La mia storia

di queenjane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preludio ***
Capitolo 2: *** Principessa in attesa ***
Capitolo 3: *** Finalmente Regina ***
Capitolo 4: *** Tenerezza ***
Capitolo 5: *** Lost Angel (Angelo perduto) ***
Capitolo 6: *** Non è ancora un addio .. ***
Capitolo 7: *** Addio ***



Capitolo 1
*** Preludio ***


L’inizio della mia vita pareva una favola, figlia di un re e di una regina, nipote di re e indomite sovrane,  una fiaba invernale.

 
Preludio.
 
Sono nata il 18 febbraio 1516, araldi hanno proclamato la mia venuta al mondo, il vino scorreva nelle fontane, il mio solo difetto era non essere un maschio, tanto che (mi hanno raccontato poi) l’ambasciatore Giustinian di Venezia per poco non fece le condoglianze a mio padre.

Occorreva un maschio, un erede che tutto il regno attendeva trepidante, ero giunta al mondo dopo molte perdite e fini premature, certo era la volontà di Dio ma era dura, una spina nelle carni.

Mi hanno chiamato Mary, Maria, in onore della Santa Vergine, oppure quello era il nome della Tudor Rose, Maria, figlia di Enrico VII e Elisabetta di York, sorella di mio padre, re Enrico VIII, sire di Inghilterra e Galles e Irlanda e Francia..
La rosa dei Tudor, per indicare la sua delicata, bionda avvenenza..


Mia zia Mary si è risposata in seconde nozze con Carl Brandon, duca di Suffolk, per amore, dopo l’unione con re Luigi di Francia, e così credo i miei genitori.

Mia madre è Caterina d’Aragona, figlia dei Reys Catolicos, Ferdinando e Isabella, che riconquistarono  chicco a chicco, come una melagrana, la Spagna agli Arabi, entrando trionfanti in Granada il 6 gennaio 1492.
Lo stesso anno  Colombo salpò per le Indie,

Mia madre sposò Arturo, principe di Galles, in prime nozze, tranne che poi lui morì pochi mesi dopo, lasciandola vedova e negletta, costretta a vendere i vestiti e i bracciali per assicurare il cibo ai suoi servitori, la dote che non veniva pagata alla corte di Enrico VII, mio nonno.
Sette anni di attesa e poi l’avverarsi della volontà divina, nella primavera 1509, quando il vento inclinava i narcisi sugli steli, il Tamigi era verde e profondo per le piogge primaverili,  i miei genitori si sposarono.

Paragonarono la loro corte estiva a Camelot, al regno dorato di Re Artù, che per i Tudor era un antenato..
L’estate dorata, un mondo dorato come le ciocche dei capelli di mia madre, colta, inflessibile e pia.

Il mondo dorato lo definiva Erasmo, che ho studiato e tradotto, assimilato come il latino, lo spagnolo e il francese, assieme al ricamo e alla arti domestiche, l’araldica che va di pari passo con le preghiere, una fanciulla deve diventare una moglie, sposare un principe, e se si nasce principesse .. essere colte e preparate, l’umanista Vives era un fautore dell’istruzione femminile..
Che volge gli occhi quando mio padre si perde in altre braccia e altri sospiri, trovando numerose amanti, il gioco ed il piacere, mentre lei si curva sulle ginocchia, il busto stretto dal cilicio e PREGA, sulle nocche e sul collo scintillano splendidi rubini, simbolo della donna virtuosa.


 
Sono bionda, esile e delicata, una principessa di nome e di fatto, così sempre sarà.
Sono Mary Tudor e questa è la mia storia..
 E la dedico a la unica persona que puede ver en mi interior

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Capitolo 2
*** Principessa in attesa ***


Mio padre ha affermato, negli anni che la sua volontà coincideva con quella di Dio, che, novello Mosè, avrebbe liberato l’Inghilterra dalla schiavitù del faraone egiziano, il vescovo di Roma..
Il PAPA.
Storie, bugie, illazioni, possa la sua anima trovare riposo, quando conobbe Nan Bullen, che evitava di concederglisi, che voleva il trono di mia madre e leggeva i riformatori, quanto male ce ne incolse.
Io dal 1525 ero in Galles, nel castello di Ludlow, esponente reale, una novella tradizione dei Tudor, che l’erede al trono è il principe di Galles ma le voci giungevano pure lì, anche se di rado vedevo i miei genitori.
 
Nan era la sorella di Maria Bolena, una amante di mio padre, una delle tante, era solo molto furba e arrogante, facile all’ira e al pianto, una novella Eva tentatrice, la concubina..
Il processo del 1529, quando la corte legatizia si riunì a Londra per discutere sulla validità del matrimonio reale, sulla chiarezza e affidabilità della dispensa papale che aveva concesso il nuovo sposalizio.
Caterina d’Aragona chiese di non essere messa da parte, era stata una buona moglie, umile e leale, avevano avuto molti figli ma ero sopravissuta solo io,per volere divino e chiese se la prima notte di nozze fosse vergine o meno- su questo mio padre non ha mai dato risposta diretta, trincerandosi dietro riferimenti biblici e molto altro..

Scivolavano i mesi e gli anni, ero cresciuta, promessa all’imperatore spagnolo, Carlo V (quale suprema ironia, mi amor..) mio suocero che poteva essere mio marito .., nipote di mia madre, un principe francese e tanto altro, una principessa non si sposa per amore, come scrisse Mercurino da Gattinara, ma per il bene del Regno..
E poi la contesa giunse all’apice, il Re abbandonò Caterina per la dama dagli occhi sporgenti, si liberò dalla Chiesa di Roma, mi gettò nell’angolo, fece diventare Nan Bullen marchese e regina d’Inghilterra .
Mia madre ripudiata, la concubina incinta, erano due bigami..
Era la volontà di Dio, si difese re Enrico, quando venne scomunicato..
Nel mese di settembre 1533 nacque una femmina, Elisabetta.
Ho riso fino alle lacrime e ho ringraziato il Signore.
Era solo una inutile, illegittima bimba, a dispetto delle tante proclamazioni.
Fosse stato un maschio, la volontà divina sarebbe stata palese.


Venni retrocessa, chiamata Lady e non più principessa, dichiarata illegittima  e messa nel seguito di Elisabetta, prigioniera e trascurata..
Ho resistito, non ho mai ceduto al peccato dell'accidia e della disperazione, anche se il mio corpo veniva meno, la salute fiacca..

Tuttavia, numquam dimitto, io non mi arrendo mai ..
Una principessa in attesa..
Poi diventata regina, a dispetto di tutti, moglie di un RE...
Molte storie in una sola vita, la mia.

 

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Capitolo 3
*** Finalmente Regina ***


Caterina Parr, la regina infermiera, che scriveva sermoni, governava il regno come reggente, quando correva l’anno 1544, mio  padre era in Francia, si fingeva l’ultimo dei cavalieri.
Lui aveva messo al bando una moglie, mia madre, per lasciarla nell’incuria, fatto decapitare la seconda, che si era stufato di lei, delle sue pretese, ingravidato la terza, che morì di parto..
Ripudiato la quarta, Anna di Cleves,  tra le lenzuola non gli garbava, decapitato la quinta, la Howard, che tra le lenzuola giocava con altri e sposato la sesta..

Rido per non piangerne,  una mera sintesi,
una cifra come tutte le persone che ha ammazzato  o  fatto ammazzare, dalla rivolta del 1536, sia nobili che lord che gente comune oltre che monaci ..

Lasciamo stare, la separazione dalla Chiesa Cattolica Romana nulla di buono ha portato all’Inghilterra..
Mio padre morì il 28 gennaio 1547, gli successe il piccolo Edoardo, figlio di Jane Seymour,sposa fanciulla  cui inviavo tenere piante di cetriolo tramite un giardiniere..
Edoardo, il piccolo re, tenuto ostaggio dal suo consiglio, Elisabetta, la nostra furba sorellastra, la figlia di Nan la sgualdrina, fervida riformata, io ancorata alla fede cattolica, intrighi e strategie..

Nessun matrimonio, le stagioni trascorrevano, invecchiavo, sarei stata una regale zitella, senza figli, una madre badessa, riverita e stimata, senza mai avere pronunciato i voti, monaca senza cerimonia, mai avrei conosciuto il tocco di un marito, al diavolo il peccato di pochi baci lussuriosi ..

E poi l’estate gloriosa del 1553, una cavalcata, alla morte del mio povero fratellino divenni REGINA,
la mia eredità rifulgeva, a dispetto del protettore e delle sue manovre, povera Jane Grey, regina dei nove giorni, io ero un rosso papavero che conquistava l’orizzonte, lei prigioniera della Torre di Londra..


Pensai di essere una regina vergine, una madre per il popolo, .... dovevi ancora giungere..
Fino alla fine del mondo, una passione che prese la gola, ti vidi prima in ritratto, poi dal vivo, quando ci sposammo dopo mesi di affanni e trattative,  il 25 luglio 1544,  San Giacomo Apostolo,
pellegrino, come sono stata io per tutta la vita,
Solo por  me a quien escribo, mia madre mi fece apprendere il suo spagnolo nativo, quando ti  conobbi, parlavi tante lingue,  ma non una sillaba di inglese..

Ironia.

Il mondo ci ha giudicato duramente, che mi hai lasciato sola, volevi soldi,terre, potere, una solida flotta, mi hai lasciato sola.. ma ci siamo amati, sei stato il mio solo amore, un azzardo, una gioia, lo sapevo che eri solo una morgana, la mia favola.


Avevo undici anni più di te, cosa dovevo attendermi..
Pettegolezzi, chiacchiere e vergogna..
Ma io ti amo,   amato come una fanciulla ama un cavaliere, non come una regina ama il suo sposo, aldispetto degli anni sono sempre una ragazza.

Che con te passeggiava, novella sposa, e tu le mettevi una rosa tra i capelli.
E le mie mani profumavano di te, come le mia cosce.

Finalmente ERO REGINA.
 
 

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Capitolo 4
*** Tenerezza ***


A narrare le sventure di quegli anni pare passato poco, tranne che preferisco passare oltre.
Figlia di Re, cugina di Carlo V, definita una  volta la perla di mio padre, alla fine non ero nulla, solo una bastarda.
Ero in esilio, un tetro ed umido palazzo,Hudson, semi prigioniera, la Concubina Nan Bullen, che mai avrei chiamato regina, mi voleva male..
Ho atteso, sono state stagioni infinite, come sai, te le ho narrate la sera prima di dormire, mi  amor, brevi parole..
Elisabetta ha imparato a camminare guidata dalle mie dita, l’ho amata e compianta, oggi come allora, NAN produceva aborti, figli nati morti mentre re Enrico,nostro padre, stufo di lei, cercava il modo di toglierla di mezzo.
Per lei aveva pagato un prezzo esorbitante, l’aveva resa regina, allontanando mia madre, abbandonata come un cencio, ripudiato me, inventando nuove liturgie e parole, per avere un maschio..
Che non è mai arrivato.
È giunta invece l’esecuzione di NAN, accusata di incesto e stregoneria nel maggio 1536, quattro mesi dopo la morte di mia madre.
Non l’ho più rivista, le sue parole e preghiere ingoiate da un gigante egoista, un orco, mio padre..
Che si è fidanzato con Jane Seymour il giorno stesso della decapitazione della Bullen..
o Ho giurato, di riconoscere la sua paterna autorità, uno schermo per diventare regina.. proteggere la mia eredità, quella  per cui mia madre ha combattuto, fino all’ultimo respiro..
Ho finto di accettare le sue esternazioni, che le nozze con Caterina d’Aragona non erano valide e io una bastarda..
Tutto per non soccombere..
Una politica, astuta strategia..
Jane Seymour mi inviava teneri messaggi, gioielli preziosi e delicate piante di cetriolo ..
Come un bocciolo, cercavo quiete  e luce.
Lei è morta di parto,dodici giorni dopo avere dato al mondo Edoardo, l’erede di mio padre, la rosa dei Tudor.
Era l’ottobre 1537.
Ero la dama di onore addetta ai funerali della regina Jane.
Mio padre era nel lutto.
Perdonami se non resistito alla lussuria, mi amor, nel 1539 il duca Carlo giunse a corteggiarmi, era giovane e bello, ci scambiammo baci come mio padre snocciolava promesse e alleanze.
Un gioco di pedine..
Altri  anni e saremmo stati insieme.
Nel mentre, io restavo cattolica, intanto mio padre si sposava con una ragazzina, Caterina Howard, decapitata per  lussuria, poi Caterina Parr.
Io ti amo, anche se è ridicolo...lo so.
 

 

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Capitolo 5
*** Lost Angel (Angelo perduto) ***


La regina dette alla luce un figlio e lo chiamò Asterione.. Apollodoro.


 
Tutto ritorna, esatto, dorato, con minuzia di particolari.
Un arazzo di composita memoria.
Il complesso ordito delle Parche non conosce riposo o misura.
Ancora gli echi di passate sofferenze e scarse gioie.
Come mia madre, sopporto le voci, che si attende la mia morte, le critiche e le parole, lo stigma.
Nata come una adorata principessa, discendente di grandi avi, sono stata poi dilaniata dagli egoismi dei miei genitori.
Mio padre voleva un maschio e nuovi carni, mia madre non ha mai voluto ritirarsi, è stata una martire, una santa, ma tra l’incudine e il martello, vi ero io ..
In verità, a dispetto di lacrime e preghiere, nonostante fosse una principessa, figlia di una combattente, Isabella di Castiglia, ha amato solo una persona, il suo primo marito ..
Arturo, principe del Galles, fratello maggiore di mio padre, una passione infinita, arrestata solo dalla morte di lui e dal rimpianto di lei.
Allevata come principessa di Galles fin dalla più tenera età, destinata a essere regina d’Inghilterra, lo è diventata ma non aveva messo in conto di amare suo marito Arturo..
Quando pregava e sopportava, portando il cilicio, era per lui.
Io sono stata l’erede della lussuria, del potere, di infinite bugie..
E camminavo su frammenti di vetro, una metafora, mi amor..
Ci siamo sposati, eri più giovane di me di tante stagioni, fosse una colpa essere più vecchia di te che ho sopportato, per la gioia che mi recavi.
Mi hanno definita sanguinaria, che volevo riportare l’Inghilterra al cattolicesimo, che ho mandato al rogo i protestanti..
Che ero governata dalla lussuria, per te, che mi tradivi..
Che non ero stata buona a darti un figlio, la mia gravidanza del 1554 finita nella primavera del 1555 tra lamenti e isteria e falsità..
Forse sì.
Forse no..
Dio non voleva dare un erede ai Tudor dopo le eresie di avere abbandonato Roma,,
Quien sabe..
Non generando era erede Elisabetta, la figlia di Nan Bullen, rinnegata dal nostro stesso padre, che  ha cercato di sedurti, Felipe, mentre ero in isolamento..
La verità è che ho concepito, ma il nostro bambino è nato ed è morto in poche ore, è stato battezzato, per l’eterna salvezza della sua piccola anima immortale..
Evento frequente, ma una tragedia, che sono tanto più vecchia di te e portare avanti una gravidanza è un gioco di dadi..
Avrei dato la vita per il nostro bambino, sarebbe stato Carlo Edoardo..
Invece..
Le sue manine..
Era minuscolo e perfetto.
Nostro figlio.
Mio figlio.
Il mio perduto angelo.
Little Darling..
Beloved One.

 

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Capitolo 6
*** Non è ancora un addio .. ***


Come una brava moglie, ti ho dato sostegno e cura, quello che era mio era tuo, un diritto ineludibile.
Che io fossi regina d’Inghilterra rifletteva che potevo concederti molto, monete e tesori, flotte e soldati.

Mi hanno schernita e compatita, fino alla demenza.

Ero folle d’amore per te, che mi trascuravi,
andavi a letto con la figlia di Nan Bullen, Elisabetta la bastarda, una grande attrice, come sono stata io per tutta la vita.
Prima adorate figlie di re, poi dichiarate bastarde, in esilio, mentre narravano i capricci carnali di Enrico VIII, la sua adorazione per il fragile Edoardo, le morti e gli intrighi ..
Vi era da impazzire, una fiaba amara, senza costanza o lieto fine-
Poi sei arrivato tu, distante amante alle mie porte, le nostre nozze combinate.
Ma io ti ho amato e ti amo e so che mi hai amato tu pure,
per quanto potevi, per come potevi.

Sei giovane  e bello, attratto da amanti di passaggio, ma io sono tua moglie..
Isabella di Castiglia, la mia eroica nonna materna, la Reina, ignorava le amanti del marito .. il re Ferdinando, erano uniti dinanzi a Dio fino alla morte, nulla poteva toccarli o dividerli, se non la morte, la Signora oscura con la falce e lunghe ossa..
Un ripetersi di eventi, circostanze..

Sei stato la mia unica gioia in questa vita di sofferenze.
E continui ad amarmi..
Mia gioia e mio dolore.
Fino alla fine del mondo.
Rulleranno i tamburi nelle piazze, ma ci ameremo..
Sempre tua..

Presto sarò un ricordo mi amor, la cattiva salute e la tristezza non mi hanno mai abbandonato, una lunga strada senza ritorno.
Mi dicono, con falsi sorrisi di compassione, che nelle Fiandre ti diverti, senza decoro, donne e vino sono la tua occupazione insieme agli affari di stato.
Tuo padre, Carlo V imperatore, ormai ritirato in un convento,   pensa alla morte, ha abdicato nel 1556 ..
Il mondo Felipe, parlerà di te..
Sarai imperatore e sovrano di immensi orizzonti ..
Ma nessuna ti amerà come me..
Ancora rulleranno i tamburi .
Un ultimo addio ..
E NON SONO UNA ILLUSA..

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Capitolo 7
*** Addio ***


Mi amor, queste sono le ultime parole..
Un addio, sono stata una principessa abbandonata, di fumo e ghiaccio, una regina che ha perso le sue terre, una madre senza figli, tacciata di essere dominata dalla lussuria, abbandonata.
Come mia madre.

Mi imputano di avere perso Calais, che la mia Inghilterra è più povera,  Calais, la porta verso le fertili terre di Francia..


 
Solo por me a quien escribo ..
La mia storia..        
La tua..
 
 
La regina Maria Tudor morì nel novembre 1558, oppressa e infelice.
Suo marito, Felipe, poi  Filippo II di Spagna, pare che ricevesse una lettera nel mese di febbraio successivo e che piangesse, lui che era imperturbabile e glaciale.
Nei decenni successivi (morì nel 1598) le lacrime tornarono a visitarlo quando seppellì una moglie e una figlia..
 

 
“.. Mio caro Marito,
questo è il mio addio, ricordati che ogni ora trascorsa insieme è stata una un momento di Paradiso ..
ho vissuto sola e morirò sola, come sono stata tranne che nei giorni in cui camminavo accanto a TE..
Ti amo e ti dico addio .. Spero di incontrarti un giorno in Paradiso..
Sempre tua, Mary ..”


E nelle notti di luglio, 
 mese in cui Felipe d'Asburgo sposò Mary Tudor,
 rullavano i tamburi
e il gelsomino spandeva i suoi profumi nell’aria..

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