Dissidia - Kingdom of Light

di DanieldervUniverse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cuore Tradito Parte Prima ***
Capitolo 3: *** Cuore Tradito Parte Seconda ***
Capitolo 4: *** L'eroe buffone di Fynn ***
Capitolo 5: *** L'eroe bambino e il re lunatico di Baron ***
Capitolo 6: *** Notte di passione e il principe imbranato ***
Capitolo 7: *** Il più grande meccanico della storia e...passo ***
Capitolo 8: *** L'anniversario e il gran ballo ***
Capitolo 9: *** Il giocatore e l'aviopirata ***
Capitolo 10: *** Mondo di Cristallo ***
Capitolo 11: *** Meet the New Warriors of Harmony ***
Capitolo 12: *** Zitto e nuota, nuota e nuota... ***
Capitolo 13: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 14: *** Battaglia! ***
Capitolo 15: *** Fall of the Twin Towers ***
Capitolo 16: *** Chiusi da ogni parte ***
Capitolo 17: *** Dentro la Fortezza! ***
Capitolo 18: *** Kefka il clown e altre comparse ***
Capitolo 19: *** Combattimenti a realtà 0 ***
Capitolo 20: *** La vendetta di Kuja! ***
Capitolo 21: *** Tutti i pezzi corrono ad incastrarsi! ***
Capitolo 22: *** La donna misteriosa ***
Capitolo 23: *** Dei immortali e cavalieri ***
Capitolo 24: *** Siamo una squadra ***
Capitolo 25: *** Caos discende... ***
Capitolo 26: *** Schegge di Caos (Pt 1) ***
Capitolo 27: *** Schegge di Caos (Pt 2) ***
Capitolo 28: *** Schegge di Caos (Pt 3) ***
Capitolo 29: *** Schegge di Caos (Squall vs Cloud) ***
Capitolo 30: *** Schegge di Caos (Atto Finale) ***
Capitolo 31: *** Evviva il Presidente! ***
Capitolo 32: *** Quando ti svegli... ***
Capitolo 33: *** La Leggenda di Guardiano (Parte 1) ***
Capitolo 34: *** La Leggenda di Guardiano (Parte 2) ***
Capitolo 35: *** La Leggenda di Guardiano (Parte 3) ***
Capitolo 36: *** Lotta per l'umanità (e affini) ***
Capitolo 37: *** Muoviamo i pezzi ***
Capitolo 38: *** I Magnifici 6 e il colpo di scena ***
Capitolo 39: *** Un campo di battaglia mette in difficoltà anche i migliori ***
Capitolo 40: *** La stoccata finale ***
Capitolo 41: *** Saluti... ***
Capitolo 42: *** ... e alla prossima. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Autore\N: Vivo per servire la causa. Mia è la missione e mia è la forza di portarla a compimento. La mia spada sarà il mio strumento, la mia voce il mio sprono d'ardimento. Credi nella verità e lascia la verità a guida del tuo sentimento, e la vittoria verrà a te trionfale, o uomo mortale!

Daniele II\N: ...Non c'è male ma avrei aggiunto qualche altra rima nel finale.

A\N: Mmmmmhhhh...e la vittoria verrà a te con giovamento, o uomo del trionfale momento!

DII\N: Ci vai già più vicino, ma così diventa troppo...sai “lame”. Filastrocca per bambini.

A\N: Ancora con questa storia...ah diavolo.

DII\N: Senti sei sicuro di volerlo fare?

A\N: Certo che si. Guarda e impara.


-È ora di andare, eh?...Non preoccupatevi, il Cristallo conosce la strada. E poi, io sarò sempre qui.
-Non stiamo scomparendo. Stiamo solo ritornando...dove dovremmo essere.

-Forse potremmo tornare a combattere insieme, un giorno.

-Passo...

-Credo...di aver imparato come andare avanti. Grazie...e abbiate cura di voi.

-Nel momento in cui ti diverti di più, è quando il tempo volerà via, sempre.

-È mio dovere di diffondere la forza che ho imparato da tutti voi.

-Tutti voi, vi ringrazio.

-Questa non è la fine, un altro sogno aspetta di cominciare.

-Posso la luce risplendere su di noi, per sempre.

Si avviò, la spada in una mano, il cristallo in un altra, risplendendo di luce blu.

Poi si dissolse anche quello.

Non rimase niente.

Tutti erano tornati al loro mondo di origine, dove dovevano essere, e dove sarebbero rimasti.

Così doveva essere.

Solo lui, il guerriero senza nome, avanzava con passo sicuro in un mondo nuovo.

Un mondo nato dalla pace e dall'armonia.

Il Guerriero continuava a camminare, lasciando una prato vuoto dietro di se, con l'erba mossa dal vento e le nude rocce solitarie che spuntavano come montagne dal mare; un ramo gettato a terra, un cespuglio di rose selvagge, una piuma portata via dal vento, la Luna nel cielo sfidando il Sole.

Il Guerriero continuò ad avanzare, verso il futuro.

Non c'era malinconia ne paura nei suoi occhi, o nel suo sorriso.

Discese la collina con lo stesso passo con cui ne aveva percorso la superficie.

Avanzò ancora, lasciandosi tutto alle spalle, percorrendo i verdi prati e i piccoli boschi, costeggiò il grande fiume blu che scorreva li affianco, fino a raggiungere l'immenso lago.

Era bellissimo, limpido, luminoso, pacifico, tranquillo, e il vento gli portava il fresco sentore dell'acqua di montagna.

Il riverbero del Sole l'accecò, ma per nulla al mondo avrebbe distolto lo sguardo.

Il suo primo istinto sarebbe stato di togliersi l'armatura e gettarsi in acqua, ma il suo lato razionale lo fece distogliere dal quel pensiero.

Poi lo vide.

Il castello.

Sorgeva enorme al di là del lago, colpendo lo spettatore tanto per le sue dimensioni quanto per la sua esistenza.

Tutto si sarebbe aspettato il Guerriero, tranne quella costruzione maestosa.

Ma nel suo cuore ne era felice.

Quello era un mondo interamente nuovo, ma non selvaggio come si aspettava.

Esplorarlo sarebbe stato ancora più piacevole.

Osservando muto la costruzione il Guerriero rimase fermo sul posto, finché alcune grida non lo riscossero.

Erano un gruppo di fanciulli, contadini, che si erano allontanati dalla città per giocare in tutta tranquillità, spingendosi l'un l'altro mentre correvano, cadendo in acqua o nel fango, o inseguendo farfalle.

Un paio di cani correvano in mezzo a loro, a volte al lato a volte davanti, rincorrendo e abbagliando felici, a volte spingendo i loro protetti a terra.

Il Guerriero rimase immobile, non volendo guastare il loro divertimento, ma i cani se ne accorsero e lo raggiunsero abbaiando.

Ma non vi era minaccia nei loro versi, solo gioia.

Anche i bambini, invece di spaventarsi, gli corsero incontro con gridolii sorpresi ed eccitati, toccandolo fin dove arrivavano le loro corte braccia e facendo un sacco di domande su dove veniva.

Il Guerriero rise di cuore, la prima volta da quando riuscisse a ricordarsi.

S'inginocchiò nel bagnasciuga, ignorando l'acqua che filtrava nella sua armatura o il fango che si depositava su di essa, e parlò, rispose con bonarietà e con dolcezza a tutte le domande che gli furono poste, riuscendo anche a porre le proprie.

Scoprì che quel castello era la grande città di Cornelia, governata dal Re Heiner, sposo della regina Sarah e succeduto pochi mesi prima a Re Hubert, padre di Sarah.

Era un sovrano giusto, e molto esperto nell'arte della politica e del commercio, e prometteva al regno grande prosperità e pace per gli anni a venire.

Il Guerriero si rialzò sul calar della sera, riaccompagnando i bambini sulla via del ritorno, dolorante ma ancora più felice.

Costeggiarono il lago per quasi tutto il tragitto, finché i fanciulli non si dispersero nei campi lì attorno.

Rimasto solo, il Guerriero prese la via maestra, e giunse alle mura della città quando ormai il sole stava per scomparire.

La strada era quasi sgombra, ma ciò nonostante le guardie lo lasciarono passare senza fare domande.

Quella città era così ordinata, così pulita, così viva.

Lui s'addentrò affascinato, percorrendo i vicoli ampi e illuminati senza meta, senza essere ostacolato o molestato dagli abitanti o le guardie.

Non erano in molti per strada, ma sembravano tutti così gioiosi e soddisfatti.

E poi, come d'incanto, si trovò dinnanzi al palazzo reale.

Non era maestoso, ne coperto di fregi, ma emanava sicurezza solo a guardarlo.

Il Guerriero ne rimase affascinato, e senti forte il bisogno di partecipare a quella sicurezza, a quella pace, a quell'armonia che regnava a Cornelia, non solo assorbirla passivamente.

Guardò la sua spada, che reggeva ancora saldamente in mano, e si convinse.

Lui era il Guerriero della Luce, il suo scopo era la battaglia, non ne aveva altri, non sapeva usarne altri.

Aveva sempre combattuto in nome della giustizia e dell'armonia.

Non sapeva se in quel regno servisse a qualcosa, ma avrebbe aiutato come meglio poteva per mantenere immutata quell'armonia che tanto lo accecava.

Non pensava neanche a cosa avrebbe fatto in caso di un rifiuto.

Entrò nel palazzo a passo sicuro.

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Capitolo 2
*** Cuore Tradito Parte Prima ***


A\N: Adesso inizia la parte seria. Ripeti un po la filastrocca...

DII\N: Oh per tutte le spade: Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

A\N: ...si vede chi è l'autore.

DII\N: Non commentare, non ci provare, non mi tentare.


I grandi cancelli si aprirono, e le grida di gioia si centuplicarono.

-GUERRIERO! GUERRIERO! GUERRIERO! GUERRIERO!

Avrebbe attraversato l'arco, maestoso e ruffiano, ubriaco di quella gioia che portava nel regno.

“Guerriero”, da poco nominato lord dal grande Re Heiner, La Leggenda Che Cammina, venuto fuori dal nulla, che raccontava di grandi storie di eroi e dei, che aveva sconfitto i quattro arcidemoni del Chaos, che aveva domato il grande drago di fuoco, che aveva annientato i pirati su tutte le sponde, che aveva raggiunto e guidato la ribellione del Regno di Laers contro il tiranno fino alla vittoria nonostante la superiorità del nemico.

Tutte le volte che tornava tronfio di vittoria e gioia cavalcava con lentezza e pomposità fino al palazzo reale dove veniva accolto da una pioggia di rose e petali, con squilli di trombe e soldati che battevano le lance sugli scudi, e il re e la regina l'avrebbero atteso nella sala nel trono coprendolo di lodi e onori, finché, infine, la regina non l'avrebbe chiamato nelle sue camere.

Ma non oggi.

Oggi il suo volto era scuro, confuso.

Cavalcò come una furia oltre il cancello, urlando alla gente di spostarsi.

Quelli lo fecero subito, alcuni gridando di sorpresa, per poi seguirlo urlando domande e chiamando altri in strada.

Per la prima volta da tempo per le strade di Cornelia si diffuse l'angoscia.

Le guardie cominciarono a prendere azione, cercando di ristabilire l'ordine e correndo alle porte per vedere se giungevano minacce incombenti.

Guerriero evitò tutti e tutto, sfrecciando per le strade sul chocobo stremato, giungendo al palazzo.

Scese a terra con un salto e proseguì a a passo forzato, quasi correndo, su per le scale che portavano al cortile.

-Mio signore- lo richiamò la regina Sarah quando lo vide arrivare -Siete tornato prima del previsto, come al solito. È stata una vittoria semplice...

-Dov'è il re?- chiese Guerriero raggiungendola.

-C-cosa? Cosa...?

-Dov'è il re?!- insisté furiosamente l'eroe stringendole le spalle in una morsa.

-Nella sala del consiglio...

Senza ascoltare altro Guerriero la spinse di lato e si diresse verso la sala, prendendo la via a destra e La sfondò con una spallata per quanto era di fretta, facendola esplodere in milioni di schegge: all'interno trovò dieci guardie, quasi tutti i consiglieri e i nobili, i tre eroi suoi compagni, e il re.

-PERCHÉ!?- gridò avanzando come una tornado, gli occhi piantati su quest'ultimo, quasi a trafiggerlo.

-Come osi!?

-Sire quest'uomo non ha alcun rispetto...!

-Che succede...?

-Portate questo plebeo via da qui!

-Guerriero che è accaduto!?

Il vociare si diffuse per la sala mentre le guardie imbracciavano le armi pronte ad un attacco e i tre eroi correvano al fianco del loro leader, chiedendo spiegazioni.

I nobili e i consiglieri iniziarono a discutere, alcuni chiedendo che fosse allontanato subito e punito come un criminale per insubordinazione, altri invocavano alla calma, altri lo guardavano terrorizzati, spostando lo sguardo sul re poi di nuovo su di lui.

Heiner rimase silenzioso, con ancora la penna d'oca e un misterioso documento stretti nelle mani.

-PERCHÉ!?- esplose infine Guerriero spingendo di lato uno dei suoi oppositori e colpendo il tavolo con un pugno talmente carico di furia e risentimento che il piano si aprì in due, rovinando al suolo con l'inchiostro e il calamaio, su cui calarono inesorabilmente i documenti che il re doveva o aveva già firmato.

-Perché mi ha mandato a uccidere quelle persone?!

Tutta la sala era già ammutolita, chi per paura chi per sgomento: le guardie tenevano le alabarde puntate verso Guerriero con esitazione, mentre i nobili e i consiglieri si spintonavano lontani da lui, con gli sguardi colmi di terrore.

Fu dopo la fatidica frase che tutti gli occhi si posarono sul re.

-Uccidere?- chiese Heiner genuinamente sorpreso, alzandosi dallo scranno, mostrando i semplici abiti di cuoio e tela che indossava, la cintura e la spada regale appesa ad essa, con il pomolo d'oro massiccio con dozzine di piccole gemme incastonate.

Guerriero aveva visto quella spada sguainata una sola volta, e ricordava ancora lo splendore della lama illuminata dal Sole.

-Guerriero stai farneticando. Ti ho mandato ad assicurare l'ordine, non ad uccidere i miei sudditi...- cominciò il re ma fu interrotto.

-Bugiardo!- Guerriero si lanciò in avanti, ma gli altri eroi lo trattennero, mentre i nobili si rifugiarono alle spalle del loro signore.

-Non mi hai mandato a rassicurare l'animo dei tuoi sudditi! O a disarmarli! Mi hai mandato a ucciderli!- esclamò furioso, agitandosi come un pesce nella rete.

-Ti sbagli, non può essere vero...

-Non mentirmi!- Guerriero tentò nuovamente di avanzare ma stavolta gli eroi lo spinsero indietro con forza e gli puntarono contro le proprie armi: un bastone, un'ascia e un arco.

-Cos'è questa follia!?- gridò Nervas, il guerriero con l'ascia, snello e slanciato nonostante le dimensioni dell'arma.

-Guerriero controllati! Non sei in te...!- gli urlò Salas, il mago, ma Guerriero lo interruppe.

-IO SONO IN ME! Ora più che mai!
-Sai che non è vero...- continuò il re con il tono tranquillo della sua voce, ma stavolta lui non lo sopportò e gettò di lato i rottami del tavolo travolgendo tutti e marciando diretto verso il suo signore estraendo la spada.

Tutti tirarono il fiato, mentre Guerriero si fermava a pochi passi da Heiner, che resse il confronto con nobiltà ed autocontrollo.

-Ricordi questa spada? Ricordi!?- disse lui, portando l'arma di traverso davanti gli occhi del re.

-Si- rispose Heiner con calma, mostrandosi sorpreso della richiesta -Mi offristi quest'arma il giorno che giungesti alla mia corte...

-Esatto!- esplose Guerriero -Esatto! È la spada che ti ho offerto il giorno in cui ti ho giurato fedeltà, giurando di proteggere l'armonia e la pace in tuo nome!

-Si...

-E cosa mi promettesti tu quel giorno!?

Heiner lo guardò, inespressivo.

-COSA MI HAI PROMESSO!?- insisté Guerriero afferrandogli le vesti.

-Ti ho promesso rispetto e riconoscenza fintanto che tu avresti adempiuto alla promessa...

-E COS'ALTRO?!- continuò lui scuotendo il suo signore.

-Ti ho promesso la verità- concluse Heiner con un soffio.

Appariva esausto.

Gli eroi si liberarono dai rottami del tavolo e stavano per attaccare quando Guerriero fece un passo indietro.

-Si. Mi hai promesso la verità, per me e per il tuo popolo...- lui emise un singhiozzo.

-Beh, tu sei l'amante mia moglie- rispose Heiner, con innocenza -Mi sembra che tu non sia stato sincero. Ma non importa...- non c'era malizia nella sua voce, o sentimenti ostili, ma ciò nonostante il re si ritrovò la punta della lama alla gola.

-Faccia silenzio e ascolti ciò che è successo, ascolti la verità...


-Guerriero- gli disse il re -Ti ordino di recarti a Laers una seconda volta.

Guerriero era inginocchiato davanti al suo signore, nella sala del trono.

La fedele armatura ancora lustra e limpida, intoccata dal tempo, la fedele spada al fianco e lo scudo perso ritornato al suo padrone.

Era un anno che militava come eroe alla corte di re Heiner.

Assieme con i tre avventurieri Nervas, Salas e Hyorgh aveva ottenuto il titolo di eroe, ed era divenuto una leggenda, un dio in terra.

La sua fama dominava incontrastata in tutto il regno e anche in quelli confinanti.

Il suo senso del dovere e l'indomito spirito combattivo avevano solo dato origine ad un vero e proprio culto.

-Qual è la mia missione sire?- chiese lui, sempre a capo chino e con l'elmo sotto il braccio sinistro.

-Laers è in fiamme: una ribellione divampa in tutto il paese- disse grave Heiner, il tono esprimeva timore e preoccupazione -Sono scatenati, hanno preso il controllo delle montagne e spazzano via chiunque gli capiti a tiro: viandanti, mercanti, soldati, famiglie...Le nostre pattuglie non bastano a fermarli, l'uso della forza costerebbe troppo sangue. Guerriero, devi imporre la pace.

Guerriero annuì, inchinandosi ancora di più.

-Sarà un onore per me. Devo partire con i miei compagni?- chiese, ancora inginocchiato.

-No, è troppo importante. Devi partire subito. Ho fatto convocare una forza dei migliori soldati per assisterti.

-Sire no!- esclamò lui rizzando il capo -Non sacrifichi inutilmente le vite dei suoi sudditi! Se è il pericolo è così pressante andrò da solo!

-No! Tu sei troppo importante per il regno! Sei più importante di me! Guerriero, se tu morissi cosa ne sarebbe di noi?

-Sire, io sono un guerriero dell'armonia! Ciò di cui sono certo è la morte sul campo di battaglia!

-Non così! Quei ribelli sono senza pietà! Ti attaccheranno a vista! Non sappiamo neanche che armi hanno, tutti quelli che ne sono venuti in contatto sono stati uccisi! Non sono stati trovanti neanche i corpi! Se andassi da solo verresti coinvolto in una battaglia all'ultimo sangue, e per vincere dovresti spargerne molto, di sangue, e rischieresti di morire! No, tu devi vivere i tuoi giorni di eroe senza macchia e senza paura fino alla fine, e guidare gli uomini di questo regno in battaglia. Li puoi ispirare, li puoi addestrare, e un giorno uno di loro prenderà il tuo posto dando il via ad un ciclo infinito di uomini che sono ascesi al ruolo di eroi.

Commosso nel profondo da quel discorso Guerriero si chinò un ultima volta e si avviò, ponendo l'elmo sulla sua testa con la solita grazia, prima di estrarre la spada.

Quando uscì dal palazzo un coro di grida entusiaste lo accolse, insieme ad un centinaio scudi che battevano ritmicamente sul terreno.

Cento uomini.

Guerriero li conosceva quasi tutti.

Erano soldati esperti, dal primo all'ultimo, maestri nella loro arte: magia bianca, magia nera, combattimento, arcieri, evocatori.

Alzò in alto la sua lama, perché riflettesse la luce del Sole risplendendo di eguale potenza.

Il coro raddoppiò d'intensità, e gli scudi aumentarono il ritmo.

Poi la lama si abbassò di colpo, zittendo tutti.

Il chocobo bianco arrivò pigolando salutando il suo padrone, prima di poggiare il suo muso sull'elmo di Guerriero, che ricambiò carezzando l'animale sul collo.

Poi con una rapida mossa saltò in groppa, spingendo l'animale al trotto giù per le scale, accompagnato dalle acclamazioni dei soldati, che si aprirono per farlo passare, per poi seguirlo in fila per cinque.

La gente gridò di gioia per le strade, acclamando l'eroe che le attraversava.

Cosciente della gioia che portava a quelle persone Guerriero si diede ad un passo più ruffiano e pomposo, salutando uomini, donne, prendendo occasionalmente in braccio qualche bambino che gli correva al fianco per rimetterlo a terra qualche metro dopo.

Fece anche un girò più lungo, per dare più spettacolo.

Era ubriaco della gioia e della sicurezza che portava.

L'Armonia che aveva tanto sognato.

Alla fine superò il cancello della città e si addentrò nella campagna, puntando a Nord, verso Laers.

Marciarono per tre giorni, a passo lento, sicuri della vittoria.

Soprattutto Guerriero: mai era stato sconfitto.

Quando aveva precedentemente guidato la ribellione a Laers, senza l'approvazione del suo signore, lui e i suoi compagni erano riusciti a vincere più di una battaglia senza spargere neanche una goccia di sangue, ed erano tornati illesi.

Questa volta non sarebbe stato diverso.

Guardò avanti, pronto a tutto.

Alla fine, la notte di Luna piena, giunsero alla base del primo massiccio di Laers.

-Bene- fece Guerriero, scendendo dal chocobo -Si comincia. Silenzio adesso- rabbonì i suoi uomini prima che l'acclamassero come facevano ogni volta che apriva bocca.

La piccola armata si allargò a ventaglio, abbracciando un ampia area ai piedi della montagna.

Avvistarono una piccola luce in lontananza, e a quel puntò Guerriero fece segno di avanzare in ordine sparso.

I soldati si sparpagliarono tenendo gli ampi scudi davanti a se, mentre i maghi procedevano nascosti dagli incantesimi.

Guerriero avanzò lungo la via che i ribelli dovevano aver battuto diverse volte, in quanto era ben definita, facendo il minor rumore possibile ma restando bene in vista, in modo da garantire al nemico tutto il tempo per considerare le proprie azioni.

Erano a metà strada quando si udì la prima detonazione.

Qualcosa di grosso, veloce e infuocato si abbatté dietro alle truppe di Cornelia, causando una forte esplosione.

Poi cominciarono a piovere decine di quegli oggetti, causando esplosioni su esplosioni e sollevando nuvole di detriti e polvere.

Le schegge fischiavano nell'aria, e i primi gemiti di dolore risuonarono.

Guerriero fu tentato di dare il segnale di ritirata ma poi avrebbe significato offrire un bersaglio più facile, quindi decise di partire alla carica, approfittando della polvere e dei detriti per rendere la mira degli avversari ancora più imprecisa.

Con un grido di guerra le truppe di Cornelia saltarono in avanti ignorando le esplosioni e le schegge che piovevano da ogni parte.

Guerriero stesso era in testa ai suoi uomini, e vide altri nemici posizionarsi dietro a delle rocce più vicine, con in mano strani oggetti dalla forma confusa; poi uno dei suoi guerrieri saltò oltre un masso per attaccare un nemico e quello si fece subito indietro puntandogli contro lo strano oggetto che improvvisamente s'illuminò facendo un rumore assordante, che quasi coprì il gemito di morte del soldato.

A quel punto anche gli altri ribelli nascosti uscirono da dietro i massi protettivi e li attaccarono con quelle strane armi, falciando le prime file.

Fortunatamente i maghi alzarono uno scudo difensivo a proteggere i sopravvissuti, Guerriero incluso, rispedendo i proiettili indietro, restituendo ai ribelli la loro stessa medicina.

Anche i colpi esplosivi cessarono, mentre i nemici si riunivano in gran numero davanti all'entrata della caverna che fungeva da base.

Alcuni avevano spade leggere, altri sembravano intenzionati a combattere a mani nude.

Guerriero incitò i suoi alla carica, mentre gli arcieri e maghi aprivano il fuoco, falciando altri ribelli prima che i due fronti collidessero.

I guerrieri a mani nude si dimostrarono subito i più letali, riuscendo a piegare anche gli scudi più duri e spezzare arti con la loro semplice forza bruta, compiendo acrobazie simili a quelle dei monaci guerrieri dei regni oltremare.

Guerriero ne calciò uno, poi abbatte il suo scudo sul volto di uno spadaccino parando con la spada un colpo diretto al petto, colpendo un altro nemico al volto col pomolo e gettandolo di lato.

Uno dei guerrieri a mani nude lo attaccò da dietro, ma Guerriero piroettò atterrando su uno spadaccino, prima di spingersi avanti e gettare il lottatore di lato.

Altri due nemici gli vennero incontro attaccando dai due lati ma Guerriero parò e li colpì al volto così velocemente che stramazzarono al suolo senza emettere un suono.

Vedeva tutto a rallentatore.

I due fronti erano intrecciati, e colpi piovevano da ogni dove.

Occasionali lampi segnalavano le magie, i crepitii il fuoco di alcune di quelle strane armi.

Infine lo vide.

I ribelli che uscivano per ultimi dalla caverna acclamavano il suo nome

-GUARDIANO! GUARDIANO!

Guardiano era vestito interamente in nero, con un cappuccio che gli nascondeva il volto attaccato ad un lungo mantello.

Sulla schiena era visibile una grossa spada medievale.

Guerriero capì che era lui il nemico, lui che guidava i ribelli e che gli dava coraggio.

In qualche modo sentì che erano simili, lui e il Guardiano nero.

Ma in ogni caso troppo sangue era stato versato per causa sua!

Guerriero caricò in avanti, ruggendo di rabbia, ma a pochi passi dal suo nemico si arrestò sconvolto.

Dentro la caverna vi era una gigantesca apertura, da cui si poteva vedere la Luna in tutta la sua interezza.

La Luna.

Rosso Sangue.

Gocciolante.

La Luna gocciava sangue.

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Capitolo 3
*** Cuore Tradito Parte Seconda ***


A\N: Si va Si va Si va! Andiamo ciurma alla scoperta!

DII\N: Secondo me dovresti calmarti un attimo. Non è che ci sei tu li in mezzo.

A\N: E va bene, okay, sto dando un po di matto...MA LO VOGLIO FARE!

DII\N: Sei fuori.

A\N: Eddai, da quando ti ho inventato tu fai sempre la parte migliore di tutto e ti lamenti che io inventi altre cose. Sii simpatizzante con la mia impotenza.

DII\N: Il mondo che inventi non è un mondo adatto a te. Quindi fammi il favore di stare fuori dai guai!

A\N: Quanto sei antipatico...


Guerriero sentì la forza con cui lo sguardo di Guardiano lo trapassava.

Fece un passo indietro, l'immagine della Luna sanguinante ancora fresca nella mente.

Guardiano lo fissò ancora per qualche istante, poi accennò a muoversi e Guerriero recuperò il controllo dei sensi, attaccando per primo e ritrovandosi a far collidere spada e scudo con l'arma del nemico.

I due fronti ruggirono di gioia, iniziando a combattere ancora più freneticamente, mentre Guerriero e Guardiano si fronteggiavano.

Il primo si fece indietro cercando di sbilanciare l'avversario e tentò un affondo contro il fianco, ma l'altro parò subito con un ampio fendente a sinistra, spingendo lateralmente la piccola spada che lo minacciava.

Poi con una maestria e una forza poderose, Guardiano interruppe la rotazione e calò l'arma verticalmente, e Guerriero la parò usando lo stesso principio della manovra precedentemente compiuta dall'avversario, usando anche lo scudo per fare in modo che il colpo scivolasse più facilmente fino a piantare la lama nel suolo, ma il nemico ritrasse l'arma all'ultimo momento e se Guerriero non avesse posseduto riflessi sovrumani se la sarebbe ritrovata nel torace.

L'eroe colse l'occasione e usò lo scudo per spingere la spada nemica verso l'alto e affondare con una torsione la propria nel petto del nemico, ma Guardiano fece scivolare la propria lama sul suo guanto fin nell'altra mano (fino a quel momento aveva combattuto con la destra), usando il piatto dell'arma per bloccare quella avversaria.

Quindi il nemico compì un altro affondo in orizzontale, passando di nuovo alla mano destra, con un arco lievemente obliquo verso l'alto.

Guerriero lo anticipò saltando in aria per poi capovolgersi in volo e tentare una serie di affondi dall'alto, ma Guardiano si limitò a far roteare la propria lama sulla testa, respingendoli.

L'eroe atterrò alle spalle del suo avversario e fece un rapido affondo spingendosi avanti, in ginocchio, ma il nemico afferrò la sua lama con la mano sinistra.

Con l'arma bloccata Guerriero scattò, compiendo una rotazione sul suo braccio per avvicinarsi all'avversario e colpirlo con lo scudo, ma quello rispose usando la spada, e di due colpi s'intercettarono, respingendosi a vicenda.

Guerriero utilizzò la forza con cui era stato colpito per far compiere una rotazione alla lama, liberarla e gettare l'avversario a terra, ma quest'ultimo seguì la rotazione della lama, portandosi sotto ad essa e colpendo l'eroe al petto con doppio calcio, spedendolo a terra.

Guerriero sentì un dolore lancinante e dovette puntellarsi con le proprie armi per non rotolare a valle, mentre Guardiano riatterrò in perfetto equilibrio, la mano destra dietro la schiena reggendo la lama in fuori verso l'alto, l'altra poggiata a terra, e la gamba sinistra completamente distesa.

“Quest'uomo è incredibile!” dovette ammettere Guerriero di fronte a tanta maestria.

Poi uno dei soldati di Cornelia caricò alle spalle di Guardiano e questi scattò in piedi tranciandolo in due con un solo colpo della spada.

Un mago gli sparò contro una palla di fuoco, che lui fermò con il palmo, prima di lanciarla contro un altro mago che stava per falciare molti dei suoi.

Un altro soldato tentò di assalirlo alle spalle, ma uno degli spadaccini si mise in mezzo proteggendo il suo leader e venendo gettato a terra.

Guardiano si volse vedendo qualcosa che Guerriero non aveva colto e mentre con una mano bloccava la lama che il soldato stava per abbattere sul suo compagno parò un saetta che altrimenti avrebbe carbonizzato l'uomo, rispedendola al mandate, per poi volgersi e spedire il soldato a diversi metri di distanza con un pugno ben assestato nel petto.

Un terzo giunse da sinistra e Guardiano lo uccise rompendogli il collo con un calcio.

Il ribelle si rimise in piedi gridando con tutta la propria forza, dopo aver stretto la mano al suo leader, per poi fiondarsi come una furia nel combattimento.

Guerriero rimase immobile a rimirare la scena “È incredibile. Quest'uomo non è un tiranno o un ingannatore che manipola le persone. Si è conquistato la loro fiducia con il sacrificio”.

L'eroe fece un mezzo inchino in direzione del suo avversario, anche se probabilmente lui non poteva vederlo, prima di abbattere al suolo un altro spadaccino che giungeva alla sua sinistra con lo scudo.

“Avrai il mio rispetto per le ere a venire, Guardiano. Ma questo scontro deve finire”.

Guerriero attivò la sua Ex Mode: gli abiti, di solito di colore blu dominante, passarono al giallo-arancione, le corna sull'elmo si piegarono in avanti.

L'eroe colse l'attimo e carico a velocità massima, cogliendo di sorpresa l'avversario.

La forza dello scatto fu così travolgente che i suoi piedi si conficcarono nel terreno, mentre afferrava il braccio di Guardiano e lo lanciava in alto nella caverna, verso la cavità e quella Luna Sanguinante.

Si gettò subito dietro al nemico, per non dargli un attimo di respiro, ma quello riuscì a parare la lama che stava calando dall'alto usò le gambe per spingere l'eroe oltre sé, facendolo ruotare in aria.

Appena tocco terrà a qualche metro di distanza Guerriero si gettò nuovamente all'attacco, ma venne respinto da un terribile pungo che lo spedì ancora più lontano.

“Stava trattenendo la sua vera forza” pensò l'eroe, prima di frenare il proprio volò piantando i propri piedi nella roccia, lasciando due profondi solchi.

Guardiano lo stava per raggiungere poco dopo, con il braccio già inarcato per colpire, e Guerriero parò con lo scudo.

L'onda d'urto tagliò la terra.

Poi il nemico rotolò sopra l'arma e saltò, allontanandosi dalla battaglia.

-Fermo!- gli intimò Guerriero, saltandogli dietro.

Dopo un paio di salti l'eroe l'aveva quasi raggiunto e stava per colpirlo alla schiena con un taglio netto, quando Guardiano si volse, afferrandogli il polso e colpendolo al petto con l'altra mano.

Guerriero venne sbalzato e atterrò a distanza di qualche metro su una sporgenza, mentre Guardiano si aggrappava alla parete rocciosa li vicino.

Era talmente scoscesa che probabilmente aveva affondato la punta delle dita e degli stivali nella roccia per reggersi.

L'eroe fisso il suo avversario con calma, lasciando i secondi scorrere veloci mentre il petto si alzava e abbassava.

Anche se l'Ex Mode aveva un tempo limitato e richiedeva molta energia non era il caso di essere avventati contro un nemico del genere.

Fu Guardiano a fare lo prima mossa, saltano dalla parete rocciosa a spada tratta, scatenando un pioggia di schegge e massi.

Guerriero andò ad intercettare con lo scudo, senza balzare a sua volta, ma il nemico anticipò la mossa e fece passare la propria lama a pochi palmi dal suo naso, prima di atterrare pesantemente scatenando un onda d'urto che fece abbassare la guardia all'eroe.

Guerriero quindi fu incalzato da una serie di affondi e colpi in traversale che lo fece indietreggiare rapidamente, prima che potesse mettere a segno un affondo, ma venne schivato e spinto di lato, rischiando di essere colpito alla schiena.

L'eroe prese l'iniziativa per non dare campo all'avversario, colpendo furiosamente alle sue spalle con una rotazione, trovandosi davanti nessuno.

Poi un forte dolore alla schiena segnalò che Guardiano l'aveva colpito alle spalle.

Fu il colpo più potente che Guerriero avesse mai incassato.

La schiena si piegò, prossima a spezzarsi, mentre dalla bocca uscì un lungo fiotto di sangue.

Incapacitato Guerriero cadde inevitabilmente a terra, e l'Ex Mode dell'eroe si dissolse, lasciando dolorante e indifeso al suolo.

Il nemico raggiunse il volto e si chinò.

-Sei fortunato. Se non avessi attivato l'Ex Mode, quel pugno ti avrebbe attraversato- disse il nemico.

La voce non era crudele, o profonda, o grottesca, o potente, ma giovane.

Giovane, saggia, misurata...

Neanche le parole del suo re potevano tenere testa.

-C... c... chi s-sei?- chiese Guerriero prima di sputare altro sangue.

-Ho un nome, ma non ti serve saperlo. Credo che lo terrò per me- rispose l'altro -Non fare la vittima, starai meglio in una decina di minuti.

Guerriero lo fissò, con odio.

-Va bene, se proprio vuoi chiamarmi puoi farlo con Guardiano Nero, o Mister D se ti aggrada- continuò il nemico.

-Che...cosa sei?- chiese ancora Guerriero, mentre sentiva la forza tornare quel tanto che bastava per sollevarsi sulle braccia.

-Un umano. Un viaggiatore. Visito posti...- fece una pausa -Incredibilmente esotici.

L'eroe riuscì a trascinarsi fino a una pietra e a sedercisi sopra, ansimando violentemente.

Non tossiva più sangue.

-Perché lo fai?- chiese tutto d'un fiato prima.

-Non sforzarti- disse Guardiano facendoglisi incontro, ma lo sguardo dell'altro lo convinse a desistere.

-La domanda giusta è: perché TU lo fai?- il nemico riprese il discorso.

-Fare cosa?

-Come cosa? Ubbidire a Re Heiner, combattere dalla sua parte invece che da quella del popolo.

-Cosa dici?- Guerriero lo guardò confuso -Re Heiner è amato dalla sua gente.

-Oh, ma davvero?- fece Guardiano con sarcasmo.

-Si.

-Allora spiegami perché tutto il Laers è in rivolta- insisté il guerriero nero.

-È colpa vostra- rispose Guerriero, con un tono limpido e freddo -La vostra ribellione, avete spezzato l'armonia e la pace che re Heiner mantiene. Avete tramutato il Laers in un campo di battaglia. Uccidete persone innocenti senza...

-Innocenti?- chiese Guardiano, interrompendolo -I soldati di Cornelia non li definirei innocenti dopo quello che hanno fatto a queste terre.

-Di cosa parli? E le donne, e i bambini?

-Vengono a cercare rifugio- il tono non ammise repliche.

Guerriero ammutolì di fronte alla forza di quelle parole.

-Quando tu hai sconfitto re Baris, il vuoto di potere lascito dalla sua deposizione diede campo libero a Heiner di estendere il suo dominio su queste terre. Il popolo di Laers è stato ridotto in schiavitù. Prima che arrivassi io il territorio veniva depredato ogni giorno dai dignitari e dai soldati di Cornelia. Tu eri sempre impegnato a combattere un altro nemico per compiacere il tuo re, o sotto le coperte per compiacere la tua regina. È stato facile nasconderti la verità. Anche se qualcuno te l'avesse detto non ci avresti creduto: eri troppo ubriaco della gioia che portavi essendo l'eroe senza macchia e senza paura, invincibile. Beh non sei invincibile, non lo sei mai stato, io e Squall ne siamo la prova.

-Come fai a...?- disse sconvolto lui quando Guardiano lo silenziò, alzando la mano.

-Ti ha tenuto occupato a proteggere una finta pace, distraendo il popolo con le tue avventure e i tuoi pavoneggiamenti in pubblico. Ti ha separato dei tuoi compagni per portarli dalla sua parte uno ad uno. Ha lasciato che la regina soddisfacesse le proprie voglie con te per farti cadere nell'inganno. La prosperità di Cornelia è solo grazie al fatto che Heiner sfrutta i paesi conquistati per soddisfare i capricci della classe nobile e dei suoi dignitari, tutti depravati e corrotti fino al midollo.

Guerriero scosse il capo, cercando di scacciare quelle parole, ma la loro forza era incredibile.

Tutto quadrava.

Tutto sembrava terribilmente vero.

-No...no...- balbettò incerto, sentendo un dolore forte dentro.

-Non vuoi credermi? O non puoi credermi? La tua pace conta più di quella degli altri?- insisté Guardiano, girandogli attorno ed assumendo un tono sprezzante -Sei patetico. Ti ho offerto la verità, e tu vorresti sfuggirne? I mercanti che abbiamo rilasciato dopo avergli sottratto il carico ti hanno raccontato un mucchio di follie per alimentare le parole del Re, non è vero?

“Mercanti...rilasciati...” Guerriero ebbe un mancamento e se Guardiano non l'avesse afferrato al volo sarebbe crollato al suolo.

Tremava.

L'eroe tremava fin nell'animo.

-Se non vuoi credermi, torna dal tuo re- si sentì rimettere in piedi, e incontrò finalmente lo sguardo di Guardiano da sotto il cappuccio, due occhi castani estremamente profondi.

Quelli gli diedero la forza di restare in piedi.

Poi Guardiano spiccò un balzo e si dileguò nella notte.

La Luna splendeva di nuovo bianca.

Guerriero si incamminò, dopo aver recuperato la spada, lasciando il capo di battaglia alle sue spalle.

Era ancora confuso, sentendo le parole del suo nemico rimbombargli nella mente.

Possibile che fosse tutto vero.

-Mio signore!

Guerriero si riscosse scoprendo di essere tornato alla base della montagna, dove i suoi uomini attendevano in ordine.

-Mio signore, i nemici sono stati fermati, abbiamo vinto grazie a lei.

-Bene...- fece l'eroe ancora scosso.

-Qualcosa non va mio signore?

-No.

-Bene, in tal caso abbiamo ricevuto notizie dal Re, dice che può rientrare.

-Davvero?

-Certo, le notizie viaggiano veloci da quando Laers si è unito a Cornelia.

“Unito...”.

-Dove sono i nemici?

-Intende i prigionieri?

“Prigionieri...” -Dove sono?

-Dentro la grotta sire, ma non deve preoccuparsi di questo, il re richiede la sua presenza...

Guerriero si volse e corse su per il sentiero, senza ascoltare.

Quando raggiunse la grotta fece in tempo a vedere uno dei suoi soldati colpire con violenza al volto uno dei lottatori a mani nude.

-Ora non fai più tanto il duro, eh? Stai giù cane!- il soldato colpi all'addome con un calcio, facendo accasciare, non contendo infierì sul volto con i piedi, finché quello non svenne.

-Mio signore! Ci è stato ordinato di non farle vedere...- il soldato ammutolì quando Guerriero si volse nella sua direzione.

-Comunichi al Re che sarò di ritorno entro breve.

-Certo signore, sarà entusiasta!

-Non sapete neanche quanto- mormorò tra i denti Guerriero.

 

Pochi minuti dopo Guardiano, dall'alto di una rupe a qualche chilometro di distanza, lo vide sfrecciare sul chocobo a tutta velocità.

-Guerriero, ora cominci a vedere, non è così?

Poi gli cadde l'occhio sui soldati sopravvissuti.

-Vediamo di concludere- e saltò giù.


Tutti rimasero in silenzio.

Guerriero piangeva muto, la mano che reggeva la spada tremava.

Le guardie e i gli altri eroi avevano abbassato tutti le armi, e guardavano senza muoversi, non sapendo cosa fare.

Heiner non sembrava scosso, o tradito, niente del genere.

Anche lui restava in silenzio, aumentando la confusione nella mente degli spettatori.

Poi con calma, misurando i gesti, allontanò la lama di Guerriero dalla sua gola, lasciando che si abbandonasse verso terra.

L'eroe era esausto.

-Mi dica la verità- chiese, con la voce rotta.

Heiner gli si fece incontro, cingendogli le spalle con delicatezza.

Lo guardò intensamente, con rimprovero e preoccupazione, come con un bambino.

-Guerriero sei esausto: hai corso da Laers a qui senza amai fermarti. Devi riposare, recuperare le forze. Ti dirò la verità quando ti sarai rimesso.

-NO!- Guerriero afferrò Heiner spingendolo sul trono con tutta la sua forza, pressandogli la lama sulla gola -Non sono un tuo burattino!- urlò piangendo l'eroe -Dimmi la verità! Me l'ha promesso!

-Proteggete il re!- i dignitari iniziarono ad urlare, mentre i nobili si diedero alla fuga, grassi codardi e terrorizzati.

Gli eroi inaspettatamente fermarono le guardie, in un rispettoso silenzio.

Mentre le grida di terrore percuotevano l'aria e i non armati si passavano sopra l'un l'altro per uscire dalla piccola porta, tra l'eroe tradito fin nel profondo e il “buon re” si combatteva una battaglia silenziosa.

Infine Heiner si arrese -La verità fa male, Guerriero.

L'uomo indietreggi di colpo, prossimo al pianto dirotto.

Tutto.

Tutto ciò in cui credeva era andato distrutto.

Cadde in ginocchio, le lacrime scorrevano veloci, scivolando sull'armatura come la pioggia.

Non ebbe neanche la forza di singhiozzare.

Era patetico.

Debole.

Vuoto.

Era stato uno stupido.

Sentiva il proprio corpo sgretolarsi assieme alle sue certezze.

-Guerriero, sei sempre stato il mio più fedele servitore, e so di averti tradito- Heiner fece una pausa per far pesare le sue parole -Ti direi che è stato per il meglio, proteggendo la tua mente infantile dalla realtà delle cose, ma alla fine tu sei un adulto, non avrei mai potuto ingannarti per sempre.

-Q-quello che ha detto...- Guerriero proferì, quasi sussurrando -Quando hai detto...che non potevo morire...che un altro avrebbe preso il mio posto...- “Voleva dire che ti saresti liberato di me quando ti avrei più fatto comodo!” avrebbe voluto gridare, colmo di rabbia, ma la forza gli venne meno e non riuscì a finire la frase.

-Era vero. La mia ammirazione per te era vera. La mia dipendenza da te era vera. L'ammirazione delle persone per te era vera.

Heiner si prese il suo tempo, dando peso a tutte le singole parole, cercando di rompere il guscio del suo eroe, ma quello non l'ascoltava più.

Era di nuovo ciò che era stato un tempo, un guerriero dell'armonia: il leader, il più forte e nobile, il più corretto e ligio al dovere.

Si alzò, scuro in volto, riservando al re solo uno sguardo di puro disprezzo, prima di dargli le spalle e andarsene dalla porta.

Ma quello non era il passo di un eroe vincente, che proseguiva sulla sua strada raggiante e vittorioso, ma un uomo sconfitto, distrutto, annientato.

Trascinava i piedi controvoglia, cercando di spingersi avanti, sparendo piano piano alla vista dei compagni.

Nel cortile vide la regina, che attendeva in religioso silenzio.

Era una donna bellissima, piena di grazia e di luce, per lei aveva provato amore, credeva di essere completo, ma alla fine anche quello non aveva più.

Non la guardò, non incrociò lo sguardo, e passò oltre.


Nella sala Heiner rimase in silenzio, un silenzio così tangibile che tutti si sentirono a disagio, persino Nervas, Salas e Hyorgh.

-Prendetelo- ordino con letale freddezza il re, talmente incisivo che la stessa aria vibrò -Ci serve vivo.

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Capitolo 4
*** L'eroe buffone di Fynn ***


A\N: Fufufufufufu inizia la parte migliore.

DII\N: Non dirlo a me...

A\N: Oh oh, si invece.

DII\N: Dai, non infierire sulla mia pazienza e muoviti.


Aveva raggiunto le scale che conducevano fuori dal palazzo.

Camminava in silenzio, lasciando che i passi seguissero una propria strada.

Il mondo era completamente avvolto dall'ombra, ai suoi occhi, non sapeva più dove andare.

Avrebbe sicuramente proseguito dritto se una voce non l'avesse richiamato alla sua sinistra -Allora, ne sei convinto adesso?

Si volse.

Comodamente appoggiato ad una colonna, coperto dall'ombra che questa proiettava, stava Guardiano, con qualcosa di bianco e sottile in bocca.

Lo trasse fuori, e rivelò una testa di forma sferica, dai colori che variavano dal rosso al bianco.

Come se fosse una routine ne estrasse un altro da chi sa dove, offrendoglielo.

Era avvolto in qualche specie di rivestimento trasparente, che faceva un rumore sgradevole, e la testa era bianca e verde stavolta.

Guerriero continuò a fissare il suo interlocutore e l'oggetto che gli veniva offerto, sia terribilmente confuso quanto terribilmente curioso.

-Nah, la Menta fa schifo- fece Guardiano d'improvviso, rinfilando l'oggetto da dove era venuto -Non hai ancora risposto.

La realtà ricadde duramente su di lui.

Guerriero strinse convulsamente la propria spada mentre strizzava gli occhi, cercando di contenersi.

-Ti credo- fece, rilasciando tutta la tensione di colpo, mentre si rilassava, quasi svenendo: fu un sollievo.

Perché? Negare i propri dubbi era davvero così liberatorio?

-Oh, finalmente!- esclamò Guardiano come un professore che aveva passato l'ultima mezz'ora ad attendere che un alunno desse la risposta corretta.

Diede una pacca sulla spalla a Guerriero e cominciò a scendere le scale -Perfetto, andiamo.

-Cosa?- chiese l'eroe sorpreso da tanta vivacità.

-Andiamo, no? Abbiamo un lungo viaggio da fare.

-Chi dice che io verrò con te?- protestò Guerriero.

-Io- rispose Guardiano, indicandosi con pollice -E loro- rispose poi reclinando la mano e puntando l'indice oltre l'eroe.

Quello si volse e vide corrergli incontro decine di guardie, soldati, maghi, e suoi tre compagni, intimandogli di stare fermo.

-Che sta succedendo?- chiese Guerriero imbambolandosi sul posto.

-Vuoi restare qui a scoprirlo o vuoi salvare l'armonia di questo paese?- chiese Guardiano a mo di risposta, afferrandogli il braccio destro e iniziando a correre giù per le scale tirandoselo dietro.

-Perché non combatti? Perché fuggi come un codardo?!- chiese Guerriero confuso e oltraggiato mentre i due attraversavano la città, giungendo fino ai cancelli, dove gli venne incontro un banco di nebbia fitta.

-Strategia. Combattere adesso è inutile. Avremo modo di farlo in seguito- rispose serio l'uomo in nero.

Puntò dritto sulla nebbia e iniziò a cantilenare una tiritera -Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

E la nebbia li avvolse.


Si ritrovarono in un altra città.

Guerriero s'arrestò per la sorpresa, inciampando, ma riuscì a rimettersi in equilibrio.

Con un brivido Guerriero temette di essere tornato a Cornelia, ma con un profondo respiro Guardiano gli fugò ogni preoccupazione -Che piacevole l'aria di mare.

Cornelia non era una città marittima.

Guerriero si volse, e dietro di se vide l'immensa distesa d'acqua, delle banchine, le case che arrivavano quasi fino alla spiaggia.

Non c'era più la nebbia, si era dissolta.

-Dove siamo?

-A Fynn.

-Non ho mai sentito di questo regno.

-È il nome della città.

-Non l'ho comunque mai sentita.

-E ci credo! Non è il tuo mondo questo- rispose Guardiano con enfasi.

-M-mio mondo?- “Ma che diavolo...” pensò prima di notare che Guardiano s'era avviato, lasciandolo indietro -Ehi dove vai?

Guardiano si stava allontanando e Guerriero affrettò il passo per raggiungerlo -Che vuol dire “non è il tuo mondo”?

-Ricordi i tuoi vecchi compagni?

-Si.

Non continuò la frase.

A quel punto, visto che Guerriero si ostinava a non capire, Guardiano scoprì un lembo della faccia mostrando i corti capelli neri e i profondi occhi castani e la pelle limpida, e gli diede uno di quegli sguardi che incoraggiavano l'indirizzato a riflettere ulteriormente.

Guerriero ci pensò un po e finalmente gli si accese la lampadina -Siamo nel mondo di uno dei miei compagni.

-Bingo.

-Ma cosa ci facciamo qui?

-Oh lo scoprirai molto presto- fece misterioso e giocoso l'altro, ricoprendosi.

I due precorsero le grandi vie della città, una città illuminata dal tramonto, nobile e bella a suo modo, non così impeccabile come Cornelia ma quasi.

Ma non c'era anima viva.

-Dove sono tutti?- chiese Guerriero, temendo il peggio e stringendo con più sicurezza la propria spada.

-Rilassati, sono tutti al cancello principale.

-E dov'è?

-Dritto davanti a noi- rispose Guardiano, indicando con un gesto della mano il crocchio di gente raccolta vicino alle mura in lontananza, e che gridavano così forte che si potevano sentire a centinaia di metri di distanza.

Guerriero si sentì ancora più idiota.

Come faceva Guardiano a farlo sentire sempre in inferiorità?

-Ora ascoltami- lo richiamò all'ordine il guerriero in nero -Devi fare una cosa molto importante.

In testa al corteo che sta per entrare da quelle porte c'è un ragazzo che dobbiamo assolutamente reclutare...

-Reclutare?

-Non credere che dopo quella bravata tu sia in grado di combattere Heiner e i suoi da solo, vero?- rispose con rimprovero e rabbia Guardiano, facendolo ammutolire.

-Come dicevo, ci serve il suo aiuto. Cammina sempre dritto, senza fermarti finché non te lo trovi davanti. A quel punto chiama il suo nome e aspetta che lui ti riconosca. Dovrai convincerlo ad unirsi a noi- continuò poi con un tono normale.

Guerriero annui, cosciente che stava per incontrare uno dei suoi vecchi amici degli antichi cicli.

Avanzò sicuro, ignorando che Guardiano stava rallentando, lasciando che andasse avanti da solo.

Le grida di gioia e i suoni di festa si fecero sempre più forti, rimbombando nelle sue orecchie.

Ora non era l'idolo, era lo spettatore, colui che si mischiava alla folla per unirsi in un silenzioso assenso all'euforia generale.

Si sentì patetico.

Avanzò, cominciando a scostare gentilmente ma con fermezza le altre persone, che non gli badarono.

Piano piano la folla cominciò a distendersi, e lui lo vide.

In groppa ad un chocobo dal piumaggio giallo scuro, che avanzava nobile e fiero, ma senza un aria pomposa o ruffiana: semplice e chiaro, forte e sincero.

Guerriero triplicò i suo sforzi per passare la folla, riuscendo infine ad aprirsi un varco e raggiungere l'obbiettivo.

-Firion!- gridò, puntando la propria spada verso di lui, in segno di rispetto, facendo invece imbizzarrire l'animale, spaventato.

Firion colto alla sprovvista cercò di controllare la cavalcatura, ma appena incrociò lo sguardo di Guerriero rimase così sorpreso che venne sbalzato di sella finendo a terra con un capitombolo che non aveva nulla d'aggraziato.

Capendo di aver appena fatto un idiozia, e soprattutto che Guardiano gliela avrebbe rinfacciata per tutto il tempo che avrebbero passato insieme, Guerriero getto la spada e si precipitò a calmare l'animale, mentre la folla cominciava a gridare sorpresa, alcuni ridendo per l'evidente caduta a faccia-nel-fango di Firion.

Il chocobo si calmò dopo pochi richiami, mentre Firion si rimetteva in ginocchio, facendo leva sulle rotule incavate per terra, riportando il deretano dove gli competeva e togliendosi il mantello lordo di fango dalla testa.

Maria e Guy arrivarono al trotto rapido arrestandosi poco lontano -Che è successo?

-Colpa mia- rispose Guerriero, accarezzando il collo dell'animale.

-Chi sei?- chiese la ragazza, scendendo rapidamente a terra per aiutare il compagno a rialzarsi, ma quello le fece segno di stare ferma, mentre si ripuliva alla bel e meglio il volto.

-Guerriero!- esclamò, sputando fango ovunque mentre si alzava -Guerriero!

“Oh no, accidenti” fece il suddetto temendo una reazione aggressiva quando invece l'altro si limitò ad abbracciarlo con vigore -Credevo non ti avrei mai più rivisto.

Dopo aver sgranato gli occhi Guerriero ricambiò la stretta, grato per quel contatto.

Intorno la folla aveva ricominciato a fare festa.

Il problema fu quando l'abbraccio cominciò a prolungarsi più del necessario.

-Firion?

-Si.

-Mi lasci andare?

L'altro fece un salto da campione mondiale andando ad atterrare vicino a Maria -Certo scusa- rispose rosso come un pomodoro.

“Sembra tanto che questo Firion non sia troppo sveglio” pensò Guardiano, ai margini della folla, riuscendo a vedere e sentire tutto molto chiaramente.

Come precauzione ulteriore s'avanzò per raggiungere Guerriero, temendo che potesse spararne una grossa.

L'altro fisso l'antico compagno, prima di volgergli nuovamente contro la spada -Firion, mio compagno, mio amico, in nome dell'antica amicizia che ci ha legati negli infiniti cicli di lotta che abbiamo vinto...- “Perso” corresse nella sua mente Guardiano -...ti chiedo di aiutarmi a salvare il mio regno insieme, un'ultima volta!

Calò il silenzio.

“Beh dai, non sei andato tanto male, però come al solito devo pensarci io” penso Guardiano aprendosi un varco tra gli spettatori senza farsi notare.

-Perché?- chiese Firion -Anzi no, perché dovrei accettare? Non credere che io stia egoisticamente rifiutando la richiesta di un mio amico, ma...vedi quando abbiamo sconfitto Chaos, e siamo tornati a casa, anche i ricordi si sono tornati- strinse forte le mani di Maria -Persone a cui tengo, che ho dimenticato per cicli e cicli, che ho voluto proteggere, con cui ho lottato fianco a fianco...

-Dimmi Firion, che cosa sei?- chiese Guardiano facendo notare la propria presenza al fianco di Guerriero e facendo segno a questi di stare in silenzio, cosa che l'eroe fece senza discutere, dandosi dell'idiota per averlo fatto.

Firion ebbe un altro tuffo al cuore e si gettò in avanti urlando -Leeeeooonnnn!!!!- ma Guardiano alzò una mano contro cui la faccia di Firion si infranse dolorosamente -Non sono Leon, mi dispiace. Poi chiamarmi Guardiano se vuoi.

Firion scivolò lentamente sul palmo fino a staccarsi e rovinare rovinosamente per terra, nel fango, un altra volta.

-Credo che ci convenga parlarne al coperto...- disse Guardiano temendo la reazione della gente a queste scene ma quelli scoppiarono a ridere, quasi senza controllo.

Persino i chocobo iniziarono ad emettere suoni simili.

Firion si risollevò con mezza faccia coperta dal fango e l'altra metà rossa per la botta -Non sei Leon: lui non faceva così male.

Guardiano annuì in assenso, prima di porre nuovamente la domanda -Che cosa sei, Firion?

Quello lo fissò, mentre Maria l'aiutava a togliersi il fango dal mantello.

-Rispondi alla domanda- continuò l'uomo in nero, con un tono più accomodante.

-Un eroe- rispose quello dopo alcuni istanti di esitazione.

-E cosa fanno gli eroi?- chiese di rimando Guardiano.

-Combattono il male e proteggono gli innocenti e i bisognosi.

-E perché allora rifiuteresti di aiutare un tuo compagno?

-Perché sono già un eroe. Per loro, per Fynn, e per tutto l'Impero. Perché io sono Firion!- si rivolse al pubblico, alzando la voce per farsi udire in lungo e in largo -L'eroe che ha sconfitto l'imperatore Oscuro Matheus, e al fianco dei più grandi guerrieri che popolavano queste terre. Sono diventato una leggenda combattendo per voi, proteggendovi, sapendo che non l'avessi fatto io nessun altro avrebbe potuto! E oggi siamo tutti qui, uniti, perché ho combattuto questa minaccia, dando ascolto al mio cuore che mi diceva di proteggervi, scacciando il male dalle vostre case e dandovi infine la pace per prosperare tutti insieme!

Come un unica entità la folla esplose, cantando e ballando, ridendo e suonando, applaudendo e ringraziando a gran voce il grande eroe Firion per averli salvati.

-Devo pensare a loro, a proteggerli, perché gli do sicurezza. Se dovessi allontanarmi il regno rischierebbe di cedere di nuovo all'ombra, se non ha sempre il proprio eroe su cui contare- spiegò poi a voce più bassa a Guerriero e Guardiano.

-Dimmi, l'eroe è una figura simbolica della pace, o è lo strumento che serve per mantenerla?- mormorò l'uomo in nero, all'orecchio del ragazzo, facendolo sobbalzare un poco per la rapidità con cui gli si era avvicinato.

Firion rimase in silenzio, a fissarlo.

-L'eroe... è un soldato che combatte per la pace- rispose quello.

-Quindi è uno strumento, una forza motrice, non un buffone che parla di glorie passate perché la gente possa vivere ancora in quelle fantasie- disse Guardiano, incrociando le braccia sul petto e rivelando una strana armatura\tuta da battaglia sotto al mantello.

Firion sentì qualcosa di strano dentro di se.

-Guardati Firion, non eserciti più la spada da mesi e si vede- continuò quello, sempre sotto voce, mentre la folla continuava imperterrita ad esultare e Maria cercava di estorcere a Guerriero come lui e Firion si fossero conosciuti, ma quello tenne la bocca cucita.

Troppo cucita.

Al limite della pazienza la ragazza tentò di forzargliela a mani nude, chiedendo aiuto anche a Guy.

-Non sei più l'eroe che narri di essere. Hai perso il tuo scopo primario: senza un nemico, o il male, o una minaccia che preme ai confini, un eroe non è nessuno. Sei vuoto e lo sai- continuò l'uomo in nero, facendo sudare il ragazzo -Allora dimmi, rinuncerai ad essere un eroe per fare il buffone di fronte a queste persone per farli sentire al sicuro perché il grande eroe di Fynn vive ancora, o lascerai il fuoco ardere dentro te ancora e ancora andando all'avventura?

Firion rimase in silenzio, soppesando quelle parole, mentre Guardiano lo lasciava fare per andare a staccare Maria dalla mascella di Guerriero.

-Ascoltatemi!- la voce di Firion risuonò imperiosa per la piazza riottenendo l'attenzione di tutti, Guardiano incluso -Io sono Firion, l'eroe di questo mondo. Come eroe il mio dovere è proteggere gli innocenti e i bisognosi e dai malvagi. Ecco perché quest'uomo, Guerriero- e il ragazzo fece segno all'amico di avvicinarsi, cosa che Guerriero fece senza esitare -È venuto da me chiedendo aiuto per proteggere la sua gente, e come eroe, come amico, io l'aiuterò come lui ha aiutato me in passato. Stanotte si farà festa, per celebrare la nostra partenza!

-No Firion- fece Guerriero appena udibile sotto al boato della folla -Niente feste.

-No no, una festa è l'ideale per andare via non visti- lo contraddisse Guardiano, annuendo soddisfatto.


Maria entrò nella camera di Firion quando ormai faceva sera, e lo trovò intento a rivestirsi, mettendo da parte il suo vestiario da parata e indossando l'armatura e gli abiti con cui era riapparso l'anno precedente in città.

-Ti stai già preparando?

-Quei due dicono che abbiamo tempi molto stretti- rispose lui -E comunque non credo che andare all'avventura con l'armatura sporca di fango sia esattamente il modo più consono.

-Ma non sei venuto nemmeno a festeggiare. Sei stato chiuso nel palazzo tutto il giorno, mentre noi altri eravamo fuori ad aspettarti- replicò lei, fredda.

-Non è colpa mia, mi hanno costretto!- rispose il ragazzo, provando a giustificarsi -Insistono sull'andarcene via in segreto.

-E come ti avrebbero costretto scusa?

-A parole.

-Tze, e i chokobo adesso volano- fece lei sarcastica, alzando gli occhi al cielo.

-Ehi!- disse infine lui abbracciandola -Va tutto bene, non scomparirò.

-Me lo prometti?- domandò, ricambiando la stretta ed affondando

Firion esitò, ben cosciente che l'ultima volta aveva dovuto aspettare un bel po di cicli per rivederla.

-Lo sapevo, lo sapevo!- esclamò lei, spingendolo via -Vuoi scappare!

-Ehi! Nononono, io non sto scappando- rispose quello alzando le braccia.

-Provalo! Portami con te!- rispose quella serrandogli le spalle in una morsa.

-Eh? No, assolutamente no! L'ultima volta è stata un incubo!- rispose il ragazzo sinceramente preoccupato che Maria potesse ricadere nella spirale di battaglie che li avevano precedentemente coinvolti.

-E allora perché vai? Cosa puoi avere tu più di me!?

-Esperienza! Amici! Compagni a cui ho coperto le spalle migliaia di volte. Non ce la faccio a vederti in pericolo, non stavolta! C'è troppo in ballo- esplose lui, agitandosi e percorrendo la stanza avanti e indietro.

-Ah, è cosi?- fece Maria offesa -Tu la fuori, a combattere, e io chiusa qui, ad attendere il tuo ritorno in angoscia.

-No Maria io...- provò a spiegare il ragazzo ma lei gli tappò la bocca con la mano, non in modo dolce e piacevole appoggiandoci sopra la punta delle dita, gliela serrò col palmo, facendolo sobbalzare -Credi che io sia diversa da te? Abbiamo affrontato molta avversità assieme Firion, eppure tu ti fidi di più di un branco di sconosciuti che di me.

-No, non sconosciuti, ma guerrieri che...- riuscì a sussurrare lui, tra le dita.

-Fa lo stesso per me- rispose la ragazza dandogli e spalle e incrociando le braccia.

-Maria, ti prego, non ti sto mettendo da parte. Tornerò, stanne certa, e poi avremo la nostra avventura insieme, va bene?

Firion non ottenne risposta, per cui invece di continuare a discutere finì di vestirsi e si avviò fuori dalla camera, senza sapere delle lacrime silenziose di Maria.

Lacrime per il secondo fratello che perdeva.

Ma appena uscito venne afferrato al braccio sinistro da Guerriero e al destro da Guardiano, che lo sollevarono portandolo fuori dal retro.

-Ehi. Ehi! EHI! Mettetemi giù! Ehi!- li richiamò -Mettetemi giù dannazione...umf- emise uno strano grugnito quando fu lasciato andare.

-Ehi! Vi ha dato di volta il cervello per caso!?- chiese irato volgendosi verso Guerriero e Guardiano.

-Ehi! Mi sentite!?

-Quanti “Ehi”- disse Guardiano superandolo con Guerriero al seguito -Cosa c'è, ti fanno lo sconto sei al prezzo di due?

-Ehi!- rispose Firion, irato, mentre si rimetteva al passo con i compagni di (s)ventura.

-Non sai dire altro?- chiese Guardiano, cominciando a sembrare un poco infastidito.

-Magari non mi va di dirlo!- rispose Firion saccente.

-Be, questa “non-voglia” fattela passare- rispose Guardiano sempre con lo stesso tono, ricevendo un altro -Ehi!- in risposta.

Il guerriero nero ringhiò minacciosamente gelando il sangue degli altri due.

-Guerriero puoi parlare, non devi subire passivamente in silenzio- disse poi più disteso Guardiano.

-Ah, va bene- fu la semplice risposta.

-Dove andiamo?- chiese Firion sottovoce al vecchio amico prima che Guardiano rispondesse -A trovare gli altri.

-Altri?- chiese confuso il ragazzo.

-Tutti gli altri?- chiese invece Guerriero.

-All'incirca- fu la risposta, mentre un banco di nebbia si profilava davanti a loro.

-Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

E la nebbia li avvolse.

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Capitolo 5
*** L'eroe bambino e il re lunatico di Baron ***


A\N: Chi l'avrebbe mai detto, si avanza con molta rapidità. Mi scuso in anticipo per aver mancato l'orario oggi, stavo facendo pulizie e il pigrone qui non ha minimamente aiutato.

DII\N: Sbaglio o io nel mondo reale non devo intervenire?

A\N: Magari quando gli altri non guardano...

DII\N: Non farmi ridere. Come se dovessi favori a qualcuno come te...


I tre sbucarono per le strade buie di un'altra città, quando la notte era ormai calata.

-Se non ve l'ho detto, il tempo nei vari universi scorre nello stesso modo- fece Guardiano, riferendosi al fuso orario.

-Nel senso che se passiamo un giorno in un universo, passa un giorno anche negli altri?- chiese Guerriero.

-Si.

-Dannazione dobbiamo muoverci!- esclamò l'eroe, prima che Guardiano gli mettesse una mano sulla spalla -Da questa parte.

-Ehi, perché ci comandi come se fossimo le tue scimmiette ammaestrate?- chiese Firion, un poco contrariato dalla pressante autorità dello sconosciuto uomo in nero.

-Ragazzo, di un altro “Ehi” e te lo faccio ingoiare- minacciò questi, guardandosi attorno.

-Ehi! Chi ti credi...!?- iniziò a protestare l'eroe ma Guardiano materializzò un “EHI!” a caratteri cubitali e glielo ficco giù per la gola con uno sguardo sadico e crudele, lasciando Firion a boccheggiare sulla spalla di Guerriero, che stava sudando freddo.

-Dove siamo?- chiese quest'ultimo.

-A Kazus. È una città anticamente maledetta da un Jinn, e adesso grazie al nostro caro piccolo amico è tornata ad essere abitabile- rispose Guardiano, continuando a guardarsi intorno

-Caro Piccolo Amico?- chiese Guerriero prima di sentire delle urla isteriche, tipiche dei neo-adolescenti.

-No! No! No! Che diavolo non sono più un bambino!- esclamò Luneth sbucando da uno dei vicoli seguito da un paio di guardie.

-È lui?- rantolò Firion mentre si riprendeva.

-Sul serio è lui?- Guerriero fisso Guardiano con gli occhi sbarrati dalla sorpresa.

-Vi pare che io sai tipo da scherzare?- fu la secca risposta di quest'ultimo, mentre segnalava ai due di farsi incontro al bizzarro corteo.

Guerriero si avviò automaticamente verso Luneth, che non si accorse dei compagni finché non andò a sbattergli contro, facendo immediatamente reagire le guardie che puntarono le proprie armi contro i due.

-Chi diavolo si mette sulla mia strada!?- esclamò il ragazzino alzando lo sguardo mentre si reggeva il naso prima che Guerriero gli puntasse contro la propria spada -Luneth, in nome dell'antica amicizia che ci lega dagli infiniti cicli di battaglie, ti chiedo di combattere assieme a me ancora una volta per aiutarmi a salvare la mia gente.

-Stai indietro forestiero- minacciò il capitano, avanzando lentamente verso i due, mentre Luneth continuava a fissarli incredulo.

Guardiano (da osservatore esterno) mentre si chiedeva come fosse possibile che Ingus e Sara avessero ordinato una cosa del genere, fissava tutto con un aria annoiata.

-BASTA!!!!!!!!- Luneth spiccò un balzo incredibile fuori della folla per riatterrare con un tonfo sordo -Abbassate immediatamente le armi, questi sono i miei amici e alleati. Se alzerete una mano contro di loro dovrete risponderne a me.

I soldati si fecero indietro ubbidienti, mentre il ragazzino alzava lo sguardo verso Guerriero -E in quanto a voi, certo che vi aiuterò. Sono stanco di farmi fare da baby-sitter qui, voglio sentire la libertà su di me.

Detto fatto il ragazzino partì come una scheggia lasciando dietro di se una scia di fumo, inseguito a ruota dalle guardie, a cui probabilmente sarebbe scoppiato il cuore a forza di correre su e giù per la città dietro all'eroe in miniatura.

-Luneth deve davvero vivere così?- chiese Firion, guardando sconvolto nel punto in cui fino ad un secondo prima si trovava il gruppo.

-Non tutti l'hanno avuta facile dopo aver terminato il ciclo- rispose Guardiano, affiancandosi agli altri due.

Mezzo secondo dopo Luneth risbucò in pompa magna, con i armatura di tutto punto e una gigantesco zaino sulle spalle -Andiamo!

Ebbe appena il tempo di fare il primo passo che il peso del bagaglio lo fece cadere all'indietro.

-Uff, devo prendermi una vacanza dopo di questo- sospirò Guardiano, prima di sfilare il ragazzino dalle cinghie.

-Niente bagagli inutili, solo lo stretto indispensabile- l'uomo in nero rimproverò Luneth, agitandogli il dito davanti alla faccia.

-Ehi! Smettila di trattarmi come un bambino bell'imbusto!- gridò quello oltraggiato, menandogli un calcio alla caviglia con l'unico risultato di mettersi a saltellare con un dolore lancinante all'arto.

Un banco di nebbia comparse di fronte a loro, e Guardiano fece segno agli altri di seguirlo.

-Lui chi è?- chiese Luneth, stringendo i denti e trattenendo le lacrime di dolore mentre zoppicava copiosamente dietro al figuro.

Ci furono alcuni imbarazzanti secondi di silenzio in cui Firion e Guerriero attesero che Guardiano rispondesse, ma lui non lo fece; quindi stavano per dirglielo in coro ma vennero fermati dalla voce del suddetto.

-Puoi chiamarmi Guardiano Nero. È sarò la vostra guida in questo e altri mondi.

Firion lanciò un occhiataccia alle spalle dell'incappucciato mentre questi pronunciava le fatidiche frasi -Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!- e la nebbia li inghiottì.

-E cosa sappiamo di lui?- insisté Luneth.

-Assolutamente niente- rispose Guerriero


La Luna splendeva radiosa in cielo, un cerchio completo che illuminava la notte.

Cecil mise una mano sulle spalle di Rosa, cingendola dolcemente mentre i due rimiravano l'astro.

La notte era tranquilla a Baron, e il cielo anche.

La donna appoggiò la testa alla spalla del suo amato, chiudendo gli occhi per godere di quel momento.

Non sospettava neanche lontanamente che ci fossero quattro... no tre... due... un idiota, un piccolo genio, un eroe e un tizio vestito di nero intenti ad osservarli dal porticato, nascosti dalle colonne.

-Cecil...- mormorò Firion.

-Cosa ci facciamo qui?- chiese Guerriero indignato.

-Cecil, abbiamo bisogno di lui- fu la risposta di Guardiano, irremovibile.

-Mi rifiuto- insisté l'eroe indicando la coppia -Non li separerò, neanche a costo di fallire.

-Tu lo farai- ripose l'incappucciato ergendosi in modo minaccioso.

Guerriero tentò di tenere testa, ma alla fine l'altro ebbe la meglio -Va bene.

Luneth e Firion fissarono prima Guerriero, poi Cecil, poi di nuovo Guerriero.

-Tanto vale chiederglielo- ammise a malincuore l'eroe, dirigendosi assieme ai compagni giù dai pochi gradini che li separavano dalla terrazza.

-Occhio, si scivola- pensò bene di avvertirli Guardiano, e tanto Firion quanto Luneth fecero un gran ruzzolone scivolando fino alla fontana con un grande SPLASH.

Dal canto suo Guerriero si avviò con grande cautela, riuscendo ad arrivare indenne fino alla coppia, che continuò a guardarlo in religioso silenzio, ignorando i due fenomeni che si stavano issando fuori dall'acqua.

Rosa si strinse forte a Cecil, guardando con diffidenza il guerriero che le si parava di fronte, mentre Cecil suo malgrado iniziò prima a sorridere, poi a ridacchiare radioso, poi a ridere con gentilezza e infine a sganasciarsi dalle risate, sotto lo sguardo sorpreso della moglie e quello grave di Guerriero, che non si uni alla risata al contrario dei due suoi compagni, bagnati fradici eppure sempre lieti di prestarsi a tal piacevole intrattenimento.

Firion se ne infischiò dell'etichetta e stritolò il vecchio amico in un caldissimo abbraccio, mentre Rosa si faceva indietro confusa.

-Mio dio, credevo non ti avrei più rivisto- fece il ragazzo dopo essersi staccato dal vecchio compagno, una delle poche persone ad essere più alte di lui.

-Anch'io- rispose Cecil di rimando.

Poi si riscosse e fece le dovute presentazioni, invitando la moglie ad avvicinarsi con un segno della mano -Questa è mia moglie Rosa.

Tutti e tre gli eroi fecero i dovuti inchini -E questi, amore, sono i miei compagni di battaglie perduti: Guerriero, Firion e Luneth.

Dopo una piccola pausa aggiunse -Non credo che sappiano bussare.

-Ehi! Che razza di battuta sarebbe?- chiese Firion, facendo il permaloso.

-Non fare quella faccia, siamo riuniti dopo tanto tempo- lo rimbeccò Luneth, assumendo una posa orgogliosa a gambe larghe -Allora, com'è la vita?- disse rivolto al paladino.

-Più radiosa che mai- rispose Cecil, rincuorato, al contrario di Rosa che sembrava ancora più preoccupata -Per quale motivo siete giunti qui?

Fu in quel momento che l'armonia generale si disperse.

Firion distolse lo sguardo, grattandosi la nuca, mentre Luneth abbassò il proprio.

Solo Guerriero sembrò mantenere decoro.

-Beh, ehi...- fece Firion, prima di sentire due punture alla schiena, che identificò correttamente con lo sguardo assassino di Guardiano, stanco di tutti quegli “Ehi”, e fece silenzio.

Mentre il sorriso scompariva dal volto di Cecil, Guerriero infine si fece avanti, porgendo la spada al compagno di traverso -Cecil, mio amico, abbiamo lottato fianco a fianco, siamo caduti assieme e trionfato assieme, e quando ci siamo separati hai promesso di diffondere la forza che ti abbiamo insegnato. E ora, nel momento in cui aneli alla pace, io vengo a chiederti di mantenere quella promessa: la mia terra è caduta sotto l'ombra della corruzione, e questa volta il nemico richiede l'aiuto di tutti voi. Ti prego.

Non disse altro.

Rosa si strinse forte al marito, che ricambiò la stretta allontanandosi dagli altri.

Firion protese la mano, ma poi la ritrasse, vergognandosi.

Guerriero arretrò.

Il silenzio diceva tutto.

Guardiano rimase muto, anche perché la lancia di Kain e il globo di energia di Theodor\Golbez non gli davano molte chance, a meno di radere al suolo il palazzo.

Alla fine però, Guerriero sentì il sollievo salire dal cuore.

Cecil non sarebbe partito.

Sarebbe rimasto lì, con la sua Rosa, a vivere la sua vita in pace come doveva.

Allungò la mano sorridendo.

Incerto Cecil si avvicinò.

-Va bene così- fece l'altro, cercando di essere rassicurante.

Alla fine Cecil strinse la mano, e Guerriero gli diede un forte abbraccio di fraternità -Sono contento per te- aggiunse l'uomo, piangendo di commozione.

-Ehi ragazzi, così no, mi state facendo venire da piangere anche a me- fece Firion prima di iniziare a singhiozzare vistosamente.

Rosa verso qualche lacrima di sollievo, prima di ritrovarsi la rassicurante mano di Luneth sulla spalla (il ragazzino per l'occasione era salito sulla ringhiera).

Anche Cecil pianse.

Loro malgrado Theodor e Kain si sporsero da dietro la colonna, dando a Guardiano quella via d'uscita che aspettava.

Con la leggiadria di un pattinatore sul ghiaccio scivolò verso il gruppo, separando Cecil e Guerriero con una certa facilità e piazzandosi di fronte al primo, con una mano gentilmente appoggiata sulla ringhiera e l'altra sul bacino che sporgeva.

-EHI!- esclamò Firion, il primo a replicare dopo aver sobbalzato per la sorpresa -Non hai un modo migliore per...- un ringhio minaccioso giunse dalle spalle del ragazzo, che si voltò e vide un “EHI” a caratteri cubitali con quattro zampe, una bocca piena di zanne e due orecchie.

-Ehi...- disse timidamente il ragazzo prima che il cane-ehi gli si lanciasse dietro.

-Vostra maestà- fece Guardiano con una voce tronfia per il piacere di avere Firion correre avanti e dietro inseguito da quella cosa -Vedo che il futuro per lei risplende radioso. Speriamo che non ci siano rimpianti.

Firion passò per la terza volta, stavolta con Luneth aggrappato alla faccia, terrorizzato.

-In ogni caso, dall'alto della vostra magnanimità...- ci fu il quarto passaggio, con Kain che reggeva gli altri due in spalla -Se ci fosse concesso...- quinto passaggio, con Theodor che volava reggendo tutti -...di passare la notte su questa terrazza.

Il sesto passaggio cominciò a far ricredere Guardiano di aver avuto una buona idea, dato che Kain si ritrovò Rosa in braccio.

-Oh, come mai sulla terrazza?- rispose Cecil , mentre il settimo passaggio mostrava Rydia e Edge in una posa di danza specchiata in equilibrio sulla schiena tremolante di Luneth, ancora saldamente aggrappato alla testa di Firion, che era aggrappato alla schiena di Kain, che reggeva ancora Rosa che gli stava attaccata al collo suo malgrado, mentre Theodor portava tutti sulle possenti spalle.

-Perché sarà più facile per noi...- sopra a Rydia e Edge apparve Yang, immobile e con le braccia conserte sul petto -...partire da qui domattina all'alba- i gemelli Palom e Porom comparvero in equilibrio su un piede solo sulle mani di Theodor.

-Capisco, andate di fretta- il fantasma di Tellah si mise a girare attorno alla testa di Yang.

-Non sai quanto- fece Guardiano, decisamente a disagio quando Cid si ritrovò a correre davanti a Theodor come un disperato.

-Bene allora, volete coperte o altri generi di conforto?- Edward comparve suonando il liuto in braccio a Rosa.

-No, dormiamo meglio così- Guerriero si gettò finalmente all'inseguimento del cane-ehi, senza grandi risultati.

-Bene allora. Posso chiedervi dove...- fece Cecil mentre Fusoya compariva sopra al cane-ehi, apparendo tranquillo -...andrete dopo?

-Lo vedrai- rispose Guardiano prima di gettarsi all'inseguimento di Guerriero, volendo evitare che arrivasse anche il corteo di guardie di Kazus e Maria e Guy a cavallo dei rispettivi chocobo.

Cecil non fece in tempo ad accorgersi di niente per cui quando Rosa gli cadde in braccio sussultò visibilmente.

-Che è successo?- chiese l'uomo guardando il volto paonazzo della moglie, mentre Guardiano si scusava in ginocchio con Guerriero, Luneth e Firion alle loro spalle.

Gli altri acrobati erano scomparsi nel nulla.

-Cecil, dovranno restare qui ancora a lungo?- fece Rosa tremando come una matta.

-No, partono domattina.

-E non vi disturberemo più mia signora- aggiunse Guardiano facendo il baciamano inginocchiato -Volete ritirarvi nella vostra camera?

-Decisamente- rispose Rosa, tirandosi dietro il marito.

Quando il silenzio tornò, Guardiano si stiracchiò vistosamente, scoprendo quasi per intero il corpo dal mantello, mostrando una corporatura snella e ben definita.

-Tanto vale dormire- disse l'uomo in nero, coricandosi sul piastrellato.

Dopo un secondo d'esitazione Guerriero si tolse l'elmo e si coricò esausto da quella giornata allucinante, con la testa trasversale a quella di Guardiano

-Perché non andiamo nel prossimo mondo dato che tanto Cecil non verrà?- chiese Firion prima di essere interrotto dal guerriero nero -Perché nel prossimo mondo per svegliare il nostro compare dal sonno sarebbe necessario radere al suolo il suo castello, quindi aspettiamo domattina priam di ripartire.

Alla fine Firion si coricò a sua volta, sempre riluttante, poggiando la testa vicina a quella dei compagni, e quando anche Luneth si tolse l'elmo e fece altrettanto, si formò un quadrato preciso.

-È bellissima la Luna- fece Firion dopo alcuni istanti, prima di constatare che Guerriero e Luneth erano entrambi profondamente addormentati.

Il ragazzo fece silenzio, inquieto, avendo paura che qualche altra diavoleria di Guardiano l'attaccasse nel sonno.

Ma alla fine ne fu preda anche lui e Guardiano rimase da solo a fissare la notte, decidendo cosa fare in quella vacanza che si era prefissato alla fine di tutto.


Il mattino giunse rumoroso, mentre le aeronavi delle Ali Rosse si alzavano in volo, facendo un gran baccano.

Guardiano era già in piedi ed osservava il cielo, mentre Guerriero e Firion si alzarono rapidamente, il primo ordinato e preciso, rimettendosi il casco in testa e usando la fontana per rinfrescarsi, mentre l'altro sbadigliando a tutta bocca e stiracchiandosi nel contempo.

Per Luneth fu necessario gettargli l'acqua in faccia.

-Tutti pronti?- chiese Guardiano squadrando i tre.

Invece di una risposta si udì un tonfo alle loro spalle, mentre Cecil arrivava scivolando sul suo regale deretano, armato di tutto punto.

-Vostra maestà, temevo non avrebbe fatto in tempo- fece gentile Guardiano, mentre l'altro si rimetteva in piedi reggendosi alla balaustra.

-Ho cambiato idea- fu la semplice ed educata risposta di Cecil, prima che Firion e Luneth gli saltassero addosso per la gioia.

La nuvola di nebbia giunse.

-Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!- e scomparvero, lasciando Rosa ad osservare in silenzio il cielo che s'illuminava.

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Capitolo 6
*** Notte di passione e il principe imbranato ***


A\N: Stiamo andando come treni.

DII\N: Smettila di auto compiacerti, e concentrati sul lavoro!


Cecil adagiò Rosa sul letto cercando di essere il più delicato possibile.

-Tranquilla, se ne andranno domani- fece Cecil, con una voce flautata, talmente dolce che i tremori di Rosa s'arrestarono solo per aver ascoltato.

-Se ne andranno- fece Cecil di nuovo, sembrando meno convinto.

Rosa se ne accorse subito e gli strinse la mano con più forza -Cecil che cosa c'è?

-Niente- rispose lui, baciandole la fronte -Va tutto bene.

La Luna illuminava vivacemente tutto l'ambiente.

-Andiamo al letto e dimentichiamo questa storia- insisté l'uomo, alzandosi per liberarsi delle vesti, ma Rosa lo afferrò per le spalle facendolo girare verso di lei -Cecil, non mentirmi.

Lui la fissò, con uno sguardo così limpido che lei si sentì quasi in colpa.

Ma quello era suo marito, l'uomo che amava più di ogni cosa, ed era suo diritto e dovere sapere.

Alla fine Cecil sospirò e ricadde sul letto, stringendosi il volto tra le mani.

Rosa rimase in piedi, attendendo in silenzio che lui parlasse.

-È davvero giusto?

Lei non rispose.

-È davvero giusto per me restare qui, mentre i miei compagni sono li fuori a combattere?

Ancora nessuna risposta.

-Come posso voltare le spalle alle persone con cui ho combattuto fianco a fianco, difendendo gloriosamente la giustizia e l'armonia?

-Cecil- rispose a quel punto Rosa, dura -Vorresti dire che la tua vita è meno importante? Che io sono meno importante?

L'uomo sollevò gli occhi lucidi, mentre lei gli si sedeva affianco.

-Cecil, hai combattuto valorosamente per riuscire ad ottenere la pace per te, per me, per tutti noi. Vorresti mandare tutto all'aria di nuovo?

Lui rimase in silenzio.

-Un anno fa tu mi dicesti che non mi avresti mai lasciata, che mi avresti tenuta vicina, coltivando la pace e il nostro amore, assieme a me. E ora vorresti andartene e lasciarmi sola? Perché?

Cecil si alzò, avviandosi scuotendo il capo verso la finestra, ma la moglie lo richiamò -L'uomo che ho sposato non era un codardo. Cecil- disse la donna alzando la voce -Perché?

-Non lo so!- rispose lui di colpo -Non lo so.

Era confuso.

Era combattuto.

-I-io sento che comportarsi così nei loro confronti non sia giusto- ammise infine.

-Perché Cecil, perché?- fece Rosa, sentendo la paura crescerle dentro -Non è vero sai che non lo è. Te l'hanno dimostrato!

-No!- Cecil strinse le mani della moglie, prima di caderle in grembo piangendo.

Lei esitò, prima di accarezzare dolcemente i capelli del marito.

-Chi sei Cecil?- chiese, titubante, ma sapendo che non vi era altro modo.

-Un...un eroe...io combatto per la giustizia...combatto per aiutare i bisognosi...Io ho sempre lottato per coloro che necessitavano del mio aiuto. Non ho mai voltato le spalle a qualcuno.

Cecil si riprese alzando un lo sguardo su Rosa, e vide che lei capiva, ma che era triste lo stesso.

L'uomo s'alzò, raggiungendo di nuovo l'ampia finestra che dava sull'esterno.

-Promettimi che tornerai- gli disse Rosa, abbracciandolo da dietro, trattenendo a stento le lacrime.

-Non posso. Non o se riuscirò a mantenere la promessa...- disse lui volgendosi -Non so cosa succederà se li seguirò.

-Ma Cecil- rispose Rosa, piangendo -Tu non volteresti mai loro le spalle: hanno bisogno di te.

-Anche tu- fece lui, ricambiando l'abbraccio e piangendo a sua volta.

-Si, ora più che mai- e lei lo baciò

Forte, con passione, lasciando il sentimento libero di scorrere, annegando il dolore e le lacrime.

Le mani iniziarono a correre frementi lungo i corpi, poi le vesti si aprirono, accumulandosi al suolo mentre i due corpi si strusciavano frenetici, prima di cadere nel letto, desiderosi, e unirsi nel loro amore.

La passione fece sbiadire il dolore, la paura, la tristezza, tutto non contava più, c'erano solo loro, nella loro interezza, mentre i due corpi continuavano nel loro ritmico godere.

Guardiano, conscio di tutto dalla terrazza, sorrise felice, sapendo di essere riuscito nel suo intento, e ricordando le sue prime volte.

Se avesse lasciato i due a rimirare la Luna su quella terrazza, non avrebbero risolto niente.

Più tardi, Cecil si alzò lasciando che il vento fresco della notte lo investisse.

Uscì nel balconcino, che stava nel versante opposto alla finestra, rimirando la Luna che stava per sparire oltre la linea dell'orizzonte.

-Ben fatto- gli disse Kain, di cui l'amico si era accorto da quando si era svegliato, appoggiato alla sinistra della porta-finestra.

-Sperò solo di non spezzarle il cuore- rispose l'uomo senza voltarsi.

-Ne dubito Cecil. Le hai dato speranza.

Senza comprendere l'altro si voltò, e vide una figura alzarsi da vicino Rosa, e venirgli incontro.

Quando i raggi di Luna l'illuminarono Cecil riconobbe il fratello, che lo strinse forte a se senza farlo parlare (e si notò chiaramente che Theodor era il doppio dell'adorato fratellino).

-Congratulazioni- fece quello, e allora Cecil capì, e pianse di gioia e amore.

-Coraggio, l'alba si avvicina, farai tardi se attendi ancora- lo richiamò Theodor, lasciandolo andare.


I cinque sbucarono in un salone.

Un vero e proprio salone reale, con tappeti, lampadari, statue, vasi, colonne e finestre decorate.

L'unica altra volta che erano sbucati in un interno era notte e c'era uno sbocco sul cielo.

Lì no.

-Dove diavolo siamo?- chiese Luneth, come se quella domanda valesse qualcosa ormai, mentre lui Firion e Cecil fissavano lo spazio circostante.

Guerriero colse l'occasione per afferrare Guardiano per il bavero e sussurrargli minaccioso all'orecchio -Perché l'hai lasciato venire?

-Perché ci serve- rispose l'incappucciato, afferrando il polso di Guerriero in una morsa d'acciaio, ma quello non mollò -Io non lascerò che gli succeda qualcosa in questa missione. Se gli viene torto un solo capello, verrò per te.

-E io farò in modo che non sia necessario- rispose l'uomo in nero, spingendo di lato l'altro.

-Ehi!- si sentì gridare in corridoio, e i cinque una donna... o era un uomo... avanzare a passo di marcia verso di loro a spada sguainata, mentre un drappello di guardie arrivava a circondarli.

-EhiehiehiehiEhiEHIEHI! Calmi. Calmi- gridò Firion mentre Guardiano meditava di rimuoverlo forzatamente dalla gang.

-Chi siete? Come siete arrivati qui?- insisté l'essere di sesso confuso mentre puntava la spada alla gola di Guardiano (senza sapere che una spada era inutile).

-Bartz è in casa?- fu la semplice risposta dell'incappucciato.

-No!- urlò la persona, che rivelò di avere una fluente massa di capelli viola scuro sotto l'elmo.

Poi un urlo di disumana disperazione rimbombò per le sale del castello, facendo sospirare l'armato.

-Possiamo vederlo?- chiese Guardiano gioviale.

-No!

-Ma non è per me- insisté l'incappucciato, afferrando Cecil e Firion e accompagnando la faccia dei due al volto dell'armigero.

Faris arrossì di botto, mentre i volti dei due si facevano sempre più vicini suo malgrado.

Alla fine fu costretta a distogliere lo sguardo ed abbassare la spada -Va bene.

Si avviarono, mentre i quattro eroi lanciavano strane occhiate a Faris, che gli appariva ancora come un uomo, e a Guardiano che gongolava in silenzio, per aver riconosciuto subito la donna sotto le mentite spoglie.

Salirono due rampe di scale, seguendo la guerriera, che doveva essere diventata il capitano delle guardie reali, e venendo accompagnati dall'onnipresente presenza del drappello.

Alla fine entrarono in una sala ancora più decorata, con dipinti appesi alle pareti e un immenso tavolo ellittico che occupava quasi tutto l'ambiente.

All'estremità più lontana c'era un gruppo di persone in silenzio, con in mano alcuni fogli, mentre un'altra stava con la testa appoggiata sul tavolo, singhiozzando, e un'ultima stava cercando di consolarla.

Faris avvampò di vergogna a vedere quella scena, mentre gli occhi di dei quattro viaggiatori si sgranavano per la sorpresa a riconoscere Bartz disperato, mentre una ragazza dai capelli rosa vivo gli accarezzava la testa, sudando freddo alla presenza di quegli alti dignitari.

-Presumo che sia lui- disse Guardiano.

Faris sospirò di nuovo.

-Non si preoccupi tornerà a saltellare in men che non si dica, Guerriero fai la cosa- disse Guardiano invitando i suoi compagni a farsi avanti.

Guardandolo strano l'uomo dei capelli bianchi avanzò, mentre Firion, Cecil e Luneth rimasero a guardare l'armigera, ancora confusi.

-Si è una donna, contenti?- disse l'incappucciato, un po seccato.

Firion divenne paonazzo e si allontanò subito, mentre Cecil fece un mezzo sorriso prima di seguirlo.

Luneth continuò a guardarla sospettoso, finché Faris gli fece un occhiataccia e allora il ragazzino se la filò a razzo.

Avvicinandosi Guerriero denotò che Bartz non si sembrava accorgersi di loro, quindi quando ormai l'avevano raggiunto, e gli sguardi dei dignitari si posarono su di loro, indagandoli, l'eroe perse la pazienza e infilzò la spada dentro il tavolo, facendo balzare il ragazzo dalla paura.

-Bartz! In nome dell'antica amicizia che ci lega dagli infiniti cicli di vita e morte, io qui presente ti ORDINO di aiutarmi a salvare la mia gente.

-YIPPIEYEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!- esclamò quello alzando le mani al cielo, prima di saltare addosso ai compagni.

-Guerriero! Che gioia rivederti!- disse abbracciandolo.

-Firion! Sei tornato!- esclamò cingendogli il colo e strofinandosi guancia contro guancia facendolo arrossire.

-Luneth! Non sei cambiato affatto!- trillò gaudio mentre lo sollevava.

-Cecil! Sei contento di vedermi?- gli cinse le spalle.

-Faris! Ti vedo ogni giorno ma oggi mi fa piacere!- esclamò toccandole la fronte con la propria, scatenando un altro vivo rossore sul volto di lei.

-Tizio sconosciuto con un cappuccio nero e un mantello nero!- assaltò Guardiano, ignaro di rischiare la decapitazione.

-E...dove sono tutti gli altri? E Gidan? E Squall?- si volse deluso, guardando i quattro che erano dal lato opposto della sala ormai, mentre Faris cercava di ridarsi contegno dopo essere stato involontariamente abbracciata.

-Lo faremo non appena avremo finito qui- rispose Guardiano, scatenando un'altra reazione fulminea di Bartz che si mise ad inneggiare alla fortuna, finché la ragazza dai capelli rosa non lo afferrò per un orecchio -Dove pensi di andare?

-Lenna...- fece lui rimettendosi in ordine -Questa, amici miei, è la mia ragazza, Lenna, regina del regno di Tycoon. E loro sono...

-Guerriero, Firion, Luneth e Cecil, presumo- fece Lenna, dando prova del fatto che aveva ascoltato bene -E cosa vogliono da te?

-Che...vada con loro all'avventura, a sconfiggere i cattivi, come facevamo noi ricordi?- disse lui, ritrovando l'entusiasmo perso -Non è fantastico?

Lenna sospirò, per poi spostare lo sguardo verso i dignitari che li guardavano ancora con una certa ostilità -Non credo che sia qualcosa che possiamo permetterci adesso.

Bartz capì, e volse a terra il capo, sconsolato.

-Che sta succedendo?- chiese a quel punto Guardiano, conscio che stavolta non avrebbero vinto le belle parole.

-Il regno sta cercando di risolvere una grave questione, dato che una forte siccità ha colpito molti regni vicini, e noi siamo riusciti a sopravvivere grazie ad un ingente quantità d'acqua fornitaci dai fiumi, ma a quanto sembra se non vogliamo inimicarci tutti i nostri confinanti dovremo forzatamente trovare un modo per condividere...ehi dove vai?

Guardiano bypasso Lenna e Bartz e raggiunse i dignitari a cui sottrasse fogli, documenti, mappe.

Dopo aver controllato tutto ad una velocità vertiginosa, prese un foglietto su cui scrisse due righe per poi darlo a Guerriero, prima di spingere tutti, eccetto i dignitari dei regni vicini, fuori.

-“Fate provviste, nei prossimi mondi che visiteremo la disponibilità non sarà così alta”- lesse ad alta voce Guerriero -Credo che dovremo ascoltarlo- si rivolse poi agli altri.

-Perfetto, saccheggiamo le cucine!- fece Bartz, ma Faris e Lenna lo bloccarono sul posto -Non con quei vestiti.

Detto fatto gli abiti nobili erano tutti appesi ad una statua che aveva avuto la sfortuna di trovarsi li vicino, mentre Bartz sfoggiava il suo tipico abbigliamento da viaggiatore, che teneva da sempre sotto alle tenute ufficiali perché fremeva di scappare dal castello e andare per conto suo già da tempo.

-Andiamo!

Le cucine profumavano dei più svariati aromi, ed erano un balsamo per i loro nasi.

Mentre Guerriero faceva la lista del necessario al viaggio, Luneth sentì una sensazione inequivocabile.

-Sapete che non abbiamo fatto colazione?

Tutti si volsero verso il piccolo amico.

Anche gli stomaci di Bartz e Lenna ebbero un sussulto.

Detto fatto la colazione fu servita, e i componenti ebbero modo di sedersi a tavola tutti assieme, dopo aver finito di ammassare le provviste e parlarono da veri amici.

Faris si tenne in disparte, tenendo sempre Firion e Cecil sott'occhio.

Intanto Bartz poneva le sue domande.

-Allora? Com'è stato tornare a casa?

-Mi ha riempito di speranza- disse Firion, prima di prendersi un altro boccone.

-È stato il più bel momento della mia vita- aggiunse Cecil, sognante.

-All'inizio era piacevole, poi...- Luneth mormorò, facendo tornare il broncio.

Bartz lanciò una rapida occhiata a Guerriero, che non disse niente, continuando a guardare il piatto.

Gli altri scossero la testa.

-Raccontateci dei vostri mondi- chiese invece Lenna.

Cecil fu il primo, descrivendo la reggia di Baron e la Luna, a cui segui Firion, che descrisse le affascinanti terre del vecchio impero, mentre Luneth completò il discorso descrivendo le due metà del suo mondo.

Anche stavolta Guerriero rimase in silenzio.

Alla fine fu Bartz a prendere la parola, descrivendo il suo mondo.

Mentre il tempo scorreva, felice, ecco che dal nulla Guardiano apparve interrompendo il filo dell'armonia formatasi in sua assenza (guarda caso) -Finito, la questione è conclusa.

Afferrò un pezzo di pane appena sfornato e lo ingoiò in pochi morsi, per poi alzare lo sguardo su Guerriero -Non andavamo di fretta? Oh a proposito chiamami Guardiano- strinse la mano di Bartz, facendo decisamente male.

-Possiamo andare- disse Guerriero alzandosi.

-Ehi, andiamo, dobbiamo ancora...- il tè contenuto nella tazza si sollevò in aria formando la frase “Ehi, vuoi morire?”, al che Firion si alzò con doveroso rispetto e si inchinò ai suoi ospiti.

Bartz volente o nolente diede un ultimo bacio a Lenna e tentò di darlo anche a Faris venendo respinto con un pugno.

Cecil e Firion la salutarono da lontano, e lei arrossì distogliendo lo sguardo.

La nuvola di nebbia apparve oltre l'arcata della porta.

-Eh?- fece Bartz fissandola.

-Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!- Bartz venne spinto dentro da Guardiano mentre gli altri lo seguirono in silenzio.

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Capitolo 7
*** Il più grande meccanico della storia e...passo ***


A\N: Apprezzare l'arte va bene, metterla da parte mi pare un poco negativo.

DII\N: S'intende fare esperienza genio! E poi è “Impara l'arte” non “Apprezza”!

A\N: Ah, scusa.

DII\N: Dopo la figuraccia che hai fatto con Barret non credo che ti lascerò tempo di scusarti.

A\N: Fai silenzio, mi brucia ancora...


Setzer attese in silenzio, guardando il quadro comandi della sua nuova aeronave.

Ricostruirla si stava dimostrando complicato.

Alzò lo sguardo e vide Locke segnalargli il via libera dal ponte

Compiendo le solite semplici manovre Setzer accese i motori, i quali si spensero subito dopo facendo un gran baccano mentre una grande nuvola di fumo si sollevò dalla stiva.

Locke iniziò a sbraitare come un matto, e Setzer capì di aver male interpretato il segnale, per cui si lanciò come un fulmine giù fino al ponte, arrivando al boccaporto in tempo record ma l'altro gli bloccò la strada -Lascia perdere, è già sceso Sabin.

-Grrr, mi ha fregato di nuovo- maledisse il capitano, mentre il gigante biondo riappariva portandosi sulle spalle un fagotto annerito dal fumo.

Cioè, fagotto rispetto alle dimensioni di Sabin.

-Che tipo di competizione avete voi due comunque?- chiese Locke lanciando sguardi ai due uomini, sottraendo il “fagotto” alle loro grinfie mentre i due si fissavano malissimo.

-Tutto bene?- chiese il ragazzo mentre toglieva un po di fuliggine al suo volto.

-Si tranquillo, ormai ci sono abituata- rispose Terra, con i capelli biondi (niente più magia, niente più esper, niente più capelli verdi) anneriti dal fumo e dritti in aria come se le fosse esploso qualcosa in faccia.

Anche l'abbigliamento era molto cambiato: invece della solita tunichetta pudica e arabesca, indossava una tuta da meccanico e una cintura piena d'attrezzi.

Per inciso, la tunica erano un paio di pantaloncini lunghi fino al ginocchio e una maglia che arrivava appena sotto il busto, appena scollata (le temperature non erano clementi, e i macchinari infernali nemmeno).

-Chi l'avrebbe mai detto che tra tutte le cose che potevi diventare dopo aver perso la magia saresti diventata un meccanico?- le chiese il ragazzo, sospirando.

-Beh, qualcuno che aiuti a capire come smantellare i macchinari inutili di Gestahl senza causare più danni serve no?- rispose lei di rimando, sorridendo a cuore aperto.

-Già- fece lui, grattandosi il retro del capo mentre lei si rialzava da sola.

-Va bene, diciamo che adesso dobbiamo sistemare l'aeronave di Setzer. A proposito- fece lei andando verso gli altri due che stavano ancora combattendo con i loro sguardi -Setz, potrei parlarti un secondo?- chiese al capitano, il quale le si rivolse con estrema cordialità facendo fiorellini ovunque, mentre Sabin iniziò a sparare in giro onde di gelosia estreme.

“Feromoni” pensò Locke, fissando la scena dalla dovuta distanza.

In un solo anno Terra aveva imparato come diventare una meccanica di prima classe, oltre ad un tecnico e una ladra provetta.

Locke infatti realizzò che la sua bandana, che Celes gli aveva regalato da pochissimo, adesso teneva i capelli sudici di Terra lontani dalla sua fronte.

Mentre un vago senso di disagio prendeva controllo di lui, gli ritornò in mente Celes appunto.

Poveraccia, lavorava il triplo di tutti loro messi assieme, sudando come una matta giorno e notte senza mai fermarsi, con quell'abito verde *tong*!

Un dolore lancinante alla testa interruppe il filo dei pensieri di Locke, portandolo a voltarsi verso la fonte del dolore e trovandosi di fronte un uomo leggermente più alto di lui, avvolto in un mantello nero e con il volto coperto dal cappuccio.

-Niente pensieri impuri ragazzo.

In quel momento sopra di loro passò una specie di creatura fatta interamente di petali di fiori.

-Terraaaaaahhhhhhhhhhh- esclamò Edgar cavalcando quel coso.

Il principe atterrò con grazia di fronte alla giovane abbracciandola ancora prima che lei potesse capire chi fosse, mentre i due rivali vennero incapacitati dalla massa dei petali.

“Ci mancava solo lui” pensò sconsolato Locke prima di rivolgersi all'incappucciato -Io no e lui si?

-Entro venti secondi verrà quietato. Non è che mi potresti fare il favore di staccarmi questa pro-scimmia dalla testa?- rispose Guardiano, indicando Gau, che appena aveva sentito l'aura del misterioso figuro aveva attaccato senza esitazione.

Un piccolo Luneth saltò oltre la balausta e compì un salto prodigioso puntando Edgar -ROLLING KICK!

Il principe venne raggiunto al volto da uno dei micidiali calci del piccoletto, che lo spedì nel mondo dei sogni senza neanche sudare troppo.

-Questa è la mia amica, e io ho promesso di proteggerla, anche da persone come te! Pervertito! Stai lontano da Terra!- intimò Luneth aggrappandosi alla spalla dell'amica per non cadere a terra.

-Cos'è un pervertito?- chiese la ragazza, confusa.

“Sei proprio ingenua eh?” pensò Locke prima di essere richiamato alla realtà da Guardiano.

-Locke, il ragazzino. Ora.

Mentre il “cacciatore di tesori” s'affannava a cercare di staccare il selvaggio dalla testa dell'inquietante sconosciuto, Guerriero e il resto dell'armata Brancaleone si fece avanti in fila indiana, mentre Terra riuscì a riconoscere il piccolo amico e iniziò a rotearlo in aria ridendo giuliva.

-Terra, in nome della sofferenza a cui siamo sopravvissuti assieme, io ti chiedo di prestarmi la tua forza ancora una volta per proteggere la mia gente e ristabilire l'armonia nel mio mondo.

Ignorando il discorso di Guerriero la ragazza scrutò i volti dei nuovi arrivati, sperando di scorgere anche Cloud tra essi, ma non essendoci la ragazza assunse un espressione più dubbiosa.

Poi ritornò alla realtà e mise il piccolo Luneth a terra, prima di rivolgersi a Guerriero -Non posso. Almeno non più. Ho perso i miei poteri, amici, non sono più la guerriera di un tempo, non ne ho la forza, mi dispiace. Sono solo un meccanico.

-E allora io ti chiedo di prestarmi la tua forza di meccanico- rispose Guerriero -Ho fiducia in te Terra. Non conta il sostegno che ci potrebbe dare il tuo potere, conta il sostegno che puoi darci tu, con il tuo cuore.

-Tutti ci fidiamo di te Terra- aggiunse Luneth.

-Senza di te non sarebbe lo stesso- disse Bartz, facendole l'occhiolino.

-Di che stanno parlando?- chiese Locke a distanza, mentre tratteneva Gau.

-Niente che vi interessi- rispose Guardiano tirando una leva sbucata dal nulla e aprendo una botola uscita dal nulla sotto i piedi dei due che caddero nella stiva con un bel CRASH, prima di far sparire tutto e dirigersi verso il gruppo.

-Noi ci fidiamo di te- la incoraggiò Firion.

-Hai il nostro appoggio, insieme ce la faremo- Cecil le pose una mano sulla spalla, sorridendo al meglio delle sue capacità.

-Ah...ah...- fece lei arrossendo -Io...non so...non so se sentirmi lusingata o sotto pressione...

Guerriero le mise la mano sull'altra spalla -Abbia fede in noi, Terra.

Lo sguardo della ragazza si dilungò su tutti i presenti, mentre il suo cuore prendeva sicurezza -Va bene.

-YAIIIIHHHH. La prima ragazza nella squadra- triplo *bang* sulla testa di Bartz, uno da Guerriero, l'altro da Guardiano e il terzo da Luneth -Vergognati.

-Ops- fece l'avventuriero, con tre bernoccoli sulla testa.

-Non avere paura di me Terra, mi prenderò cura di te. Puoi chiamarmi Guardiano, o Mister D se ti aggrada- Guardiano si rivolse rassicurante alla ragazza, prima che la solita nube di nebbia comparisse.

-V-va bene...- balbettò lei, tanto che Firion non poté trattenersi -Ehi! Non puoi pretendere di piacere da subito alle persone se continui ad indossare quel cappuccio!

-A parte l'Ehi, ma se vi mostrassi la mia faccia poi sarei costretto ad uccidervi- poi si volse verso la nebbia -Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

Luneth prese Terra per mano e la guidò assieme agli altri nella nebbia.


La prima cosa che colpì fu il vento, poi i lamenti, e infine la miseria del paesaggio.

I sette fissarono la distesa arida che era quel mondo.

Certo, non che quello precedente fossa un mondo ricco di foglie, uccellini e prati verdi, ma questo era persino peggio.

Alle loro spalle s'apriva un'immensa città di metallo, spoglia, sporca e misera.

-Sentite, ci troviamo a Midgard, ma abbiamo poco tempo. Dobbiamo bloccare questa via, tutti insieme; allargate le braccia al massimo e tenetevi per mano: qualsiasi cosa arrivi a noi da quella distesa non dovrà mai raggiungere la città.

Gli eroi fecero come detto, mentre Guardiano si tenne al centro della formazione.

Appena finito si poté scorgere all'orizzonte una macchia di sabbia, confusa.

Più si avvicinava più i contorni divennero chiari: era una moto, un immensa moto ruggente lustra e nera che sfrecciava sulla sabbia come il vento, cavalcata da un uomo.

Questi sembrò determinato a sfondare, finché a pochi metri virò arrestandosi.

Si tolse la piccola maschera proteggi-occhi che teneva sul volto, e si rivelò come Cloud, senza possibilità di equivocare.

-Cloud!- esclamò Terra, facendoglisi incontro, ma lui rispose glaciale -Ho detto “Passo”.

Mentre lo spirito di tutti si rabbuiava a ricordare le stesse parole pronunciate dal biondo il giorno dell'addio, Guardiano rispose -E no amico, tu oggi non passi.

Scocciato Cloud si rinfilò la maschera e si schizzò nel varco lasciato da Terra, facendola saltare di lato, terrorizzata.

Ma l'uomo in nero afferrò la fine della moto e la ribaltò con una torsione del polso schiacciando il biondo al suolo sotto il suo peso.

Mentre tutti ammutolivano per la sorpresa, lo sconosciuto risollevò il veicolo e lo spense, lasciando che l'ambiente si quietasse.

-L'hai ucciso- esclamò Firion, andando irato verso Guardiano, che lo gelò sul posto con un tono oscuro -Se ci fossi stato tu al suo posto saresti certamente morto, ma non Cloud, non morirebbe mai per un colpo del genere, è troppo forte. È già tanto se l'ho stordito.

-E allora che dovremmo fare?- chiese Guerriero, più abituato degli altri a Guardiano e quindi in grado di gestire meglio la sua paura.

-Consiglierei la rimozione forzata, ma così facendo faremo solo innervosire la gente qui attorno. No, almeno qualcuno deve sapere della sua partenza- decise l'incappucciato.

-Di Terra non l'ha saputo nessuno!- esclamò Luneth di protesta.

-C'erano due suoi amici sepolti sotto i petali dei fiori. Hanno sentito tutto- fu la secca risposta.

Guardiano afferrò la moto e iniziò a tirarsela dietro attraverso la città.

Gli altri presero Cloud tra le braccia, esclusi Terra e Luneth, e si avviarono dietro alla loro guida.

Giunsero ad un Bar, solo e povero, come tutta Midgard, e lì Guardiano abbandonò la moto, entrando poi dall'ingresso principale, sempre seguito dagli eroi.

La barista era sola.

I suoi seni mastodontici e i suoi occhi castani la rendevano ancora una delle donne più belle del mondo.

Non aveva più il look provocante e libero di una volta, ma il fuoco dei suoi occhi non si era spento.

Tifa rimase a guardare sorpresa la strana combriccola, prima di riconoscere i volti.

-Guerriero? Firion? Cecil?- cominciò a cantilenare per la sorpresa.

-Tifa- fu la semplice risposta del primo, mentre Bartz le corse incontro -Tifa! Awwwaaaahhh- e atterrò sul petto della ragazza stringendola forte a se -Che bello rivederti.

Secondi dopo Guardiano lo stava trascinando via per un piede lasciandosi dietro una scia di sangue.

-Cosa succede?- chiese la ragazza.

-Guerriero e io stiamo reclutando la vecchia banda per riportare l'ordine nel suo mondo- rispose Guardiano.

-Quindi...includete anche me?- chiese Tifa esitante.

-Be no, non tutta la vecchia banda, ci vorrebbe troppo- rispose l'incappucciato, avvicinandosi al bancone.

Fece uno strano gesto con la mano davanti agli occhi di lei, e la ragazza rivolse il suo sguardo all'amico svenuto, steso sul tavolo.

-Credete di riuscire? Cloud...è stato sempre distante da quando è tornato.

-Vuoi dire da quando avete sconfitto Sephiroth- la corresse Guardiano.

Le annui, e si appoggiò al bancone -Vi prego fatelo, riportate Cloud al suo antico vigore. Non capisco cosa abbia per la testa. Non lo riconosco più.

-Allora un bel viaggetto ammazza-mostri gli farà comodo- rispose Guardiano sorridendo sotto al cappuccio.

-Mostri?- chiese Guerriero, sorpreso.

-Ogni cosa a suo tempo- fu la risposta.

-Non mi lascerete in pace, vero?- fece Cloud, riprendendosi -Andatevene. Lasciatemi solo- il ragazzo scese dal tavolo su cui era stato appoggiato e si mosse per allontanarsi.

-Cloud come puoi dire questo?- chiese Firion, sconvolto.

-Firion, te lo chiedo come amico. Stammi lontano- Cloud lo gelò prima di volgersi verso l'uscita, ma non aveva ancora fatto i conti con la forza di Guardiano che gli afferrò la spalla e lo ritirò indietro -Temo che non sia possibile. Mi dispiace. Ne va della tua vita.

-La mia vita non vi riguarda, ora lasciami- rispose irato il biondo, ignorando la velata minaccia nella voce dell'uomo in nero

Tutti gli altri rimasero in silenzio.

Terra era seduta in un angolo, a piangere muta, mentre Luneth cercava di consolarla.

Firion era abbandonato su una sedia, sconvolto, e Cecil non si azzardava a parlare.

Bartz si tenne fuori, mentre Guerriero fissò con intensità il confronto tra i due.

-Allora prendilo come un impiego- disse Guardiano, senza mollare la presa -Ti abbiamo ingaggiato per aiutarci a ristabilire l'armonia nel mondo di Guerriero.

-Ah. E io cosa ci guadagnerei?- rispose Cloud, facendo una domanda sarcastica.

-Facciamo mille?

Calò il silenzio.

-Duemila? Tre? Cinquemila!

“Lo sta corrompendo?” pensò Tifa, fissando la scena con gli occhi sgranati “Non ci avevo pensato”.

-Diecimila, ultima offerta!- esclamò Guardiano.

Il biondo esitò ancora per un attimo, cercando di liberarsi, ma infine si arrese -Va bene, lavorerò per voi. Ma voglio il doppio! Così non vi verrà la tentazione di farlo ancora.

Soddisfatto, Guardiano lasciò andare il biondo -Bene, Tifa, torneremo tra qualche giorno, salutami i bambini.

Mentre tutti fraintendevano, Tifa spalancò la bocca -Come fai a...?

-Io so! Non vi serve di sapere altro- rispose l'incappucciato mentre appariva la nebbia.

-Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

Terra tentò di stringere la mano di Cloud ma quello la scansò, entrando a passo marziale nella nebbia, subito dopo Guardiano.

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Capitolo 8
*** L'anniversario e il gran ballo ***


A\N: Siamo vicini. Il prologo è quasi finito.

DII\N: Questo sarebbe il prologo? Al massimo la prima parte.

A\N: Giusto giusto, non diamo cattive impressioni.


Gli otto apparvero nell'immenso salone del Garden.

L'unico essere vivente in vista era una segretaria bionda, con degli occhiali appositi, seduta dietro ad uno schermo olografico.

Guardiano avanzò subito in quella direzione, seguito da Cloud, da cui tutti si tennero a distanza.

-Vorrei vedere il generale Leonheart, immediatamente- disse l'incappucciato.

Quistis sollevò lo sguardo -Il preside sta avendo un incontro importante. Non può ricevervi in questo momento.

-Credo che la sua ragazza possa aspettare. Ci sono cose più urgenti- rispose l'uomo misterioso.

Quistis risollevò lo sguardo, strabuzzando gli occhi, prima di riabbassarlo -Lei non conosce la signora Heartilly.

-Veramente si, ma se non possiamo vederlo di persona può mandargli un messaggio? Tipo adesso?- insisté Guardiano scoprendo appena appena il volto.

Quistis arrossì di colpo, prima di sorridere a trentadue denti -Dettate pure.

- “Salve Squall, puoi chiamarmi Guardiano o Mister D se ti aggrada. Io e i signori Guerriero, Firion, Luneth, Cecil, Bartz, Cloud e la signorina Terra vorremmo che tu ti scatapultassi giù per le scale seduta stante o verremo a prenderti di peso. A te la scelta. PS: Buon Anniversario di fidanzamento”.

-È tutto?- chiese Quistis mielosa.

-È tutto miss. Può inviare.

Mentre l'intero gruppo (ad eccezione di Cloud, che si comportava da professionista) sgranava gli occhi dalla sorpresa, il messaggio prese il via.

Guardiano si allontanò un poco, con la donna che continuava a lanciargli occhiate fugaci da dietro gli occhiali, fingendo di essere immersa nel lavoro.

-Cloud- gli disse Terra, avvicinandosi -Ti ricordi di me?

L'uomo le lanciò uno sguardo inespressivo -Si.

-Ah- fece lei gioendo -Allora...

-Non è il momento Terra- rispose il biondo distogliendo lo sguardo.

Mentre la ragazza sentiva la propria autostima distruggersi, Firion corse a sostenerla, lanciando sguardi di puro odio all'indirizzo di Cloud.

Lui si guardò intorno, incontrando l'ostilità negli occhi di tutti, tranne che in quelli di Guardiano che sembrava essere più clemente, come se sapesse qualcosa di cui gli altri eroi erano ignari.

D'improvviso si udirono dei passi frettolosi e Squall spuntò da dietro l'angolo correndo come se avesse il diavolo ad inseguirlo.

Bartz stava per accoglierlo a braccia aperte quando l'altro gli si nascose dietro -In nome dell'antica amicizia che ci lega dagli antichi cicli in cui ti ho sopportato senza battere ciglio ti prego non farmi trovare da quella li- sussurrò tra i denti.

-Contaci amico mio!- rispose Bartz facendo l'occhiolino.

Un secondo paio di passi risuonò e Rinoa svoltò l'angolo, ansimando -Dov'è andato!? Dov'è andato!?

-Chi?- chiese Guardiano con falsa innocenza, lanciando una rapida occhiata al SeeD.

-Squall! Il mio piccolo adorabile Squall! Dov'è!?- fece lei disperata.

-Ah...

-Ecco...

-Ehi...

-Boh...

Tutti cominciarono a fare i finti tonti, tranne Cloud -È dietro al tipo con gli abiti da avventuriero.

Mentre tutti bersagliavano il biondo di occhiatacce, Squall tirò fuori un taccuino e si annotò “Uccidere Cloud” tra “Le cento persone da uccidere prima di morire” (vi lascio immaginare quanti siano finiti in quella lista).

Guardiano, non visto, usò il mantello per ingoiare l'ignaro SeeD, lasciando Rinoa con un palmo di naso.

-Dov'è?

-Ah, io non lo so. Era dietro di me- rispose Bartz, alzando le braccia facendosi indietro.

Rinoa iniziò a guardarsi attorno, disperata e irrequieta, sull'orlo delle lacrime.

-Wow signorina si calmi- fece Guardiano mettendole le mani sulla spalle -Oggi è il vostro anniversario.

-Lo so! Lo so! Ma lui non lo capisce!- rispose la ragazza abbandonandosi al pianto.

-Shh, shh, si calmi signorina, si calmi, sono sicuro che sia qualcosa di voluto.

-Lo crede davvero?- chiese alzando gli occhi speranzosa.

-Ma certo. Il suo ragazzo starà probabilmente preparando qualcosa di fantastico, deve solo aspettare. Tralaltro perché si affanna per ricevere il suo amore? Non sarebbe meglio attendere che lui ve lo dimostri?

Lei parve rifletterci, passando qualche altro minuto stretta a Guardiano, prima di staccarsi e ammettere -Si.

-Bene, allora vada, aspetti, lasci che l'attesa aumenti le aspettative- la incoraggiò l'incappucciato salutandola mentre si avviava tutta pimpante.

Quando fu fuori portata, Squall uscì dal mantello, violando le leggi della fisica, ed inalò profondamente.

Guerriero gli si fece subito incontro -Squall, in nome dell'antica...

-Non dire altro, non dire altro. Verrò con voi, a qualsiasi prezzo- rispose il SeeD.

-Squaaaalll- fece Bartz saltandogli al collo -Che bello rivederti.

-Ehi, Bartz. È bello rivedere anche te- rispose il moro ricambiando la stretta.

“Non dirmi che...” pensò Guardiano.

-Non ci credo, stai sorridendo. E mi stai abbracciando!- esclamò al settimo cielo Bartz.

-Sono cambiato da quando ci siamo visti l'ultima volta- rispose sorridendo Squall.

Tutti quanti eccettuati Guerriero, Guardiano e Cloud sussultarono a vedere uno Squall felice e sorridente.

-E tu devi essere Guardiano- fece il moro, rivolgendosi all'incappucciato.

-Precisamente- fu la risposta.

-Bene, allora mi resta da fare solo una cosa- disse il SeeD spostando Bartz di lato.

“Forse mi sono sbagliato” pensò Guardiano.

-Ehi. Ehi!- esclamò il bruno all'indirizzo di Cloud, puntando dritto il biondo a passo marziale.

“Oh no! Eccone un altro! Abbiamo Ehi-maniaci ovunque!” pensò l'incappucciato afferrandosi la testa tra le mani.

-Cosa credi di fare?- chiese minaccioso Squall afferrando Cloud per il bavero.

-Cerchi rogna, spilungone?- ripose quest'ultimo, ricambiando la stretta.

-Non tentarmi tappo, oggi non è giornata.

Le fronti dei due entrarono in collisione, schioccando e mandando scariche elettriche tutt'attorno.

Mentre la tensione saliva e tutti gli eroi si preparavano allo scontro imminente, Guardiano apparve affianco ai due, avvolto da fiamme nere e con voce tonante e terrificante proferì -Qui le battaglie si fanno quando lo decido io, è chiaro?- mettendo le proprie mani sulle spalle dei due.

Quelli sembrarono non sentire, poi si allontanarono l'uno dall'altro, imbronciati come due ragazzini, mentre la rabbia di Guardiano si dissipava

-Bene allora partiamo- disse l'incappucciato, mentre la solita nebbia appariva.

-Cancello i suoi appuntamenti, signore?- chiese Quistis, alzando lo sguardo titubante.

-Grazie, apprezzo molto il tuo aiuto- rispose il moro con la cicatrice, prima di essere afferrato da Bartz e condotto verso la nuvola.

-Il piacere è tutto mio- rispose Quistis arrossendo ma mantenendo un espressione seria.

-Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

E il gruppo scomparve.


La musica e i le risate furono le prima cose che percepirono.

Poi notarono la fila degli invitati.

Bartz, curioso si affacciò e vide l'uomo che stava prendendo nota di coloro che entravano.

Anche lui lo notò, e la sua faccia divenne viola come gli abiti per un istante -Tu...

Ma prima che potesse dire altro Guardiano afferrò il ragazzo e lo nascose alla vista dell'altro.

-Saltare la fila qui è piuttosto inutile non trovate?- fece l'uomo in nero.

-Ma con chi entriamo? Dubito che ci siano delle dame disponibili qui, a farci da accompagnatrici- rifletté Cecil, mentre Guardiano non visto afferrava il volto di Terra, guardandola fissa negli occhi così intensamente che le pupille di lei sparirono per qualche istante lasciando spazio a delle spirali colorate.

-Forse alcuni di noi potrebbero travestirsi da donna?- pensò Bartz, lanciando un occhiata furba all'indirizzo di Cecil e Firion.

A quella dichiarazione Cloud afferrò la nuova gigantesca Fusion Sword che aveva, la conficcò al suolo e ci si nascose dietro.

Tutti quanti lo fissarono come se fosse il più grande idiota esistente, ma poi fecero spallucce e se lo dimenticarono.

Cloud tanto era il loro impiegato, non un loro compagno e tanto meno un amico.

-Io vado con Terra- esclamò Luneth stringendole la mano, mentre gli occhi di lei tornavano normali, e sorrise arrossendo un poco all'indirizzo del ragazzino.

-Entreremo a coppie, così come siamo- dichiarò Guardiano, facendo diventare la faccia bianca a metà delle persone.

-Prego?- chiese Firion, terrorizzato.

-Coraggio- fece l'incappucciato unendo le mani di Squall e Bartz -Conosco quello che fa l'elenco degli invitati. Tutti lo conosciamo. Ci farà passare senza battere ciglio.

-Ma...ma...- fece Bartz.

-Niente ma. Voi due andate per primi, sarete vitali stavolta.

Dopo averli spinti in avanti con grazia, Guardiano afferrò la mano di Guerriero e si accodò dietro a loro.

Quasi subito dopo Terra afferrò anche la mano di Cloud, dandogli uno di quegli sguardi che non ammetteva repliche, e si avviò trascinandosi i due ragazzi dietro.

Essendo una donna Cloud non poteva fare niente per liberarsi, e subì in silenzio.

Rimasti soli, Firion e Cecil s'incamminarono dietro a tutti quanti, il primo rosso come un peperone e l'altro abbastanza naturale.

-Ehi, non dirlo a nessuno va bene?- chiese Firion.

-Non una parola- rispose Cecil.

Poco dopo Firion ebbe la sensazione di aver pestato qualcosa e vide un “Ehi” a caratteri cubitali per terra, spezzato in due, ed ebbe un brivido violento.

Kuja alzò lo sguardo dalla lista, e nel ritrovarsi davanti Squall e Bartz emise un verso di schifo -Voi...

-Ehm, potremmo passare?- chiese Bartz a disagio, mentre Squall mandava un occhiataccia all'indirizzo del mago pentito.

Questi sospirò -Imparate l'educazione e il rispetto invece di tirare di spada, voi eroi. Stasera non vi è spazio per danzare in punta di lama- disse con un tono di rimprovero, dando un occhiata al Gunblade che pendeva dal fianco del guerriero con la cicatrice -Vi sarei grato se lasciaste i vostri metallici arnesi da manovali scontenti dove non potrete usarli.

Bartz evocò subito le lame di Gidan, a mo di scusa-ma-sarebbe-inutile.

Kuja sospirò di nuovo, prima di annotare i loro nomi -Cercate almeno di non spaventare le dame con i vostri abiti, sarebbe alquanto inappropriato- si limitò a dire, facendogli segno di passare e lasciandoli attraversare la festa fendendo la folla, e andando dritti verso il palco dove si trovavano due troni, occupati da un nano biondo dallo sguardo annoiato e da una ragazza dai capelli scuri in educata attesa.

Kuja lanciò strane occhiate all'indirizzo di tutti.

Guerriero s'inchinò, mentre Guardiano usò i suoi poteri per passare del tutto inosservato.

Quando fu il turno del trio, Kuja avrebbe sicuramente fatto storie, ma Terra gli sorrise e quello arrossì, chinando il capo.

Alla fine giunsero Firion e Cecil.

-Oh. A quanto pare c'è ancora qualcuno che sa cos'è l'eleganza tra voi. Meglio. Ero stanco di barbari vestiti da damerini- disse con tono privo di sarcasmo, per una volta.

-E adesso, i signori Squall Leonheart e Bartz Klauser- annunciò il banditore, che aveva la lista magica che Kuja aggiornava ogni volta che la sua penna di pavone colpiva il foglio con la sua grazia da danzatore (e pure la grafia faceva invidia ai cartografi del medioevo), alle loro maestà Gidan Tribal e Garneth Til Alexandros.

Mentre lei alzava le sopracciglia sorpresa, Gidan per poco non cadde dallo scranno.

Bartz e Squall rimasero immobili davanti al palco per un po, imbarazzati, e il banditore, non sapendo cosa fare, annunciò anche Guerriero e gli altri.

-Ehi...- fece Squall con scarso entusiasmo alzando la mano per salutare, ritrovandosi un “Ehi” a caratteri cubitali attaccato sul palmo, che gliela fece precipitare lungo il fianco fino a colpirlo dolorosamente al ginocchio, ma più di una smorfia il moro non fece.

-Ciao amico...!- fece Bartz salutando sua volta, con entusiasmo.

A quel punto Gidan saltò giù dal palco, liberandosi delle ingombranti vesti di re, sotto a cui non mancava di tenere la sua tenuta da ladro, e corse ad abbracciarli con gioia.

Mentre il pubblico applaudiva, non sapendo bene cosa fare, Gidan piangeva, assieme a Bartz, mentre Squall sorrideva dolcemente.

-Pensavo di non rivedervi più- mormorò commosso l'amico più basso.

-Anch'io- rispose Bartz, egualmente commosso.

Garneth fece un breve riso, guardando tutti con curiosità.

-Allora, che ci fate qui?

Invece di rispondere i due si fecero da parte lasciando che Guerriero avanzasse -Gidan, in nome dell'antica amicizia che ci ha unito nei cicli di battaglie combattuti assieme, io ti chiedo di combattere al mio fianco un'altra volta per aiutarmi a riportare l'armonia nelle terre del mio mondo.

-Okay, sono dentro!- esclamò saltellando di gioia l'alieno.

Poi si fermò, riassunse un contegno doveroso, e si inchinò alla sua regina -Per voi va bene, vostra maestà?

Lei parve rifletterci un minuto prima di rispondere -Non ho nulla in contrario, mio amato. Va pure, e torna da noi vincitore.

Tutti la folla esplose in un coro di applausi, a cui tutti gli eroi risposero salutando.

Anche Cloud, nonostante Terra dovette dargli una gomitata.

A quel punto la nebbia apparve dietro di loro, sul passaggio che avevano appena percorso per arrivare agli scranni.

-Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

Gidan si lanciò in avanti gioioso, seguito a ruota da Bartz e Squall,e stavolta fu il primo a sparire dentro la nebbia.

-Ah, alla faccia dell'innamorato- fece Kuja svolazzando in giro per la festa, con Eiko sulla spalla.

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Capitolo 9
*** Il giocatore e l'aviopirata ***


A\N: Da qui iniziano le sorprese.

DII\N: Scemo non dirglielo! Rovini sempre tutto.

A\N: Zei zi-cu-lo?


Stavolta apparvero su degli spalti.

Cioè per meglio dire dentro uno stadio, affianco a dei posti vuoti.

Guardiano fece subito segno di sedersi, mostrando i biglietti già comprati e timbrati.

Poi distribuì le risorse prese in prestito dal castello di Bartz, per il pranzo.

Subito dopo aver addentato la pagnotta Terra sembrò avere dei giramenti di capo, mentre l'effetto delle spirali scompariva.

La ragazza si volse verso Cloud non appena si fu ripresa, ed arrossì allontanando lo sguardo subito dopo.

Il ragazzo, che le aveva tenuto la mano fino a quel momento sembrò mostrare una traccia di sorpresa e forse delusione, prima di tornare apatico.

-Come mai pranziamo adesso?- chiese Firion, che aveva imparato a non usare gli “Ehi”.

Rincuorato, Guardiano indicò l'orologio -È ora di pranzo.

-E tutta questa gente è corsa a guardare un evento a ora di pranzo? Che non c'entra niente col cibo per altro?- chiese Luneth sorpreso.

-Che ci volete fare, è Blitzball. Questa gente vi è accecata come la mia dal calcio- rispose Guardiano.

-Calcio?- Guerriero alzò il sopracciglio.

-Lasciate perdere- fu la risposta.

Poi l'incappucciato estrasse un pallone da Blitzball autografato da voi-sapete-chi dal mantello e lo lanciò a Cecil, l'unico che si era pulito le mani dopo il breve pasto.

-Ho già visto questa palla...- vide l'autografo -Tidus!

-Tidus? Dove?- chiese Firion, iniziando a guardarsi attorno trafelato.

-Nell'arena- rispose Guerriero, cosciente che fosse l'unica opzione logica.

-Vuoi dire che vedremo il grande Tidus in azione con la palla?- chiese Gidan -Wow, pranzo più spettacolo.

-Gidan non essere troppo sarcastico- lo rimproverò Firion, mentre le squadre entravano in “campo”, accolte da un immenso boato.

-Non lo vedo- fece Guerriero

-Neanche io- aggiunse Firion.

-Dove può essere?- chiese Cloud, che per una volta cercava di rendersi utile (quei gil se li doveva sudare dopo tutto, mica venivano gratis).

-Evidentemente da qui non si vede- rispose Guardiano accavallando le gambe -Godetevi la partita, è l'ideale per fare una pausa.

-Non avremo fretta?- domandò Guerriero, sorpreso dal comportamento tranquillo del compagno.

-L'arma più potente di un guerriero è la pazienza, Guerriero. Ricordalo sempre.

Gli eroi fecero come detto, lanciando rapide occhiate ai giocatori mentre entravano nella bolla d'acqua.

Mentre gli altri cercavano di capire le meccaniche di gioco, Firion e Cecil iniziarono a spiegare con quello che Tidus gli aveva raccontato, corretti da Cloud che era un “professionista” e aveva dovuto subire la tortura di ascoltare il blaterare del ragazzo per ore.

Anche Squall aveva subito lo stesso supplizio (ricordate la scena in cui Tidus racconta la sua storia Squall e Cloud?), ma preferì restare in silenzio e guardare il gioco.

La partita intanto andava avanti.

Tra i tanti biondi in campo, trovare quello giusto era difficile.

E prima che se ne accorgessero, il gioco finì.

Ovazioni e applausi per entrambe le squadre, sia la vincente che la perdente.

Ancora nessun segno di Tidus.

Un giocatore, tra i vincitori, si issò fuori della bolla d'acqua, venendo acclamato da applausi.

Ma non era Tidus.

Guerriero, incuriosito, acuì il suo sguardo e riconobbe la figura.

Si volse verso Guardiano, che non si prese neanche il disturbo di fargli un cenno, restando rilassato sul proprio sedile con le gambe e le braccia incrociate.

La sua armatura era ormai in bella vista, e non sembrava nemmeno esserne una: era come una tunica attillata ma spessa, nera come la pece, che quasi non si vedevano i punti di giuntura tra gli stivali, i pantaloni, i pettorali, i bracciali e i guanti; copriva tutto il corpo, lasciando scoperto solo il volto (tenuto in ombra dal cappuccio) e dava l'idea di essere leggera.

Guerriero a quel puntò si alzò fiero, seguito a ruota da Cloud (professionale e curioso) e da Squall (che non avrebbe lasciato l'ombra dell'altro), prima di saltare oltre le gradinate verso la bolla d'acqua.

Uno dopo l'altro gli eroi lo seguirono, per ultimo Firion che aveva accettato di portare Terra sulle spalle, e Luneth, che non si separava da lei da quando l'aveva liberata da Edgar.

Guardiano rimase seduto.

Alla vista degli eroi che balzavano prodigiosamente verso la sfera, scattarono diversi allarmi e si creò agitazione tra i tifosi.

Voltandosi, il giocatore ebbe un sussulto a vedere quelle persone saltargli incontro.

Gli eroi esitarono e fu un errore perché la bolla era scivolosa, e quindi tutti franarono con ben poca grazia entro l'apertura

Guerriero fu il primo a cadere oltre il bordo, dritto verso l'acqua, ma Cecil si gettò a prenderlo, restando appeso con una mano.

Squall era stato urtato dagli altri due, e stava per rimettersi in equilibrio quando Gidan e Bartz gli piovvero addosso, rirascinandolo oltre il bordo, e Gidan non era neanche in fondo alla fila così non poté arrampicarsi e aiutare gli altri a risalire.

Firion portava doppio peso, e atterrò direttamente oltre il bordo, tirandosi dietro anche Luneth che tentava di trattenerlo.

Infine, era rimasto solo Cloud, che immediatamente afferrò il ragazzino e issò lui e glia ltri due oltre il bordo, quasi senza fatica.

Guardiano meditò se era il caso di andare lì ad aiutarlo o ad affogare tutti e farla finita, cercando di ignorare i vari “Ehi” di protesta e aiuto.

Terra alzò lo sguardo sul SOLDIER, fissando dritto nei suoi occhi azzurri.

-G-grazie...- mormorò con un sorriso gentile e un lieve rossore di gote.

Fece per prendergli la mano, ma lui le cinse direttamente le spalle con un braccio.

-Wow. Lieto che tu sia tornato tra noi- commentò Firion, provano a mettersi in piedi esitante.

-Beh...- rispose tranquillo Cloud -Forse mi mancavate più di quanto fossi disposto ad ammettere.

Poi si volse verso il giocatore, che era rimasto imbambolato a fissarli con confusione.

-Voi...- accennò con voce esitante -State tutti... bene?

-Io...- disse Cloud facendosi vagamente vicino -ti conosco?...

-Yuna!- esclamò Firion, riconoscendo la ragazza nonostante avesse un vestiario totalmente diverso dai semplici abiti da evocatrice del XII ciclo, più simile a quello di Tidus, segnale che forse era una divisa da gioco.

-Firion... Cloud! Terra!- esclamò dopo un attimo di esitazione la ragazza, con gli occhi che brillavano.

-Ci saremo anche noi!- esclamò Gidan, risentito.

-Una mano?- chiese Cecil più gentilmente.

Guardiano, in mezzo alla ressa dei tifosi che continuavano a starnazzare confusi, si concesse un sorriso, zittendo le sirene con uno dei suoi talenti segreti di cui ancora non vi serve di sapere di più.

-Guerriero- disse Cloud, una volta che tutti furono issati oltre il bordo -Vorrei rinunciare al nostro contratto.

Dopo un pausa aggiunse -E unirmi a voi come un compagno nella nostra missione.

Porse la mano.

-Permesso accordato- rispose l'eroe, stringendo il palmo offertogli.

Tutti (escluso Squall) gli si fecero intorno, sollevati che Cloud avesse eliminato quel muro che li separava.

Guerriero si volse verso la nuova recluta.

-Yuna, in nome dell'antica amicizia e fratellanza che ci ha legati negli infiniti cicli di guerra e amore, io ti chiedo di combattere al mio fianco ancora una volta per liberare il mio paese dall'ombra e dal caos.

-Per favore- gli mormorò Guardiano all'orecchio, comparendo praticamente dal nulla in mezzo a loro.

-Per favore- aggiunse l'eroe.

-O...okay, va bene, Yai! Quando si parte?- chiese la ragazza, stranamente entusiasta della cosa.

-Appena possibile- rispose Guerriero.

-Oh, allora farò meglio a cambiarmi!

-Ehi tappo- Squall si rivolse a Cloud -Questo non significa che la nostra questione sia dimenticata.

-Ne sei proprio sicuro?- disse di rimando quello.

Il ragazzo con la cicatrice porse la mano, e il biondo la strinse.

Intanto un -Whooo!!!- segnalò che Yuna si era rivestita con i suoi abiti comuni...soliti...da viaggio.

La scollatura mostruosa e le gambe nude del nuovo look dell'ex evocatrice fecero salire troppo sangue alla testa di Firion, che andò giù pesante sanguinando dal suo povero naso, mentre Cecil, imbarazzato, si grattava il labbro.

-Un altra ragazza nel team! OH YEAH!- esclamarono in coro Bartz e Gidan prima di essere violentemente colpiti con un calcio di Squall e Cloud.

-Cos'è quel simbolo che porti sul petto?- chiese Luneth, fissando l'immenso tatuaggio che dominava nella scollatura.

-Eh? Oh...niente vecchi ricordi- rispose Yuna, sorridendo serena pur essendo lievemente turbata.

-Bene allora, direi che possiamo partire subito- disse l'incappucciato -Salve Yuna, io mi chiamo Guardiano, e mi preoccuperò che voi torniate a casa tutti interi.

-Oh, grazie- ripose lei tirando fuori le pistole -Ma non serve.

-Se non fossi già fidanzato mi sarei innamorato- mormorò Gidan all'orecchio di Bartz, che ricambiò con un occhiolino.

La nebbia apparve all'imboccatura della bolla d'acqua, e Guardiano pronunciò la solita frase -Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!- prima di saltare dentro.

Tutti gli altri lo seguirono imitandolo, per ultimi Cloud che teneva per mano Terra e Firion, e Yuna che li seguì dopo aver lanciato un ultimo sguardo al sole.


Atterrarono su un ponte di un aeronave.

Poi notarono due persone, un tipo biondo ben vestito e con un fucile sulla spalla, e una donna dalla carnagione scura con orecchie da coniglio che vestiva con il minimo indispensabile.

-Il lavoro di un aviopirata non finisce mai eh?- chiese Guardiano dopo un attimo di esitazione.

L'uomo puntò il fucile mentre la donna estrasse un arco e incoccò la freccia.

-Credo, che prima di addentrarsi in proprietà altrui, una presentazione sia d'obbligo- disse l'uomo.

-Oh, potete chiamarmi Guardiano. E questi sono i miei amici- rispose l'incappucciato mentre i guerrieri circondavano i due, ad armi sguainate.

-Ah, proprio un bel gruppo- disse il biondo senza perdere il proprio tono disteso.

-Balthier cosa facciamo?- chiese Fran portandosi spalla a spalla con il compagno.

-Non preoccuparti, sono sicuro che c'è una spiegazione a tutto- le rispose il suddetto, avanzando piano verso Guardiano, mentre Fran abbassava l'arco.

-Quindi, che cosa volete?- chiese il biondo.

-Niente. Ci serve l'aeronave- rispose l'incappucciato, mentre segnalava agli eroi di abbassare le armi.

-Non ci credo, è la stessa cosa che stavo per dire io- rispose Balthier -Dunque, adesso che siamo tutti d'accordo, posso sapere perché voi abbiate bisogno proprio della mia nave?

-La risposta sta per entrare da quella porta- Guardiano indicò l'ingresso dell'hangar, da cui entrò Vaan seguito da Penelo pochi momenti dopo.

-Vaan!- esclamò Yuna, la prima a riconoscerlo e l'unica a fare i salti di gioia, dato che tutti gli altri già pregustavano i guai che il nuovo membro del club avrebbe portato.

-Yuna?- il ragazzo guardo sorpreso la scheggia che gli volò addosso, abbracciandolo -Cosa ci fai qui? Non rivedo te e gli altri da quando abbiamo combattuto nella spaccatura.

-Non importa, sono solo felice di vederti.

-Dobbiamo proprio?- chiese Luneth, contrariato dall'avere di nuovo quella piaga di Vaan nel gruppo a tartassarlo con il voler essere suo fratello maggiore.

Terra gli lanciò uno sguardo supplicante, e il ragazzino accetto suo malgrado.

Guerriero raggiunse il biondo più odiato dei tutta la saga e disse -Vaan, in nome dell'antica amicizia che ci lega dagli infiniti cicli di morte e vittoria, ti chiedo di combattere al mio fianco ancora una volta per ristabilire l'armonia nel mio mondo.

Il ragazzo rimase a fissarlo sorpreso, mentre Balthier andava verso Guardiano -Lui è la ragione?

-Non preoccuparti, la tua collaborazione è richiesta fino ad un certo punto- fu la risposta.

-Non mi piace prestarmi come pedina a degli sconosciuti. Se volete il mio aiuto, dovete essere sinceri con me.

-Portarci con l'aeronave fino a dove dirò io e poi lasciaci andare via con Vaan.

-Amico mio, quello è tutto fuorché essere sinceri.

-Beh è esattamente quello che succederà, amico. Il fatto che siamo apparsi sul ponte mentre tu e la tua compagna stavate preparandovi a partire...non sembra una coincidenza troppo fortuita?

Balthier rimase a riflettere, mentre Vaan acconsentì alla richiesta di Guerriero, salendo a bordo con Penelo onnipresente alle sue spalle.

La ragazza stava tenendo d'occhio Yuna in modo che non si avvicinasse troppo al suo amico (di nuovo).

-Amici!- fece il biondo notando tutta la combriccola, che rispose con scarso entusiasmo e con pochi sorrisi, eccetto Terra che lo abbracciò versando qualche lacrima.

Ma appena vide Balthier, Vaan gli si fiondò contro, tutto contento, abbracciando l'amico di vecchia data.

-Ehi, ragazzo, non sono più un tipo sentimentale- ricambiò l'adulto, sorridendo un poco -Non dirmi che mi hai per morto tutto questo tempo.

-Beh, si, forse, ma...- rispose imbarazzato il biondo, con un aria colpevole.

-Ragazzo, tu non mi conosci proprio vero?- disse l'aviopirata più anziano, portando il fucile di traverso sulla spalla.

-Possiamo andare adesso?- chiese Guardiano, a cui l'“Ehi” di poco prima non era piaciuto.

-Ho degli affari da svolgere fuori città. Siete interessati?- chiese Balthier.

-No, si limiti a seguire la sua rotta. Al momento propizio io e i miei compagni prenderemo la nostra strada- rispose Guardiano, appoggiandosi alla balaustra.

-Hai proprio delle strane conoscenza, Vaan- gli disse l'aviopirata.

La Strahl prese il volo poco dopo, con ben quindici passeggeri a bordo.

-Quindi, fatemi capire bene, venite tutti da un mondo diverso?- chiese Penelo, mentre conversava con gli eroi.

-Si, è ognuno è qui per un motivo diverso- rispose Gidan, il più interessato alla conversazione.

-È molto strano ma è meglio dell'ultima volta- aggiunse Bartz.

-Non me ne parlate- mormorò Vaan, ricordando ancora gli ultimi momenti nella Spaccatura.

Yuna gli strinse il braccio, per confortarlo, facendo ingelosire Penelo.

-Ragazzi ci siamo quasi- li richiamò Guardiano, indicando la nebbia che cominciava a formarsi intorno.

-Penelo, questa non è la tua battaglia. Va, io vi raggiungerò dovunque siate- Vaan le mise una mano sulla spalla.

-Dietro ad ogni aviopirata di successo si nasconde una donna- protestò lei.

-È una lezione di vita ragazzo!- esclamò Balthier dal ponte di comando.

-Ho loro- indicò gli ex-guerrieri dell'armonia e Guardiano, che si preparava a pronunciare la fatidica frase, mentre la nebbia s'infittiva attorno a loro -Starò bene, vedrai. Peraltro, adesso devo essere un eroe, non un aviopirata.

Penelo si arrese, e si fece indietro.

-Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!- e la nebbia avvolse i guerrieri, sgomberando il ponte dell'aeronave e lasciando Penelo sola ad osservare il cielo.

-Ehi, giovane- la richiamò Balthier, facendola voltare -Abbi un po di fiducia in lui. Sono sicuro che lo rivedremo prima di quanto ci aspettiamo.

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Capitolo 10
*** Mondo di Cristallo ***


A\N: Diamine quasi fatto!

DII\N: Sorprendente...


Stavolta apparvero nel nulla.

Vuoto.

Un blu non meglio definibile illuminato da centinaia di cristalli e statue.

Era infinito, perso, ti si stringeva il cuore in quel luogo.

Era dominato da una strana bellezza, una bellezza sfiorita e passata, riprodotta e agghiacciante.

-Questo posto mette i brividi- disse Vaan, e loro malgrado gli altri concordarono.

Terra si strinse a Cloud, che fece in modo di tenerla più vicina con le sue possenti braccia.

Squall era inquieto, come anche Cecil e Firion.

Gidan e Bartz afferrarono qualche piccolo cristallo, prima di rilasciarli sbalorditi: erano caldi.

-Cosa dobbiamo fare qui? Che posto è questo?- chiese Guerriero all'indirizzo di Guardiano.

-Siamo qui per trovare l'ultimo- fu la risposta.

-L'ultimo?- chiese Cecil.

-L'ultima persona ad unirsi a noi, prima di iniziare la battaglia.

-E dov'è?- chiese Squall.

-È proprio questo il punto. L'ultimo membro non potrà venire da noi: dovremo cercarlo, trovarlo, e riportarlo qui. Solo allora si libererà dal cristallo e risorgerà.

-Ah- fece Squall, indecifrabile.

-Perfetto! È una caccia al tesoro. Evvai!- esclamò Gidan dando il cinque a Bartz, altrettanto eccitato.

Luneth si avvicinò a Terra, per invitarla a staccarsi da Cloud e andare alla ricerca assieme a lui.

-Ah-ah, stavolta le squadre le faccio io- rispose Guardiano, mettendo a repentaglio il candido equilibrio dei suoi colleghi.

-Prego?- chiese Gidan, cominciando a sentire che le cose andavano un poco storte.

-Primo: Guerriero e Terra non si muovono da qui- ordinò l'incappucciato, invitando la ragazza ad avvicinarglisi.

-Perché?- fece Guerriero alzandosi il sopracciglio.

-Perché se tu ti perdessi qui tutto quello che abbiamo fatto finora diverrebbe inutile, mentre, se accadesse qualcosa, Terra è senza poteri e quindi vulnerabile, per cui meglio evitare perdite inutili.

A malincuore la ragazza raggiunse il fianco degli altri due.

-Bene, ora...Gidan, Bartz, stavolta vi portate dietro Vaan.

-Eh?- fecero i tre lanciandosi strane occhiate.

-Non fate quelle facce: siete un avventuriero, un aviopirata e un ladro. Prendetevi il vostro tempo e andrete perfettamente d'accordo.

I tre si lanciarono degli sguardi poco convinti, prima di sospirare rassegnati e avvicinarsi l'un l'altro.

-Ma non crediate che questo c'impedirà di vincere!- esclamò Gidan.

-Ben detto. Abbiamo naso per i tesori- aggiunse Bartz.

-E con la nostra esperienza combinata vinceremo sicuri- non poté trattenersi Vaan.

Il trio fece un bel pugno incrociato, gioendo e dimenticando che Vaan era Vaan, l'inutilità fatta a persona, ma sono dettagli.

-Yuna, tu prenditi Squall e Cloud- ordinò poi l'incappucciato.

-Io?- chiese la ragazza, lanciando uno strano sguardo ai due che la spalleggiavano, intenti a lanciarsi uno sguardo strano.

-Non ho mai visto Cloud e Squall lavorare assieme, nei cicli di cui ho memoria- mormorò Guerriero all'orecchio di Guardiano.

-Tranquillo ho un piano- rispose l'altro con lo stesso tono, prima di alzare di nuovo la voce -Il che lascia Firion, Cecil e Luneth. Ascoltatemi bene. Vedete questa lastra di ghiaccio su cui ci troviamo? Bene se guardate dietro di voi ci sono sette vie che si dipanano nello spazio, e più vi allontanerete più vedrete che questo posto è un labirinto. Segnare la strada qui è inutile, potete fidarvi solo del vostro istinto, e sono certo che prima o poi ritornerete. Per il resto, attenti a non cadere, o sarete persi per sempre.

Dopo aver deglutito Yuna s'azzardò -Nient'altro?

-ANDATE! ORA!- ordinò Guardiano, e quelli a malincuore partirono.

Gidan, Vaan e Bartz presero una via che si perdeva tra le altre, camminando a passo orgoglioso e con i sorrisi della vittoria stampati in faccia, esagerando la marcia tanto con i movimenti delle braccia che delle gambe.

Yuna Squall e Cloud presero una via che aveva una direzione chiara e distinta, silenziosi, Cloud in testa e Squall in coda.

Invece Luneth, Firion e Cecil si lanciarono di corsa su per una strada che saliva a spirale.

-Vuoi illuminarmi adesso?- chiese Guerriero, spazientito dall'atteggiamento di Guardiano.

-Ho fatto in modo che l'ultimo membro fosse trovato da Firion e compagni.

-E perché proprio Firion?

-Perché ha un forte legame con quella persona, quindi non vi preoccupate: ci riuscirà. Gidan, Bartz e Vaan entreranno inevitabilmente in sincronia l'uno con l'altro, da buoni amici, e si scorderanno dell'obbiettivo primario; Squall e Cloud si sentiranno in aperta competizione, ma il fatto che con loro ci sarà anche Yuna gli impedirà di darsi battagli o compiere azioni sconsiderate, e lei sarà troppo imbarazzata dalla natura silenziosa dei suoi compagni per inserirsi bene nella squadra, quindi finiranno con l'impasticciarsi e tornare qui senza aver concluso nulla.

-Ma non rischiano di perdersi?- chiese Terra.

-Ci sono due soli punti in cui possono finire, se non cadono: questo, o uno identico che si trova dalla parte opposta.

-In sintesi hai mentito sul perdersi e sui pericoli che avrebbero potuto incontrare per lasciar vincere Firion?- chiese Guerriero sorprendendosi.

-No. Questo posto è più pericoloso di quanto dia a vedere.


Firion e i suoi compagni erano persi.

Quelle strade erano improbabili: si ribaltavano, costringendoli a camminare a testa in giù, oppure tornavano indietro e poi avanti, creando pericolosi scivoli.

Era come se quel luogo fosse stato pensato appositamente per friggergli il senso d'orientamento.

Il ragazzo si asciugò il sudore dalla fronte mentre Luneth si lasciò cadere a terra, apparentemente esausto -Quanto mancherà?

-Se ci dice bene alla prossima curva potremo trovare questo “ultimo”- mormorò Cecil ansimando, ottimista.

-Non prenderti in giro. Da qui non ne usciremo vivi- mormorò Firion sconsolato, appoggiandosi alle ginocchia -Se solo questo dannato posto avesse un senso...

-Ecco!- esclamò Cecil con un lampo di genio.

Mentre gli altri due lo fissavano l'uomo spiccò un balzo verso sinistra, atterrando su un'altra strada che saliva obliquamente verso l'alto rispetto alla loro -Non dobbiamo usare il nostro comune senso d'orientamento, dobbiamo adattarci. Qui dritto e rovescio, sotto e sopra, avanti e indietro non hanno importanza. Sfruttiamo questa chance.

Firion e Luneth fissarono il compagno, poi loro stessi, e infine sospirando saltarono a loro volta.

-Ehi, chi l'avrebbe mai detto, è vero- disse Firion rincuorato.

-A me sembra solo che questo complichi le cose- si lamentò Luneth mentre si avviava dietro agli altri due.


-...e allora ho detto “Beh, avresti potuto dirmelo negli spogliatoi piuttosto che farmi andare sul campo impreparata”, ma lui no, no no assolutamente no. E poi si lamenta che perdiamo la partita! Ma per tutti i...- Yuna. Era. Partita. A. Parlare. A. Manetta.

Mentre lei pronunciava quelle fatidiche frasi Cloud si trovava di traverso rispetto alla ragazza, e se la stava facendo passare da Squall.

Una volta che tutti e tre furono sull'altra via di cristallo, poterono ricominciare la marcia, sempre con lei che non faceva altro che parlare dei suoi insuccessi sportivi.

Quando l'avevano vista giocare, Yuna aveva effettivamente combinato qualche strafalcione, ma non era stata neanche un disastro aberrante come diceva.

E soprattutto cominciavano a cedere.

La fatica di non impazzire in quel luogo, di non darsi alla disperazione per la frustrazione di quel vagare senza meta, uniti a quella chiacchierona...era da morire.

All'ennesima volta che Yuna ricominciava con un nuovo discorso quando sembrava aver esaurito il fiato a disposizione, i due emisero un verso di frustrazione e si appoggiarono ad una strada che toccava la loro trasversalmente, ignorando il disturbo di sentirsi sia seduti che sdraiati.

Yuna ammutolì sbalordita, fissando i volti torvi.

Avevano persino accettato di sedersi l'uno affianco all'altro.

-Ho detto qualcosa che non va?

-Oh mio dio ma ti senti quando parli?- chiese Squall, aggredendola a voce senza volerlo -Parli parli parli parli senza mai fermarti! Abbi almeno il buonsenso di chiederti se le persone che ti stanno attorno siano interessate ad ascoltarti!- si prese la testa tra le mani -Perché? Sono andato via da casa perché ero stufo delle chiacchiere infinite...

Yuna si strinse forte tra le braccia, restando a fissare i due come se gli avessero appena tirato in testa un sacco della spazzatura, prima di raggiungere il bordo opposto della via e sedersi con i piedi nel vuoto, piangendo in silenzio.

Dopo alcuni secondi Cloud sospirò esasperato all'indirizzo del compagno e con una gomitata lo invitò ad avvicinarsi alla ragazza.

Alla fine i due le si affiancarono, condividendo la visione del panorama.

-Scusa- ammise il guerriero con la cicatrice spezzando il silenzio -È questo posto, mi mette in difficoltà. Non volevo aggredirti- le mise una mano sulla spalla.

Era davvero cambiato.

-Ma- aggiunse, comunque un minimo risentito -Non hai nessun altro a cui raccontarle?

Lei scosse il capo, e pianse ancora.

-Oh.

I due rimasero in silenzio, capendo la profonda solitudine in cui la ragazza si sentiva.

-Io...credevo che avere una relazione sarebbe stato più facile- ammise ad alta voce Squall, cercando di conciliare l'ambiente.

Cloud sollevò lo sguardo dai cristalli sfavillanti nello spazio vuoto, con gli occhi sgranati.

Dopo un occhiata che diceva “Fai qualcosa” da parte del collega, il guerriero si chinò verso Yuna e sussurrò -Io non so nemmeno da dove cominciare.

Squall suo malgrado si stropicciò la faccia con le mani.


-Ehi-Oh, Ehi-Oh, let's go on taking some/ money, gil, a magic drill/ anything that's worth the will/ of stealing catching finding treasuring/ in our belief of life/ let's have a great time/ finding this ultimate friend/ together as treads/ guided by our hands/ Ehi-Oh, Ehi-Oh!

Eh...si...il magico potere del cantare spensieratamente tutti assieme.

Gidan Vaan e Bartz andavano troppo d'accordo, camminando incuranti della direzione in quel labirinto mistico.


-Posso chiederti la ragione di questo viaggio?- disse Guerriero, mentre attendeva.

-Solo un momento- disse Guardiano, prima che con un ultimo *clak* la macchina costruita da lui e Terra entrasse in funzione, consumando un piccolo cristallo e riempiendo la boccetta di liquido verde bluastro.

-Voilà, un produttore portatile di Elisir- disse l'incappucciato, dando il cinque alla ragazza.

-Allora, tornando a te Guerriero, credo che la ragione sia ovvia.

-Invece no. Per quanto forte possa essere l'esercito di Heiner non vedo ragione per cui tu debba coinvolgere i miei vecchi compagni invece di spazzarlo via assieme ai ribelli. Sotto la tua guida avremmo vinto in meno di un mese- lo contraddisse Guerriero.

-Se io avessi guidato i ribelli all'assalto di Cornelia non sarebbe durato neanche un ora. Il nostro problema adesso non è Cornelia, e neanche il re, ma tu- rispose Guardiano, andando incontro al compagno.

-Cosa intendi?- fece quello, mentre Terra usava delle braccia meccaniche per afferrare altri cristalli da convertire in Elisir.

-Spero che tu non lo debba mai sapere, ma per ora posso assicurarti che tu hai bisogno di vincere questa battaglia assieme ai tuoi vecchi amici, con cui hai condiviso così tante battaglie che ti fideresti ad occhi chiusi, non con la mia armata di guerrieri scelti armati fino ai denti. Non sarebbe la stessa cosa. E poi- disse lui, udendo un canto in lontananza, segnale che il trio dei “vincitori” stava tornando -Serve anche a loro.


-Dannato Inferno!- esclamò Firion, afferrando il primo cristallo di dimensioni decenti a portata e dandoselo violentemente in testa -Siamo finiti! È finita!

-Coraggio... ancora due e ci saremo...- incoraggiò Cecil, ansimando più velocemente di un cane.

-Non dire stupidaggini! È da venti svolte che ripeti la stessa solfa!- esclamò Luneth agitandosi sulla schiena con tutti e quattro gli arti.

-Bastaaa! Io voglio uscire da quiiiiii!!!!- fece Firion fiondandosi a caso su una delle vie.

-Firion fermo! Non farlo!- esclamò Cecil tirandosi dietro Luneth di peso mentre rincorreva spaventato l'amico, temendo che non vedendo si gettasse nel vuoto e morisse.

Poco davanti a lui sentì uno *sbang* e le maledizioni di Firion raggiungere picchi non ancora sfiorati,

Il paladino svoltò l'angolo e scivolò lungo una breve discesa andando a sbattere il deretano contro un piedistallo.

Sul suddetto stava la statua di una donna che porgeva la mano destra verso l'alto, e Firion gli si era arrampicato sopra lanciandole improperi contro.

-EHI! EHI! Faccia di cristallo! Dì qualcosa! Eh!? Dì QUALCOSA! Guardala Cecil, non sembra una stronza eh!? Guarda quell'aria da superiorità! Eh!? Che dici amico, eh?- cominciò a farneticare il ragazzo all'indirizzo del compagno più anziano -Guarda! Se solo tu avessi i capelli rosa mi ricorderesti qualcuno! Oh SI! Non trovi Cecil, non ti ricorderebbe qualcuno!? Certo che si! ALLora stronza!? MI RISPONDI!? NON MI RICORDERESTI QUALCUNO!!?!?!?!?

Mentre Luneth si copriva le orecchie e si girava dall'altra parte, Cecil ebbe un lampo.

Capelli rosa, Firion, Rose...

-Lightning! Ehi Firion l'abbiamo trovata!!!- esclamò al settimo cielo l'uomo.

-EH!? CHE FAI!? CONTINUI AD IGNORARMI LURIDA******************************************************************!?!?!?! EHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!????????????????????

-Firion?- chiese Cecil mezzo sconvolto e pallido a sentire le tremila e settecentottanta diverse offese appena uscite dalla bocca del ragazzo.

Ma quello continuò ad ignorarlo, insistendo imperterrito.

Alla fine quello che perse la pazienza fu Cecil che, traslando momentaneamente alla modalità “Cavaliere Nero”, afferrò saldamente Firion, tirandolo giù da Lightning, e iniziò a colpirlo al volto con una raffica di pugni -Calmati! TI!TI!TI!TI!TI!TI!TI!TI!TI!...Ti sei calmato?

Firion lo guardo incerto -Ancora uno.

*Punch* e l'amante delle rose (in tutti i sensi) cadde a terra, con il volto ridotto ad un informe massa di lividi e denti rotti.

-Ce l'abbiamo fatta!- esclamò Cecil ritornando paladino.

-Che intendi?- chiese Firion di nuovo in controllo di se e con la faccia tornata normale, alzandosi e notando finalmente la statua -Siamo sicuri? Credo che dovessimo trovare una persona...

-Mentre tu e Luneth vi lamentavate io mi guardavo intorno, e ho notato diverse di queste statue umane in giro per tutto il labirinto. Fidati, ora dobbiamo solo portarla a Guardiano che saprà cosa fare- rispose il futuro papà, lanciando un occhiata di leggero rimprovero all'indirizzo del compagno più giovane -Luneth, smettila di fare il bambino capriccioso e aiutaci a portarla via.

-Non sono un bambino capriccioso!- esclamò quello scattando in piedi.

-Prendi la base. Firion io inclinerò il petto e tu dovrai raccogliere la testa, va bene?

I due annuirono e si caricarono Lightning sotto spalla.

E camminarono...

E camminarono...

E camminarono...

-Per tutti i cristalli quando si arriva?- chiese Luneth, in coda alla fila e costretto a camminare con le braccia costantemente alzate per essere aiuto agli altri due.

-Prima o poi arriveremo, fidiamoci dell'istinto- rispose Cecil, sempre ottimista.

-Francamente trovo che siano solo parole per confonderci- disse Firion, continuando a fissare il volto di Light di sfuggita.

E di nuovo.

E di nuovo.

S'arresto, confuso.

Sentiva un sentimento contrastante.

-Firion coraggio un altra curva e saremo a casa...

-Fermi no!

Il blocco su cui si trovavano Cecil e Luneth si staccò di colpo dal resto del camminamento e si allontanò rapidamente.

Per salvare i compagni il paladino lanciò la statua assieme a Luneth verso Firion, che cadde all'indietro traendo in salvo il piccolo eroe, senza causare danno a Lightning, sottraendosi anche alle crepe che gli si stavano formando sotto i suoi piedi.

-Cecil!- esclamò il ragazzo, tirandosi su.

-State tranquilli! Andrà tutto bene! Non vi muovete! Se avanzate la via cederà e voi sarete perduti!- rispose Cecil, mentre si allontanava sempre di più -Troverò un modo per tornare da voi, ve lo assicuro! Ora andate, portate Light al sicuro!

Firion fissò negli occhi l'amico, cercando di scorgere conferma di quella promessa.

Ma non la vide.

Cecil si sarebbe perduto, e non sarebbe più tornato a casa.

Da Rosa...

-NOOOHHH!- rispose Firion, balzando in avanti sulla via crepata, lanciando il suo rampino e riuscendo a colpire la mano del paladino -Afferralo!

Cecil non se lo fece ripetere due volte e si aggrappò.

Firion cominciò a tirare indietreggiando per dare più forza.

L'uomo continuò a stringere convulsamente il il cavo, per suo moglie, suo fratello i suoi amici, e suo figlio non ancora nato.

Le crepe sotto i piedi del giovane stavano moltiplicandosi, ma Firion, tenne duro, stringendo i denti.

-Firion!- esclamò Luneth, cercando di venire in soccorso.

-Fermo! Resta lì! Non avvicinarti! Tieni la statua!- ordinò l'altro, mentre si affrettava per togliere Cecil dalla situazione di pericolo.

Il blocco vagante esplose e con un breve grido il paladino si ritrovò a penzolare nel vuoto senza direzioni, perdendo piano piano la presa.

Il maestro d'armi lesse il panico nei suoi occhi.

Con un ultimo sforzo, dettato da forti principi interiori, Firion compì l'estremo gesto, tirando con tutto se stesso e riuscendo a spingere Cecil fino al bordo del baratro, dove Luneth l'afferrò, ma purtroppo la via di cristallo cedette e il ragazzo sprofondò senza via d'uscita.

Cecil tuttavia strinse forte il rampino, riuscendo a reggerlo.

-Ti tengo Firion! Ti tengo!

Il ragazzo cominciò a scalare verso l'altro, fissando con determinazione davanti a se.

-Coraggio, ci sei quasi!- nel tirare Luneth urtò sfortunatamente la statua di cristallo.

Traballò per un attimo, poi cadde oltre il bordo, davanti agli occhi orrificati di Firion.

Il ragazzo guardò un ultima volta i suoi compagni, che l'incoraggiavano a raggiungerli.

Poi troncò la fune.

Cadde, accompagnato dall'urlo disperato di Cecil.

Cadde libero in picchiata, inseguendo la statua.

Si spinse al massimo finché no riuscì a stringerla tra le braccia

-Ti ho presa- mormorò lui, continuando a cadere.

-Tranquilla adesso ci sono io. Andrà tutto bene.

Parlava più a se stesso che a lei, cercando di trovare pace in quell'abisso infinito.

Se solo fosse stato più rapido...

-Almeno Cecil e Luneth staranno bene.

Poi la guardò -Lo sai, pensavo che il nostro incontro sarebbe stato...più lungo- sorrise tenero -Se non fosse stato per Cecil non ti avrei neanche trovata. E se non fosse stato per me non saresti neanche in questa situazione. Ho dubitato, dubitato che saremo tornati dagli altri assieme. Ecco cosa intendeva Guardiano con l'affidarsi all'istinto: non puoi dubitare dell'istinto. Ho messo in pericolo tutti con la mia debolezza, e non sono riuscito a salvare te.

Guardò di nuovo il volto inespressivo e immobile di lei -Scusami...scusami tanto- fece lui piangendo.

-Stupido...


Squall e Cloud dovettero riportare Cecil sulle spalle, per quanto era distrutto, mentre Yuna accompagnava Luneth per mano.

Appena ritornati dagli altri, il paladino si accasciò a terra, chiudendo gli occhi e tremando.

Guerriero non fece domande, ma guardò con odio Guardiano.

L'incappucciato non disse niente.

Tutti quanti chinarono il capo in silenzio, tranne Terra che scoppiò in un pianto dirotto stringendosi a Cloud.

Guardiano si volse, dando loro le spalle, forse per vergogna, forse per rispettare il loro lutto.

Gidan lasciò andare un paio di lacrime, pulendole con la coda.

Luneth si accasciò in ginocchio con il volto piegato in avanti, e gli Yuna lo abbracciò forte, lottando per trattenere i singhiozzi.

Firion poteva essere tonto, ingenuo, magari anche un po difficile da avvicinare, ma aveva sempre avuto il ruolo di guida e protettore per tutti i suoi compagni, dimostrando fibra mentale e un forte senso del dovere.

Tutti lo rispettavano.

Non poteva essere morto.

Non doveva essere morto.

Cloud venne colto da convulsioni di frustrazione.

Squall chiuse gli occhi, in silenzio.

Guerriero strinse furiosamente la spada, per poi volgersi irato verso l'uomo che era la causa di tutto.

Sentiva una rabbia cieca bollirgli dentro, che chiedeva a gran voce di uccidere la persona che aveva di fronte.

Con lo sguardo coperto di rosso si vide avvicinarsi inesorabilmente a Guardiano, che continuò a dargli le spalle.

Voleva trafiggerlo.

Voleva annientarlo.

Voleva farla finita.

Era un sentimento potente.

Poi dal nulla spuntò fuori un orologio da taschino e Guardiano iniziò a contare -Cinque...quattro...tre...due...uno...

Si udì un lieve tonfo dalla parte opposta della piattaforma.

-Che puntualità- disse l'incappucciato mentre camminava in perfetto equilibrio fino al lato opposto della superficie di cristallo

Tutti quanti sgranarono i propri bulbi oculari.

“Non dirmi che...”

-Credo che sia meglio lasciargli un po di privacy- rispose Guardiano, rispuntando dopo aver fatto il sopralluogo.

Nel giro di un paio di minuti Lightning era di nuovo di fronte ai suoi compagni, rossa come un pomodoro e con il capo chino, e al suo fianco un Firion color peperone si massaggiava la guancia ignorando lo stampo di rossetto sulle sue labbra.

Mente tutti fissavano la scena troppo sconvolti e confusi per esprimere anche solo un emozione, Guerriero fece la sua solita cosa.

-Anche se le circostanze non sono esattamente consone, io ti chiedo Lightning di unirti a noi nella nostra missione per ristabilire l'armonia.

Cercò di essere leggero, disteso, e rapido.

“Bella scelta di parole. Così lei non potrà fare in tempo ad odiarti” pensò Guardiano, guardando la scena soddisfatto.

Lei non disse ne di si ne di no, si limitò ad accettare che Firion le prendesse di nuovo la mano nella propria.

Poi la nebbia fece la sua comparsa, avvolgendoli come sull'aeronave.

-Noi siamo eroi, e siamo uniti finalmente- disse Guardiano, prima di scomparire assieme ai compagni.


A\N: E fine prima parte.

DII\N: Cavolo, quanto era lunga.

A\N: Già, e pensare che la seconda sarà tre volte di più.

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Capitolo 11
*** Meet the New Warriors of Harmony ***


A\N: Allora, adesso i guerrieri sono tutti e tredici...

DII\N: Dodici...

A\N: Ci...

DII\N: Non contraddirmi.

A\N: Certe volte mi chiedo come facciano le persone ad amarti. Sei sempre scorbutico.

DII\N: Con te è un piacere esserlo. Considerati un privilegiato.

A\N: Grazie...


Il gruppo si ritrovò su una specie di piattaforma, dove il parapetto s'intervallava a degli strani blocchi tridimensionali e trapezoidali, che erano lì senza un apparente motivo e utilità.

-Dove siamo?- chiese Guerriero, guardandosi attorno.

Oltre il parapetto c'era solo nebbia.

Una nebbia fittissima, non si riusciva a vedere attraverso.

Erano come nuvole di fumo, sbuffanti e sempre in movimento, miscelandosi e separandosi continuamente.

Era molto inquietante, da non consigliare ai malati claustrofobia.

-Nella nebbia. Stiamo cercando un posto per “sbarcare”, se mi è concesso definirlo così- rispose Guardiano, mentre si avviava in un piccolo corridoio sporgente, forse apparso appositamente pochi istanti prima.

-E noi che dovremmo fare mentre aspettiamo?- chiese Gidan irrequieto.

-Fare conoscenza- fu la risposta -Da capo.

Poi con un ampio svolazzare del mantello Guardiano si isolò dal loro contesto.

Il gruppo cominciò a lanciarsi occhiate strane, specialmente a Lightning e Firion che si erano appoggiati al parapetto dando le spalle a tutti, fissando la nebbia con le mani intrecciate.

Mah, i misteri dell'amore...

-Va bene allora cominciamo. Ciao, io mi chiamo Gidan Tribal- disse Gidan alzandosi in piedi sopra uno dei blocchi trapezoidali, per sembrare più alto.

-Ciao Gidan- risposero gli altri, chi poco interessato, chi allegro e partecipativo.

-Sono un Jenoma, una specie aliena artificiale destinata a distruggere il pianete in cui vivo, ma ora grazie alla bontà della banda di ladri e dalla mia fidanzata mi sono innamorato del mio mondo e non ho alcun interesse per distruggerlo.

Dopo un breve applauso la voce di Yuna si levò oltre quella degli altri -E come va con la tua ragazza?

A quel punto la coda di Gidan si afflosciò, ripiegandosi verso il basso.

-Beh, non credo che mi vada di parlarne...

-Gidan!- esclamò Guerriero facendosi avanti tra tutti gli altri -Sei cosciente che siamo una squadra vero? Non abbiamo segreti da nascondere, ma consigli da chiedere. Se c'è nel tuo cuore un ombra di dubbio da noi non potrai che avere sostegno. Scaccia la paura, ognuno qui ha le sue difficoltà.

Il Jenoma fece una smorfia, prima di abbassare lo sguardo.

Guardò Bartz, che gli sorrise fiducioso, poi Squall, che annuì in silenzio, e allora si decise -Non credo troppo bene.

Fece una pausa per raccogliere altro coraggio prima di sputare il rospo -Da quando è diventata regina, e il sottoscritto è salito al trono in quanto re...

-Ti sei sposato?- chiese Squall sorpreso.

-Anch'io sono sposato- rispose Bartz, lasciando il guerriero bruno muto e immobile al suo posto.

-Comunque, le sue responsabilità di regina aumentavano, tra ricevimenti, questioni di politica estera, prezzi di ricostruzione e nuovi piani di sviluppo economico. Io cercavo in ogni modo di esserle d'aiuto. Ovviamente la vita di palazzo non faceva per me, e all'inizio erano innumerevoli gli strafalcioni che commettevo, ma lei mi perdonava tutto con un sorriso. Ma questa storia è andata avanti troppo a lungo. Non siamo neanche più in grado di avere una vita privata decente, parliamo tra di noi a malapena. Quanto rimpiango la prima notte di nozze...

-Ah-ehm- lo interruppe Squall, ricordandogli di non entrare nei dettagli.

-Comunque, ah...non so se lei mi compatisca o pensi veramente che io sia solo un imbranato totale.

-Ma come ti è venuta quest'idea?- chiese Bartz, sorpreso dallo stato di depressione profonda del compagno, non tanto nell'atteggiamento, ma nell'animo.

Era veramente deluso di se stesso.

-Perché, a te va meglio?- chiese con una punta di sarcasmo di Gidan, punto sul vivo.

Bartz ammutolì, calando a sua volta il capo.

-Bartz mi dispiace...

-Non esserlo, hai ragione. Anch'io non sono fatto per fare il principe, troppi costumi, troppi obblighi, etichetta. Mio dio non so cosa avrei fatto per essere un principe quando ero bambino, ma adesso è un ruolo che non mi si adduce più: non sono abituato agli spazi stretti, alle discussioni, al pane fresco di...okay magari a quello si, però non sono più io. E quel che peggio, credo che Lenna si vergogni della mia inettitudine, che ne sia delusa- ammise il ragazzo, lanciando nostalgici sguardi al soffitto, che era una semplice massa di mutevole nebbia.

-Credo sia il mio turno allora- fece Squall facendosi avanti.

Un po tutti lo guardarono sorpresi, dato che lo Squall, il vecchio Squall, lo Squall pre-Rinoa, non avrebbe mai condiviso i propri pensieri così apertamente.

-Squall che hai, la febbre?- chiese Gidan, facendosi lievemente indietro.

-Gidan, è passato un anno. Le persone cambiano.

-Non così.

-E se in realtà io fossi sempre stato così da principio?

Il Jenoma si strinse nelle corte spalle ammettendo che effettivamente uno Squall muto e brontolone non avrebbe mai ammesso la sua vera natura.

-Già, perché la tua ragazza era così...espansiva?- chiese Cecil, battendo gli occhi.

-Non lo so- rispose il guerriero con la cicatrice -Credevo che una relazione l'avrebbe calmata, avrebbe concesso ad entrambi di, non so, trovare un equilibrio, ma invece è diventava sempre più esigente, poi ci si è messo il nuovo ruolo come preside del Garden. Perché Cid ha dovuto ritirarsi?

-In sintesi ti senti costretto a non poter esprimere l'amore per la donna che ami e a cui stai vicino perché lei ne chiede troppo- riassunse Vaan, una volta tanto che ci capiva qualcosa.

-Si, si può dire che è così.

-L'incubo che ti perseguita...- disse Yuna.

A quel punto tutti gli sguardi si posarono su di lei, decidendo all'unanimità che la prossima a condividere sarebbe stata lei.

-Oh, ah...okay! Ciao, io mi chiamo Yuna!

-Ciao Yuna- stavolta l'acclamazione fu più vissuta, anche perché la ragazza stava simpatica a tutti.

-Sono per metà umana e per metà Albhed, sono un ex-evocatrice e adesso sono una giocatrice di Blitzball. Mediocre, ma faccio del mio meglio.

Applausi.

-E?- chiese Cloud, non soddisfatto.

-“E” cosa?

I due rivali pre-dichiarati le lanciarono un chiaro sguardo d'incoraggiamento.

Il sorriso sul volto della ragazza si fece più incerto.

Non se la sentiva.

-Coraggio Yuna- disse Cecil, suonando di sicuro più convincente degli altri due.

-Non devi vergognarti, di sicuro non sarà peggio della mia- disse Luneth, mentre a Bartz scappava una risatina.

Dopo aver titubato ancora per alcuni secondi la ragazza iniziò a parlare -C'era una persona, una volta. Non era intelligente, o alto, o potente, ma mi faceva sorridere a suo modo. Non lo dimenticherò mai- fece una pausa -Ma è dovuto andare via.

La ragazza si appoggiò al parapetto, scivolando fino a toccare terra -E ora sono solo io e i miei ricordi.

Tutti quanti si volsero verso Luneth, sfidandolo a fare di meglio anche se il piccolo non aveva colpe.

-Io non sono solo, è vero- disse lui andandosi a sedere -Ma non so se sono egoista a dirvi questo.

-Tanto vale, no?- disse Cloud.

-Vorrei che la gente mi rispettasse di più. Solo perché non sono ancora un adolescente, tendono ad accudirmi e riempirmi d'attenzioni, quando sono riuscito a sconfiggere Nube Oscura assieme ai miei compagni.

-Luneth, capisco la tua frustrazione...- stava per intervenire Guerriero, ma il ragazzino lo zittì -Come puoi? Non vedi quanto sei alto? Quanto sei munifico? Nessuno ti tratterebbe da poppante!

Guerriero impallidì, prima di farsi indietro.

-Che ho detto che non va!?- chiese Luneth esasperato, mentre tutti (tenete conto che Lightning e Firion stavano sempre per conto loro, senza degnarsi di prestare ascolto) si giravano verso l'eroe.

Lui fece un profondo sospiro e iniziò -Nel mio mondo, ho visto la pace. Ho visto luce, risate, amore, gioia, ho visto i palazzi umili e re giusti e valorosi. Mi sono fatto accecare da questa luce, cadendo nella rete come un cieco. Non sapevo nulla del mondo, non sapevo che era tutta una facciata, non ho visto la menzogna finché non me la mostrata lui- indicò Guardiano, che alzò un cartello su cui si leggeva “Non c'è di che” -Sono stato solo uno stupido. Infantile. Ecco. Non sapevo nulla del mondo vero e speravo di poter giocare a fare l'eroe come quando combattevamo per Cosmos. È colpa mia se vi ho strappato dalle vostre pacifiche case, chiedendovi di combattere di nuovo per una causa che non era la vostra!

Nessuno parlò, provo a contraddirlo, consolarlo o cose simili.

Almeno finché Terra non corse ad abbracciarlo, commossa.

I compagni, seguendo l'esempio della ragazza, gli si fecero attorno, alcuni dando pacche, altri solo sorridendo.

Yuna fu l'unica ad abbracciarlo a sua volta.

Poi Terra si fece indietro, estraendo da una piega dei vestiti un fiore di quelli che Edgar aveva cavalcato fino alla nave, che le era finito in mano e che aveva gelosamente custodito.

Stava per metterglielo nei capelli quando colse lo sguardo di Cloud.

Cioè di preciso vide che Guerriero guardava Cloud, e quindi lei si volse incontrando lo sguardo del giovane che fissava il fiore.

Era strano, curioso, attratto, nostalgico...tante cose.

-Cloud...?- chiese lei, mentre Yuna ne approfittava per rubare Guerriero e allontanarsi un po dal crocchio di persone (il bello di essere soli è che quando trovi qualcuno è caccia aperta).

-È...è un fiore...- disse lui, esitante e catturato, come se stesse rimirando chissà quale meraviglia.

-Si- rispose lei, con aria altrettanto sognante, mentre tutti si allontanavano, avendo paura di essere contaggiati.

-Hanno ricominciato rinascere solo di recente nel mio mondo. Ho sempre amato i fiori, la loro libertà, la loro affascinante essenza- guardò Cloud -Vorrei avere un giardino pieno fiori.

-Nel mio mondo i fiori sono estinti. Ma c'era una persona...che li accudiva. Era...- esitò, prendendo la mano di Terra -Era molto importante...- si avvicinòòòòòò -Molto importante...- fu quasi un sussurro.

Poi le labbra del biondo si chiusero su quelle di lei, prima di aprirsi entrando in contatto più profondamente.

I due chiusero gli occhi, lasciando che la tela si formasse e l'armonia fluisse, creando un momento...e ignorando la bocca di Gidan che andava giù con un *gong* sonoro perché tutte e tre le ragazze del gruppo l'avevano snobbato.

Era diventato uno come tutti gli altri.

Infatti Yuna si stava spupazzando Guerriero qualche metro più in là, ma nessuno se ne curava perché stavano tutti applaudendo la nuova coppia.

Alla fine la bruna mollò il campione assoluto di “il-sesso-è-dovere”, e mentre si ripuliva un poco dai fili di saliva (giapponesate, io non c'entro) si rese conto che Cloud e Terra erano avvolti in n tenero momento, e iniziò a sparare cuoricini a raffica.

-Ragazzi!- li richiamò Firion di colpo, spaventato -Light non sta bene!

E infatti era così, la ragazza era pallida e sul punto di perdere coscienza.

Tremava, ed era fredda.

-Non capisco- fece Bartz arrivandole vicino per primo -Fino ad un secondo fa stava bene.

-Forse è la nebbia, ci ucciderà tutti- disse Guerriero, puntando uno sguardo assassino a Guardiano.

-Ha passato un anno nel cristallo- rispose invece quello.

-Quindi?- chiese Firion, non capendo.

-Quindi ha passato un anno di merda.

-Quindi?- risposero tutti in coro.

-QUINDI DATELE UN CAZZO DI ELISIR!- esclamò Guardiano al limite della pazienza.

Detto fatto Terra prese una delle boccette e la portò alle labbra della compagna, mentre Firion la l'aiutava a deglutire.

Quando finì di bere si stava già riprendendo.

-Avevi previsto anche questo?- chiese Guerriero.

-Ovvio- rispose Guardiano.

L'eroe fece qualche passo sulla passerella sporgente ma venne respinto da una specie di barriera.

-Scusa, ma qui c'è una parte molto delicata, se uno di voi pasticcioni combina qualcosa finiremo in guai grossi- fu la risposta.

-E se tu volessi ucciderci tutti?- insisté Guerriero, mentre Squall, Cloud e Cecil si avvicinavano mettendo mano alle armi.

-Dopo quello che ti ho fatto sulle Montagne di Sangue credi che ricorrerei a simili sistemi per sbarazzarmi di voi?- rispose Guardiano, voltandosi e rivelando una console interamente olografica e personalizzabile.

-Non è il nome di quelle montagne...

-Lo è adesso. I Figli della Luna Sanguinante l'hanno rinominata così il giorno della vittoria contro l'esercito e l'invasore- oltrepassò la barriera -Che per inciso sei tu.

A quelle parole Guerriero divenne bianco e indietreggiò, mentre gli altri si dimostrarono ostili, circondando Guardiano.

-Mettete via quelle spade- rispose lui affabile -Sono inutili con me.

Non contento Squall sparò e Firion scoccò una freccia, ma entrambi gli attacchi rimbalzarono senza neanche sbilanciarlo.

L'incappucciato si volse con indifferenza e tornò alla console di controllo.

Un sospiro di frustrazione lasciò le labbra di molti.

-Guerriero, cosa è successo sulle Montagne? Perché sei con Guardiano, anche se non ti fidi?- gli chiese Firion, rientrando nel circolo della conversazione.

-Perché io non posso più guidarvi- ammise a gran voce, facendoli ammutolire tutti -Sono spezzato, sono fragile. Sono solo uno. Con Cosmos era diverso, con Cosmos avevo uno scopo, e i miei nemici non potevano che mostrarsi a viso aperto, i miei alleati erano lì per una ragione. La battaglia era tra spade, non tra menti. Invece qui è tutto diverso. Non sono stato a prendere l'iniziativa, ma lui- indicò Guardiano nuovamente -È sempre stato lui a spingermi. Non voglio accettarlo, ma sotto il nero del suo manto nasconde chissà quale piano per distruggere il re, e ora non possiamo che farne parte.

-OH PER TUTTE LE SPADE DI QUESTI MONDI!- esclamò Guardiano, voltandosi scocciato e tornando verso gli eroi -Che cosa volete da me?! Il nostro accordo è chiaro, vi ho chiamati per sconfiggere il caos uniti ancora una volta. Perché dovete forzatamente vedere il male in me?

-Non ti abbiamo neanche visto in volto. Come possiamo voltare l'angolo e non temere te nascosto nelle ombre pronto ad annientarci...!

-Perché non l'ho fatto- Guardiano non era furioso, peggio, il tono della voce era quasi un sussurro -Non vi uccisi uno per uno, non vi ho traditi uno per uno, non ho atteso che abbassaste la guardia per uccidervi. Voi non vedete la realtà dei fatti. Potrei staccarvi la testa adesso, con un cenno della mano, e voi non potreste impedirmelo.

Le parole passarono come la corrente, lasciando segni inequivocabili.

Nessuno poteva più impedire una tale azione.

-Ci stai chiedendo di fidarci di te?- chiese Squall, mostrandosi sorpreso.

-Devi provarti ai nostri occhi se vuoi avere una tale considerazione- intervenne Cecil, duro.

-Oh, finalmente, uno che ragiona- esclamò Guardiano, di nuovo calmo.

-Aspetta un attimo, hai atteso per tutto questo tempo che noi ti chiedessimo di provarti ai nostri occhi?- chiese Gidan.

-Certo! Quale idiota segue un condottiero se quello non gli ha dato prove tangibili del proprio valore?

Silenzio assoluto.

Qualcuno sbuffò appena scostandosi i capelli dal viso.

-Ragazzi, lasciate che ve lo dica, a voi Cosmos ha fatto veramente male- fece Guardiano passandosi una mano sul viso nascosto.

Poi una luce rossa s'accese, facendolo voltare.

-Oh, la nebbia ha fatto breccia- disse Guardiano raggiungendo la console -Perfetto ragazzi, tra poco iniziano le danze. Mi dispiace ma dovrò provarmi a voi sul campo di battaglia, il tempo stringe.

Gli eroi si fissarono l'un l'altro insicuri.

-Io non mi fiderò- decise Lightning ad alta voce -Troppe volte è successo.

-Neanch'io posso fidarmi- ammise Firion -Sa troppo di noi e noi troppo poco di lui.

-È vero. Dopo il nostro primo incontro ha menzionato Squall- aggiunse Guerriero.

-Questo non ce l'avevi detto- rispose quest'ultimo.

-Io sono disposto a fidarmi- disse Cecil venendo avanti -Ha dimostrato più volte di volerci aiutare, non di volerci punire. Nemmeno i nostri nemici avrebbero messo in atto un piano così ardito per farlo.

-Anche secondo me. Ho un certo naso per il male. Non ne ha mostrato quando è venuto da me- disse Yuna.

-Confermo- disse Gidan -Mi inquieta, ci sono cose che non vuole dirci, ma lo fa a fin di bene.

-Quell'uomo si è spinto tanto per averci tutti qui. Non vedo altro motivo, specialmente se quanto egli ha detto sul mondo di Guerriero si è rivelato realtà- si aggiunse Cloud.

-Io sono neutrale. Se dovesse tradirci assaggerà il filo della mia spada, ma fino ad allora farò quello che mi dirà- s'intromise Squall.

-Potrebbe essere troppo tardi- intervenne Vaan -Dobbiamo decidere adesso se seguirlo o meno adesso. Sul campo è già troppo tardi.

-Tu come ti schieri Vaan?- chiese Guerriero.

-Contrario. Non posso accettare che qualcuno con la sua potenza guidi le mie azioni. Ho imparato questo combattendo contro Archadia.

-Questa non è Archadia, Vaan, abbi fede- gli disse Cecil.

-Io mi dichiarò a favore. Non ci ha traditi fin'ora, non credo che lo darà in futuro- intervenne Bartz.

-Come puoi non sentire l'aura di oscurità che emana- s'intromise Light.

-Io non vedo malvagità in lui. Non è il male- la contraddisse Yuna.

-Anch'io trovo illogico che voglia ucciderci dopo averci sopportato per tutto questo tempo- intervenne il piccolo eroe.

-Luneth!- esclamarono alcuni.

-Io lo seguirò- rispose -Per proteggere Terra.

-Grazie. Allora per me va bene seguirlo- rispose la ragazza, mentre Cloud le cingeva il collo con il braccio, facendo ingelosire il piccolo.

-Squall- Guerriero si volse vero l'ultimo -Sei sicuro di voler restare neutrale?

-Io mi sarei opposto. Con tutte le mie forze. Ma su quel campo dovremo essere uniti. Tutti. Non possiamo essere divisi. Io mi dichiarò a favore.

Guerriero si prese un secondo di silenzio -Io lo seguirò. Potrà sembrare stupido ma è la migliore chance che ho per salvare il mio mondo. E ha promesso di proteggervi tutti. Anche te Cecil.

-Grazie della fiducia, spero di non deludervi- rispose Guardiano, ovviamente facendo sentire tutti un po male perché avevano atto una scenata del genere davanti a lui.

-Mantieni la promessa e andrà tutto liscio- replicò Guerriero, prima di volgersi verso i compagni.

-Ma perché Cecil è così importante?- chiese Gidan, scendendo dal blocco.

-Oh non ve l'ho detto. Sto per diventare papà!

Il macchinario continuò a fare bip.

-Il tempo per fargli gli auguri c'è, non state li imbambolati- li redarguì Guardiano.

-Bravo! Bravo!

-Evviva!

-Cecil complimenti!

-I più sentiti!

-Come lo chiamerai?

-Maschio o femmina?

-Dagli il mio nome!
-Ti sei sposato?

-Quando è la cerimonia?

-Posso essere la madrina?

Ignorando la cacofonia Guardiano agganciò l'obbiettivo e si preparò a far scendere tutti.

-Amici miei- li richiamò, mentre una luce bianca cominciava a fendere la nebbia -Da adesso in poi siamo in guerra. Vi ho radunati, strappati ai vostri mondi e alla vostra pace, per portarvi tutti qui, a combattere insieme un nemico, un nemico viscido e infido, che molti conoscono. Ho promesso che vi avrei rimandati tutti a casa sani e salvi, e farò il possibile per mantenere questa promessa, ma dovrete guardarvi le spalle a vicenda sul campo di battaglia. Siete tornati al passato, quando combattevate insieme. Non dovete assolutamente dubitare gli uni degli altri, sarebbe un immenso errore. Vi auguro buona fortuna, da qui in avanti sarete voi e solo voi a determinare le sorti di questo conflitto.

Mentre la luce riempiva il loro campo visivo Gidan chiese a Lightning -Allora, che sapore aveva l'Elisir?

-Nessuno. Perché dovrebbe averne?

-Non lo so, mi sentivo come se dovessi chiedertelo.

Nel mentre un colpo di frusta risuonava nell'aria, mentre Guardiano nascondeva un altra scritta fiammeggiante nella manica sinistra.


A\N: E qui si conclude il capitolo. La battaglia si profila all'orizzonte.

DII\N: E che battaglia...

A\N: Vero, è?

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Capitolo 12
*** Zitto e nuota, nuota e nuota... ***


A\N: Iniziamo a combattere ragazzi...anzi no. Scusate oggi si fa doppio capitolo, questo comico e il prossimo a scopo di potenziamento epico, fomentare eccetera eccetera, da domani mazzate, cazziate, massacri, esplosioni, strangolamenti, strappare le viscere eccetera.

DII\N: Mmmmmhhh, che piaga che sei.

A\N: Tu sei il cancro dell'entusiasmo.

DII\N: Ma tanto la gente vuole il massacro no?


Sconosciuto #1: -Gidan vedi qualcosa?

Sconosciuto #2: -Ah, mi hanno toccato!

Sconosciuto #1: -Ero io, scusa.

Sconosciuto #2: -Ah! Chi sei?

Sconosciuto #1: -Chi sono...? Chi vuoi che sia, sono io.

Sconosciuto #2: -Sei...sei la mia coscienza?

Sconosciuto #1: -...No sono Squall cretino.

Sconosciuto #2: -Aaaahhhh, Squall. Ehi.

SQUALL: -Mi rispondi?

Sconosciuto #2: -A cosa?

SQUALL: -Alla domanda.

Sconosciuto #2: -Quale...ah, no non posso.

SQUALL: -Perché?

Sconosciuto #2: -Perché forse sono Vaan?

SQUALL: -Oh. Pardon.

VAAN: -Prego. Mi chiedo come fai a scambiarmi con uno che ha la coda?

SQUALL: -Forse perché non ci vedo?

Sconosciuto #3: -Ragazzi, siete voi?

SQUALL: -Si Firion tranquillo, siamo noi.

FIRION: -Non vi vedo, non vi trovo...

VAAN: -Beh attento a come ti muovi, qui si rischia.

SQUALL: -Qualcuno mi sta toccando il pipolo.

VAAN: -Il pipolo?

SQUALL: -Si.

FIRION: -Cos'è? Dicci cos'è Squall!

SQUALL: -È il pene. Un nomignolo diffuso tra gli adolescenti.

FIRION: -Pene!?

VAAN: -Da le mie parti lo chiamiamo “falciarose”.

FIRION: -Eh?!

VAAN: -Per finta Firion, per finta.

SQUALL: -Firion non è che sei tu?

FIRION: -A-a-a-a fare cosa-a?

SQUALL: -Stringi. Ouch, molla!

FIRION: -YYEEEEEEEEEKKKKKKKKKKKKKKKKKKKK!!!!!!

VAAN: -Ahia!

FIRION: -Scusa Vaan...!

Sconosciuto #4: -YEEEEECHHHH!!!!!!!!!!!
FIRION: -Ho pestato qualcuno!

GIDAN: -Bartz all'attacco! Qualcuno ha colpito la mia coda! Reggimi sulle spalle!

Sconosciuto #5: -Non sono Bartz...

GIDAN: -L-Light?

LIGHTNING: -Si.

FIRION: -Ah, grazie al cielo- *smack*.

SQUALL&VAAN: -Firion! Ma dai.

FIRION: -Ehi! È uno dei pochi momenti in cui lo posso fare.

LIGHTNING: -Ma non mi hai baciato.

FIRION: -Ah no?

Sconosciuto #6: -Firion, posso dirti che non sei esattamente un principiante...

FIRION: -C-C-C-C-C-C-C-ecil????????????????

CECIL: -Temo di si.

FIRION: -Oh porca...ahio.

Sconosciuto #7: -Ehi attento.

SQUALL: -Ciao Cloud, perché non parli mai?

CLOUD: -Zitto tu, sfregiato, così rischi di svegliarla.

SQUALL: -...Chi scusa?

CLOUD: -Terra.

SQUALL: -Sicuro che sia lei?

LIGHTNING: -Ragazzi, chi mi ha fregato le mutande!?

GIDAN: -Light io no di certo!

LIGHTNING: -Ah si!?

GIDAN: -Al cento per cento!

Sconosciuto #8: -Cosa succede?

CECIL: -Ehi Bartz, hanno rubato le mutande a Light...

BARTZ: -Whoa, io non c'entro! Ero svenuto fino ad un attimo fa!

LIGHTNING: -Allora chi?

CLOUD: -Zitti!
SQUALL: -Ma che ti strilli tu! E che ne sai che quella è Terra?

CLOUD: -E chi altri può essere?

SQUALL: -Yuna? Guerriero forse! E...chi manca?

BARTZ: -Luneth!

SQUALL: -Ah, Luneth...

FIRION: -Capirai, lui quando lo troviamo? È talmente basso che anche se ci provassimo non lo ve...ahio! Ahio! Ahio!

Sconosciuto #9: -Ritira tutto spilungone!

FIRION: -Come sapevi che ero io?

LUNETH: -Intuizione. E ho un paio di visori notturni.

GIDAN: -E dove li hai presi?

CLOUD: -Ecco chi ce li aveva.

LUNETH: -Te li ha fregati Vaan. E io li ho presi spiegandogli come spogliare le ragazze a morra cinese.

VAAN: -Luneth!

LIGHTNING: -Io ti ammazzo brutto pervertito.

CECIL: -Light, sono Cecil...

LIGHTNING: -Scusa!

LIGHTNING: -Luneth? Chi ha le mie mutande?

LUNETH: -Uno che ancora non realizza la loro funzione.

Sconosciuto #10-Queste sono mutande?

BARTZ: -Guerriero!

LIGHTNING: -Tu?

GIDAN: -Questa sarà epica!

-Avete finito di fare i coglioni!?- esclamò Guardiano sparando un raggio di luce che illuminò l'intera scena -Allora? Possibile che non ce ne fosse uno solo di voi in grado di fare luce?

Quelli si agitarono a disagio, cercando di abituarsi alla luce.

Cloud ancora non aveva realizzato di star accarezzando il capo di Bartz, e quando lo capì il mimo se l'era già squagliata alla grande.

-Oh, miseriaccia, in fondo alla vallata in una notte senza luna piena dovevamo finire?- si chiese l'incappucciato mentre rinfilava il faro gigante nel mantello multiuso (tipo gonnellino di Eta Beta).

-Eh, ma così non ci vediamo niente di nuovo!- esclamò Gidan insoddisfatto di non aver scorto quello che non poteva vedere.

Qualcosa colpì in testa il Jenoma e gli cadde in mano

Poi un globo luminoso apparve girando attorno alla testa di Yuna, una specie di sfera volante, mentre Terra, che era un bravo meccanico ma non così fortunata con la tecnologia, si puntò in faccia il raggio di luce di una torcia, apparendo spettrale per un attimo e facendo sguainare le armi a tutti quelli che non sapevano della tecnologia (per inciso Guerriero, Firion, Luneth, Cecil, Bartz, Vaan e Gidan).

-Terra il fascio di luce va puntato attorno, senno non si vede- spiegò Guardiano, che era davanti alle due, accompagnando con la propria mano il polso della ragazza nella giusta posizione.

In meno di trenta secondi Terra era di nuovo tra le braccia di Cloud, che la stringeva lanciando occhiatacce al guerriero in nero.

Guardiano non si sorprese e lanciò all'ex-SOLDIER un'altra torcia, che lui prese al volo e accese, illuminando i compagni, che poterono afferrarle al volo e dopo un paio di spiegazioni da Squall e Lightning riuscirono ad usarle nel modo corretto.

Gidan, anche a causa del fatto che Guardiano gliel'aveva tirata in testa, credette di poter vedere attraverso i vestiti, ma infatti non era vero e per altro Firion lo colpì in testa con lo scudo abbastanza forte da fargli crescere un secondo bernoccolo.

-Possiamo pensare a muoverci piuttosto che tentare di accecarci, Guerriero?- chiese Guardiano, che per quanto tranquillo potesse essere, stare con tutti e dodici quei soggetti stava per farlo diventare una bestia.

L'eroe continuava a rigirarsi la lampada tra le mani, avvicinando di tanto in tanto un occhio alla parte luminosa, fino a battere sulla barriera trasparente che teneva la lampadina al sicuro.

-Guerriero?- chiese ancora l'incappucciato, facendolo volgere verso di se l'interessato, che fece una faccia terrorizzata.

-Compagni, non vedo!

Mentre Squall, Cloud, Lightning e Yuna si davano un ceffone in fronte, gli altri reagivano strani.

Firion, che aveva fatto la stessa cosa di Guerriero, stava urlando terrorizzato, lasciando cadere la torcia; Cecil era corso al fianco dell'ex-leader e stava cercando di capire cosa fosse successo; Luneth accusava Guardiano di averli imbrogliati; Terra si stringeva forte a Cloud, spaventata; Bartz e Gidan fissavano la scena poco convinti preferendo spegnere le proprie torce; infine Vaan gridava qualcosa a proposito della magicite e delle nethecite.

Alla fine ai tre guerrieri della tempesta saltarono i nervi e mandarono tutti al tappeto (escluse Terra e Yuna che erano state tratte in salvo da Guardiano) e ringhiando come dei lupi affamati.

-Non dovete puntarvi la parte che illumina negli occhi, vi abbaglia e voi non ci vedete più un emerita anima- spiegò Guardiano, soddisfatto dello sfogo dei suoi compagni e quindi non più incline alla violenza.

-B-buono a...sapers...i- riuscì a rantolare Guerriero, tra tutti i cadaveri quello che aveva retto meglio.

Qualche goccia Elisir dopo e tutti erano in viaggio, in fila indiana.

-Come mai ci hai arrangiati così?- chiese Terra, terza in ordine e quindi subito dietro a Guerriero e Guardiano, che guidava.

-Perché ho imparato che essere prudenti è la migliore opzione.

-Rischiamo qualcosa?- chiese Gidan, in mezzo alla fila.

-Voi no, le ragazze si.

-E perché?

-Ogni tanto nei dintorni di dove mi trovo, sbuca un ibrido umano-serpente, e lui come avrete capito va sempre a caccia di belle fanciulle.

-Eh?- fece Yuna, sempre in mezzo alla fila.

-Disgustoso- mormorò a mezza voce Lightning.

-Quindi noi siamo sotto stretta sorveglianza per questo motivo?- chiese Yuna, cominciando a lanciare rapide occhiate tutt'intorno.

-Si. Ma tranquilli, tutti, non appare il 100% delle volte. E mai vicino a me.

Con queste silenziose premesse i tredici s'avviarono in silenzio, raggiungendo l'altro versante della montagna.

Scivolarono tra massi, precipizi, salite scoscese, costoni e infine arrivarono a scorgere il cielo.

-Qui è perfetto, abbiamo trovato un buon posto per dormire e un ottimo punto d'osservazione- disse Guardiano con decisione, fermandosi bruscamente come sull'attenti e ritrovandosi con gli altri che gli andarono a sbattere dietro.

-Scusate- rispose grattandosi la nuca dall'imbarazzo.

-Cosa dovremo fare adesso? Queste torce non illuminano molto- disse Squall.

-Semplice, dovete riposarvi fino all'alba, quando vi sveglierò e proverò farvi capire cosa sta succedendo e cosa succederà.

-Io non mi fido a dormire con te- rispose il SeeD puntando la sua torcia in faccia all'uomo in nero.

-Tranquillo, nel sonno non morde- li rassicurò Cecil, mentre si appoggiava alla parete di roccia.

-Chi farà il primo turno di guardia?- chiese Lightning, scrutando con attenzione i dintorni e puntando la sua luce a destra e a manca.

-Non credo che serva qui- rispose Guardiano mettendosi comodo.

-Ce lo garantisci sempre tu?- ringhiò lei, ma Guerriero intercesse.

-Abbiamo deciso all'unanimità che ci saremo fidati di lui, venire meno alla nostra parola adesso è inutile.

-Specialmente considerando che domani sarà una giornata lunga- aggiunse l'incappucciato.

-Perché non parli adesso così la finiamo con questa commedia?- insisté la ragazza, mentre tutt'attorno gli altri membri del gruppo cominciavano a lanciare sguardi sempre più frequenti alla loro ambigua guida.

-Dormite, o vi ci costringo io- fu la secca risposta.

Con uno sbuffo gli eroi si coricarono.

Anche Lightning, decisa a non perdere il proprio tempo prezioso.

-Senti, a proposito di quel mezzo-serpente- chiese Gidan, fissando il cielo -Come lo chiami?

-Non lo chiamo- rispose Guardiano, lasciando una certa rabbia trapelare.

Non sapendo se era per la domanda o per l'argomento, Gidan evitò di far infastidire ancora di più lo sconosciuto.

Sarebbe venuto il sonno?

Cloud strinse Terra tra le sue braccia, protettivo, mentre Yuna stava musona perché non si era potuta addormentare vicino a Guerriero.

Squall rimase a fissare il cielo, chiedendosi se aveva fatto bene ad andarsene dal suo mondo.

Ricordava chiaramente il momento in cui i guerrieri dell'armonia si erano separati, quando egli stesso aveva sperato di combattere assieme a tutti loro.

Ma era passato un anno.

Venne interrotto quando sentì un mugugno alla sua sinistra, e vide Lightning sistemarsi solitaria sulle rocce.

Chiedendosi dov'era Firion si girò dall'altra parte e lo vide di schiena.

“...Perché?” si chiese il guerriero con la cicatrice.

-Scusate ragazzi- fece alzandosi in modo da fare rumore e attirare l'attenzione degli altri due.

Gli sguardi s'incrociarono prima che gli “amanti” arrossissero e si voltassero in direzioni opposte.

-Non sai mai qual è la chance migliore Light- disse Yuna con tono saggio -Non fartene sfuggire una.

Squall andò a sdraiarsi vicino a Gidan, tanto per cambiare, e pensò di aver finito con i suoi problemi.

Poi sentì un altro corpo stringerglisi attorno.

Pensò fosse Bartz e lasciò correre, ma quando senti l'umido delle labbra sulle proprie spalancò gli occhi lievemente preoccupato e vide che Yuna aveva brillantemente tentato di cogliere un'altra chance, ma purtroppo Squall reagiva male la stese con una gomitata di riflesso.

-Ehi!- esclamò Gidan prima che un martello con la testa-ehi gli calasse in capo stendendolo.

-A. Dormire.

Alla fine Light e Firion non rimasero lontani e passarono la notte cullandosi, mentre Guardiano guardò il cielo sperando in un futuro radioso, perché domani sarebbero successe molte cose.


A\N: E qui ci si prepara alla giornata pesante.

DII\N: Santo cielo quanto ti ci è voluto per farlo.

A\N: Non discutere con me ogni stramaledetta volta!

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Capitolo 13
*** La calma prima della tempesta ***


A\N: Oggi sarà un gran giorno! No, secondo capitolo pubblicato oggi per prepararvi alla battaglia imminente e mettere un po di pepe sulla trama, cosa che non facevo dai primi capitoli...

DII\N: Datti. Una. Mossa.

A\N: Fallo tu se credi di essere più veloce.


Lo squadrone armato giunse, calpestando la terra senza pietà.

Erano armati di Cornelia.

Le stesse armi.

Gli stessi scudi.

Lo stesso emblema.

La stessa tenacia inespressiva.

Dall'alto della sporgenza si vedeva tutto l'altopiano, inclusa la fortezza in pietra trincerata tra le montagne, massiccia e all'apparenza inviolabile.

Mentre le truppe marciavano senza curarsi dei dintorni, Guardiano svegliò i guerrieri uno ad uno, intimandogli il silenzio e indicandogli il nemico.

-Quelli erano i miei uomini- disse Guerriero sottovoce.

-Quelli non sono uomini, quelli sono Manikins- lo contraddisse Guardiano.

-Cosa!?

-Manikins!?

-Qui!?

-Com'è possibile!?

-A quanto pare lo scopriremo molto presto- rispose Guardiano alzando lo sguardo sulla fortezza -Dovremo entrare e radere tutto al suolo.

-Qualche idea?- chiese Luneth.

-Venite qui, al coperto- li invitò l'incappucciato, facendosi indietro dal bordo della sporgenza e raccogliendo tutti attorno ad un piccolo oggetto sferico.

Questo s'illuminò e trasmise un immagine olografica della fortezza in tre dimensioni.

-Come fai a sapere già com'è costruita?- chiese Cecil affascinato.

-Ci sono stato, ora ascoltatemi bene: ci sono due livelli. Quello superiore è visibile dall'esterno, ed è composto dalle mura e dagli edifici, mentre l'altro è un immensa rete sotterranea. I Manikins vengono tenuti la sotto. Il livello sotterraneo è un immensa caserma, dove si addestrano, vestono e armano. Tutte le case in realtà sono punti d'osservazione: ogni edificio del livello superiore è collegato alla caserma. I Manikins fanno a turno per tenere d'occhio le strade attraverso ogni singola casa. Le vie sono strette per passarci in mezzo e anche un piccolo manipolo di quei mostri in ogni edifico è in grado di mietere un gran numero di vittime. Inoltre concentrandosi sull'assalto agli edifici il nemico subirebbe ingenti perdite e nessun vantaggio tattico: se cercasse d'invadere i sotterranei seguendo le stesse vie dei Manikins verrebbero annientati facilmente, dato che gli accessi sono stretti, permettendo il passaggio di massimo due persone alla volta. Sono fatti per un cambio di guardia e piccoli afflussi, e con una disposizione capillare centinai di Manikins posso riempire le case e riversarsi all'esterno.

-In sintesi fare un attacco diretto equivale al suicidio- rifletté Squall, osservando con attenzione il modellino.

-Ma c'è sempre una via d'entrata- ricominciò a spiegare Guardiano -Guardate queste due torri alle estremità delle mura, attaccate alla nuda roccia. Qui è tutto un altro discorso. Come se le case non fossero sufficienti, una volta che il nemico a sfondato il cancello ed è penetrato in città, orde di Manikins escono da questi due posti di guardia, travolgendo la resistenza nemica sulle mura e tagliando i due fronti, così da intrappolare gli invasori e annientarli. Tutto ciò grazie al fatto che le vie che portano alle torri sono costruite in modo da sostenere centinaia di Manikins in contemporanea, garantendo un afflusso incredibile di forze, che possono tranquillamente spazzare via gli attaccanti boriosi della vittoria come il vento, distruggendo e scale e respingendo le forze rimanenti.

-Quindi se lasciassimo quelle vie libere saremo nei guai- disse Gidan, lanciando occhiate dubbiose alla fortezza vera.

-Ottima strategia. Se lasciassimo i loro punti forza senza ostacolarli saremmo condannati. Ma come potremo fare?- rifletté Lightning osservando la piantina.

-Dovremo dividerci per bloccare i due fronti- disse Guerriero preoccupato -Non riusciremo a tenerli per molto.

-Il vostro compito non è impedire ai Manikins di uscire dalle torri, ma di distruggere le vie d'accesso- lo corresse Guardiano -Bastano due squadre ben affiatate per sabotare.

-Ma come dovremo fare?- chiese Cloud.

-Quello temo dovrete scoprirlo una volta dentro. Ma la parte più difficile sarà come impedire ai Manikins sulle mura di intercettarli prima che arrivino alle torri. Serve un attacco frontale, un attacco suicida. Ecco perché gli altri sei saranno in una situazione ancora peggiore. Dovrete resistere a lungo, e assaliti da tutti i fronti. Sarà vitale che non vi addentriate nei vicoli, o sarà la fine. Dovrete restare vicini al cancello principale, e asserragliarvi in modo da non permettere al nemico di travolgervi, circondarvi o prendervi di mira da entrambi i fronti, o sarete annientati, o peggio.

-Io andrò al cancello. Devo risolvere questa questione una volta per tutte- decise Guerriero.

-Sarai tu a decidere. Da adesso sei al comando- rispose Guardiano ritornando alla spiegazione, prima di essere interrotto.

-Io...al comando? Non capisco. Tu...?

-Io avrò altre cose da fare. Ascoltate attentamente...

-Come posso essere io al comando?- insisté Guerriero, sconvolto.

-Ha ragione. Avevi detto che avresti garantito la nostra sicurezza- si aggiunse Firion, indignato.

-Ed è quello che mi preoccuperò di fare, ma non ho mai detto che vi avrei guidato in battaglia. Non è il mio compito, ma vostro di trovare l'armonia e la forza di combattere, soprattutto tu come leader!

-Ma io non posso! Sono solo un ingenuo, un pagliaccio, un idiota! Ho lasciato il mio mondo marcire seguendo l'illusione del mio sogno...!

-E cosa hai fatto per tredici cicli, eh? Sei rimasto a piangere con le mani in mano seguendo il tuo comandante verso morte certa? No tu ti sei alzato combattendo in nome di ciò che credi, sconfiggendo i tuoi nemici e combattendo con forza e costanza, in modo da annientare i tuoi avversari ogniqualvolta ti minacciavano. Per dodici volte sei caduti e per altrettante ti sei rialzato combattendo fieramente. È ora di smetterla di nascondersi dietro a questo sentimento d'inadeguatezza che ti hanno instillato quei cani. Alzati e combattili, Guerriero. È ciò che ti definisce!

Guerriero sembrò spezzarsi.

Infrangersi.

Distruggersi in mille pezzi.

Quella era solo una facciata.

Era una subdola macchinazione.

Non era vero niente.

Tutto per renderlo impotente.

Stringendo con rabbia e frustrazione la propria spada l'eroe si erse, fiero e serio.

Era di nuovo l'inflessibile spada che aveva combattuto per Cosmos.

Letale.

Unica.

Fedele.

Affilata.

-Faremo come dici- disse con decisione.

Gli altri erano sbalorditi, lasciando i loro sguardi scivolare da Guerriero a Guardiano e viceversa.

-Molto bene- rispose quest'ultimo sorridendo compiaciuto -Allora li lascio nelle tue mani fino al mio ritorno.

Gli offrì la mano e Guerriero la strinse con orgoglio, prima di lasciare che il guerriero in nero partisse di corsa con il mantello svolazzante in direzione opposta alla fortezza.

-Ascoltatemi bene, tutti. Adesso siamo soli. Le nostre sono le uniche forze su cui possiamo contare. Squall, tu sei al comando della tua squadra. Tu, Gidan e Bartz dovrete attaccare la torre di sinistra. Cloud, tu sei al comando dell'altra squadra, e dovrai farti accompagnare da Terra e Luneth. Tutti voi altri con me. Serrate i ranghi e siate rapidi nel muovervi. Attraverseremo un lungo percorso allo scoperto, e il cancello è ancora da sfondare...

Un raggio di energia blu attraversò rapido l'altopiano colpendo il cancello e facendolo esplodere in una miriade di frammenti.

Un foglio giunse a loro portato dal vento.

Sopra vi era scritto 'Un ultimo augurio da parte mia', firmato 'Mr. D'.

-Chi è Mister D?- chiese Gidan.

-L'altro nome con cui Guardiano è solito presentarsi- spiegò Guerriero -Ora il cancello non rappresenta più una minaccia, ma abbiamo perso l'elemento sorpresa, per cui dovremo essere rapidi e precisi! Tutto chiaro?

Luneth alzò la mano -Non abbiamo da mangiare.

Bel problema.

Tante belle parole e poi mancava l'elemento base: cibo e acqua.

Guardiano aveva fatto bene a farli riposare molto la sera prima, ma adesso come potevano dei soldati continuare a combattere senza aver riempito i propri stomaci?

-Ah, abbiamo una soluzione- esclamò Terra raggiante, facendo scattare qualcosa piegando il braccio.

Quindi lo distese e una piccola cassa arrivò percorrendolo sue delle mini rotaie estensibili -Guardiano mi ha aiutato a perfezionare il produci-elisir, riuscendo ad attaccarlo alla mia spalla, in modo che sia portatile, e ha anche miniaturizzato la cassa che fa da contenitore- spiegò lei, mentre gli altri strabuzzavano gli occhi.

-Quanti elisir abbiamo?- chiese Guerriero, rincuorato.

-Più o meno un centinaio.

-EH!?- tutti quanti esclamarono con gli occhi di fuori.

-Ma se sono così piccoli come facciamo a vederli?

Terra depositò la cassa miniaturizzata al suolo, e quella s'ingrandì abbastanza da assumere le dimensioni di un forziere.

A quel punto la ragazza iniziò ad estrarre le boccette, che riassumerono le normali dimensioni.

-Una per uno adesso, e cinque per ognuno da portarsi in battaglia.

-Ti amo- fece Cloud rubandole un altro bacio, mentre Gidan lanciava occhiate invitanti a Lightning e Firion, che evitarono di incrociare lo sguardo.

-Davvero?- chiese Terra una volta che il bacio finì.

*GONG*

La ragazza non aveva la minima idea di cosa avessero fatto lei e Cloud in quelle ultime ore.

-Ehm...tu sai cosa fanno le persone quando si piacciono?- tentò di spiegare il biondo.

-Fanno tante cose, non capisco- fu l'ingenua risposta.

-Allora...quando senti una forte attrazione per qualcuno in particolare?

-Attrazione...come le calamite?

Mentre tutt'attorno gli eroi cominciavano a dare per persa la ragazza, Gidan prese di petto la situazione.

-Ascolta Terra, prendi Lightning e Firion come esempio- fece la scimmietta indicando i due, che immediatamente sentirono un brivido correre lungo la loro spina dorsale.

-Lei è tanto scorbutica, irritante e scontrosa, mentre lui è gentile, di buon cuore e tanto timido. Ma in realtà scommetto che Light è una piccola fanciullina che cerca qualcuno che la coccoli, mentre sotto sotto il caro Firion vuole fare “questo” e “quello” vero?

I due interessati arrossirono e cercarono di nascondersi alla vista dei colleghi prendendo Squall e Cecil come scudi umani.

-Però prima di comprendere “questo” e “quello” devi capire che ci sono due categorie di esseri viventi: maschi e femmine. I maschi siamo noi: io, Squall, Cloud... Le femmine invece siete voi. Devi comprendere che queste due categorie di esseri viventi sono destinate ad attrarsi a vicenda, per garantire l'ordine naturale delle cose, e perciò come puoi immaginare Cloud prova questa attrazione per te, altrimenti non ti avrebbe tenuta così stretta a se. E tu, siccome non hai mostrato di esserne infastidita, ne sei altrettanto attratta. E lo stesso vale per Lightning e Firion. Vogliono nasconderlo per vergogna ma si stanno rincorrendo da quando si sono conosciuti. E credo che quanto detto adesso sia sufficiente a chiarirti i dubbi.

Terra sentì il cuore battere molto più forte.

-Hai compreso?

-Si- rispose lei, prima di posare nuovamente il suo sguardo su Cloud, che sembrava attendere una risposta.

-Allora...ti amo anch'io?- disse lei titubante.

L'uomo l'abbraccio forte -Lo so.

Light e Firion continuarono a fare i vaghi, non ce la facevano a farsi riconoscere da tutti in quel modo, ma inevitabilmente Yuna e Cecil gli lanciarono uno sguardo provocativo.

-Avete preso tutti gli Elisir?- chiese Guerriero, qualche minuto dopo.

-Yes!- esclamò Yuna, apparendo piena di vita.

-Amici- Guerriero si volse verso i suoi compagni -Abbiamo combattuto infinite battaglie, alleati o nemici che fossimo in quei cicli mutevoli. Ma ora che siamo liberi non lottiamo solo per l'armonia, ma lottiamo per la libertà, una libertà che ci appartiene e che mai più potremo permettere che venga strappata via a guerrieri e combattenti dagli infiniti mondi che ci circondano. Per la prima volta realizzo la realtà che abbiamo sperimentato lottando per Cosmos in ordine di garantire la pace. Non è diverso da quello che i signori di queste terre fanno ai loro sudditi e sottoposti. Ma oggi ci siamo noi. E questo ciclo di violenza- si volse verso la fortezza, giungendo al limite della sporgenza -Finisce con la nostra discesa. Mai più si ripeterà!- alzò la sua spada al cielo, che in risposta tuonò.

-Per un mondo di uomini liberi!- la spada di Firion si sollevò.

-Per un mondo equilibrato!- la lama di Luneth si unì alle altre.

-Per un mondo di luce!- la spada di Cecil brillò, mentre i tuoni si facevano più forti.

-Per un mondo pieno di vita!- un breve lampo squarciò il cielo.

-Per un mondo di gioia!- le nuvole apparvero, scivolando oltre la montagna.

-Per un mondo in pace con se stesso!- il vento cominciò a soffiare.

-Per un mondo senza oppressioni!- si scorse il primo fulmine, mentre il vento si faceva sempre più impetuoso.

-Per un mondo senza vendetta!- la pioggia cominciò a cadere, mentre i le luci dei lampi si facevano sempre più frequenti.

-Per un mondo senza egoismo!- il sole venne coperto.

-Per un mondo senza tiranni!- un tuono temibile fece tremare il mondo

-Per un mondo senza dei!- finalmente i fulmini squassarono la terra, illuminando il campo di battaglia con luce tetra.

-Oryaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!- gridò Guerriero saltando giù.

-ORYYAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!- gli fecero eco gli altri undici, seguendolo giù per il fianco della montagna prima di divorare l'altopiano.

Il vento a favore faceva garrire al vento i mantelli e i capelli, zuppi di pioggia.

I tuoni facevano rimbombare i passi.

Fulmini e lampi si riflettevano nelle dodici paia di occhi, mostrando la determinazione, la furia, il coraggio.

La tempesta è arrivata.

Sfido chiunque a fermarla.


-Cos'era quell'esplosione?
-Un attacco al nostro cancello principale.

Strinse le proprie nocche.

-Bene, a quanto pare avremo ospiti molto presto. Preparatevi a resistere a oltranza.

-Come desidera- il guerriero con l'ascia si alzò e uscì, seguito dai suoi compagni.

-A che punto siamo con le preparazioni?- chiese, rilassando le proprie mani e appoggiandole al trono.

-La crepa è stabile. Ora ci manca solo l'ingrediente principale- disse l'uomo, che attendeva in ginocchio.

-Molto bene allora. Portalo da me- lo invitò con un gesto della mano, facendo scintillare i bracciali.

-Sarà un onore per me- rispose l'uomo, alzandosi e avviandosi con un doveroso inchino, stringendo una lama dal pomolo ingioiellato.

-Heiner!- lo richiamò -Ci serve vivo. Un altro errore non sarà tollerato.

-Si, mia signora- fece il re, volgendosi per fare un altro inchino.

Quando l'uomo scomparve, i tuoni e la pioggia cominciarono a farsi udire.

Sorrise, soddisfatta.

-Bentornato a casa Guerriero.


A\N: Epicoooooo! EPICO!EPICO!EPICO!

DII\N: La fai finita? Auto compiacersi di ciò che si scrive in questo modo è sintomo di instabilità, lo sai?

A\N: Non ci posso fare niente. Sentivo i “Two Steps From Hell”, sono troppi ispiranti!

DII\N: Sembri una bimbominkia al primo amore.

A\N: Ripeti un attimo.

DII\N: *tira fuori il bazooka e ci infila la mia testa dentro* Fai nell'angolo e ciucciati il dito, maniaco.

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Capitolo 14
*** Battaglia! ***


A\N: E alla fine, dopo undici giorni d'attesa (quasi due settimane mi dispiace molto) finalmente inizia la battaglia!

DII\N: Era ora. Comincia a finirmi il fiato.

A\N: Non dire bugie! Continua a dettare, forza!


Si raccontò di eroi così forti da sollevare le montagne.

Si narrò di eroi così puri da sconfiggere orde di demoni con la propria luce.

Si parlò di eroi così selvaggi da aver annientato intere armate da soli.

Ma quel giorno giunsero dodici eroi, da soli davanti ad una fortezza invalicabile, e lì combatterono contro migliaia di nemici.

Guerriero si erse nella tempesta come un vendicatore, e davanti al cancello ingaggiò la sua feroce battaglia, una vendetta e un servizio per il mondo che doveva proteggere.

Le orde di Manikins si facevano avanti, minacciose e compatte, sfaldandosi di fronte alla spada dell'eroe.

Già decine avevano assaggiato l'acciaio della sua vendetta, e ancora centinai, forse migliaia, l'avrebbero fatto.

Al suo fianco Cecil scattava mulinando la spada, finendo i nemici che scampavano alla furia dei suoi compagni, e dando manforte a Guerriero scivolando come un fulmine tra le orde che avanzavano.

Firion e Lightning combattevano alla sua destra, con un fuoco di sbarramento devastante, lei con il Gunblade, lui con l'arco, fendendo l'aria con frecce luminose e travolgendo decine di Manikins in un colpo.

Ogni volta che un fulmine cadeva alle loro spalle, la ragazza lo usava per colpire i nemici attorno a lei.

Yuna dal canto suo era una furia, colpendo decine di avversari con le pistole, senza darsi tregua. Ogniqualvolta qualcuno s'avvicinava troppo, lei lo respingeva con la palla da Blitzball autografata da Tidus, e se ancora non fosse stato sufficiente evocava la spada che un tempo era appartenuta al suo amato e combatteva tenacemente, finché non le si fosse formato il vuoto attorno.

Al suo fianco Vaan alternava diverse armi, tra cui un fucile prestatogli da Balthier, una spada rubata ai Manikins e il suo stesso corpo.

Il campo di battaglia era squassato da tuoni e sporadicamente illuminato dai fulmini, mentre la terra si faceva pesante e fangosa, cedendo alla forza della pioggia.

Nel fango, ecco dove combattevano.

Guerriero continuava ad incalzare, mentre le ondate si susseguivano lasciando mucchi di nemici al suolo, diventando un tappeto, un barriera per non affondare i piedi nel fango.

Erano solo sei, ma contavano come un esercito.

Tra le fila dei Manikins s'alzò un coro di esclamazioni, mentre si aprivano lasciando passare un guerriero armato di ascia, che urlava al vento, puntando Guerriero.

Questi spazzò via i soldati che l'accerchiavano con una fluente rotazione, prima di spiccare un balzo verso Nervas, che alzò la propria arma per intercettarlo.

I fulmini continuavano a illuminare, i tuoni a rimbombare, la pioggia a cadere, il vento a soffiare.

Le volontà degli ex-guerrieri dell'armonia si ostinavano a respingere l'orda che li incalzava, ignorando sprezzanti la morte.

Quel giorno il mondo combatteva dalla loro parte.


Il mago cominciò a percorrere le mura a passo sostenuto, seguito dal battaglione armato. La cosa importante era catturare Guerriero.

Quelli erano gli ordini.

La sua signora non avrebbe perdonato fallimenti.

La tempesta non lo turbava, mentre avanzava sicuro.

Avrebbero sterminato gli aggressori e catturato il traditore, e la sua signora sarebbe stata contenta.

Il primo gemito di morte non lo raggiunse nemmeno.

Poi quando il fermento tra le sue armate si fece sentire, si volse, e vide l'ombra nera che si muoveva rapida e letale, falciando i Manikins ancora prima che essi avessero il modo di estrarre le armi.

Dietro alla prima ombra giunse una seconda, più piccola, che schizzò sui suoi soldati decapitandoli e finendo i morti, talvolta passando sotto gli scudi in scivolata per ferire le caviglie e farli precipitare.

Per ultimo giunse un guerriero con un immensa spada, che si aprì un varco con essa senza difficoltà.

Ma evidentemente l'arma era troppo pesante perché scivolò in avanti, costretto dal peso, e la lama scomparve mentre lui si rimetteva in piedi con una capriola.

La prima ombra la spinse di lato, trafiggendo al collo un nemico che stava per colpire la sua compagna, prima di gridare qualcosa.

L'ombra guizzante schizzò verso la torre, seguita dalla terza, che adesso usava un arco per colpire i soldati che sopraggiungevano.

Il mago lanciò un Thundaga per fermarli, ma la prima ombra lo parò, prima di lanciarglisi contro.

Salas cambiò l'obbiettivo degli incantesimi e li abbatté contro l'attaccante, ma quello schivò e decapitò nel gesto due soldati, prima di compiere una rotazione in aria, formando un cerchio di punti, rossi proprio di fronte al mago.

Questi usò Protega per proteggersi, lasciando che il colpo dell'avversario lo sbalzasse lontano senza far danno, prima di spiccare il volo e bersagliare le mura con decine di Firaga, Blizzaga e Thundaga, ignorando il fatto che molti dei suoi alleati erano stati investiti dalla pioggia di morte.

Era compiaciuto.

Ma ora doveva eliminare gli altri intrusi.

Il fumo che si alzava dalle mura non lo disturbava, era solo un simbolo della sua forza.

Avrebbe concentrato tutta la pioggia possibile in un unico attacco di ghiaccio, e avrebbe fatto franare la torre sopra i suoi occupanti.

Un altro fulmine squassò il campo di battaglia, e la forma nera emerse dal fumo.

Il mago, colto di sorpresa, non poté che lanciare la sfera ghiacciata non ancora perfettamente formata, ma il guerriero la spazzò via con un colpo luminoso della sua arma.

Salas evocò un altro Protega, meditando sulla sua prossima mossa.

L'ombra si fermò a confrontarlo a mezz'aria, tramutando la sua spada in una travolgente lama blu, che usò per tranciare in due mago e incantesimo.

Nel giro di pochi istanti Salas era stato annientato completamente

Sconfitto il nemico Squall accelerò in volo per tornare dai suoi compagni e costringere i Manikins che proteggevano la torre a capitolare.

La pioggia continuò a scrosciare, mentre i tuoni rimbombavano violenti


Terra osservò affascinata l'arma di Cloud compiere un ampio arco nell'aria mutilando e uccidendo a decine con un solo colpo.

-Terra!- la richiamò Luneth, facendola voltare.

Un Manikin stava per colpirla con il suo immenso scudo.

La ragazza rispose colpendo con la mano coperta dalle piastre di ferro a incastro, che si era fabbricata il giorno precedente, piegando l'arma e ferendo anche l'arto che la reggeva.

Dal guanto uscirono tre artigli di ferro lunghi una ventina di centimetri, che affondarono nel...qualsiasi cosa siano fatti i Manikin.

A quel punto un secondo nemico le arrivò alle spalle ma lei lo respinse spruzzando acido da una speciale bocchetta dall'altro braccio, prima di torcere l'arto incavato e strappare lo scudo al nemico, per poi riutilizzarlo per spingerlo oltre le mura.

Un terzo avversario sopraggiunse ma Luneth lo intercettò al volto, mentre la ragazza afferrava una spada e trafiggeva il Manikin.

All'improvviso Cloud la spinse di lato con mano ferma, e una freccia le sfiorò il volto, lasciandole una sottile ferita.

-Entrate nella torre! Io sistemo l'arciere e vi raggiungo!- le ordinò il biondo, fendendo altri Manikins che li stavano circondando

-Non riusciremo a passare! Sono troppi- rispose Luneth facendo crollare un nemico in ginocchio prima di piantargli la lama in volto.

Un nemico li raggiunse ruggendo e la ragazza sparò una piccola palla di fuoco che lo incendiò al volto

-Un modo c'è!- gridò Terra al disopra della confusione.

-Allora fatelo!- Cloud si volse, tranciando in due un altra freccia, e caricando come una furia i nemici, che caddero con una rapidità spaventosa.

Ma altri giungevano da dentro alla torre, e tra i due eroi e il loro obbiettivo ormai si trovavano decine di soldati.

-Terra cosa pensi di fare?!- grido il ragazzino, e la ragazza rispose afferrando una boccetta dal apposito congegno, per lanciarla contro i nemici.

Ovviamente, essendo il contenuto miniaturizzato, l'ondata di liquido fu l'equivalente di un otre intero, investendo i Manikins e facendoli scivolare uno sopra l'altro ricoprendoli della sostanza.

Quindi Terra liberò una fiammella dal polso della stessa mano e fece fuoco, fendendo la pioggia e incendiando il liquido, che fece il lavoro al posto loro.

-Prego dopo di lei- s'inchinò la ragazza al piccolo guerriero.

-Mi hai appena dato una splendida idea- fece Luneth, attivando l'Ex-Mode mago e sparando un Meteor nell'entrata, lasciando un inferno di fiamme.

-Ops.

Un'esplosione li fece voltare entrambi e compresero che l'arciere che li minacciava era tutt'altro che un facile avversario.

Tra la potenza dei colpi di Cloud e la magia delle frecce dell'altro stare all'aperto non era sicuro.

Si gettarono all'interno, passando tra i Manikins incendiati che finirono usando spade o le suole di ferro degli stivali di Terra.


L'ascia pioveva compiendo ampi archi e cercando di decapitarlo a ogni fendente, ma veniva inesorabilmente schivata o deviata dallo scudo, mentre la lama di Guerriero si lanciava all'attacco impetuosa, aprendo tagli nel corpo del vecchio alleato.

Ma Nervas non cedette, anzi insisté con rabbia, ignorando il dolore o le ferite.

Attorno ai due, i Manikins caricavano urlando esaltati, come se il loro campione li guidasse alla carica, prima di cadere sotto alla furia degli altri eroi.

Guerriero decise di farla finita e intercettò l'ascia nemica con lo scudo, spingendola violentemente di lato e trafiggendo al petto Nervas, ma il guerriero urlò e lo respinse con una testata, mulinando l'arma e costringendo l'eroe ad indietreggiare.

Ma Guerriero era più determinato che mai, e approfittando di un colpo che cadeva dall'alto gli frantumò i polsi con lo scudo per poi infilzarlo dal mento.

Il corpo del guerriero si afflosciò di colpo, e l'eroe lo spinse via con un calcio.

-Guerriero, sono troppi!- lo richiamò Cecil -Stanno per respingerci!

Guerriero alzò la spada e la calò, causando un terribile terremoto che fece retrocedere i Manikins per alcuni istanti.

-Frecce!- esclamò Firion, ritirandosi dietro alle mura imitato dai compagni.

Mentre anche Guerriero ripiegava, una freccia raggiunse Cecil alla gamba e il paladino si accasciò per la sorpresa al suolo.

L'eroe si fermò, sconvolto, prima di gettarsi con un grido di battaglia a fare da scudo al compagno, fendendo la pioggia di frecce.

-Guerriero no!- esclamò Cecil, cercando di trarsi via da quella situazione.

Il poiettile era passato attraverso il polpaccio e si era infilato nel fango.

Il terreno scivoloso non aiutava di sicuro il paladino a rialzarsi.

-Guerriero scappa!

-NO!- rispose quello continuando a parare frecce.

Quelle arrivavano fitte come la pioggia, mentre la spada e lo scudo dell'eroe mulinavano inarrestabili, spazzandole via senza alcun ritegno -Ho giurato di proteggerti! Ho giurato di proteggervi tutti! E darò anche il mio ultimo respiro, per farvi tornare tutti a casa sani e salvi!

-È una follia! Morirai anche tu! Lasciami! Sono spacciato, non ce la faro a combattere! Almeno salvati tu!

-Cecil! Guerriero! Andate al riparo!- esclamò Firion mentre si sporgeva per rispondere al fuoco, ma una freccia lo raggiunse al polso facendogli cadere l'arco di mano.

-Siamo bloccati!- Disse Lightning ritirando il ragazzo a riparo -Così non sopravviveremo!

-Siamo in trappola! Guardiano ha detto che avrebbe chiamato aiuti, ma ci sta lasciando morire!- esclamò Vaan, dall'altra parte.

-A me non IMPORTA!- con un ultimo temibile fendente Guerriero squassò la terra e l'onda d'urto disperse le frecce rimaste, facendole cadere al suolo inermi -Guardiano non è qui! Ci siamo noi! Venite fuori bastardi! Siamo ancora qui! Siamo ancora qui e voi non potrete fermarci!

-Light. So che sembrerà assurdo adesso, ma credo di rimpiangere di non aver dato l'ultimo bacio- le disse sottovoce il ragazzo.

-Anch'io- rispose lei baciandolo, prima di strappare la freccia e lasciarlo gemere dolorosamente, salvo poi fargli ingurgitare l'Elisir.

-Amici!- esclamò Guerriero -Vi ho radunati e vi ho condotti qui, alla morte! Non mia ma di tutti noi, in segno della mia stoltezza! Vi chiedo perdono! Sono un pessimo leader! Ma darò tutto me stesso affinché ognuno di voi sopravviva! E se anche non dovessi riuscire, io giuro qui che sarete vendicati, fino all'ultimo mostro!

L'armata dei Manikins ricominciò ad avanzare minacciosa, come una testuggine romana, urlando euforici.

Yuna strinse forte la mano di Vaan, e i due con uno sguardo d'intesa raggiunsero il fianco del loro leader, fieri e con le armi spianate.

Anche i due innamorati s'aggiunsero i propri compagni, tenendosi per mano.

-Mi sentite mostri!? Potrete anche ucciderci ma oggi non vincerete mai!

-Come un suol uomo!- esclamò Cecil rimettendosi in piedi (dopo aver staccato la freccia e rimarginato la ferita con l'Elisir), e brandendo la sua spada.

L'orda dei Manikins si fece sotto un'altra volta, mentre gli impavidi paladini gridarono con gioia, sfidando con i propri cuori l'orda nemica.

L'unica speranza che avevano, a quel punto, era Guardiano, e che le altre due squadre avessero successo.


A\N: La battaglia imperversa violenta, lasciandoci senza speranze certe per il dopo.

DII\N: Eppure siamo ancora qui. Da adesso in poi dovrai essere preciso, altrimenti rovini tutto l'effetto.

A\N: Non sottovalutare il mio talento, ho ancora modo di portare avanti questa diatriba.

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Capitolo 15
*** Fall of the Twin Towers ***


A\N: Rieccoci, feroci e agguerriti, mentre la battaglia infuria accompagnata dalla violenta tempesta.

DII\N: Allora! Ti vuoi muovere?


Gidan e Bartz si abbassarono rotolando al suolo mentre Squall passava come una girandola con il Lion Heart equipaggiato (e quindi la sua Ex-Mode), falciando più di due dozzine di Manikins prima di arrestarsi in posa dinamica su tre arti mentre il quarto era esteso in fuori reggendo l'arma, ora tornata ad essere un semplice Gunblade.

-Wow! Sei migliorato!- esclamò il ladro, ammirando la tecnica del guerriero.

-State indietro- ordinò Squall, prima di aprire il fuoco sull'apertura con una serie di attacchi ghiacciati e fulmini, facendo franare l'ingresso ai livelli inferiori

-OH YEAH!- i due seguaci si diedero il cinque, prima di vedere alcuni Manikins, mutilati precedentemente dal mago, sbucare dal fumo e farglisi incontro rabbiosi e testardi.

-Ewww, sembrano dei cadaveri ambulanti- disse Gidan decapitando il primo, a qui mancava un braccio.

-Zombie- replicò Squall finendone uno mulinando la lama e il secondo piantandogliela nel collo, in quanto strisciava a terra privo delle gambe.

-Una volta tolti di mezzo questi abbiamo finito no?- Bartz tirò una freccia che spinse oltre il bordo delle mura un soldato che saltellava su una gamba.

-Si- replicò il bruno, scivolando sotto un attacco e fendendo il nemico dall'ascella destra fino alla spalla sinistra.

-Fortuna che i pezzi tagliati non si muovano di volontà propria, altrimenti avremo un bel problema- disse Gidan privando delle mani un Manikin per poi sgozzarlo con il massimo della cura.

-Sarei più tranquillo se sapessi cosa ci fanno qui tutti questi Manikins- replicò Squall, una volta esauriti i nemici.

-Scommetto che Guardiano lo sa. Perché non ci dice mai niente?- chiese Bartz, fissando il campo di battaglia in cerca di eventuali nemici sopravvissuti o striscianti.

-Non mi fido di lui, ma se ha delle risposte farò di tutto per averle- rispose Gidan, mentre rovistava i soldati secondo le sue abitudini -Oh andiamo, che avete da guardare?- chiese quando i suoi compagni gli lanciarono uno sguardo che l'invitava a smettere.

-Sono solo dei Manikins, sembrano tutti uguali e vestono tutti uguali. Non c'è niente da recuperare- rispose Bartz.

“I Manikins non erano mai di un solo tipo. Perché questi invece si?” pensò intanto il leader, guardandosi attorno.

Poi dalle macerie cominciarono ad arrivare rimbombi.

-Che diavolo succede?- chiese Bartz, guardando in quella direzione.

-Ho il sospetto che siano quei cosi che cercano di risalire- rispose il ladro.

-Ah, ma allora che importa? Tanto sono bloccati- aggiunse l'avventuriero.

-No. Significa che siamo nei guai- esclamò Squall -Ce ne saranno migliaia la sotto. Se spingono per uscire potrebbe significare che...

Una mano eruppe dalle macerie -...che una frana non li fermerà.

I tonfi e i rimbombi aumentarono spaventosamente, mentre le macerie cominciarono a tremare.

-Trovate qualcosa di utile per bloccarli!- esclamò Squall guardandosi attorno.

-Cosa?- esclamò Bartz mentre Gidan cominciava a schizzare in giro come un fulmine.

-Non lo so, qualcosa di meglio.

-Ma non possiamo far crollare direttamente la torre?- insisté l'avventuriero.

-Con noi sotto?!- esclamò indignato Gidan.

-Anche facendo crollare la torre non li fermeremo. Dobbiamo distruggere i condotti sotterranei- gli spiegò il SeeD.

-E come dovremo farlo da qui?- chiese Bartz rovistando tra i corpi.

-Un modo c'è sempre!- rispose Squall, ormai stufo.

L'ambiente era un'immensa camera rettangolare, con un ampio spazio al centro che ospitava i cadaveri dei Manikins morti, come un tappeto infinito.

L'entrata al livello inferiore era nella parte di fronte all'entrata, e la parte crollata era di viva roccia.

L'unico modo per farla crollare ancora era una potente esplosione.

Squall cercò qualcosa, un materiale incendiabile per minare le fondamenta, una gas da far esplodere, un amuleto o un oggetto magico che gli garantisse di amplificare la sua magia.

Ma niente.

Nessuno dei Manikins portava su di se oggetti speciali o mistici, e non c'erano scorte o materiali nella stanza.

Solo due file di serbatoi raggruppate a gruppi di quattro sulla parete sinistra e alcuni tubi metallici che percorrevano la parete di destra.

Nella frana si aprì un buco, e alcuni Manikins cominciarono a strisciare a fatica tra i blocchi.

-Continuate a cercare!- ordinò Squall, gettandosi contro il primo.

Il nemico abbassò la spada che il SeeD parò facendola scivolare sulla propria, prendendo slancio e tagliando in due il Manikin, passando con rapidità al secondo che non riuscì neanche a vederlo prima di essere decapitato.

Il terzo scartò di lato, ma venne raggiunto da un pugnale evocato da Bartz alla testa e si accasciò al suolo.

Il quarto parò con lo scudo, andando a cozzare con forza contro l'avversario, per poi tentare di trafiggerlo con la spada, ma Squall scattò verso l'alto ruotando in aria e tagliando in due il volto del nemico.

Anche il quinto Manikins cadde, colpito allo stesso modo.

Mentre Squall atterrava sopraggiunse anche il sesto, a cui il ragazzo tagliò la mano che reggeva la spada, e la gamba sinistra, facendolo cadere su di se, così poté alzarsi di scatto e piantargli la lama del Gunblade nel collo, spingendolo indietro verso il nemico successivo, che così non ebbe possibilità di attaccare.

Il SeeD aggirò i due Manikins e decapitò quello vivo, passandogli al fianco, prima di incrociare la lama con l'avversario successivo, che riuscì a pararsi da un ulteriore colpo con lo scudo.

Sopraggiunse anche l'ottavo, che attaccò Squall sulla sinistra, ma il ragazzo cambiò mano e lo bloccò e gli mozzò il braccio con un unico fluido movimento, prima di schivare un affondo del settimo spostandosi appena di lato, e quindi usare ancora la sinistra per tagliargli la gola.

Quindi ignorò l'inerme ottavo soldato e attacco il nono, che venne infilzato mentre caricava, per poi essere scavalcato con una capriola.

Quindi Squall aprì in due il cranio del decimo con un solo rapido colpo.

Il nono nemico cadde sull'ottavo che sopraggiungeva, il quale venne colpito al volto dalla lama del compagno.

Intanto Gidan cominciò a rovistare sotto i serbatoi, notando che alcuni tubi partivano proprio da lì.

-Bartz, sposta un po i corpi e vedi se i cavi sulla parete di destra percorrono tutta la stanza!- gridò il Jenoma mentre sgusciava fuori per controllare quanti tubi attualmente fossero nella stanza e perché.

-Subito- rispose di rimando l'avventuriero.

Il ragazzo ebbe un guizzò e saltò di lato, evitando un colpo di spada della metà superiore del primo Manikin.

Di riflesso evocò il fucile che Balthier aveva dato a Vaan e fece fuoco, facendo saltare la testa del nemico (stile Django).

 

Gidan\N: La “D” è muta.

Squall\N: Lo sarà anche la tua se non ti muovi.

 

-Mica male- mormorò Bartz rimirando l'arma.

Il nono Manikin si staccò dall'ottavo e tornò all'attacco di Squall, che si abbassò lasciando che il fendente passasse sopra di lui e mozzasse il braccio con lo scudo dell'undicesimo , che in cambio trafisse il petto del nemico, restando impigliato.

Con un guizzò Squall decapitò entrambi e passò al dodicesimo avversario.

Quello stava caricando con l'arma puntata in avanti, e quindi il SeeD colpì lo scudo del Manikin di lato, deviando la spada, quindi si passò il Gunblade nella mano sinistra e tagliò in due la nuca del nemico, per poi riportare l'arma davanti a se e sparare un unico colpo che fece saltare le cervella a quattro soldati che passavano nel buco.

-Gidan è vero! I tubi percorrono da un capo all'altro la stanza!- rispose Bartz, dopo aver ammonticchiato qualche cadavere.

-Allora sarà importante!- rispose quello uscendo da sotto la secondo fila di serbatoi (a partire dall'ingresso) e sporgendosi -Squall! Forse abbiamo...!

-Frecce!- esclamò il leader, parando fulmineo i vari dardi che uscivano dall'apertura.

Uno di questi, per un fortuito caso, rimbalzò sul serbatoio dietro a Gidan per piantarsi nella spalla di un nemico, scoprendo una piccola superficie metallica che altrimenti sarebbe rimasta coperta.

Gidan, con la vista acuta, subito allontanò il cadavere e scoprì che poteva essere aperta.

Dentro c'erano alcuni pulsanti e luci.

-Squall! Ho trovato qualcosa!

Il SeeD, rifugiatosi dietro ad una pila di cadaveri, aprì il fuoco con una tornata di Firaga, Thundaga e Blizzaga, causando grossi danni alle macerie ma mettendo un freno alla costante pioggia di frecce.

Quindi scattò al fianco del Jenoma, mentre Bartz apriva il fuoco di copertura.

-Perfetto, con questa potremmo...- disse Squall, guardando il quadro comandi, quando infine le macerie cedettero e l'orda di Manikins fuoriuscì calpestandosi e intralciandosi.

-Scappate, ora! Ritiratevi!- ordinò con forza il guerriero con la cicatrice, mentre Bartz afferrava l'amico biondo e scattava verso l'esterno.

A corto di chance Squall sparò contro il quadro comandi, causando una possente esplosione che partì dal livello inferiore, facendo crollare la roccia e minando le fondamenta della torre che cominciò a crollare verso le mura, seguita dalla montagna.


Dentro la torre, i danni della Meteor erano devastanti.

-Un'idea niente male: almeno i Manikins così non potranno avvicinarsi- disse Terra, convinta di quello che diceva.

-Prego- fece Luneth, convinto invece che l'amica volesse solo farlo sentire meglio.

-Non si riesce a vedere niente- aggiunse.

-Poco male- rispose lei infilandosi gli occhiali di Cloud -Ho fatto qualche miglioramento.

-Sei in gamba. Lasciatelo dire- ammise ammirato il ragazzino.

Un Manikin in fiamme comparve urlando come un vichingo, e Terra gli spezzò il collo con il suo pugno di ferro.

-Come non detto, questi cosi cono inarrestabili- rifletté la ragazza, mentre il piccolo eroe si sentiva ancora più idiota

-Qualche idea su cosa potremmo fare?- chiese Luneth, coprendosi il volto per proteggersi dal calore.

-Sei tu quello sveglio- rispose Terra, continuando a guardarsi attorno.

-Non vedo niente, non ho la minima idea di cosa fare- le rispose.

Altri due Manikins emersero dalle fiamme, e il giovane eroe li assalì come una furia.
-Terra, trova un modo per fermare questi mostri, o non ne usciremo vivi.


Cloud deviò una freccia, ne tranciò in due un'altra, ma non fece in tempo a fermare la terza, che cadde poco lontano da lui ed esplose spedendolo indietro.

Per evitare danno portò la spada di traverso davanti a se, respingendo i detriti.

Udì un sibilo e una freccia uscì dal fumo dell'esplosione, ma lui riuscì a deviarla lontano con un ampio fendente.

Quindi ne giunse un altra, che il guerriero saltò tagliandola in due, e scattando dentro al fumo e ai detriti sperando di sorprendere il tiratore dall'altro lato, ma quello non c'era.

Cloud s'arrestò, fiutando l'aria.

Sentì un'altra freccia raggiungerlo alle spalle, e si volse per intercettarla, ma quella esplose prima che potesse colpirla e venne respinto indietro, parzialmente accecato.

Si rimise in piedi con una capriola ed evitando un altra freccia, che esplose comunque poco lontano circondandolo con una cortina di fumo.

Stanco di tutti questi giochi scatenò un temibile attacco che spezzò parte delle mura, staccando grandi pezzi di muraglia e cambiando l'equilibrio del campo di battaglia.

Hyorgh, ancora in aria, schivò alcune pietre, destreggiandosi in giravolte e mosse di parkour tra i proiettili, mentre Cloud apparve dal fumo saltellando da una pietra all'altra.

L'arciere aprì il fuoco, colpendo una roccia pochi istanti dopo che il SOLDIER ci fu passato sopra.

Il dardo esplose comunque, frantumando il pezzo di muro, ma il biondo era già lontano per esserne affetto.

Anzi afferrò uno dei pezzi più grossi in aria e lo scagliò con rabbia verso il nemico.

Quello lo evitò per un pelo e scagli una freccia, causando un esplosione di materiali, in cui s'incuneo passando oltre il SOLDIER che gli veniva incontro, il quale invece ricevette l'attacco sul volto.

Pensando di averlo intrappolato Hyorgh si volse con la freccia incoccata ma Cloud era già fuori vista.

L'arciere rimbalzò su un altro paio di rocce, salendo più in alto possibile, pensando che da una posizione elevata controllare le mosse del nemico sarebbe stato più semplice.

Invece un fulmine improvviso illuminò la forma del biondo che calava dal cielo, la Fusion Sword ormai a due palmi dal corpo di Hyorgh.

Cloud calò il colpo con tutta la sua rabbia e la frustrazione, spedendo a terra il nemico con un forte tonfo.

Quindi schizzò verso il suolo prendendo velocità, per piantargli la spada nel ventre, ma quello al massimo del suo spirito di dedizione afferrò con forza la freccia e la fece esplodere mentre Cloud gli arrivava addosso, sacrificandosi e spedendolo ancora una volta nella polvere.

Con un ultimo sbuffo il SOLDIER si raddrizzò e scattò verso la torre, preoccupato per il destino dei suoi compagni.

All'interno, tra le fiamme che attraversava senza curarsi, scorse Luneth che se la stava vedendo con tre Manikins infuocati, accecato dal fumo e incalzato da tre lati.

Con un gesto Cloud si sbarazzò degli avversari, prendendo in braccio anche il piccolo amico che era ad un passo dal soffocare.

-Terra, dove sei?!

-Qui!- esclamò lei, vicino ai serbatoi -Ho capito come fermare i Manikins!

-Terra! Non ti vedo!- chiamò ancora Cloud.

-Non importa! Porta Luneth al sicuro, qui ci penso io!

Cloud s'affrettò a portare il compagno all'esterno, con pochi rapidi balzi, e lo appoggiò agli spalti, lontano dal fumo.

Quindi si volse, tornando nella torre.

Scorse il profilo di alcune forme infuocare che convergevano in un punto, ove egli stesso scatenò la sua rabbia, liberando la ragazza dagli oppressori.

-Usciamo da qui! Ci penserò io a risolvere la situazione se necessario!- gridò lui, afferrandola per le spalle, ma la ragazza lo scostò e afferrò di nuovo il quadro comandi.

-Terra! Posso farlo io!- cercò di richiamarla, non volendo usare la sua forza per ferirla, ma una freccia lo raggiunse alla spalla.

Non esplose, ma era infuocata.

Cosciente che altre erano in arrivo, fece da scudo, sopportando la pioggia infernale.

Terra gli lanciò un rapido sguardo, spaventata, poi fece qualcosa e una violenta esplosione scosse l'ambiente.

-NOOOOOOOOOOOOHHHHHHHH!!!!- Luneth sentì il SOLDIER gridare, mentre la torre cedeva e con essa la montagna.

L'esplosione si espanse, e giganteschi massi cominciarono a piovere.

Conscio di essere inutile lì, il piccolo eroe si alzò a fatica, tossendo e piangendo, e corse lontano, lasciando che l'apertura scomparire tra fuoco e roccia.


A\N: Ci siamo liberati di quelle rognosissime torri, adesso sarà solo una battaglia a cuore aperto.

DII\N: Vuoi dire l'attacco suicida? Si lo ammetto, adesso sarà molto più stimolante.

A\N: Avrei scelto angoscioso.

DII\N: Tu non c'eri, quindi non hai diritto di parola.

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Capitolo 16
*** Chiusi da ogni parte ***


A\N: La battaglia è appena iniziata, dobbiamo sperare in un grande sconvolgimento o l'esito sarà uno solo.

DII\N: Grande sconvolgimento, capirai.


Guerriero abbassò lo scudo, spezzando l'arto, per poi decapitare il nemico con una rotazione, schivando un affondo dall'alto e abbattendo al suolo un altro soldato sulla destra.

Quindi arretro mentre due Manikins si coordinavano per sconfiggerlo.

Uno venne raggiunto da un colpo di Yuna al fianco, abbassando momentaneamente la guardia e incespicando addosso al compagno.

Guerriero li decapitò entrambi e poi caricò avanti, in soccorso a Cecil, che stava tenendo testa a ben quattro nemici.

Abbatté quello più a sinistra con lo scudo, gettandolo di lato, mentre tagliava la testa al secondo alla sua sinistra.

Sopraggiunse un altro Manikin, che l'eroe ingaggiò brevemente prima di staccargli il braccio e ferirlo profondamente al volto.

Ancora un nemico giunse, ma Cecil balzò oltre il compagno e lo colpi alla gola in volo, mentre l'ultimo dei quattro Manikin ingaggiati precedentemente dal paladino veniva raggiunto da una freccia di Firion.

Più arretrati, proteggendo il fianco destro delle mura, Firion e Light combattevano schiena contro schiena, lei sparando e occasionalmente scattando attorno per ferire e allontanare Manikins troppo tenaci.

Un nemico con tre frecce nel corpo venne decapitato da uno scatto della ragazza, che saltò oltre l'amato.

Quindi riattivò la modalità “arma da fuoco” abbattendo due soldati che sopraggiungevano.

Firion colpì un altro avversario a distanza, prima di rotolare a terra allontanandosi da un fendente nemico, mentre Light scattava in avanti, staccando la testa al Manikin.

In ginocchio il ragazzo scagliò un altro paio di frecce, prima di essere affiancato dalla sua compagna in un fuoco di sbarramento.

Poco dopo qualche freccia nemica cominci a fischiare, cogliendo di sorpresa gli eroi che dovettero scostarsi.

Nonostante la pioggia battente e i tuoni, alcuni Manikins erano saliti sulle mura e stava attaccando dall'alto.

Firion rispose al fuoco come meglio poteva, colpendo svariati nemici a ripetizione, ma quelli continuavano ad apparire.

Le frecce cominciarono a fischiare dall'altro lato e cominciò a mettersi male.

Light parò una freccia che altrimenti avrebbe colpito Firion, per poi compiere una giravolta in aria sulla schiena del compagno e crivellando di proiettili un soldato che sopraggiungeva.

Un altro nemico stava per calare la spada quando una freccia imprecisa di uno dei Manikins lo raggiunse al collo, facendolo barcollare, prima di essere falciato da Light.

Firion scagliò un altra freccia contro i nemici sulle mura di sinistra, facendo di nuovo centro.

Yuna, che difendeva quello spazio assieme a Vaan, capì che la situazione stava peggiorando e con l'aiuto del suo inutile compagno balzò in aria, scalando la parete in corsa e piombando tra i Manikins, sparando all'impazzata.

Rotolò a terra mentre attorno a lei diversi nemici cadevano, allontanando momentaneamente eventuali attacchi.

Mentre i soldati estraevano le spade, la ragazza ne approfittò per farne fuori altri, un compito arduo con delle pistole, mirando sempre al volto o al collo, mentre ti muovi come una ballerina.

Ma lei tenne duro.

Poi i primi affondi giunsero, e lei dovette passare alla difensiva.

Un nemico giunse da destra e Yuna gli sparò in volto, abbattendolo.

Dietro a lei sopraggiunse un altro avversario, e fu costretta a saltare in avanti per schivare, andando in contro all'intero drappello con le lame sguainate.

Riuscì a schivare tutti gli attacchi, salvo uno che la raggiunse di striscio alla caviglia, saltando sopra gli scudi così da avere le teste scoperte, e fece una strage.

Quindi usò lo slanciò per saltare all'indietro, finendo chiunque finiva nel suo capo visivo.

Quando atterrò, due avversari le si fecero incontro da ambo i lati, e la ragazza fece scivolare le braccia sotto le loro guardie e li colpi entrambi al volto.

Al piano terra Vaan, rimasto da solo, fu raggiunto da Cecil.

Il ragazzo era stato intrappolato contro la parete da tre soldati, e come se non bastassero quei tre a metterlo in difficoltà una freccia stava per raggiungerlo in fronte.

La spada era bloccata a parare le lame nemiche, quindi quando il paladino schizzò nel suo campo visivo deviando l'attacco e atterrò sui suoi nemici, decapitandoli in pochi rapidi colpi per poi volgersi con grazia verso un avversario che giungeva alle sue spalle, parando in obliquo e lasciando che l'avversario scivolasse in avanti per sgozzarlo e ingaggiarne un altro, il ragazzo ringraziò vivamente Cosmos per la sua misericordia.

Vaan vide un terzo nemico sopraggiungere, e lo eliminò sparando con il fucile, mentre parava con la spada un Manikin giunto da destra, che non poté così salvarsi dal fendente di Cecil.

I due a quel punto dovettero rotolare in avanti per schivare qualche freccia, ma il biondo ebbe sfortuna e fu raggiunto alla spalla.

Intanto Yuna sulle mura venne afferrata per la nuca da un nemico che non era riuscita a vedere, e sbattuta violentemente a terra, per poi essere sollevata in aria.

Fu un errore, perché la ragazza colpì il soldato in volto con precisione matematica.

Un secondo avversario giunto alle sue spalle l'avrebbe colpita se Firion non l'avesse abbattuto.

In quel momento Light venne spinta indietro e scivolò sul fango, perciò il ragazzo sfoderò l'ascia spezzando in due il cranio del Manikin, prima di prendere in braccio la sua compagna e saltare via, evitando così di essere colpito da un nugolo di frecce.

Vaan dovette appoggiarsi alla parete, per non cadere a terra.

Cecil si fece indietro, proteggendolo con il suo corpo.

Da quando i nemici avevano preso il controllo delle mura non c'era più un punto coperto.

Il paladino staccò un braccio ad un Manikin, parando un altro attacco compiendo un fluido movimento verso destra, per poi colpirlo con il piede al ginocchio, sbilanciandolo e facendolo cadere contro i suoi compagni.

Questo permise a Cecil di parare un paio di frecce che si dirigevano verso la loro posizione, mentre Vaan apriva il fuoco con l'arto buono, trattenendo ancora i nemici.

Dal canto loro Firion e Light videro che la situazione non migliorava e tentarono di riunirsi con i compagni, ma vennero subito ostacolati da un altro drappello di soldati che giunse ad incalzarli.

A corto di caricatori e frecce, i due s'avanzarono fianco a fianco mutilando gli avversari.

Era quasi una danza, lei che iniziava un colpo e lui che finiva l'avversario, scambiando le posizioni di continuo, tra piroette, giravolte colpi coordinati ed eventuali frecce da evitare.

Era molto difficile, e oltre alla pioggia che ti cadeva negli occhi adesso c'erano anche gli schizzi di fango, che fino a quel momento si erano potuto evitare.

Yuna evocò la spada dell'amato Tidus e immediatamente falciò in due una coppia di Manikins che le erano arrivati addosso, facendoli precipitare dalle mura.

Quindi evitò un altro avversario che fece la stessa fine, per poi parare un attacco dall'altro, spingendo l'arma di lato e colpendo il nemico nel petto, prima di sbatterlo al suolo e finirlo con un colpo di pistola alla testa.

Quindi dovette indietreggiare rapida per evitare lo scudo di un Manikin, a cui tranciò il braccio per poi saltargli sulla testa e spezzare il collo con la pressione necessaria per saltare oltre il drappello che le si faceva incontro, atterrando alle loro spalle per poi compiere nuovamente il gesto all'indietro con le due pistole estratte, colpendoli tutti in volo.

Così facendo scorse l'altro pezzo di mura, dove nessuno combatteva e che stava invece tenendo in scacco i suoi compagni a terra, senza neanche dargli il respiro necessario a bere gli elisir.

Conscia di ciò tirò fuori il pallone di Tidus e calciò con abbastanza forza da fendere l'assembramento di soldati, facendone cadere parecchi oltre le mura o inabilitandoli all'azione spezzando gli arti.

Soddisfatta si preparò a raggiungere in soldati sull'altro versante, attirando l'attenzione di Cecil.

Il paladino si liberò degli avversari agitando con scioltezza l'arma tra le mani per poi accogliere i piedi della ragazza, sparandola in aria con un semplice gesto, per poi tornare a decapitare i Manikins che si avvicinavano a raffica.

Purtroppo la forza di Cecil sola non fu sufficiente e Yuna mancò il colpo.

Fortunatamente Firion la vide, e riuscì ad accoglierla sullo scudo e rispedirla in aria tanto che la ragazza poté sbaragliare liberamente l'intero drappello senza neanche toccare terra.

Purtroppo Firion non fu abbastanza rapido a ritrovare la guardia e un colpo nemico fortunato fece breccia oltre lo scudo e lo trafisse in petto.

Light urlò di rabbia e, afferrata anche l'ascia del compagno, tagliò l'arto malevolo per poi decapitare il proprietario, seguito da altri due che vennero colpiti ripetutamente al petto dalle due lame, facendoli crollare a terra.

Quindi la ragazza spedi un nemico a terra spezzandogli il naso e deviando con l'ascia un affondo decapito un ulteriore nemico con il Gunblade.

Me per quanti ne abbatteva, sempre più si facevano avanti.

Yuna era tornata al corpo a corpo, ma la fortuna le aveva voltato le spalle e venne colpita al volto, cadendo dolorosamente su alcuni nemici che Light teneva a bada.

Dalla parte opposta de combattimento Vaan aveva esaurito i colpi, e la fatica cominciava a farsi sentire nel corpo del paladino.

Ma non poteva arrendersi, non adesso.

L'unico che combatteva ancora al massimo del suo vigore era Guerriero, che reggeva con caparbietà e violenza, decapitando decine di nemici, spezzando braccia e gambe, colli e nasi, usando lo scudo e la spada, ma come un fiume in piena i Manikins affluivano.

Guerriero dovette indietreggiare, piegando sempre più nemici, ma infine per mezzo di uno scudo venne spinto a terra e dozzine gli saltarono sopra.

Altri arcieri sopraggiunsero sulle mura, minacciando di porre la parola fine alla battaglia.

Firion si sollevò, aggrappandosi al muro, cosciente che se avesse tentato di afferrare l'Elisir la situazione gli sarebbe sfuggita di mano.

Light era intrappolata davanti a lui, faticando a controbattere agli attacchi nemici

Yuna combatteva da terra, con decine di corpi attorno.

Vaan non era ancora riuscito a strappare la freccia, e anzi sentiva le forze venirgli meno.

Tremava, a malapena poteva restare in piedi.

Cecil ringhiò di rabbia attivando l'Ex-Mode e spazzando momentaneamente via gran parte dei Manikins, riuscendo anche a tenere lontane le frecce, che piovevano impetuose.

Alla fine però la sua energia venne meno e dovette chinarsi, mentre l'Ex-Mode si esauriva.

Light giunse in suo soccorso con la propria, spazzando via gli arcieri con i fulmini e le lame di Odino.

Guerriero a sua volta si trasformò e riuscì a liberarsi della montagna di avversari con rabbia, ma non fece in tempo ad alzarsi che un nugolo di frecce lo colpì, facendolo accasciare di nuovo, in ginocchio.

Anche le forze di Light vennero meno, lasciando Yuna l'unica ancora in grado di difendersi.

Al limite della disperazione Firion estrasse un altra boccetta di Elisir, ma quella gli cadde e ruppe al suolo, mentre il ragazzo s'accasciava a terra, sconfitto.

Ma, finalmente, dopo il combattimento estenuante, le torri esplosero.

Lo fecero quasi contemporaneamente, riempiendo i cieli di fuochi e polveri.

Nonostante la forza della tempesta il fuoco avvampò violento, illuminando l'intera fortezza di una luce spettrale.

Molto presto il suolo tremò, segno che l'esplosione aveva raggiunto i livelli inferiori, e dalle case fuoriuscirono violente fiammate, che arrivarono a farne crollare parecchie, mentre decine di Manikins venivano scaraventati lontano, ardendo.

Un sospiro di sollievo lasciò le labbra di Guerriero.

Il piano aveva funzionato, i Manikins erano stati spazzati via.

L'eroe rimase a fissare estasiato, mentre il fuoco e il suo crepitare coprivano brevemente i tuoni, in quel giorno di battaglia.

Il piano di Guardiano aveva funzionato, i nemici erano stati bloccati.

L'esercito di Heiner era stato spazzato via, e i suoi compagni erano tutti salvi, lo sentiva.

Nel suo cuore.

Era una certezza.

Lo sguardo si appannò brevemente, mentre cadeva riverso al suolo, in pace.

Non avrebbe avuto gli stessi sentimenti se avesse notato che gli arcieri sulle mura erano ancora in piedi e ponti a fare fuoco.

Lightning e Cecil erano a terra, ansimando frustrati, capaci a sento di reggersi alle armi.

Firion era quasi svenuto per la perdita di sangue, e Yuna cercava disperatamente di limitarla.

Anche Vaan era ad un passo dal diventare irrecuperabile, con la freccia che provocava dolori lancinanti.

Per loro fortuna non erano soli.

Due Shuriken giganti, seguiti da un Meteor, spazzarono via parte dei nemici, mentre Luneth atterrava in mezzo ai compagni, annerito dal fumo ma ancora illeso.

Dall'altro lato i Manikins vennero letteralmente sparati in aria dalla forma risvegliata di Gidan, mentre dietro di lui Bartz finiva con la Spada del Coraggio quanti scampavano alla furia del Jenoma.

In quel modo Yuna riuscì ad afferrare uno dei suoi Elisir (al contrario di Firion, che ne ha già consumate due, lei aveva la riserva intatta) e a salvarlo per il rotto della cuffia.

Intanto Luneth si preoccupò di rimettere in sesto Guerriero, che stava messo peggio degli altri, anche se il ragazzino rimase sorpreso dalla scarsa e quasi nulla quantità di sangue fuoriuscita dalle ferite.

Ad essere sincero non aveva memoria di aver visto Guerriero ferito in battaglia.

Forse perché era sempre morto prima del suo collega in armatura blu.

Anche Vaan, pur essendo i rozzi tentativi di Bartz e Gidan, si rimise in piedi sano.


Guerriero riaprì gli occhi, e la prima cosa che scorse il fu il sole, che faceva di nuovo capolino tra le nuvole, spezzando la tempesta.

Poi Luneth, che gli lanciava occhiate strane. Molto strane.

-Amico mio- mormorò Guerriero -Mi dispiace.

-Ah davvero?- rispose Luneth.

-Si, mi sono lasciato prendere dall'entusiasmo. Vi ho fatti preoccupare.

-Veramente non hai idea della situazione?- fece Luneth girandogli il capo verso destra e mostrando un orda di Manikins che attendeva ad armi spianate.

-Di nuovo?!- esclamò l'eroe balzando in piedi e spendendo il ragazzino a rotolare un po più in là.

-Bah, che vengano, abbiamo abbastanza carburante per tutti loro!- esclamò Gidan borioso.

Pochi istanti dopo l'armata dei Manikins cominciò a sollevarsi da terra, priva di peso, mentre quelli cominciavano ad agitarsi, cercando di togliersi da quella situazione, senza successo.

Mentre i nove armoniosi guerrieri fissavano la scena (alcuni facendo smorfie indecifrabili) una certa voce li richiamò

-Questa si chiama gravità- disse Guardiano, alle loro spalle, con una mano distesa.

-E questa si chiama sfiga- chiuse il pugno, facendo esplodere i Manikins.


A\N: E ritorna sulle scene.

DII\N: Devo migliorare la battuta.

A\N: Prego?

DII\N: Muto.

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Capitolo 17
*** Dentro la Fortezza! ***


A\N: Coraggio, ho promesso mazzate e mazzate avrete.
DII\N: Troppe mazzate.


Guerriero rimase basito, come tutti, dalla dimostrazione di potenza di Guardiano, e rimase a fissarlo imbambolato per qualche minuto.

-Vi faccio notare che ci sono tre assenti- disse lui, tanto per spezzare il silenzio.

Attacco di cuore.

Un esclamazione di dolore lasciò le labbra di molti.

-Andiamo- fece Gidan, sorridendo falso -Si tratta di Squall. Lo conosciamo tutti, quel tipo è uscito da peggio, no?

Non ne era decisamente convinto.

Lui e Bartz avrebbero preferito tornare indietro ma i detriti li avevano costretti a darsela a gambe per non restare schiacciati.

Niente da fare.

Luneth rimase a fissare i propri piedi, con tristezza mischiata al rimorso e alla frustrazione.

Era stato inutile, mentre Terra e Cloud rischiavano la loro vita per coprire le spalle ai compagni.

-No- disse Guerriero -Non sono morti.

A tutti venne un punto interrogativo sul capo.

-Prima di abbandonarmi alla morte, ho esteso le mie sensazioni, ho trasmesso la mia speranza a voi, e ho colto la vostra essenza. Stavate bene, tutti. Sento nel mio cuore che quei tre sono ancora vivi e stanno tornando da noi. Sono sicuro che li rivedremo presto.

Nessuno sembrò eccessivamente convinto.

La morte aspettava dietro l'angolo, illudersi era inutile

-Ma prima dobbiamo chiudere questa storia!- disse duro l'eroe.

Guardiano attese in silenzio, le braccia conserte.

Se si fosse offerto di farsi punire per mancato alla promessa avrebbe rischiato di ottenere l'effetto opposto, e farli combattere gli uni contro gli altri.

-Dov'è Heiner?- chiese Guerriero.

-Dentro la cerchia interna, nella montagna- rispose Guardiano, raggiungendo il fianco dell'eroe in un battito di ciglia e indicando dritto davanti a se -Ora che i Manikins sono fuori dai piedi la via è libera.

-Vuoi dire che potevamo direttamente sfondare caricando in avanti per raggiungere il nostro obbiettivo e che abbiamo subito perdite e rischiato la vita per niente?!- gridò oltraggiato Luneth.

-Oh certo, entrare in una fortezza di solida roccia attraversando una città gremita di nemici in ogni angolo e ad ogni finestra, che potevano raggiungerti tanto dall'esterno che dall'interno, accerchiandoti. Come speravate di passare indenni tra i vicoli tanto per cominciare?

-Passando dai tetti!

-Sh- fece Guardiano, scettico e sprezzante -Prova te ad andare da tetto in tetto quando ci sono arcieri ovunque. Già passando le mura ne avreste avuti dozzine tra i piedi.

-Per colpa tua tre dei nostri compagni sono morti. Smettila di fare il saccente e dacci una buona ragione per cui dovremo lasciare che tu ci aiuti!- esclamò Light irata, mettendo una mano sulla spalla dell'incappucciato ma Guerriero la fermò.

-Ora basta, non è il momento di litigare tra noi. Squall, Cloud e Terra sono ancora vivi, me lo sento. Ora fidatevi di me come capo e facciamo in modo che tutto questo abbia un senso.

Si mise in marcia, a testa alta, ma Guardiano lo trattenne.

-Fuoco.

Dozzine di pezzi d'artiglieria, mortai e carri armati dei Figli della Luna Sanguinante aprirono il fuoco sulla città, spazzando via gli edifici ancora in piedi e polverizzando le macerie, lasciando un campo di battaglia disseminato di buche e crateri, ma almeno sgombro da impedimenti di altro genere.

-Avresti potuto fare tutto da solo!? Perché coinvolgerci!?- gridò Light ormai fuori di se.

-Perché sostanzialmente i livelli inferiori della fortezza sono la Crepa. Oltre a sprecare tempo, agire in questo modo non avrebbe risolto niente. I Manikins sono attratti dai conflitti, e tanto più grande è il conflitto tanto più ne saranno attratti. Starebbero sciamando fuori in gran numero e saremo rimasti bloccati qui ore ad affrontarli.

-Quindi ci hai mandato avanti a fare da vittime mentre preparavi le tue armate?- chiese Cecil, con un tono parzialmente ostile, mentre tutti cominciarono a fissare con rabbia Guardiano.

-No. Ho solo fatto in modo di massimizzare i danni. Così facendo avete abilmente sbaragliato l'orda dei Manikins, colpendoli direttamente nella Crepa, e avete anche permesso ai nostri amici lassù di avere una visuale libera, cosicché se qualche nemico fa capolino...- *detonazione* -...possono eliminarlo con la massima efficienza, evitandoci di incrociare nuovamente le armi con loro e scivolando “non visti” tra le loro fila, mentre caricano verso i ribelli venendo falciati come mosche.

Lo scetticismo non si disperse, anzi l'odio nei suoi confronti cresceva.

-Mi dispiace per quello che è successo a Squall, Cloud e Terra, va bene? Ma se sono le stesse persone che conoscete voi, probabilmente stanno cercando un modo per entrare nella fortezza. Non mi pare il caso di farli attendere ulteriormente, no?- chiese, portando il suo sguardo (e anche quello di tutti) verso Guerriero.

Un'altra detonazione risuono violenta nei dintorni, segnale che altri Manikins uscivano dalla Crepa per attaccare.

-Amici, andiamo.

Non disse altro, prima di iniziare a correre.

Per quanto accidentato fosse il terreno, lui continuò a correre, deciso a perseguire il suo obbiettivo fino alla fine.

Nonostante tutto gli altri otto, e Guardiano, lo seguirono in silenzio, contrari eppure coscienti del proprio compito.

Sapevano che prima di tornare ai loro mondi avrebbero dovuto scacciare il caos da questo, e soprattutto il coinvolgimento della Crepa li preoccupava per le proprie case, specialmente Bartz.

Intorno a loro si sentivano i suoni delle esplosioni e dei colpi che piovevano imperturbabili sui Manikins, coscienti che la loro sopravvivenza poteva dipendere anche da questo.

-Le porte si stanno aprendo!- li avvertì Guerriero, e dalla fortezza uscirono ordinati altri soldati, con insegne regali e molto più disciplinati dei propri compagni.

Alcuni erano persino a cavallo.

Poi li videro, i Manikins che avevano le loro stesse fattezze.

-Com'è possibile?- chiese Firion, sconvolto.

-È stata la battaglia. Il combattere con voi gli ha permesso di replicarvi ancora una volta- rispose Guardiano.

-Quindi...!?- cominciò Luneth con tono accusatorio prima di essere bruscamente interrotto -Se avessero copiato i miei uomini o me sareste in guai ben peggiori. Ora basta!

Alla fine uscì lui, con un armatura argentata e un mantello viola ben noto, lo spadone dietro la schiena, ma l'elmo non c'era.

-Tu!- Guerriero ruggì di rabbia, riconoscendo il suo letale nemico.

-Bentornato Guerriero- rispose quello, posando sul suo capo l'elmo di Garland e dando il segnale d'attacco.

Le truppe avanzarono caricando incontro alle forze dell'armonia, mentre il paladino di Chaos faceva dietro front e rientrava nella montagna, mentre le porte si chiudevano.

-Se chiudono quelle siamo bloccati fuori- disse Guardiano con urgenza.

-Puoi pensarci tu?- chiese Guerriero, preparandosi ad abbattere il primo cavaliere.

-Credevo non me l'avresti mai chiesto- rispose l'uomo in nero, schizzando avanti ad una velocità impressionante.

Diversi nemici vennero scaraventati in aria e non furono più visti in quelle terre, mentre tra le fila dei Manikins cominciava a regnare la confusione che avvantaggiò i paladini dell'armonia nell'aprirsi un varco tra le loro fila.

Dal canto suo Guardiano bloccò le porte in modo che non potessero chiudersi e stava per liberarsi degli altri soldati quando senti un profondo ringhio dietro di se.

-Oh, ma andiamo!


-Dove sono?- chiese lei, quando il suo paladino s'inchinò ai suoi piedi.

-All'entrata della fortezza, mia cara- rispose l'uomo in bianco, con voce mielosa e affabile.

-Perché indossi quell'armatura? Credevo non ti interessasse farti riconoscere – fece lei alzandosi dallo scranno,

-Mi scusi, l'eccitazione...- fece lui issandosi con una certa baldanza, prima di mettere una mano sul fianco della donna e baciarla appassionatamente -...ci siamo quasi, manca poco.

-Non ti dovresti affaticare tanto. Lo sai che gli umani sfioriscono molto presto.

-Non se ne curi, non ora. Manca solo l'ingrediente principale- la donna inarcò la schiena all'indietro mentre il volto di lui scivolò lentamente dai seni.

-Lo stai portando a me?- chiese ancora, insistente.

-Ho trovato chi lo farà per me.


Stavolta lo scontro con i Manikins non fu facile, anzi tutt'altro.

Le armi dei ribelli tenevano a bada quelli che uscivano dalla Crepa, ma questi erano decisamente più esperti, senza contare che potevano copiare le loro abilità.

Colpi di magia esplosero, mentre rapidi gli eroi cercarono di finire quanti più nemici possibili in poco tempo.

Erano riuniti, potevano farcela.

Ma ciò nonostante fu un compito gravoso.

Dopo un iniziale slancio i guerrieri dell'armonia persero la forza con cui si erano incuneati tra le ile dei nemici, e lentamente si ritrovarono sulla difensiva.

Per quanto deboli potessero essere le copie combatterle in inferiorità numerica era molto svantaggioso.

Si ritrovarono accerchiati, e per quanto piccolo fosse l'esercito di soldati scelti la cerchia si faceva sempre più stretta.

Firion e Bartz erano al centro, spalla a spalla, perché grazie alle sue abilità il mimo riusciva ad evocare abbastanza frecce da rifornire gli archi di entrambi, e fornire caricatori a Vaan e Light.

Gidan e Luneth, data la stazza, dovevano correre in circolo cercando di mantenere un perimetro, finendo i nemici morenti e rallentando quelli che si spingevano avanti.

I restanti combattevano alacremente per proteggere i tiratori.

Light, Vaan e Yuna scambiavano continuamente da dal corpo a corpo agli attacchi a distanza, interagendo tra loro e con i restanti membri.

Essere rapidi, precisi e sicuri in queste situazioni è tutto.

Guerriero inoltre forniva protezione dagli incantesimi, usando un potere acquisito durante la sua permanenza a Cornelia, “Aurea Sacra”, che respingeva i colpi magici circostanti ad una certa area.

D'improvviso risuonò un tremendo ruggito, e un Behemoth di quelli di FFXV sbucò ruggendo dalla montagna, spazzando via le porte.

-YAA-HOOO!- esclamò Guardiano, cavalcandolo da sopra la testa.

Il bestione viola sbaragliò metà dell'esercito con una sola zampata, facendo indietreggiare gli eroi.

-Sono contrario alla violenza sugli animali- disse l'incappucciato, scivolando a terra -Qui ci pensa il nostro nuovo amico, adesso andiamo?- li invito ad entrare.

Tenendo d'occhio il Behemoth i nove s'affrettarono fuori della sua portata, mentre l'animale squassava il terreno spazzando via i Manikins.

-Scusate se l'artiglieria non ha aiutato, il rischiò di ferirvi era troppo alto- si scusò l'uomo in nero.

-Stai zitto- gli ringhiò Light.

Appena entrati nella montagna, si stupirono.

-Il soffitto è interamente ricoperto di metallo- disse Gidan, sorpreso.

-Ogni pezzo di parete è sostenuto da pilastri di ferro- aggiunse Cecil.

-Che diavolo succede qui?- chiese Light con un tono minaccioso a Guardiano, ma lui la ignorò, guardando avanti.

Garland gli si fece incontro, lo spadone rigorosamente sulle spalle.

Guerriero gli puntò la lama contro -Garland! Dunque tu e i tuoi vi nascondevate dietro il re.

-Oh, se solo sapessi- rispose il leader della Legione di Chaos -Ma temo tu abbia un opinione troppo buona di me, Guerriero. Non avrei mai lasciato che quei cani mi aiutassero ancora, dopo quello che hanno tentato di fare. Non mi alleerò più con quella feccia.

-Tu sei il cane!- esclamò Light facendosi avanti, prima che Guardiano la bloccasse, ferreo.

-Ah, vedo che alcuni di voi sono scampati alla Crepa- fece Garland.

-Garland, fatti da parte, o perisci per la mia spada- minacciò Guerriero.

-Temo che sia impossibile, essere- rispose lui -Dovrai passare sul mio cadavere.

-Graaahhhh- Guerriero caricò in avanti a testa bassa, mentre Garland afferrò rapido il suo spadone parando il violento colpo.

Gli altri eroi si gettarono in soccorso dal loro compagno, ma vennero ostacolati da una barriera d'energia, che li respinse.

-Cosa diavolo succede?- esclamò Firion, stanco di farsi male.

-Evidentemente non possiamo interferire, dobbiamo trovare un altra strada per passare- rispose Guardiano, che era tranquillamente rimasto nella sua posizione, ben cosciente che qualcosa non andava.

-Ci prendi in giro?

-Non sarebbe al prima volta che Guerriero affronta Garland uno contro uno. Abbiate fiducia nel vostro leader e cercate di collaborare, tutto chiaro?- disse lui, puntandogli uno sguardo pressante addosso.

-Va bene, basta che facciamo in fretta- intervenne Cecil, impedendo a Light di iniziare a polemizzare.

-Allora andiamo, è inutile sprecare tempo qui- fece lui voltandosi verso la direzione opposta.

Gli altri eroi lanciarono un breve sguardo ai due che combattevano, prima di allontanarsi di corsa.

“Ci rivedremo presto” pensò Guardiano lanciando un ultimo sguardo a Garland.

Poi colse una sensazione, qualcosa di nascosto, qualcosa che si celava agli occhi.

Continuò a guardare i due paladini che si colpivano con ferocia, il clangore delle lame.

Quando Guerriero cadde per la prima volta, allora capì.

-Tu...- mormorò il Guardiano...no il Cavaliere Nero, prima di avviarsi nell'ombra.


-Ehi aspettate!- gli eroi si fermarono, sorpresi dal richiamo di Luneth -Dov'è Guardiano?


A\N: Già, dove sarà mai andato a finire?

DII\N: Domanda difficile. O forse no.

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Capitolo 18
*** Kefka il clown e altre comparse ***


A\N: Continua il misterioso viaggio dei campioni dell'armonia nella fortezza oscura.

DII\N: Capirai, misterioso.

A\N: Beh Garland che compare casualmente in scena, Guardiano che scompare...che vuoi di più.

DII\N: Trama. Ora muoviti.


-Dove può essere andato!?- esclamò rabbiosa Light mentre tutti i paladini si guardavano attorno, sconvolti.

-Ci ha abbandonati?- chiese Gidan, guardandosi attorno.

-Ci ha portati qui a morire- fece Vaan, sconsolato -È finita.

Light gli mollò un pugno in testa.

-Che ho detto!?- esclamò lui, massaggiandosi il capo.

-No ho intenzione di morire qui! E adesso basta con questa pagliacciate tiriamo Guerriero fuori da qui!- esclamò irata la ragazza, tornando indietro ma andando a sbattere contro un altra parete di energia.

-Siamo spacciati- aggiunse Vaan, dall'alto del suo ottimismo.

-Whahahhahahahah, spacciato non basta- disse Kefka con il suo tono esaltante -Siete fregati! Cotti! Fritti a puntino! Ohhohohhoohoho, non avete neanche la minima idea!

-Kefka!- esclamò Cecil saltando all'attacco ma colpendo solo aria.

-Mhmhmhhmhmhmhmhmhmhm!!!!!!!!!! Cosa mi combini principino!?!?!??!?!?! Hai perso le lenti?

Cecil si gettò all'attacco nuovamente, mentre Firion scagliava una freccia, ma il bersaglio fu nuovamente mancato -Nononononononononno non ci siamo cari ragazzi! Cosa c'è che non va?!

-Scendi giù!- urlò Vaan sparando, e ovviamente mancando il bersaglio.

-Come vuoi playboy! Allora come se la cava la mia ragazza!?- disse Kefka tornando al piano terra, facendo un breve occhiolino.

Vaan caricò in avanti seguito da Luneth, mentre Yuna e Light aprivano il fuoco.

Gli attacchi a distanza rimbalzarono sulla figura, mentre Luneth e Vaan vennero scagliati di lato dalla magia del clown.

-Quanta fretta! Ma non mi sono neanche presentato!

Cecil attaccò nuovamente, passando attraverso il nemico.

-Povero principe! Forse ci vedi meglio con la Luna? Ti capisco, tutto quel sole negli occhi è così fastidiosooooohhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!- fece Kefka sventolandosi con una mano.

-ORA BASTA!- Light s'appresto a sparare ma la sua mantellina fucsia le si avvolse attorno al volto, cominciando a trascinarla in giro.

-Non sta bene interrompere! Forse dovresti tenere impegnata quella lingua!- con un sorriso smagliante il clown la fece cadere addosso a Cecil, facendo entrare le labbra dei due in contatto.

-Ops! Ho sbagliato! MWHAAHWHWAHHHHHAHAHAHH!!!!!!!!!!!!!!!- Kekfa saltò con tutta la sua baldanza lasciando dietro di se una barriera invisibile su cui Firion andò a sbattere, per poi mugolare stringendosi il naso.

-Ciup Ciup Ciup l'ape non trova il fiore!!!!! AHAHAHAHAH!!!

-Prendi questo!- gridò Yuna, sparando una Blizzaga in faccia al clown, ma l'attacco rimbalzo e lei si ritrovò con la faccia congelata e i capelli dritti all'indietro.

-Oh poverina!! Ho confuso l'attacco con il gel, MWAHAHAHAHAHH!!!!!!!!

-Non sei spiritoso- ringhiò Light aprendo il fuoco, mentre Kefka si limitava a schivare i proiettili saltando sul posto.

Luneth lanciò un Meteor, che Kefka ridusse di dimensioni mettendocisi a giocare a palla a ritmo di musica, prima di lanciarla verso Vaan, che caricava a testa bassa, spedendolo in aria a diversi metri di distanza.

Intanto Yuna cercava disperatamente di liberare il suo volto, ma era quasi a corto d'ossigeno.

Kefka sciolse il ghiaccio con un gesto -Non credere che il divertimento finisca cosììììHHHH!!!!!! WHAHAHAHAHA!!!!

-Non sei divertente sai?- disse Bartz, arrivando da sopra il clown, e menando un fendente in trasversale che ovviamente Kefka schivò facendo cadere il ragazzo in una piscina che prima non c'era, chiudendo subito dopo l'apertura e sollevando il rettangolo al livello del suo.

-Un applauso signori e signore a Vaan...- cominciò a dire Kefka improvvisamente vestito come un presentatore in giacca e cravatta, con il programma in mano, prima di essere interrotto da Gidan -Si chiama Bartz!- urlò attaccando con un salto.

Il Jenoma venne trasformato in una scimmietta a chiavetta che batteva i piatti a ritmo.

-Si Bartz grazie. Dicevo signore e signori un applauso a Bartz che si è offerto volontario per la mortale prova della scatola chiusa! Riuscirà ad uscire vivo da lì!?

-Psicopatico manico!- gridò Firion attaccando con la spada e l'ascia, ma Kefka si limitò a schiacciare la coda del giocattolo-Gidan perché quello scattasse contro il ragazzo cominciando a sbattergli i piatti in faccia, stordendolo.

-Non c'è che dire, proprio un bello spettacolo!- il mago batté le mani, senza curarsi di Lightning che calava dall'alto con un urlo di guerra disumano, abbattendosi con violenza su un altra barriera e scivolando fino a terra, dove traballò stordita.

-E ora un altro rapido trucco! Come spaventare il fulmine?- fece il matto avvicinandosi in punta dei piedi alla ragazza -Mostrandogli la saetta!

Tirò fuori un topo dalla manica, tenendolo per la coda, e lo agitò a due passi dalla faccia di lei che sgranò gli occhi e si rifugio dietro a Yuna, che rimase immobile.

-BUUUHUUU!!!!- fece Kefka andandogli incontro, finché il piccolo roditore non fu a due palmi dal volto della giocatrice.

Light dal canto suo si rannicchiò tremando come una ragazzina, stringendo le ginocchia e piangendo di terrore.

Firion, Gidan e Bartz erano ancora impossibilitati all'azione, e Cecil tentava di liberare il mimo mentre Luneth soccorreva Vaan, che aveva riportato alcuni danni più o meno seri.

Ma a sorpresa Yuna si chinò verso il piccolo mammifero baciandogli il nasino, per poi sorridere con la faccina dolce a cui solo i più efferati bastardi potevano dire di no (Per inciso Sephy, Matheus e Kefka qui), così il piccolo essere si rivolse contro il suo padrone mordendogli il polso.

-AHI!- Kefka lasciò andare il topino che corse via -Prendi questa microbo- fece con tono crudele il clown, ma dovette rinunciare quando Yuna gli affibbiò un calcio alle palle -Ridi adesso se ci riesci.

La figura cubica che intrappolava Bartz si dissolse, facendolo cadere sulle spalle di Cecil, mentre Gidan tornò normale e smise di massacrare il povero Firion, che svenne comunque.

-Dimmi ciao ciao- disse Yuna puntando le pistole con molta grazia alla nuca del nemico.

Il clown sollevò il volto dolorante e Yuna sgranò gli occhi a ritrovarsi davanti il volto piangente di Tidus.

Esitò.

E tanto bastò al mago di squagliarsela -WHAHAHAHAH!!!!!!!!! Hai mancato il tempismo!!!!

-Brutto...- fece Yuna riprendendo la mira con lacrime di rabbia che le scendevano lungo il volto, ma Kefka scorse Cecil che tentava di assalirlo alle spalle e in tuta grazia lo disarmò mettendosi a ballare con lui, freneticamente.

Yuna sospirò di frustrazione, non riuscendo ad avere una visuale libera sul nemico.

-Ballate così bene mio principe!!!- esclamò il nemico tramutandosi in Rosa -Volete forse qualche altro seeervizio come ringraziamento!??

Cecil spinse via Kefka, preparandosi a colpire -Un bambino magari!?

Il re esitò e il mago\Rosa fece apparire Luneth tra le sue braccia, spedendolo poi dritto in quelle del paladino.

Nella sorpresa generale il ragazzino scoppiò a piangere, investendo Cecil con una pioggia torrenziale e delle onde sonore da migliaia di decibel, rischiando di abbatterlo solo così.

-Benebenebenebenebene!!!!!!!!! Cosa c'è da fare adesso?!- si chiese Kefka tornando normale.

-Prendi questa malato figlio di puttana!- gridò Light, aprendo il fuoco assieme a Yuna.

Kefka schioccò le mani e una lastra di ghiaccio apparve sotto le due, facendole scivolare pesantemente a terra.

Bartz evocò l'arco e mirò ad una stalattite sopra il nemico, che si staccò dal soffitto e minacciò di colpire il mago e finirlo una buona volta, ma d'improvviso l'oggetto cambiò verso e scomparve, riapparendo sulla testa di Bartz e spedendolo nel mondo dei sogni con un bernoccolo.

Gidan prese in mano le sue armi e fisso il nemico circospetto, cercando di scorgere eventuali punti deboli.

-Nononononono caro mio non è per quello che si usano!- esclamò il clown, circondandogli il volto con una nuvoletta rosa che il biondo inspirò involontariamente.

-Usa la tua immaginazione: cosa potrebbero fare di meglio!???- continuò il mago sussurrando all'orecchio del Jenoma, che lanciò uno sguardo determinato alle due ragazze.

-Gidan...buono...- fece Yuna presagendo la situazione, ma insensibile alle sue preghiere Gidan scattò all'attacco con le daghe pronte a compiere “l'impuro” atto, salvo che il pungo di Light non fu d'accordo e il ragazzo si ritrovò col volto incavato nel suolo.

-Comincio a stancarmi dei tuoi giochi Clown- ringhiò la donna, puntando irata la sua arma di nuovo verso il nemico, senza sparare.

-Che strano io no!! MWHAHAHAHAAH!! OHHHHH, che bei tatuaggi.

Light e Yuna abbassarono lo sguardo, per notare che gli abiti avevano preso il volo.

Cecil si girò dall'altra parte cosciente di dover mantenere un certo rispetto, mentre Firion e un Vaan redivivo rimasero imbambolati a guardare la scena, sparando sangue a volontà

-Malato!- ringhiò Light, coprendosi, mentre Yuna s'accucciava sconvolta.

-E in passerella due casi di femminilità mancati: Signore e Signori Firion eeeee Cecil!- su un palcoscenico uscito dal nulla (assieme alla luce andata via di colpo) e sotto due mirabolanti fari apparvero Firion vestito come Light e Cecil vestito come Yuna.

Kefka invece si vestì come il primo -Mmmmhhh, che bella rosa che abbiamo colto qui.

Andò dritto verso Firion e lo colse in un passo di danza -Forse vogliamo acclimatarci meglio, milady?

-Psicopatico!- Light gridò sparando a raffica sul palcoscenico, e anche Cecil scattò in avanti, ma il buio li circondò.

-Grazie e tutto gentile pubblico, prego ritornate alla prossima edizione, AHHAHAHAHAHAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Eccettuati Firion e Light, tutti gli altri eroi vennero spediti all'esterno della barriera, al cui interno non c'era altro che buio.

Cecil s'abbatté con tutta la sua forza contro quel muro invisibile, (Yuna scoprì con sollievo che gli abiti erano tornati ai rispettivi proprietari), ma non riuscì a passare, era inutile.

Con lacrime di frustrazione si volse verso il luogo dove si trovavano i suoi compagni, vedendoli tuttavia nel panico.

Non riusciva a sentire quello che dicevano, come se fosse divenuto completamente sordo.

Bartz e Luneth erano gli unici in silenzio.

C'era qualcosa di strano.

Poi le immagini cominciarono a sbiadire, i compagni a dimenarsi intorno, vedendo se stessi preda di quelle strane onde, che cancellavano tutto.

Onda dopo onda la realtà divenne più confusa, e un nero profondo prendeva piede.

Cecil cominciò a non sentire più neanche se stesso.

Poi un'immensa mano lo afferrò e lo tirò fuori, come da un liquido melmoso.

La prima cosa che il re notò fu l'armatura, come erano state le sue e quelle di Kain quando erano cavalieri neri, ma che nascondeva un corpo molto più imponente.

Poi il volto scuro e possente.

-Fratello- riuscì a dire Cecil, prima di essere posato al suolo.

-Ordunque ti inserisci nelle mie trame ancora una volta- disse una voce dall'alto.

Cecil l'aveva già sentita altre volte, ma non riusciva a ricordare.

Dopo un istante sentì un giramento.

Non c'era abituato.

-Fatti da parte, creatura oscura- sentì dire dal fratello.

Esplosero dei colpi, poté udire i fulmini e altre magie che cozzavano furiose.

-Non fermerai l'avanzata del Vuoto. Nessuno può- disse ancora la voce, rilassata e profonda.

-Ritorna nel tuo regno mostro- rispose Thedor altrettanto tranquillamente.

Con un ultimo colpo di fulmine Cecil udì un verso strozzato e un tonfo sordo.

Poi un senso di sollievo.

Aprì gli occhi, vedendo che i fratello lo stava rinvigorendo con la sua magia.

-Cosa succede, fratello? Dove sono finiti tutti?

-Nel Vuoto- rispose lo stregone nero, tornando in piedi.

-Cosa!?- esclamò l'uomo saltando in piedi.

Dietro al fratello scorse il cadavere annerito di un altra armatura, distrutta in molti punti.

-Non illuderti, era una mera marionetta- insisté Thedor.

Solo allora Cecil notò che il fratello era quasi illeso.

-Thedor, cosa succede?- insisté il fratello più giovane.

-Non lo so neanch'io, Cecil. Temo che però restare qui sia troppo pericoloso.

-Ma dobbiamo liberare gli altri dal Vuoto.

-Neanche io posso. Ed entrare nel suo regno è una pessima idea.

-E cosa dovremo fare?

-Trovare Guerriero. Sembra essere l'unico che forse potrebbe aiutarci.

-Sta combattendo contro Garland, ma l'unica strada per tornare indietro e bloccata da...Oh mio dio Firion! Light!- esclamò l'uomo voltandosi, ma l'immensa mano del fratello lo prese di nuovo per la spalla e se lo caricò sotto braccio -A loro ci sta pensando qualcun altro. Noi due dovremo trovare un altra strada.


Era il Vuoto.

Il nulla assoluto.

L'aveva avvertito parecchie volte combattendo, ma mai prima d'ora l'aveva provato sulla sua pelle così vividamente.

Non vedeva, non sentiva, non si muoveva, non percepiva.

Non era.

Nel Vuoto non potevi essere, niente poteva.

Era una trappola perfetta.

Kefka si era preso la sua rivincita, e poi li aveva lasciati al nulla.

In pasto a Ex-Death e Nube Oscura.

Avrebbe imprecato, ma non sapeva più come si faceva.

Anzi, chi era?

Cosa era stato?

Cosa era adesso?

Cosa voleva dire?

Cosa...?

Tutto sbiadiva, niente resisteva alla marea nera.

Ogni piccolo pezzo di esistenza gli veniva portato via dal Vuoto.

Non era.

Era...

era...

era...

era...

era...

-Bartz!- venne chiamato a gran voce, e scosso così malamente che quando aprì gli occhi per rispondere venne sballottato per ancora per qualche secondo.

-Oh scusami, avevo paura che quei due ti avessero cancellato- disse la voce, un pelino stridula.

-Chi...?- cominciò a dire Bartz, fissando la maschera bianca di fronte a se, prima di riconoscerla -Gilgamesh?

-Evviva!- esclamò il leggendario arraffa-spade, saltando di gioia -Ti sei ricordato di me!

-Dove sono tutti?- chiese l'avventuriero, alzandosi in piedi.

-Ancora nel Vuoto. Ma non importa! Adesso affrontami!- gli rispose Gilgamesh, sguainando Buster Sword e Masamune.

-Cosa diavolo dici? Non ho tempo da perdere con te! Devo tirare i miei compagni fuori da li!

-Ehi no aspetta un attimo! Ti ho salvato la vita, ora mi sei debitore! Affrontami!

Ma Bartz gli diede le spalle, cercando un punto d'accesso.

-Non ignorarmi!- esclamò il guerriero leggendario, senza venir udito.

-Bah! Uno s'impegna tanto ad aiutare un amico e quello ti ringrazia così...Sei un ingrato lo sai!?- gridò rivolto a Bartz, il quel tuttavia era riuscito ad aprirsi di nuovo un varco nel nulla, stavolta conservando la sua coscienza.

Il ragazzo saltò nel portale, lasciando Gilgamesh da solo.

-Cosa non si fa per gli amici!


A\N: Leggete tutto è IMPORTANTE: Ringrazio Chainblack per aver pubblicato la storia su Ex-Death mentre scrivevo, altrimenti questa seconda parte non mi sarebbe mai venuta in mente.

DII\N: Vuole anche ringraziare Devilangel per avergli insegnato l'arte della recensione filata, white (in anticipo) per la sua arte stilistica, che ha fatto miracoli su di lui, Arok e Ninde per il loro continuo sostegno e la storia, star per la role e...dunque...

A\N: I ringraziamenti si fanno alla fine. E in ogni caso, non farli al posto mio!

DII\N: Allora il genio della lampada qui passerà tre settimane in isolamento totale...

A\N: Dal web. E comunque sarà semplicemente che non potrò pubblicare o scrivere per tre settimane, se serve possiamo mantenere una corrispondenza tra noi. E allora ringrazio di nuovo Devilangel, Arok, Ninde, star, e white. Ci vediamo di nuovo a settembre.

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Capitolo 19
*** Combattimenti a realtà 0 ***


A\N: Torniamo al letale duello. Ciao ragazze\ragazzi sono tornato anch'io, e la mia gioia si udirà fino alla cima dei cieli. Ricominciamo da uno dei momenti migliori, il letale duello tra Garland e Guerriero.

DII\N: E vi prego siate piuttosto zelanti con lui, è un mese che aspetta questo momento (mi ha fatto una testa...):


Garland sferzò l'aria con l'immensa spada, mentre impattava con lo scudo di Guerriero, per poi allontanarla con leggerezza e tentare un affonda da tutt'altra parte.

Per l'eroe quel combattimento era sfiancante.

Il nemico era diverso.

Era molto più forte di come lo ricordava.

Era letale.

Era subdolo.

Era un nemico da tenere a distanza.

Il guerriero oscuro spinse la punta ricurva della sua lama contro il fianco sinistro ancora una volta, mentre Guerriero parò ancora con lo scudo, ma la spada invece di essere respinta scivolò indietro e si agganciò alla parte inferiore dell'arma, sollevandola e lasciando il petto scoperto all'eroe.

Ancora una volta la spada di Garland si spinse verso il corpo dell'avversario, che riuscì a far deviare il colpo con la sua lama, restando illeso ma cadendo malamente a terra.

A quel punto il nemico cessò ogni ostilità, attendendo che Guerriero si rialzasse.

Era sfiancante.

Non aveva ricevuto una sola ferita dall'inizio dello scontro, eppure sentiva il proprio corpo protestare.

L'eroe si rimise in piedi, senza barcollare, ma comunque cosciente che tra lui e l'avversario che l'attendeva innanzi c'era una grossa differenza.

Si chiedeva sa sarebbe mai riuscito a vincere.

Garland non disse niente, sbuffò appena.

Da sotto l'elmo era impossibile scoprire a cosa pensasse.

L'eroe si aspettava un attacco da un momento all'altro, ma invece tutto ciò che ottenne fu un ulteriore sbuffo e la lama di Garland che si conficcava nel suolo.

-Non sei neanche degno di essere combattuto, da come la vedo io- disse freddo il guerriero incrociando le braccia.

Con un moto di rabbia Guerriero si lanciò contro l'ex-paladino.

La spada avanti, lo scudo a protezione del petto.

Garland si scostò appena e chiuse il suo palmo artigliato sul polso dell'avversario, piegandolo a terra con forza e schiacciandolo ulteriormente con un piede sulla spalla.

-Sei patetico, Guerriero. Credevo saresti stato in grado di opporre una migliore resistenza.

-Finiscila con questa farsa!- l'eroe cercò di spezzare la presa del nemico, senza successo.

-Dovrai costringermi.

Frustrante.

Guerriero sentiva la frustrazione fluire dentro di lui.

E rabbia.

Molta rabbia.

La sua Ex-Mode era attiva ancora prima che lui se ne rendesse contro, e Garland venne sbalzato di lato dall'impetuoso attacco.

Guerriero gli saltò addosso, impedendogli di raggiungere la propria arma, e con un colpo preciso gli separò in due l'elmo, che cadde a terra.

Sconfitto l'ex-paladino fece appena in tempo ad afferrare una piccola (per le sue mani) spada con il pomolo ingioiellato, prima di vedersela spezzare dalla lama dell'eroe.

-Non abusare mai più della mia pazienza, Heiner- disse Guerriero, puntando la spada alla gola del suo nemico e posandogli un piede sul petto.

Il re sospirò, in quell'armatura così pesante da rendergli impossibile i movimenti -A quanto pare non ero pronto.

Guerriero alzò la spada per finirlo, ma si fermò.

Un sussurro, un bisbiglio.

Un eco lontano che giungeva alle sue orecchie.

Era qualcosa di irresistibile.

Ma flebile.

Guerriero era stato colto di sorpresa, non ebbe il riflesso di scacciare quel richiamo.

Si volse, verso la caverna, e udì la voce farsi lievemente più forte.

Per qualche ragione era quello che voleva.

Dimentica Heiner.

Dimentica gli amici.

Dimentica tutto.

Con un ultimo sguardo al suo avversario Guerriero si avviò, circospetto.

Ma più si avvicinava, più una frenesia lo prendeva, spingendolo a proseguire spedito.

Heiner, di nuovo solo, cominciò a sghignazzare, mentre un rubino particolarmente appariscenze nel pomolo della spada brillava vivido, risucchiando l'arma e l'armatura di Garland.

Poi la figura bianca si stacco dal corpo del re, continuando a ridere, mentre la “bambola” restava a terra esangue.

-Oh mio dio tutto questo è qualcosa di incredibile! Quanto è facile giocare con queste entità!

L'uomo in bianco richiamò nella sua mano il pomolo della spada spezzata, fissando il rubino pulsante di pura luce.

-Chissà se riuscirò a farne impazzire qualcuno. Perché no? In fondo non saranno altro che misere pedine adesso. Se il signorino non si mette in mezzo- con un sorriso si allontanò il rubino dal volto e si ritrovò Guardiano a pochi millimetri da se.

Balzò immediatamente indietro preparandosi ad estrarre la spada che portava sulla schiena, ma si fermò a metà del gesto, quando la figura nera di fronte a lui rimase immobile.

Tenendo gli occhi fissi sul nemico, il cavaliere bianco fece riscivolare l'arma nel fodero, raddrizzandosi.

L'altro continuo a rimanere fermo.

“A che gioco stai giocando?” pensò.

-Bene bene- disse con un tono velenoso -Non riesci proprio a starmi lontano eh?

Guardiano non diede segni di reagire.

Ma l'altro lo conosceva bene.

Mentre la curiosità si faceva largo tra l'odio e la paura, si concesse un sorriso derisorio.

-Come sapevi che ero io?

-Esattamente come sapevo dove eri adesso- replicò Guardiano -Ho seguito le grida di sofferenza.

Suo malgrado il cavaliere bianco deglutì.

La voce del suo nemico era appena diventata profonda e violenta, rimbombando come un uragano per le vie della caverna.

Era tutto un trucco che usava grazie all'armatura, ma per esperienza sapeva che quando quella voce si manifestava non era mai un buon segno.

-Sei venuto ad uccidermi?- replicò.

-No- rispose Guardiano, sorprendendolo -Sono venuto ad ammirare l'oggetto del desiderio.

Il cavaliere bianco lanciò un rapido sguardo alla pietra scintillante.

-Oh, allora ricordi?

Non fu necessario ricevere una risposta.

-Non credo di avere altra scelta. Se è la pietra che cerchi, dovrai prenderla dalle mie mani- un piccolo ciondolo sul suo petto brillò di un innaturale luce malvagia, rosso scuro, quasi come il vino, e un opprimente sensazione di morte invase la stanza.

Guardiano incrociò le braccia, lasciando che infinite energie cominciassero lentamente a liberarsi attorno a lui, facendo garrire il suo mantello ad un forte vento, che crepava la terra e faceva crepitare l'aria.

Lo scontro era imminente.


Il Vuoto era un brutto posto.

Anzi non era proprio niente.

Ne brutto, ne un posto.

Era nulla e tutto.

Bartz stavolta riusciva a sottrarsi al flusso, aveva imparato.

Ma il Vuoto attendeva.

Era veramente come muoversi in mezzo al niente.

Era l'unica cosa vivente in quel posto.

Pensò a cosa avrebbe fatto quando avesse trovato i suoi amici...

No trovare non era il termine esatto.

I suoi amici non erano da nessuna parte.

Non li avrebbe trovati.

S'arrestò.

Che idiota, avrebbe dovuto farsi spiegare da Gilgamesh come liberare i suoi compagni dall'influenza del nulla.

-Vile!- una voce femminile lo richiamò, e “dietro” di lui emerse Nube Oscura.

-Dannato strega!- gridò il ragazzo partendo all'attacco, ma un istante dopo uno dei due letali tentacoli apparve e chiuse le sue fauci sulla sua testa.

Tanto male non fece, stava solo cercando di tenerlo fermo, ma la scena divenne ridicola quando il ragazzo per proteggersi fece sparire le armi e cercò di uscire strattonando le fauci dell'essere, agitandosi come se fosse per aria.

L'entità lo fissò, tra il deluso e l'affascinato, prima di iniziare ad essere seria.

Lasciò andare il ragazzo, che rimase immobile nel Vuoto, senza cadere.

Quindi i due tentacoli l'assalirono.

Stavolta fece male.

Il sangue uscì dalle braccia di Bartz, mentre essi l'avvicinavano a lei.

-Adesso basta. È ora che anche tu ritorni al Vuoto- disse, lievemente eccitata.

Bartz evocò il fucile di Balthier e il Gunblade di Lightning, aprendo il fuoco all'impazzata, ma con uno strattone i due tentacoli lo fecero desistere, e lui urlò di dolore.

Lei si preparò a piantargli una mano nel petto, e fargli accogliere finalmente il nulla, ma il ragazzo calciò, colpendola al volto.

Irritata, lo colpì con uno schiaffo.

Lui non demorse.

“Che patetico essere. Come puoi sperare di ribellarti alla presa del Vuoto? Voi umani siete davvero ingenui” pensò l'entità donna.

“Finiamolo” propose uno dei tentacoli.

Così i due mostri iniziarono a tirare.

Bartz gridò in preda ad una terribile sofferenza.

Un nemico tirava da un lato, uno dall'altro, e nel mezzo la donna attendeva di colpirlo.

-AHYYAAAA!!!- con un grido Gilgamesh arrivò dal Vuoto circostante, colpendo l'essere con un calcio.

-AY!- si volse dunque, e colpì con una spada che aveva a portata di mano, ma quella si spezzò.

-AYA!- ne prese un altra ma anch'essa si spezzo sulla schiena dell'entità.

Quella si volse, irata e indignata, e Gilgamesh sobbalzò di paura, prima di afferrare l'ennesima spada inutile e spezzarla sul volto di Nube Oscura.

Con un esclamazione di panico strozzata il guerriero fissò la lama spezzata, prima che un tentacolo gli mangiasse la testa.

Per quanto forte fosse l'entità, l'armatura del guerriero leggendario resse, e infine quello con un doppio colpo al “collo” del nemico lo costrinse a lasciarlo.

Quindi colpì con un calcio ben piazzato il volto dell'entità donna, ritraendosi.

Con la rabbia unita alla vergogna il tentacolo di sinistra colpì al fianco, venendo respinto da un ginocchio, mentre quello di destra venne respinto da un colpo di mano.

Infine Gilgamesh estrasse l'ennesima spada che andò a spaccare sul bel cranio della donna.

In risposta lei lo colpì tra le gambe, e Gilgamesh saltellò lontano, reggendosi i genitali con entrambe le mani.

-Forse dovresti impegnarti di più!- gridò Bartz, mentre afferrava un Elisir, prima di scoprire che erano scomparsi.

Il Vuoto doveva averli presi.

-Ci provo!- rispose quello, fermandosi un attimo e realizzando che l'armatura l'aveva protetto e quindi non aveva dolore -Oh.

Nube Oscura caricò irata, preparandosi a disintegrarlo a mani nude, e il guerriero estrasse per puro caso la Buster Sword che si aprì la strada nel petto dell'avversaria.

Il gemito strozzato che lasciò le labbra dell'entità donna rincuorò Gilgamesh.

-Giusto!- esclamò ricordandosi del repertorio che aveva tenuto in serbo per Bartz.

Estrasse la Masamune, e decapitò entrambi i tentacoli con due mosse fulminee e molto pompose, tipo i vecchi film cinesi\giapponesi.

-Ah!

-YA!

-AHA!

Piantò la spada nel petto della donna, facendola gemere di dolore ancora di più.

Quindi si allontanò un poco, iniziando a fare stretching.

-Che fai?- chiese Bartz, fissandolo con un misto di ammirazione e sorpresa.

-Non interrompermi rivale, sto preparandomi a compiere la mia evocazione finale. EXCALIBUR!

Il ragazzo fissò in silenzio l'inaspettato alleato, mentre un gocciolone gli scivolava sulla nuca.

-Vuoi dire l'Excalipur?

-EXCALIBUR!- strillò Gilgamesh, mentre con un esplosione di fiamme la lama rosso fuoco e fiammeggiante cadeva nelle sue mani.

-Okay, decisamente l'Excalibur- dovette ammettere il mimo.

-AH!

-YA!

-WHATTA!

-HATTA!

-HE!

Prima un braccio.

Poi l'altro.

Una gamba.

Anche la seconda.

La testa.

Con Nube Oscura che vagava fatta a pezzi per il Vuoto, Gilgamesh lasciò andare Excalibur (che tornò nel mondo delle evocazioni), recuperando la altre armi che aveva collezionato, eccettuata la Masamune che scomparve senza che i due se ne accorgessero (tanto tra le trecento e ventimila copie false che aveva sai quanto ci avrebbe messo il nostro eroe a capirlo?).

-Allora Bartz, come sono andato?- chiese il guerriero, con grandi aspettative.

-Direi che sei stato fantastico- ammise Bartz, infinitamente grato al vecchio nemico.

-Evviva, ho superato il mio rivale!- esclamò Gilgamesh, alzando il pungo in segno di vittoria.

-Ecco...adesso magari non esageriamo. Per essere più forte di me devi sconfiggermi- disse Bartz, un poco offeso.

-Bene, facciamolo!- esclamò di rimando lo spadaccino, prendendo la prima spada che trovò a portata di mano e preparandosi a combattere.

-Ehm...- stava rispondendo Bartz, ma l'altro lo interruppe -Giusto, la posa della vittoria.

Alzò la gamba sinistra davanti a se, piegandola indietro fin quasi a toccare l'altra gamba, puntando la mano abbinata in fuori perpendicolarmente alle spalle, mentre la desta seguiva la curva della testa.

-Ehm...- fece ancora Bartz, ma venne interrotto di nuovo -Bene, adesso combattiamo!

-GILGAMESH! Guardami!- esclamò al limite della pazienza il ragazzo.

Lo spadaccino scosse il capo.

-Un bell'Elisir e sarai come nuovo.

-Elisir?! Tu hai i miei Elisir?

-I tuoi e quelli dei tuoi colleghi. Quando siete arrivati ho pensato di fare scorta- rispose l'uomo estraendo dal Vuoto una cassa ripiena delle boccette.

-Wow! Aspetta tu sai dove sono i miei amici!?

-Beh si.

-Portami da loro!- esclamò Bartz, afferrandolo per il mantello incurante del dolore.

-Cosa!? NONONONONONONO devi affrontarmi prima!

Bartz sospirò esasperato, prima di ricordare che Gilgamesh era piuttosto ingenuo.

-Gilg, ti sono debitore due volte.

-Appunto! Combattiamo!

-Se mi aiuterai a salvare i miei compagni ti sarò debitore tre volte, no?

Lo spadaccino ammutolì, sorpreso.

Si portò una mano alla maschera, accarezzando il mento di metallo con le dita.

-Allora cosa aspettiamo!?- esclamò convinto l'uomo.

In trenta secondi il flusso del Vuoto scomparve e i due si ritrovarono nella caverna, con i giovani colleghi a terra, tossendo e cercando di rimettersi in piedi.

Ma c'erano solo Gidan, Yuna, Luneth e Vaan.

-Dov'è Cecil?!- esclamò Bartz, fissando Gilgamesh.

-Non lo so, qualcuno l'ha sottratto al flusso prima che potessi raggiungerlo.

-Guardate!- esclamò Luneth, indicando il cadavere di Ex-Death -Chi può essere stato?

-Forse Cecil- disse Yuna.

-Con dei fulmini?- rispose Gidan, giustamente scettico.

-Squall!- s'illuminò il volto di Bartz.

-O Cloud!- esclamò Luneth.

-O tutti e due- fece Vaan.

-Scusatemi, ma possiamo combattere?- chiese Gilgamesh, sentendosi ignorato.

-Scusa amico, ma ci sono persone che vogliono ucciderci qui. Perché non ci liberiamo di loro e poi pensiamo a saldare il conto?- rispose Bartz, prendendo uno dei suoi Elisir e bevendo.

-Dove sono?- chiese lo spadaccino, guardandosi attorno circospetto.

-Dovremo trovarli. Perché non ci aiuti?

-Sembra una splendida idea, così potrò tenerti d'occhio- ammise Gilgamesh.

-Perché quello combatte con noi adesso?- chiese Gidan, poco convinto.

-Sembra che in fondo il suo animo sia buono. Si è solo fidato delle persone sbagliate, seguendo egoisticamente i suoi desideri- spiegò Bartz, accomodante.

-Ben detto!- concordò l'uomo prima di cambiare idea -Aspetta cosa!?

-Rilassati, ne conosciamo tanti come te. Non sei l'unico- disse Yuna, rassicurante con i suoi immensi occhioni da cucciola.

Dopo averla fissata per molti secondi, da sotto l'indecifrabile maschera, Gilgamesh si rilassò.

-Quindi sono uno di voi, adesso?- chiese.

-Fintanto che lo vorrai- rispose Bartz, dandogli una pacca sulla spalla.

Un sospiro profondo risuonò, quando Gilgamesh inspirò con forza quella parola -Grazie.


A\N: E anche Gilgamesh si unisce all'armata. Cavalieri delle letteratura, è giunto il momento di spiegare le ali dell'immaginazione...

DII\N: Scusatelo, è un pirla. Lo fermo prima che ne spari di troppo grosse. TO THE NEXT! Ciao.

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Capitolo 20
*** La vendetta di Kuja! ***


A\N: Okay riprendiamo alcune vecchie questioni.

DII\N: Tradotto “di due capitoli fa”.


Cecil e Golbez si erano inoltrati nella fortezza di roccia e metallo.

Non c'era molto da vedere.

Corridoi dalle forme irregolari, arcate, stalattiti e stalagmiti.

Non c'erano Manikins in giro.

-Perché sospetto che questo effetto sia voluto?- disse ad alta voce Thedor, fermandosi.

Cecil suo malgrado urtò contro la massiccia schiena del fratello, che sembrò non accorgersene -Cosa?

-Questa calma.

-Beh fratello, oltretutto se c'è un modo migliore per innervosire le persone è proprio questo- confermò il fratello più giovane.

-Occhi aperti, qualcosa sta infittendo le trame attorno a noi.

-Ah...capisco.

I due ricominciarono la marcia all'erta, aspettando che qualcuno si mostrasse.

Dall'ombra un bastone picchiò al suolo, scatenando una serie di esplosioni tutt'attorno ai due guerrieri, che tuttavia ne uscirono illesi.

Poi una pioggia di piccole forme magiche li raggiunsero violente, costringendoli a separarsi.

-Ti ho preso piccolo re- disse una voce profonda mentre Cecil balzò lontano, cercando di trovare il suo obbiettivo.

Una forma rossa e nera apparve sul muro, scagliando altri di quei proiettili magici contro l'uomo.

Quello balzò nuovamente fuori portata, parando quelli che lo raggiungevano.

-La strega- disse Thedor, preparandosi a colpire.

-Anch'io, stregone- replicò l'Imperatore Matheus sbucando dalle ombre dietro di lui, colpendo il gigante nella schiena.

Quello cadde a terra con un buco nell'armatura, impreparato e distratto.

Un secondo attacco lo travolse, e un altro ancora nello stesso punto.

-Muori verme- disse Matheus, infierendo sul cadavere.


Guidato da Gidan, il gruppo di eroi s'incamminò spedito tra le caverne, senza tuttavia riuscire a sembrare ne serio ne all'erta.

Il sollievo di essere di nuovo...“qualcosa” era palpabile, letteralmente.

Per il momento era più interessati ad uscire dagli intricati labirinti (e sfortunatamente i ricordi di Guerriero, Kefka, Firion e Lightning erano svaniti).

Inoltre, con loro grande sorpresa, Gilgamesh si rivelò divertente e loquace, interrompendosi ogni tanto per fare qualche gioco di prestigio con le sue armi o per annusare in giro eventuali nemici.

-Allora questo Enkidu è un tuo grande amico- disse Yuna, visibilmente attratta dai racconti del leggendario spadaccino.

-Puoi ben dirlo, è un guerriero grande e forte come me!

-Credevo fosse una creatura verde dalla natura sconosciuta...- fece Luneth puntiglioso.

-Non interrompermi piccolo eroe! Un giorno anche tu avrai grandi storie da raccontare!- esplose Gilgamesh, facendo irritare il ragazzino.

Mentre i due bisticciavano gli altri loro malgrado ridevano, sperando di non attirarsi l'ira dei contendenti (sai che paura).

Poi una forma nera calò dall'alto, minacciando di carpire Gidan con un immenso guanto nero, ma il Jenoma saltò fuori presa, gridando l'allarme.

Tuttavia l'ombra impattando con il suolo scatenò una serie di fulmini che creparono la terra, sollevandone ampi blocchi.

-Che succede!?- gridò Gilgamesh, caduto sul suo deretano in modo poco elegante.

-È Golbez!- gridò Gidan, riconoscendo l'armatura.

-Cosa!? Anche lui- disse Bartz, mentre si rimetteva in piedi.

-A chi importa. Nessuno tocca i miei amici!- Gilgamesh estrasse ben sei armi dal suo repertorio, rivelando altre due paia di braccia, e saltò verso la figura dello stregone nero, che lo scagliò di lato in modo poco cortese.

-Utilissimo!- fece Luneth, finendo dopo pochi istanti nella stessa situazione.

-Almeno questo non usa scherzetti- disse Yuna a bassa voce, prima di aprire il fuoco.

Respinti da un muro invisibile i colpi si piantarono nella roccia intorno, con dei rombi poco raccomandabili.

-Cambiamo tattica- fece Vaan, saltando sui massi per avvicinarsi, con un paio di spade prese da Gilgamesh, ma un fulmine lo colse a mezz'aria e lo gettò di lato, facendolo rovinare al suolo, rantolando.
Bartz e Gidan attivarono le rispettive Ex-Mode per tentare un attacco frontale, ma purtroppo vennero respinti dalla forza gravitazionale controllata dallo stregone


-Bene bene bene, che situazione interessante- fece Kefka, da qualche parte.

Tutto ciò che Lightning poteva sentire era il proprio respiro, il proprio dolore e la propria forza lasciarla.

-Ascoltami bene ragazza- d'improvviso il clown le afferrò il mento con le proprie mani -Facciamo un bel gioco ti va?!

Non poteva rispondere.

-Sono sicuro che ti piacerà! AHAHAHAHA!- risata stridula -Guarda bene. Lì sotto la luce...- si accese un faro dall'alto, illuminando Firion mezzo massacrato, sanguinante da dozzine di ferite e quasi nudo, tenuto a poca distanza da terra da due catene incandescenti, mentre altre due gli bloccavano le caviglie; sulla bocca vi era un pezzo di ferro rovente.

Probabilmente avrebbe perso conoscenza molto presto, ma il ragazzo continuò a urlare, i suoni ovattati dal pezzo di ferro, ma comunque era ovvio quello che avrebbe voluto gridare a squarciagola.

“Lasciala Porco! Mostro! Stalle alla larga!”.

Un ultimo gesto di sfida per proteggere la donna che amava.

La furia di Kefka non era stata clemente neanche con lei.

E il peggio era che quello psicopatico ancora non aveva finito.

-Lì sotto c'è la principessa in pericolo- finì il clown -E tu sei il grande principe che attraverserà mille pericoli per salvarla.

Un percorso allucinante si aprì sotto i suoi occhi.

-Adesso ascolta bene le condizioni. Perché le dirò tutte una sola volta. Bene hai cinque minuti di tempo a partire da adesso, quindi devi fare in fretta! Inoltre sei attaccata ad un imbragatura estremamente elastica che ti tirerà inevitabilmente verso il tuo amato non appena lascerò andare il gancio che ti trattiene...ho forse staccherò i perni e il gancio ti inseguirà non lo so! AHAHHAAHAHHAAHAHA! Scusa. Comunque, adesso ti spiego il percorso: quelli sono cerchi taglienti che girano abbastanza velocemente da tagliarti il braccio in corsa, e come se non bastasse si muovono in orizzontale, fin quasi a toccarsi per poi separarso. Il pavimento è incandescente da qui alla fine, a proposito. KHIKHIKHI!!! Dopo ci sono delle lame in sequenza che caleranno dall'alto come delle mannaie, cercando di tagliare qualsiasi cosa passi su quel tappeto mobile in mezzo. E come parte finale, la Danza dei Martelli, in quanto quegli adorabili pezzi di ferro talmente caldo da fondere le mani con un colpo ti gireranno attorno facendo di tutto per annientarti. Infine, una volta che raggiungerai la tua principessa, avrai trenta secondi per liberarla prima che una rete incandescente vi catturi, e un minuto prima che due trivelle mortali vi perforino il cranio. Tutto chiaro!?

Lei cercò di prendere quanta più aria possibile.

Gli ultimi momenti della sua vita sarebbero passati come il vento tra le foglie.

Avrebbe preferito che Firion non fosse lì a vederla.

-Bene via!!- esclamò il mago, lasciando andare il gancio, dando via al tormento finale.

Light schizzò in avanti già tormentata, mentre usava i piedi per trattenersi, ma quelli scivolarono sul pavimenti incandescente, lasciandosi dietro pezzi di pelle disciolta.

La ragazza era esausta.

Tra le lacrime guardò avanti a se, guardando il suo uomo gridare di rabbia.

Il pavimento era lisciò, oltre che caldo.

Non c'era modo di fare presa.

Schizzò come un fulmine tra i due cerchi, riuscendo a mettersi di profilo all'ultimo istante, venendo comunque ferita profondamente alla schiena e al petto.

Quindi incontrò il tappeto mobile, i cui pilucchi si avvolsero attorno alle palme martoriate, nonostante riuscì a fare presa. Ma divenne fallace quando una lama colando le fece sentire un dolore lanciante, e capì di aver perso qualcosa.

Con gli occhi chiusi pianse in silenzio, e chinando il capo perse anche un orecchia.

Urlò di dolore, mentre le lame continuavano la loro letale discesa e Firion gridava a pieni polmoni, strattonando le catene con la forza di dieci uomini, ma non bastava.

Con un ultimo sforzo tirò al massimo l'imbragatura, così che le lame cadendo in sequenza tirassero il tessuto facendola scattare ancora più rapidamente, superando i pericoli.

Raggiunse l'ultimo tranello ad una tale velocità che dovette avanzare a quattro zampe.

Lì il terreno era irregolare, pieno di oggetti puntuti e pieno di fossette, in cui subì dolori ancora più indescrivibili.

Un martello le colpì una mano, un altro la schiena, piegandola e facendole percorrere gli ultimi metri rannicchiata.

I suoni di Firion l'avevano ormai raggiunta e con un ultimo grido la ragazza evocò le lame di Odino, spezzando l'imbragatura e colpendo le catene incandescenti, senza successo.

Disperata saltò sugli oggetti a mani nude, sopportando il dolore ulteriore.

Era disperata.

Ormai sentiva solo il calore del corpo del suo amato.

Era inutile.

Le catene non cedevano.

S'abbandono lungo il corpo di Firion, baciando il ferro incandescente con le proprie labbra.

Forse avrebbero potuto farlo lì.

La loro prima e unica volta.

Fisso tra le lacrime quel volto distrutto che avrebbe voluto stingere al petto.

-Whahahahaha!!!!- rise come un pazzo, il clown.

La rete li intrappolò, mentre il suono delle trivelle cominciò a farsi più forte.

-Cosa vedono i miei occhi, eh? Vorreste farlo!? Qui!?!?!? Davanti a tutti!?!?!? HOOHOHOHOHOH!!! I giovani!!! Chissà, forse potrei tenervi in vita finché una giovane vita non vedrà la luce, corrotta dal mio grande istinto paterno!!??! Oh si, potrei proprio!!!! WHAWAWHAHAHAH!!! Sarebbe l'essere più potente mai esistito su questo mondo!! E SARÀ MIO!!!!! MIO!!!! WHWANHWNAHNWHABJAHWAHAWJ!!!!!!!!!!! Tutto ciò è fantastico!! Chissà come sarà!?!?!?

-Un aberrazione- si alzò forte una voce sarcastica -Come l'essere che lo crescerà.

Kekfa si girò di 180°, come una bambola su un carillon, prima di spalancare le braccia tutto contento.

Un certo mago stava armeggiando con quello che noi potremmo conoscere come un telecomando per missili.

-KUJI-COOO!!!!

-Kefka-chiii!!- rispose quello allargando le braccia sua volta, lievemente disperato del fatto che il telecomando non funzionasse

-Che bello!! Da quanto che non ci si vede!!!

-Eh già quanto tempo- rispose il Jenoma chiudendo le braccia con un moto di stizza e rabbia, premendo accidentalmente il grande bottone rosso, attivando il propulsore di un razzo che aveva avuto tutto il tempo di attaccare alla schiena dell'odioso clown senza che quello lo notasse.

Mentre Kefka spariva tra grida di sorpresa e altri non meglio identificabili, Kuja si agitò in una breve danza di luci colorate che disperse le magie dell'altro mago, facendo cadere i due ragazzi martoriati al suolo, prima di lanciare un ultimo sguardo al telecomando.

“Però...”.

Quindi Kuja lanciò l'oggetto per aria, facendolo esplodere, e si teletrasportò a bordo del “razzo Kefka”, comodamente seduto come una strega sulla scopa e incurante della violazione della gravità (causata dai bruschi cambiamentei di direzione del mezzo), continuando a tenere le gambe conserte e una mano sul petto dell'odiato essere (e con la memoria intatta Kuja ha decisamente bisogno di riprendersi la sua rivalsa).

-Allora, collega, come vanno le cose?- chiese il Jenoma, sorridendo a trentadue denti.

-Confuse!!!! AHAHAH!!!! CONFUSE!!! Non capisco niente!!!

-Quando mai l'hai fatto?- mormorò Kuja.

-Allora Kuji-coo, cosa succede!?!?! Sei tornato nella banda?!?!?? Non so più chi tormentare!!!

-Temo che passerò, Kefka-chiii, non fa per me!- replicò il Jenoma, distogliendo lo sguardo dal volto del mostro sotto di lui.

-DAVVERO??!?!?!- esclamò sconvolto l'altro.

-Si.

-Allora non ti dispiacerà se farò questo!!!- decine di attacchi magici esplosero dalle mani del clown, rimbalzarono sul Protega di Kuja, mentre questi si guardava le unghie perfette, e tornarono in faccia al mittente.

Con il volto mezza bruciato Kefka fissò il suo avversario,

-Da quanto in qua sei così potente?- chiese serio.

-Guarda! HEADSHOT!- esclamò il Jenoma puntando il dito davanti a se.

-HEADSHOT!!!!- esclamò Kefka, partecipando all'euforia generale, prima di cambiare espressione -Aspetta cosa...?

Kuja si teletrasportò a terra mentre la testa del clown si piantava nella roccia.

-E come gran finale...- batté le mani il Jenoma -...i razzi esplodono.

Allargò le braccia sotto allo spettacolo di fuochi artificiali, portando la testa indietro.

-E i morti camminanooohhhhh!!!- disse irata la voce di Kefka mentre i resti del suo corpo cadevano verso...una piscina d'acido che Kuja aveva disposto appositamente lì sotto.

-Tsh, barbaro- disse il Jenoma, avviandosi lontano, con il mento sporgente e il passo orgoglioso.

Raggiunse di nuovo i due guerrieri, e la spavalderia gli morì dentro.

I due non si muovevano, erano abbandonati l'uno sul petto dell'altra.

Kuja provò una profonda pietà, conscio che era colpa della sua egoistica voglia di vendetta per cui non era intervenuto tempestivamente annientando il clown con la sua magia, piuttosto che usando il suo stesso gioco.

Sperava solo che il tutto non fosse irreparabile.

Iniziò a curare i guerrieri dell'armonia, e vide la sua energia fluire più potente che mai, avvolgendo i due in un candido abbraccio curativo, mentre le ferite si rimarginavano a vista d'occhio.

Persino le parti mozzate ricrescevano, uguali a quelle perse.

“In questo posto il male è potente, lo sento. Significa che non sono ancora una creatura di luce?” si chiese Kuja, con una punta di tristezza.

Alla fine la ragazza sussultò, seguita dal ragazzo.

Con un sospiro di sollievo Kuja cessò il suo trattamento, applaudendo i due.

Quelli si volsero a guardarlo, sorpresi.

-Avanti piccoli angeli, la battaglia è appena iniziata- gli disse calmo il Jenoma.

Poi sembrò riflettere -E voi siete...ecco...fuori dal giro mi pare?- indicò gli abiti quasi assenti.

I due calarono i propri sguardi su se stesi, poi si fissarono, con le gote arrossate, poi cominciarono a ridere delicati, e alla fine di cuore.

Quella risata risuonò con la forza di un tuono tra quelle mura, una risata che scacciava l'oscurità e il dolore, l'angoscia e la rabbia, lasciando i due a cadere ansanti l'uno sull'altra, scambiando un bacio appassionato.

-Ragazzi vi prego- mormorò Kuja tra i denti, ma i due lo ignorarono e la situazione si fece ancora più imbarazzante.

Il Jenoma si girò cominciando a sudare, e volendo essere altrove.


A\N: Il grande Kuja al salvataggio.

DII\N: Sembra che gli ex-villains stiano lavorando al posto degli eroi. Come mai?

A\N: Perché sono fighi.

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Capitolo 21
*** Tutti i pezzi corrono ad incastrarsi! ***


A\N: Avengers Uniti!

DII\N: Oh, no: sei andato oltre il limite.

A\N: E perché mai. Forse scrivere un bel crossover...
DII\N: Trattieni la tua mente galoppante, non mi lasciare qui.


Vuoto.

Assoluto.

Orde di quelle creature sciamanti come insetti.

Patetico.

Creature moleste e inutili.

Lo sciame infinito, come tanti punti neri in un Vuoto che li ospita come proprie creazioni.

Una linea argentea della sua spada e niente restava.

Non avevano niente di vivo.

Sospirò in silenzio.

Doveva finire.

Poi lo sentì.

Un odore.

Sudore.

Dolore.

Fumo.

Un ghigno improvviso prese spazio sul suo volto mentre la sua spada ritrovata in quel luogo spoglio parlava da se.

Lo sciame gli scivolò intorno, impotente, mentre il suo destino lo chiamava.

Già poteva scorgere fin dove doveva spingersi.

I suoni ipersensi formicolavano violenti, come scosse elettriche.

Il cuore batteva.

Lasciò che gli insetti si avvicinassero, tanto sarebbero rimasti nel Vuoto comunque.

Sorrise, senza ridere.

Il sorriso freddo che lo definiva, mentre annusava la propria eccitazione.

Come un segugio che fiuta la preda apparve, lo sciame si aprì e lui lo vide.

Destino.

Due gocce d'acqua destinate ad incontrarsi per l'eternità.

Cicli infiniti assieme, le spade incrociate e il sangue.

Finalmente sarebbe stata di nuovo battaglia.


Cecil saltò di lato, ma decine di altri proiettili magici lo circondarono, apparendo dal nulla.

Non riuscì a respingerli e venne gettato contro la parete, piegando il metallo.

Poi altre esplosioni magiche lo circondarono e lui cadde inerme al suolo, faticando perfino a respirare.

Con un occhio chiuso alzò lo sguardo mentre la strega in piedi davanti a lui veniva raggiunta dalla figura dorata dell'imperatore.

-Non è ancora morto- disse questi, con una nota di disappunto.

-Non vedo perché dovremmo ucciderlo. In fondo non è da noi, macchiarci le mani con il sangue- rispose lei, senza voltarsi.

-Questo non è un ciclo, mia cara. Manipolare una creatura inutile come questa...- il bastone s'infilò sotto il mento del re, alzandogli il volto verso la figura dorata -...Patetico.

Il volto di Cecil s'inclinò nuovamente verso terra, mentre l'uomo digrignava i denti, frustrato.

Con le ultime forze cercò di issarsi in piedi, tremando.

Poteva avvertire il sangue colare da alcune ferite minori.

Ma era il bruciore, la pelle carbonizzata sul suo corpo.

Sentì la strega sbuffare e allontanarsi, lenta.

-Stai commettendo un errore- disse l'Imperatore.

Cecil vide la forma dell'incantesimo aprirsi sotto di lui, le sfere esplosive apparire tutt'intorno.

Chiuse gli occhi, mentre fredde lacrime scivolarono sulle sue guance.

Penso al figlio che non avrebbe mai conosciuto.

Ah, crudele destino!

Si diede del folle per non essere rimasto, si diede dell'idiota, dell'egoista.

Poi il rombo crepitante di un fulmini s'intrufolò con violenza tra le sue sensazioni, assieme ad un urlo di donna strozzato.

-Impossibile...- sentì l'Imperatore dire -...tu...

-Matheus- la voce di Thedor era profonda, rimbombante, carica di rabbia.

Detriti e massi si sollevarono, in risposta a quella collera brutale.

Senza dire altro le immense mani del gigante afferrarono il collo del mago, sollevandolo in aria come fosse una bambola di pezza.

Cecil rimase a guardare affascinato, mentre gli ultimi momenti dell'Imperatore Matheus scorrevano sotto i suoi occhi.

Il collo esplose, senza schizzare sangue da alcuna parte, e la testa rotolò al suolo, mostrando la paura e la sofferenza di quegli ultimi attimi.

Poi Thedor lo prese in braccio, con occhi grandi e colmi di sollievo.

-Cosa...succede?- chiese il paladino.

-Temo di cominciare a capire, fratello. Dobbiamo andare.

-Fermi!- esclamò una voce.

L'Imperatore.

La sua testa non c'era più neanche il suo corpo.

-Non vi permetterò di avanzare oltre!- disse quell'uomo apparendo con la sua figura dorata dalle macerie.

-Inutile marionetta- rispose Thedor puntandogli contro una mano.

-Lascia perdere- una terza figura apparve, avanzando verso di loro.

-Tu!- esclamò irato Matheus, riconoscendo l'uomo in armatura.

-Porta tuo fratello al sicuro, questo cane dorato è mio.

Con un cenno d'assenso lo stregone spiccò il volo, allontanandosi dalla battaglia.

-Dunque non ti è bastata, la lezione che diedi al tuo padrone- disse in tono di sfida l'Imperatore.

-Sono qui per fare giustizia- replicò Gabranth, estraendo le sue spade.

-Allora giustizia avrai- replicò la figura dorata, facendo scattare la trappola magica sotto i piedi del giudice.

Ma quello non si fece abbindolare e spiccò un grande balzo, per poi calare mentre le sue lame tracciavano segni infuocati nell'aria.

Una pioggia di proiettili magici lo raggiunse.

Per respingerli il giudice dovette indietreggiare.

-Tutto quel tempo racchiusi assieme, e ancora covi del rancore per me?- chiese l'uomo dorato.

-Proverò sempre rancore per te, dovessi restare rinchiusi in quel luogo per altri cent'anni- rispose Gabranth.

-Hai commesso un errore nel credere di potermi battere da solo- gli disse Matheus, mentre Artemisia si ricongiungeva a lui.

-Io non sono solo- ricambiò il giudice

Una figura imponente, con un abito bianco e blu, un mantello svolazzante sulle spalle e dei capelli scuri, atterrò dietro ai due.

Senza voltarsi l'Imperatore si concesse una breve risata -L'uomo che vuole annientare gli dei.
-L'uomo che ha ingannato la Morte- gli rispose Cid Raines mentre cambiava forma -E la Strega del Tempo. È un piacere.


Gilgamesh spiccò un balzo prodigioso prima di essere sbattuto contro il soffitto e restare con il capo incastrato.

-Amici, aiuto!- chiamò, ma gli altri erano in altrettanta difficoltà.

Vaan era ancora a terra, ferito, mentre Bartz e Gidan avevano riportato diversi danni.

Inoltre per loro era impossibile avvicinarsi allo stregone senza essere respinti.

Luneth, lo sapeva, perciò restava nelle retrovie, cercando un modo per superare le difese nemiche.

Yuna continuava a sparare, senza tregua, nella speranza di distrarre il gigante.

I suoi colpi venivano assorbiti da un muro invisibile, e qualche volta Golbez li faceva rimbalzare per respingere gli avversari o ferirli.

Un altro fulmine si abbatté su Gilgamesh, che franò a terra quasi immobile.

Con un grido di rabbia Bartz caricò di nuovo, e Gidan non riuscì a fermarlo.

Il mimo venne sbalzato lontano.

Il Jenoma si volse verso Golbez, e vide che lo stregone attaccava, caricando in avanti.

I massi cominciarono a spostarsi vorticosamente, costringendo gli eroi a saltare rapidamente.

Gidan, con la sua agilità, riuscì quasi ad colpire il nemico, ma poi un fulmine lo costrinse ad allontanarsi.

Infine la mano di Golbez afferrò saldamente il volto di Yuna, bloccandola.

-Stalle lontano brutto mostro!- Luneth balzò in soccorso della ragazza ma venne raggiunto da un masso e scagliato lontano.

Gidan cercò di intervenire a sua volta, ma prima che potesse fare qualcosa Yuna venne lanciata attraverso la parete con un pugno.


Yuna non capì molto.

Da quando Golbez l'aveva afferrata dolorosamente al collo, la sua unica preoccupazione era stata trovare un po d'aria.

Poi il dolore, la sensazione di vuoto.

Tutte le ossa, tutti i muscoli dolerono.

Rimbalzò, gli occhi chiusi, lo stomaco avvitato.

Non capiva niente.

Di nuovo la sensazione di vuoto attorno a lei.

Era morta.

No, sentiva ancora il dolore.

Era la fine.

Entro breve sarebbe finito tutto.

Poi qualcosa...no, qualcuno la prese, l'afferrò con braccia forti, per poi atterrare con un tonfo.

Era confusa.

Debole.

Si senti adagiare conto qualcosa, poi un oggetto umido le sfiorò le labbra.

Un liquido.

Con le ultime forze riuscì ad ingurgitare l'Elisir.

Il sollievo fu immediato.

Mentre il polmoni succhiavano aria con forza lei spalancò i suoi occhi.

Vedeva a malapena.

Forse era il dolore.

Forse doveva ancora abituarsi alla luce.

-Ehi- le disse una voce allegra che conosceva bene -Stai bene?

Si volse.

Era lui.

Sorrideva.

Era bellissimo.

Era un anno che le mancava quel sorriso.

Sentì le lacrime assalirla, in quel momento avrebbe rinunciato a tutto pur di stringerlo forte a se.

E lo fece.

Lui rimase sorpreso, indietreggiando lievemente, le mani alzate, mentre lei lo circondava con forza.

Il calore del suo corpo, il battito del suo cuore.

Il suo odore.

Era tutto lì.

Era tornato da lei.

Violenti singhiozzi lo scossero, lasciando il sollievo fluire.

Pianse, pianse forte.

Lo strinse.

Lui esitò, probabilmente confuso, ma alla fine lei avvertì le sue mani che la circondavano, toccando la pelle della sua schiena.

Un balsamo.

-Sei tornato...- disse, la voce rotta -Sei tornato...

-Sono tornato- le rispose con voce calda, una voce che la cullava.

Si abbandonò quella sensazione, mentre la paura svaniva, anche dai suoi ricordi.

-Non te ne andare...- gli disse tra i singhiozzi.

-Cosa?- rispose lui.

-Non te ne andare! Non te ne andare più!- gridò lei guardandolo fisso negli occhi.

-Ti prego...- insisté.

Lui rimase sorpreso per alcuni secondi poi sorrise accomodante -Certo- la strinse di nuovo a se -Non ti lascerò andare mai più.

Lei arrossì con tutta se stessa, grata.

-Ti porterò sempre con me.

Lei annuì sulla sua spalla.

-Muori...- mormorò.

A quel punto fu lei ad essere sorpresa.

Si allontanò guardandolo di nuovo in volto -Cosa?

-Per venire con me- disse lui, con tono urgente, come se fremesse -Devi morire.

Lei spalancò gli occhi, fissando intensamente la sua figura.

-Quindi ti prego, Yuna...- fece lui, sciogliendo l'abbraccio e allontanandosi -Muori.

Evocò la sua spada e cercò d'infilzarla, ma con una capriola la ragazza fu fuori portata.

-Che fai!?- esclamò, terrorizzata, prima di evitare con un salto laterale un altro maldestro fendente.

-Per favore muori!- lui le si lanciò contro, mancandola ancora, mentre delle lacrime di disperazione gli solcavano il volto.

Lei scivolo su un sasso.

-Muori! Devi morire, o non potrai venire con me!- esclamò lui, riuscendo quasi a colpirla.

Era riuscita a rotolare via, prima di rimettersi in piedi, affrontando il suo sguardo folle -Tidus! Che fai!?

Confusa, dovette sforzarsi molto per evitare un altro fendente volante.

Saltò verso destra, dandogli momentaneamente le spalle, e sentì un dolore lancinante quando il pallone da Blitzball del ragazzo la raggiunse alla schiena.

Scivolò sulla roccia, ferendosi al volto e alle braccia, prima di ritrovarsi inerme ai suoi piedi.

Piangeva di nuovo.

Una terribile sensazione.

Paura mista a disperazione.

-Tidus...- mormorò, mentre la voce affogava tra le lacrime.

-Lei ha detto che se non muori non potremo stare insieme- lo sentì dire -Per favore Yuna, muori.

Attese.

Ogni secondo era un eternità.

Tremava.

-Stolto ragazzino!- senti una voce rude gridare, mentre un grande boato risuonava.

Il gemito di dolore di Tidus la raggiunse, e fu straziante quasi quanto sentire la sua spada attraversarla.

-Conosci il tuo posto!- passi pesanti le risuonarono affianco, ma a lei non importava.

Era tutto finito.

Nel peggiore nei modi.

Risuonò un altro boato, e qualcosa come un corpo che esplodeva.

Lei pianse.

Senza fermarsi.

Le forti mani che la raccolsero non le avvertì nemmeno.

Non esistevano.

Il suo cuore era spezzato.

Era tutto finito lì.

Era morta assieme a lui.


Jecht spuntò dalla parete così repentinamente che Golbez non poté are altro che bloccare i massi, prima che l'immensa spada del guerriero lo schiantasse a terra, aprendo un grande squarcio nell'armatura.

Quindi il campione di Blitzball atterrò, una Yuna annientata tra le braccia, tra il sonno e la morte.

Si preparò a colpire ancora, con più violenza, ma un fulmine lo costrinse a parare, mentre lo stregone si risollevava.

Le due lame gemelle di Gidan lo raggiunsero al volto, distraendolo, mentre un colpo del fucile di Vaan fece breccia nella sua gamba.

Bartz sopraggiunse correndo.

-Prendi!- gridò Gilgamesh, passandogli Excalibur, che il ragazzo afferrò al volo urlando di rabbia mentre saltava per colpire il nemico.

Golbez fece per contrattaccare, ma Luneth gli atterrò sul capo distraendolo, mentre un pungo ben assestato di Jecht lo sbilanciò

In questo modo l'Excalibur lo attraversò da parte a parte senza fermarsi.

Golbez non emise un suono, ma li allontanò con violenza.

Colti di sorpresa gli eroi non sarebbero mai riusciti a controbattere in tempo, senonché una sfera magica raggiunse lo stregone al volto vaporizzandogli il capo.

-Boom. Headshot- disse Kuja con la mano messa a pistola, sopraggiungendo con calma mentre dietro di lui Lightning e Firion si affrettavano a raggiungere i feriti.

-Jecht!- esclamò il ragazzo puntando l'arco, ma Gidan gli atterrò in testa bloccandolo -Buono buono è dei nostri. Non ricordi?

Firion sgranò gli occhi confuso.

-Va tutto bene ragazzo, sono dei buoni- disse il giocatore, posando a terra la ragazza inerme.

-Ehi Jecht. Non sapevo tu fossi ancora in giro- fece Kuja andandogli incontro.

-Infatti, non lo sono- replicò l'uomo -Sono solo una bambola, che direbbe qualcuno.

-Oh si, ho presente- fece il Jenoma con un sorriso carico di soddisfazione.

-Che ha?- chiese Gidan, abituato al volto serio da Gran Ciambellano del fratello.

-Ha appena ucciso Kefka- gli rispose Firion, mentre soccorreva Vaan.

Gilgamesh si rimise in piedi, quasi illeso -Ah! Quest'armatura è invincibile!

-Silenzio villico, non rovinare l'armonia del momento- disse Kuja.

-Prego!?

-Buono buono, sono sicuro che non è niente- Bartz rassicurò il “rivale”.

-Sai dirci cosa sta succedendo?- Luneth chiese a Jecht, mentre si avvicinava a Yuna.

-Si- rispose l'uomo, prima che il Vuoto si facesse sentire di nuovo.

-Abbandonate ogni speranza. È giunto il tempo di tornare al Vuoto- disse Ex-Death ricomparendo -Che il fato predestinato si compia!

Jecht balzò verso il nuovo avversario, ma una piccola sfera di vuoto lo risucchiò, accartocciandolo.

“Maledizione” pensò il Jenoma.

-Ciao compare- disse Kuja, aprendo un buco nel petto di Ex-Death -Come mai da queste pari?

-Inutile. Tutto è destinato a tornare al Vuoto.

-Anche tu- replicò Thedor calando dall'alto -Te l'ho già detto.

La figura di Ex-Death esplose, mentre il gigante atterrava.

-Oh, eccoti- esclamò Kuja riconoscendo il compagno -Dove ti eri cacciato?

-So cosa sta succedendo.


Lei si morse il labbro, contrariata e un poco preoccupata, fissando il combattimento tra il giudice e l'imperatore.

“Cosa combina quel...” s'interruppe quando la porta si aprì

-Eccoti!- disse gioiosa alzandosi dallo scranno -Il mio bambino.

L'essere si avvicinò, animato da un forte richiamo.

Era irresistibile.

Lei lo accolse, cingendogli le spalle, stringendolo a se.

Lui ricambiò la stretta, scosso da tremiti di gioia, mentre si accasciava a terra.

Lei lo accompagnò, lentamente -Il mio prediletto. Il mio araldo.

La testa di lui era abbandonata sul suo grembo.

-Il mio guerriero- la donna accarezzò i suoi capelli, prima di chinarsi per sussurrargli all'orecchio -Bentornato a casa.


A\N: E la situazione è del tutto ingestibile, proprio così.

DII\N: Che combini?

A\N: Quello che scrivo, no?

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Capitolo 22
*** La donna misteriosa ***


A\N: Va bene, è il momento di dare un po di chiarezza a tutta questa confusione.

DII\N: Credo che gli basti scoprire chi è Guardiano.

A\N: Quello, ahimè lo potranno sapere solo se io decido di farglielo sapere.


Il gruppo al gran completo avanzò nei corridoi, ora sgombri dalle interferenze.

Passarono dove Guerriero aveva affrontato Garland, ma non trovarono tracce di nessuno dei due.

Solo macerie, molte macerie.

-Dove diavolo può essere?- esclamò Luneth.

-Per il momento non possiamo indugiare, avanti- li guidò ThOedor.

Dietro di lui correvano Gilgamesh, Gidan, Bartz e Cecil.

Luneth era un po indietro rispetto ai compagni, e Lightning e Firion chiudevano la linea assieme a Vaan.

Kuja volava sopra di loro, portando Yuna in braccio.

Anche senza guardarla poteva percepire il suo dolore.

Era forte.

Kuja avrebbe voluto alleviarlo, ma non era in condizioni di farlo.

Svoltarono un altro corridoio, e videro la porta.

Era di metallo massiccio, decorata con degli affreschi di scene di guerra.

Due guardiano attendevano in silenzio.

Uno leggeva un libro, delicatamente appoggiato alla parete e distratto, la spada che faceva pendere la casacca rossa in modo asimmetrico sul lato sinistro.

L'altro era serio, vigile, disarmato, e ben più imponente dell'elegante compagno.

-Finalmente- fece l'uomo in rosso chiudendo il suo inseparabile volume -Era ora.

-La pazienza non è una tua virtù- lo rimproverò vagamente l'altro

Gli eroi caricarono in avanti, incuranti del pericolo.

Gilgamesh estrasse la Buster Sword, pronto a combattere seriamente.

-Non sarebbe il momento di una delle tue brillanti citazioni?- chiese il più grosso, adocchiando la spada.

-Credevo fossi stanco, dopo tutti quei cicli rinchiusi...- l'uomo in rosso estrasse la lama, dello stesso colore dei vestiti, e scattò in avanti.

Thedor scartò di lato, lanciando fulmini a tutto spiano, ma quello li evitò, andando ad attaccare Kuja.

Il mago rispose a sua volta, ma la lama nemica assorbì tutti i colpi e riuscì quasi a ferirlo, ma il Jenoma era esperto e soprattutto l'avversario non sapeva volare.

Cercò di fare uso di quel vantaggio, ma come risultato il nemico si allontanò, mirando Lightning e Firion.

I due pararono, ma le loro armi vennero tranciate di netto.

Vaan sparò, e il colpo penetrò nella carne, ma la ferita si rimarginò quasi subito.

L'altro uomo, nel frattempo disarmò Gilgamesh senza tanti problemi, scagliandolo di lato.

-Ah, ci rincontriamo infine- disse rivolta alla spada, prima di disarmare con un potente fendente il mimo e respingere con pugno il Jenoma biondo.

Non aveva ancora fatto i conti con lo stregone, che lo trafisse con i fulmini.

Angeal si piegò dolorante, mentre Luneth gli piantava la sua spada in un occhio.

Dal canto suo Genesis venne raggiunto alle spalle dalla spada di Cecil, e non poté fermare Kuja dal carbonizzarlo.

-È proprio vero, queste marionette non possono nulla contro gli originali- ammise il Jenoma.

-E allora perché noi non riusciamo a tenergli testa?- chiese Light, rimettendosi in piedi.

-C'è un potere che rafforza l'oscurità qui- rispose Thoedor, fissando le porte -Dobbiamo scoprire di più.

-E preferibilmente non morire mentre lo facciamo- aggiunse Gidan, stordito.

Mentre il gruppo si ricomponeva, lo stregone rimase a fissare le grandi porte di fronte a lui.

Esse si aprirono verso l'interno, d'improvviso.

Gli eroi si prepararono a dare battaglia, ma vennero accolti da una scena sorprendente.

Una nobildonna, elegante e meravigliosa, sedeva avvolta in vesti leggere di fine seta, e Guerriero era ai suoi piedi.

Era rilassato, come se dormisse.

-Oh, a quanto pare siete tornati a me- disse la donna alzandosi e mostrando con eleganza un immensa scollatura, che finiva poco sotto l'ombelico.

Era elegante.

Tutto di lei esprimeva grazia e femminilità.

Anzi, perfino gentilezza.

Le armi di tutti si abbassarono, di riflesso, mentre la donna gli veniva incontro -Beh, sembra che qualcuno non abbia fatto il suo dovere. Poco male, finirà tutto molto presto.

Sorrise, e per qualche ragione i loro animi sembrarono in pace.

Chi era quella donna?

Yuna ebbe un sussulto, e finalmente percepì la realtà intorno a lei.

Venne attratta come da una calamita.

-Chi sei?- chiese, con la voce tremante per l'emozione.

-Colei che avete servito per anni- rispose, facendo un mezzo inchino.

Il gruppo s'inchinò a suo volta.

-Prego, entrate.

Obbedirono.

C'era qualcosa di benigno in lei, qualcosa di magnetico, qualcosa di rassicurante.

Guerriero si alzò in piedi e si ricongiunse con la donna.

I capelli biondi risplendevano impeccabili.

Con voce flautata invitò i guerrieri a farlesi intorno -Bentornati a casa miei guerrieri.

L'ambiente mutò.

La sfarzosa stanza incavata nella roccia divenne un immensa distesa d'acqua, sotto un cielo azzurro, nubi bianche che scorrevano docili fino all'orizzonte.

Il Santuario dell'Armonia.

Ma come era possibile?

-Grazie, lady Cosmos- disse Guerriero, con il solito tono neutro.

La dea sorrise, lasciando che le figure di fronte a lei si acclimatassero alla sua voce.

Poi irruppe un guerriero.

Era interamente vestito di bianco, con un lungo mantello svolazzante al vento, e l'aria di chi aveva delle terribili notizie.

Ma nonostante la fretta, riassunse quasi subito un atteggiamento decoroso e raggiunse impeccabile la figura della dea.

-Mio Cavaliere Bianco, quali trafelate notizie hai da riferirci? Hai compiuto il tuo dovere?- chiese in tutta calma la divinità.

Quello si tolse il cappuccio, riportando una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.

-È qui...- mormorò.

-Chi?

-Io- la voce cavernosa e crudele spezzò l'immagine idilliaca travolgendo i guerrieri dell'armonia con la forza di un uragano, spazzando via l'immagine del santuario.

La porta della stanza crollò ridotta in pezzi, mentre Guardiano appariva tra le macerie, reggendo la spada in una mano e il rubino nell'altra.

-L'hai portato fino a qui!?- esclamò irata la donna di prima, afferrando il cavaliere bianco per le spalle.

Non era più divina.

Non era più di una bellezza travolgente.

Non era più una figura di luce e pace.

Era ancora molto simile a Cosmos, ma niente più.

Una donna normale.

Il cavaliere la respinse con gentilezza, e rispose calmo -Ha preso la pietra...

-CHE COSA!?- gridò ancora la donna, sconvolta.

Dal fumo delle macerie comparvero piano piano altre figure: Squall, che reggeva il Gunblade sulla spalla, Cloud e Terra, stretti ognuno nelle braccia dell'altro, e Sephiroth, silenzioso e letale.

Di fronte agli sguardi sorpresi dei suoi compagni Guardiano rispose -Ho giurato di mantenere la promessa.

-Ai fatto anche di più!- esclamò la figura in bianco, mentre scatenava i suoi poteri sull'odiato nemico.

Guardiano scomparve per riapparire di fronte all'avversario e colpirlo con un pugno abbastanza potente da farlo schizzare oltre la parete con un boato, prima di inseguirlo con un grido di rabbia.

Ma nella confusione la pietra rossa cadde, e con uno scatto la donna riuscì ad afferrarla.

Sephiroth le si gettò contro come un fulmine, afferrandola saldamente per i polsi.

-Non ti azzardare strega- le disse gelido, tentando di piegarla.

Con una luce folle negli occhi la donna scalciò una furia, ma la forza dell'angelo “con-una-sola-ala-quindi-monco” non le diede scampo.

Ancora poco e avrebbe preso la pietra.

E sarebbe stato libero.

Invece l'oggetto iniziò a pulsare, mentre un vortice di potere si spalancò, iniziando a risucchiare l'ex-Soldier.

Con un grido di rabbia Sephiroth scomparve nella gemma.

Al suo posto il semplice corpo di un Manikin si accasci a terra, prima di disperdersi in polvere.

La donna si fermò, ansante, facendo respiri tanto profondi da risultare rochi.

-Fermatela! Non deve impossessarsi della pietra!- esclamò Squall, caricando in avanti seguito a ruota dal suo biondo collega.

Stavano per calare le loro lame sulla nemica quando Guerriero si frappose, parando i due attacchi e spingendo i nemici indietro.

-Come osate aggredire lady Cosmos!?- esclamò irato.

-Quella non è Cosmos! È la regina!- rispose Squall tornando all'attacco con un fendente alto, che Guerriero schivò portandosi indietro con lo scudo.

Contrattaccò spingendo la lama di traverso in direzione dell'addome del SeeD, ma quello fece roteare il Gunblade sul polso, deviandola e colpendo nuovamente dall'alto con più forza.

-Quello non il mio nome!- rispose con rabbia la donna, mentre la potenza del rubino si scatenava.

Tutt'attorno ai guerrieri ancora confusi apparvero ombre, deformate dalla sofferenza: Sephiroth, Matheus, Gabranth, Kefka, Artemisia, Genesis, Cid...tutti intrappolati al volere di quella donna.

Jecht venne risucchiato fuori dal Vuoto e riassorbito nel rubino sotto i loro occhi.

-Io esigo vendetta! Vendetta su Cosmos! E se per averla dovrò passare sui vostri corpi...ebbene sia!

Con un balzo improvviso la donna piovve sui guerrieri, scatenando una pioggia di incantesimi.

Kuja e Theodor alzarono delle barriere protettive, che purtroppo cedettero all'assalto.

Immediatamente tutti si dispersero.

Kuja iniziò a lanciare attacchi magici dall'alto, ma la maggior parte vennero assorbiti o evitati senza problemi.

D'improvviso quella figura innocua era diventata un temibile avversario.

Gidan arrivò in volo compiendo un affondo dall'alto verso il basso, ma quella lo gettò di lato con un gesto, schivando una freccia di Firion e respingendo una scarica di fulmini di Theodor contro Terra, che venne protetta da Cloud.

Bartz usò la spada del Coraggio, ma con incredibile abilità la donna gli ruotò sulle spalle abbattendolo con una ginocchiata alla schiena, mentre Lightning caricava in avanti preparando un attacco di Thunder.

L'avversaria cambiò bersaglio e scivolò oltre la guerriera, incrociando la lama di Cloud e spingendolo di lato.

Yuna aprì il fuoco ma nella foga colpì un piede di Vaan, che non poté evitare di essere travolto da una successiva scarica di fulmini.

Luneth si mise in mezzo, venendo colpito in pieno e scaraventato lontano assieme al compagno.

Con un grido di rabbia Yuna caricò in avanti, mentre Cloud pioveva dall'alto.

La donna schivò fulminea l'affondo del primo, gettandolo di lato e respingendo un altra freccia di Firion.

Quindi saltò oltre Yuna e spiccò un ulteriore balzo per caricare Thoedor.

Cecil si mise in mezzo, ma la nemica lo gettò, costringendolo a respingere gli attacchi magici che Kuja le aveva spedito contro.

Per sua fortuna intervenne anche Gilgamesh, che grazie alle numerose lame riuscì a respingerle (giocandosi altre sei spade false), ma intanto Firion scagliò un altra freccia nel vano tentativo di colpire l'avversaria, che si limitò a fare un giravolta per aria evitando il dardo.

Thoedor fu costretto a respingere la freccia e non riuscì a proteggersi correttamente dall'attacco successivo, venendo sbattuto contro la parete.

Gilgamesh tornò alla carica con sei nuove spade, ma la donna le distrusse tutte con un gesto della mano e gli piantò un pugno nello stomaco.

Quindi si volse, respingendo alcuni globi di oscurità e vari attacchi magici.

Cloud Bartz e Gidan cariavano in testa, dietro di loro veniva Lightning con un altra magia di Thunder pronta in mano, e Yuna impugnando la Fraternity.

Con un sorriso l'avversaria gli si fece incontro e tento di spezzare la spada di Cloud, ma quella si separò in tante diverse lame che si misero a girare in aria, attorno a lei, mentre Cloud spiccò un balzo preparandosi ad usare la sua mossa finale.

Per evitarle di sfuggire Gidan scagliò le sue daghe unite a formare un boomerang, che la donna afferrò al volo scagliandolo contro Bartz che lo prese a sua volta, scagliandone un altro, prima di evocare anche il fucile di Balthier e sparare.

Senta tanti preamboli la nemica afferrò il secondo boomerang e lo lanciò contro Gidan, colpendolo alla spalla pochi secondi prima che Bartz potesse farlo sparire, respingendo contemporaneamente i proiettili e il fulmine che Light le scagliò contro.

A quel punto Cloud attaccò con la prima spada, ma venne scagliato lontano, e le spade lo trafissero tutte insieme, inchiodandolo al suolo.

Con un grido di rabbia Bartz caricò con la spada del Coraggio, ma con un colpo secco al volto la donna lo stese, prima di abbattere anche Lightning e quindi spezzare il braccio di Yuna.

Dalla parte opposta del combattimento Firion scagliò un altra freccia, mentre i globi d'oscurità di Cecil e le magie di Kuja piovvero con rabbia, senza sortire effetti.

La nemica caricò nuovamente, puntando gli ultimi paladini ancora in piedi.

Terra si frappose tra la donna e i suoi compagni, cercando di colpirla con il suo pugno di ferro, ma invece l'arto si spezzò e venne respinto dal contraccolpo, mentre con un semplice schiaffo l'avversaria la scagliò lontano.

Cecil si fece avanti ma venne evitato ancora, mentre lei balzava verso Kuja.

Firion cercò d'intercettarla ma la sua freccia mancò di nuovo, mentre il Jenoma venne travolto dalle sue stesse magie.

Vaan attaccò brandendo una delle spade di Gilgamesh, ma l'unico risultato fu essere trafitto dalle schegge della propria lama.

Un'altra freccia di Firion venne schivata, e la donna atterrò proprio di fronte al guerriero.

Cecil la raggiunse ma non riuscì a fermarla, venendo colpito alla spalla con così tanta violenza da essere sbalzato lontano.

Quindi l'avversaria fece per avventarsi sull'ultimo rimasto, ma un dolore lancinante la raggiunse alle spalle.

L'ultima freccia era rimbalzata appositamente sulle pareti ed era tornata a colpirla.

Con la schiena fumante, la donna esitò, colta di sorpresa, e Firion ne approfittò ghermendo il collo di lei con l'arco, e piegandole un braccio dietro la schiena, affondando un ginocchio nella ferita fresca, bloccandola a terra.

-Ti ho preso- disse il ragazzo, con una determinazione spaventosa nella voce.

-RRRRRRRRAAAA- con una forza prodigiosa venne respinto indietro.

Per evitare di farsi inutilmente male (aveva accumulato una certa esperienza) Firion compì un salto mortale, portandosi fuori presa, ma in un balzo l'avversaria lo afferrò per il petto, scagliandolo lontano, nella direzione opposta.

Il ragazzo riuscì a riassumere una posizione stabile, e parò con lo scudo l'imminente pungo.

L'arto per poco non cedette.

Evidentemente la donna non era in grado di gestire la potenza delle anime prigioniere, se già la sua forza era diminuita a tal punto.

Mentre ingoiava in dolore, si guardò attorno.

Non era rimasto nessuno in piedi, tranne loro due, Guerriero e Squall, intenti a duellare poco lontano.

Firion doveva risolvere quella crisi.

Erano riusciti a coordinarsi per colpirla troppo tardi, e ad un prezzo troppo alto.

Non erano abbastanza forti, e senza un leader avevano caricato allo sbaraglio, venendo falciati.

Gli unici che avrebbero potuto evitarlo forse erano solo Guardiano, Squall, Guerriero o lui stesso.

Doveva vincere.

Sperò con tutto il cuore di farcela.

Poi una scheggia viola piovve dal cielo, mirando alla donna.

Quella si spostò fulminea, mentre Kain abbatteva la lancia dove fino a pochi secondi prima si trovava lei.

Il dragone venne scavalcato da Tifa che caricò un pugno in aria colpendo con forza il volto dell'avversaria, riuscendo a farla indietreggiare.

Proprio in quel momento Squall cambiò obbiettivo, scartando di lato e puntando alle spalle della donna.

-Fermo!- gridò Guerriero facendoglisi subito dietro, e cadendo nella trappola del SeeD.

Squall schivò l'affondo che mirava a trafiggergli la schiena, e nel contempo sparò un colpo verso l'avversaria, che riuscì a respingerlo per poco, mentre Guerriero la investiva nel suo salto, crollando a terra assieme a lei.

-Guarda guarda, stanco di combattere da solo?- chiese Tifa al SeeD, facendo schioccare i propri guanti.

-Combattere in solitudine quando hai degli...amici su cui contare è una follia. Insieme siamo più forti- replicò il ragazzo -Oh quasi ripetuto il mio precedente errore.

-Concordo- si aggiunse Kain affiancandosi ai due.

Guerriero e la donna si rialzarono -Lady Cosmos, sono spiacente...

-Zitto e combatti!- replicò lei.

Al contrario del suo paladino, che riportava vari segni di ferite nell'armatura ma con il corpo intatto e il respiro regolare, la donna era ansante, coperta di terra, e anche con un brutto livido sul volto.

-Amici- fece Firion facendosi largo tra gli altri tre -Siamo gli ultimi rimasti. La sconfitta non è un opzione. Dopo colpire ora, mentre lei è debole, o non avremo una seconda chance.

-Concordo. Abbiamo solo una possibilità- rispose Squall mettendosi il Gunblade sulla spalla.

-Ah!- sbuffo Tifa, assumendo la sua posa di combattimento, mentre Kain si limitò a tenere la propria lancia puntata verso il basso.

-Insieme!- esclamò Firion, preparandosi a scegliere un'arma dal suo arsenale, quando la voce di Gilgamesh risuonò.

-Prendi ragazzo!

Una lama ricurva solcò l'aria raggiungendo il braccio libero di Firion, che la prese al volo.

-Zanketsuken!- esclamò la donna sconvolta.

-Fatela nera!- gridò ancora Gilgamesh, compiendo uno sforzo disumano.

-Siete tutti noi!

-Mostrate la vostra forza!

-Non fermatevi!

-Se vi lascerete scappare questa chance dopo ve la vedrete con me!

-Non osare morire!

Per tutti loro avrebbero vinto.


A\N: Evviva! Adesso la sfondano quella stronauch!

DII\N: Modera i toni.

A\N: Cristo se mi colpivi sul serio sarei morto.

DII\N: Non tentarmi.

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Capitolo 23
*** Dei immortali e cavalieri ***


A\N: L'ultima speranza dell'Armonia. La battaglia contro la nemica sconosciuta arde furiosa!

DII\N: Bla bla bla allora!? Parliamo di cose serie!


La donna fissò con sguardo iroso i quattro nemici di fronte a lei.

-Guerriero!

Senza ulteriore indugio lui caricò.

Firion gli andò incontro, tagliando in due lo scudo dell'ex-leader.

-Kain!- esclamò il ragazzo, mentre il dragone ubbidiente spiccò un balzo portando la lancia sopra la testa per trafiggere la nemica.

Intanto Squall rimase dietro ad attivare il Renkonzuken.

Firion, una volta tagliato lo scudo usò a suo vantaggio l'assalto diretto di Guerrieri e gli volò sopra -Tifa!

La ragazza centrò con un pugno il volto dell'avversario, gettandolo a terra.

-NO!- esclamò la donna, mentre Kain per poco non la trafiggeva.

Il dragone quindi saltò oltre l'avversaria, aggrappandosi alla parete.

Firion si lanciò in una serie di affondi che la fecero indietreggiare, finché Tifa non gli volò sopra la spalla abbattendo uno dei suoi potenti calci contro di lei.

Nello stesso momento Kain fece perno sulla parete e si lanciò spedito per trafiggere la donna da dietro.

La nemica li disperse tutti usando la barriera, ma a quel punto Squall, l'asso della manica, balzò in avanti -COLPO IMPERIALE!

Travolta dall'energia la la donna andò ad impattare contro la parete, con un lungo taglio sul petto.

Non visto, il rubino le sfuggì di mano.

Guerriero si alzò di nuovo, terrorizzato, e corse al suo fianco.

-Cosa fa?- chiese Tifa, sorpresa.

-Non lo sappiamo- le rispose Squall.

-Dev'essere vittima di un illusione- spiegò Firion.

-URRÀ!!!- si sentì esclamare dietro di loro.

Un sorriso increspò le labbra di Firion, quando volgendosi vide Lightning che cercava di avanzare, reggendosi lo stomaco.

Immediatamente il ragazzo corse da lei, scambiando un bacio non appena riuscì a raggiungerla.

Persino Kain sorrise a quella scena.

L'unico che non sorrideva era Guerriero.

Reggeva il volto della donna tra le lacrime.

Anche lei piangeva.

Era come se tutta la rabbia che l'aveva animata fino a pochi momenti prima forse scomparsa.

Le ferite di Guerriero erano rimarginate.

Le sue no.

Allungò un mano per sfiorare il volto dell'uomo -Mi dispiace...

-Anche a me dispiace mia cara- replicò il cavaliere bianco, comparendo dal muro, con voce sprezzante e crudele -A quanto pare dovremo risolverci ad usare il piano B.

Squall si gettò immediatamente contro il nemico, ma la roccia sotto di lui divenne vischiosa e dei tentacoli di terra l'avvolsero facendolo sprofondare rapidamente.

Tifa attaccò a sua volta, ma fatti pochi passi si accasci a terra, il corpo smagrito, i capelli bianchi e le rughe profonde.

Kain fece per intervenire ma decine di ferite si aprirono su tutto il suo corpo, facendolo crollare.

-NO!- esclamò Firion con orrore.

Il cavaliere raccolse la Zanketsuken, che il ragazzo aveva fatto cadere a terra per raggiungere Light, e gliela puntò contro.

-Prendi!- esclamò ancora Gilgamesh, lanciandogli la Ragnarock.

Con quella nuova arma Firion caricò in avanti.

Voleva proteggere tutti.

Era suo dovere.

Lui era stato il primo, il Senpai di tutti.

Era il suo compito.

Invece in qualche modo il nemico risucchiò le sue energie in una sfera nel suo palmo, per poi rilanciargliele contro.

Il pendolo sul suo petto brillava di luce maligna.

Firion venne scaraventato lontano e giacque.

Tutti ammutolirono, in silenzio.

Con un ghigno malevolo il Cavaliere si volse nuovamente verso la donna, ma si ritrovò la lama di Guerriero puntata alla gola.

-Stalle lontano.

Quando l'uomo in bianco fece per tentare un passo Guerriero insisté -Non ti azzardare a toccarla.

-Non credere di avere qualche possibilità contro di me. Ti ho lasciato sconfiggermi perché era quello che volevo- replicò il nemico.

Guerriero fece per attaccare, e a quel punto il cavaliere gli alitò in faccia, mentre lo sguardo del paladino diveniva vacuo.

Abbassò la spada, e quello poté passare oltre indisturbato.

-Bastardo...- replicò la donna con un rantolo.

-Fa tutto parte della tua vendetta, “mia signora”. Adesso è tempo che tu faccia la tua parte.

Detto questo pronunciò qualche oscura formula magica nell'antica lingua delle rune vichinghe, e la donna venne avvolta da un vortice.

Un vortice di energia, generato sempre dal pendolo, che la avvolse sempre più velocemente.

La donna lanciò un ultimo sguardo a Guerriero prima di sparire nel bozzolo rosso.

-Perché non fai niente!?- esclamò Lightning.

Il cavaliere non ebbe bisogno di voltarsi per capire che Guardiano era appoggiato alla parete dietro di lui.

Ma avrebbe dovuto, perché il cavaliere nero si chinò a raccogliere il rubino in silenzio.

-Cosa sta succedendo?- chiese Luneth, ancora martoriato dai fulmini.

-No...- fu tutto quello che Theodor riuscì a dire.

Il bozzolo crebbe, mentre l'intera montagna cominciò a tremare.

Il sorriso crudele del cavaliere bianco crebbe in egual misura.

Guardiano rimase in silenzio osservando la scena con occhi di fuoco.

Con un ruggito portentoso, fiamme di morte si liberarono.

La figura rossastra ed ellissoide divenne presto una ammasso di fiamme incandescenti.

Grida di dolore e sofferenza si susseguirono.

I guerrieri nella stanza non ebbero altra scelta se non capitolare.

La forza che si sprigionava dal bozzolo di fiamme li fece cadere in ginocchio, le ferite pulsarono come mai.

Il loro sangue bolliva.

Furia, dolore, rabbia, sete di battaglia.

Nei loro sguardi si poteva scorgere la confusione.

Occhi vacui, spalancati, come se fossero vittima di allucinazioni.

Il cavaliere bianco rise, rise in trionfo.

Uno sguardo folle gli riempiva gli occhi, e godeva, godeva nel vedere i propri piani riuscire.

Guardiano non si mosse.

Le fiamme esplosero di colpo, libere.

Le grida di dolore dei guerrieri dell'armonia coprirono le risate diaboliche del cavaliere.

La forma di fiamme emerse, ruggendo ad ali spiegate.

Le immense corna, la coda irta di punte, gli artigli, le zanne.

Chaos risorse.

Con un ultimo urlo di sofferenza la creatura si piegò su se stessa, coprendosi il volto con le mani, vittima di un tremendo dolore.

-Sorgi oh Chaos!- esclamò il cavaliere bianco, aprendo le braccia come a dargli il benvenuto.

-Sorgi a nuova vita! Sorgi e fai dei mondi un regno di fiamme! Sorgi e cancella l'universo che ti circonda! Sorgi, e presta la tua furia al nostro servizio!

Tremante, la figura infuocata cominciò ad alzarsi in piedi.

Prima sulle quattro zampe, poi appoggiata ad un ginocchio.

Cloud, grazie alla sua innata capacità di recuperò, si rimise in piedi a sua volta, riformando la spada, e fece qualche passo malfermo.

Il cavaliere sembrò godere della sua sofferenza.

-Avete perso- disse ad alta voce.

-Avete perso. Contro di me, non può esserci vittoria che duri- gettò un rapido sguardo a Guardiano, che finalmente si staccò dal muro ed iniziò ad avanzare lentamente, senza alcuna intenzione aggressiva.

-Avete combattuto con valore per il vostro amico, che vi ha traditi non appena gli avete tolto gli occhi di dosso, e ora di voi non resterà altro che cenere. Cedete di fronte al mio passo. Presto i vostri mondi saranno miei, e tutte le persone che conoscevate ritorneranno agli inferi. AHAHAHAH!- perfino la risata di Kefka appariva innocente rispetto alla sua.

Guardiano gli passò oltre, infilando la mano nella roccia ed estraendo Squall quasi soffocato.

-Tu sei l'unico che rimane- disse il bianco rivolto al nero.

Quello per la prima volta diede segni di aver sentito, perché scoccò un occhiata indifferente al nemico di fronte a lui.

-Chaos, annie...- senza neanche dargli il tempo di finire la creatura che tanto difficilmente si era alzata in piedi venne scagliata contro la parete opposta con un cenno della mano.

-Dimentichi chi ha sconfitto Chaos al suo primo incontro- replicò Guardiano.

Il cavaliere bianco parve ammutolire, prima di riprendere chinando il capo -E pensare che era tutta opera mia.

Calò il silenzio.

I due cavalieri rimasero a fronteggiarsi in silenzio.

Il volto del bianco era scoperto.

Per la prima volta gli eroi ne colsero i dettagli.

Era un volto bellissimo, qualcosa di inimmaginabile.

I capelli scuri che ricadevano a metà del collo, folti e vivi, curati, lievemente mossi.

Gli occhi.

Le labbra rosse.

In quella bellezza si celava l'oscurità, il suo ghigno malvagio.

Era un essere oscuro.

Le iridi erano di un rosso smorto, mentre le labbra di un rosso carnoso.

La pelle era molto pallida.

Se avesse avuto anche le zanne avrebbe somigliato più ad un vampiro che ad un uomo.

Guardiano era ancora a volto coperto.

-Non puoi attaccarmi ora, lo sai.

-Non credere che il tuo incantesimo possa tenermi lontano.

Con un grido di dolore Chaos si puntellò con gli artigli alla parete, cercando di sostenersi.

C'era un immenso dolore tenuto in quella figura, un dolore che difficilmente sarebbe stato possibile comprendere.

-Oh beh, speravo che il potere del rubino fosse sufficiente a ristabilirlo al pieno potenziale- disse il cavaliere malvagio, con un tono quasi derisorio.

-Intendi questo rubino?- replicò Guardiano rivelando la pietra nel suo palmo.

-Come...?- l'altro spalancò gli occhi e fece per prenderlo ma l'occhiata di fuoco dell'avversario lo fece desistere.

-Hai gli occhi accecati dalla gloria- un fremito di rabbia percorse il corpo del cavaliere nero.

-Bah, vai al diavolo. CHAOS!- il bianco scagliò un improvvisa ondata di energia, originata dai suoi stessi poteri -SORGI OR DUNQUE! LIBERA IL TUO VERO POTERE!

Le fiamme sul corpo del mostro si ravvivarono, mentre la creatura, colta da improvvisa forza, faceva esplodere la parete di fronte a se.

Ruggì.

La sofferenza era svanita, la furia tornata.

Strinse i pugni e spalancò le ali, mentre il suo ruggito faceva tremare il mondo, accompagnato dall'agghiacciante risata del cavaliere bianco.

I guerrieri la fissarono atterriti.

Gli elisir non funzionavano più, erano inutilizzabili, e la loro forza non era più sufficiente.

Nemmeno Kuja poteva curarli.

E Guardiano non sembrava reagire.

Perché prendersi tutto il disturbo di proteggerli e radunarli, per poi lasciarli morire così, a sangue freddo?

Poi una luce...

Ci fu una luce splendente, che si liberò dai cieli, scendendo attraverso la pura roccia ed inondando di luce l'antro.

Chaos rinato si volse verso quella forma splendente, che si dischiuse come un fiore, liberando la candida veste e il luminoso volto della dea.

Il cavaliere bianco iniziò a ridere sempre più forte, mentre Guardiano rimase impassibile.

-Chaos- si fece udire Cosmos con voce potente -Ancora una volta ti spingi ad affliggere le vite degli uomini e dei loro simili, portando morte e distruzione a tuo nome. Ma non più. Affrontami mio crudele nemico, e incontra ala tua fine.

L'energia della divinità si sprigionarono, portando sollievo ai combattenti.

Sotto ai loro occhi le ferite si richiusero, le energie si ristabilirono.

Con un grido rabbioso Chaos sprigionò la sua potenza, assalendo la creatura di fronte a lui.

Ma invece di collidere con i corpi, colliderono le forze.

Di fronte a agli occhi consumati di quegli eroi Caos e Armonia si scontrarono in tutto il loro fulgore.

Con una forza tremenda i due dei vennero in contatto

Gli opposti.

I poli.

Una potenza devastante, inarrestabile.

Tutto venne travolto.

Guardiano si limitò ad allontanare i guerrieri dalla battaglia.

Non potevano togliere gli occhi di dosso a quello spettacolo.

Era qualcosa di terribile, eppure di affascinante.

Era come vedere due aspetti di se stessi avvolgersi in una danza mortale.

Il cavaliere bianco, a dispetto della furia dello scontro, avanzò, assaporando il momento.

Guerriero si riprese in quell'attimo, alzando lo sguardo confuso sulle due forme indistinte in un mare di fiamme e luce.

-No...- mormorò.

Lo scontro crebbe d'intensità.

Le pareti cominciarono a franare con violenza, i detriti a disperdersi in polvere.

Guardiano rimase a proteggere i guerrieri con il suo scudo di energia, mantenendo gli occhi puntati sul suo mortale nemico.

Quello avanzò imperterrito, protetto dalla sua magia, fin quasi a raggiungere le due divinità in lotta.

-FERMO!- gridò Guerriero tentando di rimettersi in piedi.

Ma fu inutile.

Il cavaliere malvagio sprigionò la sua magia sui due dei, avvolgendoli in una morsa oscura.

L'effetto fu devastante.

I guerrieri caddero a terra nuovamente colti da dei dolori lancinanti, contorcendosi, preda delle grida di sofferenza.

Le due divinità urlavano all'unisono, mentre un forte dolore li opprimeva dall'interno.

Le orecchie sanguinarono, assieme agli occhi e al naso.

Solo Guardiano rimase impassibile, osservando l'intera scena senza dare segni di vita.

Poi, come tutto era iniziato, tutto tacque.

Un buio opprimente scese nell'ambiente, annientando le eventuali luci magiche o tecnologiche.

Guardiano disperse la barriera, mentre i guerrieri ricominciarono a respirare normalmente.

Si diede alcuni secondi per curarli, ben conscio che da quel momento in poi, la vera battaglia sarebbe iniziata.

Mentre piano piano a luce tornava, si vide il cavaliere bianco chinarsi su qualcosa in mezzo ai detriti.

Il pavimento si era abbassato, tranne dove si trovava la barriera di Guardiano, e delle pareti non era rimasto molto.

Una figura confusa emerse dalle macerie, sorretta appena del cavaliere malvagio.

A Guardiano non serviva la sua vista per percepirlo.

Quell'uomo sorrideva, e ciò non era un buon segno...


A\N: E qui ci fermiamo, altrimenti poi si esagera con tutti gli inghippi. E poi sono esausto in questo momento.

DII\N: Cioè cinque giorni prima che voi leggiate questo capitolo. Tranquilli, non ci saranno pause nel prossimo futuro. (si spera perché perdo colpi).

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Capitolo 24
*** Siamo una squadra ***


A\N: Va bene gentile pubblico, mi sento più in forma. È tempo di sognare...

DII\N: Arifacce! Devo tirarti un pianeta dietro per farti stare zitto?!


White Knight sorrise, fiducioso, assaporando la vittoria.

La figura davanti a lui era come una farfalla appena uscita dal bozzolo.

I capelli biondi si erano scuriti, divenendo incredibilmente più lunghi, l'abito misterioso si era trasformato in una toga grigiastra, con righe nere; anche la pelle, una volta candida e delicata, sembrava più liscia, lucida, priva di ogni umanità, color verde smorto.

Le mani sembravano nascoste dall'abito, e non si vedevano neanche le punte dei piedi.

Ma era decisamente lei.

Aveva funzionato?

Forse i suoi poteri semi-divini non erano sufficienti.

Avere ancora il rubino avrebbe reso il tutto più semplice.

Ma doveva accontentarsi.

Sarebbe stata una fatica inutile riprendersi il rubino.

Si chinò sulla creatura, mettendole una mano dietro la schiena, sollevandola lievemente fino alla posizione seduta.

La testa di lei gli si reclinò sulla spalla.

Ghignò.

Non appena si sarebbe svegliata, quei pallidi eroi sarebbero stati spacciati.


Lo sguardo di Guerriero corse subito alle macerie.

Anche lui, come Guardiano, vide il cavaliere nemico chinarsi per raccogliere qualcosa.

O qualcuno.

Senti lacrime di dolore scendergli lungo le guance.

“No...nonono, non adesso. Non me la portare via...” pensava disperato.

Intanto Tifa aveva riguadagnato la sua forma giovane, e gli altri incantesimi del cavaliere bianco erano scomparsi.

-A che gioco stai giocando?- chiese Light, alzandosi per fissare dritto negli occhi Guardiano.

Rispetto a lei l'uomo sembrava grande e grosso.

-Parla, lurido...- fece per dargli un pugno ma la sua mano venne praticamente avvolta dalla sua.

-Lo so, non capite- disse quello.

La spinse indietro, apparentemente in modo delicato per lui, ma per lei abbastanza forte da farla indietreggiare di un paio di metri.

-Neanche io capisco tutto, ma quello che so per certo è che siete di fronte ad una minaccia che non avete mai affrontato prima.

-Quell'uomo?- chiese Thedor raggiungendo con naturalezza Guardiano.

Non c'era neanche un filo di disagio, o sospetto.

Anche Squall si avvicinò.

-Ci ha tirati fuori dalla Crepa, sconfiggendo un orda di Manikins. Ha convinto Sephiroth e me a collaborare invece che combatterci all'infinito. Vuole aiutarci, di questo sono sicuro- disse Cloud alzandosi tra tutti.

Per la prima volta il suo volto impassibile parve sicuro, deciso.

Il resto dei suoi compagni si girò a guardare il SeeD, per ottenere conferma.

Squall fece un cenno col capo.

Guerriero, in lacrime, si alzò per primo.

-Aiutarci...

Gli occhi di tutti caddero su di lui.

-Tutto questo è colpa tua...lei sarebbe stata al sicuro se non fossi arrivato tu!

-Guerriero...- replicò Guardiano, scuotendo il capo.

-Colpa sua!?- esclamò Luneth fuori di sé -Tu sei l'idiota che ha cominciato a farneticare di Cosmos! Tu sei quello che ci ha attaccati!

-Fa silenzio!- urlò il più anziano, calciando il ragazzino lontano con forza.

Cloud lo afferrò per le spalle, mentre Kain, tanto per cambiare, gli piantò un pugno tra le costole.

-Basta!- gridò Guardiano, mettendosi in mezzo -Qualcosa di molto potente sta per attaccarci, non potete concedervi il lusso di dubitare l'uno dell'altro.

Fece una pausa, aspettando che tutti fossero pronti ad ascoltarlo -Si, in un certo senso è anche colpa mia, ma è soprattutto colpa di quell'uomo. Ha deciso di farsi chiamare White Knight, ed è un vile bastardo. È un manipolatore, e probabilmente ha raggirato quella donna per ottenere ciò che voleva.

-E cos'è che brama in modo così passionale?- chiese Kuja, decisamente irritato.

-È meglio che voi non lo sappiate. Almeno per ora- rispose Guardiano.

-Smettila di fare così!- ringhiò Light preparandosi a farlo nero ma Firion la trattenne.

-Perché dovremmo crederti?- chiese Vaan, facendosi avanti -Non fai altro che dirci mezze verità.

-Ci sono realtà più grandi della vostra, e universi ancora più vasti. Io cerco di proteggere tutti quello a cui mi capita di incrociare la strada. A volte essere all'oscuro può proteggerti. Solo il futuro potrà darmi ragione o torto. Per ora dirvi di più potrebbe mettere in pericolo voi e i vostri mondi. Se invece riusciremo a trionfare, forse potrò raccontarvi quanto vi è di dovere sapere.

-Allora perché reggi la gemma?- chiese Luneth, massaggiandosi lo stomaco dolorante.

-Perché se fosse nelle mani di qualcun altro quel mostro l'avrebbe già ripresa- rispose sicuro.

-Un ultimo sforzo e potrete tornare a casa.

-Chi ce lo garantisce?- chiese Cecil, che ormai cominciava a dubitare delle parole del guerriero nero.

-Io.

-Tanto mi basta- intervenne Yuna -Ho visto cosa ha fatto alle persone qui, quell'uomo. Anche se fossero nostri nemici non sarebbe giusto lasciargli carta bianca.

Calò il silenzio.

Ancora battaglie.

Stavolta il nemico sarebbe stato invincibile.

O peggio.

-Oh beh, non torneremmo a casa in ogni caso se dovessimo perdere, vero?- chiese Cloud, sembrando più sollevato.

-Io non mi lascerò morire qui. Tornerò a casa, costi quel che costi- decise Cecil, ritrovando la propria grinta.

-Che provi a sconfiggerci, insieme siamo invincibili!- esclamò Gidan, fiducioso.

-Ben detto!- gli fece eco Gilgamesh, prima che Bartz potesse aprire bocca (Tié!).

-Basta. Stavolta non è sufficiente essere decisi per vincere!- li fermò Guardiano -Dovete agire come un unico gruppo. La bravata di prima per poco non vi è costata la vita. Sono molto deluso. Specialmente da te Thedor, credevo avessi più giudizio!

-Non sta a me guidare questi guerrieri. La macchia del mio tradimento passato è ancora visibile in me. Anche volendolo prendermi questa responsabilità non sarebbe giusto- replicò scuotendo il capo lo stregone.

-E non mi sembra che tu abbia fatto molto per aiutarci, dopotutto- replicò Light facendosi avanti e puntandogli il dito al petto.

-È stato lui a chiamarci- rispose Kain freddo.

-Sapevo che se avessi portato anche loro formare un legame adatto alla battaglia sarebbe risultato più difficile. Ho preferito chiedere aiuto quando ormai non poteva essere altrimenti- rispose Guardiano, incrociando le braccia sul corpo -Adesso temo che dovrete fidarvi l'uno dell'altro, per combattere. Dovrete essere ancora più precisi che contro i Manikins. Un singolo errore e questo nemico vi farà a pezzi. Ma soprattutto dovrete fidarvi della persona che sceglierete come guida- si volse verso Guerriero, che chinò il capo in segno di vergogna.

-Non ci guiderai tu?- chiese Firion, attirando su di se lo sguardo di tutti.

-No. Questo è la vostra battaglia da molto tempo, la mia intromissione non vi aiuterebbe a risolverla. E poi...- rispose volgendosi verso la figura bianca che adesso sorreggeva una forma divisa tra il nero e il grigio -...ho un conto in sospeso da saldare.

-Quindi dobbiamo scegliere chi ci guiderà in battaglia adesso?- chiese Luneth, scettico.

Guerriero volse il capo, non volendo incontrare gli sguardi dei suoi compagni, ma Guardiano gli afferrò il volto.

-Hai appena imparato come gira il mondo, se continuerai a chinare il capo per la vergogna della tua ingenuità, non andrai mai da nessuna parte. Credevo che ormai lo avessi capito.

L'uomo in nero fece un passo indietro.

-Questo non risolve il problema. Siamo una squadra ma finora non ci siamo mai affidati ad altri che a noi stessi- intervenne Kuja, dando per una volta un commento senza fronzoli.

-Io credo che sia molto semplice- fu la risposta.

Per la prima volta da quando erano entrati nella caverna il tono di Guardiano assunse una nota distesa.

Di primo istinto gli sguardi tornarono tutti su Firion -Me?

La timidezza del ragazzo lo fece arrossire -M-ma...- Light gli diede una leggera gomitata allo stomaco.

-Non c'è ragione di aver paura Firion. Sei riuscito a guidare una squadra di fortuna per sconfiggere un nemico che più di dieci tra maghi e guerrieri scelti non erano riusciti a piegare, riuscendo nell'impresa in modo strabiliante.

-Ma c'erano molte variabili che hanno influito sulla battaglia...

-E sei stato anche l'unico ad averla ferita, mi pare.

Tutti ammutolirono di colpo.

-Capisco- Firion fece un cenno di assenso -Ma non sono l'unico capace di una tale impresa.

-È vero- intervenne Squall -Anche io avrei potuto svolgere un compito simile, ma il mio primo istinto è stato affrontare Guerriero in duello ed ignorare voi altri. Non è stata una scelta strategica, ma un reazione spontanea, in quanto è stato Guerriero la minaccia che mi si è parata davanti. Un vero leader non commette questo genere di errori.

-Da dove viene tutta questa sincerità?- chiese Gidan, con lo sguardo compiaciuto.

Le parole del SeeD parvero convincere tutti, tranne Light che continuava a far scorrere il suo sguardo da Guardiano a Firion e viceversa, preoccupata per l'amato.

Accorgendosi di ciò Yuna prese la parola -Anche Light potrebbe. In fondo l'ha già fatto- poi la sua bocca si piegò in un sorriso derisorio mentre lanciava uno sguardo furbetto all'amica -Ma credo che sia un po di parte in questo caso, vero Light?

La donna colse l'allusione e divenne color porpora -C-c-cosa dici?- disse volgendosi verso l'amica, visibilmente nervosa.

Lo sguardo di Yuna crebbe d'intensità, e con suo massimo imbarazzo Light si accorse che Kuja la stava imitando, molto da vicino.

-Che cosa insinuate!?- esclamò la guerriera sulla difensiva.

-La ragazza sembra avere la delicatezza di un Chocobo in un negozio di dolciumi- replicò Thedor, guardando fisso davanti a se.

-Proprio vero- si aggiunsero in fila Bartz, Gidan, Vaan e Gilgamesh, con il rombo luminoso vicino al volto, gli occhi ridotti a fessure e la mano che massaggiava il mento.

-Finitela di prendermi in giro!- gli gridò Light, in serie difficoltà.

-Non temere- intervenne Firion, trafelato, prendendole la mano, prima che la ragazza potesse perdere la pazienza, e tirandola a se -Insieme ce la faremo.

Lei lo fissò negli occhi con un espressione sbigottita per alcuni secondi, prima di sbottare -Farai bene a prometterlo!

Poi senza tanti preamboli lo tirò a se e lo baciò con forza.

-Ooooohhh- fecero (quasi) tutti.

Cloud non resistette e avvolse Terra in un morbido abbraccio, che la ragazza ricambiò.

A quella vista lo sguardo di Yuna si oscurò e lei chinò il capo.

-Giovane Yuna, cosa ti affligge? Ho colto un immenso dolore provenire da te...- stava dicendo Kuja, ma prima che potesse continuare Bartz e Gidan gli balzarono addosso tappandogli la bocca.

-Non...mi va di parlarne- rispose lei con la voce rotta.

Kuja ebbe un tuffò al cuore e versò qualche lacrima.

-Amici- intervenne Guerriero, portandosi di fronte a tutti -Vi ho radunati per condurvi alla battaglia, in una guerra che non era vostra, e avete accettato volenti o nolenti. Come vostro compagno io vi chiedo scusa per il comportamento dimostratovi poco prima. Ciò dimostra che si, ci sono molte cose al mondo che ancora non comprendo, e altre di cui non ero a conoscenza. Quella donna era il mio passato, un lontano passato che non avrei creduto di rivedere mai. Non sono in grado di proteggervi qui. Ho la massima fiducia che Firion si dimostrerà un capo capace, ma devo chiedervi di fidarvi anche di me. Se la situazione fosse meno grave non vi richiederei questa ulteriore dimostrazione di fiducia, ma ognuno di noi qui è in pericolo, e non posso permettere che vi venga fatto del male senza che...

-Wow wow wow, okay. Abbiamo capito bello!- lo interruppe Tifa.

-Non sei l'unico ad aver tradito i propri compagni- Kain lo raggiunse -Tutti ci siamo passati.

-Parla per te- replicò Gilgamesh, causando un gran gocciolone d'imbarazzo a tutti quanti.

-Bando alle ciance!- esclamò d'improvviso Guardiano, al che tutti si misero in fila di fronte a lui.

-Ascoltatemi bene: non dovete ingaggiare battaglia per primi, la creatura che affronterete ha delle capacità inimmaginabili. Non avrete il lusso di caricare alla cieca. Ignorate White Knight, lui è mio. Come ultima cosa: restate vivi, e copritevi le spalle a vicenda. Tutto chiaro?

-Sissignore!- risposero come un sol uomo.

-Bene allora, chiudiamo questa storia- ordinò con forza, afferrando il lembo del mantello e saltando giù dal ripiano.

-Avete sentito ragazzi, facciamola finita!- dichiarò Firion, alzando il pugno e correndo dietro al guerriero nero.

-Si!

-YEEE!

-Andiamo!

-Imbecilli!- Guardiano si volse di scatto, congelando gli eroi sul posto e come risultato facendoli crollare gli uni sopra gli altri.

“Ma perché deve essere sempre così!?” pensò seccato.

-AHAHAHAAHAHA! E questi AHAHAHAH sarebbero AHHAHAHAH degli eroi!?! AHAHAHA- quell'idiota di White Knight stava ridendo come un matto, mentre la figura femminile al suo fianco si limitava a d osservare la scena con un sorriso di godimento.

La rabbia montò e Guardiano non ci vide più.

Si teletrasportò di fronte al suo letale nemico e gli piantò un pugno nello stomaco, così velocemente che anche la donna indietreggiò per lo spavento.

Quindi afferrò il collo del cavaliere bianco e lo sollevò in aria, guardandolo con gli occhi iniettati di sangue -Non c'è incantesimo nel tuo arsenale- la voce divenne di nuovo un profondo rombo malvagio -Che possa impedirmi di ucciderti.

Detto fatto una energia blu esplose dalla sua mano scagliando White Knight verso il tetto della grotta, scatenando un forte impatto che probabilmente sfondò fino alla cima della montagna.

Con un ultimo ringhiò Guardiano interruppe l'attacco e spiccò il volo, lasciando dietro di se nient'altro che una spaventosa onda d'urto e degli sbigottiti spettatori.


A\N: E così avete avuto uno stralcio di cosa può fare Guardiano. Purtroppo il resto non posso farvelo vedere perché...

DII\N: Non c'entra niente con Dissidia. E già, purtroppo.

A\N: Ma non temete, i vostri beniamini sono ancora in gioco. Via con lo show!

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Capitolo 25
*** Caos discende... ***


A\N: Dunque dopo la scioccante uscita di scena di White Knight e Guardiano...

DII\N: Sai che shock...

A\N: ...La battaglia dei nostri eroi continua.


Guardiano scomparve oltre il soffitto della parete di roccia, con un forte vento che investì tutte le persone presenti nell'antro.

Per alcuni secondi fu tutto offuscato, la polvere entrò negli occhi e nei nasi dei guerrieri, costringendoli a distogliere lo sguardo e tossire violentemente.

Quell'ammasso di corpi riuscì solo a cogliere alcune improvvise esplosioni di fumo, un bagliore dorato e qualche fulmine (provate a indovinare cos'erano).

Poi quando improvvisamente tornò il silenzio (eccettuato qualche rimbombo in lontananza) finalmente Firion, che essendo sceso per primo era uno di quelli sommersi, si decise a parlare -In piedi ragazzi.

Con svariati 'Scusa', 'Mi dispiace', 'Sentito? levati!' e '…' tutti si rimisero in piedi, togliendosi la terra di dosso, specialmente Kuja con i suoi modi molto eleganti, tirandola tutta in testa a Gidan come ringraziamento per essergli atterrato sul cranio.

La donna misteriosa riapparve, avanzando leggera con le mani unite davanti all'addome.

La veste era mutata in un elegante abito da sera, che pulsava continuamente di una luce bianca e nera, come nuvole che si sovrapponevano in un ciclo continuo sulla stoffa.

Non aveva la stessa aria leggiadra o magnifica di prima, anzi adesso era perfino inquietante.

La gonna scorreva sul terreno quasi come se non lo toccasse, scivolando rapida anche sulle asperità più impervie.

Gli eroi non erano impreparati e chi ne era dotato mise mano alle armi.

Terra guardò sconsolata il guanto di ferro distrutto e i bracciali ormai inutili.

Almeno le restava la scatola che conteneva gli Elisir rimasti.

Forse si sarebbero riattivati con un po di tempo.

La tirò fuori, tanto piccola da starle nel palmo di una mano

-L'annullamento degli Elisir doveva essere opera di quel Cavaliere Bianco o come si chiama- intervenne Kuja affianco a lei -Sono sicuro che siano di nuovo operabili.

-Come fai ad esserne certo?- chiese Luneth infilandosi tra i mago e la ragazza, gelosetto del cavolo.

-Scusa bambolotto tu ne sai qualcosa di magia?- replicò il Jenoma sollevando il ragazzino per aria prima di lanciarlo via -In ogni caso ragazzi io tengo le retrovie con Terra. Così, in caso di necessità, potremo curarvi e...- s'interruppe quando percepì l'ondata di gelosia che Cloud stava rilasciando.

Quanti problemi ha la testa di quel tipo?

-Lascia perdere, non c'è ragione di reagire in quel modo. Lo sai che tipo è Kuja- intervenne Squall, sedando la situazione di panico.

-Stai insinuando qualcosa?- chiese il Jenoma facendosi più vicino ai due.

-Perché, ti sto facendo un complimento?- replicò Squall, senza neanche girarsi.

-Tu brutto...!- fece Kuja pronto ad aprire il fuoco, prima che intervenisse Tifa -Squall, hai qualcosa contro i gay?

-Non ho detto questo- rispose il ragazzo, puntiglioso.

-Tifa perché sanguini dal naso?- chiese Terra, cercando di sviare il discorso.

Mangiando la foglia Squall si girò verso Cloud -Ma voi SOLDIER siete tutti bisex?

-Eh? AH! Ehm, ecco...- fece lui imbarazzato.

-Avete finito banda di idioti!?- intervenne Lightning con gli occhi di fuori.

-Ecco la Rosa...- fece Kuja con sarcasmo.

-Le donne non hanno rispetto per il ruolo di un guerriero- iniziò a parlare Gilgamesh, prima che Bartz potesse tappargli la bocca.

-EHI PEZZO DA MUSEO FAI TANTO IL DURO CON ME SOLO PERCHÉ SONO UNA DONNA?!- Light atterrò in capo al guerriero leggendario puntandogli la lancia avuta da Firion in bocca.

-Qualcosa contro le donne?- chiese Yuna lanciando occhiate sospette ai colleghi.

-Ma certo che no- fece Gidan, provando a metterle una mano sulla spalla ma ritrovandosi la pistola di lei puntata in faccia -Il primo uomo che mi tocca finirà molto male.

-Che ti è preso?- chiese Cloud, il più esperto in crisi umane.

-Sono affari miei- replicò Yuna alzando il mento con fare orgoglioso.

-Non temere Terra, ti proteggerò io da questi folli!- intervenne di nuovo Luneth sbucando dal nulla e ponendosi a spada tratta tra Terra e gli altri, facendo venire il gocciolone dell'imbarazzo sulla testa di metà dei guerrieri.

Squall si stropicciò gli occhi con una mano -Sono circondato da un branco di idioti.

-Insomma basta!- esplose Light al limite della pazienza.

Tutti quanti si azzittirono, capendo di star facendo una scena inutile.

-Ragazzi, quando avete finito, la signora ci sta ridendo in faccia da quando avete iniziato- li richiamò Firion, cercando di far rinsavire i suoi compagni (che al contrario di Guerriero, Cecil, Kain e Theodor di disciplina dimostravano di saperne quanto un avvoltoio del gusto delle cose).

Infatti la figura misteriosa si stava sganasciando dalle risate, ignorando completamente i guerrieri dell'armonia che la stavano fissando come se fosse un pagliaccio.

-Oh per tutte le stelle, che spasso che siete- riuscì a dire tra le lacrime.

-Si, e ancora non hai visto la parte migliore- disse Kain preparandosi ad attaccare, ma Guerriero inaspettatamente fece segno a Firion di trattenerli, avanzando da solo.

Il ragazzo lo guardò con la solita aria di ammirazione (cioè nel suo caso Poker face), prima di lanciare un occhiata affianco a se e notare che Cecil lo guardava con rimprovero.

-Che c'è?- chiese.

-Glielo lasci fare di nuovo- gli rispose il re, indicando Guerriero.

Con un sospiro Firion segnalò agli altri di restare indietro.

Cecil rimase a guardare l'amico che avanzava, con sempre con rimprovero, prima di notare che Squall lo stava osservando.

-Che c'è?- rispose.

-Lo stai davvero lasciando fare?- fu la risposta del SeeD.

Con uno sbuffo Cecil rispose -Non vi muovete- e si avviò dietro agli altri due.

Squall lanciò subito un occhiata affianco a se e notò Lightning che lo guardava male con le braccia conserte.

Ruotando gli occhi al soffitto della caverna il SeeD proferì -Noi da qui non ci muoviamo.

-Come scusa?- intervenne Light andandogli molto vicino, quasi a ringhiargli nell'orecchio, ma il SeeD la ignorò, infilandosi poco cavallerescamente le dita nell'orifizio per pulirselo.

-Se hai paura per il tuo fidanzato perché non vai tu?- le chiese Cloud.

Con uno sbuffo la ragazza lasciò la formazione e quasi corse dietro ai tre.

-Nessun altro?- chiese il SeeD, ora capo indiscusso del party, girandosi verso i suoi compagni -Bene.

Firion raggiunse Guerriero e lo prese delicatamente per una spalla -Cosa credi di fare?

-Una cosa molto importante per me, Firion. Molto più di quanto avessi mai immaginato.

-Non potete allontanarvi così, non sappiamo neanche cosa può fare- li rimproverò Cecil, secondi prima che si aggiungesse anche Light con la sua solita flemma -Cosa avete nel cervello, broccoli? Avete la minima idea di cosa state facendo?

Guerriero: Si.

Firion: No.

Cecil: Si.

-Fantastico!- esclamò la ragazza con le mani sui fianchi.

-Non dovresti andare a calmarli?- Cloud si girò verso Squall che gli lanciò uno dei suoi tipici sguardi -Ti sembro uno psichiatra?

-Se li attacca non avranno speranze- intervenne Kain, preoccupato per Cecil.

-La loro speranza siamo noi, quindi fate silenzio e state fermi, o saremo condannati- lo rimise al suo posto Squall, anche se il dragone era ancora riluttante.

-Devo fare questo da solo- replicò Guerriero avanzando, incurante dei compagni.

-Dove pensi di andare tu...?- Light si spinse per afferrarlo ma Firion la trattenne -Basta ora.

-Firion cosa fai, così si farà ammazzare- protestò Cecil.

-Se lo fa sarà per sua scelta, non è una scusa per imitarlo. Torniamo dagli altri- ordinò il ragazzo, lanciando un ultimo sguardo al vecchio leader, prima di riavviarsi indietro.

La figura femminile sorrise felice, mentre Guerriero le si faceva incontro.

-Sapevo che non mi avresti abbandonato- disse.

-Chi sei tu?- chiese lui, esitando.

-Sono io Cid, sono ancora...

-Non osare usare quel nome!- Guerriero improvvisamente l'afferrò per le spalle portando il filo della sua spada a diretto contatto con la pelle -Dimmi cosa è successo a lei.

-Cosmos? Ahahah più in basso di così...

-Non mi interessa di Cosmos. Voglio lei, quella vera.

-Non mi riconosci allora?- rispose lei, continuando a sorridere.

-Tu non sei lei.

-Non vuoi accettare che io sia così?

-Mostro!- la lama di Guerriero si alzò in aria e lui venne gettato a terra da un gigantesco tentacolo fuoriuscito dal corpo della donna.

-Sono io Cid, Cosmos non c'è più. Finalmente saremo insieme per sempre.

-Tu non sei lei. Ridammela!- rispose irato Guerriero, cercando di liberarsi.

-Fuoco!- ordinò Firion mentre diverse magie e dardi solcavano l'aria, infrangendosi miseramente su un secondo tentacolo.

-I vostri poteri sono inutili mortali, lasciate questa faccenda a coloro che ne fanno parte- gli disse la donna.

-Ci mancava anche questa- mormorò Kuja, scoraggiato.

-Qualche idea? Perché io ne sono a corto- disse Firion.

-Al momento non ci resta che aspettare che sia distratta. Anche se attaccassimo tutti assieme potrebbe eliminarci con pochi colpi- rispose Squall.

-E lasciare Guerriero da solo?- proferì Cecil indignato.

-È stata una sua scelta- fu la risposta.

Il re era sul punto di attaccare da solo ma Theodor lo trattenne -Osserva in silenzio, fratello.

Fremente di rabbia Cecil fece come ordinato.

Intanto la donna aveva riportato Guerriero vicino a se -Come puoi rifiutarmi ora, Cid?

-Smettila di usare quel nome, non mi è mai appartenuto!

-Pensi di farti chiamare Guerriero tutta la vita?

-Io sono ciò che scelgo di essere.

-Allora non sei diverso dagli altri- d'improvviso un aurea oscura avvolse il capo del paladino, che gridò di dolore.

-Guerriero!- esclamò Cecil, e fece per gettarsi in battaglia ma la donna lo precedette.

-A voi la scelta, umani. Unitevi a me o perite.

-Io non sono umano!- esclamò Cecil partendo all'attacco.

-Kain!- esclamò Firion lanciando uno dei suoi rampini che si avvolse attorno al piede del paladino, mentre il dragone pioveva dall'alto atterrandolo.

-Sputerò sangue prima di inchinarmi a te- replicò Squall, puntando il Gunblade verso la donna.

-Così sia.

Un orda di Manikins apparve, a centinaia, mentre Guerriero veniva rilasciato.

-Ti concedo di guidarli verso la vittoria, creatura. Dovrai essermi eternamente grato solo per questo.

-Si mia signora- replicò il paladino, rimettendosi in piedi con gli occhi pervasi da un aurea violastra brillante.

Con un gesto la donna gli fece ricomparire lo scudo perduto attorno al braccio.

-Ci stanno circondando!- esclamò Gidan.

-Chiudetevi in cerchi concentrici! Dentro gli stregoni e Terra, poi i tiratori e al cerchio più esterno i guerrieri.

Firion fece per mettersi all'ultima cerchia ma Light lo spedi in mezzo alla squadra senza tanti complimenti.

Se il leader fosse stato ferito o peggio ucciso l'avrebbero seguito tutti.

-Ma che bravi, già siete pronti a combattere, eh? Oh si insieme riuscirete a sopravvivere all'orda, anche se è il vostro “guerriero” prediletto a guidarla- la donna levitò in aria, sopra il suo esercito -Ma non vi lascerò vincere così facilmente. Anzi non vi darò scampo in alcun modo. È ora di giocare un po, vi va? Senza il rubino dovrò arrangiarmi con quello che ho.

Alzò una mano, puntandola verso i Guerrieri, e d'improvviso Cloud, Terra e Gilgamesh si piegarono dolorosamente, sofferenti.

Anche Kain sembrò accusare il colpo.

-Cosa sta facendo?!

-Qualcuno li aiuti!

-Terra!

-Cloud!

-Kain!

-AAAGH!

-Finiscila mostro!- Cecil partì all'assalto, ma Guerriero gli andò incontro.

Le due lame cozzarono, facendo scintille, mentre i due intrapresero un mortale duello.

-Una resistenza fuori dal comune, ve lo concedo- disse la donna con un tono vagamente irritato -Ma non vi vittoria contro il mio potere!

-AAAAAAAARRRGGHHH!!!

-Qualcuno faccia qualcosa!- gridò Firion, chinato affianco a Cloud.

-Forse posso usare un incantesimo risanatore per...- iniziò a gridare Kuja, preparandosi a lanciare la magia, prima che Theodor potesse avvertirli -Attenti!

D'improvviso Kain spiccò un balzo verso Cecil, mirando ad uccidere -Cecil togliti!

Il re riuscì a spostarsi grazie al grido dell'amico, ma gelò a scoprire che Kain stava cercando di ucciderlo.

Guerriero attaccò subito, e Cecil riuscì a parare l'affondo, ma poi si aggiunse la lancia del dragone che giunse dal basso, costringendolo a liberare la lama di Guerrieri per deviare l'attacco, indietreggiando, e quindi intercettare un altro fendente al volto da parte di Guerriero.

Intanto Terra era improvvisamente entrata nella Trance, riassumendo le sue sembianze Esper, e aveva travolto Kuja con un Blizzaga estremamente potente, che l'aveva scagliato in aria, prima di raggiungerlo e prenderlo al volo per il collo, preparandosi a finirlo.

Theodor si gettò immediatamente all'inseguimento.

Cloud agitò lo spadone con rabbia improvvisa, ferendo Firion al volto, prima di gettarlo brutalmente di lato, e stava per avventarsi di nuovo sul ragazzo quando intervenne Gidan, che venne sbattuto di lato con una mano.

-Kuja!- gridò l'altro Jenoma mentre si rialzava, dimenticando Cloud e preparandosi a soccorrere il fratello, ma si ritrovò la strada sbarrata da Bartz e Gilgamesh coinvolti in un duello.

Gidan scivolò tra i piedi dello spadaccino, ferendogli il piede prima di saettare verso il fratello.

Per non perdere il vantaggio il leggendario guerriero si esibì in una giravolta, colpendo la lama di Bartz con il piede ferito, spingendolo via.

Yuna gli si fece affianco iniziando a sparare contro il guerriero, mentre il mimo copiava il suo stile e la imitava.

Firion riuscì a parare il secondo affondo per un pelo, ma poi intervenne Lightning cercando di proteggerlo, ma il SOLDIER la disarmò spingendola via, per poi essere ferito al braccio dalla Ragnarock.

La donna si lasciò sfuggire un sorriso deliziato, osservando il caos che regnava tra le file dei suoi nemici.


A\N: Guai Guai Guai, e con la G maiuscola.

DII\N: Concordo, per una volta.

A\N: Bene miei lettori. A quanto pare la battaglia per la salvezza degli universi è appena diventata molto più complicata.

DII\N: E lo diverrà ancora di più, quindi non demordete e continuate a leggere.

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Capitolo 26
*** Schegge di Caos (Pt 1) ***


A\N: Riprendiamo la battaglia, ormai gli eroi sono dispersi.

DII\N: Lo sanno già. Adesso zitto e scrivi.


Cecil compì un mezzo salto mortale, evitando che Guerriero potesse trafiggerlo al petto, ma dovette metterci tutta la sua forza per evitare che Kain, travolgendolo con il suo assalto, lo schiacciasse a terra.

Mentre i due facevano peso sulle loro armi, cercando di respingere l'avversario, Guerriero balzò oltre il dragone sperando di trafiggere il re al volto.

Per fortuna con una detonazione un Thunder investì il paladino, seguito da un Blizzard.

Kain colse l'occasione per scostarsi da Cecil, facendo ruotare la lancia in modo da costringerlo a parare la punta sulla destra (di Cecil) che calava dall'alto mirando la volto.

Quindi con un repentino cambio di direzione, riuscì con successo fare lo sgambetto con il fondo dell'arma al migliore amico.

Ma a quel punto fu raggiunto in pieno petto da un secondo Thunder, mentre Squall si frapponeva tra i nemici e il compagno.

Guerriero tornò alla carica, illeso.

Squall parò l'attacco obliquo portando il Gunblade di traverso dal volto alla spalla destra, per farsi indietro di un passo e lasciar scivolare verso terra la spada dell'avversario, raddrizzando il Gunblade e facendo di nuovo fuoco, ma Guerriero riuscì a pararsi con lo scudo.

Mentre Kain si rialzava mugolando, Cecil piantò la propria spada nel ginocchio del Paladino, che perse momentaneamente l'equilibrio venendo sparato via da Squall con un Blizzard.

-Come vanno le cose?- chiese il re rialzandosi.

-Non bene e non ti deve interessare adesso. Occupati di Kain, Guerriero è un mio problema- replicò il SeeD, riportando l'arma sulla sua spalla.

-Ma gli altri...- provò a protestare Cecil.

-Gli altri dovranno cavarsela da soli- rispose il SeeD partendo all'attacco di Guerriero, mentre Kain pioveva dall'alto pronto ad infilzare Cecil se questi non si fosse tolto di mezzo.


Theodor si spinse al massimo della sua velocità, lanciando nel contempo anche un Thundaga verso la ragazza.

Ma Terra riuscì a bloccarlo con un Protega, prima di lasciar andare il collo di Kuja e travolgerlo con un Firaga.

Theodor rallentò la caduta del compagno, finché Gidan con un balzo non lo afferrò al volo, rotolando lontano.

A quel punto una Terra infuriata scagliò contro lo stregone un Aeroga, ma quello si chiuse dentro un blocco di roccia, lanciandosi contro la mezza Esper.

L'ammasso di roccia fendette i tornadi e travolse l'avversaria, schiacciandola contro la parete con tutto il Protega.

Con un gesto di rabbia Terra disperse le pietre ma in cambio Theodor la colpì con un violento pugno al petto.

Mentre la forma viola tossiva di dolore, lo stregone si preparò a colpire con un Thundaga, ma la ragazza ringhiò di rabbia e lo respinse con un Firaga.

Theodor riuscì a proteggersi dalla cascata di fiamme all'ultimo momento, ma non poté evitare il violento pugno che seguì.

Lo stregone raggiunse quasi l'altro versante della caverna, prima di fermarsi ed allontanare da se Terra con i suoi potrei gravitazionali.

La ragazza si arrestò e circondando le sue mani con fiamme si gettò all'assalto di Theodor, che le venne incontro con le proprie che mandavano lampi.

I due colliderono con forza, scatenando magie tutt'attorno, finché Theodor non respinse l'avversaria nuovamente con i poteri gravitazionali, ma così facendo venne travolto da un gigantesco blocco di ghiaccio, che lo sbatté a terra.

Il tempo di rialzarsi e Terra aveva già finito di evocare un Meteor che lanciò verso lo stregone (tipo Goku con la sfera Genkidama), che cercò di contrastarlo con i suoi poteri.

Iniziò un lento confronto tra la magia dei due, e Theodor sentì che la sua potenza sulla gravità non era sufficiente.

Prima o poi il Meteor l'avrebbe annientato.

-Meteor!- Luneth in veste di mago saltò oltre lo stregone più anziano, scagliando la propria magia contro quella di Terra.

L'esplosione che seguì fece allontanare di diversi metri la ragazza, che rimase in aria fissando con rabbia gli avversari a terra.

-Tu vai ad occuparti di tuo fratello, a Terra ci pensiamo noi- intervenne Vaan, comparendo al fianco del piccolo amico.

-Vai tranquillo, la situazione è sotto controllo- aggiunse Luneth, voltandosi a sua volta verso Theodor.

Questi volse lo sguardo verso il combattimento, scorgendo Kain e Cecil intenti a combattere.

Fece un gesto di muto ringraziamento ai due e si alzò in volo.

Quando Luneth e Vaan riportarono i propri sguardi su Terra notarono che aveva quasi finito di evocare un altro Meteor.

-È tutto sotto controllo?- chiese l'aviopirata.

-Non apro più bocca- gli rispose l'altro.


Lightning cercò di trafiggere la spalla di Cloud con la lancia, ma quello evitò scostandosi appena, afferrandole il braccio con tanta forza da farle lasciare l'arma, per poi piegarglielo dietro la schiena e spingerla via con una ginocchiata.

Quindi calò la Fusion Sword verso Firion nuovamente ma quello preparato rispose con la Ragnarock, usando anche lo scudo per resistere al peso dell'attacco.

I volti dei due si avvicinarono quai a sfiorarsi, prima di separarsi di nuovo con un fluido movimento.

Cloud fece attaccare di nuovo ma mentre si apprestava a compiere il movimento Tifa arrivò correndo afferrandolo per la testa e trascinandolo al suolo per un lungo tragitto fino a lanciarlo lontano.

Dopo aver rimbalzato un paio di volte il SOLDIER si ficcò saldamente nel muro, con le bracia spalancate, e ricevette un altro violento pugno nello stomaco.

-Cloud svegliati! Che cosa fai!?- gli gridò Tifa, guardandolo in faccia.

Senza emettere un suono Cloud le sbatté l'impugnatura della sua spada in testa, facendola sbandare, per poi staccarsi con uno schianto dalla parete e alzare la spada sopra la testa, abbattendola dove fino ad un istante prima si trovavo Tifa.

La ragazza si allontanò con una capriola, per poi compierne una seconda quando Cloud arrivò con un salto per trafiggerla di nuovo, andando a destra dell'avversario.

-Svegliati maledizione!- afferrò un pezzo del terreno sporgente e lo tirò verso il biondo, che lo distrusse con un fendente.

La ragazza arrivò con un calcio volante, da cui Cloud si protesse portando la lama di piatto davanti al volto.

Subito dopo il contatto Tifa fece perno sull'arma per compiere una giravolta in aria all'indietro, evitando così di essere colpita dal fendente successivo.

Quindi Cloud si fece di nuovo avanti, con un fendente orizzontale, ma la ragazza si ripiegò sul bacino, schivando l'attacco che altrimenti l'avrebbe tagliata in due, e subito dopo si rimise in piedi, saltando il successivo affondo e mirando a colpire il biondo con un calcio alla testa.

Cloud riuscì a parare anche quello con la spada, ma non aveva calcolato l'agilità di Tifa, che atterrò alle sue spalle e mentre lui si volgeva lo colpì con un violento calcio spedendolo a terra.

Stavolta fu il biondo a dover rotolare all'indietro per evitare un altro pugno.

Mentre il terreno si riempiva di crepe, Cloud si gettò in un affondo diretto, che Tifa scansò appena in tempo, facendo scivolare la lama sullo scudo di Firion che le si era accucciato dietro.

In questo modo Cloud non poté liberare la spada e senza accorgersene venne colpito al ventre dalla Ragnarock.

Per completare l'azione Firion fece pressione su spada e scudo e riuscì a spingere Cloud oltre se stesso, spedendolo a terra.

Il biondo si risollevò, reggendosi il ventre ferito, prima che un Thunder lo colpisse alle spalle.

Cloud si accasciò di nuovo, prima di rialzarsi di colpo e tentare di travolgere Firion, ma quello resistette all'assalto e lo respinse.

Il biondo perse l'equilibrio, ma con una piroetta riprese il controllo, voltandosi verso Lightning che tento di colpirlo la lancia intrisa di fulmini.

Cloud subì la scossa ed indietreggiò, mentre come tocco finale Tifa lo colpì con un calcio al ventre spedendolo brutalmente a terra, rantolante.

Il SOLDIER si rialzò, sorreggendosi sulla spada, mentre la ferita sanguinava copiosamente.

-Eh no, così non va bene- replicò la donna, facendo un incantesimo.

Improvvisamente Cloud riprese la sua compostezza e la sua forza, mentre un freddo sorriso prendeva posto sul suo volto.

Sentendo il pericolo Light lanciò un altro Thunder, ma il biondo sollevò la spada con una mano, ripiegandola all'indietro e riflettendo l'attacco verso la donna, che venne abbattuta.

-NO!- Firion e Tifa si gettarono all'assalto contemporaneamente, ma la ragazza arrivò prima, riuscendo quasi a travolgere il guerriero, che si spostò appena, calciandola via, prima di disarmare Firion con un solo fendente e spedirlo lontano con un altro, da cui il ragazzo però riuscì a difendersi, restando illeso.

Tifa ripartì alla carica, cercando di colpire con un pugno il punto cieco dell'amico, ma d'improvviso questi le afferrò la mano con la propria, intrappolandola con una forza spaventosa.

In questo modo le piegò il braccio per poi trafiggerla senza pietà, intrappolandola a terra.

La ragazza vide i suoi occhi e il suo volto, e rimase terrorizzata.

Cloud quindi estrasse l'arma con lentezza, godendo della sofferenza, prima di posarla sul collo di lei e prepararsi ad ucciderla.

Ma un Thunder e una freccia lo raggiunsero facendolo sussultare, prima che la Ragnarock lo trafiggesse alle spalle, sollevandolo e lanciandolo lontano.

-Light resta con Tifa! A Cloud ci penso io!

Il ragazzo caricò senza indugio, saltando con rabbia verso l'amico, che era precedentemente rinsavito di colpo.

La Fusion Sword si sollevò a parare l'altra lama, riuscendo nell'intento ma sbandando, dato che le forze di Cloud si stavano ancora risatbilendo.

Firion la volta successiva colpì con lo scudo, riuscendo a raggiungere il SOLDIER al volto.

Poi si fermò.

“Diavolo è sempre Cloud, non un nemico. Non posso farmi assalire dalla rabbia perché qualcuno lo sta manipolando” pensò, guardando con esitazione l'amico.

Quello barcollò un istante, prima di menare un violento fendente che spedì Firion diversi metri più in là.

“Ripensandoci è meglio se combatto e basta” si disse con una punta di preoccupazione il ragazzo.


Kain e Cecil s'incrociarono in aria nuovamente, le armi cozzarono e liberarono scintille.

Si separarono bruscamente, mentre Kain faceva ruotare la lancia in modo che colpisse l'avversario al volto, passando dalla sua sinistra, ma Cecil parò rapidamente con la lama in obliquo, per poi spostarla di conseguenza sul petto, con l'impugnatura puntata verso l'alto, intercettando la punta di lancia e deviandola.

Stavolta toccò a Kain parare, mentre Cecil si gettava in avanti.

Portò la lancia in orizzontale davanti a se, respingendo la spada, per poi intercettarla nuovamente più in alto, in accordo con i fendenti dell'amico.

Quindi il dragone sferrò un calcio con le sue possenti gambe, facendo indietreggiare il re.

Cecil parò i successivi fendenti della lancia in rapida successione, non riuscendo a diminuire la distanza.

Un colpo ben assestato scivolò oltre la sua guardia e gli ferì una spalla.

La punta scivolò in parte sull'armatura e Cecil intercettò l'impugnatura con la spada, scansandola, quindi il danno fu minimo.

Ma il re sapeva che di questo passo Kain l'avrebbe trafitto.

Non riusciva a trovare la forza per combattere al massimo delle sue capacità.

Per fortuna mentre Kain faceva ruotare la sua arma in aria per prepararsi a colpire ancora venne raggiunto da un energia invisibile che lo schiacciò a terra.

-Fratello!- esclamò Cecil, vedendolo arrivare.

-Kain!- disse invece Theodor -Riprenditi! Il potere dell'oscurità in te è abbastanza debole perché tu possa scacciarlo. Non cedere!

-Non posso!- gridò il dragone -Non ce la faccio! Fa male! Oscurità! Sangue!

-Kain!- gridò Cecil correndo ad abbracciarlo.

-Oh, che situazione interessante- disse la donna, fissandoli.

Fece un altro gesto, al che Cecil si piegò per il dolore, stringendosi il capo.

-Cecil!- lo chiamò Theodor ma era troppo tardi.

-Il dolore! Prenderà anche lui!- esclamò Kain.

-Oh no!- lo stregone sentì la morsa dell'oscurità.

Era subdola, mostrava la tragedia che si sarebbe verificata sulle loro case se avessero fallito.

Richiamava i loro più oscuri istinti, mentre un inarrestabile sofferenza lo piegava.

Sotto i suoi occhi Kain si liberò dalla forza che lo tratteneva e colpì Cecil al volto.

Theodor non poté che guardare impotente mentre suo fratello riassumeva le sembianze di un cavaliere nero e restituiva il colpo al vecchio amico.

I due ripresero la loro schermaglia, ma molto più ferocemente di prima.

“Maledetta. Di questo passo non avremo chance. Sono l'unico che può fermarli eppure non sono in grado di muovermi” pensò con sofferenza lo stregone.

Dunque li, davanti ai suoi occhi si sarebbe verificato il suo più grande fallimento.

-Kain! Cecil! Smettetela!- era come rimproverare due bambini.

Theodor fece un mezzo sorriso.

Poi la sua espressione divenne beata, e la sua vecchia armatura di Golbez tornò ad avvolgere il suo corpo.

“Che succede?” si chiese la donna.

-Ah. Avevo dimenticato com'era rivestirsi dei propri panni- mormorò lo stregone, ammirando l'armatura nera.

Poi con uno gesto separò i due contendenti, spedendoli a gambe all'aria.

-Basta così, tutti e due.

-Fratello, hai deciso di tradirmi!?- esclamò Cecil, rimettendosi in piedi -Lo sapevo che non avresti resistito al potere dell'oscurità!

-Se non ti mostrerò io la retta via nessun altro potrà, fratello.

-Ora basta! Non vi permetterò di fare del male ad altre persone!- s'intromise Kain.

-Come osi!- gli rispose l'amico.

-Che battaglia sia allora- replicò lo stregone evocando fulmini nella sua mano e andando all'attacco, mentre i due amici imbracciarono le armi e gli andarono incontro, incrociandosi nello stesso punto.


A\N: Visto? La situazione è precipitata senza speranza di recuperarla. Ormai dobbiamo solo sperare che la forza dei nostri eroi sia superiore al potere della donna che li opprime.

DII\N: Continuate a seguire, senza paura.

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Capitolo 27
*** Schegge di Caos (Pt 2) ***


A\N: Il campo di battaglia arde, miei seguaci...

DII\N: Lettori e lettrici!

A\N: ...lettori e lettrici. Quindi, per evitare che bruci anche noi, andiamo subito a scaldare l'ambiente.

DII\N: Metà delle cose che dici non è di aiuto...


Gilgamesh calò una copia inesatta della Fraternity con la seconda mano destra, mentre Bartz contrattaccava con il Gunblade usando ambedue le proprie, per opporsi in modo soddisfacente alla forza del leggendario guerriero.

Fortuna che c'era Yuna che a suon di pistolettate rompeva tutte la altre armi che gli capitavano in mano.

-Perché continui a romperle?! Lo sai quanto mi ci è voluto per ottenerle?!- fece con un moto di disperazione lo spadaccino scordandosi di Bartz che per qualche ragione evocò un martello gigante che diede in testa al rivale.

Una volta compiuto il gesto però rimase a fissare l'arma nelle sue mani con uno sguardo confuso -E questa da dove è uscita?

-Bartz attento!- gridò Yuna a corto di proiettili, per cui per proteggere l'amico tirò il pallone di Blitzball in faccia a Gilgamesh.

L'oggetto rimbalzò a terra tornando nelle mani di Bartz, a cui piacque molto l'idea per cui iniziò a tirare pallonate al rivale.

Ci prese troppo la mano.

Per qualche motivo quella palla sembrava così...così legata alle sue gambe.

Yuna abbassò lo sguardo per qualche secondo, necessario per ricaricare le pistole, e voilà si ritrovò davanti un Gilgamesh che si grattava la testa guardando un Bartz che palleggiava.

Piede destro.

Sinistro.

Destro.

Sinistro.

Ginocchio destro.

Piede.

Ginocchio.

Ginocchio sinistro.

Destro.

Testa.

Piede sinistro.

Destro.

Tallone.

Ginocchio.

Testa.

Alla fine Gilgamesh si stufò e fregò la palla al rivale.

-Ehi! Così non è valido!

-Gnegnegne! Ti mostrerò io come si usa questo pallone!- esclamò lo spadaccino.

Yuna stava per protestare quando Gilgamesh iniziò a palleggiare a sua volta.

Bartz rimase sbalordito dal gioco di mani del Guerriero.

Destra.

Sinistra.

Destra.

Dietro.

Davanti.

Destra.

Sinistra.

Destra dietro.

Sinistra.

Destra davanti.

In alto.

Gilgamesh si preparò a lanciare dentro un canestro immaginario quando un super cross all'indietro di Bartz spedì la palla in aria.

-AH! Questo per me è pane quotidiano!- disse lo spadaccino

-Perfetto per un saltò carpiato all'indietro!- aggiunse il mimo.

Ma prima che la palla potesse iniziare la discesa Yuna spiccò un balzò fluido e incredibile.

I due rimasero affascinati, mentre la ragazza si distendeva, dalla punta dei piedi a quella delle mani.

Mentre il pallone scivolava verso di lei, la caccia-sfere piegò il braccio destro all'indietro.

Dalle labbra degli spettatori, ignari che Cloud stesse massacrando i loro compagni lì vicino, sfuggi un verso di ammirazione.

Quando Yuna fu immobile nell'aria, e la palla poco sopra la sua testa, il bracciò scattò in avanti, colpendo con tutta la sua forza, accompagnando il gesto con una flessione della schiena.

Mentre il missile partiva a razzo Bartz e Gilgamesh iniziarono ad applaudire al massimo della loro ammirazione, almeno finché il secondo non ricevette la palla in faccia, che rimbalzò sul primo per poi tornare in aria tra le mani della sua padrona, che atterrò illesa (e se qualcuno si sta immaginando Yuna con una divisa da pallavolista, o da beach volley, allora continuate a sognare).

-Le donne ce l'hanno più grosso- disse, mentre i due campioni crollavano a terra dritti come fusi.

-Cosa?- chiese Light lì vicino.

-Il cervello- rispose Yuna voltandosi verso di lei.

Poi vide Tifa -Che è successo?

-Cloud. Ha perso la testa!

-Oh no!- esclamò Yuna, lanciando il pallone in un punto (per lei) imprecisato e correndo al fianco dell'amica. -Cosa facciamo!?

-Non lo so! I maghi sono tutti fuori uso, e anche gli Elisir!- rispose Light.

Intanto la palla attraversò gli scontri a missile, schivando Luneth e Vaan che correvano come pazzi, Squall e Guerriero che scambiavano stoccate in grande stile, per poi prendere in pieno Kain, rimbalzare su Cecil, Theodor e infine volare in aria.

I tre erano terribilmente infuriati e non ci pensarono tre volte a far esplodere l'oggetto sotto gli sguardi annientati di Bartz e Gilgamesh, che si erano risvegliati appena in tempo per scorgere il gesto.

I due si scambiarono uno sguardo costernato.

Poi balzarono in piedi sfoderando sei paia di braccia ciascuno.

-Perché hai sei braccia?- esclamò Gilgamesh.

-Perché ho copiato il tuo stile!- replicò Bartz, facendo comparire Fusion Sword, Gunblade, le daghe di Gidan e le pistole di Yuna.

-Così mi piace! Forza rivale, risolviamo questa faccenda una volta per tutte!

Dopo un ultimo sguardo di sfida i due incrociarono le lame, mentre l'ambiente esplodeva.


Squall intercettò la spada si Guerriero sopra la spalla, mentre caricava in avanti.

Il paladino si preparò a colpire con il suo scudo, ma il SeeD preferì evitare e saltò indietro, sparando alla spada dell'avversario e congelandola.

Guerriero fece per rispondere con un fendente di luce, ma visto lo stato della lama dovette desistere, dando campo al moro che cercò di disarmarlo con un fendente.

Ma il paladino era preparato e riuscì a colpire Squall al fianco con lo scudo.

A corto di fiato il SeeD sparò un Thunder, prima che Guerriero potesse infilzarlo, centrando l'avversario alla spalla.

Il paladino cadde sbalzato all'indietro, mentre Squall riprendeva fiato.

“La situazione non promette bene. Devo riuscire a togliermelo di torno prima che diventi troppo stanco per continuare a combattere. Dov'è il suo punto debole?” rifletté, usando quei preziosi attimi per riprendersi.

Guerriero si rimise in piedi, la ferita rimarginata.

“Dannazione, non dirmi che per fermarlo devo decapitarlo!” pensò ancora.

Il paladino tornò all'attacco, facendo giungere un fendente da sinistra, che Squall si limitò ad evitare facendosi un po indietro, ma ricevendo una lieve ferita al mento.

Guerriero insisté, iniziando a lanciare attacchi in rapida sequenza.

Da sinistra, da destra, da sopra, dritto al petto, alla gamba.

Il SeeD si mantenne sulla difensiva, riuscendo a parare tutto senza ricevere un graffio.

Tuttavia sembrò meno sicuro.

Guerriero registrò la differenza e divenne ancora più incalzante.

Mentre Squall scivolava all'indietro, con la spada del nemico che si allungava inesorabile verso la sua gola, una palla passò tra i due, attirando lo sguardo del paladino.

“Preso”.

Il Gunblade, che Squall aveva portato in basso, puntandolo alla gamba del nemico, fece fuoco con un Thunder.

Quindi, mentre questi si sbilanciava Squall riprese una posizione ferma, infilando l'arma nel petto di Guerriero.

Colpì consequenzialmente al volto con una gomitata, per poi estrarre il Gunblade e spingere l'avversario indietro.

Così Guerriero rimase vulnerabile ed accecato.

Una Blizzard congelò lo scudo, che venne tranciato in due nuovamente assieme all'arto poco sotto l'ascella.

Quindi Guerriero tentò un maldestro fendente dall'alto, che Squall evitò spostandosi appena di lato, colpendo la nuca del paladino con il manico del Gunblade.

Quindi senza ulteriori preamboli congelò la mano che reggeva la spada e, con l'ausilio di un proiettile potenziato, l'intero corpo del paladino.

-E ora stai qui buono buono, dovresti essere abbastanza forte da sopravvivere no?


-Kuja! Kuja! Mi senti!?

Il Jenoma più anziano agitò appena la mano, come a chiedere a Gidan di abbassare il tono.

-Oh grazie a Tera!- continuò invece quello.

“Cosa dici idiota?” pensò Kuja, tirandosi a sedere.

-Presto dobbiamo aiutare gli altri!

-Gidan...- fece l'altro, confuso.

Tra i suoi pensieri vi era una forte presenza, una presenza inarrestabile, che lo piegava dolorosamente.

Era il richiamo dell'oscurità.

Ma non era niente che non potesse sopportare.

-Gidan, non posso- disse Kuja, tirandosi in piedi.

-Ma cosa dici!?- fece quello, cercando di essere più pressante.

-Vedi, per molte persone io mi sono redento in quanto ho scelto di seguire la tua guida di come vivere nel mondo. Garneth e tutto il regno mi hanno perdonato, dandomi una casa e persino un ruolo a corte. Ma purtroppo il mio cuore non è mai stato incline a vivere quella vita. Sento ancora un legame forte con l'oscurità. Alla fine neanche tu sei riuscito a farmi trovare la luce- Kuja si diresse verso il limite della sporgenza, osservando la battaglia che si consumava sotto di lui.

-Ah, mi stai facendo venire un mal di testa tremendo parlando così- Gidan si portò le mani alle tempie, chiudendo gli occhi.

-Non è molto diverso da ciò che sto provando io in questo momento. Gidan, temo di doverti chiedere un favore molto importante- replicò il più anziano senza voltarsi.

-Qualsiasi cosa purché tu la smetta di parlare così- replicò il Jenoma scuotendo il capo.

-Combattimi.

-Cosa?- improvvisamente tutti i sensi di Gidan scattarono

-Hai sentito benissimo fratello- replicò Kuja alzandosi in volo con le sfere di luce che lo circondavano -Non sono riuscito a trovare la luce finché tu non mi hai sconfitto, dandomi una chance di vedere oltre i miei desideri. Ora compi di nuovo questo miracolo, e liberami dall'oscurità che mi opprime in questo triste campo di battaglia. Ti prego Gidan.

Il Jenoma biondo rimase ad osservare basito il fratello, senza proferire parola.

-Presto, o non potremo andare a soccorrere i nostri compagni in difficoltà.

-Kuja, non capisco.

-Allora guarda- il Jenoma indicò Kain, Cecil e Theodor intenti al loro duello mortale -Se non mi aiuti adesso diventeremo come loro, ossessionati dalla battaglia. Aiutami fratello, ho bisogno della tua forza.

Gidan rimase titubante ancora qualche secondo -Va bene- estrasse le daghe e si preparò a combattere -È passato parecchio tempo dall'ultima volta che ci siamo affrontati, fratello, non deludermi.

-Certo che no!- replicò Kuja, preparando un incantesimo.


Firion cercò di sfuggire alla furia ma per quanto schivasse o rotolasse Cloud lo superava e lo respingeva indietro.

Doveva averlo fatto arrabbiare.

Maledetta la sua sfortuna.

Stanco di quel gioco il SOLDIER separò la Fusion Sword, lanciando la lama più piccola sul mantello dell'avversario, fermandolo.

Vedendosela brutta Firion scagliò un coltello dietro di se, beccando a culo un occhio del biondo, che si piegò per il dolore.

Ringraziando Cosmos per la sua benevolenza il ragazzo tolse la spada dal mantello con la mano che reggeva lo scudo, fato salvo che Cloud lo disarmò riprendendosi l'arma e rimettendola al suo posto.

“Credevo ce ne fossero di più” penso Firion mentre compiva una rotazione con la Ragnarock, tentando di deviare il successivo assalto, ma la cosa non riuscì e dovette ringraziare lo scudo se il colpo non lo fece secco.

Cadde a terra.

Cloud alzò nuovamente la spada sulla sua testa per abbatterla sul nemico di fronte a lui, ma Firion riuscì a rotolare via per un soffio.

Quindi cercò di filarsela ma il biondo spiccò un balzo mirando a trafiggerlo in volo.

Il ragazzo riuscì a voltarsi in tempo per parare, ma venne schiacciato dolorosamente a terra.

Cloud infierì con rabbia sul suo avversario, mentre Firion restava sempre più incavato nel pavimento.

A corto di fiato, si vide strappare lo scudo, mentre il braccio che reggeva la Ragnarock venne sbalzato via dolorosamente.

Al limite del tempo sentì la mano libera chiudersi sull'impugnatura di qualcosa.

Riuscì a sollevare l'oggetto che collidette con forza alla lama nemica, ricevendo poi anche l'ausilio della Ragnarock.

E vide che la Zanketsuken era tornata nelle sue mani.

Sfrutto la chance: usò i piedi per fare pressione e lanciare Cloud via con una capriola.

Si diede a gambe.

Era sicuro di farcela stavolta.

Vide Light lanciargli un avvertimento affrettato.

Si volse e fu una gran fortuna perché Cloud l'aveva raggiunto di nuovo.

Le scintille esplosero.

Attaccò con la Ragnarock nella destra, mentre Cloud lo respingeva con la lama di piatto.

Il SOLDIER liberò una delle lame che componevano la sua arma e colpì l'avversario al volto.

Stordito, Firion non vide arrivare il pungo al petto ne il fendente al fianco, che lo gettò dolorosamente a terra.

Per fortuna le sue spade erano ancora nelle sue mani e passò all'offensiva.

Benché Cloud l'avesse messo in difficoltà, riuscì a recuperare rapidamente terreno quando ferì la gamba dal SOLDIER, per poi raggiungere di striscio l'occhio precedentemente ferito.

Cloud per rabbia lo colpì con il pomolo dell'arma al petto, per poi estrarre il coltello e puntarlo verso il ragazzo, che tuttavia si era portato nel suo punto cieco, tagliandogli il fianco con la Zanketsuken, e quindi infilando la Ragnarock nel petto del biondo.

Quello lo fissò stravolto, mentre Firion stava per chiedere scusa.

D'improvviso un grosso masso cadde dal soffitto centrando la gamba sinistra del ragazzo, che crollò a terra, urlando.

Cloud ribaltò rapidamente la situazione liberandosi della Ragnarock con uno strattone per poi intrappolare la Zanketsuken sotto il suo piede.

Firion afferrò il tridente, nel disperato tentativo di difendersi, ma il biondo gli piantò il coltello nel braccio, inchiodandolo al suolo.

Terrorizzato il ragazzo fissò la lama prepararsi a trafiggerlo.

-Ops- disse la donna fissando il buco nel soffitto.

Ma all'ultimo istante Lightning arrivò addosso all'avversario, gettandolo di lato con una spallata.

-Ahahah eccitante. Chissà come finirà- continuò la figura misteriosa deliziata.

Cloud, benché barcollante e ferito, scagliò Light lontano con una testata, per poi volgersi ancora verso Firion.

Il ragazzo rimase a guardarlo, incapace di opporsi.

Almeno finché con un esplosione Light non si rialzò inferocita e armata con le lame gemelle di Odino.

-Eh no, così non vale!- esclamò la donna, osservando l'altra caricare a velocità incredibile Cloud e spedirlo a diversi metri di distanza con un singolo colpo dell'impugnatura.


A\N: Visto come si sono fatte bollenti le cose? E ancora non è finita.

DII\N: Di questo passo non finirà mai.

A\N: Alla prossima ragazzi, godiamoci questa battaglia.

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Capitolo 28
*** Schegge di Caos (Pt 3) ***


A\N: Bene miei compagni, ci ritroviamo ancora una volta a combattere uno scontro impossibile.

DII\N: Non esagerare adesso.


Tifa continuava a sanguinare.

Le uniche persone li vicino erano Bartz e Gilgamesh, coinvolti in un brutale duello all'ultimo sangue, con schegge di metallo che volavano in ogni dove.

Lightning e Yuna cercavano di arrestare la perdita di sangue, ma era molto difficile.

La ferita attraversava il corpo da parte a parte, ed era immensa.

Una potente esplosione avvenne poco lontano, seguita da un grido disperato di Vaan -BRUCIA!

-TERRA SMETTILA!- gli fece eco Luneth, mentre scattavano terrorizzati in giro per il campo di battaglia.

-Maledizione, ci deve essere un modo! Perché questo cose non funzionano mai!?- esclamò Yuna vittima di una crisi di nervi, infilandosi le mani tra i capelli.

-Smettila di gridare e dammi una mano, o lei morirà!- le rispose Lightning, cercando di tamponare la ferita.

Al limite delle chance Yuna sparò due proiettili di Blizzard sulla ferita, congelandola e fermando momentaneamente la fuoriuscita di sangue.

-Ora cosa facciamo!- esclamò Light, mentre un fulmine di Theodor veniva riflesso lì vicino.

-Non ne ho idea!- rispose l'altra.

In quel momento Kain atterrò vicino alle due, sembrando trafelato.

D'istinto Yuna gli sparò in faccia un Fire.

Quello gemette un istante prima di alzare la lancia e tentare di colpirla.

Giungendo come un fulmine Squall si frappose tra il dragone e l'ex-evocatrice, spingendolo indietro.

Dopo un iniziale tentativo di ingaggiare un duello, Kain si accorse che Cecil e Theodor erano ancora intenti a darsi battaglia.

Urlando come un selvaggio si fece di nuovo sotto con i suoi principali obbiettivi.

-Se è questo che vuole...- disse Light, sorpresa.

-Dov'è Firion?- chiese il SeeD.

-Cosa?- chiese Light, prima che Squall potesse afferrarla per il bavero.

-Dov'è Firion!?

-Oh dio- si lasciò sfuggire la ragazza, mentre si voltava in giro cercando il ragazzo.

Quando lo vide gli morì il cuore -Firion!

Pochi istanti dopo Cloud lo raggiunse.

-Dannazione!- Squall fece per gettarsi in soccorso del leader ma Light lo spinse indietro -A Firion ci penso io! Tu trova un modo per radunare gli altri e salvare Tifa- e detto ciò si gettò verso i due combattenti.

-Aspetta!- provò a richiamarla il SeeD, cosciente che disarmata ed emotivamente coinvolta non sarebbe mai riuscita a sconfiggere Cloud, ma Yuna lo trattenne.

-Ha ragione. Il capo adesso dei tu, se non ci guidi tu non avremo speranze. E poi Tifa è quasi morta!

Con sospiro scocciato il SeeD estrasse uno dei suoi Elisir, l'ultimo rimasto, e ci aplicò sopra un Energia, sperando che riuscisse a riattivarne gli effetti.

Costrinse la ragazza a berlo, mentre le scioglieva il ghiaccio attorno alla ferita.

Per fortuna l'Elisir funzionò di nuovo, perché in pochi istanti Tifa inspirò ed espirò a pieni polmoni.

Immediatamente Squall si rialzò e si preparò a correre in soccorso di Firion e Lightning, ma quello che vide fu Cloud farsi un decina di metri di volo sanguinante e lacero.

-Allora capo che facciamo?- chiese Yuna, aiutando Tifa a rialzarsi.

-Fermiamo questa follia- rispose il SeeD, portandosi il Gunblade sulla spalla.


Gidan schivò con una capriola l'attacco magico del fratello, provando a colpirlo con le daghe.

Ma quello lo evitò, compiendo un movimento fluente con le mani, preparandosi a colpire il biondo alle spalle.

Quello virò fuori tiro, per tornare all'assalto subito dopo.

Kuja rilasciò alcune sfere all'attacco, ma vennero respinte.

Scivolando come un artista tra le magie Gidan si esibì in una serie di acrobazie perfettamente bilanciate per raggiungere finalmente il fratello.

Il Protega del mago bianco resse al doppio fendente delle daghe, pur non senza un sorriso compiaciuto di Kuja.

Quindi a sorpresa il Jenoma più anziano sferrò un calcio, che fece indietreggiare l'altro sorpreso.

Gidan fissò il livido che gli si stava formando sulla mano.

-Sorpreso?- chiese il mago, sorridendo, mentre tornava a volteggiare normalmente -Tu e io non siamo molto diversi, fratello, era destino che le nostre abilità fossero allo stesso livello.

-Stai dicendo che io posso volteggiare con i globi luminosi intorno?- chiese, ancora sorpreso, Gidan.

-E lanciare magie come me- rispose Kuja, dopo una leggera risata.

-Forte! Proviamo!- esclamò il biondo, cominciando a muovere le mani a caso, provando ad imitare il modo con cui Kuja evocava i Sancta.

-Ah, Gidan, non credo che controllare la magia sia così semplice...- cominciò il Jenoma, con una nota di preoccupazione, prima di ammutolire di fronte al perfetto Sancta del più giovane.

-Come hai fatto!?- esclamò, con gli occhi di fuori.

-Puoi farlo tu posso anche io- rispose Gidan gongolando, ma perdendo il controllo e sparando la magia contro il fratello.

Fortuna che il mago sapeva usare i Protega, altrimenti sarebbero stati dolori.

-Ecco, questo mi spaventava- disse Kuja, lanciando un occhiata di rimprovero al fratello, che sorrise colpevole, come un bambino che ne ha combinata una grossa.

-In ogni caso, capisci quanto è importante questo scontro per me Gidan?- chiese ancora il mago, scuotendo il capo.

-Comincio a capirlo- rispose.

-Allora basta giocare!- esclamò il Jenoma più anziano, trasformandosi in quella specie di scimmia coperta di peli stile Sayan -Dammi il tuo tutto e per tutto!

-All right!- esclamò di rimando il più giovane, trasformandosi a sua volta -Oggi esaudirò i tuoi desideri fratello!


-Così non va- disse la donna scuotendo il capo, osservando con evidente disappunto Lightning intenta e distruggere Cloud.

Senza esclusione di colpi.

-Bah, dannazione. Il divertimento non è nemmeno iniziato- con un ulteriore gesto fece cadere un secondo masso, sopra il precedente, facendo scappare un gridò atroce dalle labbra di Firion.

-Firion!- la ragazza lasciò andare il SOLDIER mezzo morto e con un fendente spezzò le pietre.

-Firion stai bene!?- lo raccolse con una certa irruenza, mentre l'Ex-Mode si dissolveva.

-Auch! La gamba!- rispose, sofferente.

-Oh stai bene- lo strinse forte, ignorando i brevi rantoli di protesta.

Erano sudati fradici e il sangue si era dispero sui loro abiti, ma erano di nuovo insieme.

-Oh- la donna ebbe un fremito di nostalgia, a fissare i due abbracciarsi.

Un antico momento di pace.

Una vita felice.

-Sarà un piacere portarvi via tutt...- iniziò a dire quando una grossa esplosione si verificò poco lontano.

-Che diavolo...?


-CORRI MISERIACCIA NERA CORRI!

-TU PENSA A TROVARE UN MODO PER CALMARLA!

-HAI PROVATO A CHIEDERLE DI USCIRE!?

-FINISCILA DI FARE BATTUTE!

Vaan e Luneth stavano correndo come disperati mentre Terra si dilettava a bersagliarli di incantesimi.

Il fatto che stessero scappando la eccitava molto di più che se avessero tentato di attaccarla.

Prede.

E lei era il cacciatore.

Scatenò un Firaga di spaventosa potenza verso i due fuggitivi, minacciando di ridurli in cenere ad ogni passo, ma i due dimostrarono un incredibile velocità e resistenza, sfuggendo al suo potere.

Allora cambiò tattica, optando per il tiro al bersaglio con le palle di fuoco.

Ma il ragazzino riuscì ad anticipare le sue mosse e tenne se stesso e l'inutile compagno fuori dalla sua portata.

Con un sorriso semplicemente adorabile (sarcasmo) la ragazza sparò un Blizzaga gigantesco, un immenso pezzo di ghiaccio che sbarrò la strada ai due fuggitivi, che non ebbero altra scelta se non voltarsi terrorizzati mentre lei discendeva al suolo.

-Allora, miei piccoli amici- fece la figura aggraziata, pelosa e violacea, mentre avvicinava una mano al volto per evocare un piccolo Fire -Chi vuole provare per primo?

Vaan esplose un colpo di fucile, che Terra ricevette in faccia senza subire danni.

-Tutto qui?- chiese mentre un paio di shuriken le arrivavano contro, ma le bastò fare un rapido passo indietro per lasciarli scivolare davanti ai suoi occhi senza subire danni.

Poi fu il turno di Vaan che le arrivò addosso abbracciandola.

-Oh, un modo curioso di morire- commentò mentre si preparava ad artigliare la schiena del ragazzo.

-Terra perdonami- disse lui, per poi baciarla.

C'è da dire che la genetica degli Esper magari non è simile a quella degli Umani o dei Seleniani, o degli Al Bhed, ma di certo non sparava feromoni a caso durante una battaglia.

Per questo Vaan andò a schiantarsi contro il blocco di ghiaccio, crepandolo, dopo un pugno di rabbia e indignazione dalla ragazza.

-Brutto bastardo come ti permetti!- gridò mentre il Fire diventava un Firara e poi un Firaga, ma in quel momento dall'alto discese un Meteor.

-Scusa Terra- disse Luneth da dietro di lei, mentre l'immensa palla di fuoco si avvicinava alla ragazza.

Quella alzò un mano, e di pian piano l'incantesimo s'arrestò, finché Terra non ne ebbe il pieno controllo.

A quel punto lanciò una mezza occhiata (e pure di traverso) al ragazzino dietro di lei.

-Volevo dire: “Scusa Terra, me la reggi? Sono un po occupato a scappare”- rispose lui vago prima di schizzarle tra le gambe e puntare Vaan.

-VAAN MALEDIZIONE SVEGLIATI!- in qualche modo il piccoletto riuscì a lanciarsi contro l'altro ragazzo, infrangendo il blocco di ghiaccio, ma atterrando malamente dall'altra parte.

A quel punto scappare dal Meteor era impossibile, e vide l'immensa sfera farsi avanti inesorabile.

-Ehi!

-Non si interrompe una battaglia tra uomini!

Dal nulla Gilgamesh e Bartz, che erano rimasti schiacciati dal Blizzaga di prima, balzarono in piedi e con tutti e dodici gli arti rallentarono l'assalto della magia.

Finché non esplose brutalmente spedendo indietro i due combattenti.

-State bene?- chiese Bartz ai due biondi, trattenendo una smorfia di dolore sul suo volto annerito.

-Adesso basta! Chiunque si porterà sulla mia strada assaggerà la mia furia, dannati mostri!- esclamò Terra infuriata, avanzando fuori dai fumi dell'esplosione avvolta dalle fiamme.

-Così sia- replicò Gilgamesh preparandosi alla battaglia.


-Non permetterò a nessuno di voi di avvicinarvi mai più ai miei amici!- esclamò Cecil lanciando alcuni globi oscurità a caso verso i due avversari.

-Tu sei solo un maledetto egoista!- replicò Kain balzando oltre gli attacchi e incrociando le armi con il suo migliore amico a mezz'aria -Hai lasciato Rosa da sola a piangere pregando per il tuo ritorno, andandotene a fare il gonzo con i tuoi amichetti!

-Adesso basta! Siete solo due bambini capricciosi!- esclamò Theodor separandoli con un colpo di magia.

-Fai silenzio tu, fratello traditore!- esclamò Cecil caricando.

Theodor preparò un Thundaga con cui trattenere il fratello -Io no sto tradendo nessuno Cecil. Fai appello alla tua forza interiore.

-Smettila di blaterare idiozie!- sbottò il re, compiendo un ampio fendente a poca distanza dallo stregone, che balzò indietro, scagliando il Thudaga e costringendo Cecil a tenere le distanze.

-Cecil devi ascoltarmi, ne va della salvezza di tutti!- insisté lo stregone.

-Silenzio verme!- gridò Kain piovendo dall'altro -Non ascolterò ancora le tue insulse parole traditrici!

Theodor lo fermò a mezz'aria, lasciandolo lì a dondolare senza scampo.

-Cecil, ascoltami. Sono sempre stato un vile, lo ammetto. Ti ho abbandonato quando eri giovane, sono rimasto nell'ombra di Zemus mentre mi trasformava in un feroce vassallo, ti ho combattuto e ancora non sono libero dal peso dell'oscurità, ma devi fidarti di me quando dico che tu non lo sei. Non deve per forza essere così, fai appello al tuo spirito.

-Spirito?- chiese Kain rabbioso -Questo è solo un poppante viziato, che crede che tutto il mondo sia ai suoi piedi mentre lui sia destinato ad essere la luce splendente che illumina tutto. È solo un balordo pieno di se...

-Cane!- accecato dalla rabbia Cecil balzò verso il suo migliore amico, e stava quasi per trafiggerlo, quando il Gunblade di Squall si mise in mezzo, parando l'attacco.

Quindi il SeeD abbatté il pomolo della sua arma sul volto del re, facendolo crollare a terra.

A quel punto Tifa caricò Theodor e gli piantò un pugno nello stomaco, facendolo sussultare e lasciando libero Kain.

Questi si preparò a tornare all'attacco, ma Tifa si sollevò la maglia rivelando i seni protetti da un reggiseno che sembrava troppo piccolo per quella taglia.

-Che razza di tecnica di combattimento sarebbe?- chiese il dragone, sorpreso e infuriato.

-Oh, nessuna in particolare- rispose Tifa mentre Yuna faceva fuoco centrando le due gambe del dragone con dei Blizzard, obbligandolo a fermarsi.

Intanto Cecil si rialzò reggendosi il naso, menando un fendente obliquo da destra a sinistra, che Squall evitò con tranquillità, per poi deviare con naturalezza l'attacco di ritorno, arrivando a dare una gomitata all'addome dell'avversario.

Cecil rispose con un paio di affondi maldestri che il SeeD parò senza tante difficoltà, bloccando la lama nemica sopra la propria spalla, mentre il Gunblade puntava a terra.

Approfittando della distrazione dell'avversario sparò un Thunder verso il suo piede, facendolo sobbalzare.

Quindi Squall passò all'offensiva, incalzandolo con ampi fendenti e rapidi affondi, spingendosi in avanti, finché non disarmò Cecil con un colpo ben mirato.

Colpì in rapida successione col pomolo al volto, intrappolando le sue braccia e dandogli una ginocchiata all'addome, per finire con un colpo alla nuca.

Cecil cadde a terra rantolante, mentre Kain continuava ad esalare sconfitto.

-Non era necessario che interveniste- disse Theodor alle due donne, mentre si toglieva l'elmo di Golbez.

-Ordini del capo, mi dispiace- replicò Tifa, indicando Squall con la testa.

-Dov'è Firion?- chiese lo stregone, voltandosi verso il campo di battaglia.

-È con Light- rispose il SeeD, sopraggiungendo con Cecil sopra una spalla, affidandolo alla presa del fratello -Dovrebbero essere ancora...- si volse verso la battaglia.

E vide qualcosa.

Qualcosa di abbastanza terribile da farlo scattare d'improvviso come un fulmine verso un punto imprecisato della lotta.

-Squall...!- fecero i suoi compagni, ma non poterono seguirlo perché l'improvvisa luce di un esplosione poco lontano li accecò.


-Maledizione a quei due, non sanno proprio come regolarsi- ringhiò fra i denti la donna, prima di riportare lo sguardo su Light e Firion -Stavano per farmi perdere lo spettacolo.

-Cosa diavolo è stato?- chiese Light, mentre sollevava Firion.

-Non lo so, ma se continua così saremo tutti condannati. Dobbiamo riunirci- rispose il ragazzo.

-Lì, ci sono Bartz e Gilgamesh che tentato di fermare Terra! Se riusciamo ad aiutarli...- la Fusion Sword la abbatté, lanciandola lontano con una profonda ferita alla schiena.

-Light!- gridò Firion, prima che Cloud potesse afferrarlo per i capelli preparandosi a finirlo, portando l'immensa spada in fuori, pronto per compiere un violento attacco.

Firion maledisse quel momento in cui era caduto dal Chocobo.

Se Guardiano e Guerriero non fossero giunti in cerca di aiuto nessuno avrebbe partecipato a quell'assurda battaglia e nessuno si sarebbe fatto male.

Neanche Cloud.

-Oh, ma allora ce l'avete con me!- gridò indignata la donna quando un proiettile di Squall si piantò nel ginocchio del biondo facendolo piegare.

Mentre Firion si accasciava a terra, libero, il ginocchio del SeeD si abbatteva sul volto del SOLDIER, superandolo con un balzo.

Cloud si rimise in piedi e sebbene zoppicasse attaccò, menando un possente colpo dall'alto che Squall non riuscì a schivare, venendo spinto indietro duramente.

Quindi il biondo caricò in avanti, calando un colpo in orizzontale da destra, ma Squall indietreggiò ancora, e ancora mentre il SOLDIER incalzava.

Quando Cloud alzò l'arma sopra la testa, il SeeD sparò un Blizzard sul piede che sporgeva in avanti, il destro, per poi evitare l'arma dell'avversario che calava dall'alto e riuscendo a ferirgli la spalla.

Il SOLDIER riuscì tuttavia ad afferrarlo per il retro del colletto, lanciandolo in aria.

Quindi spiccò un balzo per trafiggerlo al volo, ma il moro schivò per poi attaccare a sua volta mezz'aria.

Il Gunblade impattò con la Fusion Sword, scatenando una miriade di scintille, prima di separarsi con un boato, atterrando a diversi metri l'uno dall'altro.

Squall si lasciò sfuggire un sorriso.


A\N: L'ultimo grande atto della crisi signore e signori, Squall vs Cloud.

DII\N: Ancora una volta la diatriba su chi sia il più forte tra i due si accenderà furiosa.

A\N: Accorrete numerosi per il prossimo capitolo. Alla prossima. Ciao. Oh, e per quelli che non lo fanno, recensire è sempre un opzione :) .

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Capitolo 29
*** Schegge di Caos (Squall vs Cloud) ***


A\N: Come promesso, Squall vs Cloud. Sta diventando una moda qui in giro ma è meglio così.
DII\N: Eh, una moda. Magari te la potevi risparmiare questa, no?

A\N: Comunque, mentre noi due ci confrontiamo voi leggete in pace, sono sicuro che vi colpirà.


Mentre i suoni del combattimento risuonavano tutt'attorno, i due rimasero immobili con lo sguardo sguardo fisso sull'avversario.
L'arma stretta da ambedue le mani, puntata di fronte a sé.
Il respiro che pian piano si rilassava.
Il battito del cuore che rallentava.
Le ferite di Cloud che si rigeneravano.
Il sudore che scivolava lento sul volto di Squall.
Il mondo scivolò nel silenzio, mentre l'unica cosa che ancora esisteva erano loro due.
Freddi.
Immobili.
Scolpiti in quell'attimo.
Tutto scivolò nell'oblio.
Le schegge che attraversavano lo spazio tra i due scorrevano a rallentatore.
I suoni delle esplosioni giungevano attutiti.
Neanche le grida erano più recepibili.
L'unica cosa che importava era l'avversario che attendeva dall'altra parte del campo di battaglia.
Poi lo scatto.
Tutto esplose nell'istante in cui i piedi dei due si staccarono da terra, portandoli inevitabilmente a scontrarsi.
L'adrenalina prese il controllo ad una velocità spaventosa, e un energia sconosciuta si fece strada nei loro corpi.
Cloud tenne la Fusion Sword reclinata verso la sua destra, reggendo il pomolo con entrambe le mani, mentre Squall portò il Gunblade puntato verso terra.
Le scintille formarono una sottile scià, mentre i due corpi si avvicinavano sempre più.
Poi lo scontro.
D'improvviso la Fusion Sword compì un fendente obliquo dal basso, mentre il Gunblade ruotò attorno alla spalla del suo possessore, calando dall'alto.
I piedi dei due si piantarono saldamente a terra, mentre l'impatto delle due spade allontanava con un onda d'urto tutti i detriti nel raggio di tre metri.
I loro occhi si scontrarono con un intensità persino maggiore.
Quegli sguardi profondi, empi di battaglie e sofferenza, di occhi che si erano già incontrati.

Lanciò uno sguardo neutro al ragazzino biondo di fronte a lui.
Non sembrava granché.

Era imbarazzato.
L'aveva seguito assieme al suo compagno dai capelli bruni.
Non sembrava così forte, o nobile, se affiancato ai suoi compagni, specialmente a quello con la lunga katana e i capelli d'argento.
-Ehi, che vai a fare tutto da solo?- chiese il bruno, sorridendo -Ci è stato detto che ci sono parecchi nemici potenti la fuori. Se vai da solo avrai molte più possibilità di farti accoppare mentre non guardi.
-Zack, non parlargli così- era intervenuto il biondo, anche se in modo poco deciso.
-Oh andiamo, scommetto che non ti da fastidio se ci accodiamo, vero?- aveva replicato l'altro.
Il SeeD gli aveva dato le spalle e aveva ricominciato a camminare

Cloud spinse l'avversario indietro con forza, disimpegnando l'enorme spada, per poi calarla violentemente sul punto in cui si era trovato Squall fino a un attimo prima.
Il moro spiccò un balzo e compì un ampia rotazione in aria, riuscendo quasi a colpire il volto dell'avversario, il quale tuttavia scostò la testa appena in tempo.
Il SeeD gli atterrò alle spalle, troppo lontano per poterlo ferire con lama, quindi optò per allontanarsi ulteriormente.
Si dimostrò la strategia vincente, in quanto la Fusion Sword lo mancò per un pelo.
Mentre il SOLDIER sollevava di nuovo l'arma, l'avversario si volse rapidamente e sparò un Blizzard diretto al volto.
L'altro bloccò con la mano sinistra,che reggeva il pomolo.
Sebbene fosse congelata il biondo non si fece distrarre e con un colpo dell'altra mano spezzò la patina di ghiaccio, per poi afferrare la Fusion Sword con entrambe le mani e portarla di traverso sul corpo, riuscendo a bloccare l'assalto del moro.
Squall aveva approfittato della distrazione causata dal Blizzard per avvicinarsi all'avversario, eliminando il vantaggio della portata della gigantesca spada.
Quindi, per evitare che Cloud potesse riprendersi, gli volò dietro alle spalle per poi ferirlo alla schiena con un ampio fendente.
Per fortuna i danni furono minimi in quanto Cloud riuscì a sottrarsi parzialmente all'attacco con una capriola in avanti, per poi scattare in piedi e fendere l'aria con la Fusion Sword, deviando la traiettoria del Gunblade, e rallentando la corsa di Squall.
Quindi il SOLDIER abbatté verso l'avversario un fendente di ritorno, che colpì il suolo con un esplosione di schegge e detriti.
Il SeeD era saltato pochi istanti prima che la punta lo raggiungesse, schivando l'assalto e mirando diretto al corpo dell'avversario.
Il biondo riuscì a portare la lama di traverso sul petto, parando l'attacco per poi approfittare della posizione precaria del moro per spingerlo indietro.
Quindi usò una materia per scagliare un Thunder verso Squall, che rotolò sul fianco schivando la magia e rispondendo a sua volta con un altro Thunder, che si abbatté sulla Fusion Sword senza ferire Cloud.

Quel ragazzo con la cicatrice era davvero inquietante.
Lanciava sempre occhiate dure e fredde, senza lasciar trasparire niente se non un qualche tipo di rancore.

Non gli piaceva.
-Zack, perché lo stiamo seguendo?- mormorò all'amico.
-Perché lasciarlo andare da solo significherebbe lasciarlo morire, giusto?- aveva risposto Zack, sempre sorridendo, rivolgendo l'ultima domanda al ragazzo con la cicatrice.
Quello non si era neanche fermato.
-Oh andiamo, non fare così! Cosa pensi che diranno le ragazze di te? Specialmente quella con il vestito azzurro. Ti guardava piuttosto intensamente- insisté a stuzzicarlo Zack, con le mani sui fianchi.
-Comunque sia...- aveva replicato.
Quel tipo non gli piaceva proprio per niente.

Cloud balzò in aria, abbattendo la spada dove si era fermato Squall, che stavolta si spostò appena.
Quando l'arma impatto con suolo, il SeeD pensò di intrappolarla a terra con dei Blizzard, che apparentemente riuscirono nell'intento.
Ma il SOLDIER la staccò senza tanti preamboli con un gesto vagamente brusco.
In questo modo Squall trovò una breccia nella sua difesa e con un fendente colpì il fianco destro, rimasto scoperto.
Ma la rotazione lo portò troppo vicino all'avversario, che fulmineo gli afferrò il retro del colletto per poi colpirlo al petto con un ginocchiata.
Squall boccheggiò mentre Cloud lo lanciava indietro.
Impattò duramente con la schiena, e dovette ignorare il dolore per evitare un altro assalto volante.
Il SOLDIER si sollevò, lo sguardo freddo come il ghiaccio.
Stava per attaccare di nuovo e Squall non si sentì abbastanza in forze per rispondere, quindi congelò la parte di terreno su cui stava per poggiare i piedi, facendolo scivolare a terra.
Il braccio che reggeva la Fusion Sword venne trascinato lontano dal corpo grazie al peso della spada, e il SeeD non perse l'occasione.
Saltò sul petto dell'avversario, il piede destro bloccando il braccio sinistro, mentre con il Gunblade si apprestava a ferire la spalla del braccio che reggeva la spada, ma il biondo riuscì a reagire, liberando l'altro arto dal piede e quindi afferrando la gamba.
Squall si sentì scagliare lontano, riuscendo comunque a lasciare una ferita sulla spalla di Cloud, ma non era abbastanza profonda da essere determinante nello scontro.
Il SeeD si frenò con mani e piedi, mentre teneva gli occhi fissi sull'avversario che si rimetteva in piedi con qualche difficoltà, riportando l'arma di fronte a se, preparandosi ad attaccare di nuovo.
Squall si fermò a sua volta, meditando la mossa successiva.

-Zack, sei sicuro?
-Certo che si!- esclamò il tipo rumoroso

Possibile che avesse sempre da parlare?
-Questo coso non è niente di speciale, è solo...come si chiama?- il ragazzo si volse verso i tre guerrieri che avevano incrociato poco prima che la creatura sopraggiungesse.
-Sin- rispose quello che reggeva il bastone.
-Un gran bel pezzo di merda!- aggiunse uno dei suoi accompagnatori, mezzo nudo e con un aspetto poco raccomandabile.
-Jecht, modera i toni- intervenne il terzo membro, con il voluminoso abito rosso.
-Ecco, visto Cloud? Non è niente di speciale. E non aver paura, ci sono io, i tre signori e il nostro nuovo amico, vero?
Squall si sentì percorrere da un fremito, prima di rivolgersi a Zack direttamente -Io non sono vostro amico.

Cloud partì all'attacco, la Fusion Sword puntata verso terra, pendendo sulla destra.
Squall caricò a sua volta, con un piano specifico in mente.
Cloud compì un attacco obliquo, mirando a decapitare l'avversario, ma questi, scivolò sotto al fendente, colpendo la gamba destra del biondo, facendolo barcollare, per poi schizzare in aria e lasciargli una ampio taglio sul petto.
Quindi Squall fece per calare il Gunblade sul volto, ma Cloud lo bloccò afferrando il pomolo con la mano sinistra.
Il SeeD rispose lasciando andare l'arma mentre questa si congelava attorno all'arto del SOLDIER, per poi colpire con un calcio rotante il volto dell'avversario.
Lui vacillò, e l'altro fece per sferrare un altro attacco ma dovette schivare la Fusion Sword, poi ricevere violentemente sul volto il manico del suo Gunblade, cadendo a terra confuso.
Il biondo si prese un istante per schiarirsi le idee, prima di decidersi ad attaccare, ma il moro gli sparò un Thunder negli occhi, momentaneamente accecandolo.
Quindi il SeeD, cercò di agire il più velocemente possibile, assalendo il braccio destro, che reggeva ancora la spada.
Cloud si lasciò sfuggire un grido, prima di colpire Squall con un violento calcio, spedendolo ad atterrare malamente diversi metri più in là, ma così facendo portò tutto il peso sulla gamba ferita e si accasciò con un gemito.
Il SeeD cercò di rimettersi in piedi, tremando per il dolore.
Il colpo al volto lo aveva quasi messo al tappeto, e tutti gli attacchi fisici ricevuti fino a quel momento non mettevano la situazione a suo vantaggio.
Cloud sarebbe guarito.
Lui no.

-Zack sarebbe potuto morire!- esplose, urlando in faccia al ragazzo con la cicatrice.
-Calmati Cloud, non credere che io possa morire per così poco- replicò l'altro, nonostante Braska gli stesse ancora riattaccando il braccio.
-Hai una minima idea di quello che stavi facendo!?- insisté, incurante delle rassicurazioni dell'amico.
Il ragazzo con la cicatrice si rimise in piedi, controllando che la gamba lo reggesse.
Cloud non poté resistere più e l'afferro per il bavero -Lui ti ha salvato la vita! Che cosa ti da il diritto di comportarti in quel modo!?
-Il mondo non è ai tuoi piedi ragazzino- l'altro lo spinse via -Se ti importa tanto del tuo amico impara a proteggerlo da solo.
Quindi il ragazzo con la cicatrice si allontanò.
-Sai che non ha per niente torto?- intervenne l'uomo chiamato Jecht -Non sei stato molto utile in battaglia.
-Jecht!- intervenne Auron, ma l'altro gli rispose male -Che c'è signorino!? Sto solo dicendo la verità. Quel ragazzo non avrebbe potuto fare niente per aiutare il tuo amico, e non puoi pretendere che sia altrimenti. Guarda! Quella bestia ha ferito anche me, ma si sono tirato fuori da quella situazione da solo, perché c'erano altri a cui serviva il mio aiuto. Se vuoi aiutare quelli a cui tieni devi trovare la forza dentro di te, contare sugli altri non è un opzione!

Squall vide Cloud avviarsi incerto verso di lui, con la gamba malferma e la presa sulla spada meno forte.
“Ora o mai più”.
Ignorando il dolore il SeeD si alzò barcollante a sua volta, e caricò con tutto se stesso.
La lama della Fusion Sword gli strusciò sul fianco destro, senza riuscire a penetrare tanto profondamente nella carne, mentre con un un ultimo sforzo di volontà il moro piantava il Gunblade in orizzontale nella spalla sinistra del biondo, caricando un colpo.
Cloud lo colpì con una tremenda testata che lo mandò a cadere un metro più in là, ma il Gunblade fece comunque esplodere una detonazione che lo scagliò affianco al suo possessore, mentre il braccio del SOLDIER per poco non si staccava.
Con un impeto di rabbia improvviso Cloud spazzò l'ambiente on la Fusion Sword, colpendo Squall e scagliandolo qualche metro più là, senza lasciare troppe ferite pesanti, dato che la posizione, la forza e la presa sulla spada non erano più le stesse di prima.
Il SeeD fece un ulteriore sforzo e si alzò dolorante un ultima volta, il Gunblade stretto saldamente in mano, e partì all'attacco, con la lama puntata davanti a se, gridando con quanto fiato gli restava.
La Fusion Sword lo raggiunse al petto, mentre Cloud si sforzava al massimo per reggerla con entrambe le mani, ma Squall non rallentò finché l'impugnatura della sua arma non impattò con il petto del biondo.
Le fronti dei due vennero a contatto, cozzando con ancora più violenza delle lame all'inizio dello scontro.
Si scrutarono, dritti negli occhi.
La luce di forza ed energia non era svanita.
I loro corpi erano martoriati, morenti, eppure i loro sguardi erano ancora vivi e furenti.
Occhi determinati.

Si lasciò sfuggire un gemito frustrato.
L'immensa katana scintillava di fronte a lui, mentre il guerriero dai capelli d'argento sorrideva malvagio.

Era finita, era stato ferito, aveva perso.
Appena avesse tentato di rimettersi in piedi sarebbe morto, trafitto da quella spada invincibile.
Di colpo Sephiroth alzò lo sguardo e dovette pararsi dal discendente assalto di una spada a due mani mentre Zack lo spingeva indietro.
-Sei vivo!- esclamò il biondo, sbucando lì affianco con un mitragliatore in mano.
-Voi due...che ci fate qui?- replicò sentendo, una fitta improvvisa al fianco mentre cercava di alzarsi.
-Tu cosa ci fai qui! Hai intenzione di farti ammazzare!?- replicò l'altro, prima di sparare una raffica di colpi verso il SOLDIER leggendario.
-Quello che faccio non ti riguarda. Ora andatevene prima che possa uccidere anche voi- cercò ancora una volta di rimettersi in piedi ma fallì.
-E lasciarti morire? Cosa ci guadagneremo? Tu sei uno di noi, se continui a negarlo morirai inutilmente.
-Ma di cosa parli?- replicò, maledicendo la spada di Sephiroth.
-Quell'uomo si sbagliava: è vero, se vuoi proteggere i tuoi compagni devi trovare la forza per farlo, solo tu, ma se sei da solo allora quella forza non ha valore, perché non hai nessuno da difendere.
Zack piroettò in aria, per poi atterrare pesantemente a terra, e Cloud aprì il fuoco contro l'argenteo per proteggere il suo compagno.
-Combattere da soli in nome di qualche causa non ha valore. Proteggere gli altri standogli lontano è solo un altro modo per metterli in pericolo.
-Ben detto Cloud- aggiunse Zack, incrociando di nuovo la spada con Sephiroth.
Che idiozie andate blaterando?” pensò, cercando nuovamente di alzarsi senza successo.
-Quindi che farai? Resterai lì a lamentarti...- Cloud allungò la mano verso di lui -...o ti alzerai per combattere con noi.
Rimase in silenzio, fissando gli occhi del ragazzo di fronte a lui.
Perché, perché si ostinava tanto a volerlo proteggere?
Guardò la mano che gli offriva.
Con un impeto sconosciuto l'afferrò e si fece aiutare ad alzarsi, finalmente sconfiggendo il dolore.
Rimase a fissarlo ancora un po incerto.
Quel semplice gesto...che si fosse sbagliato fino a quel momento?
-Va bene, facciamo a modo vostro.

-Ehi- la voce di Cloud ruppe il silenzio.
Il mondo era ancora distante, le prese meno salde, e le gambe tremanti.
-Sai dirmi perché ogni volta che combattiamo finisce così?- finì il biondo.
-Vorrei tanto saperlo- rispose Squall, facendo colare un po di sangue dalla bocca.
Poi crollò sulle ginocchia, seguito a ruota dal compagno.
Il sangue gocciolò sul terreno, cominciando ad espandersi sempre più velocemente.
La Fusion Sword si piantò nel terreno, sostenendolo, mentre le forze lo abbandonavano.
La testa di Cloud gli cadde sulla spalla.
-Temo che per noi sia finita- disse a bassa voce il biondo.
-Almeno gli altri saranno al sicuro- replicò il moro.
-Mi dispiace- continuò l'altro, riuscendo ad alzare la mano destra quando bastava per metterla sulla spalla del compagno -Avrei dovuto essere più forte.
-No. Hai fatto quello che potevi- replicò Squall, usando entrambe le sue mani per alzargli il volto, in modo da poterlo scrutare negli occhi -Non avevo la forza sufficiente per fermarti.
Quindi le braccia cedettero e la testa di Cloud tornò a posarsi sul suo petto.
Ma il biondo trovò la forza di alzarla di nuovo, da solo.
-Sai una cosa Cloud?- chiese Squall a quel punto -Credo che tu e Zack siete stati i primi amici che io mi sia reso conto di avere.
L'altro scosse il capo.
Non era rimasto molto tempo.
-Dici che gli altri ce la faranno?- chiese incerto il SeeD.
-Se saranno uniti, si. Firion per quanto ne sappiamo è sopravvissuto. Abbi fede nel loro legame- rispose Cloud, mentre si sorreggeva con la mano sinistra, cercando di non accasciarsi sul fianco.
Squall, ormai troppo debole si lasciò scivolare lungo il filo della lama, fino a restare con il volto rivolto verso l'alto, e braccia abbandonate a terra.
Poco dopo anche Cloud si accasciò.
La lama del Gunblade non gli permise di cadere disteso, solo reclinato appena a destra.


A\N: E su queste note tragiche si conclude l'ennesimo (a sentire i due) duello tra Squall e Cloud, in parità.
DII\N: Io francamente sono abbastanza impressionato. Non si vede tutti i giorni un duello simile.
A\N: Già, dunque, conclusa questa leziosa diatriba prepariamoci per il prossimo capitolo, dove scopriamo se l'unione dei guerrieri gli è valsa la vittoria.

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Capitolo 30
*** Schegge di Caos (Atto Finale) ***


A\N: Okay, ci siamo concentrati sul dinamico duo nello scorso capitolo...

DII\N: Con sorprendente successo...

A\N: Ma siamo lieti d'informarvi...

DII\N: Che oggi si parlerà di tutti gli altri.


Terra si limitò a fare poche mosse, precise e letali.

Un Fire sul piede ferito di Gilgamesh, che come un idiota si mise a saltellare sul posto.

Bratz si preparò a fare fuoco ma con una serie di Blizzard ben mirati la mezza Esper gli fece sparire tutte le braccia in più, per poi spedirlo qualche metro più in là con un Aero.

Gilgamesh evocò Excalibur, oltre al Brando Lux (che Terra sembra ricordare molto bene), ma come si può prevedere tutto quello che ottenne fu fare qualche mossa stupida agitando le spade in aria, per poi essere spedito K.O. con un Blizzara.

Quindi Vaan, mezzo massacrato e con la faccia talmente gonfia che neanche gli occhi erano in grado di vedere, e Luneth, che si era costretto a passare alla modalità ninja per evitare di essere annientato, rimasero a guardarla mentre la ragazza modellava un bel Firaga nella mano destra.

-We're screwed- disse Vaan, boccheggiando.

-Ya, creo que esta seguro- rispose Luneth, prossimo a farsela sotto.

-Che diavolo vi è preso a voi due?- fece sorpresa la ragazza.

-Nothing. Nothing at all!- esclamò il biondo più odiato dell'universo, alzando le mani al cielo.

-Que estas haciendo!? Tenemos que correr!- Luneth afferrò l'altro per quella specie di corpetto che portava sul petto e si diede rapidamente alla fuga.

Terra rimase a guardarli mentre si allontanavano, cercando di capire se era stato per via della botta in testa o se i due avevano trovato un geniale piano per sviarla o se era usciti di testa per la paura.

-Che diavolo fai lì ferma, corrigli dietro e falli saltare in aria- la donna masticò le parole per l'ira che covava.

Kuja e Theodor non avevano ceduto alla morsa dell'oscurità, Kain e Cecil erano stati messi fuori combattimento e Cloud stava incrociando le lame con una delle poche persone al mondo che avevano una chance di vincerlo.

Terra era l'unica fonte d'intrattenimento che le era rimasta, ed era sufficiente che una coppia di idioti irresponsabili iniziasse a parlare in un'altra lingua per farla fermare come uno stoccafisso nel mezzo del nulla.

Terra reclinò il capo di lato, fissando la coppia di ragazzi allontanarsi lasciandosi dietro una scia di polvere, chiedendosi che cosa fare.

Poi si ricordò di avere ancora un Firaga in mano.

Con un sorrisetto malvagio caricò il colpo, usando l'artiglio come puntatore per calcolare la traiettoria, per poi fare letteralmente fuoco.

La sfera infuocata fece una breve parabola nell'antro prima di atterrare con l'ennesima esplosione addosso ai due.

La nuvola di polvere non permise di determinare se fossero morti o se erano volati via.

Terra sorrise soddisfatta, soffiando sull'indice -Bullseye.

-Aw, speravo che ci fosse più fermento, gli ultimi momenti di una brillante tragedia- si lamentò la donna, fissando con disappunto il punto in cui erano scomparsi i due eroi -Beh poco importa. Terra, finisci quelli che rimangono...

Un Thundaga si abbatté sulla schiena della mezza Esper, facendola traballare.

-Presa!

-Ehi Terra!- gli gridò Tifa -Sei sicura di voler continuare!?

La ragazza si volse verso le voci, notando Kain, Cecil, Theodor, Yuna e Tifa che la fissavano abbastanza agguerriti nonostante si vedesse lontano un miglio che ne avevano prese molte.

-Perite per mia mano- ringhiò la mezza Esper, mentre le fiamme s'innalzarono voraci attorno a lei.

Gli unici suoni che ancora si udivano erano le spade di Squall e Cloud che si incrociavano violentemente.

-Sembra decisa- fece Yuna, lanciando una breve occhiata a Theodor.

-Non importa, se riusciamo a fermarla avremo vinto- rispose questi -Addosso.

Tifa partì alla carica, mentre Kain spiccò un balzo.

Terra scagliò le sue magie contro i due, ma Kain schivò con la solita maestria dei dragoni, mentre Tifa si dimostrò più veloce di quanto l'altra avesse previsto, lasciando che il Firaga si abbattesse dietro di lei.

Come ulteriore copertura Yuna sparò alcuni Blizzard e Thunder, aiutata da Theodor che scagliò un Thundaga dritto al petto dell'avversaria.

Terra decise di non dare vantaggi agli avversari e invece di indietreggiare caricò a sua volta, costringendo Kain a cambiare traiettoria all'ultimo istante, mentre Tifa si portava di fronte a lei.

Senza più una linea di tiro sicura Theodor e Yuna dovettero interrompere il fuoco di copertura.

Tifa caricò un pugno con la mano destra colpendo solo quando erano a pochi passi l'una dall'altra, ma Terra si chinò con velocità sorprendente, lasciando che l'attacco le scivolasse sopra la testa, piazzando un gancio destro all'ascella protesa dell'avversaria.

La ragazza non poté reagire, dato che la rapidità dell'avversaria era impressionante, e quella ebbe tranquillamente modo di intrappolarle il braccio dietro al schiena.

Kain stava raggiungendo le due proprio in quel momento, ma Terra compì un calcio rotante, riuscendo a respingere il ragazzo.

Kain riuscì a proteggersi con la lancia, volando all'indietro per la forza dell'attacco.

Usò le possenti gambe per frenarsi appena toccata terra, balzando nuovamente in avanti.

Terra sollevò Tifa in aria, riuscendo con il giusto tempismo ad abbatterla sulla punta della lancia, intrappolando l'arma sotto il suo corpo.

Kain reagì e con una capovolta avvolse le proprie gambe attorno al collo dell'avversaria, che lo colpì rapidamente con entrambe le mani ai fianchi mozzandogli il fiato.

Quindi la mezza Esper lo afferrò saldamente per poi spiccare un piccolo salto e sbatterlo con forza contro il suolo (tipo wrestling).

Quindi rotolò sul suo corpo, evitando il pugno di Tifa, che si era rialzata, e portandosi dietro di lei.

Bloccò una gomitata che l'avrebbe raggiunta al volto, e rispose colpendo l'avversaria sul fianco scoperto.

Quella si ritrasse momentaneamente, per poi cercare di sferra un calcio rotante con l'altra gamba, ma Terra l'afferrò con il braccio e colpì violentemente sul ginocchio, strappandole un grido di dolore.

Avrebbe volenterosamente insistito finché non le avesse rotto la gamba, ma Kain sopraggiunse cercando d'infilzarla.

Terra lasciò andare laragazza e scostò la punta dell'arma, allontanandola da se.

Kain tentò di colpire con l'impugnatura, che venne saldamente afferrata e usata per avvicinarlo, con l'intento di colpirlo al petto con una ginocchiata quandoTifa intervenne con una scivolata, costringendo Terra a fare un passò indietro.

Quindi la combattente di arti marziali insisté, compiendo un calcio a spazzata, che spinse la mezza Esper a saltare.

Kain colse l'occasione per liberare la sua arma e calare la punta dall'alto, da cui Terra si protesse incrociando le mani davanti al volto.

In perfetta sincronia Tifa si alzò con slancio tentando di colpire il petto dell'avversaria, che si fece immediatamente indietro.

“Non male, ma ancora non abbastanza veloci per me” pensò fissando i due guerrieri che le venivano incontro.

Erano perfettamente sincronizzati, se uno calava dall'alto l'altro colpiva basso, quando un affondo arrivava da sinistra, un pugno l'avrebbe seguito da destra.

Terra sorrise deliziata mentre i due la incalzavano, venendo occasionalmente colpiti dai suoi arti.

Usare la magia avrebbe concluso lo scontro troppo presto, voleva goderselo.

-Da qui non possiamo aiutarli. Dobbiamo salire più in altro per ottenere una posizione di tiro pulita- disse Theodor.

-Sir Theodor mi porti con lei: qui a terra sono inutile- aggiunse Yuna.

-Perfetto, salì sulle mie spalle. Cecil, vai ad aiutarli, a lei ci penso io.

-Sta bene- replicò il re ritrasformandosi in paladino e scattando verso Terra.

Tifa tentò un calcio al fianco sinistro della ragazza, che scivolò rapida sotto la traiettoria, divaricando le gambe così che la lancia si piantasse a terra.

Quindi la mezza Esper, afferrò saldamente la gamba protesa, mentre spazzava con le gambe spedendo il dragone a terra.

Dopo si spinse con tutta la sua forza verso l'avversaria, schiacciando Tifa a terra e pressando sulla gamba finché quella non fece *crack*.

Compiuto il gesto l'afferrò per le vesti, portando il corpo di lei sopra le spalle e tirando, facendo boccheggiare Tifa.

Quindi la sollevò ancora in aria e l'abbatte con forza sul ginocchio.

La combattente non riuscì neanche ad urlare, il fiato le venne meno e la schiena sembrò quasi spezzarsi.

Terra si preparò a ripetere il gesto, ma Kain riuscì a piantarle la lancia nel polpaccio facendola gridare di dolore.

-Eh no, io questa non ve la permetto- disse la donna vedendo che Theodor aveva raggiunto la posizione giusta e stava preparando una serie di Thundaga, che sfrigolarono tra le sue mani, con Yuna che fissava quella potenza affascinata.

La donna si preparò a fare qualcosa quando un maldestro Sancta la raggiunse sul resto della testa.

Non fece dolore ma fu un affronto.

Si volse irata verso la fonte di quel disturbo, e vide Gidan trasformato che volteggiava maldestramente avvolto da alcune sfere di luce.

-Come osi?

-Come oso? Ah, perché posso!- il Jenoma scagliò un altro Sancta , che la donna deviò con il palmo della mano, per poi spedirle contro tutte le sue sfere.

La donna non mosse un muscolo per deviarle, ma quelle esplosero lo stesso a poca distanza da lei, creando una leggera cortina fumogena da cui il Jenoma uscì ruotando rapidamente su se stesso con le lame tese in avanti.

Riuscì a scalfire di poco la donna, senza grandi risultati, ma il Jenoma non si perse d'animo, iniziando a ruotare attorno al corpo dell'avversaria per distrarla.

Quella s'infuriò, cominciando a scatenare tentacoli ovunque pur di afferrarlo.

Intanto Terra lasciò andare Tifa e colpì un calcio rotante con la gamba libera, scagliando Kain al suolo e strappandosi la lancia dalla ferita.

Cecil sopraggiunse in quel momento, menando un fendente da destra, che la ragazza parò fulminea con l'arma appena ottenuta.

Quindi abbatté violentemente il pomolo sulla fronte del re, per poi colpirlo nuovamente allo stomaco.

A quel punto Kain si rimise in piedi, afferrando la propria arma da sopra le spalle della ragazza, cercando di limitarne i movimenti, ma invece si ritrovò infilzato al fianco.

Quindi Terra lo rispedì violentemente al suolo con una testata, preparandosi a confrontare Cecil nuovamente, ma venne investita da una scarica di Thundaga estremamente potenti, che la costrinsero in ginocchio.

La lancia le sfuggì di mano.

In quel momento Gidan esaurì la sua dose di fortuna e venne saldamente afferrato da un tentacolo, che lo staccò dal corpo della donna per poi sballottarlo in aria per bene, e quindi spedirlo al suolo, causando un grande cratere.

Una volta libera l'avversaria scagliò una aura nera contro Theodor, che se ne accorse e scagliò Yuna verso terra, salvandola, mentre lui veniva travolto e gettato al suolo.

Quel potere malefico non era qualcosa di terreno. Era gelido e freddo come l'ombra, eppure divorava la pelle come le fiamme.

-Dark Flare- replicò la donna, con gli occhi infuriati.

Yuna venne raggiunta al volo da Kain, che una volta compiuto il gesto si accasciò a terra, esausto.

Nel frattempo Cecil riuscì a mettersi in piedi attaccando con una lama di luce che riuscì a ferire Terra, al petto, anche se non abbastanza profondamente da farla desistere, dato che qualche istante dopo il re era di nuovo a terra stordito da un pugno.

Yuna iniziò a sparare Blizzard a raffica, approfittando che l'avversaria era ancora confusa e malferma, cercando di congelarla per intero mentre questa afferrava nuovamente la lancia per scagliarla contro la caccia-sfere.

Tifa intervenne afferrando il pomolo dell'arma, mentre Terra si congelava, strappandole la lancia di mano.

Terra si liberò subito dopo, congelando la guerriera con un Blizzara, per poi afferrare Yuna per il cranio, mentre questa evocava la Fraternity.

Quindi la sbatté contro il blocco di ghiaccio che era Tifa, frantumandolo e spedendo la lottatrice svenuta al suolo, quindi colpì Yuna al volto spedendola lontano.

Theodor riuscì a scagliare un Thunder che rimbalzo sul Protega della ragazza senza sortire danni.

Terra sollevò la lancia nuovamente in mano sua, e la scagliò contro Yuna, mentre Cecil si rialzava e cercava di colpirla alle spalle saltando.

Lei lo afferrò al volto con la mano sinistra per poi chinarlo a terra e prepararsi a sgozzarlo con gli artigli e contemporaneamente bruciarlo vivo con un Firara, ma una freccia scagliata da Firion la raggiunse alla mano, estinguendo la magia.

Dopo di quello il guerriero si accasciò affianco a Lightning, esausto.

Intanto Gidan riuscì a lanciare le proprie daghe contro la lancia, deviandola, per poi riuscire ad attutire la caduta di Yuna con il proprio corpo.

Terra gridò infuriata.

Gidan posò la testa della caccia-sfere a terra, assicurandosi che stesse bene, per poi riafferrare al volo e proprie daghe e tornare all'attacco.

Terra richiamò la lancia nelle sue mani e iniziò il duello.

Gidan passò subito all'offensiva, con movimenti fluidi e continui, muovendosi in accordo con le daghe in modo che gli attacchi si susseguissero senza dare tregua.

Terra si difendeva in modo più rigido, con movimenti bruschi e spezzati, cambiando raramente la posizione del corpo, indietreggiando lentamente.

La donna strinse i pugni, inferocita.

Invece di godersi in pace lo spettacolo scagliò una lama di fuoco nella schiena del Jenoma, proprio quando era scivolato oltre le spalle della ragazza e stava per mettere a segno un colpo.

Ma così si piegò a terra, dolorante, e un colpo di lancia lo mise definitivamente a tappeto.

Quindi Terra si apprestò a trafiggere il giovane con l'arma, alzandola sopra al suo petto.

La donna sorrise, pregustando l'agognata vittoria, quando venne raggiunta da un Ultima.

Non fece molto danno, servì solo a confonderla per pochi istanti.

Con uno spostamento d'aria Kuja apparve di fronte a Terra, afferrando la lancia e bloccandola.

-Non ti azzardare- disse il mago, anche lui trasformato come il fratello.

Ciononostante sembrava molto provato, probabilmente perché il duello con Gidan l'aveva quasi prosciugato di tutta la sua energia

Con un gesto brusco disarmò Terra e la colpì al petto con un pugno, quindi al mento e sul collo con la mano piatta, scagliandola infine lontano con un calcio all'addome.

Per aggiungere più effetto il mago scagliò un Flare che la travolse in volo, strappandole un grido di dolore.

Dopo un violento atterraggio la ragazza si rialzò, preparandosi ad evocare un Meteor, ma Kuja la precedette -Perdonami, Terra.

L'Ultima la travolse senza neanche lasciarle il tempo di realizzare.

-RAAAAHHHH!!!- la donna ruggì, mentre un aura nera si sollevava dal suo corpo e oscure ali le spuntavano dalla schiena, avvolte da decine di tentacoli grigiastri e bianchicci.

-Ora basta, strega- disse Kuja voltandosi -Non ti permetterò di portare ulteriore sofferenza a questa terra.

Con un gesto la donna aprì un portale da cui uscì Guerriero, avvolto da un aura simile alla sua padrona, che trafisse il mago alla schiena.

Kuja boccheggiò, mentre un potere terribile passava dalla lama al suo corpo, consumandolo dall'interno.

Cadde in ginocchio, tossendo.

-Io mi sono stancata! Non è divertente se continuate a mettervi in mezzo! Avete rotto tutti i miei giocattolini! Bene bravi, non vi è servito a niente! Manikins!- gridò la donna, mentre il suo esercito cominciava a contorcersi mutando forma e assumendo aspetti grotteschi e sproporzionati -Spargete il sangue di queste vili creature! Essi saranno i primi a pagare il loro affronto!

-Si mia signora!- rispose Guerriero, mentre l'armata gli faceva eco.

A quel punto il soffitto della caverna franò, e al punto opposto di dove si trovava la donna si formò una montagna di detriti e pezzi di granito su cui atterrò Guerriero.

Mentre la sala si congelava, l'uomo si sollevò, il mantello che garriva libero e gli occhi di un rosso brillante, ben visibili anche a parecchi metri di distanza, e si portò un cellulare all'orecchio.

Si sentirono i rintocchi della composizione, e poi gli squilli.

Era come se ci fossero degli altoparlanti sparsi per tutta la sala.

I guerrieri dell'armonia maledissero mentalmente il tipo, che li lasciava lì a sanguinare mentre faceva le sue telefonate.

-Hallo!?- rispose una voce squillante che tutti riconobbero.

-Signor Presidente...- iniziò Guardiano prima di essere interrotto -Ehi, eccoti qua! Senti devo assolutamente dirti una cosa! Vedi mentre facevamo questa cosa è successo che...

-Signor Presidente!- esclamò Guardiano con un tono che non ammetteva repliche.

-Che c'è?

L'uomo in nero si volse, fissando intensamente la donna negli occhi, prima di lasciar scivolare un braccio, avvolto da una specie di armatura bianca, con il sangue fresco che colava e diversi pezzi di pelle e muscoli che penzolavano orribilmente dal bordo, da sotto il mantello.

-Liberi i cani.


A\N: E con questa ulteriore dichiarazione di guerra chiudiamo il capitolo e rimandiamo a domani il resto della rivelazione.

DII\N: E mi raccomando non mancate. È un momento storico quello che giunge.

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Capitolo 31
*** Evviva il Presidente! ***


A\N: Adesso si fa sul serio!

DII\N: Perché, prima si giocava a dadi?

A\N: Usi troppo spesso il tuo sarcasmo quando non serve. Se non faccio un po d'incoraggiamento io che sono l'autore, la storia perderà di forza.

DII\N: Il tuo ruolo è marginale nella faccenda. Il tuo sostegno è solo per auto-compiacerti del tuo successo, vero?

A\N: Giuro che un giorno di questi ti riscrivo.


 

Braska stava osservando quell'uomo.

Si era casualmente accodato alla sua compagni dopo che l'avevano trovato intento a vagare per la foresta, affermando di star cercando si suoi compagni.

Non sembrava tanto sveglio: si limitava a guardarsi attorno con il fucile, cercando di iniziare una conversazione.

E parlò, e parlò, e parlò...

Ad un certo punto l'evocatore si rese conto di aver arrestato il suo passo, per ascoltare la voce di quell'uomo.

Non era un argomento importante, era la sua precedente esperienza nella giungla con un paio di amici.

Era strano.

Sembrava come se le sue parole avessero peso.

Era come se volessero dire qualcosa di più.

A malincuore Braska lo interruppe -Posso sapere il suo nome?

-Ah, il mio nome. Io sono...

 

Angeal fissò la figura di fronte a lui.

Era morto sul colpo: la sua spada l'aveva trafitto diretto al cuore.

Ricordò le ultime parole: 'Sembra che la mia fortuna sia finita...'.

Era stata una battaglia rassegnata.

Il SOLDIER fece calare lo sguardo sul punto in cui la semplice lama era penetrata nel suo corpo.

I cavi della bomba che l'uomo portava sul petto erano stati recisi di netto, salvandolo dall'esplosione, per un fortuito caso.

Angeal avrebbe voluto staccarsi, ma la gamba destra era stata carbonizzata dal ginocchio in giù, e dubitava che potesse sorreggerlo o rigenerarsi in qualsiasi modo.

Con un ultimo sforzo staccò il congegno dal petto dell'avversario.

-Sembra che un altro dei paladini di Cosmos sia caduto. Ma con quale forza- disse l'Imperatore Matheus, comparendo in volo di fronte al SOLDIER.

Quello lanciò un breve guardo alla cascata di detriti, dove spiccava il corpo decapitato di Sephiroth.

Una granata in bocca e l'eroe si era accasciato al suolo senza emettere un grido.

Genesis era dall'altra parte del massiccio, con il cranio forato da un laser.

-E chi è tanto scaltro da affrontarvi da solo?- continuò con un tono malvagio l'Imperatore.

Angeal riuscì ad afferrare le piastrine che l'uomo portava sul collo, prima di accasciarsi a terra, esausto.

Abbassò lo sguardo sui piccoli rettangoli di metallo, volendo conoscere il nome del suo ultimo avversario, prima che l'Imperatore potesse liberarsi di lui.

 

Il Generale Leo si sorprese, di vedere un uomo così giovane tenere testa al suo fido brando.

Sebbene non avesse esperienza di alcun genere, il giovane dimostrò più volte di avere il controllo della situazione.

I suoi due fidi compagni stavano tenendo a bada Shadow, lasciandolo combattere la sua battaglia.

La spada del generale passò a pochi palmi dal suo volto, ma l'uomo riuscì a scansarsi in tempo e colpire verso terra con il suo fucile laser, facendolo indietreggiare quel tanto che bastava per ricaricare l'arma.

Leo da, astuto combattente, scelse quel momento per assalire, riuscendo a ferire una gamba al suo avversario, prima che un colpo del fucile potesse raggiungerlo al petto.

Fece male, ma per abbatterlo ci voleva ben altro.

Ma rimase sorpreso di vedere uno di quegli oggettini che esplodevano arrivargli incontro.

Lo afferrò al volo con la mano, lasciando che l'esplosione avvenisse, senza danneggiarlo eccessivamente.

Quindi lasciando la mano ferita a risposo, puntò la spada in avanti con la mano destra, preparandosi ad attaccare, mentre la foschia dell'esplosione si diradava.

-Perdoni la mia scortesia generale- disse l'uomo, mentre con un gigantesco marchingegno rosso (o era dorato?) faceva fuoco, travolgendolo e lasciandolo a rantolare a terra.

Leo, riuscì a sollevarsi quanto bastava per ritrovarsi il fucile puntato al volto.

-La prego, non mi costringa a continuare- disse, con tono accomodante.

-Dimmi il tuo nome- rispose il generale, ammirato dal coraggio e dall'abilità in battaglia di questo individuo.

-Io sono...

 

Golbez rimase ad osservare quell'uomo, che parlava sempre, avanzare circospetto.

-Chi sei?- chiese quello, cercando di sembrare minaccioso -La avverto, non sono il tipo di persona da fare domande e poi sparare- continuò puntando il l'arma contro di lui.

Fece appena un passo, e quello immediatamente indietreggiò con una rotolata, nascondendosi dietro una roccia.

-Accidenti, non volevo arrivare qui da solo- lo senti dire da dietro la pietra.

Con un gesto della mano Golbez la spostò, facendolo sobbalzare.

Cadde all'indietro, gattonando per allontanarsi da lui.

-Ehi ehi ehi metti giù quell'affare, mi stai facendo preoccupare. Perché sai, la gente che solleva rocce che pesano una tonnellata non è tanto normale. Non che io abbia qualcosa in contrario, cioè se potessi sollevare rocce come te sarebbe magnifico. Potrei anche volarci sopra...

Come per dimostrare qualcosa Golbez si alzò in volo.

-Wow, questo si che è interessante! Sai ne ho viste tante di persone che volano qui in giro, ma nessuna mi ha mai dato il tempo di fare questo...- tirò fuori qualcosa da una borsa che teneva nascosta sotto la giacca, scatenando per un attimo un fascio di luce.

Golbez non si mosse.

Non sapeva perché ma poteva essere certo che fosse innocuo.

L'uomo rimise l'oggetto a posto e tirò fuori quelli che dovevano essere carta e penna.

Interessante.

-Sai ogni volta che vedo qualcosa di nuovo non posso fare a meno di chiedere di più. Sono stato un reporter una volta...credo, la mia memoria fa cilecca recentemente ma non importa. Voglio farti un intervista. Allora vediamo, prima di tutto...

-Perché?- chiese Golbez, d'impulso.

-Come?- rispose l'uomo alzando lo sguardo.

-Perché tu combatti per Cosmos?- continuò lo stregone, incrociando le braccia al petto.

-Domanda...interessante. Ad essere sincero non lo so neanche io. So solo che Chaos intende sconfiggere la luce con i suoi guerrieri, per l'appunto voi, credo, e annientarci tutti.

-Non hai scelta quindi- disse Golbez, con voce calma e profonda.

-Ad essere sincero non credo che ci sia qualcosa per cui scegliere. Intendo, se non vi fermiamo noi nessun altro lo farà, o mi sbaglio? Quindi, combattere per la luce e difendere coloro a cui tieni è la cosa più importante che una persona possa fare nella vita.

Lo stregone soppesò le parole, riflettendo con calma.

Lo pietra ricadde a terra.

-Vattene- disse, rivolgendosi all'uomo.

-Come? Ma l'intervista...

-Il mio padrone sta giungendo qui, e non è intenzionato a lasciarti vivere.

-Chaos?

-Zemus. Ora vattene, ne va della tua vita.

Osservò con calma l'uomo afferrare tutti gli oggetti con cui era entrato e scappare di gran carriera.

Liberi di combattere per ciò a cui si tiene di più...” pensò.

 


-AHAHAHAHAH!- la donna scoppiò a ridere.

Non una risata malvagia, ma qualcosa di sincero.

Rideva di cuore, come se Guardiano stesse scherzando.

(Sul serio chi è così idiota da pensare una cosa del genere?).

-Il presidente! Oddio non ci voglio credere! Ahahahaha- stava per mettersi a rotolare come una scimmia, i tentacoli che si contorcevano in accordo con i suoi spasmi, e le ali nere che sbattevano come forsennate.

Dal canto suo Guardiano rimase a fissarla gelido, gettando il braccio del nemico giù dalla montagna di detriti con un gesto infastidito del piede.

Abbassò il telefono facendolo sparire come era venuto.

-Beh, a quanto pare il nostro comune amico non sarà più dei nostri- disse la donna, dopo aver esaurito il momento d'ilarità.

Dalla mani spuntarono artigli, lunghi e affilati, neri come la pece.

La pelle s'indurì, mantenendo parvenze umane, ma molto più scura.

Gli occhi divennero due pozzi di fuoco, mentre dalla bocca usciva un fiato gelido come la morte.

-Se metà delle cose che mi ha raccontato su di te è vera non avrebbe mai potuto reggere un confronto diretto. Alla fine i deboli tornano strisciando nelle loro tane- sibilò con forza, assumendo un atteggiamento più aggressivo -Miei Manikins! Avanzate e portate la morte in questo regno!

Mentre l'orda dei mostri iniziava a muoversi la donna abbassò il tono -Al nostro ospite ci penso io.

Guardiano mantenne lo sguardo fisso su di lei, ignorando i mugugni di dolore dei pochi guerrieri dell'armonia che stavano cercando di sollevarsi e combattere, nonostante fossero praticamente esausti.

Squall e Cloud erano immobili in un angolo; Firion e Light erano ancora svenuti, stringendosi la mano; Terra, Luneth e Vaan erano gravemente feriti dentro un cratere; Bartz, Gilgamesh, Theodor e Cecil cercavano di rimettersi in piedi, nonostante le ferite; Kain e Tifa respiravano con difficoltà; Yuna riposava immobile; Kuja boccheggiava sofferente, in ginocchio, mentre Gidan si fece avanti, con passo esitante, per tenere Guerriero indietro.

Guardiano sollevò l'altra mano, ancora stretta a pugno, e l'aprì come a mostrarne il contenuto alla donna.

Quella, da lontano, non parve comprendere.

Allora l'uomo in nero soffiò, liberando una sottile polvere dai riflessi rosso vivo, che si disperse nell'ambiente.

Il sorriso si trasformò in una smorfia di orrore e disgusto, mentre realizzava.

-Che cosa hai fatto?

Guardiano si prese un attimo per rispondere -Quello che dovevo fare.

Appena proferita a frase Bahamuth sfondò la parete di roccia dietro al guerriero , appoggiando le possenti zampe sulla montagna di detriti, e lanciando un potente ruggito che squassò l'ambiente, facendo momentaneamente arretrare i Manikins.

Il re dei draghi chinò il capo, rivelando una figura vestita di rosso e viola reggere un bastone sul dorso della sua testa, e un'altra vestita con pantaloni avana e una camicia bianca aperta sul petto.

La seconda neanche a farlo apposta scivolò lungo le linee del capo del dragone, atterrando agilmente con uno -YAHOOOOOHHHHH! Questa si che è un'entrata in scena! Ehi hai visto, come è apparso il drago e poi Boom ha sfondato la parete di roccia come...!

-LAGUNA!- gli gridò in faccia Guardiano, facendolo sobbalzare -Gli ordini- aggiunse con più calma.

-Ohh, si.

-Manikins, avanzate e spazzate via qualsiasi cosa vi sbarri la strada!- ordinò la creatura non più donna, mentre le orde di Manikins ripartivano all'attacco.

-Sentito la signora uomini!?- gridò Laguna, mentre Guerriero attivava la sua Ex-Mode e si liberava di Gidan con pochi colpi.

Il Jenoma si accasciò a terra, mentre ritornava umano, esausto.

Guerriero sollevò la spada per trafiggerlo, facendo gemere di sgomento tutti i guerrieri dell'armonia, ma d'improvviso una lama di luce giunse, fendendogli i polsi.

Sephiroth arrivò gridando da dietro al drago, seguito da Garland, Matheus, Kefka, Leon, Steiner, Seifer, Artemisia, Zack, Angeal, Genesis, il generale Leo, Enkidu, Arc, Cid, Gabranth...

Decine di guerrieri i cui nomi e destini che si erano incrociati nei cicli passati, sparendo nell'oblio di quel sanguinoso ciclo di scontri, chiusi in una fredda prigione magica.

Laguna gridò come un selvaggio, iniziando a sparare -Nessuna pietà!

Si gettò giù dalla montagna di detriti, alla guida dei guerrieri, mentre ubbidendo agli ordini di Braska Bahamuth balzava all'assalto della creatura, sparando un Megaflare.

-Soccorrete i feriti!

-Formate una linea di difesa!

-Ricacciamoli da dove sono venuti!

-Che restino nel Vuoto a cui appartengono!

-Facciamogliela pagare!

-Mostriamo a questa strega contro chi si è messa!

-Avanti!

-Sfondate le linee nemiche e apritevi un varco!

L'armata dei guerrieri impattò con rabbia con le fila dei Manikins, aprendosi la strada come un uragano.

La donna crebbe di dimensioni, mentre Bahamuth l'assaliva, mordendo e graffiando.

Le sue fiamme si erano abbattute con violenza ma neanche quelle sembravano essere riuscite a ferirla.

I mostruosi tentacoli della creatura scivolarono infidi sulla schiena del drago, mirando a stritolarlo.

-Eh no, non ci provate!- esclamò Rikku, balzando sopra uno di quelle orribile protuberanze e cercando di fare danno, senza successo.

Dal nulla si materializzò anche Anima, che iniziò a colpire la creatura con la magia, mentre il demone calava le sue possenti braccia sulla schiena dell'avversaria, artigliandola.

Bahamuth riprese a lanciare fiamme, ruggendo di rabbia.

Sulla sua schiena Braska restava immobile, sopportando gli sballottamenti dello scontro, mentre Tidus, Jecht, Auron, Rikku e Paine duellavano con i tentacoli, respingendoli o attirandoli lontano dall'evocazione.

Seymour si teneva schiena contro schiena con l'evocatore, usando le sue magie come supporto., anche se nemmeno quelle sembravano in grado di scalfire la pelle dei tentacoli.

La creatura di potenza divina iniziò a prendere il sopravvento, mentre le evocazioni cominciavano a cedere.

-Via!- Seymour afferrò Braska per la tunica, in modo poco dignitoso e si lanciò verso terra, seguito dagli altri guerrieri di Spira.

Intanto, con un ultimo attacco congiunto, Bahamuth e Anima scomparvero, lasciando la creatura libera di librarsi in aria e gridare d frustrazione.

-Mie creatura, spazzate via questi demoni! Oggi la dea Hàrmonya muoverà i primi passi per riformare questi mondi corrotti!- declamò allargando le braccia e spalancando le ali, mentre l'armata di Manikins prendeva slancio, correndo ad infrangersi contro il fronte delle forze di Chaos e Cosmos, unite per fermare l'abominio che li voleva far scivolare nell'oblio.

-Non è ancora nato il Dio che s'imporrà sui mortali sotto la mia guardia!- replicò Guardiano spiccando il volo e calando all'attacco contro la nuova dea.


A\N: Al prossimo capitolo per scatenare ancora più caos di quanto se ne sia mai visto.

DII\N: La battaglia giunge al suo massimo, la tensione si espande.

A\N: Ma purtroppo non sarà domani.

DII\N: Già, non sarà in grado di pubblicare.

A\N: E nonostante avessi fatto in modo di avere abbastanza capitoli di riserva così da non restare indietro nonostante gli impegni...

DII\N: Anche quelli sono finiti...

A\N: Quindi credo che mi prenderò un po di tempo per finire tutti i capitoli che mancano...

DII\N: In modo che potrà pubblicarli piano piano senza preoccuparsi eccessivamente di dover restare indietro.

A\N: Detto questo a tra un po. Già che ci sono vi informo che FINAL YEAR sta per ripartire...
DII\N: Fresca di idiozie, vecchie o nuove che siano...
A\N: TO THE NEXT! Ciao.

 

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Capitolo 32
*** Quando ti svegli... ***


A\N: Indovinate un po? Sono tornato, sono vivo, e sono affamato AHAHAHAH no. Pronti per la tempesta finale che in queste vacanze, con pubblicazione irregolare ovviamente, il sottoscritto si preoccuperà di finire KoL una volta per tutte. Enjoy! Oh, se vi state chiedendo dove sia Daniele II in questo momento... beh ha delle cose da fare.


Firion riaprì gli occhi, confuso.

Sentiva chiaramente suoni di battaglia e di violente esplosioni, ma per qualche ragione erano... erano amplificati nel modo sbagliato.

Alzò lo sguardo, scorgendo il soffitto della caverna segnato da decine di raggi bianchi, sfere o comete, che esplodevano tutt'attorno.

Si portò una mano alla testa, emettendo un gemito, prima di essere afferrato con malagrazia sulla spalla.

Il ragazzo venne sollevato rudemente dal suo vecchio amico Leon, che sembrava molto preoccupato.

-Ehi Firion, non c'è tempo per i pisolini, la situazione è critica!- gli disse, scuotendolo un poco per favorirgli una ripresa rapida dei sensi.

-Leon? Cosa ci fai qui!?- replicò l'altro, sbalordito, per poi allontanarsi un poco in modo da poter osservare meglio l'amico.

-Sono stato liberato dalla pietra rossa che ci aveva imprigionato- rispose secco l'altro, con i suoi tipici modi di fare bruschi, incrociando le braccia al petto con impazienza.

-Tutti siamo stati liberati.

Firion si volse verso la voce trovandosi di fronte Ricard, le braccia distese lungo i fianchi, la sinistra reggendo la lancia dei dragoni di traverso dietro la schiena, e con il solito sguardo indecifrabile, che per qualche ragione lo faceva assomigliate tanto a Kain.

Dietro, Josef e Minwu si espressero in un formale saluto, nonostante l'urgenza del momento.

Erano intrappolati tra quattro pareti di roccia, a circa cinque metri di profondità.

-Cosa?- il ragazzo rimase a fissarli confuso.

-Firion!- richiamò ancora Leon, piuttosto pressante -Ti vuoi svegliare?

-Ah, tutto questo non ha senso!- esclamò il guerriero, stringendosi forte la testa.

-Immagino che delle spiegazioni siano d'obbligo- ammise Minwu, raggiungendo il compagno e mettendogli una mano sulla spalla -Ma per ora devi fidarti di noi quando ti diciamo che non abbiamo più tempo da perdere.

-Fermi tutti. L'ultima cosa che ricordo era Terra che ci spazzava via: che cosa è successo?- insisté imperterrito il ragazzo, strofinandosi la testa vigorosamente dopo aver allontanato il mago

-Non abbiamo tempo per raccontare storie- fece Matheus, discendendo nella buca all'improvviso.
Era debole, il corpo ferito in vari punti, e vari segni di stanchezza si stavano manifestando -La dea è più potente di quanto avessi inizialmente auspicato. Se non saremo lì fuori a combattere quanto prima, di noi non resterà niente.


Yuna avvertì un piacevole tepore pervaderla.

L'ultima cosa che ricordava era Terra che la metteva fuori combattimento, poi il buio.

Forse era morta.

Si era ricongiunta a suo padre, infine.

Non ne fu spaventata, anzi le parve quasi naturale.

Aprì gli occhi, già immaginandoselo chino sopra di lei, con lo sguardo felice, senza rughe di paura o preoccupazione.

Ed infatti eccolo lì, calmo e sereno.

“No, un momento: sta...piangendo?” si chiese la ragazza, mentre lacrime sottili rigavano il volto del padre.

L'uomo la sollevò delicatamente, senza staccarle gli occhi di dosso, finché non poté stringerla in un caldo, morbido, forte e rassicurante abbraccio.

Yuna venne confusa da quelle attenzioni, restando immobile e fissandosi attorno con sguardo disorientato, vedendo solo la parete di roccia.

Braska non disse una parola, mentre le sue mani continuavano a stringerla.

-Sei viva, figlia mia- mormorò lui, da sopra la sua spalla.

-Padre...voi non siete morto?- chiese esitante, allentando un poco l'abbraccio per poterlo guardare in volto.

-Certo che si ragazzina!- esclamò Jecht da dietro le sue spalle, facendola sobbalzare -Morto stecchito! Ma ora non più...!

SCIAFF!

-Quante volte ti ho detto di moderare il linguaggio?- fece Auron, dopo aver dato uno scappellotto al vecchio amico, che sorrise raggiante mentre si massaggiava appena il volto.

-Yuna!- Tidus si fece strada tra i due e le piovve addosso, cingendola tra le sue braccia ancora prima che potesse gridare di terrore.

Rimase pietrificata al suo posto, la paura che si insinuava nuovamente nel suo animo; le gambe divennero molli, gli occhi sgranati.

Poi quel tornado ambulante di Rikku si buttò nella mischia con un -Yuniiieeee!- facendo crollare tutti a terra.

-Rikku sta più attenta!- esclamò Tidus, risentito, cercando di scrollarsela di dosso.

-Perché ci sei sempre mezzo tu!?- rispose di rimando quella, cominciando una lite che costrinse Jecht a sollevarli per la collottola per separarli, sotto lo sguardo divertito di Braska e Seymour.

Alla vista del Guado Yuna si fece ancora più indietro, andando ad urtare le gambe di qualcuno.

Alzò lo sguardo e vide Paine fissarla dall'alto, con un mezzo sorriso.-Non è stata colpa sua, sai?- disse la giovane, sollevando la compagna per il gomito -Quella donna ha convinto Tidus che l'unico modo per averti con se era ucciderti. In fondo, è una fortuna che Jecht avesse finto di credere alla proposta. Spero che potrai perdonarlo: è un anno che non fa altro che parlare di te.


Luneth si avvinghiò al petto di Arc ancora prima che quello avesse modo di parlare.

Gli era mancato tanto.

L'unico che potesse capirlo veramente, tra tutti i grandi eroi che avevano conosciuto, perché erano entrambi bambini.

Arc, dal canto suo, accettò di buon grado l'affetto, ma i rombi del combattimento e le varie grida indecifrabili che provenivano fuori dalla buca non facevano promettere niente di buono.

-Luneth, dobbiamo andare- fece l'amico scostandolo dal suo petto -Lì fuori hanno bisogno di noi.

-Ma ti ho appena ritrovato...- replicò il biondo, non riuscendo a nascondere la delusione di quella brusca separazione.

-Non è il momento di perdersi in chiacchiere- fece una voce seria e imperiosa, eppure...

-Mi avete udito? In questo momento la dea sta prendendo il sopravvento. Se non attacchiamo tutti assieme non avremo un domani in cui credere- insisté la voce inaspettatamente giovanile.

Luneth si volse, e si ritrovò davanti un tipo che gli somigliava parecchio, biondo e con un armatura sgargiante, sormontata da una “cipolla” di piume.

-Tu chi sei?- chiese l'eroe-bambino, alzandosi in piedi, ritrovandosi alla stessa altezza del suo interlocutore.

-Io sono Onion Knight, quello originale- rispose il ragazzetto, in tutta calma.

Perfino le armi erano le stesse.

-Ma quindi...- fece Luneth, insistendo volutamente per scoprire di più dal suo idolo.

-Non è il momento di discorrere eroi- disse Nube Oscura, apparendo da un portale, parzialmente provata.


-Tifa, calmati!- insisté Zack, cercando di trattenerla.

-Assassino! Mostro! Demone!- la ragazza continuava a sbraitare, cercando violentemente di aggredire il suddetto SOLDIER, che la fissava impassibile ad un metro di distanza al massimo.

Cloud non disse una parola, restando a fissare con sguardo apatico la scena.

Affianco a lui Vincent era della stessa opinione, con le braccia incrociate al petto.

-Tifa, andiamo, lasciami il tempo di chiarire...- continuò il gioviale pacificatore, sforzandosi al massimo per trattenere la ragazza, che per altro doveva avere un quinto della sua forza.

I muscoli del corpo di Tifa erano tutti tesi, e le vene sul collo pulsavano ad un tale ritmo che i guerrieri si aspettavano che scoppiassero da un momento all'altro.

Con una mossa ben piazzata riuscì a dare una testata al naso di Zack, facendolo crollare all'indietro, per poi gettarsi a tutta forza verso quegli orribili occhi verdi e quella bocca gelida come il ghiaccio.

Un colpo, e poi un altro, e ancora, di nuovo, sangue e lacrime, grida e disperazione, odio e furia, Sephiroth rimase fermo al suo posto senza reagire, lasciando che la ragazza sfogasse la sua rabbia, anche a costo di metterci mezz'ora.

Zack fece per intervenire nuovamente, reggendosi il naso, ma Angeal s'interpose mettendogli una mano sulla spalla -Quando una donna reagisce a quel modo, non c'è cura migliore che lasciarla sfogare.

-Ma Sephiroth se la prenderà- protestò il ragazzo, più preoccupato che Tifa rimanesse appesa alle pareti con la Masamune nel petto.

-Uff, ci è voluto un anno per farlo rinsavire, se bastano dieci minuti con per farlo impazzire di nuovo io vado in pensione, dea o meno- commentò sarcastico Genesis, tenendo ancora il fido libretto di Loveless tra le mani.

-Tranquillo ragazzo, conosciamo Sephiroth come le nostre tasche. Non crollerà così facilmente- aggiunse Angeal, con un'ultima pacca d'incoraggiamento.

Zack sollevò il sopracciglio, piuttosto scettico della cosa, ma evitò di attirarsi le ire degli altri SOLDIER più anziani è andò a ricongiungersi con Cloud.

Finse di assumere a sua volta un'aria seria, quasi truce, fissando Tifa che continuava a riempire il super-SOLDIER di mazzate.

Resse per una decina di secondi, poi inclinò testa e busto verso Cloud -Sicuro di non voler... non lo so, partecipare?

-No- Cloud ruppe il suo religioso silenzio, facendo volgere nella sua direzione persino Vincent -Non c'è ragione. L'ho affrontato di nuovo, nella Crepa, ma in qualche modo era cambiato. Lo posso sentire: siamo connessi. Poi è apparso Guardiano, e in qualche modo ci ha tirati fuori da lì. Sephiroth non ha insistito per proseguire la battaglia, era più interessato a vendicarsi dei suoi aguzzini. E adesso... era diverso una volta: non era un nostro nemico, vero?

-Concordo, era il mio idolo- esclamò Zack tutto contento, iniziando a fare squat tanto per passare il tempo.

-Ci vorrà tempo, ma alla fine anche il mondo lo accetterà di nuovo- Angeal annuì fiducioso.

Genesis no.

-Scusa, lo hai notato che c'è mancato poco che non lo spazzasse via?- rimbeccò il collega, alzando gli occhi dal fido libretto.

-Di chi è la colpa in primo luogo?- rispose a tono Angeal, facendo presente l'ampia dose di colpa di Genesis nella faccenda “follia indiscriminata”.

Il rosso si strinse nelle spalle, prima di ritornare alla sua lettura.

-Ma non ti stanchi mai?- chiese Zack -Non è noioso rileggere sempre lo stesso libro?

-Ha parlato il maniaco dello sport- lo rimbeccò Genesis.

-Dobbiamo fermarli- decise Vincent, rompendo a sua volta il silenzio per evitare che i due cominciassero una lunga e logorroica discussione.

Preferiva di gran lunga i duelli tra Cloud e Sephiroth: lì due colpi di pistola ben assestati sarebbero stati sufficienti per mettere fine alle ostilità.

Con Gensis e Zack no: una volta avevano discusso per ore su chi dei due fosse più simpatico alle donne, e da quello che gli aveva raccontato Kefka avevano continuato anche quando le loro teste erano rotolate a terra nel loro sangue.

-Libero di provare- gli rispose Cloud, girando la testa dall'altra parte.


Salve, forse mi avete già conosciuto, ma le presentazioni sono d'obbligo: sono Guardiano.

O meglio, voi potete chiamarmi Guardiano, ma il mio vero nome è un altro.

Non vi compete saperlo.

Di aspetto sono un normale essere umano, dai poteri che per ora vi risultano sconosciuti, probabilmente sconfinati secondo quanto siete riusciti ad apprendere su di me finora.

Sono uno stratega, è il mio punto di forza, ma non mi riduco ad essere un volto nascosto dietro ai cadaveri degli uomini che mando avanti al macello.

Io combatto.

Ed è esattamente quello che Harmònia sta sperimentando in questo momento.

Posso sicuramente affermare che nessuno qui è in grado di sconfiggerla da solo, tranne ovviamente il sottoscritto.

Si, posso farlo.

Accetto la vostra confusione come accetterei un pugno nello stomaco se compissi un atto di crudeltà.

Non è così raro, sapete?

Oh, mi sono distratto a parlare.

Un tentacolo che intende schiacciarmi si chiude attorno al vuoto, mentre schizzo rapido tra le protuberanze opache e pallide di quel corpo oscuro e maligno.

Ignoro completamente quelle sgargianti forme di luce che lei lancia per ferirmi, sono solo patetiche forme di energia.

Potrei anche assorbirle e rispedirgliele contro, ma non vedo ragione di affrettare i tempi.

Non è la mia battaglia, è la loro.

Devo solo fare in modo che vincano, perché posso.

E il modo migliore per farlo è attirare su di me l'attenzione della dea.

Tutti hanno un punto debole, persino un'ombra sfuggente come me, quindi non devo far altro che trovarlo, e sfruttarlo.

Questa routine è insopportabile.

Questi nemici mi annoiano.

Non che sia abituato a standard molto più alti, in fondo la mia forza è stata conquistata attraverso infinite battaglie, ma ormai sono eventi rari quelli che mi costringono a combattere seriamente.

Dov'è la sua rabbia, che l'ha condotta a ordire questa vendetta?

Oh, guarda là.

Basta poco ed è presa!


A\N: E qui avete già un incontro più ravvicinato con il letale Guardiano. Se vi state chiedendo come si concluderà la battaglia tranquilli, questa la posso scrivere. Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 33
*** La Leggenda di Guardiano (Parte 1) ***


A\N: Come già detto, Guardiano ha preso il sopravvento nella battaglia, e sta ingaggiando la dea dentro la forma più grande che il mostro ha piazzato a trattenere gli eroi.


Rimuginando su quanto noiosa fosse quella schermaglia, scorsi infine una forma più piccola, nascosta tra le membra di quella creatura, e capii quanto c'era da capire.

Uno scatto improvviso e fummo dentro quel corpo orribile.

Prima che potesse reagire la travolsi, cingendole la vita con un braccio e spingendola dentro la sua creazione, lacerando quei tessuti invulnerabili per spade comuni.

Atterrò malamente, rimbalzando sulla “carne”, prima di aggrapparsi con gli artigli al tessuto, rallentando la propria corsa.

-Molto plateale- commentai avanzando, la mia voce che risuonava feroce e impaziente di uccidere -Perché affaticarsi a combattere quando puoi alzare una cortina di fumo?

Lei non rispose, ma ghignò divertita, prima di passare all'attacco.

Gli artigli della mano destra calarono in obliquo verso il mio volto, ma fu facile intrappolarle il braccio sotto la spalla destra e allontanarla con un calcio.

Non diede segni di dolore o frustrazione, ma si limitò a dileguarsi tra le pieghe del tessuto molle, per preparare un assalto a sorpresa.

Lei giocava in casa, poteva usare lo spazio come più le aggradava.

“Perché sprecare energie? Tornerà da me in ogni caso” pensai, senza muovermi.

Infatti il tessuto alla mia destra venne attraversato da una mano artigliata, che mi limitai a schivare facendo un passo avanti.

La dea passò come un fulmine dietro le mie spalle, immergendosi nuovamente per cogliere un'altra occasione.

Riapparve alla mia sinistra, dal basso, puntando alla caviglia, ma schivai senza problemi con una piroetta.

“Forse è ora di essere seri”.

Come già sapevo, il terzo attacco venne dal di fronte, ancora una volta ad artigli protesi, volendomi costringere a difendere il petto con le mani per poi spazzare le mie gambe con la coda irta di spine (che si era appena fatta crescere) e probabilmente anche strapparne una.

“Come se potesse anche solo scalfirmi” pensai, sparando una breve serie di attacchi di energia dalle mani, costringendola ad arrestarsi e indietreggiare, causando anche danno all'ambiente circostante.

Si ritirò, senza pensarci due volte, conscia che era la mossa migliore da fare.

“È sveglia. E prudente. Almeno non è uno di quegli idioti pieni di se” pensai, preparandomi alla prossima mossa, le braccia abbandonate lungo i fianchi, immobile e apparentemente inerme.

Degli artigli giganti sbucarono dai tessuti attorno a me, per infilzarmi, ma io fui molto più veloce, scivolando senza problemi tra le punte acuminate e ricurve.

Il pensiero di spezzarne alcuni venne soppresso quasi subito: non era ancora il momento.

A sorpresa sferrai un pugno alla mia sinistra, sorprendendo Harmònia che credeva di avermi attirato in trappola spingendomi sempre più nell'interno.

Beh, si sbagliava.

Quasi subito la dea uscì dalle ombre, evitando il mio pugno e ruotando su se stessa per falciarmi la testa, ma mi abbassai con naturalezza sotto la sua guardia, colpendola senza pietà al petto con un ginocchio.

Le scappò un sussulto dalla gola: stavolta non ci ero andato leggero.

Fece per sfuggirmi ancora, ma l'afferrai saldamente per la spalla costringendola a voltarsi, per poi calare il pugno con violenza sul suo volto.

Faceva male, lo capii chiaramente dalla sua espressione, ma non mi importava.

Feci seguire una seconda ginocchiata al petto, che le mozzò il fiato nuovamente, e per finire un secondo pugno che la spedì di nuovo tra le ombre.

“Comincia a scaldarti” pensai, sciogliendo le spalle con un singolo, rapido movimento.

Non lo dissi ad alta voce solo perché non mi andava d'interrompere il silenzioso scambio di colpi.

Avevamo appena iniziato.

Sapevo che poteva vedermi benissimo, in fondo lei poteva essere ovunque.

Tenni i pugni in posizione davanti a me, lasciando gli occhi liberi di saettare da un angolo all'altro, trasudando voglia di combattere in modo da attirarla a me.

Mi fece attendere.

Quella donna non era stupida, l'avevo già constatato, ma dovevo dargliene atto: sapeva di dover ottenere un vantaggio più sostanzioso su di me, altrimenti lo scontro sarebbe stato molto breve.

Normalmente un eroe nella mia posizione dovrebbe essere molto cauto, i sensi all'erta e i nervi d'acciaio: ogni singolo movimento deve essere studiato alla perfezione, o il nemico ti avrà in pugno.

Ma soprattutto, un eroe dovrebbe capire che entrare in posti come questo da solo equivarrebbe al suicidio.

Eh, ai miei tempi già lo capivo: gli altri no, e ora la differenza è più che evidente.

“Finalmente” pensai, riuscendo a cogliere i movimenti della creatura: stava caricando come un siluro nella mia direzione, sfruttando la velocità per cambiamenti di direzione improvvisi e quindi poter tornare rapidamente all'attacco, evitando eventuali ritorsioni da parte mia più facilmente.

Aveva diminuito le sue dimensioni, così da essere ancora più efficiente nella sua strategia.

“Ottima tecnica, ma ancora troppo facile” pensai, caricando un colpo di energia con entrambe le mani.

Attesi finché non era a pochi metri da me per rilasciare il colpo: il raggio di colore bluastro scavò un ampia apertura vuota nel tessuto flaccido dell'interno del mostro.

Lei era scattata in basso pochi istanti prima che l'energia si liberasse, proprio come avevo previsto.

Interruppi il flusso e mi gettai all'inseguimento, menando un pugno e lasciandola schivare appena in tempo.

Si allontanò serpentina, attirandomi verso di lei per catturarmi.

Feci un finto tentativo di annientarla con un altro attacco d'energia, che ovviamente schivò.

Quindi riprese ad allontanarsi, sicura di avermi in pugno: una piccola (in fatto di proporzioni, ma più o meno delle mie dimensioni) parte del fantoccio che aveva creato divenne un blocco di metallo, molto denso, e venne scagliata contro di me a gran velocità.

Per rendere più credibile l'inganno mi lanciai all'inseguimento della dea, così da entrare in collisione con l'oggetto, facendo apparire l'attacco inaspettato.

Incrociai le braccia proteggendo il volto, mentre venivo respinto indietro; la faccia del blocco si piegò, ma non arrestò la sua corsa.

Quindi, quando fui sicuro di non destare sospetti, scatenai un esplosione di energia da tutto il corpo, spazzando via buona parte dello spazio circostante e annientando la forma metallica, allargando bruscamente le braccia attorno a me.

Un secondo blocco mi giunse alle spalle, e io mi volsi sparando un attacco di energia con le braccia protese davanti a me appena in tempo per non essere travolto.

Per dei brevi istanti mi trattenni, dando l'impressione di mettercela tutta, prima di sgretolare l'oggetto.

Quindi feci vagare il raggio un po a caso, come fanno i combattenti quando sono infastiditi e frustrati dalla tattica degli avversari.

Ancora una volta le mie previsioni non mi delusero, e un clone di quella creatura si gettò contro di me.

La prima cosa con cui tentò di colpirmi fu la coda, che si avvolse saettante attorno al mio collo, ma come da programma l'afferrai saldamente, e dopo aver fatto ruotare in aria il clone per qualche secondo staccai di netto il limbo, lasciandolo pendere inerme dalle mie mani.

Un altro clone sopraggiunse, mentre il primo si riprendeva, e venni caricato da entrambi i lati.

Calai la coda come una frusta verso il secondo, che era ancora tutto d'un pezzo, aspettando che l'altro fosse abbastanza vicino per liberarmi di esso.

Il clone attaccato si spostò a destra senza rallentare, evitando il colpo, e quando fu abbastanza vicino notai diverse zanne splendenti e affilate nella cavità orale.

Fingendo un azione d'istinto, volai indietro, dritto tra le braccia del primo, che mi cinse le spalle così da immobilizzarmi le braccia.

La mia bocca si piegò in una smorfia, in parte di sorpresa in parte di paura.

Le fauci del secondo essere crebbero d'improvviso, gonfiandosi e raggiungendo le dimensioni di un pallone aerostatico, prima di chiudersi fulminee sul collega.

Avrei dovuto finirci in mezzo anche io, ma invece riuscii a staccare le braccia che mi trattenevano con una torsione delle spalle e per poi semplicemente volare via.

-Sono stanco dei tuoi giochetti- feci una frase d'effetto, che fu seguita da un sonoro pugno, che mirava non a colpire direttamente il clone, ma a causare una pressione d'aria sufficiente a farlo esplodere in tutta tranquillità.

Per fare più scena ci misi volutamente più energia del necessario, portandomi via un altro pezzo dell'interno della creazione.

“E fin qui è andato tutto liscio. Adesso bisogna aspettare che lei faccia la sua mossa...” mi dissi, più che altro per ingannare l'attesa, e per soffocare un eventuale sbadiglio che mi sarebbe costato tutta la sceneggiata.

Non si fece attendere, in quanto l'ambiente attorno a me cominciò lentamente a mutare: le pareti a brandelli, residui della feroce battaglia, sbiadirono; le parti in alto divennero un immensa cupola nera, a forma ellittica, mentre il fondo si richiuse su se stesso, formando un immensa distesa di sabbia: un arena con i bordi bianchi di forma ellittica, delimitata dalla cupola nera che scendeva fino al livello del terreno, illuminata da torce a forma di teschio, con il fuoco che usciva da occhi e bocca, che si allungavano lungo le pareti.

Un trono rosso splendente apparve nel fuoco opposto a dove mi trovavo io, pulsante di energia pura e maligna, (la stessa che White Knight aveva usato) con decine di ammassi nebbiosi e forme serpentine che vi si avviluppavano attorno, emergendo dalla forma e rigettandosi nel rosso.

La dea emerse dallo scranno, come se fosse appena uscita da un bagno di sangue: la testa piegata all'indietro e il corpo disteso, finché non poté sedersi comodamente, adagiandosi con morbidezza alle forme del seggio, lasciando che l'energia rossa le scivolasse vischiosa lungo il corpo.

Era uno spettacolo che voleva esprimere forza e sensualità, erotismo e condanna, paura e amore, e per una volta ebbi un fremito.

Ho un fetish per il sangue, è l'unica ombra che porto su di me.

Ma c'era anche altro, c'era la furia: finalmente la noia era finita, non avrei più dovuto indossare una maschera per ingannarla e farle perdere il controllo della situazione; era ora di combattere, di sentire le proprie mani maciullare la carne.

E finalmente quella dea avrebbe smesso di stuzzicarmi.

Mi lanciò uno sguardo volutamente languido, con un sorriso altrettanto stimolante, appoggiando il mento sul pugno sinistro.

Avevo ancora il cappuccio alzato, e mi permisi di non rispondere, o di compiere qualsiasi altra azione, salvo agitare il mantello da cui fuoriuscì una nebbia nera.

Era un mossa classica, molto d'effetto: nella penombra del campo di battaglia la forma del mio corpo non era distinguibile da sotto il mantello, quindi mentre lo agitavo l'oscurità si diffuse attorno a me, assumendo via via forme sempre più distinte, fino ad apparire come un immenso trono di armi e scarti di metallo, esteticamente orribile eppure terribile e suggestivo, talmente sgraziato che potevi tranquillamente sederti appoggiato allo schienale, con gambe accavallate e la testa abbandonata di lato, o adagiarti come su un divano di antica foggia, magari con un bicchiere di vino (o sangue nel mio caso) delicatamente stretto tra le dita.

Il suo sorriso rimase, ma dietro di esso la sua espressione si fece più incerta.

Mi concessi un ghigno di vittoria: tanto non poteva vedere sotto il mio cappuccio, nonostante tutti i poteri semi-divini che possedeva.

Si alzò, con grazia, e poi avanzò, tenendo le braccia distese verso terra, apparentemente innocua e non intenzionata ad offendere, anche se si vedeva lontano un miglio che stava per combinare qualcosa.

Stavolta le sue forme demoniache non si mostrarono, optò per una semplice veste blu mare, sottile, di quelle indossate in Cina, con gli spacchi della gonna che le permettevano di muovere liberamente le gambe, una fascia bianca che le cingeva i fianchi, e varie bende lungo gambe e braccia, con due cinture che attraversavano obliquamente il busto; due spade di buona fattura, dalla foggia occidentale ma di peso e aspetto più simile alle katane giapponesi, le pendevano dai fianchi.

Feci scrocchiare il collo con un gesto secco, prima di alzarmi a mia volta, scostando il mantello dal mio petto, per non farmi intralciare.

-Non oserai affrontarmi senza armi?- chiese lei, con un tono calmo e provocatorio.

“Evidentemente la mia assenza di preoccupazione la sta irritando. Bene, un problema in meno” pensai, agitando le dita della mano, come a controllare che funzionassero bene, prima di assumere una posa da combattimento -Tutto quello che mi serve è proprio qui.

Non parve molto convinta, anzi era decisamente contrariata, oltraggiata che un umano la considerasse in quel modo.

Il potere doveva averle dato alla testa.

D'improvviso meno un fendente con la sinistra, puntando dritta la lama verso di me, dall'alto verso il basso.

Sfuggii senza problemi balzando a destra, avendo previsto la mossa, e fu un bene perché l'intero ambiente venne tranciato in due nel silenzio più totale.

Aveva finalmente voglia di combattere.

Mentre la frattura nello spazio si richiudeva, il sottoscritto si gettò in avanti, senza emettere un fruscio.

Lei compì un fendente di traverso, stavolta con la destra, pensando di tagliarmi in due, ma fui più veloce e passai sotto al colpo, riuscendo quasi a raggiungerla, ma quella schivò il pungo che avrebbe dovuto spezzare la sua mascella spostandosi indietro e inclinando il capo.

Quindi compì una rotazione su se stessa, a velocità vertiginosa, fendendo l'ambiente in tutte le direzioni.

Balzai in alto, iniziando a volare per schivare la sequenza di attacchi; in quel caso fui raggiunto alla spalla, ma la ferita era meno grave di quanto sembrasse.

Sorrisi, sentendo la battaglia entrarmi nel sangue.

La dea si fermò, la gamba sinistra protesa in avanti, le spade ripiegate sul corpo.

Quando io attaccai dall'alto, con un calcio volante, lei reagì con un fendente, ma mentre alzava la spada il mio piede colpì la lama spezzandola.

Quindi raggiunsi anche l'addome, planando, e subito dopo il volto con un calcio diretto verso l'alto, usando sempre la stessa gamba.

Barcollò all'indietro per pochi attimi, stordita, e ciò mi permise di disarmarla anche della seconda lama, torcendole in polso con la mano destra.

Per completare l'opera, le afferrai il collo con la sinistra, scagliandola contro il terreno: rimbalzò una volta per poi atterrare in equilibrio su tre arti, e in quella frazione di secondo un mio calcio calò sulla sua schiena, facendola accasciare.

Quindi sferrai un pugno dove avrebbe dovuto trovarsi la nuca, ma quella riuscì a rotolare via, allontanandosi.

Mentre indietreggiava usai un altro pugno a pressione, aprendo uno squarcio nell'ambiente e apparentemente spazzandola via.

Ma non finiva mai così facilmente quando affrontavi un dio.

Strinsi i pugni preparandomi a ricevere la prossima mossa, chiudendo gli occhi per permettere agli altri sensi di diffondersi, dandomi la chance di scorgerla anche a grande distanza.

Sentii all'esterno i guerrieri delle due fazioni prepararsi alla battaglia contro quella che loro credevano una divinità invincibile.

“Meglio lasciarglielo credere. Se tutto va bene, non avranno di che temere...” fui raggiunto da un lancinante dolore al petto.

Immediatamente ritrassi l'armatura, lasciando il mio corpo nudo ad illuminarsi della luce fatua delle torce: il petto era bagnato dal mio sangue, con tre ampi vani che si aprivano impietosi, che probabilmente erano gli artigli di quella donna.

“Può piegare lo spazio eh? Questa non la potevo prevedere” mi sfuggi un ghigno compiaciuto pensando a quelle parole “L'ideale. Un combattimento senza mosse impreviste non è un combattimento” mi leccai le labbra, aspirando l'eccitazione.

Alzai lo sguardo e vidi poca distanza da me la dea... distratta da qualcosa.

Abbassai brevemente lo sguardo prima di darmi un ceffone rassegnato in fronte, notando che senza armatura ero completamente nudo e con il volto scoperto.

“Ma è mai possibile che succeda sempre?” mi chiesi, mentre le ferite si rimarginavano.

In ogni caso quella battaglia doveva finire, e non certo con il sottoscritto che si dava in pasto a quella creatura, oh no.


A\N: La seconda parte arriva domani. Intanto un po di dovute spiegazioni: dovete sapere che l'armatura di Guardiano è collegata ad un misero chip che tiene attaccato alla base del collo, alimentandolo con l'energia elettrica dei suoi impulsi neurali.
Il chip è in grado di contenere l'intera armatura, e tutte le armi che tiene nascoste li dentro, per mezzo di un sofisticato sistema di miniaturizzazione, e può attivarla semplicemente col pensiero, letteralmente.
Quindi il perché si sia ritrovato nudo nel giro di un secondo è molto semplice: ha detto alla sua armatura di ritrarsi ed essa l'ha fatto.

Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 34
*** La Leggenda di Guardiano (Parte 2) ***


A\N: Riporto qui la seconda parte in quanto, se le lasciavo unite, si rischiava di grosso che vi venisse un embolo per leggere tutto assieme.


Chiusi gli occhi, facendo appello a quel poco di rabbia che avevo accumulato in quell'imbarazzante siparietto, e mi calmai con un sospiro.

Evitai di riaprirli: non mi andava di perdere la pazienza, avrei rischiato troppo.

“Concentrati... la chance si è appena presentata a puntino” mi dissi.

Ora che la dea era con la guardia abbassata bisognava di passare all'offensiva.

Nel mio corpo, sopita, risedeva una delle forze più potenti dell'intero Universo, che attendeva solo di tornare a bruciare.

Dato che serviva qualcosa di molto scenico, optai per iniziare dalla pietanza migliore, iniziando a “bruciare”.

Il sangue che era colato dalle ferite iniziò a ribollire, e risalire lungo i miei muscoli, adagiandosi con dolcezza lungo il mio corpo, dapprima lieve, poi deciso, poi ad ondate vere e proprie, crescendo di forma e spessore, finché non cominciò ad emergere una forma, un'armatura color del sangue.

Ricordava molto altre famose armature, ma quelle erano composte di vari pezzi ed erano di freddo metallo, mentre questa era nata dal mio stesso sangue, calda e ribollente: l'Armatura della Vendetta.

-Oh- fece Harmònia, con uno sguardo addolorato e ancora addolcito dalle gote rosse, portando una mano al volto -Non potresti...?

-NO! No no no no assolutamente no! Non sono uno spogliarellista, ci siamo capiti!?- feci irato, stanco di quella prassi per cui se scoprivo un pezzo di pelle tutte le donne mi davano addosso peggio di Gidan in crisi d'astinenza da Garneth.

-Come osi!?- gridò oltraggiata la creatura, cambiando immediatamente atteggiamento e generando due immensi globi di fuoco dalle mani -Nessuno mi rifiuta un simile piacere!

“Se la mia fidanzata ti sentisse rimpiangeresti di averlo detto” pensai, figurandomi la scena, ma la nemica non attese, e mi sparò contro le sue sfere fiammeggianti.

Un mago di mia conoscenza mi aveva insegnato un piccolo trucco, per cui mi limitai ad ingoiare le fiamme inalando profondamente.

Quindi una forma nera sul mio pettorale destro iniziò a brillare, risvegliando un altro potere, più sfaccettato: dopo aver ingurgitato completamente le fiamme, mi inclinai nuovamente in avanti, gonfiando le guance e rilasciando il fuoco accumulato a piena potenza, tenendo le mani davanti alla bocca in modo da dirigere il getto più precisamente.

-KARYU NO HOKO!

Harmònia scomparve, trapassandomi il petto con la sua abilità di piegare lo spazio, senza bisogno di scalfire l'armatura.

Ma non poteva sapere che maggiore era la quantità di sangue versato, più forte l'armatura sarebbe diventata.

Mentre espandevo i miei sensi per individuarla, una porzione di terreno si sollevò per avvolgermi, ma portai due dita alla fronte e mi teletrasportai fuori portata.

Quindi una serie di mani di metallo apparvero attorno a me, minacciando di stritolarmi.

In risposta, anche per facilitare il mio compito d'individuare la mia nemica, disegnai rapidamente il circolo di trasmutazione degli alchimisti sul terreno, e dopo aver battuto le mani assieme le poggiai su di esso, scagliando altrettante mani al contrattacco di quelle della nemica.

Una di esse tuttavia deviò appena dal percorso, segnalandomi una presenza anonima.

“Beccata” pensai, scorgendo la forma invisibile della dea prepararsi a modificare l'ambiente nuovamente.

Dato che non potevo permetterglielo, mi volsi repentinamente verso di lei, ricominciando a bruciare: il mio pugno destro venne avvolto da una luce azzurra brillante, rilasciando migliaia di pugni-meteora al secondo.

-RYU SEN-KEN!

La dea atterrò, coperta di ferite, prima di scagliarmi lontano con la forza del suo pensiero.

Compii una piroetta a mezz'aria, atterrando in perfetto equilibrio sulle mie gambe, per poi lanciarle uno sguardo duro.

Aveva agito d'istinto, travolta dal dolore: non aveva ancora il controllo dei suoi poteri, li aveva ricevuti da meno di un giorno.

Giocava solo a mio vantaggio

Il mio braccio destro venne avvolto da una brillante luce verde, mentre lo portavo davanti al volto, disteso fino alla punta delle dita.

“Vediamo se i tuoi fendenti di poco prima varranno qualcosa dopo di questo”.

-EXCALIBUR!- gridai, fendendo l'aria in obliquo con il braccio, generando una linea di energia verdastra che si aprì la strada attraverso ogni cosa, ma la dea scomparve di nuovo per riapparire una volta che il fendente la superò.

-Sei un folle, umano- replicò, mimando un attacco con gli artigli, colpendo solo aria, ma io sentii chiaramente i miei polmoni venire bucati.

Grazie ad un Frutto del Diavolo di origini ignote il mio cuore, che minacciava di essere trafitto, resse l'urto e disintegrò il corpo estraneo.

Mi presi un attimo per considerare la ragione per cui non mi aveva colpito al volto, per annientarmi, ma non trovai altra soluzione se non quella dell'armatura: poteva colpire sotto l'armatura, ma dove non mi copriva era impossibilitata.

Non aveva senso, i suoi poteri erano troppo confusi per poterli comprendere.

Se White Knight l'avesse addestrata probabilmente sarei finito nei guai.

-L'unica folle qui sei tu- replicai, teletrasportandomi vicino alla dea e colpendola al volto con un pugno di potenza inaudita.

Dimostrò un incredibile resistenza fisica, limitandosi a cadere in ginocchio stordita.

Feci un cenno d'apprezzamento con la testa, prima di decidermi a passare alle maniere forti.

Una sfera blu apparve nel palmo della mia mano, e crebbe di dimensioni fino a diventare uno shuriken di pura energia, azzurro e risplendente, che abbattei sul suo stomaco.

-RASENSHURIKEN!

Ne seguì una brillante esplosione di luce, che mi accecò momentaneamente, nonostante non potesse in alcun modo danneggiarmi.

La donna cadde a terra, con un buco nel petto, e venne assorbita dal fondale dell'arena, prima che io potessi fare qualcosa.

Ricomparve poco dopo alle mie spalle, indenne, e fece per trapassarmi.

Cogliendo in anticipo la sua mossa risposi nuovamente con una tecnica di difesa fisica.

-TEKKAI!

Venne solo respinta, dato che era un attacco fisico, ma si preparò a scagliarmi contro qualche incantesimo sconosciuto, per cui tentai di stordirla con un calcio alla mascella.

Lei si allontanò, evitando l'attacco, e mi scagliò addosso una pioggia di fulmini, che si infransero senza sortire effetto sulla mia mano sinistra, posta a protezione del volto.

“Mi aspettavo qualcosa di un po più complesso” pensai, storcendo appena la bocca per essermi preoccupato di un attacco elementale tanto semplice.

La sua rabbia crebbe, inarrestabile, e ai fulmini seguirono Flare, Firaga, perfino due Ultima scagliati in contemporanea.

Ancora una volta il mio braccio destro venne avvolto da una splendente luce verde, e fendetti l'aria in orizzontale, trapassando gli incantesimi come il burro.

Quindi mi chinai, portando le mani, chiuse a cerchio, all'indietro, tutti i muscoli tirati al massimo, concentrando un incredibile quantità di energia tra i due palmi, prima di rilasciarla tutta assieme, distendendo completamente le mie braccia in avanti.

-KAME-HAME-HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La dea riuscì a proteggersi con un Protega, uscendone indenne, e mi scrutò con occhi di fuoco.

L'arena che aveva creato era stata quasi totalmente demolita dal combattimento, e non aveva intenzione di riformala.

Non sorrisi compiaciuto, ma anzi la fissai con determinazione glaciale: quel duello sarebbe finito con la sua sconfitta.

Sentii la mia pelle scottare, e capii che aveva compreso come aumentare la mia temperatura interna.

“Bene, un riscaldamento niente male” opinai, sempre nella mia testa, mentre il mio cuore assorbiva il calore in eccesso, abbassando la temperatura.

Allora venne il dolore.

Feroce, lancinante, insopportabile, inarrestabile, impossibile da lenire o ignorare.

Ma se sei me, il dolore non significa niente quando la battaglia ti travolge.

Balzai in aria, come un fulmine, e in quanto tale l'attraversai, facendole esplodere quasi tutti gli organi interni che poteva avere.

Rimase a reggersi la ferita, tossendo sangue, mentre io tornai all'attacco, penetrando la sua schiena con un braccio e facendolo sbucare dall'altra parte.

Lei allora si dissolse in una sostanza gelatinosa, ustionandomi la pelle.

Ritrassi il braccio, notando che persino l'Armatura era stata scalfita.

Poi risollevai gli occhi, notando quella forma confusa e vischiosa mutare, riformandosi: le crebbero due corna sinuose, le zanne e le orecchie a punta, due ali di pipistrello, una coda saettante coperta di creste e spine, diverse squame su braccia, gambe e guance, i capelli le si rizzarono in testa, tesi come corde e neri come la pece, come quasi tutti gli attributi nominati sin ora; il petto e il tronco rimasero nudi e pallidi, mettendo in evidenza il seno modesto e i fianchi sottili; la gambe assunsero la parvenza di quelle dei rapaci da sotto le cosce, affusolate e con solo tre dita.

L'energia rossa esplose attorno a lei facendola diventare ancora più orribile; la luce oscura e malvagia dei suoi poteri evidenziarono la sua crudeltà, e i suoi occhi bianchi, senza pupille, la sua follia.

Fu il primo Apostolo che vidi nascere; c'è poco di gratificante in una cosa del genere.

In risposta liberai il mio pieno potenziale (o quasi): i capelli si rizzarono, assumendo un colorito biondo; auree blu e dorate si diffusero attorno attorno al mio corpo, mentre la fascia dei ninja si avvolse da sola alla mia fronte; il marchio nero a forma di fata sul mio cuore risplendette di luce nera e s'impresse anche sull'armatura rossa; dalla suddetta cominciò a liberarsi il fuoco della mia forza, bruciando fino all'immaginabile; un flusso di piccole forme bianche e splendenti, anime e spiriti, attraversò il mio corpo; la fiamma della mia determinazione si accese sulla mia fronte; il mio spirito emise una pressione tagliente e travolgente, da mozzare il fiato, che si pervase per tutto l'ambiente.

Poi, così come mi ero mostrato, potente e temibile, la mia armatura nera celò tutto, avvolgendosi nuovamente attorno al mio corpo, senza coprire nuovamente il mio volto con il cappuccio del mantello.

Mentre Harmònia continuava a fissarmi sbalordita, io estrassi la mia fida spada dal microchip sul retro del mio collo, mostrando la sua forma alla mia nemica.

-Impossibile...- fece lei mentre io avanzavo, la mia potenza nascosta dietro una fragile fascia di seta.

L'estensione dei miei poteri era ancora percepibile, e inconsciamente la donna indietreggiò -Sei soltanto un uomo...

-Noi esseri mortali sappiamo cose che voi dei non capirete mai- replicai, la mia voce altera e profonda.

-No...NO! Non ho intenzione di farmi sconfiggere da un essere debole come te!- esclamò, cercando rigettare la sua paura, mostrando gli artigli sulle sue mani.

-Ti sbagli- replicai, stringendo la spada ancora con più forza, aumentato l'ampiezza delle mie falcate e la loro potenza, facendo tremare l'ambiente -Noi non siamo deboli.

-Fa silenzio!- gridò, scagliandomi contro un ondata di potere oscuro.

Bruciò come mai, ma avanzai imperterrito, ignorando il dolore.

Uscii fumante dall'esplosione che ne seguì, ancora più furioso e determinato, l'energia nei miei occhi che ruggiva di voce propria, promettendo morte, dolore, sofferenza, e una fine agonizzante.

-Che cosa sei!?- esclamò la dea, quasi disperata.

Mi fermai, ormai a pochi passi da lei, la spada fedelmente puntata a terra.

-Il mio nome è Daniele II. Ho combattuto decine di battaglie in più di sessant'anni di vita, ho imparato le più temibile arti della guerra, come un semplice uomo, e sono diventato molto di più. Ora viaggio di dimensione in dimensione liberando le razze senzienti dai voi, dei egoisti e bugiardi, invidiosi e destinati alla perdizione.

-Blasfemo!

-Ed oggi, Harmònia, sarà il tuo turno di morire.

-MUORI!- la dea allargò le braccia, facendo esplodere l'energia attorno a lei come un torrente.

Vidi il Behelit appeso attorno al suo collo assumere le parvenze di una faccia umana, e poi la mia coscienza venne assalita.

Non solo la mia coscienza, ma tutto il mio corpo: tutto me, il mio Io, il mio esistere.

Era temibile, ogni istante aumentava di potenza e furia, con lampi di distruzione che mi scuotevano, cercando di cancellare la mia coscienza.

Non potevo neanche più capire se ero immobile al mio posto o se mi stessi contorcendo preda di quella forza.

Era un attacco inteso a spazzarmi via, eradicarmi dall'esistenza, senza lasciare neanche il doloroso ricordo di me.

Ma non sarebbe finita lì, mai: io non sarei morto, io non sarei caduto, mai mi sarei arreso di fronte ad un dio, e mai avrei permesso di farmi sconfiggere.

Richiamando a me tutta la la lucidità disponibile e feci appello a quella parte di me, quella parte che mi rendeva umano, vivo, richiamandola a proteggermi.

Quasi immediatamente il peso della distruzione si sollevò dalla mia mente e dal mio corpo, spazzato via da un vento impetuoso, e solo allora, dopo aver ripreso coscienza del mio sudore, del mio corpo e del mio rantolante respiro, aprii gli occhi.

Di fronte a me la dea mi fissava sbalordita, mentre uno schermo di energia verde brillante si alzava a spirale attorno a me, ruotando instancabilmente a gran velocità.

-Come puoi vedere- dissi, in ginocchio eppure con lo sguardo fiero -Voi non potete sconfiggerci.

-Follie!- Harmònia spedì un altro attacco, che venne respinto dallo schermo di energia.

-Non puoi vincere, non contro questo- replicai, calmo, talmente calmo da fermare il tempo, se avessi voluto -È qualcosa che voi dei non avrete mai.

-Perisci, insulso verme!- replicò quella, scagliando incantesimi e malefici, ma quelli si abbatterono ancora sullo schermo senza scalfirlo.

-Questa è la forza della Spirale, che pervade tutte le creature viventi: possiamo evolverci, possiamo cambiare, possiamo diventare più forti. Essere eterni e perpetui come voi non potranno mai ottenere un simile potere- mi alzai, emanando una promessa di morte.

I miei pugni erano nuovamente chiusi, il corpo forte ed eretto, e lo sguardo feroce: avrei potuto scommettere che i miei occhi in quel momento assomigliassero a due pozzi di fiammeggianti e brillanti di energia.

-RAAAAAHHHHH!!!!!!!- la dea partì all'attacco, pensando che con i suoi artigli potessero sortire un effetto migliore.


DII\N: E alla fine lo avete scoperto: io, il vostro gentilissimo narratore, sono sempre stato Guardiano.

A\N: Co-narratore, ciccio. Non ti accalappiare tutta la gloria.

DII\N: Oh, stai zitto, ci hai messo secoli a scrivere questa parte.

A\N: Beh scusami se sei difficile da rappresentare! In ogni caso alla p...

DII\N: Eh no, prima un paio di appunti: in questo capitolo ci sono riferimenti a:

  1. Saint Seiya\Cavalieri dello Zodiaco [Excalibur, Ryu Sen-Ken, Armatura della Vendetta (OC)]

  2. Fairy Tail (Karyu no Hoko)

  3. FullMetal Alchemist (Circolo della Trasmutazione)

  4. One Piece (Frutto del Diavolo, Tekkai)

  5. Naruto (Rasenshuriken)

  6. Dragon Ball (Kame-Hame-Ha, teletrasporto)

  7. Berserk (Behelit, Apostolo)

  8. Magi (“un flusso di piccole forme bianche”)

  9. Bleach (“una pressione tagliente […] da mozzare il fiato”)

  10. Katekyo! Hitman Reborn (“la fiamma della mia determinazione”)

  11. Tengen Toppa Gurren Lagann (La Spirale)

A\N: Che precisione. Sono sicuro che capiranno tutto. Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 35
*** La Leggenda di Guardiano (Parte 3) ***


A\N: E via con la terza (ed ultima, per fortuna) parte.

DII\N: Non c'era altro modo, semplificare la narrazione sarebbe stato molto più difficile.

A\N: E l'effetto non altrettanto stupefacente.


L'energia della Spirale si strinse attorno al mio corpo, proteggendomi ancora ma concedendomi sufficiente spazio di manovra e più visibilità.

Scoprii le gambe in modo da lasciare i piedi nudi e feci un paio di saltelli, prima di scattare a tutta velocità verso il mio nemico, più veloce della luce, con una semplice spinta delle gambe. -KUROKAMI PHANTOM!

Lei venne travolta, spezzettandosi, gli occhi e la bocca chiusi in un muto grido di dolore prima di dissolversi inevitabilmente, privati della loro essenza.

Mi arrestai a mezz'aria e mi volsi, calando un colpo con la spada, generando un immenso flusso di energia azzurra che travolse i resti dell'avversaria.

-GETSUGA TENSHOU!

Nonostante l'attacco spazzò via quasi tutto ciò che restava dell'arena, diversi cloni di quel mostro apparvero attorno a me, riformandosi dalle infinitesimali porzioni allontanate dallo spostamento d'aria, sfuggendo all'annientamento.

Senza mutare espressione li vidi venirmi incontro, mentre altri dietro si preparavano ad annientare il tutto con altri incantesimi.

Evocai un paio di Cloni Ombra, con cui ingaggiai i cloni nemici che ci assaltarono.

Il primo lo incenerii con un pugno di fiamme, mentre un altro fece per annientarmi con una pioggia di spine, che s'infransero sul mio mantello, prima che il sottoscritto potesse far roteare la spada attorno a se, falciandone diversi: a metà, alle gambe, alla testa, a mezzo busto, alcuni perfino simmetricamente.

Quindi, senza ulteriore indugio, allargai il vortice verde della Spirale, riducendoli in polvere.

Le altre copie di quella creatura scagliarono una serie di malefici e attacchi magici, alcuni anche mentali, e per rispondergli usai un'abilità segreta dei maghi più potenti, ovviamente dopo averne richiamato gli schemi.

-SOLOMON WISDOM!

Una volta richiamato il procedimento fu quasi tutto istintivo: il mondo cambiò, o meglio la mia vista divenne più precisa, permettendomi di vedere ogni forma, ogni costruzione, ogni immagine del mondo materiale, in modo schematico.

“Dhoruf Sabaha”.

Forte di questa capacità devia tranquillamente gli attacchi fisici alla mia persona, facendo collidere le forze.

Invece, mentre sentivo il nemico pressare le pareti inviolabili della mia mente, puntai il dito indice della mano destra verso la mia fronte e dissi -GENMA KEN!

L'attacco illusorio mi scosse un poco, risvegliando i miei incubi, ma riuscì a scacciare l'intrusione nemica.

Scossi il capo, annullando l'effetto del colpo poco dopo, riprendendo lucidità appena in tempo: i cloni sopravvissuti avevano approfittato dello scontro delle loro energie per creare un attacco congiunto proprio sopra di me, e tentarono di travolgermi.

Il marchio nero sul mio petto risplendette, e venni circondata da una leggera Aurea dorata. -METEOR!

Scattai, attirando dietro di me l'energia nemica, ancora più veloce di quanto mi fossi mosso fin ora, compiendo un intricato percorso di disturbo, finché non mi trovai precisamente sopra il cerchio di cloni concentrati per mantenere l'incantesimo, mentre quelli non coinvolti erano impegnati a farsi annientare dai miei cloni.

-FULL COUNTER!

Feci compiere un altro arco alla mia spada, ampio e improvviso, respingendo il flusso di energia indietro, con un intensità cinque volte superiore.

I miei cloni scomparvero prima che l'attacco potesse travolgerli, lasciando invece i nemici a dissolversi.

Ma appena compiuta la sua opera distruttiva l'energia si dissolse, senza più nessuno a mantenerla, lasciando un improvviso silenzio.

La cavità nel corpo della creazione era cresciuta a dismisura, forse avevamo svuotato interamente quella forma gigante, ma poi dovetti ricredermi.

Per quanto non avessi un sonar incorporato nella mia armatura e non avessi più luce per vedere con gli occhi, avrei dovuto scorgere i confini della distruzione, che si stavano lentamente riformando.

E dalle pareti si liberarono decine di mostri, cloni, tentacoli rapaci.

Convergevano lentamente su di me, e tra non molto sarebbe stata di nuovo battaglia.

Scossi il capo, pensando ad un ragazzino che usava una tecnica d'attacco simile, e mi dissi che in fondo i suoi modi di fare impulsivi tornavano utili.

Il nemico passò all'attacco, un orda di male e dolore, con nessun altro scopo se non prodigarsi furiosamente ad annientarmi.

Il mio volto venne attraversato da un sorriso sincero, mentre ringraziavo brevemente Harmònia per permettermi di sfogare la mia voglia di sangue, spedendo decine di pezzi di carne ad affrontarmi.

Con un ultimo sospirò feci scivolare il mio animo nello stato Zen, la pace interiore, solo per un istante, focalizzandomi sull'equilibrio, lasciando ogni desiderio o rancore fuori da quel circolo.

E infine, libero da ogni emozione, esplosi.

Rabbia, ira, furia, follia persino, quanto di più nascosto e celato mantenessi nel profondo del mio animo si liberò come un mare in tempesta, e persi coscienza del tempo.

Ora c'ero solo io, e tanti bersagli rossi: il mio pugno fece esplodere crani, le mie mani li maciullarono con la forza delle dita, le gambe sbriciolarono i petti.

Certo, non era come sentirsi dentro una vera battaglia, dove il caldo sangue del nemico ucciso ti pioveva addosso, inarrestabile, o dove le ossa si spezzavano con uno schiocco secco sotto i tuoi colpi, o quando le viscere del nemico vengono scosse dalle tue percosse; oh no, queste erano solo bambole, insensibili e malleabili.

Ma la consistenza era perfetta, le scaglie dure come l'acciaio e la pelle morbida come fosse vera, sufficiente per farmi assaporare l'istante in cui quei corpi venivano smembrati, o aperti in due da una ginocchiata alla schiena, o decapitati a mani nude.

Anche la mia spada godeva, tranciando qualsiasi cosa le si parasse davanti, in una danza di morte che definì quella giornata come godibile e rilassante.

L'adrenalina e la gioia folle mi pervadeva, alimentata dai pugni nemici che s'infrangevano contro il mio corpo, venendone annientati.

Ricordo fieramente di aver afferrato un clone per la punta della testa e quella dei piedi e di aver tirato, finché non si separò in due metà.

Non c'erano gemiti di morte, ne grida di dolore, tutto era silenzioso e impercepibile, tranne il mio godimento selvaggio e la mia risata malefica.

Alla fine i nemici si dissolsero, lasciando il campo di battaglia immobile e silenzioso, con le piccole schegge di materia inermi che si spostavano lente nell'aria, e la tensione che si allentava.

Inspirai profondamente una volta conclusa la mattanza, ritornando in equilibrio.

Ormai Harmònia doveva essersi stufata, comprendendo che vincermi con la fatica era impossibile perfino per lei, quindi comportarsi come una bestia non era più una priorità.

Sono controverso vero?

Un secondo prima combatto con fredda precisione, quello dopo mi perdo preda della mia furia indomabile, e quello dopo ancora rifletto sulla mia strategia.

Ma fu solo per un momento, perché Harmònia emerse nuovamente dal nulla, furiosa ed esplosiva, minacciando vendetta.

-Sono stanca di affrontare un simile demone! Ti finirò con le mie mani, e poi porterò equilibrio negli universi! Preparati a morire, umano!- gridò sprezzante, colpendomi alla fronte con un suo pugno, che ebbe come unico effetto quello di farmi piegare le sopracciglia in un cipiglio ancora più minaccioso.

La fiamma del Hyper Mode arse con ardore maggiore: come posso perdere se combatto come se stessi per morire?

Lei si fece indietro, sconvolta, senza emettere un suono, ansimando violentemente: non ragionava più, la rabbia e la paura erano sfociate nella follia, e non riusciva più a riprendere il controllo.

L'energia verde si avvolse attorno alla mia spada, tramutandosi in una trivella gigante -Dopo di te.

La trivella crebbe di dimensioni in modo repentino diventando diverse volte più grande di me, e con essa protesa in avanti mi lanciai all'attacco.

-GIGA! DRILL! BREAAAKKKKKKKKK!!!!!

La dea mi venne incontro, ruggendo di rabbia, e un'abbagliante luce bianca si espanse nell'ambiente, accecante, mentre collidevamo.

Rimanemmo così, immobili, annullandoci a vicenda, finché non mi aprii la strada, la mia volontà che si mostrava in tutta la sua determinazione, annientando il mio nemico

La trivella lasciò di nuovo posto alla spada, con cui menai un paio di bruschi fendenti prima di rinfoderarla -CON CHI CREDI DI AVERE A CHE FARE?- mormorai, freddo, avvertendo le energie riconcentrarsi di nuovo, riformando quella creatura.

Tornò all'attacco, provando a ferirmi al volto, ricevendo in risposta un braccio tranciato dalla mia lama e un calcio ad una velocità superiore alla luce che per poco non la decapitò.

Quindi continuai ad infierire, trafiggendola e colpendo senza pietà, martoriando quel corpo maledetto con tutta la mia rabbia.

Si, senza pietà, senza rimorso, lasciarla affondare nella sua paura,e nutrirla.

Perché la paura è il nemico assoluto delle cose: le immobilizza, le blocca, le rende piccole e miserabili, piega le loro volontà, annienta i loro cuori.

Schiacciai con rabbia i suoi assalti, bevvi con gioia il sangue che versò; la mia mano le attraverso il petto avidamente, spingendosi sempre più a fondo.

Quello era il momento di mostrare il mio lato oscuro, per trovare pace nel suo dolore e nella sua sofferenza.

Quello era il momento in cui l'avrei spezzata, come l'uragano schiaccia l'uomo e le sue fragili speranze di dominare la Natura.

Tra le mie braccia la possente dea era diventata una piccola e fragile, piangente e disperata, mentre io mi ergevo come un mostro sopra di lei, temibile e nero.

Nessuna pietà.

Nessuna pausa.

Doveva cedere, doveva crollare, doveva scoprire la vera paura, doveva essere preda di essa, doveva nascondersi, doveva sparire inghiottita dai suoi oscuri incubi, e allora si sarebbe ricordata il mio volto assassino e i miei occhi ardenti, la mia spada sporca del suo sangue calare impietosa sulle sue membra, il mio pugno fracassarle il corpo.

Si rigenerava ogni volta, continuando a gridare, e ad ogni colpo mi portavo via un pezzo di lei.

Niente magia, niente trucchi: forza bruta, abilità, incontinenza e potenza fisica.

Le sue ossa si spezzavano, in modi indicibili e oscuri, i miei pugni fracassavano i suoi organi e le sue membra cedevano impotenti alla mie.

Le sfondai il cranio a forza di pugni svariate volte, osservandola in quei brevi attimi in cui i suoi occhi si riempivano di terrore.

Le staccai un braccio e lo usai per trapassarle il petto.

Una. Due. Tre volte.

Le azzannai il collo, strappandole il capo dalle spalle.

E continuò, ancora e ancora, senza più speranze, a spingersi contro di me.

Non era più una dea, ma una donna disperata, che cerca di raggiungere il suo scopo, quando ormai non ha niente da perdere.

E infine, quando vidi le lacrime di disperazione rigarle il volto, le sfondai il petto con un braccio, afferrandole il cuore ed estraendolo a forza dal suo corpo, schiacciandolo di fronte ai suoi occhi.

Solo allora fu fatta, solo allora cadde ai miei piedi, sfinita e quasi morta, solo allora la mia rabbia lasciò posto alla silenziosa contemplazione, lasciandomi fare un passo indietro.

Nella foga della battaglia avevo ignorato qualsiasi cosa che non fosse la mia nemica, e adesso non restava più niente del piccolo palco che aveva precedentemente allestito: solo io e lei.

Era semi cosciente, ansimava debolmente e fissava il vuoto con occhi vitrei.

Era diventata un tutt'uno con la paura e la sofferenza, di fronte a me era caduta.

Come sempre.

Chiusi gli occhi un secondo per rimproverarmi la mia furia ingiustificata, per poi concentrarmi sulle energie all'esterno, scrutando i combattenti dei vari mondi.

La situazione in mia assenza non era eccessivamente migliorata, anzi aveva preso una brutta piega.

Fortunatamente ancora qualcuno era in grado di ribaltare le sorti.

Sospirai rassicurato dal fatto che Laguna era probabilmente riuscito a calmare gli animi, convincendo nemici giurati a collaborare per scongiurare la fine del mondo.

“È ironico. Non avrei mai creduto che un imbranato di quella portata fosse in grado di un tale atto di carisma” pensai, rinfoderando la mia spada e assopendo le forze che mi avevano condotto alla vittoria “Ora spero che dall'altra parte siano altrettanto diligenti, o potrebbe tramutarsi in un bagno di sangue. Con White Knight disperso il peggio potrebbe essere inevitabile. Uff” mi massaggiai il capo, allontanandomi dalla nemica sconfitta, tornando nel buio “Balthiar, siamo nelle tue mani... e del tuo genio a convincere il gentil sesso a cooperare”.


A\N: Finalmente la battaglia di Guardiano si è conclusa, dopo avervi trascinato nel suo mondo per ben tre capitoli.

DII\N: Spero che il siparietto vi abbia fatto piacere e ci vediamo domani con le peripezie dei nostri eroi. E ora i soliti appunti: in questo capitolo ci sono riferimenti a

  1. Tengen Toppa Gurren Lagann (La Spirale, Giga Drill Break)

  2. Medaka Box (Kurokami Phantom)

  3. Bleach (Getsuga Tenshou)

  4. Naruto (Cloni Ombra)

  5. Magi (Solomon Wisdom, Dhoruf Sabaha)

  6. Saint Seiya\Cavalieri dello Zodiaco (Genma Ken)

  7. Fairy Tail (Meteor)

  8. Nanatsu no Taizai (Full Counter)

  9. Katekyo! Hitman Reborn (Hyper Mode)

A\N: Alla prossima. Ciao.

 

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Capitolo 36
*** Lotta per l'umanità (e affini) ***


A\N: E dopo esserci smazzati la dea per bene in compagno del nostro eroe...

DII\N: Torniamo con vostro grande giubilo ai personaggi principali.


Laguna aprì il fuoco, sperando di impedire al tentacolo di raggiungerlo, ma i colpi rimbalzarono senza fare alcun danno, facendogli scivolare il sudore lungo la spina dorsale.

Fortunatamente il nostro presidente inciampò in un masso e cadde lungo disteso in una rientranza, evitando per un soffio di essere schiacciato.

Kefka scatenò una cascata di fiamme, avvolgendo la forma grigiastra in un vero e proprio falò, ma la creatura non diede segno di soffrire il colpo.

Anzi, un altro tentacolo vorace si diresse a tutta velocità verso il mago, e se non fosse stato per il teletrasporto di Ex-Death, l'avrebbe stritolato.

-Non compiere azioni sconsiderate- lo rimproverò lo stregone -Non è ancora il momento di tornare al Vuoto.

-Distruzione. Distruzionedistruzionedistruzionedistruzione! Questo è il mio elemento! Sono rinato piccoli fiorellini: è arrivata la falce!- esclamò Kefka, sparando magie di fuoco e ghiaccio a raffica contro la creatura, lasciando Ex-Death in silenzio.

Squall e Cloud sollevarono le mani in contemporanea, scatenando un Thunder congiunto, che si abbatté sul petto dell'immenso mostro senza fare danni.

Il tentacolo che aveva provato a schiacciare Laguna si risollevò, puntandoli, ma Ex-Death creò un portale verso Vuoto sufficientemente grande da ingoiarlo.

Un secondo attacco piovve sui guerrieri, ma venne intercettato da un gigantesco masso scagliato da Jecht e da un fendente di Yojimbo, a cui Laguna aveva sganciato una lauta ricompensa poco prima.

Il primo tentacolo si ritrasse, ma Ex-Death troncò il collegamento, mozzandolo; intanto il presidente si liberò e scappò immediatamente al riparo, al che l'Imperatore diede il segnale d'attacco.

Tutti i maghi, le evocazioni e i guerrieri dotati di magia scagliarono, in un arcobaleno di toni e colori, un possente attacco contro la creatura nemica, che venne travolta e nascosta dal fumo.

Ne seguì un gran boato, segnale che il nemico si era appena schiantato contro la parete.

I combattenti si presero un istante di respiro, cercando di recuperare quanta più stamina possibile... tutti eccetto Kefka -Di più! DI PIÙ! Ne voglio ancora! Voglio la distruzione di tutto! Coraggio, siamo ancora tutti qui! È questo il meglio che sai fare!?

-Kefka...- sibilò Sephiroth tra i denti.

-Ehi state tutti bene? Chi non c'è faccia un grido!- esclamò Laguna, salendo sulle spalle di Theodor.

Il silenzio più deprimente accolse le parole del neo eletto presidente.

-Perfetto! Significa che...!- Laguna venne interrotto da un tentacolo che sbucò dal terreno proprio di fronte a Yuna, che non sarebbe mai riuscita a spostarsi in tempo, ma Seymour riuscì ad interporsi, bloccando l'immensa protuberanza a mani nude, mentre Firion con una freccia magica la tagliò in due.

-Si sta indebolendo! Dobbiamo sfruttare il tempismo! Tutti i guerrieri carichino!- ordinò Sephiroth all'istante, ma il generale Leo s'interpose -Fermo ragazzo, quella cosa è ancora troppo forte, guarda!

Infatti il tentacolo, ritirandosi, cominciò lentamente a rigenerarsi.

-Se andiamo allo sbaraglio ci faremo solo massacrare- osservò Kain.

-Non possiamo nasconderci dietro alle magie ancora per molto- rispose Matheus -Non ci resta abbastanza potenziale magico.

-E anche gli Eoni non potranno reggere ancora a lungo. Persino Bahamuth non era abbastanza potente da tenere a bada quella creatura- aggiunse Braska.

-Stronzate! La potenza dei G.F. è ancora sufficiente a sconfiggere quella cosa! Guarda e impara!- gridò Seifer all'evocatore, con un cipiglio rabbioso.

-Attenti, sta tornando!- avvertì Terra, tornando prontamente in Trance, mentre dal fumo emergevano centinaia di sfere d'energia, di dimensioni paragonabili ad un uomo nella media, riempiendo il loro campo visivo.

D'improvviso tra i guerrieri e l'attacco comparve uno sciame di frecce magiche, scatenando una serie di esplosione aree.

-Distruzione! Coraggio ancora ancora!- Kefka andò in delirio, urlando al soffitto della caverna eccitato come non mai.

-Non avrei mai pensato di ringraziare un strega...- Squall masticò le parole.

-Bel colpo Artemisia!- esclamò Laguna alzando il pollice.

-Per favore, risparmiatevi tutto kuesto. Pensate a tirarci fuori di qui- replicò la strega, facendo uno sforzo visibile per mantenere il confronto contro le magie nemiche.

-Adesso! Cerchiamo di colpire la dea mentre è vulnerabile. Se riusciamo a tenerla a terra avremo la vittoria in pugno!- insisté Sephiroth volgendosi verso i combattenti.

-Ha ragione. Non ci resa che provare il tutto per tutto per sconfiggerla- replicò Cid Raines, assumendo la sua forma di Cie'th, affiancandosi al SOLDIER.

-Non pensate di prendervi tutto il divertimento!- Jecht si fece scrocchiare le nocche con un mano sola, mentre l'altra abbatteva il suo spadone contro il terreno, facendolo brevemente tremare.

-Sbrigatevi...- mormorò Artemisia, mentre le energie venivano a mancarle.

-Tutti quanti carica! Suonate le trombe!- esclamò Laguna, puntando il dito della mano destra in aria (sempre da sopra a Theodor, anche se direi di chiamarlo Golbez, dato che ha ancora l'armatura addosso).

-Pere-peré-peréééééé AHIA!

Tutti si voltarono verso un punto alle spalle di Laguna, e videro Prishe in piedi su una roccia sporgente dal terreno, con un trombone abbandonato lungo il braccio, intenta a massaggiarsi la testa.

-Di questo strimpellar molesto il mio orecchio vuole un immediato arresto. Ascolta invece a ciò che il suono assomigliar vo'.

-Ma Doc andiamo...!- provò a protestare la principessa “elfica”, ma la piccola irritante creatura topofila portò alle labbra la piccola trombetta (fatta su misura, con cui però menava tranquillamente quanto Jecht con lo spadone) e si preparò a suonare.

Sephiroth girò il capo, infastidito, e stava per gridare “All'attacco!” quando un -PERE-PERE-PEREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHH!!!!!!- da spaccare i timpani risuonò nell'aria, accompagnato dalla figura di Shantotto che saltava in alto di più o meno di mezzo metro, travolgendo in pieno Prishe con le onde sonore, rischiando di farle schizzare gli occhi fuori dalle orbite.

-CARICA!!- gridò Laguna, mentre tutti i guerrieri si gettavano avanti, alcuni urlando come degli ossessi fanatici, altri in un silenzio letale, proprio mentre lo schermo protettivo di Artemisia cominciava a cedere.

Kefka volò dritto verso una sfera di energia, facendosi investire e ricadendo all'indietro con un ghigno malevolo, fumando, ma Kuja gli concesse un Energia sufficiente a rimetterlo in piedi, al che il mago ripartì alla carica, contrattaccando.

Artemisia cadde in ginocchio, inspirando ansante, ma un'altra sfera stava per colpirla, quando con un lampo rosso Genesis si frappose, tagliandola in due.

-Ehi confettino- fece il SOLDIER, sollevando la donna per la vita e rubandole un bacio -Ti sono mancati i tempi migliori vero?

Terra partì in volo, schivando con grande velocità gli attacchi o scostandoli via con la mano, mirando dritta al petto della creatura.

Intenta a rialzarsi, quella non poté evitare che la ragazza la raggiungesse, colpendola in pieno e spingendola di nuovo a terra con un pugno di potenza irrazionale.

Terra insisté, continuando a infierire sul nemico decine di volte più grande di lei, finché un pugno non affondo nel tessuto molle e venne intrappolato da una sostanza viscosa.

Il fronte dei guerrieri, guidato da Sephiroth, caricò a cuneo verso l'obbiettivo, facendo un gran baccano.

Le sfere iniziarono a piovere voraci sopra di loro, facendo disperdere le fila.

I più temerari, come l'argenteo SOLDIER, si limitarono a tagliarle in due con le armi o respingerle con le magie, mentre gli altri scartarono rapidi, cercando di risparmiare le energie per il combattimento ravvicinato.

Poi arrivarono anche gli immensi tentacoli, ma erano goffi e ingombranti, e si misero a cozzare gli uni contro gli altri.

I guerrieri decisero di spingersi oltre e con una serie di strategie, che andavano dal sacrificio di un membro alla collaborazione acrobatica, riuscirono ad usarli come pedane per avvicinarsi ulteriormente al mostro, rendendo la battaglia ancora più confusa

Leo afferrò saldamente un tentacolo, permettendo a Shadow di saltarci sopra, prima di essere sbalzato via.

La protuberanza minacciò di schiacciarlo ma Minwu s'intromise, bloccando l'attacco con una Barriera.

Seifer, Leon, Kain, Squall, Firion e Cecil atterrarono in contemporanea sopra un altro tentacolo, recidendone l'estremità così da impedire che Arc e i due Cavalieri della Cipolla ne fossero travolti.

Le YRP si diedero una spinta l'un l'altra, passando da una delle pareti all'arto.

Quelli che sapevano volare s'impegnarono invece a contrastare gli attacchi magici: oltre alle sfere la creatura iniziò a scatenare diversi incantesimi offensivi, e ciò impegno i maghi in uno spossante lavoro di copertura.

Laguna non si era risparmiato e aveva venduto cara la pelle, continuando a sparare senza sosta, ma le cose cominciarono a prendere una brutta piega e il presidente saltò giù dalla schiena dello stregone, venendo raggiunto al volo dal Lagna Rock, su cui rimase fermamente in equilibrio, schizzando tra magie, sfere e orribili protuberanze avvinghianti.

Intanto i sei rivali pensavano di essere arrivati al nemico, ma un tentacolo imprevisto sbucò dal nulla, minacciando di schiacciarli.

Squall spinse Firion di lato, venendo scagliato lontano al suo posto; Seifer esplose d'ira, e con un semplice gesto annientò la protuberanza, ma un terzo attacco lo raggiunse alle spalle, riuscendo a spiaccicarlo tra le due masse.

Kain afferrò Cecil e saltò in alto, raggiungendo un altro tentacolo che si stava distendendo in aria.

Il re vide con suo sommo orrore un ulteriore protuberanza sbucare direttamente dal petto della creatura, puntandoli, e con una rotazione della lama di luce mozzò l'arto su cui si trovava, sbalzando via l'amico e venendo conseguentemente investito dall'attacco nemico in pieno.

Kain venne afferrato al volo da Ricard, con cui scambiò un breve sguardo d'intesa, prima di balzare in contemporanea verso il volto della creatura, la quale li respinse con dei raggi oculari.

Stavano per essere travolti da un secondo getto di energia quando Gidan arrivò in volo, tempestando il volto con svariati incantesimi.

Terra stava per essere fagocitata dal corpo della creatura, ma in suo soccorso giunse una spada che arrivò dal nulla piantandosi proprio affianco a lei, e subito dopo due figure apparvero da una luce azzurra: la prima aveva i capelli neri e gli occhi rossi, e stringeva saldamente il pomolo, mentre la seconda era Cloud.

Assieme a Noctis, si issò sul corpo del nemico e calò una serie di potenti colpi che riuscirono a liberare la ragazza, permettendogli di estrarla e saltare via, prima che il mostro potesse reagire.

Intanto Sephiroth e Angeal si stavano facendo strada a forza, tagliando in due tutto quello che si metteva sulla loro strada, ma un tentacolo spuntò dal terreno dietro di loro, costringendo Angeal a voltarsi per fronteggiare l'ostacolo, lasciando Sephiroth ad avanzare.

Il SOLDIER balzò abilmente sopra un'altra delle mostruose protuberanze nemiche, dirigendosi a tutta velocità e in perfetto equilibrio verso il volto della creatura, ignorando i movimenti della forma sotto di lui.

Un gridò lo avvertì che poco lontano, su un altro tentacolo, Jecht lo stava imitando, come ad una sfida.

Sephiroth ignorò l'invito, e si liberò di un altra sfera che gli veniva incontro con un fendente.

Le YRP balzarono via dal tentacolo su cui si trovavano, il quale tentò di schiacciarle attorcigliandosi su se stesso.

Atterrarono su una sporgenza nella parete di roccia, ma si resero conto troppo tardi di essere divenute bersaglio di una serie di sfere energetiche.

Vanille apparve dal nulla e con uno Protega riuscì a farle da scudo, venendo scagliata tuttavia addosso alle tre per la forza dell'esplosione.

Il tentacolo, fallito il primo tentativo, tornò all'assalto, ma Fang con un balzò prodigioso lo deviò, impalandolo contro la parete per pochi istanti, prima di essere allontanata con uno scossone.

In volo vide Zack saltare verso di lei e i due si afferrarono gli avambracci reciproci, e con una giravolta il SOLDIER la scagliò lontano, nel mezzo della battaglia.

Quindi il giovane vide Angeal in difficoltà, e “si gettò” ad aiutarlo, recidendo per metà il tentacolo che stava affrontando, a causa di uno scossone avuto mentre cadeva giù.

Fortunatamente la seconda metà venne recisa in un colpo netto da Leon, che cadde dall'alto a sua volta.

Il rumore degli spari e il sibilo delle frecce si fecero udire nel pieno della battaglia, mentre le sorelle Farron combattevano schiena contro schiena, finalmente, incuranti degli assalti nemici.

Minwu giunse in soccorso di Tifa, bloccando un tentacolo che stava per travolgerla, quindi si fece indietro mentre la ragazza abbassava un calcio, rabbiosa.

A sorpresa una serie di tentacoli più piccoli sbucarono dalla pelle di quello più grosso, minacciando di trafiggerla, ma un Protega di Minwu impedì il misfatto.

Josef piovve sulle protuberanze, tranciandole di netto con un calcio volante, al che Tifa balzò di nuovo contro il tentacolo spingendolo in alto con un possente pugno, e l'altro combattente completò l'opera con un doppio calcio, allontanandolo in aria.

Per coincidenza la protuberanza fece piacevolmente da punto d'atterraggio a Amarant, il quale reggeva un Gidan momentaneamente stordito.

Il monaco si liberò di un paio di sfere con tranquillità e balzò via, mentre un secondo tentacolo si abbatteva sull'altro, venendo deviato e puntando dritto verso Golbez, ferito mentre salvava il fratello, lasciandoli entrambi inermi al suolo.

Beatrix si frappose con prontezza, aprendo in due l'arto nemico, con un singolo ampio fendente, rischiando così di essere travolta da una sfera.

Steiner, da bravo cavaliere, si frappose appena in tempo, allargando le braccia e raccogliendo il colpo in pieno petto.

Intanto Laguna, in aria, deviò per afferrare al volo un Firion in caduta libera, riuscendo nell'intento, ma una sfera si mise sulla loro traiettoria.

L'arciere scagliò una freccia che spazzò via la magia, mentre il presidente spingeva a tutto gas verso il nemico.

Braska, affiancato da Yojimbo, le Sorelle Megas e Auron, stava dando supporto ai feriti, che giungevano sempre più numerosi, mentre Seymour si prodigava per raggiungere le YRP e trarle in salvo.

Mentre scalava la parete un tentacolo minacciò di travolgerlo, ma un ondata di ghiaccio intervenne, mozzandolo, e concedendo al Guado un punto d'appoggio per balzare e raggiungere le ragazze.

Quindi Snow creò un immenso scivolo su cui il gruppo potesse pssare, venendo tuttavia colpito nel processo da una sfera.

Bartz raggiunse Amarant, per assicurarsi che Gidan fosse ancora in buone condizioni, e l'amico gli concesse un sorriso smagliante, mentre si risollevava quasi illeso.

Tidus atterrò poco dopo, seguito da un Vaan con qualche scottatura di troppo.

Il gruppetto si lanciò uno sguardo d'intesa, prima di caricare tutti assieme il nemico, lasciando Amarant indietro a fronteggiare un altro tentacolo, da cui si dipartirono diverse protuberanze taglienti e sguscianti, di cui il monaco si liberò abilmente.

Quindi, preceduto da devastanti colpi di pistola, Vincent gli planò al fianco, aiutandolo a liberarsi del tentacolo più grosso.

Gilgamesh atterrò davanti a i quattro giovani eroi, spazzando via con le sei braccia e altrettante spade leggendarie una serie di cloni in piccolo della divinità, che cominciavano ad apparire qua e là nel campo di battaglia, ma venne investito da una sfera magica a sorpresa.

Una seconda l'avrebbe arrostito per bene, se non fosse intervenuto Enkidu, che riuscì ad ingoiare l'attacco, atterrando di fronte al suo amico, mentre Gidan e gli altri proseguivano la loro corsa con un muto ringraziamento.


A\N: Lungo, incasinato e molto disastroso. La foga della battaglia è molto più facile sentirla sulla propria pelle quando c'è la terza guerra mondiale in corso.

DII\N: Ci scusiamo per l'abnorme quantità di cose successe solo in questo capitolo e vi promettiamo che il prossimo non sarà da meno.

A\N: Stringete i denti e fate finta di niente. Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 37
*** Muoviamo i pezzi ***


A\N: E qui continuiamo. Lo scontro ancora lungo, e la dea non è neanche vicina a cadere.

DII\N: Stringete i denti, che è quasi finita.


In cielo si combatteva una battaglia ugualmente fiera.

Kefka si scatenò, scagliando qualsiasi cosa gli capitasse in mano, incluse le sue stesse scarpe, contro il nemico, causando non pochi grattacapi ai suoi compagni.

Nube Oscura iniziò a scagliare getti d'energia contro qualsiasi tentacolo che avesse osato avvicinarsi.

Nel mentre Golbez e Laguna continuavano ad avanzare, facendo in modo da essere sempre bene in vista, facendo da segnale e guida a tutti i combattenti.

Matheus, dall'alto della sua misericordia, aveva inizialmente optato per recuperare le sue energie, lasciando che fossero gli altri ad andare avanti.

Ex-Death si teletrasportava da un punto all'altro del campo di battaglia, facendo sprofondare nel Vuoto quanto gli capitava a tiro, senza discriminazioni, anche gli attacchi imprecisi e incuranti di Kefka che avrebbero potuto travolgere gli alleati.

I fratelli Kuja e Gidan erano più nella retroguardia, dato la loro valenza come curatori, ma non si dispensavano dallo scagliare Flare e Sancta contro il nemico, spesso portando aiuto anche ai combattenti di terra.

Poi erano arrivati gli incantesimi più potenti.

Ultima, Firaga, Bio, Thundaga, Reflexa, non c'era più modo di condurre la battaglia separati.

Mentre Laguna si sottraeva al combattimento, optando per una via più sicura, Golbez, Kuja, Gidan e lo stesso Matheus scagliarono all'unisono un potente contrattacco, che riuscì per un breve attimo ad annientare l'offensiva nemica.

Fu un effetto breve, e nella foga Ex-Death venne trafitto da un Thundaga, che fece breccia nella sua armatura, seguito da un Firaga.

Nube Oscura gli fu immediatamente al fianco, sparando un potente getto d'energia che raggiunse il gigantesco corpo della creatura al petto.

Golbez vide Cecil travolto dal tentacolo cadere inerme, e preferì giungere in suo soccorso, prendendolo al volo con la sua magia gravitazionale, per poi fargli da scudo contro una sfera di energia.

Kuja schierò un Protega a difesa dell'amico, mentre Gidan andò in soccorso a Kain e Ricard, impegnando il mostro.

Nonostante gli sforzi del Jenoma e la Trance, la creatura si limitò a distogliere lo sguardo, infastidita, prima di ruggire, travolgendo il combattente con un onda sonica che lo mise fuori combattimento.

Intanto Terra si era alzata in volo, reggendo Noctis e Cloud per tenerli al sicuro dall'assalto che sarebbe venuto, ma per sua sfortuna la creatura rigettò un possente raggio d'energia dalla bocca, e la ragazza lasciò andare i due per salvarli e contenere l'attacco con Protega, venendo scagliata lontano nonostante tutti i sui sforzi.

Cloud, furioso, piantò la possente spada in un vicino tentacolo, ma diverse protuberanze appuntite fuoriuscirono, trafiggendolo in diversi punti, tra cui la gola.

Il SOLDIER svenne, precipitando nel vuoto, venendo intercettato da un ulteriore tentacolo che lo allontanò definitivamente dalla battaglia.

Laguna e Firion passarono proprio in quel momento, mancando il biondo di poco e sfuggendo ad un attacco di altrettanto.

Davanti a loro il volto della creatura era scoperto, così il ragazzo colse l'occasione e scagliò la freccia, che venne inghiottita da un ulteriore raggio d'energia.

Laguna, vedendo la mala parata, afferrò Firion e saltò nel vuoto, lasciando che il Laguna Rock andasse a schiantarsi contro il volto del mostro, senza riportare grandi risultati.

Shadow balzò e li afferrò al volo, riuscendo a portarli a terra indenni.

Uno sciame di copie di dimensioni ridotte della creatura giunsero caricando dietro di loro, minacciando di sopraffarli, ma Noctis e Noel si intromisero, contenendo l'armata da soli.

-Tutti quanti ripiegate!- gridò Laguna, dirigendosi verso la barriera sicura che Braska, con l'aiuto di Seymour e degli altri maghi, tra cui Arc e Minwu, aveva eretto in protezione dei feriti.

Luneth e il Cavalier Cipolla lottavano in prima fila, correndo da un parte all'altra della linea difensiva, fermando sfere e magie nocive, mentre i G.F., gli Eoni e le evocazioni smembravano i tentacoli in arrivo.

Ma anche quelli erano spossati e deboli, e molti altri cedevano alla stanchezza e ai colpi del mostro.

Un tentacolo eruttò dalla terra tra le due Farron, minacciando di finirle se Kuja non fosse intervenuto con un Flare, che ridusse la protuberanza in cenere.

-Forza, tutti indietro!- continuò Laguna, correndo disperatamente con i compagni al seguito.

Kuja scorse Gidan correre incontro all'orda di cloni e fece per intervenire ma Amarant lo fermò -Sa badare a se stesso, ha alleati capaci a coprirgli le spalle. Pensa a salvare gli altri.

Il Jenoma più anziano piegò gli occhi in una curva truce, prima di vedere Snow svenuto poco lontano.

Ingoiando le sue urgenze familiari si gettò in soccorso del compagno in difficoltà, respingendo una sfera ed insinuandosi tra le spire di un tentacolo, riuscendo a salvare il biondo per un pelo.

Intanto Fang era intrappolata su una sporgenza, la gamba destra sanguinante, maledicendo la mira del nemico.

Un clone le atterrò davanti, minacciando di trafiggerla con gli artigli spiegati, venendo invece spazzato via dalla lancia di Freija, che si caricò la ragazza in spalla e schizzò nuovamente via, evitando un raggio di energia.

La situazione stava peggiorando, e l'orda cresceva sempre più.

Per proteggere la ritirata ai compagni, Gidan, Bartz, Vaan e Tidus si erano affiancati a Noel e Noctis per contener l'orda, ma ogni clone abbattuto veniva sostituito da altri tre.

Nel furore dello scontro non ci volle molto perché Tidus fosse ricoperto di tagli, cominciando a perdere forza e compiendo movimenti sempre più imprecisi.

Vaan aveva esaurito nuovamente i colpi al fucile e si difendeva solo con un coltello, zoppicando vistosamente per una ferita alla gamba.

Noctis e Noel giunsero in soccorso dei compagni, rispettivamente, facendo del loro meglio per tenere i nemici a distanza.

Tidus cadde in ginocchio, e il principe fu costretto a mulinare la sua spada a due mani tutt'attorno, per sfoltire la massa e garantire al compagno il tempo di sollevarsi.

Vann venne gettato a terra e disarmato, ma Noel riuscì a decapitare il nemico, frapponendosi tra il ragazzo e i nemici.

L'aviopirata strinse i denti e a malincuore cominciò a ritirarsi, indebolito.

Bartz si accorse che Gilgamesh era in pericolo, dato che era svenuto, e decise di portarlo in salvo, venendo sostituito dal fido Enkidu, che combatteva come una furia, dilaniando i nemici con la possente bocca e respingendo le magie con la sua pelle coriacea.

Gidan combatteva solo, ma era il più temibile, sparando Sancta e Flare a tutto spiano oltre che alle sue letali daghe, che ora poteva ingrandire e rimpicciolire a piacimento, e inoltre la sua potenza fisica datagli dalla Trance gli permetteva di liberarsi di molti nemici con pochi colpi, ma ciò nonostante l'orda era inarrestabile.

Noctis venne trafitto al fianco, incespicando, e cadde sopra Tidus bloccando entrambi a terra,

-Noctis-Kun!- gridò Stella, sfrecciando sopra di lui con il fioretto tratto avanti a lei, trafiggendo un nemico al volo.

Subito dopo alla prima ragazza si affiancò la seconda, Luna, in silenzio, riuscendo momentaneamente ad allontanare i nemici con i loro sforzi congiunti.

Le due ragazze erano come gemelle, e lottavano in perfetta sincronia, agitando i fioretti in una sequenza di linee cristalline che spazzavano via qualsiasi resistenza nemica.

Tidus, si rialzò, sollevando Noctis sopra la sua spalla e i due si volsero in ritirata.

D'improvviso le teste dei cloni saltarono, tutte contemporaneamente, lasciando i guerrieri sbalorditi a fissare Cauis, in piedi in mezzo alla mattanza, che reggeva un Ricard semi-svenuto.

-Indietro. Adesso!

Il gruppo non se lo fece ripetere due volte, volgendo le spalle al mostro, correndo a perdifiato.

D'improvviso alcuni tentacoli ancora indenni si scatenarono tutti assieme, allungandosi a spirale verso i fuggitivi, crepando la terra con potenza inaudita.

-Ora!- ordinò Raines, e immediatamente i due gemelli Basch e Gabranth s'interposero, i manici dello loro lame uniti, maciullando in un tripudio di fiamme l'assalto nemico.

-Ci siamo tutti!?- gridò Laguna, una volta al sicuro dietro le difese di Braska -Chi è ancora la fuori?!

-Signore, il comandante Raines e i due giudici stanno ancora combattendo!- gli disse Leo, seduto a terra, senza una bella cera.

-Perché!?- il presidente si volse spaventato, cercando i scorgere il gruppo per richiamarli.

Ma nella confusione dei feriti non riuscì a vedere nessuno.

Seymour aveva una profonda ferita al fianco, ma cercava duramente di rialzarsi, continuando a urlare il nome di Yuna; Cecil era abbandonato sul petto del fratello, entrambi svenuti; Vanille e Fang erano crollate una affianco all'altra, entrambe esauste; Amarant si era rotto un braccio; Zack era incosciente; Steiner era riverso al suolo, con il pettorale annerito; Genesis si avvicinò, portando Artemisia in braccio; Caius le lanciò uno sguardo rancoroso, prima di poggiare Ricard ad una roccia.

E molti altri erano stati feriti durante la battaglia.

Il presidente continuò a farsi largo, cercando di fare meno danni possibili, tra cui il non calpestare un Seifer coperto di lividi, ma quando finalmente giunse al confine della zona sicura, e stava per urlare ai tre di rientrare, realizzò cosa stessero per fare, e si fermò in silenzio.

Ad un cenno di Raines i due gemelli si diressero a sinistra, mentre il veterano andava nella direzione opposta.

I due scagliarono le proprie lame in avanti, mietendo una serie di cloni che si stavano intromettendo nella traiettoria di Sephiroth, e respingendo anche una sfera di energia.

Quindi, dopo aver usato un tentacolo come trampolino, si ricongiunsero al SOLDIER, coprendogli le spalle mentre quello avanzava imperterrito verso il suo obbiettivo, spazzando via tutto con la Masamune.

Dall'altro lato invece Raines raggiunse Jecht, correndo spalla a spalla, travolgendo qualsiasi cosa gli si parasse davanti

I due si scambiarono un sorriso combattivo, poi il veterano si fece indietro, colpendo la parete di roccia con un forte pugno, aiutando Jecht a staccarne un immenso masso, che poi scagliò con tutta la sua forza contro il volto della creatura, che finalmente emise un verso, indecifrabile, mentre il capo veniva scagliato di lato con violenza.

Sephiroth balzò avanti, letale, preparandosi a colpire con un Ottacolpo l'obbiettivo davanti a lui, inerme e distratto.

Un sfera minacciò di colpirlo, raggiungendolo alle spalle, ma per sua fortuna Basch riuscì ad interporsi, venendo sbalzato via dall'esplosione e cadendo nel vuoto, prima che il fratello potesse raccoglierlo, eliminando una serie di tentacoli taglienti con le spade

Quindi Sephiroth colpì, con tutta la sua potenza, facendo alzare un hurrà da parte del gruppo dei combattenti.


Lontano dalla battaglia Garland e Guerriero consumavano il loro duello in pace, scambiando colpi su colpi, instancabili e letali.

-Non sei stanco di essere una pedina?- gli chiese Garland, scagliando l'avversario lontano con un fendente della spada.

Guerriero in risposta menò un fendente di luce, che Garland evitò, entrando nella sua Ex-Mode.

-Probabilmente no. Sei sempre stato il burattino preferito della dea- fece l'ex-paladino, partendo alla carica.

Guerriero gli venne incontro, ma la forza dell'avversario gli fu superiore, e si ritrovò a diversi metri di distanza, l'armatura spaccata in due e lo scudo frantumato.

-Sei un debole, lo sei sempre stato. In tutti i cicli in cui abbiamo combattuto hai dimostrato una caparbietà senza pari, te lo concedo- Garland abbassò l'arma verso terra, senza attentare alla vita dell'avversario -Ma non sei mai stato più che uno schiavo, disposto a morire per la sua signora. Non combatti per un ideale, o un aspirazione, combatti per i desideri di qualcun altro.

Guerriero si risollevò in piedi, ansimando: le ferite riportate e la durata dello scontro lo stavano spossando, ma ciò nonostante insisteva a combattere.

Garland voleva evitare di darlo a vedere ma l'EX-Mode stava risucchiando anche e sue ultime forze.

Avrebbe dovuto finirla in fretta.

-Sei un combattente tenace. Nessun uomo ne sarebbe capace. Ma tu non sei mai stato un uomo, vero?

Dette tali parole l'ex-paladino partì all'attacco, mirando a trafiggere l'avversario al petto.

Ma questi improvvisamente venne pervaso da un energia oscura, che si riversò fuori dalle ferite e dagli occhi, un oscurità dilagante o multiforme, mostruosa.

Garland trapassò il petto di Guerriero, ma questi invece di cedere al dolore sembrò indifferente, e altre ombre si riversarono fuori dalla ferita appena inflitta.

L'ex-paladino balzò indietro, evitando un pugno devastante da parte dell'avversario.

-Quel mostro non è ancora disposto a perderti. Se fossi stato più forte non gli avresti mai permesso di controllarti in questo modo- Garland si rivolse a Guerriero, prima che questi potesse tentare di attaccarlo, balzando in avanti e cercando di agguantarlo con la mano libera, colpendo solo aria.

Garland separò la lama dal pomolo, avvolgendo la catena attorno ad un largo masso che sporgeva dal suolo, staccandolo dalla roccia e scagliandolo contro il nemico.

Guerriero riuscì ad afferrarlo al volo, i muscoli del petto completamente scoperti e tirati all'estremo, contratti dall'energia oscura e anneriti dall'aurea del male.

Il volto si era trasfigurato in una maschera di morte, una bocca fatta non per parlare ma per gridare e grugnire.

Garland approfittò della momentanea vulnerabilità dell'avversario per inchiodarlo al suolo con uno scatto -Ho combattuto con troppe creature del tuo genere per permetterti di fermarmi. Sei cent'anni indietro per potermi battere.

La braccia di Guerriero si chiusero con violenza sulle spalle dell'ex-paladino, ma questo piantò gli artigli della propria armatura destra nel petto nemico, proprio sopra il cuore.

-È finita!

Poi tutto divenne azzurro.


Sephiroth si alzò in volo, sconvolto, respingendo con la sua spada l'ennesimo raggio di energia.

Quella creatura era infinitamente possente, se riusciva a resistergli in quel modo.

-Sephiroth muoviti, idiota! Non puoi restare li indietro per sempre!- gli gridò Jecht, portando Cid, Basch e Gabranth sulle spalle, senza manifestare cenni di fatica.

-Non posso, non ancora!- gridò di rimando il SOLDIER, scagliando una lama di luce che spazzò via tre tentacoli che si stavano facendo pericolosamente vicini al combattente.

-Se tu muori muoio anche io, hai capito!?- gli gridò il guardiano in risposta.

-Lungi da me!- replicò Sephiroth, con urgenza nella voce.

Una serie di sigilli di Matheus apparvero tutt'attorno alla creatura, assieme ad uno stormo di frecce magiche di Artemisia.

-Ritirati, ora!- gli gridò Laguna.

Il SOLDIER eseguì l'ordine del suo superiore alla lettera allontanandosi immediatamente, mentre dietro si propagava un'esplosione di proporzioni incredibili.

-Restate vicini!- ordinò Laguna -Tutti quelli che possono ancora combattere in prima fila, i feriti aiutino gli altri feriti, e se a qualcuno avanza ancora uno straccio di Energia, se la conservi per la battaglia!

D'improvviso la terra attorno a loro tremò, mentre un immenso schermo di energia pura li intrappolò in un immensa sfera.

I corpi dei combattenti iniziarono a fluttuare, come in assenza di gravità, e la sfera stessa cominciò a sollevarsi, dirigendosi verso le mani protese della creatura, intenta a rialzarsi.

Alcuni, cercarono di aprirsi la strada all'esterno, ma senza successo.

-Siamo intrappolati!- esclamò Sephiroth, fissando gelido l'impedimento.

-Cosa vuole fare?- chiese Beatrix, cercando di rimettersi in posizione a mezz'aria.

-Annientarvi- fece il mostro, finalmente parlando -Sono stanca dei vostri continui tentativi futili di opporvi a me. Più della metà dei vostri guerrieri sono stati abbattuti, e quelli di voi che ancora possono combattere non avranno la forza di schiacciarmi, mai. Ora vi ho tutti nel palmo della mia mano, finalmente.

-Ci hai radunati qui per farci diventare carne da macello!- gridò Leon, sconvolto.

-Ci siamo finiti dentro come tanti allocchi!- esclamò Fang, spedendo occhiate di fuoco attorno a se.

-Come ho potuto non capirlo?- Matheus si passò una mano sulla fronte tersa, sentendosi svenire.

-F-F-Ferma!- esclamò una piccola, pallida e debole voce, amplificata dalla magia.

-Vivi!- esclamò Gidan -Dove sei!?

-G-G-Gidan! N-non t-t-t-temere stiamo a-arrivando!

-Stiamo?- chiese Firion -Qualcuno non è stato catturato dalla sfera?

-Esatto- replicò un tono glaciale, sostituendosi a quello di Vivi -Da qui in poi ci pensiamo noi. Tu pensa a coprirci le spalle, va bene?

-V-v-va bene!- esclamò il maghetto, con molta enfasi.

Squall fissò la sfera, dritta davanti a lui, riportando il Gunblade sulla spalla.

Alla sua destra Cloud si tolse lo spadone dalla schiena mentre Yuna reinseriva i caricatori.

Sulla sinistra Terra rientrò nella Trance, facendo scrocchiare le nocche, e Kain roteò la lancia.


A\N: Altro capitolo molto lungo e molto confuso. Ho cercato di far fare qualcosa tutti, ma senza eccessivo successo.

DII\N: Ma non ve la prendete a male, i prossimi saranno più lenti, e poi saranno gli ultimi.

A\N: Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 38
*** I Magnifici 6 e il colpo di scena ***


A N: Come promesso, adesso ci saranno dei capitoli più calmi.

DII N: Stiamo raggiungendo la fine, non vi spaventate.


-Vivi, sta indietro. Adesso ce ne occupiamo noi- Squall afferrò saldamente il Gunblade con una mano e lo portò sopra la sua spalla, fissando con astio il mostro che, di nuovo in aria, fluttuava tranquillamente, tenendo la sfera sollevata tra le mani e i vari tentacoli.

-S-si!- esclamò il piccolo mago, facendosi immediatamente indietro con movimenti goffi e grossolani, mentre i guerrieri si fecero attorno al SeeD.

Cloud sollevò la Fusion Sword, menando un paio di fendenti in aria e culminando il tutto con un onda d'urto che spaccò il terreno (per millecentesima volta da quando erano iniziati i combattimenti).

Yuna, al suo fianco, ricaricò le sue pistole con proiettili magici, tra i più svariati, raccolti grazie al combattimento brutale di poco prima, ringraziando mentalmente Seymour per essersi fatto impalare al suo posto.

Terra rientrò in Trance, fluttuando a pochi centimetri da terra, ed evocando un Firaga nella mano destra.

E Kain, salvato per un pelo dall'intervento di Caius, che lo aveva portato lontano dalla battaglia, si aggiunse ai compagni nel più religioso silenzio, facendo ruotare abilmente la sua lancia tra le mani.

-Squall non so te- disse Yuna, lanciando uno sguardo poco convinto al nemico -Ma non credo che riusciremo a fare molto in cinque.

-Sei- la corresse il SeeD, voltandosi verso Vivi, che sobbalzò all'improvviso cambio di opinione.

-Dobbiamo tentare. Il nostro obbiettivo non è fermarla da soli, ma liberare gli altri da morte certa- replicò ancora Squall, facendo passare il suo sguardo indagatore sul campo di battaglia, analizzando la situazione.

-Questa Harmònia non fa che preoccuparmi. Non ci sta neanche considerando in questo momento. Fossi in lei avrei già cercato di eliminarci- osservò Kain, il più prudente del gruppo.

-Forse dimentica cosa stava succedendo fino a qualche istante fa- Terra aumentò l'intensità della fiamma nella sua mano, facendola anche crescere di dimensioni.

-Vivi- chiamò Squall, facendo sobbalzare il piccolo mago di nuovo -Sali sulla schiena di Cloud e restagli attaccato a qualsiasi costo, ci servirà la vostra collaborazione in questo. Yuna- il ragazzo si volse verso di lei -Tu sei con me. Sei l'unica che può curarci in questo momento. Terra, tu e Kain dovrete dare il tutto e per tutto: attaccatela e distraetela in qualsiasi modo e il più a lungo possibile.

-Sarà fatto!- replicò Terra, alzandosi in volo e partendo a tutta velocità verso la dea, evocando due Meteor per sbilanciare il mostro.

-Spero che tu sappia quello che fai- Kain si volse per un istante verso il SeeD, prima di spiccare un balzo all'inseguimento della ragazza.

-Lo spero anch'io- mormorò il moro -Andiamo!

I tre iniziarono a correre verso la dea, sperando che Terra e Kain riuscissero nell'intento di metterla in difficoltà abbastanza a lungo da permettergli di avvicinarsi senza problemi.

La mezza Esper, intanto, era arrivata a destinazione, girando attorno alla sfera per poi calare i due Meteor dall'alto.

Anche se non le era stato possibile usarli nella battaglia precedente, dato l'alto rischio di travolgere gli alleati, stavolta la ragazza non si fece scrupoli e con un grido di battaglia fece scontare le due devastanti magie sul volto della creatura, con un esplosione gigantesca.

Seguì un urlo di dolore e frustrazione, mentre i fumi dell'impatto si diffondevano nell'ambiente.

Terra avvertì immediatamente l'energia concentrarsi e schivò per un pelo il gettò che uscì dalla bocca del mostro, gettandosi in picchiata.

I giganteschi tentacoli si allungarono per stritolarla, usando anche le protuberanze più piccole: tentacoli spuntarono da tentacoli, sempre più piccoli, nel tentativo di colpirla, ma la ragazza era troppo veloce, e anzi si libero degli impedimenti con un Ultima lanciata a bruciapelo, spazzando via tutto nel raggio di dieci metri.

Qualcuno le saltò sulla schiena, cingendole il petto con le braccia e la vita con le gambe, deciso a non lasciare andare.

La ragazza fece subito per scrollarselo di dosso, ma un'esplosione si verifico proprio sopra di lei, lasciandola tuttavia indenne grazie allo scudo di fortuna che si era frapposto.

-Cough...- tossì una voce che lei conosceva piuttosto bene -Stupida bambola...

-Kefka...?- fece lei incredula.

-Si... proprio io...- le sussurrò quello nelle orecchie -Ti sono mancaaaAAAAAHHHHHHH!!!!- d'istinto la ragazza gli mollò una gomitata al fianco, spaventata, spedendolo via.

Il clown andò a rimbalzare prima contro la sfera di energia che intrappolava i compagni e poi si andò a schiantare nella parete.

“Però, ha imparato bene quella ragazzina. E io che credevo che non mi stesse assolutamente a sentire...” -Ehi Terra! Non morire e distruggi tutto, così potremo divertirci ancora!- le gridò Kefka, mentre parte della parete di roccia iniziava a collassare su se stessa, inghiottendolo.

Alla ragazza scorrse un brivido lungo la schiena.

Questa distrazione tuttavia diede tempo alla creatura di riprendersi, e preparare un altro flusso d'energia.

La ragazza non si fece incantare e reagì lanciando un Blizzaga immenso, come aveva fatto precedentemente contro gli altri eroi, ma la creatura lo bloccò con i tentacoli, pensando di averla in pugno.

Invece non si accorse della cometa viola che pioveva dal cielo, venendo investita in pieno dal possente colpo di Kain, il quale riuscì a trafiggerla ad un occhio, facendole di conseguenza deviare il getto di energia verso il soffitto e causando una pioggia di detriti che finalmente scoprì parte del cielo, di nuovo buio per la notte.

Quindi il dragone si allontanò con un balzo, raggiungendo Terra, che poté perciò sparare un Firaga sufficiente a frantumare il blocco di ghiaccio in decine di pezzi, che si conficcarono per bene nella carne della dea, sciogliendosi poco dopo.

-ORA!- gridò Squall, e Vivi, usando Cloud come conduttore, sparò un possente Thundaga, di potenza ancora più spaventosa e effetto devastante di quello precedentemente scagliato dai due combattenti.

Il corpo della dea s'illuminò come una stella, mentre la creatura urlava di sofferenza, minacciando esplodere da un istante all'altro.

Yuna rinchiuse se stessa e Squall in un Aeroga, sollevandosi in aria, puntando dritta il volto del nemico, mentre Cloud si accasciava esausto, riuscendo a malapena a reggersi alla sua spada.

La ragazza, raggiunto l'obbiettivo sciolse l'incantesimo e usò una look-sfera per ritornare Evocatrice e richiamare Bahamuth, rinvigorito.

Squall usò la Junction con Shiva, congelando il volto della dea, mentre Terra si occupava del resto del corpo. Quindi, al comando di Yuna, il re dei draghi sparò un potente Megaflare, distruggendo quel corpo flaccido.

I combattenti riatterrarono, l'uno affianco all'altro, esausti e momentaneamente spossati.

Il cadavere fumante crollò a terra, dissolvendosi in parte, mentre i pezzi di materia annerita crollavano con tonfi sordi al suolo

Poco attimi dopo gli altri combattenti cominciarono a scendere al loro fianco, lanciando esclamazioni di sollievo o di meraviglia, alcuni volendo congratularsi per l'efficiente performance.

Squall esalò un sospiro di sollievo, pochi attimi prima che le mani di Laguna l'afferrassero per le spalle, costringendolo a voltarsi verso l'uomo.

Poi il presidente cominciò scuoterlo con vigore, congratulandosi senza posa, e facendo nascere un sorrisetto maligno sul volto di Seifer, che si stava godendo la faccia sconvolta del rivale.

Vivi venne sollevato in trionfo, dato il suo contributo decisivo all'ultima azione.

Il generale Leo si avvicinò a Terra, mettendole una mano sulla spalla in segno d'apprezzamento, prima che Kefka potesse balzare al collo della ragazza, gridando ai quattro venti quanto fosse orgoglioso di lei.

Dal canto suo Cloud venne immediatamente circondando dai fedeli compagni SOLDIER, che a parte Zack, si limitarono ad un lieve sorriso di compiacimento (e qualche verso di Loveless da parte di Genesis).

Kain sopportò di buon grado il fatto che Cecil gli fosse balzato al collo, piangendo di gioia, e strinse forte le spalle del migliore amico con un sorriso di ringraziamento.

E Yuna... beh Yuna aveva già molti fans, ma dopo quella coraggiosa performance ogni donna del gruppo voleva abbracciarla.

-Uff, che battaglia- disse Jecht, fissando le persone di fronte a lui scambiarsi pacche e incoraggiamenti, festeggiando quella miracolosa vittoria.

-Ne vuoi un sorso?- fece Auron, offrendogli la sua inseparabile borraccia.

-Come ai vecchi tempi- rispose il bruto, afferrando la fiasca e prendendo un lungo sorso.

-Sarà, ma io non sono ancora convinto che sia finita- Kuja si affiancò ai due -L'anima di quella creatura non si è ancora data pace. Potrebbe tornare da noi da un momento all'altro.

-Lo farà- Guerriero atterrò in quel momento in mezzo ai combattenti festosi -Non possiamo sconfiggerla così.

Immediatamente tutti gli puntarono contro le armi, circondandolo da ogni lato.

-Una mossa falsa e non avrai un domani a cui aggrapparti insetto- lo minacciò Matheus, prima di sentire la pesante mano di Garland sulla spalla -Lasciate perdere. È inoffensivo.

-E tu che ne sai?- replicò Beatrix lì affianco.

-Hanno combattuto finora. Non c'è ragione di non credergli- intervenne Braska.

-Non trovo che tanto Garland quanto questo traditore siano degni di parola- intervenne Cid Raines, lanciando uno sguardo di traverso all'evocatore.

-Ma lui non ci sta attaccando. Non ha mai esitato fin ora- Cecil titubante abbassò la sua arma.

Squall tenne il suo cipiglio duro su Guerriero, ma non disse niente.

-Litigare tra noi in questo momento è inutile. Guerriero afferma che la creatura ci attaccherà di nuovo a breve, e posso assicurarvi che è vero- Kuja intervenne, cercando di far ragionare i compagni.

-Fa silenzio, razza di scimmia-lo freddò Caius.

-Come osi?- il tono nella voce del Jenoma era visibilmente cambiato.

-Quello che stai insultando è mio fratello, razza di pennuto tribale!- gridò Gidan.

-Se hai qualcosa da ridire fallo, nano- Caius si volse verso il fratello più giovane.

-Ehi, ragazzi. Non siamo qui per litigare tra noi!- Zack cercò di farsi largo nella folla.

-Esatto. Se è vero che la dea Harmònia non è ancora sconfitta, allora incombe su di noi un pericolo troppo grande per poterci...- Golbez cercò di sedare gli animi ma venne interrotto.

-RIPETI QUELLO CHE HAI DETTO VIOLETTA!- Gidan iniziò a farsi largo a gomitate per raggiungere Caius, rima che Vaan riuscisse ad afferrarlo per la goda, dando una gomitata involontaria alla schiena di Cloud.

-Lurido sacco di pulci!- il combattente del tempo fece per farsi incontro al ragazzo ma Noel si frappose, spingendolo indietro.

-Brutto troglodita...!- Kuja stava per scagliare un Flare contro il nemico ma Jecht lo tirò a terra per un piede, impedendoglielo.

-Finitela!- gridò Lightning, con un tono “calmo”.

-Fatti i fatti tuoi!- le risposero entrambi i litiganti.

-Non è il momento...!- Zack cercò di fermare tutti.

-CAOOOOSSSSS!!!!!- Kefka iniziò a saltare di qua e di là, causando scompiglio

-Ascoltate...!- Braska tentò di nuovo di fermare tutti, ma ormai il vociare e la confusione si facevano sempre più pressanti, portando altro caos.

-VENITE QUI CHE VI CANCELLO DALLA...!- Light avanzò minacciosa verso i due, mentre Serah si prodigava a trattenerla per un braccio.

-SILENZIO UNA BUONA VOLTA!- esclamò Laguna, congelando tutti sul posto con la sua irruenza, prima di tornare alla sua conversazione al telefono -Scusa dicevi?... Sei sicura? … No perché... No assolutamente no... Ascolta non c'è molto tempo... Si devi... Oh senti... Grazie!- staccò l'oggetto dalle proprie orecchie con un sospiro rassegnato, chinando il capo.

-Chi era?- chiese Matheus, suonando sarcastico.

-Una donna con dei modi molto decisi- rispose l'uomo.

-Tua moglie?- fece Gidan, con un mezzo sorriso, mentre Zack e pochi altri si lasciavano sfuggire una risatina.

-No, proprio no- Laguna si volse verso la volta squarciata, sembrando insicuro.

-E cosa ti avrebbe detto?- chiese Ex-Death, abbrustolito e spazientito.

Laguna abbassò la testa per rispondere, proprio mentre la dea si apprestava a parlare -Voi... dannati... miseri... fastidiosi... insetti... Cosa volete ottenere... affrontando me... la dea... che regna... sull'ordine... delle cose?

Il torace del mostro si risollevò, tramutandosi in una forma più piccola ma ugualmente gigantesca della creatura che avevano appena ridotto in cenere.

Era ancora grossa il doppio di un Behemoth, e il fatto che si fosse rimessa a lucido significava che stava già recuperando le forze, nonostante sembrasse sul punto di crollare di nuovo a terra.

Il presidente piegò le labbra in una smorfia, prima di cadere a terra coprendosi la testa con le braccia -GIÙ LA TESTA!

Immediatamente dopo una serie di detonazioni risuonarono nell'aria, mentre il soffitto e la parete di roccia dietro alla dea si ridusse definitivamente ad un cumulo di macerie rivelando un immensa fortezza volante stagliarsi nel cielo.

La Bahamut, ristrutturata e perfettamente funzionante, aprì un fuoco di sbarramento contro la schiena della creatura, senza sosta, venendo affiancata molto presto da una flotta di aeronavi più piccole ma altrettanto ben armate, scatenando l'inferno.

-Che vi dicevo!? Metti otto Cid nella stessa stanza e faranno miracoli!- gridò Laguna, prima che Sephiroth potesse infilarselo saldamente sotto braccio e allontanarsi, imitato da tutti.

-Di chi è stata questa trovata!?- esclamò Matheus, coprendosi il volto con un mano.

-Certe domande dovresti smettere di chiedertele!- rispose Guardiano, sbucando dall'interno della creatura e raggiungendoli rapidamente.

-Non ci posso credere- mormorò l'Imperatore, mettendosi al riparo


-Avete capito dannati babbei!? MIRATE! Smettetela di fare gli scansafatiche, non voglio vedere uno solo di voi intento a bighellonare!

-Si signora!- risposero gli uomini, correndo da una parte all'altra del ponte instancabili.

-Di più! Questo non è lavorare, dovete metterci il cuore!

-Si signora!

-Forza topi di sentina, questa battaglia non si vince parlando!
-Si signora!

-ALLORA!? BRANCO DI *boing* METTETECI UN PO DI *boing* MALEDETTI *boing*, MI AVETE SENTITO!?

-SI SIGNORA!

-NON SENTO UN *boing*!

-SI SIGNORA!

-NON VI...! Ughfh- Balthiar intervenne, stanco di tutti quegli sproloqui inutili, tappandole la bocca -Sua maestà, credo che lei non abbia ben chiaro come gestire queste situazioni, o mi sbaglio?

Ashe cercò ripetutamente di gonfiarlo di botte, ma si trovò impossibilitata considerato che quello era Balthiar, e non era tipo da farsi fregare da una donna in quel modo.

Alla fine la regina desisté dal suo intento, riassumendo contegno, mentre l'aviopirata tornava ad unirsi ai mitraglierai, prendendo il controllo

La donna scosse il capo, e tornò sul ponte di comando.

-Allora, li abbiamo trovati?- la travolse il coro di voci femminili, appena mise piede nella stanza.

-Non ancora- fece lei, con uno sbuffo, stanca di quel branco di “ochette” che si era ritrovata tra i piedi.

Garneth, Lenna, Rinoa, Rosa, Refia e Maria la fissavano con occhi supplicanti, mentre Faris, Quistis e Hilda erano intente a condurre la battaglia.

-Finché non riusciremo a liberarci di quella cosa non saremo in grado di stabilire un contatto- continuò la regina, sovrastando il coro di “Oooohhhh” delusi che si era alzato in seguito alla sua dichiarazione.


A N: E con questo c'è la chiusura sessista.

DII N: È un immenso idiota ma almeno è onesto.

A N: È arrivata la cavalleria. Ora ci siamo quasi.

DII N: Non mancate di seguire questa storia fino alla fine.

A N: Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 39
*** Un campo di battaglia mette in difficoltà anche i migliori ***


A N: Andiamo avanti, oramai l'epopea Dissidiana dei nostri eroi sta giungendo alla fine.

DII N: Nessuna pausa, nessuna resa.


-Che diavolo succede!- gridò Squall, cercando di convincere Laguna a vuotare il sacco, continuando a strattonarlo per il bavero della camicia.

-Niente, rinforzi- replicò Guardiano, che invece di mettersi a riparo era rimasto in bella vista con il mantello svolazzante e le onde d'urto delle esplosioni che gli rimbalzavano addosso come niente fosse.

-ANCORA!?- esclamò Firion, al limite delle sue possibilità di trovare un senso logico alla cosa -COME!? QUANDO!? PERCHÉ!?

-Vuoi davvero che io ti risponda?- fece Guardiano.

-Voglio solo capire come hai architettato tutto questo!- Light fece eco al suo... “ragazzo”.

-Ogni cosa a suo tempo. Ora dovremo trovare un modo per sconfiggere definitivamente questa creatura.

-Scusa, genio, perché non lo fai tu!? Fai tutto da solo già di per se!- replicò Tidus, l'unico abbastanza scemo da dire una cosa del genere con intenzione.

-Mi chiamo Cosmos per caso? Ho un vestitino bianco candido e dei capelli biondi acconciati in modo da risultare, come per altro quelli di Cloud, INVISI ALLA GRAVITÀ?- rispose Guardiano, inclinandosi all'indietro in modo sufficiente a far venire il mal di testa a quelli che lo stavano guardando -Domande intelligenti, please.

-Cosa c'entra Cosmos?!- intervenne Matheus.

-Guerriero è riuscito a risvegliare il cristallo di Cosmos che ancora risiede nel suo cuore!- gridò Garland -È stato grazie a questo che è riuscito a liberarsi dal controllo del mostro!

-Guerriero, come hai fatto a risvegliare il cristallo!?- gridò Onion, battendo Luneth di un secondo.

-...- il suddetto paladino rimase a fissare con occhi vacui l'amico mentre le cannoniere continuavano a fare da orchestra di sottofondo.

-Qualcuno mi stacchi tutte le unghie delle dita, voglio soffrire- fece Squall, depresso oltre ogni limite.

-Ti prego non diventarmi emo, ci sono già io- gli rispose Cloud, affettandosi la schiena sotto lo sguardo languido di Sephiroth.

Guardiano si diede un sonoro ceffone in fronte, talmente forte che l'onda d'urto derivata spazzò via la nube di polvere dal campo di battaglia “Lo so che lassù mi odiate, ma sapete benissimo che prima o poi vi massacrerò a sangue anche per questo, no, oh dei?”.

-Ho dovuto sfondargli il petto a forza per fargli alzare le difese!- gridò Garland, prima di sputare sangue a seguito di un ulteriore colpo di tosse.

-Non è un metodo attuabile al momento e NO non ci provate!- intervenne Guardiano prima che Kefka e Sephiroth potessero tentare qualche terapia d'urto sui loro beniamini (i quali scoccarono un occhiata ai loro aguzzini che prometteva il ribaltamento delle parti se solo ci avessero provato).

-Con questo rumore non si capisce niente! QUISTIS!- gridò Squall, ripresosi dalla crisi depressiva con l'ennesimo colpo di nervi.

Le cannonate cessarono, e calò il silenzio improvviso.

-Fzzzzz Signore?- la voce di Quistis arrivò come da un altoparlante.

-Vieni qui subito!- fece l'uomo, indicando per terra di fronte a lui.

-Squall! Un minimo di rispetto per il gentil sesso...- stava iniziando Gidan quando una scrivania perfettamente ordinata e completa di blocchi di fogli, portatile (o come lo chiamano loro), contenitore delle penne e lampada, seguita da Quistis, in perfetto ordine e già seduta comodamente, atterrò con violenza di fronte al SeeD.

-Si signore?

“NON CI CREDO!” strillò il cervello dei combattenti di fronte a quella scena impossibile.

-Mi servono due pastiglie contro il mal di testa, tre aspirine, quattro calmanti e una buona dose di scotch, sono ad un passo dall'esaurirmi!- fece Squall, poggiando con violenza le mani sulla scrivania, sudando copiosamente.

-Ecco a lei signore- fece la segretaria, tirando fuori quanto richiesto in pochi secondi.

Laguna, che a parte Guardiano era l'unico a non sembrare eccessivamente impressionato dalla scena, si avvicinò alla scrivania grattandosi il capo.

-Squall, da quando bevi?- chiese, perplesso.

-Non sono affari tuoi- replicò il ragazzo, ingoiando le pastiglie e apprestandosi a passare allo scotch -Non sei mia madre.

-Ah ah, scusa. Potrei averne un po?- chiese il presidente, ricevendo un'altra fiaschetta dall'apposito cassetto.

-Quasi tutti i nuovi professori (leggasi Zell, Irvine e Selphie) del Garden hanno emicranie e crisi di nervi almeno una volta al giorno- spiegò Quistis, prima che un lo stridulo verso di un chocobo (come nel menù di Dissidia) l'avvertisse che era arrivata una mail -Oh, signore i suoi test del DNA sono arrivati finalmente.

-Che storia è questa? Non li ho mai richiesti- Squall interruppe la bevuta, confuso.

-Sua moglie l'ha fatto...

-Moglie?

-Mi scusi, fidanzata. Miss Heartilly ha cominciato a ripetere che lei l'avrebbe sposata il giorno stesso, dal vostro anniversario.

Il SeeD si passò una mano in faccia, prima di prendere un altro sorso.

-Scusatemi, ma c'è una dea assassina che aspetta solo...- Matheus, ancora offeso dal fatto che le trame di Guardiano fossero di gran lunga più intricate di quanto lui avesse potuto sospettare, aveva riattaccato il cervello ma purtroppo per lui Guardiano gli tappò la bocca -Shhh, questo è decisamente qualcosa da sentire.

-Ma i test del DNA a proposito di che cosa?- chiese Sephiroth, avvicinandosi al presidente perché... evidentemente era diventato una specie di guardia del corpo per lui.

-Paternità.

-E la maternità?- fece Laguna, pensando di essere divertente.

-Ancora in fase di arrivo. Dunque, qui dice che... lei è figlio del signor Loire.

Due spruzzi di alcol centrarono la ragazza in faccia con la violenza di un tornado, mentre tutt'attorno i capelli dei combattenti (chi ne aveva) schizzarono in aria.

-Ripeti un attimo?- fece Squall, dopo aver tossito fino a diventare bianco.

-Congratulazioni, ha appena ritrovato suo padre- rispose Quistis, stringendogli la mano -Mi viene da piangere sniff ma non lo sto facendo sniff...- la ragazza dovette tirare fuori un fazzoletto per soffiarsi il naso, mentre le lacrime venivano giù a fiotti.

-Nooohhh, erano la mia coppia preferita dopo Gidan e Kuja. Perché non ne trovo un paio che vadano bene?- fece Paine, facendo venire un infarto a Yuna e Braska lì vicino.

-L'avessi scoperto prima, avrei preso provvedimenti- fece Matheus, mentre affianco a lui Guardiano sorrideva di puro gusto, nascosto dal cappuccio.

-Andiamo Paine. C'è sempre Kain x Cecil, dopo tutto- rispose Rikku, accarezzando la compagna sulla testa

-Ohh...- il re fece in un tono quasi... diciamo ambiguo e basta.

-PREGO!?- Kain s'allungò fino a sovrastare la bionda in tutta la sua Batmaniana ehm Draconiana possanza.

-Oh, ma perché non Guerriero x Firion x Cecil?- intervenne Vanille -Non sono esattamente interessata agli uomini ma trovo che sia un ottima accoppiata no?

Metà delle persone lì attorno ebbe l'ennesimo attacco di cuore.

-Ma allora i SOLDIER? Cloud x Zack x Angeal x Genesis x Sephiroth x Vincent mette tutti d'accordo no?- rifletté Quistis, trafficando con il portatile.

-CHI È LO PSICOPATICO CHE FA QUESTE COSE!?- Genesis era appena impazzito.

-Credo che definirle pazzoidi sarebbe più corretto. Oh che carini, Sephiorth e Kuja- Quistis si stava facendo prendere la mano, una dal mouse e l'altra da... avete capito insomma no?

-Che diavolo esce da questa macchina infernale?- Guerriero le si fece dietro, fissando lo schermo nel vano tentativo di capirci qualcosa.

-Fangirls, sapevo di averne!- esclamò Zack, per nulla toccato da quel discorso allucinante.

-Cecil copriti le orecchie, sono qui- fece Golbez, abbracciando il fratello.

-YAHAHAHAHAHAH, date a Kefka quel che è di Kefka!- esclamò il clown, facendosi pericolosamente vicino al portatile (che Quistis aveva mollato perché le servivano entrambe le mani).

-Toccalo e scoprirai il vero dolore- Sephiroth ebbe la brillante idea di acchiapparlo per il collo e puntargli la lama alla gola, appena in tempo.

-UUUHHHH, l'amorino preferito per Lightning non è Firion, bensì Squall! Chi avrebbe mai pensato che le fangirls preferissero le coppie Tsundere- riuscì comunque a dire il clown.

-SCUSA!?- gli occhi di Squall esplosero come due bocce piene di sangue.

-SQUALL! PERCHÉ!? ABBIAMO LA STESSA ETÀ MA TU SEI SEMPRE MIGLIORE DI ME!- gridò Firion, cercando inutilmente di colpire il compagno.

-C'è qualcosa di piacevole qui...?- fece Gidan, issandosi a fatica sulla scrivania per raggiungere i controlli, pallido e scarnito dalle eccessive rivelazioni Yaoi del momento.

-Oh, Lightning x Fang e Serah x Vanille.

Alle sorelle Farron venne un colpo apoplettico, mentre le due Oerba si diedero un cinque pieno -Evvai!

-ALLORA LA SPERANZA C'È ANCORA!- gridò Gidan, tra le lacrime di gioia.

-Oh mamma. Light! Che hai un harem qui in giro?- chiese Cid, dopo aver notato diverse volte i nomi di Kain e Guerriero (oltre a quelli di Firion e Squall) accostati a quello della ragazza -Che diavolo mi combini?

-Oh. Perfino Laguna!- aggiunse Bartz, con gli occhi che brillavano.

-Terra!- gridò Cloud, fiondandosi su di lei e stritolandola nelle sue possenti braccia, dopo aver notato che la ragazza era finita accoppiata anche con Kefka.

“Le cose sono due: o mi spoglio di colpo facendo svenire le ragazze per poi trasmutarmi in donna e mettere fuori combattimento i signori, o uso il Fantasma Diabolico e li lascio ai loro incubi” pensò Guardiano, rimasto immobile per l'intera vicenda ma senza poter evitare un conflitto interiore tra lo sbellicarsi senza posa o se massacrare tutti di botte.

-Qualcuno ha visto dove è andato a finire Genesis?- chiese Angeal, che cominciava a preoccuparsi -È con Artemisia a leccarsi le ferite- rispose Sephiroth, intento a risvegliare il caro Laguna, che per una serie di sfortunati (si, certo) incidenti, era a terra: quando aveva sputato tutto lo scotch per lo shock era scivolato su un sasso smosso, finendo per dare un calcio ai gioielli di Snow e spedire una piccola roccia in testa a Tidus che di conseguenza aveva calciato gli stinchi di Vaan che aveva fatto esplodere un colpo di fucile ad un passo dall'orecchio di Noel che aveva finito per pestare un piede e Noctis il quale era zompato sugli altri tre iniziando una rissa degna di quel nome.

-E Caius, allora?- azzardò Serah, torcendo la testa di Vanille così da piantarle le labbra su quelle di Fang e contemporaneamente allontanarle dalle proprie.

-Credo li abbia seguiti- rispose Gabranth -Ma poi, fratello, la tua ragazza?

-Ash... ecco non so se...

Con un boato fragoroso Ashe atterrò di fronte ai due, causando un infarto a quelli che avevano ancora il cuore a posto e non stavano agonizzando sul pavimento, per poi sollevarsi puntando la spada alla gola di Basch.

Tuttavia la donna ebbe un fremito d'indecisione, e portò l'arma a posarsi sul collo di Gabranth, poi di nuovo su Basch, poi Gabranth, Basch, Gabranth, Basch -Oh e che fottutissimo cavolo bollito arrosto!

Con un gesto di rabbia la ragazza scagliò scudo e spada lontano (e per lontano intente in testa a Noel, Noctis e co) e balzò al collo di entrambi -Due è sempre meglio di uno.

-Non quanto arriveresti a pensare- la lanci un avvertimento Guardiano, tra i colpetti di tosse -Qualcuno stacca Quistis e Tifa da quello schermo, per favore? Inzaccherano tutto il pavimento così!

Si pentì immediatamente di averlo detto perché gli occhi famelici di Gidan risplendettero a piena potenza.

-Guerriero, amministra- disse l'uomo in nero, per evitare il disastro.

-Perché io?

-Perché Firion, Lightning e Squall hanno avuto un infarto e Cecil è tenuto in ostaggio da suo fratello?

-Non lo sto tenendo in ostaggio. Lo sto proteggendo da voi folli.

-Fa lo stesso. Allora campione fa il tuo lavoro!

-Ma di che parli?

-Cristalli, per tutte le rose selvagge delle praterie. Trova un modo per risvegliare i cristalli altrimenti questa faccenda non finirà più.

-E come dovrei farlo? Finora hai sempre fatto tutto tu?

-Giuro che quando sarà finita mi prodigherò a farvi molto male- Guardiano emise una via di mezzo tra un ringhio e un sospiro rassegnato.

Fortunatamente Squall si riebbe dallo shock e con un calcio ben assestato spedì Gidan in aria, facendolo atterrare in testa a Lightning, che si riprese a sua volta.

-Adesso basta maledizione!- con un gesto deciso il SeeD chiuse lo schermo del marchingegno, risvegliando Quistis e Tifa dalla trance in cui erano cadute (e facendole squittire di vergogna talmente tanto che mi sento orribilmente in colpa nei loro confronti), risollevò suo padre in piedi, affidandolo alle cure di Sephiroth, e sottrasse l'amata trombetta a Shantotto, suonandola a pieni polmoni.

-Adunata guerrieri, è il momento di combattere!- esclamò Firion, richiamato alla vita dal suo suono assordante

-Sentito rifiuti umani!? Muovete le chiappe!- ordinò Ashe, scollandosi dai due gemelli.

-Non abbiamo tutto il giorno: una dea assassina sta per distruggerci! Dobbiamo fermarla per primi!- gli fece eco Lightning.

Come a confermare le loro parole, il mostro riapparve con un ruggito: era tornata a dimensioni comuni, simile a quelle dei cloni che aveva generato precedentemente, ma più mostruosa, con corna, coda, ali e artigli neri.

-Per il momento consiglierei a Guerriero di trattenerlo, è l'unico di voi con abbastanza potenziale da avere una chance di fermare quella cosa- disse Guardiano, senza muovere un dito.

Guerriero gli scoccò uno sguardo contrariato, prima di essere avvolto da un aurea azzurra e partire all'attacco contro il mostro.


A N: Capitolo scritto in un momento di sconforto e sfogo a cui non ho saputo rinunciare.

DII N: E se volete sapere come mai io ero a conoscenza del fatto che Guerriero avesse risvegliato il cristallo...

A N: Abbiate pazienza. Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 40
*** La stoccata finale ***


A N: Dopo la crisi di ieri gli eroi tornano all'attacco, e stavolta vogliono chiudere i conti.

DII N: Buona fortuna, e che le spade siano affilate, ragazzini. Io vi tengo d'occhio.


Guerriero si concentrò sulla creatura di fronte a lui, deciso a compiere il suo dovere.

La luce azzurra del cristallo l'avvolgeva, come un aura, e la sua armatura risplendeva riparata.

Il mostro l'assalì, balzandogli incontro ad artigli protesi, e Guerriero scartò a sinistra, evitando il primo attacco.

Si volse in aria, scagliando lo scudo contro la schiena dell'avversario, riuscendo quasi a raggiungerlo, ma quello scartò di lato bruscamente, volgendosi nuovamente verso Guerriero e caricandolo ancora più velocemente di prima.

Il paladino ebbe a malapena modo di difendersi con la spada, prima di essere scagliato indietro.

Fece una capriola, evitando un secondo assalto degli artigli del nemico, e quindi richiamò lo scudo, con cui riuscì a difendersi dall'attacco successivo.

Quindi passò all'offensiva, prima con un affondo al ventre della creatura, facendola balzare indietro, e poi un fendente obliquo dal basso verso l'alto.

Ancora una volta il nemico sfuggì, dimostrando dei riflessi spaventosamente rapidi, e continuò ad indietreggiare spaventato di fronte agli assalti del paladino.

Quindi, d'improvviso, afferrò la sua spada con una mano, bloccandola nella sua ferma presa, e poi scagliò il nemico di lato.

Guerriero atterrò pesantemente, venendo scosso dal dolore: quel demone possedeva una forza spaventosa.

Mentre si rialzava la creatura gli balzò addosso, schiacciandolo a terra con le gambe, per poi afferrarlo saldamente tra gli artigli e alzarsi in volo.

Il paladino cercò di dimenarsi, ma quella presa era inviolabile.

Il mostro lo scagliò di nuovo verso terra, ma Guerriero riuscì ad atterrare in equilibrio sulle proprie gambe, per poi voltarsi fulmineamente e scagliare nuovamente il suo scudo.

Il mostro l'afferrò tra i denti, lasciandolo sbigottito e immobile al suo posto “Questo mostro...”.

La creatura piegò l'arma tra le sue fauci e la fece a pezzi con gli artiglia, prima di gridare con forza: un grido d'arpia, malvagio e stridulo.

Calò in picchiata, volendo attaccare di nuovo, ma quando fu a pochi metri da Guerriero questi rispose scagliando un fendente di luce con la propria spada.

La creatura cadde a terra, rotolando per un breve tratto, lanciando grida stridule di dolore, al che Guerriero partì nuovamente all'attacco, trafiggendola nella schiena.

Il mostro reagì, voltandosi e ferendolo con gli artigli, lasciando dei marchi sanguinanti sulla sua pelle, per poi afferrarlo saldamente per le spalle e sbatterlo contro una roccia sporgente, triturandola e lasciandolo boccheggiare.

La spada di Guerriero era rimasta piantata nella carne del nemico, e da solo non era in grado si raggiungerla.

La lama a catena di Garland sbucò dal nulla, trafiggendo il nemico al fianco.

Questi si spostò immediatamente, gridando e allontanandosi dal raggio dell'arma.

Con un poderoso balzo l'ex-paladino lo incalzò, mettendo una buona distanza tra il nemico e Guerriero.

-Garland, che fai?- esclamò questi, rimettendosi in piedi nonostante le ferite.

-Noi guerrieri di Chaos possiamo usare i cristalli che l'Imperatore ha creato sul modello di Jecht. Non so quanto possano essere utili ma in questo momento tanto vale tentare...- nonostante il mostro si tenesse sulla difensiva, Garland era ferito, e non poteva reggere a lungo il confronto.

La creatura fiutò questa sua debolezza e contrattaccò rabbiosamente, scagliando l'avversario a terra e interrompendolo.

-Garland!- gridò Guerriero, scattando in avanti per aiutarlo, ma la creatura sarebbe sicuramente arrivata prima.

Fortunatamente un incantesimo dell'Imperatore si frappose sul suo cammino, facendola indietreggiare con un'esplosione.

-Stai indietro, vile creatura.

-Matheus, un portale!- gridò Firion incoccando una freccia e puntando.

Immediatamente prima di scoccare, un incantesimo dell'Imperatore si aprì di fronte alla punta dell'arma, così che, quando essa ci passò attraverso, riapparve affianco alla testa del mostro, ferendolo di striscio, per poi scomparire in un altro incantesimo e riapparire contro la mano, e quindi da sopra la testa, e poi di nuovo lateralmente, ma a quel punto il mostro l'afferrò saldamente nei denti, spezzandola.

Guerriero intanto aveva raggiunto l'avversario, e dopo essergli abilmente balzato sulla schiena, estrasse la propria spada dal corpo del nemico e gli inflisse vari furiosi fendenti, gettandolo al suolo.

-Matheus!- gridò di nuovo Firion, mentre una luce rosea (come il suo cristallo) l'avvolgeva, concentrandosi nella punta della sua freccia.

Grazie nuovamente all'incantesimo dell'Imperatore il dardo centrò in pieno il nemico conficcandoglisi nella schiena.

Con un ruggito di sofferenza questi scattò in piedi, iniziando a dimenarsi per il dolore, e riuscendo anche a scagliare da parte Guerriero.

Poi Nube Oscura lo colpì alla schiena con un attacco di energia, facendolo indietreggiare di diversi passi.

Non appena il flusso brillante venne interrotto, gli shuriken di Luneth lo raggiunsero al corpo, per poi essere seguiti da un Meteor dagli effetti devastanti grazie al potenziamento ottenuto dal ragazzo, avvolto anche lui da una luce verde acqua.

Il mostro si risollevò dalla polvere, lanciando un ruggito ancora più terrificante, che crebbe d'intensità quando la lancia di Kain gli perforò l'addome.

Il Dragone venne afferrato e scagliato lontano con rabbia, ma Cecil intervenne sostituendosi all'amico, avvolto da una luce violacea (come il suo cristallo).

Colpì il nemico un paio di volte, prima di scivolare sotto al sua guardia e raggiungerlo alle spalle.

Golbez intervenne prontamente, bloccando la creatura con la propria magia, e Cecil poté estrarre la lancia dell'amico e piantarla contemporaneamente alla propria nella schiena del nemico.

Quindi un portale abbastanza grande da far passare una persona si aprì di fronte al mostro, libero dalla magia dello stregone, e Bartz gli arrivò addosso, avvolto da una luce tra il viola e il blu, trafiggendolo prima con la spada di Guerriero, poi con quella di Firion, poi quella di Luneth, poi Cecil, Terra, Cloud, Squall, Gidan, Tidus, e infine la Spada del Coraggio.

Subito dopo il mimo fu il turno di Gilgamesh, che travolse il nemico con sei lame leggendario, per poi dare campo libero ad Ex-Death che scagliò un potente incantesimo, gettando il mostro in aria.

Quindi, mentre la creatura era sospesa, Kefka scagliò un possente Firaga dal basso, a cui rispose Terra con un Firaga ancora più devastante dall'alto, avvolta in una luce rosso fiammante.

Quindi Tifa, con i tirapugni carichi, travolse l'avversario con una combo spaventosamente efficiente, a cui seguì un guizzo della lama di Sephiroth: il nemico venne avvolto da una micidiale serie di fendenti luminosi.

Poi fu il turno di Cloud, avvolto da una luce verdognola, che colpì con un violento Omnislash, lasciando il mostro confuso.

Laguna aprì il fuoco con uno dei suoi cannoni più potenti, e Artemisia fermò il tempo, circondando il nemico con una serie di letali frecce magiche, le quali nascosero l'assalto del Lionheart di Squall, avvolto da una luce grigia.

Kuja scagliò un possente Flare, spedendo il nemico in aria, dove Gidan lo raggiunse colpendo senza pietà con le proprie daghe -FLY AWAY!

Jecht e Tidus, avvolto da una luce blu brillante, corsero in avanti, spingendosi al massimo.

-Yuna!- gridò il padre, scagliando il pallone verso la ragazza che lo intercettò deviandolo il più in alto possibile.

-Ora vai ragazzo, rendimi fiero!- gridò Jecht, scagliando il figlio in aria.

Tidus roteò su se stesso, finché non poté afferrare la palla.

Quindi cambiò direzione e puntò a tutta forza verso il mostro, continuando a girare vorticosamente.

-Tidus Special Shot Number 3!- gridò, facendo uso della sua forza rotante per lanciare con forza la palla nel ventre del nemico.

Allora intervenne Shantotto, travolgendo la creatura quasi immobile con una serie di possenti incantesimi, e per finire Prische lo scagliò lontano con un possente pugno.

Vaan l'aspettava dall'altro lato, centrandolo in pieno con un colpo di magicite, lasciando quindi a Lightning l'onere di piovere dal cielo e trafiggerlo con il proprio gunblade.

La creatura era ridotta ad un lago di sangue, quasi immobile.

Con un ultimo gesto di sfida scattò in piedi, scagliando lontano la ragazza, la quale tuttavia riuscì ad atterrare in perfetto equilibrio, ritrovandosi spalleggiata dagli altri Guerrieri.

Guardiano, che era rimasto fino a quel momento immobile, allungò la mano, e il mostro in risposta si sollevò in aria, come una bambola, andando ad infilzarsi sul braccio del guerriero.

-Colpite adesso! Tutti assieme!- ordinò.

-Poteri di Luce e Ombra, venite a me!- gridò Guerriero, sollevando la spada in aria.

Immediatamente le sagome colorate dei suoi compagni vennero come risucchiate sulla lama, formando un vortice di energia arcobaleno, dalla potenza devastante.

-Datemi la forza di bandire questa creatura dal nostro mondo per sempre!- finì di dire, puntando l'arma e scatenando il possente attacco.

Il nemico venne colpito in pieno, iniziando a scuotersi in preda agli spasmi e al dolore, finché non esplose.

L'energia dei guerrieri si dissolse, e un forte vento li travolse, spingendoli indietro, mentre due energie si sollevavano dal corpo del mostro.

Una bianca, rappresentante il potere e o spirito di Cosmos, mentre l'altra rossa, rappresentante dello spirito e della forza di Chaos.

Quasi subito le due forze si sollevarono a spirale, sempre più in alto e sempre più velocemente.

-Che sta succedendo!?- gridò Firion, mentre lottava per non essere catturato dal vortice.

-Tenete duro, ancora pochi secondi!- rispose Guardiano, concentrato e con gli occhi chiusi.

I primi pezzi di pietra cominciarono a sgretolarsi, e gli stessi guerrieri si trovarono in difficoltà, colti alla sprovvista.

-Ecco! A tra poco!- esclamò d'improvviso Guardiano, aprendo gli occhi e gettandosi nel vortice a sua volta.

Si formò una sfera di luce nel punto in cui si era immerso, e poi i due poteri scattarono verso l'alto, esplodendo in cielo.

Al posto del mostro ora c'era solo la regina, sanguinante e col petto squarciato.

Mentre la sua figura crollava a terra Guerriero si gettò a sorreggerla, riuscendo ad adagiarla al suolo con delicatezza.

-Ehi. Ehi, resta con me. Non andartene. Non ora- le disse, sollevandole una mano e portandola sulla sua guancia.

-Cid...- replicò lei, al limite delle forze -Cid... mi dispiace tanto. Avrei voluto... avrei voluto che finisse diversamente...- chiuse gli occhi in uno spasmo di dolore

-Può ancora farlo. Insieme. Ti cureremo, possiamo farcela- fece lui, alzando gli occhi verso i compagni.

-Shhh...- fece lei, per zittirlo, posandogli una mano sulle labbra -Non... farlo, Cid... alcune cose non possono cambiare...

-Ma io ti amo!- fece lui, portandole la mano sul cuore.

-Lo so... e per questo... ti sono grata...- e con queste parole sulla labbra il suo spirito si dissolse nel nulla, lasciando un grande vuoto nel cuore del paladino, che rimase a piangere silenziosamente sul suo corpo.


Così come era iniziata la battaglia era finita.

Guardiano era assente da parecchi minuti, e Guerriero non aveva ancora aperto bocca, a seguito di quanto era successo, ma restava seduto affianco al cadavere ancora caldo.

Il resto dei guerrieri era rimasto in silenzio, alcuni per la confusione, altri per la sorpresa, o per stanchezza, o perché avevano la Masamune infilata in gola, che al minimo tentativo di dire una parola l'avrebbe squarciata senza pietà (leggasi Kefka).

Poi le aeronavi avevano iniziato a discendere, richiamandoli con il rombo dei motori.

Shantotto aveva commentato qualcosa sulla puntualità, e quando Prishe aveva tentato di protestare si era beccata Jecht in testa, andando a ciucciarsi il dito in un angolo.

Per pura casualità le prime persone a trovare la strada nella caverna scoperchiata furono proprio il principe Trion degli Elvaan e la sua fedele guardia del corpo (amica e, nei sogni di entrambi, amante) Lady Curilla.

Dopo aver rispettosamente fatto omaggio a tutti i guerrieri, esclusi i casi rari come l'Imperatore e Kefka, il principe si diresse verso la minuscola maga, inchinandosi fino a toccare terra con la testa (forse per evitare la solita badilata in testa che Shantotto mollava a tutti quelli che anche da inchinati erano più alti di lei), senza essere imitato dalla compagna, che era intenta a scambiare sguardi elettrici con Beatrix, entrambe usando l'unico occhio buono che le restava.

Poi erano giunti vari guerrieri, specialmente quelli appartenenti ai ribelli della Luna Rossa.

Nonostante Guardiano fosse assente, quegli uomini erano riusciti ad organizzarsi ordinatamente e in perfetta sincronia, portando rifornimenti e supporto ai guerrieri che ne necessitavano.

-Stento ancora a comprendere tutto questo...- mormorò Squall, prendendo un altra borraccia di liquore dalla scrivania e appoggiandosi con il bacino ad essa.

-Anch'io- gli fece eco Firion, abbandonato contro una roccia lì affianco, un ginocchio rialzato e le mani intente a giocherellare con l'arco -Fin tanto che c'era Guardiano a spronarci era difficile dubitare di quello che stavamo facendo. Era come se avesse una capacità particolare per convincerti di quello che facevamo.

-Beh, è grazie a lui se abbiamo salvato i nostri mondi dalla dea- rispose il SeeD, prima di bere un lungo sorso “E stento ancora a credere che sapesse tutto quello che stava accadendo. Non è rimasto sorpreso neanche una volta dalla piega degli eventi”.

-Squall?- lo richiamò Firion, facendolo voltare verso di lui -Sembra quasi che tu voglia dire qualcosa.

Il ragazzo rimase per qualche secondo a fissare il vuoto, indeciso sul rispondergli, sorseggiando brevemente dalla fiasca.

-Non credo che abbiamo fatto la cosa giusta- ammise in fine -Insomma, abbiamo fermato una regina folle e il suo cavaliere bianco, impedito ad una dea... un mostro impazzito di spazzare via le nostre case, abbiamo protetto molte persone, e siamo tornati a combattere tutti assieme. Eppure abbiamo giocato dritti nel palmo della mano di Guardiano. Ogni mossa, ogni azione e reazione, ogni ostacolo, aveva previsto tutto.

Squall bevve di nuovo, lasciando calare il silenzio per qualche istante.

-Ma senza di lui probabilmente avremmo fallito- disse Firion -Se non fosse intervenuto la dea non sarebbe stata sconfitta, e i nostri mondi sarebbero stati divorati dalla sua rabbia.

-Ciò non toglie che siamo sempre stati vulnerabili alle sue parole. A suo modo ci ha manipolati. Tutti- Squall lanciò uno sguardo significativo a Guerriero, in lontananza -Mi sento un folle, per non aver considerato l'ipotesi fin ora.

-Ah, probabilmente hai ragione. Lightning potrebbe non aver centrato il punto della questione, ma di sicuro non si era lasciata incantare a lui- Firion sospirò profondamente -Che razza di capo che sono.

-Come sarebbe a dire?- Squall volse nuovamente il capo verso l'amico -Non hai fatto nulla di sbagliato.

-No Squall: io non ho proprio fatto niente. Ho potuto solo guardare impotente mentre i fatti scorrevano sotto i miei occhi. Se non ci fossi stato tu, saremo tutti morti a questo punto.

Il SeeD sbatté le palpebre un paio di volte -Stai dicendo che sono meglio di te?

-Certo che lo sei... Insomma, sei un combattente in grado di tenere testa a Sephiroth, uno stratega degno di questo nome, sei... popolare con le ragazze... e ci hai salvati tutti.

-Si, è vero. Tuttavia, Firion, non vuol dire che io sia meglio te.

-Non è vero, e lo sai perfettamente.

-Forse ti stai confondendo. Non nego di essere un leader più che degno, ma non è quello ha qualificarmi: è questo- si abbassò a toccare il cuore dell'arciere, che arrossì di colpo -Tu hai un grande cuore Firion, è questo ti rende migliore, e ti da la capacità di fare da guida.

Il SeeD sollevò i propri occhi dal compagno, che lo imitò, trovandosi davanti i fedeli compagni e amici che l'avevano supportato: Cloud, Terra, Cecil, Tidus, Luneth, Bartz, Gidan, Lightning, Yuna, Kain, Vaan, Tifa, persino Laguna.

Imbarazzato chinò il capo, arrossendo vividamente.

-Beh, immagino...- mormorò, sollevandosi nervosamente in piedi, grattandosi dietro la testa.

-Non devi essere me per essere migliore di me- finì Squall, prendendo un ultimo sorso prima di passare la fiasca al neo padre.

Lightning si affianco a Firion, sorridendo dolcemente (cosa rara e strana per lei) mentre gli prendeva la mano nella propria.


A N: E la battaglia finalmente si conclude, con grande non-proprio-sollievo di tutti. Guardiano... cioè Daniele II è di nuovo irreperibile e speriamo che ritorni a farsi vivo. Il finale sarà tra solo qualche capitolo. Buon fine di storia.

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Capitolo 41
*** Saluti... ***


A N: E signore e signori siamo al penultimo capitolo. Penultimo! Ci credete? Ci siamo riusciti!


-Ora di andare- fece Laguna, incoraggiando i compagni (vecchi o nuovi che fossero) a risalire sulle aeronavi senza ulteriore esitazione.

Nonostante alcuni sguardi oltraggiati piano piano tutti i vari combattenti iniziarono una lenta salita verso la Bahamut, l'unica in grado accoglierli tutti con i dovuti servizi.

Per quanto sembrasse strano, l'Imperatore e i suoi degni compagni non avevano ancora attentato alla vita delle altre persone nel circondario, e come tutti di diressero lentamente verso l'aeronave.

I ribelli avevano deciso di restare a terra, con solo cinque aeronavi per il trasporto a casa, mentre il resto dei combattenti sarebbe tornato nei cieli dei vari mondi.

-Beh, è stato bello rivedervi tutti, amici. Non ci avrei mai sperato, dopo un anno lì dentro- fece Tidus, cingendo con una mano le spalle di Cecil e Cloud -Ma ora credo che...

-Frena i cavalli, Tidus- lo interruppe Firion -Stiamo salendo tutti sulla stessa aeronave. E poi, c'è ancora una cosa che dobbiamo fare.

Lo sguardo di tutti andò a posarsi sull'unico che non aveva preso parte agli ultimi eventi.

Guerriero era rimasto religiosamente affianco al corpo dell'amata, nonostante fosse stato avvicinato varie volte per sapere se avesse bisogno di qualcosa, ma Garland aveva allontanato tutti con poche parole.

L'ex-paladino stava poco lontano dall'antico rivale, tenendo la spada ben piantata nel terreno, accovacciato a terra per impedire alla ferita al petto di riaprirsi.

Senza armatura sembrava molto meno imponente, ma restava comunque un uomo sopra il metro e ottanta, robusto e corpulento.

Lo sguardo minaccioso dell'armatura non poteva competere con quello duro nei suoi occhi.

Ciò nonostante gli eroi, escluso Laguna che pensava ad imbarcare tutti, si diressero tranquillamente nella sua direzione.

Gilgamesh, nonostante non fosse richiesto, si accodò in silenzio, restando a meno di due passi da Bartz.

Si fecero attorno al corpo, in silenzio, formando un semicerchio.

Firion, dopo un momento di contemplazione, si chinò in ginocchio, affianco all'amico -L'amavi davvero?

-Io...- la voce di Guerriero era flebile, ma finalmente aveva deciso di rompere il silenzio -Non so spiegarlo. Mi ha usato per i suoi scopi, fino all'ultimo. Eppure...

Fece un singhiozzo, interrompendosi per qualche istante -Eppure c'era qualcosa, lo potevo percepire, quando eravamo assieme. In quei giorni radiosi in cui ero solo un eroe che si crogiolava nella luce delle bugie, quando eravamo soli, nei giardini o nelle sue stanze, sotto la luna o all'ombra degli alberi, quello era vero. Lo è sempre stato.

Nessuno osò fiatare, per alcuna ragione, eccetto Gilgamesh che fece del suo meglio per trattenere i singhiozzi.

-Non avrei voluto che finisse in questo modo- ammise Guerriero, prima di cedere nuovamente al pianto e piegarsi sul corpo di lei, lasciando a Firion l'onere di mettergli una mano sulla spalla, per consolarlo.

-Sono sicuro che anche lei l'avrebbe voluto. Posso sentirlo, nel tuo cuore- disse Firion, facendo comparire un “Ooooohhh, Firion, di qualcosa di verosimile” nella testa di tutti.

Cloud non riuscì a resistere e si avvicinò all'orecchio di Squall -Sospetto che questa storia dei cuori sarà ricorrente- sussurrò, quasi impercettibile.

-Cosa te lo fa dire?- rispose l'altro, con tono ancora più basso.

-La visione di un ragazzino con la personalità di Tidus e il mio taglio di capelli che brandisce un immensa chiave per spada.

-Tu non stai bene.

(Si si, lo so, ceeeerto).

Guerriero si risollevò, gli occhi rossi e le guance ancora rigate di lacrime fresche -Lo credi davvero.

-Certo.

Dopo un istante di pausa, le braccia del paladino si chiusero attorno al busto dell'amico -Grazie.

Guerriero lasci andare Firion dopo qualche secondo, di intenso silenzio, per poi volgersi un ultima volta verso il volto dall'amata -Voglio... vorrei seppellirla.

-Non c'è problema. Lo faremo tutti assieme vero?- disse Cecil, facendosi avanti.

Alcuni cenni d'assenso si manifestarono nei volti degli eroi riuniti.

Guerriero fu d'accordo, ringraziando tutti con un umile cenno del capo.

Non più di dieci minuti dopo un semplice tumulo di pietra segnalava la tomba della regina, mentre le aeronavi prendevano il volo, lasciando Guerriero e Garland soli.

-Ci sono molte realtà che non comprendo a questo mondo, Guerriero- fece Garland quando il rombo dei motori fu ormai lontano -Ma perché non sei andato con loro?

-Non ne avevo più bisogno- rispose il paladino, sorprendendolo -Io e te apparteniamo qui, a questo mondo. Tutta questa avventura è servita a ricordarmelo.

-Ma non li potrai vedere mai più.

-È già successo, ma se resteremo uniti attraverso nostri ricordi e quello che abbiamo imparato da essi, non ci lasceremo mai- Guerriero sollevò lo sguardo verso il cielo limpido, mentre si avvicinava il tramonto.

-Mh, non ha molto senso per me- ammise Garland -Ma credo che in fondo non vediamo le cose dallo stesso punto di vista.

Calò il silenzio tra i due, assorti nei propri pensieri.

-Guerriero- disse infine Garland -Tu non sei umano, vero?

L'altro non rispose subito, lasciando che le parole aleggiassero nell'aria, riverberandosi nel silenzio che li circondava -Non lo so. Non so posso definirmi umano, ma una cosa che so è che voglio vivere come tale. Anche fossi solo un Manikin, posso sentire la forza dei miei sentimenti prendere forma. Non è solo morte, o desiderio di combattere: è un intreccio di sensazioni e immagini...

-Non cominciare con la lagna sull'amore per il mondo e altre idiozie- lo fermò l'ex-paladino sollevandosi da terra, sostenendosi con la spada -Allora, cosa farai adesso?

-“Cosa faremo?” vorrai dire- lo corresse Guerriero.

Garland si fermò, volgendosi verso l'antico rivale -Cosa vorresti dire?

-Garland, guardami. Ero un uomo con una missione, un credo, e un'integrità. In questi ultimi giorni mi è stato tolto tutto. Non siamo più diversi, non siamo più neanche nemici. Sei l'unica persona di cui possa fidarmi in questo momento.

-Tu sei pazzo- Garland cominciò a rinfilarsi l'armatura, ma senza l'aiuto di Guerriero non sarebbe mai riuscito.

-Vuoi una mano?

-Se ci tieni- ammise l'uomo, lasciandosi aiutare.

-Beh- disse, una volta finito -Credo che per il momento le nostra strade non si allontaneranno di tanto.

Mancava solo l'elmo.

Con un gesto deciso Garland lo recise in due con la propria spada -È giunto il momento di smetterla di nascondersi dietro ad una maschera. Voglio vedere con i miei occhi i segreti nascosti in questa terra.

-Oh. Ti affascina il mistero- osservò Guerriero, avviandosi verso l'uscita dalla montagna.

-Che fine ha fatto la tua aria seria e solenne?- gli rispose Garland.

E così uscirono, avviandosi verso il futuro, il sole che tramontava lentamente, e i loro passi che lasciavano una scia nella polvere.

-Ehi.

-Che c'è?

-Ho scelto un nuovo nome.

-Quale?

-Cid.

-Bel nome.


Intanto sulla Bahamut, per quanto fosse impensabile in quel momento, c'era un inizio di disordine.

-Ahi!

-Per favore...!

-Fai male!

-No!

-Ti prego...!

-Ahia!

-Ehi!

-Cosa c'entro io!?

-Perché!?

-No no no!

-AHI!

La tirata d'orecchi.

Eh si, perché alle care signore che erano rimaste ad aspettare a casa il ritorno dei baldi campioni della giustizia mica gli era andata giù la storia di essere state lasciate indietro nuovamente.

E così Rosa, Rinoa, Faris (perché Lenna sotto sotto era troppo gentile), Refia, Maria, Celes, Yuffie e Lulu non si erano dispensate dal riservare i dovuti onori ai difensori del reame.

Particolarmente strana era la scena della regina di Baron intenta a trattenere il re, il suo migliore amico e il fratello (ad essere sinceri Golbez si stava prestando solo per simpatia nei confronti di Cecil e Kain, e perché in fondo sapeva che Rosa ci teneva).

Squall e Seifer, poveracci, praticamente stavano con Rinoa appesa ai padiglioni auricolari, e se la stavano trascinando in giro da qualche minuto.

Yuffie si era persino dovuta far prendere in braccio da Vincent per potergliele tirare.

Neanche Terra e Yuna si erano potute salvare (Vaan e Tidus erano stati direttamente infilati dentro due barili e lasciati là, con il tappo chiuso).

-Amore, ti prego- chiese Cecil, implorante e troppo beneducato per scostarla, ma lei non batté ciglio e li costrinse ad attendere in una posizione estremamente scomoda, senza speranze di liberarsi.

-E va bene, la prossima volta ti chiederò di sposarmi prima di partire- rispose Squall, cercando di togliersi la folle dall'orecchio, ovviamente senza grandi risultati.

-Perché non potete essere tutte come Garnet?- chiese Bartz, indicando Gidan in piedi sul corrimano del ponte, reggendosi ad una cima con la mano destra, che baciava Garnet, cingendole le spalle con l'altro braccio mentre il vento gli scompigliava i capelli, sospesi entrambi nel vuoto.

Per tutta risposta Faris torse, facendolo gridare.

-Celes, per favore, lasciami!- protestò Terra tra le lacrime, come se la sua leggendaria potenza di Esper fosse svanita nel nulla.

-Mi hai fatto preoccupare a morte. Hai una minima idea di quello che ci hai fatto passare?- rispose di rimando quella, indicando Locke, Edgar, Sabin, Setzer e Gau, tutti intimoriti dalla sua aura -Non lo fare mai più, mi hai capito signorina?

La mano di Cloud s'interpose a sorpresa, allontanando Terra dalla presa dell'amica e stringendole la testa contro il proprio collo.

-Lasciatela in pace- rispose, con tono quasi minaccioso.

-E lui sarebbe?- chiese Edgar, vagamente (diciamo molto) infastidito dalla mossa del biondo.

-Ehm... il mio ragazzo- rispose Terra con un filo di voce, lasciando la sua vecchia compagnia con tanto d'occhi.

-Allora campionessa, siamo andati a spasso, eh?- fece Lulu, con voce altera, tenendo saldamente Yuna al suo posto.

-Eddai Maria! Perché solo a me?- protestò Firion.

-Perché Leon è il mio fratellone che non vedo da più di un anno, e non ho alcuna intenzione di fargli male in questo momento- lo rimbeccò lei, tenendo una mano sulla spalla del suddetto, il quale non aprì bocca per evitare di fare ulteriori danni, mettendo Firion in una posizione ancora peggiore.

-E poi andiamo, non è che Leila faccia meno male- aggiunse ancora Maria, lanciando un occhiataccia alla piratessa che le aveva conteso l'altro orecchio di Firion.

-Io quelle due giuro che le smonto- mormorò Lightning poco più in là, scampata alla tirata d'orecchi per l'assenza di rappresentanti dal suo mondo.

-Sist che fai la gelosa?- chiese Serah, dandole un'amichevole gomitata, dato che non era esattamente a conoscenza degli ultimi sviluppi.

-Certo che...! Ah... ecco...- la maggiore stava per rispondere con la sua classica irruenza, ma si rese conto che l'ammissione avrebbe implicato fatti piuttosto compromettenti per la sua condizione emotiva, e si trattenne arrossendo con una smorfia scocciata.

Ma era già troppo tardi.

-Clare...?- Serah sgranò gli occhi, mentre un vago rossore si allargava sul suo volto -Tu...- continuò, incredula, alzando l'indice della mano sinistra verso la sorella.

-Wow Raggio di Sole!- esclamò Fang, l'unica ad essere riuscita a superare lo shock -Sei passata alla conquista?

-Ehi! Non fare così, passo per una mangiatrice di uomini!- protestò Lightning, minacciando di metterla a tacere con un gancio destro ben assestato.

-Ah ah ah. Andiamo giovane Farron- fece Laguna, sbucando dalla folla in tutta tranquillità -Non c'è niente di male. Va tutto bene, Light. Devi solo imparare alcuni piccoli trucchi d'amore che il vecchio Zio Laguna ti spiegherà, contenta?

-Sparisci!- replicò lei, puntandogli il Gunblade in faccia -In 3... 2...

-Grazie dell'attenzione ciao!- replicò Laguna prendendo la palla al balzo e filandosela come un missile -Ehi Vincent, vuoi una mano!?

Il gigante con il mantello rosso non replicò, fissandolo a distanza, mentre Yuffie continuava gridargli frasi a tutto volume.

-Santo cielo vuoi scendere!?- esclamò Squall, afferrando bruscamente la mano di Rinoa che gli teneva l'orecchio e scostandola -Che cosa devo fare per farti tornare in te?

-In me?- rispose la ragazza, sorpresa.

-Si, in te! Sei diventata eccessivamente esigente con le mie attenzioni ultimamente! E non venirmi a dire che è perché vuoi sposarmi...!
-Certo che è perché voglio sposarti!- lo interruppe lei, con veemenza -Cosa c'è, credi che mi piaccia stare ad aspettare in silenzio mentre tu ti fai i tuoi giri e pensi a salvare il mondo invece di preoccuparti di me!? Io non mi sono innamorata del freddo soldato che esegue gli ordini a bacchetta ne del diligente preside che tiene il mondo al sicuro! Io mi sono innamorata del ragazzo perso nelle proprie paure che lottava per trovare una luce nel mondo in cui rifugiarsi! Tu sei un uomo fantastico Squall, ma non riesci a capire che non devi aver paura dei tuoi desideri: non sono sbagliati, sono umani! Devi smetterla di mettere la felicità degli altri di fronte alla tua, impara a vivere! HAI CAPITO!?

Squall era rimasto congelato sul posto, la bocca chiusa e gli occhi immobili e fissi su Rinoa.

Seifer aveva tentato di filarsela durante la lite, ma si era ritrovato egli stesso immobile ad ascoltare.

Il vento soffiava leggero sul ponte, ma un silenzio imbarazzante pervadeva l'ambiente.

Non che a Rinoa interessasse.

“Te la sei scelta proprio bene” pensò Seifer, finalmente allontanandosi con un sorriso sulle labbra.

-Allora- d'improvvisò si sentì una scossa elettrica, molto vicina a Firion, che costrinse lui, Leon, Maria e Leila a voltarsi.

-Lo lasciate andare adesso?- chiese Lightning, con entrambe le braccia coperte da una cortina di fulmini.

Un vociare confuso cominciò a diffondersi tra le fila degli spettatori, sorprendentemente impreparati a questo spettacolo.

-Laguna!- chiamò Squall d'improvviso, protendendo una mano verso il suddetto senza distogliere lo sguardo dalla ragazza.

-Al volo ragazzo!- replicò il presidente, lanciando qualcosa di piccolo e luminoso.

Con una scia che ricordava una meteora, l'oggetto andò ad impattare contro il palmo del SeeD, con un rombo altisonante (chi è che ha alzato i bassi!?); quindi il ragazzo cadde in ginocchio, scatenando un esplosione di vento attorno a se.

-Rinoa Heartilly- esclamò, portando la mano con l'oggetto misterioso di fronte a lei -Vuoi sposarmi!?

Detto ciò, aprì il cofanetto, scatenando un'abbagliante luce che si avvolse attorno alla ragazza, nascondendola per alcuni secondi alla vista di tutti, per poi dissolversi lentamente, lasciandola con uno stupefacente abito da matrimonio brillante, e un semplice anello di lapislazzuli che attendeva solo di essere preso.

-Non so se sia fattibile ma credo di essere invidiosa- mormorò Yuna, nonostante Lulu continuasse a tenerla per le orecchie.

-Ma certo che si!- replicò Rinoa, tutta contenta, prima d'infilarsi l'anello al dito e costringere Squall in piedi, per saltargli al collo e baciarlo.

La platea accompagno il tenero gesto con un Ooohhhh e qualcuno persino battendo le mani.

-Avrò dei nipotini...- riuscì a dire Laguna tra le lacrime, accompagnato dalla pacche di Kiros e dai colpetti di Ward (che se non ci stava attento avrebbe rischiato di spedirlo contro l'altro lato del ponte).

Una volta concluso il bacio tutti vennero avanti per congratularsi, stringendo i due in una morsa pressante di spettatori con gli occhi fuori dalle orbite.

E poi... una folta cortina di sigilli magici e di incantesimi comparve attorno agli eroi, chiudendoli in una trappola mortale.

-Ora- dichiarò Matheus, con una voce gelida -Chiudiamo questa faccenda.


A N: I guai non sono ancora finiti. Il finale è alle porte miei seguaci. Erm lettori, scusate la mia confusione di caratteri. A domani. Ciao.

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Capitolo 42
*** ... e alla prossima. ***


A N: Here. We. Go!


-Che significa questo?- esclamò Ashe, andando contro la barriera magica ma venendo respinta da un esplosione.

-Sua maestà!- esclamò Basch, correndo al suo fianco.

-Mateus!- gridò Firion, estraendo una freccia e puntandola contro la forma dorata -Lo sapevo! Ci hai teso un tranello!

-Io non collaboro con gli insetti: io faccio uso delle mie armi ogni qualvolta sia possibile farlo. Siete stati molto utili per sconfiggere la dea che minacciava la mia sovranità, ma ora non ho più alcun uso di voi inutili esseri. È giunto il momento di ascendere e ripulire il mio regno da insignificanti interferenze...

-Qualcuno gli metta una scarpa in bocca, non lo sopporto più!- intervenne Yuna, puntando le proprie pistole contro il nemico -Ehi biondino, che ne dici di venire qui a fare quattro salti!?

-Si fatti sotto razza di babbeo impomatato!- le fece eco Rikku, spalleggiandola con i pugnali pronti.

-Adoro voi ragazze- disse più calma Paine, assumendo posizione dall'altro lato, con la spada sguainata.

-Esatto! Non puoi sperare di sconfiggerci tutti da solo!- aggiunse Bartz.

-Arrenditi, non hai scampo!- concluse Firion, mentre dietro di lui un'intera armata si preparava a combattere.

-Oh, fate silenzio- proferì Artemisia, fermandoli al loro posto con un cenno della mano -Le vostre grida mi innervosiskono.

-Finalmente tutti i pesci sono caduti nella rete- completò Mateus.

-E chi dorme non piglia pesci! E indovinate un po: voi idioti non vi sveglierete per un po! AHAHAH!- gridò Kefka atterrando affianco ai due, seguito dall'apparizione di Ex-Death e e Nube Oscura.

-Non posso kredere che non abbiate neanke sospettato ke noi non avremo tentato di spazzarvi via- continuò la strega -Non avete imparato niente dai cicli passati?

-Laguna è solo un illuso, che ha creduto di poterci convincere a fare il suo gioco in nome di chissà quale pensiero illuminato- le fece eco l'Imperatore -Io non mi inchino a nessuno, io dominerò il mondo trasformandolo a mia immagine. Sarò temuto e rispettato da tutti gli universi, e senza di voi ad intromettervi nessuno potrà impedirmelo.

-Ora basta parlare. È tempo di riportare al Vuoto ciò che gli è dovuto- replicò Ex-Death cominciando ad evocare le potenze Oscure del vuoto.

-Nessuna pietà- ordinò Mateus, mentre le risate diaboliche di Kefka cominciarono a farsi udire nell'aria.

-Coraggio stoccafissi! Fate qualcosa! Non vi sento! AAAHAHHAH!

D'improvvisò l'aria scintillò e metà del copricapo dell'Imperatore si staccò di netto, cadendo a terra dopo un breve volo.

-Chi osa opporsi a me!?- gridò, volgendosi irato verso l'aggressore, ma le parole gli morirono in gola quando si ritrovò Sephiroth di fronte, e la Masamune puntata contro la gola.

-Sei uno stolto a credere di averci intrappolato così- disse Gabranth, comparendo al fianco del SOLDIER con le lame sguainate e fiammeggianti, assieme a Jecht e a Cid Raines che si stava lentamente trasmutando, mentre Kuja e Golbez discesero dal cielo.

-Golby!? Ma non eri la dentro!?- esclamò Kefka, puntando la mano verso la gabbia d'incantesimi.

-Avete solo creduto di intrappolarmi. Vedere attraverso i vostri piani è stato più semplice di quanto avessimo previsto.

-Kuji-coo?!- continuò incredulo il clown -Oh io volevo ancora giocare. Questa è la parte più bella!

-Folle- disse Caius, sbucando dal nulla affianco agli altri sei -Io non mi inchino a nessun dio, neanche se dovesse costarmi la vita.

-Non vorrete credere di poterci sconfiggere con così poco- continuò Mateus, puntando il proprio scettro contro gli avversari.

-A dire il vero è proprio quello che succederà- intervenne Genesis, superando l'agglomerato di combattenti e puntando diretto Artemisia, con il fedele libretto in mano -Abbiamo avuto a che fare con i vostri intrighi per molti cicli, e la vostra forza è in gran parte consumata da questa inutile parata.

-Non avete scampo- Sephiroth completò la frase, mentre anche il silenzioso Angeal si aggiungeva al gruppo.

-Artemisia, fermali con...- Mateus cominciò a dire, ma a sorpresa la strega lo immobilizzò, accettando un candido bacio sulle labbra dal SOLDIER rosso -È andato tutto sekondo i piani.

-Traditrice! Non c'è modo di sfuggire al Vuoto, è giunto il momento per tutti voi di essere divorati!- declamò Ex-Death.

-Non c'è speranza. C'è solo il Vuoto- aggiunse Nube Oscura, preparandosi alla battaglia.

-Allora, ce li date i cinque minuti di vantaggio per scappare...?- provò ad intervenire Kefka, ma fu inutile.

Nel giro di dieci minuti dei quattro demoni non restava che sangue e corpi inceneriti.

-Whew, grazie a Etro. C'è mancato poco- disse Serah, tirando un lungo respiro.

-Fratello. Come hai fatto a sfuggire?- esclamò Cecil facendosi avanti.

-Ho chiesto aiuto- replicò il gigante in armatura, prima che una prorompente voce si facesse sentire -Allora, sono stato bravo!? Com'era!? Ci avete creduto tutti!?.

Gilgamesh si tolse la brutta copia dell'armatura di Golbez di dosso, iniziando a porre domande a destra e a manca su come fosse stata la sua performance.

-Beh, non credevo che avrebbero abboccato così facilmente- disse Laguna, voltandosi verso Braska.

-Era necessario, altrimenti avrebbero potuto scatenare calamità ben peggiori- intervenne Ricard, aggiungendosi al gruppo -Ancora stento a credere che siamo riusciti a preparare un piano funzionale in così poco tempo.

-Merito dei migliori- rispose Guardiano, apparendo dal nulla al fianco di Laguna.

-Tu? Cosa ci fai qui!?- gridò Firion, andandogli incontro -Cosa sta succedendo!?

-Ho promesso risposte, giovane guerriero, e sono qui per rendervi ci che è vostro- replicò l'uomo in nero, facendoglisi incontro.

-Oh, sono stanco di te! Fai quello che ti pare quando ti pare e ci lasci appesi ad un filo, come dei burattini...!- prima che Firion potesse aggiungere altro Lightning gli volò addosso, travolgendolo e baciandolo a tutta forza.

In realtà era solo Guardiano che l'aveva attirata con una vaga forma di telecinesi, facendo in modo che le braccia di lei cingessero con forza le spalle di lui, senza speranze di lasciarlo andare.

-Allora- continuò il guerriero, passando oltre ai due -Possiamo iniziare dal principio, se più vi aggrada.

In silenzio il misterioso figuro camminò fino a trovarsi al centro del proprio auditorium.

Gli occhi di tutti lo seguirono, senza distogliersi neanche per un battito di ciglia.

Un pesante silenzio cominciò a gravare sul ponte dell'aeronave, mentre il gruppo si stringeva sempre più attorno all'oratore.

Tidus e Vaan finalmente vennero liberati dalle loro prigioni e quasi subito si dispersero nella folla.

Guardiano prese un ultimo respiro prima di cominciare a narrare.

-Tutti noi viviamo in un mondo. Un misero ecosistema, un pianeta, sparso in un universo sterminato, in cui si trovano migliaia di altre creature come noi, delle forme più impensabili. Tuttavia c'è una realtà ancora più vasta, quella degli Universi Paralleli: nessun Universo è identico all'altro, può differenziarsi di un misero dettaglio o addirittura essere completamente diverso. E la guerra tra Caos e Armonia irrompe in ognuno di essi. Può capitare tuttavia, che questi Universi normalmente separati e intangibili, riescano a comunicare. Nel vostro caso, la guerra tra Chaos e Cosmos vi ha portati ad incontrarvi in un nuovo Universo, usando frammenti dei vostri per formarsi. Ma ci sono scontri ben più grandi la fuori. La mia, e quella di White Kinght, sono due fazioni opposte che si stanno affrontando da alcuni decenni.

Nessuno ebbe da replicare, mentre finalmente Firion e Lightning riuscirono a liberarsi dalla presa di Guardiano e si riunirono agli ascoltatori, con un velo di vergogna ma ormai sembravano esserci abituati.

-In questo mondo, molti anni or sono, lo scienziato Cid, dei Lufayne la razza superiore che dominava questo mondo in tempi immemori, e sua moglie, coloro che aveva portato alla nascita dei due dei e degli stessi Manikins, dovettero affrontare l'improvvisa ribellione delle creature. In un disperato tentativo d'impedire la distruzione del suo mondo e salvare la donna, Cid si sacrificò spedendo Cosmos, Chaos e i Manikins nella Crepa assieme a lui. La moglie di Cid, di cui persino io non ho mai scoperto il vero nome, riuscì a sopravvivere e raggiunse, diversi anni dopo, il regno di Cornelia, dove riuscì a sostituirsi alla principessa Sara, aspettando l'occasione giusta per vendicarsi dei due Dei. Inizialmente sperò di usare Garland, il fedele paladino del re, riconoscendo in lui il seme del male generato da Chaos, e intuendo la connessione tra i due. Ma alla fine il legame non fu abbastanza forte, e invece di richiamare Chaos Garland venne risucchiato nei cicli, lasciando la donna sola a covare la sua vendetta.

-Un momento. Se Chaos Cosmos e...- cominciò a domandare Laguna.

-La Crepa è la negazione dell'esistenza, è il Vuoto vero e proprio. Lì è dove tutto muore ma anche dove tutto rinasce. Per questo Cosmos e Chaos riuscirono a liberarsi e a creare questo campo di battaglia- lo interruppe Guardiano -Questo risponde alla tua domanda?

Sorpreso, Laguna annui, lasciando libero il condottiero in nero di proseguire.

-Un giorno, White Knight giunse a corte sotto le mentite spoglie di un principe, il futuro re Heiner, e dopo essersi rivelato a lei, spiego alla principessa come avrebbe potuto vendicarsi, rivelandole che un pezzo dell'anima di Cid si era reincarnato in un Manikin che aveva assunto le sue sembianze, e che grazie a lui sarebbe stato possibile vendicarsi dei due Dei. Così cominciò ad usare il rubino per catturare i guerrieri che venivano liberati dai cicli, aspettando un punto di svolta, e fu solo grazie a me che non riuscì a catturarvi tutti.

-Tu hai partecipato ai cicli?- chiese Artemisia, interrompendo Guardiano.

-Si. Non per molto, ero giunto con l'intento di interromperli, ma parte delle mie memorie è stata eliminata dal potere del drago, facendomi dimenticare la mia missione, e una volta libero non sono stato in grado di sconfiggere Shinryu. È troppo potente.

-Come facevi a sapere cosa White Knight stava architettando?- intervenne allora Firion.

-Siamo arrivati nel ciclo assieme, con lo stesso intento ma con fini opposti. Mi sono scontrato diverse volte con lui, per impedirgli di risucchiare le vostre anime, e così sono riuscito ad ottenere informazioni sufficienti per intuire i suoi scopi: dopo aver fallito ad assorbire la forza dei due dei dentro di se, il suo nuovo piano fu usare la donna come catalizzatore per unire Chaos e Cosmos e creare una nuova divinità con cui poter spazzare via i vostri universi e conquistarli per i suoi alleati, guadagnando un altra bambola da manipolare per i suoi scopi. Dopo la fine dei cicli i tempi furono maturi, e White Knight rivelò alla ormai regina il luogo dove si sarebbe potuto aprire un varco per la Crepa, in modo da poter nuovamente usufruire dei Manikins, ingannandola a credere che anche il resto dell'anima di Cid fosse intrappolato la dentro. Intanto Guerriero era giunto a Cornelia, e la donna non aveva potuto trattenersi dal innamorarsi nuovamente di quella nuova immagine del suo perso amore. Tuttavia il sottoscritto scoprì dove si era nascosto White, e prima che potesse prendere il controllo della situazione creai un disturbo, i ribelli Figli della Luna Rossa, armandoli ed addestrandoli con delle tecniche di combattimento e armi provenienti dal mio mondo d'origine. Quindi, quando finalmente intuii che il mio nemico voleva usare Guerriero come secondo ospite in caso le forze della regina non fossero state sufficienti, ho fatto in modo di allontanarlo da lui, ed è cominciato il viaggio alla vostra ricerca. Le ragioni per cui non abbia richiamato immediatamente tutti i guerrieri a combattere era per prendere tempo, e costringere White a mostrare le sue carte per primo, prima di reagire a dovere. Per questo Golbez... Theodor, Kuja, Tifa e Kain sono giunti al momento giusto. Per trovare Gilgamesh ho dovuto piegare il Vuoto al mio volere, ma ne è valsa la pena dato che oramai è libero dalla sua prigione.

Ci fu una breve pausa in cui Gilgamesh si atteggiò con fierezza, ma Guardiano non gli concesse più che uno sguardo.

-La complicazione di chiamarvi tutti assieme sarebbe stata quella di gestirvi, e limitare le perdite, e soprattutto avevo bisogno di una squadra di persone funzionali e capaci di collaborare a vicenda, fidandosi l'uno dell'altro. Non vi fate ingannare dalle vostre reazioni, dentro di voi non comprendevate ancora ma un vero eroe non può voltare le spalle ai propri compagni al momento del bisogno. I vostri eventuali dubbi sono stati un marchio positivo, la prova della vostra vera dedizione alla vita. Valgono molto di più delle certezze dei vostri compagni.

Guardiano fece una pausa, prima di riprendere la spiegazione.

-White Knight e la regina avevano imparato ad usare i Manikins come contenitori per i guerrieri intrappolati nel rubino, e con l'aiuto dell'energia oscura proveniente dalla Crepa potenziarono i loro poteri, rendendoli molto più potenti del previsto. Anche l'aspetto dei Manikins, tutti identici, era dovuto alla follia della regina nel suo tentativo di far rinascere Cid. Alla fine venne presa dalla disperazione, convincendosi che l'unico vero Cid rimasto fosse Guerriero, e fece in modo di riportarlo al proprio fianco, usando dei poteri innati che White Knight le aveva insegnato per richiamarlo, contando sulla sua natura di Manikin. Approfittando della cosa, il mio nemico creò un Manikin che prendesse la forma di Heiner, così da poterlo possedere e contemporaneamente usare come contenitore per i combattenti che teneva imprigionati dentro i cristalli, aiutando Guerriero a cadere in trappola. Questa è la ragione per la prematura apparizione di Garland, e per quella degli altri nemici. Tuttavia, White Knight non sapeva che potenziando i Manikins con i poteri dell'oscurità, aveva finito per rendere più forti anche gli originali, il che spiega la ragione per cui Kuja e Theodor fossero così devastanti come alleati.

-Questo non lo sapevamo. Perché noi non siamo stati potenziati?- chiese Luneth.

-Voi siete Guerrieri dell'Armonia, quindi contaminarvi con le arti oscure non era possibile- spiegò Guardiano, cercando di essere obbiettivo e chiaro.

-A quel punto, tuttavia, il problema permaneva : sottrarre il rubino al nemico. Quando ci riuscii, ottenni subito la collaborazione di Gabranth, Sephiroth e Cid per confondere i nemici e permettervi di raggiungere indenni la regina. Il problema si ripresentò durante la vostra battaglia contro la donna, la quale ovviamente riuscì ad utilizzare la potenza del rubino contro di voi, pur venendo sconfitta. In questo modo, White Knight pensava di usare la potenza della pietra per rendere forte la reincarnazione di Chaos, ma ovviamente non si accorse che la regina l'avesse persa, creando un Chaos debole e facilmente annientatile, tanto debole da non attirare nemmeno l'ombra dei pensieri di Cosmos. Allora usò le energie del suo ciondolo, chiamato Behelit, per potenziarlo, facendo perdere il controllo alla donna, e liberando momentaneamente Guerriero dalla morsa mentale. Quindi, una volta che la creatura venne testa a testa con Cosmos s'intromise, riuscendo nel suo intento e unendo le due forme usando il Behelit come catalizzatore. Se avessi tentato di fermalo prima che potesse portare a termine i suoi piani, avrei corso il rischio di esporvi, nel tempo, ad un suo secondo tentativo, per cui non sono intervenuto, condannando così la regina.

-L'hai lasciata morire?- intervenne Cecil, minaccioso.

Guardiano annui, senza scomporsi.

-La seconda cosa di cui mi sono preoccupato è stato liberare i combattenti dal rubino e sconfiggere White Knight, costringendolo alla ritirata. Come ulteriore assicurazione ho fatto in modo da lasciare un foglio distruzioni a Balthier su come ricostruire la Bahamut in modo efficiente, con qualche aggiunta. Quindi ho fatto in modo che la Strhall potesse riattraversare i vostri Universi al contrario, come un pilota automatico, collezionando armi e aiuti per ricostruire la Bahamut.

-Aspetta cosa!?- lo interruppe Firion, incredulo -Tutto questo in un giorno?

Per quanto seguire l'intera discussione fosse di vitale importanza, non tutto poteva essere chiarito con poche parole.

-All'interno della montagna-fortezza, a causa dell'influenza della Crepa, la regina è riuscita a creare una distorsione temporale, facendo passare il tempo più lentamente che all'esterno, così da intrappolarvi nei corridoi infiniti per il tempo sufficiente a conquistare i vostri universi senza che voi poteste fare niente. Ma Golbez, grazie all'aiuto di Gabranth, è riuscito ad indovinare la strada e raggiungere le camere della regina, e con la distrazione causata dai nostri nuovi alleati vi è stato possibile raggiungerla senza subire danni eccessivi.

-E stata tutta fortuna quindi- rifletté Kuja.

-No, solo un ardito e complicato gioco di scacchi- rispose Guardiano, fissando il gruppo di persone attorno a lui.

-Dirci tutto questo quando ci siamo incontrati la prima volta?- intervenne Squall, avanzando verso il guerriero in nero.

-White Knight l'avrebbe capito, e non era nei miei piani fargli intuire il mio piano. Fintanto che fosse rimasto all'oscuro non avrebbe potuto reagire. E poi, avevo un conto da saldare con Cosmos e Chaos.

-Dove sono finiti, a proposito?- chiese Cecil.

-Qui- Guardiano estrasse due sfere che rassomigliava ad un buco nero dal mantello, una forma pulsante di nubi oscure che si muovevano all'interno di entrambe -Intrappolati e impotenti. E sempre a portata di mano.

Dicendo questo parole avvicinò le due sfere andando a formare una clessidra, una parte piena di sabbia rossa, una piena di sabbia bianca.

-Perché?- fece Cloud, preparandosi alla battaglia per difendere la dea.

-Perché voi non avete bisogno di dei- replicò Guardiano, facendoli esitare -Voi siete forti perché combattete liberi di credere in ciò che volete proteggere. Un dio o una dea non potranno mai comprendere- separò le sfere e le rinfilò sotto al mantello, facendole scomparire -Questo è quanto c'era da dire.

Calò il silenzio, in modo definitivo, mentre i guerrieri fissavano ammutoliti l'uomo -Ora è sapete tutto.

-Ah, domanda, perché ci siamo risvegliati dentro a delle buche dopo che siamo svenuti a seguito della battaglia tra di noi?- chiese Luneth, alzando la mano.

-Oh l'ho fatto per mettervi al sicuro mentre i vostri colleghi spazzavano via i Manikins. Siete rimasti svenuti per un po- rispose prontamente Guardiano, prima di dirigersi verso il parapetto, a prua.

-E i cristalli?- chiese invece Yuna.

-Quello di Guerriero si è risvegliato in una situazione di vita e di morte, risvegliando per risonanza anche quello di Garland. Durante la battaglia, l'attivazione dei cristalli da parte delle forze di Chaos ha fatto risvegliare anche i vostri. Shantotto ne possedeva ancora uno dato che è sfuggita ai cicli senza morire, prima che White Knight l'intrappolasse, e lo stesso Prishe. I sei caduti nella Crepa a loro volta erano sopravvissuti alla morte, grazie al mio intervento, e a quello di White Knight. Quanto a Gabranth, egli non aveva mai posseduto un cristallo in vista delle circostanze. Quelli degli altri invece sono andati perduti.

-Come si è risvegliato Guerriero dal secondo controllo mentale?- domandò Squall, con sguardo fermo.

-È stato il potere del cristallo. Il potere benigno di Cosmos è riuscito a liberarlo. Ma da solo non sarebbe mai bastato. È stata una scelta dell'uomo che si cela dietro al Manikin, a permettergli di liberarsi dell'oscurità che lo controllava.

Ci fu nuovamente silenzio, che Guardiano interpretò a ragione come una riflessione complessiva -Non sapete quanto sia stato lungo.

-Cosa?- chiese Laguna.

-Crescervi.

-Prego?

-Non come forme di vita, ma come consapevolezza di voi stessi, dei vostri limiti e della forza dei vostri numeri. Per quanto questa missione sia ormai conclusa, e voi sarete costretti a tornare ognuno a casa propria, sapete che in un modo o nell'altro potrete contare avvicendevolmente sull'aiuto reciproco.

-Aspetta, torniamo a casa?- chiese Gidan, stringendo la mano di Garneth -Adesso?

La nebbia apparve all'orizzonte, facendosi sempre più vicina.

-È inevitabile- rispose Guardiano -Non posso dire che sarà l'ultimo conflitto a cui parteciperete. Siete guerrieri, siete avventurieri, guardata al futuro come un percorso pieno di sfide. Ma per oggi è il momento di tornare a casa, e riposare. Vi auguro di non incontrarvi mai più, perché altrimenti significherà nuove guerre. Ma non vi dovete preoccupare: se ci sarà bisogno sapremo cosa fare. Fate i vostri saluti, perché l'ora ormai è tarda. Alla prossima. Ciao.

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