RedHenko

di Mama Holy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** una nuova vita? ***
Capitolo 3: *** Giro panoramico! ***
Capitolo 4: *** Mi fierò di voi... ***
Capitolo 5: *** Tempo di studio! ***
Capitolo 6: *** nuove conoscenze ***
Capitolo 7: *** La domenica ***
Capitolo 8: *** Diciott'anni ***
Capitolo 9: *** Seguendo l'istinto ***
Capitolo 10: *** Contrattamento rischioso ***
Capitolo 11: *** I libri ***
Capitolo 12: *** Una mattina di riposo ***
Capitolo 13: *** Foto ***
Capitolo 14: *** Il quinto libro ***
Capitolo 15: *** Rosso sangue ***
Capitolo 16: *** Leo ***
Capitolo 17: *** Casa dolce casa ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


CP 1.l'inizio di tutto Non sarò lunga, vi auguro solo una buona lettura di questa mia prima fic spero non ci sia nessun OOC e ci fosse vi chiedo il favore di avvertirmi per evitarne altri. Spero vi piaccia.

RedHenko

1.L'inizio di tutto

Quando ero piccola le due persone che mi avevano messo al mondo, poiché avevano paura dei miei insoliti occhi rossi, mi abbandonarono e mi lasciarono in ospedale.
Poco dopo i miei nuovi genitori mi adottarono, perché si erano innamorati di quegli stessi insoliti occhi rossi, a volte la vita è strana vero?

Crescendo sono diventata completamente cosciente della paura che incuto ai miei compagni delle elementari e alle loro stesse madri, che mi evitano e mi parlano alle spalle... Ora pero non pensate a me come una bimba sfortunata e non provate pietà per me, ve ne prego.
Io non mi ritengo sfortunata, non ricordo dei miei vecchi genitori, e sono nata in queste condizioni perciò non ci faccio caso. Inoltre mi ritengo fortunata ad aver incontrato mamma e papà, loro sono le persone più importanti della mia vita, i loro sorrisi, le loro risate, i loro rimproveri e i loro complimenti bastano per dare alla mia vita luce e felicità.



«Ora dormi Iris altrimenti domani non riesci a svegliarti per andare a scuola»
«Ok mamma» la mia voce squillante risuona nella piccola stanza da letto facendo apparire uno dei soliti sorrisi dolci della mamma, si avvicina e mi bacia sulla fronte e, senza smettere di sorridere, si alza e mi dà la buona notte con voce dolce.
Esce dalla stanza lasciando la porta socchiusa per far entrare uno spiraglio di luce. Chiudo gli occhi e, con ancora la sensazione di tepore sulla fronte, cado in un sonno tranquillo.


È tutto buio. La luce che quando mi sono addormentata entrava nella mia stanza non c'è più, mi capita spesso di svegliarmi la notte ma questa volta è diverso, ho una strana sensazione.

Sudo, ho paura, tanta paura ma non capisco perché.
“Devo alzarmi, solo cosi mi potrò calmare" mi alzo, il freddo gelido mi penetra fin nelle ossa, mentre il pavimento mi congela i piedi. Rimpiango il dolce tepore delle coperte, le gambe mi tremano ma questo non è per il freddo.
Apro la porta ancora socchiusa e un odore, in qualche modo familiare e dolce, penetra nelle mie narici appena entro nel corridoio. Nnon ci faccio caso, anche se opprimente è in qualche modo piacevole.

"Devo accendere la luce" penso e inizio a tamponare il muro "Dovrebbe essere qui" dopo poco la mia mano sfiora la plastica dell'interruttore e lo spinge verso il basso.
La luce improvvisa mi acceca, e quando mi giro riesco a distinguere solo due figure vicino alla parete alla fine del corridoio.
"Mamma, papà?" mi avvicino, l'odore diventa più forte, mi strofino gli occhi e finalmente mi abituo alla luce.


Rosso.
La parete bianca come tutte le altre di cui mio padre si vantava di aver dipinto con le proprie e sole forze, era invece di un rosso scuro.
Bello ma terrorizzante.
La pelle bianca, gli occhi vuoti, le braccia che cadevano lungo il corpo, i piedi leggermente alzati dal terreno e due chiodi nelle spalle che tenevano quei due corpi attaccati al muro.
No
No, non può essere
Indietreggio ho gli occhi spalancati, tremo,
 "No, è impossibile" continuo a ripetere a me stessa, ma infondo il mio cervello ha già capito, è il cuore che si rifiuta di capire, di capire quella parola, quella frase.
«Non, è possibile» lo dico con tono impercettibile, mentre le lacrime mi bagnano gli occhi e subito dopo le guance. Il tono della mia voce diventa sempre più alto e aumentano anche le mie lacrime.
Cado in ginocchio senza distogliere gli occhi da ciò che sto guardando, la mia voce si ferma e mi mordo il labbro che trema.
 "Mamma, papà, loro sono.. sono morti" quest'ultima parola riecheggia nella mia testa.

A quel punto distolgo lo sguardo e, coprendomi il volto con le mani, singhiozzo raggomitolandomi su me stessa.
Ma il silenzio spezzato solo dai miei singhiozzi non dura a lungo.
Sento una strana sensazione alle spalle a cui prima non avevo fatto caso un brivido mi percorre la schiena.. Salto in avanti d'istinto posizionandomi con le spalle verso il muro dove i cadaveri dei miei genitori sono appesi. Quest'ultimo mio movimento viene seguito a ruota da un tonfo come se qualcosa fosse caduto sul pavimento. La luce riflessa da un coltello sporco di sangue rosso, per metà nascosto dal pavimento di legno, attira subito la mia attenzione.
Strabuzzo gli occhi, la paura si è ormai impossessata di me e le lacrime hanno smesso di scendere.
Lentamente e con timore sposto la mia attenzione sulla mano che regge l'attrezzo, la carnagione era bianchissima ancora più bianca della mia, e il braccio coperto dalla manica di una felpa dello stesso colore della sua mano,
 «Niente male,niente male.A quanto pare anche se vissuta in questo modo, hai ancora i sui buoni riflessi, hehehe divertente». la voce, un po’ gracchiante e ancora più gelida della casa, mi provoca un violento sussulto e un ancor più violento tremore. La paura sale ancora di più quando il mio sguardo ricade sul suo viso.
I capelli neri leggermente lunghi hanno lo stesso colore scurissimo dei miei e sulla pelle bianca lo stesso effetto di contrasto netto, ma il resto lo fa assomigliare in tutto e per tutto a qualcosa di non umano.

Ha gli occhi circondati da un nero innaturale come se non avesse le palpebre, mentre le guance sono solcate da un'enorme taglio a mo di sorriso che permette di vedere l'intera arcata dei denti. Il suo sguardo mi gela il sangue, è uno sguardo da pazzo.

Non muovo più un muscolo, sono pietrificata, stiamo in silenzio guardandoci negli occhi, ma anche quest'ennesimo silenzio dura poco.
Sento un rumore stridulo e poco dopo mi trovo a terra con quel coso sopra, solo ora percepisco una fitta alla spalla. Urlo e le lacrime mi scendono di nuovo dagli occhi, ma questa volta per il dolore, mi giro a guardarne la causa. Il coltello ora invece che nel pavimento è nella mia spalla da cui esce sangue caldo. In quel momento sento quella voce sinistra dire direttamente nel mio orecchio

«Torna a dormire Iris», sento il coltello uscire velocemente dalla mia spalla, le forze mi abbandonano non posso fare niente,
"Sto morendo?" ma più che una domanda era un'affermazione.
Chiudo gli occhi e sprofondo nell'oscurità..


Ed eccoci qui spero vi sia piaciuto questo cap e credo anche il prossimo sarà molto serio e anche abbastanza triste ma dopo inizieranno anche i capitoli pucci *ridacchia*. Spero nelle vostre recensioni. Grazie e alla prossima.
Holy ^w^

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Capitolo 2
*** una nuova vita? ***


CP 2.una nuova vita?
Salve questo capitolo smetterà i essere così triste e deprimente verso metà, siete felici?
Comunque buona lettura spero vi piaccia ^^

RedHenko

2.Una nuova vita?


«Torna a dormire Iris, torna a dormire» quella voce sinistra continua a ripeterlo
"No, no, no!" ho paura, tanta paura, inizio a correre freneticamente nel buio ma non mi allontano per niente da quella voce, mi segue lo sento è sempre un passo avanti rispetto a me. Una luce appare nel buio e per istinto inizio a correre verso di essa, ma quando la raggiungo quel che vedo sono i miei genitori immersi nel sangue rosso, mi si avvicinano strisciando allungandosi ed aggrappando misi ai vestiti, quando mi sono ormai vicinissimi al volto però non sono più loro, quello che mi si presenta è solo un qualcosa dalla forma indefinita e di un colore nero, cerco di scappare ma non ci riesco, grido ma non mi esce alcun suono, quella cosa dalla consistenza melmosa mi ricopre completamente non respiro e mi dimeno ma non ottengo niente...

Mi alzo di scatto col respiro affannato, ma una fitta alla spalla mi costringe a tornare sdraiata su quel che sembra un letto"un sogno?",
«Si è svegliata! Hei! Hei! Come ti chiami, come ti chiami?!» una voce frenetica e squillante, inizia ad urlarmi nell'orecchio rompendomi il timpano,mi tocco la testa con la mano destra, mi fa malissimo per non parlare della spalla
«Allora?! Allora?! Hei ma mi senti?» quella voce fastidiosa ricomincia ad urlarmi nell'orecchio ma non gli do retta e nemmeno lo guardo in faccia, non sono in vena di conoscere persone nuove ora che la mia vita ha perso l'unico senso che avesse mai avuto.
Continua ad urlare ma non capisco più cosa sta dicendo, a lui si uniscono altre voci e iniziano ad urlare tutti insieme, mi poso il braccio non ferito in faccia e lo pigio sugli occhi, la testa mi scoppia
"Cosa vogliono da me? perché non la smettono?" adesso ha anche iniziato a pulsarmi, digrigno i denti e trattengo la voce finché non scoppio in un attacco d'ira,
«Basta! smettetela! Uscite da qui, lasciatemi sola!» sento le lacrime che cercano di uscire e sfogarsi e mi pigio di più il braccio sugli occhi, non riuscirò a trattenerle per molto, ma per mia fortuna chiunque fosse nella stanza esce senza emettere un suono di più.

Lascio cadere il braccio lungo il fianco e respiro profondamente ma vengo subito interrotta dai singhiozzi, le lacrime calde mi scivolano sulle guance piango e non ho idea di quanto tempo sia passato quando finisco.
Guardo il muro inespressiva non ha niente di speciale solo un muro bianco, la porta è di un legno scuro come i mobili della stanza. Vicino a me c'è un piccolo comodino mentre più a destra c'è un armadio a due ante con in basso due larghi cassetti, è alto e ,anche se vecchio, imponente, sposto la mia attenzione sulla finestra, da cui filtra una luce è fioca, probabilmente è pomeriggio tardi. Mi lascio andare sul letto e varie domande iniziano a girarmi per la testa svuotata dal pianto
"Dove sono? Perché sono qui?" e tante tante altre.

«Puoi chiedere a me» una voce bassa risuona nella stanza ma sembra che più che altro lo faccia nella mia testa mi giro e vedo un uomo altissimo al lato della stanza ha una giacca e dei pantaloni neri su cui la cravatta rossa e la camicia bianca spiccano e la sua faccia è completamente bianca, rimane lontano al lato della stanza, è una sensazione strana dovrei aver paura ma mi sento come se quella persona non fosse un estraneo, come se lo conoscessi da sempre
.Così senza pensarci inizio le mie domande:
«Come sono arrivata qua?»
«Ti ho portata qua io mentre eri svenuta»
«Allora ti devo ringraziare mi hai salvato la vita » mi sforzo di sorridere ma quel che mi esce è solo una smorfia triste che si spegne subito dopo,
«Chi sei?»
«Non sono un umano come puoi vedere, sono una creepypasta un essere formato dai pensieri negativi di questo mondo, uguale è anche la persona che ti ha attaccato» lo guardo un attimo e poi torno a guardare il soffitto
«Io non credo, cioè quando avevo vicino quel "coso" non riuscivo a smettere di tremare, invece con te non sto male sei quasi, quasi rassicurante» rimaniamo in silenzio per un po', finché non gli faccio l'ultima domanda
«Perché mi hai portato con te?» fa una lunga pausa, finché la voce bassa e atona dell'uomo non risuona di nuovo nella stanza.
«Io sono diverso dalle altre creepypasta, la mia forza è maggiore e di conseguenza lo sono anche i pensieri negativi di cui sono formato, però questo non può essere sopportato da un corpo solo perciò sono formato da due corpi, uno è questo ed è eterno come quello di tutte le creepypasta ed è conosciuto come Slenderman, l'altro mio corpo invece è molto più vicino all'umano, è mortale e il suo aspetto non ha quasi niente di strano, viene chiamato Henko e...» adesso sono tesa, molto tesa e non sono sicura di voler sapere cosa sta per dire...

«E questo mio secondo corpo sei tu» (dio sapevo di non volere sapere ) queste parole mi trafiggono come una freccia, ma non è dolorosa è una sensazione strana,
"Ma infondo che cosa ho da perdere? la mia vita ha perso il suo precedente senso ma questa forse è una possibilità? la mia vita potrebbe trovare un senso in questo?"
mi giro verso quell'uomo sta lì davanti a guardarmi, improvvisamente mi sento in un qualche modo vicinissima a quella figura, mi sento sicura e tranquilla.

«Vieni qui?» allungo la mano intimandolo ad avvicinarsi, rimane un attimo fermo ma poi si decide e si dirige a grandi passi verso il letto, appena è abbastanza vicino gli prendo una mano, è bianca e le dita sono affilate come fossero coltelli, mi gela le mani ma non è una brutta sensazione, la stringo e me la poso sul viso come facevo con la mano di mio padre, sorrido, sento come se avesse paura di quel contatto ma non si ritrae e mi lascia fare.Allora gli lascio la mano e con cautela mi alzo a sedere sul letto, allungo le braccia e lo stringo.
Non so perché lo sto facendo, ma mi sento tranquilla e sicura mi sento in un qualche modo piena, "Iris, un giorno, quando forse noi non ci saremo più, riuscirai a trovare la tua casa e là finalmente troverai la tranquillità che non hai mai avuto" cosi mi disse mio padre e solo ora lo capisco, lui è la mia casa non importa nient'altro adesso, il passato è il passato, sorrido e un'ultima lacrima mi scende sulla guancia.
Finalmente lo lascio e me la asciugo tornando sdraiata, la ferita inizia a farmi davvero male.
Lui rimane fermo,interdetto credo di averlo confuso, ridacchio tra me e me, ora sento che quel peso enorme se n'è andato, sto meglio «grazie» questa volta lo dico convinta, sono seriamente felice.
Chiudo gli occhi e sprofondo in un sonno senza sogni.



La luce che entra dalla finestra mi acceca e appena riesco a distinguere qualcosa guardo di fuori sembra si stia davvero bene, quanto vorrei uscire adesso ma il solo girarmi nel letto mi produce un dolore insopportabile.
"Uffa proprio ora che mi sento di buon umore" ma i miei pensieri vengono interrotti da dei rumori al di fuori della stanza,
«Ti ho detto di no, è meglio se entro solo io»«ma perché proprio tu non vale!»«perché tra donne ci si capisce, e ora vattene!» sento bussare ma i rumori non smettono
"Che sta succedendo?" le dico di entrare, infondo un po' di compagnia fa tutto meno noioso.La porta si apre di scatto e si richiude altrettanto velocemente lasciando entrare solo una figura femminile, che subito si mette in contrasto con la porta chiudendola a chiave, quando la donna si gira la guardo con aria interrogativa
«Scusa, non ci far caso» Una maschera bianca le copre il volto, si possono vedere solo gli occhi di colore nero carbone come anche i capelli, quasi più neri dei miei, infine, il corpo esile è nascosto da una felpa bianca sopra una tuta nera.

«Come stai oggi?» la sua voce un po' dolce e abbassata dalla maschera interrompe i miei filosofici pensieri sul
"Dove sono state tutte quelle persone bizzarre quando pensavo di essere la più strana?" Ma in fondo non era un pensiero molto intelligente
«Molto meglio grazie» sorrido ripensando al giorno prima, questa volta è la ragazza che mi guarda interrogativa o almeno credo visto che la maschera non mi permette di capirlo bene,
«Bè menomale ieri sembravi davvero molto nervosa oggi sei tutt'altra persona» adesso invece sono io a riassumere l'aria interrogativa
«Ci siamo incontrati ieri?»
«Certo non ricordi? Ti sei anche incazzata nera perché stavamo facendo un casino, infatti ero anche venuta per scusarmi a nome di tutti» inizio a vagare con lo sguardo e solo ora ricordo
"Come ho fatto a dimenticarmene così velocemente???"
«Si ricordo ma non ti preoccupare anzi dovrei scusarmi io, ero molto nervosa per ciò che è successo tre giorni fa e me la sono presa con voi senza motivo»
«Comunque sia sono venuta a portarti la colazione» solo ora noto il grande vassoio che ha in mano, lo posa sul comodino, e si avvicina per tirarmi su, mettermi un cuscino dietro la schiena con molta dolcezza e riformi il vassoio sulle gambe, ci sono varie fette di torta alla frutta ma anche alla cioccolata che sembrano squisite, in un altro piattino sono riposti ordinatamente vari biscotti, al centro invece c'è una tazza di latte fumante appoggiato sopra un altro piattino e in fine ci sono due piccoli contenitori con zucchero e miele.

Sono completamente cosciente del fatto che i miei occhi adesso stiano brilluccicando
«Po-posso davvero, cioè è davvero tutto per me?» la ragazza ridacchia leggermente per poi accarezzarmi i capelli
«Ma certo che sono per te vedi qualcun altro?»
Non me lo faccio ripetere e mi fiondo sulle torte e i biscotti che a volte inzuppo anche nel latte addolcito dal miele, è tutto buonissimo!!
«Come ti chiami?» la domanda interrompe la mia completa immersione in quei cibi da paradiso.
«Iris, tu?» farfuglio rosicchiando un biscotto a mo di criceto «Kate» annuisco leggermente mettendo la tazza di latte ormai vuota e le sorrido
«Hahaha ti sono rimasti i baffi del latte»si avvicina e la vedo prendere un fazzoletto e strofinarmelo un po' sopra le labbra
«Grazie», si rialza sorridendo.

Improvvisamente sentiamo un botto provenire dalla porta e quando mi giro verso di essa vedo un'accetta infilzata nel legno scuro trapassato da parte a parte, l'accetta esce velocemente per poi riabbattersi sul legno e continua così finché non distrugge la porta facendola cadere sul pavimento praticamente in pezzi,

«Hahaha credevi davvero di potermi dare ordini, io faccio quello che voglio!» il responsabile di quel macello era il ragazzo che in quel momento troneggiava in modo trionfante sulla porta distrutta, una spese di bavero nero con alcune strisce più chiare unite a formare una specie di sorriso con i denti gli copre la bocca, mentre gli occhi sono nascosti da una specie di occhialetti solo molto più grandi e rotondi con le lenti arancioni attraverso le quali si riescono ad intravedere appena gli occhi, ha una felpa sul beige il cui cappuccio blu gli nasconde parte della testa lasciando spuntare qualche ciocca di capelli marroni che gli incorniciano il viso, un altro tizio strambo...
«Ma che cazzo ti è saltato in testa idiota!!!!»
Kate ha iniziato subito a gridargli contro e capisco subito che si tratta della persona con cui parlava prima
«Adesso tela vedi tu con il master, lo sai quanto ci tiene alla casa!»
«Hahaha ma dai Kate tranquilla sei sempre troppo tesa».
Continuo a guardarli mentre Kate sembra incazzarsi sempre di più con l'altro che invece continua imperterrito a dire cose senza senso o che comunque non fanno altro che far incazzare Kate,

"Forse sarebbe meglio fermarli..." così mi faccio coraggio e parlo cercando una scusa per farli smettere
«Emm, potreste non urlare mi fa un po' male la testa», Kate si gira subito con aria preoccupata dando le spalle all'altro
«Oddio scusa Iris mi disopia-» una mano guantata si appoggia sulla testa della ragazza e la spinge di lato impedendole di finire la frase incominciando a parlare velocemente e freneticamente
«Perciò ti chiami Iris waaa piacere, piacere io sono Ticci Toby» mi si avvicina con una velocità sovrumana, sembra eccitatissimo, chissà perché era così eccitato poi, gli sorrido comunque e faccio per aprire bocca per dire qualcosa ma lui è più veloce di me inizia a parlare a macchinetta mi fa domande di cui comunque non aspetta la risposta, ma ascolto tutto quello che dice e, devo ammettere che mi diverte molto ascoltarlo parlare, mi fa ridere e sorridere,sono anche felice perché posso sapere diverse cose che nessuno mi aveva ancora detto, come che anche loro sono delle creepy e lavorano per "Richard", il nome che per quanto ho capito Toby usa per chiamare slendermen e, se devo dirla tutta, preferisco di gran lunga questo nome a slendermen.

Mi parla anche degli altri che però, per quanto dice Kate, sono impegnati col lavoro, e che potrò vedere solo domani poiché tornano tardi, lo stesso per "Richard".
Il giorno passa veloce con le chiacchiere di Toby e i rimproveri che Kate gli fa ogni volta che dice qualcosa che lei definisce "non adatto a una bambina di 10 anni".
Quando si fa sera e la stanza torna vuota respiro profondamente e penso che infondo non so proprio niente di questa gente,
"Farò bene a fidarmi?" ma subito mi accordo di quello che dico
"Sono un'idiota??? Mi hanno salvato la vita e ora si stanno prendendo cura di me, che cosa diamine dico??
E poi ne Toby ne Kate e neanche "Richard" non sono cattive persone, strane si ma lo sono anche io in fondo e comunque non posso muovermi adesso" sospiro di nuovo
"Si sono proprio stupida" sorrido leggermente e mi sistema il cuscino un'altra volta per poi addormentarmi.


Mà non ho molto a dirvi oltre a chiedervi i recencensire così la magari mi alzate anche l'autostima, anche se negativa
Alla prossima
Holy ^w^

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Capitolo 3
*** Giro panoramico! ***


CP 3. giro panoramico Ciao a tutti ragazzi è passato un po’ dall'ultima volta che ci siamo "visti" vero? Mi dispiace spero di non averci messo troppo, anche se infondo rispetto all'altro cap questo ci ha messo molto i più a arrivare ma abbiate pazienza sono un po’ bacata di cervello ^^"
Buona lettura, ci vediamo dopo!

RedHenko

3. Giro panoramico!


«Hei Iris! Hei! Hei sveglia!»
La voce di Toby irrompe nelle mie orecchie svegliandomi da un sonno tranquillo. Mugugno leggermente e gli scaccio la mano che aveva iniziato a punzecchiarmi la guancia con insistenza.
«Che c'è?»domando con voce assonnata mentre mi stiracchio cercando di svegliare almeno il mio corpo, visto che il cervello sembra non averne alcuna intenzione.
«Ieri hai detto che volevi vedere gli altri giusto? Allora li ho convinti ad aspettare per salutari prima di uscire» adesso il mio cervello è sveglio di sicuro anche se, no, non ricordo di averlo mai detto ma non importa.

Giro la testa di lato e oltre alle figure conosciute di Toby, Kate e Richard (si ho deciso di chiamarlo così perché slenderman mi fa strano) ci sono altre due persone la più vicina indossa un passamontagna, o almeno credo, con disegnati due occhi rotondi e cucita una smorfia di colore arancione come la sua felpa il cui cappuccio gli copre la testa. Quello più lontano, invece, è al lato della porta e indossa una maschera come Kate ma la sua è diversa. Assomiglia ad una maschera da teatro le labbra sono nere mentre gli occhi intagliati hanno una forma allungata con due segni neri sopra di essi che stanno a rappresentare le sopracciglia, in fine indossa una giacca gialla sopra un paio di normalissimi jeans.

«Questo qui è Hoody mentre quello laggiù è Masky» Toby me li indica tutti e due ed io mi sollevo leggermente per salutarli mentre Kate prontamente mi sistema un cuscino dietro la schiena ;
«Piacere io mi chiamo Iris» sfoggio uno dei miei sorrisi più amichevoli e, in risposta, ricevo un piccolo gesto con la mano dal più vicino, che mi sembra abbia detto anche qualcosa ma probabilmente mi sbaglio, mentre quello più lontano mi risponde con un tono forse un po’ seccato.
«Si so già chi sei, dopo questa inutile presentazione potrei andarmene?» no era sicuramente molto seccato.
«e si lui è Masky» la voce un po’ sarcastica di Toby sembra seccare ancora di più Masky che infatti esce senza dire altro.

«Forse mi odia»
«No tranquilla Iris Masky è fatto così» Kate mi accarezza la testa e io annuisco poco convinta, un po’ mi dispiace.
Dopo di questo esce per preparare la colazione e Toby esce a ruota dietro di lei.
Siamo solo io e Richard, Hoody è già scomparso, chissà quando è uscito. Questa volta è più vicino e mi guarda, in un certo senso visto che gli occhi non li ha, e si siede su una delle sedie che avevano portato Kate e Toby ieri.

Rimaniamo un po' in silenzio finché non è lui a parlare
«Masky fa così con le persone che non conosce, non si fida molto degli altri, non ha niente contro di te non preoccuparti» mi giro e gli sorrido. Ha capito benissimo cosa stavo pensando, è come se mi conoscesse da una vita.
«Grazie»
Stiamo un altro po’ in silenzio e ancora, come la prima volta, mi stupisco di quanto io mi senta bene vicino a lui.
«Ieri sono stata tutto il giorno con Toby e Kate mi sono divertita un sacco sai? Anche se non vedo l'ora di poter uscire, Toby dice che la casa è circondata da boschi, voglio assolutamente farci un giro!» mentre parlo faccio dondolare le gambe su e giù.
«Dovrai aspettare ancora un paio di giorni per poter camminare» annuisco e gli sorrido.
«Ma sono impaziente»

Dopo un po’ Kate arriva col vassoio della colazione e io la accolgono con un sorriso. Non vedo l'ora di poter mangiare di nuovo tutte quelle cose buone. Richard esce subito dalla stanza, non gli dico niente in fondo anche lui avrà qualcosa da fare.
«Wow, quasi mi dispiace rompere un'atmosfera del genere» Kate è ancora mezza girata verso la porta con lo sguardo fisso su di essa.
«Che tipo di atmosfera?» si gira e mi sorride mentre raggiunge una delle sedie vicino al letto.
«Era...umm» con gli occhi guarda un attimo il soffitto con aria pensierosa.
«Come posso dire, molto bella» mentre mi dice questo si siede e mi allunga il vassoio.

Come ieri è pieno di dolci e sembra squisito, mi lecco le labbra pregustandone il sapore,
«Infondo io e lui siamo la stessa persona no? Non dovrebbe essere normale avere questa relazione?» prendo un cucchiaino e inizio a far cadere lentamente il miele nel latte.
«No, non credo sia normale» vorrei chiederle altro ma ormai sono troppo immersa nella colazione.

I giorni passano lentamente e, anche se le ore con Kate, Toby e Richard sono piacevoli, le ore in cui sono sola sembrano non finire mai.
Posso solo guardare fuori dalla finestra e aspettare, ma la mia mente va sempre a quel giorno e a volte sono triste, altre invece sento ribollire in me una rabbia tremenda, finché non arriva di nuovo qualcuno a tenermi compagnia e mi torna il sorriso.

Passano le settimane predefinite e finalmente oggi potrò alzarmi. Volevo già farlo ieri sera ma Kate me lo ha impedito dicendomi che dovevo aspettare.
Ma questa mattina non mi fermerà nessuno.

Mi sveglio presto e mi metto a sedere sul letto senza problemi, mi guardo un po’ in giro e poi alzo le coperte. Tremo appena e mi metto seduta sul lato del materasso con i piedi a penzoloni che sfiorano il pavimento. Prendo un profondo respiro prima di spingermi giù. I piedi mi si congelano al contatto con il pavimento di legno e una leggera fitta alla spalla al movimento.
Inizio a camminare piano facendo scricchiolare appena il pavimento di legno sotto il mio peso. Mi avvicino alla finestra e guardo fuori: un leggero strato di acqua la ricopre e mi impedisce di vedere all'esterno.
Con la mano destra mi formo una piccola cupola e guardo, sembra essere davvero molto presto il sole è ancora mezzo nascosto e una leggera nebbia nasconde il prato e la parte bassa dei tronco degl'alberi. Sembrano quasi fluttuare in quel cielo grigio.

Mi stacco dalla finestra e mi dirigo verso l'armadio, una delle cose su cui ho a lungo fantasticato.
Mi fermo davanti ad esso, è davvero enorme da vicino sembra ancora più imponente. Porto la mia mano bianca alla maniglia ,che al confronto è enorme, e tiro lo sportello che si apre leggermente scricchiolando.
L'armadio è pieno di vestiti di tutti i tipi per maschio e per femmina, di colore scuro e chiaro, eleganti e non, piccoli e grandi, inoltre è tappezzato di cassetti in ogni angolo.
Bellissimo!

"E ora il pezzo forte" lascio l'armadio aperto e mi dirigo verso la porta. Mi sfrego le mani con impazienza e subito dopo avvicino la destra alla maniglia la abbasso e tiro la porta verso di me, aprendola leggermente. Mi affaccio solo con la testa e mi ritrovo in un grande corridoio a destra c'è una finestra, più grande di quella della mia camera e coperta da delle tende bianche da cui filtra la luce sempre maggiore della mattina.A sinistra invece il corridoio presenta varie porte.

Mi decido ad uscire e inizio a camminare fuori dalla mia stanza. Le porte sono cinque, con la mia sei, tre a destra e tre a sinistra (la mia è a sinistra). Immagino siano le camere degli altri e non entro per evitare di svegliarli, così le supero e arrivo alla fine del corridoio, lì trovo una grande scala che porta al piano di sotto.
Inizio a scendere piano tenendomi aggrappata al corrimano e alla fine raggiungo un grande atrio con una porta al centro alta almeno tre metri come tutti i soffitti. Infondo questa è la casa di Richard.

Ai lati ci sono due porte, una a sinistra e una a destra. Rimango un attimo indecisa ma ma alla fine vado verso sinistra.

La apro e mi ritrovo in una sala abbastanza ampia al centro c'è un semplice tavolo di legno rettangolare coperto da una tovaglia bianca, è circondato da sei sedie anch'esse di legno semplice.
A destra la luce proveniente da una grande finestra che illumina tutta la stanza. In fine c'è un'altra porta nella parete opposta alla mia verso il lato sinistro di essa. Mi ci avvicino circumnavigando il tavolo e la apro,
"Ed ecco la cucina" penso guardando la stanza.

Al contrario delle altre stanze la cucina è nel più completo disordine ed è piena di mobili. Ci sono cassetti e sportelli ovunque e, se ci fosse più di una persona, probabilmente non ci si riuscirebbe a muovere bene per il poco spazio che i mobili lasciano libero al passaggio. Torno indietro quasi subito, quel posto è un labirinto e non ho voglia di perdermici. Chiudo la porta e torno nell'atrio.

«Sei già sveglia?» la voce atona di Richard rimbomba nel silenzio della casa. Mi giro verso di lui che sta scendendo le scale tranquillamente.
«Ero troppo impaziente» dico sorridendo e aspetto che scenda ogni scalino per avvicinarmi a lui.
«Wow così sei ancora più alto! Ti arrivo a malapena al bacino» lui abbassa la testa e mi guarda con la sua solita espressione indecifrabile.
«Ti infastidisce?»
«No assolutamente è fighissimo!» gli sorrido e gli abbraccio le gambe
, che sono l'unica cosa che riesco a raggiungere, stando attenta alla spalla.
Appena lo lascio Richard si incammina verso la sala da pranzo e io lo seguo. Si siede dalla parte del tavolo da dove può vedere la porta e mi siedo vicino a lui anche se arrivo a mala pena al tavolo tantoche spunta solo una parte della mia faccia.

La porta si apre poco dopo e la persona, che io non riesco a vedere, viene subito salutata da Richard con un cordiale "buongiorno".
«Buongiorno anche a lei, Master» è Kate!
«Buongiorno!» gli dico cercando di uscire leggermente da sotto il tavolo senza riuscirci.
«Iris?»
«Sono qui!!» alzo la mano destra agitandola, Kate fa il giro del tavolo e in fine mi vede.
«Ti sei già alzata?!»
«Si, non vedevo l'ora di scendere dal letto» sospira e sorride leggermente.
«Cerca di non fare movimenti azzardati»
«Tranquilla non ci tengo a tornare a letto» detto questo sparisce nella cucina.

Torna una manciata di minuti dopo con tazze e cucchiaini con cui apparecchia la tavola per sei persone, dopo un altro po' torna con due vassoi su cui ci sono varie brocche, dolci, biscotti, miele e zucchero.
Poi esce dalla camera e ritorna con un cuscino che mi posiziona sulla sedia e, finalmente, si siede anche lei.

Richard riempie la propria tazza con del tè a aggiunge un po' di zucchero. Kate invece riempie la sua di caffè e latte con un cucciaino di zucchero, li guardo un attimo e poi inizio a mangiare pure io.

Prendo un po’ di latte e come sempre ci aggiungo tonnellate di miele e ovviamente mangio qualsiasi tipo di dolce posato sul tavolo. Non riesco a credere che Kate faccia tutto questo tutte le mattine, è fenomenale!
Dopo un po’ arriva Masky, lo saluto e lui mi guarda un attimo poi prende la brocca con il caffè. Se ne versa un po' in una delle tazze e lo beve velocemente alzando un po' la maschera, senza nemmeno metterci un po’ di zucchero, per poi uscire con una fetta di costata.

"Tentativo di approccio fallito" sospiro e sento Richard guardarmi un attimo distraendosi per un secondo dal tè in cui immerge biscotti integrali che mangia con una lentezza assoluta. La porta chiusa poco prima da Masky si apre velocemente lasciando entrare Toby che esorta con un -buongiorno a tutti- abbastanza esagerato.
«Buongiorno» gli rispondo e appena mi vede si mette davanti a me e iniziamo a chiacchierare come al solito. Kate gli allunga subito un piccolo piatto con dei waffles che non avevo nemmeno notato.

Poco dopo arriva anche Hoody che saluto seguita da Toby e lui ci risponde con il solito gesto per poi sedersi all'ultimo posto disponibile alla destra di Toby. Quest'ultimo intanto si ingozza dei waffles che ha ricoperto di qualunque cosa possibile e immaginabile tanto. Hoody si è riempito la tazza con del latte semplice che beve mangiando biscotti bianchi semplici alzando un po' anche lui il passa montagna come anche Toby si abbassa un il "coso" che gli copre la bocca lasciando intravedere una cicatrice enorme che gli scopre parte della mascella e dei denti
Sorrido, sono davvero diversi l'uno dall'altro. Sono tutti strani, o per meglio dire sono tutti speciali nella loro strana pazzia, ridacchio tra me e me.

«Perché sorridi con quella faccia da ebete?» farfuglia con la bocca piena Toby facendomi tornare alla realtà.
«Niente tranquillo e poi non dovresti parlare a bocca piena idiota» rido e mi godo la sua espressione imbarazzata e stupita per la risposta inaspettata.
«Toby dopo mi porti tu a fare un giro per le foreste nei dintorni?» dico con trasporto, non vedo l'ora di poter fare un giro!
«Ma certo che ci penso io» dice lui portandosi una mano al petto che intanto ha gonfiato come per farsi più grande.
«No, Toby se volete andare vi dovete far accompagnare da Hoody, lui conosce meglio il posto» Toby sembra sgonfiati alle parole di Richard, così mi rivolgo a Hoody.
«Lo penso anche io Toby, Hoody è più adatto» dico ridacchiando.
«Allora ci accompagni tu?» chiedo poi a Hoody, ma più che una domanda è una supplica. Lui mi osserva un po’ in silenzio finché non risponde
«Va bene» con voce bassa e atona forse un po’ seccato all'idea. Il mio sorriso si fa ancora più grande e inizio a bere il latte più velocemente.

Non vedo l'ora!


Ragazzi io credo che la cosa più bella che offre scrivere su internet sia la vicinanza ravvicinata ai propri lettori perciò non abbiate paura di scrivere qualcosa anche una sola parola scrivete tutto ciò che volete, scaricate la vostra frustrazione buttandovi in commenti sfrenati, anche se sono frasi completamente nonsense non importa vi fate una risata e me la faccio pure io. Se avete paura di darmi fastidio state tranquilli mi mettete anche di buon umore vi prego solo di farlo perché come ho detto prima è uno dei più grandi vantaggi di scrivere su internet, comunque sia spero il capitolo vi sia piaciuto e cercherò di aggiornare presto.
Alla prossima ^^

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Capitolo 4
*** Mi fierò di voi... ***


CP. 4

Ed eccoci di nuovo qui, dopo tutti i casini che sono successi sono riuscita a caricare anche il quarto capitolo *lancia coriandoli in aria*. Mi sto divertendo molto e spero di divertire anche voi con i miei bla bla bla, ma ora vi lascio leggere l'ennesimo capitolo uscito dalla mia mente malata ^^

RedHenko
4.Mi fierò i voi...

Finita la colazione Hoody ci fa segno di seguirlo, così mi incammino nell'atrio con Toby che non ha ancora detto niente, "Non si sarà mica offeso?", ridacchio leggermente e lui si gira verso di me, con ancora il paradenti abbassato (così mi ha detto che si chiama il coso che gli nasconde la bocca), e con una faccia offesa come a dire -Ti ci metti pure tu ora?- che mi fa ridere anche di più

«Dai Toby non te la prendere», mi avvicino e gli sorrido dolcemente dal basso, sospira rassegnato e si ritira su il paradenti per coprire la bocca.
Intanto Hoody ci guarda seccato sullo stipite della porta, così mi avvicino impaziente di uscire ma subito Kate mi ferma e mi costringe ad infilarmi un giaccone pesantissimo di color beghe che chiude allacciando tra loro dei grandi bottoni marrone scuro

«Non puoi mica uscire con solo il pigiama con questo freddo, a parte il fatto che sei anche scalza!», allora mi fa sedere per terra e mi infila due calzini di lana viola e un paio di scarpe bianche.

 

Adesso finalmente mi lascia in pace ripromettendomi, però, che dopo mi avrebbe vestito per bene; mi incammino verso Hoody che è ancora là.

 

Una volta fuori percepisco subito l'umidità mista al freddo pungente della mattina sulla pelle e mi stringo nel cappotto; davanti a me c'è un immenso bosco tanto fitto che dentro la luce del sole non sembra filtrare.

Quest'ultimo invece siede sul suo trono di nuvole griggiette che lo nascondono un po’ alla vista.

 

Scendo dei piccoli gradini di legno che scricchiolano rumorosamente al mio passaggio, finché non mi ritrovo con i piedi sull'erba coperta di brina. Mi giro e guardo per la prima volta dall'esterno l'enorme casa di Richard: è imponente ma anche molto vecchia, le pareti sono scure annerite, come fosse bruciata, ma probabilmente è solo il tempo ad averle rovinate, eppure all'interno è completamente diversa.

Hoody intanto mi ha raggiunta e ha iniziato a camminare verso gli alberi, lo stesso vale per Toby, così li seguo e mi inoltro con loro nella foresta.

Dentro l'umidità è più alta e una leggera nebbiolina bianca circonda ogni cosa, gli alberi sono altissimi e sembrano poter toccare il cielo. Hoody ci guida muovendosi velocemente nella foresta come se la conoscesse da una vita, io lo seguo e ogni mio passo fa un suono diverso.

Mi stupisce la silenziosità dei passi di Hoody e quelli di Toby che, al contrario dei miei, non fanno alcun rumore, nemmeno uno scricchiolio, eppure camminano molto più velocemente di me.

 

Continuiamo ad avanzare e Hoody e Toby sembrano dirsi qualcosa che io non ascolto. il bosco, infatti, assorbe completamente la mia attenzione e li seguo piano guardando a bocca aperta tutto quello che incontro.

 

«Hey Iris, vieni qua!» dice a un tratto Toby tirandomi fuori dal mio stato di trans, mi avvicino e lui mi prende in braccio con cautela.

 

«Che c'è?» chiedo curiosa ma non mi risponde e mi mette sulla schiena facendomi passare piano la braccia intorno al suo collo e le gambe sulla vita.

 

«Reggiti forte Iris!»

"Non promette nulla di buono" penso e subito dopo infatti inizia a salire velocemente su un'enorme albero e io mi reggo disperatamente alla sua schiena, procurandomi una fitta alla spalla. Chiudo gli occhi e mi trattengo dal gridare, presto, però, non sento più nessun rumore…

"Ci siamo fermati?"

 

«Iris ti dispiacerebbe lasciarmi il collo, mi stai soffocando, e poi apri gli occhi che sennò tutto quello che ho fatto non ha senso» lo sento ridere e cerco di calmarmi.

 

Ci metto un po’ ma alla fine lascio leggermente la presa sul povero collo di Toby e apro piano gli occhi.

Subito li spalanco con stupore realizzando dove sono. Quello che ho davanti è l'intera foresta che circonda la casa vista dall'alto! Gli alberi sembrano un mare verde di cui non vedo la fine e la casa una piccola isola al centro di essi.

 

«O mio dio Toby! Guarda quella è casa nostra! Guarda! Guarda!» lo scuoto leggermente mentre indico il puntino grigio nel mezzo della foresta. Facendo questo però perdendo po’ l'equilibrio rischiando di cadere, guardo sotto di noi e capisco a quale altezza siamo. Con molta probabilità siamo sull'albero più alto della foresta tanto che Hoody, sotto di esso, sembra un piccolo puntino.

«Attenta a non cadere, da questa altezza non sopravvivresti di sicuro»

«Toby ti prego, non mi aiuti» lo dico balbettando leggermente e lui, in tutta risposta, si mette a ridere ma almeno mi sistema meglio sulle spalle. Stiamo là sopra per un po’ e, per quanto io abbia le vertigini ormai, riesco a notare che ci troviamo su una collinetta un po’ più in alto di dove si trova la casa mentre dall'altra parte non riesco a vedere oltre la collina perché questo non è il punto più alto di essa.

 

«Ok Iris adesso dobbiamo scendere, altrimenti poi a Hoody chi lo sente»

«Va bene, c-certo ma come fai a..» non mi fa finire la frase che si butta praticamente giù dell'albero e questa volta urlo, mi ha preso completamente alla sprovvista. Quando scendiamo a terra Toby mi lascia andare e io per poco non cado.

 

«P-potevi anche avvisami prima di buttati giù!» ricomincia a ridere incurante dello spavento che mi ha fatto provare e io sospiro arresa "Si è vendicato per prima a quanto pare, anche se ha esagerato diamine!".

Torniamo velocemente a casa e una volta entrata Kate non mi da nemmeno il tempo di levarmi il cappotto che mi sequestra, mi porta in camera e inizia a rovistare nell'armadio. Sembra tutta eccita all'idea così decido di non dire niente e mi siedo soltanto su una sedia levandomi anche il cappotto.

 

Lei rimane un po’ a cercare nell'armadio finché non ne esce con in vestito viola con le maniche lunghe e una fascia in vita di colore bianco, me lo infila senza dirmi niente e quando ha finito mi guarda per un po’ con le braccia incrociate.

Insoddisfatta, inizia a pettinarmi i capelli con una spazzola tirata fuori dalla tasca.

«I tuoi capelli sono davvero belli lo sai Iris?»

«A grazie-ow!» mi strattona leggermente quando la spazzola incontra dei nodi, cosa che capita spesso visto che è molto che non li pettino.

«Scusami Iris ma non ci posso far nulla»

«No non fa niente».

 

Quando finisce mi infila un cerchietto bianco e mi fa guardare allo specchio nascosto nella parte interna dell'anta dell'armadio che non avevo notato.
Il cerchietto bianco fa molto contrasto sui miei capelli e quasi li rende più luminosi. Il vestito invece è molto carino e il viola e il bianco molto luminosi, sorrido e mi giro verso Kate, che mi guarda in modo strano, facendo una piccola piroetta.

«Grazie Kate!» lei mi risponde con un sorriso e apre la porta della stanza (si non ve l'ho detto ma qualcuno, non so chi, ha aggiustato la porta), la seguo canticchiando, standole dietro per tutto il resto del corridoio. Per qualche motivo è tutto molto silenzio e non si vede nessuno in giro.

"Dove sono gli altri?"

«A proposito, Iris il master vorrebbe parlare con te, ti sta aspettando nella sala a destra dell'atrio» detto questo entra nella sua stanza, l'ultima a destra, salutandomi con un sorriso che in qualche modo sembra triste come quelli che ha mostrato per tutto il tempo che siamo state insieme.

 

Scendo nell'atrio e mi dirigo verso la porta a destra che non avevo ancora controllato, la apro piano e trovo Richard al centro della stanza.

 

«Di che dovevi parlarmi?» mi fa segno di avvicinarmi e così faccio, l'atmosfera è molto pesante per qualche motivo ma decido di non farci caso. Quando sono vicina inizia a parlare con la sua solita voce bassa e calda.

«Iris ti dissi già, quando ci siamo incontrati la prima volta, che anche tu sei una creepypasta essendo la mia seconda parte, l'Henko»

«Sì, me lo ricordo»

«Ebbene noi ti insegneremo tutto ciò che devi imparare per essere una creepypasta» lo guardo senza capire.

«Ook…ma, che intendi?»

«Si potrebbe definire un lavoro ma non è proprio un termine appropriato, lo possiamo meglio definire come bisogno» adesso mi sto spazientendo "Perché mi tiene così tanto sulle spine?"

 

«Dimmi cosa intendi senza mezzi termini!» rimane per un po’ zitto mentre lo guardo stufa.

«Jeff, la persona che ha ucciso i tuoi genitori, lo ha fatto proprio per questo bisogno» i miei occhi si dilatano considerevolmente a quelle parole e lo guardo confusa.

 

«In poche parole tutti noi creepypasta abbiamo il bisogno e l'istinto di uccidere, è una cosa naturale per noi» guardo per terra e stringo i pugni tanto da farmi male,

« N-non scherzare q-questo vo-vorrebbe dire c-che se ci fossi stato tu al s-suo posto a-anche tu li avresti uccisi?» la voce mi trema come tutto il resto del corpo.

«Si, probabilmente si e anche gli altri lo avrebbero fatto, anche tu prima o poi» sento le lacrime che mi scendono sulle guance.

«BUGIARDO! SONO TUTTE BUGIE! DICI SOLO BUGIE!» gli grido contro così tanto forte da far si che mi si incrini la voce, mi strofino gli occhi nascondendo il volto.

 «Iris io..»

« NON MI TOCCARE!» scanso con forza la mano di Richard, che intanto si è avvicinato a me. Corro fuori dalla stanza, inciampando per le scale e, anche se questo mi procura un dolore orrendo alla ferita, non smetto di correre verso la mia stanza.

Una volta dentro sbatto la porta chiudendola a chiave e mi siedo sul letto stringendo il cuscino tra le gambe per piangerci sopra.

 

Rimango in camera tutto il resto del pomeriggio rifiutandomi anche di mangiare soprattutto perché la tristezza mi ha chiuso lo stomaco ma anche perché ho bisogno riflettere. Non ci capisco più niente, ma è la mia vita ci dovrò pur capire qualcosa, no?

 

Quando fuori è ormai buio Richard entra nella mia camera, anche se è più appropriato dire che è comparso dal nulla.

«Ti sei calmata?» annuisco leggermente con la testa senza alzarla dal cuscino, dov'è ormai sprofondata. Lo sento che si siede sul lato verso la fine del letto.

«C-ci ho pensato un po’,» mugugno «voi avete davvero fatto tanto per me, soprattutto tu, perciò voglio chiederti una cosa…», alzo la faccia dal cuscino e lo guardo con gli occhi gonfi per il pianto

«Per te è sbagliato? Uccidere intendo» lui si gira a guardare il pavimento per poi iniziare a parlare

 

«Vedi Iris noi siamo creature diverse dagli umani, loro sono sia luce che oscurità, noi invece siamo solo l'oscurità e tutto ciò che di brutto c'è in questo mondo; tu ancora non lo sei del tutto perciò non puoi capire, ma per noi è la cosa più naturale e anche piacevole» queste ultime parole le pronuncia molto basse, come se sé ne vergognasse.

«Quindi non ho idea se sia sbagliato o giusto, Iris» sembra molto sofferente… anche se non lo fa sentire nella voce perennemente atona, lo percepiscono lo stesso.

 

Riabbasso occhi «Per ora non posso scegliere, perché non ne so niente» mi avvicino sedendomi accanto a lui e appoggio la testa sul suo braccio

«Perciò scegli tu, noi siamo la stessa persona no? Allora scegli tu per me» rimane in silenzio per un po’ scioccato e sorpreso dalla domanda.

«Io... credo sia meglio che tu intanto ti alleni con noi, così poi qualunque decisione prenderai non avrai problemi nel seguirla» annuisco «Va bene» chiudo gli occhi e sorrido sollevata.

«Mi dispiace per prima, ti ho fatto male?»

«No tranquilla» lo abbraccio leggermente e questa volta mi abbraccia anche lui circondandomi con le se lunghe braccia in modo così gentile che sembra aver paura di toccarmi, come se fossi fragile come un vaso di cristallo.

 

«Devo chiedere scusa a tutti poi, ho anche saltato il pranzo» dico con un sorriso sciogliendo l'abbraccio.

«Devono essersi preoccuparti e comunque gli ho causato un sacco di problemi» mi alzo sistemandomi il vestito pensando a come fare per scusarmi nel modo meno imbarazzante possibile.

 

«Tra poco dovremmo cenare» Richard lo dice guardando fuori dalla finestra, per poi rivolgersi di nuovo a me «Potresti approfittarne per scusarti con tutti»

«Hai ragione! Andiamo, andiamo!» esclamo tirandogli la mano e intimandogli di alzarsi per andare giù.

 

Sotto ci sono già sia Kate che Toby che mi guardano sorpresi di vedermi. Li saluto tutti e due sorridendo impacciata.

«R-ragazzi mi dispiace per prima insomma voglio dire..» non riesco a finire la frase che Toby mi salta addosso alzandomi da terra per abbracciarmi.

«Pensavo che te ne saresti andata! Ma non è così giusto? Non te ne vai vero?»

«Ma certo che non me ne vado Toby! Dai su lasciami» ma lui continua ad abbracciarmi sfregando la sua guancia contro la mia. «Haaa e dai Toby! Lasciami!» ma è solo fiato sprecato.

 

"Non mi lascerà mai e morirò soffocata. Devo rassegnarmi all'idea, ma io non voglio mica morire!"

 

 Intanto Kate dietro di noi tira un sospiro di sollievo. Poco dopo Hoody e Masky entrano nella stanza trovando il casino più assoluto, «Hoody, Masky aiuto! Non mi lascia più!» ma loro passano avanti quasi subito sedendosi al tavolo. Non capisco cosa abbiano pensato ma, cosa più importante, non mi hanno aiutato affatto!

 

«Grazie tante, mi siete molto d'aiuto!» gli grido sarcastica continuando a provare disperatamente a staccarmi da Toby che non ascolta le mie suppliche. Infine Richard, non so come, mi salva e ci fa sedere tutti e due a tavola. Passiamo il resto del pranzo a chiacchierare e per la prima volta Masky rimane in un luogo con me per più di 10 minuti e, per quanto io non riesca a parlarci, ne sono felice.

Riesco anche a vedere la sua faccia per la prima volta: è alquanto normale nei lineamenti, le basette, appena accennate, gli coprono leggermente i lati della faccia, l'unica cosa strana sono le due grandi occhiaie che gli circondano gli occhi marroni.

"Forse il “lavoro” di notte non lo fa dormire abbastanza, e forse anche a me verranno una volta iniziato", scaccio via questi pensieri, credo di aver fatto la scelta giusta e spero di non dovermene mai pentire in futuro. Voglio fidarmi di Richard e degli altri in fondo delle persone così potrebbero mai far cose sbagliate?

Ecco fatto adesso inizia la parte più divertente, o almeno credo. Comunque vi è piaciuto? No perché ogni volta ho come la sensazione di essere un po’ infantile non lo so perché, sono un po’ strana ^^" Comunque spero vi fermerete a chiacchierare un po’ con me nei commenti e ,se avete notato anche voi che sono infantile a volte, ditemi dove vene prego, se invece no be allora sono io a farmi le pippe mentali XD. Ci vediamo! (presto spero ^^")

 

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Capitolo 5
*** Tempo di studio! ***


Ciao!!!!!!

(Si, voglio solo salutari problemi? XD)

 
 5.Tempo di studio! (non si può evitare vero?)
 
Scendo lentamente le scale sbagliando sonoramente, ieri sera abbiamo fatto troppo tardi e oggi mi sento uno straccio. Raggiungo la sala da pranzo e mi siedo all'unica sedia libera, con già il cuscino, che trovo vicino a Toby; li saluto con voce addormentata mentre mi stiracchio sulla sedia, hanno già quasi tutti finito "mi devo essere svegliata davvero tardi" sbadiglio per l'ennesima volta, decido di far colazione ma non ho alcuna voglia di prendere la brocca del latte che si trova dall'altra parte del tavolo vicino a Masky...."Idea!"«Hei Masky, mi passi il latte per favore?» lui si gira prima verso la brocca, poi verso di me per tornare subito a guardare la brocca, continua così per un pò come se stesse riflettendo sul da farsi, ma alla fine afferra il manico della brocca e lo sposta vicino alla mia tazza. A quel gesto un enorme sorriso mi si disegna sul volto e, per quanto io cerchi di trattenerlo, non ci riesco, sono troppo felice sono passata da essere insopportabile a inesistente a sopportabile, non che sia un grande traguardo ma è pur sempre un traguardo! «Grazie Masky!» gli sorrido ma lui già non mi guarda più.
«Iris, come ho detto ieri, oggi inizierai gli allenamenti, perciò cerca di sbrigarti a fare colazione»«Si, signore sarò più veloce della luce!» detto questo verso il latte aggiungendovi, come al solito, del miele, per poi berlo velocemente.
«Ma che tipo di allenamenti dovrei fare?» chiedo sposando la tazza per poi allungarmi a prendere una fetta di crostata, «Per ora non farai niente di pratico, perciò non potrai allenati con Toby e Hoody, ma invece ti allenerai con Kate, che ti spiegherà meglio cosa sia un'Henko, e con Masky, che ti farà un po’ di cultura generale» annuisco poco convinta, non sono sicura di aver capito ma non importa capirò una volta che lo farò. Finita velocemente la fetta di crostata all'albicocca Richard mi accompagna, seguito da Masky e Kate, nell'atrio per poi entrare nella sala di destra. L'ultima volta che c'ero entrata non avevo avuto l'occasione di guardarla bene, non che ci fosse molto da vedere, la sala infatti è piccola e spoglia e ha tre porte del solito legno scuro, Richard apre la porta a sinistra svelando una sala piena zeppa di fogli stracciati e non, librerie stipate di libri, sedie con altri fogli e altri libri, in fine le pareti sono tappezzate di quelli che sembrano progetti, il caos in piena regola!
«Iris adesso ti lascio qui con Masky, poi ti spiega meglio lui»  detto questo Richard si avvicina a Masky e gli dice qualcosa che io non capisco, per poi uscire con Kate che mi saluta con un sorriso dolce come al suo solito.
Una volta rimasti soli Masky mi fa segno di seguirlo, ma io non mi muovo di un centimetro, tutto quel caos mi fa sentire un po’; spaesata.
»Vuoi rimanere lì tutto il giorno?» Masky mi guarda dal centro della stanza e dalla voce capisco che è non poco seccato da quella situazione ma non sono sicura se lo sia perché non mi muovo o perché non vuole stare con me, comunque sia mi decido a seguirlo e inizio a camminare piano tra i fogli che ricoprono il pavimento, superiamo una libreria e dietro di essa scopro una scrivania, anch'essa piena di fogli e libri.
«Devo sistemare questo posto» farfuglia Masky mentre sposta i libri su una sedia qualunque e butta i fogli per terra, «Ma per oggi ci dovremo arrangiare, spediti qui» prende una sedia e la avvicina alla scrivania mentre rovista in un cassetto della stessa. Io mi avvicino e mi siedo sulla sed «Grazie»«Non mi ringraziare, se avessi dovuto lasciti fare da sola domani probabilmente staremo ancora qui» faccio per rispondere ma il rumore di dei fogli che sbattute sulla scrivania mi fa saltare leggermente sulla sedia per lo spavento.
«Ok, visto che sono abbastanza sicuro che tu non abbia capito niente di quello che sta succedendo, visto l'enorme intelligenza che hai dimostrato fino ad ora»«Hei!» sono davvero offesa ora e lo guardo con sguardo sdegnato, ma lui continua a guardarmi apatico «Be? Non ho forse ragione?» apro la bocca per ribattere ma, cacchio devo ammettere che ha ragione!
Così mi risiedo sella sedia arresa con una smorfia in viso «Ok hai ragione, spiega tu forza» gli intimo incrociando le braccia in segno di attesa, lui mi guarda un'attimo per poi ricominciare il suo discorso, «È quello che stavo per fare prima che tu mi interrompessi» mi rinfaccia prima di cominciare veramente «Comunque per farla in parole povere questo è il tuo addestramento da Henko, per quanto io non voglia farlo lo devo comunque fare ogni santissima volta, ma tornando a noi, Kate ti spingerà l'importanza del tuo ruolo e cercherà di farti capire cosa sei, Hoody ti insegnerà a muoverti silenziosamente nella foresta e nella città per capire come poter seguire qualcuno,Toby invece ti aiuterà con le armi visto che è l'unica cosa che sa fare quell'idiota, mentre io cercherò di farti diventare da stupida e ignorante quale sei ad una stupida con una coltura minima, perciò per oggi per quanto io creda che il tuo livello sia zero vorrei solo testare le tue conoscenze» dicendo questo mi posizione il blocco di fogli davanti con una penna «Devo completarli tutti?» chiedo preoccupata dall'altezza del blocchetto «Se ne sei capace»«Certo che ne sono capace» "Gli farò vedere che non sono un'idiota come pensa lui! E poi lo costringerò a chiedermi scusa" penso maligna mente inizio a riempire i fogli rispondendo a tutte le domande, "È vero che non sono molto intelligente, ma i giorni passati a studiare per allontanare la noia saranno serviti pure a qualcosa!".
Continuo per quelle che mi sembrano ore, ho saltato alcune domande ma nel complesso non mi sembra stia andando male, ho già fatto una ventina di fogli, mi sento sfinita, quando alzo gli occhi Masky se ne sta tranquillo tranquillo leggere un libro, vedendolo mi risale la rabbia e ricomincio quello che avevo iniziato senza sentire più la stanchezza di prima.
Passa ancora un altro po' quando Masky mi mette una mano sul foglio «Basta ora devi andare da Kate ti sta aspettando nella camera affianco»«Aaaa, solo un minuto ho quasi finito!» esclamo e scrivo velocemente le ultime cose sul foglio per poi darlo a Masky, che lo prende senza guardarlo. Sono letteralmente morta! Sento il cervello che probabilmente è diventato una polpetta informe e pian piano si sta sciogliendo, "A proposito di sensazioni siamo sicuri che ho ancora la mano destra? Non la sento più", preoccupata controllo ma la mia mano è ancora lì, tiro un sospiro di solievo. «Iris guarda che Kate ti sta aspettando» mi avverte tranquillamente Masky «Solo un attimo» prendo un grande respiro e mi alzo dalla sedia per poi uscire lentamente dalla camera salutando Masky che mi guarda stranito dall'altra parte della stanza. "Ahhhh! Ho finito finalmente!"penso appoggiandomi al muro cercando di non cadere; lo studio mi prende sempre tutte le energie vitali. Una volta che mi riprendo inizio a strisciare vero la camera affianco. Apro un poco la porta ed entro; la camera è piccola e spoglia ci sono vari scatoloni ai lati della stanza e una libreria al lato sinistro vicino una grande finestra aperta ornata con delle semplici tende bianche leggermente ricamate verso la fine, in fine davanti, più verso sinistra c'è una grande scrivania con qualche libro e qualche foglio ordinatamente disposti su di essa; seduta ad un lato di essa vi era Kate che mi ha appena notato, «Iris finalmente, ti stavo aspettando» mi dice con voce dolce che sembra quasi professionale "lei e Masky sono due entità completamente differenti" penso mentre mi avvicino a una sedia vicino al tavolo. Ripensando a quello che ha detto prima Masky, ora dovrebbe spiegarmi meglio cos'è un Henko, cioè cosa sono in poche parole, «Iris noi due lavoreremo su la tua parte di creepy, in pratica vedremo cosa un Henko è cosa può fare e anche i tuoi limiti» annuisco fermamente impaziente di sapere «Per prima cosa, anche se so che un po' lo hai già capito, ti ribadisco cosa più precisamente è un Henko: è la parte dello slenderman che decide, quella che prende le decisioni, l'altra da sol non può prendere decisioni»«Ma se vuole farlo?»«È nella sua natura non gli verrebbe naturale»«Ma se l'Henko gli chiede se può prendere una decisione per lei o lui non deve rispondere di sua volontà?» chiedo pensando a quello che è successo ieri, lei si ferma un po' a pensarci per poi rispondermi con sicurezza «no, comunque sta rispondendo in base al volere dell'Henko per ciò che razionalmente sarebbe meglio per lei cioè quello che gli ha chiesto di dirgli l'Henko lui risponderebbe come ad un comando, vedi lo slenderman è un po' come al servizio dell'Henko, le deve sempre stare accanto, fa tutto ciò che gli viene chiesto nei limiti del possibile e la protegge in qualunque caso, qualunque cosa succeda»«Ma perché?» lei mi guarda un attimo per poi sospirare rumorosamente «Queste cose doversi chiederle a lui, io non ne ho la più pallida idea, il Master non dice mai molto su se stesso» dice lei con un aria un po' triste, «Comunque sia tornando al discorso di prima essendo una parte dello slenderman hai delle qualità in più rispetto all'umano e puoi anche usare poteri che usa anche lo slenderman come, anche se non te li ha mostrati, i suoi tentacoli e..»«Richard ha i tentacoli?!» urlo alzandomi dalla sedia con gli occhi spalancati per la sorpresa «Si» dice piano Kate leggermente spaventata dalla mia improvvisa reazione «O mio dio che figata! Me li deve far vedere!»  torno a sedere col sorriso sulle labbra fantasticando sulla cosa, finché non realizzo cosa intende  «Ma questo vuol dire che li ho anche io?» dico guardandola con occhi speranzosi «Si Iris, ma non puoi usarli ancora» la sua voce è  calma e sul suo viso si è disegnato un leggero sorriso «Eeee? Perché no?» mi lamento mettendo su una faccia da cucciolo  «Perché ci vuole un po' prima che il legame si stabilizzi tra te e il Master, quando sarai pronta però ti insegnerò subito come usarli, ok?» annuisco incerta non sapendo se essere felice o triste della cosa. Continua poi parlandomi di cos'altro faremo, oltre a concentrarsi proprio sull'Henko e tutto ciò che può fare, un po' la storia delle Henko venute prima di me però non siamo entrate nei particolari. Quando abbiamo finito si era già fatto pomeriggio e siamo andati a mangiare.
Durante il pranzo mi hanno spiegato che quelle ore nel pomeriggio le avrei dovute usare per allenarmi con Hoody e Toby, il quale sembrava molto triste di non potermi allenare, «Ma allora che faccio? Se non faccio niente poi mi annoio!» dico lamentosa quando abbiamo finito di mangiare accasciandomi sul tavolo,Richard accanto a me sembra pensarci un pochino per poi rispondermi calmo come al solito «Se ti va ti posso prestare un libro»«Un libro?»«Si perché no, la mia stanza è piena di libri di ogni genere magari c'è anche qualcosa che ti piace» ci penso un attimo "In fondo cos'ho da perdere? Poi potrò vedere la camera di Richard è un'occasione da non perdere!" «Ok».
Quando mi fa entrare la camera è piena di librerie, sembra tanto quella vecchia biblioteca che visitai tempo fa con la scuola, oltre a quelle c'era solo un letto e una grande poltrona dall'aria molto comoda, «Hai solo l'imbarazzo della scelta» a quelle parole iniziai a cercare qualcosa tra i libri che con la mia piccola altezza riesco a raggiungere, alcuni sono enormi altri piccolissimi, con le copertine rigide e non, altri sembrano vecchi altri rovinati mentre altri ancora sembrano nuovi.
Sto lì a cercare per molto tempo finché non trovo un libro dal titolo interessante con una copertina rigida, «Prendo questo!» dico uscendo da dietro le librerie per avvicinarmi a Richard che sta seduto sulla poltrona con un'altro libro in mano, «Va bene, stacci attenta non lo rovinare capito?» per la prima volta la sua voce è davvero dura e concisa «Non lo farò signore!» dico con tono scherzoso mentre corro fuori dalla camera per dirigersmi nella mia.
Per il resto del giorno non faccio altro che leggere cambiando ogni tanto posto dove rifugiarmi. Verso l'ora di cena l’ho già quasi finito, mangio velocemente senza parlare troppo e ritorno nella mia stanza per continuare la lettura. «Iris ora devi andare a letto, altrimenti domani non ti alzi» Kate è appoggiata sulla porta della mia stanza, «ma io voglio finirlo» dico guardandola con occhi dolci sperando di riuscire a convincerla, «No Iris mi di spiace, potrai finire il libro domani» sospiro mormorando un lieve -ok-. Mi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte, «buona notte» mi dice Kate spegnendo la luce della stanza e chiudendo la porta, sento i suoi passi allontanarsi piano dalla mia stanza finché non li sento più, allora accendo la luce e ricomincio a leggere il libro; "Mi dispiace Kate ma io ho bisogno di leggere questo libro!"   Rimano tutta la notte a leggere fino a quando non arrivo all'ultima pagina, e, soddisfatta, cado in un sonno profondo, domani avrò problemi ad alzarmi, ma né valsa l pena!

Ed eccoci per l'ennesima volta a fine capitolo, così posso annoiarvi con i miei dubbi e tutte le mie stupidaggini ^^"
Tornando a cose serie mi dispiace davvero di aver fatto tanto tardi con questo cap ma ho avuto un leggero blocco dovuto a una delle mie depressioni momentanee, comunque ora mi sono ripresa. Molto importante è che probabilmente d'ora in poi publicherò una volta ogni due settimane se non di più poiché inizierò presto un'altra creepypasta colgo pure l'occasione per fare pubblicità hoho -w-
Ci vediamo al prossimo cap o nelle recensioni *-*

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Capitolo 6
*** nuove conoscenze ***


Ciao a tutti quanti!!! Sono felice di comunicarvi che il wi-fi mi è stato restituito! *alza il modem che brilla di luce nuova*(what?)Perciò da ora in poi non farò più ritardi non per questo motivo almeno ^^"
6.Nuove conoscenze

«Iris, Iris! Hei Iris sveglia!» mugugno leggermente rigirandomi nel letto e coprendomi la testa con le coperte infastidita dalla voce troppo alta.
Mi crogiolo in quel piacevole tepore che mi avvolge completamente, ancora per poco visto che subito dopo il tepore viene rimpiazzato dal freddo pungente della mattina risvegliando, in modo repentino e terribile, ogni parte del mio corpo, «C-che diamine fai!! Ridammi le coperte f-fa freddo!» mi rannicchio velocemente ad uno dei lati del letto per poi incrociare gli occhi della persona con cui stavo parlando «Mi dispiace Iris ma ti devi alzare se non vuoi arrivare in ritardo» Kate era davanti al mio letto con braccia incrociate guardandomi un pochino arrabbiata, «S-scusa mi alzo subito» dico arresa sedendomi al lato del letto stiracchiandomi e sbadigliando, «Diamine sono stanchissima» farfuglio ancora mezza addormentata «Chissà perché? Forse perché ieri sera anche se ti avevo detto di andare a letto tu sei rimasta sveglia tutta la notte per finire il libro?» la sua voce suona ancora più arrabbiata e quello che dice mi fa saltare in piedi un po' più lontana da lei «C-come fai a saperlo!?»«Non lo sapevo, però ora ne ho la conferma, dovresti ascoltare ciò che ti si viene detto, capito?» e per finire mi picchia piano col libro in testa mentre io guardo per terra senza dire nulla cercando una scusa, "Sono stata colta con le mani nel sacco".Kate sospira rumorosamente per poi ridarmi il libro «Ora ci vestiamo e poi lo riporti al Master quando scendiamo per fare colazione, ok?» annuisco prendendo il libro e aspetto che lei tiri fuori i vestiti per scendere.
Quando finisce, lei rimane in camera per mettere a posto, mentre io faccio per uscire ma mi fermo sulla porta «K-Kate mi dispiace» e sono seriamente dispiaciuta, lei mi guarda con un mezzo sorriso e mi si avvicina inginocchiandosi vicino a me per stare alla mia altezza «Tranquilla non fa niente» mi dice con la sua solita voce dolce accarezzandomi il viso, io annuisco e lei si rialza dandomi un bacio sul naso.
Una volta di sotto faccio come mi aveva detto Kate e ridò il libro a Richard, questo lo ispeziona attentamente prima di accarezzarmi la testa come a dire -brava bambina-.
Al tavolo ci sono solo Richard, che beve piano dalla tazzina, e Toby che invece è ancora lì impegnato a mangiare l'enorme piatto di waffles davanti a lui, così tanto impegnato che nemmeno mi nota, sorrido maligna e afferrando una forchetta gliene rubo un pezzo «Hei!» si butta in avanti per fermarmi ma non fa in tempo a che già l'ho messo in bocca «Iris! Quello era mio!» gli rispondo con una scrollata do spalle finendo di masticare i waffles che avevo appena messo in bocca per poi ridere, «Dai Toby è uno scherzo non ti arrabbiare» gli dico tra le risate vedendo la sua faccia imbronciata, ma non sembra cedere, sospiro "Gli passerà" dico mentre bevo il latte col miele, finito quello mi accingo a prendere l'ultima fetta di torta, come al mio solito, ma mi viene levata subito da sotto gli occhi dalla mano di Toby che, portato il pezzo rimasto alla bocca,lo divora, faccio per aprire bocca arrabbiata quando lui mi ferma «Chi la fa la aspetti» dice in tono dispettoso con la bocca ancora piena di dolce, sospiro amaramente lasciandomi andare sulla sedia "Io però gliele avevo preso solo un pezzetto, uffa!"
Mi alzo da tavola lasciando stare e corro attraverso l'atrio. "Speriamo che Masky non si arrabbi" ma le mie speranze vengono subito distrutte dalla voce arrabbiata che mi accoglie sulla soglia con un -Sei in ritardo- per poi scomparire nella stanza, sospiro e mi preparo alla tortura, ma quando penso di aver recuperato un poco di sicurezza mi ritrovo di nuovo persa.
"Che posto è questo?!" la stanza è tutto un'altro mondo, le librerie sono così ordinate da sembrare completamente diverse, ora il pavimento è completamente libero e si riconosce anche il colore del legno di cui è fatto, mentre le sedie, prima piene di libri e scartoffie, sono messe ordinatamente contro il muro bianco, «C-cosa è successo qui?» mormoro mentre mi avvicino insicura alla scrivania dove Masky si è già seduto, «Che intendi?» dice lui non curante preso nelle sue cose, «La stanza, mi pare ovvio! Ieri era un casino!» rispondo un po' scocciata per la domanda ovvia «L'ho messa a posto» la sua voce noncurante mi lascia scioccata e mi fermo a pochi passi dalla scrivania guardandolo stupita e contrariata allo stesso tempo "Come diamine ha fatto, insomma tutto quel casino.. in un giorno..." «Smettila di fare quella faccia e siediti, devo parlati del compito di ieri» le sue parole mi sbloccano subito, e veloce mi siedo un po' in ansia, «C-come è andato?» chiedo con un filo di voce mentre abbasso lo sguardo sulle mani che intanto avevano iniziato a muoversi nervosamente, lui rimane un attimo in silenzio guardando il blocco davanti a lui per poi iniziare la tortura «Questo compito può essere descritto con una sola parola -caos-» a queste parole il mio nervosismo aumenta, «Nella tua mente c'è un tale caos che scambi date, regole o addirittura confondi materie diverse, quasi nulla è al suo posto, inoltre la tua calligrafia è orribile» ok adesso sono proprio distrutta e io che ce l’avevo messa tutta "Forse sono davvero un'idiota" penso sconfortata, «Ma... non è tutto così male anche se è tutto in posti sbagliati quello che fai è spesso giusto e non è niente male, in fondo mi aspettavo anche peggio...»«...... Quindi? Cioè dovrei esserne felice o... Insomma è una cosa buona o cattiva?» chiedo senza capire, lui rimane un attimo interdetto per poi sospirare sonoramente «Questo vuol dire che dovrai studiare il doppio, perché sei un'idiota, e dovrai cambiare metodo di studio perché,essendo un'idiota, non sei riuscita a crearne uno valido nemmeno per te stessa, però per lo meno sembra che tu abbia molta più voglia di imparare degli altri idioti che ho conosciuto, perciò essendo questo l'unico tuo "talento" dovrò sfruttarlo.
Morale sgobberai come una matta, sempre che tu riesca a stare ai miei ritmi»«Certo che ce la faccio!» lo interrompo alzando la voce «Si, forse è vero che sono un'idiota ma io ecco io...» abbasso gli occhi gonfiando le guance di sdegno «io ce la metterò tutta, perché come dici tu forse è l'unica cosa che so fare, ecco» concludo con un filo di voce e sono sicura di aver sentito il mio orgoglio andare a pezzi, lui si alza dalla sedia appoggiando le mani sulla scrivania «Bene allora adesso iniziamo lo studio intensivo» dice in fine con tono indecifrabile, e sono quasi felice del fatto che non abbia infierito ancora di più.
In fine rimango il resto delle ore ad ascoltare le sue spiegazioni su gli errori del compito e, devo ammetterlo, queste sono fantastiche tanto da farmi capire i concetti quasi subito.
Alla fine dell'ora mi ritrovo ancora più stanca del giorno prima e mi trascino verso la camera dove Kate mi aspetta, "mi abituerò mai ai suoi ritmi?"
Una volta entrata rispondo al saluto di Kate e mi lascio cadere sulla sedia davanti al tavolo, «Masky ti ha spompato è?» annuisco accasciandomi sul tavolo, «Mi avrà detto almeno dieci volte che sono un'idiota» dico e sospiro triste «Cosa gli avrò fatto di male?» aggiungo mugugnando, Kate mi accarezza la testa per rassicurarmi «Non lo pensa davvero» mi alzo leggermente per guardarla negli occhi «Perché dovrebbe dire cose che non pensa?» chiedo incuriosita, lei sorride, come al solito, «Come ho detto ieri per il Master, dovresti chiederlo a lui, anche se sono abbastanza sicura che non ti risponderà» aggiunge sospirando triste «A proposito che ti ha detto il Master?» mi chiede seriamente incuriosita impedendomi di fare domande sul discorso di prima, le sorrido tirandomi su dal tavolo e sistemandomi i capelli dietro l'orecchio «Non gliel'ho chiesto.
Ho pensato che se non l'ha detto vuol dire che avrà le sue buone ragioni per non farlo e non sarò certo io a costringerlo a dirmelo» Kate mi sorride dolcissima e dice qualcosa che io non comprendo per poi iniziare la lezione.
Una volta finito siamo andate a pranzare, saluto Hoody, visto che è da ieri che non lo vedo, e lui mi risponde con la sua solita flemma.
Mangio velocemente parlando un poco con gli altri, per poi correre a studiare in camera mia prima di scordare tutto ciò che Masky mi aveva spiegato in quelle ore.
Dopo un bel po' però la testa mi scoppia e decido di fare una pausa, così esco senza farmi vedere da nessuno e mi faccio una passeggiata nei dintorni stando attenta a non perdermi.
L'aria è fredda e il sole basso, presto si farà tutto buio, ma non è male, il buio non lo è mai stato, è strano ma ho sempre adorato quando d'inverno il sole scendeva presto lasciando poca luce calda mischiata al freddo del vento che, quando ti spostavi dai raggi caldi del sole, ti circondava insieme al buio sempre più pesante.
«Hei bambina che ci fai qui? Ti sei persa?» mi giro verso la provenienza della voce abbastanza tranquilla, la persona che mi trovo davanti è davvero alta (ma non quanto Richard), non ha colori diversi dal bianco e dal nero che si alternano a righe sul suo vestito, sulla faccia si trova un'enorme sorriso che lascia intravedere i denti appuntiti, gli occhi sono piccoli e furbi mentre il naso è a forma di cono a righe, sempre bianche e nere, abbastanza ridicolo, e forse è per quello che non provo alcuna paura verso di lui o forse perché dopo che ho conosciuto persone strane come loro, che ormai sono diventati la mia famiglia, niente può più sorprendermi.
«No, io vivo qui» gli rispondo indicando la casa che si vede appena tra gli alberi «Stavo solo facendo una passeggiata» concludo sorridendogli, lui per qualche motivo torna serio per un po' per poi far tornare l'enorme sorriso sulla sua faccia bianca, «Ohhh, ma tu non sarai mica la nuova Henko» dice avvicinandosi e alzandomi il viso con una delle mani fredde «Infatti questi occhi rossi.... Non li avevo ancora notati» gli si allarga il sorriso ancora di più, cosa che non vedevo possibile, e si allontana porgendomi una mano, «Io sono Laughing Jack felice di conoscerti, spero potremo diventare amici» dice senza smettere di sorridere in quel modo strano mentre io ricambio il gesto, «Iris, lo spero anche io» poi mi giro, il sole sta calando, sono sicura che se non rientro al più presto qualcuno di mia conoscenza si preoccuperà.
«Senti Jack mi dispiace ma io devo tornare a casa se vuoi vieni anche tu infondo sta iniziando a fare freddo, che ne dici?»«Certo non sarebbe male rivedere il vecchio slenderman..»
Così ci incamminiamo a casa e nel cammino mi accorgo che Jack non tocca terra ma che invece fluttua, comunque non chiedo nulla anche lui è una creepy perciò è abbastanza "normale". «Sono tornata!» dico entrando dall'enorme portone, «Iris! Oddio dove ti eri cacciata ti stavo cercando!» sento la voce preoccupata di Kate prevenire dalla sala da pranzo che continua a parlare camminando nella stanza verso la porta, «Devi avvertire se esc» appena apparsa sulla porta si blocca e con uno scatto ci raggiunge e mi strattona portandomi più vicina a lei spaventandomi non poco «Jack che ci fai qui?!» sono un confusa e ancora di più quando sento la risata di Jack scoppiare come se questo fosse uno scherzo "C-che succede????" «Ma dai Kate ero solo venuto per vedere la piccola Henko dagli occhi rossi, non devi certo stare così sulla difensiva» ok sto andando nel panico.
«Cosa sta succedendo qui?» Richard arriva improvvisamente e solo la sua voce e la sua presenza mi calmano e istintivamente mi faccio lasciare da Kate e lo raggiungono cercando di spiegargli cos'è successo dal mio punto di vista, parlando velocemente e gesticolando ancora un poco agitata «Ero uscita per una passeggiata, così ho incontrato Jack e l'ho invitato a passare qua, però quando sono arrivata Kate, Kate sembrava così arrabbiata io emmm.... io ecco, insomma h-ho per caso sbagliato?» Richard mi posa una mano sulla testa gentilmente e solo quel gesto mi tranquillizza completamente, e mi attacco alla sua mano senza pensarci.
«Kate calmati. Jack, di cosa sei venuto a parlare?» allora Kate si tira indietro anche se con malavoglia, mentre Jack si avvicina a Richard di qualche passo «Ero solo venuto a vedere la piccola Henko, come ho detto prima, infondo è o non è il capo del settore nord-ovest?» "Di che sta parlando?" «Mi dispiace deluderti ma Iris non lo è ancora, e tu lo sai»«Si lo sa ma è venuto lo stesso perché è un feticista di bambini!» dice all'improvviso Kate con voce non poco arrabbiata ma viene subito sgridata da Richard, allora si tira indietro incrociando le braccia limitandosi a guardare male Jack e a sussurrare un -Ti tengo d'occhio- con tono non molto gentile, non che la frase in se sia cordiale.«Come stavo dicendo questa vista è inutile, perciò ti invito a tornare indietro»«Aspettate, non è giusto! Jack è venuto fin qua per parlarmi e adesso io ci devo parlare, non capisco che problemi ci sono» dico un po' perché sono arrabbiata ma anche perché sono curiosa di sapere di sapere di cosa stesse parlando prima, «Ma Iris non devi fidarti di quel pervertito!» dice Kate preoccupata "Chissà perché lo odia così tanto poi?" «Lui è venuto qui per parlare con me giusto? Perciò sono io quella che deve decidere se farlo o no.
E io ho scelto di parlargli» concludo con voce decisa, Kate mi guarda molto preoccupata ma io le regalo un leggero sorriso per rassicurarla e un po’ per farmi perdonare.
«Hahahah questa bambina mi piace!» esclama Jack all'improvviso rompendo il silenzio che si era creato, io gli sorrido e poi guardo Richard «Allora?»«Fa quel che vuoi, ma non rimarrete da soli ci sarò io» gli sorrido e lo strattono giù costringendolo ad abbassarsi «Grazie Richard!» mi avvicino ancora di più mettendomi in punta di piedi per schioccargli un bacio sulla guancia bianca.


Per iniziare vi chiedo scusa per il finale ma il capitolo era troppo lungo ^^"Comunque sia spero vi sia piaciuto e spero di avervi piacevolmente sorpreso con l'apparizione del caro Jack ^3^Per ora vi saluto, e vi invito come sempre a recensire per consigli e complimenti e altro
Holy ^w^ ~


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Capitolo 7
*** La domenica ***


7.La domenica

Jack, Richard e io siamo seduti su alcune poltrone (apparse dal nulla) nella piccola stanza che porta alle due stanze della mia piccola “scuola” (soprannominate la sala delle torture, e sala psichiatrica potete immaginare il perché da voi ^^”) l’atmosfera è un po’ strana per qualche motivo e ci sono vari minuti di silenzio imbarazzante, finché Jack non si sporge in avanti come per sussurrarmi qual cosa

lo dice in tono così serio da farmi scoppiare a ridere, cosa che fa anche lui seguendomi

< Non hai tutti i torti > dico tra le risate scherzando mentre Richard sembra non capire e ci guarda perplesso facendoci ridere ancora di più

< Che succede? > chiede in fine al quanto frastornato dalla situazione < Nulla…. tranquillo > dico asciugandomi le lacrime e prendendo un gran respiro per tornare “seria”

< Ho già quasi dimenticavo > Dice Jack smettendo di ridere, cosa che non permette comunque al suo enorme sorriso di spegnersi.

Si mette una mano in tasca e cerca un poco finché non ne tira fuori una caramella in cartata in una carta dai mille colori < Ti va? >

Mi ero già avvicinata per prenderla e avevo già fatto le mie fantasie sul sapore che quella avrebbe potuto avere quando Richard mi ferma bloccandomi la mano

< No Iris, non bisogna accettare mai le caramelle di Jack, vedi ha lo stano hobby di metterci cose strane dentro >
< Tsh, è di sicuro vero ma non lo faccio mica sempre > e dicendo questo Jack lancia dietro di se la caramella dai mille colori che seguo con lo sguardo fino a quando non riesco più vedere
Sospiro triste per la perdita della caramella (avrei voluto davvero assaggiarla uffa!) e decido di passare ad argomenti un po’ più seri

< Jack prima hai parlato di “settore”, che intendevi? > lui mi ricambia il suo enorme sorriso prima di iniziare a spiegare

< Vedi Iris, non tutte le creepypasta non hanno nemmeno un briciolo di cervello, perciò qualche anno fa, quando diventammo un numero considerevole, alcuni di noi si fecero scoprire e perfino vedere dagli esseri umani, ciò fece nascere un grande interesse per noi da parte loro, il che divenne un ostacolo ogni volta che andavamo ad uccidere e, a lungo andare, questo divenne alquanto fastidioso >

< Così decidemmo che era il momento di intervenire, e l’idea migliore che riuscimmo a tirar fuori fu questa cioè la divisione di territorio con alcune regole specifiche: ognuno di essi doveva avere una creepy come capo, le cui vennero scelte in una specie di “battaglia alla più forte” (ora non ti sto a spiegare è una storia troppo lunga), questo comunque si assicura che nel proprio settore non succedano avvistamenti e, se succedono, esso dovrà cancellare ogni prova, il che include anche l’uccisione di chi è stato così stupido da farsi scoprire >

< Con questo metodo siamo quasi riusciti a cancellare il nostro ricordo anche se ci sono ancora molte leggende che girano sul nostro conto su internet, eee con questo credo di aver risposto alla tua domanda > concluse sorridendo mentre io continuavo a guardarlo stupita con la bocca aperta e gli occhi che luccicavano di emozione

< Perciò questo vuol dire che io sono uno dei capi di settore? E lo sei anche tu vero? > lui rispose a tutto facendo cenno di sì con la testa senza smettere di ridacchiare < wow!! Che figata >

Mi avvicino per chiedergli qualcos’altro ma nella stanza appare all’improvviso una nuvola di fumo giusto accanto a lui.

< Jack finalmente ti ho trovato! Si può sapere che ci fai qui?! > la voce estremamente arrabbiata ed irritata proveniva da una donna vestita più o meno come Jack con gli stessi colori e per fino lo stesso naso, e sarebbero stati uguali se non fosse stato per il sesso e per il fatto che lei aveva i capelli molto più lunghi dei suoi

< Dobbiamo subito tornare indietro, non poi lasciare tutto il lavoro a me, devi prenderti le tue responsabilità! > continua lei senza dargli l’occasione di rispondere, non che lui avesse provato a fare altro oltre a sorridergli quasi a dirgli che fosse noiosa, il che la fece arrabbiare ancora di più.

Solo dopo qualche minuto di confusione Jack decide di fare qualcosa, mi si avvicina mi saluta, fa lo stesso con Richard per poi camminare piano verso la porta con la donna che lo segue a passo veloce.

< Poverina sembrava così stressata > dico sospirando una volta che i due sono andati via, Richard non mi risponde si limita solo ad alzarsi, sospirando come se si fosse liberato di un peso enorme
< Non farti domande… più tosto dovresti andare aletto a quest’ora non credi? > annuisco, se lo dice lui sarà vero e una volta datagli la buona notte mi incammino verso la stanza ripensando a quel ‘non farti domande’ probabilmente sinonimo di ‘è meglio starne fuori’

 

Gli anni sono passati veloci e in men che non si dica ho già 18 anni, be non ancora 18 visto che li compio domani; oggi è domenica il giorno più bello della settimana quello in cui posso fare tuuuutto quello che voglio

Ora infatti mangio uno yogurt e con uno dei miei tentacoli reggo un libro seduta sulla poltrona della camera di Richy, con i capelli legati, come mio solito, in una treccia bassa e perfetta fatta con l’aiuto di Kate, come sempre infondo; indosso il mio solito giacchetto beghe sopra una maglia bianca e un paio di jeans blu.  

Finisco il libro e poso lo yogurt su un tavolino per alzarmi e cercarne un altro; navigo un po’ accarezzando i libri con un dito e leggendo al volo i titoli per trovarne uno che mi interessa e che non ho già letto.
All’improvviso mi fermo girandomi e con gli occhi incontro un piccolo libro rosso schiacciato tra gli altri libri molto più grandi di lui, strano che non l’avessi mai notato.

Decido di prenderlo e visto che è in alto lo raggiungo con uno dei tentacoli tirandolo con forza e allo stesso tempo delicatezza fuori dal suo posto; quando riesco a tirarlo fuori posso vederlo meglio mi accorgo che sembra molto vecchio, anche il resto del libro è di quel colore rosso acceso e sulla copertina c’è scritto in stampatello maiuscolo e a penna il titolo che si legge a fatica ‘REDHENKO’ rimango un po’ stupita e mi avvicino alla poltrona per iniziare a leggerlo.

Ma guardando fuori dalla finestra mi accorgo che è ora di pranzo e decido di rimandare; così lo lascio nella camera per poi precipitarmi di sotto come un fulmine in sala da pranzo dove sono ci sono già tutti, mi siedo veloce davanti a Toby che mi sorride, mentre Kate fa lo stesso servendomi il mio piatto, mangio come al solito parlando con tutti, ridendo e scherzando.

Una volta finito di mangiare faccio per tornare su ma vengo fermata da Toby
< Iris ti va di fare un piccolo scontro? > sono già sulle scale e quando mi giro incontro il suo ghigno di sfida, non posso fare a meno di rispondergli di sì ricambiandogli il ghigno e faccio per scendere dalle scale quando mi fermo di botto ricordando di aver lasciato lo yogurt nella camera di Richard, così dico a Toby di precedermi e torno su a prenderlo.

Entro nella camera di corsa e mi dirigo verso la poltrona dove ho lasciato il libro, prendo anche lui e in fretta finisco lo yogurt.
< Cosa stai facendo Iris? > la voce perennemente calma di Richard mi fa saltare facendomi quasi cadere tutto di mano < N-nulla, ero solo venuta a prendere questo libro > dico nascondendo lo yogurt dietro la schiena e mostrandogli il libro, ci tiene molto alla pulizia della sua camera e ancora di più ai suoi libri, se sa che l’ho mangiato qui mentre leggevo non mi farà mai più entrare.

Ma stranamente sembra non sospettare nulla, al contrario la sua attenzione viene attirata dal libro rosso, resta fermo per un poco come ipnotizzato dal libro che tengo in mano finché non parla e la sua voce esce strana,
< Sicura di voler leggere quello? > lo guardo senza capire e quando sto per rispondergli lui mi fa segno di lasciar perdere ed entra nella sua camera.

Sospiro e decido di fare come ha detto lui per poi correre verso la mia camera e mettere il libro nel cassetto del comodino, velocemente butto il barattolo ormai vuoto e mi dirigo alla sala delle armi (la terza porta nella piccola sala di passaggio); con un gesto veloce afferro i miei due coltelli da lancio, che per la cronaca non sarebbero proprio coltelli da lancio visto che sono lunghi 20cm e una persona normale non potrebbe mai lanciarli ma io me lo posso permettere in fondo non sono una persona normale; questi sono neri e la lama è tutta intagliata, mente il manico è modellato per essere comodo alla presa della mano anche se è di ferro anche, sempre di colore nero, questo li rende un po’ pesanti per dei normali coltelli tanto da assomigliare più a piccole spade.

Presi questi esco direttamente dalla finestra della stanza trovandomi direttamente nel campo si allenamento, che per la cronaca include tutte le zone boschive e non del territorio intorno alla casa; lì ci trovo Toby appoggiato ad una delle su accette mentre l’altra è appoggiata sulla sua spalla,
< Perché ci hai messo così tanto? >
< Nulla di particolare, scusa se ti ho fatto aspettare. Vogliamo cominciare? > gli lancio uno sguardo di sfida mettendomi in posizione e lui ovviamente non mi risponde nemmeno e mi si getta direttamente addosso ma io schivo veloce il suo primo attacco rispondendo con un altro fendente che lui intercetta subito.

Continuiamo per un po’ e il rumore delle lame che si scontrano mi rimbomba nelle orecchie mentre iniziano a scendermi le prime gocce di sudore sulla fronte; schivato l’ultimo suo attacco mi dirigo verso la foresta cambiando ambiente per poi ricominciare.
Per ora ho vinto davvero poche volte e spesso era per un colpo di fortuna, ma questa volta volevo vincere, come infondo ogni volta che lottavamo, ma questi sono solo dettagli.

Mi sto divertendo un mondo e riesco a leggere questo sentimento anche egli occhi di Toby coperti dalle solite lenti arancioni, ma inizio a sentirmi stanca non so quanto tempo sia passato da quando abbiamo iniziato ma non è poco; quando improvvisamente per la mente mi passa un’idea geniale.

Inizio ad indietreggiare stando attenta a non far capire nulla a Toby finche non mi avvicino abbastanza ad un albero; allora aspetto il fendente giusto e appena arriva schivo di lato facendo incastrare l’accetta di Toby nell’albero, mi avvicino per attaccarlo e lui risponde attaccandomi con l’altra accetta che però blocco con uno dei coltelli mentre posiziono l’altro al livello della gola.

Tutto si blocca e cade il silenzio in cui si possono sentire solo il mio respiro affannato e quello molto più tranquillo di Toby sul sottofondo dei normali rumori della foresta, rimaniamo per un po’ così increduli, io per aver finalmente vinto e lui per essere stato fregato in quel modo.

< Evvivaaaa!!! > urlo staccandomi fulminea da Toby e correndo in cerchio saltellando < Ho vinto!! > continuo a festeggiare e con la coda dell’occhio vedo Toby estrarre l’accetta e sospirare
 < Hai vinto > mi risponde tornando a sorridere giocoso posizionandomi un braccio intorno alle spalle < Bravissima! È stato divertente>  ride e, lasciandomi, si stende sul prato poggiando le accette al lato e io faccio lo stesso sedendomi accanto a lui.

< Giusto in tempo, he? > mi dice e io annuisco; domani compirò 18 anni come ho già detto, gli anni della maturità per gli umani e qualcosa di simile pure per me, domani dovrò compiere la mia prima uccisione diventando in tutto e per tutto un’Henko, sorrido leggermente e guardo le foglie degli alberi da cui filtra timidamente la luce del sole.

< Non ti devi preoccupare, andrai alla grande vedrai > mi dice Toby dandomi un colpetto amichevole sul braccio mentre si mette a sedere anche lui; gli sorrido dolcemente
< E poi è il tuo diciottesimo compleanno non puoi mica avere il muso lungo tutto il tempo, no? > ridacchio e mi distendo per continuare a guardare le fronde degli alberi mosse dal leggero vento della primavera
< Grazie Toby > dico chiudendo gli occhi < Dovere di un fratello maggiore > lo sento dire mentre si stende anche lui vicino a me; scherzo riaprendo gli occhi e girando la testa verso di lui che ride.

Che bella la domenica…


Si Iris tutti amiamo la Domenica XD
MI sono divertita un sacco a scrivere questo cap, soprattutto l’ultima parte si è scritta letteralmente da sola
E questo succede perché stiamo iniziando la parte interessante della storia *si sfrega le mani* be che dire spero che questo capitolo vi piacerà quanto è piaciuto a me scriverlo ^^
Buon primo dell’anno!
Holy ^w^

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Capitolo 8
*** Diciott'anni ***


~~Ed ecco l’ennesimo cap! YEEEE!!!
Ok non vi infastidisco con questa intro senza senso un minuto di più e vi auguro una buana lettura! ^^”

8. Diciott’anni

Sento il sole caldo sulle palpebre degl’occhi mentre il vento fresco tipico delle mattine di primavera si infiltra nella camera per arrivare sotto le coperte e svegliare il mio corpo intorpidito che si rigira tra di esse mentre mugugni indefiniti escono dalla mia bocca.

Con un ultimo giro cado definitivamente dal letto e inizio a rotolare sul pavimento di legno scuro; non smetto finché non mi sento sveglia e pronta per il nuovo giorno!
Mi alzo con un salto e mi avvicino all’armadio, ne tiro fuori una maglietta semplice verde scuro e un paio di jeans blu sempre scuri.

Me li infilo velocemente buttando il pigiama sul letto ancora sfatto.
Prendo il mio giacchetto beghe; il mio inseparabile e amato giacchetto con la pelliccetta sul cappuccio; dalla solita sedia su cui è appoggiato e lo indosso velocemente lasciandolo aperto; ne tiro su le maniche troppo lunghe fino ai gomiti senza attorcigliarle; in fine mi pettino svogliatamente i capelli neri e lunghi fin sotto la schiena.

La mia rutine mattutina in pratica.

Scendo senza infilarmi né scarpe né i calzini, sto più comoda così e comunque dovrò risalite con Kate dopo colazione per sistemarmi i capelli, dice che io non sono capace ma la verità è che lei si diverte a acconciarmeli anche se non so il perché.

Mentre vado di sotto non incontro nessuno e arrivata al piano terra trovo la porta della cucina chiusa,
 “Strano, di solito la lasciano aperta” penso avvicinandomi senza dare troppo peso alla cosa; afferro la maniglia e riesco a sentire un gran chiasso provenire dall’interno che si zittisce subito appena inizio ad aprire la porta…


<< Buon Compleanno Iris! >> è questo che mi accoglie quando spalanco la porta della camera provocandomi un mezzo infarto, e lo spettacolo che mi appare da vanti mi strappa in sorriso; alla parete è appeso un enorme cartellone con “AUGURI!” scritto a lettere cubitali mentre sotto di esso ci sono tutti quanti;
Kate tiene in mano una torta dall’aspetto squisito mentre sorride felice in mezzo alla combriccola; Hoody sta al lato con la sua solita aria tranquilla e un po’ malinconica ma sono sicura che in questo momento stia sorridendo; Toby invece saltella tutto eccitato accanto ad Hoody mentre con un braccio circonda il collo di Masky; questo non indossa la sua solita maschera e tiene le braccia incrociate e, nonostante sembri molto scocciato, mi riserva uno dei suoi rari sorrisi appena accennati che appaiono e pochi minuti dopo sembravano non esserci mai stati; invece Richard, che come al solito sovrasta tutti, è dall’altro lato del tavolo e posso chiaramente sentire che sia felice ma posso vedere anche qualcos’altro sotto la felicità in lui, non ci faccio caso non deve essere per forza qualcosa di brutto infondo, no?

Toby mi si avvicina lasciando finalmente Masky e chiudendo invece me in una delle sue solite morse che tolgono il respiro, a cui ero quasi abituata.
Dico quasi visto che essendo io più piccola di lui di statura e meno forte essendo una ragazza vengo sempre alzata da terra, il che la maggior parte delle volte finisce male, ma stavolta fortunatamente è andata bene e quando mi rimette giù mi sferra una pacca sulla schiena per poi spingermi leggermente verso la tavola dove Kate ha appoggiato la torta con le candeline accese

<< Sarebbero stati miglio dei waffels ma…>>
<< O i ceescace  >>  sussurra Hoody dopo l’affermazzione di Toby, questo però non lo sente miminimamente e con la sua solita grazia da elefante afferra una sedia e mi costringe a sedermi su di essa
<< Non importa va bene, la torta è buona  >> dico tranquilla massaggiandomi le braccia e sorridendo a Kate, che mi si avvicina
<< Esprimi un desiderio >> mi sussurra, faccio un bel respiro, chiudo gli occhi, esprimo un desiderio come mi ha consigliato e spengo le candeline.


Finita la colazione inizio i test mattutini per l’ufficiale entrata nelle creepy.
Parto con i numerosi test di Masky e quelli di Kate uscendo distrutta dalla mattinata; il pomeriggio senza nemmeno potermi riposare faccio il test con Hoody che dura tre ore circa.
 Verso le sei di sera sono distrutta fisicamente e interiormente ma devo ancora iniziare il test con Toby; finito questo, che per la cronaca non ha avuto una vera e pripria fine visto che ci hanno interrotto perché era finito il tempo del test, vado a letto per farmi quelle poche ore di sonno che posso fare prima di iniziare l’ultimo test il più importante della giornata; dovrò diventare in tutto e per tutto una creepypasta, perciò in poche parole dovrò dimostrare di saper uccidere un umano.
Facile.

Mi sveglia Kate tirandomi giù dal letto a forza, mi aiuta a prepararmi e a sveglarmi.
Ci metto un poco per riprendere la lucidità ma una volta fatto mi ifilo il giacchetto, appoggiato sulla sedia per evitare di sguarcirlo, e mi giro verso la porta dove c’è Kate ferma che mi guarda con un sorrisetto disegnato sul volto
<< Che c’è? >>
<< Insomma vuoi davvero metterlo anche per… questo? >>
<< Ovvio! Questo è il mio giacchetto preferito, non mi potrei  mai separare da lui >> mi metto le mani sui fianchi e assumo il tono da –Mi sembra ovvio-
<< E se si strappa? >>
<< non potrà che diventare più bello, quello strappo sarà solo un ricordo infondo >> mentre dico questo la supero ed esco dalla stanza pronta per l’ultimo test ma vengo fermata un’ultima volta da Kate che mi chiama, mi giro mentre sono già a metà del corridoio.
<< Sì? >> lei fa per rispondermi per poi chiudere la bocca e far di no con la testa
<< Lascia stare non è nulla >> e mi rivolge un’ultimo timido sorriso prima di girarsi ed entrare nella mia camera, lasciandomi perplessa in mezzo al corridoio.

<< Non dovresti sbrigarti? >> la voce calma di Masky mi riporta alla realtà, 
<< Oddio è vero grazie >> dico  dandomi una leggera botta in testa per poi girarmi velocemente pronta a correre verso le scale ma, per l’ennesima volta, vengo bloccata.
<< Buona fortuna >> queste parole mi congelano e mi fanno nascere un’involontario ed enorme sorriso in faccia, non succede spesso chre mi dica qualcosa di carino e ora ne sono davvero felice anche se può sembrare stupido
<< Togiti quel sorriso dalla facccia idiota, ti sto solo dicendo che non sarà poi così noioso averti fra noi >> riprende il suo tono scorbutico ma il mio sorriso rimane lì dove sta mentre mi scappa una leggera risatina che lo fa leggermente spazientire
<< Grazie Masky >> detto questo mi giro per poi fermarmi l’ennesimavolta a dire l’ultima cosa
<< Ah, comunque io sono già una di voi infondo siete la mia famiglia, mi sembra di avertelo già detto questo >> e senza aspettare la sua risposta mi rigiro e me ne vado.

Vicino alla porta c’è Richard che mi aspetta, una volta vicina ad essa lo saluto con un sorriso per poi abbracciarlo forte sembra un poco nervoso,
<< Ti preoccupi sempre per tutto, dovresti calmarti >> gli dico affondando poi la faccia nel suo petto per rassicurare anche me
<< Be non sono l’unico preoccupato qui >>
<< È ovvio che io sia un poco nervosa, sei tu che sei nervoso senza alcun motivo, devi solo accompagnarmi nulla di più >>  dico staccandomi da lui e sbuffando mentre mi si dipinge un sorrisetto sulla faccia
<< Noi siamo la stessa persona, se tu sei nervosa vuol dire che anche io sentirò il tuo nervosismo >>
Sempre con la risposta pronta, dannazione
<< Non dovremo andare? >> cambio discorso non mi va di dargli ragione per l’ennesima volta, tanto sa già di averla.
<< Dobbiamo aspettare che Toby ed Hoody ritornino, stanno cercando il bersaglio giusto per sta sera >> dice lui passandomi i miei coltelli; li prendo e annuisco.
Apro il portone della casa; fuori fa fresco e la luna è alta nel cielo, un piccolo spicchio di luce immerso nel blu della volta celeste scurito dalle varie nuvole che lo coprono.

Mi chiudo il giacchetto, la notte anche se non fredda come quelle invernali non è certo calda.
Mi siedo sull’erba appoggiata al muro della casa e guardo quel cielo scuro, chiudo gli occhi e mi calmo un poco; anche se non sembra sono molto agitata e non riesco a calmarmi.

Sento Richard che si siede vicino a me, non c’è bisogno che dica nulla, lui sa già cosa provo e anche io posso sentire cosa prova lui, ed è proprio quello che trovo dentro di lui che mi calma; sorrido e mi rialzo stiracchiandomi un po’
<< Non va bene se sto ancora così finirò per addormentarmi  >> dico sbadigliando e lo penso davvero, ma per fortuna sento un leggero fruscio e quando mi giro trovo Toby e Hoody che camminano nella nostra direzione a passo veloce e deciso.

Li saluto da lontano agitando il braccio e Toby mi risponde facendo lo stesso con l’accetta ancora in mano mentre Hoody mi fa un piccolo cenno molto più nel suo stile tranquillo.

Una volta vicini iniziano a parlare con Richard, probabilmente gli stanno dicendo dove si trova il mio bersaglio.
<< Andiamo Iris >> mi dice infine lui e io mi avvicino a loro; Toby mi fa l’occhiolino e se ne va via tranquillo insieme ad Hoody che invece mi fa un piccolo cenno con la sesta sussurrando un –buona fortuna-

Resto a guardarli mentre si allontanano finché non entrano in casa e chiudono la porta, prendo un grande respiro e mi giro verso Richard, gli faccio cenno di andare, lui mi si avvicina e poco dopo siamo nel bosco, più che altro sono nel bosco perché lui non c’è più, infondo mi doveva solo accompagnare il più vicino possibile.

Mi metto ad ascoltare qualsiasi tipo di rumore per poter trovare il mio target; non è difficile si sta muovendo verso est e non è molto lontano.

Inizio ad avvicinarmi, facendo attenzione a non fare alcun rumore; quando lo raggiungo sto attenta a non farmi vedere ed analizzo la situazione: è un ragazzo, probabilmente con due o tre anni in più di me ma non sembra così forte, ha una torcia in mano e sembra leggermente spaesato; dovrò star attenta alla torcia ma già il fatto che si sia perso rende le cose più semplici.

Inizio a fare diversi fruscii intorno a lui facendolo allertare e preoccupare, faccio salire la sua ansia ma non al punto da spingerlo a correre via; continuo così per un po’ finché non credo sia abbastanza; trema e continua a guardarsi intorno.
Si, ho fatto un buon lavoro.
Sorrido e mi preparo per latto finale; soltanto al pensiero mi sale l’adrenalina e la curiosità, mi sento impaziente.

Faccio uscire i tentacoli e con uno di loro afferro la gamba del ragazzo facendolo cadere faccia a terra; non gli lascio il tempo di capire e inizio a trascinarlo verso di me; allora quello inizia ad urlare a chiamare aiuto, cerca disperatamente di trovare qualcosa a cui aggrapparsi.

Sorrido che scena divertente, inizio a ridacchiare cosa che lo spaventa ancora di più; quando è abbastanza vicino lo rigiro “Voglio vedere la sua faccia” penso curiosa; questa è rigata dalle lacrime e invasa dal panico e dalla paura; mi avvicino e tiro fuori uno dei miei coltelli, “voglio vedere il suo sangue ora”

MI accovaccio sopra di lui e impugno il coltello pronta a conficcarglielo nel petto
<> queste parole dette trai singhiozzi non sono altro che musica per le mie orecchie, ma mi blocco per un minuto mi blocco e tutti i sentimenti che sentivo prima scompaiono ma senza nemmeno pensarci affondo comunque la lama del coltello nel suo petto.

Posso sentire le ossa che si rompono e il suono della carne squarciata dalla lama, l’ultimo lamento del ragazzo, posso vedere i suoi occhi che perdono vita e il sangue rosso il cui odore mi riempie le narici mandandomi in estasi, ma qualcosa non mi permette di lasciarmi trasportare completamente da questa estasi.
È piccolo, posso sentirlo appena ma è lì non ci sono dubbi ma cos’è?
Non lo capisco no non ce la faccio a capirlo e questa domanda si ripete più e più volte nella mia testa mentre rimango a guardare il ragazzo sotto di me senza provare più nulla la mia mente, nulla

<< Iris… >> la voce di Richard riempie quel vuoto e quando mi giro devo aver avuto una strana espressione visto la sua reazione sorpresa e preoccupata

<< Si? >> la mia voce mi suona come estranea e diversa dal solito, ma lui non dice nulla si avvicina un po’ di più e il corpo del ragazzo scompare in un’istante

<< Dobbiamo tornare indietro >> dice infine con voce fredda teletrasportandoci davanti alla villa.

Una volta arrivata riprendo coscienza di me.
Mi sento come appena svegliata da un sogno, un sogno bello e piacevole, un sogno caldo, ma allo stesso tempo mi sento triste e stanca.
Così una volta entrati evito abilmente ogni domanda e discorso con gli altri per chiudermi in camera. Mi butto sul letto e sospiro chiudendo gli occhi e passandomi una mano sul volto.

<< Uffa, perché questa sensazione non se ne va e basta? >> 

Ok, non so cosa ho scritto c’è un casino ma non so come scriverlo meglio  *~*
Mi dispiace vabbè spero che vi sia piaciuto comunque e che non sia stato noioso, potete immaginare o forse no cosa succederà adesso se non ve lo immaginate allora probabilmente il prossimo cap rimarrete a bocca aperta hoho
Bè adesso vi saluto e spero di vedervi presto nei commenti o altro
Holy ^w^

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Capitolo 9
*** Seguendo l'istinto ***


CP 9.Seguendo l'istinto

questa introduzione per dirvi che all'inizio del cap c'è una piccola (grande) metafora sulla vita di Iris e sul come l'ha vissuta fino ad esso, se non la capite chiedetemi nei commenti sempre se vi interessa ^^"

RedHenko

9. Seguendo l’istinto (si va sempre a finire male -.-)

 

La stanza si è fatta buia ma i miei occhi ci sono abituati, anche se riesco a riconoscere solo i contorni delle cose intorno a me, ma non ho alcuna intensione di accendere la luce sto bene nel buio va bene così, quel che vedo è abbastanza e non ho certo bisogno di vedere tutto, tanto sto cercando di dormire

 

Infatti sono rannicchiata tra le coperte e come mi aspettavo, non ci riesco.

Mi giro e rigiro nel letto ma non c’è nulla da fare, il mio cervello non ne vuole sapere di riposarsi un poco; continuo a pensare a quello che è successo sta sera, quello strano sentimento non mi lascia in pace.

 

Sospiro e mi tiro a sedere sul letto rinunciando a vincere quella frustrante guerra, una guerra persa di partenza.

Comincio di nuovo a pensare, non vorrei farlo, davvero sono seria ma non ci posso fare tanto,

“Non servirà a nulla è inutile pensarci” mi ripeto ma non c’è nulla da fare, un’altra guerra persa.

 

Mi arrendo e decido di rendere chiare le cose almeno nel mio cervello, ma anche questa sembra una guerra persa, continuo a girare intorno agli stessi pensieri, si è ormai istaurato un circolo vizioso e non finirà, non così facilmente almeno.

 

Forse è rabbia?

No, non avrebbe alcun senso

Tristezza? No

O forse si, ma per cosa? Non ha senso

Quello che provo potrebbe essere senso di colpa?

Ma a me non importava, e non mi importa nemmeno ora nulla di quel tizio; continua a non avere senso.

 

Continuo a elencare sentimenti sentendo che quello che sento io non è nessuno di loro.

L’unico che ci si avvicina di più è la tristezza e il senso di colpa, ma continua a non avere alcun senso.

 

< E CHE CAVOLO! > urlo nel pieno della rabbia, e per sbaglio tiro un calcio a qualcosa vicino al mio letto, il mio comodino probabilmente

 

< Merda > dico stringendo i denti e tirando il piede indietro, ma per farlo perdo l’equilibrio e cado giù dal letto di schiena

< Ow! > mi ritrovo per terra con una gamba appoggiata sul materasso un’altra più vicina a me, faccio per rialzarmi lentamente mentre mi massaggio la schiena

< Che botta… > sussurro mentre mi risale la rabbia di prima e risalita sul letto faccio per prendermela col mio comodino, si lo so sembra stupido ma è una reazione normale quante volte avete sbattuto contro qualcosa e poi ve la siete presi con la cosa stessa? Non credo di essere l’unica…

 

Comunque sia mi sono avvicinata al comodino per picchiarlo (?), quando noto che col calcio di prima ho aperto il cassetto.

All’improvviso mi ricordo di ieri e con una mano inizio a cercare a tentoni dentro di esso, alla fine lo trovo e lo tiro fuori, sto un po’ così a guardarlo, anche se infondo vedo solo un quadrato nero ma presto decido di leggerlo.

 

Alzo la lampada, visto che era sul mio comodino era caduta, la accendo e vengo subito accecata dalla troppa luce.

 

Quando mi abituo ad essa riporto la mia attenzione sul libro dalla copertina, rileggo il titolo scritto a penna –RedHenko- e ci passo un amano sopra, quel rosso è davvero bello.

 

Lo apro e mi accorgo che è tutto scritto a mano ed assomiglia più ad un quaderno a righe che ad un libro, ma non importa basta che riesca a calmarmi un poco.

La prima pagina inizia così:

- “Ho accettato quel che sono e quel che è successo” -

“Strano come inizio, è come se manchi qualcosa…” penso prendendo interesse alla storia “Forse ne parla dopo” continuo;

- “Ho ormai accettato il mio essere Henko, anzi RedHenko, non posso farci nulla, non posso cambiare nulla ma questo non vuol dire certo che abbandono il capo di questa battaglia perché non potrò vincere, solo preparerò questo campo a qualcun altro, qualcun altro che come me ha avuto il “dono” degli occhi cermesi, il prossimo Redhenko” -

- “Quello cambierà definitivamente questo avvenire crudele, qualcuno di migliore del sottoscritto, ma non posso dare aiuti in altro posso solo preparare il campo, prepararti il campo” -

- “Mi dispiace doverti lasciare da sola, mi dispiace davvero; dovrai cercare le risposte dentro di te ma prima dovrai trovarle fuori, quello che conosci è troppo poco, ma utile non lo scordare, non scordare nemmeno la tua vita perché ti dirà sempre ciò che sei” -

 

- “Sei la Redhenko un peso grava sulle tue spalle, sei una Creepy e il tuo cuore non è puro, anzi scuro e i tuoi desideri ti porteranno alla distruzione mentale. ”-

Un brivido mi percorre “Cosa sta succedendo?”

 

- “Ma sei anche Iris, ricordatelo sempre; I tuoi ricordi, i tuoi sentimenti vengono da questa parte di te non dalle altre, ci sono e ci saranno persone che amano e ameranno questo tuo lato, la vera te; fidati solo di loro, guardati, invece, da chi non è così” -

 

Rimango ammutolita e guardo il libro stringendolo fra le mie mani

“Come fa a sapere il mio nome? Sembra quasi che mi conosca ma…”

 

- “Adesso sarai perplessa, ma non posso spiegarti altro su di me, posso solo chiederti di fidarti. Sarai piena di domande ed è normalissimo so quali sono le domande che ti poni perché sono ance le mie, ma non troverai risposte se rimani qua, potrai trovarle solo chiedendo a chi ti odia, a chi ci odia a chi per ovvi motivi odia le Creepypasta “-

 

- “So che può sembrarti assurdo ed avrai paura, e che chiederti di fidarti di me è stupido ma io so che tu lo farai; ti conosco da molto tempo e so che non ti tirerai indietro; sarà difficile ma io ti starò accanto anche se non lo sai io sono con te, fatti forza e stai attenta.

Spero ci rivedremo presto.

Leo - “

 

 

Rimango ferma immobile sfogliando le pagine bianche che si susseguono dopo quella breve “lettera”, non so che dire non so se essere spaventata o meno continuo a guardare il libro mentre fuori dalla mia finestra inizia a salire il sole, lo chiudo e lo guardo, rileggo il titolo, poi come per istinto mi alzo dal letto e inizio a cercare nel mio armadio.

 

Ne tiro fuori una borsa e ci butto dentro qualche vestito; non so cosa mi aspetta, ne perché mi sto fidando di questo “Leo” che io nemmeno conosco, ma non importa ora so che sto facendo la cosa giusta lo sento dal profondo del mio cuore, so che quelle poche righe cambieranno il mio futuro per sempre.

 

Sto per chiudere la borsa quando vedo il libro ancora aperto sulle pagine bianche, lo prendo e dal cassetto tiro fuori una penna e scrivo queste semplici parole:

 

- “Mi fido di te, sto partendo” -

 

< Come se serva a qualcosa, sto diventando pazza > mi dico con un piccolo sorriso infilando il libro nella borsa insieme alla penna; infine mi vesto con i vestiti del giorno prima, legandomi i capelli in una treccia veloce.

 

Poi mi metto la borsa in spalla e mi dirigo verso la porta ma mi fermo e quando mi giro i miei occhi incontrano i miei coltelli gettati vino al muro; mi avvicino e li prendo mettendoli nello zaino a tracolla e esco dalla mia stanza e, silenziosamente, anche dalla casa, non devo svegliare nessuno.

 

 

Quando sono fuori il sole mi saluta con la sua calda luce, gli uccelli stanno cantando, sembrano felici, io invece non sono cosi; sento il cuore pieno di nostalgia e tristezza, ma non mi giro, lo so che se lo facessi inizierei a piangere e non ne ho alcuna voglia, non ora almeno

< Dove vai? > sento la sua voce chiamarmi, so bene chi mi ha posto questa domanda retorica non c’è alcun bisogno che io mi giri per vederlo, ovviamente è Richard.

 

“Avrei dovuto immaginarmelo” penso sospirando e prepararmi a parlare

< Non provare a fermarmi > dico, cercando di sembrare ferma, ma la mia voce trema e un semplice –non andare- potrebbe fermarmi ma so che se lo faccio me ne pentirò.

< Non lo farò > mi giro d’istinto verso di lui, “cosa ha appena detto?”

< Voglio venire con te > la sua voce è calda e seria, mi si avvicina e mi posa una mano sulla testa

< Non posso certo lasciarti andare in quel posto da sola > dice semplicemente

< M-ma tu… >

< E poi anche io ho le mie domande > continua e mi sembra che stia sorridendo anche se non può; di scatto lo abbraccio, stringendolo forte mormorando un piccolo -grazie-

Quando mi stacco lancio un’ultima occhiata alla casa, la mia casa che sto per abbandonare.

Penso a Toby, mi mancheranno i suoi sorrisi e tutte le cavolate che facevamo; a Kate, probabilmente non riuscirò mai a fare una treccia perfetta come quella che sa fare lei e mi mancherà la sua cucina, a Masky, di lui mi mancherà di sicuro il suo modo scorbutico di dire le cose pur essendo sempre assolutamente sincero, a Hoody, sentirò la mancanza dei suoi suggerimenti che solo chi ha l’orecchio pronto può sentire.

 

Mi asciugo una piccola lacrima e mi chiedo come andrà a finire tutto questo, prendo un grande respiro per farmi forza e mi giro verso Richard che intanto mi aspetta.

< Sei sicura? > mi chiede sentendo ciò che provo, lo guardo e sorrido

< No… > ridacchio leggermente per poi sospirare

< Non lo sono ma non posso fare a meno di pensare che così potrei aiutarli di più, non so come ma… non so come spiegarlo > scuoto la testa guardando a terra, rendendomi conto di quanto sembri stupido tutto questo

< Non c’è bisogno che spieghi > mi risponde lui e mi fa cenno di avvicinarmi, io lo faccio e lui ci teletrasporta al lato di una grande strada illuminata dai lampioni anche se ormai il sole illumina abbastanza da riuscire a vedere ciò che ci circonda.

 

Da una parte la strada continua e per poi girare a sinistra mentre dall’altra posso vedere un’enorme cancello dietro il quale si può scorgere un edificio dalle dimensioni esagerate con muri bianchi tappezzati di finestre e due bandiere alzate in cima

< Siamo arrivati > mi dice Richard con tono disgustato, raro per lui mostrare tanto disprezzo; e noi che dovremo solo parlare amichevolmente

“La vedo dura” penso sospirando.

 

Inizio ad incamminarmi verso il grande edificio desolato, infondo non sono nemmeno le sette.

 

In quel momento mi ricordo una cosa e mi giro verso Richard

< Conosci per caso un tizio di nome Leo? > quando pronuncio queste parole, lui sembra confuso

< Si era un Henko ma come fai a sapere il suo nome? >

< Com’era fatto? >

< Non ricordo molto è stato molto tempo fa, e i ricordi più lontani sono molto sfocati >

< Non ricordi il tuo passato? Perché non me lo hai mai detto? >

< Non me lo hai mai chiesto, comunque non mi hai risposto >

< Quello che ha scritto sul libro si è firmato Leo > “Ora si spiega il grande mistero, comunque sembrava che quello fosse davvero un Henko, ma come faceva a conoscermi? “Sospiro e seguo Richard che si sta inoltrando nella foresta al lato della strada per evitare di essere visto.

 

< A proposito non me ne hai ancora parlato, del libro intendo >

< Um, si ecco guarda tu stesso > tiro fuori il libro rosso e glielo porgo

< Tanto abbiamo tempo > mi siedo sull’erba appoggiandomi ad un cespuglio e girandomi verso la costruzione.

 

Passa un po’ e io tengo d’occhio il cancello della scuola che sforna i nostri peggiori nemici, si chiama CPHS; è travestita come scuola privata in cui possono entrare solo determinate persone, ma non c’è Creepy che non conosca il loro vero lato, per farla breve è un posto dove imparano a combatterci ma non possono certo dire alla popolazione che ci sono dei Killer da cui devono difenderli, causerebbero il caos, così invitano semplicemente le più grandi menti e chiunque abbia avuto contatti con noi.

Morale: lì ci odiano tutti nessuno escluso.

“Sarà difficile” penso rendendomi conto che non so nemmeno come approcciarli, tanto per iniziare sono passati 8 anni da quando ho parlato con un umano e poi non so nemmeno come spiegargli cosa sono venuta a fare.

Sospiro, a volte dovrei dare un freno al mio istinto.

< Che hai intenzione di fare ora? > mi dice Richard chiudendo il libro confuso,

< Non ne ho la minima idea > dico sorridendo amaramente

< Dice che devo cercare le mie risposte qui ma cosa dovrei dirgli –scusate potreste per caso dirmi questo quello e quell’altro- > sospiro e con la coda dell’occhio vedo un uomo avvicinarsi al cancello.

 

Mi alzo di scatto e mi dirigo verso di lui,

“Non importa non c’è più tempo vorrà dire che improvviserò”, per qualche motivo mi si forma un’enorme sorriso sulle labbra mentre sento questa sicurezza fluirmi dentro.

< Mi scusi… >

 

Ed eccoci qui di nuovo come avete notato ho cambiato un poco di cose che non servono per nulla alla storia ma be è divertente cambiare a volte XD

Spero che la storia vi sia piaciuta e per l’ennesima volta vi lascio sulle spine haha ora capite perché dicevo che iniziava solo ora la storia?

Vabbè comunque volevo farvi notare una cosa: sapete che se vai nella pagina generale di “altro anime e manga horror, thriller ecc.” al lato troverete una piccola scritta con “aggiungi personaggio”? Per chi non lo sa si può vedere solo da computer e ci sono davvero un sacco di personaggi che sarebbe buono aggiungere come Hoody o Trenderman o Offenderman ecc.

Perciò per chi non l’ha ancora fatto vi invito a farci un salto ^^

Detto questo vi saluto

Holy ^w^

 

PS: ditemi se il pezzo del libro si capisce o devo cambiare scrittura

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Capitolo 10
*** Contrattamento rischioso ***


C.P. 10 Scusate per il ritardo!!!!! Mi dispiace tanto ma ho auto un altro piccolo blocco :’(
Ma ora sto bene, tranquilli e spero che il cap vi piaccia vi lascio leggere
Ci vediamo dopo :3

RedHenko
Contrattamento rischioso


< Mi scusi, lei fa per caso parte del personale della scuola? > gli sorrido gentile, mentre lo guardo meglio, ha i capelli grigi ed è basso e tarchiato, in viso ha molte rughe, deve essere molto vecchio.
Sospira e mi guarda scocciato
< Tu sei un'altra di quelle ragazze viziate che si lamentavo di non essere "state ammesse ingiustamente", vero? > Dice facendo la voce a quelle
< Mi dispiace ma qui gli studenti vengono scelti dalla scuola perciò smamma  > dice in tono altezzoso di chi crede di sapere tutto mentre continua ad aprire il cancello spalancandolo
< No, mi dispiace deluderla, ma sono solo venuta a parlare con il preside di alcune cose… >
< Senti signorina non sono mica-O MIO DIO! > si è girato e adesso salta indietro mentre continua a guardare in un punto in alto dietro di me, sospiro girandomi verso Richard
< Non dovremmo fargli venire un attacco di cuore sai? > gli dico scocciata, anche se l’idea di ucciderlo non mi dispiace affatto…
Mi rigiro verso di lui e lo ritrovo che trema tutto mentre con una mano cerca di raggiungere la pistola che ha nella cintura, credendo di non essere stato notato; e raggiungendola me la punta contro.

Prevedibile.
Con uno dei miei tentacoli gli colpisco l’arma facendola volare lontano.
Per lo spavento lui cade a terra ed ora mi guarda terrorizzato, faccio agitare il tentacolo in aria lentamente godendomi la sua espressione
“Ma che sto facendo! Non sono venuta qua per questo!” dico e ritiro il tentacolo porgendo una mano all'uomo per aiutarlo ad alzarsi.

Ma lui non sembra accettarla e si guarda in giro come a cercare aiuto finché dai suoi occhi non sembra trovarlo
< L-Liu! > grida infine guardando un punto dall’altra parte del cancello; sorpresa mi giro veloce e trovo un uomo in piedi con una scarpa a righe e svariate cicatrici in faccia, ha i capelli marroni e lunghi e mi guarda con i suoi occhi verdi, il suo aspetto è un po' nostalgico...


Mi allontano dal signore ancora per terra e gli sorrido, sembra tranquillo forse lui mi ascolterà (?)
< Con quale coraggio sei venuta fin qua Henko? Non siamo così sprovveduti, potrei anche farti uccidere subito sai? >
Cerco di mantenere il mio sorriso e rispondo in modo gentile a quelle fredde parole
< Non sono venuta ad uccidere nessuno ma non voglio certo farmi uccidere… >
< E allora perché sei qui? > mi chiede perplesso, “Forse questa è una possibilità” sorrido
< Finalmente qualcuno che mi ascolta > esclamo ridacchiando mentre sento il suo sguardo che mi scruta come se mi stesse studiando

< Mi serve il vostro aiuto, o meglio sto cercando alcune risposte… > inizio stando sul vago per vedere la sua reazione
< Perché mai dovremo aiutare il nemico? > dice lui incrociando le braccia e diventando ancora più perplesso, ma questo è un bene devo incuriosirlo
< Non sto certo chiedendo qualcosa in cambio di niente no?
Io voglio delle risposte che voi potete darmi e voi volete delle risposte che solo una Creepy può darvi, non credi che sia un buono scambio? > non so cosa sto facendo e in questo momento sento di non essere io a parlare ma qualcun altro

Lui sembra pensarci un attimo mentre continua a scrutarmi come se volesse leggermi dentro
< Non sono io a decidere o non solo io almeno; bisogna vedere cosa ne pensano gli altri >
Sorrido felice a quelle parole, “Ce l’ho fatta!”
< Grazie! > gli dico continuando a sorridere felice, mentre lui mi guarda leggermente stupito, mi giro verso Richard e gli faccio l’ok con la mano accompagnato da un occhiolino
< Visto? > lui sospira sorridendo (NA: non è che ha una bocca per farlo solo Iris sente che lui sta sorridendo) e accarezzandomi sulla testa come a dirmi di calmarmi (:3)


All’improvviso mi accorgo che delle persone si stanno avvicinando a passo “veloce” e quando arrivano capisco perché i loro passi avevano lo stesso rumore di quelli di un bisonte: hanno una miriade di armi addosso, pistole, coltelli, spade, cannoni, fucili e ognuno ha il suo posto preciso nell’uniforme il cui colore a malapena si vede per come questa è tappezzata di armi.


Arrivati mi puntano le armi contro urlando svariate cose che non ho alcuna voglia di ascoltare e l’unica cosa che fanno è urtarmi l’udito e rompermi qualcos’altro…

Vengo presa da Richard che mi tira a se ed estrae i tentacoli lasciando vedere la bocca con fare cattivo; sento bene che adesso se la stanno facendo sotto, e ridacchio fra me e me.

Mi faccio lasciare da Richard facendogli segno di calmarsi, ma non di abbassare la guardia, poi mi giro verso l’uomo di prima;

Liu sospira e si avvicina ai soldati convincendoli ad abbassare le armi, poi mi si avvicina prendendo una cosa da uno dei soldati che sorpreso non riesce a lamentarsi del gesto improvviso dell'uomo


< Se vuoi una risposta definitiva non puoi averla solo da me, ma dovrai parlare anche con gli altri, ma loro non si fideranno facilmente > detto questo mi si avvicina e mi passa due paia di cerchi di colore blu

< Cosa sono? > chiedo guardandoli curiosa
< Sono una specie di manette solo che non diminuiscono movimenti ma bloccano solo i poteri delle Creepy… >
Lo guardo sorpresa
< Non si avvicineranno mai se non li metti > continua serio, passo lo sguardo dagli oggetti, a l’uomo, ai soldati e infine a Richard che sembra non molto felice della cosa

< Ok > dico decisa è vero che mi sto esponendo ad un grande pericolo ma questo è l’unico modo infondo

< Iris… > cerca di lamentarsi Richard e lo capisco ma non posso fare altro, e di certo non lo costringerò a far nulla
 < Se vuoi puoi rimanere qui > gli dico anche se dentro di me ho paura di rimanere da sola, staccata da lui…
Lui in risposta sospira e prende uno dei paia di manette; la luce di queste da blu diventa rossa appena lui le tocca e torna blu solo qualche secondo dopo che lui le mette ai polsi stringendosi allo stesso tempo ad essi.
Richard intanto sembra molto seccato e guarda i cerchi con odio e disprezzo, non aveva mai amato la tecnologia, a dire il vero avevo imparato che il suo era un vero e proprio odio.

Sorrido e li infilo anche io guardandoli affascinata, per poi riportare la mia attenzione su Liu
< Altri problemi? > gli chiedo con un grande sorriso in faccia,
< Bene, venite > ci fa segno di seguirlo dicendo e facendo qualcosa che non capisco, sono solo felice e trotterello piano dietro di lui con la borsa che sbatte contro il mio fianco mentre Richard mi segue silenzioso e guardingo.

Entriamo nell’edificio e preso un ascensore scendiamo, anche se più che scendere a me ha fatto l’effetto di muoverci in mille direzioni diverse, anche se non si notava troppo…

Si aprono le porte e ci ritroviamo in un piccolo corridoio completamente bianco con alcune porte sempre bianche che credo si debbano aprire con i pulsanti accanto a loro, noi ci fermiamo proprio davanti ad una di esse e Liu apre la porta pigiando il bottone, che avevo detto io?

Ci fa segno di entrare e una volta dentro mi ritrovo davanti una grande tavolata con sedute intorno una ventina di persone.
Iniziano subito a parlare tra loro formando un vocifero fastidioso e orribile che porta alla memoria brutti momenti ormai lontani; persa in questi non ascolto una parola di ciò che dicono ne ciò che gli dice Liu, vedo solo come se fossi lontana da tutto quello…

Sento una mano fredda toccare la mia e subito torno al presente, mi giro di scatto e incontro la faccia bianca e familiare di Richard, la mia espressione, allora, da sorpresa si rilassa in un piccolo sorriso
< Grazie > sussurro e torno a guardare l’assemblea; li guardo uno ad uno, non hanno nulla di particolare, l’unica persona che attira la mia attenzione è una donna a metà tavolo, ha il viso coperto da una bella maschera con i capelli neri e ricci che gli scendono sulle spalle, e posso sentire benissimo di non starle proprio simpatica, come tutti gli altri infondo…

< Allora per farla breve ci stai proponendo un affare, Henko? > dice un signore a capo della tavola, non si capisce la sua età, potrebbe avere 16 anni come potrebbe averne 35, i suoi occhi sono verdi mentre i capelli sono biondi e corti
< Mi chiami Iris. fa davvero strano sentirsi chiamare Henko; comunque sì ma come ha detto lei io sto solo proponendo voi dovete accettare > dico sorridendogli leggermente, lui in risposta ridacchia ricambiando mi un grande sorriso
< Bene Iris, noi accettiamo la tua proposta ma a una condizione possiamo decidere di non dirti alcune cose… >
< Tutto ok così anche io potrò tenermi alcune cose per me no? > dico felice di aver avuto una risposta positiva
< Ovviamente > la sua espressione da quella solare che aveva avuto fino a quel momento si trasforma velocemente in un’espressione seria che lo fa apparire molto più grande di prima
< Questo non vuol dire che noi ci fidiamo di te > la sua voce è fredda e spegne il mio sorriso congelandomi
< Se provi a fare una mossa azzardata sei morta > quest'ultima parola mi risuona nelle orecchie e nei suoi occhi freddi posso vedere che non sta scherzando
< Per quanto mi riguarda vale a stessa cosa > dico con un sorriso stampato in faccia, più che sincera
< Bene ora che tutto quello che c’era da dirci è stato detto, vogliamo cominciare? > continuo tirando fuori il libro e posizionandolo sul tavolo
< Inizio io >


Nella camera quasi tutti posano lo sguardo sul libro rosso senza molto interesse così mi schiarisco la voce e inizio a parlare prendendolo in mano

< Questo libro è stato scritto da un certo Leo >
< Leo come? > il signore a capo tavola affila gli occhi scrutandomi come per capire se io stia mentendo o no
Mi preparo ad aprire la bocca per dire che non ne ho idea, sicura di perdere tutto quell’interesse
< Leo Kotov >
 “Cosa ho appena detto?” mi domando tra me e me sforzandomi di non sembrare scioccata da ciò che io stessa ho detto, ma mi compiaccio quando vedo gli occhi delle persone nella sala spalancarsi per lo stupore, non so se questo Leo sia famoso o qualcosa del genere ma di sicuro sta avendo l’effetto desiderato
< Posso vedere? > mi chiede Liu bloccando il brusio di sottofondo
< Certo > faccio scivolare il libro sulla tavola facendolo arrivare fino a lui che lo prende in mano con curiosità scettica mentre intorno si è creato un silenzio innaturale
< Cosa ne sai tu di quello che dice? > mi chiede alzando appena gli occhi dal libro per guardare i miei
< Nulla > rispondo sincera incrociando le braccia
< Sono venuta qui apposta > lui mi guarda serio accertandosi che non stessi mentendo per poi tornare sul libro per un tempo che mi pare infinito
< Allora che ne pensi Liu? > chiede dopo un po’ il signore a capo tavola con un sorriso sulle labbra accompagnato da uno sguardo serio
< Questa parola RedHenko l’ho già sentita dire da una persona che non posso nominare ma non ne so nulla di più >
“Allora non dirlo nemmeno, tanto è inutile” penso nervosa battendo il piede a terra
< Per quanto riguarda l libro noi ne abbiamo altri > i miei occhi si illuminano e lo guardo stupita
< Ma sono chiusi in una stanza sigillata che si trova in questo edificio > tutte le mie speranze vengono distrutte e mi viene quasi da piangere, ma non mi arrendo
 < Posso almeno vedere la porta dopo? > chiedo speranzosa facendo rinascere il brusio
< Certo che puoi > dice invece tranquillo l’uomo a capotavola lasciando tutti sbalorditi
< Ma signo- > prova a lamentarsi uno dei tanti ma uno sguardo dell’uomo a cui è rivolto basta per zittirlo
< Con questo ho finito > “Bene, è stato molto utile” dico tra me e me sarcastica
< Bene allora adesso possiamo farti delle domande noi giusto? >


Esco dalla stanza distrutta trascinandomi fuori da essa a forza, mi hanno fatto un sacco di domande e inizio a pensare che non sia stata affatto una buona idea
< Iris > mi giro sentendo la voce di Liu che mi chiama
< Sì? >
< Non volevi vedere la stanza? > i miei occhi si illuminano e gli rispondo di si sorridendo, lui mi fa segno di seguirlo e credo di aver visto un piccolo sorriso sulle sue labbra
Lo seguo tranquilla mentre a seguire me silenziosamente c’è Richard che ancora non ha detto una parola.
Rientriamo nell’ascensore e una volta usciti ci troviamo davanti una porta banca, Liu posa la mano una piattaforma e la porta si apre silenziosamente rivelando una stanza enorme.
Ci sono migliaia e migliaia di computer e al centro un sistema enorme di cui non riesco ad immaginare la funzione.
Camminiamo nella stanza tra i mormorii di persone vestite con camici da scienziati che fanno il loro lavoro evitando di guardarci e di avvicinarsi a noi

< Ecco qua > dice Liu fermandosi davanti ad una porta chiusa più piccola di quella di prima e di un colore griggetto

< Mi sono occupato di vari casi e questo è uno, ma purtroppo la porta non si apre > lo guardo per poi tornare a guardare la porta; mi ricorda qualcosa…
Allungo la mano e la sfioro, è fredda.
Chissà da quanto non viene aperta, e ho come l’impressione di vedere quando fu chiusa, vado verso destra lasciando che la mia mano sfiori la porta grigia fino alla fine, lì c’è quello che dovrebbe essere il congegno per aprirla e sembra seguire lo stesso principio di quella aperta prima da Liu; d’istinto passo la mano sopra la piattaforma.
Si illumina all’improvviso facendomi prendere un colpo

< Identificazione dati riuscita- Benvenuto >
Cosa?


Ed ecco un’altra fine orribile!
Scusate davvero non lo faccio apposta mi finiscono le parole, seriamente! *si inginocchia chiedendo scusa*
Comunque sia questo cap è abbastanza strano non credete? Anche se non è troppo difficile capire cosa sta succedendo, oppure sono io che essendo l’autrice mi sembra ovvio .-.
O bé spero che il cap vi sia piaciuto
Non credo ci rivedremo presto perché devo scrivere il secondo cap di una nuova storia (mi faccio pubblicità ^^”) e l’ultimo di VJ perciò ci metterò un poco mi dispiace :’(
Holy ^w^” 

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Capitolo 11
*** I libri ***


C.P. 11. I libri
RedHenko
11. I libri

Guardo incredula la porta che si apre lentamente  un poco a scatti per poi girarmi e guardare Liu che sembra sorpreso quanto me mentre dietro di lui riesco a vedere alcuni scienziati che, fermato il loro viavai, guardano stupiti la scena.

Mi giro di nuovo verso la porta "Come diamine ho fatto?" mi chiedo mentre questa finisce d'aprirsi lasciando vedere una piccola stanza piena di fogli.
< Ah senti chi se ne frega! > mi dico rinunciando a trovare una risposta a questo, almeno per ora.

Entro nella camera con un passo deciso seguita da Richard, poso ad un lato la borsa e mi avvicino all'enorme scrivania che prende tutta la parete iniziando a guardare tra i fogli che sono su di essa; mi ricordano un po' lo studio di Masky e il fatto che sia abituata a questo casino mi rende più facile orientarmi.
Avanzo da una parte a l'altra dell'enorme tavolo osservando ogni foglio;  sembrano quasi dei progetti ma molti sono stropicciati mentre altri sono raggruppati in gruppetti di sei o sette fogli; purtroppo non so nulla di queste cose perciò non li capisco ma raggruppo comunque quelli che credo siano più importanti da una parte.

Liu intanto cammina nella camera spaesato e scioccato, mentre Richard sta fermo al centro guardandosi in torno...
Mi rigiro e, visto che ho finito di controllare la scrivania, inizio a cercare in una libreria piena di ogni sorta di libri: ci sono libri di fisica, geologia, chimica ma non solo, i libri sono davvero tanti e tutti stipati in quei piccoli scaffali.

Dopo poco smetto di tirarli fuori e perciò di far volare polvere inutile nell'ara già vecchia della stanza.
Ci passo solo un dito leggendo i piccoli titoli, alla fine gli unici libri che non hanno scritto un titolo sono quattro; questi hanno un colore rosso e sono numerati con dei piccoli numeri scritti a penna, questo mi ricorda molto l'altro mio libro così lo tiro fuori mettendoli vicini per confrontare la scrittura, perché anche questi che ho appena trovato sono scritti a mano, ma non è la stessa....

Sorrido, è comunque qualcosa in più, anzi forse questo mi potrà servire molto di più.
Li prendo tutti e quattro e li poso su la scrivania "Solo..."
< Liu > lo chiamo facendolo girare ed uscire dai suoi pensieri e ragionamenti
< Si? >
< Non è che... potrei rimanere per un po'? > alle mie parole Richard si gira di scatto contrariato e preoccupato ma non dice nulla, Liu, invece, mi guarda con un sopracciglio alzato
< E a quale fine? > mi chiede incrociando le braccia
< Vedi, come dicevi tu, ci sono altri libri e sono un bel po' dovrei portarmeli via ma... > "Dio cosa sto dicendo?"
< Certo quei libri potrebbero essere utili anche a noi non possiamo certo lasciarti andare > dice e in un qualche modo sento quasi che voglia che io resti, ma è di sicuro una mia impressione.
< Chiederò, per ora puoi rimanere qui ma devo chiamare qualcun altro per guardarti > detto questo chiama qualcuno al telefono.

Io intanto mi procuro una sedia mi ci siedo facendomi spazio sul tavolo, agguanto poi una matita ed un foglio bianco, apro il primo libro ed inizio a leggerlo.
Questo però sembra contenere dei progetti come quelli che sono dispersi in tutta la camera; sulla prima pagina c'è una grande scritta sottolineata e ricalcata più volte:
 
Amisus

Questa  è l'unica cosa presente sulla prima pagina, dopo iniziavano ad esserci progetti su progetti, disegnaano parti di qualcosa ed i disegni sembrano molto più puliti di quelli che sono sparsi per la stanza, la matita aveva disegnato linee molto più precise e pulite insomma.
< Ah eccoti! > sento dire da Liu alle mie spalle, così mi giro e lo guardo che parla con la ragazza che avevo visto prima nella sala; discutono animamene e lei sembra molto arrabbiata per qualche motivo...
Alla fine però lascia andare Liu e rimaniamo da sole; lei si avvicina un po' e si piazza al centro della porta con la sicurezza di chi non ha la minima intenzione di spostarsi di li.

Sorrido sospirando per poi tornare al mio lavoro osservo tutti i disegni e metto da parte il libro insieme al secondo che è strutturato allo stesso modo, li rivedrò dopo aver studiato un po' la materia anche se non ne ho alcuna voglia.

Agguanto allora il terzo sperando che non sia come gli altri due ma quando lo apro con mia grande felicità trovo un testo!
"Finalmente!" penso gioendo e iniziando la mia lettura

Non vi trascriverò tutto poiché è una specie di diario di bordo ma vi informerò solo delle cose più importanti.
Inizio dicendo che tutto il libro parla dei gironi passati a costruire questa invenzione, che credo sia quella disegnata nei libri prima, questa è costruita allo scopo di assorbire ogni sentimento negativo quali odio, rabbia, rancore, e cosi via.
Lo so sembra davvero strano e stupido ma dopo aver letto con quale linguaggio serio tutto questo è scritto non ho potuto fare a meno di crederci.

La seconda cosa che ha attirato la mia attenzione sono le persone che lavoravano con lui, queste sono quattro amici e il figlio di nome Leo.
Non credo che sia una coincidenza, anzi questo spiegherebbe perché tutti sembravano conoscerlo; ma una cosa ancora più strana sono i quattro amici che lavorano con lui, uno di loro si chiama Richard ma questa è solo una coincidenza è impossibile che si riferisca a questo Richard poiché è descritto come un umano.

Prendo tutti gli appunti necessari sul foglio che ho messo da parte e quando ho finito il libro credo sia quasi ora di pranzo, ma che dico cena!
Ho una fame pazzesca e come tutti sanno non si può ragionare a pancia vuota.
Mi giro e guardo come se mi stessi nascondendo dietro la sedia la ragazza che non si è mossa di un millimetro da dove si era posizionata
< Che vuoi? > mi chiede notando che la fisso
< Non è che potrei avere qualcosa da mangiare? > chiedo in tono di supplica facendole gli occhi dolci, mentre lei mi guarda affilando gli occhi
< Dove credi di stare? Non ti darò nulla è inutile che me lo chiedi > mi dice in tono freddo e un poco cattivo, ma non mi arrenderò così facilmente
< Eeeee daaaaiiii > dico allungando l'ultima lettera rendendo il tutto più lamentoso mentre stendo le gambe in vanti con le braccia intorno allo schienale della sedia    
< Smettila > mi dice però lei in tono freddo guardandomi con disprezzo
< Che cattiva >  gonfio le guance e abbasso la testa quasi a nasconderla tra le braccia; ma appena sento un brontolio la rialzo di scatto sorridendole, non era il mio pancino quello~

Ghigno guardandola, ma lei distoglie lo sguardo subito evitando il mio
< A quanto pare non sono la sola ad avere fame > dico ridendo
< Fa silenzio > mi risponde lei, ma anche se la sua espressione è nascosta sotto la  maschera io so che non è realmente arrabbiata, dopo anni passati con uno come Masky si imparano alcuni trucchetti
< Dai che male c'è infondo sia io che te abbiamo fame, no? E poi è assolutamente normale a quest'ora > le dico sorridendo
< Come fai a sapere che ore sono? >
< Sono cose che si imparano con l'abitudine, ma non cambiare discorso! > dico puntandole in modo scherzoso il dito contro con una finta espressione seria; lei rimane fissa a guardarmi per poi passarsi una mano in faccia
< Dannazione va bene, chiedo a qualcuno se può portarci del cibo > dice infine in tono seccato aprendo il cellulare
< Evvai! > esulto alzando le meni all'aria e i piedi da terra, ma così  facendo perdo l'equilibrio e mi sbilancio, cerco di appoggiarmi al tavolo ma la mano mi scivola e cado definitivamente dalla sedia ritrovandomi con la schiena a terra e le gambe all'aria mentre alcuni fogli mi coprono e uno dei libri mi cade aperto in faccia
< O-owch > dico cercando di alzarmi con non poca difficoltà stando attenta a non strappare  i fogli e il libro.
Sento la ragazza ridere leggermente, il che mi fa scattare facendomi alzare il busto tornando seduta anche se per terra per lanciargli un'occhiata un poco offesa
< Potresti anche aiutarmi > mugugno continuando a mettere apposto i fogli e alzandomi mentre mi accarezzo la schiena dolente
Finito di mettere a posto i fogli raccolgo anche il libro che è ancora aperto alla pagina di prima; è il secondo volume e si è aperto alla pagina con l'ennesimo progetto di quella strana macchina.

< Hei, è arrivato da mangiare > mi dice e io mi avvicino con ancora il libro aperto in mano
< Tieni > mi dice posandomi un sacchetto con un panino dentro in mano e dandone uno anche a Richard.
Io lo guardo un attimo per poi sedermi per terra con lei sentendo Richard fare lo stesso
< ....... Perché vi siete seduti qui? > chiede leggermente seccata la ragazza
< Ci andava > taglio corto io appoggiando il libro aperto accanto a me,
< Come ti chiami? > le chiedo poi tarando fuori il panino dalla busta,
< Jane > mi dice lei secca dopo un attimo di pausa
< Io Iris > dico dando un morso al panino < Ma questo lo sai già dalla riunione > continuo girandomi verso di lei che però non mi sta guardando e sembra fissare il libro ancora aperto accanto a me
< Come mai hai i progetti dell'Amisus? > la sua voce sembra un po' sorpresa
< Tu sai cos'è? > gli rispondo ancora più sorpresa
< Ma dico non l'hai visto quel coso enorme? > mi chiede indicando fuori dalla stanza; io mi affaccio e vedo la grande macchina che prima avevo visto solo di sfuggita; lo confronto velocemente con il progettato e sono la stessa cosa
< Mio dio > bisbiglio rimanendo pietrificata a guardarlo "Ma quanto sono stupida" mi dico tra me e me ma qualcuno che cammina verso la nostra direzione ferma il mio autocommiseramento
< Ci hai messo un bel po' Liu > dice Jane
< Si ci è voluto un po' ma alla fine sono riuscito ad ottenere il permesso per far rimanere Iris e lo Slenderman >
< Davvero? > dico girandomi e mettendo via il libro, lui annuisce e io non so se essere felice di questo, ma infondo sono stata io a chiederglielo
< Il capo ha detto che potete rimanere ma non potrete stare insieme >
< Come non possiamo? > gli chiedo sorpresa
< Lo Slenderman è ritenuto giustamente molto più pericoloso di  te perciò non potrà muoversi liberamente, mentre per te è diverso > continua lui e io guardo per un po' il pavimento per poi dirigere il mio sguardo su Richard, che sospirando si alza
< Capisco > dice con tono tranquillo come se si fosse arreso, so cosa pensa perciò non gli dico nulla ma mi sento un po' colpevole...
< Per quanto riguarda te > mi dice Liu puntandomi un dito contro
< Potrai dormire in una delle stanze riservate agli studenti, e vista l'ora sarebbe buono se iniziassi ad incamminartici > io annuisco sicura; se Richard lo è  io non posso certo  vacillare; così metto tutto quello che mi serve nella borsa infilandoci sia i libri che i fogli per poi mettermi la borsa sulla spalla; e finito questo finisco anche il panino divorandolo.

Liu mi fa segno di seguirlo e io saluto Jane per poi fare come mi ha detto lui insieme a Richard.


Riprendiamo il solito ascensore e usciti camminiamo per un lungo corridoio per poi  fermarci davanti ad una porta normalissima
< Questa è la tua camera > mi dice Liu dandomi le chiavi, io le guardo per un po' per poi rivolgere la mia attenzione su Richard,
< Posso venire a trovarlo vero? > chiedo speranzosa
< Si > mi  risponde secco lui ma con un qualcosa di dolce nel tono.
Mi giro verso di lui e l'abbraccio forte come sono solita fare ma questa volta lui mi stringe più forte del solito ma sempre con gentilezza
< Grazie > bisbiglio ancora avvinghiata a lui
< Ho deciso di seguirti e non mi tiro indietro >  mi dice lui tranquillo facendomi nascere un piccolo sorriso
< Non fare cavolate > mi dice in sciogliendo l'abbraccio e dirigendosi con Liu verso la stessa strada che avevamo fatto all'andata.



Entro dalla stanza e posata la borsa per terra mi butto sul letto; mi passo una mano su gli occhi, mi è venuto il malditesta
Ma non posso fermarmi mica adesso, così prendo il quarto ed ultimo libro ed inizio a leggerlo.
Inizia con i soliti appunti della giornata che adesso non sono più sulla costruzione dell'Amisus, ma sul controllo del suo funzionamento
Per i primi giorni sembra andare tutto bene e diventa un po' ripetitivo ma dopo un po' di giorni tutto cambia.
La macchina sembra avere un difetto; "Sta accumulando troppi sentimenti negativi, potrebbe esplodere" così commenta freddamente lo scrittore del libro, dopo questo i giorni sono pieni di innumerevoli tentativi falliti di rimetterlo a posto; la scrittura stessa risulta più nervosa e sempre più illeggibile
tutto ciò mi mette sempre più ansia e me ne mettono ancora di più le ultime parole scritte in una calligrafia che stento a capire: "C'è qualcosa che non va, il mio  corpo, ma che dico, i nostri corpi stanno cambiando"
Mi blocco guardando incredula quelle ultime parole, che cacchio sta succedendo?
Non è possibile che sia finito così!
Chiudo il libro resistendo alla tentazione di lanciarlo contro il muro ed inizio a rimuginare su  tutte le informazioni che ho ma non ottengo nulla e alla fine il sonno ha la meglio e mi addormento senza accorgermene.


Ed eccoci qui finalmente questo giorno è finito!

E iris non è l'unica ad avere il malditesta *sigh*
Ma comunque sia adesso come potete vedere si inizia ad intravedere qualcosa, ma visto che mi piace mettere un'atmosfera di mistero nelle mie storie v
i avverto che non scoprirete presto cosa sta succedendo sopratutto per quanto riguarda Liu  =P
Bè spero che il cap vi sia piaciuto e spero di aver reso bene il carattere di Jane ed il riassunto dei libri ^^"
Ci vediamo nelle recensioni ;)
Holyland =w=

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Capitolo 12
*** Una mattina di riposo ***


C.P. 12. Una mattina di "riposo"  
Ciao a tutti ci ho messo un po' ma  ecco il 12 cap di RedHenko 0-0 wow sto scrivendo un sacco XD
Comunque spero che il cap vi piaccia e vi auguro una buona lettura ^^


RedHenko
12. Una mattina di "riposo"


Mi sveglio presto come al solito anche se ho un grande bisogno di sonno, ma infondo sono abituata a questo ritmo di vita.

Mi pettino i lunghi capelli neri in cui il pettine si inceppa ogni due secondi facendomi innervosire anche se so benissimo che andando più veloce mi farei solo male.
Una volta finiti di pettinare li lego in una treccia mezza sfatta ma che fa il suo lavoro e quello è l'importante alla fine.
Mi stiracchio sentendomi tutto il corpo addormentato
"Per svegliarsi non c'è nulla di meglio di un bel allenamento mattutino" mi dico tra me e me e afferrata la mia borsa esco dalla camera per ritrovarmi nel corridoio bianco anche se un bianco meno angosciante dei lunghi corridoi del piano di sotto, o di sopra o forse stava al lato?
Non importa ed inizio a camminare tranquilla verso la parte del corridoio che non porta ad un muro; vado avanti per un bel po' fino ad arrivare ad una specie di atrio con una grande porta a vetri che illumina tutta la stanza con fioca luce mattutina.

Mi avvicino ed apro la porta assaporando il freschetto della mattina, faccio un gran respiro per poi incamminarmi in un posto con un bel po' di spazio e magari un poco nascosto.
Ma il termine nascosto qui non esiste anche se di spazio ce n'è molto.

Mi metto comunque al centro di un'aria abbastanza grande per evitare di rovinare qualcosa, poso la borsa con poca grazia ed inizio gli esercizi di base.

Corro un po' e faccio dello streccing giusto per cominciare, poi raggiungo la mia borsa e ne tiro fuori i miei grandi coltelli neri
"Adesso ci divertiamo un po" penso mettendomi in posizione e rilassando i muscoli per poi iniziare a contrarne alcuni eseguendo svariati attacchi e lasciando quelli inutilizzati rilassati.

Combatto con la mia ombra schivando saltando e usando oltre i coltelli anche le mie altre parti del corpo; continuo così per un po' aumentando man mano la velocità per far si che l'esercizio non mi risulti noioso e per aggiungere un pizzico di difficoltà.

Cambio un po' le mosse colpendo in punti diversi, mi sposto girando attorno alla mia ombra come in uno strano ballo elegante ma allo stesso tempo impetuoso, travolgente e deciso.

Non mi accorgo di nulla sono concentratissima nel costruirmi i movimenti dell'ombra che non sento ne vedo più nulla intorno a me; so che non è positivo ma non riesco a fermarmi.

I muscoli mi tirano e la mia mente si svuota lasciandosi trascinate dall'adrenalina e concentrandosi sull'ombra, la fatica e le mosse; tanto concentrata che quando al posto dell'ombra vedo apparire un uomo faccio fatica a bloccare il movimento.

< Buongiorno Iris > davanti a me con uno dei miei coltelli  a meno di mezzo metro dal collo c'è il ragazzo dall'età incomprensibile del giorno prima che mi guarda con un sorriso calmo in faccia mentre io con il fiatone lo guardo con tutti i muscoli contratti nell'intento di fermarmi
< Vedo che si sta allenando ma potrebbe per favore non farlo qui? > lo guardo ghiacciata e mi ci vuole un po' per ricollegare  il cervello ed accorgermi dei ragazzi in uniforme che mi guardano strani ma mi riconcentro subito sull'uomo davanti a me.
< Mi dispiace ma non ho nessun altro posto dove allenarmi > dico calmandomi dallo spavento "Questo tipo è pazzo"
< Vedo che nessuno ti a spiegato nulla... > mi dice guardandomi attentamente
< Per prima cosa dovresti vestirti come tutti gli altri visto che dovesti essere solo una studente; la seconda è che c'è un posto adatto per queste cose fatto proprio a questo scopo >
ok la opima non mi piace molto ma la seconda informazione mi intriga
< E dove sarebbe? > chiedo con un grande sorriso
< In camera tua con l'uniforme dovresti trovare anche una specie di cellulare; ha una mappa al suo interno ed è quella dell'edificio, non è difficile dovresti riuscire a capirla >
< Grazie > gli dico con un sorriso per poi recuperare la mia borsa e girarmi verso la folla; mi preparo a fare zig zag per farmi spazio ma loro si spostano come in automatico quando passo ma più che altro sembrano semplicemente schifarmi.
Bé almeno ora so che loro sanno tutto  o per lo meno sanno chi sono o forse dal loro punto  di vista dovrei dire "cosa sono"

Entro nella mia camera evitando gli sguardi dei ragazzi mentre allo stesso tempo cerco di sembrare indifferente al loro disprezzo, non devo lasciargli vedere le mie debolezze questo tipo di persone appena se ne accorgono ne approfittano e le usano per distruggerti.
Sono solo cose che si imparano...

Dentro trovo, appoggiata sul mio comodino, l'uniforme con sopra il cellulare.
La prendo e senza nemmeno guardarla me la infilo mettendomici comunque sopra il mio amato giacchetto; solo ora mi guardo allo specchio e mi osservo.
È uguale a quelle che ho visto prima: la divisa è aderente alla pelle anche se non è fina ma spessa, c'è una fibbia che si incrocia sul petto di un colore grigio piena di tasche per armi.
I pantaloni sono neri come la parte di sopra e dello stesso tessuto forse  solo un po' più rigido più simile a dei jeans ma pur sempre elastico, e fino a un poco più in giù del ginocchio sono coperti da degli stivali grigi come le cinture con i lacci neri
Per finire ci sono anche dei guanti senza dita che lasciano scoperto la maggior parte del doso della mano; sono di colore sempre nero
"Hanno un po' esagerato" penso tra me e me mentre raccolgo il mio solito zaino a tracolla prendendo anche quello strano ageggo di nome telefono.
Esco dalla camera con il telefono in mano da cui in poche mosse arrivo alla cartina dell'edificio; appena clicco sull'icona mi appare una piccola mappa con vari nomi vicino a dei puntini verdi che indicavano i nomi delle diverse località e un puntino rosso con scritto "Te"

Cerco subito la mia meta e una volta trovata mi muovo verso l'ascensore e scendo cliccando il bottone con scritto "-1"

Esco dall'ascensore e sono subito in una delle sale più grandi che io abbia mai visto; è pieno zeppo di persone e si sente un'insistente rumorio di sottofondo, ma non è fastidioso da un forte senso di vita...

Mi incammino guardandomi un po' in torno
"Forse posso sfidare qualcuno..." penso tra me e me tutta felice trotterellando felice nella sala; alla fine trovo il posto che stavo cercando; ci sono un sacco di persone tutte intente a guardare i vari scontri che si svolgono in una specie di arena.

Mi metto a guardare pure io e seguo senza problemi il ritmo dei due lottatori finché uno di loro non va la tappeto
< Bene allora chi  vuole essere il prossimo? > chiese il lottatore rimasto in piedi risistemando la presa sulla propria arma con un ghigno
< Io > dico appoggiando la borsa e prendendo le mie armi
< Posso? > chiedo notando il silenzio che ho causato; mentre queste ultime mie parole fanno nascere un leggero sorriso al mio avversario
< Tu devi essere l'Henko di cui tutti parlano > inizia  osservandomi con una faccia da -Non la immaginavo così-
< Già, ma è Iris > gli rispondo ricambiando il sorriso e posandomi un coltello sulla spalla dalla parte del dorso
< Ma sei sicura? Quel bracciale ti ha levato tutti i tuoi poteri da creepy > mi chiede  con un leggero tono di scherno
< Bè questo vuol dire solo che siamo quasi allo stesso livello umano > dico scandendo bene l'ultima parola
< Bene > mi dice lui mettendosi in posizione  e lanciandomi uno sguardo di sfida
"Questo è proprio quello che manca quando ci si allena con un'ombra" mi dico sorridendo preparandomi

Lui parte subito caricandomi; c'era da aspettarselo
Mi muovo veloce evitando tutti i suoi primi tre attacchi indietreggio un po' per poi scavalcarlo e ricominciare a schivare
Studio ogni sua mossa, ogni sua emozione mentre mi lascio trasportare dal suo ritmo e ballandoci sopra quasi fosse una canzone.
Ma ora è venuto il momento di imporre la mia musica!

Paro l'ultimo attacco con un'improvvisa forza tanto da farlo ritornare indietro ed inizio a sferrare qualche attacco; prima piano per poi aumentare sempre di più gli attacchi tanto da metterlo in seria difficoltà

Alla fine gli colpisco la mano con l'arma con il dietro di uno dei miei coltelli facendogliela cadere per terra mentre gli avvicino l'altro alla gola

< Ho vinto > dico a pochi centimetri da lui felice ed eccitata
< Qualcun altro? > chiedo mentre mi allontano ed allontano anche il mio coltello e lui si affretta a scendere


Continua così per ore finché non sale lei...
< Hei Jane! > gli dico con un grande sorriso
< Vedo che ti stai divertendo > mi dice lei
< Vuoi unirti al divertimento? > gli chiedo trasformando il mio sorriso in un ghigno accompagnato da uno sguardo di sfida
< Se con unirti intendi far finire questo tuo divertimento allora non mi tiro indietro > mi dice lei contraccambiando il mio sguardo di sfida e tirando fuori un coltello
< Qualcuno è un poco pieno di se > dico ridacchiando
< Non sono l'unica >
< Non lo nego > gli rispondo e appena finisco lei mi viene addosso con un attacco potentissimo che paro a stento mentre ci scambiamo un'occhiata a distanza ravvicinata e quello che incontro è uno sguardo pieno di ira e quando si allontana sono ancora scioccata

Ma  non ho il tempo per distrarmi perché lei riparte subito alla carica costringendomi a fare i salti mortali per evitare di venir tagliata in due

Paro e schivo i suoi attacchi veloci forti e precisi; mi ricorda un po' Toby sopratutto quando perdeva lo scopo della lezione e lottava per uccidere
Ed è questo che sta facendo lei, ma di certo questa non è una scusa per venire sconfitta così...

Colpisco anche  io imponendo il mio ritmo che viene fermato dal suo che poi risoccombe al mio e così via
Stiamo lì a scambiarci colpi senza cambiare nulla per quelle che sembrano ore ed alcune gocce di sudore iniziano a scendere sulla mia fronte

Mi allontano e la osservo; la cosa orribile dell'avere un avversario con una maschera è non sapere quanto sia stanco ma posso pur sempre sentire il suo respiro leggermente affannato

Questa pausa non dura troppo che subito ricominciamo ma come anche lei ha capito non possiamo continuare così.
I suoi attacchi sono ancora più forti e veloci tanto che mi sorprendono facendomi sbilanciare e quasi non cado se sono non fosse per la mia grande agilità ora sarei finita per terra e sarei stata sconfitta...

Ma questa volta non la aspetto e mi butto io
Sfodero i miei fendenti più forti costringendola ad indietreggiare per poi cercare dei suoi punti cechi ance solo uno piccolo ma seppure ne abbia uno non lo mostra affatto e pian piano i miei colpi perdono forza e sono costretta a fermarmi un momento per recuperare

Ma questo mi lascia scoperta per un'istante e lei ne approfitta colpendomi con tutta la sua forza ma io riesco a pararmi malamente con il coltello nella mia mano sinistra

Resisto anche  se sento il polso urlare di dolore tanto che credo si stia per spezzare ma invece del mio polso è un'altra cosa a spezzarsi...

Sento un rumore metallico e riaperti gli occhi che per lo sforzo avevo chiuso vedo che nella mia mao è rimasto solo un quarto della lama

< Ti ho battuto > mi dice Jane puntandomi il coltello alla gola con la voce spezzata dal fiatone ma io non le dò la minima retta
< No.... > sussurro prendendo la lama nera caduta per terra
< Dannazione! > ringhio tra i denti prendendola tra le mani; per poi girarmi verso Jane
< Grazie è stato divertente > le dico con uno sguardo sincero ma un sorriso un po' forzato

Scendo dall'arena e, visto che è ora cerco la sala da pranzo senza scordarmi ovviamente della mia borsa dove infilo i coltelli inclusa la lama rotta; forse da seduta potrò dargli un'occhiata con più cura

Sospiro e pranzo in un'enorme salone  pieno di persone vestite tutte uguali
"Che tristezza"
Mi siedo ad un tavolo vuoto so bene che nessuno mi vuole vicino gli risparmio la fatica di evitarmi.

Provo a mangiare ma l'atmosfera, l'amarezza dell'arma rotta e i pensieri sui misteri di quei maledetti libri che questa mattina ho evitato rendono il cibo amaro ed immangiabile...

< Non mangi? > mi chiede una voce familiare; alzo lo sguardo e incontro subito gli occhi indagatori di Liu
< Buongiorno > gli dico con un sorriso amareggiato
< Sai ti ho visto prima... >
< Nell'arena? >  gli chiedo
< Si; sei brava >
< Grazie > gli rispondo tornando a pensare alla lama rotta e tirandola fuori dalla borsa
< Quella sarà un qualcosa di impossibile da riparare... > mi  dice  lui
< Come fai a saperlo? >
< Il materiale di cui è fatto è resistente ma una volta che si è rotto non torna mai come nuovo >
< Te ne intendi? > gli chiedo alzando un sopracciglio
< Già io infondo progetto anche armi... > mi dice lui tranquillo; io gli mugugno in risposta tornando nei miei pensieri mentre con la forchetta stuzzico il cibo con svogliatezza.
< Se vuoi posso farti un'arma nuova > mi dice lui prendendomi alla sprovvista
< Scherzi? > gli chiedo incredula ma anche speranzosa
< No affatto sarebbe davvero divertente farne una per un soggetto come te > mi dice puntandomi il dito contro
< G-grazie Liu! > gli dico tutta felice quasi urlando.
Lui si alza con un piccolo sorriso sule labbra per poi girarsi
< Ma solo se mangi tutto quando avrai finito allora potrai venire nel mio laboratorio, il numero 13 > mi dice lui con tono apparentemente serio
< Non sono mica una bambina > gli rispondo con un mezzo sorriso ma lui si limita a girarsi ed uscire dalla sala
Inizio a mangiare con molta più voglia e sembra quasi che anche il cibo abbia un sapore migliore


Ed eccoci qui
Diciamo che questo cap è stato come un dare uno stop a tutto quello che sta succedendo diciamo che così ci rilassiamo un po' ma anche il prossimo anche se forse solo una metà del prossimo
Vabbè per ora vi lascio e spero che il cap vi sia piaciuto anche se è un po' una pausa
Ci vediamo
Holyland ^w^

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Capitolo 13
*** Foto ***


CP 13. Foto

Ciao ragazzi! Come va?

Si lo so avevo detto che mi prendevo una pausa ma non è stato propriamente così ^^””

Però ora vi lascio leggere il capitolo e poi vi spiego ;)

 

RedHenko

13. Foto

 

Finito di mangiare mi incammino entrando nell’ascensore e questa volta salgo al 2 piano

Uscita dall’ascensore mi guardo intorno, sono di nuovo tra quei corridoi bianchi ed asfissianti…

Sospiro un po’ e cerco la camera numero 13 tra tutte le altre

Cammino per molto tempo e nel mentre mi chiedo come facciano a viverci in questo posto, non sopporto questi corridoi perfetti così perfetti che sembra che nessuno ci viva mi mettono una certa pressione come se mi schiacciassero e quando vedo finalmente il numero 13 su una delle porte tutte uguali mi sento come sollevata e busso

La porta si apre con un leggero sibilo ed entro in una camera molto più spaziosa dei corridoi con anche diverse finestre e la cosa mi rasserena un po’

< Entra pure > mi fa Liu che vedo seduto ad una scrivania con vari progetti sopra che mi ricorda quella della stanza dov’erano i libri

Mi avvicino e mi sporgo un po’ a vedere cosa  stia progettando anche se non capisco bene cosa significhino i disegni

< Non è la tua arma tranquilla > lo sento dire e continuo a guardare i fogli annuendo appena.

Le sue mani si muovono veloci e silenziose sui fogli disegnando e scrivendo in modo comunque un po’ annoiato finché non li mette via raggruppandoli e posandoli in un cassetto

< Perché possa iniziare con te in anzi tutto devo sapere le tue misure... Intendendo peso altezza ecc. ovviamente > si alza dalla sedia e cammina fino ad un computer e io lo seguo un po’ frastornata annuendo senza capire bene

< Mettiti lì > mi indica una piattaforma circolare bianca e io seguo gli ordini piano guardando la piattaforma

< Ok allora adesso… > sento farfugliare Liu e riporto il mio sguardo su di lui che si è chinato sul PC e muove il mouse

< Ecco > subito dopo quelle parole la piattaforma si accende (?) emette una luce e pochi minuti dopo si rispegne lasciandomi più frastornata di prima cosa di cui Liu sembra accorgersi

< Tranquilla quel coso, come ho detto prima, serviva solo per sapere il tuo peso la tua altezza e cose del genere > mi dice sorridendo appena lasciandosi scappare una leggera risata

< oh… > rispondo semplicemente io senza aver capito troppo, dopo averla scrutata un’ultima volta scendo dalla piattaforma e mi avvicino a lui guardando lo schermo dove ora c’è una specie di modello in 3D con scritti vicino vari numeri, ma si sono ancora confusa

< Non ti sforzare troppo di capire > mi dice ridacchiando e io lo guardo gonfiando appena le guance

< Che vorrebbe dire questo che sono stupida quindi non posso capire? > gli chiedo in tono scherzoso

mi risponde continuando a ridacchiare mentre si alza girandosi; sorrido anch’io ridacchiando appena  

< Be’ infondo l’ho sempre sospettato > dico sorridendo e anche lui mi sorride in risposta

< Su fammi vedere le tue armi > mi dice continuando a tenere un piccolo sorriso

< Oh giusto, tutte e due? > mi giro mentre parlo e sentendolo rispondere di si; frugo un po’ nella borsa e ne tiro fuori tutti e due i miei coltelli, sia quello rotto che quello “sano”, li guardo un po’ per poi avvicinarmi a lui che si è seduto di uovo alla scrivania e passarglieli

< Grazie > mi dice in modo pacato riprendendo la sua espressione seria mentre studia i miei coltelli; lo fisso per un po’ per poi prendermi una sedia e spingerla vicino a lui sedendomi lì

< …..Sapresti dire quanti anni ha quest’arma? > gli chiedo dopo lunghi minuti di silenzio sorprendendolo appena

< Be’ su per giù una centinaia d’anni perché? >

< Nulla solo per sapere > dico riguardando la lama del coltello spezzato < L’avranno usate un sacco di persone… Pensandoci mi sento come in colpa di averle rotte > ridacchio appena

< Prima o poi sarebbe successo sempre meglio ora che in un vero combattimento >

< Già, sarebbe stato davvero orribile… > ci penso un poco < …..ma non credo sarei morta lo stesso non posso certo morire in un modo così cretino ho troppe persone a  cui tengo > sorrido e Lui alza un attimo lo sguardo dal suo lavoro per poi tornare a riabbassarlo sui fogli

< Ti sei affezionata così tanto a loro? > mi chiede in tono fintamente disinteressato

< Be’ si mi sembra ovvio, mi hanno salvato e sono stati come una famiglia per me, non credo di volere che fosse finito in modo diverso > rispondo con un sorriso < Kate è sempre gentile, Toby per quanto ogni tanto sembri un po’ eccessivo è il mio mito, Masky sembra freddo ma ci tiene davvero e Hoody, be’ Hoody è fantastico sembra sempre che non ci tenga affatto e che non faccia mai nulla per te ma alla fine ti dimostra il suo affetto nei piccoli gesti > chiudo un poco gli occhi, già mi mancano…

Liu rimane in silenzio per un bel po’ per poi chiedere < E non ti mancano i tuoi veri genitori? >

Riapro gli occhi un po’ sorpresa, ci penso un poco e mi tornano in mente varie immagini anche quella dei loro corpi morti < …..Si….ma non si può vivere una vita correndo appresso ad i morti, me lo avrebbero detto sgridandomi se lo avessi fatto… > mi nasce un piccolo sorriso

Rimaniamo ancora un bel po’ in silenzio fin quando non mi sale una piccola curiosità < Visto che io ti ho parlato un po’ di me parlami di te. So già chi sei c’è so che sei il fratello di Jeff e che sei l’unico sopravvissuto della famiglia, e che poi sei entrato a far parte del CPHS ma altro non so > concludo mentre mi accorgo di aver pronunciato il nome di Jeff in modo un po’ forzato, chissà se mai smetterò di odiarlo…

< ….be’ sono stato trascinato letteralmente qui da due persone che ne facevano parte se non fosse per loro che mi hanno aiutato in tutto non credo che sarei qui ora > fa una pausa e mi guarda in modo un po’ strano < Poi queste persone sono diventate tre e poi sono sparite dalla mia vita tutte insieme… > sospira appena e torna al suo lavoro

< Mi dispiace… >

< Nulla tranquilla > riprende il suo tono pacato e serio e riprende la sua espressione fredda mentre guarda i fogli lavorando con un po’ più di foga.

 

Decido di non disturbarlo più e mi allontano con la sedia lanciandomi da una parte all’altra della stanza divertendomi un po’ per poi notare una cassettiera lontana dall’altro ed avvicinarmici “facciamoci un po’ di cavoli degli altri~”

Sorrido ed apro i cassetti trovando un bel po’ di fogli di progetti vari; li sfoglio un poco per poi rimettere apposto “noioso”

Apro l’altro cassetto e ci sono solo matite, penne, gomme ecc. “Ancora più noioso” sospiro un poco ed apro l’ultimo cassetto; altri fogli.

Frugo un poco per poi trovare delle foto un po’ nascoste sotto al tutto “Bingo!”

Mi metto a sfogliarle piano con un sorriso; la prima è una foto di due bambini uno sembra Liu e l’altro dovrebbe essere Jeff, sorridono all’obbiettivo

“Sono davvero cambiati tantissimo tutti e due” penso sorridendo ed un altro pensiero mi fa morire il sorriso “se fosse rimasto così non sarebbe successo nulla ed ora saremo tutti più felici…”

Fisso la foto per un poco “Quella che ha appena detto che non rimpiangeva nulla” mi dico con un sorriso amaro  mentre la metto via per guardarne un’altra.

In questa ci sono due persone uno è Liu, l’altra è una ragazza davvero carina; sorridono anche loro e sembrano essere fidanzati “Che carini” penso con un sorriso “Chissà cosa le sarà successo… Non me ne ha nemmeno parlato…”

Mi giro verso Liu, che non sembra essersi accorto di nulla, con uno sguardo un po’ triste, per poi riguardare la foto “Forse è morta…”

Guardo ancora per un bel po’ quell’immagine ed ora quei sorrisi così felici mi fanno nascere una grande tristezza nel cuore

Dopo un bel po’ di tempo mi decido a cambiare foro e quella dopo mi lascia senza parole…

Quelli nella foto sono un uomo ed una donna, ma non si tratta ne di Liu, ne i Jeff, ne della ragazza di prima, quelli, per quanto di circa dieci anni più giovani li riconosco subito, sono i miei genitori…

Guardo la foto con gli occhi sbarrati “Come diamine può avere una foto dei miei genitori?!” mi rigiro di nuovo verso di lui “Forse l’ha presa mentre investigavano su di me?” mi dico ma so che non è la risposta giusta…

La fisso per parecchio tempo, mi mancano anche loro…

Ho cercato in questi anni di eliminarli dalla mia mente, non sto davvero correndo dietri i morti, ma corro via da loro perché ho paura di affrontarli; e questo è anche peggio (sono una fifona…)

Sposto anche questa foto per guardare quella dopo, quest’ultima non sembra troppo vecchia; Liu sorride un poco e porta sulle spalle una bambina piccola, avrà più o meno 4 anni, la guardo un poco sorridendo.

La bambina sembra divertita e sembra che in quel momento stesse ridendo a crepapelle; ha i capelli neri lunghi ed un po’ mossi, al carnagione è chiare un po’ pallida, ha un cappello di paglia un po’ troppo grande ed i suoi occhi-

 

Spalanco i miei di occhi e mi muore il sorriso, “o mio dio…” i suoi occhi sono…… sono rossi

Fisso la foto per vari e lunghi minuti con la mente completamente svuotata

 

< Iris ma che sta- > sento Liu avvicinarsi e salto appena girandomi verso di lui scioccata

< Liu ma chi- > il suo sguardo è abbastanza arrabbiato e mi leva le foto di mano < Ti hanno mai detto che frugare nei cassetti degli altri non è educato? > mi dice con voce un po’ rabbiosa, ma io non lo ascolto emi alzo prendendogli un polso

< Ok scusa ma non ti sembra di dovermi spiegare qualcosa cosa? > gli chiedo alzando appena la voce

< Non sono cose che ti devono riguardare > mi dice in tono freddo guardandomi arrabbiato, ciò mi fa scattare una grande rabbia dentro e senza volerlo gli stringo di più il polso

< Non mi devono riguardare? Mi pare che se vedo una foto dove ci sono io ovviamente mi riguarda!  > chiedo alzando ancora a voce

< Vuoi saperlo così tanto? Bene allora ti dirò, sazierò questa tua curiosità! > mi dice in tono rabbioso divincolandosi dalla mia presa  < I tuoi “genitori” facevano parte della CPHS ed è per questo che ti hanno adottato; per studiare un’Henko ecco perché, lavoravamo insieme a questo studio >

Lo fisso ed in questo momento mi sento in un turbine di emozioni: rabbia, stupore e tristezza tanta tristezza…… voglio piangere…

Lo vedo fare un sorriso amaro e cattivo < La verità non è sempre così bella è? Dovresti smetterla di cercarla così disperatamente, ogni tanto è meglio rimanere nell’ignoranza > mi dice tornando ad avere un tono freddo ed un’espressione fredda 

Lo fisso per vari minuti senza parole lasciando uscire un piccolo lamento involontario dalla gola, abbasso lo sguardo ed esco dalla stanza veloce senza guardarlo più in faccia

 

“Perché continua a cadermi sempre tutto addosso quando le cose invece sembrano andare bene?”

 

 

  Esco dall’edificio “Ho un assoluto bisogno di calmarmi…” mi dico e mi avvicino a passo veloce al cancello sotto gli occhi di qualche “studente” che sta lì fuori

Mi arrampico sul cancello facilmente e mi butto dall’altra parte per poi dirigermi nella foresta con sempre un passo veloce; solo quando avverto la rassicurante ombra degli alberi mi calmo un poco e rallento continuando però a camminare fino ad arrivare dove la foresta è più fitta

 

Lì mi accuccio sotto ad un albero e sospiro (la verità fa male è?); mi rannicchio ed inizio a sentire una rabbia mista a tristezza riempirmi il cuore come se ce l’avessero affogato a forza.

Piango.

Per l’ennesima volta cado in un lungo pianto lasciando che la mia mente si svuoti e solo quando si svuota del tutto riesco a smettere di piangere.

 

Ora guardo le foglie degli albere che nascondono il sole che inizia a scendere, non penso più a nulla e non voglio pensare più a nulla ora voglio solo che i miei pensieri si fermino, che le sue parole non girino più nella testa e che nessuna immagine mi ritorni in mente…

Il vento leggero scuote un po’ gli alberi e chiudo gli occhi mentre so di no essere più sola adesso

< Che vuoi Jane? >

 

 

Ok ora dopo avervi depresso un poco ed avervi lasciato con il solito finale vi spiego le avventure dell’autrice XD

In poche parole mi sentivo troppo in colpa a lasciarvi così visto che ora inizia il pezzo figo della storia (potete prendere infatti tutti questi cap come solo un’introduzione)

E il fatto era che le idee principali le avevo, sapevo come farlo finire ed altre cose che succederanno più avanti già le avevo programmate, il problema stava in questo pezzo qui e molti altri vuoti nella storia o comunque pezzi di cui non ero sicura…

Perciò vi ho detto che avrei bloccato la storia, pensavo mi ci sarebbe voluto molto più tempo a riorganizzarla

Ma non è stato così ^^””””

Mi sentivo così in colpa che ci ho pensato tutta la sera e anche tutta la notte (infatti non ho dormito XD)

E la mattina mi fremeva così tanto di scrivere che mi sono fiondata su BEN (è il mio pc si chiama BEN si ^w^)

Quindi in pratica è successo questo e sia per impegni (festa di mia cugina dei 18 anni, quadri a scuola ecc.) sia perché non ero ancora sicura del cap non ho pubblicato fino ad oggi

Be’, andando a concludere, spero che il cap vi sia piaciuto e non aspettatevi che aggiorni troppo presti perché sto un po’ incasinta con un’altra delle mie storie (Hans)

Alla prossima

Holyland =w=

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Capitolo 14
*** Il quinto libro ***


14

RedHenko

14. il quinto libro

Jane si ferma un attimo alle mie parole per poi avvicinarsi di più fermandosi davanti a me che riapro piano gli occhi senza alzarmi.

< Devi rientrare > mi dice in tono secco.

< Ed io voglio rimanere qui > rispondo nello stesso tono lasciandola un poco senza parole.

< Che vorrebbe dire questo? >

< Che voglio rimanere qui non è ovvio? Perché mai non posso? >

< Semplicemente perché né io né nessun altro si fida di te, quindi mi hanno mandato per riportarti indietro >

Rimango in silenzio e la guardo con un’espressione arrabbiata.

< Cos’è quella faccia? Non è ovvio che non ci fidiamo di una Creepypasta? >

< Oh perché tu credi di essere molto diversa da noi? > le dico in tono rabbioso.

< Ovvio in cosa mai dovrei essere simile a voi? > risponde e il disprezzo intriso in ogni parola mi fa arrabbiare anche di più.

< Noi siamo creature formate di odio giusto? Allora se è così, tu sei uguale. >

< Ma di che caz- >

< Di cosa parlo? Semplicemente dell’odio che provi verso di noi, che forse è anche più grande di quello di qualcuno di noi > la vedo stringere i pugni e capisco che inizia ad arrabbiarsi.

< Il mio ha un senso! Quello stronzo ha trucidato tutta la mia famiglia e le persone a cui tenevo! > alza la voce e fa un passo in avanti < E poi mi ha ridotto così! >

Mi esce una piccola risatina amara e scuoto la testa.

< E tu credi che il nostro non ne abbia? Lascia che ti racconti alcune “storielle” per farti capire… > mi alzo piano con un’espressione incazzata ma seria.

< Conosco la storia di Bloody Painter non c’è bisogno che me la racconti > mi dice in tono freddo non la ascolto e continuo.

< Una ragazza invece ebbe la vita rovinata sin dall’infanzia dal padre e dal fratello. Fu abbandonata dall’unica persona che credeva l’amasse e ha iniziato a impazzire e quando fu letteralmente venduta dai suoi genitori anche lei si vendicò >

< Clockwork anche la con- >

< E allora come cazzo fai a dire che noi non abbiamo un motivo per odiare questo mondo di merda? > lo urlo riprendendo una faccia incazzata, mentre lei rimane in silenzio.

< Siete tutti ciechi per caso? Non riuscite a vedere che in realtà non è colpa nostra né di quella macchina del cazzo per la quale lavorate tanto? Non vedete che la colpa è di questo mondo? > continuo a urlare e ansimo un poco quando ho finito rimanendo per un bel po’ in silenzio indietreggiando finché non sento il tronco alle mie spalle.

< O semplicemente sembra una soluzione più semplice quella di fingere che uccidendoci tutti sarà tutto apposto? > dico piano poi scivolando di nuovo seduta giù guardando il prato sotto i miei piedi.

Rimaniamo in silenzio per un bel po’ con l’unico rumore del vento che scuote le fronde degli alberi.

< Tutto ciò non ha importanza ora, sono venuta solo a riportarti indietro >

Mi blocco alle sue parole e sento un piccolo groppo alla gola alla sua freddezza ma non alzo lo sguardo.

< Non rientrerò, non ora per lo meno. >

< Iris smettila di fare la bimba capricciosa e vieni con me >

< Che succede se non voglio venire? Mi uccidi? O lo faranno loro? Bè allora fallo e basta, tanto muori dalla voglia di farlo o sbaglio? >alzo piano lo sguardo guardandola inespressiva.

Lei rimane in silenzio, la sua espressione nascosta da quella dannata maschera bianca; alla fine, però, tira fuori il coltello dai suoi pantaloni e si avvicina piano.

Mi nasce un sorriso amaro e triste e la guardo chiudendo gli occhi mentre la sento alzare il coltello.

 

Sento lo spostamento d’aria e avverto la lama conficcarsi nel legno dell’albero lasciandomi schioccata e spalanco gli occhi trovandola a pochi centimetri da me.

< Ma-? > Mi guarda in silenzio e sfila il coltello dall’albero allontanandosi per poi andarsene via senza pronunciare una parola

 

 

“Cosa diamine è appena successo?” passo le mani sul viso scuotendo la testa “Che cosa ho detto? Sono cretina per caso?”

Mi massaggio piano le tempie sentendo la testa sentendola scoppiarmi mentre ripenso a quello che ho detto e mi do un piccolo pugno da sola in testa < Si sono un’idiota >

Mi alzo dopo un poco, non riesco più a stare ferma, e cammino e cammino probabilmente in cerchio nel bosco senza nemmeno guardare dove vado e si fa pian piano sempre più buio.

 

Sento un lieve fruscio dietro di me e so bene che questa volta non è Jane, lei non cammina in questo modo è molto più silenziosa.

Non mi giro ma mi blocco non voglio girarmi e incontrare il suo sguardo.

Lo sento sospirare e si avvicina ancora.

< Possiamo parlare un secondo? > sento dire a Liu e mi giro piano annuendo appena.

 

 

 

 

Ora stiamo seduti nel più completo silenzio e aspetto solo che lui inizi a parlare mentre stringo un poco le gambe al petto.

< Per iniziare ti chiedo scusa e ti prego di non considerare una lettera di quello che ho detto prima > dice a voce bassa e calma ed io mi giro piano verso di lui più tranquilla e annuisco.

< In realtà non dovrei ma ti racconterò la verità infondo è la tua vita ne hai tutto il diritto. > lo vedo chiudere gli occhi come a prepararsi a un discorso difficile.

< I tuoi genitori sono state le persone che mi hanno riportato alla ragione e, come ti ho già detto, mi hanno fatto entrare a far parte della CPHS. Sono entrato quasi direttamente a far parte insieme a loro del progetto sull’Henko, quello su di te > continua a parlare ed io l’ascolto abbassando un poco lo sguardo.

< Ti avevano adottato per questo progetto, è vero, ma loro ti volevano davvero bene e ti trattavano come se fossi una figlia sotto il giudizio contrario di tutti. Mi ricordo che ne rimasi sorpreso anch'io ma alla fine mi contagiarono. Infondo eri davvero solo una bambina come tutte le altre, solo, più sfortunata… > rialzo piano lo sguardo e lo fisso un poco mentre ascolto le sue parole senza fiatare.

< Anch'io iniziai a volerti bene e capii quando vollero portarti via da lì, volevano che tu vivessi una vita normale > si ferma un poco e mi guarda.

< Prima di andare mi dissero che avevano fatto una grande scoperta, avevano trovato un libro dalla copertina rossa con un numero scritto sopra >

Strabuzzo gli occhi appena mi riprendo dalla sorpresa < Un libro? E-e cosa c’era scritto? > ma lui scuote la testa.

< Non ne ho idea... Non me l’hanno detto mi hanno solo detto che parlava di te >

< Me? >

< Non prendiamo, però, alla lettera le loro parole, tua madre e tuo padre erano due tipi strani e sembrava quasi che adorassero confondere le altre persone con i loro discorsi quindi non so cosa intendessero… >

Mi nasce un piccolo sorriso involontario e guardo un attimo il vuoto per poi riguardarlo più seria

< Sai dov’è ora? >

< No, sapevo che lo avevano loro e… Dopo che sono morti ho cercato nella casa ma non l’ho trovato da nessuna parte > annuisco e guardo giù cercando di concentrarmi sul libro in questo momento.

< Ma c’è una probabilità molto alta che lo abbia mio fratello… > pronuncia le parole piano e si mette una mano fra i capelli reggendosi la testa.

< Ma… non ho la minima idea di dove sia… >

< Aspetta, ma… perché mai avrebbe dovuto rubare un libro scusa? >

< Perché sa di cosa parla, non c’è nessun altro motivo… >

< Ma come? >

lo blocco all’improvviso intimandogli di far silenzio.

Ho sentito vari rumori e questo non mi piace per niente.

È come se molte persone stessero camminando tutte insieme verso un punto preciso …

< Dov’è la… scuola? > chiedo con un filo di voce e vedo Liu fare un’espressione confusa per poi indicare verso ovest.

“Merda...”

Mi alzo e faccio per iniziare a camminare piano verso di essa.

< Che cosa succede? > mi chiede Liu dietro di me.

< Non ne sono sicura ma ho un brutto presentimento… >

< Che intendi? >

< Posso sentire centinaia di passi che vanno proprio in quella direzione >

 

 

 

Ciao ragazzi ^^

È da un po’ che non ci si vede è e scusate ma come forse avete notato il cap è lungo quasi la metà di quelli soliti ma credo di avervi già riempito di roba e visto che dovevo fare il cliffhanger schifoso non posso andare avanti XDD

Vabbè spero che vi sia piaciuto e spero che le conversazioni siano umane (sembra quasi che io non ne abbia e in effetti è così perché le mie conversazioni non sono da umana ma da fangirl u.u))

Ora vi lascio e vi invito a lasciare una recensione

Alla prossima ;*

Holyland ^w^

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Capitolo 15
*** Rosso sangue ***


16 Rosso sangue

RedHenko
15. Rosso sangue

Le foglie sotto i miei piedi scricchiolano piano ad ogni mio passo, ma non me ne preoccupo, ora devo correre e raggiungere in fretta quella scuola maledetta...

"Ma che sono venuti a fare qui?" Mi domando mentre ascolto attentamente i passi di Liu dietro di me.

All'improvviso ai suoi se ne aggiungono altri. Sono pian piano più vicini a noi e ormai è chiaro, stanno venendo ad attaccarci. Mi fermo girandomi nella loro direzione e cerco con le mani le mie armi. Ma non ci sono.

"Cazzo! Ho lasciato tutto nel laboratorio di Liu!"

Faccio un profondo respiro e noto con la coda dell'occhio Liu che si prepara un po' più agitato di me. Sorrido appena e mi rigiro giusto in tempo per vederli apparire davanti a noi. Scatto quasi subito verso uno di loro prendendolo di sorpresa.
Gli assegno un pugno in viso con tutta la, purtroppo poca, forza che ho.
Mi giro subito verso l'altro e lo colpisco in pancia con un calcio per poi indietreggiare. Non gli ho fatto quasi nulla e lo so, ma non posso fare niente di meglio purtroppo... Ora sono al misero livello umano. Ridono e questo fatto mi fa davvero incazzare, ma non ci posso fare nulla. Uno dei due mi attacca e ovviamente punta ad uccidermi.
Prova a colpirmi con il coltello che ha nella mano destra ma io lo schivo indietreggiando. Provo a calciargli la mano per fargli perdere il coltello ma questa volta fallisco e a malapena riesco a schivare l'ennesimo colpo.

"Devo cercare di disarmarne almeno uno di loro" ma i miei pensieri vengono anticipati dal suono di un'arma da fuoco che ne colpisce in pieno uno lasciandomi abbastanza di stucco.

Mi giro e vedo dietro di me Liu. Mi nasce un sorriso. Non ero sola l'avevo quasi dimenticato. Mi riconcentro velocemente sulla lotta, non abbiamo ancora finito. Scatto verso il corpo steso del tizio e gli rubo dalla mano un'accetta. Non è proprio l'arma che preferisco ma vedrò di cavarmela con questa per ora.

Mi giro e vedo l'altro muoversi verso Liu. Mi da le spalle. "Idiota" penso fra me e me e dopo diversi veloci passi arrivo ad una distanza tale da poter conficcare l'accetta nella sua schiena. E così faccio. Tira un urlo di dolore e cade a terra iniziando a perdere sangue.

Ma quello che gli ho inflitto non è un colpo mortale.... Lo fisso per diversi minuti e inizio a stringere di nuovo il manico dell'accetta fra le mie dita.

"Un'altro colpo ed è morto...."

< Iris? > la voce di Liu mi tira fuori da quella specie di trans e alzo il volto verso di lui guardandolo un po' spaesata.

< Dobbiamo sbrigarci > mi dice in tono serio ma non troppo fermo. Annuisco e lascio l'accetta afferrando il coltello del tizio. Riprendendo a correre verso la scuola.


Ci arriviamo abbastanza velocemente e troviamo il cancello buttato giù. L'edificio però sembra mantenere la sua solita calma, se non fosse per gli urli provenienti dai piani sotterranei e l'odore di sangue e morte che proviene da quel posto.

< Mio dio..... > sento Liu sussurrare mentre guarda con occhi spalancati l'edificio. Mi giro verso di lui giusto in tempo per vederlo correre verso la scuola.

Io rimango ferma accorgendomi in realtà che non so dove andare. Cosa dovrei fare ora?
Perché sono tornata? Guardo con uno sguardo spaesata il grande palazzo per poi ricordarmi dei libri rimasti lì dentro.

Mi sblocco e corro verso l'entrata. Sotto i miei piedi scricchiolano le schegge del vetro rotto della porta.

"Devo muovermi"

Evito diversi corpi morti e arrivo al piano di sotto che sembra per lo più tranquillo.....
Cerco la porta del laboratorio di Liu correndo per i lunghi corridoi ormai non più tanto puliti e intrisi dell'odore dolce del sangue.

Entro nella stanza di botto sicura che sia vuota, ma non lo è....

< Ti stavo aspettando > il suo perenne sorriso si allarga di più rilasciando una lieve risata.
< È davvero tanto che non ci vediamo è Iris? >
Già, è passato tanto tempo, ma ricordo bene, benissimo i suoi occhi celeste ghiaccio, la sua pelle bianca, i suoi capelli color carbone.... La sua sola voce fa rinascere i ricordi di quella notte nella mia testa.

Ed insieme ad essi l'odio e la rabbia.

< Avrei preferito non vederti mai più > sibilo sentendolo ridere.

< Ma come sei crudele. Non dirmi che sei ancora arrabbiata con me per quel fatto? >

Non rispondo e cerco con lo sguardo la mia borsa

< Oh, cerchi questa? > tira su la mia borsa con un ghigno. Fa per dirmi altro ma non lo lascio parlare e mi fiondo su di lui.

Schiva la lama del coltello, ma non mi arrendo e durante quello stesso attacco cambio obbiettivo e taglio il manico di tessuto della mia borsa.

In fine do un calcio a quest'ultima e la faccio volare di lato. In questo momento sento che la cosa importante sono i libri. Non posso lasciarglieli prendere... Anche se non so il perché...

Poso la borsa dietro di me e ne tiro fuori il coltello rimasto intatto, anche se preferirei averli tutti e due...

Lo sento ridacchiare e rialzo lo sguardo su di lui < Sei davvero cambiata um? Anche se ora sei solo un umana... Non ti sembra da idioti attaccarmi in queste condizioni? >

Lo guardo male preparandomi a combattere e lui scuote la testa per poi impugnare il suo coltello attaccandomi.

È veloce ed i suoi attacchi sono violenti e precisi. Provo a pararli ma quando lo faccio sento forti dolori alle braccia. Schivo ma spesso riesce a tagliarmi e pian piano inizio a sentirmi tagliuzzare lentamente da lui. Indietreggio cercando di riprendere fiato esausta mentre sento il sangue uscire dalle diverse e leggere ferite.
"Merda..."

< Hai capito ora? Non puoi competere con me in queste condizioni. Vedi di smetterla e fare la brava bambina >
Lo guardo piena d'odio e mi rigetto verso di lui. Lo attacco a testa bassa ma lui mi evita e questa volta il suo coltello si avvicina pericolosamente al mio collo. Mi allontano giusto in tempo per uscirne con solo una piccola ferita.

Ma il suo coltello in compenso ha tagliato buon parte dei miei capelli ed ora la grande treccia è attaccata alla mia testa giusto grazie a qualche ciuffo.

La prendo e con il coltello la taglio via lasciandola cadere a terra.

Mi giro di nuovo verso Jeff, sentendo intanto il leggero rumore dei capelli che atterrano sul pavimento. Lui già corre verso di me prendendomi impreparata. Scanso con difficoltà il suo attacco ed indietreggio finché non sento il muro dietro di me. Vedo il suo coltello alzarsi e provo a bloccarlo ma la mia arma mi vola di mano mentre sento una fitta dolorosa al polso. Ora lo vedo di nuovo attaccare e il mio cuore si blocca, chiudo gli occhi senza oramai alcuna speranza di poter sopravvivere.

Sento dei vari rumori metallici ma null'altro.
Riapro gli occhi stupita e per prima cosa vedo il suo sorriso sadico e poi il bracciale, che bloccava ogni mia forza da creepypasta, disteso sul pavimento.

Lo ha... Tagliato?
Rimango confusa per vari secondi per poi sbloccarmi.

"A chi importa? Ora... Posso ucciderlo" mi dico e, tirati fuori i tentacoli lo spingo velocemente e con tutta la forza che ho contro il muro opposto.

Questo si crepa appena e il killer sputa sangue. Corro verso di lui prendendo il coltello, faccio per colpirlo al cuore ma ci ripenso e lo trafiggo sulla spalla.

Deve soffrire. Soffrire per tutto il male che ha fatto a me, a loro, a... noi.

Lo sento trattenere un urlo di dolore fra i denti mentre lo tengo fermo con i tentacoli. Tiro fuori il coltello dalla spalla e lo alzo per colpirlo di nuovo.

Ma all'improvviso sento un dolore lancinante alla testa, la mia vista diventa sfocata ed indietreggio sentendomi strana.

Provo a ritirare i tentacoli, che hanno lasciato intanto Jeff, ma non ci riesco...

Sento le forze lasciarmi, non riesco più a controllare il mio corpo. All'improvviso vedo solo rosso.

Rosso sangue.

 

Bene per l’ennesima volta il cap è venuto cortino ^^” mi dispiace

Ma non potevo non finire con i miei amati cliffanger non credete? XD

Eeee auguri alla storia XD non so se l'avete notato ma il 29 ottobre RedHenko ha fatto 1 anno! Wow! E questo è anche un anno che scrivo allora XD Vi rigrazio davvero di aver seguito RedHenko per un intero anno! Spero continui sempre a piacervi! Anche se di questo passo ci vorranno altri due anni prima di finire questa storia XD

Be spero non vi dispiaccia u.u

Spero comunque che il cap vi sia piaciuto anche se arrivato leggermente in riardo ^^ Ci vediamo nei commenti ^3^

Holyland ^w^

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Capitolo 16
*** Leo ***


16 cp

 

RedHenko
16.Leo

Bugie, litigi, furti, rapimenti, stupri, uccisioni, guerre… Vedo passare davanti ai miei occhi questi episodi stupidi e non di rabbia e odio. Ma non sono miei e io lo so, ne sono consapevole, ma lentamente è come se lo stessero diventando. La mia storia e i miei ricordi iniziano a distorcersi… porto le mani alla testa chiudendo gli occhi; provo ad urlare ma non sento il rumore della mia voce, non sento nulla e non vedo nulla se non quelle storie. Quella rabbia e quell’odio, si uniscono alla mia memoria rendendo tutto confuso e assurdo.

 

Ma poi all’improvviso tutto si blocca ogni cosa si ferma; tutto si fa nero e non vedo né sento più nulla se non fosse per quel leggero e improvviso suono come di un filo sottilissimo che si spezza…

Dopo un periodo di tempo indefinito, come se qualcuno avesse improvvisamente acceso la luce, il bianco sostituisce quel buio. Sono in una stanza completamente bianca. Chiamarla stanza però sarebbe uno sbaglio visto che è un’infinita distesa di bianco puro dove il silenzio regna sovrano.

So bene di non essere sveglia e non capisco cosa stia succedendo. Non sembra un sogno ma allo stesso tempo non  reale…

Mentre cerco di capire cosa succeda sento alle mie spalle un rumore di passi. Passi calmi e lenti che vengono verso la mia direzione. Mi giro e mi ritrovo davanti un ragazzo sui trent’anni, dai capelli completamente bianchi quanto la sua pelle. E si confonderebbe con il bianco di questo strano mondo se non fosse per i suoi due occhi rosso sangue come i miei.

< Ciao Iris.. è bello vederti > mi dice e la sua voce mi suona così tanto familiare… come se la conoscessi da tanto tempo, come se fosse sempre stata accanto a me da quando sono nata.

Rimango in silenzio senza alcuna domanda da porgli, o meglio senza alcuna domanda a cui poi non mi rispondevo istintivamente da sola.

< Ti devo spiegare tante cose ma per ora fammi presentare. Io sono Leo > alle sue parole sussulto sbarrando gli occhi e scordandomi di stringere la mano che mi ha allungato.

< Ma… ma no aspetta tu dovresti essere morto da centinaia di anni! > urlo mentre lui ride appena.

< Sì, infatti io sono morto da una centinaia di anni > mi dice sorridendo mentre io lo guardo confusa.

< Iris è una storia lunga quindi vedrò di sbrigarmi a raccontarti tutto in meno parole possibili. > continua facendosi più serio ma tenendo un leggero sorriso. < Io già ti ho detto di essere stato un Henko o per meglio dire RedHenko > inizia a spiegarmi sedendosi su una sesia apparsa dal nulla lì accanto insieme ad un’altra e ad un tavolino. Quando mi fa cenno di sedermi lo faccio rimanendo tese e guardandomi intorno disorientata.

< Anche te lo sei come ti ho detto > mi passa uno specchio e io lo prendo senza parlare. Nel mio riflesso noto i miei occhi rossi e i miei capelli estremamente più corti di prima ma per qualche motivo alle punte si sono fatti bianchi. Fisso nello specchio confusa i capelli per metà non più neri.

< Quando Jeff ti ha rotto il bracciale è sto il momento in cui hanno rotto il vetro della sfera dov’era raccolta da anni rabbia e odio. La maggior parte delle creepypasta ne ha ricavata solo una forza enorme ma te e Richard avete svolto come il ruolo di “spugne”. Voi siete due corpi e rispetto agli altri avete molto più spazio per tutta quell’energia; quindi avete iniziato ad assorbire tutto quello che potevate assorbire.

Come ti ho detto, e te lo ripeto, tu sei sia una creepypasta che un’umana poiché è Richard a reggere questo equilibrio. Lo stesso fu per me tempo fa ma di questo ne parliamo dopo.

Tornando a Richard. Quando, in seguito ad aver assorbito tutta quella rabbia, l’equilibrio si stava spezzando, e, in poche parole, stavi perdendo ogni cosa di umano i te, lui… > si ferma un secondo abbassando per qualche minuto lo sguardo mentre io lo fisso in silenzio.

< Per mantenere l’equilibrio lui ha preso su di se quasi tutto quello che avevi assorbito e ha… rotto la connessione che c’era con te. > concluse abbassando la voce.

< C-cosa? M-ma… > balbetto io ed abbasso lo sguardo confusa. Ora che ci faccio caso non lo sento più… ed è così strano, perché lui c‘è sempre stato. Non sono mai stata completamente sola mentre ora sento come un vuoto.

< Prima di questo però hai perso il controllo e hai rilasciato così tanta energia che i tuoi capelli hanno già iniziato a farsi bianchi > lo sento andare avanti ma ora posso pensare solo a Richard; dove sarà ora? come starà?

< Iris… Non sei sola ok? > mi dice lui parlando piano come se mi avesse letto nel pensiero < Io sono qui dentro di te come tante altre persone. Ogni RedHenko dopo la morte si reincarna in un altro. Ora qui ci sono solo io ma sono venuto a rappresentare tutti. So che può sembrare impossibile ma credimi… > rialzo lo sguardo riprendendo in parte la mia espressione confusa.

< Ora che Richard si è staccato da te posso parlarti e posso mostrarti diverse cose anche se, credimi, non è qualcosa che volevo che succedesse. > si alza e io lo seguo camminando dietro di lui mentre il bianco di quello spazio cambia in un posto più reale e terreno. Ora siamo in una grande stanza piena zeppa di fogli, libri e attrezzi ma perfettamente ordinata.

Un uomo sulla cinquantina dai capelli ormai quasi completamente bianchi sta parlando con altri quattro uomini molto più giovani di lui. Uno ha i capelli neri e gli occhi color ghiaccio e sembra molto triste anche se non lo da a vedere tenendo un leggero ghigno  sulle labbra. Anche quello al suo fianco sembra essere dello stesso umore. Ha i capelli neri leggermente lunghi, dello stesso colore i suoi occhi nascosti da un paio di occhiali. In viso e sul corpo ha, per qualche motivo,  svariate fasciature e segni di bruciature.

Gli altri due mostrano, invece, un’umore diverso. Il primo è vestito con molta cura e i suoi capelli sono palesemente tinti di un biondo platino. Sul suo naso sono appoggiati un paio di occhiali più sottili di quelli dell’altro, e dietro di essi due occhi marroni seguono con attenzione le parole del cinquantenne. Infine, lì vicino, l’ultimo dei quattro sorride solare scrutando il laboratorio con i suoi occhi verdi, come le foglie in primavera, mentre i capelli, di un marrone chiaro che ricorda la corteccia di un albero, ondeggiano appena visto che non sta un secondo fermo.

Si aggiunge poi a loro un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi marroni; è più piccolo di tutti gli altri e sembra avere circa quindici o sedici anni.

< Ecco, questo sono io e l’altro è mio zio, > riprende Leo ridendo appena < mentre quelli, che tu lo creda o no, sono i quattro Slenderman… Quello è Offenderman. > mi dice indicandomi  il primo che ho visto.

< Quello lì invece è Splenderman > lo vedo sorridere mentre indica il giovane più solare. < Poi c’è Trenderman > continua mostrandomi quello con gli occhiali più fini sul naso < E infine Slenderman… O Richard come sia io che te siamo più abituati a chiamarlo. Sono venuti qui quando si sono ritrovati tutta la loro vita andata in frantumi: uno ha perso chi amava, l’altro invece è stato abbandonato da ogni persona a cui teneva, un altro ancora ha visto andare in frantumi i suoi sogni e l’ultimo ha perso tutto ciò che amava in un incendio… > parla perdendo pian piano il sorriso mentre io riporto lo sguardo sui quattro. < L’hai letto no? Nei libri rossi c’era scritto che loro erano qui, ricordi? >

< Ma quindi quel Richard era davvero lui! Ma com’è possibile? Lui non è nemmeno paragonabile ad un essere umano! > gli chiedo di nuovo confusa.

< Iris, so che è difficile capire tutto in una volta… Ma non c’è più molto tempo per spiegare ed è più facile mostrartelo quindi farò questo >

Quando finisce di pronunciare quelle parole è come se il tempo dello spazio intorno a noi accelerasse. I sei lavorano giorno e notte in un’atmosfera sempre più familiare e tranquilla. Ogni giorno fino a tardi.

La grande camera diventa pian piano sempre più disordinata mentre quello che costruiscono prende lentamente forma.

L’Amisus, ecco cosa stanno costruendo. Riconosco la grande base di ferro e l’enorme palla di vetro su di questa base. Come fosse un’enorme lampadina. Fisso il loro lavoro senza parole per poi vedere quell’enorme macchina finita. Loro sembrano felici e stanno festeggiando questo traguardo ma Leo accanto a me non sembra dello stesso umore. Passano diversi giorni e la sfera si fa sempre più scura e vedo dalle loro facce e movimenti che qualcosa è andato storto.

Sta accumulando troppi sentimenti negativi, potrebbe esplodere” ricordo che c’era scritto nel libro e capisco la loro preoccupazione. Fisso la disperazione e la depressione nei loro occhi per poi vedere il peggio.

 

I cinque prendono a cambiare lentamente il loro aspetto, come avevo letto. Iniziano a perdere ogni cosa d‘umano che c’è in loro.

“Ma dov’è Leo?” mi chiedo non vedendolo da diverso tempo.

< Mio zio mi aveva allontanato da lì quando ha capito che c’era qualcosa che non andava… > sussurra lui tenendo un’espressione scura e triste.

< Ma io ero stupido e sono tornato > finisce pronunciando le parole a denti stretti.

Riporto gli occhi su quello spettacolo i quattro “fratelli” ora mai sono come li conosco, tranne per Richard; lui aveva stranamente ancora sia occhi che bocca. Lo zio di Leo è diventato invece completamente blu e nelle sue orbite vuote rimane solo un’ombra scura.  Ha attaccato alla bocca come un respiratore, un prototipo forse per non assorbire altra rabbia o forse  semplicemente per respirare perché forse in quella nuova forma non  ci riesce.

E allora succede. Leo ritorna; lo vedo fare irruzione dalla porta principale con un’enorme sorriso che subito scompare quando vede i cinque in quello stato irriconoscibile. Poi succede il peggio. L’energia rinchiusa lì che aveva attaccato i cinque attaccò anche lui in modo più violento e repentino per qualche motivo.

Voglio distogliere lo sguardo e non sentire le sue urla. Ma la sua voce disperata entra nelle mie orecchie e i miei occhi rimangono bloccati a fissarlo.

Sta cambiando anche lui, ma poi succede qualcosa che mi sorprende. Richard si avvicina a Leo, non riesco a capire quel che accade ma quando tutto sembra più calmo noto che Richard ora non ha più ne occhi ne bocca e Leo è rimasto normale se non fosse per i suoi capelli neri e gli occhi rosso sangue.

< Io sono stato il primo RedHenko. > dice secco rompendo la tensione del momento < Fu perché Richard mi salvò che tu sei nata così Iris come tanti altri ancora. Siamo tutti legati a lui. Mio zio si accorse che c’era qualcosa di strano in me rispetto agli altri. Mi analizzò e scoprì che ero ora collegato a Richard. Lui invece aveva perso ogni ricordo. > la visone scompare lentamente mentre torniamo nella stanza bianca.

< L’unica  cosa che fece in questi anni fu quella di prendersi cura degli Henko e stare ad ogni loro richiesta e volere senza mai prendere una decisione da solo. Mi ha fatto piacere vedere che con te ha ritrovato qualcosa di umano, ma non è un caso che ci sia riuscito grazie a te, Iris > si gira verso di me sorridendo in modo più dolce. < Mio zio scrisse l’ultimo libro rubato da Jeff  inseguito agli esperimenti. Devi riprenderlo, è l’unica cosa importante ora se vogliamo fermare quest’inferno. > finisce tornando serio.

< Di che parli? > gli chiedo in confusione

< Lo scoprirai. >

E tutto torna nero un’altra volta.

 

 Ma ciao! Scusatemi per l'ennesima volta ma ci ho messo gli anni per scrivere questo cap e non capisco nemmeno il perché visto che non è lunghissimo ^^" 

Ma vabbe spero vi sia piaciuto e che non sia stato solo un'accozzaglia di informazioni XD 

PS: gli accenni alle storie dei quattro fratelli di Slandy sono in parte inventati da me :3 (quello di Splenderman e quello di Trenderman, gli altri due già esistevano)

Holyland ^w^

 

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Capitolo 17
*** Casa dolce casa ***


17. CP

RedHenko

17. Casa dolce casa




Sento l’odore familiare della mia stanza riempirmi le narici. “Lo starò sognando” penso “ Si proprio come il calore e la morbidezza del mio letto” 

Mi rannicchio di più non volendo svegliarmi, non volendo tornare alla cruda realtà, spero che tutto sia solo un sogno e che sia finalmente giunto al termine.

Ma dei lievi cigolii mi costringono subito a tornare alla realtà. Apro gli occhi e distinguo una figura ossuta ai piedi del mio letto. Mi tiro di scatto su a sedere mentre i miei occhi incrociano i piccoli occhietti di The Rake che mi guardano in quel suo solito modo fisso. Lo guardo  confusa sentendo poi la porta aprirsi e mi giro sorpresa quando vedo Kate.

Spalanco gli occhi mentre lei si avvicina velocemente al letto quando vede che sono sveglia.

“Sono davvero nella mia stanza allora…”

< Iris ti sei svegliata! Come stai? > lo chiede preoccupata guardandomi con qualcosa di diverso e strano nello sguardo, quasi fosse triste per qualcosa.

< S-sto bene > balbetto appena mentre rimango al quanto confusa con ancora la mente a quel… sogno, se così si può chiamare.

< Menomale… > mi risponde lei più tranquilla mentre passa una mano fra i miei capelli che ora non mi arrivano nemmeno alle spalle.

< Hai dormito tutto il giorno ieri. > continua poi guardandomi e posando la sua mano sulla mia spalla.

< Ma… cos’è successo? Stavamo alla CPHS e… >

Kate sospira interrompendomi con un gesto.

< Poi ti spiegherò ora pensa solo a riprenderti ok? Sappi che ora sei  di nuovo a casa… > Lo dice nel suo tono dolce e mi abbraccia stretta mentre io non ho idea di cosa risponderle e quindi rimango in silenzio anche quando rompe l’abbraccio. < Ora ci sistemiamo un po’ ok? > Mi dice sorridendo e mi sembra quasi di essere tornata bambina a quando ogni mattina veniva lei stessa ad aiutarmi a vestirmi e devo ammettere che è una bella sensazione. Annuisco sorridendo appena essendomi mancate tutte quelle coccole tipiche di Kate.

La vedo poi guardare The Rake on un espressione più seria e fredda. < Ora potresti uscire? > usa un tono freddo e come irritato.

< Io devo rimanere qui. > ribadisce lui con la sua voce acuta.

< Ah sì? E se ti buttassi fuori a calci nel culo? > continua lei mentre io li guardo in silenzio. Vedo The Rake sospirare e pensarci un poco su come valutando la situazione.

< Ok ho capito. > dice infine scendendo dal letto e sgattaiolando fuori dalla stanza. Vedo Kate seguirlo e chiudere la porta con un espressione soddisfatta che mi fa nascere un lieve sorriso.

Mi levo pian piano il lenzuolo sentendo l’aria fresca della mattina. Poso i piedi a terra e mi alzo lentamente notando subito le varie fasciature che mi ricordano la battaglia avuta due giorni fa.

Mi guardo un po’ intorno andando poi a sedermi davanti al vecchio tavolino con lo specchio in cui vedo riflesso il mio viso. Il mio collo è nascosto dalle fasciature, ed i miei occhi rossi sembrano stanchi e vuoti…

“In fondo mi manca una parte di me…” Penso mentre mi guardo perdendo il sorriso.

< I capelli… ecco Iris quando ti hi spiegato tutto sugli Henko ho evitato questo dettaglio aspettando che succedesse > la vedo avvicinarsi dal riflesso nello specchio sentendo le sue mani fra i miei capelli.

< Succede ad ogni Henko, chi più lentamente chi più velocemente ma succede a tutti… > la sento dire piano.

< …E come mai? > chiedo potendo però immaginarlo visto quello che mi ha detto Leo…

< Non lo so > mi dice lei facendo spallucce per poi prendere un tono più dolce mentre guarda il mio riflesso. < Ma non sono male no? Sembra che te li sei tinti > la sento ridere appena in modo leggermente triste.

< Richard… Come sta Richard? > lo chiedo piano appena spaventata dalla possibile risposta.

< Sta bene però… è  strano nel senso che… si sta comportando in modo strano in questi giorni… è anche più freddo del solito. > dice pensierosa mentre passa la spazzola fra i miei capelli.

Stringo i denti per  il lieve dolore preoccupata sapendo bene cosa gli sia successo.

< Non è venuto a vederti nemmeno una volta… > la sento sussurrare e percepisco bene una fitta al cuore.

“Come dovrei comportarmi ora? Cosa dovrei fare?” penso fra me e me guardando il vuoto in silenzio.

Finisce di pettinarmi i capelli e fruga nell’armadio per scegliermi lei i vestiti da mettermi. So già cosa tirerà fuori ma sta volta non mi oppongo lasciandola fare.

< Ah, um… non ti conviene parlare con Toby in questi giorni… è arrabbiato con te. >

< Cosa? Perché? > le chiedo sorpresa.

< Perché te ne sei andata alla CPHS. Ad essere sinceri non capisco nemmeno io perché l’hai fatto. > dice in tono arrabbiato e preoccupato mentre posa i vestiti sul letto. < Avrebbero anche potuto ucciderti e poi… Credo sappia anche te quanto siano stronzi gli umani… Non lo capisco davvero… >

La guardo rimanendo in silenzio e non posso non ammettere che tutto quello che ha detto sia vero ed abbasso lo sguardo.

< Ma non sono arrabbiata… > sussurra le avvicinandosi e carezzandomi la testa. < Ora vestiti su. > e detto questo esce dalla mia stanza lasciandola vuota e silenziosa.


Rimango ferma per non so quanto tempo. Sento un profondo vuoto nel cuore e per la prima volta nella mia vita mi sento davvero sola… Davvero…

Cosa dovrei fare ora?

Mi alzo e prendo il vestito bianco e semplice che Kate ha posato sul mio letto. Lo guardo un poco pensando che erano anni che non le permettevo di scegliermi i vestiti.

Ma oggi mi sento un po’ come il primo giorno in cui sono entrata in questa casa.

Mi levo il pigiama senza correre e mi infilo il vestito con la gonna lunga fino al ginocchio. Chissà dov’è finita la mia divisa della CPHS… L’avranno probabilmente buttata infatti sembra essere rimasto solo il giacchetto lasciato appoggiato su una sedia nella stanza.

Lo prendo e me lo infilo sopra il vestito bianco anche se con esso non ha nulla in comune e non fa certo freddo ma orami ci sono affezionata.

Mi guardo allo specchio un ultima volta e mi rifaccio la stessa domanda di prima mentre nella mia testa passa l’idea di ignorare tutto e riprendere la vita di prima ma so che non è possibile… Ma allo stesso tempo cosa posso fare? Ora mai hanno rotto l’Amisus io non potrei mai risistemarlo e se anche ci riuscissi a cosa servirebbe? Il problema sarebbe lo stesso…

 

Un leggero bussare mi fa rinsavire e mi giro verso la porta vedendo Masky affacciarsi da essa e gli faccio un leggero sorriso cercando di nascondere la tristezza. Lui entra nella camera chiudendosi la porta dietro velocemente come se avesse paura che entrasse qualcun’altro.

 

 

Lo so lo so sono di nuovo in ritardo ^^””””

Mi metto sempre ad iniziare il cap all’inizio del mese e poi lo finisco verso gli ultimi giorni XD

Abbiate pietà di questa autrice idiota ^^”

Comunque sono qui per rompervi, come al solito, con le mie scuse inutili e per chiedervi una cosuccia: A seguire questa storia ci sono, mi pare, 11 persone (contando anche i preferiti) eppure sono sempre i soliti tre gatti a recensire. Mi piacerebbe sapere cosa hanno da dire le altre otto persone (sempre contando che qualcuno non abbia smesso da mesi di leggere la storia, cosa che credo sia successa per almeno la metà di questi otto ^^”). Mi piacerebbe comunque sentire cosa ne pensate, anche con un commento negativo va bene lo stesso!

Grazie per aver letto fin qui e spero che il cap vi sia piaciuto

Holy ^w^”

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