Elisabeth or Sissi,the Seagull

di queenjane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il Gabbiano - The Seagull ***
Capitolo 3: *** Primo Incontro ***
Capitolo 4: *** Sempre con Te ***
Capitolo 5: *** Valeria ***
Capitolo 6: *** Titania ***
Capitolo 7: *** In a Mirror ***
Capitolo 8: *** Regina senza Regno ***
Capitolo 9: *** I Love You ***
Capitolo 10: *** Cenere ***
Capitolo 11: *** The Journey - Il Viaggio ***
Capitolo 12: *** Aspettando .. Waiting ***
Capitolo 13: *** il Ritorno ***
Capitolo 14: *** Assenza ***
Capitolo 15: *** I Resti ***
Capitolo 16: *** Spin Off I Le Amiche ***
Capitolo 17: *** Spin off II Massimiliano ***
Capitolo 18: *** Spin Off III Gyula The Stars ***
Capitolo 19: *** Spin Off IV Bellezza dalle Ceneri ***
Capitolo 20: *** Spin Off V Assenza ***
Capitolo 21: *** Last Piece ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La ricca trama dei capelli,paragonati allo splendore autunnale delle foglie cadute.. Che adesso sono lunghi fino ai polpacci.
Mio figlio Rodolfo quando mi pettinano (e intanto leggo Omero e Shakespeare o prendo lezioni di lingue) ama osservare le ciocche .. sfiorandone una mentre io lo agguanto e gioco con lui.
Dice che sua madre è la più bella e il suo faccino si chiude quando lo portano via, al pari del sole è oscurato dalle nuvole.
 .. È il figlio di un imperatore quindi non deve dimostrare alcuna lacuna, né pianti o debolezza sono ammessi. Deve essere un soldato ma io lo so...
È  sensibile e fantasioso come me,il mio maschietto arrivato l’estate successiva alla morte della mia prima figlia, Sophie.
Fidanzata imperiale a 15 anni, sposa il successivo anno e madre quello dopo
Dalla nursery al trono..
In apparenza avevo un marito giovane e bello e innamorato, ricchezze e privilegi, essere imperatrice d'Austria..
In verità,mia suocera e zia, la madre di Franz controllava tutto e tutti..
Io ero solo una fertile urna, un vaso da riempire..
La mucca degli Asburgo, mi definì una volta. Tre figli nel giro di quattro anni...
Non mi piace ritornarvi..
 
Ancora una pausa e te ne racconterò.
Ben osservi che sono cambiata nello scorrere delle stagioni, che la mia bellezza è diventata una potente arma, che i dolori mi hanno abbattuto e quasi piegato, mai sconfitto.
Che cerco di trarre il meglio dalle circostanze.
Intanto dammi un bacio e stendiamoci vicini.
Mi circondi la vita sottile con le dita, le tue labbra si perdono nella mia pelle..
Come una principessa cantastorie, la Sherazade delle mille e una notte, torno poi a raccontarti ..
Troppo breve è la notte e le stelle danzano sopra di noi..
 

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Capitolo 2
*** Il Gabbiano - The Seagull ***


Mio caro da dove iniziare?
Con nuove parole, descrivi la mia bellezza, la tonalità dei miei capelli, lunghi come quelli di una Gorgone, ma al contrario di Medusa non diventi pietra, segui ogni curva e riga, fermandoti poi come una pietra immobile dopo il piacere..
E ascolti le mie parole, così ti voglio poi ricordare, in questa vita così lunga, in quiete, che riposi contro il mio petto, dopo avere enumerato le mie qualità ..
E racconto, le sillabe sgorgano, limpide, come le poesie che ho sempre scritto.
Potenti..
Sono nata a Monaco di Baviera, inusitato regalo di Natale, figlia dei duchi in Baviera, quell’in che distingueva il ramo cadetto, del duca Massimiliano mio padre da quello regnante cui apparteneva mia madre Ludovica,figlia del re bavarese.
Tutte le sue sorelle avevano sposato un re, Sofia era maritata  a un arciduca Asburgo, se non avesse rifiutato la corona nel 1848, passandola a suo figlio Franz, mio marito, sarebbe stata imperatrice.
Mia madre ha sofferto per un matrimonio poco importante, meno prestigioso rispetto a quello delle sue sorelle, mia suocera mi ha invidiato il rango di sovrana acquistato per amore..
Suo marito, il padre di Franz, era ed è una amabile nullità, come suole dirsi, lei bramava il potere e avrebbe ottenuto di più diventando la consigliera di suo figlio, invece che sovrana. La hanno definita il solo uomo alla Corte Asburgo..
Due visioni inconciliabili, ma lei non è sempre stata dura,attaccata all’etichetta, un tempo era molto amica dell’Aiglon, il figlio di Napoleone I, morto giovane di tisi pochi giorni dopo che aveva partorito il suo secondo bambino, tanto che hanno sussurrato che fosse il suo padre biologico fosse l’Aiglon. Appunto..
Non so, osservo solo che lei metteva continue ingerenze, nel mio matrimonio, come nella politica e nella gestione dei miei figli ..
Ho cercato di non farmeli portare via, di lottare ma . Ero giovane e timida senza fiducia in me stessa.
Taci, tu mi ami, nonostante i miei difetti, l’egoismo, mi metteranno addosso molte maschere, i posteri mi vedranno come una donna che tutto aveva e che si è sottratta ai suoi doveri, per puntiglio, egoismo, sterile vanità ..
Come i contemporanei, sai che la corte di Vienna non mi ha perdonato il peccato originale di non avere un impeccabile albero genealogico, di non saper ballare bene, di parlare poco e male e francese, di odiare i pettegolezzi e l’etichetta..
Diversa fin dal principio, questo ha affascinato Franz, sai che quando ci siamo conosciuti a Ischl doveva sposare mia sorella Elena, o almeno così si erano accordate le nostre madri..
Io sono stato il suo unico colpo di testa, che ha pagato ben caro, anche se l’inizio era quello di una fiaba, avvincente e stupendo, lieve e musicale come un valzer di Strauss..
Certo che amo l’Imperatore, se solo non fosse un imperatore, ebbi a affermare quando chiese la mia mano, piangendo, era l’agosto 1853, lui aveva 23 anni, io ne avrei fatti 16 in dicembre..
Mia madre da un lato era felice, una figlia sovrana, dall’altro era in tensione per mia sorella Elena.. alla fine mi ha perdonato, lei si è sposata per amore nel 1858, con il principe di Thurn und Taxis..
Gioielli, balli, una posizione invidiabile, per me quello non contava, diversa dalla maggior parte delle fanciulle..
Ben vero, nelle mie poesie mi paragonavo a una farfalla impazzita, a una prigioniera in catena ..
Poi sono diventata il gabbiano, che vola di onda in onda, che non appartiene a nessuna terra..
Ho cercato la libertà, pagando un alto prezzo ..
E lasciando rovine..
I miei figli indietro.
Taci ..
Sono una donna, adesso, la ragazza che sono stata è persa tra le nebbie di Avalon, le letture di Heine e Schopenhauer e Shakespeare ..
Riemergo dalle macerie..

E nei miei capelli metto le stelle di diamanti, sono una ninfa, un’ondina, mi fingo leggenda.

 

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Capitolo 3
*** Primo Incontro ***


Mio caro, caro amore ricordo la prima volta che ci siamo incontrati, hai visto la donna e non l’imperatrice delle fiabe, isolata, criticata e incompresa dalla corte..
Io di te avevo già sentito parlare, avevo raccolto informazioni, come tu su me, inutile negarlo ..

Scopo era ottenere il meglio possibile per l’Ungheria, ma nessuno avrebbe pronosticato quanto poi  accaduto ..
La rivoluzione del 1848 e la dura reazione aveva inasprito i rapporti tra Vienna e Budapest, in sintesi, l’Ungheria era tenuta sotto il giogo della dittatura militare, ogni privilegio revocato ..
Sei ritornato dall’esilio nel 1858, in seguito ad una amnistia, dopo una condanna a morte, che avevi combattuto contro le truppe imperiali nel 1849, sei andato a Costantinopoli sempre in quell’anno vestito da colonnello della Honvèd per impedire che i fuorusciti magiari venissero estradati in Austria, operazione peraltro ben riuscita..
Sei stato condannato, contumace, alla forca e ti hanno impiccato in effigie, le beau pendu, ovvero il bell’impiccato, le cui grazie le signore parigine si contendevano nel tuo esilio..
Non hai fatto la fame, colto e spiritoso, frequentavi il bel mondo, recitavi con agio la parte dell’esule, sposando una donna bellissima, una contessa ungherese, alla corte di Napoleone III, che ben conoscevi ..
 
Vestivi disinvolto i panni dell’eroe e del conquistatore, eri un mascalzone come un gentiluomo ..


Era il gennaio 1866, io contavo 28 anni, tu 14 in più, venisti a Vienna con una delegazione magiara per portare avanti le trattative di riavvicinamento e..
Eri splendido nel costume di gala, cosparso di ricami dorati, il mantello cosparso di pietre preziose, una pelle di tigre buttata negligente sulle spalle accanto al vescovo del rito greco orientale del Regno e con tutti glia latri deputati ..
Io ero snella, eterea, il busto avvolto nel corsetto nero pieno di allacciature formati da nastri di diamanti e perle, le gonne ampie e spumose di candida seta..
Parlai in ungherese, lasciando tutti allibiti ..

 
E ci guardammo.
E il tempo si fermò ..
Gyula Andràssy.
Il tuo nome sulle mie labbra.
 
 
Ero una donna, ormai, nel bene e nel male, madre di tre figli, di cui me ne erano rimasti solo due, il cui matrimonio si trascinava..
Bella oltre ogni dire, uno dei gioielli della corona, diciamo, un fiore, erano lontani gli anni di Madera e Corfù..
Il tetro inverno del 1860, le successive stagioni dei vagabondaggi ..
La malattia ai polmoni era un velo, Franz mi aveva trasmesso una malattia venerea, oltre che il mio letto ne frequentava molti altri, con queste conseguenze..
Il disgusto, la stanchezza, davvero avevo le mani serrate in tristi catene.
Non avevo voce in capitolo sull’educazione dei miei figli, la famiglia era solo un  vuoto sepolcro, mia suocera sempre nel mezzo, mio marito occupato dalla politica e piaceri ancillari ..
Fuggii, al diavolo tutto, mia madre era stata tradita e umiliata tutta la vita, non trovavo nessun equilibrio, tutto dietro..
Egoismo, capriccio, vanità ferita, non mi assolvo, dentro di me conosco la verità, una lucida consapevolezza che mi toglie il fiato.
 
Poi abbiamo raccolto i pezzi, ma è stata dura, una tregua armata, ho riaperto la porta della mia stanza da letto a Franz nel 1865, per ottenere il controllo sui bambini..
Rudi, che aveva solo sei anni nel 1864, era stato tolto a sua sorella e alla loro governante per essere cresciuto da un severo precettore, doveva diventare un soldato eccezionale..
Era troppo piccolo e fragile, ma chi se ne curava..
Lo sfiancava dal mattino alla sera, lo lasciavano solo nel bosco e gridavano che vi era un cinghiale ….
Ebbe un tracollo nervoso e fisico.
Riaprii la porta, che Franz voleva un altro figlio ..
Prendevo l’olio di spermaceti per non concepire di nuovo, barattavo il mio corpo per avere il controllo, invece di piangere ribadivo precise richieste..litigando contro tutto e tutti.

 
-Mamma andate a Monaco di Baviera per Natale..
-
Si, per i denti..
-
Avete discusso di nuovo..
-
Mamma posso venire con te..
 
 
Ci guardammo.
E il tempo si fermò..
 
 
 
 
 
 
 
Honvéd, ovvero l’esercito nazionale ungherese che combatteva contro le truppe imperiali.
 
 
 
 

 

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Capitolo 4
*** Sempre con Te ***


 Indossavo un vestito di seta scura, con una mantellina scozzese e un cappellino grigio scuro quando mi sono recata all’orto botanico di Budapest, suggerendo magari di organizzare una vendita benefica di piante, rose e quanto altro.
L’idea me la aveva suggerita Rudi, che mi accompagnava, attento e fiero.
Siamo in Ungheria per tranquillità e sicurezza, la guerra contro la Prussia e l’Italia ha causato immense perdite di soldati, morti e feriti, territori..
Ho visitato i mutilati e i feriti, avvinti dagli incubi di putrefazione, deliri e forti odori..
Come un angelo, il mio angelo osservi..

Nel 1741 la giovane imperatrice Maria Teresa si rifugiò in Ungheria e, con in braccio l’erede al trono Giuseppe rivolse un commovente appello all’unità..
Così io.

Amo l’Ungheria, come amo te, Gyula, anche se ho pagato e sto pagando un prezzo alto.
La mia preferenza per un compromesso, una incoronazione, per evitare perdite all’impero che un giorno Rudi erediterà, i tempi sono inquieti e sfuggenti, ma il mio egoismo, preferisco essere una osannata Regina invece che una bistrattata Imperatrice, la nostra bella provvidenza come mi definisci..

Approfitto della prostrazione di Franz, scrivo lettere accorate, lo visito a Vienna, facendo la spola, concedendogli rifugio nel mio corpo..
Argomenti di cui mia suocera non dispone, è la mia vendetta, amara, di fiele, in un dato senso..
E mi godo i miei figli, Gisella e Rudi, specie lui..
-Mamma che bello stare qui con voi ..
Una tregua, un momento in bilico e chissà cosa ci recherà la sorte..

Badate a quello che desiderate, corre il rischio di avverarsi ..
Sorrido amara, dentro di me, quale sarà il prezzo per la felicità di ora che il domani vorrà da me?


Penso a mia sorella Maria Sofia, che sposò Francesco, erede del Regno delle Due Sicilie, diventata regina vergine, che il loro matrimonio era celebrato ma non consumato per una fimosi di lui, asserragliata a Gaeta, ultimo baluardo del suo regno, che in esilio a Roma conobbe la passione tra le braccia di un ufficiale belga..
Rimase incinta, Gyula, e si rifugiò in convento, in Baviera, inventando una malattia, come me, in altre circostanze e tornò dal suo Re, affidando la sua bambina al padre naturale, uno scandalo da evitare..

Serro le palpebre, le precauzioni potrebbero fallire, cerco di  non pensarci ( ..inutile fasciarsi il capo prima di averlo rotto..)

Nonostante tutto, con te e i bambini sono felici, quando Rudi si butta tra le mie braccia la felicità mi abita.
Ha gli occhi castani come me, come me ama leggere e sentire raccontare storie, lontano da Vienna non è solo il principe ereditario, la pupilla di sua nonna, l’orgoglio di suo padre, è questo ma soprattutto è il mio bambino, nato dopo la stagione del lutto..


Sua sorella Sophie, la mia primogenita morì a due anni e due mesi a Budapest, di febbre tifoide, fu un colpo, passai i mesi successivi a piangere (.. già allora Franz mi tradiva, disse poi quando lo affrontai dopo la diagnosi che mi aveva trasmesso una malattia venerea, ero lontana e inesorabile.. Fuggii.. Solo lui e l’affetto per i bambini mi legava a Vienna..)
-Mamma ..
-Sono qui Rudi .  Resterò per tutta la notte vicino al tuo letto.
-Non mi lascerai ..?
-Io sarò sempre con te..
 
 
 

 

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Capitolo 5
*** Valeria ***


   Ero di una superba bellezza, come quella giornata assolata di giugno, tra il rimbombo delle campane e le musiche e la folla che idolatrava il Re e la Regina..
Le gonne spumose, il brillare di perle e diamanti, la corona e il velo, indossando il costume nazionale ungherese, tutti enunciavano viva Elisabetta con fervore..
Immensi privilegi, un grande affetto ..
Avevo conquistato un regno intero, tutti erano ai miei piedi, il sole era luminoso come in Grecia, come a Parigi ..
Mi pare anche ora che tutto sia composto della materia dei sogni, un portento, una meraviglia,la nazione ungherese ha regalato ai suoi sovrani incoronati il castello di Godollo..
Che sarà il mio rifugio, lo splendido castello del 1700, in mezzo ia boschi, dalle cento stanze luminose..
 
La chiamano la mia Unica, la prediletta, la bambina ungherese, calcando la parola.
Presumono ma non dicono in modo aperto, tranne che ho smesso di curarmi delle malelingue.
Un adulterio, come se mio marito non mi avesse mai tradito e non continuasse a farlo, tranne che una donna che si abbandona al desiderio è un squadrina, una poco di buono ..
Conti tu e quello che abbiamo creato, questa terra è diventata la mia nuova casa, di cui percorro gli orizzonti a cavallo senza mai annoiarmi.
Siamo amanti appassionati, recitiamo indifferenza come attori di prima classe, in fondo essere imperatrice e partecipare ai balli o eventi ufficiali richiede una lunga preparazione, come appunto quella di una attrice che deve affrontare la ribalta..
Mi sono creata un altrove che è solo nostro..
È nata nel mese di aprile 1868, a Budapest, una bambina che ho scelto di  tenere con me, riscoprendo la gioia che può dare un figlio, fin dal principio..
Fosse stato un maschio, sarebbe appartenuto all’Impero e non a me..
Lo so, Gyula.
L’ho chiamata Maria Valeria, Valeria come il nome che gli antichi Romani avevano dato alle terre magiare.
Franz è stato lieto, anche se sperava in un altro maschio ..
Non dubita della sua paternità, le sue visite coniugali ben possono coincidere con la gravidanza ..
Nel mio cuore, credo che il padre sia tu ..
 
Quanto certo è che durante il parto ho riportato delle lesioni, non potrò più avere bambini..
I medici più svariati lo hanno confermato, così che Franz non entrerà più nel mio letto, cercando il piacere e l’adorazione da altre, mentre io …
Non credevo che la passione e l’intesa fisica resistessero agli anni..
Sono sempre misteriosa, sensibile tranne che l’arroganza non mi fa difetto..
Pregi e difetti, ami la donna, non il simulacro imperiale che mi avevano confezionato addosso cento e rotte lune fa..
Mai ho provato nulla di simile, una tale passione..
 
If I arrived at a place and knew that I could never leave it again, the whole stay would become hell despite being paradise” A note from Sissi.
 

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Capitolo 6
*** Titania ***


 Rudi ama collezionare fossili e minerali, le sue raccolte sono ampie e poliedriche come le sue nozioni.
Ama la letteratura e le scienze, leggere e sognare..
È cresciuto, mantenendo intatte le sue precocità ed insieme è pieno di contraddizioni.
Ama gli animali ma, come ogni buon Asburgo,  ama la caccia.
Cerca di migliorare a cavallo, che sua madre sa cavalcare il vento, annota, salvo non dare riscontro ai consigli..
Vuole affetto ma si sottrae se, al sicuro nelle stanze, lontano da occhi indiscreti, azzardo un bacio, una carezza.
Ed è geloso di Valeria, che ammetto, ho viziato oltremisura ma questo non giustifica le sue maniere, brusche, di taglio con la piccina.
Cosa che non tollero e per cui lo redarguisco, è maggiore di dieci anni rispetto a lei, non certo dieci mesi.

La persona che più lo ama e capisce è mia figlia Gisela, solo venticinque mesi li separano, insieme alla magia dell’infanzia insieme, si intendono con un solo sguardo.
Gisela, la bambina sopravissuta, allevata da mia suocera, mentre io mi perdevo nei viaggi, nelle malattie e nelle infelicità causate dal loro padre..
Siete la loro madre, l’Imperatrice, non affatto la loro balia o una madre comune, non dovete coccolarli o insistere a  passare tempo con loro, li amate con troppo trasporto (le sentenze di mia suocera, il Verbo ).

Il mio solo compito era partorire più figli possibili, cercare il piacere nell’atto coniugale è blasfemo e ..
Queste erano le coordinate ma io sono fuggita come una farfalla, un gabbiano senza misura, apportando caos e macerie..

La terra ungherese è diventato il mio altrove, come  i viaggi, la maternità pare dedicata solo a Valeria, la mia favola d’amore è le beau pendu, ovvero il bell’impiccato in effigie, ovvero te, Gyula.
Stracci di pensieri, i ricordi frammentati in mille scintille, petali e frammenti..

Stasera stiamo insieme, io e te da soli, dopo tanto tempo.
Brindiamo con dello champagne,  tra le ciocche di capelli ho intrecciate le celebri stelle di diamanti con cui sono stata ritratta in abito da ballo, malinconica Titania, regina delle fate, una follia lieve per te.
Ti ho raccontato del mio soggiorno a Roma, per il Natale 1869, quando sono andata ad assistere al parto mia sorella Maria Sofia, l’eroina di Gaeta, che, finalmente consumato dopo 10 anni il matrimonio, aveva concepito.
La bimba è nata per Natale, Maria Cristina Pia di Borbone, io ero la madrina, il cardinale Farnese, legato del Papa ha officiato il battesimo ..
Era tutto perfetto, come la caccia alla volpe che hanno organizzato nelle campagne romane, le colline dolci  e morbide sotto cieli immensi, da percorrere al galoppo in una alba liquida e superba, come a Godollo, il mio castello ungherese.

Mancavi solo tu, anche se eri nel mio cuore, nelle lettere, quando non siamo insieme ti porto sempre dentro la mia anima..
Ma preferisco stare con te, la  notte è troppo corta e la passione infinita, so che ami la donna, non il simulacro imperiale..


Le tue mani compiono miracoli, sono meglio delle maschere che uso, di fragole o carne cruda, sono snella e flessuosa, i fianchi sottili sotto le falangi, un’acrobata nell’amore..
Sostieni che sono troppo magra, che digiuno troppo, che mi stordisco con le ore di esercizi ginnici, le cavalcate e che sono esagerata nel mio culto unilaterale per la mia bellezza, che è sì un dono che mi hanno dato gli dei ..
Condivido, la mia avvenenza è la mia arma più potente e riconosco, ironica ma sincera, che nulla riesce a indispettirmi come una acconciatura mal riuscita..
Ridi e passiamo oltre, parliamo e ridiamo, che la vita è già dura per suo conto, anche per i personaggi di stirpe reale.
La figlia di mia sorella, la piccola Cristina, è morta a tre mesi, nel marzo 1870, per le cure inette di una balia, Sofia ha lasciato Roma e suo marito, hanno finito, come in un altro senso ho finito io con Franz..


 
Siamo noi che rimaniamo, nervosi amanti sullo sfondo della tenera notte.
Ti amo.

 

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Capitolo 7
*** In a Mirror ***


 Gisella si è sposata con il principe Leopoldo di Baviera nell’aprile 1873, tutti ammiravano la madre e non la sposa..
Che ironia, per me era poco più di una temuta comparsa in pubblico, come ai funerali di mia suocera l’anno precedente.
Hanno  osservato che la mia emozione era contenuta, ero padrona dei miei nervi, mentre Rudi e suo padre erano palesemente commossi come mia figlia.
Era tanto giovane, come ero stata io quasi vent’anni prima, Leopoldo aveva circa dieci anni più di lei.
Una principessa non si sposa per amore, io avevo infranto quella legge non scritta, pagando un prezzo salato, infelicità e delusione, il gabbiano dentro una gabbia dorata, le mani serrate in tristi catene, come avevo scritto in una poesia durante la cosiddetta luna di miele.
Certo, nel castello di Laxenburg, dove mio marito mi lasciava all’alba per recarsi a Vienna, dietro alle carte, a farmi compagnia mia suocera e le sue dame.
Non molto romantico, in fondo resto convinta che nel nostro mondo le nozze siano una specie di compravendita, si viene vendute bambine quindicenni in un contratto da cui non puoi recedere.
Ricordo ancora la mia mortificazione quando, dopo tre notti, divenni in senso carnale la sposa di Franz e come la mattina successiva ricevetti un cofanetto colmo di fiorini, il prezzo per la prima notte di nozze.
E mia suocera a colazione commentò che avevo fatto il mio dovere, in fondo, mi fece poi intendere che ero una proprietà imperiale, come una tenda o un mobile..
Non che Sofia fosse la “suocera cattiva”, ammetto ora, almeno tra me, era oberata dalle preoccupazioni e dal decoro, praticava quella che credeva la via stretta.
Non mi sono opposta alle idee di Franz, trovare candidati per Gisella gli ha risollevato l’umore prostrato per la morte di sua madre..
È l’imperatore, ma è un uomo solo, si alza, in genere, alle quattro del mattino e si dedica al lavoro di scrivania, mangiando spesso nello studiolo imperiale, io che lo guardo da un ritratto, in guisa di ninfa, le spalle candide e la nuvola dei miei capelli.
Sue distrazioni le passeggiate nel parco imperiale, la caccia, alcune puntate a teato e poco altro.
So, anche se fingo di ignoralo, che ha delle amanti, cerca altrove un momento di stasi che io non posso più dargli, non voglio più dargli.
O un uomo ha esigenze che una donna dabbene non può conoscere, ignoro, mon tresor..
Non lo so, ci siamo feriti e dilaniati a vicenda, sbranati come belve e restano solo miseri resti..
Leopoldo di Baviera, per sposare Gisella, ha rotto le trattative di nozze la principessa Amalia di Sassonia Coburgo, il segreto amore di mio fratello Massimiliano, che ha poi sposato, consolandosi.
Se vuoi nella vita, ti consoli sempre, no Gyula?
Tu sei stato il mio premio, la mia gioia, la mia libertà, anche distanti siamo insieme.
Sei l’approdo del gabbiano cui mi paragono, mentre mio cugino Luigi II, re di Baviera, si paragona all’aquila, che vola, libera e fiera sopra gli orizzonti.
Dicono che è strano, folle, lunatico e capriccioso, ha dilapidato un patrimonio per Wagner e costruire i suoi castelli fiabeschi, dorme di giorno e vive di notte, disprezza i suoi doveri di re..
Un outsider, di cui fingo di ignorare le preferenze omosessuali, sono un segreto, che fingo di ignorare, sarebbe uno scandalo ..
Alla fine, è solo questione di fortuna poter amare qualcuno che ti ricambia.
Quando Gisella ha avuto la prima figlia, mi ha fatto uno strano effetto mi sento sempre giovane e fremente, senza misura..
No, non mi piace..
Cerco di essere quello che sono, al diavolo le chiacchiere che mi attribuiscono ogni amante e nefandezza, so io quel che è vero.
Soggiorno in Baviera e Ungheria, la mia Valeria con me..
E quando mi guardo allo specchio, con l’acconciatura a a "corona", con grandi trecce raccolte sopra la nuca, mi sento come Titania, la regina delle fate, di un “Sogno di una notte di mezza estate”.
Solitaria ma in attesa ..
E stanotte alternavi i baci ai versi di un sonetto di Shakespeare contro la mia pelle, sostieni, rinnovando e parafrasando e mescolando i temi,  che io sono appunto l’estate, che la mia bellezza non sfiorirà e finchè gli uomini vivranno, avranno vita quei versi, che le nostre parole, il nostro amore non avrà termine..

 

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Capitolo 8
*** Regina senza Regno ***


Cavalco senza misura, sono la fragile  regina delle Amazzoni, cerco di rompere l’orizzonte ..
 
Sei Cancelliere mio amato, la politica ti occupa, sei immenso, proteso a servire me e la terra ungherese, stagioni tese inquiete, come mio figlio che sta crescendo..
Il mio Rudi, il mio pericoloso miracolo .
Un ossimoro, una contraddizione in termini, so che ha ricevuto una educazione eclettica, la sua mente è avida di sapere ma resta un ragazzo fragile, i suoi attendenti gli hanno concesso ogni capriccio e svago, aveva 15 anni quando una prostituta lo ha iniziato all’amore carnale, un ufficiale del suo entourage a Bacco, so anche se fingo di ignorare..
È tanto giovane e fragile, un puro zaffiro circondato dalle ombre..
Un miracolo colmo di pericoli, che quando nacque mi sentivo un vuoto guscio, lo ho adorato ma tranne che sottrarlo a una dura educazione militare quando aveva sette anni, portarlo con me a Budapest quando ne aveva otto ..
Ho potuto fare ben poco,tranne che quello,  che un principe ereditario appartiene all’impero, a suo padre, ha doveri e aspettative da adempiere e ricoprire..
Che non contemplano sua madre..
Per paradosso, la mia ultima figlia, la mia Valeria, appartiene solo a me, posso decidere della sua educazione, di portarla nei miei viaggi ..
Le mie giornate sono dedicate ai cavalli, alla cura della mia bellezza, alle letture e allo studio delle lingue straniere, a Valeria..
A comporre versi, annotare riflessioni.
Di rado mi sottopongo a mettere i cosiddetti finimenti per figurare come la figura più rappresentativa dell’Impero..
Traggo profitto dalla mia posizione, non ne sopporto gli oneri, il gabbiano vola via, la farfalla muore..
Quando celebrerò i 25 anni di matrimonio con Franz, diranno che non si celebra un mènage ma un managè, un maneggio di cavalli, un gioco di parole francese che riassume la situazione..
 
Trascorro ore a cavalcare, a caccia, mi sono recata in Inghilterra e Irlanda per questo incombente, preceduta dalla mia amata sorella Maria di Napoli ..
Amata, da me, ma lei mi invidiava..  il rancore tra sorelle, portato alle estreme conseguenze, lei era bella, io splendida, lei era la regina decaduta di Napoli, l’eroina di Gaeta, una madre mancata,con amanti di passaggio,  io imperatrice regnante, con figli vivi e un grande amore.
Rudi mi accompagnava in un viaggio studio in Inghilterra, era il 1878, io andavo a caccia, lui a studiare, Maria ha insinuato dubbi e veleno, sostenendo che io avessi una relazione con Bay Middlenton, la cosiddetta volpe rossa, un inglese che è il mio capitano di riferimento nelle cavalcate, il migliore cavaliere dei quattro regni ..
Cameratismo, affinità, la gioia di spartire i cavalli e una coppa di champagne, te lo giuro, Gyula, non altro, e mia sorella ha insinuato che condividessimo il letto e altre bassezze..
Un furibondo litigio, come con Rudi..
E nessuno perdonerà nessuno, rimarranno solo i resti, i cocci della buona educazione,  tutti sconfitti..
E ti serro, addosso a me, una flessione appassionata degli arti, e ti svuoti nel mio ventre sterile con appassionata fermezza.

 

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Capitolo 9
*** I Love You ***


 La vita dell’imperatore è scandita dalle abitudini, si alza presto e lavora fin dalle prime ore del giorno ai dispacci e ai documenti, si definisce il primo burocrate del suo impero.
Spesso mangia alla scrivania, le sue distrazioni sono le passeggiate, la caccia e il teatro..
Mi hanno illo tempore..riferito che gli piace una giovane attrice, Katharina Schratt, che da quando calca le scene va a ogni rappresentazione.
È nata nel 1853, anno del nostro fidanzamento, bionda e gradevole, ha un certo talento..
Tanto tempo fa la scoperta di questa preferenza mi avrebbe gettato nel dolore, ero giovane e mi avevano tolto tutto, poi mi sono rifatta  una vita, in Ungheria, nei viaggi e con te, mio Gyula.
Franz è stato generoso con me, lasciandomi andare e io non potevo dargli indietro che un poco di quella moneta, gentilezza e ascolto, quella comprensione che non sapevo più dargli..
Rudi si è sposato con la principessa Stefania del Belgio, hanno avuto solo una bimba e sono in accordo solo nell’essere in disaccordo su tutto. Lei ama l’etichetta e le cerimonie ufficiali, lui frequenta intellettuali di sinistra, scrive articoli che inneggiano alle riforme sotto uno pseudonimo e ha più amanti che capelli in testa..  per ironica chiosa, non mi dolgo che mia nuora sia così superficiale e attenta alla forma, sono stata ben lieta di scaricarle sulle ampie spalle i doveri delle apparizioni..
Valeria sta crescendo, una splendida adolescente, a breve comincerà la stagione della ricerca di un marito, mi piacerebbe che su sposasse per amore.. 
Io sempre assente, la famiglia disgregata.
Organizzazione, è stata definita la mia amica, che reca mazzi di violette e le sue ricompense sono anelli di smeraldi, i pagamenti dei debiti di gioco, finanziamenti per le parole e la compagnia..
Una specie di controfigura, che ironia, io che mi sono definita una attrice delle scene, una figura.. ho trovato il mio controcanto in una attrice di professione..
E gli anni passano, sulle tue tempie conto  capelli bianchi quando riposi nel mio grembo, una tigre in abbandono dopo l’amore, sempre sei mio.
E mi regali rose e gelsomini e ascolti i miei  versi, sulle orme di Heine.


Ti  Amo.
Per sempre.

 

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Capitolo 10
*** Cenere ***


Si chiama Francesco Salvatore, del ramo degli Asburgo di Toscana, in termini dinastici non è un grande partito, tranne che Valeria ne è innamorata, o pensa di esserlo.
Dal 1886, si sono frequentati, superando le reciproche timidezze e diffidenze, mi sento pronta per l’ultimo volo.
Mio cugino Luigi, re di Baviera, dichiarato pazzo, interdetto al trono per la sua follia diagnosticata da sedicenti specialisti è morto annegato nel lago di Stamberg, voleva fuggire dal castello prigione in cui lo avevano chiuso .. Non so, tranne che è stato un duro colpo, Gyula, gli ho fatto recare un mazzo di gelsomino per i funerali, Rudi ha presenziato alle esequie, io o pianto solo tra le tue braccia.
Sei sempre bella, io ti vedo con gli occhi dell’amore, per me sarai incanto e primavera, non scorgo le rughe sulla tua faccia, bacio il tuo caro viso, tutti ti ricorderanno giovane e splendida, che da anni non ti fai più fotografare o ritrarre, sulla tua spalla percorro il tatuaggio a forma di ancora che ti sei fatta fare, sei incomparabile..
Le tue parole mi placano, come la vicinanza con l’attrice placa Franz e lo conduce alla quiete, anche se nelle mie poesie la paragono a una mucca, deploro il malcostume dei giovani  Asburgo e i loro scandali..
E Rudi, è un liberale, sogna le riforme, ma suo padre non cede una iota del suo potere  e la sua frustrazione cresce, si rifugia tra le donne, il vino e la morfina, è l’erede al trono, sempre strettamente sorvegliato, dalla polizia, leggo i dispacci, ma non so come agire..
La paura mi frena, temo di commettere gesti irreparabili  e sono ghiaccio e neve, lui scambia tutto per delusione e distima verso di lui, se solo sapesse..
Io che gli avevo promesso di stare sempre con Lui, lo ho lasciato solo, abbandonato a sé, anche se ormai è un uomo adulto, reca le tracce di passate fragilità, ancora convinto che ami Valeria più di lui..
Appena l’eco di ieri, dove è andato il mio bambino ..
E la mia bambina ha scelto il suo futuro marito, Francesco Salvatore, le mie parole hanno convinto Franz, che si merita una occasione, di essere felice e sposarsi per amore, che è eterno finchè dura..
Sono cinica, lo so, i sentimenti mutano, cuore mio, dagli esordi appassionati del 1866 pure noi siamo mutati, la passione si è stemperata in tenerezza e compassione, salvo  ritorni di brace.
Beauty from ashes..
Bellezza dalle ceneri, richiamando il profeta Isaia.

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Capitolo 11
*** The Journey - Il Viaggio ***


Nel mese di luglio 1890, si celebrano le nozze di Valeria con Francesco Salvatore, un matrimonio d’amore giunto dopo la stagione feroce dei lutti e degli addii, tra azalee e gigli, una messa in tono minore, senza tutte le celebrazioni che vi furono a Vienna per le nozze di Gisella e Rudi.
Siamo a Ischl, dove io e Franz ci fidanzammo nel 1853, è passata una vita intera, la mia e la sua.
In questa circostanza, ho lasciato il lutto stretto, mi sono vestita di grigio perla, una collana di diamanti e perle.
La felicità di Valeria non aveva misura, era la sola figlia dell’Imperatore a sposarsi per amore.


Ogni giorno, un incubo,un sogno a occhi asciutti.
Rudi è morto nel bosco viennese a fine gennaio 1889, si è sparato dopo avere ucciso la sua ultima amante, Mary Vetsera,  per officiare i funerali con il rito cattolico abbiamo dovuto invocare l’infermità di mente, un ascesso di pazzia.
La mia Sophie, morta a due anni e due mesi, nel 1857, Rudi, il mio maschietto, nato l’anno dopo, il mio riscatto, il mio diletto, rubato due volte, prima da mia suocera, poi dalla morte.
Non lo ho amato a sufficienza, questa la mia colpa, che non  mi fa dormire, rileggo i dispacci, sono una vuota conchiglia e ..


Tu pure sei morto, mio amore, per un cancro alla vescica nel febbraio 1890.

Sono sola, il gabbiano  è alla deriva, nessun orizzonte più le appartiene.

Le tue braccia erano  il mio approdo,  invece sei morto tra le mie, prego di averti dato pace e conforto, come tu le hai date a me, dal 1866.

Abbiamo combattuto e poi vinto, il compromesso ungherese, la dualità.
Sono imperatrice, tra le donne più belle del suo tempo, per unanime riconoscimento e nulla ho potuto fare contro la nera signora con la falce.

Mio padre, Rudi, te e mia sorella Elena, tutti persi nel giro di diciotto mesi..
Vi è da impazzire per il dolore, tranne che ancora non vi sono riuscita, nonostante le voci contrarie, i giornali si dilettano a parlare delle mie deteriorate condizioni mentali..


E andrò in Grecia, a  Corfù, che Shakespeare chiamava Corcyra, l’isola della tempesta, scelgo i paesaggi ma non la tragedia.
I viaggi, in realtà una fuga, da Vienna e da me stessa, la Grecia e la Svizzera, Ungheria e Baviera..

Perdonami Rudi, ho amato solo due volte nella vita, una per te, una per Gyula, pur variando i  modi, solo una creatura per volta, dagli altri cercavo di non aspettarmi nulla..
E te ne sei andato, leggero come fumo, etereo fantasma..   
Mon petit, mon tresor..


E passeggio sotto il sole con il ventaglio e l’ombrellino, ai polsi due bracciali, dentro le piastre i tuoi capelli e quelli di Sophie, al collo una collana con appesa la mia vera nuziale.

Le mie mani sono nude, chè non ho potuto sposare il mio bel conte ungherese, che spargeva petali di rose e mughetti nelle nostre notti assieme.

Sulla cassa del mio orologio è segnata la lettera A di Achille, il mio eroe preferito, orologio che il mio amore mi regalò per segnare le nostre ore..  aspettando un amplesso, un ritorno, bevendo champagne e dormendo sogni divini.

“Sono un gabbiano che non appartiene a nessun paese. Nessuna spiaggia è la mia patria. Non mi affeziono a nessun luogo,volo di onda in onda....”versi autografi di Elisabeth
 

 

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Capitolo 12
*** Aspettando .. Waiting ***


Ho gridato il tuo nome sull'oceano
Ma i flutti furiosi l'hanno riportato a riva
Ho scritto il tuo nome sulla sabbia
Ma le conchiglie l'hanno cancellato.. (1)
 
Passeggio lenta sulle dolci rive del lago di Ginevra che mi ricorda il mare, la mente occupata dai miei cari assenti.
Rudi.
Gyula, almeno ti ho detto addio, sei morto tra le mie braccia, ti ho accompagnato sull’ultima soglia.. hai lottato come un guerriero, enfin, pregavo che te ne andassi, troppa la sofferenza, troppo il dolore, si può cercare di vivere con dignità, altro discorso è la morte.
Anche la mia Sophie era spirata tra le mie braccia, spossata da ore di febbre e convulsioni, il primo addio, il primo immutabile dolore ( a cosa serviva essere imperatrice se non avevo potuto nulla contro la sorte che mi aveva tolto la mia bambina?).
Ma  quando ho salutato Rudi era nella sua camera, ormai troppo tardi, era disteso nel gelido abbraccio della morte, si era imbarcato sull’ultima nave di Ulisse, un passaggio immutabile.
Aveva solo trentun anni..
Oggi ne avrebbe trentasette, quattro volte per sei  si è compiuto il ciclo delle stagioni,  la disperazione immutata, una condanna senza ritorno..
Non ho più composto versi, tranne qualche sporadica riga, i miei viaggi sono una fuga..
Mangio ancor meno del solito, i pasti sono diventati tortura e stillicidio, in genere mi accontento di un bicchiere di latte, una tazza di succo di carne, uova e caffè..
I vestiti scuri, i gioielli di nero gaietto, l’orologio che mi regalò il mio amore, che segna i giorni e l’agonia..
Con Franz, un sorriso di circostanza, le lettere, per lui sono il suo amato angelo, la sua Elisabeth full of Grace..
Quasi 30 anni fa posai per un ritratto come una ninfa, come Titania, la regina delle Fate, di bianco vestita, ero bella come un miraggio, una apoteosi, una fuga, oggi nulla resta se non le rughe e i miei detriti..
E i miei versi parleranno di me..
E il mondo non dimenticherà..
E leggo Heine, Shakespeare, Omero, imparo il greco..
Palliativi, in attesa..

(1) versi autografi di Sissi

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Capitolo 13
*** il Ritorno ***


Era il dolce mese di settembre, 1898, ero a Ginevra, incurante dei possibili attentati.
Viaggiavo in incognito, come contessa di H., un gioco di specchi.
Andai a pranzo dai baroni R., banchieri di origine ebrea, bevvi champagne nelle splendide serre, un ironico brindisi alla vita, come con il mio amore, tante stagioni fa.
La mattina scrissi a Franz sugli ippocastani in fiore, che ero serena, quindi  andai a fare acquisti, firmando sul registro Elisabetta Regina, in ungherese..
Poi, dall’hotel andai a prendere il traghetto, dopo le una pomeridiane..
Caldo e sole acuto, come nelle nostre Gyula, mi accompagnava la contessa Sztaray, mia dama di compagnia, avevo congedato il resto del seguito.
Dovevamo prendere il traghetto, quando un ladro sbucò da dietro un ippocastano..
Forse mi voleva prendere l’orologio ..
Rinvenendo brividi e caldo, un tratto a piedi, ricordavo le nostre notti, gli abbracci di Rudi e ..
Nulla..
Cosa era successo?



.. Gyula..
Rudi..
Non avere paura..
La tua mamma sta arrivando..


 
.. mentre camminavamo, Lucheni finse di perdere l’equilibrio e pugnalò l’Imperatrice, con uno stiletto.
In origine Lucheni, orfano e paria,che si professava anarchico,  voleva uccidere il duca di Orlèans, pretendente al trono di Francia, ma trovò Elisabetta d’Austria.. voleva uccidere un sovrano e lei lo era, vedeva la corona imperiale che Sissi aveva odiato per tutta la sua vita da adulta, non la fragile donna rivestita di lutti  e malattie.

Elisabetta perse conoscenza, a nulla valsero i tentativi di rianimarla, la lima di Lucheni le aveva trapassato il pericardio, morì senza dolore.

Il decesso venne dichiarato alle 14.10 di sabato 10 settembre 1898.

L’imperatore permise l’autopsia, allora disse che nulla gli era stato risparmiato sulla terra e che nessuno avrebbe mai saputo come aveva amato quella donna
Dopo l'esame autoptico,  la salma partì per Vienna, per i funerali di Stato.
Al commissario che lo interrogava chiedendogli il motivo del suo gesto, pare che Lucheni abbia risposto: «Perché sono anarchico. Perché sono povero. Perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi».


 
.. Rudi, non avere paura..
La tua mamma è arrivata, non ti lascerà più..

 

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Capitolo 14
*** Assenza ***


Bevo vino e lacrime, vi è stato il festeggiamento per il Millenario ungherese.
896-1896, la messa celebrativa che riecheggia quella della mia incoronazione come Regina.
Mi hanno acclamata, di nuovo e ancora, allora ero vestita di chiaro, oggi sono una Mater Dolorosa, in lutto.

Manca il mio conte, mio figlio, il mio Rudi..
Restiamo io e Franz,  ormai invecchiato, solo l’amicizia con l’attrice lo consola, siamo distanti, agli antipodi..
Un tempo scrivevo di non volere né il vino né l’amore, che uno dava la nausea, l’altro il vomito.
Bugiarda, ero giovane e infelice, poi ho assaporato entrambi, un amaro calice, fin alla feccia, disillusa Titania, Regina delle fate.
Nella mia solitudine, attendo la fine di una agonia, nulla mi consola, sono solo una vuota testimone contro pochi e immemori resti, il gabbiano vola da orizzonte a orizzonte senza riposo.
Mia figlia Valeria si è costruita il suo nido di rondini, un marito e vari figli, mi invita a raggiungerla ma per me non vi è riposo, sarò una nomade fino alla morte..
Aspettami, mio amore, aspettami figlio mio.
La tua mamma vuole stare con te, con voi, nella breve eternità..

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Capitolo 15
*** I Resti ***


Ai funerali dell’imperatrice partecipò una folla immensa, un tributo per Franz, colpito da una perdita inattesa, piuttosto che un omaggio a Elisabeth, vista la sua latitanza di anni e decenni.

 
Libera Nos a Malo era l’inno funebre.

La folla era numerosa e curiosa nell’assistere alla traslazione della salma, che a Ginevra era stata sottoposta a autopsia, il corpo smenbrato, il cuore e  i visceri messi nei canpi, pesava circa 46 chili per un metro e settandue centimetri.

L’arciduchessa Valeria, la prediletta, pianse per tutto il tempo, mentre Gisella era composta, sua madre era stata una assenza per tutta la sua vita, da bambina e adulta, aveva amato solo tre persone, il conte Andrassy, Valeria e Rudi..

O almeno, non si era sentita amata da lei, mentre Valeria era stato spesso esacerbata dal grande, egoistico affetto materno, più oneri che onori..

Ma era defunta, era tutto finito, un filo di fumo, una nuova cicatrice, sarebbe sopravvissuta pure a quello.

Il Corteo, infine,  si diresse verso la Cripta dei Cappuccini, il maestro delle cerimonie bussò alla porta chiusa seguendo l’antico rituale.

Chi desidera entrare?”Chiese il padre guardiano e il ciambellano rispose elencando le 40 designazioni del titolo principale di Elisabetta, Imperatrice d’Austria, Regina di Ungheria e Boemia, fino a regina di Gerusalemme e Trieste.

I battenti della porta rimasero chiusi,il cappuccino enunciò di non conoscere quei titoli, venne bussato per la seconda volta, la scena si ripeté.

Il maestro delle cerimonie provvide a bussare per la terza volta.
Chi desidera entrare?”



 
Elisabetta, persona mortale, peccatrice, chiedo di entrare per la grazia di Dio!”
 
La porta si aprì, scesero alla luce delle torce, era la bara numero centoventisette che veniva tumulata nella Cripta, Franz vi aveva già accompagnato sua figlia Sophie, sua madre e il suo unico figlio maschio, Rudi.


La tomba di Sissi venne colocata accanto a quella di Rodolfo, nel 1916 vennero raggiunti da Franz, l’imperatore che aveva regnato per 68 anni, dal 1848 in avanti, spento da una polmonite.

La sua amica Katharina Schratt gli depose due rose bianche sul suo petto e poi andò fuori dalla camera funebre, scortata dal braccio del nuovo sovrano, Carlo I.

Il marito di Valeria, Francesco Salvatore, criticò duramente e sempre la relazione del suocero con l’attrice.

L’impero austriaco finì nel 1918, al termine della Grande Guerra, come quello russo e tedesco.
 
 
Quando venne letto il testamento, defalcati i lasciti alle sue fedeli dame ungheresi, Ida e Maria,  si appurò che Sissi aveva lasciato due quinti del suo patrimonio privato, immensamente e inattesamente grande, alla figlia Gisella, due quinti alla figlia Valeria ed un quinto alla nipote Erzsi, la figlia di Rodolfo, che, per le sue idee politiche, dopo la fine della Grande Guerra venne appellata la “Principessa Rossa”.



Gisella morì a Monaco di Baviera nel 1932, sopravvivendo di due anni al marito Leopoldo,il loro matrimonio, sebbene combinato,  fu lungo e felice, mentre Valeria si era spenta di cancro nel 1924.
La sua unione con Francesco Salvatore, da lei voluta a ogni costo, per amore, fu in principio armoniosa, con la nascita di dieci figli, poi lui ebbe numerose relazioni ed un figlio illegittimo, evento che rattristò profondamente Valeria, che trasse conforto dalla fede religiosa e dalle opere di beneficenza.

Entrambe le figlie di Sissi, oltre che Erszi hanno lasciato numerosa discendenza.

 
Visitando la Cripta dei Cappuccini, la tomba di Sissi è sempre ornata di mazzi di fiori freschi.

Le raccolte di poesie di Sissi vennero pubblicate postume per suo volere a partire dal 1950, i fondi sono devoluti ad Amnesty International, così rispettando il desiderio di Elisabetta, che nella sua lettera alla cosiddetta “Anima del futuro“pregava che i proventi fossero dati a favore dei perseguitati politici e alle loro famiglie.


 
Il sigillo personale dell’Imperatrice era il gabbiano...
 

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Capitolo 16
*** Spin Off I Le Amiche ***


Quando Sissi tornò dai suoi pellegrinaggi, da Madera e Corfù e Venezia, espresse il desiderio di imparare l’ungherese e avere una dama di compagnia che non fosse stata scelta da sua suocera, come ai tempi delle nozze.
Si ignora come Ida Ferenczy ebbe la meglio sulle sue rivali, il mistero rimane. All’imperatrice viene sottoposto un elenco di sei giovani ungheresi, provenienti dalle migliori famiglie del paese. Si dice che un settimo nome sia stato aggiunto all’ultimo momento,in bella calligrafia,  quello di Ida Ferenczy, appunto, il cui padre è solo un povero gentiluomo di campagna.
Quando si conobbero, Elisabetta era appena tornata da una lunga cavalcata, era snella e armoniosa, senza peso.
Fece rialzare la giovane, la ammaliò con le sue parole, la fragilità e la solitudine, divennero amiche, Sissi le scriveva spesso nelle assenze e diceva che la pensava mille volte al giorno.
Correvano gli anni 1864, 1865, Sissi era molto preoccupata per suo figlio.
.. Se Gisella era una bimba dal fisico robusto e di media intellogenza, il bambino era esile,nervoso e facile agli scoppi di collera, lui che era stato precoce e tenero.
Fatte delle indagini, si appurò che, con il pretesto di sviluppare le attitudini militari del bambino, il suo precettore lo aveva separato dalla sorella, per indurirlo e si cercava di raggiungere lo scopo con la scuola del terrore.
... Al minimo capriccio Rodolfo era punito con docce gelide; quando calava la notte, Gondrecourt,suo precettore, lo rinchiudeva nel giardino zoologico di Lainz, nei pressi di Schönbrunn, e per meglio spaventare il bimbo di sei anni gridava: "un cinghiale! un cinghiale!". Prima di pensare di liberare Rodolfo attendeva che gridasse fino a estenuarsi.
Nel mese di agosto 1865, Sissi scrisse la famosa missiva in cui chiedeva che le fossero riservati tutti i poteri per quanto concerneva i bambini, la scelta delle persone che li circondavano, il luogo del loro soggiorno, la completa direzione della loro educazione…  
Quando Sissi e Andrassy non si vedevano, si scrivevano e Ida era il loro postino.
Nelle risposte non figurava nemmeno il nome di Andràssy, si parla soltanto dell’amico di Ida.
 
Nel marzo del 1871 Elisabetta incontrò la contessa Maria Festetics, molto intelligente e molto fedele alla causa ungherese.
Sissi comprese la sua nuova dama d’onore sarebbe stata diversa da Ida,la sua dolce colombella, come la chiamava, che non era il caso  di confondere gli incarichi.
Ida era la sua confidente, il suo parafulmine, la Festetics la calma intelligenza, una sorta di controcanto, severa ma amorevole, coltissima,amava la musica e le scienze matematiche, sapeva discutere con Sissi, entrambe le donne protessero sempre Elisabetta e i suoi segreti, le passioni e le fragilità.

Entrambe le rimasero legate per la vita e nella morte, vere amiche, senza chiacchiere o illazioni o grasse maldicenze.

 

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Capitolo 17
*** Spin off II Massimiliano ***


1869.. il mio povero, caro cognato Massimiliano, nato dalla dinastia Asburgo, che ha sognato un altrove .. versi e regni ora immobile.. In pace.
Di lui si sussurrò che fosse il figlio segreto dell’Aiglon, Napoleone Francesco Giuseppe Carlo, prole di Napoleone I, principe e erede decaduto a duca, amico e (forse amante) di Sophie di Baviera, mia zia, detta il solo uomo della casa di Asburgo. Per il suo carattere fermo e deciso in una corte di larve.
Mia zia e mia suocera, che ho sposato Franz imperatore, suo figlio e mio primo cugino.
Massimiliano è stato il prediletto di sua madre, il secondogenito da amare  e viziare, tranne che lui ha sofferto tutta la vita di essere l’erede apparente, di non avere troni o regni, soltanto sogni.
Amava le lingue e la poesia, suo poeta prediletto era Heine come per me, si dilettava nelle scienze e nella botanica.
Fu un mirabile ammiraglio nella Marina austriaca e un navigatore instancabile, visitò il Brasile e Madera e Corfù.
Governò il Lombardo Veneto e fu un ottimo viceré, a lungo lo rimpiansero, alla fine del 1859 volevano lui come imperatore al posto di mio marito.
Sposò Carlotta del Belgio nel 1857, lei era fanatica, ambiziosa e intrigante, voleva il potere, che finchè non nacque mio figlio Rudi, l’erede al trono nel 1858, Massimiliano era il principe ereditario, dopo erano meno di nulla, figure rappresentative, eleganti piume di pavone.
La loro dimora il castello di Miramare a Trieste, sull’Adriatico, dopo ci avrebbe perduto un Oceano
Sognavano un luogo diverso, un regno, ebbero un traumatico altrove, il trono messicano ..
Vi giunsero nel 1864.
Rivolte furiose, lei tornò pazza, i nervi ceduti, lui dentro una bara, che lo avevano fucilato.. a Queretero dai repubblicani., il corpo imbalsamato ed esposto in Messico, prima di essere ricondotto nel 1868 a Trieste a bordo della fregata NOVARA, la medesima su cui aveva fatto il viaggio del 1864.
Fu da lì trasportato a Vienna e sepolto nella Cripta dei Cappuccini dove riposa la mia piccola Sophie, morta a due anni e due mesi, tra le braccia, ancora oggi non riesco a parlare di lei, anche se nelle mie stanze ho un suo ritratto, al polso un bracciale con i suoi capelli e una nuova, piccola figlia da amare. .
Valeria.
 

 

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Capitolo 18
*** Spin Off III Gyula The Stars ***


Di indelebile vi è solo un destino contorto, tra le tue  braccia trovo pace, non rimugino sul passato e sulle maschere che mi sono cucita addosso..
Gyula..
Il tempo si ferma ancora.
Il cielo è sempre più pallido, il blu si scolora..
Tienimi con te.
Sii come Antares, la più luminosa stella del  segno dello Scorpione.
Appassionato ..
Intanto mi togli gli stivali, siamo a Godollo, in questa tregua dovremmo parlare della questione ungherese, della guerra contro la Prussia, siamo soli, il mio seguito è discreto e io una solitaria tornata da cavalllo..
Scaccio i pensieri e la lussuria, mentre mi massaggi i calcagni e abbasso le mani tra i tuoi capelli, cercando di non curarmi di null’altro che noi, la nostra appassionata attrazione palese.
Sarò il vostro cavaliere, sussurri, io vorrei essere una fanciulla al primo amore, non Imperatrice d’Austria oppressa dai lutti e dagli affanni.
Spalanco gli occhi di nuovo ci fissiamo,  come nel 1866.
Mi fai scivolare sopra di te, a cavallo delle tue cosce, amante esperto,  mi sollevi le gonne, togli la biancheria e .. sei dentro di me, lento e dolce, lontano dagli spasmi  di Franz,mio marito, il mio solo paragone..
Con lui ero ferma e immota, pure abbiamo concepito tre figli, di cui due sono sopravvissuti all’infanzia..
MA altro non conta, ti cavalco e ..
E io sarò una stella luminosa, come le stelle di diamanti che intreccio nei miei capelli.
In perfezione.
E saremo un solo cielo.
Un unico orizzonte.
Ti amo.
Ora e per sempre.
Ora ho conosciuto il piacere.

 

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Capitolo 19
*** Spin Off IV Bellezza dalle Ceneri ***


il Signore è la mia difesa,
roccia del mio rifugio è il mio Dio
;mormoro tra me le parole del salmo 93, le traduco in tedesco e ungherese, cerco di realizzare che nessuno vive per sempre..

La mia prima figlia, il mio amore e mio figlio, tutti periti, tutto il silenzio, come amaro e verde assenzio..

Cenere e fumo, leggo Heine, sono una esperta del piccolo poeta ebreo che amava la Natura e l’Europa, il mare, amava la Francia, la libertà..

La regina repubblicana,. Che suprema ironia..

Citando Baudelaire, ormai io né rido o piango, porto in giro la mia disperazione, ripercorro le orme di Achille e Odisseo, leggo Omero in greco antico, come Shakespeare cerco nuove isole, amo "La Tempesta"e "Sogno di una notte di mezza estate", una latitudine fa mi sono paragonata a Titania, regina degli Elfi e delle fate..


Vesto di nero,le perle e i diamanti alle orecchie, al polso l’orologio che mi regalò il mio amore, una vita fa..
Con la mia ultima e prediletta figlia, Valeria, sposata per amore, non più ci intendiamo ..
È occupata dal marito, i figli e le cure religiose, mi invita a avere fiducia nei medici e nei sacerdoti..
Non la comprendo, l’antico scontro tra madre e figlia..  
E da mesi non mi guardo allo specchio,.io che sono stata definita la più bella imperatrice o regina che il mondo abbia conosciuto..
Ma il mio vero riflesso era negli occhi del mio amato e di mio figlio, oggi entrambi morti..
Restano solo schegge e cenere..e mentre si avvicina la fine, ecco i pensieri e i sentimenti, nitidi e perfetti, come una scultura..Una perduta sinfonia, il ballo delle assenze.
Vorrei andarmene .. leggera come fumo, senza interminabili agonie.. la bellezza delle ceneri.. citando Isaia ..

 

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Capitolo 20
*** Spin Off V Assenza ***


Prima ancora delle risposte, mi interrogo sulle sensazioni, desidero provare qualcosa e dentro, lucida, percepisco il nulla, tutto il vuoto che mi circonda.
Ho costruito un muro di altezzosa freddezza per sopravvivere, i sogni dimenticati, cammino senza meta, solo a me stessa devo rendere conto, ieri e oggi sono sola con le mie paure..


Li ho persi.
Mio figlio e il mio amore..


Mi stendo supina sull’erba, gambe e braccia allargate a forma di stella, tutto riaffiora, un gioco di specchi, memorie rovesciate, profumo di rose e glicine..
Sulla mia spalla ho tatuata una piccola ancora blu, un approdo, io che sono stata una pellegrina, una sorta di Ulisse, un curioso Olandese volante per  tutta la mia vita di imperatrice,,
 
-Mio caro …- Un ricordo, nell’evocare Andrassy, il mio amore..I suoi occhi votati all’assenza, ti sentivi come uno straccio buttato via, lontano dal tocco delle mie mani, per cosa abbiamo combattuto, se non per la terra ungherese e la sua indipendenza,..
Ero divina nella mia avvenenza e tu mi hai reso mortale, carne e sangue..
Ora  resta solo l’assenza..
E il mare mormora, come un incantesimo, una magia da lungo obliata..
L’età dell’oro, le mie armature cadute, tutti nel regno degli Inferi..
Voglio l’oblio, la terra dei Lotofogi, l’oblio ..
Ma Io non vi dimenticherò ..
La morte sarà l’ultimo ostacolo e noi vivremo nel ricordo..
E voi intanto nel mio ..
Un momento di luce,,
e intanto il buio..
E le rose e i gelsomini fioriscono....
 

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Capitolo 21
*** Last Piece ***


Torno ai miei anni di adolescente, le braccia strette contro il petto, la voce aspra e rotta contro mia madre, come era possibile che mi volesse?
Ero goffa, acerba e grassottella, nulla in confronto alla mia diletta e seria e magra sorella maggiore…
..Una sposa vale un’altra, tu sei  fresca e acerba, non corrotta..
Invece vi era differenza,
sono diventata imperatrice, una delle donne più belle del mio tempo, amata da Te, Gyula, che io ho amato fino alla feccia e alla vertigine..

Ho seppellito tutti, genitori, figli, amici, amori, ma non mio marito, ora tocca a me, andare via..
Uno stiletto contro il petto, sullo sfondo il lago di Ginevra, che amavo paragonare al mare...
Non pesa, sono solo fumo leggero, una remota onda, un gabbiano, senza patria.
Nuvole tra le nuvole, solo un segno nel sogno.
Le parole sono finite e tanto più che si avvicina la fine sono solo vuoti simulacri.
Addio ..

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