NaluWeek 2016-Once upon a Time ...

di AlexiaLil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Longing ***
Capitolo 2: *** Reunion ***
Capitolo 3: *** Admiration ***
Capitolo 4: *** Secrets ***
Capitolo 5: *** Struggle ***
Capitolo 6: *** Climax ***
Capitolo 7: *** The End ***



Capitolo 1
*** Longing ***







C’era una volta, in un regno di fiori sbocciati in immensi prati dorati, di creature misteriose che si stagliavano nel cielo stellato al calar del Sole e di avventurieri armati di magia e passione, un demone immortale nato decenni or sono da un bollente fiume lavico ormai prosciugato, che esplorava il mondo in compagnia di un selvatico gatto demone chiamato affettuosamente Happy, il suo più fidato compare di avventure; una strana compagnia la sua, ma altrettanto valente quanto quella di un suo pari in battaglia.
I due, dopo innumerevoli guerre e stermini di altre razze propagatesi per la supremazia della specie demoniaca che ormai possedeva gran parte dei territori conosciuti, stanchi di sottomettersi ai demoni millenari loro superiori, si ribellarono e vennero allontanati dal loro habitat naturale e dalle terre conquistate, alla mercé dei loro simili più violenti al di fuori del confine.
Furioso e con l’orgoglio ferito, credendosi oltremodo superiore alla maggior parte degli esseri che respiravano la sua stessa aria, si mise alla ricerca di un antico incantesimo che, si sussurrava con terrore fra la sua gente, fosse capace di inibire il più terrificante e sanguinario dei demoni, prosciugandolo della sua stessa essenza mostruosa.
Lui, superbo e ostinato, si convinse che non sarebbe mai caduto ai piedi di quella magia infame e che invece se ne sarebbe impossessato per mettere in ginocchio il suo clan, innalzandosi a loro nuovo capo.
Fino a quel momento i due demoni pellegrini erano alla ricerca smodata di quell’incantesimo, senza alcun risultato nonostante siano stati accompagnati da una polverosa pergamena che ne decantava poeticamente il rifugio.
Il demone immortale ne bramava così insistentemente il potere da non capirne il vero significato e il suo potenziale.
Finché una notte, accompagnato dalla Luna piena e dalle fila di stelle che ne guidarono i passi, arrivò in un villaggio nascosto fra due alti colli dorati, costruito sul letto di un fiume morto anni prima –fiume che lui stesso e i suoi vecchi amici di scorribande avevano contribuito a contaminare e prosciugare- e circondato da fiori di campo e piccoli giardini coltivati. L’insieme di casupole dormiva profondamente, ignaro dell’elettricità nell’aria che l’arrivo dei due demoni portò con sé.
Nell’attesa del nuovo giorno, i demoni si nascosero in una grotta nelle vicinanze.
Quando la mattina li svegliò, Happy sfruttò la sua magia metamorfica per cambiare il loro aspetto e renderli più apprezzabili alla vista degli abitanti: un gatto selvatico e un giovane avventuriero non avrebbero destato sospetti.
Curiosando qua e là con domande innocenti agli anziani, un arzillo e rugoso vecchio di bassa statura lo indirizzò verso il Tempio delle Stelle, un luogo di preghiera e venerazione del cielo e delle stelle, in cui viveva un’attraente sacerdotessa prodiga verso i giovani viaggiatori che studiavano il suo stesso culto.
 
Al suo arrivo, fu invitato all’interno del circondario del tempio dalla giovane solitaria fanciulla, di una bellezza che lo sconvolse fin nelle membra e che attirò fin da subito i suoi occhi e i suoi pensieri. Nulla nel mondo- e ne aveva avuto di ben vendere nella sua lunga vita- poteva competere con un tale spirito candido e bellezza formosa. I lunghi capelli biondi gli parvero filamenti di stelle cadenti e gli occhi, così grandi e innocenti, gli risvegliarono istinti che mai più sarebbe stato capace di reprimere in sua presenza.
Parlarono molto della pergamena e dei suoi misteri ma la giovane, per quanto arguta, non seppe diradare i suoi dubbi e lui non poté trattenere la rabbia e la delusione. La sacerdotessa gli offrì ospitalità indeterminata e gli permise di proseguire le sue ricerche nei suoi archivi.
Nascosto agli occhi della giovane, il demone sfogò la sua frustrazione su un villaggio vicino, dissanguando a morte le povere anime di quel villaggio fra le colline dorate.
Convinse il demone gatto a trattenersi nel tempio sotto le mentine spoglie indossate fino a quel momento, per poter meglio studiare una soluzione.
Bramava con sempre più disperazione quell’incanto distruttivo ma, si accorse col tempo trascorso con l’ignara donna, di bramare lei maggiormente e, intravedendo in lei un certo interesse nei suoi confronti, non si fece scrupoli a possederla.
Una notte i due si ritrovarono sotto l’altare del Cielo e, preda di un furioso fuoco nei loro petti, consumarono la loro nascente improvvisa passione con carezze lascive, caldi baci e spinte sfiancanti; per diverse notti a seguire parvero soggiogati da uno spirito libidinoso e famelico di possesso e lasciarono che esso gli riempisse la mente, corrompesse la volontà e marchiasse la purezza della sacerdotessa.
Si amarono in segreto agli occhi dei vari pellegrini che fecero tappa al tempio, ignorando bisbigli malevoli sulla donna e i sospetti sul giovane.
Passati giorni e settimane, quello spirito non parve abbandonarli facilmente ma il demone, conscio che una tale forza dovesse essere fermata e che lo stesse deviando dal suo vero obiettivo, abbandonò la sacerdotessa innamorata dopo l’ultima notte passata fra le sue braccia, scacciando il dolore nel petto che affiorò nell’istante in cui le volse le spalle, abbandonandola ancora nuda e dormiente, e lasciò il tempio.
 


Google Translate mi ha tradotto Longing come "Brama" .... per cui il fuori tema è da attribuire a lui, non alla mia incapacità di tradurre in inglese anche un semplice saluto :)
La mia idea per questa Week è quella di costruire su ogni prompt un momento di questa "favola", per cui ogni cap non ha una fine a sè come una raccolta ma non è nemmeno da considerare una long ...
Basta ciance, buona lettura!
 

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Capitolo 2
*** Reunion ***




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Tornato alle sue demoniache sembianze e pieno di risentimento e frustrazione, la separazione dalla sua giovane amante gli offuscò per mesi il proprio proposito di vendetta, valutando più e più volte un ritorno fra quelle calde lenzuola. Happy lo incoraggiò in tale scelta ma contro la cocciutaggine assettata di vendetta dell’amico ebbe ben poco con cui parlare.
Happy conosceva lo spirito dell’amico fin nel suo profondo, fin nelle corde più inesplorate dei suoi pensieri e desideri e, dopo quello a cui aveva assistito, si convinse che la vera pace meritata dal suo amico fosse fra le braccia di quella donna e non nel sangue dei suoi simili.
Nel loro peregrinare in quelle terre imbevute di disperazione, il giovane demone infuocato contribuì ad abbeverarlo di altro sangue, sfogando il suo insoddisfacente viaggio nelle urla della povera gente che inciampava sul suo cammino.
Nei suoi occhi scuri e selvaggi, intrisi di rancore e rabbuiati dall’insoddisfazione crescente nel non poter essere riconosciuto come un demone superiore, vi era anche l’indelebile traccia di un pentimento che col tempo si era fatto nuovamente vivo in lui, cui però aveva paura di dar ascolto.
Dopo un anno di libera e inappagante distruzione e piccoli e isolati villaggi sfumati tra le macerie carbonizzate, arresosi all’idea che la sua vendetta non sarebbe mai stata sfamata e convinto dalle parole dell’amico, tornò sui suoi passi e si diresse nuovamente dal suo più piacevole desiderio.
Nuovamente sotto sembianze umane e feline, fecero la loro comparsa davanti al portone dell’eremitico tempio, speranzosi in un gradito perdono. La donna li guardò torva dall’alto dell’altare, dall’alto della sua delusione e afflizione, intimandogli di andarsene.
 
Il perdono non fu affatto facile da guadagnare e i dubbi della sacerdotessa sulla vera identità del viandante la indussero a mantenere le distanze dal ragazzo che l’aveva tradita. Pregò le stelle e il cielo per un consiglio non corrotto dai suoi sentimenti in così grande contrasto e gli spiriti le suggerirono, non senza un successivo sbuffo arrendevole della ragazza, di seguire ciò che credeva sano e giusto, che avrebbe inondato le loro anime di pace.
La donna per la prima volta dubitò della saggezza delle stelle e decise che non avrebbe seguito il loro criptico consiglio.
Ma la disperazione negli occhi e la speranza in un suo ripensamento, le insistenze sempre più pacamente rabbonite e col sorriso sulle labbra le infettarono il giudizio e riaccolse il demone mascherato nuovamente nel suo letto, nascondendo i suoi timori sotto ansiti di piacere, baci soffocanti e carezze possessive nelle passionali notti seguenti.



"Reunion" breve ma c'avevo fretta XD
La separazione, anche se non sembra, si è fatta sentire molto per i due protagonisti ....non mi è mai andato molto giù il quasi totale perdono di Lucy nei confronti di Natsu nel manga (gliel'avrei fatta sudare un po' di più) però lo sappiamo tutti ... Lucy è troppo buona. E almeno qui volevo che la mia Sacerdotessa si presentasse, almeno inizialmente, non così incline a riaccettarlo ma si sa.... Natsu e figo e non puoi tenergli il broncio tanto a lungo! ;)
Il caro demone di fuoco, già qui, inizia ad avere dei ripensamenti su ciò che desidera davvero e Happy, malgrado, cerca di fargli aprire gli occhi, probabilmente stanco di tutto sto girotondo inutile dietro ad una leggenda .. mi è venuto fuori un demone gatto abbastanza pacifico, anche se non abbandonerebbe mai il suo compagno nemmeno in un massacro ....
RINGRAZIOO
Saya e Daimler per aver commentato il precendente cap!! Speriamo che questa storia vada per il meglio

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Capitolo 3
*** Admiration ***




 


Nei pochi anni a seguire quell’inaspettata riunione, i pellegrini e i fedeli delle vicinanze guardavano sempre con più sospetto al Tempio e ai suoi discutibili coinquilini; i bisbigli di qualche anno prima si tramutarono lentamente in commenti ben udibili e offensivi nei riguardi della Sacerdotessa, per i popolani non più degna di risiedere in quel luogo sacro e di praticarne la fede, non più degna di guidarli alle preghiere per le stelle.
La ragazza era sorda ai loro malevoli commenti e continuò a vestire i panni del suo ruolo normalmente, dedicando le solite ore mattutine ai visitatori e quelle serali alle preghiere seguita dai passi felpati del demone felino e dall’ombra nascosta del demone … per poi accoccolarsi nella notte sul petto dell’amante bugiardo; però non poté più ignorare le conseguenze di quella scelta del cuore quando i popolani cominciarono a boicottare il Tempio, demolendo la sua fama alle orecchie dei pellegrini e sconsigliandone vivamente la visita.
Poco ci volle e la Sacerdotessa fu l’unica rimasta a praticare le preghiere in quel Tempio, a dar ragione ai malevoli, “abbandonato dalla luce delle Stelle e dei suoi spiriti”, in compagnia di Happy, sinceramente dispiaciuto che la loro presenza avesse avuto un tale effetto.
Il demone mascherato la vide incupirsi sempre più spesso e i suoi occhi afflitti specchiarsi nel cielo buio senza stelle, in ginocchio davanti all’altare e in quel luogo di cui si prendeva cura fin da giovanissima, come una volta gli raccontò: la sua vita era stata designata alla totale venerazione del Tempio delle Stelle, sotto la guida della sua precedente sacerdotessa, per poi occuparne il posto una volta che il suo spirito si fosse ricongiunto ai suoi Dei. Niente nella vita della Guida delle stelle doveva offuscare il compito di ammirare il suo sacro compito, la sua fede e di professarla ai fedeli, per quanto sporadici potessero essere.
Ma lei, gli disse con un dolce sorriso mesto, aveva disobbedito ai suoi doveri, innamorandosi e riservando a un uomo e ai piaceri del corpo un posto maggiore che alle Divinità, nel suo cuore, che l’abbandono di quel luogo era una punizione divina per i suoi peccati e per le sue virtù mancanti.
Accarezzò poi il viso segnato dalla rabbia dell’uomo, delicatamente e con amore, confessando che quel loro incontro era stato voluto dal destino e che ad esso non avrebbe mai voltato le spalle, che una punizione maggiore sarebbe stata star lontano da lui e dal loro amico felino.
Se venerare più il proprio amore e il proprio cuore palpitante di desiderio delle sue care divine stelle fosse un peccato mortale, che venissero a prenderla con forconi e torce, spade e lance.
Sbeffeggiarla agli occhi degli Dei, impaurirla, odiarla, disprezzarla … non avrebbe sortito alcun cambiamento nei suoi desideri, non avrebbe rinnegato ciò che provava, non avrebbe mai smesso di ammirare ciò che era nato fra loro come la fiamma scoppiettante di un falò.
Lei credeva in entrambi, seppur non più in egual misura, credeva fermamente in ciò che aveva imparato ad amare fin dall’infanzia sia nell’uomo di fronte ai suoi occhi che vedeva in lei un donna da desiderare, venerare e non solo l’incarnazione della parola delle stelle.
Le ci vollero baci e carezze, parole d’amore e di conforto per placare la rabbia del demone nei confronti di quei bigotti contadini e lo invitò a ignorarli.
E la consapevolezza in lui di farle vivere una menzogna.
 



Ringrazio tantissimo Saya e NinaD per aver commentato il cap precedente (malgrado fosse oltremodo striminzzito) ... e pure questo pare fargli compagnia!
Il prompt "Ammirazione" è stato sfruttato bellamente dalla sottoscritta per interpretare l'idea dell'amore -in generale- da parte di Lucy: l'amore per l'uomo che ha incontrato e per cui ha perso il lume della ragione (ricambiata allo stesso modo) e l'amore per il compito che le è stato assegnato fin dall'infanzia, che sente parte di sè e per il quale ha speso quasi tutta la sua vita fino a quel momento. 
Lei ammira e venera il concetto dell'Amore, non solo questi due aspetti della sua vita in contrapposizione totale; ama il demone e ama gli Dei, professa con ammirazione e venerazione la sua fede e il suo compito e allo stesso modo, se non di più, si concede a Natsu.
Dopo questa piccola N.B. .... Au revoir! ;)


 

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Capitolo 4
*** Secrets ***



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Passata la notte a venerare il corpo florido e accogliente della donna, il demone mascherato passò i successivi giorni rintanandosi negli angoli più solitari nei dintorni e la giovane e il demone felino se ne preoccuparono, non capendo a cosa fosse dovuto un tale isolamento, ma il giovane sfuggì alle loro domande e preoccupazioni tant’è che la sacerdotessa s’immagino scenari di un suo prossimo abbandono, pensò che la vita monotona del luogo fosse durata troppo a lungo per lui e che gli stesse troppo stretta, che nemmeno le loro appassionate notti potessero più soddisfarlo, né che l’amore che lei vi intravedeva negli occhi scuri potesse bastare.
La notte che le fu rivelatrice si presentò con la sua muscolosa e fredda presenza alle sue spalle, sotto le coperte del futon in sua compagnia; la figura immobile e disinteressata che lei avvertiva non fece altro che alimentare le sue paure e non poté sentirsi più sola come in quel momento, col cuore invisibile di quell’uomo cui aveva donato ogni parte di sé insensibile alle sue carezze.
La mattina che seguì trascorse gelida, lenta e fredda come la neve che in quei giorni cadde abbondante, occultando sentieri e fiori, imbiancando ogni millimetro quadro di campi, alberi e case; il manto candido regalava agli occhi la vista di un mondo di ghiaccio, rendendolo nel suo candore magicamente più innocente di quanto in realtà non fosse e nella notte lugubre, inquieto e orrorifico come invece era agli occhi degli Dei in alto fra le nuvole.
La ragazza affondò gli stivali di pelle nella neve, diretta all’altare per occupare i propri pensieri nelle preghiere di rito e nell’isolamento ma, a dispetto dei suoi piani, vi trovò l’amico felino acciambellato ai piedi del giovane seduto sul palchetto rialzato, proprio lì dove avevano consumato anni prima la loro follia.
La convinse a non voltargli le spalle quando la vide sul punto di girar i tacchi e le strinse le mani sulle braccia, annegando il suo sguardo scuro in quello chiaro di lei, offuscato dalla tristezza che lui stesso le aveva provocato in quei giorni, e soffocando irruento il suo stesso respiro fra le sue labbra, annientando ogni ribellione e remora di lei appassionatamente e disperatamente, mordendole labbra e collo, godendo dei suoi ansiti e del tremore del suo corpo fra le sue mani rudi.
Godere, forse per l’ultima volta, della sua irrefrenabile fame di lei e del desiderio che le vedeva dentro, in quei giorni mai così bramato da se stesso, chiuso nelle sue indecisioni, isolato da lei.
Le saggiò la pelle fresca e bianca, il seno morbido che nella foga fece capolino dalla tunica celeste e una mano s’intrufolò sapiente sotto la gonna fin sulle cosce, accarezzandone l’interno soffice e caldo di cui tanto ha sentito la mancanza in quei giorni; le mani della giovane, ancorate alle sue spalle forti per non cadere ai suoi piedi in preda al piacere, gli sfilano la casacca smanicata per metà, lasciandola impigliarsi nei suoi gomiti poiché le mani forti di lui non ne volevano sapere di abbandonare le sue cosce.
Le loro orecchie si riempirono di sospiri affannati, di rochi versi e nomi gemuti in sussurri avvolgenti.
Dita sottili corsero nei capelli arruffati del demone che non demorse, si lasciò prendere e con lo stesso desiderio incandescente s’apprestò a divorare la fragranza fresca della sua pelle, centimetro per centimetro, tentare una fuga sotto le sue vesti e goderne ancora negli angoli peccaminosi chiusi alla vista del Sole ma di cui la Luna si è bevuta ogni immagine …
Si sarebbero spogliati a vicenda freneticamente, amandosi lì su quel pavimento freddo e dura – come più volte accaduto – se Happy non avesse miagolato beffardo, richiamandoli dalla loro focosa e famelica passione. Il demone si drizzò all’istante, ansante ed eccitato e con imbarazzo la Sacerdotessa ne allontanò le mani dal suo corpo e si ricoprì il petto scoperto, chiedendo piccata, facendo leva sul suo sentirsi offesa e ferita per scrollarsi dalla pelle il desiderio di essere toccata – e di toccarlo – ancora, cosa volesse adesso, se si fosse deciso ad abbandonarla nuovamente.
Ma, lo avvertì, non lo avrebbe perdonato, né tanto meno riaccolto, se fosse ripartito come l’ultima volta, rubandole come un ladro una loro ultima notte.
Il demone le rispose, cauto e rocamente, che con tutta probabilità avrebbe accettato con più serenità quella separazione piuttosto che lo spettacolo cui avrebbe assistito seduta stante; rivolse un accenno d’assenso all’amico, tristemente immusonito e la ragazza si scansò di colpo dal corpo fin troppo rovente dell’amante, le dita che prima la vezzeggiavano con morbida frenesia artigliarsi e squamarsi, come le braccia e le spalle nude che s’incresparono di scaglie rosso sangue. La mandibola s’indurì e canini aguzzi apparvero fra le labbra, gli occhi inumanamente scuri come l’abisso si rettilizzarono, fissandola cupamente in attesa con timore.
Con la coda dell’occhio la giovane vide Happy raggomitolarsi su se stesso e gonfiarsi, per poi sbrogliarsi in una specie di tigre, dal manto color del cielo sereno, chiazzato di squame, e con un paio d’ali angeliche e candide.
La Sacerdotessa rimase allibita e senza parole, ma non rivolse ai due grida di panico e maledizioni, come temevano; pareva sconvolta certo, ma non quanto si sarebbero aspettati.
Studiando intensamente la sua espressione e il suo sospiro calmo e affranto, capì che lei sapeva.
E lei provò consapevolezza d’aver mentito a sua volta.



Mi dispiace di non aver rispettato le scadenze ma è stata una settimana frenetica e non avevo concluso 2 prompt (The END, ovviamente come da copione mio solito, è praticamente già pronto)... per la prossima settimana spero di concludere il tutto perchè ho davvero troppa carne al fuoco che non riesco a cucinare come si deve (pessimo parallelismo, mo sto zitta).

Ringrazio tantissimo saya, daimler e sala-chan per aver commentato e apprezzato lo scorso capito, per quanto sia lungo quanto la tratta del traghetto Villa San Giovanni-Messina. Grazie mille ragazze ;)

un ABBRACCIO a tutti, ci leggiamo presto .... spero.

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Capitolo 5
*** Struggle ***


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I due demoni seguirono la donna nel sotterraneo del Tempio, circospetti e, per ironia della sorte, insospettiti.
La donna spiegò che l’incanto da loro tanto anelato si era sempre trovato sotto il loro naso, che aveva mal tradotto appositamente la loro pergamena poiché, come giuramento ulteriore nel suo compito di Sacerdotessa, non avrebbe mai dovuto permettere che cadesse in mani sbagliate e indegne.
Dispiaciuta, col rischio che anche la loro relazione si strappasse per quella bugia.
Innumerevoli volte, indecisa e contro se stessa, ogni volta che fu sul punto di placare il desiderio di quel suo irrinunciabile obiettivo, la sua anima giurata a guardiana lottava schiamazzando di tacere e l’amante in lei scalciava disperata, innamorata, contro essa per scaricare quel peso dal suo cuore, ribelle ed egoista.
Disse che il loro amore era stato nutrito da ripetute bugie, concepito con una menzogna e l’idea solida di vivere, sopravvivere, crescere e magari morire senza che gli occhi godessero della realtà, di dare una scelta al cuore guidata da, a pensarci bene, un comunque inutile buon senso.
Rise nel silenzio della corta e lenta discesa: quello che avevano, che provavano, non aveva nulla a che fare con ciò, con la logica del buon senso e dei ripensamenti cauti, con i sé e con i ma, bivi e riflessioni.
Si era abbattuto sui loro corpi con la forza di una valanga, irruente nell’anima e forzando, azzuffandosi con le regole inespresse e imposte dalle loro razze e dei loro ruoli.
Anarchico, ribelle, senza pietà li ha travolti, risucchiati in quell’oblio di piacere, amore, dolore, risentimento acquietato e travolgente desiderio, in cui a farla da padrone erano le loro mani calde, ruvidi e gentili, spesso frenetiche, i loro ansiti e sospiri, urlati, sussurrati e i loro corpi uniti, abbracciati sfiancanti, morbidi e forti, avvinghiati nell’amplesso rovente e umido tale ai loro baci suggellati nell’atto di arrendersi l’uno all’altra.
Ecco ciò che erano: due corpi arroventatosi a vicenda, succubi di un potere supremo, superiore ai suoi Dei e ai demoni lui simili; suo malgrado, il demone si ritrovò d’accordo, sogghignando quasi a quel monologo triste, riflessioni di quella donna che desiderava ogni notte.
Ma di cui, ostinatamente, credeva di non essere schiavo. Non sarebbe mai inciampato in quel malefico tranello.
 
Lei bloccò l’avanzata, rivolge dosi al vuoto di fronte, chiedendo di entrare a guardie invisibili che picchettavano l’ingresso di una grossa porta intagliata nella pietra grezza; l’uscio si schiuse, tagliando il corridoio con una lama di luce bianca, opaca come nebbia ma calda come il Sole.
Happy e il demone ne furono ammaliati e non si trattennero dal sfiorar con le dita quel raggio così invitante …
Si ustionarono.
Happy miagolò di dolore, arruffando il pelo ritto e soffiando indemoniato di rabbia contro la porta e il demone si coprì la mano, guaendo: le scaglie sul dorso delle dita erano liquefatte, lasciando all’aria umida del sotterraneo la carne nuda e bruciata, rossa e lucida, sanguinante.
La Sacerdotessa li guardò affranta e preoccupata, dispiacendosi dell’accaduto ma non sorprendendosi, aspettandosi anzi una cosa del genere.
Quel potere non era stato concesso per loro.
 
Un rombo sconquassò le fondamenta del Tempio, sballottando il trio contro il muro: un terremoto sembrava scuotere il monte e, ci scommise il demone, i territori confinanti.
Oltretutto, conosceva molto bene quei tremori; era abituato e sentir la terra vibrare di terrore sotto i suoi piedi, pestata con furia, forza e arrogante fame di morte.
Una mandria di demoni febbrili di sangue e devastazione terremotava i dintorni.
 
 


Ooook …. Direi che siamo fuori tempo massimo già da n’anticchia di giorni, che dite? Mi dispiace che quest’anno non stia rispettando i tempi, ormai calcolo questa fic come una delle mie solite, ma tengo a finirla prima di tutte, visto che aveva una sua ragione prima.
The End l’ho già fatta e un pezzo di Climax è stato scritto secoli or sono … dipende dagli impegni adesso .. e dalla voglia, ovvio.
Un abbraccio a tutti i lettori, grazie ragazzi! Alla prossima!
Ringrazione a Daimler per il commento lasciato la scorsa volta.

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Capitolo 6
*** Climax ***




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Sotto il cielo grigio e immobile, incolore di vita, demoni di stazza e fattezze diverse disseminavano nella neve cadaveri di foreste, case, piantagioni abbandonate e rimasugli dei vecchi abitanti;
insoddisfatti della poca e insipida popolazione che abitava i dintorni, si erano velocemente sparpagliati nei confini, dove la vita sarebbe stata più appagante da eliminare e oltraggiare.
I due giovani assistevano dall’alto allo scempio e il giovane demoni, risvegliando il suo furente potere che gli ricoprì il corpo di fiamme roventi, ordinò all’amata di nascondersi per poi scaraventarsi giù per il sentiero innevato inseguito da Happy. Fece incetta dei demoni minori con facilità, bloccando loro il passaggio per il Tempio come un irremovibile cane da guardia, gioendo e sfogandosi della violenta vendetta e sete di sangue che covava da anni.
Arrivò al cospetto dei suoi vecchi generali suoi pari e dei demoni maggiori che tanto desiderava detronizzare. Risero di lui e del suo intento, dissero di essere arrivati fin lì al solo scopo di guardare in faccia la sua imbarazzante disfatta.
Lui, offeso, riferì d’aver trovato la loro letale magia e di esserne sopravvissuto, d’averla a portata di mano, tronfio e soddisfatto nel vedere i loro occhi raggelarsi dal terrore.
Troppo tardi si rese conto, e con lui Happy, d’aver messo in pericolo la vita della Sacerdotessa.
Lo accerchiarono, lo annusarono e scovarono la traccia calda e succulenta del profumo della donna, schernendolo d’essersi rammollito tanto da non averla uccisa dopo essersi saziato di lei e della sua carne.
Demoni segugi seguirono l’inebriante profumo lungo il sentiero e il demone ringhiò imbestialito e impotente, un animale feroce ingabbiato e senza uscita.
Non avrebbe permesso che la raggiungessero.
Non avrebbe dovuto lasciarla senza protezione. Happy sarebbe dovuto restare con lei!
Non avrebbe perso contro di loro! Non una volta in più!
La sua vendetta sarebbe stata placata, quel giorno o mai più!
Sarà il demone più potente, imbattibile, temuto di tutti i territori conosciuti!
Camminerà sul sangue dei suoi nemici e calpesterà i loro cadaveri! Tutto per la sua gloria!
E lei …
Non l’avrebbero sfiorata. Nessuno di loro sarebbe arrivato a tanto per mano sua!
Lei era sua e non sarebbero sopravvissuti al solo guardarla!
Non avrebbero profanato la loro casa!
 
Atroci guaiti di dolore si levarono dal sentiero dietro le sue spalle, un bagliore colto dalla coda dell’occhio e la puzza di carne bruciata zaffò il suo sottile olfatto in meno di un minuto, seguito da una sensazione di calore e bruciore all’altezza della nuca. Lo sguardo voltato gli portò agli occhi la visione pericolosamente aggraziata della sua amante, l’incantesimo che poco prima aveva sprigionato per liberarsi dei segugi brillava radioso e scalpitante nel suo pugno e anche così trattenuto, i demoni percepivano il suo essere letale.
Miravano con terrore e incredulità la figura snella e candida di fronte loro, inquieta e impaurita a sua volta; i demoni ruggirono e indietreggiarono lentamente ad ogni passo in avanti della Sacerdotessa finché non finì fra le braccia del giovane demone.
<< Dimmelo, ti prego >> sussurrò lei contro il suo petto.
Il cuore palpitava forsennato, come mai prima: il terrore che i suoi nemici potessero arrivare a lei superava di gran lunga il desiderio di sangue e vendetta.
Stringerla viva, toccarla e sentirne il calore avvolgente e sensuale del suo corpo non aveva prezzo, nemmeno il suo orgoglio poteva competere con un tale desiderio di lei.
<< Ammettilo, o non potrò salvarci >>
<< Rinuncia >>
Rinunciare … un demone non abbandona mai un suo obbiettivo. Non perde e non demorde. Non abbassa la testa di fronte a nulla …
Ma quella sua caccia al nulla ne valeva il prezzo?
No.
Nemmeno i decenni trascorsi fra rancore e furia. Nulla in confronto a lei.
Quando poi la lucciola letale fra le sue mani non lo scalfì minimamente nonostante la vicinanza e anzi, cancellò senza dolore alcune scaglie del suo braccio, capì cosa effettivamente doveva abbandonare.
Fece avvicinare Happy ai loro corpi abbracciati e il demone felino premette il muso contro il fianco della donna, rubandole una carezza fra le orecchie.
La sua natura, la sua stirpe, il suo lignaggio non era nulla, se non poteva avere lei.
Quando lui le rispose, ignorando il branco di mostri attorno a loro pronti a renderli brandelli di carne, la Sacerdotessa sorrise serena e dalla sua mano aperta al cielo l’incantesimo scaturì in tutta la sua bruciante luce.
 
 
Nella sua arroganza il demone di fuoco credette davvero di poter essere un’entità superiore persino a quella magia, ma aprì gli occhi appena in tempo per capire, una volta per tutte, che quell’incanto non era altro che la donna che amava e tutto ciò che rappresentava. Con gli anni comprese che, se portati nella giusta direzione e spinti dal fato, ogni uomo o demone o altro essere consenziente e non, sarebbe caduto ai piedi di tale magia.
Che, per quanto si volesse combattere o per quanta paura potesse esercitare sulla coscienza propria, non vi era scampo e la sua forza incatenante gli avrebbe attratti inesorabilmente, senza scampo.
Con tutto il dolore che avrebbe riservato e con tutta la gioia con cui avrebbe premiato.
Non avrebbe mai punito, non era suo compito né nelle sue intenzioni.
Avrebbe solo preteso devozione e passione, totale coinvolgimento e, malgrado ammettesse ripensamenti e dubbi, tutti si sarebbero poi arresi e l’avrebbero accettato.
Perché l’Amore, per quante mille sfaccettature possa avere e per quante vie possa portare, renderà più umano anche l’essere più raccapricciante e maligno. Perché è quello che si cerca ma non si sa di volere, né che aspetto abbia né in quali sembianze si presenterà.




Porca miseria non lo credevo possibile sto aggiornamento.....
Ai miei lettori sopravvissuti .... ci vediamo domani con l'ultimo cap! E sarebbe maledettamente ora di chiudere 'sta week!
 

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Capitolo 7
*** The End ***




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E vissero per sempre felici e contenti …
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No, la spensieratezza di questa massima delle classiche favole non si addice alla vera essenza di questa storia.
Non ne è degna, non ne fa parte, non le si addice.
E diciamocelo, in tutta franchezza … poco c’azzecca.
Non è una favola classica, di quelle che leggeresti la sera prima di dormire a una mente infantile che bisogna di sogni e avventure, con principi su destrieri fieri, bellocci intrepidi e coraggiosi che sguainino la spada contro ogni ignobile mostro.
E che alla peggio si mettano a canticchiare nella foresta con accompagnamento gli animali che vi abitano e una sperduta principessa.
Non vi è nemmeno lei, incline ai guai e all’ingenua gentilezza, pronta per essere salvate dalla matrigna cattiva che le ha rinchiuse o maledette.
Eh no …
E’ la storia della dipartita di una vendetta, quella di un demone che quei principi li divora per merenda, della sua metamorfosi per il cuore di una donna sì gentile e bella, ma certo non sciocca e certo non con la singolare sindrome da “primadonna da palcoscenico”.
E’ una storia d’amore che ha peccato nel fuoco, sotto gli occhi delle stelle, che suo malgrado si è fatta beffa dei due innamorati.
L’incantesimo è il vero protagonista, così agognato e bramato, difficile da raggiungere e catturare, far proprio e possederlo ma a portata di mano di chi sa vedere col cuore e non con occhi ciechi; l’indiscusso artefice di questo racconto di cui persino io, che vergo su carta questo ultimo capitolo sono solo un bardo burattino, un cantastorie che le storie sfruttano, manovrato dal loro voler essere lette e ascoltate.
Un demone superbo tanto sciocco da cadere in pieno nella sua trappola e una donna che si riscopre tale, aggrappandosi a lui e insieme rapiti, e non solo portavoce d’invisibili che si divertono con le vite di chi li venera.
Non è una favola, è la fine della vita di un mostro e di una eremita che non ha vissuto se non per gli altri.
E’ la favola del loro riscatto, di cui l’amore è artefice e premio, principio e fine.
 



Me lo dico pure io: è proprio la fine ... Alleluja!
Vi dirò, non ho fatto proprio un gran lavoro, non ho nemmeno rispettato l'idea di favola che volevo darle ... alla fine ho optato per questo epilogo "spiegazione del sottotesto" ... roba dell'altro mondo, insomma. Na cosa che non ha né capo né coda.
Comunque, almeno ho concluso questa storia che già mi stavo trascinando per le lunghe senza un vero motivo ....
N.B.
tengo a fare delle precisazioni, prima che i dubbi assalgono tutte voi e copio e incollo la spiegazione che ho dato a daimler così da non incespicarmi nelle mie stesse parole, questo perchè The End forse può parere difficile da comprendere:
volevo intendere che non si può definire una vera e propria favola...Ho presentato la.storia come una favola.. Ma favola non è. . Non ha i connotati classici. Puoi leggerla cm una favola nera per il fatto del demone, Puoi leggerla come una semplice storia d"amore, Puoi leggerla come la.storia dell'amore. Alla fine non sono stata coerente con quello che avevo presentato ... ma tecnicamente loro sono solo due burattini, due personaggi che devono dare un volto alla vera protagonista.. pure io mi presto a questa cosa, definendomi come un burattino ..... è una cosa complicata .. purtroppo pensavo fosse un idea originale, ma forse devo cercare di rendere le cose più semplici :)
Ripeto, non è una della cose migliori che ho buttato giù nel sito!
Ci si legge presto .... spero.

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