Sacrifice

di Pouring_Rain11
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


The Avengers – Sacrifice
 
Capitolo I

Mi mordicchio un’unghia annoiata. La scuola è una tortura. Il professore è semplicemente soporifero, i miei compagni sono idioti, condivido la stanza con le ragazze più stronze del mondo e non potrò allontanarmi da qui se non nei prossimi… sei mesi?

“Solheim?” alzo gli occhi dal libro. Non stavo ascoltando. “Ehm…” Guardo le scritte sulla lavagna. Terra. Sistema Solare. Galassia. “Stelle?” Ma che?! “Molto spiritosa, Solheim. Penso che un giretto dal preside, data la sua continua disattenzione, non potrà che aiutarla. Può andarsene, se vuole.” Roteo gli occhi. Non ti sopporto nemmeno io. Mi alzo in piedi sbuffando ed esco dalla classe sbattendo la porta. “Beneducata vedo.” Sento il commento dall’altra parte. Scroscio di risa. Che vada a farsi fottere, lui e la sua pelata del cavolo.

Mi immagino già la cosa: “Freya Solheim, studentessa scappata dall'Olympus Institute perché poco accettata per restarci.” Patetico. Come mai potrebbe un’ingenua ragazzina fuggire da questo carcere inglese sperduto nel nulla?

Ci potrei fare un pensierino… visto che più una scuola è definitivamente una prigione.

Attraverso il corridoio strascicando i piedi come fossero macigni. Questi dannatissimi mocassini! Decido di sfilarmeli ed inizio a camminare scalza, mentre nessuno mi vede. Al diavolo l’uniforme. Al diavolo tutto.

Entro in bagno. Mi sciacquo il viso fino a farlo divenire rosso. Poi mi specchio. I soliti capelli castani e mossi che poco hanno a che fare con le mie origini nordiche, i miei occhi azzurro scuro, così scettici e duri… la carnagione chiarissima ed il volto con qualche lentiggine, giusto per far capire un po’ da dove provengo. Il tutto condito con un corpo che non ne vuole sapere di diventare come quello delle mie compagne. Svilupparsi. Non sono alta, nemmeno magrissima, non ho quelle che si possono definire “forme” e possiedo dei piedi che forse farebbero invidia a Cenerentola. Una zanzaretta fastidiosa insomma. Una zanzaretta di diciassette anni. O forse diciotto, a malapena ricordo il mio compleanno.

Osservo le mie mani. Le dita affusolate, l’anello di mamma. Quella madre che non ci è mai stata, morta per chissà quale motivo. Il ciondolo con la pietra blu. Due gioielli uguali che dovrebbero proteggermi. Ma che invece non fanno nulla. Più che ovvio.
Mi rinfilo le scarpe ed esco. C’è una portafinestra nel corridoio a fianco a quello in cui sto passeggiando. Anche se quest’inferno è tutto uguale so come orientarmi.

Manca poco al mio obiettivo. Uno, due, tre. Sono fuori. Inspiro aria fresca (si fa per dire) e rilascio aria sporca di voglia di scappare. Non resisterò ancora molto qui, me lo sento. Il problema è che avrei già scalato quest’edificio anni fa, solo che soffro di vertigini... Bello.

“Signorina Solheim?” mi volto e vedo niente popò di meno che il preside. Eccomi servita. “Sono qui.” Rispondo aprendo un poco le braccia. Si vede che lo rispetto, vero? “Non faccia la spiritosa, sono venuti per lei.” Aspetta che?! “Potrebbe spiegarsi un po’ meglio?” Sollevo un sopracciglio. Chi mai verrebbe per me? Mio padre non si fa vivo da anni (dopotutto non sa nemmeno che esista) e mia madre… beh, lei è morta.

“Può farmi il favore di seguirmi? È importante.” Vedo l’uomo alto e robusto voltarsi e noto una chiazza grigiastra nei suoi capelli neri tirati all’indietro. Non era immortale? Roteo gli occhi e prendo a zampettare annoiata dietro di lui, mentre attraversiamo uno dei corridoi grigi e freddi. Ne ho abbastanza. Ma ora il problema principale è… Chi è venuto per me? Ho il mal di testa. Troppi interrogativi, forse? Ma ormai mi va bene tutto… “Prima le signore.” Borbotta il big boss aprendo la porta del suo ufficio. Entro svogliatamente incrociando le braccia al petto. La tappezzeria asettica e grigia cozza contro gli arredamenti kitsch rossi scuri e le sedie imbottite. Da pazzi.

E poi lo noto. C’è un tizio seduto.

“Freya Marin Solheim?” l’uomo che c’è nell’ufficio si alza in piedi. Non ho la minima idea di chi sia, ma credo di averlo già visto. Forse in TV? Poco probabile, ultimamente il mio cervello mi gioca brutti scherzi… “Ehm… Sì?”rimango davanti all’uscio, come in attesa, mentre il capo chiude la porta dietro di me. “Vi lascio soli…” Bisbiglia prima che le mie vie d’uscita si riducano a zero. Non mi muovo di un passo. “Avanti, siediti. Non mangio le persone.” Il suo tono di voce è tranquillo. Mi metto ad osservare il tipo inclinando di lato la testa. Brutte abitudini… I capelli sono castani, così come gli occhi. È abbastanza alto e robusto, con una barbetta ed indossa una t-shirt strana. Un triangolo azzurro e luminoso pulsa all’altezza del cuore. Interessante. “Non ho tutto il giorno. Muoviti.” Mi dice con un tono un po’ più spiccio. Mi posiziono sulla sedia di fronte alla scrivania del preside, accanto a lui. “Chi è lei?” Chiedo puntando il mio indice verso la lampadina nella maglietta. “Questo mi rende triste… davvero non hai la minima idea di chi sia?” Scuoto la testa senza spostare la mano. “Tony Stark. Piacere.”

Sollevo un sopracciglio. “Ancora nulla? Andiamo! Sono il proprietario di una delle industrie più famose del mondo e sono anche un miliardario… non ti dice proprio nulla nemmeno questo?” E così dicendo indica il simbolo sulla maglia. Mi mordo il labbro inferiore. È un interrogatorio? “Bè, a dirla tutta quello sembra il simbolo di Iron Man, non so se mi sbaglio.” Scosto una ciocca di capelli dal viso abbozzando un sorriso sarcastico. Magari così mi gioco l’unica possibilità di uscire da qui… “A quanto pare il cervello funziona a dovere… allora, dov’eravamo rimasti?” Sgrano impercettibilmente gli occhi. Non ci credo. “Giuro che non ci avrei mai pensato. Guardo pochissima televisione, sa?” L’uomo mi guarda di sbieco. Okay sto zitta. “Dunque… Potresti gentilmente dirmi da quanto tempo sei qui…?” Prendo ad osservare l’ufficio con attenzione. “Penso da sempre, perché?” Non ho ancora capito dove vuole andare a parare. “Bè, allora sei la persona che cercavamo. Vedi quella collana e quell’anello lì?” Così dicendo indica gli stessi. Istintivamente porto la mano al mio collo. “Quindi?” Chiedo mentre osservo il mio anulare destro. “Quelle pietre sono state modificate attraverso degli esperimenti ed hanno la capacità di attirare i liquidi. Se riuscissimo a fonderle insieme, potresti sollevare l’oceano con il pensiero. No okay, forse non tutto l’oceano…” Sta scherzando, vero? Aggrotto le sopracciglia. “Non ho ancora capito né perché è venuto qui e né chi è questo ‘noi’ a cui fa sempre riferimento. Non sono così informata, sa? Le comunicazioni in questo luogo sono ridottissime e… come può notare non possiedo nemmeno un cellulare, sennò mi sarei messa a giocare a (come si chiama?) ‘Candy Crush Saga’ almeno dieci minuti fa.” Dopo quest’improbabile sproloquio mi alzo in piedi di scatto e faccio per andarmene. “Bè, a quanto pare devo dirtelo: Benvenuta negli Avengers.” Okay. Ora credo di aver detto una parolaccia nella mia mente.

Ho sentito bene? Avengers? E cos’è, uno scherzo?

“Sono in TV, non è vero? Mi avete presa in giro…” ridacchio freddamente. “E quindi dovrei pensare di essere cosa? Una superdotata? No grazie. Quasi quasi resto qui.” Mi risiedo pesantemente mentre Tony si alza in piedi ed inizia a passeggiare. “Bè, un grazie dell’opportunità mi bastava… Potresti salvare il mondo, avere successo e forse potresti anche vendicarti in futuro di chiunque pensi che tu valga meno di zero. Una bella rivincita, no? E poi in un certo senso scopriresti parti di te che nemmeno sapevi esistessero. Ora tu sei Freya, ma se a Freya aggiungessimo la capacità di manipolare i liquidi? La cosa si farebbe di certo più interessante.” Boom. Caput. Ora cosa rispondo?

“Bè, se è un modo per farmi uscire da qui, allora accetto. Ma non voglio che su di me venga effettuato alcun esperimento, è chiaro?” Non posso credere di aver detto una cosa così stupida. “Va bene, affare fatto.” Incrocio le braccia al petto. “Quando si parte?” Chiedo alzandomi in piedi come una bambina entusiasta. “Ora, se il preside me lo concede.” Lascio questo posto.

Oggi è il mio giorno fortunato a quanto pare.



Angolo Autrice :)


Ciao a tutti lettori!
Se siete passati di qui, vuol dire che la mia storia vi ha incuriosito almeno un pochino. Mi fa piacere, dato che è la mia prima fanfiction su The Avengers e la prima che pubblico effettivamente ;)
Che ne dite dell'inizio? Vi ispira? Accetto commenti di ogni tipo, soprattutto le critiche (se costruttive). Mi spronano a fare meglio :D
Per quanto riguarda gli aggiornamenti, penso che inizierò con postare almeno due capitoli a settimana, poi si vedrà ;P
Bè, spero che la mia storia possa piacervi, un abbraccio ed al prossimo capitolo!
-Rain <3 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

Corro nella mia stanzetta, sicura che sarà l’ultima volta che la vedrò. Apro la porta di scatto e mi tuffo verso l’armadio. La mia valigia, ho bisogno di una valigia. Inizio a prendere le mie cose a casaccio e a buttarle lì dentro, talmente velocemente da saltare da una parte all’altra della topaia grigiastra  come se dovessi fuggire da qualcosa. O da qualcuno, dipende.

Mi fermo soltanto quando realizzo che manca solo una cosa. La foto dei miei genitori. La prendo in mano e sorrido, accarezzando un angolo danneggiato della cornice.

Mi vedi mamma? Sai cosa sto per fare? Lascerò questo posto. E tu papà, anche se non sai chi sono, sappi che ti voglio bene.

Infilo bruscamente anche quella fra gli abiti, le scarpe ed i libri. Chiudo di scatto il mio bagaglio scolorito e salto in piedi. Sembro quasi un soldatino.

Proprio in quel momento la porta si spalanca. E no, non sono le mie adorate compagne di stanza, ma è Abby, l’ultima arrivata. Trotterella verso di me guardandomi con i suoi occhioni da bambina di sette anni. “E’ vero che te ne vai?” la vocetta della piccola sembra quasi riscuotermi dai pensieri di prima. Lascio cadere la valigia.

“Sì, Abby. Lascio questo posto dopo diciassette lunghi anni. Penso tu sia l’unica persona che mi mancherà davvero.” Detto questo mi inginocchio alla sua altezza e sorrido, mentre dai suoi grandi occhi verdi scendono grossi lacrimoni. “Come farò senza di te? Eri la mia guida, ricordi? Non lasciarmi sola anche tu…” A quelle parole sento le lacrime pizzicare anche i miei occhi e mi avvicino all’orecchio della bimba con fare complice. “Posso confidarti un segreto?” Sussurro mentre la abbraccio. Un corpicino tremolante contro un corpo che vuole soltanto avere vita. “Io da oggi andrò a salvare il mondo.” Dopodichè sento le manine della piccola appoggiarsi sui miei capelli. “Per favore, promettimi che dopo aver salvato il mondo ritornerai. Ti prego.” Inizio a piangere. “Sì Abby, te lo prometto, salverò il mondo per te. E poi tornerò, ad ogni costo.” Stringo al mio petto quei boccoli biondi che non scorderò tanto facilmente e lascio che sia lei a sciogliere l’abbraccio. “Ciao.” Mormora sorridendo ed uscendo dalla porta. “Ciao, scricciolo.” Dopotutto questo luogo mi mancherà.

“Sicura di non volerci ripensare?” Il preside mi poggia una mano sulla spalla, quasi fossi la figlia che non ha mai avuto. Sei credibile, credibilissimo. Roteo gli occhi e mi allontano bruscamente. “Ho fatto la mia scelta. Sappia che non mi mancherà affatto.” Sorrido vittoriosa entrando nell’auto che mi porterà, almeno credo, all’aeroporto più vicino. “Le vuole bene la ragazza, vedo…” Rido fra me e me alle parole di Tony, che in fondo non mi sta proprio così antipatico. La macchina parte e sento che una parte di me, quella apatica e priva di voglia di vivere, si allontana (quasi) totalmente dal mio essere.
 

Appoggio i piedi a terra con un sorriso a trentadue denti. Viaggiare con un Jet privato? E chi se lo aspettava… “New York, New York. Oh yeah.” Guardo stranita Stark mentre apre il bagagliaio del taxi che ci ha portati fino a un grattacielo enorme. “Questa è la Avengers Tower?” Chiedo guardando in alto e cercando di capire dove finisce. “Esattamente. Avanti, entra.” Mi dice aprendomi la porta come un vero gentiluomo. “Bentornato, signore.” Una voce un po’ metallica ci accoglie non appena entriamo. “Cosa?” Inizio, ma vengo subito bloccata. “Non cosa, ma chi. Freya, ti presento JARVIS, il mio computer personale.” Interessante… “Gli altri sono di sopra ad aspettarla, devo indicare alla signorina la posizione della sua stanza?” Faccio per rispondere che riesco a cavarmela benissimo da sola, ma vengo preceduta. “Non preoccuparti JARVIS, ci penso io.” Okay, dopo questo illuminante discorso uomo-macchina, credo di aver capito dove mi trovo effettivamente.

“Era ora Tony! L’hai trovata?” Una donna con i capelli rossi e corti mi si avvicina. Non è altissima, ma ha un bel fisico ed occhi verdi molto penetranti. “Nat… è appena arrivata, cerca di non essere subito te…” Abbozzo un sorriso imbarazzato mentre ‘Nat’ mi squadra. Mi sento come un esperimento scientifico andato male. “Natasha Romanoff, ma tu puoi chiamarmi Nat se vuoi, si fa decisamente più in fretta. Sono l’unica donna qui, oltre a Pepper, la moglie di Tony. Quindi… Cerca di sopportare tutti quegli uomini come faccio io.” Bene… Andrà alla grande, me lo sento. Prendo un profondo respiro e mi incammino dietro di loro stringendo convulsamente i manici della mia valigia. Speriamo vada bene, speriamo vada bene, speriamo vada…

L’ambiente è più aperto di quanto pensassi. Una vetrata sovrasta tutta la sala e mostra il profilo di tutta New York. Quattro figure maschili sono sedute su alcune poltrone e parlano fra di loro, senza degnarmi di uno sguardo. A destra posso notare due uomini entrambi biondi e con gli occhi azzurri. Il primo ha un’aria forse un po’ rozza, i capelli lunghi ed un fisico molto muscoloso. Indossa un mantello rosso e stringe in mano un martello che non sembra poi così leggero… Il secondo uomo, invece, ha un aspetto decisamente più curato (forse sono i capelli tirati all’indietro?), nonostante abbia indosso soltanto una t-shirt e dei jeans. Dall’altra parte della stanza invece ci sono un tipo con capelli ricci e castani che sembra un medico, anche a causa del camice bianco che indossa e l’ultimo uomo, abbronzato e con gli occhi azzurri, che ha indosso una faretra carica di frecce. Okay, sono tipi strani.

Tony fa finta di tossire, facendo voltare praticamente l’intera stanza verso di me. Sorrido timidamente ed alzo una mano come per salutare, anche se in fondo mi sento una piccola idiota. Forse questo poi non è il posto giusto per me… Abbasso lo sguardo, come dopotutto mi hanno insegnato a fare, siccome mi stanno osservando ben sei paia di occhi. “E’ lei?” Chiede il secondo uomo, alzandosi in piedi. “Freya Marin Solheim, diciassette anni, quasi diciotto. Norvegese, nata ad Oslo. Era in un istituto inglese, proprio come ci avevano indicato… non si è mai allontanata da lì. E come puoi vedere, indossa proprio quelle pietre di cui ci avevano parlato. A meno che non sia una sua sosia, credo proprio sia chi stavamo cercando, Steve.” Mi mordo il labbro. Come fanno ad avere così tante informazioni su di me?  “Aspettate… Chi vi ha detto tutte queste cose?” Incrocio le braccia al petto lasciando a terra la valigia. “Bè, abbiamo molti contatti con il resto del mondo, a differenza della tua ex-casa.” Tony si volta verso di me con fare ovvio. “Quindi… Ora cosa dovrei fare? Insomma… Conoscete la mia vita, sapete che indosso due pietre particolari e continuate a guardarmi come se fossi un fantasma… Forse non sono come vi aspettavate? O probabilmente non sapete come comportarvi con me in questo momento, visto il mio essere un po’ scombussolata… Avanti, ditemi che cosa devo fare. Devo uccidere qualcuno?” Inizio a fissare tutti loro, come se potessi entrare nel loro gruppo così, semplicemente parlando. “Direi che è ora di scoprire cosa sai fare, ti lascio nelle mani del nostro dottore, o scienziato, se preferisci.” Vedo l’uomo con i capelli ricci alzarsi in piedi e venire verso di me. “Dottor Bruce Banner.” Dice soltanto iniziando a camminare verso un corridoio laterale. Non mi resta che seguirlo, sentendomi ancora gli occhi di tutti addosso.

“Allora, vediamo un po’… Posso avere quei gioielli?” Così dicendo Bruce indica la mia collana ed il mio anello. “Non ho ancora capito in che modo quelle pietre potranno aiutarmi… Non hanno mai funzionato.” Mi siedo sulla scrivania accanto al computer, accorgendomi solo ora di aver lasciato di là la mia valigia. “Non preoccuparti per le tue cose, ci penseranno gli altri. Ora guarda.” Mi avvicino allo schermo illuminato sulla parete, il quale mostra l’interno delle due pietre azzurre. “Proprio come ti ha detto Tony, se riuscissimo a riavvicinare le pietre il tuo potere si manifesterebbe. Non credo sia solo nei gioielli… Insomma, penso che il dono sia tuo dalla nascita, ma le gemme sono… come dire… la scintilla che fa scoppiare l’incendio. Una sorta di stimolo per permetterti di manipolare i liquidi. È affascinante.” Aggrotto le sopracciglia. “Quindi io non sono normale?” Chiedo prendendo a camminare per la stanza ed osservando ogni tanto i vari strumenti bianchi e lucidi. “Sei umana, certo, ma probabilmente con caratteristiche da mutante. Però non capisco la scelta di incanalare il potere in questi gioielli. Penso l’abbiano fatto… per proteggerti.” Effettivamente mi sembra strana come cosa. Forse mia madre non ha mai accettato il fatto che non fossi umana del tutto ed ha deciso di ‘bloccare’ le mie abilità in questo modo. O forse perché una bambina così piccola avrebbe potuto finire nelle mani sbagliate ed usare il potere per scopi non poi così puliti…

“Okay, dovremmo esserci. Ho smontato le pietre dal loro supporto metallico e dalla reticella che le bloccava, quindi ora puoi avvicinarle. Fa’ attenzione, però.” Mi dice passandomele. Prendo in mano le due piccole rocce azzurre, cautamente. Sono calde e lisce. Ad un certo punto noto come una sostanza al loro interno muoversi ed esse si avvicinano proprio come due calamite. “Perché non ci sono mai riuscita prima d’ora?” Osservo con attenzione il mio palmo e la strana struttura che è venuta a formarsi. “Probabilmente era proprio il metallo a frenare la reazione. Ora non ci resta che capire come attivare il tuo potere. Il resto penso verrà da sé.” Appoggio l’altro palmo sulle due pietrine e sento che iniziano a scaldarsi ulteriormente. “E’ normale che si scaldino così?” Chiedo un po’ incerta. Non vorrei esplodessero tutt’ad un tratto… “Quello che mi rende perplesso è la grande quantità d’energia che contengono… Magari distruggendole essa si sprigionerebbe.” Okay, non era proprio ciò che avevo in programma… Distruggere delle pietre insieme ad uno scienziato? “Non ci resta che provare. Al massimo, se non succede nulla, mi farete tornare in quell’istituto, dicendo che vi eravate sbagliati e la mia vita riprenderà ad essere terrificante come prima.” Appoggio nuovamente le pietre accanto al computer, aspettando che succeda qualcosa.

Ad un tratto, però, quelle iniziano a tremare. Cinque minuti dopo inizio a vedere blu ed inizia a girarmi la testa. Possibile che sia bastato solo il mio contatto? “Freya! Tutto bene?” Mi chiede Bruce avvicinandosi a me e fissandomi preoccupato. “Sì… Tutto… Okay.” Borbotto mentre vedo che il movimento nelle pietre si è fermato. “Io… Per un momento… Ho visto blu. Come se fossi dentro la pietra. È stato stranissimo.” Scuoto leggermente la testa, come per scacciare la sensazione. Intanto Bruce riempie un bicchiere con dell’acqua ma, quando faccio per prenderlo, lo poggia su un tavolino poco lontano. “Proviamo subito a vedere se hai assorbito l’energia. Concentrati sull’acqua e prova a muoverla.” Prendo un respiro profondo. Funzionerà mai questa cosa?

Mi concentro sul bicchiere ed immagino che l’acqua contenuta al suo interno possa uscire e fluttuare in aria senza disgregarsi. Chiudo gli occhi e cerco di mimare con le mani il movimento che fa nella mia testa. Apro piano un occhio e noto una piccola bollicina trasparente in aria, proprio sopra al resto dell’altra acqua. “Wow.” Dico mentre cerco di riportarla all’interno del bicchiere. “Come inizio non è male, penso ti ci voglia dell’allenamento.” Bruce chiude i programmi del computer ed inserisce le pietre ‘scariche’ in una provetta. Non ci credo. Esco insieme a lui dal laboratorio, sorpresa che ci sia voluto così poco tempo.

Non vedo l’ora di scoprire che cosa sono capace di fare.      



Angolo Autrice :)

Buonasera a tutti! (O per qualcuno buonanotte, dipende) *Si rende conto che forse è un po' tardi per aggiornare, ma dettagli*
Sono riuscita ad aggiornare! *Balla*
Okay, dopo questa "cosa", passiamo ai ringraziamenti: 
-39 visite al primo capitolo in due giorni... Wow. (Forse non è tantissimo, ma io sono più che felice di tutto questo :D)
-Due recensioni!! Ragazzi non saprete mai quanto sono felice! ^////^ Grazie mille  
winterlover97 e Kind_of_Magic <3 <3
E poi grazie mille sempre a
winterlover97 per aver inserito la mia storia nelle seguite e nelle preferite! 
Che ne pensate di questo capitolo? Io sinceramente lo trovo un po' noioso... Ma ogni critica è ben accetta, perchè potrebbe aiutarmi a fare sempre meglio! ;) Non preoccupatevi se dovete criticarmi qualcosa, basta che lo facciate in modo costruttivo :)
Freya ha incontrato i nostri Avenger e... probabilmente ha iniziato a "sperimentare" con i suoi poteri... è un inizio, no? 
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!
Un abbraccio e ci si sente al prossimo capitolo!
-Rain<3


 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

“Non male, non male davvero.” Mi sento come un topolino da laboratorio. Va bene, non stanno facendo esperimenti su di me come promesso, ma il mio ‘potere’ sembra averne bisogno. “Sono qui da due ore, l’unica cosa che riesco a fare è sollevare bollicine fluttuanti grandi appena come palle da biliardo che scoppiano dopo pochi secondi. Non credo siano grandi progressi.” Incrocio le braccia al petto, soffiando via i capelli dal volto come una bambina arrabbiata. Okay, non che perda la calma troppo facilmente, ma mi sento un po’ impedita. È una strana sensazione poter muovere l’acqua, anche se non proprio come voglio davvero. “Non esiste tutto e subito. Un potere va coltivato allenandosi, così come ci si allena per la difesa personale o per sparare. Io ne so qualcosa.” Natasha, o meglio, Nat, mi si avvicina. “Continuerò a provare, fino a quando non sarò riuscita a muovere tutta l’acqua della bacinella. Poi… cos’altro dovrò imparare ancora?” La donna mi poggia una mano sulla spalla. “Probabilmente hai altre abilità… come ad esempio ghiacciare i liquidi o farli evaporare… Devi solo credere di più in te stessa. Avanti, riproviamo.”

Mi concentro nuovamente sull’acqua nella bacinella, pensando a sollevarla tutta e lasciarla sospesa in aria. Inizialmente non succede nulla, ma poi, provando ad accompagnare con un movimento delle mani il mio pensiero, sento che qualcosa cambia. Piano piano, una quantità misera d’acqua inizia a muoversi e ad uscire dal contenitore. Dopodichè spingo il tentacolo che si era creato verso uno dei bersagli che avevo posizionato precedentemente, senza però colpirlo. L’acqua poi scivola a terra, lasciando un percorso umido. “Forte.” Commento abbozzando un sorriso ed osservandomi i palmi. “Forse puoi recuperarla… Magari generi anche acqua dal nulla.” Natasha fa per uscire dalla stanza, mentre io penso a concentrarmi su quella che può effettivamente nascere dalle mie mani, trasparente e pulita proprio come quella che uso per allenarmi. E andiamo! Con un colpo secco mi ritrovo completamente bagnata dall’acqua che ho appena creato. Perdere la calma ed utilizzare i poteri non vanno d’accordo, mi sa. Sposto la bacinella su un tavolino poco lontano da dove ho iniziato ad esercitarmi e decido che per oggi è abbastanza.

Mentre cammino per uno dei corridoi completamente zuppa, avverto di non essere sola. Mi volto dopo pochi secondi ed incrocio lo sguardo del tizio con le frecce. Come si chiama già? Clint? “Già finito l’allenamento?” Mi chiede mentre mi appoggio al muro cercando di legarmi i capelli bagnati. “Penso che riprenderò più tardi… Al massimo domani. Perdere la calma non mi aiuta affatto, come puoi vedere.” Lui intanto abbozza un sorriso, guardando a terra come se gli fosse appena tornato in mente qualcosa. “Bè, coltivare un potere non credo sia facile… Ma devi pensare sempre a questa cosa: comunque vada, tu sei e sarai sempre un Avenger. E soprattutto ricorda che combatti per il mondo, non per te stessa. Bisogna sempre essere pronti a tutto, quando si accetta un compito così difficile.” Mi mordo il labbro inferiore, nervosa. “Non so se potrò già scendere in campo, questa volta. È solo da ieri che mi alleno, perciò non ho fatto poi così tanti progressi… Forse devo lasciar perdere.” Borbotto poco convinta. “Quello è sicuro, ci vuole allenamento. Poi bè, nel tuo caso mi sa che dovrai sbrigarti a capire come evocare il tuo potere… Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Ci guardiamo tutti le spalle, anche se non siamo propriamente una squadra. Ci sono molti problemi, certo, ma facciamo del nostro meglio per non dividerci. Questa è la regola fondamentale.” Annuisco lentamente. Mai avrei pensato che l’arciere fosse anche un mezzo filosofo. Lo ringrazio per il discorso e vado in camera mia. Ho decisamente bisogno di staccare un po’.

“Casa, dolce casa… o quasi.” Mormoro appena entro. L’ambiente non è troppo grande, ma in compenso c’è spazio per tutte le mie (poche) cose ed ho addirittura un bagno privato. Mi butto sul letto a due piazze con un sospiro. In confronto a dove vivevo prima qui è una reggia. Osservo con attenzione la fotografia dei miei sul comodino, posizionata proprio quando sono arrivata ieri. Sembrano così felici… Sorrido anche io con loro, mentre mi alzo ed afferro una scatoletta che ho notato sulla scrivania poco lontano. La scarto e rimango pressappoco sorpresa. È un IPod. Che cosa me ne faccio di un IPod? Poi noto che dietro alla scatola dello stesso c’è un biglietto. “Nel caso tu perda la calma, qui c’è della musica che potrebbe aiutarti.” Wow. È forse la prima azione gentile che qualcuno fa nei miei confronti. “Grazie.” Dico rivolta a JARVIS, certa che anche tutti gli altri potranno sentirmi. Ma quanto sarà costato questo aggeggio? Faccio spallucce, dopotutto è un regalo… Decido di mettermi le cuffiette e faccio partire la prima traccia. Forse mi aiuterà a ritrovare la calma proprio come mi hanno detto.

“E dai però!” stringo i pugni proprio davanti alla ciotola d’acqua. Finora sono solamente riuscita a sollevarne piccole quantità e a farle scoppiare. Ogni tanto provo a materializzare qualcosa dal nulla, ma i risultati sono scarsi. Non parliamo poi di ghiacciare qualcosa… “Freya! Sapevo ti avrei trovata qui. C’è una cosa che devi vedere.” Bruce entra nella stanza con in mano le mie pietre. “Che succede?” Chiedo un po’ spazientita, anche a causa della mia incapacità nel gestire i poteri. “Ho trovato questo metallo che non isola l’energia contenuta nelle due gemme, così da permetterti di ‘ricaricarla’ all’istante, semplicemente tenendole al collo.” Sollevo un sopracciglio. “In che senso ricaricare?” Non è che funziono come un giocattolo a pile? “Bè, l’energia contenuta nella struttura delle pietre dura per un tempo limitato, dopodiché si rigenera e i tuoi poteri ne risentono… Prova ad indossare questa, magari ora riuscirai a fare di più.” Interessante… Prendo in mano il gioiello, osservandolo attentamente. Si tratta di due catenine insieme, che sostengono le pietre come in due collane separate. Carino. Decido di indossarlo e riprovo a sollevare tutta l’acqua dall’intera bacinella. Sento come se qualcosa mi rigenerasse dall’interno, rendendomi forse più potente. Ed intanto l’acqua si alza, proprio come volevo. “E’ una magia, grazie mille.” Dico sorridendo, mentre Bruce ritorna nel suo laboratorio. Provo a riportare l’acqua all’origine, poi mi avvicino alla ciotola. Ora voglio provare a ghiacciarla. Sfioro con un dito la superficie del liquido e la vedo cristallizzarsi quasi subito. “Okay, come non detto, è abbastanza semplice.” Mormoro mentre poi tento di farla evaporare stringendo i pugni lentamente. Mi ci vuole circa mezz’ora, ma, ehi, mi sento già molto più motivata e pronta.

Sono seduta insieme a tutti gli altri nella stanza con le poltroncine, che da quanto ho capito è una sorta di luogo per le feste. Penso che stiano pensando a cosa fare per recuperare un certo scettro appartenuto ad un tale chiamato Loki, che a quanto ho capito deve essere il fratello di Thor (il biondo con il mantello rosso) o qualcosa di simile. Fatto sta che non è per niente semplice assimilare tutto… Sono arrivata soltanto ieri e la mia mente trabocca già di informazioni. Devo ambientarmi, devo capire il perché di tutto questo, ma soprattutto devo scoprire cos’è il mondo. Quel posto dal quale sono sempre stata allontanata, rinchiusa in un posto peggiore di una prigione, sola, abbandonata, quasi rabbiosa. Stanca di quella vita troppo stretta e desiderosa di cambiamenti. Ora forse rimpiango quel posto, perchè probabilmente sono incapace di adattarmi anche se sto facendo del mio meglio. Magari mi ci vuole solo un po’ di tempo, chi lo sa. “Si trova a Sokovia, lo ha Strucker. Partiamo domani.” Tony finisce di scartabellare alcuni documenti su uno dei tablet disposti praticamente ovunque nella torre. Gli altri si dirigono verso le proprie stanze, probabilmente vanno a prepararsi per domani. Solo io non ho la più pallida idea di ciò che sto per fare? “Ehm… Tony?” Chiedo a mezza voce, avvicinandomi all’uomo che mi ha trascinata in questa situazione. “Che c’è?” Si volta e solleva un sopracciglio. Mi sforzo di non abbassare lo sguardo e continuo. “Avete intenzione di farmi scendere in campo già da domani?” Mi sento come una stupida in mezzo ad un gruppo di supereroi. Forse lo sono. “Certo. So benissimo che è rischioso, ma tu ce la metterai tutta, no? E se dovesse succedere qualcosa… Non sei più da sola ormai.” Abbozzo un sorriso, cercando di autoconvincermi che andrà tutto bene.

Perché io me lo sento: domani sarà una lunga giornata.



Angolo Autrice :)

Ciao a tutte e a tutti!
Che ne pensate? E' un bel capitolo? Finalmente sono riuscita ad aggiornare ad un orario decente!!
L'azione è pochina in questi primi capitoli e me ne rendo conto... Dal prossimo la cosa dovrebbe iniziare a movimentarsi un pochettino... 
Freya sta iniziando a scoprire i suoi poteri ed alcuni dettagli della situazione in cui si è cacciata. Secondo voi riuscirà a venirne a capo oppure no? XD 
Nel prossimo capitolo entreranno in scena i gemelli (FINALMENTE!! *parte un coro angelico manco quello di DNA*) e mi sa che ne vedremo delle belle ehehe ;)
Come sempre ringrazio i lettori silenziosi per aver dato un'occhiata e li sprono a recensire, le tre persone che l'hanno inserita nelle seguite e Kind_Of_Magic per aver recensito lo scorso capitolo ;) vi voglio un mare di bene!!
Beh, qui è tutto, un abbraccio ed al prossimo capitolo!
-Rain<3


 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV

Sono sul quinjet, pensando a come (e soprattutto se) me la caverò. Gli altri mi sembrano abbastanza tranquilli, ma ho capito che in genere sono abbastanza criptici. Poi mi sento quasi come un’estranea, un’intrusa in un gruppo già consolidato. Niente di nuovo perciò. Mi stringo nelle spalle mentre l’ansia mi attanaglia lo stomaco. Sto seriamente iniziando a preoccuparmi. Ma no, non posso continuare a fare la vittima ed a sentirmi come un’emarginata. Piangersi addosso non è da me. Però non so nemmeno con precisione cosa dovrò affrontare, visto che nessuno si è preso la briga di spiegarmelo ed io, da brava nuova recluta, non ho fatto domande. Ad un tratto vedo Steve, o meglio Captain America, avvicinarsi a me. “Agitata?” Mi chiede abbozzando un sorriso. Cerco di fare lo stesso, stringendomi nella felpa di tre taglie più grande che mi avevano prestato anni prima all’Istituto. Non potevo combattere con la mia uniforme, né con gli altri vestiti che possedevo. Così mi sono rinchiusa in questo felpone e dei jeans che avevo già abbinandoli a delle converse scolorite e vecchissime provenienti anch’esse dall’Istituto. Proprio la tenuta ideale. “Un po’ nervosa forse, ma mi sento abbastanza pronta.” Ceerto, come no. Annuisco cercando di sembrare convincente. Forse sono io che rifiuto il loro aiuto… “Bè, sappi che per qualsiasi problema noi ci saremo. Fai parte della squadra ormai. Sei giovane, certo, forse ancora inesperta, ma sento che potrai esserci d’aiuto.” Lo ammetto, le sue parole mi confortano un po’. “Grazie, cercherò di fare del mio meglio.” Sorrido un po’ di più, mentre il Capitano si allontana e torna dagli altri. Okay, forse non sono poi così male.

Prendo un respiro profondo. Intorno a me c’è un bosco innevato apparentemente tranquillo. Ripeto, apparentemente. Neve, acqua. Posso provare a manipolarla. Prego silenziosamente affinché vada tutto per il meglio. Fa che non succedano casini, o che perlomeno non capitino a causa mia. Sarò buona tutto l’anno, anche il prossimo se non succede niente. Ti prego, ti prego, per favore. Stringo i pugni e mi preparo all’inferno. O perlomeno, mi preparo a colpire. Anche se dubito fortemente che delle palle di neve possano fermare un esercito. Alzo piano lo sguardo, seguendo la scia che Tony ha lasciato sopra di noi, volando verso il Forte
1 in lontananza. Sento le mie mani sudare freddo, mentre provo a sollevare una piccola quantità di neve per vedere se sono abbastanza carica ed allenata. Riporto a terra le goccioline, cercando di dare meno nell’occhio possibile. Ad un certo punto sento un segnale in una lingua a me sconosciuta e capisco che è ora di colpire. Ci hanno visti. Per favore, abilità, non abbandonatemi ora. Inizio a concentrarmi sull’essere veloce e colpire, anche con ghiaccio appuntito, se necessario. Provo a muovere un po’ di neve gelida come suonando un pianoforte, a scatti quasi, la cosa funziona. Si sta ghiacciando, miracolo. “Battaglia a palle di ghiaccio, lancio tra tre, due, uno…” sussurro.  Dopodichè apro la mano, scagliandola violentemente verso alcuni dei soldati che vedo fra gli alberi. Spero che il colpo sia arrivato a destinazione. “E’… Ghiaccio?” Sento i soldati dall’altra parte, parlando in inglese. Sorpresa. Mi allontano dal mio albero ed inizio ad avvicinarmi agli altri, sempre tenendo a portata di mano qualche munizione di ghiaccio, nel caso servisse. Mi sento quasi più tranquilla però, devo dire. Il mio primo colpo non è stato disastroso come pensavo. Noto altri soldati venire verso di me e lancio di nuovo, colpendoli. “La ragazza.” Sento urlare qualcuno. “E’ lei che ha lanciato il ghiaccio prima!” Continuano. Inizio a correre verso gli altri, giusto per non rimanere lì tutta sola a prenderle. Cerco di sollevare una barriera di ghiaccio per seminarli, ma ottengo solo alcuni spuntoni. Voltandomi vedo che la maggior parte è a terra, probabilmente sono scivolati. E vai così! Sorrido tra me e me, meravigliandomi del mio essere così sadica, a volte. Ma che dico sadica, sono soltanto finiti a terra! Mi ricompongo, continuando ad avvicinarmi al gruppo e lanciando altre palline grandi quasi come quelle da golf. Mi sento potente in un certo senso.

Mi nascondo di nuovo dietro ad un albero, per riprendere fiato. Poco lontano da me c’è anche Clint, che mi fa segno di rimanere nascosta, mentre io preparo altri ‘proiettili’. Questo ‘combattimento’ mi ha resa già un po’ più sicura di me, giusto un pochino. Però ora capisco che ciò che ho fatto io è niente in confronto a cosa affrontano gli altri. Ad un tratto, però, vedo come un fulmine azzurrognolo passarmi accanto. “Che diavolo?” Borbotto fra me e me. Mi giro verso Clint, che nel frattempo sta incoccando una freccia, e noto sul suo volto la mia stessa espressione perplessa. Stringo istintivamente le pietre, come per ricaricarmi, anche se devo infilare la mano dopo tre strati di felpa. Di nuovo quel lampo. Spingo una delle palline di ghiaccio contro la luce, ma sono troppo lenta. Accidenti! Quella intanto atterra colpendo uno degli alberi poco lontani. Per la terza volta il lampo appare e Clint scocca la sua freccia. Troppo lento. Neanche cinque secondi dopo lo vedo a terra. Cosa… “Questa ti era sfuggita?” Finisco a terra anche io, proprio come un’idiota, picchiando il braccio e sporcando la felpa di neve. Ed ecco l’artefice dei lampi. Si tratta di un ragazzo all’incirca poco più grande di me, con i capelli chiarissimi ed un’espressione beffarda in volto. Non riesco a vedere altro perché si è di nuovo trasformato in un fulmine, mettendosi a correre. Ma perlomeno sono stata abbastanza veloce nel lanciargli una delle mie palline, tanto che sento poco dopo un’imprecazione in russo. “Ser bra ut på deg, drittsekk.
2” Borbotto vittoriosa, tanto per farmi capire. Ridacchio leggermente fra me e me, per poi avvicinarmi a Clint. L’hanno colpito in quel momento di distrazione. “Clint!” È Natasha. Non ha assolutamente una bella cera… “Mi sa tanto che bisogna portarlo via, e subito. Avviso gli altri.” La noto allontanarsi di qualche metro, forse per il rumore, e collegarsi al microfono. “Okay. Tu resta qui. E se cercano di colpirti, colpisci più forte.” La noto allontanarsi con il nostro compagno ferito, mentre preparo proiettili più grandi, correndo cercando di raggiungere gli altri. Non si sa mai… E poi dovrò rendermi utile in qualche modo.

“Ce l’ho.” È la voce di Tony che ci invita ad un attimo di tregua. Thor colpisce con il suo martello lo scudo di Steve e mette KO una buona dose di soldati, la battaglia è finita. Ho lanciato più ghiaccio di quanto avessi pensato e… Non è andata poi così male. Però devo allenarmi di più se voglio dare effettivamente una mano agli altri… E secondo, devo trovarmi un costume. Questa felpa è comoda, ma troppo larga ed intralcia i movimenti. “Novità?” Chiedo avvicinandomi a Steve, che nel frattempo avvisa Natasha di aiutare Bruce a ritornare normale. (Già, l’ho scoperto da poco… lui è Hulk.) “Non moltissime. Abbiamo lo scettro, ma Strucker ha dei potenziati.” Annuisco, anche se non ho capito totalmente a cosa è servito tutto ciò. “L’hai visto quello? Era un fulmine, dico davvero. E la ragazza… E’ decisamente pericolosa. ” Continua rivolgendosi poi a Thor. Mi mordo il labbro nervosamente, ripensando a Clint. Avrebbero potuto colpire me. Mi dirigo verso il quinjet, ringraziando gli dei del cielo per avermi protetta. E sì, anche per avermi fatto colpire “argento vivo”. In fondo se lo è meritato.
Siamo tornati ormai da quasi un’ora buona. Mi trovo ancora nel mezzo con tutti gli altri, a parte Clint, ovvio. È stato portato nel laboratorio di Bruce per essere curato da una certa Helen Cho. Una donna alta dai capelli neri e gli occhi azzurri, intanto, mi si presenta davanti. “Ciao Freya, io sono l’agente Maria Hill.” Annuisco e sorrido leggermente. Probabilmente è qualcuno di questo… S.H.I.E.L.D. di cui parlano tanto. “Notizie sui potenziati?.” Chiede poi Steve, avvicinandosi a lei. “Wanda e Pietro Maximoff, gemelli. Orfani a dieci anni, una granata distrusse il loro palazzo. La Sokovia ha avuto una storia difficile. Non è un posto incantevole, ma… è vicina a molti posti incantevoli.” L’agente tiene in mano una sorta di tablet che usa per illustrare ciò che dice. Mi incammino dietro di loro, visto che non so dove andare di preciso. “Le abilità?” Incalza Steve, aumentando così anche la mia di curiosità. “Lui ha un metabolismo evoluto ed un’omeostasi termica potenziata. Abilità di lei: comunicazione neuro elettrica, telecinesi e manipolazione mentale.” Okay, ho capito tutto. Steve la guarda sollevando un sopracciglio. A quanto pare non sono l’unica. “Lui è veloce e lei è inquietante.” Conclude poi la donna in modo spiccio, guardando il capitano salire in ascensore e continuando a confabulare con lui
3. Io torno indietro, cercando di capire cosa fare in questo momento, anche perché non ho la minima idea di dove andare. Decido di cercare Clint nel laboratorio, anche perché è l’unico posto dove so ci potranno essere anche gli altri. È stata una lunga giornata.

Mi butto sul mio letto esausta. Ho deciso che era meglio restare da sola per un po’. L’IPod è accanto a me, che mi aiuta a tranquillizzarmi. Ho deciso che per la festa di stasera indosserò la mia orrenda uniforme, siccome è la cosa più “elegante” che possiedo. Comunque… Sì, stasera ci sarà una festa proprio qui all’Avengers Tower ed ovviamente mi tocca partecipare. Ma so già che rimarrò seduta tutta la sera perché non sono assolutamente un tipo da feste. Non mi accorgo quasi che stanno bussando alla porta. “Chi è?” Mi alzo in piedi. È Natasha. “Ehi! Entra pure.” Sorrido e le faccio cenno di sedersi sul letto. “Ero solo venuta per dirti che se hai bisogno di un costume per i combattimenti, basta chiedere. Dovremmo avere qualcosa della tua taglia… Anche per quanto riguarda gli abiti da sera.” La donna mi fa l’occhiolino divertita. “Ah… davvero? In questo caso vuoi dire che io potrei…” Non ci credo. “Puoi venire anche subito se vuoi.” Continua mentre chiudo la porta della camera poco dopo essermi catapultata fuori. “Farei qualsiasi cosa per buttare via i vestiti dell’Istituto. Sei la mia salvezza, grazie.” Sorrido a Natasha, che inizia a farmi strada. “Non ti trovavi bene?” Inizia a chiedermi, mentre mi arrotolo una ciocca di capelli intorno all’indice. “Era pressappoco un inferno. E per di più ero vista come una sorta di zimbello, una che tutti prendevano in giro. Soltanto una persona è sempre stata gentile con me. Abby. Io ero il suo angelo custode e lei era il mio scricciolo. Nonostante la differenza d’età, ci siamo sempre volute bene come sorelle o… forse… come madre e figlia.” Mi mordicchio un labbro nervosamente. Ho sempre pensato che, quando sarei riuscita ad andare a vivere da sola, avrei portato con me anche Abby. Saremmo diventate una famiglia, ci saremmo sostenute a vicenda e saremmo sempre rimaste l’una al fianco dell’altra. Ma ora tutto questo mi sembra quasi impossibile. “Ti manca molto?” Mi chiede la rossa, posandomi una mano sulla spalla. “Da morire. È sempre stata sola, impaurita, indifesa. Più volte ho temuto che se ne andasse a causa delle malattie che contraeva e più volte ho cercato di proteggerla. È stata l’unico affetto umano che ho avuto fin dalla mia nascita. Le ho promesso che avrei salvato il mondo per lei e sarei tornata a prenderla non appena avessi finito il mio lavoro.” Sento che in questo momento potrei scoppiare a piangere. Natasha mi abbraccia. Mi sembra incredibilmente strano che una come lei possa sentirsi come si sente una come me. Mi è sembrata una donna incredibilmente forte dal primo momento in cui l’ho vista, mentre io sono solo una ragazzina. “Non preoccuparti, tornerai di sicuro a trovarla. E forse potrai anche aiutarla come volevi.” Decido di credere alle parole della Vedova Nera, cercando di pensare positivo almeno per una volta. “Grazie.” È forse la parola che ho detto di più in questi giorni.

Sento che da ora in poi la mia vita diventerà qualcosa per cui vale la pena lottare.
 


1 Riferimento al Forte di Bard, situato in Valle D’Aosta ed utilizzato per alcune riprese (Il castello di Sokovia, per intenderci)
2”Ti sta bene, stronzo.” In norvegese (Gentile la nostra Freya, vero? :3)
3Ho ripreso questa scena (le battute di Maria Hill) direttamente dal film. Potrò sembrare malata per questo, ma ho quasi imparato a memoria tutto ciò che ha detto ^^




Angolo Autrice :)

Ciao a tutte e a tutti!! Come state?
Ho aggiornato con un giorno di ritardo perchè avevo deciso giusto ieri di inserire anche la parte del dialogo tra Freya e Natasha. Che ne dite del capitolo? Vi piace? ;)
*coro* FINALMENTE UN POCHINO D'AZIONE!!!
Ah... Scusatemi se ho inserito le note in fondo al testo. So che molta gente non le sopporta, ma mi sembrava doveroso dare una spiegazione riguardo alle mie scelte :)
Come potete vedere, Wanda è soltanto citata in questo capitolo (Mi scuso con tutti i fan di Scarlet Witch e quindi anche con me ^^) perchè ho deciso di renderla come un personaggio che agisce nell'ombra e raramente si fa notare. (A differenza di suo fratello, che si è pure preso un insulto da parte di Freya per il suo "esibizionismo" XD)
Ringrazio winterlover97 per aver recensito lo scorso capitolo e come sempre vi invito a fare altrettanto ;) Per me conta moltissimo la vostra opinione!
Beh, mi sa che ho detto abbastanza... Un abbraccio e ci sentiamo al prossimo capitolo!! Vi voglio bene.
-Rain<3



 

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V

Entro nella stanzetta accompagnata da Nat ed inizio a guardarmi intorno. Ho appena scoperto che l’Avengers Tower è una sartoria d’alta moda. Wow. “Che ve ne fate di tutta questa… ehm… Roba?” Chiedo avvicinandomi al primo armadio pieno di vestiti femminili. “Non si sa mai quando si potranno avere nuovi ospiti o nuovi compagni, come te, perciò è sempre meglio avere qualcosa di scorta… Ma a Tony piace fare le cose in grande, perciò…” Annuisco distrattamente, iniziando ad osservare tutte quelle cose. “Non ho mai visto così tanti abiti in vita mia, lo giuro. Posso scegliere quello che voglio come costume?” Okay, lo ammetto per l’ennesima volta, gli Avengers sono pieni di sorprese. “Bè, l’importante è che sia qualcosa di comodo. Non penso che vestiti lunghi o cose di questo genere possano andare, mi spiego, ti potrebbero intralciare. E poi guarda che sia qualcosa della tua taglia, non come la felpa che indossi.” Rivolgo lo sguardo ai miei vestiti e mi viene un’immediata ed irrefrenabile voglia di liberarmene. E, rettifico, io non sono una grande amante dello shopping o dell’abbigliamento in generale. Ho sempre indossato la divisa, proprio perché me lo avevano imposto. Ora che ci penso, ho una vaga idea di ciò che potrei mettermi. “Ehi Nat… Mi daresti una mano a cercare delle gonne della mia taglia che non siano troppo lunghe? Ho in mente una cosa.” Sorrido fra me e me al pensiero di cosa posso utilizzare come costume.

“Dopotutto non è stata una cattiva idea portarti qui…” Natasha mi guarda con un sorriso, probabilmente anche lei felice del mio lavoro. Indosso una gonna bianca a vita alta con alcune balze abbinata ad un paio di leggins al ginocchio dello stesso colore. Ai piedi ho degli stivaletti blu scuri, dello stesso colore della canotta che ho indossato sotto una giacchetta di jeans blu chiaro. “E’ comodo dopotutto. Un po’ mi ricorda la mia uniforme, ma è decisamente meglio.” Sorrido soddisfatta guardandomi allo specchio. Ho scelto di mettermi anche dei guanti blu a rete senza dita, giusto per intonarmi a tutto il resto. “Stai benissimo.” Mi dice la mia “collega”, mentre inizia a riporre altri vestiti che avevo provato in precedenza. “Aspetta, ti do una mano.” Decido di smettere di rimirarmi e di aiutare Nat a riordinare… ce n’è incredibilmente bisogno. “Mi sembra così strano essere interessata alle frivolezze in questo momento… Con tutto ciò che è successo oggi…” Incrocio le braccia al petto soffiandomi via una ciocca di capelli del viso come sono solita fare. Natasha sorride. “Ogni tanto bisogna pensare ad altro. Ed ora… Hai bisogno di qualcosa per la festa di stasera, no?” Oddio… Me ne ero completamente dimenticata! “Sappi che anche una semplice t-shirt va bene!” Dico prima di iniziare a cercare qualcosa che mi vada bene. E… sì. Che non sia troppo elegante. Non è nei miei standard.

Rientro nella mia stanza con in mano il mio “costume da supereroina”. Devo ammettere che mi piace, e molto. Effettivamente non trovo brutto nemmeno il vestito che ho scelto per stasera. È blu, senza maniche e lungo fino al ginocchio. Come scarpe ho messo un paio di converse nuove che ho rimediato dall’armadio di prima. È stato un vero e proprio miracolo trovarle, perchè di indossare dei tacchi non ne volevo proprio sapere. Non ci posso credere. È la mia prima, effettiva festa. Sembra quasi che inizi a scoprire pian piano il mondo esterno solo ora, proprio come quella ragazza delle favole dai lunghi capelli biondi che abitava in una torre senza uscite. Solo che io non aspetto nessun principe azzurro. Sorrido alla me stessa nello specchio del bagno mentre mi pettino i capelli, lasciandoli sciolti sulle spalle. Dopodiché è davvero ora di andare; infilo la porta ed esco. Attraverso il corridoio un po’ in ansia… Chissà come andrà. Prendo un profondo respiro prima di entrare nella sala e di smettere effettivamente di pensare ai problemi. È una festa e ci si diverte. Anche se non so assolutamente come comportarmi.
 

Mi nascondo rotolando sotto un tavolino, pregando che i miei poteri funzionino. Era ovvio che prima o poi sarebbe successo qualcosa… Quel robot maledetto doveva risvegliarsi ora!  Vetri rotti mi circondano, mentre gli altri cercano di combattere contro le armature impazzite. “E andiamo!” Do un colpetto alla collana, incrociando le dita e pregando di riuscire a smuovere perlomeno le bibite sui tavolini. Quelle piano piano rispondono al mio richiamo, serpeggiando lentamente verso di me. Devo pensare a come utilizzarle ed in fretta. Ho paura che il ghiaccio, che sembra manovri abbastanza bene, non sia la soluzione migliore stavolta. Magari acqua talmente calda da fondere qualcosa? Sembra quasi un controsenso, ma vale la pena provare. Inizio a scagliare tentacoli d’acqua rovente dal mio ‘rifugio’ colpendo le armature non troppo lontane da me. Qualcuno (o qualcosa) cade sopra al tavolo. “Ehi! Ci sono io qui sotto!” Urlo rotolando fuori e cercando un nascondiglio più resistente, cercando di salvarmi la pelle. Il party apocalittico è improvvisamente diventato una corsa per la vita. Non so più da che parte voltarmi, né come lanciare le bombe d’acqua, sperando che facciano il loro dovere. Non mi aspetto di certo una fiammata, ma almeno che i robot vadano in corto circuito. Mi infilo in un’intercapedine nel muro, sbucando in un corridoio. Penso di essere un po’ più protetta qui… Ed in più ho una visuale niente male della sala, così posso localizzare più robot possibili. Continuo a colpire alla cieca, sperando di non combinare casini. Colpi, vetri in frantumi, persone che saltano e distruggono robot. Un po’ di ginnastica mi farebbe bene ora che ci penso… Inizio a muovere le mani in aria, cercando di creare una spirale d’acqua abbastanza forte per distruggere qualche robot soltanto colpendolo. Decido di provarci, dirigendola verso un’armatura accanto alle vetrate. “Sì!” Esulto a bassa voce, vedendo l’ammasso di metallo cozzare contro le vetrate e spaccarsi. Prometto che ricomprerò le vetrate a Tony quando tutto questo sarà finito. Ad un certo punto esco dal mio nascondiglio. Le armature sono tutte fuori uso, tranne quella di Ultron. Esco cautamente dal mio nascondiglio, proprio come gli altri, mentre noto che il nostro nemico sta per parlare.

“Molto teatrale.” Ultron inizia a rigirarsi su se stesso, osservando i cavi che lo avvolgono. Non so a cosa pensare in questo momento. L’agitazione ha preso possesso di me. “Mi dispiace, avete buone intenzioni… ma non avete riflettuto: volete proteggere il mondo, ma non volete che cambi. Come può salvarsi l’umanità se non le viene permesso di evolvere?” Ed ora si improvvisa persino filosofo? Le mie mani formicolano dalla voglia di ricoprirlo d’acqua e ghiacciarlo, per lasciarlo poi lì, immobile ed impossibilitato a parlare. Mi da già sui nervi. “Con questi… burattini?” Dopodichè l’armatura afferra un torso di un robot spento, sollevandolo, guardandolo come se fosse spazzatura (Effettivamente non ha poi tutti i torti…) e staccando la placca che ha sul viso, lasciando solo un ammasso di fili e circuiti. “Esiste una sola strada per la pace: l’estinzione degli Avengers.” Okay, mi sta decisamente sul culo. Thor solleva il suo martello e lo lancia verso Ultron, trascinandolo a terra e distruggendo parte del suo corpo. “Fili avevo ed or non più… Eppur non cado giù…”1 Con un ultimo briciolo di voce il robot intona questa canzoncina. Ora fa pure lo spiritoso… “Du kjeft, haug av kretser!2” Mormoro arrabbiata, consapevole che purtroppo io ed i miei compagni lo rivedremo molto presto.

Fantastico, siamo senza vie di comunicazione, senza lo scettro, né documenti elettronici. Il furbo ha pure disattivato JARVIS, lasciandoci senza difese. La rabbia serpeggia fra tutti noi, mista ad ansia e preoccupazione. Tutti i file e le risorse distrutti, delle minacce che non sembrano nemmeno a vuoto. Sono questi i pensieri che ci attanagliano. Seduta sulla scrivania al centro della stanza inizio a riflettere su tutto ciò che potrebbe succedere, non escludendo battaglie molto peggiori di questa e, forse, anche la morte. È tutto così pericoloso, ma in fondo mi sono salvata da quella specie di vita a cui ero destinata: sola, senza libertà, senza sogni né sentimenti. Un guscio vuoto. Ho deciso di combattere, di provare a reagire e di coltivare questi poteri che mi ritrovo. Non so se ho commesso un errore ad accettarli e forse non saprò mai chi sono davvero, ma vale la pena provare. Sono in ballo? Ed allora vorrà dire che ballerò, qualsiasi saranno le conseguenze. Non sono sicura di me stessa, né mi ritengo un’eroina, ma sono pronta ad accettare tutto pur di salvare il mondo intero. “Freya?” I miei compagni mi riportano alla realtà. Sbatto più volte le palpebre, come mi fossi appena risvegliata e noto le loro espressioni incuriosite e preoccupate. “E’ tutto…” Sollevo lo sguardo e noto che un grosso tentacolo d’acqua è uscito da un bicchiere appoggiato sull’altra scrivania. “…okay.” Rispondo sollevando un sopracciglio stupita. Mi sa che mi sono persa qualcosa… “Ehm… Mi sono persa qualcosa…? Scusate ma non mi sono accorta subito che stavate discutendo…” Ridacchio imbarazzata abbassando lo sguardo. Uno schiocco sonoro mi fa notare che anche l’acqua è tornata al suo stato naturale. Come fare bella figura… Bè, oltre a tutta la discussione… Ti sei persa poco, mia cara. “Dobbiamo trovare Ultron. E se perderemo… bè, perlomeno saremo tutti insieme.” Steve ci guarda tutti quanti, soffermandosi forse un attimo di più su Tony. Non corre buon sangue tra di loro a quanto pare… Grande Sherlock, che intuizione. Mi sento arrossire per non aver ascoltato di più. Avrebbe potuto servirmi. Ma ora bisogna giocare.

È mattina. Ricordo di aver dormito poco o niente, crogiolandomi in tutto quello che potrà succedere. Perché ho così fottutamente paura? Siamo di nuovo nel laboratorio, dove sono appena venuta a sapere che Strucker è stato ucciso da Ultron. Innocuo il robottino… “E’ un messaggio.” Dietro al cadavere, infatti, c’è una parola scritta con del sangue. Pace. Sembra quasi un controsenso. “Strucker sapeva qualcosa che probabilmente Ultron non voleva noi scoprissimo.” Suppone Natasha, cercando sconsolata e senza successo informazioni sul PC. “Ma… Ha cancellato tutti i file.” Incrocio le braccia al petto. “All’Istituto avevamo sempre dei documenti cartacei a cui fare riferimento… Magari potremmo trovare delle informazioni semplicemente provando negli archivi.” Ipotizzo abbassando gli occhi. Tony mi guarda compiaciuto. “Mi hai tolto le parole di bocca.”

Iniziamo a scartabellare fogli e foglietti, quasi certi che potremmo trovare qualcosa. È tutto così strano… Immaginavo questo posto come brulicante di tecnologia ed ora siamo tutti KO. Ridotti a spulciare cartelle e cartelline, nella speranza che qualcosa venga fuori. “Strucker aveva molti collaboratori… Che persone orribili.” Bruce sfoglia l’ennesima raccolta scuotendo la testa. “Fermo. Lui lo conosco.” Tony indica una foto di un tizio con un grosso serpente tatuato sul collo. “Tempo fa lavorava sulla costa africana producendo armi per il mercato nero.” Spiega scorrendo le pagine. Steve lo guarda incerto, ma lui ribatte subito. “Non gli ho venduto niente, okay? Ci sono molte persone ai congressi.” Mentre il miliardario continua a confabulare con Steve, Thor indica qualcosa di rosso sul collo dell’uomo. “Guardate… Questo non è un tatuaggio… È un marchio.” Bruce inizia subito a cercare informazioni su quel disegno, mentre io mi avvicino agli altri. “E’ una parola in dialetto africano. Significa ladro, ma in modo dispregiativo.” Steve lo incalza. “Quale dialetto?” Bruce controlla attentamente. “Wakanada… No, Wakanda.” Ci capisco sempre meno. Il Capitano e Tony iniziano a parlare sottovoce di qualcosa che il padre di Stark aveva esportato da laggiù tempo prima. “Non vi seguo…” Lo scienziato si avvicina a loro con aria interrogativa ed io faccio lo stesso. “Il metallo più duro del mondo. Il vibranio.” Wow. Quindi ora… dovremmo partire per l’Africa? Perlomeno abbiamo una pista, meglio di niente. Anche se non mi sento prontissima per un’altra battaglia, cercherò di allenare i miei poteri almeno un pochino.

Perché ho in mente che da ora in poi ne avrò sempre bisogno.
 

1Ho ripreso questi dialoghi direttamente dal film (E no, stavolta non li ho imparati a memoria ^^)
2 “Stai zitto, ammasso di circuiti!” in norvegese (Okay, ormai avrete capito che Freya impreca solo nella sua lingua ^^)



Angolo Autrice :)

Lo so, lo so. Fa pena.
Ciao a tutti lettori! Come state? Okay, sono una nottambula, ormai l'avrete capito. ^^"
Dunque... Lo so. E' orripilante come capitolo... Mi piacerebbe un sacco sapere cosa ne pensate (e soprattutto se sono solo io che lo vedo come 'na schifezza ambulante).
Dopodichè... Passo subito ai ringraziamenti, che sono moltissimi:
-In primis le commentatrici "fisse" winterlover97 e Kind_of_Magic. Vi adoro. Le vostre recensioni mi spronano un sacco a continuare a scrivere ed a non abbandonare questo progetto, oltre a rendermi sempre felice.
-Le quattro persone che hanno inserito la storia nelle preferite e le altre quattro che l'hanno messa nelle seguite. Grazie, grazie di cuore.
-Tutti i lettori che quasi ogni giorno passano di qui, facendo crescere, seppur in modo impercettibile, le visite. Sappiate che vi venero, smack :*
Poi... Tra dieci giorni partirò per le vacanze... Mi aspetta un viaggio di tre settimane verso l'America, perciò non spaventatevi se non aggiornerò per così tanto tempo... Spero che non mi abbandoniate per questo... Prometto che riprenderò subito ad aggiornare regolarmente non appena riuscirò a rimettermi in sesto dal lunghissimo viaggio!
La nostra Freya forse ha capito che essere un Avenger non è tutto rose e fiori... Sì, mi scuso un casino, ma non ho inserito i gemelli. Nel prossimo capitolo ci saranno... E forse ci sarà anche qualche incontro ravvicinato... Non vi spoilero nulla ehehe XD
Bè, per ora è tutto, mi dileguo!
Un abbraccio forte forte ed al prossimo capitolo!!
Vi voglio bene :)
-Rain<3





 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI

Okay, allenarsi su un aereo (o una specie di casa con le ali, come preferite) non è di certo il massimo della vita… Ma, ehi!, bisognerà prima o poi che impari a gestire decentemente i miei poteri! Mi concentro sul bicchiere di carta pieno di fronte a me, il quale ha un’aria un pochino instabile. Chiudo gli occhi, inspiro ed espiro, iniziando a dare una direzione all’acqua con le mie mani. Provo a guardare impercettibilmente… Sono troppo curiosa di vedere cosa è venuto fuori. “Evvai!” Esulto, nel vedere che il tentacolo d’acqua si è trasformato in ghiaccio proprio come volevo. Sto facendo progressi. Dopodichè stringo le dita in un pugno, mentre la ‘scultura’ inizia ad evaporare contornata da alcune nuvolette di vapore. Mi sento rilassata, pronta, più sicura di me rispetto alla prima battaglia. In più ho il mio nuovo costume, quindi anche il fattore estetico è a posto. Devo proprio ammettere che mi sento a mio agio vestita così. Dopotutto non vedo l’ora di combattere. È forse l’adrenalina di cui tanti parlano? Speriamo solo che non distrugga mezza costa africana, altrimenti addio nuova vita…

Mi preparo a creare quanta più acqua possibile, siccome in questo luogo non ce n’è l’ombra. Ultron sta blaterando qualcosa riferendosi a Tony, che nel frattempo si sta avvicinando al robot insieme a Steve e Thor. Dal mio nascondiglio posso vedere distintamente la scena e, volendo, raggiungerli per dar loro una mano. L’agitazione ha preso il posto dell’adrenalina, facendomi tornare pessimista come sempre. Okay, non essere distruttiva Freya. Ma cerca di colpire almeno qualcosa o qualcuno. No, non ammazzare se non è necessario… Anche se dubito di potercela fare ad uccidere qualcuno. Magari con un tentacolo d’acqua per strangolarlo? No eh… “Ah… Figlio mio… Vuoi rompere il nostro legame?” Tony si avvicina lentamente al robot ed ai gemelli (già, ci sono anche loro). “Se proprio devo…” Okay Ultron, evita. Oramai hanno capito tutti che ti credi sarcastico… “Nessuno romperà niente.” Interviene Thor, brandendo il suo ‘fedele’ martello. “Non c’è frittata se non rompi le uova.” Incalza l’ammasso di metallo, che sta veramente scalando la classifica della mia lista nera. “Mi ha tolto le parole di bocca…” Borbotta Iron Man, cercando di sdrammatizzare… O forse no. “Ah… Molto spiritoso, signor Stark. Si sente a casa qui? Come ai vecchi tempi?” A parlare (ed a riferirsi alle mine ed alle armi in bella vista nel capannone) è stato Pietro, uno dei due gemelli. Già dalla sua voce avverto un forte accento dell’est europeo, misto a quel fare beffardo che penso metta in tutto ciò che fa. Okay, mi sta già antipatico. “Non ero un trafficante.” Ribatte il diretto interessato, guardando anche lui verso le bombe, probabilmente pronte ad esplodere. “Siete ancora in tempo per ripensarci.” Steve si fa avanti rivolgendosi ai beniamini di Strucker, probabilmente cercando di convincerli che Ultron… Bè, è palesemente il ‘cattivo’ della situazione. “Oh… Lo faremo.” La ragazza, Wanda, ha lo stesso accento del fratello (ed a quanto pare gli stessi modi sarcastici). Ora che ci penso è la prima volta che la vedo in volto… Abbastanza carina ma minuta, con gli occhi verdi ed i capelli castani raccolti in una coda alta. “So che avete sofferto…” Incrocio le braccia al petto. Non li convincerai mai, Steve, fattene una ragione. “Ah… Captain America… L’uomo giusto del Signore… Che finge di poter vivere senza guerra... Purtroppo non posso fisicamente vomitare, ma…” Sbuffo sonoramente, mentre Ultron si lancia in uno dei suoi discorsetti. “Se credi nella pace, allora manteniamola.” Si fa avanti Thor, avvicinandosi ulteriormente a quest’ultimo. “Credo che tu stia confondendo pace con ‘calma’.” Certo, tanto tu sai tutto, no? Meglio non perdere tempo con ‘gente’ così… “A che serve il vibranio?” È Tony, deciso a troncare la conversazione una volta per tutte. “Sono contento che me l’abbia chiesto, coglierò l’occasione per spiegare il mio piano malvagio…” Ultron non ha nemmeno terminato la frase, che ha già spinto Stark contro la porta in fondo alla passerella ed ha lanciato altre armature lì intorno.
1 Inizia così una vera e propria lotta tra il creatore e la sua creazione. Intanto io cerco di valutare come usare al meglio i miei poteri. Le armature non sono molte, ma sono agguerrite. Lancio i primi tentacoli d’acqua a quelle che vengono verso di me, cercando di sgretolarle. Okay, distruggiamo pure qualcosa.

Mi avvicino agli altri, sempre cercando di allontanare i mostri di metallo come meglio posso. Quella sensazione di prima, l’adrenalina, è tornata a farmi visita. Respiro lentamente, prendendo ad osservare la situazione generale. Mi sono accorta solo ora che anche Clint e Natasha si sono nascosti strategicamente, mentre Bruce è rimasto sul quinjet. Wanda è vicino ad Ultron, gli occhi che brillano di una luce rossa mentre solleva alcune armature e le conduce verso i miei compagni. Nessuno sembra essersi accorto di me, che indisturbata faccio piazza pulita degli ammassi di circuiti che mi attaccano. Sollevando di nuovo lo sguardo verso gli altri, posso chiaramente notare anche Pietro, il ragazzo lampo, che corre colpendo qualsiasi cosa sulla sua traiettoria, compreso il martello di Thor, che lo trascina a terra, poco lontano da me. Sei un po’ scemo eh… Okay, forse non è proprio la mossa più corretta, ma decido di lanciargli addosso un gavettone, così la prossima volta ci pensa su prima di provocarmi… Ridacchio fra me e me non appena noto il suo sguardo cercare l’autore (o meglio, l’autrice) dello scherzo. Poi mi nota e capisce. “Du ikke ser at kommer?”
2  Gli chiedo canzonandolo. Non faccio in tempo a voltarmi che Steve gli ha già dato il colpo di grazia. “Sta’ giù, ragazzo.” Gli ordina colpendolo con il suo scudo.  Dovevo riprendere questa scena… Mi allontano correndo verso gli altri, avvertendo ancora lo sguardo di argento vivo su di me. E perché mai ora mi sento così? Ma ora non c’è tempo per pensare. Colpisco e basta.

Spalanco gli occhi, dopo che una forte luce rossa mi ha oscurato la vista. Non capisco subito dove sono, ma dal luogo desolato e dalle fiamme che mi circondano, avverto di non essere in una bella situazione. Poi lo vedo. L’Istituto. Mi faccio strada in mezzo al fuoco, non curandomi dei rischi che potrei correre. Un solo pensiero in testa. Abby. Inizio a correre. Era già successa una cosa del genere quando ero piccola. La scuola in fiamme; insegnanti, studenti, inservienti… Tutti che correvano per salvarsi la vita. Ero rimasta solo io nella mia stanzetta, non ero riuscita a salvarmi come gli altri. E proprio mentre pensavo di morire, ecco che un paio di braccia forti mi avevano sollevata e condotta all’esterno, sana e salva. Erano i vigili del fuoco, chiamati da chissà chi. Ora la stessa scena mi si parava davanti agli occhi miliardi e miliardi di volte, spronandomi ad entrare nell’edificio in fiamme, per salvare l’unica persona a cui tengo veramente. Corro per le stanze vuote, facendo scattare gli occhi da una parte all’altra dei corridoi tutti uguali. E poi la sento. Una voce. La voce di Abby. Urla, chiede aiuto. Mi dirigo quasi ciecamente verso il punto da cui proviene, mentre i lamenti si fanno sempre più deboli. Ed è lì che la vedo. In una delle stanzette, invasa dalle fiamme. Provo ad usare il mio potere sul fuoco, ma non faccio altro che alimentarlo. Mi butto nella stanza, afferrando il corpicino della bambina, senza preoccuparmi della mia incolumità. Corro fuori tossendo, mentre delicatamente appoggio a terra Abby, che non da segni di vita. “No…” Mormoro iniziando a scuoterla. Gli occhi verdi sono fissi, il volto coperto di cenere. È come se non fossi mai entrata in quella stanzetta per salvarla. Non lei… Non lei… “Abby? Abby, rispondi!” Prendo a scrollare violentemente il corpicino, scostandole i capelli biondi e bruciacchiati dal viso. “No, no, no. No. NO!” Inizio ad urlare. Tutto inutile. Sento le lacrime iniziare a rigarmi il volto. “Abby… Ti avevo promesso che sarei tornata…” Appoggio la mia testa sul suo petto, continuando a piangere. Non può essere vero. Vedo i miei genitori sorridere insieme, forse sono morta anche io. Il mio cuore ora non sta più battendo. Me lo hanno portato via. Continuo a mormorare il nome della bambina che ho visto crescere, che pensavo di portare con me lontana da quell’orribile vita. Ed ora è tutto distrutto… Tutto… 

Siamo sul quinjet, incredibilmente scossi. Io, Nat, Steve, Bruce e Thor siamo stati tutti vittime delle manipolazioni di Wanda e ciò che abbiamo visto… Bè, ripensarci non aiuta di certo a stare meglio. Quello messo peggio sembra proprio Bruce: le visioni hanno scatenato il suo lato peggiore, costringendo Tony a combattere contro di lui per evitare una vera e propria strage. Clint sta guidando in tutta tranquillità, mentre Stark parla con Maria Hill per avere novità. Ma a me non importa più nulla di ciò che sta succedendo. Voglio vedere come sta Abby, se è viva e, soprattutto, se posso già portarla con me. Non ho ancora raggiunto la maggiore età, ma voglio proteggere quella bambina ad ogni costo. La mia mente continua a mostrarmi le immagini dei suoi occhi fissi e del suo corpo immobile. Le lacrime sgorgano spontanee, rigandomi le guance. Inizio a singhiozzare piano, come una bambina. Forse perché lo sono. È bastato solo quello a farmi crollare. “Clint, lascia guidare me, hai già fatto abbastanza… Va’ pure a riposare.” Tony si avvicina all’arciere, cercando di distogliere la sua attenzione dal pannello dei comandi. “No, lascia fare a me. Ho in mente un posto… Una casa sicura.” Non so perché, ma penso sia l’unica cosa che mi serva in questo momento.

Perché in fondo è ciò che sempre ho desiderato.



1Ho ripreso il dialogo dal film (di nuovo XD) aggiungendo anche i pensieri di Freya
2Tradotto dall’inglese sarebbe: “You didn’t see that coming?” e quindi (non letteralmente) “Questa ti era sfuggita?” (Sì, Freya non perde occasioni per fare la sarcastica :3)


Angolo Autrice :)

Ed eccomi qua con un nuovo capitolo! Prima di partire per le vacanze dovrei postarne ancora uno questo lunedì... E ci metterò una sorpresina (sempre qui nell'A.A) proprio per voi, così da farvi rimanere "in contatto" con Freya (e magari anche con me) ;)
Non vi ho ancora salutati... Ciao lettori! Come state? 
Il capitolo vi piace? Se proprio volete sapere la mia opinione, devo dire che mi convince già di più del precedente. Non so perchè o per come, ma ho questa sensazione XD
Allora... Come al solito tenevo a ringraziare le mie due commentatrici delle quali non farò il nome (Kind_of_Magic e winterlover97) per recensire ogni capitolo! Ragazze... Non so come sdebitarmi. Vi invierò un regalo!!
E poi come al solito ringrazio qualunque persona passi a leggere questa storia. Significa molto per me, quindi sono più che felice di vedervi interessati! :D
Che dite? Freya è stata un po' cattivella o ha fatto bene? Che succederà nei prossimi capitoli?
Se volete saperlo... Rimanete sintonizzati! (Mi sembra quasi d'essere una youtuber XD)
Un abbraccio ed al prossimo capitolo!!
Vi voglio bene :)
-Rain<3

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII

Il posto in cui Clint ci ha portati non è nient’altro che una casetta sperduta nei boschi. Dall’esterno sembra molto carina e riservata, tutta dipinta di bianco e verde e circondata dagli alberi. Inizio a camminare in coda al gruppo, un po’ barcollante. Devono essere i rimasugli della visione di ieri… Passo le mani sulla mia gonna, tentando di lisciarla e di darmi un aspetto ‘presentabile’, non si sa mai che nella casa ci siano agenti o qualcosa del genere… “Cos’è questo posto?” Chiede Thor, iniziando a salire la scala bianca che conduce all’ingresso. “Una casa sicura.” Risponde Tony subito dietro, lasciandomi sfuggire un sorriso. Sempre a fare il sarcastico lui… “Speriamo…” Borbotta Clint, aiutando Natasha ad entrare. La Vedova Nera è rimasta davvero scossa da tutto ciò che ha visto e sembra non si sia ancora ripresa del tutto… Mi dispiace molto per lei, in fondo è stata una delle prime persone a mostrarsi gentile con me. “Tesoro? Sono io.” A parlare è stato nuovamente l’arciere, mentre lascia entrare tutti noi in un piccolo ma grazioso soggiorno. “Ciao.” L’uomo saluta la donna che è appena comparsa di fronte a noi. È abbastanza alta, con capelli ed occhi castani ed un’espressione molto dolce. Noto immediatamente che è in dolce attesa... Aspetta… Non dirmi che… “Amici. Scusa… Non ti ho avvertito…” Clint si avvicina alla donna e la bacia, sotto i nostri sguardi stupiti ed increduli. “Sarà un agente speciale.” Afferma Tony, voltandosi verso il resto del gruppo. “Signori, lei è Laura.” La donna ci osserva tutti quanti sorridendo, mentre Occhio di Falco la presenta. “Conosco tutti i vostri nomi.” Ridacchia imbarazzata. Però credo che quelli più a disagio qui, siamo noi… C’è chi le rivolge un timido gesto di saluto e chi annuisce ancora incerto. “Oh… Eccoli!” Come se l’uomo li avesse chiamati, da una porta laterale spuntano due ragazzini: una bambina di sei/sette anni ed un maschio di tredici/quattordici. “Papà!” La piccola si tuffa fra le braccia di Clint, mentre lui abbraccia anche il ragazzino, scompigliandogli un poco i capelli. “Ciao tesoro! Ehi campione! Come state?” Altro colpo al cuore. “Loro… Sono agenti più piccoli.” Okay Tony, ci hai provato… “Hai portato zia Nat?” La bimba sembra molto allegra di vedere così tanta gente. “Perché non l’abbracci e lo scopri da sola?” L’interpellata si fa avanti, stringendo anche lei la piccola. “Scusate per l’intrusione…” Inizia Steve. “…Avremmo avvisato, ma eravamo occupati a non avere idea della vostra esistenza.” La frecciatina di Stark non può mancare. “Nick Fury pianificò tutto quando mi sono unito a voi. Non è nei file dello S.H.I.E.L.D. e vorrei che rimanesse segreto. Sarà un buon posto per rimanere nell’ombra.”1 Ora tutto ha una spiegazione… L’ennesima sorpresa firmata Clint Barton. Decido di avvicinarmi a Natasha e di incominciare a parlare con questa Laura, cercando di capire che tipo è.

Mi siedo al tavolo della cucina, mentre Laura mi prepara qualcosa da bere. Ho scoperto che i suoi figli si chiamano Cooper e Lila ed ha intenzione di chiamare Nathaniel il bambino in arrivo. “Allora… Tu devi essere arrivata da poco.” Abbozzo un sorriso, guardando il sole spuntare alla finestra. “Si nota così tanto?” Chiedo timidamente, appoggiando le mani sul tavolo. “No, non molto. Le tue abilità?” Ridacchio tra me e me sollevando piano l’acqua del rubinetto e facendola mulinare lentamente poco sopra. “Interessante.” La donna mi poggia davanti una tazza fumante di tè, o qualcosa di simile. “Grazie. Dopo aver visto tutte quelle… cose, siamo messi abbastanza male.” Abbasso lo sguardo a terra, cercando di scacciare le immagini orribili che continuano a scorrermi davanti agli occhi. “Avete solo bisogno di un po’ di tempo per riprendervi… Tu sei Freya, vero?” Mi chiede sempre sorridendo. “Sì. Proprio io.” Affermo iniziando a bere. “Non devi aver avuto una bella situazione…” Continua la donna, stringendomi la mano che ho appoggiato sul legno. “Bè, sono cresciuta senza una famiglia, non so cosa significhi avere un padre o una madre e… Ora sto solo pensando ad una bambina che volevo portare con me. Il mio unico scopo era allontanarla dall’Istituto in cui vivevamo, ma con questo nuovo ‘lavoro’ non penso di poterci riuscire.” Sento come un nodo alla gola mentre pronuncio queste parole. Io gliel’avevo promesso… “Bè, se hai bisogno di qualcuno su cui contare, cercherò di darti una mano come meglio posso. Una ragazza giovane come te forse non è pronta del tutto per prendersi questo tipo di responsabilità.” Annuisco mordendomi nervosamente il labbro. “Ne è sicura? Non vorrei darle problemi o, ancora peggio, metterla nei guai con la società.” Inizio a guardare a terra di fronte a me, appoggiando la tazza ormai vuota sul piattino. “In fondo so come gestire una famiglia. Qualche persona in più non sarebbe un problema.” Laura mi fa l’occhiolino, mentre mi scappa una risatina. “Prenderò tutto questo in considerazione, grazie mille.” Una lacrima di felicità mi scorre lungo la guancia, mentre mi alzo per andare con gli altri. “Figurati.” È la prima volta che mi offrono la possibilità di chiedere aiuto a qualcuno. Ho sempre fatto tutto da sola, qualsiasi cosa. In fondo c’è sempre tempo per recuperare gli anni perduti.  

Dopo il discorso di niente popò di meno che Nick Fury, sento che ho le idee leggermente più chiare. Ultron, quindi, sta cercando di costruire un androide per evolversi ed il nostro obbiettivo sarebbe… sconfiggerlo? Mi spaventa come la situazione sia degenerata in così poco tempo… Abbiamo dovuto nasconderci, per poi tornare alla Torre e progettare qualcosa. È per questo che ora sono sul quinjet, con le cuffie nelle orecchie e la musica sparata per farmi forza. Non so come andrà a finire tutto questo, non so se mai riuscirò a rivedere Abby. Non so nulla, niente di niente. Ho accettato questa missione ed ho deciso di portarla a termine, qualsiasi conseguenza potrà mai esserci. Mi ritrovo a giocare con l’acqua di una delle bottigliette che mi sono portata dietro per allenarmi. Forse non sono ancora pronta per affrontare tutto questo. Cerco di scacciare via le insicurezze con un gesto della mano, dirigendo l’acqua verso l’alto e tentando di creare un mulinello. Il risultato è una specie di vortice che somiglia di più ad una tromba d’aria. Pure il mio potere ce l’ha con me… Scuoto la testa al pensiero, riconducendo il liquido nel suo alloggio. È abbastanza, non sono dell’umore giusto per allenarmi. Se è per questo, l’Istituto mi ha trasmesso il classico pessimismo da ragazzina figlia di papà, facendomi sembrare viziata. La realtà è che sono sola. Molto sola, troppo sola. Se ci penso bene, non ho altri pensieri oltre alla missione (come ad esempio una famiglia che attende il mio ritorno), ma c’è un vuoto. Un vuoto che nessuno è mai riuscito a colmare. Che cresce, cresce a dismisura nei momenti bui. E mi distrugge.

Ed io che pensavo ad un viaggio di ritorno abbastanza calmo… Non credo che sia stata una grandissima idea avermi mandata a dare una mano a Steve per colpire Ultron. Cado sul TIR accanto al Capitano, tentando di colpire il robot con dell’acqua. È una situazione tremendamente strana per me. Ultron, accorgendosi della mia presenza, si schianta anche su di me, mentre tento di trapassarlo con del ghiaccio. Steve cerca di aiutarmi a difendermi, ma il risultato è che veniamo scaraventati tutti e tre contro un treno in corsa. Cerco di proteggermi al meglio con un braccio mentre cado a terra tra i vetri rotti. Mi rialzo quasi subito, mentre il combattimento è già ricominciato. Creo due tentacoli d’acqua e cerco di bloccare i movimenti del robot, mentre noto la mia collana brillare. Proprio ora? Provo a tenere duro, tanto è l’unica cosa che posso fare in questo momento. Ultron è davvero troppo potente ed anche Steve fatica a tenerlo a bada. Approfitto di un istante di ‘tregua’ per colpire le pietre, sentendo il potere fluire nuovamente dentro di me. Non faccio in tempo a rialzarmi che, con mia grande sorpresa, noto i gemelli potenziati cercare di colpire il robot. Cosa cavolo… “Vi prego… Non fatelo.” Li implora Ultron, voltandosi verso di loro. “Quale altra scelta abbiamo?” Gli risponde Wanda, muovendo alcune barre di metallo con i suoi poteri, bloccandolo. Pietro, invece, si scansa appena in tempo, schivando uno dei raggi che l’ammasso di metallo gli ha scagliato contro. Dopodichè, il robot riesce a scappare sfondando una porta laterale, iniziando a volare verso il TIR in cui si trova Natasha. “L’ho perso, viene verso di te.” Comunica Steve, mentre io mi avvicino a lui. L’autista del treno non sembra proprio nelle condizioni per manovrarlo, quindi siamo decisamente nei casini. “Se hai il pacco, portalo da Stark! Va’!” Continua il Capitano, rivolgendosi a Clint che guida il quinjet. Probabilmente hanno preso la nostra compagna. “Abbiamo dei civili davanti. Potete fermarlo?” Steve è agitato e si vede. Guardo Wanda che è poco lontana da noi, decidendo di darle una mano a portare al termine la sua corsa. “Ci proviamo.” Mormoro avvicinandomi a lei. Scateno delle corde d’acqua proprio mentre anche lei da vita alla sua ‘materia’. Ho in mente di creare un muro d’acqua per fermare definitivamente il mezzo, ma non so se ne sono capace. Io e la ragazza ci guardiamo negli occhi per un istante, dopodiché investiamo tutte le nostre forze. Insieme. Il treno si ferma con un colpo, mentre l’acqua che avevo creato si dissolve. Esco dal mezzo respirando profondamente, mentre tutte le persone abbandonano la zona. Ce l’abbiamo fatta. Wanda si avvicina subito al fratello, che si siede anche lui ansimando. “Sto bene. Mi serve solo un minuto.” Le dice lui per tranquillizzarla. “Sono tentato di non concedertelo.” Steve va incontro ai due gemelli, con me al seguito. “La culla. L’hai presa?” Wanda sembra addirittura più tesa di noi. Mi volto verso di lei, scostandomi delle ciocche di capelli dal viso. Perché ci tiene così tanto? È contro di noi! Sposto lo sguardo verso Pietro, che intanto sembra già essersi rimesso in forze. Ti tengo d’occhio, so che cercherai di scappare. “Se ne prenderà cura Stark.” Risponde con calma il Capitano. “No, non lo farà.” La ragazza indietreggia preoccupata. “Non sai di cosa parli. Stark non è pazzo.” Non capisco di che cosa abbia così paura. È tutto sotto controllo… “Farà di tutto per tornare alla via prestabilita.” Ribatte con più sicurezza. Sollevo un sopracciglio. Mi sono decisamente persa qualcosa. Steve non demorde. “Stark, rispondi. Stark? Qualcuno mi riceve?” Inizia a chiedere allontanandosi. “Ultron non conosce la differenza tra salvare il mondo e distruggerlo. Secondo te da chi l’ha imparato?”2 Wanda sembrava calma all’apparenza, ma a me pare solo una persona fermamente convinta delle sue idee. Ha sempre pensato che la parte sbagliata fosse la nostra. Ci vorrà un po’ di tempo per spiegare, mi sa. Incrocio le braccia al petto, aspettando che qualcuno venga a prenderci. Ho una dannata voglia di sapere come andrà a finire tutta questa storia.

Entriamo nel laboratorio proprio mentre Bruce e Tony stanno cercando di collegare J.A.R.V.I.S. alla culla. “Lo dirò una volta sola: spegnete tutto.” Steve si fa avanti, mentre i due lo guardano increduli. So già a cosa stanno pensando… Che cosa ci fanno qui anche i gemelli? Bè, a quanto pare sono dalla nostra parte. Mi posiziono proprio accanto a loro, cercando di mostrare ai nostri compagni che non sono contro di noi. “No. Dimenticalo.” Risponde Tony, continuando a lavorare. Chi è il capo qui? Non l’ho ancora capito… “Non sapete quello che fate…” Continua il Capitano, venendo subito interrotto da Bruce. “…E tu sì?” Ehi, lui non è da solo, qui ci sono anche io! “Lei non è nella tua mente?” Lo scienziato indica Wanda con disprezzo. “So che sei arrabbiato…” Inizia lei, probabilmente cercando di scusarsi per le visioni dell’altro giorno. Ora che ci penso, devo fare i conti anche io con la streghetta… “Qui siamo ben oltre la rabbia. Potrei strangolarti anche rimanendo dello stesso colore.” Bruce… Evita, siamo già nei casini per conto nostro… “Potreste semplicemente provare a darci ascolto?” Chiedo con un sospiro, sperando che tutta questa cosa termini in fretta. Ma niente, iniziano tutti a battibeccare. Sono un genio. Cerco di resistere al fortissimo impulso che mi ordina di ghiacciare completamente tutta la stanza, di modo che tutto finisca. A sistemare le cose ci pensa argento vivo, staccando direttamente la macchina dalla culla. Grazie a Dio, un’altra persona che la pensa come me. “No no, avanti… Stavi dicendo?” Si rivolge verso Tony. Ed ecco che ci si mette pure lui… Alzo gli occhi al cielo, valutando seriamente l’opzione di una nuova Era Glaciale. Intorno ai miei piedi inizia a formarsi una lastra di ghiaccio, che decido di trattenere fino a quando non mi servirà. Un colpo sordo mi fa sobbalzare. Deve essere stato Clint, che ha sparato alla lastra di vetro su cui si era posizionato Pietro, scaraventandolo al piano di sotto. Quell’uomo è un genio a volte. “Pietro!” Urla Wanda, preoccupandosi subito per il fratello. Bè, a meno che non abbia le ossa di vibranio, penso proprio non stia bene come prima… “Riavvio l’upload.” Annuncia Tony, cercando di far ripartire il programma. Non faccio in tempo a respirare, che Steve ha già provato a fermarlo con il suo scudo. E va bene, giochiamo. Mi sa che questa sarà l’ennesima battaglia… Solo che ora devo combattere contro gente che considero mia alleata. Bruce blocca Wanda da dietro, impedendole quasi qualsiasi movimento. Io cerco di manovrare il ghiaccio per aiutarla a liberarsi, nonostante non sia poi così convinta di ciò che faccio. Dopotutto potrebbe colpirti di nuovo. Lo scienziato la lascia, mentre gli occhi di lei iniziano a brillare di rosso. “Grazie.” Bisbiglia guardandomi. “Tanto facciamo i conti dopo, noi due.” Rispondo avvicinandomi a lei. Da dietro ad alcuni pannelli ecco che compare anche Thor. È una riunione? Ci mancava soltanto lui. Saltando sulla culla, l’asgardiano evoca alcuni fulmini con il suo martello, lasciandoci tutti allibiti per un attimo. “ASPETTA!” Urla Bruce, tentando di fermarlo. Copro gli occhi con un braccio a causa dell’incredibile luce ed avverto solo moltissima energia mulinare intorno a me. La culla si apre con un’esplosione, costringendomi ad accucciarmi a terra. Dal fumo emerge una figura rossastra dai contorni indefiniti.3

Che cosa sta succedendo?


1-2-3 Altre scene del film, tanto per cambiare ^^



Angolo Autrice :)

Ciao a tutti lettori! Come state?
So perfettamente che avevo detto "lunedì uscirà il nuovo capitolo", ma sono riuscita a portarlo a termine prima, quindi eccolo qui!
Non so ancora se pubblicherò qualcosa anche lunedì come avevo detto, devo vedere come gestirmi prima di giovedì... Però intanto vi l
ascio con questo, sperando vivamente che vi piaccia.
So anche che vi avevo parlato di una sorpresina riguardante la storia in questo capitolo... Allora. Io vedo se riesco a lasciarvi qualcosa o domani o domenica sempre qui nell'angolo autrice, in caso non riesca a pubblicare qualcosa lunedì. Comunque, se lunedì non vedete aggiornamenti, passate di nuovo di qui. So bene che è un caos, ma ho avuto talmente tante cose da fare che la preparazione del viaggio si è ridotta all'ultimo minuto.
Comunque, tornando a noi... Vi dico solo che il capitolo è venuto di getto, quindi non sono sicura al cento per cento di ciò che è saltato fuori. Vi chiedo come sempre di lasciarmi una recensione se potete, così da sapere cosa posso migliorare. ;)
Ringrazio come al solito winterlover97 e Kind_of_Magic per le loro recensioni e tutti voi per le visite, che in un paio di giorni sono incrementate tantissimo. Grazie, grazie, grazie!! :D
Se avete consigli o richeste su scene da inserire nei prossimi capitoli, contattatemi pure ;) Io ci sono sempre :3
Scusatemi ancora per questo 'sfogo' riguardo al viaggio ed alla sorpresa (che non c'è, per ora). Ho avuto delle giornatine un po' pesanti, quindi vi chiedo di pazientare ancora un po'. 
Come già detto, se lunedì non vedete aggiornamenti, la sorpresa è in fondo a questo capitolo :)
Ora vado, scusatemi anche per l'orario improponibile ^^
Un abbraccio ed alla prossima, spero il più presto possibile. 
Vi voglio bene <3
-Rain<3


P.S. Pure l'angolo autrice è un nosense... Mi scuso XD


 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Capitolo VIII

Sbatto più volte le palpebre, chiedendomi se ciò che vedo sia effettivamente reale. Un androide rosso simile ad una figura umana troneggia davanti a noi, guardandosi gli arti con stupore. Ultron voleva creare… Questo? Tutti quanti ci ritroviamo a fissarlo allibiti, con miliardi di domande che ci affollano la mente. Lo sguardo del tizio si ferma poi su Thor. Neanche un istante dopo, l’asgardiano ha afferrato il nuovo arrivato (che si era appena scaraventato contro di lui) e lo ha spinto verso le vetrate in fondo alla sala. L’androide si ferma ad osservare la città di sotto, quasi come fosse un bambino che la scoprisse per la prima volta. Ci mettiamo tutti quanti in posizione d’attacco, aspettando che quello reagisca e ci venga contro, ma Thor ci fa segno di non muoverci. Voltandosi verso di noi, il rosso si costruisce una sorta di armatura (giusto per non presentarsi nudo di fronte a sconosciuti…) e si avvicina al gruppo. Thor appoggia il martello su un tavolino nei paraggi, mentre tutti scendiamo nella saletta e ci avviciniamo a quel… Coso. Ovviamente argento vivo deve fare l’esibizionista, perciò arriva correndo, sistemandosi accanto a sua sorella come per proteggerla. “Mi dispiace, è stato… inatteso…” L’androide dagli occhi azzurro cielo inizia a parlare, una voce profonda che mi ricorda qualcuno, anche se ora non riesco a collegare. “Grazie.” Continua rivolgendosi a Thor ed aggiungendo un mantello al suo ‘costume’. “Thor… Hai aiutato a creare questo?” Steve inizia a guardare il tipo, quasi cercando di capire se si trovi dalla nostra parte. “Ho avuto una visione.” Si giustifica il dio, cercando di spiegarsi. “Un vortice che inghiottisce ogni speranza di vita ed al suo centro… c’è quella.” Detto questo, indica la gemma al centro della fronte del rosso. Che belle visioni Thor… “Cosa? La gemma?” Questa volta è Bruce a farsi avanti. “La Gemma della Mente, una delle sei Gemme dell’Infinito, la più grande potenza dell’universo: ineguagliabile nella sua forza distruttiva.” Quindi vuoi dirmi che… Il tipo che abbiamo davanti è pericoloso? “Allora perché…” Inizia Steve, venendo subito interrotto dal figlio di Odino. “Stark ha ragione.” Conclude deciso. Fantastico… “Oh… È giunta l’ora dell’apocalisse…” Commenta Bruce, quasi rassegnato. “Gli Avengers possono sconfiggere Ultron.” Musica per le mie orecchie. Finalmente quell’ammasso di circuiti avrà la lezione che si merita… “Non solo.” Aggiunge l’androide. “Come mai la Visione ha la voce di J.A.R.V.I.S.?” Ecco a chi apparteneva quella voce! Bella domanda Steve… Bella. Domanda. “Abbiamo riconfigurato il matrix di J.A.R.V.I.S. per creare qualcosa di nuovo.” La risposta di Tony è molto chiara, sì. “Sono saturo del nuovo.” Commenta il Capitano. Riformulo. Non ho ancora capito chi comanda qui... “Pensate che io sia figlio di Ultron?” La Visione ha preso a camminare fra di noi e la cosa mi inquieta un pochino… “Non lo sei?” Incalza Steve. “Non sono Ultron. Non sono nemmeno J.A.R.V.I.S. Io sono… Io sono.” Va bene che non sei figlio di Ultron, okay, meglio così… Ma ammettilo, questo discorso ‘filosofico’ assomiglia ai suoi.

“Ho guardato nella tua mente e ho visto lo sterminio.” A parlare questa volta è Wanda, che fissa intensamente Visione, come se potesse captare qualcosa in più su di lui. “Guarda ancora.” Le risponde quello, ricambiando l’occhiata. “Eh sì… Non ho bisogno della sua approvazione.” Ribatte Clint, avvicinandosi. “I loro poteri, gli orrori nelle nostre menti, lo stesso Ultron, vengono dalla Gemma della Mente. Ed è niente in confronto a ciò che può scatenare, ma sarà dalla nostra parte.” Se lo dice Thor, ci crediamo tutti… No? “Davvero?” Eccolo. Steve ha ricominciato a fare lo scettico. “Tu lo sei? Sei dalla nostra parte?” Penso che si stia rivolgendo a Tony… Ci deve essere qualcosa di incasinato tra quei due. “Non credo sia così semplice…” Ci si mette anche l’androide ora. Perfetto. “Tu rendilo semplice molto presto.” Conclude Clint, spiccio. Mi sa che quell’uomo la pensa come me… “Io sono dalla parte della vita, Ultron non lo è.” Va avanti Visione, guardandoci tutti ad uno ad uno. “Sterminerà tutto.” Mi mordo il labbro inferiore. “Grazie della notizia, non lo sapevamo.” Borbotto a bassa voce, con aria stizzita. “Cosa sta aspettando?” Che c’è Tony? Hai paura di perdere i big money? Okay, ammetto che la situazione non mi piace, mi mette in agitazione. “Voi.” Risponde l’androide. “Dove?” Chiediamo un po’ tutti. “Sokovia. C’è Nat lì con lui.” Risponde Clint, serio. Avevo quasi dimenticato che Ultron l’aveva presa… Brutto pezzo di ferraglia… I gemelli si guardano. “Se ci sbagliassimo su di te, se tu fossi il mostro che Ultron ha progettato?” Bruce si avvicina alla Visione, guardandola dal basso verso l’alto. “Cosa fareste?” Chiede questi, fissando lo scienziato. Devi proprio essere così criptico? Silenzio. “Io non voglio uccidere Ultron. È unico… E sta soffrendo. Ma quella sofferenza travolgerà la Terra, perciò deve essere distrutto. Ogni forma che ha creato, ogni traccia della sua presenza sulla rete… Dobbiamo agire. E nessuno di noi può fare a meno degli altri.” Ci voleva così tanto? All’ultima frase mi ritrovo a fissare tutti gli altri, promettendo a me stessa di accettare ognuno di loro e di aiutarlo se in difficoltà. Tutti. Sì, tutti. “Potrei essere davvero un mostro, non penso che lo saprei se lo fossi. Non sono come voi, né come intendevate. È difficile convincervi a fidarvi di me, ma dobbiamo andare.” Dopo questo bel sermone, Visione solleva il famigerato martello di Thor, porgendolo al suo proprietario come se fosse una piuma. Fissiamo tutti quanti la scena trattenendo il respiro, mentre l’asgardiano afferra l’arma incredulo. “Bravo, complimenti” Dice soltanto, dando una pacca sulla spalla di Tony. “Si vede che lui era degno…” Borbotto cercando di non scoppiare a ridere di fronte a tutti. Devo fare violenza su me stessa per questo…1

Entro nella sala che uso di solito per allenarmi, notando che è in parte già occupata. A quanto pare i gemelli hanno avuto la mia stessa idea… Rivolgo un sorriso timido ai miei compagni, mentre preparo i contenitori con l’acqua per provare nuove tecniche di attacco. “Ti alleni con noi?” Mi chiede Wanda avvicinandosi. “Bè, questo è l’unico luogo in cui possa esercitarmi decentemente, perciò… Sì.” Annuisco mentre la ragazza si sistema accanto a me. “Scusami per la visione dell’altro giorno. Dico sul serio… Io… Io non volevo davvero mostrarti quelle cose. Pensavo soltanto di essere dalla parte giusta, tutto qui.” Inizia lei, guardandomi con aria dispiaciuta. “Fino ad allora non potevi sapere i piani di Ultron. Hai solo fatto ciò che ritenevi corretto.” Rispondo un po’ nervosamente, iniziando a sollevare una piccola quantità d’acqua. “La bambina sta bene, se vuoi saperlo. Non le è successo nulla di ciò che hai visto.” Sono così trasparente? “Meglio così. Io sono Freya, comunque, dato che non abbiamo avuto tempo per le presentazioni.” Abbozzo un sorriso, porgendole la mano. Lei la stringe con decisione. “Io sono Wanda e lui è il mio gemello Pietro, ma probabilmente già lo sai.” Mormora ridacchiando piano. “Diciamo che so di cosa siete capaci, non chi siete.” Effettivamente conosco i loro poteri ed il fatto che siano rimasti orfani a dieci anni, nient’altro. Ah sì… Lui è esibizionista e lei strana. “…Ti piace provocare mio fratello, eh?” Mi chiede maliziosa. “Ha cominciato lui.” Ribatto facendo spallucce. E dire che l’ho perfino insultato… “L’hai insultato nella tua lingua?” Continua lei, incalzandomi. “Bè… Preferirei che tu non leggessi la mia mente; comunque sì.” Confesso, mentre entrambe scoppiamo a ridere. “E che cosa mi avresti detto, esattamente?” Pietro si avvicina a noi velocemente come al solito, posizionandosi accanto alla sua gemella. Mi prendo un istante per osservarlo meglio. È abbastanza alto e muscoloso, con gli occhi di un colore che oscilla tra l’azzurro e l’argento. “Bè… Ti ho dato dello stronzo, la prima volta, se proprio vuoi saperlo.” Rispondo incrociando le braccia al petto con aria leggermente divertita. “E chi si aspettava che la ragazza fosse tutta pepe?” Alzo gli occhi al cielo di fronte al suo commento, mentre Wanda sorride. “A volte l’apparenza inganna.” Con nonchalance mi volto verso l’acqua che ho sollevato prima e la riporto nella sua posizione iniziale. “Sei nata già con i poteri o hanno fatto esperimenti su di te?” Mi chiede la ragazza, muovendo alcune casse vuote con gli occhi brillanti di rosso. “Penso di esserci nata… Insomma, nel luogo in cui vivevo prima non hanno mai accennato a mutanti o cose del genere…” Faccio spallucce, ripensando a cosa ho lasciato. Molto meglio lottare per salvarsi la vita, che non vivere nemmeno. “Ovvio, mamma e papà non ti hanno mai detto nulla sulla tua vera identità. Un classico. Poi ti hanno iscritta in una scuola a modo, così che tu potessi crescere con la consapevolezza che i mutanti sono mostri e che… Fondamentalmente non esistono. Che è tutta una favoletta per bambini. Immagino la tua reazione quando hai scoperto che non eri normale… E che forse nemmeno la tua famiglia lo era.” Borbotta Pietro, con tono freddo. Non capisco il perché di questo discorso, ma ho intuito che probabilmente ce l’ha con me. “Non sei l’unico ad aver avuto un passato difficile, Maximoff.” Resisto all’impulso di colpirlo di nuovo con un gavettone. Tecnicamente dovremmo andare d’accordo, abbiamo lo stesso obiettivo e dobbiamo cooperare per raggiungerlo… Inizio ad allenarmi seriamente, mentre avverto che l’atmosfera è diventata più tesa. Mi impongo di concentrarmi soltanto sui miei poteri ora, su nient’altro. Ma come faccio se ci sono altre due persone che mi fissano? E soprattutto se una di queste è arrabbiata con me per un motivo sconosciuto?

Chi li capisce, gli uomini?
             


1Scena del film XD (Ho solo deciso di modificare l’ultima parte in cui Steve annuncia che la squadra ha solo tre minuti per prepararsi alla battaglia. Avevo bisogno di inserire qualcosa di mio ^^)



Angolo Autrice :)

CE L'HO FATTA!!!!!!!!!!!!!!!! *Balla la macarena, circondata da fuochi d'artificio e coriandoli*
Mi sembra un miracolo essere riuscita a pubblicare stasera... Avevo seriamente paura di non farcela ^^ 
Cooomunque... Che ve ne pare? Io adoro Visione... Quindi mi sembrava opportuno riportare per intero la sua nascita :3
Freya non è sicura di essere pronta per affrontare una battaglia del genere, vista anche l'atmosfera che è venuta a crearsi con i suoi nuovi compagni... Ma non tutti i mali vengono per nuocere ehehehe ;)
Dite che le cose si sistemeranno? Oppure no? Fatemi sapere tutte le vostre idee e supposizioni con una recensione :D
Ringrazio TUTTI VOI per le visite ad ogni capitolo, mi rendete felicia! :) Poi non posso non ringraziare per l'ennesima volta winterlover97 e Kind_of_Magic per le loro recensioni!!
Dopo questa estenuante particina, vengo al sodo. So che state aspettando una cosina che vi avevo promesso... Lo so ;) Lo so ^-^
Vi svelo di che cosa si tratta la sorpresa che ho preparato apposta per voi! *Rullo di tamburi*
Innanzitutto, inizio col dirvi che è divisa in più parti: la prima è una Playlist di canzoni e video che mi hanno spinta a scrivere questa fanfiction. Ogni volta che li guardo mi torna l'ispirazione. E' come se in ognuno di quei video ci fosse una parte di me :) (Ditemi quali secondo voi rappresentano al meglio i personaggi e la storia!! Se avete in mente anche un'attrice che vi sembra adatta ad interpretare Freya, ditemi pure, che forse creerò qualche edit ^^)
La seconda è una Raccolta di immagini dei gemelli. Anche qui cibo per la mia ispirazione! (E per i miei ormoni ehehe...^^'')
Ed infine, se volete, posso darvi il nome della pagina Instagram in cui posto i miei disegni. Ce ne sono alcuni di Freya, se volete vedere come la immagino io :3
Vi voglio bene ragazzi, spero che non appena sarò tornata riesca a scrivere subito un capitolo speciale. Ve lo meritate <3
Ci sentiamo presto, un abbraccio ed alla prossima!
-Rain<3

Link ai video ;) (Per vederli copiate ed incollate il link *^*)

Canzoni originali:
-Zella Day - Sacrifice --> 
https://www.youtube.com/watch?v=TAncvkA_-ds
-Halsey - Castle --> https://www.youtube.com/watch?v=1rfSHisyHdc 
 -Mashup Castle/Dollhouse --> https://www.youtube.com/watch?v=KaWs9XapLig
 -The Huntsman Winter War version --> https://www.youtube.com/watch?v=adScYCXzuLg
-Halsey Control --> https://www.youtube.com/watch?v=so8V5dAli-Q
-Svrcina - Battlefield --> https://www.youtube.com/watch?v=GZrddJPGp1I
 -Nightcore Version --> https://www.youtube.com/watch?v=F6GMVUrVLNc
-Angel With A Shotgun --> https://www.youtube.com/watch?v=qvFpnM1gDQY
- Control Party Mashup --> https://www.youtube.com/watch?v=F61UNiKV5vk

Wanda Maximoff:
-Wanda Maximoff - Sanctuary --> 
https://www.youtube.com/watch?v=RBhgGnkiV3E
-Wanda Maximoff - Picture, picture --> https://www.youtube.com/watch?v=jVUMh368kzI
-Wanda Maximoff - Radioactive --> https://www.youtube.com/watch?v=t4V2gtq5bIo
-Wanda Maximoff - Who is in control? --> https://www.youtube.com/watch?v=aafgcG0ST0Q
-Wanda Maximoff - Good Girls Do Bad Things Sometimes --> https://www.youtube.com/watch?v=vBINUf78ujI
-ScarletVision - Futuristic Lovers --> https://www.youtube.com/watch?v=Y9Pfhhp4ymc

Marvel Ladies:
-Marvel Ladies - Hey Mama --> 
https://www.youtube.com/watch?v=J3RIRY5W4Pk
-Marvel Ladies - One Woman Army --> https://www.youtube.com/watch?v=YExTkG5ELwY

Maximoff Twins:
-Maximoff Twins - Can You Feel My Heart --> 
https://www.youtube.com/watch?v=XwT_GLtfPAU
-Maximoff Twins - You Are an Avenger --> https://www.youtube.com/watch?v=amiJQaqIP1w
-Maximoff Twins - Sacrifice --> https://www.youtube.com/watch?v=s6ARBMRClTc
-Maximoff Twins - Blood is Thicker --> https://www.youtube.com/watch?v=IVjrje2ESEA
-Maximoff Twins - Dust and Light --> https://www.youtube.com/watch?v=l17JdDFcW1g
-Maximoff Twins - Warriors --> https://www.youtube.com/watch?v=kyE2Gqvm1Kk
-Maximoff Twins - Shout --> https://www.youtube.com/watch?v=XoFY20pN_bw
-Aaron & Elizabeth - Timber -->  https://www.youtube.com/watch?v=sN-VjIXCk5g

Pietro Maximoff:
-Pietro Maximoff - See You Again --> 
https://www.youtube.com/watch?v=IgvWS_-63fc
-Pietro Maximoff - Womanizer --> https://www.youtube.com/watch?v=8EYT4qRBJIY
-Pietro Maximoff - DNA --> https://www.youtube.com/watch?v=D3mNXVTrqz4
-Pietro Maximoff - Quicksilver Tribute --> https://www.youtube.com/watch?v=Itci_K-yIm4

Avengers Cast:
-Avengers Cast Funny Moments (Part 1) --> 
https://www.youtube.com/watch?v=xI19iqN6SoA
 -(Part 2) --> https://www.youtube.com/watch?v=YZzq0_gVp80

Collezione WeHeartIt --> http://weheartit.com/Pelelen/collections/110157429-the-avengers-maximoff-twins

E questo è tutto! Un bacione!! <3
(Ne avrete di tempo per vedere tutto eh XD)
P.S. Sentitevi liberi di inviarmi messaggi durante queste tre settimane :D Io ci sono sempre e vi risponderò appena possibile ;)


 

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Capitolo IX


Esco dalla stanza in cui mi sono esercitata senza nemmeno salutare i gemelli. Quando mi innervosisco raramente i miei poteri collaborano… Prendo un profondo respiro mentre imbocco il corridoio che porta alla mia stanza. Non so, ma le parole di Pietro continuano a ronzarmi in testa. Cosa gli ho fatto di male? L’ho insultato, okay, ma veramente quello che voleva uccidermi era lui… Scuoto la testa rassegnata. Dovremo lavorare in squadra, quindi devo mettere da parte tutto e cercare di essere gentile, anche se mi da sui nervi. Riprendo a camminare, quasi non accorgendomi di essere seguita proprio dal Maximoff. Parli del diavolo… Inizio a marciare più velocemente verso la mia camera, sperando non succeda nient’altro nel frattempo. Mancano più o meno dieci passi, che me lo ritrovo davanti. Speravi di essere più veloce di lui Freya… “Bè?” Chiedo, tentando di sorpassarlo senza successo. “Quindi anche tu hai avuto un ‘passato difficile’ ?” Mentre parla noto che mima le virgolette con le mani. Fottiti. Roteo gli occhi. “Niente che possa interessarti.” Replico incrociando le braccia al petto e soffiandomi via una ciocca di capelli dal viso. “Ora, cortesemente, potrei passare?” Lo fisso scocciata battendo un piede a terra, mentre lui non si sposta di un millimetro. “Sarei curioso di saperlo, invece. Avanti.” Okay, ora gli mollo un pugno. “Senti: non è colpa mia se prendi ad inveire contro alle persone senza nemmeno conoscerle. Io ti ho detto quelle cose perché molto probabilmente il tuo obiettivo era uccidermi, così come con tutti gli altri. Non è necessario comportarsi come ragazzini, ora dobbiamo collaborare per distruggere Ultron. Se sei qui per piantare grane, bè, prendi la porta e lascia la Torre; altrimenti cerca di essere tollerante verso gli altri, un po’ come sto facendo io ora con te.” Sbuffo sonoramente dopo essermi sfogata e mi trovo a spingere via Pietro da in mezzo al corridoio ed a ricominciare a camminare per raggiungere la mia stanza. “Ed allora dimmi che cosa hai passato, così almeno potrò insultarti con un motivo.” Ammetto che questa non me l’aspettavo. “Non molli proprio mai, tu, eh?” Borbotto rassegnata, ridendo freddamente tra me e me. Dopodichè mi volto verso di lui. “Hai voglia di restartene lì impalato in mezzo al corridoio o di andare in un altro posto, così da poter litiga… Ehm, chiacchierare in santa pace?” Sollevo un sopracciglio, mentre lui si incammina nella direzione opposta alla mia. “Va bene, vada per un altro posto.” Borbotto, decidendo di seguirlo, nonostante comprenda solo ora che è arrivato ieri e nessuno gli ha ancora mostrato l’intera torre. “Forse è meglio se ti faccio strada io.” Dico rassegnata, passando avanti a lui e dirigendomi verso l’esterno. Speriamo solo che sia una buona idea…

Perfetto, ora mi ritrovo seduta fuori dalla Torre (senza vie d’uscita se dovesse atterrare un quinjet, tra l’altro) con una persona che conosco a malapena. “Allora…” Inizio guardando i grattacieli di fronte a me. “Dimentica tutto quello che hai detto ieri. Non ci sono né mamma, né papà per me. Ci sono solo io. Freya Marin Solheim, che è appena nata e non sa che è da sola, fin dal primo istante. E no. Nemmeno la scuola ‘a modo’ per viziate. Un Istituto inglese sperduto nel nulla, non troppo vicino al mio paese di nascita. È così che è cominciato tutto.” Mi mordo il labbro inferiore, leggermente imbarazzata dal fatto che Pietro mi stia fissando. “Bè, mia madre non ha fatto in tempo a dirmi addio, siccome è morta dandomi alla luce… Mio padre poi non sa nemmeno che esista, probabilmente è morto anche lui. Ho imparato ad essere la guida di me stessa, a gestire i miei bisogni ancora prima che gli altri ci pensassero. Non ho mai chiesto aiuto a nessuno, né qualcuno me l’ha mai offerto. Sono sempre stata sola. Zero amici, sarebbe stato fin troppo comodo.” Rivolgo lo sguardo a terra, indecisa se continuare. Silenzio. “Poi è arrivata Abby. Ho fin da subito deciso che avrei protetto quella bambina e che lei avrebbe fatto lo stesso con me. Siamo diventate una specie di famiglia. Ristretta, sì, ma una famiglia. C’eravamo sempre l’una per l’altra. È stata l’unica persona in grado di tirarmi fuori da quel baratro che è la solitudine. Però poi, anche a causa della differenza d’età, ho iniziato a capire che dovevo cavarmela da sola, senza di lei. Non ci siamo allontanate, no, ma qualcosa è cambiato. Ho ripreso a badare a me stessa e a lei, come avevo sempre fatto. Ma non è servito a farmi sentire meglio. E poi… Sono arrivati gli Avengers e tutto il resto.” Respiro profondamente, cercando di trattenere le lacrime. No, non ho ancora finito. “A forza di passare il tempo in quel dannatissimo Istituto, sono diventata come quelle ragazze viziate che pensano di essere chissà chi. Forse è questa l’impressione che ti ho fatto.” Concludo, voltandomi verso Pietro e guardandolo come ad invitarlo a dire qualcosa. “Bè… Dal mio punto di vista le cose sono un po’ diverse.” Inizia lui. “So che avete perso i genitori nei bombardamenti, me l’hanno detto.” Mormoro soltanto, mentre lui sostiene il mio sguardo. “Sì, ma non ti hanno raccontato tutto.” Ribatte senza voltarsi. Appoggio la testa sulla mia mano, rivolgendo nuovamente lo sguardo verso i grattacieli ed il tramonto in lontananza, pronta ad ascoltare. “Io e Wanda abbiamo dieci anni. Siamo a cena tutti e quattro. La prima granata colpisce due piani sotto di noi, una voragine nel pavimento. Enorme.” Immagino la scena ad occhi chiusi, cercando al tempo stesso di non distrarmi. “Entrano i nostri genitori e l’intero palazzo comincia a crollare. Io afferro lei. Rotolo sotto al letto e arriva la seconda granata, ma… Non esplode.” Fa una piccola pausa ed io trattengo involontariamente il respiro. “Resta lì nei detriti, immobile, a un metro dalle nostre facce. E sul lato della granata c’è scritta una parola: Stark.” Fa una pausa, mentre io riapro gli occhi e torno a fissarlo. È scosso. “Poi?” Chiedo ancora, senza pensare ai ricordi che gli sto riportando in mente. “Intrappolati per due giorni.”
1 Conclude, gli occhi color argento spalancati. “Vita facile anche per te, eh? Il destino ha deciso di prendersi gioco di noi.” Ridacchio fra me e me, mentre mi stringo le ginocchia al petto. “Se avessi saputo, di certo mi sarei comportato diversamente. Ma voi donne dovete essere sempre così complicate…” Risponde sarcasticamente. Sorrido di fronte a quel commento. “Anche io mi sono ricreduta su di te, in fondo ce l’ho un cuore…” Dico, mentre noto un sorriso spuntare lentamente anche sul suo volto. “Non dire in giro quello che ti ho raccontato… Ho una reputazione da difendere.” Borbotto rialzandomi ed incamminandomi verso l’interno della Torre, seguita da una sua risata. “Sia mai, per carità!” La sua voce è così diversa rispetto a prima… Mi volto ancora verso di lui “ E comunque… Grazie. Sei stato il primo ad avermi dato una seconda possibilità.” Aggiungo, decisamente sollevata. In fondo non è poi così male come immaginavo... “Bè, se non l’avessi fatto probabilmente non avremmo più finito di prenderci a parole… Dalle parole si passa presto ai fatti... E tu sembri esserne esperta.” Sorride sarcastico. Faccio per aprire bocca e ribattere. RITIRO TUTTO QUELLO CHE PENSAVO. Freya, trattieniti. A quanto pare lo hanno mandato qui per testare come gestisci la tua rabbia. Respira profondamente… “Knulle deg, gutt2!” Sputo fuori, prima di rientrare. Purtroppo non sono abbastanza veloce e mi tocca pure ascoltarmi una delle sue irritanti risatine… Spero solo che i miei istinti omicidi non si scatenino proprio ora…  

Entro nella mia stanza e mi butto sul letto con un sospiro. Tra due giorni lasceremo la torre e la battaglia avrà ufficialmente inizio. Ho pochissimo tempo per cercare di migliorare i miei poteri e, quando non mi alleno, passa tutto troppo lentamente. Noto il mio IPod blu abbandonato sulla scrivania, le cuffiette aggrovigliate tutte intorno. “Che ci fai laggiù?” mormoro con una risatina, alzandomi per recuperarlo. Ma stavolta nemmeno la musica ha il potere di calmarmi. È tutto così dannatamente confuso. Chi sono io? Chi è la mia famiglia? Da dove provengono i miei poteri? Perché nessuno è mai venuto a cercarmi? Troppi interrogativi in un colpo solo. Mi stringo nelle spalle, siccome ogni volta che cerco di trovare risposte inevitabilmente fallisco. È tutto inutile, mi dico. Chiudo gli occhi, ripensando alle mille cose strane che mi sono successe in questi giorni. (E poi, giorni… Forse settimane, o mesi). Sembrava solo ieri… Avverto di essere cresciuta, in fondo. Tutto questo mi è servito per capire me stessa (o perlomeno solo una parte di me). È strano, mi sembrava quasi impossibile scappare da quella vita che non avevo mai avuto… E poi sono arrivati gli Avengers. E con loro tutto questo casino. Devo ringraziarli, l’unica cosa che devo fare è dir loro grazie. Mi sono buttata a capofitto in un’avventura di cui, all’inizio, non avevo compreso per nulla il motivo. Ora, la mia stessa vita dipende da ciò che accadrà tra due giorni. Se sopravvivremo, se riusciremo a sconfiggere Ultron, o se verremo sopraffatti. Indipendentemente da ciò che succederà, so solo di aver fatto la scelta giusta. Chissenefrega di tutto quello che mi sono lasciata alle spalle, del passato, di quello che ero. Ora importa ciò che sono e ciò che sarò. Soltanto questo.

Il fluire dei miei pensieri è subito interrotto dal bussare sommesso di qualcuno alla porta della mia camera. Che succede? Mi alzo in piedi buttando da una parte le cuffie ed apro la porta, cercando di abbozzare un sorriso a chiunque si trovi oltre ad essa. Non appena vedo Wanda tiro un sospiro di sollievo. Ed io che pensavo che fosse di nuovo quel… coso “Ehi!” Esclamo facendola entrare. “Qual buon vento?” Chiedo poi, chiudendo la porta e sedendomi sul letto. “Bè… Volevo chiederti com’è andata… Prima non ho nemmeno fatto in tempo a vedere che passava nella testa di mio fratello… Sai, è sempre di fretta!” Mentre parla noto che si torce una ciocca di capelli, come se fosse in imbarazzo. E tu vuoi che me la beva? “Ti ha mandata Pietro, non è vero? Che coniglio…” la interrompo fissandola con una risata sarcastica. Lei sorride soltanto. “A quanto pare non riuscite proprio a sopportarvi voi due… Cerco di sistemare un po’ le cose, dato che tra due giorni dovremo collaborare…” Si giustifica, abbassando leggermente il capo. “Non è colpa tua se hai un fratello stupido.” Rispondo incrociando le braccia al petto ed invitandola a sedersi accanto a me. “E’ un po’ impulsivo forse… Ma tu non hai mai visto il vero Pietro, fidati. È totalmente diverso da quello che sembra. Fa tanto lo spaccone, ma in fondo darebbe tutto se stesso per le persone che ama. Credimi, io l’ho visto.” Sollevo un sopracciglio incerta. Non so proprio come facciano ad essere gemelli… “Bè, ti dirò solo una cosa… Non ce l’ho con te. Tu mi sei piaciuta fin dall’inizio e, non scherzo, mi stai veramente simpatica… Non capisco proprio perché siate parenti.” Dico, mentre lei mi sorride. “Grazie. È la prima volta che sto simpatica a qualcuno.” La vedo abbassare per un istante lo sguardo e le poggio una mano sulla spalla. “Comunque vada, hai una persona su cui contare, ora.” Ci sorridiamo a vicenda, mentre lei assume subito dopo un atteggiamento malizioso. “Hai insultato di nuovo mio fratello? No, perché appena l’ho incontrato in corridoio mi è sembrato un pochino irritato…” Alzo gli occhi al cielo e rido fra me e me. “Con quelli come lui raramente riesco a trattenermi… Se la prossima volta lo troverai con un occhio nero, saprai chi è stato.” Dopodichè ci ritroviamo entrambe a ridere e chiacchierare, proprio come vecchie amiche.

Eh sì, perché forse un’amica l’ho trovata.      
 
 


1Ho ripreso le battute di Pietro dalla scena in cui parla ad Ultron di cosa è successo a lui ed a sua sorella (E sì, mi sono imparata quasi tutto questo pezzo, di nuovo ^^)
2 “Vaffanculo, ragazzino!” in Norvegese (Freya is a bad girl 8) mammina è popofiera u.u)


Angolo Autrice :)

BUONASERA!!! Mi siete mancati un sacco, sappiatelo!
Mi scuso per avervi fatto aspettare così a lungo... Ma dopo essere tornata dalle vacanze ho avuto due o tre imprevisti e la pubblicazione del capitolo è finita in secondo piano... Mi scuso TwT Al mio paese era festa patronale e, come forse avrete potuto notare, sono stata via un sacco di giorni. Immaginate solo tutte le persone che ho dovuto salutare XD E poi mi sono fatta un po' di brainstorming, giusto per rinfrescarmi le idee ;)
Ma basta parlare di me... Parliamo invece delle visite che ho ricevuto in questi giorni... Ragazzi, siete spaziali! Mai avrei immaginato di raggiungere questo traguardo! GRAZIE!!
Un ringraziamento speciale speciale va a Kind_of_Magicwinterlover97 DenyMergana07 per le loro recensioni <3 Mi rendete tanto feliscia :')
Dopodichè, visto che ho finito con i ringraziamenti (Spero di non aver dimenticato nessuno eheheh ^^"), ho qualche domandina per voi :3
Innanzitutto... Vi è piaciuta la sorpresa? Spero di sì, perchè ci ho messo tanto amore :3 
Poi... Avrei intenzione di iniziare una serie di One Shot su Pietro e Freya, visto che si vogliono tanto tanto bene :D La mia idea sarebbe di creare una raccolta di capitoli ad AU o a Prompt... Ditemi quale delle due preferite con un MP o una recensione ;) (Gli AU e/o i Prompt potete anche suggerirmeli, se volete :) )
Poi... da ultimo ma non meno importante... Grazie ad agenti esterni (eheheh grazie Gina XD) sono riuscita a trovare un volto alla nostra Freya... Che dite, vi piace?


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E... Sì, ci metto una Gif con Aaron perchè è bello :3
Un abbraccio ed alla prossima! Vi voglio bene.
-Rain<3

P.S. L'attrice è Kaya Scodelario ;)

 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Capitolo X

Colpisco uno dei bersagli di fronte a me con uno schiocco. Il tentacolo d’acqua poi si ritira velocemente, senza lasciare traccia. “Sei troppo lenta!” Mi urla Pietro dall’altro lato della sala, per poi riprendere immediatamente a correre. Alzo gli occhi al cielo. Spero che ti venga un infarto mentre fai il figo. Sorrido malefica mentre riprendo a generare acqua. Ho deciso che oggi non mi farai perdere la calma, no. Colpisco di nuovo, più forte e più forte ancora. Domani ho intenzione di sbriciolare quei robot, dico sul serio. Stanotte non dormiremo, visto che la partenza è prevista di sera. Domani mattina saremo là, sul campo di battaglia, ad aspettare il nostro nemico. Plasmo una sfera di ghiaccio e la dirigo a tutta velocità verso il centro dei cerchi, per poi farla saltare in mille pezzi. Una nebbia sottile si propaga poi dalle schegge, riempiendo in poco tempo tutta la zona intorno a me. “Wow.” Commento, schioccando le dita e facendola scomparire. I miei poteri si sono sviluppati così tanto rispetto a prima… “Riformulo: se stai sempre a guardare cosa sei in grado di fare, resterai sempre troppo lenta!” Chiudo gli occhi e muovo la mano verso argento vivo, colpendolo dritto in faccia con un gavettone. “Che c’è? Anche questa era troppo lenta?” Chiedo, un sopracciglio sollevato ed un sorrisetto in volto. Pietro fa spallucce e ritorna a correre, mentre io scuoto la testa. “Vedi… ti servono gli stimoli giusti.” Spiega, comparendomi poi davanti con l’aria di chi la sa lunga. “Cioè, della serie… ‘il tuo cervello reagisce più velocemente a certi stimoli, rispetto che ad altri’ ? Fantastico.” Incrocio le braccia al petto, mentre punto i miei occhi nei suoi. “Questo spiegherebbe molte cose…” Continua con un mezzo sorriso. Gli punto un dito contro. “Senti, tu per la tua strada ed io per la mia, okay? Non è necessario rompersi le scatole a vicenda in ogni momento.” Mi volto con un sospiro verso altri bersagli, dopo averlo lasciato lì come uno stupido. “A dire il vero stavo solo cercando di darti una mano, printsessa.” Replica ridacchiando, costringendomi a piantarmi le unghie nei palmi delle mani. “Per favore…” Sibilo, seriamente tentata di girarmi e seccarlo lì con un tentacolo d’acqua. Non faccio in tempo ad elaborare il pensiero, che è di nuovo di fronte a me. Ecco, ora sembro io quella pazza con le mani tese davanti a sé per richiamare l’acqua. “Spostati.” La mia voce è un sussurro scocciato quasi impercettibile. Notando che non reagisce, decido di farla finita. “Okay, du ba om det1.” Borbotto, lanciando un gavettone verso Pietro, che si scansa all’ultimo secondo. Senza accorgermene, ho iniziato ad aumentare la velocità e la violenza dei miei colpi, che schioccano contro l’aria come spari. Intanto, argento vivo è diventato proprio come la pallina di un flipper… Con uno scatto riesco finalmente a colpirlo. Lo guardo vittoriosa. “Ho vinto io.” Lui si limita a sorridere, beffardo. “Te l’avevo detto, se c’è uno stimolo, colpisci più forte.” Alzo gli occhi al cielo, per poi sollevare anche le mani. Una pioggerellina si riversa sul Maximoff, che fa una smorfia rassegnata. Non posso fare a meno di sorridere di fronte alla sua espressione e, dopo un po’, ci ritroviamo entrambi nella stessa situazione, fradici ed in preda alle risate. Non mi accorgo quasi che è entrata Wanda. “Ehm… Ho… Interrotto qualcosa?” Ci chiede, guardandoci incerta. “No.” Rispondiamo scuotendo la testa con aria innocente. Pietro torna subito ad allenarsi dall’altra parte della sala con nonchalance. “Sbaglio o… stavate ridendo?” La ragazza mi si avvicina con un sorrisetto, mentre mi volto a guardarla. “Posso assicurarti che è tutto okay. Davvero.” Confermo mentre lei mi sembra ancora sospettosa. “Che dici, proviamo ad allenarci insieme?” Le propongo sorridendo e cercando di sviare l’argomento. “Sì, solo se poi mi spiegate che è successo.” Risponde incrociando le braccia al petto e guardandomi, complice. “Okay.” Dico soltanto, prima di iniziare a lavorare seriamente.

Mi guardo per un istante allo specchio, gli occhi puntati contro il mio riflesso. Sono diversa. Mi sento… Cresciuta, in qualche modo. I miei ‘vestiti da supereroina’ sembrano quasi parte di me. Non avrei mai pensato di arrivare fino a qui. La mia prima, vera, battaglia. Potrei perdere la vita da un momento all’altro, quella dannata vita che ho sempre sognato di vivere, ma che allo stesso tempo è continuamente a rischio. Sono una contraddizione vivente. Incostante, come direbbero i miei ex-insegnanti. Ed è assolutamente vero. Sorrido di fronte a questo pensiero. Devo essere uscita di testa, se do retta a quelle cose che mi dicevano… Accanto a me ci sono gli altri, che stanno preparando le loro “armi” per la battaglia. Il destino dell’umanità intera potrebbe dipendere da quello… Ripenso ad Abby, alla promessa che le ho fatto ed alle sue parole. “Per favore, promettimi che dopo aver salvato il mondo ritornerai. Ti prego...” “ Sì, Abby, te lo prometto”. Chiudo gli occhi, cercando di non scoppiare a piangere di fronte agli altri. Devo sopravvivere. Devo farlo per lei, per Abby. Respiro profondamente per poi voltarmi. Sgrano gli occhi di fronte a Pietro che si sta infilando una maglietta a maniche lunghe, mettendo in mostra i suoi muscoli. Avverto che le mie guance si riscaldano, mentre noto Wanda distogliere momentaneamente lo sguardo da Visione e ridacchiare dall’altro lato della stanza. Perché capitano tutte a me? Faccio spallucce e scuoto la testa, mentre la mia nuova amica si infila una giacca di pelle rossa con nonchalance. Incrocio le braccia al petto, mentre cerco un punto dove rintanarmi tutta sola a meditare prima del combattimento. Ne ho davvero bisogno dopo quello che ho visto…

Okay, è decisamente peggio di quello che mi aspettavo. La gente fatica a capire il pericolo che corre restando nelle strade. Ultron potrebbe arrivare da un momento all’altro. Tutti, soprattutto i gemelli, stiamo cercando di spronare le persone a lasciare questo posto prima che si scateni l’apocalisse. Il mio cuore si stringe, lasciandomi una sensazione di vuoto nel petto. Queste persone, alcune di queste persone, moriranno. Non posso impedire loro di rimanere. O forse… Inizio ad utilizzare i miei poteri per indicare alle persone dove andare. I miei tentacoli d’acqua si spargono in ogni strada. Il loro obiettivo? Allontanare le persone. Forse la paura è un motivo valido, rispondono solo a quella. Steve ci ha parlato di ciò che dovremo fare, ma ho dimenticato quasi la metà delle sue parole… Il mio cervello viaggia e basta. Forse è troppo veloce. I robot, intanto, iniziano a spuntare perfino da sottoterra, cogliendoci effettivamente di sorpresa. Le bombe sibilano sopra le mia testa, mentre colpisco a destra e a manca con “proiettili” di ogni genere. “Andate via dal ponte, via!” Mi ritrovo ad urlare, muovendomi fra la gente impaurita. Mi volto alla velocità della luce ed inizio a dare sfogo ai miei poteri, senza fermarmi un istante. Wanda è poco lontana da me, che cerca di farsi scudo con la sua stessa energia. La vedo cadere a terra con una smorfia di dolore. Dannati robot! Una voragine inizia ad aprirsi attorno alla città, mentre la mia agitazione sale e si mescola all’adrenalina. L’acqua è ormai parte di me, mi circonda e reagisce ai miei ordini. No, ora nessuno ha più scampo.

Sta tremando tutto. Ogni cosa. Perfino il mio corpo. Ho paura. Paura di non riuscire a salvare tutti, paura di non dimostrarmi all’altezza. Non riesco più a pensare ad altro che non sia la salvezza delle persone intorno a me. Non mi importa più nulla della mia vita, ora devo salvare loro. Tutto sta prendendo il volo, letteralmente. Non c’è più un senso, persone che corrono, urlano, cadono giù dalla città volante. Mi sento impotente, nessuno di fronte a tutto ciò che Ultron ha creato. “Noi abbiamo un solo compito: distruggere questi cosi. Se vi faranno male, fategli male; se vi uccideranno, resuscitate.
2Grazie Steve, ci voleva proprio… Stringo i pugni e mi decido. Da ora si fa sul serio. Anche Hulk e Nat sono arrivati a farci compagnia, finalmente. Rotolo velocemente a terra schivando uno dei robot, coprendolo poi completamente di ghiaccio. Una nebbiolina sottile si propaga poi dal gelo che ho creato, mandando definitivamente in confusione gli altri ammassi di ferraglia. Sento il liquido avvolgermi e diventare parte di me, mentre li frantumo tutti con un urlo. Corro, salto come mai avrei pensato di fare, mentre lascio che la rabbia mi guidi. Ora è l’unico sentimento che mi aiuta a distruggere. Wanda è poco lontana da me, che cerca di aiutare un uomo a scappare. Clint colpisce i robot con una velocità ed un’agilità impressionanti. Decido di unirmi a lui, generando alcuni vortici d’acqua grandi quasi come una persona. Investo subito cinque o sei macchine da guerra, mentre intorno a me volano detriti di ogni genere. Mi nascondo velocemente dietro un muro, con l’ansia che si sta impossessando di me. Respiro profondamente, ripensando all’espressione strafottente di Pietro che mi incitava a colpirlo. Forse devo essere più veloce. Intanto, sullo sfondo delle nuvole attorno alla città, inizia a comparire uno strano aereo gigante… Mi sa che le sorprese non sono finite.

Siamo tutti insieme sotto lo stesso tetto, letteralmente. Le ormai rovine della chiesa ci ospitano tutti, mentre cerchiamo di proteggere il sigillo. Inizio a colpire senza sosta, investendo tutto. L’acqua disintegra buona parte dei robot di fronte a me, mentre esulto in silenzio. Ogni pezzo di metallo distrutto è un punto a nostro favore, o quasi. Ultron si posiziona di fronte a noi, mentre Thor lo provoca. “Non sai fare di meglio?!” La sua voce è proprio come un tuono, devo ammettere… In tutta risposta, il bastardo evoca una miriade di scagnozzi, così tanti che sembrano quasi formiche. “Dovevi proprio chiedere?” Si lamenta Steve, guardando il Dio con aria di rimprovero. “Questo è il meglio che so fare.” Risponde intanto Ultron, a braccia aperte, come a mostrarci la sua opera. Ho voglia di spaccarti la faccia. “Esattamente quello che volevo: tutti voi contro tutti i me. Come potete sperare di fermarmi?” Stringo i pugni fino a far sbiancare le nocche. Ora bisogna giocare. “Come ha detto il vecchio saggio… Insieme
3.” Tony si volta per un istante verso Steve, alludendo ad uno dei suoi discorsi, dopodiché Hulk da inizio alla fine con un ruggito. Non guardo più neanche dove colpire: lo so. Mi lascio trasportare dai miei poteri, l’unica fonte di salvezza che possiedo. Mi ritrovo a voler disintegrare tutto, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Mollo pugni, calci e schiaffi, insieme a ghiaccio e trombe d’acqua. Gli ultimi robot rimasti, poi, iniziano a lasciare la città. Oh, ora hanno paura! Io no, non più. Io non ho paura.

Dopo gli ordini di Steve ci dirigiamo tutti quanti verso le scialuppe, decisi a portare in salvo tutte le persone rimaste. Wanda è invece rimasta a proteggere il sigillo, tutta sola contro un esercito. Corro come non ho mai fatto in vita mia, urlando alle persone di muoversi con tutto il fiato che ho in gola. La calca che si è formata mi rende difficile perfino ragionare. Mi avvicino a Clint, che sta per salire su una scialuppa, mentre il flusso dei miei pensieri è interrotto dai singhiozzi di una madre. “Costel! Eravamo al mercato… COSTEL
4!” Poco lontano da dove mi trovo, in effetti, c’è la figura di un bambino di circa dieci anni, il quale a malapena si regge in piedi. Noto Clint avviarsi per andare a recuperarlo, ignaro del pericolo che corre allontanandosi. Clint ha una famiglia, delle persone da cui deve tornare, io no. Tendo un braccio in avanti per fermarlo. “Clint, no… Vado io.” Devo vivere la mia vita, devo vedere Abby… Scaccio via questi pensieri con un gesto della mano, iniziando a correre verso il bambino. È pericoloso. Non sopravvivrò. Stringo le palpebre. Ho fatto la cosa giusta, Clint potrà salvarsi e rivedere la sua famiglia. Devo salvare quel ragazzino, riportarlo da sua madre, prima che sia troppo tardi. I grandi occhi castani di Costel mi fissano, mentre cerca di fare leva sulle sue piccole braccia per tirarsi fuori dalle macerie. “Ti aiuto io, ma fa’ in fretta.” Dico, cercando di tranquillizzarlo (probabilmente non riuscendoci). Lo prendo in braccio, mentre il sangue della sua ferita sulla fronte mi macchia i vestiti. Non importa, devo salvarlo, devo salvarlo, devo…

Accade tutto troppo velocemente: un attimo sono girata verso la scarica di proiettili che proviene da uno degli aerei, l’istante dopo gli do la schiena, cercando di proteggere il bambino con il mio corpo. Speriamo che sia indolore, speriamo che si salvi… No. È troppo indolore, troppo. Sento come un vento freddo sferzarmi il viso, mentre non mollo la presa. Una pioggia di piccoli detriti si riversa su di me, mentre realizzo di non essere affatto ferita. Sollevo piano la testa e decido di voltarmi, per capire cosa ha arrestato la scarica di proiettili. Mi ci vuole un istante per capire. Un’automobile è esattamente alle mie spalle, presumibilmente è ciò che ha protetto me ed il ragazzino… Ma allora… No. Sgrano gli occhi alla vista di Pietro, al mio fianco, con le braccia tese in avanti ed il corpo attraversato dai proiettili. No. Non è possibile. Non deve essere possibile… Ci guardiamo per un istante negli occhi, io terrorizzata, lui con un sorriso appena accennato sulle labbra. “Questa ti era sfuggita?” Mi chiede, la voce poco meno di un sussurro affaticato. Trattengo il respiro, proprio mentre lo vedo accasciarsi al suolo. No. Lascio andare il ragazzino appoggiandolo a terra con delicatezza, poi mi avvicino ad argento vivo. Steve arriva qualche istante dopo, anche lui con un’espressione sconvolta sul viso. Ho il respiro bloccato, evidentemente perché non ho ancora realizzato cosa effettivamente sia successo. Pietro mi ha salvata. Si è sacrificato per salvare me. Non faccio in tempo a dire una parola che Clint mi si avvicina, poggiandomi una mano sulla spalla. “È vivo, respira ancora.” Borbotta soltanto. In effetti, ora che ci faccio caso, il suo petto si alza e si abbassa molto lentamente, ma perlomeno mi dice che c’è ancora una possibilità. Mi incammino dietro ai ragazzi, che nel frattempo lo hanno sollevato da terra, premurandomi di prendere in braccio il bambino, scosso anche lui per l’accaduto.

Perché le persone mi abbandonano sempre?


1 “Okay, l’hai voluto tu.” in Norvegese (Okay è universale u.u)
2 Frase di Steve, presa direttamente dalla battaglia del film (Che è diventata anche il mio stato Whatsapp)
3 - 4Frasi del film *^* Di nuovo XP

Angolo Autrice :)

Non linciatemi, vi prego! TwT Ho il cuoricino spezzato ToT
So di essere in ritardo... E so per certo che dopo questo capitolo mi odierete tutti... Vi prego, non fatelo! TTwTT
Okay, forse sono stata eccessivamente cattiva... Ma sono esigenze di trama. Capirete tutto a tempo debito, ora vi chiedo solo di fidarvi ^^" Ho in mente un'idea precisa, quindi ho dovuto comportarmi così ^-^
Allora... Passo velocissimamente ai ringraziamenti, visto che sono in ritardo con la pubblicazione XD (Era prevista per le 10...) 
Dunque... Come al solito, ringrazio DenyMergana07 winterlover97 per le recensioni e tutti voi per le visite *^* Mi rendete come sempre un sacco felice :D
Prometto che nel prossimo capitolo si sistemerà tutto ;) Non disperate!
Un abbraccio forte forte (e consolatorio) ed alla prossima! 
Vi voglio bene :*
-Rain <3

P.S. E poi... Il c
apitolo si intitolava "Capitolo "... Perciò poteva capitare di tutto... U.U

 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Capitolo XI


Entro nella stanza a testa bassa, in silenzio. Wanda è lì, di fronte a me. “Wanda…” Inizio, un nodo in gola. Mi avvicino a lei e la stringo in un abbraccio. Lei inizia a singhiozzare contro la mia spalla, mentre avverto una lacrima solcare anche il mio volto. “È colpa mia.” Dico soltanto. Lei si allontana bruscamente. “No. Non potevi saperlo… Tu hai solo fatto ciò che ritenevi giusto.” La voce della mia amica è spezzata. “Non volevo che qualcun altro rimanesse coinvolto…” Inizio mordendomi il labbro inferiore, mentre Wanda mi appoggia una mano sulla spalla. “Mi ha salvata, io non gliel’ho chiesto. Dopo tutto ciò che gli ho detto… Lui mi ha salvata comunque. Non volevo morire, ma non volevo nemmeno che morisse qualcun altro.” Mormoro tremando. “Non è morto. Posso sentire i suoi pensieri. Ci è andato molto vicino, ma non è morto. Freya… Ora dobbiamo solo sperare che tutto si sistemi.” Scuoto la testa violentemente. “No! Vorrei esserci io al suo posto. Pietro non se lo meritava… E nemmeno tu.” Sospiro. Wanda mi guarda per un istante, indecisa su cosa dire. “Forse è meglio che vi lasci soli.” Sussurra soltanto, abbozzando un sorriso triste. La guardo andarsene. I sensi di colpa mi assalgono proprio mentre mi avvicino alla persona che mi ha salvato. È in coma. Per colpa mia. “Pietro…” Inizio, mentre un’altra lacrima viaggia solitaria lungo il mio volto. “È strano, non è vero? Te ne ho dette e fatte di tutti i colori, fin dal nostro primo incontro. E tu che fai? Ti sacrifichi per salvarmi.” Mi siedo accanto al lettino d’ospedale, guardando argento vivo restare immobile. I capelli sparsi sul cuscino, gli occhi chiusi. Non sembra nemmeno lui. “Che devo fare, ora? Insultarti, perché non dovevi salvarmi? Oppure dirti grazie, anche se non ne valeva la pena? Nessuno avrebbe rimpianto la mia mancanza, in fondo non ho una famiglia… Più ci penso e più capisco che dovrei esserci io al tuo posto, con la vita appesa ad un filo, tanto a pochi importerebbe. Sono stata così stupida…” Stringo le mani a pugno, mentre chiudo gli occhi. “Perché l’hai fatto? Perché?” La mia voce è ormai ridotta ad un sussurro. “Potevi morire… Ma che dico… Sei riuscito a sopravvivere ad un’esplosione a dieci anni, vuoi che questo ti uccida?” Mi viene da ridere al solo pensiero. “Vorrei soltanto avere ancora l’opportunità di dirti grazie. E sì, già che ci sono, anche quella di mollarti uno schiaffo, solo per farti capire che non ne valeva la pena.” Mi alzo in piedi in silenzio, per poi imboccare la porta ed uscire. Perché mi abbandonano tutti? Vedo Wanda in corridoio, seduta poco lontano da me, che parla con Visione. E che piange. Ecco quello che ho fatto. Pensavo di essere un’eroina, invece… Corro verso la mia stanza, abbandonando questa parte della torre. Sento un macigno spingere contro il mio petto, in corrispondenza del cuore. Perché poi, ce l’ho un cuore? Entro nella camera, chiudendo la porta con delicatezza. E poi scoppio a piangere. È la prima volta dopo tanto tempo.  

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Mi avvicino a Wanda, vedendola tutta sola in corridoio. “Ehi…” Inizio, mentre lei si volta e mi sorride tristemente. “Ti prego, fa’ qualcosa. Urlami contro, picchiami… Ti prego. Fai qualcosa. So che ce l’hai con me. E hai ragione. Per favore…” Chiudo gli occhi stringendo le palpebre, mentre avverto solo silenzio dall’altra parte. “All’inizio è stato come se una parte di me fosse scomparsa.” Ti prego, fa’ qualcosa. “Ma poi ho capito che non se n’era andata del tutto. Freya… Io non ce l’ho con te, non è stata colpa tua, ma colpa di Ultron. Tu non potevi saperlo. Quante volte dovrò ancora ripeterlo?” Apro gli occhi, mentre la mia amica sorride ancora. “Io mi sento in colpa, mi sembra di essere sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all’altro…” Confesso, la voce ridotta ad un sussurro. “Io so perché è così… Ma il punto è che devi capirlo da sola.” Sollevo un sopracciglio. “Che intendi dire con questo?” Chiedo, guardandola fisso negli occhi. “Ho parlato con Visione, ieri. Mi è servito a capire anche perché ti senti così. La tua testa sta continuando a mostrarti quelle immagini, posso vederlo. Il fatto è che… Bè… Ti senti così perché, come ti ho sempre detto, mio fratello non ti ha mai lasciata del tutto indifferente. È diverso da ciò che provo io… Non so come spiegarlo.” Aggrotto le sopracciglia per un istante. “Quindi dici che… No…” Mi ritrovo a sorridere al solo pensiero. “Invece sì.” Risponde lei, sorridendo a sua volta. È impossibile. Scuoto leggermente la testa. “Prova a pensarci.” Continua poi, entrando nella sua camera. Resto lì in corridoio, a guardare con interesse il pavimento. E poi decido che è ora di andare.

Sono nella saletta insieme a tutti gli altri, ma in realtà è come se non ci fossi. Sento ogni tanto lo sguardo di qualcuno su di me, ma faccio finta di nulla. Ultron è stato sconfitto, volendo potremmo tornare tutti alla vita di prima… Ma io non riesco a fare nulla. La mia mente è ancora ferma a quel momento, in cui Ultron aveva avuto la sua rivincita su di me. Me, la piccola, indifesa Freya. Che crede di essere forte, ma che in realtà è la più debole del gruppo. Osservo i miei compagni parlare in tranquillità, come se nulla fosse successo. Io non ce la faccio. Resto in silenzio finche Wanda non mi si avvicina. “Ehi… La tua testa è un casino, sai?” Mi dice tentando di abbozzare un sorriso. “È così evidente?” Chiedo, mentre mi sfugge una risatina triste. “Un po’… Siamo tutti un po’ preoccupati, dato che non spiccichi parola da due giorni… Freya è sparita, a quanto pare. Dove l’hai portata?” Mi punta un dito contro, aggrottando le sopracciglia e chinandosi verso di me. “Sto bene.” Rispondo, la voce ridotta ad un sussurro spezzato. “No.” Incalza, ritornando in piedi e fissandomi. “Cosa dovrei dirti? Che non sto bene? Wanda… Ne abbiamo già parlato. Io… Io non so che farci. Il mio cervello non fa altro che mostrarmi quel momento, ricordandomi cosa ho causato. Ho una voglia matta di uscire di qui, urlare al mondo che non merito di essere considerata un’eroina, che ho quasi ucciso una persona… E che non sono tagliata per questo ‘lavoro’.” Incrocio le braccia al petto e mi stringo nelle spalle. “Se continuerai a pensare a quello, ti sentirai sempre uno schifo… Freya… Hai salvato delle persone che avevano paura di te. Hai collaborato per liberare una terra di cui non sapevi nulla da un nemico che avrebbe messo il mondo intero in ginocchio. Non ti basta? Mi hai fatto capire che ero dalla parte sbagliata, non appena mi hai rivolto la parola. Ho capito fin da subito che credevi in ciò che stavi facendo. Mi hai aiutata immediatamente, nonostante ti avessi mostrato quelle cose orribili… È stata la prima volta in cui una persona si è fidata di me ed ha addirittura collaborato con me. Per non parlare degli altri. Tutti ti dobbiamo molto. Non ti basta?” Sorrido piano. “Grazie… Io… Bè, è il minimo che posso fare.” Lei mi guarda per un istante sorridendomi di rimando. “Se questo è il minimo, non oso immaginare il massimo!” Esclama, mentre scoppio a ridere. “Signore…” Veniamo interrotte da Tony, che ci si avvicina sollevandosi i suoi onnipresenti occhiali da sole. “…Volevo solo avvisarvi che il ‘bell’addormentato’ è di nuovo tra noi. Per favore, niente urletti da ragazzine, mi spiego?” Io e Wanda ci guardiamo per un istante, mentre io trattengo una risatina per i commenti di Stark. “Sì potete andare a trovarlo. Una per volta.” Continua, marcando l’ultima parte della frase. “Grazie.” Wanda si volta verso Iron Man, scuotendo la testa divertita. “Oh, guardala… Ha ripreso colore!” Commenta poi, rivolgendosi a me. “Molto divertente Tony…” Rispondo roteando gli occhi e non riuscendo a celare una punta di felicità. “Che aspetti? Vai!” Mi incita poi l’uomo, facendomi segno di fuggire. Mi alzo e seguo il suo consiglio. Ti ringrazierò dopo.

Arrivo davanti alla porta della stanza con il fiatone. Non so cosa succederà dall’altra parte, ma l’unica cosa che posso fare ora è entrare. Mi catapulto dentro la stanza in un secondo, voltandomi poi verso il letto. Pietro mi osserva con un sopracciglio sollevato, da seduto. Faccio un passo in avanti, incerta su cosa dire e su come comportarmi. “Sei impazzito?” Chiedo puntando i miei occhi nei suoi ed avvicinandomi definitivamente al letto. “Ci hai fatti preoccupare tutti. Tua sorella in primis. È stato bello fare l’eroe?” Continuo, con un tono più duro del previsto. “Non avrei permesso che Ultron ti uccidesse, printsessa.” Mi risponde, un po’ scosso. “Tanto a chi sarebbe importato? Toccava a me rimanere appesa alla mia vita per un filo, toccava a me. Ho avuto… Paura.” Ricomincio, mentre la mia voce inizia a tremare. “Non avrei potuto sopportarlo. Mi dispiace se ti ho fatta sentire così… Ma dovevo farlo. Volevo proteggerti.” Sgrano gli occhi, indecisa su cosa dire in risposta. “Grazie… Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per… Per proteggermi.” Mi avvicino quasi inconsciamente ad argento vivo, sedendomi accanto a lui, mentre mi risponde. “Perché probabilmente nessuno ha mai tenuto a te come ci tengo io.” La risposta mi arriva quasi come un sussurro, ma capisco benissimo ogni parola. Non so cosa dire o fare, sono totalmente persa. Mi volto verso Pietro, con gli occhi lucidi, e lo vedo sorridere. Tutto il mio sarcasmo e la mia forza sono completamente andati a quel paese. Mi specchio nei suoi occhi color argento, capendo finalmente perché ho preso così sul serio ciò che è successo. Ci avviciniamo ancora di più ed è lì che decido di annullare la distanza una volta per tutte. Premo le mie labbra sulle sue senza quasi rendermene conto, mentre lui mi stringe le braccia attorno alla vita. Io poggio istintivamente le mani sul suo collo, passandogliele poi piano fra i capelli. È la prima volta che bacio qualcuno, ma mi sento incredibilmente bene. Fino a qualche giorno fa credevamo di odiarci, probabilmente perché entrambi non vedevamo l’ora di mostrare i nostri sentimenti. Inizio a piangere, felice che qualcuno tenga così tanto a me da rischiare la vita. I nostri petti si alzano e si abbassano allo stesso ritmo, mentre Pietro approfondisce il bacio ed io gli sfioro il viso con le mie mani. Rimaniamo in quella posizione per qualche istante, dopodiché ci stacchiamo per riprendere fiato. Avverto le mie guance diventare immediatamente rosse, mentre un sorriso compare sul suo volto. Nessuno di noi dice una parola, rimaniamo lì a guardarci per interminabili secondi, indecisi su cosa fare. Ho baciato Pietro. E poi la consapevolezza. Non so se ho fatto un errore o meno, l’importante è che mi sia sentita in pace con me stessa. Mi volto per un istante e noto tutti gli altri a sbirciare fuori dalla porta, con un sorriso. Io e Pietro scoppiamo a ridere come matti, per poi baciarci di nuovo. Un piccolo applauso ed un coro di incoraggiamento non fanno altro che imbarazzarci ancora di più, ma non importa.

Mi sento finalmente a casa.   



Angolo Autrice :)

EEEEEEEEEEEE... Vi è piaciuta la sorpresa? :D
Ciao a tutti! Come state? Lunedì inizio il liceo e sono elettrizzata come pochi! So che probabilmente avrò molto meno tempo per scrivere, ma intanto siamo quasi alla fine... XD Scherzo, scherzo!
Sì, lo so. So perfettamente che siete felici ;) Vi vedo mentre leggete e fangirlate XD No, davvero, era ora! Mi sono finalmente decisa a far baciare questi due *^* Che dite? Vi è piaciuto?
Ammetto che il capitolo è cortino e che non è proprio il massimo, ma l'ansia pre-scuola non mi aiuta XP Spero comunque che sia di vostro gradimento! :)
Ora potrò dedicarmi, finalmente!, alla raccolta di OS... Ho tardato a pubblicarla per motivi che vi dirò nel primo capitolo della nuova storia XD Ma penso che un pochino abbiate già capito ^^"
Passo come sempre ai ringraziamenti... Grazie a xKittyxDenyMergana07, Thominewt e winterlover97 per le loro recensioni, che come sempre mi riempiono di gioia :') (o quasi, dato che nello scorso capitolo ho fatto cose brutte TwT)
Un grazie speciale a voi lettori, che venero come sempre XD Vi voglio un mondo di bene! Senza di voi Sacrifice non sarebbe mai esistita... Sono felicissima di aver raggiunto questo traguardo TwT Mi viene da piangere per la gioia! :'D
Un grazie speciale per chi ha inserito questa storia nelle preferite e nelle seguite, facendomi sentire supportata. Grazie, grazie, grazie mille! <3333
Ma cosa faccio? Non siamo ancora alla fine della storia, ehehe XD
Massì, comunque l'obiettivo primario è stato raggiunto... Che dite? ;)
Un abbraccio ed alla prossima ragazzi, vi voglio tanto tanto bene :*
Per sempre vostra
-Rain<3


P.S. E questa è Freya dopo il c
apitolo, rivolta agli altri XD

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Link collezione WeHeartIt "Freya" -->  http://weheartit.com/Pelelen/collections/111633740-freya-my-oc

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