Dieci passi di Gallavich

di izzie_sadaharu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Primo incontro ***
Capitolo 2: *** 2. Incrociare gli sguardi ***
Capitolo 3: *** 3. Primo appuntamento ***
Capitolo 4: *** 4. Primo Bacio ***



Capitolo 1
*** 1. Primo incontro ***


Primo incontro


Cazzo se era freddo. Aveva cominciato a nevicare qualcosa come una settimana prima, e adesso uno spesso strato di ghiaccio ricopriva le strade del quartiere. Mickey tentava di camminare dove c'erano zolle di neve fresca - almeno non sarebbe scivolato - ma le scarpe che indossava avevano la suola troppo sottile, e cosí finiva che un po' di acqua ghiacciata riusciva sempre a inzuppargli le calze. Che palle. Infastidito, infilò le mani gelide nelle tasche del giacchetto, in un vano tentativo di riscaldarle.
Era proprio una mattina merdosa: la sorellina Mandy si era svegliata alle cinque piangendo a dirotto, dicendo che Terry l'aveva picchiata appena tornato a casa; Mickey le aveva messo del ghiaccio sulla guancia mentre Iggy era andato a comprare del cioccolato scadente per consolarla. Avevano passato un paio d'ore in cucina, tra gli insulti in mezzo ai detti che Mandy aveva imparato da poco e le burbere pacche che in qualche modo Mickey riusciva ad assestarle sulle scapole. Poi Terry si era svegliato, aveva dato uno schiaffone a Iggy perchè non aveva comprato dell'alcol per lui (Già che sei uscito, cazzone di un figlio, potevi anche prendere del Jack per tuo padre!), e aveva spedito Mickey a scuola, "cosí almeno non ti ho piú tra i maroni". In fondo Mickey sapeva che Terry aveva paura di finire in galera, e i figli minorenni erano costretti ad andare a scuola. Che due palle. Mickey odiava andare a scuola: non era stupido, anzi, molti prof dalla faccia annoiata quanto la sua molte volte gli avevano detto che era intelligente e acuto; ma il fatto era che a lui, di come si fossero succeduti i vari presidenti americani, non gliene fregava una beata minchia. Tutti palloni gonfiati ripieni di verdoni, tanto.
Cosí Mickey si trovava a camminare per le strade del South Side alle sette di mattina, nel gelo piú assoluto, diretto alla scuola media piú merdosa di tutta Chicago, senza la benchè minima voglia di arrivare veramente a destinazione. Una volta giunto nella via dove era situata la scuola, avrebbe fatto dietro-front e si sarebbe ritrovato con gli amici delinquenti almeno la metà di lui.
Era perso nei suoi pensieri quando un vociare chiassoso lo riportò bruscamente alla realtà. Si trovava davanti a casa Gallagher, e all'ingresso si stava svolgendo una scena abbastanza comica, se Mickey avesse avuto voglia di ridere: una ragazzina che avrà avuto al massimo sedici anni - Fiona, giusto? - trascinava per un braccio il fratello minore, Lip, cercando di costringerlo a uscire di casa. Lip sbraitava e inveiva a gran voce, gridando che: "Col cazzo che io vado a perdere tempo a scuola! Tanto se nasci nel South Side muori nel South Side! Mica andrò al college e stronzate simili!" Fiona intanto lo sgridava con ancora piú energia: "Phillip Gallagher se non ti muovi giuro che ti attacco ad un'auto e ti trascino! E modera il linguaggio!"
Mickey stava per riprendere a camminare, quando qualcosa gli svettò affianco superandolo in un turbine di colore ed energia. "Muoviti Lip! Se ci sbrighiamo facciamo ancora in tempo per prendere a palle di neve in faccia mr. Tyackson!" Il turbine era un bambino sui nove anni, alto già quanto Mickey ma molto piú allegro -non che ce ne volesse tanto, a essere piú allegri di Mickey la mattina alle sette passate.
Per un attimo il bambino si voltò a guardare Mickey, come accorgendosi solo in quel momento di averlo quasi travolto. Aveva la pelle diafana, il viso ricoperto di una miriade di lentiggini. Grandi occhi grigio-verdi gli restituirono uno sguardo calmo, nonostante l'energia che sprizzava da tutti i pori, e subito Mickey capì perchè la prima impressione che aveva avuto era stata quella di “colore”: i capelli erano lunghi oltre le orecchie, e brillavano di un rosso acceso , che stonava in maniera sorprendente con tutto quel grigio tipico di un inverno nel South Side.
Il bambino tornò a guardare i fratelli: Fiona aveva convinto Lip a uscire di casa, e adesso il biondo si era avvicinato al fratellino. " Andiamo, Ian." Poi notò Mickey, che intanto aveva ripreso a camminare. "Hey Milkovich!"
Mickey li sorpassò mostrando il medio alzato. "Gallagher..." , esclamò, a mo' di saluto.

 

 

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Salve a tutti!

Sono tornata con un'altra Gallavich perchè io a loro li amo, e la sesta stagione mi sta distruggendo...

Mi sono immaginata questi baby Ian e baby Mickey che si vedono per la prima volta faccia a faccia, nonostante vivano nello stesso quartiere, solo in questo momento... e aaaaah mi sono immaginata Ian con i capelli un po' più lunghi (perchè tanti maschi hanno la loro fase “capelli lunghi”, mi sono resa conto) e aaaah Mickey e aaaah i Gallavich e ok la smetto.

Scusate le sclero ~

Storia scritta per la challenge 10 PASSI DELLA TUA OPT sul cosmic ocean.


 

Spero che vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate!

Al prossimo capitolo ♪

Isa

 

 

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Capitolo 2
*** 2. Incrociare gli sguardi ***


Incrociare gli sguardi



Lip avrebbe potuto giurare di aver visto un lampo d'ira negli occhi di Mickey Milkovich, nello stesso momento in cui aveva sentito suo fratello dire: “Credo che il padre di Jimmy voglia portarmi in un cazzo di ristorante figo.”. Si era girato verso Ian, stupefatto: “Buon per te, immagino, fratellino! Cos'è quell'espressione affranta?” Stavano camminando a passo svelto, diretti alla nuova ferramenta che aveva aperto da poco in quartiere.
Ian si era stretto nelle spalle, a disagio. “Suppongo che il problema stia nel fatto che io sono del South Side. Intendo dire, nei posti da ricconi mi sento fuori luogo.”
“E fai bene, cazzo!” Mickey era intervenuto irritato. Lip si era pentito all'istante di avergli chiesto di accompagnarli. Aveva pensato che un paio di braccia in più -e tasche larghe in cui nascondere la merce sgraffignata- avrebbero fatto comodo, ma l'atmosfera si sarebbe guastata molto in fretta se non avesse trovato un rimedio alla malcelata gelosia di Mickey. Questi continuò imperterrito: “Se quel vecchio pervertito pensa di poter trascinare nel mondo dei fighetti uno nato nel South Side, si sbaglia di grosso. Ascolta le mie parole, Gallagher: quella checca ti porterà solo guai.”
Ian alzò gli occhi al cielo, sotto lo sguardo disperato e rasseganto del fratello: “ Ah, e invece tu sei il re della foresta, eh, Mickey?”
Mickey si fermò di botto, costringendo Lip a un'inchiodata per evitare di finirgli addosso. “ Non stiamo parlando di me, Ian.”
Il modo in cui pronunciò il nome “Ian” portò Lip ad alzare lo sguardo, stupito. Non aveva mai sentito tanta insicurezza nella voce del moro. Rimase in silenzio, mentre Ian e Mickey si scambiavano uno sguardo pieno di parole non dette. Dopo qualche secondo di tacita conversazione, Ian riprese a camminare sveltamente, con gli occhi fissi a terra.
Lip superò Mickey, battendogli una mano sulla spalla. Doveva essere dura, vivere nei panni di Mickey Milkovich.

 

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Ci ho messo davvero un'eternità, ma eccomi qui con il secondo capitolo! * è felice *
Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ A me non convince tantissimo, ma boh
Colgo l'occasione per fare a tutti gli auguri di buona Pasqua :)
Isa~



 

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Capitolo 3
*** 3. Primo appuntamento ***


Primo appuntamento

 

 

«Sai, Mickey,» cominciò Ian, aspirando una lunga boccata dalla sigaretta che teneva tra le dita affusolate, «non so se te ne sei accorto, ma non siamo mai andati a un cosiddetto “primo appuntamento”.»
Mickey Milkovich, in quel momento, avrebbe volentieri preso a pugni Ian. Appuntamento? Tsk. Come se fossero una coppia di fidanzatini amorevoli e dolci, tutto zucchero filato e cuoricini rosa
«Non se ne parla, cazzone. Mica stiamo insieme.»
Ian inarcò le sopracciglia, scettico. «Sul serio, Mik? Dopo tutto quello che abbiamo fatto, ancora ti ostini a rinnegarmi? Stai diventando quasi ripetitivo.»
Il moro si strinse nelle spalle. «Solo perchè ogni tanto facciamo sesso, non vuol dire che siamo una coppia di neo sposini, te che dici? Togliti dalla testa queste stronzate e passami quella sigaretta. Cazzo, a volte mi fai venire il voltastomaco per quanto sei smielato.»
Ian rimase interdetto, e non rispose. Non gli passò la sigaretta, e Mickey rimase qualche secondo ad aspettare inutilmente, con le dita tese verso di lui. Quando si rese conto che non avrebbe ricevuto quello che aspettava, si girò con fare seccato verso Ian: «Andiamo, Gallagher!» Fu allora che notò l'espressione ferita sul volto del ragazzo, e con un certo fastidio si rese conto che la cosa gli dispiaceva. Quella sensazione alla bocca dello stomaco che lo stava rodendo... rimorso? Senso di colpa? Al diavolo, non si sarebbe rimangiato ciò che aveva detto. Aveva un onore, lui. Mica poteva correre dietro a Ian con la coda tra le gambe, mica era un cagnolino tutto festante per l'arrivo del padrone, mica...
Ian fissò su di lui gli occhi verde pallido, e Mickey si sentì corroso da quella cazzo di sensazione alla bocca dello stomaco.
«... E comunque non è vero, cazzone. Siamo usciti tante volte insieme.»
Quel fastidio che provava prima si attenuò sotto il brillare dello sguardo di Ian, e Mickey quasi si trovò a sorridere fra sé e sé. Bastava così poco, per fare felice Gallagher.

 

 

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Ci sto mettendo ere ad aggiornare questa fanfic, ma pian piano ce la faccio xD Allora, due paroline sul capitolo:

° la fanfiction è ambientata direi durante la seconda stagione (contate però che mi sono vista tutte le stagioni una dietro l'altra all'inizio di quest'inverno, quindi è molto probabile che abbia sbagliato completamente il conteggio - comunque fate conto che è ambientata quando Ian era stra cotto di Mick e Mick era si cotto marcio di Ian, ma ancora non l'aveva ammesso) (quindi forse è più la terza stagione?) (boh)

° collegata alla nota prima c'è questo fatto: non ho ancora finito di vedere la sesta stagione, mi mancano alcuni episodi, ed è da più di un mese che non lo guardo: è molto molto probabile che i personaggi siano OOC come la morte. Perdonatemi

° so che >spoiler< il tema del primo appuntamento è stato ripreso alla fine della quinta stagione dai Gallavich (porca vacca Samanthaaaaaaa perchè??) maaa qui non c'entra. Diciamo che i Gallavich cambiano, Mickey cambia, e quindi l'appuntamento che avrebbero dovuto avere nella quinta stagione sarebbe stato di altro stampo, più tradizionale e lovey-dovey. Qui ancora Mick non ha ammesso a sé e ad Ian i suoi sentimenti, quindi la sua personalità tsundere ha ancora il sopravvento su di lui.

Comunque, note più lunghe della fanfic stessa xD Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e tornerò con il prossimo il prima possibile! ♥
Till next time ~
Isa


 

 

 

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Capitolo 4
*** 4. Primo Bacio ***


Primo bacio

 

Inspirò una boccata dalla sigaretta, pensieroso. Seduto sul sedile di quel van, ad aspettare che il suo-non-ragazzo- e i suoi compari portassero a termine il colpo, Ian si sentiva piuttosto strano. Aveva appena rinfacciato a Mickey per l'ennesima volta la sua codardia, e il suo terrore di fare coming out.
Almeno lui non ha paura di baciarmi.
Quella frase continuava a rimbombargli nelle orecchie, un ronzio sordo che gli ricordava sussurrando quanto fosse stato stronzo. Dopotutto, non poteva costringere Mickey ad accettare se stesso e lui. Ma decise di zittire quella voce. Si era stancato, dopo tutto quel tempo, di essere solo una bocca calda per Mickey.

 

Almeno lui non ha paura di baciarmi.
Quella fottuta frase era come in loop nel cervello di Mickey, al “mi” ripartiva subito dopo l'”al”. Incessantemente, si ripeteva nella sua mente, e lo stava facendo impazzire.
Mente correva sugli scalini della casa, quella villa così schifosamente ricca, la sua testa decise di presentargli il volto di Lloyd, talmente vivido che sembrava fosse davanti a lui, in carne ed ossa, in quel preciso istante. Sorrideva, quel bastardo. Sorrideva e abbracciava Ian. E Ian sorrideva. E Lloyd gli diceva che lo amava. E Ian rispondeva che anche lui lo amava, da impazzire. E Llloyd baciava Ian. E...
I suoi pensieri si fermarono, come rifiutandosi di andare avanti. Mickey stava cominciando a sentire un dolore sordo all'altezza del petto.
Fece dietro-front, tornando sui suoi passi. Con uno scatto fulmineo si precipitò al van, si fiondò all'interno e posò le labbra su quelle di Ian.

 

Erano dolci, e lievemente secche. Il cervello di Ian Gallagher riuscì a registrare solo queste due sensazioni, mentre in un'esplosione di colori ed euforia sentiva che Mickey, timidamente ma allo stesso tempo con la decisione tipica dei Milkovich, approfondiva il bacio.

 

Era durato pochissimo,un quasi istantaneo scontro di labbra, denti e lingue, ma mentre Mickey correva per raggiungere i suoi all'interno della villa, potè giurare di sentirle. Quelle maledette farfalle all'interno dello stomaco di cui parlavano tutti.

 

 

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Ce l'ho fatta, sono tornata con un nuovo capitolo ~
Chiedo scusa per il ritardo imperdonabile, ho avuto diverse questioni in testa in questo periodo, per scuola, pre-università, famiglia e cose varie, ma finalmente (?) sono tornata!
Fatemi sapere cosa ne pensate, e ci si vede alla prossima!
Isa

 

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