Confession di Crateide (/viewuser.php?uid=209651)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 7: *** 07 ***
Capitolo 1 *** 01 ***
Prompt:
the last
love song for you.
Da: _Aris_
Pagina: Il
Giardino di EFP.
No
more white picket fences,
No
more lace veils or vows,
No
more "You're the only
one" 'cause that's all done with now,
This
is the last love song I'll ever
write for you.
- Last love
song, ZZ
WARD –
Come avrei
potuto immaginare che
quella sera sarebbe stata l’ultima? Come potevo sapere che da
quel momento in
poi non sarei mai più stato il tuo Angelo della Musica, ma
che mi sarei
trasformato nel Mostro che appesta i tuoi peggiori incubi?
Chissà,
forse avrei dovuto
immaginarlo. Ricordo che in quella notte, nascosto dietro al dipinto
dell’angelo,
ero inspiegabilmente agitato, come se una tempesta mi scuotesse il
petto. I
tuoi occhi, invece, erano più languidi del solito e le
lacrime ne bagnavano le
ciglia nere. Avrei dovuto intuire quale tremenda spada di Damocle
pendesse sui
nostri capi dalla straziante melodia a cui abbiamo dato vita, dalle
nostre voci
che, unite, parevano un tetro lamento, un tristissimo commiato.
Per la prima
volta abbiamo davvero cantato con
l’anima. Lo sai
anche tu, mia piccola Christine. Forse è stata la prima
volta che il tuo puro spirito
è riuscito a sfiorare il mio, a farlo fremere come le corde
di un violino, a
penetrarlo fino in fondo e a coglierne ogni sfaccettatura.
È per
questo che sei fuggita via da
me, mia Musa, mia amata? La mia anima ti ha spaventata a tal punto, ti
ha
disgustata fino a volerla rinnegare, allontanare, disprezzare?
È forse per
questo che alla fine sei scappata con lui, con il tuo Raoul?
Se solo
quell’insolente Visconte non
si fosse messo in mezzo, tu saresti rimasta qui con me per sempre!
E forse,
adesso, staremmo intonando
un’ultima canzone d’amore...
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Capitolo 2 *** 02 ***
Prompt: ti ho offerto
la notte senza vedere che desideravi il giorno.
Da: _Aris_
Pagina facebook: Il
Giardino di Efp.
Ora che sono
solo, certo
che non ti rivedrò mai più, l’ho
finalmente compreso.
Io ti ho offerto
la Notte
– la mia Notte
– senza pensare, senza capire,
che tu desideravi il
giorno e la sua Luce!
Oh Christine,
sono stato
un folle egoista e adesso ne pagherò le conseguenze,
trascinandomi in
un’esistenza senza di te, come un’anima condannata
per sempre sulle sponde
dell’Acheronte, senza la speranza di posare
l’occhio e il calcagno sui prati
benedetti dell’Elisio.
Sono rivolti a
te,
Christine, questi miei ultimi pensieri, mentre m’infilo nel
passaggio segreto e
striscio nel dedalo di corridoi, lasciandomi alle spalle ciò
che è stato e ciò
che sarebbe potuto essere.
Non so nemmeno
io perché
mi sto salvando, perché non permetto alla folla di farmi a
pezzi, di uccidere
il Mostro che sono!
Nella mia
miserissima
vita mi hanno insegnato che quando si desidera qualcosa – o
qualcuno – ciò che
bisogna fare è prenderselo. Nel momento in cui nasce in te
quel desiderio,
l’oggetto delle tue brame ti appartiene, è tuo e
puoi farne ciò che vuoi: me
l’hanno insegnato gli zingari, me l’ha insegnato
quel lontano Dio che – se
esiste – si diverte nel vedermi soffrire!
È
stato così per il
teatro, per la musica e infine anche per te, mia Musa.
Ma non
è questo l’amore,
Christine!
Rispettare il
tuo volere,
è amore. Regalarti ciò che davvero desideri,
è amore. Lasciarti andare,
renderti libera, è amore...!
Ti chiedo
perdono,
Christine, per aver cercato di importi le tenebre del mio cuore.
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Capitolo 3 *** 03 ***
Prompt:
ispirati alla poesia “Io
sono”
di John Clare.
Pagina facebook:
we are out for prompt.
Mi fermo.
Tendo
l’orecchio.
Nessun suono mi
giunge, la folla ha
smesso di inseguirmi. Prendo un profondo respiro e mi lascio scivolare
lungo la
parete rocciosa, versando le mie ultime lacrime.
Cosa
farò adesso che ho perduto
tutto, anche la mia identità? Se prima ero il Fantasma
dell’Opera e l’Angelo
della Musica, ora chi sono?
- Chi sono...? – sussurro raucamente, chiudendo gli occhi su
una realtà che
fatico ad accettare, che mi dilania come un ferro arroventato sulla
pelle.
“Ma
a chi vuoi che importi?” mi risponde una
voce maligna nella testa, “sei e
sarai sempre una creatura maligna e
deforme!”.
Ha ragione. Ha
dannatamente ragione.
Non importa a nessuno, né alle persone che volevano
uccidermi né a colei che fu
la mia Musa.
Un brivido mi
scuote in tutto il
corpo, spezzandomi il respiro. Mi sfioro la metà sfigurata
del volto e
inorridisco. Alla fine, sono tornato ad essere il Figlio del Diavolo!
A cosa mi
è servito sopravvivere, se
adesso dovrò ricominciare tutto da capo, se adesso non ho
più ragioni per
vivere? Perché sono qui, nelle fogne di Parigi, disorientato
e perso, nutrendo
la vana speranza che si sia trattato tutto di un sogno?
E invece, quella
che sto vivendo – perché
io sono ancora vivo – è la cruda
realtà. E fa male.
Avrei preferito
morire, forse...
Oh Christine,
non dimenticherò mai il
tuo volto smarrito e pietoso, mentre ti confessavo il mio amore! Tutti
i miei
sogni sono andati in frantumi in quel disgraziato momento, quando senza
rispondere mi ha donato l’anello che ancora stringo nel palmo
e te ne sei
andata via senza dir più nulla. Il solo pensiero che non ti
rivedrò più mi
devasta, mi abbatte, mi lacera cuore, mente e animo!
Mi rimetto in
piedi, prendendo aria.
Il lezzo delle fogne mi avvelena i polmoni. Gettò uno
sguardo a destra e a
sinistra e tutto intorno a me sembra uguale in questo dedalo di
corridoi bui.
Ho bisogno
di andar via, di abbandonare
Parigi e di dimenticare, se possibile, ciò che ho visto,
provato e vissuto.
Cambierò anche animo, oltre al cielo, e spero che basti per
lasciarmi scivolare
addosso questo dolore che mi opprime il petto.
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Capitolo 4 *** 04 ***
Prompt: non
è
amore il nostro, non lo è mai stato. Noi siamo innamorati
del concetto che
abbiamo l'uno dell'altra.
Da:
Khamsa.
Pagina
facebook:
we are out for prompt.
Dopo tutti
questi anni, dopo tutto
ciò che ho fatto per te, è davvero difficile
ammettere che il nostro non è mai
stato amore.
Non
ti ho mai amato, Christine: è
questa la verità che adesso brucia e mi tormenta. Me ne
rendo conto solo ora, dopo troppo tempo.
Mi concedo un
sorriso amaro, mentre
le note di Beethoven riempiono l’aria intorno a me. E fremono
come la mia
anima.
Ho amato la tua
voce, Christine, la
tua innocenza e i tuoi occhi di bambina. Ti ho amata, come avrei potuto
amare
una mia creazione. Ed era così, infatti, che ti vedevo: tu
eri mia, perché io
ti avevo creato. Ho plasmato la tua voce e il tuo spirito come avrebbe
fatto un
artigiano con l’argilla e ti ho resa perfetta ai miei occhi,
come desideravo
che fossi. Eri talmente bella e attraente, da essere diventata una
droga per la
mia anima derelitta. Passavo le giornate nel tormento, in attesa che la
notte
arrivasse presto, solo per poterti udire cantare, solo per raggiungere
con te
l’Estasi. Quanto ho pregato affinché quelle ore si
protraessero all’infinito,
affinché tu rimanessi con me per sempre, avvinta dalla
Musica della Notte!
Eri la mia
splendente e
irraggiungibile Musa, la fonte di tutta la mia ispirazione, ma
nient’altro. Nient’altro,
Christine. E
l’ho capito
solo ora, che forse è troppo tardi.
*
*
* * * *
Mi sono chiesta
spesso se ti amassi.
Quando ho accettato il tuo anello, Erik, l’ho fatto
illudendomi che quel
sentimento che mi si agitava nel petto, fosse davvero amore. Credevo
davvero
che avrei potuto amarti. In fondo, eri la Voce, eri il mio Angelo...
perché non
saresti potuto essere anche l’uomo della mia vita? Il tuo
volto non mi ha mai
disgustata e credo che, alla fine, l’avessi capito anche tu.
Avrei accettato
volentieri di vivere nell’oscurità
insieme a te, perché il buio non fa paura se si è
in due ad affrontarlo. E
questo me l’hai insegnato proprio tu, Erik, parlandomi ogni
notte, quando i
timori tornavano ad affacciarsi nuovamente nel mio cuore.
Scuoto il capo,
guardando la neve che
cade sulle pietre grigie della strada. Oggi Parigi mi sembra davvero
triste,
forse più del solito.
Il nostro non
era amore, Erik. Non lo è mai stato.
L’amore
che credevo di provare nei
confronti dell’Angelo della Musica si è infranto
quando ho capito che dietro la
Voce non c’era altro che un uomo con l’animo a
pezzi.
Tutto il resto
è stata un’amara
illusione.
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Capitolo 5 *** 05 ***
Prompt: Mi manca, ogni
giorno. Non va ad
ondate, è un dolore continuo – Grey’s
Anatomy
Gruppo facebook: Il
Giardino di Efp.
La neve
è fredda. Penetra la stoffa
dell’abito e mi morde le ginocchia, facendomi male.
Il cimitero
tace. Un alito di vento
scuote le fronde dei cipressi, spira fra le statue degli angeli
piangenti e,
per un istante, ho come l’impressione di udire la tua voce
chiamarmi.
Sollevo il capo
e osservo la cappella
dove è seppellito mio padre, in attesa che il tuo violino
inizi a suonare. Ma
l’unica cosa che odo è il mio respiro simile ad un
rantolo, che si condensa
davanti al mio volto rigato di lacrime.
Maestro...
Angelo...
Erik.
Non avrei mai
creduto che mi saresti
mancato ogni giorno, così tanto. Non avrei mai creduto che
avrei sofferto tutte
queste pene, che sembrano infinite. La tua lontananza è un
dolore costante che
mi squarcia il cuore, che mi trafigge l’animo.
Se solo quel
giorno avessi scelto te,
a quest’ora saresti ancora qui accanto a me.
Raoul mi ama, ma
io – sciocca! –
mi sono accorta troppo tardi
di non ricambiare i suoi sentimenti. E adesso sono intrappolata in un
matrimonio che forse, alla fine, nessuno di noi due voleva davvero.
Il cielo
riprende a piangere e la
neve, lenta, cade tutt’intorno a me, mi bagna il capo
scoperto. Congiungo le
mani e prego con tutto l’animo di poter udire nuovamente la
tua voce chiamarmi,
anche se so che è tutto vano, anche se so che sarebbe
sbagliato. Io ti ho rinnegato,
Erik, e non merito il tuo perdono.
La tua mancanza,
questo dolore
costante e dilaniante, è la giusta punizione per non aver
capito in tempo
quanto ti amavo – quanto ti amo
– e
per averti abbandonato ad una folla pronta ad ucciderti.
In cuor mio,
sento che sei ancora
vivo. Mi chiedo se mi hai dimenticata o se anche tu, chissà
dove, soffri per la
mia mancanza.
Quale ironia! So
che manterrai la tua
parola e non mi cercherai, ma se tu ora lo facessi, se tu ora
comparissi
davanti a me, io sarei disposta a seguirti e ad essere tua. Per sempre.
L’oscurità
non mi fa paura, non se ci
sei tu accanto a me, Erik.
Tendo di nuovo
l’orecchio. Un eco mi
giunge, ma è solo la voce del cocchiere che mi chiama
indietro, che mi esorta a
tornare nella mia prigione dorata.
Mi sollevo,
scrollandomi la neve
dalla gonna nera. Sospiro e do le spalle alla tomba del mio amato
padre, là
dove un giorno di tanti anni fa stavo per seguire l’Angelo
della musica nel suo
Regno.
Christine...
Mi volto,
strabuzzando gli occhi.
Alle mie spalle, vedo solo un angelo che piange.
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Capitolo 6 *** 06 ***
Prompt:
They can say
what they want,
We're
not going away.
This
is bigger than Life.
This
is more than a game.
Gruppo
facebook:
we are out for prompt.
Ho
paura.
Il cuore
ruggisce nel petto, mentre
corro fra i corridoi dell’Opéra.
Ho
paura.
Il respiro si
condensa davanti al mio
volto, mi annebbia la vista. M’infilo nel passaggio segreto
seguendo Madame
Giry, e rivolgo il pensiero alla creatura che sto per affrontare.
Ho
paura.
Il Fantasma
dell’Opéra è temibile e,
forse, dovrei dare retta agli altri e fuggire via, lasciare per sempre
Parigi e
la Francia.
Forse, dovrei
abbandonarti,
Christine.
In fondo, la mia
vita – la vita di un
Visconte – vale molto più di quella di una
cantante d’Opera!
Ma sai cosa
riesco solo a pensare,
mentre mi precipito giù per queste scale di pietra, verso
quello che mi sembra
l’Inferno? Che non mi importa di ciò che dicono
gli altri.
Io
t’amo, Christine, e sono disposto
a rischiare la mia vita per salvare la tua, per renderti libera. Sono
disposto
a sfidare il Diavolo in persona per poterti raggiungere.
Il Fantasma,
questa creatura deforme
e geniale, resta pur sempre un uomo e come tale lo
affronterò. Supererò ogni
suo trucchetto, vincerò ogni sua trappola e, finalmente, io
e lui concluderemo
la battaglia interrotta nella neve, al cimitero.
Questa volta non
c’è in gioco solo la
mia o la sua vita, ma anche la tua, Christine. E io ti amo troppo per
poterti
abbandonare senza aver fatto nemmeno un tentativo per salvarti.
Una folata di
vento mi scompiglia i
capelli, sento che sono vicino.
“Resisti,
Christine”
penso, “sono
qui!”.
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Capitolo 7 *** 07 ***
Prompt: è
troppo facile essere mostri,
proviamo a essere umani.
Pagina facebook: we are out for
prompt.
Da: __Aris__
In quella notte,
sarebbero stati solo Erik e Christine. L’avevano deciso di
comune accordo, con
uno sguardo scambiato nell’oscurità della Dimora
distrutta.
Sarebbero stati
solo un
uomo e una donna.
Solo due persone
che si
amano.
Solo due anime
indifese e
messe a nudo l’una di fronte all’altra, senza
maschere e senza pregiudizi.
In quella notte
senza
Luna, il Mostro si trasformò in essere umano e le sue
carezze divennero dolci,
su quella pelle liscia e bollente.
Christine
ansimò,
abbandonata su quel letto che mai avrebbe voluto rivedere, con le
braccia
aperte per accogliere l’uomo dentro il mostro, a supplicare
baci insperati.
Alla luce della
Luna
sarebbe stato troppo facile per l’uno essere il Figlio del
Diavolo e per
l’altra soffermarsi sulla deformità di un volto
che tanto aveva patito e
pianto. Ma quella notte... quella notte, nel buio senza Musica,
entrambi
provarono ad essere umani. E ad amarsi.
Il piacere
li rapì nel
proprio vortice di delirante lussuria, mentre il tempo pareva dilatarsi
all’infinito. Sospiri e gemiti furono le uniche note che
vibrarono nell’aria,
insieme a promesse che – lo sapevano entrambi –
nessuno dei due avrebbe mai
mantenuto.
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