Il simbolo della speranza

di Iron_Captain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il misterioso aggressore ***
Capitolo 2: *** Aggressioni ***
Capitolo 3: *** Rosso Scarlatto ***
Capitolo 4: *** Zootropolis e Terra 1 ***
Capitolo 5: *** Collaborazione ***
Capitolo 6: *** Aiutati di nuovo dal Velocista Scarlatto ***



Capitolo 1
*** Il misterioso aggressore ***


Angolo autore
Di solito non metto all'inizio di una storia le mie note, ma questa volta lo faccio perché devo dedicare questa storia a MadogV, il quale una volta mi aveva consigliato di usare di più l'immaginazione nelle mie storie; e a ShessomaruJunior, poiché senza di lui non avrei mai potuto iniziare a scrivere questa nuova fanfiction. Grazie a tutti e due…Oltre a queste dediche, vorrei avvisare tutti i lettori che a causa di alcuni impegni non riuscirò ad aggiornare con costanza le storie che ho pubblicato in questo periodo. Mi scuso per questo inconveniente… Per il resto spero possa piacere a chiunque la legga.
Buona lettura

Capitolo 1: Il misterioso aggressore

Non era tanto facile battere il suo migliore amico e collega: era una volpe molto astuta, e per questo motivo Nick Wilde era molto pericoloso. Naturalmente neanche Judy Hopps si lasciava cogliere impreparata, e nelle volte in cui un nemico commetteva un errore lei coglieva l'attimo per metterlo al tappeto. Questi due mammiferi però si conoscevano troppo bene: sapevano le mosse dell'altro ed erano attenti a non fare passi falsi per non venire sconfitti dal proprio amico. I due animali giravano intorno, in attesa di prevenire l'attacco del proprio avversario. A volte facevano qualche finta per innervosire l'altro.
“Sei pronto per essere sconfitto, carissimo volpone?” lo stuzzicò Judy.
“Sempre dopo di te, Carotina.” replicò Nick.
“Sai che ti farò passare la voglia di chiamarmi Carotina.”
“Perché non ci provi? O hai paura di una volpe affascinante come me?” la provocò Nick.
Era da due settimane che si erano iscritti al corso di judo, diventando dei lottatori molto bravi. Oltre che in palestra, si allenavano anche a casa di Nick, poiché era molto grande. Erano molto competitivi, ma allo stesso tempo si divertivano.
Erano molto concentrati nel cogliere il momento giusto in cui attaccare e atterrare il proprio avversario.
Judy fece qualche passo in avanti per intimidire il suo avversario. Nick rimase calmo ad osservare.
Lei squadrava il suo migliore amico, in cerca di un punto scoperto in cui colpire.
In quel momento squillò il cellullare. Quando la volpe notò Judy alzare l'orecchio per prestare ascolto, ne approfittò per lanciare il suo assalto contro di lei.
“Ehi!...No!”
La coniglietta cercò in tutti i modi di liberarsi dalla sua presa, ma non ci riuscì. Fu completamente immobilizzata da Nick.
“Ho vinto, Carotina mia.” Esultò Nick.
“Hai barato!” replicò Judy arrabbiata.
“Ammettilo: sono più bravo di te.” continuò a provocarla Nick.
“La prossima volta ti batterò, volpe imbrogliona. E stai sicuro che la prossima volta non ci saranno distrazioni di nessun tipo!”
“Aspetta e spera…” rispose Nick ridacchiando.
Quella risposta fece irritare la sua amica; che decise di aspettare il giorno in cui si sarebbe vendicata di questo tiro mancino.
Dopo essere stata liberata dalla presa del suo collega, Judy andò a rispondere al cellulare.
Il volpino capì, dalle prime parole che pronunciò la sua partner, che era una chiamata di lavoro. Dopo pochi minuti di conversazione, che non sembrava essere calma, vide Judy che, dopo aver detto Arriviamo subito, capitano, chiuse la chiamata.
“Ti sei salvato, per il momento…Il capitano Bogo ci vuole in stazione al più presto.”
Dopo aver fatto la doccia ed aver indossato le loro divise i due agenti uscirono di casa e andarono in centrale.

Una volta arrivati furono accolti, direttamente all'ingresso, dal loro capitano, il quale spiegò subito che un feroce predatore aveva aggredito diversi mammiferi, molti di loro erano in condizioni gravi, e aveva anche danneggiato diverse proprietà private (vetrine di negozi e automobili). Era estremamente pericoloso e fuori controllo e per questo motivo aveva autorizzato l'eliminazione immediata di quel mammifero.
Per dare un simile ordine la situazione doveva essere veramente grave; ed il Capitano Bogo era veramente preoccupato.
Quando si furono preparati a dovere, i due agenti salirono sulla loro volante e partirono a gran velocità per raggiungere il luogo del delitto.

A metà strada, in un incrocio a quattro direzioni, mentre erano in movimento, un mammifero che al momento non poteva essere identificato, a causa del buio, fu scaraventato contro la vetrina di un tabaccaio. Era una fortuna che fosse chiuso, insieme alla maggior parte dei negozi che rispettavano un orario di chiusura standard, cosicché non fossero presenti altri civili che potevano rischiare di venire aggrediti. Judy Hopps ebbe la prontezza di frenare immediatamente. Ma una volta scesa dalla vettura non fece in tempo ad andare a soccorrere quel mammifero perché comparve anche il suo aggressore, proveniente dalla strada a destra.
La coniglietta prese la sua pistola e la puntò contro il criminale. Anche Nick Wilde dopo essere sceso dalla macchina fece lo stesso.
“Mani in alto o sparo!”
Per tutta risposta il predatore volse il suo sguardo verso l'agente di polizia: era una tigre bianca femmina, con indosso una strana tuta nera e con gli occhi color ghiaccio. Ma ciò che intimorì la coniglietta fu l'espressione aggressiva e omicida che mostrava quell'animale.
“State lontani da me!” minacciò la tigre. Il suo tono era pieno di rabbia e paura.
“Hai sentito la mia collega? Arrenditi!” disse a sua volta Nick Wilde.
Nessuno seppe spiegare ciò che successe dopo: ad un tratto Judy iniziò ad avere la strana sensazione che il tempo stesse scorrendo più veloce del solito, senza riuscire a seguirlo; prima fu colpita duramente al petto, poi ricevette un graffio sul viso, per finire infine a terra. Tutto ciò era successo in un istante.
Rimase a terra, scioccata dalla reazione fulminea della predatrice. Quando tentò di rialzarsi, sopraggiunse Nick Wilde.
“Judy! Tutto bene?” chiese preoccupato. Senza aspettare la risposta, parlò alla radio: “Centrale, qui è l'agente Wilde. C'è un agente ferito; mandate un'ambulanza!”
“Sto bene Nick!...Pensa ad inseguire il criminale!” lo rimproverò Judy.
“La criminale è scappata via dopo averti aggredito.” replicò Nick.
“Allora vai a vedere come sta l'altro mammifero che era stato aggredito da quella tigre!”
La volpe andò subito a controllare all'interno del tabaccaio con la vetrina distrutta, seguito poco dopo da Judy, che con un po' di fatica era riuscita a rialzarsi. Dopo aver acceso le torce iniziarono a dare un’occhiata: era tutto fracassato, ma…non c'era nessuno.
“Non può essere!” esclamò incredula Judy.
Anche Nick Wilde rimase a bocca asciutta: tutti e due avevano visto l'aggressione di quella criminale a quel mammifero di entità sconosciute.
In quello stesso momento iniziarono a sentire la sirena dell'ambulanza che pian piano diventò più forte.

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Capitolo 2
*** Aggressioni ***


Capitolo 2: Aggressioni

Dopo essere stata portata in ospedale, i dottori le misero sei punti sulla ferita che aveva sulla guancia sinistra. Fortunatamente il graffio non aveva leso nessun organo vitale, né aveva fratturato la mandibola: in questo modo evitò di venire sottoposta a un intervento molto delicato che, se fosse andato male, le avrebbe provocato la paralisi permanente dell'apparato mascellare. Nonostante sembrasse stare bene, i dottori le dissero di stare molto attenta a non aprire troppo la bocca: cioè non avrebbe dovuto ridere troppo forte, né alzare troppo il tono di voce, o fare altre azioni simili; mentre mangiava doveva masticare piano e non doveva abbuffarsi con bocconi troppo grandi; e soprattutto doveva dormire solamente sul lato in cui non aveva la ferita. Se non avesse rispettato queste indicazioni sarebbe andata incontro a conseguenze molto sgradevoli.
A parte ciò, Judy ebbe il consenso dei medici per firmare il modulo di dimissioni dall'ospedale e tornare così al distretto, cosicché avesse potuto informarsi sugli ultimi sviluppi.

Una volta arrivata, fu accolta dal simpatico Benjamin Clawhouser, che dopo aver saputo che l’agente Hopps era stata ricoverata in ospedale, si era preoccupato per le sue condizioni: “Bentornata Judy! Ho saputo cosa ti è capitata. Come stai?”
“Sto bene. Grazie.” rispose la coniglietta con un leggero sorriso che non poté allargare a causa del dolore che sentiva ogni volta che apriva e chiudeva la bocca. Senza contare le fastidiose bende che le fasciavano la ferita.
“Il capitano Bogo ti sta aspettando nel suo ufficio insieme al tuo partner.”
Dopo aver ringraziato il suo simpatico collega, Judy andò subito dal suo superiore. Non vedeva l'ora di tornare al lavoro e ricevere un caso da risolvere.

“Mi dispiace, agente Hopps, ma devo sospenderti.” dichiarò il capitano Bogo.
La coniglietta abbassò completamente le sue orecchie e lo sguardo, come se si aspettasse questa risposta, riducendo a brandelli il suo “ingenuo ottimismo”.
“Ma…Perché signore?” chiese Nick, che non capì il motivo della decisione del loro superiore.
“Per motivi di salute, agente Wilde, e anche perché ha una settimana di ferie arretrate.”
“Io sto bene, Signore…” ribattere Judy con fatica. “Ho intenzione…di andare là fuori…ad arrestare quella criminale…Sa bene che sono…uno dei migliori agenti della città.”
“Nulla ho dimenticato. Ora potete andare.” disse infine il capitano Bogo.
I due agenti di polizia, sapendo che non c'era verso di convincere Il capitano, non poterono fare altro che uscire dal suo ufficio.

Dopo una lunga giornata di lavoro, Judy e Nick erano soliti andare in un bar molto carino, dove facevano un ottimo caffè e dei dolci molto buoni, ma soprattutto era frequentato da gente molto tranquilla.
Dopo aver preso posto a uno dei tavoli liberi e ordinato i loro drink preferiti, i due mammiferi iniziarono a parlare.
“Come stai Carotina?” chiese Nick sorseggiando il suo succo di mirtilli. Pur sapendo che era banale iniziare con una simile domanda, la fece comunque, poiché aveva visto come la sua partner facesse fatica a parlare, probabilmente a causa del dolore.
“Rispetto a prima non sento tanto dolore…avrei voluto prendere parte alle indagini.” disse Judy mogia, dando una doppia risposta a quella domanda.
“Dispiace anche a me…” disse infine Nick, che oltre a non voler proseguire oltre la sua frase, non voleva neanche fare una delle sue solite battute: non voleva provocare un litigio. Desiderò tanto che la sua partner potesse prendere parte alle indagini, dovette dare ragione al loro superiore: Judy Hopps era un'agente molto brava e dotata, ma in questo momento non era nelle condizioni adatte per poter investigare.
Mentre la coniglietta sorseggiò il suo succo alle carote, usando una cannuccia, osservò il suo migliore amico: sembrava preoccupato e assorto nei suoi pensieri.
“C’è qualcosa che vuoi dirmi?” chiese la coniglietta posando la propria zampina su quella di Nick. Lo conosceva talmente bene da riuscire a capire i suoi stati d'animo. I loro colleghi non riuscivano mai a capirlo, proprio perché non lo conoscevano abbastanza bene; per questo motivo, non si confidava mai con gli altri mammiferi, ma solo con la sua partner. Erano come due libri aperti fatti l'uno per l'altro.
Per la prima volta Nick sembrava essere stato colto di sorpresa a quella domanda, e da quella piccola zampina che si era posata sulla sua.
Prima che potesse riuscire a replicare e a riprendersi, il telegiornale comunicò delle notizie importanti; la pop star Gazelle e i suoi bodyguards erano stati aggrediti. Secondo le dichiarazioni dei testimoni presenti, l'aggressore era una tigre bianca femmina che indossava una tuta completamente nera. Fortunatamente la cantante era rimasta illesa, ma una delle sue guardie del corpo personali era stata portata d'urgenza in ospedale.
I due agenti, dopo aver pagato il conto, andarono verso la volante.

“Adesso ti porto a casa.” disse Nick mentre si allacciò la cintura di sicurezza. Sapeva bene che Judy non poteva partecipare alle indagini.
“Non ci pensare proprio…!” replicò la coniglietta, che il incautamente aveva alzato il tono di voce, provocandole quel dolore che prima le era passato.
“Ordini del capitano!” ribatté Nick. “Non sei nelle condizioni adatte per lavorare.”
A causa della mandibola che le faceva male, Judy non riuscì a replicare.
Nick la squadrò, vedendo chiaramente che si portava la zampa sotto il suo mento a causa del dolore alla mandibola, e notando il suo sguardo sofferente che cercava di mascherare.
“Perdonami Carotina, ma non posso farti venire con me.”
In quel momento arrivò la chiamata alla radio del capitano: “Agente Wilde!”
“Si, Signore?” rispose Nick alla radio.
“Dove caspita sei?! È da un'ora che sto cercando di contattarti!...Devi andare verso Via dell'Autodromo: Gazzelle è stata aggredita. Pretendo che tu scopra chi sia l'aggressore e lo arresti. Sbrigati!”
Una volta chiusa la chiamata, Nick volse lo sguardo verso la sua partner, al momento fuori servizio; aveva un'espressione di supplica: voleva prendere assolutamente parte alle indagini. Era chiaro come il sole che non ci sarebbe stato verso di convincerla a non farlo.
“E va bene, partner testarda, salta su.” acconsentì infine l’agente Wilde.
D'altronde siamo partner: condividiamo ogni gloria e rimprovero, pensò Nick, al quale sfuggì una risata.
“Come mai stai ridendo?” chiese una coniglietta molto curiosa e…con la felicità ritrovata.
Nick sorrise: “Come si chiama un cammello a tre gobbe?”
“…Nick…!” rispose irritata Judy, cercando di non alzare di nuovo la voce come prima.
Pur essendo alle volte antipatico, voleva tanto bene al suo partner; e per questo motivo non aveva intenzione di lasciarlo solo per nessun motivo al mondo.

Dopo aver percorso pochi chilometri, i due agenti videro un cervo scaraventato fuori da un negozio.
Nonostante la brutta caduta, riuscì a rialzarsi.
Da quello stesso ingresso comparve quella tigre bianca, che aveva aggredito poco fa Gazzelle.
Seguendo il loro istinto, Judy e Nick scesero dalla volante, presero le loro pistole e le puntarono contro quel predatore.
“Ehi! Hai finito di aggredire i mammiferi!” urlò Nick, pronto a fare fuoco al primo segno ostile.
La tigre volse il suo sguardo minaccioso e pieno di rabbia verso i due agenti.

Angolo autore
Ho passato parecchi giorni a scrivere e rivedere questo capitolo, nonostante i miei impegni. Non mi aspettavo tanto successo su questa fanfiction, perciò adesso ho il “problema” a non farla calare di prestazioni.
Avevo in mente un altro tipo di proseguimento, ma non sono riuscito a metterlo per iscritto, così ho dovuto inventarmi un'altra cosa. Spero vi piaccia…
Buona lettura come sempre.

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Capitolo 3
*** Rosso Scarlatto ***


Capitolo 3: Rosso Scarlatto

La criminale, che un momento prima aveva aggredito Gazzelle, adesso si trovava a diversi chilometri dal luogo del delitto, che in questo momento era pieno zeppo di poliziotti, ed aveva incontrato proprio i due mammiferi con cui aveva avuto a che fare ieri notte.
“Non vi è servito a niente la lezione di ieri, non è vero?” disse con tono minaccioso la tigre.
Il cervo cercò di rialzarsi per fuggire via, ma venne bloccato dalla criminale dopo aver fatto uno scatto fulmineo. Nick riuscì a seguire con lo sguardo i suoi movimenti: ieri notte, quando vide quella criminale aggredire Judy, notò che oltre ad essere più veloce di ghepardo, rilasciava una scia bianca che spariva quando si allontanava o, come in questo caso, si fermava. Non riuscì a spiegarsi il perché riuscisse ad essere supersonica, ma vide che lo era. Cercò di osservarla meglio per capire se stesse indossando qualcosa che aumentasse la sua velocità, nonostante si rendesse conto che era assurdo fare un ragionamento simile perché non aveva mai sentito parlare di questo tipo di congegni tranne che nei film.
“Tu non vai da nessuna parte!” disse con rabbia la tigre bianca al fioraio.
“Lascialo stare!” gridò Judy, senza tenere conto del dolore alla mandibola.
A quel punto la criminale, divenuta furiosa, lasciò stare il povero cervo e corse verso la coniglietta; in pochi secondi la afferrò per il collo della divisa e, dopo averla sollevata, la sbatté contro il finestrino della volante. Erano faccia a faccia.
“Ieri ti avevo avvertita con un graffio da niente; e visto che non hai ascoltato, ti ucciderò.”
Era spacciata. La coniglietta vide chiaramente la tigre aprire la bocca, mostrando i suoi denti affilati, per prepararsi a sferrare il suo morso.
In quel momento sopraggiunse Nick, dopo aver sentito Judy essere stata sbattuta contro la macchina, fece per estrarre la sua pistola: “No Judyyyyyy!!!!!!”
Ma nello stesso preciso momento, mentre stava accadendo tutto questo, una scia rossa passò a fianco della volpe e andò a colpire violentemente la tigre, che oltre a mollare la presa su Judy, fu scaraventata lontana dai due agenti di Zootropolis. Quando Nick vide la sua partner cadere, si precipitò a salvarla. Dopo essere scivolato a terra, credendo di prenderla fra le sue braccia, la coniglietta cadde sopra di lui.
“Ahia…la mia schiena!”
“Oh, scusa!...” disse Judy alzandosi in piedi e andando ad aiutare la povera volpe a rimettersi in piedi. “Stai bene, mio eroe?”
“Si, Carotina mia…” rispose Nick.
I due agenti presero le loro pistole, poiché sapevano bene che la criminale era ancora nei paraggi, e doveva essere fermata a tutti i costi, oltre a salvare il povero fioraio. Quando però si voltarono verso la direzione verso cui fu scaraventa la tigre, videro una scena che non si sarebbero mai aspettati di vedere.

La tigre bianca si alzò un po' intontita, ma si riprese subito.
“Chi è stato a…Ancora tu!” esclamò la criminale, che riconobbe subito da chi era stata colpita.
“Non ti permetterò di fare del male anche agli abitanti di quest'altra Terra!” fu la risposta del mammifero che aveva appena salvato Judy Hopps.
La tigre, con la sua velocità supersonica, effettuò un balzo, cercando di graffiare il suo avversario, il quale, per tutta risposta, si piegò in giù, evitando con la stessa velocità dell'avversaria, l'attacco.
La lotta a cui stavano assistendo i due agenti di polizia appariva come uno spettacolo: i due mammiferi non solo erano velocissimi, ma mentre si muovevano rilasciavano delle scie di colore bianco e rosso, accompagnate da una serie di lievi fulmini grigi e arancioni.
Con una furia incontenibile, la tigre bianca sferrò diverse artigliate e balzi con morsi cercando di afferrare quell'individuo, ma molte volte fallì. Dopo un paio di minuti, il mammifero che rilasciava la scia rossa si allontanò pochi metri, dopodiché cominciò a correre in diverse direzioni: era talmente veloce che riuscì a creare immagini multiple di se stesso.
L'avversaria rimase talmente confusa che, oltre a non riuscire a distinguere chi fosse il vero mammifero, gridò: “Smettila! Dove sei?!”
Come risposta ricevette un forte pugno in viso che la fece cadere a terra.
“Eccomi qui, felina.” Rispose con tono arrogante.
Mentre la predatrice cercò di rialzarsi in piedi, si sentì il sordo rumore di due spari. Con i movimenti fulminei del braccio, afferrò i due proiettili, buttandoli successivamente a terra. Vista l'attuale situazione, la tigre bianca fuggì via.
Mentre l'individuo corse, a velocità normale, verso i due agenti di polizia per accertarsi delle loro condizioni, le sirene della polizia cominciarono a farsi sentire da lontano.
“State bene?”
“Si, grazie a te.” rispose Judy.
“Si, grazie mille…” rispose Nick, che non riuscì a terminare la sua frase quando vide da vicino il loro salvatore.
A differenza del suo collega, Judy fu molto curiosa di conoscerlo, e adesso che questo misterioso mammifero sitrovava davanti a loro, lo poté osservare meglio: indossava una tuta rossa scarlatta, con degli stivaletti, i guanti e una maschera che gli ricopriva la parte superiore del viso; il tutto era dello stesso colore della tuta. La parte scoperta del viso mostrava chiaramente che questo individuo non era ricoperto di peli e la sua carnagione era chiara; non aveva una coda; e sul torace della tuta c'era una specie di disco con lo sfondo bianco e, sopra di esso, era rappresentato un fulmine giallo in rilievo.
La coniglietta non riuscì a capire a quale specie animale appartenesse, ma era molto incuriosita di poter conoscere il loro salvatore: “Chi sei tu?”
Il ragazzo, con un sorriso, rispose: “Io sono Flash.”

Angolo autore
Non so cosa mi sia successo oggi, ma ho scritto “di getto” questo capitolo, che ho intenzione di dedicare a Cormorant, il quale ha seguito molto la mia fanfiction e anche perché sono rimasto molto colpito dalla sua fanfiction. Spero sia venuto bene questo capitolo e nel caso voi lettori abbiate da fare delle domande sarò felice di rispondervi, senza rivelare però il resto della trama della mia fanfiction. Buona lettura.

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Capitolo 4
*** Zootropolis e Terra 1 ***


Capitolo 4: Zootropolis e Terra 1

Arrivarono quattro auto della polizia, provenienti dalla precedente scena del crimine, dove era stata aggredita Gazzelle. Quando gli agenti di polizia scesero dalle loro vetture, puntarono subito le loro armi verso l'umano, che oltre a non opporre resistenza e a non scappare, come fece ieri notte, si lasciò arrestare. Nick e Judy si stupirono di quella reazione spontanea, come se sapesse cosa avrebbe dovuto fare per non agitare ulteriormente le acque. Dopo aver aiutato anche il cervo, il quale raccontò i fatti avvenuti, tutti gli agenti, inclusi Hopps e Wilde, tornarono in centrale.

“Avete disobbedito ai miei ordini!...Avete cercato di catturare una pericolosa criminale senza chiamare rinforzi e senza esservi preparati adeguatamente!” Urlò capitano Bogo furioso con gli agenti Hopps e Wilde per aver preso l'iniziativa di affrontare quella criminale pericolosa.
“E a dirla tutta…Se non fosse arrivato quella specie di mammifero vestito di rosso, mi sarei dovuto occupare di organizzare due funerali a due dei miei migliori agenti!...Siete sospesi per tre mesi!” concluse il capitano Bogo.
I due agenti abbassarono lo sguardo, come dei bambini che erano stati rimproverati dalla mamma per averle disobbedito.
“E adesso uscite dal mio ufficio, prima che decida di licenziarvi con effetto immediato.”
A quel punto Judy e Nick consegnarono i propri distintivi, dopodiché uscirono dall'ufficio del loro superiore. La coniglietta si soffermò verso la finestra davanti all'ufficio del capitano per osservare il paesaggio. Appoggiò le sue zampine sul davanzale, e lo sguardo triste rivolto verso il basso. In quel momento fu affiancata da un mammifero di sua conoscenza, che spesso era irritante, ma a volte sapeva essere saggio.
“Scusami: non avrei dovuto insistere prima, quando stavi andando…”
“Non devi scusarti, Carotina. Io ho acconsentito alla fine.” Rispose la volpe con un sorriso.
La sua partner lo fissò, notando la sua espressione tutt'altro che triste.
“Mi stai dicendo…che lo hai fatto apposta?” chiese d'un tratto una Judy molto irritata.
“Si…” confermò il suo partner con un tono divenuto improvvisamente serio. “Perché noi siamo partner fissi: condividiamo le glorie allo stesso modo delle sconfitte. E poi io sono una recluta fresca di accademia che deve seguire l'agente più esperto a cui sono stato assegnato. Non posso continuare da solo…”
La coniglietta cercò di replicare, ma la scaltra volpe non le permise di farlo.
“E poi il Capitano Bogo ha ragione: senza l'aiuto da parte di questo Flash, io ti avrei persa per sempre. E non me lo sarei mai perdonato. Io ora devo avere cura di te e devo proteggerti.”
Judy squadrò il suo partner, ricambiando con un sorriso la sua sensibilità e la sua gentilezza, dopodiché lo abbracciò.
“Grazie Nick.” disse Judy, apprezzando il gesto e il pensiero del suo partner.
Coniglietta emotiva, pensò Nick mentre iniziò ad accarezzare la sua migliore amica sulla testa.

Nel frattempo…

Realtà parallela: Terra 1
Luogo: Laboratori S.T.A.R.

Harrison Wells continuò ad osservare sui monitor l'inseguimento tra Flash e quella strana creatura apparsa dal nulla. Nel suo mondo non aveva mai visto un metaumano simile.
“Ho saputo che Barry è scomparso.” disse Jay Garrik, che dopo essere stato informato sui fatti da Caitlin Snow, si era precipitato ai laboratori S.T.A.R. per dare una mano in qualche modo.
“Si, ma non sappiamo ancora dove si trova.” replicò lo scienziato con tono freddo, ma preoccupato.
L'ex velocista si avvicinò ai monitor dei computer per osservare l'inseguimento.
“Cosa ne pensi?” chiese il dottor Wells, cercando il parere di un esperto.
“Questo velocità non è abbastanza veloce quanto Berry: non si è esercitato abbastanza per accrescere la sua velocità. Ciò significa che non può usare alcune abilità e che non è forte quanto Barry.”
In quel momento arrivò Cisco; aveva provato a vedere con i suoi occhiali speciali dove fosse andato a finire Barry e soprattutto se stava bene.
“Lo hai trovato?” chiese Harrison Wells.
“Dove si trova?” chiese invece Jay.
“Si…Ehm…Si trova in un mondo popolato da animali antropomorfi civilizzati.” rispose il ragazzo.
“Animali antropomorfi civilizzati?” chiese il dottor Wells con stupore: non si aspettò di venire a sapere dell'esistenza di un mondo simile.
Cisco continuò a spiegare il resto che aveva visto nella sua visione: aveva visto una città, diverse specie di mammiferi animali antropomorfi che andavano d'accordo tra loro e svolgevano ogni tipo di attività mondana; come facevano gli esseri umani…aveva anche visto Barry che era stato arrestato dalla polizia e che veniva interrogato da un lupo bianco…poi aveva visto una coniglietta e una volpe, anch'essi della polizia, che volevano incontrare Barry.
“Non sembrava essere in pericolo…ma non so…”
“Dobbiamo cercare di raggiungerlo, a prescindere se si trova in pericolo o meno.” disse rapidamente il dottor Wells.
“Cosa intendi fare?” chiese Jay pronto ad obiettare nel caso il dottor Wells avesse pensato a un'idea che non andasse bene.
“Costruiremo un portale nel punto in cui Flash e quel metaumano hanno varcato quella breccia. Faremo in modo che si apra e ci porti dove dobbiamo andare. Sappiamo qualcosa su quel metaumano?”
“Non ancora, ma Caitlin sta continuando a fare ricerche.” replicò Cisco.
Nonostante fossero certo che quella metaumana provenisse da un'altra Terra, vollero essere certi che non fosse anche qui; e poi dovevano scoprire anche chi fosse realmente.
“Molto bene: mettiamoci al lavoro.” disse infine Harrison Wells, intenzionato a riportare a casa Flash.

Angolo autore
Allore…Ho avuto delle settimane difficili: impegni della vita, mancanza di ispirazione, idee in testa che non riuscivo a mettere per iscritto, insoddisfazione continua… Io spero vada bene e…ho iniziato a scrivere il prossimo capitolo (introducendo una parte che non ho potuto inserire in questo capitolo). Aspettatevi anche molta azione nei prossimi capitoli.
Vi avverto ancora una volta che non riuscirò ad aggiornare tanto presto…perciò vi chiedo scusa per questo inconveniente.
Vi avverto anche che gli eventi di Flash si svolgono prima della scoperta della vera identità di Zoom.
Buona lettura.

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Capitolo 5
*** Collaborazione ***


Capitolo 5: Collaborazione

Quando il ragazzo vide il distretto, sia fuori che dentro, pensò che questi animali avevano veramente un bel senso estetico. Tuttavia, quando si sentì osservato dagli altri mammiferi, mentre veniva portato nella sala degli interrogatori, si sentì un po' intimorito, dal momento che non aveva mai visto degli animali antropomorfi parlanti, a parte nei film. Per di più notò che anche loro sembravano avere paura di lui, molto probabilmente per lo stesso motivo di Barry.
Dopo essere stato portato, ancora con le manette addosso, nella sala degli interrogatori, l'agente che lo aveva accompagnato, un lupo bianco, lo fece sedere, dopodiché iniziò a fargli le domande, mettendo per iscritto le risposte che dava.

Dopo aver consegnato le loro pistole all'armeria, Judy e Nick andarono nei rispettivi spogliatoi a lasciare le loro uniformi. Mentre attraversarono l'immensa sala, videro entrare, dalla porta d'ingresso, un lupo grigio scuro vestito in modo elegante: aveva una giacca e dei pantaloni di seta di colore neri, una camicia bianca, una cravatta blu notte e aveva con sé una valigia di pelle marrone. Tutti gli animali presenti lo osservarono incuriositi. All’apparenza sembrava essere un “pezzo grosso”.
“Secondo te è un avvocato?” chiese la coniglietta al suo partner, che era veramente bravo a riconoscere gli animali.
“Forse…ma se vuoi possiamo andare a chiederglielo di persona.” rispose la volpe, intenzionata a provocare la sua migliore amica.
Judy scosse la testa e sospirò; “A volte mi chiedo perché continuo a farti certe domande.”
“Perché altrimenti non sarebbe divertente non poter vedere una dolce e tenera coniglietta perdere la pazienza e dare di matto per il suo collega tanto antipatico quanto simpatico.” rispose Nick subito dopo.
A quel punto la coniglietta si voltò, con espressione furente. Se non si fossero trovati nel distretto, e fosse sta bene con la mascella, lo avrebbe aggredito e lo avrebbe riempito di insulti. Ma doveva controllarsi e…sopportarlo.
Dopo aver fatto un respiro profondo, Judy prese la parola: “Stasera te la farò pagare, volpe monella; il vado a conoscere questo lupo elegante, che scommetto sarà più serio e divertente di te.”
“Mai quanto me, Carotina. Comunque ti seguo.”

Il giovane mammifero vestito elegantemente si fermò davanti il banco in cui era appostato l'agente Clawhouser che, oltre ad aver messo via la ciotola con il latte e i cereali, lo accolse in maniera più seria, senza perdere, però, la sua simpatia e gentilezza.
“Buongiorno. Come posso aiutarla? ”
“Buongiorno. Ho un appuntamento con il Capitano di questo distretto.”
“Ok. Quale è il vostro nome, prego?” chiese Clawhouser che iniziò a sfogliare il registro degli appuntamenti.
“Wells…Harrison Wells. Se sarò fortunato, dovrei venire qui, a lavorare come medico legale.”
“Lei sarà il nuovo medico legale? Che forza! Il mio nome è Benjamin Clawhouser…”
“La mascotte del distretto.” intervenne Nick.
“Nick!” esclamò Judy dandogli un pugno sul fianco.
Il lupo si voltò verso la direzione da cui provenivano la voce e abbassò lo sguardo.
“Non ci credo! Gli agenti Hopps e Wilde in persona! È un vero onore potervi conoscere di persona. Vi ammiro tanto!” disse eccitato il giovane Dr. Wells.
“Molto piacere.” rispose Judy. I due mammiferi, di dimensioni completamente diverse, si strinsero la zampa.
“Per curiosità, dove hai studiato?” chiese Nick incuriosito.
“Alla Coleridge University, laureato in Medicina Generale.” rispose il lupo.
“Signor Wells.” lo chiamò Clawhouser. “Al momento il capitano non può riceverla in questo momento perché è impegnato.”
“Va bene, agente, aspetterò qui finché non avrà finito.” disse infine il lupo, dirigendosi verso la zona in cui gli animali rimanevano in attesa.
Dopo aver salutato il giovane Harrison e l'agente Clawhouser, Judy si diresse verso gli spogliatoi, seguito dal suo partner.

L'interrogatorio durò molte ore: oltre ad aver messo per iscritto tutte le risposte che gli aveva dato Flash, il cui vero nome era Barry Allen, aveva dovuto fare altre domande che andavano a finire sullo stesso argomento: chi era e come aveva fatto a finire in questo mondo? Per quanto fosse assurdo, l'umano non mentiva affatto. L'agente Wolford avrebbe dovuto consegnare il rapporto al capitano Bogo, ma ciò che aveva scritto lo faceva apparire più un romanzo di fantascienza, che una testimonianza: aveva detto di venire da una realtà parallela dove esistevano altri esseri umani, capaci di pensare, ragionare e realizzare le stesse cose che esistevano a Zootropolis. Aveva anche precisato che nel suo mondo esistevano gli animali, ma non erano antropomorfi e seguivano sempre l'istinto di sopravvivenza; che era all'inseguimento di quella tigre bianca, che la definiva una metaumana, ossia un essere umano con poteri acquisiti tramite un esperimento scientifico; e che aveva attraversato una breccia, una specie di portale che conduceva verso altre realtà parallele, per arrivare in quello strano e bizzarro mondo. Aveva anche tentato di rassicurare l'agente che non aveva intenzioni ostili, ma piuttosto voleva aiutare la polizia di Zootropolis ad acciuffare la criminale.
Il lupo bianco rilesse la testimonianza dell'umano: la trovò assurda…anzi, tutto era assurdo. Non ebbe scelta: doveva consultarsi con il suo superiore. Dopo aver detto a Barry di aspettare, uscì dalla stanza degli interrogatori per andare nella stanza accanto, dove c'erano l'agente Fangmayer e il Capitano Bogo che avevano assistito all'interrogatorio.
“Cosa ne pensa, Signore?” chiese il lupo bianco pieno di dubbi.
Il capitano rifletté su ciò che l'umano aveva detto, osservandolo da dietro il vetro della finestra.
“Ci parlerò io con quel mammifero.”
Dopo aver preso la testimonianza scritta da Wolford, il Capitano Bogo andò nella sala degli interrogatori.
Barry fu un po' spaventato nel vedere entrare un grosso toro con indosso la divisa della polizia. Dopo averlo visto sedersi, pesantemente, sulla sedia, iniziò a leggere la pila di fogli che aveva in mano.
“Allora…dice di appartenere a una razza chiamata “Umani”, signor Allen, e di provenire da un altro mondo.” Incominciò a parlare il Capitano Bogo dopo un paio di minuti di silenzio.
Il velocista scarlatto annuì.
“E che vuole darci una mano a catturare quella criminale.” disse infine il capitano, posando i fogli sul tavolo e fissando con il suo sguardo serio il supereroe.
“È corretto, e le posso assicurare che sono il più qualificato per poterlo fare.” rispose Barry.
Il grosso mammifero fissò l'umano, prima di poter dire: “Accettiamo il suo aiuto, dal momento che lei sembra essere l'unico in grado di…”
“Nel mio mondo, lavoro anche con la polizia, nella sezione scientifica.” disse Barry interrompendo il discorso del capitano.
“Splendido.” rispose il Capitano Bogo, trovando utile questa informazione. “Allora non le dispiacerà darci una mano anche in quel campo per aiutare i miei agenti ad affrontare quella criminale.”
“Sarò ben felice di poter dare una mano in qualsiasi modo.” rispose infine Barry.
Dopo essere stato liberato dalle manette, l'umano andò verso il laboratorio; mentre tutti gli altri agenti andarono ad occuparsi delle proprie mansioni.

Era una giornata tranquilla e soleggiata a Bunny Burrow (Tana dei Conigli), dove un camioncino bianco che trasportava dolci andava a velocità costante, guidato da un calmo e canticchiante Gideon Grey, che stava effettuando le sue consegne giornaliere.
Ad un tratto la tranquillità fu interrotta dall'improvvisa comparsa di una tigre bianca che si fermò davanti al camion della volpe, che frenò di colpo non appena la vide. Approfittando di quel momento, la felina aprì la portiera e prese il guidatore, sbattendolo contro il cofano, di schiena, in pochi istanti.
“Adesso tu farai tutto quello che ti ordinerò di fare, o morirai.”
Con gli artigli tirati fuori e puntati sulla gola, il povero pasticcere fu costretto ad annuire, e fare così tutto quello che gli veniva ordinato di fare.

Angolo Autore
Perdonate il ritardo, ma ho avuto difficoltà ad organizzare il capitolo, che sono felice di dedicare ad Alicia_Hotaru, utente straordinaria che mi ha dato una mano a correggere molti errori grammaticali che non avevo notato. Ritornando al capitolo, prima di tutto dico “che razza di mondo parallelo sarebbe se non inserissi, con alcune differenze, i personaggi presenti in entrambi i mondi”, così ho iniziato con il carissimo Dottor Wells, dove nel mondo di Flash è uno scienziato; mentre a Zootropolis un “ventenne” lureato in Medicina Generale che svolgerà il lavoro di Medico Legale. Anche caratterialmente sono diversi…e dico anche che non è stato un caso se ho scelto l'aspetto estetico di un lupo grigio.
Spero vi piaccia…

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Capitolo 6
*** Aiutati di nuovo dal Velocista Scarlatto ***


Capitolo 6: Aiutati di nuovo dal Velocista Scarlatto

Una volta scesi alla fermata dell’autobus prestabilita, i due piccoli mammiferi, sospesi dal servizio, cominciarono a camminare. Per tutto il tragitto, Nick non aveva fatto altro che parlare con la propria partner, che a differenza sua era rimasta in silenzio, limitandosi a fare qualche sorrisetto e smorfia. Era demoralizzata e giù di morale perché non aveva la possibilità di poter indagare su quella tigre velocista, dalla quale era stata ferita alla mandibola. Avrebbe voluto acciuffarla e prenderla a pugni…o comunque avrebbe voluto sfogarsi in qualche modo.
“Allora, che ne pensi?” chiese Nick alla coniglietta, sperando che avesse sentito la proposta su come trascorrere il resto della giornata.
“Oh…Si, va bene.” rispose distrattamente Judy.
Squadrandola bene, la volpe notò che la sua migliore amica non aveva prestato attenzione alle proprie parole, e poiché la conosceva molto bene, intuì subito verso cosa erano rivolti i suoi pensieri.
“So che ritieni ingiusto i rimproveri del nostro amato capitano, ma al suo posto cercherei di proteggerti anch’io…”
“Tu non capisci!...argh!” esclamò con tono alterato la leporide, avvertendo subito dopo il dolore alla mandibola.
“Che cosa dovrei capire? La tua frustrazione per non essere riuscita a catturare quella pericolosa criminale dalla velocità soprannaturale? Hai quasi rischiato di rimanere muta per l'eternità e di venire uccisa; e questo mi basta ad avere il pensiero di proteggerti!” ribatté Nick con tono severo.
“Io so badare a me stessa.” fu la risposta istintiva di Judy, senza alzare il tono della voce...anche se avrebbe desiderato farlo.
La volpe vide la sua migliore amica, e partner, distogliere lo sguardo da lui e incrociare le braccia. A quel punto scosse leggermente la testa.
“Toglimi una curiosità: voi coniglietti siete così impulsivi...o tu sei un caso a parte?” chiese con tono in parte serio e in parte sarcastico.
Se l'attenzione di Judy non fosse stata catturata da uno strano fatto, non ci avrebbe pensato due volte a dare una gomitata sul fianco di Nick. Vide che uno di quei furgoni che trasportavano torte e altri tipi di dociumi era parcheggiato di fronte a un venditore di armi da fuoco, dall'altra parte del marciapiede; ma ciò che la lasciò perplessa fu il fatto che quell'automezzo apparteneva a un predatore di sua conoscenza...un predatore che non abitava a Zootropolis, e che non aveva alcun motivo plausibile per venire in quella caotica megapoli.
Con passo svelto e furtivo, la piccola agente fuori servizio andò a nascondersi dietro le enormi auto parcheggiate vicine, poi sporse il proprio sguardo per cercare di vedere chi sarebbe mai uscito dal negozio.
“Che sta succedendo Carotina?” sussurrò Nick dopo averla raggiunta; anche lui aveva notato il mezzo sospetto.
“Quel furgoncino non dovrebbe trovarsi qui.” si limitò a rispondere Judy, sperando che non appartenesse al predatore a cui stava pensando.
Dopo pochi istanti, dall'ingresso del negozio uscì una volpe con indosso un tipico grembiule bianco da pasticciere, e sotto di esso una maglietta verde chiara e dei pantaloni beige, che mise dentro l'automezzo un sacco marrone chiaro; era teso e nervoso. Dopo essersi guardato da tutte le parti velocemente e con espressione di chi temeva di essere scoperto a compiere un crimine, rientrò dentro il venditore di armi.
“Un pasticciere alquanto sospetto...almeno non sono l'unica volpe che era implicata in affari illeciti.” disse Nick con un punta di sarcasmo, ma quando rivolse lo sguardo verso la coniglietta, la quale aveva un'espressione profondamente turbata. “Va tutto bene?”
Invece di rispondere alla domanda del proprio patner, la leporide uscì fuori dal nascondiglio e si diresse verso il piccolo edificio. Nel momento in cui Nick fece per chiamarla e provò ad uscire anche lui allo scoperto, la volpe che era entrata un momento fa nel negozio fu sbattuta fuori, demolendo il vetro della porta d'ingresso.
“Woah!” esclamò Judy colta di sorpresa, che dopo aver fatto un piccolo balzo indietro, si mise in posizione di difesa.
Dopo essere stato spinto con forza, Gideon Grey provò a rialzarsi; ma una volta messosi seduto sull'asfalto, la tigre bianca superveloce dalla quale era stato rapito comparve davanti a lui, camminando piano fino ad uscire fuori dal negozio. L'amico d'infanzia della leporide la osservò impaurito, e preso dal panico provò ad allontanarsi da lei...inutilmente.
“Forse non mi sono spiegato bene, volpe...ma guarda che coincidenza.” disse la supercriminale notando subito la presenza dei due piccoli agenti di polizia che stamattina avevano provato a fermarla insieme al velocista scarlatto.
“Lascialo stare, pazza criminale!” disse Judy con tono determinato, capendo al volo la situazione in cui si trovava quel povero predatore.
La felina squadrò minacciosamente la preda dalla quale era stata minacciata, mentre si divertiva a cacciare e ritrarre via i propri artigli.
“Sei davvero divertente, coniglietta; sei coraggiosa, ok...ma anche molto stupida.”
Prima che potesse dire o fare qualcosa, la piccola agente vide la supercriminale muoversi con la sua super velocità; dopo aver sentito per un breve istante la sua presa sul corpo, si ritrovò immediatamente legata a una sedia di legno...all'interno del furgoncino di Gideon.
Maledizione, pensò Judy, che senza indugiare neanche per un secondo provò a liberarsi dalla corda che la teneva incollata alla sedia. Anche se non poteva fare nulla di utile per fermare quella tigre, avrebbe provato a guadagnare tempo affinché potesse sopraggiungere Flash, che sarebbe stato in grado di poter fermare quella criminale e aiutare i propri amici.

Dopo aver detto che avrebbe aiutato le forze locali, Barry Allen e il Capitano Bogo erano andati nel ufficio a pianificare le dovute strategie per poter catturare quella metaumana omicida e proteggere i civili.
“Allora, signor Allen: mi dica cosa sa fare quella criminale.” fu la domanda del bufalo, il quale aveva saputo per certo che, essendo entrambi velocisti, possedevano di sicuro le stesse abilità e caratteristiche.
“A parte il fatto che è una velocista, non so per certo cosa sappia fare, visto che non ho avuto modo di affrontarla a lungo, ma posso elencarle una lista di cosa potrebbe riuscire a fare...ma non penso sappia fare molto.” fu la risposta dell'umano dopo un'attenta riflessione sugli scontri che aveva avuto con lei.
“Che vuoi dire?” chiese incuriosito l'enorme mammifero.
“Che una parte delle abilità dipendono molto dalla velocità, oltre che dall'esperienza, che un velocista possiede: ad esempio, io so creare immagini multiple di me stesso se riesco a correre molto veloce. E da come aveva reagito, mi ha dato l'impressione che lei non lo sappia fare...poi io so anche lanciare una saetta contro un nemico, e sono più che convinto che lei non lo sappia fare...”
“D'accordo signor Allen. Cosa sarebbe in grado di fare, invece?”
“Vibrare, credo.” rispose rapidamente Barry, come se avesse previsto quella domanda.
“Vibrare?” chiese confuso il capitano Bogo, pensando a quella risposta come una presa in giro.
Invece di rispondere, il ragazzo aprì la mano e le fece assumere la tipica posa di una “lama”, dopodiché iniziò ad agitarla rapidamente, fino a farla vibrare come il motore di un'automobile. A quel punto la abbassò fino al tavolo; ed invece di appoggiarsi ad esso, lo trapassò. Dopo aver fatto quella dimostrazione, smise di vibrare la mano e la appoggiò sul ginocchio destro.
Il capo della polizia osservò stupito la scena, e rimase ancora più sorpreso quando vide che sul tavolo non c'era alcun segno di spaccatura. Toccò con la zampa il punto in cui l'umano aveva trapasato il tavolo con la sua mano vibrante. Non solo non c'erano segni di spaccature, ma era duro.
“C...Come ha fatto?”
“È complicato da spiegarle, Signore; ma le basta sapere che noi velocisti sapamo fare questo e di più.” si limitò a rispondere il velocista scarlatto per risparmiare la lezione di fisica sul comportamento delle molecole.
“Capitano Bogo!”
“Che succede Clawhauser?” chiese il bufalo rispondendo alla chiamata nel microfono.
“C'è un aggressione su Via dei Fiori...”
“Fai mandare le pattuglie più vicine...”
“La vittima è stata aggredita da quella tigre bianca ultra rapida!”
Non appena Barry Allen sentì il nome della metaumana, si alzò dalla sedia dell'ufficio del capo della polizia e andò da Clawhauser a velocità supersonica.
“Barry Allen!” lo chiamò inutilmente il bufalo.
Non appena sentì dal microfono che Benjamin stava dando indicazioni su dove si trovasse quella via, il bufalo lo accese subitò e ordinò al ghepardo di non dire altro.
“Barry è già andato sul luogo, Signore.”
“Va bene va bene! Mobilita tutte le pattuglie disponibili!” ordinò il capitano Bogo, il quale non aveva alcuna intenzione di vedere ucciso nessuno, soprattutto l'essere umano.

Grazie alle poche indicazioni ricevute, Barry Allen raggiunse in fretta, e senza problemi, il luog in cui stava avvenendo l'aggressione. Quando arrivò vide quella tigre che stava per aggredire una delle due volpi presenti, riconoscendo una delle due, mentre l'altra era rimasta in disparte, impaurita.
“Non hai proprio imparato la lezione, eh?”
Nel sentire quella voce, l'enorme predatrice volse lo sguardo furente verso il suo giurato nemico.
“Sei peggio di una mosca ronzante!” esclamò arrabbiata la tigre. “Vattene via!”
“Sei tu che devi smettere di correre e aggredire chi ti pare e piace!” ribatté il velocista scarlatto.
In preda a uno scatto d'ira, la supercriminale colpì violentemente il petto del supereroe, che si ritrovò in un attimo immobilizzato sul muro di un edificio. Grazie alla propria guarigione accelerata, l'umano poté riprendersi velocemente dal dolore del pugno che aveva appena subito dalla predatrice, la quale lo stava osservando con rabbia...e una gran voglia di sbranarlo.
“Mi hai stancata, umano...aaahhhh!!!!”
In preda alla disperazione, Barry vibrò la propria mano sinistra e trapassò il fianco della supercriminale, provocandole un fortissimo dolore.
A causa di ciò, la tigre fu costretta a mollare la presa sull'umano e a fuggire via, portandosi con sé il povero Gideon Grey e il sacco che conteneva gli esplosivi.
Dopo essersi riuscita a liberare dalla corda che la teneva immobilizzata sulla sedia e aver visto quella predatrice prendere il sacco che conteneva i materiali essenziali per fabbricare una bomba, Judy uscì dal furgoncino, facendo in tempo a vedere la scia bianca svoltare a destra, sparendo dalla propria vista. La prima cosa che fece fu accertarsi che l'amico d'infanzia Gideon Grey stesse bene; ma vide soltanto l'essere umano seduto per terra e leggermente sofferente.
“Judy!” la chiamò Nick raggiungendola. “Tutto bene?”
“Si Nick...tu come stai?” chiese preoccupata la leporide.
“Sto bene...solo che...non ho potuto fare nulla.” replicò Nick mogio, il quale si sentì frustrato per non aver avuto la possibilità di aiutare Barry o mettere insalvo l'ostaggio.
“Non devi sentirti in colpa Nick; neanche io avrei potuto fare nulla, in questo caso.” lo consolò Judy, che avrebbe tanto desiderato avere dei superpoteri per poter aiutare Flash a fermare quella supercriminale e salvare il povero Gideon Grey.
Non appena i due mammiferi raggiunsero l'umano, che piano piano si stava riprendendo, cominciarono a sentirsi, da lontano, i suoni delle sirene delle ambulanze e della polizia.
“Va tutto bene Flash?” chiese la leporide poggiando una delle proprie zampine sul petto di Barry.
“Si, sto bene: devo soltanto riprendermi.” replicò affannato il metaumano, dopodiché si tolse la maschera.
Nick lo squadrò incuriosito, poi sorrise.
“Per essere magro e poco robusto riesci a incassare davvero tanti colpi.”
A quella battuta, il velocista scrlatto rise leggermente. In quello stesso momento sopraggiunsero sul posto tre auto della polizia e un'ambulanza, dalle quali scesero i vari mammiferi che andarono a svolgere i loro doveri. Il ragazzo fu sorpreso di vedere come i due castori medici che lo stavano visitando fossero davvero competenti. Era davvero un altro mondo...e stentava a credere potesse esistere davvero una cosa del genere, dal momento che nella propria terra parallela gli animali non erano dotati di intelligenza e razionalità, e seguivano soltanto l'istinto...ad eccezione di Gorilla Grodd. Ma quella era un'altra storia.
Ma l'attenzione si spostò improvvisamente verso un enorme bufalo che si stava avvicinando, e non aveva un'aria amichevole. Judy e Nick balzarono subito sull'attenti.
“Beh adesso si che mi divertirò.” furono le parole del capitano Bogo, che aveva intenzione di rimproverare l'incoscienza del velocista scarlatto.

Angolo autore
Chiedo scusa per aver aggiornato così tardi questa fanfiction, ma non avevo avuto l'ispirazione giusta per continuarla...Tuttavia sappiate che ho intenzione di terminarla, anche se non so quando accadrà. Nel frattempo continuerò ad aggiorare, appena potrò, tutte le altre mie fanfiction.
Buona lettura...

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