Il filo rosso del destino

di HOPE87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il filo rosso del destino ***
Capitolo 2: *** "Tempismo perfetto" ***
Capitolo 3: *** "La messinscena" ***
Capitolo 4: *** "Il camuffamento" ***
Capitolo 5: *** "Ancora una volta" ***
Capitolo 6: *** "Ricambiare il favore" ***
Capitolo 7: *** "Verso Ovest" ***
Capitolo 8: *** "Mezze verità" ***
Capitolo 9: *** "Chiarimenti e decisioni" ***
Capitolo 10: *** "Intrecci" ***
Capitolo 11: *** "Vicende inaspettate" ***
Capitolo 12: *** "Confusione" ***
Capitolo 13: *** "Il colore del sangue" ***
Capitolo 14: *** "Back to life" ***
Capitolo 15: *** "La bambola assassina" ***
Capitolo 16: *** "La città tra la nebbia" ***
Capitolo 17: *** "Desideri pilotati" ***
Capitolo 18: *** "Il burattinaio" ***
Capitolo 19: *** "Infrangere le regole" ***
Capitolo 20: *** "Ritrovarsi" ***
Capitolo 21: *** "Convivenza" ***



Capitolo 1
*** Il filo rosso del destino ***


Era ormai notte inoltrata quando una jeep verde, con a bordo 4 passeggeri, si fermò in un ampio spazio erboso, il primo dopo un lungo tragitto costituito solo da deserto

Salve a tutti ^ ^ Sono HOPE87 e questa è la mia prima storia ^ ^ Molti di voi avranno già letto "Un addio difficile da pronunciare" ed avranno notato che si tratta di un capitolo sospeso nel vuoto. "Il filo rosso del destino" spiegherà come si è arrivati a quel capitolo, com è nata tutta la storia, come si è evoluta e come si concluderà ^ ^ Spero vi piaccia e spero di ricevere tante recensioni (positive o negative che siano, m'importa che siano costruttive). Intanto ringrazio YamaMaxwell (o venerabile sensei-sama *inchino*) e Stellina_8787 che hanno recensito la precedente, ringrazio inoltre miriel67 che ha aggiunto la mia storia tra le preferite (me onorata *inchino*) e ringrazio tutte le persone che hanno letto e non commentato (grazie! *altro inchino*).

Buona lettura allora ^ ^ Ah, per chi fosse interessato ho scelto come “colonna sonora” della storia la canzone "Iris" dei Goo Goo Dolls, magari se vi capitasse di ascoltarla mentre leggete il capitolo potreste capire con che stato d'animo l'ho scritto ^ ^

Ancora una volta, buona lettura ^  ^

 

 

 

 

 

 

 

“La sposa”

 

Era ormai notte inoltrata quando una jeep verde, con a bordo 4 passeggeri, stava viaggiando a velocità moderata in una distesa erbosa, la prima dopo un lungo tragitto costituito solo da deserto.

-         Ah… che fame… - si lamentò un ragazzino dagli occhi dorati.

   -    Non avevo dubbi che lo avresti detto… - gli rispose, provocandolo, un ragazzo dai lunghi    capelli rossi.

   -    Che vorresti dire, kappa pervertito?? – gli chiese di rimando il ragazzino dagli occhi dorati, dimentico ormai della fame e pronto ad iniziare l’ennesima litigata col suo compagno di viaggio.

-         Che sei una stupida scimmia con lo stomaco al posto del cervello! – rispose prontamente l’altro, marcando di proposito la parola “scimmia” dispettosamente.

-         E tu sei uno stupido kappa pervertito!! – continuò il ragazzino dagli occhi dorati, avvicinandosi di più al compagno di viaggio per sfidarlo.

-         Ripetilo se ne hai il coraggio, razza di stupida scimmia!! -.

BANG BANG BANG.

Tre proiettili mancarono di striscio i due improvvisati bersagli, a spararli un ragazzo biondo dagli occhi viola, che in quel momento continuava a tenere la pistola puntata verso di loro.

-         Dite un’altra parola… E GIURO CHE VI AMMAZZO!! – urlò il biondo, mettendo in risalto una venetta che gli pulsava violentemente sulla fronte.

-         EHI!! RAZZA DI BONZO CORROTTO, VOLEVI PER CASO AMMAZZARCI?? – urlò, dopo essersi ripreso dallo shock, il ragazzo dai capelli rossi.

-         L’intenzione era quella, così avreste chiuso una volta e per tutte quelle dannate bocche! – gli rispose il biondo, ritirando la sua pistola e tornando a sedersi compostamente.

-         E non trattarmi con aria di sufficienza, razza di bonzo senza Buddha! – continuò l’altro.

CLICK.

La pistola era stata risfoderata e la sicura era stata tolta.

-         Vuoi morire? – gli chiese minacciosamente il biondo.

-         Ehm… no no… - rispose il rosso ritirandosi, spaventato dalla S&W del monaco.

-         Su ragazzi… godetevi la pace della natura – s’intromise improvvisamente un quarto ragazzo che era seduto al posto di guida.

-         Hakkaiquanto manca al prossimo villaggio? – gli chiese il ragazzino dagli occhi dorati.

HAKKAI - Non saprei dirlo con esattezza, Goku… la cartina che abbiamo indica che dovremmo trovare un villaggio tra breve… ma considerando che è molto vecchia, dovremo sperare di raggiungerne uno domattina.

GOKU -  Domattina?? Ma io muoio di fame…

-         Smettila di lamentarti, stupida scimmia! – lo rimproverò il ragazzo biondo colpendolo alla testa con un harisen.

GOKU -  Ma Sanzooooooo… non è colpa mia se ho fame – si lamentò il ragazzino dagli occhi dorati, tenendosi la testa appena colpita tra le mani.

SANZO – Vedi di fartela passare! – tuonò, minacciando Goku di colpirlo ancora con l’harisen.

Il ragazzo dai capelli rossi scoppiò a ridere.

GOKU – Che c’è di tanto divertente, Goijo?? – chiese indispettito.

GOIJO – La tua faccia è uno spasso quando becchi l’harisen in testa.. ahahahah - .

GOKU – Maledettoooooooo – urlò, lanciandosi su di esso e iniziando una lotta a suon di pugni.

BANG BANG BANG.

La pace fu ristabilita dalla fedele shoreiju del monaco.

HAKKAI – Se continui così finirai col finire subito tutti i proiettili ^   ^ -

SANZO – Tsk!

Si accamparono in un punto poco lontano da un fiume che costeggiava la distesa al di là degli alberi.

Una volta che furono scesi tutti dal veicolo, la jeep verde si tramutò in un piccolo draghetto bianco che raggiunse subito la spalla di Hakkai, emettendo un sonoro verso.

- KYUUUUUUU –

HAKKAI – Scusaci Hakuryù, stasera ti abbiamo fatto viaggiare a lungo – disse accarezzandogli amorevolmente la testolina, che di tutta risposta il draghetto inclinò, accettando con piacere quella tenera ricompensa.

Sanzo si allontanò di un po’ dal resto del gruppo e andò a sedersi su una grossa pietra, poi estrasse da una manica della sua tunica un pacchetto di sigarette e se ne accese una.

GOIJO – Ehi bonzo… me ne dai una?

SANZO – Tsk

GOIJO – Tradotto?

SANZO – “Scordatelo” – e detto questo si reinfilò la sigarette nella manica.

GOIJO – Ma tu guarda questo…

GOKU – Fame… -.

Goku era steso a terra, delirante e immobile, quasi come se si trovasse in stato comatoso. Goijo ne approfittò per prenderlo a calci.

GOIJO – Alzati scimmia! E và a cercare qualcosa da mangiare se stai morendo! E visto che ci sei, procura qualcosa anche per noi per domattina a colazione! –

Ai ripetuti colpi subiti, Goku si ridestò subito e assunse un’espressione arrabbiata, ma prima che potesse ribattere qualcosa, un rumore proveniente dal fogliame lì vicino attirò la loro attenzione.

Sanzo estrasse immediatamente la sua shoreiju e la puntò in direzione del fogliame, Hakkai fece allontanare Hakuryù da sé e si mise in posizione di difesa, così come fecero anche Goku e Goijo.

Il rumore proveniente dal fogliame sembrò cessare.

GOIJO – Qualche animale? – ipotizzò ironico.

C’era qualcosa nascosto tra i cespugli che non aveva intenzione di uscire allo scoperto.

Fu Sanzo ad incitarlo con un colpo di pistola.

Subito dopo, infatti, dai cespugli saltò fuori una figura, che per via dell’oscurità i quattro non riuscirono a focalizzare.

- Ahi… -. Il rumore che provocò toccando il suolo fece intendere che il salto non era riuscito bene.

“Una donna” concluse Sanzo, aiutato dalla voce della figura misteriosa che non riusciva ancor bene a vedere poiché teneva il viso basso.

SANZO - Chi sei? – tuonò poco dopo col suo solito fare poco cordiale.

Fu allora che la donna sollevò la testa, andando ad incontrare gli occhi di Sanzo.

Ametiste negli smeraldi.

Smeraldi nelle ametiste.

Sanzo rimase inchiodato per un periodo indefinito con gli occhi in quelli di lei. La pistola ancora puntatale contro, ma non più con la reale intenzione di fare fuoco.

Fu così che la donna uscì dalla sua visuale, scomparendo tra gli alberi che costeggiavano il fiume.

La shoreiju di Sanzo era ancora puntata nello stesso punto, nonostante l’obiettivo non ci fosse più.

GOIJO – Ragazzi… -

Fu la voce di Goijo ad interrompere il vagare sommesso di parecchi pensieri.

GOIJO – Sbaglio… o era vestita da sposa? - .

 

Intanto, nel regno celeste, la divinità della misericordia sorrise soddisfatta.

 

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Capitolo 2
*** "Tempismo perfetto" ***


Gli alberi le scorrevano velocemente accanto, la velocità a cui correva non le permetteva di aver ben chiaro cos’avesse intorno

Ringrazio ancora una volta tutte le persone che leggono questa fanfiction ^ ^ Grazie mille a YamaMaxwell che mi incita a proseguire e grazie anche a miriel67 che ha aggiunto ancora una volta la mia storia tra le preferite ^ ^ .

 

 

 

 

 

 

 

 

“Tempismo perfetto”

 

 

Gli alberi le scorrevano velocemente accanto, la velocità a cui correva non le permetteva di aver ben chiaro cos’avesse intorno. Si girò soltanto una volta, per vedere se qualcuno la stesse seguendo.

“Credo di averli seminati” pensò, scrutando bene il buio e facendo attenzione ad ogni minimo rumore.

Raggiunse l’altra estremità della distesa, trovandosi così di fronte al fiume. Un leggero venticello le scompigliò i capelli, di cui riportò prontamente una ciocca dietro ad un orecchio.

La luna piena si rifletteva nello specchio d’acqua andando ad illuminare col suo bagliore ogni cosa che si trovasse nel raggio di pochi metri.

Era un’atmosfera suggestiva, una di quelle che erano in grado di trasmetterle pace e serenità.

Si avvicinò di più alla riva del fiume, facendo ben attenzione che il lungo vestito bianco non si bagnasse, altrimenti le sarebbe risultato più difficile spostarsi per via della pesantezza che avrebbe acquisito.

Fu allora che guardò la sua figura riflessa nell’acqua.

Quante ore erano passate da quando aveva lasciato la cerimonia? Tante… a giudicare dal fatto che quando aveva deciso di sottrarsi a quella pazzia era ancora giorno.

Stette per un tempo indefinito ad osservare ogni minimo particolare di sé. L’abito di seta dal bustino ricamato, i lunghi capelli raccolti in una pettinatura alta, dalla quale sfuggivano alcune ciocche, i gioielli… indossava ancora la collana e gli orecchini di perla che lui le aveva regalato. Fu allora che si ricordò di aver con sé ancora un altro monile. Si sfilò così il guanto sinistro, scorgendo l’anello di fidanzamento.

Una gemma preziosa per una gemma ancor più preziosa”.

Che stupida… avrebbe dovuto capirlo da subito che lui la considerava solo un oggetto.

Ma in fondo non si era mai aspettata nulla di più da lui. Il solo fatto di averla salvata quel giorno di due anni fa era un buon motivo per assecondare ogni suo desiderio, in fondo doveva a lui la sua riacquisita libertà. Così aveva deciso di sposarlo, nonostante non lo amasse, pensava che quello era un ottimo modo per dimostrargli la sua gratitudine.

Fino a quando non aveva visto… ed era rimasta terrorizzata. No, quell’uomo non era capace di provare dei sentimenti. Doveva allontanarsi da lui, e subito, altrimenti avrebbe subìto più di quanto non avesse già subìto quel giorno di due anni prima…

Un rumore la destò dai suoi pensieri, inducendola a voltarsi in direzione del bosco dalla quale era uscita poco prima.

Tre uomini fecero la loro comparsa, uscendo dall’ombra degli alberi e posizionandosi in modo tale che la ragazza non potesse avere scampo.

“Dannazione!” pensò, imprecando tra sé.

Quarta e ultima, un’altra figura si stagliò proprio di fronte a lei, col portamento fiero ed elegante ed un sorriso sadico stampato sul volto.

-         Ciao tesoro – disse l’uomo che aveva davanti – dimmi… dove, esattamente, eri diretta? -.

Gli altri tre uomini scoppiarono a ridere, ma smisero subito ad un cenno della mano dell’uomo che aveva parlato.

-         Sei stata proprio una bambina cattiva, lo sai? Ho dovuto congedare tutti gli ospiti e spostare la cerimonia… non è cosa da fare… non sta bene – continuò l’uomo dal sorriso sadico, avvicinandosi a lei.

-         Stai indietro! – le intimò lei, lanciandogli un’occhiata gelida – Non ti avvicinare! - .

-         Dimmi… è forse per il vestito? Se non ti piaceva potevi sempre sceglierne un altro… - .

I tre uomini scoppiarono nuovamente a ridere, questa volta silenziosamente.

Lei di tutta risposta calcò ancora di più la sua occhiataccia, ribadendo il concetto dello “stare lontana da lei”.

-         No aspetta, non dirmelo – riprese sarcasticamente lui – non ti è piaciuto l’anello? – e detto questo gli altri tre uomini risero ancora una volta, questa volta senza trattenersi.

-         Sei solo un lurido doppiogiochista… - gli rispose lei sprezzante.

I tre uomini si zittirono e lui assunse un’espressione seria.

-     Ho visto tutto… tu eri d’accordo con loro… - sibilò ancora lei, non distogliendo un solo attimo il suo sguardo da quello dell’uomo che aveva davanti.

-     Tesoro… - disse lui, assumendo questa volta un tono più dolce e abbreviando  a poco a poco la distanza che li separava – Ma che stai dicendo? Io ti… - .

-     ZITTO! Non ti azzardare a dire cose che nemmeno comprendi! Tu mi hai usata e basta! Hai fatto male i conti… credevi che non sarei mai riuscita a capirlo? Hai dimenticato con chi hai a che fare? - disse lei, indicandosi con l’indice della mano destra una tempia.

L’uomo riassunse l’espressione sadica precedentemente abbandonata, aggiungendo questa volta un sottile velo di nervosismo, e fece un passo indietro.

-         Se le cose stanno così… non mi lasci altra scelta – aggiunse poi, indietreggiando di un passo.

-         Se non posso averti con le buone, ti avrò con le cattive… prendetela! -.

E detto questo i tre uomini che per tutto quel tempo avevano assistito al loro scambio di battute, si precipitarono sulla ragazza, impugnando ciascuno un’arma.

La ragazza, prontamente, si strappò il lembo inferiore del vestito, in modo da avere le gambe più libere, e si mise in posizione di difesa.

Stava per attaccare a sua volta, quando una falce legata ad una catena fece la sua entrata in scena, uscendo dagli alberi e andando a circondare i corpi dei tre uomini, facendoli capitombolare a terra.

-         Ma che rozzi… non si trattano così le fanciulle -.

-         Che villani attaccare in quattro una ragazza indifesa… oggigiorno non viene più insegnato il galateo - .

-         Piantatela di dire cavolate - .

-         Ah!!! Si combatte!! ALL’ATTACCO!!! - .

Quattro ragazzi uscirono dall’oscurità del bosco e si mostrarono al gruppo di spettatori confusi.

“Sono gli stessi che ho incontrato prima” pensò la ragazza, guardandoli, questa volta, attentamente uno per uno.

Quello che aveva parlato per primo era lo stesso che aveva lanciato la catena, un bel ragazzo dai capelli e dagli occhi rossi.

“Un figlio della proibizione” pensò, spostando il suo sguardo sul ragazzino che gli era affianco.

Capelli castani e grandi occhi dorati.

“Un essere eretico?”. Accanto ad esso, un ragazzo dai capelli dorati e dagli occhi suadenti viola, vestito con una tunica bianca e con una pergamena poggiata sulle spalle.

“Un sutra?? UN SANZO!”. Infine un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi verdi, con un draghetto bianco poggiato su una spalla. I suoi occhi si fermarono su degli orecchini che il ragazzo aveva ad un orecchio.

“Dei dispositivi di controllo del potere maligno sicuramente, a giudicare dall’energia che sprigiona”.

-         E voi chi diavolo siete? – chiese l’uomo che precedentemente aveva minacciato la ragazza.

HAKKAI - Giusto, ci scusi per l’intrusione, non ci siamo presentati – disse sorridendo tranquillamente. – Il mio nome è Cho Hakkai, loro sono Sha Goijo, Son Goku e Genjo Sanzo Oshi – concluse indicando uno ad uno i compagni.

GOIJO – Dì un po’, Hakkai, devi sempre comportarti da bravo scolaretto? – disse scherzosamente rivolgendosi all’amico.

HAKKAI – La forza dell’abitudine ^  ^ -.

SANZO – Che idioti… -

GOIJO – Ehi, idiota a chi?? Razza di bonzo corrotto!! - .

SANZO – A te, IDIOTA! –

GOIJO – Ripetilo se ne hai il coraggio!!!

HAKKAI – Su su ^  ^ -

GOKU – Mi sta tornando fame… -

SANZO – Razza di stupida scimmia! – lo colpì con l’harisen.

GOKU – AHIA SAAAAANZOOOOO –

GOIJO – Che scimmia ingorda… -

GOKU – A chi hai dato della scimmia, razza di kappa pervertito!! -  

GOIJO – A te, stupida scimmia!!

BANG BANG BANG.

Questa volta non fu la shoreiju di Sanzo a riportare la pace.

-         Mi state innervosendo… -. I proiettili erano partiti dalla pistola dell’uomo che aveva minacciato la ragazza.

-         JIIN!!! – urlò la ragazza, temendo che i ragazzi che erano venuti in suo soccorso potessero essere feriti.

JIIN – Con te faccio i conti dopo, adesso devo togliere di mezzo questi buffoni - .

GOIJO – Buffoni?? Qui l’unico buffone che vedo sei tu! – ghignò, osservandolo da capo a piedi.

GOKU – Ma com è vestito? O___O –

JIIN – Questo è un abito classico… - sibilò, sentendosi preso in giro.

HAKKAI – Un abito classico di qualche secolo fa  ^   ^  -

GOIJO – Meno 20 punti sullo stile – si accese una sigaretta.

GOKU – Meno 30 sull’acconciatura! Guardatelo!! Ahahahah… -

JIIN – O///O

HAKKAI – Non dimentichiamoci del bon ton. Meno 30 pure lì ^   ^ -

SANZO – Meno 50 per quel ridicolo arnese che spaccia per pistola – si accese una sigaretta e gli puntò la shoreiju addosso.

Intanto i tre uomini che erano stati messi KO da Goijo si erano rialzati e si erano messi in difesa del loro capo.

GOIJO – Altri 20 punti in meno per quelle ridicole guardie del corpo che si ritrova, e in tutto fanno meno 200! – sorrise sornione, impugnando la sua arma.

HAKKAI/ GOKU – Game over! – e partirono all’attacco.

Ci volle un solo colpo ben assestato del KI di Hakkai per spazzare via i tre poveri malcapitati, lasciando ancora una volta Jiin senza difese.

JIIN – Maledizione… -

GOKU – Ehi Hakkaaaaai – si lamentò, piagnucolando – Ma così ci hai tolto tutto il divertimento! –

HAKKAI – Scusami Goku  ^  ^ -

JIIN – Visto che le cose stanno così… - si voltò in direzione della ragazza. La colse in fallo, stava per scappare.

JIIN – No cara, tu non vai da nessuna parte – e detto questo sparò.

Hakkai, Goku e Goijo spalancarono gli occhi al gesto inaspettato dell’uomo. Sanzo puntò a sua volta la sua pistola contro Jiin e sparò anche lui.

Lo colpì e lo vide inginocchiarsi a terra poco dopo, con la pistola ancora in direzione della ragazza.

Sanzo gli sparò ancora una volta, colpendolo alla mano, ma prima che il proiettile potesse raggiungerlo, un altro partì dalla pistola di Jiin e raggiunse l’addome della ragazza, che si piegò prima su se stessa, con il volto contratto dal dolore, per poi ricadere all’indietro, nel fiume.

GOKU – NOOOOOOOOO -.

Goijo imprecò mentalmente, correndo in direzione della riva del fiume, superando il corpo di Jiin che era ancora inginocchiato, questa volta però senza più la pistola.

Goku raggiunse l’amico subito dopo. Insieme scrutarono attentamente il fiume, per cercare di riuscire a scorgere il corpo della ragazza, ma non ci riuscirono.

L’acqua era calmissima, segno che non c’era nulla al suo interno che turbasse il suo equilibrio.

Era morta… e il corpo aveva raggiunto il fondo oppure era stata trascinata altrove.

Fatto sta che non c’erano segni della sua presenza.

JIIN – Sarà maledetta per sempre… - sussurrò, prima di cadere interamente al suolo privo di vita.

Tra i quattro calò un silenzio tombale.

Hakkai si aggiustò il monocolo mentre Sanzo si accese un’altra sigaretta.

Goku era rimasto con gli occhi fissi sul fiume, fu Goijo ad avvicinarglisi.

GOIJO – Andiamo, scimmia – gli disse, mettendogli una mano su una spalla.

Il ragazzo dagli occhi dorati annuì e seguì gli altri che stavano raggiungendo Hakuryù, ritrasformatosi di nuovo in jeep.

Quando il veicolo fu ripartito, delle piccole bollicine raggiunsero la superficie dell’acqua del fiume.

 

 

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Capitolo 3
*** "La messinscena" ***


Nuotò fino alla riva con fatica, fermandosi di tanto in tanto per tenersi l’addome colpito, fino a quando non la raggiunse e si mise all’asciutto, capitando accanto all’ammasso di terreno da poco scavato

Hola ^  ^ Eccoci al terzo capitolo, quello che finalmente metterà un po’ di chiarezza in alcune cose (solo in alcune, badate XD ) Sono contenta che la storia stia piacendo, non speravo di riuscire ad ottenere dei consensi solo coi primi due capitoli, me davvero onorata u___ù . Volevo dare il benvenuto a miriel67 (non sai quanto mi faccia piacere che la mia storia ti abbia attirata ed interessata ^   ^ grazie mille per prestarmi la tua attenzione) e a Maryon (Grazie! Allora quella parte mi è venuta bene se sono riuscita a farti divertire ^   ^ gli aggiornamenti avverranno frequentemente, sono in fase d’ispirazione. Se la ragazza è ancora viva? Mmmm… chissà XD Se è normale poi.. mah! XD ). Ne approfitto anche per salutare YamaMaxwell e ringraziare tutte quelle persone che anche se non recensiscono, leggono! Grazie a tutti! Ora vi lascio alla lettura ^   ^

Ah! Ad un certo punto della storia noterete un asterisco (*), conduce ad un angolino che ho scritto alla fine del capitolo e che non ha nulla a che vedere con la storia, è per spiegare alcune cose.

Ancora una volta, buona lettura  ^   ^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La messinscena”

 

“Dovevano metterci proprio tutto quel tempo per andarsene?” pensò mentre riemergeva dall’acqua.

Nuotò fino alla riva con fatica, fermandosi di tanto in tanto per tenersi l’addome colpito, fino a quando non la raggiunse e si mise all’asciutto, capitando accanto all’ammasso di terreno da poco scavato.

“Lo hanno perfino seppellito… troppo buoni!” pensò con rabbia, ricordandosi chi si trovasse sotto tutta quella terra.

Si stese, facendo ben aderire la schiena al terreno umido e stando ben attenta a far sì che la ferita non si aprisse di più.

Chiuse gli occhi e si rilassò un attimo, fino a quando non sentì un rumore sinistro provenire dagli alberi dietro di lei e qualcuno che le si era fermato alle spalle.

Si alzò di scatto, incurante del sangue che continuava a perdere, ma si rilassò subito dopo.

-                     Sarah… santo cielo… sei viva! – un ragazzo dai lunghi capelli biondi e gli occhi scuri le si avvicinò e l’abbracciò con impeto, tanto che la ragazza fu costretta a trattenere un urlo di dolore, ma lui non sembrò accorgersene. Dopo essersi abituata al dolore che le procurava l’abbraccio dell’amico, sorrise e l’abbracciò a sua volta. Non se ne sarebbe separata per niente al mondo.

SARAH - Ne dubitavi? – gli chiese sorridendo sarcasticamente, staccandosi successivamente da lui. Ma la sua espressione mutò quando un’altra fitta di dolore le attraverso l’addome.

Il ragazzo fissò il punto al quale Sarah aveva portato una mano.

-           Ma sei ferita!!! – urlò l’amico andando in panico.

SARAH – Non è niente… - mentì, trattenendo a stento le lacrime.

-           Fa vedere – le incitò il ragazzo, abbassandosi per rendersi conto di persona quanto non “fosse niente”.

SARAH – Non è niente Chris… davvero – si sforzò di sorridere – devo solo cercare di estrarne il contenuto.

CHRIS – Aaaah! Dannato bastardo!!  Dov è? Dov è? DOV È??? Che lo sistemo io una volta e per tutte!! – urlò in preda alla rabbia, mettendosi a saltare inconsapevolmente sull’ammasso di terreno poco lontano da loro.

SARAH - …è sotto di te – disse, trattenendo a stento una risata.

CHRIS – Co… come? –

Sarah gli indicò il terreno che aveva sotto ai piedi.

CHRIS – Oh… alla fine l’hai… -

SARAH – Non sono stata io, scappando ho incontrato casualmente dei ragazzi, che sono intervenuti per aiutarmi quando hanno visto che ero in pericolo. Lo hanno sistemato loro… - guardò poi in direzione dell’ammasso di terra su cui si trovava Chris.

CHRIS – Ma è riuscito a spararti… - disse, avvicinandosi di nuovo all’amica e inginocchiandosi in modo da aver la ferita davanti agli occhi.

SARAH – Non proprio… - gli rispose sorridendo impercettibilmente.

 

 

La jeep verde procedeva a velocità costante. Da quando si erano rimessi in viaggio non si erano più fermati.

Sanzo fumava beatamente una sigaretta, così come Goijo, Hakkai guidava e Goku se ne stava ad osservare l’orizzonte. Nessuno dei quattro aveva pronunciato una sola parola da quella notte.

SANZO – Hakkai, quanto manca al prossimo villaggio? –

HAKKAI – Dovremmo essere quasi arrivati, Sanzo. Secondo i miei calcoli lo raggiungeremo per l’ora di pranzo.

GOIJO – O-ho! Hai sentito scimmia? P-R-A-N-Z-O. Com’è che non dici nulla? -. Goijo aveva notato che Goku era troppo silenzioso ed aveva deciso di provocarlo di proposito.

Ma la risposta non arrivò.

Sanzo e Hakkai lo guardarono dagli specchietti retrovisori.

GOIJO – Ehi scimmia, sto parlando con te – insistette, ma tutto quello che ricevette in risposta fu un mugolio di protesta.

GOIJO - … -

HAKKAI – Cosa c’è Goku, ti senti poco bene? –

Sanzo continuò a guardarlo dallo specchietto retrovisore. No, non era certo quello il motivo per cui la scimmia si era rabbuiata.

GOKU - … perché? –

SANZO / GOIJO / HAKKAI - … -

GOKU – Perché quell’uomo l’ha uccisa? Cosa gli aveva fatto? –

Ecco che finalmente qualcuno dava voce alla domanda che ognuno si chiedeva incessantemente da quella notte.

La verità è che ci erano rimasti male, loro erano lì e non erano riusciti a fermarlo.

Il silenzio tornò ad impossessarsi dell’abitacolo.

HAKKAI – Purtroppo questo non ci è stato dato di saperlo… -

SANZO – Non sono affari che ci riguardano e anche se lo sapessimo le cose non potrebbero cambiare – rispose categoricamente, accendendosi l’ennesima sigaretta.

GOIJO – In fondo quel famoso detto ha ragione, “tra moglie e marito non mettere dito”… -. Tirò un’altra boccata di fumo e lo ributtò fuori lentamente.

HAKKAI – Dalla conversazione che hanno avuto, mi è sembrato di capire che non fossero riusciti a sposarsi perché lei era scappata, quindi non erano ancora marito e moglie, Goijo… -

GOKU – Sanzo – irruppe improvvisamente, aggrappandosi allo schienale del sedile anteriore davanti a sé – secondo te perché quell’uomo le ha sparato? –

SANZO – Che vuoi che ne sappia io, scimmia! – esplose, alla domanda ingenua del ragazzino, facendo gonfiare vistosamente la solita venetta sulla sua fronte.

GOIJO – Forse lei lo ho tradito… -

SDENG.

GOIJO – EHI, DANNATO BONZO! CHE DIAVOLO TI È PRESO?? PERCHÉ ACCIDENTI MI HAI QUASI SPACCATO L’HARISEN* IN TESTA?? – inveì contro il monaco, massaggiandosi la testa.

SANZO – TACI, PERVERTITO DI UN KAPPA! –

HAKURYU’Kyuuuuuuuuuuuu

HAKKAI – Ragazzi, cercate di calmarvi, su, o Hakuryu finirà col perdere l’equilibrio ^   ^ -

GOKU – Ho fameeeeeeeeeeee – urlò improvvisamente, uscendo dal suo stato depressivo e facendo alterare ulteriormente Sanzo e Goijo, che non tardarono a prenderlo ad harisennate e calci.

HAKKAI – Ah… ma che bella giornata  ^    ^ - disse, mentre Hakuryù cercava di non uscire fuori strada.

 

 

-       Una forcina per capelli??? -.

CHRIS – Esattamente… -

SARAH -  ^   ^ -

-         Ti spiacerebbe spiegarci cosa diavolo è successo, Sarah? -.

Dopo che Chris l’aveva aiutata a curarsi la ferita, Sarah lo aveva seguito nel suo villaggio, ed ora si trovava in casa di altre due amiche che, incuriosite dall’oggetto che Chris le aveva estratto dalla ferita all’addome, la stavano tartassando di domande.

SARAH – È una storia lunga… -. Si portò istintivamente una mano alla fronte. Erano passate poche ore, eppure erano successe così tante cose.

CHRIS – Non provarci! Ce lo devi! Lo sai che ti abbiamo creduta morta??

SARAH - … -

-         È vero! Pensavamo che quel farabutto di Jiin ti avesse fatto qualcosa! Per noi era impensabile che avresti accettato di sposarlo! –

-         E invece eccoti qui, non solo vestita da sposa, ma anche con una ferita all’addome procurata da una forcina per i capelli > __ <  -

CHRIS – Allora? –

SARAH – AAAAH!!!!!! D’accordo, avete vinto! Chiudete la bocca che ora vi racconto tutto! - e così dicendo, portò i gomiti sul tavolo al quale erano seduti, congiunse le mani e vi poggiò sopra il mento, chiudendo gli occhi per concentrarsi.

Gli amici si concentrarono a sua volta su di lei, attendendo il momento in cui avrebbe iniziato a parlare.

SARAH - … -

CHRIS – Dunque? –

SARAH – Non so da dove iniziare  > __ <  -

Chris scrollò le spalle e fece cadere la testa sul tavolo, così come fecero le amiche.

SARAH - …posso avere un bicchiere d’acqua? –

-         NO!!! – risposero in coro gli amici, guardandola furenti.

SARAH – Ti prego Cloe… - supplicò la padrona di casa – Dà da bere a questa povera moribonda… ho ancora in bocca l’acqua salmastra del fiume – concluse, facendo una smorfia di disgusto.

La donna si alzò dalla sedia sulla quale sedeva, mostrandosi in tutta la sua possente figura, si sciolse la bandana che le teneva raccolti i capelli neri, risistemandosela poi subito dopo, e assunse un’espressione severa.

CLOE – Dopo l’acqua, non ti schiodi da qui fino a quando non hai vuotato il sacco, signorina! – e detto questo scomparve in cucina.

Sara rimase interdetta alle parole dell’amica. Quando voleva, Cloe sapeva davvero mettere paura.

-          Nel frattempo inizia, Sarah  - disse l’altra amica portandosi con la sedia più vicina a Sarah, scuotendo così i lunghi capelli ricci rossi.

CHRIS – Pad, aspettiamo che ritorni Cloe, non sia mai iniziamo senza di lei O___O  -

CLOE – Appunto, guai a voi se ci provate! – urlò la donna dalla cucina, dalla quale la si sentiva trafficare con alcune buste.

Ritornò poco dopo con un vassoio carico di biscotti ed uno nel quale erano stati posizionati quattro bicchieri riempiti d’acqua.

CLOE – Adesso puoi iniziare, cara – disse rivolgendosi a Sarah, schioccando poi un’occhiataccia a Pad, che di tutta risposta le fece una linguaccia.

SARAH – Dunque… -

CHRIS – Stavi per sposarti… -

CLOE / PAD – Stai zitto??

CHRIS - … O____O –

SARAH- Sì… stavo per sposarmi – disse, dopo aver riso per l’espressione che aveva assunto Chris al rimprovero delle donne.

PAD – Perché? –

Cloe lanciò alla ragazza un’occhiata gelida, dopodiché tirò fuori dal grembiule un harisen e glielo sbattè in testa.

PAD – AHI!! – urlò massaggiandosi la testa e trattenendo dei lacrimosi.

CLOE – Fa silenzio! –

Sarah trattenne un’altra risata e cercò di continuare, tornando seria.

SARAH – Il perché penso lo sappiate… -

CHRIS – No, ferma, alt! –

Pad e Cloe guardarono il ragazzo con sguardo omicida, mentre il profilo dell’harisen cominciò a rendersi visibile man mano che veniva estratto dal grembiule della seconda.

CHRIS – Scusate, ma ha detto che “pensa che lo sappiamo”, quindi voglio capire se è davvero come penso io… non si tratterà ancora della storia dell’ “essere in debito con lui”, vero Sara? Ormai sono passati due anni, non voglio credere che tu… -

SARAH – E invece è proprio per quel motivo, Chris. Lo stavo sposando perché credevo di doverglielo… -

Nella stanza calò il silenzio. Pad abbassò il capo sconsolata. Cloe invece non distolse il suo sguardo dalla ragazza nemmeno per un attimo.

SARAH – E così stavo facendo… era pronto tutto. Fino a quando, mentre ero di fronte allo specchio della mia camera per finire di prepararmi, non ho notato che Jiin aveva dimenticato un suo bracciale sul comò, quando era entrato per portarmi il suo regalo di nozze -. E così dicendo si toccò la collana di perle. – Allora mi sono avvicinata e l’ho preso in mano, per capire se mi fossi sbagliata… ed ho visto… -.

Gli amici trattennero il fiato. Sapevano quanto fosse brutto per Sarah descrivere quei momenti.

SARAH – Era stato tutto programmato fin dall’inizio… mi stava sposando solo per far in modo di avermi a disposizione quando meglio credeva… così ho lasciato il bracciale, e mi sono precipitata fuori dalla stanza, uscendo poi successivamente dalla villa senza che nessuno se ne accorgesse. Ma avevo dimenticato i suoi cani… mi hanno vista ed hanno cominciato ad abbaiare, attirando l’attenzione di alcuni suoi scagnozzi che erano nelle vicinanze, che hanno dato l’allarme e si sono dati al mio inseguimento…-. Si fermò un attimo e bevve un sorso d’acqua, sotto gli occhi comprensivi delle persone che erano in quella camera con lei.

SARAH – Non saprei dire per quanto ho corso… ricordo solo di essermi allontanata tantissimo dalla villa, perché ad un certo punto sono entrata nel bosco che costeggia il fiume. Continuavo a sentirmi seguita, così ho cominciato a sfruttare gli alberi, per non lasciare tracce sul terreno, ed ha funzionato perché non sentivo più quel calpestìo alle mie spalle, fino a quando non ho sentito delle voci provenire da una piccola radura poco distante da me. Mi sono fermata di botto, ma queste dannate scarpe non hanno retto – guardò stizzita le sue scarpe bianche ormai consumate e senza più tacco – e sono caduta, finendo fortunatamente in un cespuglio, ma la caduta ha attirato l’attenzione delle persone che si trovavano nella radura. Devo averle impressionate, perché ad un certo punto mi sono trovata a dover schivare un proiettile sparato nella mia direzione. Sono saltata fuori dal cespuglio, in malo modo naturalmente >___<  facendomi nuovamente male >___< e appena ho potuto sono scappata di nuovo – .

CLOE – Chi erano quelle persone? –

SARAH – Dei ragazzi… dei viaggiatori, credo –

PAD – Poverini, devi averli spaventati sul serio – disse, iniziando a ridere. – Chissà cos’avranno pensato quando si sono visti davanti una sposa! In piena notte per giunta! Ti avranno scambiata per un fantasma! – e riprese a ridere rumorosamente, tanto da beccarsi un’altra harisennata da Cloe.

SARAH – Non credo che si siano attenuti all’ipotesi del fantasma… perché poco dopo sono arrivati

e mi hanno difesa da Jiin, che nel frattempo era riuscito a trovarmi - .

CHRIS – Mmmm… scusa… ma se quei ragazzi si sono messi in tua difesa.. come fai ad essere ferita? E soprattutto come diavolo hai fatto a ferirti con una forcina! –

SARAH – Mi sono ferita da sola e ho fatto credere di essere stata colpita e successivamente morta –

CHRIS / PAD / CLOE -  O_____o

SARAH – Ero stanca… non ne potevo più di quella storia… quando ho visto arrivare quei ragazzi, ho pensato che fosse un’ottima occasione per volatilizzarmi! Ma ero circondata dagli scagnozzi di Jiin e alle mie spalle avevo solo il fiume… così senza che nessuno se ne accorgesse mi sono sfilata una forcina dai capelli e ho aspettato l’occasione buona per agire. Fortuna ha voluto che Jiin decidesse di spararmi, così quando l’ha fatto, ho schivato il colpo senza che nessuno se ne accorgesse e mi sono colpita all’addome con la forcina, procurandomi una fuoriuscita di sangue credibile, fingendo invece di tamponare la ferita procurata dallo sparo di Jiin, e mi sono lasciata cadere in acqua.

CHRIS / PAD / CLOE -  O_____O

SARAH – Ho nuotato vicinissima al fondo del fiume, in modo tale da non esser vista, e mi sono portata ad una distanza tale che mi permettesse di assistere da lontano cosa stesse succedendo senza essere vista. Jiin è morto, i ragazzi se ne sono andati ed io ho raggiunto di nuovo la riva del fiume, poi è arrivato Chris… ed eccomi qua ^    ^ -  concluse, sorridendo come se avesse appena finito di raccontare una barzelletta.

CHRIS / PAD / CLOE -  -

SARAH – Che c’è? O_____o –

CHRIS – Cosa c’è? … -

PAD / CLOE – C’É CHE SEI PAZZA!!!  e l’harisen piombò sulla testa di Sarah con la stessa intensità di uno scacciamosche su un insetto.

CHRIS – Ma resti comunque un genio ^   ^ - e si beccò un’harisennata anche lui.

PAD – Ma quei ragazzi… avranno pensato che eri morta – aggiunse pensierosa, portandosi un pollice alla bocca.

SARAH – Lo so… ma se non avessi fatto in quel modo, una volta che la faccenda di Jiin fosse stata risolta, mi avrebbero sicuramente fatto delle domande… ed io non avevo voglia di rispondere… mi sarei potuta inventare qualcosa, ma ero troppo stanca anche solo per pensare, e so bene che effetto hanno le mie spiegazioni “reali” sulle persone  ^    ^ - .

CLOE – Meglio così, tanto quante probabilità hai di incontrarle di nuovo? - .

CHRIS – Giusto  ^   ^ … ora non pensarci più, cambiati e vieni con noi alla locanda, se resti qui ti servirà pure un lavoro, no? Vedremo di parlarne con il proprietario, così ti avremo nel nostro team! -.

SARAH – Dici davvero?? Dici che alla locanda riuscirò a trovare un lavoro?? Sarebbe meraviglioso! – esultò, lanciandosi addosso al ragazzo e abbracciandolo energicamente.

CLOE – Ma certo!! Alla locanda del pavone nero c’è sempre posto ^    ^ - .

 

 

-        Spiacente signori, ma non ci sono posti - .

GOKU – Cooooooosa?? Ma io ho fameeeeeeeeee

SDENG.

SANZO – Zitta, baka saru* !!!

GOIJO – Dannazione… ed io che speravo finalmente di rimorchiare qualche bella donna - .

SDENG.

GOIJO – Dannato bonzo!! Prima o poi quell’harisen te lo spezzo!!

SANZO – Tsk! - .

HAKKAI – Signorina, per favore, sarebbe così gentile da ricontrollare? -.

La ragazza della reception sfogliò di nuovo il libro degli ospiti della locanda, mentre tra Goku, Sanzo e Goijo scoppiava l’ennesima rissa.

-          Oh! Che sbadata! Sì che c’è posto!- esclamò improvvisamente, attirando su di sé

l’attenzione di tutt’e quattro. – Solo che… c’è rimasta una sola singola - .

SANZO – La prendo. – disse categoricamente, tirando fuori la gold card dei sanbutsushin.

GOIJO – Come sarebbe a dire che la prendi? Come facciamo a dormire tutti in una camera singola, me lo spieghi? –

SANZO – E chi ha parlato al plurale? Voi dormite all’aperto  u___ù    -

Le urla di Goijo e Goku che seguirono quell’affermazione, furono placate tempestivamente da Hakkai, che trattenne entrambi per le maglie per non farli avventare sul monaco.

- Beh… si potrebbero aggiungere tre futon nella camera… così non avreste questo tipo di problema ^   ^ - propose la signorina della reception per placare gli animi dei giovani ospiti.

HAKKAI – Se è davvero possibile, accettiamo volentieri  ^   ^ - disse subito Hakkai, temendo di essere interrotto da uno dei suoi compagni che pretendeva di farla pagare al bonzo.

- Certo che è possibile, la locanda del pavone nero ha sempre una soluzione per tutto   ^     ^ - .

 

 

Chris stava aspettando Sarah che finisse di cambiarsi. Erano andati a parlare col proprietario della locanda, che aveva accettato di dar lavoro alla ragazza ed ora lei stava indossando qualcosa di più comodo per poter destreggiare tra i tavoli con più abilità.

SARAH – Ta-daaaaaaaaaa – urlò, uscendo con impeto dalla sua camera facendo sbattere ad attimi la porta a terra tanto dell’energia che ci aveva messo ad aprirla.

Poi fece un’aggraziata piroetta su se stessa, per dar modo agli amici di poterla ammirare in abiti comuni, che erano stati sostituiti finalmente dal fradicio vestito da sposa.

Adesso indossava un paio di pantaloni neri a tre quarti, che mettevano in risalto il suo fisico snello e tonico, una maglietta bianca a mezze maniche era stata legata poco sopra il bordo dei pantaloni perché era risultata essere troppo lunga, ai piedi aveva un paio di scarpe semplici nere.

I capelli lunghi castani erano stati raccolti in una treccia larga che le ricadeva su una spalla. Gli occhi verdi le brillavano di vitalità.

SDENG.

SARAH – AHIA!! CLOE!! E QUESTO PER COSA?? - .

CLOE – Smettila di pavoneggiarti! Torna a fare la comune mortale e corri a lavorare! O il padrone della locanda ti caccerà a calci! – sbraitò l’amica più grande, portandosi le mani sui fianchi.

SARAH – Ok ok, vado  T – T  -

CHRIS – Dai Cloe! É giusto che si pavoneggi! In fondo dovrà lavorare nella locanda del pavone nero! – disse, sorridendo come se avesse detto la cosa più divertente dell’anno.

SARAH / CLOE / PAD – O______o –

CLOE – Ragazzo mio…. Sarebbe il caso che invece tu chiedessi qualche giorno di riposo… - e gli mise una mano sulla spalla con fare comprensivo.

In breve la stanza si svuotò, lasciando Chris da solo a riflettere sul significato della frase di Cloe.

 

 

GOKU – Ah!!! Finalmente!!! - .

Dopo aver sistemato le loro cose nella camera che gli era stata assegnata, il gruppo di Sanzo aveva deciso di raggiungere la sala da pranzo della locanda.

HAKKAI – Siamo stati davvero fortunati ad aver trovato quella camera  ^     ^ -

GOIJO – Sì… ma adesso rimane il problema di chi dormirà nel letto! –

SANZO – Come se tu riuscissi a rimanerci davvero nel letto, senza andare ad intrufolarti in camere altrui –

GOIJO – Che c’è bonzo? Sbaglio, o ho avvertito un velo d’invidia nelle tue parole? Forse piacerebbe anche a te… - ma fu interrotto da un sonoro “click” proveniente da sotto il tavolo.

GOIJO – Come non detto, come non detto   ^   ^’ – si affrettò ad aggiungere non appena sentì il freddo metallo della shoreiju venire in contatto con la sua gamba.

GOKU – Signorinaaaaaaaaa!! – urlò, attirando l’attenzione di una giovane cameriera dai capelli ricci rossi e dai vispi occhi azzurri – Vorremmo ordinare!! -.

- Subito! – urlò quella, e prese carta e penna, fu subito da loro.

GOKU – Allora io vorrei una doppia porzione di onigiri, una tripla di nikuman, una quadrupla di yakisoba… - e continuò fino a quando l’harisen di Sanzo non gli arrivò in testa.

SANZO – Può bastare – .

La ragazza rise silenziosamente, portandosi una mano alla bocca e girò il foglio del block notes che aveva usato per scrivere tutte le ordinazioni di Goku.

-          E per voi, signori? – chiese, intuendo che tutte quelle pietanze che erano state appena ordinate servivano a sfamare solo quel simpatico ragazzo dagli occhi dorati. – Cosa desiderate? - .

GOIJO – Io desidero sapere il numero della tua stanza… -. L’harisen non mancò il suo bersaglio nemmeno quella volta.

Fu Hakkai ad ordinare per tutti e alla fine la ragazza si congedò, raggiungendo la cucina.

CLOE – Ce ne hai messo di tempo per ordinare! –

PAD – Sapessi però cos’hanno ordinato! – disse, rivolgendosi alla donna che stava ai fornelli.

CHRIS – Allora, hai capito? Basta che tieni il braccio ben teso, in modo che i piatti non possano cadere- . Chris stava dando delle veloci lezioni a Sarah sul come servire ai tavoli e la ragazza sembrava aver capito perfettamente tutto ciò che le aveva insegnato l’amico, annuendo ripetutamente.

PAD – Sarah!!! Ti consiglio di andare al tavolo quattro! Ci sono dei fighi da paura seduti lì!! Ci sono appena andata a prendere le ordinazioni!! - .

Sarah rise alla spontaneità dell’amica.

SARAH – E quale sarebbe il tavolo quattro, sentiamo? – le chiese incuriosita.

Pad l’avvicinò a sé, facendo in modo che osservasse il punto che indicava attraverso la piccola finestra che dava sulla sala da pranzo.

Sarah impallidì.

“Merda…”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) ANGOLO DELL’AUTRICE:

Dunque… ho voluto aprire quest’angolino perché mi è sembrato giusto spiegare delle cose che ad alcuni di voi potrebbero sembrare poco comprensibili. È vero che solitamente chi legge le fan fictions di Saiyuki dovrebbe conoscere almeno l’abc di quest’ultimo, ma è anche vero che potrebbero esserci delle persone che leggono le fan fictions pur essendosi avvicinati da pochissimo

alla serie e che quindi ignorano completamente l’abc com’è giusto che sia.

Così ho pensato di spiegare il significato di alcune parole che, pur essendo rare nella storia, hanno comunque la loro rilevanza.

Eccovi quindi alcuni significati:

- l’espressione BAKA SARU, in giapponese significa letteralmente “stupida scimmia” ;

- l’HARISEN è un particolare tipo di ventaglio che viene impiegato solitamente (come ci dimostra Sanzo ^   ^) per picchiare qualcuno (e lo si può trovare anche in altri manga e/o anime);

- il KI è una particolare forma di energia che viene materializzata tramite concentrazione;

- il FUTON corrisponde più o meno al nostro sacco a pelo ^   ^ ;

- la SHOREIJU è il tipo di pistola che viene utilizzata da Sanzo che ha il particolare potere di dematerializzare i demoni se quest’ultimi vengono colpiti da uno dei suoi proiettili;

- i SANBUTSUSHIN sono le divinità supreme che hanno dato l’incarico a Sanzo di dirigersi verso Ovest e che gli hanno procurato la GOLD CARD, una sorta di carta di credito dal credito illimitato ( *___* ) che Sanzo e compagni possono usare durante tutto il viaggio.

 

Direi che l’abc è stato spiegato, se dovesse presentarsi qualche altro termine simile, riaprirò l’angolino ^    ^

 

 

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Capitolo 4
*** "Il camuffamento" ***


Non era possibile

O____O

Scusatemi se esordisco in questo modo, ma non avevo altro modo per descrivervi la mia faccia quando sono andata a controllare se la mia storia fosse letta…

116 visite in appena 3 giorni… avete idea di come mi sia sentita? Avete idea di quanto vi ami?? E mi riferisco a tutti!! Quelli che leggono e non recensiscono, quelli che leggono e recensiscono, quelli che hanno aggiunto la mia storia tra le loro preferite… me commossa ç____ç  non ho parole ç_____ç

Vi chiederete perché stia aggiornando così frequentemente… il fatto è che ne sto approfittando perché tra un po’ ho degli esami che m’impediranno di aggiornare frequentemente ç___ç , siamo ancora alle basi della storia, e vorrei riuscire a farvi entrare nel vivo prima di partire per le vacanze (muahahahah…) e con questo capitolo comincerò a farlo ^    ^.

Passo allora a salutare tutte le persone che hanno recensito.

- miriel67 : sono contenta che la mia storia ti stia continuando ad interessare XD Sì… gli sviluppi saranno frequenti, amo metterli in ogni capitolo appunto per farlo risultare la storia sempre più interessante ^   ^ Spero che con l’avanzare della storia e col districarsi della trama continui a piacerti  ^   ^ ;

- mon_chan: tu la devi smettere di darmi consigli del genere… non lo capisci che poi li seguo alla lettera?? XD Ma non è che io faccio fare il pervertito a GoijoGoijo è un pervertito di suo, perché la Minekura (OH VENERABILE MINEKURA-SAMA u____u *inchino*) lo ha creato così XD Ed io lo adoro così com’è XD Quindi tranquilla… XD ;

- YamaMaxwell : ciau!!! Non hai idea dell’attacco di risa che mi hai procurato leggendo delle forcine killer XD Ebbene sì, questa è la classica “donnetta” che segue alla lettera il detto “a mali estremi, estremi rimedi”… e dire che ho appena presentato il personaggio XD Riguardo alle cose poco chiare che sembra abbia dimenticato di spiegare… c’è un motivo… ogni cosa a suo tempo XD ;

- WhiteLie : me onoratissima di avere una lettrice che mi fa tutti questi complimenti *inchino*. Noto con piacere che anche tu sei una fan del bonzo corrotto XD Come si fa a non amare quel personaggio?? *___* Ebbene sì… abbiamo anche in comune il mito Yama, ma mi sembra normale, Yama è Yama  u___ù e con questo ho detto tutto u___ù (o meglio scritto XD). Ti ringrazio anche per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti *altro inchino*.

 

Ringrazio inoltre TheFallenAngel che ha aggiunto la mia storia tra i preferiti, e infine, ma non per importanza, tutte le persone che leggono e non recensiscono, GRAZIE MILLE! E non siate timidi! Datemi pure un vostro parere, ci conto!!

Volevo ricordarvi che così come nel capitolo precedente, anche in questo troverete degli asterischi (*) che vi condurranno a fine pagina.

Allora buona lettura ^   ^ e continuate a recensire *__*

 

 

 

 

 

 

 

 

“Il camuffamento”

 

 

Non era possibile. No… non poteva essere vero.

“Ma perché capitano tutte a me???” penso Sarah, dopo aver constatato coi suoi occhi che quei ragazzi erano gli stessi che le avevano salvato la vita nel bosco.

“Anche se -salvare la vita- non è l’espressione più adatta… mi credono morta!”.

PAD – Sarah… tutto bene? –

SARAH – No, che va tutto bene, Kami*!- imprecò, togliendosi velocemente il grembiule nero su cui era stampata la sagoma di un pavone, che la contraddistingueva come cameriera della locanda.

PAD – Ma… dove vai?? – chiese, vedendo l’amica allontanarsi quatta quatta per non dare nell’occhio, cosa che purtroppo non sfuggì nemmeno al padrone del locale.

-       Sarah!! Dove credi di andare?? È il tuo primo di giorno di lavoro e già te la svigni? - . Un uomo basso, calvo, col pancione e con un paio di baffi neri le cui punte erano tirate all’in su, la stava guardando di sbieco, con le mani sui fianchi e con un piede che batteva insistentemente per terra.

SARAH – Ma no.. no… cosa dice?? Stavo solo andando un attimo alla toilette… - balbettò, grattandosi nervosamente la testa e cercando di sembrare più sincera possibile.

-        Mi spiace ma dovrai andarci dopo! La sala si è riempita e le pietanze vanno servite ai tavoli… toh! – le disse, mettendole tra le mani due piatti stracolmi di cibo – comincia a portare questi al tavolo quattro! – e detto questo si allontanò.

Sarah rimase per un tempo indefinito impalata coi piatti in mano, senza riuscire ad architettare nulla e con una sola parola che gli urlava nella mente.

Noooooooooooooo!!!”.

Nel frattempo Pad, preoccupata dallo strano comportamento dell’amica, aveva attirato l’attenzione di Cloe, che stava cercando di capire cosa le fosse preso.

CLOE – Sarah? - . Fu solo allora che la ragazza sembrò destarsi e, accortasi della vicinanza di Pad, le diedi i piatti.

PAD – Ma… si può sapere cos’hai??? – le chiese al limite della pazienza, non riuscendo a capacitarsi dello strano comportamento della ragazza.

SARAH – Portali tu al tavolo quattro… - . Cloe continuò a guardarla interdetta.

PAD – Ma perché?? – le chiese l’amica, questa volta con più intensità – Il padrone l’ha chiesto a te! È il tuo primo giorno di lavoro e se credi di scaricare le tue responsabilità sugli altri ti sbagli di grosso… - .

SARAH – SONO LORO!!! – esclamò, quasi urlando.

PAD / CLOE – CHI??? – chiesero ancor più confuse.

SARAH – Shhhh!!! Non urlate!! – disse, poi poggiò i piatti su un tavolo che era dietro di lei, assicurandosi prima che il padrone della locanda non fosse nei paraggi.

PAD – Ma se sei stata tu la prima a farlo O____o –

CLOE – Sarah… - sibilò la donna sull’orlo della disperazione – Ringrazia il cielo che abbia le mani immerse nell’acqua… altrimenti a quest’ora il mio harisen si sarebbe rotto… -

SARAH – Io sono nei guai e tu mi minacci  ç ___ ç – piagnucolò Sarah, cercando d’intenerire la donna.

PAD – Che genere di guai? –

SARAH – Lì fuori… ci sono i ragazzi che mi hanno salvata da Jiin nel bosco – disse, sussurrando verso la fine.

PAD /CLOE – Dove??

SARAH – Al tavolo quattro ç ____ ç –

PAD / CLOE –  O______O

CHRIS – Ragazze! – urlò, entrando in cucina, attirando l’attenzione delle tre e rivolgendosi a Sarah e Pad – Ma che state facendo?? Il tavolo quattro ha ordinato già da un pezzo e non ha ancora ricevuto nulla! Gli ospiti si stanno lamentando, c’è un ragazzino che sembra agonizzare… - si fermò non appena vide il viso afflitto di Sarah.

CHRIS – Che succede? O_____o –

CLOE – Sembra che a quel tavolo stiano seduti  i ragazzi che hanno salvato Sarah nel bosco –

CHRIS – Ah… - si limitò a dire - Cosa??? – aggiunse subito dopo, dal momento che non aveva afferrato al volo la situazione.

Improvvisamente dal retro della cucina risbucò il padrone della locanda.

-           Ebbene? – chiese, portandosi davanti a Sarah col suo fare precedente.

Pad e Cloe trattennero il fiato, aspettandosi da un momento all’altro una scenata da parte dell’uomo.

SARAH – Ehm… stavo giusto per portare ai signori la seconda portata  ^     ^  hanno letteralmente divorato la prima, si sono complimentati per la cucina  ^     ^ - mentì, recitando una parte lusinghiera perfetta.

-           E come mai nel piatto vedo le stesse pietanze che ti ho ordinato di portare prima? – chiese, alzando un sopracciglio.

SARAH – Gliel’ho detto! La cucina è piaciuta, hanno voluto il bis  ^    ^ - .

Il padrone non rispose, la stette a guardare con fare interrogatorio per un breve lasso di tempo, poi ritornò nel retro.

SARAH – Ok! Mi è venuta un’idea!! – esultò, non appena vide scomparire la bassa figura dell’uomo, poi si voltò verso gli amici per renderli partecipi della sua trovata.

SARAH – Che c’è   O_____o ? –

Pad, Chris e Cloe la guardavano stralunati. Non erano mai riusciti a spiegarsi come facesse l’amica a inventarsi delle storie credibili sul momento e di come, puntualmente, riuscisse a farla franca. Conclusero che dovesse trattarsi di una dote naturale.

SARAH – Ah! – esclamò, facendo un leggero cenno con la mano ad indicare che lasciava perdere le loro espressioni – Allora… - e si mise ad osservare i tre per un attimo – Cloe, mi serve la tua bandana! E… Chris! Porti ancora gli occhiali da vista, vero? Prestameli! – e detto questo, si riallacciò il grembiule che si era precedentemente slacciata quando aveva tentato la fuga.

CLOE – Che vorresti farci con la mia bandana O_____o ? – le chiese dubbiosa.

SARAH – Che domande fai?? Sbrigati, su! -. E cominciò a raccogliersi i capelli in una coda, attorcigliandoseli poi su se stessi, fino a formare una sorta di spirale. L’amica le porse la sua bandana e lei se la legò stretta in testa, assicurando la presa sui capelli, in modo che non potessero sfuggire al pezzo di stoffa.

Intanto Chris, precedentemente allontanatosi al comando di Sarah, era ritornato coi suoi occhiali.

SARAH – Dà qua – intimò all’amico, estraendo gli occhiali dalla custodia di pelle e indossandoli.

SARAH – …  

CHRIS – Che c’è? –

SARAH – Non vedo nulla @____@ -

CHRIS – Ma che genio! È ovvio, sciocca! Sono occhiali da vista, utili solo per chi ha problemi di vista e non certo per chi ci vede! è____é  - decise a puntualizzare.

SARAH – Amico mio scusami… - disse mesta, poggiandogli una mano sulla spalla – Non pensavo fossi diventato cieco  u____ù -.

Pad e Cloe risero silenziosamente, senza che Chris se ne accorgesse. Mentre quest’ultimo stava pensando come ribattere la ragazza, lei gli restituì gli occhiali e gli afferrò la bandana che aveva al collo.

CHRIS – Che fai??-

CLOE – Che te ne fai di un’altra bandana, Sarah O______o ? –

La ragazza non rispose e si legò il pezzo di stoffa sul viso, all’altezza del naso. Vide il padrone della locanda ritornare in cucina, così afferrò al volo i due piatti che aveva lasciato precedentemente sul tavolo dietro di sé e sparì dalla vista degli amici, camminando svelta per la sala da pranzo.

CHRIS – Quella è matta O______o –

PAD / CLOE – Già O_______o - .

 

Al tavolo quattro gli ospiti cominciarono a mostrare segni d’impazienza.

Era passata più di mezz’ora da quando avevano ordinato, e del loro cibo ancora nessuna traccia.

Hakkai si aggiustò il monocolo per l’ennesima volta, Sanzo, che era rimasto con gli occhi chiusi in fase meditativa per tutto il tempo, li riaprì e cominciò a guardarsi intorno, pensando che avrebbe crivellato di proiettili la cameriera quando si sarebbe presentata.

GOIJO – Ma quanto ci mettono? – disse seccato, poggiando un gomito sul tavolo e portando la testa al palmo della mano.

GOKU – Io non ce la faccio più  ç____ç  sto morendo di fame  ç____ç - .

HAKKAI – Probabilmente avranno avuto non poche difficoltà a preparare tutto quello che abbiamo ordinato  ^    ^ - sorrise come suo solito.

 

Eccoli” pensò Sarah non appena fu ad un passo dal loro tavolo. “Stà calma, Sarah… conciata così nessuno riuscirebbe a riconoscerti… in fondo quella sera era buio… quindi, ammesso che non avessero una vista di falco, è difficile che si ricordino di te… e poi tu sei morta  ^     ^ “.

Bastò un attimo per rendersi conto che stava perdendo il senno della ragione parlando con se stessa e pensando l’ultima frase, così scosse la testa per scacciare via i pensieri, fece un lungo respiro e si avvicinò finalmente al tavolo quattro.

 

SARAH – Buongiorno, signori! ^    ^ - esordì cercando di darsi un contegno decente, presa com’era dall’ansia. – Perdonate l’attesa, ma abbiamo avuto un problema in cucina – e detto questo, poggiò i piatti sul tavolo, cercando di apparire professionale.

HAKKAI – Grazie  ^    ^ - disse quando un piatto fu posto davanti a lui, e alzò la testa in direzione della cameriera per rivolgerle uno dei suoi sorrisi gentili, quando notò lo strano modo in cui era conciata la ragazza, e sul suo viso si dipinse un’espressione perplessa.

GOKU – Finalmente si mangiaaaaaaaaaaaaa! Grazie Signorina!! – e detto questo cominciò a trangugiare senza ritegno ogni sorta di cibo che gli capitava tra le mani.

Sarah sorrise di cuore alla reazione del ragazzino di fronte al cibo, poi venne attirata dallo sguardo di tre paia d’occhi indagatori, che la guardavano incuriosita.

Capito il motivo, la ragazza finse di tossire.

SARAH – Periodo d’influenze ^    ^ - cercò di giustificarsi, e detto questo ricominciò a tossire. – In questo periodo arrivano così tanti clienti che il padrone ci vieta espressamente di ammalarci ^    ^ , così quando ci capita cerchiamo di arrangiarci quanto più possiamo ^     ^ - . Tossì nuovamente.

La sua spiegazione continuava a rimanere poco credibile alle orecchie dei tre ragazzi, ma nonostante ciò, Hakkai distolse lo sguardo, dopo averle prima sorriso, e cominciò a servirsi. Goijo non accennò nessun comportamento che gli avrebbe implicato di ricevere l’harisen in piena testa. Quella specie di bandana che la ragazza teneva avvolto intorno al viso non gli permetteva di capire se fosse abbastanza carina da poterci provare, così cominciò a servirsi anche lui, non curandosi minimamente di lei.

“Bene… l’hanno bevuta” pensò, sorridendo dentro di sé, Sarah, e sarebbe stata ancor più soddisfatta se anche quelle due ametiste si fossero staccate da lei.

“Dove ho già visto quegli occhi?” pensò Sanzo, avendo la netta sensazione di aver già incontrato quegli smeraldi. Nonostante il dubbio, decise di concentrarsi sui piatti che in quel momento riempivano il tavolo.

“Bene!” pensò ancora una volta la ragazza, voltandosi successivamente e facendo un paio di passi in direzione della cucina.

SANZO – Ehi… -.

A Sarah si gelò il sangue nelle vene. Era con lei che ce l’aveva… che l’avesse scoperta?

SANZO – Il cibo è freddo – disse seccato, non degnando la ragazza nemmeno di uno sguardo.

“Oh cielo… di questo passo mi verrà un infarto!”.

SARAH – Ehm… farò in modo che la seconda portata non lo sia! – e detto questo si volatilizzò in cucina.

 

Una volta dentro, si abbassò la bandana che le copriva il volto e tirò un lungo sospiro di sollievo, poggiandosi con le spalle al muro e chiudendo gli occhi per non venire meno.

Pad e Cloe si precipitarono da lei.

PAD – Com’ è andata? – chiese curiosa.

CLOE – Ti hanno riconosciuta? – chiese la donna in modo più contenuto, facendo comunque trasparire un velo di curiosità.

SARAH – No – rispose sorridendo beffarda – Il camuffamento è stato perfetto u____u – aggiunse con fare saccente.

CHRIS – Bene – si unì alla conversazione, dal momento che era riuscito ad ascoltarle – Perché sono pronte le seconde portate – e detto questo fece cenno a Sarah di raggiungerlo verso un tavolo su cui erano poggiati dei piatti, che lui le mise subito tra le mani.

Ritornò nella sala da pranzo dopo essersi risistemata la bandana e raggiunse di nuovo il tavolo quattro.

SARAH – Ecco a voi, signori  ^    ^ - pronunciò con fare gentile.

Sanzo la fissò ancora una volta, soffermandosi a lungo sui suoi occhi. Non poteva sbagliarsi.

Sarah si sentì togliere il fiato. Nonostante avesse distolto il suo sguardo da Sanzo, sapeva che lui stava continuando a fissarla e questo le fece temere il peggio.

Capita la situazione, quindi, dopo aver poggiato le seconde portate sul tavolo, si allontanò velocemente, così velocemente che urtò contro la spalla di un uomo che era appena entrato nella locanda.

Fu allora che accadde.

Il tempo si fermò, la stanza intorno a sé ruotò, fu invasa da un senso di freddo che le raggiunse velocemente le ossa… poi vide.

Persone che urlavano, sangue che scorreva a fiotti, tavoli rivoltati e sedie distrutte…

Un particolare… le serviva un particolare.

Vagò con lo sguardo privo di pupilla intorno a sé, come a voler cercare qualcosa e i suoi occhi si fermarono sull’orologio.

Le due in punto.

La sua pupilla riacquistò il suo colore e il tempo ricominciò a scorrere in modo naturale. Respirò a pieni polmoni l’aria, come se fosse stata in apnea per un tempo troppo lungo.

Goccioline di sudore ora le imperlavano il viso, si ricordò subito di cosa sarebbe dovuta accertarsi e volse lo sguardo verso il grande orologio appeso al muro del locale.

Mancavano cinque minuti alle due… non aveva tempo.

 

HAKKAI – Cosa c’è, Sanzo? Qualcosa non va? – chiese cautamente al bonzo, notando il suo sguardo concentrato in un punto imprecisato della sala.

Da quando si era allontanata dal loro tavolo, Sanzo aveva seguito con lo sguardo la cameriera, perché la strana sensazione che lo aveva invaso quando aveva incrociato gli occhi di quella strana ragazza non era più scomparsa. E aveva assistito allo strano repentino cambiamento comportamentale di quest’ultima, quando si era fermata al centro della sala ed era stata lì ferma per un attimo col corpo sbilanciato, quasi come se stesse per venire meno da un momento all’altro.

Poi l’aveva vista agitarsi e guardarsi intorno convulsamente, fino a quando non l’aveva vista ritornare velocemente nella cucina.

SANZO - … - non seppe dare una risposta al compagno, nonostante avesse sentito e capito la domanda che gli aveva fatto. Continuò a guardare in direzione della cucina, attraverso la cui porta aveva visto sparire la ragazza.

SANZO – Non lo so… - aggiunse, dopo aver riportato la sua attenzione sul piatto ancora pieno di cibo che aveva davanti.

 

CLOE – Sembra stia andando bene, eh Sarah?... Sarah… - . La donna, con il viso concentrato sulla fila di piatti da lavare, aveva riposto alla fine la sua attenzione sulla ragazza che, col volto pallidissimo, si stava dirigendo a grandi passi verso di lei.

Cloe attese che fosse lei a parlare.

SARAH – Demoni – disse, giunta vicinissima all’amica.

Cloe spalancò gli occhi, aspettando che proseguisse.

SARAH – Fra cinque minuti faranno una strage – disse tutto d’un fiato, alzando poi gli occhi sul piccolo orologio che troneggiava su una mensola della cucina. – Mi correggo… tra tre minuti. -.

La donna sembrò soppesare bene le parola dell’amica, non staccando un attimo i suoi occhi neri da quelli verdi della ragazza.

CLOE – Hai qualche idea? – chiese, dopo essersi asciugata velocemente le mani sul grembiule che teneva legato in vita.

SARAH  - Dobbiamo far uscire tutti – disse, dopo essere stata una manciata di secondi a fissare il vuoto.

PAD – Che succede? -.

Pad aveva raggiunto le due amiche in fretta e furia. Anche lei aveva notato lo strano comportamento di Sarah al centro della sala da pranzo e non aveva saputo attribuirlo a nient’altro se non ad una delle sue solite visioni.

CLOE – Dei demoni – tagliò corto.

PAD – Dove??? - .

SARAH – Al tavolo sotto la finestra - .

Pad si affacciò dalla piccola finestra e vide un gruppo di uomini che bevevano birra e sghignazzavano tra di loro.

PAD – Avranno dei dispositivi di controllo, per questo non me ne sono accorta… ma tu come… -

SARAH – Ne ho urtato uno mentre entrava nel locale – rispose tempestivamente, interrompendo l’amica.

PAD – …Che si fa? – .

CLOE – Sarah ha proposto di far uscire tutti i clienti dalla locanda… ma a giudicare da ciò che dicono le lancette – guardò l’orologio sulla mensola che segnava che mancava un minuto alle due - direi che non ci è rimasto più tempo – . E detto questo si tolse il grembiule, lo lanciò in un angolo della cucina e camminò a passo svelto verso l’interno della sala da pranzo, seguita a ruota da Pad.

Sarah si fermò vicina allo stipite della porta, con lo sguardo pieno di preoccupazione e cominciò a torturarsi un’unghia con i denti, mentre non staccava per un attimo i suoi occhi dalle lancette del grande orologio della sala da pranzo.

Ad ogni secondo che le lancette scandivano, sembrava corrispondere un passo di Cloe, che si avvicinava sempre di più al tavolo dei demoni, tanto che quando la donna lo raggiunse, le lancette segnarono le due in punto.

Sarah trattenne il fiato.

 

CLOE – I signori sarebbero così gentili da seguirci un attimo? – chiese, stagliandosi con la sua possente figura davanti al tavolo, mentre cinque demoni dall’aria camuffata sembravano guardarla con aria divertita.

Pad era un passo dietro di lei e non accennava a volersi muovere da lì. Gli occhi fissi sugli uomini che aveva davanti a sé. Lo sguardo serissimo che non prometteva nulla di buono.

Sembrava perfino che non fosse più la ragazzina vivace, divertente e tutto pepe che chiunque aveva imparato a conoscere.

Ora un’espressione nervosa era dipinta sul volto della ragazza.

Chris, accortosi dello strano movimento delle donne, aveva rivolto lo sguardo verso Sarah, che di tutta risposta gli aveva annuito con la testa quasi come a voler rispondere ad una domanda inconscia dell’amico. Così, dopo aver congedato velocemente alcuni ospiti che gli avevano chiesto se ci fosse posto per passare la notte, si era diretto anch’egli vicino a quel tavolo, senza dare troppo nell’occhio.

-           E perché dovremmo seguirvi fuori, mia bella signora? – chiese un attimo dopo un demone a Cloe, con fare canzonatorio, tanto da suscitare delle risate nei suoi compagni.

CLOE  - Perché così discutiamo ciò che avevate intenzione di fare… - rispose senza troppi giri di parole la donna, non mollando un attimo lo sguardo del demone, che ora aveva spalancato gli occhi per l’incredulità e lo stupore, così come i suoi compagni.

Chris nel frattempo aveva affiancato Pad.

 

GOIJO – Ma che succede lì? – aveva chiesto non appena le risate di quello strano gruppo di uomini avevano attirato la sua attenzione.

GOKU – Hn? - . Anche Goku alzò la testa, attirato dalla strana situazione che si era creata al tavolo sotto la finestra.

Hakkai e Sanzo scrutavano il tutto silenziosamente, poi Sanzo voltò il capo verso la ragazza ferma vicina allo stipite della porta della cucina… e spalancò gli occhi.

“È lei…” pensò incredulo, facendosi cadere la sigaretta che teneva tra le dita.

Come se quel pensiero l’avesse raggiunta, anche la ragazza guardò in direzione del bonzo e spalancò gli occhi a sua volta.

“Dannazione…” pensò, maledicendosi per essersi dimenticata di reindossare la bandana sul volto e cominciando a sudare fredda, ma non ebbe il tempo di formulare qualche altro pensiero che il rumore di qualcosa andato in frantumi attirò la sua attenzione, facendole rivolgere lo sguardo di nuovo verso il tavolo dove si erano riuniti Cloe, Pad e Chris.

 

Cloe aveva spiccato un salto all’indietro, evitando la caraffa d’acqua che il demone col quale stava discutendo poco prima, le aveva lanciato, suscitando l’ilarità dei suoi compagni.

- Uh… Complimenti per l’agilità! Ma questo non basterà a salvarti… - disse il demone che le aveva lanciato la caraffa, con tono ironico. Poi si sfilò un anello che aveva al pollice della mano destra, e in breve le sue orecchie si allungarono, così come le sue unghie, che assunsero la forma di artigli.

Lo stessero fecero i compagni.

A quel punto anche Cloe si sfilò velocemente il suo dispositivo di controllo del potere maligno, che consisteva in un  paio di orecchini, e lo stesso fecero anche Pad e Chris, che si sfilarono rispettivamente un bracciale al braccio destro l’una e un bracciale al braccio sinistro l’altro, assumendo le loro sembianze demoniache.

Dopo quello spettacolo di trasformazioni, nella sala si creò il panico e molte delle persone sedute ai tavoli cominciarono ad urlare:

- DEMONIIIIIIIIIIIIIIIIIII - .

 

GOIJO – Oh! A quanto pare avremmo subito modo di digerire! – disse, sorridendo sornione e alzandosi dalla sedia, facendo materializzare successivamente la shakujyo** tra le sue mani.

Anche Sanzo e Hakkai si alzarono dalle loro sedie, mentre Goku continuò imperterrito a mangiare i suoi nikuman, attività che non potè svolgere a lungo dal momento che un demone, colpito con un calcio in pieno petto da Pad, andò a finire sul tavolo, spaccandolo in due e procurando la caduta delle pietanze.

Gli occhioni dorati di Goku s’inumidirono di lacrime.

GOKU – Ok!!! Chi è stato?? – sbraitò infine, dopo aver ricevuto un “tale affronto”, e fece materializzare la sua nyoibo**.

 

SARAH – PAD!!!! ALLE SPALLE!! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola quando aveva visto che uno di quei demoni stava per attaccare l’amica.

L’abalarda di Goijo fermò il malcapitato nemico prima ancora che riuscisse ad alzare i suoi artigli sulla rossa, smaterializzandolo.

Pad si voltò e sorrise con gratitudine a Goijo, che di tutta risposta le fece un occhiolino.

Ormai tutti i demoni malintenzionati erano stati eliminati.

-      Ma cosa diavolo è successo??? -. Il padrone del locale era sul ciglio della porta della cucina, affianco a Sarah, e guardava sconvolto la sua sala da pranzo che era stata trasformata in un campo di battaglia.

Cloe, Pad e Chris reindossarono i loro dipositivi di controllo, riassumendo un aspetto umano.

La sala era ormai diventata quasi vuota. La maggior parte degli ospiti era scappata, mentre la parte che era rimasta si era nascosta come meglio aveva potuto, servendosi dei tavoli e delle sedie rovesciate.

-      Ci avete ingannati! – urlò improvvisamente un uomo, uscendo allo scoperto dal tavolo sotto il quale si era nascosto. – In questa locanda ci sono dei demoni tra il personale! – urlò, indicando Chris, Pad e Cloe – Volevate ammazzarci tutti??? -.

I chiamati in causa sussultarono. Stava accadendo ciò che avevano immaginato fosse accaduto molto presto.

-      … - il padrone del locale non riuscì a proferire parola, che subito fu attaccato da un altro ospite.

-      Ridateci i nostri soldi!! Andiamo via da qui!!! -.

-      No… aspettate… - riprovò a dire il padrone del locale, ma fu interrotto nuovamente, questa volta da una massa di voci che gli urlarono contro contemporaneamente.

SARAH – ADESSO BASTA!!! – urlò, attirando l’attenzione e facendo zittire temporaneamente la folla inferocita. – Quelle persone vi hanno salvato la vita!! – continuò, indicando con un dito gli amici, che da quando gli ospiti avevano cominciato a protestare se n’erano stati zitti ad aspettare che pronunciassero la loro sentenza – Se non fosse stato per loro, a quest’ora sareste tutti morti! – concluse, urlando con tutto il fiato che aveva in gola.

-      Sono dei demoni!! – urlò di nuovo un ospite.

-      Chi ci dice che non fossero d’accordo con quegli altri?? - urlò un altro, guadagnandosi l’appoggio di altre persone.

SARAH – Credi che se fossero stati intenzionati davvero ad uccidervi, a quest’ora sareste ancora vivi? – incalzò, avvicinandosi furibonda all’uomo che aveva pronunciato l’ultima ipotesi.

Quando fu più vicina, Hakkai, Goku e Goijo focalizzarono la loro attenzione su di lei.

GOIJO – Ma… - disse appena, lasciando la frase in sospeso temendo di essere diventato pazzo.

GOKU – Quella non è… - continuò automaticamente, rimanendo a bocca aperta di fronte a tale rivelazione.

HAKKAI – Temo di sì… - si limitò a dire, scioccato e sorpreso quanto gli altri.

Sanzo si limitò a guardare la ragazza, senza dire una parola.

Ormai per lui era tutto chiaro. Li aveva ingannati.

-       Non importa come sia andata! Rimangono comunque dei luridi demoni!!ribattè un altro ospite, avvicinandosi a sua volta a Sarah, sovrastando la figura minuta della ragazza con la sua possente corporatura.

BANG.

La shoreiju di Sanzo aveva ristabilito la calma, e aveva indotto l’omone ad allontanarsi da Sarah, che ora guardava il bonzo con uno sguardo indecifrabile.

Si era dimenticata di lui.

Il suo gioco era stato scoperto e i suoi amici erano in pericolo.

Decise di dare la priorità al problema dei suoi amici e cominciò a ragionare su una possibile soluzione che potesse tirarli fuori dai guai.

Da come si erano messe le cose, sicuramente quella gente non avrebbe mai riconosciuto che loro tre gli avevano salvato la vita, per loro quelli erano dei demoni, punto.

Dal canto loro, Chris, Pad e Cloe non avrebbero mosso un dito. Sapevano che difendersi dalle accuse di quelle persone sarebbe stato impossibile, dal momento che la strana aria che proveniva da ovest ormai aveva raggiunto anche quelle terre e che quindi era normale non avere più fiducia nei demoni, visto che molti di quest’ultimi avevano ormai perso il controllo.

Cosa restava da fare allora?

-     Ma quello è il venerabile Genjo Sanzo Oshi! – esclamò una donna quando ebbe riconosciuto l’abito bianco e il sutra che portava sulle spalle.

-     Venerabile Sanzo! – esclamò un altro, congiungendo le mani a mò di preghiera e avvicinandosi riverente a lui.

“Allora avevo visto bene, quel ragazzo è un sanzo!” pensò Sarah, scrutando minuziosamente l’aspetto elegante e fiero dell’affascinante ragazzo che aveva davanti.

“Com’ è giovane…” si ritrovò a pensare, soffermandosi sui tratti somatici del ragazzo e in particolar modo sui suoi occhi viola. Non aveva mai visto occhi del genere.

E non era tanto per il particolare e raro colore di cui erano dipinte le loro iridi… né per il loro taglio che glieli faceva risultare così suadenti… era per la loro intensità.

Quegli occhi sembravano dire tutto e niente, ed emanavano una luce fuori dal comune, facendo trasparire una profondità sfuggente, che, vista nel complesso dell’espressione facciale che gli dava quell’aria da duro, sembrava quasi non esistere.

Eppure lei era riuscita a scorgerla.

“Ma che vado a pensare??” si ritrovò a chiedersi quando si fu resa conto di essersi allontanata dal resto del mondo per aver osservato troppo a lungo quegli occhi incantevoli.

“Incantevoli?? Oh Kami… che qualcuno mi dia un pugno per farmi rinsavire! Questo non è il momento!”.

-      Siete licenziati! – . Sentì dire improvvisamente dal proprietario della locanda.

Voltò il suo sguardo velocemente verso i tre amici, che ora si stavano allontanando con la testa abbassata, sconsolati, e capì che quella frase era stata rivolta a loro.

SARAH – Ma come può?? – sbraitò, portandosi davanti all’uomo, sbarrandogli il passaggio – Hanno lavorato per lei per così tanto tempo! Non le hanno mai dato problemi! Perché gli sta facendo questo?? -. Ma prima che l’uomo potesse risponderle, una mano si poggiò su una spalla della ragazza e lei si girò, vedendo Cloe guardarla intensamente e accennandole un no con la testa, invitandola a smettere.

Sarah perse un battito. Si allontanò dall’uomo che aveva trattenuto e seguì l’amica che era uscita dal locale insieme a Chris e Pad.

SARAH – CLOE!! – urlò, cercando di fermare l’amica, non riuscendo stare al suo passo. Ma quella non si fermò, ne tantomeno si voltò, raggiunse casa sua e vi entrò. Sarah entrò anch’essa e si sbattè la porta alle spalle.

SARAH – Ma che diavolo state facendo?? – urlò, quando vide gli amici recuperare delle valigie da un armadio e raccattare la loro roba.

Nessuno di quelli rispose, limitandosi a riempire ognuno la propria valigia, senza mai guardarla negli occhi.

A Sarah vennero le lacrime.

No… non poteva essere vero… loro non avevano davvero intenzione di andarsene.

Pad si diresse verso la specchiera che si trovava accanto a Sarah, intenzionata a recuperare alcuni suoi gioielli, ma l’amica le afferrò le spalle, costringendola a guardarla negli occhi.

SARAH – Che state facendo?? – chiese sull’orlo della disperazione.

CLOE – Ce ne stiamo andando – rispose categorica Pad, continuando a non guardarla negli occhi.

Pad nel frattempo si era liberata dalla presa di Sarah.

SARAH – Perché? – chiese con un filo di voce, abbassando la testa. Sentiva gli occhi pizzicare.

CHRIS – Lo hai visto tu stessa, Sarah – rispose con lo stesso tono di voce – Non possiamo più restare qui, la situazione è diventata insostenibile - .

SARAH – Ma voi siete diversi!! Lo avete dimostrato oggi stesso difendendo quelle persone… -

CLOE – La situazione non cambia – rispose, interrompendola – Rimaniamo comunque dei demoni anche noi, e quei tizi che sono entrati prima nella locanda hanno dimostrato quanto l’aria proveniente da ovest si stia diffondendo velocemente - .

SARAH - …. -

CHRIS – Dobbiamo andarcene prima che sia troppo tardi – aggiunse, sollevando dal letto una valigia e spostandola verso la porta d’entrata.

SARAH – Allora io vengo con voi! – esclamò.

CLOE – NO! – esclamò di rimando, alterandosi.

PAD / CHRIS - … -

CLOE – Ma non capisci?? Se dovessimo perdere il controllo, tu saresti in pericolo! - .

Sarah si sentì andare in frantumi. Abbassò piano la testa, lasciando che delle lacrime le scorressero lungo il viso e andassero a scontarsi con le assi di legno del pavimento.

Cloe tagliò la distanza che le separava e la strinse in un abbraccio.

SARAH – Non puoi chiedermi questo… - disse, con la voce rotta dai singhiozzi – Voi siete la mia famiglia… siete tutto per me. In questi due lunghi anni siete state gli unici che abbiano saputo accettarmi per come sono… Non vi siete mai lasciati influenzare dalle dicerie… mi avete dato una casa, mi avete voluta bene… come puoi chiedermi di separarmi da voi? – e detto questo scoppiò in un pianto dirotto.

Cloe la strinse ancora più forte, Chris e Pad le si avvicinarono, carezzandole uno la testa e l’altra un braccio che avvolgeva il collo di Cloe.

PAD – E sarà così sempre, Sarah – le disse dolcemente – Quello che proviamo per te non cambierà mai… anche tu ci hai accettato per quello che siamo veramente, senza mai avere alcuna titubanza… ma adesso, coi tempi che corrono, sarebbe un rischio troppo grande stare insieme… non potremmo mai perdonarcelo se dovesse accaderti qualcosa… specialmente per mano nostra – terminò in un sussurro.

Sarah scoppiò nuovamente a piangere. Non riusciva ad accettarne l’idea. Era tutto così assurdo.

CHRIS – Sciocchina… .- intervenne, cercando di sdrammatizzare un po’ quella situazione che era diventata insostenibile per tutti – Questa storia non durerà mica in eterno… quando tutto sarà finito, verremo a cercarti noi, credi davvero che sarà così facile liberarti di questi tre rompiscatole?  ^    ^ -

CLOE – Guarda che qui di rompiscatole ce n’è uno solo, e sei tu  ò_____ò – ci tenne a precisare, lasciando andare lentamente Sarah, che fu soccorsa da Pad con un fazzoletto.

CHRIS – La solita permalosa u___ù –

CLOE – u___ù -

Pad scoppiò a ridere, mentre Sarah li guardava intensamente uno ad uno, come a voler conservare nel suo cuore quel momento per sempre, visti i tempi che sarebbero stati costretti ad affrontare da quel momento in poi.

 

GOKU – Sanzo! Hai visto?? Era la sposa!! - .

Sanzo non rispose, in compenso si sfilò un pacchetto di sigarette da una manica della tunica, constatando successivamente che era vuoto.

SANZO – Dammene una – ordinò esplicitamente a Goijo, che se ne stava accendendo una in quel momento.

GOIJO – Tsk! –

SANZO - … -

GOIJO – “Scordatelo” – pronunciò imitando il bonzo, facendogli ricordare un avvenimento accaduto la sera prima nel bosco in cui avevano visto per la prima volta la ragazza.

SANZO – Io ti ammazzo u___u*** -

HAKKAI – Ragazzi… eccola. – attirò l’attenzione dei compagni, indicando con un cenno della testa una figura che era appena uscita da una casa poco lontana da loro.

 

SARAH – Allora… arrivederci… - disse, sforzandosi di non rimettersi a piangere e abbracciando uno ad uno gli amici.

CLOE – Ciao tesoro, mi raccomando, non cacciarti nei guai –

PAD – Se qualcun altro, casualmente, dovesse salvarti la vita, non farti passare nemmeno per la testa di sposarlo! –

CHRIS – E soprattutto… non infilzarti più con le forcine u____ù  anzi, una cosa, tieni i capelli sciolti, che sei più bella  ^    ^ -

A quelle ultime due raccomandazioni, Sarah scoppiò a ridere, inducendo a fare lo stesso anche a loro.

SARAH – Mi mancherete tantissimo… - sussurrò alla fine.

CLOE – Anche tu ci mancherai, tesoro… ciao -.

E dopo aver abbracciato gli amici ancora una volta, questi ultimi si allontanarono a bordo di una piccola jeep nera.

Quando l’ebbe vista allontanarsi, perdendola di vista completamente, Sarah si girò, intenzionata a ritornare alla locanda.

A farle cambiare idea sui suoi propositi fu un’altra jeep, verde, con quattro ragazzi che probabilmente non la credevano più morta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*KAMI = significa più o meno “dei”, “dio”, corrisponde insomma ad una sorta d’imprecazione.

 

**SHAKUJYO = è un'alabarda di ferro con una lama a mezzaluna, collegata al resto della struttura per mezzo di una catena, che Goijo riesce a materializzare con la sola forza del pensiero.

Lo stesso vale per la NYOIBO di Goku, solo che l’arma di quest’ultimo consiste in un  bastone allungabile.

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Capitolo 5
*** "Ancora una volta" ***


Erano lì, a pochi passi da lei e sembrava proprio che stessero aspettando che si avvicinasse

Ciao a tutti  ^ ^ Sono riuscita a liberarmi provvisoriamente (purtroppo SOLO provvisoriamente ç__ç ) di alcuni mattoni che avevo da studiare… se se… UTOPIA!! I mattoni sono ancora lì, pronti per essere sfogliati (anche se prima desidererebbero essere spolverati >_< ) ! Gli esami sono alle porte… anche se li temo ç__ç non vedo l’ora di finire per questa sessione! Nel frattempo mi sono data alla scrittura di un nuovo chap  ^  ^ , sperando che questo serva a placare gli animi di coloro che ormai soffrono di crisi d’astinenza e che mi minacciano ogni volta in modo diverso per continuare ç___ç (Mon-chan, sappi che ogni riferimento + puramente casuale u___ù).

Prima di lasciarvi alla lettura, voglio fare dei saluti ^  ^

- WhiteLie : Ciao! Ebbene sì… la nostra Sarah non è una fanciulla normale ^  ^ Riguardo al bonzo corrotto, avevi forse qualche dubbio sul fatto che avesse un fiuto eccezionale u___ù ? XD Ci vuole ancora un po’ di tempo prima che parta, tranquilla ^   ^ Ahahahah… mi fa piacere che Chris ti piaccia XD. Sì… effettivamente àè_é  dà proprio l’impressione di essere la faccina di una teppista XD ;

- miriel67 : sono contenta che i personaggi siano descritti abbastanza bene ^   ^ Riguardo le faccine, lo so che stonano un po’ con la storia, io infatti non le aggiungo per avere qualcosa in più che spieghi le reazioni dei personaggi (tranne quando le utilizzo al posto delle battute XD ) ma le uso perché mi piacciono XD Mi fanno ridere, non posso farci nulla XD in questo capitolo le ho un po’ limitate per vedere se riesco a farne a meno… ma se l’astinenza è insopportabile le riutilizzerò XD Comunque certo che puoi puntualizzare qualcosa! È proprio questo quello che cerco, qualcuno che sappia analizzare ciò che scrivo e farmi notare se qualcosa non va o se qualcosa è in più, insomma, mi fa piacere che tu sia così attenta ^  ^ Così come non avrei problemi se anche qualcun altro avesse da dire (o meglio scrivere >_>) qualcosa! ;

- mon_chan : avresti davvero il coraggio d’impedirmi di andare in vacanza ç__ç ?? Lo sai che i libri mi perseguiteranno anche lì, almeno quindici giorni lasciameli ç___ç Comunque collega, sono contenta che la storia ti stia appassionando XD .

 

Infine volevo salutare Yama-sensei e volevo ringraziare anjelik per aver aggiunto la mia storia tra le preferite XD Benvenuta anjelik! Spero di avere presto un tuo parere! Così come spero di avere il parere di tutte quelle splendide persone che leggono giorno per giorno la mia fan fiction *__*  Grazie a tutti!

Ora vi lascio alla storia, buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ancora una volta”

 

 

Erano lì, a pochi passi da lei e sembrava proprio che stessero aspettando che si avvicinasse.

“Sta calma, Sarah… devi stare calma... “ pensò tra sé mentre con passo incerto cominciò a dirigersi verso la locanda.

 

HAKKAI – Che facciamo, Sanzo? – chiese, rivolgendosi al bonzo all’esterno del veicolo. – Andiamo via? - .

Sanzo afferrò la maniglia della portiera della jeep e ci salì, sistemandosi successivamente a braccia conserte.

Non aveva idea di come comportarsi. Che avrebbe dovuto fare? Chiederle come mai non fosse morta? Chiederle perché avesse architettato tutta quella messinscena per non  farsi riconoscere?

Ma cosa fondamentale, perché avrebbe dovuto chiederle tutte quelle cose? Perché si stava interstartendo così tanto con quella ragazza che nemmeno conosceva?

GOIJO – Terra chiama bonzo, terra chiama bonzo. Vuole degnarci della sua attenzione, Venerabile Sanzo? - .

SANZO - … - . Era di nuovo stato preso alla sprovvista, e la verità era che lui per primo non sapeva che fare.

GOKU – Potremmo chiederle perché si è comportata in quel modo! – esordì, dopo essere stato un po’ di tempo a pensarci.

GOIJO – Ma siamo sicuri che sia lei? – chiese alquanto scettico. - In fondo quella volta era buio, potremmo esserci sbagliati… - .

GOKU – Ti dico che è lei! Ha lo stesso odore della ragazza che abbiamo incontrato nel bosco! - .

GOIJO – E com’è che non te ne sei accorto prima, scimmia? In fondo è stata lei a servirci a tavola -.

GOKU - …perché avevo troppa fame…i miei sensi erano offuscati… - disse, ripensando con occhi luccicanti a tutte le pietanze che aveva da poco finito di gustare. – Mi sta tornando fame… Sanzo, possiamo… -.

SDENG.

SANZO – Non provarci nemmeno, razza di stupida scimmia! – sbraitò, alzandosi dal sedile anteriore e colpendolo ripetutamente con l’harisen. – Non compreremo nulla! Il prossimo pasto sarà stasera! - . Aveva intuito da subito il ragazzino dove volesse arrivare.

GOKU – Dobbiamo per forza aspettare stasera?? ç___ç  Io ho fameeeeeeee!!!!! -.

GOIJO – Che bonzo tirchio… in fondo non sono nemmeno soldi tuoi, sono i sanbutsushin che ci rimettono… - .

BANG BANG BANG.

SANZO – VOLETE MORIRE??? - .

Intanto l’attenzione di Hakkai era stata attirata dalla figura della ragazza che era ormai a pochi passi da loro.

 

Sarah tenne per tutto il tempo la testa bassa. Li aveva sentiti litigare, quindi sperava di riuscire a passare affianco a loro senza attirare troppa attenzione, ed invece si ritrovò nuovamente con quattro paia d’occhi puntati addosso.

Continuò a camminare lentamente, come se nulla fosse. Solo alla fine, per un attimo, alzò lo sguardo verso di loro.

Con tutti gli sguardi con cui avrebbe potuto scontrarsi, andò ad incontrare ancora una volta le dure ametiste, che questa volta sembrarono volerle scavare dentro.

Abbassò subito la testa, come a voler impedire a quegli occhi di entrare nella sua anima, e accelerò il passo, per cercare di raggiungere la locanda il più presto possibile.

Appena fu arrivata allo stipite della porta, però, fu colta da una strana sensazione.

Sentii di avere più di quattro paia d’occhi puntati addosso, così si girò lentamente, come a volersi preparare psicologicamente al fatto che la sua brutta sensazione fosse fondata.

Il tempo di voltarsi completamente, che un coltello lanciato ad alta velocità le trafisse una spalla.

 

Sanzo, Hakkai, Goijo e Goku sgranarono gli occhi.

La videro urtare lo stipite della porta e rimbalzarci, come se avesse ricevuto un secondo colpo.

Il sangue le scorreva copiosamente dalla spalla, che lei cercava di tamponare con una mano per tentare di evitarne l’eccessiva fuoriuscita. Poi la videro sgranare gli occhi a sua volta, guardando nella direzione dalla quale era stato lanciato il coltello e correre all’interno della locanda con ancora l’arma conficcata nella spalla.

Subito dopo la sua scomparsa, sullo stipite della porta andarono a conficcarsi altri coltelli.

GOIJO – Ma che diavolo… - . Non fece in tempo a terminare la frase che dovette evitarne uno a sua volta.

Un gruppo di demoni si era stagliato di fronte alla jeep, con l’evidente intenzione di colpire chiunque si fosse messo sulla loro strada.

HAKKAI – A quanto pare abbiamo compagnìa – constatò col suo solito sorriso tranquillo.

GOKU – Hanno colpito la ragazza! – urlò, alzandosi in piedi sul sedile posteriore e materializzando la nyoibo, pronto a combattere.

GOIJO – A quanto pare ci toccherà salvarla di nuovo – osservò, sorridendo e facendo materializzare anch’egli la sua arma.

SANZO – Tsk… che seccatura! -. E impugnò la sua shoreiju.

Hakuryù rispose subito al piede di Hakkai pigiato sull’acceleratore, e partì sgommando, lasciandosi alle spalle un polverone.

I demoni che erano posizionati nella prima fila del gruppo capirono subito l’intenzione dei quattro e, bilanciandosi su una gamba lasciata piegare all’indietro, spiccarono un salto rotante, andando a superare la jeep. Corsero verso la locanda, scomparendoci dentro poco dopo.

Era evidente che non volessero il sutra.

GOIJO – Merda! – esclamò, stringendo i denti.

La jeep intanto era riuscita a investire in pieno dei demoni.

Hakkai decise di continuare con quel sistema e fatta retromarcia, continuò ad investire i demoni che incontrava sulla sua strada.

La pistola di Sanzo l’aiutava, smaterializzando tutti i corpi che avevano la sfortuna di incappare nei suoi proiettili.

HAKKAI – Mi sa che questo non basterà - .

Infatti a mano a mano altre figure demoniache si stagliarono all’orizzonte.

GOIJO – Alcuni sono riusciti ad entrare nella locanda! – fece presente agli amici, che se ne stavano a riflettere sul da farsi.

Fu proprio in quel momento che dalla locanda si sentirono delle urla, seguite da rumori di vetri rotti.

GOKU – Cosa facciamo, Sanzo? - .

SANZO – Dividiamoci – rispose prontamente. – Tu e Goijo andate alla locanda – disse rivolgendosi ad Hakkai. – Io e la scimmia terremo a bada questo branco di idioti - . E detto questo ricaricò la shoreiju.

Quando furono scesi tutti dalla jeep, quest’ultima riprese le sembianze di Hakuryù e cominciò a svolazzare in direzione della locanda, come se avesse compreso che il padrone si sarebbe diretto lì.

Goijo e Hakkai lo seguirono.

GOKU – Bene! – esclamò euforico, impugnando la nyoibo. – Fatevi sotto! – urlò poco prima di precipitarsi su un gruppo compatto di demoni.

 

“Non sarei dovuta entrare qui, ho messo in pericolo delle persone” pensò Sarah mentre si richiudeva la porta alle spalle.

Dal piano inferiore riusciva a sentire il baccano procurato dai demoni che probabilmente la stavano cercando.

Accertatasi di aver chiuso bene la porta a chiave, si sfilò, con non poco dolore, il coltello dalla spalla e lo gettò sul pavimento, lontano da lei.

Si diresse poi verso la bassa cassettiera che faceva da arredo alla camera e la spinse verso la porta.

“Non è che abbia risolto chissà che…” pensò, ritenendo che la sua non fosse stata una buonissima idea.

Inutile. Se quei demoni fossero arrivati davanti alla sua camera non ci avrebbero messo molto a sfondare la porta.

“Devo andarmene da qui”.

Fece scorrere velocemente tutto l’ambiente della camera sotto ai suoi occhi, soffermandosi poco e niente sui particolari.

“Eccolo!”. Il suo sguardo si era posato su un sacchetto grigio che era stato lasciato appeso con un chiodo al muro.

Sarah si diresse velocemente verso il sacchetto e lo prese, svuotandolo del contenuto, fino a quando la sua mano non si fu riempita dai gioielli che indossava il giorno che avrebbe dovuto sposare Jiin.

“Se vendo questi posso cavarmela ovunque” pensò, riponendoli poi accuratamente di nuovo nel sacchetto.

Ad attirare la sua attenzione furono delle voci fuori alla sua porta.

-       È qui dentro – sentì dire in modo sussurrato da qualcuno nel corridoio.

-       Dolcezza… lo sappiamo che sei lì dentro, vieni fuori da sola e non ti faremo del male! - .

A quella frase seguirono diverse risate, somiglianti più a dei versi animaleschi e a degli sghignazzi, che a Sarah fecero venire i brividi.

La ragazza trattenne il fiato, quasi come se da quello dipendesse la sua salvezza. Ma un colpo violento tirato alla porta la fece sussultare, permettendo all’aria che aveva compresso nei polmoni di liberarsi.

Un altro colpo violento seguì quello precedente, questa volta però con più intensità.

Ne susseguirono altri, fino a quando sulla porta non si creò una crepa che permise di lasciar intravedere la lama di un’ascia.

Quando l’ascia fu ritirata, dalla crepa comparve un occhio vermiglio, lungo e sottile come quello di un felino.

-      Stai solo ritardando la tua morte – disse il demone che ora la stava osservando dalla porta, non lasciandosi sfuggire neanche un movimento della ragazza.

Sarah era terrorizzata. A quanto sarebbero i serviti i pochi colpi di difesa personale che aveva imparato da Pad, in quel momento?

Si guardò intorno alla ricerca di una possibile via di fuga, fino a che i suoi occhi non caddero sulla finestra.

-       Credi davvero che te lo lasceremo fare? – chiese lo stesso demone, lasciandosi andare ad una lunga e rumorosa risata, una risata che s’interruppe di colpo dopo un po’. Poi seguì il silenzio.

-       Signorina? Va tutto bene? - .

Una voce diversa dalle altre ora si stava rivolgendo a lei.

Sarah non aveva il coraggio di avvicinarsi alla porta per constatare di persona cosa fosse successo.

Improvvisamente dallo squarcio sulla porta comparve un altro occhio. Sempre rosso, dall’iride leggermente più chiara, che si fermò su di lei per qualche istante.

-       Hakkai, sta bene – disse il proprietario dell’occhio, ritirando quest’ultimo dallo squarcio della porta.

“Ancora loro?” si ritrovò a pensare Sarah. “Perché non se ne sono andati?”.

Non riusciva a capacitarsi del perché quei ragazzi avessero deciso di aiutarla.

-       Signorina, non vorrei metterle fretta, ma sarebbe il caso di uscire da questo posto, e subito. I nostri compagni stanno intrattenendo quelle gentili persone che hanno procurato tutti questi danni, ma ciò non esclude che ne possano arrivare altri da un momento all’altro – disse di nuovo la voce gentile che aveva parlato per prima.

Sarah non sapeva cosa pensare. Perché quei ragazzi erano venuti in suo soccorso? Cosa volevano da lei?

“Altri, sono venuti a saperlo” pensò amareggiata, facendo man mano un passo indietro, fino a toccare con le spalle il muro accanto alla finestra.

Si voltò poi verso quest’ultima, intenzionata a scavalcarne il davanzale e a sfruttare il tetto per scappare, ma due mani le afferrarono le spalle e il peso di un corpo la costrinse a cadere a terra.

Un demone era ora sopra di lei, leccandosi con bramosia le labbra e spalancando gli occhi all’inverosimile.

-       Finalmente ti ho trovata – disse con voce cupa e roca – Non vedo l’ora di intascare la taglia che hanno messo sulla tua testa – e detto questo sollevo una mano su di lei, intenzionato ad affondare gli artigli sul suo volto, quando la porta esplose insieme alla cassettiera che le era stata messo dietro.

Un’alabarda colpì la testa del demone, decapitandolo e facendogli smaterializzare successivamente il corpo.

Sarah, che era stata per tutto il tempo in tensione temendo che gli artigli del demone l’avessero trapassata da un momento all’altro, si lasciò andare ad un profondo sospiro di sollievo, lasciando cadere la testa, precedentemente sollevata, sulle assi di legno del pavimento.

GOIJO – Ehi, tutto bene? – le chiese avvicinandosi e chinandosi per accertarsene di persona.

HAKKAI – È ferita? – le chiese, sorreggendola per le spalle man mano che si alzava. Fu allora che si accorse che stava sanguinando.

SARAH – No… - sussurrò appena, una volta in piedi. – Sto bene… -. Ma prima che riuscisse a fare un solo passo, svenne tra le braccia di Hakkai.

 

GOKU – AAAAH!! – urlò, colpendo un demone che gli si era avventato addosso.

BANG BANG BANG BANG BANG

Sanzo aprì con uno scatto il caricatore della shoreiju, facendo cadere i cinque bossoli vuoti e la ricaricò velocemente, mentre Goku faceva in modo che nessuno gli si avvicinasse.

GOKU – Ma quanti ne sono??? – chiese seccato, colpendo con veemenza alla testa un altro demone col suo bastone.

Stavano combattendo ormai da molto, ne avevano uccisi tanti, ma od ogni demone ucciso sembravano arrivarne altri tre.

Anche Sanzo, oltre ad essere stanco, era seccato dall’insistenza e dalla capacità di moltiplicazione dei nemici. Sparò ancora, fino a che la sua pistola non fu di nuovo scarica, ma prima che riuscisse nuovamente a caricarla, dovette schivare il fendente di un demone che lo aveva preso di mira.

SANZO – Adesso mi sono proprio stufato! – urlò, riponendo la shoreiju e afferrando il sutra del cielo demoniaco che aveva sulle spalle.

Goku lo sentì pronunciare la formula per il richiamo del potere del sutra, e ancora una volta, fece in modo che nessun demone gli si avvicinasse.

SANZO - …CELESTE PURIFICAZIONE DEL MALE!!! – urlò alla fine, sprigionando una luce abbagliante che smaterializzò all’istante tutti i demoni che si trovavano nel suo raggio d’azione.

Quando intorno a lui e Goku non fu rimasto che cenere, richiamò il sutra, riportandolo alle sue dimensioni iniziali e riponendoselo di nuovo sulle spalle, poi si accese una sigaretta.

GOKU – Ce ne avete messo di tempo! - .

Hakkai con Hakuryù e Goijo con Sarah sulle spalle, fecero la loro comparsa in quel preciso momento.

HAKKAI – Desolati di avervi fatti aspettare! – disse col suo solito sorriso di convenienza.

Sanzo fu attirato dalla ragazza che Goijo portava sulle spalle.

SANZO – E lei? – chiese, accennando un gesto con la testa in direzione di Goijo.

GOIJO – È rimasta incantata dalla mia bellezza e mi è svenuta tra le braccia – scherzò, dandosi delle arie.

HAKKAI – Siamo riusciti a salvarla prima che un demone l’attaccasse – spiegò con sincerità, non abbandonando il suo sorriso.

GOKU – Poverina! Nel giro di due giorni si è trovata a rischiare la vita per ben due volte! – esclamò, sottolineando il termine “due” entrambe le volte.

SANZO – Che idiota… - disse, lasciando andare una boccata di fumo, riferendosi alla ragazza.

GOIJO – Che facciamo? – chiese, riferendosi sempre alla ragazza.

SANZO – Noi dobbiamo rimetterci in viaggio – disse, tenendo a sottolineare la prima parola.

GOIJO – Non vorrai lasciarla qui, spero! – esclamò, afferrando al volo le intenzioni del bonzo.

HAKKAI – È ferita, Sanzo – aggiunse subito dopo.

SANZO – Non mi sembra che sanguini – replicò con la sua solita aria distaccata.

HAKKAI – Prima Goijo non scherzava sul fatto che fosse svenuta - .

GOKU – Non puoi curarla col tuo KI, Hakkai? - .

HAKKAI – No, Goku. Proprio perché non riporta danni esterni, il mio Ki sarebbe inutile, va fatta visitare da un medico. Le ho curato la ferita alla spalla procuratale dal coltello che l’ha colpita davanti a noi. Ma escludo che il suo svenimento sia riconducibile a quello – gli rispose, aggiustandosi il monocolo e guardando la ragazza priva di sensi sulle spalle di Goijo.

SANZO – Allora cercate un medico e portatecela, prima ci liberiamo di questa seccatura, prima potremo ripartire – sentenziò, senza nemmeno degnarli di uno sguardo.

HAKKAI – Temo che dovremo portarla con noi, Sanzo. In questa città non ci sono medici. Stamattina ho chiesto informazioni al riguardo perché contavo di rifornirci di alcune erbe mediche che ci mancano, e mi è stato detto che questo, essendo un centro piccolo, non dispone di un medico proprio ma dipende da quello di un villaggio vicino. -.

SANZO – Non se ne parla nemmeno! Abbiamo già perso fin troppo tempo… - .

GOKU – Ma Sanzo! Si tratterebbe di portarla con noi fino al prossimo villaggio, anche noi dovremo fermarci, no? Che ci costa? - .

GOIJO – Con che coraggio lasceresti qui questa bella ragazza, bonzo malefico! – esclamò, facendosi più vicino a Sanzo.

SANZO – AH! Fate come vi pare! – urlò, sapendo di non avere speranza contro tutti e tre e dirigendosi verso Hakuryù che nel frattempo aveva riacquistato le sembianze di jeep.

GOKU – Evvai! – esultò, alzando le braccia verso il cielo in segno di vittoria. – Sono curioso di sapere la sua storia! – aggiunse, riferendosi alla ragazza, seguendo poi a ruota Sanzo.

HAKKAI – Effettivamente quella interessa anche a me… - disse portandosi una mano al mento in segno di riflessione. – Per essere una ragazza, ha molti nemici. - .

Giunti alla jeep, Goijo posizionò la ragazza tra lui e Goku, in modo che non si facesse male durante il viaggio. Quando tutti si furono posizionati, Hakkai mise finalmente in moto.

 

Due occhi blu, intanto, avevano osservato la scena dal tetto di una casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** "Ricambiare il favore" ***


“È un soggetto interessante”

Perdono ç___ç Questa volta sarò molto breve perché devo correre a ripetere per un esame che dovrò dare domani ç___ç. Ringrazierò, quindi, velocemente le persone che hanno recensito.

-         YamaMaxwell : le tue recensioni in diretta sono mitiche XD Riguardo al capitolo precedente, l’harisen non è solo utilizzato nei templi. Hai modo di constatarlo vedendo altri anime come, per esempio, Full Metal Panic, in cui la protagonista, che non è una sacerdotessa e non ha nulla a che fare con i templi, ne ha uno per picchiare sempre il protagonista XD Quindi non è un “arma” ( XD ) usata SOLO nei templi. Bello il proprietario della locanda, eh? XD Goku, dici? Chissà che un giorno non svenga anche tra le sue braccia! XD ;

-         miriel67 : menomale che mi è riuscita bene la scena del combattimento.. è la prima volta che mi cimento in questo genere di descrizioni. Grazie per i complimenti! ;

-         WhiteLie : sì.. in effetti i ragazzi ci sono rimasti un po’ male XD Riguardo alla scena della porta mi sono rifatta ad una scena del film “Shining” con Jack Nicholson, pensa che mentre scrivevo mi spaventavo da sola ripensando al film ç___ç, me unica u___ù ;

Grazie mille anche a chi legge e non recensisce! *__* Sono arrivata a quota 183 visite *__* Grazie ç___ç

Adesso, buona lettura! ^___-

p.s : vi ricordo sempre gli asterischi che conducono a fine pagina u__ù … ciau! ^   ^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ricambiare il favore”

 

 

“È un soggetto interessante”. La persona che aveva parlato era fuori dalla sua visuale.

Era distesa e davanti a sé vedeva solo delle luci giallognole che confondevano i contorni. Provò a muovere le braccia per puntarle su quello che era il suo giaciglio per cercare di alzarsi, ma si rese subito conto di avere braccia e gambe legate, così come il collo. Si agitò convulsamente per cercare di liberarsi, ma non riuscì neanche a voltare la testa.

“Sta buona” le disse la stessa voce di prima.“Ancora un attimo” aggiunse subito dopo la stessa.

Per un attimo ci fu silenzio, tanto che pensò di essere rimasta da sola.

Poi sentì qualcosa di sottile e freddo attraversarle la pelle di un braccio… e fu buio.

 

Sarah spalancò di colpo gli occhi, come se la brutta sensazione che aveva sentito sul braccio durante il sogno la stesse ancora infastidendo.

Era sudata, respirava affannosamente e per un attimo stette immobile, credendo di non riuscire a muoversi. Le sensazioni del sogno erano ancora vive.

Davanti a sé vide un soffitto bianco, illuminato dai pallidi raggi di un sole al tramonto che filtravano da una finestra poco lontana.

“Dove sono?” pensò, cercando di rimettere insieme i pensieri, e fu allora che capì di non essere da sola.

-      Hakkai, si è svegliata! – urlò qualcuno vicino a lei. Poi sentì qualcosa cadere a terra e un calpestìo veloce di passi che si allontanavano, andando ad aprire una porta.

-      Scimmia, piantala di fare baccano! – sentì dire da un’altra voce.

Fu così che voltò lentamente la testa verso la sua sinistra, andando ad incontrare due iridi di un verde più intenso delle sue e un sorriso rassicurante.

HAKKAI – Ben svegliata – disse quasi sussurrando il ragazzo dal volto gentile. – Come si sente? – le chiese poco dopo, alzando da terra la sedia che precedentemente Goku aveva fatto cadere per correre ad avvertirlo e sedendocisi sopra.

SARAH - … - . La ragazza rimase spiazzata di fronte a tanta calma e gentilezza. Non ricordava quasi più da quanto tempo non riceveva quel genere di trattamento.

-      Caspita! Niente male! -.

Il proprietario di una delle due voci che aveva sentito per prime si avvicinò, e fu così che lei potè scorgere un altro ragazzo, dai lunghi capelli rossi raccolti in una coda di cavallo, che le sorrideva in modo seducente.

HAKKAI – Riesce ad alzarsi? – le chiese gentilmente, attirando di nuovo l’attenzione su di sé.

Sarah non rispose e decise di constatare se ne fosse in grado, così si scoprì dalle lenzuola che la coprivano fino alle spalle e sollevò un po’ il busto, aiutandosi con le braccia, ma una fitta atroce alla testa la fece desistere da quell’azione e la indusse a prendersi la testa tra le mani, stringendo gli occhi.

Hakkai le mise prontamente una mano sulla spalla per soccorrerla nel caso fosse ricaduta all’indietro, ma una mano di lei gliel’allontanò schiaffeggiandogliela, cosicché lui la ritirò subito.

Sarah non impiegò molto a capire cos’aveva fatto e rimase sorpresa del suo stesso gesto. Era stato un riflesso involontario, non aveva la seria intenzione di allontanare il ragazzo così bruscamente.

Così si voltò verso di lui, con uno sguardo che esprimeva, senza aver bisogno di parole, le sue scuse.

Colto alla sprovvista dal gesto della ragazza, Hakkai, dapprima, si tenne da lei a debita distanza per cercare di capire anticipatamente le prossime azioni della ragazza, quando poi lei lo guardò con quello sguardo, si rilassò e le sorrise col suo solito fare gentile.

HAKKAI – Non abbia paura – le disse – Non vogliamo farle del male. - .

Anche Goijo era rimasto un po’ sconcertato dal comportamento della ragazza.

Che lei si fosse spaventata per essersi ritrovata in una stanza con degli uomini, era comprensibile, si trattava pur sempre di una donna. Ma se la sua fosse stata paura, avrebbe dovuto cominciare a manifestarla al risveglio, invece era stato il contatto con Hakkai che le aveva procurato quella reazione.

SARAH – Mi scusi… - disse flebilmente, rispondendo ad Hakkai, abbassando successivamente la testa e arrossendo leggermente.

“Idiota! Ti hanno salvata due volte e tu li ripaghi così??” pensò Sarah, continuando a darsi mentalmente della stupida.

Ad un certo punto la porta della camera si riaprì, ed altre due persone vi entrarono.

-    Ciao! Finalmente ti sei svegliata! – disse il ragazzo dagli occhi dorati, una volta che le si fu avvicinato. - Sono contento, eravamo in pensiero, sai? Ah, scusa! Che sbadato, non mi sono nemmeno presentato! Il mio nome è Son Goku, per gli amici Goku! Tu invece come ti chiami? - .  

Sarah rimase in silenzio ancora una volta, sconcertata dal fiume di parole col quale l’aveva inondata quel simpatico ragazzino, ma prima che potesse mettere insieme qualche parola per rispondergli, un pugno raggiunse la testa castana del ragazzo.

GOIJO – Idiota di una scimmia, la pianti di infastidirla? Si è appena svegliata! Se continui a romperle le scatole con la tua voce fastidiosa, finirai col farla svenire di nuovo! - .

GOKU – Dannato, mi hai fatto male! – replicò, massaggiandosi il punto colpito dal compagno. – Sei tu che la infastidisci coi tuoi modi da kappa in calore, scommetto che ci hai provato appena si è svegliata! E non chiamarmi scimmia, razza di maniaco pervertito! - .

GOIJO – Come osi, scimmia petulante con lo stomaco al posto del cervello! – replicò a sua volta, afferrandolo per il colletto della maglia.

GOKU – Ti ho detto di non chiamarmi scimmia! – ribadì, afferrandolo a sua volta per il colletto della canottiera bianca.

GOIJO – Scimmia, scimmia, scimmia, scimmia! – lo sfidò.

GOKU – Ero* kappa, ero kappa, ero kappa, ero kappa! – lo prese in giro a sua volta.

HAKKAI – Su, ragazzi – s’intromise, senza smettere di sorridere – Smettetela o finirete col dare una brutta impressione – concluse, riferendosi a Sarah.

Quest’ultima era rimasta a dir poco allucinata dallo scambio di battute dei due ragazzi e si era messa a fissarli seriamente, espressione che fu sostituita poco dopo da una risata sommessa che cercò di attutire maggiormente schiacciandosi una mano sulla bocca.

Goijo e Goku guardarono a loro volta allucinati la ragazza, che, non riuscendo ad imporsi di smettere, stava continuando a ridere sommessamente, procurandosi le lacrime agli occhi per lo sforzo.

Hakkai, sorpreso ancora una volta dalla reazione della ragazza, sorrise, contento che l’atmosfera si fosse alleggerita un po’.

-       Che razza di idioti - .

Fu a quel punto che Sarah si fermò, guardando in direzione della quarta persona che fino a quel momento era rimasta in silenzio, tanto da far dimenticare della sua presenza.

GOIJO – Ecco il guastafeste – disse sprezzante, riferendosi al monaco biondo seduto alla scrivania all’altro lato della camera.

SANZO – Tsk! - .

Sarah osservò il bonzo mentre lentamente si portava alla bocca una sigaretta, estraendo successivamente un accendino da una tasca della sua tunica, col quale se l’accese.

Quei movimenti così eleganti erano per lei quasi ipnotici, tanto che rimase a fissarlo fino a che lui non si accorse di essere osservato e la fissò a sua volta.

Sarah abbassò quasi subito il suo sguardo, sfuggendo agli occhi freddi del ragazzo. Non riusciva a comprenderne il motivo, ma ogni volta che incontrava quelle ametiste, riusciva puntualmente a provare una sensazione diversa, ed ognuna più intensa di quella precedente, tanto da rimanerne disarmata.

Hakkai tornò a rivolgere le sue attenzioni alla ragazza.

HAKKAI – Scusi la confusione, non avremmo dovuto portarle tutto questo trambusto – disse, con la sua solita espressione rassicurante. – Sarebbe il caso che perlomeno ci presentassimo. Il mio nome è Hakkai… - .

GOKU – Io sono Goku! – interruppe l’amico, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Goijo.

GOIJO – Questo gliel’hai già detto, scimmia! – inveì contro di lui, assestandogli un calcio in faccia, poi si ricompose e col suo solito fare seducente, si avvicinò alla ragazza, prendendole con delicatezza una mano e portandosela alle labbra. – Il mio nome, invece, è Goijo, Sha Goijo, per servirla mia dolce principessa - . E detto questa le baciò la mano, procurando a Sarah un vistoso imbarazzo.

GOKU – La pianti di fare il maniaco?? – inveì contro Goijo, assestandogli a sua volta un pugno in faccia, allontanandolo così da Sarah.

GOIJO – Maniaco a chi, scimmia?? – gli chiese minaccioso, alzandosi da terra.

HAKKAI – Vi prego, non ricominciate! – s’intromise, con entrambi i palmi delle mani alzati verso di loro come a volerli fermare, ma loro non sembravano volere demordere.

BANG BANG BANG.

Il silenzio, come sempre, fu ristabilito dalla shoreiju.

Sarah osservò i buchi nelle pareti che erano stati lasciati dai proiettili e constatò che il bonzo avesse schivato i compagni per un soffio.

HAKKAI – Sanzo… potresti evitare di punirli adesso? Lei è ancora convalescente, non credo le faccia bene spaventarsi – disse, riferendosi alla ragazza che in seguito ai colpi era sbiancata.

Sanzo spostò la sua attenzione ancora una volta su di lei.

SANZO – Allora, chi sei? – chiese senza troppi giri di parole, rivolgendosi a Sarah.

“Oh cavoli! Inizia l’interrogatorio! E non mi sono nemmeno preparata delle balle plausibili!” pensò la ragazza, cercando di formulare velocemente qualcosa di credibile per le successive domande.

SARAH – Il mio nome è Sarah… - rispose quasi sussurrando.

GOIJO – Ehi, bonzo! Perlomeno potresti presentarti, lo abbiamo fatto tutti! – lo attaccò, apostrofandolo.

SANZO – Avete fatto una cosa inutile – replicò immediatamente col suo solito tono secco -  perché lei ci conosce già… dico bene? – chiese successivamente a Sarah, inarcando un sopracciglio con fare provocatorio.

SARAH - … - . Di tutte le idee che aveva potuto farsi riguardo a quel bizzarro gruppo, Sarah aveva capito che il bonzo era quello più acuto e diretto.

Hakkai, Goijo e Goku la guardarono, stando in silenzio e aspettando che iniziasse a parlare.

GOKU – Tu sei la ragazza che abbiamo salvato nel bosco – disse, interrompendo il filo dei pensieri di lei. -  Sei la sposa – aggiunse subito dopo sorridendo, ripensando al bizzarro incontro che avevano avuto con la giovane.

A Sarah vennero i brividi ripensando a quel momento, cosa che agli occhi attenti di Hakkai non sfuggì, così come agli occhi di Sanzo, che non accennava a volersi muovere da dove si trovava e continuava a guardare la ragazza con la sua solita aria fredda e distaccata.

Non riusciva a formulare nessuna risposta che non implicasse ulteriore curiosità e la formulazione conseguente di un’altra domanda.

SARAH – Non so di cosa tu stia parlando… - emise flebilmente rivolta a Goku, senza guardarlo negli occhi.

HAKKAI – È stata ferita quella notte… pensavamo fosse morta – disse, riprendendo il discorso di Goku, senza staccare gli occhi da quelli di lei.

Sarah si toccò istintivamente l’addome, continuando a tenere gli occhi bassi.

SANZO – È chiaro che i proiettili non l’abbiano nemmeno sfiorata, altrimenti a quest’ora sarebbe morta per davvero – osservò, rispondendo ad Hakkai.

GOIJO – Come hai fatto a sparire nell’acqua? Abbiamo provato a cercare il tuo corpo, ma era scomparso -.

GOKU – Pensavamo che quel tipo fosse riuscita ad ucciderti - .

SARAH – SCUSATEMI TANTO SE NON SONO MORTA!- esplose a quel punto, stringendo tra i pugni la stoffa delle lenzuola, sentendosi divorare dall’ansia e dalla rabbia che quella situazione le aveva fatto accumulare.

Nella stanza calò il silenzio.

SARAH – Ok… ok… - disse, riacquistando contegno e portandosi i polpastrelli delle dita alle tempie.

SARAH – Sì…quella notte ero io – disse, rispondendo alla prima osservazione che aveva fatto Goku. – Sì, sono stata ferita – guardò Hakkai. – No, non dai proiettili – spostò il suo sguardo su Sanzo. – No, non sono scomparsa nell’acqua – guardò Goijo. – E no, Jiin non è riuscito ad uccidermi… grazie a voi… - concluse infine, andando ad incontrare gli occhi dorati innocenti di Goku, che la guardavano confusi sia per la reazione che aveva avuto, sia per le spiegazioni che aveva fornito.

SARAH – Sì… io vi devo delle scuse. Sappiate che comunque il mio comportamento non è stato adottato per prendermi gioco di voi. – e detto questo si scostò completamente le lenzuola da dosso, andando a scoprire anche le gambe e si mise seduta con quest’ultime penzoloni dal letto. -  E vi devo anche dei ringraziamenti… mi avete salvato la vita per ben due volte… -. Cominciò a guardarsi intorno, ignorando i loro sguardi interlocutori che si chiedevano cosa stesse cercando.

Hakkai estrasse da una delle tasche dei suoi pantaloni un sacchetto grigio e glielo porse.

HAKKAI – Sta cercando questo? - .

Sarah annuì sorridendogli appena e preso il sacchetto ne estrasse l’anello di fidanzamento che le aveva regalato Jiin, richiudendo il sacchetto.

SARAH – Non so in che altro modo sdebitarmi – disse, prima di offrire l’anello ad Hakkai. – Avete fatto molto per me… questa è l’unica cosa che possa offrirvi. Vendetelo, potrete ricavarne molto. - .

Hakkai continuò a guardare la ragazza, senza degnare di uno sguardo il gioiello che gli stava offrendo.

Sarah capì che probabilmente non aveva intenzione di accettarlo, così si alzò dal letto, sorpassò il ragazzo dal viso gentile e si avvicinò al tavolo di legno al quale era seduto Sanzo, poggiandoglielo sopra.

SARAH – Grazie per tutto… - pronunciò, guardando negli occhi il bonzo, questa volta sostenendo il suo sguardo. Poi si voltò verso Goijo, Goku e Hakkai, sorrise loro un’ultima volta e abbandonò la stanza.

Sanzo guardò l’anello che aveva davanti a sè, soffermandosi sulla grande pietra verde supportata dalla struttura in oro bianco, poi spense la sigaretta che ormai gli si era consumata tra le labbra e se ne accese un’altra.

Non potè fare a meno di pensare che probabilmente la pietra era stata scelta per richiamare il colore degli occhi della ragazza.

“Un assassino romantico” si ritrovò a pensare. “Tsk!” aggiunse subito dopo ai suoi pensieri, dandosi del ridicolo per aver formulato un pensiero su di lei.

Goku gli si avvicinò e prese l’anello, cominciando a girarselo e rigirarselo tra le mani.

GOKU – Sembrava triste… - disse, continuando ad osservare il gioiello, soffermandosi anch’egli sulla pietra verde.

Hakkai e Goijo non pronunciarono parola.

Erano rimasti tutti disorientati dal comportamento della ragazza. Ancora una volta era riuscita a confonderli.

Non che si aspettassero chissà cosa, ma per loro era stato singolare il suo comportamento.

A differenza di tutte le persone che si erano trovati a difendere durante il loro viaggio, che si erano aperti a loro per ricevere soccorso, lei era stata la prima che non avesse chiesto aiuto, nonostante la sua situazione fosse ormai chiara.

Era nei guai fino al collo e sembrava non volesse coinvolgere nessuno.

Il modo in cui aveva risposto alle loro domande era stato pensato per troncare qualsiasi altro tipo di  conversazione che prevedeva ulteriori chiarimenti. Per questo si erano visti costretti a tacere, quando se n’era andata via, scomparendo dalle loro vite così com’era comparsa.

Che avrebbero potuto chiederle? Da cosa avrebbero dovuto iniziare? E soprattutto, cosa avrebbero dovuto fare dopo che lei si fosse aperta? Avevano una missione da portare a termine e non potevano permettersi di rimandarla.

Eppure l’amaro in bocca per non essere riusciti a saperne di più permaneva…

Goijo si stiracchiò rumorosamente la schiena, alzando le braccia e contorcendole come se volesse far scricchiolare ogni osso del corpo.

GOIJO – Ehi, ma non è ora di cena? - .

Anche Hakkai si ridestò dai suoi pensieri, alla voce dell’amico.

HAKKAI – Direi che l’ora di cena sia passata da un pezzo – affermò, riacquistando la sua solita espressione sorridente e serena, osservando al di là della finestra il cielo tingersi di un blu profondo.

GOKU – Nooooooooooo! Non avranno chiuso la cucina, vero??? – chiese preoccupato una volta che ebbe poggiato l’anello sul tavolo.

GOIJO – Sarebbe una tragedia per il tuo stomaco insaziabile! – scherzò, frizionandogli i capelli con una mano.

GOKU – Non scherzare Goijo, non sarebbe una tragedia… sarebbe di più! – esclamò, cominciando a farsi venire i lacrimoni.

HAKKAI – Andiamo allora, su – li invitò aprendo la porta, che loro subito attraversarono, continuando a prendersi in giro a vicenda facendo rimbombare le loro voci per il corridoio e le scale.

HAKKAI – Sanzo, tu non vieni? - .

Il bonzo, alzatosi dalla sedia sulla quale sedeva, andò a posizionarsi davanti alla finestra che rifletteva, seppur in modo poco nitido, la sua espressione.

Hakkai capì che l’amico doveva essere assorto in qualche strano tipo di pensiero.

HAKKAI – Nel caso in cui non dovessi scendere farò in modo di conservarti qualcosa per fartelo portare da Goku più tardi. Noi siamo giù… - e detto questo scomparve dalla stanza tirandosi la porta.

Sanzo continuò a guardare fuori dalla finestra, facendo vagare lo sguardo tra la gente che animava la strada sottostante.

Quando ne ebbe abbastanza si allontanò, dirigendosi verso la sedia che precedentemente aveva abbandonato per sedersi e fumarsi un’altra sigaretta, ma prima che potesse raggiungerla, il suo sguardo cadde sul letto che poco fa aveva ospitato la ragazza.

Titubante, alla fine decise di sedersi su quest’ultimo.

Stette per un po’ immobile, come in attesa di qualcosa. Toccò le soffici lenzuola che erano state lasciate disordinatamente, carezzandole, come a volerne saggiare la consistenza.

Infine toccò, con l’altra mano, anche il cuscino, ormai sgualcito, e chiuse gli occhi.

Restò così per un tempo indeterminato, nel silenzio totale che si era impossessato della camera.

“Che diavolo mi succede?” pensò nervosamente, quando ebbe riaperto di scatto gli occhi, sorprendendosi per il suo stesso atteggiamento.

Si alzò, dunque, dirigendosi a passo svelto verso la porta e raggiungendo i ragazzi al piano di sotto.

 

SARAH – Che fame! – disse, portandosi la mano allo stomaco che emetteva strani brontolii, sotto lo sguardo curioso di alcune persone che incrociava per strada.

“Devo cercare di controllarmi e di non parlare da sola in una strada affollata, altrimenti la gente penserà che sia strana” si ammonì, guardando con la punta dell’occhio le persone che le passavano accanto da un lato e dall’altro.

“Come se non lo fossi!” aggiunse subito dopo ai suoi pensieri. “Fino a che punto può definirsi normale, una persona che ha degli strani poteri che non riesce a controllare e che viene inseguita ovunque vada?”.

Cominciò a ripercorrere con la mente la sua vita, facendosi scorrere davanti agli occhi i volti delle persone che aveva avuto modo di conoscere. Rivide il volto della persona che l’aveva allevata per un brevissimo periodo della sua vita… rivide il volto di Jiin… i volti di Chris, Pad e Cloe…

“Quanto mi mancano” si ritrovò a pensare, soffermandosi su quest’ultimi.

Scosse la testa per mandar via i ricordi che le erano riaffiorati alla mente. Sapeva che se avesse continuato a pensarci, avrebbe finito per piangere.

“Devo essere forte, l’ho promesso a loro!”.

Continuò a camminare per la strada affollata. Vide alcuni negozi chiudere, era ormai ora di cena.

Si trovò nuovamente a pensare ai suoi amici, a tutte le volte che andava a cenare da loro… a Cloe che ogni volta si dilettava nel cucinare una cosa diversa, a Pad che cercava di imitarla non riuscendo però a cucinare qualcosa che potesse essere effettivamente mangiato, a Chris che fingeva di soffocare quando Pad gli chiedeva di assaggiare e a Cloe che puntualmente gli dava l’harisen in testa per farlo smettere.

Sorrise impercettibilmente. Quei bei ricordi avevano la capacità di tirarla su di morale ogni qual volta si sentisse giù.

Per lei la casa degli amici rappresentava anche la sua casa.

“Ora quella casa è vuota” si ritrovò a pensare, rabbrividendo al pensiero di essere rimasta da sola.

Se n’erano andati… non aveva senso ritornare in quel villaggio che aveva voluto la loro cacciata.

Non sarebbe stato più lo stesso senza di loro.

Fu allora che si fermò al centro della strada, con la testa china e i capelli a coprirle gli occhi.

Dove sarebbe dovuta andare?

Lei non aveva un posto in cui far ritorno… ne tantomeno poteva permettersi il lusso di stabilirsi da qualche parte.

Non ci sarebbe voluto molto affinché gli scagnozzi di Jiin fossero tornati a cercarla. In più aveva scoperto che, addirittura, qualcuno aveva messo una taglia sulla sua testa.

Si maledisse, chiedendosi perché quel giorno di vent’anni fa, la persona che l’aveva abbandonata sulla riva del fiume, prima di togliersi la vita, non l’avesse tolta anche a lei.

C’è una ragione per tutto.

Così le aveva detto quel simpatico vecchietto che l’aveva trovata sulla riva del fiume e che l’aveva tenuta con se fino all’età di dodici anni.

Ricordò le fattezze di quell’uomo che le aveva fatto da tutore. I suoi lineamenti gentili, il suo sorriso benevolo, le sue premure, i suoi insegnamenti…

Un uomo la cui vita era stata troncata per colpa sua.

Sarah chiuse gli occhi istintivamente a quel ricordo, si portò le mani alla testa e s’inginocchiò su se stessa.

“Sarei dovuta morire…”.

-         È tutto chiaro? - .

-         Sì, capo. - .

-         Non dovete sbagliare nulla, il gruppo di Genjo Sanzo Oshi non è da sottovalutare. - .

Sarah riaprì gli occhi, guardandosi attorno confusamente per capire se quello che aveva sentito fosse stato frutto della sua fantasia.

Senza essersene accorta, si era fermata poco prima di un vicolo.

-         Il bonzo è mio! - .

-         Scordatelo! Anch’io voglio mangiare le sue carni! - .

-         Sono in quattro, potremo saziarci tutti - .

-         Idiota! Non sai cosa si dice? Pare che mangiare le carni di un sanzo renda immortali! - .

-         Allora ce lo divideremo! - .

-         Uccideremo prima gli altri, mangeremo il bonzo e prenderemo il sutra! - .

A quella esclamazione seguirono diversi sghignazzi.

“Stanno parlando di loro” pensò Sarah, correndo con la mente ai ragazzi di poco prima.

-         Allora muoviamoci! –

-         No! Li attaccheremo a notte fonda! Quando saranno andati a dormire! –

-         Sì! Li uccideremo nel sonno! - .

Di nuovo sghignazzi.

“Devo sbrigarmi!”. Sarah si alzò lentamente da terra, facendo ben attenzione a non fare rumore e dopo essersi allontanata con passo felpato dal vicolo, cominciò a correre con tutta la velocità di cui disponeva verso la locanda che aveva precedentemente lasciato.

“Un momento!”. Si bloccò di colpo al centro della strada, che continuava ad essere affollata.

“Mi crederanno? In fondo me ne sono andata con l’intenzione di non far più ritorno! Cosa penseranno vedendomi tornare?”.

Cominciò a pensare in modo confusionario, cercando di trovare una possibile soluzione che l’aiutasse a trovare un piano.

“Se torno da loro e gli dico di aver sentito dei demoni che hanno architettato di attaccarli, mi prenderanno per matta… se invece decido di non avvertirli, quei demoni li attaccheranno…”.

SARAH – AAAH! – urlò, mantenendosi la testa tra le mani, avendo avuto l’impressione che le stesse per scoppiare.

SARAH- Al diavolo! – e detto questo ricominciò a correre in direzione della locanda.

 

GOIJO – Così finirai per strozzarti, scimmia! - .

GOKU – Non mi schtrosso, shto angiando on alma! - .

SDENG.

SANZO – Quante volte devo dirti di non parlare con la bocca piena, razza di stupida scimmia! – sbraitò, attirando l’attenzione degli altri clienti della locanda.

Fu allora che Goku riuscì ad ingoiare tutto quello che aveva ingurgitato senza ritegno.

 

Eccoli”. Sarah si trovava ora sul lato opposto della strada su cui si ergeva la locanda e stava osservando, nascosta dietro un palo, i quattro attraverso i vetri della locanda.

 

GOIJO – Che ne facciamo dell’anello? – chiese improvvisamente, mentre si serviva da un piatto di carne.

GOKU – Potremmo venderlo come ci ha suggerito di fare – propose, prima di addentare un nikuman.

GOIJO – A giudicare dalla pietra, deve valere molto - .

HAKKAI – È uno smeraldo. La struttura è in oro. – sentenziò, sorseggiando del sakè.

GOIJO – Certo che quel tizio non badava a spese – osservò, facendo ondeggiare il liquido scuro del sakè nel bicchiere.

SANZO – È solo un’inutile cianfrusaglia, non ne abbiamo bisogno, lo lasceremo qui – concluse, sorseggiando anch’egli del sakè.

HAKKAI – Abbiamo cenato davvero tardi – osservò, guardandosi intorno e constatando che nella sala erano rimasti da soli. – Sarà meglio andare a riposare, domani dovremo rimetterci in viaggio presto - .

GOIJO – Che seccatura… non ho visto nemmeno una donna carina nei dintorni… che peccato che quella ragazza se n’è andata! – esclamò, riferendosi a Sarah.

GOKU – Il solito kappa maniaco! - .

GOIJO – Era davvero una bella ragazza… con tutte le cose al posto giusto – ricordò sorridendo sornione. – Ma è naturale che tu non comprenda, sei ancora un moccioso! - .

GOKU – Non sono io il moccioso, sei tu il pervertito! – ribadì.

Sanzo si alzò da tavola, facendo temere a Goijo e Goku di essere picchiati con l’harisen, ma con loro somma sorpresa, il bonzo si diresse verso le scale.

Scomparve al piano di sopra poco dopo, senza dire una parola.

GOIJO – Buona notte anche a te, eh! – esclamò riferendosi a Sanzo, infastidito dal suo comportamento.

HAKKAI – Vado anch’io – disse, alzandosi da tavola. – Cercate di non fare troppo tardi, buona notte! – disse infine col suo solito sorriso, poi scomparve anche lui al piano di sopra.

GOIJO – Scimmia, conviene andare anche a noi, questa sera si è prospettata noiosa! – esclamò seccato, alzandosi successivamente anche lui da tavola.

Goku annuì, seguendolo a ruota ed entrambi abbandonarono la sala, tornando al piano di sopra.

 

“È da un’ora che hanno spento le luci… si saranno addormentati, devo agire!”.

Sarah sgattaiolò dal punto in cui si era nascosta tutto quel tempo e raggiunse il lato opposto della strada, trovandosi di fronte la locanda.

Dopo essersi guardata intorno, per assicurarsi che nessuno la vedesse, cominciò ad arrampicarsi aiutandosi con la pianta rampicante che faceva da ornamento all’estetica della locanda, fino a quando non si trovò sul parapetto che conduceva alle finestre delle camere.

Ci gattonò sopra, facendo ben attenzione a non fare rumore e a non fare mosse sbagliate che le assicurassero l’impatto col terreno sottostante, e man mano che si avvicinava alle finestre, ci guardò dentro, per cercare di riconoscere uno dei ragazzi, fino a quando, guardando attraverso una finestra lasciata aperta, non intravide una chioma bionda.

Bingo!” pensò, ma prima di sgattaiolare all’interno della camera, si fermò e ci pensò su.

“Non è esattamente quello più simpatico e tranquillo… potrebbe tranquillamente spararmi se mi sentisse entrare nella camera… ma non ho tempo! Quei demoni potrebbero arrivare da un momento all’altro, devo avvertirlo!”. Così, curando nei minimi dettagli i suoi movimenti, scivolò all’interno della camera del bonzo, andando a toccare le assi di legno del pavimento che scricchiolarono leggermente sotto al suo peso.

 

Sanzo afferrò immediatamente la pistola che teneva nascosta sotto al suo cuscino, continuando a rimanere immobile e con la schiena rivolta verso il resto della camera, in attesa di sentire avvicinare la persona che gli era appena entrata in camera.

Era in guardia… ma si sentiva stranamente tranquillo.

 

“Ok e adesso?”. Sarah era indecisa sul da farsi.

“Come lo sveglio? E quando l’avrò svegliato, che gli dirò? Ammesso che mi lasci in vita… ovvio…”. Si alzò lentamente dalla posizione accovacciata che aveva assunto entrata in camera e si avvicinò di più al letto del ragazzo.

 

Sanzo, avvertito l’impercettibile movimento alle sue spalle, si alzò di scatto, cogliendo di sorpresa il suo ospite, scaraventandolo a terra e salendoci sopra a cavalcioni, con una mano a stringergli il collo, per impedirgli di scappare, e l’altra a tenere la shoreiju puntatagli contro.

SARAH – Fermo fermo fermo fermo, non sparare! – esclamò, non riuscendo ad urlare per via della mano del bonzo che le stringeva il collo.

Sanzo spalancò gli occhi dallo stupore. Quella voce… lui la conosceva.

La luce della luna che filtrava dalla finestra aperta gli diede modo di constatare che le sue ipotesi fossero giuste.

SANZO – Ancora tu – sibilò, caricando la pistola.

SARAH – Lo so lo so lo so… non è stata una grande idea intrufolarmi in camera tua… ma stavo impazzendo, non sapevo che fare! - .

SANZO – Sta zitta! – le ordinò lui con un tono che non ammetteva repliche.

Sarah obbedì, guardando ogni tanto di sottecchi la canna della pistola puntata sul suo volto.

SANZO – Si può sapere chi diavolo sei? – le chiese nello stesso tono, concedendole di dargli delle spiegazioni.

SARAH – Quando mi sono allontanata dalla locanda, poco lontano, ho avuto modo di sentire una conversazione tra demoni che organizzavano di attaccare il gruppo di Genjo Sanzo Oshi nel cuore della notte, uccidendo i suoi compagni, mangiando le sue carni e impossessandosi del sutra… ricordavo che ti chiamavi così… sono tornata indietro perché volevo avvertirvi, ma non sapevo se mi avreste creduta… così sono stata per tutto il tempo a pensare ad un piano alternativo, ma non ci sono riuscita… ho deciso quindi di intrufolarmi in una delle vostre camere per avvertire uno di voi…e la prima che mi sono trovata davanti è stata la tua… -.

Aveva parlato velocemente, temendo che il bonzo non l’avrebbe fatta finire ed ora affannava, anche se si sentiva più rilassata per aver spiegato la sua posizione.

SANZO – Le mie carni, eh? – le chiese con un sorriso tirato tra lo scettico e il divertito.

Sarah rimase senza parole.

Tra tutte le cose che gli aveva detto, che diavolo centrava quella domanda?

SARAH – Hanno detto così… - .

Sanzo continuò a tenere quell’espressione, senza accennare a muoversi.

“Merda… vuoi vedere che non mi ha creduta?” pensò, temendo di trovarsi da un momento all’altro una pallottola in testa, ma poco dopo lo vide ritirare la pistola e alzarsi, allontanandosi da lei e dandole le spalle.

Sarah continuò a stare nella stessa posizione, temendo un ripensamento del ragazzo, ma quando lo vide rimettere la sicura alla pistola, decise di alzarsi.

SANZO – E tu saresti tornata indietro per questo? – le chiese, con tono provocatorio, continuando a darle le spalle.

SARAH - …beh… sì… - gli rispose titubante, non aspettandosi una domanda del genere.

SANZO – E per quale motivo? – le chiese ancora, con lo stesso tono e nella stessa posizione.

SARAH – Voi mi avete salvato la vita per ben due volte… era il minimo che potessi fare – rispose.

SANZO – Tsk… che stupida - .

Sarah rimase interdetta. Le aveva dato… della stupida?

SARAH – Scusa? – gli chiese, invitandolo a ripetere.

SANZO – Sei una stupida – le ripetè lui, senza scomporsi.

Sarah sentì il sangue andargli alla testa.

“Ok che ha una pistola… ma non può trattarmi così!” pensò arrabbiata.

SARAH – Sarei una stupida perché sono venuta ad avvertirti che stanotte dei demoni verranno a farvi a pezzi? – chiese sarcastica, chiaramente innervosita dall’appellativo che le aveva dato il ragazzo.

SANZO – Esattamente - .

SARAH – Oh… scusa tanto se mi sono preoccupata per voi e se vi ho messi all’erta su un probabile attacco notturno… - .

SANZO – Nessuno te l’ha chiesto, potevi andartene senza immischiarti in faccende che non ti riguardavano - .

SARAH – Ma anche voi avreste potuto… e invece, quando sono stata in pericolo, mi avete aiutata –

SANZO – Se fosse stato per me, saresti morta quella notte nel bosco – disse, continuando a darle le spalle.

SARAH - … - .

“Bastardo…” pensò mentre la rabbia non accennava a diminuire, fu allora che lui si voltò di scatto, puntandole la pistola contro e sparando nella sua direzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Ero in giapponese significa pervertito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** "Verso Ovest" ***


“Un colpo di pistola” pensò Hakkai, che aveva udito quel rumore provenire dalla camera di Sanzo

Hola a tutti ^  ^  Grazie mille a tutte le persone che continuano a leggere e a recensire!

Un saluto in particolare a:

-         miriel67 : Grazie!! Sono contenta che ti piaccia il carattere di Sarah e il modo in cui si rapporta coi saiyuki boys XD ;

-         WhiteLie : A quanto pare ti ho messo l’ansia da aggiornamento XD Abbiamo molte cose in comune a quanto vedo! (magari man mano si scopre che siamo sorelle gemelle separate alla nascita XD) OK, basta sclero u___ù spero che anche questo capitolo ti piaccia! ;

-         Mon_chan: Dopo Alfieri, Prometeo… e pure senza l’aquila! Cattiva ç___ç dai, che magari prima di partire seguirò il tuo consiglio XD;

Ed ora il capitolo!

Baci a tutti e recensite XD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Verso Ovest”

 

 

 

“Un colpo di pistola” pensò Hakkai, che aveva udito quel rumore provenire dalla camera di Sanzo.

Si alzò velocemente dal letto, intenzionato ad andare a vedere cosa fosse successo, ma non ebbe il tempo di raggiungere la porta che un demone gli entrò in camera, sfondando la finestra.

 

GOIJO – Ma che diavolo… - imprecò, togliendosi da dosso un demone che gli era piombato direttamente a dosso mentre era ancora a letto.

GOIJO – E no caro mio – disse, tirandogli un pugno in faccia, facendolo capitombolare dal letto – Nel mio letto faccio entrare solo donne – e detto questo, con sorriso beffardo, materializzò la shakuijo, riducendo poco dopo il demone ad un cumulo di polvere.

Si precipitò fuori dalla stanza, incrociando Hakkai che era appena uscito dalla sua.

HAKKAI – Sono venuti anche da te? – chiese, scorgendo la figura dell’amico nel corridoio.

Goijo annuì, tramutando successivamente il suo viso in un’espressione allarmata, ricordandosi improvvisamente di Goku.

Fu in quel momento che un demone uscì dalla camera di Goku, posta tra quella di Goijo e Hakkai, andando a sbattere contro il muro, come se fosse stato appena lanciato.

Hakkai e Goijo si affacciarono nella camera del ragazzo, trovando quest’ultimo ancora dormiente ma in posizione di attacco, come se avesse appena sferrato un calcio.

GOIJO – Quella scimmia non cambia mai… - disse sorridendo ironico, mentre Hakkai, dopo essersi accertato delle condizioni di Goku, corse verso la camera di Sanzo.

 

Il proiettile aveva sfiorato il volto di Sarah, andando a reciderle alcuni capelli.

SARAH – MA SEI IMPAZZITO?! – urlò, mentre il demone che si trovava alle sue spalle venne smaterializzato all’istante dalla shoreiju.

Proprio in quel momento, Sanzo vide dei coltelli entrare dalla finestra lanciati ad alta velocità e, utilizzato un altro proiettile per deviare la traiettoria di uno di loro che stava per colpire alle spalle la ragazza, tirò per un braccio quest’ultima a se, facendole scudo col proprio corpo e cadendo entrambi fuori dalla camera.

 

HAKKAI – Sanzo!!! – urlò, quando vide il bonzo uscire a quel modo dalla camera

GOIJO – Ehi bonzo, tutto bene? - .

SARAH – Ahi… -.

HAKKAI – Ma quella… - disse, non appena si fu accorto della ragazza che si trovava tra le braccia del bonzo.

GOIJO – E bravo il Venerabile Sanzo... – scherzò sarcastico, suscitando le ire del bonzo.

SANZO – Zitto o ti ammazzo! – esclamò, scrollandosi da dosso Sarah, che si rialzò subito.

GOKU – Ma che succede qui? – chiese, uscito dalla propria camera, stropicciandosi un occhio dal sonno.

In quel momento altri coltelli furono lanciati sfruttando la finestra della camera del Sanzo, costringendo tutto il gruppo che si trovava nel corridoio a spostarsi.

GOKU – Ehi, ma lei che ci fa qui? – chiese mentre correva, essendosi accorto in ritardo della ragazza.

HAKKAI – Avremo tutto il tempo di conversare dopo, adesso cerchiamo di capire quanti nemici abbiamo intorno – disse continuando a correre.

GOIJO – Sì, così potrà spiegarci cosa ci faceva nella camera del bonzo… - concluse con sorriso malizioso.

CLICK.

SANZO – E chi ti dice che arriverai alla conversazione? – lo minacciò, puntandogli la shoreiju addosso.

GOIJO – Scherzavo, scherzavo – ci tenne ad aggiungere dopo, impallidendo.

Quando furono fuori dalla locanda, un esercito di demoni gli si schierò davanti.

GOIJO – Wow! A cosa dobbiamo tutte queste visite? - .

-         Genjo Sanzo Oshi, consegnaci immediatamente il sutra del cielo demoniaco! – urlò loro uno dei demoni, che si teneva, nel frattempo, a netta distanza da loro.

SANZO – E se rifiutassi? – chiese ironico, cominciando a caricare la shoreiju.

-         Vi uccideremo tutti!!! – urlò un altro demone, scatenando le risa dei suoi compagni.

HAKKAI – Sarebbe davvero sconveniente – disse pacatamente, sorridendo e aggiustandosi il monocolo sull’occhio destro.

GOKU – Mi avete disturbato il sonno… stavo sognando di mangiare dei deliziosi nikuman! – esclamò, con la bava alla bocca.

GOIJO – La solita scimmia ingorda… ora te lo sogni anche il cibo! - .

GOKU – Cosa ci posso fare se ho sempre fame! - .

“Questi qui sono matti…” pensò Sarah, con la fronte madida di sudore per la paura di poco prima e per la corsa. “Mettersi a scherzare in un momento del genere!” concluse guardandosi intorno, scorgendo nell’oscurità le sagome dei demoni.

Un demone cominciò a fissarla insistentemente.

-         Ehi… guardate lì – disse uno di loro, indicando Sarah.

-         Sembra proprio che abbiamo preso due piccioni con una fava! – esclamò subito dopo un altro, prima di perdersi in una risata sguaiata.

Sanzo, così come gli altri, guardò sottecchi Sarah, avendo capito che i demoni si riferivano a lei.

-         Correggiamo la richiesta, Venerabile Sanzo… consegnateci immediatamente il sutra e la ragazza! – urlò il demone che aveva iniziato col fissare Sarah.

Sarah impallidì a quella richiesta.

SARAH – Cosa diavolo volete da me? – urlò a sua volta contro lo stesso demone.

-         La taglia sulla tua testa! – le rispose subito uno, leccandosi bramosamente le labbra e mettendo il suo pugnale in bella vista.

HAKKAI – Ha una taglia sulla testa? – le chiese, voltandosi leggermente verso di lei, essendo poco più avanti.

GOIJO – Che hai combinato per avere tutti questi nemici? – le chiese successivamente, imitando lo stesso gesto del compagno.

SARAH – NIENTE!! – urlò d’impulso, sentendosi accusata.

SANZO – Non dire cavolate, ragazzina! – le inveì contro, facendola sobbalzare avendocela a poca distanza.

SARAH – Ti ripeto che non ne ho idea! – ribadì lei, usando il suo stesso tono.

HAKKAI – Meglio se ne parliamo dopo… - consigliò, schivando il fendente di un demone che gli si era lanciato addosso.

L’alabarda di Goijo disintegrò all’istante cinque nemici in un sol colpo, avvolgendoli con la catena e stringendoli nella sua morsa.

Goku, dopo aver materializzato la nyoibo, la puntò a terra, l’afferrò con entrambe le mani e con uno slancio sollevò i piedi da terra, cominciando a girare su di essa e scalciando contro i demoni che gli si avvicinavano.

Sanzo sparava a raffica, non mancando neanche un bersaglio, caricando velocemente la shoreiju ogni volta che aveva finito i proiettili.

Sarah rimase a dir poco sconcertata dal combattimento dei ragazzi.

“Incredibile…” pensò, continuando ad osservare, come rapita, i loro movimenti fluidi.

HAKKAI – Attenta! – le urlò vedendo un demone andarle contro, ma lei, riacquistata la concentrazione, saltò all’indietro schivandolo, osservandolo poco dopo diventare polvere all’impatto col KI di Hakkai.

“Che diavolo di potere è, quello?” pensò la ragazza allucinata. “Ecco perché non sono riuscita più a scorgere gli scagnozzi di Jiin quella notte… li ha colpiti con la stessa tecnica”.

Non ebbe il tempo di pensare altro che un altro demone le si parò davanti, piazzandole un pugno potentissimo in pieno stomaco, che la fece volare all’interno della locanda.

Hakkai cercò di andare in suo soccorso, ma fu accerchiato nuovamente da un gruppo di demoni che gli impedirono di realizzare ciò che aveva pensato.

 

Sarah si rialzò a fatica, aiutandosi con una mano a tenersi vicino al muro contro al quale era andata a sbattere.

In quel momento, lo stesso demone che l’aveva colpita, la raggiunse.

-         Complimenti per non essere morta… hai la pelle dura! – le disse, deridendola.

SARAH – La forza dell’abitudine! Sai com’è… non sei il primo che mi riserva un trattamento del genere! – gli rispose a tono, sostenendo il suo sguardo ironico allo stesso modo.

-         Immagino… in fondo sei una preda allettante! – le disse il demone, leccandosi con bramosia le labbra e mostrando gli artigli.

SARAH – Mi spieghi di che diavolo parli? Cos’è questa storia? Avrei una taglia sulla testa? – gli chiese, ricordandosi improvvisamente di quello che aveva sentito prima.

Il demone sogghignò, estraendo il coltello che teneva nascosto in un fodero dietro alla schiena e cominciò ad avanzare verso di lei.

 

GOIJO – Dov’è la ragazza? – chiese al monaco alle sue spalle che stava ricaricando le ennesime pallottole.

SANZO – Che vuoi che ne sappia? – gli chiese di rimando, sparando successivamente ad un demone che gli si era avvicinato troppo.

GOIJO – Ha una taglia sulla testa…- disse quasi sussurrando, come se invece che parlare con Sanzo stesse parlando a se stesso.

Sanzo non rispose e continuò a sparare a destra e a manca fino a quando non dovette ricaricare di nuovo la shoreiju.

In quel momento Hakkai lanciò una sfera di energia verso un demone che, libratosi in aria, stava per andare a colpire i due compagni.

HAKKAI – Che ne pensate? – chiese loro, rimettendosi in posizione di difesa e continuando a colpire demoni col suo KI.

GOIJO – Ce lo stavamo appunto chiedendo – gli rispose, ritirando la catena della sua alabarda, la cui falce aveva trapassato un altro corpo.

Sanzo non rispose neanche stavolta.

“È chiaro che nasconde qualcosa… e riesce a farlo molto bene… ma quando l’ho avuta a distanza ravvicinata non sono riuscito ad avvertire niente di negativo in lei” pensò il monaco, continuando a sparare.

La situazione parve calmarsi un po’. Intorno a loro, ora, c’erano cadaveri di demoni e cenere.

HAKKAI – Ne erano davvero tanti – osservò, sorridendo come suo solito e aggiustandosi il monocolo con fare tranquillo.

GOKU – Ehi, che fine ha fatto Sarah? – chiese agli amici, ricordatosi improvvisamente del nome della ragazza.

A quel punto dalla locanda venne fuori, strisciando, un demone.

I ragazzi lo guardarono stralunati. Era tutto ricoperto di sangue e, a giudicare da come si trascinava le gambe e da come si teneva un braccio, doveva avere anche qualcosa di rotto.

Lo videro allontanarsi lentamente, con l’enfasi di chi, però, pareva volesse scappare.

In quel momento dalla locanda scorsero la figura della ragazza.

La maglia bianca che indossava era ora quasi interamente coperta di sangue, i pantaloni erano strappati in alcuni punti, i capelli, precedentemente raccolti in una treccia, erano ora sciolti, imbrattati, anch’essi, di sangue.

Sarah teneva il volto basso, i capelli le ricadevano davanti a nasconderle l’espressione.

Passò davanti ad una finestra che era stata precedentemente distrutta, notò un pezzo di legno lungo e abbastanza doppio e si chinò a raccoglierlo, continuando ad avanzare verso il demone.

Quest’ultimo, avvertiti i passi della ragazza, si era voltato, andando quasi a stendersi sul terreno, dal momento che riusciva a reggersi solo con un braccio.

-         Ti prego… - le sussurrò tremando, ma Sarah lo colpì violentemente al voltò con l’asta di legno, facendogli sputare sangue.

Sanzo, Goijo, Hakkai e Goku spalancarono gli occhi, increduli di fronte a quello a cui stavano assistendo.

SARAH – Non devi pregarmi… devi rispondere alla domanda – disse lei calma, quasi come se stesse assistendo dall’esterno a quella scena di cui lei stessa era la protagonista.

SARAH – Chi ti manda? – gli chiese con lo stesso tono, continuando ad impugnare il pezzo di legno.

-         Io non posso dirlo… sto solo eseguendo degli ordini… - rispose il demone balbettando, senza togliere gli occhi dallo sguardo assente della ragazza.

SARAH – Gli ordini di chi? – gli chiese subito lei, senza dargli il tempo di finire la frase.

Il demone rimase in silenzio, deglutendo rumorosamente e continuando a tremare.

L’asta di legno ricadde violentemente sul suo volto, facendogli sputare altro sangue.

SARAH – GLI ORDINI DI CHI?! – urlò lei a quel punto, colpendolo nuovamente.

-         Dannata mocciosa… sta sicura che farai una brutta fine… è stato smobilitato tutto l’esercito dell’ovest per trovarti - .

 

“Ovest?” pensarono contemporaneamente Sanzo, Goku, Goijo e Hakkai, che non si stavano perdendo una frase di quell’animata conversazione.

 

SARAH – Una brutta fine, dici? – chiese sarcastica al demone, inarcando un sopracciglio con fare provocatorio.

-         Ti faranno a pezzi – continuò il demone, deridendola.

SARAH – A pezzi… - ripetè, rilassando per un attimo i muscoli, dando l’impressione di essersi stancata.

Il demone rimase in silenzio, quasi come se avesse previsto la prossima reazione della ragazza e non volesse farla innervosire ulteriormente.

SARAH – IO SONO GIA’ A PEZZI!!! – gli urlò contro, colpendolo di nuovo al volto.

SARAH – Sono vent’anni che mi fanno a pezzi!! VENT’ANNI!!!! – e lo colpì ancora, con più violenza. – Hai la più pallida idea di cosa significhi sentire la morte sulla noce del collo tutti i giorni? –. Seguì un altro colpo. - Vedere le persone a te vicine morire per proteggerti? -. Un altro colpo ancora. – E non sapere minimamente perché ti accade questo, per quale accidente ragione devi subire tutto questo??? -. Un altro colpo ancora, che fece cadere definitivamente a terra il demone.

Sarah continuò a colpirlo a calci, sfogando tutta la rabbia che aveva accumulato e non accennando a volersi fermare, nonostante il demone non reagisse più a quelle percosse.

 

Goku abbassò lo sguardo, facendo in modo che i capelli castani gli nascondessero l’espressione del viso, e si allontanò dal gruppo, andando ad avvicinarsi lentamente alla ragazza.

Quando le fu abbastanza vicino, la prese alle spalle per la vita, immobilizzandole le braccia e alzandola di peso per allontanarla dal demone.

Lei continuò a dimenarsi, questa volta dando libero sfogo anche alle lacrime e poco a poco si calmò, piegandosi sulle ginocchia e raggiungendo con queste il terreno, sul quale si abbattè anche con i gomiti, continuando a singhiozzare.

Goku continuò a starle vicina, ma si guardò bene dal non toccarla, rispettando il momento che stava passando la ragazza.

Goijo strinse le mani a pugno, gesto che gli veniva istintivamente quando vedeva una donna piangere e non sapeva che fare.

Hakkai abbassò impercettibilmente il viso, aggiustandosi di nuovo il monocolo con un gesto automatico di nervosismo più che necessario.

Sanzo continuò a guardarla piangere. La sigaretta che gli si consumava in bocca senza essere aspirata.

Quando si fu calmata, Sarah rialzò la testa e a quel punto Goku le mise una mano sulla spalla, inginocchiandosi anche lui, portandosi alla sua altezza.

Fu solo allora che Sarah parve accorgersi della sua presenza, nonostante avesse sentito, precedentemente, un paio di braccia che l’avevano allontanata dal demone.

Lo guardò negli occhi, perdendosi nell’oro degli occhi del ragazzo, che la guardavano con un espressione triste.

Spostò il suo sguardo sul demone che fino a poco tempo fa le agonizzava davanti.

Aveva perso il controllo.

Abbassò la testa sconsolata, conscia di quel che aveva fatto e cominciò a tremare leggermente.

Gli occhi continuarono a pizzicarle, ma lei s’impose di non piangere più.

Si sentì improvvisamente poggiare sulle spalle qualcosa e si voltò di scatto, andando ad incontrare un paio di occhi rossi che la guardavano malinconici.

Goijo non disse una parola, le mise addosso la sua giacca beije e si allontanò, accendendosi una sigaretta.

SARAH – No, per favore… - sussurrò appena, togliendosi la giacca dalle spalle e restituendola a Goijo, che la guardò interrogativamente.

SARAH – Finirà col macchiarsi di sangue… - .

GOIJO – Non è un problema, se n’è già macchiata altre volte – le rispose, alludendo a se stesso.

Sarah rimase senza parole.

Si alzò lentamente da terra, facendo scostare delicatamente Goku da sé e osservò la giacca che ora aveva tra le mani.

GOKU – Sei ferita – disse, osservando la maglia ricoperta di sangue della ragazza. – Hakkai! – chiamò l’amico.

Hakkai annuì e le si avvicinò, cercando di capire da dove avesse perso tutto quel sangue, dal momento che la maglia era larga e non sembrava avesse strappi di alcun genere da nessuna parte.

Sarah si toccò istintivamente l’addome, capendo che la ferita curatagli da Chris si era riaperta.

Hakkai capì e materializzò il suo Ki per curarla.

“Ecco come mi ha curata la spalla… “ pensò Sarah, ricordatasi dell’attacco subìto il giorno prima.

Sanzo nel frattempo si accese un’altra sigaretta, continuando a rimanere nella stessa posizione e alla stessa distanza da loro.

SARAH – Grazie… - disse ad Hakkai quando quest’ultimo ebbe finito.

Si era ormai creata una situazione che implicava silenzio reciproco.

Loro avevano avuto la conferma che lei non avesse la benché minima idea del perché fosse continuamente attaccata e lei sapeva che ormai loro avevano compreso, quindi non si sottraeva più al loro aiuto.

Dopo che Hakkai ebbe ritirato le mani con le quali aveva materializzato il suo KI, Sarah si alzò, continuando a reggere la giacca di Goijo.

Si avvicinò a quest’ultimo e gli porse di nuovo la giacca.

SARAH – È ora che vada… - disse, spiegandogli il suo gesto.

GOKU – Dove? – le chiese prontamente, mentre Goijo riprendeva la sua giacca.

SARAH – Verso ovest… - gli rispose nello stesso tono.

Sanzo alzò il suo sguardo verso di lei.

SARAH – Non posso più nascondermi… È da vent’anni che vivo nell’ombra, cercando di sfuggire a tutti quelli che mi si presentano davanti con l’intenzione di uccidermi… è ora che metta fine a questa storia! – concluse, stringendo i pugni.

Rimasero tutti in silenzio ad ascoltarla.

SARAH – Voglio sapere chi diavolo è che mi vuole morta e perché – continuò – l’unico modo per scoprirlo è questo… dal momento che, a quanto pare, tutti quelli che mi vogliono uccidere vengono da ovest, sarò io stessa ad andare ad ovest – concluse con sguardo deciso, allontanandosi da Goijo.

Poi si voltò verso Goku e Hakkai, spostando il suo sguardo anche su Goijo e Sanzo.

SARAH – Vorrei potervi dire “grazie”… ma sembrerebbe troppo ripetitivo… abbiate comunque presente che non finirò mai di esservi grata -. Sorrise, poi s’incamminò in una direzione a caso.

SANZO – Guarda che l’ovest non è da quella parte -.

Sarah si bloccò di colpo a quelle parole.

“Cominciamo bene” pensò, senza voltarsi.

Goku, intanto, guardò verso Sanzo, così come fecero Hakkai e Goijo.

Nessuno disse nulla, i loro sguardi parlarono da soli.

Sanzo lanciò loro uno sguardo furibondo, ma loro insistettero, senza mollarlo col loro.

SANZO – Tsk! – esclamò, facendo intendere che poteva andare.

GOKU – Vieni con noi! – urlò contro la ragazza, dopo aver sorriso a trentadue denti a Sanzo.

Solo allora Sarah si voltò, con un’espressione di puro stupore stampato sul volto.

HAKKAI – Si dà il caso che anche noi stiamo andando in quella direzione – le disse col suo solito sorriso gentile.

Sarah si voltò completamente, prestando attenzione alle parole del demone dagli occhi di giada.

HAKKAI -  Se vuole può unirsi a noi - .

SARAH – Ma lo avete visto… io vengo continuamente attaccata… sarei un problema… - .

GOIJO – Anche noi veniamo continuamente attaccati – la interruppe – quei demoni non volevano solo te, volevano anche il sutra di quel bonzo corrotto laggiù – indicò con un dito Sanzo dietro di loro, al quale spuntò una venetta sulla testa.

HAKKAI – E gli attacchi avvengono, più o meno, alla stessa frequenza dei suoi – continuò, sorridendole.

GOIJO – E poi avere una ragazza a bordo non sarebbe un problema, anzi… - sorrise malizioso, ma un colpo d’harisen gli impedì di concludere la frase.

HAKKAI – Ha dimostrato di sapersi difendere, non vedo che problemi potrebbe procurarci - .

SANZO – Non farci perdere tempo ragazzina, se non vuoi venire ce ne andiamo – disse col suo solito tono autoritario.

GOKU – Dai, vieni!! – la incitò, sapendo che il bonzo non scherzava.

Sarah non era mai stata così confusa e combattuta come quella volta.

Ripensò agli ultimi giorni…

Lei non sapeva nulla di quei ragazzi, li aveva incontrati quella notte, convinta che poi non li avrebbe più rivisti… ma ecco che erano risbucati e le avevano salvato la vita.

Se avessero avuto cattive intenzioni lo avrebbero dimostrato dall’inizio e invece non aveva mai avvertito del pericolo stando a contatto con loro, anzi…

Il divertente ragazzino dagli occhi dorati non avrebbe potuto spaventare neanche la più sospettosa delle persone con quello sguardo innocente.

Il ragazzo dai capelli rossi, anche se si presentava come un accanito seduttore, era sicura, non avrebbe fatto del male ad una mosca, in più era tenuto a bada.

Sul ragazzo gentile dagli occhi di giada non sapeva che pensare, tranne che fosse una persona raccomandabile.

Infine c’era il bonzo dal carattere burbero. Non riusciva a capire perché fosse così attratta dalle sue fredde ametiste… ad ogni modo pensava che, nonostante il caratteraccio, fosse innocuo anche lui.

“A parte quando si mette a sparare a destra e a manca” pensò successivamente.

In più il fatto che erano diretti anch’essi ad ovest… le era sembrato quasi una fatalità.

Lei non credeva nel destino, o meglio, non ci aveva mai pensato su seriamente per poter affermare di non crederci, ad ogni modo, quell’incontro sembrava tanto essere stato voluto da qualcuno o da qualcosa…

E poi non sapeva dove andare. Voleva andare ad ovest, ma non sapeva neanche da che parte si trovasse… allo stesso tempo temeva le conseguenze che sarebbero scaturire dal contatto eccessivo con loro.

“Starò attenta” pensò, prendendo finalmente la sua decisione.

SARAH – Accetto volentieri – rispose sorridendo.

GOKU – Evvai! – esultò Goku, mettendosi a saltellare.

SDENG.

SANZO – Muoviamoci, abbiamo perso fin troppo tempo – ordinò, voltandosi e raggiungendo Hakuryù che nel frattempo si era ritrasformato in jeep.

GOIJO – Prima le signore – disse, invitando Sarah a salire per prima sul veicolo, porgendole una mano.

Sarah sorrise divertita e accettò l’aiuto, ma quando si fu seduta un’espressione di paura e sgomento s’impossessò del suo volto, inducendola a pensare di essere impazzita.

HAKURYU – Kyuuuuu - .

HAKKAI – Hakuryu è contento di avere un altro passeggero a bordo – le disse, capendo dall’espressione della ragazza la domanda che le frullava in testa.

SARAH – Hakuryu…? – chiese confusa al demone dal sorriso gentile.

GOKU – Hai presente quel draghetto bianco che è sempre con noi? – le chiese una volta che le si fu seduto affianco, cercando di farla comprendere.

SARAH – Oh! – esclamò sorpresa, essendosene completamente dimenticata – Non avevo collegato! – disse, facendo una piccola linguaccia per scusarsi.

SANZO – Iniziamo bene… - .

Ce l’avrà avuta con me?” si chiese Sarah.

SANZO – Ci mancava solo un’altra idiota – disse seccato, accendendosi una sigaretta.

Sarah sbiancò… assumendo poi man mano la tonalità del viola.

“Calma Sarah… sta calma… in fondo ti hanno appena offerto un passaggio… non puoi ucciderlo… non oggi perlomeno…” si auto impose, cercando di mantenere la calma.

GOKU – Ehi, kappa! Che fine hanno fatto i miei nikuman?? – chiese al compagno dopo che ebbe rovistato in un sacco.

GOIJO – I TUOI nikuman? Non ricordavo che ci fosse scritto sopra il tuo nome – lo provocò, ignorandolo e continuando a fumare la sua sigaretta.

GOKU – Allora lo ammetti! Li hai mangiati tu! – lo accusò, avvicinando minaccioso il suo volto a quello di Goijo.

GOIJO – E con questo, razza di stupida scimmia? Vuoi fare a botte?? – lo provocò ancora, avvicinando a sua volta il proprio volto al suo.

GOKU – Non chiamarmi scimmia, pervertito di un kappa! – .

E cominciarono ad azzuffarsi, sotto lo sguardo allibito di Sarah.

SDENG SDENG SDENG

SANZO – Fate silenzio idioti o vi ammazzo! - .

HAKKAI – Su ragazzi, così finirete col spaventare la nostra ospite! –

“Ci hai centrato in pieno Hakkai…” pensò, cercando di rannicchiarsi nell’angolino in cui era seduta per non beccare l’harisen del bonzo anche lei.

“Avrò davvero fatto bene ad accettare il loro passaggio?” si chiese, mentre Goijo e Goku ripresero a litigare e Hakuryu abbandonava quelle terre appena illuminate dal sorgere del sole.

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Capitolo 8
*** "Mezze verità" ***


La jeep aveva ormai abbandonato da un pezzo la terra popolata dell’ultimo villaggio in cui si era fermata, ed ora procedeva a velocità sostenuta su un terreno poco stabile, pieno di buche, che più di una volta Hakkai cercò di evitare per far in modo che

Ciao bella gente ^  ^ …mmm, no… così sembro il gabibbo…meglio se continuo a salutare con “hola”!

Come sempre, grazie a tutte le persone che leggono e recensiscono!

-         mon_chan : quella non si trattava proprio di violenza gratuita eh… ricordati che il demone voleva farla fuori, lei si è solo limitata a fare il contrario u___ù ci sto pensando sul capitolone! XD ;

-         miriel67 : all’inizio sarà più uno scontro che un incontro col venerabile XD adoro tirarla per le lunghe e creare suspense… spero solo a lungo andare di non annoiare ç___ç ;

-         WhiteLie : si, Sarah ha gli scatti d’ira XD A quanto pare è piaciuta a tutti la sua reazione! *prende nota* .

-         YamaMaxwell : hai fatto tutte supposizioni alle quali non posso proprio risponderti XD Sorry ç___ç Grazie per aver recensito XD Alla prossima! ^   ^ .

Saluti a tutti e mi raccomando, continuate a recensire!

Buona lettura ^___-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Mezze verità”

 

 

 

La jeep aveva ormai abbandonato da un pezzo la terra popolata dell’ultimo villaggio in cui si era fermata, ed ora procedeva a velocità sostenuta su un terreno poco stabile, pieno di buche, che più di una volta Hakkai cercò di evitare per far in modo che il veicolo non si capovolgesse.

Il sole era alto, segno che tra poco sarebbe stata ora di pranzo.

Sanzo fumava beatamente una sigaretta, con gli occhi chiusi e postura rilassata, così come Goijo che guardava la linea di delimitazione dell’orizzonte con sguardo assorto, mentre Goku e Sarah riposavano.

Quest’ultima si era assopita poco dopo che avevano lasciato il villaggio.

Aveva avuto non poche difficoltà a farlo per via dei continui litigi tra Goijo e Goku e le sbraitate di Sanzo. Aveva infine deciso di chiudere gli occhi, incurante dell’inferno che ogni tanto si scatenava accanto a lei, e dopo essersi abituata ai suoi compagni di viaggio e alle buche che Hakkai sembrava non riuscisse ad evitare, si era addormentata.

All’ennesima buca, aprì con estrema lentezza gli occhi, riuscendo a scorgere pian piano l’ambiente che li circondava.

“Che meraviglia… deserto!” pensò seccata.

HAKKAI – Ben svegliata – le disse gentilmente, avendo notato dallo specchietto retrovisore che la ragazza aveva aperto gli occhi.

Sanzo mosse appena la testa all’indietro all’esclamazione di Hakkai, accertandosi di aver capito bene dal momento che era soprappensiero, poi, senza dire una parola, tornò a guardare avanti.

Sarah sorrise appena al ragazzo dagli occhi di giada, stiracchiandosi successivamente e sbadigliando silenziosamente, portandosi una mano alla bocca.

Fu nello stiracchiarsi che si accorse di star per colpire Goku, che, dormendo, aveva voltato il viso verso di lei.

Sorrise subito nel vedere il volto pacifico del ragazzo che, in quel momento, assomigliava tanto ad un bambino.

GOIJO – Lo sto tirando dalla mia parte da quando si è addormentato – disse, tirando a se Goku per le spalle.

SARAH – Non è un problema, tranquillo – lo rassicurò lei, sorridendogli.

GOIJO – Ti sei addormentata anche tu, alla fine – constatò.

SARAH – Sì… scusatemi se non sono stata tanto di compagnìa… ma non dormivo da molto – disse, facendo un altro sbadiglio.

HAKKAI – Non si preoccupi, è naturale – la rassicurò, sorridendo come suo solito.

SARAH – Hakkai… giusto? – gli chiese, sperando di non sbagliare.

Hakkai le annuì dallo specchietto retrovisore.

SARAH – Ti dispiacerebbe se ci dessimo del tu? Non sono andata mai tanto d’accordo con le formalità… sempre se per te non è un problema chiaramente - .

HAKKAI – Nessun problema, Sarah – le rispose sempre con la stessa espressione.

GOIJO – Oh, hai ricordato il suo nome, il mio te lo ricordi? – le chiese con un sorriso sornione.

SARAH – Goijo. Sha Goijo. – gli rispose lei sorridendogli. – Come potrei dimenticarmene dopo quel baciamano? – scherzò successivamente, facendo sorridere ancora Hakkai e strappando un’espressione fiera a Goijo.

SARAH – Lui è Goku, giusto? – chiese poi, guardando il ragazzo dagli occhi dorati ancora addormentato, spostato verso Goijo.

GOIJO – Sì, ma noi lo chiamiamo stupida scimmia – le rispose, scatenando una risata alla ragazza.

SARAH – E perché? – gli chiese, dopo aver smesso di ridere.

GOIJO – Avrai modo di capirlo – le rispose, ammiccandole.

Sarah sorrise di nuovo, volgendo il suo sguardo verso Sanzo, che per tutta la conversazione non era intervenuto.

SARAH – Genjo Sanzo Oshi – disse, attirando l’attenzione di quest’ultimo che ciò nonostante, non la degnò di uno sguardo. – È lungo… - aggiunse, dopo averci pensato un po’. – Come ti fai chiamare? – gli chiese infine, avendo in risposta ancora il suo mutismo e la sua completa mancanza di considerazione.

“Socievole!” pensò tra se la ragazza.

HAKKAI – Noi lo chiamiamo Sanzo – rimediò, rispondendole.

GOIJO – O bonzo corrotto, come preferisci – aggiunse sempre col solito sorriso sornione, guardando sottecchi il bonzo per scorgere la sua reazione, che non tardò ad arrivare.

SANZO – Vuoi morire? – gli chiese come al solito.

GOIJO – Eccoti dimostrato perché puoi chiamarlo così – disse a Sarah, ignorando il bonzo.

Sarah sorrise divertita e si mise ad osservare il profilo imperturbabile di Sanzo.

“Ha proprio dei bei lineamenti” pensò, arrossendo successivamente per il suo stesso pensiero.

GOKU – YAWN!!!!!! – sbadigliò rumorosamente, stiracchiandosi anche lui come aveva fatto precedentemente Sarah, colpendo, però, in pieno viso Goijo.

GOIJO – Ehi scimmia, vedi di stare attento! – gli urlò, scrollandoselo di dosso.

Goku si stropicciò gli occhi, ignorando il compagno, poi si voltò verso Sarah.

SARAH – Ehilà! – lo salutò sorridendogli.

Goku sorrise rivedendo la ragazza, svegliatosi si era quasi dimenticato della sua presenza.

SARAH – Posso farvi una domanda? - .

SANZO – No, prima sei tu che devi darci delle risposte – disse alla ragazza nel suo solito modo freddo e distaccato e senza voltarsi verso di lei.

Sarah sembrò rifletterci un po’su.

SARAH – Cosa volete sapere? – chiese dopo un pò.

SANZO – Chi sei? - .

SARAH – Il mio nome lo conoscete già… Heiru è il mio cognome acquisito - .

GOKU – Acquisito? – chiese ingenuamente.

Sarah annuì.

SARAH – Significa che sono stata adottata, non ho informazioni in merito ai miei reali genitori, il cognome che mi è stato dato è della persona che mi ha allevata. – gli rispose, soddisfacendo la sua domanda.

GOIJO – Dov’è adesso questa persona? -.

Sarah abbassò la testa sconsolata. Goijo capì di aver fatto la domanda sbagliata.

SARAH – È morta molto tempo fa. Avevo dodici anni… – concluse con voce bassa.

Sul veicolo si diffuse per un po’ il silenzio, che fu rotto successivamente da Goijo.

GOIJO – Quanti anni hai? – le chiese dopo averci riflettuto un po’.

SARAH – Venti… perché? - .

GOIJO – Quindi sarebbe successo otto anni fa, all’epoca il Togenkyò era ancora un posto tranquillo – osservò.

HAKKAI – È vero, è da poco che l’aria proveniente da ovest sta facendo impazzire i demoni - .

SARAH – Uomini… - sussurrò.

Sanzo si voltò leggermente verso di lei.

SARAH – Non sono stati dei demoni, sono stati degli uomini – rispose senza sussurrare stavolta.

GOKU – Perché? – le chiese con sguardo triste.

SARAH – Non lo so… non l’ho mai saputo… - gli rispose lei, riabbassando la testa.

Sanzo la guardò dallo specchietto retrovisore.

GOIJO – E quel tizio del bosco? – le chiese improvvisamente, cercando di far vertere la discussione su altro.

SARAH – Jiin? - .

GOKU – Il tizio dalla strana capigliatura! – esclamò, non appena se ne fu ricordato.

Sarah rise all’osservazione del ragazzo dagli occhi dorati.

SARAH – Quella è una lunga storia… - rispose, cercando di cavarsela così.

HAKKAI – A noi piacciono le lunghe storie, non farti problemi ad annoiarci! – le rispose col suo solito fare diplomatico e con la solita espressione sorridente.

SARAH – Beh… ecco… avrei dovuto sposarlo… - .

GOIJO – Questo si era capito – le disse, ricordandosi all’abito bianco della ragazza. – Ma come mai una bella ragazza come te stava per sposare un idiota simile? - .

SARAH – Ecco io… ne ero innamorata - .

HAKKAI – Ma dalla conversazione che avete avuto, per lui non sembrava lo stesso, e tu non sembri affatto una ragazza ingenua… - azzardò, non togliendo gli occhi dalla strada.

“Cavolo! Hanno sentito la conversazione! L’avranno sentita dall’inizio?” pensò Sarah, allarmata dall’osservazione di Hakkai.

Sanzo, continuando a servirsi dello specchietto retrovisore, non le toglieva un attimo gli occhi di dosso.

SARAH – Sì, è vero, lui non ricambiava – rispose, stando ben attenta ad usare le parole.

GOKU – Non capisco, se non ti amava perché aveva chiesto di sposarti? - .

“Sarah pensa, Sarah pensa, Sarah pensa”.

SARAH – Lui… voleva rimediare ad un errore. – rispose con voce titubante, attirando l’attenzione di Goijo.

GOIJO – Aspetta… non dirmi che sei incinta??? – chiese preoccupato, facendo sbandare Hakkai e facendo cadere da bocca la sigaretta a Sanzo.

SARAH – NO! No, no, no, no! Come ti è saltato in mente??? - .

“Però anche io… non è che sia stata tanto geniale a dare quella risposta ambigua!” pensò rimproverandosi.

Goijo la guardò con fare interrogatorio, aspettandosi un chiarimento.

SARAH – Lui stava con me, ma aspettava un bambino da un’altra donna – rispose categorica tutto d’un botto.

“Oh Kami! L’ho sparata proprio grossa!”.

SARAH – Lui era una persona che teneva molto a ciò che si dicesse sul suo conto. Essendo la persona più ricca del villaggio, tutti sapevano della nostra relazione e se di punto in bianco avesse sposato un’altra donna, sarebbero tutti saltati subito alle conclusioni. Ha deciso di sposarmi comunque, tenendomi allo scuro di tutto, fino a quando non me ne sono accorta e ho deciso di lasciarlo. - .

“Sarah… sei geniale!”.

“Tutte balle” pensò Sanzo, rivolgendo poi la sua attenzione ad Hakkai.

SANZO – Quanto manca al prossimo villaggio? – gli chiese.

HAKKAI – Molto… credo che stanotte dovremo accamparci da qualche parte – gli rispose, facendo dei rapidi calcoli.

GOIJO – E anche stasera non potrò rimorchiare! – si lamentò, guardando poi successivamente Sarah, che non l’aveva ascoltato dal momento che volgeva lo sguardo in un punto imprecisato del paesaggio desertico, assorta da pensieri.

Goku seguì lo sguardo di Goijo e quando ebbe capito gli lanciò un’occhiataccia.

SANZO – Come hai fatto a schivare i proiettili? – le chiese improvvisamente, allontanandola dai suoi pensieri.

“Questo non posso proprio evitarlo…” pensò Sarah.

SARAH – Diciamo… che ho una dote particolare – rispose, soppesando bene le parole.

HAKKAI – Che genere di dote? – le chiese, incuriosito dalla risposta.

SARAH – È un po’ difficile da spiegare… - .

SANZO – Provaci –.

SARAH – Ho la capacità di ridurre in polvere le cose - .

Le quattro menti dei ragazzi provarono ad analizzare la risposta che Sarah aveva dato.

SARAH – Se mi concentro – continuò a spiegare, avendo capito di non essere stata molto chiara – Riesco a creare intorno a me una barriera invisibile agli occhi in grado di ridurre in polvere qualsiasi cosa mi si avvicini -  concluse, sperando che i ragazzi non le chiedessero ulteriori informazioni.

HAKKAI – Una barriera che funge anche da offensiva in un certo senso, interessante! – esclamò.

SARAH – Insomma… non è che riesca a polverizzare proprio QUALSIASI cosa… mi riesce solo con le cose piccole, a dire la verità. - .

GOKU – Come i proiettili! - .

“E le pietre” pensò Sarah, ricordando tutte le volte che i bambini del suo villaggio la rincorrevano.

SANZO – Perchè allora non hai usato questa tecnica anche contro i coltelli? - .

SARAH – I coltelli hanno dimensioni più grandi dei proiettili… e sinceramente non ci ho mai provato - .

GOIJO – Che significa che non ci hai mai provato? Coi proiettili ci avresti provato? Ti sei fatta sparare addosso? - .

SARAH – Non esattamente. Diciamo… che ho scoperto di avere questo potere per caso. - .

I ragazzi stettero di nuovo in silenzio, aspettando che ponesse chiarimenti anche a quest’ultima affermazione.

SARAH – Me ne sono accorta un giorno per caso, quando sono stata attaccata per l’ennesima volta. L’uomo che mi cercava, dopo avermi trovata, ha cercato di uccidermi. -. S’interruppe, dando tempo ai suoi pensieri di cercare quell’evento che aveva cercato di rimuovere. – Aveva con sé una pistola e mi ha sparata. È stato in quel momento che ho scoperto di avere questo potere. Ho visto chiaramente il proiettile polverizzarsi a pochi centimetri dal mio viso, come se fosse andato a schiantarsi contro qualcosa che non ha potuto distruggere. - .

GOKU – Wow… - esclamò, rapito dalle parole della ragazza.

GOIJO – Quindi non sai da quanto tempo ce l’hai - .

SARAH – No, non ne ho idea… - .

HAKKAI – Da come l’hai descritto, sembra essere un potere collegato alla percezione. In quel momento ti trovavi in pericolo,  è il pericolo che percepivi che ha fatto sì che il potere si manifestasse. – spiegò.

Sarah scosse la testa come ad indicare che non sapeva rispondergli.

SARAH – Comunque sia, non è molto utile, perché riesco ad usarlo solo una volta al giorno, e quando lo uso mi scombussola non poco – disse, toccandosi la testa.

HAKKAI – Questo potrebbe spiegare lo svenimento dell’altro giorno - .

SARAH – Sì… è come se mi togliesse le forze -.

Hakkai annuì, facendo intendere di aver capito.

GOIJO – Ritornando a quella notte… sembrava, però, che fossi stata ferita. Ti abbiamo vista perdere sangue e cadere nel fiume… - .

Sarah annuì, cominciando a cercarsi tra le tasche dei pantaloni qualcosa.

Quando l’ebbe trovata, l’estrasse, mostrandola a Goijo.

GOKU – Cos’è? - .

SARAH – Una forcina per capelli – gli rispose sorridendogli, utilizzando successivamente la forcina per alzarsi i capelli, mostrandoglielo.

GOIJO – Chiamala forcina… ne ho visti di strani arnesi per capelli di voi donne… ma una cosa del genere non l’avevo mai vista! – esclamò, allungando una mano aperta verso Sarah, chiedendole automaticamente di mostrargliela.

HAKKAI – Potrei vederla? – chiese e Goijo, dopo essersela rigirata tra le mani, gliela passò. – Piuttosto grande – constatò, restituendola a Sarah.

GOIJO – Hai avuto un bel coraggio a ferirti con questa! È un’arma a tutti gli effetti… – disse, lanciando fuori dal veicolo la cicca ormai spenta e accendendosi un’altra sigaretta.

SANZO – Il motivo però non è ancora chiaro - .

SARAH – Non sapevo se Jiin fosse sopravvissuto, in questo caso ho preferito fingermi morta, in modo che smettesse di cercarmi… - .

HAKKAI – Astuta, non c’è che dire – disse, sorridendo come suo solito.

GOKU – Hakkai… - disse improvvisamente, interrompendo la conversazione – sto morendo di fame, quando ci fermiamo? - .

HAKKAI – Tra poco Goku, tranquillo – gli rispose.

GOIJO – Si è svegliata la fame della stupida scimmia… -

GOKU – Non chiamarmi scimmia, pervertito di un kappa! - .

GOIJO – Rassegnati! Abbiamo consigliato anche a Sarah di chiamarti così, le abbiamo detto che come nome ti si addice di più! – lo provocò.

Goku guardò con occhi imploranti la ragazza accanto a se.

GOKU – Non sono una scimmia – le disse con lo stesso sguardo, cercando di intenerirla.

SARAH – Lo vedo! – gli rispose, rassicurandolo che non avrebbe seguito il consiglio.

GOKU – Ben ti sta, pervertito di un kappa! – disse all’amico, poi si rivolse nuovamente a Sarah. – Chiamalo kappa e mi raccomando stai lontana da lui! Non è una persona raccomandabile… -  ma prima che finisse, un braccio di Goijo gli si avvolse intorno al collo, cominciando a stringere.

GOIJO – Che diamine vai dicendo, scimmia? - .

GOKU – Che sei un pervertito! È la verità! – ribadì, liberandosi dalla sua stretta e riservando lo stesso trattamento a lui.

SANZO – Fate silenzio là dietro, o vi ammazzo! – urlò, impugnando la shoreiju.

Sarah si rimpicciolì di nuovo nell’angolino che le era stato assegnato e si preparò al peggio.

HAKKAI – Che ne dite se ci fermiamo qui? – chiese, placando l’ennesima rissa che stava per scoppiare.

SARAH – Per me va bene! – rispose prontamente Sarah, aiutandolo nell’impresa.

HAKKAI – Bene – disse sorridendo, senza aspettare che fossero anche gli altri a risponderlo.

Quando furono scesi tutti dalla jeep, quest’ultima riprese le sembianze di Hakuryu e cominciò a svolazzare intorno a Sarah.

SARAH – Ciao piccolino! – lo salutò, quando le si fu fermato davanti, poi allungò una mano per accarezzargli la testolina.

HAKURYU – Kyuuuuuu - .

SARAH – Che dolce! – esclamò, continuando ad accarezzarlo.

HAKKAI – Hai scoperto il suo punto debole – le disse mentre apriva uno zaino – adora ricevere carezze sulla testa! - .

Sarah sorrise e continuò ad accarezzarlo.

Sanzo la guardò sottecchi.

C’era chiaramente qualcosa che non tornava.

Aveva mentito, era chiaro… aveva sorvolato su diversi punti dando risposte soddisfacenti ma poco credibili.

Hai dimenticato con chi hai a che fare?”

Dopo quella frase si era indicata con un dito la tempia… che voleva dire? Non poteva riferirsi al potere di cui aveva parlato.

Ho visto tutto”.

C’erano decisamente troppo cose che non quadravano, ma, nonostante tutto, non riusciva ad avvertire in lei nulla di negativo o che implicasse lo stare in guardia.

GOKU – Hakkai!! Dove hai trovato quel cibo?? Prima ho frugato nello zaino, ma non ho trovato nulla! -  si lamentò, vedendo l’amico estrarre da un altro zaino un sacchetto di carta scuro contenente del cibo.

HAKKAI – Ho pensato che sarebbe stato meglio se l’avessi messo in un posto più sicuro – rispose al ragazzo, sorridendo e portandosi una mano dietro la testa in gesto di scusa – Non abbiamo avuto il tempo di fare provviste, ho pensato che così sarebbe bastato per tutti - .

Goku continuò a guardarlo con sguardo interrogativo.

GOIJO – Sta dicendo che l’ha nascosto da te, scimmia! Altrimenti l’avresti mangiato tutto e a noi non sarebbe rimasto nulla! – gli spiegò, andando a sedersi poco lontano su un masso che spuntava dalla sabbia.

L’espressione successiva di Goku scatenò un’altra risata di Sarah.

Proprio in quel momento, Sanzo estrasse la pistola e gliela puntò contro, dandole, però, prima il tempo di accorgersene.

SARAH – Che… - .

BANG

Lo sguardo di Hakkai, Goijo e Goku, all’inizio di puro terrore, divenne subito dopo di pura incredulità.

Così come aveva detto loro precedentemente Sarah, il proiettile si fermò a pochi centimetri dal suo volto, polverizzandosi velocemente come se avesse subito l’impatto con qualcosa.

Quando fu scomparso completamente e la polvere si fu dispersa nell’aria, Sarah cadde a terra.

Per la paura, le erano venute a mancare le forze.

SANZO – Allora non mentivi – le disse, rinfoderando la shoreiju e dandole poco dopo le spalle.

SARAH – Maledetto bonzo! – gli urlò contro dalla rabbia -  É la seconda volta in questa giornata che mi spari addosso improvvisamente! Ti ha dato di volta il cervello??? - .

SANZO – Perché ti agiti tanto? Sei sopravvissuta in fondo – disse indifferente, accendendosi una sigaretta.

SARAH – Mi hai fatto venire un colpo! – urlò di rimando lei, rialzandosi da terra e avvicinandosi con fare minaccioso a Sanzo.

SANZO – Hai detto di avere un potere ed io mi sono limitato ad accertarmene – disse, cacciando fuori del fumo. – Il fatto di essere viva dimostra che non hai mentito, se fossi morta sarebbe stato un problema tuo. - .

Sarah lo guardò senza parlare e fu a quel punto che Sanzo si voltò, fissando le sue fredde ametiste nei suoi furenti smeraldi.

SANZO – Che ti sia ben chiaro, mocciosetta, non hai a che fare con degli stupidi. Ogni cavolata che rifilerai ti si ritorcerà contro – e detto questo, datele nuovamente le spalle, si allontanò, andando a sedersi anch’egli su una roccia che spuntava dal terreno e lasciando la ragazza a riflettere sulle sue parole.

 

 

 

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Capitolo 9
*** "Chiarimenti e decisioni" ***


La giornata era trascorsa velocemente

Hola!!! ^   ^ Scusatemi se vi ho fatti attendere tanto rispetto al ritmo che avevo preso all’inizio per aggiornare, ma ho dovuto dare degli esami ç____ç Ora sono libera!! XD

Ecco finalmente il tanto agognato capitolo che svelerà un po’ di cose ^   ^ (Era ora! ndTutti) Scusatemi se vi tengo tanto sulle spine ç___ç ma non ci posso fare niente, è più forte di me!

Passo a salutare le persone che hanno recensito:

- WhiteLie : Ciau ^   ^ Eh sì… il bonzo deve sempre farsi riconoscere u___ù Adorabile Goku con gli occhi coccolosi, vero? *___* L’ho messo a posta, lo adoro anch’io! XD ;

- mon_chan : fortuna che ti piacciono i misteri, perché non sono finiti qui *___* muahahahah! XD ;

- YamaMaxwell : Brava! (x la canzone intendo XD) pensavi che fosse incinta? No no u___ù in questo capitolo capirai! XD Quelle frasi non sono i pensieri di Sanzo, sono i ricordi, in quel momento pensa alla conversazione che ha sentito fare Sarah con Jiin (il porcospin XD) e ricorda le frasi che lo hanno colpito di più, spero di essere stata chiara ^   ^ ;

Ringrazio inoltre tutte le persone che leggono e non recensiscono!

Ora vi lascio al capitolo, buona lettura! ^   ^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Chiarimenti e decisioni”

 

 

 

Dopo la discussione che avevano avuto Sanzo e Sarah, quest’ultima, dopo essersi ripresa un po’ dalla brutta sorpresa che le aveva fatto il bonzo, aveva chiesto al gruppo perché fossero diretti anch’essi ad Ovest.

Il sapere che il grande demone Gyumao non fosse solo il protagonista delle storie che le raccontava il suo tutore, l’aveva scossa non poco. All’inizio era stata scettica, poi ci aveva riflettuto un po’ ed era giunta alla conclusione che quello che le avevano raccontato poteva essere vero.

Qualcuno nel Tenjiku stava facendo degli esperimenti proibiti che erano andati a disintegrare l’equilibrio pacifico che si era instaurato tra uomini e demoni, ecco perché alcuni di quest’ultimi erano impazziti e perché si temeva che potessero impazzirne altri.

Uno dei bonzi di più alto rango, accompagnato da un essere eretico, un demone e un mezzo demone, aveva avuto l’incarico di riportare la pace nel Togenkyò.

Quando aveva pensato a Sanzo, Sarah non era riuscita a pensare a nulla di pacifico, e non riusciva a capacitarsi di come avrebbe potuto un uomo del genere riuscire in quell’impresa, si tenne comunque per se questo pensiero.

“Chi sano di mente vorrebbe riportare in vita Gyumao?” si era chiesta, mentre cercavano di superare la distesa desertica.

Secondo i calcoli di Hakkai se si fossero mossi in fretta, avrebbero avuto buone probabilità di lasciarsi alle spalle il paesaggio desertico al calar del sole, quindi si erano rimessi in viaggio subito dopo aver mangiato, e ci erano riusciti.

La luna fece capolino timidamente, mentre ancora i deboli raggi del sole al tramonto illuminavano il paesaggio verde circostante.

GOIJO – Che ne pensi? – chiese, mentre cercava di non inciampare in radici di strani alberi della radura che stavano attraversando.

HAKKAI – Non saprei… è chiaro che nasconde qualcosa… - rispose, imitando il suo stesso comportamento.

GOIJO – Anche tu hai pensato che abbia mentito in merito alla storia del matrimonio? - .

HAKKAI – Sinceramente sì… quell’uomo non sembrava affatto volerla sposare per una simile ragione…- .

GOIJO – Che fosse un motivo d’interesse è probabile… ma che centri una donna incinta lo escludo – disse, allontanando da se l’ennesimo ramo.

HAKKAI – Già… - rispose, quando ebbero raggiunto un albero dai cui rami pendevano degli invitanti frutti rossi.

Hakkai e Goijo si erano allontanati per andare a cercare del cibo, dal momento che le loro provviste si erano consumate a pranzo, avendo dovuto dividere in tutto in cinque, anziché in quattro.

Goku era rimasto con Sanzo e Sarah, nel caso in cui i due avessero deciso di ammazzarsi a vicenda.

Era chiaro che tra loro non scorresse del buon sangue.

Sanzo non era il tipo di persona che metteva a suo agio gli altri, e anche Sarah, che era sembrata una persona piuttosto alla mano e socievole, aveva finito per essere freddata dai comportamenti glaciali del bonzo. A dimostrarlo era il fatto che scambiasse parola con tutti i membri del gruppo, tranne che con lui.

Sembrava quasi che a rendere difficile il loro interagire fosse una sorta d’imbarazzo reciproco, misto a diffidenza.

Sanzo non si fidava di Sarah, dal momento che aveva capito che stava cercando di nascondere qualcosa di rilevante che avrebbe potuto mettere in pericolo tutti, e Sarah non si fidava di Sanzo, poiché lo considerava un tipo dal grilletto troppo facile, scorbutico e dal caratteraccio insopportabile.

Ad ogni modo non riusciva a staccarsi dal gruppo, nonostante Sanzo a volte riuscisse a metterla davvero in soggezione, e allo stesso tempo il bonzo non riusciva a decidere di mandarla via o di lasciarla in uno dei villaggi in cui si sarebbero fermati.

Era la prima volta per lui, trovarsi in una situazione del genere. Non aveva mai avuto titubanze quando si trattava di decidere delle sorti di una persona, specie se si trattava di una ragazzina arrogante e bugiarda che aveva conosciuto da poco.

Eppure…

Non riusciva a spiegarselo, era come se qualcosa gli dicesse che quel viaggio andava proseguito con lei. Era come se lei fosse entrata a far parte delle loro vite in modo rilevante, come se da lei dipendesse qualcosa…

“Stronzate!” pensò Sanzo stizzito. “È solo una stupida mocciosa fastidiosa!” e pensato questo si voltò verso il lato in cui ricordava si fosse seduta la ragazza, sul terreno poco distante dalla jeep, di fronte al masso sul quale sedeva lui.

Quando si girò, però, non la vide, e notò anche che mancava Goku.

Fu in quel momento che sentì la voce di quest’ultimo da un punto poco lontano dagli alberi che costeggiavano la zona in cui si erano fermati.

Tsk! Quella stupida scimmia!”. Si alzò e decise di addentrarsi tra gli alberi per vedere che fine avessero fatto lui e la ragazza.

 

GOKU – Guarda Sarah! – urlò alla ragazza, dal ramo di un albero.

SARAH – Wow, è grandissimo! – esclamò, quando vide l’enorme frutto giallo che teneva in mano Goku.

GOKU – Ce ne sono tantissimi! – le urlò euforico, indicando con un dito gli altri frutti che pendevano dai rami.

SARAH – Lancia quello che hai in mano, così ne potrai prendere altri! – gli consigliò, preparandosi a ricevere il frutto.

Fu così che Goku lo lanciò, ma un po’ troppo in alto perché la ragazza potesse riuscire ad afferrarlo, così superò la ragazza, andando a rotolarle alle spalle, fino a quando non si fermò ai piedi di Sanzo, che era rimasto in disparte ad osservarli per tutto il tempo.

Quando Sarah si accorse del bonzo, si sorprese non poco.

Rimasero a guardarsi per un periodo di tempo indefinito, quasi come a sfidarsi, anche se non si leggeva ostilità nei loro sguardi.

Dopo un po’, Sanzo raccolse da terra il frutto e lo osservò.

SARAH – Sono piuttosto buoni, soprattutto in questo periodo dell’anno – disse, osservando il suo sguardo perso. – Perché non lo assaggi? - .

Sanzo spalancò gli occhi, ma in modo così impercettibile che Sarah non se ne accorse.

GOKU – Ehi Sarah! Guarda quanti ne ho presi!... oh, Sanzo! – esclamò, accortosi del bonzo – Guarda quanti sono riusciti a prenderne! Per stasera la cena è assicurata! – rise soddisfatto.

Sanzo ignorò i due ancora una volta, non spostando il suo sguardo dal frutto che aveva tra le mani.

SANZO – Tsk! – esclamò, lanciando poi il frutto a Sarah, che lo prese al volo. Poi si girò e scomparve al di là degli alberi.

“Niente, non riesco proprio ad instaurare una conversazione con lui” pensò la ragazza sconsolata e delusa ancora una volta dal comportamento del bonzo.

SARAH – Lanciali, Goku! – incitò il ragazzo, dopo che ebbe messo al riparo il frutto che aveva in mano poggiandolo per terra.

 

Quando ebbe riattraversato gli alberi, si diresse verso la jeep e si sedette al suo solito posto. Estrasse una sigaretta dal pacchetto che portava sempre con se, e quando la ebbe messa in bocca, cominciò a cercare l’accendino.

“Dannato kappa!” esclamò, pensando che Goijo gli avesse fregato l’accendino come suo solito.

Si rassegnò all’idea di non potersi mettere a fumare e sollevò la testa, andando ad incrociare le stelle che ora fungevano da tante piccole torce nel cielo scuro.

Chiuse gli occhi per un attimo, riaprendoli successivamente per riguardarle.

“È stata una sensazione…di deja ?” si chiese, tornando con la mente a poco prima, poi richiuse gli occhi e aspettò che gli altri lo raggiungessero.

 

SARAH – Mh? - . La ragazza era stata attirata da uno strano luccichio proveniente dall’erba, nel punto in cui poco prima si trovava Sanzo.

SARAH – Un accendino… - disse, quando ebbe preso il piccolo oggetto metallico in mano. Fu allora che il tempo si fermò, il freddo la scosse, le sue pupille si dilatarono e tutto introno a sé cominciò a ruotare.

Sanzo si dimenava, sparando a destra e a manca, tamponandosi nei brevi momenti di pausa un braccio sanguinante e riprendendo nuovamente a sparare quando i demoni gli si riavvicinavano.

Un demone gli si avventò sul braccio che teneva la pistola, spezzandoglielo e facendo sì che altri suoi  compagni potessero attaccarlo.

Un braccio di un demone gli trapassò il torace, facendogli sputare sangue e facendolo accasciare al suolo.

Sarah cominciò ad affannare, riacquistando man mano la percezione dell’ambiente che la circondava.

Quando ebbe smesso di tremare, si guardò intorno per cercare di scorgere Goku, ricordandosi poco dopo che lui le aveva detto che si sarebbe inoltrato di più per cercare altri frutti.

Corse a perdifiato verso la zona in cui avevano parcheggiato la jeep, stringendo l’accendino in una mano.

 

SANZO – Dannato kappa! – esclamò, stringendo il pacchetto di sigarette tra le mani.  – Gli farò un buco in testa! - .

In quel momento un rumore  proveniente dal fogliame vicino lo mise in guardia, facendogli afferrare istintivamente la shoreiju.

Si rilassò quando vide sbucare Sarah.

SARAH – SANZO! – urlò, quando fu uscita di corsa dalla delimitazione degli alberi.

SANZO – Che hai da urlare, stupida! – la rimproverò, guardandola torvo.

Sarah, accertatasi che stava bene, si fermò a riprendere fiato, accusando ancora dello sforzo che aveva subito precedentemente.

SARAH – Demoni… - sussurrò quasi.

SANZO – Nh? – chiese, non avendo capito.

SARAH – Dei demoni ci attaccheranno! – esclamò a quel punto.

Sanzo la guardò seccato.

SANZO – I demoni, se è per questo, ci attaccano sempre – le spiegò, col suo solito tono freddo.

SARAH – No! ADESSO ci attaccheranno! Sta in guardia! – gli intimò, guadagnandosi un’occhiata perplessa e guardandosi intorno all’erta.

SANZO – Che diavolo blateri ragazzina? -.

A Sarah si gonfiò una venetta sulla testa quando si sentì chiamare per l’ennesima volta in quel modo, ma prima che potesse rispondergli a tono, un demone, sbucato improvvisamente dal fogliame alle spalle della jeep, corse incontro al bonzo, brandendo un coltello.

Sanzo spalancò gli occhi incredulo, saltando poi successivamente dalla jeep per evitare di essere colpito.

In quel momento, dallo stesso punto da cui era sbucato fuori il primo demone, ne uscirono altri, brandendo ognuno un’arma.

Sarah corse incontro a Sanzo per aiutarlo, ma quest’ultimo sollevò un braccio, fermandola.

SANZO – Vattene! – la incitò, impugnando successivamente la shoreiju e cominciando a sparare ai demoni che tentavano di avvicinarsi.

SARAH – Scordatelo! – gli rispose a tono, afferrando un ramo abbastanza robusto da terra e avvicinandosi al bonzo.

Un demone provò ad avvicinarsi a Sarah, ma fu freddato da un colpo della shoreiju.

SANZO – Fuori dai piedi! – le sbraitò contro, senza però perdere di vista i nemici che aveva davanti.

SARAH – Neanche per sogno! – ribadì, avventandosi col ramo su un demone che riuscì a colpire in pieno volto, allontanandolo di un bel po’ da loro.

Sanzo l’osservò, e capì finalmente come aveva fatto a ridurre il demone di quella notte in quello stato.

Sarah continuò a colpire a destra e a manca, ma nel fronteggiare un demone non si rese conto di star dando le spalle ad un altro e quest’ultimo si lanciò all’attacco.

La nyoibo di Goku, la shoreiju di Sanzo e l’alabarda di Goijo lo colpirono nello stesso momento, disintegrandolo all’istante.

GOIJO – Primo! – urlò, uscendo fuori dalla delimitazione degli alberi, seguito da Hakkai.

GOKU – Non ci provare, kappa! L’ha colpito prima la mia nyoibo! – urlò a sua volta, uscendo anch’egli allo scoperto.

GOIJO – Non ci vedi scimmia! La tua nyoibo è arrivata anche dopo il proiettile del bonzo! – ribadì, continuando ad avvolgere con la sua catena e colpire con la lama a mezza luna i demoni.

SANZO – Smettetela, razza di idioti! – urlò, facendo tacere all’istante i due puntando loro contro la shoreiju, che successivamente indirizzò contro un altro demone, sparandogli.

HAKKAI – A quanto pare vi stavate divertendo senza di noi! – constatò rivolgendosi a Sarah e Sanzo col suo solito sorriso, materializzando del KI tra le mani e lanciandolo verso i nemici.

In breve tutti i nemici, pur se in numero maggiore delle altre volte, furono sconfitti.

SARAH – Fiuw! – esclamò, tirando un sospiro di sollievo e asciugandosi con un polso la fronte sudata. – C’è mancato poco! - .

A quella frase, Sanzo le lanciò uno sguardo più gelido del solito.

SANZO – Come diavolo facevi a saperlo? – le chiese a bruciapelo, attirando così l’attenzione degli altri. Sarah rimase in silenzio, presa alla sprovvista.

GOIJO – Sapere cosa? – chiese al bonzo, confuso.

Sanzo non gli rispose e continuò a guardare imperterrito la ragazza, non accennando a voler spostare il suo sguardo da lei. Sarah, di tutta risposta, abbassò la testa.

HAKKAI – Cos’è successo, Sanzo? – chiese allora, dando voce alla stessa domanda che frullava in testa anche a Goku.

Sanzo caricò dunque la shoreiju e la puntò contro la ragazza.

SANZO – Spiegalo tu – le ordinò, con un tono sarcastico che sembrava glielo stesse semplicemente chiedendo.

GOIJO – Bonzo, ancora con quella pistola? E falla finita! – disse Goijo, accendendosi una sigaretta per il nervosismo.

SANZO – Lei sapeva che i demoni ci avrebbero attaccati – disse, scandendo bene le parole e non abbassando la shoreiju.

GOKU – Cosa? Come sarebbe a dire che lo sapeva? – chiese allora, cercando di capire cosa fosse successo in quel frangente in cui si era allontanato da lei.

GOIJO – Avrà tirato ad indovinare – ipotizzò, non riuscendo a pensare ad altro.

HAKKAI – Sarah – disse all’improvviso nel suo solito modo gentile – Hai doti di preveggenza? - .

Goijo e Goku si voltarono verso l’amico con un’espressione di puro stupore dipinta sul volto.

GOIJO – Hakkai ma come ti salta… - .

SARAH – Sì… - lo interruppe, lasciandolo sbigottito, poi tornò nel suo mutismo.

A Goijo cadde quasi la sigaretta da bocca, mentre Goku cominciò a guardarla perplessa.

GOKU – Preveggenza? – chiese ad Hakkai.

HAKKAI – Significa che riesce a sapere prima quando succedono le cose – spiegò, aggiustandosi il monocolo e continuando a guardare Sarah.

GOIJO – Vedi nel futuro? – chiese alla ragazza, non riuscendo a nascondere un velo di sorpresa.

Sarah continuò a star zitta, nella stessa identica posizione.

BANG.

Un proiettile andò a conficcarsi in un albero dietro di lei.

SANZO – Parla, ragazzina! Chi ti manda? Cosa vuoi? – le chiese brusco.

SARAH – Non mi manda nessuno… - gli rispose con uno sguardo indecifrabile, capendo che sarebbe stato difficile che loro l’avrebbero creduta e capita.

“Mi credono un nemico” pensò Sarah, riacquistando un po’ di lucidità.

SARAH – Non sono un nemico… - disse poi loro, cercando di non far tremare la voce.

HAKKAI – Questo nessuno lo mette in dubbio… - cercò di rassicurarla, col suo solito tono di voce, avvicinandosi a Sanzo e abbassandogli il braccio che teneva la pistola. – Altrimenti credo che avresti cercato di attaccarci dall’inizio, ne hai avute di occasioni. - .

SANZO – Non sei una nemica, allora perché diavolo ci hai rifilato tutte quelle balle? – le chiese sempre brusco, strattonando il braccio dalla mano che Hakkai aveva usato per  abbassarglielo.

GOKU – Che dici, Sanzo? – chiese al bonzo, non capendo, dal momento che non era riuscito ad arrivare alle stesse conclusioni alle quali erano arrivati gli altri.

GOIJO – In effetti l’hai detta grossa – disse, rivolgendosi alla ragazza, ricevendo in risposta uno sguardo sorpreso da parte sua.

HAKKAI – Non sei scappata da Jiin per il motivo di cui ci hai parlato… dico bene? – .

SARAH – No… - confessò infine, avendo ormai capito che non c’erano più possibilità che loro credessero a quella storia.

Sanzo rinfoderò la shoreiju e si avvicinò velocemente a lei, afferrandola per le spalle e costringendola, così, a guardarlo.

SANZO – SMETTILA DI TENERA BASSA QUELLA TESTA! E PARLA PER UNA BUONA VOLTA! -.

SARAH – Ma perché tieni così tanto a sapere la mia storia? Che importa se io stessi davvero per sposarmi perché il mio ragazzo aveva messo incinta un’altra o per qualche altro motivo? Io non sono una nemica! Non lo credete nemmeno voi! Questo non basta?? – urlò a sua volta, con un tono di voce minore rispetto a quello del bonzo.

SANZO – Perché da quando ti abbiamo incontrata non ci hai dato altro che delle seccature! Da quando viaggi con noi, ci attaccano più demoni del solito! E in più sembra che tu riesca a saperlo in anticipo, e non ce l’hai detto! Che diavolo nascondi?? – concluse, stringendo di più le sue spalle.

SARAH – Siete stati voi a dirmi che potevo viaggiare con voi! Io non vi ho mai chiesto nulla! Ho accettato perché siamo diretti nella stessa direzione! – disse, dopo aver fatto una smorfia di dolore per la stretta subita da Sanzo. – Ho accettato di viaggiare con voi perché mi siete sembrate delle persone diverse… - disse, rimanendo in sospeso la frase, lasciando un punto interrogativo nelle menti dei ragazzi. – Avete detto che non sarei stata una seccatura… - concluse, quasi in un fil di voce, tremando.

GOKU – Sanzo… - lo chiamò, preoccupato per la ragazza.

GOIJO – Ehi bonzo, così le fai male – intervenne.

Fu a quel punto che Sanzo si accorse di aver toccato qualcosa sulla spalla della ragazza rimasta scoperta in seguito alla lotta che aveva avuto col demone la notte scorsa.

Gli sembrarono cicatrici…

Quando ebbe allentato la presa, Sarah si allontanò di scatto, portandosi una mano alla spalla su cui Sanzo aveva sentito la pelle in rilievo.

SARAH – È sempre così… - disse con un filo di voce, riabbassando la testa, facendo in modo che i capelli non permettessero di scorgerne l’espressione.

I ragazzi stettero in silenzio, aspettando che continuasse.

SARAH – Finisce sempre così… - continuò, con la voce che le tremava un po’. – Non riesco mai a far fidare le persone di me… - .

SANZO – Come puoi pretenderlo, se ti metti a raccontare balle? - .

SARAH – CREDI CHE A ME PIACCIA INVENTARE BALLE?? CREDI CHE MI DIVERTA A PRENDERE IN GIRO LE PERSONE? PERSONE CHE PER GIUNTA MI HANNO AIUTATA?? CREDI DAVVERO CHE MI DIVERTA, SANZO?? – urlò, non riuscendo più a contenere la rabbia.          

Sanzo fu stupito dalla reazione della ragazza ma, a differenza degli altri, che avevano mutato la loro espressione, non lo diede a vedere.

Sarah riabbassò la testa, precedentemente alzata per urlare contro il bonzo.

SARAH – Non so nulla di me… ne chi fossero i miei reali genitori… ne perché mi abbiano abbandonata… ne perché successivamente mia madre si sia tolta la vita… - cominciò a raccontare, senza guardarli e tenendo un tono di voce abbastanza basso. – La persona che mi ha cresciuta mi trovò sulla riva del fiume del suo villaggio, accanto al corpo senza vita di una donna  e mi prese con sé… - .

Goijo, al sentire della donna senza vita, ricordò istintivamente sua madre, così come Hakkai, Kanan.

Goku se ne stava con uno sguardo triste ad ascoltarla e Sanzo non accennava una sola espressione.

SARAH – Sono cresciuta con lui fino all’età di dodici anni… da che riesca a ricordarmi, ho sempre avuto questo potere. – e spostò il suo sguardo su un altro punto del terreno. – Vedevo il futuro. Se entravo in contatto con una persona o con un oggetto a lei strettamente collegato, riuscivo a vedere il suo futuro… e il suo passato - .

Hakkai si aggiustò il monocolo, mentre Goijo continuò a tenere in bocca una sigaretta ormai consumata.

SARAH – Mio nonno, la persona che mi ha cresciuta, quando lo scoprì, provò ad aiutarmi a capire come ci riuscissi, perché sembrava manifestarsi all’improvviso, senza una reale intenzione da parte mia di vedere quello che vedevo. Per un periodo di tempo fu il nostro segreto, mi disse che era meglio se non lo dicessi a nessuno perché non era sicuro che qualcuno avrebbe potuto capire… Ma un giorno vidi la scena del passato di una mia maestra, una cosa che non avrei dovuto vedere… e istintivamente glielo dissi, ero una bambina… questa donna, temendo che avessi rivelato ciò che avevo visto sul suo conto, mi mise contro tutto il villaggio, raccontando cose sul mio conto che non erano vere. S’inventò che ero un demone dalle sembianze umane e che mi aveva visto fare delle cose orribili, ma mio nonno mi difese, dicendo loro che non era vero e che ero una bambina innocua…ma si sa – disse, stringendo gli occhi a due fessure -  gli esseri umani sono infimi, hanno sempre bisogno di un capro espiatorio…  e un giorno, non contenti di avermi isolata completamente dal resto del villaggio, vennero da noi e pretesero che mio nonno mi consegnasse a loro… - si fermò, cercando di radunare con uno sforzo immane quei ricordi che ancora le facevano male.

SARAH – Quella mattina ero andata a prendere dell’acqua al fiume… quando tornai a casa vidi… - s’interruppe, cominciando a piangere sommessamente.

Goku strinse i pugni.

SARAH – Vidi degli uomini che picchiavano mio nonno, chiedendogli continuamente dove mi trovassi… - continuò, piangendo. – Lo uccisero… - .

Sanzo ricordò la sensazione che aveva provato quando aveva visto morire il suo maestro.

SARAH – Scappai… non ricordo quanto a lungo corsi… ero terrorizzata. Vissi da sola per molti anni, cavandomela con espedienti e stando ben attenta a non avvicinarmi a nessuno… da quel momento ho dovuto combattere per sopravvivere. Veniva gente da ogni dove intenzionata ad uccidermi… le persone che incontravo inizialmente si comportavano da amici… poi mi vendevano a dei sicari che cercavano informazioni sul mio conto – smise di piangere, assumendo un’espressione fredda.

SARAH – Non c’è mai stato nessuno che abbia accettato di starmi accanto per com’ero… erano tutti spaventati dal mio potere, tutti vedevano minacciata la loro vita e la loro privacy… venivo allontanata da tutti… Poi incontrai Jiin… - pronunciò quest’ultimo nome in un sibilo.

SARAH – Era palese che non mi amasse, non aveva mai mostrato un minimo di amore nei miei confronti, ma il solo fatto che non dimostrasse neanche disprezzo bastò a convincermi ad accettare di sposarlo quando me lo propose. Non mi chiesi nemmeno perchè avesse deciso di sposarmi, se non mi amava… gli dissi di sì e basta. Fu il giorno delle nozze che capii tutto. Venne nella mia camera a portarmi il regalo di nozze… entrai in contatto con un suo oggetto ed ebbi una visione, lo vidi parlare con degli uomini riguardo ad una mia futura vendita… non capii di più… capii solo che anche lui mi aveva ingannata. Mi trovai a scappare un’ennesima volta… ed incontrai voi – . Le   lacrime le sgorgarono di nuovo dagli occhi.

SARAH – Ero spaventata, nessuno mi aveva mai aiutata, credevo che anche voi foste interessati a me, per questo finsi di essere morta, per fare in modo che anche voi lo credeste. Non avrei mai immaginato d’incontrarvi successivamente… non avrei mai pensato di incontrare delle persone così… gentili e disinteressate  - guardò Hakkai – È stato un caso che sia ritornata indietro quella sera… avevo sentito dei demoni confabulare e ho pensato che avvertendovi vi avrei ripagati di almeno una minima parte per quello che avevate fatto per me… Non volevo esservi d’intralcio… Non volevo essere una seccatura…   - guardò Sanzo, che aveva la testa leggermente abbassata, lo sguardo coperto dai capelli.

SARAH – Quando mi avete proposto di venire con voi non riuscivo a crederci – le lacrime non smettevano di scorrerle sul viso. – Ho pensato ad una fatalità… ho pensato che qualcuno avesse voluto mettermi sulla vostra strada per qualche ragione… non volevo ingannarvi… - ricominciò a singhiozzare – Non è mai stata una mia intenzione… solo non volevo coinvolgervi… e non volevo essere allontanata ancora una volta – scoppiò a piangere a dirotto, lasciandosi cadere sulle ginocchia, continuando a tenersi la spalla.

Goku non ne potè più, si avvicinò a lei e si abbassò con l’intenzione di abbracciarla, ma lei lo scostò bruscamente guardandolo furibonda.

SARAH – Non voglio la vostra pietà! – gli urlò, scostandosi da lui ritraendosi col busto. Goku la guardò dispiaciuto, non avrebbe voluto darle quell’impressione, voleva solo consolarla perché era seriamente dispiaciuto per lei.

GOKU – Non è pietà… - provò a dirle, ma lei non sembrò nemmeno ascoltarlo.

SARAH – Quando te ne sei andato ho trovato questo – disse, una volta rialzatasi, rivolta a Sanzo, dopo aver recuperato l’accendino da una tasca. – Ho visto che saresti stato in pericolo… sono corsa ad avvertirti di stare attento… - glielo lanciò, e Sanzo lo prese al volo, senza abbandonare la sua espressione composta.

SARAH – Tutto qui… - concluse, voltandosi e facendo un passo.

GOKU – Dove stai andando? – le chiese allarmato.

SARAH – Lontana dall’ennesime persone che hanno paura di me – rispose categoricamente, senza voltarsi.

GOKU – Io non ho paura di te! Hai un potere, e allora? Anche noi li abbiamo! Tu di noi hai paura? – le chiese, risentito dal suo comportamento.

Sarah non rispose e riprese a camminare.

GOKU – Aspetta… - le disse, afferrandola per un braccio e facendola voltare verso di lui.

SARAH – Ti ho già detto che non voglio pietà! – esclamò, freddandolo con uno sguardo più gelido di quello che riuscisse a lanciare Sanzo.

GOKU – Ed io ti ho già detto che non è pietà! – le rispose, continuando a tenerla per un braccio.

Sarah abbassò nuovamente lo sguardo, non riuscendo a fronteggiare gli occhi dorati ostinati del ragazzo che aveva davanti.

Fu in quel momento che ebbe un’altra delle sue visoni.

Goku era sdraiato su del terreno freddo, all’interno di una grotta molto somigliante ad una gabbia. Faceva freddo e cercava di coprirsi coi lunghi capelli che gli arrivavano fino ai piedi. Vide la luce del sole appena sorto… ma non riuscì a vedere il sole. Si alzò dal punto in cui era sdraiato e si avvicinò all’entrata della grotta, allungando successivamente una mano oltre le sbarre di pietra, cercando di raggiungere quella luce di cui desiderava tanto il calore. Le ritrasse poco dopo, capendo che non sarebbe mai riuscito a raggiungerla…

SARAH – Quando io ho delle visioni – cominciò a dire, dopo che la visione fu terminata – Non vedo le cose da un punto di vista esterno… - disse, guardando fissa Goku negli occhi.

Hakkai, Goijo e Sanzo erano rimasti sconcertati dal colore che avevano assunto le pupille di Sarah.

SARAH – Quando “vedo” qualcosa… io lo vedo esattamente con gli occhi della persona su cui ho la visione… - chiuse gli occhi, ritirando il braccio quando Goku ebbe allentato la presa.

SARAH – La tristezza, la disperazione, la solitudine… non mi sfugge nulla, entro completamente nell’animo della persona… riesco ad entrare nei suoi pensieri più profondi…  - guardò uno ad uno i ragazzi che le erano davanti, soffermandosi infine su Goku.

SARAH – Ora dimmi, Goku… riusciresti davvero a viaggiare con una persona che in qualunque momento, senza che tu lo voglia, potrebbe sapere tutto di te? – gli chiese senza mollare i suoi occhi.

GOKU – Sì! Perchè io non ho segreti con nessuno! – le rispose con impeto. – Non m’importa che tu possa riuscire a vedere il mio passato! Io sono consapevole di quello che ho vissuto! Ricordo perfettamente ciò che provavo in quei giorni segregato sul monte Gogyo! - .

Sarah rimase sconcertata.

GOKU – La tristezza, la disperazione, la solitudine… ti riferivi a me, vero? Sei riuscita a vedere qualcosa del mio passato… - continuò, non togliendo i suoi occhi dorati, ora diventati malinconici, da quelli smeraldo della ragazza, che erano sbarrati in uno sguardo di puro stupore. – Anche Goijo, Hakkai e Sanzo sanno di questa parte del mio passato, dove sarebbe il problema? Perché non dovresti saperla anche tu, ora che sei entrata a far parte del gruppo? - .

Sarah rimase in silenzio, immobile, senza smettere di pensare alle parole che le aveva appena detto il ragazzo. Non aveva mai incontrato una persona cristallina come lui… ma sarebbe stato così anche per gli altri? Loro avrebbero accettato di continuare a viaggiare con lei?

Li guardò cercando di scorgere le loro espressioni, ma i loro sguardi erano rivolti altrove, e non accennavano a voler intervenire nella discussione, segno che stavano riflettendo sulla situazione.

No… non l’avrebbero accettata…

SARAH – Grazie – disse a Goku con occhi lucidi, voltandosi di nuovo e mettendosi a correre verso il bosco, nel quale scomparve poco dopo.

GOKU – Aspe… - .

SANZO – Basta scimmia! – gli ordinò, guadagnandosi uno sguardo interrogativo del ragazzo.

GOKU – Ma Sanzo… - .

SANZO – Ha preso la sua decisione – disse, accendendosi poi una sigaretta con l’accendino ritrovato.

GOKU – Ma mi sembra ovvio! Nessuno di voi ha detto una sola parola! Avrà creduto che non avevate più intenzione di viaggiare con lei per davvero! – esclamò, ricevendo in risposta solo il silenzio dei compagni. – Non mi direte che… - .

SANZO – Andiamo – ordinò, voltandosi e dirigendosi verso Hakuryù.

Goku lo guardò allibito, facendo scorrere il suo sguardo anche su Hakkai e Goijo, che continuavano a rimanere fermi.

GOKU – Non posso credere che vogliate lasciarla sola! – urlò, non fermando, però, il passo deciso del bonzo. – HakkaiGoijo… - chiamò i compagni, distraendoli dai loro pensieri.

Entrambi, indipendentemente da ciò che aveva deciso Sanzo, non riuscivano a prendere una decisione. Erano rimasti colpiti dalla storia della ragazza e in una cosa in particolare si erano sentiti accomunati con lei, la pesantezza di dover condurre una vita che non avrebbero voluto fosse andata così.

Capivano perfettamente ciò che provava… e il lasciarla andare non rientrava nei loro canoni comportamentali. Mai si erano fatti problemi nell’aiutare le persone, nonostante tenessero sempre a ricordare che loro non erano i paladini della giustizia, negando di essere le persone altruiste che in realtà erano.

Ma il pensare che i loro ricordi… il loro passato… quelle sensazioni così singolari che avevano provato in determinati momenti della loro vita, e che loro avevano impiegato anni per sotterrare per far sì che non riemergessero per procurare altro dolore, e le maschere che si erano così accuratamente cuciti addosso, potessero essere scoperte improvvisamente, senza che loro volessero, li paralizzava.

Stessa cosa valeva per Sanzo, anche se non lo avrebbe mai ammesso e si sarebbe limitato a giustificare il suo comportamento dicendo semplicemente che “non voleva altre seccature”.

Eppure, più di tutti, era quello in cui martellava incessantemente in testa il pensiero della ragazza.

Si era ritrovato ad assomigliarle tantissimo.

Entrambi, per tutta la vita, da quando avevano perso le persone a loro più care, avevano allontanato gli altri. Lei fuggendo dagli altri, lui facendo fuggire gli altri da se.

Era questa la cosa che, più di tutte, lo aveva disarmato. La consapevolezza di non essere l’unico a portare sulle spalle un pesante fardello. Ma mentre lui, volente o nolente, aveva trovato dei compagni che, anche se con alti e bassi, avevano comunque accettato la sua fredda e ostile personalità, lei era completamente sola.

“Non sono problemi miei!” pensò nervosamente, buttando via la sigaretta ormai consumata e accendendosene un’altra. Svolgendo quest’ultima azione, non potè fare a meno di posare il suo sguardo sull’accendino.

Quando te ne sei andato ho trovato questo.

Sanzo si girò tra le mani l’accendino.

Ho visto che saresti stato in pericolo… sono corsa ad avvertirti di stare attento…

SANZO – Tsk! – esclamò stizzito, riponendo l’accendino in una delle tasche della tunica.

GOIJO – Scimmia, dove vai? - . Sentì dire improvvisamente Sanzo.

GOKU – A cercarla! - . Gli sentì rispondere e fu allora che si voltò, vedendo la figura di Goku che si allontanava correndo verso la direzione che aveva preso la ragazza quando aveva deciso di andarsene.

HAKKAI – Goku! – chiamò l’amico, ma non ebbe risposta. – Sanzo, che facciamo? – chiese successivamente al bonzo, voltandosi verso di lui.

SANZO – Tsk! Quella stupida scimmia… - .

GOIJO – Non vorrai lasciarlo andare?? – gli chiese preoccupato, vedendo che il bonzo non accennava a voler prendere una decisione.

SANZO – Stupido kappa, e chi l’ha detto? – gli chiese in risposta, voltandosi di nuovo, raggiungendo la jeep e sedendosi infine al suo solito posto.

Hakkai e Goijo lo guardarono confusi.

SANZO – Muovetevi, razza di idioti! O non riusciremo a stargli dietro! – esclamò spazientendosi.

I due compagni fecero un sorriso e corsero verso la jeep.

 

SARAH – Dannazione, non vedo niente! – esclamò, mentre riuscì ad evitare per l’ennesima volta di cadere.

Si era ormai allontanata di molto dai ragazzi, entrando in un lato di bosco molto difficile da attraversare per via delle radici di diversi alberi che si ergevano prepotentemente da terra e per via di diversi cespugli che non facevano che graffiarla.

SARAH – Forse non avrei dovuto abbandonare la strada principale… - disse, ripensando che forse l’idea di attraversare in trasversale il bosco per cercare di raggiungere il prossimo villaggio più velocemente, non era stata poi una così grande idea.

Uno strano rumore di passi la fece bloccare di colpo.

“Che siano…”.

Una risata sinistra le fece abbandonare subito l’idea che si era fatta dei rumori.

-         Bene, bene, bene… cos’abbiamo qui? - . Sentì dire, prima di trovarsi davanti un gruppo di demoni.

Sarah cercò di indietreggiare, ma sentì delle presenze anche alle sue spalle e si convinse a non muovere un muscolo, capendo di essere circondata.

-         È lei! – esclamò un demone, una volta che ebbe focalizzato la figura della ragazza.

Un altro demone si leccò con bramosia le labbra, avvicinandosi pericolosamente a lei.

-         Fermo, idiota! Ci serve intera! O non avremo la ricompensa! – lo fermò un altro.

-         Che differenza fa se non gliela consegniamo “tutta” intera? Solo un po’… - e detto questo, riprese ad avvicinarsi alla ragazza.

Il demone che l’aveva fermato la prima volta, lo fermò una seconda volta, senza parlare, minacciandolo semplicemente con una spada.

-         Vuoi morire, maledetto? – gli chiese in risposta quello che voleva attaccare Sarah.

“Ora!” pensò la ragazza, scattando verso una direzione a caso, approfittando che i demoni stessero litigando. Ma non potè fare molti passi, che una corda lanciata da uno dei demoni le si arrotolò ai piedi, facendola cadere a terra.

-         Dove credevi di andare, mocciosetta? – le chiese beffardo il demone che aveva lanciato la corda, avvicinandosi poi velocemente a lei ed alzandola per i capelli.

“È finita” pensò la ragazza arrendevole. “Forse è meglio così…”.

GOKU – Lasciala immediatamente!! – urlò, saltando improvvisamente da un cespuglio e colpendo con la nyoibo, nella caduta, il demone che teneva Sarah per i capelli.

GOKU – Stai bene? – le chiese quando l’ebbe presa in braccio per evitare che cadendo si fosse fatta male.

Sarah rimase senza parole, cercando di capire se ciò che stesse vedendo non fosse frutto della sua fantasia.

GOKU – Sta qui – disse, adagiandola con delicatezza a terra. – Ci penso io a loro – e detto questo, si voltò minaccioso verso i demoni, impugnando il suo bastone allungabile, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, i quattro demoni che gli erano davanti furono polverizzati all’istante da un’alabarda, un’onda di Ki e da due proiettili.

GOIJO – Che sbruffone! Che credevi di fare da solo? – lo prese in giro Goijo, uscendo per primo allo scoperto, seguito da Sanzo, Hakkai e Hakuryù.

GOKU – Ragazzi… -.

Goku, come Sarah, era incredulo.

HAKKAI – Scusate se ci siamo fatti attendere – disse, col suo solito sorriso. – Ma Hakuryù non poteva attraversare questo tratto trasformato in jeep, abbiamo dovuto raggiungervi a piedi! - .

HAKURYU – Kyuuuuuuu – emise, mettendosi a svolazzare intorno a Goku e raggiungendo poi Sarah.

La ragazza vide il draghetto trattenersi all’altezza del suo volto, fare una piccola svolazzata intorno a lei e poi raggiungere Hakkai, appoggiandosi sulla spalla di quest’ultimo.

Fu allora che Goku si voltò verso Sarah, porgendole una mano per permetterle di alzarsi.

SARAH – Perché siete venuti? – chiese a tutti e quattro, senza accettare la mano di Goku.

I ragazzi rimasero in silenzio.

SARAH – Vi ho già detto – disse, alzandosi finalmente da terra. – Che non mi dovete nulla… va bene così - .

GOIJO – Infatti – asserì, accendendosi una sigaretta. Sarah lo guardò confusa.

HAKKAI – Non ti dobbiamo nulla, infatti non siamo qui per questo – continuò, aggiustandosi il monocolo, sorridendo sempre.

Sarah continuò a guardarli con la stessa espressione.

Goku stette in silenzio, e attese che gli amici si spiegassero.

GOIJO – Hai fatto tutto tu – disse, continuando a rivolgersi alla ragazza,

SARAH – Non capisco… - .

HAKKAI – Stiamo cercando di dirti, che la decisione di allontanarti l’hai presa tu, non noi - .

Goku sorrise. Aveva capito.

GOIJO – Noi siamo venuti a recuperare solo la stupida scimmia, se hai intenzione di proseguire il viaggio con noi, puoi farlo senza problemi - .

SARAH - … - . Non poteva crederci. Ancora una volta, nonostante ormai sapessero la verità, quei ragazzi le stavano offrendo di viaggiare con loro.

SARAH – Anche ora che sapete che… - .

SDENG.

SARAH – EHI! Maledetto bonzo manesco e violento! Non solo nel giro di un giorno mi hai puntato tre volte la pistola contro! Adesso anche l’harisen!!! – urlò contro Sanzo, mantenendosi la testa che le faceva male.

SANZO – Tsk! Mocciosa, vuoi deciderti o no? Non abbiamo tempo da perdere noi! Smettila di tirare in ballo sempre la tua storia! Non ce ne frega niente che hai doti di preveggenza e che puoi vedere il passato! Se vuoi venire dillo adesso, che all’alba partiamo! - .

Sarah rimase ancora una volta senza parole.

A modo suo, quel ragazzo dai capelli dorati le stava dicendo che l’accettavano.

Prima che potesse dire qualcosa, l’harisen le arrivò nuovamente in testa.

SARAH – E questo per cosa??? - .

SANZO – Per averci riempiti di balle, per aver trascinato con te la stupida scimmia e per la tua eterna indecisione! - .

GOIJO – E pensa che ti ha fatto lo sconto, altrimenti ne avresti ricevute tre di harisennate! – scherzò, avvicinandosi a lei.

CLICK.

SANZO – poco lo spiritoso – gli sibilò.

HAKKAI – Ah, ma che bella serata! – esclamò improvvisamente, cercando di far cambiare discorso al gruppo.

GOKU – Sììììì!!! – esclamò euforico.

SDENG.

SANZO – Che hai da urlare, stupida scimmia?! - .

GOKU – Sono solo contento della situazione ç___ç – rispose, coi lacrimoni agli occhi.

GOIJO – Idiota come al solito! - .

GOKU – A chi hai dato dell’idiota, stupido kappa?? - .

GOIJO – A te, stupida scimmia! - .

GOKU – Non osare chiamarmi scimmia, pervertito di un kappa! – e cominciarono ad azzuffarsi, sotto lo sguardo incredulo di Sarah, che non riusciva a ricordare come avessero potuto arrivare a quel punto all’improvviso.

BANG BANG BANG

SANZO – Silenzio!!! - .

HAKKAI – Verrai, allora? – chiese alla ragazza, distraendola dalla scena violenta a cui stava assistendo.

SARAH – Beh… -.

HAKKAI – L’unica pecca del viaggio sarà dover assistere frequentemente a questo scambio di battute ^   ^ - le disse, sorridendo come suo solito.

Sarah rise e guardò lo strano gruppetto che stava animando il bosco in piena notte.

SARAH – Credo proprio che sopporterò questo “frequente scambio di battute” ^   ^ - rispose ad Hakkai, sorridendogli, mentre Sanzo continuava a sparare su Goku e Goijo e la luna lasciava di nuovo il posto al sole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

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Capitolo 10
*** "Intrecci" ***


JIROSHI - Kanzeon Bosatsu

Cari lettori e care lettrici ç___ç ho da farvi un annuncio importante ç___ç è arrivato il giorno che molti di voi (una di voi in particolare  >__> ) non volevano che arrivasse ç___ç Per farla breve, domani parto XD Volevo quindi avvisarvi che gli aggiornamenti riprenderanno a settembre. Ma voi continuerete a seguirmi, vero?? ç___ç Mica mi abbandonate?? ç___ç Stasera non ho nemmeno il tempo di salutarvi tutte singolarmente (perché in teoria tra un paio d’ore dovrei partire >__< )! In più questo capitolo (per motivi di tempo) sarà piuttosto breve ç___ç Mi farò perdonare, promesso! Auguro a tutte buone vacanze!! Un saluto particolare a YamaMaxwell, miriel67, WhiteLie e mon_chan! Saluti anche a coloro che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti e coloro che anche se non recensiscono continuano comunque a seguirmi!

Baci a tutti! E perdonate l’introduzione lampo! Ci si rilegge a settembre, parola d’onore u___ù

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Intrecci”

 

 

JIROSHI - Kanzeon Bosatsu! Kanzeon Bosatsu! – urlò, correndo velocemente verso la divinità della misericordia.

KANZEON – Cosa c’è, Jiroshi? – chiese svogliatamente, degnando appena di uno sguardo l’uomo.

JIROSHI – Il consiglio chiede di vederla! – esclamò.

KANZEON – Non ora – disse, continuando a guardare i fiori di loto seduta dalla sua solita postazione. – Le cose stanno cominciando a farsi interessanti – sorrise.

JIROSHI – È urgente, altrimenti non l’avrei mai disturbata! Ratzel è scomparso, non si hanno sue notizie da due giorni! - .

La dea a quel punto guardò Jiroshi.

Sul suo volto, ora, era dipinta un’espressione di pura preoccupazione.

 

 

GOKU – Hakkaaaaaai… quando arriviamo? – chiese, sporgendosi dal sedile posteriore e andando ad affiancare con il volto quello dei due ragazzi che erano seduti davanti.

HAKKAI – Manca poco Goku, la cartina indica che a breve dovremmo giungere in un villaggio – rispose tranquillamente, continuando a guidare.

GOKU – Ho fame… - si lamentò, ma non ebbe il tempo di concludere il suo lamento che gli arrivò un pugno in testa da Goijo.

GOIJO – Piantala, scimmia petulante! – esclamò, con ancora il pugno chiuso.

SARAH – No, vi prego no… - supplicò, prevedendo, senza aver bisogno dei suoi poteri, un’ennesima litigata tra i due.

Hakkai rise.

HAKKAI – Povera Sarah… - disse, sorridendo come suo solito.

La guerra, nel frattempo, come aveva immaginato Sarah, era ricominciata.

SARAH – Hakkai, vuoi il cambio? È da stamattina all’alba che stai guidando, potresti riposarti un po’! – consigliò al ragazzo dagli occhi di giada.

SANZO – Bella mossa – constatò, continuando a guardare avanti e fumare la sua sigaretta.

SARAH – No, non è come pensi! – si difese, afferrando al volo l’insinuazione del bonzo.

HAKKAI – Non preoccuparti, Sarah! – le disse, avendo capito anche lui.

SARAH – Non è come pensate ç___ç – ribadì, triste e offesa, afferrando il sedile di Hakkai con entrambi le mani per aiutarsi a sporgersi con la testa verso di loro.

Sanzo fu turbato da quella vicinanza e allo stesso tempo ne fu irritato. Non riusciva a comprendere perché quella ragazza gli facesse quell’effetto… non era da lui, non gli era mai capitato.

SARAH – Ok! – ammise, facendo una piccola linguaccia. – A parte il mio tentativo di allontanarmi da questi due scalmanati – disse, volgendo lo sguardo verso Goku e Goijo che continuavano a darsela di santa ragione tra diversi “stupida scimmia” e “kappa pervertito”. – So davvero guidare, quindi, anche se in questo momento non mi credi ^  ^ , tieni presente che puoi farti dare il cambio quando vuoi - .

HAKKAI – Non mancheranno occasioni allora! – le rispose.

SANZO – Tsk! Una mocciosa come te saprebbe guidare? - .

SARAH – Io-non-sono-una-mocciosa! – gli rispose, scandendo ogni singola parola con un certo tono. – E se lo sono, lo sei anche tu! Sei poco più grande di me! - .

SANZO – E questo chi lo dice? Ti ho forse detto quanti anni ho? - .

SARAH – Beh… no – rispose imbarazzata. – Ma a giudicare dall’aspetto, direi che sei più grande di me di tre o quattro anni… - ipotizzò.

HAKKAI – Brava! - .

SARAH – Ho indovinato?? – chiese sbalordita.

Hakkai annuì, mentre la venetta di Sanzo si gonfiava a vista d’occhio.

SARAH – Quindi – tornò a rivolgersi al bonzo. – Hai all’in circa ventitre o ventiquattro anni… - .

SANZO – Tsk… - .

SARAH – Lo prendo per un sì! – sorrise soddisfatta. – Vediamo… tu invece… - si rivolse ad Hakkai. – Beh sì! Mi sa che avete più o meno la stessa età! - .

Il ragazzo dal sorriso gentile annuì ancora una volta.

HAKKAI – E loro, quanti anni pensi che abbiano? – indicando con un gesto del capo Goku e Goijo che non la smettevano di litigare.

SARAH – Mmmm… cinque? – chiese, dopo aver finto di pensarci un po’ su.

SANZO – Cala, cala - .

HAKKAI – Goijo ha ventidue anni come me – iniziò infine a spiegare. – Sanzo ne ha ventitre e Goku… beh… ne ha 18 nell’aspetto - .

SARAH – Nell’aspetto? – chiese confusa.

HAKKAI – In teoria, Goku avrebbe più di cinquecento anni – rispose, alludendo alla natura eretica del ragazzo.

“Giusto” pensò la ragazza, ricordando di quando le era stato raccontato del rinvenimento di Goku.

Si girò, mettendosi ad osservare il ragazzo dagli occhi dorati.

“Come può essere considerato pericolosa, una persona così dolce, altruista e ingenua?”.

HAKKAI – Eccoci arrivati – disse, vedendo delinearsi lentamente, man mano che si avvicinavano, i profili delle case di un villaggio.

GOKU – Evviva, si mangiaaaaaaa! – urlò, distraendosi all’istante dal litigio con Goijo.

Un’harisennata lo colpì in piena testa, sotto la sonora risata di Sarah.

 

-   Sono arrivati – disse un uomo apparentemente giovane, dai capelli bianchi lunghi fino alle spalle con un paio di occhi sottili azzurri.

Il viso della persona alla quale si era riferito, si abbassò impercettibilmente, in segno di annuimento.

-   Hai già un piano, Ratzel? – chiese l’uomo dai lunghi capelli bianchi, guardando in direzione della jeep verde che si avvicinava al villaggio.

Ratzel sollevò leggermente la testa, facendo in modo che il vento gli scompigliasse un po’ i capelli neri, lasciando intravedere il chakra al centro della fronte.

RATZEL - Naturalmente - . E si volatilizzò insieme al compagno dagli occhi azzurri, non prima che i loro mantelli ebbero svolazzato leggermente.

 

HAKKAI – Una camera singola ed una multipla, per favore – disse all’addetta alla reception, dopo aver fornito tutti i loro dati.

-         Sono spiacente, ma ci sono rimaste solo camere singole - .

HAKKAI – Va bene comunque – disse, col suo solito sorriso cortese.

La ragazza della reception annuì e fornì loro le chiavi delle camere.

SARAH – Strano che al primo colpo siamo riusciti a trovare una locanda con camere ancora libere – constatò mentre saliva le scale che conducevano alle camere, insieme agli altri.

GOIJO – Oh, ma questo deve essere il tuo ultimo problema, ricorda che semmai non fossimo riusciti a trovare camere sufficienti per tutti, il mio letto sarebbe stato lib… - .

SDENG.

GOIJO – Ehi!! Che diavolo vuoi bonzo?? – sbraitò, quando si fu ripreso dalla botta in testa.

SANZO – Taci, pervertito di un kappa! – gli urlò contro, ignorandolo poi successivamente e continuando a salire le scale.

HAKKAI – Ecco le nostre camere! – intervenne prontamente, placando l’ormai accesa discussione.

Sanzo andò a chiudersi subito nella sua camera, la prima vicina alle scale, non degnando di un saluto nessuno.

SARAH – Beh… - disse, dopo che ebbe spostato il suo sguardo interrogativo dalla porta della camera di Sanzo. – Andrei anch’io, non vedo l’ora di farmi una rinfrescata! – esclamò, afferrando la maniglia della porta della sua camera, vicina a quella di Sanzo.

GOIJO – Che ne diresti di rinfrescarci insieme? – le chiese malizioso, facendosi vicino a lei, nonostante la ragazza fosse indietreggiata già alla domanda.

HAKKAI – Sarebbe meglio se ci rinfrescassimo tutti – disse. – Separatamente – aggiunse, afferrando per un’orecchio Goijo e trascinandolo verso la sua camera, in fondo al corridoio.

Sarah sorrise con gratitudine ad Hakkai, entrando successivamente nella sua stanza, e poggiandosi per un attimo con le spalle alla porta.

-         Quando scendiamo a mangiare?? – sentì dire da Goku poco dopo.

-         Scimmia, quanto sei fastidiosa! – sentì esclamare successivamente Goijo.

Si allontanò sorridendo, andando ad aprire la finestra e a sedersi sul davanzale.

Notò del fumo uscire dalla finestra di Sanzo e corse con la mente al ragazzo.

“Che tipo strano” pensò, ripercorrendo con la mente gli ultimi episodi che li avevano visti protagonisti. Quel ragazzo aveva la capacità di confonderla.

Avevano scambiato pochissime parole da quando si erano conosciuti, eppure, nelle diverse situazioni in cui ne avevano avuto occasione, era sembrato come se entrambi avessero voluto dire qualcosa in più.

Non esisteva un ragionamento razionale che potesse spiegare ciò che provava quando si trovava davanti quel ragazzo dai capelli dorati e dagli occhi d’ametista, eppure si sentiva, stranamente, in sintonia con lui.

Sì, lo aveva considerato un tipo scorbutico, lunatico, dal grilletto facile, dal carattere insopportabile insomma, eppure dentro di se sapeva che di lui poteva fidarsi, e inspiegabilmente si sentiva attratta da questa situazione.

Senza pensarci due volte, si diresse verso la porta, aprendola ed andando a trovarsi, così, davanti alla camera del bonzo.

Bussò, maledicendosi subito dopo per l’azione insensata che aveva compiuto.

“Che diavolo sto facendo?”.

La porta si aprì, mostrando il viso impassibile e gli occhi impenetrabili del ragazzo dai capelli dorati, che ora non aveva più la tunica a coprirgli le spalle.

SANZO – Che vuoi? – le chiese, notando che non accennava a voler parlare.

SARAH – Ehm… - . “Giusto, che voglio?”. – Scusami se ti disturbo… posso chiederti una sigaretta? - .

Sanzo la guardò per un attimo, chiedendosi perché avesse assunto così improvvisamente un colorito più acceso del solito, e valutando l’idea di farla entrare, dal momento che aveva lasciato il pacchetto di sigarette sul davanzale della finestra.

Aprì di più la porta, scostandosi leggermente, invitandola così ad entrare.

Sarah, un po’ titubante, non aspettandosi una simile reazione da parte sua, si decise infine ad superare la soglia della porta. Sentì, poco dopo, chiudersela alle spalle.

Sarah si fermò al centro della stanza, Sanzo la sorpassò poco dopo, andando a recuperare le sigarette dalla finestra e porgendole successivamente alla ragazza.

SARAH – Grazie – disse quando ne ebbe estratta una dal pacchetto.

Sanzo non rispose e le avvicinò l’accendino acceso alla sigaretta che si era portata alla bocca.

La situazione appariva ai due quasi surreale.

Lei non pensava che il bonzo fosse potuto essere meno scorbutico del solito, e lui non riusciva a capire perché si comportava così con quella ragazza.

SARAH – Allora… ci vediamo dopo a pranzo – si convinse a dire, per rompere il silenzio.

Lui annuì, andando poi a voltarsi verso la finestra, dandole le spalle.

Fu così che lei uscì dalla camera del bonzo, con ancora la sigaretta tra le labbra, e ritornò nella sua camera.

Una volta entrata si riappoggiò per un attimo con le spalle alla porta, e prese la sigaretta tra le dita, mettendosi ad osservarla.

“Da quand’è che non fumavo?” si chiese, non riuscendo ancora a capacitarsi del suo comportamento

 

“Che diavolo mi succede?” si chiese esasperato Sanzo, portandosi una mano alla fronte, con la speranza di scacciare il senso di vuoto che gli aveva lasciato il veder uscire la ragazza dalla sua camera.

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** "Vicende inaspettate" ***


“Conoscenze in comune”

Ciao!!!! Buon inizio settembre a tutti!!! Come state?? Vi sono mancata?? (NO! NdTutti) (ç___ç ndHOPE87). Cof Cof… (il “cof cof” dovrebbe corrispondere ad una sorta di tosse >__>)… comunque… ben ritrovati!

Come promesso sono tornata ad aggiornare, e ci tengo a scusarmi per lo scorso capitolo. Corto e con diversi errori di battitura e punteggiatura. Perdonatemi ç___ç Ma erano le 3 di notte (o meglio, del mattino ò___ò) e dopo due ore sarei dovuta partire… ci ho tenuto ad aggiornare perché volevo salutarvi e perché volevo tenervi un po’ col fiato sospeso (zìzì, me bastarda u___ù). Spero che anche quest’altro capitolo sia all’altezza delle vostre aspettative… nel caso non lo fosse, perdonatemi di nuovo ç___ç ma devo ritrovare il ritmo ç___ç.

Prima di lasciarvi al capitolo ci tengo a salutare le recensioniste:

-         WhiteLie : eccomi! XD Sono stata puntuale, dai u__ù me desolata per il capitolo corto ç___ç ma come vedrai mi sono rifatta XD Baci, spero alla prossima! ;

-         Miriel67 : eh sì… gli dei… quando s’intromettono gli dei io ho sempre sentito puzza di bruciato… non so se sono riuscita a suscitare la stessa sensazione XD contenta che ti sia piaciuta quella scena! ;

-         Nemeryal : ciao! Benvenuta! Non sai quanto sia contenta di sapere che la mia storia stia piacendo ç___ç me emozionata e lusingata *___* (*inchino*) grazie mille per averla aggiunta anche tra le tue preferite! Spero di continuare ad incuriosirti! ;

-         Maryon : Bentornata! Tranquilla, io non obbligo nessuno a leggere e recensire la mia fan fiction, mi fa piacere comunque vedere e sapere che sta piacendo e che ci siano persone che la seguano. Poi con le prime due recensioni che mi hai lasciato, sapevo che prima o poi saresti tornata XD E grazie per averlo fatto! ;

-         Mon-chan : Sono quasi caduta dalla sedia quando ho letto che cominciava a piacerti anche Sanzo! XD Ecco un capitolo più lungo, spero vada bene. (un po’ di pazienza, sto cercando di riprendere il ritmo ç___ç) Bacioni!! .

Saluto inoltre YamaMaxwell! E tutti quelli che leggono questa fan fiction!

Ora il meritato capitolo u___ù *inchino*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Vicende inaspettate”

 

La dea* della misericordia percorse in lungo ed in largo il palazzo reale alla ricerca di qualche informazione che potesse ricondurla a Ratzel.

Nonostante avesse interpellato tutti i suoi subordinati, nessuno seppe dirle dove si trovava.

KANZEON BOSATSU – Dannazione… - disse a denti stretti, nervosa.

JIROSHI – Kanzeon Bosatsu! – esclamò, non appena vide la dea.

KANZEON BOSATSU – Dammi buone notizie Jiroshi… - disse, quando ebbe prestato attenzione all’uomo, distraendosi dai suoi pensieri.

JIROSHI – Purtroppo non ho alcun tipo di notizia… non sono riuscito a sapere nulla. – le rispose mortificato.

“Neanche lui” pensò tra sé la dea, portandosi due dita al mento in segno di riflessione.

JIROSHI – Cos’ha intenzione di fare? – le chiese dopo un po’.

La dea non gli rispose. Corrugò ancora di più la fronte e continuò a riflettere.

JIROSHI – Pensa davvero che possa… - azzardò, cercando d’immaginare a sua volta cosa stesse pensando fosse avvenuto la dea.

KANZEON BOSATSU – Ne sono sicura – rispose categorica interrompendolo, capendo anticipatamente a cosa stesse per riferirsi.

Jiroshi non rispose e deglutì rumorosamente, cominciando ad immaginare cosa stesse architettando, per risposta, la dea.

Improvvisamente un uomo dal portamento altezzoso, dai capelli biondi corti e dagli occhi dal taglio felino ambrati, passò a pochi metri da lei.

-         Kanzeon Bosatsu – disse con riverenza non appena fu arrivato davanti alla dea, facendo un breve inchino, senza scomporre la sua fiera espressione.

KANZEON BOSATSU – Kadeon… - pronunciò lentamente, facendo in modo che qualsiasi ombra di preoccupazione che poteva scorgersi in quel momento sul suo volto sparisse all’istante. – Lieta di vedere che almeno il subordinato maggiore del generale dell’esercito celeste si degna di mostrare la sua presenza – continuò, non ricevendo alcuna riposta alla sua provocazione. – Dov’è Ratzel? – chiese infine al dio dagli occhi ambrati, senza troppi giri di parole.

Ma prima che Kadeon rispondesse, la dea alzo un dito in segnò di raccomandazione.

KANZEON BOSATSU – E bada a dirmi che non lo sai perché saresti poco credibile - .

KADEON – Mi duole risponderle proprio in questo modo… ma davvero non so dove si trovi il generale… aveva delle faccende da sbrigare… - .

KANZEON BOSATSU – Scommetto sulla terra – azzardò di nuovo, non staccando i suoi occhi da quelli del dio che aveva di fronte, il quale non rispose di nuovo.

KANZEON BOSATSU – Buona giornata Kadeon – lo salutò infine, volgendogli subito dopo le spalle prima che lui potesse ricambiarle il saluto. Poi si avviò verso la sua solita postazione, seguita dal fedele Jiroshi.

JIROSHI – Adesso sappiamo dove cercarlo – disse alla dea, non appena furono abbastanza lontani da Kadeon.

KANZEON BOSATSU – No… adesso sappiamo dove trovarlo – sentenziò, sedendosi davanti al campo di fiori di loto.

 

 

“Come cavolo mi sarà saltato in mente di chiedergli una sigaretta?” si rimproverò Sarah mentre scendeva la scale per raggiungere la sala da pranzo.

Si osservò per un attimo i vestiti, constatando di non essere nella tenuta migliore per mostrarsi ancora in pubblico.

“Devo assolutamente fare shopping” pensò tra sé, quando sentì dei passi alle sue spalle e tre persone fermarsi su alcuni scalini poco sopra di lei.

GOKU – Sarah!!! Vieni con noi??? Andiamo a comprare da mangiare!! – le urlò non appena la vide, suscitando un sorriso divertito alla ragazza.

HAKKAI – Manca ancora un po’ all’ora di pranzo, stavamo uscendo a fare provviste per il viaggio – si affrettò a spiegare coi suoi soliti modi gentili. – Vieni con noi? - .

SARAH – Volentieri! – rispose subito, regalando un sorriso ancora più luminoso ai tre ragazzi. – E Sanzo? – chiese poco dopo, notando l’assenza di quest’ultimo.

GOIJO – Il Venerabile non si abbassa a venire a fare compere con degli scellerati come noi! – ironizzò, facendo ridere la ragazza.

GOKU – Dai!!! Andiamo, andiamo, andiamo!! – urlò nuovamente, scendendo velocemente le scale e trascinando con sé Sarah, dopo averla afferrata per un polso.

 

GOIJO – Ecco! Questo sarebbe perfetto! – esclamò, facendo vedere a Sarah un vestito cortissimo nero dallo scollo vertiginoso sia sul davanti che sul dietro.

SARAH – La pianti di provarci?? – lo rimproverò, stando allo scherzo.

GOIJO – Io sono del parere che le cose belle vanno fatte vedere… - disse in modo seducente, facendosi più vicino alla ragazza.

HAKKAI – Perché non mi aiuti a scegliere le provviste per il viaggio? – chiese tempestivamente all’amico, afferrandolo per un orecchio e trascinandolo lontano da Sarah, che lo ringraziò del favore sorridendogli.

GOIJO – E dai Hakkai… - protestò, guardando seccato l’amico. – Anche la scimmia può aiutarti! –

HAKKAI – In questo momento la scimmia si sta dedicando ad altro - . E detto questo, col suo solito sorriso tranquillo, indicò alle sue spalle Goku che si stava rimpinzando vicino ad una bancarella che vendeva nikuman.

Goijo abbassò la testa sconsolato, mollò l’abito che aveva mostrato a Sarah e seguì l’amico, che lo condusse in un negozio vicino.

Prima di entrare, Hakkai si rivolse di nuovo a Sarah.

HAKKAI – Fa con comodo! C’incontriamo alla locanda! - .

SARAH – D’accordo! – gli rispose la ragazza con un sorriso di gratitudine, prima che il ragazzo sparisse all’interno del negozio di generi alimentari.

SARAH – E adesso… all’opera! – esclamò, notando, davanti a sé, tutte le bancarelle che sfilavano ai lati della strada.

 

Riuscì nell’impresa in poco, tanto che ebbe il tempo di fare una passeggiata nel villaggio, non prima, però, di essersi fermata da un fruttivendolo a comprare una mela.

Un gruppo di persone disposte a cerchio, al centro di una via secondaria che aveva imboccato, attirò la sua attenzione.

-         Che ne facciamo? –

-         Potremmo venderla! –

-         No, uccidiamola! - .

A quest’ultima esclamazione Sarah si fece seria e si avvicinò ancora di più al gruppo di uomini, quando uno di questi sollevò con un braccio l’oggetto della discussione.

Una bambina dai capelli rosso-arancio giaceva immobile sollevata in aria dall’uomo. Dalle orecchie appuntite, Sarah dedusse che si trattava di un demone.

-         Bravo, tienila così in alto! – disse uno di loro, impugnando una lancia e puntandone la lama verso il collo della ragazzina.

Sarah spalancò gli occhi e si guardò intorno, cercando di trovare qualcosa che potesse aiutarla. Non trovando nulla, si decise a tentare il tutto e per tutto, e lanciò con impeto la mela mezza mangiucchiata che aveva in mano, che con somma fortuna, colpì in piena testa l’uomo che reggeva la lancia.

-         Ehi… - fece quest’ultimo, non capendo cosa gli fosse stato lanciato e soprattutto chi gliel’avesse lanciato.

SARAH – Ma siete impazziti?! – urlò fuori di sé, attirando l’attenzione di tutto il gruppo di uomini.

-         Che diamine vuoi donna? -  le chiese uno di loro, irato.

SARAH – Che diamine volete voi da quella ragazzina! – rispose a tono, senza farsi intimidire e senza abbandonare il suo temperamento. – Cosa vi è saltato in testa?? - .

-         Non lo vedi che è un demone? - .

SARAH – Non lo vedi che è una bambina? - .

-         Bambina o adulta fa lo stesso… impazzirà come gli altri e ci attaccherà! - .

SARAH – Vi ha attaccati? - .

-         No, ma… - .

SARAH – Allora non c’è giustificazione che regga! Stavate per uccidere un innocente! - .

-         Donna… - pronunciò uno di essi seccato. – Se ci tieni così tanto a proteggerla uccidiamo anche te! - .

SARAH – Fatti sotto, grassone! – lo provocò, mettendosi in posizione di difesa e ricambiando l’occhiataccia che l’uomo le aveva riservato.

Fu così che l’uomo si avvicinò a lei, con un ghigno divertito sul volto, osservando dalla testa ai piedi il fisico gracilino della ragazza che aveva di fronte.

Mentre stava ancora facendo il gradasso, Sarah lo afferrò per le spalle e sollevò energicamente un ginocchio nelle parti basse dell’uomo, vedendolo poco dopo capitombolare a terra dolorante e compiacendosi a vederlo perdere conoscenza.

La ragazza rise tra sé per l’ennesimo colpo di fortuna che aveva avuto e si voltò verso i due uomini rimasti, lanciando loro un’occhiata inceneritrice.

SARAH – Allora? – chiese loro. – Volete lo stesso trattamento? - .

I due uomini si guardarono per un attimo, indecisi sul da farsi, poi lasciarono cadere la ragazzina a terra e scapparono.

A quel punto Sarah scoppiò a ridere.

SARAH – Fortuna che quell’uomo mi ha mostrato di che pasta erano fatti i suoi amici! – esclamò voltandosi verso l’uomo che aveva colpito precedentemente, riferendosi alla visione che aveva avuto afferrandolo per le spalle.

Si avvicinò alla ragazzina dai capelli rosso-arancio, constatando con amarezza che aveva un bernoccolo in testa.

SARAH – Che bastardi… - disse con amarezza, cominciando a scuotere la ragazzina che non accennava a volersi svegliare nonostante il trambusto che c’era stato.

SARAH – Ehi… - disse con dolcezza, continuando a scuotere per una spalla la ragazzina e fu dopo un po’ che le parve di vedere le narici di quest’ultima muoversi leggermente, quasi come se, nonostante fosse priva di sensi, stesse annusando qualcosa nell’aria.

E infatti dopo un po’ Sarah si ritrovò a terra, spinta dalla ragazzina che, svegliatasi, si era avventata sulla mela mezza mangiucchiata che era alle spalle della ragazza.

- Fame… - pronunciò la ragazzina quando ebbe ingoiato la mela con tutto il torsolo, risendendosi a terra e portandosi una mano allo stomaco brontolante.

Sarah era paralizzata dallo stupore. Tossicchiò appena per attirare l’attenzione.

-         Mh? – si chiese la ragazzina, girando il viso verso Sarah e puntandole le sue iridi verdi addosso.

SARAH – Ciao – salutò mesta, sforzandosi di sorridere e alzando una mano in segno di saluto.

-         Ciao! – la salutò la ragazzina, portandosi più vicina a lei, incuriosita.

-         Chi sei? – le chiese a quel punto la ragazzina.

“Bel tipetto…” pensò tra sé la ragazza, non riuscendo a capacitarsi delle reazioni del demone che aveva avanti.

SARAH – Mi chiamo Sarah – si decise a rispondere la ragazza, non trovando altra alternativa di comunicazione.

-         Ciao Sarah! Io mi chiamo Lirin! – urlò quasi la ragazzina, sorridendole.

SARAH – Lirin… ti ricordi quello che è successo? – si decise a chiederle.

LIRIN – Eh? - . Un brontolio lungo ed insistente attirò l’attenzione di entrambe.

LIRIN – Che fameeeeeeee! – si lamentò la ragazzina, portandosi di nuovo le mani sullo stomaco.

Sarah rise tra sé.

“Mi ricorda qualcuno” pensò divertita, prima di alzarsi e di battersi le mani sui pantaloni sporchi di polvere.

SARAH – Ti va di mangiare qualcosa? – le chiese, osservando subito dopo le iridi verdi della ragazzina brillare di felicità, e bastarono quelle a far capire la risposta a Sarah.

 

Si trovarono poco dopo sedute su una panchina di una strada principale a mangiare dei nikuman.

LIRIN – AH!! Ora sì che si ragiona! – esclamò soddisfatta, carezzandosi la pancia ormai piena.

Sarah rise di nuovo.

SARAH – Ora ti ricordi cos’è successo? – le chiese, sperando che a stomaco pieno la ragazzina avesse ricordato, ma gli occhi confusi di quest’ultima la fecero quasi demordere.

SARAH – Quando ti ho trovata – allora spiegò – eri priva di sensi, nelle mani di alcuni uomini che avevano tutt’altro che buone intenzioni… - .

Lirin strinse appena gli occhi, portandosi un dito al mento cercando di ricordare.

LIRIN – Ah sì!! Cattivi! – esclamò, ricordatasi di quanto fosse successo. – Mi avevano promesso dei nikumanpoi quando abbiamo imboccato la stradina secondaria ho sentito dolore alla testa… e non ho visto più nulla. – ricordò rammaricata.

SARAH – Ti avevano promesso del cibo? - .

LIRIN – Avevo fame… pensavo davvero che volessero comprarmi da mangiare! – esclamò imbronciata, assumendo l’espressione di una bambina offesa, che a Sarah suscitò un’altra risatina.

“E stavano per ucciderla” si trovò a pensare a malincuore, osservando quella ragazzina così divertente e vivace e per nulla pericolosa.

LIRIN – Ma è tardissimo!! – esclamò, tirando fuori da una tasca dei pantaloni una sveglia e guardandone l’ora. – La signorina Yaone si arrabbierà tantissimo!! Io scappoooooooooo! – disse, saltando giù dalla panchina e mettendosi a correre in una direzione a caso, con ancora un nikuman in bocca. – Grazie per avermi aiutata, Sarah!!! – urlò alla ragazza, voltandosi a salutarla. – E grazie anche per i nikuman!! – concluse, sparendo poco dopo dalla vista della ragazza.

Sarah sorrise ancora una volta davanti a quel vulcano di energia che aveva incontrato, quando la sveglia della ragazzina le ricordò qualcosa.

SARAH – Ma che ore sono?? – urlò quasi, alzandosi di scatto dalla panchina, facendo cadere a terra gli ultimi due nikuman che erano rimasti. – Mi stanno aspettando! – urlò nuovamente, mettendosi a correre verso la locanda.

 

GOIJO – Eccola! – esclamò quando vide entrare come un razzo la ragazza dalla porta principale della locanda.

GOKU – Siamo qui Sarah! – urlò, alzando una mano per farsi vedere da lei.

SARAH – Scusate, scusate, scusate! – disse velocemente una volta che si fu avvicinata al tavolo dove erano seduti i ragazzi, inchinandosi più e più volte e ogni volta sempre di più.

HAKKAI – Tutto bene? Eravamo preoccupati. - .

GOIJO – Ti sei forse imbattuta in qualche sorta di seccatura? - .

SARAH – Più o meno… - rispose a Goijo, prendendo posto accanto a Goku.

GOKU – Ordiniamo? – chiese impaziente, guardando uno per uno gli amici.

SARAH – Mh? Avete aspettato me? – chiese sorpresa.

GOIJO – Ma certo, principessa! Eravamo preoccupati… avevamo lo stomaco chiuso… - scherzò, rivestendosi dei panni del seduttore. – Tranne la scimmia che ha lo stomaco perennemente aperto e il bonzo imperturbabile a cui non importa nulla, ovviamente. - .

SANZO – Tsk… - si limitò a pronunciare, non sollevando per un attimo lo sguardo dalle pagine del giornale che stava leggendo.

SARAH – Cosa leggi? – si decise a chiedergli, cercando di rompere quel ghiaccio che perennemente si formava ogni volta che aveva a che fare con lui.

SANZO – Dove sei stata? – le chiese, ignorando completamente la sua domanda, piegando accuratamente il giornale con gesti calcolati e sfilandosi gli occhiali da vista.

GOIJO – Giusto… è successo qualcosa principessa? Perché non tornavi più? - .

SARAH – Ho avuto a che fare con un gruppo di uomini che stava per uccidere una ragazzina – riassunse, versandosi subito dopo un po’ d’acqua nel bicchiere.

GOKU – Una ragazzina? – chiese incuriosito.

SARAH – Per la precisione era un demone - . Bevve un sorso d’acqua. – L’avevano attirata in una trappola. - . I ragazzi la guardarono pensierosi e lei se ne accorse.

SARAH – Immagino cosa stiate pensando… non aveva perso il controllo… era normalissima… - . Si oscurò in volto mentre raccontava.

Mentre venivano servite le portate, raccontò nei dettagli l’incontro che aveva avuto con Lirin, tralasciandone il nome semplicemente perché non lo riteneva importante.

GOIJO – Ahahahah!! Una mela!  - .

HAKKAI – Ottima mira! – si congratulò, sorseggiando del sakè.

GOKU – Che farabutti! Prendersela così con una ragazzina solo perché demone! - .

SARAH – È la stessa cosa che ho pensato anch’io quando ho assistito alla scena… - .

HAKKAI – Ormai le persone si fidano sempre meno… - aggiunse, posando il suo sguardo sul tavolo, mettendosi a riflettere.

Tra i cinque calò il silenzio, ognuno era immerso nei propri pensieri.

GOKU – Sanzo, dove vai? – chiese quando ebbe visto il bonzo alzarsi e dirigersi verso le scale.

SANZO – Pagate il conto, tra mezz’ora ce ne andiamo – si limitò ad ordinare. Poi scomparve al piano di sopra.

GOIJO – Sempre loquace, oltre che simpatico – osservò ironico, portandosi una sigaretta accesa alla bocca. – A proposito… - disse poi, rivolgendosi a Sarah. – Poi l’hai comprato quel vestito? – le chiese sornione.

HAKKAI – Goijo… - lo richiamò, temendo che Sarah potesse stufarsi del suo comportamento, ma di tutta risposta la ragazza scoppiò a ridere.

SARAH – Non molli, eh? – chiese divertita al mezzo demone. – Comunque no. - .

GOIJO – Peccato… mi sarebbe piaciuto vedere come ti stava… -.

SARAH – Forse è meglio che vada a cambiarmi – disse, battendo Hakkai sul tempo che stava cercando l’ennesimo pretesto per distrarre Goijo da lei. – A dopo! – li salutò, afferrando la busta contenente i vestiti che aveva comprato e salendo anche lei al piano di sopra.

GOKU – Quale vestito? – chiese all’amico dagli occhi e dai capelli rossi.

GOIJO – Cosa vuoi capirne tu, scimmia? Anche se te lo spiegassi la tua mente sottosviluppata non riuscirebbe a capire… - .

GOKU – Ah!! – esclamò furibondo, battendo le mani sul tavolo e avvicinandosi minaccioso all’amico. – Maledetto kappa! Ti ho fatto solo una domanda! Cosa ti costa rispondermi?- .

GOIJO -  Sarebbe tempo sprecato, la tua mente è programmata solo per ricevere informazioni sul cibo – continuò a prenderlo in giro.

GOKU – Vuoi fare a botte??? - .

GOIJO – Fatti sotto! - .

HAKKAI – Su, su – disse, cercando di placare gli animi dei due amici.

 

SARAH – Ora sì! – esclamò guardandosi trionfante allo specchio.

I vecchi abiti sporchi di sangue giacevano ormai in un cestino destinato alla spazzatura. Ora la ragazza indossava un paio di pantaloni a tre quarti rossi ed una camicia a giro maniche bianca, con cuciture anch’esse rosse.

Sarah si girò su se stessa più e più volte, per controllare che gli abiti le calzassero a pennello. Quando fu soddisfatta, si sciolse i capelli e cominciò a pettinarseli, legandoseli poi in una coda alta, le cui punte le ricadevano su una spalla.

Una  volta assicurato il nastro ai capelli, si diresse verso la sua borsa e vi estrasse il pacchetto di sigarette che si era curata di comprare, lo scartò e ne estrasse una, dirigendosi verso la porta e successivamente bussando alla porta di Sanzo.

“Vediamo se riesco a stabilire un contatto con Mister Iceberg” pensò , prima che il monaco si decidesse a rispondere.

 

SANZO – Chi è che rompe? – chiese dall’interno della sua camera, dopo aver sentito bussare più e più volte alla sua porta.

- Del tabacco che non vede l’ora di essere fumato! – sentì rispondere dall’altro lato.

Aspettò un po’, indeciso come al solito sul da farsi, quando si convinse a scendere dal davanzale della finestra e ad andare ad aprire la porta.

SANZO – Spero per te che ci sia un buon motivo - .

Sarah, di tutta risposta, gli sollevò la sigaretta davanti agli occhi, suscitando una reazione sorpresa da parte del bonzo.

SARAH – Ti rendo il favore – si limitò a spiegare, riferendosi al momento in cui era stata lei a chiedergli di fumare, e si intrufolò nella camera del bonzo senza che lui l’avesse invitata ad entrare.

 

GOIJO – Stupida scimmia! - .

GOKU – Kappa pervertito! - .

GOIJO – Stupida scimmia! - .

GOKU – Kappa pervertito! - .

Ormai Hakkai aveva rinunciato a calmare la disputa tra i compagni, dedicandosi invece a sorseggiare del sakè e ad intervenire solo nel caso in cui fossero passati di nuovo alle mani.

Fu in quel momento che attirò la sua attenzione un individuo vestito con un mantello nero, il cui cappuccio gli ricopriva il volto, che era appena entrato nella locanda e che si era diretto a passo spedito verso le scale, scomparendo al piano superiore.

Il demone dagli occhi di giada ebbe una brutta sensazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*La decisione di indicare al femminile la divinità della misericordia rappresentata in Saiyuki , è puramente personale. Mi sono basata sull’idea che mi sono fatta dell’anime, in quanto ho letto un po’ ovunque che Kanzeon Bosatsu sia in realtà ermafrodita. Non essendone sicura, ho preferito basarmi su quanto ho visto nell’anime, in cui non si fa cenno alla sua sessualità.

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Capitolo 12
*** "Confusione" ***


SANZO – Chi ti ha detto di entrare

Eccomi di ritorno ^  ^ Sono stata veloce, contenti? XD E vi ho scritto anche un bel capitolone lungo, sìsì u___ù Ve lo meritavate dopo quello breve con il quale vi ho lasciati prima delle vacanze. Considerazioni personali su questo capitolo? Non lo so >___< Spero sia venuto fuori bene, non avete idea di quante volte l’abbia letto, corretto, riletto e ricorretto… non mi piaceva mai >___< Per non parlare del titolo… vi sarete accorti che non abbia molta fantasia in quello, eh? Fatemelo passare, vi scongiuro ç___ç E prometto di aggiornare sempre con capitoloni così u___ù Ah, per il prossimo capitolo dovrete pazientare un po’, sono in periodo d’esami e non so quanto tempo impiegherò… ma tornerò statene certi ò___ò (NOOOO ndTutti) (ç___ç ndMe). Ora passo a salutare le recensioniste XD :

-         Nemeryal : quindi mi confermi che sia ermafrodita…okok… solo che per coerenza lascerò per tutta la durata della storia il femminile, grazie comunque per aver sciolto questo mio dubbio XD e contenta di rileggerti tra le recensioni! Alla prossima (spero <___< ) XD ;

-         Mon-chan : aiuto… più che una recensione la tua mi sembra una protesta femminista XD ma non lo so perché Kanzeon Bosatsu sia ermafrodita ç___ç chiedilo alla Minekura u___ù Grazie per i complimenti al cervello U___U sìsì… è davvero grande…così grande che quando i miei due soli neuroni giocano a nascondino impiegano anni poi per ritrovarsi, per questo sclero di più u___ù e sta tranquilla per Goijo…XD ;

-         WhiteLie : Donna! Sì, sono tornata *____* Tutto bene le vacanze, te? Spero altrettanto XD Eccoti il nuovo capitolo e fammi sapere se ti fa rosicare anche questo finale, baci! ;

-         Lav92 : Benvenuta! Grazie per la recensione, e per il complimento sottointeso nell’indurmi a continuare presto XD me lusingata *s’inchina* Spero continui a piacerti! ;

-         Miriel67 : Ebbene sì… anche Lirin XD Davvero si sta facendo più avvincente? ç___ç a presto! ;

-         YamaMaxwell : Sensei-sama! XD Mmmm… dunque u___ù Sanzo aveva capito che Sarah voleva guidare solo ed unicamente per non stare più seduta con Goijo e Goku (ecco spiegata la frase), ma comunque sì, Sarah sa guidare davvero XD e sì, fumava anche, ma questo verrà spiegato in seguito >__> Ce la vedi con Goijo davvero? XD No! Non è assolutamente la nuova Kira e… (Watashi wa L desundL) (Va a dare la caccia agli shinigami tu! *dà un calcio a L e lo rispedisce in Death Note* ndMe) *cof cof* dicevo? Ah! Se Lirin ricambierà il favore? Chissà… XD

Saluti inoltre anche tutti quelli che leggono senza recensire! E aspetto gli aggiornamenti da parte di chi deve aggiornare XD (Non siete solo voi le curiose ç___ç) XD

Ora la storia u___ù :

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Confusione”

 

 

 

SANZO – Chi ti ha detto di entrare? – le chiese stizzito, quando la ragazza ebbe varcato la porta della sua camera.

Sarah si guardò intorno, dando brevi occhiate qua e là, riuscendo a scorgere su una sedia la tunica e il sutra ben piegati, poggiati l’uno sull’altra.

SARAH – Ti ho disturbato? Stavi pregando? – gli chiese, una volta che si fu seduta ai piedi del letto, non badando minimamente alla venetta che si gonfiava minacciosamente sulla fronte del ragazzo.

Aveva capito che se voleva riuscire ad instaurare un qualche tipo di rapporto con lui non doveva chiederglielo, ma farlo e basta.

SANZO – Io non prego… - sibilò sbattendo la porta, capendo che non sarebbe riuscito a cacciarla via per il momento.

SARAH – No? Non è quello che dovrebbe fare un bonzo, scusa? – chiese ancora, osservando il ragazzo dirigersi a passo deciso verso la finestra e afferrare il pacchetto di sigarette.

SANZO – Tsk… -  si limitò a dire, aprendo successivamente il pacchetto e constatando che aveva finito le sigarette.

SARAH – Immagino che tu quindi sia una di quelle che viene definita “pecora nera” – gli disse, attirando così la sua attenzione, porgendogli poi la sigaretta che aveva portato con sé per lui.

Sanzo stette per un attimo a guardarla.

Occhi negli occhi.

Ametiste immersi in smeraldi.

Smeraldi immersi in ametiste.

Le strappò la sigaretta di mano, girandosi poi verso la finestra e mettendosi a fumare nervosamente.

Perché ogni volta che la guardava doveva sentirsi puntualmente… perso?

Cos’era quella sensazione che gli attanagliava lo stomaco? Quella che gli diceva che c’era ancora qualcosa da capire?

Continuò a fumare la sigaretta silenziosamente, preso dalle varie attività che si stavano svolgendo di sotto, nella strada.

Sarah, dopo quel contatto visivo, era rimasta interdetta.

“Perché?...” pensò, chiedendosi per quale motivo provava tutta quella raffica di emozioni quando incrociava gli occhi del bonzo.

L’aria cominciò a mancarle. Iniziò ad affannare.

SANZO – Che hai? – le chiese, accortosi dell’incostante respiro della ragazza.

SARAH – Nulla… - si sforzò di dire, non capendo a sua volta cosa le stesse accadendo.

SANZO – Ehi – disse ancora una volta, vedendo la ragazza portarsi una mano al petto. – Stai male? – le chiese ancora, spegnendo la sigaretta ormai consumata nel posacenere sul davanzale.

Sarah non rispondeva. Era concentrata su se stessa, su come riprendere a respirare regolarmente. Pensò fosse una sorta di stato d’ansia, aveva letto su diversi libri che quel genere di crisi si manifestavano così, ma non le era mai capitato prima, quindi non sapeva cosa pensare.

SANZO – È una delle tue visioni? – le chiese, avvicinandosi un po’ a lei.

Sarah scosse la testa, portandosi poi due mani a reggersi quest’ultima. Si stava sentendo decisamente male. Scivolò lentamente dal letto, andando a toccare con le ginocchia le fredde assi di legno della camera, sul quale vi posò anche le mani, con le quali cercò di reggersi.

SANZO – Vado a chiamare Hakkai – disse, precipitandosi verso la porta, sentendosi completamente impotente davanti a quello che le stava succedendo.

SARAH – No – riuscì a dire, afferrandolo in tempo per un lembo dei pantaloni, mentre la respirazione le si normalizzava. – Per favore… non lasciarmi sola – lo pregò, continuando a tenerlo per i pantaloni, temendo di avere di nuovo quel problema mentre lui era via.

Sanzo s’immobilizzò, incapace di dire e di fare niente.

Non gli era mai capitato prima d’ora una cosa simile e ancora una volta si ritrovò a pensare che quella ragazza era in grado di fargli perdere se stesso.

Mentre era intento a pensare tutto ciò, avvertì dei rumori provenire dalla camera accanto alla sua.

Si allarmò subito. Visto che Sarah in quel momento si trovava con lui, nella sua camera non doveva esserci nessuno.

Allo stesso tempo, mentre teneva ancora il bonzo per i pantaloni, Sarah ebbe una visione.

Quando ebbe ripreso contatto con la realtà, lasciò i pantaloni di Sanzo e lo afferrò direttamente per la caviglia, tirandolo successivamente con forza, facendogli perdere così l’equilibrio.

SANZO – Che stai fac… - tentò di chiederle durante la caduta, ma non ebbe il tempo di concludere la domanda che una raffica di proiettili, alcuni dei quali non lo sfiorarono per poco, ridussero la porta in un colabrodo.

 

Hakkai si alzò immediatamente, facendo cadere la sedia alle sue spalle e mettendosi a correre per le scale.

GOIJO – Cos’è stato? – chiese allarmato, mentre teneva Goku ancora per una guancia, dal momento che non avevano ancora finito di discutere.

GOKU – Proviene da sopra! – esclamò, nella stessa posizione dell’amico, dal momento che lo teneva anche lui per le guance.

Si liberarono l’uno dell’altro e corsero anch’essi verso le scale, ma arrivati di fronte a queste un’espressione di pura incredulità di dipinse sul loro volto.

 

Sanzo aveva afferrato Sarah per un polso, correndo in direzione della finestra, afferrando il sutra al volo e ribaltando il tavolo di legno che aveva in camera, usandolo come difesa.

SANZO – Chi ci ha sparati? – chiese a Sarah mentre caricava la shoreiju.

SARAH – Che vuoi che ne sappia?? – chiese a sua volta agitata, dando di tanto in tanto un’occhiata oltre il tavolo per vedere se qualcuno compariva sul ciglio della porta.

SANZO – Non l’hai visto nella tua visione? – le chiese ancora, capendo che il motivo per cui si era trovato improvvisamente a terra era dovuto ad una visione della ragazza.

SARAH – No! Ho visto solo il tuo corpo prendere le sembianze che ha ora quella porta! – esclamò, indicando con un pollice alle sue spalle la porta ridotta ormai in stato pietoso.

SANZO – Tsk! – esclamò stizzito, portandosi lentamente all’estremità del tavolo e guardando in direzione della porta.

Una figura completamente vestita di nero fece la sua comparsa sul ciglio della porta.

Il cappuccio del lungo mantello a coprirgli il volto.

Sanzo tolse la sicura alla shoreiju ed indicò a Sarah la finestra.

Dopo un primo momento di confusione, la ragazza spalancò gli occhi incredula e cominciò a scuotere la testa animatamente, indicando che non avrebbe fatto quello che aveva in mente il bonzo.

SANZO – È l’unica soluzione – le sibilò, cercando di mantenere un tono di voce bassissimo per non renderlo udibile al nemico.

SARAH – Solo se saltiamo insieme! – sibilò a sua volta, imitando il tono di voce del ragazzo.

SANZO – Sbrigati, se non vuoi che ti ammazzi adesso! – la minacciò, cercando di convincerla.

SARAH – No! – si ostinò, affrontando il suo sguardo con sfida.

-         Nessuno dei due riuscirà a saltare dalla finestra, quindi cercate di essere ragionevoli - .

Una voce pacata, dal timbro leggero, venne dall’uomo incappucciato, il quale, con movimenti fluidi, estrasse velocemente una mitraglietta dal suo mantello.

SANZO – Chi diavolo sei? - .

-         Questo non le interessa, Genjo Sanzo Oshi -.

 SARAH – Cosa vuoi?! – urlò a quel punto, ansiosa e spaventata. 

-         Te - .

 

GOKU – HAKKAI!!! – urlò quando vide l’amico bloccato sulle scale, avvolto da sottili rami ricoperti di spine che il ragazzo stava disperatamente cercando di tenere lontani dal suo corpo aiutandosi col Ki.

HAKURYU’Kyuuuuuu! – emise, scagliandosi su alcuni rami che minacciavano il suo padrone.

HAKKAI – No, Hakuryù! – urlò, prima di vedere il suo draghetto bianco essere colpito e lanciato lontano da uno dei rami.

Goijo, intanto, colpiva ripetutamente con la sua alabarda tutti i rami che si erano avvicinati a lui e Goku non appena avevano fatto capolino sulle scale.

GOIJO – Si rigenerano! – esclamò, quando vide nuovamente allungarsi dei rami precedentemente tagliati con la sua shakuiyo.

GOKU – Maledizione!! – urlò, continuando a scagliarsi con la sua nyoibò sui rami che tenevano ancora imprigionato l’amico.

 

Sarah sbiancò a quell’ultima parola.

SARAH – Co-cosa? – balbettò incredula, cominciando a tremare lievemente. – P-pe-perché?-.

-     Se mi seguirà senza fare storie risparmierò la vita a Genjo Sanzo Oshi – disse con il solito tono di voce pacato, la figura misteriosa.

SANZO – Non dire idiozie! Sei tu che non uscirai vivo di qui! -. E detto questo sparò un colpo contro di lui.

La figura misteriosa schivò il colpo di Sanzo facendo un leggero balzo all’indietro e andando a rifugiarsi dietro un muro che costeggiava la porta.

SANZO – ORA! – intimò a Sarah, spingendola verso la finestra e mettendosi nuovamente in posizione di difesa dietro al tavolo.

SARAH – Sanzo… - disse appena, senza però ricevere ne parole ne sguardi in cambio.

“In queste condizioni gli sono solo d’impiccio” pensò, constatando con amarezza che non era armata e non aveva nessun potere offensivo che poteva aiutare entrambi.

Salì quindi sul davanzale della finestra.

-      Si fermi! Non sopravviverà! -. Urlò la figura misteriosa ancora nascosta dietro alla porta, per dissuaderla dal tentare la fuga.

Sanzo sparò un altro colpo della shoreiju, che andò a conficcarsi in un asse di legno poco lontana dal bersaglio.

Fu allora che Sarah si accorse di due grossi nidi di spine posti in corrispondenza della finestra.

“Se salto… mi ammazzo da sola!” pensò terrorizzata, indecisa sul da farsi.

Una lampadina si accese improvvisamente e tempestivamente nella sua testa.

“Ma certo!” pensò ancora, prima di saltare.

 

HAKKAI – Non capisco… - disse tra sé, prima di colpire per l’ennesima volta un ramo spinato.

GOIJO – Cosa? – gli chiese, continuando a colpire tutti i rami che tentavano di avvicinarglisi.

HAKKAI – Non stanno mirando ad ucciderci… è come se… - .

GOKU – Volessero trattenerci! – s’intromise, strattonando la nyoibò, che era stata afferrata da un ramo, e colpendo lo stesso con violenza.

Ebbero un po’ di pausa, giusto il tempo di vedere i rami generarsi nuovamente e attaccarli in contemporanea.

HAKKAI – Goku! Mentre io e Goijo cerchiamo di fermarli, tu cerca di passare attraverso la loro barriera! – urlò al ragazzo dagli occhi dorati che, recepito il messaggio, cominciò a farsi spazio tra i rami, aiutato dai compagni.

GOIJO – Ora, scimmia! – urlò quando insieme ad Hakkai fu riuscito a creare un varco attraverso quel fitto di rami.

Come avevano immaginato e sperato, Goku ci riuscì, correndo velocemente verso la camera di Sanzo.

 

che sia come per i proiettili, che sia come per i proiettili…” continuava a pregare tra sé Sarah durante la caduta.

SARAH – Dannazione!!! – urlò, quando si vide troppo vicina a quel groviglio di rami spinati, ma con sua somma sorpresa, la barriera che aveva tanto sperato si manifestasse si manifestò, rinchiudendola in una sorta di bolla di vetro.

Ma l’impatto non avvenne.

 

GOKU – Sanzoooooo!!! – urlò non appena si ritrovò nel corridoio che conduceva alle camere.

“È riuscito a liberarsi” pensò la figura misteriosa, osservando il giovane eretico avvicinarsi e tenendo contemporaneamente puntata la sua mitraglietta verso il bonzo.

La shoreiju del monaco sparò ancora, andando questa volta a colpire di striscio la tunica nera del nemico.

GOKU – Aaaaaaah!!! – urlò a mezz’aria, lanciatosi per colpire dall’alto il nemico.

Fu a quel punto che la figura incappucciata liberò una mano dalla presa della mitraglietta, ne rivolse il palmo verso l’eretico e colpì quest’ultimo con un’onda di Ki.

SANZO – Goku! -. La shoreiju riprese a sparare senza sosta, fermandosi solo quando aveva bisogno di essere ricaricata. Nessuno dei proiettili riuscì a raggiungere il bersaglio e centrarlo.

La figura misteriosa continuò a muoversi a zig zag per il corridoio, così come aveva fatto per evitare i colpi di Sanzo, andando a fermarsi poi alla fine del corridoio, dal lato opposto a quello delle scale, sul cui muro c’era una grande finestra.

In quel momento, Goku e Sanzo, che era uscito dalla sua camera non appena lo aveva visto allontanarsi, vennero raggiunti da Hakkai e Goijo, che erano riusciti a liberarsi dai rami.

GOIJO – Chi diavolo è quel pagliaccio mascherato? – urlò coi pugni chiusi, mentre Hakkai soccorreva Goku ancora dolorante in terra.

Sanzo continuò a scrutarlo, alzando successivamente la pistola contro di lui.

SANZO – Chi ti manda? – gli chiese secco.

-         Non appartiene a voi - .

Tutt’e quattro i ragazzi si fecero più attenti.

HAKKAI – Di cosa sta parlando? - .

-         Badate bene… quella donna deve stare lontana da voi. - .

GOKU – Cosa dici??? Si può sapere chi sei?? Cosa vuoi da noi? - .

SANZO – Cosa vuoi da lei? – chiese istintivamente, non badando al fatto che sarebbe potuto sembrare strano il fatto che si fosse interessato. D’altronde non lo aveva mai fatto.

-         Finchè rimarrà con voi, continuerete ad essere attaccati -.

I ragazzi provarono ad interpretare quelle parole. Provarono a trovarne un senso, ma non ci riuscirono.

Prima ancora che potessero porgli altre domande, la figura misteriosa spiccò un salto dalla finestra aperta, sparendo dai loro occhi.

GOKU – Fermo! – urlò mettendosi a correre in direzione della finestra, ma non riuscì a vederlo più.

GOIJO – È scomparso – constatò, calcolando brevemente che nessun essere normale si sarebbe potuto volatilizzare ad una velocità del genere.

GOKU – Non riesco più nemmeno a sentire il suo odore! – esclamò arrabbiato, impaziente di volergliela far pagare per l’onda di Ki che non era riuscito ad evitare.

HAKKAI – Che ne pensi? – chiese al ragazzo dai capelli dorati al suo fianco, che continuava a guardare la finestra perso nei suoi pensieri. E fu proprio rifacendosi ai suoi pensieri che si ricordò di essersi dimenticato di qualcosa…

HAKKAI – Dove stai andando? – chiese allarmato all’amico che era scattato verso le scale, ma non ricevette risposta. Decise quindi di seguirlo a ruota.

 

Sanzo imprecò diverse volte, più di quanto mai avesse fatto in vita sua. “Dov’è finita?” pensò nervoso, quando fu uscito all’esterno della locanda ed ebbe guardato il punto della strada su cui affacciava la sua finestra.

HAKKAI – Cosa c’è, Sanzo? – chiese all’amico, non sapendo cosa fosse successo prima che arrivassero loro.

GOIJO – Dov’è Sarah? – urlò, affacciandosi dalla finestra della stanza della ragazza.

Le iridi viola si posarono su un punto del terreno poco lontano da lui, su cui spiccava qualcosa che stonava in colore con la polvere.

HAKKAI – Sembra un pezzo di stoffa… - disse, avvicinandosi a sua volta all’oggetto delle attenzioni di Sanzo.

GOKU – È suo!  - esclamò, quando ebbe riconosciuto il pezzo di stoffa rosso che teneva tra le mani l’amico dagli occhi di giada.

HAKURYU’Kyuuuuuuuuuuu – emise, precipitandosi su un punto del terreno poco distante dal suo padrone e cominciando a svolazzarci sopra.

GOIJO – Sembrano segni di trascinamento – osservò, notando le diverse striature su cui stava svolazzando il draghetto bianco.

HAKKAI – Hakuryù, trasformati! – ordinò, vedendo subito dopo il draghetto ubbidirgli.

GOIJO – Potrebbe essere state fatte per confonderci – .

SANZO – O potrebbe essersi trattato di una distrazione… - disse, prendendo posto sulla jeep.

GOKU – Sbrighiamoci! – esclamò, prima di saltare sul sedile posteriore, imitato subito dopo da Goijo.

GOIJO – Sbaglio, o è preoccupato, Venerabile Sanzo? – chiese con sorriso malizioso al compagno di viaggio che, preso com’era dai pensieri su quanto stava accadendo, non sentì la domanda.

GOIJO – Uh… - disse, sorpreso e soddisfatto allo stesso tempo. – Già siamo nella fase della testa tra le nuvole? E chi se lo immaginava… - .

Goku guardò il ragazzo dagli occhi rossi con sguardo indecifrabile. Non era riuscito a capire a cosa si stava riferendo.

HAKKAI – Chi tace acconsente… - esclamò sorridendo come suo solito, mentre continuava ad accelerare. Fu quell’ultima frase che destò Sanzo dai suoi pensieri.

Quando si voltò al suo lato, vide Hakkai sorridere e far finta di nulla. Comportamento che gli fece intendere che si stesse parlando di lui.

SANZO – Che state dicendo, razza d’idioti? – chiese, impugnando l’harisen e voltandosi verso i sedili posteriori.

La faccia divertita di Goijo, che fischiava innocentemente senza degnarlo di uno sguardo, non fece che dargli la conferma su quanto aveva pensato.

SANZO – Giuro che un giorno vi ammazzo! – si limitò ad esclamare, non potendo approfondire di più il reale argomento della conversazione.

 

SARAH – Oh Kamiiiiiiiiiiiiiiii!!! – urlò, quando il groviglio di rami ebbe evitato un altro grosso masso che era comparso durante la loro corsa.

“Sarebbe stato meglio se avessi affrontato anch’io quel tipo!” si ritrovò a pensare, mentre la testa cominciò a girarle.

Quando si era lanciata dalla finestra aveva fatto affidamento al suo potere difensivo. La barriera, come aveva sperato, si era formata, ma si era successivamente smaterializzata quando i rami si erano sciolti dal groviglio ed erano andati a circondarle il corpo, evitando che si schiantasse al suolo. Subito dopo, avevano formato una sorta di grande sfera, che aveva cominciato subito a rotolare, trascinandosela lontana da lì.

Sarah si portò le mani sugli occhi. Quel movimento rotatorio stava cominciando a farle venire la nausea.

All’ennesimo masso evitato, del bosco che stavano attraversando, Sarah si sentì i nervi a fior di pelle.

SARAH – Ma tu vedi che modo rozzo di trasportare le persone… AIUTOOOOOOOOO!!! - .

 

-        …AIUTOOOOOOOOOOOOO! - .

Lirin, chinata su un fiore ad osservare una farfalla, si girò di scatto.

-        Cosa c’è, signorina Lirin? – chiese una ragazza demone dai lunghi capelli viola raccolti in due codini, avvicinandosi a lei.

LIRIN – Non hai sentito niente, signorina Yaone? -.

La ragazza scosse la testa, voltandosi poi verso il demone dai capelli corti scuri che era alle loro spalle, seduto a terra, con la schiena poggiata ad un albero.

LIRIN – E tu, Dokugakuji? – si rivolse a quest’ultimo, con il suo solito sguardo ingenuo.

-        AIUTOOOOOOOOOO! - .

DOKUGAKUJI – Adesso sì… - disse, alzandosi successivamente da terra e guardandosi intorno per capire da che punto provenisse quella voce così insistente.

I due draghi bianchi, che erano stati legati all’albero dal gruppo per tenerli a bada, sollevarono anche loro la testa ed imitarono il demone.

Un rumore, simile a qualcosa in avvicinamento, attirò l’attenzione di tutt’e tre.

DOKUGAKUJI – E quello cos’è? – chiese, quando vide avvicinarsi un groviglio di rami seguito da un polverone gigantesco.

-        AIUTOOOOOOOOOOO! CHE QUALCUNO FERMI QUEST’AFFARE!! - .

Lirin concentrò maggiormente la sua vista per cercare di capire da chi provenisse quella voce.

LIRIN – Ma la conosco!!! – esclamò, quando ebbe intravisto più chiaramente Sarah attraverso quel groviglio di rami.

Yaone e Dokugakuji si voltarono confusi verso la ragazzina, alternando lo sguardo su di lei e sull’ammasso di rami che si stava avvicinando.

LIRIN – SARAAAAAAH!!!! - .

 

“Questa voce…” pensò Sarah, quando ebbe sentito urlare il suo nome, sorridendo successivamente quando ebbe capito di chi si trattava.

SARAH – Qualcuno lassù mi ha ascoltata… LIRIIIIIIIIN!! AIUTAMI, TI PREGO!! FERMA QUEST’AFFARE, FERMALOOOOOO! - .

“Ma che diavolo dico? È una ragazzina, per la miseria!”.

SARAH – NO, LIRIN, NO!! SPOSTATI PRESTO, SBRIGATI! O VERRAI TRAVOLTA! – le urlò successivamente, cambiando il suo viso in un’espressione di puro terrore per le sorti della ragazzina.

 

DOKUGAKUJI – Non ho capito… vuole essere salvata o no? - .

LIRIN – State indietro, ci penso io! – e detto questo spiccò un salto, e quando il groviglio di rami le si fu avvicinato lo colpì tempestivamente con un pugno, che al primo impatto lo ridusse in tanti piccoli pezzi.

Yaone afferrò il suo bastone da combattimento e cominciò a colpire tutti i rami più grandi che, cadendo, minacciavano di colpirli, mentre Dokugakuji afferrò al volo la ragazza prima che cadesse al suolo.

LIRIN – Fatto! – esclamò esultante, alzando il l’indice e il medio di una mano in segno di vittoria.

 

L’uomo incappucciato, che aveva seguito tutta la scena da sopra un’altura poco lontana dal gruppo, congiunse i palmi delle mani e fece uscire dal suolo un altro ramo spinato.

Una terza mano andò a chiudersi sulle sue mani congiunte.

-         Basta Ryami, va bene così – disse il possessore della terza mano.

RYAMI – Ma Ratzel… - disse con sguardo confuso la divinità dagli occhi azzurri, cercando spiegazioni negli occhi blu del dio.

RATZEL – Va bene così – ripetè, sorridendo tra sé.

Una terza figura si materializzò alle loro spalle.

-         Ha capito – disse quest’ultima.

RYAMI – Ne sei certo, Kadeon? – chiese al dio dagli occhi ambrati, voltandosi con un’espressione un po’ preoccupata verso di lui.

Ratzel sorrise mesto, abbassando la testa e chiudendo gli occhi per un attimo.

Il vento sollevò i mantelli e scompigliò i capelli alle tre divinità.

Stai infrangendo le regole”.

Ratzel sollevò allora i suoi occhi blu verso il cielo.

Lo sai dunque…”  rispose alla voce che lo aveva contattato telepaticamente.

Rinuncia” gli disse questa.

Perché?” le chiese il dio con un leggero tono di scherno. “Non è la prima volta che qualcuno infrange le regole” .

Questa volta non ebbe risposta.

 

Sei dunque deciso…” pensò la divinità della misericordia.

JIROSHI – È dunque deciso - .

A Kanzeon Bosatsu venne quasi un colpo. Per poco non credette che anche Jiroshi possedesse facoltà telepatiche. Si limitò semplicemente ad annuirgli.

JIROSHI – Cos’ha dunque intenzione di fare? - .

La dea stette per un attimo a pensarci.

Poi sollevò le spalle, in segno di noncuranza.

JIROSHI – Ma! – esclamò allibito. – Kanzeon Bosatsu! Lei sa! Deve fare qualcosa… - .

KANZEON BOSATSU – Mmmm…no – rispose semplicemente.

JIROSHI – E perché mai? – chiese, ormai in panico.

KANZEON BOSATSU – Che ragioni avrei per intervenire? – chiese all’uomo, con tono di sfida.

Jiroshi stette in silenzio, cercando di formulare una risposta che potesse convincere la dea a fare il contrario.

JIROSHI – Avrebbe invece una ragione per non intervenire? – chiese a quel punto.

KANZEON BOSATSU – Certo! Così sarà ancora tutto più divertente…Ahahahahah!!! - .

Jiroshi allora rinunciò. Estrasse da una tasca un fazzoletto e si asciugò la fronte madida di sudore, cercando di non immaginare cosa sarebbe successo da lì a poco.

 

LIRIN – Sorellona Sarah!!!! – urlò, lanciandosi tra le braccia della ragazza sotto lo sguardo confuso degli altri due demoni che erano con lei.

Sarah, con la testa che ancora gli girava, cadde a terra insieme a Lirin.

LIRIN – Ehi? Sorellona Sarah? Stai bene? – le chiese, una volta che ebbe spostato il suo peso dal corpo della ragazza, mentre questa aveva due occhi somiglianti a rondelline di ramen.

DOKUGAKUJI – Credo di no, Lirin – rispose al posto della ragazza.

Yaone si inginocchiò di fronte alla ragazza e la sollevò, reggendola per la schiena con un braccio.

A quel punto Sarah aprì un po’ gli occhi, vedendo appena la figura sfocata della ragazza che aveva di fronte.

YAONE – Si sente bene? – le chiese allora cautamente, dandole tutto il tempo per risponderle.

Sarah si limitò ad annuire, alzandosi con le sue proprie forze da quell’appoggio e mettendosi seduta con le gambe incrociate.

SARAH – Cosa mi è successo? – chiese, tenendosi la testa tra le mani.

DOKUGAKUJI – Questo saremmo curiosi di saperlo anche noi – rispose guardandosi intorno, facendo cadere lo sguardo sui rami spezzati che li circondavano.

YAONE – Non riesce a ricordare nulla? - .

La ragazza scosse la testa in risposta, poi si rivolse alla ragazzina dai capelli rosso-arancio.

SARAH – Grazie comunque… - disse sorridendo. – Come avrò fatto ad arrivare qui? – chiese ancora, più a se stessa che a loro.

LIRIN – Allora… - iniziò, credendo di aiutarla - stavo osservando una farfalla bellissima su un fiore vicino a quell’albero lì – indicò con un dito l’albero in questione – quando ho sentito una voce che chiedeva aiuto - .

Yaone alzò entrambi i palmi delle mani verso la ragazzina, cercando di farle capire di smettere, mentre Dokugakuji rise appena.

“Aiuto…” ripetè Sarah mentalmente, estraniandosi per un attimo da ciò che la circondava.

LIRIN - …allora mi sono voltata nella direzione da cui avevo sentito provenire la voce e abbiamo visto una palla grande grande grande che rotolava verso di noi, ti ho vista e ho fatto un salto per spaccarla! - .

“Salto... ma certo!!!”.

DOKUGAKUJI – Lirin, così la confondi ancora di più! – disse, cercando di fermarla.

YAONE – La scusi… ha la lingua un po’ lunga! - .

SARAH – SANZO!!! – esclamò improvvisamente, ricordatasi tutto d’un botto, lasciando i tre demoni increduli.

Seguì un minuto di silenzio nel quale nessuno seppe dire nulla.

LIRIN – Che centra il pelatone??? – chiese confusa alla ragazza, che si girò ancora più confusa verso di lei.

SARAH – Co-come? - .

-      SARAH!!! – urlò una voce, seguita da una frenata eccessiva.

SARAH – Goku!!! – urlò quando ebbe visto il ragazzo dagli occhi dorati e la jeep con a bordo gli altri tre ragazzi.

Goku allora spiccò un saltò, piantando in terra la nyoibò e aiutandosi con essa.

GOKU – Nyoibò, allungati! – e afferratala saldamente, raggiunse il gruppo che era intorno a Sarah, inducendo tutti a spostarsi per non essere colpiti e prendendo al volo la ragazza.

SARAH – Ehi…ma… - .Tentò di chiedere a Goku cosa stesse facendo, ma non ne ebbe il tempo.

GOIJO – E così c’eravate voi dietro a tutto questo – disse, saltando giù dalla jeep e materializzando la sua alabarda, portandosi poi successivamente davanti al gruppo, seguito da Hakkai e Sanzo.

DOKUGAKUJI – Di che parli? – chiese al rosso che era davanti a lui.

HAKKAI – Signorina Yaone – pronunciò, salutando la ragazza in questione.

YAONE – Signor Hakkai – lo imitò lei, sorridendo al suo stesso modo.

Sanzo si passò una mano sul viso, cercando di mantenere la calma. Nonostante quella scena si fosse ripetuta più di una volta, gli sembrava ogni volta sempre più ridicola.

LIRIN – Pelatone Sanzoooooooooo!!! – esclamò, correndo in direzione del bonzo, pronta a saltargli sulle spalle.

SANZO – Non ci provare!! – la minacciò, estraendo l’harisen dalla tunica.

GOKU – Lascia stare Sanzo!! – intimò a Lirin, mettendo Sarah giù e correndo verso la sua direzione.

Sarah guardava la scena sbigottita.

Era senza parole.

Un colpo di pistola riportò per un momento il silenzio.

Sanzo puntò la pistola verso Lirin.

SANZO – Dov’è nascosto tuo fratello? – le chiese allora.

LIRIN – Eh? Che vuoi da mio fratello? Anzi!!! Consegnaci il sutra! – disse, ricordandosi d’un tratto il motivo per cui erano nemici.

Sanzo caricò la pistola, pronto a sparare.

La catena dell’alabarda di Goijo vibrò nell’aria, andando poi ad avvolgersi intorno al braccio di Dokugakuji.

GOIJO – Allora? Dov’è quel tizio incappucciato? Cosa volevate dalla nostra principessa? - .

DOKUGAKUJI – Stai farneticando fratellino, ti ripeto che non so di cosa tu stia parlando – e detto ciò si liberò della catena e si posizionò in attacco.

Hakkai e Yaone, sentito lo scambio di battute tra i due fratelli, si guardarono l’un l’altra.

YAONE – Credete che ciò che sia successo alla signorina Sarah sia riconducibile a noi? – chiese al ragazzo dal viso gentile, che a quella domanda le sorrise.

HAKKAI – Non più, signorina Yaone – la rassicurò, guardando poi in direzione del bonzo, che lo stava guardando di sottecchi già da un po’. – Sarebbe il caso di chiarire… - fece a quest’ultimo.

SANZO – Scimmie! – urlò, placando il litigio che vedeva coinvolti Goku e Lirin. – Toglietevi dai piedi! – e detto questo sparò nella direzione di Sarah.

SARAH – Ma allora è un vizio!!! – urlò nel panico, evitando, come al solito, per un pelo il proiettile, che andò a conficcarsi in un albero dietro di lei.

SANZO – Si può sapere che hai combinato? – le chiese quasi ringhiando.

SARAH – A cosa ti riferisci? – gli chiese, timorosa della risposta, avendo capito da tutto il contesto di essere in una posizione “particolare”.

SANZO – A TUTTO QUESTO! – le urlò contro il bonzo, avvicinandosi velocemente a lei e colpendola con l’harisen, ritenendola colpevole a priori.

LIRIN – Ehi!!! Brutto pelatone Sanzo, lascia in pace la sorellona Sarah!!! – urlò, correndo in difesa della ragazza, facendo aumentare vertiginosamente la dimensione della venetta che si gonfiava puntualmente sulla fronte del ragazzo.

GOIJO / GOKU – Sorellona??? - .

“Sarebbe stato meglio se quel groviglio si fosse fermato direttamente in un dirupo…” si ritrovò a pensare la ragazza, incrociando gli occhi viola fiammeggianti del bonzo, che non promettevano nulla di buono.

Improvvisamente un’ombra oscurò per un breve momento il punto soleggiato in cui si trovava l’intero gruppo.

Tutti si voltarono nella direzione della figura che era appena passata sopra le loro teste.

Lirin spalancò gli occhi vivaci e allargò la bocca in un grande sorriso.

LIRIN – Fratellone!!! - .

  

 

 

 

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Capitolo 13
*** "Il colore del sangue" ***


“Rosso sangue”

Hello! No no… spiacente… avevo detto che ci avrei messo un po’ di tempo, non che non avrei aggiornato più! (Peccato ç__ç ndTutti) (=__= ndMe).

- Nemeryal : Contenta di avere una minaccia di questo tipo XD grazie per i complimenti! GiàgiàKougaiji… ^   ^ ;

- WhiteLie : Menomale che quella parte ti abbia fatta ridere! Io temevo invece che fosse noiosa perché troppo ingarbugliata >__< Pensa che ad un certo punto anch’io non mi spiegavo come Sarah si fosse cacciata in quel pasticcio XD (me unica u__ù) Ebbene sì, Kougaiji fa le entrate in grande! Forse perché gli vengono meglio XD;

- miriel67 : Ti confesso che il principe Kougaiji anche su di me ha un certo ascendente… Mmmm… per quanto riguarda i motivi per cui ce l’hanno tutti con Sarah… “forse” qui viene spiegato qualcosina  alla prossima spero XD;

- mon-chan : A te manca solo una frusta ormai ç__ç ecco il capitolo ç___ç I neuroni si sono sì ritrovati, ma mica si sono messi d’accordo… nono u__ù, infatti la crisi mistica mi stava venendo mentre scrivevo questo capitolo, soprattutto perché mi sei venuta in mente tu… a te ora dirmi se sono riuscita in una certa cosa… questo capitolo è dedicato a te ^   ^.

Bando alle ciance, ecco a voi il capitolo XD.

p.s : Grazie a tutti quelli che leggono e a bluesky per aver aggiunto la mia storia tra le preferite *inchino*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Il colore del sangue”

 

 

Il drago bianco che aveva oscurato il cielo fece accomodare il suo padrone sul ramo di un albero poco lontano, raggiungendo successivamente i suoi stessi esseri che erano stati legati.

Il demone che poco prima vi era sopra osservò col suo solito sguardo duro il gruppo di persone che avevano alzato il viso verso di lui.

YAONE – Signor Kougaiji! - .

DOKUGAKUJI – Kou! – urlò, attirando l’attenzione dal demone dai capelli rossi e gli occhi viola, che, dopo aver avuto un quadro più completo della situazione, saltò dal ramo, andando a raggiungere il resto del gruppo.

LIRIN – Fratelloooooooo!!! – esclamò esultante, correndo ad abbracciarlo.

KOUGAIJI – Che sta succedendo qui? – chiese, fissando le sue iridi viola in quelle dello stesso colore del bonzo, allontanando con un gesto affettuoso ma calcolato il viso della sorella che gli si  era appoggiato sull’addome.

“E quello chi è?” pensò Sarah, osservando la figura distinta del demone che stava sfidando con lo sguardo Sanzo.

Kougaiji passò a rassegna tutti gli sguardi, fino a fermarsi su quelli dei membri del suo gruppo che, impacciati, non seppero dargli risposta.

GOKU – Ti stavamo aspettando, Kougaiji! – esclamò a quel punto, impugnando la nyoibò e sfidando con lo sguardo il demone.

HAKKAI – No, Goku… non è il caso – . Intervenne a quel punto il demone dagli occhi di giada, cercando di trovare le parole adatte per spiegare che si era trattato di un equivoco.

GOKU – Ma come, Hakkai? – chiese deluso all’amico, convinto che dietro il rapimento di Sarah c’erano loro.

GOIJO – Vuoi stare zitta, scimmia?! – e detto questo colpì con un pugno il ragazzo, che cominciò a massaggiarsi, infastidito, la testa.

YAONE – È successo tutto per caso – disse, rivolgendosi a Kougaiji, cercando di dargli la risposta alla domanda che gli era balenata in mente non appena aveva visto loro e il gruppo di Sanzo insieme.

KOUGAIJI – Per caso? – chiese a quel punto, inarcando un sopracciglio.

DOKUGAKUJI – Tua sorella ha una conoscenza in comune col gruppo di Sanzo – chiarì definitivamente, lasciando il demone dai capelli rossi ancora più stranito.

KOUGAIJI – Cos’è questa storia, Lirin? – chiese severo alla sorella, che era ancora di fronte a lui in adulazione.

LIRIN – Nh? – fece di rimando la ragazzina, portando Kougaiji a passarsi una mano sul viso per calmarsi e per non apparire imbarazzato.

SANZO – Tu e quella stupida vi conoscete – disse a quel punto, più come affermazione che come domanda, rivolgendosi alla ragazzina demone e indicando Sarah che era alle sue spalle.

Fu solo allora che Kougaiji vide la ragazza, sorprendendosi, ma riuscendo a non far trapelare nulla dalla sua espressione.

“Perché mi guarda così?” fu il pensiero di Sarah, che si era accorta, invece, del quasi impercettibile sobbalzo che aveva avuto il ragazzo quando aveva incrociato i suoi occhi.

LIRIN – Ah! La sorellona Sarah, dite! Sì , ci conosciamo! – concluse, sorridendo ingenuamente.

“Come fa a ricordarsene?” pensò Kougaiji a sentire le parole della sorella.

LIRIN – È lei che mi ha salvato la vita, fratellone! – comunicò entusiasta al demone, che intanto aveva staccato gli occhi da Sarah, abbassandoli verso di lei.

YAONE – Dunque è stata la signorina Sarah, quella volta – disse, ricordandosi subito dell’episodio che aveva raccontato loro Lirin.

HAKKAI – Può spiegarci, per favore? – la invitò il demone dal viso gentile, dal momento che l’altra ragazza chiamata in causa non accennava a voler raccontare nulla.

SARAH – Que-quella volta che… - cominciò a dire, facendosi coraggio e interrompendo la ragazza dai codini viola. - …ricordate quando vi dissi che avevo salvato una ragazzina demone da un gruppo di uomini che volevano farle del male? – fece ai suoi compagni di viaggio. – Era Lirin… - .

SANZO – Tsk! – esclamò dopo un po’ di tempo, accendendosi l’ennesima sigaretta, pensando all’ironia della sorte.

GOKU – Quindi non siete stati voi – disse confuso, con una nota di delusione nella voce, guardando Kougaiji. Un altro pugno andò a colpirgli la stessa zona della testa precedentemente ferita.

GOKU – Dannato kappa!!! – urlò contro il compagno mezzo demone, che, ignorandolo completamente, buttò la sigaretta ormai consumata a terra, calpestandola successivamente.

GOIJO – E adesso che facciamo? – chiese, sorridendo sornione. – Lo volete comunque il sutra? – ironizzò, cercando di comprendere se necessitavano di stare in guardia nonostante la situazione che li aveva fatti incontrare era tutt’altra.

KOUGAIJI – Non stavolta – rispose subito, suscitando sorpresa nei suoi compagni e in sua sorella.

DOKUGAKUJI – Ma Kou! – protestò stringendo i pugni, non riuscendo a comprendere il comportamento inspiegabile dell’amico.

Kougaiji, di tutta risposta, si voltò verso Sarah.

KOUGAIJI – Hai salvato mia sorella – le disse, ottenendo in risposta uno sguardo sorpreso dalla ragazza. – Non lo dimenticherò – le disse infine, voltandosi poi verso il bonzo, che pareva stesse studiando attentamente tutte le sue espressioni facciali. – Badate, sarò caritatevole solo per questa volta. Lirin è ancora viva per merito della vostra amica, ringraziatela dunque, se sono in debito con voi! – e detto questo, voltò le spalle al gruppo, imitato dalla sorella e dai compagni.

GOKU – Aspetta, Kougaiji!!! Ti tiri indietro così??? – urlò al demone, catapultandosi su di lui con la nyoibò alzata per colpirlo.

Il demone, senza neanche girarsi, gli afferrò la nyoibò con una mano.

KOUGAIJI – Solo per stavolta, Son Goku – disse al ragazzo, sfidando i suoi occhi dorati, rispedendolo successivamente indietro senza però rispondere all’attacco. Poi si allontanò con gli altri a cavallo dei loro draghi volanti.

GOKU – Dannato! – esclamò, quando ormai nel cielo non c’era più traccia di Kougaiji, stringendo i denti per non essere riuscito a confrontarsi con lui.

GOIJO – Principessa? Guarda che puoi venire avanti, mica ti mangiamo! – disse scherzosamente alla ragazza, che era rimasta immobile e allibita accanto all’albero che Sanzo aveva colpito precedentemente mirando a lei.

HAKKAI – Ti senti bene? – le chiese, osservandole il viso un po’ pallido e scuotendola successivamente per avere qualche tipo di reazione.

SARAH – Non immaginavo… - pronunciò, quasi silenziosamente, ad un certo punto. Furono due sole parole, ma bastarono a far capire ai ragazzi cosa intendesse.

HAKKAI – Che coincidenze, eh? – cercò di sdrammatizzare, sorridendo come suo solito.

SARAH – Quindi vi conoscevate già… - disse, sentendosi arrivare subito in testa l’harisen.

SANZO – Sei peggio della scimmia! - .

SARAH – Era solo una constatazione, non una domanda! – gli urlò contro, per via del dolore che andava diffondendosi velocemente sulla testa. – Piuttosto… - disse poi, ignorando il ragazzo dai capelli dorati. - Non ho mica capito in che rapporti siete… - .

GOIJO – Siamo nemici – le rispose, accendendosi una sigaretta, portandosi una mano intorno alla fiamma per non farsela spegnere dal vento che si era alzato.

SARAH – Nemici? – chiese incredula, guardando uno ad uno i ragazzi, in attesa di ulteriori chiarimenti. – Scusate… ma prima, col tizio incappucciato, non vi siete mica messi a scherzare e a scambiarvi gentilezze! – disse allora, riferendosi al comportamento che avevano tenuto Hakkai e Goijo con i due demoni, che a suo parere era tutt’altro che strano.

SANZO – Sono loro che cercano di prenderci tutte le volte il sutra – si limitò a spiegarle, riferendosi alla storia che le avevano raccontato quando si erano conosciuti, in merito al risveglio di Gyumaò.

SARAH – I sicari… - concluse, arrivandoci.

GOIJO – No no, sono i mandanti. - .

Sarah stette per un attimo in silenzio, cercando di analizzare per bene le parole di Goijo.

HAKKAI – Kougaiji e Lirin sono i figli di Gyumaò – si affrettò quindi a spiegarle.

SARAH – Ah… - disse semplicemente, prima di spalancare gli occhi, essendo riuscita a collegare il tutto. – COSA?!? - .

 

“Non ci sono dubbi, era lei” pensò Kougaiji, mentre, a bordo del suo drago volante, raggiungeva il castello di Hotou.

Ricordò la figura esile della ragazza all’interno del dispositivo di monitoraggio del laboratorio.

I suoi capelli che fluttuavano, come mossi dal vento, all’interno della vasca di liquido blu. I suoi occhi che si aprivano lievemente in una chiara, seppur lieve, richiesta d’aiuto.

Lirin non poteva conoscerla, non l’aveva mai vista, così come non l’avevano mai vista Dokugakuji e Yaone.

“Che intenzioni avranno?” pensò ancora, prima di vedere la testa della sorella minore girarsi verso di lui.

LIRIN – Che hai, fratellone? – gli chiese, avendolo colto con lo sguardo perso.

Dokugakuji e Yaone, da sopra ai loro rispettivi draghi, voltarono la testa verso il principe, ansiosi di avere la risposta a quella che era anche la loro domanda.

Kougaiji rimase in silenzio, cercando di trovare velocemente una risposta credibile da dare alla sorella.

LIRIN – Sei arrabbiato con me? – chiese allora, con sguardo triste.

KOUGAIJI – Beh… - fece allora – Questa volta l’hai combinata grossa… adesso siamo in debito col gruppo di Sanzo - .

LIRIN – Ma Sarah era in pericolo! Avessi visto come rotolava quella palla! Si sarebbe fatta sicuramente tanto male! – concluse, notando di nuovo lo sguardo assente del fratello, interpretandolo per uno stato d’animo nato a causa sua. – Dai fratellone, mi perdoni? - .

KOUGAIJI – Ad una condizione – disse allora con voce dura, rivolgendole però uno sguardo sereno. – Non devi raccontarlo a tua madre - .

LIRIN – Nh? - .

KOUGAIJI – Si arrabbierebbe sicuramente se sapesse che abbiamo perso un’occasione per sottrarre il sutra a Genjo Sanzo – si limitò a spiegarle, ottenendo tutta la sua attenzione. – Non devi farne parole ne con lei, ne col Dottor Nii… nessuno deve saperlo, ci siamo spiegati? - .

LIRIN – Tutto qui? – gli chiese, dopo aver valutato la proposta. Kougaiji annuì sorridendole. – D’accordo! – esclamò. – Grazie fratellone! - .

Il principe le carezzò teneramente la testa, spostando poi il suo sguardo verso Yaone e Dokugakuji, che lo avevano affiancato, facendo capire loro, con uno sguardo, che dopo avrebbero avuto le risposte che cercavano.

 

 

“Non posso crederci… io sono veramente unica!”.

Per tutta la giornata, Sarah non fece altro che pensare all’ennesima bizzarra situazione in cui si era andata a cacciare. Aveva faticato un po’ a credere alla storia che Lirin, una ragazzina così dolce, affettuosa e ingenua, fosse la figlia del più temibile dei demoni che la storia ricordasse.

Le ricordava tanto Goku, avevano lo stesso temperamento.

Si ritrovò a ridere, pensando al ragazzo dagli occhi dorati.

Al modo in cui l’aveva chiamata quando l’aveva vista con loro, lo sguardo stranito e preoccupato, il modo in cui si era lanciato a proteggerla.

“Quanto è dolce!” pensò, sorridendo.

Poi quella ragazza dai codini viola… i modi identici a quelli di Hakkai.

Il demone dai capelli corti scuri… com’è che aveva chiamato Goijo?

Per non parlare di Kougaiji.

Seppur lo avesse incontrato per ultimo, era quello che gli era rimasto più impresso.

Il portamento fiero ed elegante, i capelli lunghi di un rosso più scuro di quello di Goijo, gli occhi viola… di un viola più carico di quelli di…

“Ah!!! Perché deve sempre entrare nei mie pensieri???”.

GOIJO – Non riesci a dormire? - .

Sarah si girò lentamente verso il mezzo demone, scuotendo poi la testa a mò di no.

GOIJO – Sta tranquilla… chiunque fosse, credo che quel tizio non si rifarà vedere per un po’. Se avesse voluto attaccarti, lo avrebbe fatto, siamo ritornati alla locanda da un po’ ormai…. - .

Sarah tornò a guardare davanti a sé. Lo sguardo fisso sui suoi piedi, che si scontravano l’un con l’altro ripetutamente, per farle passare il nervosismo.

Era proprio quello che non riusciva a spiegarsi.

Chi era quel tipo? Cosa voleva? Perché, una volta attaccata, rapita e trascinata in quel groviglio di rami, di cui il solo ricordo le faceva tornare i brividi, l’aveva lasciata perdere?

Non che le dispiacesse naturalmente, ma era infastidita dall’ennesima situazione incomprensibile che l’aveva vista protagonista.

Si portò una mano alla bocca, cominciando a mordicchiarsi le unghie dall’eccessivo nervosismo, incurante del ragazzo che era rimasto dietro di lei, sulla soglia della porta dell’ingresso della locanda.

Fu solo quando sentì vibrare leggermente la panchina di legno sulla quale era seduta, che capì che Goijo non se n’era andato e che, anzi, era andato a sedersi vicino a lei.

SARAH – Niente conquiste stasera? – gli chiese allora, rivolgendogli un sorriso sornione e allo stesso tempo scherzoso, mentre lui si accendeva una sigaretta.

GOIJO – La sorte ha deciso di non farmi incontrare nessuna bella fanciulla stasera… - disse, con lo stesso sorriso sornione che le aveva rivolto la ragazza, tirando fuori una boccata di fumo. Poi la guardò maliziosamente – Chissà… - disse, prendendo una mano di lei nella sua. – La notte è ancora giovane… - e detto questo la guardò negli occhi. Sguardo che Sarah resse in modo impassibile, fino a quando non scoppiò in una fragorosa risata.

Il ragazzo rimase decisamente interdetto.

SARAH – Scusami!! È che sei stato così buffo! – disse, portandosi una mano alla bocca per trattenersi dal ridere.

GOIJO – Grazie tante… - rispose sconsolato, gettando rassegnato la sigaretta, ormai consumata, per terra e schiacciandola con un piede.

SARAH – No! Non fraintendermi! Il ruolo del seduttore ti si addice… però… – riprese a ridere. – Non ho mai incontrato nessuno così tenace! - .

Goijo sentì la ragazza ridere di nuovo.

Dapprima sorrise, estraendo un’altra sigaretta dal pacchetto, ma prima di portarsela alla bocca, contagiato dalla risata allegra di lei, cominciò a ridere anche lui.

Fu la volta di Sarah di osservarlo, e cominciò a fissarlo così intensamente che lo indusse a smettere.

SARAH – Mi stavo chiedendo una cosa prima… - disse, ricordatasi della domanda che avrebbe voluto fargli.

GOIJO – Cosa? – le chiese, accendendosi finalmente la sigaretta.

SARAH – Quel Doku… ehm… com’è che si chiamava? – ammonì se stessa per non ricordarselo.

Goijo sorrise, senza che se ne accorgesse, avendo capito in anticipo dove volesse arrivare.

GOIJO – Dokugakuji - .

SARAH – Ah sì! Quel Dokugakuji che abbiamo incontrato oggi… insomma… voi già vi conoscevate? -.

Si pentì subito di aver fatto quella domanda. Come al solito, pensò amaramente, aveva parlato troppo e si era impicciata di fatti che non le riguardavano.

Goijo aspirò un’altra boccata di sigaretta. E fu a quel punto che lei mosse freneticamente le mani, a mo di scusa.

SARAH – Non avrei dovuto chiedertelo… non sono affari miei – si scusò, alzandosi successivamente impacciata.

GOIJO – È mio fratello – le rispose subito, scacciando qualsiasi dubbio o domanda che si era insinuata nella testa della ragazza.

“Avevo sentito bene allora” pensò lei, ricordandosi dell’appellativo che il demone aveva dato a Goijo. Decise comunque di non chiedergli altro.

Se Dokugakuji era davvero suo fratello, doveva esserci una storia grande e complicata a spiegare il motivo per il quale ora si trovava nel gruppo nemico. Non volendo risultare d’impiccio e costringere il ragazzo a rivelarle verità che molto probabilmente avrebbe preferito tenere per sé, decise di andare a dormire.

SARAH – È ora di andare ad imitare gli altri – disse, riferendosi a Sanzo, Hakkai e Goku che erano andati a dormire da un pezzo. Si alzò, quindi, e fece il giro della panchina, andando a trovarsi alle spalle del ragazzo.

SARAH – Buona notte, seduttore! – e nel salutarlo, gli diede una leggera pacca sulla spalla.

Fu quella a farla ripiombare nel mondo che tanto detestava.

Goijo era seduto rannicchiato e spaventato sul pavimento di una stanza.

Un’ ombra avanzava minacciosamente verso di lui… un mazzo di  fiori rossi fu buttato violentemente in terra da una donna demone, che con un ghigno misto a rabbia e dolore cominciò a prenderlo a bastonate, tra i petali dei fiori che ricadevano su di loro, unici testimoni di quell’atroce violenza.

“Madre…”.

“Sono del colore del sangue… come i tuoi capelli… come i tuoi occhi!!!” urlò la donna, prima di riprendere a picchiare il bambino.

“Muori… muori!!”.

GOIJO - …rah? Sarah! - .

Solo allora le pupille della ragazza tornarono del loro normale colore, così da permetterle di padroneggiare di nuovo la realtà.

GOIJO – Stai bene? Vuoi che chiami Hakkai? – le chiese, quando lei ebbe voltato leggermente il volto verso di lui, senza però alzare lo sguardo verso il suo.

Non ne aveva il coraggio.

Non dopo aver visto… dopo aver scavato così prepotentemente nei meandri del suo passato… dopo essere venuta a conoscenza di tutto il dolore che portava dentro… il senso di inadeguatezza in un mondo che non lo accettava… un dolore tanto grande, mascherato perfettamente dal suo carattere allegro e spiritoso.

No, quella volta non lo avrebbe fatto. Non gli avrebbe detto cosa aveva visto. Non lo avrebbe messo a nudo come un verme, come le sue visioni la portavano a fare con tutte le persone con cui entrava in contatto, malauguratamente, nel momento sbagliato.

SARAH – No, Goijo… tranquillo… - si sforzò di dire, dopo che ebbe ingoiato il groppo che le era salito alla gola.

Aveva una voglia disperata di piangere. Il dolore che aveva avvertito provenire da quel bambino era ancora palpabile, insostenibile…

Si voltò di scatto, divincolandosi dalle braccia del ragazzo che, quando l’aveva vista tremare, l’avevano retta per non permetterle di cadere.

Goijo rimase con le braccia sospese nel vuoto, cercando di capire cosa fosse successo in quel breve lasso di tempo, dal momento in cui Sarah gli aveva augurato la buona notte.

Le aveva ricambiato il saluto ma, non sentendola camminare, si era voltato a vedere cosa fosse successo, quando l’aveva vista tremante, con gli occhi vitrei.

Le si era avvicinato, l’aveva chiamata, ma lei sembrava essere in un altro mondo. Aveva provato a toccarla e quando aveva visto le sue gambe piegarsi un po’, l’aveva presa tra le braccia.

Il modo in cui, ora, si era divincolata da lui, gli aveva fatto comprendere che molto probabilmente aveva visto qualcosa sul suo conto.

Indeciso sul da farsi e sul come comportarsi, cominciò ad agitarsi, stringendo a tratti le mani a pugno. Afferrando e lasciando il pacchetto di sigaretta che aveva in una tasca dei pantaloni, mentre la vedeva allontanarsi.

Perché non gli aveva detto niente? Perché aveva avuto quella reazione? E che diavolo di reazione aveva avuto? Era arrabbiata, angosciata, impaurita… com’era?

Perché doveva tenersi per sé una cosa che riguardava LUI. Che diritto aveva?

GOIJO – Ti faccio così schifo? – disse nella rabbia, non badando minimamente alle parole che aveva appena pronunciato e non pensando che avrebbe potuto chiederle altro, dal momento che quello era stato il primo pensiero che si era fatto del comportamento della ragazza.

Un conto era sentirsi chiamare “lurido mezzo demone” ed essere schernito di conseguenza, consapevole, però, che quell’insulto aveva una fonte, e che la persona che lo aveva detto non era neanche un conoscente; un conto era invece vedersi allontanato per qualcosa che non sapeva e di cui non aveva minimamente il controllo, da una persona alla quale aveva cominciato ad affezionarsi.

Sarah si fermò sulla soglia della porta, allibita, continuando a dargli le spalle.

GOIJO – come ti pare! – esclamò duro, estraendo infine l’ennesima sigaretta dal pacchetto e portandosela alla bocca.

Fu a quel punto che Sarah non ne potè più.

Si voltò velocemente, raggiungendolo ancor più velocemente e andando ad abbracciarlo, dando finalmente libero sfogo al suo pianto.

Dalla sorpresa e dall’impeto con il quale era stato abbracciato dalla ragazza, a Goijo cadde la sigaretta, non ancora accesa, dalle labbra.

Sentì la sua canotta inumidirsi pian piano, dagli occhi di Sarah sembrava che diluviasse.

Era incapace di fare o di dire niente, così come lo era lei.

SARAH – Non sono del colore del sangue… - disse con voce nasale, appena si fu staccata un po’ dal corpo del ragazzo.

Il tono di voce era bassissimo, ma lui riuscì a sentirla ugualmente.

SARAH – I tuoi capelli sono belli, Goijo… - disse allora, andando ad alzare lo sguardo e incontrare, così, gli occhi dal ragazzo, che la guardavano spaesati e allo stesso tempo increduli, saettando da un punto all’altro per non incontrare quelli verdi della ragazza. Aveva capito cosa aveva visto.

Per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentì vulnerabile.

Era stato messo a nudo, così come aveva immaginato fosse successo la proprietaria di quegli occhi che ora sembrava essere il suo io più nascosto.

Qualunque cosa lei avesse visto, l’aveva fatto non con i propri occhi, ma con i suoi.

Sarah gli prese il volto tra le mani, costringendolo a guardarla.

SARAH – Era un prezzo troppo alto – gli disse, prima di scoppiare di nuovo in un pianto dirotto, tornando ad abbracciarlo come prima.

Questa volta lui ricambiò l’abbraccio.

Confuso, per tutto quello che era successo in quei pochi attimi… sorpreso, per la prima volta che qualcuno lo avesse davvero capito… grato… per aver avuto per la prima volta un contatto che non fosse violento o semplicemente materiale a cui, ormai, si era tanto abituato.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** "Back to life" ***


HAKKAI – Buongiorno

Oh… My… God

Il capitolo tanto atteso, per qualcuno ^  ^, è arrivato.

Saluto le recensioniste e vi lascio subito al chap, che per scriverlo ho impiegato tutte le mie energie… spero che riesca almeno a trasmettervi l’1 % di quel che ha trasmesso a me scrivendolo.

Saluti a tutti!

-         YamaMaxwell : Sensei! Ovviamente mi sono sbellicata anche di fronte a quest’altra tua recensione. Spiacente però ç___ç non posso rispondere a nulla u__ù un altro po’ di pazienza XD Bacioni! ;

-         Nemeryal : Grazie cara! Pensa che mi sono commossa anch’io menter lo scrivevo ç__ç contenta che sia riuscita a trasmetterti qualcosa ^  ^ ;

-         WhiteLie : Eh sì, ci voleva Kougaiji per capire un po’ di cose XD Per il resto… boh! >__< (XD) ;

-         Mon-chan : Sono contenta che ti sia piaciuto… sapevi quali erano le mie paure… temevo di renderlo OOC, ma in fondo ho pensato che dal momento che la Minekura non ci presenta i suoi personaggi in “determinate situazioni”, si potesse…osare, senza però far scadere il personaggio. Spero di esserci riuscita ^  ^;

-         Miriel67 : Così fai commuovere tu me ç___ç Aspetto un parere anche su questo capitolo… perché anche in questo mi sono destreggiata con l’ambito “sensibilità”… solo che questa volta è un tipo di sensibilità un po’ diversa XD A presto!.

Ora la lettura del chap, che vi consiglio di leggere tutto sotto le note di Back to life di Giovanni Allevi.

Au revoir!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Back to life”

 

 

 

HAKKAI – Buongiorno! – fece, di primissima mattina, ad un bonzo ancora assonnato che aveva appena varcato la soglia della sala da pranzo della locanda.

Sanzo gli fece una sorta di grugnito in risposta, andando poi ad occupare il posto di fronte a lui e accendendosi la prima sigaretta del giorno. Poi s’immerse nel giornale abbandonato sul loro tavolo.

Uno sbadiglio alquanto rumoroso giunse alle orecchie dei due ragazzi, inducendo entrambi a indirizzare il volto verso le scale, dalle quali stava scendendo Goku, stropicciandosi un occhio.

GOKU –Giorno… - disse, ancora sbadigliando, sedendosi anche lui al tavolo con i ragazzi.

HAKKAI – Buongiorno anche a te, Goku! – lo ricambiò col suo solito sorriso gentile. – Come mai già sveglio? – gli chiese, conoscendo le normali abitudini del ragazzo, tra le quali non era compreso lo “svegliarsi prima dell’ora di pranzo”.

SANZO – Avrà sentito qualche odore provenire dalla cucina – sentenziò, senza però alzare lo sguardo dalla pagina di giornale su cui si era soffermato.

GOKU – Non è vero! – replicò, cercando di difendersi, ma vari brontolii provenienti dal suo stomaco tradirono le sue reali intenzioni.

SANZO – Tsk! – esclamò, portandosi la tazza di caffè fumante alle labbra.

In quel momento un cameriere servì un vassoio pieno di dolci e biscotti, sul quale Goku si avventò non appena ebbe toccato il tavolo, spaventando leggermente il cameriere e ricevendo in piena testa la prima harisennata della mattinata.

GOKU – Ahi! – urlò, coi lacrimoni agli occhi, e la bocca piena di biscotti.

SANZO – Stupida scimmia ingorda! - .

HAKKAI – Ci scusi – disse, col suo solito sorriso gentile, al cameriere dal volto sconvolto, che sparì velocemente dopo aver fatto un breve inchino.

GOKU – Goijo e Sarah? – chiese, non appena ebbe mandato giù il boccone che gli si era fermato in gola in seguito all’harisennata.

Sanzo si accigliò, tornando con la mente alla notte appena trascorsa.

Salito in camera, la sera prima, aveva mandato al diavolo tutti i buoni propositi di riuscire a dormire non appena l’insonnia aveva fatto capolino,  così si era convinto ad alzarsi e a fumarsi una sigaretta seduto sul davanzale della finestra.

Aveva visto Sarah ancora sveglia, seduta sulla panchina davanti alla locanda, raggiunta poco dopo dal kappa, che successivamente le si era seduto accanto.

Li aveva visti parlare, ridere… aveva visto il kappa provarci ancora con lei…

La sua espressione si fece più arcigna, e strinse leggermente di più le mani, andando a provocare un rumore appena udibile della carta di giornale che reggeva.

Poi ricordò il momento in cui Sarah si era bloccata mentre era intenzionata a rientrare nella locanda, Goijo che l’aveva sostenuta, il modo in cui lei si era divincolata da lui, i gesti stizziti del kappa… l’abbraccio…

GOKU – Sanzo? - .

Il bonzo sussultò, ma in una maniera così rigida che al ragazzo dagli occhi dorati non sembrò nemmeno.

Ma agli occhi di Hakkai sì.

HAKKAI – Hai qualche idea su chi possa essere la persona che ci ha attaccati ieri e che ha rapito Sarah? – gli ripetè, senza chiedergli a cosa stesse pensando e prima che fosse Goku a farlo.

Il bonzo a quel punto si tolse gli occhiali da vista, andandoli a posarli sul tavolo, e piegò il giornale, dando il tempo alla testa sua di formulare qualche ipotesi.

GOKU – Non potrebbe essere qualche scagnozzo di quel tipo che voleva sposare Sarah? – chiese improvvisamente, continuando a masticare dolci.

Hakkai congiunse le mani e se le portò al mento, in segno di riflessione, mentre Hakuryù,  accanto a lui, sgranocchiava un biscotto ridotto in briciole.

HAKKAI – Potrebbe darsi… non possiamo escludere nulla dal momento che non sappiamo che genere di persone sono interessate a lei… - .

In quel momento due voci interruppero i pensieri di tutti.

      -    Ahahahah! Unico! - .

-         Guarda che potrebbe accadere anche e te! - .

Sanzo reindossò gli occhiali e tornò a leggere il giornale, incurante delle risate dei due ragazzi che li avevano appena raggiunti.

SARAH – Buongiorno a tutti! – augurò con le lacrime agli occhi, ritornando poi a ridere e prendendo posto accanto a Sanzo.

HAKKAI – Buongiorno – rispose cordialmente sorridendole, seguito a ruota dal suo draghetto bianco che, alzata la testolina dal piatto col biscotto, rispose col suo solito verso.

GOKU – Ma che avete da ridere? – chiese confuso, osservando i due amici che non riuscivano a restare seri per un attimo.

SARAH – È colpa sua! – indicò il kappa che continuava a sbellicarsi.  – Stava per… - ma una mano del ragazzo in questione andò prontamente a chiuderle la bocca, per impedirle di continuare.

Hakkai si sistemò il monocolo, cercando di venire a capo della situazione, che temeva non sarebbe mai stata spiegata se quei due avessero continuato ad andare avanti in quel modo.

Sorrise. Nonostante la situazione che li aveva visti coinvolti il giorno prima, l’aria sembrava meno tesa.

In un modo o nell’altro quella ragazza, anche se era una calamita umana per i guai, sembrava smorzare sul nascere qualsiasi sorta di tensione. Forse perché era abituata. Fatto sta che la sua risata riuscì, per un attimo, a rendere lontano qualsiasi problema.

L’unica persona che non sembrava essere contagiato da quell’allegria era il bonzo, che, a suo avviso, sembrava più irritato del solito, per un motivo che, forse, era riuscito a comprendere.

La domanda da porsi era se il bonzo in questione avesse mai compreso e accettato “quella cosa” che lo infastidiva.

Se ne sarebbe occupato più tardi.

HAKKAI – Dunque? – chiese, riprendendo la questione che stava ancora facendo sbellicare di risate Sarah.

GOIJO – NULLA!!! – rispose tempestivo.

SARAH – Stava cadendo! – rispose subito dopo, accavallando quasi la sua voce a quella del ragazzo. – È entrato nella mia camera, senza bussare ed attento a non far rumore, mentre ero in bagno… non si è accorto del borsone da viaggio che avevo messo ai piedi della porta e quando sono rientrata in camera ho assistito ad una coreografia eccezionale! – riprese a ridere e a lacrimare, osservando sottecchi Goijo che cercava di fare l’indifferente. – Avreste dovuto vederlo! Un equilibrio incredibile! Alla fine gli ho fatto anche un applauso! - .

GOIJO – Ah ah ah – fece con monotonia, imitando una risata.

GOKU – La prossima volta fammi un fischio, Sarah! – disse alla ragazza, dopo essersi messo a ridere anche lui.

GOIJO – Ehi scimmia… - si limitò a dire, non sapendo in che altro modo difendersi.

In quel momento una sedia strusciò violentemente a terra, facendo terminare le risate e attirando l’attenzione.

Sanzo piegò il giornale e si diresse con aria indifferente verso le scale, lasciando dietro di sè una scia di fumo della sigaretta che aveva tra le labbra.

SANZO – Si parte tra dieci minuti! – disse, prima di sparire al piano di sopra.

GOIJO – Ehi, dacci almeno il tempo di fare colazione! – protestò, voltandosi verso le scale, essendo di spalle a queste.

Sentì un “tsk” e il rumore secco di una porta che sbatteva, poi tornò a regnare sovrano quel silenzio tanto innaturale che era sorto in seguito al comportamento del bonzo.

SARAH – Stavate discutendo? – chiese ad Hakkai, preoccupata che le loro risate avessero interrotto qualcosa d’importante.

HAKKAI – No, tranquilla… anzi, scusalo, ma quando è mal tempo è sempre di cattivo umore – le rispose, scuotendo appena il bicchiere che aveva in mano, facendo così ondeggiare il thè che vi era all’interno.

GOIJO – Quand’è mal tempo? Ma se è sempre di cattivo umore! – replicò, sottolineando nel parlare il termine “sempre”.

Hakkai guardò il ragazzo dai capelli rossi sottecchi, ammonendolo con uno sguardo e sottintendendo di smetterla, mentre Sarah guardava dalla finestra della locanda le prime gocce di pioggia andare a raggiungere i vetri.

GOKU – OH NOOOO!!! – urlò improvvisamente, alzandosi di scatto e sbattendo i palmi delle mani sul tavolo, facendo così prendere un colpo ai tre.

SARAH – Che c’è, Goku? – chiese allarmata, mettendosi a guardare, poi, verso la finestra dove aveva guardato il ragazzo, credendo che stessero per subire un attacco.

GOKU – I nikumaaaan! – esclamò disperato, lasciando i tre amici basiti, con tanto di gocciolone accanto alla testa. – Le bancherelle si ritireranno con la pioggia! Devo andare a comprarli prima che sia troppo tardi! – ed esclamata l’ultima frase con tono d’uomo d’onore, corse verso la porta d’ingresso della locanda e uscì, dopo, però, aver salutato i ragazzi e aver detto che sarebbe ritornato subito.

Quando la porta si fu richiusa, Sarah scoppiò a ridere.

SARAH – È un grande! I nikuman… - e detto questo riprese a ridere, sotto il sorriso comprensivo di Hakkai e lo sguardo stralunato di Goijo.

GOIJO – Cominci a preoccuparmi… ti sei abituata troppo alla scimmia – le disse, tirando una boccata di fumo.

HAKKAI – Fortuna che hai questo spirito di adattamento, all’inizio non sapevamo se la tua incolumità mentale fosse al sicuro con noi… - disse col suo solito sorriso, continuando a sorseggiare il suo thè. – Ma a quanto pare reggi benissimo! - .

Sarah riprese a ridere, questa volta seguita da Goijo e Hakkai.

 

Goku si fermò pochi metri lontano dalla locanda, si girò e guardò la finestra della camera del bonzo, mentre la pioggia s’infiltrava attraverso i suoi vestiti leggeri.

Come sempre era preoccupato per Sanzo, e nonostante avesse ormai capito che in quei momenti il bonzo non voleva essere avvicinato da nessuno, non poteva comunque fare a meno di rivolgere il suo pensiero a lui.

“Torno presto, Sanzo” pensò, prima di voltarsi e correre verso le bancarelle di nikuman.

 

“Chissà come mai…” pensò Sarah, ricordandosi delle parole di Hakkai riguardo al fatto che al bonzo non piacesse la pioggia, mentre addentava un biscotto.

Guardò di nuovo in direzione della finestra, soffermandosi sulle gocce di pioggia che ora scendevano più numerose e più velocemente.

Probabilmente aveva anche lui dei brutti ricordi legati ad essa, si ritrovò a pensare.

Pioveva, quel giorno in cui fu trovata dall’uomo che l’aveva cresciuta.

Pioveva, quando venne circondata per la prima volta dagli abitanti del suo villaggio che le puntavano le dita contro urlandole di essere un mostro.

Pioveva, quando aveva incontrato Jiin.

Sì, decisamente la pioggia non era il suo fenomeno atmosferico preferito.

Guardò di nuovo di fronte a sé, e vide Hakkai perso nei suoi pensieri, che osservava distrattamente il fondo della tazza che teneva tra le mani.

Goijo fumava, invece, in silenzio la sua sigaretta, mettendosi ad osservare un punto imprecisato del tavolo.

“La pioggia a quanto pare non piace a nessuno” concluse, alzandosi poi delicatamente dalla sedia per evitare di farla strusciare sul pavimento com’era successo per Sanzo e Goku.

Ricordava che non era stata una sensazione piacevole, e decise di non ripeterla gratuitamente, riuscendo perfettamente nell’impresa. Poi si diresse verso le scale, sotto lo sguardo curioso di Hakuryù.

 

“Dannazione” pensò, rassegnato ormai all’idea di non poter più guardare dalla finestra per via dell’acquazzone che si era scatenato nel giro di un paio di minuti.

Si portò una mano alla capigliatura bionda, andando a premere il palmo contro una tempia.

Il mal di testa aveva deciso di dichiararsi nemico proprio quando era privo di anti dolorifici, cosa che lo innervosì ancora di più, spingendolo ad accendersi l’ennesima sigaretta.

Gesto che non arrivò a compiere, sentendo bussare alla porta.

 

GOIJO – È successo qualcosa prima che arrivassimo? – chiese ad Hakkai, non appena si fu accertato che Sarah fosse lontana.

Hakkai distolse lo sguardo dal fondo della tazza ormai vuota, portando l’attenzione su di lui.

HAKKAI – Davvero non hai capito? – gli chiese, capendo dove volesse arrivare il ragazzo.

Goijo stette in silenzio per un po’ di tempo, poi scoppiò a ridere in una fragorosa risata, facendo spaventare Hakuryù, che per la paura si era lasciato sfuggire un pezzo di biscotto.

Hakkai lo guardò allibito, prendendo ad accarezzare la testa al draghetto per tranquillizzarlo, riducendo poi gli occhi a due fessure.

HAKKAI – Goijo… - lo ammonì, cercando di placare la risata dell’amico.

GOIJO – No… non dirmi davvero che… - .

HAKKAI – E perché no? - .

Goijo scoppiò in un’altra fragorosa risata, sotto lo sguardo ormai rassegnato del ragazzo dagli occhi di giada, che aveva distolto lo sguardo dall’interlocutore col quale aveva intenzione di condurre una conversazione seria.

GOIJO – Ok… ok… - disse, cercando man mano di placare le risate, facendo così intendere ad Hakkai di voler essere serio. Impresa in cui fallì miseramente, riprendendo a ridere, questa volta, però, più silenziosamente.

HAKKAI – Hai finito? – gli chiese, leggermente infastidito dal comportamento infantile che stava tenendo l’amico nel trattare un discorso così delicato.

GOIJO – Sì – disse, tossendo appena per ricomporsi e schiarirsi la voce, leggermente imbarazzato dal tono che aveva avuto Hakkai. Aveva capito di avere esagerato.

GOIJO – Solo che… - tentò di giustificarsi. – Non ce lo vedo… - .

HAKKAI – Beh… è naturale… dal momento che sarebbe la prima volta - .

GOIJO – Ed io che ci scherzavo sopra… pensi che la scimmia se ne sia accorta? - .

HAKKAI – Non credo… - .

Goijo prese a guardare di nuovo il tavolo, cercando di capire se le conclusioni alle quali erano giunti lui e Hakkai potevano essere considerate valide.

Il suo strano comportamento da quando l’avevano incontrata sulla loro strada…

L’istinto protettivo che non aveva mai manifestato con nessuno…

La testa tra le nuvole! Quante volte lo avevano sorpreso ad estranearsi dal resto del mondo improvvisamente, e ad arrossire leggermente quando avevano fatto qualche semplice e “innocente” osservazione o riferimento a lei?

C’erano troppi dati a favore del fatto che il bonzo fosse davvero diventato “più umano” da quando avevano incontrato la ragazza.

HAKKAI - …pertanto... mi stai ascoltando, Goijo? - .

Il ragazzo dai capelli rossi sobbalzò, trattenendo poi il respiro, temendo che l’amico si arrabbiasse. E il pensiero di “Hakkai arrabbiato” era capace di far rabbrividire perfino Sanzo.

Hakkai lo guardò in cagnesco, per quanto la sua natura gentile celasse abilmente il gesto così innaturale che era costretto a manifestare il suo viso in quel momento, poi sospirò, permettendo così anche a Goijo di respirare.

GOIJO – …Pertanto? – provò a chiedere, con un filo di voce.

HAKKAI – Se è davvero come abbiamo pensato, ti sarei grato se cercassi di evitare… - cercò di riassumere, ma venne nuovamente interrotto dall’amico.

GOIJO – Aspetta, aspetta – disse, aspirando l’ultima boccata di fumo e spegnendo velocemente la sigaretta nel portacenere, impaziente di affrontare la conversazione. – Ho capito dove vuoi andare a parare amico, ma sappi che non è come pensi - .

Hakkai aggrottò la fronte continuando a stare in silenzio per farlo continuare.

GOIJO – Sì, all’inizio ci ho provato… mi conosci, no? – ammise, avendo in risposta un sì accennato dal movimento della testa dell’amico. – Ma subito dopo è diventato un modo per scherzare… non potrei mai pensare di lei in quel modo. Ormai… - si fermò, cercando di radunare i suoi pensieri per cercare di renderli comprensibili a voce. – Ormai… è come se fosse una sorella per me… - disse infine, sperando di essersi spiegato, e infatti ad Hakkai quelle parole bastarono.

Sorrise appena, aggiustandosi il monocolo, pensando al compagno che era salito da un pezzo al piano di sopra.

 

Ogni volta.

Ogni volta che la vedeva non poteva fare a meno di licenziare il suo io, la sua parte razionale, e permetterle, così, di avvicinarsi.

E riusciva ad avvicinarsi in un modo in cui non era mai riuscito a fare nessuno. Con una semplicità di cui chiunque avrebbe potuto dubitare, ma che invece, ne era sicuro, era spontanea.

Quante volte Goku, l’unica persona alla quale avesse davvero concesso il privilegio di conoscerlo almeno in parte, in giornate come quella, veniva spedito a calci fuori dalla sua stanza e dalla sua mente, nonostante non facesse altro che cercare di stargli vicino?

Tante, a giudicare dal numero di volte di cui si era ricordato di Hakkai e Goijo che erano andati a cercarlo, dopo che, offeso, se n’era andato, credendo di essere la causa del suo cattivo umore.

Strinse i denti, ripensando a quei momenti, e si maledì per l’ennesima volta per l’incredibile insensibilità che usava per allontanare tutti.

Ma non lei.

Con lei era… incredibilmente… maledettamente… stramaledettamente diverso. E inspiegabile. O forse una spiegazione c’era, e lui fingeva d’ignorarla?

SARAH – È calata la temperatura – disse, incrociando le braccia e portandosi le mani alle spalle, in cerca di calore.

***

Vide il bonzo aspirare l’ultima boccata di sigaretta, spegnere lentamente quest’ultima nel posacenere che aveva davanti e scendere dal davanzale della finestra.

Lo vide poco dopo porgerle la tunica che aveva raccolto dalla sedia quando era andato a prendere un’altra sigaretta dal pacchetto lasciato sul tavolo.

Non seppe come interpretare quel gesto… ma ormai, ricordò, aveva rinunciato completamente ad interpretare quell’uomo tanto cupo, quanto emblematico, quanto… solo.

Una cosa che aveva capito di Sanzo, e probabilmente l’UNICA cosa che aveva capito di lui, è che era solo… o, perlomeno, si sentiva tale.

Riusciva a percepirlo quando lo guardava negli occhi, quando lo vedeva alterarsi, quando lo vedeva fumare... quasi come se insieme a quel fumo sprigionato dalla sigaretta, sprigionasse altro… qualcos’altro che, come il fumo della sigaretta, voleva che si disperdesse e si allontanasse da lui.

E quello era lo stesso motivo per il quale aveva iniziato a fumare anche lei.

Se lo era ricordato poco prima di andare a bussare alla sua porta per la seconda volta.

E lui, nuovamente e inspiegabilmente, dato il carattere, le aveva concesso di entrare e di fumare una SUA sigaretta. Cosa che non consentiva di fare neanche a Goijo.

Così si era ritrovata seduta ai piedi del suo letto ad aspirare lentamente ogni boccata di fumo e a vederlo fare lo stesso stando però seduto sul davanzale della finestra.

Entrambi in silenzio. Nonostante sembrasse che, sempre entrambi, avessero tante cose da dirsi.

SARAH – Grazie – gli disse, sorridendogli e afferrando appena la tunica che le stava porgendo il ragazzo.

***

Anche in quel momento, perché il suo stupido cuore non la smetteva di battere? E perché diavolo stava battendo in quel modo così… assurdo?

Assurdo era lui, che si era lasciato imbambolare da una donna, o meglio, da una stupida mocciosa, che conosceva appena.

Anche in quel momento.

Non accennava a volerle lasciare la tunica, e sentiva lo sguardo confuso della ragazza fisso su di lui.

La pioggia continuava a battere sulla finestra, non accennando a voler diminuire d’intensità.

Si lasciò alle spalle quel rumore, portatore di dolori lontani… eppure sempre così vicini.

Si portò all’altezza della ragazza, facendole scorrere lentamente la tunica dietro alle spalle e avvolgendola in essa, assecondato dal consenso di lei, che lo aveva lasciato fare, mettendosi poi a guardarlo negli occhi, come faceva ogni volta… e ogni volta riusciva a perdersi in quegli occhi… e sognava, poi, di potersi unire a quelle labbra… desiderio che, dopo varie e infinite lotte interiori, decise di assecondare.

Continuando a stringere la tunica tra le mani, l’avvicinò pian piano a sé, andando poi a chiudere gli occhi e ad unire le loro labbra.

Per un attimo il mondo parve fermarsi.

Non sentì più la pioggia battere prepotentemente sulla finestra…

Non sentì più le voci del passato che tornavano ogni volta a fargli ricordare la colpa di cui si era macchiato…

Quasi gli parve di non sentire più i battiti del proprio cuore che, prima di avvicinarsi a lei, batteva quasi come se dovesse esplodergli nel petto da un momento all’altro.

Non esisteva più nulla…

Solo lui, lei e la sensazione dolce, intensa e… unica, che quell’unione stava regalando ad entrambi.

***

Sarah gli portò una mano sul viso, prendendo ad accarezzarlo lentamente e lievemente, quasi come se quel contatto potesse interrompere quel momento.

Riaprì gli occhi, andando ad incontrare le splendide ametiste di lui, che ora la stavano guardando, a pochissimi centimetri dai suoi. Riusciva a sentire ancora il suo respiro, tanto che erano vicini.

Restarono per un tempo indefinito così, persi ognuno negli occhi dell’altro, dicendosi cose che la bocca non avrebbe potuto dire e dandosi le risposte che tanto avevano cercato da quando i loro occhi si erano incontrati.

 

Goijo e Hakkai sorrisero, il primo nel suo solito modo sornione, il secondo nel suo tipico modo composto e trattenuto, mentre il povero Goku, incapace anch’egli di sorridere per via della mano che il kappa gli aveva portato prontamente sulla bocca per impedirgli di urlare appena li aveva visti, ringraziò mentalmente la ragazza per aver portato uno spiraglio di luce nella vita del suo migliore amico.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** "La bambola assassina" ***


“La bambola assassina”

PERDONOPERDONOPERDONPERDONOPERDONPERDONOPERDONO…

Lo so u__u  Sono terribilmente in ritardo. Scommetto che cominciavate a pensare che avessi abbandonato.. eh, no! Come fate a credermi così crudele?? ç___ç È solo che è capitato un periodo in cui si sono alternati, senza sosta, in ordine : impegni universitari, influenza e blocco dello scrittore! Quest’ultimo poi… menomale che esiste la musica! Che avrei fatto senza “Red fraction” di Mell, che mi è servita da colonna sonora per la scena di combattimento?? Grazie Mon-chan, per avermela fatta conoscere u__ù.

So che state aspettando da circa un mese, quindi passo a salutare singolarmente le recensioniste e vi lascio alla storia. (Con la solita raccomandazione di non linciarmi troppo violentemente nel caso in cui il capitolo sia un fiasco ç__ç dopo un po’ di tempo che non ho scritto dovrò riprendere il ritmo… abbiate pazienza please u__ù).

-         YamaMaxwell : ce l’ho fatta!! Visto? È passato il blocco *__* Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto… e mi dispiace di aver rovinato i tuoi pronostici sulla coppia Sarah/Goijo, ma Goijo l’ha detto, è come una sorellina per lui u__u quindi non se ne fa nulla XD;

-         Mon-chan : Mia fedele lettrice e recensionista *__* Nonché compagna universitaria, di sclero e amica *__* Nonché OTTIMA minacciatrice… ecco il capitolo… conto sulla tua solita buona critica u__ù;

-         Nemeryal : Contenta che Sarah ti sia sempre più simpatica ^  ^ E vorrei vedere… ha fatto sciogliere il bonzo! Ma la domanda è: si sarà sciolto per davvero? Chissà *__*  XD;

-         WhiteLie : Noto con piacere che quella scena ha fatto furore! XD Menomale u__ù No, fortunatamente Goku non è geloso da come hai avuto modo di vedere ^  ^ Spero che anche il seguito ti piaccia! ;

-         Lav92 : Ahahahahah!! Come non ci credevi?? È accaduto invece, sìsì u__ù Grazie mille per i complimenti, spero di rileggerti XD;

-         Miriel67 : Eh sì… come tutte sappiamo Sanzo è davvero molto bravo a fingere… poi incontra qualcuno che lo smaschera e lo scopre! XD Grazie per non mancare mai un capitolo!

E grazie a tutti quelli che ancora leggono e mi seguono, sperando che questo capitolo non si riveli per voi una delusione, soprattutto dopo avervi fatti aspettare tutto questo tempo >__>

Ora vi lascio alla lettura del chap!

Ps: ora sapete che nel caso in cui dovessi mancare ancora un po’, non abbandono e non mi dimentico, ma lo faccio perché ho gli impegni che mi mangiano ç___ç

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La bambola assassina”

 

 

 

Era stato incredibile.

“Ci… ci siamo… oh Kami!” pensò Sarah, arrossendo per l’ennesima volta da quando si erano rimessi in viaggio, seduta alle spalle dell’oggetto dei suoi pensieri.

Affianco a lei Goku dormiva beatamente, mentre Goijo guardava come suo solito l’orizzonte che si delineava sempre più chiaramente man mano che abbandonavano il villaggio.

Hakkai guidava tranquillamente Hakuryù, evitando di prendere buche e mantenendo una velocità sostenuta. Sanzo invece era immerso in pensieri contorti e complicati…

L’aveva baciata. Questo era ciò di cui non riusciva a capacitarsi… com’era potuto accadere? Era risaputo che la pioggia gli faceva sempre un certo effetto… solo che questa volta non riusciva a capire perché, anziché chiudersi ancora di più come suo solito, si fosse, invece, aperto.

Era stato un momento, solo uno stupido e seccante momento. “Non accadrà più” pensò tra se, mentre si accendeva l’ennesima sigaretta, guardando poi attraverso lo specchietto retrovisore e incrociando gli smeraldi della ragazza.

Sarah arrossì impercettibilmente, abbassando lo sguardo e volgendolo altrove.

“Ma quanto sono stupida… perché mi devo sempre comportare come un’adolescente alla sua prima cotta??” pensò irritata Sarah, prendendosela con se stessa. Perché, dopo essersi addirittura baciati, lei non riusciva a sostenere il suo sguardo? Certo… era stata una cosa improvvisa… dettata probabilmente dall’atmosfera che la pioggia era riuscita a creare… eppure…

“Eppure, volendo anche considerare l’ipotesi della pioggia, perché il mio cuore ha preso a battere così velocemente non appena le sue labbra… ?”. Arrossì nuovamente, portandosi una mano sul volto e giustificando il gesto agli attenti occhi di Hakkai poggiando un gomito su Hakuryù e portandoci il volto su. Cosa inutile dal momento che il demone dagli occhi di giada non aveva smesso un attimo di osservare i due amici da quando si erano rimessi in viaggio, e il fatto che nemmeno Sanzo se ne fosse accorto, stava a dimostrare che doveva davvero avere la testa da un’altra parte. Sorrise appena, andando ad incrociare lo sguardo del mezzo demone attraverso lo specchietto retrovisore.

Goijo si fece scappare una risatina, che non mancò di attirare l’attenzione della ragazza.

SARAH – Nh? – chiese ingenuamente, guardandolo curiosa.

GOIJO – Niente, niente… - le rispose, scuotendo la mano, indicando di lasciar perdere.

Fu la volta di Sanzo di alternare lo sguardo, volgendo i suoi freddi occhi viola prima su Hakkai e poi su Goijo.

Quando vide Hakkai sorridere come se niente fosse e Goijo tramutare la sua espressione nel solito sorriso beffardo che lo contraddistingueva, gli venne la pelle d’oca.

“Che… sappiano?” pensò il bonzo, allarmandosi. “Tsk! E come potrebbero?” pensò successivamente, anche se quel pensiero continuò a tormentarlo fino a quando non decisero di fermarsi per il pranzo.

GOIJO – Non avevo dubbi che ti saresti svegliato subito, il tuo stomaco ha un orologio incorporato precisissimo! – disse a Goku, che lo guardò risentito.

GOKU – Ti sbagli! Hai forse sentito lamentarmi questa volta? – cercò di difendersi, ma il suo stomaco emise un brontolìo acuto e insistente, che lo portò ad arrossire e a portarsi le mani a massaggiarlo.

GOIJO – La solita scimmia! – lo prese in giro, scendendo poi da Hakuryù, imitato dall’eretico che si limitò a mettere il broncio.

Quando furono scesi tutti, Hakuryù riprese la forma di draghetto e raggiunse la spalla del padrone, che lo accarezzò amorevolmente, facendo poi un gesto al compagno dai capelli rossi senza che il bonzo e la ragazza se ne accorgessero. Il rosso, intendendo, afferrò per il colletto il giovane eretico, strattonandolo e conducendolo lontano.

GOIJO – Andiamo, scimmia! - .

GOKU – Ehi!! Ma… - cercò di chiedere spiegazioni, ma il compagno lo precedette.

GOIJO – Andiamo a riempire le borracce… - e fu allora che Goku capì, annuendo e allontanandosi dalla radura in cui si erano fermati prima dell’amico.

HAKKAI – Ottima idea! – esclamò, cercando di far sembrare più naturale tutte quelle reazioni improvvise che, ne era sicuro, non erano sfuggite a Sanzo. – Qui vicino dovrebbe esserci un torrente… io e Hakuryù cercheremo della frutta invece – concluse, sorridendo come suo solito e allontanandosi successivamente insieme al draghetto e al mezzo demone.

Ormai Sanzo non aveva più dubbi. Sapevano. Anche se non riusciva a capacitarsene, aveva capito che l’improvviso allontanamento dei tre era mirato a lasciare da soli lui e…

Portò il suo sguardo sulla ragazza, che stava sistemando a terra il solito telo che utilizzavano per mangiare. Non alzò nemmeno una volta il suo sguardo verso di lui, stava cercando appositamente di evitarlo.

Che avrebbe dovuto fare? Si sentiva così… impacciata. Anche lei aveva capito che i ragazzi si erano allontanati per lasciarli da soli e che quindi sapevano o, perlomeno, avevano intuito qualcosa. Quella era un’ottima occasione per parlare con lui… ma di cosa poi?

Dopo essersi baciati, dopo un attimo di esitazione, lui aveva lasciato la stanza velocemente, senza neanche darle il tempo di realizzare cosa fosse successo. Per tutta la mattinata non si erano più scambiati una parola.

Si voltò verso di lui, vedendolo poi appoggiato di schiena ad un albero, con una sigaretta tra le labbra. Completamente indifferente.

Strinse a tratti le mani, chiudendole a pugni. Di quel passo rischiava di impazzire. Doveva capire cos’era successo. Voleva sapere soprattutto perché era successo.

Apparentemente la situazione sarebbe stata semplice da capire… in fondo era da quando aveva incrociato gli occhi ametista del monaco che, nonostante cercasse di negarlo, se n’era sentita terribilmente attratta. Tutto sarebbe stato più semplice se il bacio fosse partito da lei, invece era stato il contrario, il che le aveva fatto capire che anche lui provava lo stesso nei suoi confronti… allora perché quel dannato bonzo adesso faceva finta di niente?

SARAH – Perché? – gli chiese improvvisamente, dopo aver preso coraggio, senza guardarlo negli occhi, continuando a dargli di spalle.

Sanzo aprì gli occhi, precedentemente chiusi per pensare alla situazione assurda che lo vedeva coinvolto, e non rispose.

SARAH – Allora? – gli chiese ancora, voltandosi leggermente verso di lui, riuscendo così a guardarlo sottecchi.

SANZO – Di cosa parli? – si ritrovò a chiederle lui, per temporeggiare. Aveva capito perfettamente a cosa si riferisse, solo che non aveva una risposta a quella domanda. O meglio, ce l’aveva, ma non era disposto ad ammetterlo.

SARAH – Perché mi hai baciata? – gli chiese, con un tono di voce più basso e chiaramente imbarazzato, arrossendo.

Sanzo aspirò l’ultima boccata di fumo, gettando la sigaretta a terra e schiacciandola con un piede.

SANZO – Non ha importanza – disse infine.

Sarah scattò in piedi, voltandosi poi verso di lui.

SARAH – Cosa? - .

SANZO – Non ha importanza – ripetè, dando, questa volta, lui le spalle a lei. – Dimentica ciò che è successo - .

Sarah spalancò gli occhi, assumendo un’espressione interdetta.

SARAH – Dimenticare? Sanzo tu mi hai… - .

SANZO – Devo ripetermi? Non è successo niente – la interruppe, accendendosi un’altra sigaretta e avviandosi verso la direzione in cui si erano diretti i compagni.

SARAH – Eh, no! – esclamò, irritata e più convinta che mai a chiarire, correndo verso di lui e ponendoglisi davanti, con sguardo deciso. – Non scappi! Non questa volta! - .

Lui le lanciò uno sguardo seccato.

SARAH – Perché fai così? – gli chiese, addolcendo la voce e lo sguardo.

“Dannazione…” pensò il bonzo, imprecando tra sé e sé.

SANZO – Cosa vuoi? Delle scuse? – le chiese, secco e tagliente.

SARAH – No – rispose, scuotendo animatamente la testa per sottolineare la risposta. – Voglio solo capire… - .

SANZO – Mi stai seccando, ragazzina – le rispose, sperando di offenderla per allontanarla da lui, cercando poi di sorpassarla per allontanarsi.

SARAH – Ho capito che non sei il tipo di persona che ama parlare di se – riattaccò, ponendoglisi di nuovo davanti, impedendogli di allontanarsi.  – Eppure vorrei capire perché tendi ad allontanare tutte le persone che tentano di avvicinarsi a te. - .

Sanzo inspirò, continuando a mantenere la sua posizione rigida, senza far trasparire il senso di angoscia che lo stava assalendo.

SARAH – Stamattina mi… ci siamo baciati. Pur non conoscendoti a fondo, ho capito che anche tu provi qualcosa di simile a quello che… provo io  - arrossì, pronunciando le ultime due parole.

Il senso di angoscia in Sanzo crebbe.

SANZO – Appunto. Non mi conosci. Quindi puoi anche smetterla di costruire castelli per aria. – le disse con freddezza calcolata, senza far trasparire, come al solito, nessuna emozione attraverso le sue gelide ametiste. Comportamento che, questa volta, riuscì a toccare la ragazza. – Ti ho baciata solo perché mi andava di farlo. Tutto qui. -.

“Tutto qui…” si ripetè mentalmente Sarah, cominciando a provare un forte senso d’inadeguatezza.

SANZO – Smettila di comportarti come una mocciosa! Non è detto che dietro ogni cosa debba esserci per forza un significato! – esclamò infine, allontanandosi senza più tanta fretta da lei e sparendo attraverso gli alberi che delimitavano la radura.

Sarah rimase nella stessa identica posizione per un po’, poi si lasciò cadere sulle ginocchia, abbassando il capo.

Si diede mentalmente della stupida, cosa si aspettava? Che almeno lui non l’avesse fatta sentire come una vecchia bambola usata? Che dietro a quel gesto, in cui aveva riposto le sue speranze, si nascondesse qualcosa di più del “tutto qui”?

Un misto di tristezza e rabbia la divorò, cominciando a farla tremare e singhiozzare.

Si era innamorata dell’uomo sbagliato, dell’ennesimo bastardo per cui non valeva nulla, se non lo sfizio di un bacio. E, ancora più ridicola, aveva cercato di comprenderlo!

Non è detto che dietro ogni cosa debba esserci per forza un significato…

Già. Era lei la stupida. Forse da quel momento in poi, avrebbe smesso di sentirsi irrimediabilmente legata a quel cinico ragazzo senza alcun motivo, ogni qual volta che avrebbe incontrato i suoi occhi.

S’impose di smettere di piangere, asciugandosi successivamente gli occhi e rimettendosi in piedi.

Poi si dedicò di nuovo ad apparecchiare, aspettando che i ragazzi tornassero.

Un rumore proveniente dal fogliame poco distante attirò la sua attenzione, portandola a girarsi e a spalancare gli occhi non appena ebbe distinto la figura che ne uscì.

 

HAKKAI – Goijo  - richiamò l’amico, afferrandolo per un braccio, non appena tentò nuovamente di allontanarsi.

GOIJO – E dai, Hakkai! Solo un’occhiata… - disse al demone gentile, sorridendo innocentemente.

Hakkai scosse la testa, imitato da Hakuryù che in più andò a mettersi alle spalle del mezzo demone, impedendogli di fare ciò che aveva in mente.

GOIJO – Ah… - si lamentò sconsolato. – Se la mettete così… - concluse, rinunciando ad ogni altro tentativo.

GOKU – Il solito guardone! – lo rimproverò dalla riva del torrente, avvicinandosi poi agli amici con l’ultima borraccia piena. – E con questa abbiamo finito! – esclamò, indicando il recipiente d’acqua che aveva in mano.

GOIJO – Adesso possiamo? – fece all’amico dagli occhi di giada.

HAKKAI – Beh… direi che è passato un bel po’ di tempo… - ma prima che finisse di parlare, la sua attenzione venne attirata da una figura che sbucò improvvisamente dagli alberi, lasciandolo a bocca aperta.

SANZO – Quanto diavolo di tempo ci vuole a prendere un po’ d’acqua? – chiese alterato, fulminandoli con lo sguardo e lasciandoli senza parole.

GOKU – Sanzo… cos… -.

GOIJO – Che ci fai qui, bonzo? – si decise a chiedere, venendo in soccorso all’eretico che continuava a balbettare.

SANZO – Tsk! – si limitò a pronunciare, accendendosi una sigaretta e buttando fuori la prima boccata di fumo quasi sputandola.

GOKU – Ehm… e Sarah? – chiese innocentemente, cercando di rompere il silenzio che si era creato, ma lo sguardo del bonzo lo trafisse e l’harisen, comparso velocemente tra le mani di quest’ultimo, gli rovinò in testa.

GOIJO – Messaggio ricevuto, bonzo… - disse, trascinando con sé Goku e allontanandosi velocemente dal biondo monaco.

Sanzo andò a sedersi su una roccia in riva al torrente, incurante dello sguardo indagatore del demone gentile, che lo stava scrutando quasi come se fosse una cavia da laboratorio…

Era inconsueto vedere Sanzo in quella situazione e, ora, ogni suo minimo comportamento andava analizzato in relazione alla situazione che lo vedeva coinvolto.

HAKKAI – Ne vuoi parlare? – gli chiese gentilmente e con cautela, col suo solito tono di voce pacato.

Parlare? E di cosa? Di come fosse riuscito a ferire per l’ennesima volta, l’ennesima persona che gli si era avvicinato? Di quanto fosse stato brusco, insensibile e ipocrita? Di quanto adesso si sentisse dannatamente male a ricordarsi della sua espressione, quando invece avrebbe voluto stringerla tra le braccia e baciarla di nuovo, mettendo fine a quel tormento che lo perseguitava dalla prima volta che l’aveva incontrata?

A cosa serviva? Tutti sapevano che Genjo Sanzo Oshi era solo un lurido egoista insensibile incapace di manifestare emozioni.

Non avere nulla…

Era l’unico credo che gli era stato tramandato, ed era l’unico credo al quale sarebbe stato fedele sempre.

Spense con calcolata lentezza la sigaretta, cercando di ridarsi un tono indipendentemente dal turbine di emozioni che aveva dentro.

HAKURYU’Kyù! – emise flebilmente, come a voler attirare l’attenzione del bonzo ma quasi timoroso della reazione di quest’ultimo.

Fu allora che Sanzo si accorse che Hakkai si era seduto su un masso poco distante, e si ricordò della sua domanda.

SANZO – Non c’è niente di cui parlare – gli rispose infine, afferrando nuovamente il pacchetto di sigarette e constatando con amarezza che era vuoto. Lo strinse tra le mani, fino ad accartocciarlo, e lo lanciò a terra.

Hakkai chiuse gli occhi sconfitto, nonostante si aspettasse quella risposta, poi sospirò, alzandosi, e raccolse il pacchetto di sigarette, dando le spalle al bonzo e incamminandosi verso gli alberi per tornare alla radura.

HAKKAI – Credo di comprendere ciò che ti spinge a reagire così… - disse, prima di raggiungere gli alberi. – Forse sono la persona meno indicata in questa situazione… nonostante tutto, mi sento di dirti che non dovresti essere così duro con te stesso… che dovresti darti una possibilità. -. Si sistemò il monocolo, abbassando lo sguardo e perdendosi un attimo in ricordi passati. – Pensaci bene, Sanzo – disse infine, allontanandosi di più e scomparendo tra gli alberi, lasciando da solo il monaco a riflettere.

 

SARAH – No… non è possibile… - pronunciò con un filo di voce, facendo un passo indietro e guardando fissa la figura che si stagliava di fronte a se.

-         Come sta, signorina Sarah? -. Le chiese la ragazza che era di fronte a lei, afferrando la sua lunga gonna nera a pizzi con entrambe le mani e allargandola per fare un inchino.

SARAH – Mikay… tu… tu… com’è possibile? – riuscì a dire, sempre con un fil di voce, man mano che indietreggiava.

La ragazza si riportò dietro alle spalle i lunghi e lisci capelli neri che le erano caduti davanti mentre s’inchinava, sorridendo benevolmente, facendo risplendere i suoi occhi color ghiaccio in modo inquietante.

MIKAY – Sono contenta di averla finalmente trovata, signorina. Ero così in pena! – esclamò, avvicinandosi man mano alla ragazza, che, indietreggiando, si era ritrovata con le spalle ad un albero.

SARAH – Ma tu eri… - provò a concludere, ma la risata della ragazza la interruppe. Se qualcuno l’avesse sentita ridere, non avrebbe mai immaginato che una voce così cristallina potesse appartenere ad una psicopatica.

MIKAY – Esatto… “ero”… ma il Signor Jiin è stato così gentile da darmi una seconda possibilità. -. S’interruppe, facendo vagare lo sguardo sull’erba. – Il Signor Jiin era così una cara persona… peccato che sia morto. – E detto questo, puntò il suo sguardo sinistro su Sarah, che non accennava a volersi muovere dall’albero contro il quale era finita. Aveva i muscoli immobilizzati dalla paura.

SARAH – Cosa vuoi? – le chiese a bruciapelo, cercando di darsi un tono, pur sapendo di non avere la benché minima speranza contro quella figura agghiacciante.

MIKAY – Ma che domande! – le ripose ridendo. – Sono venuta a riportarla indietro… sa, anche se il signor Jiin non c’è più, l’affare deve essere concluso. -. Sorrise ancora nel suo modo innocente e agghiacciante e riprese ad avvicinarsi a Sarah.

Era finita.

Non poteva neanche lontanamente pensare di combattere contro di lei e di scappare non se ne parlava, sarebbe stato inutile, non ci sarebbe riuscita.

Mentre la ragazza vestita di nero si avvicinava, Sarah pensò ai ragazzi.

Sperò con tutto il cuore che non tornassero in quel momento, se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonata.

Ritornò con la memoria ai giorni in cui viveva ancora con Jiin, al periodo di addestramento della ragazza che ora era davanti a lei.

No… anche se avessero combattuto uniti non ce l’avrebbero fatta…

GOIJO – Uh la là! Avresti potuto dirci che avevi un’amica così carina… - .

“No!” urlò mentalmente Sarah, chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro inferiore.

Mikay si fermò a meno di due passi da Sarah, voltando poi lentamente il capo verso il mezzo demone che, con l’alabarda poggiata su una spalla e con una mano sul fianco, la guardava provocatorio.

GOKU – Chi sei? – chiese aggrottando la fronte, volgendo lo sguardo prima al volto impassibile della strana ragazza vestita di nero e poi al volto di Sarah, particolarmente pallida.

La giovane vestita di nero sorrise, poi fece lo stesso identico saluto che aveva riservato a Sarah quando si erano viste. Allargò la lunga gonna nera, incrociò le gambe e s’inchinò.

MIKAY – Il mio nome è Mikay, signori, piacere di conoscervi. - .

Goku la guardò stranito, soffermandosi sul particolare vestito che indossava la giovane.

Era un vestito nero a maniche lunghe, con le spalline a sbuffo, chiuso sul davanti da bottoni piccoli e bianchi. Il colletto era in pizzo, anch’esso bianco e la gonna larga lasciava intravedere uno strato di stoffa dello stesso colore del colletto.

Sembrava uno di quegli abiti con cui si vestono solitamente le bambole di porcellana.

Questo gli sembrò, considerando poi anche il particolare colore vitreo degli occhi e il colorito, troppo chiaro, della pelle. Una bambola. Se poi avesse voluto considerare anche il sorriso finto che aveva stampato sul volto… non poteva paragonarla a niente di più simile.

GOIJO – Mikay… che bel nome… - disse lusinghiero, guadagnandosi un’occhiata truce di Sarah che da quando erano arrivati gli stava dicendo, muovendo solo le labbra, senza emettere suoni, di andare via.

“Idiota! Leggi il labiale! Leggi il labiale!!” pensò Sarah.

GOKU – Cosa vuoi da Sarah? – chiese, non riuscendo a capacitarsi del fatto di non riuscire a sentire alcuna fonte di energia provenire dalla ragazza.

MIKAY -  I signori stanno facendo troppe domande… - sorrise nel suo solito modo agghiacciante. – Per i signori è meglio andare via… se non vogliono morire. - .

Goijo impugnò meglio l’alabarda, preparandosi a colpire, mentre Goku fece materializzare la nyoibò.

MIKAY – Come i signori desiderano. – e detto questo, fece cadere dalle larghe maniche del vestito delle lame a mezza luna, che afferrò tra le mani e che lanciò verso i due ragazzi.

Goku e Goijo schivarono senza alcuna difficoltà le lame, saltando in due direzioni opposte e mettendosi ai lati della ragazza, facendola capitare sotto il loro tiro.

GOIJO – Una ragazza non dovrebbe giocare con giocattoli del genere… - disse sarcasticamente, lanciando poi la shakuijo verso la sua direzione, mentre Goku scattò verso Sarah, pronta a difenderla.

In un attimo, Mikay allungò il braccio, facendo in modo che la catena dell’alabarda le si arrotolasse intorno e quando fu certa di questo, tirò, trascinando Goijo vicino a lei in un sol colpo, con somma sorpresa di quest’ultimo, e gli piazzò un pugno nello stomaco, facendogli sputare sangue. Poi, con la stessa velocità, lanciò la catena dell’alabarda del giovane verso Sarah, afferrandola per la vita e togliendola dal raggio d’azione di Goku.

GOKU – Ma come… - cercò di chiedersi, prima di scansare per un pelo un’altra lama lanciata verso di lui, che andò a conficcarsi in un albero poco distante.

SARAH – Goku! – urlò, preoccupata per le sorti dell’amico, osservando poi il demone dai capelli rossi steso a terra, incapace di rialzarsi.

Mikay si voltò lentamente verso la ragazza, ma prima che potesse riportarla da lei, servendosi ancora della catena dell’alabarda, un fascio di energia la investì in pieno, facendole mollare la shakuijo e facendola andare a sbattere contro un albero, abbattendolo.

GOKU – Hakkai! – urlò, scorgendo l’amico dalla delimitazione della radura.

HAKKAI – Tutto bene? – chiese, raggiungendo poi velocemente Goijo, ancora riverso a terra e dolorante.

GOIJO – Quella donna ha dei macigni al posto delle mani… - disse a fatica, anticipando l’amico sulla domanda che di lì a poco gli avrebbe fatto.

Hakkai non perse tempo e subito materializzò il suo Ki, iniziando a curarlo, quando un tonfo attirò l’attenzione di entrambi.

Il tronco dell’albero abbattuto era stato spostato, da sotto di esso si era rialzata Mikay, col vestito un po’ bruciacchiato di qua e di là e col suo solito sorriso inquietante.

Goku corse verso Sarah, che non accennava a volersi muovere, continuando a guardare smarrita la ragazza. Quando lo vide correre verso di lei, cominciò ad agitare le mani come a volerlo allontanare.

SARAH – Dovete andare via!! Andate via!!! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma prima che potesse riprendere a ripetere quelle parole, vide Mikay cominciare a fare una serie di ruote, ad una velocità così assurda che quasi le sembrò che il suo apparente corpo gracilino potesse spezzarsi da un momento all’altro. Nessuna difficoltà riscontrava nell’indossare il vestito, la gonna assecondava tutti i suoi movimenti, muovendosi con lei in modo fluente, creando un gioco psichedelico di colori che si alternavano tra il bianco e nero.

Continuò a ruotare, fino a che, sotto lo sguardo attonito di Goijo e Hakkai, non colpì in pieno il torace di Goku con entrambe le gambe, facendolo volare e poi precipitare rovinosamente sul terreno con un tonfo sordo.

MIKAY – Adesso andiamo, signorina Sarah… - e così dicendo allungò una mano verso la ragazza, che scattò, cominciando a correre in una direzione a caso, per allontanarsi da lei.

Tante sottili lame affondarono nelle sue gambe, costringendola a fermarsi di scatto, dolorante, e a cadere a terra.

GOIJO/HAKKAI – SARAH!!! – urlarono, poi Hakkai si separò da Goijo, e materializzò un’altra sfera di energia tra le mani, pronto a colpirla di nuovo. Ma prima che potesse lanciarla, Mikay, spiccando un salto verso di  lui, lo colpì in pieno volto, privandolo del monocolo e facendolo andare a sbattere contro un albero alle sue spalle, che non mancò di cadere come il precedente.

GOIJO – Cosa diavolo sei…? – le chiese, stringendo i denti per il dolore atroce che non decideva di abbandonargli il torace. Per tutta risposta, Mikay gli sorrise, poi lo colpì con un calcio in faccia, facendogli raggiungere l’amico precedentemente colpito.

Un rumore sinistro proveniente dal suo corpo attirò la sua attenzione.

Il torace le era appena stato forato dalla nyoibò di Goku che, rialzatosi, aveva deciso di attaccarla durante un attimo di distrazione.

A quel punto Goku la sollevò e Mikay si aggrappò al bastone che le fuoriusciva dal torace. Come se non le fosse successo niente, sfilò, a quell’altezza, il bastone di Goku dalla ferita, servendosi di entrambe le braccia si girò e, aiutandosi con le mani, salì sulla nyoibò, cominciando a correre sull’asta fino a trovarsi faccia a faccia con l’eretico che, sconcertato, provò a colpirla con un pugno, ma Mikay fu più veloce, colpendolo in pieno volto con un calcio ben assestato, mandandolo a sbattere poco lontano. La nyoibò si dematerializzò.

Sarah si toccò le gambe ferite, constatando di non poter fare nulla per disfarsi delle lame, se non provare ancora più dolore.

Mikay le si avvicinò nuovamente, pronta a mettere la mani su di lei, quando un colpo di pistola vibrò nell’aria, andando a colpirle un polso.

Sarah spalancò gli occhi, quando ebbe capito di chi si trattava.

Due fredde ametiste erano puntate su Mikay, come a volerla trapassare. La mano teneva la shoreiju puntata ancora su di lei, pronta a fare nuovamente fuoco.

MIKAY – Quanti amici che si è fatta, signorina Sarah… - disse, col suo solito sorriso finto. Gli occhi vitrei che cominciavano a far trapelare un velo di irritazione.

Sanzo non smetteva di fissarla, mentre per la testa cominciarono a frullargli tanti modi diversi per fargliela pagare per aver osato tanto. Portò il suo sguardo sulle gambe di Sarah e, irritato al limite, fece di nuovo fuoco.

Mikay non si fece sorprendere, schivò il proiettile e cominciò a correre verso il bonzo, con delle lame strette tra le dita della mano ancora integra.

Sanzo sparò ancora una volta, concludendo di aver colpito ancora una volta a vuoto, poi ci riprovò, riuscendo a colpirla di striscio ad una spalla e quando lei gli fu vicino, si spostò, cominciando a correre lateralmente, imitato da Mikay, che cominciò a lanciargli le sue lame.

Sparati gli ultimi due colpi, Sanzo ricaricò velocemente la pistola senza perderla d’occhio, riprendendo poi a spararle.

 

SARAH – Sanzo… - pronunciò il nome del ragazzo quasi in un sussurro, mentre lo guardava combattere. Guardò le cinque lame affondate nelle sue gambe, ne afferrò una, strinse i denti e tirò.

 

Comprendendo di non poterlo colpire con le sue lame, la ragazza tentò il corpo a corpo e cominciò a correre verso di lui, proprio nel momento il cui il bonzo era impegnato a ricaricare la shoreiju e, prima che potesse riuscirci, venne privato dell’arma da un calcio di Mikay che successivamente gli saltò addosso, atterrandolo e afferrandogli con la mano ancora utile il collo.

MIKAY – I bonzi non dovrebbero usare le armi… - disse, mentre Sanzo cercava in tutti i modi di scrollarsela da dosso e allentare la sua presa sul collo.

SANZO – Che diavolo sei? -. Era assurdo che non accusasse nemmeno un po’ di dolore dopo tutte le ferite che aveva riportato. Non aveva quasi più la mano sinistra, eppure il suo volto era impassibile.

MIKAY – Che importanza ha dirtelo, se stai per morire? – e detto questo, strinse ancora di più la presa sul suo collo.

SANZO – Cosa vuoi da lei? – le chiese ancora, continuando a dimenarsi per liberarsene.

MIKAY – Io nulla… ho solo ricevuto precise istruzioni… - disse con noncuranza, osservando con piacere che il biondo monaco aveva spalancato gli occhi e, deducendo che voleva saperne di più, continuò, decidendo di ucciderlo subito dopo. – Mi è stato raccomandato di riportarla indietro perché delle persone sono interessate a lei… beh… in effetti più che a lei, queste persone sono interessate ai suoi poteri… quindi se dopo si ostinerà ancora a resistere, mi basterà tagliarle la testa.. in fondo è quella la cosa importante… - .

Nella testa di Sanzo comparve l’immagine di quella figura inquietante che faceva del male a Sarah… fu quell’immagine a dargli la forza necessaria a reagire, concentrando i suoi sforzi sulla mano di lei che, con somma sorpresa di Mikay, venne allontanata dal suo collo.

SANZO – Se credi davvero che ci riuscirai… - disse, continuando a sforzarsi di allontanarla. – Ti sbagli! – e detto questo piazzò un pugno sul viso della ragazza, facendola volare poco distante da lui.

In quel momento Goku, ripresi i sensi, li aveva raggiunti e, vedendo la ragazza a terra, aveva spiccato un balzo per poi ricadere con la nyoibò su di lei. Ma prima che il bastone potesse raggiungere il corpo della ragazza, questa si era rialzata e aveva lanciato altre lame verso di lui.

 

HAKURYU’Kyù! – emise, continuando a svolazzare intorno al corpo del padrone privo di sensi.

Sarah si voltò verso la sua direzione, trattenendo a stento le lacrime.

SARAH – Dannazione… - disse, riprendendo fiato e estraendo l’ultima lama dalle gambe, facendosi scappare un urlo. Poi guardò di nuovo verso il punto in cui erano accasciati a terra Goijo e Hakkai e strinse i denti, poggiando i palmi a terra e tentando di reggersi sulle ginocchia. Quando ebbe capito di non poterci riuscire per il troppo dolore, decise di trascinarsi col solo aiuto delle braccia, e prese la direzione degli alberi.

 

SANZO – Goku! – esclamò, quando vide il ragazzo venir colpito di nuovo da Mikay ed essere lanciato vicino a lui.

GOKU – Perché?!? – urlò tra i nervi. – Non è un demone… e dalla forza spropositata non può essere un essere umano… - .

SANZO – Non solo per la forza… ti sei accorto che da lei non proviene alcun tipo di energia vitale? - .

Goku spalancò gli occhi. Si era già accorto che da quella ragazza non proveniva nessun energia.. ragion per cui non l’avevano avvertita quando si erano allontanati dalla radura…

“Energia vitale…” ripetè mentalmente il giovane dagli occhi dorati.

GOKU – Significa che… ? – chiese stralunato al bonzo.

SANZO – È l’unica spiegazione plausibile… - gli rispose, capendo in anticipo la domanda.

GOKU – Ma allora come…? – chiese ancora, più confuso di prima dopo quella certezza.

SANZO – Non ne ho idea! – esclamò, evitando un’altra lama lanciata dalla ragazza. Strinse i denti, senza la sua shoreiju poteva ben poco in un combattimento a distanza.

SANZO – Dobbiamo provare con gli organi vitali.. la faremo a pezzi se sarà necessario! – esclamò, continuando a scansare la pioggia di lame.

Goku deglutì, non per la paura, quanto per il piano che aveva avuto Sanzo.

Anche se si trattava di una nemica, pericolosa per giunta, era pur sempre una ragazza. Apparentemente dimostrava avere l’età di Sarah… o forse era addirittura più giovane. Da quando l’aveva incontrata, non aveva smesso un attimo di chiedersi cosa l’avesse trasformata in quell’insensibile macchina da guerra che aveva dimostrato di essere.

Mikay corse verso di lui, impugnando l’ennesima lama. Lui la guardò avvicinarsi senza far nulla.

SANZO – Goku! Razza d’idiota, sveglia! – gli urlò, tirando poi un sospiro di sollievo quando vide il giovane contrastarla, fermandole con una mano la spalla e con l’altra il braccio che teneva l’arma.

Questa volta fu Mikay ad essere in difficoltà. Provò a colpirlo ripetutamente a suon di calci, ma il giovane non sembrava accusarne minimamente.

GOKU – Perché? – le chiese, tenendo lo sguardo basso, nascosto dai capelli.

Mikay sbuffò, spostando appena la frangia che le copriva la fronte.

MIKAY – Mi sono stancata di ripetermi – asserì alla fine.

GOKU – Non intendo sapere di nuovo perché ce l’hai con Sarah… voglio sapere perché sei così… perché “sei stata” così… - .

MIKAY – E così l’hai avvertito – gli rispose, sorridendogli beffarda, in un’espressione che non si addiceva a quel viso candido.

GOKU – Perc… - .

MIKAY – Perché è l’unico modo che abbia imparato di essere – gli rispose, anticipandolo sulla domanda. – Da sempre ho avuto bisogno di uccidere, è stato l’unico modo che mi è servito per tenermi in vita… e neanche quello è bastato… - abbassò gli occhi, pronunciando l’ultima frase, senza però smettere di esercitare forza sul ragazzo.

In quel momento un colpo di pistola rimbombò nell’aria.

Tutt’e tre si voltarono verso la delimitazione che dava accesso alla radura, scorgendo una Sarah sanguinante, che, distesa a terra, teneva la shoreiju puntata verso Mikay.

SARAH – Voglio sapere… come diavolo fai ad essere ancora viva… - disse a denti stretti, con gli occhi iniettati di sangue, stanca della situazione e dolorante per le gambe ormai inutilizzabili.

MIKAY – Non è corretto, signorina… - le rispose, continuando a far forza su Goku.

Sarah spalancò gli occhi.

SARAH – Allora era come immaginavo… - disse infine, stringendo nel pugno con la mano non armata il terreno sotto di se.

Sanzo la guardò, sperando che invece di perdersi in chiacchiere facesse di nuovo fuoco, ma data la situazione ambigua in cui si trovavano, decise di lasciarla stare, aspettando di sentire dove sarebbe andata a parare quella conversazione.

GOKU – Sarah…  - disse, incitando con lo sguardo l’amica per farla continuare, volendo capirci qualcosa. Messaggio che a Sarah arrivò.

SARAH – Era la migliore guardia del corpo di Jiin… addestrata personalmente dai migliori maestri di arti marziali e di armi del villaggio… - cominciò, non mettendo mai giù la pistola. – Jiin l’aveva comprata dal mercato nero degli schiavi… aveva sentito la sua storia… - la sua espressione divenne grave e triste allo stesso tempo. – ed era sicuro che col vissuto che aveva alle spalle, che le aveva fatto accumulare una buona dose di odio per il mondo, e un buon addestramento, seguito da un buon pagamento, sarebbe diventata una guardia del corpo perfetta… - .

Sanzo cominciò a tastarsi la tunica, constatando a malincuore di non aver con se nemmeno una sigaretta.

SARAH – Cosa che divenne… fino a quando, durante un combattimento contro un altro scagnozzo, non perse la vita… fino a quel momento arrivano i miei ricordi sul suo conto… -.

MIKAY – Non morii in quel combattimento… morii in seguito… - disse quasi in un sussurro, allontanando poi Goku con violenza da se. – in fin di vita… mi sottoposero ad un intervento chirurgico… m’impiantarono un sofisticato dispositivo capace  di farmi battere ancora il cuore.. per un certo numero di ore. La bambola assassina  - si autodefinì - era l’unica che poteva affrontare determinati tipi di missioni… quando scappasti - pronunciò le ultime parole a denti stretti, stringendo poi la mano che reggeva l’arma, ferendosi a sua volta e sanguinando – decisero che a riportarti indietro sarei dovuta essere io. Avevo un numero limitato di ore, superate queste, il dispositivo applicatomi sarebbe esploso, uccidendomi. Nel caso in cui fossi ritornata indietro riportandoti con me prima che il tempo fosse scaduto… sarei stata sottoposta ad un altro intervento che mi avrebbe disfatta del dispositivo… - disse, osservandosela la mano ferita con sguardo vuoto.

SANZO – Ecco perché da te non proviene alcun tipo di energia… è quel dispositivo che lavora per te.. senza che tu rilasci niente… - .

Sara deglutì. Cos’era stato capace di fare quell’uomo che lei stava per sposare… le venne la nausea.

GOKU – Dev’esserci un altro modo… - disse flebilmente, rattristato da quella storia.

MIKAY – Non c’è… - .

SANZO – C’è sempre un’alternativa… - intervenne, attirando lo sguardo dell’eretico.

MIKAY – E tu che ne sai, bonzo? Eh? – gli chiese infastidita, perdendo la sua compostezza.

SANZO – A quanto ho capito tu stai facendo tutto questo per non morire… quando avrai portato a termine la missione, e avrai riportato Sarah indietro, chi ti assicura che verrai operata di nuovo? - .

Mikay, per quanto fosse possibile, sbiancò di colpo, spalancando gli occhi.

MIKAY – Verrò operata… loro… lui… me lo ha promesso… - balbettò.

SANZO – Chi? Jiin? È morto, se te ne fossi dimenticata… - .

MIKAY – MI OPERERANNO! PRIMA DI MORIRE LUI HA DATO PRECISE ISTRUZIONI! AVRO’ DI NUOVO IL MIO CUORE! - .

SANZO – Patetica… - esclamò seccato. Mikay lo trapassò col suo sguardo, cominciando a muovere convulsamente la mano, che continuava a tenere la lama. Sarah tese il braccio con la shoreiju, rendendo ben udibile il movimento.

SANZO – Credi in quello che vuoi… fatto sta che avrebbero potuto operarti anche senza applicarti alcun dispositivo…ragione in più per credere che quando avrai portato a termine la tua missione salterai in aria lo stesso… - .

Mikay abbassò la testa, andando a coprirsi gli occhi con la frangia.

Chi viene meno anche a solo un combattimento, non rientra più tra le mie grazie, sappiatelo!

“Disse così Jiin…” pensò la ragazza vestita di nero.

Prese dalla tasca il piccolo orologio che portava con se da quando era partita.

“Ho ancora tempo…”.

Lo ripose in tasca e guardò Sarah, che teneva ancora la pistola puntata verso di lei.

MIKAY – Il bonzo ha ragione – s’inchinò. – Vogliate scusarmi, signorina, per tutte le noie che le ho dato… adesso ho un’ultima cosa da fare – disse mentre era inchinata, riacquistando la sua impassibilità grottesca, poi cominciò a correre attraverso gli alberi, allontanandosi presto da loro e scomparendo dalla loro vista.

Sarah, prima perplessa, tirò poi un sospiro di sollievo, abbassando finalmente il braccio che teneva la shoreiju, che ormai non sentiva quasi più, e lasciandosi andare con la testa a terra.

GOKU  - SARAH!!! – urlò, precipitandosi verso di lei, e chinandosi per vedere come stava.

SARAH – Sto bene, GokuHakkai e Goijo non hanno ancora ripreso conoscenza – disse, continuando a tenere la testa sul terreno. La mano non più ad impugnare la pistola del monaco.

Goku guardò Sanzo, chiedendogli con lo sguardo di stare vicino alla ragazza, poi si alzò e prese a correre verso la radura.

Il monaco rimase prima un po’ di tempo a guardarla, poi cominciò ad avvicinarsi a lei lentamente.

Recuperò la shoreiju, mettendole la sicura e rimettendola al sicuro in una tasca dei pantaloni, poi si sfilò la tunica, la stese a terra e prese la ragazza in braccio, facendola prima mettere supina e poi la sistemò sulla tunica.

SARAH – Ehi! Che stai facendo? AHI! – urlò, quando Sanzo le ebbe avvolto la tunica sulle gambe. Poi la prese in braccio, facendola inevitabilmente arrossire.

 

-         C’ è qualcuno in avvicinamento! – urlò una guardia dal punto più alto del palazzo che un tempo era appartenuto a Jiin.

-         Di chi si tratta? – chiese un’altra guardia a quest’ultima.

La guardia di vedetta aspettò di aver il soggetto ben focalizzato nel binocolo, prima di rispondere.

Quando capì di chi si trattava, diede l’allarme al collega.

-         È Mikay!!! Ed è da sola!– urlò, aspettando che la notizia si diffondesse all’interno del palazzo, impaziente di ricevere istruzioni.

-         Fate fuoco! Non permettetele di avvicinarsi! – gli ordinò un maggiore.

Mikay procedeva velocemente verso il palazzo. Ormai le rimaneva poco tempo.

“Che calorosa accoglienza!” pensò non appena vide tutti i fucili puntati verso di lei. Sorrise e accelerò la corsa, evitando tutti i proiettili che le avevano destinato e raggiungendo velocemente il palazzo, sulle cui mura, data la velocità acquisita, cominciò a salire.

Sentì le urla di terrore di tutti i suoi colleghi.

“Ecco cosa si prova a sapere di dover morire a breve…”.

Entrò all’interno del palazzo servendosi di una finestra, e, utilizzando le scale, vi si posizionò al centro.

MIKAY – Verrete tutti con me – sentenziò, prima di esplodere e facendo esplodere con sé il palazzo, di cui poco dopo non vi rimase che detriti e polvere.

 

SARAH – Ecco qual’era l’ultima cosa… - disse, stringendosi di più al biondo monaco che, seduto a terra, con le spalle ad un albero della radura, continuava a tenerla in braccio, fumando silenziosamente una sigaretta che aveva preso da Goijo mentre questi era ancora incosciente.

Il boato, seppur in maniera appena percepibile, era arrivato anche da loro.

Sarah osservò il ragazzo e sorrise. Che miracoli che operava la nicotina su di lui!

Lentamente, portò una mano alla sua bocca, prendendogli la sigaretta dalle labbra e portandola alle proprie.

A lui si gonfiò la solita venetta.

SARAH – Non è mica tua… - gli disse, tirando un’altra boccata, consumandola totalmente. Poi la spense a terra, e si rimise comoda tra le sue braccia.

SANZO – Devi ancora pagarla per aver usato la mia shoreiju senza permesso… questo gesto si aggiunge alla lista - .

Sarah sorrise, chiudendo gli occhi e stringendosi ancora di più a lui, ricordandosi delle parole che le aveva detto quand’erano rimasti da soli.

SARAH – Tanto lo so che me la farai pagare… - disse, lasciandogli intendere il doppio senso della frase.

Sanzo la guardò addormentarsi tra le sue braccia, riflettendo su tutto quello che era successo.

SANZO – Non scommetterci troppo… - disse, pur sapendo che non sarebbe stato udito, e si assopì anche lui, mentre Goijo e Hakkai finivano di riprendersi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** "La città tra la nebbia" ***


Il vento soffiava forte quel pomeriggio e l’afa che avevano avvertito la mattina era ormai quasi del tutto scomparsa

Eccomi XD Non tanto tardi stavolta, visto? Alla faccia delle malpensanti che credevano non avessi più aggiornato u__ù (Mon-chan, sappi che ogni riferimento è puramente NON casuale XD). Passiamo alle cose serie u__ù ossia ai ringraziamenti!!!! Altre tre persone hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti! *__* me vi ama *__* Grazie quindi a blackout, Lav92 e mijiagi!

E ora l’angolino dedicato alle recensioniste XD :

- YamaMaxwell : Non so mai da dove iniziare dai tuoi commenti XD Mikay t’ha fatto paura a quanto pare… muahahahah… non ho fatto altro che far prendere vita al mio alter ego sadico u__ù (se se… magari fossi così agile… ç___ç), contenta che ti sia piaciuto il capitolo XD Bacioni!!!;

- Nemeryal : Poverina, eh? ç__ç Le ho fatto fare un’entrata lampo… e un’altrettanto uscita lampo u__ù  menomale che il blocco non abbia sortito effetti negativi… io mi aspettavo il peggio ç__ç Grazie u__ù;

- WhiteLie : Parole sagge u__ù “Al cuor non si comanda”… ma il bonzo ha la testaccia dura… chissà… Di cosa ti sei preoccupata? Ò__ò Del fatto che non aggiornassi? Tranquilla u__ù;

- Lav92 : Anch’io sorridevo come una scema davanti al pc ^__^ temevo di non essere riuscita a descrivere come si deve quella scena… ma se è piaciuta, vuol dire che è arrivata l’atmosfera che avevo intenzione di trasmettere…Grazie per seguirmi ^  ^ ;

- mon-chan : È esattamente alla lezione della tua amata docente che mi sono ispirata… devo ringraziare lei se mi è uscito un capitolo del genere u__ù Grazie mille amica ç__ç Soprattutto per aver rinunciato a farmela pagare per il ritardo XD ;

- miriel67 : Non hai idea di quante volte abbia riscritto il capitolo per riuscire a creare la giusta tensione narrativa che ti ha tanto colpita… Mikay ha preso vita da sola, ho voluto pensare a quanto le circostanze e le situazioni che ci vedono coinvolte nella vita possano determinare la nostra stessa esistenza… altro esperimento… che fortunatamente è riuscito ^  ^ Grazie mille per il tuo parere.

Ora vi lascio al capitolo ^  ^ Non avete idea di quanto mi sia divertita a scriverlo ^  ^ sperando che anche questo sia di vostro gradimento u__ù.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La città tra la nebbia”

 

 

Il vento soffiava forte quel pomeriggio e l’afa che avevano avvertito la mattina era ormai quasi del tutto scomparsa.

I posti sulla jeep erano stati ribaltati. Alla guida c’era ormai Goijo che, seppur ancora dolorante, era l’unico che sapeva guidare oltre Hakkai, che giaceva, da quando erano ripartiti, sui sedili posteriori. Goku era seduto davanti, accanto a Goijo, mentre Sanzo era dietro di lui, con ancora Sarah in braccio che da quando si era addormentata non si era più svegliata.

“Ha perso troppo sangue…” constatò con amarezza il bonzo, osservando la tunica, ormai non più candida ma di un rosso vivo, che copriva le gambe della ragazza.

Le tastò con una mano la fronte madida di sudore, scoprendo che era calda. Le ferite stavano facendo infezione. Si girò verso il demone gentile che, notò, non era messo di certo meglio.

SANZO – Accelera, kappa! - .

GOIJO – L’acceleratore è completamente abbassato, Hakuryù non può andare più veloce di così! – gli rispose, tentando comunque di cambiare marcia per avere l’effetto desiderato dal bonzo.

HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuu! – emise, quasi come a voler far capire a Sanzo che ce la stava mettendo tutta.

Goku si voltò verso il monaco, abbassando poi lo sguardo verso la ragazza, il cui braccio era a penzoloni, quasi come se fosse esanime. Le afferrò il polso e le controllo il battito, poi glielo ricongiunse, in grembo, all’altro.

GOKU – Ce la farà, Sanzo… - disse all’amico, cercando di rassicurarlo, poi guardò anche Hakkai. – Ce la faranno… ne sono sicuro! -.

Sanzo chiuse gli occhi non appena Goku tornò a guardare avanti. Non era ferito ma era stanco anche lui. Quella mocciosa vestita di nero li aveva messi in seria difficoltà.

“Male…” pensò. Se non erano riusciti a fronteggiare una ragazzina vestita di pizzi e merletti, quante speranze avevano di portare a termine la missione?

SARAH – Sanzo… - disse con un fil di voce, interrompendo il flusso dei pensieri del ragazzo.

Goijo sorrise osservando lo sguardo perso del bonzo attraverso lo specchietto retrovisore.

GOIJO – Che roba… - disse tra se, con un tono di voce così basso che nessuno riuscì a sentirlo.

GOKU – Sarah! Ti sei svegliata! – esultò il ragazzo, tornando a voltarsi verso i sedili posteriori.

Sarah si portò una mano alla tempia, chiudendo gli occhi.

GOIJO – Non urlare, scimmia! – ammonì l’amico. – Principessa come ti senti? – chiese alla ragazza subito dopo.

SARAH – Sembra che la testa mi stia per scoppiare da un momento all’altro… - gli rispose, continuando a tenere una mano accanto alla tempia. Nel farlo, affondò il viso ancora di più nel torace di Sanzo, ricordandosi solo in quel momento che si trovava tra le sue braccia.

Alzò il viso ed andò ad incontrare il suo, che guardava in avanti, poi si accorse di un movimento proveniente da Hakkai, che si svegliò poco dopo, stropicciandosi gli occhi e tastandosi con una mano la mandibola precedentemente colpita.

GOIJO – Ben svegliato, amico! – lo salutò, senza far perdere velocità alla jeep.

GOKU – Menomale… come stai, Hakkai? – gli chiese premuroso.

HAKKAI – Meglio, Goku… meglio… - disse, accennando un sorriso che non gli venne molto bene per via del dolore che ancora provava.

Sanzo abbassò la testa, attirato da un improvviso tremolio della ragazza. Stava piangendo. I singhiozzi arrivarono alle orecchie di tutti i ragazzi.

GOKU – Sarah… - .

GOIJO – Che c’è, principessa? - .

Hakkai guardò la tunica poco distante da lui, sotto la quale scorse le sagome delle gambe della ragazza.

HAKKAI – Le ferite devono bruciare – asserì, toccando appena la tunica. – Proverò ad alleviare un po’ il dolore col Ki che mi è rimasto – disse, cominciando a scostare l’indumento dalle gambe della ragazza, che lei ritrasse quasi come se fosse stata appena punta da uno scorpione.

SARAH – NO! Hai già fatto troppo… avete già fatto troppo… - urlò, riprendendo a singhiozzare, cercando poi di alzarsi, ma un capogiro la fece desistere, facendola innervosire e stringere i denti.

GOKU – Sarah… - disse, impietosito alla vista dell’amica in lacrime.

SARAH – È colpa mia se siete in queste condizioni! È solo colpa mia… - riprese a ancora una volta a singhiozzare. Sanzo sentì una morsa stringergli il petto. Se solo non ci fossero stati tutti quegli occhi indiscreti… dannato orgoglio!

SANZO – Che diavolo blateri, ragazzina? - .

SARAH – Non avreste mai dovuto incontrami! Da quando sono con voi non è capitata una sola volta che non abbiate rischiato la vita! – tentò di nuovo di alzarsi, ma l’ennesimo capogiro glielo impedì. – E per cosa? Per proteggermi! Ma chi ve l’ha fatto fare di portarmi con voi… - .

GOIJO – Sta delirando – sentenziò, senza staccare gli occhi dalla strada irregolare.

SARAH – Non sto delirando! – replicò risentita.

HAKKAI – Noi conducevamo una vita movimentata già prima, Sarah. Non hai motivo di essere così risentita nei tuoi confronti… - cercò di farle capire, ma non ebbe l’effetto desiderato.

SARAH – Io infatti non ce l’ho con me, ce l’ho con voi! – gli urlò contro, facendo scuotere la testa al ragazzino eretico.

GOKU – Non ci sto capendo più niente! – esclamò, portandosi le mani a coprirsi le orecchie.

SARAH – Avreste dovuto lasciarmi in uno dei tanti villaggi dimenticati dagli dei in cui siamo stati! Così a quest’ora tu non saresti ridotto tanto male da cedere il posto di guida a Goijo, che sta stressando Hakuryù…- .

GOIJO – Ehi! - .

HAKURYU’ – Kyuuuuuuuu! - .

SARAH - … Goku si lamenterebbe per il cibo invece di preoccuparsi per noi… - .

GOKU – Nh? – fece, capendo subito dopo di aver ricevuto un’offesa. – Ma io non preoccupo solo per il cibo! – esclamò risentito.

Goijo rise sonoramente, mentre Sanzo cominciò a cercare l’harisen.

SANZO – ADESSO BASTA! – urlò, non trovando il ventaglio, facendola sobbalzare e rimpicciolire quasi come se fosse stata una bambina.

SARAH – …e la tua venetta non pulserebbe così frequentemente… - disse al monaco, mettendosi le mani davanti agli occhi per non guardare più le sue ametiste incenerirla.

Hakkai tastò casualmente il posto centrale occupato dalle gambe della ragazza… constatando che era umido.

HAKKAI – Queste ferite vanno chiuse… - asserì, afferrando la tunica e riprendendo a toglierla dalle gambe della ragazza che, di nuovo, le scostò, piegandole, per non farsele toccare. – Stai perdendo troppo sangue Sarah… per questo sei in stato confusionale… - tentò di spiegarle coi suoi soliti modi gentili.

La ragazza scosse lievemente la testa e aprì la bocca per replicare, ma fu interrotta dal ragazzo biondo, che con un braccio le strinse di più le spalle, portando una sua mano a stringere le sue per non fargliele utilizzare, e con un altro braccio le stese le gambe, facendo forza sulle ginocchia per fargliele stendere.

SANZO – Sbrigati – intimò al ragazzo dagli occhi di giada, che, messosi in una posizione più comoda, cominciò a materializzare il Ki.

 

 

Kanzeon Bosatsu sorrise, attirando l’attenzione del suo fedele assistente, che le si fece più vicino.

KANZEON BOSATSU – Ti consiglio di cominciare ad adempiere al tuo dovere… - gli disse, con sorriso beffardo.

Jiroshi spalancò gli occhi e la bocca, completamente confuso.

JIROSHI – Vuole dire che… - .

KANZEON BOSATSU – Che stai per perdere la scommessa! – esclamò sorridendo sorniona, portando giù dal ginocchio la gamba precedentemente accavallata e accavallando l’altra, scoppiando poi in una fragorosa risata.

Voglio scommettere anch’io”.

La dea si fece immediatamente seria, valutando attentamente ogni singola parola che le era arrivata telepaticamente.

“E scommetto tutto sul personaggio che a breve entrerà in scena...”.

La dea sospirò, chiudendo un attimo i suoi occhi scuri, poi li riaprì, assumendo un’espressione grave, per niente tipica del suo volto.

“Tu sai che l’entrata in scena di questo personaggio potrebbe comportare anche la mia entrata in scena… vero, Ratzel?”.

“Lo so” asserì il dio. Kanzeon Bosatsu parve rilassarsi un po’.

Ma so anche che la divinità della misericordia sarà tanto saggia da evitare di fare la sua comparsa”.

Ratzel…”.

“Il dado è tratto, ormai… lascia che siano i partecipanti originari a continuare a condurre il gioco…”.

“Per te è un gioco, dunque” .

“NO!”

“Eppure hai appena parlato di dadi e giocatori…”

La dea non percepì più niente per un po’, fino a che la voce di Ratzel non tornò ad occuparle la mente.

“La tua è solo un’illusione, Ratzel”.

“Non è ancora detto”.

“… e un gioco.”

“NON È MAI STATO UN GIOCO!”.

“Come mai, allora, ti sei esposto in questo modo… con me? Non vuoi forse giocare al gatto e al topo?Quale modo migliore per farlo se non dirmelo per farmi intervenire, nh?”.

“L’ avevi comunque già capito… non dirmi che per fermarmi ti serviva una conferma!”.

Questa volta fu la dea a non rispondere, limitandosi a cambiare di nuovo la posizione delle gambe.

“Uno a zero per te, Ratzel”.

“Ti farai dunque da parte?”

“Ah… questo non te l’assicuro!”

Di nuovo silenzio da entrambe le parti.

“Perché?... tu fosti la prima ad inveire contro tutti e tutto…”.

“Se stai cercando la mia approvazione, stai perdendo tempo, mio caro”.

“…”.

“Più che un dio mi sembri un moccioso umano capriccioso… la tua possibilità l’hai avuta…”.

“A qualcuno ne è stata data una seconda!”

“Non puoi interferire nel mondo degli umani! Il fato ha già tessuto le sue trame…”.

“Ed io le distruggerò… tessendone altre”.

Il contatto telepatico terminò con quelle parole.

KANZEON BOSATSU – Tsk… il solito megalomane! - .

JIROSHI – Di chi state parlando, Divina? - .

KANZEON BOSATSU – Di quell’idiota che ha deciso di rallentare il viaggio verso Ovest! – esclamò, battendo i piedi a terra innervosita e alzandosi dalla sua postazione davanti ai fiori di loto.

 

 

Una densa nebbia era calata improvvisamente sul territorio che stavano percorrendo, diminuendo la visibilità e costringendo Hakuryù ad accendere i fari.

GOIJO – Ci mancava solo questa… - borbottò, stringendo un po’ gli occhi per focalizzare meglio la strada che aveva davanti.

HAKKAI – Così non dovrebbero più sanguinare – disse, asciugandosi con una manica la fronte sudata dopo aver fatto dematerializzare il KI.

GOKU – Poverina… se l’è vista brutta… - disse, portando i suoi occhioni dorati sulla ragazza di nuovo addormentata.

HAKKAI – Come siete riusciti a cavarvela? – gli chiese, aspettando che il bonzo finisse di accendersi la sigaretta.

GOKU – Se n’è andata… - gli rispose al posto di Sanzo, abbassando la testa e portando il mento sulle braccia incrociate sullo schienale del suo sedile.

GOIJO – Cosa?? – urlò, voltando il viso verso il giovane eretico, beccando così in pieno una buca per non aver guardato.

HAKURYU’ – Kyuuuuuuuu - .

SANZO – Fa attenzione, idiota! – gli sbraitò contro, pentendosene subito dopo essersi reso conto di aver urlato a pochi centimetri dalle orecchie della ragazza.

HAKKAI – Vuoi il cambio, Goijo? – gli chiese, preoccupato per il suo amichetto svolazzante.

GOIJO – Ah… pensa a rimetterti tu! Sta tranquillo, che non lo distruggo mica! – disse, riferendosi al mezzo di trasporto.

HAKURYU’ – Kyu…- emise, come a far intendere il contrario di quel che aveva appena detto il mezzo demone.

HAKKAI – Ok… - ripose poco convinto, prendendo ad accarezzare la carrozzeria della jeep per rassicurare il draghetto. – Dicevi, Goku? Se n’è andata? -.

GOIJO – Come sarebbe a dire che se n’è andata? Prima arriva, tenta di prendere Sarah, ci riempie di botte e poi se ne va? Ma dico, è normale? Chi era? Che voleva? - .

SANZO – Taci, se vuoi avere le riposte! – gli rispose sprezzante, moderando la voce per non urlare come prima. – Quella mocciosa era una guardia del corpo del tizio che stava per sposare questa stupida! - .

HAKKAI – Una guardia del corpo di Jiin? – chiese sorpreso, non aspettandosi un risvolto del genere.

GOIJO – Quel dannato continua a darle noia anche da crepato! – esclamò, stringendo di più il volante, facendo emettere un verso di protesta al draghetto. – Ops… scusa Hakuryù! - .

Il demone dagli occhi di giada continuò ad accarezzare la carrozzeria.

SANZO – Non gliene darà più… - asserì, tirando fuori una boccata di fumo facendo attenzione a non dar troppa noia alla ragazza, guadagnandosi uno sguardo interrogativo da parte del demone gentile.

GOKU – Mikay è stata usata… - continuò, aggrottando la fronte in un’espressione tra l’arrabbiato e il triste. – È stata ricattata… la sua vita in cambio di Sarah… - . Continuò a raccontare la storia fino al momento in cui Mikay era scomparsa dalla scena.

Sia Goijo che Hakkai rimasero in silenzio, a riflettere.

GOIJO – Si è fatta esplodere, quindi… ha voluto vendicarsi – constatò, nel suo tipico atteggiamento finto distaccato.

Hakkai si voltò a guardare Sarah.

HAKKAI – Ce l’hanno messa tutta per riaverla… addirittura accontentarsi della testa… - .

GOKU – Questa cosa non l’ho capita! – esclamò, scattando sul sedile.

GOIJO – E quando mai tu capisci qualcosa, scimmia… - lo prese in giro, sperando di far scattare la solita rissa per deviare lo spiacevole discorso.

GOKU – Perché la testa? – chiese al demone dagli occhi di giada, ignorando la provocazione del kappa.

HAKKAI – Nella testa – iniziò a spiegare, nel classico modo semplice che riservava sempre a Goku. – è contenuto l’organo che gestisce tutte le capacità che ci permettono di tenerci in vita. - .

Il giovane eretico si grattò il capo confuso.

GOKU – Che strano… io pensavo che il cuore si trovasse qui – disse, indicandosi con il pollice il centro del petto.

GOIJO – Non sta parlando del cuore, scimmia! Sta parlando del cervello! Ma in fondo è normale che tu non lo sappia… dal momento che non ce l’hai! - .

GOKU – Cervello? – chiese ingenuamente. – Non lo sapevo… Sanzo non me ne ha mai parlato… - si scusò, arrossendo appena.

GOIJO – È normale che non te ne abbia mai parlato… dal momento che non ce l’ha nemmeno l… - .

L’harisen colpì la testa del rosso con una velocità e una potenza tale da non permettere al ragazzo di continuare. La jeep andò per un tratto fuori strada, creando il panico all’interno dell’abitacolo, fatta esclusione per Sarah, che continuò a dormire.

GOIJO – Che ti dicevo? – continuò imperterrito massaggiandosi il punto colpito, incurante della venetta pulsante sulla fronte del bonzo.

SANZO – VUOI MORIRE?? - .

HAKKAI – Su, su… - cercò di calmare gli animi, riprendendo poi a parlare prima di essere di nuovo interrotto. – Sarah ci ha detto di essere orfana, ricordi? – fece al ragazzino dagli occhi dorati, che annuì tristemente, ricordando la storia dell’amica. – E quindi lei per prima non sa come fa ad avere quei poteri, dal momento che non ha famiglia e non ha avuto nessuno che glielo spiegasse… hai parlato, riguardo Mikay, di un dispositivo che le era stato applicato al cuore… solo qualcuno che ha una grande conoscenza in materia medica può aver fatto una cosa simile… e se quel qualcuno è riuscito in una cosa simile, sarebbe sicuramente riuscito a trarre informazioni sui poteri di Sarah tramite il suo cervello...  – Si fermò, attirato dalla mano stretta a pugno del bonzo.

GOKU – Quindi quel Jiin… - fece, cominciando a stringere anche lui le mani a pugno.

HAKKAI – Sì… molto probabilmente aveva intenzione di venderla a quelle persone se, da come abbiamo potuto constatare, per molti era fonte di guadagno… - .

Sanzo si accese un’altra sigaretta.

GOIJO – Ehi, bonzo! Lasciamene almeno una! – esclamò, temendo per le sorti delle sue sigarette, che il biondo monaco gli aveva sottratto.

SANZO – Quindi pensi che siano ereditari? – chiese improvvisamente ad Hakkai, ignorando Goijo, ma dando voce anche ai suoi pensieri.

HAKKAI – Sinceramente, è l’unica possibilità che mi è venuta in mente, non avendo altre informazioni sul suo conto – disse, posando poi gli occhi sulla ragazza.

Goijo si voltò verso Goku, vedendo quest’ultimo tremare.

GOIJO – Che ti prende, scimmia? – gli chiese, constatando poi in seguito, vedendo la sua espressione, che l’amico stava tremando di rabbia.

HAKKAI – Goku… - .

GOKU – Non è giusto! – esclamò all’improvviso, attirando anche l’attenzione di Sanzo, che aveva lo sguardo perso verso l’orizzonte. – Mikay è stata costretta ad uccidere per non morire… Sarah è stata costretta a scappare e a nascondersi per non morire… - strinse di nuovo le mani a pugno. – Perché esistono persone che fanno del male alle altre? Perché?? – battè i pugni sullo schienale.

SANZO – Sono sempre esistite questo genere di persone… - gli rispose con aria di sufficienza, buttando fuori una boccata di fumo. – Ed esisteranno sempre - .

GOKU – Non è giusto… - ripetè, assumendo un’aria imbronciata.

GOIJO – Tante cose al mondo non sono giuste, scimmia! – esclamò, prendendo poi del tempo per pensare a qualcosa che potesse deviare di nuovo il discorso. Sorrise beffardo. – Prendi per esempio Sarah… ti sembra giusto che con un tipo sexy a disposizione come me, sia andata a baciare proprio quel brutto, insensibile e bigotto di un bonzo? - .

A Sanzo venne quasi un colpo, tanto che una boccata di fumo gli andò storta, cominciando a farlo tossire. Hakkai si portò una mano sul volto, un po’ per sottolineare la sfacciataggine dell’amico, un po’ per l’imbarazzo, un po’ per nascondere un sorriso divertito sfociato dalla scena a cui aveva appena assistito.

“Dannato… allora non mi sbagliavo…” pensò il bonzo, incapace di spiccicare parola.

GOKU – Ah! E a-adesso c-che c-centra? – balbettò, imbarazzato per l’amico e indeciso sulla reazione da dimostrare a quest’ultimo. Concluse che, sia nel caso in cui avesse dimostrato di saperlo, sia nel caso contrario, Sanzo li avrebbe comunque uccisi tutti, compreso Hakkai che sembrava non voler intervenire nella conversazione.

GOIJO – Come che centra?? Questo è un puro esempio d’ingiustizia! Ma ce lo vedi davvero il bonzo a fare il romantico o, ancor meno, il sexy? Povera fanciulla, che sorte che le è toccata! – concluse con una nota melodrammatica, per essere sicuro che il bonzo non avesse cambiato discorso.

HAKKAI – Goijo… - richiamò l’amico, non riuscendo comunque a trattenere una risata, che gli fuoriuscì strozzata.

Goku cominciò a pararsi la nuca, timoroso dell’incombente colpo d’harisen che di lì a poco, ne era sicuro, sarebbe piovuto sulla sua testa.

“Un momento…” pensò il bonzo. “Se questi altri due non sono sorpresi… vuol dire che…”. La venetta sulla sua fronte divenne di una dimensione spropositata, mentre Goijo aspettava impaziente una sua risposta, osservandolo a tratti dallo specchietto retrovisore.

SANZO – Come… - .

GOIJO – Non si dovrebbe lasciare la porta aperta quando si fanno certe cose, no no – fece, scuotendo la testa per le ultime due parole che pronunciò.

SANZO – Voi… farete… una… brutta… fine… - disse sull’orlo di una crisi di nervi e col volto in fiamme per l’imbarazzo, estraendo poi la shoreiju e puntandola contro la testa del mezzo demone.

SARAH – Mmmm… - si lamentò, per via del brusco movimento che aveva fatto il biondo. – Ma cos’è tutto questo baccano… - .

HAKKAI – Ma che tempismo perfetto! – osservò, sorridendo come suo solito.

-         Fermi stranieri! - .

Goijo frenò di scatto, facendo stridere i pneumatici sul terreno, alzando così un grosso quantitativo di polvere che non mancò di far tossire tutti.

GOIJO – Ma che diav… - provò a chiedere, ma un fucile gli venne puntato alla tempia, così come venne puntato alla testa degli altri, da altrettanti uomini.

Sarah provò ad alzarsi per avere una visuale migliore che le avrebbe permesso di capire meglio la situazione, ma il fucile che era puntato su Sanzo passò irrimediabilmente a puntare contro la sua nuca, scatenando la reazione del bonzo, che estrasse la shoreiju puntandola al viso dell’uomo mascherato.

-         Metti subito giù quell’arma! – urlò l’uomo mascherato, che teneva sotto tiro Sarah, al bonzo, guadagnandosi un’occhiata truce di quest’ultimo.

SANZO – Mettila giù tu, se non vuoi morire… - gli sibilò, caricando la shoreiju.

-         È lui! – urlò un ennesimo uomo sbucato dal nulla, che, a differenza degli altri, non era mascherato.

L’uomo che puntava il fucile verso Goijo alzò il suo sguardo verso il biondo monaco.

-         Non è possibile! – esclamò.

-         Stupido! – gli urlò l’ultimo arrivato. – Non vedi il chakra scarlatto che ha sulla fronte? Allontanate subito i fucili, scriteriati! – ordinò e gli altri eseguirono.

-         Venerabile Sanzo! – fece ancora lo stesso uomo, inginocchiandosi, allungando le mani sul terreno e abbassando il capo, imitato subito dopo dagli altri. – Quale onore! Gli dei hanno ascoltato le nostre preghiere! Vi stavamo aspettando… - .

Sarah spalancò gli occhi di fronte a quella scena, girandosi poi a rallentatore a guardare Sanzo.

SARAH – Venerabile? – chiese, cercando di capire come un termine simile potesse essere associato a quel ragazzo, venendo poi afferrata per i fianchi da Hakkai, che la tolse da braccio al monaco e le intimò, portandosi un indice davanti al naso, di tacere.

SANZO – Chi diavolo siete? – chiese senza alcuna titubanza, non mostrando, come al solito, nessun riguardo per quel trattamento che gli era stato rivolto.

-         Siete sicuro che si tratti di un Sanzo? – chiese l’uomo mascherato, che prima puntava il biondo, all’anziano che si era prostrato per primo per terra.

Goku e Goijo trattennero a stento una risata.

-         Taci, insolente! – fece alla guardia, alzando poi la testa, andando così ad incontrare con lo sguardo quello freddo del monaco. – Venerabile Sanzo, vi prego di seguirci - .

SANZO – Non hai forse sentito la mia domanda? – chiese irritato. – Chi siete? Perché ci avete fermati? - .

-         Vi prego di scusarci per l’accoglienza poco cordiale a cui siete stato sottoposto! Ma non credevamo sareste arrivato oggi… le profezie non sono mai chiare in termini di tempo! – si scusò l’anziano, rialzandosi in piedi. – Io sono Oyuma Sakeshi, capo della città Oyumaki - .

Goijo inarcò entrambe le sopracciglia, prendendo poi la cartina di cui si servivano per spostarsi.

HAKKAI – Non ricordo che sulla cartina sia indicata una località con questo nome… - disse pensieroso.

GOIJO – Confermo. Non c’è nessuna Oyumaki qui sopra. – rispose all’amico, continuando a cercare, con l’aiuto di Goku, il nome della città.

L’anziano rise.

OYUMA – Questo perché la nostra città non viene indicata da nessuna cartina… - .

SARAH – Perché? – chiese, aggrottando la fronte per la stranezza appena sentita.

OYUMA – È una lunga storia… - le rispose, assumendo poi un’espressione grave. – Nella quale centra la venuta del Venerabile Sanzo – gli s’illuminò di nuovo il volto, pronunciando quelle due ultime parole.

Sanzo lo guardò tra il seccato e il diffidente.

SANZO – Ci state facendo solo perdere tempo, non c’interessano le lunghe storie! Toglietevi dai piedi e fateci proseguire! – urlò innervosito, ma l’anziano s’inginocchiò di nuovo in terra.

OYUMA – Vi prego, Venerabile Sanzo! Concedeteci la vostra attenzione! La mia città è in pericolo! Una profezia ha narrato della vostra venuta per la sua liberazione! - .

GOKU – Liberazione da cosa? – chiese, prestando attenzione alla risposta dell’uomo.

OYUMA – Dagli spiriti maligni – rispose con solennità, andando a creare una strana atmosfera.

A Sarah venne la pelle d’oca.

Prima Mikay, ridotta a un corpo senza sangue, cuore e volontà, intenzionata a prenderle la testa.

Poi una città infestata dagli spiriti maligni. E quella nebbia poi… che dava un aspetto sinistro al tutto…

Si strinse tra le braccia, quasi come volesse darsi conforto da sola, non trovandosi più tra le forti braccia protettive di…

“Idiota!” disse a se stessa. “Ricordati di non costruire più castelli in aria!”. Mise il broncio, abbassando lo sguardo, sotto lo sguardo interrogativo di Hakkai che, vedendola tremare leggermente, le passò una giacca che avevano tutti nei momenti di emergenza, per coprirsi dal freddo.

SARAH – Grazie… - gli disse riconoscente, regalandogli un sorriso, che lui ricambiò subito.

OYUMA – Vi prego, Venerabile Sanzo… aiutate la mia gente! Liberate la mia città dagli spiriti immondi! – e detto questo s’inchinò di nuovo.

SARAH – Sanzo… -  fece, poggiando una mano sul braccio del ragazzo per attirare la sua attenzione. – Non farlo inginocchiare più… - gli chiese, intenerita dal gesto dell’anziano, ma il ragazzo non si scompose.

L’uomo continuò a stare a terra, in attesa di una risposta del biondo monaco.

SANZO – Muoviamoci… - disse, facendo sorprendere tutti gli ospiti dell’abitacolo.

GOIJO – Vuoi procedere? – gli chiese, non avendo capito le sue intenzioni.

OYUMA – Venerabile Sanzo… - .

SANZO – Vecchio – fece all’uomo. – Conducici alla tua città – disse, lasciando perplessa la ragazza.

OYUMA – Oh, Venerabile Sanzo! Certo, certo – si alzò, facendo un cenno con la testa agli uomini che erano con lui, che cominciarono ad allontanarsi lentamente. – Continuate su questa strada, vi troverete di fronte ad un grande portone in legno massiccio scuro. Noi vi precederemo, c’incontreremo lì davanti! – e detto questo scomparve nella nebbia, ormai fattasi più fitta, insieme agli uomini che erano con lui.

GOIJO – Che tipi! – esclamò, non appena quegli strani, a sua detta, uomini se n’erano andati, rimettendo poi in moto.

HAKKAI – Personaggi del tutto singolari, non c’è che dire - .

GOKU – Perché quei tizi indossavano delle maschere? - .

HAKKAI – Chissà, forse è tipico di qualche loro ordine militare… chi può dirlo - .

GOKU – E perché l’anziano signore non la indossava anche lui? - .

GOIJO – Forse perché è il capo, scimmia?

SARAH – ALT! Fermi un istante – esclamò, alzando le mani rivolgendone i palmi all’esterno, come a sottolineare al prima parola. Gli altri la guardarono interdetti. – Avete davvero accettato di andare in una città che non compare sulla cartina, immersa nella nebbia, popolata da tizi che spuntano dal nulla puntandovi contro dei fucili senza spiegazione, e che, a detta di uno di essi, è infestata da spiriti maligni??? – disse alzando il tono della voce, rendendolo sempre più acuto verso la fine.

SANZO - La prossima volta non suggerire nulla – replicò con la sua classica noncuranza.

SARAH – EH?? Io ti ho chiesto di non far inginocchiare quell’uomo, visto che era anziano… non di accettare la sua proposta!!! – rispose furente al bonzo.

HAKKAI – Non c’è nulla di cui preoccuparsi Sarah, quelle persone non emanavano energia negativa, neanche quando ci hanno puntato le armi contro, non erano davvero intenzionate a far fuoco… probabilmente avevano quei fucili con se più per difesa che per offesa… - cercò di tranquillizzarla.

Sarah parve pensarci un po’, ma il fatto di non riuscire a percepire le aure non l’aiutava, era il suo istinto che le diceva che qualcosa non andava.

SARAH – Io non mi fido – asserì infine, guadagnandosi un’occhiataccia dal bonzo.

SANZO – E in base a cosa, sentiamo? – le chiese con scherno.

SARAH – Al mio sesto senso! – gli rispose a tono, finendo poi successivamente quasi in braccio a Goku per via di un’improvvisa frenata da parte del mezzo demone.

GOKU – Stupido kappa! Questa è la seconda volta! – urlò contro il ragazzo dagli occhi rossi, per aver urtato la testa contro la carrozzeria di Hakuryù.

HAKKAI – Che ti prende, Goijo? – chiese preoccupato, non aspettandosi un comportamento del genere dall’amico.

GOIJO – Se Sarah non si fida… non mi fido neanch’io! – esclamò, guadagnandosi quattro occhiate cariche di curiosità.

SANZO – Un altro idiota… metti in moto, kappa! – gli ordinò, alzando la voce.

GOIJO – No! – rispose, alzando anch’egli di un tono la voce.

SANZO – Si può sapere perché? – chiese, con ormai la venetta nuovamente pulsante sulla fronte.

GOIJO – Perché Sarah ha parlato di sesto senso… e per esperienza so che le donne hanno un istinto infallibile! - .

Tanti goccioloni andarono a formarsi sulla testa di ognuno degli ascoltatori, compresa Sarah.

SARAH – Bene! – urlò dopo un po’ esultante. – Direi di metterla ai voti a questo punto, visto che non sono la sola! - .

SANZO – Scordatelo! – replicò, non tanto per l’effettiva necessità di raggiungere la città, di cui non gliene fregava nulla, quanto per non darla vinta alla ragazza. – Si prosegue! - .

SARAH – Questo lo dici tu, mio caro bonzo corrotto! – disse, facendo innervosire ancora di più il biondo. -  Hakkai! Goku! Dai… non rischiamo la pelle inutilmente… non ci diamo in pasto ai leoni! - .

GOKU – Non sarai un po’ esagerata? In fondo a me hanno dato solo l’impressione di essere in difficoltà… perché non dovremmo aiutarli, se possiamo? – ragionò.

SARAH – E se invece fossero loro degli spiriti maligni? E se volessero il sutra?? – insistette.

SANZO – Da quando ti interessa il sutra? – le chiese, sorvolando sull’assurdità degli spiriti maligni.

SARAH – Da quando ho deciso di non voler mettere piede in quella città! – gli rispose, andando poi a rannicchiarsi vicino al demone gentile per non beccare in pieno l’harisen che aveva tirato fuori dal nulla il bonzo.

HAKKAI – Io direi – disse sorridendo come suo solito, tenendo le mani in alto per impedire all’harisen di assestare il colpo sulla ragazza. – Di proseguire e raggiungere la città, così come ci siamo impegnati di fare - .

SARAH – Ma come, Hakkai??? – gli chiese sconvolta, scostandosi da lui quasi come se avesse avuto una malattia infettiva.

HAKKAI – Pur volendo cambiare meta, non potremmo – cominciò a spiegare. – La nebbia è fitta e la visibilità scarsa, per non parlare del cielo, che preannuncia un temporale.. pertanto sconsiglierei di addentrarci altrove con queste condizioni atmosferiche – indicò il cielo nero denso di nuvole. – Potremmo approfittare, piuttosto, dell’ospitalità di questa gente. Fermarci non ci costerà che qualche perdita di tempo in più, ma almeno un caldo pasto ed un letto comodo saranno assicurati. - .

GOKU – Cibo… - disse, cominciando a immaginarsi enormi tavole imbandite di pietanze di ogni tipo.

GOIJO – Donne… - cominciò ad immaginare alla parola “letto”.

HAKKAI – E – continuò, volendo rispondere al quesito che sicuramente frullava nella testa della ragazza – nel caso in cui ci fossero degli spiriti maligni che danno fastidio… il sutra di Sanzo si occuperà di liberarcene! – sorrise come suo solito.

Sarah sospirò sconsolata, il ragionamento di Hakkai non faceva una piega.

Goijo rimise in moto e ricominciarono a muoversi, anche se più lentamente per via della nebbia che non voleva saperne di diradarsi.

SARAH – Se ci succederà qualcosa – disse, puntando il petto del bonzo con un dito, come a sottolineare di avercela con lui. – Ci avrai sulla coscienza! – concluse, sbuffando e incrociando le braccia.

SANZO – Era meglio quando eri sanguinante e priva di sensi… almeno non parlavi! - .

GOIJO – Ah! L’amore… - disse improvvisamente, facendo gonfiare più del necessario la solita vena di Sanzo e facendo spalancare gli occhi a Sarah, incredula. – Dopo quel bel bacio che vi siete dati – continuò, mentre la sagoma di quello che sembrava essere a prima vista un portone si delineava man mano che si avvicinavano di più. – Non dovreste essere così ostili! – concluse, sorridendo beffardo.

La ragazza ripensò a tutto quello che era accaduto… a tutte le cose che si erano detti lei e il bonzo.

Chiuse gli occhi, quando si fermarono davanti al portone indicato dall’anziano.

GOIJO – Dico bene principessa? – chiese, voltandosi verso di lei per vedere meglio la sua reazione, visto che precedentemente aveva messo in imbarazzo il bonzo.

Il viso di Sarah assunse un tono sarcastico.

SARAH – Amore? Di che parli? – fece al mezzo demone, che rimase basito di fronte alla reazione scostante della ragazza, così come Hakkai, che lanciò un’occhiataccia all’amico, ripromettendosi di tagliargli la lingua. – Un bacio non è nient’altro che un bacio – continuò, alzandosi dal sedile. - Non è detto che dietro ogni cosa debba esserci per forza un significato – concluse scendendo poi dalla jeep con un balzo, lasciando di stucco tutti, compreso il bonzo che, a differenza degli altri, non lo diede a vedere, nascondendo un’agitazione che gli sconvolse l’animo, stringendoglielo in una morsa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** "Desideri pilotati" ***


OYUMA – Benvenuti

Uhuhuhu! ß risata tipica da donnina sofisticata con tanto di mano davanti alla bocca XD Come mi sono divertita a scrivere questo capitolo ^  ^ Più vado avanti e più i personaggi mi sfuggono dalle mani… io dico loro di fare una cosa e loro ne fanno un’altra, quindi non mi assumo responsabilità XD

Comunque u__ù passiamo alle recensioni:

-         Lav92: Beh… povero Sanzo fino ad un certo punto… direi che se l’è meritato, no? Ormai Goijo e Sarah si sono alleati XD Se ti piace come cosa in questo capitolo ti divertirai ancora di più ^  ^ Piacere di leggere sempre un tuo commento XD;

-         Mon-chan: Già, sei stata l’unica ad aver scoperto la vera protagonista di questa storia, la vena di Sanzo u__ù Prima o poi gli verrà un’embolia O___O Grande Sarah, eh? No, non mi farò distrarre dall’altra ff su Saint Seiya, tranquilla XD;

-         Nemeryal: Sarah è una povera incompresa u__ù Bah… fammi sapere se la brutta sensazione che avevi in proposito a questo capitolo era fondata! Grazie mille per considerare belli i miei capitoli ç___ç ;

-         WhiteLie: Goijo è Goijo XD Non poteva non sgamarli e metterli in imbarazzo XD Anche se… vabbè, non aggiungo nient’altro, troverai tutto nel capitolo che segue u__ù che spero ti piacerà XD;

-         YamaMaxwell: Dici che questo posto non promette nulla di buono? Già ti vedo a contestare la decisione di Sanzo spalleggiando Sarah XD Contestazione saggia <__< Alla prossima, sensei! XD.

Ringrazio inoltre tutti quelli che leggono in silenzio!

Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento u__ù, a presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Desideri pilotati”

 

 

 

 

OYUMA – Benvenuti! – esclamò, non appena furono scesi tutti dalla jeep e quest’ultima si fu ritrasformata in draghetto.

L’enorme portone di legno si spalancò, mostrando una folla curiosa radunata all’ingresso.

OYUMA – DATE TUTTI IL BENVENUTO AL VENERABILE GENJO SANZO OSHI! – urlò l’uomo, ottenendo, in risposta, un inchino da parte di tutti i presenti all’ingresso, che urlarono all’unisono “Benvenuto Venerabile Sanzo!”.

Sarah sghignazzò notando la faccia infastidita del biondo ragazzo.

GOIJO – Noi invece siamo invisibili a quanto vedo… - borbottò a bassa voce, infastidito dal fatto di non essere preso in considerazione.

OYUMA – E date il benvenuto anche ai suoi compagni di viaggio! – aggiunse, senza però aver sentito il mezzo demone.

HAKKAI – Visto? – fece all’amico dai capelli rossi, sorridendo nel suo classico modo.

SANZO – Non sono miei compagni… - disse improvvisamente, destando la curiosità di tutti i presenti. – Sono i miei servi – concluse secco, scatenando l’ira di Goijo e Goku, che cercarono di afferrarlo per il collo, venendo poi trattenuti in tempo dal demone gentile.

SARAH – Questa è buona… - disse ridendo appena, sollevando da terra il suo zaino, precedentemente poggiatovi, e avviandosi verso un punto a caso della città.

GOKU – Dove vai, Sarah? – chiese alla ragazza, avendo a disposizione solo le sue spalle.

SARAH – A cercare una locanda – asserì piatta, continuando a dar loro le spalle.

GOKU – Ma… potremmo cercarla insieme! – provò a proporre, sorpreso dallo strano comportamento della ragazza.

SARAH – Non sentirti obbligato a seguirmi, Goku. Non saprò difendermi da assassini e psicopatici che sbucano dal nulla per prendere la mia testa, ma una locanda la so cercare – gli rispose fredda, facendo rimanere di sasso il ragazzino, che non seppe più cosa dire.

GOKU – Ma… - provò ad aggiungere, sentendo poi poggiarsi su una spalla una mano di Hakkai, intenzionato a chiedergli di lasciar stare, mentre le spalle della ragazza si facevano sempre più lontane.

OYUMA – Vogliate seguirmi – invitò il gruppo, incurante dell’allontanamento della ragazza. – In occasione del vostro arrivo è stato preparato un banchetto, di cui sarete gli ospiti d’onore! Prego, da questa parte!  - fece l’uomo, accompagnando il tutto con un gesto delle mani a lasciar intendere la strada, attraversando poi la folla che si era divisa in due file.

Sanzo imprecò mentalmente. Aveva sempre detestato tutte quelle attenzioni, in più quello non era il momento adatto…

Guardò sottecchi Sarah scomparire in una delle strade della città.

GOKU – Si mangia! – urlò esultante, dando ascolto al demone gentile riguardo la ragazza e andando a raggiungere il bonzo poco più avanti che non accennava a muoversi. – Andiamo, Sanzo? – gli chiese, pur sapendo cosa probabilmente gli frullava in testa. Il biondo non rispose, limitandosi a muovere i passi verso la direzione indicata dal capo città.

HAKKAI – Tu non vieni, Goijo? – chiese all’amico, vedendolo allontanarsi.

GOIJO – Nah! – esclamò superficialmente. – Non m’interessa partecipare ad un banchetto organizzato in onore del Venerabile Idiota. La notte è giovane, vado a caccia! – concluse, sorridendo beffardo, continuando ad allontanarsi.

HAKKAI – Capisco… - disse, non aggiungendo nient’altro, sorridendo per il gesto dell’amico. – Ci vediamo più tardi, allora. - .

In risposta Goijo alzò una mano in segno di saluto, mentre percorreva la strada fatta dalla ragazza.

 

Sarah continuò a vagare senza meta per la città, oltrepassando diverse locande, senza mai fermarsi.

A testa bassa, l’andatura lenta, le mani nelle tasche dei pantaloni, la mente che vagava senza sosta.

Ormai era stufa anche di ripetersi di essere stupida. Quella era una cosa accertata, altrimenti in quel momento i suoi pensieri non sarebbero stati rivolti al bonzo.

Si sentiva… patetica. La sua intera vita, pensò, era stata patetica.

Nata non si sapeva di preciso in quale giorno, ne da chi, ne dove, era riuscita a sopravvivere solamente grazie a qualcuno che, avuta pietà di lei, aveva deciso di crescerla.

Poi questo qualcuno era morto, per colpa sua, e lei era stata costretta a cavarsela contando solo sulle sue forze, scampando a gente che voleva farle del male solo per entrare in possesso di poteri che lei avrebbe fatto volentieri a meno di possedere.

Non si era mai innamorata. Non ne aveva mai avuto il tempo, impegnata a scappare continuamente da un posto all’altro per salvarsi la pelle, e ne tantomeno se ne era mai concessa la possibilità, avendo imparato a non fidarsi di nessuno.

Poi era stata ad un passo dal sposarsi, con un uomo che non amava e che mirava a sfruttarla e che non aveva perso tempo a mandarle contro dei serial killer.

Infine aveva incontrato quel gruppo…

Sulla jeep non aveva delirato. Era veramente convinta che essersi unita a loro era stata la più grande sciocchezza che avesse mai potuto commettere, perché quelle persone avevano dato una luce nuova alla sua vita, una luce alla quale non era abituata, dal momento che aveva condotto la sua esistenza sempre e solo nelle tenebre… eccezion fatta per quei tre demoni che un tempo erano stati suoi amici… e che si erano allontanati, senza tanti complimenti, da lei, lasciandola sola.

Era questo quello di cui aveva paura. Restare di nuovo sola… soprattutto da quando si era affezionata a quello strano e vispo gruppo di persone… innamorandosi addirittura di uno di loro…

Non sarebbe passato molto tempo che anche loro si sarebbero stufati di lei, ne era sicura. O l’avrebbero lasciata, così come aveva immaginato quando era a bordo della jeep, da qualche parte durante il viaggio, oppure l’avrebbero venduta a qualche sicario che bramava la sua testa.

Arrivò di fronte ad un bar e senza pensarci due volte, vi entrò dentro.

 

OYUMA – E questo è quanto – si rivolse a Sanzo, concludendo la sua spiegazione sulla città.

HAKKAI – Quindi questi spiriti si manifesterebbero solo di notte… procurando danni e tenendo la città continuamente isolata dal resto del mondo a causa della nebbia… e come fate a procurarvi i mezzi necessari per il sostentamento? -.

OYUMA – Ci siamo dovuti adattare – rispose con espressione grave, indicando i campi di grano che s’intravedevano attraverso le finestre della locanda in cui avevano cenato. – Ma è ovvio che non sempre siamo riusciti a produrre un quantitativo di cibo sufficiente per far fronte all’effettiva necessità di tutti gli abitanti… - concluse, volgendo lo sguardo sui piatti ormai vuoti in cui era stata servita una misera cena.

GOKU – È per questo che la città non è indicata sulle cartine? Perché in teoria non è conosciuta da nessuno? - .

OYUMA – No! Al contrario! Oyumaki è molto conosciuta… e per questo viene evitata – rispose, attirando ancora di più l’attenzione dei tre ospiti. – Ci sono stati degli esploratori che sono riusciti ad avvicinarsi… arrivando al portone d’ingresso… ma nessuno di loro è sopravvissuto per raccontarlo - .

HAKKAI – In che senso? Cos’è accaduto? -.

OYUMA – Sono impazziti… e hanno cominciato ad uccidersi a vicenda… delle leggende raccontano che gli spiriti delle persone seppellite in questo grande cimitero, incapaci di accettare la loro morte, abbiano deciso di vagare nella città e di tormentarne la popolazione… talvolta arrivando a possedere qualcuno - .

GOKU – Certo che costruire una città su un cimitero… - disse appena Goku ricordandosi della storia appena ascoltata, mentre un brivido gli percorse la schiena.

SANZO – Tsk! - esclamò allora, stufo di sentir parlare di fantasmi, alzandosi poi dalla sedia e avviandosi verso l’uscita della locanda.

GOKU – Sanzo! – chiamò l’amico, non riuscendo a spiegarsi la sua reazione.

SANZO – Troviamo in fretta una locanda, si è fatto tardi – asserì, uscendo definitivamente, senza degnare di uno sguardo coloro che erano ancora seduti a tavola.

A quel punto anche Hakkai e Goku si alzarono, avviandosi verso la porta.

HAKKAI – La ringraziamo per la cena e l’ospitalità! – disse al vecchio capo città, sorridendo come suo solito e raggiungendo successivamente Sanzo.

GOKU – Grazie, buona notte! – urlò prima di allontanarsi anche lui.

OYUMA – Venerabile Sanzo – chiamò il bonzo, incurante dei saluti dei due suoi compagni. – Cosa farà? Ci aiuterà? - .

SANZO – Se questi cosiddetti “spiriti” – disse, calcando l’ultima parola con scherno – verranno a darci fastidio, sicuramente non ci faremo trovare impreparati… anzi, - continuò, voltandosi verso l’anziano, fulminandolo con lo sguardo. – prima di provare a fare qualsiasi cosa, sarebbe meglio se sapessero con chi hanno a che fare - . E detto questo imboccò la strada principale precedentemente percorsa da Sarah, nella quale scomparve poco dopo, seguito dal demone gentile e dall’eretico.

Quando furono ormai lontani, sul viso del vecchio Oyuma si dipinse un ghigno sadico.

 

SARAH – Un’altra! – ordinò al barista, agitando in aria una bottiglia, ormai vuota, che precedentemente aveva contenuto del sakè. Dall’altro lato del bancone, l’uomo in questione la guardò sottecchi, valutando l’idea di assecondarla o meno, dal momento che era piuttosto alticcia.

Goijo entrò nello stesso bar proprio in quel momento, fermandosi sulla soglia, incapace di credere che quella ragazza seduta scompostamente sull’alto sgabello al bancone fosse Sarah.

Lanciò la cicca fuori dal locale e, fatto un bel respiro, entrò, andando a sedersi poi accanto alla ragazza.

SARAH – Ho detto un’altra!!! – urlò, battendo forte la bottiglia sul bancone, attirando l’attenzione di almeno metà dei clienti che occupavano il bar.

Goijo rimase interdetto, accostando con cautela il suo sgabello a quello della ragazza, che non si era ancora accorta di lui.

GOIJO – Che si festeggia? – chiese col suo solito fare scherzoso, per rompere il ghiaccio, non sapendo come rapportarsi in quel momento con lei. Fu a quel punto che Sarah si accorse di lui, voltando il viso verso il ragazzo e sbuffando non appena le fu chiaro di aver a che fare con una delle quattro persone che si era prefissata di non incontrare più.

SARAH – UN’ALTRA! SEI SORDO O COSA??? – sbraitò verso il barista che, preso alla sprovvista, si fece scappare di mano un bicchiere che stava asciugando, che andò a frantumarsi poco dopo nel lavello.

Proprio mentre il barista stava per risponderle a tono, Goijo intervenne, chiedendogli, a differenza della ragazza, cortesemente di portare un’altra bottiglia di sakè, poi si rivolse di nuovo a lei.

GOIJO – Che succede, principessa? – chiese, addolcendo il tono della voce, mentre si versava del sakè nel bicchiere, ma Sarah stette in silenzio, senza minimamente accennare a volergli rispondere, versandosi, invece, dell’altro sakè nel bicchiere, riempiendolo fino all’orlo e tracannandolo subito dopo, sotto lo sguardo sbigottito del ragazzo.

GOIJO – Sarah… -.

SARAH – Cosa vuoi, Goijo? – gli chiese, in modo freddo e diretto, senza guardarlo. – Perché sei qui? - .

GOIJO – Potrei fare la stessa domanda a te… - le rispose, rimanendo nuovamente interdetto quando la vide scendere dallo sgabello, dopo aver lasciato dei soldi sul bancone, e avviarsi verso l’uscita, barcollando leggermente. La imitò e, dopo aver lasciato anche la sua quota al barista, corse fuori, scorgendola appena in un vicolo vicino, intenta a vomitare.

GOIJO – Ehi... – le disse, provando successivamente ad aiutarla a sostenersi, vedendola instabile, ma le sue mani furono schiaffeggiata da una di quelle della ragazza. – Principessa… - .

SARAH – Vattene! – urlò, senza voltarsi a guardarlo, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

Goijo restò per l’ennesima volta di sasso. La vista di una donna in lacrime era sempre stata capace di rattristarlo, facendolo sentire impotente… e non riusciva a capire il motivo per cui la sua amica in quel momento si stesse comportando così.

Ripercorse con la mente gli ultimi avvenimenti… fino a che non ricordò dell’ultima conversazione che l’aveva vista coinvolta. Strinse i pugni. Aveva capito.

La vide fare due passi per poi cadere a terra, quasi in ginocchio, mantenendosi la testa con entrambe le mani. Le corse subito incontro, portandosi poi alla sua altezza per aver ben chiaro lo stato in cui era. Provò a rialzarla, approfittando del fatto che avesse momentaneamente gli occhi chiusi, ma Sarah s’impose con l’ultimo briciolo di forza che le era rimasto.

SARAH – Va via Goijo… ti prego… - pronunciò infine, scoppiando a piangere e piegandosi su se stessa per tentar di trattenere i singhiozzi.

GOIJO – E lasciarti qui in queste condizioni? Scordatelo - . La sollevò lentamente da terra, abbracciandola poi delicatamente, portandole un braccio ad avvolgerle la vita ed una mano sulla testa. A quel punto Sarah si lasciò andare… lo abbracciò a sua volta, continuando ad esplodere in singhiozzi contro il suo petto. Rimasero in quella posizione per un po’, incuranti della gente che, passando, li osservava incuriositi.

Goijo sentì alcune ragazze bisbigliare tra di loro, dovendo subire passivamente varie ipotesi che lo ritraevano come il lupo cattivo della situazione, “che aveva fatto piangere la povera ragazza”.

Rise dentro di se e si staccò delicatamente da Sarah quando questa si fu calmata un po’.

GOIJO – Va meglio? – le chiese, asciugandole col dorso delle dita le ultime lacrime che erano sfuggite agli occhi della ragazza.

SARAH – Mi dispiace… - disse mortificata, abbassando lo sguardo. – Non ce l’ho con te… - .

GOIJO – Centra forse un burbero biondo egocentrico fissato con proiettili e ventagli giganti? – le chiese sarcasticamente, intenzionato a farla, perlomeno, sorridere un po’, ma si maledì subito per essere stato ancora una volta così diretto quando la rivide piangere.

Sarah, con somma sorpresa del ragazzo, annuì, tenendo la testa bassa e prendendo ad abbracciarsi con le sue stesse braccia.

GOIJO – Ah… kami – disse improvvisamente, prendendo a massaggiarsi la testa, non sapendo come confortarla. – Lo dico io, che certa gente non è portata per certe cose… - concluse, riferendosi al bonzo. – Principessa, sulla jeep non intendevo ferirti… - disse ancora, portando la ragazza a guardarlo con uno sguardo colpevole, facendogli intendere che non era quello il punto. – Volevo vedere la reazione del bonzo… - la precedette – è insolito vederlo innamorato… - riuscì a dire, andando a segno, avendo in risposta uno sguardo concentrato da parte della ragazza, che cominciò a soppesare bene l’ultima parola pronunciata dal mezzo demone.

Poi si fece seria, abbassando lo sguardo e assumendo un’espressione sarcastica.

SARAH – Innamorato… - disse con sufficienza, piegando le labbra in un sorriso cinico. – Credo che tu ti stia sbagliando, Goijo… - aggiunse, asciugandosi velocemente gli occhi con le mani e alzandosi, appoggiandosi poi al muro dietro di se perché presa da un capogiro.

GOIJO – Sarà… - disse, estraendo poi una sigaretta dal pacchetto che aveva nelle tasche dei pantaloni e portandosela alla bocca, riacquistando il suo solito comportamento non appena avvertì l’atmosfera farsi più leggera. – Comunque ti ha baciata… -.

SARAH – E con questo? – gli chiese, ricordandosi ancora una volta la frase fredda che le aveva rivolto il bonzo quella mattina.

GOIJO – Bah… - rispose vago, sorridendo poi in modo sornione. – È difficile riuscire ad ottenere delle reazioni dal Venerabile… se riesci ad ottenere anche una sola volta le sue attenzioni, significa che non gli sei così indifferente come vuole farti credere… -.

Sarah soppesò ancora una volta le sue parole, stampandosele bene in mente e ringraziando chiunque avesse deciso di mandare Goijo da lei in quel momento. Non si erano detti nulla in particolare, lei non si era sfogata… aveva capito tutto da solo e l’aveva tirata su con la sua semplicità… che quella fosse una sua dote tipica, che avrebbe inoltre spiegato il perché avesse così successo con le donne, o che fosse solo una reazione dettata dal momento per tirarla su di morale… gliene fu comunque grata e gli regalò un sorriso.

GOIJO – Nh? - .

SARAH – Grazie… -.

GOIJO – Di niente, principessa – le rispose, senza abbandonare la sua espressione sorniona, scompigliandole poi i capelli lunghi con una mano, sotto le risate di lei.

GOKU – Eccovi, finalmente! Dove vi eravate cacciati? – chiese ai due, correndo verso di loro.

Goijo lanciò una breve occhiata al demone gentile, che ricambiò lo sguardo facendogli intendere che ne avrebbero parlato dopo, per poi soffermarsi un po’ in più sul bonzo, che aveva la solita espressione altezzosa.

GOIJO – Di che t’impicci, scimmia! – esclamò, afferrando il collo del giovane eretico per poi assestargli un leggero pugno sulla testa, sotto le proteste di lui.

GOKU – Il solito scarafaggio, ti ho fatto solo una domanda! – protestò, tentando di liberarsi dalla sua presa.

GOIJO – Non ti hanno insegnato che non si fanno domande del genere perché la risposta potrebbe contenere argomenti non trattabili al di sotto dei quattordici anni? – replicò, facendo arrossire Sarah, strizzandole poi un occhio per chiederle complicità e per rendere agli altri il tutto più credibile.

Sanzo sussultò appena, maledicendosi subito dopo… che idiozie! Il kappa stava sicuramente bluffando… allora perché il dubbio si era insinuato così prepotentemente in lui, facendolo ingelosire? Mancò poco che non si ferisse a sangue stringendo i pugni quando vide il mezzo demone avvolgere le spalle della ragazza con un braccio per avviarsi poi sulla strada.

GOIJO – Andiamo a cercare una locanda! – esclamò, lasciando intendere la malizia nella frase, facendo così gonfiare ancora di più la venetta del monaco.

Goku rimase senza parole, vedendo Sarah non protestare all’atteggiamento di Goijo.

Hakkai fece vagare il suo sguardo tra i due amici che li stavano precedendo e il bonzo che era al suo fianco, notando il volto impassibile di quest’ultimo mutare, lasciando trasparire un leggero turbamento, prima d’incamminarsi anche lui con fare indifferente lungo la strada alla ricerca di una locanda.

 

Non camminarono molto che ne trovarono una con cinque stanze singole libere, dentro le quali scomparvero poco dopo per sistemare i loro bagagli.

Buttato il suo zaino ai piedi del letto, Goijo afferrò il pacchetto di sigarette e uscì, deciso a fumarsene una fuori dalla locanda, all’esterno della quale trovò il bonzo. Si preparò a qualsiasi evenienza.

GOIJO – Bella serata, eh? – chiese con fare indifferente al monaco biondo, che si girò di scatto, fulminandolo con lo sguardo per poi afferrarlo per il colletto della maglia con una tale violenza da farlo sbattere contro la struttura esterna della locanda.

Il mezzo demone non si scompose, era un gesto che s’aspettava… e che non faceva che confermare ciò che aveva detto a Sarah poche ore prima.

GOIJO – Che c’è? – gli chiese provocatorio, avvertendo la mano del bonzo che gli stringeva la maglia far più salda la presa.

SANZO – Apri bene le orecchie… - scandì parola per parola in un sibilo. – Tieni lontane le tue zampe da lei… - .

Goijo rise, guardandolo con scherno per essere ancora più provocatorio.

GOIJO – Da quando t’interessi del mio passatempo? – gli chiese, scrollandoselo poi di dosso con violenza, continuando ad avere un’espressione sarcastica stampata sul viso. Volevo portarlo al limite come aveva fatto sulla jeep, solo che questa volta mirava a fargli ammettere ciò che Sanzo non aveva il coraggio di ammettere neanche a se stesso.

Vide il bonzo stringere convulsamente i pugni, pronto a colpirlo, ma lui continuò imperterrito, senza lasciargli il tempo per replicare.

GOIJO – Non capisco, che t’importa? - .

Il sangue di Sanzo cominciò a ribollire ferocemente nelle vene del bonzo.

SANZO – Mi stai prendendo per il culo?! – gli chiese rabbiosamente, mentre i suoi pensieri cominciavano a formulare l’ipotesi di ricorrere direttamente alla shoreiju.

GOIJO – Sei tu che stai prendendo per il culo… te e lei – gli rispose tranquillamente, facendo sussultare il biondo, lanciando la cicca a terra e prendendone un’altra dal pacchetto.

“Ovvio…” pensò Sanzo, riflettendo sull’ultima frase del mezzo demone ed analizzando a mente lucida tutta la conversazione. Lo stava mettendo alla prova. E lui ci era cascato in pieno.

Si maledisse, optando, questa volta, di usare la shoreiju contro se stesso per l’idiota che era stato.

Rilassò i muscoli, smettendo di stringere convulsamente i pugni, riacquistando la sua solita postura impassibile, anche se sapeva che non sarebbe servito a nulla dal momento che Goijo l’aveva ribaltato come un calzino.

Passarono alcuni minuti in silenzio, durante i quali anche Sanzo si accese una sigaretta, mettendosela a fumare lentamente.

GOIJO – Cos’hai intenzione di fare? Continuare a fare l’indifferente nonostante tutto? – gli chiese dopo che ebbe finito anche quell’altra sigaretta.

Sanzo non gli rispose, continuando, impassibile, ad aspirare boccate di fumo.

GOIJO – Allora? – gli chiese ancora, innervosito dal suo comportamento.

SANZO – Non sono affari che ti riguardano – rispose infine, freddo e diretto come al solito, facendo ingoiare la lingua al mezzo demone, che cominciò a maledirsi per non avergli spaccato direttamente la faccia, senza dargli l’opportunità d riflettere.

“Non erano affari che lo riguardavano”… che avrebbe dato, in quel momento, per far vedere a quel bonzo menefreghista l’effetto che aveva avuto il suo comportamento su Sarah.

GOIJO – Tsk… và al diavolo – disse infine, voltandosi e scomparendo velocemente all’interno della locanda per non rispondere ai suoi bassi istinti che gli stavano gridando di massacrarlo di botte.

Calò un silenzio innaturale in quel momento, perfino il vento sembrava essere muto quando soffiava.

Sanzo lanciò la sigaretta ormai consumata a terra, spegnendola poi con un piede, e chiuse gli occhi per cercare di tenere a freno i pensieri che gli stavano perforando la testa.

Non aveva senso. Tutto quello che stava accadendo non aveva senso.

Ricordò ancora una volta a se stesso chi era… il fardello che portava sulle spalle e la promessa che aveva fatto quando era venuta a mancare l’unica persona che avesse amato e che lo avesse davvero amato... ma, in quel momento, quell’insegnamento gli sembrò vuoto…

Non avere nulla… una frase così insignificante…

GOKU – Sanzo… - .

La voce del ragazzo dagli occhi dorati lo fece sobbalzare, facendolo voltare di scatto verso l’ingresso della locanda, da dove Goku lo aveva chiamato.

GOKU – Non volevo spaventarti, scusami – disse al monaco, prendendo poi ad avvicinarsi a lui, raggiungendolo subito. – Va tutto bene? - .

Sanzo sobbalzò di nuovo, questa volta, però, riuscendo a nascondere la sorpresa.

GOKU – Io e Hakkai abbiamo sentito te e Goijo parlare… animatamente… siamo usciti nel corridoio per venire a controllare che tutto fosse a posto e abbiamo visto Goijo salire come una furia le scale e chiudersi nella sua stanza sbattendo la porta… avete litigato? - .

Sanzo si accese con stizza un’altra sigaretta. Un altro che non si impicciava dei fatti suoi.

Goku abbassò la testa, quasi come fosse riuscito a sentire i pensieri di Sanzo, e stette in silenzio, meditando sulle parole giuste da dirgli in quel momento.

GOKU – È così terribile? -.

Sanzo si voltò a guardarlo, curioso di sapere in quel momento a cosa si stesse riferendo.

GOKU – Essere innamorati… - .

“E son tre!” pensò il bonzo, passandosi una mano sul volto. Avrebbe potuto finirla lì sbattendogli violentemente in testa l’harisen per zittirlo come al solito... ma sapeva che non avrebbe potuto fare nulla per zittire la vocina dentro di sé che gli diceva la stessa cosa insistentemente.

GOKU – Ho visto come la guardavi quando eravamo sulla jeep… - sorrise – Sai… non ti ho mai visto… così rilassato… - .

Sanzo non ce la faceva nemmeno a rispondergli. Era l’ennesima persona che aveva ragione.

GOKU – Non devi avere paura! Già so a cosa stai pensando… - .

Il monaco biondo si voltò lentamente a guardarlo, inarcando un sopracciglio per sottolineare lo scetticismo che provava in quel momento.

SANZO – Ovvero? - .

Goku abbassò nuovamente la testa. Non sapeva come spiegarsi… o meglio, lo sapeva, ma farlo avrebbe significato mettere in gioco anche se stesso.

GOKU – Per quanto tu possa pensare di non poterti legare a nessuno… - cominciò a dire, continuando a tener il volto basso. – Ah! – esclamò poi improvvisamente, afferrandosi la testa tra le mani. – È più difficile di quanto credessi! Sono un disastro… - disse infine, sotto lo sguardo sbigottito del bonzo, che era rimasto spiazzato da quel cambio repentino di reazioni, pur conoscendo il giovane eretico da tempo ormai.

GOKU – Devi darti una possibilità, Sanzo! – esclamò poi con sicurezza, volgendo al bonzo uno sguardo altrettanto sicuro e deciso. – Devi smetterla di fare l’indifferente! Ormai non la beve più nessuno! Và da lei e dille che l’ami! – disse, urlando quasi l’ultima frase, scatenando, questa volta, le reazione-harisen del bonzo, che lo colpì in testa, imbarazzato.

SANZO – Non c’è bisogno di urlare, baka saru! – esclamò, con la venetta che gli si gonfiava sulla fronte.

Dopo aver subito il colpo, che lo aveva fatto cadere a terra, Goku si rialzò, massaggiandosi la testa, pensando di aver effettivamente esagerato.

GOKU – Lo farai? – gli chiese poi con cautela, aspettando prima che il bonzo avesse rinfoderato il ventaglio.

SANZO – Tsk! – esclamò solamente, prima di scomparire all’interno della locanda.

 

Sarah rigirò per l’ennesima volta il cuscino, al quale attribuiva la colpa per non riuscire a dormire… pur sapendo che non era quello il motivo.

Era stata una giornata intensa… avrebbe potuto perlomeno non ubriacarsi, almeno a quell’ora non avrebbe lo stomaco sotto sopra e un mal di testa perforante!

Si alzò, disfandosi delle lenzuola con un movimento fulmineo delle gambe, mettendosi poi a rovistare nella valigia alla ricerca di qualche aspirina che potesse aiutarla a placare qualche fastidio.

Rinunciò, quando si fu ricordata di non aver mangiato niente.

SARAH – Uff… - disse sospirando, afferrandosi poi la testa tra le mani, portandosi continuamente delle ciocche di capelli castani che le ricadevano davanti agli occhi dietro le orecchie per la posizione in cui si trovava.

Cominciò a preoccuparsi seriamente quando avvertì una forte fitta alla testa, che attribuì, inconsciamente, alla sbronza.

 

-         Bene… ottimo direi… proprio quella che mi serviva… -.

Una risata si sparse all’interno di una stanza, illuminata solo dalla luce di una sfera attraverso la quale una losca figura stava osservando una scena, divertito.

 

Lanciò il pacchetto di sigarette sul tavolo posto sotto alla finestra della sua stanza, chiudendosi poi con un colpo secco la porta alle spalle e si diresse verso il letto.

Si stese, senza preoccuparsi di spostare le lenzuola e si mise a guardare il soffitto, come se potesse dargli una risposta, poi voltò lo sguardo di lato, portandolo sulla tunica sporca di sangue che era poggiata sulla sedia. Il sutra piegato sul tavolo, sotto al suo sguardo vigile.

Si girò su un lato, dando le spalle al muro con cui confinava il letto, portandosi una mano tra la folta chioma bionda, chiudendo gli occhi per cercare di addormentarsi, quando sentì distintamente aprirsi la porta. Scattò, afferrando la shoreiju che aveva riposto sotto al cuscino e mettendosi seduto sul letto, con la mano armata rivolta verso la porta.

Spalancò gli occhi sorpreso quando capì di chi si trattava.

SANZO – Non si usa bussare? – chiese alla ragazza, ormai entrata nella sua camera.

Sarah, ancora voltata verso di lui, si chiuse la porta alle spalle, facendo girare la chiave nella serratura lentamente, provocando nel bonzo ancora più sorpresa e… immaginazione.

Che stava facendo? Perché era lì?

La vide avvicinarsi lentamente al suo letto senza dire una parola, i suoi movimenti fluidi apparivano quasi ipnotici ai suoi occhi, tanto che decise di rimettere la sicura alla shoreiju, convinto che non gli servisse.

Tese tutti i nervi quando la vide salire sul suo letto, gattonare verso di lui sensualmente, arrivando ad avere il suo viso a pochi centimetri dal suo volto.

Lasciò cadere la shoreiju dal letto, incurante di tutto ciò che lo circondava in quel momento, i suoi occhi viola puntati in quelli verdi di lei, il cuore che batteva all’impazzata.

SANZO – Cos… - .

SARAH – Ti voglio – sussurrò appena, prima di catturare la bocca del ragazzo con avidità, sentendo poco dopo la mano di lui affondare tra i suoi capelli e rispondere al bacio.

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** "Il burattinaio" ***


Sbuffò rumorosamente quando sentì bussare alla porta

Hola ^__^ Santo cielo che faticaccia questo capitolo… e non ne sono nemmeno tanto soddisfatta ç__ç Vabbè, poi mi direte voi se sono scaduta  >__< Volevo scusarmi per il ritardo, ma mi sto cimentando in un’altra fan fiction altrettanto impegnativa (perdonatemi ma non ho resistito ç___ç) quindi l’aggiornamento non avverrà più settimanalmente, ma credo che lo abbiate già capito XD.

Passiamo ai ringraziamenti:

-         miriel67 : Dolce Goijo, eh? XD Anch’io lo adoro… e con questa storia lo sto riscoprendo di più, mi fa piacere che ti sia piaciuto, fammi sapere di questo che ne pensi ^  ^ ;

-         Lav92 : Ecco soddisfatta la tua curiosità XD perdonami ma sono bastard inside, non potevo non concludere il capitolo precedente in quel modo XD ciau! ;

-         Blackout : Non hai idea di quanto mia sia emozionata di leggere una tua recensione *O* (ß- faccina sorpresa <__< ) Ma non importa che non è lunga! Mi basta sapere che ti sia piaciuta *___* *inchino* non sparire eh *__* grazie mille ancora XD ;

-         WhiteLie : Stavo morendo nell’immaginarmi Goijo/cupido XD Sei geniale ^__^ E fai bene a sorprenderti di Sarah… >__> XD ;

-         Mon-chan : Nono, nessun genere nuovo XD Ti piacerebbe eh??? Marpiona! Ecco perché adori Goijo, siete pervertiti uguali XD grazie come sempre cara u__ù ;

-         Nemeryal : Ti dico solo… che una delle tue ipotesi è azzecata XD ;

-         YamaMaxweel : Sensei!!!!!!! Mi dispiace che Sarah abbia trattato un po’ male Gokino, ma era un po’ nervosetta la ragazza u__ù Bacioni, grazie mille per le tue recensioni chilometriche XD ;

-         Frefro : Ma ciao!!! Innanzitutto, grazie mille per aver aggiunto la mia ff tra i preferiti *inchino* e poi grazie per il commento XD Spero di risentirti presto ^__^ .

Ovviamente, ringrazio come sempre tutte le persone che leggono anche senza recensire XD

Ora la (tanto sospirata XD) storia u___ù :

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Il burattinaio”

 

 

 

Aprì la finestra, sedendosi sul davanzale per osservare la città di notte com’era sua intenzione fare prima di incontrare il bonzo. Sbuffò rumorosamente quando sentì bussare alla porta.

GOIJO – Avanti… - disse atono, spegnendo nel posacenere la sigaretta che stava fumando da un pò.

HAKKAI – Ti disturbo? –  chiese al mezzo demone, sporgendosi appena dalla porta com’era sua consuetudine quando si trattava di entrare nelle camere altrui. Quando vide il ragazzo dai capelli rossi scuotere la testa in segno di negazione, entrò, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle, andando poi a raggiungerlo vicino alla finestra.

GOIJO – Non l’ho pestato, se è questo che ti preoccupa – lo anticipò, sorridendo beffardo, lasciandolo a bocca aperta. Quando aveva iniziato a discutere con Sanzo, si era accorto che Hakkai li stava tenendo d’occhio dalla finestra della sua camera, ma quando il bonzo lo aveva fatto sbattere contro la struttura esterna della locanda erano usciti dalla sua visuale.

GOIJO – In un certo senso… si è pestato da solo – concluse, lasciando intendere di esser riuscito a far ragionare il monaco, afferrando un’altra sigaretta dal pacchetto lasciato sul davanzale.

HAKKAI – E lei? Come sta? – chiese allora all’amico, dopo aver tirato un sospiro di sollievo per quella che aveva considerato una buona notizia, togliendosi poi il monocolo dall’occhio e pulendoselo con la maglia della tenuta da notte.

GOIJO – Non farmici pensare… - gli rispose, assumendo la sua solita aria scherzosa. – Io, Sha Goijo, ho consolato una donna senza doppi fini…- concluse, strappando un sorriso al demone gentile.

HAKKAI – Questo ti fa onore… - gli disse, vedendo poi l’espressione del mezzo demone mutare.

GOIJO – Onore… vanne a parlare con quel bonzo senza Buddha! – esclamò, ripensando a quando era stato invitato senza mezzi termini ad impicciarsi degli affari suoi, stringendo poi convulsamente una mano a pugno.

Hakkai tenne lo sguardo basso, ancora sul monocolo, ormai pulito.

Se l’aspettava, d’altronde Sanzo non era tipo da manifestare apertamente i suoi sentimenti. Più che altro sperava che Sarah fosse riuscita a farlo uscire dal suo guscio… ma inevitabilmente, come tutte le persone che tentavano di avvicinarsi al bonzo, era stata ferita anch’essa dalle spine che il ragazzo si ostinava ad ergere a difesa di se stesso, quasi come fosse stato un riccio perennemente sulla difensiva.

Un timido bussare alla porta distrasse i due demoni dai loro pensieri, inducendoli a spalancare gli occhi stupiti quando videro entrare il ragazzino eretico.

GOKU – Posso entrare? – chiese impacciato, “Stranamente impacciato” pensarono i due.

GOIJO – Lo hai già fatto, scimmia! – scherzò, rispondendo, quindi, affermativamente alla domanda del ragazzo dagli occhi dorati.

HAKKAI – Cosa c’è, Goku? Qualcosa non va? – gli chiese allora, scrutando coi suoi occhi verdi la strana espressione del ragazzo.

“Sembra imbarazzato” pensarono entrambi i ragazzi già presenti all’interno della camera, quando la carnagione scura di Goku assunse una sfumatura tendente al rosso.

GOKU – Goijo, posso dormire qui? – chiese a sua volta al mezzo demone, evitando di proposito di rispondere alla domanda di Hakkai. Fu allora che Goijo, con la mente in febbrile elaborazione, si ricordò che la camera del ragazzino era accanto a quella di Sanzo e, malizioso come la vita gli aveva insegnato ad essere, sorrise beffardo, credendo di aver capito il motivo della domanda.

GOIJO – Perché? – gli chiese comunque, scendendo dal davanzale a portandosi davanti a lui, guardandolo dritto negli occhi per non farsi sfuggire nessuna reazione nel caso in cui si fosse rifiutato di rispondergli.

Come s’aspettava, Goku distolse lo sguardo, avvampando.

 

Sarah si portò a cavalcioni sul bonzo, prendendo a baciarlo più intensamente, portando le gambe a circondargli il busto e le mani a perdersi tra i suoi capelli dorati.

Una mano di Sanzo scivolò sotto il top sottile della ragazza, andando ad accarezzarle con ritmo intenso la pelle liscia della schiena, facendola rabbrividire ogni volta che scendeva pericolosamente più giù, oltrepassando il confine dell’elastico dei pantaloni. Si sentì baciare il collo, mentre le mani di lei presero a perlustrargli con carezze audaci tutto il petto, facendogli scappare di tanto in tanto qualche gemito trattenuto, che andava a perdersi in quelli di lei ogni volta che lui le faceva ondeggiare i fianchi con un ritmo lento e calcolato, in una danza sensuale e frenetica, nella quale si dimenavano anche le loro lingue ogni volta che le loro bocche si incontravano.

Non immaginava che esistesse qualcosa che potesse provocare più assuefazione delle sigarette… e se il paradiso di cui aveva sentito tante volte parlare esisteva davvero, ci era piombato direttamente dentro non appena quella ragazza aveva pronunciato quelle due semplici parole che avevano decretato l’inizio di tutto.

Si staccò da lei, togliendole con un gesto fulmineo il top, lasciandola così con solo il reggiseno, facendosi poi fare la stessa cosa, vedendola lanciare la sua maglia nera in un punto a caso della stanza.

Tentò di ribaltare le posizioni, per portarla sotto di lui, quando una mano di lei andò a spingergli il petto, invitandolo a distendersi e promettendogli dolce torture con lo sguardo, reso felino dall’eccitazione.

Nonostante la sua indole fosse quella di non lasciarsi sopraffare, quella volta decise di cedere, e lasciarsi completamente andare a tutte quelle attenzioni.

SARAH – Chiudi gli occhi… - chiese in un sussurro al bonzo, a pochi centimetri dalle sue labbra, ottenendo l’effetto desiderato, facendo scorrere le labbra lungo tutto il suo torace, fino ad arrivare ai pantaloni, coi quali cominciò ad armeggiare.

Sanzo, per la tensione, strinse tra le mani le lenzuola, cercando di regolare il respiro.

Era una sensazione indescrivibile…

La sua mente, dopo tutti quegli anni, sembrava essere diventata finalmente più leggera… e lo doveva a lei… che era riuscita a dimostrargli una seconda utilità di quel muscolo cardiaco che tanto aveva imparato a disprezzare e che mai avrebbe immaginato sentir battere così forte.

Se solo… quella strana sensazione non lo tormentasse…

Nonostante fosse giunto alla conclusione di aver formulato un pensiero stupido, dettato dalla disillusione che tanto lo caratterizzava, non riusciva a liberarsi di quella fastidiosa e stridula vocina che sembrava stesse gridandogli di stare attento.

Aveva cominciato ad urlargli nella testa non appena aveva baciato le labbra di Sarah, e non si era ancora dileguata, portandolo più volte a scuotere la testa infastidito, quasi come se così facendo potesse liberarsene…

Quando sentì le mani della ragazza allontanarsi dai suoi pantaloni, decise, spinto da una cocciuta parte razionale non ancora assopita, di aprire gli occhi, spalancandoli, quando vide Sarah estrarre un coltello da sotto al tessuto che copriva una caviglia, portarlo sulla testa per poi assestare un colpo verso il suo addome.

 

Il colorito di Goku era ormai equivalente a quello di un pomodoro maturo. Da quando aveva raccontato a Goijo di essere entrato nella stanza di Sarah e non averla trovata, e di aver sentito dei rumori “strani” provenire dalla camera di Sanzo, aveva provocato nell’amico un attacco di riso capace di fargli venire le lacrime agli occhi.

Hakkai, dopo una leggera ed evidente sorpresa alla notizia, si era ripulito più volte il monocolo, nel tentativo d’ignorare il comportamento infantile dell’amico mezzo demone, che non accennava a volerla smettere neanche dopo avergli lanciato un paio di quegli sguardi agghiaccianti che gli riuscivano tanto bene.

GOIJO – Non ci posso credereeeeeeeeeeeeeeee!!! – esclamò, quasi urlando, continuando a rotolarsi per terra e a mantenersi la pancia che gli doleva per le troppe risate.

GOKU – E smettila, pervertito di un kappa!!! – gli urlò, balzando all’in piedi, con ancora il viso rosso per aver confessato il suo presentimento, afferrando da terra una lattina vuota di birra e lanciandogliela, col risultato di farla rimbalzare sulla testa del mezzo demone.

GOIJO – E noi che ci preoccupavamo! – disse all’amico una volta che si fu ripreso, alzandosi e andando a prendere una sigaretta dal pacchetto lasciato sul davanzale.

 

Si ferì una mano nel tentativo di frenare la corsa della lama contro il suo addome, afferrando le mani della ragazza, che stava esercitando tutta la forza di cui disponeva per colpirlo, prendendo a stringerle i polsi per farle allentare la presa. Sarah si sollevò sulle ginocchia, con la precisa intenzione di esercitare peso sul coltello, ma Sanzo ne approfittò per sfilare una gamba da sotto di lei per allontanarla, colpendola con un calcio nello stomaco, che la fece andare a sbattere ai piedi del letto, urtando con la schiena il muro alle sue spalle.

 

Hakkai, Goijo e Goku furono attirati da un rumore proveniente all’esterno, che li portò a voltare lo sguardo verso la porta.

 

La lama cadde con un rumore sinistro sul pavimento, fuori dalla portata di entrambi.

Sanzo si sbilanciò, lanciandosi dal letto con l’intenzione di raggiungere l’arma prima di lei ma, senza che potesse prevederlo, se la trovò di nuovo addosso, con le sue mani strette intorno al collo ed un’espressione folle dipinta sul volto.

Il bonzo era paralizzato. In un’altra occasione si sarebbe già disfatto del nemico, impugnando la sua shoreiju e sparando senza esitazioni. In quel momento non aveva la minima idea di che fare.

“È lei, ne sono certo!” pensò Sanzo, cercando di intravedere un barlume di razionalità in quegli occhi verdi ormai annebbiati dall’irrazionalità, mentre la ragazza continuava a tenerlo immobilizzato, le mani ancora strette intorno al suo collo.

Se ne sarebbe potuto liberare in qualsiasi momento, avrebbe potuto allontanarla di nuovo, recuperare la shoreiju e spararle… ma non voleva.

Improvvisamente la vide chiudere gli occhi e allentare la presa, sentendola tremare e vedendola portarsi le mani al volto, reclinandolo all’in dietro.

“Uccidilo. Uccidilo. Uccidilo…” comandava una voce nella testa di Sarah, alla quale quest’ultima non era riuscita ad opporre resistenza, perdendo il controllo delle proprie azioni.

“No, no, no, no, no, no…”.

SARAH – NO!!! – urlò, alzandosi di scatto dal corpo del bonzo, con le mani ancora sul volto, allontanandosi velocemente da lui, fino a raggiungere la porta.

Sanzo la guardò esterrefatto, alzandosi successivamente col busto e poi con l’intero corpo, senza staccare le sue ametiste da lei. Rimase immobile, incapace di agire, cercando un modo per poterla aiutare. Era chiaro che non stesse agendo secondo la sua volontà, e si maledì, mordendosi il labbro.

Avrebbe dovuto capirlo quando era entrata nella sua stanza ed aveva agito con tutta quella audacia… non sapeva se lei desiderasse quanto lui il contatto che era avvenuto… ma sapeva che, anche se Sarah lo avesse desiderato, quello non sarebbe stato un atteggiamento tipico della sua personalità.

“Maledizione!” pensò, prendendo ad avvicinarsi, quando la vide alzare una mano verso di lui, per fermarlo.

SARAH – Non ti avvicinare! – gli urlò, cominciando a singhiozzare e continuando a tenersi la testa con una mano. Poi Sanzo vide di nuovo il suo sguardo sparire, sostituito da quello folle che aveva visto in precedenza, e se la ritrovò di nuovo addosso.

Questa volta non desistette, si liberò dalla sua presa, l’afferrò per le spalle e la sbattè contro il muro.

La sentì fare resistenza, innervosendosi quando vide ancora quello sguardo folle che le dominava i tratti delicati che aveva imparato ad amare.

La staccò un po’ dal muro per poi farcela ribattere contro, non troppo violentemente, sapendo che quello era comunque il suo corpo.

SANZO – REAGISCI, STUPIDA! – le urlò, cercando, in questo modo, di mettersi in contatto con la sua parte razionale.

SARAH – Sanzo… - pronunciò tra i singhiozzi e la vista annebbiata dalle lacrime.  – Non voglio… non voglio farlo… - .

Era di nuovo lei, ma il bonzo decise di non allentare la presa comunque, perdendosi in quegli occhi verdi che detestava vedere bagnati dalle lacrime.

SANZO – Cosa non vuoi? – le chiese subito, timoroso di poterla perdere di nuovo.

SARAH – Ucciderti… lui vuole che ti uccida… - disse tra i singhiozzi, mentre si aggrappava alle sue braccia nel disperato tentativo di ricevere conforto e perdono per quello che era stata obbligata a fare.

SANZO – Chi? – le chiese con la stessa freddezza, avvicinando di più il volto al suo. La vide scuotere la testa, capendo che neanche lei sapeva chi c’era dietro tutto quello.

SARAH – Non riesco più a resistergli… mi sta scoppiando la testa… - disse ancora tra le lacrime, detestandosi dal profondo per non riuscire a controllarsi e proteggere la persona che amava.

Sanzo stette un attimo in silenzio, senza staccare il suo sguardo da lei e senza lasciarle le spalle.

SANZO – Lasciati andare – le disse alla fine, ricevendo in risposta un’espressione smarrita della ragazza. – Non combatterlo più, chiudi gli occhi e lasciati andare - .

La vide piangere ancora e scuotere la testa in segno di negazione.

SANZO – Fidati di me – le disse con un tono più dolce, guardandola intensamente negli occhi per trasmetterle tutta la sicurezza di cui aveva bisogno e di cui lui stesso non era sicuro di avere, vedendola poi ubbidirgli.

La vide chiudere gli occhi e abbassare leggermente la testa, avvertendo ad un certo punto la totale assenza della sua anima all’interno del corpo. Poi la testa della ragazza si alzò di scatto, mostrandogli due occhi ed un sorriso sadico che non le erano mai appartenuti.

 

Goku aprì di scatto la porta, affacciandosi nel corridoio, vedendo delle ombre dileguarsi velocemente per le scale.

 

SANZO – Chi diavolo sei? – chiese con tutto il disprezzo di cui disponeva, prendendo a guardare minacciosamente quegli occhi che brillavano di follia.

Dal corpo di Sarah scaturì una risata sinistra e profonda, facendole contrarre il viso in una smorfia sadica che, se avesse potuto, Sanzo avrebbe picchiato a sangue.

-         Questa stupida è più cocciuta di quanto credessi… - disse la voce, facendo innervosire il bonzo, che prese a stringere con più forza le spalle della ragazza con la speranza di poter colpire anche lui.

-         Attento Genjo Sanzo Oshi, potresti far del male alla tua amichetta… - gli disse ancora la voce, scoppiando poi in un’altra fragorosa risata sinistra.

SANZO – Liberala immediatamente… - gli ordinò in un sibilo, trasmettendogli attraverso le sue ametiste gelide tutto l’odio di cui disponeva.

-         Altrimenti? – lo precedette, servendosi del viso della ragazza per inarcare un sopracciglio per puro scetticismo. – Mi attacchi col sutra? - .

Sanzo lo guardò perplesso, voltando di scatto il viso verso la finestra quando ne sentì i vetri andare in frantumi. Il sutra era scomparso.

 

GOIJO – A quanto pare gli spiriti sono venuti a farci visita! – disse sorridendo beffardo, facendo materializzare la sua shakuijo e seguendo Hakkai e Goku che erano usciti dalla camera.

HAKKAI – Dobbiamo agire con cautela, non è normale che si facciano avvertire e scappino, è una trappola sicuramente – disse, afferrando il ragazzino eretico per una spalla, costringendolo a fermarsi.

GOKU – Dobbiamo avvertire Sanzo e Sarah! – esclamò, arrossendo subito dopo ricordandosi del particolare che aveva omesso.

Guardarono tutti e tre in direzione della porta del bonzo, vedendola ancora chiusa.

GOIJO – Ah… ho capito che è un’occasione unica per il bonzo, dal momento che una donna lo stia filando… ma da qui a non accorgersi di nulla! – e detto questo, sotto lo sguardo allibito di Hakkai, che avrebbe preferito tutt’altre maniere, colpì la porta con un calcio assestato, che non mancò di sfondarla.

La scena che si presentò agli occhi dei tre era tutt’altro che equivoca.

Sanzo teneva ferma contro il muro Sarah che, persa di nuovo la parte razionale e preda dello spirito che la dominava, si dimenava agitandosi e scalciando.

GOIJO – Uh… e chi lo avrebbe detto che avessero tendenze sadomaso… - osservò sornione, allibendo allo sguardo che gli lanciò il monaco.

SANZO – È posseduta, idioti! – urlò contro i compagni di viaggio, che rimasero di stucco quando videro l’espressione folle dipinta sul volto della ragazza.

GOKU – Sarah… - sussurrò appena, alla vista dell’amica fuori controllo.

Hakkai fece vagare prontamente il suo sguardo attento per la stanza alla ricerca del sutra, fermandolo poi con amarezza sulla finestra rotta, di cui un’anta si agitava di tanto in tanto mossa dal vento.

“Naturale…” pensò il demone dagli occhi di giada, concentrando il suo sguardo poi su Sanzo, che sembrava non riuscire più a trattenere la ragazza.

Infatti, dopo aver scalciato ancora, Sarah si avventò su una spalla del bonzo, mordendogliela a sangue, riuscendo a liberarsi dalla sua presa e mettendosi a correre verso la finestra.

Sanzo si sbilanciò un po’ per via del dolore, spalancando gli occhi per il terrore quando vide la ragazza saltare sul davanzale e gettarsi nel vuoto.

Goijo riuscì ad arrivare alla finestra un attimo dopo che la ragazza ebbe spiccato il salto, allungando un braccio nel tentativo di afferrarla, vedendo esterrefatto la ragazza toccare il suolo senza farsi un graffio, mettendosi poi a correre verso il centro della città.

Goku allora fece materializzare la nyoibò, correndo poi verso la finestra e lanciandosi nel vuoto come aveva fatto la ragazza.

GOKU – Nyoibò, allungati! – ordinò all’arma, che prontamente ubbidì al possessore, permettendogli di attutire la caduta, consentendogli di scattare subito in direzione della ragazza.

Sanzo recuperò velocemente la shoreiju da sotto al cuscino, scattando subito dopo, a sua volta, verso l’uscita della camera, incurante di essere semi svestito, venendo imitato subito dopo da Hakkai e Goijo, coi quali raggiunse subito l’esterno della locanda, venendo costretto a fermarsi per la scena che gli si presentò davanti.

GOIJO – Ma che diavolo… - riuscì appena a dire, guardando incredulo verso la folla di persone che, con occhi vitrei, si era stagliata davanti alla locanda, armata di fiaccole e armi di ogni tipo.

Sanzo puntò immediatamente la pistola contro una delle persone che gli si trovavano davanti, venendo fermato subito da Hakkai, che si premurò di abbassargli le braccia con una mano.

HAKKAI – Queste persone sono sicuramente state soggiogate come Sarah, non hanno colpa – lo fece ragionare, vedendo il bonzo contrarre il viso in un’espressione contrariata e stizzita più del solito.

GOIJO – Se riesco a mettere le mani su quel bastardo che ha fatto tutto questo… - disse appena, prima di venir attaccato da una donna armata di forcone, che riuscì a schivare facilmente.

HAKKAI - Sanzo, mentre noi cerchiamo di tenerli occupati tu cerca di crearti un varco – suggerì al bonzo, preparandosi a combattere corpo a corpo per non ferire mortalmente quelle persone col suo KI.

Il monaco non se lo fece ripetere due volte. Non appena il resto della folla si avventò sui compagni, si lanciò su un gruppo poco compatto, riuscendo a svincolarsi e mettendosi a correre a perdifiato verso la direzione in cui aveva visto sparire Goku e Sarah.

HAKKAI – Goijo, cerchiamo di non ucciderli – chiese all’amico, colpendo di volta in volta con colpi secchi tutte le persone che si avventavano su di lui, stordendoli.

GOIJO – Non credo sarà una passeggiata – disse, quando un uomo lo attaccò alle spalle, portandogli un bastone all’altezza del collo per soffocarlo.

 

Sarah arrivò in mezzo alla piazza del centro cittadino, fermandosi al centro di un cerchio disegnato a terra al cui interno sembrava stesse aspettandola una figura coperta da un lungo mantello nero.

GOKU – SARAH!!! – urlò, vedendo l’amica raggiungere quello strano essere, gridando poi per il dolore quando si accorse di non poter entrare anch’egli all’interno del cerchio perché protetto da quella che sembrava essere una barriera di energia elettrica.

Sanzo arrivò poco dopo aver assistito a quella scena.

Caricò la shoreiju e la puntò versò lo strano individuo, lasciando dire allo sguardo più di quel che tante espressioni di odio avrebbero potuto.

-         Spara pure – disse l’individuo, lasciando intravedere un ghigno malefico. – Non riuscirai a farmi un graffio! – esclamò poi, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

SANZO – Tentare non costa nulla – sibilò, prendendo poi bene la mira. Spalancò gli occhi quando vide la ragazza alzarsi e porsi davanti all’individuo a sua difesa, con le braccia allargate verso l’esterno come ad indicare la sua protezione.

L’individuo scoppiò in un’altra fragorosa risata.

-         È completamente sotto il mio controllo! – esclamò poi. – È stato così facile soggiogarla… aveva la mente tanto annebbiata dall’alcool che non ho dovuto insistere più di tanto… - .

GOKU – Eh?? – si fece sfuggire, osservando incredulo la ragazza, cercando di ricordarsi quando avesse bevuto. Cosa che Sanzo ricordò subito riepilogando con la mente gli ultimi avvenimenti… il kappa non le aveva portato il braccio intorno alle spalle per provarci seriamente… l’aveva sostenuta.

-         Metterla contro di te - indicò il bonzo. – Quello è stato il reale problema… non voleva saperne, nella sua testa non c’eri che tu! – lo derise, riprendendo a sghignazzare.

Sanzo si maledì per l’ennesima volta mentalmente.

-         Ma non illuderti… sono stato io a manovrarla prima – sbeffeggiò il bonzo, alludendo alle azioni audaci della ragazza. – Quant’è debole la volontà di una ragazza innamorata… - .

La shoreiju allora sparò un colpo, che rimbalzò, per la sfortuna di Sanzo, sulla barriera elettrica, facendole emettere alcuni scintillii, andando poi a conficcarsi sulla terra a pochi centimetri da Goku.

Sanzo a quel punto piegò la bocca in un sorriso sarcastico.

SANZO – Per quanto hai ancora intenzione di rimanere nell’ombra, vigliacco?  – disse, puntando improvvisamente la pistola verso il tetto di una casa poco distante-.

Goku si girò di scatto verso il bonzo, guardandolo incredulo.

GOKU – Sanzo ma che… - disse appena, sentendo l’individuo sghignazzare e vedendolo poi liberarsi del mantello. – Oyuma! – esclamò, guardando sbigottito l’anziano che li aveva accolti.

SANZO – Guarda lassù – gli disse, confondendolo ancora di più, continuando a tenere le sue ametiste puntate sul tetto della casa che stava mirando con la shoreiju.

        Esatto! – rispose una voce da quell’altura.

Il ragazzo eretico sollevò i suoi occhi dorati stringendoli per farli adattare all’oscurità. Solo dopo riuscì ad intravedere la figura di un demone dai corti capelli argentei.

-         Complimenti Genjo Sanzo… - disse il demone attraverso la bocca di Oyuma, senza muovere la propria. – Ho sentito molto parlare di te… e noto con piacere che non si erano sbagliati sul tuo conto - .

GOKU – Allora è questo il suo potere… - concluse, osservando gli occhi vitrei di Oyuma, capendo che anch’egli era comandato come Sarah.

SANZO – Chi sei? – gli chiese sprezzante, puntandogli contro la shoreiju.

-         Il mio nome è Koroichi… - rispose tramite Oyuma - Meglio conosciuto come il burattinaio – si presentò, facendo un breve inchino, che non mancò di irritare il bonzo.

GOKU – Che cosa vuoi?? Libera immediatamente Sarah e Oyuma!!! – gli urlò contro, stringendo i pugni con fare minaccioso.

KOROICHI - Ciò che volevo è ormai in mio possesso! – esclamò, mostrando soddisfatto il sutra precedentemente rubato, lanciandolo in aria per poi riafferrarlo con una mano e sorridere sornione.  – E dire che è stato tutto così semplice! La tua amichetta mi ha agevolato molto… - si rivolse a Sanzo, guadagnandosi un’occhiata truce.

GOKU – Liberala immediatamente! – gli ordinò, stringendo convulsamente i pugni.

KOROICHI - Altrimenti? -. Si sentì dire il ragazzo eretico ancora da Oyuma, convincendosi, dalla rabbia, a fargliela pagare, spiccando un salto verso la sua direzione per raggiungerlo.

KOROICHI - Fossi in te non lo farei… - sentì dire ancora, vedendo poi il demone indicargli alle spalle.

Oyuma teneva Sarah per la testa, con un braccio ad avvolgerle il collo ed una a stringerle il mento.

KOROICHI - Se non vuoi sentire “crack” ti consiglio di non avvicinarti – formulò la bocca di Oyuma, seguita da un sorriso cinico del demone.

Sanzo sussultò. Un movimento falso e quel bastardo avrebbe fatto spezzare il collo a Sarah.

Goku si fermò a mezz’aria, ricevendo poi un calcio in pieno volto da Koroichi, che lo mandò a sbattere al suolo, facendogli alzare un mucchio di polvere.

KOROICHI – Adesso basta, mi sono stancato di perdere tempo con voi – disse improvvisamente. – Quello che volevo l’ho ottenuto – continuò, sorridendo soddisfatto. – Uccideteli! – ordinò poi a Sarah e Oyuma, prima di sparire nel buio.

GOKU – Fermati sub… - ma non riuscì a terminare la frase che venne assalito dall’anziano, così come Sanzo venne attaccato nuovamente dalla ragazza.

“Dannazione… Se solo avessi il sutra!” pensò il bonzo, cercando di trattenere con tutte le sue forze Sarah.

 

Koroichi sfrecciò sui tetti, osservando dall’alto di tanto in tanto le scene di violenza che si susseguivano tra la popolazione soggiogata dal suo potere mentale.

Gyokumen Koshu ne sarà contenta!” pensò, assaporando già la lauta ricompensa che gli aveva promesso la donna.

Saltato dall’ultimo tetto, riuscì finalmente ad uscire dalla città, trovandosene all’esterno, davanti al grande portone di legno.

Rimase perplesso quando vide tre figure davanti a se, ad aspettarlo, ma prima ancora che riuscisse a formulare qualche pensiero, subito dopo essersi accorto che ognuno di loro aveva un chakra scarlatto al centro della fronte, la figura centrale sollevò una mano verso di lui, emettendo un fascio di energia che lo polverizzò all’istante, lasciandogli intatti il sutra e lo strano amuleto che portava al collo.

RATZEL – Patetico – esclamò, guardando il mucchietto di cenere davanti a se, spostando poi il suo sguardo sul sutra e l’amuleto.

Ryami recuperò l’amuleto, osservandone la strana forma a triangolo, stringendolo poi in una mano fino a frantumarlo, tramutandolo in cenere come il suo proprietario.

In un attimo, la nebbia che circondava la città si diradò ad una velocità impressionante, quasi come se fosse stata risucchiata da qualcosa. Gli abitanti caddero uno per uno privi di sensi davanti agli sguardi increduli di Hakkai e Goijo prima, e di Goku e Sanzo dopo, che si vide cadere tra le braccia il corpo di Sarah, non più sotto l’influsso maligno, così come tutti gli altri.

KADEON – E di questo che ne facciamo? – chiese a Ratzel, mostrandogli il sutra che aveva recuperato.

Ratzel chiuse gli occhi, riflettendo.

RATZEL – Lo restituiamo al legittimo proprietario – rispose poi, sorridendo sarcasticamente pensando al bonzo.

RYAMI – Ne sei sicuro? Potresti proporre uno scambio – disse, per far riflettere il dio.

RATZEL – Non ho intenzione di effettuare scambi, non ce ne sarà bisogno… - rispose, facendo levitare il sutra all’interno della città. Poi si voltò insieme alle altre due divinità e scomparve nel nulla.

 

Gli abitanti si ripresero poco dopo, sotto lo sguardo ancora incredulo di Hakkai e Goijo.

- Ma cos’è successo? – si chiesero alcune persone ridestandosi.

GOIJO – Questo vorremmo saperlo anche noi… - disse sottovoce, seguendo poi Hakkai, che si era messo a correre verso la direzione in cui era sparito Sanzo.

 

GOKU – Ma cos’è successo?? – chiese, vedendo Oyuma riprendere a poco a poco i sensi, quando vide arrivare Hakkai e Goijo.

Hakkai si fermò subito accanto al bonzo, che reggeva Sarah tra le braccia, ancora priva di sensi.  HAKKAI - Sta tranquillo, sta bene – disse al monaco, dopo essersi accertato del battito della ragazza tastandole un polso, per poi alzarsi e raggiungere il vecchio Oyuma.

GOIJO – Si sente bene? – chiese al capo città, aiutandolo ad alzarsi offrendogli il suo braccio.

OYUMA – Sì, grazie… ma… non ricordo nulla… - rispose, portandosi una mani a reggersi la testa, chiudendo gli occhi.

I ragazzi si guardarono l’un l’altro increduli, tranne Sanzo che continuava a guardare Sarah, cercando di riordinare le idee di quell’assurda giornata.

Quando il sutra gli arrivò davanti levitando, rinunciò ad ogni spiegazione logica.

 

 

Sarah si svegliò poco dopo nella camera della locanda precedentemente occupata.

Sbattè le palpebre un paio di volte con lentezza, per cercare di focalizzare il posto in cui si trovava, rimanendo a fissare il soffitto bianco per qualche minuto.

Kami… che mal di testa!” pensò, tastandosi una tempia con la mano, accorgendosi di indossare una maglia a maniche lunghe che non le apparteneva, sentendo poi tossicchiare.

Si voltò, accorgendosi solo in quel momento della presenza di Hakkai, Goijo e Goku nella camera, seduti rispettivamente su una sedia, sul davanzale della finestra e a terra.

GOKU – Finalmente! – esclamò contento, illuminando gli occhi dorati. – Eravamo preoccupati… - aggiunse, avvicinandosi poi al letto della ragazza e sedendocisi a piedi. – Come stai? – le chiese infine.

SARAH – Meglio… - gli rispose in un fil di voce, regalandogli un sorriso, volgendo poi il suo sguardo verso Hakkai e Goijo. – Ho solo un po’ di mal di testa… - confessò poi.

HAKKAI – Ricordi cos’è successo? – le chiese col suo solito fare gentile, ricevendo una risposta negativa dalla ragazza, che scosse il capo a mò di no.

SARAH – Ricordo solo… - aggiunse. – Che mi trovavo qui… nella mia camera… e tutto ad un tratto mi è venuto un mal di testa micidiale… - . Fu allora che Sarah spalancò gli occhi, ricordandosi in una volta sola i momenti di lucidità che aveva avuto, tra i quali era compreso anche il momento in cui era entrata nella camera di Sanzo e…

Si portò una mano sugli occhi, coprendoseli, quasi come se quel gesto potesse impedirle di continuare a ricordare.

Goku guardò i compagni di viaggio, chiedendogli con lo sguardo cosa fare, quando li vide alzarsi e dirigersi verso la porta e decide di imitarli.

HAKKAI – Cerca di riposare – le consigliò prima di uscire definitivamente dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Fu allora che Sarah si fece scappare un singhiozzo… e poi un altro e un altro ancora, lasciando libero accesso alle lacrime.

Ricordava tutto… la sua parte cosciente era completamente in balìa di quella irrazionale… e la combatteva, cercando d’impedirle di far del male a Sanzo… acconsentendo solo quando…

Si girò su un lato, afferrando il cuscino, stringendolo, e bagnandolo di lacrime.

Era stata oscena… mai e poi mai avrebbe dovuto permettere di farsi manipolare così… eppure in quell’incubo era riuscita ad esaudire un sogno.

“Stupida…” pensò di se stessa. “Stupida, stupida, stupida, stupida!!!”.

Si alzò di scatto, sfilandosi la maglia che non le apparteneva e prendendo a rovistare nella sua borsa per trovare qualcosa di suo da mettersi.Trovatolo, sollevò la borsa da viaggio sul letto, cominciando a sistemare a casaccio tutta la roba che conteneva, per poi richiuderla velocemente.

Ormai aveva deciso. Doveva assolutamente allontanarsi da lui.

“Dannata… chiuditi!!!” imprecò contro la chiusura lampo, che si era inceppata facendole perdere tempo.

Sobbalzò appena, come colta in fragrante, quando la porta si aprì, attirando la sua attenzione. Quando si voltò non potè credere ai suoi occhi.

Ritornò a concentrarsi sulla cerniera, cercando di non pensare alla persone che era appena entrata nella camera.

Sanzo si chiuse la porta alle spalle, poggiandovici la schiena contro, mettendosi ad osservare i movimenti nervosi e frenetici della ragazza.

SANZO – Che stai facendo? – le chiese col suo solito tono freddo e distaccato, senza staccare i suoi occhi dalla sua schiena.

Sarah avrebbe dato qualsiasi cosa per non rispondere a quella domanda… e ancora una volta si maledì.

SARAH – Non si capisce? – gli chiese a sua volta, dopo aver temporeggiato un po’, continuando a torturare la lampo del borsone da viaggio, lanciandogli contro ogni tipo d’imprecazione.

SANZO – Partiamo domattina – precisò, associando quei preparativi al loro viaggio.

SARAH - …non verrò – sussurrò, mordendosi la lingua per trattenere le lacrime.

SANZO – Cos’hai detto? – le chiese pur avendo sentito benissimo, mentre il suo cuore perse un battito.

SARAH - …che non verrò – ebbe il coraggio di rispondergli con un tono più udibile. Facendo un profondo respiro per incoraggiarsi a continuare. – Appena questo dannato borsone si sarà chiuso, me ne andrò… - .

Sanzo strinse i pugni, cercando di trattenere la frustrazione che gli stava divorando l’anima.

Lei non voleva più viaggiare con loro. Non l’avrebbe più rivista…

SANZO – Perché? – le chiese a bruciapelo, mordendosi subito dopo la lingua. Dov’era finito il suo autocontrollo?

Sarah non gli rispose, rimanendo immobile, continuando a dargli le spalle.

Sanzo aggrottò la fronte, stringendo i pugni e maledicendosi per essersi lasciato andare.

SANZO – Fa come ti pare! – le disse sprezzante, voltandosi e aprendo la porta per uscire… quando la sentì singhiozzare.

Rimase immobile sul ciglio della porta, con la mano ancora sulla maniglia, un piede fuori e un piede dentro la camera.

Sarah si portò una mano alla bocca per tentare di far tacere i singhiozzi, stringendo gli occhi per impedire, ingenuamente, alle lacrime di rigarle il volto. Cosa che non le riuscì.

SARAH – Perché ti amo! – disse dopo un po’, ancora tra i singhiozzi, cercando di frenare i suoi muscoli, che non volevano smetterla di tremare. – Ti amo… non ce la faccio più a fare finta di niente… - .

Il bonzo si pietrificò. Quelle parole lo raggiunsero e lo trapassarono, impedendogli di uscire dalla camera.

SARAH – Non riesco più a pensare a quel bacio come se fosse stato “niente”… quando per me è stato tutto… - . Singhiozzò ancora, lasciando andare la borsa e portandosi la mano che la reggeva alla gola, massaggiandosela, nel tentativo di darsi sollievo. – Non riesco più a ignorare quello che sento quando ti ho vicino… e questo mi sta distruggendo… - continuò, singhiozzando ancora.

Sanzo abbassò la testa, incapace di voltarsi per guardarla… e incapace di uscire dalla sua camera, così come dalla sua vita.

Ripercorse con la mente tutta la sua vita, ricordandosi solo di sangue, lacrime e pioggia…

Estraniandosi dal mondo, pensava, avrebbe tenuto lontano da se tutto… non si sarebbe mai trovato nelle condizioni di dover soffrire di nuovo…

Eppure, nonostante si fosse impegnato così tanto a tener lontani tutti da lui… lei era entrata prepotentemente nella sua vita lo stesso… facendogli mettere irrimediabilmente tutto in discussione.

No, non sarebbe riuscito a stare senza di lei, adesso che aveva capito di esserne diventato dipendente.

Colmò la distanza che li separava in soli tre lunghi passi, afferrandola per le spalle, costringendola a voltarsi e lasciar andare il borsone. L’abbracciò senza neanche guardarla negli occhi, affondando il viso nell’incavo del suo collo, aspirandone il profumo.

SARAH – No, lasciami! – urlò, prendendo a spingerlo via impostando le mani contro il suo petto, cosa a cui lui non badò, continuando a stringerla a se. -  Non voglio la tua pietà! Non voglio più sentirmi umilia… – riuscì a dire prima di trovarsi le labbra di lui sulle proprie.

Si trattenne dall’impulso di lasciarsi andare, ricordandosi l’ultima volta cos’era accaduto… e come si era sentita dopo. Si separò da lui, prendendo a guardarlo negli occhi.

SARAH – Perché m’illudi così? Cosa ti ho fatto? – gli chiese, senza staccare gli occhi dai suoi.

SANZO – Se avessi voluto illuderti sarei uscito da quella porta – le rispose, sostenendo il suo sguardo, specchiandosi nel verde dei suoi occhi.

Lei lo guardò confusa. Non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere.

SARAH – Sanzo… - riuscì a malapena a pronunciare, intontita da tutte quelle emozioni contrastanti.

SANZO – Ti ripeto la domanda: perché vuoi andartene? – le chiese, senza lasciarla e senza deviare lo sguardo dal suo.

SARAH – Perché ti amo… - disse dopo un po’, arrossendo imbarazzata.

SANZO – È lo stesso motivo per cui non voglio che te ne vada – le disse, vedendola spalancare gli occhi incredula, baciandola di nuovo.

Sarah non chiuse subito gli occhi all’ennesimo contatto, troppo impegnata a realizzare cosa le avesse appena detto in maniera implicita quel freddo bonzo. L’amava anche lui… la ricambiava…

Chiuse gli occhi, abbracciandolo a sua volta, portandogli una mano sul volto, lasciando che approfondisse il bacio.

Indietreggiò verso il letto, portandolo con sé, afferrando il borsone e lanciandolo a terra quando se lo ritrovò sotto mano, senza interrompere quel tanto desiderato, questa volta spontaneo, contatto.

 

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Capitolo 19
*** "Infrangere le regole" ***


La luce del sole filtrò attraverso i vetri opachi della finestra, preannunciando una giornata calda e afosa come le precedenti

Chiedo scusa, non era mia intenzione lasciare così tanto in sospeso la storia, ma cause di forza maggiore non mi hanno permesso di aggiornarla prima. Comunque, non è assolutamente mia intenzione abbandonarla. L’unica cosa di cui dovrete preoccuparvi (ma anche no, perché tanto, lo avrete capito, ritorno sempre ò__ò) è di qualche ritarduccio come questo… Ringrazio quindi tutti coloro che l’hanno aggiunta tra i preferiti, l’hanno commentata e l’hanno letta, prostrandomi di fronte ad ognuno di voi e baciando il monitor alla vista di ogni vostro nome XD e vi chiedo ancora scusa per l’enorme ritardo, sperando che questo non penalizzi tanto la storia L questo è un capitolo di transizione che porta alla cosiddetta “svolta”… vi lascio alla lettura, augurandomi che vi piaccia e vi faccia tenere il fiato sospeso come gli altri.

Baci e auguri di Buon Anno a tutti voi!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Infrangere le regole”

 

 

 

La luce del sole filtrò attraverso i vetri opachi della finestra, preannunciando una giornata calda e afosa come le precedenti. Agitatosi in un primo momento, per via dei raggi solari che infastidivano i suoi occhi, Sanzo decise di aprirli, ricordandosi all’istante della ragione per cui un braccio gli formicolava.

Sarah dormiva beatamente rannicchiata contro il suo corpo. La schiena rivolta al muro, la testa nell’incavo del suo collo, i capelli sparsi sul cuscino disordinatamente, un braccio a circondargli il corpo. Desistette dall’idea di accendersi la prima sigaretta della giornata, non volendo svegliarla, prendendo poi ad osservare i suoi lineamenti rilassati che quella notte aveva visto per la prima volta contratti dal piacere.

Si erano uniti tra dolcezza e passione, certezza e indugio, ma con una tale scorrevolezza che difficilmente poteva far pensare che anche per il bonzo fosse stata la prima volta. Così come poteva esser messa nuovamente in dubbio la sua personalità arrogante, quando aveva aspettato che si abituasse alla sua intrusione prima di prendere a muoversi dentro di lei.

E poi una pioggia di emozioni. Appaganti, disarmanti… che avevano esiliato il dubbio in un anfratto insignificante, insieme all’insegnamento che aveva segnato la sua vita così a lungo.

Dal non avere nulla, ora aveva tutto.

Preso com’era dai suoi pensieri, si accorse dei due smeraldi che lo guardavano solo quando la mano vellutata di lei andò ad accarezzargli il volto. E si perse nuovamente nel suo sguardo.

 

GOKU – YAWN! - .

GOIJO – Ehi scimmia! Metti almeno la mano davanti alla bocca, non è un bello spettacolo la tua gola, soprattutto a prima mattina! – protestò, lanciandogli contro un cuscino, che arrivò dritto in faccia al ragazzino eretico, scivolandogli poi addosso.

Goku, ancora assonnato, si stropicciò gli occhi, incurante della prima provocazione della giornata, fermandosi e guardando nel vuoto, quando il ricordo di quel che era successo il giorno prima fece capolino tra i suoi pensieri.

GOIJO – Che ti prende adesso? – gli chiese, sporgendosi dal letto per afferrare il pacchetto di sigarette posto su un comò vicino, accanto al futon su cui aveva dormito Goku.

GOKU – Chissà come sta… - disse solamente, e bastò quella frase a far comprendere al rosso a chi si riferisse.

Afferrato anche l’accendino, Goijo si accese la sigaretta, ristendendosi sul letto con le braccia incrociate dietro la testa. Il pensiero che tormentava Goku era lo stesso che aveva tormentato anche lui la sera prima e che gli aveva impedito di addormentarsi subito.

        Partiamo domattina –

        …non verrò –

        Cos’hai detto? –

        …che non verrò .

GOKU – Dici che non verrà davvero? – gli chiese improvvisamente, quasi come se gli avesse letto nel pensiero.

Quando la sera prima, attraversando il corridoio per uscire all’esterno a fumare una sigaretta, era passato davanti alla porta della camera della ragazza e aveva sentito quello scambio di battute tra lei e il bonzo, aveva accartocciato il pacchetto di sigarette tra le mani ed era ritornato indietro, sbattendo la porta della camera sotto lo sguardo stupito di Goku e incuriosito di Hakkai, ai quali, insistenti, aveva ripetuto velocemente cos’aveva sentito.

Ormai si erano affezionati tutti alla ragazza, e sapere che la mattina successiva avrebbero potuto non trovarla più in camera per proseguire il viaggio con loro, li aveva intristiti incredibilmente. Senza contare la preoccupazione che si era fatta spazio in loro. Se se ne fosse andata, se la sarebbe cavata? Più volte aveva dimostrato di sapersela cavare nelle situazioni più disparate, ma con un nemico ignoto che le dava la caccia…

Avrebbero cercato di farla riflettere, ma sicuramente non avrebbero potuto impedirle di compiere una scelta simile. Si trattava pur sempre della sua vita.

L’unica persona che poteva dissuaderla da tale intento sembrava non essere intenzionato ad abbandonare la sua parte di finta indifferenza.

Un leggero bussare alla porta interrupe i pensieri del mezzo demone e poco dopo si fece largo nella camera la figura gentile di Hakkai, preceduta da Hakuryù, che cominciò a svolazzare prima intorno a Goku e poi intorno a lui, emettendo il suo solito verso sottile e dolce. Goijo si sorprese non poco nel notare il sorriso di Hakkai, quando anche lui la sera prima era sembrato molto infastidito al pensiero di Sarah. E non era il solito sorriso di circostanza.

HAKKAI – Vi siete svegliati – constatò col suo solito tono calmo, rimanendo con mezzo busto all’interno della camera. – Avete già fatto colazione? - .

Goku non si comportò come al solito, sobbalzando e sorridendo a sentir parlare di cibo, ma continuò  a guardarlo tristemente, come chi non avesse stimoli a far nulla. Spalancò i suoi occhioni dorati quando sentì la voce della ragazza.

SARAH – Sveglia, pigroni! – esclamò, facendo passare la testa e parte delle spalle sotto al braccio di Hakkai, mostrandosi così ai due, che non nascosero la sorpresa di vederla ancora. – Sappiate che ho fame e se non arrivate entro cinque minuti mi mangio anche le vostre porzioni! – scherzò, vedendo subito dopo Goku saltare in piedi, e correrle incontro, ma lei si defilò subito, mettendosi a correre per le scale per arrivare nella sala da pranzo prima del ragazzino eretico, mentre lui la minacciava a sua volta di mangiare la sua di porzione.

Goijo sollevò un angolo della bocca com’era solito fare quando era soddisfatto, sollevandosi anche lui poco dopo e raggiungendo Hakkai, che si era allontanato dalla porta, ponendosi al centro del corridoio.

Vennero attirati entrambi da una porta che si chiudeva. Voltarono il capo, vedendo il bonzo uscire dalla camera della ragazza, ed ebbero le risposte che cercavano.

Sanzo camminò con nonchalance per il corridoio, ignorando i sorrisi dei compagni di viaggio e accendendosi una sigaretta, ma quando fu quasi per superarli, una mano del mezzo demone si posò su una sua spalla, costringendolo a fermarsi.

GOIJO – E bravo il nostro bonzo… – lo provocò, vedendo gonfiarsi sulla sua fronte la solita venetta e ricevendo uno schiaffo stizzito sulla mano per far sì che lo liberasse dalla sua presa. – A quanto vedo sei stato persuasivo! – aggiunse, venendo fulminato da uno sguardo severo di Hakkai, notando poi il bonzo fermarsi sulle scale. – Se avessi bisogno di qualche consiglio non esitare a chiedermelo… – disse infine in tono malizioso, e fu a quel punto che Sanzo si voltò, impugnando la shoreiju e facendo fuoco.

Mentre Hakkai tentava di placare l’ira del bonzo, cercando allo stesso tempo di non venirne coinvolto, dal momento che il kappa si era nascosto dietro di lui, Sarah soffocò una risata, cercando di non farsi andare di traverso il sorso di the che aveva appena bevuto.

Poteva immaginare benissimo a cosa – o meglio a chi – attribuire quella reazione di Sanzo, e arrossì, pensando che i ragazzi potessero essersi fatti un’idea di come fossero andate le cose tra lei e lui, avendo visto il bonzo uscire dalla sua camera.

Guardò di sottecchi Goku, che stava divorando la sua quinta ciambella. Si chiese cosa ne avesse potuto pensare. Era lui, in fondo, che conosceva Sanzo più di tutti.

GOKU – Che c’è? – le chiese con la bocca piena, avendola colta in fragrante mentre lo stava osservando.

Lei sobbalzò, arrossendo di nuovo impercettibilmente, distogliendo lo sguardo e mormorando un - Niente - .

Il suo colorito divenne di una sfumatura di rosso più accentuata, quando le arrivarono alle orecchie parole come “precauzioni”e “posizioni” – uscite tutte dalla bocca del kappa – e, abbassando lo sguardo nella sua tazza, con una mano sulla fronte per nascondere un po’ il suo imbarazzo, ringraziò il cielo che non ci fosse ancora nessuno nella sala da pranzo, datasi l’ora, a parte il personale, che si affacciò più volte dalla cucina per capire cosa stesse succedendo.

Si girò di scatto, sentendo la sua mano coperta da un’altra.

Vide Goku sorriderle, facendo luccicare i suoi occhioni dorati, senza distogliere un attimo lo sguardo dal suo.

GOKU – Sono contento – le disse, senza lasciarle la mano, incurante del fastidioso sottofondo che perdurava.

SARAH - … di cosa? – gli chiese titubante, prendendo a fissarlo per cercare una risposta in quello sguardo che sembrava essere di gratitudine.

GOKU – Di tutto – le rispose, continuando a guardarla con lo stesso sguardo. E lei capì. Le si formò un groppo in gola, e fu la volta dei suoi occhi luccicare. Gli sorrise, stringendogli a sua volta la mano, alzandosi per poi attirarlo a se col braccio libero e scoccargli un bacio sui capelli castani.

Ancora una volta, i gesti erano stati più significativi delle parole.

Le si gonfiò una venetta quando sentì la shoreiju sparare ancora e il kappa provocare nuovamente Sanzo, così si alzò, concedendo un’altra carezza a Goku, e si diresse a passo spedito verso le scale.

SARAH – EHI!!! – urlò, ma la sua voce risultò inutile per placare quella discussione animata.

I suoi occhi caddero sulla tunica di Sanzo, e lo sguardo le si illuminò, ricordandosi della scoperta che aveva fatto la sera prima.

Il ventaglio arrivò con un colpo secco prima sulla testa del kappa e poi su quella del bonzo, con una furia vendicativa, facendo voltare entrambi lentamente verso la ragazza.

Lo sguardo più stralunato fu quello del bonzo, che si morse la lingua quando si ricordò dell’errore che aveva compiuto la sera prima, mentre Hakkai portò una mano alla bocca per trattenere una risata scaturita dall’entrata in scena della ragazza, che ora si stava allontanando da loro soddisfatta.

 

 

Si rimisero in viaggio poco dopo, quando tutti ebbero finito di fare colazione e Hakkai si fu procurato delle erbe mediche per curare le gambe di Sarah, che non aveva voluto saperne di farsi visitare da un medico, protestando e ripetendo continuamente che stava meglio.

I posti sulla jeep erano rimasti invariati, dando l’ennesima possibilità a Goijo di provocare Sanzo, dicendogli che non era saggio stare lontano dalla “sua” fanciulla, ma, prevedendo la pronta reazione del bonzo, Sarah zittì il kappa con una gomitata nelle costole, che dipinse un ghigno soddisfatto sul volto del biondo.

Ad Hakkai non sfuggì l’espressione successiva del monaco. Si era incupito.

 

Decisero di fermarsi all’ora di pranzo, sostando in una delle classiche radure in cui si erano imbattuti frequentemente durante il viaggio.

GOKU – Si mangiaaaaaaa!!! – esclamò, quasi urlando, schivando per un pelo un pungo da parte di Goijo e correndo verso Hakkai che, ritiratosi sotto ad un albero, stava frugando nello zaino per estrarre i panini con cui avrebbero pranzato.

GOIJO – La solita scimmia ingorda! – disse al ragazzino eretico, cercando di provocarlo come al solito, ma con scarso risultato, dal momento che sembrava essersi incollato ad Hakkai. Sorrise, guardando poi in direzione della ragazza, che guardava a sua volta il bonzo, allontanatosi fino a scomparire nella boscaglia della radura. La vide sospirare e chiudere gli occhi, per poi riaprirli e concentrarsi sul bagaglio che conteneva tutto ciò che occorreva per le loro soste.

Le si avvicinò, accendendosi una sigaretta, facendola sobbalzare quando le fu accanto.

GOIJO – Ehi – le disse, sorridendole.

Per tutta risposta lei gli ricambiò il sorriso, tornando poi ad estrarre ciò di cui si sarebbero serviti per mangiare.

GOIJO – Tutto bene? – le chiese, poggiandosi con un braccio sulla carrozzeria di Hakuryù, che era rimasto in versione jeep.

Lei alzò lo sguardo sul mezzo demone, sorridendo e annuendo.

SARAH – Devo solo imparare a capirlo meglio… - aggiunse, volgendo appena lo sguardo nel punto in cui aveva visto scomparire il bonzo. Goijo fece lo stesso, ritornando poi con lo sguardo su di lei.

GOIJO – Niente paura – le disse, avvicinandosi di più per aiutarla. – Sono certo che imparerai presto – aggiunse, sorridendole nel suo solito modo, che la ragazza definiva adorabile, prendendo a farsi passare piatti e posate che tirava fuori dallo zaino di volta in volta.

 

Sanzo buttò fuori l’ennesima boccata di fumo, senza smettere di osservare l’orizzonte che si stagliava al di là degli alberi, creando un’atmosfera tranquilla e piacevole da godere. Ma la serenità non riusciva a impossessarsi dell’animo del bonzo.

Da quando erano partiti, separatosi fisicamente dalla ragazza, era stato perennemente incatenato a lei ugualmente. E ciò non andava bene. Non per Genjo Sanzo Oshi… che aveva vissuto la sua vita sempre in solitudine.

Per non parlare del fatto che non sapeva come gestire la situazione. Non erano i suoi compagni di viaggio - che ormai sapevano -  il vero problema, quanto la consapevolezza dell’avventatezza che li aveva colti entrambi la sera prima.

Lei se ne stava andando. Lui l’aveva fermata. Tra i due, era certamente lei quella che aveva compreso meglio la realtà dei fatti. Come gli era saltato in mente d’instaurare un rapporto del genere – lui, che di rapporti non ne aveva mai instaurati – in un momento e in un frangente simile della vita di entrambi? Sarebbe bastato che lui non fosse mai entrato in quella camera, mantenendo inalterate le distanze che li dividevano, e tutto quel caotico pensare non l’avrebbe mai aggredito.

Era da incoscienti… oltre che essere da illusi.

Sarebbe potuto morire. Lei sarebbe potuta morire. O sarebbero morti entrambi, se la sorte fosse stata tanto caritatevole da non riservare un destino sadico ad uno dei due, costringendolo a vivere senza l’altro.

E ragionamenti simili erano ancora più assurdi… ma il legame che li univa era forte… e non sapeva spiegarselo. Anche se un’altra conclusione lo raggiunse, placando le sue innumerevoli domande.

Quando sentì avvolgersi il busto da due sottili braccia… capì che non sarebbe esistita nessuna spiegazione in grado di indurlo a non tormentarsi… così come, nel caso in cui una spiegazione ci fosse stata, sarebbe stata inutile…

La amava. E questo bastava.

SARAH – Tra un po’ si mangia – gli sussurrò, sedendosi dietro di lui, sullo stesso tronco che lo ospitava, facendo aderire i loro corpi e unendo un suo orecchio alla sua schiena, chiudendo gli occhi.

Sanzo la lasciò fare, godendosi quel calore, restando immobile per non mutarlo in alcun modo. Poi si ricordò di non essersi accertato di una cosa, abituato com’era a pensare solo a se stesso, così si voltò, prendendo una mano di lei e stringendola in una sua.

Gli occhi verdi di Sarah incontrarono, per la prima volta, delle ametiste incerte… imbarazzate… e a tratti dispiaciute. Provò a leggerle, cercando di andar incontro al loro possessore, ma non seppe attribuire a nulla quella reazione.

SARAH – Cosa c’è? – gli chiese quindi dolcemente, vedendo quelle ametiste tentennare, spostandosi brevemente a tratti.

SANZO – Stai bene? - . Le parole gli uscirono in un solo soffio, appena percettibile - considerando il contenuto raro e prezioso che trasportavano - non mancando di raggiungere subito la ragazza, che spalancò gli occhi, arrossendo, abbassandoli subito dopo.

Annuì, quando si sentì prendere il mento fra due dita, che lo riportarono su.

Gli occhi di Sanzo le fecero comprendere che quel semplice gesto non bastava a rispondere a quella domanda… che sembrava nascondere più di un significato.

Riflettè a lungo su tutto quello che era successo, sulla scelta che aveva fatto nel non andarsene, sulle possibili conseguenze future… ma non trovò nulla che le facesse rispondere negativamente.

Gli sorrise, sollevando entrambe le mani e andando a circondargli il volto, baciandolo a fior di labbra.

SARAH – Non sono mai stata meglio -. E il dubbio si dissolse nel bonzo come una di quelle boccate di fumo con cui era tanto abituato a circondarsi.

 

 

Kogaiji guardò la coppia, soffermandosi nell’osservare i lineamenti della ragazza.

“È lei… senza ombra di dubbio” pensò, indeciso sul perseguire o meno i suoi piani, dal momento che si era verificato quell’incredibile imprevisto.

 

 

Ryami congiunse le mani, provocando una leggera vibrazione del suolo, dal quale fuoriuscirono diversi rami, che cominciarono a muoversi silenziosamente verso i tre demoni, bloccandosi a metà strada improvvisamente.

RYAMI – Sei consapevole del fatto che dopo non potrai più tornare indietro? – si rivolse ad occhi chiusi, ancora concentrato nell’evocazione, verso il dio dai capelli corvini.

Ratzel sobbalzò, rilassando la mascella precedentemente contratta alla vista del bonzo e della ragazza insieme, e distolse lo sguardo da loro, volgendolo verso le due divinità che si trovavano alla sua destra, sul bordo dell’altura sulla quale si erano appostati, facendo saettare lo sguardo dall’uno all’altro continuamente.

RATZEL – Ve lo ripeto. Non siete obbligati a seguirmi. – rispose pacatamente, facendo voltare Kadeon, sul cui viso era dipinto un sorriso canzonatorio.

KADEON – Sei davvero monotono – disse a Ratzel, rivolgendosi poi a Ryami. – Prendilo per un sì. Agiamo in fretta. - .

I rami fatti nascere dal dio presero ad avanzare velocemente verso la radura sottostante.

 

 

GOIJO – Ma che diavolo! – esclamò prima di essere afferrato per il polpaccio e venire sollevato di peso da un arbusto spuntato fuori apparentemente dal nulla.

HAKKAI – Di nuovo… - osservò, spalleggiando Goku, che si lanciò subito addosso ad un ramo, venendo respinto con violenza. Il mezzo demone guardò alle sue spalle, nel punto in cui si erano addentrati Sarah e Sanzo.

 

 

Sarah cadde sul suolo violentemente, venendo spinta dal bonzo che, schizzato improvvisamente in piedi, si era messo a sparare contro un ramo di grosse dimensioni spuntato fuori dalla radura nella quale si erano fermati.

Il pensiero della ragazza ritornò subito agli eventi di qualche giorno prima, ma non fece in tempo a realizzare altro, che si sentì sollevare da un ramo, più sottile di quello che aveva attaccato Sanzo, venendo allontanata dal monaco un bel po’.

La shoreiju le permise di ritoccare il suolo e lei si rialzò subito, pronta a correre in soccorso al biondo.

SANZO – Scappa! – le urlò, capendo di non poter riuscire a proteggerla e a fronteggiare i rami allo stesso tempo. Ma Sarah non lo ascoltò, prendendo ad avanzare verso di lui, facendo attenzione a non essere afferrata di nuovo. Tentativo che le riuscì solo un paio di volte, perché la terza volta un ramo si riavvolse intorno alla sua vita, sollevandola nuovamente e allontanandola dalla radura velocemente, facendola perdere di vista Sanzo e il resto del gruppo, che era riuscita a intravedere solo di sfuggita, mentre combattevano a loro volta contro nemici identici.

Venne abbandonata dalla stretta su un’altura, sulla quale cadde con i gomiti e le ginocchia.

Alzò lo sguardo, imprecando contro tutte le divinità che stavano congiurando contro di lei, quando si accorse di avere a che fare probabilmente con una di esse.

 

Kogaiji osservò tutta la scena, decidendo infine di lasciare che il gruppo di Sanzo se la sbrigasse da solo, mettendosi a seguire il dio che aveva rapito Sarah, per capirne qualcosa in più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** "Ritrovarsi" ***


“Ritrovarsi”

Uhlàlà! Sono riuscita ad aggiornare senza far passare l’intero mese XD Come state? Io un po’ esaurita per gli esami @__@ ma non mi lamento, dai u__ù Mi lamenterò di più a fine febbraio, quando mi sarò liberata degli incubi di questa sessione ç__ç

Passiamo subito alla storia, che avete aspettato abbastanza XD Vi preannuncio… che sarà un capitolo.. (ZITTA! ndTutti) O___O (Non spoilerare! ndTutti) Ma nu ç__ç volevo solo dirvi che sarà un capitolo ricco di sorprese… in cui qualche dubbio insinuato durante la storia sarà marginalmente risolto ç__ç Però… a pensarci bene… non è stata una grande idea inserire quest’ angolo dell’autrice all’inizio, nono u__ù m’impedisce… vorrei esprimermi e… e… non posso u__ù Facciamo che dal prossimo in poi lo inserisco alla fine? Sì? Perfetto, aggiudicato u__ù

Ringrazio come al solito tutte le persone che stanno continuando a seguire e commentare questa storia. Risulterò sicuramente ripetitiva… ma non sapete quanto mi faccia piacere che vi stia piacendo! (perdonate il gioco di parole ^  ^’ è l’emozione u__ù). La fine è ancora molto lontana… spero che fino ad allora non vi annoi mai.

Il precedente capitolo è stato piuttosto cortino, ma mi è servito per esigenze di copione, in questo ne succedono davvero delle belle u__ù (E ZITTA! ndTutti) Ok ç__ç

Noto con piacere che Goijo continui ad attirare consensi e apprezzamenti! (ModestamentendGoijo) >__< … adesso mi chiedo… mmmm… chissà se, da questo capitolo in poi, continuerà ad attirare consensi o dovrà fare a gara di successo con qualcuno… (E con chi? Mica con quel… ndGoijo) *Hope tira fuori dal nulla una clava e lo colpisce direttamente in bocca, impedendogli di proseguire*

Sperando di avervi minimamente incuriositi… (anche se in modo particolarmente infantile, lo so, ma non vedo l’ora di leggere cosa ne pensiate delle novità XD), vi lascio alla lettura del capitolo, mandando un abbraccio a tutti coloro che continuano a leggere e a commentare la storia.

Alla prossima!!!

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ritrovarsi”

 

 

 

Sorpreso dall’improvvisa tranquillità manifestata dalla ragazza, Ratzel si voltò a osservare Sarah, il cui corpo giaceva ora immobile sulla sua spalla, dando segno dello stato incosciente in cui era caduta la ragazza.

“È svenuta” pensò il dio, continuando a spostarsi velocemente come un comune mortale, incurante della battaglia che si era lasciato alle spalle, che, con ogni probabilità, stava ormai giungendo al termine, come lui stesso aveva ordinato ai suoi subordinati.

Raggiunse il punto più fitto della boscaglia, dominato da ombre, in cui qualche raggio solare faceva capolino di tanto in tanto, rendendo il posto più suggestivo che luminoso.

Con abili movimenti afferrò la ragazza e la depositò a terra, delicatamente, facendo in modo che poggiasse con la schiena al tronco di un albero.

Sollevò un braccio, portandolo sul ginocchio piegato che gli offriva equilibrio, prendendo poi ad osservare i suoi lineamenti… arrivando addirittura a impressionarsi, ora che aveva modo di osservarla così da vicino.

Sollevò lo stesso braccio che aveva poggiato sul ginocchio, conducendone la mano verso il suo volto, dalla cui fronte scostò con le dita una ciocca di capelli castani, rimanendo con la mano a mezz’aria quando ebbe completato il gesto, incapace di distogliere lo sguardo da lei.

RATZEL – Harumi… - sussurrò, avvicinandosi lentamente a lei, socchiudendo appena gli occhi per poggiare le labbra sulle sue.

 

 

Un ennesimo proiettile della shoreiju vibrò nell’aria, disintegrando l’ennesimo ramo che si era avvicinato pericolosamente al suo possessore.

Sanzo imprecò nuovamente quando si ritrovò a sparare a vuoto, dovendo scansare un attacco per la mancata efficienza della sua fedele arma. Imprecò, stringendo i denti, maledicendo i proiettili… la pistola… i rami che sembravano sbucare dal nulla…

Maledì se stesso, non riuscendo a perdonarsi l’errore più grave che avrebbe potuto commettere in un momento simile.

Come la prima volta, anche questa volta, chiunque stesse manipolando quei rami, era venuto per Sarah. Per la seconda volta era riuscita a portarla via. E lui non era riuscito a impedirlo.

Continuò l’elenco delle maledizioni, concentrandosi solo e unicamente su se stesso.

Maledizione a lui e alla sua debolezza.

Maledizione a lui per essersi lasciato trascinare come non aveva mai fatto.

Maledizione  a lui per essersi lasciato avvicinare… per aver ceduto… per essersi incredibilmente, inverosimilmente e, ormai, perdutamente…

SANZO – Tsk! - . Un ramo lo colpì ad un braccio, procurandogli una ferita, seppur di striscio, profonda, che cominciò subito a sanguinare copiosamente.

Nel momento esatto in cui un altro ramo stava per colpirlo di nuovo, sentì un urlo familiare farsi sempre più vicino, fino a che non vide Goku uscire dagli alberi facendosi leva sulla nyoibo, andando poi a colpire con un calcio il ramo in questione, disintegrandolo.

GOKU – Sanzo! – esclamò alla vista del compagno che si tamponava con la mano libera il braccio ferito, dando comunque l’impressione di non curarsene più di tanto.

Il ragazzino eretico non fece in tempo a richiamare nuovamente l’attenzione dell’amico che fu costretto a scansare l’ennesimo ramo, che fu però disintegrato dalla shakuijo di Goijo, uscito improvvisamente dagli alberi come aveva fatto lui precedentemente.

GOIJO – Stai bene? – si rivolse a Sanzo, che di tutta risposta gli rivolse uno dei suoi soliti mugolii affermativi.

Un’onda di Ki fuoriuscì dagli alberi, disintegrando in un sol colpo altri due rami che stavano per avventarsi sul trio, e dalla boscaglia uscì anche Hakkai, ansimante, provato dai continui sforzi che stava esercitando per usufruire del suo potere.

HAKKAI – Ha creato un muro di rovi – informò i compagni, riferendosi a ciò che il loro nemico aveva creato dall’altra parte.

Subito dopo che ebbe completato la frase, dalla boscaglia altri innumerevoli rami si allungarono e si intrecciarono tra loro, andando a circondare il gruppo.

GOIJO – Maledizione! – esclamò innervosito, avventandosi poi subitamente su un punto a caso del muro che si era creato attorno a loro, ma non riuscì nemmeno a colpirlo che fu sbilanciato all’indietro, e comprese che di quel passo non sarebbe riuscito a risolvere nulla.

Presto venne imitato da Goku che, benché la sua forza, in determinati casi, fosse superiore a quella del compagno, lo stesso non riuscì a scalfire minimamente il muro di rovi, venendo costretto, per giunta, ad evitare uno dei rami che lo componevano per non essere colpito a sua volta come Goijo.

In preda alla rabbia, mista al sangue freddo che lo contraddistingueva, Sanzo estrasse nuovamente la pistola, impugnandola con due mani, e fece fuoco finchè i proiettili non si esaurirono.

Spalancò gli occhi, quando vide i rami ritrarsi  poco prima di essere colpiti dai proiettili, creando un varco per lasciarli passare e non essere colpiti, per poi richiudersi come se non si fossero mai mossi.

Una risata proveniente dalle vicinanze attirò l’attenzione di tutt’ e quattro, che alzarono la testa di scatto, volgendo lo sguardo sul ramo di un albero a loro vicino, sul quale scorsero due figure, poco distinte per via del sole che batteva alle loro spalle, che ne offuscava i lineamenti.

 

 

Sarah aprì gli occhi di scatto, conscia di trovarsi in pericolo grazie al suo sesto senso, trovandosi a pochi centimetri dal viso di un uomo. Provò a ritrarsi, ma urtò con la schiena e la testa contro qualcosa di duro, impegnando tutte le sue forze per trattenere un gemito di dolore, senza smettere di fissare i lineamenti della persona che le era di fronte.

Ratzel la guardò a sua volta. Il viso rilassato, l’espressione adorante, gli occhi blu puntati in quelli verdi di lei… si trattenne dal non avventarsi ugualmente sulle sue labbra, e si scostò a malincuore, alzandosi e invitandola elegantemente a fare lo stesso, porgendole una mano.

Sarah rimase di sasso.

RATZEL – Non temete. Non voglio farvi del male. – le disse con la sua voce calda, volgendole un sorriso rassicurante che Sarah non calcolò minimamente, presa com’era dal fare il punto della situazione.

Ricordava perfettamente ciò che era successo. Dell’attacco improvviso, dei rami che l’avevano avvolta e trascinata via… di lui. L’aveva rapita, ma nonostante ciò, anche se si trattava palesemente di un nemico, non riusciva ad avvertire niente di pericoloso in lui.

Senza contare che se avesse voluto farle del male lo avrebbe già fatto.

Si sollevò lentamente, esercitando forza sulle gambe, pregando che non le cedessero, strisciando quindi con la schiena lungo il tronco per fornirsi un minimo di sostegno e equilibrio.

SARAH – Chi sei? – ebbe il coraggio di chiedergli dopo un po’, quando vide la sua mano ritirarsi. Non le sfuggì la delusione che si dipinse sul volto dell’uomo. Lo scrutò a lungo, osservandolo velocemente dall’alto verso il basso, soffermandosi poi improvvisamente poco sopra i suoi occhi dal blu intenso, tra i ciuffi di capelli neri che gli coprivano casualmente la fronte.

Scorse un chakra scarlatto… e spalancò gli occhi. Due sole tipologie di uomini potevano possederne uno, da quel che ricordava. I bonzi di alto rango, considerati gli esseri più vicini ad un dio, e…

SARAH – Un dio? – chiese scioccata, spalancando nel limite del possibile i suoi occhi, rispondendosi istantaneamente alla domanda retorica che gli aveva rivolto. Era l’unica risposta possibile che avrebbe potuto spiegarle quel senso di magnificenza che proveniva dalla figura dell’essere che gli stava di fronte. Nonostante avesse l’aspetto di un comune ragazzo mortale, l’energia che avvertiva provenire dal suo corpo era qualcosa che non aveva mai avvertito in nessun altro essere vivente. Nemmeno l’energia manifestata da Sanzo nell’usare il sutra poteva minimamente essere paragonata a quella della persona che gli era di fronte.

Ratzel le sorrise bonariamente e, con sua somma sorpresa, le s’inchinò, servendosi del lungo mantello nero per compiere il gesto elegantemente.

RATZEL – Il mio nome è Ratzel – si presentò alla ragazza, rialzandosi subito dopo con lo stesso gesto fluido di cui si era servito per inchinarsi, rivolgendole poi un sorriso.

Sarah continuò a rimanere immobile, incredula di fronte a tutto ciò. Un dio le si era appena presentato, inchinandolesi di fronte.

“Sto impazzendo… questo è un sogno…” pensò, non riuscendo a darsi altra risposta all’in fuori di quella conclusione a cui era giunta.

RATZEL – Non state sognando – le disse, continuando a sorriderle teneramente. E Sarah non potè non avvertire una certa familiarità in quel sorriso… anche se s’impose di allontanare all’istante quell’idea.

SARAH – Cos… cosa volete da me? – ebbe il coraggio di chiedergli, cambiando l’impostazione del tono della voce, aggiungendo un pizzico di cortesia, completamente confusa e stralunata della situazione assurda in cui sembrava trovarsi realmente, non trattandosi di un sogno, come le aveva confermato anche la divinità.

RATZEL – Parlarvi – le rispose, con lo stesso tono di voce caldo e rassicurante, continuando a sorriderle.

 

 

HAKKAI – Sarebbe cortese mostrare il proprio volto quando si combatte… nasconderlo equivale a dimostrarsi spiacevolmente codardi. - .

Un’ennesima risata partì da una delle due figure situate sull’albero, facendo innervosire ulteriormente i quattro.

GOIJO – FATEVI VEDERE, BASTARDI! – urlò contro i due, non riuscendo a mantenere il sangue freddo che invece contraddistingueva più di tutti il compagno dagli occhi verdi.

-         Non sono cambiati affatto – giunse in modo soffuso dalla seconda persona che si trovava sull’albero, che dimostrò di avere un timbro di voce più delicato rispetto al compagno.

Dopo quella frase, i due individui che li avevano attaccati cambiarono angolazione, andando a coprire il sole, mostrando quindi il loro aspetto.

“Divinità” concluse Sanzo, osservando il chakra scarlatto che entrambe le figure avevano sulla fronte.

Goku non ci pensò due volte prima di cercare di attaccarli, ma, spiccato il balzo, mentre era sospeso a mezz’aria, vide il dio dagli occhi azzurri sollevare prontamente una mano chiusa a pugno, dalla quale sollevò solo l’indice e il medio, congiunti, scatenando così la reazione di un ramo che componeva il muro che li aveva circondati.

Non fece in tempo ad evitare il colpo che venne allontanato violentemente, colpito in pieno stomaco dal ramo, che lo ricacciò a terra, facendolo strisciare sulla polvere per un breve tragitto.

HAKKAI – È lo stesso che ci ha attaccati alla locanda la volta scorsa – concluse, informando i compagni, che ci erano arrivati a loro volta.

GOIJO – E l’altro chi è? La fidanzata? – chiese sarcasticamente, scatenando la reazione del dio dagli occhi ambrati, che sollevò un braccio, stringendolo a pugno.

Prima che Goijo riuscisse ad aggiungere qualcosa di altrettanto sarcastico in merito alla posizione che aveva assunto il nemico, si vide costretto ad evitare una roccia dalle piccole dimensioni che era caduta dall’alto.

Quando sollevò lo sguardo, spalancò gli occhi rossi, osservando la moltitudine di rocce che levitavano sulle loro teste, pronte a cadere da un momento all’altro.

 

 

“Parlarmi?” pensò Sarah tra se, senza smettere un attimo di abbandonare l’incredulità  che l’aveva colta.

SARAH – Di cosa? – chiese a Ratzel, attendendo impaziente che rispondesse alle domande che le stavano martellando nel cervello.

SARAH – Sanzo! – si lasciò sfuggire poi con enfasi, ricordandosi improvvisamente come tutto ciò era avvenuto.

Ratzel non potè fare a meno di ridurre gli occhi a due fessure, cosa che alla ragazza non sfuggì. Ma non si lasciò comunque intimidire, e continuò a guardarlo, impaziente di sapere cosa fosse successo ai ragazzi.

RATZEL – Sta bene. – le rispose, riacquistando la sua espressione pacifica, cercando di allentare il tarlo fastidioso che gli si era insinuato nella testa alla reazione della ragazza. – Stanno tutti bene. Non verrà fatto loro alcun male. - .

Sarah non abbandonò comunque la sua espressione tesa, incapace di articolare altra parola, così com’era incapace di articolare qualsiasi pensiero.

SARAH – Perché… - provò a chiedere al dio, non riuscendo a esprimersi oltre.

RATZEL – È stato necessario. – l’anticipò, capendo che voleva riferirsi al perché li avessero attaccati. – Volevo parlarvi a quattr’occhi, per mettervi in guardia. – aggiunse, vedendo la fronte della ragazza aggrottarsi.

SARAH – Ma da cosa…? – gli chiese infine, incapace di trattenere ancora tutte quelle informazioni spezzettate, desiderosa di riceverne una che potesse farle più chiarezza.

RATZEL – Da Genjo Sanzo Oshi - .

 

 

Nel momento esatto in cui Kadeon riaprì la mano, le rocce furono di nuovo soggette alla forza di gravità e cominciarono a cadere.

Hakkai si guardò intorno, cercando di escogitare velocemente un piano che riuscisse a salvarli tutti, ma chiusi in quella cerchia di rami non avevano alcuna possibilità di scappare, così la cosa più sensata che gli venne in mente di fare fu quella di creare una barriera col proprio Ki che potesse fungergli da ombrello, rallentando – o possibilmente evitando – che le rocce potessero colpirli.

Agì in fretta, creando attorno a sé e ai compagni la barriera d’energia, gemendo quando le rocce vi entrarono in contatto.

GOIJO – Hakkai! Sei troppo provato, non resisterai! – gli urlò contro, preoccupato per le sorti dell’amico, che, incoscientemente, dava segno di voler resistere a tutti i costi, nonostante le mani stessero cominciando a sanguinargli.

Goku guardò gli amici e strinse i denti, non riuscendo a pensare a nulla che potesse aiutare Hakkai. Se avesse cercato di nuovo di colpire gli dei, avrebbe dovuto uscire dalla barriera creata dal demone, mettendone in serio pericolo la consistenza e rischiando che il sacrificio di Hakkai fosse risultato inutile, nel caso in cui non vi fosse riuscito.

Portò i suoi occhi dorati su Sanzo, che era rimasto immobile ancor prima dell’impatto delle rocce sulla barriera, quasi come se non aspettasse altro che precipitassero.

Riuscì a immaginare che si sentisse inutile come lui, in quel momento. Soprattutto per via di Sarah.

GOIJO – Smettila! Le eviteremo! – consigliò all’amico quando lo vide inginocchiarsi per lo sforzo, con ancora entrambe le braccia alzate. Sollevò lo sguardo, capendo che la sua idea non sarebbe stata attuabile, a giudicare dal numero spropositato di rocce che si erano radunate sulla barriera.

Poi accadde l’imprevedibile.

Nel momento stesso in cui Hakkai, esaurite tutte le energie, estinse la barriera e si accasciò a terra, privo di forze, una serie di onde di energie di intensità media distrusse lo primo strato di rocce che si sarebbe abbattuto per primo su di loro.

Subito dopo, con una velocità incredibile, una figura si abbattè sul muro di rovi dall’esterno, perforandolo ed entrandovi, uscendone poi dalla parte opposta e ripetendo l’operazione più volte, con la medesima velocità, riuscendo a distruggerlo quasi interamente stando allo stesso tempo attento a non colpire loro, che vi si trovavano al centro.

Ryami e Kadeon spalancarono gli occhi allo stesso momento, e si posizionarono nuovamente in posizione di attacco, per richiamare i loro poteri e ricostituire la situazione iniziale, ma davanti  a loro fece la sua comparsa un’ennesima figura, che concentrò rapidamente nella sua mano un’onda di Ki. Non fecero in tempo a scansarsi che furono sbalzati in aria da un’ondata di energia.

Goijo, Goku e Sanzo rimasero impietriti. Il tutto si era svolto in una manciata di secondi, e ora, oltre ad essere stati liberati dalla gabbia di rami in cui erano stati rinchiusi, le divinità sembravano essere state momentaneamente messe ko.

La figura che aveva distrutto in maniera inverosimile il muro di rami, dopo aver effettuato l’ennesima crepa in quest’ultimo, muovendosi sempre alla stessa velocità, si fermò di botto davanti a loro, ponendo i piedi a mò di freno per agevolarsi.

Sospirò, una volta ferma, dando la possibilità ai tre di notare che si trattasse di una ragazza.

Goijo la osservò stralunato, mentre questa scuoteva la testa per liberarsi i capelli ricci dalle schegge che le si erano impigliate durante la corsa.

Il mezzo demone sollevò un dito basito, indicandola.

GOIJO – Ma tu… - .

-         A-ha! – gli disse annuendo, rispondendo in maniera affermativa alla sua pseudo domanda, capendo in anticipo cosa volesse chiederle. Gli sorrise, incurante dello sguardo sconcertato con cui continuava a guardarla, e lo salutò con una mano, scherzosamente, prima di correre verso la jeep nera sulla quale si erano già posizionati gli amici, che partì sgommando non appena lei fu sopra, dirigendosi verso il punto dove era sparita Sarah.

Sanzo sembrò destarsi improvvisamente dallo stato catatonico in cui era caduto.

SANZO – HAKURYU’! – chiamò il draghetto, che per tutto quel tempo era rimasto nascosto nella boscaglia, spostandosi da un albero all’altro qualora lo avesse considerato più sicuro.

Hakuryù uscì prontamente dal suo nascondiglio, raggiungendo i ragazzi e trasformandosi subito in jeep, capite le intenzioni del bonzo, acconsentendo che fosse lui a guidarlo.

Quando Goijo e Goku furono riusciti a trasportare il corpo di Hakkai sulla jeep, assicurandogli una stabilità, prevedendo la corsa che di lì a poco avrebbero fatto, Sanzo schiacciò l’acceleratore, creando dietro di se una nuvola di polvere che si diradò solo quando il veicolo fu già abbastanza lontano.

 

 

RATZEL – Non è come crede – disse alla ragazza, incurante dello sguardo sconcertato che le stava rivolgendo.

SARAH – Cosa significa? – gli chiese, riacquisito il coraggio che aveva perso quando aveva compreso di trovarsi di fronte ad una divinità.

RATZEL – Non deve fidarsi di lui - .

SARAH – Dovrei quindi fidarmi di lei? – gli chiese d’impulso, scettica.

Ratzel chiuse gli occhi, accusando il colpo per l’ennesima volta, cercando di non farsi prendere dalla rabbia.

RATZEL – Lei non mi conosce… ed è dunque ovvio che non si fidi…  - le rispose dopo un po’, riacquisita la calma, riaperti gli occhi. - Ma la sua fiducia nei miei confronti è irrilevante, dal momento che non ho cattive intenzioni nei suoi confronti. – le ripetè. – Crede che se avessi voluto farle del male non glielo avrei già fatto? - .

Sarah rimase per l’ennesima volta senza parole… il discorso di Ratzel filava fin troppo bene… ma la questione di Sanzo…

RATZEL – Genjo Sanzo la sta usando – continuò imperterrito, facendo risollevare il viso della ragazza, che lo aveva abbassato, distogliendo lo sguardo dal suo, per riflettere. – Quando non gli servirà più, si sbarazzerà di lei - .

La ragazza trattenne il fiato. Che diavolo voleva dire tutto ciò? Sanzo la starebbe usando? Per cosa? E Ratzel come farebbe a saperlo? Conoscerebbe Sanzo?

RATZEL – Posso comprendere che sia confusa da tutto ciò. Avremmo bisogno di più tempo affinché possa spiegarle tutto per filo e per segno… ma non ne abbiamo -. Chiuse gli occhi, cercando di mettersi telepaticamente in contatto con Ryami e Kadeon, dai quali apprese di non avere effettivamente più tempo.

Sarah continuò a riflettere.

Una divinità era spuntata dal nulla… rapendola… solo e unicamente per metterla in guardia… da Sanzo? Si portò una mano alla testa, chiudendo gli occhi a sua volta per il capogiro che la colse.

Le sembrava di trovarsi in un sogno. In un brutto sogno. Nemmeno le visioni che la coglievano erano capaci di confonderla così tanto.

Ratzel riaprì gli occhi, compiacendosi di essere riuscito a farla vacillare. Avrebbe dovuto insistere solo un po’ di più. E avrebbe dovuto farlo in poco tempo.

RATZEL – Venga con me – le propose, allungando una mano col palmo volto all’in su, invitandola a darle la sua.

Sarah riaprì gli occhi, trovandosi la mano del dio a pochi centimetri da se. Aveva ascoltato cosa le aveva chiesto… e la confusione era tornata a impadronirsi di lei, in maniera molto più acuta delle volte precedenti. Ratzel non sembrava avere cattive intenzioni. Qualsiasi cosa avesse voluto, avrebbe potuto prenderla in qualunque momento e nel modo che più gli aggradava. Invece… glielo stava chiedendo. Gli stava dando possibilità di scelta. Ammesso che la volesse per doppi fini… perché sprecare tutte queste parole?

I pensieri ritornavano sempre sullo stesso punto. Non sapeva cosa pensare.

E la cosa più assurda, incredibile e angosciante… era che di lui si fidava. Non c’era nessun campanello d’allarme che stesse suonando nella sua testa per avvertirla del pericolo. Non avvertiva niente di negativo provenire da lui. Il sorriso e l’espressione del dio le sembravano… sinceri… e lei ormai era abituata a classificare le persone in base a ciò che le trasmettevano, avendo vissuto una vita intera senza poter abbassare mai la guardia.

Qualsiasi cosa le venisse in mente riguardo Ratzel… il fatto che si trattasse di un nemico lo escludeva a priori.

Il dio guardò sottecchi dietro di se, avendo avvertito il rombare di un motore avvicinarsi. Il tempo era scaduto.

Allungò di più il braccio, avvicinandosi alla ragazza, e l’afferrò, ricevendo in risposta uno sguardo spaesato e spaventato.

SARAH – NO! – urlò, cercando di divincolarsi dalla sua stretta.

Ratzel s’immobilizzò di fronte a quella reazione, stringendo a pugno la mano libera, senza più esercitare forza su di lei.

Fu un attimo. Prima che Sarah potesse aggiungere qualsiasi altra cosa… ebbe una delle sue visioni.

Era in un posto che sembrava essere sospeso nello spazio… o forse era l’effetto che creava un enorme fascio di luce, che, simile ad una bocca, sembrava stesse trascinando tutto dentro di sé. Si voltò, vedendo Goijo riverso a terra, privo di sensi,  accanto a Goku,  che stava cercando di avanzare verso di lei servendosi di un pezzo della nyoibò, il cui resto era sparso per terra, poco lontano, in tanti piccole schegge. Vide Hakkai in piedi, più lontano da lei, sanguinante, senza monocolo, urlarle qualcosa che non riuscì a sentire. Si guardò intorno elettrica, conscia del pericolo che stavano correndo, cercando di individuare con lo sguardo la quarta persona che mancava.

Lo vide. A terra, molto più vicino alla bocca di luce rispetto a loro. Le ametiste coperte dalle palpebre. I capelli d’oro imbrattati di sangue. Il sutra distrutto accanto a lui.

Chiamò il suo nome, più forte che potè, arrivando a sentire la gola raschiarsi e gli occhi lacrimare…

Non si rese conto di aver urlato allo stesso modo anche nella realtà. Ritornò in sè trovandosi di fronte gli occhi blu di Ratzel, spalancati per la sorpresa. Il suo braccio ancora intrappolato nella sua mano.

 

 

Kogaiji, nascosto – totalmente immobile – tra le foglie del ramo più alto di un albero, si preparò a saltare e combattere contro il dio. Si fermò poco dopo che una jeep nera ebbe fatto la sua comparsa, arrivando dall’alto, probabilmente grazie allo slancio di qualche albero sradicato che aveva incontrato, finendo nella zona ombreggiata in cui si trovavano i due.

 

 

“Dannazione” pensò Ratzel, mentre la jeep si avvicinava ad una velocità inaudita.

RATZEL – Ci rincontreremo. Pensate a ciò che vi ho detto. – le disse, afferrando delicatamente una mano della ragazza e poggiandovi sopra le labbra, senza staccare gli occhi dai suoi.

Scomparve poco prima che la jeep stesse per investirlo. Sarah si ritrovò in un lampo lontana, a terra, con addosso un corpo che si era lanciato dal veicolo in corsa.

 

 

Kogaiji continuò a rimanere immobile. Quella situazione era apparsa strana anche a lui. L’unica cosa certa era la ragazza. Dalla posizione in cui si trovava aveva avuto modo di vederla bene ancora una volta. Era lei. Senza ombra di dubbio.

Quando anche una jeep verde a lui molto familiare fece la sua comparsa nella boscaglia, decise di andarsene.

 

 

SARAH – Ahia… – si lamentò, la schiena dolorante per via dell’ennesimo impatto violento col terreno. Si rese subito conto di avere qualcuno addosso, e trattenne il fiato, nuovamente incredula, accorgendosi dei capelli lunghi biondi molto familiari.

-         Guarda che mi sono fatto male anch’io – protestò la persona sopra di lei, facendosi leva sui gomiti e sollevando la testa, rivolgendole un radioso sorriso.

Gli occhi di Sarah si riempirono di lacrime.

-         SARAAAAAAH!!! – urlò una voce acuta e pimpante, seguita da dei passi frettolosi, come quelli di qualcuno che sta correndo.

SARAH – Chris… - riuscì a malapena a pronunciare nel riconoscere l’amico, prima che questo venisse afferrato per le spalle da una ragazza dai capelli ricci e rossi e sbattuto con violenza lontano da lei.

SARAH – Pad! – esclamò, senza riuscire a muoversi per la sorpresa, convinta che si trattasse di un sogno.

PAD – Ma che combini??? Che ci fai ancora a terra?? – le chiese, afferrandola con poca delicatezza per le spalle, rimettendola in piedi, per poi abbracciarla di slancio, quasi fino a stritolarla.

Sarah rispose all’abbraccio subito, chiudendo gli occhi, lasciando così che delle lacrime le sfuggissero dalle palpebre. Quando li riaprì, vide una terza conoscenza scendere da una jeep nera a lei familiare.

Quando Pad si staccò da lei, guardandola soddisfatta per la reazione che la sorpresa era riuscita a procurare all’amica, Sarah si portò entrambi le mani alla bocca, incapace di articolare parola, osservando la donna scesa dalla jeep avvicinarsi a lei con l’andatura sicura che tanto la contraddistingueva.

Allo stesso tempo, Chris riuscì a sollevare la testa da terra, e se l’agitò per liberarla marginalmente dalla polvere. Poi si mise di fronte alla ragazza, con le braccia spalancate e sorridente, incurante che stesse per essere raggiunta dalla donna.

CHRIS – Tesoro!!! Fatti abbracciare! – esclamò, prima di essere sbattuto nuovamente a terra, questa volta dal lato opposto alla volta precedente.

Fu Sarah ad abbreviare la distanza che la divideva dalla donna, correndole incontro e saltandole quasi addosso per abbracciarla.

SARAH – Cloe… - chiamò l’amica tra le lacrime, incapace di separarsi da lei, cercando di trattenere le lacrime che non volevano saperne di smettere di rigarle il viso.

Cloe si concesse un sorriso, abbracciando la ragazza a sua volta e portandole una mano sulla testa.

Era mancata tanto anche a lei.

Anche a Pad vennero le lacrime agli occhi, tanto che fu costretta ad asciugarsene i bordi con le dita.

CHRIS –Ehi… - piagnucolò improvvisamente, rimanendo in ginocchio, lontano da loro, temendo di ricevere l’ennesima spinta che gli avrebbe fatto mangiare ancora polvere. – Voglio abbracciarla anch’io, però! – concluse mettendo il broncio, attirando immediatamente l’attenzione di Sarah che, liberatasi dall’abbraccio di Cloe, corse verso di lui, inginocchiandosi anche lei per portarsi alla sua altezza e stringendolo più di quanto non avesse fatto con le amiche, baciandogli un paio di volte una guancia, continuando a singhiozzare.

Chris s’intenerì, prendendo ad accarezzarle con affetto i capelli come aveva fatto Cloe, per poi riprendere ad abbracciarla e cominciare a dondolare sulle ginocchia, trascinandola con se.

CHRIS – Quanto ci sei mancataaaaaaaa! – esclamò con enfasi, facendo ridere la ragazza. – Ma tanto, tanto, tanto, tanto! – concluse, allontanandosi un po’ da lei e schioccandole un bacio sulla guancia.

PAD – Tanto quanto? – chiese sarcastica all’amico, inarcando un sopracciglio, volendo sottolineare la teatralità che aveva usato.

CHRIS – TANTO, TANTO, TANTO, TANTOOOO! - .

SDENG.

Cloe lo colpì imperterrita con l’harisen sul capo, mentre sul suo pulsava freneticamente una venetta.

CLOE – Abbiamo capito… - sibilò, facendo zittire all’istante il demone più giovane che, spaventato, una volta in piedi, andò a nascondersi dietro le spalle di Sarah, che scoppiò a ridere per la seconda volta.

Un tonfo e una frenata prolungata attirò l’attenzione di tutt’e quattro, specie quella di Sarah, che spalancò gli occhi, mettendosi subito a correre verso il veicolo che era appena entrato in quella parte di boscaglia.

Sanzo finalmente respirò. Scese meccanicamente dalla jeep, col suo solito invidiabile auto controllo e si fece abbracciare dalla ragazza, che gli si gettò contro a braccia aperte non appena gli si fu avvicinato.

I battiti cardiaci ritornarono a pulsare in modo più naturale, e dopo averle accarezzato i capelli, la scostò da se, concedendosi di baciarla lievemente sul capo, chiudendo gli occhi.

SARAH – Hakkai! – esclamò, nel notare l’amico privo di sensi giacere sui sedili posteriori, semi sdraiato su Goku.

GOIJO – Sta bene, principessa. È solo stanco perché ha voluto strafare! – scherzò, sdrammatizzando come al solito, ricevendo in cambio una carezza sul viso da parte della ragazza.

SARAH – E voi come state? – gli chiese ansiosa, carezzando il capo a Goku, scompigliandogli appena i capelli con delicatezza, volgendo lo sguardo anche su di lui.

GOKU – Bene, tranquilla! – le rispose solare, annuendo e sorridendole, per non farla preoccupare.

Un tossicchio attirò la loro attenzione.

I sette si guardarono l’un con l’altro per un po’ di tempo, finchè Sarah non propose di fermarsi per fare il punto della situazione e un po’di presentazioni.

 

 

Hakkai si svegliò con un brusìo di sottofondo, rendendosi conto dal manto stellato che era sopra di lui che era giunta la sera. Aprì e chiuse gli occhi più volte, trovandosi davanti, improvvisamente, un paio di occhi azzurri curiosi, che si spalancarono a dismisura non appena lui aprì di più i suoi.

PAD – Wow, che occhi! – esclamò, uscendo poi dalla visuale del ragazzo. – Caspita Sarah, ti batte alla grande! - .

Sarah rise sonoramente, divertita dalla sfrontataggine dell’amica, seguita a ruota da Goijo e Goku, che risero più sguaiatamente, come al solito.

GOIJO – E poi dicono che chi dorme non piglia pesci! - .

PAD – Ehi! Cosa staresti insinuando?? - .

GOIJO – Io? Nulla… - le rispose con finta noncuranza, facendo ridere di nuovo Goku, mentre Sarah sorrise, prendendo ad avvicinarsi al demone dagli occhi di giada gattonando.

SARAH – Come ti senti, Hakkai? – gli chiese con un tono di voce basso, cercando di non farsi sopraffare dalle voci di Goijo e Pad, che stavano continuando a battibeccare.

HAKKAI – Un pò confuso… - le rispose sinceramente, volgendole a sua volta un sorriso e guardando dietro di lei, scorgendo Sanzo accendersi una sigaretta e una donna seduta al suo fianco fumarne una.

Quando provò ad alzarsi, Sarah accompagnò il suo gesto posizionandogli una mano dietro la schiena, in modo da riuscire a sorreggerlo nel caso in cui lo avesse colto un capogiro.

Quando ebbe la certezza che non sarebbe caduto, Hakkai le sorrise di nuovo, riconoscente, portandosi una mano all’occhio sinistro e stropicciandoselo, per cercare di avere la vista più nitida almeno da quella parte.

Goku gli porse il monocolo che fin’ora aveva custodito, ricevendo in cambio un sorriso e un “Grazie” da parte del demone, che, reindossatolo, cominciò a mettere a fuoco i visi nuovi.

HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuuu! – emise, volando subito incontro al suo padrone, ritrasformandosi in draghetto sotto lo sguardo di Chris e Pad, che scattarono sull’attenti per via del fumo provocato dalla trasformazione, mentre Cloe si limitò a rivolgere al bizzarro veicolo un’occhiata incredula.

Hakkai allungò una mano, facendo in modo che Hakuryù vi si poggiasse sopra, avvicinandoselo per poi prendere ad accarezzarlo.

Dopo un attimo di silenzio, in cui Chris e Pad erano rimasti a bocca aperta, il ragazzo si rivolse a Cloe, al suo fianco.

CHRIS – Perché il nostro veicolo non si trasforma? - .

CLOE – Perché no – gli rispose, cercando di liquidarlo, prevedendo la lista delle domande senza senso che le avrebbe rivolto di lì a poco.

CHRIS – E perché no? – le chiese infatti, provocando il rigonfiamento della vena dell’amica.

CHRIS – Perché no… - si auto rispose, mesto, afferrando al volo la ragione del rigonfiamento della vena della donna.

SARAH – Hakkai – interruppe quel bizzarro scambio di battute, trattenendo una risata come aveva fatto Pad, andando subito incontro al demone degli occhi di giada, prevedendo potesse essere spaesato. – Non so se ricordi quando ci siamo incontrati alla locanda del Pavone nero… - .

Hakkai collegò il tutto in un attimo, ricordandosene, e annuì.

SARAH – Loro sono Cloe, Chris e Pad – presentò gli amici, che sentendosi chiamare, a turno gli fecero un cenno di saluto.

SANZO – Dunque si è già diffuso quasi ovunque – si rivolse a Cloe, interrompendo lì le presentazioni, riprendendo il discorso che avevano iniziato precedentemente, prima che Hakkai si svegliasse.

CLOE – Sembra di sì – gli rispose secca, spegnendo la sigaretta accuratamente poco lontana da lei.

Hakkai guardò l’uno e l’altro, cercando di recuperare il filo del discorso che si era perso, riuscendo comunque a capire che stessero parlando dell’anomalia.

PAD – Quando siamo andati via dal nostro villaggio siamo stati costretti a spostarci di frequente per via dei casi anomali che si sono sviluppati improvvisamente di luogo in luogo – spiegò ad Hakkai brevemente, riassumendogli la prima parte del discorso.

CHRIS – La maggior parte delle volte non ce ne siamo andati di nostra spontanea volontà – aggiunse, attirando così l’attenzione di Hakkai. – La gente parte prevenuta… è spaventata, non è più disposta a vivere con noi - .

PAD – D’altronde non le si può dare torto… - si limitò ad aggiungere, lasciando cadere il discorso nel vuoto.

HAKKAI – Come ci avete trovati? – chiese a quel punto, rompendo il silenzio.

A Chris venne da ridere.

CHRIS – Siamo stati attirati da un movimento bizzarro – iniziò a spiegare, riprendendo a ridere.

PAD – Eravamo nei pressi della radura in cui vi eravate fermati… quando abbiamo visto dei rami tagliarci la strada improvvisamente e addentrarsi nella boscaglia – continuò, cercando di rendere più chiaro il racconto.

CHRIS – Poi abbiamo visto uno di essi scagliarsi con più decisione in un punto a caso e ritirarsi con una preda… - concluse, riprendendo a ridere più sonoramente.

SARAH – Ehi… guarda che non  è stata una bella esperienza… - ci tenne a precisare, guardando con cipiglio l’amico dai capelli biondi, che non la smetteva di ridere.

CHRIS – Eri troppo divertente… ti divincolavi in un modo assurdo… - . Riprese a ridere, senza trattenersi, venendo colpito improvvisamente alla testa da una pietra scagliata da Sarah e da un’harisennata, dietro la testa, da Cloe, che lo fece cadere in avanti. 

PAD – Abbiamo riconosciuto la jeep… e abbiamo deciso di dare un’occhiata per capire cosa stesse succedendo. Poi siamo scappati da Sarah – concluse, dopo aver riso brevemente per le sorti di Chris.

GOKU – E adesso? Dove siete diretti? – chiese loro, volgendo i suoi occhioni dorati a turno sui tre.

CLOE – Ovunque ci conduca la scia anomala – gli rispose, facendo una pausa per accendersi un’altra sigaretta. – È inutile continuare a cercare un posto in cui provare a integrarsi, coi tempi che corrono. Personalmente, questa situazione sta cominciando a starmi sulle scatole. Se devo impazzire preferisco farlo di mia spontanea volontà, senza aspettare di essere colta come tutti gli altri dall’anomalia. - .

GOIJO – State dunque… - .

PAD – Dirigendoci verso la direzione in cui sembri manifestarsi più spesso e con più intensità. E sembrerebbe trattarsi dell’ovest. Deve esserci una spiegazione dietro tutto questo… ed io la penso come Cloe. Non me ne starò con le mani in mano ad aspettare la fine! - .

HAKKAI – Lei è dello stesso parere? – si rivolse a Chris, che sembrava aver riacquisito un’aria seria.

CHRIS – Dammi del tu, per favore, non mi sono mai piaciute le formalità. Se non è un problema naturalmente. - .

Quando Hakkai scosse la testa per fargli intendere che non ci fosse alcun problema, continuò.

CHRIS – La penso allo stesso modo… e poi, indipendentemente da tutto, seguirei queste signore in capo al mondo. – disse tutto d’un fiato, con una sicurezza e una dolcezza che riuscì a sciogliere per un attimo perfino Cloe, che si limitò ad abbassare un po’ la testa, e a sorridere ironicamente, pensando alla semplicità dell’amico.

A Pad le si inumidirono gli occhi.

PAD – Ma non è un amore??? – chiese poi improvvisamente, sgattaiolando accanto a lui, abbracciandolo e scoccandogli un baci su una guancia, imbarazzandolo e facendolo arrossire.

GOIJO – Peccato amico… - si rivolse ad Hakkai. – La conquista ti è già stata soffiata! - .

Seguì una serie di risate che ruppe ancora una volta il silenzio della radura in cui si trovavano.

 

 

Era notte inoltrata, ma Sarah non riusciva comunque a dormire. Troppi avvenimenti.. troppe sorprese.. troppe rivelazioni aveva riservato quel giorno, e lei, da quando si era posizionata nel sacco a pelo, non era riuscita a chiudere occhio.

La riunione si era conclusa con la decisone da parte dei suoi vecchi amici d’intraprendere con loro il viaggio verso ovest. Aveva raccontato loro cosa l’aveva spinta a fare quella scelta… all’attacco subito alla locanda dopo la loro partenza e alla rivelazione da parte di un nemico che qualcuno, proveniente dall’ovest, la stesse cercando.

Pad le aveva ammiccato prima di andare a dormire, quando l’aveva vista allontanarsi con Sanzo e sistemarsi con lui in disparte per la notte. E quel gesto significava una sola cosa. Tortura. L’avrebbe sicuramente torturata se non le avesse raccontatati tutto quello che era curiosa di sapere. In primis, sicuramente, la storia col bonzo corrotto.

Neanche a farlo a posta si sentì avvolgere da dietro da un braccio, che andò a circondarle la vita, mentre l’altro le passò sotto al collo. Lo sentì incredibilmente vicino, ma, benché lo desiderasse, non si mosse, ancor più desiderosa di bearsi di quel contatto caldo e elettrizzante allo stesso tempo... che quella giornata aveva rischiato di perdere.

SARAH – Anche tu sveglio? – gli chiese sussurrando, per evitare di farsi udire dagli altri, che stavano dormendo poco lontani.

SARAH – Come va il braccio? - gli chiese ancora, non ricevendo alcuna risposta dalla prima domanda, voltandosi poi delicatamente verso di lui, attenta a non fargli male il braccio fasciato.

Venne investita all’istante dalle solite, splendide ametiste, e, attratta come un magnete al metallo, si avvicinò a lui, continuando a guardarlo, poggiando le labbra sulle sue e baciandolo dolcemente, chiudendo gli occhi solo dopo che lui ebbe chiuso i suoi, non volendosi perdere un loro solo movimento.

Sanzo ne approfittò per approfondire il bacio e le portò una mano al viso, in prossimità dell’orecchio, invitandola col pollice a schiudere le labbra e ad affondare la lingua nella sua bocca solo per un attimo, giusto il tempo di sentirla tremare e sciogliersi leggermente.

Fu allora che Sarah si decise a stare in silenzio, limitandosi a godersi quegli attimi. Attimi. Sapeva che si trattava solo di attimi, considerando il viaggio che avevano deciso d’intraprendere, il cui cammino era disseminato di pericoli, incertezze e dubbi.

Ringraziò per essere sopravvissuta ancora una volta per poter godere quegli attimi con lui, e quando Sanzo l’ebbe baciata un’ultima volta, più dolcemente e brevemente, conducendo la sua testa con una mano verso il suo petto, si lasciò cullare dal suo respiro, abbandonandosi finalmente al sonno.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** "Convivenza" ***


Il campo di grano era deserto… evitava accuratamente di andarci nelle ore di punta negli ultimi tempi, abbracciando l’idea che era meglio così… che prima o poi sarebbe finita e lei allora avrebbe potuto ricominciare ad andarci come le altre donne

Convivenza

 

 

 

 

Il campo di grano era deserto, evitava accuratamente di andarci nelle ore di punta negli ultimi tempi, abbracciando l’idea che era meglio così… che prima o poi sarebbe finita e lei allora avrebbe potuto ricominciare ad andarci come le altre donne.

Fece tappa al negozio di dolciumi, rimanendoci più tempo del necessario… fino a quando uno strano, fastidioso campanello cominciò a suonarle in testa, facendola innervosire e metterla in all’erta.

Quasi mossa da una volontà non propria, lasciò cadere il sacchetto con le caramelle che aveva appena scelto,  facendolo scontrare col pavimento del negozio, sul quale si riversarono, mentre lei correva via in preda al panico più totale. Il campanello d’allarme aveva preso a suonare  più insistentemente.

Quasi distrusse la porta nell’entrare in casa, cercando di recuperare il controllo dei battiti del cuore regolando la respirazione, che si stava disperdendo ansimando.

Non curandosi di lasciare l’uscio aperto, corse su per le scale, trovando aperta  la porta della stanza verso cui era diretta.

Lo sguardo fu attirato da un luccichio proveniente dalla mano ricoperta di sangue di un uomo, in lacrime accanto ad una culla… dalla quale non proveniva alcun suono.

Il campanello d’allarme si zittì di colpo, gli occhi le si spalancarono, il fiato le si mozzò, il cuore smise di battere… per poi riprendere a martellare impazzito, come l’urlo disperato che le si liberò dalla gola mentre si avventava sulla figura di fronte a se… 

 

Sussultò nello svegliarsi, tranquillizzandosi quando vide due pozze dorate osservarla incuriosite e preoccupate.

GOKU – Scusami, non volevo spaventarti… - mormorò appena, ritraendo istantaneamente la mano dalla spalla di Cloe, che aveva scosso appena per svegliarla. La donna, dopo un momento di smarrimento, scosse la testa prontamente, facendogli intendere di non essersi spaventata, rivolgendo poi gli occhi altrove per sfuggire a quello sguardo così cristallino.

Una risata attirò la sua attenzione e volse lo sguardo vero la jeep nera, scorgendo Pad, seduta sul cofano, piegata in due, in preda ad suo tipico attacco di risa isterico, e di fronte a lei Chris, che la guardava in cagnesco, mentre Sarah lo abbracciava divertita, con le lacrime agli occhi.

Sorrise impercettibilmente, chiudendo gli occhi e facendosi leva con una mano per sollevarsi, quando un paio di occhi rossi si posarono su di lei, attirando nuovamente la sua attenzione. Rabbrividì, vedendo il mezzo demone poggiare con fare spavaldo un braccio sulla spalla del ragazzino eretico.

GOIJO – Sempre il solito, scimmia… non lo sai che le signore vanno svegliate con delicatezza? -.

GOKU – Ehi, kappa! – esclamò, sottraendosi istintivamente all’appoggio dell’amico, guardandolo offeso, mentre questi lo guardava a sua volta provocatorio.  – Toglimi la tua zampa da dosso! - .

GOIJO – Come hai detto?? – gli chiese subito, lasciando perdere il suo savoir-faire provocante e innervosendosi come al solito, mentre Cloe ne approfittava per alzarsi senza attirare troppa attenzione.

Venuta fuori dal sacco a pelo, lo raccattò, piegandolo alla bene e meglio, e si diresse verso la propria jeep per posarlo, venendo salutata dai suoi compagni in coro con un allegro “Buongiorno!”.

Grugnì in risposta, come suo solito, e dopo che ebbe posato il sacco a pelo estrasse subito una sigaretta dal pacchetto che teneva sempre con se, innervosendosi non poco quando, dopo tre tentativi andati a vuoto, si rese conto che l’accendino che possedeva era scarico.

Pad e Chris non osarono pronunciare parola. Dalle azioni sistematiche della donna, avevano capito che era una di quelle “giornate no” per Cloe… e, anche quella notte, aveva fatto probabilmente di nuovo lo stesso incubo. Sospirarono entrambi, mentre Sarah osservava l’amica riprovare ancora una volta ad accendersi la sigaretta, decidendo poi di dirigersi verso il bonzo, isolato da tutti, come di consueto, seduto sotto un albero a leggere il giornale.

Il bonzo sollevò gli occhi su di lei solo quando la sua ombra l’ebbe coperto.

SARAH – Mi presteresti l’accendino? – gli chiese, facendo cenno con la testa all’amica alle sue spalle, che stava continuando a provare a far funzionare il suo con scarsi risultati.

Sanzo recuperò l’accendino da una tasca della tunica e glielo porse, abbassando poi di nuovo gli occhi sul giornale.

Sarah restò a osservare i lineamenti delicati del volto del giovane, la cui espressione cerea, che lo contraddistingueva, sembrava essere in contrasto e allo stesso tempo perfetta su quel viso. Sorrise, per poi passare ad analizzare la montatura degli occhiali di cui si serviva per leggere.

SANZO – Che c’è? – le chiese, sollevando per un attimo gli occhi di nuovo su di lei, e riabbassandoli subito dopo per voltare pagina.  

SARAH – Sei davvero sexy con gli occhiali… - disse appena, quasi sussurrando, quando vide le ametiste immergersi di nuovo nelle notizie del giornale.

Sanzo, impreparato ad una frase del genere, s’irrigidì, e quando sollevò di nuovo gli occhi trovò quelli di lei a pochi centimetri di distanza.

Rispose al bacio che ne seguì, incurante di trovarsi a pochi metri di distanza dagli altri, e sorresse il suo sguardo quando lei fissò gli occhi nei suoi, per poi vederla alzarsi e correre saltellando verso la jeep dei suoi amici demoni.

Nel riportare lo sguardo davanti a sé si accorse di Goijo, che fumando si era messo, molto probabilmente volontariamente, nella traiettoria del suo sguardo. Il mezzo demone gli sorrise sornione lascivamente, facendogli ricordare la discussione che avevano avuto all’esterno della precedente locanda in cui erano stati… quando gli aveva dimostrato, come un idiota, che era geloso.

Sanzo non rispose alla provocazione e gli rivolse uno sguardo indifferente, riprendendo poi a leggere il giornale, mentre Goijo ritornava indietro, con un sorriso soddisfatto a piegargli le labbra.

HAKKAI – Ora che siamo tutti svegli – prese parola improvvisamente, andando a sedersi su una grossa pietra posta in prossimità dell’albero sotto cui Sanzo stava leggendo il giornale. – Sarebbe il caso di discutere degli avvenimenti di ieri - .

Il demone dagli occhi di giada riuscì a calamitare subito l’attenzione di tutti su di se, compresa quella del bonzo, che si sfilò gli occhiali e chiuse il giornale, accendendosi poi una sigaretta.

Tutti gli occhi si spostarono poi, conseguentemente, su Sarah, che si era adombrata, prendendo ad accarezzare distrattamente Hakuryù, che le si era poggiato su una spalla.

Non si aspettava di doverne parlare così presto. Non aveva ancora metabolizzato e analizzato a sufficienza le parole che la divinità le aveva rivolto, e parlare di ciò che quel Ratzel le aveva detto a proposito di Sanzo non le andava a genio, temendo che potesse creare più confusione di quanta già ce ne fosse.

Se si fosse trovata sola coi ragazzi ne avrebbe parlato tranquillamente, ma la presenza dei tre vecchi amici la dissuase dall’intento.

Nonostante l’apparente calma e accettazione reciproca che avevano dimostrato il giorno prima, aveva notato le occhiatacce che Chris e Cloe avevano lanciato a Sanzo, non appena avevano capito che il monaco transitava nella sua orbita.

Li conosceva. Il loro istinto di protezione, soprattutto dopo gli avvenimenti di Jiin, al sentir ciò che la divinità le aveva detto a proposito del bonzo, sarebbe sicuramente raddoppiato, andando così a creare delle tensioni all’interno del gruppo, considerando i temperamenti caratteriali di tutti.

Cosa che non voleva accadesse nel modo più assoluto.

Per quanto ne sapeva, quel Ratzel le aveva semplicemente detto un mucchio di sciocchezze. Non era il caso di rovinare un già precario equilibrio per una ragione tanto futile basata su preoccupazioni campate in aria.

Di preoccupazioni ne avevano già abbastanza. Dirigersi ad ovest e sperare in non incappare in troppi incidenti di percorso. Per non parlare di quella visione che aveva avuto il giorno precedente e  che le era tornata sottoforma di incubo durante la notte, poco dopo essersi addormentata tra le braccia di Sanzo.

No. Non era assolutamente il caso di parlare delle farneticazioni del dio.

GOKU – Cos’è successo mentre noi eravamo impegnati a tener a bada gli altri due? – chiese all’amica, rompendo il silenzio e facendola riavere dal suo stato di torpore.

SARAH – Io… - tentennò, indecisa su cosa inventarsi. – Non lo so… mi sono svegliata poco prima che arrivassero loro – decise di dire infine, volgendosi verso gli amici, che ebbero ognuno una reazione sorpresa diversa.

CHRIS – Ma lo conosci quel tipo? – le chiese, aggrottando la fronte, ricordando con fastidio i modi galanti vomitevoli che il dio le aveva rivolto. Era saltato addosso a Sarah nel momento esatto in cui il tizio le aveva baciato la mano, e c’era mancato poco che non cambiasse direzione all’ultimo secondo per poter saltare addosso a lui per rompergli il naso.

La ragazza scosse la testa, assumendo un’aria grave, ripensando incredula a come fosse stato possibile il senso di familiarità che l’aveva colta quando aveva visto il dio.

PAD – Che voleva? – le chiese allora, incuriosita quanto l’amico da ciò a cui avevano assistito poco prima che la sottraessero a quello che, non solo a lei, era sembrato un saluto confidenziale.

SARAH – Non lo so… - .

CHRIS – Possibile che non abbiate scambiato nemmeno una parola? Ti ha minacciata, picchiata, insultata…? - .

SARAH – No! – rispose con enfasi, ricordandosi dei modi gentili e di quegli occhi blu accondiscendenti.

Chris si portò una mano alla testa, prendendo a grattarsela nervosamente, cercando di ragionare su quanto aveva visto e su quanto l’amica gli stesse dicendo.

CHRIS – E perché accidenti ti ha rapita? – le chiese confuso, mentre Sarah sollevava le spalle e abbassava lo sguardo.

GOIJO – Bizzarro… - intervenne, incuriosito anch’egli dalla strana situazione. – Probabilmente è rimasto ammaliato dal suo fascino… - scherzò, sorridendo sornione, cercando di allentare un po’ la tensione.

CHRIS – Beh, lo credo anch’io, dal momento che l’ha salutata in modo del tutto particolare prima di andare via! – esclamò, facendo spalancare gli occhi al mezzo demone e a Goku, mentre Hakkai aggrottava la fronte e Sanzo si alzava dalla sua postazione e si avvicinava al gruppo, più incuriosito – quanto innervosito – di tutti.

GOKU – In che modo, scusa? – chiese a Chris, che continuava a fissare l’amica, che era sobbalzata nel sentire la sua esclamazione.

PAD – Le ha afferrato una mano e gliel’ha baciata! – spiegò, facendo assumere ai suoi occhi uno sguardo sognante, imitando poi perfettamente, con fare teatrale, il gesto al quale aveva assistito.

GOKU/GOIJO – Eh?? – esclamarono in coro, spiazzati da quella rivelazione inattesa.

Sarah sollevò lo sguardo, andando a incontrare gli occhi magnetici del bonzo, che la scrutavano intensamente, quasi a volerle scavare dentro.

SARAH – Mi conosce – pronunciò improvvisamente, captando di nuovo l’attenzione di tutti.

HAKKAI – Come fa a conoscerti? – le chiese, rivolgendosi a lei delicatamente come suo solito.

SARAH – Non ne ho idea – rispose, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa sconsolata, confusa quanto loro da tutto ciò che le era successo. – Mi ha chiesto di seguirlo – aggiunse poi, facendo spalancare ulteriormente le bocche di Goijo e Goku.

PAD – Seguirlo? – chiese allucinata, scrutando il volto dell’amica minuziosamente per cercar di capire se avesse sentito bene.

GOKU – Perché? - .

GOIJO – Te lo ha “chiesto”? - .

CLOE – Fatela parlare! – esclamò ammonendo tutti, dando voce, contemporaneamente, ai pensieri del bonzo, che diventava di minuto in minuto più irrequieto.

HAKKAI – Datele il tempo di esprimersi – aggiunse, concordando con l’invito della donna, sistemandosi poi il monocolo sull’occhio.

Sarah rivolse appena uno sguardo grato al demone dagli occhi di giada, comprendendo al volo che il suo intervento era servito per camuffare il modo sconveniente con cui si era rivolta l’amica a Goijo e Goku.

SARAH – Non so come spiegarlo… - continuò, dando voce ai propri pensieri, sollevando nuovamente lo sguardo verso il bonzo affinché avvertisse il suo reale stato d’animo. – Ma… sembrava conoscermi. Mi ha dato del lei… premettendo subito che non aveva cattive intenzioni… - risollevò nuovamente lo sguardo, andando ad incontrare lo sguardo perplesso di tutti i suoi compagni di viaggio. - … che non voleva farmi del male. Mi ha detto che ero in pericolo… e mi ha chiesto di seguirlo, di andare con lui… - .

Il silenzio che seguì a quella dichiarazione non durò che una manciata di secondi, prima che ognuno cominciasse a dire la propria.

CHRIS – Roba da pazzi… - .

GOKU – Pericolo? Quale pericolo?? - .

GOIJO – Giustamente si è spacciato per l’eroe di turno… buffone… - .

PAD – Io non ci ho capito niente. Rapirti per poi proteggerti?? - .

CHRIS – Sicura di non aver battuto la testa e aver capito male? - .

PAD – Potrebbe averla battuta lui la testa! Quando mai si è visto il cattivo di turno essere gentile con la propria vittima! - .

CHRIS – Potrebbe essersene davvero innamorato… inventando poi la scusa del pericolo per poterla portare con se e proteggerla… il furbo… - .

GOIJO – Non è da escludere – concordò, accendendosi una sigaretta.

PAD – Ma siete scemi o cosa?? – sbottò allucinata, guardando prima l’uno e poi l’altro.

GOKU – Ho fameeeeeee… - .

GOIJO – Stiamo facendo un discorso serio, scimmia! - .

GOKU – Anche la mia fame è seria, kappa! - .

PAD – Scimmia? -.

CHRIS – Kappa? - .

GOIJO – Dubito che tu sappia quand’è il momento di essere seri, razza di scimmia ingorda! - .

GOKU – Da che pulpito! Quando mai sei stato serio tu, razza di kappa pervertito! - .

CHRIS – Pervertito? – chiese, conducendo con una mano Pad dietro di se e osservando il mezzo demone guardingo.

PAD – Perché “kappa”? – chiese curiosa, sbucando dalle spalle dell’amico.

GOKU – Ha le antenne, non le vedi? – le rispose divertito e soddisfatto, indicando i capelli rossi dell’amico, che s’infuriò ulteriormente, afferrandolo per la collottola e sollevandolo da terra.

GOIJO – Razza di stupida scimmia! Ripetilo! - .

CHRIS – Questi qui non me la raccontano giusta… - pronunciò a mezza voce, rivolgendosi a Pad, venendo però sentito ugualmente dai due litiganti.

PAD – Ma dai! Sono divertenti! - .

CHRIS – Per niente… ma hai sentito che battute? Scimmia, kappa… non credo abbiano tutte le rotelle a posto… - .

GOKU/GOIJO – Prego? – chiesero indispettiti, interrompendo il loro battibecco, riponendo momentaneamente le loro armi da guerra.

CHRIS – Non mi piacete – rispose, alzando, questa volta, la voce per farsi sentire.

I due rimasero interdetti da tanta schiettezza, restando per un attimo in silenzio a soppesare ciò che avevano sentito.

GOKU/GOIJO – È reciproco! – risposero in coro, riprendo a guardarsi poi in cagnesco.

GOIJO – Non mi rubare le battute, scimmia!

SANZO/CLOE – FATE SILENZIO! – proruppero insieme, estraendo il proprio harisen e cominciando a farlo piombare sulle teste dei poveri malcapitati.

Sarah sgusciò lentamente verso Hakkai, nascondendosi dietro di lui, poggiando le mani sulle sue spalle per aiutarsi a spiare ciò che avveniva nell’improvvisato campo di battaglia.

SARAH – Non vorrei beccarmi un’harisennata per errore… -  spiegò, seguendo con gli occhi i movimenti rapidi degli harisen, che rispondevano ogni volta che le vittime ne dicevano una  nuova.

HAKKAI – Saggia decisione! – le rispose sorridendo come suo solito, mentre Hakuryù svolazzava preoccupato sul gruppo che non decideva a smetterla.

SARAH – Forse, quando si saranno calmati, sarebbe il caso… - .

HAKKAI – Che viaggiassi con loro? – l’anticipò, voltandosi verso di lei e sorridendole comprensivo.

Sarah in risposta gli sorrise a sua volta, stringendogli appena le spalle in un gesto affettuoso, per poi alzarsi e avvicinarsi cautamente al gruppo di scapestrati.

 

 

PAD – Allora… - esordì per la prima volta da quando si erano rimessi in viaggio, rivolgendosi a Sarah, sporgendosi dal sedile posteriore su cui era seduta e poggiando i gomiti sui sedili anteriori, dove erano sedute Cloe e Sarah.

CHRIS – Già! Allora?? – intervenne anche lui, -  riavendosi dallo stato catatonico nel quale era caduto per via del sonno che ancora incombeva su di lui e per via dello stordimento dovuto alle botte ricevute precedentemente -, ricordandosi improvvisamente delle novità che aveva da raccontar loro l’amica. Scostò bruscamente Pad, che aveva invaso più spazio del dovuto, e si mise al suo posto.

Sarah arrossì vistosamente, per poi tentare d’interpretare una parte indifferente.

SARAH – Allora cosa… ? – chiese quasi sussurrando, sperando che non si avverasse quello che temeva…

CLOE – Non fare la finta tonta – le rispose, aspirando una boccata di fumo e conducendo la mano che reggeva la sigaretta all’esterno dell’abitacolo, continuando a manovrare il volante con una sola mano e tenendo l’acceleratore abbassato quanto bastava per stare dietro alla jeep verde.

CHRIS – Chi è? - .

PAD – Quanti anni ha? - .

CHRIS – Com è successo?? - .

PAD – Cosa è successo? - .

SARAH – Oddio… - pronunciò soltanto, portandosi entrambe le mani a proteggersi le orecchie, sapendo che non era ancora finita.

CLOE – Ti conviene cominciare a rispondere – le consigliò col suo solito fare distaccato e sicuro, dandole la conferma alle sue paure. Non era ancora finita.

SARAH – Si chiama Sanzo… - cominciò a rispondere, dopo aver emesso un sospiro rassegnato. – Ha ventitré anni, e… ed è successo e basta! Cosa, non vi riguarda! – concluse piccata, mettendosi sulla difensiva, sperando di dissuaderli dal farle altre domande imbarazzanti, mentre Cloe cominciò a ridere divertita dalla sua reazione e dal colorito che aveva assunto il suo volto.

CHRIS – Ventitré? Perbacco… - .

SARAH – Perbacco, cosa? – chiese all’amico indispettita, voltandosi verso di lui.

CHRIS – Ne dimostra di più… -.

Sarah sembrò rifletterci su, per poi tornare a sedersi compostamente, ritornando a guardare avanti.

PAD – Da quanto va avanti? – chiese, questa volta seria.

SARAH – Più o meno da quando ci siamo separati  - rispose approssimativamente, tornando con la mente indietro nel tempo, ricordando con riluttanza tutto quello che aveva vissuto fino ad allora, incrociando le braccia al petto e immergendosi nei propri pensieri.

CLOE – È un bonzo… - .

Sarah sollevò la testa, prendendo a fissare la capigliatura bionda che riusciva a intravedere nella jeep che viaggiava davanti a loro.

Aveva capito che quella dell’amica era una constatazione, e non una domanda.

Si limitò ad annuire, mentre la demone faceva schioccare la lingua.

CHRIS – Giusto…  - esordì improvvisamente, ricordandosi della tunica che indossava il ragazzo e del chakra scarlatto al centro della fronte. – Ma i bonzi non dovrebbero essere delle persone dalla spiritualità fortemente sviluppata, devoti alle divinità e professanti il non attaccamento alle cose materiali? - .

PAD – Come sei informato! – esclamò divertita, poggiando la testa sullo schienale del sedile, chiudendo gli occhi e sorridendo impercettibilmente.

CHRIS – E com’è che l’ho visto fumare come un camino, bere birra a go go e abbattere l’harisen, non troppo delicatamente, sulle testoline dei poveri malcapitati di turno sparando a raffica minacce e espressioni alquanto discutibili dal gergo non troppo elevato? - .

PAD – Eccolo che parte in modalità investigazione attiva… - .

Sarah non rispose, sorridendo appena, dimostrandosi improvvisamente interessata alle proprie scarpe, estraendo poi una borraccia dalla borsa posta ai suoi piedi e aprendola per berne un sorso.

CHRIS – E poi… - continuò, non contento. – Cosa fondamentale… - aggiunse, spostandosi più in avanti per poter avere ben in vista il volto dell’amica. – I monaci non praticano la castità? - .

Sarah sputò di botta l’acqua che si era appena versata in bocca, facendo frenare di colpo Cloe, che di tutta risposta fece urlare Pad per il gesto improvviso.

PAD/CLOE – IDIOTA! – esclamarono in coro rivolte al demone, mentre Sarah continuava a tossire e Chris si faceva piccolo piccolo, ritornando seduto al proprio posto.

CHRIS – Era solo una curiosità… - emise flebilmente, intimorito dagli sguardi furenti delle amiche, escluso quello di Sarah, che stava ancora cercando di riprendersi.

PAD – Impiccione! - .

CLOE – Fallo di nuovo e ti faccio scendere per poi metterti sotto! - .

CHRIS – Ok, ok… - rispose arrendevole, mostrando i palmi delle mani per sottolineare il gesto. – Scusa tesoro – si rivolse poi a Sarah, sporgendosi in avanti e poggiandole una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione. – Non lo faccio più! – concluse, scoccandole un bacio sulla guancia per farsi perdonare come al solito.

PAD – Chris… - richiamò l’amico sotto voce, guardando fissa di fronte a se. Il demone si voltò a guardarla, per poi seguire la stessa traiettoria del suo sguardo… incrociando un paio di ametiste che non tentavano in alcun modo di nascondere l’intenzione d’incenerirlo all’istante.

Il demone sostenne lo sguardo del bonzo fino a quando una voce non s’informò che andasse tutto bene.

HAKKAI – È tutto a posto? – chiese, portandosi una mano alla bocca per amplificarne il volume e sporgendosi dalla jeep per farsi vedere e vederli meglio.

SARAH – Sì! – urlò, sollevandosi e agitando un braccio per confermare la sua risposta, estraendo poi uno straccio dal cruscotto e mettendosi a pulire il vetro che aveva sporcato rigettando l’acqua.

Aveva lanciato uno sguardo a Sanzo non scorgendo nel suo niente di buono, temendo che i suoi timori riguardo i temperamenti caratteriali che entrassero in collisione potessero avverarsi.

Quando entrambi i veicoli ripartirono, si ripromise di parlare con Sanzo quanto prima.

CLOE – Da chi ha ereditato il sutra che porta sulle spalle? – chiese improvvisamente, facendo voltare di scatto Sarah verso di sé, sorpresa.

SARAH – Come fai a sapere che è un sutra? - .

PAD – Cos’è un sutra? – chiese curiosa, interrompendo momentaneamente la loro conversazione.

CLOE – È una sorta di pergamena mistica capace di generare poteri smisurati… – rispose, facendo spalancare gli occhi ad un’incredula Sarah e saziando appena la curiosità di Pad, che tornò a sedersi compostamente al proprio posto.

La demone s’interruppe, attendendo pazientemente che l’amica umana le rispondesse.

La curiosità che l’aveva colta non appena aveva visto il biondo monaco non l’aveva fatta trovare ancora pace.

Quegli occhi di quel colore particolare... quello sguardo altezzoso e sprezzante… avevano tutta l’aria di esserle familiari.

Sarah continuò a restare in silenzio. La domanda l’aveva colta alla sprovvista… e, più che chiedersi come l’amica facesse a sapere di tanti particolari, si trovò di fronte alla schiacciante situazione di dover ammettere con se stessa che non sapeva nulla dell’uomo che amava.

Lo stesso fatto di aver risposto agli amici che si chiamava Sanzo, le aveva fatto mangiare subito la lingua. Sapeva benissimo che “Sanzo” era il suo titolo onorifico e non il suo vero nome… che invece non aveva la più pallida idea di quale fosse.

Così come non sapeva nulla del suo passato. Com’era diventato bonzo? Era orfano come lei? Com’era entrato in possesso del sutra?

Si era ritrovata ad amarlo incondizionatamente senza soddisfare alcuna curiosità, senza nemmeno porsi il problema di sapere di più su di lui… quasi incurante di ciò che potesse rappresentare davvero quel ragazzo al di là di quello che dimostrava di essere.

L’unica cosa che sapeva era che la vita, o, dir si voglia, il fato, aveva fatto di tutto per metterlo sulla sua strada. Mai aveva avuto cosa più preziosa… ma la consapevolezza del fatto di non sapere nulla di lui l’attanagliava come una morsa famelica, mettendola di fronte alla realtà… di essersi innamorata di un estraneo.

Era dunque amore ciò che provava per lui? O semplice gratitudine per aver incrociato il suo cammino e averla affiancata, sostenendo con lei delle difficoltà che, altrimenti, avrebbe dovuto affrontare da sola come sempre?

Un movimento dalla jeep davanti la fece distogliere dai suoi pensieri, facendole alzare gli occhi giusto in tempo per vedere l’imperturbabile bonzo perdere la pazienza e abbattere senza pietà l’harisen sulle teste dei poveri malcapitati che sedevano sui sedili posteriori, massaggiandosi la testa impauriti, mentre la vena del monaco, ben distinguibile anche a quella distanza, pulsava freneticamente.

Come un fulmine a ciel sereno le ritornarono in mente le parole della divinità che l’aveva rapita il giorno precedente.

Genjo Sanzo la sta usando.

Scosse la testa violentemente, riavendosi da quel ragionamento così fastidioso. Perché quel Ratzel le era ritornato in mente così improvvisamente?

SARAH – Io… non lo so… - .

CHRIS – Gli hai parlato di noi? - .

La domanda del ragazzo, chiaramente poco interessato a come il bonzo avesse potuto ottenere il suo sutra, giunse inaspettata alle orecchie di tutti, nonostante si fosse capito che era stata rivolta a Sarah.

Cloe non ebbe da obiettare sull’interruzione del suo discorso. Alcuni dubbi, indipendentemente dall’ultima risposta di Sarah, le erano divenuti quasi certezze, e nulla le avrebbe impedito, se avesse voluto, di riprendere in un secondo momento il discorso con la ragazza, o magari, perchè no, chiedere qualcosa direttamente al bonzo.

In fin dei conti non era poi così importante, le sembrava solo molto bizzarro come, in determinate occasioni, il mondo le apparisse davvero piccolo.

Poi il silenzio in cui era caduto Chris quando si erano rimessi nuovamente in viaggio l’aveva fatta stare in pensiero non poco. Era chiaro che, come a lei, quel tipo non gli piacesse, ma a differenza di lei, che trovava inconcludente immischiarsi nella vita privata dell’amica, considerandola capace di saper badare a se stessa, Chris aveva un’indole protettiva marcata nei suoi confronti, come nei confronti di Pad e, talvolta, nei suoi, quando glielo permetteva.

Temeva che quel silenzio, com’era già capitato in passato, fosse la classica “quiete prima della tempesta”, e che la tempesta potesse scatenarsi da un momento all’altro.

Quella domanda posta con voce ferma, invece, l’aveva sollevata, poiché significava che di tempeste non ce ne sarebbero state.

SARAH – Sa che fate parte della mia vita – gli rispose, voltandosi verso di lui e guardandolo negli occhi.

CHRIS – Mh. – si limitò a emettere come risposta, per niente convinto dallo sguardo che gli aveva lanciato il bonzo.

SARAH – Chris… - lo chiamò, poggiandogli una mano su una gamba.

CHRIS – Va bene, va bene. Mi ha solo dato fastidio che abbia tentato di marcare il territorio, tutto qui! - .

Pad proruppe in una grossa risata, portandosi una mano alla bocca e attirando così l’attenzione su di se.

PAD – Cos’è, un cane? – chiese divertita all’amico, che di tutta risposta non aveva cambiato espressione, limitandosi solo a scuotere la testa in senso negativo.

CHRIS – Mi è sembrato essere solo un illuso che crede di essere l’unico a potersi permettere alcuni comportamenti… che d’altronde non ho ancora avuto modo di osservare, visto che sembra ibernato! - .

Cloe gli lanciò un’occhiataccia dallo specchietto retrovisore, mentre Sarah abbassava la testa, non permettendo così che le si potesse leggere in faccia l’espressione che aveva.

PAD – Ed eccolo in modalità gelosia attiva… - si limitò a dire, pensando che l’amico avesse esagerato con quell’ultima considerazione.

Chris sbuffò, infastidito dal fatto di non essere capito e incapace di spiegarsi perché troppo sommerso dalle sue preoccupazioni.

CHRIS – Non sono geloso! – sbottò, sentendosi stringere improvvisamente la gamba.

SARAH – Mi fa piacere sentirtelo dire, perché non ne avresti alcun motivo - .

Il biondo demone sollevò lo sguardo, andando a incontrare gli smeraldi dell’amica, che sembravano volergli parlare senza farsi aiutare dalle parole.

SARAH – Io non so… - iniziò, fermandosi e sbuffando, passandosi poi una mano sul volto seccata.  – Sto diventando decisamente ripetitiva… - confessò, facendo sfuggire un mezzo sorriso a Cloe, che continuava a guidare mantenendo sempre la stessa velocità, senza perdere d’occhio la jeep che era davanti a loro. – Il punto è che… davvero, me ne sono capitate di tutti i colori. - .

Chris spostò per un attimo lo sguardo dal suo, soffermandosi sulla mano dell’amica, che sembrava voler creare una sorta di ponte di collegamento con lui.

SARAH – Non ho mai avuto certezze in vita mia, questo lo sapete meglio di me – riprese, riportando i suoi occhi chiari in quelli scuri dell’amico, che aveva rialzato lo sguardo. – Ma ultimamente… mi sono successe un sacco di cose strane - .

PAD – Lo abbiamo visto! – esclamò, riferendosi al discorso della divinità.

SARAH – So che molto probabilmente farete fatica a comprendere quello che sto per dirvi… - .

Come Chris, ora anche Pad aveva preso a fissarla intensamente.

SARAH – Così come penserete che sia impazzita… dal momento che, beh… lo avrete capito… io non so nulla di Sanzo… non conosco nemmeno il suo vero nome… - .

Chris sospirò, mordendosi la lingua nel tentativo di non dire subito la sua in proposito.

SARAH – Ma lo amo - .

Il demone vide gli occhi dell’amica brillare di una luce diversa da come era abituato a vederla di solito. Che si ricordasse, mai l’aveva vista con quello sguardo.

Sarah arrossì impercettibilmente, abbassando la testa per nascondere le guance imporporate, mentre Pad sorrideva intenerita.

SARAH – E ciò che provo, lo so, va contro tanti principi… - continuò, trovando il coraggio di risollevare lo sguardo, tentennando appena prima di incontrare nuovamente gli occhi degli amici. – Non dovrei lasciarmi prendere così tanto da una persona che, detto francamente, conosco appena… specie dopo tutto quello che ho già passato - . Si fermò nuovamente, prendendo ad accarezzare con la mano il tessuto dei pantaloni di Chris, come se così facendo potesse aiutarsi ad esprimersi meglio, concentrandosi di più.

SARAH – Ma, come già vi ho anticipato, è inspiegabile… - . Chris sospirò, abbassando lo sguardo, senza abbandonare la sua espressione contrariata. – Inizialmente pensavo si trattasse di una semplice infatuazione dettata da esigenze un po’ troppo trascurate… - scherzò, cercando di alleggerire il discorso, sentendo subito Cloe ridacchiare. – Ma ogni volta che incrocio i suoi occhi, mi rendo conto che non è così… che c’è di più… - .

Pad ora aveva gli occhi lucidi, come ogni volta che sentiva discorsi del genere. Anche lei, come Chris e Cloe, era diffidente nei confronti del biondo monaco, ma vedere l’amica parlarne in quel modo le scacciava via dalla testa ogni pregiudizio che si era fatta su di lui.

CHRIS – Di più. - .

Sarah sollevò lo sguardo, cercando quello dell’amico per trovarvi una spiegazione a quella risposta.

CHRIS – Non lo conosci, ma lo ami - .

La ragazza a quel punto annuì, capendo cosa volesse intendere l’amico.

Il demone allora sospirò pesantemente, sfuggendo allo sguardo dell’amica, portandosi una mano alla bocca e cercando di riflettere su ciò che aveva sentito dirle.

SARAH – Lo amo Chris, in un modo che nemmeno immagini – confermò ulteriormente, sia a se stessa, rispondendo in modo definitivo al dubbio che le era venuto prima, sia all’amico, senza staccare gli occhi da quelli dai suoi.

CHRIS – Io non voglio vederti più soffrire, Sarah -.

Il silenzio si rimpossessò dell’abitacolo.

CHRIS – A me non interessa che tu te ne sia innamorata a prima vista - riprese, vedendo l’amica rivolgergli uno sguardo interrogativo. – Nel senso… non è questo a preoccuparmi – si corresse subito. – Non può che farmi piacere se qualcuno è riuscito a conquistarti… ma lui? - .

Pad aggrottò la fronte, incrociando le braccia e sporgendosi verso l’amico.

PAD – Lui cosa? – gli chiese, dando voce anche alla domanda di Sarah.

CHRIS – È preso come te? – si rivolse a Sarah, rispondendo contemporaneamente anche all’amica.

CLOE – Che domande fai? – intervenne improvvisamente, guardandolo attraverso lo specchietto retrovisore.

CHRIS – Espongo la mia preoccupazione! – rispose alla donna. – Che io ricordi, lei era presa anche da Jiin! - .

PAD – Ma no! – esclamò esasperata, non capacitandosi di come potesse aver fatto quel tipo di paragone.

Sarah capì al volo, e alzò entrambe le mani per indurlo a fermarsi.

SARAH – È totalmente diverso, Chris – gli spiegò, scandendo bene le parole affinché l’amico non potesse fraintenderle. – Io non ero presa da Jiin - .

CHRIS – Eppure mi sembra di ricordare che c’è mancato poco che non te lo sposassi! - .

PAD – Oh dei… illuminatelo voi! – esclamò, roteando gli occhi.

CLOE – Uomini… hai voglia di spiegargli che la medaglia ha più facce… loro continuano a vederne sempre e solo una! - .

CHRIS – Eh? – chiese alquanto confuso, rivolgendosi all’amica che guidava.

CLOE – Non capite niente! – tuonò, facendolo rintanare nuovamente nell’angolino in cui si era rintanato anche precedentemente.

Sarah rise appena, divertita, allungando nuovamente la mano per raggiungere Chris, invogliandolo così a risedersi composto, in modo che potessero riprendere a parlare.

SARAH – Io non amavo Jiin – scandì, riprendendo il discorso. – È questo che fa la differenza. -.

Chris rimase in silenzio, soppesando seriamente le parole dell’amica. Sapeva benissimo di aver fatto un paragone assurdo riproponendo la storia di Jiin, ma il timore che Sanzo potesse dimostrarsi e rivelarsi uno sporco approfittatore come lo era stato lui, gli faceva andare il sangue alla testa.

Il fatto che lei, poi, ne fosse innamorata, non facilitava certo le cose, anzi, a suo parere, le complicava non poco. Se avesse voluto avrebbe potuto manipolarla come voleva. D’altronde, era cosciente del fatto che, più di starle vicino come amico e offrirle la sua spalla quando ne avesse avuto bisogno, non avrebbe potuto immischiarsi più di tanto.

CLOE – Sarah è un’adulta – gli aveva risposto quando, contrariato dalle imminenti nozze della ragazza, aveva proposto di farle il lavaggio del cervello fino a quando non l’avessero dissuasa dal suo intento. – Possiamo darle dei consigli, possiamo esporre il nostro parere, possiamo offrirle il nostro appoggio quando e se ce ne fosse bisogno - . Aveva guardato l’amica, sperando di non sentirle dire le parole che temeva. – ma non possiamo immischiarci nella sua vita a tal punto da decidere per lei! Con lei, sì, contro di lei, no! Non è questo che fanno gli amici! - .  

CHRIS – Io non voglio che soffra… - le aveva confessato, abbassando lo sguardo, vinto.

CLOE – Il dolore è il miglior maestro che la vita possa metterti a disposizione, Chris, credimi - .

CHRIS - … e se fosse un errore? E se stesse sbagliando? – le aveva chiesto ancora, timoroso e speranzoso allo stesso tempo.

CLOE – Meglio ancora – aveva risposto tranquillamente. – È risaputo che dagli errori s’impara. - . Aveva spalancato gli occhi, spiazzato da tutta tranquillità che l’amica stava dimostrando. -  E poi è giovane… - aveva aggiunto, sorridendo appena e recuperando lo straccio per asciugare i piatti. – Può permettersi tutti gli errori che vuole! - .

Lo aveva liquidato così, con una leggera risata che lo aveva accompagnato fino a quando non era scomparsa all’interno della cucina della locanda.

Se era vero che dagli errori s’imparava e che un buon amico non spezzava i passi alla persona a cui voleva bene, Chris si sarebbe limitato a stare all’erta e ad essere felice per lei, se lei lo fosse stato.

Le sorrise dunque, spiazzandola totalmente, abbandonando l’espressione cerea e recuperando la sua espressione bonaria.

CHRIS – Oooook! - .

Come Sarah, anche Pad lo guardò sconvolta, mentre Cloe piegava le labbra in un mezzo sorriso.

CHRIS – Se sei felice tu, sono felice anch’io. E se l’iceberg ha deciso di marcarsi stretto il territorio… - orientò lo sguardo per un attimo in direzione della jeep che avevano davanti, constatando di non essere osservato. – Vorrà dire che ti farò le coccole di nascosto! – le sussurrò, attirandola verso di se e abbracciandola, per poi accarezzarle la testa e schioccarle un secondo bacio sulla guancia.

Sarah si limitò a sorridere, voltandosi subito davanti per impedire alle lacrime di solcarle il volto, venendo osservata sottecchi da una soddisfatta Cloe, mentre Pad si lamentava con l’amico di non aver mai ricevuto così tante coccole in una sola giornata come lei.

 

Fortunatamente, sul fare della sera, erano riusciti a incontrare inaspettatamente un villaggio sul loro cammino.

GOKU – Dovremmo comprare una cartina nuova… - pronunciò, sorpreso di trovarsi così presto in un nuovo villaggio.

HAKKAI – Purtroppo ciò non dipende da me! – esclamò scherzando, riferendosi in maniera velata, ma esplicitamente, al bonzo, che si limitò a grugnire, mostrando il suo disappunto come al solito.

GOIJO – Che tirchio… fossero soldi tuoi! - .

SANZO – Vuoi morire? - .

GOKU – AAAAAAAAAAH! CIBO! – esclamò, intercettando al volo una locanda, la cui insegna era più grande di quelle di cui era circondata.

GOIJO – La solita scimmia… - disse, tentando di provocarlo mentre si accendeva una sigaretta, parlando però al vento, dal momento che Goku era partito a razzo verso la fonte dei suoi desideri.

Cloe parcheggiò alle spalle della locanda nel momento in cui Hakuryù ebbe ripreso le sue sembianze animali, andando poi a posarsi sulla spalla di Hakkai, che non mancò di accarezzargli la testolina come al solito, aspettando che Sarah e i suoi amici li raggiungessero.

CHRIS – Eccoci qua! – esclamò raggiungendoli, ricevendo in risposta un sorriso educato, uno sguardo indifferente e uno confuso. – Allora? Si mangia? – chiese noncurante, avviandosi, come Goku, verso la locanda.

PAD – Pernottiamo anche qui? – chiese raggiungendoli a sua volta, sorridendo a tutti e seguendo l’amico, che aveva ormai raggiunto il ragazzino eretico, perso a osservare attraverso i vetri le pietanze che venivano trasportate dai camerieri all’interno della struttura.

CLOE – Se hanno camere a sufficienza per tutti, perché no? – propose, rivolgendo uno sguardo a tutti per poi soffermarsi su quello del bonzo, che le parve assumere, per un attimo, un’espressione diversa.

“Mi sono sbagliata o no, Koryu?” pensò la donna, per poi sorpassarlo e raggiungere gli altri all’esterno della locanda.

HAKKAI – Sarebbe il caso di andare a chiedere se abbiamo realmente intenzione di pernottare qui, altrimenti saremmo costretti a cercare camere altrove - .

GOIJO – Ti accompagno – rispose, cogliendo al volo le intenzioni dell’amico, allontanandosi poi con lui per lasciare soli quelli che aveva definito “i due piccioncini”.

Sarah sorrise nel pensare all’ovvietà del comportamento di tutti, abbassando la testa e mettendosi a scavare con la punta della scarpa nel terreno sotto ai suoi piedi.

Sanzo si accese una sigaretta, guardandosi poi attorno, constatando, con irritazione, di essere osservato, capendo quindi il motivo per cui la ragazza non gli si era ancora avvicinata.

Estrasse una sigaretta dal pacchetto perennemente presente nella tunica e se la portò alla bocca, accendendosela e aspirandone subito una profonda boccata.

SARAH – Dammene una – gli chiese, senza porgli il giusto tono di domanda, ond’evitare di dargli la possibilità di negarle quella richiesta.

SANZO – Scordatelo - le rispose ugualmente, facendola ridere appena, per poi vederla avvicinarsi a lui e sfilargli la sua di bocca.

SARAH – Allora sarai costretto a dividere la tua…  - lo provocò, sostenendo il suo sguardo duro per un po’, per poi allontanarsi, dirigendosi verso una panchina che affacciava sulla strada.

Il bonzo la raggiunse poco dopo che si fu seduta, sfilandole dalla mano la sigaretta e portandosela alla bocca, per poi andarsi a sedere all’estremità opposta della panchina, osservando annoiato la gente che passava, maledicendo di trovarsi in un posto così affollato che gl’impediva di tenerla vicina. Non che gl’importasse ciò che potessero pensare di lui le persone vedendolo con una donna, non si era mai posto il problema dei giudizi altrui, figuriamoci adesso!

Piuttosto, non gli era sfuggito il modo in cui alcune donne avevano indicato Sarah vedendola avvicinarsi provocante a lui per poi sfilargli la sigaretta dalle labbra. Non gli era piaciuto il modo in cui l’avevano indicata e si erano messe a parlare tra loro, continuando a guardarla. Conosceva la sensazione che si provava a sentirsi continuamente le dita puntate contro, e non voleva, nel modo più assoluto, che per colpa di quella dannata tunica che indossava potesse subire anche lei la stessa spiacevole sensazione d’inadeguatezza.

Lei, di tutta risposta, aveva capito, come sempre. Era incredibile come riuscissero ad agire e pensare in sintonia pur non scambiandosi così tante parole. Specie lui, che non era mai stato eloquente, tranne quella sera in cui l’aveva convinta a non andarsene e che…

Scosse la testa, allontanando quel ricordo. Non perché non gli piacesse ricordare quei momenti, tutt’altro… ma quello non era decisamente il momento per pensare a cose simili.

Con la folla che sembrava esserci in giro, era già tanto se fossero riusciti a trovare delle camere multiple o nelle quali, come al solito, nel bene e nel male, avrebbero potuto adattarsi. Figuriamoci aspirare a trovarne una matrimoniale solo per loro due! Senza contare che ora c’erano anche i suoi amici. Il kappa aveva dimostrato di non essere più impiccione di quanto non lo fosse già di suo, accettando la loro storia senza dimostrarsi più fastidioso di quanto la sua lingua non gli permettesse già. Ma loro? Il modo in cui era stato osservato quando, il giorno prima, Sarah gli era corso incontro nel bosco per abbracciarlo non gli era sfuggito.

SARAH – Come siamo silenziosi… - .

La sua voce calda gli giunse più avvolgente del solito, e dovette far leva su tutta la forza che aveva per non mandare al diavolo tutta quella gente e avvicinarsi a lei.

Sbuffò, gettando la sigaretta a terra e spegnendola con un piede, fulminando con lo sguardo l’ennesimo uomo che aveva beccato a osservare sottecchi la ragazza seduta accanto a lui.

SANZO – Questo posto mi da sui nervi – confessò, estraendo un’altra sigaretta e accendendola, per poi passarla dopo appena una sola boccata alla ragazza, che la prese non prima di aver sfiorato, di proposito, delicatamente la sua mano.

SARAH – Anche a me - .

Aspirò una boccata di fumo per poi ricacciarla immediatamente fuori, accavallando le gambe, portando un gomito sullo schienale dietro di lei. Avrebbe voluto parlargli, instaurare una vera a propria conversazione non dettata da soli monosillabi, ma situati a quella distanza era improponibile. Voleva mettere in chiaro, soprattutto, la posizione di Chris, prima che si equivocasse, ma la giornata aveva tutta l’aria di voler mettere a dura prova la pazienza del bonzo.

-         Che bel fiore! – esclamò un ragazzo che passando di lì l’aveva notata, ritornando indietro solo per poterle rivolgere quel complimento. Conscia di essere tenuta d’occhio dal bonzo, immaginandosi, in quel momento, la venetta traballare, Sarah non potè non sollevare lo sguardo per guardare, almeno per educazione, la persona che le aveva rivolto la parola.

Scorse un ragazzo dal sorriso sincero, dai capelli corti e scuri e gli occhi dello stesso colore, che apparentemente non sembrava avere nulla di losco. Accanto a lui un altro ragazzo, molto simile al primo, la guardava, senza alcuna malizia, come il compagno.

-         È sola, signorina? – le rivolse la parola il secondo, chinandosi appena verso di lei con dei modi garbati che le ricordarono modo Hakkai. Gli sorrise, scuotendo appena la testa.

-         No, il mio ragazzo è andato alla tabaccheria di fronte a comprare delle sigarette, ritornerà tra un attimo – rispose, mettendo subito in chiaro che era impegnata, cosa che lusingò il bonzo, ma non lo tranquillizzò, vedendo i due giovani ancora lì impalati davanti a lei, innervosendosi pur sapendo che non ce n’era bisogno.

-         Oh… - esclamò, senza nascondere una punta di delusione, il primo.

-         Allora non la disturbiamo più! – esclamò il secondo, facendole un breve inchino, venendo imitato dal compagno, e riprendendo a camminare, senza prima essersi voltato un’ultima volta e averle sorriso.

CLICK.

SARAH – Ehi!!! – esclamò sotto voce in preda al panico, voltandosi di scatto verso di lui, intimandogli con lo sguardo di riposare la shoreiju. – Non fare lo sciocco! - .

Sanzo le lanciò uno sguardo indecifrabile, prendendo, con noncuranza, a osservare l’arma che impugnava, aprendo e chiudendo il caricatore ripetutamente, fingendo di controllare che i proiettili fossero al loro posto.

SANZO – Di che parli? – le chiese con un tono di voce seccato, senza sollevare gli occhi su di lei.

Sarah prese a osservarlo sottecchi, piegando le labbra in un sorriso sornione, che faceva intendere di non essersi bevuta quel comportamento apparentemente casuale.

SARAH – Di nulla…  - rispose lascivamente, stando al gioco. – Ho temuto per un attimo che ti avesse dato fastidio l’interesse che nutrivano per me quei due ragazzi… - continuò, gettando l’amo, continuando a guardarlo di tanto in tanto sottecchi per poter scorgere le sue reazioni.

SANZO – Mh? – chiese fingendosi disattento. – Ah, i due damerini? - .

SARAH – Allora non eri così distratto come volevi far credere… - .

SANZO – Tsk! - .

Sarah scoppiò a ridere, mentre il monaco si alzava stizzito, passandole di fronte e prendendole la sigaretta dalle dita mentre lei era ancora intenta a sganasciarsi.

SARAH – Ed io? – chiese, fingendosi delusa e mettendo il broncio, facendo fermare il bonzo, che stava dirigendosi verso la locanda.

SANZO – Compratele! – le consigliò, sentendola scoppiare a ridere di nuovo, maledicendosi per i gesti automatici che avevano l’abilità di tradire le sue emozioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

YEEEAH! *rullo di tamburi, fuochi d’artificio e applausi* CE L’HO FATTA AD AGGIORNARE!

(EccolandLettori con sguardo assassino)

(O__o? ndHOPE)

(Addosso! ndLettori armati di tutto punto)

(Ehi un momento *inizia a scappare* No, no.. aspettate! *riceve il primo pugno nelle costole* Fatemi spiegare! *inizia a piangere sommessamente, ricevendo poi un calcio negli stinchi*)

COF COF  *sputa sangue, cercando di articolare parola con la bocca gonfia pestata*

Allora… lo so, lo so… sono VERGOGNOSAMENTE in ritardo. Ma mi sono fatta perdonare con questo aggiornamento no? Niente botte (tranne quelle che avete riservato a me ovviamente >__<) e niente minacce di nemici varie… solo dei sani rapporti interpersonali e un po’ dello sviluppo della love story, che spero non vi abbiano annoiato >__> ma ci tenevo a spiegare, più o meno, le situazioni sentimentali.

Nonostante l’alto contenuto glicemico contenuto in questo capitolo, credo che dei dubbi sia riuscita ugualmente a insidiarveli… in merito a ciò, volevo dire che nulla di quello che creo e inserisco nella storia è superfluo… a tutto c’è un perché…

E dopo avervi fatto venire un altro po’ di inceppi mentali, passo ai saluti alle mitiche recensioniste ( o recensitici? Dubbio amletico delle 23 e 32… uhm…):

- WhiteLie :  Caruccio Chris, eh? Kou… glielo dico pure io che è un bel ragazzo, ma ultimamente è diventato molto timido… non saprei dirti il perché u__ù XD;

- Nemeryal : Altro consenso per Chris ^__^  Non t’ispira Ratzel? Mmmm… chissà chissà… alla prossima!;

- Mon-chan : Eeeeeeeeh! Tu poi! Vuoi sapere decisamente troppo! Come dico sempre “Ogni cosa a suo tempo…” >__> E, cosa fondamentale, non ti prometto niente >__<  *scappa a chiudersi in una stanza con mega porta blindata fuori il raggio d’azione di Mon-chan*;

- Miriel67 : Che ritardone ç__ç me chiede scusa… ma preferisco impiegarci più tempo piuttosto che farne uscire fuori capitoli striminziti ç__ç in questo capitolo mi sono cimentata molto con intrecci sentimentali vari… attendo il responso della tua sempre critica, nonché paziente ç__ç, vena analitica, a presto! (a meno che tu, come credo la maggior parte dei lettori di questa storia, dopo questo ritardo colossale, abbia deciso di non seguirmi più ç__ç);

- YamaMaxwell : Ce l’ho fatta!!! Contenta? XD Il nome di Ratzel io tendo a pronunciarlo “Razel” con la “z” di… uhm… “ozio”, “strazio”… non so perché mi stiano venendo fuori questi esempi (forse perché sto pensando al dolce far niente che mi ha accompagnata in questi giorni e all’ansia per gli esami imminenti…) O__O tieni conto che sono le 23 e 41 O__O (ah però, vi sto aggiornando in tempo reale su quanto sto impiegando a scrivere!). Che altro dire? Capitolo piuttosto zuccheroso in cui non succede nulla di che… spero che comunque non dispiaccia u__ù bacioni! ;

- Valery_Ivanov : Uh!!! Grazieeeeeeeee! Lieta di averti tra le schiere di lettrici e commentatrici ^__^ Sono contenta che ti piaccia… l’hai addirittura messa tra i preferiti! Me commossa ç__ç Allora a presto! (spero >__> a meno che tu non abbia capito l’andazzo degli aggiornamenti e abbia deciso saggiamente di lasciarmi perdere… ç__ç).

 

Ringrazio inoltre le 14 persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite e i lettori che continuano a seguirmi! Grazie! *inchino*

Sperando di non avervi fatto venire il diabete con questo capitolo, vi so appuntamento alla prossima, sperando (ma non promettendo nulla come al solito) di non fare più ritardi mega colossali come questo!

 

^__-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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