.

<< Tranquilla, Addison. Vai >> Mi disse Calum sorridendomi dolcemente.

Annuii.

<< Nathan, forza andiamo a fare il bagno e poi a letto >> Gli disse alzandomi.

<< Va bene >> Sbuffò il piccoletto per poi seguirmi verso il bagno.

Dopo averli fatto il bagno e averlo sistemato a letto mi diressi nuovamente in cucina, ma la voce di Calum attirò la mia attenzione. Era in salotto che camminava avanti e in dietro al telefono.

<< Dove sei? - sospirò Calum – Non ti sento bene, sposati da quel cazzo di posto. >>

Rimasi in silenzio, aspettando che continuasse la sua conversazione. Sapevo che non era giusto ascoltare le conversazione, ma c'era qualcosa che mi diceva di restare e ascoltare.

<< Okay ho capito, bello......Stai lì non combinare altre cazzate, Luke ........ Ash lo sa?...... Va bene, stai lì e non ti muovere e non fare cazzate......Sto arrivando, Luke >> Finì Calum staccando il telefono e lasciandosi andare nel divano.

Quando capii che quella telefonata era da parte di Luke, che chiedeva aiuto a Calum. Crollai nuovamente, e mi appoggiai con la schiena al muro trascinandomi per terra.

Mentre lacrime avevano preso il via scorrere senza sosta. Si stava distruggendo da solo per un amore che nessuno aveva combattuto e io l'unica cosa che facevo era piangere.

Quando Calum lasciò il salotto e mi vide si fermò di scatto.

<< Hai sentito? >> Sussurrò il moro come avendo il timore che un altra parola mi avrebbe distrutto in altri pezzi.

<< Era Luke? >>

Calum sospirò pesantemente.

<< Addison... si, era lui >> Mormorò.

<< Ti prego fammi venire con te. Ho bisogno di vederlo, ho bisogno di lui, Cal. Ti prego. >> Lo implorai.

Sul volto di Calum si dipinse un espressione di dolore.

<< Io... io... io non posso, Addison >>

Lo guardai, alzandomi.

<< Ti prego, Cal. Ho bisogno di vederlo, portami da lui >> Lo implorai.

<< Addison, no. Sta distruggendo la sua vita da solo e non voglio che ti butti dentro a questo problema portando alla distruzione anche te >>

<< Cal >> Mormorai piangendo.

<< Mi dispiace, Addison >> Disse Calum voltandosi, afferrando la giacca e le chiavi della macchina.

Mi appoggiai nuovamente a al muro, mentre questa volta dei singhiozzi composti dal dolore uscivano rumorosi dalle mie labbra.

Avevo un disperato bisogno di lui, di sapere che non era vero che stesse buttando via la sua vita così per me. Non lo meritavo, volevo che mi odiasse e non che mi amasse ancora e non affondando la sua disperazione in una dipendenza solo perchè nella sua vita mancavo io.

Ma la colpa era solamente mia. Era colpa mia se Luke era caduto in quel baratro senza via d'uscita, era colpa mia se si era ridotto così facendo finta di vivere mentre i giorni, settimane , mesi e anni li passassero davanti senza che lui potesse fare niente.

Ero stata talmente egoista che avevo pensato solo me e al mio dolore causato dalla partenza che non avevo pensato alle conseguenze e sopratutto non avevo pensato che Luke per colpa mia si potesse ridurre così.

Forse ritornare a Sydney era stato lo sbaglio peggiore di tutti. Mi alzai con ancora le lacrime che scorrevano sul mio volto e mi diressi nella camera di Micheal.

Avevo bisogno di sfogarmi e lui era la persona migliore.

Quando entrai in camera lo vidi sdraito nel letto concentrato sulla tv.

<< Micheal >> Mormorai, pentendomi immediatamente.

Micheal si voltò verso di me, appena vide il mio stato si mise a sedere preoccupato.

<< Addison è successo qualcosa a Nate? >> Chiese allarmato.

Scuotei la testa.

Vidi le spalle del mio migliore amico rilassarsi.

<< Luke ha telefonato a Calum >> Sussurrai, vidi Micheal indurirsi.

<< Io ammazzo Calum. Giuro, se li ha detto qualcosa io... >> Disse Micheal arrabbiandosi.

<< No, no Micheal non è colpa di Cal. >>Presi le difese del moro.

Micheal mi guardò non capendo.

<< Si sta distruggendo, Micheal. Si sta distruggendo per colpa mia. E io vorrei poter andare da lui e dirgli che dopo tutti questi cinque anni mi è mancato e che lo amo ancora. Ma non posso, non posso. >> Dissi piangendo.

Michael non parlò. Ma passò nell'altro lato del letto, mettendosi davanti a me e allungando le sue braccia afferrando i miei fianchi e tirandomi verso di lui.

<< Addison, stai tenendo sulle spalle dal sola tutti quei macigni che la tua relazione con Luke ti ha lasciato. Non puoi continuare a darti la colpa di tutto. E' vero, Luke sta distruggendo la sua vita per te, ma non distruggere la tua. Nathan ha bisogno di te, ha bisogno di avere un punto di riferimento e vederti così lo farebbe soffrire ancora di più >>

Mi spiegò Micheal, accarezzando un mio fianco.

<< Ma Nathan avrà bisogno di una figura paterna. Avrà bisogno di Luke, Micheal. E se Luke venisse a scoprire che sono ritornata e ha un figlio tenuto nascosto in questi cinque anni. Verrebbe qui e me lo porterebbe via >> Disse esasperata tra le lacrime.

<< Non lo farebbe, non ne sarebbe capace >> Mormorò

Lo guardai.

<< Come fai ad esserne certo >>

<< Calum non permetterebbe che Luke ti distrugga più di quanto già tu stessa stai facendo >>

Ed era vero. Ne avevo avuto la dimostrazione pochi attimi fa quando mi avevo confessato quello che Micheal mi stava ripetendo.

<< Ma Calum non sa' che Nathan è figlio di Luke. E sono sicura che se lo venisse a sapere porterebbe Luke da me >>

Le lacrime scorrevano sul mio volto, mentre gli occhi incominciavano a bruciarmi.

<< Tu vuoi che Luke venga di nuovo da te? >> Mi chiese Micheal, sembrava che in quella domanda avesse un filo di dolore.

<< Io...io.. no >> Sospirai mentendo.

Ma in verità volevo con tutta me stessa che lui ritornasse da me.

<< Allora Addison non farti carico degli sbagli della vostra relazione. Perchè siete in due. Okay? - Mi chiese sorridendo e accarezzandomi la guancia – Forza, per stasera dormi qui con me >> Mi disse Micheal scostandosi e facendomi stendere vicino a lui per poi abbracciarmi e stringermi a se. Poi ad un tratto sentii il sonno farsi strada e l'unica cosa che mi ricordo fu Micheal che mi accarezzava i capelli.

 

 

 

 

Sentii la serratura della porta d'ingresso scattare, così aprì immediatamente gli occhi. Mi alzai sui gomiti e vidi il braccio di Micheal sulla mia vita mentre lui dormiva beatamente di fianco a me. Scostai delicatamente il suo braccio e mi alzai stando attenta a non svegliarlo, aprì la porta per poi chiuderla dietro di me. Scesi le scale e vidi la luce della cucina accesa, così mi diressi verso quella. Appena entrai vidi Calum piegato verso il frigorifero che cercava qualcosa.

Aspettai che si voltasse, e quando lo fece sussultò.

<< Cazzo, Addison mi hai spaventato >> Disse il moro portandosi una mano sul cuore.

Osservai il suo volto, aveva il labbro e il sopracciglio spaccato, mentre sul suo volto c'era traccia di qualche livido.

Il mio cuore si fermò.

<< Oddio, Calum cosa è successo? >> Chiesi spaventata e avvicinandomi a lui, allungando la mano e scostandogli qualche ciuffo scuro che ricadeva in fronte.

<< Si vede che sei una mamma >> Ridacchiò il mio amico.

Lo fulminai con lo sguardo.

<< Cosa è successo? >>

Calum chiuse gli occhi, buttando fuori un sospiro.

<< Stavo andando a prendere, tu sai chi e praticamente due tizi ubriachi si sono avvicinati a me e a... a... a... Insomma ci hanno stuzzicati e siamo finiti a fare una rissa >> Mi spiegò.

Il mio cuore perse un battito.

<< Lui... lui... lui... come sta'? >> Chiesi, mentre il respiro si faceva corto per la paura che a Luke potesse essere successo qualcosa e le mie mani iniziarono a tremare.

Calum afferrò la mia mano stringendola per rassicurarmi.

<< Sta' bene Addison. E' a casa sua con Ashton. Tranquilla >>

Annuii, poi mi voltai verso la porta per andare in bagno a prendere il kit da medicazione, ma mi fermai.

<< Ah, Calum guai a te se torni ancora a casa conciato così. Chiaro? Mi hai fatto spaventare? >>

<< Va bene, mamma >> Ridacchiò Calum.

Roteai gli occhi divertita, per poi andare in bagno.









SPACE AUTHOR


Hi, my beautiful people!!!
Allora eccomi qui, cosa ne pensate?
Amatemi perchè sto aggiornando spesso e questa cosa deve essere premiata perchè non è da me. Ma dato che i capitoli sono tutti pronti, quindi HAHAHAHA
Con questo capitolo la nostra carissima Addison ammette a se stessa che Luke le manca. Mentre troviamo il nostro Mikey, iper protettivo nei confronti di Addison. cosa ne pensate di questa protezione nei confronti della protagonista?
Seconda cosa, Calum non vuole che Addison incontri Luke. Secondo voi fa bene o male?
Comunque io avrei intenzione di pubblicare la storia su wattpad ( per chi non lo sapesse è un altro sito di fanfiction) ma non so'. Voi che mi dite?
Vi ringrazio come sempre per le recensioni che leggo, sempre, sempre. E per coloro che hanno messo tra i preferiti e seguiti e ricordati, davvero grazie.

Non mi resta che dirvi: CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO CON UNA SORPRESA.
See ya soon.
Baci Lalluby

PS: On twitter @_Lalluby_

 

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Capitolo 4
*** Nothing Will Be Fine ***


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Nothing Will Be Fine







Quel sabato pomeriggio ero nella stanza mia e di Nathan che stavo aggiustando l'armadio. Era già passato un mese da quando mi ero trasferita nuovamente a Sydney. Ed ero felice che Nathan almeno qui avesse trovato un po' di felicità data da Michael e Calum in quei cinque anni in cui io stessa non ero stata capace a dargli.

Mentre stava posando i vestiti piegati all'interno dell'armadio, una maglietta catturò la mia attenzione. Così mi piegai e quando la presi e la guardai il mio cuore venne rotto in minuscoli pezzi, più taglienti e più dolorosi.

Delle lacrime silenziose incominciarono a solcare le mie guance, erano lacrime composte di dolore e ricordi. Il mio respiro si fece breve, così strinsi la maglietta tra le mani e mi sedetti nel letto.

Quando la riguardai nuovamente, mi portai una mano davanti alla bocca per cercare di reprimere quei singhiozzi che stavano riempiendo quella stanza vuota e piena di ricordi dolorosi.

Era la maglia che mi diede Luke, una notte di cinque anni fa'. Era la maglietta che aveva assistito all'ennesima tempesta che si abbatteva sulla nostra relazione così difficile e complicata per noi. I ricordi si fecero vivi, accarezzai il tessuto della maglia con il pollice mentre un sorriso amaro si dipinse sulle mie labbra accompagnato dalle mie lacrime.

 

 

 

 

-Inizio Flashback-

 

 

 

 

Sentivo lo sguardo di Luke addosso per ogni movimento che stavo compiendo nella sua camera,

Quando vide che presi posto nel suo letto, parlò.

<< Piccola ti prendo qualcosa del mio armadio così ti vai a fare una doccia. >> Per poi andare verso l'armadio e aprirlo e incominciare a cercare qualcosa dentro.

Non dissi nulla mi limitai solo a fissare il ragazzo che trafficava dentro a quell'armadio disordinato.

Quando Luke trovò i vestiti si diresse verso di me porgendoli. Li guardai e tra quei vestiti trovai la sua maglietta preferita, sorrisi.

<< Grazie – Dissi prendendo un respiro - Voglio dire , grazie per avermi salvato la vita... >> Balbettai chiedendomi se stava capendo a cosa mi riferissi.

<< Mi hai salvato quando nessuno altro non era in grado di farlo >>

Luke mi guardò rilasciando un sonoro sospiro e si sedette vicino a me, prendendomi delicatamente e facendomi sedere nelle sue gambe.

<< Non hai bisogno di chiederti se io per te ci sarò, Addison! Io mi prenderò sempre cura di te. Devi tenerlo a mente >>

Il mio cuore accelerò facendo una capriola sentendo quelle parole e il mio corpo, ma cercai di ignorarlo , ero confusa da quello che gli aveva detto.

<< Eppure non ci sei, Luke... - Lo allontanai ferita - Sembri così distante >>

<< Cazzo, non lo capisci. Continui a farti male, Addison! E, a quanto pare , sempre quando ci sono io attorno >> Mi disse baciandomi i capelli.

Sentii una dolorosa fitta al cuore.

<< Non è vero , Luke >> Dissi cercando di convincerlo.

Il ragazzo scuoté la testa e fece un sorriso amaro.

<< Si che è vero >> Disse stringendomi a se.

<< Tu non capisci Luke, io.. >> Non finii di parlare che Luke mi interruppe.

<< Lo sai il perchè ? - Chiese con voce cupa , guardando duro davanti a se - Non ci sarò mai Addison, purchè tu sia al sicuro perchè è questo quello che conta >>

<< No , per me non è l'unica! >> Risposi con rabbia.

Dolore e frustrazione apparvero sugli occhi di Luke , mentre con un dito , accarezzava il profilo della mia guancia.

<< Mi dispiace davvero, Addison >> Sospirò Luke, spostandomi dalle sue gambe e alzandosi.

Lo guardai mentre nei mio occhi si fecero liquidi e si velarono di tristezza.

<< Luke – Sussurrai, mentre tutto si rompeva nuovamente - Io ho bisogno di te >>

Lui aveva preso qualcosa di me. Lui aveva portato via dei pezzetti da me. Un pezzetto alla volta. Pezzi così piccoli che non me ne ero neanche accorta. Un giorno era io Addison Evans e all'improvviso mi ero ritrovata a mentire per lui e mettere a rischio la sua vita e acconsentire a salvare la mia. Finché non mi ero trovata là, in quel casino e io non c'ero più. E perfino allora lo avrei rifatto di nuovo. Avevo perso me stessa, per un periodo lunghissimo, e ora, che finalmente era di nuovo me stessa, Luke non parlava .Ma io lo amava, lo amava più di quanto pensassi.

E questo mi faceva paura da morire, perché aveva deciso di non dirglielo , ma Luke, ormai si era preso un pezzo di me. E io le lo lasciai fare. E non doveva accadere mai più.

Ma c'era una ragione per tutto questo? Perché se vi viene in mente una ragione, una qualsiasi per cui l'amore è così... sballato e confuso e perfido... questo sarebbe il momento giusto per dirlo perché avevo bisogno di una risposta.

<< Luke, ti prego... io.. io ho bisogna di una risposta >> Dissi triste, perchè Luke sembrava non aprire bocca.

<< Addison, sei stanca cerca di riposarti >> Sviò l'affermazione Luke.

Lo guardai di nuovo con quei occhi azzurri pieni di tristezza che se avrebbero potuto parlare, forse avrebbero già ammesso il sentimento che provavo per lui. Ma era meglio così, non volevo allontanare ancora di più Luke.

Perchè Luke era essenziale per me: come l'acqua per le piante, come il sole per la vita nella terra e come l'aria per respirare.

<< Luke, stai scappando >> Sussurrai piano, quando lui finalmente mi guardò negli occhi.

<< In un certo senso, forse sì - Sospirò il biondo - Ma è la cosa giusta che posso fare in questo momento. Perchè Addison, sappiamo tutte e due che non possiamo andare avanti così. Ci facciamo del male a noi stessi, e questo è l'unico modo per mettere a posto le cose. Perchè cazzo Addison , non so che cos'altro fare. >> Si portò nervosamente la mano ai capelli e scompigliandoli.

<< Non sai cos'altro fare ? E che ne dici di restare ? Ti sto chiedendo di restare Luke. Insieme sistemeremo tutto questo casino. Dio santo Luke, io ho bisogno di te >> Dissi singhiozzando con lo stomaco sottosopra.

<< Addison riposati >> Mi ordinò Luke.

Mossi la testa in segno di disapprovazione e dipingendo sul mio volto un sorriso privo di felicità.

<< Cosa dovrei fare, Luke? Dimenticarti ? E questo che mi stai chiedendo? >> Chiesilzando la voce.

Luke non rispose, mi guardò senza respirare e si chiuse la porta alle spalle.

 

 

 

 

- Fine Flashback -

 

 

 

 

 

 

 

Guardai nuovamente la maglietta, mentre una lacrima cadde sul tessuto macchiandola. L'amore per lui e la sua assenza mi stavano distruggendo. La testa mi incominciò a girare, forse per dirmi che quei troppi ricordi mi stavano facendo diventare matta. Ma come potevo cacciarli via, dato che servivano a me per nascondermi dietro di questi e facendomi rivivere tutte l'emozioni che avevo provato solamente con lui. Ed era anche l'unico modo per tornare indietro nel tempo e rivivere lui. Perchè da quando lo avevo lasciato la mia vita non era più la stessa.

E' vero era arrivato Nathan, che mi ricordava che la mia relazione che avevo avuto con lui mi aveva lasciato qualcosa di profondo qualcosa che avevamo creato entrambi con il nostro amore.

Ma non sapevo se Luke fosse nella mia stessa condizione. Ma forse era meglio così.

Se questo ritorno a Sydney mi doveva servire per cercare di rendere un po' felice Nathan, invece, stava distruggendo me.

Ma la colpa era solamente mia. Era stata colpa mia di partire così senza prima riflettere, era stata colpa mia a non chiedere nessuna spiegazione a Luke su quello che avevo scoperto, era stata colpa mia se non ero riuscita a mantenere il polso fermo con Ashton ed era stata colpa mia a non dire a niente a Luke che avrebbe avuto un figlio,

di cui adesso per colpa mia non sapeva nulla del padre.

Sapere di essere così vicina a Luke ma così lontana, mi faceva impazzire. Perchè io avevo davvero bisogno di lui e me ne stavo accorgendo adesso che ero ritornata a Sydney.

Ma ero consapevole che se mi fossi nuovamente avvicinata a lui, sarei andata incontro alla mia stessa autodistruzione.

Perchè i ritorni sono fatti così, portano solo alla distruzione perchè devi rimettere a posto tutti quei piccoli problemi di cui si stava scappando. Se poi si parlava di ritorni con dietro questioni di cuore irrisolte la situazione era dannatamente più grave.

In tutti quei cinque anni che avevo vissuto a Perth ero convinta che forse il tempo avrebbe curato tutte quelle ferite che io e Luke ci eravamo procurati con la nostra rottura, ma non era assolutamente vero.

Più il tempo passava, più queste ferite emarginavano e più il dolore si faceva strada. E più cercavo di andare avanti più il passato mi si presentava davanti.

Con ancora le lacrime che mi rigavano il volto mi alzai dal letto e mi diressi in bagno.

Appoggiai le mani ai bordi del lavandino e chinai la testa facendo cadere alcune delle mie lacrime nel lavello, mentre dei singhiozzi rumorosi uscivano dalle mie labbra e il mio petto si abbassava e alzava velocemente.

Quando alzai il mio volto e osservai il mio riflesso allo specchio, la rabbia si fece strada dentro di me espandendosi come un vapore caldo.

Afferrai la boccetta di ceramica del sapone e la lancia contro lo specchio del bagno frantumandolo in mille pezzi che caddero nel pavimento mentre un urlo di rabbia usciva dalle mie labbra.

Indietreggia fino a toccare la mia schiena contro il muro per poi strisciandoci contro,per sedermi per terra.

Raccolsi le ginocchia contro il petto, appoggiandoci sopra la testa e inizia a piangere. Quei tanti cocci di vetro sparsi sul pavimento rappresentavano me. Chiusi gli occhi per un attimo e ho pensato tutte le volte che mi ero ripromessa che tutto sarebbe andato bene, ma invece nulla in quel momento andava bene. Poi presi un coccio di vetro in mano, in quel momento ogni singolo ricordo di quando ero più giovane fino ad ora attraversò la mia mente. Presi un respiro profondo, mentre il mio corpo incominciò a tremare leggermente. Non riuscivo a vedere nulla, avevo la vista annebbiata dalle lacrime. Strinsi la mano, gemendo e sentii il freddo del vetro premere contro il mio palmo caldo. Potevo sentire in ogni centimetro della mia pelle i brividi. Sentivo il mio cuore accelerare e la mia mascella iniziare a stringersi proprio nel momento in cui feci più pressione nella mia mano con il coccio di vetro sentendolo perforarmi il palmo. Mi morsi il labbro, cacciando i gemiti di dolore indietro e sentii le lacrime scendere. Lasciai la presa del coccio insanguinato mettendolo per terra, per poi aprire la mia mano e vedere il palmo ricoperto di sangue.

Espirai.

In quel momento il mio respiro era flebile e freddo e chiusi gli occhi. Mentre sentivo il liquido caldo rosso gocciolarmi dalla mano.

Aprii gli occhi e girai la testa verso la porta.

Il mio cuore si fermò quando vidi Nathan davanti alla porta del bagno mentre il suo sorriso lasciava spazio ad una espressione di dolore. Mentre dei passi si facevano strada.

<< Mamma! >> Urlò Nathan facendo un passo verso di me, per poi essere fermato immediatamente da Calum e quando mi guardò vidi i suoi occhi scuri farsi lucidi, mentre boccheggiava dei flebili no.

<< MICHAEL! >> Urlò Calum cercando aiuto, mentre Nathan iniziò a piangere stringendosi a lui. Quando Micheal arrivò vicino al moro e mi vide sbarrò gli occhi.

<< Porta Nathan in camera tua >> Gli ordinò il mio migliore amico, mentre entrava velocemente in bagno e si inginocchiò di fianco a me, prendendomi il viso tra le mani. Mentre i suoi pollici asciugavano le lacrime dalle mie guance.

<< Addison >> Mi chiamò. Il suo respiro era pesante e traballante.

<< Addison, ti prego dì qualcosa. Qualsiasi cosa >> Mi sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. Poi sentì Michael portare un braccio dietro alle mie gambe e uno dietro alla mia schiena per poi alzarmi. Misi il braccio attorno al suo collo, per poi sprofondare la testa nell'incavo del suo collo e iniziare a piangere.

<< Mi dispiace, Mikey. Mi dispiace >> Sussurrai contro la sua pelle senza che le lacrime si fermassero.

Michael mi appoggiò delicatamente nel suo letto per poi stringermi nuovamente a se, come se quel contatto fosse ancora l'unica cosa che mi impediva di cadere a pezzi nuovamente.

Eravamo entrambi in silenzio, quel silenzio fatto di tante cose.

In quel momento volevo svegliarmi da quel terribile incubo che stavo vivendo e guardare oltre e vedere Luke sorridermi, mentre io ero appoggiata al suo petto che mi lasciavo cullare dal suo battito cardiaco, mentre lui mi sussurrava che tutto questo che avevo vissuto era un terribile incubo. Ma lui non lo avrebbe mai fatto e mai lo farà. Perchè lui non c'era, non era qui con me. Ed era questa la cosa che mi faceva più male.

In quel momento non riuscivo a trovare le parole giuste da dire, e anche se potessi, sapevo che non appena la prima parola avrebbe lasciato la mia bocca, sarei crollata. Sentii le labbra di Michael sulla mia tempia mentre con una mano mi accarezzava i capelli come per farmi sapere che lui era ancora lì, e lo sarà sempre.

I singhiozzi si fecero più rumorosi.

Micheal torreggiò su di me e mi strinse maggiormente a se. Avvolsi le mie braccia attorno al suo collo e mi strinsi a lui. Lasciando che le lacrime scorressero di nuovo e li bagnassero la maglietta.

Il mio migliore amico mi accarezzava la schiena come per volermi dimostrare che lui c'era per me ed era quello di cui avevo più bisogno in quel momento. Qualcuno che fosse disposto ad ascoltare i miei pianti e tenere insieme tutti quei pezzi di me.

<< Sshh piccola. Andrà bene, starai bene >> Mi sussurrò tra i capelli.

'' Non starò mai bene, Micheal '' pensai mentre mi stringevo sempre di più a lui.

<< Non avrei mai dovuto lasciarlo andare, Mikey, perché sto cadendo a pezzi
Voglio solo fargli sapere che non posso continuare a fingere e non che sarei dovuta andare così lontano. Io non posso vivere senza di lui .Non riesco a respirare senza di lui >> Confessai quelle parole al mio migliore amico che per troppo tempo era state tenute nascoste

Michael sospirò.

<< Tornerà Addison, tornerà >> Mi promise.

<< Sto distruggendo tutto, Micheal. Ho distrutto anche Nathan >>

Micheal mi baciò i capelli.

 

 

 

 

 

Dopo un po' sentii la porta della camera aprirsi, mentre il mio migliore amico mi accarezzava con il pollice il braccio.

<< Mamma >> Disse una voce flebile.

Chiusi gli occhi, mentre una lacrima silenziosa rigò la mia guancia.

<< Hey campione, vieni qui >> Gli disse Michael, sbattendo la mano sul materasso per fargli segno di venire.

Sentii i passi leggeri di Nathan, mi scostai da Micheal per lasciare spazio a mio figlio.

Quando arrivò, si sdraiò tra me e il migliore amico per poi appoggiare la sua testa sul cuscino. Ero sdraita su un fianco, mentre tenevo la mia testa con la mano.

E gli occhi di Nathan era diventati di un azzurro tempestoso come quelli del padre quando c'era qualcosa che lo preoccupava. Portai l'altra mano fasciata verso i suoi capelli e li scostai dalla sua fronte, mentre sentivo lo sguardo di Michael addosso.

<< Mamma >> Sussurrò Nathan.

Gli sorrisi dolcemente.

<< Si, tesoro >> Gli dissi scostando ancora i suoi capelli che li erano ricaduti nuovamente sulla sua fronte. Nathan chiuse gli occhi per poi aprirli nuovamente, rilassandosi.

<< Mi odi? >> Mi chiese innocentemente.

Il mio cuore si fermò, alzai lo sguardo immediatamente verso Michael che lo vidi irrigidirsi. Il mio migliore amico portò la sua mano sul mio braccio che reggeva la testa accarezzandolo per rassicurarmi.

Guardai nuovamente Nathan.

<< Non potrei mai, amore mio. Tu sei l'unica cosa che mi rende e mi porta felicità e luce in tutto questo buio. Tu sei il mio regalo più grande >> Gli dissi sorridendo dolcemente.

Nathan si avvicinò di più a me abbracciandomi.

<< Allora non piangere più perchè io ti voglio bene, mamma >>

Il mio cuore si strinse. Senza rendermene conto stavo facendo soffrire l'ultima persona che avrei voluto far soffrire. Nathan non meritava tutto questo dolore. Anche se aveva cinque anni era cresciuto in fretta per colpa mia.

<< Non ti farò più del male, amore mio. Te lo prometto >> Sussurrai stringendolo a me e lasciandogli un bacio nei capelli.









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Hi, my beautiful people!!!
Ed eccomi, come sempre, a postare il nuovo capitolo ad orari improponibili. Sono le 1.15 del mattino e io sono qui a postare il capitolo per voi.
Anche se avrei dovuto farlo oggi pomeriggio, ma dato ve avevo ventordicimila robe da fare mi sono ridotta a quest'oraccia.
Allora cosa ne pensate di questo capitolo?

Qui, in questo capitolo, per la prima volta emerge il lato debole  di Addison. Che fa spaventare sia Michael, Calum e sopratutto Nathan.
Lo so che come capitolo non è un gran che perchè non succede nulla di particolare. E so' anche che aspettate con grandissima ansia il ritorno di Mrs. Hemmings.
Vi dico solo che QUANDO MENO ME LO ASPETTERETE, APPARIRA'.
So don't worry, girls.
Comunque ringrazio, come sempre, chi recensisce, chi mette nei preferito, seguiti e ricordati.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
See ya soon
Baci Lalluby 

 

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Capitolo 5
*** Stop It, Dad ***


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Stop It, Dad.

 

 

 

 

Da quando era accaduto che mi ero lasciato travolgere dal dolore la situazione era cambiata. Calum e Michael mi trattavano come se fossi una bambola di porcellana, la più preziosa. Da quando era successo tutto ciò li avevo spaventati a morte, perchè forse nessuno mi aveva mai visto così debole da aver fatto crollare tutti quei muri che con il tempo mi ero costruita come corazza. Se Luke si stava auto distruggendo con l'alcool, io mi stavo distruggendo con tutti i ricordi. Eravamo tutti e due immersi nel dolore.

Mi ero sempre dimostrata forte.

Ma adesso tutto era cambiato, ero diventata debole mi stavo facendo abbattere da un sentimento che era troppo grande per essere vissuto.

Perchè Luke era ovunque per me, nei miei ricordi, nelle parole, nella meravigliosa amicizia che avevo instaurato con Calum e Michael e sopratutto Luke era in Nathan.

Anche a distanza di questi cinque anni lui era ancora parte di me e la cosa che mi distruggeva era non potergli dire quei '' ti amo'' che nella nostra relazione erano sempre stati nascosti per paura di farci male.

Nathan era sdraito con la sua testa sopra le mie gambe, mentre io gli accarezzavo i capelli. I suoi respiri leggeri colpivano i pantaloni della mia tuta, mentre il suo petto si alzava e abbassava ritmicamente. Vederlo dormire sereno e senza pensieri in quel momento mi fece riempire il cuore di gioia.

<< Io vado >> Disse Calum entrando nel salotto, mentre si infilava la giacca.

Annui solamente.

<< Esci con Stella? >> Gli chiese curiosamente Michael mentre distoglieva lo sguardo dalla televisone per guardarlo.

<< Si, le ho chiesto di darmi un'altra opportunità >>

Sospirai. Anch'io avrei voluto avere un'altra opportunità con Luke per dirgli che in tutti questi cinque anni lo avevo amato.

<< In bocca al lupo, Cal >> Gli dissi sorridendo.

<< Crepi >> Mi rispose ricambiando il sorriso.

<< Ti dobbiamo aspettare o ti arrangi tu qui, poi? >> Gli chiese Michael.

<< Tranquilli, mi arrangerò >>

Calum venne verso di me, si piegò verso Nathan lasciandoli un bacio nella tempia.

Sorrisi.

Poi si alzò e mi guardò.

<< Cerca di non combinare altre cazzate mentre non ci sono, okay? - Mi disse dolcemente accarezzandomi la guancia – Non voglio ritornare a casa e vedermi un Michael che piange come una ragazzina >> Finì scherzando.

Sorrisi.

<< Ti voglio bene, Addison >> Mi disse per poi baciarmi la fronte per poi staccarsi e voltandosi per andarsene.

<< Hey anch'io voglio un bacio >> Scherzò Michael, voltando il volto e indicandosi il dito con la guancia.

Risi divertita, mentre Calum lo guardò incenerendolo con lo sguardo.

<< Vaffanculo, Clifford >> Si difese il moro per poi scoppiare a ridere.

<< Calum! - tuonai – Le parole >> Gli dissi guardandolo.

Calum ridacchiò scuotendo la testa per poi andarsene.

Portai nuovamente l'attenzione su Nathan, dormiva ancora.

<< Dorme ancora? >> Mi chiese Michael.

Sentivo il verde degli occhi del mio migliore amico addosso.

<< Si >> Risposi, accarezzando i capelli biondo cenere di mio figlio.

<< Addison >> Mi richiamò.

Alzai lo sguardo, nei suoi occhi si leggeva tutta la preoccupazione.

<< Starai bene, okay? - Mi disse – Perchè non permetterò più a nessuno di farti crollare in quel modo, potrai contare sempre su di me e Cal >>

Sapevo a cosa si stesse riferendo a quel discorso, i miei occhi si fecero lucidi. Così li abbassai e ritornai a guardare mio figlio.

<< Sto facendo del male a tutti >> Sussurrai.

<< Non è vero, tesoro – Parlò Michael, alzandosi e sedendosi di fianco a me – Finchè ci saremo io e Calum con te, tutto andrà bene. Te lo prometto >> Disse finendo e stringendo la mia mano.

Ad un tratto vidi Nathan muoversi e portarsi le mani sugli occhi mentre cercava di portare via i segni del sonno.

Poi si stiracchiò aprendo i suoi occhi azzurri limpidi e allungò una mano verso la mia guancia per poi posarla a questa e incominciandola ad accarezzarla.

<< Hey, amore mio >> Gli dissi dolcemente sorridendoli, per poi afferrare la sua mano dalla mia guancia e iniziandola ad accarezzare il suo dorso con i pollici.

<< Hai dormito bene? >> Gli chiesi dolcemente.

Nathan annuì, poi si alzò sedendosi sul divano e si guardò in tondo.

<< Dov'è zio Cal? >> Mi chiese, per poi voltarsi verso di me e sedendosi sulle mie gambe.

<< E' andato dalla sua ragazza, tesoro mio >> Gli spiegai mentre li accarezzavo la schiena.

<< Ma io volevo giocare con lui >> Protestò mio figlio.

Micheal rise.

<< Hey campione hai me. Io sono molto, molto, molto più divertente dello zio Cal >> Disse Micheal scompigliandoli i capelli.

Risi.

<< Si, ma io volevo passare anche del tempo con lui >> Rispose Nathan sorridendo a Micheal.

Poi Micheal si alzò e afferrò Nathan mettendoselo sulle spalle, mentre quest'ultimo iniziò a ridere.

Li guardai divertita scuotendo la testa. Poi mi alzai e mi incomincia a dirigermi verso la cucina. Osservai l'orologio che segnava lei sei di una monotona domenica pomeriggio. Così andai verso il frigo lo aprì e iniziai a tirare fuori un pacchetto congelato per poi posarla nell'isola della cucina.

Ad un tratto sentii la risata di Nathan farsi più forte.

Ridacchiai.

Poi Michael venne nella cucina, con ancora Nathan sulle spalle. Lo fece scendere delicatamente per poi posarlo su uno degli sgabelli dell'isola , mentre Michael si voltò afferrando il quaderno che mio figlio usava di solito per pasticciare, lo posò sull'isola e si sedette di fianco a Nathan.

Mentre cucinavo quella sera avevo di sottofondo la risata di Nathan che era infastidito scherzosamente di Michael.

Apprezzai il fatto che il mio migliore amico stesse facendo di tutto per rendere felice mio figlio, dopo tutto quello che mi stava succedendo.

Ma quella situazione di tranquillità e serenità cambiò quando sentii, quella frase.

<< Papà, smettila >> Disse ridacchiando Nathan.

Gelai, mentre il mio stomaco si contorceva e il mio cuore sussultò. Il coltello che avevo in mano mi cadde nel tagliere, provocando un rumore metallico fastidioso che mi provocò dei brividi lungo il corpo, mentre i miei occhi si fecero lucidi.

Alzai lo sguardo verso Micheal, che in quel momento si era irrigidito. Poi prese un respiro e parlò.

<< Nate cosa hai detto? >>

Mi figlio alzò la testa che aveva china sul quaderno.

<< Papà smettila >> Ripetè tranquillamente mio figlio.

Un altro colpo al cuore mi colpì.

<< Campione per quanto mi piacerebbe esserlo, mi spiace, ma io non sono il tuo papà >> Gli spiegò con una punta di dolore Michael, mentre nelle sue labbra apparse un sorriso amaro.

Nathan alzò nuovamente la testa e guardò prima me e poi il mio migliore amico. I suoi occhi azzurri si fecero scuri mentre un velo di dolore li attraversò.

Esattamente come quando Luke stava male.

<< Si che lo sei. Perchè tu abbracci sempre la mamma e la fai sorridere sempre. E quindi tu sei il mio papà >>

Sentendo quelle parole pronunciate da mio figlio il cuore mi scoppiò. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui Nathan avrebbe avuto avere delle spiegazioni perchè suo padre non c'era.

Ma non ci riuscivo.

<< Mi spiace, campione. Ma io e la tua mamma non stiamo insieme siamo solo dei grandissimi amici. E fidati mi sarebbe piaciuto essere il tuo papà >> Disse Michael.

Con quella frase sentivo tutto il dolore che aveva il mio migliore amico. Guardai Nathan con gli occhi lucidi.

Come facevo a dirgli che io lo stavo tenendo lontano da suo padre, dato che avevo paura che me lo potesse portare via?

<< E allora dov'è il mio papà? >> chiese incupendosi mio figlio.

Sentivo le lacrime premere nei miei occhi, mi appoggia con la schiena alla cucina e presi un respiro.

Non potevo piangere nuovamente davanti a mio figlio, non dopo tutto quello che li avevo fatto assistere vedendomi in quella situazione.

Sentivo lo sguardo di Michael addosso, non sapeva che cosa fare.

<< Nate... >> Inizia a parlare piano con la voce incrinata.

Micheal capì subito la mia intenzione e prese in mano la situazione fermandomi.

<< Campione è solo andato via per un po' e poi vuole vedere se durante la sua assenza tu ti comporterai bene e ti prenderai cura della tua meravigliosa mamma >> Gli spiegò dolcemente Micheal accarezzandoli i capelli e guardandomi.

<< Ma se farò il bravo e mi prenderò cura della mamma, ritornerà da me? >>

Dalle mie labbra scappò un piccolo gridolino, che soffocai con la mano mentre le lacrime rotolavano in silenzio dalle mie guance e cadevano sul pavimento.

<< Mamma – Mi chiamò allarmato Nathan – Mamma, perchè piangi? >>

Vidi gli occhi di Michael e Nathan che furono attraversati dal dolore.

<< Campione, che ne dici di andare in salotto a vedere la tv. Ho bisogno di parlare con la mamma >>

<< No, io voglio stare con lei >> Protestò Nathan guardandomi.

Presi un respiro calmandomi e asciugandomi le lacrime con il palmo.

<< Tesoro, fai come ti ha detto zio Mikey. Sto bene >> Gli dissi dolcemente.

Vidi mio figlio calmarsi, per poi annuire e lasciarmi sola con Michael. Quest'ultimo si alzò chiudendo la porta della cucina alle sue spalle.

E io inizia a piangere nuovamente.

<< Tesoro >> Mi richiamò il mio migliore amico. Lo guardai mentre la mia vista era appannata dalle mie lacrime. Michael mi aveva visto tantissime volte in quello stato di dolore, e in quel momento avrei tanto desiderato che fosse stato lui veramente il padre di Nathan, così non avrei sofferto tutto quel dolore. Perchè in fondo Michael ci era sempre stato anche quando avevo scoperto di aspettare un bambino.

 

 

 

 

 

 

- Inizio Flashback -

 

 

 

 

Le lacrime annebbiavano la mia vista mentre nelle mie mani mi rigiravo quel pezzetto di plastica che mi stava dicendo la verità.

Ero partita da otto settimane e avevo scoperto che la mia vita in meno di sette mesi sarebbe cambiata per sempre. Sarebbe arrivata la responsabilità più grande, quella che avrebbe spaventato anche due persone mature. Sarebbe arrivato un bambino.

Tirai su con il naso mentre con le mani mi asciugavo gli occhi. Afferrai il telefono e chiamai la prima persona che mi stava pregando in tutti modi di ritornare.

<< Pronto >> Disse una voce.

Il respiro si fermò.

<< Pronto, hey c'è qualcuno lì >> Continuò la voce.

Le lacrime iniziarono ad uscire.

<< Michael >> Sussurrai.

<< Addison! - Esclamò – Sei tu? >> Chiese speranzoso.

<< Michael, io, io, io... ho fatto un casino >> Dissi mentre tra le mani mi rigiravo quel test.

Sentii dall'altro capo del telefono il rumore di una porta chiudersi.

<< Tesoro cosa è successo? >> Si preoccupò.

Chiusi gli occhi mentre le lacrime sembravano non fermarsi più.

<< Aspetto un bambino >> Sussurrai.

Sentii dall'altro capo il silenzio.

<< Ne sei sicura, Addison? >> Parlò poco dopo Michael.

<< Si >> Dissi guardando il test.

<< E' lui il padre. Non è vero? >> Mi chiese il mio amico sapendo già la risposta.

<< Ho paura, Mikey >> Confessai con la voce rotta.

Michael sospirò.

<< Andrà tutto bene Addison.>>

 

 

 

 

- Fine Flashback -

 

 

 

 

<< Non posso, Michael. Non posso >> Urlai disperata.

Micheal venne verso di me afferrando i miei polsi con le sue grandi mani per paura che potessi fare qualcos'altro di pericoloso.

Scivolai per terra spezzata dal dolore.

<< Non posso, non posso >> Ripetei nuovamente, ma questa volta sussurrando.

Micheal si inginocchiò di fronte a me prendendomi il viso con le mani, per poi accarezzarmi le guance con i pollici.

<< Gli sto facendo male, Micheal. Lo sto tenendo lontano da suo padre. E un giorno mi odierà per questo >>

<< Non lo farà mai, Addison >> Mi sussurrò Michael, cercando di calmarmi.

<< Hai visto i suoi occhi, Micheal?! Hai visto quanto sono dannatamente uguali a quelli di Luke?! Hai visto che ride nel suo stesso dannato modo?! >> Urlai piangendo più forte, mentre il mio fiato si faceva più corto.

<< Addison, calmati >>

Scuotei la testa.

<< Quando arriverà il giorno in cui ricomincerai? E quando diavolo inizierai a passarci su? >> Mi chiese Michael esasperato.

Con quelle domande il mio migliore amico era riuscito a zittirmi. Forse era vero, dovevo ricominciare. Ma non potevo. Quel dolore era troppo da sopportare e troppo difficile da uscire da quella cella in cui mi ritrovavo. Dovevo imparare a cambiare il modo in cui mi sentivo e dovevo essere più realistica perchè non potevo nascondermi sempre nei ricordi che mi facevano amare ancora di più Luke.

<< Non so' come reagire a tutto questo, Micheal! Non lo so ancora – Dissi mentre il dolore al petto aumentava e tirai su col naso – Continuo a portare ancora le cicatrici mie e di Luke come se fossi ancora intrappolata nel passato e non so' più dove iniziare. E un continuo cercare la mia strada per allontanarmi da tutti quei ricordi. Ma non ce la faccio – Mi fermai prendendo un respiro e asciugandomi le lacrime – Non sono ancora pronta a raccogliere tutti quei cocci della mia relazione rotta, quando penso a lui riesco a malapena dire ''io'' invece che quel ''noi'' che avevo sempre desiderato. >> Finì crollando nell'ennesimo pianto.

Michael mi strinse a se.

<< Finchè non sarai tu, la prima ad essere pronta a dire addio a tutti i tuoi ricordi. Non riuscirai mai ad affrontare la situazione, Addison. >>

Ed era vero. Io non ero mai stata pronta per nulla. Non ero mai stata pronta a partire cinque anni fa', non ero mai stata pronta a sopportare tutto questo dolore, non ero mai stata pronta con Luke, non ero stata mai pronta a diventare madre, non ero mai stata pronta per Nathan, non ero mai stata pronta al mio ritorno, non ero mai stata pronta per Calum, per Micheal e non ero mai stata pronta a mollare tutti quei ricordi che mi facevano rivivere Luke.

<< Cosa dovrei fare, Michael – Dissi esausta contro la sua maglia – Non so più vivere >> Gemetti tra le lacrime.

Michael sospirò.

<< La cosa più difficile in amore. Dimenticarlo >>









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Hi, my beautiful people!!!

So here we going again...
Lo so che vi sto riempiendo il cuore di gioia perchè sto aggiornando spesso, ma dalle recensione che mi lasciate mi dispiace leggere che vi lascio con l'ansia.
Ma non sarei io. HAHAHAHA
Allora, nuovo capitolo, nuovo heart attack. Cosa ve ne pare?
Diciamo che questo capitolo è un po' insapettato, perchè ammettiamolo mai nessuno si sarebbe aspettato che il piccolo Nathan chiamasse Micheal in quel modo. 
E questa cosa a buttato ancora di più a terra Addison. 
Dalle recensioni che sto leggendo tutte aspettate con ansia Mr. Hemmings e io vi continuo a ripetere che ogni cosa a suo tempo. Ma tranquille prima o poi potrebbe arrivare e la situazione non sarà delle migliori.
No, okay la smetto perchè se no vi spoilero tutto e combino uno dei miei soliti disastri.

Comunque sappiate che leggo sempre, sempre, sempre le vostre recensione e tutti quei messaggi di posta che mi mandate ringraziandomi.  E mi scuso ancora se non ho risposto a tutte, ma tranquille li leggo anche se non vi rispondo.
Ah, ringrazio sempre coloro che recensiscono, hanno messo la fanfict tra i preferiti, seguiti e ricordati.
Ci vediamo al prossimo capitolo ( E sono sicura che mi ucciderete HAHAHA ).
See ya soon
Baci Lalluby.

PS: Se aveste bisogno di me su twitter per qualsiasi cosa sono @_Lalluby_

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Capitolo 6
*** He Can't Save You, Addison ***


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He Can't Save You, Addison.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella mattina avevo la mente piena di pensieri. Forse perchè da quando Nathan aveva chiamato, anche se per sbaglio Michael papà la mia mente non faceva a pensare ad altro.

Era come se si divertisse a farmi tornare in mente quel ricordo come per dirmi che non dovevo scappare più da tutti quei problemi che avevo cercato di aggirare, perchè sapevo che prima o poi tutto sarebbe salito a galla. E quando i problemi del passato irrisolti salgono a galla quello è un vero proprio disastro. E sapevo che era anche questione di tempo. Perchè prima o poi avrei dovuto affrontare Luke e dargli tutte quelle spiegazione che in cinque anni di assenza non gli avevo dato.

Ma non adesso. Non ero ancora pronta per affrontare Luke, anzi, forse non lo sarei stata mai pronta. Perchè anche se ero stata io a lasciarlo mi aveva distrutto.

<< Buongiorno Addison >> Mi salutò raggiante Louise.

Ricambia il saluto con un sorriso forzato.

Louise era una donna sulla quarantina, era stata la prima a provare a stringere amicizia con me da quando avevo iniziato a lavorare in una azienda dell'amico di mio padre.

Posai la borsa sulla scrivania e la cartellette piena di documenti sulla scrivania.

<< Passato un buon fine settimana? >> Mi chiese cordialmente Louise, sorridendomi e smettendo di compilare i documenti che aveva sotto gli occhi.

Fui felice quando sentii quella domanda. Forse perchè in Louise vedevo una figura materna che non avevo mai avuto da quando ero morto mio fratello.

<< Insomma, tu? >> Risposi titubante togliendomi la giacca e posandola nell'appendi abiti fissato al muro.

<< Bene, grazie – Mi rispose sorridendomi, per poi ritornare seria – Addison, è successo qualcosa? >> Mi chiese premurosa.

Mi sedetti nella sedia e mi lasciai andare contro.

<< In un certo senso >> Dissi chiudendo gli occhi, cercando di tranquillizzarmi.

<< E' successo qualcosa con Nathan? >> Mi chiese tranquillamente.

Aprì gli occhi immediatamente, stupita di come avesse azzeccato la domanda.

<< Come hai fatto ad indovinare? >> Disse sorpresa ma spaventata al tempo stesso.

Louise mi sorrise. Il suo sorriso sembrava volesse dire che forse capiva quello che stavo attraversando.

<< Sono una mamma anch'io e riconosco quello sguardo, Addison. So' quando qualcosa non va e quando tutto va meraviglia >> Mi disse saggiamente.

Sospirai.

In quel momento mi sentii in trappola.

<< Ho paura di fargli del male >> Mormorai, giocando con le dita con i lati della cartellette

Vidi Louise alzarsi e dirigersi verso di me per poi prendere posto in una delle sedie davanti a me.

<< Addison, tu sei sua madre non potrai mai fargli del male >>

Scossi la testa.

<< Louise, non è come sembra. Ho paura di star sbagliando tutto con lui, ho paura di non essere una buona madre e ho paura di non dimostrargli tutto l'affetto che posso dargli – Dissi chiudendo gli occhi cercando di cacciare indietro le lacrime che da lì a pochi momenti avrebbero rigato le mie guance per poi aprendoli nuovamente – Ho paura di non essere abbastanza per lui. E questa cosa mi fa stare male >> Finì abbassando lo sguardo per paura di essere giudicata.

Poi alzai nuovamente lo sguardo e vidi Louise sorridermi dolcemente.

<< E' normale Addison. Tutti i genitori hanno paura di essere altezza dei propri figli.- Mi disse guardandomi dolcemente, continuando - Non so dirti se davvero è il mestiere più difficile del mondo.... ma certo è quello che più di tutti dà soddisfazione, al di là dei luoghi comuni >>

Al discorso di Louise, sorrisi.

Mio figlio era ciò che di più bello la vita mi abbia donato. Nathan era il sorriso buffo quando era arrabbiata per qualche sua marachella che combinava da solo o insieme ai suoi zii, era quello che si preoccupa se mi vedeva assorta nei miei pensieri, era le nottate passate in bianco per trovare soluzione ai mille problemi che stavo cercando di evitare, era lo sguardo innocente, e per conservare l'innocenza di quello sguardo avevo combattuto contro tutto e tutti.... e ne ero fiera. 
Lui era ciò che più di tutto si avvicinava al concetto che avevo dell'amore, puro, ineguagliabile, potente e meraviglioso. Quando guardavo Nathan tutto sembrava sistemarsi per un po'.

Ma Nathan era anche il nervoso quando lasciava i suoi giochi in giro, quando si rifiutava di andare a scuola e la testardaggine che aveva ereditato dal padre. Semplicemente mio figlio era lo specchio in cui rivedevo Luke e tutto l'amore che ci aveva uniti e sono contenta di aver avuto un bambino meraviglioso come lui. Perchè in tutti questi cinque anni Nathan mi aveva insegnato ad amare, e per questo dono immenso non posso non essere grata e tutto il resto non è che un contorno, che perde d'importanza. 

Poi guardai Louise. Nel suo sguardo potevo leggere il mio stesso sguardo.

I sacrifici che stavo facendo per mettere mio figlio al primo posto, quei sacrifici che comprendi solo adesso quando sei tu stessa a farli e allora ti guardi indietro, e in uno sguardo comunichi il tuo aver capito.
Sorrisi nuovamente come per ringraziarla.

<< Comunque, hai sentito che oggi arriverà il nuovo contabile? >> Mi informò Louise alzandosi dalla sedia e ritornando al suo posto.

<< No – Affermai mentre aprivo la cartelletta – Chi è? >> Chiesi per poi prendere una penna.

In tutta risposta Louise mi fece spallucce.

<< Sicuramente il signor Brown ti chiamerà nel suo ufficio appena arriverà >>

Annuii, per poi ritornare a guardare i miei foglie che contenevano tutti i dati delle entrate, uscite e interessi della azienda, concentrandomi.

 

 

 

 

 

 

Mentre ricontrollava per l'ennesima volta quei conti, sentii bussare alla porta per poi aprirsi.

<< Evans ti vuole Brown nel suo ufficio >> Mi disse la segretaria affacciandosi alla porta.

Annuii, mi alzai e seguì la segretaria.

Durante il tragitto per arrivare all'ufficio del signor Brown ero nervosa. Avevo la sensazione che qualcosa mi potesse buttare a terra più di quanto lo ero già.

Sentivo le mani appiccicate, mentre il fiato si faceva sempre più corto.

Quando la segretaria arrivò davanti all'ufficio di Brown, deglutii nervosamente.

Ad un tratto sentii quella voce. L'avrei riconosciuta ovunque.

Il mio cuore perse un battito, mentre dei brividi di freddo mi attraversarono tutto il corpo.

Nella mia mente continuavo a ripetermi che magari era tutto frutto della mia immaginazione e che quella non poteva essere la sua voce. Ma quando entrai dentro quell'ufficio, il respiro mi mancò.

Quando il ragazzo si voltò gelai. Si vedeva che questi cinque anni avevo cambiato anche lui, ma il suo sguardo no.

Vidi Ashton per un momento fissarmi incredulo e poi irrigidirsi l'istante dopo.

Aveva i capelli più lunghi e qualche accenno di barba.

Strinsi le mani che erano lungo i miei fianchi a pugno. Mentre sentii la rabbia ardersi come un fuoco vivi. La colpa era solamente sua. Era tutta colpa sua se cinque anni fa mi aveva detto quello che non avrei mai saputo sapere.

 

 

 

 

 

 

 

- Inizio Flashback -

 

 

 

 

 

Il suono stridulo della campanella segnava che era ora di pranzo, raccattai tutto dentro la mia tracolla, e con il cuore che mi batteva a mille per via dell'ansia, mi diressi dove Ashton quella mattina mi aveva chiesto di andare per parlare.

Quando arrivai sugli spalti del campo di football della scuola, vidi Ashton seduto intento a fumarsi una sigaretta, mentre il suo sguardo vagava sul campo vuoto.

Strinsi la presa alla cinghia della mia tracolla e salii gli ultimi gradini.

Quando gli fui davanti, Ashton non mi degnò nemmeno di una sguardo. Mi sedette su un seggiolino, levandomi la tracolla e appoggiandola sul seggiolino vuoto di fianco a me.

<< Pensavo che non saresti venuta >> Disse Ashton, aspirando dalla sua sigaretta.

Roteai gli occhi innervosita.

<< Avanti dimmi che vuoi, così la facciamo finita >> Parlai.

Ashton fece un sorriso, privo di felicità.

<< Sai Addison,- Incominciò il ragazzo prendendo un tiro dalla sua sigaretta e continuando - Delle volte credi di poter conoscere tutto della persona che ami. Ma alla fine non è così >>

Lo guardai incuriosita, cercando di capire dove volesse arrivare con quel discorso.

<< Sai amare una persona può essere letale, ma sapere i suoi scheletri nell'armadio lo può essere ancora di più >>

Lo guardai nuovamente, non capendo dove volesse arrivare.

<< Cosa intendi, Irwin? >>

Ashton fece un ghigno soddisfatto. Per poi gettare il mozzicone della sigaretta.

<< Intendo che la persona di cui ti sei innamorata, ti sta nascondendo un segreto che potrebbe essere letale per entrambi >>

Quando sentii quella frase il sangue incominciò a ribollirmi nelle vene.

<< Ashton, hai provato ad allontanarmi un sacco di volte da Luke. Ma ti giuro che sta volta non vincerai >> Dissi scattando.

<< Ah, davvero. Mmh... allora perchè non ti fai raccontare da Luke come per sbaglio abbia ucciso tuo fratello >>

Quando sentii quella frase, l'intero mondo mi crollò all'istante. Continuavo a ripetere che non poteva essere vero.

Sapevo che Luke aveva ucciso un sacco di uomini nel suo passato, ma non mio fratello Tristan, non lui.

<< Non è vero! Stai mentendo. Tristan è morto in un incidente stradale.''-

Urlai con gli occhi lucidi.

Riemergere i ricordi di mio fratello in quel momento stava uccidendo.

<< E' quello che ti hanno voluto far credere, Addison >>

Scuotei la testa in segno disapprovazione.

<< Non è vero, Luke non c'entra niente. E' un altro tuo giochetto malato per farmi allontanare da lui >> Dissi sicura.

Ashton rise.

<< Ah, davvero? Allora come mi spieghi l'anno di carcere, i vari scontri che hai assistito, eh? Come me li spieghi Addison? >>

Ora tutti i pezzi del puzzle si erano messi insieme.

<< Cosa dovrei fare, Ashton? >> Sussurrai con le guance rigate dalle lacrime.

Ashton mi guardò, non più con quello sguardo freddo, ma come se mi conoscesse da sempre.

<< Vai via Addison. Allontanati prima che vi facciate male entrambi. >> Disse Ashton per poi andarsene.

Chiusi gli occhi e lasciai libere tutte quelle lacrime che in quel momento erano state represse.

 

 

 

 

 

 

- Fine Flashback -

 

 

 


 

<< Oh, Addison finalmente >> Mi disse allegramente l'uomo vedendomi e alzandosi dalla sua poltrona.

<< Signor Brown >> Affermai, lanciando una occhiata gelida ad Ashton.

<< Accomodati pure, cara >> Mi ordinò indicando con la mano la sedia vuota davanti alla sua cattedra, proprio quella vicina ad Ashton.

Mi sedetti.

<< Ti presento il nuovo contabile Ashton Irwin >> Mi disse sorridendo l'uomo indicando Ashton, questo guardò l'uomo fingendo un sorriso.

Annui.

<< Ashton Irwin, questa è Addison Evans lavorerete insieme >> Spiegò velocemente il signore Brown.

Sapere che dovevo lavorare con Ashton, sentii la nausea salirmi. Sapevo che non potevo resistere un minuto in più li dentro, tutti i problemi stavano salendo a galla.

<< Bene, io direi che Addison potresti iniziare a fargli vedere tutte le entrate e le uscite e gli stipendi dei dipendenti >> Mi propose Brown.

Annui, alzandomi dalla sedia e vidi Ashton fare lo stesso.

Lasciammo entrambi in silenzio lo studio di Brown, mi fermai davanti le porte dell'ascensore e schiaccia il pulsante per chiamarlo.

Nessuno dei due non aveva ancora aperto bocca, davanti Brown avevamo preferito fingere di conoscerci per non far salir maggiormente a galla tutte le cose che avrei voluto urlargli in faccia.

Quando il tintinnio segnò l'arrivo dell'ascensore e le porte si aprirono entra dentro aspettando che Ashton fece lo stesso, poi quando fui dentro schiaccia il bottone del piano.

E mi appoggiai con la spalla allo specchio dell'ascensore. In quel momento dentro quell'ascensore l'aria era di tensione e di tutta quelle cose tenute represse in quei cinque anni.

<< Addison >> Sentii chiamarmi pochi secondi dopo.

Chiusi gli occhi cercando di pensare ad altro e ignorando il ragazzo.

<< Addison, come stai? >> Mi chiese Ashton.

Quando sentii quella domanda scattai, voltandomi verso di lui innervosita.

<< Sei serio? O è un'altra tua presa per il culo? >> Dissi ironica.

Vidi Ashon indurirsi e serrare la mascella. Ecco, lo avevo fatto arrabbiare, ma a dire il vero non me ne sarebbe importato niente se fra pochi minuti mi avrebbe urlato contro.

Nessuno poteva capire cosa avevo passato in quei cinque anni,.

<< Sei sempre la stessa, Evans >> Borbottò.

Sentii il sangue ribollirmi nelle vene.

<< Io sono sempre la stessa?! - Chiesi alzando il tono della voce – Sono passati cinque fottutissimi anni. Cinque. E tu mi chiedi come sto'? Sei tu quello che è rimasto sempre lo stesso, quello ha fatto di tutto per farmi allontanare da Luke, quello che ha cercato di distruggere la mia relazione, quello che mi ha sempre trattato come una pezza al piede. - Sbottai arrabbiata, mentre i miei occhi si facevano lucidi, continuando – Io ho provato Ashton a cercare di essere carina con te perchè alla fine sei il migliore amico di Luke. Ma ogni volta che ci provavo tu mi trattavi ancora peggio, buttandomi addosso merda. >> Finì arrabbiata.

Vidi le iridi di Ashton diventare più scure.

<< Tu stavi distruggendo Luke! >> Mi urlò arrabbiato il riccio.

<< Io stavo distruggendo Luke?!- Urlai incredula, ridendo istericamente – Luke era un fallimento straordinario. Mi aveva portata in alto credendo di saper volare, mentre stavamo precipitando e se ne era pentito. Lui voleva poter fermare il tempo, voleva poter colmare il vuoto dentro che avevamo entrambi,
voleva poter mandare i proiettili a rallentatore per evitare le stronzate che sparano sul vostro conto ma non aveva paura del giudizio di queste persone.
Aveva fatto dell'autodistruzione la sua armatura perchè era nato e cresciuto in mezzo all'oscurità, ed era così solo per la sua età. Era stanco di combattere per amore e non aveva tempo per salvarmi aveva un mostro da combattere.
Ma si portava addosso cicatrici e tagli e la sua vita era una serie di sbagli. Lui non mi avevo promesso che mi avrebbe salvata ma ti giuro che ci stava provando e comunque andava non aveva paura perchè lui ci sarebbe sempre stato. E questo lo sai anche tu Ash! >> Finii mentre alcune lacrime mi rigavano le guance.

<< Ma questo non cambia il fatto che lo ha distrutto >>

Sentire quelle parole, mi faceva male. Ma la colpa di quella partenza non era stata in parte mia, ma di Ashton.

<< Ma sei stato tu a dirmi che lui aveva ucciso mio fratello e farmi partire. Porca troia hai fatto tutto tu, Ashton! Io e Luke eravamo le tue cazzo di marionette del tuo gioco malato >> Urlai disperata mentre le lacrime scendevano senza sosta.

<< Tu eri la colpa dei nostri guai, Addison. Poi quando te ne sei andata la situazione è degenerata. Hai fatto litigare per colpa tua Micheal e Luke! >> Mi gridò

Sentendo quella frase, crollai. Sapevo che Micheal aveva tagliato i ponti spiegandomi che era stanco di quella vita, ma non mi aveva mai detto che aveva litigato per colpa mia.

In quel momento sentivo tutto il peso dei problemi che avevo lasciato qui cinque anni fa, farsi sempre più pesante sopra alle mie spalle.

<< Addison lo sai anche tu che Luke quando verrà a sapere che sei qui, farà di tutto per riaverti indietro e salvarti dal dolore della sua assenza anche se il vostro mondo starà andando a fondo. E quando scoprirà che non gli sarà concesso perchè il dolore sarà troppo da sopportare questa volta crollerà e sarà per sempre >> Mi disse Ashton, mentre le porte dell'ascensore si aprirono e lui uscì.

Lasciandomi con il suo ennesimo colpo.










SPACE AUTHOR

Hi, my beautiful people!!!
Im here again. YAAY
Domani avrei una verifica stra importante e invece di ripassare sono qui a postarvi il capitolo. Quindi pregate per me, regà. HAHAHAH
Nuovo capitolo, nuove apparizzioni.  Lo so che con questo capitolo mi odierete perchè Ashton è più stronzo, ma non posso farci niente. E anche perchè volete Mr Hemmings che appaia ma io vi continuo a ripetere ogni cosa a suo tempo.
Comunque in questo capitolo emerge la nuova paura di Addison quella di non essere all'altezza per Nate e si scatena il litigio tra lei e Ash. Ma questa volta anche se sono passati ben cinque anni Irwin la fa crollare ancora di più, rivelandoli il perchè Micheal ha lasciato i suoi amici. Voi ve lo sareste mai aspettato? 
Quindi, cosa ne pensate del capitolo?
E sopratutto la cosa che mi interessa di più cosa ne pensate di cosa dice Ash ad Addison e viceversa?
Ringrazio coloro che mi scrivono su twitter, in posta privata su efp e chi recensisce, davvero siete dolcissime. E ogni volta che leggo le cose che mandate mi riempite il cuore di felicità, dico davvero.
Anyway ringrazio chi ha messo tra i preferiti, seguiti e ricordati la ff.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Se ya soon.
Baci Lalluby


 

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Capitolo 7
*** You Will Be Loved, Addison ***


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You Will Be Loved, Addison

 

 

 

 

 

 

 

 

Il ticchettio dell'orologio della cucina faceva compagnia ai miei pensieri quella sera. E il silenzio che era calato nella casa come la notte non faceva altro che far aumentare i miei pensieri. Ero seduta in uno degli sgabelli dell'isola della cucina che cercavo di finire di compilare tutti quei documenti aziendali, mentre tutti dormivano.

La giornata che avevo passato era stata l'inizio dei tanti incubi che si sarebbero verificati nel mio futuro. Non ero pronta per rivedere Ashton, non dopo tutto quello che aveva fatto per far lasciare me e Luke. E ora sapere che ci dovevo lavorare insieme mi faceva venire il volta stomaco. Dalla discussione pesante che avevamo avuto in ascensore mi aveva accusato che era stata colpa mia. La mia presenza e la mia assenza avevano distrutto tutto, lasciando un sacco di ferite inguaribili. Aveva distrutto Luke nei peggiore dei modi e aveva distrutto l'amicizia di Michael e Luke.

Sapevo che tutto quello che Ashton mi aveva confessato in quell'ascensore era tutta la verità che avevo voluto evitare in questi cinque anni. Ma non riuscivo a capire il perchè quando ero andata via Michael aveva litigato con Luke. Questo pensiero era il mio punto fisso.

Dopo aver sbagliato per l'ennesima volta il calcolo, sbuffai lasciando malamente la penna.

<< Nottataccia? >> Mi chiese una voce, facendomi sobbalzare dallo spavento sullo sgabello.

Mi voltai e vidi Michael appoggiato allo stipite della porta che mi guardava divertito dalla reazione che avevo avuto pochi attimi prima.

<< Si >> Dissi disperata afferrando nuovamente la mia matita e incominciandola a farla dondolare.

Il mio amico entrò in cucina e lo vidi prendere una teiera, riempirla d'acqua e posizionarla sul fornello che aveva appena accesso.

<< Che succede? >> Mi chiese Michael appoggiandosi al piano della cucina e incrociando le braccia al petto.

<< Succede che devo smetterla di ridurmi alle tre di notte di finire ancora di compilare questi dannati documenti >> Mi lamentai guardando i documenti che avevo davanti tutti trascritti .

<< Beh, non è colpa tua dato che ti devi occupare anche di Nathan >> Affermò voltandosi mente la teiera iniziava a fischiare.

<< Già >> Mormorai sistemando i documenti.

Michael posò due tazze nell'isola della cucina, vi versò l'acqua calda della teiera e poi ci buttò dentro due bustine dell'infuso di te.

Mi porse la mia tazza fumante, l'afferrai facendo un sorriso per ringraziarlo. Successivamente lui prese la sua tazza fumante e si appoggiò nuovamente al piano della cucina.

Mentre tracciavo pensierosa con il dito il bordo della tazza caldo, potevo sentire lo sguardo del mio migliore amico addosso. Mi morsi il labbro indecisa se toccare l'argomento che Ashton mi aveva urlato nell'ascensore quella mattina.

<< Addison >> Mi richiamò Michael.

Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi verdi limpidi fissarmi. Un brivido mi percorse la spina dorsale. Ormai conoscevo fin troppo bene quello sguardo e voleva dire un'unica cosa.

<< Sei troppo pensierosa – Affermò il mio amico prendendo un sorso dalla sua tazza, continuando – E' successo qualcosa oggi in ufficio? >> Mi chiese riabbassando la tazza e scrutandomi con i suoi occhi verdi.

Ecco puntuale la sua preoccupazione nei mie confronti. Abbassai nuovamente lo sguardo sulla tazza che conteneva il liquido ambrato fumante.

In quel momento non sapevo cosa fare. Non sapevo se dirgli di aver scoperto che Ashton lavorava ora con me e che mi aveva urlato in faccia sbattendomi tutte le cose che erano successe in questi cinque anni.

Sospirai.

<< Addison >> Mi richiamò nuovamente Michael.

<< Oggi in ufficio ho incontrato una persona – Dissi con un filo di voce per paura della reazione di Michael, mentre continuavo a giocare con la bustina del te – E' le cose che mi ha detto non sono state molto carine >> Ammisi, non guardandolo.

<< Ti ha detto qualcosa che non andava? >> Scattò immediatamente Michael.

Sorrisi al suo scatto, questo voleva dire per me che c'era qualcuno a cui importavo ancora.

<< No, no,no >> Dissi velocemente, per poi sospirare.

<< Allora cosa è successo? >>

Dovevo dirglielo, doveva sapere che avevo incontrato Ashton e che mi aveva detto della sua litigata avuta con Luke per colpa mia.

Presi un respiro chiudendo gli occhi e inizia.

<< Ho scoperto che Ashton è il nuovo contabile e diciamo che abbiamo avuto una delle nostre famose litigate >> Confessai senza guardarlo, perchè sapevo la reazione che avrebbe avuto. Michael era come Luke, loro agivano non ci pensavano due volte ad affrontare tutto. Ma a differenza di Luke, Michael era quello che sapeva controllare la rabbia in situazioni come queste, mentre Luke no.

Michael non parlò, anzi mi lasciò continuare il discorso volendo capire dove volessi arrivare.

Presi l'ennesimo respiro, mentre sentivo gli occhi pizzicarmi.

<< E mi ha confessato, anzi più che altro urlato – Ironizzai sorridendo per poi tornare seria – Che tu, dopo la mia partenza hai litigato con Luke – Presi un altro respiro, come per farmi forza a pronunciare quelle parole – Per me. Perchè? >> Chiesi sussurrando in fine.

Non sapevo nemmeno io il perchè avevo fatto quella domanda, però sapevo che la risposta che mi avrebbe dato mi avrebbe spaventato.

Alzai lo sguardo verso di lui. I suoi occhi verdi si erano sfumati di una tonalità più scura.

Michael posò la tazza ancora fumante sull'isola della cucina, per poi piegarsi e appoggiare i suoi avambracci contro il marmo freddo dell'isola. Chinò la testa e si passò frustato una mano nei suoi capelli rossi già disordinati. Infine il mio amico rialzò nuovamente la testa, vidi i suoi occhi verdi questa volta farsi liquidi mentre un velo di dolore li attraversava.

<< In verità quella litigata era già iniziata prima che tu e lui vi metteste insieme. Per lui eri sempre stata un gioco, non fino quando mi confessò in macchina di amarti veramente >>

 

 

 

 

 

 

 

- Inizio Flashback -

 

 

 

 

<< Luke... >> Lo chiamò Michael, catturando l'attenzione del ragazzo che era concentrato nella guida.

Il biondo mugugnò un sì.

<< Addison lo sa? >> Chiese serio l'amico.

Luke al sentire quella domanda si irrigidì, stringendo la presa al volante, si limitò a guardare attentamente la strada senza rispondere.

<< Non le hai detto niente. Vero ? >> Chiese ancora una volta il suo amico.

Luke roteò gli occhi e sbuffò.

Michael vedendo i gesti del suo amico si innervosì.

<< Ma cazzo Luke. Addison è la tua fottuta ragazza, lei deve sapere che cazzo sta succedendo nella tua vita >>

<< Tu chi cazzo sei per farmi la predica, Michael?! >> Sbottò innervosendosi il biondo.

<< Sono un tuo amico, Luke. Il tuo fottuto migliore amico >>

Luke roteò di nuovo gli occhi e poi parlò.

<< E cosa gli avrei dovuto dire ? Hey Addison, ascolta non so se forse stasera tornerò vivo. Le avrei dovuto dire questo ?!' >> Urlò il ragazzo arrabbiandosi.

Michael scuoté la testa in senso disapprovazione.

<< Non sto dicendo questo. Luke, lo sai benissimo anche tu che lei è una parte fondamentale di te. E se dio solo sa cosa ti potrebbe accadere, Addison questa volta non ce la farebbe a superare tutto da sola >> Finì serio l'amico.

<< Tranquillo, non accadrà niente di tutto ciò >> Disse Luke stanco di quella situazione che in pochi minuti si era creata.

<< Luke, lei ti ama e tu lo sai benissimo. Non fare il solito testa di cazzo ed egoista >>

 

 

 

 

 

- Fine Flashback -

 

 

 

 

 

 

 

Lo guardai facendo segno di continuare a parlare.

Michael prese un respiro e continuò.

<< Quando ti avevo visto nel cortile della scuola quella mattina con James avevo deciso che tu in un o modo nell'altro saresti stata mia e così era partita una scommessa con me e Luke... >>

Lo fermai immediatamente, mentre i miei occhi erano lucidi.

<< Quindi ero tutta una scommessa per Luke? >> Chiesi con la voce spezzata.

<< No, no, no – Si affrettò a dire il mio amico – Per Luke tu non sei mai stata una scommessa, Addison. Quando capii che tu mi vedevi solo come un semplice amico e Luke incominciava a provare qualcosa di profondo mollai immediatamente la scommessa. Pensavo che averti come amica era un altro modo per averti vicina a me e non mi facesse sentire rotto. >> Mi confessò Michael abbassando lo sguardo, mentre vidi una lacrima sua cadere nel marmo del piano dell'isola.

Ora tutti i pezzi del mio puzzle si stavano assemblando.

<< Ma quando eri partita e mi avevi lasciato da dare a Luke la lettera e la vostra promessa, lui aveva incominciato ad urlarmi contro che era tutta colpa mia se tu te ne eri andata perchè era convinto che io ti avessi confessato i miei sentimenti.- Mi disse mentre la sua voce risuonava come un disco rotto - E da quando te ne eri andata tra me e Luke scorreva solo odio, lacrime, dolore, bugie e paure. Per questo decisi di allontanarmi da lui e di rimanere in contatto solo con Calum e di stare al tuo fianco >>

Sentire quel discorso mi stava spaccando il cuore. Sapere che Michael aveva sempre provato e prova qualcosa per me tutt'ora, mi aprì una foragine nel petto. Lui aveva rinunciato a me per tenere l'amicizia con Luke. Ma adesso la situazione si era capovolta.

<< Cazzo, Addison – Disse Michael, passandosi una mano nervosamente fra i capelli – Io sono innamorato di te. Amo il tuo non emettere suono perchè hai sempre imparato a trattenere le cose che vuoi dire, amo quando fissi il mondo esterno dall'altra parte della strada, amo quando ti fai coraggio per Nathan. E ti giuro che ogni volta che ti vedo spezzarti mi spezzo anch'io come uno specchio che si rompe in mille pezzi e lo so che hai ancora le cicatrici di Luke che non se ne andranno mai via, ma io ti amo >> Mi confessò guardandomi dritto nei miei occhi con quei suoi occhi verdi che si erano arrossati per via delle lacrime.

Quando sentii quella parola il mio cuore scoppiò. Non ero più abituata a sentirla anzi in questi cinque anni avevo imparato a dimenticarla perchè ero dell'idea che sarei rimasta solo io e Nathan e tutto l'amore che avevo era solo per lui.

In quel momento non sapevo che dire, tutta quella rivelazione mi aveva sconvolto. Poi Michael riaprì nuovamente la bocca.

<< Sai, sapere che sei sempre appartenuta ad un altro mi ha ucciso. Ma io sono sempre stato lì per aiutarti. Perchè per te Addison, tornerei sempre indietro a raccogliere tutti i tuoi pezzi. Sarei disposto a trascorrere ogni giorno dietro il tuo angolo sotto lo scorrere della pioggia, cercando quella ragazza dal sorriso spezzato  e chiederle se le andrebbe di restare un po',  voglio far si che tu ti senta incantevole  tutte le volte che io ti guardo. Non ti prometto che saranno sempre arcobaleni e farfalle ma l'aver raggiunto questo compromesso che mi fa muovere, perchè il mio cuore è completo quando tu sei al mio fianco e la mia porta sarà sempre aperta, perchè tu puoi venire ogni volta che vuoi  se mi prometti di farti amare. Perchè cazzo, tu saresti sempre amata da me, Addison >>

Quella dichiarazione di Michael, aveva fatto accelerare il cuore. Mai nessuno mi aveva detto quelle parole così profonde e piene d'amore che lui mi aveva detto, tanto meno Luke. Non so perchè lo feci, ma mi alzai e andai davanti a Michael. Quando me lo ritrovai davanti lo vidi fissarmi con uno sguardo deluso, forse aveva paura di qualche mio rifiuto. Ma non lo feci, portai la mia mano sulla sua guancia accarezzandola. Michael quando sentì il mio tocco chiuse gli occhi, feci un altro passo avanti verso di lui appoggiando l'altra mano nel suo petto, socchiusi le labbra che andarono a finire contro quelle del mio ormai vecchio migliore amico. Quando Michael sentì le mie labbra contro le sue si irrigidì forse sorpreso di quel contatto, ma poi quando sentì le mie labbra muoversi contro le sue, sorrise. Dopo alcuni secondi mi leccò il labbro inferiore come se fosse una richiesta d'accesso per approfondire il bacio.

Michael mi stava baciando lentamente come per dimostrarmi tutto il suo amore che aveva tenuto da parte in quei cinque anni, mentre io mi lasciai guidare dalla sue labbra. Una serie di brividi mi stavano percorrendo tutto il corpo.

Quando lui sentì che mi stavo facendo guidare da lui e dalle sue labbra fece diventare il bacio più passionale. Portò le sue grandi mani sui miei fianchi avvicinandomi di più a se e facendo si che i nostri petti fossero attaccati e i nostri bacini si scontrassero. Istintivamente feci scivolare le mani dietro allacciandole al suo collo e iniziando a giocare con alcune sue ciocche. Lo sentii gemere contro le mie labbra quando le mie mani toccarono alcune sue ciocche e il mio stomaco si contorse su se stesso dalla serie di emozioni che stavo provando in quel momento.

Dopo alcuni instanti la sua mano sinistra si infiltrò sotto la mia maglietta e con il pollice disegnava dei cerchi immaginari sulla mia pelle. Quando sentii la sua mano fredda a contatto con la mia pelle calda, rabbrividii.

Successivamente Michael mi morse il mio labbro inferiore delicatamente, facendomi gemere e portai una mano sulla sua guancia accarezzandola. Quel bacio continuò per un po', prima che lui si staccasse dalle mie labbra gonfie.

<< Suppongo che questo sia un si alla mia dichiarazione >> Mi sussurrò Michael come se avesse paura che tutto quello che era successo pochi attimi prima fosse tutto frutto della sua fantasia e appoggiando la fronte contro la mia.

Sentendo quella frase sorrisi, per poi far scontare nuovamente le nostre labbra, poi Michael si staccò, sorridendomi dolcemente.

<< Si, credo proprio che sia un si >> Gli sussurrai.

Michael mi strinse a se, facendomi appoggiare la testa contro il suo petto e appoggiando il suo mento sopra la mia testa.

<< Ti prometto che ti farò stare bene, amore mio >> Mi confessò Michael, mentre con la sua mano mi accarezzava i capelli.

Per la prima volta in quel lasso di tempo non avevo più Luke per la testa. Ed era strano. Non sapevo bene se Micheal fosse stata la persona esatta per me in quel preciso momento ma sapevo che lui avrebbe fatto di tutto per farmi stare bene. E io avevo bisogno di quello, di stare bene, perchè per troppo tempo ero stata prigioniera di un dolore che mi aveva rotta dentro e adesso speravo che Michael cercasse di rimettere assieme tutti quei pezzi andati persi di me.

 











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Hi my beautiful people!!! Im here again YAAY
Ammetto che prima di postare questo capitolo ero un po' spaventate per le reazioni che avrete dopo aver finito di leggere, ma ho dovuto postarlo perchè vi voglio bene.

So già che con questo capitolo mi odierete, perchè tutte volevate Addison con Luke ma le cose sono cambiate.
Comunque, nuovo capitolo e nuovo colpo di scena.
E chi se lo sarebbe mai aspettato che Michael rivelasse i suoi sentimenti tenuti nascosti solo per non ferire maggiormente Luke e Addison. Ma grazie alla litigate che Addison ha avuto con Ash, diciamo che lui ha trovato il coraggio e ha rivelato tutto. E lo so che mi volete uccidere, e infatti vi chiedo pietà.

Personalmente io trovo molto carina la coppia Addison e Micheal, poi non so' voi. Per l'ultima parte del discorso di Micheal dove si dichiara, mi sono ispirata alla canzone dei Maroon 5 '' She Will Be Loved '', anzi, vi consiglio di rileggere il capitolo con questa canzone perchè secondo me fa' più  effetto.
So già che mi verrete prendere sotto casa perchè Mr. Hemmings non appare, ma tranquille ogni cosa a suo tempo. Ma vi dico solo che forse  nel prossimo capitolo potrebbe succedere di tutto o forse ci potrebbe essere una sorpresa. Chi lo sa'. HAHAHAHA
Anyway ringrazio voi che mi tempestate di messaggi di posta, twitter e social vari. Davvero GRAZIE. E ringrazio chi recensice, ha messo nei preferiti, ricordati e seguiti il sequel.
Ci vediamo al prossimo capitolo, bellezze
Baci Lalluby





 

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Capitolo 8
*** I Cant Do This, Michael ***


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I Cant Do This, Michael

 

 

 

 

 

 

 

Quella mattina fui svegliata dai respiri caldi di Michael che mi solleticavano il collo. Sorrisi al ricordo di quello che era successo poche ore fa in cucina e quando lui mi aveva dichiarato tutto quello che aveva tenuto nascosto in questi cinque anni. Scostai con la mano alcune sue ciocche rosse che li ricadevano disordinate sulla fronte.

Per poi osservarlo. Il suo viso era rilassato, le sue labbra rosse erano socchiuse e il suo petto si alzava e abbassava ritmicamente. Mentre il suo braccio mi circondava la vita.

<< Buongiorno >> Biascicò Michael con la voce ancora impastata dal sonno, mentre i suoi occhi erano ancora chiusi.

Sorrisi nuovamente.

<< 'Giorno >> Gli risposi scostandoli nuovamente i capelli, mentre lui mi tirò più vicino a se' come per non volermi farmi scappare per poi lasciarsi scappare un sospiro.

Successivamente sentii le labbra di Michael premere sul mio collo e lasciarmi un bacio leggero. Quel contatto mi provocò una serie di brividi.

Rimanemmo in silenzio, abbracciati per un po' di minuti.

<< Che ore sono? >> Mi chiese Micheal rompendo il silenzio mentre ero ancora stretta alla sua presa. Alzai la testa e vidi la sveglia sopra il comodino che segnava le 6.30.

<< Le 6.30 >> Gli risposi, stringendomi a lui.

<< Non abbiamo dormito un cazzo >> Borbottò Michael.

Risi divertita per la sua affermazione, per poi essere seguita da lui. Ad un tratto sentimmo la porta della camera aprirsi, mi voltai e vidi Nathan aggrappato ancora alla maniglia della porta che ci fissava.

<< Amore mio >> Gli dissi dolcemente sorridendogli.

Nathan lasciò la presa della maniglia e venne verso il letto, per poi salire nel letto e gattonare fino a dove eravamo io e Michael.

Michael vedendolo sorrise.

<< Come mai ti sei svegliato a quest'ora, tesoro? >> Gli chiesi mentre scostai un braccio per farlo mettere vicino a me.

Mio figlio si accoccolò al mio fianco, mentre i segni del sonno erano ancora visibili sul suo volto. Portai la mia mano sui suoi capelli biondo cenere e incominciai a carezzarli.

<< Zio Calum mi ha svegliato >> Mi rispose Nathan stringendosi a me.

Io e Micheal ci guardammo.

<< In che senso ti ha svegliato, campione? >> Chiese Michael.

<< E' entrato in camera che cercava la mamma e mi ha svegliato >> Spiegò Nathan

Risi scuotendo la testa.

<< Tipico di Calum >> Mormorò Michael sorridendo e accarezzando la schiena di mio figlio.

Poi Nathan si staccò da me e si mise a sedere.

<< Mamma posso stare a casa con te oggi? >>

Sentii Micheal ridere a quella domande, mentre io li lanciai un sguardo non del tutto loquace.

<< Tesoro – Gli dissi, portando una mano sulla sua guancia e accarezzandola – Devi andarci. Ma ti prometto che appena torni io e zio Micheal ti portiamo a prendere il gelato. Okay? >> Gli promisi dolcemente.

Vidi Nathan sbuffare per poi annuire.

<< Su forza, vai a preparati che devi andare a scuola >>

Nathan annuì e scese dal letto per poi uscire dalla camera.

<< Beh, è uguale e identico a suo padre >> Osservò Michael uno volta che mio figlio se ne fu andato.

<< Già >> Mormorai.

In quel momento mi venne in mente Luke. E mi chiedevo se Ashton avesse già detto del mio ritorno a lui? Perchè sapevo che era questione di tempo prima che lui si presentasse davanti alla porta di Michael chiedendomi delle spiegazioni del perchè lo avevo lasciato in quel modo.

Venni risvegliata dai miei pensieri quando vidi Michael mettersi a cavalcioni su di me, per poi abbassarsi e mettendo le sue braccia ai lati della mia testa e tenendo il peso sulle sue braccia.

Si avvicinò ancora di più a me, incominciando a lasciare una scia umida di baci sul mio collo. Chiusi gli occhi, facendomi sfuggire dalle mie labbra un sospiro di sollievo per quel contatto.

Successivamente iniziò a succhiare la pelle sotto il mio orecchio, spingendo i suoi fianchi contro i miei.

<< Michael – Gemetti – Nathan è nell'altra stanza >> Gli ricordai, cercando di scostarlo da me.

Michael non si mosse.

<< Rilassati, tesoro >> Mormorò contro la mia pelle, risalendo con una scia di baci e percorrendo tutta la mia mascella, per poi fiondarsi sulle mie labbra e baciarmi lentamente.

Trasportata dal bacio di Michael afferrai con la mano la sua maglietta per farlo avvicinare ancora di più a me, mentre i nostri fianchi si scontrarono ancora una volta.

<< Addison - Ansimò contro le mie labbra – Mi uccidi se fai così >> Mi confessò ritornando a baciarmi.

In quel momento ci stavamo desiderando entrambi. Si staccò dalle mie labbra e si fiondò nuovamente sul mio collo, sentivo i suoi capelli solleticarmi la guancia, sorrisi chiudendo gli occhi.

Michael spinse ancora i suoi fianchi contro i miei, lasciandomi sfuggire un gemito soffocato mentre allacciai le mie gambe alla sua vita. Lui si staccò dal mio collo, mi osservò per un momento mentre con una mano mi accarezzava la guancia. I suoi occhi verdi erano limpidi e si poteva leggere tutto quello che in quel momento provava per me. Si abbassò nuovamente baciandomi a stampo per poi staccarsi e afferrò i lembi della mia maglietta per poi togliermela.

Arrossii quando rimasi sotto di lui solo con il reggiseno. Michael mi osservò dall'alto mordendosi il labbro, per poi abbassarsi nuovamente e lasciando una scia umida di baci.

Sentire il suo fiato caldo contro la mia pelle, mi fece contorcere lo stomaco.

<< Sei bellissima, Addison >> Mormorò Micheal contro la mia pelle.

A quelle parole inarcai la schiena, mentre lui portò una sua mano dietro la mia schiena sganciando il gancetto del reggiseno, per poi togliermelo e fiondarsi sui miei seni.

In quel momento il ricordo di Luke mi attraversò la mente, chiusi immediatamente gli occhi cercando di respingerlo via. Adesso avevo Micheal e dovevo solo pensare a lui e a tutta la felicità che mi avrebbe procurato.

Sentii nuovamente i fianchi di Michael scontrarsi contro i miei e dalle mie labbra sfuggì un gemito, strinsi maggiormente le mie gambe che erano ancora allacciate ai suoi fianchi. Micheal portò una mano sulla mia coscia accarezzandola mentre le sue labbra si scontravano nuovamente contro le mie. Ma quando spinsi i miei fianchi contro i suoi, sentii un gemito gutturale proveniente da Michael.

<< Micheal >> Gemetti chiudendo gli occhi, quando sentii nuovamente le sue labbra fiondarsi sui miei seni.

Lo sentii sorridere contro la mia pelle, poi si staccò e portò le sue grandi mani sui miei fianchi, sollevandoli e facendoli scontrare contro i suoi. Il mio cuore incominciò ad accelerare mentre il mio respiro si faceva pesante. Ma nel momento in cui sentì la sua mano infiltrarsi nei miei pantaloncini il ricordo di Luke si rifece ancora vivo nella mia mente. Mi venne in mente l'azzurro limpido dei suoi occhi quando mi guardava con tutto l'amore che provava nei mie confronti, in momenti come questi, mi venne in mente il suo tocco delicato contro la mia pelle nuda, le sue labbra piene di sbagli e dolorose contro le mie. Strinsi maggiormente gli occhi, mentre una lacrima mi attraversava la guancia. Non potevo dimenticare Luke, perchè anche se ci provavo la sua assenza mi portava ad amarlo ancora di più. Mi asciugai la lacrima velocemente, per poi afferrare il polso di Micheal facendolo fermare immediatamente.

<< Non posso >> Sussurrai con la voce rotta.

Vidi Michael alzare la testa e guardarmi con tristezza, mentre i suoi splendidi occhi verdi si facevano di una tonalità più scura.

<< Mi dispiace, Michael. Ma non posso. Non posso farlo >> Dissi con la mia voce che risuonava come un disco rotto.

<< Addison, tranquilla. Non fa niente >> Mi disse dolcemente accarezzandomi la guancia.

<< Mi dispiace tanto, Mikey >> Affermai chiudendo gli occhi, mentre le mie lacrime ripresero a scorrere.

<< Addison non è successo nulla, tranquilla >> Mi confortò stringendomi a se.

Dei singhiozzi rumorosi lasciarono le mie labbra, mentre mi stringevo a lui.

<< Rovino sempre tutto, scusami Mikey >> Dissi contro la sua maglietta e stringendola nelle mie mani, per paura che lui mi abbandonasse.

<< Non è colpa tua, piccola. E' mia dovevo chiederti prima il permesso, invece di correre così >> Si accusò Michael, baciandomi la fronte.

Scossi la testa.

<< No, tu sei stato perfetto. E' solo che ho bisogno di tempo >>

Non potevo dire a Micheal che lo avevo fermato perchè lui non era Luke. Luke mi mancava, eccome se mi mancava. Ma la colpa di allontanarlo era mia e quindi adesso dovevo subirmi la conseguenza di questo mio atto con la sua assenza.

Michael annuì, portando due dita sotto il mio mento e alzarlo delicatamente per poi baciarmi. Quando si staccò da me, avevo ancora gli occhi chiusi. Li aprì immediatamente e lo vidi voltarsi per poi afferrare una sua maglietta che era posta su una sedia e me la porse.

La presi e me la misi, poi lui si alzò e mi porse la mano.

<< Forza, andiamo a fare colazione >>

Afferrai la sua mano e lui senza difficoltà mi tirò a se facendomi alzare e facendo scontrare i nostri petti.

Sorrisi per quel gesto.

<< Sei meravigliosa >> Mi sussurrò per poi baciarmi ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Buongiorno >> Disse raggiante Michael entrando in cucina, mentre stringeva la mia mano.

Vidi Calum voltarsi verso di noi sorridendo, senza far caso alle nostre mani unite dato che era abituato a questi attenzioni che Michael aveva con me.

Nathan era seduto tranquillo che mangiava la sua colazione, così mi staccai e andai verso di lui sedendomi al suo fianco mentre di sottofondo avevo il chiacchiericcio di Calum e Micheal.

<< Zio Cal ha fatto la colazione per te? >> Gli chiesi guardandolo.

Nathan annuì mentre stava finendo il suo biscotto. Sentii Michael arrivare da dietro e posare le sue braccia sulle mie spalle, mi voltai verso di lui sorridendogli dolcemente.

<< Pronto per andare a scuola, campione? >> Gli chiese Michael, mentre io afferrai la mano di questo che aveva sulla mia spalla accarezzandoli il dorso con il pollice.

<< Si – Rispose Nathan – Ma zio Mikey mi puoi accompagnare a scuola insieme allo zio Cal? >> Lo supplicò guardandolo.

Io e Micheal sorridemmo.

<< Certo, campione – Gli disse, lasciando la mia mano e portandola sui capelli di mio figlio scompigliandoli – Quindi forza, vai a prendere le tue cose che andiamo >>

Nathan obbedì, scese dalle sedia per poi correre andando a prendere le sue cose.

<< E' incredibile ascolta più te che me >> Osservai

Michael ridacchiò, sedendosi dove era prima Nathan e appoggiando la sua grande mano sopra la mia coscia.

<< Forse perchè mi adora >> Si vantò Micheal ridacchiando e avvicinandosi a me lasciandomi un bacio a fior di labbra.

Sentimmo Calum tossire, mi voltai verso di lui mentre si sbatteva ripetutamente la mano sul petto cercando di non soffocarsi.

Micheal guardandolo rise, io mi alzai spaventata e andai verso di lui per aiutarlo. Quando il suo respiro si regolarizzò ci guardò entrambi.

<< Ditemi che non è vero quello che ho visto >> Disse incredulo.

Micheal scoppiò a ridere più forte e io scuotei la testa.

<< Mi dispiace rovinare le tue speranze . Ma è tutto vero, amico >> Disse Michael guardando divertito il moro.

<< Non ci posso credere – Disse ancora incredulo – Oh mio dio >>

Sorrisi.

<< Quindi adesso state insieme? >> chiese dopo un po' Calum riprendendosi dallo shock.

Feci per aprire bocca ma venni fermata da Michael che rispose al posto mio.

<< Si >>

Guardai Calum e vidi i suoi occhi farsi più scuri, mentre il mio cuore perse un battito. Sapevo cosa voleva dire quel suo sguardo era un modo indiretto per dirmi che stavo sbagliando, ma d'altronde sapevo che lui avrebbe appoggiato qualsiasi mia scelta pur di vedermi lontana da quel dolore che mi stava facendo perdere la vita. Calum sospirò e ci guardò entrambi.

<< Beh, congratulazioni >> Disse fingendo un sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella mattina ero rimasta a casa da sola, erano passate poche ore da quando Cal, Micheal e Nate se ne erano andati. Così io avevo deciso di mettermi sul divano cercando di rilassarmi un po'. In questi due giorni avevo vissuto troppe emozioni.

Così presi il libro lo posai sopra le mie gambe e lo aprì incominciando a leggerlo.

Persi la cognizione del tempo, fino a quando non sentii il campanello suonare. Corrugai la fronte, chiusi il libro alzandomi e posandolo sul tavolino, e dubbiosa mi diressi verso la porta.

Quando feci scattare la serratura e l'aprì, gelai.

Il mio fiato si fece corto come se le pareti di quel corridoio si fossero strette attorno a me facendomi soffocare. Le mie mani incominciarono a tremare mentre sentii le mie gambe cedermi, così mi appoggiai alla maniglia della porta cercando di sostenermi. Il mio battito cardiaco era accelerato come se mi potesse scoppiare da un momento all'altro.

Tutto questo era surreale, non poteva essere vero. Lui non poteva essere qui, non poteva avermi trovato e non poteva essersi presentato a distanza di cinque anni dopo che io stavo cercando di ricostruirmi una vita.

Una vita lontana da lui, una vita che comprendeva la sua assenza, una vita composta per mio figlio.

Lui alzò il suo sguardo per poi incontrare il mio. I suoi occhi azzurri, mi immobilizzarono.

Non erano più di quel azzurro limpido come il cielo di cinque anni fa' che mi avevano fatto innamorare e togliere il fiato. Erano di uno azzurro tempestoso, contornati dal rosso della sua continua dipendenza e cerchiati dal nero del suo costante dolore per la mia assenza.

Mi sorrise, ma il suo sorriso era un sorriso privo di felicità un sorriso rotto di quelli che sai che nemmeno il tempo guarirà. Anzi, era contaminato da tutto quel dolore che cercava di sopportare nonostante lo stesse distruggendo. Il tempo e l'assenza aveva distrutto entrambi, ma io in confronto a lui ero ammaccata mentre lui era come se potesse crollare da un momento all'altro e questa cosa fece spezzare il mio cuore. Chiusi gli occhi nel momento in cui li sentii pizzicare, per poi aprirli nuovamente prendendo un respiro. Lui mi guardò.

E in quel momento tutto ciò che avevo di lui, ricordi, emozioni, dolori e bugie erano di colpo ritornati, perchè davanti a me avevo il mio più grande sogno e il mio più grande incubo.

 










SPACE AUTHOR

Hi my beautiful people!!! So Im here again.
Nuovo capitolo, nuovi colpi di scena.
Allora leggendo le recensioni del capitolo precedente praticamente mi sono ritrovata i lettori ''spaccati'' in due parti chi vorrebbe Addison con Mr. Hemmings e chi è d'accordissimo chi stia con Michael.  
Ma bando alle ciance, ritorniamo a noi e al nostro capitolo. come avrete potuto modo di leggere è un capitolo abbasstanza corposo non solo perchè Michael e Addison si spingono oltre per poi fermarsi perchè Addison ha ancora in mente Luke, ma anche perchè Calum non è pienamente d'accordo con questa relazione. Vi dico solo che più avanti capirete il perchè.
Anyway cosa ne pensate???
E nell'ultima parte, diciamo che dopo aver aspettato quasi otto capitoli e chiedendomi continuamente quando Hemmo sarebbe tornato tra noi. 
SBAAM eccolo di ritorno.
Vi anticipo solo di aspettarvi una spece di bomba nel prossimo capitolo, okay mi fermo perchè potrei spoilerarvi tutto e non sarebbe carino. HAHAHAH
Comunque secondo voi cosa protrebbe succedere nel prossimo capitolo?
Ah, una mia amica ( con il mio consenso ovviamente) ha postato su wattpad (altro sito di fanfict) SDOS. Se in caso vi andasse di passare o votare o commenatare questo è il link: 
http://www.wattpad.com/story/31284370-six-degrees-of-separation
Ormai ogni spazio autrice non so' più davvero come ringraziarvi. C'è davvero siete dolcissime e gentilissime a mandarmi tutta quella posta e intasarmi di notifiche twitter.
Ringrazio, ovviamente, coloro che: recensiscono e hanno messo tra preferiti, seguiti e ricordate la fanfict.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Se ya soon, beautiful
Baci Lalluby

On twitter:  @_Lalluby_

 

 

 

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Capitolo 9
*** The Only Reason ***


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ATTENZIONE: LEGGERE SPAZIO AUTRICE







'' When I close my eyes and try to sleep
I fall apart, I find it hard to breathe
You're the reason, the only reason ''

The Only Reason – 5SOS


 

 

 

The Only Reason

 

 

 

 

 

I suoi occhi tempestosi fissavano i miei liquidi pronti per lasciar scorrere tutte quelle lacrime. Un singhiozzo mi sfuggì dalle mie labbra che soffocai con la mano.

La testa mi incominciò a girare, mentre sentivo la nausea salire e una sensazione di gelo mi circondava. Ma d'altronde a quella sensazione ci ero abituata perchè Luke equivaleva a quello in quel momento. Il gelo.

Quel gelo che senti sulla pelle e che ti fa anche male per quanto sia freddo quasi a scottarti.

<< Dimmi perchè dopo tutti questi cinque fottutissimi anni io ti amo ancora >> Mi disse buttando la testa all'indietro e chiudendo quegli occhi azzurri che erano identici a quelli di Nathan, mentre il suo pomo d'adamo andò su e giù velocemente.

Chiusi gli occhi, mentre le lacrime presero il via a solcarmi le guancia. L'ultima cosa che volevo era piangere di fronte a lui. Volevo dimostrarmi dura, volevo dimostrarmi che dopo tutto in questi cinque anni di sua assenza io ero riuscita a vivere e andare avanti senza di lui, volevo dimostrarmi ormai adulta e non più l'adolescente diciassettenne di cinque anni fa'. Ma non andò così.

Mi stavo dimostrando, nuovamente fragile davanti a lui. E lui voleva quello. Voleva che fossi fragile, voleva poter raccogliere tutti quei pezzi che in cinque anni aveva procurato ferite in guaribili ad entrambi.

<< Ti prego, vattene >> Lo implorai in un sussurro, mentre la mia vista era appannata dalle lacrime.

Luke scosse la testa, mordendosi il piercing per poi fare un sorriso privo di felicità. Mentre i suoi occhi si stavano facendo liquidi.

<< Ti prego, vattene – Dissi afferrando la maniglia – Per favore, te lo sto chiedendo vattene, Luke >>

Mi guardò nuovamente, per poi voltare il viso dall'altra parte mentre una lacrima gli solcava la sua guancia pallida.

Vederlo in quello stato, mi spaccò il cuore mentre inizia a piangere più forte. Ed ecco la conseguenza dei ritorni amorosi, quando non si è pronti la persona che ami ritorna inaspettatamente stravolgendo tutto.

Feci per chiudere la porta, come per voler scappare da lui, ma con un scatto lui introdusse il suo piede impedendomi di chiudermela.

Luke portò la sua mano sulla porta aprendola per poter entrare e facendomi scostare. Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti i suoi occhi azzurri più sofferenti, in quegli occhi che fino a cinque anni fa erano pieni di vita adesso erano spenti, come se lui non vivesse ma stesse soppravvivendo.

<< Tu non puoi – Mi disse Luke, stringendo le labbra in una linea retta come per voler reprimere i singhiozzi che avrebbero lasciato le sue labbra – Tu non puoi dirmi di andarmene. Non puoi farmi questo, Addison >>

Sentire il mio nome essere pronunciato da lui, faceva ancora più male.

<< Luke, perfavore >> Dissi esausta.

Luke scosse la testa appoggiandosi con le mani agli stipiti della porta e chinando in giù la testa.

<< Mi hai distrutto Addison Evans – Mi confessò, sempre con la testa china non guardandomi – Pensavo che l'unico che potesse distruggere una persona o qualcosa tra noi due, fossi io. Ma invece sei tu. >>

Le mie lacrime continuavano a scorrere senza sosta dalle mie guance, vederlo in quello stato, così debole e distrutto come mai nessuno lo aveva mai visto mi portava a dirgli che lo amavo ancora, che dopo tutti questi cinque anni mi era mancato da morire e che era diventato padre. Ma non lo feci.

Stesi zitta, perchè volevo che mi odiasse. Volevo che uscisse al più presto dalla mia vita perchè era giusto così per entrambi.

<< Tu sei la cosa peggiore che mi potesse capitare, Addison >> Alzò la testa guardandomi dritta negli occhi, mentre i suoi erano diventati rossi

Immediatamente mi venne in mente quando fu lui a dirmi addio per la prima volta.

 

 

 

 

 

Inizio Flashback -

 

 

 

 

 

 

<< Ci vediamo a scuola domani, allora >> Gli chiesi dolcemente.

Luke si voltò sorridendomi.

Quando aprii lo sportello, Luke si lasciò andare per un momento nel sedile e poi mi richiamò.

<< Addison >>

Sentendomi richiamare mi risedetti nel sedile e richiusi lo sportello.

<< Si >> si risposi sorridendogli

Luke prese un respiro e poi parlò << Forse è meglio che non ci vediamo, questa cosa di noi due sta facendo dei casini. E io non voglio che tu ti faccia ancora più male >>

Sentendo quelle parole il mio cuore incominciò a farmi male.

<< E'...è … è stato Ashton a dirti queste cose? >> Sussurrai con la voce rotta.

<< No >> Si affrettò a rispondere.

<< E allora spiegami, perchè quando le cose sembrano rimettersi al posto. Tutto crolla nuovamente, Luke >> Chiesi cercando di non piangere.

Luke non rispose.

Forse perchè in quel momento lui si stava di nuovo rifugiando nella sua paura,e si stava allontanando da persone, affetti, amori... che potevano renderlo felice.

Luke era sicuro che in quel momento stava facendo la cosa giusta annullando il suo cuore, per me. Ma non era così.

<< Questa è la fine, allora Luke? >> Chiesi in un sussurro

<> Sospirò.

Scossi la testa.

<< Non puoi giocare con i miei sentimenti Luke. Cazzo lo capisci che sono una fottutissima persona. Ho un cuore anche io. E ti giuro che ogni pezzo che cade fa' sempre più male >> Dissi urlandogli tutta la verità in faccia.

<< Addison, tante volte ho pensato di farla finita subito, di non aspettare la fine, tanto, così, è la fine comunque. Poi ho incontrato te e tutto è cambiato perchè tu sei così... straordinaria! Io invece... >>

<< Tu cosa, Luke ? >>

Luke prese un respiro e parlò << Avrei voluto più tempo... quindi, alla fine, tu sei la cosa più peggiore che mi potesse capitare >>

Sentendo quelle parole piene di dolore, il mio cuore incominciava a farmi male.

Ogni parola che mi aveva detto faceva sempre più male, facendomicrollare del tutto.

<< E' un addio questo? >> Sussurrai con la vista annebbiata dalle lacrime.

Luke chiuse gli occhi, sapendo che le parole che avrebbe appena detto ad mi avrebbero distrutta.

<< Non capisci quello che è successo? Tu vivevi la tua vita, io vivevo la mia vita di merda, io odiavo la tua sicurezza, io volevo distruggerti, volevo renderti una miserabile come me ed è esattamente quello che ho fatto! >> Confessò il biondo quelle parole piene di veleno.

Puntai la vista davanti a me, lasciando che le mie lacrime mi percorressero il viso.

Poi Luke continuò a parlare << Allora? Che ti sembra come addio? È la verità Evans, io ti ho distrutto, io ti ho distrutto veramente >>

Quando il ragazzo ebbe finito di parlare mi voltai verso Luke.

<< Sai una cosa, Luke? Fottiti >> Dissi arrabbiata.

<< Lo hai già fatto tu, Evans >> Mi rispose con un ghigno.

La risposta ce mi diede mi fece male, più di qualsiasi cosa e le lacrime ricominciarono a ricoprirmi il viso.

 

 

 

 

- Fine Flashback -

 

 

 

 

 

<< Ma non ti odio, perchè mentirei a me stesso e a te. Io ti continuo ad amare anche se so' che tu adesso non sei più mia. E sapere che in questi cinque anni qualcuno ti abbia baciato, toccata e fatta sua. Mi fa impazzire e incazzare allo stesso tempo. Perchè io ti amo, ti amo veramente >>

<< Vattene, Luke. Ti prego >> Lo implorai piangendo.

Non volevo più sentirlo, perchè mi stava distruggendo con le sue parole che erano piene di dolore. Ma Luke era sempre stato bravo a distruggermi in quel modo, anche se credeva che io lo avessi distrutto.

Lui mi guardò, portando una mano sulla mia guancia umida accarezzandola delicatamente, come per paura di rompermi.

Il contatto con le sue dita fredde, mi fece rabbrividire mentre il mio cuore accelerò.

<> Mi sussurrò avvicinandosi maggiormente a me, continuando ad accarezzarmi la guancia mentre i suoi occhi erano diventati più limpidi.

<< Addison, quando chiudo gli occhi e cerco di dormire, io cado a pezzi. Combatto duramente per respirare. Tu sei la ragione, l’unica ragione, anche se la mia stupida testa è insensibile. E ti giuro che il mio cuore non si arrenderà mai >> Mi sussurrò addolorato scrutandomi con i suoi occhi.

<< Non possiamo, Luke.- Sospirai rispondendo alla domanda che mi aveva posto, prendendo la sua mano ancora sulla mia guancia e stringendola - Non così, non dopo tutti questi cinque. Non possiamo annullare tutto questo dolore e non possiamo neanche riprenderci tutto il tempo che abbiamo perso. Perchè non ne varrebbe la pena >>

Un velo di dolore gli attraversò gli occhi, rendendoli tempestosi. Più li osservai più rivedo Nathan e mi faceva male tenergli nascosto che era diventato padre.

<< Addison, non è mai troppo per noi, per tornare in vita. Lo so che tutto si è rotto tra di noi e un sacco di parole amare sono state dette. Ma io ti sento ancora bruciare sotto la mia pelle. Giuro cheti vedo brillare più luminosa nella fiamma che c'è nei tuoi occhi perchè Ti amo,troppo e tanto >> Disse con la voce che risuonava come un disco rotto.

<< Mi dispiace, Luke. Ma non posso >> Sussurrai.

<< Dammi una valida ragione del perchè non possiamo più essere quello che eravamo, Addison >> Mi supplicò

Strinsi la sua mano, maggiormente per poi fargliela abbassare.

L'unica cosa che rimaneva da fare per affrontare tutta quella situazione era dovergli mentire. Era la cosa giusta per entrambi.

<< Perchè non posso più amarti dopo tutto quello che ho passato in questi cinque anni, Luke >>

Lo vedi fare un passo in dietro, per poi dare un pugno alla porta innervosito. Sussultai per quel gesto.

Ed ecco il Luke che conoscevo cinque anni fa era ritornato. Il Luke impulsivo che non pensava mai alle conseguenze.

<< Dopo tutto quello che hai passato?! - Urlò alzando la voce – Ci hai mai pensato a me Addison, eh? Ci hai mai pensato come mi fossi sentito dopo essere stato lasciato con una cazzutissima lettera? Ci hai mai pensato quante volte ho cercato di dimenticarti ma non ci riuscivo. Eh, Addison? Io non credo >> Mi sputò arrabbiato.

Strinsi pugni lungo i mie fianchi, mordendomi il labbro inferiore per non scoppiare a piangere.

<< Sei una egoista, Addison. Lo sei sempre stata. Tu non puoi sapere il dolore che mi hai provato sapendo che non potevo nemmeno cercarti perchè non sapevo più dove fossi. Ma adesso sono qui incasinato come non mai, pieno di problemi fino al collo per dirti che ti amo che ti rivoglio indietro >>

Scossi la testa.

<< Perchè pensi che solo tu sia stato così male?! - Urlai arrabbiandomi – Io mi sono fatta carico di tutti i problemi che tu – Dissi indicandolo – non avevi il coraggio di affrontare >>

Luke mi guardò.

<< Perchè ero solo un fottutissimo ragazzino, cazzo Addison. Lo vuoi capire che tu sei la cosa più importante e preziosa che potessi avere nella mia vita. >>

<< Oh si, perchè adesso risolvere i problemi con alcool, droga e puttane e più da adulti >> Gli dissi velenosamente.

Quando sentì quella frase, Luke si irrigidì. In quel momento lo vidi veramente a pezzi, avevo colpito il suo punto debole. E mi andava bene così, anche se mi ero comportata da cattiva era per poterlo allontanare.

Perchè questa era una conseguenza dei ritorni amorosi non sai mai quando incontrerai qualcuno. Perchè tutto il tuo grande mondo che avevi costruito con l'assenza di quella persona, in un attimo, va in pezzi.
Pensavo che forse amarlo ancora mi poteva rimettere a posto. Ma quando ti ritrovi davanti l'amore della tua vita a distanza di anni, tutto quello che pensavi di sapere sull’amore è andato. Scopri che è sempre stato sbagliato.
E tutte le mie ferite si erano riaperte facendomi ancora più male.
Ma l'amore che lui provava per me lo avevano portato fino a qui. Ed ero consapevole che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per dimenticarlo. Ma non potevo ritornare da lui, quando adesso avevo Michael che stava cercando rimettere tutto insieme.
E l'unico modo era di nascondere il mio cuore a Luke, fingendomi non più innamorata di lui. Anche se sapevo che lo avrei sempre amato, perchè gli amori che ti hanno dato veramente qualcosa di importante sono i più difficili da dimenticare. E Luke mi aveva dato Nathan, qualcosa di importante che ci poteva permettere di unirci ancora di più. Ma non volevo, non adesso.

Lo guardai per l'ultima volta, eravamo distrutti entrambi.

Chiusi la porta per poi lasciarmi andare contro di essa, portai le mie ginocchie vicino al petto e ci appoggia la testa iniziando a piangere. Averlo rivisto dopo un sacco di tempo mi aveva fatto capire tante cose che avevo comesso sbagliando in quel nostro passato andato ormai distrutto, disintegrato nel vento . Presi il telefono e telefonai all'unica persona che era in grado di potermi capire.

Digitai velocemente il numero, dopo una serie di squilli.

<< Pronto? >> Disse la voce dall'altro capo.

Appoggiai la testa contro la porta mentre le ultime lacrime si affrettavano a percorrere la mia guancia

<< Calum >> Dissi tirando su col naso e asciugandomi con il palmo della mano.

<< Addison – Esclamò preoccupato – Cosa è successo? >>

Strinse le labbra cercando di rimanere forte.

<< Mi ha trovato Calum. Mi ha trovato >> Sussurrai in un fiato scoppiando a piangere nuovamente.

Sentii il moro sospirare dall'altro capo del telefono.

<< Perchè adesso, Cal ? E non prima quando necessitavo di lui? Perchè? Perchè ? >> Chiesi più che altro a me stessa, distrutta.

La figura di Luke e i suoi occhi erano ancora vivi nella mia mente.

<< Addison >> Sussurrò Calum dispiaciuto.

Un gemito di dolore mi uscì dalle labbra mentre il mio pianto si fece più forte quasi isterico.

<< Non può Calum. Non può >> Dissi tra le lacrime.

<< Addison, ti prego ascoltami – Mi implorò il moro – Lo so' che ti ha distrutto vederlo, ma adesso ci saranno delle conseguenze per tutte e due, perchè lo sai che adesso dovrai essere pronta ad affrontare tutto quello che il passato vi ha lasciato? Dovrai essere pronta a rivederlo anche se ti ha distrutto, dovrai essere pronta a tutte quelle cose che avrà da dirti che non ha potuto dirti in questi cinque anni. >> Mi chiese Calum capendomi, ma la sua domanda suonava più come una affermazione.

<< Lo so >> Chiusi gli occhi.

<< Ce la farai, Addison. Io sono con te, supereremo anche questa. Te lo prometto >> Mi incoraggiò il moro.









Space Author



Hi my beautiful people!!! So im here again. YAAY
Allora capitolo, come vi avevo anticipato nello spazio autrice del capitolo precendente, bomba. Cosa ve ne pare?
Beh, diciamo che qui abbiamo un Luke differente di SDOS, perchè durante il corso della vicenda imaparerete a scoprirlo. Comunque nell'incontro troviamo momenti di tristezza assoluti per poi essere sostituiti dalla rabbia  di Luke per delle spiegazione che Addison non vuole dare. Per il discorso di Luke che fa alla nostra Addison ho usato The Only Reason, perchè a mio parere era azzeccatissima con il capitolo. E poi Addison telefono al nostro kiwi, che la incoraggia. Vi dico di tenere occhio il Nostro Calum durante il corso della storia perchè sarà una figura molto, ma molto, ma molto importante in un capitolo per Addison e Nathan.

Ah, volevo avvisarvi che d'ora in poi posterò i capitoli della fanfiction ogni sabato, perchè adesso che inizia il secondo quadrimestre devo dare il massimo per l'esame. Però in compenso alla fine di ogni spazio autrice vi lascerò un picollissimo assaggio del prossimo capitolo ( So' che facendo così mi odierete maggiormente HAHAHAHA)
Potete trovare SDOS su wattpad : 
http://www.wattpad.com/story/31284370-six-degrees-of-separation
Vi ringrazio per i ventordicimila messaggi che mi mandate, davvero grazie, grazie,grazie, grazie mille.
ringrazio chi ha aggiunto la fanfict tra: preferiti, ricordati, seguite e coloro che recensiscono.
NEXT CHAPTER

 

Sentivo il freddo penetrare il tessuto del mio giubbotto.

<< Non farlo. Non voglio questo, adesso >> Dissi capendo quello che aveva intenzione di fare.

<< Stai mentendo – Mi sussurrò a fior di labbra – Posso leggerlo nei tuoi occhi , posso vederlo nel  modo in cui le mani ti tremano. Tu vuoi me, come io voglio te. Lasciami riparare queste ferite, Addison >> Finì scrutandomi con i suoi occhi azzurri limpidi.

Il mio cuore ebbe un sussulto.


Ci vediamo al prossimo capitolo, bellezze.
See ya soon.
Baci Lalluby 

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Capitolo 10
*** I Try Not Love You, Addison ***


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'' Cause trying not to love you, only goes so far  
and trying not to need you, is tearing me apart.
Can't see the silver lining, from down here on the floor
And I just keep on trying, but I don't know what for  ''
Try Not Love you, Nickelback


 

I Try Not Love You, Addison

 

 

 

 

 

 

 

Erano già le 19.10 quando guardai il mio telefono posto sopra la mia scrivania. Ed ero consapevole che mi sarei presa l'ennesima ramanzina di Calum dicendomi che non ero mai puntuale. Stancamente rimisi al posto tutti quei documenti che stavo compilando, mi misi la giacca e afferrai il telefono e la borsa per poi uscire dallo ufficio. Quella giornata era stata davvero stressante, e sapere di aver avuto al fianco tutto il giorno Ashton con i suoi continui attacchi al passato e occhiatacce, mi aveva reso più ansiosa, nervosa e arrabbiata. In quel momento volevo solo ritornare a casa e stare tranquilla con Nathan e ridere ai continui litigi che c'erano tra Calum e Michael per quale fosse il film migliore.

Per quanto riguarda Luke, da quando gli avevo chiuso la porta allontanandolo per sempre non si era più fatto vivo. Ed era meglio così, anche se sapevo che era totalmente sbagliato. Ne io e ne Calum avevamo raccontato a Michael che Luke mi aveva trovato, perchè sapevo come avrebbe reagito e io non volevo che stesse male per me. Già stavo facendo soffrire un sacco di persone per colpa mia. In primis Nathan, che aveva visto da quando eravamo qui a Sydney il lato peggiore di me tirato fuori dal dolore. E non volevo che altre persone soffrissero per me.

Sospirai aprendo la porta del mio ufficio, attraversai tutto il corridoi per poi arrivare alla hall fece un sorriso forzato a Gwen che era dietro la reception per poi sorpassare le porte di di vetro dell'azienda e essere finalmente fuori. Quando fui fuori venni investita dall'aria frizzantina serale di inizio inverno.

Vagai con lo sguardo tra il parcheggio per vedere se vedessi la macchina di Calum che solitamente era già qui che mi aspettava. Presi il telefono e lo guardai

nuovamente. Segnava le 19.15, rimasi stranita di non vederlo. Così mi incamminai verso una panchina che era posta più avanti, sedendomi e aspettando il mio migliore amico.

<< Addison >> Mi chiamò una voce debolmente.

Quando mi sentii chiamare, il mio cuore perse un battito. Alzai lo sguardo verso di lui, fui sorpresa di vederlo ancora.

Il suo viso era triste e stanco, i suoi splendidi occhi azzurri erano cerchiati da profonde occhiaie nere, segno che anche lui non riusciva più a dormire sogni tranquilli come me, e in quel momento mi sentivo sotto tortura non poter correre verso di lui e abbracciarlo e prometterli che tutto sarebbe andato per il meglio, ma la verità era che nulla sarebbe andato per il meglio.

Luke chiuse per alcuni minuti gli occhi, mentre il suo respiro iniziò a farsi pesante sapevo che stava cercando di rimanere calmo e non scoppiare a piangere davanti a me per non rendersi ancora più vulnerabile di quanto già lo fosse stato due settimane fa'. Immediatamente, riaprì quei suoi pozzi azzurri identici a suo figlio e il mio cuore si strinse n una forte stretta che mi fece male.

<< Stai aspettando, Cal? >> Mi chiese con voce roca, per poi spostarsi sotto un lampione per farsi vedere meglio. Alcune sue ciocche bionde fuoriuscivano dal suo baenie e sotto alla luce sembravano ancora più chiare mentre l'anellino che aveva al labbro luccicò.

<< Non sono affari tuoi >> Dissi con voce aspra. Le sue labbra formano una linea retta.

<< Dobbiamo parlare, Addison – Sospirò Luke, mordendosi il piercing al labbro – Non potrai essere arrabbiata con me per sempre >> Mi osservò, mentre vidi i suoi occhi farsi di un azzurro limpido.

<< Penso di aver già sentito abbastanza, Luke >> Dissi guardando dritta a me e sperando di vedere la macchina di Calum.

<< Non farlo – Sussurrò distrutto - Non chiudermi fuori dalla tua vita, nuovamente Addison. Ti prometto che ci potremmo lavorare sopra >>

<< Non voglio parlare con te, Luke. Sto solo aspettando Calum per poi ritornare a casa >>

Vidi Luke portarsi le mani dietro alla testa, chinandola all'indietro e chiudendo gli occhi come per volersi scaricarsi per poi ritornarmi a guardare.

<< Dovremmo parlare alla fine. Non possiamo restare così >>

Ignorai la risposta alzandomi dalla panchina.

<< Guardaci, Luke >> Ribattei. Eravamo tutti e due distrutti che cercavamo di sopravvivere in mezzo a quello schifo. Feci un passo indietro nel momento in cui lo vedi avvicinarsi a me. Sopirai, mentre i miei polmoni rilasciavano una nuvola di flebile condensa per poi voltarmi e iniziare a camminare.

<< Dove vai? >> Mi chiese cercando di mantenere la calma. Sapevo che si stava arrabbiando per il gesto che avevo fatto. Per poi afferrare il mio polso e facendomi voltare verso di lui con uno scatto, lasciando la prese e incrociando le sue braccia al petto.

Ero consapevole che questo discorso lo avrebbe distrutto maggiormente, ma quando lui puntò il suo sguardo sull'asfalto del marciapiede mi arrabbiai.

<< Sto cercando di andare a casa >>

<< Lo sai che non mi piace quando te ne vai in giro da sola di notte >> Mi disse tranquillamente, ma questa volta guardandomi.

<< Non stiamo più insieme >> Ribattei acidamente.

Lo vidi alzare gli occhi al cielo.

<< Lo hai voluto tu, Addison >> Mormorò poco dopo avvicinandomi sempre di più a me.

Pochi secondi dopo mi ritrovai sulla sua spalla, mentre con il suo braccio mi teneva ferme le gambe.

<< Luke, cazzo! -Urlai, tirando dei pugni alla sua schiena – Mettimi giù >> Dissi arrabbiandomi.

Luke non ripose ma continuò a camminare.

<< Luke, ho detto di mettermi giù >> Mi lamentai nuovamente.

Poi sentii lo sblocco della macchina.

Luke con l'altra mano aprì lo sportello e con attenzione mi fece sedere sul sedile, per poi chiudere lo sportello.

Lo vidi dal vetro camminare velocemente , per poi aprire lo sportello e sedersi nel sedile di guida.

Quando fu dentro, cercai la sicura per aprire il mio sportello. Non volevo stare li con lui, perchè sapevo che avremmo peggiorato la situazione.

Ma quando vide la mia mano appoggiarsi nella sicura per aprire lo sportello, lui la fece scattare nuovamente, chiudendoci dentro in macchina.

<< Non ci posso credere. Ci hai chiusi in macchina >> Dissi innervosendomi, incrociando le braccia al petto e guardando duramente dritto davanti a me.

<< Almeno qui possiamo parlare >> Disse tranquillamente Luke.

Scuotei la testa.

Non volevo parlare con lui, non volevo più averci a che fare con lui.

<< Non posso, Luke >> Sospirai.

<< Calum non verrà mai a prenderti, Addison. Perchè sono stato io a pregarlo di dirmi dove potevo trovarti per poterti parlare senza che ci uccidessimo a vicenda >> Mi confessò.

Lo guardai, stranamente il suo sguardo non era fisso nei miei occhi ma dritto davanti a se.

<< Ho bisogno di te, Addison >> Sussurrò, voltandosi nella mia direzione e guardandomi con i suoi occhi azzurri che chiedevano un'altra possibilità.

<< Io, io – Dissi prendendo un respiro per non scoppiare a piangere – Io non voglio questo adesso, Luke >>

Luke si lasciò andare nel sedile chiudendo gli occhi e un sospiro di frustrazione lasciò le sue labbra.

Poi riaprì i suoi occhi, ma stavolta guardando dritto a se.

<< Allora dimmi perchè ogni volta che ti vedo, io crollo. E ogni volta che siamo così distanti ma così vicini sento il mio cuore essere trafitto da mille coltelli. Dimmi perchè, Addison? >>

Lo vidi voltarsi verso di me, abbassai lo sguardo. Non sapevo nemmeno io del perchè ogni volta che lo rivedevo provavo le sue stesse emozioni. Ma non potevamo stare insieme, non dopo tutto quello che ci era successo.

<< Perchè amore mio, io sto cercando di non amarti, ma questa cosa arriva fino ad un certo punto. Sto cercando di non avere più bisogno di te, ma mi sto facendo a pezzi. Non riesco più a vedere un motivo di speranza da quaggiù, sul pavimento. E questa cosa mi porta a un continuo tentare a noi, ma non so' per quale ragione.
E questo tipo di dolore che sentiamo entrambi, solo il tempo lo porta via.
Ecco perché è più difficile lasciarti andare e non riesco a fare niente senza pensare a te. Ogni sera quando sono nel letto , indeciso, a parlare con me stesso. Mi chiedo sempre: e' stato qualcosa che ho fatto? C’era qualcos’altro?
Stanotte, Addison, sto morendo dalla voglia di dirti che tentare di non amarti, è arrivato solo fino a un certo punto. Tentare di non aver bisogno di te, mi stava facendo a pezzi. Adesso vedo una motivo di speranza, da quello per cui stiamo lottando. E se noi continuassimo a tentare, potremmo essere molto di più
Perché tentare di non amarti mi porta solo ad amarti di più >> Mi confessò tutte quelle parole Luke.

Con quel discorso, capii che io e Luke eravamo nella stessa posizione. Tutte e due stavamo cercando di andare avanti, ma non ci riuscivamo. Perchè eravamo bloccati in quel passato composto di promesse, baci e ti ami distrutti.

<< Mi hai fatto male, Luke. Tu mi hai causato dei tagli profondi che ancora non sono guariti. E non voglio amarti sapendo ancora che questi tagli sono aperti, ok? Perchè renderebbe tutto peggiore. E perchè ci starei ancora peggio e mi farei del male. E io non voglio essere maggiormente arrabbiata con te solo perchè non saresti capace di curarmi queste ferite che mi hai procurato. Quindi per favore non farlo, non amarmi. >>

<< Non volevo farti del male, Addison. E mai lo vorrò perchè io ti amo dannatamente troppo >> Sussurrò in un fiato mentre la sua voce si incrinava.

<< Ma lo hai fatto comunque, Luke >> Mormorai mentre una lacrima percorreva la mia guancia.

<< Voglio la nostra felicità, Addison. Voglio potermi svegliare nuovamente con te al mio fianco al mattino, voglio poterti dire ti amo ogni volta che ne avremo bisogno, voglio poter raccogliere tutti i pezzi che ho fatto cadere di te, voglio poter costruire una famiglia con te >> Mi confessò

Chiusi gli occhi, lasciando il via alle lacrime. Anch'io avrei voluto tutte quelle cose, ma non potevamo perchè io e Luke anche se provavamo a risistemare tutto, dopo un po' crollavamo nuovamente e ne avevo prova di tutto quello che avevamo affrontato cinque anni prima.

<< Non posso, Luke >>

Luke scosse la testa, sorridendo amaramente.

<< Andiamo, Addison. Ci stai punendo per degli sbagli che abbiamo compiuto quando eravamo degli adolescenti >>

Successivamente, lui si mosse sporgendosi davanti a me, sicuro del gesto che avrebbe compiuto. Arretrai indietro facendo premere le mie spalle e la mia testa sul finestrino appannato. Sentivo il freddo penetrare il tessuto del mio giubbotto.

<< Non farlo. Non voglio questo, adesso >> Dissi capendo quello che aveva intenzione di fare.

<< Stai mentendo – Mi sussurrò a fior di labbra – Posso leggerlo nei tuoi occhi , posso vederlo il modo in cui le mani ti tremano. Tu vuoi me, come io voglio te. Lasciami riparare queste ferite, Addison >> Finì scrutandomi con i suoi occhi azzurri limpidi.

Il mio cuore ebbe un sussulto.

Scossi la testa in segno di disapprovazione e ruppi il suo contatto visivo guardando oltre la sua spalla. Perchè se lo avrei guardato dritto negli occhi avrei ceduto. E non potevo adesso avevo Michael e Nathan dovevo solo pensare a loro.

Luke afferrò il mio polso, facendomi mettere a cavalcioni sopra le sue gambe. Il suo sguardo era distrutto e implorante. Mordendosi le sue labbra e torturando il suo piercing.

<< Per favore >> Mi implorò con un filo di voce.

Chiusi gli occhi, tutta la mia forza svanì nell'averlo così vicino e la sua voce bassa quasi incrinata dal dolore era davvero, davvero troppo per me e per il mio cuore. Stava opprimendo i miei sensi di colpa.

Ma nel momento in cui mi allontanai da lui, mi tirò più vicino a lui. Le sue braccia erano attorno alla mia vita come una fortezza.

Poi lo vidi socchiudere le labbra e avvicinarsi sempre di più a me sentivo il suo respiro caldo sulle mie labbra, portò le sue grandi mani fredde sulle mie guance, fino a quando le mie labbra non si scontrarono dopo cinque lunghi anni contro le sue, poi lui mi leccò il labbro inferiore chiedendomi l'accesso.

Cercai di essere gentile con quel bacio, ma non ci riuscì. Le mie labbra si muovevano arrabbiate contro le sue e le nostre lingue erano in lotta per un predominio che entrambi avremmo perso.

Quel bacio era ruvido,meraviglioso e famigliare allo stesso tempo, ma quando li morsi il labbro inferiore, lo sentii gemere dicendo il mio nome.

Poi Luke portò le sue mani sui mie fianchi spingendoli ancora maggiormente contro i suoi fino a farli scontrare.

<< Luke >> Ansimai staccandomi e appoggiando la mia fronte sulla sua spalla. Di tutta risposta lui mi lasciò dei piccoli baci umidi sul collo.

Quando sentii il suo piercing freddo a contatto contro la mia pelle calda, gemetti. Mi era mancato il modo in cui solo Luke sapeva toccarmi e i suoi baci.

<< Ti voglio, Addison – Soffiò contro la mia pelle – Non sai quanto ho desiderato in questi cinque anni averti di nuovo fra le mie braccia >> Finì lasciandomi una scia di baci lungo la mia mascella.

Mi stavo uccidendo ascoltando quelle parole, perchè entrambi eravamo appesi ad un filo cercando di non crollare.

Luke portò la sua mano sinistra sulla mia coscia accarezzandola, fino a farla salire e posandola sul mio fianco.

Lo sentii gemere quando lo baciai sotto l'orecchio. Ma subito dopo mi venne in mente che stavo sbagliando tutto. Non potevo cedere nuovamente a lui. Non così. Stavo facendo del male indirettamente a Michael e non potevo causare altro dolore, non adesso. Così mi staccai.

Luke mi guardò cercando una spiegazione.

<< Mi dispiace. Mi dispiace tanto, Addison >> Parlò immediatamente Luke appoggiando la sua fronte contro la mia.

Portai una mano dietro al suo collo avvicinandolo maggiormente a me, tracciando con pollice dei cerchi immaginare. Lo vidi rilassarsi sotto il mio tocco e sentivo il suo respiro caldo sulla faccia.

<< Luke, ho bisogno di lasciarti andare. Non possiamo continuare così, riempendoci di ferite che non sappiamo nemmeno noi come poterle guarire >> Sussurrai guardandolo, mentre i suoi occhi erano chiusi.

Vidi una lacrima solitaria solcarli la guancia.

<< Tornerai, vero? >> Mi chiese con un filo di voce aprendo i suoi due oceani. E li rividi nuovamente Nathan.

Non risposi, perchè sapevo che non sarei più tornata da lui e ne con lui. Non volevo causarli maggiormente dolore, pechè alcune cose era meglio non dirle ma tenerle dentro anche se sapevo che stavo sbagliando. Ma era meglio per entrambi.

<< Ti amo. Ti amo tanto >>

Chiusi gli occhi, cercando di non piangere.

Mentre sentii le sue braccia avvolgermi in un abbraccio quasi come se volesse fondersi con me.

<< Giuro che ritornerò per stare lì con te, per prenderti le mani e poi tenerti stretta a me. Giuro ti custodirò come un guardiano che è sceso dal cielo soltanto.. soltanto per te.  Perchè io aspetterò il tuo ritorno sopra al mondo >> Mi confessò mentre ero stretta a lui.

Nascosi il mio volto nell'incava del suo collo. Respirai il suo profumo, quel profumo famigliare di Luke che cinque anni fa ero abituata ad avere sempre intorno, nelle nostre lenzuola, nei vestiti e nella vita. Bacia la sua pelle del collo, succhiando leggermente la sua parte sensibile e lo sentii tremare al mio tocco e gemere. Portò nuovamente le sue mani sui miei fianchi facendoli scontrare contro i suoi facendo in modo che non scappassi da lui.

Lo sentii sospirare, quando mi riposizionai nuovamente nel sedile del passeggero.

<< Ti riportò a casa, piccola >> Mi disse non guardandomi, ma nel frattempo girò la chiave per mettere in moto la macchina.

 

 

 

 

 

 

 

Quando arrivammo davanti a casa, vedi Calum e Nathan scendere dalla macchina. Sorrisi.

Luke non fece caso ala figura di Nathan dato che aveva la testa china e stava spegnendo la macchina. Quando scesi dalla macchina, vidi Calum toccare la spalla di mio figlio.

Quando Nathan si accorse di me, sul suo viso si dipinse un sorriso.

<< Mamma >> Esclamò felice Nathan correndo verso di me.

Mi piegai per poi afferrarlo e prenderlo in braccio. Mi figlio allacciò le sue braccia al mio collo.

<< Mi sei mancata >> Mi disse stringendosi maggiormente a me. E appoggiando la sua fronte sulla mia spalla.

Sorrisi, accarezzandoli la schiena.

<< Anche tu, amore mio >>

Poi alzò nuovamente il viso, sapevo che stava guardando Luke che era dietro alle mie spalle.

<< Chi è quel ragazzo, mamma? >> Mi chiese prendendo una ciocca dei mie capelli e iniziando a giocarci.

Gli sorrisi dolcemente.

<< Un vecchio amico di mamma >> Gli dissi mentendoli. Poi mi voltai verso Luke con ancora Nathan in braccio. Mentre lo vidi intento a parlare con Calum.

La sua espressione mentre parlava con il moro era distrutta come se potesse crollare da un momento all'altro.

Quando Luke mi notò, si irrigidì nel vedere Nathan. Nei suoi occhi c'era curiosità e stupore allo stesso tempo.

<< Tuo figlio mangia troppo >> Si lamentò Calum.

Risi.

Vidi Luke sgranare gli occhi.

<< Aspetta, Cal. Hai detto tuo figlio? >> Chiese stupito Luke, spalancando i suoi occhi azzurri e guardare Nathan.

<< Come Addison non te l'ha detto? >> Chiese Calum guardandomi.

Mi morsi il labbro e imprecai mentalmente.

Vidi Luke guardarmi, e poi portare nuovamente il suo sguardo verso Calum.

<< No >> Sospirò deluso.

Il mio cuore si strinse in una morsa.

<< Beh – Presi parola – Luke questo è Nathan mio figlio. Nathan questo è un vecchio amico di mamma >>

Nathan guardò Luke sorridendo.

<< Ciao Luke >>

<< Ciao Nathan >> Disse Luke, per la prima volta in quella serata disastrosa lo vidi sorridere.

Il mio sguardo saettò tra Luke e Nathan.

Tutti e due erano identici, ed ero ancora stupita che nessuno se ne fosse accorto che quei due erano due gocce d'acqua.

Sentii i miei occhi pizzicare, mentre un singhiozzo mi scappò dalle labbra.

<< Addison stai bene? >> Si preoccupò immediatamente Luke guardandomi

Presi un respiro cercando di tranquillizzarmi. Dovevo andare via, perchè se sarei stata un altro minuto li sarei scoppiata. E non volevo che sapessero la verità.

<< Io, io, io credo che sia meglio che vada dentro a fare il bagno a Nathan >> Dissi inventandomi una scusa.

<< Ma mamma >> Si lamentò Nathan.

<< Tesoro, devi. - Gli dissi scostandoli alcune ciocche bionde – Saluta Luke, forza >>

Nathan sospirò.

<< Ciao Luke >> Salutò Nathan

Luke gli sorrise dolcemente.

<< Ciao Nathan è stato un piacere conoscerti >>

Il mio cuore si ruppe nuovamente, mi voltai immediatamente per poi entrare in casa e facendo scendere attentamente Nathan che lo vidi salire al piano superiore per andarsi a preparare.

Mi appoggiai contro la porta, mentre l'ennesima lacrima mi solcava la guancia.









SPACE AUTHOR



Hi my beautiful people!!! So im here again.
Prima di tutto, sono ancora stupita di me stessa di aver aggiornato come stabilito nello spazio autrice precendente e poi perchè per la prima volta nella mia vita sono puntuale su qualcosa. HAHAHAHA
Capitolo nuovo, altro colpo di scena.
Lo so che mi vorrete uccidere una volta finito questo capitolo, perchè Addison non vuole più tornare con Luke.
Comunque che ne pensate?
Diciamo che Luke in questo capitolo  appare molto disperato perchè non sa' più cosa fare per avere Addison indietro, ma nonostante tutto è deciso a rischiare tutto e non mollare la corda per averla indietrp . E lo si nota nel discorso che fa ad Addison.
Mentre Addison sappiamo tutti come la pensa.
Vi ringrazio come sempre per le vostre recensioni, messaggi vari. Siete davvero dolcissime, grazie, grazie, grazie.
Ringrazio coloro che hanno messo tra i preferiti, seguiti e ricordate la fanfict.
Vi lascio con un brvissima anticipazione del prossimo capitolo:

<< Addison, io sono il tuo fottuto migliore amico >> Mi disse Calum.

Alzai lo sguardo incrociando il suo.

Nei suoi occhi leggevo dispiacere misto a tristezza.

Abbassai nuovamente il mio sguardo torturandomi questa volta le mie mani.

Sentii gli occhi iniziare a bruciarmi.

<< Addison, perchè? >> Sussurrò con un filo di voce come se avesse paura di buttarmi giù da un momento all'altro.

Ma ormai sapevo che peggio di così non poteva andare, tutti i fantasmi che erano del mio vecchio passato adesso mi stava perseguitando distruggendomi maggiormente.

<< Cal, io... io... >> Dissi boccheggiando senza trovare una spiegazione futile





Ci vediamo sabato prossimo, belle.
See ya soon.
Baci Lalluby

 


 

 

 

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Capitolo 11
*** Everythings Im Doing, It's Only For Nathan ***


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Everything Im Doing It's Only For Nathan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Mamma >> Mi chiamò Nathan dalla vasca, mentre riponevo gli asciugamani puliti sopra il lavandino.

<< Dimmi tesoro >> Dissi voltandomi verso di lui.

<< Perchè zio Mikey non può essere il mio papà? >> Mi chiese mentre giocava nell'acqua con i suoi giocattoli.

Mi immobilizzai, mentre le mie gambe si fecero molli mi appoggiai con le mani al lavandino per reggermi.

Non mi sarei mai aspettata quella domanda proprio adesso, ma sapevo che un giorno sarebbe arrivata e io gli avrei dovuto dare delle spiegazioni. Ma in quel momento non mi sentivo pronta, dopo aver ri visto Luke quella sera.

E' vero Nathan avrebbe avuto bisogno delle sue spiegazioni. Del perchè non aveva un padre e del perchè Michael non poteva esserlo. Ma non ero ancora pronta a tutto questo. Avevo bisogno di tempo. Tempo per poter andare avanti e del tempo per potermi dimenticare di Luke.

<< E' un po' complicato, tesoro >> Gli spigai dolcemente, mentre mi misi a sedere sul bordo della vasca guardandolo.

Nathan alzò lo sguardo, i suoi occhi azzurri erano fissi nei miei.

<< Perchè? >> Mi chiese, mentre lasciò stare i suoi giocattoli che aveva in mano e con cui si stava divertendo pochi attimi prima.

Nathan era un bambino troppo sveglio per la sua età, ed era cresciuto troppo in fretta.

Sospirai

<< Zio Michael si sta prendendo cura di noi perchè ci vuole tantissimo bene, anzi – Mi corressi - ti vuole tantissimo bene >> Gli spiegai sorridendoli.

Sul viso di Nathan apparse un sorriso.

<< Anche tu vuoi tantissimo bene allo zio Michael? >>

<< Certo, tesoro >> Gli risposi sorridendoli dolcemente.

Poi mi alzai e presi un' asciugamano.

<< Forza è ora di uscire da lì, Nate >> Dissi aprendo l' asciugamano e aspettando che mio figlio uscisse.

<< Ma mamma >> Brontolò Nathan.

Risi.

<< Avanti Nate, dai che dopo è troppo tardi per andare a letto >> Gli dissi.

Nathan sbuffò, per poi uscire dalla vasca e avvolgersi nell'asciugamano.

Mi piegai e passai strofinando le mie mani sul tessuto dell'asciugamano, Nathan mi guardava con i suoi occhi azzurri. In quei suoi occhi si poteva leggere che era stanco, ma testardo com'era non lo avrebbe mai ammesso. Era esattamente come suo padre.

Sorrisi al pensiero.

<< Perchè sorridi? >> Mi chiese.

Lo guardai e scostai alcune sue ciocche bionde bagnate che li ricadevano sulla sua fronte.

<< Perchè mi ricordi una persona >>

Nathan mi guardò non capendo.

<< Chi? >>

<< Vuoi asciugarti tu i capelli? >> Gli chiesi cambiando discorso. Non volevo dirli che i suoi atteggiamenti e lui erano identici a quel ragazzo che aveva visto fuori poche ore fa.

Mio figlio mi annuì.

<< Va bene – Gli dissi sorridendo e alzandomi – Vedi di non fare altri macelli io torno subito vado a prenderti il pigiama >>

Per poi uscire dal bagno e dirigermi nella camera. Quando vi fui dentro, sentii il telefono nella tasca vibrarmi. I miei battiti iniziarono ad accelerare, perchè avevo la paura che fosse ancora Luke ma quando vidi il nome nello schermo un sospiro di sollievo lasciò le mie labbra.

<< Michael >> Risposi, mentre aprivo con l'altra mano l'anta dell'armadio.

Potevo percepire il suo sorriso dall'altro capo.

<< Hey >> Mi salutò ridacchiando.

Sorrisi.

<< Come mai non sei ancora arrivato? >> Gli chiesi preoccupandomi abbassando lo sguardo verso il pavimento.

<< Piccola, sono bloccato qui ancora fino all'orario di chiusura >> Mi disse Michael.

Mi passai nervosamente una mano sui capelli non sapendo se dovessi dirgli la verità di cosa era successo quella serata. In quel momento mi sentii male, perchè Michael non meritava quel gesto. Non lui, non dopo tutto quello che aveva fatto per me e per Nathan.

Sentivo ancora il sapore delle labbra di Luke contro le mie, il suo tocco delicato contro la mia pelle e i suoi ti ami distrutti ma pieni di quell'amore di cui lui credeva ancora.

<< Piccola è successo qualcosa? >> Mi chiese allarmato capendo che c'era qualcosa che non andava nel mio silenzio.

Anche Luke mi aveva chiamato così e il mio cuore si ruppe nuovamente. Chiusi gli occhi per cacciare via il pensiero di Luke per poi aprirli nuovamente

<< Mi manchi >> Gli sussurrai.

Sentii sospirare Michael dall'altro capo del telefono.

<< Anche tu. Ma ti prometto che appena torno sono tutto tuo >> Mi confortò Michael, cercando di farmi scappare un sorriso e ci riuscì.

<< Mamma, ho finito! >>

Sentii urlare dal bagno.

<< Mikey, scappo che Nathan ha bisogno di me >>

<< Okay, a dopo piccola >>

<< A dopo Mikey >> Sospirai chiudendo la telefonata.

<< Mamma! >> Mi chiamò nuovamente Nathan.

<> Gli risposi guardando la pila di vestiti piegati ordinatamente nell'armadio per poi afferrare il suo pigiama e dirigermi nuovamente nel bagno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi chiusi la porta della camera di Nathan alle mie spalle, esausta. Farlo addormentare non era stato affatto facile dato che mi aveva chiesto alcune cose su Luke.

Scesi le scale e andai in cucina dove vidi Calum seduto, che stringeva una tazza fumante fra le sue mani intento a fissare il vuoto pensieroso.

<< Hey >> Gli dissi con un filo di voce appoggiandomi con la spalla allo stipite della porta, facendolo riprendere dai suoi pensieri.

<< Hey >> Mi rispose lui.

Entrai dentro la cucina, presi una delle tazze che erano riposte sul piano e ci versai dentro l'acqua calda che era rimasta nella teiera.

Per poi voltarmi e appoggiandomi contro il piano della cucina, mentre le mie mani si riscaldavano a contatto con la tazza.

Nella stanza cadde il silenzio, composto dal ticchettio dell'orologio.

<< Prima o poi lo saprà >> Disse Calum rompendo quel silenzio.

Smisi di sorseggiare dalla tazza e lo guardai non capendo a cosa si stesse riferendo.

<< Chi lo saprà, Cal? >> Chiesi curiosa.

Il moro alzò lo sguardo verso di me, scuotendo la testa e dipingendo un sorriso privo di felicità. I suoi occhi erano diventati più scuri, mentre i suoi lineamenti del viso erano più tesi.

<< Perchè non mi hai detto che Nathan era suo figlio, Addison? >> Mi chiese Calum di getto come se fosse stanco di tenersi dentro quella riflessione o pensiero che sembrava tormentarlo.

Non risposi, abbassai lo sguardo.

Se quella giornata era iniziata dei peggiore dei modi, adesso, stava diventando un vero e proprio disastro.

<< Addison, io sono il tuo fottuto migliore amico >> Mi disse Calum.

Alzai lo sguardo incrociando il suo.

Nei suoi occhi leggevo dispiacere misto a tristezza.

Abbassai nuovamente il mio sguardo torturandomi questa volta le mie mani.

Sentii gli occhi iniziare a bruciarmi.

<< Addison, perchè? >> Sussurrò con un filo di voce come se avesse paura di buttarmi giù da un momento all'altro.

Ma ormai sapevo che peggio di così non poteva andare, tutti i fantasmi che erano del mio vecchio passato adesso mi stava perseguitando distruggendomi maggiormente.

<< Cal, io... io... >> Dissi boccheggiando senza trovare una spiegazione futile.

Calum chinò la testa.

<< Sai, pensavo che Nathan fosse veramente figlio di Michael dato che quel piccoletto stravede per lui – Mi disse, sospirando - Ma mi sbagliavo. Stasera quando ho visto Nathan tra le tue braccia che fissava Luke, ho visto quanto quei due siano identici >> Finì alzando lo sguardo e guardandomi.

Stesi ancora zitta.

<< Addison >> Mi richiamò Calum.

Lo guardai, mentre il mio respiro si stava facendo irregolare per via del pianto che fra pochi minuti si sarebbe liberato.

<< Mi dispiace non avertelo detto Calum, ma ho paura >> Spiegai in un sussurro.

<< Addison, lo deve sapere. Non puoi tenergli nascosto suo figlio >>

Voltai la testa dall'altra parte guardando il frigorifero, mentre delle lacrime incominciavano a solcare le mie guance per poi asciugarle velocemente con il palmo e tirando su col naso.

<< Non posso, Cal >> Sussurrai.

Calum mi guardò non capendo.

<< Si, che può Addison è un suo diritto sapere che ha un figlio >>

Calum aveva ragione, sapevo che Luke doveva saperlo perchè alla fine era un suo diritto. Ma la paura mi stava mangiando viva, perchè sapevo quali sarebbero state le conseguenze.

<< Prima quando sei arrivata con lui e tu eri con Nathan. Mi ha detto che vi siete baciati e che tu gli hai detto che lo devi lasciare andare. Ed era pezzi più di quando si distrugga da solo – Mi guardò – Addison, sono consapevole che dovrei essere il primo a sgridarti e urlarti dietro che hai tradito Michael, perchè alla fine i migliori amici fanno questo. Ma io penso che la tua felicità sia Luke, non Michael. Tu hai bisogno di Luke, quanto lui. Ti prego non buttarti a capofitto nella relazione con Michael prima che sia troppo tardi sia per te che per Luke. Perchè più lo allontanerai da te più lui si distruggerà >>

Ed era quello che pensavo anch'io. Ma preferivo scappare e convincermi che potevo provare a cercare di amare un'altra persona che non era Luke, così dimenticandomi di lui. Ma per quanto ci provassi, il suo ricordo era più forte. Era ancora vivo. Impresso nella mia mente come se fosse indelebile.

<< Calum, non posso. Non adesso >> Cercai di convincerlo. Ma la verità era che volevo convincere me stessa.

Calum scuoté la testa in segno di disapprovazione.

<< Perchè Addison? >>

<< E' troppo complicato non capiresti >> Spiegai.

Lo sentii sospirare.

<< Addison, Luke è suo padre >> Mi disse capendo cosa volevo intendere con quella frase.

<< Calum, ho paura. Ok? - Dissi prendendo un respiro, per non scoppiare a piangere, continuando - Ho paura che se Luke scoprisse di Nathan, il tribunale dei minori non ci penserebbe due volte a togliere la custodia di Nathan per via della fedina penale di Luke e della sua dipendenza. E io non voglio e non posso che mi tolgano l'unica cosa che davvero mi rende felice in mezzo tutto questo schifo. Perchè se in questo momento sono qui lo devo a Nathan. E' grazie a Nathan se sono ritornata di nuovo a Sydney, è grazie a lui che sto cercando di affrontare tutti gli scheletri del passato che sono rimasti qui. Tutto quello che sto facendo è per mio figlio, Cal >> Dissi con le lacrime che avevano iniziato a scorrere.

Con quel discorso avevo ammesso il perchè non volevo che Luke sapesse di Nathan. Ero perfettamente consapevole che stavo sbagliando, ma come potevo rinunciare a mio figlio dopo tutto quello che avevo passato in questi cinque anni? Non potevo.

<< Quindi tu stai rinunciando a Luke, perchè vuoi il meglio per Nathan? >> Mi chiese in un sussurro il moro.

Con quella domanda Calum mi aveva preso in contro piede. Stavo veramente rinunciando a Luke, solo perchè volevo la serenità di mio figlio? Beh, si. Stavo davvero rinunciando a Luke solo perchè avevo paura delle conseguenze, ma avevo quella paura che mi tormentava, perchè amarlo nuovamente mi avrebbe fatto ancora più male. Sapevo che lui non sarebbe stato in grado di curarmi quelle ferite che il passato mi aveva procurato, procurandomene delle nuove.

Così decisi di fare l'ultima cosa che non volevo fare, ammettere la dura verità.

<< Si >> Ammisi.









SPACE AUTHOR 

Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Allora dopo aver lasciato con l'amaro in bocca con lo scorso capitolo ecco il nuovo capitolo.
Cosa ve ne pare?
Non sottovalutate questo capitolo perchè, diciamo che è un po' la chiave del perchè Addison non vuole dire la verità al nostro Hemmings.
Come avete notato Calum, finalmente, scopre da se' che il piccolo Nathan è figlio di Luke. E si accende un piccolo dibattito.
Comunque vi lascio, come sempre, un'anticipazione del prossimo capitolo:

 

 <<  Potrei essere io quello che ti serve >> Sussurrò lasciandosi andare nel sedile chiudendo gli occhi e deglutendo mentre il suo pomo d'adamo andava su e giù velocemente.

Distolsi lo sguardo da lui, portandolo sulle mie mani che erano ancora sul volante, mentre con il pollice accarezzavo la pelle del volante.

Gli occhi mi bruciavano ed ero sicurissima che mi fossero diventati lucidi. Poi sentii una calda lacrima solcarmi la guancia.

<< Non posso essere quello che ti serve >> Sussurrai.

<< Si che puoi >>

Mi voltai verso di lui , i suoi occhi  erano pieni di una speranza irrealizzabile. Scossi la testa, mentre un sospiro traballante lasciò le mie labbra, quando sentii la sua mano posarsi sopra la mia e incominciando ad accarezzare il mio dorso con il suo pollice.



Ora che vi ho lasciato con l'ansia con il prossimo capitolo, vi lascio.
Ringrazio come sempre coloro che recensiscono e mi mandano messaggi su twitter. Davvero, grazie, grazie, grazie.
Ah, e ringrazio chi ha messo la ff tra le seguite, ricordate e preferite.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
See ya soon.
Baci Lalluby 

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Capitolo 12
*** I Cant Be Want You Need, Luke ***


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I Can’t Be What You Need, Luke

 

 

 

 

Era passate un paio di settimane da quando era successo tutto quell'inferno. Sapevo che ammettendo di rinunciare a Luke per il meglio di Nathan, avrei tolto tutte le speranze a Calum di un mio ritorno con il suo migliore amico. Ma non potevo, non in quella situazione.

Ormai avevo le idee ben chiare.

Michael poteva rendere le cose migliori sia per il mio futuro e sopratutto per il futuro di Nathan.

Per quanto riguarda Michael, beh, non l'aveva presa bene quando io e Calum gli avevamo confessato che Luke era venuto a bussare alla porta di casa.

 

 

 

 

 

- Inizio Flashback -

 

 

 

Venni risvegliata dai miei pensieri quando vidi Michael entrare nella cucina, mentre sentivo ancora lo sguardo deluso di Calum su di me.

Sorrisi nel vederlo, forse perchè era l'unica cosa migliore di tutte che mi fosse capitata in quella giornata piena di dolore.

<< Hey >> Mi disse sorridendomi dolcemente, mentre si toglieva la giacca posandola su una sedia. Facendo poi, un cenno di saluto con la testa a Calum.

<< Hey >> Risposi di rimando.

Michael si avvicinò a me, per poi sporsi davanti e lasciandomi un bacio sulla fronte.

<< Mi dispiace di avervi fatti rimanere in piedi così tardi >> Si scusò Michael una volta staccatosi e accarezzandomi la guancia con il pollice.

Alzai lo sguardo verso Calum e quando vidi la sua espressione, ripensai a tutto quello che era successo quella sera dal bacio di Luke in quella macchina e dalla verità che avevo ammesso a Calum.

Michael mi guardò dolcemente, per poi avvicinarsi e facendo scontrare le nostre labbra. Portai le mani sulla sua guancia, mentre lui approfondì il bacio.

Ma per quanto mi sforzassi di non pensarci, Michael non era Luke. Il ricordo del bacio appassionato che ci eravamo scambiati in macchina si fece vivo nella mia mente. Facendomi staccare da Michael.

Lui mi guardò incuriosito e deluso allo stesso tempo.

<< Addison, ho fatto qualcosa che non dovevo? >> Mi chiese preoccupato Michael prendendo le mie mani e disegnando con il pollice dei cerchi immaginari sul mio dorso.

Scossi la testa in segno di disapprovazione.

Lasciò andare la mia mano, per poi portarla sulla mia guancia accarezzandola delicatamente.

Lanciai uno sguardo a Calum che era ancora seduto, mentre si lasciò sfuggire un sospiro dalla labbra. I miei occhi si velarono con dolore.

Michael mi prese delicatamente il mento e mi voltò dolcemente verso di lui.

<< Ti prego Addison, parla – Mi guardò mentre i suoi occhi divennero di un verde limpido – Non tenere tutto dentro, non distruggerti più di quanto tu lo stia facendo >>

Sospirai, mordendomi il labbro inferiore.

Se avessi detto a Michael tutta la verità di quello che era successo a di struggerlo questa volta sarei stata io. E lui non meritava quel tradimento non così.

<< Michael, mi dispiace >> Sussurrai, mentre il cuore incominciava a farmi male.

Mi prese il volto con le sue grandi mani, mentre asciugava con i pollici quelle lacrime che scorrevano sulle mie guance.

<< Che è successo? >> Mi chiese con un filo di voce, capendo. Guardando prima me e poi Calum.

Chiusi gli occhi, mentre dei singhiozzi rumorosi lasciavano le mie labbra.

<< Ti prego, piccola. Dimmi cosa ti è successo – Disse con dolore – Mi uccide vederti così. Ti prego, Addison >> Sussurrò appoggiando la mia fronte contro la sua.

Chiusi gli occhi, per paura che potesse leggere la verità che cercavo di nasconderli.

Tirai su con il naso e presi un respiro, tenendo ancora gli occhi chiusi.

<< E' tornato >> Sussurrò Calum.

Un dolore lancinante si fece spazio all'altezza del mio cuore, mentre il mio corpo si immobilizzò come se fossi stata gettata sotto una doccia fredda. Ma questa volta la doccia fredda era una doccia di conseguenze che non volevo prendermi perchè troppo codarda per affrontarle.

Michael non rispose, aprii gli occhi di scatto.

La sua mascella era tesa, mentre le sue mani adesso erano lungo i fianchi strette a pugno e i suoi occhi verdi si erano fatti di una tonalità scura rendendoli tempestosi.

 

 

 

- Fine Flashback -

 

 

 

 

 

 

Venni risvegliata da quel ricordo, quando sentii il mio telefono vibrare sopra il comodino mentre lo schermo si illuminava. Scostai la mano di Michael che era stretta sul mio fianco, mi strofinai gli occhi e con un sospiro presi il telefono.

Erano le due del mattino ed era strano che qualcuno mi telefonasse a quest'ora. L'ansia e la paura si fecero strada dentro di me, pensando che forse poteva essere successo qualcosa a mio padre. Mi alzai mentre il telefono continuava a vibrarmi tra le mani, aprii la porta stando attenta a non fare rumore per poi chiudermela dietro alle mie spalle. Guardai nuovamente lo schermo del telefono illuminato con su scritto un numero che non conoscevo. Mi morsi il labbro inferiore mentre le miei mani incominciavano a tremare, presi un respiro e risposi alla chiamata.

<< Addison? >> Sussurrò al telefono una voce distrutta, mentre di sottofondo si sentiva una musica assordante.

Quando sentii la voce, il mio cuore si fermò mentre il fiato mi morì in gola come se i miei polmoni si rifiutassero di farmi respirare.

<< Addison, ti prego. - Sussurrò in un fiato – Ti prego. Ho bisogno di te >> Chiusi gli occhi, appoggiando la testa contro la porta. Gli occhi pungevano, segno che da lì a pochi momenti le lacrime avrebbero solcate le mie guance.

Presi un respiro per scaricarmi.

<< Che succede, Luke? >>

<< Non so' dove mi trovo >> Ammise.

Molto probabilmente era ubriaco, anzi senza il molto, era ubriaco. Mi morsi il labbro inferiore che aveva iniziato a tremare.

<< Ti prego, Addison. Vieni a prendermi, ho fottutamente bisogno di te, ti prego >> Mi supplicò con la voce incrinata.

Entrai nuovamente in camera afferrando una felpa che era appoggiata malamente sopra la sedia per poi uscire nuovamente dalla camera cautamente.

Incastrai il telefono tra la testa e la spalla mentre mi infilavo velocemente la felpa senza preoccuparmene di allacciarla e le scarpe, percorrendo velocemente le scale e afferrando la chiave della macchina di Calum che era appoggiata sul mobiletto dell'ingresso per poi aprire la porta e ritrovarmi fuori.

Quando fui fuori, venni investita dall'aria fredda. Mi maledì mentalmente per non aver allacciato la felpa dato che la mia t-shirt era troppo leggera.

<< Dove sei? >> Chiesi premendo il bottone della sicura della scatola della chiave della macchina.

Ci fu un lungo silenzio.

<< Sono andato al bar. Penso di essere davvero ubriaco. Ho bevuto molto, molto >> Mormorò.

Aprii lo sportello del guidatore per poi entrare dentro la macchina e infilare la chiave.

<< Odio il whiskey. Ma stasera ne ho bevuto davvero troppo – Lo sentii prendere un respiro – Fa male, Addison. Fa tanto male >> Sussurrò.

<< Lo so, Luke. Ma ti prego dimmi dove sei? >> Sospirai guardando dritta davanti a me.

Mi stava distruggendo sentirlo così.

<< T i odio così tanto. Io stesso sto annegando il dolore nell'alcool. E non mi piace nemmeno, ma lo sto facendo solo per dimenticarti ma ancora non ha funzionato! Perché non funzionerà, Addison ?! Perché non possiamo lavorarci su ?! Perché ti amo ancora ...? >> Terminò cupo, tirando su col naso un po' prima di far cadere le lacrime. Era sul punto di una crisi isterica e io non potevo aiutarlo.

<< Luke, per favore dammi solo un indirizzo. Sei ubriaco e stai male quindi per favore fammi venire a prenderti >> Dissi girando la chiave e accendendo la macchina.

Ci fu un momento di silenzio da parte sua, poi alcuni rumori strascicati, e poi un sussurro: << Va bene >>

Incominciai a vagare per le strade taciturne della Sydney notturna per vedere se riuscivo a vedere qualcosa che mi potesse ricondurre a lui. Sapevo che la situazione era degenerata con la mia assenza, ma non avrei mai pensato che lui venisse a chiedere aiuto proprio me. D'altronde era stata colpa mia a ridurlo così.

<< Riesci a darmi qualche punto di riferimento, Luke? >> Chiesi, mentre il mio sguardo vagava da un lato all'altro cercandolo.

<< Credo di essere tra la quarta e la quinta – Sospirò – Ti prego, Addison >> Mi pregò nuovamente con la voce distrutta.

Strinse la mano sul volante facendo diventare le mie nocche bianche, mentre il mio cuore era attraversato da fitte dolorose.

<< Luke, sto arrivando – Allentai la presa al volante – Ma ti prego, non fare nulla di stupido >> Lo supplicai, mentre avevo lo sguardo dritto sulla strada.

Luke non mi rispose, sospirai chiudendo la chiamata e premetti sull'acceleratore cercando di arrivare il prima possibile.

Quando arrivai, accostai spegnendo la macchina per poi scendere.

Luke era seduto pochi metri più avanti sul bordo del marciapiede, e in una mano stringeva una bottiglia di solo dio sa quale superalcolico, mentre con l'altra si portava davanti alle sue labbra la sigaretta.

<< Luke >> Sussurrai flebilmente.

Quando lui si sentì chiamare si voltò verso di me. Il cappuccio della sua felpa era tirato su, lasciandoli intravedere qualche ciocca chiara. Mentre i suoi occhi erano gelidi quasi come se fossero inespressivi.

Mi avvicinai cautamente a lui per paura che qualche mia azione lo facesse scattare.

<< Addison >> Disse felice di vedermi, cercando di alzarsi faticosamente per poi mettersi in piedi barcollando, gettando via a sigaretta.

Mi guardò sorridendo.

<< Sei sempre bellissima >> Mi confessò.

Scossi la testa. Avevo un pantalone di una tuta che usavo come pigiama, la t-shirt grigia di un tessuto leggero con un felpa due volte più grande di me.

<< Vieni, ti riporto a casa >> Dissi, facendo un cenno con la testa verso la macchina mentre mi rigiravo tra le mani la chiave della macchina.

Luke fece per fare un passo, ma barcollò quasi cadendo. Mi precipitai velocemente verso di lui, mettendo il suo braccio sopra la mia spalla permettendosi di reggersi.

Quando sentì il suo profumo di colonia misto tra erba e alcool, sul mio viso si dipinse una smorfia. Luke voltò il viso, nascondendolo nell'incavo del mio collo, sfiorando la mia pelle con il suo naso.

Un infinità di brividi invasero il mio corpo.

<< Ti amo così tanto, Addison >> Biascicò contro la mia pelle.

Chiusi gli occhi, sapevo che era l'alcool che lo stava facendo blaterale e molto probabilmente domani mattina non si sarebbe ricordato nulla. Portai il mio braccio sul suo fianco per reggerlo maggiormente.

<< Andiamo a casa, Luke >> Sospirai incominciandoci ad incamminarci.

Arrivammo davanti la macchina, feci scattare la sicura e gli aprii lo sportello. Cadde quasi sul sedile del passeggero come se fosse privo di tutte le sue energie. Chiusi lo sportello per poi dirigermi nel mio posto.

Accesi la macchina per poi iniziare a guidare verso casa sua. Durante il viaggio lanciai qualche occhiata a Luke, era appoggiato con la testa sul finestrino e dalla labbra si lasciava sfuggire qualche gemito di dolore forse perche il mal di testa lo stava uccidendo. Mentre i suoi splendidi occhi azzurri erano chiusi e il suo piercing al labbro luccicava quando la luce dei pali stradali gli rifletteva contro.

Scossi la testa.

Ma quando fermai la macchina davanti casa sua, si risvegliò e guardò dritto davanti a se.

Nell'auto calò il silenzio, mi sembrava di rivivere la situazione di poche settimane fa quando lui ci aveva chiusi in macchina perchè voleva parlare.

<< Perchè ti distruggi così? >> Chiesi lasciandomi andare sul sedile senza pensare alle conseguenze che avrebbe portato quella domanda.

Vidi Luke irrigidirsi sul sedile.

<< Lui ti rende felice, Addison? >> Mi chiese retoricamente.

<< Lo sai benissimo che questa non è la risposta alla mia domanda, Luke >> Dissi innervosita del suo cambio di umore.

Rise istericamente.

<< Beh, devo ammettere di si. Dato che ci hai fatto anche un figlio >> Continuò velenosamente.

Strinsi la presa al volante cercando di non piangere di fronte a lui, mordendomi il labbro inferiore. Quelle parole mi facevano male.

Non risposi, mi limitai a rimare in silenzio. Quel silenzio che ormai aveva preso parte della mia vita. Anche Luke rimase in silenzio.

Tra di noi era ritornato il gelo. Nessuna parola, nessun movimento.

<< Se tu non fossi scappata così cinque anni fa... – Sospirò - Potrei essere io quello che ti serve >> Sussurrò lasciandosi andare nel sedile chiudendo gli occhi e deglutendo mentre il suo pomo d'adamo andava su e giù velocemente.

Distolsi lo sguardo da lui, portandolo sulle mie mani che erano ancora sul volante, mentre con il pollice accarezzavo la pelle del volante.

Gli occhi mi bruciavano ed ero sicurissima che mi fossero diventati lucidi. Poi sentii una calda lacrima solcarmi la guancia.

<< Non posso essere quello che ti serve >> Sussurrai.

<< Si che puoi >>

Mi voltai verso di lui , i suoi occhi azzurri erano pieni di una speranza irrealizzabile. Scossi la testa, mentre un sospiro traballante lasciò le mie labbra, quando sentii la sua mano posarsi sopra la mia e incominciando ad accarezzare il mio dorso con il suo pollice.

<< Non è così che funziona. Non funziona mai in questo modo. E non avrebbe mai funzionato in questo modo >> Confessai, mentre una voragine nel mio petto si apriva facendomi sempre più male.

Mi voltai verso di lui, e in quel momento mi sembrava di sentire il suo cuore rompersi in mille pezzi.

Luke boccheggiò per qualche secondo, ma non uscì nessun suono dalla sua bocca. Era come se le sue parole fossero attaccate alla gola come se questa fosse di gomma.

<< Non sarebbe mai funzionato tra di noi. Mi dispiace >> Dissi con un filo di voce, ritornando a guardare davanti a me codarda di guardarlo distruggere nuovamente.

<< Ho capito >> Mormorò distrutto lasciando le mie mani, guardando dritto davanti a se e mordendosi il labbro inferiore mentre i suoi occhi erano diventati cristallini.

Sapevo che in quel momento Luke avrebbe voluto opporsi, sporgendosi verso di me e baciandomi nuovamente e sussurrandomi che mi sbagliavo perchè era lui quello che mi serviva. Non Michael, ma Luke.

Mi lanciò un'ultima occhiata per poi aprire lo sportello.

<< Nessuno ti amerà Addison come ti amo io >> Mi confessò chiudendosi lo sportello alle spalle e barcollando fino alla porta del suo condominio.











SPACE AUTHOR 



Hi my beautiful people!!!
Eccomi qui dopo questa lunghissima settimana.
Allora, cosa ne pensate?
Come vedete in questo capitolo le cose sono notevolmente cambiate. Perchè per la prima volta Luke devastata dall'alcool non chiede aiuto a Calum ma Addison.
E lei si trova ad affrontare una nuova situazione. Da come avete potuto capire dai dialoghi finali, Addison cerca di allontanare definitivamente Luke, ma lui non demorde anzi, è disposto a tutto per riaverla indietro. Per poi pronunciare quell'ultima frase, dove appare la disperazione e frustazione del nostra povero Mr. Hemmings.
Comunque vi lascio con un piccolissima anticipazione del prossimo capitolo, che credo che sarà una '' botta '' devastante per una determinata scena. 
Prossimo capitolo:


 

<< C'e' un altra persona al mio fianco ora come ora, Luke >>

Luke indietreggiò mentre la sue espressione sembrava come se da un momento all'altro con quella rivelazione il suo mondo fosse crollato.

<< Mi dispiace >> Mormorai.

Chiuse gli occhi, mentre una lacrima gli solcò la guancia.

<< Lui ti rende felice? >> Chiese distrutto, guardandomi.

Il suo sguardo mi bruciava addosso facendomi ancora più male di quanto già io me ne stessi facendo.

 

Ringrazio sempre coloro che hanno recensito e messo tra : preferiti, seguiti e ricordati la fanfic.
Grazie ancora.
Se ya soon
Baci Lalluby 

 

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Capitolo 13
*** The Only One ***


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'' Here I go, scream my lungs out and try to get to you
You are my only one
I let go, there's just no one that gets me like you do
You are my only, my only one ''
Only One - Yellowcard






The Only One

 

 

 

 

 

Quando varcai la soglia di casa dopo aver riportato Luke a casa, scoppiai a piangere. Lui aveva ragione, nessuno poteva amarmi come stava facendo lui. Perchè anche se ci distruggevamo a vicenda, lui era l'unico in grado di rimettere a posto tutti i pezzi che erano andati persi.

Percorsi velocemente le scale di casa e andai in camera di Nathan. Quando fui dentro, mi chiusi la porta alle spalle, mi tolsi la felpa e mi avvicinai per poi sedermi sul bordo del letto.

Sorrisi alla visione che mi si presentò davanti. Nathan era avvolto tra le coperte verdi che dormiva beatamente, senza pensieri. Ed era giusto così, da quando eravamo arrivati qui lo stavo facendo soffrire. Lui era un bambino aveva bisogno di vivere sereno lontano da tutti quei problemi che mi stavano perseguitando.

Le sue labbra erano socchiuse e il suo petto si alzava a ritmi regolare, alcune ciocche bionde gli ricadevano disordinate sulla sua fronte e la sua espressione era serena.

Gli accarezzai la guancia.

Mio figlio aveva lo strano potere che: anche quando tutto stava per crollare mi faceva capire che non era così. Forse perchè lui mi aveva aiutata a rimanere forte in determinate situazione. Lui era quello spiraglio di luce in tutto quel buio che mi circondava.

Gli scostai qualche ciocca, mentre sentii una lacrima calda solcarmi la guancia.

Calum aveva ragione, finchè non avrei detto la verità a Luke, tutti i miei

fantasmi del mio passato mi avrebbero perseguitato per sempre. Ma era la paura che mi tratteneva.

Cosa sarebbe successo se Luke non si fosse preso le proprie responsabilità? Cosa sarebbe successo se un giudice avrebbe tolto la custodia ad entrambi ? E la cosa che mi preoccupava maggiormente era come l'avrebbe presa mio figlio?

Era per questo che non volevo che sia Luke che Nathan non scoprissero la verità ed ero consapevole quanto mio figlio sentisse la mancanza di una figura paterna al suo fianco.

Più andavo avanti con questa storia più mi convincevo che forse ritornare a Sydney era stata una pessima idea. Sarebbe stato meglio se fossi rimasta a Perth e mi fossi abbandonato tutto e tutti alle spalle.

Perchè alla fine avevo imparato che la solitudine e l'assenza di Luke mi sarebbero bastate. Finchè avevo Nathan e mio padre al mio fianco che mi aiutava, tutto poteva andare per il meglio.

Guardai nuovamente Nathan, mentre continuavo ad accarezzarli la testa. Le lacrime avevano preso il via a scorrere, rendendo la mia vista appannata.

<< Mi dispiace – Sussurrai con la voce incrinata – Mi dispiace tanto, Nathan >> Finì mentre continuavo a guardarlo.

Nathan si mosse per poi aprire i suoi occhi azzurri. Quando si strofinò gli occhi con le mani e mi vide seduta al suo fianco si mise a sedere.

<< Mamma >> Sussurrò

Abbassai lo sguardo cercando di nascondere le lacrime. Non volevo che Nathan stesse male.

<< Mamma, perchè piangi? >> Sussurrò nuovamente preoccupato.

<< Nate >> Boccheggiai, ma un singhiozzo lasciò le mie labbra. Pochi attimi dopo sentì le braccia di Nathan attorno al collo che si stringeva forte a me.

Ricambia il gesto mentre le lacrime scorrevano senza sosta, quando mi fui calmata mi staccai.

Nathan mi fissava con i suoi occhi azzurri, portai una mano verso la sua guancia accarezzandola.

<< Dormi con me? - Mi chiese timidamente abbassando lo sguardo – Perchè tu fai così con me quando faccio un brutto sogno >> Spiegò poi.

Sorrisi dolcemente per la spiegazione che mi aveva dato.

<< Certo, amore mio >>

Vidi Nathan alzare il viso e guardandomi, mentre un sorrisi sincero gli dipingeva le labbra. Il mio cuore venne colpito dall'ennesima fitta.

Mi alzai togliendomi le scarpe, per poi scostare la coperta e infilarmi nel letto. Nathan si strinse subito a me, appoggiando la sua testa sulla mia spalla. Sentivo il suo respiro delicato solleticarmi il collo.

<< Mamma >> Mi chiamò.

<< Si >> Dissi stringendolo a me e accarezzando la sua schiena.

<< Ti voglio bene >>

Sorrisi, stringendolo maggiormente a me.

<< Anch'io piccolo mio, anch'io >> Mormorai, per poi addormentarmi.

 

 

 

 

 

Venni svegliata dallo spiraglio di luce che penetrava dalla finestra, mi voltai e vidi Nathan ancora che dormiva. Fino a quando non lo vidi stringersi a me e aprire gli occhi.

<< Hey buongiorno >> Gli dissi sorridendoli.

Nathan non mi rispose.

<< Andiamo a fare colazione? >> Gli chiesi dolcemente, nel frattempo scostandolo e mettendomi a sedere sul letto.

Nathan annuì.

Sorrisi, ma la mia attenzione venne catturata da un foglietto sopra il comodino. Lo presi e inizia la leggere, quando mi accorsi che alla fine era firmato da Michael sorrisi.

<< Nate, tesoro – Dissi alzandomi – Vai pure giù arrivo fra un attimo >> Gli dissi.

Nathan non rispose, si alzò dal letto per poi uscire dalla stanza. Un sospiro lasciò le mie labbra e mi diressi verso il bagno, quando ebbi finito di sistemarmi mentre percorrevo le scale sentivo la risata di Nathan.

Sorrisi.

Ma quando arrivai davanti alla porta della cucina l'immagine che mi si presentò davanti, mi fece mancare il fiato. Il mio corpo iniziò a tremare, mentre sentivo la stanza vorticarmi attorno velocemente.

Nathan era in braccio a Luke, entrambi che scherzavano e ridevano. Il mio cuore ebbe un sussulto.

Rimasi a guardarli facendomi ancora più male davanti a quella visione che mi si presentava. Ad un certo punto Calum notò la mia presenza nella stanza e il suo sorriso si spense e fece un cenno con la testa a Luke verso la mia direzione.

Quando Luke mi vide il suo sorriso si spense, tornando serio.

<< Mamma, Luke mi fa il solletico >> Esclamò ancora divertito Nathan.

Sorrisi a mio figlio, per poi tornare seria.

Vederli insieme mi stava distruggendo. I miei occhi divennero liquidi, presi un respiro per non crollare.

Calum tossì mentre il suo sguardo si fece preoccupato.

<< Cosa ci fa lui qui? >> Dissi fredda, facendo cambiare l'atmosfera in quella stanza.

Dopo tutto quello che era accaduto in macchina questa mattina non volevo più vederlo, avevo bisogno di allontanarlo. Ma come potevo allontanarlo se lui continuava a tentare in quel noi andato perso per sempe?

In certi aspetti Luke non era cambiato, era rimasto sempre quello che non avrebbe gettato la spugna tanto facilmente, me lo aveva detto anche che avrebbe fatto di tutto per riavermi indietro.

Calum fece per aprire bocca, ma venne fermato da Luke.

<< Addison >>

Non lo feci terminare che scattai.

<< Vattene >> Dissi freddamente.

Vidi Luke e Calum irrigidirsi, mentre l'espressione del viso di Nathan da allegra passò seria. Forse perchè non riusciva a capire il mio cambiamento d'umore così radicale. Ma l'unica cosa che mi importava in quel momento e che non fosse venuta a galla la verità, tenuta nascosta in quei cinque anni.

Calum guardò nuovamente prima me e poi Luke, per poi parlare.

<< Nathan, vieni con me che andiamo sopra,ti devo fare vedere una sorpresa che ti ho preso >> Spiegò fingendo un sorriso a mio figlio.

Ringrazia mentalmente Calum per aver capito che in questa situazione volevo che mio figlio ne stesse fuori, perchè era meglio per me, per lui e sopratutto per Luke.

Nathna mi guardò preoccupato.

<< Tesoro, forza vai >> Gli dissi cercando di mantenere la calma e facendo un sorriso forzato.

Calum prese Nathan in braccio per uscire dalla cucina.

Guardavo Luke che era davanti a me con la testa china, poi alzò la sua testa e portò la sua attenzione su di me.

<< Devi andartene Luke >>

Luke mi guardò e si alzò venendo verso di me. Indietreggiai non volevo averlo di nuovo qui a supplicarmi di tornare da lui, perchè con lui sarei stata bene.

<< Perchè Addison? >> Sussurrò avvicinandosi maggiormente a me.

Non risposi abbassai lo sguardo, per poi vedere le sue converse nere.

<< Vattene, Luke. Per favore >> Mormorai.

Portò le sue mani fredde sul mio voltò alzandolo e scrutandomi con i suoi occhi cristallini. Il mio cuore accelerò, mentre una serie di brividi invasero il mio corpo.

<< Ti amo così tanto, Addison >> Mormorò, accarezzandomi le guance con i suoi pollici.

Chiusi gli occhi cercando di trattenere le lacrime.

<< Ritorna da me – Disse avvicinandosi maggiormente a me – Ti prego >> Sussurrò.

Voltai la testa dall'altra parte.

<< Non posso, Luke - Mormorai guardandolo nuovamente – Adesso ho Nathan. Devo mettere al primo posto la sua felicità >> Spiegai accarezzandoli la guancia.

Luke chiuse gli occhi. Come se si volesse godere il mio tocco sulla sua pelle mancato per cinque anni.

<< Ti prego, Addison >> Mi supplicò.

Ogni volta vederlo in quello stato, mi distruggeva. Non facevo altro che procurarli dolore.

Ma adesso eravamo cresciuti entrambi, dovevamo imparare avanti senza quel noi in cui lui ci credeva ancora nonostante quei cinque anni di assenza.

<< Addison, è così difficile dire che mi dispiace. Ma ti giuro che metterò a posto tutte queste cose che ho fatto. >> Mi guardò, mentre il tempo sembrava essersi bloccato.

Cercai di aprire blocca per dirgli di smetterla, perchè sentirlo così disperato mi stava uccidendo. Ma mi bloccò continuando.

<< Non intendevo ferirti, volevo metterti al primo posto. Non ti dirò bugie, resterò l'imputato con la mia mano sul mio cuore . So che non posso far tornare indietro tutti gli errori  ma ci proverò sebbene non sia facile . So che mi credi perchè non mentirei  mai su di noi. Non spezzerò il tuo cuore nuovamente, non ti farò deprimere  ma dovrò dirti  che mi dispiace è tutto quello che posso dire. Mi dispiace di averti fatto stare così tanto male per colpa dei mie scheletri quando eravamo degli adolescenti – Prese un respiro come per essere pronto per l'ennesimo colpo che mi stesse dando - Significhi così tanto per me - Biascicò avvicinandosi alle mie labbra - E risolverò tutto quello che ho fatto, se potrò iniziare da capo getterò tutto via alle ombre dei rimpianti e avrai il meglio di me  >>

Un singhiozzo lasciò le mie labbra, mentre alcune lacrime silenziose e calda percorrevano le mie gote.

<< Luke >> Mormorai cercando di psiegarli che non potevamo ritornare insieme perchè adesso avevo Michael che cercava nel suo piccolo di rendermi felici, ma venni bloccata da lui.

Passò i suoi pollici sotto i miei occhi asciugandoli.

<< Guardaci Addison – Mormorò contro le mie labbra – Siamo entrambi rotti, ora. Questa cosa tra di noi sta diventando sempre più fragile. E non posso raccogliere i pezzi e ho gettato le mie parole tutt'intorno a me. Ma non posso darti una ragione per farti allontanare da me >> Disse avvicinando la sua fronte contro la mia e chiudendo gli occhi.

<< Ma ci sentiamo così a pezzi e ci stiamo arrendendo. Ma io voglio solo dirti, in modo che tu lo sappia che ho fatto i miei sbagli, ti ho deluso e non posso resistere per molto. Ho vissuto tutta la mia vita sul fondo e non posso alzarmi da quando tu te ne sei andata. Perchè sento che qualcosa si sta spezzando. Sento di cedere e non me ne andrò finchè non saprai – Aprì i suoi occhi scrutandomi, mentre sentivo il suo respiro caldo accarezzarmi il viso – che stp cercando di gridare a pieni polmoni e cercando di arrivare a te. Cerco di lasciar perdere cercando di lasciarti nel mio passato. Ma la verità è che non c'è proprio nessun altro che mi prende come fai tu. Perchè tu sei l'unica per me >>

<< Non posso >> Sussurrai con un filo di voce staccandomi da lui e allontanandomi.

Luke mi guardò con uno sguardo distrutto per la mancanza di quel contatto che avevamo avuto pochi attimi prima.

<< Dimmi per quale cazzo di motivo non ti sei tirata indietro quando ci siamo baciati in quella cazzo di macchina? Dimmi perchè continui a ferirmi in questo modo? Dimmi il perchè continui a distruggermi. Dimmi il perchè, cazzo >> Disse arrabbiato, mentre stringeva le sue mani lungo i fianchi a pugno.

Sussultai, l'unica cosa che non volevo era ritrovarmi ancora il Luke che agiva senza pensare alle conseguenze. Il vecchio Luke che avevo lasciato cinque anni fa.

Presi un respiro, cercando di trovare la forza di sputare quelle parole velenose che servivano per allontanarlo maggiormente da me e da Nathan.

<< Non puoi venire a bussare alla porta e chiedermi di ritornare da te, Luke. Non puoi. Non dopo che sto cercando di curarmi tutte quelle ferite che mi hai procurato. Ho bisogno di lasciarti indietro perchè noi due non avremo mai quel lieto fine che speravamo >>

Luke scosse la testa, innervosito.

<< Se tu che non vuoi quel fottutissimo lieto fine, Addison. Se tu che stai decidendo per noi. Stai facendo tutto tu! >> Gridò disperato.

<< Perchè tu mi avresti allontanato nuovamente, Luke! - Sbottai innervosita – Ogni volta che cerchiamo di avvicinarci, tu – Lo indicai con la vista appannata – mi allontani ancora di più dicendo che forse stiamo sbagliando tutto >>

<< Addison ero un fottuto ragazzino che aveva paura di amare, cazzo. In questi cinque anni nessuna era paragonabile a te. Perchè sei stata tu a farmi capire che soffrire e avere dolore era normale e che il nero che mi circondava poteva essere vissuto. >>

Scossi la testa. Sapevo che dicendogli quello che stavo per dirgli lo avrebbe buttato sul fondo. Ma dovevo.

<< C'e' un altra persona al mio fianco ora come ora, Luke >>

Luke indietreggiò mentre la sue espressione sembrava come se da un momento all'altro con quella rivelazione il suo mondo fosse crollato.

<< Mi dispiace >> Mormorai.

Luke chiuse gli occhi, mentre una lacrima gli solcò la guancia.

<< Lui ti rende felice? >> Chiese distrutto, guardandomi.

Il suo sguardo mi bruciava addosso facendomi più male di quanto già io stessa me ne stessi facendo.

<< Addison, lui ti rende felice? >> Ripetè alzando la sua voce.

Alzai lo sguardo verso di lui.

<< Si >> Mormorai.

Luke sospirò appoggiandosi al muro e gettando la testa all'indietro frustato. E in quel momento capì che lo avevo definitivamente allontanato lui dalla mia vita ed era giusto così.








 

Space Author

 

 

Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY

Immagino che vi stiate chiedendo di come mai sto aggiornando oggi il capitolo e non domani?

Allora my dears, dato che domani ho tipo 38 miliardi di cose da fare, mi sono detta '' Va beh, aggiornerò domenica mattina '' ma praticamente mi sono ricordata che domenica non ci sono tutto il giorno e lunedì mi sarebbe stato impossibile aggiornare il capitolo dato che sarò a vedere quei miei amori degli All Time Low *.*

Quindi si parlava di lasciarvi in sospeso per una settimana. E conoscendovi mi avreste odiato a morte perchè vi avrei lasciato con l'ansia e mi avreste intasato la posta e di tweet su Twitter. Quindi per evitare tutto sto macello ho deciso di postare oggi il capitolo. Quindi merito un applauso. HAHAHA

Comunque tornando a noi, ve lo avevo detto che in questo capitolo ci sarebbe stata una scena che avrebbe fatto prendere un bel colpo ad Addison. Insomma, che se lo sarebbe aspettato Luke dopo il litigio avvenuto in macchina ritornare poche ore più tardi da Addison per chiederle spiegazione e trovarlo a scherzare e giocare con il piccolo Nate.

Comuqnue fatemi sapere cosa ne pensate e ringrazio le persone che hanno messo la fanfict tra le preferite, seguite e ricordate.

Grazie, grazie, grazie.

Come sempre vi lascio una piccola anticipazione del prossimo capitolo, che vi farà PRENDERE UN BELLISSIMO HEART ATTACK ( Poi scoprirete il perchè leggendolo settimana prossima HAHAHAH )

 

<< Hai sentito quello che ho detto, vattene >> Disse innervosito Michael dalle azione di Luke.

<< Fammi parlare con lei, per favore >> Lo implorò Luke, mentre il suo tono di voce cambiava.

<< No, Luke. Hai fatto la tua decisione cinque anni fa >> Parlò Michael mettendosi davanti a me ostacolandomi la visione di Luke.

<< Sai benissimo che quella non era la mia decisione >> Scattò Luke innervosendosi.

Michael scosse la testa.

Feci per aprire bocca, Ma mi fermai quando sentii Michael iniziare a parlare.

<< Non puoi ritornare da lei dopo cinque anni. Tu non sai tutto il dolore e le conseguenze che ha dovuto affrontare per colpa tua. Quindi vedi di sparire >>

Luke scostò leggermente la testa passandosi nervosamente una mano nei suoi capelli biondi scompigliandoli, guardandomi da oltre la spalla di Michael.

 

 

Se ya soon,

Baci Lalluby

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Capitolo 14
*** Can You Give Her Your Heart? ***


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Can you give her your heart?

 

 

 

 

Contavo. Contavo i giorni che erano passati da quando avevo visto Addison l'ultima volta. Ed erano passati esattamente due mesi, un giorno, ventuno ore e quindici minuti.

Ero diventato un disastro messo in piedi, da quando Addison mi aveva abbandonato senza un perchè. Erano ormai cinque anni che la mia vita era abbandonata dietro alcool e droga. Ma sapevo di meritarmelo. Anzi, sapevo che meritavo ogni singolo grammo di dolore che mi stava attraversando da questi cinque anni. Ma questo non mi impediva la sua mancanza. Accidenti, cosa mi stavo perdendo.

Quella sera usai la solita scusa che usavo da cinque anni a questa parte che avevo solo bisogno di un buon tempo, una notte fuori, ma in realtà avevo solo bisogno di dimenticare il ricordo di lei in questa ennesima notte gelida. Così mi ero ubriacato con gli amici.

<< Luke, fratello, forse dovresti andarci piano >> Mi disse Calum guardandomi.

Scossi la testa afferrando l'ennesimo bicchiere che mi ritrovavo davanti. Me lo portai davanti alle labbra, quando il mio naso sentii l'odore forte e intenso dell'alcool chiusi gli occhi e bevvi con un profondo cipiglio.

Ormai non facevo più caso al gusto, anzi,era tutto ciò mi serviva perchè se avrei sofferto altro dolore questo dolore sarebbe stato sostituito dall'alcool. Ero distrutto dal mio dolore, anzi, lacerato perchè mi aveva colpito in tutte le sue forme. Era un dolore che andava e veniva , la normale sofferenza con cui convivevo tutti i giorni.
Poi c'era un tipo di sofferenza che non riuscivo ad ignorare. Una sofferenza così grande che mi cancellava tutti gli altri pensieri, che mi faceva scomparire il resto del mondo. E a un certo punto non riusciva a pensare ad altro che ad Addison.
Stavo sperando che in questi cinque fosse svanito e speravo che la ferita che c'era fosse guarita. Non c'erano soluzioni né risposte facili. Stavo solo aspettando che il dolore si nascondesse da qualche parte. E quella parte era l'alcool e la droga.
E sapevo per mia esperienze che delle volte con il dolore si poteva convivere. Ma non adesso. Perchè mi aveva afferrato quando meno me lo aspettavo.
Anche se provavo ad evitarlo in tutti i modi, ne arrivava sempre dell'altro.

Aprii nuovamente gli occhi quando posai il bicchiere sopra il tavolo mentre Calum mi guardava scuotendo la testa, sospirando distrutto e vedendomi gettare un altro colpo di vodka in gola.

<< Non dirmi cosa cazzo fare – Lo derisi, quando appoggiai l'altro bicchiere - Sono un ragazzo grande, posso prendermi cura di me stesso >>

<< Chiaramente >> Disse sarcasticamente Ashton.

Chiamai nuovamente il barista per farmi portare un altro drink. Quando sentii nuovamente la voce di Ashton che tagliò in frantumi tutti i pensieri che mi ero riuscito a costruire.

<< Dimenticala, Luke. Dimenticala >>

Sapevo che Ashton stava parlando di Addison. C'era una strana sensazione dentro di me, come se qualcuno avesse afferrato con le dita i miei polmoni, stringendoli. Sembrava che qualcuno volesse soffocarmi e improvvisamente non riuscivo più a respirare con la quantità

di persone che erano intorno a me, sbattendo contro di esse , respirando la stessa aria viziata composta da sesso, droga e alcool. Dovevo uscire.

Quando spensi la macchina e uscii chiudendomi lo sportello alle spalle. Mi incominciai a camminare inciampando lungo la strada, il lampione illuminava la strada che portava a casa . Ogni passo che compievo era un continuo inciampare sui miei stessi piedi e il mio respiro usciva in nuvole di condensa costanti. Anche se la mia mente correva, sapeva esattamente dove avesse bisogno di andare.

La casa che stavo cercando si trovava a pochi metri di distanza, due finestre erano dolcemente illuminate. La cucina e il soggiorno. Lo sapevo. Queste due camere erano le uniche in cui ero stato due mesi fa, quando la mattina dopo la sbronza ero ritornato nuovamente da lei.

Salii faticosamente i tre gradini per la porta, allungando la mano verso il campanello. Ma qualcosa mi fermò. Cosa sarebbe successo se sapevo che lei non mi voleva rivedere? Che cosa fosse successo se lei avrebbe mandato tutto all'aria? Ma avevo bisogno di dimostrare. Avevo bisogno di mostrare che anche dopo tutto questo dolore il mio cuore era ancora suo. Anche se lei avesse rinunciato nuovamente a me. Premetti l'indice contro il campanello, fino quando mi accorsi che era troppo tardi. Ma ormai l'avevo fatto. Certo potevo ancora correre via e scappare come avevo sempre fatto nella mia vita. Ma quanti anni avevo? Tredici? Non era un adolescente, non ero più quel Luke di cinque anni fa che pensava che era meglio esseri da soli per affrontare tutto quel dolore che la mia vita mi aveva procurato.

Aspettai una decina di minuti, ma nessuno mi aprii. Chiusi gli occhi, stringendo i pugni lungo i fianchi, mentre il mio respiro si era fatto pesante.

<< Porca puttana, Addison – Dissi arrabbiato, stringendo i denti – Apri ' sta cazzo di porta! >> Urlai arrabbiato, sferrando un pugno contro di essa.

Ero consapevole che in quel momento le miei azioni erano comandate dall'alcool e non da me.

Appoggiai la fronte contro il legno freddo della porta.

<< Apri la porta - Disse con la voce impastata, chiudendo gli occhi – Ti prego, piccola >> Sussurrai mentre sentivo gli occhi bruciarmi.

Ma all'improvviso sentii i piedi pesanti dirigersi verso la porta. Mi staccai, ricomponendomi. Ma quei passi erano troppo pesanti per essere di Addison.

La porta si aprì e venni accecato dalla forte luce quando la figura di un ragazzo mi apparse davanti.

Degli occhi verdi che fino a poco tempo fa erano limpidi, appena mi videro erano diventati freddi ed enespressivi e la sua mascella era tesa.

Poi si lasciò andare un lungo sospiro.

<< Luke, che cosa ci fai qui? >>

Per un breve momento, non sapevo nemmeno chi mi stava di fronte, così era stupito che lo straniero conosceva il mio nome. Ma poi i miei occhi si abituarono alla luce e lo riconobbi. Michael. Il mio migliore amico di una vita.

Sentii come se le mie orecchie si fossero arrossate, rabbia si stava espandendo lungo il mio corpo.

<< Potrei farti la stessa domanda >> Borbottai

Michael incrociò le braccia sul petto.

<< Non proprio. Ho un motivo per essere qui. Tu ne hai uno? >>

<< Che tipo di ragione potresti avere? Sei il suo nuovo fidanzato o cosa? >> Lo derisi.

<< Sei ubriaco, Luke? Adesso sono il suo ragazzo. Niente di più, niente di meno. Ora dimmi quello che vuoi o lasciala stare >> Mi disse Michael, passandosi le dita fra i capelli, biondi scompigliandoseli maggiormente.

La rabbia pulsava sempre di più nelle mie vene, quando sentii '' suo ragazzo '' mentre il mio cuore andò maggiormente in frantumi.

<< Dov'è Addison? >> Domandai, giocando con il piercing al labbro.

Michael sospirò di nuovo.

<< Luke, devi lasciarla stare. Non state più insieme. E io sono abbastanza sicuro che non vuole vederti >>

<< Zitto, porca puttana – Ringhiai - Basta che mi dici dove si trova. Ho bisogno di parlare con lei >> Dissi impazientemente.

<< Hai avuto cinque anni per parlare con lei, ma non lo ha mai fatto. Hai avuto così tanto tempo per dirle tutto. Ma non l'ha fatto e sono sicuro come l'inferno che non ti permetterà di farlo adesso >> Mi disse Michael con calma.

Stavo impazzendo perchè ero sul punto di cadere ancora di più. Non molto più a lungo avrei incominciato ad urlargli contro o addirittura picchiarlo. Perchè era riuscito a portarmi via l'unica cosa che aveva un importanza troppo grande per me.

<< Tu non sai niente della nostra relazione. Potrei non parlare più con lei ma... >> Iniziai, ma venni interrotto immediatamente da Michael.

<< Ma che cosa, Luke? Non sei neanche riuscito a confessare il tuo amore per lei, perchè eri troppo preoccupato ad ascoltare le parole di Ashton quando lei aveva fottutamente bisogno di te e non sei stato in grado metterla al primo posto, perchè davi per scontato che lei sarebbe tornata da te. Ma mi dispiace dirtelo, non è così. Lei potrà anche non amarmi, perchè so' quanto sia ancora grande la tua ferita che le hai provocato. Ma l'avrei messa e la metterò sempre al primo posto >>

Abbassai gli occhi, vergognandomi perchè sapevo che le parole di Michael erano schifosamente vere.

Ma non dovevo mollare, perchè sentivo che con lei sarebbe stata capace di ricompormi nuovamente.

<< Ho bisogno di dirle che sono cambiato. Io posso nuovamente amarla come si merita e devo mostrarglielo. Michael, per favore >>

<< No, Luke. Ho finito con te. Ho chiuso di sentire il suo pianto per colpa tua. Non sei stato tu in questi cinque anni a prenderti cura di lei e preoccuparti quasi ogni notte se stesse bene e che non facesse nulla di pericoloso. Solo io l'ho vista tentare il suicidio per colpa tua. Se sei sobrio, vattene. Più lontano le stai, meglio è per lei. Perchè tutto quello di cui ha bisogno adesso è che qualcuno la ami, cercando di curare tutte quelle ferite che le hai procurato tu.... E io sono così stanco di vederla piangere, perché non si merita di soffrire così tanto per te . Lei si merita qualcuno che la ama tanto quanto lei ti ama. Ora lasciaci in pace, ti prego >> Mi confessò Michael fissandomi con i suoi occhi verdi contro i miei azzurri.

<< Michael? Con chi stai parlando? >>

La sua voce era morbida e mi sembrava quasi un bisbiglio quando la vidi arrivare da dietro le spalle del mio vecchio amico. Tenni il fiato, per paura della sua reazione quando mi avrebbe notato. Ma quando i suoi occhi vitrei hanno sbirciato oltre la spalla di Michael, il mio cuore cadde.

 

 

 

 

 

 

 

 

Addison's P.O.V

 

 

 

Non potevo dormire. Era quasi mezzanotte e la mattina sarei dovuta andare al lavoro. Ero nel letto da due ore con Nathan stretto al mio fianco che dormiva beatamente. Ma i miei occhi non si chiudevano.

Avevo quasi rinunciato, quando sentii il telefono vibrare. Se fosse chiunque, chiunque altro, avrebbe risposto, ma quando vidi il suo nome sullo schermo illuminato respirai pesantemente dal naso, declinando la chiamata.

Ma nel giro di un paio di minuti quella chiamata, ne venne seguita un altra e un'altra ancora. Anche se la suoneria era messa a tacere si poteva vedere il telefono lampeggiare incessantemente e alla fine mi dovetti alzare per non svegliare Nathan, cercando di tener lontano il mio pensiero su di lui. Il pensiero di lui mi faceva venire la nausea.

<< Mamma >> Mi disse una voce impastata dal sonno, quando afferrai la maniglia della porta.

Mi voltai verso Nathan, che nel frattempo si era messo seduto sul letto e mi guardava con i suoi occhi tracciati dal sonno attraverso la luce affusolato della stanza.

<< Tesoro, torna a letto >> Gli dissi dolcemente, lasciando la maniglia e avvicinandomi verso di lui.

Nathan annuì e si distese nuovamente nel letto, chiudendo nuovamente gli occhi. Mi chinai per sistemarli le coperte e poi gli lasciai un bacio sulla fronte, accarezzandoli la guancia.

Quando percorsi le scale, dall'ingresso sentivo la voce di Michael. Così incuriosita andai da quella parte.

<< Michael? Con chi stai parlando? >> Chiesi con voce dolce, mentre mi avvicinavo alla figura di Michael.

Ma quando sbirciai oltre la sua spalla, sentii mancarmi il respiro mentre un dolore al petto incominciò ad espandersi.

I miei occhi velati di tristezza, cercarono i suoi azzurri che in quel momento erano spenti, mentre la sua pelle era più pallida del solito e le sue labbra erano screpolate per via del freddo.

<< Luke? >> Sussurrai mentre un piccolo sussulto lasciava le mie. Lui abbassò lo sguardo, puntandolo sulle punte delle sue converse nere. Per poi voltarsi e incominciando a scendere le scale.

<< Cosa vuoi? >> Chiesi, mentre la mia voce usciva leggermente incrinata, mentre mi spostavo leggermente avendo la visuale intera del ragazzo.

Luke si fermò sul secondo gradino ancora di spalle, per poi voltarsi verso di me e Michael.

<< Io...Io... >> Farfugliò inciampando nelle sue stesse parole.

<< Era sul punto di andarsene >> Mormorò Michael, intrecciando la sua mano con la mia

<< Ah, va bene.. >> Borbottai, guardando verso il basso.

<< No, no... Volevo parlare con te >> Spiegò Luke, deglutando quando vide gli occhi freddi di Michael posarsi su di lui.

<< Ti ho già detto che non c'è niente di cui parlare >> Tuonò Michael, spingendomi con il braccio dietro le sue spalle.

<< Questa non è la tua relazione >> Ringhiò Luke.

<< Che relazione, Luke? >> Chiese sarcasticamente Michael alzando un sopracciglio.

<< Fanculo – Sbottò Luke – Addison dammi un minuto, per favore. Penso che abbiamo bisogno di parlare >>

<< Hai sentito quello che ho detto, vattene >> Disse innervosito Michael dalle azione di Luke.

<< Fammi parlare con lei, per favore >> Lo implorò Luke, mentre il suo tono di voce cambiava.

<< No, Luke. Hai fatto la tua decisione cinque anni fa >> Parlò Michael mettendosi davanti a me ostacolandomi la visione di Luke.

<< Sai benissimo che quella non era la mia decisione >> Scattò Luke innervosendosi.

Michael scosse la testa.

Feci per aprire bocca, Ma mi fermai quando sentii Michael iniziare a parlare.

<< Non puoi ritornare da lei dopo cinque anni. Tu non sai tutto il dolore e le conseguenze che ha dovuto affrontare per colpa tua. Quindi vedi di sparire >>

Luke scostò leggermente la testa passandosi nervosamente una mano nei suoi capelli biondi scompigliandoli, guardandomi.

Scossi la testa.

<< Non lo so. Perchè ora? Hai avuto tante occasioni per parlare con me... >>

<< Lo so e mi dispiace non averle usate nel modo adeguato. Ma per favore, ascoltami. Sono cambiato >>

<< Cosa hai cambiato? - Chiesi sorridendo amaramente – Il tuo comportamento, la tua dipendenza dall'alcool e le varie droghe. Che cosa esattamente? Non credo che posso fidarmi ancora di te >> Dissi respirando pesantemente cercando di trattenere le lacrime, afferrando il braccio di Michael.

<< Ti amo, Addison. Per favore dacci un altra opportunità. Una sola, ho bisogno di dimostrarti cosa non sono stato di dimostrarti in questi cinque anni quanto tu sia importante per me >> Mi dichiarò, mentre sui suoi occhi si illuminavano di speranza

Scossi la testa, mentre i miei occhi diventavano lucidi.

Michael sospirò, facendo un passo indietro e afferrando la maniglia.

Vidi Luke buttare la testa indietro, mentre deglutì per poi voltarsi sconfitto e ritornandosene dove era venuto.

Guardai Michael, lasciando il suo braccio e posando la sua mano sul suo polso fermando l'azione che stava svolgendo.

<< Sei sicura? >> Sospirò Michael guardandomi, capendo subito la mia intenzione.

Annuii.

Michael sospirò, posando poi le sue labbra sulla mia fronte.

<< Stai attenta. Non mi fido di lui >> Mi sussurrò.

Feci un passo per poi afferrare la maniglia e chiudendomi la porta di casa alla spalle.

Alzai nuovamente lo sguardo in cerca di Luke, quando all'improvviso sentii un gemito strozzato e guardai per terra.

<< Oh mio dio >> Mormorai, scendendo velocemente i tre gradini mentre l'aria fredda notturna colpiva la mia pelle scoperta, facendomi rabbrividire.

<< Luke, perchè ti riduci così? >> Sussurrai avvicinandomi a lui.

Lui non mi rispose in un primo momento, soffocò un altro gemito appoggiandosi alla portiere della sua macchina, strisciando contro di essa sedendosi sull'asfalto umido della strada.

<< Non lo so – Disse, buttando la testa all'indietro e appoggiandola contro lo sportello – Io non so più niente >>

Non sapevo che cosa volesse dire e decisi di ignorarlo, chinandomi in modo che fossi al livello della sua altezza.

<< Guardami >>

Scosse la testa, mentre chiuse gli occhi respirando pesantemente

<< Luke >>

<< Ho fatto una cazzata, Addison – Biascicò, mentre strinse gli occhi cercando di trattenere un gemito – Ho sbagliato fottutamente tutto e so che non posso risolvere il problema, ma mi manchi così tanto. Mi manchi così tanto e non so che cosa a fare >>

Volevo dirgli che anche lui mi mancava così tanto, che Michael non era paragonabile a lui ma che era solo un ottimo migliore amico e che tutto quello che volevo era essere con lui ogni secondo di ogni giorno, ma sapevo che dicendoglielo non era una buona idea. Luke aveva detto tante cose offensive a me negli ultimi due mesi sul nostro rapporto e non potevo passare sopra a tutto questo ancora una volta. Ma anche non potevo sedermi qui e guardarlo cadere a pezzi ancora una volta.

<< Sai cosa, alzati – Gli dissi alzandomi e afferrandolo per un braccio - Non puoi addormentarti qui >>

Presi il cellulare dalla tasca e digitai in fretta un messaggio a Michael.

Luke si alzò senza tante storie, ma si appoggiò pesantemente su di me in modo che potesse permettermi di farmi aprire la portiera della sua macchina e poterlo farlo sedere senza tante cerimonie sul sedile.

Lui gemette, appoggiando la testa sul sedile.

<< Mi dispiace per questo – Fece un respiro profondo – Sono c-così dispiaciuto per tutto >>

Volevi dirgli che avrebbe dovuto essere dispiaciuto e che non lo avrei mai perdonato, ma sarebbe stata una bugia. Perchè l'unica da perdonare in tutta questa storia ero io non lui. Ero io che lo avevo ridotto così, ero io che lo avevo portato al limite. Era tutta colpa mia. Ma se avrei detto queste cose, cosa sarebbe successo? Era ubriaco e molte delle sue azione che stava compiendo non se le sarebbe ricordate. Come facevo a sapere in ogni caso che quello che mi stava dicendo era la pura verità? La risposta era che non lo sapevo.

Sospirai, prendendo le chiavi della macchina dalla sua tasca. Chiusi lo sportello e mi diressi verso il posto del guidatore, mettendo in moto la macchina una volta che fui dentro.

Quando arrivammo al suo appartamento e aprii la porta con fatica, mentre Luke era ancora appoggiato a me. Una volta che fui dentro, con il suo aiuto mi condusse in camera sua e una volta arrivati lo aiutai a coricarsi nel letto.

Feci per voltarmi e andarmene, quando lui afferrò il mio polso.

<< No, ti prego resta – Mi sussurrò, facendomi voltare dolcemente verso di lui – Resta qui con me. Ti prego >>

Lo guardai, mentre lui mi sorrise dolcemente, proprio come era solito fare quando eravamo insieme e si sentivo come se qualcuno mi avesse dato un pugno nello stomaco.

<< Mi sono mancate le notti così di quando eravamo adolescenti e quando ritornavo da qualche rissa tu ti prendevi cura di me >> Mi disse dolcemente, ma poi il suo sorriso svanì quando realizzò ciò che aveva detto. Odiavo vederlo triste.

<< Perchè ti riduci così? >> Mormorai, togliendo il braccio dalla sua presa e allungando la mano verso la sua guancia con qualche accenno di barba.

<< Perché … - fece una pausa, respirò pesantemente, chiuse gli occhi e finì - Perchè è l'unico modo per tenere lontano il tuo ricordo. Anche se provo a dimenticarti non ci riesco. Ti amo >>

Le sue parole mi colpirono come una tonnellata di mattoni e si sentivo le lacrime pizzicore in fondo ai miei occhi.

<< Devi lasciarmi andare, Luke. Devi costruirti un nuova vita senza di me, per favore . Lo so che … >>

<< Io non ti sto chiedendo di … - Mi disse aprendo nuovamente quei suoi occhi azzurri identici a Nathan. Sembrava molto più sobrio ora. - Sto solo chiedendo una seconda possibilità >>

Scossi la testa.

<< Non posso >>

<< E' per Michael, vero? >> Mi chiese distrutto.

Alzai immediatamente lo sguardo verso di lui, sapevo che prima o poi ne sarebbe venuto a conoscenza che questa persona al mio fianco era ormai il suo ex migliore amico.

<< Anche – Sospirai – Ma sono sicura che dopo quello che ti starò per dire adesso mi odierai >> Mentre una lacrima solcò la mia guancia.

Luke si avvicinò a me afferrando i mie fianchi con le sue grandi mani, facendomi ritrovare in mezzo alle sue gambe.

<< Non potrei mai odiare la persona che amo più della mia stessa vita >> Sussurrò, avvicinandosi alle mie labbra.

Voltai la testa dall'altra parte, chiudendo gli occhi. Poi presi un respiro, pronta per ammettere la verità. In quell'istante sentivo tutto il peso dei problemi e fantasmi del passato che avevo cercato di non affrontare schiacciarmi. La conseguenza più grande che non ero stata in grado fino adesso di gestire, adesso avrebbe distrutto tutto.

Gli occhi mi iniziarono a pungere, mentre Luke avvolse le sue mani nei miei fianchi. Mentre il suo respiro caldo si arrestava contro il tessuto bianco della mia t-shirt.

In quel momento il silenzio che si era creato in quella stanza, mi stava uccidendo. Tutto quello che non ero stata in grado dire al mio ritorno, adesso ci stava pensando quel silenzio e le parole che sarebbero uscite da lì a pochi momenti. Distruggendomi ancora una volta. E distruggendo sempre di più, Luke. Ma la mia preoccupazione più grande fu la persona che non volevo ferire in quel momento, perchè da ora in poi sarebbero arrivate delle grandissime responsabilità. Quella persona che avevo deciso di mettere al primo posto, lasciando in dietro Luke.

Mi voltai verso di lui, chiudendo gli occhi e pronta per lanciare l'ennesima verità che lo avrebbe buttato al suolo o cestinato come si fa con qualcosa che non serve più.

<< Nathan è tuo figlio >> Ammisi tutto d'un fiato, aprendo gli occhi con le lacrime che scorrevano senza sosta.










SPACE AUTHOR 



Hi my beautiful people!!! SO HERE WE ARE AGAIN !!!!
Dopo finalmente una settimana stra ASDFGHJKL sono ritornata per postarvi il nuovo capitolo.  Allora che ne pensate?
Come avevo promesso nello scorso spazio autrice che ci sarebbe stato un BELLISSIMO HEART ATTACK, detto fatto. HAHHAHAHA
Allora come avrete potuto leggere il capitolo è diviso in due punti di vista sia quello di Luke che quello di Addison. Ho voluto farlo così, perchè volevo farvi capire come si sentisse Luke e quali fossero i suoi pensieri, dato che è sempre Addison a narrare e ad esporre i suoi pensieri, sentimenti. E poi detto sinceramente, questo è una dei miei capitolo preferiti di questo sequel. Ma tornando a noi.
Luke ritorna ancora da Addison, ma si ritrova a fronteggiare i patti con Michael. E sono curiosa di sapere cosa ne pensate delle cose che Michael ha detto al nostro Lukey. E poi arriva la parte, in cui credo, che mi state odiando con tutte voi stesse perchè vi ho lasciato con l'ansia sparata a mille. HAHAHAHAHA
Addison, finalmente rivela a Luke di Nathan. Secondo voi avrà fatto bene o male? E come la prenderà Luke?
Ringrazio coloro che hanno messo la fanfictio tra i seguiti, preferiti e ricordati e per coloro che recensiscono.  UN GRAZIE non sarebbe mai abbastanza, veramente.
Comunque vi lascio con un piccolissimo spoiler del prossimo capitolo:


 

<< Quando ti ho lasciato, - Presi un respiro per farmi forza – Sono stata costretta a credere che di me non ti importava più nulla >>

Luke scosse la testa, mentre i suoi occhi si facevano limpidi.

<< Non è vero, cazzo! Non è vero, cazzo! - Urlò disperato, mentre una lacrima solcava la sua guancia leggermente arrossata – Mi importa di te. Mi importa ancora così fottutamente tanto, Addison >> Finì piangendo.

<< Allora perchè non mi hai cercata, Luke? - Chiesi con fermezza, rifiutandomi di piangere davanti a lui – In questi cinque anni mi hai fatto credere che ero io quella sbagliata nella nostra relazione, ero io che avevo incasinato la tua vita. Tutto succedeva per colpa mia. E adesso sempre per colpa mia – Lo guardai – Mio figlio mi odia >> Finii con la voce che risuonava come un disco rotto.

<< Addison, ti prego – Sussurrò distrutto – Non allontanarmi l'unica cosa che mi tiene legato ancora a te. Ti prego >>


 Grazie ancora.
See ya soon,
Baci Lalluby

 

 

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Capitolo 15
*** 18 ***


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'' I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved, to be in love
All I can do is say that these arms were made for holding you
I wanna love like you made me feel
When we were 18 ''
18 - One Direction







18.

 

 

<< Nathan è tuo figlio >> Ammisi tutto d'un fiato, aprendo gli occhi con le lacrime che scorrevano senza sosta.

Luke lasciò la sua presa su di me e si tirò indietro.

Solo in quel momento ebbi il coraggio di guardarlo. I suoi occhi erano sbarrati non erano più di quell'azzurro limpido, ma erano diventati di un blu tempestoso, la sua mascella era contratta mentre dalle sue labbra usciva il suo respiro pesante.

<< No – Disse scuotendo la testa – Smettila di prendermi per il culo, cazzo! >> Urlò, mentre nel suo collo si poteva vedere la vena pulsargli dalla rabbia.

Abbassai lo sguardo, mentre le lacrime continuavano a scendere.

<< Dimmi perchè non me lo hai detto?! >>

<< Luke >> Mormorai, sempre con lo sguardo basso.

<< PERCHE' CAZZO NON ME LO HAI DETTO?! >> Gridò questa volta stringendo la coperta facendo diventare le sue nocche bianche per la forza che stava usando.

Sussultai.

Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno, e rivelandogli la verità avrei allontanato per sempre quel mio fantasma del passato che stava tormentando me e stava rendendo infelice Nathan a causa di tutto quel mio dolore che gli stavo trasmettendo. Ed adesso l'unica cosa che mi importava veramente era la felicità di Nathan, perchè lui era il mio primo posto. La mia priorità più importante.

<< Perchè? >> Sussurrò questa volta con la voce che risuonava come un disco rotto.

Mi portai una mano davanti alla bocca, soffocando un singhiozzo con il palmo.

Tutto quello che avevo creato era andato distrutto, per sempre.

<< Addison, ti prego >> Mi supplicò.

Alzai il mio sguardo annebbiato verso di lui. Questa volta i suoi occhi erano diventati vitrei.

<< Perchè era meglio per me, per noi >> Sussurrai guardandolo.

Luke scosse la testa.

<< Mi hai tagliato fuori dalla vita di nostro figlio per cinque anni, Addison. Per cinque fottutissimi anni >> Mi disse disperato mentre alcune lacrime gli rigavano le guance.

Quando sentii '' nostro figlio '' il mio stomaco ricevette un altro pugno. Mi limitai a spostare il mio sguardo sul piumone celeste del suo letto, perchè sapevo che lui aveva dannatamente

ragione e ad essere immersa nel torto ero io.

<< Quando è successo? >>

Alzai lo sguardo, non capendo.

<< Insomma – Iniziò con la voce rauca, asciugandosi con il palmo le ultime lacrime – Quando è successo che hai scoperto di aspettare Nathan >>

Abbassai lo sguardo, arrossendo.

<< Quando me ne sono andata via >> Mormorai.

<< Quindi sei scappata lasciandomi con una cazzutissima lettera perchè avevi scoperto di essere incinta? >>

<< No >> Affermai velocemente, alzando lo sguardo e guardandolo.

Lo vidi passarsi le dita in mezzo ai suoi capelli biondi, per poi sospirare.

<< E' successo quella mattina due settimane dopo quell'incidente >> Mormorai, abbassai lo sguardo arrossendo al ricordo.

<< E' così? >> Mi chiese dolcemente questa volta avvicinandosi a me.

Annuii.

Luke prese le mie mani, incominciando a carezzare il dorso con il suo pollice. Il mio corpo fu invaso da tanti brividi per quel gesto.

<< Addison, potevo essere lì quando tu avevi bisogno di me. Esserci quando pensavi di non potercela fare con Nathan, esserci al tuo fianco e superare tutto insieme – Sospirò – Invece, hai preferito farti carico di tutto, tagliandomi fuori come sempre >> Mormorò giocando con le dita delle mie mani.

Tolsi la mano dalla sua presa, Luke mi guardò non capendo il gesto che avevo appena fatto.

Quella frase mi mandò su tutto le furie. Se avevo tenuto per tutti questi cinque anni Nathan lontano da lui, era per il suo bene.

<< Perchè ti conosco Luke – Dissi guardandolo - Quando le cose si complicheranno tu sarai il primo a gettare la spugna. Perchè hai sempre fatto così. Cosa farai quando non saprai più gestire la situazione, scapperai da Nathan come facevi con me? Tu non lo sai, ma la prima cosa dell'essere un genitore: è la responsabilità. Quella viene prima di tutte, sempre. Nathan potrà essere biologicamente tuo ma non sarai mai il padre di cui lui ha bisogno >> Dissi velenosamente. In quel momento desideravo solo il meglio per Nathan. Mio figlio non meritava di essere nel bel mezzo di questo, lui non meritava di essere abbandonato dall'uomo che nella sua vita avrebbe dovuto essere li per lui quando ne avrebbe avuto il bisogno. Scossi la testa dicendogli quelle parole non mi ero sentita male, anzi, mi sentivo meglio. Era come se tutto quello che avevo voluto dire a lui e che avevo cercato di trattenere per questi cinque anni adesso fosse uscito tutto da solo. Forse perchè anch'io ero stanca di dover sempre tenere tutto dentro e farmi perseguitare da tutte quelle conseguenze che non ero in grado di affrontare.

<< Fammi entrare nella sua vita. Per favore, Addison >> Sussurrò Luke distrutto, passandosi nuovamente una mano nei suoi capelli, scompigliandoli maggiormente.

Scossi la testa.

<< Sei stata tu a lasciarmi, Addison. Sei stata tu a tagliarmi fuori da tutto questo! >> Ribattè arrabbiato Luke.

<< Luke non puoi decidere di entrare adesso nella sua vita. Non così >>

<< Perchè devi affrontare tutto da sola, Addison? Perchè, cazzo?! >> Alzò la voce di un ottava mentre i suoi occhi si facevano tempestosi.

Rabbrividii per il suo cambio di tono.

Mi morsi il labbro cercando di mantenere la calma e non scoppiare nuovamente a piangere di fronte a lui, volendomi dimostrare quella forte.

<< Quando ti ho lasciato, - Presi un respiro per farmi forza – Sono stata costretta a credere che di me non ti importava più nulla >>

Luke scosse la testa, mentre i suoi occhi si facevano limpidi.

<< Non è vero, cazzo! Non è vero, cazzo! - Urlò disperato, mentre una lacrima solcava la sua guancia leggermente arrossata – Mi importa di te. Mi importa ancora così fottutamente tanto, Addison >> Finì piangendo.

<< Allora perchè non mi hai cercata, Luke? - Chiesi con fermezza, rifiutandomi di piangere davanti a lui – In questi cinque anni mi hai fatto credere che ero io quella sbagliata nella nostra relazione, ero io che avevo incasinato la tua vita. Tutto succedeva per colpa mia. E adesso sempre per colpa mia – Lo guardai – Mio figlio mi odierà >> Finii con la voce che risuonava come un disco rotto.

<< Addison, ti prego – Sussurrò distrutto – Non allontanarmi l'unica cosa che mi tiene legato ancora a te. Ti prego >>

Scossi la testa, mentre il mio fiato incominciava a farsi corto.

<< Siamo cresciuti entrambi – Continuò – Non siamo più quei ragazzini persi e ti giuro che questa volta sono pronto a prendermi la mia responsabilità. Fammi essere il padre di Nathan >> Mi supplicò al limite del suo dolore.

Mi faceva male ogni volta vederlo nel suo dolore. Ma la colpa non era solo mia se adesso ci trovavamo entrambi in questa stra maledetta situazione. E' vero anch'io avevo sbagliato nascondendoli la verità, ma lui in questi cinque anni non si era neanche sforzato di venirmi a cercare e l'unica cosa che aveva fatto era cercare di superare la mia assenza diventando dipendente da una cosa che lo poteva distruggere.

<< Ho fatto un errore a venire qui, stasera. Ho fatto un grandissimo errore che cammina sui nostri cinque anni di assenza >> Dissi mentre la mia voce si faceva più morbida e dolce e non velenosa come prima.

Dopo quella frase, rimanemmo in silenzio per non so quando tempo. Sentivo lo sguardo distrutto e addolorato di Luke addosso, mentre io mi limitavo a ripensare a tutte quelle cose che avevo affrontato in questi cinque anni senza di lui.

<< Io non voglio più litigare. Voglio solo rimettere insieme i pezzi di ciò che è andato storto in modo che possiamo andare avanti >> Mi rivelò in un sussurro dopo quell'interminabile silenzio composto di dolore e assenze.

<< Non so se saremo in grado di aggiustare ciò che è andato storto >> Ammisi

<< Dammi solo fino alla fine dell'anno, Addison – Mi supplicò, speranzoso - Posso risolvere il problema allora potremo dimenticare questa volta. >>

Scossi la testa.

<< Non voglio mentire ne a Calum e Michael e ne tanto meno a nostro figlio su questo.. Tutti pensano che staremo bene entrambi, e che prima o poi tutto si sistemerà. Sono stanca di fingere e di sperare che tutto possa andare per il meglio. Perchè non sarà così, non sarà mai così per noi, Luke >>

<< Bene, vai e lasciami qui, tagliare tutte le corde del nostro rapporto e dimenticare ogni cosa incredibile che abbiamo vissuto insieme! - Mi urlò arrabbiato - Lasciami perdere, tagliami fuori di quei ricordi di quando eravamo diciottenni! >>

<< Luke solo che non … >> Parlai, ma venni fermata da lui, mentre i suoi occhi si accesero nuovamente diventato di un blu tempestoso.

<< No, non dirmi ''Luke''! Ci sto provando duramente a tenere insieme tutti pezzi distrutti dei nostri ricordi e tu vuoi solo buttarli via! >>

<< Sai già come risolvere il problema? Eh, Luke?! >> Gli urlai anch'io questa volta arrabbiandomi.

Luke si passò le dita tra i capelli, tirandoli in su e mordendosi il labbro.

<< Ti sto chiedendo di stare solo con me, mentre io risolverò qualunque cosa fosse che abbia fatto e che abbia reso tutto questo rapporto doloroso. So che posso risolvere il problema, ma ho bisogno che tu stia con me e che mi aiuti a rimettere tutto insieme >>

<< Non sento più niente – Dissi rotta - Non sono felice, non siamo felici. Perché stiamo combattendo per qualcosa che sta per svanire? >> Chiesi, mentre le lacrime, scendevano calde dalle mie guance.

<< Allora è così? - Mi chiese in sussurro – Hai già deciso che non vuoi cercare di risolvere questo problema? >> Finì, guardandomi, mentre i suoi occhi ritornarono liquidi.

<< Non credo che possiamo. Mi dispiace >>

<< Mi ami, veramente? >> Mi disse con le lacrime provenienti dai suoi occhi, ma non riuscì a guardarlo. Non volevo lasciarlo, ma dovevo perchè era la cosa giusta per entrambi..

<< Sì >> Risposi in un sussurro.

<< Come puoi rinunciare così facilmente, allora? >>

Non risposi, perchè non ero pronta a rinunciare a lui e a quel sentimento che a distanza di cinque anni ci aveva e ci teneva ancora così legati, ma distruttivo allo stesso tempo.

Luke si alzò da letto e venne verso di me. Posò le sue mani fredde sulle miei guance.

<< Guardami >> Mi sussurrò, alzandomi dolcemente la testa e appoggiando la sua fronte contro la mia.

Alzai la testa, e mi ritrovai i suoi occhi azzurri contro i miei. Poi Luke abbassò il suo sguardo e lo posò sulle mie labbra, mentre il suo respiro caldo mi accarezza la pelle.

<< Ti ho amato fin da quando avevamo diciotto anni. Molto prima che entrambi pensassimo la stessa cosa : essere amati, essere innamorati. Tutto quello che posso dire è che queste braccia sono fatte per stringerti. Voglio amare come mi hai fatto sentire quando avevamo diciotto anni >> Mi confessò con voce roca, mentre i suoi occhi azzurri cangianti fissavano i miei. Poi chiuse gli occhi e piegò leggermente di lato la testa, schiudendo le labbra. Pochi attimi dopo sentii le sue labbra carnose premere contro le mie e incominciando a muoverle lentamente.

Mi irrigidii per qualche secondo, sorpresa da quel gesto. Poi chiusi gli occhi e mi rilassai quando sentii la sue mani accarezzarmi la guancia. Successivamente portai le mie mani sul suo petto, quando sentii la sua lingua leccarmi il labbro inferiore chiedendomi l'accesso. Le sue labbra si muovevano dolcemente contro le miei.

<< Addison – Ansimò, staccandosi lentamente dalle mie labbra appoggiando la sua fronte contro la mia – Amami solo per questa notte >>

Aprii gli occhi, mentre il mio stomaco si contorceva. Quando Luke non sentii la mia risposta, aprii immediatamente gli occhi.

<< Ti prego, piccola. - Mi supplicò – Solo una notte e poi ti lascerò andare via per sempre >> Finì chiudendo gli occhi, deglutendo.

Non risposi, ma feci scontare nuovamente le nostre labbra, chiudendo nuovamente gli occhi. Forse perchè anch'io avevo bisogno di lui quella notte.

Luke quando sentii nuovamente le sue labbra contro le mie, sorrise, staccandosi dalle mie labbra e iniziando a tracciare una scia di baci lungo la mia mascella. Mentre il suo respiro caldo colpiva la pelle del mio collo facendomi rabbrividire.

Tolse una delle sue mani dalla mia guancia e la portò sul mio fianco, facendoli scontrare. A Quel contatto trattenni il respiro, mentre inclinai di lato la testa quando sentii le labbra carnose di Luke posarsi sul mio collo e iniziando a lasciare dei piccoli baci su di esso.

Gemetti, afferrando la sua maglietta e spingendolo maggiormente contro di me, facendo così scontare nuovamente i nostri fianchi. Sentii sorridere Luke contro la mia pelle, istintivamente sorrisi.

Poi iniziò a tracciare un linea di baci lungo tutto il collo, per poi arrivare alla mia mascella e infine, far scontare nuovamente le nostre labbra.

<< Mi sei mancata – Mormorò contro le mie labbra – Mi sei mancata così tanto >> Finì baciandomi nuovamente.

Feci scorrere le mie mani lungo il suo petto per poi allacciarle dietro il collo, mentre Luke staccò l'altra mano dalla mia guancia e la portò anch'essa sul mio fianco. Per poi fare una lieve pressione alzandomi e facendomi allacciare le gambe ai suoi fianchi e camminando a ritroso per poi sedersi sul letto, con io che ero a cavalcioni sulle sue gambe.

<< Ti amo >> Sussurrò rompendo il nostro bacio e iniziando a lasciare veloci, baci bagnati dall'angolo della bocca e giù per la mascella, il mio respiro diveniva pesante mentre si faceva strada verso il basso il collo e per poi iniziare a succhiare dolcemente la pelle sotto il mio orecchio.

Dei gemiti morbidi caddero dalle mie labbra gonfie quando sentii il suo piercing freddo contro la mia pelle calda. Luke si staccò e guardò negli occhi, mordendosi il labbro e le sue dita sfiorarono il mio braccio per poi intrecciarsi con le mie, e portandosele verso le labbra lasciando poi un bacio sul dorso della mia mano. Lasciandola andare e posarsi sull'orlo della mia t-shirt.

Mi guardò nuovamente, come per chiedermi la conferma per ciò che stava per fare.

Annuii, Luke si morse il labbro e annuendo mi tolse poi la maglietta, gettandola e facendola atterrare sul pavimento. Mi baciò rapidamente prima di baciare la mia clavicola dolcemente, muovendosi e lasciando baci morbidi verso il basso per la scollatura del reggiseno.

Poi con un gesto veloce ribaltò le posizioni. Ora era lui che sovrastava me. Le sue mani stringevano delicatamente i miei polsi che erano ai lati della mia testa., impedendomi di toccarlo. Luke mi sorrise divertito, quando vide che provai a liberarmi dalla sua presa.

Si sporse nuovamente verso di me baciandomi nuovamente le labbra. Voltai la testa dall'altro lato, sorridendo. E iniziando a lasciargli piccoli baci sul suo collo, baciando poi la sua guancia, la sua mascella, l'incavo del suo collo. Lui intrecciò le sue mani con le mie, mentre dei respiri pesanti lasciavano le sue labbra.

Successivamente avvicinai i miei fianchi contro i suoi, facendoli scontrare. Mentre lui si lasciò sfuggire un gemito contro le mie labbra.

Poi lui spinse nuovamente i suoi fianchi contro i miei, cercando di aumentare l'attrito, mentre le sue dita giocavano con le mie.

Lasciò andare le mie mani e le posò sui mie fianchi sui mie fianchi premendo il suo corpo contro mio e spingere i suoi fianchi con fermezza contro i miei.

<< Luke >> Ansimai, nascondendo le testa nell'incavo del suo collo.

Luke ridacchiò, lasciandomi un bacio sulla guancia per poi sollevarsi, mettendosi a cavalcioni su di me e togliendosi la camicia. Portò una mano sotto la mia schiena, facendola inarcare. Mi guardò nuovamente, allungai la mia mano verso la sua guancia accarezzandola., mentre lui portò la sua mano contro la mia accarezzandola. Per poi intrecciarla con la mia e abbassandola, mentre con un gesto meccanico mi lo slacciò per poi buttarlo anch'esso sul pavimento.

Le mie gote si iniziarono a colorare . Ma i nervi rapidamente andarono via quando Luke chinò la testa, lasciando un morbido, bacio significativo al petto, sussurrando a voce così bassa.

<< Sei bellissima >>

Queste due parole erano così semplici, ma non per me. Perchè quelle parole fecero fermare temporaneamente quel nostro mondo che vorticava troppo velocemente per noi e mi fecero sentire desiderata. Luke a lasciò baci morbidi sulla mia pancia, fermandosi poi sulla cicatrice provocata sei anni fa in quel capannone. Gli lasciò un bacio, per poi accarezzarla. Poi proseguì baciandomi ancora la pancia e fermandosi all'elastico della mia tuta.

Luke baciò il nodo di stringhe della tuta.

Si tirò nuovamente su, fiondandosi ancora sulle mie labbra. Mentre le sue mani accarezzavano i mie fianchi. Mi era mancato sentire il suo tocco sulla mia pelle, anche se le mani erano fredde e mi provocavano brividi su e giù per la spina dorsale, e il modo in cui il suo pollice strofinavano con delicatezza avanti e indietro la mia cicatrice. Fino a quando mi tornò a mente che dopo quella notte, tutto sarebbe finito per sempre.

Si staccò dal bacio e mi guardò.

<< Cosa c'è che non va? >> Mi sussurrò.

Non risposi, chiusi gli occhi cercando di trattenere le lacrime e portando una mano dietro sul suo collo avvicinandolo maggiormente a me facendo si che il suo petto premeva contro il mio. Tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento, era lui. D a quella posizione potevo sentire il suo respiro caldo sul mio viso.

<< Addison – Mi chiamò accarezzandomi la guancia – Ho fatto qualcosa che non va? >>

Aprii nuovamente gli occhi, scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

<< E che... >> Iniziai mentre sentivo gli occhi pungermi.

<< E che cosa? >> Mi incitò Luke, continuandomi ad accarezzare la guancia.

<< Mi dispiace. Mi dispiace di farti soffrire così tanto. Vorrei solo che mi odiassi, forse le cose sarebbero andate meglio >> Confessai.

Luke chinò la testa verso di me, appoggiando la fronte contro la mia.

<< Ti ricordi quando avesti quell'attacco di panico nel bagno della scuola e mi confessasti che stavi scegliendo con il cuore?- Mi ricordò Luke strofinando il suo naso contro il mio – Beh, è vero ci siamo rovinati la vita scegliendo con il cuore perchè non ci ha fatto mai voltare pagina e forse per questo che non riuscirò mai ad odiarti >>

Intrecciò le sue dita con le mie, strofinando il suo naso contro la mia guancia per poi baciarmi appena sotto la mascella. Gemito lasciò le mie labbra, facendomi inarcare la schiena e facendo scontrare il mio petto contro il suo.

<< Sei cosi meravigliosa, piccola >> Mormorò mentre lasciava dei piccoli baci sul mio collo, per poi appoggiare il suo mento sul mio petto e guardandomi dolcemente.

Sorrisi, mentre lascia la sua mano e gli accarezzai una guancia.

Si chinò nuovamente lasciandomi un bacio sul petto, per poi proseguire lasciando una scia di baci umidi lungo il mio ventre. Quando arrivò nuovamente all'elastico dei mie pantaloni della tuta inclinò la testa di la lato e con un gesto veloce slacciò il laccio e mi tolse i pantaloni. Lasciò un bacio all'interno della mia coscia, mentre il corpo fu invaso da una serie di brividi. Luke ritornò su e baciò dolcemente le labbra.

<< Andrà tutto bene >> Sussurrò al mio orecchio una volta staccatosi.

Nascosi la mia testa nell'incavo del suo collo e gli lasciai un bacio sulla clavicola, facendolo gemere. Portai una delle mie mani nella parte posteriore del suo collo per attirarlo a me e baciarlo nuovamente, e quel bacio fu più appassionato degli altri che ci eravamo scambiati. Lui durante il bacio fece scivolare la mano callosa sopra le le mie mutandine, facendomi gemere contro le sue labbra. Luke prese quel mio gesto come spunto per scivolare la sua mano dentro le mie mutandine. Sussultai quando sentii le sue mani fredde contro la mia pelle rovente. Mentre lui si fece scappare un gemito contro le mie labbra. Incominciò a strofinare con le sue dita la mia clitoride disegnando cerchi immaginari con un movimento lento, fino a quando non spinsi i mie fianchi contro la sua mano nella speranza di ottenere di più, gemendo dal piacere che mi stava causando. I movimenti delle sue dita diventarono più veloci, cerchi più piccoli, accelerando così il mio respiro e facendomi staccare dal quel bacio.

Luke mi baciò il lobo dell'orecchio, sussurrando nuovamente quelle parole che avevano fatto fermare per un momento il nostro mondo.

<< Sei bellissima. Assolutamente bellissima, ti amo >> Mi sussurro dolcemente.

Infine, introdusse un dito dentro di me. Quel gesto mi fece inarcare la schiena mentre un altro gemito lasciava le mie labbra.

Non ce la facevo più. Avevo bisogno di lui per sentirmi bene. Tolsi le mie mani dal suo collo e le feci scorrere lungo il suo petto, raggiunsi il bottone dei suoi skinny. Mentre lui continuava darmi piacere e baciarmi, slacciai i suoi jeans e provai a spingerli verso il basso, con quel gesto feci smettere Luke.

<< Te e i tuoi skinny jeans. Dannazione >> Imprecai.

Luke grugnì in risposta mentre si alzava in modo che potesse toglierli, e lasciandoli sul pavimento. Lo guardai. Le sue gambe apparentemente infinite che erano sempre coperte dai suoi jeans scuri erano bellissime, e così è stato il suo busto leggermente tonico e le braccia venose e la pelle abbronzata.

Si chinò nuovamente lasciandomi un bacio sul fianco, afferrando poi i bordi delle mutandine e le fece scivolare lungo le mie gambe, facendomi rimanere nuda di fronte a lui. Luke mi guardò per un secondo, mordendosi il labbro inferiore. Poi con gesto veloce si tolse i boxer lasciandoli sul pavimento, dove fece un passo fuori di esso, poi si chinò dove erano i suoi jeans e tirò fuori una bustina argentata. L'aprì con i denti e pizzicò la parte superiore del contraccettivo, e lo srotolò su di lui mentre un sibilo gli lasciò le labbra., risalì su di me, afferrando le cosce e mettendole su entrambi i suoi fianchi.

<< Pronta? >> Mi chiese chinandosi verso di me , appoggiando la sua fronte contro la mia e strofinando il suo naso contro il mio mentre i suoi respiri caldi mi solleticavano la pelle, facendomi rilassare.

Annuii.

<< Luke >> Lo richiamai mentre la mia voce iniziava a tremare.

Lui mi guardò.

<< E' la prima volta che, insomma – Balbettai – Da quando è nato Nathan >> Farfuglia arrossendo per l'imbarazzo.

Luke mi sorrise capendo cosa volessi intendere con quella frase disconnessa, lasciandomi un bacio all'angolo della bocca.

<< Addison, ti prego, dimmi se ti farò male. Okay? >> Mi sussurrò, mentre posizionò la sua lunghezza sul mio ingresso.

Annui di nuovo. Luke teneva gli occhi su di me quando si spinse lentamente dentro di me, facendo attenzione, ma non si spinse maggiormente quando vide la mia faccia contorcersi in una espressione di dolore. Anche se non gli dissi di fermarsi, lui lo fece.

<< Mi dispiace, piccola - Si lamentò, baciandomi il naso e poi le guance, cercando di farmi distrarre - Lo so che fa male. Mi dispiace tanto >>

Chiusi gli occhi, mordendomi il labbro inferiore per non far scappare gemiti di dolore. Mentre continuò a lasciarmi piccoli baci su tutto il viso fino a quando il mio respiro non divenne così pesante e aprii gli occhi per incontrare i suoi pieni di preoccupazione.

<< E' tutto ok >> Sussurrai con un sorriso, incoraggiandolo di andare oltre. Luke si spinse lentamente dentro di me per poi fermarsi, quando mi lasciai scappare un piccolo gridolino.

<< Ci siamo quasi, piccola >> Mi confortò di nuovo, baciandomi nuovamente.

Prese il mio volto tra le sue mani e mi scrutò.

<< Vuoi che smetta? Non dobbiamo andare oltre se non ti senti a tuo agio. Non voglio farti del male. >>

Scossi vigorosamente la testa, sapendo che questo dolore non sarebbe durato per sempre.

<< Sto bene. Dammi solo un secondo >>

<< Non sembri stare bene >> Si lamentò, chiaramente non godendo la vista di me nel dolore, soprattutto sapendo che era lui che me lo stava causando. Rimase disteso con la fronte sudata contro la mia.

Dopo un po di tempo, mi guardò di nuovo e lo baciai, facendoli segno di potersi muovere. Si leccò il labbro inferiore e si spinse completamente dentro di me lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo, mentre un sospiro di dolore lasciò le mie labbra.

Quando ritirò i suoi fianchi per poi spingersi di nuovo dentro di me, gettò la testa all'indietro chiudendo gli occhi mentre un gemito lasciava le sue labbra.

Le sue spinte erano lente, e ogni spinta Luke si mordeva il labbro inferiore e dei gemiti soffocati uscivano dalle sue labbra. Lo strano dolore che avevo prima adesso si era trasformato in piacere. Le mie mani serpeggiarono intorno alla schiena di Luke, viaggiando per la sua vita per le sue scapole, fermandosi sulle spalle e tenendole da dietro . Involontariamente, Luke si lasciò andare velocizzando le su spinte, mentre un gemito di dolore scappò dalle mie labbra, quando se ne accorse rallentò tornando al ritmo iniziale.

<< Mi dispiace >> si scusò semplicemente, baciandomi tra la guancia e la mascella.

Inarcai la schiena, facendo scontrare i miei fianchi contro i suoi, mentre un calore al basso ventre iniziava ad accendersi. Luke per quell'azione gemette, mentre le sue spinte diventarono leggermente più veloci.

Buttai la testa indietro chiudendo gli occhi, quando sentii le sue spinte diventare più veloci, gemendo.

<< Luke >> Ansimai, lui gemette, muovendo le labbra verso il mio collo, iniziando a mordicchiare leggermente la mia pelle. In aggiunta a questo, portò nuovamente la sua mano sulla mia clitoride strofinandola, aggiungendo più piacere.

<< Spero che tu stia arrivando, anche perché non ho intenzione di durare più a lungo >> Ammise, ridacchiando contro la mia pelle.

Gemetti, nascondendo la testa nel suo incavo mentre quella sensazione di calore al basso ventre stava diventando un fuoco.

<< Vieni per me, piccola. - Ansimò contro il mio collo, provocandomi dei brividi lungo la schiena – Lasciati andare, va tutto bene, piccola >>

In pochi secondi, il mio corpo iniziò tremare, chiusi gli occhi buttando la testa all'indietro e socchiudendo leggermente le labbra mentre un unico, forte gemito lasciò la mia bocca, Luke grugnì, iniziando a spingere più velocemente, cercando di arrivare anche lui al piacere. Pochi istanti dopo le sue spinte divennero sciatte per poi spegnersi completamente e lo sentii venire nel suo preservativo mentre disse nel mio orecchio il mio nome soffocato tra i gemiti di piacere. Quando venne Luke esausto crollò su di me, il suo viso era ancora sepolto nell'incavo del mio collo. Potevo sentire il suo respiro caldo sulla pelle, mentre cercava di riprendere fiato. Mi strinse a lui con le sue forti braccia mentre entrambi ansimavamo. Posò poi, la sua testa sul mio petto, mentre il suo respiro pesante colpiva la pelle del mio petto. Portai la mia mano tra i suoi capelli accarezzandoli e lo sentii rilassarsi al mio tocco mentre il suo respiro iniziava a regolarizzarsi. Alzò la testa, appoggiandosi con il mento sul mio petto e mi guardò.

Accennai un lieve sorriso, lui di tutta risposta mi baciò sotto il mento. Poi rotolò fuori da me, alzandosi e togliendosi il preservativo e gettandolo nel bagno per poi ritornare in stanza. Aprì un cassetto, infilandosi un altro paio di boxer puliti. Si piegò, afferrando la sua maglietta e il mio intimo che giacevano sul pavimento, sedendosi nuovamente sul letto e porgendomeli. Gli presi indossandoli.

Luke si avvicinò a me facendo scontrare le nostre labbra.

<< Ti amo >> Mi mormorò, una volta staccatosi. Afferrò la mia vita, spingendomi verso di lui, facendo si che la mia schiena fosse contro il mio petto. Appoggiò la testa nell'incavo del collo e lo sentii sorridere.

<< Luke , io do...>> Lo chiamai in un sussurro.

Luke mi baciò la guancia.

<< Ti prego, resta qui con me e fammi godere ancora queste poche ore che ho con te >> Mi disse triste, mentre il suo sorriso si spense.

Mi voltai verso di lui, allacciando le braccia attorno il suo collo mentre lui strofinò il suo naso sulla mia tempia. Per poi sdraiarsi con me.

Avvolse nuovamente le braccia intorno alla mia vita, tirando il mio corpo vicino al suo, mentre io nascosi il volto nel suo petto. Luke mi lasciò un bacio tra i capelli e poi tirò le coperte per coprirci. In quel momento le parole erano state sostituite dal silenzio. Perchè non c'era bisogno di parole.

Io e Luke ci amavamo ed entrambi ne eravamo consapevoli. Entrambi ci amavamo con tanta passione e cura, che sembrava quasi irreale. Avevo bisogno di Luke nella mia vita, ma da quella notte lo avrei perso per sempre.

I miei occhi iniziarono ad appesantirsi, mentre venivo cullata dal battito cardiaco di Luke mentre le mie labbra erano socchiuse, cominciando ad addormentarmi.

Prima di addormentarmi, sentii la sua voce calma e graffiante.

<< Sei bellissima >>








SPACE AUTHOR 

Hi my beautiful people!!! So we are here again. YAAY
Allora nuovo capitolo, ennesimo colpo al cuore. Cosa ne pensate?
Diciamo che alla prima parte del capitolo e da come avete notato ho inserito  il ritornello e nominato il capitolo 18, perchè secondo me era molto azzeccata con 18 dei One Direction  per le varie situazioni che stanno vivendo i nostri protagonisti. 
Ma tornando a noi e al nostro capitolo. In questi capitolo vediamo in un primo momento la reazione di Luke, che come molti sarebbero aspettati e di rabbia. Ma come non dargli torto d'altronde. E la parte dove Luke le chiede di amarlo solo per questa notte. E secondo voi Addison nel prossimo capitolo potrebbe cambiare idea e rotornare felice e contenta da Luke?
Comunque ringrazio coloro che recensiscono e hanno messo tra i preferiti, seguiti e ricordati la ff.
Grazie, grazie, grazie, grazie.
Vi lascio con il dubbio del prossimo capitolo, questo piccolissimo spoiler:


 

<< Addison >> Mormorò sedendosi dietro di me, cautamente allungò le braccia per avvolgere il mio tremante torso, ponendo delicatamente baci in cima alla mia testa.

<< Piccola, parla con me per favore >> Mi disse tra i capelli, le sue emozioni stavano prendendo possesso di lui ancora una volta dato che anche lui incominciò a tremare.

Singhiozzai, il mio corpo tremava incontrollabilmente e affondai nella abbraccio confortante di Luke, mi tirò ancora più stretta a lui . Tutto quello che avevo fatto in questi cinque anni era stato respingerlo.

<< Ti amo >> Sussurrò in un orecchio, le sue ciglia sfiorarono la mia tempia mentre repirò pesantemente dal naso, quei gesti mi provocarono la pelle.



Ci vediamo al prossimo capitolo, bellezze.
See ya soon,
Baci Lalluby 

 

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Capitolo 16
*** Everything's Gonna Be Ok. You Know That, Right? ***


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Everything’s gonna be ok. You know that, right?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strizzai gli occhi e feci una smorfia, i raggi del sole filtravano attraverso le tende. Mi misi a sedere mentre il ricordo della notte appena passata mi tornò alla mente facendomi rabbrividire. Abbassai il mio sguardo e lo posai sul braccio di Luke che era drappeggiato in tutta la mia gamba.

<< Mmh piccola >> Mormorò Luke contro il cuscino con voce rauca . Si strofinò con una mano il volto per poi aprire gli occhi lentamente. Mi accarezzò la gamba nuda, togliendola poi e fece peso sui suoi avambracci per tirare sul il busto e guardarmi.

I suoi capelli erano un disastro, mentre sul suo volto si potevano vedere ancora i segni del sonno.

Mi alzai da letto, togliendomi la camicia. La sua camicia con ancora impresso il suo profumo e mi piegai raccogliendo i miei indumenti che giacevano sul pavimento freddo.

<< Addison >> Mi richiamò frustato.

Indossai i miei vestiti e poi mi voltai guardandolo.

Luke con gesto maldestro delle gambe scostò le coperte, gattonando sul letto per poi avvolgere le sue braccia sui miei fianchi, attirandomi a se.

<< Luke >> Mi lamentai, appoggiando le mani sul suo petto cercandolo di allontanarlo ma con scarsi risultati.

<< Ti prego resta >> Mormorò strofinando il suo naso contro il mio collo.

<< Non erano questi i patti >> Gli ricordai spingendolo, facendolo allontanare mentre mi guardò con sguardo addolorato

<< Pensavo che avresti cambiato idea >>

Scossi la testa.

<< Luke, se pensavi di aver rimesso insieme i pezzi. Mi dispiace non è così >> Dissi mentre un macigno si posava all'altezza del cuore.

<< Ma era quello che volevamo entrambi! >> Ribatté, mentre la sua mascella si faceva tesa e la rabbia incominciava ad espandersi.

<< Ti prego, facciamo solo finta che questo non sia mai successo >> Mormorai.

L'espressione del volto di Luke cambiò.

<< Luke >> Lo richiamai con un filo di voce, mentre sentivo lo stomaco contorcersi per il dolore.

Allungai la mano per toccarlo, ma lui scansò il mio toccò alzandosi, urtandomi con la sua spalla per poi uscire fuori dalla stanza.

Chiusi gli occhi cercando di trattenere le lacrime che premevano.

<< Luke >> Lo richiamai, raggiungendolo in cucina.

<< Ti fermi per la colazione? - Mi disse freddamente, mentre apriva un anta dell'armadietto della cucina - Ho bisogno di sapere se devo aprire un altro succo >> Finì prendendo una pentola e riponendola sul piano da cucina.

<< Ti prego, Luke – Lo supplicai con la voce incrinata – Puoi parlare con me solo un.. >>

<< Non c'è niente di cui parlare! - Gridò sbattendo un pugno sul piano della cucina – Quello che successo tra me e te ieri sera non era nulla. Solo una semplice scopata. Quindi dimentica tutto, Evans! >>

Sussultai.

In quel momento mi sentivo sconfitta, frustrata, e bruciata; tre parole che mi definivano perfettamente. Volevo mettere tutta me stessa in questa relazione, volevo amare Luke Hemmings come lui amava me, ma le mie esperienze passate avevano messo un freno a tutto ciò. Il mio cuore era stato spezzato troppe volte, il che mi rendeva difficile ritornare con lui. Il passato mi avevo fornito rapporti che non avevano una connessione finale con qualcuno, mi riempivano di paura. E quindi avevo deciso di tenermi lontano abbastanza da Luke per mantenere protetto il mio cuore che in quei cinque anni era diventato di vetro. Volevo credere che non mi avrebbe fatto più male; cercavo di rassicurarmi costantemente, e convincendomi disperatamente di trovare ancora il suo posto nel mio cuore. Un posto che si meritava così giustamente. E così vicino a sbloccare quel continuo proibire i miei sentimenti interiori, la mia repressione di ferro in piedi contro le sue suppliche che tentavano di farmi ritornare da lui. Volevo amarlo; avevo bisogno di amarlo, perché se non lo avrei fatto lo avrei sicuramente perso. Ma era questo il mio problema tenevo la mia guardia per paura che lui mi potesse far soffrire nuovamente come aveva fatto cinque anni fa scappando ogni volta che tentavamo di rimettere insieme i pezzi. E sapevo che Luke Hemmings non era solo 'un altro amore'.

<< Luke... >> Mormorai tirando su con il naso e passandomi la manica della felpa sotto i miei occhi asciugando velocemente quelle lacrime che stavano uscendo.

<< No – Gemette, appoggiandosi con le braccia al piano della cucina, chinando la testa verso il basso – Non puoi chiedermi di dimenticare, non dopo tutto quello che è successo questa notte tra di noi.- Disse tirandosi su e tirando su con il naso – Dimmi che per te era una semplice scopata. E sparirò dalla tua vita e da quella di Nathan >> Mi guardò, mentre i suoi occhi erano diventati lucidi.

<< Non farmi fare questo Luke, mi stai uccidendo >> Dissi con la voce incrinata, mentre i miei occhi lentamente si chiudevano e consentendo lacrime correre liberamente sul mio viso, mentre arretrai indietro appoggiando la schiena contro il muro, per poi strisciare contro di esso, sedendomi sul pavimento freddo e portandomi le ginocchia al petto.

<< TU MI STAI UCCIDENDO DICENDOMI DI FARE FINTA CHE LA NOTTE CHE ABBIAMO PASSATO NON SIA MAI ACCADUTA! >> Gridò.

Le lacrime sul mio viso erano un flusso costante, così come i pensieri di Luke correvano nella mia mente in modo incontrollabile, ricordi felici e la fusione in un unico come quando cercai di trovare una ragione per cui tutto stava diventando così complicato. Ero stata in grado di distruggere tutto nel giro di poche ore, rendendo impotenti i '' ti ami'' sussurrati quella notte, sperando che un giorno fossero stati vissuti. L'unica ragione o soluzione che trovava la mia mente del perchè stavo facendo così, non era più per Nathan questa volta, ma era per me. Lo volevo lasciare perchè avevo paura di amarlo, e non c'era assolutamente alcun modo che avrebbe accettato questa scusa debole. Sapevo per certo che era ridicola, ma una volta che questo pensiero mi tormentava, non avevo più scampo.

Aprii gli occhi, mentre mi fissò impotente, totalmente sconfitto dalla mia presenza. I capelli erano maggiormente arruffati, le sue guance arrossate; i suoi occhi gonfi e le lacrime erano presenti al loro interno minacciando di estendersi se uno di noi avesse detto una parola. Rimase a fissarmi per quello che sembrava un'eternità, entrambi semplicemente ci guardavamo l'un l'altro non muovendo un muscolo. Il contatto visivo prolungato è stato sufficiente per leggere tutto il dolore che ci stava circondando. Il suo sguardo era implorante mentre i miei occhi rimasero pieni di impotenza. Il contatto visivo si ruppe quando guardò il tavolo, dove sopra c'era un mazzo di fiori che aveva raccolta nel prato del suo condominio quella notte, ubriaco, porgendomeli. Non era stati messi poi in una vaso e semplicemente stavano cominciando a morire. Il suo respiro divenne pesante mentre le lacrime solcarono il suo viso, la sua espressione si contorceva di dolore mentre guardava i fiori e li vedeva come una metafora per la fine del nostro rapporto. Luke si appoggiò al piano della cucina, e strisciò anche lui contro sedendosi sul pavimento freddo.

<< Non farmi questo! >> Gridò, con voce esitante mentre lasciava cadere la testa indietro, chiudendo i suoi occhi nella speranza di fermare le lacrime scorrevano lungo il viso

<< Addison abbiamo un figlio. E abbiamo bisogno entrambi l'uno dell'altro >>

<< Non posso Luke, Dio sa che voglio, ma non riesco proprio a – Singhiozzai, scuotendo la testa da parte a parte – Non voglio farmi male ancora >>

Le mie ultime parole innescarono qualcosa in Luke, aprì immediatamente gli occhi e guardandomi.

<< Perché cazzo dovresti farti male? >> Chiese incredulo tirandosi su dal pavimento e lentamente venendo verso di me, i suoi passi cigolavano contro il legno, le dita scompigliavano i suoi capelli.

<< Non c'è bisogno che tu sia così scortese >> Replicai acidamente in grado di perdere tempo e non rispondere alla sua domanda perché in fondo sapevo che Luke non mi avrebbe mai fatto male. Il mio corpo si staccò dal muro, iniziai a giocare con il bracciale che avevo al polso per evitare il contatto visivo con lui, perchè sapevo che mi avrebbe ucciso vedere il dolore nel suo viso e nei suoi occhi.

<< Userò la mia voce e sarò fottutamente maleducato Addison, perché stai girando introno alla domanda >> Mi disse sbalordito, alzando la sua voce composta da frustrazione.

Gemetti girandomi e appoggiando la mia fronte contro il muro appoggiando le mani contro di esso mentre le lacrime aumentavano incominciandomi a pungermi le guance. Sentii Luke espirare rumorosamente mentre continuava ad avvicinarsi a me.

<< Addison >> Mormorò sedendosi dietro di me, cautamente allungò le braccia per avvolgere il mio tremante torso, ponendo delicatamente baci in cima alla mia testa.

<< Piccola, parla con me per favore >> Mi disse tra i capelli, le sue emozioni stavano prendendo possesso di lui ancora una volta dato che anche lui incominciò a tremare.

Singhiozzai, il mio corpo tremava incontrollabilmente e affondai nell'abbraccio confortante di Luke, mi tirò ancora più stretta a lui . Tutto quello che avevo fatto in questi cinque anni era stato respingerlo.

<< Ti amo >> Sussurrò in un orecchio, le sue ciglia sfiorarono la mia tempia mentre respirò pesantemente dal naso, quei gesti mi provocarono la pelle d'oca.

Appoggiai la testa contro la sua palla, prendendo le sue mani che erano avvolte nella mia vita come una fortezza e incominciai a giocarci.

<< Per me non sei mai stata una semplice scopata. Non potrai mai esserlo, perchè ogni cosa che faccio per te e con te è sempre stata scelta con il cuore. E mi distrugge sapere che hai dovuto affrontare tutto da sola in questi cinque anni, ma ti prego dacci una altra possibilità. Fallo almeno per Nathan, per nostro figlio >>

Chiusi gli occhi, mentre l'ennesimo macigno si posava sul mio cuore.

<< Devo andare >> Fu tutto quello che dissi, staccandomi dalla sua presa e alzandomi e uscendo da quell'appartamento che racchiudeva troppo dolore.

Quando mi chiusi la porta del suo appartamento alle spalle le lacrime iniziarono a riprendere percorsi velocemente le scale e mi asciugai con la manica della felpa sotto gli occhi. Ero arrabbiato con me stessa per non avergli detto le cose come stavano. Mi avvicinai al bordo della strada del complesso di palazzine dove abitava Luke tirai fuori il telefono e iniziai digitare quelle cifre che conoscevo fin troppo bene.

<< Sappi che mi hai svegliato dalla mia bellissima dormita >> Ridacchiò la voce dall'altro capo del telefono.

<< Michael mi puoi venire a prendere >> Mormorai, schiarendomi la voce e tirando sul col naso nascondendo il fatto che stavo piangendo.

<< Addison. Tesoro, che cosa c'è che non va? Dove sei? >>

Si sentiva il movimento attraverso il telefono ammesso che stava venendo per me.

<< Sono a casa di Luke. Ti spiegherò quando arriverai qui >> Spiegai velocemente riattaccando il telefono.

Passò qualche minuto quando sentii improvvisamente il rumore dei passi di qualcuno dietro di me.

<< Addison, ritorna dentro almeno per fare colazione e poi ti riporto a casa >> Mormorò Luke.

Mi voltai verso di lui, i suoi occhi erano ancora rossi e il suo respiro era pesante.

<< Michael sta venendo a prendermi >> Ringhia, stringendo il telefono nella mia mano.

<< Davvero?- Chiese stupito – Hai chiamato Michael?! >> Alzò la voce per finire.

Voltai la testa dell'altra parte evitando il suo sguardo e strofinandomi nervosamente una guancia con la mano.

Vidi la macchina di Michael svoltare l'angolo, tirai un sospiro di sollievo, poi la macchina si accostò vicino al marciapiede per poi scendere.

Mi avvicinai alla macchina ma Luke mi fermò prendermi per il polso e mi fece voltare verso di lui.

<< Addison, ti prego, ti prego. Non farlo, non mi lasciare nuovamente così. Ti prego >> Mi supplicò con gli occhi lucidi.

Abbassai lo sguardo.

<< Va tutto bene? >> Chiese Michael, affiancandomi.

<< Va tutto bene. La riporto io a casa dopo >> Disse Luke mentre la sua prese era ancora sul mio polso.

<< No, Luke. Non so' cosa sia successo, ma so' solo che mi ha chiamato piangendo al telefono chiedendomi di riportarla a casa. Tieni le tue cazzo di scuse per quando sarai nuovamente sobrio >>

Luke serrò la mascella, frustato lasciando andare il mio polso.

Michael portò la sua mano dietro la mia schiena strofinandola, come se mi volesse tranquillizzare per poi voltarci ed entrare nella sua macchina.

 

 

 

 






Rilasciai un respiro tremante quando mi gettai sul letto. Durante il tragitto in macchina di ritorno avevo chiamato Louise dicendole che non sarei andata al lavoro oggi, mentendogli con una banalissima scusa dicendogli che mio figlio stava male e aveva bisogno di me. Ma in realtà non volevo metterci proprio piede perchè sapevo che Ashton mi avrebbe rinfacciato tutto, sopratutto la sofferenza e il dolore che stavo provocando al suo migliore amico. Mentre Michael non mi chiese niente di cosa era successo con Luke e del perchè piangessi al telefono, forse perchè non voleva distruggermi più di quanto lo fossi.

I pensieri correvano fluidi nella mia mente, mentre l'ennesimo singhiozzo abbandonava le mie labbra. Strinsi le lenzuola di cotone con le mani frustrata, perché sapevo che questa situazione l'avrei potuta evitare, dandogli l'opportunità che lui mi aveva chiesto fin da quando aveva saputo che ero ritornata. Litigare con Luke, mi riduceva allo stremo, perchè entrambi eravamo appesi ad una corda e bastava muoversi un po' per cadere liberamente.

Ad interrompere i miei pensieri fu Michael che entrò nella stanza, la sua espressione era angosciata e aggrottò le sopracciglia quando mi vide in quello stato.

<< Michael >> Dissi con un fiato di voce, mentre la voce risuonava rotta e dei singhiozzi accompagnavano le mie lacrime silenziose. Michael si sedette sul letto per poi gattonare e sdraiarsi di fianco a me. Mi baciò la fronte freneticamente e avvolse le braccia intorno a me. Le lacrime e i singhiozzi aumentarono in maniera incontrollata quando affondai la mia testa nel suo petto, mentre lui mi strinse a se per dimostrarmi che lui c'era, lui sarebbe stato lì per me.

Mi strofinò la schiena, e quel gesto mi fece tranquillizzare.

<< Hey >> Mormorò tra i miei capelli.

<< Michael >> Dissi più calma di prima.

<< Si? >> Mi rispose baciandomi la fronte.

<< Non lasciarmi >> Supplicai con un filo di voce, alzando lo sguardo e guardandolo.

I suoi occhi diventarono di un verde limpido.

<< Non potrei mai farlo >> Mi disse, guardandomi.

<< Non lasciarmi >> Dichiarai ancora una volta, perchè mi sentivo in colpo nei suoi confronti di quello che avevo fatto ieri sera.

Michael non meritava di essere trattato così, sopratutto per tutto quello che aveva fatto per Nathan in questi cinque anni.

Inclinò leggermente la testa di lato e mi lasciò un dolce bacio sul collo.

<< Non lo farò - Mi disse baciandomi leggermente il collo nuovamente - Non lo farò >> Sussurrò, nascondendo il suo viso nell'incavo del mio collo.

Il suo respiro caldo mi colpiva la pelle, rilassandomi mentre alcune ciocche dei suoi capelli soffici mi solleticavano la guancia.

Rimanemmo in quella posizione per alcuni minuti in completo silenzio. E sperai che quel silenzio avrebbe messo al posto tante cose.

In quel momento avrei desiderato ritornare indietro a quando eravamo degli adolescenti spensierati ma che stavano vivendo un terribile incubo ad occhi aperti, perchè in quel periodo le decisioni da prendere sembravano le più facili, mentre adesso tutto si stava ritorcendo contro. Sopratutto se questo ritorcimento era composto da buona parte degli scheletri del passato, per poi essere affiancato dai ritorni. Tutto faceva male e affrontare tutto insieme faceva ancora più male.

<< Perchè i ritorni sono così complicati? >> Dissi con voce roca, causata dal pianto.

Michael sospirò baciandomi il collo, per poi rialzare la testa dall'incavo del mio collo.

<< Perchè ci sconvolgono, Addison >>

Dopo quella risposta rimasi in silenzio. Forse era così, i ritorni riportavano a galla emozioni forti, sentimenti contrastanti, generavano confusione, rabbia, insicurezza. Eppure non riuscivo a chiudergli la porta in faccia. Non fino a quando mi rendevo conto che rischiavo di rivivere la storia che volevo dimenticare, non fino a quando mi accorgevo che rischiavo di mettere in pericolo una nuova storia, appena iniziata con Michael, e proprio per questo ancora molto fragile. Sapevo che per Luke il mio ritorno era stato difficile da gestire, e gli portava quasi sempre più dolore.

Eppure mi sconvolgevano lo stesso . Perchè tutti i sentimenti che provavo per Luke e che avevo deciso di mettere da parte, adesso erano ritornati tutti. Mi entravano sotto la pelle perché erano vissuti dentro di me per un periodo e non riuscivo più a tenerli alla larga.

<< Andrà tutto bene. Lo sai questo, giusto? >> Mi disse Michael, avvicinando il suo viso al mio.

Annuii e feci scorrere la mia mano sul suo petto per poi appoggiarla e incominciando a disegnare dei cerchi immaginare , lui portò la sua mano sopra la mia fermandomi e stringendola.

<< Ti amo >> Mi disse dolcemente, appoggiando la sua fronte contro la mia e strofinando il suo naso contro il mio.

<< Ti amo anch'io >> Ammisi per la prima volta in un sussurro chiudendo gli occhi. 









SPACE AUTHOR



Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Allora, come state?
Avevo dei dubbi sul postare questo capitolo. Perchè dopo la notizia dei ragazzi e dell'abbandono di Zayn mi sono ritrovata persa. La sua notizia è stata un fulmine a ciel sereno, credo per tutte e non solo per me. Perchè insomma, dopo averli visti crescere in questi, quasi cinque anni, ed essere cresciuta insieme a loro e sapere che uno di loro abbia deciso di prendere un'altra strada, fa male. 
Ma tornando alla storia ho pensato che non avrei potuto lasciarvi in sospeso per un altra settimana solo per questa notizia, anche perchè tutto va avanti alla fine anche se ci vorrà del tempo prima di ''incassare'' questo colpo, ma alla fine ecco il capitolo. E mi scuso in anticipo se non è bello come gli altri e non vi piace. Ma ora come ora sono a pezzi, credo come tutte le altre directioners.
Comunque, cosa ne pensate?
Diciamo che la situazione è precipitata, se pensavate che fosse tornato tutto alla normalità vi sbagliavate. Perchè, insomma, non è la nostra Addison se non fa qualche casino. 
Luke, appare davvero distrutto nell'ultima parte. Mentre Addison cerca di ingnorare il suo dolore.
E dulcis in fondu arriva Michael che consola Addison, ora mi dovete spiegare perchè ce l'avete tanto con lui? HAHAHA
Comunque vi lascio una picolissimo spoiler del prossimo capitolo:



 

<< Non distruggo tutto... >> cominciò , ma io lo interruppi.

<< Ci hai distrutto – Sputai fuori - E non voglio che porti giù con te in questo baratro anche nostro figlio >>

<< Io non ci ho distrutto - Disse finalmente capendo a cosa mi stessi riferendo - Sei ancora qui . Non ci sto distruggendo, piccola . Non voglio più farlo. Andiamo a letto e domani mattina tutto si rimetterà a posto >>

 

Ringrazio coloro che recensiscono e hanno messo tra i preferiti, seguiti e ricordati la storia.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Se ya soon.
Baci Lalluby 

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Capitolo 17
*** 02:21 am ***


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02 : 21 am

 

 

 

 

 

Quando il mio telefono squillò erano le due e ventuno del mattino, conoscevo già il nome che sarebbe apparso sullo schermo quando guardai. Mi stavo per mettere un paio di jeans neri, quando risposi al telefono, premendolo tra il mio orecchio e la spalla così potei vestirmi allo stesso tempo .

<< Piccola, puoi venirmi a prendere? >>

Le sue parole erano orribilmente macchiate e trascinate. Lui singhiozzò e ridacchiò quando finì di parlare . La sua ubriachezza mi era familiare.

<< Dove sei? >> Gli chiesi.

<< Non lo so – Rispose lentamente – Penso nello stesso posto dell'altra volta >>

<< Sarò lì in quindici minuti, non ti muovere >> Dissi chiudendo la chiamata senza attendere una sua risposta.

E a dire il vero non me la sarei nemmeno aspettata e non importava quanto tempo avevo aspettato . Afferrai la prima felpa che trovai mettendomi poi le scarpe. Tirai fuori il mio portafoglio dalla mia borsa con le chiavi . Scrissi una breve nota a Calum in cui dissi semplicemente : Luke mi ha chiamato. Sai cosa devi a dire Michael, mi raccomando con Nate. Ti voglio bene.

Calum sapeva esattamente quello che succedeva e sapeva anche delle mie decisioni che avevo preso con Luke tre giorni fa quando lo avevo riportato a casa.

Mentre guidavo, tutti i ricordi delle notti che avevo passato a prestargli soccorso per le sue sbornie, mi provocarono un dolore all'altezza della bocca dello stomaco . Si comportava così da quando lo avevo lasciato cinque anni fa, e credo che adesso la situazione sia peggiorata. Ma non capivo il perchè si doveva ridurre così per me. Sapevo che senza di me, lui poteva ottenere il meglio, non gli avrei procurato più dolore e invece si stava portando al limite. Parcheggiai la macchina vicino alla casa in cui era la festa .

Entrai in quella casa. Venni investita dal calore di tutti quei corpi che ballavano mentre l'odore di alcool misto ad erba mi fece venire il volta stomaco. Mi feci spazio tra quella folla passando inosservata in mezzo a tutti quei ragazzi ubriachi. Trovare Luke era abbastanza facile dopo tutte le volte che ero andata a prenderlo . Fermai la prima persona chiedendogli dove fosse Luke e mi rispose che era fuori vicino alla piscina. Attraversai quella folla di persone ubriache e uscii fuori dalla casa stringendomi nella felpa quando sentii il freddo notturno investirmi e inizia incamminare per il prato umido dalla brina notturna.

Sentii delle risate ad un tratto e alzai il mio sguardo, il mio cuore perse un colpo mentre il solito dolore al petto iniziò a farsi presente.

Vidi Luke a bordo piscina, aveva una bottiglia di birra in mano ed era circondato da un gruppo di ragazzi con segni di rossetto sul collo, mentre delle ragazze ridacchiavano con loro. Non ero nemmeno più ferita. Perchè essere ferita avrebbe significato che provavo e sentivo ancora qualcosa per lui. Allungai la mano e afferrai il suo braccio, facendogli cadere la bottiglia . E andò in frantumi per terra, come la nostra relazione. Perchè Luke distruggeva tutto quando era ubriaco, incluso anche quel ''noi'' in cui lui credeva ancora.

<< Hey, piccola – Ridacchiò – Che ci fai qui? Sei venuta a divertirti un po'? >>

<< No. Mi hai chiamato per venirti a prendere – Sospirai - Ti riporto a casa >> Finì, iniziandolo a trascinare e portandolo via dai suoi amici e poi condurlo fuori da quella casa, sapendo di avere gli occhi di tutti puntati addosso.

Quando uscimmo lui mise un braccio sulla mia spalla stringendomi, mentre strofinò il suo naso contro la mia tempia.

<< Non sai quanto amo te e Nathan >> Mormorò trascinando le parole e stringendo la presa.

Quando sentii quelle parole, fu come ricevere un pugno in pieno stomaco. Erano passati tre giorni da quando aveva scoperto di Nathan e sentirli dire quelle parole faceva male.

Presi un respiro, chiudendo gli occhi per poi aprirli nuovamente.

<< Andiamo a casa Luke, sei ubriaco >> Dissi raggiungendo la macchina.

Lo feci scivolare sul sedile del passeggero, ed entrai nella macchina. Quando mi sporsi per mettere la cintura lui chinò il suo viso avvicinandolo al mio, ma io lo spinsi via, come d'altronde facevo sempre da quando lo avevo rivisto.

<< Piccola, ho sete? - Piagnucolò – Hai della birra? >>

Gli consegnai la bottiglia d'acqua nel mio porta bicchieri che Nathan oggi aveva dimenticato lì e accesi la macchina. Sapeva che non avevo alcool. Bevve un sorso della bottiglia di acqua , aggrottando la fronte quando capì che non era birra o superalcolici . Si strinse nelle spalle e mise la bottiglia nel porta bicchieri.

<< Mi sei mancata in questi cinque anni – Ammise giocherellando con la cintura di sicurezza – Tu eri l'unica cosa che mi teneva in piedi in mezzo a quella merda. Mi manchi >>

<< Adesso hai l'alcol. Perchè cazzo hai bisogno di me? >> Gli sputai in faccia, mentre tenevo lo sguardo sulla strada.

<< Non posso coccolare l'alcool o farci sesso – Ridacchiò – Sei stupida >>

Il mio cuore si strinse in un morsa, mentre la rabbia invadeva il mio corpo come un vapore caldo.

<< Hai i segni del rossetto di qualche puttana su tutto il collo. Cazzo, Luke! – Gli urlai - Perché hai bisogno di me? Quelle puttane a buon mercato della festa vogliono fare sesso con te o magari non erano troppo ubriache per dartela?! >>

<< Ehi , Sh- era Shelby ? Shelly ? Sheila ? Chiunque fosse, lei non era una puttana a buon mercato! >> Rivendicò.

<< Hai un figlio, porca puttana. Un figlio e invece di pensare a lui ti riduci così e scopi con tutte! - Gridai – Esci dalla mia cazzo di macchina! >>

<< Stiamo accelerando lungo la strada, cazzo! – Notò urlando quando vide la macchina andare più veloce – Mi piacerebbe morire, cazzo! >>

<< Ti uccidi già ogni notte bottiglia dopo bottiglia di quel veleno! Questo è un altro modo! >> Gli urlai voltandomi verso di lui e poi ritornare a guardare la strada.

<< Solo portami a casa – Mormorò, lasciandosi andare nel sedile – Mi perdonerai la mattina. Tu lo fai sempre >>

<< Ho finito, Luke - Dissi , lasciando cadere il volume della mia voce in modo significativo. - Ho finito di prelevarti da qualche festa dove vieni fuori profumato di l'alcool o erba e coperto di rossetto di qualche altra ragazza . Ho finito con tutta la tua merda, Hemmings . Tutti sanno che hai un figlio e ti comporti come se niente fosse, mentre io eccomi qui, come una patetica perdente. Non ho bisogno di te. Io non voglio più te. Me la sono cavata da sola per cinque anni con Nathan e posso fare così per i prossimi venti. Questo è tutto , Luke . Ho finito con te. >>

<< Dovrai cambiare idea domani – Sospirò chiudendo gli occhi – Tu lo fai sempre >>

Le mie mani strinsero il volante saldamente, le nocche mi diventarono bianche . Ero stanca di questa situazione . Ero stanca di vedermelo arrivare ubriaco fradicio. Ed ero stanca di vederlo andare con altre donne, quando poi veniva da me piangendo e chiedendomi di ritornare da lui. Lo guardai con pietà perché tutto questo pasticcio era collegato al pasticcio che dormiva sul sedile del passeggero. Eppure, lo amavo . Nonostante il bere , nonostante le altre ragazze, nonostante la merda che mi urlava contro quando era ubriaco , io lo amavo . Perchè lui aveva preso ogni fibra del mio essere. Aveva ragione. Non potevo lasciarlo , ma avevo bisogno di andare via. Ma ogni volta che lo vedevo arrivare da me distrutto per via di tutto quel bere, incominciavo a ragionare con il cuore concedendogli delle possibilità.

Parcheggiai la macchina davanti il portone del suo palazzo, uscendo e sbattendo la porta dietro di me. Lo trascinai fino alla porta del suo appartamento per poi infilare una mano nelle sue tasche e tirare fuori le chiavi di casa sua . Lui ridacchiò facendo qualche battuta volgare, ma lo ignorai aprendo la porta. Entrò e iniziò a percorrere il corridoio. Chiusi la porta dietro di me prima di seguirlo fino alla sua stanza. Stava già cominciando a spogliarsi quando arrivai dentro.

<< Hey, piccola >> Ridacchiò.

Luke aveva già dimenticato la nostra litigata in macchina. Le lacrime cominciarono a offuscare la mia visione. Flettei le dita facendole diventare un pugno lungo i miei fianchi. Ero determinata a non piangere su questo ragazzo di nuovo. Lui aggrottò la fronte davanti a me prima di alzarsi maldestramente. Quando si mise in piedi barcollò per poi avvicinarsi a me inciampando sui suoi stessi passi. Lo guardai bene, era solo in jeans senza la maglia che giaceva nel pavimento insieme ad altre magliette . Allungò la mano e mi tirò al petto piuttosto grossolanamente.

<< Non piangere, piccola . Non mi piace quando sei triste >> Mi disse.

Misi due mani sul petto e lo spinsi via, facendolo inciampare indietro e atterrare sul materasso. Lui mi guardò con occhi confusi .

<< Perché mi hai respinto? La mia ragazza non mi dovrebbe respingere >> Disse con voce impastata e guardandomi con le sopracciglia aggrottate.

<< Perché distruggi tutto quello che tocchi quando sei ubriaco – Spiegai - Io non voglio che tu distrugga anche Nathan o me. >>

<< Non distruggo tutto... >> cominciò , ma io lo interruppi.

<< Ci hai distrutto – Sputai fuori - E non voglio che porti giù con te in questo baratro anche nostro figlio >>

<< Io non ci ho distrutto - Disse finalmente capendo a cosa mi stessi riferendo - Sei ancora qui . Non ci sto distruggendo, piccola . Non voglio più farlo. Andiamo a letto e domani mattina tutto si rimetterà a posto >>

<< No , non lo farò!- Urlai contro di lui, senza preoccuparmi se avessi svegliato Ashton con le nostre urla - Luke, io non posso più farlo! Sei troppo occupato tentare di sostituire tutta l'acqua nel tuo corpo con alcol credendo che questo potesse rimettere tutto a posto! Mi fai venirti a prenderti quando sei ubriaco ed è l'unica volta che praticamente ti vedo! Inoltre, quando prendo la tua mano, sei sempre coperto di rossetto di qualche altra ragazza, quindi non mi interessa più niente di te. Voglio il Luke di cinque anni fa', il mio Luke, che avrebbe spostato il mondo per me se gli fosse stato necessario. Non lo so perchè sono ancora qui quando potrei essere tra le braccia di Michael e prendermi cura di nostro figlio, dato che a te non te ne importa nulla dato che non sei nemmeno venuto a vederlo e a dirgli che sei suo padre! >>

<< Tu non sai un cazzo di cosa provo nei confronti di nostro figlio. Quindi stai zitta! >> Mi urlò mentre i suoi occhi divennero scuri.

Scossi la testa.

<< Un padre non si comporta così, Luke >> Dissi acidamente.

Luke serrò la mascella stringendo i pugni,

<< Perchè tu lo sai Addison, eh?! Perchè tu sai come si comporta una madre o un padre? Tu sai sempre tutto, non è vero?!- Mi urlò – Tu sei stata la prima a tagliarmi fuori dalla vita di nostro figlio! >>

Non risposi, perchè quelle parole mi colpirono facendomi male.

<< Vedi?- Mi derise quando non sentì alcuna mia risposta – Preferisco andare a letto con altre ragazze almeno in quei momenti mi dimentico di te e di tutto l'amore che provo. >> Mi disse velenosamente.

Sentirgli dire quelle cose, il mio cuore si ruppe in pezzi mentre sentivo la nausea.

<< Ti avevo detto che sarei riuscito a mettere a posto la nostra relazione se tu fossi stata con me così io potevo capire cosa fosse che rendeva tutta la nostra relazione così disastrosa. Ti avevo chiesto di aspettare solo la fine dell'anno, ti avevo chiesto una fottuta cosa perchè ti amo Addison, ti amo più della mia stessa vita. >> Mi rinfacciò.

<< Smettila di dirmi cazzate!- Gridai – Non potrai mai sistemare qualcosa che è andato in frantumi non puoi anche se tu ci riprovassi non ci riusciresti, perchè sei capace solo di distruggere tutto quello che tocchi! Non posso amare qualcosa che non esiste! >> Gridai mentre le lacrime iniziarono a scendere.

Queste parole piene di dolore sembrarono colpire Luke, perchè erano parole gridate dal dolore e diverse dalle solite chi ci eravamo detti quando discutevamo . Attraverso l' ubriachezza, alzò lo sguardo verso di me, aveva gli occhi arrossati mentre le lacrime cominciarono a formarsi. Scosse la testa mentre allungò la mano verso la mia testa. Mi ritrassi dal suo tocco.

<< Ti prego, piccola. Dammi ancora una notte. Ti prego stai qui con me . Parleremo di mattina. Prometto che parleremo di tutta questa situazione domani mattina >> Mi disse.

Questa fu la cosa più coerente, che mi disse in questi mesi. Per qualche ragione, pensai che forse poteva significare qualcosa, così annuii. Mi strinsi nelle spalle, afferrando una sua t-shirt sulla sedia e cambiandomi. Era già addormentato nel momento in cui mi sdraiai al suo fianco.

Non sono sicura come mi addormentai, ma mi svegliai con la luce del sole sulla faccia e dove c'era la notte prima Luke era vuoto. Col un gesto maldestro della gambe scostai le coperte, mi misi i miei vestiti di ieri sera e mi ritrovai un messaggio di Calum e uno di Michael, prima di dirigermi verso la cucina . Luke era già lì, con due ciotole di cereali in mano.

<< Stavo per portare la colazione a letto >> Mi disse quando mi vide.

<< Non mi fermo, devo tornare a casa da Nathan >> Gli dissi passandomi le dita fra i miei capelli biondi.

Mise le due ciotole sul banco sbattendole, facendo una smorfia al rumore che aveva appena provocato che aggravava il suo mal di testa lancinante. Strinse la mascella prima di guardare direttamente verso di me, i suoi occhi azzurri erano una miscela di emozioni che non riconobbi.

<< Dovremmo parlare >> Mi ricordò.

<< Non c'è nulla di cui parlare. Tutto quello che avevo da dirti te l'ho detto già ieri sera. E sono stanca di trascinarti a casa ubriaco >> Sbottai.

<< Hai finito con me. Ho capito - Sospirò Luke . Si passò una mano sul viso e tra i capelli prima di continuare – Ho finito con questa merda. Va bene? >>

<< Smettila di dirmi cazzate >> Lo derisi, scuotendo la testa mentre un sorriso amaro dipingeva le mie labbra.

<< Sono serio -Mi disse, mentre il mio sorriso svanì - Ho chiuso con le feste. Ho chiuso con il bere, la droga. Ho finito con tutto questo >>

<< Hai finito di metterti in contatto con altre ragazze ogni altra notte? Non sono io che dopo aver bevuto vado ogni notte con una prostituta diversa per farmi succhiare il .. >>

<< Ho finito – Sbottò, facendomi fermare - Per favore non ripeterlo >>

<< Perché no? Lo hai fatto – Ribattei - Hai un figlio, te ne stai fregando altamente e poi ti permetti di venire a casa mia chiedendomi un altra opportunità. No, Luke. Sono stanca di subirmi tutta la tua merda. Perchè tu non puoi capire l'inferno che ho passato in questi cinque anni >>

<< Non posso farlo più – Mi disse – Non posso più vivere così >>

Mentre parlava , le lacrime cominciarono a cadere dai suoi occhi e le sue larghe spalle cominciarono a tremare per via dei singhiozzi.

<< Ma non riesco a smettere – Ammise con voce debole e fragile – Ho bisogno che tu mi aiuti >>

<< Non mi stai trascinando giù con te, Luke >> Sospirai, mordendomi il labbro inferiore.

Mi ero sempre rifiutata di vederlo distruggersi più di quanto già lo fosse. Avevo sentito il suo discorso prima, un paio di volte quando lo venivo a prelevare da qualche festa . Era solo ubriaco allora. Invece, adesso sembrava voler veramente ricominciare una nuova vita lontano da quel veleno ma riuscivo a malapena a vedere la differenza tra il Luke sobrio o ubriaco.

<< No , per favore- Mi pregò - Ho bisogno di te . Io non posso farlo senza di te, piccola. Voglio essere un buon padre per nostro figlio. Voglio essere di nuovo il tuo Luke . Ti prego, aiutami a tornare a quello. Per favore >>

<< Non posso , Luke - Dissi - Mi fa male guardarti ora. Lo sai? E il pensiero che tu in questi cinque anni sia stato con un sacco di ragazze e ci sia andato a letto, mi distrugge ancora di più >>

Luke fece una smorfia quando sentii queste parole, perchè sapeva che era la realtà.

<< Aiutami a smettere di bere. Per favore. Non riesco a smettere senza di te . Sei il mio tutto. Per favore, non mi lasciare >> Gracchiò fuori.

Mi morsi il labbro, quando lo vidi cadere a pezzi davanti a me. Si lasciò cadere a terra , la schiena contro l'armadio, mentre un urlo disperato lasciava le sue labbra. Vederlo piangere mi faceva piangere. Non potevo cadere in questo tunnel senza fine. Non riusciva a rimanere sobrio. Aveva promesso tante volte ai suoi amici che lo avrebbe fatto o almeno ci avrebbe provato, ma la settimana dopo cadeva nello stesso baratro.

<< Non ti ho mai chiesto di aiutarmi prima – Mi disse Luke, come se sapesse cosa stavo pensando- Ho capito, ho bisogno di correggere tutti questi disastri che ho fatto in cinque anni. Ti prego, aiutami >>

Mi sono inginocchiata per terra accanto a lui. Esitante, mi allungò la mano e strinsi le braccia intorno al suo collo, appoggiò la sua testa sulla mia spalla. Avvolse le braccia intorno a me mentre le sue lacrime bagnavano la mia felpa.

<< Luke, devo fare la cosa che sento giusta in questo momento per me >> Gli dissi , con il respiro tremante per il pianto.

Alzò la testa dalla mia spalla e mi guardò, aspettando che iniziassi a parlare.

<< Non siamo più niente - dissi lentamente, mentre il mio cuore esplodeva per il dolore - Ho finito di essere la tua ragazza, Luke . Non riesco proprio a farlo più emotivamente >>

Lo mandai in frantumi con le mie parole. Afferrò la mia vita e mi tirò facendomi sedere a cavalcioni su di lui, premendo il suo petto nudo contro il tessuto della mia felpa, mentre la sua testa era affondata nell'incavo del mio collo. Ed iniziò a supplicarmi.

<< Per favore non mi lasciare . So di essere patetico, ubriacone e perdente, ma per favore non mi lasciare- Dichiarò – Ho bisogno di te e di Nathan, per favore >>

<< Luke, io resto >> Gli dissi, prendendo le sue mani e stringendole dolcemente.

Alzò la testa dalla mia spalla, si asciugò gli occhi con una mano mentre aspettassi che continuassi a parlare.

<< Io resto come tua amica – Dissi - Sarò sempre tua amica, Luke. Sempre. E per quanto riguarda nostro figlio potrai vederlo tutte le volte che vorrai se è questo che ti permetterà di farti stare bene e di farti cucire tutte quelle ferite di questi cinque lunghi anni di assenza >>

<< Ma, questo è patetico lo sai benissimo che non potremmo mai essere amici dato che c'è qualcosa di talmente forte che anche con il tempo ci terrà legati. Venderei la mia anima al diavolo per riaverti indietro Addison, ti prego ho solo bisogno che tu ritorni da me >> Ammise.

<< Luke, ti prego >> Sussurrai accarezzandogli la guancia dolcemente.

Luke sospirò arrendendosi, lasciandomi poi un bacio sulla fronte.

<< Parlami di Nathan – Mi disse baciandomi la guancia – Insomma, sono suo padre e l'ho visto quelle poche volte che era con te e con Calum >>

Sorrisi, per la prima volta io e Luke eravamo sereni, non più attaccati dai nostri scheletri dal passato e dal nostro dolore, sembrava che tutto piano, piano si stesse rimettendo al posto.










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Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
So di avervi fatto prendere un heart attack per aver postato il capitolo in anticipo, ma dato che sono iniziate le vacanze di Pasqua e avrò pochissimo tempo in questo periodo di fare sempre le mie 123456miliardi di cose che faccio. Ho deciso di postare il capitolo oggi, solo perchè vi voglio bene. 
Lo so, merito un applauso. HAHAHAHA
Comunque tornando a noi e a quei due poveri disgraziati di Luke e Addison; che ne pensate del capitolo?
Come avete letto è un capitolo particolare.
Luke è nuovamente ubriaco e chiede nuovamente aiuto alla nostra Addison, e lei come sempre corre in suo soccorso.  
Successivamente avviene la litigate tra i due, dove si scambiano parole davvero forti e Addison gli rivela di essere stanca di lui e delle sue serata devastanti.
Ma credo che la parte più importante arrivi alla fine dove, finalmente Addison dichiara la fine con la relazione con Mr. Hemmings. Voi cosa ne pensate di questa rottura?
Ah, ultimissima cosa e poi vi lascio come sempre il piccolissimo spolier, dalle recensioni ho notato che ho i lettori '' spaccati'' in due. Ovvero, chi vuole Michael con Addison e chi dice che deve sparire. 
Vi anticipo solo che il prossimo capitolo sarà un po' forte dal punto di vista emotivo per Addison, poi capirete perchè.
Comunque vi lascio un piccolissimo spoiler del prossimo capitolo:


 

<< La voglio fuori da casa mia >> Disse serio Ashton guardandomi.

Alzai gli occhi, infastidita.

<< Smettila, Irwin. Non incominciare, non davanti a mio figlio >> Dissi duramente, mentre stringevo tra le braccia Nathan.

Ashton sorrise amaramente.

<< Mi sembra ovvio >> Disse sarcasticamente, alzando gli occhi al cielo e appoggiandosi al banco della cucina e portandosi le braccia al petto.
 



Ringrazio come sempre coloro che recensiscono e hanno messo la fanfict. tra: preferiti, seguiti e ricordati.
Davvero, grazie, grazie, grazie.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Grazie ancora.
Baci Lalluby 

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Capitolo 18
*** Where Have You Been? ***


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Where have you been?

 

 

 

 

 

 

 

Erano passate almeno due ore, da quando Luke mi aveva detto che sarebbe cambiato e che avrebbe voluto sapere di più su suo figlio, Nathan.

In quel momento sembrava che ogni tassello di quel puzzle stato abbandonato cinque anni fa, e che faceva troppo male per poterlo completare, adesso tutto stava si stava assemblando.

E credo che il tassello più fondamentale che Luke cercava in tutta questa situazione era proprio Nathan.

Da quando avevo incominciato a parlare di nostro figlio, Luke mi aveva ascoltato, ridendo con me per gli anedotti che Nathan combinava insieme ai suoi zii e mi aveva consolato quando gli ero scoppiata a piangere davanti dicendogli che ad un certo punto avevo pensato anche di non potercela fare con nostro figlio.

Ed era in momenti come questi che mi ricordavo perchè amavo ancora Luke. Lui avrebbe spostato e attraversato mari e monti solo per vedermi felice. Ma la cosa che in questo momento mi riempiva il cuore era sapere che Luke aveva deciso di prendersi le sue responsabilità e di mettere, come aveva fatto io, al primo posto nostro figlio.

<< … Devi vedere la faccia di Michael quando Nate lo batte. E si arrabbia e se la prende anche dicendo che Nate bari >> Finì di raccontare, sorridendo.

Luke scosse la testa ridendo, mentre si portava alle labbra il bicchiere di succo.

Fissai poi, la sua espressione che adesso si era fatta seria.

<< Addison adesso capisco perchè hai voluto evitarmi in questi cinque anni e anche quando sei ritornata. Avrei potuto darti di più cinque anni fa ma non ne sono stato capace, anche dopo che te ne sei andata, ma questo non significa che non ci provi, anzi, provo a fare di più per averti nella mia vita. Ma sapere che adesso sarò solo nella vita di Nathan, mi fa male. Perchè io voglio essere nella tua vita >>

<< Luke, non è facile come sembra – Ammisi, mordendomi il labbro per quello che stavo per dirgli – Mi è già stato difficile vederti rientrare nella mia vita prepotentemente da quando sono ritornata. E adesso, non voglio >>

<< Avrei voluto fermarti cinque anni fa e non averti mai lasciata andare >> Mormorò, chinando la testa e iniziando a giocherellare con il bicchiere ormai vuoto.

<< Luke, ti prego non iniziare >> sospirai, alzando gli occhi al cielo.

Luke si sporse maggiormente a me, facendo leva con i suoi gomiti. Fui presa alla sprovvista dalla vicinanza improvvisa, ma mi sentii subito a mio agio. Non potevo negare che mi mancava perdermi nei suoi occhi così intensi. C'era una familiarità e calma che non avevo sentito in un tempo così lungo e anche se una parte di me voleva spingerlo via mentre l'altra voleva che lui si avvicinasse di più a me.

Luke avvicinò la testa facendo si che che fossimo distanti una spanna l'un col l'altro.

<< Perchè non vuoi riprovarci? >> Sussurrò con voce roca, cercando di controllare il respiro.

Passò dolcemente i suoi polpastrelli sulle mie labbra sfiorandole. Sentivo il suo respiro caldo sulla pelle e il suo sguardo sulle mie labbra. Prima che potessi fare un altro passo sbagliato, sospirai allontanandolo.

<< Mi dispiace. Mi dispiace Luke ma non posso >> Mormorai portandomi le braccia al petto e stringendomi nelle spalle.

<< Perchè no? >> Mi chiese mentre era ancora nella posizione di prima.

<< Perché non posso. Ho promessa a me stessa che adesso la mia felictà sarebbe stata, Michael. Ed è quello che voglio >>

Luke sbuffò.

<< Lo sai anche tu che non è Michael quello che vuoi >>

<< Luke, non ti ho visto in questi ultimi cinque anni e adesso ti vedrò a malapena per Nathan. Sono stufa di dover far finta come se fossi a posto ogni volta che ti vedo, quando ci rivedremo per Nathan. Perchè proverò sempre qualcosa per te! >> Il tono della mia voce era aumentato.

<< Ma sei stata tu ad andartene, Addison! >> Il volume di Luke salì.

Scossi la testa.

<< E 'stata dura stare lontano da te in questi cinque anni. Ma mi ero promessa che Nathan forse mi avrebbe fatto dimenticare di te dato che era impegnata tutto il giorno con lui. Ma non è andata così, Luke. Poi sono ritornata e tu sei venuto da me e ogni volta che ci vedevamo litigavamo! >>

<< Io non ho mai voluto lasciarti andare >> Mi ricordò.

Alzai gli occhi, maliziosamente.

<< Tu pensi che davvero io mi sia divertita lasciarti così cinque anni fa?! Pensi che mi sia divertita a prendermi cura da sola di nostro figlio?! Pensi che sia stato un divertimento vedermi voltare le spalle da tutto quando hanno saputo che ero incinta di tuo figlio?! >>

<< Tu mi ami ancora? >> Mi chiese, alzando un sopracciglio e guardandomi.

<< Luke... >>

<< Giusto? >> Mi chiese nuovamente, non facendomi finire la frase.

Rimasi in silenzio per un breve momento.

<< Certo che ti amo ancora! >> Ammisi infine ad alta voce, sembrando che fossi nuovamente arrabbiata con lui.

<< Ma come puoi stare di fronte a me in questo momento e dirmi che mi ami, ma non vuoi stare con me in questo momento? >> Lo sguardo di Luke era serio mentre i suoi muscoli erano tesi.

Ridacchiai istericamente per la sua domanda.

<< Sai quante volte avrei voluto essere al tuo fianco, quando sono ritornata qui. Non puoi nemmeno capire quanto ho desiderato solo il tuo tocco e i tuoi baci negli ultimi cinque anni. E non sai quanto vorrei poter tornare indietro e rivivere tutti i ricordi di noi, ma non posso farlo, perché sarebbe solo troppo difficile. Non riesco a stare con te e poi dover lasciarti andare di nuovo e non so perché tu vuoi provarci nuovamente, perché io sono abbastanza sicura che sarebbe una sensazione davvero orribile >>

Lo guardai, mentre il suo sguardo era distrutto.

Sospirai tentando di mantenere la calma

<< Senti Luke, ti amo. Ti amo così tanto e ti amerò sempre. Ma solo perché ci amiamo non significa che non abbiamo lavorato su quel noi. Ci abbiamo provato. Eravamo felici. Abbiamo portato quel piccolo angelo in questo mondo. Ma ho deciso di allontanarmi da te perchè sapevo che prima o poi quando la situazione sarebbe stata più difficile tu avresti mollato. Non era un rapporto sano o un ambiente sano per Nathan. Mi dispiace che tu ti rifiuti di vedere le cose come realmente sono, ma non posso farlo. Non posso farlo. Ti amo troppo >>

Sentii gli occhi farsi umidi e potevo dire la stessa cosa di Luke dato che si mordeva il labbro inferiore.

<< Quindi è così che doveva andare tra di noi? Questa è davvero la fine? >>

Mi strinsi nelle spalle, iniziando a giocare con la manica.

<< Voglio dire che abbiamo dichiarato la fine, stamattina, ma se è quello che hai bisogno di sentire, questa è davvero la fine >> Affermai con sicurezza dopo una piccola esitazione. Luke aveva bisogno di sentirmelo dire, e adesso lo sapeva ne era sicuro.

Ad un tratto lo scattare della serratura di casa sua mi fece sussultare, dato che mi colse alla sprovvista.

<< Luke, siamo io e Cal >> Disse una voce.

Sentendo quella voce, gelai.

La situazione passava di male in peggio.

Ashton oltrepassò la porta della cucina e quando notò la presenza di una altra persona oltre a Luke, si voltò verso di me facendo scontrare i nostri sguardi e il sorriso che aveva prima che era accentuato dalle sue fossette, si era trasformato in una espressione seria.

Distolsi il mio sguardo dal suo e vidi Calum con in braccio mio figlio. Appena il moro mi vide mi sorrise, richiamò l'attenzione di mio figlio indicandoli con un dito di guardare dove lui stava puntando.

Quando Nathan mi vide, suol suo viso si dipinse quel sorriso identico a Luke.

<< Mamma >> Urlò felice Nathan, muovendosi tra le braccia di Calum e facendogli segno di voler scendere. Si fece spazio tra i due ragazzi e venne verso di me.

Sorrisi dolcemente, per poi prenderlo e posarlo sulle mie gambe, lasciandogli un bacio tra i capelli

<< Tu non dovevi essere a scuola? >> Gli chiesi, guardando prima Luke che mi sorrise e poi tornando a guardare Nathan.

Nathan prese le mie mani che era avvolte attorno alla sua vita e iniziò a giocarci.

<< Mi diverto di più insieme a zio Cal >> Mormorò.

Ridacchiai, baciandoli poi la fronte.

Nathan fece per aprire nuovamente la bocca, quando venne bloccato dalla voce di Ashton.

<< La voglio fuori da casa mia >> Disse serio Ashton guardandomi.

Alzai gli occhi, infastidita.

<< Smettila, Irwin. Non incominciare, non davanti a mio figlio >> Dissi duramente, mentre stringevo tra le braccia Nathan.

Ashton sorrise amaramente.

<< Mi sembra ovvio >> Disse sarcasticamente, alzando gli occhi al cielo e appoggiandosi al banco della cucina e portandosi le braccia al petto.

Nella cucina calò il silenzio, Calum che era ancora davanti alla porta si avvicinò scostando la sedia che era vicino a me e sedendosi al mio fianco. Come se fosse pronto a prendere le mie difese.

<< Sei patetica, Addison – Sbottò Ashton quando si appoggiò al bancone – Non fai altro che rovinare i rapporti con le persone>>

Le parole di Ashton erano piene di veleno e cattiveria. La rabbia incominciava a ribollirmi nelle vene, ma doveva trattenermi davanti a Nathan. Non volevo che vedesse quella parte di me.

<< Avanti, Ash >> Sbottò Calum.

Ashton scosse la testa.

<< Per favore, Ash. Ho mal di testa, non iniziare >> Disse Luke, passandosi le dita fra i capelli.

<< Non ci posso credere, state prendendo tutti le sue difese!- Urlò stupito Ashton – Dopo tutto quello che ti ha fatto Luke e ci ha fatto. Hai il coraggio di difenderla?! >> Urlò, arrabbiandosi.

<< Saranno cazzi miei. Ok? >> Domandò Luke duro.

<< No, Luke sono anche cazzi miei da quando hai deciso di buttare via la tua vita per lei. Di cui non gli è mai interessato nulla di te! >> Ringhiò.

Gli occhi iniziarono a bruciarmi, se Ashton voleva farmi crollare adesso, ci stava riuscendo. Abbassai lo sguardo cercando di nasconderlo da Luke o da Ashton, perchè sapevo che lui stava puntando a buttarmi nel baratro. Mi concentrai su Nathan, che guardava tutti spaesato non capendo.

Lo strinsi a me, baciandoli una guancia come per cercare di prendere forza. Calum posò una mano dietro la mia schiena, incominciandola ad accarezzarla, cercando di rassicurami.

<< Ashton... >> Iniziò serio Calum, quando venne fermato nuovamente dal biondo.

<< No, Calum. Non adesso!- Gridò, arrabbiato – Deve sparire dalla mia vita è stata sua la colpa se Michael adesso non ci considera più! >>

Le lacrime iniziarono a scendere, Nathan si strinse a me, forse perchè si stava iniziando a spaventare.

<< Lo sai bene, anche tu che lui ha chiuso con noi non per lei ma per ben altro >> Disse serio Calum, distogliendo la mano dalla schiena e posandola sul tavolo flettendo le dita.

Alzai un momento lo sguardo e incontrai gli occhi di Luke che mi guardavano preoccupato, per poi distogliere lo sguardo da me e puntarlo su Ashton.

<< Ah, si? Per cosa? Per stare vicino ad Addison e farci un figlio?! - Gridò Ashton – Io non capisco, Luke. Come puoi amare ancora una persona che in questi cinque anni se ne sia altamente fregata di te facendo un figlio con il tuo migliore amico... >>

<< Mamma >> Sussurrò Nathan attirando la mia attenzione, mentre Ashton continuava a prendersela con il mondo intero alzando sempre di più la sua voce.

<< Per favore, andiamo via. Ho paura >> Disse flebilmente mio figlio, affondando il viso nell'incavo del mio collo e iniziando a tremare, mentre alcune sue lacrime mi bagnavano il collo.

Lo strinsi a me, accarezzandoli la schiena e poi guardando Luke che aveva l'attenzione su di me, per poi distoglierla.

<< Adesso, basta! >> Tuonò Luke, sbattendo un pugno sul tavolo e facendo sussultare tutti,

Portai la mia attenzione nuovamente su Nathan.

<< Mamma, ti prego – Singhiozzò stringendosi ancora me – Voglio tornare a casa >> Sussurrò, piangendo.

Guardai nuovamente Luke, che questa volta si era alzato e dirigendosi verso Ashton. Il fiato mi mancò. La sua macella era tesa, flettè le dita facendole diventare a pugno, mentre le nocche erano diventate bianche per la forza che stava usando.

Sapevo benissimo che se Ashton avesse detto qualcos'altro Luke non ci avrebbe pensato due volte a colpirlo, a distanza di cinque anni era rimasto il ragazzino che agiva senza pensare alle conseguenze.

<< Luke, preferisco vederti andare a letto con quelle che ti porti qui ogni sera, che con lei. - Mentre lo disse, guardò me facendo apparire un sorriso soddisfatto – Avanti, alla prima occasione che ha avuto quella puttana ti ha lasciato ed ha avuto quella cosa con Michael! >> Gridò.

Le parole di Ashton furono taglienti. E successe tutto così in fretta quando mi ritrovai tra le braccia di Calum con ancora mio figlio tremante stretto a me, sentendo i suoni inconfondibili della pelle che colpiva altra pelle. Calum mi teneva ancora nelle sue braccia, quando mi voltai per vedere Luke che sbatteva al muro Ashton. Lo teneva per il colletto della camicia, alzandolo pochi centimetri da terra.

<< Non ti permettere mai più di dire quelle cazzo di cose - Ringhiò Luke contro Ashton, mentre i suoi occhi azzurri lampeggiavano di violenza – E non permetterti più di chiamare mio figlio, cosa. >>

<< Sarà un altra delle sue cazzate >> Ringhiò Ashton, Luke portò la mano sulla trachea di Ashton, premendola. Il nervoso prese possesso di me, sapevo che Luke se non avesse controllato la sua rabbia per Ashton sarebbe andata a finire male.

<< No, non è una delle sue cazzate – Gli ringhiò contro sottolineando le parole, scuotendolo violentemente e avvicinandolo a se – E non provare a chiamare ancora puttana la madre di mio figlio. Intesi? >> Lo minacciò

Luke lo liberò dalla sua presa, allontanandosi per calmarsi mentre Ashton cercava di riprendere fiato.

<< E ringraziai a dio che mi sono trattenuto solo perchè c'è mio figlio qui >> Ringhiò Luke. Cercai di liberarmi dalla presa di Calum, ma la strinse sottilmente avvertendomi che probabilmente non dovrei ancora muovermi.

Poi mi ricordai di Nathan che era ancora stretto a me e tremava.

<< Hey – Sussurrai all'orecchio di mio figlio- Amore, sono qui. Sono qui con te >>

Lo strinsi a me, mentre sentivo la presa di Calum lasciarmi. Luke si avvicinò a me, guardandomi preoccupato.

Posò una mano sulla mia schiena, mentre si avvicinò a me per posare l'altra mano sulla guancia di Nathan.

<< Hey >> Sussurrò Luke, dolcemente verso nostro figlio.

Nathan si strinse a me, Luke mi guardò con gli occhi pieni di dolore.

<< Tesoro >> Provai a richiamarlo.

<< Sono un fallito >> Mormorò Luke.

Vedere Luke in quello stato mi stava facendo male.

<< Ha paura di me, Addison >> Sussurrò distrutto, mentre i suoi occhi divennero lucidi.

Scossi la testa.

<< Papà >> Mormorò Nathan contro il mio collo.

Luke mi guardò e gli sorrisi.

Sentire dire mio figlio quella parola, mi stava facendo scoppiare il cuore.

<< Lui, lui è il mio papà? >> Mi chiese Nathan timoroso tirando su la testa. I suoi occhi erano rossi per il pianto e le sue guance arrossate.

Guardai Luke per un momento e poi guardai mio figlio sorridendogli.

<< Perchè non le lo chiedi tu? >> Gli dissi dolcemente sfiorando le labbra con la sua fronte.

Annuì

Luke guardò dolcemente Nathan. Questo diede un ultima occhiata a me e gli sorrisi e poi guardò Luke.

<< Luke, tu sei il mio papà? >>

Sapevo che Nathan aspettava una risposta positiva, ma non volevo che lui si attaccasse tanto a suo padre come avevo fatto io poi ottenere un cuore spezzato. Perchè era questione di tempo quando la situazione si sarebbe fatta più complicata non volevo che Nathan ci stesse male per via di un allontanamento di suo padre. Ma ero sicura di una cosa: se Nathan fosse stato felice di avere nuovamente suo padre al suo fianco, avrei accettato la sua decisione. E non potevo negare, che fino adesso eravamo stati bene senza di lui, allora perché ero così preoccupata del rigetto che potesse avere Luke?

Luke mi guardò, e poi guardò Nathan sorridendogli.

<< Si >> Ammise.

<< Lo sapevo >> Strillò felice, allungando le braccia verso Luke e facendogli segno di voler essere preso da suo padre.

Luke lo prese in braccio, chiudendo gli occhi godendosi quell'abbraccio e stringendo a se per la prima volta suo figlio.

<< Ho detto ai miei amici che ho anch'io un papà! Non mi hanno creduto, ma io lo sapevo e tu sei qui! >> La sua voce era così alta, che ebbi paura che avrebbe potuto rompere un vetro. Potevo quasi sentire il crepacuore di Luke, e conoscendo Calum sapevo che gli aveva detto che Nathan non aveva un padre.

Innocentemente, Nathan chiese.

<< Dove sei stato? >>

I miei occhi diventarono lucidi, perchè la colpa era mia se Luke non poteva aver conosciuto e visto fin da subito suo figlio

Luke mi guardò e mi sorrise.

<< Ero via, ma sono qui ora. Lo so che non posso pienamente recuperare il tempo che ho perso, ma ho intenzione di provarci, va bene? >> Gli disse, sorridendo anche se le lacrime erano sul suo viso .
 





SPACE  AUTHOR 

Hi my beautiful people!!! Im here again. YAAY
Allora da come vi aveco accennato nello scorso spazio autrice, questo sarebbe stato una dei capitolo di maggiore impatto per Addison.
Non sono perchè ''ufficializza'' la sua chiusura con Luke, ma anche perchè AshtonmifaccioodiaredatuttiIrwin dice davvero delle cose forte nei suoi confronti.
Tanto che lo porta ad uno scontro con Luke.
Sinceramente, Ashton è il mio personaggio preferito di tutta la storia anche se si vede poco ( Ma nei prossimi capitoli apparirà molto spesso, poi capirete il perchè ), perchè è uno senza filtri e mette in luce la vera e dura verità che tutti stanno cercando di tenere nascosta.
Ma penso che la parte finale abbia lasciato con il fiato sospeso, sopratutto per quello che dice quel piccoletto di Nathan. HAHAHA
Comunque come sempre vi lascio un brevissimo spoiler del prossimo capitolo:

<< Volevi Addison e l'hai ottenuta >> Continuò Luke provocandolo.

Michael strinse i pugni, mentre la sua mascella si faceva tesa.

La paura in quel momento si fece strada in me. Sapevo cosa voleva fare Luke, voleva provocarlo per poi farlo crollare.

<< Smettila, cazzo >>

Luke sorrise amaramente, alzandosi.

<< Cosa vuoi farmi Michael? - Lo provocò nuovamente , avvicinandosi – Vuoi colpirmi? >>

Michael sostenne lo sguardo di ghiaccio del suo amico. Luke fece un passo indietro.

<< Avanti colpiscimi, Michael >> Disse Luke allargando le braccia e facendoli un cenno con la testa.



Ringrazio come sempre coloro che hanno messo la fanfiction tra i preferiti, seguiti e ricordati.
Grazie ancora e ci vediamo al prossimo capitolo.
See ya soon.
Baci Lalluby 

 

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Capitolo 19
*** He Is The Past ***


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He Is The Past.

 

 

 

 

 

 

<< Sento freddo >> Mi lamentai premendo il mio corpo contro quello di Michael cercando di riscaldarmi e venni invasa da una sensazione accogliente avvolta dentro quelle braccia. Posai le mie gambe sulle sue, mentre con la mano tracciavo dei segni immaginari sul suo petto nudo.

<< Il tuo naso è congelato >> Ridacchiò strofinando il suo naso contro il mio.

<< So di essere un ghiacciolo >> Borbottai, facendo sorridere Michael, mi tirò maggiormente a se e facendomi appoggiare la mia testa contro il suo petto.

<< Sei bellissima >> Sussurrò Michael, baciandomi la tempia. Mentre le parole uscivano dalla sua bocca, potei giurare di aver sentito il suo cuore accelerare un po' e chiusi gli occhi.

Sentivo risalire le sue dita sulla mia schiena che mi solleticavano un po' la pelle e continuai a fantasticare su come quel momento fosse incredibile. Era da quando ero ritornata a Sydney che continuavo a vivere nel dolore, ma adesso tutto sembrava essersi rimesso a posto. Tutti i tasselli di quel puzzle lasciato in completato cinque anni fa', erano stati assemblati, sopratutto erano stati assemblati i pezzi che facevano male e Luke era uno di quei pezzi.

In quel momento capii che forse era giusto così. Luke doveva appartenere al mio passato mentre Michael e Nathan adesso erano il mio presente.

<< A cosa stai pensando? >> Mi chiese Michael, sfiorandomi il collo con la punta del suo naso, mentre i suoi respiri caldi mi provocarono un infinità di brividi. Mi svegliai dal mio sogno ad occhi aperti.

<< Niente >> Risposi sorridendo e spostandomi leggermente in modo che lui mi potesse vedere, portò una mano nei mie capelli e incominciò ad accarezzarmeli.

<< Davvero, proprio niente, niente, niente? >> Mi richiese come se sapesse esattamente cosa stessi pensando.

Annuii, prima che mi sorrise goffamente e si avvicinò maggiormente a me.

<< Ti amo >> Sussurrò avvicinandosi alle mie labbra, mentre posai una mano sul suo petto. E ci fu di nuovo, sentii il suo cuore prendere un po 'di velocità, batteva nel petto per farmi sentire che mi amava veramente. Era sincero e quel battito era solo per me, e quel '' ti amo'' non era di passaggio come i soliti che ci eravamo detti, questo era diverso. Questo era vero.

Michael fece per aprire bocca ma lo zittii premendo le sue labbra contro le mie, le mie braccia adesso, erano appoggiate sulle sue spalle mentre le mie mani giocavano con i suoi capelli.

Michael si staccò dalle mie labbra, affondando il suo viso nell'incavo del mio collo.

<< Mi fai impazzire >> Mormorò sorridendo contro la mia pelle.

Ridacchiai, senza fiato, mentre la mia mano era ancora sul suo collo. Michael con un gesto veloce scivolò su di me, mettendo le sue braccia ai lati della mia testa e tenendo il peso sulle sue braccia. Le mie mani scivolarono intorno alla sua schiena sentivo il calore della sua pelle liscia. Guardai verso di lui, scontrando il mio sguardo contro i suoi occhi verdi smeraldo facendomi arrossire e distolsi lo sguardo. Il suo dito mi alzò il mento per poi accarezzarmi leggermente la mascella con le sue nocche, portai la mia mano sui suoi capelli biondi, scostando alcune sue ciocche che gli ricadevano sulla fronte. Michael chiuse gli occhi sorridendo e appoggiò la sua fronte contro la mia. Sentivo il suo respiro sul mio viso, chiusi gli occhi quando sentii nuovamente le sue labbra a spingere contro le mie. Durante il bacio Michael spinse i fianchi contro i miei mentre una sua mano si posizionò dietro la mia schiena sollevandomi e facendo scontrare i nostri petti. Sentivo il mio corpo come se fosse collegato con un filo con lo stretto contatto che avevamo in quel momento, Michael si staccò dalle mie labbra sollevandosi e prendendo la mia mano facendomi alzare. Portò le mani ai lembi della mia maglietta togliendomela, per poi chinare la testa e incominciandomi a lasciare dei piccoli baci sulla mia clavicola, avvolsi le braccia attorno al suo collo, mentre le sue labbra calde contro la mia pelle mi provocarono dei brividi.

<< Stai bene? >> Mi sussurrò in un orecchio, e succhiandomi leggermente la pelle sotto il mio orecchio. Chiusi gli occhi mentre un gemito scappò dalle mie labbra.

Successivamente sentii le sue labbra lasciarmi un delicato bacio sulle labbra. Aprì nuovamente gli occhi per incontrare i suoi verdi. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso quando misi la mia mano contro il suo petto per sentire ancora una volta il battito cardiaco che mi dava la fiducia di cui avevo bisogno.

<< Stai bene? >> Mi chiese di nuovo. Annuii distogliendo il mio sguardo sulla mano che era posizionata sul suo petto per incontrare il suo, per poi sdraiarmi nuovamente.

<< Sei sicura di quella che stiamo per fare? >> Mi chiese dolcemente Michael chinandosi, per poi appoggiare la sua fronte contro la mia.

<< Si >> Sussurrai sorridendogli.

Michael mi baciò nuovamente, il mio battito accelerò mentre le sue labbra si trascinavano giù fino al mio collo e poi fino al mio petto. Lasciò una scia di baci sul mio ventre provocandomi il solletico. Sorrisi perchè sapevo che stava cercando di farmi rilassare il più possibile.

<< Michael >> Gemetti quando mi lasciò un bacio sul fianco.

Lui alzò il suo sguardo verso di me si fermò per un secondo indicando i miei skinny jeans, sorridente annuii. Con un gesto veloce slacciò il bottone e mi tolse delicatamente i jeans.

Mi alzai e lui mi sorrise. Raggiunsi la fibbia della sua cintura con un clic di metallo la slacciai, slacciandoli poi il bottone. Michael mi lasciò un bacio sulla fronte fermandomi. Si staccò da me e si tolse i jeans. Si avvicinò di nuovo a me ridacchiando

<< Ti amo. Ti amo davvero, Addison >> Disse con voce roca mentre le sue mani correvano sulle mie gambe nude, baciandomi nuovamente mentre le sue mani mi tolsero l'intimo. Si staccò per un momento da me in modo che potesse rimuovere il materiale dal mio corpo. Si avvicinò di nuovo a me baciandomi e facendomi sdrairare Fece scorrere la sua mano tra i nostri corpi per poi incominciare a strofinare con le sue dita la mia clitoride disegnando cerchi immaginari con un movimento lento.

Gemetti, mentre lui si avvicinò maggiormente a me mordendomi il labbro , mentre i suoi movimenti si facevano più veloci. Chiusi gli occhi, quando sentii una scintilla di piacere nel mio stomaco. Michael quando sentii i miei fianchi premere contro i suoi gemette, mentre sentivo attraverso il tessuto dei suoi boxer l'erezione spingere contro la mia gamba.

<< Sei bellissima Addison >> Gemette Michael.

Quando lui toccò il mio puntò debole inarcai la schiena dal materasso mentre il mio respiro si fece pesante . Mentre le sue dita prolungavano il mio piacere, spinsi i fianchi contro la sua mano. Lo sentii sorridere contro il mio collo prima che mi lasciasse un umido bacio, si staccò da me, abbassando la testa così la sua bocca era di livello con la mia clitoride e il mio cuore sobbalzò mentre sentivo uno nodo allo stomaco stringersi sempre di più . Dei gemiti caddero dalle mie labbra quando la sua lingua entrò in contatto con il mio clitoride, portai le mie mani nei suoi capelli. Potevo sentire che sarei venuta da un momento all'altro, inarcai maggiormente la schiena per il piacere che lui mi stava procurando . Quando Michael toccò con la sua lingua il mio punto debole, dei gemiti caddero dalle mie labbra.

Michael si tirò su lasciandomi dei baci sulla guancia, mentre il mio respiro era ancora irregolare.

Successivamente spostò le sue labbra contro le mie, permettendo a loro che si fondessero insieme in un profondo bacio. Le sue mani erano nei mie capelli, mentre entrambi ci stavamo perdendo in quel bacio. Lui si staccò da quel bacio e mi guardò.

Portò le sue mani suoi mie fianchi, alzandomi e facendomi mettere a cavalcioni su di lui, per poi chinare la sua testa e incominciando a lasciare dei piccoli baci sul mio collo. Portai la mia mano sull'elastico dei suoi boxer, lui alzò i fianchi per permettermi di toglierli e lasciarlo completamente esposto.

<< Addison >> Alitò nell'orecchio, provocandomi dei brividi lungo la schiena. Prese la mia mano la intrecciò con la sua, mi baciò di nuovo. Mentre avvolgevo le mie braccia attorno al suo collo.

Avvolse le braccia intorno a me lasciando che le sue dita sganciassero il gancetto del reggiseno, me lo sfilò per poi portare le sue mani sul mio seno. Un gemito quasi impercettibile scappò dalla mia bocca quando sentii il suo tocco, mentre i suoi polpastrelli sfioravano la mia schiena nuda. Si staccò da me, voltandosi per poi afferrare una bustina argentata, la aprì con i denti e srotolò il preservativo lungo la sua lunghezza. Mi guardò sorridendomi per poi avvicinare il suo viso contro il mio tornando a baciarmi mentre mi teneva contro il suo corpo. Le sue mani si posizionarono dietro alle mie cosce alzandomi e posizionando il mio ingresso contro la sua erezione.

<< Pronta? >>

Gli sorrisi, baciandoli la punta del naso. Sentii le sue mani afferrarmi i fianchi e poi con una spinta si spinse dentro di me, entrambi ci lasciammo sfuggire un sospiro di sollievo. Prese il mio viso tra le mani mi attirò per un bacio dolce mi alzò i fianchi indicandomi il ritmo delle spinte. I miei occhi si chiusero,gettai la testa all'indietro mentre le sue labbra si posarono sul mio collo.

Mi tenne ancora in braccio quando le nostre spinte diventarono più veloci, mentre il nostro respiro si era fatto pesante. Quel nodo familiare allo stomaco si stava nuovamente formando, le sue mani vagavano nella mia schiena nuda.

<< Sei così incredibile, Addison >> Gemette Michael, mentre le sue spinte mi portavano al limite.

<< Michael >> Gemetti.

<< Vieni per me, piccola >> Mi sussurrò nell'orecchio, ansimando. Aprii gli occhi e lo guardai. Ansimai sentendo un'esplosione prendere in consegna il mio corpo tremante mentre un unico forte gemito lasciava le mie labbra, Michael mi tenne stretta contro di lui. Posai la mia testa nell'incavo del suo collo, prendendo fiato. Mentre Michael gemeva, stingendomi maggiormente a se.

<< Sto per venire >> Ansimò soffocando un gemito, il suo cuore picchiò nel petto, e sentii la sua presa su di me. Quando ritirò i miei fianchi per poi spingerli di nuovo contro di se, gettò la testa all'indietro chiudendo gli occhi mentre un gemito lasciava le sue labbra.

Pochi istanti dopo rallentò le mie spinte facendole diventare sciatte per poi spegnersi completamente e lo sentii venire nel suo preservativo, inclinò la testa all'indietro con gli occhi chiusi mentre un gemito con il mio nome lasciava le sue labbra.

Quando venne baciò la mia spalla nuda e chiusi gli occhi alla sensazione di calore e di amore che mi era data dalle sue braccia.

<< Ti amo >> Ripetè contro la mia spalla per poi tirarmi giù contro di lui e facendomi rannicchiare. Tirò le coperte su di noi, posai la mia testa sul suo petto mentre le sua mano mi sfiorava la schiena nuda.

Ad un certo punto il suo cellulare iniziò a squillare, alzai la testa guardandolo. Lui allungò la mano per afferrare il telefono che era sul comodino e prima di rispondere mi rivolse un sorriso.

<< Pronto >> Rispose Michael.

Lo guardai mentre lui continuava accarezzarmi la schiena, ad un tratto smise. E sentii il suo corpo irrigidirsi.

Michael tolse il braccio dalla mia schiena e si mise a sedere.

<< Michael che succede? >> Chiesi incominciando a preoccuparmi sollevandomi e guardandolo.

Michael non rispose continuò ad ascoltare la persona che lo aveva chiamato, mentre i suoi occhi si fecero freddi, come se non avessero alcuna emozione.

<< Giuro, che lo ammazzo - Disse tra i denti Michael e stringendo la presa al suo telefono – Nathan sta bene? >>

Quando sentii menzionare il nome di mio figlio, iniziai a tremare mentre sentivo la nausea crescere.

<< Michael, cosa è successo ? >> Dissi con la voce incrinata.

Michael continuò ad ignorarmi, facendomi innervosire maggiormente.

<< Michael >> Dissi disperata cercando di afferrare il telefono, lui afferrò i miei polsi bloccandoli.

<< Michael, ti prego – Dissi mentre alcune lacrime iniziarono a percorrere le guance – Cosa sta succedendo?! >> Urlai disperata.

Michael mi guardò, mentre i suoi occhi si velarono di preoccupazione per tornare serio.

<< Okay, Calum arriviamo >> Tagliò chiudendo la chiamata.

<< Cosa è successo? Cosa c'entra Nate? >> Chiesi con le lacrime.

Michael mi prese il viso con le mani e mi guardò.

<< Promettimi che appena ti dirò questa cosa non ti farai prendere dal panico? >> Mi sussurrò accarezzandomi con il pollice la guancia.

<< Michael ti prego >> Sussurrai con le lacrime.

<< Luke ha avuto un incidente in macchina con Nathan mentre era ubriaco >> Sussurrò chiudendo gli occhi, stringendomi a se.

In quel momento sentii il mondo crollarmi addosso, le lacrime iniziarono a scorrere più velocemente.

Non era possibile. Non Nathan.

Lo spinsi facendolo allontanare.

<< Non è vero! Non è vero! >> Dissi urlando.

Michael mi guardò, cercando di prendere le mie mani ma mi allontanai.

<< Devo andare da mio figlio >> Dissi scostando le coperte e raccattando tutti i vestiti, per poi vestirmi velocemente.

Michael si alzò e si mise velocemente i boxer e i jeans per poi afferrare il mio polso e fermarmi.

<< Non ti lascio guidare conciata in queste condizioni. - Mi disse preoccupato – Fammi mettere una maglietta e ti porto io. Ok? >> Mi sussurrò, attirandomi a se e appoggiando il suo mento sopra la mia testa mentre mi accarezzava i capelli.

 

 

 

 

 

 

Quando arrivammo al piano dell'ospedale, vidi Calum che camminava avanti indietro nervosamente. Ma quando alzò il suo sguardo e incrociò il mio si bloccò.

<< Addison >> Sussurrò, avvicinandosi a me.

<< Dovè Nathan? >> Chiesi immediatamente.

<< Addison ascoltami >> Iniziò Calum.

Scossi la testa, sorpassandolo e dirigermi verso qualche dottore. Doveva sapere come stava mio figlio, perchè Nathan sarebbe sempre stata sempre la mia priorità più grande.

<< Calum fermala >> Disse preoccupato Michael che fino a quel momento era stato dietro di me.

Calum afferrò il mio avambraccio fermandomi.

<< Calum, lasciami devo andare da mio figlio >> Dissi con la voce incrinata, cercando di liberarmi dalla sua presa.

<< Addison, ti prego. Ascoltami – Mi disse, mentre i suoi occhi erano di una tonalità più chiara – Nathan... >>

Non finì nemmeno la frase, quando sentii una voce calda chiamarmi.

<< Addison >>

Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi azzurri, mi dimenai togliendo la presa di Calum e mi diressi diretta verso di lui.

<< Mi fai schifo! - Gli urlai arrabbiata, mentre le lacrime scorrevano per il nervoso – Mi avevi promesso che avessi smesso quel quella merda per tuo figlio, Luke! Me lo avevi promesso! Lui è la tua fottuta priorità! >> Gli gridai.

Luke mi guardò distrutto.

<< Ascoltami, ti prego >> Mi susurrò.

<< Cosa dovrei ascoltare? - Gli chiesi arrabbiata – Ogni volta che bevi distruggi tutto Luke, tutto. Come posso fidarmi ancora di te se metti in pericolo la vita di nostro figlio? >>

Ed era la verità, in quel momento mi sentii delusa e presa in giro perchè tutte le promesse che mi aveva fatto erano state gettate al vento.

<< Mamma! >> Urlò una voce felice di vedermi.

Quando sentii quella voce il mio cuore riprese a battere, mentre vidi Nathan in braccio con un infermiere.

<< Mamma >> Disse Nathan venendo contro di me quando venne appoggiato al pavimento.

Sorrisi, chinandomi e prendendolo in braccio, stringendolo.

<< Stai bene – Sussurrai accarezzandoli i capelli – Sei qui con me, tesoro >> Sussurrai nuovamente baciandoli la tempia mentre lui si strinse a me.

<< Addison >> Riprese Luke, con i suoi occhi che si erano fatti limpidi.

<< Lasciala in pace >> Disse duro Michael mettendosi al mio fianco. Alzai lo sguardo guardando prima Michael e Nathan.

<< Non dirmi cosa cazzo devo fare >> Ringhiò Luke, mentre i suoi occhi si fecero scuri.

<< Ho detto di starle lontano. Finchè tu sarai nella sua vita, Hemmings, le porterai sempre dolore >> Disse diretto Michael.

Vidi Luke irrigidirsi.

<< E tu vedo che finalmente hai ottenuto quello che volevi – Ribattè - Volevi Addison e l'hai ottenuta >> Continuò Luke provocandolo.

Michael strinse i pugni, mentre la sua mascella si faceva tesa.

La paura in quel momento si fece strada in me. Sapevo cosa voleva fare Luke, voleva provocarlo per poi farlo crollare.

<< Smettila, cazzo >>

Luke sorrise amaramente, alzandosi.

<< Cosa vuoi farmi Michael? - Lo provocò nuovamente , avvicinandosi – Vuoi colpirmi? >>

Michael sostenne lo sguardo di ghiaccio del suo amico. Luke fece un passo indietro.

<< Avanti colpiscimi, Michael >> Disse Luke allargando le braccia e facendoli un cenno con la testa. Ma quando vide Michael non rispondere alla sua provocazione ritornò nuovamente da lui.

<< Cos'è? Adesso hai paura, Clifford? >> Lo spinse con la mano su una spalla.

<< Non mi toccare >> Disse tra i denti Michael.

Luke non gli diede ascolto e lo spinse nuovamente.

E fu li che Michael scattò, tolsi una mano dalla schiena di Nathan e la portai fino al quella di Michael intrecciandola.

<< Non farlo, ti prego >> Sussurrai guardando Michael

Calum accorse subito verso i suoi amici prendendo Luke e allontandolo

<< Devi smetterla di dare la colpa agli altri se la tua relazione con Addison è finita! >> Ringhiò Michael, mentre la rabbia si espandeva dentro di lui come un vapore.

Luke non rispose chinò la testa, sapendo che Michael aveva ragione.

Calum mi guardò. Sapevo cosa voleva dirmi il mio migliore amico con quello sguardo, finchè non sarei ritornata da Luke ci sarebbe stata una continua guerra.

<< Luke è finita. Abbiamo chiuso >> Gli ricordai.

Luke mi guardò mentre i suoi occhi erano lucidi.

<< Luke, andiamo amico. Dai >> Gli disse Calum prendendolo per un braccio e tirandolo via, cercando di non complicare maggiormente la situazione.

Luke mi diede un ultimo sguardo distrutto per poi andarsene con Calum. E fu li che capii che avevo veramente distrutto Luke Hemmings come lui mi aveva detto la prima volta che ci vidimo dopo cinque anni. Perchè sapeva che lo avevo lasciato nel passato ed ero riuscita nel mio modo ad andare avanti, mentre lui era ancora soffocato da tutto.








SPACE AUTHOR

Hi my beautiful people!!! Im here again. YAAY
Allora dalle recensioni che mi avete lasciato tutti erano curiosi di leggere questo nuovo capitolo. E finalmente eccolo qui. Allora che ve ne pare?
Come avete letto il capitolo è diviso in due parti ovvero la parte di Michael e Addison, dove questa finalmente riesce a lasciare indietro al suo passato e concedersi finalmente a Michael. E poi nel giro di un secondo tutto cambia, grazie una telefonata che fa cambiare tutto.
Luke ha avuto un incidente in macchina mentre guidava ubriaco. E questo ha portato la rabbia di Addison e di Michael.
Per poi finire ad avere uno scontro con Hemmings.
Comunqu volevo dirvi che ho scritto una nuova fanfiction a cui ci tengo particolarmente, sempre su Mr. Hemmings. E se vi interessasse leggerla e lasciare qulache recensione questo è il link ( 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3067143&i=1 ).
Tornando a noi, vi lascio con un brevissimo spoiler del prossimo capitolo (  vi assicuro che mi morirete perchè accadrà una cosa inaspettata ):
 

 

<< Perché cazzo hai detto di sì? >> Ashton sbuffò, e mi resi conto che stavo tremando. Non perché avevo paura di Ashton, ma solo perché non volevo niente di meno che sposarlo.
<< Sono stata presa dal panico! >>
 Provai a gridare ma la mia gola era chiusa, così il suono della mia voce risuonò più come un gorgoglio.

<< Non puoi sposarlo! >>  Calum mi disse stringendosi nelle spalle.


Grazie ancora, ci vediamo al prossimo capitolo.
Baci Lalluby

 

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Capitolo 20
*** We Are A Terrible Mess ***


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ATTENZIONE: LEGGERE SPAZIO AUTRICE.






We Are A Terrible Mess

 

 







Avevo appena finito il mio turno, quando sentii il mio telefono squillare all'interno della borsa. L'aprii tirandolo immediatamente fuori e vedendo sul display il numero di Calum.

<< Pronto >> Dissi, incamminandomi verso la macchina.

<< Hey Addison – Mi salutò felice, dal tono della sua voce potei percepire un sorriso - Io e Nate siamo al parco puoi raggiungerci lì? >> Mi chiese infine.

<< Certo, ma Nate non doveva essere con Michael? >> Chiesi incastrandomi il cellulare tra la spalla e la testa e aprendo la portiera.

<< E' andato a prendere le ultime cose per la festa di Nate >>

<< Ho capito – Mormorai aprendo lo sportello e entrando nella macchina – Siete al solito parco? >> Chiesi.

<< Si >> Rispose con uno strano tono.

Aggrottai la fronte, per il suo improvviso cambiamento.

<< Cal è successo qualcosa? >> Chiesi preoccupandomi.

Sentii Calum sospirare.

<< Prometti che non mi odierai? >> Mi chiese timoroso.

Una strana sensazione allo stomaco iniziò a formarsi, come per avvisarmi che quella frase che aveva appena detto risuonasse come un campanello di allarme.

<< Cal, che succede? >> Sospirai lasciandomi andare sul sedile.

<< C'è anche lui >>

Il mio cuore perse un battito, mentre la mia prese sul telefono aumentò. Da quando aveva avuto quell'incidente in macchina gli avevo proibito di vedere Nathan, perchè mi aveva fatto arrabbiare. Mi aveva promesso che per suo figlio avrebbe ripreso la sua vita in mano, si sarebbe ripreso le sue responsabilità. Mentre adesso tutto quello che sapevo era che mi aveva riempito di bugie. Se speravo che avvicinando Nathan a lui lo facesse cambiare, mi ero maledettamente sbagliata. Perchè Luke era ancora bloccato nel suo passato e invece di vivere continuava a sopravvivere appendendosi ai ricordi.

<< Gli avevo detto che non poteva più vedere suo figlio >> Dissi dura.

<< Addison – Iniziò Calum – E' suo figlio e Nathan ha bisogno di suo padre >> Disse serio.

<< Lui non è un padre - Dissi tagliente – vengo a prendervi al parco >> Taglia chiudendo la telefonata senza permetterli di ribattere.

 

 

 

 

<< E lui corre in porta, schivando gli avversari. Ha un colpo chiaro, non spreca un attimo prima che lui calci e … GOAL! >> Urlò Luke quando Nathan calciò facendo entrare la palla nella linea immaginaria che avevano segnato con le felpe che erano allineate a distanza di qualche metro l'una dall'altra.

<< Si! Ho segnato papà, ho vinto! >> Urlò eccitato Nathan guardando suo padre con grandi occhi scintillanti e un grande sorriso sul suo volto. Anche se Nathan aveva solo quasi sei anni, era già veramente bravo a calcio, il merito di tutto quello che aveva appreso andava a Calum che nel tempo libero da quando eravamo arrivati a Sydney gli insegnava come giocare..

<< Lo hai fatto campione! Bel lavoro! >> Gli sorrise Luke, catturando tra le sue braccia Nathan, quando arrivò in corsa verso di lui. Lo prese e lo oscillò sopra la spalla, incominciandosi a girare intorno mentre Nathan rideva. Guardarli insieme e vedere mio figlio così felice era come ricevere un pugno in pieno stomaco. Distolsi lo sguardo da loro e vidi Calum in piedi con la palla tra le mani che gli osservava divertito sorridendo.

Quando Calum mi vide, il suo sorriso svanì.

<< Hey Nate – Lo richiamò Calum sorridendo. Facendo voltare anche Luke che teneva ancora Nathan sulla sua spalla – Dobbiamo andare. E' arrivata la mamma >>

Vidi Nathan voltarsi verso di me mentre i suoi occhi azzurri si illuminavano nuovamente, e incominciò a muoversi eccitato facendo segno a suo padre di voler essere messo giù.

Luke mise giù Nathan scompigliandoli i capelli prima che mio figlio si precipitasse verso di me. .

<< Hey campione - Lo salutai dolcemente chinandomi alla sua altezza – Ti sei divertito? >> Mio figlio annuì divertito, mentre sulle sua labbra si dipinse un sorriso marcando la sua fossetta sulla guancia, proprio come suo padre.

Guardai oltre la spalla di mio figlio e vidi Luke e Calum avvicinarsi a noi. Quando arrivarono mi alzai salutandoli con un sorriso forzato.

<< Mamma possiamo stare ancora un po' qui con papà? >> Mi chiese Nathan.

<< Nathan, non possiamo ti devi preparare per la tua festa >> Gli spiegai dolcemente.

Quella sera ci sarebbe stata la festa di compleanno che Calum e Michael avevano deciso di organizzare.

Nathan sbuffò, voltandosi verso suo padre.

<< Papà ci sarai stasera? >> Gli chiese speranzoso.

Luke mi guardò, per poi sospirare.

<< Mi dispiace, campione. Ma stasera non posso >> Disse dispiaciuto, mentre i suoi occhi si fecero di un azzurro limpido.

<< Ma papà... >> Iniziò Nathan.

<< Nate basta!- Dissi dura – Ha detto che non può >>

Nathan chinò la testa dispiaciuto.

<< Addison... >> Iniziò Luke, per poi essere fermato da Calum.

<< Nate, che ne dici se andiamo a giocare un attimo a calcio mentre mamma e papà parlano di una cosa? >> Chiese Calum, facendo annuire felice Nathna

Calum si girò chinandosi e aiutò mio figlio salire sulla schiena prima mettere le mani sotto le sue gambe per tenerlo quando si alzò. Nathan si lasciò sfuggire una risata divertita e si tenne saldamente a Calum quando iniziò a camminare.

Quando si furono allontanati parlai.

<< Ti avevo detto che non potevo più vederlo >> Ringhiai arrabbiandomi, e incrociando le braccia al petto.

<< E mio figlio, Addison >> Ribattè.

Scossi la testa, mentre una risata priva di felicità lasciò le mie labbra.

<< Come ti consideri ancora padre, dopo che hai messo a rischio la vita di mio figlio? >> Dissi acida.

Luke si passò le dita tra i capelli, giocando con l'anellino al labbro.

<< Ah, adesso è tuo figlio?! - Scatto nervosamente – Mi pare che l'ultima volta che abbia controllato anch'io ho dato la mia parte per crearlo >>

<< Smettila Luke >>

Luke scosse la testa.

<< Addison, ti prego non allontanarmelo è tutto quello che mi rimane di te >>

<< Mi fidavo di te, Luke – Sussurrai – Mi avevi promessi che con Nathan al tuo fianco saresti cambiato, mi avevi promesso che avresti abbandonato i tuoi vizi. Ma come posso fidarmi ancora di te, se non sei capace nemmeno di prenderti cura di te stesso? >>

Gli occhi di Luke divennero lucidi. Sapevo benissimo che lo avevo colpito con quelle parole.

<< Calum, Nate. Andiamo! >> Li richiamai rigirandomi la chiave della macchina tra le dita.

 

 

 

 

 

 

<< Addison dove cazzo metto 'ste cose? >> Disse esasperato Calum, mentre tra le mani teneva un vassoio di dolci. Lo fulminai con lo sguardo, mentre lui sbuffò facendomi ridacchiare.

<< Appoggiandolo pure lì >> Gli dissi.

<< Calum non cambierai mai >> Si lamentò una voce. Quando la riconobbi i miei occhi si illuminarono.

<< Oddio! Bobby >> Urlai felice, andando felice verso l'uomo che mi attirò a se abbracciandomi. Quando mi scostai lo osservai. Non era cambiato per nulla in questi cinque anni era rimasto il solito uomo paterno nei confronti dei suoi ragazzi.

<< Cosa ci fai qui? >> Chiesi felice.

L'uomo mi sorrise, accarezzandomi la guancia.

<< Qualcuno mi ha detto che era il compleanno del tuo piccoletto >> Mi disse indicando Michael che parlava con alcuni nostri amici.

<< E' da un sacco di tempo che non ti vedevo. Oddio non ci posso credere >>

Bobby rise.

<< Allora signorina Evans, posso offrirle qualche drink? >> Mi chiese Bobby scherzando, 'feci una smorfia facendolo ridacchiare.

Quando li prese e mi porse il bicchiere, mi sorrise.

<< Ci sei mancata, Addison – Mi confessò – E sei mancata sopratutto a Luke. Lo sai vero? >>

Il mio cuore si strinse.

<< Lo so >> Mormorai.

Quando ad un tratto sentii due braccia avvolgermi la vita e lasciarmi un bacio sulla guancia.

<< Michael >> Lo salutò Bobby con un sorriso.

Michael gli fece un cenno con la testa per poi posare il suo mento contro la mia spalla.

<< Ci vediamo dopo, cara >> Mi disse Bobby allontanandosi.

Michael mi voltò verso di lui sorridendomi e lasciandomi un bacio sulla fronte.

<< Lo sai di essere bellissima stasera? >> Mi disse una volta che fummo da soli.

Sorrisi imbarazzata per poi guardarlo e iniziare ad aprire bocca quando qualcosa attirò la mia attenzione.

<< No >> Sussurrai, quando vidi entrare Luke seguito da Ashton che salutavano Nathan felici.

<< Che c'è piccola? >> Mi chiese Michael, mentre io mi scostai più in la cercando di nascondermi dietro la figura di Michael.

<< Addison, cosa sta succedendo? >> Mi chiese divertito.

<< Niente, mi dispiace ... ho solo pensato di aver visto qualcosa ...>> Mormorai, cercando di sorriderli, ma anche io stessa potevo dire che ero tesa.

<< Ok >> Mi disse semplicemente, portandosi il bicchiere alle labbra. Guardai nuovamente nella direzione di prima e vidi che Calum, Luke e Ashton erano assorti nella conversazione. Tirai un sospiro di sollievo fino a quando Ashton alzò lo sguardo e i suoi occhi finirono su di me.

Gelai.

<< Sei sicuro di stare bene? Sei diventata bianca come un lenzuolo. >> Osservò Michael, afferrando la mia mano, lo guardai, annuendo leggermente. Ma quando li guardai nuovamente Luke si voltò e guardò oltre dove Ashton stava ancora fissando, Michael mi baciò il dorso della mano.

<< Sì, sto bene. >> Dissi togliendo la mano dalla sua presa. Dopo la litigata che avevamo avuto oggi al parco, pensavo che non sarebbe venuto come gli avevo chiesto io. Ma sapevo che aveva ceduto alle continue implorazioni di Nathan.

<< Addison, vado a prendere qualcosa. Arrivo subito >> Mi disse baciandomi nuovamente la fronte per poi allontanarsi.

<< Ottimo. Proprio ottimo, cazzo >> Mormorai sedendomi, cercando disperatamente di non guardare verso quei due, sentendo poi lo sguardo di tutti e tre addosso.

<< Serata complicata? >> Mi chiese Louise, porgendomi un bicchiere.

Afferrai il bicchiere, sospirando.

<< Perchè è qui? >> Chiesi più che altro a me stessa, portandomi il bicchiere alle labbra.

Louise si voltò a guardarli, e poi guardo nuovamente me.

<< E' il compleanno di suo figlio >> Mi ricordò.

<< Ma non lo voglio più vedere. C'è qualcosa di sbagliato in questo? - chiesi- Perchè non capisce che adesso ho Michael e che lui appartiene al mio passato. E che mi fa ancora male vederlo >>

<< Mi dispiace che ti senti in quel modo >> La voce di Luke parlò da dietro di me, sussultai, non mi aspettavo che lui potesse ascoltare la mia conversazione.

<< Luke, io >> Iniziai. Non avevo bisogno di scuse, ma volevo che qualcuno mi aiutasse a capire se era davvero Michael quello che volevo. Ero stufa di dover spiegare che Michael non era ripiega per coprire il dolore che Luke mi aveva procurato, era qualcuno che mi interessava davvero.

<< No, va bene. Ora so che cosa avrei potuto fare diversamente. Avrei potuto non scappare tutte le volte di cui avevi bisogno di me cinque anni fa, perché era quello che volevi giusto? Qualcuno che era a tua completa disposizione ogni volta che stavi per crollare. Questo era tutto quello che volevi . Qualcosa che non ho mai capito perchè avevo troppo paura che tu mi potessi allontanare. Mentre adesso mi ritrovo a ripiangerti ogni giorno >> Mi confessò Luke prendendomi un po' alla sprovvista.

<< Luke >> Sussurrai, mentre Luke fece per rispondere quando Calum si avvicinò e lo afferrò portandolo via seguiti da Louise.

<< Cosa ci fai lui qui? >> Mi chiese serio Michael, mettendosi una mano nella tasca.

Sospirai.

<< E' venuto a dare il regalo a Nate >> Mentii.

Lo vidi annuire prima che iniziò a parlare.

<< Addison ho bisogno di dirti una cosa importante. Sono così fortunato ad averti incontrato, fin da quando abbiamo iniziato ad andare avanti con la nostra storia i miei sentimenti sono stati sempre più forti e c'è qualcosa che in realtà volevo chiederti stasera. >> Lui non mi permise di lasciare il suo sguardo, tirò fuori dalla sua mano una scatoletta.

<< Michael >> Sussurrai. Non volevo pensare a quello che stava per fare.

<< Lo so che quasi un anno di fidanzamento e un pochissimo tempo, ma la tua presenza nella mia vita ha cambiato tutto. Hai questa capacità di farmi sentire bene. Ti amo così tanto, e so che può essere un po 'presto per chiedertelo, ma voglio solo passare il resto della mia vita con con te >> Michael aprì la scatoletta. Guardai oltre e vidi Luke che sembrava volesse o venire qui per colpire Michael o semplicemente forse, voleva andarsene.

<< Vuoi sposarmi? >> Mi chiese Michael. Guardai i ragazzi, e vidi Calum e Ashton scuotere la testa furiosamente verso di me, mentre Luke decise di lasciare la casa.

<< Michael, io.. - Provai, ma sentivo come se la mia mente fosse in corsa – Sì? >> Venne fuori più come una domanda, Michael infilò l'anello al dito. Io stavo in piedi scioccata quando lui mi attirò a se per un abbraccio, sicuro di ciò che era appena accaduto, ma quando vidi Luke sbattere la porta di casa dietro di lui, sapevo che stavo incasinando tutto.

Mentre vidi Bobby venirci incontro congratulandosi con Michael, mentre Calum e Ashton vennero verso di me.

<< Perché cazzo hai detto di sì? >> Ashton sbuffò, e mi resi conto che stavo tremando. Non perché avevo paura di Ashton, ma solo perché non volevo niente di meno che sposare Michael.
<< Sono stata presa dal panico! >> Provai a gridare ma la mia gola era chiusa, così il suono della mia voce risuonò più come un gorgoglio.

<< Non puoi sposarlo! >>  Calum mi disse stringendosi nelle spalle.

<< Devo parlarli >> Mormorai a loro, dando a Michael un sorriso veloce. Mi incamminai verso la porta, uscendo e vidi Luke in piedi di lato, che parlava al telefono.

<< Io non so cosa fare ... ovviamente io la amo ancora ! ... Michael è un bravo ragazzo ... Non posso essere la persona che si metterà in disparte fingendo di essere felice... Lo capisco, ma lei non lo ama davvero ... io - Si interruppe quando si voltò e mi vide-. . Ti richiamo dopo, ciao >>

<< Non so cosa dire Luke... >> Sospirai, appoggiandomi al muro accanto a lui.

<< Io non capisco Addison . Come abbiamo fatto a finire così? - Si girò su un fianco verso di me, le sue mani erano tra i capelli - Eravamo felici >>

<< Sono stata felice fino a quando non me ne sono andata. So che non lo può sembrare, ma è così Luke >> Ammisi guardando le mie mani. Non gli avevo mai detto il vero motivo del perché lo avevo lasciato, avevo semplicemente utilizzato la scusa della sua dipendenza per rendere meno dolorosa la rottura, solo adesso mi stavo accorgendo che tutto stava tornando a galla. Non potevo più sopportare di vedere lo sguardo sul suo volto distrutto, ero la codarda di tutta questa situazione, lo avevo lasciato semplicemente con una lettera e quella sua promessa.

<< Allora spiegati, Addison. Sono tornato a casa e tu eri appena andata via dalla mia vita . >> Mi disse mordendosi il labbro inferiore e cercando di trattenere le lacrime che stavano facendo diventare vitrei i suoi azzurri. Sentii un sussulto all'altezza del petto. Non ero pronta per questo. Ma credo che non sarei mai stata pronta quando si trattava di Luke.

<< Siamo stati insieme quasi due anni, cazzo. Sei andata via senza alcuna spiegazione, come cazzo pensi che sia che giusto, eh? >> Alzò la voce, facendomi trasalire.

<< Sono una codarda, Luke! Ti amo troppo, cazzo. Ma non riuscivo più andare avanti dopo quello che avevo scoperto. >> Gridai di nuovo, mentre le lacrime scorrevano senza sosta.

<< Anch'io ti amo, ma io meritavo una spiegazione! Ero lì per te. Pronto per fare di tutto e poi vengo a sapere che te ne eri andata. Senza scrivermi un cazzo di messaggio in questi cinque fottutissimi anni >> Esclamò, passandosi le mani tra i capelli. Ma appena lo guardai a lui fu incapace di non dire nulla, eravamo un casino e quel casino non poteva essere sistemato.

<< Mi dispiace >> Sussurrai, mentre entrambi ci appoggiammo al muro, la nostra energia era stata completamente risucchiata fuori da noi. Sapevo di aver amcora pochissimo tempo ancora con Luke prima che Michael fosse venuto fuori a cercarmi ma avrei preso questo tempo. Perchè era il tempo che bastava per me e per Luke.

<< So' che lo sei - Sussurrò girando la testa per guardarmi un po', un sorriso abbellì le sue labbra tristi.- Vorrei solo che tu non sposassi Michael, perchè sappiamo entrambi che non è quello che vuoi, mentre io mi limiterò a stare in disparte e vedere l'unica persona che abbia mai amato più della stessa mia vita essere portata via da me per sempre >>

<< Luke - Cominciai, cercando di pensare a un modo per mettere insieme i miei pensieri, ma venni interrotta da Michael che gridò il mio nome per cercarmi – Dovrei andare >>

<< Per favore non andare. Io non voglio che tu vai via di nuovo >> Mi supplicò mentre alcune lacrime rigavano il suo volto, ma tutto quello fece fu uno sguardo disperato prima di camminare per incontrare Michael davanti la porta di casa.









SPACE AUTHOR 

Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Allora, capitolo nuovo e nuovissimo colpo inaspettato. HAHAHAHA
Cosa ve ne pare? 
Da come avete letto il capitolo è spezzato in tre parti, la prima in cui il nostro kiwi rivela ad Addison che anche al parco c'è anche Luke e nella seconda in cui Addison e Luke hanno una loro ennesima litiga. Ma credo che la parte che abbia spiazzato maggiormente sia la terza. HAHAHAH
Ora, lo so che mi odierete perchè volevate Luke e Addison insieme e bla, bla, bla. Ma non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine. 
Ma tornando al nostro capitolo Michael dopo quasi un anno di relazione con Addison, le chiede di fare il grande passo ed Addison presa di contro piede non sa cosa rispondere. Quindi spaventata risponde si, come ammette ad Ashton e Calum che le fanno notare che non può sposarlo. E poi, arriva il nostro Luke, che vuole tutte le spiegazioni possibili del perchè Addison cinque anni fa se ne sia andata, ma come sempre Addison fugge.
Comunque da come ho scritto sopra al titolo del capitolo è che non potrò aggiornare per quasi due mesi NLY. Ma c'è un perchè...
Allora dovevo fare gli esami di idoneità verso l'ultima settimana di Maggio, ma settimana scorsa è arrivata la comunicazione che fra due settimane avrò gli scritti e un mese dopo avrò gli orali. Poi, aggiungiamo anche il fatto che fra due settimane ci sarà il concerto. Quindi non avrò tempo per postare.
Lo so che vi spezzerò il cuore lasciandovi così in sospeso, ma davvero non ce la faccio con i tempi dato che ho tante cose da fare e poco tempo per farle.
ringrazio come sempre coloro che hanno messo la ff: tra preferite, seguite e ricordate. 
E se vi interessasse leggere qualcos'altro di mio, questa è la mia nuova fanfict : 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3067143&i=1
Mi scuso ancora, davvero.
Comunque dopo tutta questa parpadella di roba vi lascio un piccola anticipazione del prossimo capitolo:



 

<< Sei sempre stato tu a farci toccare il fondo di noi stessi >>

<< E invece tu, Addison?! Perchè non gli dici che lo hai lasciato cinque anni fa proprio perchè eri venuta a scoprire la verità? Qui quella sta giocando con i suoi sentimenti sei tu! >> Disse infuriato.

<< Non mi sono mai permessa di giocare con i suoi sentimenti >> Ringhiai.

Lui alzò gli occhi al cielo

<< No?! - Mi chiese – Se tu che dopo esserci andata a letto lo hai lasciato, se tu che stai sposando Michael, perchè non sai nemmeno quello che vuoi. Stai facendo tutto tu, Addison solo perchè hai paura di dar retta ai tuoi sentimenti >>

Non risposi perchè anche se quelle parole facevano male erano maledettamente vere.



Scusatemi ancora.
Ci vediamo fra due mesi.
Se ya soon,
Baci Lalluby

PS: Se avete bisogno di me su twitter per qualsiasi cosa @_Lalluby_

 

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Capitolo 21
*** Fix Us, Luke ***


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Fix Us, Luke


 


 


 


 

Come una settimana finiva, un altra iniziava. Suonai il campanello, facendo un passo indietro da quella porta per poi voltare lo sguardo verso Nathan che era al mio fianco e si guardava intorno. Appena il suo sguardo incontrò il mio abbozzai un sorriso, accarezzandoli la testa, mentre lui mi sorrise.

La serratura della porta scattò e sperai con tutta me stessa che non fosse stato lui ad aprirla, perchè dopo tutto quello che era successo tre settimane fa con la proposta, io e Luke non ci eravamo più visti.

<< Addison >> Disse una voce sorpresa di vedermi.

Alzai lo sguardo e vidi Ashton davanti la porta che mi fissava curioso e sorpreso allo stesso tempo.

<< Hei >> Dissi facendo un cenno con la mano e sorridendo timidamente.

<< Pensavo che fosse venuto Calum a portarlo dato che ormai vedo praticamente solo lui qui con Nate - Mi confessò – Comunque entra >>

Scossi la testa.

<< No, sono solo venuta a lasciare Nate >>

Ashton guardò Nathan sorridendogli e poi alzare il suo sguardo su di me.

<< Avanti Addison non ho voglia di litigare e poi lui non è nemmeno in casa. Vieni dentro >> Mi disse calmo.

Era la prima volta si rivolgeva con quel tono così calmo con me. Solitamente io e lui eravamo sempre in una guerra continua.

Annuii.

Ashton si scostò, lasciandosi passare per poi scompigliare i capelli a Nathan. Quando entrammo Nathan si precipitò immediatamente sul divano lasciando le sue cose davanti alla porta.

<< Nate >> Lo richiamai.

Ashton mi mise una mano sulla spalla.

<< Lascialo fare Addison è pur sempre casa sua >>

Sospirai per poi seguirlo in cucina.

<< Io non capisco perchè stai facendo tutto questo >> Mi disse Ashton quando presi posto, mentre lui si appoggiò contro il piano della cucina.

Abbassai lo sguardo guardandomi l'anello che mi aveva dato Michael.

<< Lo so benissimo anch'io che è Luke di quello che hai bisogno. Perchè continui a fargli male? >>

Alzai lo sguardo mordendomi il labbro.

<< E' passato troppo tempo Ash >> Mormorai.


 


 


 

-Inizio Flashback -


 


 

Nella stanza si sentiva il rimbombo delle gocce di acqua che cadevano sul tetto, quel suono provocato dalla pioggia era confortante.Incominciai a tracciare sul suo petto dei cerchi immaginari, sentendo quelle iride azzurre su di me , mentre lui mi fissava con un sorriso pieno di amore.Alzai lo sguardo verso di lui, lasciandogli un piccolo sorriso , per poi appoggiare la mia testa sul suo petto, ascoltando il suo battito costante.
<< Ti amo >> Sussurrai dopo quegli attimi di silenzio accompagnati dal ticchettio della pioggia, mentre Luke aveva chiuso gli occhi.
La sua testa scattò di nuovo al suono della mia voce , un ampio sorriso si diffuse sul suo volto, facendo apparire la sua solita fossetta. .
<< Mi piace sentirti dire questo- Mi disse , baciandomi la parte superiore della testa -Ma io ti amo troppo , tanto >> 
Rimanemmo in silenzio per un po', il rumore della pioggia ci stava cullando
<< Luke ? >> Domandai, vedendolo aprire di nuovo gli occhi , ma non alzò la testa questa volta .
<< Sì ?>> Rispose con la sua voce calda , come se si stesse per addormentare.
<< Ti prego, non mi lasciare mai più. Io ho bisogno di te >> Gli dissi sussurrando e chiudendo gli occhi e lasciandomi sfuggire una lacrima .

 


- Fine Flashback -

 


Ashton sbuffò scuotendo la testa.

<< Addison >>

Scossi la testa.

<< No, Asht. Se sono in questa situazione la colpa è solo tua – Dissi alzando il tono della voce – Se stato tu cinque anni fa dirmi di lasciarlo perchè mi avevi detto la dura verità. E poi penso che sarai felice finalmente mi vedrai lontana da lui. Tu – Dissi indicandolo mentre il nervosismo si espandeva in tutto il mio corpo – Ci hai sempre usato come marionette del tuo giochino malato. Sei sempre stato tu a mettere i bastoni tra le ruote a me e Luke. Sei sempre stato tu a farci toccare il fondo di noi stessi >>

<< E invece tu, Addison?! Perchè non gli dici che lo hai lasciato cinque anni fa proprio perchè eri venuta a scoprire la verità? Qui quella sta giocando con i suoi sentimenti sei tu! >> Disse infuriato.

<< Non mi sono mai permessa di giocare con i suoi sentimenti >> Ringhiai.

Ashton alzò gli occhi al cielo

<< No?! - Mi chiese – Se tu che dopo esserci andata a letto lo hai lasciato, se tu che stai sposando Michael perchè non sai nemmeno quello che vuoi. Stai facendo tutto tu, Addison solo perchè hai paura di dar retta ai tuoi sentimenti >>

Non risposi perchè le parole di Ashton avevano un fondo di verità. Mi alzai andando da mio figlio.

<< Dove vai? >> Mi chiese Ashton.

<< A salutare mio figlio >> Risposi, ma la verità che stavo scappando ancora , perchè se Ashton avesse continuato avrebbe fatto emergere ancora di più la verità e mi avrebbe aperto delle ferite che avrebbero fatto ancora più male.

In quel momento la mia mente fu invasa dalla nostalgia di cinque anni fa. Non era stato sempre così. Non c'era mai stato così tanto dolore, c'era sempre stata una luce. I ragazzi erano uniti come una famiglia, prima che lasciassi tutto .Come ogni altra coppia io e Luke avevamo avuto i nostri alti e bassi, ma eravamo dei semplici adolescenti che a quell'età non sapevano proprio nulla della vita. Ma a noi andava bene così perchè se uno crollava ci sarebbe stato l'altro a sostenerlo. Ma quando ritornai nuovamente a Syndey dopo cinque anni con Nathan, pensando che forse Luke in quegli hanno era riuscito a dimenticarmi e andare avanti con la sua vita, tutto precipitò. Lui era ritornato da me distrutto e accusandomi che non ero più la stessa persona di cui si era innamorato cinque anni fa. Ma la verità è che eravamo cambiati entrambi, lui si appendeva ancora ai ricordi del passato per andare avanti mentre io andavo avanti per Nathan.

Guardando Nathan. Presi dei giocattoli fuori dalla scatola che si trovava alla fine del soggiorno e mi sedetti sul divano. Le sue risatine riempivano quella stanza, i suoi piccoli passi echeggiavano mentre correva avanti e indietro. Il modo in cui parlava con i suoi giochi mi fece sorridere. Provocò un tonfo forte quando lasciò cadere uno dei suoi giochi sul pavimento. Anche se Nathan illuminava la stanza con quella risata, tutto era vuoto. L'unica cosa che circondava quell'appartamento era la tristezza che le parati avevano assorbito. Tutte le urla, tutte le parole che ci eravamo detti. Tutto l'amore che una volta univa me e Luke non c'era più ed era stato sostituito con l' amarezza, promesse non mantenute. Sorrisi quando Nathan mi mise la sua macchinina da corsa sulle ginocchia.

<< Gioca con me mamma >> Ridacchiò prima di lasciarmi la sua macchinina sulle ginocchia, mi sorrise leggermente e si allontanò camminando con attenzione tra i giocattoli sparsi sul tappetto.

<< Cosa vuoi giocare, tesoro? >> Gli chiesi dolcemente, passando una mano tra i suoi capelli color cenere quando mi raggiunse. Mi guardò mentre buttò sul pavimento le macchinine.

<< Macchine >> Ridacchiò mentre si mise in ginocchio, muovendo il suo piccolo braccio su e giù nel pavimento in legno.

Alzai lo sguardo quando sentii la porta aprirsi. Mi morsi il labbro nervosa.

<< Papà >> Urlò Nathan alzandosi in piedi e correre verso di lui. I suoi passi era l'unico rumore che si sentiva. Vidi Luke mettersi in ginocchio e stringere in un abbraccio il bambino.

<< Hei campione >> Ridacchiò mentre si alzava con Nathan in braccio

<< Mamma e io stiamo giocando con le auto - Ridacchiò mentre teneva una macchina per lui - Giochi con me? >> Gli chiese mentre Luke guardava la macchinina rossa che era nelle piccole mani di Nathan.

<< Non adesso Nate, papà deve finire una cosa, ma ti prometto che dopo giocheremo >> Disse , scuotendo la testa e piegandosi afferrando la macchinina di Nathan e posandola dolcemente al pavimento.

<< Va bene >> Fu tutto quello che sentii dal mio bambino prima che i suoi passi si avvicinassero a me.

<< Hei >> Fu tutto quello che dissi quando mi passò davanti Nathan. Sospirando, vidi Nate iniziare a raccogliere i suoi giocattoli e rimetterli al posto.

<< Hei non abbiamo ancora finito >> Ridacchiai guardando Nathan. Scosse la testa, ignorandomi mentre continuava a mettere a posto i suoi giochi.

<< Vieni qui, Nate. Possiamo giocare. Papà si unirà a te quando avrà finito >> Aggiunsi alzandomi, e andando verso mio figlio. Scosse la testa e lasciò cadere i giocattoli nel cesto. Sospirai mi incamminai verso il corridoio.

<< Luke >> Sussurrai bussando la porta leggermente.

<< Sono occupato, Addison! >> Gridò, sospirai passandomi nervosamente una mano nei capelli.

<< Puoi a almeno giocare con lui – Dissi prendendo un respiro - Ha aspettato tutto il giorno per vederti - Dissi attraverso la porta, appoggiandomi al muro e iniziando a giocare con l'orlo della mia camicia – Sarà occupato con la scuola fra un paio di mesi e lo sai anche tu che le cose non saranno le stesse quando la scuola occuperà tutto il suo tempo. Vuole solo passare un po 'di tempo con te >> Aggiunsi sperando di convincerlo. Erano passate tre settimane da quando avevo smesso di vederlo e sentirlo. Mi limitavo solo alle cose che mi raccontava Nathan quando era insieme a lui. Eravamo diventati due perfetti sconosciuti.

<< Adesso non posso >> Lo sentii dire. Era una cosa che lui ignorava, non mi era mai interessato all'epoca quando metteva al primo posto il suo lavoro per me, ma non aveva alcun diritto di mettere Nathan al secondo. Afferrai la maniglia aprendo la porta mentre Luke si voltò verso di me alzando un sopracciglio.

<< Cosa?! >> Urlò.

<< Vai in salotto e vai a giocare con lui, Luke >> Dissi cercando di mantenere la calma.

<< Non vedi che sono occupato >> Mi disse, mentre faceva un cenno al portatile acceso sopra al suo letto.

<< Non me ne frega un cazzo di cosa stai facendo! - Gridai - Lui viene prima, puoi mettere nel cassetto me e la nostra relazione, ma Nathan – Dissi guardandolo - Nathan viene prima e dovrà venire sempre prima. Anche se non c'è più niente tra di noi, lui è tutta la ragione per cui continuo a tenere duro anche se mi distrugge ogni volta vederti. Perché ho smesso con tutta la tua merda!- Urlai fissandolo - Se non hai intenzione di mettere lui per primo, dimmelo adesso, così posso portarlo via da tutta questa merda >> Aggiunsi.

Si passò le dita tra i capelli e mi fissò.

<< Per una volta prova prenderti le tue cazzo di responsabilità. Ho bisogno di lasciarmi indietro tutto questo dolore e dare a mio figlio qualcosa per guardare al futuro. Ho bisogno di dargli una vita migliore e se sono qui intrappolati dentro tutto questo casino per colpa dei nostri sbagli, non posso dargli una vita migliore >> Dissi asciugandomi le lacrime.

<< Ci sto provando – Mi urlò alzandosi e fissandomi – Ci sto provando a buttarmi tutto alle spalle e essere un buon padre per lui. Sto provando a trovare una fottutissima ragione del perchè io ancora ti ami! - urlò - Come non posso essere un padre migliore per Nathan? Come non posso farti felice? n+Non importa quanto cazzo ci provi, ma ogni volta è un continuo fallimento. Non posso fare niente di buono, e sapere che rendo infelice mio figlio mi distrugge - Aggiunse, le lacrime rigavano il viso mentre mi fissava - Tutto quello che faccio è per te, cazzo! Perchè anche dopo tutto il male che mi stai facendo, sposandoti con il mio vecchio migliore amico. Io ti amo, Addison. Ti amo ancora, cazzo!! - Urlò, passandosi le dita tra i capelli – Lo faccio solo per te >> Sussurrò distrutto piagnucolò mentre camminava su e giù per la stanza.

<< E' finita Luke. E' finita quando ti ho detto che non ne potevo più emotivamente – Sussurrai singhiozzando - Tutto quello che facciamo è litigare, non voglio che Nathan cresca con l'idea che questa situazione sia giusta, non voglio che cresca che abbia paura di innamorarsi, non voglio che lui si guardi indietro e dica "i miei genitori si odiano" e che non c'era amore nella sua casa - Dissi asciugandomi le lacrime - Abbiamo fatto un errore a mettere al mondo Nathan se dobbiamo fargli vivere la nostra merda >> Dissi inclinando la testa leggermente di lato.

<< Addison, per te e per Nathan varrà sempre la pena lottare - Sussurrò accarezzandomi la guancia – Attraverserei l'inferno, venderei la mia anima al diavolo se questo che serve per averti indietro nella mia vita. Sei il mio tutto. Ognuno fa' i propri errori, ma Natha non lo è e non lo sarà mai . Io ti amo più di qualsiasi cosa, ho provato a rimettere tutto a posto per cercare di ritornare a come eravamo prima di tutto questo inferno. Per farti innamorare di me ancora una volta e di avere quella felicità che ci ritagliavamo quando eravamo nella nostra bolla. Voglio innamorarmi di te ogni singolo giorno per il resto della mia vita – Mi disse fissandomi negli occhi – Non mi sto prendendo le mie responsabilità perchè è l'unico modo per averti vicino. E so che è maledettamente sbagliato, ma ne usciremo Addison perchè io credo ancora in noi. La nostra relazione è sempre stata me e te contro il mondo . E sono anche sicuro che tutta la merda che stiamo vivendo sia solo un ostacolo. Non ho mai rinunciato a noi >> Finì appoggiando la fronte contro la mia. Lo guardai mentre chiudeva gli occhi avvicinandosi a me.

<< Guariscici, Luke >> Sussurrai.


 


 


 


 


 

Luke's P.O.V


 


 


 


 


 

Gli lasciai un bacio sulla fronte e mi allontanai da lei. Si leccò il labbro inferiore, mordendolo leggermente, sedendosi sul letto. Il suo sguardo era concentrato sulle sue ginocchia. Fece un respiro profondo e lentamente mi guardò. Un piccolo sorriso apparse sul mio viso mentre la guardavo.

<< Io non voglio più litigare, Luke >> La sua voce era debole per poi alzarsi dal letto.

Chiusi gli occhi appoggiandomi all'armadio sospirando.

<< Non hai intenzione di parlare con me? >> Chiese.

Scossi la testa uscendo da quella stanza e andando in cucina appoggiandomi al bancone mentre il mio sguardo era fisso sul tavolo. Non poteva rinunciare a noi, solo perchè si stava per sposare, sapendo che quella sarebbe stata la decisione che avrebbe rimpianto per tutta la sua vita portandola ancora di più alla sua infelicità. Alzai gli occhi quando sentii i suoi piccoli passi sul pavimento della cucina.

<< Luke >> Sussurrò mentre stava sulla soglia inclinando leggermente la testa. La guardai memorizzando tutte quelle piccole cose che amavo di lei. Il modo in cui muoveva i suoi piedi quando era nervosa, il modo in cui si tirava le maniche delle felpe e delle camice quando era in imbarazzo. Il modo in cui si mordeva il labbro inferiore, per la paura di dire qualcosa.

<< Quando finiremo questa battaglia? - Chiese mentre si sporgeva leggermente sullo stipite della porta - Tutto quello che facciamo è sempre discutere- Aggiunse, tirandosi su delicatamente la manica della camicia - Sono stanca di fingere che siamo a posto - Disse guardando verso di me. - Sono stanco di essere un genitore single. Cosa dirai al tuo bambino di sei anni quando ti chiederà se litigare e urlare contro una persona è la cosa giusta ? - Chiese fissandomi - Non so più cosa fare Luke. Forse tu vai per la tua strada e io vado per la mia. Potrai vedere Nathan quando vuoi e entrambi potremo andare avanti, forse questo è quello che ci serve >>

<< Pensavo che avremmo potuto affrontare tutta questa merda insieme >> Sussurrai guardandola.

<< Non possiamo Luke. In questo anno che ci siamo ritrovati, non ci siamo riusciti. Ci siamo resi più miserabili. Presto mi sposerò, Nathan inizierà la scuola. Lavoro a tempo pieno – Mi disse iniziando a giocare con la manica della camicia – Quando ci comporteremo come due persone adulte che affronteranno la situazione. Quando inizieremo ad agire come dei semplici amici e non più come una coppia o semplicemente come due genitori? - Chiese - E 'solo che non penso di poter andare avanti così. Forse quando mi sposerò capirai che forse questo è ciò che è meglio per noi e per nostro figlio >>

<< Che cosa è meglio per nostro figlio è per i genitori di stare insieme - Dissi guardandola – Nathan è felice quando noi due siamo insieme >> Aggiunsi alzando leggermente la voce.

<< Io non voglio più litigare e combattere per noi, Luke >> Ripeté mentre fissava il pavimento.

<< Ma non stiamo combattendo – Sputai fuori fissandola, sospirai passandomi le dita tra i capelli – Io non voglio rinunciare a noi - Sussurrai fissandola - Stiamo facendo questo per Nathan, non stiamo rinunciando a quel noi a causa di lui >> Aggiunsi, si strofinò il braccio dolcemente e continuò a fissare il pavimento.

<< Ma non sta funzionando - Disse con calma guardando verso di me - Quando è stata l'ultima volta che ci siamo comportati umanamente? - Chiese alzando il sopracciglio - Quando è stata l'ultima volta che ci siamo baciati? - Si morse il labbro e chiuse gli occhi. - Quando è stata l'ultima volta che mi hai chiesto di amarti? ->> Chiese.

Chiusi gli occhi, mentre un dolore al petto iniziò ad espandersi in tutto il corpo.

<< Lascia che ti dica - Piagnucolò - L'ultima volta che abbiamo parlato umanamente è stato quando ti ho raccontato di nostro figlio, l'ultima volta che ci siamo baciati è stata quando sono venuto a tirati fuori da quella merda,, l'ultima volta che mi hai chiesto di amarti è stata quando ti sei accorto che stavo scivolando via dalle tue mani per sempre! >> Gridò.

<< Tu pensi che questo sia mettere a posto quel noi? >> Chiese lei, la guardai mordendomi il piercing al labbro.

<< Che cosa vuoi che faccia? - Chiesi distrutto - Ogni fottuta volta che cerco di fare un passo verso di te, tu ne fai mille indietro alzando le tue barriere e non permettendomi di salvarti! >> Urlai facendola indietreggiare.

<< Mamma – Sentii gemere Nathan, sentendo i suoi piccoli passi che correvano lungo il pavimento di legno. Strinse le braccia intorno alle gambe e si nascose dietro di lei. Addison sospirò e guardò nostro figlio posando la mano dolcemente sul lato della testa

<< Tesoro, vai nella stanza di papà. Fra poco arrivo >> Gli disse con dolcezza, gli occhi azzurri di Nathan erano spalancati, come se avesse paura. Annuì e se ne andò.

<< E'... è spaventato da me? >> Chiesi tranquillamente avvicinandomi a lei.

<< Stavi urlando – Disse – Ha sei anni, Luke. Se gridi lo spaventerai perchè non sa cosa sta succedendo >> Mi rispose, la sua mano si muoveva dolcemente su e giù per il braccio.

<< Vado a salutarlo >> Mormorò prima di dirigersi fuori dalla cucina. Sospirando la seguì, andò nella mia stanza e si sedette sul mio letto. Mi appoggiai leggermente sullo stipite della porta, la vidi scostare alcune ciocche dalla fronte di Nathan, mentre la sua bocca era socchiusa e chiuse gli occhi iniziando ad addormentarsi. Piccoli sospiri lasciavano le labbra di mio figlio. Addison gli rimboccò le coperte e sorrise mentre lo vedeva girarsi dall'altra parte. Si alzò e si chinò e premette le sue labbra sulla fronte di nostro figlio.

<< Buonanotte tesoro >> Sussurrò prima di voltarsi e mi fissò.

Camminò e mi oltre passò sospirando leggermente mentre si dirigeva verso la porta. La seguii e avvolsi le braccia intorno alla sua vita e la tirai verso di me. La feci voltare, facendo così scontrare i nostri petti . Le sue mani erano premute sul mio petto, mi chinai baciandole la fronte facendole alzare lo sguardo verso di me.

<< Io ti amo - Sussurrai, mi fissò la camicia tirando dolcemente sul tessuto – e questo sentimento non cambierà mai >> Aggiunsi, lei annuì e chiuse gli occhi

<< Sei ancora il mio sogno ragazza e lo sarai sempre – Gli confessai, la sentii singhiozzare, mentre cercò di nascondere la sua testa nell'incavo del mio collo, strofinando il suo naso contro la mia pelle – Ti prometto che ce la faremo >> Sussurrai, facendo scivolare la mano sotto la sua camicia e le accarezzai la schiena dolcemente. Piccoli brividi si formarono sulla sua pelle, Singhiozzò nuovamente, mentre le sue lacrime mi bagnavano. Poi, avvolse le sue braccia intorno al mio collo alzandosi in punta di piedi e tenendosi a me.

La strinsi delicatamente contro di me e appoggiai la mia testa sulla sua spalla.

<< Non possiamo, Luke – Mormorò – Ormai è troppo tardi >>



 


 


 


 


 

SPACE AUTHOR


 


 

Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY.

Allora vi avevo lasciato dicendo che non avrei aggiornato per quasi due mesi, ma dato che ho finito gli scritti una settimana fa e mancano ancora più di tre settimane prima degli orali. Poi sorvoliamo il fatto che la scorsa settimana tra concerti dei 5SOS e dei The Vamps dovevo riprendermi e '' incassare i vari colpi '', ma adesso sono ritornata, dopo avervi la sciato con l'ansia sparata a mille.

Comunque nuovo, capitolo e nuovi hearts attacks. Ho voluto mettere la parte del punto di vista di Luke, perchè mi sembrava il caso e poi capirete anche il perchè verso il penutimo capitolo. Ma tornando a noi, che ve ne pare?

Diciamo che quei Luke e Addison hanno un vero e proprio scontro, non i soliti che hanno, ma più tranquillo e doloroso. Da una parte abbiamo Addison che non ce la fa più emotivamente, e dall'altra abbiamo Mr. Hemmings che a tutti costi cerca di fare ragionare Addison dicendole di non rinunciare a loro e di farlo per il piccolo Nate.

Come sempre vi lascio una piccola anticipazione del prossimo capitolo, che a grande dispiacere dovrò dirvi che sarà il terz'ultimo capitolo, prima della fine di questo sequel:


 

<< Io non so cosa fare Luke, ho tanta paura di ferire qualcuno. >>

<< Io non posso aiutarti finché non sai ciò che vuoi, Addison. Non potrò essere sempre lì per te e rimanere sempre in bilico tra l'amore e il dolore. Addison hai Michael. Cazzo ti stai per sposare, adesso, e lui dovrebbe essere la tua felicità. Non dovresti essere nella mia cucina dirmi che sei spaventata per quello che ti succederà. >> Mi disse, ma era solo quello che già sapevo. Volevo che mi dicesse che lui non mi voleva più, che se ne era andato e poi forse sarei stata in grado di proseguire la mia vita senza di lui.

 

Ah se vi interessasse saperlo sto scrivendo altre due nuove storie a cui tengo davvero molto, e poi anche perchè non ho intenzione di scomparire da EFP dopo che avrò finito questo sequel. E sono The Boxer ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3067143&i=1 ) Fanfict sempre su Luke, e questa è Out The Order ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3127199&i=1 ) la mia nuova fanfict su Calum. Mi farebbe molto piacere se passasse e mi direste la vostra opinione.

Anyway ringrazio coloro che recensiscon, hanno messo tra: preferiti, seguiti e ricordati.

Ci vediamo con il terz'ultimo capitolo, bellezze.

See ya soon.

Baci Lalluby

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Capitolo 22
*** Goodbye Addison ***


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Goodbye Addison

 

 

 

 

 

<< Dio Adds, calmati e respira – Mi disse Louise , mentre mi aiutava con il vestito - Hai bisogno di calmarti, tesoro >>

Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo.

 

<< Non so nemmeno io perché sto andando fuori di testa. >> Ammisi, lisciandosi la parte anteriore del vestito da sposa.

 

<< Stai tranquilla, è la prova finale del vestito per vedere se la sarta deve apportare ancora qualche modifica - Sospirò Louise, facendo un passo indietro per guardarmi, un sorriso si diffuse sul suo viso. - Sei bellissima >>

 

<< Sei sicura? Non mi piace il davanti >> Iniziai, guardandomi allo specchio Non sapevo nemmeno io perchè mi comportavo così. Ma ogni volta che provavo quel vestito trovavo sempre qualche difetto, anche inventandomelo. Forse perchè sapevo che c'era qualcosa di sbagliato e non era solo il vestito.

 

<< Addison, tesoro, che cosa ti succede? Stai ritardando questo matrimonio da due mesi.

Lo so che tutto deve essere perfetto per te, ma dato che ti conosco bene so' che c'è qualcosa che non va. Se fosse stato il tuo matrimonio con Lu.. >>

 

<< No, questo non è vero – Dissi fermandola immediatamente. - Tutto deve essere perfetto per Michael, va bene? >> Sospirai, togliendomi il vestito e mettendolo nella gruccia. Il matrimonio era stato programmato per la prossima settimana, ma le parole di Luke mi tormentavano.

 

<< Lo so, Addison. Ma questo è un matrimonio, non una festa liceale che puoi rimandare al prossimo sabato >> Sospirò Louise dietro alla tenda del camerino, mentre io mi rimettevo i miei vestiti.

 

Uscii da quel camerino, consegnando il vestito alla commessa. E mi diressi verso la parte posteriore della boutique, quando venni fermata da ciò che Louise mi disse mentre mi seguiva.

 

 

<< Devi parlare con Luke >>

 

Mi voltai di nuovo verso di lei, cercando nemmeno di nascondere le mie emozioni.

<< Come? - Dissi sarcasticamente – Ogni volta che proviamo ad avere una conversazione civile finiamo sempre con il farci male a vicenda >> Esclamai, ignorando gli sguardi dei commessi.

 

Louise sospirò rassegnata, abbassai lo sguardo. In quel momento mi sentivo persa e quella discussione non mi stava aiutando.

<< Devi parlargli Adds. Voi due non avete mai chiuso il vostro rapporto ufficialmente e l'ultima volta che hai parlato con lui, sai anche tu che aveva perfettamente ragione. Hai bisogno di vederlo, e poi forse potrai rimettere in ordine i tuoi pensieri e cosa più importante cosa provi ancora per lui >> Mi disse saggiamente, e non potei fare a meno di pensare che aveva ragione. L'unico problema era che significava vedere ancora Luke e non avevo idea di come avrebbe reagito vedermi sulla sua porta, una settimana prima dal mio matrimonio.

 

<< Non posso fargli questo - Sospirai, voltandomi per uscire dal negozio, sentendo i passi di Louise dietro di me - Non è giusto continuare a girare e ricordare tutto quello che c'era >>

 

<< Tu hai bisogno di certezze, Addison. E sappiamo entrambi che lui è l'unico che te le può dare. Forse è Luke la tua felicità >>

 

<< E' Michael la mia felicità >> Affermai, rendendomi conto di averlo detto ad alta voce. Forse lo avevo detto per convincere me stessa, e che tutto quello che mi stava dicendo Louise era tutto una menzogna.

 

<< Certo, Addison – Disse sarcasticamente, alzando gli occhi al cielo - E allora perchè quando hai accetto di sposare Michael quella sera, la prima cosa che hai fatto è stata quella di seguire Luke? >> Finì, aprendomi lo sportello del guidatore.

 

<< Io... - Boccheggiai, sedendomi sul sedile e alzando lo sguardo mentre lei appoggiava il braccio sullo sportello aperto aspettando una mia risposta – Nathan merita di essere felice e di avere serenità attorno >>

 

<< Oh, certo – Disse, sorridendo amaramente – E ci credo Addison, ma non è la risposta alla mia domanda >>

Guardai dritto, davanti a me, cercando di trovare ancora qualche scusa plausibile.

 

<< Hai bisogno di parlargli Addison, perché lo sai anche te che non è una soluzione sposare Michael se non ne sei sicura al cento per cento Non è un cattivo ragazzo e si merita il meglio >> Mi disse con fermezza, prima di chiudere la porta della mia macchina, dirigendosi verso la sua macchina.

 

Accessi la macchina, sospirando. Quando arrivai all'incrocio del parcheggio, avevo due opzioni davanti a me e non avevo idea di quale scegliere. Sinistra o a Destra.

Se avessi scelto la sinistra sarei ritornata a casa e avrei cercato dimenticare tutto quello che mi aveva detto Louise per farmi ragionare. Ma se avessi scelto la destra mi sarei diretta verso quell'appartamento.

Un'ora più tardi, mi ritrovai davanti a quel condominio, presi un respiro. Mi sembrava che fosse passato molto tempo dall'ultima volta che ero stata qui, ma non così a lungo come avrei voluto. Spesso mi ritrovavo qui quando i miei ricordi mi tormentavano e io avevo bisogno di una via di fuga. Mi slacciai la cintura, uscendo dalla mia macchina e cercando il coraggio di andare a bussare alla porta. Ma c'era sempre qualcosa che mi fermava. Forse era il fatto che l'ultima volta che avevo toccato quella porta, stavo scappando dall'unica cosa buona che avevo avuto nella mia vita dopo Nathan e mi spaventava l'idea di andare a bussare in quella porta facendo riemergere troppi ricordi e parole rimaste sospese per quasi cinque anni.

 

<< Non posso >> Sussurrai, riaprendo nuovamente la macchina, ma qualcuno mi toccò la spalla facendomi sussultare e mi voltai, ritrovandomi la famigliare figura del ragazzo che era la causa di tutto quel casino che avevo in testa.

 

<< Vuoi restare fuori per tutto il giorno? >> Disse Luke alzando un sopracciglio mentre un triste sorriso era dipinto sulle sue labbra. Strinsi la chiave nella mia mano guardandola, ma tutto quello che feci fu rimetterla in borsa.

 

<< Hei >> Lo salutai, sorridendogli dolcemente.

 

<< Ti vedo delle volte che arrivi qui con la macchina >>

 

<< Mi hai visto venire qui prima? >> Chiesi scioccata. Solitamente mi ritrovavo davanti alla sua palazzina nelle prime ore del mattino, ma le luci del suo appartamento erano sempre spente.

 

<< La tua auto è più rumorosa di quanto si potrebbe pensare – Mi disse Luke ridacchiando leggermente, ma era solamente una risata forzata - Avresti dovuto bussare, io non ti avrei mai allontanata >>

 

<< Non potevo disturbarti >> Ammisi, mentre nel frattempo eravamo arrivati davanti alla porta del suo appartamento.

Aprì la porta facendo scattare la sicura, facendomi entrare dentro e poi chiuderla immediatamente dietro di se, e facendomi un cenno con la testa di seguirlo in cucina.

 

<< Allora, perché sei qui? Hai un invito matrimoniale anche per me? >> Chiese con un tremito nella sua voce, mentre accese il bollitore e si voltò verso di me.

 

<< Cosa? >> Risposi, scioccata dalla sua domanda. Se fossi stata ancora con lui, mi sarebbe piaciuta l'idea che fosse stato lui ad aspettarmi all'altare e non Michael.

 

<< Calum mi ha detto che ti sposi la prossima settimana. Ho aspettato per un invito per mesi >> Mi disse ridacchiando leggermente, per poi mordersi il labbro inferiore.

 

<< Non so perché sono qui >> Risposi alla sua prima domanda, invece di riconoscere il fatto che Calum aveva fatto l'unica cosa che non ero stata capace a fare io.

 

<< Bene, allora credo che non posso aiutarti. >> Si strinse nelle spalle, mentre il bollitore iniziò a fischiare, facendomi sobbalzare.

 

<< Ti manca? >> Chiesi all'improvviso, facendolo voltare verso di me mentre sul suo viso si dipinse un espressione di confusione.

 

<< Ti manca, cosa? >>

 

<< Ti manca essere in grado di comunicare tra di noi senza che questo enorme peso del passato sia sulle nostre spalle? Senza che uno di noi sia dispiaciuto per l'altro o per quel noi? Perché io lo faccio. Mi manca quel noi, mi mancano quei momenti di felicità rari che ci ritagliavi quando tutto stava per crollare, promettendomi sempre che finchè tu eri al mio fianco nulla mi avrebbe distrutta >> Ammisi, guardando i miei piedi. Era tutto così silenzioso, lui ritornò ad occuparsi del bollitore e mi chiesi se avrebbe ricordato quei momenti.

 

Dopo qualche minuto di silenzio, fece scivolare la tazza sul bancone accanto a me, prima avvolgendo le braccia intorno a me, mi attirò a se per un abbraccio e sentii una solcarmi la guancia, mentre lui mi strinse maggiormente a se.

<< Io non so cosa fare. - Ammisi, sentendo le lacrime solcare le mie guance più velocemente, un singhiozzo scappò dalle mie labbra - Io non so cosa fare Luke, e ho tanta paura di ferire qualcuno >>

 

<< Io non posso aiutarti finché non sai ciò che vuoi, Addison. Non potrò essere sempre lì per te e rimanere sempre in bilico tra l'amore e il dolore. Addison hai Michael,. Cazzo ti stai per sposare, adesso, e lui dovrebbe essere la tua felicità. Non dovresti essere nella mia cucina dirmi che sei spaventata per quello che ti succederà. >> Mi disse, ma era solo quello che già sapevo. Volevo che mi dicesse che lui non mi voleva più, che se ne era andato e poi forse sarei stata in grado di proseguire la mia vita senza di lui.

 

<< Non voglio che mandi a puttane tutto per me, Addison. Voglio che tu sposa qualcuno che sarà lì, per aiutarti a cucire tutto quelle ferite che ti ho procurato. E se quel lui è Michael, beh, vi meritate il meglio. Lui ti ama in un modo che posso capire perché ti ama come ti amavo io cinque anni fa, ma non so se posso amarti ancora, non quando non sai quello che vuoi. Potresti buttare via una cosa brillante per una cosa che non ne varrebbe la pena, perchè tu, piccola, ti meriti qualcuno che possa renderti felice. Cazzo, Addison, tu ti meriti il meglio e io non sarò mai capace di dartelo. Sapevate che era questo il motivo per cui te ne sei andata cinque anni fa. E so per certo che se tu ritornassi ancora da me saresti ancora infelice e alla fine l'ho capito >> Ammise, mentre dietro ogni parola si celava il dolore.

 

<< Lu... >> Iniziai, cercando di dirgli che tutto quello che stava dicendo era sbagliato. Che non era quello il motivo per cui lo avevo lasciato.

 

<< Se davvero non vuoi sposare Michael questa è una tua decisione, ma Addison non posso lasciarti ritornare nella mia vita sapendo che sei spaventata da cosa ci possa riservare il futuro. Devo sapere che mi vuoi, perché non posso vederti andare via di nuovo. Davvero, non ce la farei, cazzo. Non questa volta. >> Mi disse.

Sapevo che lui aveva assolutamente ragione, ma se avrei mollato tutto e mi sembrava strano trovarmi io nel lato opposte delle suppliche. Cinque anni fa ero io che lo supplicavo dicendogli che avevo bisogno di certezze, mentre adesso era tutto l'opposto. Chi mi avrebbe detto che con Luke le cose sarebbero andate per il meglio? Chi avrebbe detto che forse aveva ragione quando diceva che Nathan quando era con noi era felice?

Sospirai.

 

<< Ti ho amato così tanto Luke >> Singhiozzai, togliendomi dal suo abbraccio.

 

Lui annuì, appoggiandosi al bancone di fronte a me.

<< Puoi dire a Nathan che passerò stasera a salutarlo e che non ci sarò per un po'? >>

Mi asciugai la lacrima con la manica della felpa.

<< Te ne vai? >> Chiesi, mentre sentii una forte fitta al petto.

<< Ho bisogno di stare da solo per un po' ed essere felice. Lo so che c'è Nathan di mezzo e penserà che sono un pessimo padre, ma come dargli torto d'altronde? Ma ho solo bisogno di rimettere insieme il tutto e incassare il colpo. >> Sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

 

<< Sei un padre fantastico Luke e Nathan non ti odierà. Lui pende dalle tue labbra e stravede per te – Gli sorrisi tristemente, poi abbassai lo sguardo sospirando - Non ho mai voluto che tu fossi infelice, Luke >> Gli dissi, dirigendomi verso di lui. Avvolsi per l'ultima volta le braccia intorno alle sue spalle, cercando di memorizzare ogni piccola cosa che rendeva splendido Luke Hemmings, il ragazzo per cui lui stesso aveva messo più a volte a rischio la sua vita per me. Li bacia rapidamente la guancia.

<< Resterai sempre quel raggio di sole che illumina le mie giornate piovose, e so che un giorno incontrerai la ragazza che ti meriterà. Perché te lo meriti più di me, e io non vedo l'ora avere la notizia che l'hai sposata >> Sorrisi tristemente accarezzandogli la guancia ruvida per via di qualche accenno di barba, perdendomi per l'ultima nei suoi occhi azzurri.

 

<< Addio Addison Evans >> Sussurrò, stringendomi un altra volta, per poi lasciarmi andare.

 

<< Addio Luke Hemmings >> Sussurrai di nuovo, prima di girare sui tacchi e uscire da quell'appartamento per l'ultima volta e sedendomi in macchina, accendendo il quadro e rimasi seduta lì con il motore che rombava. Mi voltai verso la porta della sua palazzina, appena in tempo per vedere attraverso il vetro la sua figura scivolare giù contro la porta. Una lacrima solcò la mia guancia, l'asciugai velocemente tirando su col naso.

 

Quando arrivai a casa quella tarda mattinata, la trovai deserta. Sospirai e mi diressi velocemente in camera, cercando di trovare qualcosa da fare. Ma appena arrivai davanti la porta della camera crollai. Mi appoggiai con la fronte contro il muro mentre i miei palmi era appoggiati contro di esso e scoppiai a piangere.

Solo in quel momento mi resi conto, che Luke mi aveva detto addio per sempre. Che ormai la nostra relazione era finita, ora era tempo di riniziare. Lui era riuscita ad andare avanti cercando di on appendersi ai ricordi, ma cercando di scappare da questo posto come avevo fatto io cinque anni.

<< Addison – Mi chiamò una voce preoccupata, lo sentii avvicinarsi – Che ti succede? >>

Presi un respiro, cercando di calmarmi.

<< Ti ricordi Calum, quando mi hai detto che avrei dovuto affrontare tutte le conseguenze che il passato aveva lasciato e che dovevo essere pronta a rivederlo e anche pronta ad ascoltare tutte quelle cose che aveva voluto dirmi in questi cinque anni ma che non ha potuto? >>

Calum mi guardò, mentre il suoi occhi si fecero tristi.

<< L'ho fatto. Ti giuro che l'ho fatto- Dissi tirando sul col naso. Mentre quel dolore al petto era ancora presente - Ma dopo tutto il dolore che mi ha fatto provare in questi mesi, io lo amo ancora. E oggi ero pronta per dirgli che lo amo ancora e che lo rivoglio nella mia vita. E che con lui sono realmente felice, anche se mi fa incazzare. Ma quando mi ha detto che aveva bisogno di essere felice e che lui non era la persona giusta per me, gli ho lasciato dirmi addio >>

<< Addison, io... >> Sussurrò

<< Perchè Calum? Perchè? >> Crollai nuovamente.

Calum si avvicinò e mi abbracciò.

<< Perchè dopo un po' Addison, impari che c'è una sottile differenza tra tenere una mano e incatenare un anima. E impari che l'amore non è appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non è sicurezza. E inizi a imparare che i baci non sono contratti e che le promesse non sono dei doni. E incominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti e con la grazia di un adulto e non con il dolore di un bambino. Ed impari a costruirti delle strade perchè sai che il terreno per il domani è incerto per fare piani. Dopo un po' impari che il sole scotta, quando ne hai preso un po'. E perciò lo lasci andare, perchè sai che è la cosa giusta per quella persona. E da tutto impari che sei davvero forte e puoi sopportare tutto questo dolore. E penso che Luke abbia capito questo e che anche tu lo abbia capito. >>












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Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
ALT!!! Lo so che mi vorreste picchiare in questo momento, dato che sono praticamente sparita da efp e che non vi ho lasciato nemmeno in piccolissimo messaggio per dirvi che non avrei aggiornato.
Ma adesso ho aggiornato, e vi chiedo UMILMENTE PERDONO. 

Comunque ritornado a quei due e al capitolo: Che ve ne pare???
Beh, dopo Louise che prova in tutti i modi a far prendere una decisione ad Addison. Nel momento in cui arriva da Luke per ammettere realmente cosa prova lei per lui.
Il biondino arriva con il colpo di grazia. E come sempre appare Calum, pronto per consolare la sua amica. 
Comunque vi ricordo che i prossimi due capitoli saranno gli  ultimi DUE e poi ci sarà l'epilogo.  E devo ammetere che mi mancherrano Luke e Addison.
Però dai, ora come ora ho tante idee per altre storie su questi quattro. E se vi va di leggere qualcosa di mio:
OUT THE ORDER
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3127199&i=1 ) Fanfiction su Calum e The Boxer ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3067143&i=1 ) Fanfiction su Luke.
Vi lascio come sempre con un piccolissima anticipazione del prossimo capitolo: 

 

<< Non avrei mai pensato che ti sposassi con... Ho sempre pensato che avresti sposato Luke >> Mi confessò Calum abbraciandomi, ma si staccò quando vide che non ricambiai la stretta, si staccò lentamente è mi scrutò con i suoi occhi scuri.
<< Sei ancora innamorata di lui, non è vero? >>  Chiese con calma.
Scossi la testa, sorridendo falsamente.
<< No, è Michael la persona adatta a me >> Risposi, mentre una fitta mi attraversò il petto. Era troppo tardi per tornare indietro. 
<< E' venuto qui, Luke? Mi ha detto che doveva parlarti >> Mi confessò. 
Il tempo sembrò fermarsi e lo guardai scioccata.
<< Lui è qui? >>



Ci vediamo al prossimo capitolo e grazie a coloro che hanno messo tra i preferiti, seguiti e ricordati la storia.
Grazie ancora.
Baci Lalluby


PS: ON TWITTER @_Lalluby_

 

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Capitolo 23
*** Its Yes? ***


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It's Yes?

 

 

Tutto sarebbe cambiato. Beh, tutto era già cambiato.Mi stavo per sposare e non sapevo cosa pensare.

Le mie dita digitavano sulla tastiera velocemente quel numero, era l'unico modo che avevo di comunicare prima del matrimonio. Sperai con tutta me stessa che lui mi avesse risposto.

<< Ciao? >> La voce sull'altra linea era profonda e roca, confortante in un modo che nessun altro lo era mai stato.

<< Mi dispiace tanto per averti disturbato. Ho solo ... avevo bisogno di parlare con te >>

<< Addison? Che succede ? >> La voce di Michael era piena di preoccupazione, mentre io giocherellavo con l'anello al dito.

<< Non lo so. Avevo solo bisogno di sentire la tua voce, credo >> Dissi in un sussurro.

<< Tu non vuoi fare questo >> La voce di Michael era diventata tesa con la sua affermazione.

<< No! Naturalmente voglio farlo! Oh mio Dio, no! Io non ho dubbi. Sono ... nervosa immagino. Non ho mai pensato che questo sarebbe potuto succedere >> Dissi alzandomi dal letto.

Una risatina fu tutto quello che sentii.

<< Ce la faremo, Addison- La sua voce era dolce, un sospiro riempì il silenzio.- Non ho mai pensato che una persona come te potesse entrare così facilmente nella mia vita. E poi pensa tutti i vantaggi che potrai avere. Voglio solo la tua felicità. >>

<< Oh mio Dio, sei così - Risi- Perché ti amo? >> Gli chiesi sorridendo.

<< Hey! Sto cercando di essere romantico! Non è colpa mia se non ti piace collaborare con i miei sforzi. >>

Sorrisi, tutto sembrava essere ritornato alla semplicità.

<< Quindi sei davvero sicuro di questo? - Gli chiesi timidamente - Il grande Michael Clifford, è finalmente pronto a sistemarsi e vivere una vita matrimoniale? >>

<< Potrei chiederti lo stesso, amore. >> Sospirò

<< Sì, credo di si -. Il silenzio tornò su di noi anche se entrambi non volevamo che questa conversazione finisse - Chi avrebbe mai pensato che ci saremmo sposati? >>

<< Già >>

Michael non parlò più, forse perchè era anche lui immerso nella totalità dei suoi ricordi creati dal nostro rapporto.

Il nostro rapporto era iniziato tutto per uno sbaglio commesso da Luke, in quel cortile a scuola. Mi ricordai la prima volta che capii che forse mi stavo innamorando di lui, quello che doveva sembrare un altro sentimento casuale.

La sua risata era diventata il mio miglior suono. Le sue battute, anche quelle cattive, erano ancora l'unica cosa che avrei sempre voluto sentire. Era qualcuno con cui potevo parlare di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento e non era mai infastidito. Era il mio migliore amico e non ero mai stata così vicina ad una persona fino a quando non arrivò lui.

Mi ricordai la prima volta che capii che forse lo amavo.

Tutti i momenti passati insieme quando io stavo crollando, con le sue braccia avvolte intorno alla mia vita, il suo respiro morbido contro il mio collo mentre dormiva, le lenzuola impresse con l'odore della sua colonia. Oppure quando nascondeva il suo viso nel cuscino, riparandosi gli occhi dalla luce esterna, rifiutandosi di lasciarmi la mattina seguente.

Mi ricordai la prima volta che mi disse di amarmi in quella cucina dopo il mio ennesimo crollo per Luke, pensando che fosse stava mentendo per via di tutta quella situazione. Ma appena me lo giurò, gli credetti.

Mi ricordai il giorno in cui mi propose di sposarlo. Mi ero sempre rifiutata di credere che qualcuno avrebbe mai voluto passare il resto della sua vita con me, non dopo tutte le ferite che Luke mi aveva procurato. Ma Michael aveva cambiato tutto.

<< Ho voglia di baciarti, adesso >> La voce di Michael ruppe i miei pensieri, la realtà di ciò che sarebbe accaduto fra poche ore ritornò a farsi strada nella mia mente.

<< Romperai la tradizione >> Ridacchiai.

<< Sta parlando con te in questo momento sto rompendo la tradizione? - Riflettè ad alta voce – Oh, fanculo alle tradizioni >> Borbottò qualche istante dopo.

Risi, per poi guardare la mia figura allo specchio e sospirai di nuovo.

<< Lo sai che ti stai per sposare e devi moderare il tuo linguaggio davanti al prete? >> Chiesi, sorridendo falsamente.

<< Oh, fidati che lo so >> Mormorò.

Ci fu un attimo di silenzio finchè lui parlò nuovamente.

<< Ti amo >>

Sentii il mio stomaco contorcersi, emntre il mio respiro rallentò.

<< Ti amo tanto, Addison – Continuò serio Micheal- Anche se so' che fra poche ore ti vedrò, ma tu non sai quanto vorrei poter essere lì con te in questo momento.Voglio solo farti sapere quanto sono felice per noi e ti terrò tra le mie braccia ogni giorno >>

Sorrisi.

<< Quindi ci vedremo sull'altare Michael Clifford? >>

Rise.

<< Ci vedremo sull'altare, Addison Evans >>

Quando finii la chiamata, mi misi davanti allo specchio, guardandomi per poi sopsirare. Sapevo cfacendo l'errorre più madornale che avessi mai compiuti, sapevo che non avrei dovuto fare quel passo, ma ormai era troppo tardi per fermarsi. Mi sarei sposata, ma l'unico problema era, non era la persona che avrei voluto che ci fosse ad aspettarmi sull'altare.

Ero ancora perdutamente innamorato di Luke. Sapevo che non doveva andare così che dopo tutto avevo Michael che con quella telefonata mi aveva dimostrato tutto il suo amore, ma non potevo farne a meno. Sapevo anche che questo era un clichè che si leggeva nei libri e si vedeva nei film, ma l'unica cosa che davo per certo e che sapevo era che il mio cuore era stato preso da lui, ma a differenza dei film e libri, lui mi aveva lasciato andare.

Quindi, agii con l'unica cosa che mi sembrava giusta in quel moemnto, cercare di sbarazzarmi dei miei sentimenti per lui, e sfrozarmi di andare avanti con Michael. Amavo Micheal, ma non avrei mai potuto amarlo come amavo Luke.

Sussultai, quando improvvisamente sentii bussare alla porta della camera di Louise.

<< Addison, posso? >> Chiese la voce di Calum dietro alla porta.

Mi diedi un ultima occhiata, per poi sopsirare.

<< Certo >>

Quando Calum entrò e mi vide, mi sorrise, venendo subito verso di me.

<< Non avrei mai pensato che ti sposassi con... Ho sempre pensato che avresti sposato Luke >> Mi confessò Calum abbraciandomi, ma si staccò quando vide che non ricambiai la stretta, si staccò lentamente è mi scrutò con i suoi occhi scuri.
<< Sei ancora innamorata di lui, non è vero? >>  Chiese con calma.
Scossi la testa, sorridendo falsamente.
<< No, è Michael la persona adatta a me >> Risposi, mentre una fitta mi attraversò il petto. Era troppo tardi per tornare indietro. 
<< E' venuto qui, Luke? Mi ha detto che doveva parlarti >> Mi confessò. 
Il tempo sembrò fermarsi e lo guardai scioccata.
<< Lui è qui? >>

Non pensavo che venisse, non dopo tutto quello che mi aveva detto la mattina in cui andai da lui.

Feci per parlare, ma venni bloccata.

<< Mamma! >> Urlò felice Nathan.

Sorrisi vedendolo, ben vestito.

<< Hei, tesoro >> Dissi felice di rivederlo.

Nathan venne verso di me e lo presi in braccio.

<< Sei bellissima >> Mi disse avvolgendo le braccia intorno al mio collo.

<< Anche tu, tesoro >> Gli sorrisi dolcemente, lasciandoli un bacio sulla tempia.

Ma immediatamente mi accorsi che tra le mani stringeva qualcosa. Agrottai la fronte. Era un pupazzetto simile a un pinguino.

<< Nate - Lo chiamai mentre appoggiava la testa sulla mia spalla – Che cosa hai in mano? >> Gli chiesi dolcemente accarezzandoli la schiena.

Vidii Calum irrigidirsi.

<< Nate, andiamo che la mamma deve finirsi di preparare >> Si affrettò a dire.

<< No – Dissi- Tesoro che cos'hai in mano? >> Gli chiesi nuovamente.

Sentii Calum sospirare.

Nathan alzò la testa, e guardò il pupazzetto che aveva tra le mani.

Appena lo vidi, una fitta mi colpì il cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

- Inizio Flashback -

 

 

Una brezza fredda attraversò la pelle di Luke, che era sdraiato su un fianco, procurandoli dei brividi lungo la schiena, iniziando così a tremare leggermente.

<< Addison, torna a letto. >> Mi mormorò Luke, seppellendo il naso nel suo cuscino ed emettendo un gemito insoddisfatto .

Una piccola risatina lasciò le mie labbra, ero davanti alla finestra con addosso una felpa di Luke e un sorriso apparve sulle labbra di Luke.

<< Perchè stai aprendo la finestra ? >> Mormorò il ragazzo attraverso il cuscino.

<< Perchè in questa stanza fa caldo >> Risposi dirigendomi nuovamente verso il letto.

Luke rise nuovamente.

<< Hey, guarda che è vero. Hemmings >> Continuai sorridendo, mentre mi rimettevo nel letto. Per poi accoccolarmi di nuovo sul petto di Luke, face scivolare il suo braccio intorno alla mia vita ,e posò la sua testa sul mio cuscino, mentre il suo braccio destro era sotto il mio collo.

Luke si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

<< Comodo ? - Gli chiesi facendolo annuire con la testa , prima di darmi un leggero bacio alla sommità della testa - Anche io >> Mormorai

<< Sai di cosa ho paura, Luke ?>> Improvvisamente dissi voltando la testa verso di lui.

Luke scosse la testa.

<< Temo che un giorno mi sveglierò e tu non sarai accanto a me >> Dissi in un sussurro mentre tracciavo disegni immaginari sul suo petto.

Luke in quel momento si accorse che fino a quel momento stavo fingendo con un allegria falsa, per nascondere quel dolore che aveva un sapore amaro, delusione, e fingevao con quella finta allegria per non dirgli che stavo male, male da morire allora fingevo, fingevo di essere sorriso per nascondere quelle lacrime così amare.

<< Sarò sempre accanto a te . Te lo prometto >> Mi rassicurò mettendo l'indice sotto il mio mento prima di sollevarlo verso il suo viso.

<< Prometti ? >> Mormorai contro le sue labbra , mentre Luke mi fece un cenno con la testa prima di darmi un leggero bacio.

Poi il ragazzo si staccò dal bacio e si voltò alla ricerca di qualcosa nel suo cassetto .

<< Che cosa stai facendo? >> Gli chiesi appoggiando il mento contro la sua spalla mentre lui continuava la ricerca nel suo cassetto.

Poi smise di cercare all'interno del cassetto e afferrò l'oggetto mostrandomelo .

<< Cos'è questo? >> Gli chiesi prendendo l'oggetto in questione dalla sua mano .

<< E' la mia promessa >> Ridacchiò Luke per la mancanza di serietà che si era creata in quel momento.

<< Un pinguino, eh? >> Chiesi ridacchiando anch'io.

Luke rise di nuovo.

<< Ti amo >> ridacchiai di nuovo prima di dargli ancora un altro bacio .

<< Ti amo anch'io >> Sorrise prima.

 

 

-Fine Flashback-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Te lo ha dato papà? >> Sussurai, con il cuore spezzato.

Nathan annuì.

<< L'ho trovato a casa sua ieri sera vicino ad una lettera e gli ho chiesto se potevo tenerlo e mi ha detto di si >> Mi spiegò mio figlio sorridente al ricordo.

I miei occhi iniziarono a bruciarmi, mentre il mio respiro mi morì in gola.

<< Nate, campione. Puoi lasciarmi da solo con la mamma? >> Gli chiese dolcemente Calum, notando che da lì a momenti sarei crollata.

Nathan annuì, così lo lascia andare.

Appena chiuse la porta, il silenzio fece da padrone in quella stanza.

<< Ho avuto così tante occasioni... >> Iniziai

Ma Calum mi fermò.

<< Sei arrabbiata con te stessa? >> Mi chiese.

Lo guardai sconfitta i miei occhi bruciavano ancora, e faceva male sapere che ero stata sempre io la causa del dolore di Luke e sapere che avevo bruciato tutte le occasioni che lui mi aveva chiesto mi stava spezzando.

<< Non sono arrabbiata, Calum. Sono confusa. Sono così fottutamente confusa adesso, perché non ho idea di cosa fare – Dissi stringendo i pugni per trattenere le lacrime.- Sembrava tutto così in bianco e nero prima di vedere quella promessa >>

Calum scosse la testa, i suoi occhi erano lucidi, si sedette sul letto.

<< Addison, io...... Avrei dovuto accorgemene che quella era la vostra promessa, mi dispiace. Ma è così difficile vederti, sposare qualcuno che non Luke. Non mentivo quando ti avevo detto che lui era tutto ciò che avevi bisogno, io credo che anche dopo tutto il dolore e la merda che due persone attraversano per tutti i fantasmi del passato. Io penso che tu e Luke siete destinati a stare insieme. Perchè so' cosa avete attraversato entrambi in questi cinque anni. E ora mi odierai e non parlarai con me di nuovo perché ti sto dicendo queste cose. Ma io non ti biasimo se non mi vuoi nemmeno al matrimonio >> Sussurrò.

Feci per parlare ma venni interrotta, nuovamente da Louise che entrò nella stanza con mio padre.

Tirai su col naso, voltando lo sguardo dall'altra parte, cercando di nascondere i miei occhi lucidi.

<< Tesoro, dobbiamo andare. Aspettano solo te >> Mi disse mio padre, sorridendomi.

Annuii e seguii mio padre.

 

 

 

 

Quando arrivamo, prim di scendere mio padre mi bloccò.

<< Ne sei sicura, Addison? >> Mi chiese mio padre guardandomi.

Lo guardai, mi era mancato in questo periodo che ero ritornata a Sydney. Se quando ero adolescente, li avevo dato tutta la colpa del perchè la nostra famiglia era andata in frantumi dopo la morte di mio fratello. Adesso non più. Perchè lui aveva sentito il bisogno di andare via da tutti quei ricordi che lo schiacciavano. Un po' come avevo fatto io. Ed ero felice che mi aveva insegnato questo cose, nel periodo in cui ero andata a vivere li per crescere Nathan.

<< Addison, puoi sempre tornare indietro, lo sai questo. Vero? >> Continuò mio padre.

Abbassai lo sguardo sulle mie mani, e poi guardai mio padre.

<< Papà io.. >>

Mio padre mi sorrise.

<< Addison puoi sempre tornare indietro, ok? Ricordatelo, anche in situazioni come queste. Ma ricordati solo che, una volta varcata quella soglia e quando avrai detto si. Arriverrano altre conseguenze >>

Mi appoggiai al sedile chiudendo gli occhi, e sospirando.

<< Certo, magari se dopo al si ti accorgi che non volevi c'è sempre il divorzio – Iniziò sdrammatizzando, sorrisi – Io voglio solo la tua felicità, ok? >>

Presi un profondo respiro, per poi lasciarmi andare.

<< Sono sicura >>

 

 

Varcare quella soglia e avere tutti gli occhi puntati, mi stava facendo impazzire. Era come se qualcuno mi avesse tolto l'aria.

Ma appena vidi Michael sorridermi, quando arrivai vicino a lui, mi tranquillizzai.

<< Pronta? >> Mi sussurrò sorridendo e stringendo la mia mano con dolcezza.

Sorrisi.

<< Pronta >>

Appena arrivò il momento del si, sentii una sensazione di gelo. Guardai oltre la mia spalla, e vidi mio padre con in braccio Nathan guardarci con un sorriso e poi guardai Calum. Sul suo volto c'era un sorriso triste.

<< Michael Gordon Clifford, vuoi prendere come tua legittima sposa la qui presente Addison Grece Evans per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? >> Chiese.

Guardai Michael e deglutì.

<< No >> Mormorò Michael.

Impovvisamente sentii come se qualcuno avesse sostituito il mio sangue che scorreva nelle vene con acqua ghiacciata. Il tempo sembrava essere bloccato, e il mio cuore aveva perso un battito.

<< Cosa? >>

<< Ho detto no >> Ripetè Michael più forte.

Sentii un mormorio rpoveniente alle mie spalle.

<< Michael ma... >> Iniziai cercando spiegazioni, ma lui prontamente mi fermò.

<< No, ascoltami Addison – Mi disse Michael guardandomi – Mi dispiace tanto, ma non riesco proprio a fare questo, non con te >> Finì sussurrando l'ultima parte e chidendo gli occhi.

<< Allora perchè mi hai voluto sposare? >> Chiesi, sconvolta.

Michael rise amaramente.

<< Perchè sono un egoista Addison. Pensavo che io fossi la tua felicità, ed ero e sono accecato dall'amore che non riuscivo a vedere che tu non eri felice, per lo meno non co me. Perchè, andiamo, so' benissimo che in questo momento vorresti che al mio posto ci fosse Luke e non me. Mi dispiace di aver fatto un casino, ma è difficile vedere che la tua felicità è data da una persona che non sono io. E non stavo mentendo quando ti ho detto che volevo la tua felicità >>

<< Mi dispiace tanto, Michael >> Dissi mentre sentii le lacrime solcarmi le guance.

<< Hei, hei, hei non piangere – Disse dolcemente Michael sorridendomi tristemente, e portando le sue mani sul mio collo e accarezzandomi con i pollici gli zigomi – Perchè ti dispiace >>

Chiusi gli occhi, mentre le lacrime continuavano a scendere.

<< Mi dispiace, devo sembrarti una stupida >> Gracchiai.

Michael mi sorrise, chinandosi e baciandomi la fronte per poi guardarmi nuovamente.

<< Spero che tu sia felice con Luke, Addison. E spero che ti tratta bene, come ti meriti di essere trattata. Ti meriti il ​​meglio, lo sai? Quindi spero che te lo darà, questo e altro ancora, piccola. Avrei voluto essere io darti quelle cose – Mi sorrise accarezzandomi lo zigomo con il pollice – Forza, va da Luke! >>









SPACE AUTHOR

Hi my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
ALT!!
So perfettamente che in questo momento avete degli istinti omicidi nei miei confronti per avervi lasciato così e poi per non aver più aggiornato. Ne sono consapevole, ma vi chiedo perdono.
Anzi, a dire il vero era davvero indecisa se postarlo, perchè l'ho tipo riguardato 123455 miliardi di volte e non ero mai contenta delle modifiche che facevo. Ma alla fine mi sono detta '' Ok, c'è gente che aspetta con ansia. Quindi o è così o così'' , quindi eccolo.
Allora che ve ne pare?

Addison telefona a Michael, più che altro per vedere se sta facendo la cosa giusta. E poi arriva Nathan con quel pupazzetto, che manda in confusione Addison  e vi ricordavate quando all'inizio dei primi capitoli nello spazio autrice vi avevo detto di non trascurare il personaggio di Calum e Michael che sarebbero diventati dei riferimenti per Addison, ecco spiegato il perchè con questo capitolo.
E per la prima volta appare il padre di Addison, che prova a convincere la figlia.
Ma credo, che la cosa che abbia lasciato tutti a bocca aperta e di sasso sia stata la risposta durante lo scambio delle promesse.
Perchè, insomma, Addison orgolgiosa com'è si sarebbe buttata a capofitto nella relazione con Michael pur di fare felice Nathan. Quindi, facciamo una statua a Michael che pur innamorato di Addison l'ha lasciata andare.
Ringrazio coloro che hanno messo la storia tra: PREFERITI, RICORDATI E SEGUITI.
GRAZIE MILLE.

Non vi lascio nessuna anticipazione del'ultimo capitolo, perchè voglio che ci sia la sorpresa, chi lo sa'. E sono curiosa di sapere da voi se secondo voi Luke e Addison ritorneranno insieme?
Ah, da come avrete notato in questo periodo sto scrivendo tre nuove fanfiction a cui tengo davvero molto, e sono:
Out The Order
( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3127199&i=1 ) Fanfiction su Calum.
The Boxer ( 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3067143&i=1 )
Fanfiction su Luke.
Hold Onto Me ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3166326&i=1 ) Fanction su Ashton.
Quindi diciamo che non vi ho abbandonato.
Ci vediamo con l'ultimo capitolo di questo sequel.
Baci Lalluby

 

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Capitolo 24
*** Never Let You Go ***


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N.A: Leggere spazio autrice.






Never Let You Go

 





Erano cambiate un sacco di cose dopo il no inaspettato di Michael sull'altare.

Ero ritornata a Perth, sicura che lì avrei trovato quella felicità che cercavo di trovare dopo tutto questo tempo. Mentre Michael e Calum erano rimasti a Sydney, ancora troppo attaccati per lasciarsi alle spalle quel passato che ci aveva unito non solo come amicizia, ma come famiglia. Perchè ormai di Calum e Michael non potevo dire altro, erano diventati la mia famiglia.

Invece Luke, beh lui semplicemente non c'era.

Era entrato nella mia vita in punta di piedi, come fanno i ladri quando devono rubare qualcosa. Cercano di non farsi notare e frugano nelle tue cose, fino a quando non te ne accorgi, fino a quando ignori il pericolo.

Ma poi li vedi ed hai paura.

Ecco, Luke era un po' come un ladro. Era entrato nella mia vita senza far rumore, e vi era stato un po' di tempo in silenzio e poi non so' cosa successe... se ne era andato come era entrato.

Mi inizia ad incamminare verso la porta di ingresso del condominio.

Quella sera faceva abbastanza freddo e il buio pesto circondava il parcheggio, mentre i lampioni della luce illuminavano il vialetto che stavo percorrendo. Mi strinsi nella mia giacca, incrociando le braccia al petto.

-Lo sai che non mi piace quando te ne vai in giro da sola di notte -

Appena sentii quella voce dietro di me, mi fermai.

Un cumulo di ricordi venne posto sopra il mio cuore. Il tempo sembrava essersi fermato in quell'esatto momento, quel momento che mi avrebbe fatto crollare.

-Luke- Sussurrai.

Sapevo che non mi sarei dovuta voltare, che dovevo solo far finta che fosse qualcun altro, ma la verità era che mi era mancato, anche se non lo avrei mai ammesso ed ero consapevole che lui ormai dovesse far parte del mio passato. Il mio cuore era in corsa, e quando lo vidi, sentii il mio stomaco stringersi.

Era lì in piedi, in mezzo a quel vialetto con il suo solito abbigliamento, tranne che l'ombra del capuccio della sua felpa gli ombreggiava il viso, nascondendo così i suoi occhi limpidi.

-Mi avevi detto che saresti sparito per un po'?- Gli ricordai, cercando di tenere a freno l'emozione nella mia voce.

Luke non rispose, fece un passo avvicinandosi a me, mentre il mio istinto mi disse di farne uno indietro. Quando me lo trovai davanti vidi il suo sguardo ammorbidirsi, si schiarì la gola e parlò.

-Come stai?-

-Luke, non lo fare- Lo avvertì, non volendo ritornare indietro con i ricordi.

-No, cosa?- Lui si finse confuso, avvicinandosi maggiormente a me – Sei stata tu a rompere il rapporto con me, non ricordi?-

Risi amaramente.

-Se tu non mi avessi mai distrutto in quel modo non ti avrei mai lasciato. Ma lo hai fatto, Luke-

Ed in quel momento mi ricordai di quanto fossero ancora fresche le sue ferite. Era inutile mentire che non fossi innamorata ancora di lui, e lo odiavo.

-Le persone cambiano, Addison- Fu tutto ciò che mi disse.

-Ma tu non lo hai mai fatto. Tenevi più all'alcol che a me e Nathan- Iniziai -Quando eri ritornato avevo iniziato a pensare che non mi amassi più...Forse sono ancora io quella...-

-Ti amo ancora, Addison. E se tu pensi quelle cose credo che siano delle stronzate- Disse, Luke era

così vicino che, se si sarebbe sporso in avanti lo avrei baciato.

Luke improvvisamente fu troppo vicino.

-Va bene- Sospirai, dissi voltandomi. - Luke, ti prego lasciami in pace-

Tutto quello che importava adesso era allontanarmi da Luke, non volevo che mi vedesse piangere.

Incomincia ad allontanarmi, ma lui afferrò il mio gomito, fermandomi. La sua mano era calda e il suo tocco era familiare.

- Non mi lasciare,- La sua voce fu improvvisamente morbido e bisognosa - Non rinunciare a me-

- Non è la stessa cosa, Luke- Respirai, voltandomi per guardarlo, i miei occhi lo pregavano di lasciarmi andare, perché non avevo la forza di togliere il mio braccio dalla sua presa.

- E 'la stessa dannata cosa più e più volte,- Lui sospirò e, lentamente si avvicinò a me e prima che me ne potessi rendere conto i nostri corpi si stavano sfiorando.

-Non è colpa mia,- Gli dissi, sentii il suo sguardo su di me - Luke, ti prego, lasciami andare -

Mi guardò per quello che sembrasse un'eternità, togliendo la mano dal mio gomito, e istantaneamente mi mancò il suo toccò. Ma, non si spostò.

- Dio- Respirò, le sue mani andarono su i miei fianchi, intrappolandomi tra le sue braccia - E 'stato un anno ...- Si affievolì, portando una mano sulla mia guancia.

Non avevo abbastanza forza per respingere la sua mano, quindi la cosa migliore che potessi fare era quella di agire come se il suo toccò non mi fosse mancato.

-Sei ubriaco?- Gli chiesi, e quando i suoi occhi si spalancarono, capii. Sapevo che non avrebbe mai fatto questi gesti da sobrio.

Portò l'altra mano sulla mia guancia, avvicinando il suo viso al mio.

-Luke, smettila ...- Respirai come alzò la testa avvicinando le sue labbra maggiormente alle mie eludendo un bacio.

-Addison, ascoltami. Ascoltami – Disse, sapevo che stava cercando di smaltire la sbornia mentre parlava, premette la sua fronte contro la mia chiudendo gli occhi -Ti amo ancora, va bene? Cazzo, io ti amo ancora -

Le lacrime premettono gli angoli degli occhi di nuovo come lui ritrasse il suo tocco, si abbassò il capuccio passando la sua mano tra i capelli disordinati- Pensavo di esserci riuscito, ma quando ti ho visto lasciare quella maledetta porta quel giorno che ti dissi addio ho capito che non potevo lasciarti andare, perchè ti amo ancora-

Fece un passo più vicino, portando le sue mani sulle mie guance e sollevandomi leggermente il volto.

- E io so che pensi che se fossi stato sobrio non avrei detto queste cose, cazzo ma lo avrei fatto, perché sei nella mia mente ogni minuto dannato della giornata-

Certo sapeva esattamente quello che stessi pensando. Lui sembrava non aver perso il suo talento di leggere la mente come il palmo della sua mano nel corso dell'anno.Luke non aveva mai esposto più di tanto le sue emozioni ma c'era qualcosa di familiare.

- Penso a te tutto il giorno. Tutti i giorni- Sentii il suo respiro solletticarmi il collo - Penso a me e te con nostro figlio- Le sue mani finirono sui miei fianchi. - Le tue labbra, i tuoi occhi, tutto. Mi manca tutto.- Quando lasciò i miei fianchi, soffocai di nuovo un lamento per la perdita del suo contatto familiare. - Vuoi che me ne vada? Me ne vado. Ma se ti lascerò ancora andare non so se riusciremo lasciarci andare-

Ci volle un po' prima che mi resi conto che mi stava lasciando andare nuovamente. Fece un passo indietro, guardandomi in attesa di una decisione. E pronta a voltarmi e non tornare più indietro.

Ma, in qualche modo, le mie braccia si avvolsero attorno al suo collo, tirandolo verso di me per baciarlo.

Luke rispose immediatamente al bacio, avvolegendo le braccia sui miei fianchi spingendomi maggiormente contro di se. Le sue labbra erano così familiari. Una delle sue mani andò dietro il mio collo, come per non farmi scappare ancora. Era come ritornare indietro nel tempo, come passò la sua lingua sul mio labbro inferiore e approfondì il bacio quando le lo permisi.

Quando si staccò dal bacio per prendere un respiro profondo, mi spinse maggiormente contro di se. -Se vuoi che mi fermi, dimmelo ora- Mi avvertì senza fiato, le guance arrossate e il petto ansante - Perché non mi fermo-

-Allora non farlo.-

Luke fece scontrare nuovamente le nostre labbra. Afferrò le mie cosce facendomi avvolgere le mie gambe attorno alla sua vita, gemetti quando iniziò a baciarmi il collo, la sensazione delle sue labbra sulla mia pelle mi fece ricordare quel contatto familiare.

-Luke- Respirai una volta che le sue labbra incominciarono a lasciare dei baci sul mio collo - Luke-

-Hmmh- Mormorò contro la mia pelle.

-Ti va di salire?- Gli chiesi, lui alzò la testa quasi istantaneamente.

- Dici sul serio, piccola?- Mi chiese, lo sguardo serio. Le sue mani tenevano ancora le mie cosce, sorrisi guardandolo.

Annuii.

Sgranò gli occhi e le sue labbra si incurvarono in un sorriso, avvicinò la fronte con la mia.

-Mi sei mancata- Sussurò.

Mi fece scendere, afferrai la sua mano e ci incamminammo verso il mio condominio.

Quando entrammo dentro al mio appartamento chiusi la porta alla mie spalle e vidi Luke guardarsi intorno.

-Dov'è Nate?- Mi chiese, con uno sguardo serio.

-Quando sono andato a prenderlo stasera è voluto rimanere da mio padre- Dissi, incrociando le braccia al petto.

Il silenzio cadde tra di noi. Lo guardai mentre il suo sguardo si posò su uno dei pupazzi sparsi sul divano.

Seguii il suo sguardo e quando capii cosa stava guardando il mio cuore affondò. Improvvisamente lui raggiunse il divano afferrando la sua promessa.

-L'hai tenuta- Sussurrò guardando il pupazetto e poi sollevando il suo sguardo verso di me – Hai tenuto la mia promessa-

Guardai il pupazzetto di pinguino che teneva fra le mani, era come se tutti i nostri ricordi fossero racchiusi dentro quella promessa.

-Non riuscivo a buttarlo via.- Mormorai, e Luke non potè fare a meno di sorridere.

-Era l'unica cosa che mi ricordava che tu c'eri stata quando sei andata via- Mi confessò guardando ancora il pupazzetto che aveva tra le mani.

-Avresti dovuto lottare per noi- Gli dissi, ma mi pentii immediatamente.

Prese un respiro profondo, e posò il pupazzetto nuovamente sul divano. Avevo paura di aver rovinato il suo umore.

-Forse si, ma ero ancora un ragazzino ed io non ti merito- Provai un senso di vuoto allo stomaco.

C'era una finalità nel modo in cui lo disse. I suoi occhi azzurri incontrarono i miei, tentò di sorridere, ma vacillò e lui mi conosceva meglio, più di quanto conoscessi me stessa. Si avvicinò a me.- Ma io ti amo. Ti amo ancora, proprio come ho fatto quando ti dissi che ti amavo per la prima volta. Forse anche di più.-

I sentimenti sono sempre stati un territorio inesplorato per Luke, e si potevo dire che stava cercando di formare i suoi pensieri in parole.

-E tu mi ami ancora, vero?-

Rimasi in silenzio per un momento, premendo le labbra.

-Credo di non aver mai smesso di amarti- Sussurai, più che altro a me stessa.

-Addison...- Mormorò Luke avvicinandosi a me mentre cautamente allungò le braccia per avvolgere il mio tremante corpo, delicatamente pose dei baci in cima alla mia testa- Piccola, parla con me per favore- Dichiarò tra i miei capelli, le sue emozioni stavano prendendo possesso di lui ancora una volta.

Alzai la testa e presi un respiro profondo, preparandomi ad aprirmi a lui ed ammettere tutti i sentimenti e sensazioni che attraversarono a mia testa per tutti questi mesi.

-Voglio baciarti e farti sentire bene quando sei giù, perché quando sei arrabbiato mi lacera vederti così, Luke. Sei tutto quello che penso e questo mi spaventa, Dio, mi spaventa più di ogni altra cosa, perché pensavo che amare una persona in passato potesse distruggerti, ma non mi sono mai sentita così prima d'ora. Sento il bisogno disperato di salvare questa relazione distrutta e ti amo con tutto quello che ho. E ora tutto quello che ti chiedo e di insegnarmi ad amarti nuovamente, Luke - Singhiozzai, il mio corpo tremava incontrollabilmente come permisi di abbattere i miei muri, permettendo al mio corpo di affondare completamente nell'abbraccio confortante di Luke, mi tirò ancora di più a se come se cercasse semplicemente di comprendere le mie parole. Tutto quello che avevo sempre fatto era stato quello spingere Luke via, rifiutarmi di dire '' ti amo'' ogni volta che diceva di amarmi, e ora avevo messo a nudo le mie emozioni.

-Lasciami amarti - Mi sussurrò in un orecchio, sentii le sue ciglia chiudersi contro la mia tempia mentre esalò pesantemente dal naso, causandomi la pelle d'oca a salire sulla mia pelle e facendomi scuotere la testa..

-Non so come, Luke- Mormorai, immergendo la testa nell'incavo del suo collo come collegai le nostre mani e le tirai forte al mio petto, sentivo il suo petto alzarsi e abbassarsi contro il mio ad ogni suo respiro.

-Abbassa la guardia, fai l'amore con me, piuttosto che scopare solamente- Mi pregò nel mio orecchio, le sue parole mi provocarono un singhiozzo rotto che lasciò le mie labbra quando mi resi conto che non avevamo mai trascorso una notte insieme in cui emotivamente eravamo legati. Il senso di colpa mi inondò come il mio labbro inferiore tremò.

-Mi dispiace tanto- Dissi come scusa debole, completamente consapevole del fatto che una scusa non avrebbe mai compensato il fatto che avevo rifiutato sempre il suo amore - Le parole vincono sempre, ma non quando sto cercando di scusarmi per essere stata così egoista- Sussurrai, stringendomi a lui. Mi attirò maggiormente contro di lui, appoggiando la sua fronte contro la mia facendo si che non vi fosse più alcuna distanza tra di noi, le mie mani accarezzarono i lati del suo viso come le sue braccia erano ancora avvolto intorno alla mia vita.

-Non c'è bisogno di chiedere scusa- Rispose onestamente.

-Ho bisogno di te, Luke- Supplicai, mentre lui chiuse gli occhi in risposta ai mie pollici che correvano dolcemente lungo i suoi zigomi definiti- So che non merito nulla-

La mia confessione gli fece aprire gli occhi e solcare le sopracciglia in confusione.

- Non ci sarà mai un giorno in cui io non voglia che te, Addison- Espresse incredulo- Hai tutto di me e non ci sarà mai un momento in cui avrai meno di quello-

Un silenzio cadde fra di noi, entrambi sopraffatti con il terreno emotivo che avevamo appena scoperto. Le nostre teste cominciarono ad avvicinarsi, come se ci fosse una calamita che ci metesse assieme. Una magnete per unirci in un bacio che suggellò insieme le crepe della nostra relazione. Le nostre labbra gonfie e tremanti si incontrarono, sospiri di sollievo sfuggirono da entrambi, confermando che eravamo entrambi pronti ad intraprendere la nostra prima notte investiti da tutte

quelle emozioni che per troppo tempo erano state nascoste. Successivamente, Luke inalò profondamente dalle narici nella speranza di non dover dividere le nostre labbra.. Le mie mani furono rimaste sul volto di Luke, la punta delle dita che accarezzava le sue guancie come le nostre labbra partecipano nella loro danza sincronizzata, le sue mani afferrarono i miei fianchi come iniziò a far roteare i nostri bacini insieme.

-Ti amo, Luke- Sussurrai contro le sue labbra in ammirazione, prendendo il controllo mentre i nostri bacini si muovevano languidamente l'uno contro l'altro, Luke iniziò a rilasciare sospiri traballanti e la sua lunghezza cominciò a indurirsi nei suoi jeans.

-Se prosegui in questo modo potresti prendermi proprio qui in questo salotto o verrò nei miei pantaloni- Gemette mentre fermò i miei movimenti del bacino, sorrisi guardandolo. Mi allontanai da lui e afferrai la sua mano. Lo trascinai attraverso il mio appartamento e una volta nei pressi della mia stanza, tolsi la mia mano dalla sua come Luke immediatamente si avvicinò al mio letto matrimoniale, i mobili bianchi della mia stanza contrastavano comicamente con i vestiti neri di Luke. Spinsi la porta, chiudendola con attenzione e mi appoggiai contro di essa, le mani intrecciate dietro la schiena come cercai di ammirarlo. Luke ruppe i miei pensieri quando parlò con cautela

-Addison, stai bene? Se non si vuoi fare questo va assolutamente bene, voglio dire che abbiamo fatto sesso prima ma è stata una giornata emozionante e ...-

-No e che...- Lo interruppi, il mio pensiero di viaggiò via con Luke - Andiamocene da qui-

I miei pensieri cominciarono a fuggire con me, lo sguardo perplesso di Luke mi riportò alla realtà, quando vidi la sua preoccupazione cominciare a riempire i suoi occhi al mio cambiamento improvviso di pensiero, scossi la testa a quel pensiero ridicolo come mi concentrai su quello che stavamo facendo, vedendo Luke aspettarmi sul mio letto.

-Dove vuoi andare, Addison?- Disse, le sue parole erano piene di onestà mentre mi guardava con ammirazione come cominciai a togliermi i vestiti -Dì qualsiasi posto e ce ne andremo da qui-Mi confessò, gli occhi si fecero di una tonalità più scura di blu mentre si focalizzò sui i miei movimenti fluidi che stavo compiendo. Luke mi guardò attentamente, abbassandosi i jeans fino alle caviglie e nel processo li calciò gettandoli poi, nel pavimento. Mentre la sua mano destra, scivolò dentro i suoi boxer neri.

-Non c'è bisogno di fare nulla- Dissi, i nostri sguardi non vacillarono come mi trovai di fronte a lui. Mi portai una ciocca dietro l'orecchio come ci continuammo a guardare, le labbra di Luke si dischiusero leggermente mentre dei lievi gemiti uscivano dalla sua bocca, la sua mano continuava a toccare la sua erezione dolorante.

Lo vidi togliersi la t-shirt , arrossii come un lieve lamento del mio nome lasciò le sue labbra, i suoi occhi che lottavano per mantenersi aperti e concentrando il suo sguardo su di me come inizia a farmi strada verso la sua figura. Rimasi tra le sue gambe divaricate, la sua testa inclinata leggermente indietro guardandomi.

Non ci scambiammo parole, i nostri sguardi erano troppo intensi per sapere cosa stesse passando per le nostre menti. Luke avvicinò la sua testa iniziando a lasciare dei lievi baci sulla mia clavicola, un sospiro sfuggì dalle mie labbra mentre facevo correre le mie mani sulle sue spalle larghe. Mi avvicinai maggiormente al suo corpo, le sue labbra lasciarono la mia clavicola, Luke tese la testa in modo da potermi baciare, le sue mani strinsero saldamente i miei fianchi come egli cominciò a muoversi sul letto. Il mio corpo seguì i suoi movimenti, mi fece appoggiare le ginocchia sul letto e mi trascinò con se mentre lui continuava a trascinarsi a ritroso, il nostro bacio durante queste azioni non si ruppe mai. Iniziò a sdraiarsi lentamente, appogiando poi la testa sul cuscino, come le mie mani erano appoggiate sul suo petto.

-Luke...- Mormorai contro le sue labbra, un sospiro pesante lasciò le sue mentre le sue mani si trascinarono dalla mia schiena alle mie cosce.

-Per favore Addison- Rispose di nuovo, le sue dita si posarono all'altezza dell'elastico dei mie sleep, iniziandoli ad abbassare e togliermeli per poi liberarsi dei suoi boxer e portandomi ancora sopra di lui. Ammirai il suo corpo sotto il mio, le sue guance erano arrossate e le sue labbra erano socchiuse leggermente mentre mi guardava amorevolmente, dei respiri pesanti lasciavano la sua bocca e le sue mani di raggiunsero i miei fianchi. Luke non fece nulla, mi permise di fare la prima mossa, permettendomi ancora una volta di scegliere lui. Mi amava. E questo era tutto ciò di cui avevo bisogno. I suoi pollici strofinarono la pelle dei miei fianchi, guardai in basso tra di noi, allineando il mio ingresso, mentre la sua punta premeva contro di me come ad anticipare quello che doveva succedere.

-Ti amo, Addison- Espresse con amore come mi lasciai sprofondare giù su di lui lentamente, la mano destra era appoggiata contro il suo petto come la mia mano sinistra stringeva forte la coscia dietro di me. Una volta che fu completamente dentro di me, tirai un sospiro e mi raddrizzai sopra di lui, le mie mani si stabilizzarono sul suo petto come le sue rimasero sui miei fianchi. I nostri occhi si incontrarono per qualche secondo, prima di iniziare a orendere il ritmo, un piccolo sorriso si stabilì sulle sue labbra che vausò anche il mio, pura felicità e amore circondavano noi due come se fossimo nel nostro piccolo mondo. Mentre continuavo a cavalcarlo, i sorrisi lasciarono i nostri volti e vennero sostituiti da labbra socchiuse, sopsiri e gemiti. Le mie mani erano ancora sul petto di Luke, che accarezzavano la sua pelle e guardai il modo in cui il suo corpo reagiva al mio tocco, mentre le sue mani si alternano tra i mie fianchi scivolando sulle mie cosce. Le sue mani afferrarono sladamente le mie cosce, massaggiandole mentre mi sollevavo su e giù su di lui ripetutamente.

Luke gemette, inclinai la testa in avanti mentre gemetti.

-Ti amo- Confessai per l'ennesima volta quella notte, le parole uscirono correttamente dalla mia bocca, mentre Luke gemette in risposta. Sentii le mie pareti cominciarsi a stringere intorno a lui come mi avvicinai sempre di più al piacere. Luke lo capì e tolse la sua mano destra dal mio fianco, incomicniando poi a strofinare con il pollice il mio clitoride, le spirali veloci che continuò a disegnare causò dei brividi lungo il mio corpo.

-Ti amo anch'io- Disse, confermando il comune amore tra di noi-Lasciati andare-

-Addison- Gemette nuovamente Luke, le mie pareti si contrassero attorno a lui, rendendomi difficile mantenere il ritmo, però aiutandolo a raggiungere il suo orgasmo. Si afferrò con i denti il labbro inferiore. Permettendomi poi di posare la mia testa sul suo petto, il controllo ora era nelle sue mani mentre piegò le ginocchia leggermente e tenne i miei fianchi saldamente. I suoi fianchi ora si alzarono dal letto per soddisfarmi, mentre la stanza fu riempita dai nostri gemiti. Mani di Luke finirono poi sulla mia schiena raggiungendo le scapole e trascinandole nuovamente lungo la mia schiena come il mio petto era premuto contro il suo, la nostra pelle calda si strofinava insieme, un velo leggero di sudore ricorpiva i nostri corpi.

-Ti amo- Luke gemette, i suoi occhi si chiusero e posò la sua testa inclinandola nuovamente nel cuscino come un'ultimo gemito lasciò le sue labbra. Luke diede delle ultime spinte facendomi raggiungere il piacere mentre dei gemiti lasicarono le mie labbra come lui afferrò i miei fianchi.

Luke stese le gambe leggeremente piegate, uscendo da me e provocando una sensazione di vuoto. Il mio corpo era ancora contro il suo come entrambi cercammo di riconquistare il nostro respiro. Le mie gambe stravaccati su entrambi i lati del suo corpo e le mie mani erano contro il suo petto. Le sue braccia erano avvolte liberamente intorno al mio corpo mentre sollevò la testa a pose un dolce bacio sulla mia fronte. Il suo gesto affettuoso mi fece alzare leggeremente la testa in modo da poterlo vedere, il suo volto e le guance scintillanti quasi incandescenti, le narici del suo naso leggermente dilatate mentre cercava di far tornare il suo respiro alla normalità, allungò la mano sinistra fino ad iniziare a giocare con alcune ciocche dei mie capelli mentre continuava a fissare il soffito.

-Perchè?- Chiesi, gli occhi di Luke immediatamente mi guardarono dopo aver sentito la mia voce, inclinando leggermente la testa in confusione.

-Perchè, cosa?- Chiese confuso, la sue dita continuavano a giocare con alcune ciocche dei mie capelli come spostai le mie gambe in modo che una stava tra le sue e l'altra si stabilì sul lato del suo corpo.

-Perchè ritorni sempre?- Confessai, scosse la testa come raggiunse la mia mano sinistra in modo da avvicinarla al suo viso.

Gli angoli della sua bocca salirono leggermente verso l'alto.

-Perchè sei l'unica cosa giusta nella mia vita- Disse,il suo sorriso crebbe in dimensioni guardandomi in adorazione pura. Il modo in cui mi guardava mi fece arrossire come chiusi gli occhi e nascosi il mio viso nell'incavo del suo collo, una risatina furtivamente uscì dalla sua bocca al mio comportamento e la sua mano lasciò i mie capelli, percorrendo su e giù la mia schiena con le sue dita.

-Lo sei anche tu- Sussurrai onestamente, le mie mani erano ancora sul suo petto mentre cambiò le posizioni e me lo ritrovai sopra di me. Premette le sue labbra contro le mie brevemente.Appoggiò la fronte contro la mia, chiudendo gli occhi e espirando profondamente.

Lo guardai per qualche istante.

-Forse non avrei mai dovuto lasciarti andare. Tu non sei solo un altro amore, Luke Hemmings ... sei il mio vero amore-









Space Author

Hi, my beautiful people!!! So Im here again.
Dovrei, inziare con il chiedervi scusa enorme come lo State Building di New York, ma in questi ultimi mesi da quando non ho più aggiornato questa storia è stato un avviarsi di una catena di eventi.
Allora, credo che con questo capitolo la situazione sia ben chiara: Addison finalmente ha accettato la realtà dei fatti e dopo tutto credo che Luke se la meritasse.
Come avete potuto leggere questa storia può avere un lieto fine per un certo verso e per un'altro no. Poichè, so' di avervi lasciato in sospeso con l'ultima frase che dice Addison.
Ora la domanda che vi starate chiedendo è: Ci sarà un sequel?



*Rullo di tamburi*.





No, e mi dispiace. Ma ora vi spiegherò il perchè
Ho avuto tanti ripensamenti prima di prendere questa decisione e non è stata per nulla facile, fidatevi. Lo so che in questo momento molti di voi saranno delusi di questa mia decisonee, per non far andare più avanti questa storia e per raccontarvi ancora di Addison e Luke. Ma dovevo mettere un punto, perchè credo che fino ad adesso, per quanto mi riguardi, Addison e Luke non hanno bisogno di un lieto fine. 
La cosa che mi importava fin dall'inizio quando ho iniziato a scrivere SDOS e NLYG che tutti i personaggi avrebbero lasciato un segno a voi, magari chi più e magari a chi meno. 

 E lo so che magari con questa storia ci sono stati momenti di odio,avidità e dolore, ma alla fine l'amore era dappertutto. Spesso non era particolarmente nobile  o degno di nota ma comunque saltava sempre fuori. Lo si poteva trovare nei comportamenti o pensieri di Michael, Calum,  Addison e anche Ashton delle volte.
Non smetterò mai di ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per questa storia. Davvero, grazie.

Per quanto riguarda me, sarà ancora in questa sezione con altre mie storia:
Out Of Order fanfiction su Calum Hood  ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3127199&i=1 ) e la mia nuova fanfiction su Luke, Goner ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3345339&i=1 ). Con quest'ultima fanfiction che ho scritto, Goner, tengo e sono moltissimo legata perchè in questa storia verranno raccontati in se i motivi per cui sono scomparsa un po' da efp.

Grazie ancora....
Baci Lalluby


 

 

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