From A to Z - 21 Moments FrUk

di Lady White Witch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A come America ***
Capitolo 2: *** B come Bacio ***
Capitolo 3: *** C come Cucina ***
Capitolo 4: *** D come Destino ***
Capitolo 5: *** E come Esile ***
Capitolo 6: *** F come Febbre ***
Capitolo 7: *** G come Giochi Olimpici ***
Capitolo 8: *** H come Hobby ***
Capitolo 9: *** I come Insonnia ***
Capitolo 10: *** L come Lumière ***
Capitolo 11: *** M come Matrimonio ***
Capitolo 12: *** N come Notre Dame ***
Capitolo 13: *** O come Ombra ***
Capitolo 14: *** P come Paura ***
Capitolo 15: *** Q come quadro ***
Capitolo 16: *** R come Rock n'Roll ***
Capitolo 17: *** S come Sogno ***
Capitolo 18: *** T come Tsundere ***
Capitolo 19: *** U come Username ***
Capitolo 20: *** V come Valzer ***
Capitolo 21: *** Z come Zona Erogena ***



Capitolo 1
*** A come America ***


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A come America 


‘’ Lui è il mio fratellino! Guardalo, ha i miei stessi occhi!’’
‘’ Ma sentitelo! Rana, non hai capito niente. Quel bambino è mio fratello. Abbiamo lo stesso colore di capelli.’’
‘’ Tsk. Se avesse le tue sopracciglia…’’
‘’ Cos’hanno che non va le mie sopracciglia?’’
‘’ Niente.. eccetto il fatto che sono un orrore da guardare.’’
‘’ Brutto… io ti …’’
Finlandia sospirò, di fronte all’ennesima discussione di quei due pazzi di Francia e Inghilterra. Ormai aveva rinunciato a cercare di calmarli, li conosceva troppo bene. Finchè uno dei due non l’avesse spuntata sull’altro, non avrebbero smesso di litigare per quella piccola Nazione appena nata che, proprio come lui e altri coloni, assisteva ai loro litigi, senza capire. Fortunatamente per lui.
‘’ Fin… perché mamma è papà stanno litigando?’’
La domanda fece raggelare i presenti, che guardano straniti il  bambino. Persino i due litiganti smisero, pieni di lividi, il francese con il labbro sanguinante e l'inglese con un occhio nero.
Per provare ad alleggerire l'atmosfera, Finlandia provò a dire:'' Si vede che vuole stare con entrambi. Non siete contenti?''
Dalle loro facce, intuì benissimo che no, non lo erano affatto. Poi Francis si avvicinò al piccolo, e chiese, indicandogli il rivale: '' La mamma è lui, vero?''
'' What the...''
'' Angleterre - lo riprese l'altro - Linguaggio. C'è un bambino qui, non siamo in uno di quei porti pieni di pirati che ami frequentare.''
Il finlandese pensò che, tutto sommato, Francia l'aveva presa bene. Era Inghilterra che sembrava stesse per scoppiare da un momento all'altro. Prima che succedesse l'irreparabile, e anche prima che ricominciassero a litigare, tentò di spiegare ad America:'' Sai... loro non sono esattamente i tuoi genitori... ''
Il bambino continuò a guardarlo, piegando leggermente la testa.  
'' Perchè no? Mi sembrano tanto tu e Sve...e lui ha detto che sei sua moglie.''
Il finlandese arrossì, mentre i due contendenti sbiancarono, rimanendo, forse per la prima volta nella loro vita, senza parole.. Il primo a riprendersi fu Francia.
'' Beh, Angleterre... bisogna ammettere che vestito da sposa non saresti tanto male.'' 

( 336 parole)




















Angolo autorice
L'estate fa brutti scherzi. A tanto tempo libero non sono abituata (dannato Classico) e la mia mente bacata comincia a vagare. Così, nonostante altre storie in corso (per cui mi sta venendo l'ispirazione, non preoccupatevi) ho deciso di dare inizio a questa nuova raccolta FrUk (cosa buona e giusta, di FrUk non ce ne saranno mai abbastanza) basata sulle lettere dell'alfabeto. Ogni lettera rappresenta un momento solo di Francis e Arthur, momenti divertenti, tristi, o di un fluff spudorato. Comunque, minimo due recensioni per continuare questa raccolta FrUk.


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Capitolo 2
*** B come Bacio ***


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B come Bacio

Il detto dice che l’occasione fa l’uomo ladro. 
E trovarsi Inghilterra addormentato dopo una notte di baldoria con uno sconsiderato America, nella sala riunioni, era una di quelle occasioni che capitavano solo una volta nella vita. Specie in una vita immortale come la sua. Senza contare, poi, che erano soli. America, grazie al cielo, reggeva l'alcool ancora peggio del suo ex tutore, e in quel momento era ancora a letto, tra le amorevoli braccia di Russia. Tutti gli altri, come al solito, sarebbero arrivati in ritardo.
Era tutto a suo favore, e doveva essere solo un folle per non cogliere l'opportunità al volo.
'' Un piccolo bacetto innocente non dovrebbe svegliarlo, non? Giuro, farò attenzione.''
Quelle labbra rosee lo stavano letteralmente invitando. Dieu, doveva essere illegale avere delle labbra così belle.
Si sporse appena, i loro visi erano quasi vicini. Bastava poco per cancellare quei pochi centimetri che separavano le sue labbra da quelle dell'altro. Le sue labbra avevano appena sfiorato quelle dell'inglese, quando la porta della sala sbatté, come travolta da un uragano. E di un uragano si trattava, in giacca di pelle e occhiali, con un russo mortificato alle sue spalle. Un uragano che aveva svegliato nel momento meno adatto Arthur.
'' Indovinate chi c'è? L'eroe è qui! Oh ciao Francia. Quello è Inghilterra? Ho interrotto qualcosa?''
Se riuscirà a sopravvivere alla sfuriata dell'inglese, che sarebbe scoppiata da lì a poco e sarebbe continuata per tutta la giornata (nel migliore dei casi, ovviamente) , dovrà farla pagare cara ad America.







(  252 parole)




















Angolo autorice

Non mi aspettavo tanto successo da un piccolo sclero estivo. Mi sento quasi commossa. E tra una lacrima e un'altra, e uno sclero e un'altro, siamo arrivati al secondo capitolo, la lettera B. Giuro, questo capitolo doveva essere romantico. Ma poi America, come suo solito, si è messo in mezzo, e mi è uscito questa cosa. Speravo in qualcosa di meglio. Beh, ringrazio tutti quelli che seguono/recensiscono/hanno messo tra le preferite la storia. Spero che continuando io non vi deluderò.
 Minimo due recensioni per continuare questa raccolta FrUk.


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Capitolo 3
*** C come Cucina ***


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C come Cucina 

Sapeva che nominare in una stessa frase ‘’Inghilterra’’ e ‘’ buona cucina’’ era una follia. Insomma, nella maggior parte dei casi i piatti di quel teppistello portavano a una morte lenta e dolorosa per avvelenamento.
Non poteva permettere che i suoi cuochi entrassero in contatto con una simile calamità naturale.
Sarebbe stato più ben disposto nei confronti del suo petit frère, almeno lui non commetteva errori grossolani come confondere lo zucchero con il sale o l’aceto con l’olio. Tuttavia, di fronte all’espressione desolata dell’altro, di fronte al suo ennesimo orrore culinario, e agli occhi lucidi di chi aveva una gran voglia di piangere, ma che per orgoglio e amor proprio non l'avrebbe mai fatto, il suo cuore si sciolse.
'' Angleterre, perchè continui a provarci? Sprechi solo tempo.''
'' E' una questione di principio, frog. Se vuoi continuare a prendermi in giro, fallo pure. Non mi interessa. Io continuerò a provare fino a quando non sarò riuscito a cucinare almeno un piatto commestibile.''
Il francese sospirò. Ne aveva di testardaggine, il suo bruco. Ammirevole , certo, ma se avesse continuato a fare da solo non avrebbe solo fatto saltare in aria la cucina, ma si sarebbe ferito anche lui. E, date le condizioni delle mani dell'inglese, non era un'ipotesi poi tanto lontana dalla verità.
'' Certo che sei un gran testardo. Lascia fare a me, Angleterre. Tu fa quello che faccio io. '' 







(  229  parole)




















Angolo autorice
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Mi è uscito di getto, devo ammetterlo. E sebbene volessi fare C come Canada, non ho trovato l'ispirazione per scrivere una storia con Matt. Mi dispiace, cucciolo. Sarà per un prossimo capitolo.
Minimo due recensioni per continuare questa raccolta FrUk.
Ah, e  nuova fic long FrUk http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3177948&i=1
Spero che vi piaccia XD


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Capitolo 4
*** D come Destino ***


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D come Destino 


'' Pape... tu credi nel destino?''
Francia guardò di sfuggita Canada. Di domande strane gliene facevano sempre ai meeting, ma quella le batteva tutte. Almeno, si consolò, non gli aveva chiesto se poteva mettersi a cucinare la pasta mentre tutti discutevano, come fece una volta Italia.
'' Destino? Oh, mon petite Canada. Come mai questa domanda?''
Il giovane arrossì, evidentemente imbarazzato e lanciò un'occhiata di sfuggita nella direzione di Cuba. E il francese capì. 
'' Oh, l'amour... una forza tanto sconvolgete, da poter far girare il mondo. Ma non dirlo a tuo fratello, potrebbe anche prendersela per non essere stato considerato.''
Certo che Francia credeva nel destino. Nel corso della sua lunga vita aveva visto tanto, troppo forse, e di fronte a tanto orrore, a tanta sofferenza, l’unica sua ancora di salvezza dalla pazzia, era credere che ci fosse un destino che Dio aveva deciso per tutti, scolpito nella pietra e indelebile. E lui era convinto che nel suo, di destino, fosse compreso anche un certo scorbutico inglese di sua conoscenza. C'era una questione che aveva lasciato in sospeso per troppo tempo.
'' Mon Angleterre, finalmente sei arrivato! - lo salutò, appena vide il diretto interessato entrare nella sala riunioni - Alors, qual'è la tua risposta? Accetti di sposarmi?''
Inghilterra arrossì, Ungheria e Giappone drizzarono le orecchie alla parola matrimonio, e America già si proponeva di portare la ''sposa'' all'altare. Attirandosi, ovviamente, un'occhiataccia da parte dell'ex fratello maggiore.
‘’ Bloody git, ma non ti arrendi mai?’’ gli ringhiò contro il britannico, mentre Elizabeta e Kiku cominciavano già a fare i preparativi per la cerimonia nuziale e  Spagna e Prussia si erano messi a scrivere il discorso che avrebbero fatto in veste di testimoni al matrimonio del loro amico. Discorso altamente demenziale, che nel migliore dei casi avrebbe fatto fare una figura di merda allo sposo. 

‘’ Non, Angleterre. Il mio destino è conquistarti.’’








( 310  parole)




















Angolo autorice
Come promesso, in questo capitolo abbiamo la preziosa partecipazione di Canada. America si intromette sempre nei momenti FrUk dell'anime. Dunque, perchè non far fare la stessa cosa a suo fratello? Solo che, quando Canada si intromette, i risultati sono positivi. Almeno, è così che la penso io. Leggero accenno di CuCan, mentre le reazioni di Ungheria e Giappone alla parola matrimonio non potevo non scriverle..
Minimo due recensioni per continuare questa raccolta FrUk.
Ah, e  nuova fic long FrUk http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3177948&i=1
Spero che vi piaccia XD



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Capitolo 5
*** E come Esile ***


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E come Esile

 

Impero Romano lo voleva punire. Non c’erano altre spiegazioni. Altrimenti, si disse il giovane Francia, perché mai l’avrebbe lasciato da solo a badare a quel marmocchio tutto pelle ed ossa, che non faceva altro che mettersi nei guai, insultare nella sua lingua barbarica il suo governatore e sparire da un momento all’altro, facendogli venire dei mini attacchi di cuore? Va bene, conquistare la Britannia era una questione complicata già di suo, e avere un bambino fra i piedi (che, tra l’altro, non era ancora chiaro cosa rappresentasse) sarebbe stata solo una scocciatura per un saldato come Cesare. Ma proprio a lui doveva rifilarlo? Non poteva lasciarlo da Ispania, o con Magna Grecia? 
‘’ Mon lapin, sei più testardo di Germania – gli disse, mentre gli pettinava i capelli – Dovrai imparare a parlare il latino, ora che fai parte dell’Impero Romano.’’
‘’E perché?’’
‘’ Come fai a non arr… TU HAI PARLATO IN LATINO?’’
Da quello scricciolo si aspettava di tutto, eccetto che sapesse già la lingua di Roma. Forse, non era così selvaggio come voleva far credere.
‘’ Rana, per chi mi hai preso? Non sono un’idiota. Non mi hai risposto: perché dovrei imparare la sua lingua? Non dovrebbe imparare lui la mia?’’
Perché adesso gli faceva tanto astruse? Quasi quasi lo preferiva quando non parlava affatto. Il marmocchio vide la sua crescente difficoltà, e disse:’’ Non lo sai nemmeno tu. Non mi sottovalutare, quando crescerò, sarò un grande impero. Più grande di Roma. Vedrai, sarò anche più forte di te.’’
‘’ Prima dovresti imparare a tenere in mano una spada. E a nuotare.’’
‘’ Tsk… diventerò un Impero anche senza saper nuotare. ‘’
A quelle parole, Francia non poteva trattenere una risatina. Quello scricciolo erede di Britannia era così esile, così piccolo… davvero credeva di poter superare Impero Romano? Era solo un bambino, troppo esile e debole per potersi difendere da solo.
Roma  avrebbe badato entrambi, ma per quanto tempo? Quello scricciolo aveva bisogno di qualcuno che badasse a lui, e i suoi fratelli non sembravano particolarmente affidabili. Ma per quello, c’era il francese.  
Si morse il labbro. Che cosa andava a pensare? Aveva passato troppo tempo con quel moccioso. Gli stava facendo venire strane idee in testa. Dopo quella settimana, nemmeno se scendessero tutti gli dei di Roma accetterà di dover avere ancora a che fare con quel selvaggio.
Peccato che, quando cadde Impero Romano, sentì così tanto la sua mancanza da venire spesso e volentieri a fargli visita a casa sua.










( 415  parole)




















Angolo autriceù

Dato che partirò, non posso garantire l'aggiornamento di questa e altre mie storie per le prossime settimane. Ma prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per cercare di aggiornare qualcosa.
Minimo due recensioni per continuare questa raccolta FrUk.
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Capitolo 6
*** F come Febbre ***


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F come Febbre  

 

‘’ Francia? Ciao… è strano sentirti, cos’è successo?’’
‘’ Niente di grave, mon petite colombe. Solo, credo che domani né io né Angleterre potremo venire al meeting.’’

Inghilterra malato era tenero. O, a detta di Canada, era tenero Francia che si preoccupava e si occupava del suddetto malato. Ah, se solo la sua ex colonia sapesse con chi doveva avere a che fare, quando il suddetto britannico si ammalava.
Era quasi peggio di quando si ubriacava. Perdeva ogni forma di auto controllo, ogni inibizione, non pensava, agiva.
Proprio quando era ancora una Nazione giovane, ai tempi di Roma. Mon Dieu, se amava quella versione di lui. Selvaggio e senza freni.
Proprio come un leone (che non a caso era uno dei simboli della monarchia inglese). Tuttavia, anche se apprezzava questo suo lato selvaggio, c’erano pur sempre dei limiti da rispettare.
‘’ Angleterre, che stai facendo?!’’ lo richiamò, appena entro in camera e lo trovò intento a sbottonarsi la camicia del pigiama.
L’altro, con noncuranza, rispose:’’ Ho caldo.’’
‘’ Incosciente, hai una febbre altissima. Così non farai che prendere freddo e peggiorare.’’
Modalità mamma chioccia: on.
Anche Francia aveva quei momenti, specie se a stare male era quell’inglese scorbutico.
‘’ Tsk… frog, allora perché tu non vieni qui a riscaldarmi?’’ gli chiese malizioso, con la camicia sbottonata a metà.
Il francese sospirò. Qui veniva la parte difficile. Doveva mostrare un notevole auto controllo, come lo aveva avuto per decenni Germania, quando aveva Italia nel suo stesso letto e non allungava le mani. Era un santo o un pazzo. Il francese era più propenso per la seconda ipotesi.
'’ Oh, mon lapin, non sai quanto sia grande la mia voglia di farlo. Ma non ora. Non potrei mai farlo con te in questo stato. Anche perché dopo mi malediresti. Ho una gran voglia di toccarti… ma solo se tu sei nel pieno delle tue facoltà. ‘’

 










( 313  parole)




















Angolo autriceù

Scusatemi per il ritardo, sono tornata da poco. Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Amo Inghilterra da ubriaco e malato. 
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Capitolo 7
*** G come Giochi Olimpici ***


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G come Giochi Olimpici

 

Inghilterra sapeva che dietro le pretese filantropiche, Francia stesse macchinando qualcosa. Dopo anni e anni passati a combattersi, alla fine, volente o meno, si finiva per imparare sempre qualcosa sul proprio nemico/alleato occasionale/forse interesse amoroso da quando era ancora una Nazione non riconosciuta. E sapeva che tutto quell’interesse per far rivivere i Giochi Olimpici, nascondeva qualcosa. L’aveva detto alla sua regina e al primo ministro, ma come al solito loro non gli avevano dato ascolto. Certo, che ne poteva sapere lui che di anni ne aveva più di loro due messi insieme? Quando si era ritrovato di fronte la rana nuda, sapeva di averci visto fin troppo giusto.
‘’ Mettimi le mani addosso, e giuro che ti spedisco in un viaggio di sola andata dal creatore, maniac!’’
‘’ Angletterre, qui noi stiamo facendo la storia! Non potresti essere più poetico e adattarti all’atmosfera?’’
L’inglese inarcò un sopracciglio. Ma si sentiva quando faceva discorsi del genere?
‘’ Adattarmi? Rana, siamo nel 1896, non nel 700 a.C E ti puoi scordare che gareggerò nudo.’’
‘’ Ammettilo, hai solo paura del confronto e di perdere.’’
‘’ Sentitelo – fu il commento sprezzante del britannico – Sei tu quello  negato con la guerra, pervert. Dovresti essere tu quello a doversi preoccupare.’’
Il francese scrollò le spalle. God, perché il suo sguardo stava andando in basso? Doveva tenerlo fisso alla faccia di quel borioso francese senza inibizioni.
‘’ Francamente, Angleterre, perdere o vincere per me non ha molta importanza. Come giustamente ha detto Pierre,
La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene. ‘’
‘’ Che sciocchezze. Perché si dovrebbe partecipare a una gara, se non per vincere?’’
Francis alzò gli occhi al cielo.
‘’ Prova ad essere meno rigido, mon lapin. ‘’
‘’ Se fossi come te,- fu la risposta del diretto interessato, rosso per la foga della discussione -  Mi avrebbero già arrestato.’’
‘’ In effetti, hai un corpo da reato, Angleterre. Il vero crimine è non mostrarlo.’’


 

 










( 330  parole)




















Angolo autriceù

Come dimenticare l'episodio delle Olimpiadi? E' uno con i momenti FrUk più canon della serie.
Minimo due recensioni per continuare questa raccolta FrUk.
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Capitolo 8
*** H come Hobby ***


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H come Hobby

 
Tutti avevano diritto ad avere un hobby, no? Una Nazione aveva a disposizione un’eternità, e doveva imparare a sfruttare bene il suo tempo. Specie in periodi di pace, quando il richiamo dei campi di battaglia era lontano e ci si poteva concedere dei futili passatempi.
Italia dipingeva (costringendo Germania a fargli da modello)
Giappone, Ungheria, Polonia e Taiwan che avevano scoperto una comune passione per le doujinshi e l’hard yaoi.
Spagna e Romano si dedicavano ai loro raccolti di pomodoro (anche se il francese sospettava che passassero più tempo in camera da letto, lasciando tutto il lavoro pesante a Belgio)
E Francia… lui dal 1858, a fasi alterne, come tutti i suoi interessi, si era appassionato di fotografia.
Data la sua esperienza, poteva vantare un livello tale da poter tranquillamente esporre le sue opere in giro per l’Europa. Beh… quasi tutte le sue opere. Ce n’erano alcune che teneva conservate per un suo uso esclusivamente privato. E dell’esistenza di suddette foto, un certo gentleman inglese era meglio se non ne fosse venuto a conoscenza. Gliele aveva scattato quando era ubriaco, durante quei balletti in cui lui era mezzo nudo e mon Dieu se il francese avesse voluto vedere di più. Altre durante le riunioni, quando lui era assorto o cercava di non prendere a pugni America. E ce n’erano altre, tante altre che andavano accumulandosi nel corso degli anni. Gli mancava giusto quella in cui Inghilterra era nudo. Solo quella. Oh, ma gliel’avrebbe fatta.
Lui e il suo petite frère avevano molto in comune, tra cui la tendenza a ritrarre ciò che loro ritenevano bello.
Ed entrambi avevano buon gusto.

‘’ Germany… ma secondo te, Italia che se ne fa dei tuoi dipinti?’’
‘’ Sinceramente, Inghilterra? Non lo voglio sapere. E Francia che ne fa delle tue fotografie.’’

‘’ Spero che le distrugga… anche se, conoscendolo, potrebbe usarle per ricattarmi.’’




 

 










( 310  parole)




















Angolo autrice

Headcanon consolidata: Francia ama la fotografia come Italia ama dipingere. Il problema ricade tutto sui loro modelli. Anche se, al posto di Germania e Inghilterra, non mi lamenterei.
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Capitolo 9
*** I come Insonnia ***


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I come Insonnia  

 
La notte era sempre troppo lunga, per Inghilterra. Si girava e rigirava nel letto, lottando per riuscire anche solo a chiudere gli occhi.
Era una guerra persa in partenza, dunque si metteva l’animo in pace dopo un po’, accendeva il lumino sul comodino e si metteva leggere, fino a quando non era finalmente vinto dal sonno.
Questo, sempre verso le cinque del mattino. E lui doveva svegliarsi alle sette, prepararsi e stare alle otto al gabinetto di guerra di Churchill. Se gli andava bene, riusciva sì e no a dormire due ore.
Una cosa del genere non gli pesava. Era un’abitudine che aveva preso durante gli anni d’oro della pirateria, quando stava costantemente all’erta per non rischiare di essere preso alla sprovvista da attacchi notturni di Spagna o Olanda. Purtroppo, nonostante ci avesse fatto il callo alle notti insonni, c’era la stanchezza con cui fare i conti, a volte l’inglese si sentiva tanto debole da non riuscire a insultare come si deve America e le sue idee bislacche.
Ma la sua insonnia poteva tornargli utile a un altro tipo di assalto notturno, quando una certa rana si introduceva di soppiatto in casa sua e nel suo letto. Come facesse, era un mistero. Sicuramente lui non gli aveva dato le chiavi di casa… da sobrio, almeno.
‘’ What the… tu cosa diavolo ci fai a casa mia, rana maniaca?’’
Certo che trovarsi un francese mezzo nudo nel mezzo di una guerra non era esattamente il suo sogno nel cassetto.
‘’ Ma non sei stanco di finire sempre all’ospedale?’’
‘’ Beh, sai come si dice, in amore e in guerra tutto è lecito.’’
L’inglese a quell’affermazione aggrottò le sopracciglia.
‘’ Ancora con queste idiozie? ‘’
‘’ Sono il paese dell’amore. E’ mio dovere diffonderlo!’’
‘’ Certo…  infilandoti nel letto degli altri?’’
L’altro lo guardò, eloquente. E da quello sguardo, la Nazione britannica poteva dedurre che la risposta era un secco si. Ma guarda un po’ con chi doveva avere a che fare.
‘’ Senti, non ho tempo da perdere con queste idiozie. Se vuoi, puoi rimanere a dormire in questa stanza. Io vado in salotto, il divano è più comodo. ‘’
‘’ Come fai a dirlo? – fu il commento del francese – Tanto non riesci ad addormentarti neppure lì.’’
‘’ Sono aff… ASPETTA! TU COME FAI A SAPERLO?!’’
‘’ Non è che ti spii, sia chiaro. Non sono uno stalker come Antonio. Solo, non è difficile notare tutte le volte in cui ti sei addormentato mentre America parlava. E conoscendoti… ‘’
Inghilterra arrossì, ricordando l’incidente della settimana scorsa all’ultimo incontro con gli alleati. Dannazione, era stato umiliante! Senza contare, che lui parlava pure nel sonno.

‘’ Ammettiamo che io abbia dei problemi a dormire… a te che diavolo importa?’’
‘’ Si dia il caso, che io sia una cura vivente contro l’insonnia. ‘’
‘’ Lo sapevo… per te ogni occasione è buona per fare sesso!’’
Fece per uscire, quando l’altro lo bloccò, prendendogli il polso.
‘’ Non così in fretta. Hai bisogno di dormire.’’
‘’ Non con te che mi palpi nel sonno.’’
‘’ Tocco solo su richiesta, Angleterre – lo tirò a sé, stringendolo contro il suo petto – Sappiamo entrambi che sei sempre stato un disastro a prenderti cura di te stesso. Quindi, perchè per una volta non ti fidi di me?'' 
No che non voleva fidarsi di lui. C'erano troppo ragioni logiche per non farlo. Ma sulla logica, alla fine vinse l'istinto. Il suo petto era così caldo...

 




 

 










( 561  parole)




















Angolo autrice

Altro capitolo basato sul canon: Inghilterra si addormentò veramente, durante un episodio della prima stagione, durante una riunione degli Alleati. Per poi essere svegliato da America, perchè nel sonno stava dicendo cose compromettenti su di lui.
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Capitolo 10
*** L come Lumière ***


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L come Lumiére

 
Inghilterra odiava andare a Parigi. Odiava venire allontanato dai suoi affari in India da una dannata rana francese. E soprattutto odiava che lo chiamassero con un’urgenza tale da fargli temere che fosse scoppiata una nuova guerra al livello delle guerre napoleoniche, solo per fargli vedere una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia umana.
Dire che fosse nervoso era un eufemismo. Era furioso. E sapeva benissimo con chi doveva prendersela.
‘’ Fammi capire – chiese, una volta usciti dal Grand Café – Era questo che volevi farmi vedere? Mi sono dovuto allontanare dall’India, solo per vedere delle immagini in movimento?’’
Francia sorrise, un sorriso irritante che gli faceva venir voglia di strozzarlo sul posto. Non era neppure la prima volta, quel giorno. Se era riuscito a trattenersi, era stato un miracolo divino.
‘’ Non essere riduttivo, mon lapin. Il cinematografo è solo agli inizi, ma ne farà di strada.’’
‘’ Certo… ma io avevo cose più importanti da fare.’’
‘’ Niente è più importante del progresso. ‘’
‘’ Questa idea l’hai inculcata anche ad America. La sua ultima diavoleria mi stava quasi facendo fuori, all’ultima Esposizione Universale.’’
Il francese scrollò le spalle.
‘’ Amerique  è grande, Angleterre. Dovresti averlo capito già da un pezzo che è impossibile per chiunque costringerlo a fare qualcosa.’’
‘’ In pratica l’hai sfidato, damned. E ci sono rimasto di mezzo io. Sai dove te le puoi infilare tu e le tue invenzioni del…’’
‘’ Perfetto!’’ l’interruppe un uomo, uno dei fratelli Lumiére, con accanto il fratello a riprenderli.
E loro non si erano accorti di niente.
‘’ Sapevo che ci sarebbero stati dei soggetti interessanti, oggi. ‘’
‘’ La prossima settimana, a New York, spero che il pubblico sia altrettanto interessante.’’
‘’ Come vorresti chiamare questo corto, Louis?’’
Il minore parve pensarci su, poi con un sorrisetto trionfante rispose:’’ Litigio tra giovani sposi.’’ A quel punto, Inghilterra avrebbe solo voluto trovare una fossa in cui seppellirsi.  Purtroppo per lui, ci pensò la rana a peggiore le cose.
‘’ Mi pare che te lo dissi già anni fa, mon lapin. Vestito da sposa non staresti male.’’


 

 










( 339 parole)




















Angolo autrice

Ormai scrivere capitoli ambientati nel passato con loro due, è diventata una mia passione. Immagianarmeli nel corso della storia è intrigante. Per saperne di più sui fratelli Lumière, andate qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Auguste_e_Louis_Lumi%C3%A8re
Minimo due recensioni per continuare questa raccolta FrUk.
Ah, e  nuova fic long FrUk http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3177948&i=1
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Capitolo 11
*** M come Matrimonio ***


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M come Matrimonio

 

1956

Avrebbe dovuto sospettare qualcosa durante la settimana prima del matrimonio, dagli sguardi maliziosi che si scambiavano quei due idioti di Spagna e Prussia, e da quello esaltato di Ungheria, che si era proposta di occuparsi di video e foto, e gli aveva fatto venire il vago sospetto che avesse nascosto qualche videocamera anche nella sua camera da letto.
Si aspettava di tutto. Ma quello… quello decisamente era un colpo basso.
‘’ Ve lo potete scordare. Questa roba io non la metto ‘’ dichiarò sicuro, appena vide il contenuto della scatola portatagli pochi secondi prima da un fattorino del negozio di abiti da cerimonia.
Un abito da sposa… da donna! Gonna, reggicalze, bouquet e scarpe bianche col tacco. Per chi l’avevano preso, per Polonia?
‘’ Perché fai quella faccia? – gli chiese Irlanda, già pronta per la cerimonia – Francia l’ha sempre detto che vederti vestito da sposa era il suo sogno.’’
‘’ Credevo che si stesse solo prendendo gioco di me… Non immaginavo che fosse serio!’’
La maggiore si dovette trattenere dal ridere, e armata di tanta pazienza disse:’’ Guarda il lato positivo, il tuo futuro marito ha buon gusto. Gli devo chiedere se ce ne sono anche delle mia misura.’’
‘’ Buon gusto un corno! Non mi vestirò mai da donna!’’
‘’ Che vuoi fare? Aspettare che ti portino il tuo vestito (che tra l’altro era anche brutto da far paura), prima dell’inizio della cerimonia?’’
‘’ Si, e non mi importa se aspetteranno. Io quello non lo metto.’’
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E Abigail Kirkland dalla sua aveva anche tanta bastardaggine.
Scrollò le spalle, fingendo di dargliela vinta.
‘’ Fa come vuoi. Intanto, chiamo Ian e Ben.’’
‘’ Cosa? Perché?’’
Oh, usare Scozia e Galles per spaventarlo era la sua carta vincente. La usava da secoli, e riusciva sempre a fregare il suo fratellino. Maschi, com’erano prevedibili.
‘’ Ehi, non pretenderai che io vada a riportarla indietro, vero? Sono la tua damigella, e devo fare in modo che tu sia uno splendore. E guardati, sembri un orso che si è appena svegliato dal letargo. Quei due non hanno niente da fare, e quindi possono benissimo farmi questo piccolo favore… sempre che non perdano tempo, andando prima in chiesa a picchiare il loro futuro cognato. Poi…’’
‘’ Ho capito. Finiamola qui. Iniziamo... come si mette il reggi calze?’’
Inghilterra poteva dire fino allo stremo di odiare Francia, e che se avesse potuto l’avrebbe ucciso con le sue mani. Ma Irlanda sapeva che sarebbe morto, piuttosto che permettere ai suoi fratelli di torcere un capello alla sua rana. Ah, l’amore….


 

‘’ Oh… - Francia era rimasto incantato di fronte alla visione dell’inglese in abito da sposa. Notre Dame non aveva mai visto nessuno di più bello. E sapeva di chi era il merito – Come hai fatto, mademoissele Irlanda?’’
La rossa sorrise, maliziosa.
‘’ Ho i miei giusti argomenti. Ah, un consiglio per te, dato che sei entrato a far parte della famiglia: per oggi  non allontanarti da Arthur, ok? Credo che Ian sarà leggermente suscettibile, dopo la cerimonia. Ah, stasera divertitevi. Terrò io a bada gli ospiti.’’





( 514 parole)




















Angolo autrice

Alla fine, Francia ha esaudito il suo sogno di vedere Angleterre vestito da sposa. Con buona pace dello stesso e dei fratelli dello sposo. Fortunatamente per lui, almeno Irlanda non lo vuole morto (lei la FrUk l'ha sempre shippata, come Ungheria ha sempre shippato GerIta)
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Capitolo 12
*** N come Notre Dame ***


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N come Notre Dame  

 

1956

 Non saprai cos’è la vera bellezza, se prima non avrai visitato Notre-Dame. I critici (alias un inglese dalle sopracciglia più spesse di un calco di matita e dalla zazzera bionda) affermano che di cattedrali gotiche ce ne sono già in abbondanza, in giro per l’Europa, e che alla fin fine si somigliano tutte.
Non sapevano quanto si sbagliassero.
Notre Dame è la regina delle cattedrali gotiche, un sapiente mix di architettura e scultura che avevano contribuito a creare un capolavoro.
C’è un aura di mistero che la circonda, un’aura che duecento anni prima aveva ispirato Victor Hugo per il suo più grande capolavoro, Notre Dame de Paris. E quella stessa aura monopolizza ora lo sguardo di Francia, che nonostante avesse assistito alla costruzione della cattedrale, guardandola continua a rimanere affascinato.
Notre Dame è bella, e dotata di quel fascino che attira la curiosità dei turisti. Rappresenta lui e il suo bruco, un perfetto connubio tra razionalità e misticismo. In una sola parola, perfetta.
‘’ Si , sarà qui – pensò convinto, mentre si accendeva una sigaretta – Io e Angleterre ci sposeremo a Notre Dame.’’

 

 

 





( 186 parole)




















Angolo autrice

Considerate questo capitolo come una missing moment del capitolo precedente, come alla fine si sia scelta Notre Dame per celebrare il matrimonio del secolo. Francia fumatore è un headcanon personale, in quanto lo immagino che ogni tanto, nei momenti di stress, una sigaretta non se la nega mai. 
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Capitolo 13
*** O come Ombra ***


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O come Ombra
 

Nota bene: Francia non era uno stolker. Assolutamente. Lui non si metteva a pedinare la gente, per gelosia o cose simili. Restare nell'ombra ad aspettare, non faceva per lui. Era la Nazione dell'amore, non del terrorismo psicologico.
Era cresciuto con Impero Romano, e quell'uomo era circondato da amanti di ambo i sessi, e nessuno di loro faceva scenate di gelosia se lui preferiva questa principessa egiziana o questo puer romano. 
Non poteva certo pretendere di pensare a qualcuno come suo, quando lui stesso non permetteva a nessuno di farlo. Non era ipocrita... non fino a quel punto, almeno.
Tuttavia, nonostante queste premesse del tutto ragionevoli, il francese non riusciva a spiegarsi perchè di domenica mattina si trovasse nelle vicinanze della casa di Inghilterra, nascosto . Tutto, perchè America pochi giorni prima aveva detto di voler venire a trovare il britannico per "dirgli di una cosa di vitale importanza".
L'aveva detto con lo stesso tono con cui Germania parlava della sicurezza di Italia. E lui... beh, il resto per lui aveva perso importanza. Quasi non aveva notato il lieve rossore di Russia. Non gli interessava. Gli interessava solo sapere perchè quel ragazzino senza arte nè parte doveva parlare con Arthur.
Diventare l'ombra di una persona, non era nel suo stile. Allora perchè lo faceva con Inghilterra? Ci teneva veramente così tanto a lui? 
 

 

 

 






( 223 parole)




















Angolo autrice

La O è quella che mi ha messo più in difficoltà, e ammetto che il risultato finale non mi soddisfa appieno. Spero che per voi lettori sia diverso, e che il prossimo capitolo sia migliore.
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Capitolo 14
*** P come Paura ***


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P come Paura
 

Francia sapeva che prendersi cura di un bambino non era un’impresa facile. Aveva avuto a che fare con quelle due pesti dei nipoti di Roma, e non ci teneva a dover ripetere l’esperienza. Ma sfortunatamente per lui, Impero Romano aveva avuto la brillante idea di affidargli un piccolo selvaggio col compito di insegnarli la nobile civitas romana.
‘’ Non dovrebbe essere difficile – gli aveva detto Cesare, mentre quel piccoletto dalla improponibile zazzera bionda curiosava per casa sua – Siete quasi parenti, no?’’
Francis aveva provato a protestare che no, non c’era alcun legame di parentela tra loro, e come al solito l’Impero faceva confusione tra Galli e Celti. Ma era stato tutto inutile, e lui si ritrovava quel moccioso tra i piedi. Una punizione divina, altroché! Da quando aveva scoperto che conosceva perfettamente il latino, ma semplicemente non gli andava di parlarlo, aveva capito di avere a che fare con un piantagrane di prima categoria. Anzi, quella fu solo la conferma a ciò che lui sapeva già da prima!
Arthur (né il gallese né Roma avevano ancora capito cosa rappresentasse, per cui lo chiamavano solo con quel nome…) si isolava sempre, faceva di tutto per non stare troppo tempo con lui. E la Provincia non sapeva che pesci prendere con quel piccolo teppista. Beh, almeno non gli distruggeva più niente in casa, come i primi tempi. Dato il carattere di quel ragazzino tutto pepe, non si sarebbe aspettato di vederselo comparire vicino al letto, nel bel mezzo della notte, con la faccia di chi aveva visto un legionario ballare nudo con solo un elmo in testa.
‘’ Psss… ehi, rana…’’
‘’ Mhm…?’’
‘’ Sei sveglio?’’
‘’ Ora si, bruco.’’
Arthur si morse il labbro, e disse:’’ Non sono un bruco, rana.’’
‘’ E io non sono una rana. ‘’
‘’ Dalla tua faccia non si direbbe.’’
‘’ Devo dedurre che tu mi abbia svegliato solo per insultarmi?’’
Il più piccolo sussultò appena a quella domanda, e spostò lo sguardo, evidentemente imbarazzato.
‘’ N-no, certo che no… solo… non che non mi piaccia stare da solo… ma…’’
‘’ Ma?’’
‘’ Non hai sentito? Sta per venire una tempesta.’’
Francia alzò un sopracciglio.
‘’ Tutto qui? Beh, allora perché non chiudi la finestra?’’
‘’ Come se bastasse ‘’ disse l’altro, in un tono così sommesso a cui il maggiore non era abituato.
‘’ Cosa?’’
‘’ Niente! Ho detto, ho già chiuso la finestra… più o meno… solo non riesco a dormire.’’
‘’ Oh – fece il gallese, capendo dove volesse andare a parare l’altro, in un modo piuttosto contorto e astruso – Vuoi dormire con il fratellone? Perché non l’hai detto subito?’’
Pure nell’oscurità, era evidente il rossore con cui si erano colorate le guance del più piccolo, che si affrettò a negare:’’ Io? Dormire con te? Te lo sogni, idiota!’’
‘’ Allora perché sei qui?’’
‘’ Ecco… non riuscivo a dormire. Magari sentendoti parlare mi veniva sonno.’’
‘’ Oh, coniglietto… sai che non è bello mentire al proprio fratellone?’’
‘’ Non ti ho mentito. E tu non sei mio fratello.’’
‘’ Uhm… vero. Ma se hai paura dei temporali, basta dirlo. Ci sarò io a difenderti, sai? Basta solo ammettere che non vuoi stare da solo.’’
‘’ Io voglio stare da solo… ma non mi va di dover aspettare che gli dei vengano a prendere la mia anima.’’
Il biondo dovette trattenere una risata. Sapeva che Arthur non doveva passare tanto tempo con quel mezzo sacerdote di Fabius, gli metteva solo strane idee in testa. Un giorno, dovrà dirgli che i tuoni e i fulmini sono solo la dimostrazione di potenza di Giove, e che nessuno vuole prendergli l’anima. E magari dovrà anche fare un bel discorsetto a Fabius.
‘’ Bruco… ‘’
‘’ Non sono un bruco!’’
‘’ Allora… coniglietto!’’
‘’ Quasi quasi preferivo bruco…’’
‘’ Ma tu ti lamenti sempre? Comunque, se vieni a letto con me, non ci sarà niente di cui avere paura. Il fratellone la notte si sente sempre solo, sai? Che ne dici di fargli compagnia?’’
Arthur alzò un sopracciglio, dubbioso.
‘’ Perché tutto quello che dici mi sembra perverso?’’
‘’ Non lo è assolutamente, te l’assicuro. Non sono un amante del vizio greco.’’
‘’ Vizio greco?’’
‘’ Quando sarai più grande ti spiegherò cos’è… comunque, cosa ci fai ancora lì impalato? Entra pure, non mordo mica.’’
Nonostante le reticenze iniziali, il ragazzino ubbidì, e si arricciò nel letto, appoggiando la testa sul petto di Francia.
‘’ Oh… questo non me l’aspettavo.’’
‘’ Non ci fare l’abitudine, rana!’’
‘’ Certo che no! Non so se te l’hanno mai detto, ma sei pesante.’’
Il gallese l’abbracciò, incurante delle lamentele del più piccolo. Crescere un bambino non era facile. Eppure, c’erano momenti come quello in cui capiva che ne valeva la pena.



 

 

 

 






(757 parole)




















Angolo autrice

Questo capitolo si ricollega direttamente alla lettera E, dove vediamo un Chibi Inghilterra far disperare non poco Francia, che qui è definito gallese in quanto c'è ancora Impero Romano, e la nostra rana preferita non è ancora una Nazione indipendente a tutti gli effetti. Mentre Inghilterra, considerando il fatto che Britannia è ancora vivo e combatte contro Roma, viene chiamato semplicemente col suo nome umano, in quanto nessuno sa cosa rappresenta.
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Capitolo 15
*** Q come quadro ***


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Q come Quadro
 

'' La Gioconda è sopravvalutata.''
'' Parli così solo perchè Leonardo la regalò al mio re e non al tuo.''
'' Vieni al British Museum e poi ne riparliamo.''
La Gioconda era italiana, ma era sua da così tanto tempo che gli era naturale considerarla anche francese. Con  buona pace di Italia.
Portare Inghilterra al Louvre si era rivelata una pessima idea. Idea partorita dalla mente del suo petit frére , che gli aveva consigliato per un appuntamento galante ma non troppo di portare Angleterre in giro per la capitale. E il Louvre era una tappa quasi obbligatoria.
Di per sé, non era male come espediente,  considerato il fatto che l'inglese, al solo accenno di avances, seppur blande, da parte sua, l'avrebbe mandato prima a quel paese, poi se ne sarebbe tornato di corsa a casa.
E Francia non voleva perdere un'occasione per far breccia nella sua scorza da duro.
Il consiglio di Italia, però, per quanto sensato (incredible ma vero), non poteva funzionare nel suo caso. Per Feliciano, poteva andare bene, lui aveva un fidanzato che venerava l'arte e la cultura italiana. Inghilterra sarebbe morto piuttosto che fargli un complimento esplicito. 
'' Ohohohoho... per caso è un invito, mon lapin?''
''
Nemmeno per sogno  - ribatté piccato l'inglese, con le guance lievemente rosse - Ti faccio solo presente che puoi trovare di meglio da me.''
'' Mi suona sempre più come un invito per venire da te. ''
'' Frog, sii serio.''
'' Ma io sono serissimo. Mi chiedo solo se tu sia serio, quando definisci la Gioconda sopravvalutata.''
Inghilterra scrollò le spalle.
'' E' un reato esprimere la propria opinione? E'... gradevole, tutto qui.''
'' Gradevole, eh? Attento, ti è quasi scappato un complimento. Ah, e un'altra cosa...''
'' What?''
'' Potresti guardare il quadro adesso, e non me? So di essere affascinante  e gradevole, ma siamo venuti qui per ammirare Lei.''
La Nazione britannica avampò, mormorando delle frasi sconnesse che all'orecchio del francese suonarono molto come '' è tutto nella tua testa'' e '' bloody git cosa vai a pensare.''
Il francese sorrise, sapendo che, per un volta, nonostante avesse tentato di nasconderlo, Inghilterra era stato sincero con sé stesso. Ormai era chiaro a entrambi a chi si riferisse Arthur con quel ''gradevole''.



 

 

 

 






(363 parole)




















Angolo autrice

E' storicamente documentato che fu Leonardo a portare la Gioconda in Francia, e a donarla al re Francesco I.
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Capitolo 16
*** R come Rock n'Roll ***


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R come Rock n'Roll
 


‘’ Questa non è musica ‘’ asserì sicuro Francia, con le mani posate sulle orecchie, in un vano tentativo di proteggerle dal baccano fatto dalla chitarra elettrica dell’inglese.
‘’ Che ne vuoi sapere, tu? – fece Inghilterra, sicuro – Tu di musica ne capisci ancor meno che di strategie militari. ‘’
‘’ Almeno ho buon gusto e non costringo nessuno a sottoporti a certe torture musicali.’’
‘’ Guarda che il pubblico preferisce  i Rolling Stones alla tua Carla Bruni.’’
Tutta colpa di America. Era sempre colpa sua. Lui e la sua idea di organizzare un concerto di beneficenza… dove loro dovevano suonare. Di per sé l’idea non era male, Francia approvava sempre simili iniziative. Peccato che lo stesso America fosse stonato, che Germania non avesse intenzione di cantare di fronte a un vasto pubblico, e che i gusti musicali di Inghilterra fossero tremendi. E lui, in nome del buon gusto, avrebbe dovuto fermare quell’hooligan prima che fosse troppo tardi.
Anche se doveva ammettere che quei pantaloni gli stavano da Dio.
‘’ Il Rock è morto e sepolto, Angleterre. Fattene una ragione.’’
‘’ Il Rock n’Roll non è morto, rana! E domani sera te lo dimostrerò!’’
‘’ Per carità, le mie orecchie non potrebbero sopportare un altro spettacolo del genere.’’
‘’ Tu non ne capisci niente - ribatté secco l’inglese, che voleva solo poter esercitarsi in santa pace, senza rane gracidanti a fissarlo – Solo, se non ti piace la mia musica, cosa diavolo ci fai ancora qui?’’
‘’ Hai una bella voce – si limitò a rispondere l’altro, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Il ché, ai suoi occhi, era così – Potresti esibirti benissimo senza musica, usando solo la voce. Del testo mi occuperei io, ovviamente.’’
‘’ Seh, certo… testo melodrammatico magari. Sai che non sono tipo da ballate ‘’ ringhiò irritato il biondo, che piuttosto che ammettere di essere rimasto compiaciuto dal complimenti, avrebbe preferito passare tre settimane con America per insegnargli a cantare.
‘’ Eppure da piccolo ti piacevano tanto.’’
‘’ Scordatelo. Io ho la mia musica, e tu hai la tua.’’
‘’ Ma niente impedisce di unirle, Arthur.’’
‘’ Sono troppo diverse.’’
‘’ E chi lo dice?’’
‘’ Il buonsenso.’’
‘’ Fortunatamente, di buon senso io non ne ho mai avuto.’’
Inghilterra inarcò un sopracciglio. Perché aveva il dubbio che Francia non stesse più parlando solo di musica?




 

 

 

 






(385 parole)




















Angolo autrice

Vi lascio immaginare come stia da Dio Inghilterra con i pantaloni di pelle nera. Immaginatevelo durante la sua fase punk, e avrete un emorraggia nasale in corso.
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Capitolo 17
*** S come Sogno ***


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S come Sogno
 

Francis inarcò un sopracciglio, non sapendo se essere più divertito o più lusingato: vedere Inghilterra vestito da donna era talmente raro da poter fargli credere che nella testa di America non ci fosse il vuoto cosmico. E diamine, se quell'hooligan stava bene! Il vestito da infermiera gli lasciava le gambe scoperte, la gonna gli copriva a malapena la zona inguine e coscia, con grande imbarazzo della Nazione che gli stava di fronte. Non poteva fare a meno di guardarlo. Il travestimento era così ben fatto, da riuscire ad ingannare anche Germania. E lui si chiedeva se non potesse avere anche un'altro utilizzo, che non richiedesse l'impiego in campo bellico.
'' Smettila di guardarmi così, maniaco - sbottò il britannico, con le guance appena imporporate -  Mi sono dovuto travestire per forza così, altrimenti Germania mi avrebbe catturato prima di riuscire ad arrivare da te.''
'' Devo ricordarmi di ringraziarlo, allora.''
'' Smettila di fare l'idiota. Ho una lista di cose che devo assolutamente dire al mio capo. Hai dei vestiti decenti qua?''
'' Oh, ti vuoi cambaire? Che peccato... ''
'' Li hai o no? Non farmi perdere tempo. ''
Il francese indicò con un cennò della testa un punto alle spalle dell'altro, il quale si voltò, dandogli le spalle.
Mon Dieu, quel culo era un opera di Michelangelo. Sapeva per esperienza (e perchè l'aveva spiato di nascosto varie volte mentre si faceva il bagno), che il corpo di Angleterre era altrettanto bello. Non capiva, però, perchè si ostinasse a nasconderlo sotto strati e strati di vestiti tanto demodé.
'' Ehi, vuoi continuare a fare il gioco dei mimi o finalmente vuoi...togli quella mano da lì '' ringhiò, sentendo una mano del parigino stringergli con forza il culo.
'' Mhm... sicuro?''
'' Yes, damned! ''
'' Ohohohoh... mi inviti a nozze, mon lapin. ''
Ha detto che non poteva tenere le mani su quell'opera d'arte che era il suo sedere. Ma non gli aveva vietato di toccargli qualche altra parte del corpo. Gli leccò il lobo dell'orecchio, facendolo rabbrividire.
'' Ti piace, vero? Sta tranquillo, è solo l'inizio...''

'' E dopo?''
'' Dopo... niente. Mi sono svegliato. Erano le sette del mattino, praticamente l'alba per me. Dopo non sono neppure più riuscito a riaddormentarmi.''
'' E' la prima volta che fai un sogno del genere?''
'' Mhm... sinceramente? Questa settimana sarà la... terza volta? Questo è anche il sogno più casto che ho fatto. Sognarlo durante la Seconda guerra mondiale... beh, credo che sia normale, dato che Angleterre per le sue missioni di spionaggio ricorreva sempre ai travestimenti più disparati. Oh, quelle gambe erano veramente...''
'' Quando sono iniziati?'' gli chiese Austria, interrompendolo.
'' Da quando ci prendevamo cura di America e Canada insieme. Mon Dieu, sapevo che non eravamo una coppia, ma era così difficile stare nella stessa casa e non poterlo neppure toccare. ''
'' Avete mai reso reali questi tuoi... sogni?''
'' Sigh... no, neppure una volta. ''
'' Ma avresti voluto.''
'' Si, e tanto.''
‘’ E' un messaggio del tuo subconscio, Francia '' gli disse Austria, dopo aver ascoltato il racconto dell'altra Nazione.
Il francese aveva trovato strano rivolgersi a lui, ma era l'unico con le competenze necessarie ad analizzare scientificamente quel sogno che l'aveva lasciato con un senso di insoddisfazione per non averne visto la fine.
'' Devo cambiare pettinatura per il prossimo mese?'' gli chiese ironico il parigino, sistemandosi sulla poltroncina rossa in modo tale che il suo terapista improvvisato non si accorgesse di un piccolo problemino tra le sue gambe. A quello ci dovrà pensare dopo, purtroppo.
'' No, niente di così... superficiale. E' qualcosa di più atipico, legato alla sfera emotiva della tua psiche. Il tuo Io e il tuo Super Io coincidono, il desiderio è il medesimo. Trascende la ragione e la logica, ha connotati più... irrazionali. Desiderio che vede come punto di sfogo la figura di Inghilterra che...'' 
Di tutto quello che stava dicendo l'austriaco, Franca non capiva una sola parola. E aveva smesso di seguirlo, tanti paroloni come rappresentante psichico, importo di affetto, rappresentante ideativo - qualitativo.
Quello che aveva capito con assoluta certezza, tuttavia, era che la sua cotta per quello scorbutico di un inglese, non era più trascurabile. Non poteva più ignorare ciò che provava. 




 

 

 

 






(686 parole)




















Angolo autrice

Amo troppo immaginare Inghilterra in versione infermiera sexy. E Austria, avendo dato i natali a Freud, è uno strizzacervelli perfetto. .
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Capitolo 18
*** T come Tsundere ***


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T come Tsundere
 

Alle riunioni era sempre la stessa storia: gente che litigava, pianti, urla, yaoiste in fondo alla sala che tifavano per questa o quella coppia. Più che meeting mondiali, sembravano classi delle elementari in gita.
‘’ Prova a toccarmi di nuovo – sibilò a denti stretti Inghilterra  -  E giuro che ti dovranno chiamare Il monco.’’
‘’ Sei così crudele, Angleterre. Io voglio solo darti tanto amore!’’
‘’ Non lo voglio. Specie da te!’’
‘’ Nemmeno un po’? Sicuro?
‘’ What? Che razza di domande fai? Certo che sono sicuro!’’
Il francese scrollò le spalle, per nulla rassegnato. Secondo una strana terminologia usata da Giappone, Inghilterra era uno tsundere: all’apparenza sembrava scontroso e duro, ma in realtà era gentile e con un gran cuore.  
Niente di nuovo, per Francia. Sapeva che la sua Albione si nascondeva dietro una maschera fatta di rabbia e amarezza, creata ad arte per impedire ad altri di sfruttare i suoi punti deboli. Inghilterra diffidava e si teneva a distanza dall’amore, ma allo stesso tempo una parte di lui sentiva il bisogno di amare ed essere amato. Non ci voleva molto a capirlo, lui l’aveva osservato attentamente, sempre, anche quando l’inglese era convinto di essere rimasto da solo a raccogliere i cocci del suo cuore.
‘’ Mi chiedo…’’ iniziò, facendo attenzione alle parole da usare.
‘’ Spero che non sia un’altra domanda stupida. ‘’
‘’ … quando smetterai di fingere?’’
Inghilterra lo fissò, interdetto.
‘’ Di che diavolo stai parlando?’’
‘’ Della tua maschera, mon amour. Puoi ingannare Amerique, ma io conosco  tutti i tuoi trucchi. So cosa si nasconde dietro la tua maschera, e non mi dispiace. La gentilezza non è una debolezza.’’




 

 

 

 






(264 parole)




















Angolo autrice

Questo capitolo è stato complicato. La mia mente non ne voleva sapere di creare una storia per la lettera T. Ero quasi disperata. Ma finalmente, ecco qui il nuovo capitolo. Mi ci sono rispecchiata di più, dato che anch'io sono un po' tsundere.
Minimo due recensioni per continuare.



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Capitolo 19
*** U come Username ***


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U come Username

Chi è che nel 2015 non usa un computer? O che non sappia neppure come accendere un Iphone? O che non abbia un account su facebook? O che era immune alla moda dei selfie?
Andiamo, persino Germania si era adattato alle nuove tecnologie, lui e Italia avevano un profilo condiviso su facebook, con grande irritazione del fratello di quest’ultimo. L’unico che sembrava non volerne sapere niente di tecnologia, era Inghilterra. Casa sua era a prova di wi-fi e qualsivoglia connessione, tanto che Giappone, quando veniva  a fargli visita, doveva ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non uscire ed entrare nel primo internet point per connettersi al suo blog yaoi su tumblr. Non aveva un cellulare, anche se America aveva provato decine e decine di volte a regalargli gli ultimi prodotti apple. Peccato che tutti finissero in un angolino dimenticato della casa dell’inglese.
Inghilterra preferiva la tranquillità di casa sua, senza doversi preoccupare per la sua privacy e di eventuali ficcanaso. Non gli piaceva sbandierare la sua vita sui social network, mica era l’unico a pensarla così, no? Peccato che ci fosse qualcuno persino più ostinato di lui che non la pensava così.
‘’ Angleterre, almeno facebook!’’
‘’ No, quante volte te lo devo dire? Io non voglio avere niente a che fare con queste diavolerie ‘’ rifiutò categorico la Nazione, mentre selezionava i documenti da portare al prossimo meeting.
Venire fino al suo ufficio a Buckingam Palace solo per discutere di simili sciocchezze… sempre detto che al posto del cervello il francese aveva un criceto morto!
‘’ Non puoi rimanere fuori da tutto questo! E’ una vera rivoluzione.’’
‘’ Me lo dicesti già nel 1789, e sappiamo tutti come andò a finire.’’
‘’ Ma qui è completamente diverso! – insistette l’altro, imperterrito  – E ammettilo, nel 1789 avevo ragione io! Così come ho ragione anche adesso!’’
‘’ Nei tuoi sogni, frog. A differenza tua e di America, io ci tengo a non sbandierare al mondo la mia vita privata. ‘’
‘’ Puoi anche non postare niente che ti riguardi personalmente. I social servono per tenersi in contatto tutti.’’
‘’ Tsk, come no…  le telefonate sono passate di moda? Se voglio parlare con una persona, le telefono direttamente. Se ci tengo a una persona,  la vado a trovare, senza dover perdere tempo dietro uno schermo. ‘’
‘’ Allora perché non vieni mai a trovarmi?’’
‘’ W-what?’’
La domanda era stata così inaspettata, da fargli cadere i fogli dalle mani. Inghilterra si abbassò subito per prenderli, trovandosi così a pochi centimetri di distanza dal viso di Francia.
‘’ L-levati, faccio da solo ‘’ biascicò l’inglese, tenendo lo sguardo basso. Francia non si fece ingannare: conosceva bene tutte le manovre eversive dell’altro per far cadere un discorso troppo scomodo per lui.
‘’  Ancora non mi hai risposto. Non vuoi avere niente a che fare con i social network, e va bene… ma se ci tieni, perché non vieni mai a farmi visita? Non provare a negare che non ci tieni neanche un po’, perché non ti credo. Non puoi guardare con certi sguardi una persona, e poi dire che non provi niente.‘’
In quel momento, Inghilterra avrebbe preferito persino la compagnia di Scozia o Galles.
‘’ Io…’’
‘’ Oh, allora il mio username su tumblr è azzeccato! – esclamò estasiata una voce femminile alla porta – Finalmente, ho del materiale dal vivo da pubblicare sul mio blog!’’
‘’ IRLANDA?! COSA DIAVOLO CI FAI QUI?’’
‘’ Quale username, scusa?’’ chiese più calmo Francia. Ormai si era abituato al fatto che, ogni volta che le cose tra lui e Inghilterra cominciavano a farsi interessanti, i parenti dell’inglese li interrompevano sul più bello.  
‘’ FrUkiscanonbithces… ho anche un sacco di fan art, e un paio di doujinshi R 18 che mi ha fatto Giappone. Che ne dite, mi volete fornire del materiale da vivo?’’




 

 

 

 






(630 parole)




















Angolo autrice

Mancano due capitoli alla fine. Sigh, com'è volato il tempo. Comunque voi siete d'accordo con Inghilterra o con Francia?
Fiction in corso FrUk:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3313437
Minimo una recensione per continuare.



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Capitolo 20
*** V come Valzer ***


30 Days FrUk

From A to Z

21 Moments FrUk


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

V come Valzer

Addormentarsi mentre leggeva non era da Inghilterra. Ma intrufolarsi in case altrui senza permesso era tipico di Francia.
‘’ What the… tu cosa diavolo stai facendo qui?!’’ gli urlò , quando vide l’altro sdraiato sulla poltrona di fronte alla sua.
‘’ Beh, ho approfittato per schiacciare un pisolino. Sai, anche con il tunnel della Manica raggiungerti continua ad essere una faticaccia – spiegò brevemente il francese, stiracchiandosi – Angleterre, dovresti dare una bella rimodernata a questo posto. Anche se brutti, almeno i divani sono comodi.’’
‘’ Volevo dire che ci fai a casa mia!’’
‘’ Beh, al telefono non rispondevi…’’
‘’ Avevo le mie ragioni!’’
‘’ Isolarti come al solito? – chiese retorico Francia – Mon Dieu, sono secoli che Austria non organizza una festa per il suo compleanno. Bisogna approfittarne!’’
‘’ Ho già detto ad Austria che non sarò presente alla sua festa!’’
‘’ Prussia me l’ha detto. ‘’
Inghilterra lo fissò, stranito.
‘’ Prussia?’’
‘’ Beh, lui l’ha saputo da Ungheria.’’
‘’ Lo dovevo immaginare… ‘’
‘’ Non cambiare discorso – lo riprese Francis – Stare qui da solo ti farà solo invecchiare più velocemente. ‘’
‘’ Io sto benissimo qui – biascicò irritato Arthur – Come passo il tempo, non sono affari tuoi.’’
‘’ Certo che lo sono! E vorrei capire perché tu non vuoi venire. Con Austria non mi pare che ci sia di mezzo una rivoluzione. ‘’
L’inglese arrossì, e abbassò subito lo sguardo. Odiava dare spiegazioni. Francia non poteva lasciarlo stare tranquillo a casa sua, a leggere Cime Tempestose? Ovviamente no, se implicava l’occasione per dargli fastidio.
‘’ Forse… ecco… forse non so ballare… il ballo preferito di Austria, frog. E se provi a ridere, giuro che ti strappo i capelli uno alla volta!’’
‘’ Ci tengo troppo ai miei capelli, grazie mille – ribatté l’altra Nazione – Tutto qui? Vuoi startene qui solo perché non sai ballare il valzer? Certo che sei proprio testardo. Potevi chiedere al sottoscritto di insegnartelo!’’
Inghilterra sbuffò, e disse:’’ Certo, così potevi avere una scusa per palparmi il culo!’’
‘’ Mhm… non sarebbe male come idea. Ma preferirei farlo in un'altra sede… camera tua, ad esempio.’’
Per poco, Francis non fu colpito dal telecomando del televisore.
‘’ Pervert!’’
‘’ Guarda che la mia offerta è ancora valida, Angleterre – fece lui, per nulla intimorito – Non ti lascerò qui da solo, mentre tutti gli altri festeggiano da Austria. Ti insegnerò a ballare il valzer, quant’è vero che sono il Paese dell’amore.’’

 




 

 

 

 






(398 parole)




















Angolo autrice

Manca poco alla fine. Sigh, com'è volato il tempo. Mi dispiace per il terribile Ooc.
Fiction in corso FrUk:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3313437
Minimo una recensione per continuare.



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Capitolo 21
*** Z come Zona Erogena ***


30 Days FrUk

From A to Z

21 Moments FrUk


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Z come Zona Erogena

‘’ Ovviamente, a prendere la parola per primo devo essere io. Insomma, anche Obama l’ha detto che sono la Nazione più forte del mondo, e quindi è logico che debba parlare per primo, no? Insomma, gli eroi…’’
Un sospiro generale di rassegnazione si levò dai presenti in sala. Il meeting era iniziato da meno di un ora, ma già tutti avvertivano il pressante desiderio di tornarsene a casa loro. America era un megalomane. Un megalomane dalla parlantina sciolta, che non si sarebbe fermato fino a quando non fosse rimasto senza voce o, più realisticamente, Russia non fosse intervenuto trascinandolo fuori per portarlo a esplorare la Siberia.
‘’ Godness, fa che venga l’Angelo della Morte venga a portarmi via. ‘’  
Inghilterra guardò con la coda dell’occhio il suo vicino.
Francia era annoiato. E un Francia annoiato non portava mai niente di buono. Il meeting era appena iniziato, ma Inghilterra, disgraziatamente sedutogli accanto, lo conosceva abbastanza bene da sapere che, di lì a poco, sarebbe successo qualcosa che avrebbe messo fine alla riunione, portato all’ospedale metà delle Nazioni presenti e procurato una dozzina di denunce a Francia e a quegli altri due mentecatti di Prussia e Spagna. Di loro non ci si poteva fidare, se si aveva un po’ di sale in zucca. Doveva stare attento, cogliere ogni movimento sospetto e…
‘’ Ehi, Angletterre… ti vedo un po’ teso. Sicuro di non volere un massaggio?’’
‘’ Nemmeno per sogno, maniaco – gli rispose brusco – Se hai intenzione di fare il cascamorto, va da Monaco. Ti fissa come se ti volesse vedere nudo.’’
‘’ Ohohohoh… geloso, mon lapin?’’
‘’ Di te? Ma fammi il piacere. Chi ti porti a letto non mi riguarda. ‘’
Davvero, la vita sessuale del francese non lo riguardava minimamente. E no, la pressione che avvertiva al petto non era gelosia. Affatto.
‘’ Ma davvero? – chiese il francese, facendo un sorriso che all’altro non piacque affatto – Allora il mio Angleterre sta crescendo. Il suo fratellone è così orgoglioso!’’
‘’ Non sono tuo fratello. ‘’
Se possibile, il sorrise sul viso dell’altro si fece più inquietante.
‘’ Questo è un bene… altrimenti, non ti potrei toccare, Arthur caro.’’
‘’ Cavolo stai…’’
Si bloccò, sentendo una mano insinuarsi dietro la schiena e tastare quel punto. E tanti saluti al tenere gli occhi aperti e stare attento ai movimenti del maniaco. La rana l’aveva fregato.
Rabbrividì, mentre il sorriso di Francia si trasformava in un ghigno.
‘’ Credi che non sappia di questo tuo piccolo segretuccio, Angleterre. Io ti conosco bene, bruco. E credimi, non vedo l’ora di conoscerti ancora meglio. Magari, in camera mia. Che ne dici?’’

 




 

 

 

 






(433 parole)




















Angolo autrice

E così, questa è la fine della nostra avventura. La raccolta sulla FrUk è finita, e spero che quest'ultimo capitolo non vi abbia deluso e che non sia troppo Ooc. Quando finisci una fan fiction, è come se lasciassi andare via un pezzo del tuo cuore.
La FrUk (insieme alla Spamano e alla GerIta) è la mia OTP, e continuerò a scrivere su di loro.
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito fin proprio alle fine, a chi ha recensito, ai lettori silenziosi, a chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Grazie, grazie di cuore. Comunque non starò neppure un giorno lontano dal fandom: oltre alle altre fan fiction in corso, ho iniziato una nuova raccolta, Percy Jackson Au Collection. Sono pazza? Probabilmente sì. Ehi, spero che vi piaccia.

ps. Nota finale
Nel mio personale headcanon, la zona erogena di Inghilterra si trova alla base della sua schiena.
  



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