Myosotis - Non ti scordare di me

di g i r e i
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si parla di Marilù ***
Capitolo 2: *** al castello ***
Capitolo 3: *** Al fianco del Re ***
Capitolo 4: *** Un giorno ***
Capitolo 5: *** Scarlatto. ***



Capitolo 1
*** Si parla di Marilù ***


Myosotis - "Non ti scordare di me"

"C'era un Regno incantato nel tempo che fu, ma l'arrivo del Male lo fece cader giù, nel momento in cui il Re preparava la resa un Miracolo accadde e nacque Marilù. Marilù nei tuoi occhi dipinti di blu c'è la luce di un Regno che non vive più, Marilù porti vita nei giorni più neri, nei tristi pensieri e ci libererai"
 

"Mamma? Quindi sei tu l'ultima Marilù?" Lei sorrise all'innocenza chiusa nelle parole del figlioletto.

"Si figlio mio." rispose gentile.

A quell'affermazione gli occhi del piccolo si colmarono di stupore e ammirazione. "Anche io voglio conoscere una mia Marilù!" esultò entusiasta il bimbo.

La mamma rise e gli regalò una carezza. "Ma tu hai me piccolo mio, e Marilù placa il cuore di un sovrano arrabbiato. Non cercare così la tua felicità, amor mio." Lo riprese ponendo un bacio tra le ciocche di capelli ribelli.

La leggenda narrava che le lacrime cadute durante la pronuncia di una preghiera di speranza, bagnando i petali di un fiore blu, dessero vita a colei chiamata Marilù, che avrebbe portato il sole nella tempesta che colpiva il cuore del sovrano, riversando gioia e vita anche nel regno.
Marilù divenne l'emblema della felicità e serenità eterna. Così i racconti e le storie sulle gesta di questa donna alimentarono i sogni di quel giovane principe la cui madre era proprio Marilù, la donna dagl'occhi blu come le Myosotis.

Il giovane Principe cresceva sano e forte per merito dell'amore della madre Marilù e quella vita fatta di sorrisi e giochi in compagnia di amici erano la felicità assoluta per un bambino di soli cinque anni, ma la vita ingiusta un giorno bussò alle porte del castello e si riprese ciò che le spettava in cambio di quelle gioie. Marilù si ammalò sotto gli occhi del figlio, la cui gioia veniva portata via man mano che la madre appassiva inesorabilmente nel suo letto. 

Alla fine ciò che restò di Marilù furono solo le Myosotis da cui nacque e la notte in cui la sua vita si spense ebbe inizio un nuovo regno. Al trono di Asio Otus salì il giovane figlio di Marilù di quattordici anni, Koutaro.

"Non ti scordare di me" furono le sue prime parole da sovrano. Nessuno immaginava quanto avrebbero inciso su quel regno.

-Quattro anni dopo-

Anche quell'anno l'inverno arrivò silenzioso su Otus portando solo gelo, malattia e sofferenza in quel regno decadente. Per i fortunati che potevano godere della sicurezza data dalle mura che circondavano il paese l'inverno sembrava essere più cortese, ma per chi come Kenma Kozume o Tetsuro Kuroo, esiliati e costretti a vivere nel bosco fuori dalle porte della città dopo essere fuggiti dal castello, l'inverno si mostrava ostile più che mai.

Nell'ennesima notte passata a cercare tepore, Kenma si strinse inconsciamente al petto del compagno che giaceva lì al suo fianco dormiente con più forza. Il suo respiro iniziò a farsi più pesante sotto l'ordine dei suoi sogni. 

Il sangue che gocciolava dalle spade si riversava nelle pozze rosse che si allargavano sotto le grida degl'innocenti la cui vita veniva strappata senza esitazione. Li guardava tutti, guardava i suoi amici immobile non riuscendo a schiodarsi da lì mentre la vita scivolava via dagl'occhi. Anche gli occhi grandi e smeraldini si chiusero inesorabilmente sotto un colpo di spada andato a segno e un fiotto di sangue gli si riversò addosso macchiandogli il volto.

Kenma, rivivendo quei ricordi nel sonno, iniziò a muoversi agitato sotto le coperte. Kuroo preoccupato si svegliò.

-Kenma! Kenma!- lo chiamava impaurito scuotendolo nel tentativo di svegliarlo.

Poi finalmente il più piccolo aprì di colpo gli occhi annaspando profondamente. Kuroo lo strinse ancora più saldamente fra le sue braccia sperando di tranquillizzarlo. Era notevolmente scioccato, ma quella sera più di tutte le altre, così affondò il viso nel petto del maggiore lasciando che quel senso di protezione che solo Kuroo sapeva dargli lo cullasse. Sentirlo lì al suo fianco lo rassicurava, di tutto quello che gli era stato strappato era l'unica persona che gli restasse.  Il moro gli posò un bacio fra i morbidi capelli.

-Dormi.- Gli sussurrò dolcemente all'orecchio mentre con una mano iniziò ad accarezzarlo teneramente. Con quei dolci gesti il cuore di Kenma si alleggerì riuscendo allora a richiudere gli occhi. 

Kenma guidato dall'istinto ricambiò quel gesto. Fece scivolare la mano sotto la maglia del moro lungo la sua schiena. La percorreva con leggere carezza assaporando il calore di quella pelle che lo aveva consolato in tante altre notti. I suoi gesti erano così delicati che il moro rabbrividiva a quei contatti leggeri, ma tranquillizzavano Kenma e per amor suo andava bene. Entrambi si lasciarono rapire dalle braccia di Morfeo lasciando che la stanchezza guidasse quelle carezze, fino a che la mano di Kenma non si spinse fino la spalla e allora la sentì.

La pelle marchiata e bruciata da quel giuramento imposto con ira ed egoismo. Percorse con un dito la cicatrice e ad ogni tratto il respiro si rifece più pensate. Kuroo se ne accorse immediatamente e si alzò per interrompere quel contatto doloroso. 

-Kuroo...- lo chiamò con gli occhi lucidi tra un respiro e l'altro portandosi una mano al petto.

-Kenma... non fare così!- lo supplicò preoccupato il compagno che si riavvicinò a lui.

Prese il suo viso fra le mani e lo portò ad un soffio dal suo, gli scostò le ciocche bionde dagl'occhi umidi e fece aderire le loro fronti. Lo guardò grato che fosse ancora lì con lui dopo tutto quella che era successo e Kenma arrossì sotto quella dolcezza che il maggiore riservava solo per lui. Kuroo sfiorò il naso del più piccolo con il suo come a regalargli una carezza impacciata per poi congiungere le loro labbra in quel legame che ogni volta placava le paure di Kenma. 
Il piccolo strinse i pugni al petto del più grande cercando di scacciare le immagini orribili dei suoi sogni, ma per la prima volta non funzionò. Le lacrime iniziarono a scendere implacabili rigando il suo volto e le labbra si separarono immediatamente alla disperata ricerca di aria.

Kenma balzò giù dal letto e presa una pelliccia corse fuori con furia. Non badò all'erba gelida sotto i piedi nudi o al vento freddo in faccia, aveva solo bisogno di aria fino a che non si accasciò a gattoni su un prato verde. Piangeva così forte che sembrava non arrivasse ossigeno ai polmoni e chiudendo gli occhi sperava che le lacrime che scendevano come un fiume in piena si fermassero, ma cadevano e bagnavo i ciuffi d'erba sotto di lui. 

-Perchè?- chiese disperato tra sè e sè.


Poi quel miracolo accadde, la magia superò la realtà e nel gelo di quell'inverno le Myosotis sbocciarono dalle lacrime di Kenma. Il piccolo non se ne accorse fino a che una luce blu iniziò a brillare poco in là dinnanzi a lui. La notte si fece chiara sotto quella luce mentre Kuroo che aveva raggiunto Kenma restava indietro a fissare incredulo quella scena.  La luce prese una forma definitiva e iniziò ad affievolirsi mano a mano che si concentrava in un letto fatto di quelle bellissime Myosotis. 

Un ragazzo dai capelli neri riposava disteso sul manto azzurro-blu. I suoi occhi si aprirono solo quando la luce sparì del tutto, riversando i suoi ultimi fasci in quei piccoli e sottili specchi che presero una tonalità blu notte, così scura da sembrare nera.

Gli occhi dei due spettatori si colmarono di sorpresa e la speranza di lunghi anni prese a ribattere frenetica nei loro cuori. Kenma rimase a terra guardando quel ragazzo che si alzò e poi poso gli occhi su di lui con lo sguardo un po' assente.

-Marilù... - sussurrò Kenma guidato da una capriola del cuore.

Il ragazzo si riscosse e assunse un espressione un po' apatica.

-Mi chiamo Keiji.- disse, come se volesse correggerlo.

Il miracolo era giunto alimentato dalla speranza mai morta di Kenma e mentre la leggende tornava ad essere realtà, la notte del 5 Dicembre Kuroo percorse i sentieri di quel bosco annunciando la nascita della nuova Marilù.

-E' tornata Marilù!- urlava al settimo cielo Kuroo. -E' tornata la speranza!-

 




Dove la Figlia del Rosso riposa;
Ebbene eccomi qui, di nuovo, quando non dovrei! Che dire la storia si basa su brano ItaloDance si amo questo genere ma daquack che quando ho sentito ha fatto partire la mia povera mal capitata fantasia. Del resto ci tengo a dire che le prime due frasi, sono i versi della canzone: Marilù - DJ Jluis;
Non so quanti dubbi abbiate, ma vi dico che li svelerò e si arriverà ad un punto in cui sarà tutto chiaro.
Prima cosa: Marilù è il nome del brano usato. Questa presenza leggendaria dipinta come donna ebbene nel mio racconto, nonostante ci si rivolga spesso ad essa dandole del femminile, è maschio ovvero Akaashi. 
Seconda cosa: Per sicurezza vi dico che il compagno di Marilù, padre di Bokuto, alla fine era ritornato buono... ma pure lui l'ho fatto morire. La vita non perdona.
Terza cosa: se non l'aveste capito è una BokuAka con accenni alla KuroKen.
Quarto: Le Myosotis sono quei piccoli fiori blu che colorano i prati in quest periodo, quando arriva la primavera, si chiamano anche gli occhi della madonna o, appunto, "non ti scordare di me";
Quinto: Asio Otus è il nome scientifico del gufo comune. Scusate non sapevo che nome dare :''
Vabbè la finisco qui, ringrazio chi è arrivato sin qui. Ringrazierò ancora di più che recensirà ma anche chi aggiungerà la storia fra seguite, preferite o ricordate ^^ Non so fra quanto riaggiornerò ma il bisogno di scrivere qualcosa ispirato a quel brano era troppo!
Vi lascio sempre il mio profilo facebook che pubblicizzo peggio dell'affetta-tutto al mercato del giovedì mattina: https://www.facebook.com/profile.php?id=100011699100242

Vabbè... Fangirleggiamo tutte insieme!! Un abbraccio, Girei <3

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Capitolo 2
*** al castello ***


Myosotis - "Non ti scordare di me"
 
"C'era un Regno incantato nel tempo che fu, ma l'arrivo del Male lo fece cader giù, nel momento in cui il Re preparava la resa un Miracolo accadde e nacque Marilù. Marilù nei tuoi occhi dipinti di blu c'è la luce di un Regno che non vive più, Marilù porti vita nei giorni più neri, nei tristi pensieri e ci libererai"
 
D'un tratto la scena dinnanzi la quale si trovò divenne chiara e nitida. I petali blu danzavano intorno alle persone sotto quella cupola trasparente che li proteggeva dal cielo plumbeo. Un ragazzo supplicava la fine di quella brutale distruzione mentre le lacrime resistevano forti nei suoi occhi per non scendere man mano che le sue stesse urla si facevano più alte. Rimase uno stuolo verde e un ultimo grido risuonò in quel posto. 

Solo allora si svegliò dal suo sonno Keiji. Il sogno nonostante la brutalità delle grida non lo scosse più di tanto, anzi riaprì lentamente gli occhi restando un po' accecato dal sole mattiniero e si tirò su a sedere su quel misterioso letto. Si strofinò la chioma scura cercando di ordinare nella testa i pensieri e qualche Myosotis cadde sulle lenzuola scivolando dalle sue ciocche corvine. Ne prese una delicatamente per evitare che i petali si staccassero per la loro fragilità e la guardò attentamente. 

-Ti sei svegliato!- richiamò allegramente la sua attenzione Kuroo entrando. 

-Buongiorno...- rispose con la bocca impastata dal sonno.

-Sembri un po' sconvolto. Fatto qualche sogno strano, Marilù?- domandò il moro.

Il ragazzo seduto nel letto lo guardò un po' freddamente. -Chiamami Keiji.- lo rimproverò con tono fermo. Posando lo sguardo sulla Myosotis si ricordò del sogno. -Ho visto un ragazzo, gridava a qualcuno di fermarsi. Non so cosa stesse succedendo ... ricordo solo le sue grida e i petali blu.- disse con una nota di dispiacere lasciando cadere il fiore al suolo.

Gli occhi di Kuroo si fecero un po' cupi e passò una mano nella chioma ribelle come per scacciare i brutti pensieri che lo avevano colpito. 

-Si dice che Marilù sogni ciò che il sovrano ha vissuto- disse Kenma entrando nella stanza con una tazza strette fra le mani. -Bevi questa... Keiji. Giusto?- domandò al ragazzo porgendogli la bevanda calda.

Lui la prese delicatamente annuendo con la testa, ne bevve un sorso e posò lo sguardo sui due ragazzi. Kenma si era avvicinato a Kuroo che lo aveva cinto per la vita posandogli un fugace bacio sulla spalla. 

- Voi... chi siete?- domandò finalmente Keiji.

-Due comuni ragazzi!- rispose Kuroo alzando gli occhi al cielo divertito.

Kenma gli diede una lieve gomitata e lo guardò con un espressione corrucciata per poi rivolgersi al ragazzo gentilmente. -Io mi chiamo Kozune Kenma mentre lui è Kuroo Tetsuro, eravamo nobili un tempo- cercò di essere più esaustivo.

Keiji li guardò un po' confuso. -un tempo?- chiese curioso per poi presentarsi a dovere con il suo vero nome: Akaashi Keiji.

-Tu sai di essere Marilù, vero?- gli chiese di rimando Kuroo un po' ironico. L'interessato si limitò a confermare con un timido cenno del capo.

-Allora puoi immaginare che non tiri buon aria a corte...- concluse Kenma.

-Chi di voi ha pianto per la mia vita?- pretese di sapere.

Colto di sorpresa, Kenma a quella domanda alzò timidamente la mano, viste le parole morte in gola, e come alzò il volto per guardarlo, Keiji gli sorrise, grato. Fu come un risanante folata di vento quella lieve curva all'insù, che però lo scosse un po'. La cosa non sfuggì a Kuroo. 

-Lo sai che dobbiamo andare al castello, vero?- gli domandò preoccupato Tetsuro.

-Non è forse il mio destino? Che inesorabilmente diverrà leggenda?- 

In quelle domande c'erano tutte le risposte e le sicurezze che i due compagni avevano riposto in lui. Quando nasceva, Marilù aveva sin da subito chiaro il proprio fato e che ne fossero spaventate a volte era normale, ma non si diventava leggenda senza sacrificio.

Il moro maggiore si alzò sospirando sollevato. -Allora prepariamoci! E' tempo che Otus torni a gioire!- esultò speranzoso.

Kuroo e Kenma uscirono dalla stanza lasciando Akaashi alla sua privacy. Solo quando rimasero soli Kenma ricordò quel particolare che lo aveva sorpreso.

-Prima...- iniziò timidamente attirando l'attenzione del compagno che si voltò a guardarlo sfilandosi la maglia. Kenma abbassò lo sguardo imbarazzato dalla vista scultorea del compagno e continuò cercando di non badarci troppo. -Quando ha sorriso... mi ha ricordato quella Marilù.- disse incalzando il tono su "quella".

Kuroo sgranò gli occhi sorpreso. -Dici che sono così simili?- 

Kenma scosse il capo. -Quando sorridono si... ma forse sono tutte così le Marilù.- 

L'altro sospirò. Anche se Marilù aveva fatto ritorno entrambi sapevano bene che sarebbe stato comunque difficile, difronte loro non c'era una tranquilla discesa da percorrere spensierati. Il moro si avvicinò al piccolo e gli schioccò un bacio sulla fronte come incoraggiamento.

-Sono sicuro che ce la faremo. Marilù è qui, è un segno! È tempo di andare!- lo incoraggiò stringendo delicatamente il suo volto fra le mani. 

Gli sorrise e Kenma arrossì incurvando timidamente gli angoli della bocca mentre anche lui diventa sempre più fiducioso grazie al sostegno del compagno. Per l'ennesima volta fu grato di averlo ancora al suo fianco. 

-E ora sul serio! Prepariamoci!- esultò dandogli una pacca sul sedere che lo fece diventare rosso quanto le loro vesti. Kuroo non trattenne una risata davanti la sua tenera impacciataggine e sghignazzando recuperò le pellicce beccandosi un'occhiataccia dal biondo intento a sotterrarsi.

Quando anche Akaashi fu pronto li raggiunse nella stanza adiacente e nel camminare si ritrovò sotto gli occhi dei nuovi compagni che lo guardavano pensierosi.

-Che c'è?- chiese un po' stizzito storcendo la bocca.

Kuroo indicò il pavimento e quando Keiji si voltò, capì immediatamente il perchè delle loro espressioni. Dietro di sé aveva lasciato una scia di Myosotis e notandole inarcò le sopracciglia sorpreso. -Ma che...?- domandò più a sè stesso che agl'altri non sapendo che dire.

-Dai capelli delle Marilù sbocciano le Myosotis.- chiarì il suo dubbio Kenma.

Keiji si portò una mano alla chioma e sfregandola, tra le dita ritrovò per l'appunto quei piccoli boccioli che iniziò a guardare sorpreso. 

-Tieni! Mettiti questo sotto la pelliccia!- consigliò Kuroo porgendogli un mantello che indossò immediatamente coprendo il capo con il cappuccio.

Con il tempo che correva era meglio nascondersi da occhi indiscreti. Alcuni non si sarebbero fatti scrupoli nel tentare di rapire la nuova Marilù in cambio di chissà quale ponderosa somma di denaro. Per cui si avviarono per i sentieri quieti cercando le strade più appartate e deserte. Il fato lì assistette e per loro fortuna nessuno incrociò la loro strada. Giunti alle mura della città arrivò il primo di tanti ostacoli.

-Quale affronto è mai questo?- domandò una guardia puntando una lancia ai giovani. -Voi siete stati esiliati! In questo regno non c'è spazio per voi traditori di Otus.- Intimò minaccioso avvicinando ai loro volti l'arma.

-Traditori?- gli domandò Akaashi guardandoli incredulo.

Kenma abbassò alla testa in mancanza del coraggio e Kuroo strinse le labbra tra i denti per trattenere la degna risposta che, in quel momento, non era proprio il caso dare. I tre nonostante ciò non si opposero alla loro irruenza anzi alzarono le mani arresi. Dovevano raggiungere a tutti i costi il castello, anche se questo voleva dire essere scortati come dei prigionieri privi di ogni orgoglio.

-Dobbiamo parlare assolutamente con il sovrano!- tentò di spiegare Kuroo con le buone. 

Le guardie che, al contrario, di buone maniere non ne volevano sapere nulla lo afferrarono con prepotenza -Taci miserabile!- urlò uno di loro sbattendolo al suolo.

-Kuroo!- urlò preoccupato Kenma avvicinandosi ma immediatamente bloccato dall'altra guardia. 

Kuroo mise da parte tutta la furia che iniziava a scorrergli nelle vene e non si arrese. -È tornata Marilù! Dobbiamo vedere il Re!- insistette con il viso schiacciato al suolo. 

La guardia infastidita ancora di più da tali pretese lo calciò violentemente. -Come osi?!- domandò furiosa la guardia. Solo allora la furia della guardia sembrò placarsi mentre gli occhi di Kenma pizzicavano per le lacrime che tratteneva con forza. Li afferrarono malamente e li condussero all'interno delle mura. -Ora vedrete cosa vi aspetta!- li minacciò.

Si fecero forza e sotto la stretta delle guardie camminarono a testa alta seguiti dai bisbigli che annunciavano il ritorno di Marilù. La città si animava già di speranza.



Nascosto tra le imponenti mura del castello in cui aveva sempre vissuto, gli animi si infervoravano.

-Perchè?- domandò adirato stringendo i pugni ai braccioli del trono.

-Mio Sovrano...- lo richiamò esitante una voce non trovando parole di conforto per il Re.

-Li avevo lasciati scappare e cosa fanno?- Chiese con furia incalzante dopo essersi alzato dal trono. -TORNANO! E pretendono di mostrarsi al mio cospetto!- Urlava a sè stesso incredulo. -Che stolti!- sbraitò lanciando con rabbia la corona al suolo che rotolò via, sotto gli occhi preoccupati del messaggero.

-Ma Sire... a dire il vero c'è una cosa che non sa.- disse in un impeto di coraggio.

-E cosa aspettavi a dirmelo?- domandò al limite con gli occhi ambrati colmi di fuoco d'ira.

-Ecco... Marilù.- disse in un bisbiglio.

Il Re Koutaro si ricompose e alzò lo sguardo puntandolo glaciale negl'occhi tremanti di paura dell'umile uomo ai suoi piedi. -Cosa?- domandò avvicinandosi.

-E' tornata. Hanno detto che è tornata Marilù.- boccheggiò indietreggiando intimorito.

L'animo del Sovrano sembrò placarsi e si ridestò prendendo posto sul suo trono.

-Portateli qui.-

Giunti al cospetto del Re nessuno vi si inchinò e lui dall'alto del suo trono guardò i tre con un ghigno divertito.

-E' questa la gratitudine per un Re che vi ha permesso il ritorno?- domandò falsamente cortese Koutaro.

-Permesso?- domandò Kuroo con il suo sorriso sghembo. -Mi sono dovuto far sbattere per terra per arrivare qui.- concluse tirando maggiormente quel sorriso forzato.

Il Re si abbandonò ad un ghigno e con aria di sufficienza li riguardò. -Mi fa piacere.- disse compiaciuto. -Ma ora... andiamo al sodo.- disse incrociando le mani davanti alla bocca nascondendo un sorriso soddisfatto. -Se vi siete spinti fino a qui, penso che le voci non siano menzogne. Non credo vogliate rimettere alla prova la bontà di un Sovrano come me.-

Kuroo rise di gusto sotto gl'occhi interdetti di Kenma che avrebbe voluto pregarlo di non spingersi così in là, ma figurarsi se il moro non si faceva sentire. -Wow! Siete sempre molto acuto!- controbatté canzonatorio ciondolando la testa.

La sfrontatezza del moro infastidì Koutaro che resistette al desiderio di scaraventarlo al suolo, ma 'sta volta con le sue mani. Lasciò quelle parole scivolargli addosso. -Dov'è Marilù?- chiese fermo pretendendo una risposta.

Akaashi, che era rimasto in silenzio, solo in quel momento si riscosse e alzò gli occhi da sotto l'orlo del cappuccio posandoli sulla figura del Sovrano davanti a loro.

Le ciocche more che si intrecciavano a quelle argentate erano spettinate dalla corona ancora al suolo, e nel guardare quegli occhi dorati, vuoti e vitrei nei quali si rispecchiavano solo peccati, sentì il cuore trafiggersi. Si sentì vacillare di fronte a quel dolore celato eppure poteva sentirli chiamarlo supplichevole, la sofferenza sembrava l'unica cosa che li animasse e nel suo cuore incominciò a nascere il desiderio di cacciare quei tristi pensieri che affliggevano il Sovrano. Infondo lui era Marilù.
Keiji fece un passo avanti senza alcun appello e con gli occhi dei presenti, increduli, puntanti su di lui, tolse quel cappuccio che celava la magia. La chioma si smosse e le Myosotis caddero al suolo seguite dagl'occhi di Bokuto che diventavano sempre più immensi per la sorpresa.
Tutto quello che aveva cercato in quei bui anni era lì davanti a lui, la sua luce alla fine del tunnel. Quando i loro sguardi si incontrarono per la prima volta, come la leggenda narrava, Keiji vide quegl'occhi dorati brillare di una luce a lui sconosciuta e non potè fare a meno di perdersi in essi mentre il sovrano si avvicinava a lui incredulo senza parole. 

-Marilù- sussurrò ad un passo da lui. 

Keiji non si mosse di un solo passo e rimase li fermo in sua attesa. Quando furono vicini il sovrano azzardò a portare una mano al suo volto, ma la giovane Marilù, ancora un po' intimorita indietreggiò appena.
Il Sovrano con gli occhi colmi di dispiacere domandò scusa e Keiji si stupì di tanto rammarico in quegli specchi che fino ad un attimo fa erano tanto freddi e maligni. Con un lieve cenno del capo per tranquillizzarlo gli si avvicinò lasciando che la sua mano si posasse sulla sua guancia. 
La mano di Koutaro era calda e confortevole e le dita dure e callose, ma in quel gesto di dolcezza sconfinata sembrava racchiusa un po' di quella bontà che il Sovrano aveva custodito gelosamente nel cuore per lunghi anni, una dolcezza che avrebbe regalato solo alla sua Marilù. Keiji chiuse gli occhi lasciandosi inebriare dal piacere di quel contatto mentre il rossore si faceva strada sulle guance morbide. Era sorprendentemente confortante.
Quando riaprì i suoi occhi blu, incastonandoli in quelli dorati del Re, la vide: vide la gratitudine. Il rossore si fece più vistoso sulle guance della Marilù e Koutaro sospirò a quella candida visione, accennò un sorriso quando una Myosotis si fermò sulle sue dita.

-Marilù...- lo chiamò dolcemente donandogli una carezza.

-Si... mio Re?- domandò inclinando il volto verso la mano accogliente e socchiudendo gli occhi.

-Sei bellissimo.- disse come chi parla al suo primo amore.

Allora anche gli occhi di Marilù si illuminarono di una luce calda e gioiosa mentre gli spettatori, increduli, osservavano rapiti il Re.

-I suoi occhi...- non riusciva a spiegare Kuroo.

-E' come quattro anni fa.- concluse Kenma la frase del compagno.

La leggenda aveva inizio sotto i sorrisi speranzosi dei presenti, rapiti dalla tenera figura del Sovrano ammirare dolcemente la sua Marilù donandole ancora una carezza.







Dove la Figlia del Rosso riposa;
Eccomi qui! Con il secondo capitolo! Direi che è un pochino più lungo del primo, ma penso sia normale! Insomma il primo era tipo un prologo alla fine!! Allora cosa ne pensate? Vi piace? Non vi piace? La odiate? Vabbè tranquilli! RIPETO, le prime due frasi, sono i versi della canzone: Marilù - DJ Jluis; Ringrazio sin da subito quei sette santi che hanno aggiunto la storia tra le seguite o le preferite! Davvero grazie, mi sto affezionando a questa storia e sì, penso la continuerei anche se nessuno la calcolasse. Anche se ci rimarrei un po' male conoscendomi! Per questo ringrazio particolarmente IvelostwhoIam  che ha lasciato una recensione! Uuuh! *spara fuochi* Comunque... in questa storia i fatti scorrono velocemente, ma è l'idea era proprio quella. Koutaro e Keiji si sono incontrati! Ahahahahah sono felice! Mi piacerebbe ricevere anche altri pareri, davvero. Per cui la finisco qui e ringrazio tutti quelli che leggono, quelli che inseriscono fra le seguite, preferite o ricordate e quei santi che forse recensiranno <3 Grazie di tutto.
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Girei <3
 

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Capitolo 3
*** Al fianco del Re ***


Myosotis - "Non ti scordare di me"
 
"C'era un Regno incantato nel tempo che fu, ma l'arrivo del Male lo fece cader giù, nel momento in cui il Re preparava la resa un Miracolo accadde e nacque Marilù. Marilù nei tuoi occhi dipinti di blu c'è la luce di un Regno che non vive più, Marilù porti vita nei giorni più neri, nei tristi pensieri e ci libererai"

Sotto ordine del Sovrano, Keiji si ritrovò in sua compagnia seduti uno di fronte all'altro soli. Gli occhi di Koutaro erano gentili quando si posavano su di lui e il fatto che ciò accadesse unicamente in sua presenza lo agitava assai. Il Re lo guardava sognante e spensierato con il mento appoggiato al palmo e quegl'occhi così amorevole lo inebriavano di un piacevole tepore. Erano tutte emozioni belle quanto nuove per la Marilù appena nata, per cui non capiva come mai non riuscisse a placare il rossore sulle guance. Il silenzio era calato inesorabilmente e così i due giacevano non sapendo di che parlare. Quella quiete portava Keiji a perdersi negl'occhi dorati del sovrano e ciò gli faceva battere il cuore ancora più forte mentre sul suo ritmo le Myosotis continuavano a fiorire dalla chioma corvina. 
Il Re incominciò a guardarlo un po' confuso, iniziavano ad essere davvero tanti quei boccioli e Keiji perplesso dall' eccessiva fioritura cercò di liberarsi da qualcuno di questi. Il maggiore sorrise di fronte ai gesti un po' impacciati del moro che arrossiva vistosamente e quando si accorse dei suoi occhi su di sè non potè far a meno di scusarsi.

-Mi dispiace Sire...- bisbigliò desolato con le dita intrecciate alle sue ciocche.

Il Re rise fievolmente -Posso aiutarti?- domandò allegramente sorprendendo Akaashi che abbassò il capo non sostenendo più il suo sguardo accompagnato da quella risata cristallina che continuava risuonava nelle sue orecchie piacevolmente.

-Ah ma non si preoccupi!- lo tranquillizzò.

Koutaro prese la sua risposta come un permesso concesso e alzatosi dalla sedia si avvicinò al moro ed affondo delicatamente le dita nella sua chioma.

-Sapevo che dai capelli delle Marilù sbocciassero i fiori blu... ma così tanti non credevo!- constatò sorpreso il Re.

A quelle parole Keiji sentì l'imbarazzo fare un passo in più nel suo cuore per la magra figura. Percepire le mani calde del sovrano accarezzarlo nel tentativo di liberarlo da qualche fiore, gli fece sfuggire un sorriso mentre intorno a loro si creava un bellissimo manto blu. La Myosotis continuavano a sbocciare su un ritmo più sostenuto mano a mano che le dita del Re si intrecciavano di più fra i suoi capelli.

-Oddio peggiora!- disse il Re incredulo con gli occhi strabuzzanti.

Fece qualche passo indietro e lo ammirò notando nuovamente le tenere gote arrossate. -Tutto bene?- domandò con un sorriso furbo. -Sembri agitato...- continuò assottigliando lo sguardo per studiare ogni sua piccola reazione.

-Oh... sisi sto bene, grazie- rispose timidamente guardandosi. -Mi dispiace per i fiori...- si scusò notandoli numerosi intorni a loro.

Il rossore si affievolì mentre Koutaro lo guardava curioso. Gli si fece più vicino e con delicatezza colse un ultimo bocciolo che si era posato sulla guancia del giovane. Keiji lo osservò con cura mentre lo portava dinnanzi a sè e sentì il cuore stringersi come il Re si rattristò nel vedere che la Myosotis si fosse scomposta sotto la sua insufficiente delicatezza. ma il Sovrano ammirando con più cura quel blu sorrise.

Più guardava quei piccoli petali blu e più Koutaro sentiva il cuore alleggerirsi. - Ma se sono bellissimi...- lo scusò sorridente.

Il rossore tornò e con lui altri fiori, strappando così l'ennesima risata al Sovrano. -Allora è come pensavo!- esordì soddisfatto incrociando le braccia al petto.

Keiji lo guardò perplesso. -Cosa?- chiese curioso.

-Quando ti imbarazzi le Myosotis sbocciano più frenetiche!- rispose avvicinandosi al viso di Akaashi con un' espressione furba dipinta sul volto.

Akaashi distolse lo sguardo un po' offeso con l'espressione di un bambino capriccioso. Gli occhi blu notte un po' lucidi, le guance leggermente rigonfie e ancora rosee, le labbra corrucciate e gli occhi indispettiti furono come un'altra freccia scoccata al cuore del Re burbero che probabilmente quel giorno stava sorridendo più di quando avesse fatto negl'ultimi tempi.

Notando l'eccessivo disagio di Keiji divagò. -Come ti chiami?- chiese addolcendo lo sguardo.

Keiji perse un battito alla domando improvvisa. Lo guardò un po' insicuro per poi rilassarsi con un sorriso gentile. -Keiji Akaashi- rispose.

Il Re sorrise. -Il mio nome è Koutaro Bokuto e sono l'attuale Re di Otus.- si presentò fiero.

Keiji trovò quell'improvvisa esuberanza alquanto divertente e chinò il capo in segno di rispetto.

-Senti un po'...- tentò di proporre allegramente il Sovrano fino quando la deliziosa atmosfera fu brutalmente interrotta da delle urla.

Akaashi si voltò verso l'ingresso preoccupato, soprattutto quando vide gli occhi di Koutaro tornare burberi.  

-Cosa sono tutti questi fiori??- domandò furibondo il mago di corte entrando nella sala. -Sono sparsi per tutti i corridoi!-

Keiji, che gli dava le spalle, si strinse a sè intimorito da tale rabbia dovuta ai suoi fiori. Bokuto notò immediatamente la preoccupazione del compagno e si sentì fremere di rabbia che mise da parte quando tranquillizzò la sua Marilù con un'occhiata fugace, superò la sua sedia e rivolse la sua attenzione al mago. Intanto il cuore di Keiji si alleggerì a quella premura e si lasciò scivolare un po' sulla sedia sentendosi al sicuro dietro l'ampia schiena del Re.

-Le sembrano questi i modi di rivolgersi al proprio Sovrano?- 

Era ritornato fredda e dura la voce, ma l'uomo non si smosse e alzò gli occhi al cielo esasperato. 

Koutaro di tutta risposta sorrise, come chi guardava qualcosa di patetico. -Non sono più quello di quattro anni fa, potrei non essere così magnanimo questa volta.- 

-Sire, ne abbiamo già parlato...- rispose seccato.

-Per essere uno dei miei primi consiglieri e anche primo mago, si prende troppe libertà...- lo ammonì fulminandolo con sguardo. -E poi sono in lieta compagnia, non è educato irrompere così.- 

Keiji sentendosi chiamato sobbalzò e quando si voltò verso la soglia vide il suo Re porgergli la mano, sentì definitivamente tutte le insicurezze scivolare via. Gli sorrise timidamente abbassando gli occhi schivi e posò la sua mano su quella dell'altro che la strinse delicatamente accompagnandolo al suo fianco. Quella mano, che non era poi così più grande della sue, era confortante e sentirla stringersi intorno alla sua gli tolse il respiro.
Di fronte a Keiji il presunto primo ministro si irrigidì non credendo a ciò che gli si mostrava davanti.

-Tu...- sussurrò incredulo fissandolo in quegl'occhi rari.

Keiji si sentì intimorito da tale sguardo e istintivamente si avvicinò al fianco del Re stringendosi un po' al braccio del sovrano mentre scendevano la scalinata insieme ancora mano nella mano.
-Ora noi andiamo.- lo informò.

A quelle parole l'uomo si fece indietro liberando il passaggio e sotto i suoi occhi ancora increduli difronte alla leggenda da poco nata, i due lasciarono la stanza.

Continuando a tenersi per mano vagavano per i corridoi del castello. Entrambi si sentivano tremendamente impacciati a quel contatto, eppure in quel momento per loro non poteva esserci niente di più bello che sentirsi un po' più vicini. Koutaro che tentava di mantenere un passo fiero parlava e parlava del castello e di quanto fosse grande e maestoso, degno di un vero Re. Akaashi invece in cuor suo non vedeva altro che delle vecchie pareti di un castello troppo grande e tetro per essere abitato in una tale solitudine, immaginarsi Koutaro vagare solitario era come uno spillo al cuore.
D'un tratto si ridestò, un bisbiglio nel vento gli aveva solleticato l'orecchio e come una voce lo guidò. Keiji porse lo sguardo fuori dall'imponente vetrata al suo fianco. Il cielo era tinto dei colori del crepuscolo, colorando il vetro di quell'imponente cupola che aveva catturato la sua attenzione. Poi la terra mancò sotto i piedi non appena la riconobbe.

-Cosa c'è Akaashi?- domandò allarmato il Re accorgendosi del turbamento del moro. Ma lui non rispose.

Con sguardo vacuo e assente persisteva a guardare fuori dalla vetrata.

-Keiji?- lo richiamò dandogli una lieve scossa.

La voce arrivò ovattata alle sue orecchie ma lo ridestò e si voltò verso Koutaro. -Che posto è quello?- domandò indicando la cupola di vetro. 

Era agitato, il Re lo leggeva nei suoi occhi blu e sentiva quell'agitazione infettare anche lui. Passò una mano tra la folta chioma e chinò il capo evitando gli occhi della Marilù. 

-Niente...- rispose vago.

Lo sguardo di Keiji si fece più intenso e il Re si sentì schiacciare da tale fermezza. -Solo una vecchia serra...- indugiò. -Promettimi solo che non ci andrai.- chiese un po' supplichevole. 

Anche Koutaro aveva d'un tratto cambiato umore e la tristezza lo aveva assalito rapidamente annullando la spensieratezza che scemò inesorabilmente.

-Mio Re...- lo richiamò rammaricato Keiji con gli occhi umidi di dispiacere. -Perché non mi guarda più negl'occhi?- domandò allungando una mano al suo viso. 

La mano si posò gentilmente sulla guancia del Re e solo allora lui rialzò lo sguardo, i loro occhi si incontrarono, e lui sorrise amaramente per poi stringere debolmente la sua mano posata sulla guancia. -Promettimi solo che non ci andrai...- ripetè debolmente.

Keiji esitò, era come se dentro di sè sapesse già che non sarebbe riuscito a tenere fede a quella promessa, ma per rasserenarlo acconsentì. L'espressione di Koutaro si rilassò immediatamente e sorridente riprese il passo. Di fronte quel sorriso a Keiji fu subito chiaro di aver fatto la scelta giusta.

-Ho così tante cose da farti vedere!- esultò allegramente. 

Keiji sorrise inconsciamente mentre la sua mente era ancora bloccata al pensiero di quel posto proibito.

In una stanza del castello, stipata fra le torri del Nord, intanto Kenma e Kuroo cercavano di riposare. Il più piccolo stava seduto al bordo del letto mentre rigirava e rigirava le mani per l'agitazione dovuta ai mille pensieri che martoriavano la sua mente, l'altro lo guardava dispiaciuto mentre percorreva avanti e indietro la stanza guidato dalla tensione.

-Kenma...- lo richiamò fermandosi di fronte a lui.

Lui alzò finalmente lo sguardo e lesse in quegl'occhi scuri tanta preoccupazione, troppa. Allora lo guardò e accennò un sorriso tirato che sapeva solo d'amaro.

Il moro gli si fece vicino, si piegò sulle ginocchia e incastonò gli occhi nei suoi. -Almeno tu... torna a casa.- disse accarezzandolo.

-No...- rispose evitando i suoi occhi. -Non ti lascio qui da solo.- ribattè.

Gli occhi di Kuroo si assottigliarono contrariati -Ma Kenma ti vedi?- gli domandò preoccupato costringendolo a guardarlo negl'occhi. -E' da quando ci hanno portati qui che non dici una parola e hai lo sguardo fisso nel vuoto.-

-Sto bene.- si giustificò un po' stizzito.

Kuroo si rialzò, sbuffò e si scompiglio il ciuffo ribelle esasperato dalla testardaggine del compagno. Lo guardò, era ancora lì seduto a testa bassa come se stesso portando tutti i pesi da solo sulle spalle. Per Kenma quel posto era troppo pieno di ricordi, quelli belli erano finiti per essere sostituiti da i più dolorosi e poteva sentirli un ad uno tornare alla sua mente schiacciandolo. Strinse le lenzuola amareggiato. 
Poi sentì due braccia avvolgersi delicatamente alla sua vita reclamando attenzioni che erano diventate troppo schive. Kenma si ritrovò disteso sul letto sovrastato dal fisico scolpito del moro e guardandolo negl'occhi si perse in quel dispiacere celato di nero. 

-Kuroo...- lo chiamò scombussolato.

Le labbra del moro si distesero in un sorriso furbo prima di tempestarlo di baci. Sulla guancia, sul naso, sulle labbra, sul collo, sulla fronte sulle orecchie e il sorriso non lo abbandonò mai. Il più piccolo sentì l'angoscia scivolare via sotto il ritmo di quei baci divertiti e intrecciò le braccia al collo del moro stringendolo più a sè. Kuroo si fece guidare piacevolmente al suo petto dove posò il capo e chiuse gli occhi sotto le cure delle carezza timide di Kenma.

-Non voglio vederti imprigionato qui con me.- confessò Kuroo.

Kenma alzò il capo e si perse nel guardare il soffitto. -Non è poi prigionia...- disse iniziando a far vagare lo sguardo intorno. -ci ha concesso una delle stanze più belle.- 

-Per lui saremo sempre prigionieri....-

Kenma si sorprese di tale affermazione. -Cosa importa? Ciò che conta è che siamo vivi, io e te, e che la Marilù ora è proprio dove dovrebbe essere- lo rassicurò. 

Kuroo si alzò liberandolo, portò i palmi sul letto soffice per sorreggersi e lo guardò ancora ma sorridendo più amorevolmente.

-Ti rendi conto di quanto sei speciale?-  Era dolce, immensamente dolce la sua voce d'un tratto.

Kenma sentì le guance pizzicare per il previo rossore. Kuroo invece ammirava quegl'occhi timidi e sottili vagare, che brillavano alla luce di quella inaspettata confessione, gli prese una mano e la portò al volto riempendola di flebili baci.

-Tutto questo è merito tuo, tu sei stato la nostra fonte di speranza.- continuò baciando con insistenza la pelle morbida del palmo. -Tu sei la mia speranza.- 

Le parole di lì in poi si annullarono, nella mente c'era spazio solo per le labbra bramose che si facevano strada per la pelle candida di Kenma seguendo una linea indistinta. Si stringevano sempre più l'uno all'altro, guidati dal desiderio di sentirsi ancora vicini, che in tutto quel mondo buio e incerto c'erano almeno loro, l'uno la certezza dell'altro. Anche i vestiti sembravano troppo spessi per essere ignoranti, finendo inesorabilmente ai piedi del letto. Le mani di Kuroo erano gentili ma decise sul corpo minuto di Kenma che sotto quel corpo marmoreo si sentiva al sicuro e protetto da quel l'ostilità che risiedeva dietro la porta. Cercò le sue labbra e lo baciò, lo baciò come tutte le notti in cui cercava rifugio dagl'incubi, lo baciò come ogni volta che reclamavano il loro amore. 







Dove la Figlia del Rosso riposa;
Eccomi ancora qui! Finalmente Koutaro e Keiji hanno interagito! Cosa ne pensate? Ho buttato qua e là alcune cosucce che più avanti dovrebbero svelare altre cose (?) insomma... mi sto intrippando il cervello! Ho notato che da quando scrivo questa Fiction questi due non posso fare a meno di chiamarli per nome! Insomma prima erano sempre Bokuto e Akaashi! LOL Spero vi sia piaciuto! E che vi sia piaciuto abbastanza da lasciare qualche parolina! Insomma, credetemi, anche due parole di incoraggiamento sono tantissimo!! Per questo ci tenevo a ringraziare varie persone!! Allora incomincio con IvelostwhoIam che ha recensito entrambi i primi capitoli! Grazie mille!! Anche Ranrioku e Kitsune Chan che per la mia felicità ho avuto modo di leggere loro recensioni in altre mie storie! *^* poi animedoro! Anche lei si è presa la briga di recensire altre mie storie ma soprattutto ci tengo a ringraziarla per il bellissimo disegno ispirato a questa storia! Mi hai dato una soddisfazione pazzesca!! Grazie! Per ultima ma non meno importante Palketta! Che mi sostiene e mi riempe di gioia con i suoi complimenti tramite Facebook! *^* Del resto un grazie enorme anche a chi ha inserito la storia tra preferite, seguite o ricardate! La storia, anche se minimo, sta avendo più successo di quel che credevo e davvero, il cuore mi si gonfia di gioia. Grazie a tutti. Sapete far sentire una persona realizzata! çwç *lancia biscotti* Ok, ora la schianto qui! A presto!
Vi lascio sempre il mio profilo facebook che pubblicizzo peggio di non so dire cosa: https://www.facebook.com/profile.php?id=100011699100242
Girei <3
 

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Capitolo 4
*** Un giorno ***


Myosotis - "Non ti scordare di me"
 
"C'era un Regno incantato nel tempo che fu, ma l'arrivo del Male lo fece cader giù, nel momento in cui il Re preparava la resa un Miracolo accadde e nacque Marilù. Marilù nei tuoi occhi dipinti di blu c'è la luce di un Regno che non vive più, Marilù porti vita nei giorni più neri, nei tristi pensieri e ci libererai"
 
Il cielo quella volta era sereno e il sole, battendo sull'imponente cupola di vetro la faceva scintillare cristallina illuminando così ogni cosa. Il manto blu del terreno sembrava ancora più bello e sul volto di quel bambino c'era un sorriso bello proprio come quel sole. Stava prono con le mani conserte al viso, e gli occhi chiusi mentre le sue labbra si muovevano sui versi di una preghiera. Una lacrima solcò il suo viso e senza lasciar che il sorriso lo abbandonasse, scivolò giù dal suo volto fino a imperlare le Myosotis sotto di lui. La luce avvolse ogni cosa lasciando spazio ad una scia rossa e l'aria vuota pregna di ferro ma ricolma di occhi vuoti che si chiudevano per l'ultima volta. 

Quella volta Keiji si svegliò di soprassalto, non seppe spiegarsi perché ma il suo cuore pompava il sangue furioso mentre sentiva quelle coperte divenire così pesanti da soffocarlo. Alla ricerca di sollievo si alzò dal letto quando la notte era ancora profonda e silenziosa su Otus. Non ricordava quando si fosse addormentato, la sua mente era troppo annebbiata dal pensiero di quel posto tanto misterioso che lo stesso Re gli aveva proibito. Aveva trascorso tutte le restanti ore della giornata a mangiarsi le mani pensieroso, tanto è che anche in quel momento quando chiudeva gli occhi alla ricerca della quiete non vedeva altro che i suoi sogni prendere forma nel buio. Decise che sarebbe andato lì, dove la cupola di vetro sembrava chiamarlo. 

Lesto si coprì con un mantello per sfuggire al gelo invernale che si insediava dagli spifferi. Cercando una porta che lo avrebbe condotto ai giardini interni, il castello di Otus si rifugiava nella sua stessa oscurità dietro le imponenti tende chiuse, rabbuiando gli sconfinati corridoi. Keiji alla ricerca di un po' di luce scostò con decisione una tenda e la luce bianca squarciò il cielo riversandosi attorno a lui. Niente di quella tormenta lo intimidiva e squarciato il cielo per l'ennesima volta, alla luce del fulmine vide la tanto agognata uscita. La schiuse e la voce del vento furioso risuonò nelle sue orecchie, trascinando con sè una brezza pungente. Akaashi si irrigidì appena stringendosi nelle spalle per il freddo ma con forza aprì il portone e ne uscì cauto per poi dirigersi un po' più sicuro verso la meta. La pioggia era così furiosa che sembrava pungere la fragile pelle del viso, ma la Marilù mai avrebbe lasciato ciò fermarla. 

Quando poi la rivide brillare sotto le luci danzanti della tempesta ne restò quasi rapito dalla maestosità ora che vi era proprio ai piedi. La raggiunse e si soffermò a guardare più accuratamente, la maniglia ormai troppo arrugginita per brillare sotto le luci della tempesta la ritrovò stretta nella sua mano mentre si accingeva ad aprirla senza rendersene conto. Con la mano tremante e l'animo in subbuglio si avvicinava alla bramosa verità ma con una scelta gravante sulle cuore: se tradire la fede del suo Re. 

L'ennesimo fulmine squarciò il cielo e con un rombo che fra tutti sembrava il più devastante dinnanzi a sè, sulla porta vide manifestarsi un'ombra, una mano si posò sulla sua spalla lasciandolo voltare. Mentre sentiva la terra sgretolarsi sotto i suoi piedi, si perdeva in quell'abisso dorato che brillava fievole anche in quel buio.

-Mio Re...- lo richiamò dispiaciuto cercando il suo sguardo.

Ma Koutaro, ferito, evitava i suoi occhi. -Torniamo dentro...- disse concedendosi un sorriso tirato mentre lasciava scivolare la mano dalla spalla di Keiji per riprendere il passo verso l'interno del castello.

L'amarezza del suo viso si riversò negl'occhi di Keiji che a sua sorpresa iniziavano a pizzicare. -Mi dispiace...- bisbigliò fra alla tempesta.

Ad ogni passo, Keiji in cuor suo, sperava con tutto sè stesso che di lì a poco il suo Re si sarebbe voltato e lo avrebbe guardato con gli occhi premurosi che gli aveva riservato tutto il tutto il giorno, ma mentre Koutaro camminava chino chiuso nelle sue stesse spalle, gli occhi della Marilù assaporavano per la prima volta l'amarezza delle lacrime e succube di quelle nuova e dolorosa consapevolezza un fievole singhiozzo sfuggì alle sue labbra. 

Koutaro lo udì e con un cuore ferite non potè che fermarsi, mentre gli occhi di Keiji presero a vagare sulla sua sagoma, la schiena e le spalle si alzarono e abbassarono sul ritmo di un respiro che sembrava liberatorio, e quando lo vide finalmente voltarsi verso di sè, non potè far altro che chinare il capo e distogliere lo sguardo. Aveva desiderato con tutto sè stesso che il suo Re lo guardasse ancora una volta, eppure di fronte a quegl'occhi abbassò la testa spinto dal peso che attanagliava il suo petto, cercando rifugio nella vergogna e nella consapevolezza di non poter reggere quello sguardo tanto cupo. Di non meritarsi l'amore di quegl'occhi. 

Si avvicinò, e con lui la sua mano al volto di Akaashi. L'altro chiuse gli occhi confuso finchè di nuovo non sentì quelle dita tanto dure intrecciarsi dolcemente alle sue ciocche. Quel fievole contatto durò poco, ma abbastanza da assaporare il tepore di quelle mani delicate. Aprì gli occhi blu che subito si incastonarono a quelli del Re, erano gentili, ma un gentilezza fievole che vacilla ed è fragile. Di nuovo accennò un sorriso.

-Sei tutto bagnato.- disse un po' preoccupato il Re sentendo i capelli umidi.

Keiji non disse nulla mentre Koutaro allontanava la mano dal suo capo. Il Sovrano guardò la sua mano colma di Myosotis e di fronte a quella delicata bellezza sorrise ancora un po' più sollevato.

-Sarà meglio fare un bagno.- consigliò. -Seguimi.-

Come preannunciato si trovarono nella stanza bagno, l'aria era calda e afosa dovuta al vapore acqueo che saliva lentamente dalle imponenti vasche dove l'acqua non smetteva di sgorgare. Il silenzio era calato, ma meno pensate di prima e solo con il rumore dell'acqua corrente a colmare la stanza i due sui spogliarono senza timore e imbarazzo. Keiji entrò immediatamente in acqua immergendosi completamente, l'acqua era calda e terribilmente piacevole e sembrava poter portar via le angosce di quel momento, come riemerse con il capo dal velo d'acqua si sentì quasi rinascere. Posò lo sguardo in là notando la figura di Koutaro un po' distante seduto su un gradino con l'acqua che gli arrivava fino al busto, lo stava guardando, e solo in quel momento Keiji sentì l'imbarazzo sbocciare sulle guance e fra i capelli, indugiando sulla figura del sovrano e non riuscendo ad ammirare accuratamente il fisico temprato. Lo scorrere dell'acqua dalle bocche di ferro cessò e il silenzio vero e solenne cadde su loro, il Re sospirò attirando l'attenzione del compagno.

-Perchè sei andato?- non c'era rimprovero nel suo tono, c'era solo il bisogno di sapere, di capire.

Keiji divagò con lo sguardo. -Era come se mi chiamasse...- rispose chiudendo gli occhi.

Koutaro a quella risposta storse il naso un po' confuso. -Cose da Marilù suppongo...- suppose quasi divertito, sbattendo un paio di volte le palpebre.

Akaashi sorpreso aprì gli occhi e per la prima volta si ritrovò a guardare un po' di traverso Bokuto. Il Re in risposta tirò un sorriso lievemente imbarazzato.

-Non mi guardare così!- disse scuotendo un po' le spalle, troppa era la soggezione di quegl'occhi blu che non lo avevano più lasciato.

Keiji sorrise, era goffo e un po' imbranato con lo sguardo che passava da un angolo all'altro del bagno pur di evitare i suoi occhi. Koutaro notò immediatamente il sollievo sul volto della Marilù, allora anche lui sembrò tranquillizzarsi e gli si avvicinò.

Si avvicinò lentamente lasciando dietro di sè una scia di acqua in tumulto. Con gli occhi fissi sulla Marilù non esitò un istante, neanche quando Keiji, un po' intimorito, arretrò appena con lo sguardo chino al velo d'acqua. Lo guardava, lo ammirava: stringeva il labbro inferiore fra i denti mentre gli occhi sottili erano socchiusi, forse per la stanchezza; Ma la cosa più bella era la sua pelle, le sue guance, nivee e morbide si erano tinte di numerose sfumature di rosso. Sembrava un po' spaesato e quegl'occhi blu che per l'imbarazzo lo evitavano poteva sentirli mentre, nonostante tutto, lo chiamavano. Tutto di Keiji lo chiamava, gli diceva di stare al suo fianco e gli diceva di proteggerlo, per il Re non ci sarebbe stato dovere più bello. Sorrise quando fu dinnanzi a lui, e abbassando il capo cercò i suoi occhi timidi che pian piano si alzarono trovando quelli comprensivi di Koutaro. Keiji pensò fosse strano, sembrava non fosse successo nulla riguardo la cupola e il suo Re era tornato a sorridergli amorevolmente come aveva fatto per tutto il giorno. 

Koutaro lo guardò un po' esitante perdendosi in quell'espressione confusa per poi sospirare rasserenato, abbozzando un sorriso divertito.
Keiji, contrariato dalle risa soffocate del Re, per ripicca voltò un po' il capo, imbarazzato. Ma subito il Re riuscì a riportare il suo sguardo su di sé quando posò una mano fra la chioma corvina del più piccolo. Lo accarezzò teneramente come per tranquillizzarlo e cercare il suo perdono per l'irruenza, adorava accarezzarlo e Keiji adorava sentire la sue mani su di sè. I suoi occhi blu si addolcirono rasserenando il cuore in tumulto del Re che di rimando gli sorrise solarmente.

-Sarà meglio che andiamo- lo invitò Koutaro dolcemente.

Keiji rispose con un cenno del capo mentre la mano del Re si allontanava da lui.

-Comunque non c'è bisogno che ti imbarazzi.- lo riprese scherzosamente il Re con un sorrisetto che Keiji mai si sarebbe aspettato. 

L'altro di tutta risposta non potè far altro che avvampare, troppo era la sorpresa, tanto che si bloccò in mezzo la vasca guardando truce il compagno. Dinnanzi quel broncio il sorriso del Re si stese di più e Keiji ne rimase quasi assuefatto, quel sorriso così spensierato fu come un'ennesima carezza, era così infantile il suo Re quando rideva così, era così felice. Capì allora che altre mille e mille volte avrebbe voluto vederlo così sereno e che magari sarebbe stato proprio lui a donargli quel sorriso. Non resistette e l'espressione del suo viso si addolcì per l'ennesima volta di fronte l'allegria di Koutaro che sorpreso da tale cambiamento repentino di umore inclinò il capo di lato, come a studiarlo meglio e scorgere qualcosa in quegl'occhi blu che tanto adorava.

-Cosa c'è Akaashi?- gli chiese stringendo gli occhi in due fessure e corrucciando il labbro in modo infantile. Il suo Re sapeva essere ancora un bambino con i suoi diciotto
anni e a tal pensiero rise mentre scuotendo il capo lo tranquillizzava. 

-Dai andiamo...- suggerì prendendo il passo verso il bordo della vasca e superando il suo Re che lo guardava ancora lì fermo, immobile e dubbioso.

-Ah! Aspetta Akaashi!- piagnucolò rendendosi conto di essere rimasto indietro.

Mentre il suo Re era alle sue spalle alzò gli occhi al cielo, mascherando il suo divertimento dentro la sua espressione pacata. C'era così tanto da conoscere di Koutaro. C'era così tanto di cui innamorarsi, perché Koutaro con quei sorprendenti modi di fare così infantile, senza rendersene conto, aveva fatto ancora un passo in più nel cuore di Akaashi.

-Akaashi...- lo chiamò d'un tratto. 

Keiji si voltò a guardarlo notando la titubanza nei suoi gesti, mentre saltellava nervoso sulle punte.

-Un giorno!- urlò quasi con l'imbarazzo vivo in volto e gli occhi serrati. -Un giorno ti poterò lì. Te lo prometto.- 

Gli occhi di Koutaro erano lucidi quando lì riaprì e le labbra serrate fra i denti, Keiji potè giurare di vedere le sue gote imporporarsi, ma non gli diede peso, troppo sorpreso per le parole del Re.

Sorrise ancora una volta Keiji, con gli occhi colmi di gratitudine per quel Re che in un solo giorno era stato in grado di farlo sentire amato, come ci si sente quando si passa la vita al fianco del proprio amore. -Grazie.- sussurrò con il più dolce dei sorrisi.


Il mattino seguente per Keiji il risveglio fu più piacevole rispetto a quello precedente, merito dei benefici delle acque calde. Caso volle che appena aperti gli occhi, il tempo di uno sbadiglio e qualcuno bussò alla porta.

-La colazione la sta aspettando, la troverà pronta nella sala adiacente alla cucina.- lo invitò cortesemente una voce dall'altra parte della porta chiusa.

Ringraziò la misteriosa persona la quale subito dopo si congedò lasciando i suoi passi risuonare per i corridoi. Keiji si preparò a dovere e con calma raggiunse la sala, ma non appena aprì la porta i suoi occhi si colmarono di sorpresa. Kuroo e Kenma erano seduti alla tavola imbandita di delizie. 

-Oh! Ma guarda chi si vede!- lo stuzzicò Kuroo con il suo sorriso sghembo.

-Keiji...- lo richiamò Kenma sollevato di vederlo sereno. -Come ti senti? Va tutto bene?- gli domandò con voce pacata.

Keiji accennò un sorriso di cortesia e fece cenno di si con il capo mentre passava gli occhi, ancora sorpreso, da uno all'altro. -Ma voi invece??- Domandò preoccupato.

Kenma accennò un sorriso, grato per la premura, per poi posare lo sguardo sul compagno alla ricerca del suo appoggio. -Noi stiamo bene, grazie.- 

-Ma dimmi! La nostra Marilù come se la cava con il Re??- domandò divertito Kuroo con la chiara intenzione di punzecchiarlo.

Il colpo andò immediatamente a segno e a dimostrarlo furono le guance di Keiji, ma ancora prima che potesse ribattere e difendersi, intervenne Kenma fulminando il moro troppo preso a ridacchiare apertamente.

-Ehi ehi! Non guardatemi così!- disse alzando le mani in segno di non colpevolezza.

Kenma di tutta risposta alzò gli occhi al cielo. -Perdonalo!- si scusò con Keiji.

Akaashi lo scosse la testa tranquillizzandolo per poi tornare a sorridere sollevato mentre prendeva posto.

-Sei così sorridente! Quindi ti ama già?- domandò ancora Kuroo non pensando all'invadenza.

-Kuroo!- lo riprese il minore con l'ennesima occhiataccia.

Prima che il moro potesse giustificarsi, furono interrotti dall'entrata di un ragazzo che dato educatamente il buongiorno si avvicinò ad Akaashi sorridendo cordialmente.

-Sono qui per dirle che il Re sarà impegnato tutta la mattina, ma sarebbe lieto di avere la sua compagnia oggi pomeriggio.- 

Keiji sbatté gli occhi un paio di volte metabolizzando poi la cosa e affrettandosi a confermare educatamente. Il ragazzo si congedò con un inchino lasciando gli amici alla loro colazione.

-Allora vorrà dire che ti divertirai oggi pomeriggio!- cantilenò Kuroo.

Sta volta però nessuno dei due si degnò di rispondere, Akaashi alzò gli occhi verso Kenma. -E voi invece?- gli domandò timoroso ignorando il teatrale sdegno di Kuroo per essere stato palesemente ignorato.

-Non lo so Keiji...- furono le parole di Kenma. -Ma non ti devi preoccupare. Noi ce la caveremo.- lo rassicurò con un sorriso lieve, seguito da quello che più aperto di Kuroo.

Keiji sorrise di rimandò, ringraziandoli. Quella volta però quei sorrisi non furono sufficiente e Keiji poteva leggere nitidamente l'inquietudine celata nei loro occhi.








Dove la Figlia del Rosso riposa;
Rieccomi qui miei cari! Pensavate che fossi sparita? Non ci pensate! Questa Fiction non me la scordo neanche se mi becco un amnesia! L'adoro troppo! Infondo lo avevo detto che non sapevo bene ogni quanto aggiornavo, appunto per questo vi dico che per il prossimo aggiornamento ci vorrà un po', forse un bel po', insomma iniziano gli esami e io sono nei casini! Devo ammazzarmi di studio e già sto lasciando indietro diverse cose! Ma la scrittura spero di non abbandonarla più, mi sta facendo davvero bene! Allora parlando di questo capitolo, che ne pensate? Ho ricevuto bellissimi complimenti che mi hanno colmato il cuore di gioia, ma si sa, una della cose più difficile a parere mio è mantenere sempre lo stesso livello! Per voi come è questo capitolo? Ricordata anche due righe di incoraggiamento o parere sono sempre gradite! Infatti ringrazio tutte quelle carissime persone che l'hanno recensita fino ad adesso, davvero, grazie! Mi rendete così orgogliosa di me stessa! Del resto ritornando al capitolo ci tenevo a specificare che sto cercando di portare a galla la natura di Bokuto che ci viene proposta in Haikyuu: un gufo spennacchiato, imbranato, ma tenero e amorevole; Ah e non dimentichiamo lunatico! Lunatico is the way! Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia fra le seguite, le ricordate o le preferite! Spero di non avervi deluso con questo capitolo, ma lo sentivo necessario per mettere in chiaro che in fondo Bokuto è Bokuto! Anche se qui è ancora molto pacato. Sono ancora momenti tranquilli per Keiji! Ahahahahah. Del resto ringrazio ancora tutti, anche i lettori silenziosi e con questo ci vediamo al prossimo capitolo! E ricordatevi di recensire, quando vi pare <3 Grazie ancora, un abbraccio, Girei <3
 
 

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Capitolo 5
*** Scarlatto. ***


Myosotis - "Non ti scordare di me"
 
"C'era un Regno incantato nel tempo che fu, ma l'arrivo del Male lo fece cader giù, nel momento in cui il Re preparava la resa un Miracolo accadde e nacque Marilù. Marilù nei tuoi occhi dipinti di blu c'è la luce di un Regno che non vive più, Marilù porti vita nei giorni più neri, nei tristi pensieri e ci libererai"


Rimase tutto il tempo chiuso nella sua stanza aspettando impaziente la fatidica ora, e quando le quattro scoccarono e gli orologi risuonarono in coro per quelle mura fredde che gli avevano tenuto compagnia, Keiji sentì il cuore animarsi di un tepore rasserenante e sorridendo appena, con un balzo scese dal letto precipitandosi verso la porta.
Il cuore fremeva e le mani tremavano mentre si accingeva ad aprire quella porta, che prima di quel momento non era mai sembrata così pesante.

Ma quando la spalancò, una luce lo accecò non appena il corridoio si distese di fronte lui.
Bianca, forte, avvolgente, fredda, prima che potesse fare un solo passo, si placò e le mattonelle iniziarono a svanire, lasciando spazio a un rigoglioso manto verde imperlato di gocce blu. Si guardò intorno, sorpreso di quel magico scenario che lo aveva inghiottito, fino a che gli occhi non si puntarono al cielo, e lì lo vide, il vetro nitido e lindo, sul quale il sole si scagliava brillante.

-La cupola...- sfuggì alle sue labbra tremule.

Ma un sussurro gli rispose. -Marilù...-

Keiji impaurito si voltò, sorpreso dalla voce tanto familiare. Koutarou dietro di lui a pochi passi lo guardava torvo. Gli occhi dorati sfumavano in un cupo marrone senza lasciar trasparire nulla dell'animo del Re, che con passo furibondo si avvicinò a lui. La sua mano si posò prepotente sulla spalla di Keiji che quasi perse l'equilibrio, barcollando sulle gambe che sembravano abbandonarlo. I brividi, ad un contatto tanto gelido, percorsero rapidi la candida schiena, spingendolo a domandarsi dove giacesse il tepore che il suo Re gli premurava sempre.

-Perchè sei venuto qui?- gridò. -Vattene via!-

Le parole ferirono inesorabilmente Keiji il cui petto si alzava e abbassava in preda all'incontrollabile respiro affannoso.

-Bugiardo.-

Da quell'ultima parola un suono secco ne seguì soltanto, e mentre un dolore lancinante si impiantava nel suo petto, gli occhi lucidi iniziarono a spegnersi della vita che li adornavano. Guardò un'ultima volta Koutarou, i suoi occhi vuoti e il sorriso sghembo, per poi perdersi nel rosso vermiglio che dipingeva quel terreno ormai appassito in chissà quale istante, l'erba si era seccata e le Myosotis erano morte. Nel momento in cui la pozza rossa ai suoi piedi gli fece da specchio, si perse nello scrutare i suoi boccioli appassire e scivolare al suolo in una lenta danza, per poi fondersi allo scarlatto, trascinando con loro anche la vita.
Era tutto così strano, era tutto così surreale, eppure quel dolore era lampante, tanto che le urla non tardarono ad arrivare. Keiji, disperato, chiuse finalmente gli occhi, nella speranza di raggiungere un po' di pace in quel buio, ma mentre gli occhi rinnegavano la luce, era come se le labbra si rifiutassero di serrarsi, così da poter cessare quelle urla. 

Ma un poderoso strattone lo scosse, poi di nuovo, e ancora, sempre più violentemente mentre nel buio una voce iniziò ad accompagnare le sue grida.

-Keiji! Keiji!- supplicò. -Svegliati ti scongiuro!-

La voce diveniva sempre più nitida, tanto da sovrastare le sue grida.

-Ti prego svegliati.-

Quando finalmente la voce arrivò chiara, calda e amorevole alle sue orecchie, solo allora riuscì a riaprire gli occhi e serrare le labbra, cessando così di disperarsi.
Gli occhi blu, umidi di paura, trovarono subito rifugio in quelli dorati, che preoccupati lo studiavano. Keiji, seppur ancora intimorito dalla figura apparsa in quel fulmineo sogno ad occhi aperti, non potè far altro che rincuorarsi di avere il Re vicino a lui. E mentre le mani di Koutarou si stringevano delicatamente intorno al suo viso, Keiji sentì i caldi polpastrelli dell'altro cancellare tutte le lacrime che erano iniziate a scendere lungo il suo viso.

-Va tutto bene!- lo rincuorò ancora sorridendogli solare, ma ancor di più grato di vederlo cosciente, seppur impaurito.

Keiji tremava visibilmente e mentre i suoi occhi blu parlavano a quelli del Re, per colpa delle parole bloccate dalla paura, quest'ultimo si accingeva a sfilarsi il sontuoso mantello dalle ampie spalle, avvolgendolo amorevolmente al collo della Marilù. Lo guardò dolcemente prima di regalargli una carezza e invitarlo a farsi più vicino mentre annodava meticolosamente i lacci al collo. In poco tempo Keiji trovò conforto sulla spalla del Re che con una mano prese ad accarezzare la nuca corvina, contento di riammirare quei boccioli tanto preziosi, che in pochi gesti rincominciarono a fioccare senza alcun controllo. E mentre il suo animo si placava percependo il respiro di Keiji regolarizzarsi, sospirò sollevato abbandonandosi in un sorriso che svanì non appena si posò sulle guardie che lo avevano seguito fino a quel momento.

-Vedete di capire cosa sia successo qui!- Intimò loro mentre si accingeva ad aiutare Keiji a rialzarsi.

Le guardie non persero tempo e si volatizzarono.

Koutaoru strinse a sé Keiji nel tentativo di aiutarlo, e con fretta lo condusse nella sua stanza, permettendogli di accomodarsi sull'imponente letto a baldacchino. Lui subito si inginocchiò ai suoi piedi e teneramente avvolse le sottile mani dell'altro nelle sue, portandole alle labbra per poterle baciare e scaldare.

-Cosa è successo, Keiji?- gli domandò a voce troppo alta, non riuscendo a contenere l'agitazione.

Ma il moro divagò con lo sguardo, e ritornando con la mente al ricordo di quella macabra visione, capì a cosa avrebbe comportato la verità, se avesse confessato a Koutarou che la causa del suo terrore ero proprio lui, probabilmente il suo Re si sarebbe amareggiato di tale scoperta e i problemi che lo tormentavano erano già troppi per potergli dare l'ennesimo tormento, così mentì, o almeno ci provò, infondo lui era Marilù.

-Non lo so...- tentò allora.

Ma Koutarou notò immediatamente il divagare del compagno e non si risparmiò di insistere, per poi ottenere non altro che la stessa risposta incerta. Koutarou al medesimo responso sbuffò sconsolato poggiando il mento sulla gamba e arricciando scioccamente gli angoli della bocca ormai ben imbronciata.
Ma neanche a tale imposizione tanto infantile Keiji allentò la presa, anche se fu così difficile resistere al desiderio di posare nuovamente lo sguardo su Koutarou, per compiacersi di quel suo lato tanto intimo e segreto. Non ci volle tanto prima che il moro iniziasse ad arrossire sotto lo sguardo ostinato dell'altro che poco dopo si ritrovò a scacciare via i boccioli che si posavano sul suo viso.
Sbuffò un'ultima volta.

-Se non me lo vorrai dire tu, vorrà dire che farò tutto da me.- bisbigliò alzandosi finalmente in piedi, un po' indispettito, lasciando sbigottito Marilù.

Ma la sua mano lo invitò a fermarsi domandandogli di restare lì con lui ancora un po'. Koutarou lo guardò ancora con la ferma idea di porre resistenza e proseguire in ciò che il dovere gli imponeva di fare, ma nulla poteva negare alla sua Marilù, tanto meno ora che in quel momento gli stava dimostrando di avere bisogno di lui.
Così con le guance tinte di un imbarazzo porpora si sedette vicino al compagno senza lasciare la sua mano, che strinse con più forza.

-Stai meglio?- gli domandò non riuscendo a guardarlo negl'occhi.

Keiji annuì soltanto, prendendosi la libertà di posare il capo sulla spalla del Re. Cullato dal suo tepore Keiji chiuse nuovamente gli occhi, ancora gonfi per il pianto. Lasciò ogni pensiero e ogni brutto ricordo scivolare via, o almeno tentò. Perchè per quanto si sforzasse non riusciva a fare a meno di chiedersi il perchè tale mostruosità del Re gli fu mostrata e cosa era successo fuori da quella porta? Come era successo fuori da quella porta? Era davvero entrato nella cupola? 

Ma non vi fu risposata più rassicurante del bacio che timidamente il Re posò sulla sua testa fra le ciocche corvine.

-Grazie.-

La dolcezza dell'attimo sembrò portare con sè il sonno, che silenzioso si insinuò in lui trasportandolo finalmente tra le braccia di Morfeo.
Keiji così si addormentò sulla spalla del Re, il quale non potè fare a meno di ammirare la sua Marilù che con gli occhi chiusi e le labbra sottili e lattee sospirava nel sonno. I fiori continuavano a sbocciare sempre più numerosi, tanto che il materasso ne era abbondantemente adornato e Koutarou rise al pensiero dell'imbarazzo che la sua Marilù provava ogni volta che si trovava in sua compagnia. Qualche ciocca scura cadeva sugl'occhi chiusi e non si fece problemi a scostargliele gentilmente dal viso.
Lo guardò ancora e sorrise, lieto che la sua Marilù fosse arrivata, fiducioso che il male invece sarebbe andato via, e che forse le sue mani si sarebbero pulite dai peccati che le avevano macchiate. 

Ormai che Keiji era del tutto assopito nel suo sonno, ne approfittò per coricarlo nel letto e permettigli un miglior riposo.
Dopo di che lasciò la stanza, intenzionato a compiere ciò che per Keiji aveva interrotto. Camminò fino alla stanza del suo trono, dove ad aspettarlo se ne stavano le guardie che lo accompagnavano poco prima. Koutarou, prendendo posto sul trono fece segno loro di avvicinarsi e quando una guarda sussurrò al suo orecchio ciò che avevano scoperto, il viso non potè fare a meno di distorcersi in un' espressione irritata. Non disse nulla, e in silenzio rimase sul suo trono a ponderare. Mano a mano il suo sguardo si svuotava e le risposte si allontanavano, finchè d'un tratto si rialzò fulmineo e scansando malamente la guardia riprese il cammino per i lugubri corridoi.
Proseguì con passo affrettato, fino a che non raggiunse una delle stanze più celate nel castello, giù dove a molti era vietato andare e là dove altri temevano entrare.
Ad una porta di legno ormai invecchiato, Koutarou bussò prepotentemente e senza attendere risposta vi entrò, trovando seduto alla sua scrivania il vecchio mago di corte, il cui viso, appena lo vide, assunse un' espressione di preoccupazione.
L'uomo rapido si alzò avvicinandosi al Sovrano e con movenze ruffiane gli si fece vicino.

-Oh Sire! Mi hanno detto cosa è successo alla vostra Marilù.- Incominciò sarcasticamente dispiaciuto. -Chissà che brutto incubo ha avuto per emettere tali grida! Sa? Sono arrivate sin quaggiù!-

Ma in quell'ultima frase dal tono dell'uomo traspariva qualcosa di sospetto, il falso dispiacere era palese e il Re indignato da tale comportamento tanto sfrontato non si trattenne nell'afferrarlo. Con gli occhi vuoti e cupi si avvicinò al suo viso, e stringendo con forza il braccio ossuto desiderò solo spezzarglielo, ma non lo fece.

-Non osare mettere piede al di fuori di questa stanza tranne quando sono io a ordinartelo.- gli intimò soltanto, per poi liberarlo dalla stretta con una spinta.

Ma il mago, al contrario, sorrise, sorrise compiaciuto dell'ira che ancora sapeva animare il Re e non potè che godere di quella rabbia annuendogli soddisfatto.

-Ma lei non può tenermi sempre d'occhio.- sussurò mentre Koutarou se ne andava.

Il Re ignorò la frecciata del mago e proseguì per i corridoi verso la sua stanza, là dove avrebbe aspettato ansioso il risveglio di Keiji.
Schiuse la porta avvicinandosi al suo letto il più silenziosamente possibile. Lieto di vedere l'espressione tranquilla sul viso della Marilù ne approfittò per sedersi sull'orlo del letto, restandogli vicino. Così anche il Re pian piano si addormentò, nell'attesa di poter riammirare gli occhi blu della sua Marilù sereni.




Dove la Figlia del Rosso riposa;
Salve a tutti, ci sarebbero tante cose da dire, tante persone con cui scusarsi ma penso non abbia senso visto che i miei comportamento non sono giustificabile, ho serie difficoltà ad essere costante in qualcosa, tutto qui. 
Del resto ho deciso di riprendere il mano il capitolo del quale avevo buttato giù solo qualche riga. Che dire, non lo so neanche io! Ammetto che è stato difficile, soprattutto perchè molti particolare mi sfuggono ormai e penso che lo stile di scrittura a seguito dell'astinenza sia notevolmente calato, forse insieme ad esso anche l'andazzo della trama. 
Del resto era QUESTO quello volevo scrivere, quindi eccomi qui! Spero che in un modo o nell'altro lo possiate apprezzare! 
D'ora in poi, quando riaggiornerò, e no non so quando, vorrei sempre inserire immagini che ispirano la storia!
VI GIURO! Sto letteralmente impazzando a trovare fan art che si avvicinino a come io ho immaginato i genitori di Bokuto in questa storia! Se voi vi siete fatte qualche idea fatemi sapere! Trovo bellissima la fan art che ho usato, anche se l'ho editata.
Del resto, ringrazio a chi ancora resiste a leggere e chi si prender la premura di lasciarmi un parere, positivo o negativo che sia, penso mi farà bene. Per lo più mi spronerà. B'è, non è poi successo così tanto in questo capitolo ma qualcosina in più ce l'ho buttato e PER DIO non riesco più a scrivere robe fluffuose, che schiff che mi faccio ragazze.
Prima di chiudere questa eterna manfrina ci tenevo a nominare un paio di persone, con la mera speranza che leggano LOL
Prima di tutto ringrazio Photographic_Therapy che con il tuo commento seppur tranquillissimo e che ho apprezzato con tutta me stessa, mi ha rimesso sulla retta via. Poi vorrei chiedere scusa a FriNet, la quale non ha mai ricevuto una risposta alla sua recensione che ho apprezzato tantissimo.
Più di tutti dovrei scusarmi con un'altra persona che ora non nominerò, con la quale sono intenzionata a mettere tutto al posto, perchè come al solito non sono costante.
Con questo vi saluto e spero di vedervi al prossimo capitolo! Vi lascio il mio profilo Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100011699100242
E qui invece l'immagine che ho usato e ho preso da Pinterest: https://it.pinterest.com/pin/398779741988713643/
Un abbraccio, Girei <3




 

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