The Red Dragon The Immortals

di queenjane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Back ***
Capitolo 2: *** Beginnings ***
Capitolo 3: *** Lionheart First Part ***
Capitolo 4: *** Lion Heart The Loss ***
Capitolo 5: *** Kingdom of Heaven Dragon's first time ***
Capitolo 6: *** The Titans ***
Capitolo 7: *** Second Chance ***
Capitolo 8: *** Thunder ***
Capitolo 9: *** Warrior Queen ***
Capitolo 10: *** Love's faces ***
Capitolo 11: *** Chimera ***
Capitolo 12: *** Sapphire ***
Capitolo 13: *** Ghosts Town ***
Capitolo 14: *** Silence- Three drops ***
Capitolo 15: *** Black Times ***
Capitolo 16: *** Scars ***
Capitolo 17: *** Amarantine ***
Capitolo 18: *** Time after time ***
Capitolo 19: *** Dragonheart ***
Capitolo 20: *** My only Queen ***
Capitolo 21: *** Farewell ***
Capitolo 22: *** Mirador ***
Capitolo 23: *** Past Times ***
Capitolo 24: *** Dream ***



Capitolo 1
*** Back ***


Prologo- 1796

 Scrivo  dalla distanza,  dopo tanti anni, mi concedo questo lusso, di rievocare... 

Cicatrici mai saldate, terminazioni di nervi e battiti di cuore,pare trascorsa un’epoca dall’assalto alla Bastiglia..
Di storia come della mia vita..

Mi sposai presto, come d'uso, con un ottimo partito, vivendo in seguito mille ed una avventure, che non erano affatto scontate, un bel gioco di dadi.
 In un dato senso, sono stata a un soldato,anzi un'Amazzone, mi piace di più.

(Mio fratello diceva sempre che ero un maschio mancato ).



Mi sono fatta chiamare dragone, insieme ad altri mi appellarono immortale, altri ancora per denigrarmi usarono gli epiteti di demonio o puttana.
Per i miei figli, madre.
Per Alexander, beloved, immortal o Lady Morgan.
Per Xavier, amore.

.. l’orrore, l’assalto a Versailles dell’ottobre 1789, la “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino”, la fuga di Varennes, la Repubblica e la morte dei Sovrani, i massacri e le guerre..Ora vi è un generale corso, Napoleone Bonaparte, che sta raccogliendo potere e vittorie: come finirà?


Anche io ho combattuto, tanto tempo fa, portando una maschera, nulla di che, rispetto a quelle che ho vestito tutta la vita.

 

Scrivo, per non disperdere nulla, un giorno anche io sarò polvere e suono.
Nata  nobile, della illustre stirpe dei d’Alençon, sono sempre stata diversa, cinica e bara, giocando a dadi contro la sorte.

..Adesso vivo in Inghilterra, un progetto finalmente realizzato, quando è arrivata la notizia, sulla metà di novembre, che il sei era morta la zarina di tutte le Russie, per un colpo apoplettico.

Così, scrivo, di un tempo trascorso ma non cancellato.
Bevo vino in piccoli bicchieri, di tanto in tanto indosso le forcine con le piccole perle di fiume, porto sempre l'anello con lo zaffiro. Libri e libri accanto, il prediletto una copia dell'Odissea,compagna di infinite pellegrinazioni, e rose bianche..
Mi sento completa, adesso, sono luce e eternità, uno specchio rovesciato.
 

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Capitolo 2
*** Beginnings ***


  • Cat , quando siamo grandi vedremo il mondo-
  •  Dove?
  • Spagna, Italia, Russia, Inghilterra, il Grande Nord..-
    Pausa
    - Chissà com’è l’aurora boreale. Io ti proteggerò, ma ti devi sapere le cose, i posti da vedere, le lingue…- I progetti che spartivo con mio fratello, lui mi chiamava Cat ..
     
Non è andata affatto così, tranne che con Xavier, mio marito,  abbiamo viaggiato in lungo e largo, senza sosta, affinando i travestimenti, una gentildonna ed il suo amante, due eruditi, due fratelli, l’unico limite il nostro estro.
 
Ero giovane, rapida ed incosciente. Ecco, due cavalieri in viaggio verso Roma, cupole e fontane e giardini, fiorire di marmi e chiese, balli improvvisati al suono di orchestrine sotto lampioni di carta, spezzare la frutta con le mani e bere vino bianco. Lo splendore di Londra, toni morbidi e soffici nei colori, la pioggia, il verde dei parchi ed il via vai della gente. In Olanda, ho amato i profili piatti e fertili di quelle terre, i mulini  a vento, andando verso il Grande Nord, avevo compreso l’aurora boreale, la strana luce argentea di lunghe estati… Mi addestrarono per gradi, la prima volta che compii una missione da sola fu un orgoglio senza pari.  Anni e anni che si confondono, fili su fili di ricordi, incontri furtivi, di passaggio, alcune notti erano  davvero troppo lunghe, tranne che non era l’inizio di nulla, né di una storia od un altro amore, quanto una celebrazione del caso di essere vivi- sia prima che dopo il ’62, non mi adulo, non voglio fingermi migliore di quanto non sia, diciamo la lussuria, il rombo del desiderio, la frantumazione tra spirito e carne. Un cambiamento, una maggiore sicurezza apparente, vestirsi da uomo, diventare duri, combattere, ti prendi tutte le libertà, al diavolo le conseguenze, un modo come un altro per tenere la distanza,  ero pazzamente innamorata di Xavier, e viceversa, ma temevo  l’altro termine della mia personale equazione, che non sempre l’amore basta, che i sentimenti mutano … Storie, in fondo, comunque continuiamo a scivolare nei ricordi, in fondo ognuno vive la propria vita meglio che può, o cerca. Forse, la vera ragione era che non volevo finire come il Generale, dopo Gabrielle, essere il dragone fu la mia valvola di sfogo per non impazzire..
La strategia della distanza..
Viaggi, fuori e dentro di me, dietro alle mie inquietudini vere o presunte
Nel mio egoismo ho sofferto lo stesso, sia chiaro, tranne che mettevo in atti raffinati meccanismi di distrazione e fuga, ma tutto l’amore che avevo   che c’era, non era svanito o  scomparso, anzi, era in attesa e  di espansione, brace sotto la cenere.
 




…Tra le trovate di Isabel, la mia formidabile nonna materna, vi fu quella di insegnarmi l’auto sufficienza, siamo nobili, mai nella vita si può sapere, è un ottimo esercizio di umiltà, mademoiselle, l’ho insegnato a tua madre e alle sue sorelle, che vuoi essere da meno, io l’ho imparato in convento- mah….diciamo che il bisnonno aveva pochi soldi e per mantenere la carrozza, toccava sgobbare alle figlie minori… Comunque, imparai a cuocere  il pane, coltivare le erbe officinali, apparecchiare, pulire una pentola –evenienza utile per lucidare la lama di una spada peraltro, visto che entrambe sono di metallo…

Paradossale la sorte della madre di Xavier, anche lei era un soldato, in un certo senso, come me, lui è il solo dei suoi figli sopravvissuti, anche lei è morta giovane, triste storia, non solo io avevo il primato delle tragedie..Parlare poco del passato è una difesa tra le difese, penso.
 
Con Xavier, eravamo giovani e belli, i corpi perfetti, ma nulla è eterno, appunto, da capo non voglio finire come mio padre, che non si è mai rassegnato alla perdita di mia madre Gabrielle, sua prima moglie..
Lei è stata la sua cicatrice mai saldata, se abbassava la guardia fa male, come se gli anni e la vita non fossero passati. Sposati a quindici anni, insieme solo per undici, l’ha amata in dieci, cento e mille vite, lei non aveva mantenuto la sua promessa, non lo aveva aspettato e lo aveva lasciato solo, a combattere la vita, a sentirsi  in colpa, mettendo me ai margini e facendomi sposare a quattordici anni..
 
 

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Capitolo 3
*** Lionheart First Part ***


La ragazza osservò le fiamme che guizzavano, il profumo delle bucce di arancia che vi aveva gettato permeava l’aria.
Quella era la gran sera, doveva essere pronta, sollecita, ma non impaziente, inaccessibile, come una dea, se voleva, una predica della signora madre, Isabel, impagabile stratega.

Vi era sempre da darle retta, imparando da lei, giunta dalla Spagna a inizio secolo,il 1700 era appena iniziato,in un giorno remoto.
Il padre della formidabile Isabel era imparentato col marchese Castel del Rios, che aveva recato a Filippo, duca d’Angiò, la novella che Carlo II di Spagna, morendo, aveva nominato Lui,nipote  del Roi Soleil, erede del trono di Spagna e delle sue immense colonie, le ricche e feconde terre d'oltremare.
Dopo vi era stata la guerra di successione spagnola, ma il padre di Isabel si era ritagliato un posto a Versailles, dietro al marchese-messaggero, lasciando la regione di provenienza, Granada.
La sua ottava figlia, Isabel, era graziosa fin da bambina e poteva aiutare suo padre nel gioco delle alleanze, così, invece che destinarla alla clausura come le sorelle sopravvissute, l’aveva collocata a Saint Cyr, per affinare le sue maniere e poi trovarle un buon partito, che non chiedesse una dote esagerata, come tutte le allieve di quel collegio, aperto da Madame Maintenon, che si sussurrava fosse la seconda e morganatica moglie del Re Sole. 
Buon pretendente che si accontentasse delle illustri ascendenze e parentele, erano, appunto, imparentati alla lontana con il cardinale Albornoz, cancelliere di un Papa nel XIV secolo,e molti Grandi di Spagna.
Infine, Isabel poteva vantare un incarnato chiaro e puro, in netto contrasto con gli occhi ed i capelli scuri, impeccabili maniere e buon senso.
Benemerenze di cui si era invaghito il conte Maurice de Saint- Evit.
La grazia spiritosa e l’abilità nei mot de esprit erano valsi un posto come dama di compagnia di Adelaide di Savoia, duchessa di Borgogna,madre di Luigi XV,
Isabel aveva generato figli su figli, di cui otto, ovvero cinque maschi e tre femmine, erano approdati all’età adulta.
La ragazza era, invece, arrivata a sorpresa nel 1723, nel mese di agosto, anno peraltro prolifico, chè, nel giorno di Capodanno, anche a Nicolas d’Alençon, amico del conte Maurice, militare come lui della Guardia Reale Francese, era giunto il dono e la grazia di un maschio.
L’idea di farli sposare Gabrielle non sapeva a chi fosse venuta, tranne che quella sera sarebbe stato annunciato il fidanzamento, essendo entrambi scampati alle malattie ed ai pericoli dell’infanzia, lei sopravvivendo anche alla sua indecorosa vivacità.
Il nome del ragazzo era Regnier.
 
 
 
 
Da tempo immemore i d'Alençon detenevano la carica di comandante delle guardia reale francese, titolo che passava di padre in figlio, una lunga tradizione.
Avevano dato prova di sé sotto i Capeto, i Valois e i Borboni, in ogni guerra dichiarata dai cristiniassimi Re di Francia, vigilando, inoltre sulla loro sacra ed inviolabile persona. Tra i simboli araldici annoveravano un leone rampante et le lys. Le loro origini erano nel dodicesimo secolo, venivano dalla regione dell’Artois, prendendo parte alle due  crociate  di San Luigi, altri avevano combattuto sotto Luigi XII, partecipato al corteo nuziale di Anna di Bretagna. Avevano trionfato a Marignano, accanto a Francesco I, seguendolo poi nella prigione spagnola, dopo lo smacco di Pavia del 1525….Enrico II, Francesco II, Carlo IX ed, infine, Enrico IV di Navarra, le Vert Galant, il primo Borbone regnante.
Nicolas si era rifugiato nella storia di famiglia, riflettendo sul disastro che sarebbe successo se sua moglie Claude non gli avesse dato un figlio maschio legittimo che passasse l’infanzia.
Regnier era arrivato quando non ci contavano più.
 
Le tenute confinavano e le fughe perenni dai loro sorveglianti, frustata più, frustata meno, non importava, avevano rafforzato i loro giochi e le loro strategie.
Gabrielle era un tornado, l’esatto contrario di quello che ci si aspettava da una fanciulla, si arrampicava sugli alberi, le gonne a brandelli, intrepida, lo assecondava in tutto …o no? Entrambi figli unici, non potevano certo abbassarsi a giocare con i bambini del popolo, lui era unico che non aveva fratelli o sorelle, lei perché nata quando gli altri erano ormai cresciuti.
Plaudiva quando infilzava una rana ed una lucertola, lo paragonava d uno dei cavalieri di re Artù, le gambe leggere da Atalanta che lo battevano nella corsa..


-Le altre bambine ricamano, obbediscono ma tu…

-Io sono come sono, tanto anche se le prendo …continuo. Abituati, che se non mi busco qualche accidenti, mi dovrai sposare.

-GABRIELLE

-Come se tu non li sentissi i discorsi, eh. Per te è un buon affare, riunirai delle terre e credo che avrò una buona dote, i nostri padri sono amici-

-Sì, è un buon affare-

-Potrebbe non esserlo avere me come moglie-
-Potrei sempre picchiarti ed importi l’obbedienza-

Del resto, era nel diritto di un marito, di un padre farlo, così era l’uso e nessuno eccepiva nulla. Tranne che con Gabrielle era una battaglia persa in partenza, più la tenevano a freno più si ribellava.L’avevano messa in convento, ma era evasa, rifugiandosi nel cesto della biancheria, e poi scappando a casa sua -lo scandalo era stato sedato, tranne che nessuno la voleva e a quel punto Isabel la teneva a palazzo Saint-Evit, quella ribelle, una testa di legno, alternando frustate e digiuni. A quello rimediava Regnier, portandole del pane, sgraffignato a caso, mentre lei mangiava le bacche.



Non per sempre, questo no, la bambina dagli occhi di fumo quella volta lo guardava in modo fermo e diretto.- I miei cinque fratelli sono stati valletti di camera del re e gli anciens, con le nuove reclute, ci vanno pesanti, le iniziazioni sono…rudi.
-Io sono il figlio del comandante delle guardie reali, mi hanno ammesso in anticipo, a otto anni, non a dodici..un’eccezione gloriosa.
-Se lo dici tu, signor generale....-
-Ora perché usi il titolo di mio padre?
-Perché un giorno sarà il tuo, mio caro, scommettiamo? Sarai il più grande di tutti. Tempo fa ti ho detto che preferisco leggere ed è vero, tranne che  è meglio stare con te. Quindi, prima cominci, prima finisci.
- Va bene, ma tu non scappare più principessa, non sempre potrò venire a riprenderti ...(Ho amato tua madre da sempre e per sempre, Catherine, tu le somigliavi così tanto che dopo stavo male solo a fissarti)
-Io, una principessa? Semmai cabeza de cabra, testa di capra, in spagnolo, come dice mia madre.
-Testarda, questo sì, tranne che…
Anche tattica, quella volta, la ragazzina, dando prova di un insperato genio tattico, una volta sgusciata dal cesto di biancheria, con gli spicci che aveva dietro, aveva rimediato un passaggio da Saint-Cyr a casa sua. Avevano comprato il silenzio, appunto, tranne che, a suo modo Gabrielle era stata coerente, lo aveva detto che voleva stare a casa, ed era tornata, prendendosi poi una ripassata con i fiocchi, tanto da svenire. A quel punto, Isabel era inorridita, aveva deciso che sarebbe rimasta, tanto, conoscendola., sarebbe fuggita alla prima, ammesso e non concesso che un convento od un collegio la riprendesse.
-Bonne chance, generale, e alla prossima.
-Oui, però credimi, prima o poi smetterai di essere così terribile…

Lo aveva avvisato, tranne che era dura. Con i suoi compagni, ad otto anni era alto come un ragazzo di dodici, assisteva al lever del Roi, che era poi scortato alla messa, oppure rischiarava il cammino al ritorno dalla caccia o porgeva le regali pantofole, al momento del coucher, compiti non gravosi, ma era onerosa l’iniziazione, gli anciens avevano mani pesanti e bastoni duri, tutto doveva essere perfetto e rigoroso, anticipando anche i loro desideri.
Alloggiavano in Rue de l’Orangerie, la mattina, prima del lever delle undici imparavano a cavalcare come “titani”-Gabrille conosceva la mitologia meglio di un precettore. Nelle giornate ove non erano di turno, imparavano la matematica, il tedesco, il latino, la scherma e l’uso delle armi, compiendo anche esercizi atletici. Vi erano zuffe e duelli, disapprovati in via ufficiale, tollerati de facto, erano parte della vita di un futuro ufficiale dell’esercito.
Quattro anni dopo, era stato assegnato alla grande scuderia reale, le regole erano meno severe e avevano diverse ore di libertà giornaliere.

-Un altro occhio nero, eh?-
Ogni tanto si incrociavano, la ragazzina era cresciuta (strano ma vero), si dedicava al noblesse oblige, visitando i poveri, la sua cameriera personale al seguito, oppure con Isabel, che le aveva concesso un angolo del parco per coltivare le erbe officinali- meglio le rose, pure quella era la minore stramberia della ragazza, anche nei conventi vi erano i giardini di piante officinali.

Un gruppo selezionato di paggi, in fredde e lucide albe ove anche i suoni degli ottoni erano nitidi e secchi, accompagnava il re nelle sue cacce, la giacca adorna di ricche passamanerie d’oro che variavano in base all’animale da stanare.  Porgevano i fucili carichi a Louis XV, riprendendoli dopo l’uso, al che l’arquebusier li ricaricava.
Finito e distribuita la selvaggina, banchettavano con la loro parte e champagne.
Studio, armi, caccia, giochi d’azzardo a carte e dadi, accompagnati da tintinnare di bicchieri e bracciali, abbracci furtivi, adesso aveva quattordici anni, pure se da un pezzo gli venivano lanciati sguardi concupiscenti. Era alto e dimostrava più dei suoi anni, un ragazzo che rivestiva con ambili corazze i suoi pensieri e le sue paure, impagabile nei baisemain di rigore e nel raccontare petit riens con acume ed ironia.



Anche Gabrielle era cresciuta, migliorando appena, secondo sua madre, detestava il ricamo, disegnava con i piedi, era stonata e suonava male la spinetta, bene che tacesse spesso, quel suo carattere metteva i brividi.  L’aveva frustata, tenuta chiusa nella sua camera, fatta digiunare –altri rimedi non ne aveva o, forse, si era un poco ammorbidita, anche se le scocciava ammetterlo. Le aveva insegnato lo spagnolo e, al contrario dei suoi fratelli, le era piaciuto. Caritatevole, prendeva sul serio il precetto del noblesse oblige..Forse forse non era così irrecuperabile, se quella volta era scappata, aveva detto, dopo un pezzo, era perché preferiva sua madre e casa sua alle suore e Isabel, in segreto, ne era stata contenta.

Comunque, il matrimonio sarebbe stato celebrato, Nicolas raccontava che suo figlio, tra una lettura e l’altra dei trattati  di Vauban, il grande stratega, e dei cicli di re Artù, mostrava inclinazione per le brune-lo avrebbe accontentato, dopo averlo spedito a quattordici anni e pochi mesi nell’esercito, con la carica di capitano, pronto al battesimo delle armi nelle terre di Polonia.
 
-Eccoti qui-Aveva avuto il biglietto ed era al laghetto al confine delle due proprietà, ove avevano raccolto le more il giorno di San Michele, giocato, tirato  i sassi o parlato.
– Sei scapolo, figlio unico e ti mandano alla guerra. Che dire?-
Aveva scosso le spalle, se li trovavano altro che scandalo. Il guerriero e l’amazzone.
Era alta, per essere una ragazzina, anche se lui la superava di un palmo abbondante, i lineamenti armoniosi e la figura sottile.
–Tenez, ti ho ricamato un  fazzoletto-ironizzò lei-Apprezza lo sforzo, con i gigli di Francia, se non il risultato -Sapevano entrambi che era negata e detestava quegli ammennicoli
-Quando torno ti sposo, lo sai-
- E? quello che vuoi od è quello che ci ordinano?-
Un bacio, leggero e delicato, solo con lei l’indicibile non esisteva, nessuno scandalo, nessuna onta, era al di là di quello- il ragazzo non voleva che fosse come suggeriva la principessa Palatina, che i matrimoni sono come la morte, impossibile sfuggirvi di un’ora od un giorno
.- Comunque, prima parti, prima torni, io ti aspetto. Au revoir.
 
 
Il ragazzo aveva sperimentato solitudini indicibili,  il freddo gelava le ossa, le foreste fitte e senza sole, il fango  che entrava in ogni pertugio, la tensione, gli uomini feriti, l’attesa di combattere.

Fu nel ’37 che conobbe il marchese don Juan dei Fuentes y la Cueva, signore di Moguer y Ahumada, conte di Sierra Morena, di anni ventotto, signore di un vasto feudo sui Pirenei e padre di un figlio maschio, Xavier, che vide la luce nei giorni d’ambra di quell’autunno polacco.
Xavier, che un giorno avrei sposato ..
Ci saremmo odiati e amati senza misura..
 
 
 
-Questa ragazza,Gabrielle, invece di mettere su qualche curva, cresce di altezza…quasi uno e settanta..fortuna che lui è uno e ottantotto-
-Andrebbe bene anche al contrario, porta una bella dote, il casato si rafforza….

Una sposa di maggio, ecco chi era, tra un commento e l'altro sulle sue scarse curve, l'altezza fuori misura e uno svenimento e l'altro delle sarte.

 
Mia madre, Gabrielle, teneva un diario, vari quaderni, che ho poi recuperato, riletti poi nella distanza amara, per capire e trovare tracce di un uomo che amava la vita, sopravisse alla perdita pagando un prezzo immane, amandola, pur se tra nobili non usava, poi odiandola con pari intensità,  per il suo abbandono.
 
 
-Io …prendo voi Gabrielle Marie de Saint Evitcome mia sposa, secondo la dottrina di Santa Romana Chiesa, da questo giorno in avanti, nella buona e cattiva sorte, in salute e malattia, e prometto di amarvi ed onorarvi tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi-
infilandole l’anello, scintillio policromo di gioielli e candele, incenso, si sposavano nella cappella reale di Versailles, un sommo onore, nel glorioso mese di maggio 1738. Anche Gabrielle formulò le sue promesse, passarono sotto una pioggia di petali, un sorriso obliquo, un’altra solitudine.
Dopo il banchetto, venne preparata lei per prima accompagnata dalla madre e dalle sorelle (chiudi gli occhi e fai tutto quello che ti dice, mi raccomando, queste furono le istruzioni, gli raccontò poi), lui poco dopo, scortato dal padre ed altri, battute scurrili, il mondo doveva vedere che Monsieur le comte d’Alençon divideva il letto con la figlia di Saint-Evit, strana, bella e selvatica…
Erano giovani, così giovani da rasentare immortalità e perfezione, seta e fumo, oltre la superficie, solo l’oblio e la morte potevano sconfiggerli
 
 
Luois nacque nel mese di aprile 1739, undici mesi dopo le nozze.

Nel ’40, morto l’imperatore Carlo VI di Asburgo, il trono passò a sua figlia Maria Teresa, in base alla Prammatica Sanzione.
Da copione, scoppiarono le ostilità. Austria e Inghilterra contro Francia e Prussia et alia. Regnier ripartì, destinazione Fiandre, diventando colonnello a nemmeno vent’anni, la contessa Gabrielle non commentava, era la moglie di un soldato e fine.Rimasta di nuovo in attesa, il 28 gennaio 1742 partorì una bambina, che chiamò Catherine, in greco Katros, pura.  In onore della principessa che in Alessandria vinse un gruppo di sapienti pagani con il solo ausilio della sua mirabile sapienza. O la santa italiana che convinse papi e imperatori con la sua eloquenza. Lo stesso nome ebbe la regina di Cipro, la Cornaro che nell’esilio si circondava di musici e letterati. O  la regina nera, la Medici reggente che, per gli inetti figli minori, commissionò la strage di San Bartolomeo, con lei non si sapeva mai quale fosse il confine tra Vennero aggiunti Isabel e Claude, in onore di madre e suocera, Regnier le regalò una parure,quella bambina ero io..
 

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Capitolo 4
*** Lion Heart The Loss ***


Solo trentatré mesi di età dividevano i due fratelli, tranne che Catherine era più scatenata e vivace di lui, Luois d’Alençon. Catherine, detta la petite di Gabrielle, occhi di fumo, la pelle scura che tendeva a scurirsi appena toccata dal sole, la bambina perdeva regolarmente cuffie e cappelli.
I due fratelli erano inseparabili, la madre non se ne adontava, tanto li avrebbe poi separati la vita, raddrizzarli a frustrate e botte come suggeriva la suocera  non le pareva d’uopo, al diavolo lo scandalo, due fratelli, l’erede  ed una inutile femmina così legati, per non parlare della madre che non li spediva ad una balia od in convento o in  collegio, Gabrielle stava zitta e Regnier, suo marito e loro padre, l’assecondava, era quasi ridicolo per l’amore che le portava.
Era bella, la contessa Gabrielle, radiosa ed assoluta, tranne che non era solo quello, insieme, in privato, ridevano , lui cupo, lunatico, inflessibile IN PRIVATO era, appunto, un altro, ligio al dovere ma con un sorriso in più, tra un ritorno e l’altro, Polonia e Fiandre a sfare, la guerra di successione austriaca  non dava requie, ritiri apparenti e nuove e continue ostilità.

Nella primavera del’45  il re era andato nelle Fiandre, il giovane conte lo accompagnava.
Era con Lui, a Fonteroy, da dove avevano invaso i Paesi bassi austriaci e le Province unite. Un’estate di popolarità, per le Roi, oltre che quella dell’avvento di Madame de Etiolles, al  secolo Madame di Pompadour, che Voltaire avrebbe fatto rimare con Amour, borghese salita al titolo di amante reale..intanto, nel settembre 1745, Regnier era diventato generale
..Gabrielle, la tua dolcezza unica, seta fumo, cristallo, dentro acciaio e armonia, incomparabile, fino al grande vuoto, la scoperta che DIO non ascoltava ME, per sopravvivere, mi toccò diventare pietra e ghiaccio, di un cinismo unico e leggendario Ti ho amato Gabrielle, fino al delirio 
 
Nel marzo del 48, iniziarono le trattative di pace e don Juan Fuentes, osservatore del  re Carlo III di Spagna, osservò che “il Borbone volle fare la pace non da commerciante, ma da re”, tutto sarebbe tornato allo status quo ante, il re di Francia rinunciava ai Paesi bassi a favore di Maria Teresa, Maaschrict andava agli inglesi e Nizza e la Savoia al Regno di Sardegna, annullando le conquiste di anni, Federico II mantenne la Slesia, Maria Teresa ebbe riconosciuti i diritti sovrani, con poche concessioni territoriali …


Intanto, i due fratelli erano cresciuti.
-Bilancia meglio il peso, così!- le mostrò il movimento, le luci  e le ombre che battevano sui visi, lui aveva i capelli dorati come il padre, erano vicini al laghetto a confine delle tenuta.
--Divertita?A posto?-La canzonò
–Tu continueresti fino a  domani, ma le bambole no?
- Mi annoiano, vedi il lato positivo, signor fratello, ti affini, monsieur le Comte Luois -
Peggio di un maschio, era da un anno che andavano avanti, un loro segreto, lui aveva ceduto, come sempre, stufo di richieste e piagnistei, salvo scoprire che era infaticabile.
–Louis-
-CAT-
-Per te questo ed altro-
Poi- Tanto ti diverti e ti sei evitato una punizione-
Era quasi affogata per andarli dietro quella primavera, e lo aveva coperto, barattando il segreto con quello.
“Va bene, ma poi non devi piangere o andare a lamentarti….Devi combattere, come un drago, intesi, Cat…

E lei aveva mantenuto, incredibile come, quando voleva qualcosa, puntasse sul bersaglio, taceva  e non si lamentava, anche se la prendeva in giro, era davvero brava, una piccola Amazzone in fieri, un drago, una tigre.


 
Quando eravamo piccoli, io cinque anni, lui andava per gli otto, ci arrampicavamo sugli alberi, lui tirava sassi con una fionda, ad un cane una mucca o all’orizzonte, non voleva, io insistevo, alla fine diceva sempre di sì, la mia preferenza per lui era quasi scontata, la sorpresa era come non si scocciasse di avermi sempre dietro.
“Cat, ecoute una storia”, se le inventava, o riprendeva quelle di nostra madre …
 
Quando si scocciava o litigavamo,non esistevano santi, me le dava quante ne reggevo e io ricambiavo con solerzia, peccato perdessi quasi  sempre,  le gambe e le braccia piene di lividi, lui nero per i morsi e i calci tributati, magari mi aveva strappato una ciocca di capelli …Io sparivo per un po’, lui uguale, poi bastava un sorriso, una parola, giocare a scacchi o toccare il suo cavallo, Zephyre per passare sopra la questione. I nostri genitori si amavano, altro che, tranne che mia madre era una “ribelle”, lui un soldato, gli faceva sì sì, poi agiva come reputava più opportuno e lui …dipendeva. Spesso si metteva a ridere, sennò si incupiva e lei lo portava nelle loro stanze..
 
Non sempre, non comunque, dopo me erano nati altri due fratellini maschi, Leon era morto a tre mesi, Nicholas ad un anno, lei  ci sorrideva  sempre vedendoci, apriva le braccia, ma spesso e volentieri era  Papa a stare con lei, io stavo con Luois. Diceva che ero un uragano, una scocciatura, tranne che ero la sua migliore amica, eh?, il reciproco affetto era un sostegno.

Mio fratello,il mio amico, il mio eroe, la prima perdita atroce ..
Una bambina, colma di grazia, con nuovi ardimenti e antiche paure, ogni stagione aveva i suoi riti e le sue meraviglie.
In primavera le corse sui prati, disboscando poi le aiuole di rose e narcisi per sua madre.  Con il fratello gareggiavano a chi resisteva il più a lungo possibile su un muretto, a braccia aperte. 
In estate (per evitare altri accidenti, le aveva insegnato a nuotare), in Normandia  era il gusto del sale sulla pelle, contare le barche che rientravano le sera, le stelle. In autunno affidava messaggi agli stormi di uccelli migratori, in inverno osservavano le fiamma che guizzavano, rabbia alla rabbia e cenere alla cenere. Intanto, come  volevasi dimostrare, Catherine continuò ad esercitarsi con la scherma (e dopo ho continuato, per anni, in segreto le mosse).
E la curiosità di conoscere, avida e golosa, l’amore per i libri di viaggi e le lingue straniere.
 
-TU SEI UN MASCHIO MANCATO!Altro che storie, aveva arrotolato le gonne e montava ad uomo
-Poi non ti venire a lamentare se cadi e ti fai male
—Va bene, ma ti risulta l’abbia fatto ultimamente?- Con sufficienza.


….Novembre 1749, i lutti e le sciagure toccarono il generale, perse moglie e figlio per la difterite, una  catastrofe che lo svuotò, facendolo diventare di ghiaccio e pietra senza veri sorrisi o tenerezza.
.”…Basta  chiedere, non torneranno più, capito, vuoi capire?
”NO”
”Sei stupida o cosa, ai funerali c’eri..”
”BASTA!” Questa era Isabel, l a nonna materna, la madre di Gabrielle, la prese per mano, preoccupata che la bambina non piangesse, fosse fredda e  muta dopo quei discorsi …
… Nei tempi remoti, viveva nelle terre di Tule, che dicevano essere l’ultimo confine conosciuto degli antichi regni, viveva, appunto un drago, verdi come smeraldi le sue scaglie, rossi gli occhi, una coda lunga venti metri, con ali per volare da un confine all’altro del regno, ne era il custode, un guardiano. Era immenso, forse il più grande esistito in quei luoghi, e nel passato e nel futuro..- La storia del dragone la inventammo io e Luois insieme, il suo ultimo dono, per me, il tradizionale attacco era quello, la mia fiaba per la buonanotte..
… un novembre da in incubo, il generale aveva pianto, spaccato non so quanti mobili in biblioteca, dopo avere sfilato la fede dalle dita gelide della contessa, straziato, impotente, per sempre fedele a Gabrielle, in quella vita e in quelle che sarebbero venute. Avevo approfittato del caos per andare da lui.
-Ehi-
Sfiorandogli un braccio segnato dai salassi, la stanza puzzava di malattia, il tavolo vicino alla finestre era pieno di medicinali, ampolle e bacinelle, il fuoco così caldo da svenire, nell'aria resti di pestiferi infusi.
Era dimagrito da fare paura, il viso bianco come cera, carta, un petalo di camelia contro i candidi cuscini. Il mio amato, vivace fratello, appena l’ombra del bambino vivace e robusto che era ..
-Vuoi che apra le tende? Vuoi dell’acqua?-
Due cenni di assenso, i capelli biondi intrisi di sudore contro la mia spalla, mi permetteva di aiutarlo, era davvero messo male.
-Che è successo? Non mi hanno mollato un momento, poi eccoti qui. La mamma? Come sta?
- Si sta rimettendo-Gli servii la balla, pronta, diretta, ma lui non era stupido, osservò che ero vestita di grigio, il colore del lutto per un bambino e inventai che era morta una parente, era lucido e ci credette, o finse di crederci, non mi chiese specificazioni.
Luois si stava imbarcando sulla leggendaria nave degli Argonauti, non verso il regno di Colchide, verso il vello d'oro, ma verso l'Ade, verso il fiume Lete, un sorso delle sue acque tutto fa scordare.- Cosa che devi fare anche tu, mi annoio senza di te, di guarire quel peccato l’avrei riscontato dopo, decisi, con gli interessi, le penitenze del prete e le sue bastonate, che importava.
-Anche io mi annoio-Un piccolo sorriso - Almeno quando sono sveglio.. E dormo tanto.- Ti racconto una storia-Le dita intrecciate, avevo scalciato le scarpe e mi ero stesa accanto a lui, sul fianco,la testa contro la mia spalla.- Anche se in genere è il contrario-
Sorrise.
- Dunque, nei tempi remoti, nelle terre di Tule, che dicevano essere l’ultimo confine conosciuto degli antichi regni, o nel Catai, decidi tu, vivevano un re ed una regina, lui si chiamava Regnier e lei Gabrielle- Annuendo, gli carezzai una ciocca fradicia di sudore, asciugando quello sul viso con la manica.- Lui domava i cavalli, come Ettore di Troia, combatteva tutte le guerre, vincendole sempre, mentre la regina ….-Parole su parole, tutte le avventure di questa vita così lunga le ho vissute per te? Volevamo vedere il mondo, conoscere nuovi posti, essere  parte del tutto, uniti come due foglie su uno stesso ramo.... ci sono riuscita, un poco?la morte di Luois è stata uno strazio, una eterna amputazione..
-I principi erano due, un maschio ed una ragazzina che a sentire lui era un maschio mancato, ehi, che ridi, comunque l’erede si chiamava Luois come te, era inimitabile, uno spadaccino di primo rango, nessuno lo batteva con la fionda, tirava i sassi come un …. Mito e aveva un grande coraggio-Che mi inventavo?
- Cioè, quando il re era assente, invasero il regno, ma il principe combatté, trasformandosi in un drago possente, verdi come smeraldi le scaglie, occhi rossi, lunga venti metri la coda, ringraziando la principessa sua sorella, che aveva trovato l’incantesimo, lui la proteggeva, però almeno a quelle cose badava lei- Una pausa, intanto voleva un altro bicchiere d’acqua e glielo diedi, poi mi strinse, da capo, avrei giurato che capisse più di quanto volesse ammettere, e viceversa,per me- Comunque, alla fine, lo chiamarono dragone, tanto era intrepido e potente. Ti piace lo so, quindi che è quello sguardo?
- Hai scordato una cosa, questa la preciso io. – Le parole roche, mi sfiorò la guancia.- La principessa, Catherine, all’occorrenza poteva diventare il dragone della leggenda, non era un maschio mancato, semmai era una Amazzone, per combattere, fosse successo qualcosa al principe, ma anche no, in caso contrario, era brava, il vero drago era LEI-
-No-
Allora mi stava davvero dicendo addio ….
- Sai, magari, il principe diceva che doveva combattere sempre, con onore, per proteggere chi amava, senza arrendersi mai, alla fine diventerai il dragone della leggenda, IL VERO DRAGONE – Ripeteva, ma era lucido, presente a sé ..Un cenno, poi era stanco e non ne poteva più, ma dai rumori capii che non potevo filarmela  e mi nascosi sotto il letto, sparendo per ore, approfittando di un cambio per andare via
- Muoviti o ti beccano -Era ancora più diafano nello scarto di poche ore, ancora lo salassavano e stava sempre peggio.– Ciao a presto, rimettiti, ti voglio bene-
-Ciao, ti voglio bene, a presto … dragone, Catherine.. Addio-
Chiaramente, ne presi per quella sparizione, frustate, dato che non riferivo dove mi fossi infilata, tanto … se ne andò quattro giorni dopo, la febbre alta ed in delirio, quando ero in procinto di andarmene, novella sposa, il discorso cadde su quei giorni e Isabel mi raccontò che parlava di un dragone combattente.
Di scenari incantati e regni lontani.
Quando seppi delle segrete qualità di Xavier e Juan, mio marito e mio suocero, nessun dubbio, nessuna esitazione nel scegliere il mio epiteto, dragone, quando dissero che ero pronta. Sapendo, allora come poi ed adesso, nella distanza, che avrebbe definito quella storia una pazzia assurda, tranne che mi avrebbe seguito. Alla fine, l’ho sempre portato dentro di me. Lui era un combattente nato, non aveva paura di battersi e solo la morte lo ha sconfitto, nessun rimpianto, devo ricordarmelo, mio prediletto eroe, mio fratello ..
 
 
Ripresi a parlare dopo venti giorni, giusto un po’, per non far diventare matta Isabel,  mia nonna materna, che era venuta a stare da noi, lui era andato a fare un giro delle guarnigioni, mentre io mi abituavo, si fa per dire..il risveglio era una tortura, li sognavo e li rivolevo, poi smisi di piangere, a che mi serviva? Mio padre era sempre in caserma o alla  reggia, vedermi lo riempiva di dolore, però che colpa avevo, di somigliare a mia madre, tranne che negli occhi, che erano i suoi?  SOLA, e avevo otto anni…
Sentivo che il generale beveva fino a stordirsi, cercando conforto in altre braccia, altre storie, avventure mercenarie, le era sempre stato fedele e ora?Definirmi silenziosa, scorbutica e lunatica era un eufemismo, lui invece era impeccabile nel gestirsi la carriera e la vita a corte. Presi tutto quello che potevo, sia di lui che di lei, oggetti, temevo che li avrebbe fatti sparire, come avrebbe voluto fare con me. Zephyre divenne il mio cavallo.
Tuttavia, gli occorreva un figlio maschio e doveva risposarsi, impegno che lo entusiasmava poco, in quel novembre 1750, appena il tempo di finire il lutto stretto.E mia madre è stato il suo primo e ultimo amore.
Gabrielle Marie de Saint Evit, la sua amatissima, la sua immortale, mito immutabile e perfettibile, visto che non era perfetta.
 
 
 
Lei si chiamava Marguerite Louise, un buon partito, sia in termini di dote, che educazione ed avvenenza fisica, impeccabile dama di Corte e padrona di casa, quieta come uno specchio e molto dolce.
Ebbero il buon gusto di chiedermi come volevo chiamarla e io.”Madame “.
Va bene, ero gelosa e amareggiata, chiusa nel mio mondo, libri, libri, cavalli… Educata questo sì, alla fine, io per mio padre ero invisibile, ma lei … preferivo non essere considerata che oggetto di pena.
Era dolce, tranne che questa delicatezza  non serviva per un maschio, le stagioni successive erano state punteggiate da continue gravidanze e aborti  e da  QUATTRO femmine, che con me erano cinque…
Da mia madre aveva avuto tre maschi, il confronto era continuo e ne usciva perdente ..
Basti dire che, toltasi la vera della contessa Gabrielle per le seconde nozze, l’aveva indossata tre giorni dopo, da capo e sempre la portò, anche quando Marguerite ebbe il sospirato maschio ..
Mio padre rimase gelido, scostante, adempiva ai suoi doveri, come di firmare i suoi dispacci, impersonale, ecco, come la penna d’oca che scorreva sul foglio, per firmare il suo nome, come il seme sparso nel grembo della moglie.
La passione e il desiderio  li riversava sulle sue amati, dormendo un sogno senza stelle o sogni.
 
Dai diari di Xavier Fuentes”.. Era il’51, quando il generale ci invitò a casa  sua, per qualche mese. E la conobbi, pareva una piccola ninfa dei boschi, tornava da cavallo, gli orli sfilacciati ed un sorriso segreto.
Ci osservava, quando tiravo con mio padre (voleva poi imitarci, seppi dopo, poi), discreta e silenziosa, e la sorpresa quando mi rispose in spagnolo, me lo ha insegnato mia nonna materna, anche lei è spagnola, come voi. Magari poteva fare pena, ma io non ne avevo, c’era altro cui pensare. I Fuentes erano agenti diplomatici, fini osservatori , viaggiatori  o spie, dei bari-varie definizioni, ognuna poteva andare bene
…”
 
Xavier e suo padre erano unici al mondo, come me..per loro non contava essere uomini o donne, quanto il valore di una persona, la mia defunta suocera aveva coadiuvato suo marito nei suoi compiti di agente segreto, una Amazzone, per capirci, ritirandosi poi quando ritenne di avere fatto abbastanza. Comunque, la ragazzina scontrosa, arrabbiata e solitaria, che si imponeva la freddezza, non voleva più amare nessuno, trovò l’escamotage..Destino, vocazione, caso … quien sabe, non importava non importa..Diventai il dragone, agente, baro o spia, un’occasione di…….Rischio, pericolo, azzardo, segreti…(in fondo, ho perso tanto ma ho anche avuto tanto…).
Comunque, quella storia l'avrei saputa dopo e vissuta poi.
 
Sii obbiettiva, non adularti, con questo specchio, sì sei …non male. Capelli scuri, al naturale, lineamenti regolari, occhi chiari, le mani sottili, alta circa un metro e settanta… come mia madre. Non occorrono ritratti, ti basta guardarti… ibri, segreti, ribellioni, per anni, nel chiuso delle mie stanze ho continuato ad allenarmi, assalti e parate, un libro sulla scherma come maestro, montando a uomo quando potevo, come prima, cadendo con il rischio di rompermi qualche osso…
Forse  ha ragione Isabel quando dice che arginarmi è arduo, alla fine, mi ha cresciuto lei, Luoise dietro alle gravidanze o a Corte, tuo padre sullo sfondo, preferiva spedirmi dai Saint-Evit… Possibile che tu tenga tutti a distanza? Mia nonna, l’età ed i lutti l’avevano forse ammorbidita, almeno un poco…
Mille e mille volte a dirmi di lei, libri, Zephyre,  i segreti.
Le punizioni erano diminuite, una ragazza non conta a casa di un militare…Capendo, poi, con il senno della presunta maturità, che le perdite lo avevano straziato e disperato, per andare avanti dovette diventare duro e scostante, senza tenerezze.
Chè lui non è sempre stato così, quando loro c’erano,mi prendeva sulle spalle, mio fratello accanto che saltava da un punto all’altro del cortile, merende, biscotti e cioccolato, le sere in estate prendendo fresco alla fontana, osservando la luna e le stelle..
Tanto altro, ma ora è inutile, pensa ai Fuentes di Ahumada, rocca costruita dopo Poiters,un punto strategico per le vie dei commerci e dei pellegrinaggi,  il titolo di marchesi dato da Carlo Magno. Un Fuentes era entrato a Granada, al seguito dei  Re cattolici, un altro era salpato con Pizzarro per conquistare l’impero azteco. Carlo V vi soggiornava sempre, recandosi in Spagna, amando cacciare in quelle foreste,uno era stato confessore di Filippo II, un altro viceré del Perù, altri due, padre e figlio, governatori di Milano…. accumulando titoli e fortuna..Un giovane uomo avido di gloria e avventure, come i miei cugini, altri gentiluomini di Versailles, boh…che aveva di differente? incanto…
Mi hanno chiamato rosa rosarum, ninfa in versione di bruna, onori per la mia vanità di allora, ero cresciuta, che ne sapevo io, gli sguardi scivolavano addosso, la prontezza di offrire una coppa di champagne, dopo le cacce di autunno, le gonne fangose, mi pareva di essere un oggetto di caccia e non sbagliavo di tanto l'interpretazione. Mio cugino George, nell’autunno del ’55, mi aveva strappato un bacio, ero arrossita, i libri non ne parlavano, i discorsi erano altri…Le relazioni, il buon gusto, fermezza e pettegolezzi, a corte avevano riso fino alle lacrime sapendo che Maria Teresa aveva istituito una commissione di castità, quando il suo stesso marito la tradiva e giocava d’azzardo, un massone ed un libertino.”Siate pratica”, ancora mia nonna, adesso era così  cinica da essere quasi simpatica.


Dagli appunti del Generale, mio padre..”Fatica, odio, il rancore contro la sorte e Gabrielle, tutte le notti passate a bere, giurando che non avrei amato più, il tempo aveva lasciato solchi sul viso, volendo dimenticare. Non mancavo ai miei doveri, alle feste, mai tuttavia cominciavo in ritardo le mie giornate, nessun indizio apparente delle mie gozzoviglie..
 
-Pensavo ad uno dei vostri cugini, siete cresciuti insieme-La ragazza chinò la testa sulla tazza di caffè, le parve un poco arrossita –Grand Maman, l’ho conosciuto quando ero bambina,  nel ’51-
- Ottimo partito, si è proposto, vostro padre ha accettato, avete quattordici anni, età più che adeguata per un marito, lui non è troppo avanti con l'età, l’aspetto è gradevole. Settembre arriverà presto, sarete una sposa bellissima….Mi correggo, è giovane e bello, non ha avuto il vaiolo…si può andare, come esemplare … che hai da ridire, avanti?—
Mi pare che lo stiate paragonando ad un cavallo,!—
-Mmm, guarda che è spiacevole se il marito è troppo vecchio o l’aspetto è sgradevole, è sempre dovere, capiamoci, ma pesa meno… E NON TI STROZZARE CON QUEL CAFFE’!!!-
pausa- Anche a Luois sarebbe piaciuto-
La ragazza scrollò le spalle, enigmatica, un ricordo che fioriva alla mente..
Gabrielle si era opposta fermamente all’idea del marito di spedire Luois a fare il valletto du chambre a otto anni, come lui, aspetta che abbia dodici anni, lui le aveva dato retta. Una delle poche volte che sulle questioni serie,  il generale avesse mutato parere..
 
Ricordo quando dovevo essere presentata a Corte, le lezioni ricevute su come camminare, inclinare il mento e disporre mani e gomiti, l’apprendistato dei giochi di carte e dei balli.
Soprattutto i tre inchini, da cui pareva dipendere tutto il mio futuro, il primo  a cominciare dalla porta del salone, il pesante strascico addosso, in direzione della regina, la timida e silenziosa principessa polacca, tradita e esautorata.
Dovevo essere graziosa e nobile e umile nelle mie riverenze, come prescritto da Madame de Genlis nel suo “Dizionario … sull’etichetta della Corte”, rilevato che “la riverenza doveva esprimere la donna nella sua interezza”.
Scemenze, mia madre era vissuta bene lo stesso, senza occuparsi di quelle serie e buffe questioni.
Su come l’aspetto di ogni nuovo acquisto venisse analizzato.Se l’epidermide della candidata fosse davvero così nivea da reggere il confronto con la camicia di bianca  battista, rivelata sulla schiena attraverso i lacci del vestito deliberatamente allentati..
Me la ero cavata ma nel settembre 1756 ero una tenera principiante, sposata, con tanto di anello e benedizione, che non sapeva che attendersi dalla PRIMA notte.
Gli dissi che ero incompetente, in materia, sapevo le lingue, amavo i libri, cavalcavo ed alla peggio sapevo tirare, peccato che quelle nozioni mi servissero a ben poco.. Le candele creavano golfi d’ambra e luce sul suo viso, aveva sorriso, suggerendo di rilassarci, speravo di non provare troppo dolore e  intuivo che non era un novizio in quelli affari. Era bello, il solo erede di suo padre, con un titolo ed un patrimonio da capogiro, peccato che non mi esimesse da quell’obbligo.
“Chiudi gli occhi e pensa ad altro” Luoise, una campionessa di mortificata rassegnazione. Avrebbe dovuto esserci mia madre, altro che storie, comunque, rilassiamoci, che gli piacevo era sicuro, almeno da come mi fissava. Mi parlò di Ahumada, dei dintorni, del villaggio, un orfanotrofio gestito dalla Chiesa e sovvenzionato dai Fuentes, grandi guerrieri dotati di misericordia, cacciatori ineguagliabili, un capanno di caccia vicino alle origini del Moguer, insomma mi descriveva i posti, meglio di un bardo.
Poi fu tutto semplice, bello, al bando le divagazioni poetiche, il rombo del desiderio e dell’abbandono, le dita sulla geografia dei rispettivi corpi, nessuna forzatura, fu graduale e ..il dolore non fu maggiore di quello di una ruzzolata a cavallo.
La dolcezza sensitiva della pelle, appena di una mandorla salata, la trama di ossa e muscoli, la tensione era finita, la ragazza era una moglie, una donna… Aveva badato a  non essere impaziente, proteggendomi la prima di innumerevoli volte, in quella vita che sarebbe stata tanto lunga, come poi avrei fatto io, in altri modi e termini, nonostante le divagazioni, la stanchezza,  i giorni della dimenticanza e dell’abbandono …
Il re aveva onorato la regina sua sposa, la principessa polacca, ben sette volte, la loro prima notte insieme, generando poi dieci figli in altrettanti anni, quando poi si “dimise”dal servizio, rise quando glielo dissi e lui …. Ero una principiante, ma gli piacevo, gli ero proprio piaciuta …



 
1757.
Vorrei essere morta.
Cristina, un nome che è un dolore …
Luglio, un caldo atroce, le rose si essiccano sugli steli, tutto è arido e senza vita, solo il rombo ossessivo delle cicale rompe il silenzio.
È nata tanto presto, è vissuta solo una settimana, è un angelo nel grembo del Signore.
Non mi consola, io sono sua madre.
Mi sono alzata, contro ogni prescrizione, andando a rintanarmi in un posto isolato.
Al diavolo tutto, voglio essere solo lasciata in pace.
Qui mi trova un ragazzino, di nemmeno cinque anni, Felipe Moguer, il figlio che mio marito ha avuto da una contadina delle sue terre prima del matrimonio, uno sfogo di lussuria, allora era solo un ragazzo alle prese con i primi pruriti.
È  la sua miniatura, sarei stupida a ignorare la verità, lo sanno tutti e .. mi scruta, in silenzio, da quanto è qui?
Occhi e capelli scuri, il naso perfetto di Xavier, suo padre e mio  marito, snello e dinoccolato, la dimostrazione della sua fertilità, il suo segreto orgoglio.
Non sono stata gelosa di lui, è successo tanto tempo fa, prima che ci fidanzassimo, oggi mi sento peggio a vederlo, se possibile.
Non è colpa di Felipe, sono io che mi sento a pezzi, un’incapace.
-Per voi, signora Marchesa- Porgendomi una rosa bianca miracolosamente  sbocciata.
- Mi spiace per la vostra perdita, anche se è un angelo resterà sempre nel vostro cuore.
- Grazie, Felipe.
- Sapete, a volte è bello lasciare andare i fiori nell’acqua..
Un  bambino solitario, poetico, molto intelligente, anche troppo.. poi si sarebbe fatto strada nella vita, sia in senso metaforico che letterale, ma allora era solo un ragazzino con le iridi color miele.
Anche io ero una ragazzina, allora, stremata dal dolore.
Aprii le braccia e si lasciò stringere perplesso.
 
-Va bene, grazie. Sono davvero splendide  le corolle che danzano sull’acqua.
 
Attraverso gli occhi di Felipe, ricordai una storia, quella millenaria, appunto, della rocca dei Fuentes, sulle cime spinose dei Pirenei ma anche quella della nascita di un ragazzino, di un vanto e di uno splendore riflesso, così come è stata tramandata da mio marito, Xavier, e da suo padre, Juan, una storia che si inserisce tra le pietre color miele appena venate dall’edera della rocca, lui si chiamava Felipe Juan Moguer, un Fuentes, tranne che nel nome, come lo sarebbe stata mia figlia se fosse vissuta.
 Ma sia io che Felipe eravamo due diversi ..


Esco a cavallo in un’alba luccicante, lanciandomi a caso per i sentieri, fino a raggiungere le foci del torrente Moguer.
Le acque, rese scarne dalla siccità, luccicano come peltro, sfiorate dal sole nascente..
 Le  cime acute dei Pirenei, con le sfumature delicate delle nevi e dei ghiacciai, aroma di pino.
Smonto e lego il destriero, il silenzio rotto dal mio respiro, mi chino sui talloni e bevo dalle mani a coppa, il corpo straziato, ancora, dal dolore del recente parto ma non mi interessa.
L’immagine riflessa è quella di una ragazzina, con la pelle levigata dal sole, scure ciocche di capelli e solenni occhi chiari che poi, con delicatezza, lascia andare una rosa bianca nella corrente, lo stesso gesto poi  compiuto in ogni successiva estate, fino all’ultimo respiro.
Non sono morta, e non ho dimenticato.
 
 

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Capitolo 5
*** Kingdom of Heaven Dragon's first time ***


Siamo nel 1762, molte questioni sullo sfondo saranno poi riprese, diciamo che è una sinossi, cioè una cosa di insieme, stile zoom, Catherine si può paragonare a una specie di chevalier d’Eon.
 

Nata principessa Sofia di Anbelt-Zerbest, nel 1729, in un principato tedesco di poca importanza, le mutarono nome in Caterina, maritandola a sedici anni con lo zarevic,Pietro. Allora, nelle Russie,  regnava  Elisabetta, figlia di Pietro il Grande, l’imperatore che nel 1703 aveva fondato San Pietroburgo, la Venezia del Nord,.
Vanitosa, sensuale, eccessiva, l’imperatrice  Elisabetta disprezzava l’erede,  che si circondava di valletti e soldati tedeschi e svedesi. Sfigurato dal vaiolo, questi aveva in uggia la giovane moglie e per anni il matrimonio non venne consumato. Forse era omosessuale, forse la sposa era di scarso gradimento, tranne che la isolava, umiliandola in pubblico e privato, picchiandola o prendendola in giro .
Nato l’erede, Paolo, nel 1754, per festeggiare l’evento lo zarevic  lo portò via da Caterina.
Ubriacone smoderato, circondato da orrende amanti, era nel suo diritto togliere il figlio alla moglie. Comunque, lei non si perse d’animo, sapeva di valere molto più di lui e aspettava la sua occasione- morta Elisabetta, gliela avrebbe fatta vedere, amava la Russia, sarebbe stata la madre del suo popolo, se non di suo figlio.
Lesse la Storia universale di Voltaire, lo Spirito delle Leggi di Montesquieau, gli Annali di Tacito, anzi, incontrando il dragone per la prima volta, chiese a bruciapelo di quel trattato, basendo per la pronta replica. 
I tempi, comunque,  erano duri, anche più del solito.
Nel maggio del 1756, Austria e Spagna si erano alleate, rovesciando antiche inimicizie,  un evento che, a parere di Voltaire, per quanto innaturale, sarebbe stato infine accettato da tutti, come tutte le cose contronatura. A corte quella ribalderia era attribuita alla Pompadour e a Choiseul, il re era solo un pezzo di creta nelle loro mani.
Russia e Francia si unirono contro la Prussia, comunque, il nuovo conflitto passò poi sotto il nome di “Guerra dei Sette Anni”, fu dura, con infinite battaglie e sconfitte e perdite.
Il problema ero lo zarevic. Una volta che fosse salito al trono, la sua debolezza congenita, la venerazione che portava la re di Prussia  avrebbero di certo consegnato quell’intero paese a Federico II, con conseguenze inimmaginabili,una catastrofe annunciata,  lo andava dicendo da sempre a tutti, che non vedeva l’ora di comandare LUI, seguendo le orme del RE di Prussia, che voleva invadere e l'Austria e la Francia.
In quell’epoca di spie ed avventure, vi erano agenti scelti, una specie di jolly, cui affidare le sortite più rischiose, mettiamola così, per semplificare …
“Ai Caraibi di sicuro era più caldo”
”Finirà anche l’inverno”
Scuse plausibili per prolungate assenze, nessuno era a conoscenza che le terre d’oltremare dei Fuents erano state vendute da un pezzo. 
Eravamo in Russia, aspettando gli eventi, preparandoci. Assalti, parate, allenamenti con le armi, Xavier sosteneva che ero una tigre in gabbia, lui, invece,  era un uragano.
“Che azzardo”
“E’ vero ma  questa guerra deve finire, morta la zarina sarà un disastro, lo sanno tutti che il granduca è pazzo per il bere od il bere lo rende pazzo, invece lei è in grado di gestire la situazione …”
“SE riesce”
"Quando"
Mi mostravo sicura fino ai limiti dell'arroganza, sapevo che erano piani aleatori, bastava una soffiata e finis, la morte sarebbe stata preferibile alla prigione od una tortura, tuttavia mi imponevo di non pensarci troppo, faceva parte del pacchetto, lo sapevo quando mi ero infilata in quella vita.
 
La mia fuga personale dal mio dolore di prima, tutto iniziato per caso. Avevo seguito i due Fuentes, padre e figlio, in quella sera oscura, pensavo a tutto fuorché di salvargli la pelle, effetto sorpresa, come suole dirsi.
“CHE INVENTATE?”
Allora me lo spiegarono, tenevo ancora la pistola fumante tra le mani, la rabbia più forte del rimorso e della paura, poi lanciai l’idea. Se avevo fregato quei due, agenti scelti, se anche mia suocera lo aveva fatto, perché non potevo essere anch’io della partita?
Le basi di partenza della scherma le avevo già, tutti quegli anni, dopo Luois, che avevo continuato ad esercitarmi, le cavalcate ad uomo non erano stati vani, avevo una buona mira.  Mi addestrarono, senza se e senza ma, per Xavier e suo padre non contava l’essere uomo   o donna, quanto il valore di una persona, io avevo del potenziale, erano in debito con me, mi accomodassi pure, libera poi di cambiare idea.  Mai avrei avuto la forza fisica, quindi sviluppai l’agilità, un trattamento intensivo, mi allenavo con un corsetto imbottito di quindici chili, che delizia, muovermi con quella corazza i primi tempi …fu un delirio di lividi e dolore, poi affinai la tecnica e imparai a non essere distratta. Già, la cicatrice sul polso destro è un ricordino di quando lo appoggiai sulla canna della pistola calda…
Comunque, ero giovane e cretina, è stato poi che ho capito ed ho aggiunto gli ideali. O no..Io guardo le spalle a te e tu a me, conto su di te e viceversa
 %%%%%%%%

 La zarina Elisabetta, malata più del solito  a partire dal  mese di ottobre 1761, morì il Natale di quell’anno.
Il dragone, con il suo gusto per i gesti importanti, si inginocchiò dinanzi alla granduchessa, le baciò una mano, con disinvoltura.
–Siete imperatrice, mia signora, Dio vi benedica-
-Rimarrete al mio fianco, ?.. —
-Certo, Vostra Maestà, ora e sempre-
Un mistero, una leggenda che vantava un’altezza di un metro e settanta, le gambe lunghe, un profilo perfetto, sopracciglia scure sopra iridi chiare, bende sul petto per comprimere paure e celare forme.
- Siete abile sia con le parole che con le armi-
Quale era la sua vera maschera, un cavaliere, una spia, un avventuriero, soprattutto, vi era da fidarsi in maniera totale?
Alea dada tracta sunt.
- Sarete i miei occhi e le mie orecchie, insieme agli altri-
Già, oltre lei e suo marito, erano coinvolti i fratelli Orlov, che a loro volta si occupavano dell’esercito, ed un poliedrico inglese, Alexander Malcomess, alias “leo”.
All’inizio lui ed il dragone non avevano legato molto, una donna che sa usare la spada, figuriamoci, ma la ragazza, con la massima serenità, gli aveva tirato un calcio in mezzo alle gambe, invitandolo a non sottovalutarla.
“LO terrò in conto”, aveva replicato lui, ansimando di dolore.
…Passarono sei settimane, di ritorno dalla cattedrale di Kazan, dopo i consueti omaggi alla salma della defunta, previsti dal protocollo di corte, la nuova zarina trovò il dragone nel suo appartamento privato, sortito, in apparenza dal nulla, a cui chiese ragguagli.
-Le manifestazioni di pace dell’imperatore verso la Prussia hanno generato una cattiva impressione, peggiore ancora è stata la nomina di vostro zio George di Holstein-Gottorp a capo dell’esercito, sostituire i membri della guardia con le truppe dell’Holstein.Vostra Maestà, gira voce che il sovrano voglia consegnare la Russia a Federico II-
 -In piedi, continuate- 
I demoni dello zar, ostinazione, etilismo, crisi di rabbia e quanto altro non si erano affatto assopiti.Se la Russia avesse lasciato l’alleanza, schierandosi con la Prussia, vi erano rischi CONCRETI di invasione, Federico II bramava la Francia e non ne faceva mistero.
…i fratelli Orlov tessono le vostre lodi nelle loro arringhe, distribuiscono soldi e…-
 
 
Era passato ancora del tempo
- Vengono ammassate le provviste per la campagna contro la Danimarca, tranne che gira voce  che difenderanno i territori dell’Holstein del sovrano, non certo l’impero-
Caterina la scrutò, era magra e sottile, gli occhi freddi, che avevano visto troppe cose, stanchi..Tuttavia.-
Si raccomanda di sostenere la  moglie dell’imperatore, che, pur se straniera, ama questo Paese..
-Astio e rancore erano sentimenti diffusi, tuttavia prima di proclamare una rivolta occorreva avere la sicurezza, pur se tutti gli informatori riferivano che i quartieri della capitale erano in subbuglio, nelle baracche dei soldati si parlava a gran voce contro il “matto”…
 
 
(Dai diari di XAVIER Fuentes, stilati in terza persona, un esercizio di stile e prudenza) L’aria dl Baltico, in quel mese di giugno 1762, era umida e calda, mentre all’alba una carrozza sgangherata volava dalla capitale a Peterhof, guidata dall’agente detto Torre,senza rallentare per le buche,  dentro vi era Aleksei Orlov, fratello di Grigorij, quest’ultimo amante di lungo corso della zarina, ed il suo luogotenente.
Tutti e tre avevano urgenza di riferire a Caterina dell’arresto di uno dei suoi più fidati sostenitori, che era tempo di agire, lo zar sarebbe presto andato in Danimarca, il 30 giugno al più tardi. Ormai, da settimane gli incontri si erano moltiplicati, nell’affare della  congiura erano coinvolti molti ufficiali della Guardia e migliaia di soldati che avevano preso l’impegno di sollevarsi contro l’imperatore ad un suo cenno..
 
 
.Rumore di ruote, una carrozza che si avvicinava alla villetta Mon Plaiser, ormai stavo lì, facendo la spola con la capitale, subito mi inquietai. E scattai in piedi, infilando gli stivali, avevo dormito vestita e scesi di corsa.
–Ci siamo?-
Orlov salì a svegliare la zarina
-Sì, tutto pronto, lui è a Oraniebam, con 1500 soldati dell’Holstein, sempre a letto per la sbronza-
-Dobbiamo agire ora-
Tensione e paura e eccitazione, la carrozza aveva un nuovo membro, la direzione era la capitale, il dragone faceva da scorta. Erano matti, audaci, insensati, se andava bene, avrebbero fatto la storia, se fallivano la morte sarebbe stato nulla in confronto alle torture che potevano infliggere….
Quanti l’avrebbero sostenuta a San Pietroburgo?Da settimane, era a Peterhof per attirare il meno possibile l’attenzione, tuttavia..la paura era in agguato ..
Grigorij Orlov, che si unì al gruppetto, aveva svolto un ottimo lavoro, conquistando i soldati scontenti di Pietro con regali, promesse e bevute, stanando le spie di controparte…
Mi concessi un sorriso, smontando, mentre il gruppetto si dirigeva verso le baracche del primo reggimento da visitare.
Con un tamburo, venne disposta l’adunata, ero su un fianco, Xavier all’altro, mentre i soldati la circondavano, chi piangeva, chi le baciava le vesti o l piedi, chi l’acclamava, Malcomess doveva essere anche lui lì.
Spiavo quella calca, quando mi accorsi di un movimento sospetto, uno scintillio, di un pugnale riconoscendo una spia di Pietro.
Di preciso, non so che inventai, tranne che mi ritrovai a combattere, corpo a corpo, in un cortile poco distante…
Buttai via i guanti, vi erano delle macchie di sangue fresco, schizzate da lui che ora non respirava più…
Mi rialzai, barcollando, come un automa meccanico,chi ero? Che facevo?Mi aiutò Xavier a fasciare il braccio sinistro, alla peggio,
 
Alle nove altri soldati allungarono le file del corteo, mentre andavamo verso la Cattedrale di Nostra Signora del Kazan, sotto le icone e dinanzi a infiniti testimoni, Caterina divenne “autocrate”, con la pronta benedizione del metropolita di Pietroburgo., poi al palazzo d’Inverno fu letto il manifesto ufficiale, non vi furono tumulti, senato e popolo e esercito la accettavano, difendeva la Russia e i suoi abitanti, ripristinando quanto distrutto dal marito.
Era una liberatrice, il trono era suo per quello, non per diritti di legge o sangue, ci riuscì..L’imperatore non fece nulla ed il 29 giugno abdicò, arrendendosi.
 
-Ci siamo riusciti?
-Non ne dubitavo…… Questa  era lei, quella strana e colta ragazza, che sapeva battersi meglio di un soldato, dall’antipatia Alexander l’inglese era approdato alla stima, adesso che la zarina aveva preso il trono potevano anche scherzare, no?
- Scusate, che avete al braccio?L’arto sinistro appariva stranamente gonfio, per una fasciatura improvvisata.
Glielo aveva detto, stringendosi nelle spalle, nemmeno fosse una cosa da niente, Dio mi scampi dall’avervi come nemica, aveva riso lui, magari ve la rifaccio io, così vi impaccia, sono bravissimo….
Certo e modestissimo, secondo solito, lo aveva canzonato, con un sorriso, va bene, vediamo, fate conto che sono un soldato-
Profumava di acqua di rose, appena un lieve aroma di sudore, mentre lui aveva preso un paio di forbici, stracciato il tessuto della manica, sciolto le bende, la ferita era appena rimarginata, aveva rifatto la fasciatura, presto e veloce, le dita calde su quel pezzo di pelle…
Credo che vi resterà la cicatrice, peccato, comunque tenete la mia giacca, non potete girare così.
Vi ringrazio, Alexander, state certo che lo avrei fatto anche io per voi, anche se siete inglese…(avevano discusso anche di quello…)
Lo so.
 
 
Un solo guazzabuglio di confusione, che ricostruisco rileggendo i dispacci di allora, per sbrogliarlo.Tutto ritorna, ho vent’anni, mi sento immortale..Giunse poi la notizia che l’imperatore era stato strangolato, si cercò di occultarla, non è in nessun documento, la zarina non mollò la presa, per Voltaire era la “luminosa stella del nord”,così la voglio ricordare, a prescindere da tutto- da allora, nel mio patrimonio personale privato, iniziarono a confluire migliaia e migliaia di rubli, poi dopo l’incoronazione, finalmente il congedo.
Mosca, città di pietra bianca, coperta dai disegni di brina nell’autunno, 500 chiese, 5000 palazzi dorati, guglie, cupole e croci, piazze e ttetti smaltati, la fortezza del Cremlino incombeva su  tutto. Era detta la Terza Roma, le campane erano così tante che i loro rintocchi facevano tramare la terra e uno straniero doveva tapparsi le orecchie, il rombo continuo faceva diventare sordi …ed il sudicio, più di Londra o Parigi, il fetore delle fogne toglieva il fiato.
.il quartiere del mercato, sulle rive della Moscova, aveva infinite file di bancarelle, mezzo mondo era esposto lì, prendevi una tazza di tè, ridendo nel vedere la danza degli orsi od il corteo dei ciechi dinanzi a San Basilio…il 13 settembre 1762, la zarina entrò nella piazza Rossa, seguirono 15 giorni di sfrenate celebrazioni.
Adesso, che è passata una vita, quando desidero sentirmi di nuovo giovane, basta poco, che rievochi il sapore del vento sulla pelle, tutto si ferma, ho di nuovo 20 anni, le mani sottili che tengono le redini, cavalco a fianco di una carrozza su una strada dissestata, nessuna fatica o disagio, solo eccitazione nel reticolo di vene e arterie, un brivido e giusto un filo di paura.
Cominciava la storia, la leggenda. I fratelli Orlov, io, Xavier, l’inglese …
 
 

“Vi piacciono gli zaffiri?”
“Avete sentito la conversazione a cena, sulla nuova corona, eh? È un mio parere, scegliendo, opterei per gli zaffiri, appunto, rispetto ai diamanti”.
Volteggiavano insieme, un ballo per l’incoronazione, seguendo i delicati movimenti dei violini, il profumo armonico dei fiori, era molto bella, inutile raccontare storie.
“Domani partiamo, torniamo verso la Francia”
“Ah. Va bene, solo che, prima della vostra partenza, vi posso offrire una coppa di champagne, alla vostra ed alla mia”.
“Ed alla zarina, che offre tutto”. Poi aveva sorriso, va bene, sapete che non resisto alle battute.
Si erano affacciati un momento ad una finestra, i calici avevano tintinnato nella notte.
- Grazie, cercate di stare bene.
- Ci proverò, buon ritorno a casa.
A presto Alex..
 

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Capitolo 6
*** The Titans ***


Brindo agli assenti, a una ragazza che non tornerà, se non nei miei ricordi, polvere di ossa e diamanti, mia madre, a mio fratello, alla sua pazienza ..
Per dire, prima della spada, aveva usato i bastoni di legno, non era saltato su Zephyre senza preparazione, non potevo pretendere di leggere e scrivere come lui, che aveva tre anni circa più di me. Ci rosicavo, ma era vero, capivo. “
Tiratore infallibile di fionde, costruttore di aquiloni, scuoiatore di lucertole impagabile, tiratore di sassi senza pari…
Un infinito elenco delle sue prodezze, rideva, era bravo in tante cose, ma a lodarlo io ero imbattibile (ed la Catherine di ora che parla e ricorda). Una pazienza infinita, né pianti o lamenti, non arretrare mai , combatti, come un drago od una tigre.
Infatti, vivendo poi molte vite in una, ho seguito i suoi consigli ….
-Sei meglio di quello che pensi, testarda ma leale-
Una mano premuta in mezzo alle scapole
- Io sono più grande di te, che però  sei veloce, hai una bella coordinazione- Constatava, lui, non faceva complimenti tanto per fare né mi addolciva la pillola.
-Tranne che sei un maschio mancato, Cat, lo dico sempre, e vuoi vincere a prescindere, eppure io sono e resto sempre più alto di te, crescendo non cambierà.. – omettendo di rilevare a cosa mi sarebbe servita la scherma, il mio primo ed impagabile maestro sarebbe stato lui, un nostro segreto da bambini, una cospirazione contro il mondo dei grandi.

Fa male, appena due lacrime non piante ci separano.
Il dolore, come un cancro..
 
 
Tintagel, il mio potente destriero, incrocio tra un purosangue inglese ed un cavallo arabo, era portentosa macchina da combattimento, agile, scattante, in origine era di Xavier, poi mio, che glielo avevo vinto a carte, nulla, sopra di lui ti sentivi un guerriero, un re arabo alla conquista….
Sopra di lui ho cavalcato il vento.
Già, con Luois avevamo in testa quello ed altro, lui avrebbe osservato che la trovata del dragone era una follia, tranne che mi sarebbe venuto dietro, hai voglia a  dire che ero un maschio mancato…
Mio fratello si infila nei ricordi, specie quando ero a Versailles, ove tutto è prevedibile, un congegno intorno al re ed alla sua persona, a ragione Saint Simon osservava che, chiunque, un orologio alla mano ed un almanacco, poteva dire con esattezza cosa accadeva alla reggia, tale è la precisione della giornata reale, dei suoi riti e dei diversivi divenuti poi immutabili. A esempio, Luois XV ha abolito le vasche da bagno, ben di rado si lava, coprendo le “perfum” con costose essenze, imitato dai cortigiani, con il risultato che … la puzza impera- e io sono una fanatica della pulizia.
 
Splendore e trascuratezza, le tappezzerie con gli orli sfrangiati, i mobili sbeccati e la meraviglia della galleria degli specchi che riflette cento violini, mille piume, diecimila fiori ed un milione di Catherine. Un mutamento irreversibile, pochi anni di viaggi ho appreso che Versailles non è il mondo.. a Parigi, il grande emporio delle meraviglie, l’epicentro di ogni buon gusto, del bello spirito e della galanteria, cito da Moliere, a mezza voce, ci sta bene, dopo esserci inerpicati su Mont Saint Genevieve, la città, pietra grigia, tetti, palazzi e fontane si stende dinanzi a noi, ai piedi l’ile della Citè, le vecchie mura, le stradine e la Senna, l’edificio del Luovre, les Tuilereis, la statua equestre del re, con la scritta poi rimossa “le virtù vanno a piedi, i vizi a cavallo”, tutti si aspettano che passi a miglior vita e lui si guarda bene dal farlo, rido tra me.. Ogni volta che ritorno, compio questo tito ..
 
Dai diari di Xavier, dell’inverno 1761-1762”.. imbarcandoci in questa navigazione, una metafora come un’altra, un punto da considerare, oltre i rischi per l’incolumità fisica, era che non avremmo avuto figli per un lungo periodo, figuriamoci, un agente segreto in dolce attesa, optando per le erbe e precauzioni peccaminose, un modo sicuro per lei per risolvere la questione …Insieme, non usare il potenziale di Catherine era uno spreco, era brava, leale, con una freddezza, spogliata da ogni sentimentalismo da definirsi maschile, sapeva di rischiare, anche la pelle, ma si prestava, era un cavaliere, senza macchia, senza paura..”
 
 
( Ti ho amato Xavier, tranne che ci siamo massacrati e feriti a vicenda, senza vinti o vincitori, altre braccia, piaceri effimeri, eravamo sempre vivi e null’altro rimaneva, rabbia e orgoglio, l’appagarsi di selvaggi desideri, senza tenerezza).
 
Felipe, the out sider.. Anche lui era come un cavaliere, senza macchia o paura..le sue origini comuni ma non il destino che ebbe.
Una limpida primavera, un intatto splendore di madreperla, il ragazzo, Xavier, nato nel 1738, era cresciuto in fretta nel giro di pochi mesi, la tipica indolenza di un giovane uomo, impaziente, avido di vita e avventure, vano avvisarlo sulla necessità di avere attenzione e controllo, più facile sarebbe stato domare il vento che spegnere la sete di vita nelle sue iridi d’ambra e miele.
Di rado, Xavier e suo padre Juan rammentavano Donna Sol, amazzone, splendida guerriera morta in seguito ad una banalità sconcertante, nel lungo elenco di lutti che aveva assediato le loro vite, di tutti i piccoli Fuentes che Juan e Sol avevano generato solo Xavier era sopravvissuto.
Erano saldi, freddi, immutabili, come i Pirenei, erano i Fuentes, nulla li fermava, nulla li bloccava, era la vita.
- Padre, devo dirti una cosa e sarai scontento.- Gli fece cenno di parlare.
- Juana sostiene di aspettare un figlio da me- Semplice e sintetico.
- Tu cosa mi dici?
- Era vergine,la prima volta ha perso sangue- Arrossendo.
- Aveva un sacchetto da qualche parte e lo ha rotto senza che te ne accorgessi? Oppure si è tagliata? Magari ha finto-
Lo diceva per forma, non voleva che suo figlio passasse da ingenuo, e comunque vi erano sempre due pesi e due misure, lo sapeva, in fondo era orgoglioso della precocità del ragazzo, aveva quattordici anni e poco più, come Juana, figlia di fittavoli, pure, anche lui, come Xavier, aveva cominciato presto.
- Era vergine, sono sicuro, lo so.
- sfuggendo a una via di fuga implicita,di negare le proprie responsabilità, altro sarebbe stato il discorso se la ragazza avesse avuto nobili natali.
- Bene, ora come intendi procedere? È un pasticcio e lo sai, non dire che sei giovane, come in effetti sei, il controllo era meglio prima, per evitare queste situazioni. E non fare quella faccia, non dirmi che ti ha sedotto, non potevi resistere o ti ha obbligato?
- Devo prendermi le mie responsabilità-  Forse, tra i due, la ragazza aveva ritenuto di non potersi esimere dalla attenzioni del figlio del marchese oppure pensava di ottenere qualche vantaggio, mentre Xavier aveva seguito il suo piacere.- Se lo riterrete necessario la sposerò- Ringraziando il cielo che vi erano altre opzioni.
- Ora .. Se decidi che il bambino sia allevato ad Ahumada, sperando che non se ne aggiungano altri,  dovrai indirizzarlo, dandogli un futuro, sempre che passi l’infanzia. O dare una dote alla madre, affinchè chi  la sposi passi sopra l’incidente, un eufemismo, andando in un’altra località, oppure mandala da qualche parte..- Così usava fare, ad esempio, Ferdinando d’Aragona, il re cattolicissimo
- Dovrebbe nascere nel mese di dicembre-
- Xavier, devi pensarci da ORA, è differente dal valutare se stasera mangerai carne o pesce o ti asterrai dal vino …
Il ragazzo aveva formulato un’ipotesi, si era detto d’accordo, a quel punto aveva ritenuto congruo spiegare in dettaglio gli accorgimenti per evitare una indiscriminata moltiplicazione
( la castità era il mezzo più sicuro, tranne che un ragazzo di quell’età non l’avrebbe praticata).


Felipe era nato la seconda settimana  del dicembre 1752, vigoroso, con una marcata somiglianza con Xavier.
-Si chiamerà Felipe Moguer. Ne avrò cura, gli saranno dato delle terre e sarà istruito-
Lo osservava, stanca, indolenzita, riempiva la stanza intera con la sua presenza.
- Felipe era il nome di mio nonno- Aveva fatto una pausa
.- Prima che io e te.. indicò il bambino
Sì, prima a lei piaceva un altro ragazzo, Huesca, e lei piaceva a lui, tranne che nessuno adesso l’avrebbe presa, i genitori non l’avevano buttata fuori di casa per l’ordine congiunto dei Fuentes, il bambino per quanto bastardo, era sempre del loro sangue..
- Lo vorresti ancora, Huesca?
- Non ha importanza, non più- E si era vietata di sperare.
Huesca Machado venne nominato capo delle guardie del castello, viveva in una casa poco distante dalla rocca e, nel 1754, sposò Juana, i Fuentes le avevano dato una dote sostanziosa. A prescindere dall’inciampo iniziale della nascita di Felipe, ebbero una buona vita, cibo, soldi, un solido avvenire ed altri figli.
Felipe cresceva, ogni tanto giungevano doni dei marchesi, insieme alle loro visite, poi era arrivata la francese con gli occhi azzurri, la moglie di Xavier, che non era stata, almeno nei fatti, né gelosa né cattiva- su quello che pensasse nessuno aveva idea, tranne che era giusto in quel modo.
Felipe aveva imparato a leggere, scrivere, tutti i giorni andava a Ahumada per essere istruito, presenti o meno i giovani marchesi, imparava le basi della scherma.
Un bambino quieto, solitario, per gli altri bambini era un DIVERSO e, ove non vi fossero adulti in giro, glielo facevano notare con le parole e con i fatti.
 
***************
Quando vidi la scena, mi salì addosso una collera fredda, senza urla, che da gelare il sangue.

Tre contro uno e picchiavano Felipe.. Scappati appena mi hanno visto, vigliacchi.
Si rialzò in piedi, non badando alla mia mano tesa, orgoglioso come Xavier..
-Che farete?
-Lo riferirò a mio marito ..
 Che provvide a far frustare i colpevoli, Felipe accanto e a stento non li aveva cacciati dal feudo, loro ed i loro genitori, NUANCA, mai più, chi avrebbe osato toccare Felipe sarebbe incorso nella sua ira ed in quella di Don Juan, lo stesso sarebbe successo se gli avessero sparlato dietro, i Fuentes sapevano tutto e tutto facevano riscontare, nulla dimenticavano, nulla  doveva accadere nella casa dei Machado. L’effetto finale era stato quando aveva chiamato Felipe hijo, figlio, i tre rei si erano presi una ulteriore razione di frustate dai genitori.- tuttavia, Xavier non era tranquillo. Era figlio suo, Catherine era nel giusto quando sosteneva che non poteva continuare all’infinito in quel modo, o lo lasciava fare da subito o doveva prendere altri provvedimenti. Troppo comodo tenerlo dai Machado, dare una vaga istruzione. Felipe sapeva che era suo padre, tranne che nessuno ne parlava e lui stava zitto. Gli disse che gli dispiaceva, ma il ragazzino replicò che non importava, non voleva disturbare, tranne che quella volta erano in tre, in luogo dei soliti due, non voleva disturbarlo, ribadì,ma il giovane marchese spedì tutti fuori i due che lo angariavano e gli propose di venire a vivere stabilmente al casello, in primavera sarebbe andato via ma Don Juan ne avrebbe avuto piacere.
E anche mia madre, osservò Felipe.

Quando, partimmo per la Russia, Felipe venne a salutarmi e mi concesse di abbracciarlo.
Strinse Xavier, poi si mise sotto un albero, il braccio teso, un ultimo saluto.
Ci girammo un paio di volte, era sempre lì, poi, dopo un centinaio di metri mi rigirai, era ancora lì. Eseguii il movimento, Tintagel, il mio cavallo, rampò sulle zampe posteriori e agitai la mano, quindi rompemmo al galoppo.
Torneremo Felipe ..

Felipe Moguer, Moguer che fu il primo appellativo dei signori di Ahumada, poi due fratelli, sotto Carlo Magno, combatterono con valore e lui assegnò al primo il titolo di marchese, il secondo ne ebbe un altro, ebbe poi delle terre, ma scelse di chiamarsi Fuentes, per differenziare. Verso il Mille, il ramo di Ahumada aveva una ragazza Moguer, la sola erede, che sposò un Fuentes, ricongiungendo i due rami, da allora ci sono stati solo i Fuentes..
… ma quando sarai grande torneranno i Moguer, Felipe, sei un Fuentes a metà..
 
 
(dalle memorie di REGNIER, padre di Catherine). ...Questa guerra, quando finirà, le perdite francesi sono altissime, gravose e costanti, ho combattuto in Polonia, nelle Fiandre, allora come oggi, l’odore del sangue, i lamenti ed il fango sono uguali. Austria, Francia e Spagna sono alleate con la Russia, la zarina di quel lontano paese sta male, il suo successore è etilista, omosessuale, libertino, difetti forse non irreversibili, tranne che adora la Prussia e .. Se lasciano l’alleanza, potrebbe essere un disastro, Federico II brama espandere i suoi possedimenti, sia in terra austriaca che francese ed un potenziale imperatore schierato a suo fianco sarebbe l'occasione da sfruttare per questa espansione. Scruto il vino, nemmeno ci leggessi il futuro, ho letto i rapporti, cattivi raccolti, debiti, deficit e quanto latro rendono prevedibile, e previsto un futuro disastro se la guerra prosegue, per noi, come possibili rivolte, come ai tempi della Fronda.Nelle Americhe, poi, gli inglesi stanno macinando vittorie su vittorie, in terra e mare. Guardo le mani, alla sinistra la vera che Gabrielle mi infilò nel nostro maggio radioso- nulla, la fede della mia seconda moglie l’ho portata appena tre giorni, ho rimesso quella di lei, mi sentivo un adultero verso GABRIELLE, ma la passione per lei è stata più forte di me, da sempre, che Dio mi perdoni, mi serviva un erede, lei era morta e.. Fosse stato possibile un baratto, avrei voluto essere io  al suo posto
 
Novembre 1762

Mi inoltro con discrezione in una galleria di soffitti, abbaini e polverosi corridoi. In questa parte della reggia, il re si è costruito una sorta di tebaide privata per i suoi svaghi, la chimica, la medicina, l’anatomia femminile (perifrasi, eh, se non va a Parc-aux –Cerfs, riceve qui delle prostitute).
È invecchiato ancora, annoto, e mi fissa come un raro fenomeno, l’agente segreto.
Porgo i saluti della zarina, si fa narrare tre volte i particolari della presa del potere, l’incoronazione, la nuova e leggera corona, se la zarina mi apprezza- certo che sì, ho un patrimonio personale, mio  e basta, ove confluiscono, mese dopo mese molti soldi.
Un segreto, l’incognito è parte di giochi, mi dice anche la zarina raccomanda di serbare il segreto, eccoci, ci manca solo che si senta sfidato, anche se sotto sotto ha osservato che è una virago, ma non voglio scoprire se il salvacondotto, firmato da Caterina II, basterebbe contro di lui.  Un senso di gelo tra le scapole, inclino la testa, nascondo i pensieri,
 
Il 10 febbraio 1763, nella Galleria degli Specchi, è stato firmato il trattato di pace, il re di Francia appare il grande sconfitto. Gli inglesi hanno ottenuto strepitosi risultati, il Quebec, la Florida, isole nei Caraibi, il Senegal.  La Prussia ha mantenuto i suoi territori, non ha ridato la Slesia all’Austria, la Spagna, pur perdendo la Florida, ha avuto Cuba, un cambio onorevole, l’unico che nulla avuto e tanto ha perso è il re Borbone, l’alleanza non ha apportato benefici o guadagni, solo guai. Il re prussiano appare il re dei re guerrieri del vecchio continente, ma in verità, è finita perché la zarina si è ritirata, avendo appena preso il trono e il potere, non voleva disperdersi in mille rivoli, senza troppe perifrasi, i dispacci che abbiamo recato al ritorno dicevano  quello.
Mio figlio Xavier Francisco è nato nel mese di aprile 1763, suo fratello Nicolas nel giugno 1764.
 
 
(Punto di vista di  ALEXANDER MALCOMESS, agente segreto) Nel dicembre 1763, ero sempre in Russia, per me un posto valeva l’altro, stavo tranquillo, solo ogni tanto mi chiedevo che inventasse Fuentes e la sua signora, la gita in calesse, collettiva era diventata voce, leggenda, mistero, si parlava di immortali, un corpo scelto, di elite, che vigila sull’impero e la sovrana. 
Bella donna, Catherine, strana ed esasperante, mi piaceva, mi piace, ma sarebbe stato un delirio, un casino, campo in cui eccelgo, come ben sanno i miei fratelli, prima della rovina e del tempo dei segreti, essere agente  mi ha salvato dall’impazzire, dal senso di colpa, una fuga dignitosa, come prima combattere in Quebec, anche dal mio matrimonio, raffazzonato alla peggio, i Malcomess non dovevano estinguersi, così sia, convengo a leghe di distanza, non ho più una casa e va bene.
.. Mi piaceva, una regina militare, come Elisabeth Tudor, mai più la sottovaluterò, in fondo è un’ottima giocatrice d’azzardo come la sovrana.

Irriverente, cinica, esasperante, pensava che fossi meglio di quanto sono, mah, una follia evitata, lei non è donna da una botta e via, uno sfogo di lombi.
“… il leone è un simbolo araldico del vostro paese, vi paragonate al re della foresta?”
“Certo”,in quelle notti invernali del 61-62, dovevamo pur passare il tempo.
“.. Voi siete francese, ma scommetto che sapete altre lingue”

“Spagnolo, che mia nonna materna lo era e me lo ha insegnato, latino, per passione. Inglese per il bardo. “
“Ah e poi?”
”Rudimenti di tedesco e russo per contingenti motivi, lord Alexander”Pausa.
“Con mio fratello, da bambini decidemmo di visitare il mondo, lui avrebbe pensato alla parte tattica, difensiva, io a cosa vedere, che mangiare, dove andare” “Ottimo stratega. Ora dov’è?”Si fosse unito anche lui, sarebbe stato bello. Sorrise, obliqua. “E' morto quando aveva dieci anni”
“Scusate..”
“ No, perché, alla fine mi fa piacere parlarne ogni tanto”

Una donna di fuoco e acciaio, divertita dalla ballata sugli immortali, uno speciale tocco alla sua ascesa. Nulla la ferma, ineludibile, ora il potere, sua meta e fine, la pace e la prosperità del regno, che vuole espandere. Vivo Pietro, avrebbe consegnato la Russia alla Prussia e, pur se alleata con il mio Paese, sarebbe stato un disastro, invece così i piatti della bilancia sono in equilibrio. Lei resterà sul trono fino alla morte, il nuovo incarico per  gli immortali sarà stanare i pretendenti e fare da raccordo tra le varie corti del continente. Così sia, io sono leale a  me stesso, agli amici di questa avventura, il resto segue.
E Catherine aveva indovinato, leo, in latino, in inglese lion, è un segno di ironica modestia, se portate la barba, visto che siete biondo di capelli, aveva osservato, sembrate davvero quello fiera, per inciso un simbolo della mia casata da ragazza….

Poi fu il 1768, l’anno delle mie trenta primavere,  la grazia ritornava, trovai una rotta.
 

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Capitolo 7
*** Second Chance ***


Primavera 1768, in viaggio verso Parigi
I fiori rendono la campagna una dorata e preziosa distesa, interrotta dal verde dell’erba, dagli alberi si innalzano i canti primaverili degli uccelli, il sole è tiepido contro le guance e le ciocche danzanti dei miei scuri capelli.
Descrivo a Felipe, mentre cavalchiamo lentamente verso Parigi, la città di San Pietroburgo, un gruppetto di isole, scandito da fiumi e canali che si affaccia sul Golfo di Finlandia.
Fondata dallo zar Pietro il Grande, a partire dal 1703, è appellata la Venezia del Nord.
È luminosa, splendida, i palazzi che si riflettono nell’acqua e l’acqua stessa la rendono una meraviglia, una morgana rovesciata, la luce delle aurore boreali.
Duecentomila uomini hanno provveduto a costruire, scavare, innalzare …
A venticinque chilometri abbiamo poi Carskoe Selo, un complesso di residenze della famiglia imperiale, ove la zarina Caterina II si reca spesso  nella stagione estiva.
Estremamente suntuoso è il Palazzo di Caterina, rifatto da Rastrelli, progettista di parte della città di San Pietroburgo, su volere della sovrana Elisabetta tra il 1752 e il 1756, in un cosiddetto stile rococò flamboyant, con la facciata lunga 325 metri, salvo errori fatali di misura.
Elisabetta era ancora in vita, e già l'edificio era molto famoso per le sue facciate estremamente lussuose: più di 100 Chili di oro sono stati usati per decorare il sofisticato fronte di stucchi e le numerose statue sul tetto, che non credo, al contrario delle voci sparse in giro, sia stato coperto d’oro.ù
Per la zarina Caterina II, è un esempio di "architettura di panna montata" ormai fuori moda. Al momento della sua ascesa al trono, alcune statue del parco stavano per essere ricoperte d'oro, come la defunta zarina Elisabetta aveva ordinato, ma l'ordine che fu subito sospeso appena la nuova imperatrice venne a sapere quanto queste opere costassero.
È sua intenzione far rimpiazzare l’oro con delle dipinture verde oliva, dico a Felipe, a mio giudizio abbastanza banali e monotone.
Il palazzo si raggiunge attraversando un grande giardino alla francese, il cui centro è l’Hermitage, azzurro e bianco, a fianco di un quieto lago, e che trova il suo formale coronamento in una enorme statua dorata che rappresenta il rapimento di Persefone, la dea della primavera.


Xavier ci ha preceduto a Parigi, tornando indietro con la memoria rivedo un ragazzo bruno, di ineguagliabile bellezza, che mi scrutava, intento e partecipe, ne abbiamo passate tante, ma quello che mi ha fatto l’anno scorso supera ogni soglia di umiliazione e dolore.
 
Si odia e si ama, si perde comunque, che farne di noi?
 
Dinanzi a me suo figlio, nato prima delle nostre nozze, da una relazione estemporanea, che gli somiglia, con intatta grazia, un ragazzo che compirà 16 anni a dicembre, figlio del mio cuore se non del mio grembo, che cerca la sua strada, un avvenire lontano.
Le spalle larghe, è circa un metro e settantacinque, le gambe lunghe e le iridi di un suntuoso color scuro, Felipe dalle mille risorse.
 
Ha compiuto 15 anni a dicembre scorso, rifletto ancora, poco più grande del dragone quando cominciò, un segreto da non raccontare nemmeno in confessione, una questione tra Dio, i Fuentes e la zarina, penso tra me.
Gli abbiamo spiegato che suo nonno e suo padre sono agenti segreti, di squisita sagacia e competenza, come io pure, per caso sono diventata una giocatrice d’azzardo della sorte e che abbiamo giocato un ruolo nell’ascesa al trono della attuale imperatrice di tutte le Russie.
Sposa bistrattata dell’erede al trono, Pietro, giocando d’azzardo e di complotto, ha poi conquistato la corona nel giugno 1762, e noi, agenti scelti, con lei..
Io, Xavier, i fratelli Raulov e un chimerico inglese, Alexander Malcomess, biondo e fiero come un leone, la fiera che è anche il suo nome in codice..
Felipe rincomincerà, in Russia occorre un emissario stabile, sarò lui, addestrato da suo padre, un gioco di prudenza e precisione.
“ .. è una questione tra voi due, devi trovare la tua strada, giusto, un posto può diventare troppo stretto ed il mondo è troppo grande, comunque mancherai sia a me che ai bambini, sappilo”.
Lo sapeva, ma quello era un desiderio infinito, rincominciare, in fondo, nonostante lo stigma dell’essere bastardo,è un Fuentes, anche se a metà. Un ibrido ben addestrato, che parla francese, spagnolo, latino, se la cava con la scherma, i cavalli, le buone maniere, impara adesso i rudimenti del russo e del suo malefico alfabeto.
I pensieri vagano, mia nonna materna, la formidabile Isabel,  Isabel dalle cento risorse,  è morta un mese fa, lasciandomi un legato, sono qui per sbrogliare, ufficialmente la faccenda, non ha rispettato  le forme, tutta una serie di cavilli.
In quanto donna, non potrei avere nulla di mio, salva la firma di mio marito e l’assenso di mio padre, questo lascito era parte della dote di mia madre, troppo presto morta e troppo a lungo rimpianta ( … il patrimonio personale, su cui, ancora, anno per anno, affluiscono le elargizioni della zarina è altro discorso, per mia fortuna)
 
…ho congedato la scorta la seconda mattina, inventando un voto da sciogliere e un ritiro spirituale,  con l’intesa di ritrovarci a tot di tempo.  Lascio una lauta mancia, istruzioni di dire che sono qui, poi salgo su Tintagel e, direzione Calais, poi Londra, con i miei bravi dispacci, sono o non sono un agente segreto, il dragone?.
E trovo Alexander, sorridente e dorato come un iris, le stagioni passate hanno aggiunto del fascino alla sua persona.
Sono passati quasi sei anni, l’ultima volta era ad un ballo, ma ritroviamo il cameratismo di chi ha vegliato e complottato, ma l’attrazione che avevo per lui è meglio se la scordo. 
Da come mi guarda, intuisco, una curiosa prescienza, che mi trova splendida così come sono, da sempre e per sempre.
Come in un passato neppure troppo lontano ho avuto per altri, fugaci piaceri, pur non frequentando Versailles, ove è la regola, anche io non mi sono fatta mancare nulla- noia, curiosità, lussuria, al diavolo i falsi moralismi, la fedeltà di Xavier era solo pirite, l’oro degli stolti, ho voluto dimenticare il più possibile quanto accaduto lo scorso anno..una spina nella carne. .
Né mi voglio ritenere migliore di quanto non sia.
.. Come ballare su una corda sospesa, ridevamo molto, parlando tanto, poi a Londra venimmo coinvolti in una rissa.
 Scappando, dopo averle date e prese, all’alloggio fu inevitabile  toccarci per vedere i lividi
– Catherine- il mio nome all’inglese, entrando in una frontiera che portava al paese dell’altrove, senza ritorno, un previsto disastro che era stato solo rimandato.
 
 
Quale un novello Ulisse, di ritorno alla Reggia, da questi segni la riconoscerò, la bruciatura sul polso destro, che in genere occulta con le maniche od un bracciale, è sempre evidente.
La cicatrice sull’arto sinistro, era il ’62, un souvenir di Peterhof.
La costellazione dei nei sulle  spalle, che ricordano piccolo e grande carro, una rotta per i naviganti, la trama squisita dei capelli sul guanciale,dai riflessi cuprei,  la catena del seno, il ventre piatto come le steppe di Siberia, le gambe sottili.
- … una stronzata-
- Un’occasione presa, lo volevamo tutti e due, Alexander –
- Rimorsi o rimpianti, dragone?- il suo appellativo, come agente speciale.
- No- la sua voce come musica, mi bacia la conca della gola
-  La prima volta litigammo e ti tirai un calcio in mezzo alle gambe-
-  - Efficace, mai più ti avrei sottovalutato-
- -Appunto … Senti visto che qui abbiamo finito, prima, senti la mia idea …
Idiozia più, idiozia meno, perché no …
 
 
Ti appoggio la testa in grembo, sullo sfondo i profili di Londra, un prato con croccanti giunchiglie e l’eco del passato, il mio, quello che non ho mai raccontato.
 
Sono  il terzo figlio di un grande lord, nato nel gennaio del ’38, prima di lui Sophie, nel ’37, Richard nel ’35, tutti nati in una dimora dell’epoca Tudor, con favolosi mattoni rossi, il materiale edilizio all’epoca più costoso,   con archi e conci angolari di bianca pietra.
Un forte legame tra fratelli, il nostro, ma il Lord padre aveva il vizio di correre dietro ogni sottana, tanto che alla fine la Lady madre lo piantò, andando a Corte, facendosi di rado rivedere
Comunque, John, era molto attaccato alla forma, al rigore, all’apparenza, ma in privato …
(Il viso divenne duro, contratto, raccontava senza commenti, era serio, lui che irrideva tutti, sempre,quindi allora compresi che era una storia orrenda).
Cresciuti, la ragazza andò in collegio, Richard era l’erede, ma io ero  un “rompicoglioni” che nel ’57 andò alla guerra indiana, in Quebec, ove ebbi un paio di medaglie.Rimasi ferito da una freccia al torace, uno scemo, eh, comunque a vent’anni ero di ritorno per la convalescenza.
Con mio fratello ritrovammo intatta l’intesa, in fondo gli ero mancato e ci divertivano molto insieme, Sophie era rientrata ma poi accadde il DISASTRO.
La ragazza era sempre più chiusa, ma nessuno ne capiva il motivo, tranne che eravamo ciechi o nessuno avrebbe mai immaginato..
Una sera, rientrando in anticipo rispetto al previsto arrivo per la mattina dopo,  notammo che la servitù non c’era, strano, poi delle urla da far gelare il sangue. 
- TE LA FACCIO BREVE, abusava di mia sorella, lascivo e ubriaco, non era la prima volta … Lei era una ragazzina, lui era grosso come un toro, lo stesi con un pugno.. scappò via, Richard dietro, io ed il bastardo facemmo a botte, l’avrei ammazzato, diceva che era roba sua … .Mi ferì di nuovo alla spalla, un coltello che si tirava sempre dietro, ma non sentivo dolore, lo avrei ucciso e sarebbe stato meglio. Richard me lo strappò dalle mani, era un mostro e.. un diavolo, oltre il confine della follia. Partii la mattina dopo di corsa, per il Canada, me lo ordinò Richard, per evitare un omicidio.. Lei ci maledisse, a lui e a me … - Incurvo le spalle-
L’autunno dopo, sempre del ’58, seppi che si era sposata e non so che vita abbia avuto, e LUI  era morto, ed era sempre troppo tardi. Ti faccio orrore?- Scrolla la testa, anche lei, pur mutando le circostanze, ha un duro passato alle spalle.
- Richard era venuto lì, in Quebec, a combattere, sembravamo due diavoli, ma lui era peggio di me. Aveva qualcosa, ma  ogni volta che volevo approfondire, capire, spiegare, evitava l’argomento.  Una sera, che ero a prostitute, sai come è negli accampamenti, sbatté il bicchiere per terra e disse che era una vergogna.. .. Andammo fuori e facemmo a pugni, di prima non ne parlavamo, ma io … che voleva da me? E me lo disse.  Il grande Lord, per vendicarsi dell’affronto, aveva pagato due sicari prezzolati e lo fece …. Evirare. Era pazzo e … - Non so che abbia  combinato Richard, con il mostro, so solo che io dovevo rimanere, proteggerlo o finire quello che mi aveva impedito, il mondo sarebbe stato un posto migliore.- Impotentia couendi e quindi generandi, usa i termini latini, senza appello, ma occorreva un erede. – Io avevo fatto il guaio, io dovevo rimediare. Tornati nel ’60, mi sono sposato, una valeva l’altra-
- Meglio che non ci vediamo, giro al largo, lui è il grande lord, i miei figli vivono alla tenuta, io mi arrabatto. Vedo che sei rimasta-
Separa la distanza che ci divide con un bacio, sa di vino e melegrane.
Una storia tra fratelli, amore e senso di colpa, anche lei per Luois sarebbe andata all’inferno e ritorno, senza se e senza ma, avesse avuto bisogno si sarebbe fatta ammazzare per lui, lo capisco.
-   Ti ho trovato troppo presto o troppo tardi.  Senti, alla tenuta ho un cottage, una dependance, vorresti vederla e stare lì un paio di giorni? Semplice, ma tu non ti formalizzi, viene pulito tutte le settimane, non si sa mai quando torno, se torno, ma c’è sempre qualcosa ….
“Con mio fratello, da bambini decidemmo di visitare il mondo, lui avrebbe pensato alla parte tattica, difensiva, io a cosa vedere, che mangiare, dove andare” “Ottimo stratega, Catherine. Ora dov’è?”Si fosse unito anche lui, sarebbe stato bello. Sorrise, obliqua. “è morto quando aveva dieci anni”
"MI spiace.."
“ No, perché, alla fine mi fa piacere parlarne ogni tanto”.
Eri di fuoco e acciaio, Catherine, speciale come la zarina tua omonima, nulla la ferma, ineludibile, ora ha il potere, sua meta e fine, la pace e la prosperità del regno, che vuole espandere. Vivo Pietro, avrebbe consegnato la Russia alla Prussia e, pur se alleata con il mio Paese, sarebbe stato un disastro, invece così i piatti della bilancia sono in equilibrio. Lei resterà sul trono fino alla morte, il nuovo incarico per  gli immortali sarà stanare i pretendenti e fare da raccordo tra le varie corti del continente. Così sia, io sono leale a  me stesso, agli amici di questa avventura, il resto segue, io sono davvero un leone, il tuo.
-   Ti ho trovato troppo presto o troppo tardi.  Senti, alla tenuta ho un cottage, una dependance, vorresti vederla e stare lì un paio di giorni? Semplice, ma tu non ti formalizzi, viene pulito tutte le settimane, non si sa mai quando torno, se torno, ma c’è sempre qualcosa …
Un pomeriggio capitai a Malcomess Manor, deciditi a tornare, è casa tua, ogni volta lo diceva e ogni volta rifiutavo, poi specificò di avere fatto il favore chiesto e passammo un paio d’ore a chiacchiere.
Per Richard, alla fine, non era stata colpa mia, consideralo un incidente, od una punizione per non avere capito, va bene, allora la mia era non avere una casa. Inganni, menzogne, adulazioni..
 
 
Una passione che ti lascia stordita, il passato sullo sfondo, la quiete e l’essere famelici, mai hai amato così, amici e complici e poi amanti, in Francia ci ritagliamo qualche sera insieme a Parigi, indossi un vestito azzurro, tra i capelli fitti pettinini in argento con piccole perle di fiume, discorsi leggeri, buon cibo, ottimo viso, Parigi e noi, che voglio di più?
 A fine cena, ti  porgo un astuccio, dentro il mio regalo per te, un anello d’oro, al centro uno zaffiro dalle sfumature di oceano, circondato da perle.
Lo zaffiro è la pietra della costanza.
 – La pietra la scelsi dal tesoro imperiale, un cadeau della nostra amica, le perle le ho prese al ritorno dalle Americhe. È per te, accettalo, l’ho disegnato io, vorrei che avessi qualcosa di mio, per dopo-.. non ci scriveremo, la notte ci sveglieremo per la nostalgia, ma avrai qualcosa di mio, al medio della  mano destra riluce come una stella, una lucciola.
Now and forever, my beloved-
 
 
Rotolo sulla schiena, i capelli sparsi intorno come una ninfa pagana.
Siamo vicini al capanno da caccia dei Fuentes, nel profondo della foresta, immane scemenza, ma la passione rende di rado prudenti, un amplesso furioso e famelico, una dichiarazione di guerra, polvere di stelle, morsi e pizzichi.
– I love you and I’ll love you until my death-Parole improvise ma sincere.
Alexander.
– Per quello che vale e quello che serve, io pure ti amo e sarà così fino al termine-
Poi lo spingo via, le mani dure
- Ci vediamo presto, ma qui non dovrà più succedere
E capisco che con Xavier ho finito, mentre io e te siamo una nuova cosa.. Alex.
Un nuovo inizio ..

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Capitolo 8
*** Thunder ***


. “… Esigiamo che il ribelle Pugacev, il sedicente Paolo III, impostore e millantatore, dato che il Nostro sposo è morto, venga catturato … (…) egli dopo avere combattuto nelle Nostre truppe e avere militato contro i turchi a Bender, nel 1770, ove fu nominato ufficiale, si è congedato dall’esercito (..)  Arrestato per vagabondaggio, …”
“.. le regioni del Volga sono messe a ferro e fuoco da lui e dai suoi cosacchi” .
Il dragone fissa le mappe geografiche tenute ferme sul tavolo da alcune pietre scabre, scorre distratta, a mezza voce i vari rapporti e gli ukase,traduco,  i decreti imperiali, impilati in un angolo.
“Le rivolte si sono estese, lui millanta di essere il defunto Zar, che si è nascosto per oltre dieci anni, in attesa della sua occasione …Sospira.- Questo è un impostore, tranne che molti scontenti gli vanno dietro, la vogliono buttare giù dal trono.Ha organizzato un simil esercito, emana decreti firmandosi Pietro III, autocrate di tutte le Russie, offre sale, che qui è considerato un lusso, e terre e meno tasse a chi lo segue, morte a chi sostiene la zarina.
  • Dove si sarà cacciato, potrebbe essere in un posto impreciso tra Volga e Urali, come a dire dappertutto, è un territorio sterminato, immenso come due o tre nazioni.
  • Radono al suolo chiese e monasteri, distruggono i villaggi che non seguono la rivolta, lei, la zarina, dico nella sua corrispondenza con Voltaire parla di una piccola rivolta, ma è una balla.
  • Meno male che i due presenti immortali godono dell’appoggio dell’esercito, guidato dal generale Panin.
  • Dall’ascesa al trono è la bega più grossa che ci sia capitata tra le mani. E se conquistano Mosca sarà la fine …
( Questa è una missione pericolosa, forse mortale)
-Vedi, Alex, anche lei è una straniera come me, ha letto tanto e vuole un mondo migliore, la pace, almeno ci prova. –
 
Raccoglie un ricordo, fa quasi tenerezza, rivedo la ragazza che è stata, esasperante, divertente, piena di grazia, colta e cocciuta come un mulo.
  • Durante il primo viaggio, ho visto gli orrori che può causare una guerra, le devastazioni, lo sai poi come era Pietro, un debosciato, avrebbe dato la Russia a Federico Ii  e la guerra sarebbe stata certa, avrebbero invaso la Francia.. Mi piace pensare che, oltre ad avere avuto il mio, lo sai, i soldi, gli incarichi, di essere libera.. ci sia anche un ideale
( Anche se ci sporchiamo le mani, in certo senso siamo stati sleali e traditori contro il legittimo sovrano)
 
il 28 gennaio 1774 ho compiuto 32 anni, ho fatto l’amore con Alex fino a perdere la testa, ma non basta, le nubi si addensano, non so se tornerò.
 
 
Mi viene un conato di vomito, altro che zar misericordioso, batto i talloni sul mio cavallo, mentre i soldati si disperdono  a ventaglio, palmo a palmo sottacciano il terreno-
L’ODORE.  Come di maiale bruciato, poi capisco.
Il villaggio non l’ha seguito, hanno impiccato i monaci alle corde delle campane,capovolto il crocifisso, chiuso i sopravissuti nelle case, dando poi fuoco, dopo il saccheggio e lo stupro.  Buttando poi il sale nei campi, affinchè non cresca poi l’erba per decenni.
Vedette in avanscoperta, ma la decisione è unanime, dobbiamo fermarci a seppellire i morti, variano le fedi, io cattolica,Alex protestante, i soldati ortodossi, ma questo è un atto di misericordia.
VAI DRAGONE, CON ONORE..
Dopo siamo leggeri, scherzosi, ridiamo sui nostri bagagli, Alex viaggia leggero, appena due ricambi come me, in aggiunta il sapone, roba per scrivere, un quaderno e l’Odissea, con dentro due disegni, uno dei miei bambini
Il mese di marzo è caldo per queste latitudini, tranne che settimane di viaggio, accampamenti sparsi e scarni pasti non fanno ingrassare, mi tasto il viso, le ossa in rilievo nel viso, Pugacev non si arresta,potrei fare a meno delle fasce, ai soldati non interessa, sono il  cavaliere che cavalca il vento, vengo dalla capitale e .la zarina mi ha dato fiducia. Mi tasto braccio e spalla destra, ho un cattivo presagio, come stai Oscar? Ogni volta che ci lasciamo è più la nostalgia e l’amarezza che altro.
Non so un cattivo presagio.
 
 
Ci siamo dispersi e frammentati, giusta la soffiata. 
Catherine butta via il mantello, per essere libera nei movimenti e si getta in avanti.
Con stupore, realizzo che mi hanno colpito da dietro, un colpo alla gamba, cado per terra.
 
  • ALEX!!
La sua voce giunge oltre il rimbombo.
Tiro fuori la pistola, posso coprirla sparando, mi impongo di non sentire dolore.
-VAI NON E’ NULLA!
- AVANTI DRAGONE, ti copro, vai avanti
 
La mia voce si disperde come il rombo del tuono.
-ALEX!!!
- Vai ti copro!
Spari.
AVANTI DRAGONE!!!
Sei il dragone.
Questa è la tua battaglia.
Non mi importa di morire.
VAI DRAGONE.
E’ LA TUA BATTAGLIA.
 AVANTI DRAGONE!!!
 
Sei il dragone.
Questa è la tua battaglia.
 Morire non mi importa.
Vai dragone.
Mi hanno poi raccontato che parevo una Furia, una Erinni, combattendo nel corpo a corpo, via, via, una collera fredda e lucida, oltre il limite ed il dolore.
Erano quattro, io quasi da sola, i rinforzi erano solo gli spari di copertura di Alex.
 
CAOS.
Come ho fatto e cosa ho fatto.
Non ho buttato via la mia giovinezza per far vincere questo pretendente.
Non ho lasciato i miei figli per far perdere la zarina
Poi sono arrivati i soldati.
Ho girato la testa, ho visto che stavano soccorrendo Alex, aveva finito le pallottole, io le avevo terminate da un pezzo, avevo solo la spada ed un pugnale nello stivale destro, ma sono scattata in avanti.
 
  • Aspetta sei SOLA!
Io sono il dragone.
Questa è la mia battaglia.
Non mi importa di morire.
( …. quando il re era assente, invasero il regno, ma il principe combatté, trasformandosi in un drago possente, verdi come smeraldi le scaglie, occhi rossi, lunga venti metri la coda, ringraziando la principessa sua sorella, che aveva trovato l’incantesimo, lui la proteggeva, però almeno a quelle cose badava lei.
… alla fine, lo chiamarono dragone, tanto era intrepido e potente.
. La principessa, Catherine, all’occorrenza poteva diventare il dragone della leggenda, non era un maschio mancato, semmai era una Amazzone, per combattere, fosse successo qualcosa al principe, ma anche no, in caso contrario, era brava- Sai, magari, il principe diceva che doveva combattere sempre, con onore, per proteggere chi amava, senza arrendersi mai, diventerai il drago della leggenda Catherine).
Io sono il dragone.
Questa è la mia battaglia.
Non mi importa di morire  
Da capo, non ho buttato via la mia giovinezza per far vincere questo pretendente.
Non ho lasciato i miei figli per far perdere la zarina.
I seguaci erano stati uccisi, ma se lui andava via iniziamo da capo.
  • Ammazzami, su
  • ….
( Io non sono giudice, giuria e boia, io sono il dragone, non valico il limite).
  • Ti dichiaro in arresto in nome della zarina-
Scandendo in russo.
Continua con le oscenità, sono un demonio, una puttana, una donna che usa le armi, ma intanto gli ho puntato lo stiletto contro la gola ed un gioioso calcio all’inguine,mi sa che è un vizio, oltre che una brutta ferita alla gamba, ben venga, io ho vinto, lui ha perso.
Sangue, ferro e polvere da sparo.
Poi realizzo che la manica sinistra, dalla parte dell’avambraccio è impregnata del MIO sangue, sento le gambe molli.
  • Avete catturato Pugacev.
  • Ai ceppi e torniamo nella capitale.
Sorrido, poi osservo che occorre un medico per me, Alex e tutti i feriti, lo dico in francese ma hanno capito, credo.
Ora posso essere stanca, mi appoggio a un masso, il viso impiastrato di sudore e sudiciume.
  • I tuoi occhi sembrano due lampade azzurre-
  • Bevi meno, su.
Parliamo in inglese, scherzi per sviare la tensione, poi realizzo che mi sono lanciata come l’anno scorso, nessuna cautela.
Guardo poi meglio la ferita e realizzo che la stoccata ha mancato di pochi centimetri l’arteria radiale, se la prendeva ero morta, le lesioni sulle gambe, tagli e ematomi poco contano.
 
(ALEXANDER)
Ci alterniamo nel resoconto, è stato trasportato di villaggio in villaggio, chiuso in una gabbia di ferro, deriso da tutti, la zarina enuncia che sarà processato, intanto si gode il soggiorno nella fortezza dei Santi Pietro e Paolo, la più temibile prigione del regno.
Il vento batte sulla pelle,ho  occhi chiusi, ho 20 anni o 32, una nuova cicatrice in fieri, insieme a noi e il pretendente è giunta a Carskoe Selo, la dimora della primavera e dell’estate della zarina, distante venti chilometri dalla capitale, la notizia che vi è sul trono dei gigli un nuovo re, Luigi XVI.
Le Roi est mort, vive le Roi.
Andate in pace, vecchio satiro.
 Il 27 aprile 1774 il re ha cominciato a sentirsi male.
Era a caccia al Petit Trianon,è caduto da cavallo, incosciente e confuso, non ricordava bene il succedersi degli eventi.
Febbre alta e lo hanno trasportato a Versailles, che un re deve essere ammalato lì, tranne che dodici dottori, cinque chirurghi e tre infermieri non hanno idee molte chiare su cosa abbia.
Lo vegliano le figlie zitelle e Madame Du Barry, una sottile ironia, penso tra me, mentre agli altri membri della famiglia reale è vietato l’accesso.
… la notizia si è sparsa, un servo avvicinato una torcia al suo viso, ha visto i ponfi e la temuta parola, vaiolo, ha iniziato a fluttuare come bagliori di miele e ambra.
Il RE si deve confessare, ma ciò significa allontanare la contessa, come avviene il 4 maggio.
Il 10 maggio è una stupenda giornata di primavera, rose e rose, un trionfo di cieli azzurri, il re dalla mattina sta male, respira a fatica dall’alba, alle tre e dieci pomeridiane la candela viene spenta, come vuole l’uso.
-You’re like the Spring, full of grace.
Enuncio, scorrendo la progressione delle vertebre, i capelli che piovono sulle spalle al pari di quelli di un giovane e irriverente paggio. I vecchi e i nuovi segni. 
  • Ti piaccio anche così, con la pelle scurita dal sole, i capelli corti, le cicatrici, stai zitto, questa sul sinistro è orribile, non credo che potrò mettere più le maniche corte, chisse ne frega, magra e con le rughette?
Curiosa, mezza seria.
  • Sei bella come all’inizio, in modo diverso, chiaro, per me più ancora, chè siamo insieme.
  • O sei un poeta o sei cieco.
  • Sono solo un uomo che ti ama.
  • Ti amo. Alex.
  • Ti amo, Catherine. Beloved immortal.

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Capitolo 9
*** Warrior Queen ***


Il marchese Dufort, ambasciatore francese a Vienna, il 6 giugno 1769 presentò la domanda ufficiale di matrimonio, in nome e per conto del  Cristianissimo RE di Francia e Navarra, alla Regina d’Austria per chiedere la mano della principessa Antonia per il delfino di Francia.
Intanto quella primavera era cominciato il regno ufficiale di Madame Du Barry, amante che allietava le stanche e puzzolenti carni del re, che non si lavava più o meno dal 1750, o giù di lì,  a partire dall’anno precedente, una pratica in cui la Du Barry eccelleva era il bagno d'ambra, ovvero usava profumarsi il sesso. Era la figlia illegittima di un prete e di una sarta, ma prima di sollazzare Luigi, era davvero stata una prostituta di strada ed era salita di grado saltando di letto in letto, sposando poi pro forma tale conte Du Barry, che presto lasciò questa valle di lacrime, forse aiutato dal veleno o dalla cattiva salute, nessuno lo sapeva per certo. Soppiantò un’altra aspirante al titolo, ovvero la duchessa di Gramont, sorella  del ministro degli esteri, Choiseul, che ebbe l’idea di presentare dei rapporti al RE sulle origini di Madame, che, per tutta risposta, venne presentata a Corte. Madame Pompadour, prima di iniziare la sua ascesa era una borghese figlia di banchieri, ma la Du Barry era … una prostituta, fine, uno scandalo. Era scaltra, avida di ricchezze e potere, una regina nell’ombra.
Quando mi congedai, l’imperatrice mi avvisò, tra il serio e lo scherzoso, che sarei stata richiamata, in questo tempo ho avuto due figli, Felipe ha preso la sua strada e Xavier me lo ribadì, ritornando, che sarebbe stato il mio turno. Lui andava ai Caraibi, tanto ci sarebbe stato Malcomess, non ti preoccupare, non sarai sola, i fratelli Orlov no, hanno troppo da fare con l’esercito.
Osservai solamente che non sarebbe stata la stessa cosa, che diavolo si fosse inventato in quell’assenza era un mistero, forse avrei fatto meglio ad andare con lui, questa volta per davvero, ai Caraibi, tanto un immortale valeva l’altro, no? Come no … Io non volevo discutere, lui non aveva voglia di litigare.
L’attrazione fisica tra noi era sempre molto forte, pur era vero che, in quegli ultimi anni, eravamo cambiati, come i reciproci sentimenti, tranne che mettere la distanza, dopo avere condiviso così tanto, sarebbe equivalso ad una fine dopo ... Avevamo  avuto ricchezze, privilegi, eravamo una segreta leggenda, io avevo avuto l’opportunità di essere libera, ma c’era un dazio da pagare… mi ero illusa di non amare nessuno, di non credere in nulla. Invece ..la solita supponente, altera come un tulipano..
In fondo, essere un agente come un soldato, imponeva degli obblighi, tranne che quello tra di noi era una specie di addio.. Non ebbi il coraggio di formulare quella domanda, sarebbe stata quella di una ragazzina malata d’amore, gelosa. Presi atto, in fondo non era colpa di nessuno, o forse era di tutti, o, in semplicità, la vita non va mai come vogliamo, vuoti cliché che hanno sempre un fondo di verità.
-Maestà, mia signora-
Sorrisi reciproci, quasi tenerezza. Alta, imponente, ha ben imparato la regalità.
I tratti affilati ed imperiali, affascinante nonostante le rughe, luminosa come la stella del Nord cui la paragona Voltaire. La ringrazio per i suoi doni, per la nascita dei miei figli, una spilla di perfetti diamanti per ognuno, scuote il polso, come a dire non importa.
Felipe è rimasto in Russia, è scoppiata la guerra contro i turchi, Xavier è ai suoi maledetti Caraibi, i miei bambini sono ad Ahumada, io ho Alexander. Va bene, ci arrangeremo…
Il 21 aprile 1770  si sono celebrate a Vienna le nozze per procura ed è cominciato il viaggio.
Mi osservo, senza vanità, rispetto alla giovinezza sono mutata. I fianchi più larghi per le gravidanze, la vita tornata sottile, le gambe lunghe, qualche smagliatura su cosce e seno (ho allattato, pace), ad Alexander piaccio anche così. Con le mie cicatrici, i segni, la pelle leggermente ambrata dal sole, per le ora trascorse all’aperto, anche se tiro di spada e pistola, anche se sono umorale e lunatica.
You’re the dragon, sintetizza.
Il divertimento principale di queste stagioni è la caccia ai complotti e ai pretendenti, a celebrare il caso di essere vivi, altre e varie amenità, conosco la zarina, vuole espandere il regno, oltre  a tenere il potere.  Intanto, il 16 maggio 1770, presenti circa 6000 nobili, si sono celebrate le nozze tra la principessa austriaca ed il delfino, lei ha macchiato di inchiostro il contratto di matrimonio, al momento delle firme, molti vi hanno scorto un cattivo presagio. Lui, as usual, ha mangiato per quattro e circola anche qui a San Pietroburgo lo scambio di battute con il re, che lo aveva invitato alla moderazione, la replica era stata che dopo un buon pasto dorme sempre alla grande. Certo, ma non ti sposi tutti i giorni, infatti hanno dormito, visto che le nozze non risultano consumate.
Il Delfino ama la caccia, leggere, fabbricare ….. serrature, è casto, mentre suo nonno sfarfalla con la Du Barry. A me sembra non ironico, ma qualcosa di più.
 
 
Deliziosa, molto bella, di indole affettuosa e amabile ed emotiva, al momento della remise Maria Antonietta si è messa a piangere tra le braccia di Madame de Noialles, prima dama d’onore, pedante, formale, rigida, tanto che l’ha chiamata “Madame Etichetta”.
La corte è un gioco terribilmente serio e noioso, cito tra me La Bruyere, con una punta di malinconia, tutti cercano il favore ed il privilegio, le zuffe per porgere una regale ciabatta hanno per me qualcosa di ridicolo.  Gesti uguali, preordinati, all’infinito, tutti i giorni. La delfina si alza verso le nove e trenta, si veste, fa colazione e poi visita alle zie, le figlie zitelle del sovrano, quindi si lava le mani alla presenza di tutti, quindi l’acconciatura, la messa e via così fino alla sera, Madame Etichetta che vigila che sia comme au fait,..
 
 
 Con Xavier abbiamo sporadici contatti, ai miei bambini scrivo, ma se un bel giorno dovessi ricomparire senza un segnale la reazione sarebbe di rifiuto. Ma un soldato deve obbedire…e io sono un soldato della zarina Caterina.
 
Ci hanno chiamato immortali, tranne che non lo siamo, banale equazione, questo mestiere tra virgolette ha dei rischi. Freddezza, determinazione, non bisogna essere emotivi però non sempre ci riesci.
 
Lo scorso ottobre ci è caduta addosso un’impalcatura traballante, a me ed Alexander, cercando di stanare Oblamotov, un pretendente, che, al posto del trono, ha preso le prigioni… Preferisco non pensarci, mi sono scoperta fragile e scommetto che aumenteranno, una donna sul trono, che  comanda da sola va giù a pochi e molti vorrebbero il potere. Toccherà poi fare la spola, la zarina ha intenzione di annettere territori, tipo la Polonia, che potrebbe essere un’opzione..  Tradizionale alleata polacca è la Francia, l’ultima regina veniva da quelle terre, tranne che anche Austria e Prussia sarebbero interessate a espandere i confini.
 
 
 
Si è voluta tagliare i capelli fino alle spalle per praticità, le ciocche sparse per terra sono un prato in autunno cosparso da foglie color onice. Mah, io tengo la barba, mi metterò a fare il pirata.  L’ho chiamata lady Morgan, la prima donna pirata inglese, ma è pure il nome della sorella di re Artù, il miraggio. Il corpo sottile e flessuoso, una mappa che conoscevo ad occhi chiusi- quando eravamo insieme, lei era la mia ..così pensava Alexander Malcomess
 
 
Sfrego il suo plesso solare con le nocche, racconto che per gli antichi l’anima dimorava lì, quindi congiungendo le dita, possiamo trovarci anche nelle vie del sonno. Per lui è la storia più bella, sono the dragon, immortal, beloved e lady Morgan, sorride mentre mi bacia il ginocchio, il segno lasciato dalla scheggia di mattoni, ennesima cicatrice.
 
In questo agosto 1770, la Corte è tutta un pettegolezzo ed un mormorio, il matrimonio regale non è ancora consumato, la Delfina non ha ancora rivolto la parola alla  Du Barry, l’agitazione regna. Madame è una potenza, sicuro, ma Antonietta un giorno, salvo casi clamorosi, sarà regina.
Ma lo fa per distrazione o riprovazione? In Austria, una meretrice sarebbe finita in cella, la commissione per la castità lavorava in questo senso, poi ha smesso per il troppo lavoro… e le pressioni dell’imperatore, che andava a prostitute. 
 
 
 
(FELIPE)
Sottili differenze, rispetto alla volta precedente. Sono tra gli incaricati di riportare i resoconti più, nel dettaglio, della battaglia di Cesme, combattuta nel luglio 1770,  nelle varie corti.  In  particolare a Versailles, all’ambasciatore russo, a Madrid, prima mi fermerò un poco ad Ahumada, chiaro, poi dal Golfo di Biscaglia  sarò a Londra, per recare altri ufficiali britannici per dare supporto alla marina russa.
 Una miriade di cose da fare e tempo contato, che buffo. Ho visto per la prima volta il mare quando non ero più un ragazzetto, tranne che mi piacevano le storie di pirati, bucanieri e corsari
Il tutto è principiato con dei disordini in Polonia, gli szladhici si sono sollevati contro Poniatowski, il re insediato dalla zarina, oltre che suo ex-amante, grazie anche alle truppe imperiali.  Gli ottomani non tolleravano questa espansione e hanno appoggiato gli insorti, la miccia che ha fatto esplodere le polveri è stata quando un reggimento cosacco è entrato nel territorio ottomano di Balta, per inseguire degli oppositori.
Gli ottomani poi hanno sostenuto che sia stato compiuto un massacro della popolazione locale, senza fornire prove precise. Il 25 settembre 1768 il gran sultano, Moustafa III, ha imprigionato l’ambasciatore ed il suo entourage a Costantinopoli, violando ogni protocollo, facendo scoppiare la guerra. Era dato notorio che la flotta ottomana era potente, che la Russia si stava riprendendo ancora dalla precedente guerra dei Sette anni, che vi fosse una sfilza di pretendenti, infine, la marina era un … colabrodo. Tuttavia, l’Inghilterra inviò alcuni dei suoi capitani for improve the situation, per la campagna che iniziò l’anno dopo. Io, come suol dirsi, nel mezzo, a fare di tutto un po’, specie il traduttore, che parlavo sia russo che inglese e francese, del primo un’infarinatura, ma sempre meglio di nulla,e sempre meglio degli altri, che altrimenti non si capivano, alla fine ho imparato anche io a muovermi su un ponte senza vomitare per il rollio.
24 navi turche contro 20 russe, fire ships, assalti diretti, arrembaggi, sullo stile dei pirati. Felipe poi mi raccontò di essersi sentito sdoppiato, di avere combattuto a mani nude, neanche badava ai fischi e ai sibili. Si era messo un corsetto imbottito, sotto la camicia, con larghe maglie di metallo, una precauzione contro le pallottole e le armi da taglio, se la cavò giusto con alcune ferite leggere. Furore, il figlio del dio della guerra,era di ferro e pietra,  un Fuentes di sangue e non di nome, un’altra leggenda.  Oppure si muoveva o sennò toccava a lui morire, esperienza che non aveva voglia di fare subito. Rombi, fatica fisica, l’odore di ferro del sangue, a un certo punto non sentiva più nulla per i rimbombi dei cannoni, tre giorni pieni.
 
(FELIPE) La fortuna fu buttare giù Orlov, il fratello di Grigorij, un caso, che per poco un colpo di artiglieria ci prendeva, buon senso, l’aria del mare Egeo era veramente bella, dopo, respirata a pieni polmoni. La lettera arrivò quando avevo appena diciassette anni e mezzo, portata dal dragone in persona- a nessuno veniva mai in mente che era una donna, chè si vestiva da uomo,si comportava da uomo, teneva la voce bassa e alla fine uno vede quello che vuole. Quella volta aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro e un favore da chiedermi, appresi poi. Orlov aprì la busta, scorse i fogli e sorrise. Tutti e due ora, mi guardavano come se fossi un raro animale e SORRIDEVANO
Monsieur le Comnte de Rostov —
-Eh?- Non fui molto intelligente, lo ammetto, ma non capivo a chi si riferissero, la battaglia era finita sola da una settimana e ancora non ci sentivo tanto bene. Catherine ora rideva apertamente
—Svegliatevi, ragazzo … e leggete qui- Questo era Orlov, un briccone di vecchia data, un furbo di tre cotte
 -Avete ricevuto un encomio e questo è il vostro titolo, sperando vi piaccia, l’ha coniato la zarina- le ginocchia, cortesi, mi sostennero. Non ero più un bastardo, un ramingo, quella era la mia rivalsa- E siete stato nominato cavaliere dell’ordine di santa Caterina –
-Felipe, leggete e credete-
Un titolo, un patrimonio, un riscatto. (Felipe Moguer, Comnte de Rostov, nuovo immortale). Poi brindammo, dopo, alla mia, sotto stelle liquide, mio padre non c’era, le era sembrato bello portare lei la notizia.
La storia degli immortali è una specie di questione di famiglia, ho giurato il segreto, tranne che una specie di intuito mi fa ritenere che i segreti portano alle bugie e non sempre è un buon affare
La  zarina ha preso il potere senza colpo ferire, soprattutto lo tiene, sbaragliando i nemici, dopo una lunga attesa, durata anni, scegliendo i suoi alleati, quindi ecco gli immortali, una leggenda, bella ma fittizia.
Lo sanno tutti che i fratelli Orlov siano stati tra i suoi principali sostenitori, poi ecco altre tre o quattro persone, di varie nazionalità, che hanno fatto da punto di raccordo per questo azzardo, stile pretoriani, una coorte nella coorte.
La  zarina andò da Peterhof alla capitale, per parlare con le truppe, all’andata e al ritorno, la sua carrozza era vigilata e circondata dai bari. Uno salvò la pelle all’imperatrice, riconoscendo una spia dello zar nel primo cortile, tra i soldati a cui parlava. Ogni immortale, narra la leggenda, si ritirò ai quattro punti cardinali del regno, per vegliare sui confini,comparendo, ove convocati per vincere le guerre, stanare i pretendenti L’immortale che salvò la zarina è il più misterioso di tutti, compare sopra al suo cavallo e cavalca il vento. Lo chiamano il demonio..
Pur se per poco respiro il vento ed i profumi di una primavera francese, nell’anno di grazia 1771, un messaggio da recare.
Per un momento dimentico la donna che sono adesso, le sue solitudini e le sue allegrie, ritorna la ragazzina innamorata di Xavier, poi eccomi qui bugiarda e crudele.
Chiudo la mente su questo pensiero, torno al messaggio, la Polonia, perenne fonte di problemi, potrebbe essere divisa tra Austria, Prussia, Russia , tuttavia occorre l’acquiescenza della Francia, tradizionale alleata, la zarina propone il versamento di una cifra segreta per il disturbo. In via gradata, Caterina II ha osservato che dovevo capire bene quella storia della guerra tra donne, la delfina, sulla scorta delle pie esortazioni delle Mesdames Tantes, non ha rivolto parola alla Du Barry, che, per etichetta, non può parlarle per prima. Il buonsenso non credo che quella ragazza lo abbia. Che, tra le righe, vi si potrebbe scorgere una critica alla volontà del re, che, consegnato il dispaccio mi appare più puzzolente e vanitoso di due anni fa.
  • Che ci guadagno, loro tre si spartiscono le terre di una nostra vecchia alleata, la mia defunta (e cornificata ad libitum, penso io) moglie era polacca.. Neutrale..
Con delicatezza faccio apparire la seconda missiva, la scorre e ride, poi la brucia, saggio a non lasciare prove in giro, sperando che non apra bocca con la sua amica, le informazioni sono potere, tranne che per ragioni sue, di rado proferisce verbo sull’imperatrice, l’osservatore di qui è esaustivo e puntuale in proposito.
  • Tra dieci giorni tornate e saprete.
 
Uno scellerato gioco di potere. Le regali zitelle, les Mesdames Tantes, hanno esercitato pressione sulla delfina, odiano la contessa e la futura regina si è voluta rivalere su di lei,prostituta,  per quanto consentito dal protocollo e da un marito che è ancora tale non è. 
Madame ha difeso la sua posizione, con unghie e artigli, alla lunga non è un affronto a lei, quanto al RE, ALLA SUA CONDOTTA, volontà contro piacere. A questo, Antonietta non ha pensato, nonostante le ramanzine del conte Mercy, le osservazioni del Re, che sostiene che sia guidata da cattivi consigli, gli inviti alla moderazione del primo ministro d'Austria, la sua ostinazione è palese
. Si è arresa solo dopo la lettera d sollecito della madre, infine il primo gennaio 1772 ha CEDUTO, dopo la débâcle del luglio1771, doveva parlare con la gran favorita, invece Madame Adelaide l’ha trascinata via, uno scandalo, ed,infine, in questo primo giorni dell’anno si rassegna.
•Vi è molta gente oggi a Versailles.
•Si vi è molta gente.
1773, la gioia di rivedere i miei bambini, dopo quattro anni e Xavier, all’apparenza nessun rancore, in fondo, consolazione vigliacca, hanno trascorso l’infanzia dell’incanto di Ahumada, con il nonno, mentre i genitori erano affaccendati in altre faccende, senso di colpa e meraviglia.
  • Sei abbronzato come un marinaio.
  • Tu hai catturato vari pretendenti, hai fatto la spola per la Polonia.
 Sono rotolata sul fianco, la coscia che sfiora la sua.

 
  • Tu ti sei occupato della sicurezza nella navigazione ai Caraibi, quando ti reimbarchi, perché lo rifarai, vero?
  • Due mesi.
  • Di programma, io,  a giugno e luglio sono in Francia, poi in Russia.
  • So che vuoi venire con me, te lo leggo negli occhi, però …
Non puoi, non vuoi, non indago, poi mi annunci la novità per il 1775 e mi fermo, sarebbe un puntiglio., gelosia, mi sento sempre in debito con la zarina
(Alex è in Inghilterra).
La carne e lo spirito, scissione, non voglio sapere che hai inventato in questi anni, il tempo fugge, noi siamo cambiati, come i sentimenti, solo l’attrazione reciproca è rimasta intatta, nessuno vince e nessuno perde.
Quando rivedo Alex, due mesi dopo, ricevo una calda accoglienza, poi gli ho chiesto se pensa mai di fermarsi. E lui ha risposto che nella vita sa fare questo, io mi sento in colpa per i miei figli, tranne che non si può avere tutto.
Alla fine, forse, il più fortunato è Tintagel, il mio cavallo, che, dopo avere visto mezzo mondo, è tornato ad Ahuamda, la sua stagione di macchina da guerra ha avuto termine. e si può dedicare ad una sana carriera di cavallo da monta e a pascolare sui prati.
Ha un nuovo cavallo per cavalcare il vento, Castore, ritrovo intatta la sua grazia, è snella e armoniosa come un salice, vestita di mille maschere per celare antiche paure e nuovi ardimenti, i capelli sono una nuvola color onice che al sole scintilla di rosso, gli occhi hanno le sfumature del mare  oceano, appena due rughe intorno agli occhi…Alexander Malcomess su Catherine.
 

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Capitolo 10
*** Love's faces ***


Aprile 1777 L’imperatore Giuseppe II d’Austria, pardon il conte di Falkestein è giunto stamani in una locanda di Versailles, ove ha affittato due stanze, con un valletto, deponendo sul letto una pelle di lupo, con cui ama dormire e ha enunciato l’intenzione di visitare la sorella Regina  in questo orario e di non palesare nulla, surprise.
È alto, i biondi capelli che si vanno diradando, non porta parrucche o gioielli, come le fibbie delle scarpe o preziose spille, una curiosa antitesi con la sovrana che, anche in via informale è sempre carica di preziosi
Un abbraccio tra fratelli, un colloquio privato, e la sera hanno cenato insieme al re, nella stanza da letto, la tavola suntuosa appoggiata contro il letto, loro tra seduti su tre sgabelli pieghevoli.
Il mattino seguente è andato al lever della regina, dicendo che doveva essere messo ancora più belletto sul viso, magari con una cazzuola, così da sembrare una furia, le piume che Leonard il parrucchiere aveva preparato per l’acconciatura gli sono apparse troppo leggere per sostenere la corona..
Il sedicente conte, vuole vedere tutto, provare tutto, visitare ogni angolo di Parigi e dintorni, dagli ospedali all’Accademia Militare fino alla Savonnerie, per osservare la lavorazione dei tappeti, e le fabbriche di porcellane di Sevrès, trovando anche il tempo di rampognare la sorella regina, avendo colloqui a tu per tu anche con il cognato, che definisce collega-sovrano.
Nessuna osa immaginare che consigli possa dare al re, che ama la caccia, il fabbricare lucchetti e serrature e la buona tavola, ora come quando era un impacciato principe. E la regina si paragona, nella sua corrispondenza, ad una Venere, i cui gusti non combaciano con i suoi.
Intanto il buon imperatore ha visitato il serraglio reale e, vedendo che vi è una elefantessa ha proposto di combinare un matrimonio con il suo corrispettivo del serraglio austriaco
 
Sarà.. rievoco lo splendore dei miei venti anni, e la mia incoscienza..
 Da una lettera dell’imperatore Giuseppe II al fratello Leopoldo, granduca di Toscana, dei primi di maggio 1777: “… ho avuto l’opportunità di trascorrere del tempo con nostra sorella ed il re di Francia. Lui è onesto, con una certa cultura, ma è stato educato male, nello stesso tempo non è curioso e i ministri la fanno da padroni, è necessario che la regina intervenga e in fretta. (:.)  Fisicamente il re è un uomo forte, capace in apparenza di generare un figlio, ho parlato con lui privatamente e mi ha detto di avere delle erezioni molto vigorose. Poi, introdotto il membro, resta lì senza muoversi per un paio di minuti e si ritrae senza avere eiaculato, nonostante sia ancora eretto.… la faccenda è ben strana. Lui sostiene di avere delle polluzioni notturne, ma mai durante l’atto, che dice di fare solo per dovere, che non ne gode.  Per la sua apatia manca ancora un erede dei Borboni. Se fossi stato lì almeno una volta, lo avrei frustato così tanto da farlo eiaculare per rabbia come un asino.!! Nostra sorella ha un suo caratterino, se per natura fosse una persona romantica o a cui piacesse essere sensuale, potrebbe rendere il compito più facile, ma messi insieme sono due pasticcioni. (::.) Una situazione bizzarra, il re è in effetti solo i due terzi di un marito, ama nostra sorella eppure la teme. La virtù di Antonietta è intatta, comunque, si comporta come se non si preoccupasse neanche della settimana successiva, figuriamoci del futuro
Io il 10 gennaio 1762 mi sono giurata che se la scampavo, non avrei più perso un’occasione di vivere, ridere e amare, sbagliando spesso ma..  E che avrei servito la zarina, sempre. Che quello sarebbe stato il mio futuro ..Per quello che vale è la mia parola d’onore .. idea di fondo era creare una rete di informazioni, come lo squadrone volante della regina Medici, la mia omonima, Catherine. Mi infilai nel quartiere generale dello zar, per carpire informazioni,a quel punto parlavo bene il russo, ma mi finsi gobba e muta, una contadina per il suo piacere, le famiglie povere vendevano le figlie come merce al mercato..… entrai negli appartamenti del nuovo zar,  a volte le russe hanno gli occhi chiari e i capelli scuri, tipo me, entrai, ero sudicia, non mi lavavo da una settimana, orrore. In breve, era una bestia, ruppe la mascella a un  servo che aveva fatto cadere una stilla di vino, frustò un altro che non aveva scaldato le lenzuola a un suo cenno inespresso, era ubriaco e diabolico, io muta, ERO muta, osservavo.… non ce la faceva, a ..  Mia la colpa, mi spaccò la mascella a botte e mi slogò la spalla sinistra a calci, nessuno interveniva, era paura, un contorto ribrezzo, non so, quel che pensavano. Mi buttarono fuori, come tante altre, in mezzo alla neve, sono sintetica volontariamente, ma pensavo di morire, in mezzo alla neve e al ghiaccio.. senza pellicce o coperte. Mi ripescò ALEX me la cavai solo con un po’ di febbre e mi curò la zarina ..Allora, mentre giacevo per terra, una bambola rotta, le ossa slogate,  mi sono giurata che se la scampavo, non avrei più perso un’occasione di vivere, ridere e amare, sbagliando spesso ma..  E che avrei servito la zarina, sempre. Per quello che vale è la mia parola d’onore e.. in punto di cronaca, quando fece il colpo nel giugno del 1762 riconobbi una spia di Pietro nel primo cortile, con  il pugnale sguainato e .. sono una sopravvissuta
 Il mio matrimonio è stato combinato, poi mi sono innamorata di Xavier e abbiamo passato mille cose insieme, ma i sentimenti sono mutati, anche se io resto legata a lui e viceversa. Siamo dei sopravissuti e io.. più di lui, in un certo senso.
..il 6 febbraio 1778, la Francia ha formalmente riconosciuto gli Stati Uniti d’America.
È una decina di giorni che Alex è di umore nero, non con me, pensa alla guerra, inevitabile, alla programmata visita estiva del granduca Paolo, il figlio di Caterina II, che corre dietro ogni sottana e ingravida ogni anno la moglie… sono tornata ai primi di febbraio1778, mi ha accolto con un suntuoso abbraccio e un paio di orecchini di zaffiri, che fanno il pandant con il mio anello, quello che mi regalò dieci anni fa.Una malinconia nuova, che non hai mai avuto, hai quarant’anni, Alex, la crisi ..Non siamo più giovani…
 
A corte vi sono state scene penose tra la regina ed il re, lei vorrebbe che appoggiasse le mire del fratello, l’imperatore Giuseppe, peccato che se lo aiuta, il re di Prussia ha già fatto sapere che invaderà la Francia. Infatti, se l’Austria acquista più territori, potrebbe diminuire l’influenza prussiana e Federico il Grande non ha combattuto la guerra dei Sette anni per puro diletto.
Interessata nel contesto a voler mantenere la propria influenza tra gli stati tedeschi, la Francia ha un doppio problema. Come sostenitrice delle colonie britanniche ribelli in Nord America, è suo  interesse  evitare scontri sul continente europeo,  ma è legata al Sacro Romano Impero di Giuseppe II e Maria Teresa dall’alleanza, che prevede reciproci aiuti in caso di guerra. Vergenens, ministro degli esteri francese, è contrario, la regina lo odia e non ne fa mistero, ma suo fratello l’imperatore ha occupato, in questo fumoso gennaio, dei territori della Baviera senza alcun vero titolo, una mossa d’amblè. Le truppe prussiane hanno i raggiunto i confini con la Boemia.. L’Inghilterra è affaccendata dietro alle colonie americane, la zarina non vuole la guerra, che, giustamente, teme un coinvolgimento nelle sue terre.. Che caos quadrato.
Intanto, in questo 1778 l’imperatore Giuseppe ha invaso la Baviera e le sue pretese derivano dalla sua seconda moglie, Giuseppina, che non ha mai sopportato, tanto da non consumare mai il matrimonio, separare con una balaustrata il loro palco a teatro e altre amenità, gli fece la grazia di morire dopo circa due anni di vaiolo..
E penso a Felipe.  Tra i sostenitori dell’ascesa imperiale, vi era il principe Raulov, che in seguito è stato ben ricompensato, con cariche e ricchezze. Vedovo, aveva una sola figlia, Elisabeth, detta Ella, che è nata nel 1758. Lui non pensava affatto a risposarsi, non sul momento, almeno, è morto nel 1769 per un infarto. Intanto, sua figlia aveva imparato le buone maniere, l’educazione, eccetera, ma suo padre la amava teneramente e le ha insegnato la scherma e a sparare, alla fine aveva visto il dragone in azione  Rimasta orfana,Elisabeth  è stata presa sotto la sua tutela dalla zarina, che le ha dato una raffinata ed ulteriore educazione, è una sua damigella di onore e .. Felipe fa girare la testa a molte,  ma è sempre stato corretto, non ha mai compromesso nessuna.. piaceva anche alla principessa Ella, che fa gola a molti, suo marito diventerebbe ipso iure un principe, potrebbe ben aggiungere il cognome Raulov al suo, un principessa, ha terre e ricchezze, ed è molto bella, l’ho vista nel ’75, credimi, ed è molto avvenente, occhi chiari, capelli castani, un bel fisico..
La principessa Ella Raulov non si è ancora sposata, anche se ha ormai vent’anni, ha respinto tutti i pretendenti e vorrebbe sposare il conte di Rostov. La zarina sarebbe incline, ne avrebbe il desiderio, ma Felipe, con una notevole dose di audacia, a un ipotetico discorso, ha osservato che lui la sua strada l’ha compiuta per meriti, non per calcoli, nel ’75 in avanti l’ha gabellata con i vari incarichi, mentre ora..  Suo padre Xavier, non comprende il motivo di quel rifiuto, fosse per lui dovrebbe sposare la principessa già domani, è ancora un mero desiderio imperiale, non un ordine espresso, lui è bravo a barcamenarsi, ma così.. Felipe vuole condividere qualcosa con chi sposerà,, gl’interessa molto più di un bel viso o di una dote sostanziosa E Xavier pensa che la principessa Ella sia il suo bene.. .
 
Il 20 marzo 1778 la Francia ha riconosciuto ufficialmente gli Stati Uniti d’America, continuano le scenate tra la regina di Francia e i ministri del marito, il re non cede alla politica aggressiva del cognato, uno stallo…  Una tregua, come il corpo di Alex raccolto contro il mio
Poi giunge l’ordine, Felipe deve sposare Ella, che è innamorata di lui o pensa di esserlo, la volontà imperiale diventa esplicita.  Sarà il principe Rostov- Raulov, il doppio patronimico,un regalo della zarina, così che rimarrà sempre traccia della sua gloria e del casato della principessa.
 
Da un dispaccio del Conte di Aranda, ambasciatore spagnolo a Parigi al suo re a Madrid :
Quando divenne chiaro che gli altri monarchi d'Europa erano contrari alla partizione de facto della Baviera, Giuseppe ed il suo ministro degli esteri, Anton, conte di Kaunitz, iniziarono ad assicurare i confini del reame asburgico ponendo 600 cannoni e 190.000 uomini in Boemia, Moravia e Slesia austriaca. Quest'armata ammontava a gran parte dell'esercito effettivo austriaco che si attestava attorno ai 200.000 uomini, lasciando le regioni austriache a confine con l'Impero ottomano perlopiù sguarnite. Il 6 aprile 1778, Federico di Prussia raccolse un esercito di 80.000 uomini presso il confine prussiano con la Boemia, stanziandolo presso Neisse, Schweidnitz e la Contea di Glatz, che Federico aveva acquistato dai Wittelsbach nel 1741, in cambio del supporto elettorale a Carlo VII. A Glatz, Federico completò i suoi preparativi per l'invasione: egli ottenne supporti, sistemò la linea di marcia, portò l'artiglieria in loco ed allenò i suoi soldati. Suo fratello minore, il principe Enrico di Prussia, si pose alla guida di un altro esercito di 75.000 uomini che si pose a nord ed a ovest, in Sassonia. Nell'aprile di quell'anno, Federico e Giuseppe ufficialmente diedero inizio agli scontri ed i negoziati diplomatici ebbero bruscamente fine”
Il matrimonio tra i principi Rostov Raulov si celebrerò nel mese di giugno 1778.
Intanto, i miei figli erano cresciuti. Il mio primogenito Xavier Francisco  con il precettore, andrà in Grand Tour e poi rimarrà in Russia, presso Felipe,mentre Nicholas, nato nel giugno 1764, a quattordici anni e due mesi, si è unito ai volontari francesi per andare a  combattere nelle Americhe, gli è bastato giusto un giorno alla reggia per .. Soggiornava presso mio padre il Generale e questo è stato il risultato.  Ha dato la parola d’onore, poco importa se è giovane o impetuoso, non può tornare indietro e con lui andrà suo padre, per non abbandonarlo alla ventura.
È una vecchia conoscenza- osserva con gioia la regina Antonietta, alla vista del conte di Fersen, che si reca a renderle omaggio,notandolo, nella Galleria degli Specchi,  in mezzo alla folla di cortigiani e visitatori.
  Lo  sguardo di lui che si appunta sul suo corpo gonfio ed opulento per la gravidanza, torna poi al viso incantevole, nel mese di agosto 1778 la sua gestazione è ben evidente.


 
I giorni miti e dorati di settembre, gli ultimi residui dei fiori del glicine,i vigneti piegati sotto il peso dei grappoli,  mi accomodo sull’erba, i semplici pantaloni scuri e gli stivali di cuoio, Alex mi appoggia la testa in grembo. Poco distante da noi, i cavalli, due spade buttate con negligenza per terra.
Gli accarezzo i capelli, il color bronzo della giovinezza sulle tempie va declinando nell’argento, ben di rado se li incipria, come me, mi bacia il polso. È strano
  • Come stai?- Mi chiede.
  • Sono partiti, speriamo bene, ma tu hai molti pensieri, eh … dopodomani vengo a  Parigi e sto da te..-
  • Ho combattuto nelle guerre indiane- E mio marito e mio figlio sono a combattere contro gli inglesi, i coloni hanno avuto l’appoggio, appunto, della Francia, contro la Gran Bretagna e scommetto che gli spagnoli si uniranno (in effetti indovinai, fu nell’aprile del 1779, ma erano alleati riluttanti avendo tanto da perdere, per le colonie), la potenza inglese per terre e mari è ineguagliabile..
  • Comunque, hai passato molto tempo in Russia e in Francia- Ti bacio poi con foga, in fondo sto comprendendo e non voglio capire, anche tu, no, ti prego, nel mio sciocco cuore ti trattengo oggi, su questo prato, con le armi della seduzione, furia e fame, quando sei dentro di me non puoi scappare. Dopo sei tu a rompere il silenzio.
  • Ah come diceva François Villon, il poeta del 1300, questi sono i tempi dei lupi  e delle rose…
Sono pratica fino al cinismo, all’osso, con mio marito, dividendo il letto è logico che..ci siamo scannati a vicenda, senza risultato, siamo tutti dei sopravissuti, il dovere che si contrappone al piacere, i demoni dell’abbandono e del senso di colpa, sia così, ormai, ho dato.
E so che siamo sul filo, una percezione sensitiva, amara, non durerà per sempre, appena nel’62 mi credevo immortale, l’intatto splendore della mia giovinezza e non tornerei indietro, sapendo quello che ora so, non mi rinnego.
Già, la passione della giovinezza è trascorsa da un pezzo, resta il comune passato, i figli e altro.. sospiro, l’arco delle costole si tende e flette, ti prego, Alex, non farmi diventare davvero indovina. E so di esserlo, quando esali.
  • Sometimes, tell good bye is the only way, do you know, lady Morgan.
  •  Love isn’t enough, I suppose.
  • True, but I keep you in my heart.. – And I’m the dragon, I don’t cry for love, like a silly girl.
  • We’ll meet tomorrow, do you agree, and maybe we should stay together for three or five days…
Goodbye, my lover.
 
 
Sparisco per cinque giorni, alla fine, a inventare scuse sono una maestra.
L’ultima tazza di caffè, giri vorticosi per Parigi, la tua pelle stampata contro la mia, furiosi e famelici amplessi.In tutti questi anni, non mi hai mai scritto, rimedi ora, porgendomi una lettera sigillata, pressata, ricordo quante annotazioni prendevi e.. raddrizzo il busto e le spalle, ti giri e io ti saluto, alzando il braccio, le ciocche di capelli che danzano nella brezza, il dolore dentro che si scava come una galleria, uno stillicidio.
Io non sono la primavera o la Morgana, cade la notte e so che solitudine e preoccupazione mi accompagneranno, voglia il fato che tu non incroci mai mio figlio Nicholas.
 
Le tue note dalla distanza, Alex, le tue facce dell’amore, con me e per me.
“A Catherine, al mio amore, che sa benissimo che non sono un poeta od un cieco, le parole giuste  non mi appartengono, sono solo un uomo che ti ama. Ti scrivo. Ti ho conosciuto a vent’anni, incantevole ed irriverente, squisita, occhi chiari e capelli scuri, la lingua  pronta e i movimenti sottili e di armonia, non eri da meno di nessuno, come appresi a mie spese grazie a un calcio.
Un giorno di giugno, andata e ritorno, era un scommessa vinta, un ideale raggiunto, una realtà splendida che avrebbe cambiato la nostra vita, sia nel bene che nel male, immagini molteplici.
Un cavaliere su Tintagel, su di lui hai davvero cavalcato il vento, la primavera del ’68, sullo sfondi i prati e i fiori inglesi.
Il mare. L’anello con lo zaffiro, davvero quello di una sposa, cadeau del tesoro imperiale, le mille e una notte, una favola.
Sparsi frammenti e pensieri, my immortal, my beloved, osservata mentre prendevi un caffè, delicati i movimenti delle mani e scalzi i piedi. Scalfitture, ematomi e cicatrici, il mare, ti ho paragonata a una dea, una ninfa irriverente, diversa da tutti, la mia privata meraviglia, costante di questi anni e di questa vita.
Prima di te, il nulla, il vuoto ed il rimorso, uno specchio vuoto, insieme a te sono tornato a essere vivo, infinita passione, dal’75, amplessi e rabbia, in fondo hai ragione, non posso stare né con te né senza di te, quando abbiamo deciso (in fondo avevi deciso tu per entrambi) di viverla, questa storia, la nostra storia, era già un azzardo.
Come quando ti ho rivelato i miei segreti, non sei né inorridita né scappata.. nati in paesi diversi, separati dalla lingua e dalla religione, ci siamo trovati a leghe di distanza.
Destino? Vocazione? Forse sì, forse no.. ti avrei cercato lo stesso in questa vita e in altre cento e mille..
…l’attrazione c’era già da anni, ma la ragazza era diventata una donna  incomparabile, composta di ferro e pietra, ti ricordi il Sonetto di Shakespeare, il XVIII?
.. regale, anche nei difetti, testarda e irruente, impulsiva, parlavi troppo o troppo poco, se hai qualcosa ridi per non piangere e diventi quasi muta, mai nessuno deve scorgere le tue ferite o le debolezze..
.. me ne sto andando, hai ragione a dire che non sempre scappando si fugge davvero, come appurò a sue spese Nasur el din, che scappò a Samarcanda per non fuggire la morte e la trovò là in attesa, in quel giorno ed in quell’ora avevano il loro appuntamento..
Tristezza rassegnazione, questo no, tu sei allegria, risate e irritazione, mia splendida cinica, pazzesca la tua ironia, davvero sei un continente, sempre nuovo da scoprire, generosa e non importa che tu sostenga che sia uno scarico di coscienza per stare meno tempo in purgatorio.
A Lifelong Passion, le parole graffiano la carta e sono solo un misero eco di quello che provo, …
.. .ti ho amata quando avevi 20 anni, cavalcando senza paura, un braccio fasciato alla peggio, ti ho rimpianto dopo il ballo, tornavi a  casa..  il primo bacio a Londra, osservandoti poi dopo l’amore o un allenamento, altre immagini.
Un libro, il caffè che prendi sempre amaro, la voce di seta e miele e fumo, i capelli corti.
Lady Morgan, narrando la storia degli antichi, convinti che l’anima risieda nel plesso solare e che, due amanti, toccandosi lì con le nocche, nelle vie del sonno, ritrovino lì quella dell’altro uno.
Amatissima, presente anche nelle assenze. Ti ho ritrovato nelle gocce di pioggia, nella rugiada che fa omaggio alla primavera, al largo del mare più profondo in estate, zaffiro e indaco, le leggendarie iridi della tua famiglia. E nelle foglie cadute in autunno nei prati, nel silenzio della neve che cade in inverno.
Principio di tutto e parte del tutto.
Goodbye, my love,
I’ll love you until my death and more, I always love you.
Yours Alexander”.
 
Appoggio la fronte sul tronco e delle lacrime cadono sull’erba, piango fino a rimanere esausta e svuotata
Ti amo Alex, fino alla mia morte.

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Capitolo 11
*** Chimera ***


Nelle memorie che Stanislao Poniatowski, deposto re di Polonia nonché suo ex amante, va scrivendo concordo sull’aspetto della zarina. I capelli scuri, la carnagione luminosa, grandi occhi azzurri , il naso .. va bene è imperioso, ha l’abitudine al comando, tutto in lei è maestoso, pare la regina del mondo, anche se non è più la giovane granduchessa di quell’estate luminosa, in cui ha preso il potere.
 
Ora mi sta facendo una richiesta e l’esaudisco, per quanto in tutti questi anni non mi sia mai venuto in mente, non volontariamente, ecco.
La zarina si è fatta ritrarre indossando l’uniforme del glorioso reggimento Preobrajenskij, il primo a cui parlò il 28 giugno 1762, la divisa è in seta verde con bordature d’oro, sto osservando il quadro quando esce con la sua richiesta.
  • Mah.
  • ….
Scruto perplessa la giacca ed i pantaloni, tutto è della mia misura, la caccia a Pugacev non mi ha fatto ingrassare, un metro e settanta per cinquantaquattro scarsi chili.
Perché esito?
 
Io sono il demonio che cavalca il vento, mi paragono ad una amazzone, quindi ci può stare, quindi infilo la camicia,dopo le fasce, i pantaloni e la giacca di taffettà azzurro con bordi rossi e passamanerie d' oro, gli stivali di cuoio scuro e sottile alti fino al ginocchio.
 
Mi specchio, dopo avere assicurato la mia spada al cinturone, quella con la conchiglia di Compostela, stemma araldico dei Fuentes, che uso sempre, poi sospiro.
È l’uniforme della Guardia Imperiale a cavallo.
Quando Alex mi vede fa un fischio, la zarina ride, poi mi fa un cenno, mi vuole parlare a tu per tu.
Però…
  • Non è una presa di giro, come vi sentite?
  • Invincibile, una specie di armatura, Maestà, ho molto a cui pensare.
  • Siete il dragone e una donna di infinite capacità, Catherine, sapete sempre chi siete anche se indossate una uniforme, o vi vestite da uomo e l’anno prossimo riavrò il piacere di vedervi vestita da donna, sapete bene il motivo. Non vi fermate all'apparenza.
  • Pensavo a una cosa, potremmo infilare un arsenale nelle sottogonne …
  • Si e un paio di fuggitivi, per favore.- Ma sta ridendo  a fior di labbra.
  • A proposito, tra poco riceverò una persona e ….
  • Conte di Rostov.
(Credo che non sia stramazzato per terra giusto per autocontrollo).
 





(FELIPE)
 Nel mese di giugno 1774 vi è stata l’ultima battaglia della sesta guerra contro i turchi e io, as usual, ero nel mezzo.
Ho rimediato una sciabolata sul fianco, leggera, poco importa, mi sono preso altri due encomi e la carica di capitano di fregata della marina.
A luglio è stato siglato il definitivo trattato di pace, vari territori sono stati annessi alla Russia, che ha avuto a titolo di indennizzo la favolosa somma di quattro milioni di rubli, cifra iperbolica.
Ora sono un buon partito, mi canzono tra me e me, in intimi rapporti con la sovrana, un immortale, ma ancora aspetto…
Sarei scemo a non vedere di Catherine  e del leone, a non capire, tranne che io non giudico lei, non voglio giudicarlo, mi ha dato il mondo quando ero solo un bambino bastardo, un Fuentes per metà.


E mio padre ha fatto le sue scelte, o le ha omesse, l’ha umiliata e tradita, senza appello o rimedio, era ubriaco ma farsi scoprire mentre giaceva con una serva..e lei ha perso il suo ultimo figlio..Catherine non l’ha perdonato, né si è perdonata, tranne che solo uno stupido lascerebbe andare una donna così, e lui stupido non è, mio padre, tranne che ha seguito il suo piacere e .. magari è cambiata l’alchimia dei sentimenti reciproci, ecco tutto.
Non lo so, in fondo è la vita, non altro, e Catherine se la gusta come un bicchiere di vino, a piccoli sorsi, in equilibrio, è un uragano fermo.
 So, in via informale, della cattura di Pugacev e varie altre, alla fine se lo merita, oggi ci sei, domani non è detto, ami più la vita tanto più ti rendi conto di quanto sia precaria.
Quando l’ho vista con l’uniforme equestre della guardia imperiale, mi è preso un colpo, lo ammetto.
  • Perché?
  • Cambia qualcosa?
  • No, sei sempre tu.
  • Appunto, so sempre chi sono anche se mi vesto da uomo, da donna e via  dicendo. Almeno ci provo, chiariamo.
Si stringe nelle spalle.
 
  • L’idea è stata della zarina, chiariamo, un ordine che lì per l' ho scambiato per capriccio, a me non sarebbe passato nell’anticamera del cervello.
  • Guarda e qui riprendo mio nonno e mio padre che conta la persona che sei, che rilievo ha se sei uomo o donna, basta che cerchi fare meglio che puoi.
  • Anche la zarina la pensa così e io pure.
  • Sagge donne.
Ha sorriso, in punta di labbra, ricordandomi la ragazza che era stata, piena di grazia e egoismi, forgiata nel ferro e nel fuoco ..
 
  • Felipe..
  • Io i segreti li so tenere, lo sai, non voglio sapere nulla né ho visto nulla.
Mi sono inchinato e le ho baciato una mano, incongruo omaggio.
Non si diventa imperatrice di Russia per caso nè diventi il dragone per capriccio ma so che lei è una donna dalle infinite passioni, una sirena e la sua libertà l’ha guadagnata.





( ALEXANDER MALCOMESS)  Un arrivederci a tempo interminato, non specificato, ma tanto è.
Torno a Malcomess Manor, una tregua precaria, imparo a conoscere  i miei figli, divertendomi e passando del buon tempo, ritorno ai doveri coniugali, mi occupo della gestione della tenuta, aiutando Richard, che è invecchiato, dimagrito, stanco.
Penso alla dama dell’anello, un desiderio, sillabe sparse, nel mio sangue e nelle mie ossa.

 
.. E non sempre scappando si fugge davvero, come apprese Nasur el Din che incontrò la nera Signora a Samarcanda, credendo di averla seminata, invece avevano là il oro appuntamento.
 
Freddezza, puntiglio, mi era andata bene, ero stato in Russia, guerre fuori e dentro di noi, il dragone e..






(FELIPE)
Da un  dispaccio del conte di Aranda, ambasciatore, a Carlo III di Spagna del 1774, riservato e personale. “ … con la massima sicurezza sottopongo quanto segue, il matrimonio reale non è ancora consumato (..).. sono state trovate delle macchie sulle lenzuola della regina, che dimostrano come le eiaculazioni non avvengano nella sede deputata …(…)  Nel mese di novembre incontrerò il marchese Fuentes, che, dal marzo dell’anno 1775 rivestirà la carica di ambasciatore ad interim a San Pietroburgo …. In via riservata e personale”
Ai primi di marzo, la nomina di ambasciatore ad interim di Xavier mio padre è  diventata ufficiale, mentre i miei fratellini  si sono ripresi prontamente dalle fatiche del viaggio, stabilendo di adorare la Russia, Catherine faceva indigestione di feste da ballo e io ho continuato a fare stragi di cuore
Vicino a Parigi, vi sono stati tre giorni di rivolte, la cosiddetta “guerra della .farina”, con assalti ai forni, e la regina si è fatta fare un’acconciatura a la Revolution (per me è una fatua bambina, malata di nostalgia).
 

Osservo e sono osservato, sono alto circa un metro e ottantatre, un poco più del marchese  mio padre, occhi e capelli scuri, abbronzato per le ore trascorse all’aperto, so di fare la mia figura, mi piace essere ammirato, il piccolo Felipe ne ha fatta di strada.
Nel corso dell’estate 1775 era tra gli emissari stranieri che hanno assistito all’incoronazione di Luigi XVI..
Il corteo era partito dalla reggia il 5 giugno. Nobili vestiti di seta viola, velluto e satin rilucevano grazie alle pietre preziose esibite e sfoggiate su ogni superficie, le acconciature delle dame sormontate da piume di 30 centimetri che danzano nella brezza.
Viene poi il clero, ricchi  i paramenti rossi e viola.
E le carrozze, di oro ed ebano gli intarsi, splendidi cavalli e la folla sul bordo strada che osserva la primavera che declina nell’estate, ricordo altre stagioni, il rombo del mare e garrire di gabbiani



(CATHERINE)

Trionfi di zaffiro e ametista, i tramonti della Russia, via i dubbi, tornano gli anni delle scoperte e delle curiosità, via le difese. Vicini eppure lontani, come ti avrei voluto e come sei, divini ed egoisti, che paradosso.
Ove possibile, continuiamo ad allenarci, spada e pistola, tra poco diremo ai ragazzi della cavalcata degli immortali.
 
Dai diari di Xavier Fuentes”L’attrazione è rimasta, la vita che abbiamo passato e quella davanti, i figli, e le irrequietezze e partenze e ritorni, morgane rovesciate.Ti ho amato con la passione della giovinezza e poi con la tranquilla maturità, lasciandoti libera come tu hai fatto la tua vita, tanto abbiamo rischiato e ancora rischieremo.Vai dragone.”
 
Dalle cronache dell’incoronazione di Luigi XVI a Reims”Angeli in abiti neoclassici occultano le torciere, i bruciatori di incenso sono stretti tra le mani dei cherubini, le pareti di pietra sono occultate da stendardi di seta oro e porpora, infiniti broccati con i gigli di Francia pendono dalle alte colonne fino al pavimento.
La regina osserva tutto, alle sette la porta si apre alla gente, l’organo inizia a suonare, sposto il peso sui piedi con minimi movimenti, ecco la delegazione dei vescovi, in abiti da cerimonia oro e porpora.

Ecco poi 12 nobili, in rappresentanza dei dignitari dell’epoca di Carlo Magno, vestiti alla moda di Enrico IV.
Silenzio, poi ecco il re, il sole nascente che batte sulle sue spalle.
All’organo si mescola l’orchestra, 100 musicisti sollevano gli archetti, si portano alle labbra le trombe e gl istrumenti a fiato.
Rito nuovo ed antico, con le ore il caldo si infittisce, la messa va avanti-
L’ampolla di acqua santa, usata da Clodoveo in poi,il primo re cristiano di Francia incoronato, poi ecco l’unzione sul petto, le spalle e le braccia, il segno di croce sulla fronte da parte dell’arcivescovo.
 
  • Giuro solennemente, dinanzi a Dio e alla Francia, che farò di tutto per prevenire le violenze e l’ingiustizia, per sterminare gli eretici e governare con saggezza il mio popolo.
  • Possa il re avere la forza di un rinoceronte e posa Egli, come il vento impetuoso, spazzare via le schiere dei nostri nemici fino ai confini della terra.
La corona viene deposta, Luigi tiene due aste, una per mano,una è lo scettro di un metro e ottanta, l’altra la cosiddetta “mano della giustizia”, un bastone incrostato di gemme.
Mezzogiorno, il re siede sul trono.
 
  • Vivat rex in aeturnum.
Il grido si moltiplica nella cattedrale, la musica sale e vengono liberate bianche colombe, poi ecco le campane ed il rombo dei cannoni.
Nell’estate del 1775, iniziò il regno nel regno di Madame Polignac, nobile di scarsi mezzi che si conquistò il favore della regina confessando di non poter frequentare la reggia per gli scarsi mezzi economici .
Bionda, con stupendi occhi viola che per modestia teneva bassi, aveva una placida conversazione e seppe catturare il cuore regale.
Facendo finta di piangere, nel luglio 1775, chiese congedo alla regina, prima di affezionarsi troppo l’altra all’una.Antonietta le buttò le braccia al collo ed il principe di Ligne (che poi descrisse tutto nelle sue argute memorie) rilevò che tutti si accorsero che era un siparietto, una comica, tranne la regina austriaca.
Che assegnò stanze e carrozze e tanto altro, a spese della Corona, e la Polignac si tirò dietro tutta la famiglia, dai figli al marito fino ai cugini di sesto grado, convincendo poi la regina che, per passare le ore in allegria, fantastico sistema era il gioco d’azzardo.
Convinse il re a revocare il divieto di giocare d’azzardo, tranne che rimase a imperitura memoria una partita che si protrasse dal 30 ottobre al 2 novembre compreso, saltando la solenne messa del giorno dei morti, senza pause.
La sovrana se la cavò affermando  che il re non aveva dato alcun limite di tempo, poi l’eccezione divenne .. i libelli satirici si diffondono sempre di più, di volta in volta la regina scrolla le spalle o ci rimugina, piangendo lacrime amare.
Uno degli ultimi esemplari coniuga la passione della sovrana per una tinta  alla moda dell’anno 1775, ovvero il color pulce, puce, che fa tragicamente rima con prepuce, ovvero il prepuzio del membro virile. Argh … le disquisizioni in tema sono arrivate alla brillante conclusione che lo sperma reale sia acqua fresca ….
Antonietta non sarà mai accettata finché non avrà un figlio, per quanto sia acclamata a teatro e sia paragonata ad una dea nei vari panegirici, tranne che non ha compiuto nemmeno il primo passo in questa direzione e si dedica semppre più alla ruoletet..



(ALEX)
Giugno 1776 È vero, sono scelte, come quella di Xavier quando è andato ai Caraibi ed io e te siamo rimasti insieme, capendo tutto e nulla, anche se lei gli aveva chiesto di andare con lui.. non siamo santi od eroi, Catherine, sempre alla giornata, osservi, rilevando poi che, ove lo zarevic venisse in visita ufficiale in Francia, speri di poterti ritirare, l'ultima missione.
 
Come no, rifletto tra me, potresti esserne convinta, ma non lo farai davvero né la zarina te lo permetterà, credimi.
E  su una cosa ti sbagli alla grande, Catherine sei convinta che l’ascesa al trono della zarina sia stato un azzardo, invece il primo è stato creare il dragone ..
 
Il matrimonio reale risulta ancora non consumato, la sovrana viene definita austriaca, infida e libertina con cadenza regolare, nuovi e vecchi pettegolezzi.
Il Trianon.
Vestiti.
Gioielli, specie i diamanti.
Le serate all’Opera, le scommesse sui cavalli, il gioco d’azzardo.
Nuova è forse la costante predilezione per Madame Polignac, che accumula incarichi e onori e soldi sbattendo le bionde ciglia, suo marito è diventato Ministro delle Poste sol perché è il suo regal consorte.
Una Corte nella Corte, in cui asseconda la mania della tedesca per il gioco d’azzardo, con perdite di cifre clamorose. Tanto alla regina non interessa, quei soldi persi vengono dalle tasse e poi PARE che confluiscano nelle tasche della prediletta.
Anzi, ora all’Austriaca si attribuiscono sia amanti femminili che maschili, dalla Lamballe alla Polignac, passando per Lauzun ed il cognato, conte d’Artois.
Ad oggi unico Borbone ad avere generato un figlio, nato il 6 luglio 1775, data in cui Antonietta si è presa della puttana sterile dalle pescivendole parigine, che, per tradizione, sono chiamate a portare le loro congratulazioni in caso di lieti eventi reali.
In quell’occasione molti sostengono che abbia pianto tra le braccia profumate della Polignac, invece di andare nel letto del re e generare un principe per il trono.
Nel luglio1776 le colonie del nord America si sono staccate dall’Inghilterra.
In Congresso, 4 luglio 1776 Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo e assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; e per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati;”
 
Tutti gli uomini sono creati uguali …
Ma l’Inghilterra non mollerà e gli emissari del Congresso degli Stati Uniti sono venuti a chiedere aiuto in Europa, finanziamenti,. Truppe, aiuti .. e il ministro degli esteri francesi pare intenzionato a aiutarli, seguendo il vecchio adagio che il nemico del mio nemico è il mio amico, qui in Francia è giunto Monsieur Franklin, uno dei redattori della Dichiarazione..
….Tutti gli uomini sono creati uguali …
Da vari dispacci del conte di Mercy, ambasciatore, a Maria Teresa d’Austria del 1776:
“… … la brama di gioielli della regina non si è affatto placata, ha acquistato braccialetti e orecchini di diamanti per 600.000 livres, restando in disavanzo per 100.000, da aggiungere alleulteriori 200.000per il guardaroba annuale della Bertin avendo già da tempo esaurito i fondi.
… per il Petiti Trianon, la regina ha ordinato di costruire giardini all’inglese, il cui costo è stimato in 150.000 livres iniziali.. Ha fatto poi costruire un piccolo teatro per le sue rappresentazioni private, ma si è svolta solo un’opera, con costi spropositati.. Inoltre, il personale dello Chateau indossa la livrea personale della regina, rosso e argento, invece che quella dei Borboni, sollevando ulteriori critiche per l’esclusività del buen ritiro..
…. Oltre ai diamanti, deve aggiungersi la passione per il gioco d’azzardo..

Che ne sarà di noi..

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Capitolo 12
*** Sapphire ***


Ho compiuto quarant’anni in gennaio, eccoci nel 1782,sono ad Ahumada sui Pirenei , ecco..sento la fatica, costante, lo splendore della giovinezza sostituito dall’esperienza, sono in una fase malinconica, indefinita.
Alla mia età, orrore, molte sono suocere e nonne, i fisici appesantiti, eterne illuse, pettegole senza rimedio …Non voglio ritenermi migliore di quanto non sia, chiariamo, ho avuto una vita completamente diversa, in questo autunno ricorrono le mie ipotetiche nozze d’argento con il dragone… rido tra me e me, l’ironia non mi è mai mancata.Solita vita, soliti peripli, avanti e indietro, non mi cambierei con nessun’altra, ora lo so.
Ride meno la governante reale, la principessa Guemene, la cui famiglia è rimasta invischiata in uno scandalo senza precedenti. Il notaio del principe suo marito, Maarchand, per incrementare i principeschi redditi, ha indotto persone di ogni ceto a investire i loro risparmi nelle rendite annuali, offrendo tassi molto alti di interesse, tranne che a un dato punto il principe non ha potuto più pagare, dichiarando fallimento per 33 milioni di lire e il notaio è andato in prigione, ove è più al sicuro che essere libero, tra le mani dei creditori. Tutta la nobiltà o quasi vive di credito, per esempio, il conte d’Artois, il fratello del re, ha debiti per 21 milioni, ma spende e spande, mantenendo anche una amante ufficiale, Diane de Polignac, la cognata della “cara” Yolande de Polignac..
Pareva improbabile, invece è accaduto, una coppia smagliante e maliziosa, i Guemenè, la principessa con i suoi 24 cani, con cui sostiene di parlare tramite gli spiriti.. non hanno superato questo scoglio e lei si è si è dovuta dimettere dalla carica di governante reale, non poteva essere licenziata, tranne che, da che è mondo, anche a Versailles, una persona invischiata in questo scandalo non può occupare una posizione e così delicata e potente …
E chi è diventata la nuova governante? La duchessa Polignac, altra redditizia nomina che si aggiunge ai suoi eterni privilegi, che implica anche di disporre di diritto di un appartamento di tredici stanze alla reggia, il suo rango troppo modesto per questa carica.
La regina ha di fatto sospeso le udienze, soggiorna per lo più al Trianon con i suoi figli ed è irraggiungibile,si dedica alla musica e alla maternità.
 Mia figlia, se fosse vissuta, avrebbe avuto venticinque anni.
Cristina Fuentes.Sorrido amara, mentre avverto dei noti passi.
  • Ciao, Xavier.
  • Ciao, Catherine.
Quattro anni scivolati via, era l’agosto del 1778 e adesso siamo qui, lui ha quarantaquattro anni, è sempre vigoroso, la guerra non l’ha fatto rammollire, come partecipare in via ufficiosa ai negoziati di pace che si sono aperti dopo Yorktown, fili grigi tra i capelli scuri, nuove rughe..
Un tempo, l’ho amato fino a perdere il fiato e ci siamo feriti a vicenda, poco importa di chi sono i torti e le ragioni, l’ho tenuto a distanza, per non finire come mio padre, straziato dalla perdita di Gabrielle e .. cosa ci resta? Ventisei anni, logico che mutiamo, una comune banalità che ha una consolazione.
  • Ti fermi, un poco, spero.
  • Sì e tu?
  • Pure io e…
Silenzio, poi mi racconti di aver cercato Alex senza trovarlo e poi..
  • Siete stati innamorati, vero?
  • Vedi Xavier, io non ti voglio rinfacciare nulla, siamo sopravissuti a troppe cose.. nel ’67, era successo un disastro, abbiamo rimesso insieme i pezzi, pure …
  • Tu volevi venire ai Caraibi con me e non ti ho voluto.
  • Io non ho insistito, quindi siamo pari.- Silenzio, rarefatto e infinito, mentre un tordo zirla e il pomeriggio avanza su di noi.
  • Cerchiamo di stare bene insieme, quando possiamo.
  • Ottima strategia.- gli sfioro le labbra con un bacio leggero, le sue dita si annodano sulla mia schiena, lo abbraccio.
Esco a cavallo in un’alba luccicante, lanciandomi a caso per i sentieri, fino a raggiungere le foci del torrente Moguer, le acque che luccicano come peltro sfiorate dal sole nascente.. le cime acute dei Pirenei, con le sfumature chiare delle nevi e dei ghiacciai, aroma di pino. Smonto e lego il destriero, il silenzio rotto dal mio respiro, mi chino sui talloni e bevo dalle mani a coppa.L’immagine è quella di una donna, con la pelle levigata dal sole, scure ciocche di capelli e solenni occhi chiari che poi, con delicatezza, lascia andare la corolla di una rosa bianca nella corrente, lo stesso gesto compiuto nell’estate del 1757, quando era solo una ragazzina.Sia così.Nessun rancore, nessun rimpianto.Così sia.Avanti dragone.
Giacca di un cangiante color indaco, vaporoso il colletto di pizzo così inconsistente da parere una nuvola, le ciocche color scure che danzano sulle  spalle eccomi in questa fine del mese di agosto 1783, vestita da uomo, un novello Chevalier d’Eon.
  • Insomma, la regina è infatuata dal conte di Fersen.
  • Lancilotto e Ginevra- osservo
  • Girano voci ..- Osserva Felipe.
  • Ah- Con delicatezza scorro i membri della varie  delegazione, in particolare quelle  inglesi, le trattative sono quasi al termine e scorgo un noto cognome.
  • Dimmi ..
  • Si dice che Fersen padre ..Vorrebbe che il figlio si sposasse, ma lui non è incline, è legato a una persona che non può avere..Vuole acquistare la carica di colonnello nei Royal-Suedois, il reggimento di mercenari svedesi al servizio del re e.. una delicata trattativa, lei lo appoggia, ma Fersen padre, il senatore, deve sborsare la fantastica somma di centomila livres… comunque ha l’appoggio del re Gustavo di Svezia. Ha reso possibile l’acquisto del reggimento, offrendo un altro incarico al precedente comandante e ora Fersen è in debito con il suo re, che vuole andare in Grand Tour per il continente e lo accompagnerà, come suo aiutante di campo e  parte presto, meglio così… Catherine,  dragone, che hai .. Che hai visto in questo elenco..
  • Guarda qui.. sono passati due anni quasi e io devo sapere. Ora
 Con il trattato di Parigi del 3 settembre 1783,  il Regno unito, la Francia, la Spagna e le tredici colonie (i futuri Stati Uniti d'America ) hanno chiuso il conflitto fra la prima e le altre tre, il tutto è stato firmato all’Hotel d’York, al numero 56 di Rue Jacob, a pochi passi dall’ambasciata britannica situata al numero 47..  
In sintesi, la Gran Bretagna riconosce l’indipendenza delle tredici colonie ribelli e rinuncia ai territori fra i monti Allegani ed il fiume Mississippi, che diventava la linea di frontiera fra gli Stati Uniti d'America  ed i possedimenti spagnoli nel nord America, mantenendo peraltro il Canada.
La Francia restituisce agli inglesi le Antille che ha occupato, mentre i territori dell’India, nella remota Asia,sono risistemati.Gli inglesi, a loro volta, rilasciano le colonie di Spagna e Paesi Bassi che hanno occupato, la Florida è poi ceduta alla Spagna, la Francia riprende il Senegal e le isole di Trinidad e Tobago..A Versailles è l’occasione buona per una serie di balli e dopo un ventennio abbondante, partecipo di nuovo, armata di corsetto e panieri- suscitando la perplessità del mio amante, un diversivo collaudato, una vendetta contro gli anni e la noia, una storiella da nulla.Richard Malcomess, fratello di Alex e delegato di re Giorgio III.Ho ravvisato subito le somiglianze, anche Richard è alto e biondo, imponente con le sue segrete miserie che conosco.L’ho cacciato con lo sguardo, fino a quando non l’ho visto andare vicino a una finestra, i doppieri e le candele che si amplificavano all’infinito negli specchi, il rutilante e superbo gioco dei suoni prodotti dall’orchestra, l’odore della cipria e del sudore, i delicati e impalpabili abiti delle grandi dame.
  • My lord, my name is Catherine, pardon me, but I want to know about your brother.
In evidenza l’anello con lo zaffiro, ha capito al volo, mi ha detto che dovevamo parlare, abbiamo fissato un appuntamento e poi basta. Ho danzato con leggerezza, ogni giro era un anno di meno, tornavo all’anno 1762, quando il mondo ci apparteneva e .. È tornato da un mese, con il braccio ingiuriato, è solo e .. , ma non lo muove, le giornate gli scivolano addosso e non faccio nulla.È tornato a casa dalla sua famiglia, ha bisogno di tempo e  a volte. Ho paura di rompere gli equilibri, eh.. però l’ho  rotto quando ho parlato con il fratello– Una diagnosi netta e precisa. Io mi auguro che stia bene, sennò .. vado e me lo riprendo.-
Il 19 settembre 1783 ero tra la immensa folla che, insieme alla famiglia reale assistette al lancio del pallone aerostatico di Monsieur Montgolfier, era presente anche il piccolo delfino.
La navicella era azzurra, con il monogramma del re in giallo, pareva una esotica nuova pianta che si librava nell’aria, un segno del progresso …I passeggeri erano un gallo, una pecora ed un’anatra, posti in un cesto appeso per le corde al pallone che volò per circa tre chilometri.
A seguito del successo dell'esperimento di Versailles,venne iniziata la costruzione di un aerostato da 1.700 m3, che potesse consentire il volo con un equipaggio. Il 21 novembre del 1783, Pilâtre de Rozier e il marchese d'Arlandes realizzarono il primo volo libero umano, coprendo in 25 minuti una distanza di circa 9 km a una quota variabile intorno ai 100 m di altezza, sui tetti di Parigi.Fu uno scalpore, un successo e si produssero sedie con lo schienale a forma di aerostato, e orologi da tasca in smalto e bronzo con il quadrante iscritto in un pallone.I francesi meno benestanti potevano acquistare stoviglie decorate con immagini del volo mentre le dame avevano ventagli con dipinti cortigiani e palloni.Ecco avrei voluto essere su quella navicella per volare in Inghilterra.
 

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Capitolo 13
*** Ghosts Town ***


Da un dispaccio recapitato dal dragone al conte di Aranda, ambasciatore di Spagna, da lui poi inviato a Madrid del mese di novembre 1778 ”… Nei primi giorni di luglio 1778, Federico ed i suoi 80.000 uomini hanno invaso la Boemia. Le truppe hanno occupato Náchod. L'esercito asburgico coi suoi 600 cannoni si è posto  sulle alture nei pressi del fiume Elba, al suo comando Giuseppe II, sul campo il conte von Lacy. (… ) Quando il grosso dell'esercito austriaco si è scontrato con quello di Federico il Grande presso l'Elba, una piccola armata al comando del barone Ernst Gideon von Laudon ha guadato i passaggi dalla Sassonia e dalla Lusazia in Boemia. Poco dopo che Federico fu entrato con le sue truppe in Boemia, il principe Enrico, suo fratello e brillante stratega, spostò le proprie truppe attorno a quelle di Laudon ed entrò in Boemia a Hainspach.Per evitare di essere fiancheggiato dalle truppe nemiche, Laudon si è ritirato verso il fiume Iser, ma dalla metà di agosto di quell'anno gran parte dell'esercito austriaco si trova nel pericolo di essere fiancheggiato da Enrico sull'ala sinistra.(.. ) Intanto l’imperatore, incoraggia i raids contro le truppe prussiane.. come, ad esempio ..il  7 agosto con due squadroni del suo reggimento, il maggiore Nauendorf guidò un'incursione contro un convoglio di rifornimenti prussiano a Bieberdorf nella Contea di Kladsko. Il convoglio, preso di sprovvista, si arrese a Nauendorf al punto che i suoi ufficiali poterono fare prigionieri 110 uomini, 476 cavalli, 240 sacchi di farina e 13 carri da trasporto.(..) Questoè il tipo di azioni che stanno caratterizzando  tutta la guerra e. i soldati riportano che trascorrono più tempo a provvedere cibo che a combattere. Gli eserciti rimangono nei loro accampamenti e continuano le incursioni (…) ma Maria Teresa ha inviato il suo ministro Kaunitz in missione segreta a Berlino per cercare di porre fine a quegli scontri. ….Rifiutata una prima volta la pace, Maria Teresa ha scritto dunque a Caterina di Russia per chiederle assistenza. Quando Giuseppe II ha scoperto che sua madre stava compiendo manovre diplomatiche di cui lui era all'oscuro, ha minacciato di dimettersi dalla carica di imperatore, salvo ricredersi. Caterina II di Russia si è offerta  di mediare la disputa, suo inviato particolare il principe ROSTOV-RAULOV ovvero FELIPE DE MOGUER, oltre il misterioso DRAGONE,.. e Federico ha iniziato a ritirare parte delle sue forze da metà settembre. .. Nello stesso mese di ottobre Giuseppe Ii ritirò gran parte del suo esercito dal confine boemo e Federico si ritirò completamente in Prussia. Due piccole forze di ussari e dragoni sono rimaste in Boemia il che permise da ambo le parti di cominciare le prime schermaglie dei negoziati di pace a Teschen, mentre certo continueranno certo le azioni invernali.. Lo scontro sta anche assumendo il nome di Guerra delle patate (Kartoffelkrieg) dal momento che le truppe prussiane e austriache trascorrono molto tempo a compiere manovre militari in Boemia per cercare di ottenere il cibo dal nemico, privandolo del principale sostentamento della regione, le patate appunto. Vi sono poi  carestia e colera e morti sia tra i soldati che tra le popolazioni locali…
..la regina dovrebbe partorire nel mese di dicembre, ma i pettegolezzi imperversano, si sostiene che il padre possa essere suo cognato, il conte d’Artois…”
Il 19 dicembre 1778, in tarda mattinata, la regina di Francia partorì una bambina, Maria Teresa Carlotta, alias Madame Royale, Fille du Roi, dai cinque anni in avanti, Madame Royale.
Per il caldo eccessivo e la folla, ebbe un mancamento e fu salassata, rimanendo senza sensi per  svariato tempo .
Quando le dissero che era una bambina, pianse per un po’, osservando infine: “povera bambina, non sei ciò che tutti desideravano ma non mi sei per questo meno cara. Un figlio sarebbe appartenuto allo stato. Tu, invece, sarai mia, avrai tutte le mie cure, condividerai tutte le mie gioie e allevierai le mie pene…”
Al battesimo, celebrato poco dopo, si verificò un incidente. Il conte di Provenza, fratello del re,come era previsto dal rito del battesimo, dichiarò al vescovo celebrante che il nome e la qualifica dei genitori non erano ufficialmente forniti.
Sotto la correttezza della procedura, invece aveva maliziosamente alluso alle insinuazioni sulla paternità della neonata, di cui ai vari libelli in circolazione..
Appena possibile occorreva una nuova gravidanza, come espresso in una filastrocca popolare, ovvero.
Un delfino chiedemmo alla nostra regina
Una principessa ne preannuncia l’arrivo.
Essendo apparsa una delle Grazie,,
anche il giovane Cupido presto verrà.
È nata la figlia del re, mentre le scorrerie e le razzie in Boemia sono continuate.
Settimane indefinite, di attesa, mi sono murata nei libri e nelle uscite a cavallo, passando ore in compagnia del passato, della lettera di Alex e visite agli orfanotrofi..


Ho concepito quattro volte, e la prima, una bambina è nata e morta nel giro di una settimana, l’ultimo, un maschietto, è morto nel mio grembo e.. gli altri due sono due petali di fiore dispersi dal vento, Xavier II è in Russia, Nicholas nelle terre americane.


Il mese di aprile 1779 portò delle succose notizie, sia sul fonte privato che pubblico che per i miei ingaggi.
Sul fronte privato, Felipe inviò una lettera trionfante, che poi trasmisi a suo padre, in America, in cui annunciava che il 15 marzo 1779 la principessa Ella aveva avuto due principi, due gemelli, Jean Xavier, il corrispettivo francese del primo appellativo di Juan, mio suocero e suo amato nonno, Xavier come suo padre e suo fratello e una bambina, Catherine Elisabeth.
Jean Xavier, principe Rostov- Raulov.
Catherine Elisabeth, principessa Rostov- Raulov.
Era fertile come un toro da monta, pensai tra me, e aveva rovesciato il suo seme nel grembo della moglie, che a nove mesi e dieci giorni dalle nozze, aveva dato alla luce i più giovani discendenti dei Fuentes, dei millenari signori delle montagne.



Intanto che la regina Maria Teresa d’Austria chiedeva quando sarebbe giunto un piccolo Cupido per fare compagnia alla sua omonima nipotina, ebbe la sgradita notizia che Antonietta aveva contratto il morbillo. Dato che il re non lo aveva mai avuto, decise di trascorrere la quarantena al Trianon, dedicando le giornate a attività terapeutiche, come bere il latte d’asina e fare gite in barca sul Grand Canal. Delle dame facevano a turno compagnia alla regina, tranne la Polignac in lutto stretto, almeno per forma e per decenza, tranne che lo passava con il suo amante, il conte di Vaudreuil.. ( il suo legittimo consorte non le faceva compagnia, così che l’anno dopo ebbe a sopportare di essere chiamato San Giuseppe, visto che la gaia Yolande partorì un maschietto, ma abbozzò, visto l’ascendente sulla regina e la necessità di un erede, tant pis).

Fin qui nulla di male, la questione era che quattro baldi aristocratici intrattenevano cavallereschi la regina, come cavalieri antichi, una cosa innocente, forse, che prestava il fianco alla malizia, se fosse toccato al re ammalarsi, quali dame lo avrebbero intrattenuto? Tuttavia, a lui mancava la moglie e fece un gesto romantico, trattenendosi tre quarti d’ora in un cortile interno e parlando tra loro, lei alla finestra, sotto un sole cocente, scambiando tenere parole.
La piccola principessa, Madame Royale, era di sicuro molto graziosa, con la carnagione chiara e grandi occhi azzurri.


 Finalmente il 13 maggio 1779, venne firmato il Trattato di Teschen, Maria Teresa restituì la Bassa Baviera a Carlo Teodoro, duca palatino, ma mantenne la cosiddetta Innviertel, una striscia di terra di 2200 km, presso il bacino del fiume Inn, con una popolazione di 120.000 abitanti, un boccone di terra, disse l’imperatore Giuseppe. La Sassonia ricevette la ricompensa finanziaria di sei milioni di gulden dai principali combattenti per il suo ruolo d'intervento.
Malgrado la breve durata, la guerra stessa costò alla Prussia 33 milioni di fiorini. Per gli austriaci, il costo fu più alto: 65.000.000 di fiorini per uno stato che aveva una rendita annuale di 50.000.000.
Cogaranti della pace sono la Russia della mia zarina, che così si è brillantemente imposta ai consigli europei, e la Francia..e così ha avuto termine la guerra delle patate.

.. .la guerra americana contro l’Inghilterra, su cui il ministro degli esteri francese Vergennes, concentra gli sforzi sia per terra che per mare appare ai più una aspettativa remota e fantastica, ma penso a Nicholas, a mio marito e Alexander e..tornate interi, cercate di tornare interi.
L’ennesimo ingaggio, scorribande a cavallo a valutare i confini, tempo trascorso con il mio amato figlio Francisco, di preferenza lo chiamo con il suo secondo nome, adesso, mentre Felipe si divertiva, si fa per dire, a allenare le nuove reclute della marina, stando via a mesi interi.

Spada, pistola, ore a cavallo, effimeri piaceri, di nuovo una farfalla, l’esperienza che sostituisce l’entusiasmo della gioventù. ..
Dalle voci, la regina Antonietta  pare sempre più incline a ricevere il meno possibile, ritirandosi spesso al Petit Trianon, prediligendo abiti informali rispetto a quelli ufficiali di Corte, uno stile di vita più semplice che si accompagna a private recite di teatro amatoriale e altre e lievi bazzecole. (anche l'ironia è una figura retorica).
Infatti, continua a spendere e spandere per i gioielli, i vestiti, si reca al teatro, ai balli e all’Opera, gioca ancora d’azzardo, non spesso come in passato, ma con esiti sempre disastrosi
Nella primavera di questo 1780, ha innalzato al titolo di duca il marito della Polignac, contessa, ed il re le ha concesso una proprietà di due milioni di livres, oltre alla promessa di farsi carico dei debiti della predetta, bella mossa, quando le spese della Corte sono state ridotte, chissà che scandalo provocherà.
 
Il primo di giugno la regina ebbe la gradita sorpresa di un anticipo, ovvero l’inaugurazione ufficiale del suo teatro adiacente al Petit Trianon, visto che i lavori erano stati finiti prima. Su progetto di Mique,i decori erano in oro e azzurro, come azzurri erano i moire ed il velluto, papeir-màché per il finto marmo e qui iniziò a calcare le scene, nelle sue strette recite private.
Un po’ come aveva fatto la Pompadour, Antonietta istruì una compagnia di attori dilettanti e qui recitava la cameriera o la pastorella. Rido tra me quando sento che, nell’opera Le Devin du Village, di Rosseau, il devin, indovino, interpretato dal conte di Vaudreiul (amante della Polignac) scongiura tutti di tornare in campagna, via dalla corte, si danza intorno all’albero di maggio. Antonietta è la tonta Colette, suo cognato, il conte d’Artois il suo ammiratore Colin.,
 
In autunno, dopo tante stagioni, torno ad Ahumada, la nostalgia più forte dei ricordi.
 
La notizia è giunta dopo una settimana, Maria Teresa, la madre della regina, è morta.
Da tempo non stava bene, era obesa, soffriva di respiro corto, sempre affaticata, tosse e insonnia e vari altri malanni.
Ammalatasi il 24 novembre, forse per un colpo di freddo, le sue condizioni sono via via peggiorate e il 28 novembre ha chiesto l’estrema unzione, spirando il giorno dopo verso le ventuno, assistita dalle amorevoli cure del figlio, l’imperatore, che si preoccupava che non fosse comoda, ma lei ribatteva che per incontrare la morte andava più che bene.
Luigi XVI ha comunicato la notizia alla moglie e l’ha poi lasciata alle cure dell’abate Vermond, suo precettore dai tempi di Vienna, adesso suo lettore e consigliere, inducendo poi un giorno di lutto solenne a Corte per la morte della suocera.
Sic transit gluria mundi..
 
Da una lettera del 10 dicembre 1780 di Maria Antonietta, regina di Francia, al fratello imperatore, Giuseppe II. “ Sconvolta da questa spaventosa notizia, non riesco a frenare il pianto mentre vi scrivo. Oh fratello! Oh amico” Mi siete rimasto solo voi in un paese (l’Austria) che è e mi sarà sempre caro.. Ricordatevi, siamo amici ed alleati.. Vi abbraccio”.



 
(ALEX)
Cozzare di armi.
Rombo di cannoni, il comandante delle truppe inglesi, lord Cornwallis scuote la testa, anche lui, come tutti, stremato dall’assedio di Yorktown, in questo malefico mese di ottobre 1781.
Le manovre di Washington e Rochambeau, il capo di spedizione dei francesi, in collaborazione con la flotta gallica di De Grasse, ci hanno bloccato, noi, i soldati di sua maestà britannica in questa città della Virginia.
Signore Iddio.
Abbiamo marciato, risalendo pezzo per pezzo, dalla Carolina del Nord a quella del sud, imperativo era resistere, ma sono mancati gli aiuti, bloccati per terra e mare da aspri bombardamenti e dagli assalti.
Ancora poco e ci dovremo arrendere, tuttavia continuiamo a respingere gli assalti.
Faccio un giro di ricognizione, sporco, disgustato, me ne sono andato per questo?
L’età per essere un ragazzino malato d’amore l’ho passata e tanto..
Ordino per la centesima volta di controllare che non vi siano infiltrati, dobbiamo resistere e mi comunicano, Mylord, abbiamo preso degli ufficiali, onore all’ardimento o forse sono solo dei pazzi (che eravamo noi, nel 1761 e nel 1762, Lady Morgan?).
Ordino di mostrarmelo, è un ragazzo, neanche vent’anni, i capelli scuri e le braccia bloccate, lo hanno preso a botte, il suo viso è pesto, ma rialza subito la testa e..
Quegli occhi di indaco e oceano, scrutati in un passato di luce, in un numero infinito di volte, un fantasma.
( Catherine, amore mio)
  • Lasciateci soli, mi voglio divertire.
  • Che volete fare? Io sono un soldato, non ho timore della morte.
  • Ci credo, Nicholas Fuentes, tranne che è una stronzata, i vostri uomini sono morti e voi .. – Accidenti a tua madre, era una indovina, sapevo che eri partito, ti ho intravisto quando eri un bambino e..
  • So che siete stranito e ci credo, io sono Alexander Malcomess, the lion.
  • Siete uno degli immortali- Sussurra e capisce.
  • Vedete, a volte si vince e  altre si perde, poco importa ora, ma voi dovete tornare indietro,morire così non ha senso Fuentes, date retta- il figlio del dragone, non posso farmi questo, non mi perdonerei, anche se è la guerra. ho amato tua madre con tutta la mia passione della mia vita da adulto, la mia lealtà va a lei.
  • Va bene, ma come trono indietro?- Intanto, gli ho slegato le  mani e lesto prende una spada e una pistola.
  • È una cosa tra voi e gli immortali, mi sta bene, anni fa avete combattuto per un ideale e..
  • Riempirmi le tasche-  Cinico, quella stagione, io e i fratelli Orlov, il dragone e la torre, tua madre che mi salvò da Pugacev e..
  • Vi darò dei vestiti  e.. – Enuncio il piano.
  • Non vorrei essere voi se vi scoprono.- mi metto a ridere poi torno serio.
  • E io non vorrei essere voi, chiariamo, presto ci arrenderemo ma voi non dovete essere qui,
  • Siete pazzo.
  • Forse ma ho molti debiti e.. Andate, Fuentes, non siete un vigliacco e .. Salutatemi i vostri genitori, però, e ora via.
Scatta sull’attenti e schizza via.
Good luck, young Fuentes.
I love you, Catherine, I’ll always love you, I am forever yours.
 

Le reali doglie sono iniziate il 22 ottobre 1781 nella prima mattinata, salvo errori nelle voci di chi riferisce, e alle dodici la regina si è sdraiata sul bianco lettino da parto, partorendo, in base all’annotazione del re sul diario, all’una e un quarto di pomeriggio un figlio maschio.
Luigi XVI in persona entrò con il neonato tra le braccia e sorrise.
  • Madame, avete soddisfatto i miei desideri e quelli della Francia. Monsieur le dauphin chiede il permesso di entrare.
Le porte dorate della stanza reale si aprirono, squillarono le trombe e il cannone della reggia emise cento e uno colpi a salve. Suonarono le campane, la gente rideva e piangeva, mentre la governante reale, la principessa di Guèmenè, trasportata su una poltrona, mostrava il prezioso infante lungo i saloni, tutti volevano toccarlo, o toccare la principessa o almeno la sedia.

Il battesimo venne celebrato il giorno successivo e vennero dati i nomi di Luigi Giuseppe Saverio Francesco, ma la presenza del conte di Provenza, che faceva le veci del padrino imperatore, e il cardinale e Grande elemosiniere, il principe di Rohan, che celebrava la messa guastarono l’atmosfera.

La regina non lo sopportava, mai gli parlava o rivolgeva sguardo e lo trovava orribile, sebbene fosse un sacerdote, amava la caccia, la buona tavole e aveva molte concubine, ambasciatore in Austria aveva svolto illeciti commerci, insomma era un debosciato, che occupava l’alta carica sol perché era un Rohan.
Ogni rappresentante delle corporazioni commerciali ha portato un dono per il delfino, secondo i rispettivi mestieri per il piccolo principe, una tradizione antica.
I macellai, un bue, una meringa i pasticceri e i fabbri, un lucchetto che, una volta aperto, mostra un delfino.
I becchini, una bara ma sorvoliamo.
E Antonietta ha ricevuto cinquanta commercianti di Les Halles, vestite di nero e coperte di diamanti.
Qui regna una gioia sfrenata, al pari dell’Austria, la regina pare conoscere soli i fiori della corona, secondo la galante definizione del conte di Segur, è tutto un evviva per il re e il principino.
Come no.
Madame Campan ha riferito la risposta del conte d’Artois alla battuta del figlio, nato nell’agosto del 1775, che osservava che il cuginetto era piccolo che sarebbe venuto il giorno in cui gli sarebbe sembrato molto grande, di fatto la nascita dell’erede li ha retrocessi nella successione.
Naturalmente, i libelli satirici non hanno perso l’occasione,vi una incisione che raffigura Antonietta che culla un bambino, accompagnata da un re con le corna e un angelo con la tromba per dare l’annuncio, attenzione a non aprire gli occhi sul segreto di questa nascita.
Il conte Aranda, il mitico ambasciatore spagnolo, riporta una poesia volgare il cui ritornello chiede chi ha generato il principe.
Altri libelli, attribuiscono la paternità a un principe reale, altra variazione su tema è il disgustoso “Gli amori di Charlor e Antonietta”, Charlot per Artois, un assurdo e lascivo periplo in cui il momento dell’orgasmo è interrotto dall’arrivo di un paggio, poiché la sovrana preme per distrazione il campanello vicino al letto per il dimenarsi.
 
(NICHOLAS)

Il 17 ottobre fu chiesto l’armistizio, non vi erano più speranze e Cornwallis accettò la resa dei suoi 8.000 uomini ai 17.000 dell'esercito franco-americano solo il 19 ottobre, accettando le condizioni del generale Washington.
L'esercito britannico doveva arrendersi agli americani; la marina ai francesi. Gli ufficiali potevano mantenere le loro proprietà, i soldati furono inviati in Virginia, in Maryland o Pennsylvania, mentre a Cornwallis ed alcuni altri ufficiali fu consentito di tornare a casa sulla parola, con l’intesa che sarebbero state intraprese trattative di pace.
Pioveva a fiotti, quando lo raccontai a mio padre,di come l’avevo scampata, e io la storia degli immortali la conoscevo dal 1775, con mio fratello, anche se sospetti ne nutrivamo da tempo.
  • Oddio Nicky, lui si è sempre definito un cinico, un bastardo, ma ci siamo protetti sempre le spalle a vicenda.
  • Dobbiamo cercarlo, se viene fuori che mi ha lasciato andare sarà lui a morire.. – Una pausa infinitesimale- Io salperò con le prime navi, per l’Europa.- Segreti che non sono miei, di un passato che non è mio, non l’ho vissuto né conosciuto.
  • Sì-
  • Andrai dai tuoi fratelli ..
  • Francisco è contento di stare in Russia, padre, abbiamo passato un’infanzia meravigliosa, comunque, giocando imparando e crescendo con nostro nonno. Voi e mia madre avete fatto quello che potevate e  siamo fieri di voi, lo sapete, forse  Felipe è andato via troppo presto, un vuoto, ma è tornato con il titolo e ..
Libagioni e approcci di prostitute, mio padre le scansa, ridendo, come me .
Uno svedese, il conte di Fersen, che si è unito al contingente dei volontari francesi, ha molto successo con le donne e non si fa scappare una occasione.. buon per lui.
 

(CATHERINE)
 Ai primi di dicembre di quell’anno  1781, un ragazzo di diciassette anni e  mezzo percorreva veloce la strada,  nessun gelo nelle ossa e nessuna fatica, il padre era sempre rimasto nelle terre d’oltremare, ormai aveva fatto quello che doveva e ..
Ogni lega che percorreva lo avvicinava a lei e non vi era fatica, sola la gioia di andare avanti.
Si getta tra le mie braccia, come quando era un bambino.
  • Alex ..- pronuncio quel nome dopo quasi tre anni, almeno ad alta voce,dopo il suo racconto..
  •  lo hanno poi cercato, tranne che nessuno sa dove si sia cacciato, pare si sia unito a dei soldati che tornavano nel Maryland… Non vuole farsi trovare- ALEX,  non hai fatto sì che finisse con la morte di mio figlio, volevi saldare dei conti con me, fino al prossimo addio. Lady Morgan. Amata immortale.
Che resta di noi, Alex?
Ovunque tu sia adesso,ritorna a casa, io sono con te, vane le mie vendette, mi sono fatta solo del male, dopo che tu e Xavier ve ne siete andati, gioco e seduzione, un massacro sul filo di seta, il canto delle sirene della lussuria.
In  quelle settimane di gioia sfrenata,  e momentanea, in cui imperversava la lietezza per  la nascita del delfino e le nuove da Yorktown, il re Luigi XVI il 21 novembre annotò che era morto Maurepas alle undici e trenta di sera.
Il fratello imperatore suggerì alla sorella di approfittarne ma il cognato rifiutò con sdegno le profferte, ad avvantaggiarsene fu Vergennes, altro ministro, mentre il conte di Mercy, ambasciatore austriaco, si lamentava che la sovrana chiedeva al re sol favori.
Felipe sapeva che l’anno precedente, il glorioso 1781, sia Giuseppe II che la zarina avevano concluso un trattato segreto, di reciproco aiuto,  in caso di attacco dei turchi e lo sapevo io pure, quello che mi impensieriva era che quel ragazzo vagava come un’anima in pena per il continente, ogni scusa era buona per stare lontano dalla moglie, l’aveva sposata, obbedendo alla zarina e suo padre, ordini espressi, aveva avuto quello che voleva, salvo scoprire che non ne valeva la pena fino in fondo....
 

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Capitolo 14
*** Silence- Three drops ***


Spring 1784, England.
 
Sono la solita arrogante, credendo che la mia venuta sia foriera di un miracolo.
Miracolo è stato che tu abbia rimandato indietro Nicholas, salvo poi annegarti in una botte di metaforica disperazione, il duca di Clarence, fratello di Edoardo IV, venne affogato in una  botte di pregiato vino malvasia per i suoi tradimenti, veri o presunti, nel 1478.

Non ti sei ripreso e, in caso inverso, ti avrei lasciato stare, sei migliore di quanto credi, anche se sei uno stronzo di una forgiata e superba fattura, come mio  marito.
Anni passati, alla fine eccoci qui, preferisci il dragone o lady Morgan o Catherine?

Sono trascorse sedici stagioni dalla nostra primavera inglese, remota eppure presente, narcisi e giunchiglie, erba croccante, ti amo sempre, a dispetto di ogni regola o ragione, ti riconosco, contro lo sfondo d’erba, magro, il braccio della spada, il destro, appeso a una fascia.
ALEX:
Il viso ombreggiato da una fulva barba, che il sole riempie di rossi barbagli, fili grigi nel bronzo dei capelli, sei davvero un leone, un vecchio leone ferito.
Un tempo eri il mio leone, il tuo epiteto uno dei simboli araldici dell’Inghilterra e del mio casato da ragazza, la modestia che non era la tua virtù principale..
  • Che fai?
  • Sono venuta a dirti grazie, per mio figlio- Osservo le nuove rughe, non ti avvicini né io ti tocco.  sarai di nuovo il mio leone o quel tempo è davvero finito?
  • Molto bene, ma non capisco cosa vuoi. Io ho finito, noi abbiamo finito.
  • Un oceano, una guerra, ti è servito?- la mia voce crepita come un tamburo.
  • Dopo Yorktown, mi sono unito a degli sbandati, qualche scaramuccia, non avevo voglia di tornare. Questo braccio è stato malcurato, comunque, non serve.
  • Io …
  • Senti, ti ringrazio della visita, sono scortese, nemmeno ti ho salutato, comunque vuoi qualcosa e soprattutto quando te ne vai?
  • Ti ha convocato.
  • Scarso affare, togliti e..
Inizio a percuoterti sulla spalle, il viso, le braccia, repentini movimenti e mi blocchi con la mano sinistra, piantala, ma entro nella tua guardia con un calcio sul tallone, perdi l’equilibrio e rotoliamo per terra, io sotto tu sopra, i corpi premuti.
  • Che tu sia dannata.
Mi inarco e ti bacio, indecorosa.
  • Pensa quello che vuoi ma non sei  morto o invalido, il tuo corpo ha reagito- Scivolo sul fianco e mi rialzo in piedi, non confuti l’evidenza delle mie parole, hai reagito non appena ti ho sfiorato, come reagirebbe ogni uomo, chiariamo, in certe situazioni..
  • Noi abbiamo finito tanti anni fa, è  vero, Alex, così però non ti lascio. Non ti toccherò più.- sono vestita da uomo, il viso duro e levigato dal sole, le labbra gonfie, indecorosa come una puttana, ma non mi importa.
  • Alzati, presumo che sarai  a rimbambirti al cottage, per la cronaca sono Morgan.
Le imprecazioni che seguono sono tra le più fantasiose che abbia sentito, bene, quante cose nuove sto imparando. Come eravamo rimasti d’accordo lo scorso anno, tuo fratello mi ha dato notizie, sei sempre arroccato nei tuoi silenzi, nulla ti smuove, tutto ti disgusta.
Volo, sono volata a Calais, dura e arrogante, una incosciente totale, Lord Morgan, così mi presento e Richard mi ritiene un agente della corona, di proposito ho tralasciato le parentele e i cognomi, mi conosce come Catherine Smith, attualmente Lord Morgan, in incognito, ho usato il patronimico Smith mi dice solo, in via informale, che lady Charlotte, tua moglie, ha lasciato Malcomess Manor, si sono separati di fatto, i due ragazzi sono ormai cresciuti e sono nell’esercito...
Sono fuori da ogni regola e ritegno, lo so, che ho da perdere a questo punto?
Nulla, arrogante e travolgente, il mio piano era scuoterlo, avrei inventato qualcosa sul momento e tanto era così, come ti eri inventato qualcosa tu sui due piedi in America, lasciando andare Nicholas, leale verso di me e i cavalieri di un tempo, non il tuo paese ..e non sarebbe stata colpa di nessuno, in fondo, Nicholas si era offerto volontario e..
 
Il cottage è una selva di bottiglie e polvere, caos e puzzo di chiuso, borbotti che domattina me ne vado, tieni il letto, io ho la poltrona, è questione di volontà, recuperare il braccio e non altro, sei duro e io più di te, come ben sappiamo.
Nel ricordo, il profumo sensuale e pesante dei glicini, grappoli viola perfetti..
ALEX.
La mattina dopo ti ho svegliato a secchiate, cinque e trenta, hai tossito e imprecato, abbiamo fatto una scommessa, concordando il tempo, se riuscivo, venivi via con me, se fallivo me ne andavo, tornavi alla tua amata e immortale bottiglia, your loved and immortal bottle, once I was your beloved and immortal,  un colpo basso, un tempo ero io la tua amata, la tua immortale., me lo dovevi, hai imprecato da paura, saltando a cavallo, senza sella, io non ti trattavo da invalido né ti commiseravo, ecco tutto, ti seguo e oggi verranno a pulire questo macello..
Sei impossibile ed è impossibile, dragone, il diavolo ti porti e ..
REAGISCI.
È la prima volta che mi chiami dragone.
LOTTA.
 
Muoviti, alla fine riesco, sei stufo di prenderle da una donna e alzi il destro, mi tiri una spinta e cado per terra.
Siamo migliorati, muovi di più il braccio e faccio tesoro della lezioni di Oscar, ti insegno a duellare con il sinistro e .. Nulla va sprecato, impari oggi e te ne servi dopo anni, così sia.
Ci prendi gusto, bevi un po’ meno, la sera crolliamo, io nel letto, tu in poltrona, siamo due idioti, io arrogante ai limiti del suicidio,tu ormai rassegnato alla mia presenza, non sei più un relitto.
  • Voglio riprendere, non certo per te, dragone, per me, una volta abbiamo creduto davvero in un sogno, per davvero e io non posso e voglio arrendermi, quel sogno, che era un azzardo e una scommessa, potrebbe ben tornare.
Una goccia di silenzio.
La mattina dopo, è lui a svegliarmi a secchiate, per ricambiarmi il favore, oggi si fa sul serio, sei una rompiscatole ed una spadaccina di prima lega, gli epiteti di cretino e idiota non lo colpiscono, ma annoto che mi fissa il seno, il tessuto bagnato aderisce al petto e ne vede il rilievo, il suo sguardo si accende di una scintilla di desiderio, chissà quante ne avrà avute in queste stagioni, passate tanto per passare,effimeri sfoghi, come me, o no?.
 
… perdite di presa, formicolii, tu vorresti tutto e subito, ma così non funziona, poi discorriamo di tutto un po’ e ti parlo della convocazione, tu osservi che tuo fratello vorrebbe comprare una tenuta in Francia, noi lo anticipiamo e vediamo, quindi vieni con me, probabilmente avrà un incarico nella nostra ambasciata di Parigi, verrà anche Isabelle, alla fine mia moglie mi ha piantato.
 
Gli immortali, di ritorno, con tutti i loro acciacchi, che dire, poi annoti che sono io la tua immortale, non certo una bottiglia o sparsi bicchieri di vino, hai vinto, dragone, sei felice?
You are my immortal, not a glass of winw..
Non torna il passato, siamo noi che rimaniamo, imperfetti, cerchiamo di trarre il massimo, osservi a mezza voce, dragone, Catherine e non sei la mia dannazione, in fondo sapevo che saresti venuta a reclamarmi, ti amo, Catherine, ti ho sempre amato, a dispetto di ogni regola o ragione, sarà così fino alla mia morte, a trenta come a quarantasei anni e oltre, this is my life, you are my life.
 .. cade la notte sulla frontiera, i pezzi si ricompongono, è amore, oggi come allora.
  • Sono io la tua casa, Alex, lo sai.
  • Lo so, sei la mia regina senza regno, il mio dragone, la mia immortale, per sempre, my dragon, my immortal, fovever beloved.
  • ... you are my life-
Dalla giovinezza e il suo splendore, eccoci approdati a questa età di leggenda, il mondo ancora ci appartiene e ti amerò in questa vita e in quella che verrà, in quelle che verranno, mortali ed imperfetti, per sempre noi.
La terza goccia di silenzio.
Ti amo, Alex, un tempo hai detto che mi avresti amato fino alla morte, in questa vita e in quella che verrà, trascurando la mia affermazione, che io, a mia volta, ti avrei amato per sempre.
Tu sei la mia battaglia.

 

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Capitolo 15
*** Black Times ***


Il 7 giugno 1784 la regina convocò il marito di urgenza e lui accorse, interrompendo la battuta di caccia e paventando chissà quale sciagura, un malore del delicato delfino, il dolce principe Luigi Giuseppe.
Invece era giunto il re di Svezia, Gustavo III, in visita, suo nome da viaggio conte di Haga.
Luigi XVI era così di fretta che calzò una scarpa con il tacco nero e il laccio d’argento, l’altra con il tacco rosso ed il laccio d’oro, arguta, Antonietta,  gli chiese se intendesse andare a un ballo mascherato.
Il 21 giugno vi fu una grande festa serale al Petit Trianon, la sovrana si esibì nel suo teatro privato, la cena servita nei padiglioni del parco, tutti vestiti di chiaro, i giardini parevano un paese lontano e straniero, miriadi di luci accese agli alberi, e torce e vasi illuminavano le grotte e il lago, dove piccole barchette portavano gli ospiti al Tempio di Amore, ove erano offerti per rifocillarsi champagne e fragole.
Li paragonarono ai Campi Elisi, un omaggio a Gluck, uno dei suoi compositori preferiti, come Mozart.
Antonietta concepì di nuovo nell’estate del 1784 e il 27 marzo 1785, giorno di Pasqua, partorì Luigi Carlo, duca di Normandia, poi nominato chou d’amour,letteralmente cavolo d’amore. Un   tenero vezzeggiativo per un bambino roseo e paffuto, da lei molto amato, di sana e robusta costituzione, al contrario del delfino che passava da un attacco febbrile all’altro.
Un secondo figlio maschio era sempre il benvenuto, anche a scopo cautelativo, in quel caso sarebbe servito, prima o poi, che il principino Luigi Giuseppe non pareva destinato a lunga vita.
Mi venne in mente, ma non fui la sola a rilevarlo, che il conte di Fersen era in Francia dai primi di giugno, per sei settimane abbondanti e il bimbo.. era giunto nove mesi dopo.
Ora, il re non mise mai in dubbio nulla, i concepimenti coincidevano sempre con le sue visite coniugali, tranne che … La concomitanza dei suoi soggiorni in Francia non si era verificata per alcuna delle gravidanze precedenti portate a compimento, però quella coincidenza era una superba congiuntura per le malelingue.
Non vi era alcun tenero epiteto  per la regina, l’acquisto, nell’autunno precedente di Saint- Cloud aveva creato uno scandalo, si cercava di risparmiare, tagliare le spese, la gente era povera e lei spandeva e spandeva senza rispetto, un insulto ai poveri era, altro che.. A cui computare le folli cifre spese per gli arredi e la seria idea di ristrutturare Versailles.
Che i suoi paggi, vestiti della sua livrea rossa, invece di quella tipica del re, il motto “per ordine della regina”, creavano uno scandalo senza pari.
Il Petit Trianon era troppo lontano, sia in senso letterale che metaforico.

 Il  nuovo lieto evento non era appunto  sfuggito ai libelli, a prescindere dalle considerazioni su Fersen. Per esempio, in una sacrilega parodia della Natività, Antonietta era rappresentata con in braccio un bambino e re Luigi aveva il ruolo di  San Giuseppe, che si interessa solo al cibo e al vino, mentre l’erede è stato generato dall’amore.
 Altra rappresenta l’Austriaca e la Polignac  racchiuse in un saffico abbraccio, le dita dell’una sotto le gonne dell’altra e via così, le labbra unite.. varie altre sconcezze, triviali, era lesbica, baccante e tanto altro.Insomma,  la regina era  insieme frivola, sciocca, le sue sole idee  rivolte agli amanti,  presiedeva a feste e orge, da un lato, dall’altro, era una infida manipolatrice che macchinava contro il marito, a beneficio della causa d’Austria. Se tutto va male, sua la colpa, si vocifera di feste grandiose, che il Petit Trianon sia adorno di oro e diamanti.
Luigi XVI è definito, in modo irrispettoso, un essere così “strano, somigliante a un maiale”, che valeva la pena di fare più di cento chilometri per vederlo, specie quando va a caccia di cinghiali, un commento che mi ha riferito Alex, riportato da due membri della Camera dei Comuni, Pitt e Willforce, mi pare che si chiamino, che sono in viaggio in Francia.
Freddezza e gelo, non è più l’acclamata delfina che visitò ridendo Parigi nel giugno 1773, quando duecentomila persone erano innamorate di lei.
Il 12 luglio 1785 ricevette una lettera dal gioielliere Boehmer, da cui in passato aveva acquistato molti diamanti, per prezzi esorbitanti.
Ai tempi, lui e il suo socio le avevano proposto di acquistare un favoloso collier di diamanti, che lei aveva rifiutato, chiamato collier dello schiavo.
 Creata forse per la Du Barry, la morte del re Luigi XV aveva decretato la fine delle trattative e nessun sovrano, delle varie corti europee, nemmeno la zarina, l’aveva voluta, per il prezzo esorbitante, costava circa due milioni di livres.
647 diamanti, provenienti dal Sudafrica,  di un taglio squisito, 2800 carati.
Il  girocollo  era situato sotto la gola e  formava tre curvi festoni ancorati a una fila di 17  brillanti, con pendenti a goccia sopra ogni voluta. La parte centrale era più sfarzosa delle laterali simmetriche, le cui pietre pesavano da sola dodici carati e mezzo cadauna!
Altre gocce, ancora più grandi, scendevano dalla giuntura tra i festoni. Da entrambe le spalle, una triplice fila di diamanti componeva una M, le cui due estremità terminavano in un fiocco a cinque strisce, altri due pennacchi nascevano dalla V del motivo  centrale.  Su ogni fiocco vi era un nodino blu smaltato nella tonalità preferita dalla regina.
La lettera diceva:
Madame, siamo al colmo della felicità osando pensare che gli ultimi accordi che ci sono stati proposti, e a cui ci siamo inchinati con zelo e rispetto, sono un nuovo riconoscimento della nostra sottomissione e devozione agli ordini di Vostra Maestà. Nutriamo grande soddisfazione al pensiero che la più bella parure di brillanti al mondo sarà al servizio della più grande delle regine”.
Antonietta, sulle prime pensò a una sollecitazione di nuovi acquisti, poi la mostrò a Madame Campan, sua bibliotecaria, sfidandola, lei così abile, a risolvere quell’enigma, visto che risolveva in men che non si dica gli enigmi del Mercure de France, poi bruciò la missiva, osservando che non valeva la pena di conservarla.Disse alla Campan di essere chiara, non le piacevano più i brillanti, preferiva incrementare le proprietà di Saint Cloud e non aveva interesse a acquistare un nuovo monile, avendo sufficienti preziosi, il tesoro reale e le perle grandi come mandorle di Anna d’Austria, famose e celebrate in tutta la cristianità.
Peccato che avesse torto, non era stato creato nessun collier e non si stava cercando di venderle nulla, Boehmer si riferiva al fantastico collier dello schiavo ed era convinto di averlo venduto a lei.
Il cardinale voleva conquistare il favore della regina, che non lo degnava di un saluto e .. la sua mira era divenire primo ministro, come Mazzarino, come Richelieu -Il 15 agosto 1785 vi è stato un incontro tra Rohan, Antonietta, il re alcuni ministri …lo hanno accusato di avere acquistato i diamanti, che ne aveva fatto e il cardinale ha detto di averli consegnati alla regina per il tramite della contessa Jeanne Valois, che gli aveva consegnato una lettera da parte di lei.. il biglietto era indirizzato alla contessa, con il conferimento dell’incarico e firmato “Maria Antonietta di Francia”, il re ha dichiarato che né firma e scrittura erano quelle della moglie.. il cardinale ha detto di averla incontrata in segreto, grazie ai buoni uffici della Valois, nel boschetto di Venere e di avere ricevuto una rosa, mi sa tanto di commedia, come nel Figaro,la commedia,  che sfotte la nobiltà, invece l’hanno rappresentata nel mese di aprile di questo anno, dopo molte proteste.
Ricorda  tanto la scena in cui la contessa di Almaviva si maschera da cameriera, per sorprendere il marito che prende accordi per un appuntamento galante al chiaro di luna, in dei giardini? Possibile che non abbia notato le somiglianze. E la firma, si sa che i regnati firmano solo con il nome di battesimo, possibile che sia così ingenuo, un principe della chiesa che ignora queste evenienze.. arrestato dinanzi a tutta la Corte poi l’hanno portato alla Bastiglia, mandati di arresto sono stati spiccati contro i conti Valois- La Motte, lo scrivano che ha stilato i biglietti falsi, la sosia della regina, che in verità è una prostituta di bassa lega. Che bazzica vicino a Palais Royal, con un velo e un mantello somiglia davvero a  Antonietta..
Jeanne è anche lei alla Bastiglia, la sovrana pensa poi che una inchiesta non sia sufficiente e ha chiesto che il Cardinale sia giudicato dal Parlamento di Parigi, anche lui si è dichiarato d’accordo, invece di sottoporsi al giudizio del re. Sarà un disastro ..
Il conte La Motte ha portato la collana a Londra, mostrando vari diamanti sciolti ai gioiellieri Grey e Jeffries, dicendo di averli ereditati dalla madre. Chiedeva una cifra così bassa, rispetto al valore, da far assumere informazioni agli acquirenti presso la polizia per sapere di recenti furti.
Nulla di rilievo e venne effettuato  l’acquisto.


Gli arrestati, dal Cardinale Rohan al falsario, passando per Jeanne Valois e la prostituta,  erano tutti molto loquaci, i loro racconti, stampati in migliaia di copie,  viaggiavano per le province, oltre che a Parigi.
 Si  sostiene che la regina abbia obbligato il re a incarcerare Rohan alla Bastiglia per la loro vecchia inimicizia, che la  truffa della collana sia solo una montatura, che addirittura abbia convinto il cardinale a acquistare il monile con le menzogne, per poi mandare i soldi in Austria al fratello imperatore.
La sua impopolarità ha raggiunto livelli da paura, i verbali del processo di Jeanne, poi, contengono di tutto e di più, che Antonietta  abbia avuto una relazione carnale con Rohan, con Jeanne stessa queste sono le dichiarazioni preliminari, vedremo al processo.
Ognuno cerca di salvarsi la pelle, inventando bugie su bugie, vi è poco da stare allegri, gli imputati si possono controinterrogare l’uno contro l’altro, cercando di scagionarsi.
La sovrana, durante l’annuale soggiorno della corte a Fontainebleau, in autunno, si mostrava in pubblico, ostentando indifferenza, insieme a con i suoi figli, altera e maestosa, ma i cortigiani credono davvero che Rohan abbia fatto acquistare la collana per suo conto.
Intanto, il raccolto è stato cattivo e in questo inverno 1785-1786  migliaia di contadini si sono riversati nella capitale, ma i prezzi salgono e la fame aumenta, il pane non basta per tutti.
 
Dopo tre mesi di inchieste  preliminari, il vero processo ha inizio nel gennaio 1786.
Rohan,   dopo avere goduto di molti privilegi, un letto di piume e raffinate pietanze, illustri visite e doni, è stato trasferito in una cella sotterranea della Bastiglia, ma ogni volta che è interrogato ricorda il suo rango indossando tutte le insegne esteriori del suo ruolo, i rossi paramenti, la papalina, la calzamaglia e la berretta.La sentenza dovrebbe giungere alla fine di maggio, gli imputati saranno trasferiti dalla Bastiglia alla Conciergerie, la fortezza adiacente al Palazzo di Giustizia ove poi saranno per ascoltare il verdetto  finale.La regina è di nuovo in stato interessante, peccato che sia molto turbata dalle nuove del processo e dalla attuale moda, le dame di corte che si mostrano con i cappelli alla moda di Parigi, ovvero berrette “Cardinale di paglia”, arricchite di nastri rossi e gialli, un riferimento al pagliericcio ove si dice dorma Rohan, in una cella fredda.I libelli trovano ulteriore e fertile terreno, perché bijoux, gioielli, è una parola in gergo che indica i genitali femminili.
 
Il 31 maggio 1786 vi è stato il verdetto, la finta regina è stata assolta, il falsario condannato all’esilio e alla confisca dei beni, mentre i due coniugi La Motte, il marito sempre contumace, alla fustigazione, alla marchiatura e all’ergastolo a vita, mentre il cardinale..
Assolto, la punizione erano pubbliche scuse per avere creduto che la regina lo volesse incontrare di notte, richiedere il perdono del sovrano, lasciare i suoi incarichi a Corte, donare ai poveri una ricca cifra, ma era libero, si era creduto alla sua buona fede e alla sua ottusaggine.
Era considerata legittima, in via implicita, la sua convinzione che la figura velata fosse Maria Antonietta, che si rivolgeva confidente, ovvero una accusa sullo stile di vita della regina.
Rohan era vestito di viola, la tinta del lutto per un cardinale, intorno a lui 18 membri della sua famiglia, vestiti di nero, mentre ascoltava il verdetto, sempre più sollevato mentre le parole erano pronunciate.
Jeanne Valois venne vergata 20 volte, dinanzi a molti spettatori, marchiata con la v di voleuse, ladra, poi condotta alla Salpètriere, per scontare la condanna all’ergastolo.
In quel carcere presso cui riceveva visite su visite e doni da tutti, anche dai nobili più altolocati, che Antonietta aveva mancato di ricevere negli anni, acclamata e osannata come innocente vittima.
In effetti, ai più  Jeanne appariva la vittima sacrificale, un povero agnello immolato per coprire i crimini dell’Austriaca, la disgrazia della nazione.
 
Ha pianto per ore, ha riferito Madame Campan,  affranta e incredula, saputo il verdetto, mentre il re ha dichiarato che il Parlamento ha preferito vedere in Rohan solo il principe della chiesa, mentre nei fatti era solo un uomo avido con bisogno di denaro.
Nuovi libelli su libelli, dalla lista di tutti gli amanti della regina, dalla Polignac alla Lamballe, passando per il cognato conte d’Artois, fino a tutte le tribadi di Parigi, i colloqui tra Antonietta e Rohan, un bordello e via così.Madame Vigee Le Brun fece togliere un reale ritratto dall’ Accademia e nella cornice vuota venne rinvenuto un biglietto, con su scritto “Ecco Madame Deficit!”; prima l’ironia, infine il nuovo insulto.
 

 

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Capitolo 16
*** Scars ***


Il 9 luglio 1786 nacque una principessa, Sofia Elena Beatrice, Luigi XVI, suo padre, ne fu molto lieto quando disse al conte Aranda, ambasciatore spagnolo, che era una bimba, altrettanto l’interlocutore accennando galante alle prospettive matrimoniali della nuova Figlia di Francia.
Fin da subito la neonata apparve fragile, mentre il delfino aveva continui attacchi febbrili, Antonietta era sempre sdegnata per l’oltraggio subito dal suo onore, il conte Mercy riferì in Austria che riteneva di non poter essere risarcita in alcuna maniera del dolore edel disgusto provati.
Intanto, Luigi XVI si dedica in modo eccessivo alla caccia e ai pasti abbondanti, le malignità contro di lui si moltiplicano, è ingrassato in maniera copiosa e pare che abusi troppo di vino e distillati.
 
 


 
(FELIPE)
A ogni risveglio, annuso l’aria, scruto la tinta turchese del cielo e i messaggi delle nuvole.
Sono vivo.Sono libero, il male alla schiena e alle ossa, pace, si supera.
Mi hanno catturato, fatto prigioniero, mi sono finto muto, uno stratagemma concordato, anche quando hanno mi hanno preso a calci,sulla schiena, sugli arti, picchiandomi, ho evitato di urlare e scoprirmi.
Ho attinto, stoico, dai ricordi, poco importava il ferro che sfrigolava vicino alle mie carni straziate e livide.
Lo sapevo di rischiare, pure..Si sono arresi, che non vi è gusto a torturare un prigioniero che non si lamenta.Non pensi che succeda fino a quando non capiti nel mezzo.
Le Chemin.Frammenti, Una cella fetida, il non conoscere il passare dei giorni e delle notti sopra di me, io sono Felipe Moguer, diventato nelle battaglie conte di Rostov, principe per matrimonio
Sperando che Francisco,mio fratello, approdato di nascosto,alla zitta, si allarmasse non trovandomi al posto convenuto, un rendezvous per la raccolta di informazioni, una precauzione minima, sguinzagliando chi di dovere per trovarmi.Non sono evaso, a un dato punto, ringraziando la corruzione ottomana mi sono ritrovato condotto fuori dall’antro, i ferri ai polsi, la barba che mi ricopriva le guance, sbattendo le palpebre per il riemergere nel sole.
 
  • Molto bene. Mi sembra adatto alla bisogna.
  • Come volete, non ho disposizioni e il tasso di morte è ben alto e..
  • È muto, vero?
  • Non ha emesso un fiato quando gli abbiamo avvicinato i ferri roventi all’addome.. è muto, forse  è sordo, è scemo.. sicuro, magari qualche riccona se lo teneva per il suo piacere, sembra un toro da monta, è ben vigoroso.
  • Comunque, garantite che l’aspetto è decente? È magro e puzza …
Una conversazione in francese tra il capo delle guardie e Francisco, il primo dei figli del dragone e della torre. Sul tavolo una pila di monete d’oro.
Anni di addestramento ci hanno evitato ogni segno di intesa e riconoscimento,
 
  • Vediamo …- Ogni moneta un passo verso la mia libertà.
  • Sono tutti, è un piacere trattare con voi.
  • Grazie, io.. – Mi azzardo a aprire bocca quando siamo in carrozza, diretti verso il porto, una nave battente bandiera francese ci porterà via.
  • È stata un’impresa trovarti, lo sai. Come è successo? Hai un aspetto orrendo.
  • Una randellata sulla nuca e quattro contro uno. Mi hanno torturato e non ho parlato, mi sono finto muto.
  • Ti hanno preso tre mesi fa, Felipe…
  • Preferisco dimenticare, credimi, le torture, penso ci sia stata una soffiata e..
  • Quando non ti sei presentato al contatto, le ricerche sono scattate subito, mi è preso un colpo e..
  • Sei stato freddo.
  • Avrei buttato giù la prigione pietra su pietra.- Infatti, al di là dei nomi e dei titoli siamo fratelli
  • E tu eri contrario che facessi parte pure dell’ingaggio..
  • L’emotività causa spesso dei guai e sei giovane, ventitré anni appena …
  • Come no, mia madre a vent’anni …
  • Scusami, io …
  • Straparli, lo so .- Mi infilo nella stiva e esco solo quando siamo in mare aperto, celebrando la mia liberazione con un bagno, un bicchiere di vino e la rasatura.
Faccio una smorfia scrutando il viso, sono rimaste della cicatrici sulla fronte e la guancia sinistra, ero legato mani e piedi a un tavolo quando hanno inciso la pelle con un coltello, ho inarcato il torso per il dolore, senza urlare.
 
  • Che ti è successo?- scostandosi dal mio abbraccio, il viso del dragone è una maschera livida.
  • Mi hanno preso e se non era per Francisco ero morto, credimi.
  • Racconta.
Mi sfiora la guancia con le dita, sembra sul punto di svenire.
Per me e suo figlio, che abbraccia con foga.
È il mese di ottobre 1786, per l’ennesima volta sono a Parigi, ho ripreso un po’ di peso e la pelle un minimo di colore.Sussurro che suo figlio, mio fratello, è giunto a Costantinopoli in questa primavera e che..Rabbrividisce, lo zar Pietro, quando si infilò come spia nel suo quartier generale, spaccò la mascella e slogò una spalla, buttandola poi in mezzo alla neve, la ripresero Malcomess e la zarina per i capelli, in senso proprio e letterale, è piena di cicatrici su braccia e gambe, ha rischiato le penne in più di una occasione e.. Giugno 1762, le successive cacce ai pretendenti, Pugacev e si preoccupa per noi..
Racconto tutto, il fuoco che guizza sulle pareti coperte da un delicato motivo argento e azzurro, l’orologio di bronzo batte, delicato, le sei.
I mobili chiari, dalle linee suntuose e leggere, i libri ammucchiati sul tavolo, le stanze di Catherine, vicino a Versailles, dove ci siamo riuniti.
Giuseppe II e la zarina hanno stretto una alleanza, credo che il prossimo anno riprenderanno le ostilità. Aspetta, a ripartire, non puoi attraversare a cavallo o in carrozza o per nave mezzo continente, stai tranquillo,se ti riposi non ti imputeranno tradimento alcuno, sii discreto e …
 
Caterina II invecchia, come tutti, senza cedere una iota del suo potere, la sua sete di espandere i territori si è allargata con l’età, l’alleanza con il sovrano austriaco, Giuseppe II, contro il turchi ha questo reciproco fine.
Il re di Francia si tiene occupato con gli affari di stato, la regina trascorre molto tempo con i figli di Francia, vuole ribadire di essere una madre, non una puttana infida e libertina.
Ha commissionato un ritratto a madame Vigèè Lebrun, lei e suoi quattro figli, la graziosa Madame Royale, sana e robusta, con le guance paffute come il duca di Normandia. Un contrasto con il delfino, che è pallido e afflitto per le continue febbri, per Madame Sophie, che è molto piccola per la sua età.
Indosserà un abito rosso granato, con un cappello di piume in tinta, bracciali ai polsi, orecchini ma nessuna collana, un fatto intenzionale …
Una Sacra Famiglia, la madre e i suoi figli, un contrappunto a una satira costante, che vede il re come un paziente San Giuseppe..






Le rose di serra gettano un fumoso profumo, riemergono i ricordi.
Il sapore della sua pelle,il mio Alwx,  un ritorno a casa, un momento di requie, la stretta precisa delle mani e dei polsi, di nuovo noi.
December 1786
Ho sentito di Calonne, il ministro delle finanze, quest’anno si è recato dal re a Fontainebleau con una idea, proponeva di riscuotere di istituire una imposta sulla terra, da prendere in natura, al tempo del raccolto e non in denaro.. e che le tasse siano pagati da tutti, Chiesa compresa, esonerando solo i più poveri. E di istituire assemblee provinciali per governare meglio a livello amministrativo.
Nobili e Chiesa ad ora non pagano nulla.. Non occorre essere veggenti per prevedere una ferrea opposizione e .. .Per ora sono idee, da convertire in legge e per il mese di febbraio 1787 si parla di costituire una assemblea formata da 150 notabili, aristocratici, vescovi, sindaci e pubblici dignitari di tutta la Francia, per approvare queste riforme.
Le nocche si stringono, un preludio di bacio e..
In some place outside here I am looking for you, trying to find you again, even if I found you here, and you're beside me,  I'll find you in other millions times, because my beloved, my love has no end..
Sei nelle ossa e nel sangue, ti piaccio, come sempre e più ancora che ai tempi della nostra giovinezza armoniosa, siamo noi che torniamo, senza orpelli, una perduta primavera, ieri come allora…


La zarina Caterina II di Russia ha compiuto una suntuosa e trionfante visita in Crimea con il suo alleato Giuseppe II di Austria, e si parla di inquietudini e di una nuova guerra per mare, contro i turchi.

L’assemblea dei Notabili ha prodotto alcuni tagli simbolici, risparmi sulle spese della famiglia reale e delle case civili, licenziamenti, tagli del personale, ma non sono stati conseguiti cambiamenti di rilievo sulle finanze ..Il conte di Fersen continua a dividersi nei suoi incarichi militari, ma dal mese di marzo 1787 dispone di un alloggio meno precario, la regina ha ordinato che al suo appartamento a Versailles fossero apportate delle modifiche, in modo da ricavare un alloggio per lui, in una stanza è stata installata una grande stufa svedese di maiolica, operazione registrata con minuzia dal Servizio degli Edifici Reali.
E si registra un consumo smoderato di macarons negli appartamenti della regina.
Tre o quattro volte per settimana, Antonietta si reca a cavallo da sola nei pressi del Petit Trianon, Hans che la precede.Sono osservati e le assenze annotate, ma non importa più nulla a nessuno dei due, anche se fomentano un vero scandalo.Il re si rifugia con passione nella caccia, fino a rimanere esausto, come una fuga, mentre quando è in riunione con i ministri spesso si addormenta, continuano a girare le solite voci che sia fatto ubriacare con intenzione dalla regina, così che per metà del tempo è alticcio, per l’altra metà a caccia, in fuga.
Tra le mani un mazzo di fragranti giacinti, i fiori del dolore, per la mitologia della antica greca, il profumo del miele dei petali e il sale della pelle, appena più forte di quello di una mandorla.
Ambra e miele e grano, il dono dei re Magi, raro come le rosse rose di Pieria cantate da Saffo..
 

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Capitolo 17
*** Amarantine ***


 Con l’arrivo della primavera, la primavera del 1787, scruto gli oggetti per la mia toilette in tartaruga, argento e cristallo, le bottigliette dei miei profumi e..
Lo specchio che non è un nemico da evitare.
Con gli anni preferisco la semplicità dei vestiti maschili, non uso più il belletto o le parrucche, riscoprendo una maggiore freschezza ..
E lo specchio lo conferma, nonostante le rughe e qualche spruzzata di grigio tra le ciocche, mi vedo sempre bella, senza età, nonostante il tempo trascorso e gli affanni o forse mi vedo con gli occhi di Alex, il mio leone.
 
Affanni che gravitano sulla regina Antonietta, sempre più vituperata, criticata e odiata .. Il delegato prussiano,il barone Goltz, rileva che la sovrana ha abbandonato il suo frivolo circolo privato e si occupa degli affari di stato, ma senza grandi risultati..
Vi è molto da riflettere, ma lei cerca di fare qualcosa, mentre gira voce che Luigi XVI vada ogni giorno a piangere nei suoi appartamenti, paragonandosi a una nave alla deriva..
Non che abbia grandi idee, Antonietta, su come raccogliere i soldi, racconta di un suo avo della Lorena che, andando in chiesa, dopo avere detto la cifra che gli occorreva una certa cifra che gli occorreva, si toglieva il cappello e aveva subito quanto gli era necessario ..
Nel maggio 1787, dopo il fallimento dell’assemblea dei notabili,che venne sciolta a fine mese, Calonne è stato allontanato e le Finanze sono state affidate a Brienne, arcivescovo di Tolosa, prediletto della regina, e certo insieme governeranno la nave alla deriva, dato al re non sta simpatico, lo ritiene poco ortodosso in materia di religione, nonostante il rango ecclesiastico, ma la sua nomina è un chiaro segnale della sua prostrazione ..Brienne non ha una buona salute, è deturpato da un eczema lo deturpa e suscita la repulsione di Luigi, per alcuni è arrogante e taciturno, per altri un “tipo abile e scaltro”, ma queste doti possono rivelarsi utili …
Comunque, affermare che goda delle simpatie di Antonietta è un modo per affossarlo, data la sua estrema impopolarità, ripeto …
All’Opera viene fischiata dai parigini, che applaudono frenetici l’invocazione nella tragedia “Athalie” di Racine, ovvero “Svergognate quella regina crudele”.
Si cercano di ridurre le spese con dei tagli, riducendo che ne so dei posti, per evitare degli sperperi, ma la mossa non pare un granchè, tutto il male deriva dalla Regina e solo da lei, detta “Madame Deficit” con estremo sarcasmo.
Questa riduzione delle spese è contestata dai nobili,che considerano i privilegi acquisiti ormai inamovibili .. Benseval,uno degli intimi della cerchia della sovrana, giudica disgustoso che qualcuno possa perdere così una sua “proprietà”, ripete che eventi del genere accadevano una volta in Turchia e basta, ma queste economie non risolvono il problema di fondo.
Le spese per la Corte ammontano a meno del 10% del bilancio totale dello stato, mentre il pagamento degli interessi sul debito pubblico ne assorbe il 41%.. Come osservi tu, Oscar, conclusa l’assemblea dei notabili che non ha raggiunto nulla, l’esigenza che venga modificato il sistema delle tasse e dell’amministrazione, appare incombente e non più rimandabile.

Il ritratto commissionato a Madame Vigèe Le Brun, di Antonietta insieme ai suoi bambini, è stato fatto allo scopo di presentarla come feconda “Madre dei Figli di Francia”, non come la rovina della nazione..
Vestita in velluto rosso bordato di pelliccia nera, con un pouf ornato di bianche piume, è regale, magnifica, con indosso orecchini e intenzionalmente nessuna collana..
La collocazione dei suoi “monili” è studiata con cura, Madame Royale si protende sollecita verso sua madre, il delfino indica la culla con dentro Madame Sophie, il duca di Normandia, vestito di bianco in cui spicca la fascia azzurra dell’Ordine di Saint Esprit è sulle ginocchia della madre ..
Una sorta di Sacra Famiglia.
Il quadro è stato studiato in ogni dettaglio, ma i suoi componenti non hanno avuto molta fortuna.
La piccola principessa Sophie è morta il 19 giugno 1787, a nemmeno un anno di vita, dopo quattro giorni di convulsioni, pare causate dalla crescita dei dentini e alle cattive condizioni dei polmoni, che in base all’autopsia sono apparsi poco sviluppati.. il suo ritratto nella culla è stato tolto e il piccolo delfino indica un posto vuoto, un triste monito.
 
E le condizioni di salute del delfino peggiorano, ha febbri ricorrenti che lo rendono delicato, magro e senza forze, ed è l’erede al trono ..
 
Comprendo Antonietta nel suo lutto, e la capisco, nell’estate del 1757 ho perso la mia prima figlia, un dolore che ancora non è svanito … E ogni anno affido una rosa bianca alla corrente, per non dimenticarla.
E pare appena l’eco di ieri, di un tempo trascorso, spero non invano
 
Novembre 1787.Torna l’amarezza, si veste di amaranto ..Al pari di un tramonto, screziato di rosso e oro, il bagliore del mare e della nostalgia, le stelle tremano nell’attesa..
Predomina l’amaranto, indefinito, uno smorto colore ..
Come l’autunno, una morte stagione.
Felipe, principe di Rostov-Raulov, contro i turchi …

Le ostilità.Rotte nel mese di agosto e settembre 1787,  la Turchia chiede alla Russia la restituzione della Crimea ….. L’ Ambasciatore russo rifiuta e viene chiuso nelle Sette torri …
Scontri con la flotta …
Raccolgo le dita contro la brocca di vino, un effimero oblio, il rimorso non mi reca tregua ..
E sono  e mi sento sola, una vuota buccia, un cavaliere caduto dopo uno scontro che saggia i quattro arti, li flette, ancora non sapendo se si sono rotti o meno ..
Ancora sparsi ricordi, il rombo del mare e ..
Mi sento un vuoto profilo di ombra contro vetri troppo opachi .. .
E il caos fuori e dentro di me ..

Da un dispaccio del dragone alla Zarina di tutte le Russie; “.. il raccolto della fine estate del 1787 è stato pessimo .. il Re, per dare esempio, ha cercato di ridurre il seguito e i lavori di ristrutturazione di Saint Cloud sono stati lasciati … I pettegolezzi e i libelli contro la regina perseverano … nel mese di novembre 1787, il Re ha convocato il Parlamento di Parigi  per una seduta reale, in cui il ministro delle Finanze ha chiesto il consenso per un editto che autorizzasse il Tesoro a contrarre un prestito di 450 milioni di lire nel corso di 5 anni successivi, per mandare avanti il governo .. Un solo uomo si è opposto, ovvero il duca di Orleans .. poi esiliato ..
E l'alba bagnata di rose e brina bussa ai vetri, il sole ancora sorge ..
 

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Capitolo 18
*** Time after time ***


Da un dispaccio del dragone .. “ … l’8 agosto 1788 è stato annunciato che saranno convocati gli Stati Generali, la  prima volta dal 1614 .. Resta il problema della loro composizione ..  .. è stato nominato Necker come controllore delle Finanze il 26 agosto 1788 .. Brienne si è dimesso, dopo che aveva annunciato che il Governo non avrebbe più onorato in contanti i debiti, ma bensì con cambiali a un interesse del 5 per cento .. Il clamore è stato immenso  .. Germaine, la figlia di Necker, fresca sposa dell’ambasciatore di Svezia, De Stael, ha affermato che la nave dello Stato è stata posta nelle Sue mani (di suo padre,  Necker) ma che teme un  prossimo naufragio, nonostante la sua fervida ammirazione di figlia.. . I libelli contro la Regina continuano ..  Va segnalato l’episodio che si è svolto a Grenoble questa primavera, quando vi è stata una giornata di folle violenza, quando un cappellaio è stato trafitto senza motivo alle spalle con una baionetta .. A Digione, Tolosa e Rennes si sono verificati ulteriori disordini, dopo che Luigi XVI aveva disposto lo scioglimento del Parlamento di Parigi ..
.. la nomina di Necker ha fatto cessare le agitazioni parigine.. Sul momento non saranno introdotte riforme, se ne riparlerà con la riunione degli Stati Generali .. Comunque, Necker ha ottenuto credito e il Tesoro ha i fondi necessari per continuare a funzionare .. La Regina ha insistito per richiamare lo Svizzero ma, lungi dall’essere orgogliosa, ha timore.. Sostiene che il suo destino è portare sfortuna, se lo svizzero fallisce o scalza l’autorità del re Sahara ancora più odiata (almeno così racconta il Conte di Mercy nei suoi rapporti a Vienna). ..
Questo in privato ..l’evento mondano dell’estate 1788 a Versailles è stata la visita dei tre inviati del sultano indiano Tippu Sahib giunti in Francia per chiedere aiuto contro gli inglesi..
Hiver 1787-1788
My lips are still red, sometimes I feel young like the Spring ..annoto con fredda precisione, scrutandomi senza vanità, le rughe tenute a bada dalle creme e dalle lozioni.
Le ciocche con pochi fili bianchi, una opinata fortuna, il corpo snello e magro.
Siamo sempre noi, rideva Alex, il dragone e il dorato leone, agenti a riposo, diciamo, osservatori che mandano dispacci, elementi di raccordo, dopo tanti anni il servizio attivo non ci è più richiesto…
Tolgo l’eccesso di lozione con una salvietta, torno alla scrivania ingombra di carte e libri, un mazzo di fiori secchi che domina un angolo, rose bianche, un gentile omaggio di Alex..
 
Il mio Alex. 


Sono passati anni, molte stagioni, ancora siamo insieme, scelti a vicenda, una follia … che continua.
 Come Xavier ha scelto il suo piacere, la lontananza e così sia ci siamo dilaniati e feriti a vicenda, né vinti o vincitori, solo le glorie di un passato da eroi (come ama dire la zarina) e due figli …
Non lo so se il nostro matrimonio è andato come andato per colpa di noi che non abbiamo saputo colmare la distanza o di altri ..
Abbiamo trovato un equilibrio ..
E lasciarci è stata una forma contorta di amore, per quanto ..


It’s over … I know it.
 
E una parte di me continuerà ad amarlo, ma il mio cuore è stato spezzato troppe volte da lui e così eccoci qui lo ho lasciato andare come lui ha lasciato andare me, alla fine ..


Già, una volta un re (della Persia? Delle Indie?) commissionò a uno studioso un libro che raccontasse il senso della vita, e il saggio provvide, annottando in copiosi volumi e chiedendo via via udienza, ma il Re non aveva tempo da perdere per leggere e gli chiedeva di ridurre ..
Alla fine, il Re era in punto di morte e il saggio gli riassunse tutto in poche parole: nacque, visse e morì ..
In sintesi, così è l’esistenza …

In un estremo riassunto, sono nata e sto vivendo, la morte, tante volte sfiorata, spero che giunga il più tardi possibile ma non potrò sottrarmi all’appuntamento, per quanto mi piaccia l’idea impraticabile di giungere in ritardo ..
 
Sono sempre curiosa, amo leggere, viaggiare e.. amare.
Ieri come oggi e come sarà domani, per sempre io.
Catherine Claude Isabel.
 
Con lenta sicurezza traccio le parole, un facile esercizio, ecco …” …la confusione nelle finanze, l’assenza di ministri competenti .. un bisogno di libertà che preme e lievita senza posa .. e tutti i ceti della società vogliono  un cambiamento, ma non hanno idea di cosa chieder e come organizzarsi … il ministro Leomenie di Brienne, la cui salute vacilla, è vituperato e malvisto da tutti .. A fine settembre 1787 giova ricordare come l’esercito prussiano abbia varcato le frontiere dei Paesi Bassi e occupato le province Unite e la Francia, che non ha fondi per pagare i soldati non ha potuto mandare un esercito in soccorso .. Si teme, in caso di attacco, l’impotenza della Francia ..  In questa situazione, la Regina è oberata dalle preoccupazioni per la salute del figlio maggiore, il delfino. Ha una spalla più alta dell’altra, la schiena con le vertebre sporgenti e fuori squadra, soffre di continue febbri, è magro e debole .. Si parla di  un soggiorno al castello di Meudon per la convalescenza .. hanno già approntato quanto di competenza per renderlo più gradevole e si dice che dalla spianata del castello si goda la vista più bella d’Europa.. Di sicuro, il delfino godrà a Meudon maggiore tranquillità rispetto a Versailles o Saint-Cloud .. La regina spera nella sua ripresa, è il suo amato figlio primogenito ma negli ambienti vicini alla Corte si parla del suo secondo figlio, il duca di Normandia, che gode di ottima salute ed è una fortuna, pare più adatto a regnare e .. ( odio scrivere queste cose.. mi ripugna..) .. Vivrà più  a lungo, rispetto al fratello maggiore …

(ALEX)
Sei stupenda, annoto, ignorando volutamente i lunghi preparativi …
Un vestito dalle sfumature color zaffiro,che riprende le sfumature degli occhi leggendari, diamanti ai polsi e alle orecchie, tra i capelli morbide perle, è avvenente e regale come mille anni, al medio della destra il mio anello ..
Lo zaffiro, la pietra della fedeltà, della costanza, solo un pallido riflesso dei tuoi occhi mio dragone..
Stasera mio fratello Richard ci ha invitato a cena, è membro dell’ambasciata britannica e vogliamo parlare della situazione attuale, della guerra tra Russia e Turchia, ben difficilmente la marina farà qualcosa fino all’inizio della stagione primaverile..
Non expedit, non conviene, detto alla latina ..

Ti amo, Catherine incomparabile, fino alla fine dei miei e dei tuoi giorni e oltre ancora.. .
Mi scruti, un sorriso profondo e remoto.
My beloved, my immortal ..
My sin and my love, my only love ..

È il mese di gennaio 1789, la salute del delfino non trova requie, è rachitico, oltre tutto ha la spina dorsale deformata, pesa assai meno di quanto sarebbe congruo per un ragazzino di sette anni ..
È in crisi, come la Francia ..

Un apparente miglioramento e poi una nuova crisi ..
L’inverno è freddo, settimane sotto zero, senza tregua ..


Neve in ogni dove, tanto che gli spazzacamini non hanno rimosso i rifiuto che si sono accumulati e emanano un fetido odore ..
La Senna si è coperta di ghiaccio .. Niente la naviga e le provviste di grano non circolano, così che è impossibile fare il pane, tanto che il prezzo di una pagnotta è salito a 14 sous, una cifra iperbolica ..
Cantami o diva del Pelide Achille l’ira funesta ..
Scorro l’Iliade, senza pace, pure se continuo ad amare l’Odissea senza rimedio ..
La sera primaverile avanza, il caldo rende torpidi e senza respiro ..
Acuto il profumo di fiori, come immagino siano acute le voci dei membri dei vari Stati che non trovano accordo su come votare..
Per stato o in base ai membri ..
Entità separate o in base al numero dei deputati …?
Su classe sociale o su base personale ..
E il tempo scorre ..

Ripenso alla fine di aprile, quando è scoppiata a Parigi una rivolta, in seguito alla presunta decisione di un fabbricante di carta da parati, Reveillon, di abbassare i salari .. un malinteso, ha chiosato Oscar, voci confuse che hanno cagionato una rivolta.. Sono cadute trecento persone, prima che le truppe disperdessero la gente..
E il Governo si è convinto che Parigi sta diventando ingestibile e la gente di Parigi che il governo userà i soldati contro il popolo ..
Intanto, a Parigi continuano i tumulti, il prezzo del pane cresce e si teme una carestia.. Le urla contro i ricchi e di lode verso la libertà e la democrazia risuonano nelle piazze.

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Capitolo 19
*** Dragonheart ***


Chi  è la più stordita del reame????
Verrebbe da domandare come sopra a Antonietta, che è assente e distratta, almeno a opinione dei più, tranne che la vera, intima ragione sono le precarie condizioni di salute del delfino ..
Che è magro, afflitto da dolori senza fine, le costole deformate che premono sui polmoni, che combatte per ogni respiro ..Sta morendo, a Meudon, mi riferiscono che è così debole da non potere più camminare da solo, se non sorretto ..

Il 2 giugno le campane di Notre Dame hanno iniziato a rintoccare la veglia funebre..
Luois Joseph, dauphin de France, futuro Luigi XVII, è morto il 4 giugno. alle una di notte tra le braccia di sua madre, subito allontanata per esigenze di etichetta.
Dai giardini di Meudon sorge il profumo fumoso di rose, gelsomino e glicine. .


Il 6 giugno, il deputato di Parigi, Bailly, scelto come portavoce, ha avuto una udienza con Luigi XVI, riproponendo la questione del voto, tanto che il Re ha chiesto con tristezza se non vi fossero padri nell’assemblea del Terzo Stato.
Non vi sono i soldi per il funerale, dovranno fondere l’argenteria per farvi fronte ..Il cuore del delfino è stato portato al convento benedettino di Val de Grace, il suo corpo nella cripta di San Denis, ove riposano i suoi avi, la piccola bara coperta da un drappo d’argento, su cui erano posate la corona, la spada e le insegne del suo rango, passate ora a suo fratello minore, Luigi Carlo, duca di Normandia, ora nuovo Monseigneur.
Sia lui che la sorella, Madame Royale, hanno pianto quando hanno appreso della morte del fratello.

Antonietta è devastata dai fantasmi, dall’insonnia, dai cattivi pensieri.
Ora si è convinta di portare sfortuna e osserva che il troppo dolore rende superstiziosi. Madame Campan, ha riferito che una sera, appena dopo i funerali, si sono spente senza alcun motivo apparente due candele al pari di una terza .. La Regina le ha intimato di stare ferma, osservando che, ove si fosse spenta una quarta candela, lo avrebbe interpretato come un funesto presagio.
Così è stato.
Incipit trogedia ..
Da un dispaccio del Dragone del luglio 1789 alla corte di tutte le Russie “.. mentre i sovrani erano in lutto e ritirati a Marly per piangere la morte del delfino, si sono verificati tutta una serie di stringenti eventi.  Il 10 giugno, i membri del Terzo Stato ha invitato gli altri due ad accantonare il voto per entità separate per arginare il governo assente e i tumulti popolari, tanto che il 15 molti membri del clero si sono uniti al terzo Stato, che il 17 giugno si è costituito come Assemblea Nazionale, che ha dichiarato illegali tutte le imposte in vigore. Il duca di Orleans e Lafayette si sono dichiarati a favore.. Scopo ultimo della novella Assemblea è quello di dare una costituzione alla Francia, sul modello degli Stati Uniti ..
Il 18 Luigi ha convocato una riunione per il 23, onde dirimere la questione .. Comunque, dato che la sala ove si sarebbe dovuta tenere la riunione non era idonea e necessitava di lavori preparatori, i deputati non avrebbero potuto riunirvisi e il 20 sono stati avvisati ..
Per dare maggiore enfasi, le porte erano state sbarrate .. Pioveva e i deputati sono andati nella Sala del Gioco della Pallacorda, ove hanno giurato che non l’Assemblea non si sarebbe sciolta se non dopo avere avuto la Costituzione . .”
Torno al dispaccio “…il deputato Mirabeau ha dichiarato a proposito del  Terzo Stato costituitosi Assemblea Nazionale che sono lì per volere del popolo e che se andranno solo con le baionette .. Intanto truppe e truppe affluiscono da tutta la Francia. Intorno a Parigi ..”
La memoria si srotola al 1762, quando la zarina prese il potere e gli immortali cominciarono la cavalcata..
Luigi XVI desidera fare realmente il bene, ma non ha il genio o l’educazione per comprendere quale sia questo bene . . lo affermo io come G. Morris, inviato degli Stati Uniti d’America che osserva gli eventi.
L’11 luglio 1789 Necker è stato licenziato, disordini e rivolte si sono molteplici come fiammelle scaturite da un acciarino .
Barricate e assalti ..
I ricordi sembrano lame ..
Il puzzo del sudore, l’estivo meriggio che batteva sui polsi.
Il 14 luglio 1789 la Bastiglia è caduta, abbattuta colpo su colpo ..
Polvere e fumo
Libertè a tojours ..
Una volta, ho creduto in un sogno e ci ho creduto di nuovo ..
Siamo la storia..
Senza nome preciso ma sempre la Storia . .
14 July 1789.Quando hanno recato la notizia a Versailles Luigi XVI dormiva e ha esclamato che era una rivolta, il messaggero che lo aveva svegliato ha ribattuto che era una rivoluzione ..
Nel suo diario, poi Luigi in questa data ha segnato un Rien di magistrale laconicità intendeva che non era stato a caccia, i posteri leggeranno ben altro ..
Il conte d’Artois e la sua famiglia, Madame Polignac e molti altri sono partiti già a partire dal 15 luglio, dopo che il re si è recato a piedi a visitare l’assemblea nazionale a Versailles, Mirabeau che ha bloccatoi primi applausi, affermando che il silenzio del popoloè una lezione per i sovrani ..
Necker si è reinsediato, per il solo dirimente motivo che così vuole il Popolo ..
È salito in auge il tricolore, bianco, come il colore dei Borboni, che separa il rosso e il blu, i colori di Parigi .Il 17 luglio poi Luigi si è recato a Parigi approvando la situazione de facto creatasi, ha bofonchiato qualcosa circa la circostanza che il popolo sempre potrà contare sul suo affetto .. E il gesto più forte è stato il mostrarsi dal balcone del Municipio con la coccarda tricolore, che Bailly, già deputato e ora novello sindaco della capitale, ha definito “emblema distintivo della Nazione francese”sul tricorno.
Lo hanno portato in giro come un orso addomesticato ..
L’estate della Grande Paura e delle rivolte .. in cui si dà la caccia ai nobili invece che alla selvaggina, che ironia ..La Guardia Francese è diventata la Guardia Nazionale, capitanata da La Fayette, suo simbolo il tricolore di cui sopra ..
Il 4 agosto l’Assemblea ha abrogato i diritti feudali ed il 26 ecco la luminosa Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del Cittadino, che sancisce i diritti inalienabili degl’individui, rivendicando uguaglianza e libertà politica ..
Il governo esiste per il bene dei governati, tutti gli uomini sono liberi e uguali, resistere contro la tirannia è diritto di ogni libero cittadino .. Article Premier.
Les hommes naissent et demeurent libres et égaux en droit; les distinctions sociales ne peuvent ètre fondeesque sur l’utilité commune …
L’autunno del 1789 ha portato l’ennesima mancanza di farina, rivolte su rivolte .. Il 5 ottobre una massa di popolane ( e di uomini vestiti da donne) si è recata a Versailles chiedendo il pane e che il re si stabilisse a Parigi ..La situazione è sfuggita di mano, le discussioni non sono servite a nulla ..
Il 6 ottobre la folla ha sferrato un assalto ..
Volevano uccidere la regina , desideravano il suo cuore e le sue interiora in senso letterale..
Due guardie sono state uccise nella sommossa, erano tutti impauriti e non sapevano quali misure prendere ..Antonietta si è poi mostrata al balcone, dinanzi alla gente, sotto la pioggia .. Inchinandosi ..
E la famiglia reale è andata a Parigi, lasciando Versailles, con la lentezza di un convoglio funebre, ritmato dalle grida.. li precedevano, su due picche, le teste decapitate delle due fedeli guardie ..
A Parigi!il fornaio, la moglie del fornaio e il figlio del fornaio !!...- intendendo Luigi, Antonietta e il Delfino, con la convinzione che adesso il pane sarebbe stato disponibile ..
Sono prigionieri di fatto, controllati dalla Guardia Nazionale di La Fayette e le Tuileries, nuova dimora, sono in uno stato di trascuranza ed abbandono, con polvere e umidità .. un agglomerato di tuguri ..
Sua maestà è prigioniera.. senza più guardia di onore, citando il segretario Augèard a Maria Antonietta il 7 ottobre 1789.
Continuano i libelli contro Antonietta, è infida, libertina e lussuriosa, viene definita la Iscariota di Francia, una lugubre Persefone che affonda gli artigli nel piatto per rubare il tesoro francese, colma di pustole e fetore, crudele senza pari.
Antonietta è una donna che si occupa della sicurezza del marito e dei figli sopravissuti, piegata dai dolori, abbandonata da tutti .. è falso ..
L’Assemblea Nazionale si è trasferita a Parigi, occupando in modo permanente la scuola di equitazione che sorge nei giardini delle Tuileries ..
Il debito pubblico è a quasi 5 miliardi di franchi e Necker non sa che inventare .. E il grande svizzero considera i francesi “un popolo ridicolo”, così è stato sentito affermare in una cena di gala in cui il dibattito politico ha preso il sopravvento ..
Complotti, intrighi , fazioni e messaggi ..
La zarina Caterina ha scritto dalla Russia a Antonietta una lettera in cui la invita a ignorare Parigi e l’Assemblea nazionale, essee al di sopra di ciò “…I  sovrani dovrebbero tirare diritto sul loro cammino senza lasciarsi distrarre dalle grida del popolo, proprio come la luna segue il suo corso senza lasciarsi ostacolare dall’ululare dei cani .. “..
Intanto, sia pure in tono minore i rituali della Reggia continuano .. una farsa nella farsa ..
Con Xavier, che ha portato la lettera della zarina, ci siamo rivisti dopo tanti anni, una vita .. dentro questa vita così lunga.È sempre agile e scattante, gli anni sono stati clementi con lui, iridi di miele e scuri capelli appena venati di grigio, riempiva una stanza intera ..
Cosa vuoi fare, Catherine..?- Dopo i saluti, ormai ci conoscevamo da troppo tempo e le false perifrasi non erano concesse ..E mi lasciava libera, di nuovo, come io avevo lasciato libero lui.
Glielo ho detto e non ha fatto obiezioni, era il suo ultimo dono, dietro tutto era rimasta una scintilla del nostro amore, che era diventato affetto, al termine della passione .. Né vinti o vincitori, solo due persone che cercavano di fare il meglio ..Addio, Xavier ..
 Alex e sua moglie hanno divorziato a Londra nel mese di settembre 1789, dopo tanti tempo sono riusciti a finire la pratica, lei ha riavuto la sua dote, maggiorata degli interessi,e Alex la sua libertà.
Nel novembre 1790 e’ passata la legge sul divorzio in Francia, io e Xavier abbiamo divorziato, rapidi, per mutuo consenso, nel febbraio 1791, ho sposato Alex il mio leone il mese dopo.
  • Mi vuoi sposare Catherine..?
  • Sì .. – Le mani contro la bocca, per soffocare la gioia, ero consapevole del mio destino e lo volevo. Un antico amore di ritorno, due cavalieri insieme ..i particolari del vestito di seta leggera e fumosa.. Indossavo zaffiri,le pietre della costanza e smeraldi..per le foglie di edera delle nostte passate stagioni e .. Glicini e rose e gelsomino.. Lady Catherine Malcolmess../li>

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Capitolo 20
*** My only Queen ***


Una sposa di marzo, attempata, tra i capelli le ametiste, i glicini delle nostre estati, e smeraldi per l’edera ..Al diavolo tutto ..Di un giuramento del clero .. nozze civili o religiose ..So che sono tornata libera e ti sposo, con la consapevolezza degli anni ..Sempre io e te,Alex ..Tuo fratello Richard, alla fine ti ha passato il titolo, ha rinunciato alla primogenitura, sei lord Malcomess, ora sono Lady Catherine Malcomess
Il vestito di satin era morbido come fumo e io ero la primavera..
 
..Sia così. Per sempre noi .E vivrò in Inghilterra..un sogno realizzato.
Come Nicky, che si è sposato alla fine, ha già due maschietti, nati in rapida successione, mentre Francisco, il mio primogenito, non ha ancora messo la testa sule spalle, si occupa di diplomazia, avventure e spionaggio .. è la sua strada, la sua vita da vivere come io ho vissuto la mia
E Xavier suo padre in Russia.
Sono io la tua casa, Alex, lo sai. Lo so, sei la mia regina senza regno, il mio dragone, la mia immortale, per sempre, my dragon, my immortal, fovever beloved.
Dalla giovinezza e il suo splendore, eccoci approdati a questa età di leggenda, il mondo ancora ci appartiene e ti amerò in questa vita e in quella che verrà, in quelle che verranno, mortali ed imperfetti, per sempre noi. It's my life and I don't want to change anything..
De nuit viendra par la forest de Reines,/Deux pars vaultorte Herne la pierre blanche,/Le moine noir en gris dedans Varenne/Esleu cap. cause tempeste feu, sang tranche. Rileggo la quartina di Nostradamus nelle assenze, pensando alla fuga sventata del Re e della sua famiglia a Varennes, nella foresta , il 21 giugno 1791, il lento ritorno a Parigi, la perdita di ogni potere, la caduta all’inferno..Una via crucis in terra, umiliazioni e vessazioni, la discesa di prestigio, come l’approvazione della Costituzione nel settembre 1791, in cui il re aveva una semplice poltrona con dei gigli, invece che un trono ..( E voi Madame siete giunta in Francia per questo, rivolto a Antonietta ..)
E via e via nel profondo del gorgo e dell’umiliazione..La guerra contro l’Austria, ancora assalti e umiliazioni fino alla caduta della monarchia nel mese di agosto 1792, dopo che Antonietta aveva impetrato l’aiuto della Svezia, della Spagna, della Prussia, della sua casa d’Austria nativa .. di un convegno armato tra le potenze..
Ebbero in sorte, il ci-devant Roi ed i suoi, la prigionia nella Torre del Tempio .Alle Tuileries uno spiritoso mise un biglietto, “casa da affittare”
 
 
Luigi XVI è stato ghigliottinato il 21 gennaio 1793, dopo un processo per tradimento, avvenuto dopo che è stato trovato un armoire de fer con documenti precisi e “incriminanti”.. è stato tradito dal fabbro Gamin
La fine di un’epoca, davvero e sul serio.

Poi è stato il turno di Antonietta, dopo averla separata dal figlio, Luigi Carlo, il suo chou d’amour, l’ultimo raggio di sole che le era rimasto, dopo avere perso tutto.
Dalla Torre è scesa per recarsi alla Conciergerie, l’anticamera della Morte ..
 

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Capitolo 21
*** Farewell ***


Ai primi di agosto 1793, la ci devant Reine è stata condotta alla Conciergerie, detta l’Anticamera della Morte del Tribunale Rivoluzionario, ove è stata segnata con il numero 280 nell’elenco delle detenute., accusata di avere cospirato contro la Francia.


Una rozza e umida cella, con scarni arredi, le guardie che la osservano e controllavano è stata la sua dimora, la ruota della fortuna stava per finire i suoi giri, senza rimedio.
Dopo un interrogatorio preliminare, il suo processo ha avuto inizio il 14 ottobre 1793.


Il capo di accusa è stato orrendo, dopo un paragone con le più nefande regine della storia,da Messalina a Frenegonda, passando per Caterina dei Medici, la hanno definita una sanguisuga e una maledizione per i francesi, ecco le note accuse, di avere avuto rapporti con il re di Boemia e Ungheria, di avere inviato milioni all’ambasciatore austriaca, è stata partecipe di un’orgia nell’ottobre1789, ha provocato la guerra civile, fatto strage di patrioti e fatto pervenire piani militari all’estero, ha fatto stampare lei stessa i libelli obbrobriosi di madame La Motte e ..di avere compiuto crimini contro natura, dimenticando di essere una madre, avrebbe praticato “con il proprio figlio, Luigi Carlo Capeto, gli atti di libidine dichiarati da quest’ultimo e il cui nome suscita raccapriccio .. “
 
E la ha confutata,questa accusa,  facendo appello a tutte le madri presenti nella sala del processo, la sola volta che ha perso il controllo, perché è la natura stessa che grida contro una simile accusa verso una Madre. 
Come me .. Come la zarina..

 
 
Antonietta è stata condotta alla  ghigliottina il 16 ottobre 1793, nelle ore che precedevano la mattina della sua esecuzione scrisse una lettera alla cognata, Madame Elisabetta .
Questo 16 Ottobre alle quattro del mattino
È a voi, mia sorella,che scrivo per l'ultima volta. Sono stata
condannata non a una morte vergognosa, essa. non è tale che
per i delinquenti, ma a raggiungere vostro fratello; innocente
corne lui, spero mostrare la stessa sua fermezza negli ultimi
momenti. Sono calma come lo si è quando la coscienza non
rimprovera nulla; ho un profondo dolore d'abbandonare i miei
poveri bimbi; voi sapete ch'io non esistevo che per loro e per
voi, mia buona e tenera sorella, voi che avete per la vostra
amicizia. sacrificato tutto per essere con noi, in che posizione vi lascio!

Ho appreso durante il processo che mia figlia è separata da voi.
Ahimé! povera bimba, non oso scriverle, ella non
riceverebbe la mia lettera; non So nemmeno se questa vi perverrà.

Ricevete per loro due la mia benedizione. Spero che
un giorno, quando saranno piu grandi, potranno riunirsi con
voi e godere interamente delle vostre tenere cure.

Pensino essi a tutto quello che io non ho cessato d'ispirar loro, che
i principii e l'esecuzione esatta dei propri doveri sono la prima base
della vita; che la loro amicizia e la loro scambievole fiducia
ne farà la felicità; che mia figlia senta come sia suo dovere,
data la sua età, aiutare sempre suo fratello con i consigli
dell'esperienza ch'essa ha in piu di lui e che la sua amicizia potrà ispirarle.

Che mio figlio, da parte sua, renda a sua sorella tutte
le cure, i servizi che l'amicizia può ispirare; sentano entrambi,
infine, che in qualunque posizione vengano a trovarsi, essi non
saranno veramente felici che grazie alla loro uinione. Prendano
esempio da noi!

Quanta consolazione, nelle nostre disgrazie, ci
è venuta dalla nostra amicizia, e nella gioia, si gode
doppiamente,quando si puô dividerla con un amico; e dove si può
trovarne di piu teneri, di più uniti che nella propria famiglia?

Mio figlio non deve mai dimenticare le ultime parole di suo
padre che io gli ripeto espressamente: non cerchi mai di vendicare
la nostra morte.

Debbo parlarvi d'una. cosa molto penosa per il mio cuore.
So quanto quel bimbo deve avervi data pena; perdonatelo, mia
cara sorella, pensate alla sua et à e come sia facile
far dire a un bambino quello che si vuole e
anche quello ch'egli non comprende: verrà un giorno, lo spero,
nel quale egli sentirà maggiormente tutto il valore della vostra
bontà e della vostra tenerezza per tutti e due.

Mi rimane da confidarvi ancora i miei ultimi pensieri; avrei voluto
sçrivervi dal principio del processo; ma oltre al fatto che non mi
lasciavano scrivere, l'incalzare degli avvenimenti è stato cosi
rapido, che non ne ho avuto realmente il tempo.

Io muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in
quella dei miei padri, nella quale sono stata allevata,
e che ho sempre professata, non avendo nessuna consolazione
spirituale da aspettare, non sapendo se esistano ancora qui
preti di questa religione, e, anche se ciò fosse, il luogo in cui mi
trovo li esporrebbe troppo se vi entrassero una volta.

Io chiedo sinceramente perdono a Dio di tutti gli errori che ho potuto
commettere da quando esisto. Spero che nella sua bontà, vorrà
accogliere i miei ultimi voti, corne quelli che ho fatto da molto
tempo, perché voglia ricevere la mia anima nella sua misericordia
e nella sua bontà.

Chiedo perdono a tutti quelli che conosco, e a voi, mia sorella, in
particolare, di tutte le pene che, senza
volerlo, ho potuto causar loro. Perdono tutti i miei nemici il
male che mi hanno fatto. Dico qui addio aIle mie zie e a tutti
i miei fratelli e sorelle.

Avevo degli amici, l'idea d'esserne separata per sempre e le loro
pene sono uno dei piu grandi rimpianti ch'io porti con me
morendo, sappiano almeno che sino all'ultimo istante ho pensato a loro.

Addio, mia buona e tenera sorella; possa questa lettera
giungervi! Pènsate sempre a me, vi bacio con tutto il cuore,
così come quei poveri e cari bambini,

Mio Dio! com'è lacerante lasciarli per sempre!
Addio, addio, non mi occuperò piu che
dei miei doveri spirituali.

Siccome non sono libera delle mie
azioni, mi porteranno forse un prete, ma protesto qui che non
gli dirò una parola, e che lo tratterò come un essere assolutamente estraneo.

Contrassegnata da: Guffroy, Massieu, Lecointre, Fouquier-Tinville e Leg[...] (Legot ?).”
 
Venne condotta su un rozzo carro, attraverso una folla plaudente, vestita di bianco, il colore che per le regine francesi è sempre stato associato al lutto.
La lama calò sulla sua testa alle 12.15 circa del 16 ottobre 1793
Per la bara sono state spese sei lire, per tomba e becchini quindici lire e trentacinque soldi, ecco il funerale che le è toccato, nel cimitero della Madelaine vicino a  rue d'Anjou, ove Luigi XVI era stato sepolto nel gennaio precedente.
 
Andate in pace .. Addio mia regina
 
Sia i corpi di Maria Antonietta e Luigi XVI furono esumati il 18 gennaio 1815, durante la Rstaurazione, quando il comte de Provence era salito al trono francese  come Luigi XVIII, essendo Luigi XVII, suo nipote, morto nel carcere del Tempio nel giugno 1795, e sepolti il 21 gennaio 1793 nella Basilica di Saint Denis, necropoli dei Re di Francia e Navarra.
 

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Capitolo 22
*** Mirador ***


Una miscellanea, un tempo all’indietro,1762 quando la giovane Catherine sembrava un fiore in questo salottino, tra i medaglioni con composizioni molteplici di fiori con le cornici dorati a rocaille, i pannelli bianco e oro, con gli stucchi.Anche questi sono dorati,  sembrano facciano sparire il confine tra soffitto e pareti, rifletteva Alexander Malcomess, osservandola ..


..vestita color celeste, come un giacinto od un iris, la schiena curva, protesa in ascolto e si rifletteva nello specchio sopra il camino, la cui cornice è adorna di girandole placcate di bronzo una cosa davvero curiosa e splendida, come i pavimenti ad intarsio dei più svariati legni esotici e francesi.

Al pari delle preziose cineserie, pannelli cinesi di lacca dalle varie forme.
E su questi pannelli sono dipinti uccelli, fiori e paesaggi, e scene, come la coltivazione del riso e del tè, la fabbricazione della seta e della porcellane, scene su cui fantastico, come è là la vita
E lei era il suo fiore invernale..che narrava antiche storie -.. allora i re di Spagna, Ferdinando e Isabella, cingevano d’assedio Granada, l’ultimo regno arabo della penisola spagnola…si diceva che il palazzo dell’Alhambra, il forte rosso dalle infinite e sorgive fontane, con stupendi giardini non dovesse mai cadere e invece non fu così, infatti la città si arrese il 6 gennaio 1492 e l’ultimo re arabo, Boabdil,consegnò le chiavi della città su un cuscino di seta. E.. mentre si allontanava a cavallo, si girò a osservare Granada una ultima volta da un passo di montagna sospirando, subito rimproverato dalla madre che vedendolo in quello stato disse: 'Piangi come una donna questo reame che non hai saputo difendere come un uomo' e anche oggi esiste, c'e' un passo chiamato ancora oggi 'il sospiro del moro'… Ma una ragazza, un principessa rimase là, era una esperta e conosceva i segreti su come addestrare i cavalli arabi, sapeva come farli impennare e scalciare e impennare, buttando giù un soldato, con gli zoccoli davanti.. Si convertì, che sennò non  sarebbe potuta rimanere e .. si diede da fare a allenare quei superbi destrieri, che erano come macchine da guerra..- E la sua voce era il vento trai rami.
 
E Catherine cavalcava il vento ..
 
Ecco Luois,nella memoria,  tiratore di fionda, il biondo erede, il  prediletto
Bilancia meglio il peso, così!- le mostrò il movimento, le luci  e le ombre che battevano sui visi, lui aveva i capelli dorati come il padre, erano vicini al laghetto a confine delle tenuta dei loro genitori.
Tutto a posto?-La canzonò
–Tu continueresti fino a  domani, ma le bambole no?
- Mi annoiano, vedi il lato positivo, signor fratello, ti affini, monsieur le Comte
Peggio di un maschio, era da un anno e coda che andavano avanti, un loro segreto, lui aveva ceduto, come sempre, stufo di richieste e piagnistei, salvo scoprire che era infaticabile.
–Louis-
-CAT-
-Per te questo ed altro-
Poi- Tanto ti diverti e ti sei evitato una punizione-
Era quasi affogata per andargli dietro quella primavera, e lo aveva coperto, barattando il segreto con quello.
“Va bene, ma poi non devi piangere o andare a lamentarti….Devi combattere, come un drago, meglio un dragone, intesi, Cat…

E lei aveva mantenuto, incredibile come, quando voleva qualcosa, puntasse sul bersaglio, taceva  e non si lamentava, anche se la prendeva in giro, era davvero brava, una piccola Amazzone in fieri, un drago, una tigre.
….Quando eravamo piccoli, io cinque anni, lui andava per gli otto, ci arrampicavamo sugli alberi, lui tirava sassi con una fionda, ad un cane una mucca o all’orizzonte, non voleva, io insistevo, alla fine diceva sempre di sì, la mia preferenza per lui era quasi scontata, la sorpresa era come non si scocciasse di avermi sempre dietro.

“Cat, ecoute una storia”, se le inventava, o riprendeva quelle di nostra madre …

Quando si scocciava o litigavamo,non esistevano santi, me le dava quante ne reggevo e io ricambiavo con alacre solerzia, peccato perdessi quasi  sempre,  le gambe e le braccia piene di lividi, lui nero per i morsi e i calci tributati, magari mi aveva strappato una ciocca di capelli … Io sparivo per un po’, lui uguale, poi bastava un sorriso, una parola, giocare a scacchi o toccare il suo cavallo, Zephyre per passare sopra la questione. I nostri genitori si amavano, altro che, tranne che mia madre era una “ribelle”, lui un soldato, gli faceva sì sì, poi agiva come reputava più opportuno e lui … dipendeva.

Spesso si metteva a ridere, sennò si incupiva e lei lo portava nelle loro stanze.. mia madre era una ribelle nata, la pensava a modo suo su tanti argomenti, i difetti compensati dai pregi.

Non sempre, non comunque, dopo me erano nati altri due fratellini maschi, Leon era morto a tre mesi, Nicholas ad un anno, lei  ci sorrideva  sempre vedendoci, apriva le braccia, ma spesso e volentieri era  Papa a stare con lei, io stavo con Luois. Diceva che ero un uragano, una scocciatura, tranne che ero la sua migliore amica, eh?, il reciproco affetto era un sostegno…

Una bambina, colma di grazia, con nuovi ardimenti e antiche paure, ogni stagione aveva i suoi riti e le sue meraviglie.
In primavera le corse sui prati, disboscando poi le aiuole di rose e narcisi per sua madre.  Con il fratello gareggiavano a chi resisteva il più a lungo possibile su un muretto, a braccia aperte.  In estate (per evitare altri accidenti, le aveva insegnato a nuotare), in Normandia  era il gusto del sale sulla pelle, contare le barche che rientravano le sera, le stelle. In autunno affidava messaggi agli stormi di uccelli migratori, in inverno osservavano le fiamma che guizzavano, rabbia alla rabbia e cenere alla cenere. Intanto, come  volevasi dimostrare, Catherine continuò ad esercitarsi con la scherma (e dopo ho continuato, per anni, in segreto le mosse).
E la curiosità di conoscere, avida e golosa, l’amore per i libri di viaggi e le lingue straniere. E…-
- TU SEI UN MASCHIO MANCATO!Altro che storie, aveva arrotolato le gonne e montava ad uomo….

-Poi non ti venire a lamentare se cadi e ti fai male
—Va bene, ma ti risulta l’abbia fatto ultimamente?- Con sufficienza.
Novembre 1749, i lutti e le sciagure toccarono il Generale, perse moglie e figlio per la difterite, una  catastrofe che lo svuotò, facendolo diventare di ghiaccio e pietra, un morto vivente, senza veri sorrisi o tenerezza.
.”…Basta  chiedere, non torneranno più, capito, vuoi capire?
”NO”
”Sei stupida o cosa, ai funerali c’eri..”
”BASTA!” Questa era Isabel, l a nonna materna, la madre di Gabrielle, la prese per mano, preoccupata che la bambina non piangesse, fosse fredda e  muta dopo quei discorsi…
… Nei tempi remoti, viveva nelle terre di Tule, che dicevano essere l’ultimo confine conosciuto degli antichi regni, viveva, appunto un drago, verdi come smeraldi le sue scaglie, rossi gli occhi, una coda lunga venti metri, con ali per volare da un confine all’altro del regno, ne era il custode, un guardiano. Era immenso, forse il più grande esistito in quei luoghi, e nel passato e nel futuro..



… un novembre da in incubo, il generale aveva pianto, spaccato non so quanti mobili in biblioteca, dopo avere sfilato la fede dalle dita gelide della contessa, straziato, impotente, per sempre fedele a Gabrielle, in quella vita e in quelle che sarebbero venute. Avevo approfittato del caos per andare da lui.

-Ehi-
Sfiorandogli un braccio segnato dai salassi, la stanza puzzava di malattia, il tavolo vicino alla finestre era pieno di medicinali, ampolle e bacinelle, il fuoco così caldo da svenire, nell'aria resti di pestiferi infusi. Era dimagrito da fare paura, il viso bianco come cera, carta, un petalo di camelia contro i candidi cuscini.

-Vuoi che apra le tende? Vuoi dell’acqua?-
Due cenni di assenso, i capelli biondi intrisi di sudore contro la mia spalla, mi permetteva di aiutarlo, era davvero messo male.

-Che è successo? Non mi hanno mollato un momento, poi eccoti qui. La mamma? Come sta? MAMAN.

- Si sta rimettendo-
Gli servii la balla, pronta, diretta, ma lui non era stupido, osservò che ero vestita di grigio, il colore del lutto per un bambino e inventai che era morta una parente, era lucido e ci credette, o finse di crederci, non mi chiese specificazioni.

Luois si stava imbarcando sulla leggendaria nave degli Argonauti, non verso il regno di Colchide, verso il ello d'oro, ma verso l'Ade, verso il fiume Lete, un sorso delle sue acque tutto fa scordare.
- Cosa che devi fare anche tu, mi annoio senza di te- quel peccato l’avrei riscontato dopo, decisi, con gli interessi, le penitenze del prete e le sue bastonate, che importava.

-Anche io mi annoio-
Un piccolo sorriso - Almeno quando sono sveglio.. E dormo tanto.

- Ti racconto una storia-
Le dita intrecciate, avevo scalciato le scarpe e mi ero stesa accanto a lui, sul fianco,la testa contro la mia spalla.

- Anche se in genere è il contrario-
Sorrise.

- Dunque, nei tempi remoti, nelle terre di Tule, che dicevano essere l’ultimo confine conosciuto degli antichi regni, o nel Catai, decidi tu, vivevano un re ed una regina, lui si chiamava Regnier e lei Gabrielle-
Annuì, gli carezzai una ciocca fradicia di sudore, asciugando quello sul viso con la manica.

- Lui domava i cavalli, come Ettore di Troia, combatteva tutte le guerre, vincendole sempre, mentre la regina ….-
Parole su parole, tutte le avventure di questa vita così lunga le ho vissute per te? Volevamo vedere il mondo, conoscere nuovi posti, essere  parte del tutto, uniti come due foglie su uno stesso ramo.... ci sono riuscita, un poco?
-I principi erano due, un maschio ed una ragazzina che a sentire lui era un maschio mancato, ehi, che ridi, comunque l’erede si chiamava Luois come te, era inimitabile, uno spadaccino di primo rango, nessuno lo batteva con la fionda, tirava i sassi come un …. Mito e aveva un grande coraggio-
Che mi inventavo?
- Cioè, quando il re era assente, invasero il regno, ma il principe combatté, trasformandosi in un drago possente, verdi come smeraldi le scaglie, occhi rossi, lunga venti metri la coda, ringraziando la principessa sua sorella, che aveva trovato l’incantesimo, lui la proteggeva, però almeno a quelle cose badava lei- Una pausa, intanto voleva un altro bicchiere d’acqua e glielo diedi, poi mi strinse, da capo, avrei giurato che capisse più di quanto volesse ammettere, e viceversa,per me- Comunque, alla fine, lo chiamarono dragone, tanto era intrepido e potente. Ti piace lo so, quindi che è quello sguardo?

- Hai scordato una cosa, questa la preciso io. – Le parole roche, mi sfiorò la guancia.
- La principessa, Catherine, all’occorrenza poteva diventare il dragone della leggenda, non era un maschio mancato, semmai era una Amazzone, per combattere, fosse successo qualcosa al principe, ma anche no, in caso contrario, era brava-

-No-
Allora mi stava davvero dicendo addio ….

- Sai, magari, il principe diceva che doveva combattere sempre, con onore, per proteggere chi amava, senza arrendersi mai, alla fine diventerai il dragone della leggenda, IL VERO DRAGONE -

Un cenno, era stanco e non ne poteva più, ma dai rumori capii che non potevo filarmela  e mi nascosi sotto il letto, sparendo per ore, approfittando di un cambio per andare via

- Muoviti o ti beccano-
Era ancora più diafano nello scarto di poche ore, ancora lo salassavano e stava sempre peggio.

– Ciao a presto, rimettiti, ti voglio bene-

-Ciao, ti voglio bene, a presto … dragone-

Chiaramente, ne presi per quella sparizione, frustate, dato che non riferivo dove mi fossi infilata, tanto … se ne andò quattro giorni dopo, la febbre alta ed in delirio, quando ero in procinto di andarmene, novella sposa, il discorso cadde su quei giorni e Isabel mi raccontò che parlava di un dragone combattente.
Di scenari incantati e regni lontani.
Il vero dragone era Luois. .

Quando seppi delle segrete qualità di Xavier e Juan, mio marito e mio suocero, nessun dubbio, nessuna esitazione nel scegliere il mio epiteto, dragone, quando dissero che ero pronta. Sapendo, allora come poi ed adesso, nella distanza, che avrebbe definito quella storia una pazzia assurda, tranne che mi avrebbe seguito. Alla fine, l’ho sempre portato dentro di me. Lui era un combattente nato, non aveva paura di battersi e solo la marte lo ha sconfitto, nessun rimpianto, devo ricordarmelo, mio prediletto eroe.

Ripresi a parlare dopo venti giorni, giusto un po’, per non far diventare matta Isabel,  mia nonna materna, che era venuta a stare da noi, lui era andato a fare un giro delle guarnigioni, mentre io mi abituavo, si fa per dire..il risveglio era una tortura, li sognavo e li rivolevo, poi smisi di piangere, a che mi serviva? Mio padre era sempre in caserma o alla  reggia, vedermi lo riempiva di dolore, però che colpa avevo, di somigliare a mia madre, tranne che negli occhi, che erano i suoi?  SOLA, e avevo otto anni…

Sentivo che il generale beveva fino a stordirsi, cercando conforto in altre braccia, altre storie, avventure mercenarie, le era sempre stato fedele e ora?Definirmi silenziosa, scorbutica e lunatica era un eufemismo, lui invece era impeccabile nel gestirsi la carriera e la vita a corte. Presi tutto quello che potevo, sia di lui che di lei, oggetti, temevo che li avrebbe fatti sparire, come avrebbe voluto fare con me. Zephyre divenne il mio cavallo.

Tuttavia, gli occorreva un figlio maschio e doveva risposarsi, impegno che lo entusiasmava poco, in quel novembre 1750, appena il tempo di finire il lutto stretto.
E mia madre è stato il suo primo e ultimo amore.
Gabrielle Marie de Saint Evit, la sua amatissima, la sua immortale, mito immutabile e perfettibile, visto che non era perfetta.

La stanza immersa nella luce del tardo pomeriggio, le foglie che battono contro i vetri hanno le sfumature di un caldo color bronzo e del lucido rame, sul tavolo un mazzo di fiori autunnali raccolto nei giardini, i petali tenui e delicati, la boiserie delicata nei colori chiari del bianco e dell'oro.
Una stanza simile a quella ove la giovane imperatrice Caterina riceveva i suoi ..
Ancora altre immagini, immortali e cavalieri..
Tutto che tornava..
 

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Capitolo 23
*** Past Times ***


Ancora e di nuovo nei segreti, il viso levigato.. il passato ..
 
(Dai diari di XAVIER Fuentes, stilati in terza persona, un esercizio di stile e prudenza)
L’aria dl Baltico, in quel mese di giugno 1762, era umida e calda, mentre all’alba una carrozza sgangherata volava dalla capitale a Peterhof, guidata dall’agente detto Torre,senza rallentare per le buche,  dentro vi era Aleksei Orlov, fratello di Grigorij, quest’ultimo amante di lungo corso della zarina, ed il suo luogotenente.

Tutti e tre avevano urgenza di riferire a Caterina dell’arresto di uno dei suoi più fidati sostenitori, che era tempo di agire, lo zar sarebbe presto andato in Danimarca, il 30 giugno al più tardi. Ormai, da settimane gli incontri si erano moltiplicati, nell’affare della  congiura erano coinvolti molti ufficiali della Guardia e migliaia di soldati che avevano preso l’impegno di sollevarsi contro l’imperatore ad un suo cenno..
 
 
Nella Cattedrale di Nostra Signora del Kazan, sotto le icone e dinanzi a infiniti testimoni, sotto la luce infinita della lunga estate del Nord, Caterina era diventata “autocrate”, con la pronta benedizione del metropolita di Pietroburgo., poi al palazzo d’Inverno fu letto il manifesto ufficiale, non vi furono tumulti, senato e popolo e esercito la accettavano, difendeva la Russia e i suoi abitanti, ripristinando quanto distrutto dal marito.
Era una liberatrice, il trono era suo per quello, non per diritti di legge o sangue, ci riuscì..
L’imperatore non fece nulla ed il 29 giugno abdicò, arrendendosi.
 
Un solo guazzabuglio di confusione, che ricostruisco rileggendo i dispacci di allora, per sbrogliarlo.
Tutto ritorna, ho vent’anni, mi sento immortale..
Adesso, che è passata sul serio una vita, quando desidero sentirmi di nuovo giovane, basta poco, che rievochi il sapore del vento sulla pelle, tutto si ferma, ho di nuovo le mani sottili che tengono le redini, cavalco a fianco di una carrozza su una strada dissestata, nessuna fatica o disagio, solo eccitazione nel reticolo di vene e arterie, un brivido e giusto un filo di paura.
Cominciava la storia, la leggenda. I fratelli Orlov, io, Xavier, l’inglese …
 Alexander Malcomess  e i suoi segreti, un sopravissuto, come pure ero stata io, pur variando i luoghi ed i cieli..
 Alex, la mia passione, una nuova possibilità, per seppellire il passato, mille e nuove avventure, io e lui,
come per Pugacev.. il ribelle che nel 1774 stava per mandare all’aria l’impero della zarina.    

 
Io ero il dragone, quella la mia battaglia..

( …. quando il re era assente, invasero il regno, ma il principe combatté, trasformandosi in un drago possente, verdi come smeraldi le scaglie, occhi rossi, lunga venti metri la coda, ringraziando la principessa sua sorella, che aveva trovato l’incantesimo, lui la proteggeva, però almeno a quelle cose badava lei.
… alla fine, lo chiamarono dragone, tanto era intrepido e potente.
. La principessa, Catherine, all’occorrenza poteva diventare il dragone della leggenda, non era un maschio mancato, semmai era una Amazzone, per combattere, fosse successo qualcosa al principe, ma anche no, in caso contrario, era brava- Sai, magari, il principe diceva che doveva combattere sempre, con onore, per proteggere chi amava, senza arrendersi mai, diventerai il drago della leggenda Catherine).
 
E la nostra separazione, Alex aveva combattuto a Yorktown nella guerra di Indipendenza, era inglese, tornando provato nel corpo e nello spirito, salvo poi ricongiungerci nel 1784..


 
..Voglio riprendere, non certo per te, dragone, per me, una volta abbiamo creduto davvero in un sogno, per davvero e io non posso e voglio arrendermi, quel sogno, che era un azzardo e una scommessa, potrebbe ben tornare.
Una goccia di silenzio.

Non torna il passato, siamo noi che rimaniamo, cerchiamo di trarre il massimo, osservasti a mezza voce, dragone, Catherine e non sei la mia dannazione, in fondo sapevo che saresti venuta a reclamarmi, ti amo, Catherine, ti ho sempre amato, a dispetto di ogni regola o ragione, sarà così fino alla mia morte, a trenta come a quarantasei anni e oltre, this is my life, you are my life.
 
Dalla giovinezza e il suo splendore, eccoci approdati a questa età di leggenda, il mondo ancora ci appartiene e ti amerò in questa vita e in quella che verrà, in quelle che verranno, mortali ed imperfetti, per sempre noi.

Ti amo, Alex, un tempo hai detto che mi avresti amato fino alla morte, in questa vita e in quella che verrà, trascurando la mia affermazione, che io, a mia volta, ti avrei amato per sempre.
Tu sei la mia battaglia.
 
 
 
 
 
Gli anni che hanno preceduto la Rivoluzione Francese, lo scandalo della Collana,
il principio della fine del mondo in cui ero cresciuta..
di nuovo il passato che si intreccia al presente..
Tra le mani un mazzo di fragranti giacinti, i fiori del dolore, per la mitologia della antica greca, il
profumo del miele dei petali e il sale della pelle, appena più forte di quello di una mandorla.
Ambra e miele e grano, il dono dei re Magi, raro come le rosse rose di Pieria cantate da Saffo..
 

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Capitolo 24
*** Dream ***


Il 14 luglio 1789 la Bastiglia è caduta, abbattuta colpo su colpo ..
Quando hanno recato la notizia a Versailles Luigi XVI dormiva e ha esclamato che era una rivolta, il messaggero che lo aveva svegliato ha ribattuto che era una rivoluzione ..



Il 4 agosto l’Assemblea ha abrogato i diritti feudali ed il 26 ecco la luminosa Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del Cittadino, che sancisce i diritti inalienabili degl’individui, rivendicando uguaglianza e libertà politica ..


L’autunno del 1789 ha portato l’ennesima mancanza di farina, rivolte su rivolte .. Il 5 ottobre una massa di popolane ( e di uomini vestiti da donne) si è recata a Versailles chiedendo il pane e che il re si stabilisse a Parigi ..La situazione è sfuggita di mano, le discussioni non sono servite a nulla ..
Il 6 ottobre la folla ha sferrato un assalto ..
Volevano uccidere la regina , desideravano il suo cuore e le sue interiora in senso letterale..
Due guardie sono state uccise nella sommossa, erano tutti impauriti e non sapevano quali misure prendere ..Antonietta si è poi mostrata al balcone, dinanzi alla gente, sotto la pioggia .. Inchinandosi ..
E la famiglia reale è andata a Parigi, lasciando Versailles, con la lentezza di un convoglio funebre, ritmato dalle grida.. li precedevano, su due picche, le teste decapitate delle due fedeli guardie ..
A Parigi!il fornaio, la moglie del fornaio e il figlio del fornaio !!...- intendendo Luigi, Antonietta e il Delfino, con la convinzione che adesso il pane sarebbe stato disponibile ..
Sono prigionieri di fatto, controllati dalla Guardia Nazionale di La Fayette e le Tuileries, nuova dimora, sono in uno stato di trascuranza ed abbandono, con polvere e umidità .. un agglomerato di tuguri ..
 
..Complotti, intrighi , fazioni e messaggi ..
La zarina Caterina ha scritto dalla Russia a Antonietta una lettera in cui la invita a ignorare Parigi e l’Assemblea nazionale, essere al di sopra di ciò “…I  sovrani dovrebbero tirare diritto sul loro cammino senza lasciarsi distrarre dalle grida del popolo, proprio come la luna segue il suo corso senza lasciarsi ostacolare dall’ululare dei cani .. “..
Intanto, sia pure in tono minore i rituali della Reggia continuano .. una farsa nella farsa ..
Con Xavier, che ha portato la lettera della zarina, ci siamo rivisti dopo tanti anni, una vita .. dentro questa vita così lunga, dicendoci addio, e mi lasciava libera, di nuovo, come io avevo lasciato libero lui molto prima.
Alex e sua moglie hanno divorziato a Londra nel mese di settembre 1789, dopo tanti tempo sono riusciti a finire la pratica, lei ha riavuto la sua dote, maggiorata degli interessi,e Alex la sua libertà.
Nel novembre 1790 e’ passata la legge sul divorzio in Francia, io e Xavier abbiamo divorziato, rapidi, per mutuo consenso, nel febbraio 1791, ho sposato Alex il mio leone il mese dopo.
 
 
 
Ti amo, ora e sempre, Alex In questa vita e in quella che verrà, sempre ..Nati sotto cieli diversi, in due Paesi diversi, nulla pareva unirci ma ci siamo trovati e ritrovati, nelle albe e nelle assenze..
Sei il giorno e l’alba, la potenza del creato .
Mon amour.
Mio DRAGONE
Il mio sogno.

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