Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Era ormai notte inoltrata quando una jeep verde, con a bordo 4
passeggeri, si fermò in un ampio spazio erboso, il primo dopo un lungo tragitto
costituito solo da deserto
Salve
a tutti ^ ^ Sono HOPE87 e questa è la mia prima storia ^ ^ Molti di voi avranno
già letto "Un addio difficile da pronunciare" ed avranno notato che
si tratta di un capitolo sospeso nel vuoto. "Il filo rosso del
destino" spiegherà come si è arrivati a quel capitolo, com
è nata tutta la storia, come si è evoluta e come si concluderà ^ ^ Spero vi
piaccia e spero di ricevere tante recensioni (positive o negative che siano,
m'importa che siano costruttive). Intanto ringrazio YamaMaxwell
(o venerabile sensei-sama *inchino*) e Stellina_8787
che hanno recensito la precedente, ringrazio inoltre miriel67 che ha aggiunto
la mia storia tra le preferite (me onorata *inchino*) e ringrazio tutte le
persone che hanno letto e non commentato (grazie! *altro inchino*).
Buona
lettura allora ^ ^ Ah, per chi fosse interessato ho scelto come “colonna sonora”
della storia la canzone "Iris" dei GooGooDolls, magari se vi capitasse di ascoltarla mentre
leggete il capitolo potreste capire con che stato d'animo l'ho scritto ^ ^
Ancora
una volta, buona lettura ^^
“La sposa”
Era ormai notte inoltrata quando
una jeep verde, con a bordo 4 passeggeri, stava viaggiando a velocità moderata
in una distesa erbosa, la prima dopo un lungo tragitto costituito solo da
deserto.
-Ah… che fame… - si lamentò un ragazzino dagli occhi
dorati.
-Non avevo dubbi che lo avresti
detto… - gli rispose, provocandolo, un ragazzo dai lunghicapelli rossi.
-Che vorresti dire, kappa pervertito?? – gli chiese di rimando il ragazzino
dagli occhi dorati, dimentico ormai della fame e pronto
ad iniziare l’ennesima litigata col suo compagno di viaggio.
-Che sei una stupida scimmia con lo stomaco al posto del
cervello! – rispose prontamente l’altro, marcando di proposito la parola
“scimmia” dispettosamente.
-E tu sei uno stupido kappa
pervertito!! – continuò il ragazzino dagli occhi
dorati, avvicinandosi di più al compagno di viaggio per sfidarlo.
-Ripetilo se ne hai il coraggio, razza di stupida
scimmia!! -.
BANG BANGBANG.
Tre proiettili mancarono di striscio i due improvvisati
bersagli, a spararli un ragazzo biondo dagli occhi viola, che in quel momento
continuava a tenere la pistola puntata verso di loro.
-Dite un’altra parola… E GIURO CHE VI AMMAZZO!! – urlò il biondo, mettendo in risalto una venetta che gli pulsava violentemente sulla fronte.
-EHI!! RAZZA DI BONZO CORROTTO, VOLEVI PER CASO
AMMAZZARCI?? – urlò, dopo essersi ripreso dallo shock,
il ragazzo dai capelli rossi.
-L’intenzione era quella, così avreste chiuso una volta
e per tutte quelle dannate bocche! – gli rispose il biondo, ritirando la sua
pistola e tornando a sedersi compostamente.
-E non trattarmi con aria di sufficienza, razza di bonzo
senza Buddha! – continuò l’altro.
CLICK.
La pistola era stata risfoderata e
la sicura era stata tolta.
-Vuoi morire? – gli chiese minacciosamente il biondo.
-Ehm… no no…
- rispose il rosso ritirandosi, spaventato dalla S&W
del monaco.
-Su ragazzi… godetevi la pace della natura – s’intromise
improvvisamente un quarto ragazzo che era seduto al posto di guida.
-Hakkai… quanto
manca al prossimo villaggio? – gli chiese il ragazzino dagli occhi
dorati.
HAKKAI - Non saprei dirlo con esattezza, Goku…
la cartina che abbiamo indica che dovremmo trovare un villaggio tra breve… ma
considerando che è molto vecchia, dovremo sperare di raggiungerne uno
domattina.
GOKU -Domattina?? Ma io muoio di fame…
-Smettila di lamentarti, stupida scimmia! – lo
rimproverò il ragazzo biondo colpendolo alla testa con un harisen.
GOKU -Ma Sanzooooooo… non è colpa mia se ho
fame – si lamentò il ragazzino dagli occhi dorati, tenendosi la testa appena
colpita tra le mani.
SANZO – Vedi di fartela passare! – tuonò, minacciando Goku di colpirlo ancora con l’harisen.
Il ragazzo dai capelli rossi scoppiò a ridere.
GOKU – Che c’è di tanto divertente, Goijo?? – chiese indispettito.
GOIJO – La tua faccia è uno spasso quando
becchi l’harisen in testa.. ahahahah
- .
GOKU – Maledettoooooooo – urlò,
lanciandosi su di esso e iniziando una lotta a suon di
pugni.
BANG BANGBANG.
La pace fu ristabilita dalla fedele shoreiju
del monaco.
HAKKAI – Se continui così finirai col finire subito tutti i
proiettili ^^
-
SANZO – Tsk!
Si accamparono in un punto poco lontano da un fiume che
costeggiava la distesa al di là degli alberi.
Una volta che furono scesi tutti dal veicolo, la jeep verde
si tramutò in un piccolo draghetto bianco che
raggiunse subito la spalla di Hakkai, emettendo un
sonoro verso.
- KYUUUUUUU –
HAKKAI – Scusaci Hakuryù, stasera
ti abbiamo fatto viaggiare a lungo – disse accarezzandogli amorevolmente la
testolina, che di tutta risposta il draghetto
inclinò, accettando con piacere quella tenera ricompensa.
Sanzo si allontanò di un po’ dal
resto del gruppo e andò a sedersi su una grossa pietra, poi estrasse da una
manica della sua tunica un pacchetto di sigarette e se ne accese una.
GOIJO – Ehi bonzo… me ne dai una?
SANZO – Tsk…
GOIJO – Tradotto?
SANZO – “Scordatelo” – e detto questo si reinfilòla sigarette nella manica.
GOIJO – Ma tu guarda questo…
GOKU – Fame… -.
Goku era steso a terra, delirante
e immobile, quasi come se si trovasse in stato comatoso. Goijo
ne approfittò per prenderlo a calci.
GOIJO – Alzati scimmia! E và a cercare qualcosa da mangiare
se stai morendo! E visto che ci sei, procura qualcosa anche per noi per
domattina a colazione! –
Ai ripetuti colpi subiti, Goku si
ridestò subito e assunse un’espressione arrabbiata, ma prima che potesse
ribattere qualcosa, un rumore proveniente dal fogliame lì vicino attirò la loro
attenzione.
Sanzo estrasse immediatamente la
sua shoreiju e la puntò in direzione del fogliame, Hakkai fece allontanare Hakuryù
da sé e si mise in posizione di difesa, così come fecero anche Goku e Goijo.
Il rumore proveniente dal fogliame sembrò cessare.
GOIJO – Qualche animale? – ipotizzò ironico.
C’era qualcosa nascosto tra i cespugli che non aveva
intenzione di uscire allo scoperto.
Fu Sanzo ad incitarlo con un colpo
di pistola.
Subito dopo, infatti, dai cespugli saltò fuori una figura,
che per via dell’oscurità i quattro non riuscirono a focalizzare.
- Ahi… -. Il rumore che provocò
toccando il suolo fece intendere che il salto non era riuscito bene.
“Una donna” concluse Sanzo,
aiutato dalla voce della figura misteriosa che non riusciva ancor bene a vedere poiché teneva il viso basso.
SANZO - Chi sei? – tuonò poco dopo col suo solito fare poco
cordiale.
Fu allora che la donna sollevò la testa, andando ad
incontrare gli occhi di Sanzo.
Ametiste negli smeraldi.
Smeraldi nelle ametiste.
Sanzo rimase inchiodato per un periodo
indefinito con gli occhi in quelli di lei. La pistola ancora puntatale contro,
ma non più con la reale intenzione di fare fuoco.
Fu così che la donna uscì dalla sua visuale, scomparendo tra
gli alberi che costeggiavano il fiume.
La shoreiju di Sanzo
era ancora puntata nello stesso punto, nonostante l’obiettivo non ci fosse più.
GOIJO – Ragazzi… -
Fu la voce di Goijo ad
interrompere il vagare sommesso di parecchi pensieri.
GOIJO – Sbaglio… o era vestita da sposa? - .
Intanto, nel regno celeste, la divinità della misericordia
sorrise soddisfatta.
Gli alberi le scorrevano velocemente accanto, la velocità a cui correva
non le permetteva di aver ben chiaro cos’avesse intorno
Ringrazio
ancora una volta tutte le persone che leggono questa fanfiction ^ ^ Grazie mille a YamaMaxwell
che mi incita a proseguire e grazie anche a miriel67 che ha aggiunto ancora una
volta la mia storia tra le preferite ^ ^ .
“Tempismo perfetto”
Gli alberi le scorrevano velocemente accanto, la velocità a cui correva non le permetteva di aver ben chiaro
cos’avesse intorno. Si girò soltanto una volta, per vedere se qualcuno la stesse seguendo.
“Credo di averli seminati” pensò, scrutando bene il buio e
facendo attenzione ad ogni minimo rumore.
Raggiunse l’altra estremità della distesa, trovandosi così
di fronte al fiume. Un leggero venticello le scompigliò i capelli, di cui
riportò prontamente una ciocca dietro ad un orecchio.
La luna piena si rifletteva nello specchio d’acqua andando
ad illuminare col suo bagliore ogni cosa che si trovasse nel raggio di pochi
metri.
Era un’atmosfera suggestiva, una di quelle che erano in
grado di trasmetterle pace e serenità.
Si avvicinò di più alla riva del fiume, facendo ben
attenzione che il lungo vestito bianco non si bagnasse, altrimenti le sarebbe
risultato più difficile spostarsi per via della pesantezza che avrebbe
acquisito.
Fu allora che guardò la sua figura riflessa nell’acqua.
Quante ore erano passate da quando
aveva lasciato la cerimonia? Tante… a giudicare dal fatto che quando aveva
deciso di sottrarsi a quella pazzia era ancora giorno.
Stette per un tempo indefinito ad osservare ogni minimo
particolare di sé. L’abito di seta dal bustino ricamato, i lunghi capelli
raccolti in una pettinatura alta, dalla quale sfuggivano alcune ciocche, i
gioielli… indossava ancora la collana e gli orecchini di perla che lui le aveva
regalato. Fu allora che si ricordò di aver con sé ancora un altro monile. Si
sfilò così il guanto sinistro, scorgendo l’anello di fidanzamento.
“Una gemma preziosa
per una gemma ancor più preziosa”.
Che stupida… avrebbe dovuto capirlo da subito che lui la
considerava solo un oggetto.
Ma in fondo non si era mai aspettata nulla di più da lui. Il
solo fatto di averla salvata quel giorno di due anni fa era un buon motivo per
assecondare ogni suo desiderio, in fondo doveva a lui la sua riacquisita
libertà. Così aveva deciso di sposarlo, nonostante non lo amasse, pensava che
quello era un ottimo modo per dimostrargli la sua
gratitudine.
Fino a quando non aveva visto… ed era rimasta terrorizzata.
No, quell’uomo non era capace di provare dei sentimenti. Doveva allontanarsi da
lui, e subito, altrimenti avrebbe subìto più di
quanto non avesse già subìto quel giorno di due anni
prima…
Un rumore la destò dai suoi pensieri, inducendola a voltarsi
in direzione del bosco dalla quale era uscita poco prima.
Tre uomini fecero la loro comparsa, uscendo dall’ombra degli
alberi e posizionandosi in modo tale che la ragazza non potesse
avere scampo.
“Dannazione!” pensò, imprecando tra sé.
Quarta e ultima, un’altra figura si stagliò proprio di
fronte a lei, col portamento fiero ed elegante ed un sorriso sadico stampato
sul volto.
-Ciao tesoro – disse l’uomo che aveva davanti – dimmi…
dove, esattamente, eri diretta? -.
Gli altri tre uomini scoppiarono a
ridere, ma smisero subito ad un cenno della mano dell’uomo che aveva parlato.
-Sei stata proprio una bambina cattiva, lo sai? Ho
dovuto congedare tutti gli ospiti e spostare la cerimonia… non è cosa da fare…
non sta bene – continuò l’uomo dal sorriso sadico, avvicinandosi a lei.
-Stai indietro! – le intimò lei, lanciandogli
un’occhiata gelida – Non ti avvicinare! - .
-Dimmi… è forse per il vestito? Se non ti piaceva potevi
sempre sceglierne un altro… - .
I tre uomini scoppiarono
nuovamente a ridere, questa volta silenziosamente.
Lei di tutta risposta calcò ancora
di più la sua occhiataccia, ribadendo il concetto dello
“stare lontana da lei”.
-No aspetta, non dirmelo –
riprese sarcasticamente lui – non ti è piaciuto l’anello? – e detto questo gli
altri tre uomini risero ancora una volta, questa volta senza trattenersi.
-Sei solo un lurido doppiogiochista… - gli rispose lei
sprezzante.
I tre uomini si zittirono e lui
assunse un’espressione seria.
-Ho visto tutto… tu eri d’accordo con
loro… - sibilò ancora lei, non distogliendo un solo attimo il suo sguardo da
quello dell’uomo che aveva davanti.
-Tesoro… - disse lui, assumendo
questa volta un tono più dolce e abbreviandoa poco a poco la distanza che li separava – Ma che stai dicendo? Io ti…
- .
- ZITTO! Non ti azzardare a dire cose che
nemmeno comprendi! Tu mi hai usata e basta! Hai fatto male i conti… credevi che
non sarei mai riuscita a capirlo? Hai dimenticato con chi hai a che fare? -
disse lei, indicandosi con l’indice della mano destra una tempia.
L’uomo riassunse l’espressione
sadica precedentemente abbandonata, aggiungendo questa volta un sottile velo di
nervosismo, e fece un passo indietro.
-Se le cose stanno così… non mi lasci altra scelta –
aggiunse poi, indietreggiando di un passo.
-Se non posso averti con le buone, ti avrò con le
cattive… prendetela! -.
E detto questo i tre uomini che
per tutto quel tempo avevano assistito al loro scambio di battute, si
precipitarono sulla ragazza, impugnando ciascuno un’arma.
La ragazza, prontamente, si
strappò il lembo inferiore del vestito, in modo da avere le gambe più libere, e
si mise in posizione di difesa.
Stava per attaccare a sua volta,
quando una falce legata ad una catena fece la sua entrata in scena, uscendo
dagli alberi e andando a circondare i corpi dei tre uomini, facendoli
capitombolare a terra.
-Ma che rozzi… non si trattano così le fanciulle -.
-Che villani attaccare in quattro una ragazza indifesa…
oggigiorno non viene più insegnato il galateo - .
-Piantatela di dire cavolate - .
-Ah!!! Si combatte!!
ALL’ATTACCO!!! - .
Quattro ragazzi uscirono
dall’oscurità del bosco e si mostrarono al gruppo di spettatori confusi.
“Sono gli stessi che ho incontrato
prima” pensò la ragazza, guardandoli, questa volta, attentamente uno per uno.
Quello che aveva parlato per primo
era lo stesso che aveva lanciato la catena, un bel ragazzo dai capelli e dagli
occhi rossi.
“Un figlio della proibizione”
pensò, spostando il suo sguardo sul ragazzino che gli era affianco.
Capelli castani e grandi occhi
dorati.
“Un essere eretico?”. Accanto ad esso, un ragazzo dai capelli dorati e dagli occhi suadenti
viola, vestito con una tunica bianca e con una pergamena poggiata sulle spalle.
“Un sutra?? UN SANZO!”. Infine un ragazzo dai capelli scuri e gli
occhi verdi, con un draghetto bianco poggiato su una
spalla. I suoi occhi si fermarono su degli orecchini che il ragazzo aveva ad un
orecchio.
“Dei dispositivi di controllo del
potere maligno sicuramente, a giudicare dall’energia che sprigiona”.
-E voi chi diavolo siete? – chiese l’uomo che
precedentemente aveva minacciato la ragazza.
HAKKAI - Giusto, ci scusi per
l’intrusione, non ci siamo presentati – disse sorridendo tranquillamente. – Il
mio nome è ChoHakkai, loro
sono ShaGoijo, Son Goku e GenjoSanzoOshi – concluse indicando uno ad uno
i compagni.
GOIJO – Dì un po’, Hakkai, devi sempre comportarti da bravo scolaretto? –
disse scherzosamente rivolgendosi all’amico.
HAKKAI – La forza dell’abitudine ^^ -.
SANZO – Che idioti… -
GOIJO – Ehi, idiota a chi?? Razza di bonzo corrotto!! - .
SANZO – A te, IDIOTA! –
GOIJO – Ripetilo se ne hai il
coraggio!!! –
HAKKAI – Su su
^^ -
GOKU – Mi sta tornando fame… -
SANZO – Razza di stupida scimmia!
– lo colpì con l’harisen.
GOKU – AHIA SAAAAANZOOOOO –
GOIJO – Che scimmia ingorda… -
GOKU – A chi hai dato della
scimmia, razza di kappa pervertito!!
-
GOIJO – A te, stupida scimmia!! –
BANG BANGBANG.
Questa volta non fu la shoreiju di Sanzo a riportare la
pace.
-Mi state innervosendo… -. I proiettili erano partiti
dalla pistola dell’uomo che aveva minacciato la ragazza.
-JIIN!!! – urlò la ragazza,
temendo che i ragazzi che erano venuti in suo soccorso potessero essere feriti.
JIIN – Con te faccio i conti dopo,
adesso devo togliere di mezzo questi buffoni - .
GOIJO – Buffoni??
Qui l’unico buffone che vedo sei tu! – ghignò, osservandolo da capo a piedi.
GOKU – Ma com
è vestito? O___O –
JIIN – Questo è un abito classico…
- sibilò, sentendosi preso in giro.
HAKKAI – Un abito classico di
qualche secolo fa^^ -
GOIJO – Meno 20 punti sullo stile
– si accese una sigaretta.
GOKU – Meno 30 sull’acconciatura!
Guardatelo!! Ahahahah… -
JIIN – O///O
HAKKAI – Non dimentichiamoci del
bon ton. Meno 30 pure lì ^^ -
SANZO – Meno 50 per quel ridicolo
arnese che spaccia per pistola – si accese una
sigaretta e gli puntò la shoreiju addosso.
Intanto i tre uomini che erano
stati messi KO da Goijo si erano rialzati e si erano
messi in difesa del loro capo.
GOIJO – Altri 20 punti in meno per
quelle ridicole guardie del corpo che si ritrova, e in tutto fanno meno 200! –
sorrise sornione, impugnando la sua arma.
HAKKAI/ GOKU – Game over! – e
partirono all’attacco.
Ci volle un solo colpo ben
assestato del KI di Hakkai per spazzare via i tre
poveri malcapitati, lasciando ancora una volta Jiin senza
difese.
JIIN – Maledizione… -
GOKU – Ehi Hakkaaaaai
– si lamentò, piagnucolando – Ma così ci hai tolto
tutto il divertimento! –
HAKKAI – Scusami Goku^^ -
JIIN – Visto che le cose stanno così… - si voltò in direzione della ragazza. La colse
in fallo, stava per scappare.
JIIN – No cara, tu non vai da
nessuna parte – e detto questo sparò.
Hakkai, Goku e Goijo spalancarono gli
occhi al gesto inaspettato dell’uomo. Sanzo puntò a
sua volta la sua pistola contro Jiin e sparò anche
lui.
Lo colpì e lo vide inginocchiarsi
a terra poco dopo, con la pistola ancora in direzione della ragazza.
Sanzo
gli sparò ancora una volta, colpendolo alla mano, ma prima che il proiettile
potesse raggiungerlo, un altro partì dalla pistola di Jiin
e raggiunse l’addome della ragazza, che si piegò prima su se stessa, con il
volto contratto dal dolore, per poi ricadere all’indietro, nel fiume.
GOKU – NOOOOOOOOO -.
Goijo
imprecò mentalmente, correndo in direzione della riva del fiume, superando il
corpo di Jiin che era ancora inginocchiato,
questa volta però senza più la pistola.
Goku
raggiunse l’amico subito dopo. Insieme scrutarono attentamente il fiume, per
cercare di riuscire a scorgere il corpo della ragazza, ma non ci riuscirono.
L’acqua era calmissima, segno che
non c’era nulla al suo interno che turbasse il suo equilibrio.
Era morta… e il corpo aveva
raggiunto il fondo oppure era stata trascinata altrove.
Fatto sta che non c’erano segni
della sua presenza.
JIIN – Sarà maledetta per sempre…
- sussurrò, prima di cadere interamente al suolo privo di vita.
Tra i quattro calò un silenzio
tombale.
Hakkai
si aggiustò il monocolo mentreSanzo
si accese un’altra sigaretta.
Goku era
rimasto con gli occhi fissi sul fiume, fu Goijo ad avvicinarglisi.
GOIJO – Andiamo, scimmia – gli
disse, mettendogli una mano su una spalla.
Il ragazzo dagli occhi dorati
annuì e seguì gli altri che stavano raggiungendo Hakuryù,
ritrasformatosi di nuovo in jeep.
Quando il veicolo fu ripartito,
delle piccole bollicine raggiunsero la superficie dell’acqua del fiume.
Nuotò fino alla riva con fatica, fermandosi di tanto in tanto per
tenersi l’addome colpito, fino a quando non la raggiunse e si mise
all’asciutto, capitando accanto all’ammasso di terreno da poco scavato
Hola ^^ Eccoci al terzo capitolo, quello che finalmente metterà un
po’ di chiarezza in alcune cose (solo in alcune, badate XD ) Sono contenta che
la storia stia piacendo, non speravo di riuscire ad ottenere dei consensi solo
coi primi due capitoli, me davvero onorata u___ù . Volevo dare il benvenuto a
miriel67 (non sai quanto mi faccia piacere che la mia storia ti abbia attirata
ed interessata ^^
grazie mille per prestarmi la tua attenzione) e a Maryon
(Grazie! Allora quella parte mi è venuta bene se sono riuscita a farti
divertire ^^
gli aggiornamenti avverranno frequentemente, sono in fase d’ispirazione. Se la
ragazza è ancora viva? Mmmm… chissà XD Se è normale
poi.. mah! XD ). Ne approfitto anche per salutare YamaMaxwell e ringraziare tutte quelle persone che anche se
non recensiscono, leggono! Grazie a tutti! Ora vi lascio alla lettura ^^
Ah!
Ad un certo punto della storia noterete un asterisco (*), conduce ad un angolino che ho scritto alla fine del capitolo e che non ha
nulla a che vedere con la storia, è per spiegare alcune cose.
Ancora
una volta, buona lettura^^
“La messinscena”
“Dovevano metterci proprio tutto quel tempo per andarsene?” pensò mentre riemergeva dall’acqua.
Nuotò fino alla riva con fatica, fermandosi di tanto in
tanto per tenersi l’addome colpito, fino a quando non
la raggiunse e si mise all’asciutto, capitando accanto all’ammasso di terreno
da poco scavato.
“Lo hanno perfino seppellito… troppo buoni!” pensò con
rabbia, ricordandosi chi si trovasse sotto tutta
quella terra.
Si stese, facendo ben aderire la schiena al terreno umido e
stando ben attenta a far sì che la ferita non si aprisse di più.
Chiuse gli occhi e si rilassò un attimo, fino a quando non sentì un rumore sinistro provenire dagli alberi
dietro di lei e qualcuno che le si era fermato alle spalle.
Si alzò di scatto, incurante del sangue che continuava a
perdere, ma si rilassò subito dopo.
-Sarah… santo cielo… sei viva!
– un ragazzo dai lunghi capelli biondi e gli occhi scuri le
si avvicinò e l’abbracciò con impeto, tanto che la ragazza fu costretta
a trattenere un urlo di dolore, ma lui non sembrò accorgersene. Dopo essersi
abituata al dolore che le procurava l’abbraccio dell’amico, sorrise e
l’abbracciò a sua volta. Non se ne sarebbe separata per niente al mondo.
SARAH - Ne dubitavi? – gli chiese sorridendo
sarcasticamente, staccandosi successivamente da lui. Ma la sua espressione mutò
quando un’altra fitta di dolore le attraverso l’addome.
Il ragazzo fissò il punto al quale Sarah aveva portato una
mano.
-Ma sei ferita!!! – urlò l’amico andando in panico.
SARAH – Non è niente… - mentì, trattenendo a stento le
lacrime.
-Fa vedere – le incitò il ragazzo, abbassandosi per rendersi conto
di persona quanto non “fosse niente”.
SARAH – Non è niente Chris…
davvero – si sforzò di sorridere – devo solo cercare di estrarne il contenuto.
CHRIS – Aaaah! Dannato bastardo!!Dov è? Dov è? DOV È??? Che lo sistemo io una volta e per tutte!! – urlò in
preda alla rabbia, mettendosi a saltare inconsapevolmente sull’ammasso di
terreno poco lontano da loro.
SARAH - …è sotto di te – disse, trattenendo a stento una
risata.
CHRIS – Co… come? –
Sarah gli indicò il terreno che aveva sotto ai piedi.
CHRIS – Oh… alla fine l’hai… -
SARAH – Non sono stata io, scappando ho incontrato
casualmente dei ragazzi, che sono intervenuti per aiutarmi
quando hanno visto che ero in pericolo. Lo hanno sistemato loro… -
guardò poi in direzione dell’ammasso di terra su cui si trovava Chris.
CHRIS – Ma è riuscito a spararti… - disse, avvicinandosi di
nuovo all’amica e inginocchiandosi in modo da aver la ferita davanti agli
occhi.
SARAH – Non proprio… - gli rispose
sorridendo impercettibilmente.
La jeep verde procedeva a velocità costante. Da quando si
erano rimessi in viaggio non si erano più fermati.
Sanzo fumava beatamente una
sigaretta, così come Goijo, Hakkai
guidava e Goku se ne stava ad osservare l’orizzonte.
Nessuno dei quattro aveva pronunciato una sola parola da quella notte.
SANZO – Hakkai, quanto manca al
prossimo villaggio? –
HAKKAI – Dovremmo essere quasi arrivati, Sanzo.
Secondo i miei calcoli lo raggiungeremo per l’ora di pranzo.
GOIJO – O-ho! Hai sentito scimmia?
P-R-A-N-Z-O. Com’è che non
dici nulla? -. Goijo aveva notato che Goku era troppo silenzioso ed aveva deciso di provocarlo di
proposito.
Ma la risposta non arrivò.
Sanzo e Hakkai
lo guardarono dagli specchietti retrovisori.
GOIJO – Ehi scimmia, sto parlando con te – insistette, ma
tutto quello che ricevette in risposta fu un mugolio
di protesta.
GOIJO - … -
HAKKAI – Cosa c’è Goku, ti senti
poco bene? –
Sanzo continuò a guardarlo dallo
specchietto retrovisore. No, non era certo quello il motivo per
cui la scimmia si era rabbuiata.
GOKU - … perché? –
SANZO / GOIJO / HAKKAI - … -
GOKU – Perché quell’uomo l’ha uccisa? Cosa gli aveva fatto?
–
Ecco che finalmente qualcuno dava voce alla domanda che
ognuno si chiedeva incessantemente da quella notte.
La verità è che ci erano rimasti
male, loro erano lì e non erano riusciti a fermarlo.
Il silenzio tornò ad impossessarsi dell’abitacolo.
HAKKAI – Purtroppo questo non ci è stato dato di saperlo… -
SANZO – Non sono affari che ci riguardano e anche se lo sapessimo le cose non potrebbero cambiare – rispose
categoricamente, accendendosi l’ennesima sigaretta.
GOIJO – In fondo quel famoso detto ha ragione, “tra moglie e
marito non mettere dito”… -. Tirò un’altra boccata di fumo e lo ributtò fuori
lentamente.
HAKKAI – Dalla conversazione che hanno avuto, mi è sembrato
di capire che non fossero riusciti a sposarsi perché lei era scappata, quindi
non erano ancora marito e moglie, Goijo… -
GOKU – Sanzo – irruppe
improvvisamente, aggrappandosi allo schienale del sedile anteriore davanti a sé
– secondo te perché quell’uomo le ha sparato? –
SANZO – Che vuoi che ne sappia io, scimmia! – esplose, alla
domanda ingenua del ragazzino, facendo gonfiare vistosamente la solita venetta sulla sua fronte.
GOIJO – Forse lei lo ho tradito… -
SDENG.
GOIJO – EHI, DANNATO BONZO! CHE DIAVOLO TI È PRESO?? PERCHÉ ACCIDENTI MI HAI QUASI SPACCATO L’HARISEN* IN
TESTA?? – inveì contro il monaco, massaggiandosi la
testa.
SANZO – TACI, PERVERTITO DI UN KAPPA! –
HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuuuuu
–
HAKKAI – Ragazzi, cercate di calmarvi, su, o Hakuryu finirà col perdere l’equilibrio ^^ -
GOKU – Ho fameeeeeeeeeeee – urlò
improvvisamente, uscendo dal suo stato depressivo e facendo alterare
ulteriormente Sanzo e Goijo,
che non tardarono a prenderlo adharisennate
e calci.
HAKKAI – Ah… ma che bella giornata^^ - disse, mentre Hakuryù cercava di non
uscire fuori strada.
-Una forcina per capelli??? -.
CHRIS – Esattamente… -
SARAH -^^ -
-Ti spiacerebbe spiegarci cosa diavolo è
successo, Sarah? -.
Dopo che Chris l’aveva aiutata a
curarsi la ferita, Sarah lo aveva seguito nel suo villaggio, ed ora si trovava
in casa di altre due amiche che, incuriosite dall’oggetto che Chris le aveva estratto dalla ferita all’addome, la stavano
tartassando di domande.
SARAH – È una storia lunga… -. Si portò istintivamente una
mano alla fronte. Erano passate poche ore, eppure erano successe così tante
cose.
CHRIS – Non provarci! Ce lo devi!
Lo sai che ti abbiamo creduta morta?? –
SARAH - … -
-È vero! Pensavamo che quel farabutto di Jiin
ti avesse fatto qualcosa! Per noi era impensabile che avresti accettato di
sposarlo! –
-E invece eccoti qui, non solo vestita da sposa, ma anche con una
ferita all’addome procurata da una forcina per i capelli > __ <-
CHRIS – Allora? –
SARAH – AAAAH!!!!!! D’accordo,
avete vinto! Chiudete la bocca che ora vi racconto tutto! - e così dicendo,
portò i gomiti sul tavolo al quale erano seduti, congiunse le mani e vi poggiò
sopra il mento, chiudendo gli occhi per concentrarsi.
Gli amici si concentrarono a sua volta su di lei, attendendo
il momento in cui avrebbe iniziato a parlare.
SARAH - … -
CHRIS – Dunque? –
SARAH – Non so da dove iniziare> __ <-
Chris scrollò le spalle e fece
cadere la testa sul tavolo, così come fecero le amiche.
SARAH - …posso avere un bicchiere d’acqua? –
-NO!!! – risposero in coro gli amici, guardandola furenti.
SARAH – Ti prego Cloe… - supplicò la padrona di casa – Dà da
bere a questa povera moribonda… ho ancora in bocca l’acqua salmastra del fiume
– concluse, facendo una smorfia di disgusto.
La donna si alzò dalla sedia sulla quale sedeva, mostrandosi
in tutta la sua possente figura, si sciolse la bandana che le teneva raccolti i
capelli neri, risistemandosela poi subito dopo, e assunse un’espressione
severa.
CLOE – Dopo l’acqua, non ti schiodi da qui fino a quando non hai vuotato il sacco, signorina! – e detto
questo scomparve in cucina.
Sara rimase interdetta alle parole dell’amica. Quando
voleva, Cloe sapeva davvero mettere paura.
-Nel frattempo inizia, Sarah- disse l’altra amica portandosi con la sedia più vicina a Sarah,
scuotendo così i lunghi capelli ricci rossi.
CHRIS – Pad, aspettiamo che
ritorni Cloe, non sia mai iniziamo senza di lei O___O-
CLOE – Appunto, guai a voi se ci provate! – urlò la donna
dalla cucina, dalla quale la si sentiva trafficare con
alcune buste.
Ritornò poco dopo con un vassoio carico di biscotti ed uno
nel quale erano stati posizionati quattro bicchieri riempiti d’acqua.
CLOE – Adesso puoi iniziare, cara – disse rivolgendosi a
Sarah, schioccando poi un’occhiataccia a Pad, che di
tutta risposta le fece una linguaccia.
SARAH – Dunque… -
CHRIS – Stavi per sposarti… -
CLOE / PAD – Staizitto?? –
CHRIS - … O____O –
SARAH- Sì… stavo per sposarmi – disse, dopo aver riso per
l’espressione che aveva assunto Chris al rimprovero
delle donne.
PAD – Perché? –
Cloe lanciò alla ragazza un’occhiata gelida, dopodiché tirò fuori dal grembiule un harisen e
glielo sbattè in testa.
PAD – AHI!! – urlò massaggiandosi
la testa e trattenendo dei lacrimosi.
CLOE – Fa silenzio! –
Sarah trattenne un’altra risata e cercò di continuare,
tornando seria.
SARAH – Il perché penso lo sappiate… -
CHRIS – No, ferma, alt! –
Pad e Cloe guardarono il ragazzo
con sguardo omicida, mentre il profilo dell’harisen
cominciò a rendersi visibile man mano che veniva
estratto dal grembiule della seconda.
CHRIS – Scusate, ma ha detto che “pensa che lo sappiamo”,
quindi voglio capire se è davvero come penso io… non si tratterà ancora della
storia dell’ “essere in debito con lui”, vero Sara?
Ormai sono passati due anni, non voglio credere che tu… -
SARAH – E invece è proprio per quel motivo, Chris. Lo stavo sposando perché credevo di doverglielo… -
Nella stanza calò il silenzio. Pad
abbassò il capo sconsolata. Cloe invece non distolse
il suo sguardo dalla ragazza nemmeno per un attimo.
SARAH – E così stavo facendo… era pronto tutto. Fino a
quando, mentre ero di fronte allo specchio della mia camera per finire di
prepararmi, non ho notato che Jiin aveva dimenticato
un suo bracciale sul comò, quando era entrato per portarmi il suo regalo di
nozze -. E così dicendo si toccò la collana di perle. – Allora mi sono
avvicinata e l’ho preso in mano, per capire se mi fossi
sbagliata… ed ho visto… -.
Gli amici trattennero il fiato. Sapevano quanto fosse brutto per Sarah descrivere quei momenti.
SARAH – Era stato tutto programmato fin dall’inizio… mi
stava sposando solo per far in modo di avermi a disposizione
quando meglio credeva… così ho lasciato il bracciale, e mi sono
precipitata fuori dalla stanza, uscendo poi successivamente dalla villa senza
che nessuno se ne accorgesse. Ma avevo dimenticato i suoi cani… mi hanno vista
ed hanno cominciato ad abbaiare, attirando l’attenzione di alcuni suoi
scagnozzi che erano nelle vicinanze, che hanno dato l’allarme e si sono dati al
mio inseguimento…-. Si fermò un attimo e bevve un sorso d’acqua, sotto gli
occhi comprensivi delle persone che erano in quella camera con lei.
SARAH – Non saprei dire per quanto ho corso… ricordo solo di
essermi allontanata tantissimo dalla villa, perché ad un certo punto sono entrata
nel bosco che costeggia il fiume. Continuavo a sentirmi seguita, così ho
cominciato a sfruttare gli alberi, per non lasciare tracce sul terreno, ed ha
funzionato perché non sentivo più quel calpestìo alle mie spalle, fino a quando non ho sentito delle voci provenire da una piccola
radura poco distante da me. Mi sono fermata di botto, ma queste dannate scarpe
non hanno retto – guardò stizzita le sue scarpe bianche ormai consumate e senza
più tacco – e sono caduta, finendo fortunatamente in un cespuglio, ma la caduta
ha attirato l’attenzione delle persone che si trovavano nella radura. Devo
averle impressionate, perché ad un certo punto mi sono trovata a dover schivare
un proiettile sparato nella mia direzione. Sono saltata fuori
dal cespuglio, in malo modo naturalmente >___<facendomi nuovamente male >___< e
appena ho potuto sono scappata di nuovo – .
CLOE – Chi erano quelle persone? –
SARAH – Dei ragazzi… dei viaggiatori, credo –
PAD – Poverini, devi averli spaventati sul serio – disse,
iniziando a ridere. – Chissà cos’avranno pensato quando
si sono visti davanti una sposa! In piena notte per giunta! Ti avranno
scambiata per un fantasma! – e riprese a ridere rumorosamente, tanto da
beccarsi un’altra harisennata da Cloe.
SARAH – Non credo che si siano attenuti all’ipotesi del
fantasma… perché poco dopo sono arrivati
e mi hanno difesa da Jiin, che nel frattempo era riuscito a trovarmi - .
CHRIS – Mmmm… scusa… ma se quei
ragazzi si sono messi in tua difesa.. come fai ad
essere ferita? E soprattutto come diavolo hai fatto a ferirti con una forcina!
–
SARAH – Mi sono ferita da sola e ho fatto credere di essere
stata colpita e successivamente morta –
CHRIS / PAD / CLOE -O_____o
SARAH – Ero stanca… non ne potevo più di quella storia… quando ho visto arrivare quei ragazzi, ho pensato
che fosse un’ottima occasione per volatilizzarmi! Ma ero circondata dagli
scagnozzi di Jiin e alle mie spalle avevo solo il
fiume… così senza che nessuno se ne accorgesse mi sono sfilata una forcina dai
capelli e ho aspettato l’occasione buona per agire. Fortuna ha voluto che Jiin decidesse di spararmi, così quando
l’ha fatto, ho schivato il colpo senza che nessuno se ne accorgesse e mi sono
colpita all’addome con la forcina, procurandomi una fuoriuscita di sangue
credibile, fingendo invece di tamponare la ferita procurata dallo sparo di Jiin, e mi sono lasciata cadere in acqua.
CHRIS / PAD / CLOE -O_____O
SARAH – Ho nuotato vicinissima al fondo del fiume, in modo
tale da non esser vista, e mi sono portata ad una distanza tale che mi permettesse di assistere da lontano cosa stesse succedendo
senza essere vista. Jiin è morto, i ragazzi se ne
sono andati ed io ho raggiunto di nuovo la riva del fiume, poi è arrivato Chris… ed eccomi qua ^^ -concluse, sorridendo come se avesse appena finito di raccontare una
barzelletta.
CHRIS / PAD
/ CLOE -… -
SARAH – Chec’è?O_____o –
CHRIS – Cosa c’è? … -
PAD / CLOE – C’É CHE SEI PAZZA!!! –e l’harisen piombò
sulla testa di Sarah con la stessa intensità di uno scacciamosche su un insetto.
CHRIS – Ma resti comunque un genio ^^ - e si beccò un’harisennata
anche lui.
PAD – Ma quei ragazzi… avranno pensato che eri morta –
aggiunse pensierosa, portandosi un pollice alla bocca.
SARAH – Lo so… ma se non avessi fatto in quel modo, una volta
che la faccenda di Jiin fosse stata risolta, mi
avrebbero sicuramente fatto delle domande… ed io non avevo voglia di
rispondere… mi sarei potuta inventare qualcosa, ma ero troppo stanca anche solo
per pensare, e so bene che effetto hanno le mie spiegazioni “reali” sulle
persone^^ - .
CLOE – Meglio così, tanto quante probabilità hai di
incontrarle di nuovo? - .
CHRIS – Giusto^^ … ora non pensarci più, cambiati e vieni con noi alla locanda, se
resti qui ti servirà pure un lavoro, no? Vedremo di parlarne con il
proprietario, così ti avremo nel nostro team! -.
SARAH – Dici davvero?? Dici che
alla locanda riuscirò a trovare un lavoro?? Sarebbe
meraviglioso! – esultò, lanciandosi addosso al ragazzo e abbracciandolo
energicamente.
CLOE – Ma certo!! Alla locanda del
pavone nero c’è sempre posto ^^ - .
-Spiacente signori, ma non ci sono posti - .
GOKU – Cooooooosa?? Ma io ho fameeeeeeeeee –
SDENG.
SANZO – Zitta, bakasaru* !!!
GOIJO – Dannazione… ed io che speravo finalmente di
rimorchiare qualche bella donna - .
SDENG.
GOIJO – Dannato bonzo!! Prima o poi
quell’harisen te lo spezzo!!
–
SANZO – Tsk! - .
HAKKAI – Signorina, per favore, sarebbe così gentile da
ricontrollare? -.
La ragazza della reception sfogliò
di nuovo il libro degli ospiti della locanda, mentre tra Goku,
Sanzo e Goijo scoppiava
l’ennesima rissa.
-Oh! Che
sbadata! Sì che c’è posto!- esclamò improvvisamente,
attirando su di sé
l’attenzione di tutt’e quattro. –
Solo che… c’è rimasta una sola singola - .
SANZO – La prendo. – disse categoricamente, tirando fuori la gold card dei sanbutsushin.
GOIJO – Come sarebbe a dire che la prendi? Come facciamo a
dormire tutti in una camera singola, me lo spieghi? –
SANZO – E chi ha parlato al plurale? Voi dormite all’apertou___ù -
Le urla di Goijo e Goku che seguirono quell’affermazione, furono placate
tempestivamente da Hakkai, che trattenne entrambi per
le maglie per non farli avventare sul monaco.
- Beh… si potrebbero aggiungere tre futon
nella camera… così non avreste questo tipo di problema ^^ - propose la signorina della reception per placare gli animi dei giovani ospiti.
HAKKAI – Se è davvero possibile, accettiamo volentieri^^ - disse subito Hakkai,
temendo di essere interrotto da uno dei suoi compagni che pretendeva di farla
pagare al bonzo.
- Certo che è possibile, la locanda del pavone nero ha
sempre una soluzione per tutto^^ - .
Chris stava aspettando Sarah che
finisse di cambiarsi. Erano andati a parlare col proprietario della locanda,
che aveva accettato di dar lavoro alla ragazza ed ora lei stava indossando
qualcosa di più comodo per poter destreggiare tra i tavoli con più abilità.
SARAH – Ta-daaaaaaaaaa – urlò,
uscendo con impeto dalla sua camera facendo sbattere ad attimi la porta a terra
tanto dell’energia che ci aveva messo ad aprirla.
Poi fece un’aggraziata piroetta su se stessa, per dar modo
agli amici di poterla ammirare in abiti comuni, che erano stati sostituiti
finalmente dal fradicio vestito da sposa.
Adesso indossava un paio di pantaloni neri a tre quarti, che
mettevano in risalto il suo fisico snello e tonico, una maglietta bianca a
mezze maniche era stata legata poco sopra il bordo dei pantaloni perché era
risultata essere troppo lunga, ai piedi aveva un paio di scarpe semplici nere.
I capelli lunghi castani erano stati raccolti in una treccia
larga che le ricadeva su una spalla. Gli occhi verdi le brillavano di vitalità.
SDENG.
SARAH – AHIA!! CLOE!! E QUESTO PER
COSA?? - .
CLOE – Smettila di pavoneggiarti! Torna a fare la comune
mortale e corri a lavorare! O il padrone della locanda ti caccerà a calci! –
sbraitò l’amica più grande, portandosi le mani sui fianchi.
SARAH – Ok ok, vadoT – T-
CHRIS – Dai Cloe! É giusto che si
pavoneggi! In fondo dovrà lavorare nella locanda del pavone nero! – disse,
sorridendo come se avesse detto la cosa più divertente dell’anno.
SARAH / CLOE / PAD – O______o –
CLOE – Ragazzo mio…. Sarebbe il caso che invece tu chiedessi
qualche giorno di riposo… - e gli mise una mano sulla
spalla con fare comprensivo.
In breve la stanza si svuotò, lasciando Chris
da solo a riflettere sul significato della frase di Cloe.
GOKU – Ah!!! Finalmente!!! - .
Dopo aver sistemato le loro cose nella camera che gli era
stata assegnata, il gruppo di Sanzo aveva deciso di
raggiungere la sala da pranzo della locanda.
HAKKAI – Siamo stati davvero fortunati ad aver trovato
quella camera^^ -
GOIJO – Sì… ma adesso rimane il
problema di chi dormirà nel letto! –
SANZO – Come se tu riuscissi a rimanerci davvero nel letto,
senza andare ad intrufolarti in camere altrui –
GOIJO – Che c’è bonzo? Sbaglio, o ho avvertito un velo
d’invidia nelle tue parole? Forse piacerebbe anche a te… - ma fu interrotto da
un sonoro “click” proveniente da sotto il tavolo.
GOIJO – Come non detto, come non detto^^’ – si affrettò ad aggiungere non appena sentì il freddo metallo della shoreiju venire in contatto con la sua gamba.
GOKU – Signorinaaaaaaaaa!! – urlò, attirando l’attenzione di una giovane cameriera
dai capelli ricci rossi e dai vispi occhi azzurri – Vorremmo ordinare!! -.
- Subito! – urlò quella, e prese carta e penna, fu subito da
loro.
GOKU – Allora io vorrei una doppia porzione di onigiri, una tripla di nikuman,
una quadrupla di yakisoba… - e continuò fino a quando l’harisen di Sanzo non gli arrivò in testa.
SANZO – Può bastare – .
La ragazza rise silenziosamente, portandosi una mano alla
bocca e girò il foglio del block notes che aveva usato per scrivere tutte le
ordinazioni di Goku.
-E per voi, signori? – chiese, intuendo che tutte quelle pietanze
che erano state appena ordinate servivano a sfamare solo quel simpatico ragazzo
dagli occhi dorati. – Cosa desiderate? - .
GOIJO – Io desidero sapere il numero della tua stanza… -. L’harisen non mancò il suo bersaglio nemmeno quella volta.
Fu Hakkai ad ordinare per tutti e
alla fine la ragazza si congedò, raggiungendo la cucina.
CLOE – Ce ne hai messo di tempo per ordinare! –
PAD – Sapessi però cos’hanno
ordinato! – disse, rivolgendosi alla donna che stava ai fornelli.
CHRIS – Allora, hai capito? Basta che tieni il braccio ben
teso, in modo che i piatti non possano cadere- .Chris stava dando delle veloci lezioni a Sarah sul come
servire ai tavoli e la ragazza sembrava aver capito perfettamente tutto ciò che
le aveva insegnato l’amico, annuendo ripetutamente.
PAD – Sarah!!! Ti consiglio di
andare al tavolo quattro! Ci sono dei fighi da paura
seduti lì!! Ci sono appena andata a prendere le
ordinazioni!! - .
Sarah rise alla spontaneità dell’amica.
SARAH – E quale sarebbe il tavolo quattro, sentiamo? – le chiese incuriosita.
Pad l’avvicinò a sé, facendo in
modo che osservasse il punto che indicava attraverso la piccola finestra che
dava sulla sala da pranzo.
Sarah impallidì.
“Merda…”.
(*) ANGOLO DELL’AUTRICE:
Dunque… ho voluto aprire quest’angolino perché mi è sembrato
giusto spiegare delle cose che ad alcuni di voi potrebbero sembrare poco
comprensibili. È vero che solitamente chi legge le fan fictions
di Saiyuki dovrebbe conoscere almeno l’abc di quest’ultimo, ma è anche vero che potrebbero esserci
delle persone che leggono le fan fictions pur
essendosi avvicinati da pochissimo
alla serie e che quindi ignorano
completamente l’abc com’è giusto che sia.
Così ho pensato di spiegare il significato di alcune parole
che, pur essendo rare nella storia, hanno comunque la loro rilevanza.
Eccovi quindi alcuni significati:
- l’espressione BAKA SARU, in giapponese significa
letteralmente “stupida scimmia” ;
- l’HARISEN è un particolare tipo di ventaglio che viene impiegato solitamente (come ci dimostra Sanzo ^^) per
picchiare qualcuno (e lo si può trovare anche in altri manga e/o anime);
- il KI è una particolare forma di energia che viene materializzata tramite concentrazione;
- il FUTON corrisponde più o meno al nostro sacco a pelo ^^ ;
- la
SHOREIJU è il tipo di pistola che viene
utilizzata da Sanzo che ha il particolare potere di dematerializzare i demoni se quest’ultimi vengono colpiti
da uno dei suoi proiettili;
- i SANBUTSUSHIN sono le divinità supreme che hanno dato
l’incarico a Sanzo di dirigersi verso Ovest e che gli
hanno procurato la GOLD
CARD, una sorta di carta di credito dal credito illimitato (
*___* ) che Sanzo e compagni possono usare durante
tutto il viaggio.
Direi che l’abc è stato spiegato,
se dovesse presentarsi qualche altro termine simile, riaprirò l’angolino ^^
Scusatemi
se esordisco in questo modo, ma non avevo altro modo per descrivervi la mia faccia quando sono andata a controllare se la mia storia
fosse letta…
116
visite in appena 3 giorni… avete idea di come mi sia sentita? Avete idea di
quanto vi ami?? E mi riferisco a tutti!! Quelli che leggono e non recensiscono, quelli che leggono
e recensiscono, quelli che hanno aggiunto la mia storia tra le loro preferite…
me commossa ç____çnon
ho parole ç_____ç
Vi
chiederete perché stia aggiornando così frequentemente… il fatto è che ne sto
approfittando perché tra un po’ ho degli esami che m’impediranno di aggiornare
frequentemente ç___ç , siamo ancora alle basi della
storia, e vorrei riuscire a farvi entrare nel vivo prima di partire per le
vacanze (muahahahah…) e con questo capitolo comincerò
a farlo ^^.
Passo
allora a salutare tutte le persone che hanno recensito.
- miriel67:
sono contenta che la mia storia ti stia continuando ad interessare XD Sì… gli
sviluppi saranno frequenti, amo metterli in ogni capitolo appunto per farlo
risultare la storia sempre più interessante ^^ Spero che con l’avanzare della storia e col districarsi della trama
continui a piacerti^^ ;
- mon_chan: tu la devi smettere di darmi
consigli del genere… non lo capisci che poi li seguo alla lettera?? XD Ma non è che io faccio fare il pervertito a Goijo… Goijo è un
pervertito di suo, perché la Minekura (OH VENERABILE MINEKURA-SAMA
u____u *inchino*) lo ha creato così XD Ed io lo adoro così com’è XD Quindi
tranquilla… XD ;
- YamaMaxwell :ciau!!! Non hai idea dell’attacco di risa che mi hai
procurato leggendo delle forcine killer XD Ebbene sì, questa è la classica “donnetta” che segue alla lettera il detto “a mali estremi,
estremi rimedi”… e dire che ho appena presentato il personaggio XD Riguardo
alle cose poco chiare che sembra abbia dimenticato di spiegare… c’è un motivo…
ogni cosa a suo tempo XD ;
- WhiteLie: me
onoratissima di avere una lettrice che mi fa tutti questi complimenti *inchino*. Noto con piacere che anche tu sei una fan del
bonzo corrotto XD Come si fa a non amare quel personaggio??
*___* Ebbene sì… abbiamo anche in comune il mito Yama,
ma mi sembra normale, Yama è Yamau___ù e con questo
ho detto tutto u___ù (o meglio scritto XD). Ti ringrazio anche per aver aggiunto
la mia storia tra i preferiti *altro inchino*.
Ringrazio
inoltre TheFallenAngel che ha aggiunto la mia storia
tra i preferiti, e infine, ma non per importanza, tutte
le persone che leggono e non recensiscono, GRAZIE MILLE! E non siate timidi!
Datemi pure un vostro parere, ci conto!!
Volevo
ricordarvi che così come nel capitolo precedente, anche in questo troverete degli asterischi (*) che vi condurranno a fine
pagina.
Allora
buona lettura ^^
e continuate a recensire *__*
“Il camuffamento”
Non era possibile. No… non poteva essere vero.
“Ma perché capitano tutte a me???”
penso Sarah, dopo aver constatato coi suoi occhi che quei ragazzi erano gli
stessi che le avevano salvato la vita nel bosco.
“Anche se -salvare la vita- non è l’espressione più adatta…
mi credono morta!”.
PAD – Sarah… tutto bene? –
SARAH – No, che va tutto bene, Kami*!-
imprecò, togliendosi velocemente il grembiule nero su cui era stampata la
sagoma di un pavone, che la contraddistingueva come cameriera della locanda.
PAD – Ma… dove vai?? – chiese,
vedendo l’amica allontanarsi quatta quatta
per non dare nell’occhio, cosa che purtroppo non sfuggì nemmeno al padrone del
locale.
- Sarah!! Dove
credi di andare?? È il tuo primo di giorno di lavoro e
già te la svigni? - . Un uomo basso, calvo, col pancione e con un paio di baffi
neri le cui punte erano tirate all’in su, la stava
guardando di sbieco, con le mani sui fianchi e con un piede che batteva
insistentemente per terra.
SARAH – Ma no.. no… cosa dice??
Stavo solo andando un attimo alla toilette… - balbettò, grattandosi
nervosamente la testa e cercando di sembrare più sincera possibile.
-Mi spiace ma dovrai andarci dopo! La sala si è riempita e le
pietanze vanno servite ai tavoli… toh! – le disse, mettendole tra le mani due
piatti stracolmi di cibo – comincia a portare questi al
tavolo quattro! – e detto questo si allontanò.
Sarah rimase per un tempo indefinito impalata coi piatti in
mano, senza riuscire ad architettare nulla e con una sola parola che gli urlava
nella mente.
“Noooooooooooooo!!!”.
Nel frattempo Pad, preoccupata
dallo strano comportamento dell’amica, aveva attirato l’attenzione di Cloe, che
stava cercando di capire cosa le fosse preso.
CLOE – Sarah? - . Fu solo allora che la ragazza sembrò
destarsi e, accortasi della vicinanza di Pad, le
diedi i piatti.
PAD – Ma… si può sapere cos’hai???
– le chiese al limite della pazienza, non riuscendo a capacitarsi dello strano
comportamento della ragazza.
SARAH – Portali tu al tavolo quattro… - .
Cloe continuò a guardarla interdetta.
PAD – Ma perché?? – le chiese
l’amica, questa volta con più intensità – Il padrone l’ha chiesto a te! È il
tuo primo giorno di lavoro e se credi di scaricare le tue responsabilità sugli
altri ti sbagli di grosso… - .
SARAH – SONO LORO!!! – esclamò,
quasi urlando.
PAD / CLOE – CHI??? – chiesero
ancor più confuse.
SARAH – Shhhh!!!
Non urlate!! – disse, poi poggiò i piatti su un tavolo che era dietro di lei,
assicurandosi prima che il padrone della locanda non fosse nei paraggi.
PAD – Ma se sei stata tu la prima a farlo O____o –
CLOE – Sarah… - sibilò la donna sull’orlo della disperazione
– Ringrazia il cielo che abbia le mani immerse nell’acqua… altrimenti a
quest’ora il mio harisen si sarebbe rotto… -
SARAH –Io sono nei
guai e tu mi minacciç
___ ç – piagnucolò Sarah, cercando d’intenerire la donna.
PAD – Che genere di guai? –
SARAH – Lì fuori… ci sono i ragazzi che mi hanno salvata da Jiin nel bosco – disse, sussurrando verso la fine.
PAD /CLOE – Dove?? –
SARAH – Al tavolo quattro ç ____ ç –
PAD / CLOE –O______O
CHRIS – Ragazze! – urlò, entrando in cucina, attirando
l’attenzione delle tre e rivolgendosi a Sarah e Pad –
Ma che state facendo?? Il tavolo quattro ha ordinato
già da un pezzo e non ha ancora ricevuto nulla! Gli ospiti si stanno
lamentando, c’è un ragazzino che sembra agonizzare… - si fermò non appena vide
il viso afflitto di Sarah.
CHRIS – Che succede? O_____o –
CLOE – Sembra che a quel tavolo stiano sedutii ragazzi che hanno
salvato Sarah nel bosco –
CHRIS – Ah… - si limitò a dire - Cosa???
– aggiunse subito dopo, dal momento che non aveva afferrato al volo la
situazione.
Improvvisamente dal retro della cucina risbucò
il padrone della locanda.
-Ebbene? –
chiese, portandosi davanti a Sarah col suo fare precedente.
Pad e Cloe trattennero il fiato,
aspettandosi da un momento all’altro una scenata da parte dell’uomo.
SARAH – Ehm… stavo giusto per portare ai signori la seconda
portata^^hanno letteralmente divorato la prima, si sono complimentati per la cucina^^
- mentì, recitando una parte lusinghiera perfetta.
-E come mai nel piatto vedo le stesse pietanze che ti ho ordinato
di portare prima? – chiese, alzando un sopracciglio.
SARAH – Gliel’ho detto! La cucina è piaciuta, hanno voluto
il bis^^ - .
Il padrone non rispose, la stette a guardare con fare
interrogatorio per un breve lasso di tempo, poi ritornò nel retro.
SARAH – Ok! Mi è venuta un’idea!! –
esultò, non appena vide scomparire la bassa figura dell’uomo, poi si voltò
verso gli amici per renderli partecipi della sua trovata.
SARAH – Che c’èO_____o ? –
Pad, Chris
e Cloe la guardavano stralunati. Non erano mai riusciti a spiegarsi come
facesse l’amica a inventarsi delle storie credibili sul momento e di come, puntualmente,
riuscisse a farla franca. Conclusero che dovesse trattarsi di una dote
naturale.
SARAH – Ah! – esclamò, facendo un leggero cenno con la mano
ad indicare che lasciava perdere le loro espressioni – Allora… - e si mise ad
osservare i tre per un attimo – Cloe, mi serve la tua bandana! E… Chris! Porti ancora gli occhiali da
vista, vero? Prestameli! – e detto questo, si riallacciò il grembiule
che si era precedentemente slacciata quando aveva
tentato la fuga.
CLOE – Che vorresti farci con la mia
bandana O_____o ? – le chiese dubbiosa.
SARAH – Che domande fai?? Sbrigati,
su! -. E cominciò a raccogliersi i capelli in una coda, attorcigliandoseli poi
su se stessi, fino a formare una sorta di spirale. L’amica le porse la sua
bandana e lei se la legò stretta in testa, assicurando la presa sui capelli, in
modo che non potessero sfuggire al pezzo di stoffa.
Intanto Chris, precedentemente
allontanatosi al comando di Sarah, era ritornato coi suoi occhiali.
SARAH – Dà qua – intimò all’amico, estraendo gli occhiali
dalla custodia di pelle e indossandoli.
SARAH – … –
CHRIS – Che c’è? –
SARAH – Non vedo nulla @____@ -
CHRIS – Ma che genio! È ovvio, sciocca! Sono occhiali da
vista, utili solo per chi ha problemi di vista e non certo per chi ci vede! è____é- decise a
puntualizzare.
SARAH – Amico mio scusami… - disse mesta, poggiandogli una
mano sulla spalla – Non pensavo fossi diventato
ciecou____ù -.
Pad e Cloe risero silenziosamente,
senza che Chris se ne accorgesse. Mentre quest’ultimo
stava pensando come ribattere la ragazza, lei gli restituì gli occhiali e gli
afferrò la bandana che aveva al collo.
CHRIS – Che fai??-
CLOE – Che te ne fai di un’altra bandana, Sarah O______o ? –
La ragazza non rispose e si legò il pezzo di stoffa sul
viso, all’altezza del naso. Vide il padrone della locanda ritornare in cucina,
così afferrò al volo i due piatti che aveva lasciato precedentemente sul tavolo
dietro di sé e sparì dalla vista degli amici, camminando svelta per la sala da
pranzo.
CHRIS – Quella è matta O______o –
PAD / CLOE – Già O_______o - .
Al tavolo quattro gli ospiti
cominciarono a mostrare segni d’impazienza.
Era passata più di mezz’ora da quando
avevano ordinato, e del loro cibo ancora nessuna traccia.
Hakkai si aggiustò il monocolo per
l’ennesima volta, Sanzo, che era rimasto con gli
occhi chiusi in fase meditativa per tutto il tempo, li riaprì e cominciò a
guardarsi intorno, pensando che avrebbe crivellato di proiettili la cameriera quando si sarebbe presentata.
GOIJO – Ma quanto ci mettono? – disse seccato, poggiando un
gomito sul tavolo e portando la testa al palmo della mano.
GOKU – Io non ce la faccio piùç____çsto morendo di fameç____ç - .
HAKKAI – Probabilmente avranno avuto non poche difficoltà a
preparare tutto quello che abbiamo ordinato^^ - sorrise come suo solito.
“Eccoli” pensò Sarah non appena fu
ad un passo dal loro tavolo. “Stà calma, Sarah…
conciata così nessuno riuscirebbe a riconoscerti… in fondo quella sera era
buio… quindi, ammesso che non avessero una vista di falco, è difficile che si ricordino
di te… e poi tu sei morta^^ “.
Bastò un attimo per rendersi conto che stava perdendo il
senno della ragione parlando con se stessa e pensando l’ultima frase, così
scosse la testa per scacciare via i pensieri, fece un lungo respiro e si avvicinò
finalmente al tavolo quattro.
SARAH – Buongiorno, signori! ^^ - esordì cercando di darsi un
contegno decente, presa com’era dall’ansia. – Perdonate l’attesa, ma abbiamo
avuto un problema in cucina – e detto questo, poggiò i piatti sul tavolo, cercando
di apparire professionale.
HAKKAI – Grazie^^ - disse quando un piatto fu posto davanti a lui, e alzò la testa in
direzione della cameriera per rivolgerle uno dei suoi sorrisi gentili, quando
notò lo strano modo in cui era conciata la ragazza, e sul suo viso si dipinse
un’espressione perplessa.
GOKU – Finalmente si mangiaaaaaaaaaaaaa!
Grazie Signorina!! – e detto questo cominciò a
trangugiare senza ritegno ogni sorta di cibo che gli capitava tra le mani.
Sarah sorrise di cuore alla reazione del ragazzino di fronte
al cibo, poi venne attirata dallo sguardo di tre paia
d’occhi indagatori, che la guardavano incuriosita.
Capito il motivo, la ragazza finse di tossire.
SARAH – Periodo d’influenze ^^ - cercò di giustificarsi, e detto
questo ricominciò a tossire. – In questo periodo arrivano così tanti clienti
che il padrone ci vieta espressamente di ammalarci ^^ , così quando ci capita cerchiamo
di arrangiarci quanto più possiamo ^^ - . Tossì nuovamente.
La sua spiegazione continuava a rimanere poco credibile alle
orecchie dei tre ragazzi, ma nonostante ciò, Hakkai
distolse lo sguardo, dopo averle prima sorriso, e cominciò a servirsi. Goijo non accennò nessun comportamento che gli avrebbe
implicato di ricevere l’harisen in piena testa. Quella
specie di bandana che la ragazza teneva avvolto intorno al viso non gli
permetteva di capire se fosse abbastanza carina da poterci provare, così
cominciò a servirsi anche lui, non curandosi minimamente di lei.
“Bene… l’hanno bevuta” pensò, sorridendo dentro di sé,
Sarah, e sarebbe stata ancor più soddisfatta se anche quelle due ametiste si
fossero staccate da lei.
“Dove ho già visto quegli occhi?” pensò Sanzo,
avendo la netta sensazione di aver già incontrato quegli smeraldi. Nonostante
il dubbio, decise di concentrarsi sui piatti che in quel momento riempivano il
tavolo.
“Bene!” pensò ancora una volta la ragazza, voltandosi
successivamente e facendo un paio di passi in direzione della cucina.
SANZO – Ehi… -.
A Sarah si gelò il sangue nelle vene. Era con lei che ce l’aveva… che l’avesse scoperta?
SANZO – Il cibo è freddo – disse seccato, non degnando la
ragazza nemmeno di uno sguardo.
“Oh cielo… di questo passo mi verrà un infarto!”.
SARAH – Ehm… farò in modo che la seconda portata non lo sia!
– e detto questo si volatilizzò in cucina.
Una volta dentro, si abbassò la bandana che le copriva il
volto e tirò un lungo sospiro di sollievo, poggiandosi con le spalle al muro e
chiudendo gli occhi per non venire meno.
Pad e Cloe si precipitarono da
lei.
PAD – Com’ è andata? – chiese curiosa.
CLOE – Ti hanno riconosciuta? – chiese la donna in modo più
contenuto, facendo comunque trasparire un velo di curiosità.
SARAH – No – rispose sorridendo beffarda – Il camuffamento è
stato perfetto u____u – aggiunse con fare saccente.
CHRIS – Bene – si unì alla conversazione, dal momento che
era riuscito ad ascoltarle – Perché sono pronte le seconde portate – e detto
questo fece cenno a Sarah di raggiungerlo verso un tavolo su cui erano poggiati
dei piatti, che lui le mise subito tra le mani.
Ritornò nella sala da pranzo dopo essersi risistemata la
bandana e raggiunse di nuovo il tavolo quattro.
SARAH – Ecco a voi, signori^^ - pronunciò con fare gentile.
Sanzo la fissò ancora una volta,
soffermandosi a lungo sui suoi occhi. Non poteva sbagliarsi.
Sarah si sentì togliere il fiato. Nonostante avesse distolto
il suo sguardo da Sanzo, sapeva che lui stava
continuando a fissarla e questo le fece temere il peggio.
Capita la situazione, quindi, dopo aver poggiato le seconde
portate sul tavolo, si allontanò velocemente, così velocemente che urtò contro
la spalla di un uomo che era appena entrato nella locanda.
Fu allora che accadde.
Il tempo si fermò, la stanza intorno a sé ruotò, fu invasa
da un senso di freddo che le raggiunse velocemente le ossa… poi vide.
Persone che urlavano,
sangue che scorreva a fiotti, tavoli rivoltati e sedie distrutte…
Un particolare… le serviva un particolare.
Vagò con lo sguardo privo di pupilla intorno a sé, come a
voler cercare qualcosa e i suoi occhi si fermarono sull’orologio.
Le due in punto.
La sua pupilla riacquistò il suo colore e il tempo
ricominciò a scorrere in modo naturale. Respirò a pieni polmoni l’aria, come se
fosse stata in apnea per un tempo troppo lungo.
Goccioline di sudore ora le imperlavano il viso, si ricordò
subito di cosa sarebbe dovuta accertarsi e volse lo
sguardo verso il grande orologio appeso al muro del locale.
Mancavano cinque minuti alle due… non aveva tempo.
HAKKAI – Cosa c’è, Sanzo? Qualcosa
non va? – chiese cautamente al bonzo, notando il suo sguardo concentrato in un
punto imprecisato della sala.
Da quando si era allontanata dal loro tavolo, Sanzo aveva seguito con lo sguardo la cameriera, perché la
strana sensazione che lo aveva invaso quando aveva
incrociato gli occhi di quella strana ragazza non era più scomparsa. E aveva
assistito allo strano repentino cambiamento comportamentale di quest’ultima,
quando si era fermata al centro della sala ed era stata lì ferma per un attimo
col corpo sbilanciato, quasi come se stesse per venire meno da un momento
all’altro.
Poi l’aveva vista agitarsi e guardarsi intorno convulsamente,
fino a quando non l’aveva vista ritornare velocemente nella cucina.
SANZO - … - non seppe dare una risposta al compagno,
nonostante avesse sentito e capito la domanda che gli
aveva fatto. Continuò a guardare in direzione della cucina, attraverso la cui
porta aveva visto sparire la ragazza.
SANZO – Non lo so… - aggiunse, dopo aver riportato la sua
attenzione sul piatto ancora pieno di cibo che aveva davanti.
CLOE – Sembra stia andando bene, eh Sarah?...
Sarah… - . La donna, con il viso concentrato sulla fila di piatti da lavare,
aveva riposto alla fine la sua attenzione sulla ragazza che, col volto
pallidissimo, si stava dirigendo a grandi passi verso di lei.
Cloe attese che fosse lei a
parlare.
SARAH – Demoni – disse, giunta vicinissima all’amica.
Cloe spalancò gli occhi, aspettando che proseguisse.
SARAH – Fra cinque minuti faranno una strage – disse tutto
d’un fiato, alzando poi gli occhi sul piccolo orologio che troneggiava su una
mensola della cucina. – Mi correggo… tra tre minuti. -.
La donna sembrò soppesare bene le parola
dell’amica, non staccando un attimo i suoi occhi neri da quelli verdi della
ragazza.
CLOE – Hai qualche idea? – chiese, dopo essersi asciugata
velocemente le mani sul grembiule che teneva legato in vita.
SARAH- Dobbiamo far uscire tutti – disse, dopo essere stata una
manciata di secondi a fissare il vuoto.
PAD – Che succede? -.
Pad aveva raggiunto le due amiche
in fretta e furia. Anche lei aveva notato lo strano comportamento di Sarah al
centro della sala da pranzo e non aveva saputo attribuirlo a nient’altro se non
ad una delle sue solite visioni.
CLOE – Dei demoni – tagliò corto.
PAD – Dove??? - .
SARAH – Al tavolo sotto la finestra - .
Pad si affacciò dalla piccola
finestra e vide un gruppo di uomini che bevevano
birra e sghignazzavano tra di loro.
PAD – Avranno dei dispositivi di controllo, per questo non
me ne sono accorta… ma tu come… -
SARAH – Ne ho urtato uno mentre
entrava nel locale – rispose tempestivamente, interrompendo l’amica.
PAD – …Che si fa? – .
CLOE – Sarah ha proposto di far uscire tutti i clienti dalla
locanda… ma a giudicare da ciò che dicono le lancette
– guardò l’orologio sulla mensola che segnava che mancava un minuto alle due -
direi che non ci è rimasto più tempo – . E detto questo si tolse il grembiule,
lo lanciò in un angolo della cucina e camminò a passo svelto verso l’interno
della sala da pranzo, seguita a ruota da Pad.
Sarah si fermò vicina allo stipite della porta, con lo
sguardo pieno di preoccupazione e cominciò a torturarsi un’unghia con i denti,
mentre non staccava per un attimo i suoi occhi dalle lancette del grande
orologio della sala da pranzo.
Ad ogni secondo che le lancette scandivano, sembrava
corrispondere un passo di Cloe, che si avvicinava sempre di più al tavolo dei
demoni, tanto che quando la donna lo raggiunse, le lancette segnarono le due in
punto.
Sarah trattenne il fiato.
CLOE – I signori sarebbero così gentili da seguirci un
attimo? – chiese, stagliandosi con la sua possente figura davanti al tavolo,
mentre cinque demoni dall’aria camuffata sembravano guardarla con aria
divertita.
Pad era un passo dietro di lei e
non accennava a volersi muovere da lì. Gli occhi fissi sugli uomini che aveva
davanti a sé. Lo sguardo serissimo che non prometteva nulla di buono.
Sembrava perfino che non fosse più la ragazzina vivace,
divertente e tutto pepe che chiunque aveva imparato a conoscere.
Ora un’espressione nervosa era dipinta sul volto della ragazza.
Chris, accortosi dello strano
movimento delle donne, aveva rivolto lo sguardo verso Sarah, che di tutta
risposta gli aveva annuito con la testa quasi come a voler rispondere ad una
domanda inconscia dell’amico. Così, dopo aver congedato velocemente alcuni
ospiti che gli avevano chiesto se ci fosse posto per
passare la notte, si era diretto anch’egli vicino a quel tavolo, senza dare
troppo nell’occhio.
-E perché dovremmo seguirvi fuori, mia bella signora? – chiese un
attimo dopo un demone a Cloe, con fare canzonatorio, tanto da suscitare delle
risate nei suoi compagni.
CLOE- Perché così discutiamo ciò che avevate intenzione di fare… -
rispose senza troppi giri di parole la donna, non mollando un attimo lo sguardo
del demone, che ora aveva spalancato gli occhi per l’incredulità e lo stupore,
così come i suoi compagni.
Chris nel frattempo aveva
affiancato Pad.
GOIJO – Ma che succede lì? – aveva chiesto non appena le
risate di quello strano gruppo di uomini avevano attirato la sua attenzione.
GOKU – Hn? - . Anche Goku alzò la testa, attirato dalla strana situazione che si
era creata al tavolo sotto la finestra.
Hakkai e Sanzo
scrutavano il tutto silenziosamente, poi Sanzo voltò
il capo verso la ragazza ferma vicina allo stipite della porta della cucina… e
spalancò gli occhi.
“È lei…” pensò incredulo, facendosi cadere la sigaretta che
teneva tra le dita.
Come se quel pensiero l’avesse raggiunta, anche la ragazza
guardò in direzione del bonzo e spalancò gli occhi a sua volta.
“Dannazione…” pensò, maledicendosi per essersi dimenticata
di reindossare la bandana sul volto e cominciando a
sudare fredda, ma non ebbe il tempo di formulare qualche altro pensiero che il
rumore di qualcosa andato in frantumi attirò la sua attenzione, facendole
rivolgere lo sguardo di nuovo verso il tavolo dove si erano riuniti Cloe, Pad e Chris.
Cloe aveva spiccato un salto all’indietro, evitando la
caraffa d’acqua che il demone col quale stava discutendo poco prima, le aveva
lanciato, suscitando l’ilarità dei suoi compagni.
- Uh… Complimenti per l’agilità! Ma questo non basterà a
salvarti… - disse il demone che le aveva lanciato la caraffa, con tono ironico.
Poi si sfilò un anello che aveva al pollice della mano destra, e in breve le
sue orecchie si allungarono, così come le sue unghie, che assunsero la forma di
artigli.
Lo stessero fecero i compagni.
A quel punto anche Cloe si sfilò velocemente il suo
dispositivo di controllo del potere maligno, che consisteva in unpaio di orecchini, e
lo stesso fecero anche Pad e Chris,
che si sfilarono rispettivamente un bracciale al braccio destro l’una e un
bracciale al braccio sinistro l’altro, assumendo le loro sembianze demoniache.
Dopo quello spettacolo di trasformazioni, nella sala si creò
il panico e molte delle persone sedute ai tavoli cominciarono ad urlare:
- DEMONIIIIIIIIIIIIIIIIIII - .
GOIJO – Oh! A quanto pare avremmo
subito modo di digerire! – disse, sorridendo sornione e alzandosi dalla sedia,
facendo materializzare successivamente la shakujyo**
tra le sue mani.
Anche Sanzo e Hakkai
si alzarono dalle loro sedie, mentre Goku continuò
imperterrito a mangiare i suoi nikuman, attività che
non potè svolgere a lungo dal momento che un demone, colpito con un calcio in
pieno petto da Pad, andò a finire sul tavolo,
spaccandolo in due e procurando la caduta delle pietanze.
Gli occhioni dorati di Goku s’inumidirono di lacrime.
GOKU – Ok!!! Chi è stato?? –
sbraitò infine, dopo aver ricevuto un “tale affronto”, e fece materializzare la
sua nyoibo**.
SARAH – PAD!!!! ALLE SPALLE!! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola
quando aveva visto che uno di quei demoni stava per attaccare l’amica.
L’abalarda di Goijo
fermò il malcapitato nemico prima ancora che riuscisse ad alzare i suoi artigli
sulla rossa, smaterializzandolo.
Pad si voltò e sorrise con
gratitudine a Goijo, che di tutta risposta le fece un
occhiolino.
Ormai tutti i demoni malintenzionati erano stati eliminati.
-Ma cosa diavolo è successo??? -. Il padrone del locale era sul
ciglio della porta della cucina, affianco a Sarah, e guardava sconvolto la sua
sala da pranzo che era stata trasformata in un campo di battaglia.
Cloe, Pad e Chrisreindossarono i loro dipositivi
di controllo, riassumendo un aspetto umano.
La sala era ormai diventata quasi vuota. La maggior parte degli
ospiti era scappata, mentre la parte che era rimasta si era nascosta come
meglio aveva potuto, servendosi dei tavoli e delle sedie rovesciate.
-Ci avete ingannati! – urlò improvvisamente un uomo, uscendo allo
scoperto dal tavolo sotto il quale si era nascosto. – In questa locanda ci sono
dei demoni tra il personale! – urlò, indicando Chris,
Pad e Cloe – Volevate ammazzarci tutti??? -.
I chiamati in causa sussultarono. Stava accadendo ciò che
avevano immaginato fosse accaduto molto presto.
-… - il padrone del locale
non riuscì a proferire parola, che subito fu attaccato da un altro ospite.
-Ridateci i nostri soldi!! Andiamo via da qui!!!
-.
-No… aspettate… - riprovò a dire il padrone del locale, ma fu
interrotto nuovamente, questa volta da una massa di voci che gli urlarono
contro contemporaneamente.
SARAH – ADESSO BASTA!!! – urlò,
attirando l’attenzione e facendo zittire temporaneamente la folla inferocita. –
Quelle persone vi hanno salvato la vita!! – continuò,
indicando con un dito gli amici, che da quando gli
ospiti avevano cominciato a protestare se n’erano stati zitti ad aspettare che
pronunciassero la loro sentenza – Se non fosse stato per loro, a quest’ora
sareste tutti morti! – concluse, urlando con tutto il fiato che aveva in gola.
-Sono dei demoni!! – urlò di nuovo un ospite.
-Chi ci dice che non fossero d’accordo con quegli altri?? - urlò
un altro, guadagnandosi l’appoggio di altre persone.
SARAH – Credi che se fossero stati
intenzionati davvero ad uccidervi, a quest’ora sareste ancora vivi? – incalzò,
avvicinandosi furibonda all’uomo che aveva pronunciato l’ultima ipotesi.
Quando fu più vicina, Hakkai, Goku e Goijo focalizzarono la
loro attenzione su di lei.
GOIJO – Ma… - disse appena, lasciando la frase in sospeso
temendo di essere diventato pazzo.
GOKU – Quella non è… - continuò automaticamente, rimanendo a
bocca aperta di fronte a tale rivelazione.
HAKKAI – Temo di sì… - si limitò a dire, scioccato e
sorpreso quanto gli altri.
Sanzo si limitò a guardare la ragazza,
senza dire una parola.
Ormai per lui era tutto chiaro. Li aveva ingannati.
-Non importa come sia andata! Rimangono comunque dei luridi demoni!! – ribattè un altro ospite,
avvicinandosi a sua volta a Sarah, sovrastando la figura minuta della ragazza
con la sua possente corporatura.
BANG.
La shoreiju di Sanzo
aveva ristabilito la calma, e aveva indotto l’omone ad allontanarsi da Sarah,
che ora guardava il bonzo con uno sguardo indecifrabile.
Si era dimenticata di lui.
Il suo gioco era stato scoperto e i suoi amici erano in
pericolo.
Decise di dare la priorità al problema dei suoi amici e
cominciò a ragionare su una possibile soluzione che
potesse tirarli fuori dai guai.
Da come si erano messe le cose, sicuramente quella gente non
avrebbe mai riconosciuto che loro tre gli avevano salvato la vita, per loro
quelli erano dei demoni, punto.
Dal canto loro, Chris, Pad e Cloe non avrebbero mosso un dito. Sapevano che
difendersi dalle accuse di quelle persone sarebbe stato impossibile, dal
momento che la strana aria che proveniva da ovest ormai aveva raggiunto anche
quelle terre e che quindi era normale non avere più fiducia nei demoni, visto
che molti di quest’ultimi avevano ormai perso il controllo.
Cosa restava da fare allora?
-Ma quello è il venerabile GenjoSanzoOshi! – esclamò una donna quando ebbe riconosciuto l’abito bianco e il sutra che portava sulle spalle.
-Venerabile Sanzo! – esclamò un altro,
congiungendo le mani a mò di preghiera e avvicinandosi riverente a lui.
“Allora avevo visto bene, quel ragazzo è un sanzo!” pensò Sarah, scrutando minuziosamente l’aspetto
elegante e fiero dell’affascinante ragazzo che aveva davanti.
“Com’ è giovane…” si ritrovò a pensare, soffermandosi sui
tratti somatici del ragazzo e in particolar modo sui suoi occhi viola. Non
aveva mai visto occhi del genere.
E non era tanto per il particolare e raro colore di cui erano
dipinte le loro iridi… né per il loro taglio che glieli faceva risultare così suadenti…
era per la loro intensità.
Quegli occhi sembravano dire tutto e niente, ed emanavano
una luce fuori dal comune, facendo trasparire una
profondità sfuggente, che, vista nel complesso dell’espressione facciale che
gli dava quell’aria da duro, sembrava quasi non esistere.
Eppure lei era riuscita a scorgerla.
“Ma che vado a pensare??” si
ritrovò a chiedersi quando si fu resa conto di essersi allontanata dal resto
del mondo per aver osservato troppo a lungo quegli occhi incantevoli.
“Incantevoli?? Oh Kami… che
qualcuno mi dia un pugno per farmi rinsavire! Questo non è il momento!”.
-Siete licenziati! – . Sentì dire improvvisamente dal proprietario
della locanda.
Voltò il suo sguardo velocemente verso i tre amici, che ora
si stavano allontanando con la testa abbassata, sconsolati, e capì che quella
frase era stata rivolta a loro.
SARAH – Ma come può?? – sbraitò,
portandosi davanti all’uomo, sbarrandogli il passaggio – Hanno lavorato per lei
per così tanto tempo! Non le hanno mai dato problemi! Perché gli sta facendo
questo?? -. Ma prima che l’uomo potesse risponderle,
una mano si poggiò su una spalla della ragazza e lei si girò, vedendo Cloe
guardarla intensamente e accennandole un no con la testa, invitandola a
smettere.
Sarah perse un battito. Si allontanò dall’uomo che aveva
trattenuto e seguì l’amica che era uscita dal locale insieme a Chris e Pad.
SARAH – CLOE!! – urlò, cercando di
fermare l’amica, non riuscendo stare al suo passo. Ma quella non si fermò, ne
tantomeno si voltò, raggiunse casa sua e vi entrò. Sarah entrò anch’essa e si sbattè la porta alle spalle.
SARAH – Ma che diavolo state facendo??
– urlò, quando vide gli amici recuperare delle valigie da un armadio e
raccattare la loro roba.
Nessuno di quelli rispose, limitandosi a riempire ognuno la
propria valigia, senza mai guardarla negli occhi.
A Sarah vennero le lacrime.
No… non poteva essere vero… loro non avevano davvero
intenzione di andarsene.
Pad si diresse verso la specchiera
che si trovava accanto a Sarah, intenzionata a recuperare alcuni suoi gioielli,
ma l’amica le afferrò le spalle, costringendola a guardarla negli occhi.
SARAH – Che state facendo?? –
chiese sull’orlo della disperazione.
CLOE – Ce ne stiamo andando – rispose categorica Pad, continuando a non guardarla negli occhi.
Pad nel frattempo si era liberata
dalla presa di Sarah.
SARAH – Perché? – chiese con un filo di voce, abbassando la
testa. Sentiva gli occhi pizzicare.
CHRIS – Lo hai visto tu stessa, Sarah – rispose con lo
stesso tono di voce – Non possiamo più restare qui, la situazione è diventata
insostenibile - .
SARAH – Ma voi siete diversi!! Lo
avete dimostrato oggi stesso difendendo quelle persone… -
CLOE – La situazione non cambia – rispose, interrompendola –
Rimaniamo comunque dei demoni anche noi, e quei tizi che sono entrati prima
nella locanda hanno dimostrato quanto l’aria proveniente da ovest si stia diffondendo
velocemente - .
SARAH - …. -
CHRIS – Dobbiamo andarcene prima che sia troppo tardi –
aggiunse, sollevando dal letto una valigia e spostandola verso la porta
d’entrata.
SARAH – Allora io vengo con voi! – esclamò.
CLOE – NO! – esclamò di rimando, alterandosi.
PAD / CHRIS - … -
CLOE – Ma non capisci?? Se
dovessimo perdere il controllo, tu saresti in pericolo! - .
Sarah si sentì andare in frantumi. Abbassò piano la testa,
lasciando che delle lacrime le scorressero lungo il viso e andassero a
scontarsi con le assi di legno del pavimento.
Cloe tagliò la distanza che le separava e la strinse in un
abbraccio.
SARAH – Non puoi chiedermi questo… - disse, con la voce
rotta dai singhiozzi – Voi siete la mia famiglia… siete tutto per me. In questi
due lunghi anni siete state gli unici che abbiano saputo accettarmi per come
sono… Non vi siete mai lasciati influenzare dalle dicerie… mi avete dato una
casa, mi avete voluta bene… come puoi chiedermi di
separarmi da voi? – e detto questo scoppiò in un pianto dirotto.
Cloe la strinse ancora più forte, Chris
e Padle si avvicinarono,
carezzandole uno la testa e l’altra un braccio che avvolgeva il collo di Cloe.
PAD – E sarà così sempre, Sarah – le disse dolcemente –
Quello che proviamo per te non cambierà mai… anche tu ci hai accettato per
quello che siamo veramente, senza mai avere alcuna titubanza…
ma adesso, coi tempi che corrono, sarebbe un rischio troppo grande stare
insieme… non potremmo mai perdonarcelo se dovesse accaderti qualcosa…
specialmente per mano nostra – terminò in un sussurro.
Sarah scoppiò nuovamente a piangere. Non riusciva ad
accettarne l’idea. Era tutto così assurdo.
CHRIS – Sciocchina… .- intervenne, cercando di
sdrammatizzare un po’ quella situazione che era diventata insostenibile per tutti – Questa storia non durerà mica in eterno… quando
tutto sarà finito, verremo a cercarti noi, credi davvero che sarà così facile
liberarti di questi tre rompiscatole?^^ -
CLOE – Guarda che qui di rompiscatole ce n’è uno solo, e sei
tuò_____ò – ci
tenne a precisare, lasciando andare lentamente Sarah, che fu soccorsa da Pad con un fazzoletto.
CHRIS – La solita permalosa u___ù –
CLOE – u___ù -
Pad scoppiò a ridere, mentre Sarah
li guardava intensamente uno ad uno, come a voler
conservare nel suo cuore quel momento per sempre, visti i tempi che sarebbero
stati costretti ad affrontare da quel momento in poi.
GOKU – Sanzo! Hai visto?? Era la sposa!! - .
Sanzo non rispose, in compenso si
sfilò un pacchetto di sigarette da una manica della tunica, constatando
successivamente che era vuoto.
SANZO – Dammene una – ordinò esplicitamente a Goijo, che se ne stava accendendo una in quel momento.
GOIJO – Tsk! –
SANZO - … -
GOIJO – “Scordatelo” – pronunciò imitando il bonzo, facendogli
ricordare un avvenimento accaduto la sera prima nel bosco in cui avevano visto
per la prima volta la ragazza.
SANZO – Io ti ammazzo u___u*** -
HAKKAI – Ragazzi… eccola. – attirò l’attenzione dei
compagni, indicando con un cenno della testa una figura che era appena uscita
da una casa poco lontana da loro.
SARAH – Allora… arrivederci… - disse, sforzandosi di non
rimettersi a piangere e abbracciando uno ad uno gli
amici.
CLOE – Ciao tesoro, mi raccomando, non cacciarti nei guai –
PAD – Se qualcun altro, casualmente, dovesse salvarti la
vita, non farti passare nemmeno per la testa di sposarlo! –
CHRIS – E soprattutto… non infilzarti più con le forcine
u____ùanzi, fà una cosa, tieni i capelli sciolti, che sei più
bella^^ -
A quelle ultime due raccomandazioni, Sarah scoppiò a ridere,
inducendo a fare lo stesso anche a loro.
SARAH – Mi mancherete tantissimo… - sussurrò alla fine.
CLOE – Anche tu ci mancherai, tesoro… ciao -.
E dopo aver abbracciato gli amici ancora una volta, questi
ultimi si allontanarono a bordo di una piccola jeep nera.
Quando l’ebbe vista allontanarsi, perdendola di vista
completamente, Sarah si girò, intenzionata a ritornare alla locanda.
A farle cambiare idea sui suoi propositi fu un’altra jeep,
verde, con quattro ragazzi che probabilmente non la credevano più morta.
*KAMI = significa più o meno “dei”, “dio”, corrisponde
insomma ad una sorta d’imprecazione.
**SHAKUJYO = è un'alabarda di ferro con una lama a
mezzaluna, collegata al resto della struttura per mezzo di una catena, che Goijo riesce a materializzare con la sola forza del
pensiero.
Lo stesso vale per la NYOIBO di Goku, solo
che l’arma di quest’ultimo consiste in unbastone allungabile.
Erano lì, a pochi passi da lei e sembrava proprio che stessero
aspettando che si avvicinasse
Ciao
a tutti^ ^
Sono riuscita a liberarmi provvisoriamente (purtroppo SOLO provvisoriamente
ç__ç ) di alcuni mattoni che avevo da studiare… se se… UTOPIA!! I mattoni sono
ancora lì, pronti per essere sfogliati (anche se prima
desidererebbero essere spolverati >_< ) ! Gli esami sono alle porte… anche se li temo ç__ç non vedo l’ora di finire per
questa sessione! Nel frattempo mi sono data alla scrittura di un nuovo chap^^ , sperando che questo
serva a placare gli animi di coloro che ormai soffrono di crisi d’astinenza e
che mi minacciano ogni volta in modo diverso per continuare ç___ç (Mon-chan, sappi che ogni riferimento + puramente casuale
u___ù).
Prima
di lasciarvi alla lettura, voglio fare dei saluti ^^
- WhiteLie : Ciao! Ebbene sì… la nostra Sarah non è una fanciulla
normale ^^
Riguardo al bonzo corrotto, avevi forse qualche dubbio sul fatto che avesse un
fiuto eccezionale u___ù ? XD Ci vuole ancora un po’ di tempo prima che parta, tranquilla ^^ Ahahahah… mi fa piacere che Chris ti piaccia XD. Sì… effettivamente àè_édà proprio l’impressione di essere la faccina di una
teppista XD ;
- miriel67 :
sono contenta che i personaggi siano descritti abbastanza bene ^^ Riguardo le faccine, lo so che stonano un
po’ con la storia, io infatti non le aggiungo per avere qualcosa in più che
spieghi le reazioni dei personaggi (tranne quando le utilizzo al posto delle
battute XD ) ma le uso perché mi piacciono XD Mi fanno ridere, non posso farci
nulla XD in questo capitolo le ho un po’ limitate per vedere se riesco a farne
a meno… ma se l’astinenza è insopportabile le riutilizzerò XD Comunque certo
che puoi puntualizzare qualcosa! È proprio questo quello che cerco, qualcuno che sappia analizzare ciò che scrivo e farmi notare
se qualcosa non va o se qualcosa è in più, insomma, mi fa piacere che tu sia
così attenta ^^ Così come non avrei
problemi se anche qualcun altro avesse da dire (o meglio scrivere >_>)
qualcosa! ;
- mon_chan : avresti davvero il coraggio d’impedirmi di andare in
vacanza ç__ç ?? Lo sai che i libri mi perseguiteranno anche lì, almeno quindici
giorni lasciameli ç___ç Comunque collega, sono contenta che la storia ti stia
appassionando XD .
Infine
volevo salutare Yama-sensei e volevo ringraziare anjelik per aver aggiunto la mia storia tra le preferite XD
Benvenuta anjelik! Spero di avere presto un tuo
parere! Così come spero di avere il parere di tutte quelle splendide persone
che leggono giorno per giorno la mia fan fiction *__*Grazie a tutti!
Ora
vi lascio alla storia, buona lettura!
“Ancora una volta”
Erano lì, a pochi passi da lei e sembrava proprio che
stessero aspettando che si avvicinasse.
“Sta calma, Sarah… devi stare calma... “ pensò tra sé mentre con passo incerto cominciò a dirigersi verso la
locanda.
HAKKAI – Che facciamo, Sanzo? –
chiese, rivolgendosi al bonzo all’esterno del veicolo. – Andiamo via? - .
Sanzo afferrò la maniglia della
portiera della jeep e ci salì, sistemandosi successivamente a braccia conserte.
Non aveva idea di come comportarsi. Che avrebbe dovuto fare?
Chiederle come mai non fosse morta? Chiederle perché avesse architettato tutta
quella messinscena per nonfarsi riconoscere?
Ma cosa fondamentale, perché avrebbe dovuto chiederle tutte
quelle cose? Perché si stava interstartendo così tanto con quella ragazza che
nemmeno conosceva?
GOIJO – Terra chiama bonzo, terra chiama bonzo. Vuole
degnarci della sua attenzione, Venerabile Sanzo? - .
SANZO - … - . Era di nuovo stato preso alla sprovvista, e la
verità era che lui per primo non sapeva che fare.
GOKU – Potremmo chiederle perché si è comportata in quel
modo! – esordì, dopo essere stato un po’ di tempo a pensarci.
GOIJO – Ma siamo sicuri che sia lei? – chiese alquanto
scettico. - In fondo quella volta era buio, potremmo esserci sbagliati… - .
GOKU – Ti dico che è lei! Ha lo stesso odore della ragazza
che abbiamo incontrato nel bosco! - .
GOIJO – E com’è che non te ne sei accorto prima, scimmia? In
fondo è stata lei a servirci a tavola -.
GOKU - …perché avevo troppa fame…i miei sensi erano
offuscati… - disse, ripensando con occhi luccicanti a tutte le pietanze che
aveva da poco finito di gustare. – Mi sta tornando fame… Sanzo,
possiamo… -.
SDENG.
SANZO – Non provarci nemmeno, razza di stupida scimmia! –
sbraitò, alzandosi dal sedile anteriore e colpendolo ripetutamente con l’harisen. – Non compreremo nulla! Il prossimo pasto sarà
stasera! - . Aveva intuito da subito il ragazzino dove volesse
arrivare.
GOKU – Dobbiamo per forza aspettare stasera?? ç___çIo ho fameeeeeeee!!!!! -.
GOIJO – Che bonzo tirchio… in fondo non sono nemmeno soldi
tuoi, sono i sanbutsushin che ci rimettono… - .
BANG BANGBANG.
SANZO – VOLETE MORIRE??? - .
Intanto l’attenzione di Hakkai era
stata attirata dalla figura della ragazza che era ormai a pochi passi da loro.
Sarah tenne per tutto il tempo la testa bassa. Li aveva
sentiti litigare, quindi sperava di riuscire a passare affianco a loro senza
attirare troppa attenzione, ed invece si ritrovò nuovamente con quattro paia
d’occhi puntati addosso.
Continuò a camminare lentamente, come se nulla fosse. Solo
alla fine, per un attimo, alzò lo sguardo verso di loro.
Con tutti gli sguardi con cui avrebbe potuto scontrarsi, andò
ad incontrare ancora una volta le dure ametiste, che questa volta sembrarono
volerle scavare dentro.
Abbassò subito la testa, come a voler impedire a quegli
occhi di entrare nella sua anima, e accelerò il passo, per cercare di
raggiungere la locanda il più presto possibile.
Appena fu arrivata allo stipite della porta, però, fu colta
da una strana sensazione.
Sentii di avere più di quattro paia d’occhi puntati addosso,
così si girò lentamente, come a volersi preparare psicologicamente al fatto che
la sua brutta sensazione fosse fondata.
Il tempo di voltarsi completamente, che un coltello lanciato
ad alta velocità le trafisse una spalla.
Sanzo, Hakkai,
Goijo e Goku sgranarono gli
occhi.
La videro urtare lo stipite della porta e rimbalzarci, come
se avesse ricevuto un secondo colpo.
Il sangue le scorreva copiosamente dalla spalla, che lei cercava
di tamponare con una mano per tentare di evitarne l’eccessiva fuoriuscita. Poi
la videro sgranare gli occhi a sua volta, guardando nella direzione dalla quale
era stato lanciato il coltello e correre all’interno della locanda con ancora l’arma
conficcata nella spalla.
Subito dopo la sua scomparsa, sullo stipite della porta
andarono a conficcarsi altri coltelli.
GOIJO – Ma che diavolo… - . Non
fece in tempo a terminare la frase che dovette evitarne uno a sua volta.
Un gruppo di demoni si era stagliato di fronte alla jeep,
con l’evidente intenzione di colpire chiunque si fosse messo sulla loro strada.
HAKKAI – A quanto pare abbiamo
compagnìa – constatò col suo solito sorriso tranquillo.
GOKU – Hanno colpito la ragazza! – urlò, alzandosi in piedi
sul sedile posteriore e materializzando la nyoibo,
pronto a combattere.
GOIJO – A quanto pare ci toccherà
salvarla di nuovo – osservò, sorridendo e facendo materializzare anch’egli la
sua arma.
SANZO – Tsk… che seccatura! -. E
impugnò la sua shoreiju.
Hakuryù rispose subito al piede di
Hakkai pigiato sull’acceleratore, e partì sgommando,
lasciandosi alle spalle un polverone.
I demoni che erano posizionati nella prima fila del gruppo
capirono subito l’intenzione dei quattro e, bilanciandosi su una gamba lasciata
piegare all’indietro, spiccarono un salto rotante, andando a superare la jeep. Corsero
verso la locanda, scomparendoci dentro poco dopo.
Era evidente che non volessero il sutra.
GOIJO – Merda! – esclamò, stringendo i denti.
La jeep intanto era riuscita a investire in pieno dei
demoni.
Hakkai decise di continuare con
quel sistema e fatta retromarcia, continuò ad investire i demoni che incontrava
sulla sua strada.
La pistola di Sanzo l’aiutava,
smaterializzando tutti i corpi che avevano la sfortuna di incappare nei suoi
proiettili.
HAKKAI – Mi sa che questo non basterà - .
Infatti a mano a mano altre figure
demoniache si stagliarono all’orizzonte.
GOIJO – Alcuni sono riusciti ad entrare nella locanda! –
fece presente agli amici, che se ne stavano a riflettere sul da farsi.
Fu proprio in quel momento che dalla locanda si sentirono
delle urla, seguite da rumori di vetri rotti.
GOKU – Cosa facciamo, Sanzo? - .
SANZO – Dividiamoci – rispose prontamente. – Tu e Goijo andate alla locanda – disse rivolgendosi adHakkai. – Io e la scimmia
terremo a bada questo branco di idioti - . E detto questo ricaricò la shoreiju.
Quando furono scesi tutti dalla jeep, quest’ultima riprese
le sembianze di Hakuryù e cominciò a svolazzare in
direzione della locanda, come se avesse compreso che il padrone si sarebbe diretto
lì.
Goijo e Hakkai
lo seguirono.
GOKU – Bene! – esclamò euforico, impugnando la nyoibo. – Fatevi sotto! – urlò poco prima di precipitarsi
su un gruppo compatto di demoni.
“Non sarei dovuta entrare qui, ho messo in pericolo delle
persone” pensò Sarah mentre si richiudeva la porta
alle spalle.
Dal piano inferiore riusciva a sentire il baccano procurato
dai demoni che probabilmente la stavano cercando.
Accertatasi di aver chiuso bene la porta a chiave, si sfilò,
con non poco dolore, il coltello dalla spalla e lo gettò sul pavimento, lontano
da lei.
Si diresse poi verso la bassa cassettiera che faceva da
arredo alla camera e la spinse verso la porta.
“Non è che abbia risolto chissà che…” pensò, ritenendo che
la sua non fosse stata una buonissima idea.
Inutile. Se quei demoni fossero arrivati davanti alla sua
camera non ci avrebbero messo molto a sfondare la porta.
“Devo andarmene da qui”.
Fece scorrere velocemente tutto l’ambiente della camera
sotto ai suoi occhi, soffermandosi poco e niente sui particolari.
“Eccolo!”. Il suo sguardo si era posato su un sacchetto
grigio che era stato lasciato appeso con un chiodo al muro.
Sarah si diresse velocemente verso il sacchetto e lo prese,
svuotandolo del contenuto, fino a quando la sua mano
non si fu riempita dai gioielli che indossava il giorno che avrebbe dovuto
sposare Jiin.
“Se vendo questi posso cavarmela ovunque” pensò, riponendoli
poi accuratamente di nuovo nel sacchetto.
Ad attirare la sua attenzione furono delle voci fuori alla
sua porta.
-È qui dentro – sentì dire in modo sussurrato da qualcuno nel
corridoio.
-Dolcezza… lo sappiamo che sei lì dentro, vieni fuori da sola e
non ti faremo del male! - .
A quella frase seguirono diverse risate, somiglianti più a
dei versi animaleschi e a degli sghignazzi, che a Sarah fecero venire i
brividi.
La ragazza trattenne il fiato, quasi come se da quello
dipendesse la sua salvezza. Ma un colpo violento tirato alla porta la fece
sussultare, permettendo all’aria che aveva compresso nei polmoni di liberarsi.
Un altro colpo violento seguì quello
precedente, questa volta però con più intensità.
Ne susseguirono altri, fino a quando
sulla porta non si creò una crepa che permise di lasciar intravedere la lama di
un’ascia.
Quando l’ascia fu ritirata, dalla crepa comparve un occhio
vermiglio, lungo e sottile come quello di un felino.
-Stai solo ritardando la tua morte – disse il demone che ora la
stava osservando dalla porta, non lasciandosi sfuggire neanche un movimento
della ragazza.
Sarah era terrorizzata. A quanto sarebbero i serviti i pochi
colpi di difesa personale che aveva imparato da Pad,
in quel momento?
Si guardò intorno alla ricerca di una possibile via di fuga,
fino a che i suoi occhi non caddero sulla finestra.
-Credi davvero che te lo lasceremo fare? – chiese lo stesso
demone, lasciandosi andare ad una lunga e rumorosa risata, una risata che
s’interruppe di colpo dopo un po’. Poi seguì il silenzio.
-Signorina? Va
tutto bene? - .
Una voce diversa dalle altre ora si stava rivolgendo a lei.
Sarah non aveva il coraggio di avvicinarsi alla porta per
constatare di persona cosa fosse successo.
Improvvisamente dallo squarcio sulla porta comparve un altro
occhio. Sempre rosso, dall’iride leggermente più chiara, che si fermò su di lei
per qualche istante.
-Sì Hakkai, sta bene – disse il
proprietario dell’occhio, ritirando quest’ultimo dallo squarcio della porta.
“Ancora loro?” si ritrovò a pensare Sarah. “Perché non se ne
sono andati?”.
Non riusciva a capacitarsi del perché quei ragazzi avessero
deciso di aiutarla.
-Signorina, non vorrei metterle fretta, ma sarebbe il caso di
uscire da questo posto, e subito. I nostri compagni stanno intrattenendo quelle
gentili persone che hanno procurato tutti questi danni, ma ciò non esclude che ne
possano arrivare altri da un momento all’altro – disse di nuovo la voce gentile
che aveva parlato per prima.
Sarah non sapeva cosa pensare. Perché quei ragazzi erano
venuti in suo soccorso? Cosa volevano da lei?
“Altri, sono venuti a saperlo” pensò amareggiata, facendo
man mano un passo indietro, fino a toccare con le spalle il muro accanto alla
finestra.
Si voltò poi verso quest’ultima, intenzionata a scavalcarne
il davanzale e a sfruttare il tetto per scappare, ma due mani le afferrarono le
spalle e il peso di un corpo la costrinse a cadere a terra.
Un demone era ora sopra di lei, leccandosi con bramosia le
labbra e spalancando gli occhi all’inverosimile.
-Finalmente ti ho trovata – disse con voce cupa e roca – Non vedo
l’ora di intascare la taglia che hanno messo sulla tua testa – e detto questo
sollevo una mano su di lei, intenzionato ad affondare gli artigli sul suo
volto, quando la porta esplose insieme alla cassettiera che le era stata messo
dietro.
Un’alabarda colpì la testa del demone, decapitandolo e
facendogli smaterializzare successivamente il corpo.
Sarah, che era stata per tutto il tempo in tensione temendo
che gli artigli del demone l’avessero trapassata da un momento all’altro, si
lasciò andare ad un profondo sospiro di sollievo, lasciando cadere la testa,
precedentemente sollevata, sulle assi di legno del pavimento.
GOIJO – Ehi, tutto bene? – le chiese avvicinandosi e
chinandosi per accertarsene di persona.
HAKKAI – È ferita? – le chiese, sorreggendola per le spalle
man mano che si alzava. Fu allora che si accorse che stava sanguinando.
SARAH – No… - sussurrò appena, una volta in piedi. – Sto
bene… -. Ma prima che riuscisse a fare un solo passo, svenne tra le braccia di Hakkai.
GOKU – AAAAH!! – urlò, colpendo un
demone che gli si era avventato addosso.
BANG BANGBANGBANGBANG
Sanzo aprì con uno scatto il caricatore
della shoreiju, facendo cadere i cinque bossoli vuoti
e la ricaricò velocemente, mentre Goku faceva in modo
che nessuno gli si avvicinasse.
GOKU – Ma quanti ne sono??? – chiese
seccato, colpendo con veemenza alla testa un altro demone col suo bastone.
Stavano combattendo ormai da molto, ne avevano uccisi tanti,
ma od ogni demone ucciso sembravano arrivarne altri tre.
Anche Sanzo, oltre ad essere
stanco, era seccato dall’insistenza e dalla capacità di moltiplicazione dei
nemici. Sparò ancora, fino a che la sua pistola non fu di
nuovo scarica, ma prima che riuscisse nuovamente a caricarla, dovette
schivare il fendente di un demone che lo aveva preso di mira.
SANZO – Adesso mi sono proprio stufato! – urlò, riponendo la
shoreiju e afferrando il sutra
del cielo demoniaco che aveva sulle spalle.
Goku lo sentì pronunciare la
formula per il richiamo del potere del sutra, e ancora
una volta, fece in modo che nessun demone gli si avvicinasse.
SANZO - …CELESTE PURIFICAZIONE DEL MALE!!!
– urlò alla fine, sprigionando una luce abbagliante che smaterializzò
all’istante tutti i demoni che si trovavano nel suo raggio d’azione.
Quando intorno a lui e Goku non fu
rimasto che cenere, richiamò il sutra, riportandolo
alle sue dimensioni iniziali e riponendoselo di nuovo sulle spalle, poi si
accese una sigaretta.
GOKU – Ce ne avete messo di tempo! - .
Hakkai con Hakuryù
e Goijo con Sarah sulle spalle, fecero la loro
comparsa in quel preciso momento.
HAKKAI – Desolati di avervi fatti aspettare! – disse col suo
solito sorriso di convenienza.
Sanzo fu attirato dalla ragazza
che Goijo portava sulle spalle.
SANZO – E lei? – chiese, accennando un gesto con la testa in
direzione di Goijo.
GOIJO – È rimasta incantata dalla mia bellezza e mi è
svenuta tra le braccia – scherzò, dandosi delle arie.
HAKKAI – Siamo riusciti a salvarla prima che un demone
l’attaccasse – spiegò con sincerità, non abbandonando il suo sorriso.
GOKU – Poverina! Nel giro di due giorni si è trovata a
rischiare la vita per ben due volte! – esclamò, sottolineando il termine “due”
entrambe le volte.
SANZO – Che idiota… - disse, lasciando andare una boccata di
fumo, riferendosi alla ragazza.
GOIJO – Che facciamo? – chiese, riferendosi sempre alla
ragazza.
SANZO – Noi dobbiamo rimetterci in viaggio – disse, tenendo
a sottolineare la prima parola.
GOIJO – Non vorrai lasciarla qui, spero! – esclamò,
afferrando al volo le intenzioni del bonzo.
HAKKAI – È ferita, Sanzo –
aggiunse subito dopo.
SANZO – Non mi sembra che sanguini – replicò
con la sua solita aria distaccata.
HAKKAI – Prima Goijo non scherzava
sul fatto che fosse svenuta - .
GOKU – Non puoi curarla col tuo KI, Hakkai?
- .
HAKKAI – No, Goku. Proprio perché
non riporta danni esterni, il mio Ki sarebbe inutile,
va fatta visitare da un medico. Le ho curato la ferita alla spalla procuratale
dal coltello che l’ha colpita davanti a noi. Ma escludo che il suo svenimento
sia riconducibile a quello – gli rispose, aggiustandosi il monocolo e guardando
la ragazza priva di sensi sulle spalle di Goijo.
SANZO – Allora cercate un medico e portatecela, prima ci
liberiamo di questa seccatura, prima potremo ripartire – sentenziò, senza
nemmeno degnarli di uno sguardo.
HAKKAI – Temo che dovremo portarla con noi, Sanzo. In questa città non ci sono medici. Stamattina ho
chiesto informazioni al riguardo perché contavo di rifornirci di alcune erbe
mediche che ci mancano, e mi è stato detto che questo, essendo un centro
piccolo, non dispone di un medico proprio ma dipende
da quello di un villaggio vicino. -.
SANZO – Non se ne parla nemmeno! Abbiamo già perso fin
troppo tempo… - .
GOKU – Ma Sanzo! Si tratterebbe di
portarla con noi fino al prossimo villaggio, anche noi dovremo fermarci, no?
Che ci costa? - .
GOIJO – Con che coraggio lasceresti qui questa bella
ragazza, bonzo malefico! – esclamò, facendosi più vicino aSanzo.
SANZO – AH! Fate come vi pare! – urlò, sapendo di non avere
speranza contro tutti e tre e dirigendosi verso Hakuryù che nel frattempo aveva riacquistato le sembianze
di jeep.
GOKU – Evvai! – esultò, alzando le
braccia verso il cielo in segno di vittoria. – Sono curioso di sapere la sua
storia! – aggiunse, riferendosi alla ragazza, seguendo poi a ruota Sanzo.
HAKKAI – Effettivamente quella interessa anche a me… - disse
portandosi una mano al mento in segno di riflessione. – Per essere una ragazza,
ha molti nemici. - .
Giunti alla jeep, Goijo posizionò
la ragazza tra lui e Goku, in modo che non si facesse
male durante il viaggio. Quando tutti si furono posizionati, Hakkai mise finalmente in moto.
Due occhi blu, intanto, avevano osservato la scena dal tetto
di una casa.
Perdono
ç___ç Questa volta sarò molto breve perché devo correre a ripetere per un esame
che dovrò dare domani ç___ç. Ringrazierò, quindi, velocemente le persone che
hanno recensito.
-YamaMaxwell
:le tue
recensioni in diretta sono mitiche XD Riguardo al capitolo precedente, l’harisen non è solo utilizzato nei templi. Hai modo di
constatarlo vedendo altri anime come, per esempio,
Full Metal Panic, in cui la protagonista, che non è
una sacerdotessa e non ha nulla a che fare con i templi, ne ha uno per picchiare
sempre il protagonista XD Quindi non è un “arma” ( XD ) usata SOLO nei templi.
Bello il proprietario della locanda, eh? XD Goku,
dici? Chissà che un giorno non svenga anche tra le sue braccia! XD ;
-miriel67 : menomale che mi è riuscita bene la scena del combattimento..
è la prima volta che mi cimento in questo genere di descrizioni. Grazie per i
complimenti! ;
-WhiteLie
: sì.. in effetti i ragazzi ci
sono rimasti un po’ male XD Riguardo alla scena della porta mi sono rifatta ad
una scena del film “Shining” con Jack Nicholson, pensa che mentre scrivevo mi spaventavo da sola
ripensando al film ç___ç, me unica u___ù ;
Grazie
mille anche a chi legge e non recensisce! *__* Sono arrivata a quota 183 visite
*__* Grazie ç___ç
Adesso,
buona lettura! ^___-
p.s : vi ricordo sempre gli asterischi che conducono a
fine pagina u__ù … ciau! ^^
“Ricambiare il favore”
“È un soggetto
interessante”. La persona che aveva parlato era fuori dalla
sua visuale.
Era distesa e davanti
a sé vedeva solo delle luci giallognole che confondevano i contorni. Provò a
muovere le braccia per puntarle su quello che era il suo giaciglio per cercare
di alzarsi, ma si rese subito conto di avere braccia e gambe legate, così come
il collo. Si agitò convulsamente per cercare di liberarsi, ma non riuscì
neanche a voltare la testa.
“Sta buona” le disse
la stessa voce di prima.“Ancora un attimo” aggiunse subito dopo la stessa.
Per un attimo ci fu
silenzio, tanto che pensò di essere rimasta da sola.
Poi sentì qualcosa di
sottile e freddo attraversarle la pelle di un braccio… e fu buio.
Sarah spalancò di colpo gli occhi, come se la brutta
sensazione che aveva sentito sul braccio durante il sogno la stesse ancora
infastidendo.
Era sudata, respirava affannosamente e per un attimo stette
immobile, credendo di non riuscire a muoversi. Le sensazioni del sogno erano
ancora vive.
Davanti a sé vide un soffitto bianco, illuminato dai pallidi
raggi di un sole al tramonto che filtravano da una finestra poco lontana.
“Dove sono?” pensò, cercando di rimettere insieme i
pensieri, e fu allora che capì di non essere da sola.
-Hakkai,
si è svegliata! – urlò qualcuno vicino a lei. Poi sentì qualcosa cadere a terra
e un calpestìo veloce di passi che si allontanavano, andando ad aprire una
porta.
-Scimmia, piantala di fare baccano!
– sentì dire da un’altra voce.
Fu così che voltò lentamente la testa verso la sua sinistra,
andando ad incontrare due iridi di un verde più intenso delle sue e un sorriso
rassicurante.
HAKKAI – Ben svegliata – disse quasi sussurrando il ragazzo
dal volto gentile. – Come si sente? – le chiese poco dopo, alzando da terra la
sedia che precedentemente Goku aveva fatto cadere per
correre ad avvertirlo e sedendocisi sopra.
SARAH - … - . La ragazza rimase spiazzata di fronte a tanta
calma e gentilezza. Non ricordava quasi più da quanto tempo non riceveva quel
genere di trattamento.
-Caspita! Niente
male! -.
Il proprietario di una delle due voci che aveva sentito per
prime si avvicinò, e fu così che lei potè scorgere un altro ragazzo, dai lunghi
capelli rossi raccolti in una coda di cavallo, che le sorrideva in modo
seducente.
HAKKAI – Riesce ad alzarsi? – le chiese gentilmente,
attirando di nuovo l’attenzione su di sé.
Sarah non rispose e decise di constatare se ne fosse in grado,
così si scoprì dalle lenzuola che la coprivano fino alle spalle e sollevò un
po’ il busto, aiutandosi con le braccia, ma una fitta atroce alla testa la fece
desistere da quell’azione e la indusse a prendersi la testa tra le mani,
stringendo gli occhi.
Hakkai le mise prontamente una
mano sulla spalla per soccorrerla nel caso fosse ricaduta all’indietro, ma una
mano di lei gliel’allontanò schiaffeggiandogliela, cosicché lui la ritirò
subito.
Sarah non impiegò molto a capire cos’aveva fatto e rimase
sorpresa del suo stesso gesto. Era stato un riflesso involontario, non aveva la
seria intenzione di allontanare il ragazzo così bruscamente.
Così si voltò verso di lui, con uno sguardo che esprimeva,
senza aver bisogno di parole, le sue scuse.
Colto alla sprovvista dal gesto della ragazza, Hakkai, dapprima, si tenne da lei a debita distanza per
cercare di capire anticipatamente le prossime azioni della ragazza, quando poi
lei lo guardò con quello sguardo, si rilassò e le sorrise col suo solito fare
gentile.
HAKKAI – Non abbia paura – le disse – Non vogliamo farle del
male. - .
Anche Goijo era rimasto un po’
sconcertato dal comportamento della ragazza.
Che lei si fosse spaventata per essersi ritrovata in una
stanza con degli uomini, era comprensibile, si trattava pur sempre di una
donna. Ma se la sua fosse stata paura, avrebbe dovuto cominciare a manifestarla
al risveglio, invece era stato il contatto con Hakkai
che le aveva procurato quella reazione.
SARAH – Mi scusi… - disse flebilmente, rispondendo adHakkai, abbassando
successivamente la testa e arrossendo leggermente.
“Idiota! Ti hanno salvata due volte e tu li ripaghi così??” pensò Sarah, continuando a darsi mentalmente della
stupida.
Ad un certo punto la porta della camera si riaprì, ed altre
due persone vi entrarono.
-Ciao! Finalmente ti sei svegliata! – disse il
ragazzo dagli occhi dorati, una volta che le si fu
avvicinato. - Sono contento, eravamo in pensiero, sai? Ah, scusa! Che sbadato,
non mi sono nemmeno presentato! Il mio nome è Son Goku,
per gli amici Goku! Tu invece come ti chiami? - .
Sarah rimase in silenzio ancora una volta, sconcertata dal
fiume di parole col quale l’aveva inondata quel simpatico ragazzino, ma prima
che potesse mettere insieme qualche parola per rispondergli, un pugno raggiunse
la testa castana del ragazzo.
GOIJO – Idiota di una scimmia, la pianti di infastidirla? Si
è appena svegliata! Se continui a romperle le scatole con la tua voce
fastidiosa, finirai col farla svenire di nuovo! - .
GOKU – Dannato, mi hai fatto male! – replicò, massaggiandosi
il punto colpito dal compagno. – Sei tu che la infastidisci coi tuoi modi da kappa in calore, scommetto che ci hai provato appena si è
svegliata! E non chiamarmi scimmia, razza di maniaco pervertito! - .
GOIJO – Come osi, scimmia petulante con lo stomaco al posto
del cervello! – replicò a sua volta, afferrandolo per il colletto della maglia.
GOKU – Ti ho detto di non chiamarmi scimmia! – ribadì,
afferrandolo a sua volta per il colletto della canottiera bianca.
GOIJO – Scimmia, scimmia, scimmia, scimmia! – lo sfidò.
GOKU – Ero* kappa, ero kappa, ero kappa, ero kappa! – lo prese in giro a sua volta.
HAKKAI – Su, ragazzi – s’intromise, senza smettere di
sorridere – Smettetela o finirete col dare una brutta impressione – concluse,
riferendosi a Sarah.
Quest’ultima era rimasta a dir poco allucinata dallo scambio
di battute dei due ragazzi e si era messa a fissarli seriamente, espressione
che fu sostituita poco dopo da una risata sommessa che
cercò di attutire maggiormente schiacciandosi una mano sulla bocca.
Goijo e Goku
guardarono a loro volta allucinati la ragazza, che,
non riuscendo ad imporsi di smettere, stava continuando a ridere sommessamente,
procurandosi le lacrime agli occhi per lo sforzo.
Hakkai, sorpreso ancora una volta
dalla reazione della ragazza, sorrise, contento che l’atmosfera si fosse
alleggerita un po’.
-Che razza di idioti - .
Fu a quel punto che Sarah si fermò, guardando in direzione
della quarta persona che fino a quel momento era rimasta in silenzio, tanto da
far dimenticare della sua presenza.
GOIJO – Ecco il guastafeste – disse sprezzante, riferendosi
al monaco biondo seduto alla scrivania all’altro lato della camera.
SANZO – Tsk! - .
Sarah osservò il bonzo mentre lentamente
si portava alla bocca una sigaretta, estraendo successivamente un accendino da
una tasca della sua tunica, col quale se l’accese.
Quei movimenti così eleganti erano per lei quasi ipnotici,
tanto che rimase a fissarlo fino a che lui non si accorse di essere osservato e
la fissò a sua volta.
Sarah abbassò quasi subito il suo sguardo, sfuggendo agli
occhi freddi del ragazzo. Non riusciva a comprenderne il motivo,
ma ogni volta che incontrava quelle ametiste, riusciva puntualmente a
provare una sensazione diversa, ed ognuna più intensa di quella precedente,
tanto da rimanerne disarmata.
Hakkai tornò a rivolgere le sue
attenzioni alla ragazza.
HAKKAI – Scusi la confusione, non avremmo dovuto portarle
tutto questo trambusto – disse, con la sua solita espressione rassicurante. –
Sarebbe il caso che perlomeno ci presentassimo. Il mio nome è Hakkai… - .
GOKU – Io sono Goku! – interruppe
l’amico, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Goijo.
GOIJO – Questo gliel’hai già detto, scimmia! – inveì contro
di lui, assestandogli un calcio in faccia, poi si ricompose e col suo solito
fare seducente, si avvicinò alla ragazza, prendendole con delicatezza una mano
e portandosela alle labbra. – Il mio nome, invece, è Goijo,
ShaGoijo, per servirla mia
dolce principessa - . E detto questa le baciò la mano,
procurando a Sarah un vistoso imbarazzo.
GOKU – La pianti di fare il maniaco??
– inveì contro Goijo, assestandogli a sua volta un
pugno in faccia, allontanandolo così da Sarah.
GOIJO – Maniaco a chi, scimmia?? – gli
chiese minaccioso, alzandosi da terra.
HAKKAI – Vi prego, non ricominciate! – s’intromise, con
entrambi i palmi delle mani alzati verso di loro come a volerli fermare, ma
loro non sembravano volere demordere.
BANG BANGBANG.
Il silenzio, come sempre, fu ristabilito dalla shoreiju.
Sarah osservò i buchi nelle pareti che erano stati lasciati
dai proiettili e constatò che il bonzo avesse schivato i compagni per un
soffio.
HAKKAI – Sanzo… potresti evitare
di punirli adesso? Lei è ancora convalescente, non credo le
faccia bene spaventarsi – disse, riferendosi alla ragazza che in seguito
ai colpi era sbiancata.
Sanzo spostò la sua attenzione
ancora una volta su di lei.
SANZO – Allora, chi sei? – chiese senza troppi giri di
parole, rivolgendosi a Sarah.
“Oh cavoli! Inizia l’interrogatorio! E non mi sono nemmeno
preparata delle balle plausibili!” pensò la ragazza, cercando di formulare
velocemente qualcosa di credibile per le successive domande.
SARAH – Il mio nome è Sarah… - rispose quasi sussurrando.
GOIJO – Ehi, bonzo! Perlomeno potresti presentarti, lo abbiamo
fatto tutti! – lo attaccò, apostrofandolo.
SANZO – Avete fatto una cosa inutile – replicò
immediatamente col suo solito tono secco -perché lei ci conosce già… dico bene?
– chiese successivamente a Sarah, inarcando un sopracciglio con fare
provocatorio.
SARAH - … - . Di tutte le idee che aveva potuto farsi
riguardo a quel bizzarro gruppo, Sarah aveva capito che il bonzo era quello più
acuto e diretto.
Hakkai, Goijo
e Goku la guardarono, stando in silenzio e aspettando
che iniziasse a parlare.
GOKU – Tu sei la ragazza che abbiamo salvato nel bosco –
disse, interrompendo il filo dei pensieri di lei. -Sei la sposa – aggiunse subito dopo
sorridendo, ripensando al bizzarro incontro che avevano avuto con la giovane.
A Sarah vennero i brividi ripensando a quel momento, cosa
che agli occhi attenti di Hakkai non sfuggì, così
come agli occhi di Sanzo, che non accennava a volersi
muovere da dove si trovava e continuava a guardare la ragazza con la sua solita
aria fredda e distaccata.
Non riusciva a formulare nessuna risposta che non implicasse ulteriore curiosità e la formulazione conseguente
di un’altra domanda.
SARAH – Non so di cosa tu stia
parlando… - emise flebilmente rivolta a Goku, senza
guardarlo negli occhi.
HAKKAI – È stata ferita quella notte… pensavamo fosse morta
– disse, riprendendo il discorso di Goku, senza
staccare gli occhi da quelli di lei.
Sarah si toccò istintivamente l’addome, continuando a tenere
gli occhi bassi.
SANZO – È chiaro che i proiettili non l’abbiano nemmeno
sfiorata, altrimenti a quest’ora sarebbe morta per davvero – osservò,
rispondendo adHakkai.
GOIJO – Come hai fatto a sparire nell’acqua? Abbiamo provato
a cercare il tuo corpo, ma era scomparso -.
GOKU – Pensavamo che quel tipo fosse riuscita ad ucciderti - .
SARAH – SCUSATEMI TANTO SE NON SONO MORTA!- esplose a quel
punto, stringendo tra i pugni la stoffa delle lenzuola, sentendosi divorare
dall’ansia e dalla rabbia che quella situazione le aveva fatto accumulare.
Nella stanza calò il silenzio.
SARAH – Ok… ok… - disse, riacquistando contegno e portandosi
i polpastrelli delle dita alle tempie.
SARAH – Sì…quella notte ero io – disse, rispondendo alla
prima osservazione che aveva fatto Goku. – Sì, sono
stata ferita – guardò Hakkai. – No, non dai
proiettili – spostò il suo sguardo su Sanzo. – No,
non sono scomparsa nell’acqua – guardò Goijo. – E no,
Jiin non è riuscito ad uccidermi… grazie a voi… -
concluse infine, andando ad incontrare gli occhi dorati innocenti di Goku, che la guardavano confusi sia per la reazione che aveva
avuto, sia per le spiegazioni che aveva fornito.
SARAH – Sì… io vi devo delle scuse. Sappiate che comunque il
mio comportamento non è stato adottato per prendermi gioco di voi. – e detto
questo si scostò completamente le lenzuola da dosso, andando a scoprire anche
le gambe e si mise seduta con quest’ultime penzoloni dal letto. -E vi devo anche dei
ringraziamenti… mi avete salvato la vita per ben due volte… -. Cominciò a
guardarsi intorno, ignorando i loro sguardi interlocutori che si chiedevano cosa stesse cercando.
Hakkai estrasse da una delle
tasche dei suoi pantaloni un sacchetto grigio e glielo porse.
HAKKAI – Sta cercando questo? - .
Sarah annuì sorridendogli appena e preso il sacchetto ne
estrasse l’anello di fidanzamento che le aveva regalato Jiin,
richiudendo il sacchetto.
SARAH – Non so in che altro modo sdebitarmi – disse, prima
di offrire l’anello adHakkai.
– Avete fatto molto per me… questa è l’unica cosa che possa
offrirvi. Vendetelo, potrete ricavarne molto. - .
Hakkai continuò a guardare la
ragazza, senza degnare di uno sguardo il gioiello che gli stava offrendo.
Sarah capì che probabilmente non aveva intenzione di
accettarlo, così si alzò dal letto, sorpassò il ragazzo dal viso gentile e si
avvicinò al tavolo di legno al quale era seduto Sanzo,
poggiandoglielo sopra.
SARAH – Grazie per tutto… - pronunciò, guardando negli occhi
il bonzo, questa volta sostenendo il suo sguardo. Poi si voltò verso Goijo, Goku e Hakkai,
sorrise loro un’ultima volta e abbandonò la stanza.
Sanzo guardò l’anello che aveva davanti
a sè, soffermandosi sulla grande pietra verde supportata dalla struttura in oro
bianco, poi spense la sigaretta che ormai gli si era consumata tra le labbra e
se ne accese un’altra.
Non potè fare a meno di pensare che probabilmente la pietra
era stata scelta per richiamare il colore degli occhi della ragazza.
“Un assassino romantico” si ritrovò a pensare. “Tsk!” aggiunse subito dopo ai suoi pensieri, dandosi del
ridicolo per aver formulato un pensiero su di lei.
Goku gli si avvicinò e prese l’anello, cominciando a girarselo e rigirarselo tra le
mani.
GOKU – Sembrava triste… - disse, continuando ad osservare il
gioiello, soffermandosi anch’egli sulla pietra verde.
Hakkai e Goijo
non pronunciarono parola.
Erano rimasti tutti disorientati dal comportamento della
ragazza. Ancora una volta era riuscita a confonderli.
Non che si aspettassero chissà cosa, ma per loro era stato
singolare il suo comportamento.
A differenza di tutte le persone che si erano trovati a
difendere durante il loro viaggio, che si erano aperti a loro per ricevere
soccorso, lei era stata la prima che non avesse chiesto
aiuto, nonostante la sua situazione fosse ormai chiara.
Era nei guai fino al collo e sembrava non volesse
coinvolgere nessuno.
Il modo in cui aveva risposto alle loro domande era stato
pensato per troncare qualsiasi altro tipo diconversazione che prevedeva ulteriori
chiarimenti. Per questo si erano visti costretti a tacere, quando se n’era
andata via, scomparendo dalle loro vite così com’era comparsa.
Che avrebbero potuto chiederle? Da cosa avrebbero dovuto
iniziare? E soprattutto, cosa avrebbero dovuto fare dopo che lei si fosse
aperta? Avevano una missione da portare a termine e non potevano permettersi di
rimandarla.
Eppure l’amaro in bocca per non essere riusciti a saperne di
più permaneva…
Goijo si stiracchiò rumorosamente
la schiena, alzando le braccia e contorcendole come se volesse far
scricchiolare ogni osso del corpo.
GOIJO – Ehi, ma non è ora di cena? - .
Anche Hakkai si ridestò dai suoi
pensieri, alla voce dell’amico.
HAKKAI – Direi che l’ora di cena sia
passata da un pezzo – affermò, riacquistando la sua solita espressione
sorridente e serena, osservando al di là della finestra il cielo tingersi di un
blu profondo.
GOKU – Nooooooooooo! Non avranno
chiuso la cucina, vero??? – chiese preoccupato una
volta che ebbe poggiato l’anello sul tavolo.
GOIJO – Sarebbe una tragedia per il tuo stomaco insaziabile!
– scherzò, frizionandogli i capelli con una mano.
GOKU – Non scherzare Goijo, non
sarebbe una tragedia… sarebbe di più! – esclamò, cominciando a farsi venire i lacrimoni.
HAKKAI – Andiamo allora, su – li invitò aprendo la porta,
che loro subito attraversarono, continuando a prendersi in giro a vicenda
facendo rimbombare le loro voci per il corridoio e le scale.
HAKKAI – Sanzo, tu non vieni? - .
Il bonzo, alzatosi dalla sedia sulla quale sedeva, andò a
posizionarsi davanti alla finestra che rifletteva, seppur in modo poco nitido,
la sua espressione.
Hakkai capì che l’amico doveva
essere assorto in qualche strano tipo di pensiero.
HAKKAI – Nel caso in cui non dovessi
scendere farò in modo di conservarti qualcosa per fartelo portare da Goku più tardi. Noi siamo giù… - e detto questo scomparve
dalla stanza tirandosi la porta.
Sanzo continuò a guardare fuori dalla finestra, facendo vagare lo sguardo tra la gente
che animava la strada sottostante.
Quando ne ebbe abbastanza si allontanò, dirigendosi verso la
sedia che precedentemente aveva abbandonato per sedersi e fumarsi un’altra
sigaretta, ma prima che potesse raggiungerla, il suo sguardo cadde sul letto
che poco fa aveva ospitato la ragazza.
Titubante, alla fine decise di sedersi su quest’ultimo.
Stette per un po’ immobile, come in
attesa di qualcosa. Toccò le soffici lenzuola che erano state lasciate
disordinatamente, carezzandole, come a volerne saggiare la consistenza.
Infine toccò, con l’altra mano, anche il cuscino, ormai
sgualcito, e chiuse gli occhi.
Restò così per un tempo indeterminato, nel silenzio totale
che si era impossessato della camera.
“Che diavolo mi succede?” pensò nervosamente, quando ebbe
riaperto di scatto gli occhi, sorprendendosi per il suo stesso atteggiamento.
Si alzò, dunque, dirigendosi a passo svelto verso la porta e
raggiungendo i ragazzi al piano di sotto.
SARAH – Che fame! – disse, portandosi la mano allo stomaco
che emetteva strani brontolii, sotto lo sguardo curioso di alcune persone che
incrociava per strada.
“Devo cercare di controllarmi e di non parlare da sola in
una strada affollata, altrimenti la gente penserà che sia strana” si ammonì,
guardando con la punta dell’occhio le persone che le passavano accanto da un
lato e dall’altro.
“Come se non lo fossi!” aggiunse subito dopo ai suoi
pensieri. “Fino a che punto può definirsi normale, una persona che ha degli
strani poteri che non riesce a controllare e che viene
inseguita ovunque vada?”.
Cominciò a ripercorrere con la mente la sua vita, facendosi
scorrere davanti agli occhi i volti delle persone che aveva avuto modo di
conoscere. Rivide il volto della persona che l’aveva allevata per un brevissimo
periodo della sua vita… rivide il volto di Jiin… i
volti di Chris, Pad e Cloe…
“Quanto mi mancano” si ritrovò a pensare, soffermandosi su
quest’ultimi.
Scosse la testa per mandar via i ricordi che le erano
riaffiorati alla mente. Sapeva che se avesse continuato a pensarci, avrebbe
finito per piangere.
“Devo essere forte, l’ho promesso a loro!”.
Continuò a camminare per la strada affollata. Vide alcuni
negozi chiudere, era ormai ora di cena.
Si trovò nuovamente a pensare ai suoi amici, a tutte le volte
che andava a cenare da loro… a Cloe che ogni volta si dilettava nel cucinare
una cosa diversa, a Pad che cercava di imitarla non riuscendo però a cucinare qualcosa che potesse essere
effettivamente mangiato, a Chris che fingeva di
soffocare quando Pad gli chiedeva di assaggiare e a
Cloe che puntualmente gli dava l’harisen in testa per
farlo smettere.
Sorrise impercettibilmente. Quei bei ricordi avevano la
capacità di tirarla su di morale ogni qual volta si sentisse
giù.
Per lei la casa degli amici rappresentava anche la sua casa.
“Ora quella casa è vuota” si ritrovò a pensare,
rabbrividendo al pensiero di essere rimasta da sola.
Se n’erano andati… non aveva senso ritornare in quel
villaggio che aveva voluto la loro cacciata.
Non sarebbe stato più lo stesso senza di loro.
Fu allora che si fermò al centro della strada, con la testa
china e i capelli a coprirle gli occhi.
Dove sarebbe dovuta andare?
Lei non aveva un posto in cui far ritorno… ne tantomeno poteva permettersi il lusso di stabilirsi da
qualche parte.
Non ci sarebbe voluto molto affinché gli scagnozzi di Jiinfossero tornati a cercarla.
In più aveva scoperto che, addirittura, qualcuno aveva messo una taglia sulla
sua testa.
Si maledisse, chiedendosi perché
quel giorno di vent’anni fa, la persona che l’aveva abbandonata sulla riva del
fiume, prima di togliersi la vita, non l’avesse tolta anche a lei.
C’è una ragione per
tutto.
Così le aveva detto quel simpatico vecchietto che l’aveva
trovata sulla riva del fiume e che l’aveva tenuta con se fino all’età di dodici
anni.
Ricordò le fattezze di quell’uomo che le aveva fatto da
tutore. I suoi lineamenti gentili, il suo sorriso benevolo, le sue premure, i
suoi insegnamenti…
Un uomo la cui vita era stata troncata per colpa sua.
Sarah chiuse gli occhi istintivamente a quel ricordo, si
portò le mani alla testa e s’inginocchiò su se stessa.
“Sarei dovuta morire…”.
-È tutto chiaro? - .
-Sì, capo. - .
-Non dovete sbagliare nulla, il gruppo di GenjoSanzoOshi
non è da sottovalutare. - .
Sarah riaprì gli occhi, guardandosi attorno confusamente per
capire se quello che aveva sentito fosse stato frutto della sua fantasia.
Senza essersene accorta, si era fermata poco prima di un
vicolo.
-Il bonzo è mio! - .
-Scordatelo! Anch’io voglio mangiare le sue carni! - .
-Sono in quattro, potremo saziarci tutti - .
-Idiota! Non sai cosa si dice? Pare che mangiare le
carni di un sanzo renda immortali! - .
-Allora ce lo divideremo! - .
-Uccideremo prima gli altri, mangeremo il bonzo e
prenderemo il sutra! - .
A quella esclamazione seguirono diversi sghignazzi.
“Stanno parlando di loro” pensò Sarah, correndo con la mente
ai ragazzi di poco prima.
-Allora muoviamoci! –
-No! Li attaccheremo a notte fonda! Quando saranno
andati a dormire! –
-Sì! Li uccideremo nel sonno! - .
Di nuovo sghignazzi.
“Devo sbrigarmi!”. Sarah si alzò lentamente da terra,
facendo ben attenzione a non fare rumore e dopo essersi allontanata con passo
felpato dal vicolo, cominciò a correre con tutta la velocità di cui disponeva
verso la locanda che aveva precedentemente lasciato.
“Un momento!”. Si bloccò di colpo al centro della strada,
che continuava ad essere affollata.
“Mi crederanno? In fondo me ne sono andata con l’intenzione
di non far più ritorno! Cosa penseranno vedendomi tornare?”.
Cominciò a pensare in modo confusionario, cercando di
trovare una possibile soluzione che l’aiutasse a
trovare un piano.
“Se torno da loro e gli dico di aver sentito dei demoni che
hanno architettato di attaccarli, mi prenderanno per matta… se invece decido di
non avvertirli, quei demoni li attaccheranno…”.
SARAH – AAAH! – urlò, mantenendosi la testa tra le mani,
avendo avuto l’impressione che le stesse per scoppiare.
SARAH- Al diavolo! – e detto questo ricominciò a correre in
direzione della locanda.
GOIJO – Così finirai per strozzarti, scimmia! - .
GOKU – Non mi schtrosso, shtoangiandoon
alma! - .
SDENG.
SANZO – Quante volte devo dirti di non parlare con la bocca
piena, razza di stupida scimmia! – sbraitò, attirando l’attenzione degli altri
clienti della locanda.
Fu allora che Goku riuscì ad
ingoiare tutto quello che aveva ingurgitato senza ritegno.
“Eccoli”. Sarah si trovava ora sul
lato opposto della strada su cui si ergeva la locanda e stava osservando,
nascosta dietro un palo, i quattro attraverso i vetri della locanda.
GOIJO – Che ne facciamo dell’anello? – chiese
improvvisamente, mentre si serviva da un piatto di carne.
GOKU – Potremmo venderlo come ci ha suggerito di fare –
propose, prima di addentare un nikuman.
GOIJO – A giudicare dalla pietra, deve valere molto - .
HAKKAI – È uno smeraldo. La struttura è in oro. – sentenziò,
sorseggiando del sakè.
GOIJO – Certo che quel tizio non badava a spese – osservò,
facendo ondeggiare il liquido scuro del sakè nel bicchiere.
SANZO – È solo un’inutile cianfrusaglia, non ne abbiamo
bisogno, lo lasceremo qui – concluse, sorseggiando anch’egli del sakè.
HAKKAI – Abbiamo cenato davvero tardi – osservò, guardandosi
intorno e constatando che nella sala erano rimasti da soli. – Sarà meglio
andare a riposare, domani dovremo rimetterci in viaggio presto - .
GOIJO – Che seccatura… non ho visto nemmeno una donna carina
nei dintorni… che peccato che quella ragazza se n’è andata! – esclamò,
riferendosi a Sarah.
GOKU – Il solito kappa maniaco! -
.
GOIJO – Era davvero una bella ragazza… con tutte le cose al
posto giusto – ricordò sorridendo sornione. – Ma è naturale che tu non
comprenda, sei ancora un moccioso! - .
GOKU – Non sono io il moccioso, sei tu il pervertito! –
ribadì.
Sanzo si alzò da tavola, facendo
temere a Goijo e Goku di
essere picchiati con l’harisen, ma con loro somma
sorpresa, il bonzo si diresse verso le scale.
Scomparve al piano di sopra poco dopo, senza dire una
parola.
GOIJO – Buona notte anche a te, eh! – esclamò riferendosi a Sanzo, infastidito dal suo comportamento.
HAKKAI – Vado anch’io – disse, alzandosi da tavola. –
Cercate di non fare troppo tardi, buona notte! – disse infine col suo solito
sorriso, poi scomparve anche lui al piano di sopra.
GOIJO – Scimmia, conviene andare anche a noi, questa sera si
è prospettata noiosa! – esclamò seccato, alzandosi successivamente anche lui da
tavola.
Goku annuì, seguendolo a ruota ed
entrambi abbandonarono la sala, tornando al piano di sopra.
“È da un’ora che hanno spento le luci… si saranno
addormentati, devo agire!”.
Sarah sgattaiolò dal punto in cui si era nascosta tutto quel
tempo e raggiunse il lato opposto della strada, trovandosi di fronte la
locanda.
Dopo essersi guardata intorno, per assicurarsi che nessuno
la vedesse, cominciò ad arrampicarsi aiutandosi con la pianta rampicante che faceva
da ornamento all’estetica della locanda, fino a quando
non si trovò sul parapetto che conduceva alle finestre delle camere.
Ci gattonò sopra, facendo ben attenzione a non fare rumore e
a non fare mosse sbagliate che le assicurassero l’impatto col terreno
sottostante, e man mano che si avvicinava alle finestre, ci guardò dentro, per
cercare di riconoscere uno dei ragazzi, fino a quando,
guardando attraverso una finestra lasciata aperta, non intravide una chioma
bionda.
“Bingo!” pensò, ma prima di sgattaiolare
all’interno della camera, si fermò e ci pensò su.
“Non è esattamente quello più simpatico e tranquillo…
potrebbe tranquillamente spararmi se mi sentisse entrare nella camera… ma non ho tempo! Quei demoni potrebbero arrivare da
un momento all’altro, devo avvertirlo!”. Così, curando nei minimi dettagli i
suoi movimenti, scivolò all’interno della camera del bonzo, andando a toccare
le assi di legno del pavimento che scricchiolarono leggermente sotto al suo
peso.
Sanzo afferrò immediatamente la
pistola che teneva nascosta sotto al suo cuscino, continuando a rimanere
immobile e con la schiena rivolta verso il resto della camera, in attesa di sentire avvicinare la persona che gli era
appena entrata in camera.
Era in guardia… ma si sentiva
stranamente tranquillo.
“Ok e adesso?”. Sarah era indecisa sul da farsi.
“Come lo sveglio? E quando l’avrò svegliato, che gli dirò?
Ammesso che mi lasci in vita… ovvio…”. Si alzò
lentamente dalla posizione accovacciata che aveva assunto entrata in camera e
si avvicinò di più al letto del ragazzo.
Sanzo, avvertito l’impercettibile
movimento alle sue spalle, si alzò di scatto, cogliendo di sorpresa il suo
ospite, scaraventandolo a terra e salendoci sopra a cavalcioni,
con una mano a stringergli il collo, per impedirgli di scappare, e l’altra a
tenere la shoreiju puntatagli contro.
SARAH – Fermo fermofermofermo,
non sparare! – esclamò, non riuscendo ad urlare per via della mano del bonzo
che le stringeva il collo.
Sanzo spalancò gli occhi dallo
stupore. Quella voce… lui la conosceva.
La luce della luna che filtrava dalla finestra aperta gli
diede modo di constatare che le sue ipotesi fossero
giuste.
SANZO – Ancora tu – sibilò, caricando la pistola.
SARAH – Lo so lo so lo so… non è stata una grande idea
intrufolarmi in camera tua… ma stavo impazzendo, non
sapevo che fare! - .
SANZO – Sta zitta! – le ordinò lui con un tono che non
ammetteva repliche.
Sarah obbedì, guardando ogni tanto di sottecchi la canna
della pistola puntata sul suo volto.
SANZO – Si può sapere chi diavolo sei?
– le chiese nello stesso tono, concedendole di dargli delle spiegazioni.
SARAH – Quando mi sono allontanata dalla locanda, poco
lontano, ho avuto modo di sentire una conversazione tra demoni che
organizzavano di attaccare il gruppo di GenjoSanzoOshi nel cuore della notte,
uccidendo i suoi compagni, mangiando le sue carni e impossessandosi del sutra… ricordavo che ti chiamavi così… sono tornata
indietro perché volevo avvertirvi, ma non sapevo se mi avreste creduta… così
sono stata per tutto il tempo a pensare ad un piano alternativo, ma non ci sono
riuscita… ho deciso quindi di intrufolarmi in una delle vostre camere per
avvertire uno di voi…e la prima che mi sono trovata davanti è stata la tua… -.
Aveva parlato velocemente, temendo che il bonzo non l’avrebbe fatta finire ed ora affannava, anche se si sentiva
più rilassata per aver spiegato la sua posizione.
SANZO – Le mie carni, eh? – le chiese con un sorriso tirato
tra lo scettico e il divertito.
Sarah rimase senza parole.
Tra tutte le cose che gli aveva detto, che diavolo centrava
quella domanda?
SARAH – Hanno detto così… - .
Sanzo continuò a tenere
quell’espressione, senza accennare a muoversi.
“Merda… vuoi vedere che non mi ha creduta?” pensò, temendo
di trovarsi da un momento all’altro una pallottola in testa, ma poco dopo lo vide ritirare la pistola e alzarsi, allontanandosi da lei
e dandole le spalle.
Sarah continuò a stare nella stessa posizione, temendo un
ripensamento del ragazzo, ma quando lo vide rimettere la sicura alla pistola,
decise di alzarsi.
SANZO – E tu saresti tornata indietro per questo? – le
chiese, con tono provocatorio, continuando a darle le spalle.
SARAH - …beh… sì… - gli rispose titubante, non aspettandosi
una domanda del genere.
SANZO – E per quale motivo? – le chiese ancora, con lo
stesso tono e nella stessa posizione.
SARAH – Voi mi avete salvato la vita per ben due volte… era
il minimo che potessi fare – rispose.
SANZO – Tsk… che stupida - .
Sarah rimase interdetta. Le aveva dato… della stupida?
SARAH – Scusa? – gli chiese, invitandolo a ripetere.
SANZO – Sei una stupida – le ripetè lui, senza scomporsi.
Sarah sentì il sangue andargli alla testa.
“Ok che ha una pistola… ma non può
trattarmi così!” pensò arrabbiata.
SARAH – Sarei una stupida perché sono venuta ad avvertirti che
stanotte dei demoni verranno a farvi a pezzi? – chiese sarcastica, chiaramente
innervosita dall’appellativo che le aveva dato il ragazzo.
SANZO – Esattamente - .
SARAH – Oh… scusa tanto se mi sono preoccupata per voi e se
vi ho messi all’erta su un probabile attacco notturno… - .
SANZO – Nessuno te l’ha chiesto, potevi andartene senza
immischiarti in faccende che non ti riguardavano - .
SARAH – Ma anche voi avreste potuto… e invece, quando sono
stata in pericolo, mi avete aiutata –
SANZO – Se fosse stato per me, saresti morta quella notte
nel bosco – disse, continuando a darle le spalle.
SARAH - … - .
“Bastardo…” pensò mentre la rabbia
non accennava a diminuire, fu allora che lui si voltò di scatto, puntandole la
pistola contro e sparando nella sua direzione.
“Un colpo di pistola” pensò Hakkai, che aveva udito quel rumore
provenire dalla camera di Sanzo
Hola a
tutti ^^Grazie mille a tutte le persone che
continuano a leggere e a recensire!
Un
saluto in particolare a:
-miriel67 : Grazie!! Sono contenta che ti piaccia il carattere di
Sarah e il modo in cui si rapporta coi saiyukiboys XD ;
-WhiteLie
: A quanto pare ti ho messo
l’ansia da aggiornamento XD Abbiamo molte cose in comune a quanto vedo! (magari man mano si scopre che siamo sorelle gemelle
separate alla nascita XD) OK, basta sclero u___ù
spero che anche questo capitolo ti piaccia! ;
-Mon_chan: Dopo Alfieri, Prometeo… e pure senza l’aquila!
Cattiva ç___ç dai, che magari prima di partire seguirò il tuo consiglio XD;
Ed
ora il capitolo!
Baci
a tutti e recensite XD
“Verso Ovest”
“Un colpo di pistola” pensò Hakkai,
che aveva udito quel rumore provenire dalla camera di Sanzo.
Si alzò velocemente dal letto, intenzionato ad andare a
vedere cosa fosse successo, ma non ebbe il tempo di raggiungere la porta che un
demone gli entrò in camera, sfondando la finestra.
GOIJO – Ma che diavolo… - imprecò, togliendosi da dosso un
demone che gli era piombato direttamente a dosso mentre
era ancora a letto.
GOIJO – E no caro mio – disse, tirandogli un pugno in
faccia, facendolo capitombolare dal letto – Nel mio letto faccio entrare solo
donne – e detto questo, con sorriso beffardo, materializzò la shakuijo, riducendo poco dopo il demone ad un cumulo di
polvere.
Si precipitò fuori dalla stanza,
incrociando Hakkai che era appena uscito dalla sua.
HAKKAI – Sono venuti anche da te? – chiese, scorgendo la
figura dell’amico nel corridoio.
Goijo annuì, tramutando
successivamente il suo viso in un’espressione allarmata, ricordandosi
improvvisamente di Goku.
Fu in quel momento che un demone uscì dalla camera di Goku, posta tra quella di Goijo e
Hakkai, andando a sbattere contro il muro, come se
fosse stato appena lanciato.
Hakkai e Goijo
si affacciarono nella camera del ragazzo, trovando quest’ultimo ancora
dormiente ma in posizione di attacco, come se avesse appena sferrato un calcio.
GOIJO – Quella scimmia non cambia mai… - disse sorridendo
ironico, mentre Hakkai, dopo essersi accertato delle
condizioni di Goku, corse verso la camera di Sanzo.
Il proiettile aveva sfiorato il volto di Sarah, andando a
reciderle alcuni capelli.
SARAH – MA SEI IMPAZZITO?! – urlò,
mentre il demone che si trovava alle sue spalle venne
smaterializzato all’istante dalla shoreiju.
Proprio in quel momento, Sanzo
vide dei coltelli entrare dalla finestra lanciati ad
alta velocità e, utilizzato un altro proiettile per deviare la traiettoria di
uno di loro che stava per colpire alle spalle la ragazza, tirò per un braccio
quest’ultima a se, facendole scudo col proprio corpo e cadendo entrambi fuori
dalla camera.
HAKKAI – Sanzo!!!
– urlò, quando vide il bonzo uscire a quel modo dalla camera
GOIJO – Ehi bonzo, tutto bene? - .
SARAH – Ahi… -.
HAKKAI – Ma quella… - disse, non
appena si fu accorto della ragazza che si trovava tra le braccia del bonzo.
GOIJO – E bravo il Venerabile Sanzo...
– scherzò sarcastico, suscitando le ire del bonzo.
SANZO – Zitto o ti ammazzo! – esclamò, scrollandosi da dosso
Sarah, che si rialzò subito.
GOKU – Ma che succede qui? – chiese, uscito dalla propria
camera, stropicciandosi un occhio dal sonno.
In quel momento altri coltelli furono lanciati sfruttando la
finestra della camera del Sanzo, costringendo tutto
il gruppo che si trovava nel corridoio a spostarsi.
GOKU – Ehi, ma lei che ci fa qui? – chiese
mentre correva, essendosi accorto in ritardo della ragazza.
HAKKAI – Avremo tutto il tempo di conversare dopo, adesso
cerchiamo di capire quanti nemici abbiamo intorno – disse continuando a
correre.
GOIJO – Sì, così potrà spiegarci cosa ci faceva
nella camera del bonzo… - concluse con sorriso malizioso.
CLICK.
SANZO – E chi ti dice che arriverai alla conversazione? – lo
minacciò, puntandogli la shoreiju addosso.
GOIJO – Scherzavo, scherzavo – ci tenne ad aggiungere dopo,
impallidendo.
Quando furono fuori dalla locanda,
un esercito di demoni gli si schierò davanti.
GOIJO – Wow! A cosa dobbiamo tutte queste visite? - .
-GenjoSanzoOshi, consegnaci immediatamente il sutra del cielo demoniaco! – urlò loro uno dei demoni, che
si teneva, nel frattempo, a netta distanza da loro.
SANZO – E se rifiutassi? – chiese ironico, cominciando a
caricare la shoreiju.
-Vi uccideremo tutti!!! – urlò
un altro demone, scatenando le risa dei suoi compagni.
HAKKAI – Sarebbe davvero sconveniente – disse pacatamente,
sorridendo e aggiustandosi il monocolo sull’occhio destro.
GOKU – Mi avete disturbato il sonno… stavo sognando di
mangiare dei deliziosi nikuman! – esclamò, con la
bava alla bocca.
GOIJO – La solita scimmia ingorda… ora te lo sogni anche il
cibo! - .
GOKU – Cosa ci posso fare se ho sempre fame! - .
“Questi qui sono matti…” pensò Sarah, con la fronte madida
di sudore per la paura di poco prima e per la corsa. “Mettersi a scherzare in
un momento del genere!” concluse guardandosi intorno, scorgendo nell’oscurità
le sagome dei demoni.
Un demone cominciò a fissarla insistentemente.
-Ehi… guardate lì – disse uno di loro, indicando Sarah.
-Sembra proprio che abbiamo preso
due piccioni con una fava! – esclamò subito dopo un altro, prima di perdersi in
una risata sguaiata.
Sanzo, così come gli altri, guardò
sottecchi Sarah, avendo capito che i demoni si riferivano a lei.
-Correggiamo la richiesta, Venerabile Sanzo… consegnateci immediatamente il sutra
e la ragazza! – urlò il demone che aveva iniziato col fissare Sarah.
Sarah impallidì a quella richiesta.
SARAH – Cosa diavolo volete da me? – urlò a sua volta contro
lo stesso demone.
-La taglia sulla tua testa! – le rispose subito uno,
leccandosi bramosamente le labbra e mettendo il suo pugnale in bella vista.
HAKKAI – Ha una taglia sulla testa? – le chiese, voltandosi
leggermente verso di lei, essendo poco più avanti.
GOIJO – Che hai combinato per avere tutti questi nemici? –
le chiese successivamente, imitando lo stesso gesto del compagno.
SARAH – NIENTE!! – urlò d’impulso,
sentendosi accusata.
SANZO – Non dire cavolate, ragazzina! – le inveì contro,
facendola sobbalzare avendocela a poca distanza.
SARAH – Ti ripeto che non ne ho idea! – ribadì lei, usando
il suo stesso tono.
HAKKAI – Meglio se ne parliamo dopo… - consigliò, schivando
il fendente di un demone che gli si era lanciato addosso.
L’alabarda di Goijo disintegrò
all’istante cinque nemici in un sol colpo, avvolgendoli con la catena e
stringendoli nella sua morsa.
Goku, dopo aver materializzato la nyoibo, la puntò a terra, l’afferrò con entrambe le mani e
con uno slancio sollevò i piedi da terra, cominciando a girare su di essa e scalciando contro i demoni che gli si avvicinavano.
Sanzo sparava a raffica, non
mancando neanche un bersaglio, caricando velocemente la shoreiju
ogni volta che aveva finito i proiettili.
Sarah rimase a dir poco sconcertata dal combattimento dei
ragazzi.
“Incredibile…” pensò, continuando ad osservare, come rapita,
i loro movimenti fluidi.
HAKKAI – Attenta! – le urlò vedendo un demone andarle
contro, ma lei, riacquistata la concentrazione, saltò all’indietro schivandolo,
osservandolo poco dopo diventare polvere all’impatto col KI di Hakkai.
“Che diavolo di potere è, quello?” pensò la ragazza
allucinata. “Ecco perché non sono riuscita più a scorgere gli scagnozzi di Jiin quella notte… li ha colpiti con la stessa tecnica”.
Non ebbe il tempo di pensare altro che un altro demone le si parò davanti, piazzandole un pugno potentissimo in
pieno stomaco, che la fece volare all’interno della locanda.
Hakkai cercò di andare in suo
soccorso, ma fu accerchiato nuovamente da un gruppo di demoni che gli
impedirono di realizzare ciò che aveva pensato.
Sarah si rialzò a fatica, aiutandosi con una mano a tenersi
vicino al muro contro al quale era andata a sbattere.
In quel momento, lo stesso demone che l’aveva colpita, la
raggiunse.
-Complimenti per non essere morta… hai la pelle dura! –
le disse, deridendola.
SARAH – La forza dell’abitudine! Sai com’è… non sei il primo
che mi riserva un trattamento del genere! – gli rispose a tono, sostenendo il
suo sguardo ironico allo stesso modo.
-Immagino… in fondo sei una
preda allettante! – le disse il demone, leccandosi con bramosia le labbra e
mostrando gli artigli.
SARAH – Mi spieghi di che diavolo parli? Cos’è questa
storia? Avrei una taglia sulla testa? – gli chiese, ricordandosi
improvvisamente di quello che aveva sentito prima.
Il demone sogghignò, estraendo il coltello che teneva
nascosto in un fodero dietro alla schiena e cominciò ad avanzare verso di lei.
GOIJO – Dov’è la ragazza? – chiese al monaco alle sue spalle
che stava ricaricando le ennesime pallottole.
SANZO – Che vuoi che ne sappia? – gli chiese di rimando,
sparando successivamente ad un demone che gli si era avvicinato troppo.
GOIJO – Ha una taglia sulla testa…- disse quasi sussurrando,
come se invece che parlare con Sanzo stesse parlando
a se stesso.
Sanzo non rispose e continuò a
sparare a destra e a manca fino a quando non dovette ricaricare di nuovo la shoreiju.
In quel momento Hakkai lanciò una
sfera di energia verso un demone che, libratosi in aria, stava per andare a
colpire i due compagni.
HAKKAI – Che ne pensate? – chiese loro, rimettendosi in
posizione di difesa e continuando a colpire demoni col suo KI.
GOIJO – Ce lo stavamo appunto
chiedendo – gli rispose, ritirando la catena della sua alabarda, la cui falce
aveva trapassato un altro corpo.
Sanzo non rispose neanche
stavolta.
“È chiaro che nasconde qualcosa… e riesce a farlo molto
bene… ma quando l’ho avuta a distanza ravvicinata non sono riuscito ad
avvertire niente di negativo in lei” pensò il monaco, continuando a sparare.
La situazione parve calmarsi un po’. Intorno a loro, ora,
c’erano cadaveri di demoni e cenere.
HAKKAI – Ne erano davvero tanti – osservò, sorridendo come
suo solito e aggiustandosi il monocolo con fare tranquillo.
GOKU – Ehi, che fine ha fatto Sarah? – chiese agli amici,
ricordatosi improvvisamente del nome della ragazza.
A quel punto dalla locanda venne fuori, strisciando, un
demone.
I ragazzi lo guardarono stralunati. Era tutto ricoperto di
sangue e, a giudicare da come si trascinava le gambe e da come si teneva un
braccio, doveva avere anche qualcosa di rotto.
Lo videro allontanarsi lentamente, con l’enfasi di chi,
però, pareva volesse scappare.
In quel momento dalla locanda scorsero la figura della
ragazza.
La maglia bianca che indossava era ora quasi interamente
coperta di sangue, i pantaloni erano strappati in alcuni punti, i capelli,
precedentemente raccolti in una treccia, erano ora sciolti, imbrattati,
anch’essi, di sangue.
Sarah teneva il volto basso, i capelli le ricadevano davanti
a nasconderle l’espressione.
Passò davanti ad una finestra che era stata precedentemente
distrutta, notò un pezzo di legno lungo e abbastanza doppio e si chinò a
raccoglierlo, continuando ad avanzare verso il demone.
Quest’ultimo, avvertiti i passi della ragazza, si era
voltato, andando quasi a stendersi sul terreno, dal momento che riusciva a
reggersi solo con un braccio.
-Ti prego… - le sussurrò tremando, ma Sarah lo colpì
violentemente al voltò con l’asta di legno, facendogli
sputare sangue.
Sanzo, Goijo,
Hakkai e Goku spalancarono
gli occhi, increduli di fronte a quello a cui stavano assistendo.
SARAH – Non devi pregarmi… devi rispondere alla domanda –
disse lei calma, quasi come se stesse assistendo dall’esterno a quella scena di
cui lei stessa era la protagonista.
SARAH – Chi ti manda? – gli chiese con lo stesso tono, continuando
ad impugnare il pezzo di legno.
-Io non posso dirlo… sto solo eseguendo degli ordini… -
rispose il demone balbettando, senza togliere gli occhi dallo sguardo assente
della ragazza.
SARAH – Gli ordini di chi? – gli chiese subito lei, senza
dargli il tempo di finire la frase.
Il demone rimase in silenzio, deglutendo rumorosamente e
continuando a tremare.
L’asta di legno ricadde violentemente sul suo volto,
facendogli sputare altro sangue.
SARAH – GLI ORDINI DI CHI?! – urlò
lei a quel punto, colpendolo nuovamente.
-Dannata mocciosa… sta sicura che farai una brutta fine…
è stato smobilitato tutto l’esercito dell’ovest per trovarti - .
“Ovest?” pensarono contemporaneamente Sanzo,
Goku, Goijo e Hakkai, che non si stavano perdendo una frase di
quell’animata conversazione.
SARAH – Una brutta fine, dici? – chiese sarcastica al
demone, inarcando un sopracciglio con fare provocatorio.
-Ti faranno a pezzi – continuò il demone, deridendola.
SARAH – A pezzi… - ripetè, rilassando per un attimo i
muscoli, dando l’impressione di essersi stancata.
Il demone rimase in silenzio, quasi come se avesse previsto
la prossima reazione della ragazza e non volesse farla innervosire
ulteriormente.
SARAH – IO SONO GIA’ A PEZZI!!! – gli urlò contro, colpendolo di nuovo al volto.
SARAH – Sono vent’anni che mi fanno a pezzi!!VENT’ANNI!!!!
– e lo colpì ancora, con più violenza. – Hai la più pallida idea di cosa
significhi sentire la morte sulla noce del collo tutti
i giorni? –. Seguì un altro colpo. - Vedere le persone a te vicine morire per
proteggerti? -. Un altro colpo ancora. – E non sapere minimamente perché ti
accade questo, per quale accidente ragione devi subire tutto questo??? -. Un altro colpo ancora, che fece cadere
definitivamente a terra il demone.
Sarah continuò a colpirlo a calci, sfogando tutta la rabbia
che aveva accumulato e non accennando a volersi fermare, nonostante il demone
non reagisse più a quelle percosse.
Goku abbassò lo sguardo, facendo
in modo che i capelli castani gli nascondessero l’espressione del viso, e si
allontanò dal gruppo, andando ad avvicinarsi lentamente alla ragazza.
Quando le fu abbastanza vicino, la prese alle spalle per la
vita, immobilizzandole le braccia e alzandola di peso per allontanarla dal
demone.
Lei continuò a dimenarsi, questa volta dando libero sfogo
anche alle lacrime e poco a poco si calmò, piegandosi sulle ginocchia e
raggiungendo con queste il terreno, sul quale si abbattè
anche con i gomiti, continuando a singhiozzare.
Goku continuò a starle vicina, ma
si guardò bene dal non toccarla, rispettando il momento che stava passando la
ragazza.
Goijo strinse le mani a pugno,
gesto che gli veniva istintivamente quando vedeva una
donna piangere e non sapeva che fare.
Hakkai abbassò impercettibilmente
il viso, aggiustandosi di nuovo il monocolo con un gesto automatico di
nervosismo più che necessario.
Sanzo continuò a guardarla
piangere. La sigaretta che gli si consumava in bocca senza essere aspirata.
Quando si fu calmata, Sarah rialzò la testa e a quel punto Goku le mise una mano sulla spalla, inginocchiandosi anche
lui, portandosi alla sua altezza.
Fu solo allora che Sarah parve accorgersi della sua
presenza, nonostante avesse sentito, precedentemente, un paio di braccia che
l’avevano allontanata dal demone.
Lo guardò negli occhi, perdendosi nell’oro degli occhi del
ragazzo, che la guardavano con un espressione triste.
Spostò il suo sguardo sul demone che fino a poco tempo fa le
agonizzava davanti.
Aveva perso il controllo.
Abbassò la testa sconsolata, conscia di quel che aveva fatto
e cominciò a tremare leggermente.
Gli occhi continuarono a pizzicarle, ma lei s’impose di non
piangere più.
Si sentì improvvisamente poggiare sulle spalle qualcosa e si
voltò di scatto, andando ad incontrare un paio di occhi rossi che la guardavano
malinconici.
Goijo non disse una parola, le
mise addosso la sua giacca beije
e si allontanò, accendendosi una sigaretta.
SARAH – No, per favore… - sussurrò appena, togliendosi la
giacca dalle spalle e restituendola a Goijo, che la
guardò interrogativamente.
SARAH – Finirà col macchiarsi di sangue… -
.
GOIJO – Non è un problema, se n’è già macchiata altre volte
– le rispose, alludendo a se stesso.
Sarah rimase senza parole.
Si alzò lentamente da terra, facendo scostare delicatamente Goku da sé e osservò la giacca che ora aveva tra le mani.
GOKU – Sei ferita – disse, osservando la maglia ricoperta di
sangue della ragazza. – Hakkai! – chiamò l’amico.
Hakkai annuì e le
si avvicinò, cercando di capire da dove avesse perso tutto quel sangue,
dal momento che la maglia era larga e non sembrava avesse strappi di alcun
genere da nessuna parte.
Sarah si toccò istintivamente l’addome, capendo che la
ferita curatagli da Chris si era riaperta.
Hakkai capì e materializzò il suo Ki per curarla.
“Ecco come mi ha curata la spalla… “ pensò Sarah, ricordatasi
dell’attacco subìtoil giorno prima.
Sanzo nel frattempo si accese
un’altra sigaretta, continuando a rimanere nella stessa posizione e alla stessa
distanza da loro.
SARAH – Grazie… - disse adHakkai quando quest’ultimo ebbe finito.
Si era ormai creata una situazione che implicava silenzio
reciproco.
Loro avevano avuto la conferma che lei non avesse la benché minima idea del perché fosse continuamente
attaccata e lei sapeva che ormai loro avevano compreso, quindi non si sottraeva
più al loro aiuto.
Dopo che Hakkai ebbe ritirato le
mani con le quali aveva materializzato il suo KI, Sarah si alzò, continuando a
reggere la giacca di Goijo.
Si avvicinò a quest’ultimo e gli porse di nuovo la giacca.
SARAH – È ora che vada… - disse, spiegandogli il suo gesto.
GOKU – Dove? – le chiese prontamente, mentre Goijo riprendeva la sua giacca.
SARAH – Verso ovest… - gli rispose nello stesso tono.
Sanzo alzò il suo sguardo verso di
lei.
SARAH – Non posso più nascondermi… È da vent’anni che vivo
nell’ombra, cercando di sfuggire a tutti quelli che mi si presentano davanti
con l’intenzione di uccidermi… è ora che metta fine a questa storia! –
concluse, stringendo i pugni.
Rimasero tutti in silenzio ad ascoltarla.
SARAH – Voglio sapere chi diavolo è che mi vuole morta e perché
– continuò – l’unico modo per scoprirlo è questo… dal momento che, a quanto
pare, tutti quelli che mi vogliono uccidere vengono da ovest, sarò io stessa ad
andare ad ovest – concluse con sguardo deciso,
allontanandosi da Goijo.
Poi si voltò verso Goku e Hakkai, spostando il suo sguardo anche su Goijo e Sanzo.
SARAH – Vorrei potervi dire “grazie”… ma
sembrerebbe troppo ripetitivo… abbiate comunque presente che non finirò mai di
esservi grata -. Sorrise, poi s’incamminò in una direzione a caso.
SANZO – Guarda che l’ovest non è da quella parte -.
Sarah si bloccò di colpo a quelle parole.
“Cominciamo bene” pensò, senza voltarsi.
Goku, intanto, guardò verso Sanzo, così come fecero Hakkai e Goijo.
Nessuno disse nulla, i loro sguardi parlarono da soli.
Sanzo lanciò loro uno sguardo
furibondo, ma loro insistettero, senza mollarlo col loro.
SANZO – Tsk! – esclamò, facendo
intendere che poteva andare.
GOKU – Vieni con noi! – urlò contro la ragazza, dopo aver
sorriso a trentadue denti a Sanzo.
Solo allora Sarah si voltò, con un’espressione di puro
stupore stampato sul volto.
HAKKAI – Si dà il caso che anche noi stiamo andando in
quella direzione – le disse col suo solito sorriso gentile.
Sarah si voltò completamente, prestando attenzione alle
parole del demone dagli occhi di giada.
HAKKAI -Se vuole può unirsi a noi - .
SARAH – Ma lo avete visto… io vengo
continuamente attaccata… sarei un problema… - .
GOIJO – Anche noi veniamo continuamente attaccati – la
interruppe – quei demoni non volevano solo te, volevano anche il sutra di quel bonzo corrotto laggiù – indicò con un dito Sanzo dietro di loro, al quale spuntò una venetta sulla testa.
HAKKAI – E gli attacchi avvengono, più o meno, alla stessa
frequenza dei suoi – continuò, sorridendole.
GOIJO – E poi avere una ragazza a bordo non sarebbe un
problema, anzi… - sorrise malizioso, ma un colpo d’harisen
gli impedì di concludere la frase.
HAKKAI – Ha dimostrato di sapersi difendere, non vedo che
problemi potrebbe procurarci - .
SANZO – Non farci perdere tempo ragazzina, se non vuoi
venire ce ne andiamo – disse col suo solito tono autoritario.
GOKU – Dai, vieni!! – la incitò,
sapendo che il bonzo non scherzava.
Sarah non era mai stata così confusa e combattuta come
quella volta.
Ripensò agli ultimi giorni…
Lei non sapeva nulla di quei ragazzi, li aveva incontrati
quella notte, convinta che poi non li avrebbe più rivisti… ma ecco che erano risbucati e le avevano salvato la vita.
Se avessero avuto cattive intenzioni lo avrebbero dimostrato
dall’inizio e invece non aveva mai avvertito del pericolo stando a contatto con loro, anzi…
Il divertente ragazzino dagli occhi dorati non avrebbe
potuto spaventare neanche la più sospettosa delle persone con quello sguardo
innocente.
Il ragazzo dai capelli rossi, anche se si presentava come un
accanito seduttore, era sicura, non avrebbe fatto del male ad una mosca, in più
era tenuto a bada.
Sul ragazzo gentile dagli occhi di giada non sapeva che
pensare, tranne che fosse una persona raccomandabile.
Infine c’era il bonzo dal carattere burbero. Non riusciva a
capire perché fosse così attratta dalle sue fredde ametiste… ad ogni modo
pensava che, nonostante il caratteraccio, fosse innocuo anche lui.
“A parte quando si mette a sparare a destra e a manca” pensò
successivamente.
In più il fatto che erano diretti anch’essi ad ovest… le era
sembrato quasi una fatalità.
Lei non credeva nel destino, o meglio, non ci aveva mai
pensato su seriamente per poter affermare di non crederci, ad ogni modo,
quell’incontro sembrava tanto essere stato voluto da
qualcuno o da qualcosa…
E poi non sapeva dove andare. Voleva andare ad ovest, ma non
sapeva neanche da che parte si trovasse… allo stesso
tempo temeva le conseguenze che sarebbero scaturire dal contatto eccessivo con
loro.
“Starò attenta” pensò, prendendo finalmente la sua
decisione.
SARAH – Accetto volentieri –
rispose sorridendo.
GOKU – Evvai! – esultò Goku, mettendosi a saltellare.
SDENG.
SANZO – Muoviamoci, abbiamo perso fin troppo tempo – ordinò,
voltandosi e raggiungendo Hakuryù che nel frattempo
si era ritrasformato in jeep.
GOIJO – Prima le signore – disse, invitando Sarah a salire per
prima sul veicolo, porgendole una mano.
Sarah sorrise divertita e accettò l’aiuto, ma quando si fu
seduta un’espressione di paura e sgomento s’impossessò del suo volto, inducendola
a pensare di essere impazzita.
HAKURYU – Kyuuuuu - .
HAKKAI – Hakuryu è contento di
avere un altro passeggero a bordo – le disse, capendo dall’espressione della
ragazza la domanda che le frullava in testa.
SARAH – Hakuryu…? – chiese confusa
al demone dal sorriso gentile.
GOKU – Hai presente quel draghetto bianco che è sempre con
noi? – le chiese una volta che le si fu seduto affianco, cercando di farla
comprendere.
SARAH – Oh! – esclamò sorpresa, essendosene completamente
dimenticata – Non avevo collegato! – disse, facendo una piccola linguaccia per
scusarsi.
SANZO – Iniziamo bene… - .
“Ce l’avrà avuta con me?” si chiese
Sarah.
SANZO – Ci mancava solo un’altra idiota – disse seccato,
accendendosi una sigaretta.
Sarah sbiancò… assumendo poi man mano la tonalità del viola.
“Calma Sarah… sta calma… in fondo ti hanno appena offerto un
passaggio… non puoi ucciderlo… non oggi perlomeno…” si
auto impose, cercando di mantenere la calma.
GOKU – Ehi, kappa! Che fine hanno
fatto i miei nikuman?? –
chiese al compagno dopo che ebbe rovistato in un sacco.
GOIJO – I TUOI nikuman? Non
ricordavo che ci fosse scritto sopra il tuo nome – lo
provocò, ignorandolo e continuando a fumare la sua sigaretta.
GOKU – Allora lo ammetti! Li hai mangiati tu! – lo accusò,
avvicinando minaccioso il suo volto a quello di Goijo.
GOIJO – E con questo, razza di stupida scimmia? Vuoi fare a
botte?? – lo provocò ancora, avvicinando a sua volta
il proprio volto al suo.
GOKU – Non chiamarmi scimmia, pervertito di un kappa! – .
E cominciarono ad azzuffarsi, sotto lo sguardo allibito di
Sarah.
SDENG SDENGSDENG
SANZO – Fate silenzio idioti o vi
ammazzo! - .
HAKKAI – Su ragazzi, così finirete col spaventare la nostra
ospite! –
“Ci hai centrato in pieno Hakkai…”
pensò, cercando di rannicchiarsi nell’angolino in cui
era seduta per non beccare l’harisen del bonzo anche
lei.
“Avrò davvero fatto bene ad accettare il loro passaggio?” si
chiese, mentre Goijo e Goku
ripresero a litigare e Hakuryu abbandonava quelle
terre appena illuminate dal sorgere del sole.
La jeep aveva ormai abbandonato da un pezzo la terra popolata
dell’ultimo villaggio in cui si era fermata, ed ora procedeva a velocità
sostenuta su un terreno poco stabile, pieno di buche, che più di una volta
Hakkai cercò di evitare per far in modo che
Ciao
bella gente ^^
…mmm, no… così sembro il gabibbo…meglio
se continuo a salutare con “hola”!
Come
sempre, grazie a tutte le persone che leggono e recensiscono!
-mon_chan : quella non si trattava proprio di violenza gratuita
eh… ricordati che il demone voleva farla fuori, lei si è solo limitata a fare
il contrario u___ù ci sto pensando sul capitolone! XD ;
-miriel67 : all’inizio sarà più uno scontro che un incontro col
venerabile XD adoro tirarla per le lunghe e creare suspense… spero solo a lungo
andare di non annoiare ç___ç ;
-WhiteLie
: si, Sarah ha gli scatti
d’ira XD A quanto pare è piaciuta a tutti la sua reazione! *prende nota* .
-YamaMaxwell : hai fatto tutte supposizioni alle quali non posso
proprio risponderti XD Sorry ç___ç Grazie per aver
recensito XD Alla prossima! ^^ .
Saluti a tutti e mi raccomando,
continuate a recensire!
Buona
lettura ^___-
“Mezze verità”
La jeep aveva ormai abbandonato da un pezzo la terra
popolata dell’ultimo villaggio in cui si era fermata, ed ora procedeva a
velocità sostenuta su un terreno poco stabile, pieno di buche, che più di una
volta Hakkai cercò di evitare per far in modo che il
veicolo non si capovolgesse.
Il sole era alto, segno che tra poco sarebbe stata ora di
pranzo.
Sanzo fumava beatamente una
sigaretta, con gli occhi chiusi e postura rilassata, così come Goijo che guardava la linea di delimitazione dell’orizzonte
con sguardo assorto, mentre Goku e Sarah riposavano.
Quest’ultima si era assopita poco dopo che avevano lasciato
il villaggio.
Aveva avuto non poche difficoltà a farlo per via dei
continui litigi tra Goijo e Goku
e le sbraitate di Sanzo. Aveva infine deciso di
chiudere gli occhi, incurante dell’inferno che ogni tanto si scatenava accanto
a lei, e dopo essersi abituata ai suoi compagni di viaggio e alle buche che Hakkai sembrava non riuscisse ad evitare, si era
addormentata.
All’ennesima buca, aprì con estrema lentezza gli occhi,
riuscendo a scorgere pian piano l’ambiente che li circondava.
“Che meraviglia… deserto!” pensò seccata.
HAKKAI – Ben svegliata – le disse gentilmente, avendo notato
dallo specchietto retrovisore che la ragazza aveva aperto gli occhi.
Sanzo mosse appena la testa
all’indietro all’esclamazione di Hakkai, accertandosi
di aver capito bene dal momento che era soprappensiero, poi, senza dire una
parola, tornò a guardare avanti.
Sarah sorrise appena al ragazzo dagli occhi di giada,
stiracchiandosi successivamente e sbadigliando silenziosamente, portandosi una
mano alla bocca.
Fu nello stiracchiarsi che si accorse di star per colpire Goku, che, dormendo, aveva voltato il viso verso di lei.
Sorrise subito nel vedere il volto pacifico del ragazzo che,
in quel momento, assomigliava tanto ad un bambino.
GOIJO – Lo sto tirando dalla mia parte da
quando si è addormentato – disse, tirando a se Goku
per le spalle.
SARAH – Non è un problema, tranquillo – lo rassicurò lei,
sorridendogli.
GOIJO – Ti sei addormentata anche tu, alla fine – constatò.
SARAH – Sì… scusatemi se non sono stata tanto di compagnìa… ma non dormivo da molto – disse, facendo un altro
sbadiglio.
HAKKAI – Non si preoccupi, è naturale – la rassicurò,
sorridendo come suo solito.
SARAH – Hakkai… giusto? – gli
chiese, sperando di non sbagliare.
Hakkai le annuì dallo specchietto
retrovisore.
SARAH – Ti dispiacerebbe se ci dessimo del tu? Non sono
andata mai tanto d’accordo con le formalità… sempre se per te non è un problema
chiaramente - .
HAKKAI – Nessun problema, Sarah – le rispose sempre con la
stessa espressione.
GOIJO – Oh, hai ricordato il suo nome, il mio te lo ricordi?
– le chiese con un sorriso sornione.
SARAH – Goijo. ShaGoijo. – gli rispose lei sorridendogli. – Come potrei
dimenticarmene dopo quel baciamano? – scherzò successivamente, facendo sorridere
ancora Hakkai e strappando un’espressione fiera a Goijo.
SARAH – Lui è Goku, giusto? –
chiese poi, guardando il ragazzo dagli occhi dorati ancora addormentato,
spostato verso Goijo.
GOIJO – Sì, ma noi lo chiamiamo stupida scimmia – le
rispose, scatenando una risata alla ragazza.
SARAH – E perché? – gli chiese, dopo aver smesso di ridere.
GOIJO – Avrai modo di capirlo – le rispose, ammiccandole.
Sarah sorrise di nuovo, volgendo il suo sguardo verso Sanzo, che per tutta la conversazione non era intervenuto.
SARAH – GenjoSanzoOshi – disse, attirando l’attenzione di quest’ultimo
che ciò nonostante, non la degnò di uno sguardo. – È lungo… - aggiunse, dopo
averci pensato un po’. – Come ti fai chiamare? – gli chiese infine, avendo in risposta ancora il suo mutismo e la sua completa mancanza
di considerazione.
“Socievole!” pensò tra se la ragazza.
HAKKAI – Noi lo chiamiamo Sanzo –
rimediò, rispondendole.
GOIJO – O bonzo corrotto, come preferisci
– aggiunse sempre col solito sorriso sornione, guardando sottecchi il bonzo per
scorgere la sua reazione, che non tardò ad arrivare.
SANZO – Vuoi morire? – gli chiese come al
solito.
GOIJO – Eccoti dimostrato perché puoi
chiamarlo così – disse a Sarah, ignorando il bonzo.
Sarah sorrise divertita e si mise ad osservare il profilo
imperturbabile di Sanzo.
“Ha proprio dei bei lineamenti” pensò, arrossendo
successivamente per il suo stesso pensiero.
GOKU – YAWN!!!!!! – sbadigliò
rumorosamente, stiracchiandosi anche lui come aveva fatto precedentemente
Sarah, colpendo, però, in pieno viso Goijo.
GOIJO – Ehi scimmia, vedi di stare attento! – gli urlò,
scrollandoselo di dosso.
Goku si stropicciò gli occhi,
ignorando il compagno, poi si voltò verso Sarah.
SARAH – Ehilà! – lo salutò sorridendogli.
Goku sorrise rivedendo la ragazza,
svegliatosi si era quasi dimenticato della sua presenza.
SARAH – Posso farvi una domanda? - .
SANZO – No, prima sei tu che devi darci delle risposte – disse
alla ragazza nel suo solito modo freddo e distaccato e senza voltarsi verso di
lei.
Sarah sembrò rifletterci un po’su.
SARAH – Cosa volete sapere? – chiese dopo un pò.
SANZO – Chi sei? - .
SARAH – Il mio nome lo conoscete già… Heiru
è il mio cognome acquisito - .
GOKU – Acquisito? – chiese ingenuamente.
Sarah annuì.
SARAH – Significa che sono stata adottata, non ho
informazioni in merito ai miei reali genitori, il cognome che mi è stato dato è
della persona che mi ha allevata. – gli rispose, soddisfacendo la sua domanda.
GOIJO – Dov’è adesso questa persona? -.
Sarah abbassò la testa sconsolata. Goijo
capì di aver fatto la domanda sbagliata.
SARAH – È morta molto tempo fa. Avevo dodici anni… –
concluse con voce bassa.
Sul veicolo si diffuse per un po’ il silenzio, che fu rotto
successivamente da Goijo.
GOIJO – Quanti anni hai? – le chiese dopo averci riflettuto
un po’.
SARAH – Venti… perché? - .
GOIJO – Quindi sarebbe successo otto anni fa, all’epoca il Togenkyò era ancora un posto tranquillo – osservò.
HAKKAI – È vero, è da poco che l’aria proveniente da ovest
sta facendo impazzire i demoni - .
SARAH – Uomini… - sussurrò.
Sanzo si voltò leggermente verso
di lei.
SARAH – Non sono stati dei demoni, sono stati degli uomini –
rispose senza sussurrare stavolta.
GOKU – Perché? – le chiese con sguardo triste.
SARAH – Non lo so… non l’ho mai saputo… - gli rispose lei,
riabbassando la testa.
Sanzo la guardò dallo specchietto
retrovisore.
GOIJO – E quel tizio del bosco? – le chiese improvvisamente,
cercando di far vertere la discussione su altro.
SARAH – Jiin? - .
GOKU – Il tizio dalla strana capigliatura! – esclamò, non
appena se ne fu ricordato.
Sarah rise all’osservazione del ragazzo dagli occhi dorati.
SARAH – Quella è una lunga storia… - rispose, cercando di
cavarsela così.
HAKKAI – A noi piacciono le lunghe storie, non farti
problemi ad annoiarci! – le rispose col suo solito fare diplomatico e con la
solita espressione sorridente.
SARAH – Beh… ecco… avrei dovuto sposarlo… - .
GOIJO – Questo si era capito – le disse, ricordandosi
all’abito bianco della ragazza. – Ma come mai una bella ragazza come te stava per sposare un idiota simile? - .
SARAH – Ecco io… ne ero innamorata - .
HAKKAI – Ma dalla conversazione che
avete avuto, per lui non sembrava lo stesso, e tu non sembri affatto una
ragazza ingenua… - azzardò, non togliendo gli occhi dalla strada.
“Cavolo! Hanno sentito la conversazione! L’avranno sentita
dall’inizio?” pensò Sarah, allarmata dall’osservazione di Hakkai.
Sanzo, continuando a servirsi
dello specchietto retrovisore, non le toglieva un attimo gli occhi di dosso.
SARAH – Sì, è vero, lui non ricambiava – rispose, stando ben
attenta ad usare le parole.
GOKU – Non capisco, se non ti amava perché aveva chiesto di
sposarti? - .
“Sarah pensa, Sarah pensa, Sarah pensa”.
SARAH – Lui… voleva rimediare ad un errore. – rispose con
voce titubante, attirando l’attenzione di Goijo.
GOIJO – Aspetta… non dirmi che sei incinta???
– chiese preoccupato, facendo sbandare Hakkai e
facendo cadere da bocca la sigaretta a Sanzo.
SARAH – NO! No, no, no, no! Come ti è saltato in mente??? - .
“Però anche io… non è che sia stata tanto geniale a dare
quella risposta ambigua!” pensò rimproverandosi.
Goijo la guardò con fare
interrogatorio, aspettandosi un chiarimento.
SARAH – Lui stava con me, ma aspettava un bambino da
un’altra donna – rispose categorica tutto d’un botto.
“Oh Kami! L’ho sparata proprio
grossa!”.
SARAH – Lui era una persona che teneva molto a ciò che si
dicesse sul suo conto. Essendo la persona più ricca del villaggio, tutti
sapevano della nostra relazione e se di punto in bianco avesse sposato un’altra
donna, sarebbero tutti saltati subito alle conclusioni. Ha deciso di sposarmi
comunque, tenendomi allo scuro di tutto, fino a quando non me ne sono accorta e
ho deciso di lasciarlo. - .
“Sarah… sei geniale!”.
“Tutte balle” pensò Sanzo,
rivolgendo poi la sua attenzione adHakkai.
SANZO – Quanto manca al prossimo villaggio? – gli chiese.
HAKKAI – Molto… credo che stanotte dovremo
accamparci da qualche parte – gli rispose, facendo dei rapidi calcoli.
GOIJO – E anche stasera non potrò rimorchiare! – si lamentò,
guardando poi successivamente Sarah, che non l’aveva ascoltato dal momento che
volgeva lo sguardo in un punto imprecisato del paesaggio desertico, assorta da
pensieri.
Goku seguì lo sguardo di Goijo e quando ebbe capito gli lanciò un’occhiataccia.
SANZO – Come hai fatto a schivare i proiettili? – le chiese
improvvisamente, allontanandola dai suoi pensieri.
“Questo non posso proprio evitarlo…” pensò Sarah.
SARAH – Diciamo… che ho una dote particolare – rispose,
soppesando bene le parole.
HAKKAI – Che genere di dote? – le chiese, incuriosito dalla
risposta.
SARAH – È un po’ difficile da spiegare… -
.
SANZO – Provaci –.
SARAH – Ho la capacità di ridurre in polvere le cose - .
Le quattro menti dei ragazzi provarono ad analizzare la
risposta che Sarah aveva dato.
SARAH – Se mi concentro – continuò a spiegare, avendo capito
di non essere stata molto chiara – Riesco a creare intorno a me una barriera
invisibile agli occhi in grado di ridurre in polvere qualsiasi cosa mi si avvicini -concluse,
sperando che i ragazzi non le chiedessero ulteriori informazioni.
HAKKAI – Una barriera che funge anche da offensiva in un
certo senso, interessante! – esclamò.
SARAH – Insomma… non è che riesca a polverizzare proprio
QUALSIASI cosa… mi riesce solo con le cose piccole, a dire la verità. - .
GOKU – Come i proiettili! - .
“E le pietre” pensò Sarah, ricordando tutte le volte che i
bambini del suo villaggio la rincorrevano.
SANZO – Perchè allora non hai usato questa tecnica anche contro
i coltelli? - .
SARAH – I coltelli hanno dimensioni più grandi dei
proiettili… e sinceramente non ci ho mai provato - .
GOIJO – Che significa che non ci hai mai provato? Coi
proiettili ci avresti provato? Ti sei fatta sparare addosso? - .
SARAH – Non esattamente. Diciamo… che ho scoperto di avere
questo potere per caso. - .
I ragazzi stettero di nuovo in silenzio, aspettando che
ponesse chiarimenti anche a quest’ultima affermazione.
SARAH – Me ne sono accorta un giorno per caso, quando sono
stata attaccata per l’ennesima volta. L’uomo che mi cercava, dopo avermi
trovata, ha cercato di uccidermi. -. S’interruppe, dando tempo ai suoi pensieri
di cercare quell’evento che aveva cercato di rimuovere. – Aveva con sé una
pistola e mi ha sparata. È stato in quel momento che ho scoperto di avere
questo potere. Ho visto chiaramente il proiettile polverizzarsi a pochi
centimetri dal mio viso, come se fosse andato a schiantarsi contro qualcosa che non ha potuto distruggere. - .
GOKU – Wow… - esclamò, rapito dalle parole della ragazza.
GOIJO – Quindi non sai da quanto tempo ce
l’hai - .
SARAH – No, non ne ho idea… - .
HAKKAI – Da come l’hai descritto, sembra essere un potere
collegato alla percezione. In quel momento ti trovavi in pericolo,è il pericolo che
percepivi che ha fatto sì che il potere si manifestasse. – spiegò.
Sarah scosse la testa come ad indicare che non sapeva
rispondergli.
SARAH – Comunque sia, non è molto utile, perché riesco ad
usarlo solo una volta al giorno, e quando lo uso mi
scombussola non poco – disse, toccandosi la testa.
HAKKAI – Questo potrebbe spiegare lo svenimento dell’altro
giorno - .
SARAH – Sì… è come se mi togliesse le forze -.
Hakkai annuì, facendo intendere di
aver capito.
GOIJO – Ritornando a quella notte… sembrava, però, che fossi
stata ferita. Ti abbiamo vista perdere sangue e cadere nel fiume… - .
Sarah annuì, cominciando a cercarsi tra le tasche dei
pantaloni qualcosa.
Quando l’ebbe trovata, l’estrasse, mostrandola a Goijo.
GOKU – Cos’è? - .
SARAH – Una forcina per capelli – gli rispose sorridendogli,
utilizzando successivamente la forcina per alzarsi i capelli, mostrandoglielo.
GOIJO – Chiamala forcina… ne ho visti di strani arnesi per
capelli di voi donne… ma una cosa del genere non
l’avevo mai vista! – esclamò, allungando una mano aperta verso Sarah,
chiedendole automaticamente di mostrargliela.
HAKKAI – Potrei vederla? – chiese e Goijo,
dopo essersela rigirata tra le mani, gliela passò. – Piuttosto grande –
constatò, restituendola a Sarah.
GOIJO – Hai avuto un bel coraggio a ferirti con questa! È
un’arma a tutti gli effetti… – disse, lanciando fuori dal
veicolo la cicca ormai spenta e accendendosi un’altra sigaretta.
SANZO – Il motivo però non è ancora
chiaro - .
SARAH – Non sapevo se Jiin fosse
sopravvissuto, in questo caso ho preferito fingermi morta, in modo che
smettesse di cercarmi… - .
HAKKAI – Astuta, non c’è che dire – disse, sorridendo come
suo solito.
GOKU – Hakkai… - disse
improvvisamente, interrompendo la conversazione – sto morendo di fame, quando
ci fermiamo? - .
HAKKAI – Tra poco Goku, tranquillo
– gli rispose.
GOIJO – Si è svegliata la fame della stupida scimmia… -
GOKU – Non chiamarmi scimmia, pervertito di un kappa! - .
GOIJO – Rassegnati! Abbiamo consigliato anche a Sarah di
chiamarti così, le abbiamo detto che come nome ti si addice di più! – lo
provocò.
Goku guardò con occhi imploranti
la ragazza accanto a se.
GOKU – Non sono una scimmia – le disse con lo stesso
sguardo, cercando di intenerirla.
SARAH – Lo vedo! – gli rispose, rassicurandolo che non
avrebbe seguito il consiglio.
GOKU – Ben ti sta, pervertito di un kappa!
– disse all’amico, poi si rivolse nuovamente a Sarah. – Chiamalo kappa e mi raccomando stai lontana da lui! Non è una
persona raccomandabile… -ma prima che finisse, un braccio di Goijo
gli si avvolse intorno al collo, cominciando a stringere.
GOIJO – Che diamine vai dicendo, scimmia? - .
GOKU – Che sei un pervertito! È la verità! – ribadì,
liberandosi dalla sua stretta e riservando lo stesso trattamento a lui.
SANZO – Fate silenzio là dietro, o vi ammazzo! – urlò,
impugnando la shoreiju.
Sarah si rimpicciolì di nuovo nell’angolino
che le era stato assegnato e si preparò al peggio.
HAKKAI – Che ne dite se ci fermiamo qui? – chiese, placando
l’ennesima rissa che stava per scoppiare.
SARAH – Per me va bene! – rispose prontamente Sarah,
aiutandolo nell’impresa.
HAKKAI – Bene – disse sorridendo, senza aspettare che fossero
anche gli altri a risponderlo.
Quando furono scesi tutti dalla jeep, quest’ultima riprese
le sembianze di Hakuryu e cominciò a svolazzare
intorno a Sarah.
SARAH – Ciao piccolino! – lo salutò, quando le si fu fermato davanti, poi allungò una mano per
accarezzargli la testolina.
HAKURYU – Kyuuuuuu - .
SARAH – Che dolce! – esclamò, continuando ad accarezzarlo.
HAKKAI – Hai scoperto il suo punto debole – le disse mentre apriva uno zaino – adora ricevere carezze sulla
testa! - .
Sarah sorrise e continuò ad accarezzarlo.
Sanzo la guardò sottecchi.
C’era chiaramente qualcosa che non tornava.
Aveva mentito, era chiaro… aveva sorvolato su diversi punti
dando risposte soddisfacenti ma poco credibili.
“Hai dimenticato con
chi hai a che fare?”
Dopo quella frase si era indicata con un dito la tempia… che
voleva dire? Non poteva riferirsi al potere di cui aveva parlato.
“Ho visto tutto”.
C’erano decisamente troppo cose che
non quadravano, ma, nonostante tutto, non riusciva ad avvertire in lei nulla di
negativo o che implicasse lo stare in guardia.
GOKU – Hakkai!!
Dove hai trovato quel cibo?? Prima ho frugato nello
zaino, ma non ho trovato nulla! -si lamentò, vedendo l’amico estrarre
da un altro zaino un sacchetto di carta scuro contenente del cibo.
HAKKAI – Ho pensato che sarebbe stato meglio se l’avessi
messo in un posto più sicuro – rispose al ragazzo, sorridendo e portandosi una
mano dietro la testa in gesto di scusa – Non abbiamo avuto il tempo di fare
provviste, ho pensato che così sarebbe bastato per tutti - .
Goku continuò a guardarlo con
sguardo interrogativo.
GOIJO – Sta dicendo che l’ha nascosto da te, scimmia!
Altrimenti l’avresti mangiato tutto e a noi non sarebbe rimasto nulla! – gli
spiegò, andando a sedersi poco lontano su un masso che spuntava dalla sabbia.
L’espressione successiva di Goku
scatenò un’altra risata di Sarah.
Proprio in quel momento, Sanzo
estrasse la pistola e gliela puntò contro, dandole, però, prima il tempo di
accorgersene.
SARAH – Che… - .
BANG
Lo sguardo di Hakkai, Goijo e Goku, all’inizio di puro
terrore, divenne subito dopo di pura incredulità.
Così come aveva detto loro precedentemente Sarah, il
proiettile si fermò a pochi centimetri dal suo volto, polverizzandosi
velocemente come se avesse subito l’impatto con qualcosa.
Quando fu scomparso completamente e la polvere si fu
dispersa nell’aria, Sarah cadde a terra.
Per la paura, le erano venute a mancare le forze.
SANZO – Allora non mentivi – le disse, rinfoderando la shoreiju e dandole poco dopo le spalle.
SARAH – Maledetto bonzo! – gli urlò contro dalla rabbia -É la seconda volta
in questa giornata che mi spari addosso improvvisamente! Ti ha dato di volta il
cervello??? - .
SANZO – Perché ti agiti tanto? Sei sopravvissuta in fondo –
disse indifferente, accendendosi una sigaretta.
SARAH – Mi hai fatto venire un colpo! – urlò di rimando lei,
rialzandosi da terra e avvicinandosi con fare minaccioso a Sanzo.
SANZO – Hai detto di avere un potere ed io mi sono limitato
ad accertarmene – disse, cacciando fuori del fumo. – Il fatto di essere viva
dimostra che non hai mentito, se fossi morta sarebbe
stato un problema tuo. - .
Sarah lo guardò senza parlare e fu a quel punto che Sanzo si voltò, fissando le sue fredde ametiste nei suoi
furenti smeraldi.
SANZO – Che ti sia ben chiaro, mocciosetta, non hai a che fare con degli stupidi. Ogni
cavolata che rifilerai ti si ritorcerà contro – e detto questo, datele
nuovamente le spalle, si allontanò, andando a sedersi anch’egli su una roccia
che spuntava dal terreno e lasciando la ragazza a
riflettere sulle sue parole.
Hola!!!
^^ Scusatemi se vi ho fatti attendere
tanto rispetto al ritmo che avevo preso all’inizio per aggiornare, ma ho dovuto
dare degli esami ç____ç Ora sono libera!! XD
Ecco
finalmente il tanto agognato capitolo che svelerà un po’ di cose ^^ (Era ora! ndTutti) Scusatemi se vi tengo
tanto sulle spine ç___ç ma non ci posso fare niente, è più forte di me!
Passo
a salutare le persone che hanno recensito:
- WhiteLie :Ciau ^^ Eh sì… il bonzo deve sempre farsi
riconoscere u___ù Adorabile Goku con gli occhi coccolosi, vero? *___* L’ho messo a posta, lo adoro
anch’io! XD ;
- mon_chan :fortuna che ti piacciono i misteri,
perché non sono finiti qui *___* muahahahah! XD ;
- YamaMaxwell :Brava! (x la
canzone intendo XD) pensavi che fosse incinta? No no
u___ù in questo capitolo capirai! XD Quelle frasi non sono i pensieri di Sanzo, sono i ricordi, in quel momento pensa alla
conversazione che ha sentito fare Sarah con Jiin (il porcospin XD) e ricorda le frasi che lo hanno colpito di
più, spero di essere stata chiara ^^ ;
Ringrazio
inoltre tutte le persone che leggono e non recensiscono!
Ora
vi lascio al capitolo, buona lettura! ^^
“Chiarimenti e
decisioni”
Dopo la discussione che avevano avuto Sanzo
e Sarah, quest’ultima, dopo essersi ripresa un po’ dalla brutta sorpresa che le
aveva fatto il bonzo, aveva chiesto al gruppo perché fossero diretti anch’essi
ad Ovest.
Il sapere che il grande demone Gyumao
non fosse solo il protagonista delle storie che le
raccontava il suo tutore, l’aveva scossa non poco. All’inizio era stata
scettica, poi ci aveva riflettuto un po’ ed era giunta alla conclusione che
quello che le avevano raccontato poteva essere vero.
Qualcuno nel Tenjiku stava facendo
degli esperimenti proibiti che erano andati a disintegrare l’equilibrio
pacifico che si era instaurato tra uomini e demoni, ecco perché alcuni di
quest’ultimi erano impazziti e perché si temeva che potessero impazzirne altri.
Uno dei bonzi di più alto rango, accompagnato da un essere
eretico, un demone e un mezzo demone, aveva avuto l’incarico di riportare la
pace nel Togenkyò.
Quando aveva pensato a Sanzo,
Sarah non era riuscita a pensare a nulla di pacifico, e non riusciva a
capacitarsi di come avrebbe potuto un uomo del genere riuscire in quell’impresa,
si tenne comunque per se questo pensiero.
“Chi sano di mente vorrebbe riportare in vita Gyumao?” si era chiesta, mentre cercavano di superare la
distesa desertica.
Secondo i calcoli di Hakkai se si
fossero mossi in fretta, avrebbero avuto buone probabilità di lasciarsi alle
spalle il paesaggio desertico al calar del sole, quindi si erano rimessi in
viaggio subito dopo aver mangiato, e ci erano riusciti.
La luna fece capolino timidamente, mentre ancora i deboli
raggi del sole al tramonto illuminavano il paesaggio verde circostante.
GOIJO – Che ne pensi? – chiese, mentre cercava di non
inciampare in radici di strani alberi della radura che stavano attraversando.
HAKKAI – Non saprei… è chiaro che nasconde qualcosa… -
rispose, imitando il suo stesso comportamento.
GOIJO – Anche tu hai pensato che abbia
mentito in merito alla storia del matrimonio? - .
HAKKAI – Sinceramente sì… quell’uomo non sembrava affatto
volerla sposare per una simile ragione…- .
GOIJO – Che fosse un motivo
d’interesse è probabile… ma che centri una donna incinta lo escludo – disse,
allontanando da se l’ennesimo ramo.
HAKKAI – Già… - rispose, quando ebbero raggiunto un albero
dai cui rami pendevano degli invitanti frutti rossi.
Hakkai e Goijo
si erano allontanati per andare a cercare del cibo, dal momento che le loro
provviste si erano consumate a pranzo, avendo dovuto dividere in tutto in
cinque, anziché in quattro.
Goku era rimasto con Sanzo e Sarah, nel caso in cui i due avessero
deciso di ammazzarsi a vicenda.
Era chiaro che tra loro non scorresse del buon sangue.
Sanzo non era il tipo di persona
che metteva a suo agio gli altri, e anche Sarah, che era sembrata una persona
piuttosto alla mano e socievole, aveva finito per essere freddata dai
comportamenti glaciali del bonzo. A dimostrarlo era il fatto che scambiasse
parola con tutti i membri del gruppo, tranne che con lui.
Sembrava quasi che a rendere difficile il loro interagire fosse
una sorta d’imbarazzo reciproco, misto a diffidenza.
Sanzo non si fidava di Sarah, dal
momento che aveva capito che stava cercando di nascondere qualcosa di rilevante
che avrebbe potuto mettere in pericolo tutti, e Sarah non si fidava di Sanzo, poiché lo considerava un tipo dal grilletto troppo
facile, scorbutico e dal caratteraccio insopportabile.
Ad ogni modo non riusciva a staccarsi dal gruppo, nonostante
Sanzo a volte riuscisse a metterla davvero in
soggezione, e allo stesso tempo il bonzo non riusciva a decidere di mandarla
via o di lasciarla in uno dei villaggi in cui si sarebbero fermati.
Era la prima volta per lui, trovarsi in una situazione del
genere. Non aveva mai avuto titubanze quando si
trattava di decidere delle sorti di una persona, specie se si trattava di una
ragazzina arrogante e bugiarda che aveva conosciuto da poco.
Eppure…
Non riusciva a spiegarselo, era come se qualcosa gli dicesse
che quel viaggio andava proseguito con lei. Era come se lei fosse entrata a far
parte delle loro vite in modo rilevante, come se da lei dipendesse qualcosa…
“Stronzate!” pensò Sanzo stizzito.
“È solo una stupida mocciosa fastidiosa!” e pensato questo si voltò verso il
lato in cui ricordava si fosse seduta la ragazza, sul terreno poco distante
dalla jeep, di fronte al masso sul quale sedeva lui.
Quando si girò, però, non la vide, e notò anche che mancava Goku.
Fu in quel momento che sentì la voce di quest’ultimo da un
punto poco lontano dagli alberi che costeggiavano la zona in cui si erano
fermati.
“Tsk! Quella stupida scimmia!”. Si
alzò e decise di addentrarsi tra gli alberi per vedere che fine avessero fatto
lui e la ragazza.
GOKU – Guarda Sarah! – urlò alla ragazza, dal ramo di un
albero.
SARAH – Wow, è grandissimo! – esclamò, quando vide l’enorme
frutto giallo che teneva in mano Goku.
GOKU – Ce ne sono tantissimi! – le urlò euforico, indicando
con un dito gli altri frutti che pendevano dai rami.
SARAH – Lancia quello che hai in mano, così ne potrai
prendere altri! – gli consigliò, preparandosi a ricevere il frutto.
Fu così che Goku lo lanciò, ma un
po’ troppo in alto perché la ragazza potesse riuscire ad afferrarlo, così superò
la ragazza, andando a rotolarle alle spalle, fino a quando
non si fermò ai piedi di Sanzo, che era rimasto in
disparte ad osservarli per tutto il tempo.
Quando Sarah si accorse del bonzo, si sorprese non poco.
Rimasero a guardarsi per un periodo di tempo indefinito,
quasi come a sfidarsi, anche se non si leggeva ostilità nei loro sguardi.
Dopo un po’, Sanzo raccolse da
terra il frutto e lo osservò.
SARAH – Sono piuttosto buoni, soprattutto in questo periodo
dell’anno – disse, osservando il suo sguardo perso. – Perché non lo assaggi? -
.
Sanzo spalancò gli occhi, ma in
modo così impercettibile che Sarah non se ne accorse.
GOKU – Ehi Sarah! Guarda quanti ne ho presi!... oh, Sanzo! – esclamò,
accortosi del bonzo – Guarda quanti sono riusciti a prenderne! Per stasera la
cena è assicurata! – rise soddisfatto.
Sanzo ignorò i due ancora una
volta, non spostando il suo sguardo dal frutto che aveva tra le mani.
SANZO – Tsk! – esclamò, lanciando
poi il frutto a Sarah, che lo prese al volo. Poi si girò e scomparve al di là
degli alberi.
“Niente, non riesco proprio ad instaurare una conversazione
con lui” pensò la ragazza sconsolata e delusa ancora una volta dal
comportamento del bonzo.
SARAH – Lanciali, Goku! – incitò
il ragazzo, dopo che ebbe messo al riparo il frutto che aveva in mano
poggiandolo per terra.
Quando ebbe riattraversato gli alberi, si diresse verso la
jeep e si sedette al suo solito posto. Estrasse una sigaretta dal pacchetto che
portava sempre con se, e quando la ebbe messa in bocca, cominciò a cercare
l’accendino.
“Dannato kappa!” esclamò, pensando
che Goijo gli avesse fregato l’accendino come suo
solito.
Si rassegnò all’idea di non potersi mettere a fumare e
sollevò la testa, andando ad incrociare le stelle che ora fungevano da tante
piccole torce nel cielo scuro.
Chiuse gli occhi per un attimo, riaprendoli successivamente
per riguardarle.
“È stata una sensazione…di dejavù?” si chiese, tornando con la mente a poco prima, poi
richiuse gli occhi e aspettò che gli altri lo raggiungessero.
SARAH – Mh? - . La ragazza era
stata attirata da uno strano luccichio proveniente dall’erba, nel punto in cui
poco prima si trovava Sanzo.
SARAH – Un accendino… - disse, quando ebbe preso il piccolo
oggetto metallico in mano. Fu allora che il tempo si fermò, il freddo la
scosse, le sue pupille si dilatarono e tutto introno a sé cominciò a ruotare.
Sanzo si dimenava, sparando a destra e a manca,
tamponandosi nei brevi momenti di pausa un braccio sanguinante e riprendendo
nuovamente a sparare quando i demoni gli si riavvicinavano.
Un demone gli si
avventò sul braccio che teneva la pistola, spezzandoglielo e facendo sì che
altri suoicompagni
potessero attaccarlo.
Un braccio di un
demone gli trapassò il torace, facendogli sputare sangue e facendolo accasciare
al suolo.
Sarah cominciò ad affannare, riacquistando man mano la
percezione dell’ambiente che la circondava.
Quando ebbe smesso di tremare, si guardò intorno per cercare
di scorgere Goku, ricordandosi poco dopo che lui le
aveva detto che si sarebbe inoltrato di più per cercare altri frutti.
Corse a perdifiato verso la zona in cui avevano parcheggiato
la jeep, stringendo l’accendino in una mano.
SANZO – Dannato kappa! – esclamò,
stringendo il pacchetto di sigarette tra le mani.– Gli farò un buco in testa! - .
In quel momento un rumoreproveniente dal fogliame vicino lo
mise in guardia, facendogli afferrare istintivamente la shoreiju.
Si rilassò quando vide sbucare
Sarah.
SARAH – SANZO! – urlò, quando fu uscita di corsa dalla
delimitazione degli alberi.
SANZO – Che hai da urlare, stupida! – la rimproverò,
guardandola torvo.
Sarah, accertatasi che stava bene, si fermò a riprendere
fiato, accusando ancora dello sforzo che aveva subito precedentemente.
SARAH – Demoni… - sussurrò quasi.
SANZO – Nh? – chiese, non avendo
capito.
SARAH – Dei demoni ci attaccheranno! – esclamò a quel punto.
Sanzo la guardò seccato.
SANZO – I demoni, se è per questo, ci attaccano sempre – le
spiegò, col suo solito tono freddo.
SARAH – No! ADESSO ci attaccheranno! Sta in guardia! – gli
intimò, guadagnandosi un’occhiata perplessa e guardandosi intorno all’erta.
SANZO – Che diavolo blateri ragazzina? -.
A Sarah si gonfiò una venetta
sulla testa quando si sentì chiamare per l’ennesima
volta in quel modo, ma prima che potesse rispondergli a tono, un demone,
sbucato improvvisamente dal fogliame alle spalle della jeep, corse incontro al
bonzo, brandendo un coltello.
Sanzo spalancò gli
occhi incredulo, saltando poi successivamente dalla jeep per evitare di
essere colpito.
In quel momento, dallo stesso punto da cui era sbucato fuori
il primo demone, ne uscirono altri, brandendo ognuno un’arma.
Sarah corse incontro a Sanzo per
aiutarlo, ma quest’ultimo sollevò un braccio, fermandola.
SANZO – Vattene! – la incitò, impugnando successivamente la shoreiju e cominciando a sparare ai demoni che tentavano di
avvicinarsi.
SARAH – Scordatelo! – gli rispose a tono, afferrando un ramo
abbastanza robusto da terra e avvicinandosi al bonzo.
Un demone provò ad avvicinarsi a Sarah, ma fu freddato da un
colpo della shoreiju.
SANZO – Fuori dai piedi! – le
sbraitò contro, senza però perdere di vista i nemici
che aveva davanti.
SARAH – Neanche per sogno! – ribadì, avventandosi col ramo
su un demone che riuscì a colpire in pieno volto, allontanandolo di un bel po’
da loro.
Sanzo l’osservò, e capì finalmente
come aveva fatto a ridurre il demone di quella notte in quello stato.
Sarah continuò a colpire a destra e a manca, ma nel
fronteggiare un demone non si rese conto di star dando le spalle ad un altro e
quest’ultimo si lanciò all’attacco.
La nyoibo di Goku,
la shoreiju di Sanzo e
l’alabarda di Goijo lo colpirono nello stesso
momento, disintegrandolo all’istante.
GOIJO – Primo! – urlò, uscendo fuori dalla
delimitazione degli alberi, seguito da Hakkai.
GOKU – Non ci provare, kappa! L’ha
colpito prima la mia nyoibo! – urlò a sua volta,
uscendo anch’egli allo scoperto.
GOIJO – Non ci vedi scimmia! La tua nyoibo
è arrivata anche dopo il proiettile del bonzo! – ribadì, continuando ad
avvolgere con la sua catena e colpire con la lama a mezza luna i demoni.
SANZO – Smettetela, razza di idioti! – urlò, facendo tacere
all’istante i due puntando loro contro la shoreiju,
che successivamente indirizzò contro un altro demone, sparandogli.
HAKKAI – A quanto pare vi stavate
divertendo senza di noi! – constatò rivolgendosi a Sarah e Sanzo
col suo solito sorriso, materializzando del KI tra le mani e lanciandolo verso
i nemici.
In breve tutti i nemici, pur se in numero maggiore delle
altre volte, furono sconfitti.
SARAH – Fiuw! – esclamò, tirando
un sospiro di sollievo e asciugandosi con un polso la fronte sudata. – C’è
mancato poco! - .
A quella frase, Sanzo le lanciò
uno sguardo più gelido del solito.
SANZO – Come diavolo facevi a saperlo? – le chiese a
bruciapelo, attirando così l’attenzione degli altri. Sarah rimase in silenzio,
presa alla sprovvista.
GOIJO – Sapere cosa? – chiese al bonzo, confuso.
Sanzo non gli rispose e continuò a
guardare imperterrito la ragazza, non accennando a voler spostare il suo
sguardo da lei. Sarah, di tutta risposta, abbassò la testa.
HAKKAI – Cos’è successo, Sanzo? –
chiese allora, dando voce alla stessa domanda che frullava in testa anche a Goku.
Sanzo caricò dunque la shoreiju e la puntò contro la ragazza.
SANZO – Spiegalo tu – le ordinò, con un tono sarcastico che
sembrava glielo stesse semplicemente chiedendo.
GOIJO – Bonzo, ancora con quella pistola? E falla finita! –
disse Goijo, accendendosi una sigaretta per il
nervosismo.
SANZO – Lei sapeva che i demoni ci avrebbero attaccati –
disse, scandendo bene le parole e non abbassando la shoreiju.
GOKU – Cosa? Come sarebbe a dire che lo sapeva?
– chiese allora, cercando di capire cosa fosse successo
in quel frangente in cui si era allontanato da lei.
GOIJO – Avrà tirato ad indovinare – ipotizzò, non riuscendo
a pensare ad altro.
HAKKAI – Sarah – disse all’improvviso nel suo solito modo
gentile – Hai doti di preveggenza? - .
Goijo e Goku
si voltarono verso l’amico con un’espressione di puro stupore dipinta sul
volto.
GOIJO – Hakkai ma come ti salta… - .
SARAH – Sì… - lo interruppe, lasciandolo sbigottito, poi
tornò nel suo mutismo.
A Goijo cadde quasi la sigaretta
da bocca, mentre Goku cominciò a guardarla perplessa.
GOKU – Preveggenza? – chiese adHakkai.
HAKKAI – Significa che riesce a sapere
prima quando succedono le cose – spiegò, aggiustandosi il monocolo e
continuando a guardare Sarah.
GOIJO – Vedi nel futuro? – chiese alla ragazza, non
riuscendo a nascondere un velo di sorpresa.
Sarah continuò a star zitta, nella stessa identica
posizione.
BANG.
Un proiettile andò a conficcarsi in un albero dietro di lei.
SANZO – Parla, ragazzina! Chi ti manda? Cosa vuoi? – le chiese brusco.
SARAH – Non mi manda nessuno… - gli rispose con uno sguardo
indecifrabile, capendo che sarebbe stato difficile che loro l’avrebbero creduta
e capita.
“Mi credono un nemico” pensò Sarah, riacquistando un po’ di
lucidità.
SARAH – Non sono un nemico… - disse poi loro, cercando di
non far tremare la voce.
HAKKAI – Questo nessuno lo mette in dubbio… - cercò di
rassicurarla, col suo solito tono di voce, avvicinandosi a Sanzo
e abbassandogli il braccio che teneva la pistola. – Altrimenti credo che
avresti cercato di attaccarci dall’inizio, ne hai avute di occasioni. - .
SANZO – Non sei una nemica, allora perché diavolo ci hai
rifilato tutte quelle balle? – le chiese sempre brusco, strattonando il braccio
dalla mano che Hakkai aveva usato perabbassarglielo.
GOKU – Che dici, Sanzo? – chiese
al bonzo, non capendo, dal momento che non era riuscito ad arrivare alle stesse
conclusioni alle quali erano arrivati gli altri.
GOIJO – In effetti l’hai detta
grossa – disse, rivolgendosi alla ragazza, ricevendo in risposta uno sguardo sorpreso da parte sua.
HAKKAI – Non sei scappata da Jiin
per il motivo di cui ci hai parlato… dico bene? – .
SARAH – No… - confessò infine, avendo ormai capito che non
c’erano più possibilità che loro credessero a quella storia.
Sanzo rinfoderò la shoreiju e si avvicinò velocemente a lei, afferrandola per
le spalle e costringendola, così, a guardarlo.
SANZO – SMETTILA DI TENERA BASSA QUELLA TESTA! E PARLA PER
UNA BUONA VOLTA! -.
SARAH – Ma perché tieni così tanto a sapere la mia storia?
Che importa se io stessi davvero per sposarmi perché il mio ragazzo aveva messo
incinta un’altra o per qualche altro motivo? Io non sono una nemica! Non lo
credete nemmeno voi! Questo non basta?? – urlò a sua
volta, con un tono di voce minore rispetto a quello del bonzo.
SANZO – Perché da quando ti abbiamo incontrata non ci hai
dato altro che delle seccature! Da quando viaggi con noi, ci attaccano più
demoni del solito! E in più sembra che tu riesca a saperlo in anticipo, e non ce l’hai detto! Che diavolo nascondi??
– concluse, stringendo di più le sue spalle.
SARAH – Siete stati voi a dirmi che potevo viaggiare con
voi! Io non vi ho mai chiesto nulla! Ho accettato perché siamo diretti nella
stessa direzione! – disse, dopo aver fatto una smorfia di dolore per la stretta
subita da Sanzo. – Ho accettato di viaggiare con voi
perché mi siete sembrate delle persone diverse… - disse, rimanendo in sospeso
la frase, lasciando un punto interrogativo nelle menti dei ragazzi. – Avete
detto che non sarei stata una seccatura… - concluse, quasi in un fil di voce, tremando.
GOKU – Sanzo… - lo chiamò,
preoccupato per la ragazza.
GOIJO – Ehi bonzo, così le fai male – intervenne.
Fu a quel punto che Sanzo si
accorse di aver toccato qualcosa sulla spalla della ragazza rimasta scoperta in
seguito alla lotta che aveva avuto col demone la notte scorsa.
Gli sembrarono cicatrici…
Quando ebbe allentato la presa, Sarah si allontanò di
scatto, portandosi una mano alla spalla su cui Sanzo
aveva sentito la pelle in rilievo.
SARAH – È sempre così… - disse con un filo di voce,
riabbassando la testa, facendo in modo che i capelli non permettessero di
scorgerne l’espressione.
I ragazzi stettero in silenzio, aspettando che continuasse.
SARAH – Finisce sempre così… - continuò, con la voce che le
tremava un po’. – Non riesco mai a far fidare le persone di me… - .
SANZO – Come puoi pretenderlo, se ti metti a raccontare
balle? - .
SARAH – CREDI CHE A ME PIACCIA INVENTARE BALLE?? CREDI CHE MI DIVERTA A PRENDERE IN GIRO LE PERSONE?
PERSONE CHE PER GIUNTA MI HANNO AIUTATA?? CREDI
DAVVERO CHE MI DIVERTA, SANZO?? – urlò, non riuscendo
più a contenere la rabbia.
Sanzo fu stupito dalla reazione
della ragazza ma, a differenza degli altri, che
avevano mutato la loro espressione, non lo diede a vedere.
Sarah riabbassò la testa, precedentemente alzata per urlare
contro il bonzo.
SARAH – Non so nulla di me… ne chi
fossero i miei reali genitori… ne perché mi abbiano abbandonata… ne perché
successivamente mia madre si sia tolta la vita… - cominciò a raccontare, senza
guardarli e tenendo un tono di voce abbastanza basso. – La persona che mi ha cresciuta mi trovò sulla riva del fiume del suo
villaggio, accanto al corpo senza vita di una donnae mi prese con sé… - .
Goijo, al sentire della donna
senza vita, ricordò istintivamente sua madre, così come Hakkai,
Kanan.
Goku se ne stava con uno sguardo
triste ad ascoltarla e Sanzo non accennava una sola
espressione.
SARAH – Sono cresciuta con lui fino all’età di dodici anni…
da che riesca a ricordarmi, ho sempre avuto questo
potere. – e spostò il suo sguardo su un altro punto del terreno. – Vedevo il
futuro. Se entravo in contatto con una persona o con un oggetto a lei
strettamente collegato, riuscivo a vedere il suo futuro… e il suo passato - .
Hakkai si aggiustò il monocolo,
mentre Goijo continuò a tenere in bocca una sigaretta
ormai consumata.
SARAH – Mio nonno, la persona che mi ha cresciuta, quando lo
scoprì, provò ad aiutarmi a capire come ci riuscissi,
perché sembrava manifestarsi all’improvviso, senza una reale intenzione da
parte mia di vedere quello che vedevo. Per un periodo di tempo fu il nostro
segreto, mi disse che era meglio se non lo dicessi a
nessuno perché non era sicuro che qualcuno avrebbe potuto capire… Ma un giorno
vidi la scena del passato di una mia maestra, una cosa che non avrei dovuto
vedere… e istintivamente glielo dissi, ero una bambina… questa donna, temendo
che avessi rivelato ciò che avevo visto sul suo conto, mi mise contro tutto il
villaggio, raccontando cose sul mio conto che non erano vere. S’inventò che ero
un demone dalle sembianze umane e che mi aveva visto fare delle cose orribili, ma mio nonno mi difese, dicendo loro che non era vero
e che ero una bambina innocua…ma si sa – disse, stringendo gli occhi a due
fessure - gli esseri umani sono infimi,
hanno sempre bisogno di un capro espiatorio…e un giorno, non contenti di avermi isolata completamente dal resto del
villaggio, vennero da noi e pretesero che mio nonno mi consegnasse a loro… - si
fermò, cercando di radunare con uno sforzo immane quei ricordi che ancora le
facevano male.
SARAH – Quella mattina ero andata a prendere dell’acqua al fiume… quando tornai a casa vidi… - s’interruppe,
cominciando a piangere sommessamente.
Goku strinse i pugni.
SARAH – Vidi degli uomini che picchiavano mio nonno,
chiedendogli continuamente dove mi trovassi… - continuò, piangendo. – Lo
uccisero… - .
Sanzo ricordò la sensazione che
aveva provato quando aveva visto morire il suo
maestro.
SARAH – Scappai… non ricordo quanto a lungo corsi… ero
terrorizzata. Vissi da sola per molti anni, cavandomela con espedienti e stando
ben attenta a non avvicinarmi a nessuno… da quel momento ho dovuto combattere
per sopravvivere. Veniva gente da ogni dove intenzionata ad uccidermi… le
persone che incontravo inizialmente si comportavano da amici… poi mi vendevano
a dei sicari che cercavano informazioni sul mio conto – smise di piangere,
assumendo un’espressione fredda.
SARAH – Non c’è mai stato nessuno che abbia accettato di
starmi accanto per com’ero… erano tutti spaventati dal mio potere, tutti
vedevano minacciata la loro vita e la loro privacy… venivo
allontanata da tutti… Poi incontrai Jiin… - pronunciò
quest’ultimo nome in un sibilo.
SARAH – Era palese che non mi amasse, non aveva mai mostrato
un minimo di amore nei miei confronti, ma il solo fatto che non dimostrasse neanche disprezzo bastò a convincermi ad
accettare di sposarlo quando me lo propose. Non mi chiesi nemmeno perchè avesse
deciso di sposarmi, se non mi amava… gli dissi di sì e basta. Fu il giorno
delle nozze che capii tutto. Venne nella mia camera a portarmi il regalo di
nozze… entrai in contatto con un suo oggetto ed ebbi una visione, lo vidi
parlare con degli uomini riguardo ad una mia futura vendita… non capii di più…
capii solo che anche lui mi aveva ingannata. Mi trovai a scappare un’ennesima
volta… ed incontrai voi – . Lelacrime le sgorgarono di nuovo dagli
occhi.
SARAH – Ero spaventata, nessuno mi aveva mai aiutata,
credevo che anche voi foste interessati a me, per
questo finsi di essere morta, per fare in modo che anche voi lo credeste. Non
avrei mai immaginato d’incontrarvi successivamente… non avrei mai pensato di
incontrare delle persone così… gentili e disinteressate- guardò Hakkai
– È stato un caso che sia ritornata indietro quella sera… avevo sentito dei
demoni confabulare e ho pensato che avvertendovi vi avrei ripagati di almeno
una minima parte per quello che avevate fatto per me… Non volevo esservi
d’intralcio… Non volevo essere una seccatura…- guardò Sanzo,
che aveva la testa leggermente abbassata, lo sguardo coperto dai capelli.
SARAH – Quando mi avete proposto di venire con voi non
riuscivo a crederci – le lacrime non smettevano di scorrerle sul viso. – Ho
pensato ad una fatalità… ho pensato che qualcuno avesse voluto mettermi sulla
vostra strada per qualche ragione… non volevo ingannarvi… - ricominciò a
singhiozzare – Non è mai stata una mia intenzione… solo non volevo coinvolgervi…
e non volevo essere allontanata ancora una volta – scoppiò a piangere a
dirotto, lasciandosi cadere sulle ginocchia, continuando a tenersi la spalla.
Goku non ne potè più, si avvicinò
a lei e si abbassò con l’intenzione di abbracciarla, ma lei lo scostò
bruscamente guardandolo furibonda.
SARAH – Non voglio la vostra pietà! – gli urlò, scostandosi
da lui ritraendosi col busto. Goku la guardò
dispiaciuto, non avrebbe voluto darle quell’impressione, voleva solo consolarla
perché era seriamente dispiaciuto per lei.
GOKU – Non è pietà… - provò a dirle, ma lei non sembrò
nemmeno ascoltarlo.
SARAH – Quando te ne sei andato ho trovato questo – disse,
una volta rialzatasi, rivolta a Sanzo, dopo aver
recuperato l’accendino da una tasca. – Ho visto che saresti stato in pericolo…
sono corsa ad avvertirti di stare attento… - glielo lanciò, e Sanzolo prese al volo, senza
abbandonare la sua espressione composta.
SARAH – Tutto qui… - concluse, voltandosi e facendo un
passo.
GOKU – Dove stai andando? – le chiese
allarmato.
SARAH – Lontana dall’ennesime persone
che hanno paura di me – rispose categoricamente, senza voltarsi.
GOKU – Io non ho paura di te! Hai un potere, e allora? Anche
noi li abbiamo! Tu di noi hai paura? – le chiese, risentito dal suo
comportamento.
Sarah non rispose e riprese a camminare.
GOKU – Aspetta… - le disse, afferrandola per un braccio e
facendola voltare verso di lui.
SARAH – Ti ho già detto che non voglio pietà! – esclamò,
freddandolo con uno sguardo più gelido di quello che riuscisse
a lanciare Sanzo.
GOKU – Ed io ti ho già detto che non è pietà! – le rispose,
continuando a tenerla per un braccio.
Sarah abbassò nuovamente lo sguardo, non riuscendo a
fronteggiare gli occhi dorati ostinati del ragazzo che aveva davanti.
Fu in quel momento che ebbe un’altra delle
sue visoni.
Goku era sdraiato su del terreno freddo,
all’interno di una grotta molto somigliante ad una gabbia. Faceva freddo e
cercava di coprirsi coi lunghi capelli che gli arrivavano fino ai piedi. Vide
la luce del sole appena sorto… ma non riuscì a vedere il sole. Si alzò dal
punto in cui era sdraiato e si avvicinò all’entrata della grotta, allungando
successivamente una mano oltre le sbarre di pietra, cercando di raggiungere
quella luce di cui desiderava tanto il calore. Le ritrasse poco dopo, capendo
che non sarebbe mai riuscito a raggiungerla…
SARAH – Quando io ho delle visioni
– cominciò a dire, dopo che la visione fu terminata – Non vedo le cose da un
punto di vista esterno… - disse, guardando fissa Goku
negli occhi.
Hakkai, Goijo
e Sanzo erano rimasti sconcertati dal colore che
avevano assunto le pupille di Sarah.
SARAH – Quando “vedo” qualcosa… io lo vedo esattamente con
gli occhi della persona su cui ho la visione… - chiuse gli occhi, ritirando il braccio quandoGoku ebbe allentato
la presa.
SARAH – La tristezza, la disperazione, la solitudine… non mi
sfugge nulla, entro completamente nell’animo della persona… riesco ad entrare
nei suoi pensieri più profondi…- guardò uno ad uno i ragazzi che le
erano davanti, soffermandosi infine su Goku.
SARAH – Ora dimmi, Goku…
riusciresti davvero a viaggiare con una persona che in qualunque momento, senza
che tu lo voglia, potrebbe sapere tutto di te? – gli chiese senza mollare i
suoi occhi.
GOKU – Sì! Perchè io non ho segreti con nessuno! – le rispose
con impeto. – Non m’importa che tu possa riuscire a vedere il mio passato! Io
sono consapevole di quello che ho vissuto! Ricordo perfettamente ciò che
provavo in quei giorni segregato sul monte Gogyo! - .
Sarah rimase sconcertata.
GOKU – La tristezza, la disperazione, la solitudine… ti
riferivi a me, vero? Sei riuscita a vedere qualcosa
del mio passato… - continuò, non togliendo i suoi occhi dorati, ora diventati
malinconici, da quelli smeraldo della ragazza, che erano sbarrati in uno
sguardo di puro stupore. – Anche Goijo, Hakkai e Sanzo sanno di questa
parte del mio passato, dove sarebbe il problema? Perché non dovresti saperla
anche tu, ora che sei entrata a far parte del gruppo? - .
Sarah rimase in silenzio, immobile, senza smettere di
pensare alle parole che le aveva appena detto il ragazzo. Non aveva mai
incontrato una persona cristallina come lui… ma
sarebbe stato così anche per gli altri? Loro avrebbero accettato di continuare
a viaggiare con lei?
Li guardò cercando di scorgere le loro espressioni, ma i
loro sguardi erano rivolti altrove, e non accennavano a voler intervenire nella
discussione, segno che stavano riflettendo sulla situazione.
No… non l’avrebbero accettata…
SARAH – Grazie – disse a Goku con
occhi lucidi, voltandosi di nuovo e mettendosi a correre verso il bosco, nel
quale scomparve poco dopo.
GOKU – Aspe… - .
SANZO – Basta scimmia! – gli ordinò, guadagnandosi uno
sguardo interrogativo del ragazzo.
GOKU – Ma Sanzo… - .
SANZO – Ha preso la sua decisione – disse, accendendosi poi
una sigaretta con l’accendino ritrovato.
GOKU – Ma mi sembra ovvio! Nessuno di voi ha detto una sola
parola! Avrà creduto che non avevate più intenzione di viaggiare con lei per
davvero! – esclamò, ricevendo in risposta solo il
silenzio dei compagni. – Non mi direte che… - .
SANZO – Andiamo – ordinò, voltandosi e dirigendosi verso Hakuryù.
Goku lo guardò allibito, facendo
scorrere il suo sguardo anche su Hakkai e Goijo, che continuavano a rimanere fermi.
GOKU – Non posso credere che vogliate lasciarla sola! – urlò,
non fermando, però, il passo deciso del bonzo. – Hakkai…
Goijo… - chiamò i compagni, distraendoli dai loro
pensieri.
Entrambi, indipendentemente da ciò che aveva deciso Sanzo, non riuscivano a prendere una decisione. Erano
rimasti colpiti dalla storia della ragazza e in una cosa in particolare si
erano sentiti accomunati con lei, la pesantezza di dover condurre una vita che
non avrebbero voluto fosse andata così.
Capivano perfettamente ciò che provava… e il lasciarla
andare non rientrava nei loro canoni comportamentali. Mai si erano fatti
problemi nell’aiutare le persone, nonostante tenessero sempre a ricordare che
loro non erano i paladini della giustizia, negando di essere le persone
altruiste che in realtà erano.
Ma il pensare che i loro ricordi… il loro passato… quelle
sensazioni così singolari che avevano provato in determinati momenti della loro
vita, e che loro avevano impiegato anni per sotterrare per far sì che non
riemergessero per procurare altro dolore, e le maschere che si erano così accuratamente
cuciti addosso, potessero essere scoperte
improvvisamente, senza che loro volessero, li paralizzava.
Stessa cosa valeva per Sanzo,
anche se non lo avrebbe mai ammesso e si sarebbe
limitato a giustificare il suo comportamento dicendo semplicemente che “non
voleva altre seccature”.
Eppure, più di tutti, era quello in cui martellava
incessantemente in testa il pensiero della ragazza.
Si era ritrovato ad assomigliarle tantissimo.
Entrambi, per tutta la vita, da quando avevano perso le
persone a loro più care, avevano allontanato gli altri. Lei fuggendo dagli
altri, lui facendo fuggire gli altri da se.
Era questa la cosa che, più di tutte, lo aveva disarmato. La
consapevolezza di non essere l’unico a portare sulle spalle un pesante
fardello. Ma mentre lui, volente o nolente, aveva trovato dei compagni che,
anche se con alti e bassi, avevano comunque accettato la sua fredda e ostile
personalità, lei era completamente sola.
“Non sono problemi miei!” pensò nervosamente, buttando via
la sigaretta ormai consumata e accendendosene un’altra. Svolgendo quest’ultima
azione, non potè fare a meno di posare il suo sguardo sull’accendino.
Quando te ne sei
andato ho trovato questo.
Sanzo si girò tra le mani
l’accendino.
Ho visto che saresti
stato in pericolo… sono corsa ad avvertirti di stare attento…
SANZO – Tsk! – esclamò stizzito,
riponendo l’accendino in una delle tasche della tunica.
GOIJO – Scimmia, dove vai? - . Sentì dire improvvisamente Sanzo.
GOKU – A cercarla! - . Gli sentì rispondere e fu allora che
si voltò, vedendo la figura di Goku che si
allontanava correndo verso la direzione che aveva preso la ragazza
quando aveva deciso di andarsene.
HAKKAI – Goku! – chiamò l’amico,
ma non ebbe risposta. – Sanzo, che facciamo? – chiese
successivamente al bonzo, voltandosi verso di lui.
SANZO – Tsk! Quella stupida
scimmia… - .
GOIJO – Non vorrai lasciarlo andare??
– gli chiese preoccupato, vedendo che il bonzo non accennava a voler prendere
una decisione.
SANZO – Stupido kappa, e chi l’ha
detto? – gli chiese in risposta, voltandosi di nuovo,
raggiungendo la jeep e sedendosi infine al suo solito posto.
Hakkai e Goijo
lo guardarono confusi.
SANZO – Muovetevi, razza di idioti! O non riusciremo a
stargli dietro! – esclamò spazientendosi.
I due compagni fecero un sorriso e corsero verso la jeep.
SARAH – Dannazione, non vedo niente! – esclamò, mentre
riuscì ad evitare per l’ennesima volta di cadere.
Si era ormai allontanata di molto dai ragazzi, entrando in
un lato di bosco molto difficile da attraversare per via delle radici di diversi
alberi che si ergevano prepotentemente da terra e per via di diversi cespugli
che non facevano che graffiarla.
SARAH – Forse non avrei dovuto abbandonare la strada
principale… - disse, ripensando che forse l’idea di attraversare in trasversale
il bosco per cercare di raggiungere il prossimo villaggio più velocemente, non
era stata poi una così grande idea.
Uno strano rumore di passi la fece bloccare di colpo.
“Che siano…”.
Una risata sinistra le fece abbandonare subito l’idea che si
era fatta dei rumori.
-Bene, bene, bene… cos’abbiamo qui? - . Sentì dire,
prima di trovarsi davanti un gruppo di demoni.
Sarah cercò di indietreggiare, ma sentì delle presenze anche
alle sue spalle e si convinse a non muovere un muscolo, capendo di essere
circondata.
-È lei! – esclamò un demone, una volta che ebbe
focalizzato la figura della ragazza.
Un altro demone si leccò con bramosia le labbra,
avvicinandosi pericolosamente a lei.
-Fermo, idiota! Ci serve intera! O non avremo la
ricompensa! – lo fermò un altro.
-Che differenza fa se non gliela consegniamo “tutta”
intera? Solo un po’… - e detto questo, riprese ad avvicinarsi alla ragazza.
Il demone che l’aveva fermato la prima volta, lo fermò una
seconda volta, senza parlare, minacciandolo semplicemente con una spada.
-Vuoi morire, maledetto? – gli chiese in
risposta quello che voleva attaccare Sarah.
“Ora!” pensò la ragazza, scattando verso una direzione a
caso, approfittando che i demoni stessero litigando.
Ma non potè fare molti passi, che una corda lanciata da uno dei demoni le si arrotolò ai piedi, facendola cadere a terra.
-Dove credevi di andare, mocciosetta?
– le chiese beffardo il demone che aveva lanciato la
corda, avvicinandosi poi velocemente a lei ed alzandola per i capelli.
“È finita” pensò la ragazza arrendevole. “Forse è meglio
così…”.
GOKU – Lasciala immediatamente!! –
urlò, saltando improvvisamente da un cespuglio e colpendo con la nyoibo, nella caduta, il demone che teneva Sarah per i
capelli.
GOKU – Stai bene? – le chiese quando l’ebbe presa in braccio
per evitare che cadendo si fosse fatta male.
Sarah rimase senza parole, cercando di capire se ciò che
stesse vedendo non fosse frutto della sua fantasia.
GOKU – Sta qui – disse, adagiandola con delicatezza a terra.
– Ci penso io a loro – e detto questo, si voltò minaccioso verso i demoni,
impugnando il suo bastone allungabile, ma prima che potesse fare qualsiasi
cosa, i quattro demoni che gli erano davanti furono polverizzati
all’istante da un’alabarda, un’onda di Ki e da due
proiettili.
GOIJO – Che sbruffone! Che credevi di fare da solo? – lo
prese in giro Goijo, uscendo per primo allo scoperto,
seguito da Sanzo, Hakkai e Hakuryù.
GOKU – Ragazzi… -.
Goku, come Sarah, era incredulo.
HAKKAI – Scusate se ci siamo fatti attendere – disse, col
suo solito sorriso. – Ma Hakuryù non poteva
attraversare questo tratto trasformato in jeep, abbiamo dovuto raggiungervi a
piedi! - .
HAKURYU – Kyuuuuuuu – emise,
mettendosi a svolazzare intorno a Goku e raggiungendo
poi Sarah.
La ragazza vide il draghetto
trattenersi all’altezza del suo volto, fare una piccola svolazzata intorno a
lei e poi raggiungere Hakkai, appoggiandosi sulla
spalla di quest’ultimo.
Fu allora che Goku si voltò verso
Sarah, porgendole una mano per permetterle di alzarsi.
SARAH – Perché siete venuti? – chiese a tutti e quattro,
senza accettare la mano di Goku.
I ragazzi rimasero in silenzio.
SARAH – Vi ho già detto – disse, alzandosi finalmente da
terra. – Che non mi dovete nulla… va bene così - .
GOIJO – Infatti – asserì, accendendosi una sigaretta. Sarah
lo guardò confusa.
HAKKAI – Non ti dobbiamo nulla, infatti
non siamo qui per questo – continuò, aggiustandosi il monocolo, sorridendo
sempre.
Sarah continuò a guardarli con la stessa espressione.
Goku stette in silenzio, e attese
che gli amici si spiegassero.
GOIJO – Hai fatto tutto tu – disse, continuando a rivolgersi
alla ragazza,
SARAH – Non capisco… - .
HAKKAI – Stiamo cercando di dirti, che la decisione di
allontanarti l’hai presa tu, non noi - .
Goku sorrise. Aveva capito.
GOIJO – Noi siamo venuti a recuperare solo la stupida
scimmia, se hai intenzione di proseguire il viaggio con noi, puoi farlo senza
problemi - .
SARAH - … - . Non poteva crederci. Ancora una volta,
nonostante ormai sapessero la verità, quei ragazzi le stavano offrendo di
viaggiare con loro.
SARAH – Anche ora che sapete che… - .
SDENG.
SARAH – EHI! Maledetto bonzo manesco e violento! Non solo
nel giro di un giorno mi hai puntato tre volte la pistola contro! Adesso anche
l’harisen!!! – urlò contro Sanzo, mantenendosi la testa che le faceva male.
SANZO – Tsk! Mocciosa, vuoi
deciderti o no? Non abbiamo tempo da perdere noi! Smettila di tirare in ballo
sempre la tua storia! Non ce ne frega niente che hai doti di preveggenza e che
puoi vedere il passato! Se vuoi venire dillo adesso, che all’alba partiamo! - .
Sarah rimase ancora una volta senza parole.
A modo suo, quel ragazzo dai capelli dorati le stava dicendo
che l’accettavano.
Prima che potesse dire qualcosa, l’harisen le arrivò nuovamente in testa.
SARAH – E questo per cosa??? - .
SANZO – Per averci riempiti di balle, per aver trascinato
con te la stupida scimmia e per la tua eterna indecisione! - .
GOIJO – E pensa che ti ha fatto lo
sconto, altrimenti ne avresti ricevute tre di harisennate!
– scherzò, avvicinandosi a lei.
CLICK.
SANZO – Fà poco lo spiritoso – gli
sibilò.
HAKKAI – Ah, ma che bella serata! – esclamò improvvisamente,
cercando di far cambiare discorso al gruppo.
GOKU – Sììììì!!!
– esclamò euforico.
SDENG.
SANZO – Che hai da urlare, stupida scimmia?!
- .
GOKU – Sono solo contento della situazione ç___ç – rispose,
coi lacrimoni agli occhi.
GOIJO – Idiota come al solito! - .
GOKU – A chi hai dato dell’idiota, stupido kappa?? - .
GOIJO – A te, stupida scimmia! - .
GOKU – Non osare chiamarmi scimmia, pervertito di un kappa! – e cominciarono ad azzuffarsi, sotto lo sguardo
incredulo di Sarah, che non riusciva a ricordare come avessero
potuto arrivare a quel punto all’improvviso.
BANG BANGBANG
SANZO – Silenzio!!! - .
HAKKAI – Verrai, allora? – chiese alla ragazza, distraendola
dalla scena violenta a cui stava assistendo.
SARAH – Beh… -.
HAKKAI – L’unica pecca del viaggio sarà dover assistere
frequentemente a questo scambio di battute ^^ - le disse, sorridendo come suo
solito.
Sarah rise e guardò lo strano gruppetto che stava animando
il bosco in piena notte.
SARAH – Credo proprio che sopporterò questo “frequente
scambio di battute” ^^ - rispose ad Hakkai, sorridendogli,
mentre Sanzo continuava a sparare su Goku e Goijo e la luna lasciava
di nuovo il posto al sole.
Cari
lettori e care lettrici ç___ç ho da farvi un annuncio importante ç___ç è
arrivato il giorno che molti di voi (una di voi in particolare>__> ) non
volevano che arrivasse ç___ç Per farla breve, domani parto XD Volevo quindi
avvisarvi che gli aggiornamenti riprenderanno a settembre. Ma voi continuerete
a seguirmi, vero?? ç___ç Mica mi abbandonate?? ç___ç Stasera non ho nemmeno il tempo di salutarvi tutte
singolarmente (perché in teoria tra un paio d’ore dovrei partire >__< )! In
più questo capitolo (per motivi di tempo) sarà piuttosto breve ç___ç Mi farò
perdonare, promesso! Auguro a tutte buone vacanze!! Un
saluto particolare a YamaMaxwell, miriel67, WhiteLie e mon_chan! Saluti anche
a coloro che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti e coloro che anche se
non recensiscono continuano comunque a seguirmi!
Baci
a tutti! E perdonate l’introduzione lampo! Ci si rilegge a settembre, parola
d’onore u___ù
“Intrecci”
JIROSHI - KanzeonBosatsu! KanzeonBosatsu! – urlò, correndo velocemente verso la divinità
della misericordia.
KANZEON – Cosa c’è, Jiroshi? –
chiese svogliatamente, degnando appena di uno sguardo l’uomo.
JIROSHI – Il consiglio chiede di vederla! – esclamò.
KANZEON – Non ora – disse, continuando a guardare i fiori di
loto seduta dalla sua solita postazione. – Le cose stanno cominciando a farsi
interessanti – sorrise.
JIROSHI – È urgente, altrimenti non l’avrei mai disturbata! Ratzel è scomparso, non si hanno sue notizie da due giorni!
- .
La dea a quel punto guardò Jiroshi.
Sul suo volto, ora, era dipinta un’espressione di pura
preoccupazione.
GOKU – Hakkaaaaaai… quando arriviamo? – chiese, sporgendosi dal sedile
posteriore e andando ad affiancare con il volto quello dei due ragazzi che
erano seduti davanti.
HAKKAI – Manca poco Goku, la
cartina indica che a breve dovremmo giungere in un villaggio – rispose
tranquillamente, continuando a guidare.
GOKU – Ho fame… - si lamentò, ma non ebbe il tempo di
concludere il suo lamento che gli arrivò un pugno in testa da Goijo.
GOIJO – Piantala, scimmia petulante! – esclamò, con ancora
il pugno chiuso.
SARAH – No, vi prego no… - supplicò, prevedendo, senza aver
bisogno dei suoi poteri, un’ennesima litigata tra i due.
Hakkai rise.
HAKKAI – Povera Sarah… - disse, sorridendo come suo solito.
La guerra, nel frattempo, come aveva immaginato Sarah, era
ricominciata.
SARAH – Hakkai, vuoi il cambio? È
da stamattina all’alba che stai guidando, potresti riposarti un po’! –
consigliò al ragazzo dagli occhi di giada.
SANZO – Bella mossa – constatò, continuando a guardare
avanti e fumare la sua sigaretta.
SARAH – No, non è come pensi! – si difese, afferrando al
volo l’insinuazione del bonzo.
HAKKAI – Non preoccuparti, Sarah! – le disse, avendo capito
anche lui.
SARAH – Non è come pensate ç___ç – ribadì, triste e offesa,
afferrando il sedile di Hakkai con entrambi le mani
per aiutarsi a sporgersi con la testa verso di loro.
Sanzo fu turbato da quella
vicinanza e allo stesso tempo ne fu irritato. Non riusciva a comprendere perché
quella ragazza gli facesse quell’effetto… non era da lui, non gli era mai
capitato.
SARAH – Ok! – ammise, facendo una piccola linguaccia. – A
parte il mio tentativo di allontanarmi da questi due scalmanati – disse,
volgendo lo sguardo verso Goku e Goijo
che continuavano a darsela di santa ragione tra diversi “stupida scimmia” e “kappa pervertito”. – So davvero guidare, quindi, anche se
in questo momento non mi credi ^^ , tieni presente che puoi farti dare
il cambio quando vuoi - .
HAKKAI – Non mancheranno occasioni allora! – le rispose.
SANZO – Tsk! Una mocciosa come te saprebbe guidare? - .
SARAH – Io-non-sono-una-mocciosa!
– gli rispose, scandendo ogni singola parola con un certo tono. – E se lo sono,
lo sei anche tu! Sei poco più grande di me! - .
SANZO – E questo chi lo dice? Ti ho forse detto quanti anni
ho? - .
SARAH – Beh… no – rispose imbarazzata. – Ma a giudicare
dall’aspetto, direi che sei più grande di me di tre o quattro anni… - ipotizzò.
HAKKAI – Brava! - .
SARAH – Ho indovinato?? – chiese
sbalordita.
Hakkai annuì, mentre la venetta di Sanzo si gonfiava a
vista d’occhio.
SARAH – Quindi – tornò a rivolgersi al bonzo. – Hai all’in circa ventitre o ventiquattro anni… - .
SANZO – Tsk… - .
SARAH – Lo prendo per un sì! – sorrise soddisfatta. –
Vediamo… tu invece… - si rivolse adHakkai. – Beh sì! Mi sa che avete più o meno la stessa età!
- .
Il ragazzo dal sorriso gentile annuì ancora una volta.
HAKKAI – E loro, quanti anni pensi che abbiano? – indicando
con un gesto del capo Goku e Goijo
che non la smettevano di litigare.
SARAH – Mmmm… cinque? – chiese,
dopo aver finto di pensarci un po’ su.
SANZO – Cala, cala - .
HAKKAI – Goijo ha ventidue anni
come me – iniziò infine a spiegare. – Sanzo ne ha
ventitre e Goku… beh… ne ha 18 nell’aspetto - .
SARAH – Nell’aspetto? – chiese confusa.
HAKKAI – In teoria, Goku avrebbe
più di cinquecento anni – rispose, alludendo alla natura eretica del ragazzo.
“Giusto” pensò la ragazza, ricordando di
quando le era stato raccontato del rinvenimento di Goku.
Si girò, mettendosi ad osservare il ragazzo dagli occhi
dorati.
“Come può essere considerato pericolosa, una persona così
dolce, altruista e ingenua?”.
HAKKAI – Eccoci arrivati – disse,
vedendo delinearsi lentamente, man mano che si avvicinavano, i profili delle
case di un villaggio.
GOKU – Evviva, si mangiaaaaaaa! –
urlò, distraendosi all’istante dal litigio con Goijo.
Un’harisennata lo colpì in piena
testa, sotto la sonora risata di Sarah.
-Sono
arrivati – disse un uomo apparentemente giovane, dai capelli bianchi lunghi
fino alle spalle con un paio di occhi sottili azzurri.
Il viso della persona alla quale si era riferito, si abbassò
impercettibilmente, in segno di annuimento.
-Hai
già un piano, Ratzel? – chiese l’uomo
dai lunghi capelli bianchi, guardando in direzione della jeep verde che si avvicinava
al villaggio.
Ratzel sollevò leggermente la
testa, facendo in modo che il vento gli scompigliasse un po’ i capelli neri,
lasciando intravedere il chakra al centro della
fronte.
RATZEL - Naturalmente - . E si
volatilizzò insieme al compagno dagli occhi azzurri, non prima che i loro
mantelli ebbero svolazzato leggermente.
HAKKAI – Una camera singola ed una multipla, per favore –
disse all’addetta alla reception, dopo aver fornito
tutti i loro dati.
-Sono spiacente, ma ci sono rimaste solo camere singole
- .
HAKKAI – Va bene comunque – disse, col suo solito sorriso
cortese.
La ragazza della reception annuì e
fornì loro le chiavi delle camere.
SARAH – Strano che al primo colpo
siamo riusciti a trovare una locanda con camere ancora libere – constatò mentre
saliva le scale che conducevano alle camere, insieme agli altri.
GOIJO – Oh, ma questo deve essere il tuo ultimo problema,
ricorda che semmai non fossimo riusciti a trovare camere sufficienti per tutti, il mio letto sarebbe stato lib…
- .
SDENG.
GOIJO – Ehi!! Che diavolo vuoi
bonzo?? – sbraitò, quando si fu ripreso dalla botta in
testa.
SANZO – Taci, pervertito di un kappa!
– gli urlò contro, ignorandolo poi successivamente e continuando a salire le
scale.
Sanzo andò a chiudersi subito
nella sua camera, la prima vicina alle scale, non degnando di un saluto
nessuno.
SARAH – Beh… - disse, dopo che ebbe spostato il suo sguardo
interrogativo dalla porta della camera di Sanzo. –
Andrei anch’io, non vedo l’ora di farmi una rinfrescata! – esclamò, afferrando
la maniglia della porta della sua camera, vicina a quella di Sanzo.
GOIJO – Che ne diresti di rinfrescarci insieme? – le chiese malizioso, facendosi vicino a lei, nonostante la
ragazza fosse indietreggiata già alla domanda.
HAKKAI – Sarebbe meglio se ci rinfrescassimo tutti – disse.
– Separatamente – aggiunse, afferrando per un’orecchioGoijo e
trascinandolo verso la sua camera, in fondo al corridoio.
Sarah sorrise con gratitudine adHakkai, entrando successivamente nella sua stanza, e
poggiandosi per un attimo con le spalle alla porta.
-Quando scendiamo a mangiare??
– sentì dire da Goku poco dopo.
-Scimmia, quanto sei fastidiosa!
– sentì esclamare successivamente Goijo.
Si allontanò sorridendo, andando ad aprire la finestra e a
sedersi sul davanzale.
Notò del fumo uscire dalla finestra di Sanzo
e corse con la mente al ragazzo.
“Che tipo strano” pensò, ripercorrendo con la mente gli
ultimi episodi che li avevano visti protagonisti. Quel ragazzo aveva la
capacità di confonderla.
Avevano scambiato pochissime parole da
quando si erano conosciuti, eppure, nelle diverse situazioni in cui ne
avevano avuto occasione, era sembrato come se entrambi avessero voluto dire
qualcosa in più.
Non esisteva un ragionamento razionale che potesse spiegare ciò che provava quando si trovava davanti
quel ragazzo dai capelli dorati e dagli occhi d’ametista, eppure si sentiva,
stranamente, in sintonia con lui.
Sì, lo aveva considerato un tipo scorbutico, lunatico, dal
grilletto facile, dal carattere insopportabile insomma, eppure dentro di se
sapeva che di lui poteva fidarsi, e inspiegabilmente si sentiva attratta da
questa situazione.
Senza pensarci due volte, si diresse verso la porta,
aprendola ed andando a trovarsi, così, davanti alla camera del bonzo.
Bussò, maledicendosi subito dopo per l’azione insensata che
aveva compiuto.
“Che diavolo sto facendo?”.
La porta si aprì, mostrando il viso impassibile e gli occhi
impenetrabili del ragazzo dai capelli dorati, che ora non aveva più la tunica a
coprirgli le spalle.
SANZO – Che vuoi? – le chiese, notando che non accennava a
voler parlare.
SARAH – Ehm… - . “Giusto, che
voglio?”. – Scusami se ti disturbo… posso chiederti una sigaretta? - .
Sanzo la guardò per un attimo,
chiedendosi perché avesse assunto così improvvisamente un colorito più acceso
del solito, e valutando l’idea di farla entrare, dal momento che aveva lasciato
il pacchetto di sigarette sul davanzale della finestra.
Aprì di più la porta, scostandosi leggermente, invitandola
così ad entrare.
Sarah, un po’ titubante, non aspettandosi una simile
reazione da parte sua, si decise infine ad superare la
soglia della porta. Sentì, poco dopo, chiudersela alle spalle.
Sarah si fermò al centro della stanza, Sanzo
la sorpassò poco dopo, andando a recuperare le sigarette dalla finestra e
porgendole successivamente alla ragazza.
SARAH – Grazie – disse quando ne
ebbe estratta una dal pacchetto.
Sanzo non rispose e le avvicinò
l’accendino acceso alla sigaretta che si era portata alla bocca.
La situazione appariva ai due quasi
surreale.
Lei non pensava che il bonzo fosse potuto essere meno
scorbutico del solito, e lui non riusciva a capire perché si comportava così
con quella ragazza.
SARAH – Allora… ci vediamo dopo a pranzo – si convinse a
dire, per rompere il silenzio.
Lui annuì, andando poi a voltarsi verso la finestra, dandole
le spalle.
Fu così che lei uscì dalla camera del bonzo, con ancora la
sigaretta tra le labbra, e ritornò nella sua camera.
Una volta entrata si riappoggiò per un attimo con le spalle
alla porta, e prese la sigaretta tra le dita, mettendosi ad osservarla.
“Da quand’è che non fumavo?” si chiese, non riuscendo ancora
a capacitarsi del suo comportamento
“Che diavolo mi succede?” si chiese esasperato Sanzo, portandosi una mano alla fronte, con la speranza di
scacciare il senso di vuoto che gli aveva lasciato il veder uscire la ragazza
dalla sua camera.
Ciao!!!!
Buon inizio settembre a tutti!!! Come state?? Vi sono
mancata?? (NO! NdTutti)
(ç___ç ndHOPE87). CofCof… (il “cofcof” dovrebbe corrispondere ad una sorta di tosse
>__>)… comunque… ben ritrovati!
Come
promesso sono tornata ad aggiornare, e ci tengo a scusarmi per lo scorso
capitolo. Corto e con diversi errori di battitura e punteggiatura. Perdonatemi
ç___ç Ma erano le 3 di notte (o meglio, del mattino ò___ò) e dopo due ore sarei
dovuta partire… ci ho tenuto ad aggiornare perché volevo salutarvi e perché
volevo tenervi un po’ col fiato sospeso (zìzì, me
bastarda u___ù). Spero che anche quest’altro capitolo sia all’altezza delle
vostre aspettative… nel caso non lo fosse, perdonatemi di nuovo ç___ç ma devo ritrovare il ritmo ç___ç.
Prima
di lasciarvi al capitolo ci tengo a salutare le recensioniste:
-WhiteLie: eccomi! XD Sono stata puntuale, dai u__ù me desolata
per il capitolo corto ç___ç ma come vedrai mi sono rifatta XD Baci, spero alla
prossima! ;
-Miriel67 : eh sì…
gli dei… quando s’intromettono gli dei io ho sempre sentito puzza di bruciato…
non so se sono riuscita a suscitare la stessa sensazione XD contenta che ti sia
piaciuta quella scena! ;
-Nemeryal : ciao! Benvenuta! Non sai quanto sia
contenta di sapere che la mia storia stia piacendo ç___ç me emozionata e
lusingata *___* (*inchino*) grazie mille per averla aggiunta anche tra le tue
preferite! Spero di continuare ad incuriosirti! ;
-Maryon : Bentornata! Tranquilla, io non obbligo nessuno a
leggere e recensire la mia fan fiction, mi fa piacere comunque vedere e sapere
che sta piacendo e che ci siano persone che la seguano. Poi con le prime due
recensioni che mi hai lasciato, sapevo che prima o poi saresti tornata XD E
grazie per averlo fatto! ;
-Mon-chan : Sono quasi caduta dalla sedia quando ho letto che
cominciava a piacerti anche Sanzo! XD Ecco un
capitolo più lungo, spero vada bene. (un po’ di
pazienza, sto cercando di riprendere il ritmo ç___ç) Bacioni!!
.
Saluto
inoltre YamaMaxwell! E tutti quelli che leggono
questa fan fiction!
Ora
il meritato capitolo u___ù *inchino*
“Vicende inaspettate”
La dea* della misericordia percorse in lungo ed in largo il
palazzo reale alla ricerca di qualche informazione che potesse ricondurla a Ratzel.
Nonostante avesse interpellato tutti i suoi subordinati,
nessuno seppe dirle dove si trovava.
KANZEON BOSATSU – Dannazione… - disse a denti stretti,
nervosa.
JIROSHI – KanzeonBosatsu! – esclamò, non appena vide la dea.
KANZEON BOSATSU – Dammi buone notizie Jiroshi…
- disse, quando ebbe prestato attenzione all’uomo, distraendosi dai suoi
pensieri.
JIROSHI – Purtroppo non ho alcun tipo di notizia… non sono
riuscito a sapere nulla. – le rispose mortificato.
“Neanche lui” pensò tra sé la dea, portandosi due dita al
mento in segno di riflessione.
JIROSHI – Cos’ha intenzione di fare? – le chiese dopo un po’.
La dea non gli rispose. Corrugò ancora di più la fronte e
continuò a riflettere.
JIROSHI – Pensa davvero che possa… - azzardò, cercando
d’immaginare a sua volta cosa stesse pensando fosse
avvenuto la dea.
KANZEON BOSATSU – Ne sono sicura – rispose categorica
interrompendolo, capendo anticipatamente a cosa stesse
per riferirsi.
Jiroshi non rispose e deglutì
rumorosamente, cominciando ad immaginare cosa stesse
architettando, per risposta, la dea.
Improvvisamente un uomo dal portamento altezzoso, dai
capelli biondi corti e dagli occhi dal taglio felino ambrati, passò a pochi
metri da lei.
-KanzeonBosatsu
– disse con riverenza non appena fu arrivato davanti alla dea, facendo un breve
inchino, senza scomporre la sua fiera espressione.
KANZEON BOSATSU – Kadeon… -
pronunciò lentamente, facendo in modo che qualsiasi ombra di preoccupazione che
poteva scorgersi in quel momento sul suo volto sparisse all’istante. – Lieta di
vedere che almeno il subordinato maggiore del generale dell’esercito celeste si
degna di mostrare la sua presenza – continuò, non
ricevendo alcuna riposta alla sua provocazione. – Dov’è Ratzel?
– chiese infine al dio dagli occhi ambrati, senza troppi giri di parole.
Ma prima che Kadeon rispondesse,
la dea alzo un dito in segnò di raccomandazione.
KANZEON BOSATSU – E bada a dirmi che non lo sai perché
saresti poco credibile - .
KADEON – Mi duole risponderle proprio in questo modo… ma davvero non so dove si trovi il generale… aveva
delle faccende da sbrigare… - .
KANZEON BOSATSU – Scommetto sulla terra – azzardò di nuovo,
non staccando i suoi occhi da quelli del dio che aveva di fronte, il quale non
rispose di nuovo.
KANZEON BOSATSU – Buona giornata Kadeon
– lo salutò infine, volgendogli subito dopo le spalle prima
che lui potesse ricambiarle il saluto. Poi si avviò verso la sua solita
postazione, seguita dal fedele Jiroshi.
JIROSHI – Adesso sappiamo dove cercarlo – disse alla dea,
non appena furono abbastanza lontani da Kadeon.
KANZEON BOSATSU – No… adesso sappiamo dove trovarlo –
sentenziò, sedendosi davanti al campo di fiori di loto.
“Come cavolo mi sarà saltato in mente di chiedergli una
sigaretta?” si rimproverò Sarah mentre scendeva la
scale per raggiungere la sala da pranzo.
Si osservò per un attimo i vestiti, constatando di non
essere nella tenuta migliore per mostrarsi ancora in pubblico.
“Devo assolutamente fare shopping” pensò tra sé, quando
sentì dei passi alle sue spalle e tre persone fermarsi su alcuni scalini poco
sopra di lei.
GOKU – Sarah!!! Vieni con noi???
Andiamo a comprare da mangiare!! – le urlò non appena la vide, suscitando un
sorriso divertito alla ragazza.
HAKKAI – Manca ancora un po’ all’ora
di pranzo, stavamo uscendo a fare provviste per il viaggio – si affrettò a
spiegare coi suoi soliti modi gentili. – Vieni con noi? - .
SARAH – Volentieri! – rispose subito, regalando un sorriso
ancora più luminoso ai tre ragazzi. – E Sanzo? –
chiese poco dopo, notando l’assenza di quest’ultimo.
GOIJO – Il Venerabile non si abbassa a venire a fare compere
con degli scellerati come noi! – ironizzò, facendo ridere la ragazza.
GOKU – Dai!!! Andiamo, andiamo,
andiamo!! – urlò nuovamente, scendendo velocemente le scale e trascinando con
sé Sarah, dopo averla afferrata per un polso.
GOIJO – Ecco! Questo sarebbe perfetto! – esclamò, facendo
vedere a Sarah un vestito cortissimo nero dallo scollo vertiginoso sia sul
davanti che sul dietro.
SARAH – La pianti di provarci?? –
lo rimproverò, stando allo scherzo.
GOIJO – Io sono del parere che le cose belle vanno fatte
vedere… - disse in modo seducente, facendosi più vicino alla ragazza.
HAKKAI – Perché non mi aiuti a scegliere le provviste per il
viaggio? – chiese tempestivamente all’amico, afferrandolo per un orecchio e
trascinandolo lontano da Sarah, che lo ringraziò del favore sorridendogli.
GOIJO – E dai Hakkai… - protestò,
guardando seccato l’amico. – Anche la scimmia può aiutarti! –
HAKKAI – In questo momento la scimmia si sta dedicando ad
altro - . E detto questo, col suo solito sorriso
tranquillo, indicò alle sue spalle Goku che si stava
rimpinzando vicino ad una bancarella che vendeva nikuman.
Goijo abbassò la
testa sconsolato, mollò l’abito che aveva mostrato a Sarah e seguì
l’amico, che lo condusse in un negozio vicino.
Prima di entrare, Hakkai si rivolse
di nuovo a Sarah.
HAKKAI – Fa con comodo! C’incontriamo alla locanda! - .
SARAH – D’accordo! – gli rispose la ragazza con un sorriso
di gratitudine, prima che il ragazzo sparisse all’interno del negozio di generi
alimentari.
SARAH – E adesso… all’opera! – esclamò, notando, davanti a
sé, tutte le bancarelle che sfilavano ai lati della strada.
Riuscì nell’impresa in poco, tanto che ebbe il tempo di fare
una passeggiata nel villaggio, non prima, però, di essersi fermata da un
fruttivendolo a comprare una mela.
Un gruppo di persone disposte a cerchio, al centro di una
via secondaria che aveva imboccato, attirò la sua attenzione.
-Che ne facciamo? –
-Potremmo venderla! –
-No, uccidiamola! - .
A quest’ultima esclamazione Sarah si fece seria e si
avvicinò ancora di più al gruppo di uomini, quando uno di questi sollevò con un
braccio l’oggetto della discussione.
Una bambina dai capelli rosso-arancio
giaceva immobile sollevata in aria dall’uomo. Dalle orecchie appuntite, Sarah
dedusse che si trattava di un demone.
-Bravo, tienila così in alto! – disse uno di loro,
impugnando una lancia e puntandone la lama verso il collo della ragazzina.
Sarah spalancò gli occhi e si guardò intorno, cercando di
trovare qualcosa che potesse aiutarla. Non trovando
nulla, si decise a tentare il tutto e per tutto, e lanciò con impeto la mela
mezza mangiucchiata che aveva in mano, che con somma fortuna, colpì in piena
testa l’uomo che reggeva la lancia.
-Ehi… - fece quest’ultimo, non capendo cosa gli fosse stato lanciato e soprattutto chi gliel’avesse
lanciato.
SARAH – Ma siete impazziti?! – urlò
fuori di sé, attirando l’attenzione di tutto il gruppo di uomini.
-Che diamine vuoi donna? -le chiese uno di loro, irato.
SARAH – Che diamine volete voi da quella ragazzina! –
rispose a tono, senza farsi intimidire e senza abbandonare il suo temperamento.
– Cosa vi è saltato in testa?? - .
-Non lo vedi che è un demone? - .
SARAH – Non lo vedi che è una bambina? - .
-Bambina o adulta fa lo stesso… impazzirà come gli altri
e ci attaccherà! - .
SARAH – Vi ha attaccati? - .
-No, ma… - .
SARAH – Allora non c’è giustificazione che regga! Stavate per uccidere un innocente! - .
-Donna… - pronunciò uno di essi
seccato. – Se ci tieni così tanto a proteggerla uccidiamo anche te! - .
SARAH – Fatti sotto, grassone! – lo provocò, mettendosi in
posizione di difesa e ricambiando l’occhiataccia che l’uomo le aveva riservato.
Fu così che l’uomo si avvicinò a lei, con un ghigno
divertito sul volto, osservando dalla testa ai piedi il fisico gracilino della
ragazza che aveva di fronte.
Mentre stava ancora facendo il gradasso, Sarah lo afferrò
per le spalle e sollevò energicamente un ginocchio nelle parti basse dell’uomo,
vedendolo poco dopo capitombolare a terra dolorante e compiacendosi a vederlo
perdere conoscenza.
La ragazza rise tra sé per l’ennesimo colpo di fortuna che
aveva avuto e si voltò verso i due uomini rimasti, lanciando loro un’occhiata inceneritrice.
SARAH – Allora? – chiese loro. – Volete lo stesso
trattamento? - .
I due uomini si guardarono per un attimo, indecisi sul da
farsi, poi lasciarono cadere la ragazzina a terra e scapparono.
A quel punto Sarah scoppiò a ridere.
SARAH – Fortuna che quell’uomo mi ha mostrato di che pasta
erano fatti i suoi amici! – esclamò voltandosi verso l’uomo che aveva colpito precedentemente,
riferendosi alla visione che aveva avuto afferrandolo per le spalle.
Si avvicinò alla ragazzina dai capelli
rosso-arancio, constatando con amarezza che aveva un bernoccolo in
testa.
SARAH – Che bastardi… - disse con amarezza, cominciando a scuotere
la ragazzina che non accennava a volersi svegliare nonostante il trambusto che
c’era stato.
SARAH – Ehi… - disse con dolcezza, continuando a scuotere
per una spalla la ragazzina e fu dopo un po’ che le parve di vedere le narici
di quest’ultima muoversi leggermente, quasi come se, nonostante fosse priva di
sensi, stesse annusando qualcosa nell’aria.
E infatti dopo un po’ Sarah si
ritrovò a terra, spinta dalla ragazzina che, svegliatasi, si era avventata
sulla mela mezza mangiucchiata che era alle spalle della ragazza.
- Fame… - pronunciò la ragazzina quando
ebbe ingoiato la mela con tutto il torsolo, risendendosi
a terra e portandosi una mano allo stomaco brontolante.
Sarah era paralizzata dallo stupore. Tossicchiò appena per
attirare l’attenzione.
-Mh? – si chiese la ragazzina,
girando il viso verso Sarah e puntandole le sue iridi verdi addosso.
SARAH – Ciao – salutò mesta, sforzandosi di sorridere e
alzando una mano in segno di saluto.
-Ciao! – la salutò la ragazzina, portandosi più vicina a
lei, incuriosita.
-Chi sei? – le chiese a quel punto la ragazzina.
“Bel tipetto…” pensò tra sé la
ragazza, non riuscendo a capacitarsi delle reazioni del demone che aveva
avanti.
SARAH – Mi chiamo Sarah – si decise a rispondere la ragazza,
non trovando altra alternativa di comunicazione.
-Ciao Sarah! Io mi chiamo Lirin!
– urlò quasi la ragazzina, sorridendole.
SARAH – Lirin… ti ricordi quello
che è successo? – si decise a chiederle.
LIRIN – Eh? - . Un brontolio lungo ed insistente attirò
l’attenzione di entrambe.
LIRIN – Che fameeeeeeee! – si
lamentò la ragazzina, portandosi di nuovo le mani sullo stomaco.
Sarah rise tra sé.
“Mi ricorda qualcuno” pensò divertita, prima di alzarsi e di
battersi le mani sui pantaloni sporchi di polvere.
SARAH – Ti va di mangiare qualcosa? – le chiese, osservando
subito dopo le iridi verdi della ragazzina brillare di felicità, e bastarono
quelle a far capire la risposta a Sarah.
Si trovarono poco dopo sedute su una panchina di una strada
principale a mangiare dei nikuman.
LIRIN – AH!! Ora sì che si ragiona!
– esclamò soddisfatta, carezzandosi la pancia ormai piena.
Sarah rise di nuovo.
SARAH – Ora ti ricordi cos’è successo? – le chiese, sperando
che a stomaco pieno la ragazzina avesse ricordato, ma gli occhi confusi di
quest’ultima la fecero quasi demordere.
SARAH – Quando ti ho trovata –
allora spiegò – eri priva di sensi, nelle mani di alcuni uomini che avevano
tutt’altro che buone intenzioni… - .
Lirin strinse appena gli occhi,
portandosi un dito al mento cercando di ricordare.
LIRIN – Ah sì!! Cattivi! – esclamò,
ricordatasi di quanto fosse successo. – Mi avevano
promesso dei nikuman… poi quando
abbiamo imboccato la stradina secondaria ho sentito dolore alla testa… e non ho
visto più nulla. – ricordò rammaricata.
SARAH – Ti avevano promesso del cibo? - .
LIRIN – Avevo fame… pensavo davvero che volessero comprarmi
da mangiare! – esclamò imbronciata, assumendo l’espressione di una bambina
offesa, che a Sarah suscitò un’altra risatina.
“E stavano per ucciderla” si trovò a pensare a malincuore,
osservando quella ragazzina così divertente e vivace e per nulla pericolosa.
LIRIN – Ma è tardissimo!! –
esclamò, tirando fuori da una tasca dei pantaloni una
sveglia e guardandone l’ora. – La signorina Yaone si
arrabbierà tantissimo!! Io scappoooooooooo!
– disse, saltando giù dalla panchina e mettendosi a correre in una direzione a
caso, con ancora un nikuman in bocca. – Grazie per
avermi aiutata, Sarah!!! – urlò alla ragazza,
voltandosi a salutarla. – E grazie anche per i nikuman!! – concluse, sparendo poco dopo dalla vista della ragazza.
Sarah sorrise ancora una volta davanti a quel vulcano di
energia che aveva incontrato, quando la sveglia della ragazzina le ricordò
qualcosa.
SARAH – Ma che ore sono?? – urlò
quasi, alzandosi di scatto dalla panchina, facendo cadere a terra gli ultimi
due nikuman che erano rimasti. – Mi stanno
aspettando! – urlò nuovamente, mettendosi a correre verso la locanda.
GOIJO – Eccola! – esclamò quando
vide entrare come un razzo la ragazza dalla porta principale della locanda.
GOKU – Siamo qui Sarah! – urlò, alzando una mano per farsi
vedere da lei.
SARAH – Scusate, scusate, scusate! – disse velocemente una
volta che si fu avvicinata al tavolo dove erano seduti i ragazzi, inchinandosi
più e più volte e ogni volta sempre di più.
HAKKAI – Tutto bene? Eravamo preoccupati. - .
GOIJO – Ti sei forse imbattuta in qualche sorta di
seccatura? - .
SARAH – Più o meno… - rispose a Goijo,
prendendo posto accanto a Goku.
GOKU – Ordiniamo? – chiese impaziente, guardando uno per uno gli amici.
SARAH – Mh? Avete aspettato me? –
chiese sorpresa.
GOIJO – Ma certo, principessa!
Eravamo preoccupati… avevamo lo stomaco chiuso… - scherzò, rivestendosi dei
panni del seduttore. – Tranne la scimmia che ha lo stomaco perennemente aperto
e il bonzo imperturbabile a cui non importa nulla,
ovviamente. - .
SANZO – Tsk… - si limitò a
pronunciare, non sollevando per un attimo lo sguardo dalle pagine del giornale
che stava leggendo.
SARAH – Cosa leggi? – si decise a chiedergli, cercando di
rompere quel ghiaccio che perennemente si formava ogni volta che aveva a che
fare con lui.
SANZO – Dove sei stata? – le chiese, ignorando completamente
la sua domanda, piegando accuratamente il giornale con gesti calcolati e
sfilandosi gli occhiali da vista.
GOIJO – Giusto… è successo qualcosa principessa? Perché non
tornavi più? - .
SARAH – Ho avuto a che fare con un gruppo di uomini che
stava per uccidere una ragazzina – riassunse, versandosi subito dopo un po’
d’acqua nel bicchiere.
GOKU – Una ragazzina? – chiese incuriosito.
SARAH – Per la precisione era un demone -
. Bevve un sorso d’acqua. – L’avevano attirata in una trappola. - . I
ragazzi la guardarono pensierosi e lei se ne accorse.
SARAH – Immagino cosa stiate pensando… non aveva perso il
controllo… era normalissima… - . Si oscurò in volto mentre raccontava.
Mentre venivano servite le portate,
raccontò nei dettagli l’incontro che aveva avuto con Lirin,
tralasciandone il nome semplicemente perché non lo riteneva importante.
GOIJO – Ahahahah!!
Una mela!- .
HAKKAI – Ottima mira! – si congratulò, sorseggiando del
sakè.
GOKU – Che farabutti! Prendersela così con una ragazzina
solo perché demone! - .
SARAH – È la stessa cosa che ho pensato anch’io quando ho
assistito alla scena… - .
HAKKAI – Ormai le persone si fidano sempre meno… - aggiunse,
posando il suo sguardo sul tavolo, mettendosi a riflettere.
Tra i cinque calò il silenzio, ognuno era immerso nei propri
pensieri.
GOKU – Sanzo, dove vai? – chiese quando ebbe visto il bonzo alzarsi e dirigersi verso
le scale.
SANZO – Pagate il conto, tra mezz’ora ce ne andiamo – si
limitò ad ordinare. Poi scomparve al piano di sopra.
GOIJO – Sempre loquace, oltre che simpatico – osservò
ironico, portandosi una sigaretta accesa alla bocca. – A proposito… - disse
poi, rivolgendosi a Sarah. – Poi l’hai comprato quel vestito? – le chiese
sornione.
HAKKAI – Goijo… - lo richiamò,
temendo che Sarah potesse stufarsi del suo comportamento, ma di tutta risposta
la ragazza scoppiò a ridere.
SARAH – Non molli, eh? – chiese divertita al mezzo demone. –
Comunque no. - .
GOIJO – Peccato… mi sarebbe piaciuto vedere come ti stava…
-.
SARAH – Forse è meglio che vada a cambiarmi – disse,
battendo Hakkai sul tempo che stava cercando
l’ennesimo pretesto per distrarre Goijo da lei. – A
dopo! – li salutò, afferrando la busta contenente i vestiti che aveva comprato
e salendo anche lei al piano di sopra.
GOKU – Quale vestito? – chiese all’amico dagli occhi e dai
capelli rossi.
GOIJO – Cosa vuoi capirne tu, scimmia? Anche se te lo
spiegassi la tua mente sottosviluppata non riuscirebbe a capire… - .
GOKU – Ah!! – esclamò furibondo,
battendo le mani sul tavolo e avvicinandosi minaccioso all’amico. – Maledetto kappa! Ti ho fatto solo una domanda! Cosa ti costa
rispondermi?- .
GOIJO -Sarebbe tempo sprecato, la tua mente è programmata solo per
ricevere informazioni sul cibo – continuò a prenderlo in giro.
GOKU – Vuoi fare a botte??? - .
GOIJO – Fatti sotto! - .
HAKKAI – Su, su – disse, cercando di placare gli animi dei
due amici.
SARAH – Ora sì! – esclamò guardandosi trionfante allo
specchio.
I vecchi abiti sporchi di sangue giacevano ormai in un
cestino destinato alla spazzatura. Ora la ragazza indossava un paio di
pantaloni a tre quarti rossi ed una camicia a giro maniche bianca, con cuciture
anch’esse rosse.
Sarah si girò su se stessa più e più volte, per controllare
che gli abiti le calzassero a pennello. Quando fu soddisfatta, si sciolse i
capelli e cominciò a pettinarseli, legandoseli poi in una coda alta, le cui
punte le ricadevano su una spalla.
Unavolta assicurato il nastro ai capelli, si diresse verso la sua
borsa e vi estrasse il pacchetto di sigarette che si era curata di comprare, lo
scartò e ne estrasse una, dirigendosi verso la porta e successivamente bussando
alla porta di Sanzo.
“Vediamo se riesco a stabilire un contatto con Mister
Iceberg” pensò , prima che il monaco si decidesse a
rispondere.
SANZO – Chi è che rompe? – chiese dall’interno della sua
camera, dopo aver sentito bussare più e più volte alla sua porta.
- Del tabacco che non vede l’ora di essere fumato! – sentì
rispondere dall’altro lato.
Aspettò un po’, indeciso come al
solito sul da farsi, quando si convinse a scendere dal davanzale della finestra
e ad andare ad aprire la porta.
SANZO – Spero per te che ci sia un buon motivo - .
Sarah, di tutta risposta, gli sollevò la sigaretta davanti
agli occhi, suscitando una reazione sorpresa da parte del bonzo.
SARAH – Ti rendo il favore – si limitò a spiegare,
riferendosi al momento in cui era stata lei a chiedergli di fumare, e si
intrufolò nella camera del bonzo senza che lui l’avesse invitata ad entrare.
GOIJO – Stupida scimmia! - .
GOKU – Kappa pervertito! - .
GOIJO – Stupida scimmia! - .
GOKU – Kappa pervertito! - .
Ormai Hakkai aveva rinunciato a
calmare la disputa tra i compagni, dedicandosi invece a sorseggiare del sakè e
ad intervenire solo nel caso in cui fossero passati di
nuovo alle mani.
Fu in quel momento che attirò la sua attenzione un individuo
vestito con un mantello nero, il cui cappuccio gli ricopriva il volto, che era
appena entrato nella locanda e che si era diretto a passo spedito verso le
scale, scomparendo al piano superiore.
Il demone dagli occhi di giada ebbe una brutta sensazione.
*La decisione di indicare al femminile la divinità della
misericordia rappresentata in Saiyuki , è puramente personale. Mi sono basata sull’idea che mi
sono fatta dell’anime, in quanto ho letto un po’
ovunque che KanzeonBosatsu
sia in realtà ermafrodita. Non essendone sicura, ho preferito basarmi su quanto
ho visto nell’anime, in cui non si fa cenno alla sua
sessualità.
Eccomi
di ritorno ^^
Sono stata veloce, contenti? XD E vi ho scritto anche un bel capitolone lungo, sìsì u___ù Ve
lo meritavate dopo quello breve con il quale vi ho
lasciati prima delle vacanze. Considerazioni personali su questo capitolo? Non
lo so >___< Spero sia venuto fuori bene, non avete idea di quante volte
l’abbia letto, corretto, riletto e ricorretto… non mi piaceva mai >___<
Per non parlare del titolo… vi sarete accorti che non abbia molta fantasia in
quello, eh? Fatemelo passare, vi scongiuro ç___ç E prometto di aggiornare
sempre con capitoloni così u___ù Ah, per il prossimo
capitolo dovrete pazientare un po’, sono in periodo d’esami e non so quanto
tempo impiegherò… ma tornerò statene certi ò___ò
(NOOOO ndTutti) (ç___ç ndMe).
Ora passo a salutare le recensioniste XD :
-Nemeryal: quindi mi confermi
che sia ermafrodita…okok… solo che per coerenza
lascerò per tutta la durata della storia il femminile, grazie comunque per aver
sciolto questo mio dubbio XD e contenta di rileggerti tra le recensioni! Alla
prossima (spero <___< ) XD ;
-Mon-chan: aiuto… più che una
recensione la tua mi sembra una protesta femminista XD ma non lo so perché KanzeonBosatsu sia ermafrodita
ç___ç chiedilo alla Minekura u___ù Grazie per i
complimenti al cervello U___U sìsì… è davvero
grande…così grande che quando i miei due soli neuroni giocano a nascondino
impiegano anni poi per ritrovarsi, per questo sclero
di più u___ù e sta tranquilla per Goijo…XD ;
-WhiteLie: Donna! Sì, sono
tornata *____* Tutto bene le vacanze, te? Spero altrettanto XD Eccoti il nuovo
capitolo e fammi sapere se ti fa rosicare anche questo finale, baci! ;
-Lav92: Benvenuta! Grazie per la recensione, e per il
complimento sottointeso nell’indurmi a continuare presto XD me lusingata
*s’inchina* Spero continui a piacerti! ;
-Miriel67: Ebbene sì… anche Lirin XD
Davvero si sta facendo più avvincente? ç___ç a presto! ;
-YamaMaxwell:Sensei-sama!
XD Mmmm… dunque u___ù Sanzo
aveva capito che Sarah voleva guidare solo ed unicamente per non stare più
seduta con Goijo e Goku
(ecco spiegata la frase), ma comunque sì, Sarah sa guidare davvero XD e sì,
fumava anche, ma questo verrà spiegato in seguito >__>
Ce la vedi con Goijo davvero? XD No! Non è
assolutamente la nuova Kira e… (WatashiwaLdesu…
ndL) (Va a dare la caccia agli shinigami
tu! *dà un calcio a L e lo rispedisce in Death Note* ndMe) *cofcof* dicevo? Ah! Se Lirin
ricambierà il favore? Chissà… XD
Saluti
inoltre anche tutti quelli che leggono senza recensire! E aspetto gli
aggiornamenti da parte di chi deve aggiornare XD (Non siete solo voi le curiose
ç___ç) XD
Ora
la storia u___ù :
“Confusione”
SANZO – Chi ti ha detto di entrare? – le
chiese stizzito, quando la ragazza ebbe varcato la porta della sua
camera.
Sarah si guardò intorno, dando brevi occhiate qua e là,
riuscendo a scorgere su una sedia la tunica e il sutra
ben piegati, poggiati l’uno sull’altra.
SARAH – Ti ho disturbato? Stavi pregando? – gli chiese, una
volta che si fu seduta ai piedi del letto, non badando minimamente alla venetta che si gonfiava minacciosamente sulla fronte del
ragazzo.
Aveva capito che se voleva riuscire ad instaurare un qualche
tipo di rapporto con lui non doveva chiederglielo, ma farlo e basta.
SANZO – Io non prego… - sibilò sbattendo la porta, capendo
che non sarebbe riuscito a cacciarla via per il momento.
SARAH – No? Non è quello che dovrebbe fare un bonzo, scusa?
– chiese ancora, osservando il ragazzo dirigersi a passo deciso verso la
finestra e afferrare il pacchetto di sigarette.
SANZO – Tsk… -si limitò a dire, aprendo
successivamente il pacchetto e constatando che aveva finito le sigarette.
SARAH – Immagino che tu quindi sia una di quelle che viene definita “pecora nera” – gli disse, attirando così la
sua attenzione, porgendogli poi la sigaretta che aveva portato con sé per lui.
Sanzo stette per un attimo a
guardarla.
Occhi negli occhi.
Ametiste immersi in smeraldi.
Smeraldi immersi in ametiste.
Le strappò la sigaretta di mano, girandosi poi verso la
finestra e mettendosi a fumare nervosamente.
Perché ogni volta che la guardava doveva sentirsi
puntualmente… perso?
Cos’era quella sensazione che gli attanagliava lo stomaco?
Quella che gli diceva che c’era ancora qualcosa da capire?
Continuò a fumare la sigaretta
silenziosamente, preso dalle varie attività che si stavano svolgendo di
sotto, nella strada.
Sarah, dopo quel contatto visivo, era rimasta interdetta.
“Perché?...” pensò,
chiedendosi per quale motivo provava tutta quella raffica di emozioni quando
incrociava gli occhi del bonzo.
L’aria cominciò a mancarle. Iniziò ad affannare.
SANZO – Che hai? – le chiese, accortosi dell’incostante
respiro della ragazza.
SARAH – Nulla… - si sforzò di dire, non capendo a sua volta
cosa le stesse accadendo.
SANZO – Ehi – disse ancora una volta, vedendo la ragazza
portarsi una mano al petto. – Stai male? – le chiese ancora, spegnendo la
sigaretta ormai consumata nel posacenere sul davanzale.
Sarah non rispondeva. Era concentrata su se stessa, su come
riprendere a respirare regolarmente. Pensò fosse una sorta di stato d’ansia, aveva
letto su diversi libri che quel genere di crisi si manifestavano così, ma non
le era mai capitato prima, quindi non sapeva cosa pensare.
SANZO – È una delle tue visioni? – le chiese, avvicinandosi
un po’ a lei.
Sarah scosse la testa, portandosi poi due mani a reggersi
quest’ultima. Si stava sentendo decisamente male. Scivolò lentamente dal letto,
andando a toccare con le ginocchia le fredde assi di legno della camera, sul
quale vi posò anche le mani, con le quali cercò di reggersi.
SANZO – Vado a chiamare Hakkai –
disse, precipitandosi verso la porta, sentendosi completamente impotente
davanti a quello che le stava succedendo.
SARAH – No – riuscì a dire, afferrandolo in tempo per un
lembo dei pantaloni, mentre la respirazione le si
normalizzava. – Per favore… non lasciarmi sola – lo pregò, continuando a
tenerlo per i pantaloni, temendo di avere di nuovo quel problema
mentre lui era via.
Sanzo s’immobilizzò, incapace di
dire e di fare niente.
Non gli era mai capitato prima d’ora una cosa simile e
ancora una volta si ritrovò a pensare che quella ragazza era
in grado di fargli perdere se stesso.
Mentre era intento a pensare tutto ciò, avvertì dei rumori
provenire dalla camera accanto alla sua.
Si allarmò subito. Visto che Sarah in quel momento si
trovava con lui, nella sua camera non doveva esserci nessuno.
Allo stesso tempo, mentre teneva ancora il bonzo per i
pantaloni, Sarah ebbe una visione.
Quando ebbe ripreso contatto con la realtà, lasciò i
pantaloni di Sanzo e lo afferrò direttamente per la
caviglia, tirandolo successivamente con forza, facendogli perdere così
l’equilibrio.
SANZO – Che staifac… - tentò di chiederle durante la caduta, ma non ebbe il
tempo di concludere la domanda che una raffica di proiettili, alcuni dei quali
non lo sfiorarono per poco, ridussero la porta in un colabrodo.
Hakkai si alzò immediatamente,
facendo cadere la sedia alle sue spalle e mettendosi a correre per le scale.
GOIJO – Cos’è stato? – chiese allarmato, mentre teneva Goku ancora per una guancia, dal momento che non avevano
ancora finito di discutere.
GOKU – Proviene da sopra! – esclamò, nella stessa posizione
dell’amico, dal momento che lo teneva anche lui per le guance.
Si liberarono l’uno dell’altro e corsero anch’essi verso le
scale, ma arrivati di fronte a queste un’espressione di pura incredulità di dipinse sul loro volto.
Sanzo aveva afferrato Sarah per un
polso, correndo in direzione della finestra, afferrando il sutra
al volo e ribaltando il tavolo di legno che aveva in camera, usandolo come
difesa.
SANZO – Chi ci ha sparati? – chiese a Sarah mentre caricava
la shoreiju.
SARAH – Che vuoi che ne sappia?? –
chiese a sua volta agitata, dando di tanto in tanto un’occhiata oltre il tavolo
per vedere se qualcuno compariva sul ciglio della porta.
SANZO – Non l’hai visto nella tua visione? – le chiese
ancora, capendo che il motivo per cui si era trovato
improvvisamente a terra era dovuto ad una visione della ragazza.
SARAH – No! Ho visto solo il tuo corpo prendere le sembianze
che ha ora quella porta! – esclamò, indicando con un pollice alle sue spalle la
porta ridotta ormai in stato pietoso.
SANZO – Tsk! – esclamò stizzito,
portandosi lentamente all’estremità del tavolo e guardando in direzione della
porta.
Una figura completamente vestita di nero fece la sua
comparsa sul ciglio della porta.
Il cappuccio del lungo mantello a coprirgli il volto.
Sanzo tolse la sicura alla shoreiju ed indicò a Sarah la finestra.
Dopo un primo momento di confusione, la ragazza spalancò gli occhi incredula e cominciò a scuotere la testa animatamente,
indicando che non avrebbe fatto quello che aveva in mente il bonzo.
SANZO – È l’unica soluzione – le sibilò, cercando di
mantenere un tono di voce bassissimo per non renderlo udibile al nemico.
SARAH – Solo se saltiamo insieme! – sibilò a sua volta,
imitando il tono di voce del ragazzo.
SANZO – Sbrigati, se non vuoi che ti ammazzi adesso! – la
minacciò, cercando di convincerla.
SARAH – No! – si ostinò, affrontando il suo sguardo con
sfida.
-Nessuno dei due riuscirà a saltare dalla finestra,
quindi cercate di essere ragionevoli - .
Una voce pacata, dal timbro leggero, venne dall’uomo
incappucciato, il quale, con movimenti fluidi, estrasse velocemente una
mitraglietta dal suo mantello.
SANZO – Chi diavolo sei? - .
-Questo non le interessa, GenjoSanzoOshi -.
SARAH – Cosa vuoi?! – urlò a quel punto, ansiosa e spaventata.
-Te - .
GOKU – HAKKAI!!! – urlò quando vide
l’amico bloccato sulle scale, avvolto da sottili rami ricoperti di spine che il
ragazzo stava disperatamente cercando di tenere lontani dal suo corpo
aiutandosi col Ki.
HAKURYU’ – Kyuuuuuu!
– emise, scagliandosi su alcuni rami che minacciavano il suo padrone.
HAKKAI – No, Hakuryù! – urlò,
prima di vedere il suo draghetto bianco essere
colpito e lanciato lontano da uno dei rami.
Goijo, intanto, colpiva
ripetutamente con la sua alabarda tutti i rami che si
erano avvicinati a lui e Goku non appena avevano
fatto capolino sulle scale.
GOIJO – Si rigenerano! – esclamò, quando vide nuovamente
allungarsi dei rami precedentemente tagliati con la sua shakuiyo.
GOKU – Maledizione!! – urlò,
continuando a scagliarsi con la sua nyoibò sui rami
che tenevano ancora imprigionato l’amico.
Sarah sbiancò a quell’ultima parola.
SARAH – Co-cosa? – balbettò
incredula, cominciando a tremare lievemente. – P-pe-perché?-.
-Se mi seguirà senza fare storie risparmierò la vita a GenjoSanzoOshi
– disse con il solito tono di voce pacato, la figura misteriosa.
SANZO – Non dire idiozie! Sei tu che non uscirai vivo di
qui! -. E detto questo sparò un colpo contro di lui.
La figura misteriosa schivò il colpo di Sanzo
facendo un leggero balzo all’indietro e andando a rifugiarsi dietro un muro che
costeggiava la porta.
SANZO – ORA! – intimò a Sarah, spingendola verso la finestra
e mettendosi nuovamente in posizione di difesa dietro al tavolo.
SARAH – Sanzo… - disse appena,
senza però ricevere ne parole ne sguardi in cambio.
“In queste condizioni gli sono solo d’impiccio” pensò,
constatando con amarezza che non era armata e non aveva nessun potere offensivo
che poteva aiutare entrambi.
Salì quindi sul davanzale della finestra.
-Si fermi! Non sopravviverà! -. Urlò la
figura misteriosa ancora nascosta dietro alla porta, per dissuaderla dal
tentare la fuga.
Sanzo sparò un altro colpo della shoreiju, che andò a conficcarsi in un
asse di legno poco lontana dal bersaglio.
Fu allora che Sarah si accorse di due grossi nidi di spine
posti in corrispondenza della finestra.
“Se salto… mi ammazzo da sola!” pensò terrorizzata, indecisa
sul da farsi.
Una lampadina si accese improvvisamente e tempestivamente
nella sua testa.
“Ma certo!” pensò ancora, prima di saltare.
HAKKAI – Non capisco… - disse tra sé, prima di colpire per
l’ennesima volta un ramo spinato.
GOIJO – Cosa? – gli chiese, continuando a colpire tutti i
rami che tentavano di avvicinarglisi.
HAKKAI – Non stanno mirando ad ucciderci… è come se… - .
GOKU – Volessero trattenerci! –
s’intromise, strattonando la nyoibò, che era stata
afferrata da un ramo, e colpendo lo stesso con violenza.
Ebbero un po’ di pausa, giusto il tempo di vedere i rami
generarsi nuovamente e attaccarli in contemporanea.
HAKKAI – Goku! Mentre io e Goijo cerchiamo di fermarli, tu cerca di passare attraverso
la loro barriera! – urlò al ragazzo dagli occhi dorati che, recepito il
messaggio, cominciò a farsi spazio tra i rami, aiutato dai compagni.
GOIJO – Ora, scimmia! – urlò quando
insieme ad Hakkai fu riuscito a creare un varco
attraverso quel fitto di rami.
Come avevano immaginato e sperato, Goku
ci riuscì, correndo velocemente verso la camera di Sanzo.
“Fà che sia come per i proiettili,
fà che sia come per i proiettili…” continuava a
pregare tra sé Sarah durante la caduta.
SARAH – Dannazione!!! – urlò,
quando si vide troppo vicina a quel groviglio di rami spinati, ma con sua somma
sorpresa, la barriera che aveva tanto sperato si manifestasse si manifestò,
rinchiudendola in una sorta di bolla di vetro.
Ma l’impatto non avvenne.
GOKU – Sanzoooooo!!! – urlò non appena si ritrovò nel corridoio che conduceva
alle camere.
“È riuscito a liberarsi” pensò la figura misteriosa,
osservando il giovane eretico avvicinarsi e tenendo contemporaneamente puntata
la sua mitraglietta verso il bonzo.
La shoreiju del monaco sparò
ancora, andando questa volta a colpire di striscio la tunica nera del nemico.
GOKU – Aaaaaaah!!!
– urlò a mezz’aria, lanciatosi per colpire dall’alto il nemico.
Fu a quel punto che la figura incappucciata liberò una mano
dalla presa della mitraglietta, ne rivolse il palmo verso l’eretico e colpì
quest’ultimo con un’onda di Ki.
SANZO – Goku! -. La shoreiju riprese a sparare senza sosta, fermandosi solo quando aveva bisogno di essere ricaricata. Nessuno dei
proiettili riuscì a raggiungere il bersaglio e centrarlo.
La figura misteriosa continuò a muoversi a zigzag per il corridoio, così
come aveva fatto per evitare i colpi di Sanzo, andando
a fermarsi poi alla fine del corridoio, dal lato opposto a quello delle scale,
sul cui muro c’era una grande finestra.
In quel momento, Goku e Sanzo, che era uscito dalla sua camera non appena lo aveva
visto allontanarsi, vennero raggiunti da Hakkai e Goijo, che erano
riusciti a liberarsi dai rami.
GOIJO – Chi diavolo è quel pagliaccio mascherato? – urlò coi
pugni chiusi, mentre Hakkai soccorreva Goku ancora dolorante in terra.
Sanzo continuò a scrutarlo,
alzando successivamente la pistola contro di lui.
SANZO – Chi ti manda? – gli chiese secco.
-Non appartiene a voi - .
Tutt’e quattro i ragazzi si fecero più attenti.
HAKKAI – Di cosa sta parlando? - .
-Badate bene… quella donna deve stare lontana da voi. -
.
GOKU – Cosa dici??? Si può sapere
chi sei?? Cosa vuoi da noi? - .
SANZO – Cosa vuoi da lei? – chiese istintivamente, non
badando al fatto che sarebbe potuto sembrare strano il fatto che si fosse
interessato. D’altronde non lo aveva mai fatto.
-Finchè rimarrà con voi, continuerete
ad essere attaccati -.
I ragazzi provarono ad interpretare quelle parole. Provarono
a trovarne un senso, ma non ci riuscirono.
Prima ancora che potessero porgli
altre domande, la figura misteriosa spiccò un salto dalla finestra aperta,
sparendo dai loro occhi.
GOKU – Fermo! – urlò mettendosi a correre in direzione della
finestra, ma non riuscì a vederlo più.
GOIJO – È scomparso – constatò, calcolando brevemente che
nessun essere normale si sarebbe potuto volatilizzare ad una velocità del
genere.
GOKU – Non riesco più nemmeno a sentire il suo odore! –
esclamò arrabbiato, impaziente di volergliela far pagare per l’onda di Ki che non era riuscito ad evitare.
HAKKAI – Che ne pensi? – chiese al ragazzo dai capelli
dorati al suo fianco, che continuava a guardare la finestra
perso nei suoi pensieri. E fu proprio rifacendosi ai suoi pensieri che
si ricordò di essersi dimenticato di qualcosa…
HAKKAI – Dove stai andando? – chiese allarmato all’amico che
era scattato verso le scale, ma non ricevette risposta. Decise quindi di
seguirlo a ruota.
Sanzo imprecò diverse volte, più
di quanto mai avesse fatto in vita sua. “Dov’è finita?” pensò nervoso, quando
fu uscito all’esterno della locanda ed ebbe guardato il punto della strada su
cui affacciava la sua finestra.
HAKKAI – Cosa c’è, Sanzo? – chiese
all’amico, non sapendo cosa fosse successo prima che arrivassero loro.
GOIJO – Dov’è Sarah? – urlò, affacciandosi dalla finestra
della stanza della ragazza.
Le iridi viola si posarono su un punto del terreno poco
lontano da lui, su cui spiccava qualcosa che stonava in colore con la polvere.
HAKKAI – Sembra un pezzo di stoffa… - disse, avvicinandosi a
sua volta all’oggetto delle attenzioni di Sanzo.
GOKU – È suo!-
esclamò, quando ebbe riconosciuto il pezzo di stoffa rosso che teneva tra le
mani l’amico dagli occhi di giada.
HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuuuu
– emise, precipitandosi su un punto del terreno poco distante dal suo padrone e
cominciando a svolazzarci sopra.
GOIJO – Sembrano segni di trascinamento – osservò, notando
le diverse striature su cui stava svolazzando il draghetto
bianco.
HAKKAI – Hakuryù, trasformati! –
ordinò, vedendo subito dopo il draghetto ubbidirgli.
GOIJO – Potrebbe essere state fatte per confonderci – .
SANZO – O potrebbe essersi trattato di una distrazione… -
disse, prendendo posto sulla jeep.
GOKU – Sbrighiamoci! – esclamò, prima di saltare sul sedile
posteriore, imitato subito dopo da Goijo.
GOIJO – Sbaglio, o è preoccupato, Venerabile Sanzo? – chiese con sorriso malizioso al compagno di
viaggio che, preso com’era dai pensieri su quanto stava accadendo, non sentì la
domanda.
GOIJO – Uh… - disse, sorpreso e soddisfatto allo stesso
tempo. – Già siamo nella fase della testa tra le nuvole? E chi se lo
immaginava… - .
Goku guardò il ragazzo dagli occhi
rossi con sguardo indecifrabile. Non era riuscito a capire a cosa si stava
riferendo.
HAKKAI – Chi tace acconsente… - esclamò sorridendo come suo
solito, mentre continuava ad accelerare. Fu quell’ultima frase che destò Sanzo dai suoi pensieri.
Quando si voltò al suo lato, vide Hakkai
sorridere e far finta di nulla. Comportamento che gli fece intendere che si
stesse parlando di lui.
SANZO – Che state dicendo, razza d’idioti? – chiese,
impugnando l’harisen e voltandosi verso i sedili
posteriori.
La faccia divertita di Goijo, che
fischiava innocentemente senza degnarlo di uno sguardo, non fece che dargli la
conferma su quanto aveva pensato.
SANZO – Giuro che un giorno vi ammazzo! – si limitò ad
esclamare, non potendo approfondire di più il reale argomento della conversazione.
SARAH – Oh Kamiiiiiiiiiiiiiiii!!! – urlò, quando il groviglio di rami ebbe evitato un
altro grosso masso che era comparso durante la loro corsa.
“Sarebbe stato meglio se avessi affrontato anch’io quel
tipo!” si ritrovò a pensare, mentre la testa cominciò a girarle.
Quando si era lanciata dalla finestra aveva fatto
affidamento al suo potere difensivo. La barriera, come aveva sperato, si era
formata, ma si era successivamente smaterializzata quando
i rami si erano sciolti dal groviglio ed erano andati a circondarle il corpo,
evitando che si schiantasse al suolo. Subito dopo, avevano formato una sorta di
grande sfera, che aveva cominciato subito a rotolare, trascinandosela lontana
da lì.
Sarah si portò le mani sugli occhi. Quel movimento rotatorio
stava cominciando a farle venire la nausea.
All’ennesimo masso evitato, del bosco che stavano
attraversando, Sarah si sentì i nervi a fior di pelle.
SARAH – Ma tu vedi che modo rozzo di trasportare le persone…
AIUTOOOOOOOOO!!! - .
-…AIUTOOOOOOOOOOOOO! - .
Lirin, chinata su un fiore ad
osservare una farfalla, si girò di scatto.
-Cosa c’è, signorina Lirin? – chiese una
ragazza demone dai lunghi capelli viola raccolti in due codini, avvicinandosi a
lei.
LIRIN – Non hai sentito niente, signorina Yaone? -.
La ragazza scosse la testa, voltandosi poi verso il demone
dai capelli corti scuri che era alle loro spalle, seduto a terra, con la
schiena poggiata ad un albero.
LIRIN – E tu, Dokugakuji? – si
rivolse a quest’ultimo, con il suo solito sguardo ingenuo.
-AIUTOOOOOOOOOO! - .
DOKUGAKUJI – Adesso sì… - disse, alzandosi successivamente
da terra e guardandosi intorno per capire da che punto provenisse
quella voce così insistente.
I due draghi bianchi, che erano stati legati all’albero dal
gruppo per tenerli a bada, sollevarono anche loro la testa ed imitarono il
demone.
Un rumore, simile a qualcosa in avvicinamento, attirò
l’attenzione di tutt’e tre.
DOKUGAKUJI – E quello cos’è? –
chiese, quando vide avvicinarsi un groviglio di rami seguito da un polverone
gigantesco.
-AIUTOOOOOOOOOOO!
CHE QUALCUNO FERMI QUEST’AFFARE!!
- .
Lirin concentrò maggiormente la
sua vista per cercare di capire da chi provenisse
quella voce.
LIRIN – Ma la conosco!!! – esclamò,
quando ebbe intravisto più chiaramente Sarah attraverso quel groviglio di rami.
Yaone e Dokugakuji
si voltarono confusi verso la ragazzina, alternando lo sguardo su di lei e
sull’ammasso di rami che si stava avvicinando.
LIRIN – SARAAAAAAH!!!! - .
“Questa voce…” pensò Sarah, quando ebbe sentito urlare il
suo nome, sorridendo successivamente quando ebbe
capito di chi si trattava.
SARAH – Qualcuno lassù mi ha ascoltata… LIRIIIIIIIIN!! AIUTAMI, TI PREGO!!FERMA QUEST’AFFARE, FERMALOOOOOO!
- .
“Ma che diavolo dico? È una ragazzina, per la miseria!”.
SARAH – NO, LIRIN, NO!! SPOSTATI
PRESTO, SBRIGATI! O VERRAI TRAVOLTA! – le urlò
successivamente, cambiando il suo viso in un’espressione di puro terrore per le
sorti della ragazzina.
DOKUGAKUJI – Non ho capito… vuole essere salvata o no? - .
LIRIN – State indietro, ci penso io! – e detto questo spiccò
un salto, e quando il groviglio di rami le si fu
avvicinato lo colpì tempestivamente con un pugno, che al primo impatto lo
ridusse in tanti piccoli pezzi.
Yaone afferrò il suo bastone da
combattimento e cominciò a colpire tutti i rami più grandi che, cadendo,
minacciavano di colpirli, mentre Dokugakuji afferrò
al volo la ragazza prima che cadesse al suolo.
LIRIN – Fatto! – esclamò esultante, alzando il l’indice e il medio di una mano in segno di vittoria.
L’uomo incappucciato, che aveva seguito tutta la scena da
sopra un’altura poco lontana dal gruppo, congiunse i palmi delle mani e fece
uscire dal suolo un altro ramo spinato.
Una terza mano andò a chiudersi sulle sue mani congiunte.
-Basta Ryami, va bene così –
disse il possessore della terza mano.
RYAMI – Ma Ratzel… - disse con
sguardo confuso la divinità dagli occhi azzurri, cercando spiegazioni negli
occhi blu del dio.
RATZEL – Va bene così – ripetè, sorridendo tra sé.
Una terza figura si materializzò alle loro spalle.
-Ha capito – disse quest’ultima.
RYAMI – Ne sei certo, Kadeon? –
chiese al dio dagli occhi ambrati, voltandosi con un’espressione un po’
preoccupata verso di lui.
Ratzel sorrise mesto, abbassando la testa e chiudendo gli occhi
per un attimo.
Il vento sollevò i mantelli e scompigliò i capelli alle tre
divinità.
“Stai infrangendo le
regole”.
Ratzel sollevò allora i suoi occhi
blu verso il cielo.
“Lo sai dunque…”rispose alla voce che lo
aveva contattato telepaticamente.
“Rinuncia” gli
disse questa.
“Perché?” le
chiese il dio con un leggero tono di scherno. “Non è la prima volta che qualcuno infrange le regole” .
Questa volta non ebbe risposta.
“Sei dunque deciso…” pensò la
divinità della misericordia.
JIROSHI – È dunque deciso - .
A KanzeonBosatsu
venne quasi un colpo. Per poco non credette
che anche Jiroshi possedesse facoltà telepatiche. Si
limitò semplicemente ad annuirgli.
JIROSHI – Cos’ha dunque intenzione di fare? - .
La dea stette per un attimo a pensarci.
Poi sollevò le spalle, in segno di noncuranza.
JIROSHI – Ma! – esclamò allibito. – KanzeonBosatsu! Lei sa! Deve fare qualcosa… - .
JIROSHI – E perché mai? – chiese, ormai in panico.
KANZEON BOSATSU – Che ragioni avrei per intervenire? –
chiese all’uomo, con tono di sfida.
Jiroshi stette in silenzio,
cercando di formulare una risposta che potesse
convincere la dea a fare il contrario.
JIROSHI – Avrebbe invece una ragione per non intervenire? –
chiese a quel punto.
KANZEON BOSATSU – Certo! Così sarà ancora tutto più
divertente…Ahahahahah!!! - .
Jiroshi allora rinunciò. Estrasse
da una tasca un fazzoletto e si asciugò la fronte madida di sudore, cercando di
non immaginare cosa sarebbe successo da lì a poco.
LIRIN – Sorellona Sarah!!!! – urlò, lanciandosi tra le braccia della ragazza sotto
lo sguardo confuso degli altri due demoni che erano con lei.
Sarah, con la testa che ancora gli girava, cadde a terra
insieme a Lirin.
LIRIN – Ehi? Sorellona Sarah? Stai
bene? – le chiese, una volta che ebbe spostato il suo peso dal corpo della
ragazza, mentre questa aveva due occhi somiglianti a rondelline
di ramen.
DOKUGAKUJI – Credo di no, Lirin –
rispose al posto della ragazza.
Yaone si inginocchiò di fronte
alla ragazza e la sollevò, reggendola per la schiena con un braccio.
A quel punto Sarah aprì un po’ gli occhi, vedendo appena la
figura sfocata della ragazza che aveva di fronte.
YAONE – Si sente bene? – le chiese allora cautamente,
dandole tutto il tempo per risponderle.
Sarah si limitò ad annuire, alzandosi con le sue proprie forze da quell’appoggio e mettendosi seduta con
le gambe incrociate.
SARAH – Cosa mi è successo? – chiese, tenendosi la testa tra
le mani.
DOKUGAKUJI – Questo saremmo curiosi di saperlo anche noi –
rispose guardandosi intorno, facendo cadere lo sguardo sui rami spezzati che li
circondavano.
YAONE – Non riesce a ricordare nulla? - .
La ragazza scosse la testa in
risposta, poi si rivolse alla ragazzina dai capelli rosso-arancio.
SARAH – Grazie comunque… - disse sorridendo. – Come avrò
fatto ad arrivare qui? – chiese ancora, più a se
stessa che a loro.
LIRIN – Allora… - iniziò, credendo di aiutarla - stavo
osservando una farfalla bellissima su un fiore vicino a quell’albero lì –
indicò con un dito l’albero in questione – quando ho sentito
una voce che chiedeva aiuto - .
Yaone alzò entrambi i palmi delle
mani verso la ragazzina, cercando di farle capire di smettere, mentre Dokugakuji rise appena.
“Aiuto…” ripetè Sarah mentalmente, estraniandosi per un
attimo da ciò che la circondava.
LIRIN - …allora mi sono voltata nella direzione da cui avevo
sentito provenire la voce e abbiamo visto una palla grande grandegrande che rotolava
verso di noi, ti ho vista e ho fatto un salto per spaccarla! - .
“Salto... ma certo!!!”.
DOKUGAKUJI – Lirin, così la
confondi ancora di più! – disse, cercando di fermarla.
YAONE – La scusi… ha la lingua un po’ lunga! - .
SARAH – SANZO!!! – esclamò
improvvisamente, ricordatasi tutto d’un botto, lasciando i tre demoni
increduli.
Seguì un minuto di silenzio nel quale nessuno seppe dire
nulla.
LIRIN – Che centra il pelatone??? –
chiese confusa alla ragazza, che si girò ancora più confusa verso di lei.
SARAH – Co-come? - .
-SARAH!!! – urlò una voce, seguita da una frenata eccessiva.
SARAH – Goku!!!
– urlò quando ebbe visto il ragazzo dagli occhi dorati e la jeep con a bordo
gli altri tre ragazzi.
Goku allora spiccò un saltò, piantando in terra la nyoibò
e aiutandosi con essa.
GOKU – Nyoibò, allungati! – e
afferratala saldamente, raggiunse il gruppo che era intorno a Sarah, inducendo
tutti a spostarsi per non essere colpiti e prendendo al volo la ragazza.
SARAH – Ehi…ma… - .Tentò di chiedere a Goku cosa stesse facendo, ma non ne ebbe il tempo.
GOIJO – E così c’eravate voi dietro a tutto questo – disse,
saltando giù dalla jeep e materializzando la sua alabarda, portandosi poi successivamente
davanti al gruppo, seguito da Hakkai e Sanzo.
DOKUGAKUJI – Di che parli? – chiese al rosso che era davanti
a lui.
HAKKAI – Signorina Yaone –
pronunciò, salutando la ragazza in questione.
YAONE – Signor Hakkai – lo imitò
lei, sorridendo al suo stesso modo.
Sanzo si passò una mano sul viso,
cercando di mantenere la calma. Nonostante quella scena si fosse ripetuta più
di una volta, gli sembrava ogni volta sempre più ridicola.
LIRIN – Pelatone Sanzoooooooooo!!! – esclamò, correndo in direzione del bonzo, pronta a
saltargli sulle spalle.
SANZO – Non ci provare!! – la
minacciò, estraendo l’harisen dalla tunica.
GOKU – Lascia stare Sanzo!! – intimò a Lirin, mettendo
Sarah giù e correndo verso la sua direzione.
Sarah guardava la scena sbigottita.
Era senza parole.
Un colpo di pistola riportò per un momento il silenzio.
Sanzo puntò la pistola verso Lirin.
SANZO – Dov’è nascosto tuo fratello? – le chiese allora.
LIRIN – Eh? Che vuoi da mio fratello? Anzi!!!
Consegnaci il sutra! – disse, ricordandosi d’un
tratto il motivo per cui erano nemici.
Sanzo caricò la pistola, pronto a
sparare.
La catena dell’alabarda di Goijo
vibrò nell’aria, andando poi ad avvolgersi intorno al braccio di Dokugakuji.
GOIJO – Allora? Dov’è quel tizio incappucciato? Cosa
volevate dalla nostra principessa? - .
DOKUGAKUJI – Stai farneticando fratellino, ti ripeto che non
so di cosa tu stia parlando – e detto ciò si liberò della catena e si posizionò
in attacco.
Hakkai e Yaone,
sentito lo scambio di battute tra i due fratelli, si guardarono l’un l’altra.
YAONE – Credete che ciò che sia successo
alla signorina Sarah sia riconducibile a noi? – chiese al ragazzo dal viso
gentile, che a quella domanda le sorrise.
HAKKAI – Non più, signorina Yaone
– la rassicurò, guardando poi in direzione del bonzo, che lo stava guardando di
sottecchi già da un po’. – Sarebbe il caso di chiarire… - fece a quest’ultimo.
SANZO – Scimmie! – urlò, placando il litigio che vedeva
coinvolti Goku e Lirin. –
Toglietevi dai piedi! – e detto questo sparò nella direzione di Sarah.
SARAH – Ma allora è un vizio!!! –
urlò nel panico, evitando, come al solito, per un pelo il proiettile, che andò
a conficcarsi in un albero dietro di lei.
SANZO – Si può sapere che hai combinato? – le chiese quasi
ringhiando.
SARAH – A cosa ti riferisci? – gli chiese, timorosa della
risposta, avendo capito da tutto il contesto di essere in una posizione
“particolare”.
SANZO – A TUTTO QUESTO! – le urlò contro il bonzo,
avvicinandosi velocemente a lei e colpendola con l’harisen,
ritenendola colpevole a priori.
LIRIN – Ehi!!! Brutto pelatone Sanzo, lascia in pace la sorellona
Sarah!!! – urlò, correndo in difesa della ragazza, facendo aumentare
vertiginosamente la dimensione della venetta che si
gonfiava puntualmente sulla fronte del ragazzo.
GOIJO / GOKU – Sorellona??? - .
“Sarebbe stato meglio se quel groviglio si fosse fermato
direttamente in un dirupo…” si ritrovò a pensare la ragazza, incrociando gli
occhi viola fiammeggianti del bonzo, che non promettevano nulla di buono.
Improvvisamente un’ombra oscurò per un breve momento il
punto soleggiato in cui si trovava l’intero gruppo.
Tutti si voltarono nella direzione della figura che era
appena passata sopra le loro teste.
Lirin spalancò gli occhi vivaci e
allargò la bocca in un grande sorriso.
Hello! No
no… spiacente… avevo detto che ci avrei messo un po’
di tempo, non che non avrei aggiornato più! (Peccato
ç__ç ndTutti) (=__= ndMe).
- Nemeryal : Contenta di avere una
minaccia di questo tipo XD grazie per i complimenti! Giàgià…
Kougaiji… ^^ ;
- WhiteLie : Menomale che quella
parte ti abbia fatta ridere! Io temevo invece che fosse noiosa perché troppo
ingarbugliata >__< Pensa che ad un certo punto anch’io non mi spiegavo
come Sarah si fosse cacciata in quel pasticcio XD (me unica u__ù) Ebbene sì, Kougaiji fa le entrate in grande! Forse perché gli vengono
meglio XD;
-
miriel67 : Ti confesso che il principe Kougaiji anche su di me ha un certo ascendente… Mmmm… per quanto riguarda i motivi per cui ce l’hanno tutti
con Sarah… “forse” qui viene spiegato qualcosina…alla prossima spero XD;
- mon-chan : A te manca solo una
frusta ormai ç__ç ecco il capitolo ç___ç I neuroni si sono sì ritrovati, ma
mica si sono messi d’accordo… nono u__ù, infatti la crisi mistica mi stava
venendo mentre scrivevo questo capitolo, soprattutto perché mi sei venuta in
mente tu… a te ora dirmi se sono riuscita in una certa cosa… questo capitolo è
dedicato a te ^^.
Bando
alle ciance, ecco a voi il capitolo XD.
p.s : Grazie a tutti quelli che leggono e a bluesky per aver aggiunto la mia storia tra le preferite
*inchino*
“Il colore del sangue”
Il drago bianco che aveva oscurato
il cielo fece accomodare il suo padrone sul ramo di un albero poco lontano,
raggiungendo successivamente i suoi stessi esseri che erano stati legati.
Il demone che poco prima vi era sopra osservò col suo solito
sguardo duro il gruppo di persone che avevano alzato il viso verso di lui.
YAONE – Signor Kougaiji! - .
DOKUGAKUJI – Kou! – urlò,
attirando l’attenzione dal demone dai capelli rossi e gli occhi viola, che,
dopo aver avuto un quadro più completo della situazione, saltò dal ramo,
andando a raggiungere il resto del gruppo.
LIRIN – Fratelloooooooo!!! – esclamò esultante, correndo ad abbracciarlo.
KOUGAIJI – Che sta succedendo qui? – chiese, fissando le sue
iridi viola in quelle dello stesso colore del bonzo, allontanando con un gesto
affettuoso ma calcolato il viso della sorella che gli siera appoggiato sull’addome.
“E quello chi è?” pensò Sarah, osservando la figura distinta
del demone che stava sfidando con lo sguardo Sanzo.
Kougaiji passò a
rassegna tutti gli sguardi, fino a fermarsi su quelli dei membri del suo
gruppo che, impacciati, non seppero dargli risposta.
GOKU – Ti stavamo aspettando, Kougaiji!
– esclamò a quel punto, impugnando la nyoibò e
sfidando con lo sguardo il demone.
HAKKAI – No, Goku… non è il caso – . Intervenne a quel punto il demone dagli occhi di giada,
cercando di trovare le parole adatte per spiegare che si era trattato di un
equivoco.
GOKU – Ma come, Hakkai? – chiese
deluso all’amico, convinto che dietro il rapimento di Sarah c’erano loro.
GOIJO – Vuoi stare zitta, scimmia?!
– e detto questo colpì con un pugno il ragazzo, che cominciò a massaggiarsi,
infastidito, la testa.
YAONE – È successo tutto per caso – disse, rivolgendosi a Kougaiji, cercando di dargli la risposta alla domanda che
gli era balenata in mente non appena aveva visto loro e il gruppo di Sanzo insieme.
KOUGAIJI – Per caso? – chiese a quel punto, inarcando un
sopracciglio.
DOKUGAKUJI – Tua sorella ha una conoscenza in comune col
gruppo di Sanzo – chiarì definitivamente, lasciando
il demone dai capelli rossi ancora più stranito.
KOUGAIJI – Cos’è questa storia, Lirin?
– chiese severo alla sorella, che era ancora di fronte a lui in adulazione.
LIRIN – Nh? – fece di rimando la
ragazzina, portando Kougaiji a passarsi una mano sul
viso per calmarsi e per non apparire imbarazzato.
SANZO – Tu e quella stupida vi conoscete – disse a quel
punto, più come affermazione che come domanda, rivolgendosi alla ragazzina
demone e indicando Sarah che era alle sue spalle.
Fu solo allora che Kougaiji vide
la ragazza, sorprendendosi, ma riuscendo a non far trapelare nulla dalla sua
espressione.
“Perché mi guarda così?” fu il pensiero di Sarah, che si era
accorta, invece, del quasi impercettibile sobbalzo che aveva avuto il ragazzo quando aveva incrociato i suoi occhi.
LIRIN – Ah! La sorellona Sarah,
dite! Sì sì, ci conosciamo! – concluse, sorridendo
ingenuamente.
“Come fa a ricordarsene?” pensò Kougaiji
a sentire le parole della sorella.
LIRIN – È lei che mi ha salvato la vita, fratellone!
– comunicò entusiasta al demone, che intanto aveva staccato gli occhi da Sarah,
abbassandoli verso di lei.
YAONE – Dunque è stata la signorina Sarah, quella volta –
disse, ricordandosi subito dell’episodio che aveva raccontato loro Lirin.
HAKKAI – Può spiegarci, per favore? – la invitò il demone
dal viso gentile, dal momento che l’altra ragazza chiamata in causa non
accennava a voler raccontare nulla.
SARAH – Que-quella volta che… -
cominciò a dire, facendosi coraggio e interrompendo la ragazza dai codini
viola. - …ricordate quando vi dissi che avevo salvato
una ragazzina demone da un gruppo di uomini che volevano farle del male? – fece
ai suoi compagni di viaggio. – Era Lirin… - .
SANZO – Tsk! – esclamò dopo un po’
di tempo, accendendosi l’ennesima sigaretta, pensando all’ironia della sorte.
GOKU – Quindi non siete stati voi – disse confuso, con una
nota di delusione nella voce, guardando Kougaiji. Un
altro pugno andò a colpirgli la stessa zona della testa precedentemente ferita.
GOKU – Dannato kappa!!! – urlò contro il compagno mezzo demone, che, ignorandolo
completamente, buttò la sigaretta ormai consumata a terra, calpestandola successivamente.
GOIJO – E adesso che facciamo? – chiese, sorridendo sornione.
– Lo volete comunque il sutra? – ironizzò, cercando
di comprendere se necessitavano di stare in guardia
nonostante la situazione che li aveva fatti incontrare era tutt’altra.
KOUGAIJI – Non stavolta – rispose subito, suscitando
sorpresa nei suoi compagni e in sua sorella.
DOKUGAKUJI – Ma Kou! – protestò
stringendo i pugni, non riuscendo a comprendere il comportamento inspiegabile
dell’amico.
Kougaiji, di tutta risposta, si
voltò verso Sarah.
KOUGAIJI – Hai salvato mia sorella – le disse, ottenendo in risposta uno sguardo sorpreso dalla ragazza. – Non lo
dimenticherò – le disse infine, voltandosi poi verso il bonzo, che pareva
stesse studiando attentamente tutte le sue espressioni facciali. – Badate, sarò
caritatevole solo per questa volta. Lirin è ancora viva
per merito della vostra amica, ringraziatela dunque, se sono in debito con voi!
– e detto questo, voltò le spalle al gruppo, imitato dalla sorella e dai
compagni.
GOKU – Aspetta, Kougaiji!!! Ti tiri indietro così??? – urlò al demone,
catapultandosi su di lui con la nyoibò alzata per
colpirlo.
Il demone, senza neanche girarsi, gli afferrò la nyoibò con una mano.
KOUGAIJI – Solo per stavolta, Son Goku
– disse al ragazzo, sfidando i suoi occhi dorati, rispedendolo successivamente
indietro senza però rispondere all’attacco. Poi si allontanò con gli altri a
cavallo dei loro draghi volanti.
GOKU – Dannato! – esclamò, quando ormai nel cielo non c’era
più traccia di Kougaiji, stringendo i denti per non
essere riuscito a confrontarsi con lui.
GOIJO – Principessa? Guarda che puoi venire avanti, mica ti
mangiamo! – disse scherzosamente alla ragazza, che era rimasta immobile e
allibita accanto all’albero che Sanzo aveva colpito
precedentemente mirando a lei.
HAKKAI – Ti senti bene? – le chiese, osservandole il viso un
po’ pallido e scuotendola successivamente per avere qualche tipo di reazione.
SARAH – Non immaginavo… - pronunciò, quasi silenziosamente,
ad un certo punto. Furono due sole parole, ma bastarono a far capire ai ragazzi
cosa intendesse.
HAKKAI – Che coincidenze, eh? – cercò di sdrammatizzare,
sorridendo come suo solito.
SARAH – Quindi vi conoscevate già… - disse, sentendosi
arrivare subito in testa l’harisen.
SANZO – Sei peggio della scimmia! - .
SARAH – Era solo una constatazione, non una domanda! – gli urlò
contro, per via del dolore che andava diffondendosi velocemente sulla testa. –
Piuttosto… - disse poi, ignorando il ragazzo dai capelli dorati. - Non ho mica
capito in che rapporti siete… - .
GOIJO – Siamo nemici – le rispose, accendendosi una sigaretta,
portandosi una mano intorno alla fiamma per non farsela spegnere dal vento che
si era alzato.
SARAH – Nemici? – chiese incredula,
guardando uno ad uno i ragazzi, in attesa di ulteriori
chiarimenti. – Scusate… ma prima, col tizio
incappucciato, non vi siete mica messi a scherzare e a scambiarvi gentilezze! –
disse allora, riferendosi al comportamento che avevano tenuto Hakkai e Goijo con i due demoni, che
a suo parere era tutt’altro che strano.
SANZO – Sono loro che cercano di prenderci tutte le volte il
sutra – si limitò a spiegarle, riferendosi alla
storia che le avevano raccontato quando si erano
conosciuti, in merito al risveglio di Gyumaò.
SARAH – I sicari… - concluse, arrivandoci.
GOIJO – No no, sono i mandanti. -
.
Sarah stette per un attimo in silenzio, cercando di
analizzare per bene le parole di Goijo.
HAKKAI – Kougaiji e Lirin sono i figli di Gyumaò – si
affrettò quindi a spiegarle.
SARAH – Ah… - disse semplicemente, prima di spalancare gli
occhi, essendo riuscita a collegare il tutto. – COSA?!? - .
“Non ci sono dubbi, era lei” pensò Kougaiji,
mentre, a bordo del suo drago volante, raggiungeva il castello di Hotou.
Ricordò la figura esile della ragazza all’interno del
dispositivo di monitoraggio del laboratorio.
I suoi capelli che fluttuavano, come mossi dal vento,
all’interno della vasca di liquido blu. I suoi occhi che si aprivano lievemente
in una chiara, seppur lieve, richiesta d’aiuto.
Lirin non poteva conoscerla, non
l’aveva mai vista, così come non l’avevano mai vista Dokugakuji
e Yaone.
“Che intenzioni avranno?” pensò ancora, prima di vedere la
testa della sorella minore girarsi verso di lui.
LIRIN – Che hai, fratellone? – gli
chiese, avendolo colto con lo sguardo perso.
Dokugakuji e Yaone,
da sopra ai loro rispettivi draghi, voltarono la testa verso il principe,
ansiosi di avere la risposta a quella che era anche la loro domanda.
Kougaiji rimase in silenzio,
cercando di trovare velocemente una risposta credibile da dare alla sorella.
LIRIN – Sei arrabbiato con me? – chiese allora, con sguardo
triste.
KOUGAIJI – Beh… - fece allora – Questa volta l’hai combinata
grossa… adesso siamo in debito col gruppo di Sanzo - .
LIRIN – Ma Sarah era in pericolo! Avessi visto come rotolava
quella palla! Si sarebbe fatta sicuramente tanto male! – concluse, notando di
nuovo lo sguardo assente del fratello, interpretandolo per uno stato d’animo
nato a causa sua. – Dai fratellone, mi perdoni? - .
KOUGAIJI – Ad una condizione – disse allora con voce dura,
rivolgendole però uno sguardo sereno. – Non devi raccontarlo a tua madre - .
LIRIN – Nh? - .
KOUGAIJI – Si arrabbierebbe sicuramente se sapesse che
abbiamo perso un’occasione per sottrarre il sutra a GenjoSanzo – si limitò a
spiegarle, ottenendo tutta la sua attenzione. – Non devi farne parole ne con lei, ne col Dottor Nii…
nessuno deve saperlo, ci siamo spiegati? - .
LIRIN – Tutto qui? – gli chiese, dopo aver valutato la
proposta. Kougaiji annuì sorridendole. – D’accordo! –
esclamò. – Grazie fratellone! - .
Il principe le carezzò teneramente la testa, spostando poi
il suo sguardo verso Yaone e Dokugakuji,
che lo avevano affiancato, facendo capire loro, con uno sguardo, che dopo
avrebbero avuto le risposte che cercavano.
“Non posso crederci… io sono veramente unica!”.
Per tutta la giornata, Sarah non fece altro che pensare
all’ennesima bizzarra situazione in cui si era andata a cacciare. Aveva
faticato un po’ a credere alla storia che Lirin, una
ragazzina così dolce, affettuosa e ingenua, fosse la figlia del più temibile
dei demoni che la storia ricordasse.
Le ricordava tanto Goku, avevano
lo stesso temperamento.
Si ritrovò a ridere, pensando al ragazzo dagli occhi dorati.
Al modo in cui l’aveva chiamata quando
l’aveva vista con loro, lo sguardo stranito e preoccupato, il modo in cui si
era lanciato a proteggerla.
“Quanto è dolce!” pensò, sorridendo.
Poi quella ragazza dai codini viola… i modi identici a
quelli di Hakkai.
Il demone dai capelli corti scuri… com’è che aveva chiamato Goijo?
Per non parlare di Kougaiji.
Seppur lo avesse incontrato per ultimo, era quello che gli
era rimasto più impresso.
Il portamento fiero ed elegante, i capelli lunghi di un
rosso più scuro di quello di Goijo, gli occhi viola…
di un viola più carico di quelli di…
“Ah!!! Perché deve sempre entrare
nei mie pensieri???”.
GOIJO – Non riesci a dormire? - .
Sarah si girò lentamente verso il mezzo demone, scuotendo
poi la testa a mò di no.
GOIJO – Sta tranquilla… chiunque fosse, credo che quel tizio
non si rifarà vedere per un po’. Se avesse voluto attaccarti, lo avrebbe fatto,
siamo ritornati alla locanda da un po’ ormai…. - .
Sarah tornò a guardare davanti a sé. Lo sguardo fisso sui
suoi piedi, che si scontravano l’un con l’altro ripetutamente, per farle
passare il nervosismo.
Era proprio quello che non riusciva a spiegarsi.
Chi era quel tipo? Cosa voleva? Perché, una volta attaccata,
rapita e trascinata in quel groviglio di rami, di cui il solo ricordo le faceva
tornare i brividi, l’aveva lasciata perdere?
Non che le dispiacesse
naturalmente, ma era infastidita dall’ennesima situazione incomprensibile che
l’aveva vista protagonista.
Si portò una mano alla bocca, cominciando a mordicchiarsi le
unghie dall’eccessivo nervosismo, incurante del ragazzo che era rimasto dietro
di lei, sulla soglia della porta dell’ingresso della locanda.
Fu solo quando sentì vibrare
leggermente la panchina di legno sulla quale era seduta, che capì che Goijo non se n’era andato e che, anzi, era andato a sedersi
vicino a lei.
SARAH – Niente conquiste stasera? – gli chiese allora,
rivolgendogli un sorriso sornione e allo stesso tempo scherzoso, mentre lui si
accendeva una sigaretta.
GOIJO – La sorte ha deciso di non farmi incontrare nessuna
bella fanciulla stasera… - disse, con lo stesso sorriso sornione che le aveva
rivolto la ragazza, tirando fuori una boccata di fumo. Poi la guardò
maliziosamente – Chissà… - disse, prendendo una mano di lei nella sua. – La
notte è ancora giovane… - e detto questo la guardò negli occhi. Sguardo che
Sarah resse in modo impassibile, fino a quando non
scoppiò in una fragorosa risata.
Il ragazzo rimase decisamente interdetto.
SARAH – Scusami!! È che sei stato
così buffo! – disse, portandosi una mano alla bocca per trattenersi dal ridere.
GOIJO – Grazie tante… - rispose sconsolato, gettando
rassegnato la sigaretta, ormai consumata, per terra e schiacciandola con un
piede.
SARAH – No! Non fraintendermi! Il ruolo del seduttore ti si addice… però… – riprese a ridere. – Non ho mai incontrato
nessuno così tenace! - .
Goijo
sentì la ragazza ridere di nuovo.
Dapprima sorrise, estraendo
un’altra sigaretta dal pacchetto, ma prima di portarsela alla bocca, contagiato
dalla risata allegra di lei, cominciò a ridere anche lui.
Fu la volta di Sarah di
osservarlo, e cominciò a fissarlo così intensamente che lo indusse a smettere.
SARAH – Mi stavo chiedendo una
cosa prima… - disse, ricordatasi della domanda che avrebbe voluto fargli.
GOIJO – Cosa? – le chiese,
accendendosi finalmente la sigaretta.
SARAH – QuelDoku… ehm… com’è che si chiamava? – ammonì se stessa
per non ricordarselo.
Goijo
sorrise, senza che se ne accorgesse, avendo capito in anticipo dove volesse
arrivare.
GOIJO – Dokugakuji - .
SARAH – Ah sì! Quel Dokugakuji che
abbiamo incontrato oggi… insomma… voi già vi conoscevate? -.
Si pentì subito di aver fatto quella domanda. Come al solito, pensò amaramente, aveva parlato troppo e si era
impicciata di fatti che non le riguardavano.
Goijo aspirò un’altra boccata di
sigaretta. E fu a quel punto che lei mosse freneticamente le mani, a mo di
scusa.
SARAH – Non avrei dovuto chiedertelo… non sono affari miei –
si scusò, alzandosi successivamente impacciata.
GOIJO – È mio fratello – le rispose subito, scacciando
qualsiasi dubbio o domanda che si era insinuata nella testa della ragazza.
“Avevo sentito bene allora” pensò lei, ricordandosi
dell’appellativo che il demone aveva dato a Goijo.
Decise comunque di non chiedergli altro.
Se Dokugakuji era davvero suo
fratello, doveva esserci una storia grande e complicata a spiegare il motivo
per il quale ora si trovava nel gruppo nemico. Non volendo risultare d’impiccio
e costringere il ragazzo a rivelarle verità che molto probabilmente avrebbe
preferito tenere per sé, decise di andare a dormire.
SARAH – È ora di andare ad imitare gli altri – disse,
riferendosi a Sanzo, Hakkai
e Goku che erano andati a dormire da un pezzo. Si
alzò, quindi, e fece il giro della panchina, andando a trovarsi alle spalle del
ragazzo.
SARAH – Buona notte, seduttore! – e nel salutarlo, gli diede
una leggera pacca sulla spalla.
Fu quella a farla ripiombare nel mondo che tanto detestava.
Goijo era seduto rannicchiato e spaventato sul
pavimento di una stanza.
Un’ ombra avanzava
minacciosamente verso di lui… un mazzo difiori rossi fu buttato violentemente
in terra da una donna demone, che con un ghigno misto a rabbia e dolore cominciò
a prenderlo a bastonate, tra i petali dei fiori che ricadevano su di loro,
unici testimoni di quell’atroce violenza.
“Madre…”.
“Sono del colore del
sangue… come i tuoi capelli… come i tuoi occhi!!!”
urlò la donna, prima di riprendere a picchiare il bambino.
“Muori… muori!!”.
GOIJO - …rah? Sarah! - .
Solo allora le pupille della ragazza tornarono del loro
normale colore, così da permetterle di padroneggiare di nuovo la realtà.
GOIJO – Stai bene? Vuoi che chiami Hakkai?
– le chiese, quando lei ebbe voltato leggermente il volto verso di lui, senza
però alzare lo sguardo verso il suo.
Non ne aveva il coraggio.
Non dopo aver visto… dopo aver scavato così prepotentemente
nei meandri del suo passato… dopo essere venuta a conoscenza di tutto il dolore
che portava dentro… il senso di inadeguatezza in un mondo che non lo accettava…
un dolore tanto grande, mascherato perfettamente dal suo carattere allegro e
spiritoso.
No, quella volta non lo avrebbe fatto. Non gli avrebbe detto
cosa aveva visto. Non lo avrebbe messo a nudo come un verme, come le sue
visioni la portavano a fare con tutte le persone con cui entrava in contatto,
malauguratamente, nel momento sbagliato.
SARAH – No, Goijo…
tranquillo… - si sforzò di dire, dopo che ebbe ingoiato il groppo che le
era salito alla gola.
Aveva una voglia disperata di piangere. Il dolore che aveva
avvertito provenire da quel bambino era ancora palpabile, insostenibile…
Si voltò di scatto, divincolandosi dalle braccia del ragazzo
che, quando l’aveva vista tremare, l’avevano retta per non permetterle di
cadere.
Goijo rimase con le braccia
sospese nel vuoto, cercando di capire cosa fosse successo in quel breve lasso
di tempo, dal momento in cui Sarah gli aveva augurato la buona notte.
Le aveva ricambiato il saluto ma,
non sentendola camminare, si era voltato a vedere cosa fosse successo, quando
l’aveva vista tremante, con gli occhi vitrei.
Le si era avvicinato, l’aveva
chiamata, ma lei sembrava essere in un altro mondo. Aveva provato a toccarla e
quando aveva visto le sue gambe piegarsi un po’, l’aveva presa tra le braccia.
Il modo in cui, ora, si era
divincolata da lui, gli aveva fatto comprendere che molto probabilmente aveva
visto qualcosa sul suo conto.
Indeciso sul da farsi e sul come comportarsi, cominciò ad
agitarsi, stringendo a tratti le mani a pugno. Afferrando e lasciando il
pacchetto di sigaretta che aveva in una tasca dei pantaloni, mentre la vedeva
allontanarsi.
Perché non gli aveva detto niente? Perché aveva avuto quella
reazione? E che diavolo di reazione aveva avuto? Era arrabbiata, angosciata,
impaurita… com’era?
Perché doveva tenersi per sé una cosa che riguardava LUI.
Che diritto aveva?
GOIJO – Ti faccio così schifo? – disse nella rabbia, non
badando minimamente alle parole che aveva appena pronunciato e non pensando che
avrebbe potuto chiederle altro, dal momento che quello era stato il primo
pensiero che si era fatto del comportamento della ragazza.
Un conto era sentirsi chiamare “lurido mezzo demone” ed
essere schernito di conseguenza, consapevole, però, che quell’insulto aveva una
fonte, e che la persona che lo aveva detto non era neanche un conoscente; un
conto era invece vedersi allontanato per qualcosa che non sapeva e di cui non
aveva minimamente il controllo, da una persona alla quale aveva cominciato ad
affezionarsi.
Sarah si fermò sulla soglia della porta, allibita,
continuando a dargli le spalle.
GOIJO – Fà come ti pare! – esclamò
duro, estraendo infine l’ennesima sigaretta dal pacchetto e portandosela alla
bocca.
Fu a quel punto che Sarah non ne potè più.
Si voltò velocemente, raggiungendolo ancor più velocemente e
andando ad abbracciarlo, dando finalmente libero sfogo al suo pianto.
Dalla sorpresa e dall’impeto con il quale era stato
abbracciato dalla ragazza, a Goijo cadde la sigaretta,
non ancora accesa, dalle labbra.
Sentì la sua canotta inumidirsi
pian piano, dagli occhi di Sarah sembrava che diluviasse.
Era incapace di fare o di dire niente, così come lo era lei.
SARAH – Non sono del colore del sangue… - disse con voce
nasale, appena si fu staccata un po’ dal corpo del ragazzo.
Il tono di voce era bassissimo, ma lui riuscì a sentirla
ugualmente.
SARAH – I tuoi capelli sono belli, Goijo…
- disse allora, andando ad alzare lo sguardo e incontrare, così, gli occhi dal
ragazzo, che la guardavano spaesati e allo stesso tempo
increduli, saettando da un punto all’altro per non incontrare quelli
verdi della ragazza. Aveva capito cosa aveva visto.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentì vulnerabile.
Era stato messo a nudo, così come aveva immaginato fosse successo la proprietaria di quegli occhi che ora
sembrava essere il suo io più nascosto.
Qualunque cosa lei avesse visto,
l’aveva fatto non con i propri occhi, ma con i suoi.
Sarah gli prese il volto tra le mani, costringendolo a
guardarla.
SARAH – Era un prezzo troppo alto – gli disse, prima di
scoppiare di nuovo in un pianto dirotto, tornando ad abbracciarlo come prima.
Questa volta lui ricambiò l’abbraccio.
Confuso, per tutto quello che era successo in quei pochi
attimi… sorpreso, per la prima volta che qualcuno lo avesse davvero capito…
grato… per aver avuto per la prima volta un contatto che non fosse violento o
semplicemente materiale a cui, ormai, si era tanto
abituato.
Il
capitolo tanto atteso, per qualcuno ^^, è arrivato.
Saluto
le recensioniste e vi lascio subito al chap, che per scriverlo ho impiegato tutte le mie energie…
spero che riesca almeno a trasmettervi l’1 % di quel
che ha trasmesso a me scrivendolo.
Saluti
a tutti!
-YamaMaxwell :Sensei! Ovviamente mi sono
sbellicata anche di fronte a quest’altra tua recensione. Spiacente però ç___ç
non posso rispondere a nulla u__ù un altro po’ di pazienza XD Bacioni! ;
-Nemeryal : Grazie cara! Pensa che mi sono
commossa anch’io menter lo scrivevo ç__ç
contenta che sia riuscita a trasmetterti qualcosa ^^ ;
-WhiteLie : Eh sì, ci voleva Kougaiji
per capire un po’ di cose XD Per il resto… boh!
>__< (XD) ;
-Mon-chan : Sono contenta che ti sia piaciuto… sapevi quali erano
le mie paure… temevo di renderlo OOC, ma in fondo ho pensato che dal momento
che la Minekura
non ci presenta i suoi personaggi in “determinate situazioni”, si
potesse…osare, senza però far scadere il personaggio. Spero di esserci riuscita
^^;
-Miriel67 : Così
fai commuovere tu me ç___ç Aspetto un parere anche su questo capitolo… perché
anche in questo mi sono destreggiata con l’ambito “sensibilità”… solo che
questa volta è un tipo di sensibilità un po’ diversa XD A presto!.
Ora
la lettura del chap, che vi consiglio di leggere
tutto sotto le note di Back to life di Giovanni
Allevi.
Aurevoir!
“Back to life”
HAKKAI – Buongiorno! – fece, di primissima mattina, ad un
bonzo ancora assonnato che aveva appena varcato la soglia della sala da pranzo
della locanda.
Sanzo gli fece una sorta di
grugnito in risposta, andando poi ad occupare il posto
di fronte a lui e accendendosi la prima sigaretta del giorno. Poi s’immerse nel
giornale abbandonato sul loro tavolo.
Uno sbadiglio alquanto rumoroso giunse alle orecchie dei due
ragazzi, inducendo entrambi a indirizzare il volto verso le scale, dalle quali
stava scendendo Goku, stropicciandosi un occhio.
GOKU – ‘Giorno… - disse, ancora
sbadigliando, sedendosi anche lui al tavolo con i ragazzi.
HAKKAI – Buongiorno anche a te, Goku!
– lo ricambiò col suo solito sorriso gentile. – Come mai già sveglio? – gli
chiese, conoscendo le normali abitudini del ragazzo, tra le quali non era
compreso lo “svegliarsi prima dell’ora di pranzo”.
SANZO – Avrà sentito qualche odore provenire dalla cucina –
sentenziò, senza però alzare lo sguardo dalla pagina
di giornale su cui si era soffermato.
GOKU – Non è vero! – replicò, cercando di difendersi, ma
vari brontolii provenienti dal suo stomaco tradirono le sue reali intenzioni.
SANZO – Tsk! – esclamò, portandosi
la tazza di caffè fumante alle labbra.
In quel momento un cameriere servì un vassoio pieno di dolci
e biscotti, sul quale Goku si avventò non appena ebbe
toccato il tavolo, spaventando leggermente il cameriere e ricevendo in piena
testa la prima harisennata della mattinata.
GOKU – Ahi! – urlò, coi lacrimoni
agli occhi, e la bocca piena di biscotti.
SANZO – Stupida scimmia ingorda! - .
HAKKAI – Ci scusi – disse, col suo solito sorriso gentile,
al cameriere dal volto sconvolto, che sparì velocemente dopo aver fatto un
breve inchino.
GOKU – Goijo e Sarah? – chiese,
non appena ebbe mandato giù il boccone che gli si era fermato in gola in
seguito all’harisennata.
Sanzo si accigliò, tornando con la
mente alla notte appena trascorsa.
Salito in camera, la sera prima, aveva mandato al diavolo tutti i buoni propositi di riuscire a dormire non
appena l’insonnia aveva fatto capolino,così si era convinto ad alzarsi e a fumarsi una sigaretta seduto sul
davanzale della finestra.
Aveva visto Sarah ancora sveglia, seduta sulla panchina
davanti alla locanda, raggiunta poco dopo dal kappa,
che successivamente le si era seduto accanto.
Li aveva visti parlare, ridere… aveva visto il kappa provarci ancora con lei…
La sua espressione si fece più arcigna, e strinse
leggermente di più le mani, andando a provocare un rumore appena udibile della
carta di giornale che reggeva.
Poi ricordò il momento in cui Sarah si era bloccata mentre era intenzionata a rientrare nella locanda, Goijo che l’aveva sostenuta, il modo in cui lei si era
divincolata da lui, i gesti stizziti del kappa…
l’abbraccio…
GOKU – Sanzo? - .
Il bonzo sussultò, ma in una maniera così rigida che al
ragazzo dagli occhi dorati non sembrò nemmeno.
Ma agli occhi di Hakkai sì.
HAKKAI – Hai qualche idea su chi possa
essere la persona che ci ha attaccati ieri e che ha rapito Sarah? – gli ripetè, senza chiedergli a cosa stesse pensando e prima
che fosse Goku a farlo.
Il bonzo a quel punto si tolse gli occhiali da vista,
andandoli a posarli sul tavolo, e piegò il giornale, dando il tempo alla testa sua
di formulare qualche ipotesi.
GOKU – Non potrebbe essere qualche scagnozzo di quel tipo
che voleva sposare Sarah? – chiese improvvisamente,
continuando a masticare dolci.
Hakkai congiunse le mani e se le
portò al mento, in segno di riflessione, mentre Hakuryù,accanto a lui,
sgranocchiava un biscotto ridotto in briciole.
HAKKAI – Potrebbe darsi… non possiamo escludere nulla dal
momento che non sappiamo che genere di persone sono interessate a lei… - .
In quel momento due voci interruppero i pensieri di tutti.
-Ahahahah! Unico!
- .
-Guarda che potrebbe accadere anche e te! - .
Sanzoreindossò
gli occhiali e tornò a leggere il giornale, incurante delle risate dei due
ragazzi che li avevano appena raggiunti.
SARAH – Buongiorno a tutti! – augurò con le lacrime agli
occhi, ritornando poi a ridere e prendendo posto accanto a Sanzo.
HAKKAI – Buongiorno – rispose cordialmente sorridendole,
seguito a ruota dal suo draghetto bianco che, alzata
la testolina dal piatto col biscotto, rispose col suo solito verso.
GOKU – Ma che avete da ridere? – chiese confuso, osservando
i due amici che non riuscivano a restare seri per un attimo.
SARAH – È colpa sua! – indicò il kappa
che continuava a sbellicarsi.– Stava per… - ma una mano del ragazzo in questione andò prontamente
a chiuderle la bocca, per impedirle di continuare.
Hakkai si sistemò il monocolo,
cercando di venire a capo della situazione, che temeva non sarebbe mai stata
spiegata se quei due avessero continuato ad andare avanti in quel modo.
Sorrise. Nonostante la situazione che li aveva visti
coinvolti il giorno prima, l’aria sembrava meno tesa.
In un modo o nell’altro quella ragazza, anche se era una
calamita umana per i guai, sembrava smorzare sul nascere qualsiasi sorta di
tensione. Forse perché era abituata. Fatto sta che la sua risata riuscì, per un
attimo, a rendere lontano qualsiasi problema.
L’unica persona che non sembrava essere contagiato da
quell’allegria era il bonzo, che, a suo avviso, sembrava più irritato del
solito, per un motivo che, forse, era riuscito a comprendere.
La domanda da porsi era se il bonzo in questione avesse mai
compreso e accettato “quella cosa” che lo infastidiva.
Se ne sarebbe occupato più tardi.
HAKKAI – Dunque? – chiese, riprendendo la questione che
stava ancora facendo sbellicare di risate Sarah.
GOIJO – NULLA!!! – rispose
tempestivo.
SARAH – Stava cadendo! – rispose subito dopo, accavallando
quasi la sua voce a quella del ragazzo. – È entrato nella mia camera, senza bussare
ed attento a non far rumore, mentre ero in bagno… non si è accorto del borsone
da viaggio che avevo messo ai piedi della porta e quando sono rientrata in
camera ho assistito ad una coreografia eccezionale! – riprese a ridere e a
lacrimare, osservando sottecchi Goijo che cercava di
fare l’indifferente. – Avreste dovuto vederlo! Un equilibrio incredibile! Alla
fine gli ho fatto anche un applauso! - .
GOIJO – Ah ah ah
– fece con monotonia, imitando una risata.
GOKU – La prossima volta fammi un fischio, Sarah! – disse
alla ragazza, dopo essersi messo a ridere anche lui.
GOIJO – Ehi scimmia… - si limitò a dire, non sapendo in che
altro modo difendersi.
In quel momento una sedia strusciò violentemente a terra,
facendo terminare le risate e attirando l’attenzione.
Sanzo piegò il giornale e si
diresse con aria indifferente verso le scale, lasciando dietro di sè una scia
di fumo della sigaretta che aveva tra le labbra.
SANZO – Si parte tra dieci minuti! – disse, prima di sparire
al piano di sopra.
GOIJO – Ehi, dacci almeno il tempo di fare colazione! –
protestò, voltandosi verso le scale, essendo di spalle a queste.
Sentì un “tsk” e il rumore secco
di una porta che sbatteva, poi tornò a regnare sovrano quel silenzio tanto
innaturale che era sorto in seguito al comportamento del bonzo.
SARAH – Stavate discutendo? – chiese adHakkai, preoccupata che le loro risate avessero
interrotto qualcosa d’importante.
HAKKAI – No, tranquilla… anzi, scusalo, ma quando è mal
tempo è sempre di cattivo umore – le rispose, scuotendo appena il bicchiere che
aveva in mano, facendo così ondeggiare il thè che vi
era all’interno.
GOIJO – Quand’è mal tempo? Ma se è sempre di cattivo umore!
– replicò, sottolineando nel parlare il termine “sempre”.
Hakkai guardò il ragazzo dai
capelli rossi sottecchi, ammonendolo con uno sguardo e sottintendendo di
smetterla, mentre Sarah guardava dalla finestra della locanda le prime gocce di
pioggia andare a raggiungere i vetri.
GOKU – OH NOOOO!!! – urlò
improvvisamente, alzandosi di scatto e sbattendo i palmi delle mani sul tavolo,
facendo così prendere un colpo ai tre.
SARAH – Che c’è, Goku? – chiese
allarmata, mettendosi a guardare, poi, verso la finestra dove aveva guardato il
ragazzo, credendo che stessero per subire un attacco.
GOKU – I nikumaaaan! – esclamò
disperato, lasciando i tre amici basiti, con tanto di gocciolone
accanto alla testa. – Le bancherelle si ritireranno
con la pioggia! Devo andare a comprarli prima che sia troppo tardi! – ed
esclamata l’ultima frase con tono d’uomo d’onore, corse verso la porta
d’ingresso della locanda e uscì, dopo, però, aver salutato i ragazzi e aver
detto che sarebbe ritornato subito.
Quando la porta si fu richiusa, Sarah scoppiò a ridere.
SARAH – È un grande! I nikuman… -
e detto questo riprese a ridere, sotto il sorriso comprensivo di Hakkai e lo sguardo stralunato di Goijo.
GOIJO – Cominci a preoccuparmi… ti sei abituata troppo alla
scimmia – le disse, tirando una boccata di fumo.
HAKKAI – Fortuna che hai questo
spirito di adattamento, all’inizio non sapevamo se la tua incolumità mentale
fosse al sicuro con noi… - disse col suo solito sorriso, continuando a
sorseggiare il suo thè. – Ma a
quanto pare reggi benissimo! - .
Sarah riprese a ridere, questa volta seguita da Goijo e Hakkai.
Goku si fermò pochi metri lontano
dalla locanda, si girò e guardò la finestra della camera del bonzo, mentre la
pioggia s’infiltrava attraverso i suoi vestiti leggeri.
Come sempre era preoccupato per Sanzo,
e nonostante avesse ormai capito che in quei momenti il bonzo non voleva essere
avvicinato da nessuno, non poteva comunque fare a meno di rivolgere il suo
pensiero a lui.
“Torno presto, Sanzo” pensò, prima
di voltarsi e correre verso le bancarelle di nikuman.
“Chissà come mai…” pensò Sarah, ricordandosi delle parole di
Hakkai riguardo al fatto che al bonzo non piacesse la
pioggia, mentre addentava un biscotto.
Guardò di nuovo in direzione della finestra, soffermandosi
sulle gocce di pioggia che ora scendevano più numerose e più velocemente.
Probabilmente aveva anche lui dei brutti ricordi legati ad essa, si ritrovò a pensare.
Pioveva, quel giorno in cui fu trovata dall’uomo che l’aveva
cresciuta.
Pioveva, quando venne circondata
per la prima volta dagli abitanti del suo villaggio che le puntavano le dita
contro urlandole di essere un mostro.
Pioveva, quando aveva incontrato Jiin.
Sì, decisamente la pioggia non era il suo fenomeno
atmosferico preferito.
Guardò di nuovo di fronte a sé, e vide Hakkai
perso nei suoi pensieri, che osservava distrattamente il fondo della tazza che
teneva tra le mani.
Goijo fumava, invece, in silenzio la sua sigaretta, mettendosi ad osservare un punto
imprecisato del tavolo.
“La pioggia a quanto pare non piace
a nessuno” concluse, alzandosi poi delicatamente dalla sedia per evitare di
farla strusciare sul pavimento com’era successo per Sanzo
e Goku.
Ricordava che non era stata una sensazione
piacevole, e decise di non ripeterla gratuitamente, riuscendo
perfettamente nell’impresa. Poi si diresse verso le scale, sotto lo sguardo
curioso di Hakuryù.
“Dannazione” pensò, rassegnato ormai all’idea di non poter
più guardare dalla finestra per via dell’acquazzone che si era scatenato nel
giro di un paio di minuti.
Si portò una mano alla capigliatura bionda, andando a
premere il palmo contro una tempia.
Il mal di testa aveva deciso di dichiararsi nemico proprio quando era privo di anti
dolorifici, cosa che lo innervosì ancora di più, spingendolo ad accendersi
l’ennesima sigaretta.
Gesto che non arrivò a compiere, sentendo bussare alla
porta.
GOIJO – È successo qualcosa prima che arrivassimo? – chiese adHakkai, non appena si fu
accertato che Sarah fosse lontana.
Hakkai distolse lo sguardo dal
fondo della tazza ormai vuota, portando l’attenzione su di lui.
HAKKAI – Davvero non hai capito? – gli chiese, capendo dove volesse arrivare il ragazzo.
Goijo stette in silenzio per un
po’ di tempo, poi scoppiò a ridere in una fragorosa risata, facendo spaventare Hakuryù, che per la paura si era lasciato sfuggire un pezzo di biscotto.
Hakkai lo guardò allibito,
prendendo ad accarezzare la testa al draghetto per
tranquillizzarlo, riducendo poi gli occhi a due fessure.
HAKKAI – Goijo… - lo ammonì,
cercando di placare la risata dell’amico.
GOIJO – No… non dirmi davvero che… - .
HAKKAI – E perché no? - .
Goijo scoppiò in un’altra fragorosa
risata, sotto lo sguardo ormai rassegnato del ragazzo dagli occhi di giada, che
aveva distolto lo sguardo dall’interlocutore col quale aveva intenzione di
condurre una conversazione seria.
GOIJO – Ok… ok… - disse, cercando man mano di placare le
risate, facendo così intendere adHakkai
di voler essere serio. Impresa in cui fallì miseramente, riprendendo a ridere,
questa volta, però, più silenziosamente.
HAKKAI – Hai finito? – gli chiese, leggermente infastidito
dal comportamento infantile che stava tenendo l’amico nel trattare un discorso
così delicato.
GOIJO – Sì – disse, tossendo appena per ricomporsi e
schiarirsi la voce, leggermente imbarazzato dal tono che aveva avuto Hakkai. Aveva capito di avere esagerato.
GOIJO – Solo che… - tentò di giustificarsi. – Non ce lo vedo… - .
HAKKAI – Beh… è naturale… dal momento che sarebbe la prima
volta - .
GOIJO – Ed io che ci scherzavo
sopra… pensi che la scimmia se ne sia accorta? - .
HAKKAI – Non credo… - .
Goijo prese a guardare di nuovo il
tavolo, cercando di capire se le conclusioni alle quali erano giunti lui e Hakkai potevano essere considerate valide.
Il suo strano comportamento da quando l’avevano incontrata
sulla loro strada…
L’istinto protettivo che non aveva mai manifestato con
nessuno…
La testa tra le nuvole! Quante volte lo avevano sorpreso ad estranearsi dal resto del mondo improvvisamente, e ad
arrossire leggermente quando avevano fatto qualche semplice e “innocente”
osservazione o riferimento a lei?
C’erano troppi dati a favore del fatto che il bonzo fosse
davvero diventato “più umano” da quando avevano
incontrato la ragazza.
HAKKAI - …pertanto... mi stai ascoltando, Goijo? - .
Il ragazzo dai capelli rossi sobbalzò, trattenendo poi il
respiro, temendo che l’amico si arrabbiasse. E il pensiero di “Hakkai arrabbiato” era capace di far rabbrividire perfino Sanzo.
Hakkai lo guardò in cagnesco, per
quanto la sua natura gentile celasse abilmente il
gesto così innaturale che era costretto a manifestare il suo viso in quel
momento, poi sospirò, permettendo così anche a Goijo
di respirare.
GOIJO – …Pertanto? – provò a chiedere, con un filo di voce.
HAKKAI – Se è davvero come abbiamo pensato, ti sarei grato se cercassi di evitare… - cercò di riassumere,
ma venne nuovamente interrotto dall’amico.
GOIJO – Aspetta, aspetta – disse, aspirando l’ultima boccata
di fumo e spegnendo velocemente la sigaretta nel portacenere, impaziente di
affrontare la conversazione. – Ho capito dove vuoi andare a parare amico, ma
sappi che non è come pensi - .
Hakkai aggrottò la fronte continuando
a stare in silenzio per farlo continuare.
GOIJO – Sì, all’inizio ci ho provato… mi conosci, no? –
ammise, avendo in risposta un sì accennato dal
movimento della testa dell’amico. – Ma subito dopo è diventato un modo per
scherzare… non potrei mai pensare di lei in quel modo. Ormai… - si fermò,
cercando di radunare i suoi pensieri per cercare di renderli comprensibili a
voce. – Ormai… è come se fosse una sorella per me… - disse infine, sperando di
essersi spiegato, e infatti ad Hakkai
quelle parole bastarono.
Sorrise appena, aggiustandosi il monocolo, pensando al
compagno che era salito da un pezzo al piano di sopra.
Ogni volta.
Ogni volta che la vedeva non poteva fare a meno di
licenziare il suo io, la sua parte razionale, e permetterle, così, di avvicinarsi.
E riusciva ad avvicinarsi in un modo in cui non era mai
riuscito a fare nessuno. Con una semplicità di cui chiunque avrebbe potuto
dubitare, ma che invece, ne era sicuro, era spontanea.
Quante volte Goku, l’unica persona
alla quale avesse davvero concesso il privilegio di conoscerlo almeno in parte,
in giornate come quella, veniva spedito a calci fuori
dalla sua stanza e dalla sua mente, nonostante non facesse altro che cercare di
stargli vicino?
Tante, a giudicare dal numero di volte di cui si era
ricordato di Hakkai e Goijo
che erano andati a cercarlo, dopo che, offeso, se n’era andato, credendo di
essere la causa del suo cattivo umore.
Strinse i denti, ripensando a quei momenti, e si maledì per
l’ennesima volta per l’incredibile insensibilità che usava per allontanare
tutti.
Ma non lei.
Con lei era… incredibilmente… maledettamente…
stramaledettamente diverso. E inspiegabile. O forse una spiegazione c’era, e
lui fingeva d’ignorarla?
SARAH – È calata la temperatura – disse, incrociando le
braccia e portandosi le mani alle spalle, in cerca di calore.
***
Vide il bonzo aspirare l’ultima boccata di sigaretta,
spegnere lentamente quest’ultima nel posacenere che aveva davanti e scendere
dal davanzale della finestra.
Lo vide poco dopo porgerle la tunica che aveva raccolto
dalla sedia quando era andato a prendere un’altra
sigaretta dal pacchetto lasciato sul tavolo.
Non seppe come interpretare quel gesto… ma ormai, ricordò,
aveva rinunciato completamente ad interpretare quell’uomo tanto cupo, quanto
emblematico, quanto… solo.
Una cosa che aveva capito di Sanzo, e probabilmente l’UNICA cosa che aveva capito di
lui, è che era solo… o, perlomeno, si sentiva tale.
Riusciva a percepirlo quando lo
guardava negli occhi, quando lo vedeva alterarsi, quando lo vedeva fumare...
quasi come se insieme a quel fumo sprigionato dalla sigaretta, sprigionasse
altro… qualcos’altro che, come il fumo della sigaretta, voleva che si
disperdesse e si allontanasse da lui.
E quello era lo stesso motivo per il quale aveva iniziato a
fumare anche lei.
Se lo era ricordato poco prima di andare a bussare alla sua
porta per la seconda volta.
E lui, nuovamente e inspiegabilmente, dato il carattere, le
aveva concesso di entrare e di fumare una SUA sigaretta. Cosa che non
consentiva di fare neanche a Goijo.
Così si era ritrovata seduta ai piedi del suo letto ad
aspirare lentamente ogni boccata di fumo e a vederlo fare lo stesso stando però
seduto sul davanzale della finestra.
Entrambi in silenzio. Nonostante sembrasse che, sempre
entrambi, avessero tante cose da dirsi.
SARAH – Grazie – gli disse, sorridendogli e afferrando
appena la tunica che le stava porgendo il ragazzo.
***
Anche in quel momento, perché il suo stupido cuore non la
smetteva di battere? E perché diavolo stava battendo in quel modo così…
assurdo?
Assurdo era lui, che si era lasciato imbambolare da una
donna, o meglio, da una stupida mocciosa, che conosceva appena.
Anche in quel momento.
Non accennava a volerle lasciare la tunica, e sentiva lo
sguardo confuso della ragazza fisso su di lui.
La pioggia continuava a battere sulla finestra, non
accennando a voler diminuire d’intensità.
Si lasciò alle spalle quel rumore, portatore di dolori
lontani… eppure sempre così vicini.
Si portò all’altezza della ragazza, facendole scorrere lentamente
la tunica dietro alle spalle e avvolgendola in essa,
assecondato dal consenso di lei, che lo aveva lasciato fare, mettendosi poi a
guardarlo negli occhi, come faceva ogni volta… e ogni volta riusciva a perdersi
in quegli occhi… e sognava, poi, di potersi unire a quelle labbra… desiderio
che, dopo varie e infinite lotte interiori, decise di assecondare.
Continuando a stringere la tunica tra le mani, l’avvicinò
pian piano a sé, andando poi a chiudere gli occhi e ad unire le loro labbra.
Per un attimo il mondo parve fermarsi.
Non sentì più la pioggia battere prepotentemente sulla
finestra…
Non sentì più le voci del passato che tornavano ogni volta a
fargli ricordare la colpa di cui si era macchiato…
Quasi gli parve di non sentire più i battiti del proprio
cuore che, prima di avvicinarsi a lei, batteva quasi come se dovesse
esplodergli nel petto da un momento all’altro.
Non esisteva più nulla…
Solo lui, lei e la sensazione dolce, intensa e… unica, che
quell’unione stava regalando ad entrambi.
***
Sarah gli portò una mano sul viso, prendendo ad accarezzarlo
lentamente e lievemente, quasi come se quel contatto potesse interrompere quel
momento.
Riaprì gli occhi, andando ad incontrare le splendide
ametiste di lui, che ora la stavano guardando, a pochissimi centimetri dai
suoi. Riusciva a sentire ancora il suo respiro, tanto che erano vicini.
Restarono per un tempo indefinito così,
persi ognuno negli occhi dell’altro, dicendosi cose che la bocca non
avrebbe potuto dire e dandosi le risposte che tanto avevano cercato da quando i
loro occhi si erano incontrati.
Goijo e Hakkai
sorrisero, il primo nel suo solito modo sornione, il secondo nel suo tipico
modo composto e trattenuto, mentre il povero Goku,
incapace anch’egli di sorridere per via della mano che il kappa
gli aveva portato prontamente sulla bocca per impedirgli di urlare appena li
aveva visti, ringraziò mentalmente la ragazza per aver portato uno spiraglio di
luce nella vita del suo migliore amico.
Lo
so u__uSono
terribilmente in ritardo. Scommetto che cominciavate a pensare che avessi
abbandonato.. eh, no! Come fate a credermi così
crudele?? ç___ç È solo che è capitato un periodo in
cui si sono alternati, senza sosta, in ordine :
impegni universitari, influenza e blocco dello scrittore! Quest’ultimo poi…
menomale che esiste la musica! Che avrei fatto senza “Redfraction” di Mell, che mi è
servita da colonna sonora per la scena di combattimento??
Grazie Mon-chan, per avermela fatta conoscere u__ù.
So
che state aspettando da circa un mese, quindi passo a salutare singolarmente le
recensioniste e vi lascio alla storia. (Con la solita raccomandazione di non linciarmi troppo
violentemente nel caso in cui il capitolo sia un fiasco ç__ç dopo un po’ di
tempo che non ho scritto dovrò riprendere il ritmo… abbiate pazienza please u__ù).
-YamaMaxwell
:ce l’ho
fatta!! Visto? È passato il blocco *__* Sono contenta che il capitolo
precedente ti sia piaciuto… e mi dispiace di aver rovinato i tuoi pronostici
sulla coppia Sarah/Goijo, maGoijo l’ha detto, è come una
sorellina per lui u__u quindi non se ne fa nulla XD;
-Mon-chan
:Mia fedele
lettrice e recensionista *__* Nonché compagna
universitaria, di sclero e amica *__* Nonché OTTIMA
minacciatrice… ecco il capitolo… conto sulla tua solita buona critica u__ù;
-Nemeryal
:Contenta
che Sarah ti sia sempre più simpatica ^^ E vorrei vedere… ha fatto sciogliere il bonzo! Ma la domanda è: si
sarà sciolto per davvero? Chissà *__*XD;
-WhiteLie
:Noto con
piacere che quella scena ha fatto furore! XD Menomale u__ù No, fortunatamente Goku non è geloso da come hai avuto modo di vedere ^^ Spero che anche il
seguito ti piaccia! ;
-Lav92 :Ahahahahah!! Come non ci credevi?? È
accaduto invece, sìsì u__ù Grazie mille per i
complimenti, spero di rileggerti XD;
-Miriel67 :Eh sì… come tutte sappiamo Sanzo
è davvero molto bravo a fingere… poi incontra qualcuno che lo smaschera e lo
scopre! XD Grazie per non mancare mai un capitolo!
E grazie a tutti quelli che ancora leggono e mi seguono, sperando che
questo capitolo non si riveli per voi una delusione, soprattutto dopo avervi
fatti aspettare tutto questo tempo >__>
Ora
vi lascio alla lettura del chap!
Ps:
ora sapete che nel caso in cui dovessi mancare ancora
un po’, non abbandono e non mi dimentico, ma lo faccio perché ho gli impegni
che mi mangiano ç___ç
“La bambola assassina”
Era stato incredibile.
“Ci… ci siamo… oh Kami!” pensò
Sarah, arrossendo per l’ennesima volta da quando si
erano rimessi in viaggio, seduta alle spalle dell’oggetto dei suoi pensieri.
Affianco a lei Goku dormiva
beatamente, mentre Goijo guardava come suo solito
l’orizzonte che si delineava sempre più chiaramente man mano che abbandonavano
il villaggio.
Hakkai guidava tranquillamente Hakuryù, evitando di prendere buche e mantenendo una
velocità sostenuta. Sanzo invece era immerso in
pensieri contorti e complicati…
L’aveva baciata. Questo era ciò di cui non riusciva a
capacitarsi… com’era potuto accadere? Era risaputo che la pioggia gli faceva
sempre un certo effetto… solo che questa volta non riusciva a capire perché,
anziché chiudersi ancora di più come suo solito, si fosse, invece, aperto.
Era stato un momento, solo uno stupido e seccante momento.
“Non accadrà più” pensò tra se, mentre si accendeva l’ennesima sigaretta,
guardando poi attraverso lo specchietto retrovisore e incrociando gli smeraldi
della ragazza.
Sarah arrossì impercettibilmente, abbassando lo sguardo e
volgendolo altrove.
“Ma quanto sono stupida… perché mi devo sempre comportare
come un’adolescente alla sua prima cotta??” pensò
irritata Sarah, prendendosela con se stessa. Perché, dopo essersi addirittura
baciati, lei non riusciva a sostenere il suo sguardo? Certo… era stata una cosa
improvvisa… dettata probabilmente dall’atmosfera che la pioggia era riuscita a
creare… eppure…
“Eppure, volendo anche considerare l’ipotesi della pioggia,
perché il mio cuore ha preso a battere così velocemente non appena le sue
labbra… ?”. Arrossì nuovamente, portandosi una mano sul volto e giustificando
il gesto agli attenti occhi di Hakkai poggiando un
gomito su Hakuryù e portandoci il volto su. Cosa
inutile dal momento che il demone dagli occhi di giada non aveva smesso un
attimo di osservare i due amici da quando si erano
rimessi in viaggio, e il fatto che nemmeno Sanzo se
ne fosse accorto, stava a dimostrare che doveva davvero avere la testa da
un’altra parte. Sorrise appena, andando ad incrociare lo sguardo del mezzo
demone attraverso lo specchietto retrovisore.
Goijo si fece scappare una
risatina, che non mancò di attirare l’attenzione della ragazza.
SARAH – Nh? – chiese ingenuamente,
guardandolo curiosa.
GOIJO – Niente, niente… - le rispose, scuotendo la mano,
indicando di lasciar perdere.
Fu la volta di Sanzo di alternare
lo sguardo, volgendo i suoi freddi occhi viola prima su Hakkai
e poi su Goijo.
Quando vide Hakkai sorridere come
se niente fosse e Goijo tramutare la sua espressione
nel solito sorriso beffardo che lo contraddistingueva, gli venne la pelle
d’oca.
“Che… sappiano?” pensò il bonzo, allarmandosi. “Tsk! E come potrebbero?” pensò
successivamente, anche se quel pensiero continuò a tormentarlo fino a quando
non decisero di fermarsi per il pranzo.
GOIJO – Non avevo dubbi che ti saresti svegliato subito, il
tuo stomaco ha un orologio incorporato precisissimo! – disse a Goku, che lo guardò risentito.
GOKU – Ti sbagli! Hai forse sentito lamentarmi questa volta?
– cercò di difendersi, ma il suo stomaco emise un brontolìo
acuto e insistente, che lo portò ad arrossire e a portarsi le mani a
massaggiarlo.
GOIJO – La solita scimmia! – lo prese in giro, scendendo poi
da Hakuryù, imitato dall’eretico che si limitò a
mettere il broncio.
Quando furono scesi tutti, Hakuryù
riprese la forma di draghetto e raggiunse la spalla
del padrone, che lo accarezzò amorevolmente, facendo poi un gesto al compagno
dai capelli rossi senza che il bonzo e la ragazza se ne accorgessero. Il rosso,
intendendo, afferrò per il colletto il giovane eretico, strattonandolo e
conducendolo lontano.
GOIJO – Andiamo, scimmia! - .
GOKU – Ehi!! Ma… - cercò di
chiedere spiegazioni, ma il compagno lo precedette.
GOIJO – Andiamo a riempire le borracce… - e fu allora che Goku capì, annuendo e allontanandosi dalla radura in cui si
erano fermati prima dell’amico.
HAKKAI – Ottima idea! – esclamò, cercando di far sembrare
più naturale tutte quelle reazioni improvvise che, ne
era sicuro, non erano sfuggite a Sanzo. – Qui vicino
dovrebbe esserci un torrente… io e Hakuryù cercheremo
della frutta invece – concluse, sorridendo come suo solito e allontanandosi
successivamente insieme al draghetto e al mezzo
demone.
Ormai Sanzo non aveva più dubbi.
Sapevano. Anche se non riusciva a capacitarsene, aveva capito che l’improvviso
allontanamento dei tre era mirato a lasciare da soli lui e…
Portò il suo sguardo sulla ragazza, che stava sistemando a
terra il solito telo che utilizzavano per mangiare. Non alzò nemmeno una volta
il suo sguardo verso di lui, stava cercando appositamente di evitarlo.
Che avrebbe dovuto fare? Si sentiva così… impacciata. Anche
lei aveva capito che i ragazzi si erano allontanati per lasciarli da soli e che
quindi sapevano o, perlomeno, avevano intuito qualcosa. Quella era un’ottima
occasione per parlare con lui… ma di cosa poi?
Dopo essersi baciati, dopo un attimo di esitazione, lui
aveva lasciato la stanza velocemente, senza neanche darle il tempo di
realizzare cosa fosse successo. Per tutta la mattinata
non si erano più scambiati una parola.
Si voltò verso di lui, vedendolo poi appoggiato di schiena
ad un albero, con una sigaretta tra le labbra. Completamente indifferente.
Strinse a tratti le mani, chiudendole a pugni. Di quel passo
rischiava di impazzire. Doveva capire cos’era successo. Voleva sapere
soprattutto perché era successo.
Apparentemente la situazione sarebbe stata semplice da
capire… in fondo era da quando aveva incrociato gli
occhi ametista del monaco che, nonostante cercasse di negarlo, se n’era sentita
terribilmente attratta. Tutto sarebbe stato più semplice se il bacio fosse partito da lei, invece era stato il contrario, il che
le aveva fatto capire che anche lui provava lo stesso nei suoi confronti…
allora perché quel dannato bonzo adesso faceva finta di niente?
SARAH – Perché? – gli chiese improvvisamente, dopo aver
preso coraggio, senza guardarlo negli occhi, continuando a dargli di spalle.
Sanzo aprì gli occhi,
precedentemente chiusi per pensare alla situazione assurda che lo vedeva
coinvolto, e non rispose.
SARAH – Allora? – gli chiese ancora, voltandosi leggermente
verso di lui, riuscendo così a guardarlo sottecchi.
SANZO – Di cosa parli? – si ritrovò a chiederle lui, per
temporeggiare. Aveva capito perfettamente a cosa si riferisse,
solo che non aveva una risposta a quella domanda. O meglio, ce
l’aveva, ma non era disposto ad ammetterlo.
SARAH – Perché mi hai baciata? – gli chiese, con un tono di
voce più basso e chiaramente imbarazzato, arrossendo.
Sanzo aspirò l’ultima boccata di
fumo, gettando la sigaretta a terra e schiacciandola con un piede.
SANZO – Non ha importanza – disse infine.
Sarah scattò in piedi, voltandosi poi verso di lui.
SARAH – Cosa? - .
SANZO – Non ha importanza – ripetè, dando, questa volta, lui
le spalle a lei. – Dimentica ciò che è successo - .
Sarah spalancò gli occhi, assumendo un’espressione interdetta.
SARAH – Dimenticare? Sanzo tu mi
hai… - .
SANZO – Devo ripetermi? Non è successo niente – la
interruppe, accendendosi un’altra sigaretta e avviandosi verso la direzione in
cui si erano diretti i compagni.
SARAH – Eh, no! – esclamò, irritata e più convinta che mai a
chiarire, correndo verso di lui e ponendoglisi
davanti, con sguardo deciso. – Non scappi! Non questa volta! - .
Lui le lanciò uno sguardo seccato.
SARAH – Perché fai così? – gli chiese, addolcendo la voce e
lo sguardo.
“Dannazione…” pensò il bonzo, imprecando tra sé e sé.
SANZO – Cosa vuoi? Delle scuse? – le chiese, secco e
tagliente.
SARAH – No – rispose, scuotendo animatamente la testa per
sottolineare la risposta. – Voglio solo capire… - .
SANZO – Mi stai seccando, ragazzina – le rispose, sperando
di offenderla per allontanarla da lui, cercando poi di sorpassarla per
allontanarsi.
SARAH – Ho capito che non sei il tipo di persona che ama
parlare di se – riattaccò, ponendoglisi di nuovo
davanti, impedendogli di allontanarsi.–
Eppure vorrei capire perché tendi ad allontanare tutte le persone che tentano
di avvicinarsi a te. - .
Sanzo inspirò, continuando a
mantenere la sua posizione rigida, senza far trasparire il senso di angoscia
che lo stava assalendo.
SARAH – Stamattina mi… ci siamo baciati. Pur non
conoscendoti a fondo, ho capito che anche tu provi qualcosa di simile a quello
che… provo io-
arrossì, pronunciando le ultime due parole.
Il senso di angoscia in Sanzo
crebbe.
SANZO – Appunto. Non mi conosci. Quindi puoi anche smetterla
di costruire castelli per aria. – le disse con freddezza calcolata, senza far
trasparire, come al solito, nessuna emozione
attraverso le sue gelide ametiste. Comportamento che, questa volta, riuscì a
toccare la ragazza. – Ti ho baciata solo perché mi andava di farlo. Tutto qui.
-.
“Tutto qui…” si ripetè mentalmente Sarah, cominciando a
provare un forte senso d’inadeguatezza.
SANZO – Smettila di comportarti come una mocciosa! Non è
detto che dietro ogni cosa debba esserci per forza un significato! – esclamò infine,
allontanandosi senza più tanta fretta da lei e sparendo attraverso gli alberi
che delimitavano la radura.
Sarah rimase nella stessa identica posizione per un po’, poi
si lasciò cadere sulle ginocchia, abbassando il capo.
Si diede mentalmente della stupida, cosa si aspettava? Che
almeno lui non l’avesse fatta sentire come una vecchia bambola usata? Che
dietro a quel gesto, in cui aveva riposto le sue speranze, si nascondesse qualcosa di più del “tutto qui”?
Un misto di tristezza e rabbia la divorò, cominciando a
farla tremare e singhiozzare.
Si era innamorata dell’uomo sbagliato, dell’ennesimo
bastardo per cui non valeva nulla, se non lo sfizio di
un bacio. E, ancora più ridicola, aveva cercato di comprenderlo!
Non è detto che dietro
ogni cosa debba esserci per forza un significato…
Già. Era lei la stupida. Forse da quel momento in poi,
avrebbe smesso di sentirsi irrimediabilmente legata a quel cinico ragazzo senza
alcun motivo, ogni qual volta che avrebbe incontrato i suoi occhi.
S’impose di smettere di piangere, asciugandosi
successivamente gli occhi e rimettendosi in piedi.
Poi si dedicò di nuovo ad apparecchiare, aspettando che i
ragazzi tornassero.
Un rumore proveniente dal fogliame poco distante attirò la
sua attenzione, portandola a girarsi e a spalancare gli occhi non appena ebbe
distinto la figura che ne uscì.
HAKKAI – Goijo…- richiamò l’amico, afferrandolo per
un braccio, non appena tentò nuovamente di allontanarsi.
GOIJO – E dai, Hakkai! Solo
un’occhiata… - disse al demone gentile, sorridendo innocentemente.
Hakkai scosse la testa, imitato da
Hakuryù che in più andò a mettersi alle spalle del
mezzo demone, impedendogli di fare ciò che aveva in mente.
GOIJO – Ah… - si lamentò sconsolato. – Se la mettete così… -
concluse, rinunciando ad ogni altro tentativo.
GOKU – Il solito guardone! – lo rimproverò dalla riva del
torrente, avvicinandosi poi agli amici con l’ultima borraccia piena. – E con
questa abbiamo finito! – esclamò, indicando il recipiente d’acqua che aveva in
mano.
GOIJO – Adesso possiamo? – fece all’amico dagli occhi di
giada.
HAKKAI – Beh… direi che è passato un bel po’ di tempo… - ma
prima che finisse di parlare, la sua attenzione venne
attirata da una figura che sbucò improvvisamente dagli alberi, lasciandolo a
bocca aperta.
SANZO – Quanto diavolo di tempo ci vuole a prendere un po’
d’acqua? – chiese alterato, fulminandoli con lo sguardo e lasciandoli senza
parole.
GOKU – Sanzo… cos… -.
GOIJO – Che ci fai qui, bonzo? – si decise a chiedere,
venendo in soccorso all’eretico che continuava a balbettare.
SANZO – Tsk! – si limitò a
pronunciare, accendendosi una sigaretta e buttando fuori la prima boccata di
fumo quasi sputandola.
GOKU – Ehm… e Sarah? – chiese innocentemente, cercando di
rompere il silenzio che si era creato, ma lo sguardo del bonzo lo trafisse e l’harisen, comparso velocemente tra le mani di quest’ultimo,
gli rovinò in testa.
GOIJO – Messaggio ricevuto, bonzo… - disse, trascinando con
sé Goku e allontanandosi velocemente dal biondo
monaco.
Sanzo andò a sedersi su una roccia
in riva al torrente, incurante dello sguardo indagatore del demone gentile, che
lo stava scrutando quasi come se fosse una cavia da laboratorio…
Era inconsueto vedere Sanzo in
quella situazione e, ora, ogni suo minimo comportamento andava analizzato in relazione
alla situazione che lo vedeva coinvolto.
HAKKAI – Ne vuoi parlare? – gli chiese gentilmente e con
cautela, col suo solito tono di voce pacato.
Parlare? E di cosa? Di come fosse riuscito a ferire per
l’ennesima volta, l’ennesima persona che gli si era avvicinato? Di quanto fosse
stato brusco, insensibile e ipocrita? Di quanto adesso si sentisse dannatamente
male a ricordarsi della sua espressione, quando invece avrebbe voluto
stringerla tra le braccia e baciarla di nuovo, mettendo fine a quel tormento
che lo perseguitava dalla prima volta che l’aveva incontrata?
A cosa serviva? Tutti sapevano che GenjoSanzoOshi era solo un
lurido egoista insensibile incapace di manifestare emozioni.
Non avere nulla…
Era l’unico credo che gli era stato tramandato, ed era
l’unico credo al quale sarebbe stato fedele sempre.
Spense con calcolata lentezza la sigaretta, cercando di
ridarsi un tono indipendentemente dal turbine di emozioni che aveva dentro.
HAKURYU’ – Kyù!
– emise flebilmente, come a voler attirare l’attenzione del bonzo ma quasi
timoroso della reazione di quest’ultimo.
Fu allora che Sanzo si accorse che
Hakkai si era seduto su un masso poco distante, e si
ricordò della sua domanda.
SANZO – Non c’è niente di cui parlare – gli rispose infine,
afferrando nuovamente il pacchetto di sigarette e constatando con amarezza che
era vuoto. Lo strinse tra le mani, fino ad accartocciarlo, e lo lanciò a terra.
Hakkai chiuse gli
occhi sconfitto, nonostante si aspettasse quella risposta, poi sospirò,
alzandosi, e raccolse il pacchetto di sigarette, dando le spalle al bonzo e
incamminandosi verso gli alberi per tornare alla radura.
HAKKAI – Credo di comprendere ciò che ti spinge
a reagire così… - disse, prima di raggiungere gli alberi. – Forse sono la
persona meno indicata in questa situazione… nonostante tutto, mi sento di dirti
che non dovresti essere così duro con te stesso… che dovresti darti una
possibilità. -. Si sistemò il monocolo, abbassando lo sguardo e perdendosi un
attimo in ricordi passati. – Pensaci bene, Sanzo –
disse infine, allontanandosi di più e scomparendo tra gli alberi, lasciando da
solo il monaco a riflettere.
SARAH – No… non è possibile… - pronunciò con un filo di
voce, facendo un passo indietro e guardando fissa la figura che si stagliava di
fronte a se.
-Come sta, signorina Sarah? -. Le chiese la ragazza che
era di fronte a lei, afferrando la sua lunga gonna nera a pizzi con entrambe le
mani e allargandola per fare un inchino.
SARAH – Mikay… tu… tu… com’è
possibile? – riuscì a dire, sempre con un fil di
voce, man mano che indietreggiava.
La ragazza si riportò dietro alle spalle i lunghi e lisci
capelli neri che le erano caduti davanti mentre
s’inchinava, sorridendo benevolmente, facendo risplendere i suoi occhi color
ghiaccio in modo inquietante.
MIKAY – Sono contenta di averla finalmente trovata,
signorina. Ero così in pena! – esclamò, avvicinandosi man mano alla ragazza,
che, indietreggiando, si era ritrovata con le spalle ad un albero.
SARAH – Ma tu eri… - provò a concludere, ma la risata della
ragazza la interruppe. Se qualcuno l’avesse sentita
ridere, non avrebbe mai immaginato che una voce così cristallina potesse
appartenere ad una psicopatica.
MIKAY – Esatto… “ero”… ma il Signor
Jiin è stato così gentile da darmi una seconda
possibilità. -. S’interruppe, facendo vagare lo sguardo sull’erba. – Il Signor Jiin era così una cara persona… peccato che sia morto. – E detto questo, puntò il suo sguardo sinistro
su Sarah, che non accennava a volersi muovere dall’albero contro il quale era
finita. Aveva i muscoli immobilizzati dalla paura.
SARAH – Cosa vuoi? – le chiese a bruciapelo, cercando di
darsi un tono, pur sapendo di non avere la benché minima speranza contro quella
figura agghiacciante.
MIKAY – Ma che domande! – le ripose ridendo. – Sono venuta a
riportarla indietro… sa, anche se il signor Jiin non
c’è più, l’affare deve essere concluso. -. Sorrise ancora nel suo modo
innocente e agghiacciante e riprese ad avvicinarsi a Sarah.
Era finita.
Non poteva neanche lontanamente pensare di combattere contro
di lei e di scappare non se ne parlava, sarebbe stato inutile, non ci sarebbe
riuscita.
Mentre la ragazza vestita di nero si avvicinava, Sarah pensò
ai ragazzi.
Sperò con tutto il cuore che non tornassero in quel momento,
se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonata.
Ritornò con la memoria ai giorni in cui viveva ancora con Jiin, al periodo di addestramento della ragazza che ora era
davanti a lei.
No… anche se avessero combattuto uniti non ce l’avrebbero fatta…
GOIJO – Uh la là! Avresti potuto dirci che avevi un’amica
così carina… - .
“No!” urlò mentalmente Sarah, chiudendo gli occhi e
mordendosi il labbro inferiore.
Mikay si fermò a meno di due passi
da Sarah, voltando poi lentamente il capo verso il mezzo demone che, con
l’alabarda poggiata su una spalla e con una mano sul fianco, la guardava
provocatorio.
GOKU – Chi sei? – chiese aggrottando la fronte, volgendo lo sguardo prima al volto impassibile della strana ragazza
vestita di nero e poi al volto di Sarah, particolarmente pallida.
La giovane vestita di nero sorrise,
poi fece lo stesso identico saluto che aveva riservato a Sarah quando si erano
viste. Allargò la lunga gonna nera, incrociò le gambe e s’inchinò.
MIKAY – Il mio nome è Mikay,
signori, piacere di conoscervi. - .
Goku la guardò stranito,
soffermandosi sul particolare vestito che indossava la giovane.
Era un vestito nero a maniche lunghe, con le spalline a
sbuffo, chiuso sul davanti da bottoni piccoli e bianchi. Il colletto era in
pizzo, anch’esso bianco e la gonna larga lasciava intravedere uno strato di
stoffa dello stesso colore del colletto.
Sembrava uno di quegli abiti con cui si vestono
solitamente le bambole di porcellana.
Questo gli sembrò, considerando poi anche il particolare
colore vitreo degli occhi e il colorito, troppo chiaro, della pelle. Una
bambola. Se poi avesse voluto considerare anche il
sorriso finto che aveva stampato sul volto… non poteva paragonarla a niente di
più simile.
GOIJO – Mikay… che bel nome… -
disse lusinghiero, guadagnandosi un’occhiata truce di Sarah che da quando erano arrivati gli stava dicendo, muovendo solo le
labbra, senza emettere suoni, di andare via.
“Idiota! Leggi il labiale! Leggi il labiale!!” pensò Sarah.
GOKU – Cosa vuoi da Sarah? – chiese, non riuscendo a
capacitarsi del fatto di non riuscire a sentire alcuna fonte di energia
provenire dalla ragazza.
MIKAY -I signori stanno facendo troppe domande… - sorrise nel suo solito
modo agghiacciante. – Per i signori è meglio andare via… se non vogliono
morire. - .
Goijo impugnò meglio l’alabarda,
preparandosi a colpire, mentre Goku fece
materializzare la nyoibò.
MIKAY – Come i signori desiderano. – e detto questo, fece
cadere dalle larghe maniche del vestito delle lame a mezza luna, che afferrò
tra le mani e che lanciò verso i due ragazzi.
Goku e Goijo
schivarono senza alcuna difficoltà le lame, saltando in due direzioni opposte e
mettendosi ai lati della ragazza, facendola capitare sotto il loro tiro.
GOIJO – Una ragazza non dovrebbe giocare con giocattoli del
genere… - disse sarcasticamente, lanciando poi la shakuijo
verso la sua direzione, mentre Goku scattò verso
Sarah, pronta a difenderla.
In un attimo, Mikay allungò il
braccio, facendo in modo che la catena dell’alabarda le si
arrotolasse intorno e quando fu certa di questo, tirò, trascinando Goijo vicino a lei in un sol colpo, con somma sorpresa di
quest’ultimo, e gli piazzò un pugno nello stomaco, facendogli sputare sangue.
Poi, con la stessa velocità, lanciò la catena dell’alabarda del giovane verso
Sarah, afferrandola per la vita e togliendola dal raggio d’azione di Goku.
GOKU – Ma come… - cercò di chiedersi, prima di scansare per
un pelo un’altra lama lanciata verso di lui, che andò a conficcarsi in un
albero poco distante.
SARAH – Goku! – urlò, preoccupata
per le sorti dell’amico, osservando poi il demone dai capelli rossi steso a
terra, incapace di rialzarsi.
Mikay si voltò lentamente verso la
ragazza, ma prima che potesse riportarla da lei, servendosi ancora della catena
dell’alabarda, un fascio di energia la investì in pieno, facendole mollare la shakuijo e facendola andare a sbattere contro un albero,
abbattendolo.
GOKU – Hakkai! – urlò, scorgendo
l’amico dalla delimitazione della radura.
HAKKAI – Tutto bene? – chiese, raggiungendo poi velocemente Goijo, ancora riverso a terra e dolorante.
GOIJO – Quella donna ha dei macigni al posto delle mani… -
disse a fatica, anticipando l’amico sulla domanda che di lì a poco gli avrebbe
fatto.
Hakkai non perse tempo e subito
materializzò il suo Ki, iniziando a curarlo, quando
un tonfo attirò l’attenzione di entrambi.
Il tronco dell’albero abbattuto era stato spostato, da sotto
di esso si era rialzata Mikay,
col vestito un po’ bruciacchiato di qua e di là e col suo solito sorriso
inquietante.
Goku corse verso Sarah, che non
accennava a volersi muovere, continuando a guardare smarrita la ragazza. Quando
lo vide correre verso di lei, cominciò ad agitare le mani come a volerlo
allontanare.
SARAH – Dovete andare via!! Andate
via!!! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma
prima che potesse riprendere a ripetere quelle parole, vide Mikay
cominciare a fare una serie di ruote, ad una velocità così assurda che quasi le
sembrò che il suo apparente corpo gracilino potesse spezzarsi da un momento
all’altro. Nessuna difficoltà riscontrava nell’indossare il vestito, la gonna
assecondava tutti i suoi movimenti, muovendosi con lei in modo fluente, creando
un gioco psichedelico di colori che si alternavano tra il bianco e nero.
Continuò a ruotare, fino a che, sotto lo sguardo attonito di
Goijo e Hakkai, non colpì
in pieno il torace di Goku con entrambe le gambe,
facendolo volare e poi precipitare rovinosamente sul terreno con un tonfo
sordo.
MIKAY – Adesso andiamo, signorina Sarah… - e così dicendo
allungò una mano verso la ragazza, che scattò, cominciando a correre in una
direzione a caso, per allontanarsi da lei.
Tante sottili lame affondarono nelle sue gambe,
costringendola a fermarsi di scatto, dolorante, e a cadere a terra.
GOIJO/HAKKAI – SARAH!!! – urlarono,
poi Hakkai si separò da Goijo,
e materializzò un’altra sfera di energia tra le mani, pronto a colpirla di
nuovo. Ma prima che potesse lanciarla, Mikay,
spiccando un salto verso dilui, lo colpì in pieno volto, privandolo del monocolo e facendolo
andare a sbattere contro un albero alle sue spalle, che non mancò di cadere
come il precedente.
GOIJO – Cosa diavolo sei…? – le chiese, stringendo i denti
per il dolore atroce che non decideva di abbandonargli il torace. Per tutta
risposta, Mikaygli sorrise,
poi lo colpì con un calcio in faccia, facendogli raggiungere l’amico
precedentemente colpito.
Un rumore sinistro proveniente dal suo corpo attirò la sua
attenzione.
Il torace le era appena stato forato dalla nyoibò di Goku che, rialzatosi,
aveva deciso di attaccarla durante un attimo di distrazione.
A quel punto Goku la sollevò e Mikay si aggrappò al bastone che le fuoriusciva dal torace.
Come se non le fosse successo niente, sfilò, a quell’altezza, il bastone di Goku dalla ferita, servendosi di entrambe le braccia si
girò e, aiutandosi con le mani, salì sulla nyoibò,
cominciando a correre sull’asta fino a trovarsi faccia a faccia con l’eretico
che, sconcertato, provò a colpirla con un pugno, maMikay fu più veloce, colpendolo in pieno volto con un
calcio ben assestato, mandandolo a sbattere poco lontano. La nyoibò si dematerializzò.
Sarah si toccò le gambe ferite, constatando di non poter
fare nulla per disfarsi delle lame, se non provare ancora più dolore.
Mikayle si
avvicinò nuovamente, pronta a mettere la mani su di lei, quando un colpo
di pistola vibrò nell’aria, andando a colpirle un polso.
Sarah spalancò gli occhi, quando ebbe capito di chi si
trattava.
Due fredde ametiste erano puntate su Mikay,
come a volerla trapassare. La mano teneva la shoreiju
puntata ancora su di lei, pronta a fare nuovamente fuoco.
MIKAY – Quanti amici che si è fatta,
signorina Sarah… - disse, col suo solito sorriso finto. Gli occhi vitrei che
cominciavano a far trapelare un velo di irritazione.
Sanzo non smetteva di fissarla,
mentre per la testa cominciarono a frullargli tanti modi diversi per fargliela
pagare per aver osato tanto. Portò il suo sguardo sulle gambe di Sarah e,
irritato al limite, fece di nuovo fuoco.
Mikay non si fece sorprendere,
schivò il proiettile e cominciò a correre verso il bonzo, con delle lame strette
tra le dita della mano ancora integra.
Sanzo sparò ancora una volta,
concludendo di aver colpito ancora una volta a vuoto, poi ci riprovò, riuscendo
a colpirla di striscio ad una spalla e quando lei gli fu vicino, si spostò,
cominciando a correre lateralmente, imitato da Mikay,
che cominciò a lanciargli le sue lame.
Sparati gli ultimi due colpi, Sanzo
ricaricò velocemente la pistola senza perderla d’occhio, riprendendo poi a
spararle.
SARAH – Sanzo… - pronunciò il nome
del ragazzo quasi in un sussurro, mentre lo guardava combattere. Guardò le
cinque lame affondate nelle sue gambe, ne afferrò una, strinse i denti e tirò.
Comprendendo di non poterlo colpire con le sue lame, la
ragazza tentò il corpo a corpo e cominciò a correre verso di lui, proprio nel
momento il cui il bonzo era impegnato a ricaricare la shoreiju
e, prima che potesse riuscirci, venne privato
dell’arma da un calcio di Mikay che successivamente
gli saltò addosso, atterrandolo e afferrandogli con la mano ancora utile il
collo.
MIKAY – I bonzi non dovrebbero usare le armi… - disse,
mentre Sanzo cercava in tutti i modi di scrollarsela
da dosso e allentare la sua presa sul collo.
SANZO – Che diavolo sei? -. Era
assurdo che non accusasse nemmeno un po’ di dolore dopo tutte le ferite che
aveva riportato. Non aveva quasi più la mano sinistra, eppure il suo volto era
impassibile.
MIKAY – Che importanza ha dirtelo, se stai per morire? – e
detto questo, strinse ancora di più la presa sul suo collo.
SANZO – Cosa vuoi da lei? – le chiese ancora, continuando a
dimenarsi per liberarsene.
MIKAY – Io nulla… ho solo ricevuto precise istruzioni… -
disse con noncuranza, osservando con piacere che il biondo monaco aveva
spalancato gli occhi e, deducendo che voleva saperne di più, continuò,
decidendo di ucciderlo subito dopo. – Mi è stato raccomandato di riportarla
indietro perché delle persone sono interessate a lei… beh… in
effetti più che a lei, queste persone sono interessate ai suoi poteri…
quindi se dopo si ostinerà ancora a resistere, mi basterà tagliarle la testa..
in fondo è quella la cosa importante… - .
Nella testa di Sanzo comparve
l’immagine di quella figura inquietante che faceva del male a Sarah… fu
quell’immagine a dargli la forza necessaria a reagire, concentrando i suoi
sforzi sulla mano di lei che, con somma sorpresa di Mikay,
venne allontanata dal suo collo.
SANZO – Se credi davvero che ci riuscirai… - disse,
continuando a sforzarsi di allontanarla. – Ti sbagli! – e detto questo piazzò
un pugno sul viso della ragazza, facendola volare poco distante da lui.
In quel momento Goku, ripresi i
sensi, li aveva raggiunti e, vedendo la ragazza a terra, aveva spiccato un
balzo per poi ricadere con la nyoibò su di lei. Ma
prima che il bastone potesse raggiungere il corpo della ragazza, questa si era
rialzata e aveva lanciato altre lame verso di lui.
HAKURYU’ – Kyù!
– emise, continuando a svolazzare intorno al corpo del padrone privo di sensi.
Sarah si voltò verso la sua direzione, trattenendo a stento
le lacrime.
SARAH – Dannazione… - disse, riprendendo fiato e estraendo
l’ultima lama dalle gambe, facendosi scappare un urlo. Poi guardò di nuovo
verso il punto in cui erano accasciati a terra Goijo
e Hakkai e strinse i denti, poggiando i palmi a terra
e tentando di reggersi sulle ginocchia. Quando ebbe capito di non poterci
riuscire per il troppo dolore, decise di trascinarsi col solo aiuto delle
braccia, e prese la direzione degli alberi.
SANZO – Goku! – esclamò, quando
vide il ragazzo venir colpito di nuovo da Mikay ed essere lanciato vicino a lui.
GOKU – Perché?!? – urlò tra i
nervi. – Non è un demone… e dalla forza spropositata non può essere un essere
umano… - .
SANZO – Non solo per la forza… ti sei accorto che da lei non
proviene alcun tipo di energia vitale? - .
Goku spalancò gli occhi. Si era
già accorto che da quella ragazza non proveniva nessun energia.. ragion per cui non l’avevano avvertita quando si erano
allontanati dalla radura…
“Energia vitale…” ripetè mentalmente il giovane dagli occhi
dorati.
GOKU – Significa che… ? – chiese stralunato al bonzo.
SANZO – È l’unica spiegazione plausibile… - gli rispose,
capendo in anticipo la domanda.
GOKU – Ma allora come…? – chiese ancora, più confuso di
prima dopo quella certezza.
SANZO – Non ne ho idea! – esclamò, evitando un’altra lama
lanciata dalla ragazza. Strinse i denti, senza la sua shoreiju
poteva ben poco in un combattimento a distanza.
SANZO – Dobbiamo provare con gli organi vitali.. la faremo a pezzi se sarà necessario! – esclamò,
continuando a scansare la pioggia di lame.
Goku deglutì, non per la paura,
quanto per il piano che aveva avuto Sanzo.
Anche se si trattava di una nemica, pericolosa per giunta,
era pur sempre una ragazza. Apparentemente dimostrava avere l’età di Sarah… o
forse era addirittura più giovane. Da quando l’aveva incontrata, non aveva
smesso un attimo di chiedersi cosa l’avesse trasformata in quell’insensibile
macchina da guerra che aveva dimostrato di essere.
Mikay corse verso di lui,
impugnando l’ennesima lama. Lui la guardò avvicinarsi senza far nulla.
SANZO – Goku! Razza d’idiota,
sveglia! – gli urlò, tirando poi un sospiro di sollievo
quando vide il giovane contrastarla, fermandole con una mano la spalla e
con l’altra il braccio che teneva l’arma.
Questa volta fu Mikay ad essere in
difficoltà. Provò a colpirlo ripetutamente a suon di calci, ma il giovane non
sembrava accusarne minimamente.
GOKU – Perché? – le chiese, tenendo lo sguardo basso,
nascosto dai capelli.
Mikay sbuffò, spostando appena la
frangia che le copriva la fronte.
MIKAY – Mi sono stancata di ripetermi – asserì alla fine.
GOKU – Non intendo sapere di nuovo perché ce
l’hai con Sarah… voglio sapere perché sei così… perché “sei stata” così…
- .
MIKAY – E così l’hai avvertito – gli rispose, sorridendogli
beffarda, in un’espressione che non si addiceva a quel viso candido.
GOKU – Perc… - .
MIKAY – Perché è l’unico modo che
abbia imparato di essere – gli rispose, anticipandolo sulla domanda. – Da
sempre ho avuto bisogno di uccidere, è stato l’unico modo che mi è servito per
tenermi in vita… e neanche quello è bastato… - abbassò gli occhi, pronunciando
l’ultima frase, senza però smettere di esercitare forza sul ragazzo.
In quel momento un colpo di pistola rimbombò nell’aria.
Tutt’e tre si voltarono verso la delimitazione che dava
accesso alla radura, scorgendo una Sarah sanguinante, che, distesa a terra,
teneva la shoreiju puntata verso Mikay.
SARAH – Voglio sapere… come diavolo fai ad essere ancora
viva… - disse a denti stretti, con gli occhi iniettati di sangue, stanca della
situazione e dolorante per le gambe ormai inutilizzabili.
MIKAY – Non è corretto, signorina… - le rispose, continuando
a far forza su Goku.
Sarah spalancò gli occhi.
SARAH – Allora era come immaginavo… - disse infine,
stringendo nel pugno con la mano non armata il terreno sotto di se.
Sanzo la guardò, sperando che
invece di perdersi in chiacchiere facesse di nuovo fuoco, ma
data la situazione ambigua in cui si trovavano, decise di lasciarla stare,
aspettando di sentire dove sarebbe andata a parare quella conversazione.
GOKU – Sarah…- disse, incitando con lo sguardo
l’amica per farla continuare, volendo capirci qualcosa. Messaggio che a Sarah
arrivò.
SARAH – Era la migliore guardia del corpo di Jiin… addestrata personalmente dai migliori maestri di arti
marziali e di armi del villaggio… - cominciò, non mettendo mai giù la pistola.
– Jiin l’aveva comprata dal mercato nero degli
schiavi… aveva sentito la sua storia… - la sua espressione divenne grave e
triste allo stesso tempo. – ed era sicuro che col vissuto che aveva alle
spalle, che le aveva fatto accumulare una buona dose di odio per il mondo, e un
buon addestramento, seguito da un buon pagamento, sarebbe diventata una guardia
del corpo perfetta… - .
Sanzo cominciò a tastarsi la
tunica, constatando a malincuore di non aver con se nemmeno una sigaretta.
SARAH – Cosa che divenne… fino a quando,
durante un combattimento contro un altro scagnozzo, non perse la vita… fino a
quel momento arrivano i miei ricordi sul suo conto… -.
MIKAY – Non morii in quel combattimento… morii in seguito… -
disse quasi in un sussurro, allontanando poi Goku con
violenza da se. – in fin di vita… mi sottoposero ad un intervento chirurgico…
m’impiantarono un sofisticato dispositivo capacedi farmi battere ancora il cuore.. per
un certo numero di ore. La bambola assassina- si autodefinì - era l’unica che
poteva affrontare determinati tipi di missioni… quando scappasti - pronunciò le
ultime parole a denti stretti, stringendo poi la mano che reggeva l’arma,
ferendosi a sua volta e sanguinando – decisero che a riportarti indietro sarei
dovuta essere io. Avevo un numero limitato di ore, superate queste, il
dispositivo applicatomi sarebbe esploso, uccidendomi. Nel caso in cui fossi
ritornata indietro riportandoti con me prima che il tempo fosse scaduto… sarei
stata sottoposta ad un altro intervento che mi avrebbe disfatta del
dispositivo… - disse, osservandosela la mano ferita con sguardo vuoto.
SANZO – Ecco perché da te non proviene alcun tipo di
energia… è quel dispositivo che lavora per te.. senza
che tu rilasci niente… - .
Sara deglutì. Cos’era stato capace di fare quell’uomo che
lei stava per sposare… le venne la nausea.
GOKU – Dev’esserci un altro modo…
- disse flebilmente, rattristato da quella storia.
MIKAY – Non c’è… - .
SANZO – C’è sempre un’alternativa… - intervenne, attirando
lo sguardo dell’eretico.
MIKAY – E tu che ne sai, bonzo? Eh? – gli chiese infastidita,
perdendo la sua compostezza.
SANZO – A quanto ho capito tu stai facendo tutto questo per
non morire… quando avrai portato a termine la
missione, e avrai riportato Sarah indietro, chi ti assicura che verrai operata
di nuovo? - .
Mikay, per quanto fosse possibile,
sbiancò di colpo, spalancando gli occhi.
MIKAY – Verrò operata… loro… lui…
me lo ha promesso… - balbettò.
SANZO – Chi? Jiin? È morto, se te
ne fossi dimenticata… - .
MIKAY – MI OPERERANNO! PRIMA DI MORIRE LUI HA DATO PRECISE
ISTRUZIONI! AVRO’ DI NUOVO IL MIO CUORE! - .
SANZO – Patetica… - esclamò seccato. Mikay
lo trapassò col suo sguardo, cominciando a muovere convulsamente la mano, che
continuava a tenere la lama. Sarah tese il braccio con la shoreiju,
rendendo ben udibile il movimento.
SANZO – Credi in quello che vuoi… fatto sta che avrebbero potuto operarti anche senza applicarti alcun
dispositivo…ragione in più per credere che quando avrai portato a termine la
tua missione salterai in aria lo stesso… - .
Mikay abbassò la testa, andando a
coprirsi gli occhi con la frangia.
Chi viene meno anche a
solo un combattimento, non rientra più tra le mie grazie, sappiatelo!
“Disse così Jiin…” pensò la
ragazza vestita di nero.
Prese dalla tasca il piccolo orologio che portava con se da
quando era partita.
“Ho ancora tempo…”.
Lo ripose in tasca e guardò Sarah, che teneva ancora la
pistola puntata verso di lei.
MIKAY – Il bonzo ha ragione – s’inchinò. – Vogliate
scusarmi, signorina, per tutte le noie che le ho dato… adesso ho un’ultima cosa
da fare – disse mentre era inchinata, riacquistando la
sua impassibilità grottesca, poi cominciò a correre attraverso gli alberi,
allontanandosi presto da loro e scomparendo dalla loro vista.
Sarah, prima perplessa, tirò poi un sospiro di sollievo,
abbassando finalmente il braccio che teneva la shoreiju,
che ormai non sentiva quasi più, e lasciandosi andare con la testa a terra.
GOKU- SARAH!!! – urlò, precipitandosi verso di lei, e chinandosi per
vedere come stava.
SARAH – Sto bene, Goku… Hakkai e Goijo non hanno ancora
ripreso conoscenza – disse, continuando a tenere la testa sul terreno. La mano
non più ad impugnare la pistola del monaco.
Goku guardò Sanzo,
chiedendogli con lo sguardo di stare vicino alla ragazza, poi si alzò e prese a
correre verso la radura.
Il monaco rimase prima un po’ di tempo a guardarla, poi
cominciò ad avvicinarsi a lei lentamente.
Recuperò la shoreiju, mettendole
la sicura e rimettendola al sicuro in una tasca dei pantaloni, poi si sfilò la
tunica, la stese a terra e prese la ragazza in braccio, facendola prima mettere
supina e poi la sistemò sulla tunica.
SARAH – Ehi! Che stai facendo? AHI! – urlò, quando Sanzo le ebbe avvolto la tunica sulle gambe. Poi la prese in
braccio, facendola inevitabilmente arrossire.
-C’ è qualcuno in avvicinamento! – urlò una guardia dal
punto più alto del palazzo che un tempo era appartenuto a Jiin.
-Di chi si tratta? – chiese un’altra guardia a
quest’ultima.
La guardia di vedetta aspettò di aver il soggetto ben
focalizzato nel binocolo, prima di rispondere.
Quando capì di chi si trattava, diede l’allarme al collega.
-È Mikay!!!
Ed è da sola!– urlò, aspettando che la notizia si diffondesse all’interno del
palazzo, impaziente di ricevere istruzioni.
-Fate fuoco! Non permettetele di avvicinarsi! – gli
ordinò un maggiore.
Mikay procedeva velocemente verso
il palazzo. Ormai le rimaneva poco tempo.
“Che calorosa accoglienza!” pensò non appena vide tutti i
fucili puntati verso di lei. Sorrise e accelerò la corsa, evitando tutti i
proiettili che le avevano destinato e raggiungendo velocemente il palazzo,
sulle cui mura, data la velocità acquisita, cominciò a
salire.
Sentì le urla di terrore di tutti i suoi colleghi.
“Ecco cosa si prova a sapere di dover morire a breve…”.
Entrò all’interno del palazzo servendosi di una finestra, e,
utilizzando le scale, vi si posizionò al centro.
MIKAY – Verrete tutti con me – sentenziò, prima di esplodere
e facendo esplodere con sé il palazzo, di cui poco dopo non vi rimase che
detriti e polvere.
SARAH – Ecco qual’era l’ultima
cosa… - disse, stringendosi di più al biondo monaco che, seduto a terra, con le
spalle ad un albero della radura, continuava a tenerla in braccio, fumando
silenziosamente una sigaretta che aveva preso da Goijo mentre questi era
ancora incosciente.
Il boato, seppur in maniera appena percepibile, era arrivato
anche da loro.
Sarah osservò il ragazzo e sorrise. Che miracoli che operava
la nicotina su di lui!
Lentamente, portò una mano alla sua bocca, prendendogli la
sigaretta dalle labbra e portandola alle proprie.
A lui si gonfiò la solita venetta.
SARAH – Non è mica tua… - gli disse, tirando un’altra
boccata, consumandola totalmente. Poi la spense a terra, e si rimise comoda tra
le sue braccia.
SANZO – Devi ancora pagarla per aver usato la mia shoreiju senza permesso… questo gesto si aggiunge alla
lista - .
Sarah sorrise, chiudendo gli occhi e stringendosi ancora di
più a lui, ricordandosi delle parole che le aveva detto quand’erano rimasti da
soli.
SARAH – Tanto lo so che me la farai pagare… - disse,
lasciandogli intendere il doppio senso della frase.
Sanzo la guardò addormentarsi tra
le sue braccia, riflettendo su tutto quello che era successo.
SANZO – Non scommetterci troppo… - disse, pur sapendo che
non sarebbe stato udito, e si assopì anche lui, mentre Goijo
e Hakkai finivano di riprendersi.
Il vento soffiava forte quel pomeriggio e l’afa che avevano avvertito la
mattina era ormai quasi del tutto scomparsa
Eccomi
XD Non tanto tardi stavolta, visto? Alla faccia delle malpensanti che credevano
non avessi più aggiornato u__ù (Mon-chan, sappi che
ogni riferimento è puramente NON casuale XD). Passiamo alle cose serie u__ù
ossia ai ringraziamenti!!!! Altre tre persone hanno
aggiunto la mia storia tra i preferiti! *__* me vi ama *__* Grazie quindi a
blackout, Lav92 e mijiagi!
E
ora l’angolino dedicato alle recensioniste XD :
- YamaMaxwell :Non so mai da dove iniziare dai tuoi
commenti XD Mikay t’ha fatto paura a quanto pare… muahahahah… non ho fatto altro che far prendere vita al mio
alter ego sadico u__ù (se se… magari fossi così agile… ç___ç), contenta che ti
sia piaciuto il capitolo XD Bacioni!!!;
- Nemeryal :Poverina, eh? ç__ç Le ho fatto fare
un’entrata lampo… e un’altrettanto uscita lampo
u__ùmenomale che il blocco non abbia
sortito effetti negativi… io mi aspettavo il peggio ç__ç Grazie u__ù;
- WhiteLie :Parole sagge u__ù “Al cuor non si
comanda”… ma il bonzo ha la testaccia dura… chissà… Di cosa ti sei preoccupata?
Ò__ò Del fatto che non aggiornassi? Tranquilla u__ù;
- Lav92 :Anch’io
sorridevo come una scema davanti al pc ^__^ temevo di non essere riuscita a
descrivere come si deve quella scena… ma se è piaciuta, vuol dire che è
arrivata l’atmosfera che avevo intenzione di trasmettere…Grazie per seguirmi
^^ ;
- mon-chan :È esattamente alla lezione della tua
amata docente che mi sono ispirata… devo ringraziare lei se mi è uscito un
capitolo del genere u__ù Grazie mille amica ç__ç Soprattutto per aver rinunciato
a farmela pagare per il ritardo XD ;
- miriel67 :Non
hai idea di quante volte abbia riscritto il capitolo per riuscire a creare la
giusta tensione narrativa che ti ha tanto colpita… Mikay
ha preso vita da sola, ho voluto pensare a quanto le circostanze e le
situazioni che ci vedono coinvolte nella vita possano determinare la nostra
stessa esistenza… altro esperimento… che fortunatamente è riuscito ^^ Grazie mille per il tuo parere.
Ora
vi lascio al capitolo ^^ Non avete idea di quanto mi sia divertita a scriverlo ^^ sperando che anche questo sia di vostro
gradimento u__ù.
“La città tra la
nebbia”
Il vento soffiava forte quel pomeriggio e l’afa che avevano
avvertito la mattina era ormai quasi del tutto scomparsa.
I posti sulla jeep erano stati ribaltati. Alla guida c’era
ormai Goijo che, seppur ancora dolorante, era l’unico che sapeva guidare oltre
Hakkai, che giaceva, da quando erano ripartiti, sui
sedili posteriori. Goku era seduto davanti, accanto a Goijo, mentre Sanzo era dietro
di lui, con ancora Sarah in braccio che da quando si
era addormentata non si era più svegliata.
“Ha perso troppo sangue…” constatò con amarezza il bonzo,
osservando la tunica, ormai non più candida ma di un
rosso vivo, che copriva le gambe della ragazza.
Le tastò con una mano la fronte madida di sudore, scoprendo
che era calda. Le ferite stavano facendo infezione. Si girò verso il demone
gentile che, notò, non era messo di certo meglio.
SANZO – Accelera, kappa! - .
GOIJO – L’acceleratore è completamente abbassato, Hakuryù
non può andare più veloce di così! – gli rispose, tentando comunque di cambiare
marcia per avere l’effetto desiderato dal bonzo.
HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuu! – emise,
quasi come a voler far capire a Sanzo che ce la stava mettendo tutta.
Goku si voltò verso il monaco, abbassando poi lo sguardo
verso la ragazza, il cui braccio era a penzoloni,
quasi come se fosse esanime. Le afferrò il polso e le controllo il battito, poi
glielo ricongiunse, in grembo, all’altro.
GOKU – Ce la farà, Sanzo… - disse all’amico, cercando di
rassicurarlo, poi guardò anche Hakkai. – Ce la faranno… ne sono sicuro! -.
Sanzo chiuse gli occhi non appena Goku tornò a guardare
avanti. Non era ferito ma era stanco anche lui. Quella
mocciosa vestita di nero li aveva messi in seria difficoltà.
“Male…” pensò. Se non erano riusciti a fronteggiare una
ragazzina vestita di pizzi e merletti, quante speranze avevano di portare a
termine la missione?
SARAH – Sanzo… - disse con un fil
di voce, interrompendo il flusso dei pensieri del ragazzo.
Goijo sorrise osservando lo sguardo perso del bonzo
attraverso lo specchietto retrovisore.
GOIJO – Che roba… - disse tra se, con un tono di voce così
basso che nessuno riuscì a sentirlo.
GOKU – Sarah! Ti sei svegliata! – esultò il ragazzo, tornando
a voltarsi verso i sedili posteriori.
Sarah si portò una mano alla tempia, chiudendo gli occhi.
GOIJO – Non urlare, scimmia! – ammonì l’amico. – Principessa
come ti senti? – chiese alla ragazza subito dopo.
SARAH – Sembra che la testa mi stia per scoppiare da un
momento all’altro… - gli rispose, continuando a tenere una mano accanto alla
tempia. Nel farlo, affondò il viso ancora di più nel torace di Sanzo,
ricordandosi solo in quel momento che si trovava tra le sue braccia.
Alzò il viso ed andò ad incontrare il suo, che guardava in
avanti, poi si accorse di un movimento proveniente da Hakkai, che si svegliò
poco dopo, stropicciandosi gli occhi e tastandosi con una mano la mandibola precedentemente
colpita.
GOIJO – Ben svegliato, amico! – lo salutò, senza far perdere
velocità alla jeep.
GOKU – Menomale… come stai, Hakkai? – gli chiese premuroso.
HAKKAI – Meglio, Goku… meglio… - disse, accennando un
sorriso che non gli venne molto bene per via del dolore che ancora provava.
Sanzo abbassò la testa, attirato da un improvviso tremolio
della ragazza. Stava piangendo. I singhiozzi arrivarono alle orecchie di tutti
i ragazzi.
GOKU – Sarah… - .
GOIJO – Che c’è, principessa? - .
Hakkai guardò la tunica poco distante da lui, sotto la quale
scorse le sagome delle gambe della ragazza.
HAKKAI – Le ferite devono bruciare – asserì, toccando appena
la tunica. – Proverò ad alleviare un po’ il dolore col Ki
che mi è rimasto – disse, cominciando a scostare l’indumento dalle gambe della
ragazza, che lei ritrasse quasi come se fosse stata appena punta da uno
scorpione.
SARAH – NO! Hai già fatto troppo… avete già fatto troppo… -
urlò, riprendendo a singhiozzare, cercando poi di alzarsi, ma un capogiro la
fece desistere, facendola innervosire e stringere i denti.
GOKU – Sarah… - disse, impietosito alla vista dell’amica in
lacrime.
SARAH – È colpa mia se siete in queste condizioni! È solo
colpa mia… - riprese a ancora una volta a singhiozzare. Sanzo sentì una morsa
stringergli il petto. Se solo non ci fossero stati tutti quegli occhi indiscreti…
dannato orgoglio!
SANZO – Che diavolo blateri, ragazzina? - .
SARAH – Non avreste mai dovuto incontrami! Da quando sono
con voi non è capitata una sola volta che non abbiate rischiato la vita! –
tentò di nuovo di alzarsi, ma l’ennesimo capogiro glielo impedì. – E per cosa?
Per proteggermi! Ma chi ve l’ha fatto fare di portarmi con voi… - .
GOIJO – Sta delirando – sentenziò, senza staccare gli occhi
dalla strada irregolare.
SARAH – Non sto delirando! – replicò risentita.
HAKKAI – Noi conducevamo una vita movimentata già prima,
Sarah. Non hai motivo di essere così risentita nei tuoi confronti… - cercò di
farle capire, ma non ebbe l’effetto desiderato.
SARAH – Io infatti non ce l’ho con
me, ce l’ho con voi! – gli urlò contro, facendo scuotere la testa al ragazzino
eretico.
GOKU – Non ci sto capendo più niente! – esclamò, portandosi
le mani a coprirsi le orecchie.
SARAH – Avreste dovuto lasciarmi in uno dei tanti villaggi
dimenticati dagli dei in cui siamo stati! Così a quest’ora tu non saresti
ridotto tanto male da cedere il posto di guida a Goijo, che sta stressando
Hakuryù…- .
GOIJO – Ehi! - .
HAKURYU’ – Kyuuuuuuuu! - .
SARAH - … Goku si lamenterebbe per il cibo invece di
preoccuparsi per noi… - .
GOKU – Nh? – fece, capendo subito dopo di aver ricevuto
un’offesa. – Ma io non preoccupo solo per il cibo! – esclamò risentito.
Goijo rise sonoramente, mentre Sanzo cominciò a cercare
l’harisen.
SANZO – ADESSO BASTA! – urlò, non trovando il ventaglio,
facendola sobbalzare e rimpicciolire quasi come se fosse stata una bambina.
SARAH – …e la tua venetta non
pulserebbe così frequentemente… - disse al monaco, mettendosi le mani davanti
agli occhi per non guardare più le sue ametiste incenerirla.
Hakkai tastò casualmente il posto centrale occupato dalle
gambe della ragazza… constatando che era umido.
HAKKAI – Queste ferite vanno chiuse… - asserì, afferrando la
tunica e riprendendo a toglierla dalle gambe della ragazza che, di nuovo, le
scostò, piegandole, per non farsele toccare. – Stai perdendo troppo sangue
Sarah… per questo sei in stato confusionale… - tentò di spiegarle coi suoi
soliti modi gentili.
La ragazza scosse lievemente la testa e aprì la bocca per
replicare, ma fu interrotta dal ragazzo biondo, che con un braccio le strinse
di più le spalle, portando una sua mano a stringere le sue per non fargliele
utilizzare, e con un altro braccio le stese le gambe, facendo forza sulle
ginocchia per fargliele stendere.
SANZO – Sbrigati – intimò al ragazzo dagli occhi di giada,
che, messosi in una posizione più comoda, cominciò a materializzare il Ki.
Kanzeon Bosatsu sorrise, attirando l’attenzione del suo
fedele assistente, che le si fece più vicino.
KANZEON BOSATSU – Ti consiglio di cominciare ad adempiere al tuo dovere… - gli disse, con sorriso
beffardo.
Jiroshi spalancò gli occhi e la bocca, completamente
confuso.
JIROSHI – Vuole dire che… - .
KANZEON BOSATSU – Che stai per perdere la scommessa! –
esclamò sorridendo sorniona, portando giù dal ginocchio la gamba
precedentemente accavallata e accavallando l’altra, scoppiando poi in una
fragorosa risata.
“Voglio scommettere
anch’io”.
La dea si fece immediatamente seria, valutando attentamente
ogni singola parola che le era arrivata telepaticamente.
“E scommetto tutto sul
personaggio che a breve entrerà in scena...”.
La dea sospirò, chiudendo un attimo i suoi occhi scuri, poi
li riaprì, assumendo un’espressione grave, per niente tipica del suo volto.
“Tu sai che l’entrata
in scena di questo personaggio potrebbe comportare anche la mia entrata in
scena… vero, Ratzel?”.
“Lo so” asserì il
dio. Kanzeon Bosatsu parve rilassarsi un po’.
“Ma so anche che la
divinità della misericordia sarà tanto saggia da evitare di fare la sua
comparsa”.
“Ratzel…”.
“Il dado è tratto,
ormai… lascia che siano i partecipanti originari a continuare a condurre il
gioco…”.
“Per te è un gioco,
dunque” .
“NO!”
“Eppure hai appena
parlato di dadi e giocatori…”
La dea non percepì più niente per un po’, fino a che la voce
di Ratzel non tornò ad occuparle la mente.
“La tua è solo
un’illusione, Ratzel”.
“Non è ancora detto”.
“… e un gioco.”
“NON È MAI STATO UN GIOCO!”.
“Come mai, allora, ti
sei esposto in questo modo… con me? Non vuoi forse giocare al gatto e al
topo?Quale modo migliore per farlo se non dirmelo per farmi intervenire, nh?”.
“L’ avevi comunque già
capito… non dirmi che per fermarmi ti serviva una conferma!”.
Questa volta fu la dea a non rispondere, limitandosi a
cambiare di nuovo la posizione delle gambe.
“Uno a zero per te, Ratzel”.
“Ti farai dunque da
parte?”
“Ah… questo non te
l’assicuro!”
Di nuovo silenzio da entrambe le parti.
“Perché?... tu fosti la prima ad inveire contro tutti e tutto…”.
“Se stai cercando la
mia approvazione, stai perdendo tempo, mio caro”.
“…”.
“Più che un dio mi sembri un moccioso umano capriccioso… la tua possibilità l’hai
avuta…”.
“A qualcuno ne è stata
data una seconda!”
“Non puoi interferire
nel mondo degli umani! Il fato ha già tessuto le sue trame…”.
“Ed io le distruggerò…
tessendone altre”.
Il contatto telepatico terminò con quelle parole.
KANZEON BOSATSU – Tsk… il solito
megalomane! - .
JIROSHI – Di chi state parlando, Divina? - .
KANZEON BOSATSU – Di quell’idiota che ha deciso di
rallentare il viaggio verso Ovest! – esclamò, battendo i piedi a terra
innervosita e alzandosi dalla sua postazione davanti ai fiori di loto.
Una densa nebbia era calata improvvisamente sul territorio
che stavano percorrendo, diminuendo la visibilità e costringendo Hakuryù ad
accendere i fari.
GOIJO – Ci mancava solo questa… - borbottò, stringendo un
po’ gli occhi per focalizzare meglio la strada che aveva davanti.
HAKKAI – Così non dovrebbero più sanguinare – disse,
asciugandosi con una manica la fronte sudata dopo aver fatto dematerializzare il KI.
GOKU – Poverina… se l’è vista brutta… - disse, portando i
suoi occhioni dorati sulla ragazza di nuovo
addormentata.
HAKKAI – Come siete riusciti a cavarvela? – gli chiese,
aspettando che il bonzo finisse di accendersi la sigaretta.
GOKU – Se n’è andata… - gli rispose al posto di Sanzo,
abbassando la testa e portando il mento sulle braccia incrociate sullo
schienale del suo sedile.
GOIJO – Cosa?? – urlò, voltando il
viso verso il giovane eretico, beccando così in pieno una buca per non aver
guardato.
HAKURYU’ – Kyuuuuuuuu - .
SANZO – Fa attenzione, idiota! – gli sbraitò contro,
pentendosene subito dopo essersi reso conto di aver urlato a pochi centimetri
dalle orecchie della ragazza.
HAKKAI – Vuoi il cambio, Goijo? – gli chiese, preoccupato
per il suo amichetto svolazzante.
GOIJO – Ah… pensa a rimetterti tu! Sta tranquillo, che non
lo distruggo mica! – disse, riferendosi al mezzo di trasporto.
HAKURYU’ – Kyu…- emise, come a far
intendere il contrario di quel che aveva appena detto il mezzo demone.
HAKKAI – Ok… - ripose poco convinto, prendendo ad
accarezzare la carrozzeria della jeep per rassicurare il draghetto.
– Dicevi, Goku? Se n’è andata? -.
GOIJO – Come sarebbe a dire che se n’è andata? Prima arriva,
tenta di prendere Sarah, ci riempie di botte e poi se ne va? Ma dico, è
normale? Chi era? Che voleva? - .
SANZO – Taci, se vuoi avere le riposte! – gli rispose
sprezzante, moderando la voce per non urlare come prima. – Quella mocciosa era
una guardia del corpo del tizio che stava per sposare questa stupida! - .
HAKKAI – Una guardia del corpo di Jiin?
– chiese sorpreso, non aspettandosi un risvolto del genere.
GOIJO – Quel dannato continua a darle noia anche da crepato!
– esclamò, stringendo di più il volante, facendo emettere un verso di protesta al
draghetto. – Ops… scusa
Hakuryù! - .
Il demone dagli occhi di giada continuò ad accarezzare la
carrozzeria.
SANZO – Non gliene darà più… - asserì, tirando fuori una
boccata di fumo facendo attenzione a non dar troppa noia alla ragazza,
guadagnandosi uno sguardo interrogativo da parte del demone gentile.
GOKU – Mikay è stata usata… -
continuò, aggrottando la fronte in un’espressione tra l’arrabbiato e il triste.
– È stata ricattata… la sua vita in cambio di Sarah… - .
Continuò a raccontare la storia fino al momento in cui Mikay
era scomparsa dalla scena.
Sia Goijo che Hakkai rimasero in
silenzio, a riflettere.
GOIJO – Si è fatta esplodere, quindi… ha voluto vendicarsi –
constatò, nel suo tipico atteggiamento finto distaccato.
Hakkai si voltò a guardare Sarah.
HAKKAI – Ce l’hanno messa tutta per
riaverla… addirittura accontentarsi della testa… - .
GOKU – Questa cosa non l’ho capita! – esclamò, scattando sul
sedile.
GOIJO – E quando mai tu capisci
qualcosa, scimmia… - lo prese in giro, sperando di far scattare la solita rissa
per deviare lo spiacevole discorso.
GOKU – Perché la testa? – chiese al demone dagli occhi di
giada, ignorando la provocazione del kappa.
HAKKAI – Nella testa – iniziò a spiegare, nel classico modo
semplice che riservava sempre a Goku. – è contenuto l’organo che gestisce tutte
le capacità che ci permettono di tenerci in vita. - .
Il giovane eretico si grattò il capo confuso.
GOKU – Che strano… io pensavo che il cuore si trovasse qui –
disse, indicandosi con il pollice il centro del petto.
GOIJO – Non sta parlando del cuore, scimmia! Sta parlando
del cervello! Ma in fondo è normale che tu non lo sappia… dal momento che non ce l’hai! - .
GOKU – Cervello? – chiese ingenuamente. – Non lo sapevo…
Sanzo non me ne ha mai parlato… - si scusò, arrossendo
appena.
GOIJO – È normale che non te ne abbia mai parlato… dal
momento che non ce l’ha nemmeno l… - .
L’harisen colpì la testa del rosso con una velocità e una
potenza tale da non permettere al ragazzo di continuare. La jeep andò per un
tratto fuori strada, creando il panico all’interno dell’abitacolo, fatta
esclusione per Sarah, che continuò a dormire.
GOIJO – Che ti dicevo? – continuò imperterrito
massaggiandosi il punto colpito, incurante della venetta
pulsante sulla fronte del bonzo.
SANZO – VUOI MORIRE?? - .
HAKKAI – Su, su… - cercò di calmare gli animi, riprendendo
poi a parlare prima di essere di nuovo interrotto. – Sarah ci ha detto di essere orfana, ricordi? – fece al ragazzino dagli occhi
dorati, che annuì tristemente, ricordando la storia dell’amica. – E quindi lei
per prima non sa come fa ad avere quei poteri, dal momento che non ha famiglia
e non ha avuto nessuno che glielo spiegasse… hai parlato, riguardo Mikay, di un dispositivo che le era stato applicato al
cuore… solo qualcuno che ha una grande conoscenza in materia medica può aver
fatto una cosa simile… e se quel qualcuno è riuscito in una cosa simile,
sarebbe sicuramente riuscito a trarre informazioni sui poteri di Sarah tramite
il suo cervello...– Si fermò, attirato
dalla mano stretta a pugno del bonzo.
GOKU – Quindi quel Jiin… - fece,
cominciando a stringere anche lui le mani a pugno.
HAKKAI – Sì… molto probabilmente aveva intenzione di
venderla a quelle persone se, da come abbiamo potuto constatare, per molti era
fonte di guadagno… - .
Sanzo si accese un’altra sigaretta.
GOIJO – Ehi, bonzo! Lasciamene almeno una! – esclamò,
temendo per le sorti delle sue sigarette, che il biondo monaco gli aveva
sottratto.
SANZO – Quindi pensi che siano ereditari? – chiese
improvvisamente ad Hakkai, ignorando Goijo, ma dando
voce anche ai suoi pensieri.
HAKKAI – Sinceramente, è l’unica possibilità che mi è venuta
in mente, non avendo altre informazioni sul suo conto – disse, posando poi gli
occhi sulla ragazza.
Goijo si voltò verso Goku, vedendo quest’ultimo tremare.
GOIJO – Che ti prende, scimmia? – gli chiese, constatando
poi in seguito, vedendo la sua espressione, che l’amico stava tremando di
rabbia.
HAKKAI – Goku… - .
GOKU – Non è giusto! – esclamò all’improvviso, attirando
anche l’attenzione di Sanzo, che aveva lo sguardo perso verso l’orizzonte. – Mikay è stata costretta ad uccidere per non morire… Sarah è
stata costretta a scappare e a nascondersi per non morire… - strinse di nuovo
le mani a pugno. – Perché esistono persone che fanno del male alle altre?
Perché?? – battè i pugni sullo schienale.
SANZO – Sono sempre esistite questo genere di persone… - gli
rispose con aria di sufficienza, buttando fuori una boccata di fumo. – Ed
esisteranno sempre - .
GOKU – Non è giusto… - ripetè, assumendo un’aria
imbronciata.
GOIJO – Tante cose al mondo non sono giuste, scimmia! –
esclamò, prendendo poi del tempo per pensare a qualcosa che potesse deviare di
nuovo il discorso. Sorrise beffardo. – Prendi per esempio Sarah… ti sembra
giusto che con un tipo sexy a disposizione come me, sia andata a baciare
proprio quel brutto, insensibile e bigotto di un bonzo? - .
A Sanzo venne quasi un colpo, tanto che una boccata di fumo
gli andò storta, cominciando a farlo tossire. Hakkai si portò una mano sul
volto, un po’ per sottolineare la sfacciataggine dell’amico, un po’ per
l’imbarazzo, un po’ per nascondere un sorriso divertito sfociato dalla scena a cui aveva appena assistito.
“Dannato… allora non mi sbagliavo…” pensò il bonzo, incapace
di spiccicare parola.
GOKU – Ah! E a-adesso c-che c-centra? – balbettò,
imbarazzato per l’amico e indeciso sulla reazione da dimostrare a quest’ultimo.
Concluse che, sia nel caso in cui avesse dimostrato di saperlo, sia nel caso
contrario, Sanzo li avrebbe comunque uccisi tutti, compreso Hakkai che sembrava
non voler intervenire nella conversazione.
GOIJO – Come che centra?? Questo è
un puro esempio d’ingiustizia! Ma ce lo vedi davvero
il bonzo a fare il romantico o, ancor meno, il sexy? Povera fanciulla, che
sorte che le è toccata! – concluse con una nota melodrammatica, per essere
sicuro che il bonzo non avesse cambiato discorso.
HAKKAI – Goijo… - richiamò l’amico, non riuscendo comunque a
trattenere una risata, che gli fuoriuscì strozzata.
Goku cominciò a pararsi la nuca, timoroso dell’incombente
colpo d’harisen che di lì a poco, ne era sicuro, sarebbe piovuto sulla sua
testa.
“Un momento…” pensò il bonzo. “Se questi altri due non sono
sorpresi… vuol dire che…”. La venetta sulla sua
fronte divenne di una dimensione spropositata, mentre Goijo aspettava
impaziente una sua risposta, osservandolo a tratti dallo specchietto
retrovisore.
SANZO – Come… - .
GOIJO – Non si dovrebbe lasciare la porta aperta
quando si fanno certe cose, no no – fece,
scuotendo la testa per le ultime due parole che pronunciò.
SANZO – Voi… farete… una… brutta… fine… - disse sull’orlo di
una crisi di nervi e col volto in fiamme per l’imbarazzo, estraendo poi la shoreiju e puntandola contro la testa del mezzo demone.
SARAH – Mmmm… - si lamentò, per
via del brusco movimento che aveva fatto il biondo. – Ma cos’è tutto questo
baccano… - .
HAKKAI – Ma che tempismo perfetto! – osservò, sorridendo
come suo solito.
-Fermi stranieri! - .
Goijo frenò di scatto, facendo stridere i pneumatici sul
terreno, alzando così un grosso quantitativo di polvere che non mancò di far
tossire tutti.
GOIJO – Ma che diav… - provò a
chiedere, ma un fucile gli venne puntato alla tempia,
così come venne puntato alla testa degli altri, da altrettanti uomini.
Sarah provò ad alzarsi per avere una visuale migliore che le
avrebbe permesso di capire meglio la situazione, ma il fucile che era puntato
su Sanzo passò irrimediabilmente a puntare contro la sua nuca, scatenando la
reazione del bonzo, che estrasse la shoreiju
puntandola al viso dell’uomo mascherato.
-Metti subito giù quell’arma! – urlò l’uomo mascherato,
che teneva sotto tiro Sarah, al bonzo, guadagnandosi un’occhiata truce di
quest’ultimo.
SANZO – Mettila giù tu, se non vuoi morire… - gli sibilò,
caricando la shoreiju.
-È lui! – urlò un ennesimo uomo sbucato dal nulla, che,
a differenza degli altri, non era mascherato.
L’uomo che puntava il fucile verso Goijo alzò il suo sguardo
verso il biondo monaco.
-Non è possibile! – esclamò.
-Stupido! – gli urlò l’ultimo arrivato. – Non vedi il chakra scarlatto che ha sulla fronte? Allontanate subito i
fucili, scriteriati! – ordinò e gli altri eseguirono.
-Venerabile Sanzo! – fece ancora lo stesso uomo,
inginocchiandosi, allungando le mani sul terreno e abbassando il capo, imitato
subito dopo dagli altri. – Quale onore! Gli dei hanno ascoltato le nostre
preghiere! Vi stavamo aspettando… - .
Sarah spalancò gli occhi di fronte a quella scena, girandosi
poi a rallentatore a guardare Sanzo.
SARAH – Venerabile? – chiese, cercando di capire come un
termine simile potesse essere associato a quel ragazzo, venendo
poi afferrata per i fianchi da Hakkai, che la tolse da braccio al monaco e le
intimò, portandosi un indice davanti al naso, di tacere.
SANZO – Chi diavolo siete? – chiese senza alcuna titubanza,
non mostrando, come al solito, nessun riguardo per
quel trattamento che gli era stato rivolto.
-Siete sicuro che si tratti di un Sanzo? – chiese l’uomo mascherato, che prima puntava il biondo,
all’anziano che si era prostrato per primo per terra.
Goku e Goijo trattennero a stento una risata.
-Taci, insolente! – fece alla guardia, alzando poi la
testa, andando così ad incontrare con lo sguardo quello freddo del monaco. –
Venerabile Sanzo, vi prego di seguirci - .
SANZO – Non hai forse sentito la mia domanda? – chiese
irritato. – Chi siete? Perché ci avete fermati? - .
-Vi prego di scusarci per l’accoglienza poco cordiale a cui siete stato sottoposto! Ma non credevamo sareste
arrivato oggi… le profezie non sono mai chiare in termini di tempo! – si scusò
l’anziano, rialzandosi in piedi. – Io sono OyumaSakeshi, capo della città Oyumaki
- .
Goijo inarcò entrambe le sopracciglia, prendendo poi la
cartina di cui si servivano per spostarsi.
HAKKAI – Non ricordo che sulla cartina sia
indicata una località con questo nome… - disse pensieroso.
GOIJO – Confermo. Non c’è nessuna Oyumaki
qui sopra. – rispose all’amico, continuando a cercare, con l’aiuto di Goku, il
nome della città.
L’anziano rise.
OYUMA – Questo perché la nostra città non viene
indicata da nessuna cartina… - .
SARAH – Perché? – chiese, aggrottando la fronte per la
stranezza appena sentita.
OYUMA – È una lunga storia… - le rispose, assumendo poi
un’espressione grave. – Nella quale centra la venuta
del Venerabile Sanzo – gli s’illuminò di nuovo il volto, pronunciando quelle
due ultime parole.
Sanzo lo guardò tra il seccato e il diffidente.
SANZO – Ci state facendo solo perdere tempo, non
c’interessano le lunghe storie! Toglietevi dai piedi e fateci proseguire! –
urlò innervosito, ma l’anziano s’inginocchiò di nuovo in terra.
OYUMA – Vi prego, Venerabile Sanzo! Concedeteci la vostra
attenzione! La mia città è in pericolo! Una profezia ha narrato della vostra
venuta per la sua liberazione! - .
GOKU – Liberazione da cosa? – chiese, prestando attenzione
alla risposta dell’uomo.
OYUMA – Dagli spiriti maligni – rispose con solennità,
andando a creare una strana atmosfera.
A Sarah venne la pelle d’oca.
Prima Mikay, ridotta a un corpo
senza sangue, cuore e volontà, intenzionata a prenderle la testa.
Poi una città infestata dagli spiriti maligni. E quella
nebbia poi… che dava un aspetto sinistro al tutto…
Si strinse tra le braccia, quasi come volesse darsi conforto
da sola, non trovandosi più tra le forti braccia protettive di…
“Idiota!” disse a se stessa. “Ricordati di non costruire più
castelli in aria!”. Mise il broncio, abbassando lo sguardo, sotto lo sguardo
interrogativo di Hakkai che, vedendola tremare leggermente, le passò una giacca
che avevano tutti nei momenti di emergenza, per coprirsi dal freddo.
SARAH – Grazie… - gli disse riconoscente, regalandogli un
sorriso, che lui ricambiò subito.
OYUMA – Vi prego, Venerabile Sanzo… aiutate la mia gente!
Liberate la mia città dagli spiriti immondi! – e detto questo s’inchinò di
nuovo.
SARAH – Sanzo… -fece, poggiando una mano sul braccio
del ragazzo per attirare la sua attenzione. – Non farlo inginocchiare più… -
gli chiese, intenerita dal gesto dell’anziano, ma il ragazzo non si scompose.
L’uomo continuò a stare a terra, in
attesa di una risposta del biondo monaco.
SANZO – Muoviamoci… - disse, facendo sorprendere tutti gli
ospiti dell’abitacolo.
GOIJO – Vuoi procedere? – gli chiese, non avendo capito le
sue intenzioni.
OYUMA – Venerabile Sanzo… - .
SANZO – Vecchio – fece all’uomo. – Conducici alla tua città
– disse, lasciando perplessa la ragazza.
OYUMA – Oh, Venerabile Sanzo! Certo, certo – si alzò,
facendo un cenno con la testa agli uomini che erano con lui, che cominciarono
ad allontanarsi lentamente. – Continuate su questa strada, vi troverete di
fronte ad un grande portone in legno massiccio scuro.
Noi vi precederemo, c’incontreremo lì davanti! – e detto questo scomparve nella
nebbia, ormai fattasi più fitta, insieme agli uomini che erano con lui.
GOIJO – Che tipi! – esclamò, non appena quegli strani, a sua detta, uomini se n’erano andati, rimettendo poi in
moto.
HAKKAI – Personaggi del tutto singolari, non c’è che dire - .
GOKU – Perché quei tizi indossavano delle maschere? - .
HAKKAI – Chissà, forse è tipico di qualche loro ordine
militare… chi può dirlo - .
GOKU – E perché l’anziano signore non la indossava anche
lui? - .
GOIJO – Forse perché è il capo, scimmia?
SARAH – ALT! Fermi un istante – esclamò, alzando le mani
rivolgendone i palmi all’esterno, come a sottolineare al
prima parola. Gli altri la guardarono interdetti. – Avete davvero
accettato di andare in una città che non compare sulla cartina, immersa nella
nebbia, popolata da tizi che spuntano dal nulla puntandovi contro dei fucili
senza spiegazione, e che, a detta di uno di essi, è
infestata da spiriti maligni??? – disse alzando il tono della voce, rendendolo
sempre più acuto verso la fine.
SANZO - La prossima volta non suggerire nulla – replicò con
la sua classica noncuranza.
SARAH – EH?? Io ti ho chiesto di
non far inginocchiare quell’uomo, visto che era anziano… non di accettare la
sua proposta!!! – rispose furente al bonzo.
HAKKAI – Non c’è nulla di cui preoccuparsi Sarah, quelle persone
non emanavano energia negativa, neanche quando ci
hanno puntato le armi contro, non erano davvero intenzionate a far fuoco…
probabilmente avevano quei fucili con se più per difesa che per offesa… - cercò
di tranquillizzarla.
Sarah parve pensarci un po’, ma il fatto di non riuscire a
percepire le aure non l’aiutava, era il suo istinto che le diceva che qualcosa
non andava.
SARAH – Io non mi fido – asserì infine, guadagnandosi
un’occhiataccia dal bonzo.
SANZO – E in base a cosa, sentiamo? – le chiese con scherno.
SARAH – Al mio sesto senso! – gli rispose a tono, finendo
poi successivamente quasi in braccio a Goku per via di un’improvvisa frenata da
parte del mezzo demone.
GOKU – Stupido kappa! Questa è la
seconda volta! – urlò contro il ragazzo dagli occhi rossi, per aver urtato la
testa contro la carrozzeria di Hakuryù.
HAKKAI – Che ti prende, Goijo? – chiese preoccupato, non
aspettandosi un comportamento del genere dall’amico.
GOIJO – Se Sarah non si fida… non mi fido neanch’io! –
esclamò, guadagnandosi quattro occhiate cariche di curiosità.
SANZO – Un altro idiota… metti in moto, kappa!
– gli ordinò, alzando la voce.
GOIJO – No! – rispose, alzando anch’egli di un tono la voce.
SANZO – Si può sapere perché? – chiese, con ormai la venetta nuovamente pulsante sulla fronte.
GOIJO – Perché Sarah ha parlato di sesto senso… e per
esperienza so che le donne hanno un istinto infallibile! - .
Tanti goccioloni andarono a
formarsi sulla testa di ognuno degli ascoltatori, compresa Sarah.
SARAH – Bene! – urlò dopo un po’ esultante. – Direi di
metterla ai voti a questo punto, visto che non sono la sola! - .
SANZO – Scordatelo! – replicò, non tanto per l’effettiva
necessità di raggiungere la città, di cui non gliene fregava nulla, quanto per
non darla vinta alla ragazza. – Si prosegue! - .
SARAH – Questo lo dici tu, mio caro bonzo corrotto! – disse,
facendo innervosire ancora di più il biondo. -Hakkai! Goku! Dai… non rischiamo la pelle inutilmente… non ci diamo in
pasto ai leoni! - .
GOKU – Non sarai un po’ esagerata? In fondo a me hanno dato
solo l’impressione di essere in difficoltà… perché non dovremmo aiutarli, se
possiamo? – ragionò.
SARAH – E se invece fossero loro degli spiriti maligni? E se
volessero il sutra?? –
insistette.
SANZO – Da quando ti interessa il sutra?
– le chiese, sorvolando sull’assurdità degli spiriti maligni.
SARAH – Da quando ho deciso di non voler mettere piede in
quella città! – gli rispose, andando poi a rannicchiarsi vicino al demone
gentile per non beccare in pieno l’harisen che aveva tirato fuori
dal nulla il bonzo.
HAKKAI – Io direi – disse sorridendo come suo solito,
tenendo le mani in alto per impedire all’harisen di assestare il colpo sulla
ragazza. – Di proseguire e raggiungere la città, così come ci siamo impegnati
di fare - .
SARAH – Ma come, Hakkai??? – gli
chiese sconvolta, scostandosi da lui quasi come se avesse avuto una malattia
infettiva.
HAKKAI – Pur volendo cambiare meta, non potremmo – cominciò
a spiegare. – La nebbia è fitta e la visibilità scarsa, per non parlare del
cielo, che preannuncia un temporale.. pertanto
sconsiglierei di addentrarci altrove con queste condizioni atmosferiche –
indicò il cielo nero denso di nuvole. – Potremmo approfittare, piuttosto,
dell’ospitalità di questa gente. Fermarci non ci costerà che qualche perdita di
tempo in più, ma almeno un caldo pasto ed un letto comodo saranno assicurati. -
.
GOKU – Cibo… - disse, cominciando a immaginarsi enormi
tavole imbandite di pietanze di ogni tipo.
GOIJO – Donne… - cominciò ad immaginare alla parola “letto”.
HAKKAI – E – continuò, volendo rispondere al quesito che
sicuramente frullava nella testa della ragazza – nel caso in cui ci fossero
degli spiriti maligni che danno fastidio… il sutra di
Sanzo si occuperà di liberarcene! – sorrise come suo solito.
Sarah sospirò sconsolata, il ragionamento di Hakkai non
faceva una piega.
Goijo rimise in moto e ricominciarono a muoversi, anche se
più lentamente per via della nebbia che non voleva saperne di diradarsi.
SARAH – Se ci succederà qualcosa – disse, puntando il petto
del bonzo con un dito, come a sottolineare di avercela con lui. – Ci avrai
sulla coscienza! – concluse, sbuffando e incrociando le braccia.
SANZO – Era meglio quando eri
sanguinante e priva di sensi… almeno non parlavi! - .
GOIJO – Ah! L’amore… - disse improvvisamente, facendo
gonfiare più del necessario la solita vena di Sanzo e facendo spalancare gli
occhi a Sarah, incredula. – Dopo quel bel bacio che vi siete
dati – continuò, mentre la sagoma di quello che sembrava essere a prima
vista un portone si delineava man mano che si avvicinavano di più. – Non
dovreste essere così ostili! – concluse, sorridendo beffardo.
La ragazza ripensò a tutto quello che era accaduto… a tutte
le cose che si erano detti lei e il bonzo.
Chiuse gli occhi, quando si fermarono davanti al portone
indicato dall’anziano.
GOIJO – Dico bene principessa? – chiese, voltandosi verso di
lei per vedere meglio la sua reazione, visto che precedentemente aveva messo in
imbarazzo il bonzo.
Il viso di Sarah assunse un tono sarcastico.
SARAH – Amore? Di che parli? – fece al mezzo demone, che
rimase basito di fronte alla reazione scostante della ragazza, così come
Hakkai, che lanciò un’occhiataccia all’amico, ripromettendosi di tagliargli la
lingua. – Un bacio non è nient’altro che un bacio – continuò, alzandosi dal
sedile. - Non è detto che dietro ogni cosa debba
esserci per forza un significato – concluse scendendo poi dalla jeep con un
balzo, lasciando di stucco tutti, compreso il bonzo che, a differenza degli
altri, non lo diede a vedere, nascondendo un’agitazione che gli sconvolse
l’animo, stringendoglielo in una morsa.
Uhuhuhu! ßrisata tipica da donnina
sofisticata con tanto di mano davanti alla bocca XD Come mi sono divertita a
scrivere questo capitolo ^^ Più vado
avanti e più i personaggi mi sfuggono dalle mani… io dico loro di fare una cosa
e loro ne fanno un’altra, quindi non mi assumo responsabilità XD
Comunque
u__ù passiamo alle recensioni:
-Lav92: Beh…
povero Sanzo fino ad un certo punto… direi che se l’è meritato, no? Ormai Goijo
e Sarah si sono alleati XD Se ti piace come cosa in questo capitolo ti
divertirai ancora di più ^^ Piacere di leggere sempre un tuo commento XD;
-Mon-chan: Già, sei stata l’unica ad aver scoperto la vera
protagonista di questa storia, la vena di Sanzo u__ù Prima o poi gli verrà
un’embolia O___O Grande Sarah, eh? No, non mi farò distrarre dall’altra ff su Saint Seiya, tranquilla XD;
-Nemeryal: Sarah è una povera incompresa u__ù Bah… fammi sapere
se la brutta sensazione che avevi in proposito a questo capitolo era fondata!
Grazie mille per considerare belli i miei capitoli ç___ç ;
-WhiteLie: Goijo è Goijo XD Non poteva non sgamarli
e metterli in imbarazzo XD Anche se… vabbè, non
aggiungo nient’altro, troverai tutto nel capitolo che segue u__ù che spero ti
piacerà XD;
-YamaMaxwell: Dici che questo posto non promette nulla di buono?
Già ti vedo a contestare la decisione di Sanzo
spalleggiando Sarah XD Contestazione saggia <__< Alla prossima, sensei! XD.
Ringrazio
inoltre tutti quelli che leggono in silenzio!
Spero
che anche questo capitolo sia di vostro gradimento u__ù, a presto!
“Desideri pilotati”
OYUMA – Benvenuti! – esclamò, non appena furono scesi tutti
dalla jeep e quest’ultima si fu ritrasformata in draghetto.
L’enorme portone di legno si spalancò, mostrando una folla
curiosa radunata all’ingresso.
OYUMA – DATE TUTTI IL BENVENUTO AL
VENERABILE GENJO SANZO OSHI! – urlò l’uomo, ottenendo, in
risposta, un inchino da parte di tutti i presenti all’ingresso, che urlarono
all’unisono “Benvenuto Venerabile Sanzo!”.
Sarah sghignazzò notando la faccia infastidita del biondo ragazzo.
GOIJO – Noi invece siamo invisibili
a quanto vedo… - borbottò a bassa voce, infastidito dal fatto di non essere
preso in considerazione.
OYUMA – E date il benvenuto anche ai suoi compagni di
viaggio! – aggiunse, senza però aver sentito il mezzo demone.
HAKKAI – Visto? – fece all’amico dai capelli rossi,
sorridendo nel suo classico modo.
SANZO – Non sono miei compagni… - disse improvvisamente,
destando la curiosità di tutti i presenti. – Sono i miei servi – concluse
secco, scatenando l’ira di Goijo e Goku, che cercarono di afferrarlo per il
collo, venendo poi trattenuti in tempo dal demone
gentile.
SARAH – Questa è buona… - disse ridendo appena, sollevando
da terra il suo zaino, precedentemente poggiatovi, e avviandosi verso un punto
a caso della città.
GOKU – Dove vai, Sarah? – chiese alla ragazza, avendo a
disposizione solo le sue spalle.
SARAH – A cercare una locanda – asserì piatta, continuando a
dar loro le spalle.
GOKU – Ma… potremmo cercarla insieme! – provò a proporre,
sorpreso dallo strano comportamento della ragazza.
SARAH – Non sentirti obbligato a seguirmi, Goku. Non saprò
difendermi da assassini e psicopatici che sbucano dal nulla per prendere la mia
testa, ma una locanda la so cercare – gli rispose fredda, facendo rimanere di
sasso il ragazzino, che non seppe più cosa dire.
GOKU – Ma… - provò ad aggiungere, sentendo poi poggiarsi su
una spalla una mano di Hakkai, intenzionato a chiedergli di lasciar stare,
mentre le spalle della ragazza si facevano sempre più lontane.
OYUMA – Vogliate seguirmi – invitò il gruppo, incurante
dell’allontanamento della ragazza. – In occasione del vostro arrivo è stato
preparato un banchetto, di cui sarete gli ospiti d’onore! Prego, da questa
parte!- fece l’uomo, accompagnando il
tutto con un gesto delle mani a lasciar intendere la strada, attraversando poi
la folla che si era divisa in due file.
Sanzo imprecò mentalmente. Aveva sempre detestato tutte
quelle attenzioni, in più quello non era il momento adatto…
Guardò sottecchi Sarah scomparire in una delle strade della
città.
GOKU – Si mangia! – urlò esultante, dando ascolto al demone
gentile riguardo la ragazza e andando a raggiungere il
bonzo poco più avanti che non accennava a muoversi. – Andiamo, Sanzo? – gli
chiese, pur sapendo cosa probabilmente gli frullava in testa. Il biondo non
rispose, limitandosi a muovere i passi verso la direzione indicata dal capo
città.
HAKKAI – Tu non vieni, Goijo? – chiese all’amico, vedendolo
allontanarsi.
GOIJO – Nah! – esclamò
superficialmente. – Non m’interessa partecipare ad un banchetto organizzato in
onore del Venerabile Idiota. La notte è giovane, vado a caccia! – concluse,
sorridendo beffardo, continuando ad allontanarsi.
HAKKAI – Capisco… - disse, non aggiungendo nient’altro,
sorridendo per il gesto dell’amico. – Ci vediamo più tardi, allora. - .
In risposta Goijo alzò una mano in
segno di saluto, mentre percorreva la strada fatta dalla ragazza.
Sarah continuò a vagare senza meta per la città,
oltrepassando diverse locande, senza mai fermarsi.
A testa bassa, l’andatura lenta, le mani nelle tasche dei
pantaloni, la mente che vagava senza sosta.
Ormai era stufa anche di ripetersi di
essere stupida. Quella era una cosa accertata, altrimenti in quel
momento i suoi pensieri non sarebbero stati rivolti al bonzo.
Si sentiva… patetica. La sua intera vita, pensò, era stata
patetica.
Nata non si sapeva di preciso in quale giorno, ne da chi, ne dove, era riuscita a sopravvivere solamente
grazie a qualcuno che, avuta pietà di lei, aveva deciso di crescerla.
Poi questo qualcuno era morto, per colpa sua, e lei era
stata costretta a cavarsela contando solo sulle sue forze, scampando a gente
che voleva farle del male solo per entrare in possesso di poteri che lei
avrebbe fatto volentieri a meno di possedere.
Non si era mai innamorata. Non ne aveva mai avuto il tempo,
impegnata a scappare continuamente da un posto all’altro per salvarsi la pelle,
e ne tantomeno se ne era mai concessa la possibilità,
avendo imparato a non fidarsi di nessuno.
Poi era stata ad un passo dal sposarsi, con un uomo che non
amava e che mirava a sfruttarla e che non aveva perso tempo a mandarle contro
dei serial killer.
Infine aveva incontrato quel gruppo…
Sulla jeep non aveva delirato. Era veramente convinta che
essersi unita a loro era stata la più grande
sciocchezza che avesse mai potuto commettere, perché quelle persone avevano
dato una luce nuova alla sua vita, una luce alla quale non era abituata, dal
momento che aveva condotto la sua esistenza sempre e solo nelle tenebre…
eccezion fatta per quei tre demoni che un tempo erano stati suoi amici… e che
si erano allontanati, senza tanti complimenti, da lei, lasciandola sola.
Era questo quello di cui aveva paura. Restare di nuovo sola… soprattutto da quando si era affezionata a
quello strano e vispo gruppo di persone… innamorandosi addirittura di uno di
loro…
Non sarebbe passato molto tempo che anche loro si sarebbero
stufati di lei, ne era sicura. O l’avrebbero lasciata, così come aveva immaginato quando era a bordo della jeep, da qualche parte
durante il viaggio, oppure l’avrebbero venduta a qualche sicario che bramava la
sua testa.
Arrivò di fronte ad un bar e senza pensarci due volte, vi
entrò dentro.
OYUMA – E questo è quanto – si rivolse a Sanzo, concludendo
la sua spiegazione sulla città.
HAKKAI – Quindi questi spiriti si manifesterebbero solo di
notte… procurando danni e tenendo la città continuamente isolata dal resto del mondo
a causa della nebbia… e come fate a procurarvi i mezzi necessari per il
sostentamento? -.
OYUMA – Ci siamo dovuti adattare – rispose con espressione
grave, indicando i campi di grano che s’intravedevano attraverso le finestre
della locanda in cui avevano cenato. – Ma è ovvio che non sempre siamo riusciti a produrre un quantitativo di cibo
sufficiente per far fronte all’effettiva necessità di tutti gli abitanti… -
concluse, volgendo lo sguardo sui piatti ormai vuoti in cui era stata servita una
misera cena.
GOKU – È per questo che la città non è indicata sulle
cartine? Perché in teoria non è conosciuta da nessuno? - .
OYUMA – No! Al contrario! Oyumaki
è molto conosciuta… e per questo viene evitata –
rispose, attirando ancora di più l’attenzione dei tre ospiti. – Ci sono stati
degli esploratori che sono riusciti ad avvicinarsi… arrivando al portone d’ingresso… ma nessuno di loro è sopravvissuto per raccontarlo
- .
HAKKAI – In che senso? Cos’è accaduto? -.
OYUMA – Sono impazziti… e hanno cominciato ad uccidersi a
vicenda… delle leggende raccontano che gli spiriti delle persone seppellite in
questo grande cimitero, incapaci di accettare la loro morte, abbiano deciso di
vagare nella città e di tormentarne la popolazione… talvolta arrivando a
possedere qualcuno - .
GOKU – Certo che costruire una città su un cimitero… - disse
appena Goku ricordandosi della storia appena ascoltata, mentre un brivido gli percorse la schiena.
SANZO – Tsk! - esclamò allora,
stufo di sentir parlare di fantasmi, alzandosi poi dalla sedia e avviandosi
verso l’uscita della locanda.
GOKU – Sanzo! – chiamò l’amico, non riuscendo a spiegarsi la
sua reazione.
SANZO – Troviamo in fretta una locanda, si è fatto tardi –
asserì, uscendo definitivamente, senza degnare di uno sguardo coloro che erano
ancora seduti a tavola.
A quel punto anche Hakkai e Goku si alzarono, avviandosi
verso la porta.
HAKKAI – La ringraziamo per la cena e l’ospitalità! – disse
al vecchio capo città, sorridendo come suo solito e raggiungendo
successivamente Sanzo.
GOKU – Grazie, buona notte! – urlò prima di allontanarsi
anche lui.
OYUMA – Venerabile Sanzo – chiamò il bonzo, incurante dei
saluti dei due suoi compagni. – Cosa farà? Ci aiuterà? - .
SANZO – Se questi cosiddetti “spiriti” – disse, calcando
l’ultima parola con scherno – verranno a darci fastidio, sicuramente non ci
faremo trovare impreparati… anzi, - continuò,
voltandosi verso l’anziano, fulminandolo con lo sguardo. – prima di provare a
fare qualsiasi cosa, sarebbe meglio se sapessero con chi hanno a che fare - . E detto questo imboccò la strada principale
precedentemente percorsa da Sarah, nella quale scomparve poco dopo, seguito dal
demone gentile e dall’eretico.
Quando furono ormai lontani, sul viso del vecchio Oyuma si dipinse un ghigno sadico.
SARAH – Un’altra! – ordinò al barista, agitando in aria una
bottiglia, ormai vuota, che precedentemente aveva contenuto del sakè.
Dall’altro lato del bancone, l’uomo in questione la guardò sottecchi, valutando
l’idea di assecondarla o meno, dal momento che era
piuttosto alticcia.
Goijo entrò nello stesso bar proprio in quel momento,
fermandosi sulla soglia, incapace di credere che quella ragazza seduta scompostamente
sull’alto sgabello al bancone fosse Sarah.
Lanciò la cicca fuori dal locale e,
fatto un bel respiro, entrò, andando a sedersi poi accanto alla ragazza.
SARAH – Ho detto un’altra!!! –
urlò, battendo forte la bottiglia sul bancone, attirando l’attenzione di almeno
metà dei clienti che occupavano il bar.
Goijo rimase interdetto, accostando con cautela il suo
sgabello a quello della ragazza, che non si era ancora accorta di lui.
GOIJO – Che si festeggia? – chiese col suo solito fare
scherzoso, per rompere il ghiaccio, non sapendo come rapportarsi in quel
momento con lei. Fu a quel punto che Sarah si accorse di lui, voltando il viso
verso il ragazzo e sbuffando non appena le fu chiaro di aver a che fare con una
delle quattro persone che si era prefissata di non incontrare più.
SARAH – UN’ALTRA! SEI SORDO O COSA???
– sbraitò verso il barista che, preso alla sprovvista, si fece scappare di mano
un bicchiere che stava asciugando, che andò a frantumarsi poco dopo nel
lavello.
Proprio mentre il barista stava per risponderle a tono,
Goijo intervenne, chiedendogli, a differenza della ragazza, cortesemente di portare
un’altra bottiglia di sakè, poi si rivolse di nuovo a lei.
GOIJO – Che succede, principessa? – chiese, addolcendo il
tono della voce, mentre si versava del sakè nel bicchiere, ma
Sarah stette in silenzio, senza minimamente accennare a volergli rispondere,
versandosi, invece, dell’altro sakè nel bicchiere, riempiendolo fino all’orlo e
tracannandolo subito dopo, sotto lo sguardo sbigottito del ragazzo.
GOIJO – Sarah… -.
SARAH – Cosa vuoi, Goijo? – gli chiese, in modo freddo e
diretto, senza guardarlo. – Perché sei qui? - .
GOIJO – Potrei fare la stessa domanda a te… - le rispose,
rimanendo nuovamente interdetto quando la vide
scendere dallo sgabello, dopo aver lasciato dei soldi sul bancone, e avviarsi
verso l’uscita, barcollando leggermente. La imitò e, dopo aver lasciato anche
la sua quota al barista, corse fuori, scorgendola appena in un
vicolo vicino, intenta a vomitare.
GOIJO – Ehi... – le disse, provando successivamente ad
aiutarla a sostenersi, vedendola instabile, ma le sue mani furono
schiaffeggiata da una di quelle della ragazza. – Principessa… - .
SARAH – Vattene! – urlò, senza voltarsi a guardarlo, mentre
gli occhi le si riempivano di lacrime.
Goijo restò per l’ennesima volta di sasso. La vista di una
donna in lacrime era sempre stata capace di rattristarlo, facendolo sentire
impotente… e non riusciva a capire il motivo per cui
la sua amica in quel momento si stesse comportando così.
Ripercorse con la mente gli ultimi avvenimenti… fino a che
non ricordò dell’ultima conversazione che l’aveva vista coinvolta. Strinse i
pugni. Aveva capito.
La vide fare due passi per poi cadere a terra, quasi in
ginocchio, mantenendosi la testa con entrambe le mani. Le corse subito
incontro, portandosi poi alla sua altezza per aver ben chiaro lo stato in cui
era. Provò a rialzarla, approfittando del fatto che avesse momentaneamente gli
occhi chiusi, ma Sarah s’impose con l’ultimo briciolo
di forza che le era rimasto.
SARAH – Va via Goijo… ti prego… -
pronunciò infine, scoppiando a piangere e piegandosi su se stessa per tentar di
trattenere i singhiozzi.
GOIJO – E lasciarti qui in queste condizioni? Scordatelo - .
La sollevò lentamente da terra, abbracciandola poi delicatamente, portandole un
braccio ad avvolgerle la vita ed una mano sulla testa. A quel punto Sarah si
lasciò andare… lo abbracciò a sua volta, continuando ad esplodere in singhiozzi
contro il suo petto. Rimasero in quella posizione per un po’, incuranti della
gente che, passando, li osservava incuriositi.
Goijo sentì alcune ragazze bisbigliare tra
di loro, dovendo subire passivamente varie ipotesi che lo ritraevano
come il lupo cattivo della situazione, “che aveva fatto piangere la povera
ragazza”.
Rise dentro di se e si staccò delicatamente da Sarah quando questa si fu calmata un po’.
GOIJO – Va meglio? – le chiese, asciugandole col dorso delle
dita le ultime lacrime che erano sfuggite agli occhi della ragazza.
SARAH – Mi dispiace… - disse mortificata, abbassando lo
sguardo. – Non ce l’ho con te… - .
GOIJO – Centra forse un burbero biondo egocentrico fissato
con proiettili e ventagli giganti? – le chiese
sarcasticamente, intenzionato a farla, perlomeno, sorridere un po’, ma
si maledì subito per essere stato ancora una volta così diretto quando la
rivide piangere.
Sarah, con somma sorpresa del ragazzo, annuì, tenendo la
testa bassa e prendendo ad abbracciarsi con le sue stesse braccia.
GOIJO – Ah… kami – disse
improvvisamente, prendendo a massaggiarsi la testa, non sapendo come
confortarla. – Lo dico io, che certa gente non è portata per certe cose… -
concluse, riferendosi al bonzo. – Principessa, sulla jeep non intendevo
ferirti… - disse ancora, portando la ragazza a guardarlo con uno sguardo
colpevole, facendogli intendere che non era quello il
punto. – Volevo vedere la reazione del bonzo… - la precedette – è insolito
vederlo innamorato… - riuscì a dire, andando a segno, avendo in
risposta uno sguardo concentrato da parte della ragazza, che cominciò a soppesare
bene l’ultima parola pronunciata dal mezzo demone.
Poi si fece seria, abbassando lo sguardo e assumendo
un’espressione sarcastica.
SARAH – Innamorato… - disse con sufficienza, piegando le
labbra in un sorriso cinico. – Credo che tu ti stia sbagliando, Goijo… -
aggiunse, asciugandosi velocemente gli occhi con le mani e alzandosi,
appoggiandosi poi al muro dietro di se perché presa da un capogiro.
GOIJO – Sarà… - disse, estraendo poi una sigaretta dal
pacchetto che aveva nelle tasche dei pantaloni e portandosela alla bocca,
riacquistando il suo solito comportamento non appena avvertì l’atmosfera farsi
più leggera. – Comunque ti ha baciata… -.
SARAH – E con questo? – gli chiese, ricordandosi ancora una
volta la frase fredda che le aveva rivolto il bonzo quella mattina.
GOIJO – Bah… - rispose vago, sorridendo poi in modo
sornione. – È difficile riuscire ad ottenere delle reazioni dal Venerabile… se
riesci ad ottenere anche una sola volta le sue attenzioni, significa che non
gli sei così indifferente come vuole farti credere… -.
Sarah soppesò ancora una volta le sue parole, stampandosele
bene in mente e ringraziando chiunque avesse deciso di mandare Goijo da lei in
quel momento. Non si erano detti nulla in particolare, lei non si era sfogata…
aveva capito tutto da solo e l’aveva tirata su con la sua semplicità… che
quella fosse una sua dote tipica, che avrebbe inoltre
spiegato il perché avesse così successo con le donne, o che fosse solo una
reazione dettata dal momento per tirarla su di morale… gliene fu comunque grata
e gli regalò un sorriso.
GOIJO – Nh? - .
SARAH – Grazie… -.
GOIJO – Di niente, principessa – le rispose, senza
abbandonare la sua espressione sorniona, scompigliandole poi i capelli lunghi
con una mano, sotto le risate di lei.
GOKU – Eccovi, finalmente! Dove vi
eravate cacciati? – chiese ai due, correndo verso di loro.
Goijo lanciò una breve occhiata al demone gentile, che
ricambiò lo sguardo facendogli intendere che ne avrebbero parlato dopo, per poi
soffermarsi un po’ in più sul bonzo, che aveva la solita espressione altezzosa.
GOIJO – Di che t’impicci, scimmia! – esclamò, afferrando il
collo del giovane eretico per poi assestargli un leggero pugno sulla testa,
sotto le proteste di lui.
GOKU – Il solito scarafaggio, ti ho fatto solo una domanda! –
protestò, tentando di liberarsi dalla sua presa.
GOIJO – Non ti hanno insegnato che non si fanno domande del
genere perché la risposta potrebbe contenere argomenti non trattabili al di
sotto dei quattordici anni? – replicò, facendo arrossire Sarah, strizzandole
poi un occhio per chiederle complicità e per rendere agli altri il tutto più
credibile.
Sanzo sussultò appena, maledicendosi subito dopo… che
idiozie! Il kappa stava sicuramente bluffando… allora
perché il dubbio si era insinuato così prepotentemente in lui, facendolo
ingelosire? Mancò poco che non si ferisse a sangue stringendo i pugni quando vide il mezzo demone avvolgere le spalle della
ragazza con un braccio per avviarsi poi sulla strada.
GOIJO – Andiamo a cercare una locanda! – esclamò, lasciando
intendere la malizia nella frase, facendo così gonfiare ancora di più la venetta del monaco.
Goku rimase senza parole, vedendo Sarah non protestare
all’atteggiamento di Goijo.
Hakkai fece vagare il suo sguardo tra i due amici che li
stavano precedendo e il bonzo che era al suo fianco, notando il volto
impassibile di quest’ultimo mutare, lasciando trasparire un leggero turbamento,
prima d’incamminarsi anche lui con fare indifferente lungo la strada alla
ricerca di una locanda.
Non camminarono molto che ne trovarono una con cinque stanze
singole libere, dentro le quali scomparvero poco dopo per sistemare i loro
bagagli.
Buttato il suo zaino ai piedi del letto, Goijo afferrò il
pacchetto di sigarette e uscì, deciso a fumarsene una fuori
dalla locanda, all’esterno della quale trovò il bonzo. Si preparò a
qualsiasi evenienza.
GOIJO – Bella serata, eh? – chiese con fare indifferente al
monaco biondo, che si girò di scatto, fulminandolo con lo sguardo per poi
afferrarlo per il colletto della maglia con una tale violenza da farlo sbattere
contro la struttura esterna della locanda.
Il mezzo demone non si scompose, era un gesto che
s’aspettava… e che non faceva che confermare ciò che aveva detto a Sarah poche
ore prima.
GOIJO – Che c’è? – gli chiese provocatorio, avvertendo la
mano del bonzo che gli stringeva la maglia far più salda la presa.
SANZO – Apri bene le orecchie… - scandì parola per parola in
un sibilo. – Tieni lontane le tue zampe da lei… - .
Goijo rise, guardandolo con scherno per essere ancora più
provocatorio.
GOIJO – Da quando t’interessi del mio passatempo? – gli
chiese, scrollandoselo poi di dosso con violenza, continuando ad avere
un’espressione sarcastica stampata sul viso. Volevo portarlo al limite come
aveva fatto sulla jeep, solo che questa volta mirava a fargli ammettere ciò che
Sanzo non aveva il coraggio di ammettere neanche a se stesso.
Vide il bonzo stringere convulsamente i pugni, pronto a
colpirlo, ma lui continuò imperterrito, senza lasciargli il tempo per
replicare.
GOIJO – Non capisco, che t’importa? - .
Il sangue di Sanzo cominciò a ribollire ferocemente nelle
vene del bonzo.
SANZO – Mi stai prendendo per il culo?!
– gli chiese rabbiosamente, mentre i suoi pensieri cominciavano a formulare
l’ipotesi di ricorrere direttamente alla shoreiju.
GOIJO – Sei tu che stai prendendo per il culo… te e lei –
gli rispose tranquillamente, facendo sussultare il biondo, lanciando la cicca a
terra e prendendone un’altra dal pacchetto.
“Ovvio…” pensò Sanzo, riflettendo sull’ultima frase del
mezzo demone ed analizzando a mente lucida tutta la conversazione. Lo stava
mettendo alla prova. E lui ci era cascato in pieno.
Si maledisse, optando, questa
volta, di usare la shoreiju contro se stesso per
l’idiota che era stato.
Rilassò i muscoli, smettendo di stringere convulsamente i
pugni, riacquistando la sua solita postura impassibile, anche se sapeva che non
sarebbe servito a nulla dal momento che Goijo l’aveva ribaltato come un
calzino.
Passarono alcuni minuti in silenzio, durante i quali anche
Sanzo si accese una sigaretta, mettendosela a fumare lentamente.
GOIJO – Cos’hai intenzione di fare? Continuare a fare
l’indifferente nonostante tutto? – gli chiese dopo che ebbe
finito anche quell’altra sigaretta.
Sanzo non gli rispose, continuando, impassibile, ad aspirare
boccate di fumo.
GOIJO – Allora? – gli chiese ancora, innervosito dal suo
comportamento.
SANZO – Non sono affari che ti riguardano – rispose infine,
freddo e diretto come al solito, facendo ingoiare la
lingua al mezzo demone, che cominciò a maledirsi per non avergli spaccato
direttamente la faccia, senza dargli l’opportunità d riflettere.
“Non erano affari che lo riguardavano”… che avrebbe dato, in
quel momento, per far vedere a quel bonzo menefreghista l’effetto che aveva
avuto il suo comportamento su Sarah.
GOIJO – Tsk… và al diavolo – disse
infine, voltandosi e scomparendo velocemente all’interno della locanda per non
rispondere ai suoi bassi istinti che gli stavano gridando di massacrarlo di
botte.
Calò un silenzio innaturale in quel momento, perfino il
vento sembrava essere muto quando soffiava.
Sanzo lanciò la sigaretta ormai consumata a terra,
spegnendola poi con un piede, e chiuse gli occhi per cercare di tenere a freno
i pensieri che gli stavano perforando la testa.
Non aveva senso. Tutto quello che stava accadendo non aveva
senso.
Ricordò ancora una volta a se stesso chi era… il fardello
che portava sulle spalle e la promessa che aveva fatto quando
era venuta a mancare l’unica persona che avesse amato e che lo avesse davvero
amato... ma, in quel momento, quell’insegnamento gli sembrò vuoto…
Non avere nulla… una frase così insignificante…
GOKU – Sanzo… - .
La voce del ragazzo dagli occhi dorati lo fece sobbalzare,
facendolo voltare di scatto verso l’ingresso della locanda, da dove Goku lo
aveva chiamato.
GOKU – Non volevo spaventarti, scusami – disse al monaco,
prendendo poi ad avvicinarsi a lui, raggiungendolo subito. – Va tutto bene? - .
Sanzo sobbalzò di nuovo, questa volta,
però, riuscendo a nascondere la sorpresa.
GOKU – Io e Hakkai abbiamo sentito te e Goijo parlare…
animatamente… siamo usciti nel corridoio per venire a controllare che tutto
fosse a posto e abbiamo visto Goijo salire come una furia le scale e chiudersi
nella sua stanza sbattendo la porta… avete litigato? - .
Sanzo si accese con stizza un’altra sigaretta. Un altro che
non si impicciava dei fatti suoi.
Goku abbassò la testa, quasi come fosse riuscito a sentire i
pensieri di Sanzo, e stette in silenzio, meditando sulle parole giuste da
dirgli in quel momento.
GOKU – È così terribile? -.
Sanzo si voltò a guardarlo, curioso di sapere in quel
momento a cosa si stesse riferendo.
GOKU – Essere innamorati… - .
“E son tre!” pensò il bonzo, passandosi una mano sul volto.
Avrebbe potuto finirla lì sbattendogli violentemente in testa l’harisen per
zittirlo come al solito... ma sapeva che non avrebbe
potuto fare nulla per zittire la vocina dentro di sé che gli diceva la stessa
cosa insistentemente.
GOKU – Ho visto come la guardavi quando
eravamo sulla jeep… - sorrise – Sai… non ti ho mai visto… così rilassato… - .
Sanzo non ce la faceva nemmeno a rispondergli. Era
l’ennesima persona che aveva ragione.
GOKU – Non devi avere paura! Già so a cosa stai pensando… - .
Il monaco biondo si voltò lentamente a guardarlo, inarcando
un sopracciglio per sottolineare lo scetticismo che provava in quel momento.
SANZO – Ovvero? - .
Goku abbassò nuovamente la testa. Non sapeva come spiegarsi…
o meglio, lo sapeva, ma farlo avrebbe significato mettere in gioco anche se
stesso.
GOKU – Per quanto tu possa pensare
di non poterti legare a nessuno… - cominciò a dire, continuando a tener il
volto basso. – Ah! – esclamò poi improvvisamente, afferrandosi la testa tra le
mani. – È più difficile di quanto credessi! Sono un
disastro… - disse infine, sotto lo sguardo sbigottito del bonzo, che era
rimasto spiazzato da quel cambio repentino di reazioni, pur conoscendo il
giovane eretico da tempo ormai.
GOKU – Devi darti una possibilità, Sanzo! – esclamò poi con
sicurezza, volgendo al bonzo uno sguardo altrettanto sicuro e deciso. – Devi
smetterla di fare l’indifferente! Ormai non la beve più nessuno! Và da lei e
dille che l’ami! – disse, urlando quasi l’ultima frase, scatenando, questa
volta, le reazione-harisen del bonzo, che lo colpì in testa, imbarazzato.
SANZO – Non c’è bisogno di urlare, bakasaru! – esclamò, con la venetta
che gli si gonfiava sulla fronte.
Dopo aver subito il colpo, che lo aveva fatto cadere a
terra, Goku si rialzò, massaggiandosi la testa, pensando di aver effettivamente
esagerato.
GOKU – Lo farai? – gli chiese poi con cautela, aspettando
prima che il bonzo avesse rinfoderato il ventaglio.
SANZO – Tsk! – esclamò solamente,
prima di scomparire all’interno della locanda.
Sarah rigirò per l’ennesima volta il cuscino, al quale
attribuiva la colpa per non riuscire a dormire… pur sapendo che non era quello
il motivo.
Era stata una giornata intensa… avrebbe potuto perlomeno non
ubriacarsi, almeno a quell’ora non avrebbe lo stomaco sotto sopra e un mal di
testa perforante!
Si alzò, disfandosi delle lenzuola
con un movimento fulmineo delle gambe, mettendosi poi a rovistare nella valigia
alla ricerca di qualche aspirina che potesse aiutarla a placare qualche
fastidio.
Rinunciò, quando si fu ricordata di non aver mangiato
niente.
SARAH – Uff… - disse sospirando, afferrandosi poi la testa
tra le mani, portandosi continuamente delle ciocche di capelli castani che le
ricadevano davanti agli occhi dietro le orecchie per la posizione in cui si
trovava.
Cominciò a preoccuparsi seriamente quando
avvertì una forte fitta alla testa, che attribuì, inconsciamente, alla sbronza.
-Bene… ottimo direi… proprio quella che mi serviva… -.
Una risata si sparse all’interno di una stanza, illuminata
solo dalla luce di una sfera attraverso la quale una losca figura stava
osservando una scena, divertito.
Lanciò il pacchetto di sigarette sul tavolo posto sotto alla
finestra della sua stanza, chiudendosi poi con un colpo secco la porta alle
spalle e si diresse verso il letto.
Si stese, senza preoccuparsi di spostare le lenzuola e si
mise a guardare il soffitto, come se potesse dargli una risposta, poi voltò lo
sguardo di lato, portandolo sulla tunica sporca di sangue che era poggiata
sulla sedia. Il sutra piegato sul tavolo, sotto al
suo sguardo vigile.
Si girò su un lato, dando le spalle al muro con cui
confinava il letto, portandosi una mano tra la folta chioma bionda, chiudendo
gli occhi per cercare di addormentarsi, quando sentì distintamente aprirsi la
porta. Scattò, afferrando la shoreiju che aveva
riposto sotto al cuscino e mettendosi seduto sul letto, con la mano armata
rivolta verso la porta.
Spalancò gli occhi sorpreso quando
capì di chi si trattava.
SANZO – Non si usa bussare? – chiese alla ragazza, ormai
entrata nella sua camera.
Sarah, ancora voltata verso di lui, si chiuse la porta alle
spalle, facendo girare la chiave nella serratura lentamente, provocando nel
bonzo ancora più sorpresa e… immaginazione.
Che stava facendo? Perché era lì?
La vide avvicinarsi lentamente al suo letto senza dire una
parola, i suoi movimenti fluidi apparivano quasi ipnotici ai suoi occhi, tanto
che decise di rimettere la sicura alla shoreiju,
convinto che non gli servisse.
Tese tutti i nervi quando la vide salire sul suo letto,
gattonare verso di lui sensualmente, arrivando ad avere il suo viso a pochi
centimetri dal suo volto.
Lasciò cadere la shoreiju dal
letto, incurante di tutto ciò che lo circondava in quel momento, i suoi occhi
viola puntati in quelli verdi di lei, il cuore che batteva all’impazzata.
SANZO – Cos… - .
SARAH – Ti voglio – sussurrò appena, prima di catturare la
bocca del ragazzo con avidità, sentendo poco dopo la mano di lui affondare tra
i suoi capelli e rispondere al bacio.
Sbuffò rumorosamente quando sentì bussare alla porta
Hola ^__^
Santo cielo che faticaccia questo capitolo… e non ne sono nemmeno tanto
soddisfatta ç__ç Vabbè, poi mi direte voi se sono
scaduta>__<
Volevo scusarmi per il ritardo, ma mi sto cimentando in un’altra fan fiction
altrettanto impegnativa (perdonatemi ma non ho resistito ç___ç) quindi
l’aggiornamento non avverrà più settimanalmente, ma credo che lo abbiate già
capito XD.
Passiamo
ai ringraziamenti:
-miriel67 : Dolce Goijo, eh? XD Anch’io lo adoro… e con questa
storia lo sto riscoprendo di più, mi fa piacere che ti sia
piaciuto, fammi sapere di questo che ne pensi ^^ ;
-Lav92 : Ecco soddisfatta la tua curiosità XD perdonami ma sono bastard inside, non potevo non concludere il capitolo
precedente in quel modo XD ciau! ;
-Blackout : Non hai idea di quanto mia sia emozionata di leggere una
tua recensione *O* (ß- faccina sorpresa <__< ) Ma non importa che non è lunga! Mi
basta sapere che ti sia piaciuta *___* *inchino* non sparire eh *__* grazie
mille ancora XD ;
-WhiteLie : Stavo morendo nell’immaginarmi Goijo/cupido XD Sei
geniale ^__^ E fai bene a sorprenderti di Sarah… >__> XD ;
-Mon-chan : Nono, nessun genere nuovo XD Ti piacerebbe eh???
Marpiona! Ecco perché adori Goijo, siete pervertiti uguali XD grazie come
sempre cara u__ù ;
-Nemeryal : Ti dico solo… che una delle tue ipotesi è azzecata XD ;
-YamaMaxweel :Sensei!!!!!!! Mi dispiace
che Sarah abbia trattato un po’ male Gokino, ma era
un po’ nervosetta la ragazza u__ù Bacioni, grazie
mille per le tue recensioni chilometriche XD ;
-Frefro : Ma ciao!!! Innanzitutto, grazie mille per aver
aggiunto la mia ff tra i preferiti *inchino* e poi
grazie per il commento XD Spero di risentirti presto ^__^ .
Ovviamente,
ringrazio come sempre tutte le persone che leggono anche senza recensire XD
Ora
la (tanto sospirata XD) storia u___ù :
“Il burattinaio”
Aprì la finestra, sedendosi sul davanzale per osservare la
città di notte com’era sua intenzione fare prima di incontrare il bonzo. Sbuffò
rumorosamente quando sentì bussare alla porta.
GOIJO – Avanti… - disse atono, spegnendo nel posacenere la
sigaretta che stava fumando da un pò.
HAKKAI – Ti disturbo? –chiese al mezzo demone, sporgendosi
appena dalla porta com’era sua consuetudine quando si trattava di entrare nelle
camere altrui. Quando vide il ragazzo dai capelli rossi scuotere la testa in
segno di negazione, entrò, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle,
andando poi a raggiungerlo vicino alla finestra.
GOIJO – Non l’ho pestato, se è questo che ti preoccupa – lo
anticipò, sorridendo beffardo, lasciandolo a bocca aperta. Quando aveva
iniziato a discutere con Sanzo, si era accorto che Hakkai li stava tenendo
d’occhio dalla finestra della sua camera, ma quando il bonzo lo aveva fatto
sbattere contro la struttura esterna della locanda erano usciti dalla sua
visuale.
GOIJO – In un certo senso… si è pestato da solo – concluse, lasciando
intendere di esser riuscito a far ragionare il monaco, afferrando un’altra
sigaretta dal pacchetto lasciato sul davanzale.
HAKKAI – E lei? Come sta? – chiese allora all’amico, dopo
aver tirato un sospiro di sollievo per quella che aveva considerato una buona
notizia, togliendosi poi il monocolo dall’occhio e pulendoselo con la maglia
della tenuta da notte.
GOIJO – Non farmici pensare… - gli
rispose, assumendo la sua solita aria scherzosa. – Io, Sha
Goijo, ho consolato una donna senza doppi fini…- concluse, strappando un
sorriso al demone gentile.
HAKKAI – Questo ti fa onore… - gli disse, vedendo poi
l’espressione del mezzo demone mutare.
GOIJO – Onore… vanne a parlare con quel bonzo senza Buddha! – esclamò, ripensando a quando
era stato invitato senza mezzi termini ad impicciarsi degli affari suoi,
stringendo poi convulsamente una mano a pugno.
Hakkai tenne lo sguardo basso, ancora sul monocolo, ormai
pulito.
Se l’aspettava, d’altronde Sanzo non era tipo da manifestare
apertamente i suoi sentimenti. Più che altro sperava che Sarah fosse riuscita a
farlo uscire dal suo guscio… ma inevitabilmente, come tutte le persone che
tentavano di avvicinarsi al bonzo, era stata ferita anch’essa dalle spine che
il ragazzo si ostinava ad ergere a difesa di se stesso, quasi come fosse stato
un riccio perennemente sulla difensiva.
Un timido bussare alla porta distrasse i due demoni dai loro
pensieri, inducendoli a spalancare gli occhi stupiti quando
videro entrare il ragazzino eretico.
GOKU – Posso entrare? – chiese impacciato, “Stranamente
impacciato” pensarono i due.
GOIJO – Lo hai già fatto, scimmia! – scherzò, rispondendo,
quindi, affermativamente alla domanda del ragazzo dagli occhi dorati.
HAKKAI – Cosa c’è, Goku? Qualcosa non va? – gli chiese
allora, scrutando coi suoi occhi verdi la strana espressione del ragazzo.
“Sembra imbarazzato” pensarono entrambi i ragazzi già
presenti all’interno della camera, quando la carnagione scura di Goku assunse
una sfumatura tendente al rosso.
GOKU – Goijo, posso dormire qui? – chiese a sua volta al
mezzo demone, evitando di proposito di rispondere alla domanda di Hakkai. Fu
allora che Goijo, con la mente in febbrile elaborazione, si ricordò che la camera
del ragazzino era accanto a quella di Sanzo e, malizioso come la vita gli aveva
insegnato ad essere, sorrise beffardo, credendo di aver capito il motivo della
domanda.
GOIJO – Perché? – gli chiese comunque, scendendo dal
davanzale a portandosi davanti a lui, guardandolo dritto negli occhi per non
farsi sfuggire nessuna reazione nel caso in cui si fosse
rifiutato di rispondergli.
Come s’aspettava, Goku distolse lo sguardo, avvampando.
Sarah si portò a cavalcioni sul bonzo, prendendo a baciarlo
più intensamente, portando le gambe a circondargli il busto e le mani a
perdersi tra i suoi capelli dorati.
Una mano di Sanzo scivolò sotto il top sottile della
ragazza, andando ad accarezzarle con ritmo intenso la pelle liscia della
schiena, facendola rabbrividire ogni volta che scendeva pericolosamente più giù,
oltrepassando il confine dell’elastico dei pantaloni. Si sentì baciare il
collo, mentre le mani di lei presero a perlustrargli con carezze audaci tutto
il petto, facendogli scappare di tanto in tanto qualche gemito trattenuto, che
andava a perdersi in quelli di lei ogni volta che lui le faceva ondeggiare i
fianchi con un ritmo lento e calcolato, in una danza sensuale e frenetica,
nella quale si dimenavano anche le loro lingue ogni volta che le loro bocche si
incontravano.
Non immaginava che esistesse qualcosa che potesse provocare
più assuefazione delle sigarette… e se il paradiso di cui aveva sentito tante
volte parlare esisteva davvero, ci era piombato
direttamente dentro non appena quella ragazza aveva pronunciato quelle due
semplici parole che avevano decretato l’inizio di tutto.
Si staccò da lei, togliendole con un gesto fulmineo il top,
lasciandola così con solo il reggiseno, facendosi poi fare la stessa cosa, vedendola
lanciare la sua maglia nera in un punto a caso della stanza.
Tentò di ribaltare le posizioni, per portarla sotto di lui,
quando una mano di lei andò a spingergli il petto, invitandolo a distendersi e
promettendogli dolce torture con lo sguardo, reso
felino dall’eccitazione.
Nonostante la sua indole fosse quella di non lasciarsi
sopraffare, quella volta decise di cedere, e lasciarsi completamente andare a tutte
quelle attenzioni.
SARAH – Chiudi gli occhi… - chiese in un sussurro al bonzo,
a pochi centimetri dalle sue labbra, ottenendo l’effetto desiderato, facendo
scorrere le labbra lungo tutto il suo torace, fino ad
arrivare ai pantaloni, coi quali cominciò ad armeggiare.
Sanzo, per la tensione, strinse tra le mani le lenzuola,
cercando di regolare il respiro.
Era una sensazione indescrivibile…
La sua mente, dopo tutti quegli anni, sembrava essere
diventata finalmente più leggera… e lo doveva a lei… che era riuscita a
dimostrargli una seconda utilità di quel muscolo cardiaco che tanto aveva
imparato a disprezzare e che mai avrebbe immaginato sentir battere così forte.
Se solo… quella strana sensazione non lo tormentasse…
Nonostante fosse giunto alla conclusione di aver formulato
un pensiero stupido, dettato dalla disillusione che tanto lo caratterizzava,
non riusciva a liberarsi di quella fastidiosa e stridula vocina che sembrava
stesse gridandogli di stare attento.
Aveva cominciato ad urlargli nella testa non appena aveva
baciato le labbra di Sarah, e non si era ancora dileguata, portandolo più volte
a scuotere la testa infastidito, quasi come se così
facendo potesse liberarsene…
Quando sentì le mani della ragazza allontanarsi dai suoi
pantaloni, decise, spinto da una cocciuta parte razionale non ancora assopita,
di aprire gli occhi, spalancandoli, quando vide Sarah estrarre un coltello da sotto
al tessuto che copriva una caviglia, portarlo sulla testa per poi assestare un
colpo verso il suo addome.
Il colorito di Goku era ormai equivalente a quello di un
pomodoro maturo. Da quando aveva raccontato a Goijo di essere entrato nella
stanza di Sarah e non averla trovata, e di aver sentito dei rumori “strani”
provenire dalla camera di Sanzo, aveva provocato nell’amico un attacco di riso
capace di fargli venire le lacrime agli occhi.
Hakkai, dopo una leggera ed evidente sorpresa alla notizia,
si era ripulito più volte il monocolo, nel tentativo d’ignorare il
comportamento infantile dell’amico mezzo demone, che non accennava a volerla
smettere neanche dopo avergli lanciato un paio di quegli sguardi agghiaccianti
che gli riuscivano tanto bene.
GOIJO – Non ci posso credereeeeeeeeeeeeeeee!!! – esclamò, quasi urlando, continuando a rotolarsi per
terra e a mantenersi la pancia che gli doleva per le troppe risate.
GOKU – E smettila, pervertito di un kappa!!! – gli urlò, balzando all’in piedi, con ancora il viso
rosso per aver confessato il suo presentimento, afferrando da terra una lattina
vuota di birra e lanciandogliela, col risultato di farla rimbalzare sulla testa
del mezzo demone.
GOIJO – E noi che ci preoccupavamo! – disse all’amico una
volta che si fu ripreso, alzandosi e andando a prendere una sigaretta dal
pacchetto lasciato sul davanzale.
Si ferì una mano nel tentativo di frenare la corsa della
lama contro il suo addome, afferrando le mani della ragazza, che stava
esercitando tutta la forza di cui disponeva per colpirlo, prendendo a
stringerle i polsi per farle allentare la presa. Sarah si sollevò sulle
ginocchia, con la precisa intenzione di esercitare peso sul coltello,
ma Sanzo ne approfittò per sfilare una gamba da sotto di lei per
allontanarla, colpendola con un calcio nello stomaco, che la fece andare a
sbattere ai piedi del letto, urtando con la schiena il muro alle sue spalle.
Hakkai, Goijo e Goku furono attirati da un rumore
proveniente all’esterno, che li portò a voltare lo sguardo verso la porta.
La lama cadde con un rumore sinistro sul pavimento, fuori dalla portata di entrambi.
Sanzo si sbilanciò, lanciandosi dal letto con l’intenzione
di raggiungere l’arma prima di lei ma, senza che potesse prevederlo, se la
trovò di nuovo addosso, con le sue mani strette intorno al collo ed
un’espressione folle dipinta sul volto.
Il bonzo era paralizzato. In un’altra occasione si sarebbe
già disfatto del nemico, impugnando la sua shoreiju e
sparando senza esitazioni. In quel momento non aveva la minima idea di che
fare.
“È lei, ne sono certo!” pensò Sanzo, cercando di intravedere
un barlume di razionalità in quegli occhi verdi ormai annebbiati
dall’irrazionalità, mentre la ragazza continuava a tenerlo immobilizzato, le
mani ancora strette intorno al suo collo.
Se ne sarebbe potuto liberare in
qualsiasi momento, avrebbe potuto allontanarla di nuovo, recuperare la shoreiju e spararle… ma non voleva.
Improvvisamente la vide chiudere gli occhi e allentare la
presa, sentendola tremare e vedendola portarsi le mani al volto, reclinandolo all’in dietro.
“Uccidilo. Uccidilo. Uccidilo…” comandava una voce nella
testa di Sarah, alla quale quest’ultima non era riuscita ad opporre resistenza,
perdendo il controllo delle proprie azioni.
“No, no, no, no, no, no…”.
SARAH – NO!!! – urlò, alzandosi di
scatto dal corpo del bonzo, con le mani ancora sul volto, allontanandosi
velocemente da lui, fino a raggiungere la porta.
Sanzo la guardò esterrefatto, alzandosi successivamente col
busto e poi con l’intero corpo, senza staccare le sue ametiste da lei. Rimase
immobile, incapace di agire, cercando un modo per poterla aiutare. Era chiaro
che non stesse agendo secondo la sua volontà, e si maledì,
mordendosi il labbro.
Avrebbe dovuto capirlo quando era
entrata nella sua stanza ed aveva agito con tutta quella audacia… non sapeva se
lei desiderasse quanto lui il contatto che era avvenuto… ma sapeva che, anche
se Sarah lo avesse desiderato, quello non sarebbe stato un atteggiamento tipico
della sua personalità.
“Maledizione!” pensò, prendendo ad avvicinarsi, quando la
vide alzare una mano verso di lui, per fermarlo.
SARAH – Non ti avvicinare! – gli urlò, cominciando a
singhiozzare e continuando a tenersi la testa con una mano. Poi Sanzo vide di
nuovo il suo sguardo sparire, sostituito da quello folle che aveva visto in
precedenza, e se la ritrovò di nuovo addosso.
Questa volta non desistette, si liberò dalla sua presa,
l’afferrò per le spalle e la sbattè contro il muro.
La sentì fare resistenza, innervosendosi
quando vide ancora quello sguardo folle che le dominava i tratti
delicati che aveva imparato ad amare.
La staccò un po’ dal muro per poi farcela ribattere contro,
non troppo violentemente, sapendo che quello era comunque il suo corpo.
SANZO – REAGISCI, STUPIDA! – le urlò, cercando, in questo
modo, di mettersi in contatto con la sua parte razionale.
SARAH – Sanzo… - pronunciò tra i singhiozzi e la vista
annebbiata dalle lacrime.– Non voglio…
non voglio farlo… - .
Era di nuovo lei, ma il bonzo decise di non allentare la
presa comunque, perdendosi in quegli occhi verdi che detestava vedere bagnati
dalle lacrime.
SANZO – Cosa non vuoi? – le chiese subito, timoroso di
poterla perdere di nuovo.
SARAH – Ucciderti… lui vuole che ti uccida… - disse tra i
singhiozzi, mentre si aggrappava alle sue braccia nel disperato tentativo di
ricevere conforto e perdono per quello che era stata obbligata a fare.
SANZO – Chi? – le chiese con la stessa freddezza,
avvicinando di più il volto al suo. La vide scuotere la testa, capendo che
neanche lei sapeva chi c’era dietro tutto quello.
SARAH – Non riesco più a resistergli… mi sta scoppiando la
testa… - disse ancora tra le lacrime, detestandosi dal profondo per non
riuscire a controllarsi e proteggere la persona che amava.
Sanzo stette un attimo in silenzio, senza staccare il suo
sguardo da lei e senza lasciarle le spalle.
SANZO – Lasciati andare – le disse alla fine, ricevendo in risposta un’espressione smarrita della ragazza. – Non
combatterlo più, chiudi gli occhi e lasciati andare - .
La vide piangere ancora e scuotere la testa in segno di
negazione.
SANZO – Fidati di me – le disse con un tono più dolce,
guardandola intensamente negli occhi per trasmetterle tutta la sicurezza di cui
aveva bisogno e di cui lui stesso non era sicuro di avere, vedendola poi
ubbidirgli.
La vide chiudere gli occhi e abbassare leggermente la testa,
avvertendo ad un certo punto la totale assenza della sua anima all’interno del
corpo. Poi la testa della ragazza si alzò di scatto, mostrandogli due occhi ed
un sorriso sadico che non le erano mai appartenuti.
Goku aprì di scatto la porta, affacciandosi nel corridoio,
vedendo delle ombre dileguarsi velocemente per le scale.
SANZO – Chi diavolo sei? – chiese
con tutto il disprezzo di cui disponeva, prendendo a guardare minacciosamente
quegli occhi che brillavano di follia.
Dal corpo di Sarah scaturì una risata sinistra e profonda,
facendole contrarre il viso in una smorfia sadica che, se avesse potuto, Sanzo
avrebbe picchiato a sangue.
-Questa stupida è più cocciuta di quanto credessi… - disse la voce, facendo innervosire il bonzo, che
prese a stringere con più forza le spalle della ragazza con la speranza di
poter colpire anche lui.
-Attento Genjo Sanzo Oshi, potresti far del male alla tua amichetta… - gli disse
ancora la voce, scoppiando poi in un’altra fragorosa risata sinistra.
SANZO – Liberala immediatamente… - gli ordinò in un sibilo,
trasmettendogli attraverso le sue ametiste gelide tutto l’odio di cui
disponeva.
-Altrimenti? – lo precedette, servendosi del viso della
ragazza per inarcare un sopracciglio per puro scetticismo. – Mi attacchi col sutra? - .
Sanzo lo guardò perplesso, voltando di scatto il viso verso
la finestra quando ne sentì i vetri andare in
frantumi. Il sutra era scomparso.
GOIJO – A quanto pare gli spiriti sono venuti a farci
visita! – disse sorridendo beffardo, facendo materializzare la sua shakuijo e seguendo Hakkai e Goku che erano usciti dalla
camera.
HAKKAI – Dobbiamo agire con cautela, non è normale che si
facciano avvertire e scappino, è una trappola sicuramente – disse, afferrando
il ragazzino eretico per una spalla, costringendolo a fermarsi.
GOKU – Dobbiamo avvertire Sanzo e Sarah! – esclamò,
arrossendo subito dopo ricordandosi del particolare che aveva omesso.
Guardarono tutti e tre in direzione della porta del bonzo,
vedendola ancora chiusa.
GOIJO – Ah… ho capito che è un’occasione unica per il bonzo,
dal momento che una donna lo stia filando… ma da qui a non accorgersi di nulla!
– e detto questo, sotto lo sguardo allibito di Hakkai, che avrebbe preferito
tutt’altre maniere, colpì la porta con un calcio assestato, che non mancò di sfondarla.
La scena che si presentò agli occhi dei tre era tutt’altro
che equivoca.
Sanzo teneva ferma contro il muro Sarah che, persa di nuovo
la parte razionale e preda dello spirito che la
dominava, si dimenava agitandosi e scalciando.
GOIJO – Uh… e chi lo avrebbe detto che avessero tendenze
sadomaso… - osservò sornione, allibendo allo sguardo che gli lanciò il monaco.
SANZO – È posseduta, idioti! – urlò contro i compagni di viaggio,
che rimasero di stucco quando videro l’espressione
folle dipinta sul volto della ragazza.
GOKU – Sarah… - sussurrò appena, alla vista dell’amica fuori
controllo.
Hakkai fece vagare prontamente il suo sguardo attento per la
stanza alla ricerca del sutra, fermandolo poi con
amarezza sulla finestra rotta, di cui un’anta si agitava di tanto in tanto mossa dal vento.
“Naturale…” pensò il demone dagli occhi di giada,
concentrando il suo sguardo poi su Sanzo, che sembrava non riuscire più a
trattenere la ragazza.
Infatti, dopo aver scalciato ancora, Sarah si avventò su una
spalla del bonzo, mordendogliela a sangue, riuscendo a liberarsi dalla sua
presa e mettendosi a correre verso la finestra.
Sanzo si sbilanciò un po’ per via del dolore, spalancando
gli occhi per il terrore quando vide la ragazza
saltare sul davanzale e gettarsi nel vuoto.
Goijo riuscì ad arrivare alla finestra un attimo dopo che la
ragazza ebbe spiccato il salto, allungando un braccio nel tentativo di
afferrarla, vedendo esterrefatto la ragazza toccare il suolo senza farsi un
graffio, mettendosi poi a correre verso il centro della città.
Goku allora fece materializzare la nyoibò,
correndo poi verso la finestra e lanciandosi nel vuoto come aveva fatto la
ragazza.
GOKU – Nyoibò, allungati! – ordinò
all’arma, che prontamente ubbidì al possessore, permettendogli di attutire la
caduta, consentendogli di scattare subito in direzione della ragazza.
Sanzo recuperò velocemente la shoreiju
da sotto al cuscino, scattando subito dopo, a sua volta, verso l’uscita della
camera, incurante di essere semi svestito, venendo
imitato subito dopo da Hakkai e Goijo, coi quali raggiunse subito l’esterno
della locanda, venendo costretto a fermarsi per la scena che gli si presentò
davanti.
GOIJO – Ma che diavolo… - riuscì appena a dire, guardando
incredulo verso la folla di persone che, con occhi vitrei, si era stagliata
davanti alla locanda, armata di fiaccole e armi di ogni tipo.
Sanzo puntò immediatamente la pistola contro una delle persone che gli si trovavano davanti, venendo
fermato subito da Hakkai, che si premurò di abbassargli le braccia con una
mano.
HAKKAI – Queste persone sono sicuramente state soggiogate
come Sarah, non hanno colpa – lo fece ragionare, vedendo il bonzo contrarre il
viso in un’espressione contrariata e stizzita più del solito.
GOIJO – Se riesco a mettere le mani su quel bastardo che ha
fatto tutto questo… - disse appena, prima di venir
attaccato da una donna armata di forcone, che riuscì a schivare facilmente.
HAKKAI - Sanzo, mentre noi cerchiamo di tenerli occupati tu
cerca di crearti un varco – suggerì al bonzo, preparandosi a combattere corpo a
corpo per non ferire mortalmente quelle persone col suo KI.
Il monaco non se lo fece ripetere due volte. Non appena il
resto della folla si avventò sui compagni, si lanciò su un gruppo poco
compatto, riuscendo a svincolarsi e mettendosi a correre a perdifiato verso la
direzione in cui aveva visto sparire Goku e Sarah.
HAKKAI – Goijo, cerchiamo di non ucciderli – chiese
all’amico, colpendo di volta in volta con colpi secchi tutte le persone che si
avventavano su di lui, stordendoli.
GOIJO – Non credo sarà una passeggiata – disse, quando un
uomo lo attaccò alle spalle, portandogli un bastone all’altezza del collo per
soffocarlo.
Sarah arrivò in mezzo alla piazza del centro cittadino, fermandosi
al centro di un cerchio disegnato a terra al cui interno sembrava stesse
aspettandola una figura coperta da un lungo mantello nero.
GOKU – SARAH!!! – urlò, vedendo
l’amica raggiungere quello strano essere, gridando poi per il dolore quando si
accorse di non poter entrare anch’egli all’interno del cerchio perché protetto
da quella che sembrava essere una barriera di energia elettrica.
Sanzo arrivò poco dopo aver assistito a quella scena.
Caricò la shoreiju e la puntò
versò lo strano individuo, lasciando dire allo sguardo più di quel che tante
espressioni di odio avrebbero potuto.
-Spara pure – disse l’individuo, lasciando intravedere
un ghigno malefico. – Non riuscirai a farmi un graffio! – esclamò poi, prima di
scoppiare in una fragorosa risata.
SANZO – Tentare non costa nulla – sibilò, prendendo poi bene
la mira. Spalancò gli occhi quando vide la ragazza
alzarsi e porsi davanti all’individuo a sua difesa, con le braccia allargate
verso l’esterno come ad indicare la sua protezione.
L’individuo scoppiò in un’altra fragorosa risata.
-È completamente sotto il mio controllo! – esclamò poi.
– È stato così facile soggiogarla… aveva la mente tanto annebbiata dall’alcool
che non ho dovuto insistere più di tanto… - .
GOKU – Eh?? – si fece sfuggire,
osservando incredulo la ragazza, cercando di ricordarsi
quando avesse bevuto. Cosa che Sanzo ricordò subito riepilogando con la
mente gli ultimi avvenimenti… il kappa non le aveva
portato il braccio intorno alle spalle per provarci seriamente… l’aveva
sostenuta.
-Metterla contro di te - indicò il bonzo. – Quello è
stato il reale problema… non voleva saperne, nella sua testa non c’eri che tu!
– lo derise, riprendendo a sghignazzare.
Sanzo si maledì per l’ennesima volta mentalmente.
-Ma non illuderti… sono stato io a manovrarla prima –
sbeffeggiò il bonzo, alludendo alle azioni audaci della ragazza. – Quant’è
debole la volontà di una ragazza innamorata… - .
La shoreiju allora sparò un colpo,
che rimbalzò, per la sfortuna di Sanzo, sulla barriera elettrica, facendole
emettere alcuni scintillii, andando poi a conficcarsi sulla terra a pochi
centimetri da Goku.
Sanzo a quel punto piegò la bocca in un sorriso sarcastico.
SANZO – Per quanto hai ancora intenzione di rimanere
nell’ombra, vigliacco? – disse, puntando
improvvisamente la pistola verso il tetto di una casa poco
distante-.
Goku si girò di scatto verso il bonzo, guardandolo
incredulo.
GOKU – Sanzo ma che… - disse appena, sentendo l’individuo
sghignazzare e vedendolo poi liberarsi del mantello. – Oyuma!
– esclamò, guardando sbigottito l’anziano che li aveva accolti.
SANZO – Guarda lassù – gli disse, confondendolo ancora di
più, continuando a tenere le sue ametiste puntate sul tetto della casa che
stava mirando con la shoreiju.
–Esatto! – rispose una voce da quell’altura.
Il ragazzo eretico sollevò i suoi occhi dorati stringendoli
per farli adattare all’oscurità. Solo dopo riuscì ad intravedere la figura di
un demone dai corti capelli argentei.
-Complimenti Genjo Sanzo… -
disse il demone attraverso la bocca di Oyuma, senza
muovere la propria. – Ho sentito molto parlare di te… e noto con piacere che
non si erano sbagliati sul tuo conto - .
GOKU – Allora è questo il suo potere… - concluse, osservando
gli occhi vitrei di Oyuma, capendo che anch’egli era
comandato come Sarah.
SANZO – Chi sei? – gli chiese sprezzante, puntandogli contro
la shoreiju.
-Il mio nome è Koroichi… -
rispose tramite Oyuma - Meglio conosciuto come il
burattinaio – si presentò, facendo un breve inchino, che non mancò di irritare
il bonzo.
GOKU – Che cosa vuoi?? Libera
immediatamente Sarah e Oyuma!!!
– gli urlò contro, stringendo i pugni con fare minaccioso.
KOROICHI - Ciò che volevo è ormai in mio possesso! –
esclamò, mostrando soddisfatto il sutra
precedentemente rubato, lanciandolo in aria per poi riafferrarlo con una mano e
sorridere sornione. – E dire che è stato
tutto così semplice! La tua amichetta mi ha agevolato molto… - si rivolse a
Sanzo, guadagnandosi un’occhiata truce.
GOKU – Liberala immediatamente! – gli ordinò, stringendo
convulsamente i pugni.
KOROICHI - Altrimenti? -. Si sentì dire il ragazzo eretico
ancora da Oyuma, convincendosi, dalla rabbia, a
fargliela pagare, spiccando un salto verso la sua direzione per raggiungerlo.
KOROICHI - Fossi in te non lo farei… - sentì dire ancora,
vedendo poi il demone indicargli alle spalle.
Oyuma teneva Sarah per la testa,
con un braccio ad avvolgerle il collo ed una a stringerle il mento.
KOROICHI - Se non vuoi sentire “crack” ti consiglio di non
avvicinarti – formulò la bocca di Oyuma, seguita da
un sorriso cinico del demone.
Sanzo sussultò. Un movimento falso e quel bastardo avrebbe
fatto spezzare il collo a Sarah.
Goku si fermò a mezz’aria, ricevendo poi un calcio in pieno
volto da Koroichi, che lo mandò a sbattere al suolo, facendogli
alzare un mucchio di polvere.
KOROICHI – Adesso basta, mi sono stancato di perdere tempo
con voi – disse improvvisamente. – Quello che volevo l’ho ottenuto – continuò,
sorridendo soddisfatto. – Uccideteli! – ordinò poi a Sarah e Oyuma, prima di sparire nel buio.
GOKU – Fermati sub… - ma non riuscì a terminare la frase che
venne assalito dall’anziano, così come Sanzo venne
attaccato nuovamente dalla ragazza.
“Dannazione… Se solo avessi il sutra!”
pensò il bonzo, cercando di trattenere con tutte le sue forze Sarah.
Koroichi sfrecciò sui tetti,
osservando dall’alto di tanto in tanto le scene di violenza che si susseguivano
tra la popolazione soggiogata dal suo potere mentale.
“GyokumenKoshu
ne sarà contenta!” pensò, assaporando già la lauta ricompensa che gli aveva
promesso la donna.
Saltato dall’ultimo tetto, riuscì finalmente ad uscire dalla
città, trovandosene all’esterno, davanti al grande portone di legno.
Rimase perplesso quando vide tre
figure davanti a se, ad aspettarlo, ma prima ancora che riuscisse a formulare
qualche pensiero, subito dopo essersi accorto che ognuno di loro aveva un chakra scarlatto al centro della fronte, la figura centrale
sollevò una mano verso di lui, emettendo un fascio di energia che lo polverizzò
all’istante, lasciandogli intatti il sutra e lo
strano amuleto che portava al collo.
RATZEL – Patetico – esclamò, guardando il mucchietto di
cenere davanti a se, spostando poi il suo sguardo sul sutra
e l’amuleto.
Ryami recuperò l’amuleto,
osservandone la strana forma a triangolo, stringendolo poi in una mano fino a
frantumarlo, tramutandolo in cenere come il suo proprietario.
In un attimo, la nebbia che circondava la città si diradò ad
una velocità impressionante, quasi come se fosse stata risucchiata da qualcosa.
Gli abitanti caddero uno per uno privi di sensi davanti agli sguardi increduli
di Hakkai e Goijo prima, e di Goku e Sanzo dopo, che si vide cadere tra le
braccia il corpo di Sarah, non più sotto l’influsso maligno, così come tutti
gli altri.
KADEON – E di questo che ne facciamo? – chiese a Ratzel, mostrandogli il sutra che
aveva recuperato.
Ratzel chiuse gli occhi,
riflettendo.
RATZEL – Lo restituiamo al legittimo proprietario – rispose
poi, sorridendo sarcasticamente pensando al bonzo.
RYAMI – Ne sei sicuro? Potresti proporre uno scambio –
disse, per far riflettere il dio.
RATZEL – Non ho intenzione di effettuare scambi, non ce ne
sarà bisogno… - rispose, facendo levitare il sutra
all’interno della città. Poi si voltò insieme alle altre due divinità e
scomparve nel nulla.
Gli abitanti si ripresero poco dopo, sotto lo sguardo ancora
incredulo di Hakkai e Goijo.
- Ma cos’è successo? – si chiesero alcune persone
ridestandosi.
GOIJO – Questo vorremmo saperlo anche noi… - disse
sottovoce, seguendo poi Hakkai, che si era messo a correre verso la direzione
in cui era sparito Sanzo.
GOKU – Ma cos’è successo?? – chiese,
vedendo Oyuma riprendere a poco a poco i sensi,
quando vide arrivare Hakkai e Goijo.
Hakkai si fermò subito accanto al bonzo, che reggeva Sarah
tra le braccia, ancora priva di sensi.HAKKAI - Sta tranquillo, sta bene – disse al monaco, dopo essersi
accertato del battito della ragazza tastandole un polso, per poi alzarsi e
raggiungere il vecchio Oyuma.
GOIJO – Si sente bene? – chiese al capo città, aiutandolo ad
alzarsi offrendogli il suo braccio.
OYUMA – Sì, grazie… ma… non ricordo
nulla… - rispose, portandosi una mani a reggersi la testa, chiudendo gli occhi.
I ragazzi si guardarono l’un l’altro
increduli, tranne Sanzo che continuava a guardare Sarah, cercando di riordinare
le idee di quell’assurda giornata.
Quando il sutra gli arrivò davanti
levitando, rinunciò ad ogni spiegazione logica.
Sarah si svegliò poco dopo nella camera della locanda
precedentemente occupata.
Sbattè le palpebre un paio di
volte con lentezza, per cercare di focalizzare il posto in cui si trovava,
rimanendo a fissare il soffitto bianco per qualche minuto.
“Kami… che mal di testa!” pensò,
tastandosi una tempia con la mano, accorgendosi di indossare una maglia a
maniche lunghe che non le apparteneva, sentendo poi tossicchiare.
Si voltò, accorgendosi solo in quel momento della presenza
di Hakkai, Goijo e Goku nella camera, seduti rispettivamente su una sedia, sul
davanzale della finestra e a terra.
GOKU – Finalmente! – esclamò contento, illuminando gli occhi
dorati. – Eravamo preoccupati… - aggiunse, avvicinandosi poi al letto della
ragazza e sedendocisi a piedi. – Come stai? – le
chiese infine.
SARAH – Meglio… - gli rispose in un fil
di voce, regalandogli un sorriso, volgendo poi il suo sguardo verso Hakkai e
Goijo. – Ho solo un po’ di mal di testa… - confessò poi.
HAKKAI – Ricordi cos’è successo? – le chiese col suo solito
fare gentile, ricevendo una risposta negativa dalla ragazza, che scosse il capo
a mò di no.
SARAH – Ricordo solo… - aggiunse. – Che mi trovavo qui…
nella mia camera… e tutto ad un tratto mi è venuto un mal di testa micidiale… - . Fu allora che Sarah spalancò gli occhi, ricordandosi in
una volta sola i momenti di lucidità che aveva avuto, tra i quali era compreso
anche il momento in cui era entrata nella camera di Sanzo e…
Si portò una mano sugli occhi, coprendoseli, quasi come se
quel gesto potesse impedirle di continuare a ricordare.
Goku guardò i compagni di viaggio, chiedendogli con lo
sguardo cosa fare, quando li vide alzarsi e dirigersi verso la porta e decide di imitarli.
HAKKAI – Cerca di riposare – le consigliò prima di uscire
definitivamente dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Fu allora che Sarah si fece scappare un singhiozzo… e poi un
altro e un altro ancora, lasciando libero accesso alle lacrime.
Ricordava tutto… la sua parte cosciente
era completamente in balìa di quella irrazionale… e la combatteva, cercando
d’impedirle di far del male a Sanzo… acconsentendo solo quando…
Si girò su un lato, afferrando il cuscino, stringendolo, e
bagnandolo di lacrime.
Era stata oscena… mai e poi mai avrebbe dovuto permettere di
farsi manipolare così… eppure in quell’incubo era riuscita ad esaudire un
sogno.
“Stupida…” pensò di se stessa. “Stupida, stupida, stupida, stupida!!!”.
Si alzò di scatto, sfilandosi la maglia che non le
apparteneva e prendendo a rovistare nella sua borsa per trovare qualcosa di suo
da mettersi.Trovatolo, sollevò la borsa da viaggio
sul letto, cominciando a sistemare a casaccio tutta la
roba che conteneva, per poi richiuderla velocemente.
Ormai aveva deciso. Doveva assolutamente allontanarsi da
lui.
“Dannata… chiuditi!!!” imprecò
contro la chiusura lampo, che si era inceppata facendole perdere tempo.
Sobbalzò appena, come colta in fragrante, quando la porta si
aprì, attirando la sua attenzione. Quando si voltò non potè credere ai suoi
occhi.
Ritornò a concentrarsi sulla cerniera, cercando di non
pensare alla persone che era appena entrata nella
camera.
Sanzo si chiuse la porta alle spalle, poggiandovici
la schiena contro, mettendosi ad osservare i movimenti nervosi e frenetici
della ragazza.
SANZO – Che stai facendo? – le chiese col suo solito tono
freddo e distaccato, senza staccare i suoi occhi dalla sua schiena.
Sarah avrebbe dato qualsiasi cosa per non rispondere a
quella domanda… e ancora una volta si maledì.
SARAH – Non si capisce? – gli chiese a sua volta, dopo aver
temporeggiato un po’, continuando a torturare la lampo
del borsone da viaggio, lanciandogli contro ogni tipo d’imprecazione.
SANZO – Partiamo domattina – precisò, associando quei
preparativi al loro viaggio.
SARAH - …non verrò – sussurrò, mordendosi la lingua per
trattenere le lacrime.
SANZO – Cos’hai detto? – le chiese pur avendo sentito
benissimo, mentre il suo cuore perse un battito.
SARAH - …che non verrò – ebbe il
coraggio di rispondergli con un tono più udibile. Facendo un profondo respiro
per incoraggiarsi a continuare. – Appena questo dannato borsone si sarà chiuso,
me ne andrò… - .
Sanzo strinse i pugni, cercando di trattenere la
frustrazione che gli stava divorando l’anima.
Lei non voleva più viaggiare con loro. Non l’avrebbe più
rivista…
SANZO – Perché? – le chiese a bruciapelo, mordendosi subito
dopo la lingua. Dov’era finito il suo autocontrollo?
Sarah non gli rispose, rimanendo immobile, continuando a
dargli le spalle.
Sanzo aggrottò la fronte, stringendo i pugni e maledicendosi
per essersi lasciato andare.
SANZO – Fa come ti pare! – le disse sprezzante, voltandosi e
aprendo la porta per uscire… quando la sentì singhiozzare.
Rimase immobile sul ciglio della porta, con la mano ancora
sulla maniglia, un piede fuori e un piede dentro la camera.
Sarah si portò una mano alla bocca per tentare di far tacere
i singhiozzi, stringendo gli occhi per impedire, ingenuamente, alle lacrime di
rigarle il volto. Cosa che non le riuscì.
SARAH – Perché ti amo! – disse dopo un po’, ancora tra i
singhiozzi, cercando di frenare i suoi muscoli, che non volevano smetterla di
tremare. – Ti amo… non ce la faccio più a fare finta di niente… - .
Il bonzo si pietrificò. Quelle parole lo raggiunsero e lo
trapassarono, impedendogli di uscire dalla camera.
SARAH – Non riesco più a pensare a quel bacio come se fosse
stato “niente”… quando per me è stato tutto… - .
Singhiozzò ancora, lasciando andare la borsa e portandosi la mano che la
reggeva alla gola, massaggiandosela, nel tentativo di darsi sollievo. – Non
riesco più a ignorare quello che sento quando ti ho
vicino… e questo mi sta distruggendo… - continuò, singhiozzando ancora.
Sanzo abbassò la testa, incapace di voltarsi per guardarla…
e incapace di uscire dalla sua camera, così come dalla sua vita.
Ripercorse con la mente tutta la sua vita, ricordandosi solo
di sangue, lacrime e pioggia…
Estraniandosi dal mondo, pensava, avrebbe tenuto lontano da
se tutto… non si sarebbe mai trovato nelle condizioni
di dover soffrire di nuovo…
Eppure, nonostante si fosse impegnato così tanto a tener
lontani tutti da lui… lei era entrata prepotentemente nella sua vita lo stesso…
facendogli mettere irrimediabilmente tutto in discussione.
No, non sarebbe riuscito a stare senza di lei, adesso che
aveva capito di esserne diventato dipendente.
Colmò la distanza che li separava in soli tre lunghi passi,
afferrandola per le spalle, costringendola a voltarsi e lasciar andare il
borsone. L’abbracciò senza neanche guardarla negli occhi, affondando il viso
nell’incavo del suo collo, aspirandone il profumo.
SARAH – No, lasciami! – urlò, prendendo a spingerlo via
impostando le mani contro il suo petto, cosa a cui lui
non badò, continuando a stringerla a se. -Non voglio la tua pietà! Non voglio
più sentirmi umilia… – riuscì a dire prima di trovarsi le labbra di lui sulle
proprie.
Si trattenne dall’impulso di lasciarsi andare, ricordandosi
l’ultima volta cos’era accaduto… e come si era sentita dopo. Si separò da lui,
prendendo a guardarlo negli occhi.
SARAH – Perché m’illudi così? Cosa ti ho fatto? – gli
chiese, senza staccare gli occhi dai suoi.
SANZO – Se avessi voluto illuderti sarei uscito da quella
porta – le rispose, sostenendo il suo sguardo, specchiandosi nel verde dei suoi
occhi.
Lei lo guardò confusa. Non si sarebbe mai aspettata una
risposta del genere.
SARAH – Sanzo… - riuscì a malapena a pronunciare, intontita
da tutte quelle emozioni contrastanti.
SANZO – Ti ripeto la domanda: perché vuoi andartene? – le
chiese, senza lasciarla e senza deviare lo sguardo dal suo.
SARAH – Perché ti amo… - disse dopo
un po’, arrossendo imbarazzata.
SANZO – È lo stesso motivo per cui
non voglio che te ne vada – le disse, vedendola spalancare gli occhi incredula,
baciandola di nuovo.
Sarah non chiuse subito gli occhi all’ennesimo contatto,
troppo impegnata a realizzare cosa le avesse appena detto
in maniera implicita quel freddo bonzo. L’amava anche lui… la ricambiava…
Chiuse gli occhi, abbracciandolo a sua volta, portandogli
una mano sul volto, lasciando che approfondisse il bacio.
Indietreggiò verso il letto, portandolo con sé, afferrando
il borsone e lanciandolo a terra quando se lo ritrovò sotto mano, senza
interrompere quel tanto desiderato, questa volta spontaneo,
contatto.
La luce del sole filtrò attraverso i vetri opachi della finestra,
preannunciando una giornata calda e afosa come le precedenti
Chiedo
scusa, non era mia intenzione lasciare così tanto in sospeso la storia, ma cause di forza maggiore non mi hanno permesso di
aggiornarla prima. Comunque, non è assolutamente mia intenzione abbandonarla.
L’unica cosa di cui dovrete preoccuparvi (ma anche no, perché tanto, lo avrete
capito, ritorno sempre ò__ò) è di qualche ritarduccio
come questo… Ringrazio quindi tutti coloro che l’hanno aggiunta tra i preferiti,
l’hanno commentata e l’hanno letta, prostrandomi di fronte ad ognuno di voi e baciando
il monitor alla vista di ogni vostro nome XD e vi chiedo ancora scusa per
l’enorme ritardo, sperando che questo non penalizzi tanto la storia L questo è un capitolo di transizione che porta alla
cosiddetta “svolta”… vi lascio alla lettura, augurandomi che vi piaccia e vi
faccia tenere il fiato sospeso come gli altri.
Baci
e auguri di Buon Anno a tutti voi!!
“Infrangere le regole”
La luce del sole filtrò
attraverso i vetri opachi della finestra, preannunciando una giornata calda e
afosa come le precedenti. Agitatosi in un primo momento, per via dei raggi
solari che infastidivano i suoi occhi, Sanzo decise di aprirli, ricordandosi
all’istante della ragione per cui un braccio gli formicolava.
Sarah dormiva beatamente
rannicchiata contro il suo corpo. La schiena rivolta al muro, la testa
nell’incavo del suo collo, i capelli sparsi sul cuscino disordinatamente, un
braccio a circondargli il corpo. Desistette dall’idea di accendersi la prima
sigaretta della giornata, non volendo svegliarla, prendendo poi ad osservare i
suoi lineamenti rilassati che quella notte aveva visto per la
prima volta contratti dal piacere.
Si erano uniti tra dolcezza e
passione, certezza e indugio, ma con una tale scorrevolezza che difficilmente
poteva far pensare che anche per il bonzo fosse stata la prima volta. Così come
poteva esser messa nuovamente in dubbio la sua personalità arrogante, quando
aveva aspettato che si abituasse alla sua intrusione prima di prendere a
muoversi dentro di lei.
E poi una pioggia di emozioni.
Appaganti, disarmanti… che avevano esiliato il dubbio in un anfratto
insignificante, insieme all’insegnamento che aveva segnato la sua vita così a
lungo.
Dal non avere nulla, ora aveva
tutto.
Preso com’era dai suoi pensieri,
si accorse dei due smeraldi che lo guardavano solo quando
la mano vellutata di lei andò ad accarezzargli il volto. E si perse nuovamente
nel suo sguardo.
GOKU – YAWN! - .
GOIJO – Ehi scimmia! Metti almeno
la mano davanti alla bocca, non è un bello spettacolo la tua gola, soprattutto
a prima mattina! – protestò, lanciandogli contro un cuscino, che arrivò dritto
in faccia al ragazzino eretico, scivolandogli poi addosso.
Goku, ancora assonnato, si
stropicciò gli occhi, incurante della prima provocazione della giornata, fermandosi e guardando nel vuoto, quando il ricordo di quel
che era successo il giorno prima fece capolino tra i suoi pensieri.
GOIJO – Che ti prende adesso? –
gli chiese, sporgendosi dal letto per afferrare il pacchetto di sigarette posto
su un comò vicino, accanto al futon su cui aveva
dormito Goku.
GOKU – Chissà come sta… - disse solamente, e bastò quella frase a far
comprendere al rosso a chi si riferisse.
Afferrato anche l’accendino,
Goijo si accese la sigaretta, ristendendosi sul letto con le braccia incrociate
dietro la testa. Il pensiero che tormentava Goku era lo stesso che aveva
tormentato anche lui la sera prima e che gli aveva impedito di addormentarsi
subito.
–Partiamo domattina –
–…non verrò –
–Cos’hai detto? –
–…che non verrò –
.
GOKU –
Dici che non verrà davvero? – gli chiese improvvisamente, quasi come se gli
avesse letto nel pensiero.
Quando
la sera prima, attraversando il corridoio per uscire all’esterno a fumare una
sigaretta, era passato davanti alla porta della camera della ragazza e aveva
sentito quello scambio di battute tra lei e il bonzo, aveva accartocciato il
pacchetto di sigarette tra le mani ed era ritornato indietro, sbattendo la
porta della camera sotto lo sguardo stupito di Goku e incuriosito di Hakkai, ai
quali, insistenti, aveva ripetuto velocemente cos’aveva sentito.
Ormai
si erano affezionati tutti alla ragazza, e sapere che la mattina successiva
avrebbero potuto non trovarla più in camera per proseguire il viaggio con loro,
li aveva intristiti incredibilmente. Senza contare la
preoccupazione che si era fatta spazio in loro. Se se ne fosse andata, se la
sarebbe cavata? Più volte aveva dimostrato di sapersela cavare nelle situazioni
più disparate, ma con un nemico ignoto che le dava la caccia…
Avrebbero
cercato di farla riflettere, ma sicuramente non avrebbero potuto impedirle di
compiere una scelta simile. Si trattava pur sempre della sua vita.
L’unica
persona che poteva dissuaderla da tale intento sembrava non essere intenzionato
ad abbandonare la sua parte di finta indifferenza.
Un
leggero bussare alla porta interrupe i pensieri del mezzo demone e poco dopo si
fece largo nella camera la figura gentile di Hakkai, preceduta da Hakuryù, che
cominciò a svolazzare prima intorno a Goku e poi intorno a lui, emettendo il
suo solito verso sottile e dolce. Goijo si sorprese non poco nel notare il
sorriso di Hakkai, quando anche lui la sera prima era sembrato molto
infastidito al pensiero di Sarah. E non era il solito sorriso di circostanza.
HAKKAI
– Vi siete svegliati – constatò col suo solito tono calmo, rimanendo con mezzo
busto all’interno della camera. – Avete già fatto colazione? - .
Goku
non si comportò come al solito, sobbalzando e
sorridendo a sentir parlare di cibo, ma continuòa guardarlo tristemente, come chi non avesse
stimoli a far nulla. Spalancò i suoi occhionidorati quando sentì la voce della ragazza.
SARAH –
Sveglia, pigroni! – esclamò, facendo passare la testa e parte delle spalle
sotto al braccio di Hakkai, mostrandosi così ai due, che non nascosero la
sorpresa di vederla ancora. – Sappiate che ho fame e se non arrivate entro
cinque minuti mi mangio anche le vostre porzioni! – scherzò, vedendo subito
dopo Goku saltare in piedi, e correrle incontro, ma lei si defilò subito,
mettendosi a correre per le scale per arrivare nella sala da pranzo prima del
ragazzino eretico, mentre lui la minacciava a sua volta di mangiare la sua di
porzione.
Goijo
sollevò un angolo della bocca com’era solito fare quando
era soddisfatto, sollevandosi anche lui poco dopo e raggiungendo Hakkai, che si
era allontanato dalla porta, ponendosi al centro del corridoio.
Vennero attirati
entrambi da una porta che si chiudeva. Voltarono il capo, vedendo il bonzo
uscire dalla camera della ragazza, ed ebbero le risposte che cercavano.
Sanzo camminò
con nonchalance per il corridoio, ignorando i sorrisi
dei compagni di viaggio e accendendosi una sigaretta, ma quando fu quasi per
superarli, una mano del mezzo demone si posò su una sua spalla, costringendolo
a fermarsi.
GOIJO –
E bravo il nostro bonzo… – lo provocò, vedendo gonfiarsi sulla sua fronte la
solita venetta e ricevendo uno schiaffo stizzito
sulla mano per far sì che lo liberasse dalla sua presa. – A quanto vedo sei
stato persuasivo! – aggiunse, venendo fulminato da uno
sguardo severo di Hakkai, notando poi il bonzo fermarsi sulle scale. – Se avessi bisogno di qualche consiglio non esitare a chiedermelo…
– disse infine in tono malizioso, e fu a quel punto che Sanzo si voltò,
impugnando la shoreiju e facendo fuoco.
Mentre
Hakkai tentava di placare l’ira del bonzo, cercando allo stesso tempo di non venirne coinvolto, dal momento che il kappa
si era nascosto dietro di lui, Sarah soffocò una risata, cercando di non farsi
andare di traverso il sorso di the che aveva appena bevuto.
Poteva
immaginare benissimo a cosa – o meglio a chi – attribuire quella reazione di
Sanzo, e arrossì, pensando che i ragazzi potessero
essersi fatti un’idea di come fossero andate le cose tra lei e lui, avendo
visto il bonzo uscire dalla sua camera.
Guardò
di sottecchi Goku, che stava divorando la sua quinta ciambella. Si chiese cosa
ne avesse potuto pensare. Era lui, in fondo, che conosceva Sanzo più di tutti.
GOKU –
Che c’è? – le chiese con la bocca piena, avendola colta in fragrante mentre lo
stava osservando.
Lei
sobbalzò, arrossendo di nuovo impercettibilmente, distogliendo lo sguardo e
mormorando un - Niente - .
Il suo
colorito divenne di una sfumatura di rosso più accentuata, quando le arrivarono
alle orecchie parole come “precauzioni”e “posizioni” – uscite tutte dalla bocca
del kappa – e, abbassando lo sguardo nella sua tazza,
con una mano sulla fronte per nascondere un po’ il suo imbarazzo, ringraziò il
cielo che non ci fosse ancora nessuno nella sala da pranzo, datasi l’ora, a
parte il personale, che si affacciò più volte dalla cucina per capire cosa stesse succedendo.
Si girò
di scatto, sentendo la sua mano coperta da un’altra.
Vide
Goku sorriderle, facendo luccicare i suoi occhioni
dorati, senza distogliere un attimo lo sguardo dal suo.
GOKU –
Sono contento – le disse, senza lasciarle la mano, incurante del fastidioso
sottofondo che perdurava.
SARAH -
… di cosa? – gli chiese titubante, prendendo a fissarlo per cercare una
risposta in quello sguardo che sembrava essere di gratitudine.
GOKU –
Di tutto – le rispose, continuando a guardarla con lo stesso sguardo. E lei
capì. Le si formò un groppo in gola, e fu la volta dei
suoi occhi luccicare. Gli sorrise, stringendogli a sua
volta la mano, alzandosi per poi attirarlo a se col braccio libero e scoccargli
un bacio sui capelli castani.
Ancora
una volta, i gesti erano stati più significativi delle parole.
Le si gonfiò una venetta quando sentì la shoreiju
sparare ancora e il kappa provocare nuovamente Sanzo,
così si alzò, concedendo un’altra carezza a Goku, e si diresse a passo spedito
verso le scale.
SARAH –
EHI!!! – urlò, ma la sua voce risultò inutile per
placare quella discussione animata.
I suoi
occhi caddero sulla tunica di Sanzo, e lo sguardo le si
illuminò, ricordandosi della scoperta che aveva fatto la sera prima.
Il
ventaglio arrivò con un colpo secco prima sulla testa del kappa
e poi su quella del bonzo, con una furia vendicativa, facendo voltare entrambi
lentamente verso la ragazza.
Lo
sguardo più stralunato fu quello del bonzo, che si morse la lingua
quando si ricordò dell’errore che aveva compiuto la sera prima, mentre
Hakkai portò una mano alla bocca per trattenere una risata scaturita
dall’entrata in scena della ragazza, che ora si stava allontanando da loro
soddisfatta.
Si
rimisero in viaggio poco dopo, quando tutti ebbero finito di fare colazione e
Hakkai si fu procurato delle erbe mediche per curare le gambe di Sarah, che non
aveva voluto saperne di farsi visitare da un medico, protestando e ripetendo
continuamente che stava meglio.
I posti
sulla jeep erano rimasti invariati, dando l’ennesima possibilità a Goijo di
provocare Sanzo, dicendogli che non era saggio stare lontano dalla “sua”
fanciulla, ma, prevedendo la pronta reazione del bonzo, Sarah zittì il kappa con una gomitata nelle costole, che dipinse un ghigno
soddisfatto sul volto del biondo.
Ad Hakkai non
sfuggì l’espressione successiva del monaco. Si era incupito.
Decisero
di fermarsi all’ora di pranzo, sostando in una delle
classiche radure in cui si erano imbattuti frequentemente durante il viaggio.
GOKU –
Si mangiaaaaaaa!!! – esclamò,
quasi urlando, schivando per un pelo un pungo da parte di Goijo e correndo
verso Hakkai che, ritiratosi sotto ad un albero, stava frugando nello zaino per
estrarre i panini con cui avrebbero pranzato.
GOIJO –
La solita scimmia ingorda! – disse al ragazzino eretico, cercando di provocarlo
come al solito, ma con scarso risultato, dal momento
che sembrava essersi incollato ad Hakkai. Sorrise, guardando poi in direzione
della ragazza, che guardava a sua volta il bonzo, allontanatosi fino a
scomparire nella boscaglia della radura. La vide sospirare e chiudere gli
occhi, per poi riaprirli e concentrarsi sul bagaglio che conteneva tutto ciò
che occorreva per le loro soste.
Le si avvicinò,
accendendosi una sigaretta, facendola sobbalzare quando le fu accanto.
GOIJO –
Ehi – le disse, sorridendole.
Per
tutta risposta lei gli ricambiò il sorriso, tornando poi ad estrarre ciò di cui
si sarebbero serviti per mangiare.
GOIJO –
Tutto bene? – le chiese, poggiandosi con un braccio sulla carrozzeria di
Hakuryù, che era rimasto in versione jeep.
Lei
alzò lo sguardo sul mezzo demone, sorridendo e annuendo.
SARAH –
Devo solo imparare a capirlo meglio… - aggiunse, volgendo appena lo sguardo nel
punto in cui aveva visto scomparire il bonzo. Goijo fece lo stesso, ritornando
poi con lo sguardo su di lei.
GOIJO –
Niente paura – le disse, avvicinandosi di più per aiutarla. – Sono certo che
imparerai presto – aggiunse, sorridendole nel suo solito modo, che la ragazza
definiva adorabile, prendendo a farsi passare piatti e posate
che tirava fuori dallo zaino di volta in volta.
Sanzo
buttò fuori l’ennesima boccata di fumo, senza smettere di osservare l’orizzonte
che si stagliava al di là degli alberi, creando un’atmosfera tranquilla e
piacevole da godere. Ma la serenità non riusciva a impossessarsi dell’animo del
bonzo.
Da
quando erano partiti, separatosi fisicamente dalla ragazza, era stato
perennemente incatenato a lei ugualmente. E ciò non andava bene. Non per Genjo Sanzo Oshi… che aveva
vissuto la sua vita sempre in solitudine.
Per non
parlare del fatto che non sapeva come gestire la situazione. Non erano i suoi
compagni di viaggio - che ormai sapevano -il vero problema, quanto la
consapevolezza dell’avventatezza che li aveva colti entrambi la sera prima.
Lei se
ne stava andando. Lui l’aveva fermata. Tra i due, era certamente lei quella che
aveva compreso meglio la realtà dei fatti. Come gli era saltato in mente
d’instaurare un rapporto del genere – lui, che di rapporti non ne aveva mai
instaurati – in un momento e in un frangente simile della vita di entrambi?
Sarebbe bastato che lui non fosse mai entrato in
quella camera, mantenendo inalterate le distanze che li dividevano, e tutto
quel caotico pensare non l’avrebbe mai aggredito.
Era da
incoscienti… oltre che essere da illusi.
Sarebbe
potuto morire. Lei sarebbe potuta morire. O sarebbero morti entrambi, se la
sorte fosse stata tanto caritatevole da non riservare un destino sadico ad uno
dei due, costringendolo a vivere senza l’altro.
E
ragionamenti simili erano ancora più assurdi… ma il
legame che li univa era forte… e non sapeva spiegarselo. Anche se un’altra
conclusione lo raggiunse, placando le sue innumerevoli domande.
Quando
sentì avvolgersi il busto da due sottili braccia… capì che non sarebbe esistita
nessuna spiegazione in grado di indurlo a non tormentarsi… così come, nel caso
in cui una spiegazione ci fosse stata, sarebbe stata inutile…
La
amava. E questo bastava.
SARAH –
Tra un po’ si mangia – gli sussurrò, sedendosi dietro di lui, sullo stesso
tronco che lo ospitava, facendo aderire i loro corpi e unendo un suo orecchio
alla sua schiena, chiudendo gli occhi.
Sanzo
la lasciò fare, godendosi quel calore, restando immobile per non mutarlo in
alcun modo. Poi si ricordò di non essersi accertato di una cosa, abituato
com’era a pensare solo a se stesso, così si voltò, prendendo una mano di lei e
stringendola in una sua.
Gli
occhi verdi di Sarah incontrarono, per la prima volta, delle ametiste incerte…
imbarazzate… e a tratti dispiaciute. Provò a leggerle, cercando di andar
incontro al loro possessore, ma non seppe attribuire a nulla quella reazione.
SARAH –
Cosa c’è? – gli chiese quindi dolcemente, vedendo quelle ametiste tentennare,
spostandosi brevemente a tratti.
SANZO –
Stai bene? - . Le parole gli uscirono in un solo soffio, appena percettibile -
considerando il contenuto raro e prezioso che trasportavano - non mancando di
raggiungere subito la ragazza, che spalancò gli occhi, arrossendo, abbassandoli
subito dopo.
Annuì,
quando si sentì prendere il mento fra due dita, che lo riportarono su.
Gli
occhi di Sanzo le fecero comprendere che quel semplice gesto non bastava a rispondere a quella domanda… che sembrava
nascondere più di un significato.
Riflettè a lungo su
tutto quello che era successo, sulla scelta che aveva fatto nel non andarsene,
sulle possibili conseguenze future… ma non trovò nulla
che le facesse rispondere negativamente.
Gli sorrise,
sollevando entrambe le mani e andando a circondargli il volto, baciandolo a
fior di labbra.
SARAH –
Non sono mai stata meglio -. E il dubbio si dissolse nel bonzo come una di
quelle boccate di fumo con cui era tanto abituato a circondarsi.
Kogaiji guardò la
coppia, soffermandosi nell’osservare i lineamenti della ragazza.
“È lei…
senza ombra di dubbio” pensò, indeciso sul perseguire o meno i suoi piani, dal
momento che si era verificato quell’incredibile imprevisto.
Ryami congiunse le
mani, provocando una leggera vibrazione del suolo, dal quale fuoriuscirono diversi
rami, che cominciarono a muoversi silenziosamente verso i tre demoni, bloccandosi
a metà strada improvvisamente.
RYAMI –
Sei consapevole del fatto che dopo non potrai più tornare indietro? – si
rivolse ad occhi chiusi, ancora concentrato nell’evocazione, verso il dio dai
capelli corvini.
Ratzel sobbalzò,
rilassando la mascella precedentemente contratta alla vista del bonzo e della
ragazza insieme, e distolse lo sguardo da loro, volgendolo verso le due
divinità che si trovavano alla sua destra, sul bordo dell’altura sulla quale si
erano appostati, facendo saettare lo sguardo dall’uno all’altro continuamente.
RATZEL
– Ve lo ripeto. Non siete obbligati a seguirmi. – rispose pacatamente, facendo
voltare Kadeon, sul cui viso era dipinto un sorriso
canzonatorio.
KADEON
– Sei davvero monotono – disse a Ratzel, rivolgendosi
poi a Ryami. – Prendilo per un sì. Agiamo in fretta.
- .
I rami
fatti nascere dal dio presero ad avanzare velocemente verso la radura
sottostante.
GOIJO –
Ma che diavolo! – esclamò prima di essere afferrato per il polpaccio e venire sollevato di peso da un arbusto spuntato fuori
apparentemente dal nulla.
HAKKAI
– Di nuovo… - osservò, spalleggiando Goku, che si lanciò subito addosso ad un
ramo, venendo respinto con violenza. Il mezzo demone
guardò alle sue spalle, nel punto in cui si erano addentrati Sarah e Sanzo.
Sarah
cadde sul suolo violentemente, venendo spinta dal bonzo che, schizzato
improvvisamente in piedi, si era messo a sparare contro un ramo di grosse
dimensioni spuntato fuori dalla radura nella quale si
erano fermati.
Il
pensiero della ragazza ritornò subito agli eventi di qualche giorno prima, ma
non fece in tempo a realizzare altro, che si sentì sollevare da un ramo, più
sottile di quello che aveva attaccato Sanzo, venendo
allontanata dal monaco un bel po’.
La shoreiju le permise di ritoccare il suolo e lei si rialzò
subito, pronta a correre in soccorso al biondo.
SANZO –
Scappa! – le urlò, capendo di non poter riuscire a proteggerla e a fronteggiare
i rami allo stesso tempo. Ma Sarah non lo ascoltò, prendendo ad avanzare verso
di lui, facendo attenzione a non essere afferrata di nuovo. Tentativo che le
riuscì solo un paio di volte, perché la terza volta un ramo si riavvolse
intorno alla sua vita, sollevandola nuovamente e allontanandola dalla radura
velocemente, facendola perdere di vista Sanzo e il resto del gruppo, che era
riuscita a intravedere solo di sfuggita, mentre combattevano a loro volta
contro nemici identici.
Venne abbandonata
dalla stretta su un’altura, sulla quale cadde con i gomiti e le ginocchia.
Alzò lo
sguardo, imprecando contro tutte le divinità che stavano congiurando contro di
lei, quando si accorse di avere a che fare probabilmente con una di esse.
Kogaiji osservò
tutta la scena, decidendo infine di lasciare che il gruppo di Sanzo se la
sbrigasse da solo, mettendosi a seguire il dio che aveva rapito Sarah, per
capirne qualcosa in più.
Uhlàlà!
Sono riuscita ad aggiornare senza far passare l’intero mese XD Come state? Io
un po’ esaurita per gli esami @__@ ma non mi lamento, dai u__ù Mi lamenterò di
più a fine febbraio, quando mi sarò liberata degli
incubi di questa sessione ç__ç
Passiamo
subito alla storia, che avete aspettato abbastanza XD Vi preannuncio… che sarà
un capitolo.. (ZITTA! ndTutti) O___O (Non spoilerare!
ndTutti) Ma nu ç__ç volevo
solo dirvi che sarà un capitolo ricco di sorprese… in cui qualche dubbio
insinuato durante la storia sarà marginalmente risolto ç__ç Però… a pensarci
bene… non è stata una grande idea inserire quest’ angolo dell’autrice
all’inizio, nono u__ù m’impedisce… vorrei esprimermi e… e… non posso u__ù
Facciamo che dal prossimo in poi lo inserisco alla fine? Sì? Perfetto,
aggiudicato u__ù
Ringrazio
come al solito tutte le persone che stanno continuando
a seguire e commentare questa storia. Risulterò sicuramente ripetitiva…
ma non sapete quanto mi faccia piacere che vi stia piacendo! (perdonate il gioco di parole ^^’ è l’emozione u__ù). La fine è ancora molto
lontana… spero che fino ad allora non vi annoi mai.
Il
precedente capitolo è stato piuttosto cortino, ma mi è servito per esigenze di
copione, in questo ne succedono davvero delle belle u__ù (E ZITTA! ndTutti) Ok ç__ç
Noto
con piacere che Goijo continui ad attirare consensi e apprezzamenti! (Modestamente… ndGoijo) >__<
… adesso mi chiedo… mmmm… chissà se, da questo capitolo in poi, continuerà ad
attirare consensi o dovrà fare a gara di successo con qualcuno… (E con chi?
Mica con quel… ndGoijo) *Hope tira fuori dal nulla una clava e lo colpisce
direttamente in bocca, impedendogli di proseguire*
Sperando
di avervi minimamente incuriositi… (anche se in modo
particolarmente infantile, lo so, ma non vedo l’ora di leggere cosa ne pensiate
delle novità XD), vi lascio alla lettura del capitolo, mandando un abbraccio a
tutti coloro che continuano a leggere e a commentare la storia.
Alla
prossima!!!
Buona
lettura!
“Ritrovarsi”
Sorpreso dall’improvvisa tranquillità manifestata dalla
ragazza, Ratzel si voltò a osservare Sarah, il cui
corpo giaceva ora immobile sulla sua spalla, dando segno dello stato
incosciente in cui era caduta la ragazza.
“È svenuta” pensò il dio, continuando a spostarsi velocemente
come un comune mortale, incurante della battaglia che si era lasciato alle
spalle, che, con ogni probabilità, stava ormai giungendo al termine, come lui
stesso aveva ordinato ai suoi subordinati.
Raggiunse il punto più fitto della boscaglia, dominato da
ombre, in cui qualche raggio solare faceva capolino di tanto in tanto, rendendo
il posto più suggestivo che luminoso.
Con abili movimenti afferrò la ragazza e la depositò a
terra, delicatamente, facendo in modo che poggiasse con la schiena al tronco di
un albero.
Sollevò un braccio, portandolo sul ginocchio piegato che gli
offriva equilibrio, prendendo poi ad osservare i suoi lineamenti… arrivando
addirittura a impressionarsi, ora che aveva modo di osservarla così da vicino.
Sollevò lo stesso braccio che aveva poggiato sul ginocchio,
conducendone la mano verso il suo volto, dalla cui fronte scostò con le dita
una ciocca di capelli castani, rimanendo con la mano a mezz’aria
quando ebbe completato il gesto, incapace di distogliere lo sguardo da
lei.
RATZEL – Harumi… - sussurrò,
avvicinandosi lentamente a lei, socchiudendo appena gli occhi per poggiare le
labbra sulle sue.
Un ennesimo proiettile della shoreiju
vibrò nell’aria, disintegrando l’ennesimo ramo che si era avvicinato
pericolosamente al suo possessore.
Sanzo imprecò nuovamente quando si
ritrovò a sparare a vuoto, dovendo scansare un attacco per la mancata
efficienza della sua fedele arma. Imprecò, stringendo i denti, maledicendo i
proiettili… la pistola… i rami che sembravano sbucare dal nulla…
Maledì se stesso, non riuscendo a perdonarsi l’errore più
grave che avrebbe potuto commettere in un momento simile.
Come la prima volta, anche questa volta, chiunque stesse
manipolando quei rami, era venuto per Sarah. Per la seconda volta era riuscita
a portarla via. E lui non era riuscito a impedirlo.
Continuò l’elenco delle maledizioni, concentrandosi solo e
unicamente su se stesso.
Maledizione a lui e alla sua debolezza.
Maledizione a lui per essersi lasciato trascinare come non
aveva mai fatto.
Maledizionea lui per essersi lasciato avvicinare…
per aver ceduto… per essersi incredibilmente, inverosimilmente e, ormai,
perdutamente…
SANZO – Tsk! - . Un ramo lo colpì
ad un braccio, procurandogli una ferita, seppur di striscio, profonda, che
cominciò subito a sanguinare copiosamente.
Nel momento esatto in cui un altro ramo stava per colpirlo
di nuovo, sentì un urlo familiare farsi sempre più vicino, fino a che non vide
Goku uscire dagli alberi facendosi leva sulla nyoibo,
andando poi a colpire con un calcio il ramo in questione, disintegrandolo.
GOKU – Sanzo! – esclamò alla vista del compagno che si
tamponava con la mano libera il braccio ferito, dando comunque l’impressione di
non curarsene più di tanto.
Il ragazzino eretico non fece in tempo a richiamare nuovamente
l’attenzione dell’amico che fu costretto a scansare l’ennesimo ramo, che fu
però disintegrato dalla shakuijo di Goijo, uscito
improvvisamente dagli alberi come aveva fatto lui precedentemente.
GOIJO – Stai bene? – si rivolse a Sanzo, che di tutta risposta
gli rivolse uno dei suoi soliti mugolii affermativi.
Un’onda di Ki fuoriuscì dagli
alberi, disintegrando in un sol colpo altri due rami
che stavano per avventarsi sul trio, e dalla boscaglia uscì anche Hakkai,
ansimante, provato dai continui sforzi che stava esercitando per usufruire del
suo potere.
HAKKAI – Ha creato un muro di rovi – informò i compagni,
riferendosi a ciò che il loro nemico aveva creato dall’altra parte.
Subito dopo che ebbe completato la frase,
dalla boscaglia altri innumerevoli rami si allungarono e si
intrecciarono tra loro, andando a circondare il gruppo.
GOIJO – Maledizione! – esclamò innervosito, avventandosi poi
subitamente su un punto a caso del muro che si era creato attorno a loro, ma
non riuscì nemmeno a colpirlo che fu sbilanciato all’indietro, e comprese che
di quel passo non sarebbe riuscito a risolvere nulla.
Presto venne imitato da Goku che,
benché la sua forza, in determinati casi, fosse superiore a quella del
compagno, lo stesso non riuscì a scalfire minimamente il muro di rovi, venendo
costretto, per giunta, ad evitare uno dei rami che lo componevano per non
essere colpito a sua volta come Goijo.
In preda alla rabbia, mista al sangue freddo che lo
contraddistingueva, Sanzo estrasse nuovamente la pistola, impugnandola con due
mani, e fece fuoco finchè i proiettili non si
esaurirono.
Spalancò gli occhi, quando vide i rami ritrarsipoco prima di essere
colpiti dai proiettili, creando un varco per lasciarli passare e non essere
colpiti, per poi richiudersi come se non si fossero mai mossi.
Una risata proveniente dalle vicinanze attirò l’attenzione
di tutt’ e quattro, che alzarono la testa di scatto, volgendo lo sguardo sul
ramo di un albero a loro vicino, sul quale scorsero due figure, poco distinte
per via del sole che batteva alle loro spalle, che ne offuscava i lineamenti.
Sarah aprì gli occhi di scatto, conscia di trovarsi in
pericolo grazie al suo sesto senso, trovandosi a pochi centimetri dal viso di
un uomo. Provò a ritrarsi, ma urtò con la schiena e la testa contro qualcosa di duro, impegnando tutte le sue forze per
trattenere un gemito di dolore, senza smettere di fissare i lineamenti della
persona che le era di fronte.
Ratzel la guardò a sua volta. Il
viso rilassato, l’espressione adorante, gli occhi blu puntati in quelli verdi
di lei… si trattenne dal non avventarsi ugualmente sulle sue labbra, e si
scostò a malincuore, alzandosi e invitandola elegantemente a fare lo stesso,
porgendole una mano.
Sarah rimase di sasso.
RATZEL – Non temete. Non voglio farvi del male. – le disse
con la sua voce calda, volgendole un sorriso rassicurante che Sarah non calcolò
minimamente, presa com’era dal fare il punto della situazione.
Ricordava perfettamente ciò che era successo. Dell’attacco
improvviso, dei rami che l’avevano avvolta e trascinata via… di lui. L’aveva
rapita, ma nonostante ciò, anche se si trattava palesemente di un nemico, non
riusciva ad avvertire niente di pericoloso in lui.
Senza contare che se avesse voluto farle del male lo avrebbe
già fatto.
Si sollevò lentamente, esercitando forza sulle gambe,
pregando che non le cedessero, strisciando quindi con la schiena lungo il
tronco per fornirsi un minimo di sostegno e equilibrio.
SARAH – Chi sei? – ebbe il coraggio di chiedergli dopo un
po’, quando vide la sua mano ritirarsi. Non le sfuggì la
delusione che si dipinse sul volto dell’uomo. Lo scrutò a lungo, osservandolo velocemente
dall’alto verso il basso, soffermandosi poi improvvisamente poco sopra i suoi
occhi dal blu intenso, tra i ciuffi di capelli neri che gli coprivano
casualmente la fronte.
Scorse un chakra scarlatto… e
spalancò gli occhi. Due sole tipologie di uomini potevano possederne uno, da
quel che ricordava. I bonzi di alto rango, considerati gli esseri più vicini ad
un dio, e…
SARAH – Un dio? – chiese scioccata, spalancando nel limite
del possibile i suoi occhi, rispondendosi istantaneamente alla domanda retorica
che gli aveva rivolto. Era l’unica risposta possibile che avrebbe potuto
spiegarle quel senso di magnificenza che proveniva dalla figura dell’essere che
gli stava di fronte. Nonostante avesse l’aspetto di un comune ragazzo mortale,
l’energia che avvertiva provenire dal suo corpo era qualcosa che non aveva mai
avvertito in nessun altro essere vivente. Nemmeno l’energia manifestata da
Sanzo nell’usare il sutra poteva minimamente essere
paragonata a quella della persona che gli era di fronte.
Ratzel le sorrise bonariamente e,
con sua somma sorpresa, le s’inchinò, servendosi del lungo mantello nero per
compiere il gesto elegantemente.
RATZEL – Il mio nome è Ratzel – si
presentò alla ragazza, rialzandosi subito dopo con lo stesso gesto fluido di
cui si era servito per inchinarsi, rivolgendole poi un
sorriso.
Sarah continuò a rimanere immobile, incredula di fronte a
tutto ciò. Un dio le si era appena presentato, inchinandolesi di fronte.
“Sto impazzendo… questo è un sogno…” pensò, non riuscendo a
darsi altra risposta all’in fuori di quella
conclusione a cui era giunta.
RATZEL – Non state sognando – le disse, continuando a
sorriderle teneramente. E Sarah non potè non avvertire una certa familiarità in
quel sorriso… anche se s’impose di allontanare all’istante quell’idea.
SARAH – Cos… cosa volete da me? – ebbe il coraggio di
chiedergli, cambiando l’impostazione del tono della voce, aggiungendo un
pizzico di cortesia, completamente confusa e stralunata della situazione
assurda in cui sembrava trovarsi realmente, non trattandosi di un sogno, come
le aveva confermato anche la divinità.
RATZEL – Parlarvi – le rispose, con lo stesso tono di voce caldo e rassicurante, continuando a sorriderle.
HAKKAI – Sarebbe cortese mostrare il proprio volto quando si combatte… nasconderlo equivale a dimostrarsi
spiacevolmente codardi. - .
Un’ennesima risata partì da una delle due figure situate
sull’albero, facendo innervosire ulteriormente i quattro.
GOIJO – FATEVI VEDERE, BASTARDI! – urlò contro i due, non
riuscendo a mantenere il sangue freddo che invece contraddistingueva più di tutti il compagno dagli occhi verdi.
-Non sono cambiati affatto – giunse in modo soffuso
dalla seconda persona che si trovava sull’albero, che dimostrò di avere un
timbro di voce più delicato rispetto al compagno.
Dopo quella frase, i due individui che li avevano attaccati
cambiarono angolazione, andando a coprire il sole, mostrando quindi il loro aspetto.
“Divinità” concluse Sanzo, osservando il chakra
scarlatto che entrambe le figure avevano sulla fronte.
Goku non ci pensò due volte prima di cercare di attaccarli,
ma, spiccato il balzo, mentre era sospeso a mezz’aria, vide il dio dagli occhi
azzurri sollevare prontamente una mano chiusa a pugno, dalla quale sollevò solo
l’indice e il medio, congiunti, scatenando così la reazione di un ramo che
componeva il muro che li aveva circondati.
Non fece in tempo ad evitare il colpo che venne
allontanato violentemente, colpito in pieno stomaco dal ramo, che lo ricacciò a
terra, facendolo strisciare sulla polvere per un breve tragitto.
HAKKAI – È lo stesso che ci ha attaccati alla locanda la
volta scorsa – concluse, informando i compagni, che ci erano arrivati a loro
volta.
GOIJO – E l’altro chi è? La fidanzata? – chiese
sarcasticamente, scatenando la reazione del dio dagli occhi ambrati, che
sollevò un braccio, stringendolo a pugno.
Prima che Goijo riuscisse ad aggiungere qualcosa di
altrettanto sarcastico in merito alla posizione che aveva assunto il nemico, si
vide costretto ad evitare una roccia dalle piccole dimensioni che era caduta
dall’alto.
Quando sollevò lo sguardo, spalancò gli occhi rossi,
osservando la moltitudine di rocce che levitavano sulle loro teste, pronte a
cadere da un momento all’altro.
“Parlarmi?” pensò Sarah tra se, senza smettere un attimo di
abbandonare l’incredulitàche l’aveva colta.
SARAH – Di cosa? – chiese a Ratzel,
attendendo impaziente che rispondesse alle domande che le stavano martellando
nel cervello.
SARAH – Sanzo! – si lasciò sfuggire poi con enfasi,
ricordandosi improvvisamente come tutto ciò era avvenuto.
Ratzel non potè fare a meno di
ridurre gli occhi a due fessure, cosa che alla ragazza non sfuggì. Ma non si
lasciò comunque intimidire, e continuò a guardarlo, impaziente di sapere cosa
fosse successo ai ragazzi.
RATZEL – Sta bene. – le rispose, riacquistando la sua
espressione pacifica, cercando di allentare il tarlo fastidioso che gli si era
insinuato nella testa alla reazione della ragazza. – Stanno tutti bene. Non verrà fatto loro alcun male. - .
Sarah non abbandonò comunque la sua espressione tesa,
incapace di articolare altra parola, così com’era incapace di articolare
qualsiasi pensiero.
SARAH – Perché… - provò a chiedere al dio, non riuscendo a
esprimersi oltre.
RATZEL – È stato necessario. – l’anticipò, capendo che
voleva riferirsi al perché li avessero attaccati. – Volevo parlarvi a
quattr’occhi, per mettervi in guardia. – aggiunse, vedendo la fronte della
ragazza aggrottarsi.
SARAH – Ma da cosa…? – gli chiese infine, incapace di
trattenere ancora tutte quelle informazioni spezzettate, desiderosa di
riceverne una che potesse farle più chiarezza.
RATZEL – Da Genjo Sanzo Oshi - .
Nel momento esatto in cui Kadeon
riaprì la mano, le rocce furono di nuovo soggette alla
forza di gravità e cominciarono a cadere.
Hakkai si guardò intorno, cercando di escogitare velocemente
un piano che riuscisse a salvarli tutti, ma chiusi in quella cerchia di rami non
avevano alcuna possibilità di scappare, così la cosa più sensata che gli venne in mente di fare fu quella di creare una
barriera col proprio Ki che potesse fungergli da
ombrello, rallentando – o possibilmente evitando – che le rocce potessero
colpirli.
Agì in fretta, creando attorno a sé e ai compagni la
barriera d’energia, gemendo quando le rocce vi entrarono in contatto.
GOIJO – Hakkai! Sei troppo provato, non resisterai! – gli
urlò contro, preoccupato per le sorti dell’amico, che, incoscientemente, dava
segno di voler resistere a tutti i costi, nonostante le mani stessero
cominciando a sanguinargli.
Goku guardò gli amici e strinse i denti, non riuscendo a
pensare a nulla che potesse aiutare Hakkai. Se avesse cercato di nuovo di
colpire gli dei, avrebbe dovuto uscire dalla barriera
creata dal demone, mettendone in serio pericolo la consistenza e rischiando che
il sacrificio di Hakkai fosse risultato inutile, nel caso in cui non vi fosse
riuscito.
Portò i suoi occhi dorati su Sanzo, che era rimasto immobile
ancor prima dell’impatto delle rocce sulla barriera, quasi come se non
aspettasse altro che precipitassero.
Riuscì a immaginare che si sentisse inutile come lui, in
quel momento. Soprattutto per via di Sarah.
GOIJO – Smettila! Le eviteremo! – consigliò all’amico quando lo vide inginocchiarsi per lo sforzo, con
ancora entrambe le braccia alzate. Sollevò lo sguardo, capendo che la sua idea
non sarebbe stata attuabile, a giudicare dal numero spropositato di rocce che
si erano radunate sulla barriera.
Poi accadde l’imprevedibile.
Nel momento stesso in cui Hakkai, esaurite tutte le energie,
estinse la barriera e si accasciò a terra, privo di
forze, una serie di onde di energie di intensità media distrusse lo primo
strato di rocce che si sarebbe abbattuto per primo su di loro.
Subito dopo, con una velocità incredibile, una figura si abbattè sul muro di rovi dall’esterno, perforandolo ed
entrandovi, uscendone poi dalla parte opposta e ripetendo l’operazione più
volte, con la medesima velocità, riuscendo a distruggerlo quasi interamente
stando allo stesso tempo attento a non colpire loro, che vi si trovavano al
centro.
Ryami e Kadeon
spalancarono gli occhi allo stesso momento, e si posizionarono nuovamente in
posizione di attacco, per richiamare i loro poteri e ricostituire la situazione
iniziale, ma davantia
loro fece la sua comparsa un’ennesima figura, che concentrò rapidamente nella
sua mano un’onda di Ki. Non fecero in tempo a
scansarsi che furono sbalzati in aria da un’ondata di energia.
Goijo, Goku e Sanzo rimasero impietriti. Il tutto si era
svolto in una manciata di secondi, e ora, oltre ad essere stati liberati dalla
gabbia di rami in cui erano stati rinchiusi, le divinità sembravano essere
state momentaneamente messe ko.
La figura che aveva distrutto in maniera inverosimile il muro
di rami, dopo aver effettuato l’ennesima crepa in quest’ultimo, muovendosi
sempre alla stessa velocità, si fermò di botto davanti a loro, ponendo i piedi
a mò di freno per agevolarsi.
Sospirò, una volta ferma, dando la possibilità ai tre di
notare che si trattasse di una ragazza.
Goijo la osservò stralunato, mentre questa scuoteva la testa
per liberarsi i capelli ricci dalle schegge che le si erano
impigliate durante la corsa.
Il mezzo demone sollevò un dito basito, indicandola.
GOIJO – Ma tu… - .
-A-ha! – gli disse annuendo,
rispondendo in maniera affermativa alla sua pseudo
domanda, capendo in anticipo cosa volesse chiederle. Gli sorrise, incurante dello sguardo sconcertato con cui
continuava a guardarla, e lo salutò con una mano, scherzosamente, prima di
correre verso la jeep nera sulla quale si erano già posizionati gli amici, che
partì sgommando non appena lei fu sopra, dirigendosi verso il punto dove era
sparita Sarah.
Sanzo sembrò destarsi improvvisamente dallo stato catatonico
in cui era caduto.
SANZO – HAKURYU’! – chiamò il draghetto,
che per tutto quel tempo era rimasto nascosto nella boscaglia, spostandosi da
un albero all’altro qualora lo avesse considerato più sicuro.
Hakuryù uscì prontamente dal suo nascondiglio, raggiungendo
i ragazzi e trasformandosi subito in jeep, capite le intenzioni del bonzo,
acconsentendo che fosse lui a guidarlo.
Quando Goijo e Goku furono riusciti a trasportare il corpo
di Hakkai sulla jeep, assicurandogli una stabilità, prevedendo la corsa che di
lì a poco avrebbero fatto, Sanzo schiacciò l’acceleratore, creando dietro di se
una nuvola di polvere che si diradò solo quando il
veicolo fu già abbastanza lontano.
RATZEL – Non è come crede – disse alla ragazza, incurante
dello sguardo sconcertato che le stava rivolgendo.
SARAH – Cosa significa? – gli chiese, riacquisito il
coraggio che aveva perso quando aveva compreso di
trovarsi di fronte ad una divinità.
RATZEL – Non deve fidarsi di lui - .
SARAH – Dovrei quindi fidarmi di lei? – gli chiese d’impulso, scettica.
Ratzel chiuse gli occhi, accusando
il colpo per l’ennesima volta, cercando di non farsi prendere dalla rabbia.
RATZEL – Lei non mi conosce… ed è dunque ovvio che non si
fidi…- le
rispose dopo un po’, riacquisita la calma, riaperti gli occhi. - Ma la sua
fiducia nei miei confronti è irrilevante, dal momento che non ho cattive
intenzioni nei suoi confronti. – le ripetè. – Crede che se avessi
voluto farle del male non glielo avrei già fatto? - .
Sarah rimase per l’ennesima volta senza parole… il discorso
di Ratzel filava fin troppo bene… ma la questione di
Sanzo…
RATZEL – Genjo Sanzo la sta usando
– continuò imperterrito, facendo risollevare il viso della ragazza, che lo
aveva abbassato, distogliendo lo sguardo dal suo, per riflettere. – Quando non
gli servirà più, si sbarazzerà di lei - .
La ragazza trattenne il fiato. Che diavolo voleva dire tutto
ciò? Sanzo la starebbe usando? Per cosa? E Ratzel
come farebbe a saperlo? Conoscerebbe Sanzo?
RATZEL – Posso comprendere che sia confusa da tutto ciò.
Avremmo bisogno di più tempo affinché possa spiegarle tutto per filo e per
segno… ma non ne abbiamo -. Chiuse gli occhi, cercando di mettersi
telepaticamente in contatto con Ryami e Kadeon, dai quali apprese di non avere effettivamente più
tempo.
Sarah continuò a riflettere.
Una divinità era spuntata dal nulla… rapendola… solo e
unicamente per metterla in guardia… da Sanzo? Si portò una mano alla testa,
chiudendo gli occhi a sua volta per il capogiro che la colse.
Le sembrava di trovarsi in un sogno. In un brutto sogno. Nemmeno
le visioni che la coglievano erano capaci di confonderla così tanto.
Ratzel riaprì gli occhi,
compiacendosi di essere riuscito a farla vacillare. Avrebbe dovuto insistere
solo un po’ di più. E avrebbe dovuto farlo in poco tempo.
RATZEL – Venga con me – le propose,
allungando una mano col palmo volto all’in su, invitandola a darle la sua.
Sarah riaprì gli occhi, trovandosi la mano del dio a pochi
centimetri da se. Aveva ascoltato cosa le aveva chiesto… e la confusione era
tornata a impadronirsi di lei, in maniera molto più
acuta delle volte precedenti. Ratzel non sembrava
avere cattive intenzioni. Qualsiasi cosa avesse voluto, avrebbe potuto
prenderla in qualunque momento e nel modo che più gli aggradava. Invece… glielo
stava chiedendo. Gli stava dando possibilità di scelta. Ammesso che la volesse
per doppi fini… perché sprecare tutte queste parole?
I pensieri ritornavano sempre sullo stesso punto. Non sapeva
cosa pensare.
E la cosa più assurda, incredibile e angosciante… era che di
lui si fidava. Non c’era nessun campanello d’allarme che stesse
suonando nella sua testa per avvertirla del pericolo. Non avvertiva niente di
negativo provenire da lui. Il sorriso e l’espressione del dio le sembravano…
sinceri… e lei ormai era abituata a classificare le persone in base a ciò che
le trasmettevano, avendo vissuto una vita intera senza poter abbassare mai la
guardia.
Qualsiasi cosa le venisse in mente
riguardo Ratzel… il fatto che si trattasse di un
nemico lo escludeva a priori.
Il dio guardò sottecchi dietro di se, avendo avvertito il
rombare di un motore avvicinarsi. Il tempo era scaduto.
Allungò di più il braccio, avvicinandosi alla ragazza, e
l’afferrò, ricevendo in risposta uno sguardo spaesato
e spaventato.
SARAH – NO! – urlò, cercando di divincolarsi dalla sua
stretta.
Ratzel s’immobilizzò di fronte a
quella reazione, stringendo a pugno la mano libera, senza più esercitare forza
su di lei.
Fu un attimo. Prima che Sarah potesse aggiungere qualsiasi
altra cosa… ebbe una delle sue visioni.
Era in un posto che
sembrava essere sospeso nello spazio… o forse era l’effetto che creava un
enorme fascio di luce, che, simile ad una bocca, sembrava stesse trascinando
tutto dentro di sé. Si voltò, vedendo Goijo riverso a terra, privo di sensi,accanto a Goku, che stava cercando di avanzare verso di lei
servendosi di un pezzo della nyoibò, il cui resto era
sparso per terra, poco lontano, in tanti piccole schegge. Vide Hakkai in piedi,
più lontano da lei, sanguinante, senza monocolo, urlarle qualcosa che non
riuscì a sentire. Si guardò intorno elettrica, conscia
del pericolo che stavano correndo, cercando di individuare con lo sguardo la
quarta persona che mancava.
Lo vide. A terra, molto
più vicino alla bocca di luce rispetto a loro. Le ametiste coperte dalle
palpebre. I capelli d’oro imbrattati di sangue. Il sutra
distrutto accanto a lui.
Chiamò il suo nome,
più forte che potè, arrivando a sentire la gola
raschiarsi e gli occhi lacrimare…
Non si rese conto di aver urlato allo stesso modo anche
nella realtà. Ritornò in sè trovandosi di fronte gli occhi blu di Ratzel, spalancati per la sorpresa. Il suo braccio ancora
intrappolato nella sua mano.
Kogaiji, nascosto – totalmente
immobile – tra le foglie del ramo più alto di un albero, si preparò a saltare e
combattere contro il dio. Si fermò poco dopo che una jeep nera ebbe fatto la
sua comparsa, arrivando dall’alto, probabilmente grazie allo slancio di qualche
albero sradicato che aveva incontrato, finendo nella zona ombreggiata in cui si
trovavano i due.
“Dannazione” pensò Ratzel, mentre
la jeep si avvicinava ad una velocità inaudita.
RATZEL – Ci rincontreremo. Pensate a ciò che vi ho detto. –
le disse, afferrando delicatamente una mano della ragazza e poggiandovi sopra
le labbra, senza staccare gli occhi dai suoi.
Scomparve poco prima che la jeep stesse per investirlo.
Sarah si ritrovò in un lampo lontana, a terra, con
addosso un corpo che si era lanciato dal veicolo in corsa.
Kogaiji continuò a rimanere
immobile. Quella situazione era apparsa strana anche a lui. L’unica cosa certa
era la ragazza. Dalla posizione in cui si trovava aveva avuto modo di vederla
bene ancora una volta. Era lei. Senza ombra di dubbio.
Quando anche una jeep verde a lui molto familiare fece la
sua comparsa nella boscaglia, decise di andarsene.
SARAH – Ahia… – si lamentò, la schiena dolorante per via
dell’ennesimo impatto violento col terreno. Si rese subito conto di avere
qualcuno addosso, e trattenne il fiato, nuovamente incredula, accorgendosi dei
capelli lunghi biondi molto familiari.
-Guarda che mi sono fatto male
anch’io – protestò la persona sopra di lei, facendosi leva sui gomiti e
sollevando la testa, rivolgendole un radioso sorriso.
Gli occhi di Sarah si riempirono di lacrime.
-SARAAAAAAH!!! – urlò una voce
acuta e pimpante, seguita da dei passi frettolosi, come quelli di qualcuno che
sta correndo.
SARAH – Chris… - riuscì a malapena
a pronunciare nel riconoscere l’amico, prima che questo venisse
afferrato per le spalle da una ragazza dai capelli ricci e rossi e sbattuto con
violenza lontano da lei.
SARAH – Pad! – esclamò, senza
riuscire a muoversi per la sorpresa, convinta che si trattasse
di un sogno.
PAD – Ma che combini??? Che ci fai
ancora a terra?? – le chiese, afferrandola con poca delicatezza per le spalle,
rimettendola in piedi, per poi abbracciarla di slancio, quasi fino a
stritolarla.
Sarah rispose all’abbraccio subito, chiudendo gli occhi,
lasciando così che delle lacrime le sfuggissero dalle palpebre. Quando li
riaprì, vide una terza conoscenza scendere da una jeep nera a lei familiare.
Quando Pad si staccò da lei,
guardandola soddisfatta per la reazione che la sorpresa era riuscita a
procurare all’amica, Sarah si portò entrambi le mani alla bocca, incapace di
articolare parola, osservando la donna scesa dalla jeep avvicinarsi a lei con
l’andatura sicura che tanto la contraddistingueva.
Allo stesso tempo, Chris riuscì a
sollevare la testa da terra, e se l’agitò per liberarla marginalmente dalla
polvere. Poi si mise di fronte alla ragazza, con le braccia
spalancate e sorridente, incurante che stesse per essere raggiunta dalla
donna.
CHRIS – Tesoro!!! Fatti
abbracciare! – esclamò, prima di essere sbattuto nuovamente a terra, questa
volta dal lato opposto alla volta precedente.
Fu Sarah ad abbreviare la distanza che la divideva dalla donna,
correndole incontro e saltandole quasi addosso per abbracciarla.
SARAH – Cloe… - chiamò l’amica tra le lacrime, incapace di
separarsi da lei, cercando di trattenere le lacrime che non volevano saperne di
smettere di rigarle il viso.
Cloe si concesse un sorriso, abbracciando la ragazza a sua
volta e portandole una mano sulla testa.
Era mancata tanto anche a lei.
Anche a Pad vennero le lacrime
agli occhi, tanto che fu costretta ad asciugarsene i bordi con le dita.
CHRIS –Ehi… - piagnucolò improvvisamente, rimanendo in
ginocchio, lontano da loro, temendo di ricevere l’ennesima spinta che gli
avrebbe fatto mangiare ancora polvere. – Voglio abbracciarla anch’io, però! –
concluse mettendo il broncio, attirando immediatamente l’attenzione di Sarah
che, liberatasi dall’abbraccio di Cloe, corse verso di lui, inginocchiandosi
anche lei per portarsi alla sua altezza e stringendolo più di quanto non avesse
fatto con le amiche, baciandogli un paio di volte una guancia, continuando a
singhiozzare.
Chris s’intenerì, prendendo ad
accarezzarle con affetto i capelli come aveva fatto Cloe, per poi riprendere ad
abbracciarla e cominciare a dondolare sulle ginocchia, trascinandola con se.
CHRIS – Quanto ci sei mancataaaaaaaa!
– esclamò con enfasi, facendo ridere la ragazza. – Ma tanto, tanto, tanto,
tanto! – concluse, allontanandosi un po’ da lei e schioccandole un bacio sulla
guancia.
PAD – Tanto quanto? – chiese sarcastica all’amico, inarcando
un sopracciglio, volendo sottolineare la teatralità che aveva usato.
CHRIS – TANTO, TANTO, TANTO, TANTOOOO! - .
SDENG.
Cloe lo colpì imperterrita con l’harisen sul capo, mentre
sul suo pulsava freneticamente una venetta.
CLOE – Abbiamo capito… - sibilò, facendo zittire all’istante
il demone più giovane che, spaventato, una volta in piedi, andò a nascondersi
dietro le spalle di Sarah, che scoppiò a ridere per la seconda volta.
Un tonfo e una frenata prolungata attirò l’attenzione di
tutt’e quattro, specie quella di Sarah, che spalancò
gli occhi, mettendosi subito a correre verso il veicolo che era appena entrato
in quella parte di boscaglia.
Sanzo finalmente respirò. Scese meccanicamente dalla jeep,
col suo solito invidiabile auto controllo e si fece abbracciare dalla ragazza,
che gli si gettò contro a braccia aperte non appena gli si fu avvicinato.
I battiti cardiaci ritornarono a pulsare in modo più
naturale, e dopo averle accarezzato i capelli, la
scostò da se, concedendosi di baciarla lievemente sul capo, chiudendo gli
occhi.
SARAH – Hakkai! – esclamò, nel notare l’amico privo di sensi
giacere sui sedili posteriori, semi sdraiato su Goku.
GOIJO – Sta bene, principessa. È solo stanco perché ha
voluto strafare! – scherzò, sdrammatizzando come al
solito, ricevendo in cambio una carezza sul viso da parte della ragazza.
SARAH – E voi come state? – gli chiese ansiosa, carezzando
il capo a Goku, scompigliandogli appena i capelli con delicatezza, volgendo lo
sguardo anche su di lui.
GOKU – Bene, tranquilla! – le rispose solare, annuendo e sorridendole,
per non farla preoccupare.
Un tossicchio attirò la loro attenzione.
I sette si guardarono l’un con l’altro per un po’ di tempo, finchè Sarah non propose di fermarsi per fare il punto
della situazione e un po’di presentazioni.
Hakkai si svegliò con un brusìo di
sottofondo, rendendosi conto dal manto stellato che era sopra di lui che era
giunta la sera. Aprì e chiuse gli occhi più volte, trovandosi davanti,
improvvisamente, un paio di occhi azzurri curiosi, che si spalancarono a
dismisura non appena lui aprì di più i suoi.
PAD – Wow, che occhi! – esclamò, uscendo poi dalla visuale
del ragazzo. – Caspita Sarah, ti batte alla grande! - .
Sarah rise sonoramente, divertita dalla sfrontataggine
dell’amica, seguita a ruota da Goijo e Goku, che risero più sguaiatamente, come
al solito.
GOIJO – E poi dicono che chi dorme non piglia pesci! - .
PAD – Ehi! Cosa staresti insinuando??
- .
GOIJO – Io? Nulla… - le rispose con finta noncuranza,
facendo ridere di nuovo Goku, mentre Sarah sorrise, prendendo ad avvicinarsi al
demone dagli occhi di giada gattonando.
SARAH – Come ti senti, Hakkai? – gli chiese con un tono di
voce basso, cercando di non farsi sopraffare dalle voci di Goijo e Pad, che stavano continuando a battibeccare.
HAKKAI – Un pò confuso… - le rispose sinceramente,
volgendole a sua volta un sorriso e guardando dietro di lei, scorgendo Sanzo
accendersi una sigaretta e una donna seduta al suo fianco fumarne una.
Quando provò ad alzarsi, Sarah accompagnò il suo gesto
posizionandogli una mano dietro la schiena, in modo da riuscire a sorreggerlo
nel caso in cui lo avesse colto un capogiro.
Quando ebbe la certezza che non sarebbe caduto, Hakkai le
sorrise di nuovo, riconoscente, portandosi una mano all’occhio sinistro e
stropicciandoselo, per cercare di avere la vista più nitida almeno da quella
parte.
Goku gli porse il monocolo che fin’ora
aveva custodito, ricevendo in cambio un sorriso e un “Grazie” da parte del
demone, che, reindossatolo, cominciò a mettere a
fuoco i visi nuovi.
HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuuu! – emise,
volando subito incontro al suo padrone, ritrasformandosi in draghetto
sotto lo sguardo di Chris e Pad,
che scattarono sull’attenti per via del fumo provocato dalla trasformazione,
mentre Cloe si limitò a rivolgere al bizzarro veicolo un’occhiata incredula.
Hakkai allungò una mano, facendo in modo che Hakuryù vi si
poggiasse sopra, avvicinandoselo per poi prendere ad accarezzarlo.
Dopo un attimo di silenzio, in cui Chris
e Pad erano rimasti a bocca aperta, il ragazzo si
rivolse a Cloe, al suo fianco.
CHRIS – Perché il nostro veicolo non si trasforma? - .
CLOE – Perché no – gli rispose, cercando di liquidarlo,
prevedendo la lista delle domande senza senso che le avrebbe rivolto di lì a
poco.
CHRIS – E perché no? – le chiese infatti,
provocando il rigonfiamento della vena dell’amica.
CHRIS – Perché no… - si auto
rispose, mesto, afferrando al volo la ragione del rigonfiamento della vena
della donna.
SARAH – Hakkai – interruppe quel bizzarro scambio di
battute, trattenendo una risata come aveva fatto Pad,
andando subito incontro al demone degli occhi di giada, prevedendo potesse
essere spaesato. – Non so se ricordi quando ci siamo
incontrati alla locanda del Pavone nero… - .
Hakkai collegò il tutto in un attimo, ricordandosene, e
annuì.
SARAH – Loro sono Cloe, Chris e Pad – presentò gli amici, che sentendosi chiamare, a turno
gli fecero un cenno di saluto.
SANZO – Dunque si è già diffuso quasi ovunque – si rivolse a Cloe, interrompendo lì le presentazioni,
riprendendo il discorso che avevano iniziato precedentemente, prima che Hakkai
si svegliasse.
CLOE – Sembra di sì – gli rispose secca, spegnendo la
sigaretta accuratamente poco lontana da lei.
Hakkai guardò l’uno e l’altro, cercando di recuperare il
filo del discorso che si era perso, riuscendo comunque a capire che stessero parlando dell’anomalia.
PAD – Quando siamo andati via dal nostro villaggio siamo
stati costretti a spostarci di frequente per via dei casi anomali che si sono
sviluppati improvvisamente di luogo in luogo – spiegò ad
Hakkai brevemente, riassumendogli la prima parte del discorso.
CHRIS – La maggior parte delle volte non ce ne siamo andati
di nostra spontanea volontà – aggiunse, attirando così l’attenzione di Hakkai.
– La gente parte prevenuta… è spaventata, non è più disposta a vivere con noi - .
PAD – D’altronde non le si può dare
torto… - si limitò ad aggiungere, lasciando cadere il discorso nel vuoto.
HAKKAI – Come ci avete trovati? – chiese a quel punto,
rompendo il silenzio.
A Chris venne da ridere.
CHRIS – Siamo stati attirati da un movimento bizzarro –
iniziò a spiegare, riprendendo a ridere.
PAD – Eravamo nei pressi della radura in cui vi eravate fermati… quando abbiamo visto dei rami tagliarci la strada
improvvisamente e addentrarsi nella boscaglia – continuò, cercando di rendere
più chiaro il racconto.
CHRIS – Poi abbiamo visto uno di essi
scagliarsi con più decisione in un punto a caso e ritirarsi con una preda… -
concluse, riprendendo a ridere più sonoramente.
SARAH – Ehi… guarda che nonè stata una bella esperienza… - ci
tenne a precisare, guardando con cipiglio l’amico dai capelli biondi, che non
la smetteva di ridere.
CHRIS – Eri troppo divertente… ti divincolavi in un modo
assurdo… - . Riprese a ridere, senza trattenersi, venendo colpito improvvisamente alla testa da una pietra
scagliata da Sarah e da un’harisennata, dietro la testa,
da Cloe, che lo fece cadere in avanti.
PAD – Abbiamo riconosciuto la jeep… e abbiamo deciso di dare
un’occhiata per capire cosa stesse succedendo. Poi
siamo scappati da Sarah – concluse, dopo aver riso
brevemente per le sorti di Chris.
GOKU – E adesso? Dove siete diretti? – chiese loro, volgendo
i suoi occhioni dorati a turno sui tre.
CLOE – Ovunque ci conduca la scia
anomala – gli rispose, facendo una pausa per accendersi un’altra sigaretta. – È
inutile continuare a cercare un posto in cui provare a integrarsi, coi tempi
che corrono. Personalmente, questa situazione sta cominciando a starmi sulle
scatole. Se devo impazzire preferisco farlo di mia spontanea volontà, senza
aspettare di essere colta come tutti gli altri dall’anomalia. - .
GOIJO – State dunque… - .
PAD – Dirigendoci verso la direzione in cui sembri
manifestarsi più spesso e con più intensità. E sembrerebbe trattarsi
dell’ovest. Deve esserci una spiegazione dietro tutto
questo… ed io la penso come Cloe. Non me ne starò con le mani in mano ad
aspettare la fine! - .
HAKKAI – Lei è dello stesso parere? – si rivolse a Chris, che sembrava aver riacquisito un’aria seria.
CHRIS – Dammi del tu, per favore, non mi sono mai piaciute
le formalità. Se non è un problema naturalmente. - .
Quando Hakkai scosse la testa per fargli intendere che non
ci fosse alcun problema, continuò.
CHRIS – La penso allo stesso modo… e poi, indipendentemente
da tutto, seguirei queste signore in capo al mondo. – disse tutto d’un fiato,
con una sicurezza e una dolcezza che riuscì a sciogliere per un attimo perfino
Cloe, che si limitò ad abbassare un po’ la testa, e a sorridere ironicamente,
pensando alla semplicità dell’amico.
A Padle si
inumidirono gli occhi.
PAD – Ma non è un amore??? – chiese
poi improvvisamente, sgattaiolando accanto a lui, abbracciandolo e scoccandogli
un baci su una guancia, imbarazzandolo e facendolo arrossire.
GOIJO – Peccato amico… - si rivolse ad
Hakkai. – La conquista ti è già stata soffiata! - .
Seguì una serie di risate che ruppe ancora una volta il
silenzio della radura in cui si trovavano.
Era notte inoltrata, ma Sarah non
riusciva comunque a dormire. Troppi avvenimenti..
troppe sorprese.. troppe rivelazioni aveva riservato quel giorno, e lei, da
quando si era posizionata nel sacco a pelo, non era riuscita a chiudere occhio.
La riunione si era conclusa con la decisone
da parte dei suoi vecchi amici d’intraprendere con loro il viaggio verso ovest.
Aveva raccontato loro cosa l’aveva spinta a fare quella scelta… all’attacco
subito alla locanda dopo la loro partenza e alla rivelazione da parte di un
nemico che qualcuno, proveniente dall’ovest, la stesse
cercando.
Pad le aveva ammiccato prima di
andare a dormire, quando l’aveva vista allontanarsi con Sanzo e sistemarsi con
lui in disparte per la notte. E quel gesto significava una sola cosa. Tortura.
L’avrebbe sicuramente torturata se non le avesse raccontatati tutto quello che
era curiosa di sapere. In primis, sicuramente, la storia col bonzo corrotto.
Neanche a farlo a posta si sentì avvolgere da dietro da un
braccio, che andò a circondarle la vita, mentre l’altro le passò sotto al
collo. Lo sentì incredibilmente vicino, ma, benché lo desiderasse, non si
mosse, ancor più desiderosa di bearsi di quel contatto
caldo e elettrizzante allo stesso tempo... che quella giornata aveva rischiato
di perdere.
SARAH – Anche tu sveglio? – gli chiese sussurrando, per
evitare di farsi udire dagli altri, che stavano dormendo poco lontani.
SARAH – Come va il braccio? - gli chiese ancora, non
ricevendo alcuna risposta dalla prima domanda, voltandosi poi delicatamente
verso di lui, attenta a non fargli male il braccio fasciato.
Venne investita all’istante dalle
solite, splendide ametiste, e, attratta come un magnete al metallo, si avvicinò
a lui, continuando a guardarlo, poggiando le labbra sulle sue e baciandolo
dolcemente, chiudendo gli occhi solo dopo che lui ebbe chiuso i suoi, non
volendosi perdere un loro solo movimento.
Sanzo ne approfittò per approfondire il bacio e le portò una
mano al viso, in prossimità dell’orecchio, invitandola col pollice a schiudere
le labbra e ad affondare la lingua nella sua bocca solo per un attimo, giusto
il tempo di sentirla tremare e sciogliersi leggermente.
Fu allora che Sarah si decise a stare in silenzio,
limitandosi a godersi quegli attimi. Attimi. Sapeva che si trattava solo di
attimi, considerando il viaggio che avevano deciso d’intraprendere, il cui
cammino era disseminato di pericoli, incertezze e dubbi.
Ringraziò per essere sopravvissuta ancora una volta per
poter godere quegli attimi con lui, e quando Sanzo l’ebbe baciata un’ultima
volta, più dolcemente e brevemente, conducendo la sua testa con una mano verso
il suo petto, si lasciò cullare dal suo respiro, abbandonandosi finalmente al
sonno.
Il campo di grano era deserto… evitava accuratamente di andarci nelle
ore di punta negli ultimi tempi, abbracciando l’idea che era meglio così… che
prima o poi sarebbe finita e lei allora avrebbe potuto ricominciare ad andarci
come le altre donne
“Convivenza”
Il campo di grano era
deserto, evitava accuratamente di andarci nelle ore di punta negli ultimi
tempi, abbracciando l’idea che era meglio così… che prima o poi sarebbe finita
e lei allora avrebbe potuto ricominciare ad andarci come le altre donne.
Fece tappa al negozio
di dolciumi, rimanendoci più tempo del necessario… fino a
quando uno strano, fastidioso campanello cominciò a suonarle in testa,
facendola innervosire e metterla in all’erta.
Quasi mossa da una
volontà non propria, lasciò cadere il sacchetto con le caramelle che aveva
appena scelto,facendolo
scontrare col pavimento del negozio, sul quale si riversarono, mentre lei
correva via in preda al panico più totale. Il campanello d’allarme aveva preso
a suonarepiù
insistentemente.
Quasi distrusse la
porta nell’entrare in casa, cercando di recuperare il controllo dei battiti del
cuore regolando la respirazione, che si stava disperdendo ansimando.
Non curandosi di
lasciare l’uscio aperto, corse su per le scale, trovando apertala porta della
stanza verso cui era diretta.
Lo sguardo fu attirato
da un luccichio proveniente dalla mano ricoperta di sangue di un uomo, in
lacrime accanto ad una culla… dalla quale non proveniva alcun suono.
Il campanello
d’allarme si zittì di colpo, gli occhi le si spalancarono,
il fiato le si mozzò, il cuore smise di battere… per poi riprendere a
martellare impazzito, come l’urlo disperato che le si liberò dalla gola mentre
si avventava sulla figura di fronte a se…
Sussultò nello svegliarsi, tranquillizzandosi
quando vide due pozze dorate osservarla incuriosite e preoccupate.
GOKU – Scusami, non volevo spaventarti… - mormorò appena,
ritraendo istantaneamente la mano dalla spalla di Cloe, che aveva scosso appena
per svegliarla. La donna, dopo un momento di smarrimento, scosse la testa
prontamente, facendogli intendere di non essersi spaventata, rivolgendo poi gli
occhi altrove per sfuggire a quello sguardo così cristallino.
Una risata attirò la sua attenzione e volse lo sguardo vero
la jeep nera, scorgendo Pad, seduta sul cofano,
piegata in due, in preda ad suo tipico attacco di risa
isterico, e di fronte a lei Chris, che la guardava in
cagnesco, mentre Sarah lo abbracciava divertita, con le lacrime agli occhi.
Sorrise impercettibilmente, chiudendo gli occhi e facendosi
leva con una mano per sollevarsi, quando un paio di occhi rossi si posarono su
di lei, attirando nuovamente la sua attenzione. Rabbrividì, vedendo il mezzo
demone poggiare con fare spavaldo un braccio sulla spalla del ragazzino
eretico.
GOIJO – Sempre il solito, scimmia… non lo sai che le signore
vanno svegliate con delicatezza? -.
GOKU – Ehi, kappa! – esclamò,
sottraendosi istintivamente all’appoggio dell’amico, guardandolo offeso, mentre
questi lo guardava a sua volta provocatorio. – Toglimi la tua zampa da dosso! - .
GOIJO – Come hai detto?? – gli
chiese subito, lasciando perdere il suo savoir-faire provocante e
innervosendosi come al solito, mentre Cloe ne
approfittava per alzarsi senza attirare troppa attenzione.
Venuta fuori dal sacco a pelo, lo
raccattò, piegandolo alla bene e meglio, e si diresse verso la propria jeep per
posarlo, venendo salutata dai suoi compagni in coro con un allegro
“Buongiorno!”.
Grugnì in risposta, come suo
solito, e dopo che ebbe posato il sacco a pelo estrasse subito una sigaretta
dal pacchetto che teneva sempre con se, innervosendosi non poco quando, dopo
tre tentativi andati a vuoto, si rese conto che l’accendino che possedeva era
scarico.
Pad e Chris
non osarono pronunciare parola. Dalle azioni sistematiche della donna, avevano
capito che era una di quelle “giornate no” per Cloe… e, anche quella notte,
aveva fatto probabilmente di nuovo lo stesso incubo. Sospirarono entrambi,
mentre Sarah osservava l’amica riprovare ancora una volta ad accendersi la
sigaretta, decidendo poi di dirigersi verso il bonzo, isolato da tutti, come di
consueto, seduto sotto un albero a leggere il giornale.
Il bonzo sollevò gli occhi su di lei solo
quando la sua ombra l’ebbe coperto.
SARAH – Mi presteresti l’accendino? – gli chiese, facendo
cenno con la testa all’amica alle sue spalle, che stava continuando a provare a
far funzionare il suo con scarsi risultati.
Sanzo recuperò l’accendino da una tasca della tunica e
glielo porse, abbassando poi di nuovo gli occhi sul giornale.
Sarah restò a osservare i lineamenti delicati del volto del
giovane, la cui espressione cerea, che lo contraddistingueva, sembrava essere
in contrasto e allo stesso tempo perfetta su quel viso. Sorrise, per poi
passare ad analizzare la montatura degli occhiali di cui si serviva per
leggere.
SANZO – Che c’è? – le chiese, sollevando per un attimo gli
occhi di nuovo su di lei, e riabbassandoli subito dopo per voltare pagina.
SARAH – Sei davvero sexy con gli occhiali… - disse appena,
quasi sussurrando, quando vide le ametiste immergersi di nuovo nelle notizie
del giornale.
Sanzo, impreparato ad una frase del genere, s’irrigidì, e quando
sollevò di nuovo gli occhi trovò quelli di lei a pochi centimetri di distanza.
Rispose al bacio che ne seguì, incurante di trovarsi a pochi
metri di distanza dagli altri, e sorresse il suo sguardo
quando lei fissò gli occhi nei suoi, per poi vederla alzarsi e correre
saltellando verso la jeep dei suoi amici demoni.
Nel riportare lo sguardo davanti a sé si accorse di Goijo,
che fumando si era messo, molto probabilmente volontariamente, nella
traiettoria del suo sguardo. Il mezzo demone gli sorrise
sornione lascivamente, facendogli ricordare la discussione che avevano
avuto all’esterno della precedente locanda in cui erano stati… quando gli aveva
dimostrato, come un idiota, che era geloso.
Sanzo non rispose alla provocazione e gli rivolse uno
sguardo indifferente, riprendendo poi a leggere il giornale, mentre Goijo
ritornava indietro, con un sorriso soddisfatto a piegargli le labbra.
HAKKAI – Ora che siamo tutti svegli
– prese parola improvvisamente, andando a sedersi su una grossa pietra posta in
prossimità dell’albero sotto cui Sanzo stava leggendo il giornale. – Sarebbe il
caso di discutere degli avvenimenti di ieri - .
Il demone dagli occhi di giada riuscì a calamitare subito l’attenzione
di tutti su di se, compresa quella del bonzo, che si sfilò gli occhiali e
chiuse il giornale, accendendosi poi una sigaretta.
Tutti gli occhi si spostarono poi, conseguentemente, su
Sarah, che si era adombrata, prendendo ad accarezzare distrattamente Hakuryù,
che le si era poggiato su una spalla.
Non si aspettava di doverne parlare così presto. Non aveva
ancora metabolizzato e analizzato a sufficienza le parole che la divinità le
aveva rivolto, e parlare di ciò che quel Ratzel le
aveva detto a proposito di Sanzo non le andava a genio, temendo che potesse
creare più confusione di quanta già ce ne fosse.
Se si fosse trovata sola coi ragazzi ne avrebbe parlato
tranquillamente, ma la presenza dei tre vecchi amici la dissuase dall’intento.
Nonostante l’apparente calma e accettazione reciproca che
avevano dimostrato il giorno prima, aveva notato le
occhiatacce che Chris e Cloe avevano lanciato a
Sanzo, non appena avevano capito che il monaco transitava nella sua orbita.
Li conosceva. Il loro istinto di protezione, soprattutto dopo
gli avvenimenti di Jiin, al sentir ciò che la
divinità le aveva detto a proposito del bonzo, sarebbe
sicuramente raddoppiato, andando così a creare delle tensioni all’interno del
gruppo, considerando i temperamenti caratteriali di tutti.
Cosa che non voleva accadesse nel modo più assoluto.
Per quanto ne sapeva, quel Ratzel
le aveva semplicemente detto un mucchio di sciocchezze. Non era il caso di
rovinare un già precario equilibrio per una ragione tanto futile basata su preoccupazioni
campate in aria.
Di preoccupazioni ne avevano già abbastanza. Dirigersi ad
ovest e sperare in non incappare in troppi incidenti di percorso. Per non
parlare di quella visione che aveva avuto il giorno precedente eche le era tornata
sottoforma di incubo durante la notte, poco dopo essersi addormentata tra le
braccia di Sanzo.
No. Non era assolutamente il caso di parlare delle
farneticazioni del dio.
GOKU – Cos’è successo mentre noi
eravamo impegnati a tener a bada gli altri due? – chiese all’amica, rompendo il
silenzio e facendola riavere dal suo stato di torpore.
SARAH – Io… - tentennò, indecisa su cosa inventarsi. – Non
lo so… mi sono svegliata poco prima che arrivassero loro – decise di dire
infine, volgendosi verso gli amici, che ebbero ognuno una reazione sorpresa
diversa.
CHRIS – Ma lo conosci quel tipo? – le chiese, aggrottando la
fronte, ricordando con fastidio i modi galanti vomitevoli che il dio le aveva
rivolto. Era saltato addosso a Sarah nel momento esatto in cui il tizio le
aveva baciato la mano, e c’era mancato poco che non cambiasse direzione
all’ultimo secondo per poter saltare addosso a lui per rompergli il naso.
La ragazza scosse la testa, assumendo un’aria grave,
ripensando incredula a come fosse stato possibile il
senso di familiarità che l’aveva colta quando aveva visto il dio.
PAD – Che voleva? – le chiese allora, incuriosita quanto
l’amico da ciò a cui avevano assistito poco prima che
la sottraessero a quello che, non solo a lei, era sembrato un saluto
confidenziale.
SARAH – Non lo so… - .
CHRIS – Possibile che non abbiate scambiato nemmeno una
parola? Ti ha minacciata, picchiata, insultata…? - .
SARAH – No! – rispose con enfasi, ricordandosi dei modi
gentili e di quegli occhi blu accondiscendenti.
Chris si portò una mano alla
testa, prendendo a grattarsela nervosamente, cercando di ragionare su quanto
aveva visto e su quanto l’amica gli stesse dicendo.
CHRIS – E perché accidenti ti ha rapita? – le chiese confuso, mentre Sarah sollevava le spalle e
abbassava lo sguardo.
GOIJO – Bizzarro… - intervenne, incuriosito anch’egli dalla
strana situazione. – Probabilmente è rimasto ammaliato dal suo fascino… - scherzò,
sorridendo sornione, cercando di allentare un po’ la tensione.
CHRIS – Beh, lo credo anch’io, dal momento che l’ha salutata
in modo del tutto particolare prima di andare via! –
esclamò, facendo spalancare gli occhi al mezzo demone e a Goku, mentre Hakkai
aggrottava la fronte e Sanzo si alzava dalla sua postazione e si avvicinava al
gruppo, più incuriosito – quanto innervosito – di tutti.
GOKU – In che modo, scusa? – chiese a Chris,
che continuava a fissare l’amica, che era sobbalzata nel sentire la sua
esclamazione.
PAD – Le ha afferrato una mano e gliel’ha baciata! – spiegò,
facendo assumere ai suoi occhi uno sguardo sognante, imitando poi
perfettamente, con fare teatrale, il gesto al quale aveva assistito.
GOKU/GOIJO – Eh?? – esclamarono in
coro, spiazzati da quella rivelazione inattesa.
Sarah sollevò lo sguardo, andando a incontrare gli occhi
magnetici del bonzo, che la scrutavano intensamente, quasi a volerle scavare
dentro.
SARAH – Mi conosce – pronunciò improvvisamente, captando di
nuovo l’attenzione di tutti.
HAKKAI – Come fa a conoscerti? – le chiese, rivolgendosi a
lei delicatamente come suo solito.
SARAH – Non ne ho idea – rispose, chiudendo gli occhi e
scuotendo la testa sconsolata, confusa quanto loro da tutto ciò che le era
successo. – Mi ha chiesto di seguirlo – aggiunse poi, facendo spalancare
ulteriormente le bocche di Goijo e Goku.
PAD – Seguirlo? – chiese allucinata, scrutando il volto
dell’amica minuziosamente per cercar di capire se avesse sentito bene.
GOKU – Perché? - .
GOIJO – Te lo ha “chiesto”? - .
CLOE – Fatela parlare! – esclamò ammonendo tutti, dando
voce, contemporaneamente, ai pensieri del bonzo, che diventava di minuto in
minuto più irrequieto.
HAKKAI – Datele il tempo di esprimersi – aggiunse,
concordando con l’invito della donna, sistemandosi poi il monocolo sull’occhio.
Sarah rivolse appena uno sguardo grato al demone dagli occhi
di giada, comprendendo al volo che il suo intervento era servito per camuffare
il modo sconveniente con cui si era rivolta l’amica a Goijo e Goku.
SARAH – Non so come spiegarlo… - continuò, dando voce ai
propri pensieri, sollevando nuovamente lo sguardo verso il bonzo affinché
avvertisse il suo reale stato d’animo. – Ma… sembrava conoscermi. Mi ha dato
del lei… premettendo subito che non aveva cattive intenzioni… - risollevò
nuovamente lo sguardo, andando ad incontrare lo sguardo perplesso di tutti i
suoi compagni di viaggio. - … che non voleva farmi del male. Mi ha detto che
ero in pericolo… e mi ha chiesto di seguirlo, di andare con lui… - .
Il silenzio che seguì a quella dichiarazione non durò che
una manciata di secondi, prima che ognuno cominciasse a dire la propria.
CHRIS – Roba da pazzi… - .
GOKU – Pericolo? Quale pericolo?? -
.
GOIJO – Giustamente si è spacciato per l’eroe di turno…
buffone… - .
PAD – Io non ci ho capito niente. Rapirti per poi
proteggerti?? - .
CHRIS – Sicura di non aver battuto la testa e aver capito
male? - .
PAD – Potrebbe averla battuta lui la testa! Quando mai si è
visto il cattivo di turno essere gentile con la propria vittima! - .
CHRIS – Potrebbe essersene davvero innamorato… inventando
poi la scusa del pericolo per poterla portare con se e proteggerla… il furbo… - .
GOIJO – Non è da escludere – concordò, accendendosi una
sigaretta.
PAD – Ma siete scemi o cosa?? –
sbottò allucinata, guardando prima l’uno e poi l’altro.
GOKU – Ho fameeeeeee… - .
GOIJO – Stiamo facendo un discorso serio, scimmia! - .
GOKU – Anche la mia fame è seria, kappa!
- .
PAD – Scimmia? -.
CHRIS – Kappa? - .
GOIJO – Dubito che tu sappia quand’è il momento di essere
seri, razza di scimmia ingorda! - .
GOKU – Da che pulpito! Quando mai sei stato serio tu, razza
di kappa pervertito! - .
CHRIS – Pervertito? – chiese, conducendo con una mano Pad dietro di se e osservando il mezzo demone guardingo.
PAD – Perché “kappa”? – chiese
curiosa, sbucando dalle spalle dell’amico.
GOKU – Ha le antenne, non le vedi? – le rispose divertito e
soddisfatto, indicando i capelli rossi dell’amico, che s’infuriò ulteriormente,
afferrandolo per la collottola e sollevandolo da terra.
GOIJO – Razza di stupida scimmia! Ripetilo! - .
CHRIS – Questi qui non me la raccontano giusta… - pronunciò
a mezza voce, rivolgendosi a Pad, venendo però
sentito ugualmente dai due litiganti.
PAD – Ma dai! Sono divertenti! - .
CHRIS – Per niente… ma hai sentito che battute? Scimmia, kappa… non credo abbiano tutte le rotelle a posto… - .
GOKU/GOIJO – Prego? – chiesero indispettiti, interrompendo
il loro battibecco, riponendo momentaneamente le loro armi
da guerra.
CHRIS – Non mi piacete – rispose, alzando, questa volta, la
voce per farsi sentire.
I due rimasero interdetti da tanta schiettezza, restando per
un attimo in silenzio a soppesare ciò che avevano sentito.
GOKU/GOIJO – È reciproco! – risposero in coro, riprendo a
guardarsi poi in cagnesco.
GOIJO – Non mi rubare le battute, scimmia!
SANZO/CLOE – FATE SILENZIO! – proruppero insieme, estraendo
il proprio harisen e cominciando a farlo piombare sulle teste dei poveri
malcapitati.
Sarah sgusciò lentamente verso Hakkai, nascondendosi dietro
di lui, poggiando le mani sulle sue spalle per aiutarsi a spiare ciò che
avveniva nell’improvvisato campo di battaglia.
SARAH – Non vorrei beccarmi un’harisennata
per errore… -spiegò,
seguendo con gli occhi i movimenti rapidi degli harisen, che rispondevano ogni
volta che le vittime ne dicevano unanuova.
HAKKAI – Saggia decisione! – le rispose sorridendo come suo
solito, mentre Hakuryù svolazzava preoccupato sul gruppo che non decideva a
smetterla.
SARAH – Forse, quando si saranno calmati, sarebbe il caso… - .
HAKKAI – Che viaggiassi con loro? – l’anticipò, voltandosi
verso di lei e sorridendole comprensivo.
Sarah in risposta gli sorrise a sua
volta, stringendogli appena le spalle in un gesto affettuoso, per poi alzarsi e
avvicinarsi cautamente al gruppo di scapestrati.
PAD – Allora… - esordì per la prima volta da
quando si erano rimessi in viaggio, rivolgendosi a Sarah, sporgendosi
dal sedile posteriore su cui era seduta e poggiando i gomiti sui sedili
anteriori, dove erano sedute Cloe e Sarah.
CHRIS – Già! Allora?? – intervenne anche lui, -riavendosi dallo
stato catatonico nel quale era caduto per via del sonno che ancora incombeva su
di lui e per via dello stordimento dovuto alle botte ricevute precedentemente -,
ricordandosi improvvisamente delle novità che aveva da raccontar loro l’amica.
Scostò bruscamente Pad, che aveva invaso più spazio del
dovuto, e si mise al suo posto.
Sarah arrossì vistosamente, per poi tentare d’interpretare
una parte indifferente.
SARAH – Allora cosa… ? – chiese quasi sussurrando, sperando
che non si avverasse quello che temeva…
CLOE – Non fare la finta tonta – le rispose, aspirando una
boccata di fumo e conducendo la mano che reggeva la sigaretta all’esterno
dell’abitacolo, continuando a manovrare il volante con una sola mano e tenendo
l’acceleratore abbassato quanto bastava per stare dietro alla jeep verde.
CHRIS – Chi è? - .
PAD – Quanti anni ha? - .
CHRIS – Com è successo?? - .
PAD – Cosa è successo? - .
SARAH – Oddio… - pronunciò soltanto, portandosi entrambe le
mani a proteggersi le orecchie, sapendo che non era ancora finita.
CLOE – Ti conviene cominciare a rispondere – le consigliò
col suo solito fare distaccato e sicuro, dandole la conferma alle sue paure.
Non era ancora finita.
SARAH – Si chiama Sanzo… - cominciò a rispondere, dopo aver
emesso un sospiro rassegnato. – Ha ventitré anni, e… ed è successo e basta!
Cosa, non vi riguarda! – concluse piccata, mettendosi sulla difensiva, sperando
di dissuaderli dal farle altre domande imbarazzanti, mentre Cloe cominciò a
ridere divertita dalla sua reazione e dal colorito che aveva assunto il suo
volto.
CHRIS – Ventitré? Perbacco… - .
SARAH – Perbacco, cosa? – chiese all’amico
indispettita, voltandosi verso di lui.
CHRIS – Ne dimostra di più… -.
Sarah sembrò rifletterci su, per poi tornare a sedersi
compostamente, ritornando a guardare avanti.
PAD – Da quanto va avanti? – chiese, questa volta seria.
SARAH – Più o meno da quando ci siamo
separati…- rispose
approssimativamente, tornando con la mente indietro nel tempo, ricordando con
riluttanza tutto quello che aveva vissuto fino ad allora, incrociando le
braccia al petto e immergendosi nei propri pensieri.
CLOE – È un bonzo… - .
Sarah sollevò la testa, prendendo a fissare la capigliatura
bionda che riusciva a intravedere nella jeep che viaggiava davanti a loro.
Aveva capito che quella dell’amica era una constatazione, e
non una domanda.
Si limitò ad annuire, mentre la demone
faceva schioccare la lingua.
CHRIS – Giusto…- esordì improvvisamente, ricordandosi
della tunica che indossava il ragazzo e del chakra
scarlatto al centro della fronte. – Ma i bonzi non dovrebbero essere delle
persone dalla spiritualità fortemente sviluppata, devoti
alle divinità e professanti il non attaccamento alle cose materiali? - .
PAD – Come sei informato! – esclamò divertita, poggiando la
testa sullo schienale del sedile, chiudendo gli occhi e sorridendo
impercettibilmente.
CHRIS – E com’è che l’ho visto fumare come un camino, bere
birra a go go e abbattere
l’harisen, non troppo delicatamente, sulle testoline dei poveri malcapitati di
turno sparando a raffica minacce e espressioni alquanto discutibili dal gergo
non troppo elevato? - .
PAD – Eccolo che parte in modalità investigazione attiva… - .
Sarah non rispose, sorridendo appena, dimostrandosi
improvvisamente interessata alle proprie scarpe, estraendo poi una borraccia
dalla borsa posta ai suoi piedi e aprendola per berne un sorso.
CHRIS – E poi… - continuò, non contento. – Cosa
fondamentale… - aggiunse, spostandosi più in avanti per poter avere ben in
vista il volto dell’amica. – I monaci non praticano la castità? - .
Sarah sputò di botta l’acqua che si era appena versata in
bocca, facendo frenare di colpo Cloe, che di tutta risposta fece urlare Pad per il gesto improvviso.
PAD/CLOE – IDIOTA! – esclamarono in coro rivolte al demone,
mentre Sarah continuava a tossire e Chris si faceva piccolo piccolo, ritornando seduto
al proprio posto.
CHRIS – Era solo una curiosità… - emise flebilmente,
intimorito dagli sguardi furenti delle amiche, escluso quello di Sarah, che
stava ancora cercando di riprendersi.
PAD – Impiccione! - .
CLOE – Fallo di nuovo e ti faccio scendere per poi metterti
sotto! - .
CHRIS – Ok, ok… - rispose arrendevole, mostrando i palmi
delle mani per sottolineare il gesto. – Scusa tesoro – si rivolse poi a Sarah,
sporgendosi in avanti e poggiandole una mano sulla spalla per attirare la sua
attenzione. – Non lo faccio più! – concluse, scoccandole un bacio sulla guancia
per farsi perdonare come al solito.
PAD – Chris… - richiamò l’amico
sotto voce, guardando fissa di fronte a se. Il demone si voltò a guardarla, per
poi seguire la stessa traiettoria del suo sguardo… incrociando un paio di
ametiste che non tentavano in alcun modo di nascondere l’intenzione
d’incenerirlo all’istante.
Il demone sostenne lo sguardo del bonzo fino a quando una voce non s’informò che andasse tutto bene.
HAKKAI – È tutto a posto? – chiese, portandosi una mano alla
bocca per amplificarne il volume e sporgendosi dalla jeep per farsi vedere e
vederli meglio.
SARAH – Sì! – urlò, sollevandosi e agitando un braccio per
confermare la sua risposta, estraendo poi uno straccio dal cruscotto e
mettendosi a pulire il vetro che aveva sporcato rigettando l’acqua.
Aveva lanciato uno sguardo a Sanzo non scorgendo nel suo
niente di buono, temendo che i suoi timori riguardo i
temperamenti caratteriali che entrassero in collisione potessero avverarsi.
Quando entrambi i veicoli ripartirono, si ripromise di
parlare con Sanzo quanto prima.
CLOE – Da chi ha ereditato il sutra
che porta sulle spalle? – chiese improvvisamente, facendo voltare di scatto Sarah
verso di sé, sorpresa.
SARAH – Come fai a sapere che è un sutra?
- .
PAD – Cos’è un sutra? – chiese
curiosa, interrompendo momentaneamente la loro conversazione.
CLOE – È una sorta di pergamena mistica capace di generare
poteri smisurati… – rispose, facendo spalancare gli occhi ad un’incredula Sarah
e saziando appena la curiosità di Pad, che tornò a
sedersi compostamente al proprio posto.
La demone s’interruppe, attendendo
pazientemente che l’amica umana le rispondesse.
La curiosità che l’aveva colta non appena aveva visto il
biondo monaco non l’aveva fatta trovare ancora pace.
Quegli occhi di quel colore particolare... quello sguardo
altezzoso e sprezzante… avevano tutta l’aria di esserle familiari.
Sarah continuò a restare in silenzio. La domanda l’aveva
colta alla sprovvista… e, più che chiedersi come l’amica facesse a sapere di
tanti particolari, si trovò di fronte alla schiacciante situazione di dover
ammettere con se stessa che non sapeva nulla dell’uomo che amava.
Lo stesso fatto di aver risposto agli amici che si chiamava
Sanzo, le aveva fatto mangiare subito la lingua. Sapeva benissimo che “Sanzo”
era il suo titolo onorifico e non il suo vero nome… che invece non aveva la più
pallida idea di quale fosse.
Così come non sapeva nulla del suo passato. Com’era
diventato bonzo? Era orfano come lei? Com’era entrato in possesso del sutra?
Si era ritrovata ad amarlo incondizionatamente senza
soddisfare alcuna curiosità, senza nemmeno porsi il problema di sapere di più
su di lui… quasi incurante di ciò che potesse
rappresentare davvero quel ragazzo al di là di quello che dimostrava di essere.
L’unica cosa che sapeva era che la vita, o, dir si voglia, il fato, aveva fatto di tutto per metterlo sulla sua
strada. Mai aveva avuto cosa più preziosa… ma la
consapevolezza del fatto di non sapere nulla di lui l’attanagliava come una
morsa famelica, mettendola di fronte alla realtà… di essersi innamorata di un
estraneo.
Era dunque amore ciò che provava per lui? O semplice
gratitudine per aver incrociato il suo cammino e averla affiancata, sostenendo con
lei delle difficoltà che, altrimenti, avrebbe dovuto affrontare da sola come
sempre?
Un movimento dalla jeep davanti la fece distogliere dai suoi
pensieri, facendole alzare gli occhi giusto in tempo per vedere
l’imperturbabile bonzo perdere la pazienza e abbattere senza pietà l’harisen
sulle teste dei poveri malcapitati che sedevano sui sedili posteriori,
massaggiandosi la testa impauriti, mentre la vena del
monaco, ben distinguibile anche a quella distanza, pulsava freneticamente.
Come un fulmine a ciel sereno le
ritornarono in mente le parole della divinità che l’aveva rapita il giorno
precedente.
Genjo Sanzo la sta usando.
Scosse la testa violentemente, riavendosi da quel
ragionamento così fastidioso. Perché quel Ratzel le
era ritornato in mente così improvvisamente?
SARAH – Io… non lo so… - .
CHRIS – Gli hai parlato di noi? - .
La domanda del ragazzo, chiaramente poco interessato a come
il bonzo avesse potuto ottenere il suo sutra, giunse
inaspettata alle orecchie di tutti, nonostante si fosse capito che era stata
rivolta a Sarah.
Cloe non ebbe da obiettare sull’interruzione del suo
discorso. Alcuni dubbi, indipendentemente dall’ultima risposta di Sarah, le
erano divenuti quasi certezze, e nulla le avrebbe impedito, se avesse voluto, di riprendere in un secondo momento il
discorso con la ragazza, o magari, perchè no, chiedere qualcosa direttamente al
bonzo.
In fin dei conti non era poi così importante, le sembrava
solo molto bizzarro come, in determinate occasioni, il mondo le apparisse
davvero piccolo.
Poi il silenzio in cui era caduto Chris quando si erano
rimessi nuovamente in viaggio l’aveva fatta stare in pensiero non poco. Era
chiaro che, come a lei, quel tipo non gli piacesse, ma a differenza di lei, che
trovava inconcludente immischiarsi nella vita privata dell’amica,
considerandola capace di saper badare a se stessa, Chris
aveva un’indole protettiva marcata nei suoi confronti, come nei confronti di Pad e, talvolta, nei suoi, quando glielo permetteva.
Temeva che quel silenzio, com’era già capitato in passato,
fosse la classica “quiete prima della tempesta”, e che la tempesta potesse
scatenarsi da un momento all’altro.
Quella domanda posta con voce ferma, invece, l’aveva
sollevata, poiché significava che di tempeste non ce ne sarebbero state.
SARAH – Sa che fate parte della mia vita – gli rispose,
voltandosi verso di lui e guardandolo negli occhi.
CHRIS – Mh. – si limitò a emettere
come risposta, per niente convinto dallo sguardo che gli aveva lanciato il
bonzo.
SARAH – Chris… - lo chiamò,
poggiandogli una mano su una gamba.
CHRIS – Va bene, va bene. Mi ha solo dato fastidio che abbia
tentato di marcare il territorio, tutto qui! - .
Pad proruppe in una grossa risata,
portandosi una mano alla bocca e attirando così l’attenzione su di se.
PAD – Cos’è, un cane? – chiese divertita all’amico, che di
tutta risposta non aveva cambiato espressione, limitandosi solo a scuotere la
testa in senso negativo.
CHRIS – Mi è sembrato essere solo un illuso che crede di essere
l’unico a potersi permettere alcuni comportamenti… che d’altronde non ho ancora
avuto modo di osservare, visto che sembra ibernato! - .
Cloe gli lanciò un’occhiataccia dallo specchietto
retrovisore, mentre Sarah abbassava la testa, non permettendo così che le si potesse leggere in faccia l’espressione che aveva.
PAD – Ed eccolo in modalità gelosia attiva… - si limitò a
dire, pensando che l’amico avesse esagerato con quell’ultima considerazione.
Chris sbuffò, infastidito dal
fatto di non essere capito e incapace di spiegarsi perché troppo sommerso dalle
sue preoccupazioni.
CHRIS – Non sono geloso! – sbottò, sentendosi stringere
improvvisamente la gamba.
SARAH – Mi fa piacere sentirtelo dire, perché non ne avresti
alcun motivo - .
Il biondo demone sollevò lo sguardo, andando a incontrare
gli smeraldi dell’amica, che sembravano volergli parlare senza farsi aiutare
dalle parole.
SARAH – Io non so… - iniziò, fermandosi e sbuffando,
passandosi poi una mano sul volto seccata.– Sto diventando decisamente ripetitiva… - confessò, facendo sfuggire un mezzo sorriso a Cloe, che continuava a guidare mantenendo
sempre la stessa velocità, senza perdere d’occhio la jeep che era davanti a
loro. – Il punto è che… davvero, me ne sono capitate di tutti i colori. - .
Chris spostò per un attimo lo
sguardo dal suo, soffermandosi sulla mano dell’amica, che sembrava voler creare
una sorta di ponte di collegamento con lui.
SARAH – Non ho mai avuto certezze in vita mia, questo lo
sapete meglio di me – riprese, riportando i suoi occhi chiari in quelli scuri
dell’amico, che aveva rialzato lo sguardo. – Ma ultimamente… mi sono successe
un sacco di cose strane - .
PAD – Lo abbiamo visto! – esclamò, riferendosi al discorso
della divinità.
SARAH – So che molto probabilmente farete fatica a
comprendere quello che sto per dirvi… - .
Come Chris, ora anche Pad aveva preso a fissarla intensamente.
SARAH – Così come penserete che sia impazzita… dal momento
che, beh… lo avrete capito… io non so nulla di Sanzo… non conosco nemmeno il
suo vero nome… - .
Chris sospirò, mordendosi la
lingua nel tentativo di non dire subito la sua in proposito.
SARAH – Ma lo amo - .
Il demone vide gli occhi dell’amica brillare di una luce
diversa da come era abituato a vederla di solito. Che si ricordasse,
mai l’aveva vista con quello sguardo.
Sarah arrossì impercettibilmente, abbassando la testa per
nascondere le guance imporporate, mentre Pad
sorrideva intenerita.
SARAH – E ciò che provo, lo so, va contro tanti principi… -
continuò, trovando il coraggio di risollevare lo sguardo, tentennando appena
prima di incontrare nuovamente gli occhi degli amici. – Non dovrei lasciarmi
prendere così tanto da una persona che, detto francamente, conosco appena…
specie dopo tutto quello che ho già passato - . Si
fermò nuovamente, prendendo ad accarezzare con la mano il tessuto dei pantaloni
di Chris, come se così facendo potesse aiutarsi ad
esprimersi meglio, concentrandosi di più.
SARAH – Ma, come già vi ho anticipato, è inspiegabile… - .Chris sospirò, abbassando lo
sguardo, senza abbandonare la sua espressione contrariata. – Inizialmente
pensavo si trattasse di una semplice infatuazione dettata da esigenze un po’
troppo trascurate… - scherzò, cercando di alleggerire il discorso, sentendo
subito Cloe ridacchiare. – Ma ogni volta che incrocio i suoi occhi, mi rendo
conto che non è così… che c’è di più… - .
Pad ora aveva gli occhi lucidi,
come ogni volta che sentiva discorsi del genere. Anche lei, come Chris e Cloe, era diffidente nei confronti del biondo
monaco, ma vedere l’amica parlarne in quel modo le scacciava via dalla testa ogni
pregiudizio che si era fatta su di lui.
CHRIS – Di più. - .
Sarah sollevò lo sguardo, cercando quello dell’amico per
trovarvi una spiegazione a quella risposta.
CHRIS – Non lo conosci, ma lo ami - .
La ragazza a quel punto annuì, capendo cosa volesse intendere l’amico.
Il demone allora sospirò pesantemente, sfuggendo allo
sguardo dell’amica, portandosi una mano alla bocca e cercando di riflettere su
ciò che aveva sentito dirle.
SARAH – Lo amo Chris, in un modo
che nemmeno immagini – confermò ulteriormente, sia a se stessa, rispondendo in
modo definitivo al dubbio che le era venuto prima, sia all’amico, senza
staccare gli occhi da quelli dai suoi.
CHRIS – Io non voglio vederti più soffrire, Sarah -.
Il silenzio si rimpossessò dell’abitacolo.
CHRIS – A me non interessa che tu te ne sia
innamorata a prima vista - riprese, vedendo l’amica rivolgergli uno sguardo
interrogativo. – Nel senso… non è questo a preoccuparmi – si corresse subito. –
Non può che farmi piacere se qualcuno è riuscito a conquistarti… ma lui? - .
Pad aggrottò la fronte,
incrociando le braccia e sporgendosi verso l’amico.
PAD – Lui cosa? – gli chiese, dando voce anche alla domanda
di Sarah.
CHRIS – È preso come te? – si rivolse a Sarah, rispondendo
contemporaneamente anche all’amica.
CLOE – Che domande fai? – intervenne improvvisamente,
guardandolo attraverso lo specchietto retrovisore.
CHRIS – Espongo la mia preoccupazione! – rispose alla donna.
– Che io ricordi, lei era presa anche da Jiin! - .
PAD – Ma no! – esclamò esasperata, non capacitandosi di come
potesse aver fatto quel tipo di paragone.
Sarah capì al volo, e alzò entrambe le mani per indurlo a
fermarsi.
SARAH – È totalmente diverso, Chris
– gli spiegò, scandendo bene le parole affinché l’amico non potesse
fraintenderle. – Io non ero presa da Jiin - .
CHRIS – Eppure mi sembra di ricordare che c’è mancato poco
che non te lo sposassi! - .
PAD – Oh dei… illuminatelo voi! – esclamò, roteando gli
occhi.
CLOE – Uomini… hai voglia di spiegargli che la medaglia ha
più facce… loro continuano a vederne sempre e solo una! - .
CHRIS – Eh? – chiese alquanto confuso, rivolgendosi
all’amica che guidava.
CLOE – Non capite niente! – tuonò, facendolo rintanare
nuovamente nell’angolino in cui si era rintanato anche
precedentemente.
Sarah rise appena, divertita, allungando nuovamente la mano
per raggiungere Chris, invogliandolo così a risedersi
composto, in modo che potessero riprendere a parlare.
SARAH – Io non amavo Jiin –
scandì, riprendendo il discorso. – È questo che fa la differenza. -.
Chris rimase in silenzio,
soppesando seriamente le parole dell’amica. Sapeva benissimo di aver fatto un
paragone assurdo riproponendo la storia di Jiin, ma
il timore che Sanzo potesse dimostrarsi e rivelarsi uno sporco approfittatore
come lo era stato lui, gli faceva andare il sangue
alla testa.
Il fatto che lei, poi, ne fosse innamorata, non facilitava
certo le cose, anzi, a suo parere, le complicava non poco. Se avesse voluto
avrebbe potuto manipolarla come voleva. D’altronde, era cosciente del fatto
che, più di starle vicino come amico e offrirle la sua spalla quando ne avesse
avuto bisogno, non avrebbe potuto immischiarsi più di tanto.
CLOE – Sarah è
un’adulta – gli aveva risposto quando, contrariato
dalle imminenti nozze della ragazza, aveva proposto di farle il lavaggio del
cervello fino a quando non l’avessero dissuasa dal suo intento. – Possiamo
darle dei consigli, possiamo esporre il nostro parere, possiamo offrirle il
nostro appoggio quando e se ce ne fosse bisogno - .
Aveva guardato l’amica, sperando di non sentirle dire le parole che temeva. –
ma non possiamo immischiarci nella sua vita a tal punto da decidere per lei!
Con lei, sì, contro di lei, no! Non è questo che fanno gli amici! - .
CHRIS – Io non voglio
che soffra… - le aveva confessato, abbassando lo sguardo, vinto.
CLOE – Il dolore è il
miglior maestro che la vita possa metterti a
disposizione, Chris, credimi - .
CHRIS - … e se fosse
un errore? E se stesse sbagliando? – le aveva chiesto ancora, timoroso e
speranzoso allo stesso tempo.
CLOE – Meglio ancora –
aveva risposto tranquillamente. – È risaputo che dagli errori s’impara. - . Aveva spalancato gli occhi, spiazzato da tutta
tranquillità che l’amica stava dimostrando. -E poi è giovane… - aveva aggiunto,
sorridendo appena e recuperando lo straccio per asciugare i piatti. – Può
permettersi tutti gli errori che vuole! - .
Lo aveva liquidato
così, con una leggera risata che lo aveva accompagnato fino a
quando non era scomparsa all’interno della cucina della locanda.
Se era vero che dagli errori s’imparava
e che un buon amico non spezzava i passi alla persona a cui voleva bene, Chris si sarebbe limitato a stare all’erta e ad essere
felice per lei, se lei lo fosse stato.
Le sorrise dunque, spiazzandola totalmente, abbandonando
l’espressione cerea e recuperando la sua espressione bonaria.
CHRIS – Oooook! - .
Come Sarah, anche Pad lo guardò
sconvolta, mentre Cloe piegava le labbra in un mezzo sorriso.
CHRIS – Se sei felice tu, sono felice anch’io. E se
l’iceberg ha deciso di marcarsi stretto il territorio… - orientò lo sguardo per
un attimo in direzione della jeep che avevano davanti, constatando di non
essere osservato. – Vorrà dire che ti farò le coccole di nascosto! – le
sussurrò, attirandola verso di se e abbracciandola, per poi accarezzarle la
testa e schioccarle un secondo bacio sulla guancia.
Sarah si limitò a sorridere, voltandosi subito davanti per
impedire alle lacrime di solcarle il volto, venendo
osservata sottecchi da una soddisfatta Cloe, mentre Pad
si lamentava con l’amico di non aver mai ricevuto così tante coccole in una
sola giornata come lei.
Fortunatamente, sul fare della sera, erano riusciti a
incontrare inaspettatamente un villaggio sul loro cammino.
GOKU – Dovremmo comprare una cartina nuova… - pronunciò,
sorpreso di trovarsi così presto in un nuovo villaggio.
HAKKAI – Purtroppo ciò non dipende da me! – esclamò
scherzando, riferendosi in maniera velata, ma esplicitamente, al bonzo, che si
limitò a grugnire, mostrando il suo disappunto come al
solito.
GOIJO – Che tirchio… fossero soldi tuoi! - .
SANZO – Vuoi morire? - .
GOKU – AAAAAAAAAAH! CIBO! – esclamò, intercettando al volo
una locanda, la cui insegna era più grande di quelle
di cui era circondata.
GOIJO – La solita scimmia… - disse, tentando di provocarlo mentre si accendeva una sigaretta, parlando però
al vento, dal momento che Goku era partito a razzo verso la fonte dei suoi
desideri.
Cloe parcheggiò alle spalle della locanda nel momento in cui
Hakuryù ebbe ripreso le sue sembianze animali, andando poi a posarsi sulla
spalla di Hakkai, che non mancò di accarezzargli la testolina come al solito, aspettando che Sarah e i suoi amici li
raggiungessero.
CHRIS – Eccoci qua! – esclamò
raggiungendoli, ricevendo in risposta un sorriso
educato, uno sguardo indifferente e uno confuso. – Allora? Si mangia? – chiese
noncurante, avviandosi, come Goku, verso la locanda.
PAD – Pernottiamo anche qui? – chiese raggiungendoli a sua
volta, sorridendo a tutti e seguendo l’amico, che aveva ormai raggiunto il
ragazzino eretico, perso a osservare attraverso i vetri le pietanze che venivano trasportate dai camerieri all’interno della
struttura.
CLOE – Se hanno camere a sufficienza per tutti, perché no? –
propose, rivolgendo uno sguardo a tutti per poi soffermarsi su quello del
bonzo, che le parve assumere, per un attimo, un’espressione diversa.
“Mi sono sbagliata o no, Koryu?”
pensò la donna, per poi sorpassarlo e raggiungere gli altri all’esterno della
locanda.
HAKKAI – Sarebbe il caso di andare a chiedere se abbiamo realmente intenzione di pernottare qui, altrimenti
saremmo costretti a cercare camere altrove - .
GOIJO – Ti accompagno – rispose, cogliendo al volo le
intenzioni dell’amico, allontanandosi poi con lui per lasciare soli quelli che
aveva definito “i due piccioncini”.
Sarah sorrise nel pensare all’ovvietà del comportamento di
tutti, abbassando la testa e mettendosi a scavare con la punta della scarpa nel
terreno sotto ai suoi piedi.
Sanzo si accese una sigaretta, guardandosi poi attorno,
constatando, con irritazione, di essere osservato, capendo quindi il motivo per cui la ragazza non gli si era ancora avvicinata.
Estrasse una sigaretta dal pacchetto perennemente presente
nella tunica e se la portò alla bocca, accendendosela e aspirandone subito una
profonda boccata.
SARAH – Dammene una – gli chiese, senza
porgli il giusto tono di domanda, ond’evitare di
dargli la possibilità di negarle quella richiesta.
SANZO – Scordatelo - le rispose ugualmente, facendola ridere
appena, per poi vederla avvicinarsi a lui e sfilargli la sua di bocca.
SARAH – Allora sarai costretto a dividere la tua…- lo provocò,
sostenendo il suo sguardo duro per un po’, per poi allontanarsi, dirigendosi
verso una panchina che affacciava sulla strada.
Il bonzo la raggiunse poco dopo che si fu seduta, sfilandole
dalla mano la sigaretta e portandosela alla bocca, per poi andarsi a sedere
all’estremità opposta della panchina, osservando annoiato la gente che passava,
maledicendo di trovarsi in un posto così affollato che gl’impediva di tenerla
vicina. Non che gl’importasse ciò che potessero pensare di lui le persone
vedendolo con una donna, non si era mai posto il problema dei giudizi altrui,
figuriamoci adesso!
Piuttosto, non gli era sfuggito il
modo in cui alcune donne avevano indicato Sarah vedendola avvicinarsi
provocante a lui per poi sfilargli la sigaretta dalle labbra. Non gli era
piaciuto il modo in cui l’avevano indicata e si erano messe a parlare tra loro,
continuando a guardarla. Conosceva la sensazione che si provava a sentirsi
continuamente le dita puntate contro, e non voleva, nel modo più assoluto, che
per colpa di quella dannata tunica che indossava potesse subire anche lei la
stessa spiacevole sensazione d’inadeguatezza.
Lei, di tutta risposta, aveva capito, come sempre. Era
incredibile come riuscissero ad agire e pensare in
sintonia pur non scambiandosi così tante parole. Specie lui, che non era mai
stato eloquente, tranne quella sera in cui l’aveva convinta a non andarsene e
che…
Scosse la testa, allontanando quel ricordo. Non perché non
gli piacesse ricordare quei momenti, tutt’altro… ma
quello non era decisamente il momento per pensare a cose simili.
Con la folla che sembrava esserci in giro, era già tanto se
fossero riusciti a trovare delle camere multiple o nelle quali, come al solito, nel bene e nel male, avrebbero potuto adattarsi.
Figuriamoci aspirare a trovarne una matrimoniale solo per loro due! Senza
contare che ora c’erano anche i suoi amici. Il kappa
aveva dimostrato di non essere più impiccione di quanto non lo fosse già di
suo, accettando la loro storia senza dimostrarsi più fastidioso di quanto la
sua lingua non gli permettesse già. Ma loro? Il modo in cui era stato osservato quando, il giorno prima, Sarah gli era corso
incontro nel bosco per abbracciarlo non gli era sfuggito.
SARAH – Come siamo silenziosi… - .
La sua voce calda gli giunse più avvolgente del solito, e
dovette far leva su tutta la forza che aveva per non mandare al
diavolo tutta quella gente e avvicinarsi a lei.
Sbuffò, gettando la sigaretta a terra e spegnendola con un
piede, fulminando con lo sguardo l’ennesimo uomo che aveva beccato a osservare
sottecchi la ragazza seduta accanto a lui.
SANZO – Questo posto mi da sui
nervi – confessò, estraendo un’altra sigaretta e accendendola, per poi passarla
dopo appena una sola boccata alla ragazza, che la prese non prima di aver
sfiorato, di proposito, delicatamente la sua mano.
SARAH – Anche a me - .
Aspirò una boccata di fumo per poi ricacciarla
immediatamente fuori, accavallando le gambe, portando un gomito sullo schienale
dietro di lei. Avrebbe voluto parlargli, instaurare una vera a propria
conversazione non dettata da soli monosillabi, ma
situati a quella distanza era improponibile. Voleva mettere in chiaro,
soprattutto, la posizione di Chris, prima che si
equivocasse, ma la giornata aveva tutta l’aria di voler mettere a dura prova la
pazienza del bonzo.
-Che bel fiore! – esclamò un ragazzo che passando di lì
l’aveva notata, ritornando indietro solo per poterle rivolgere quel
complimento. Conscia di essere tenuta d’occhio dal bonzo, immaginandosi, in quel
momento, la venetta traballare, Sarah non potè non
sollevare lo sguardo per guardare, almeno per educazione, la persona che le
aveva rivolto la parola.
Scorse un ragazzo dal sorriso sincero, dai capelli corti e
scuri e gli occhi dello stesso colore, che apparentemente non sembrava avere
nulla di losco. Accanto a lui un altro ragazzo, molto simile al primo, la
guardava, senza alcuna malizia, come il compagno.
-È sola, signorina? – le rivolse la parola il secondo,
chinandosi appena verso di lei con dei modi garbati che le ricordarono modo
Hakkai. Gli sorrise, scuotendo appena la testa.
-No, il mio ragazzo è andato alla tabaccheria di fronte
a comprare delle sigarette, ritornerà tra un attimo – rispose, mettendo subito
in chiaro che era impegnata, cosa che lusingò il bonzo, ma non lo
tranquillizzò, vedendo i due giovani ancora lì impalati davanti a lei,
innervosendosi pur sapendo che non ce n’era bisogno.
-Oh… - esclamò, senza nascondere una punta di delusione,
il primo.
-Allora non la disturbiamo più! – esclamò il secondo,
facendole un breve inchino, venendo imitato dal
compagno, e riprendendo a camminare, senza prima essersi voltato un’ultima
volta e averle sorriso.
CLICK.
SARAH – Ehi!!! – esclamò sotto voce
in preda al panico, voltandosi di scatto verso di lui, intimandogli con lo
sguardo di riposare la shoreiju. – Non fare lo
sciocco! - .
Sanzo le lanciò uno sguardo indecifrabile, prendendo, con
noncuranza, a osservare l’arma che impugnava, aprendo e chiudendo il caricatore
ripetutamente, fingendo di controllare che i proiettili fossero al loro posto.
SANZO – Di che parli? – le chiese con un tono di voce
seccato, senza sollevare gli occhi su di lei.
Sarah prese a osservarlo sottecchi, piegando le labbra in un
sorriso sornione, che faceva intendere di non essersi bevuta quel comportamento
apparentemente casuale.
SARAH – Di nulla…- rispose lascivamente, stando al
gioco. – Ho temuto per un attimo che ti avesse dato
fastidio l’interesse che nutrivano per me quei due ragazzi… - continuò,
gettando l’amo, continuando a guardarlo di tanto in tanto sottecchi per poter
scorgere le sue reazioni.
SANZO – Mh? – chiese fingendosi
disattento. – Ah, i due damerini? - .
SARAH – Allora non eri così distratto come volevi far
credere… - .
SANZO – Tsk! - .
Sarah scoppiò a ridere, mentre il monaco si alzava stizzito,
passandole di fronte e prendendole la sigaretta dalle dita mentre lei era
ancora intenta a sganasciarsi.
SARAH – Ed io? – chiese, fingendosi delusa e mettendo il
broncio, facendo fermare il bonzo, che stava dirigendosi verso la locanda.
SANZO – Compratele! – le consigliò, sentendola scoppiare a
ridere di nuovo, maledicendosi per i gesti automatici che avevano l’abilità di
tradire le sue emozioni.
YEEEAH! *rullo di tamburi, fuochi d’artificio e applausi* CE
L’HO FATTA AD AGGIORNARE!
(Eccola… ndLettori
con sguardo assassino)
(O__o? ndHOPE)
(Addosso! ndLettori
armati di tutto punto)
(Ehi un momento *inizia a scappare*
No, no.. aspettate! *riceve il primo pugno nelle costole* Fatemi spiegare!
*inizia a piangere sommessamente, ricevendo poi un calcio negli stinchi*)
COF COF*sputa sangue, cercando di articolare parola
con la bocca gonfia pestata*
Allora… lo so, lo so… sono VERGOGNOSAMENTE in ritardo. Ma mi
sono fatta perdonare con questo aggiornamento no? Niente botte (tranne quelle
che avete riservato a me ovviamente >__<) e niente minacce di nemici
varie… solo dei sani rapporti interpersonali e un po’ dello sviluppo della love
story, che spero non vi abbiano annoiato >__> ma
ci tenevo a spiegare, più o meno, le situazioni sentimentali.
Nonostante l’alto contenuto glicemico contenuto in questo
capitolo, credo che dei dubbi sia riuscita ugualmente a insidiarveli… in merito
a ciò, volevo dire che nulla di quello che creo e inserisco nella storia è
superfluo… a tutto c’è un perché…
E dopo avervi fatto venire un altro po’ di inceppi mentali,
passo ai saluti alle mitiche recensioniste ( o
recensitici? Dubbio amletico delle 23 e 32… uhm…):
- WhiteLie :CaruccioChris, eh? Kou… glielo dico pure io che è un bel ragazzo, ma
ultimamente è diventato molto timido… non saprei dirti il perché u__ù XD;
- Nemeryal : Altro consenso per Chris
^__^Non t’ispira Ratzel?
Mmmm… chissà chissà… alla
prossima!;
- Mon-chan :Eeeeeeeeh! Tu poi! Vuoi sapere
decisamente troppo! Come dico sempre “Ogni cosa a suo tempo…” >__> E,
cosa fondamentale, non ti prometto niente >__<*scappa a chiudersi in una stanza con mega porta blindata fuori il raggio d’azione di Mon-chan*;
- Miriel67 : Che ritardone ç__ç me chiede
scusa… ma preferisco impiegarci più tempo piuttosto che farne uscire fuori
capitoli striminziti ç__ç in questo capitolo mi sono cimentata molto con
intrecci sentimentali vari… attendo il responso della tua sempre critica,
nonché paziente ç__ç, vena analitica, a presto! (a
meno che tu, come credo la maggior parte dei lettori di questa storia, dopo
questo ritardo colossale, abbia deciso di non seguirmi più ç__ç);
- YamaMaxwell : Ce l’ho fatta!!! Contenta? XD Il nome di Ratzel io tendo a pronunciarlo “Razel”
con la “z” di… uhm… “ozio”, “strazio”… non so perché mi stiano venendo fuori
questi esempi (forse perché sto pensando al dolce far niente che mi ha
accompagnata in questi giorni e all’ansia per gli esami imminenti…) O__O tieni
conto che sono le 23 e 41 O__O (ah però, vi sto aggiornando in tempo reale su
quanto sto impiegando a scrivere!). Che altro dire? Capitolo piuttosto
zuccheroso in cui non succede nulla di che… spero che comunque non dispiaccia
u__ù bacioni! ;
- Valery_Ivanov : Uh!!! Grazieeeeeeeee! Lieta di
averti tra le schiere di lettrici e commentatrici ^__^ Sono contenta che ti
piaccia… l’hai addirittura messa tra i preferiti! Me commossa ç__ç Allora a
presto! (spero >__> a meno che tu non abbia
capito l’andazzo degli aggiornamenti e abbia deciso saggiamente di lasciarmi
perdere… ç__ç).
Ringrazio inoltre le 14 persone che hanno aggiunto la mia
storia tra le preferite e i lettori che continuano a seguirmi! Grazie!
*inchino*
Sperando di non avervi fatto venire il diabete con questo
capitolo, vi so appuntamento alla prossima, sperando (ma non promettendo nulla
come al solito) di non fare più ritardi mega colossali come questo!