Insieme per sempre qui

di animedoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Prima di iniziare vorrei ringraziare tutti coloro che hanno seguito e addirittura recensito chiamiamola così la prima stagione XD
Inoltre vorrei dedicare questo primo capitolo a “saku94” che mi ha dato uno stimolo a iniziare il continuo di questa storia!<3
Che dire buona lettura! Ci vediamo sotto!



 
1



 
 
Da quel giorno in cui due amici divennero qualcosa di più, era passato ormai un anno e mezzo e quella mattina si sarebbe inaugurata  una nuova tappa della vita di quel gattino ritrovato, iniziando l’università.
 
“Oi Kenma! Muoviti o faremo tardi!” urlò una voce dalla finestra di una casa, da cui dopo qualche minuto uscì un ragazzo coi capelli colore budino raccolti in una codina, che lasciava cadere dei ciuffi di lato e sulla fronte ad incorniciare il viso.
“Scusa il ritardo Kuroo” si scusò il budino, ovvero Kenma.
“Tranquillo, ma andiamo, il treno dovrebbe partire a momenti!” avvisò il compagno, cioè Kuroo.
Così si avviarono verso la stazione diretti alla loro università.
 
Kenma finito l’ultimo anno di liceo, decise di entrare nella stessa università di Kuroo, che si era rivelata, come aveva detto in precedenza quest’ultimo, davvero buona, tanto che persino Yaku, Bokuto e Akaashi l’avevano scelta.
L’esame d’ammissione era stato difficile, ma Kenma, intelligente com’era , l’aveva passato senza problemi.
Aveva scelto l’indirizzo d’ingegneria. Era sempre stato appassionato di elettronica e a conferma di ciò c’era la sua amata PSP. Solo lui aveva scelto questo indirizzo, quindi sarebbe andato in una nuova classe solo, ma questo non l’avrebbe scoraggiato, perché per pranzo si sarebbe potuto rivedere con gli altri e soprattutto con Kuroo, era facile a dirsi.
Kuroo aveva scelto l’indirizzo di ragioneria, Yaku lingue, Bokuto arte e invece Akaashi medicina, tutti indirizzi complessi, da cui però si aspettavano di imparare molto.
 
“Nervoso?” domandò ghignando Kuroo seduto vicino al setter sul treno.
“Abbastanza direi” sospirò invece Kenma in evidente agitazione.
“Tranquillo ci sono io con te!” disse Kuroo stringendo la mano di Kenma.
“Grazie” sorrise di rimando il compagno.
Kuroo aveva capito che il motivo per cui era agitato non era lo studio, ma come relazionarsi con gli altri, aveva sempre avuto questo problema quando vedeva nuove persone.
“Fra poco ci fermeremo e incontreremo pure loro, ah parli del diavolo!” rise Kuroo notando che il treno si era fermato proprio in quel momento lasciando entrare Bokuto e Akaashi  .
“Hey Hey Hey!! Salve ragazzi!” salutò Bokuto correndo letteralmente verso i due compagni.
“Buongiorno” salutò un’altra figura uscita dietro, rivelatisi Akaashi.
“Giorno!” salutarono in coro i due gattini.
“Fatto i compiti bro?” domandò Kuroo, stuzzicando il compagno.
“Per chi mi hai preso, certo!!” gonfiò le guance offeso Bokuto incrociando le braccia al petto e girando la testa.
“Bokuto faresti meglio a reggerti o sederti sennò cadi” notò Akaashi, anche se troppo tardi, il treno infatti partì all’istante.
“Cos-!? GUAAAA!!!!” urlò Bokuto cadendo di lato che  nel tentativo di reggersi si aggrappò ad Akaashi il quale  cadde insieme a lui.
“Boku-AH” sputò Akaashi cadendo addosso a Bokuto.
“AHAHAHAHAH!! Che bell’inizio di giornata! AHAHAHAH!” rise di gusto Kuroo.
“S-state bene?” domandò preoccupato Kenma.
“Affatto!” rispose Akaashi alzandosi piano e pulendosi la nuova divisa.
“Dovrei dirlo io Akaashi! Mi sei venuto addosso! So che mi ami, ma non è il momento!!” si alzò indolenzito Bokuto.
“Bokuto sei tu che mi hai spinto…” ringhiò il fidanzato evidentemente irritato.
“Vorresti dire che non mi ami?” domandò con una faccia ferita Bokuto.
“Certo che ti amo, ma fai attenzione, potevi farti male” sospirò Akaashi, non  notando un sorriso smagliante spuntare dalle labbra del compagno.
 
Risolto “l’incidente”, i gufetti si sedettero, Akaashi vicino a Kenma e Bokuto vicino a Kuroo.
“Finalmente si inizia l’università” sorrise Akaashi.
“Già, chissà come sarà” disse invece Kenma pensieroso.
“Sei in ansia?” domandò quindi l’amico.
“Un po’, tu?”
“Pure io, può non sembrare, ma lo sono, mi chiedo se sarò all’altezza, se mi piacerà, se andrà bene, ma sono fiducioso perché ci siamo tutti noi e questo mi da molto coraggio!” finì Akaashi alzandosi.
“Kenma su alzati! Siamo arrivati!” sentì dirgli Kuroo, Kenma, raggiungendo i compagni.
 
Arrivarono davanti all’università dove ad aspettarli c’era Yaku.
“Hey gente! Kenmaaa!!” gli venne incontro, salutandolo e abbracciandolo.
“Salve!”
“Buongiorno”
“HEY HEY HEY!”
“Che bello averti qui Kenma, mi sei mancato da morireee!” disse Yaku staccandosi per accarezzare la testa di quest’ultimo.
“Ciao Yaku, anche tu” disse Kenma imbarazzato a tanto affetto.
“Forza entriamo subito , se no non mi stacco più da voi!” continuò il libero.
“Andiamooo!!!” urlò Bokuto tutto euforico, portandosi a braccetto Akaashi.
Entrati nell’edificio tutti se ne andarono nelle loro rispettive classi, tranne Kenma e Kuroo, che aveva accompagnato il setter davanti alla sua classe.
“Non c’era bisogno, farai tardi” disse Kenma guardando l’orologio sul telefono.
“Non ti preoccupare, il professore arriva sempre tardi, non potevo lasciarti solo nel tuo primo giorno di università in giro per la scuola, ti saresti perso e saresti andato nel panico, è grande qui, cosa credi?!” sorrise Kuroo, poggiando una mano sulla spalla del fidanzato.
“Grazie Kuroo, adesso mi sento meglio, ora entro, a più tardi” salutò Kenma, mettendo mano sulla porta.
“Aspetta! Mi sono dimenticato di darti una cosa importante!” urlò Kuroo prendendo Kenma per un braccio e rigirandolo quel poco che bastava per dargli un bacio dolce sulle labbra.
“Buona fortuna” sussurrò piano, per poi lasciarlo entrare in classe, rosso come un peperone, concordando appieno alle parole di Akaashi di poco prima.
 
 
 
 





Angolo autrice!
Come si cresce eh? Kenma  già all’università, piccino!!
Allora come vi è sembrato il primo capitolo?
Spero vi sia piaciuto e spero che lasciate un piccolo parere, ne sarei contenta! XD
A presto!
By animedoro

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


2
 



Ore dopo era giunto il momento del pranzo e tutti i ragazzi si ritrovarono nella mensa dell’università.
“Di qua! Di qua!” urlò Yaku sventolando il braccio verso Kenma e Kuroo, per farli venire verso un tavolo già occupato da lui, Bokuto e Akaashi.
“Che stanchezzaaaaa!” sbuffò Bokuto appoggiando la testa sul banco.
“Di già? Che resistenza!” disse prima di bere con una cannuccia un succo di frutta.
“Ma sono stancooo”
“Com’è andata a voi due invece la prima giornata di università?” domandò poi Yaku ignorando il gufo.
“Molto bene, devo dire che è molto meglio di come pensassi: professori gentili, bravi e professionali e compagni di classe davvero simpatiche e socievoli, sono soddisfatto” disse contendo Akaashi.
“Siiii! Meno male, avevo paura che se non ti fosse piaciuta mi avresti abbandonatooooo!” piagnucolò Bokuto, abbracciando Akaashi che cercò di staccarselo di dosso agitato per il gesto improvviso.
“A te Kenma?” domandò ancora Yaku.
“Bene, i professori sono molto preparati, mi coinvolgono nelle loro spiegazioni”
“E i compagni?” intervenne Kuroo, andando dritto al sodo.
“Non ci ho ancora legato…” abbassò la testa Kenma, mortificato.
“Be’ è il primo giorno, che pretendi! Ahahahah! Disse Kuroo dandogli una pacca sulla schiena per tirarlo su di morale, con successo.
Finita l’ora di pranzo, tutti tornarono a fare lezione.
 
Nel pomeriggio il gruppetto di gufi e gatti camminò per strada de dopo esser usciti dall’università.
“Per oggi è finita,  EVVAI!” saltò Bokuto.
“Non ce la facevo più, YUPPY!” saltò pure Yaku.
“Hey ma non avevi detto che a te non pesava?”
“Ah! I-infatti, ma era mattina quando l’ho detto, adesso è tardi, è normale che sia stanco!” si giustificò Yaku beccato.
“Che ne dite di prendere qualcosa verso il ritorno? Io ho un po’ di fame” propose Akaashi, avendo il consenso da tutti, tranne Kuroo.
“Mi dispiace ma io non posso, ho un impegno, ci vediamo! Kenma ti chiamo più tardi!” così dicendo se ne andò di corsa, sorprendendo Kenma che non se l’aspettava.
“Kuroo?” protese la mano verso la figura ormai lontana da lui.
“Va a lavoro?” domandò Akaashi.
“Si, fra poco inizia il suo turno” confermò Yaku.
“Lavoro?” chiese con immenso stupore Kenma.
“Non te l’ha detto? Kuroo è da quando ha iniziato l’università che ha iniziato a lavorare part-time in un panificio” gli rispose Bokuto.
“Non mi aveva detto niente… se ne andava sempre verso quest’orario quando stavamo insieme, ma perché diceva che doveva studiare…”
“Doveva scegliere bene quale prendere e se ci sarebbe riuscito, per poi farti una sorpresa, mi pare giusto! Voglio dire comprare una-!?” si bloccò o per meglio dire venne bloccato dalla mano di Akashi posizionatasi davanti alla sua bocca.
“Cosa?”
“Scusaci, non ascoltarci, se vorrà te lo dirà Kuroo” spiegò, anzi sorvolò Akaashi.
“Anche io ho fame, andiamo a mangiare?” cercò di deviare il discorso Yaku.
E così si avviarono tutti e quattro verso un supermercato.
 
Era ormai sera, Kenma si trovava sul letto dopo aver fatto un bel bagno, controllando il telefono, aspettando la chiamata di Kuroo, pensando per quale motivo non gli avesse detto niente del lavoro, non si fidava di lui forse? Era un lavoro pericoloso? E poi cosa intendeva Bokuto? Perché loro sapevano e lui no?
E mentre pensava vide ad un trattoo lo schermo del suo cellulare cambiare schermata, con su scritto  “chiamata da parte di Kuroo”, rispose subito.
“Pronto?” chiamò Kenma.
“Sera!” salutò dall’altro lato Kuroo. “Prima che inizi, sicuramente gli altri ti avranno detto del lavoro, ma scendi giù che ne parliamo”
Sentito ciò Kenma si affacciò alla finestra e vide Kuroo davanti alla sua casa, spense la chiamata e vestitosi velocemente scese avvertendo la madre, per poi uscire.
 
“Si ho un lavoro part-time” confermò Kuroo seduto con Kenma sulle rive di un fiume vicino.
“Perché non me l’hai detto?” domandò Kenma, ferito.
“Volevo farti una sorpresa, scusami, non era mia intenzione nascondertelo”
“Sorpresa?”
“Già” si girò verso Kenma e prendendogli le mani continuò: “Kenma ho deciso di lavorare per comprare una casa, una casa per noi due!”
“C-cosa?”
“Siamo vicinissimi di casa, ci vediamo tutti i giorni, andiamo alla stessa università, stiamo insieme, ma io voglio di più, voglio poterti svegliare come dico io, baciarti quando voglio io e guardarti sempre, Kenma andiamo a vivere insieme!
Non è né troppo lontana da casa tua, né troppo lontana dall’università, è perfetta! Dimmi di si ti prego!” supplicò Kuroo, stringendo le sue mani.
“Kuroo…” chiamò Kenma, iniziando ad arrossire e poi piangere, “Ovvio che ti dico di si… baka!”
“Oh Kenma” disse Kuroo prendendo  il volto del setter e asciugandogli gli occhi pieni di lacrime con il pollice.  Lo fece distendere mettendosi sopra di lui e si abbassò  per baciare quelle labbra bagnate di lacrime felici.
Svariati muniti dopo si rialzarono e mano nella mano tornarono a casa, contenti e trepidanti per la loro decisione.
 
 
 
 





 
Angolo autrice!
Eccomi gente con il secondo capitolo!
Avete capito a Kuroo che tenerone *3*
Cosa ne pensate? Fatemelo sapere! ;))
Ringrazio inoltre tutti coloro che hanno letto e chi ha anche recensito il primo capitolo, mi fa molto piacere che il seguito vi abbia interessato! ^w^
Alla prossima!
By animedoro

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Capitolo 3
*** 3 ***


3



 
 
Il girono seguente era festa e le scuole erano chiuse, così Kuroo decise di avviare il trasloco nella nuova casa che avrebbe condiviso con Kenma.
Quel trasloco era molto importante per loro e i genitori non avevano posto obiezioni a riguardo: sapevano della loro relazione e che stavano insieme già da un anno, perché non avrebbero dovuto farlo? Si amavano in fondo.
E quella mattina Kuroo e Kenma con l’aiuto dei due gufetti, iniziarono il trasloco.
 
“Che fatica!” si lamentò Kuroo, posando uno scatolone pesante sul parquet.
“Beato a te bro! Voglio anche io vivere solo con Akaashi!” disse Bokuto dopo aver sistemato un mucchio di tappeti.
“Bokuto vedi che potremmo anche farlo, ma se prima non troviamo un lavoro come facciamo?” sospirò Akaashi entrando con una pianta.
“DAVVERO!? Allora cercherò lavoro!”
“Pensa prima ad aiutarmi a portare quest’armadio tu!” lo rimproverò Kuroo, chiamandolo.
“Grazie per l’aiuto che ci state dando” ringraziò Kenma entrando con una lampada.
“Figurati, per voi questo e altro” gli sorrise Akaashi.
“Ma Yaku e Lev perché non sono venuti?” domandò poi Kuroo dopo aver messo con molta fatica l’armadio nella stanza.
“Yaku aveva deciso che oggi era il giorno adatto per far fare ripetizioni a Lev, non sta messo molto bene” spiegò Kenma.
“Capisco”
“Vanno bene le cose tra di loro vedo” disse Akaashi.
“Già, ne sono contento” sorrise di rimando Kenma.
Continuarono a scaricare, trasportare, spostare mobili e scatole per tutta la mattinata, finché non finirono nel tardo pomeriggio.
“Uwaaaaa finalmente! Sono sfinito!” ululò Bokuto seduto per terra affaticato.
“Ottimo lavoro ragazzi!” disse Kuroo.
“Davvero bello” aggiunse Akaashi.
Kenma invece se ne stava in piedi a contemplare la sua nuova casa, la loro nuova casa.
“Contento?” domandò poi Kuroo avvicinandosi al fidanzato, notando che non aveva espresso nessun parere.
“Si” annuì Kenma.
“Allora fra poco ritorniamo, facciamo festa stasera! Bisogna festeggiare quest’evento!” propose Bokuto.
“Cosa!?” dissero in coro i mici.
“A dopo” salutarono i due ragazzi, uscendo fuori.
“Festa…”
“Mmh festa…”
“Ahhh che ne dici andiamo a farci una doccia nel frattempo?”  propose Kuroo.
“Va bene, puoi andare prima tu se vuoi”
“Ok!” e Kuroo sparì nel bagno.
 
Kenma intanto girava per la casa, non credendo ancora a tutto quello che stava succedendo, dopo anni che si conoscevano, non solo erano divenuti amici, ma in seguito proprio fratelli, e poi fidanzati conviventi, come poteva essere meravigliosa la vita?
Arrivato nella loro camera da letto, Kenma si mise a guardare rapito il letto a due piazze e arrossì nel vedersi dormire con Kuroo, non che non l’avessero mai fatto, insomma da piccoli lo facevano sempre, ma adesso, da adulti e per giunta da quando stavano insieme, non l’avevano più fatto.
All’improvviso da dietro sentì calore e vide poi due braccia che lo circondavano stretto.
“Il bagno è libero” sussurrò Kuroo strofinando la testa con quella di Kenma.
“O-ok”
“Cosa c’è? Non ti piace il letto?” domandò Kuroo notando come il compagno guardava intensamente il letto.
“Cosa? No, mi piace molto, solo che mi sembra tutto un sogno…” disse serio Kenma.
“Sogno eh?... Sogno divenuto realtà micetto!” si stacco Kuroo, “Forza vai a fare il bagno, sei tutto sudato poi rischi di prenderti un raffreddore!” disse sbattendo una mano sulle natiche di Kenma per farlo muovere, riuscendo nel suo intento e  anche a farlo arrossire.
 
Un’ ora dopo si presentarono a casa come detto Bokuto e Akaashi, con l’aggiunta di Yaku e Lev con bevande e snacks.
“OOOOHHH KENMA-SAN! DA QUANTO TEMPO!! MI SEI MANCATO!!” si buttò ad abbracciare Kenma, Lev.
“A-anche tu, ma non respiro”
“Lascia il mio Kenma depravato o doppie ripetizioni domani!” lo sgridò Yaku.
“Che!? Nono, lo lascio lo lascio!” così fece.
“Davvero è così brutto fare lezione con Yaku?” chiese Kuroo a Lev.
“Eccome! Non puoi capire! Sembra un demone e se cerco di scappare rinchiudendomi in bagno lui con una moneta riesce ad aprirla e mi da il doppio degli esercizi!!” bisbigliò Lev per non farsi sentire, con vano successo.
“LLEEEVVVV!!!!” urlò appunto Yaku circondato da fiamme di pura rabbia.
“GHYYYYY!!!” cinguettò Lev.
“Ahahah lo fa per il tuo bene” disse Akaashi calmando il leone.
“FORZA RAGAZZI! INIZIAMO LA FESTA!!” non ce la fece più Bokuto stappando una bottiglia di spumante.
Si diede inizio dunque ai festeggiamenti, tutti si divertirono, facendo a gare di cibo, di bevute, giocando e scherzando tutti insieme. Vi erano state anche alcune liti perché Bokuto rubava il cibo degli altri, ma subito si rideva sull’accaduto con il soffocamento di quest’ultimo e la scivolata di Lev.
“BRINDIAMO ALLA NUOVA CASA E A QUESTA BELLISSIMA COPPIA!!” urlò alzandosi Lev prendendo in mano un bicchiere di Fanta.
“SIIIIII!!!” a seguire ci furono tanti tintinnii di bicchieri e urli di euforia.
“Grazie ragazzi, senza di voi non saremo qui a quest’ora” disse poi Kuroo sorridendo ai suoi migliori amici.
“Grazie anche da parte mia, se non ci foste stati voi io ora non sarei quello che sono e non starei vivendo questa serata fantastica” sorrise raggiante Kenma, facendo sciogliere il cuore a tutti che subito applaudirono.
“K-Kenma!” si commosse Yaku, abbracciandolo, trasportando con sé  tutti gli altri che abbracciarono la dolce coppia.
 
La festa continuò fino a tarda sera, fin quando non arrivò l’orario in cui bisognava tornare a casa.
“A domani”
“Ancora congratulazioni!”
“Heyyy ci si vede!”
“Ciao Kenma-san! Kuroo-san!”
Quando si chiuse la porta, Kuroo e Kenma ripulirono il salone e dopo essersi lavati andarono a dormire.
“Veramente comodo questo letto non trovi?”
“Già, anche se è un po’ freddo”
“Ah si? Allora vieni quiche ti riscaldo!” così dicendo Kuroo tirò a se Kenma, abbracciandolo da dietro.
“Va meglio?”
“S-si” rispose rosso in faccia Kenma.
“Buona notte micino” disse Kuroo per poi baciare la sua testa.
“Notte Kuroo…”
 
Si addormentarono in quella nuova casa, abbracciati l’uno nelle braccia dell’altro, pronti per quella nuova strada che aveva preso la loro vita.
 
 
 




 
 
 
Angolo autrice!
Eccomi ragazzi con il 3 capitolo!
Mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo,  soprattutto la parte della festa ahahahah
Voi invece a leggerlo? Fatemelo sapere!
Ho deciso che ogni venerdì pubblicherò un capitolo, quindi a venerdì prossimo!
A presto!
By animedoro
 

 
 
 

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Capitolo 4
*** 4 ***


4
 


 
 

Era passato già un mese dall’inizio dell’università e quel giorno era un giorno importante, era il compleanno di Kenma.
“Buongiorno Kuroo” disse Kenma sbadigliando mentre entrava in cucina.
“Giorno micetto!” disse Kuroo per poi avvicinarsi a baciarlo con trasporto senza preavviso, facendo fermare Kenma sul posto, fin quando non si staccò e aggiunse : “Buon compleanno!”.
“Ah” a quel punto Kenma ricordò, era il suo compleanno, e arrossì vedendo il volto del suo fidanzato così vicino con quel ghigno che lo caratterizzava, che spuntava sempre in segno di vittoria. Lui odiava quando succedeva, si sentiva ingannato.
“Te l’eri dimenticato eh?”
“No… nono” scappò Kenma avvicinandosi al tavolo imbandito di fette di pane tostato e uova con insalata..
“Ahahahah sisi, certo” gli si sedette di fronte Kuroo, iniziando pure lui a mangiare.
 
Dopo aver chiuso a chiave la casa, i due coinquilini si avviarono alla stazione.
“Oggi hai da fare?” chiese Kuroo.
“Veramente no e poi dovrei chiedertelo io, sei tu che vai a lavorare”
“Hai ragione eheheh, ma oggi è il mio giorno libero, quindi se nessuno ha da fare, posso darti il mio regalo”
“Regalo?”
“Si, sai un regalo che aspettavo da tanto di condividere con te,  durante il quale staremo insieme tutto il tempo e il nostro amore avrà un’ulteriore conferma” sussurrò Kuroo guardando Kenma con sguardo caldo e amorevole, lasciando perplesso Kenma, che non capiva cosa intendesse.
“Sarebbe?” chiede quindi.
“Vedrai stasera!” e così dicendo salirono sul treno.
 
Arrivati davanti all’università, Kenma fu invaso da coriandoli, lanciati dai gufetti che erano arrivati prima, prendendo il primo treno e da Yaku.
“BUON COMPLEANNO KENMA!!” urlarono in coro.
“Grazie ragazzi” sorrise Kenma, togliendosi i fili colorati dalla testa.
“Kenma apri il mio regalo!” urlò Bokuto cacciando un pacchetto regalo.
“Veramente è un regalo da parte di tutti, anche da Lev” precisò Akaashi, guardando male Bokuto.
“Scusa è che volevo tanto dire questa frase!” si scusò il compagno.
Una volta preso e aperto il pacco, Kenma vide una foto incorniciata con lui e tutti i suoi amici che sorridevano felici.
Ricordava quel giorno, risaliva all’estate dell’anno scorso quando erano andati al Luna Park, si erano divertiti un mondo e quella foto che rappresentava la loro grande amicizia non poteva che piacergli da impazzire.
“Grazie… davvero non so che cosa dire… è il migliore regalo che potessi ricevere!” disse infine Kenma con occhi lucidi.
“Per la nuova casa è perfetta!” notò Kuroo.
E dopo un abbraccio generale e tanti ringraziamenti, entrarono dentro l’edificio.
 
All’ora di pranzo si trovavano solo Kenma, Yaku e Akaashi al solito tavolo.
“Dove sono Kuroo e  Bokuto?” domandò Yaku.
“Hanno detto che dovevano parlare con un professore in comune per un progetto” informò Akaashi iniziando a magiare.
“Mh? Ok… AH Kenma, mi sono dimenticato di chiedertelo! Cosa ti ha regalato Kuroo?” chiese Yaku con un ghignetto birichino e curioso.
“Ha detto che me lo darà stasera”
“Stasera?” chiese Akaashi.
“Si, ha detto: ““Si, sai un regalo che aspettavo da tanto di condividere con te,  durante il quale staremo insieme tutto il tempo e il nostro amore avrà un’ulteriore conferma”” non ci ho capito molto, ma  ne sembrava molto orgoglioso” rispose Kenma con noncuranza, notando dopo che le sue parole avevano bloccato i suoi compagni.
“R-ragazzi?”
“Kenma davvero non hai capito di cosa si tratta?” disse Yaku riprendendosi appena.
“Uh? No…”
“Mmh come posso dirtelo in modo delicato… è quando due persone-“
“Si tratta del sesso” precisò subito Akaashi, prendendo un altro morso al pranzo.
“Akaashi! Insomma un po’ di tatto!!” urlò indignato Yaku.
“Yaku non sarà la prima volta che lo fanno, insomma stanno insieme da un anno, vero?” disse Akaashi girandosi verso Kenma che da quando aveva sentito la parola sesso si era pietrificato, rosso come non mai in volto.
“V-vero?” domandò anche Yaku.
E in tutta risposta Kenma abbassò lo sguardo, lasciando che i ciuffi della coda gli coprissero gli occhi, non rispondendo niente.
“COSAAA!? STATE INSIEME DA UN ANNO E MEZZO E NON L’AVETE MAI FATTO!!??” si scioccò Yaku arrossendo pure lui senza un motivo preciso.
“Ahhh adesso capisco” disse invece Akaashi portandosi una mano sul mento, “Non avete fatto proprio niente?” domandò ancora, molto curioso di questa vicenda.
“Ecco… no” farfugliò Kenma.
“NIENTE!? O POVERO KUROO!!” ancora urlava Yaku scioccato come non mai da quella verità scottante.
“Non ti preoccupare, non c’è da vergognarsi Kenma” sorrise Akaashi.
“Ha ragione, mi sorprende solo il fatto che Kuroo abbia resistito” si sedette composto Yaku.
“Veramente lui ci provava, ma io avevo paura…” disse Kenma alzando il viso dopo aver preso coraggio.
“Capisco, be è una cosa comune, vedrai che passerà e poi se è Kuroo a farlo penso che a te vada più che bene no?” guardò il compagno Akaashi, studiando ogni suo movimento.
“Si…” arrossì ancora Kenma.
“Allora di che paura hai!? Vedrai che Kuroo saprà prendersi ben cura di te, se non lo fa l’uccido!” scherzò Yaku, facendo nascere una risata collettiva.
In quel momento le lezioni iniziarono.
 
Usciti da scuola i ragazzi si salutarono e dopo svariate pacche sulle spalle, Kuroo e Kenma tornarono a casa.
Una volta entrati e tolti i cappotti si andarono a sedere sul divano, facendo cadere un silenzio imbarazzante.
“Perché non vai a farti il bagno? Così ti rilassi!” disse poi Kuroo.
“Mh” acconsentì subito Kenma, andando in bagno.
Quel bagno durò molto e Kenma si sentiva sempre meglio in quella vasca. Ripensò alla conversazione avvenuta quel giorno a pranzo: aveva ragione Yaku, come aveva fatto Kuroo ad aspettare tutto quel tempo? Svariate volte avrebbe voluto farlo, ma vedendo lui così restio aveva ormai perso la speranza e per questo non lo aveva lasciato, anzi lo aveva coccolato di più, forse per Kuroo quell’atto non era solo questione di carne, ma era una dimostrazione in più d’amore e se non poteva farlo allora l’avrebbe dimostrato con qualcos’altro: con una carezza la mattina, con un bel nodo alla sua cravatta e con quegli sguardi che si scambiavano sempre, colmi di amore.
Aveva deciso che l’avrebbe fatto accadere, lui amava Kuroo e voleva dimostrarglielo con il gesto più grande, concedendogli se stesso, dopotutto aveva aspettato tanto.
Dopo un po’ uscì dalla vasca e dopo aver asciugato quei capelli troppo lunghi ed essersi vestito, andò in salone.
 
Trovò Kuroo seduto sul divano con una crostata alle mele con candeline appoggiata sul tavolino davanti.
“Buon Compleanno, Kozume” sorrise Kuroo.
Kenma in tutto questo restò davanti a lui a guardare quello spettacolo bellissimo.
“Questa mattina non ho avuto il tempo per dirtelo per bene, scusami” si scusò Kuroo grattandosi la testa imbarazzato.
A quel punto Kenma si buttò in braccio a Kuroo, facendogli male a una gamba.
“AHIA! Kenma ahahah ma che ti prende?”
“Ti amo Kuroo” disse Kenma accoccolandosi sulla sua spalla.
A quelle parole Kuroo si fece serio e gli alzò la testa con una mano: “Anche io Kenma”
Si avvicinarono così tanto da far nascere un bacio dolce e intenso allo stesso tempo, poi si staccarono quando Kuroo parlò:
“Kenma io…”
“Lo voglio fare” lo anticipò Kenma guardandolo deciso.
“C-cosa!? Come? Tu? Eh?”
“Sono stati Yaku ed Akaashi a dirmelo e a farmi aprire gli occhi”
“Quei due…” sospirò Kuroo.
“Kuroo sono pronto, voglio fare con te questo passo…”
“Davvero?”
“Hai aspettato tanto per la mia paura che nel caso l’avessimo fatto non ti sarei piaciuto più… e adesso sei giunto al mio compleanno per unirti definitivamente a me, dimostrandomi che ci sarai ad ogni mio compleanno, ogni mio giorno e io l’ho capito solo adesso… ti chiedo scusa… ma si,  sono pronto, se sei tu a farlo allora va bene” sorrise in fine il setter.
“Kenma… bene!” detto ciò Kuroo prese Kenma in braccio e andando nella loro stanza, lo appoggiò sul letto facendo spargere le sue dolci ciocche sul morbido cuscino, per poi mettersi lui sopra.
 
“Sei sicuro di questo Kenma? Farà male all’inizio ed io-“ non finì che Kenma lo zittì con un dito.
“Sicurissimo, so che farà male… e questo mi spaventa, ma Kuroo anche tu stai tremando.
Per caso hai paura?” notò Kenma accarezzandogli poi il volto.
“Non sai quanto!” e ghignò ridendo di se stesso, per poi abbracciare, baciare Kenma, dando inizio a un sentimento, un’ aria, un calore nuovo, trasmesso da mani intrecciate, da occhi che si guardavano con amore e da anime ritrovatesi  in quel giorno freddo di Ottobre.
 
Quella sera non poté che rivelarsi un sogno che diventava realtà per quelle due anime, ma i sogni non durano per sempre… mai.
 
 





 
 
 
 
Angolo autrice!
Aww non li trovate carini i nostri due micetti!? Io ogni volta sempre più! >w<
Ed ecco la loro prima volta, come crescono come crescono! *soffia naso* u.u
Notare come Yaku è rimasto di sasso ahahah secondo me appena arrivato a casa avrà preso un tranquillizzante! XD
Vi anticipo che al prossimo capitolo inizia il pepe! Preparatevi! ;P
Cosa ne pensate? Fatemelo sapere!
A venerdì!
By animedoro

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Capitolo 5
*** 5 ***


5



 
 
Il mattino seguente Kenma aprì lentamente gli occhi, trovando il suo letto troppo rigido, ma con un buon profumo di casa e di pino, cullato dolcemente su e giù da quel materasso troppo strano, rilevatosi Kuroo.
Era appoggiato sul suo petto, abbracciato a lui. Lo guardò per una manciata di secondi per ricordare poi cosa era successo la scorsa notte, arrossendo di bottò e nascondendosi sotto le coperte, gesto che fece svegliare il compagno.
“Mh? Kenma?” domandò Kuroo stropicciandosi gli occhi.
In risposta Kenma si nascose ancora di più sotto le coperte.
“Ti senti male per caso?” chiese dunque preoccupato Kuroo, cercando di levare le coperte ormai prese dal compagno, lasciandolo solo con le lenzuola e  non riuscendo nel suo intento, decise di attuare un piano.
“Vaa beneee, ti lascio solo, vado in cucina” dopo aver detto ciò si mise delle mutande e fece finta di uscire, aprendo e chiudendo la porta, con passo felpato. Poi si nascose ai piedi del letto per non farsi vedere.
Kenma non sentendo e non vedendo il compagno, sospirò lasciando la presa ferrea che aveva avuto fin a quel momento alle coperte, gesto che però diede segno all’altro che era l’occasione  adatta per attaccare.
E così Kuroo alzandosi in piedi di scatto, levò subito le coperte da dosso a Kenma che saltò sul letto al gesto improvviso.
 
Passò qualche secondo in cui Kenma rimase inginocchiato sul letto con Kuroo davanti che reggeva trionfante le coperte.
Rimasero a guardarsi per svariati minuti, nei quali Kuroo contemplò quel corpo che la sera prima aveva imparato a conoscere, unendosi ad esso e a dimostrarlo vi erano quei segni rossi ovunque sul suo corpo, misti a morsi. Non poté che sorridere contento di quella serata appena passata nella più bella melodia d’amore.
Kenma sentendosi osservato da quella figura così grande rispetto a lui, che quella notte lo aveva reso davvero uomo, arrossì di colpo, buttandosi sulle ginocchia per coprirsi e appallottolarsi.
In quel momento Kuroo parve svegliarsi e si sedette sul letto coprendo Kenma con le coperte, il quale alzò appena la testa per quel gesto inaspettato.
“Prenderai freddo così, ce la fai ad alzarti?” domandò Kuroo.
“Se vado piano penso di si” rispose Kenma toccandosi la schiena.
“Ahahahah scusami sono stato troppo rude? Ops!” disse Kuroo con quel suo solito ghigno, fintamente dispiaciuto, facendo imbronciare Kenma, “Scusa!” si scusò di nuovo per poi tirare con le coperte la testa di Kenma portando le loro labbra ad unirsi per un attimo, poi si rialzò.
“Vedi di muoverti sennò  ti caccio fuori casa in mutande!” disse prima di uscire di fretta salvandosi per un pelo da una cuscinata lanciata da Kenma che imbarazzato tornò sotto le coperte.
 
Una volta arrivati sul treno, Akaashi si sedette vicino a Kenma.
“Divertito?” chiese impassibile il rapace.
“Normale…” rispose Kenma guardando altrove non reggendo lo sguardo indagatore del compagno che sorrise per poi fare un occhiolino verso Bokuto che sorrise come un sole appena sorto, saltando sul posto, non spiegando il motivo al bro, troppo contento per loro.
Davanti all’università Yaku venne incontro al gruppo.
“Salve ragazzi! Ciaooo Kenma” sorrise furbetto Yaku, nascondendo con quella maschera la vera emozione che lo assaliva in quel momento, ovvero come una madre che ha appena visto il suo bambino diventare un ragazzo grande.
“Giorno anche a te!” salutò Kuroo, “Ah ragazzi devo andare a prendere un attimo una cosa alla cartoleria, voi entrate intanto!” avvisò poi, correndo verso il negozio.
“Ok andiamo, ci verrà incontro” disse Yaku iniziando ad avviarsi con gli altri al seguito.
 
Quel giorno all’università c’era molta confusione, tanto che non si riusciva a camminare a causa di un mucchio di ragazzi che bloccava  il corridoio principale.
“Cos’è tutto questo fracasso?” domandò Akaashi, molto infastidito.
“Non saprei dirti!” cercò di vedere Bokuto invano, fin quando non si aprì uno spazio in cui si intravide la causa del problema.
“AH!! È Maruii Abane!” urlò Bokuto, indicando la ragazza in questione circondata da un mucchio di ragazzi e qualche ragazze.
Era una ragazza magra, alta con capelli neri lunghi e lisci e occhi azzurri così chiari da sembrare ghiaccio, con un fisico stupendo e molto prosperosa, era davvero una bella ragazza.
“Lei qui? A quanto pare deve essere tornata dal suo tour!” urlò anche Yaku, vedendola.
“Chi è?” chiese Akaashi.
“Ah vero, voi non l’avete mai vista!
Lei è Maruii Abane, la ragazza più bella ed intelligente di tutta l’università, è stata assente fino ad ora per motivi di lavoro, fa la modella, come si può ben vedere è adatta.
Comunque è molto amata qui, è molto venerata dalla ragazze ed ha anche molti pretendenti, ma lei non li guarda minimamente, se non per motivi di studio, l’unico con cui ha davvero un rapporto è Kuroo, stanno nella stessa facoltà e classe ed è il primo con cui ha parlato all’inizio dell’anno scorso, molti li vedono anche bene insieme, dopo tutto anche Kuroo fa la sua figura”
A quelle parole Kenma che all’apparenza non sembrava minimamente interessato alla cosa, ricevette una coltellata al cuore, cos’era questa situazione? Kuroo davvero conosceva quella ragazza stupenda? Ma soprattutto lei chi era? Come mai era uscita proprio adesso a scombussolargli il cuore?
“Ah ma sono solo dicerie, non ci fare caso Kenma!” rassicurò subito Yaku, notando cosa avesse detto.
In risposta Kenma annuì.
“A me quella non piace per niente, ha un carattere pessimo l’ho detto molte volte a Kuroo…ma lui non vede questo male e di conseguenza non mi ascolta…” disse serio Bokuto, guardando male la ragazza in lontananza, poi continuò, “E poi è più bello il mio Akaashi! Non c’è confronto!!” fece la linguaccia per poi abbracciare Akaashi che arrossì a quelle parole, lasciandolo però fare.
 
“Mi sono perso qualcosa?” disse Kuroo spuntando alle spalle dei ragazzi.
“UWA! Bro mi hai fatto prendere un infarto!” urlò Bokuto, attirando l’attenzione di alcuni ragazzi, persino della ragazza in questione che si girò verso di loro, per poi sorridere e corrervi incontro.
“TETSU-CHAN!!” urlò, buttandosi tra le braccia di Kuroo, che l’accolse volentieri, non sentendo così una scheggia di un cuore ammaccato.
“MARU!! Quando sei tornata!? Ahahahah che bello rivederti!” esultò Kuroo, guardandola mentre lei girava per farsi vedere meglio.
“Ieri sera! Non sai quanto mi sei mancato Tetsu!”
“Finalmente sei tornata! Era una pizza in classe senza di te!” rise Kuroo.
“Mi pare ovvio, c’è guardami!” rise lei, portandosi i capelli ribelli dietro la schiena, poi si guardò intorno, “Ma guarda un po’, c’è anche il vecchio Bokuto il gufo, non ti vedo per niente cambiato”
“Anche tu, sempre con la lingua lurida!” sorrise con nonchalance Bokuto, facendo irritare la ragazza.
“Tsk! Ah ma qui c’è anche il piccolo Yaku,! Sei diventato più bello, per caso ti sei innamorato?” chiese portandosi le braccia ai fianchi.
“Come ha fatto a-!? Cioè… ebbene si, felicemente fidanzato con uno stupido ma fantastico russo!” disse fiero Yaku, copiando la posa della ragazza, sfidandola.
“Russo eh? Complimenti, ottimo gusto, i russi sono belli” disse seria per poi alzare lo sguardo verso Akaashi che la guardava in silenzio, “Tu saresti?”
“Akaashi Keiji” rispose Akaashi, assottigliando gli occhi.
“Però sei carino” gli si avvicinò “e molto anche, sento che se ti stessi vicino potrei innamorarmi di te o mio principe di ghiaccio!” disse poi avvicinando una mano verso il suo viso, ma prima che ciò potesse accadere Bokuto si parò davanti ad Akaashi.
“Hey lui è mio! E’ IL MIO FIDANZATO QUINDI PUSSA VIA!” urlò gonfiando il petto, sembrando in quel momento proprio un gufo che proteggeva la proprio famiglia.
“Ma dai!? Sempre i migliori sono gay! Ma tu guarda! Comunque strano che lui stia con uno come te, insomma lui è decisamente più bello, sfigura con te, poverino, mi fa pena!” disse mettendo un finto broncio.
“COSA HAI DETTO!?” urlò Bokuto, iniziando ad infervorarsi, bloccato in tempo da Akaashi.
“Bokuto, lascia perdere”
“Bha! Vedi che soggetti!” sputò allora il gufo.
“Già” diede corda la ragazza guardandoli male.
“Susu, sta solo scherzando Bokuto! Un po’ di spirito!” rise Kuroo, richiamando poi la ragazza, “Ah Maru, volevo presentarti una persona!” detto ciò prese Kenma per il braccio portandoselo affianco a se , cingendogli poi le spalle, “Lui è Kozume Kenma, il mio fidanzato, te ne ho parlato, ricordi?”
Una volta alla portata della ragazza, Kenma venne studiato da quegli occhi così diversi rispetto a prima, come a volerlo perforare seduta stante.
“Il cuore della Nekoma, il cuore di Kuroo… quindi sei tu…” Maruii si avvicinò a Kenma puntando gli occhi con i suoi,  “Hai degli occhi davvero belli” sorrise, per poi avvicinarsi ancora di più verso il suo orecchio e continuare, “Ma sembrano davvero così insignificanti, come quelli di un pesce morto per mancanza d’acqua” rise staccandosi continuando a complimentarsi con Kuroo per l’ottima scelta del ragazzo, ma Kenma oramai non stava più ascoltando.
 
Quelle parole… quella risata… quel profumo stuzzicante e quegli occhi, lo avevano appena fatto sprofondare nel suo peggiore incubo: essere letto come pochi erano riusciti a fare per giunta da una persona che non aveva mai visto, venendo disgustato e sentendosi nudo davanti a lei e completamente vuoto.
In quel momento  iniziarono le lezioni.
 
 
 










 
 
Angolo autrice!

Salve ragazzi! Ecco il 5 capitolo!!
Non vedevo l’ora di farvelo vedere!
Vi piace questo nuovo personaggio? XD
E cosa ne pensate del capitolo? Fatemelo sapere! ^w^
A venerdì!
By animedoro
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** 6 ***


6
 
 


All’ora di pranzo Kenma con tutta la combriccola si trovava a mangiare al solito tavolo appartato guardando Kuroo che invece si era seduto ad un altro tavolo solo con Maruii e rideva e scherzava con lei.
“Perché Kuroo è andato con lei?” chiese Yaku evidentemente scioccato per la scelta dell’amico.
“Perché Maruii voleva parlare da solo con lui di tutto quello che ha fatto nel periodo che non si erano visti” bofonchiò Bokuto mordendo in malo modo una coscia di carne.
“Poteva pure venire qui…” sospirò alla fine Yaku.
“Io la trovo geniale” affermò Akaashi, facendo quasi soffocare Bokuto.
“Akaashi come puoi dire questo!? Non ricordi che ci hai detto prima!?”
“Infatti non l’ho detto in senso positivo, penso che sia una ragazza molto furba, meglio starle alla larga” disse per poi guardare Kenma che ancora non aveva toccato cibo.
“Kenma non è detto che sia in effetti una cattiva ragazza, se Kuroo ci è amico un motivo c’è no!?” incoraggiò Yaku sorridendo a Kenma che dopo aver guardato tutti annuì e iniziò a mangiare in silenzio.
Finite le lezioni i quattro ragazzi iniziarono ad avviarsi verso casa, non prima di aver salutato Kuroo che sarebbe andato a lavorare.
Per strada nessuno propose di andare da qualche parte, dato che tutti avevano degli impegni di studio o già un impegno, così adesso Kenma si trovava solo in quella nuova e vuota casa.
Dopo essersi cambiato si avviò a mettere a bollire l’acqua per preparare un buon thè rilassante e  si incamminò a prendere la sua amata PSP, ma proprio sul corridoio trovò uno specchio, (specchio che aveva fatto mettere Kuroo, così nel caso andassero di fretta non c’era bisogno di andare un attimo in bagno per darsi un’ultima occhiata prima di uscire) e vi si fermò davanti.
Restò a guardarsi, soffermandosi a guardare principalmente gli occhi, ricordandosi le parole che Muraii quella mattina gli aveva detto, “Ma sembrano davvero così insignificanti, come quelli di un pesce morto per mancanza d’acqua”. Al solo ricordo di esse gli vennero i brividi tanto che poggiò  una mano vicino allo specchio, quasi a voler toccare il suo stesso riflesso.
A quel contatto freddo gli venne alla mente di quando Kuroo da piccolo, dentro alla sua stanzetta in una giornata gelida, gli aveva detto che aveva degli occhi dolci come  il miele, splendidi, pieni di luce, caldi come il sole.
Successivamente si ricordò come quella mattina Kuroo, vedendo che si portava nervosamente i capelli davanti al viso, gli disse: “Non preoccuparti, non potrei mai tradirti dopo questa bellissima notte passata insieme”, frase che gli fece arrossire tutto il viso e mandò subito in frantumi la paura di qualche attimo prima.
Proprio in quel momento sentì il fischio della vaporiera annunciare che l’acqua era pronta e subito si ridestò dai suoi pensieri per tornare in cucina, lasciando che quell’impronta di mano svanisse dallo specchio al contatto con la corrente fredda della casa.
 
Erano ormai le 21:00 passate e Kuroo ancora non era tornato dal lavoro, facendo preoccupare Kenma che l’aspettava per mangiare. Non aveva mai fatto così tanto ritardo e lui iniziava a pensare alle peggiori cose che potevano essergli accadute, ma proprio allora sentì il suono inequivocabile delle chiavi che aprivano la porta.
“Sono a casa!” urlò Kuroo una volta entrato intento a togliersi le scarpe.
Sentendolo Kenma gli corse subito in contro:
“B-Ben tornato…”
“Scusa se ho fatto ritardo ma quei manager proprio non volevano lasciare in pace. Maruii, aveva ragione, sono dei mostri!” disse Kuroo passando affianco ad un confuso Kenma per andare a posare la borsa.
“Maruii?” chiese quindi Kenma seguendolo in tutti i suoi spostamenti.
“Ah non ho avuto tempo per dirtelo, Maruii mi ha dato un lavoro che consiste nell’ accompagnarla agli eventi, compiere alcuni lavoretti per la sua agenzia e rispondere ai media ostili, insomma un’assistente se così si può dire.
Ha detto che se ci fossi stato io a parlare molti avrebbero creduto di più alle sue parole, dato che siamo in classe insieme” finì di dire dopo essersi cambiato ed esser andato in cucina a sedersi al tavolo per magiare del ramen.
“Ma l’altro lavoro?” chiese ancora più dubbioso Kenma sedendosi davanti a lui.
“Lo faccio lo stesso, quindi preparati a vedermi fare sempre più spesso quest’orario” disse per poi iniziare a magiare.
“Ma non sarà troppo faticoso? E lo studio?”
“Posso farlo benissimo all’ora di pranzo e poi Maruii mi ha assicurato che se un giorno non riuscissi mi giustificherà lei.
Purtroppo ci servono soldi, il mutuo e le bollette non si pagano da sole e con questi due lavori possiamo permetterci di saldarli e anzi avremo anche dei soldi in più per ogni nostro sfizio!”
“L’importante è che non sia troppo stancante per te e che questo non ti allontani dagli studi e che…” si bloccò Kenma non riuscendo a dire la cosa che gli faceva più male in tutta questa situazione:  Maruii che sarebbe stata con Kuroo ancora più tempo oltre la scuola e questo lo spaventava.
Kuroo non notando quest’ansia per Maruii di Kenma rispose contento che c’è l’avrebbe fatta per lui e per loro.
 
Il giorno seguente le lezioni si svolsero tranquille, anche il pranzo si svolse in tutta calma, tralasciando il fatto che Kuroo aveva incluso Maruii al loro tavolo e  aveva parlato tutto il tempo solo con lei, trascurando completamente gli altri, era andata tutto sommato bene o almeno così doveva essere vista la situazione.
Una volta usciti dall’edificio Kuroo come suo solito si recò a lavoro, mentre gli altri sulla via di casa stavano proponendo cosa fare quella sera.
“Mi dispiace ragazzi, ma oggi io salto” disse ad un tratto Kenma fermandosi.
“Perché? Non ti senti bene?” domandò subito Yaku.
“Nono… solo vorrei trovarmi un lavoro…” sussurrò Kenma facendo scioccare tutti.
“Perché proprio ora!? Kuroo può farcela benissimo!” brontolò Bokuto.
“Perché adesso ha due lavori, di cui uno consiste lavorare da Maruii e… penso che così si affatichi troppo, non voglio lasciare a lui tutto il lavoro, la casa è pure mia…”
“Da Maruii!?” urlò Bokuto non riuscendo a crederci.
“Cosa vorresti fare?” chiese Akaashi.
“Non lo so, volevo andare a cercarne uno”
“Allora vai, hai ragione, Kuroo potrebbe rimetterci la salute” acconsentì Akaashi.
“Giusto, ma cerca di non farne uno troppo pesante, non abbassarti tu adesso a fare tutto il lavoro eh!” fece l’occhiolino Yaku.
“Basta che sia contento tu!” annuì Bokuto.
“Grazie per la comprensione ragazzi” sorrise alla fine Kenma per poi salutarli e allontanarsi da loro.
“Secondo voi andrà bene il fatto di Maruii?” domandò Yaku una volta che Kenma sparì dalla loro vista.
“Per niente” sputò Bokuto.
“Io penso che Kenma non solo voglia trovare lavoro per il bene di Kuroo, ma anche per il loro di bene, quindi penso che anche Kenma inconsciamente sa che non è buono ciò a cui stanno andando incontro” disse Akaashi per poi continuare a camminare.
 
Kenma cercò per il lungo e il largo e solo verso le 18:00 tornò a casa, trovando Kuroo che l’aspettava in salotto intento a fare i compiti.
“E il lavoro di Maruii?” chiese Kenma confuso nel vederlo già lì.
“Oggi avevo da lavorare solo in panificio, tu invece dove sei stato fino ad esso?” domandò Kuroo alzandosi e raggiungendolo.
“Stavo cercando lavoro, dato che mi sembra troppo per te fare due lavori ho deciso di cercarmene uno pure io per aiutare con l’affitto.
Ho trovato un posto che mi sembra buono: commesso in un negozio di elettronica. La paga è buona e stavo pensando di-“
“Non se ne parla” lo bloccò Kuroo appoggiato davanti allo stipite della porta con braccia incrociate e con sguardo serio, facendo fermare Kenma nel posare lo zaino.
“Non lavorerai tu”
“P-Perché?”
“Perché tu hai un fisico e un tempo che non possono permettertelo adesso, inoltre comprometteresti il tuo rendimento a scuola”
“Ma io non sono malato”
“Non dico questo!” sospirò Kuroo per poi avvicinarsi a Kenma e prendergli la testa tra le mani:
“So che forse non vuoi dipendere da me e che sei preoccupato per la mia salute, ma io ce la faccio e sapere che stai a casa al sicuro e che quando tornerò ci sarai tu ad aspettarmi mi fa stare più che bene Kenma, quindi per favore preoccupati solo dell’università” concluse posando la fronte sulla fronte del compagno che annuì piano con la testa
“Dai andiamo a studiare così prima finiamo e prima saremo liberi! Vieni!” detto ciò Kuroo prese per mano Kenma e insieme si avviarono nel salotto.
 








 
 
 
Angolo autrice!

Il 6 capitolo è qui per voi ragazzi! TADANN!!
Mmhhh si iniziano a vedere nuvoli all’orizzonte! Nuvoloni neri!!
Cosa ne pensate? Fatemelo sapere mi raccomando! ;))
A venerdì!
By animedoro

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Capitolo 7
*** 7 ***


7

 
 
Quella mattina Kenma era  molto più rilassato del solito e questo ad Akaashi e a Yaku non passò inosservato.
“Trovato lavoro?” chiese Yaku contento affiancandosi ai due setter.
“Ah no, Kuroo non ha acconsentito”
“Non dovresti essere arrabbiato? Perché sei sereno?” domandò Akaashi.
“Perché penso che mi posso fidare di lui” sussurrò piano guardando Kuroo che rideva davanti a loro con Bokuto.
A quel punto Yaku e Akaashi non fecero più domande, soddisfatti di vedere Kenma di nuovo in se.
Una volta entrati nella scuola, Kuroo accompagnò Kenma davanti alla classe e lo lasciò dopo avergli donato un dolce bacio per poi dirigersi verso la sua classe.
 
Era ormai iniziata la seconda ora quando sentì qualcuno dietro di lui giocare con la sua codina. Inizialmente non gli diede retta, poi il tutto iniziò a divenire snervante, così si girò per far smettere chi lo stava importunando, ma appena si girò rimase scioccato da ciò che vide.
Restò a bocca aperta fino a realizzare che colui che aveva la sua stessa espressione scioccata era Suguru Daisho, vecchia conoscenza sua e di Kuroo. L’ultima volta che l’aveva visto era stata quando la Nekoma aveva sconfitto la Nohebi Academy nelle preliminari della pallavolo giovanile.
Non era cambiato poi molto da allora, era solo più alto e il ciuffo più corto.
“Kozume Kenma della Nekoma! Sei tu!?” quasi urlò Suguru, facendo voltare il professore giusto per comunicare che pretendeva silenzio, così Suguru si spostò e si mise a sedere affianco a Kenma che ancora lo guardava basito.
“Da quanto tempo eh?” bisbigliò per non farsi sentire.
“Cosa ci fai qui?” domandò Kenma.
“Per imparare credo”.
“No dico cosa ci fai in questa sezione?”
“Ahhh bè l’anno scorso a fine liceo avevo vinto un corso di un anno all’estero, così dovevo scegliere se saltare un anno all’università e iniziare l’anno prossimo o lasciare andare il corso, ma ho scelto il corso, quando mi sarebbe capitata un’altra occasione? Ahahah non me ne pento!” disse più forte l’ultima frase, facendo rigirare il professore che lo guardò male per poi continuare.
“Capisco…”
“Però sei cambiato molto Kenma Kozume”
“Chiamami solo Kenma”
“Sei molto più splendente, come dire affascinante e poi questo codino ti da un’aria più sexy, Kenma” marcò l’ultima parola mettendo una mano sotto il mento e guardandolo.
“Se fai così lo vado a dire alla tua ragazza” disse invece Kenma copiando un appunto sul quaderno.
“Mi dispiace per te, ma mi ha lasciato 3 mesi fa”
“Ohh di nuovo?”
“Pretendeva troppo, io stavo all’estero, che voleva che facessi insomma?!” sospirò facendo spallucce.
“Già”
“Kuroo come sta?” domandò poi facendosi serio.
“Bene, viviamo insieme”
“Oh! Coinquilini?” sorrise Suguru.
“No, stiamo insieme” detto ciò passò qualche secondo poi Suguru si alzò in piedi.
“INSIEME!?” urlò alla fine facendo perdere la pazienza al professore che lo cacciò fuori dalla classe.
 
Finite le lezioni Kenma si stava avviando a mensa quando venne bloccato da Suguru.
“Hey vuoi mangiare con me?” propose mostrando una busta piena di panini e dolciumi comprati evidentemente quella mattina al combini.
“Veramente stavo andando a mensa”
“Dai, per farmi perdonare per oggi! Ho troppa roba, aiutami!”
“Non ce n’è bisogno tranquillo e poi puoi sempre conservarli” disse il setter incominciando ad avviarsi per il corridoio.
“Ho pure una crostata di mele, so che ti piace molto!” dopo quella frase Suguru riuscì a convincere Kenma che girandosi annuì con occhi sognanti rivolti alla busta.
Così si diressero in classe a mangiare le varie leccornie che Suguru aveva portato.
“Quindi tu e Kuroo state insieme eh?” disse aprendo un panino.
“Si” rispose Kenma addentando la crostata di mele.
“Da quando?”
“Da un anno e mezzo”
“Wow auguri” disse Suguru per poi sorridergli.
“Quindi adesso sei in classe con me?” chiese Kenma per poi bere.
“Ebbene si, all’inizio ero indeciso sull’indirizzo, ma la tecnologia mi ha sempre incuriosito quindi mi sa proprio di si, staremo in classe insieme, buffo il destino!”
“Direi di si”
“Hai amici che potrei conoscere? Per me è il primo giorno qui” indicò Suguru masticando l’ultimo boccone.
“Ah ecco… no…” disse Kenma abbassando lo sguardo in soggezione.
Suguru lo notò e dopo aver buttato giù disse:
“Non ti preoccupare, era per sapere un po’ che gente c’è qui. Questo significa che adesso sei l’unico con cui io abbia mai parlato qui dentro e altrettanto tu!” sorrise poi.
“Hai ragione”
“Quindi insieme cerchiamo di andare d’accordo, ok? Adesso non siamo più rivali, ma semplici compagni di università che insieme cercheremo di superare gli studi e di espandere le proprie conoscenze in ambito scolastico, d’accordo?” disse Suguru per poi porgere la mano verso Kenma che dopo averla guardata gliela strinse.
 
“Tutto bene in classe?” chiese Yaku una volta fuori.
“Cosa?” chiese Kenma non capendo.
“Oggi non sei venuto a pranzo, abbiamo chiesto a un tuo compagno di classe dove fossi e ha detto che eri rimasto in classe a parlare con un ragazzo” spiegò Akaashi.
“Ah si, era appena arrivato e voleva sapere un po’ come funzionava qui” disse Kenma.
“Potevi avvertirci!” urlò Bokuto.
“Ci stavamo preoccupando!” urlò anche Yaku.
“Devo dire che ero in pensiero, ma sentendo la tua motivazione mi sento più contento, finalmente hai un amico!” disse Kuroo per poi sorrise a Kenma che ricambiò.
“Bè adesso vado, ci vediamo più tardi Kenma, torno tardi quindi mangia senza di me! Ciao!” salutò poi andandosene.
Intanto il gruppetto iniziò ad avviarsi a casa.
 
Alle 21:30 Kuroo era tornato dal lavoro e stava mangiando, mentre Kenma era nella vasca.
Kuroo stava vedendo un show comico sul divano cenando, quando sentì il telefonino di Kenma appoggiato sul tavolino davanti squillare avvisando che erano arrivati dei messaggi. Non gli diede retta, poi ne seguirono tanti e a quel punto, dato che Kenma non rispondeva alle sue chiamate, decise di vedere chi era che cercava con così tanta foga il setter.
Appena vide chi era a mandargli i messaggi si bloccò e lesse con attenzione il nome che vi si presentava sopra.
Kenma uscito della vasca e vestito si diresse in salotto con un asciugamano sul collo.
“Mi hai chiamato Kuroo?”
“Da quand’è che hai il numero di Suguru?” domandò in risposta Kuroo alzandosi e mostrando il cellulare a Kenma che in un primo momento rimase con occhi sbarrati per poi rilassarsi.
“Da oggi”
“Come l’hai avuto?”
“Il nuovo compagno con cui sono stato oggi era lui” disse Kenma guardando intensamente il compagno.
“Ma lui ha la mia età!”
“Ha fatto un anno di studio all’estero che gli ha portato via il primo anno di università, quindi adesso sta nella mia stessa classe”
“Perché non me l’hai detto subito che era lui?” domandò Kuroo innervosendosi.
“Avrebbe cambiato qualcosa? Sei contento che io abbia un amico no?”
“Si, ma non lui…”
“Perché? Non è una cattiva persona” sospirò Kenma.
“Lo so, ma… con lui in giro mi sento su un campo minato” disse risedendosi Kuroo mettendo il cellulare dov’era.
“Io penso che sia buono che siamo amici, così possiamo imparare molto su entrambi e poi così il vostro scontrarvi cesserà, non credi sia  buono?” dicendo ciò Kenma si sedette rannicchiato affianco a Kuroo iniziando a sfregare l’asciugamano sui lunghi capelli.
“Penso di si” sorrise infine Kuroo abbracciando Kenma, “Ma non stargli troppo appiccicato, va bene?” disse per poi baciarlo sulla fronte poi chiudersi in bagno, senza sapere che il veleno del serpente già era in circolo.
 
 
 








 
Angolo autrice!
7 capitolo! *-*
Guarda un po’ chi è spuntato uhuhuh, l’aspettavate con ansia vero?
E ora voi vi chiederete: “cosa succederà adesso?” Vedrete amici!
Cosa ne pensate di questo capitolino? Mi raccomando fatemelo sapere e.e
A presto!
By animedoro
 

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Capitolo 8
*** 8 ***


8


 
 
“Akaashi! Guarda!” urlò Bokuto per poi far vedere al compagno il risultato dell’esame scritto che aveva sostenuto qualche giorno prima.
“Complimenti Bokuto, migliori ogni giorno di più!” si congratulò Akaashi vedendo il 90 scritto in rosso sul foglio.
“Lo devo a te!” sorrise Bokuto facendo sorridere Akaashi di rimando.
“Oggi vengo da te, ok? Così facciamo i compiti insieme!”
“Se proprio devi” sospirò Akaashi.
“Si, devo!” ghignò Bokuto per poi prendere a bracciato il setter e andare insieme alla mensa.
 
“Wow complimenti!” si congratulò Kuroo non riuscendo a credere al risultato.
“Eheheheh se mi impegno riesco a fare di tutto! MUAHAHAAH!” si vantò Bokuto aggiustandosi i capelli e facendo l’ok con il pollice incluso occhiolino.
“Non ti vantare troppo! Anche se questo esame è andato bene, non significa che il prossimo andrà così bene” disse invece Yaku guardandosi le unghie.
“Ecco perché ogni volta che ho inglese vado dal mio adorato Akaashi!” disse come niente fosse Bokuto dando una pacca all’amico che quasi si soffocò con l’acqua.
“Già… notare che Akaashi è più piccolo di te… patetico!” sospirò il libero, venendo inondato poi dai reclami di Bokuto.
“Hai fatto miracoli Akaashi, bravissimo” disse invece Kenma ad Akaashi che arrossì distogliendo lo sguardo.
“Non ho fatto niente di che, aveva bisogno di aiuto…”
“Ah è arrivata Maruii!” avvisò Kuroo.
“Mi dispiace ragazzi ho cercato dappertutto ma non trovo più il mio borsellino… mi sa di averlo perso…” disse con le lacrime agli occhi la ragazza una volta arrivata al loro tavolo.
“Brutta cosa… dai ti aiuto a cercarlo, voi continuate, ci vediamo dopo!” disse Kuroo alzandosi e uscendosene dalla mensa con Maruii.
“Tanto per cambiare, Kuroo si vede si e no due volte a settimana qui con noi!” sbuffò Yaku pulendosi le mani.
“Allora mangio il suo pranzo se nessuno lo vuole!” disse Bokuto prendendo il vassoio di Kuroo e iniziò a mangiarne voracemente il contenuto.
“Il solito ingordo” affermò Akaashi.
 
All’annuncio della fine delle lezioni il gruppetto di gatti e di gufi si salutò decidendo che quel giorno era meglio studiare dato che quello seguente sarebbe stato uno dei più pesanti.
Così Bokuto e Akaashi si ritrovarono a casa di quest’ultimo a ripassare, nella stanza del setter, intorno a un tavolino posto al centro.
Era passata un’ora quando Bokuto diede segni di scocciatura.
“Akaashiiii! Non c’è la faccio piùùù! Non mi vuole entrare in testa questa regola!” sbuffò Bokuto alzando il quaderno contenente la regola in questione di inglese.
“Te l’ho spiegata due volte, devi solo cercare di riprodurla, non è difficile” disse Akaashi non staccando gli occhi dai suoi compiti.
“Ma non ci riesco ed inoltre mi sono stancato!” non ricevette risposta così continuò, “Dammi un bacio!”
“Eh?” solo allora Akaashi guardò Bokuto leggermente scioccato in volto.
“Forse così riuscirò a concentrarmi!”
“Non dire idiozie, è impossibile e invece di fare casino pensa a finire!” lo rimproverò Akaashi ritornando negli studi.
“Uffa!” esclamò infine Bokuto che continuò a guardare il suo fidanzato, non volendo saperne di studiare.
All’improvviso gli venne un’idea: prese un foglio, vi scrisse qualcosa sopra e lo porse ad Akaashi che alzando lo guardo vide solo Bokuto intento a leggere il quaderno (per finta) e così lesse il foglio che riportava: “Cosa fai?
Akaashi guardò il suo ragazzo e decise di assecondare questo giochino, ritenendo che così almeno c’era silenzio e che Bokuto in questo modo sembrava più intenzionato a lavorare, così dopo aver scritto sul foglietto lo diede all’asso.
“Sto studiando il cuore”
“Il mio? 0.0”
“No idiota, del corpo umano!”
“Ahhh capito! Bello?”
“Avvincente, si”
“Buon per te!”
“Akaashi mi dai un bacio?”
“No”
“Perchèè!?”
“Ne approfitteresti per non studiare”
“Ma no… almeno non per non studiare ma per saltarti addosso!”
“Porco! Comunque è una distrazione!”
“Ookkkk!”
“Adesso basta però! Ti vedo troppo distratto qui, studia!”
“Sai ho appena notato che stiamo studiando la stessa cosa”
“Che centra con la regola di inglese?”
“C’è una frase come esempio che tratta del cuore in modo particolare”
“Davvero? Fai vedere!”
“I love you”
A quella frase Akaashi restò imbambolato con la penna in mano iniziando ad arrossire come un peperone.
 Non seppe perché, ma vedere chiaramente scritta nero su bianco quella frase detta a voce molte volte da Bokuto gli dava un senso di realizzazione e in quella lingua straniera gli riscaldava ancora di più il cuore, conscio del fatto che in qualunque posto e modo Bokuto l’amerà sempre.
Dopo un po’ ridiede il foglio al compagno che in un primo momento sbarrò gli occhi, sorridendo poi, rispondendo al messaggio, continuando poi a studiare seriamente.
“Se finiamo prima potrei dartelo un bacio… ma solo quando avremo finito!”
“Va bene, buon lavoro!”
 
Adesso quel fogliettino appoggiato vicino a una loro foto ondeggiava appena per il vento d’autunno che filtrava dalla finestra mezza aperta, che non solo cullava quelle dolci scritte, ma cullava anche il ballo d’amore che due teneri gufi si erano concessi in quella notte perfetta come quel voto rosso che sarebbe uscito la prossima settimana.
 
 
 
 
 








Angolo autrice!
SORPRESA!!
Questo capitolo è incentrato principalmente sulla coppia BokuAka! Così vediamo pure cosa fanno i nostri gufetti u.u
Tenera la parte dello studio vero? (*-*)
Un vostro parere mi farà sempre piacere!
A presto!
By animedoro
 

 

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Capitolo 9
*** 9 ***


9

 
 
“Sta piovendo! Che rottura! Non ho portato neanche l’ombrelloooo!! Meteo inaffidabile!” iniziò a lamentare Yaku dopo aver notato fuori dalla finestra della mensa che l’acqua scendeva copiosamente dal cielo nuvoloso.
“Io porto sempre un ombrello in borsa per precauzione!” disse Bokuto con le guance piene di purè di patate estraendo l’ombrello dallo zaino.
“Ti odio!” lo fulminò con lo sguardo il libero per poi buttare la testa sul tavolo.
“Cosa!? Non puoi odiarmi! Sono carino e coccoloso! Diglielo Akaashi!” dicendo ciò diede una gomitata ad Akaashi che si spostò più in là facendo partire un inseguimento per il tavolo.
“Chiedi a Lev di venire con un ombrello” propose Kenma, non facendo più caso all’assenza di Kuroo al tavolo.
“Dici? Non vorrei disturbarlo, insomma avrà gli allenamenti…”
“Bè credo che se glielo chiedessi lui verrebbe subito”
“Mmhhh meglio di no, non voglio rovinargli l’andamento degli allenamenti, deve ancora perfezionare varie cose” sospirò alla fine Yaku.
“Tieni molto a Lev vedo, mi fa piacere” disse Kenma facendo imbarazzare il libero.
 
Dopo aver salutato gli amici e averli rassicurati Yaku rimase davanti alle porte dell’università aspettando che smettesse di piovere, fin quando non sentì il telefono vibrare.
“Pronto?”
“Pronto? Yaku? Dove sei?”
“All’università, sto aspettando che smetta di piovere, perché? E’ successo qualcosa?”
“Aspetta!” si sentì dire Yaku per poi sentire il rumore continuo della telefonata cessata.
Dopo poco vide spuntare dai cancelli Lev che correva con il fiatone portando un ombrello per coprirlo.
A quella vista Yaku rimase a bocca aperta, pure quando oramai Lev era al suo fianco.
“Ciao!” salutò tutto contento il russo con il viso leggermente rosso per la corsa.
“Cosa fai qui?” chiese allarmato, ma anche entusiasta Yaku.
“Sono venuto a prenderti no? Non avevi portato l’ombrello stamattina!” spiegò come niente fosse Lev.
“Ma gli allenamenti?”
“Per un giorno non succede niente e poi ho dato una motivazione più che valida!”
“Ovvero?”
“Che il nostro caro senpai, il libero n.1 era sotto la pioggia senza ombrello!”
“Questa ti pare valida? Direi più imbarazzante!”
“Dai non dirmi che non ti fa piacere che sono venuto fin qui per te!” ghignò Lev abbassandosi alla sua altezza.
“Ho detto che non accetto che salti gli allenamenti, ma non ho detto che non ho gradito il tuo gesto!” disse Yaku mettendo le mani su fianchi e arrossendo appena.
“Ahahahah lo sapevo!” rise di gusto Lev dando poi un bacio in fronte al compagno, continuando:
“Andiamo?”
“Dove?”
“A mangiare mi pare ovvio!” disse riaprendo l’ombrello.
“Non hai un altro ombrello?” chiese dubbioso Yaku, squadrandolo.
“Mi sembrava inutile, ci entriamo qui e poi è più romantico perché siamo vicini vicini!”
“Che bambino” lo riprese Yaku avviandosi però sotto il grande ombrello.
 
“Ahahahah guarda Yaku che buffo!” rise Lev mostrando il regalo uscito dal menù bimbi che aveva preso al McDonald's a Yaku che sorrise.
“Che si inventano al mondo d’oggi!”
“Carino però!”
“Si devo ammetterlo”
“Io ho ancora fame prendo qualcos’altro, tu vuoi qualcosa?” domandò alzandosi Lev diretto ad ordinare altro cibo.
“No per me basta così”
“Ok! Torno subito!” e così Lev scomparve verso le casse.
Intanto Yaku stava mangiucchiando le patatine che gli erano rimaste, notando poi che sul tavolo c’era il portafoglio di Lev.
“Cavoli se l’è scordato!” disse fra sé e sé maledicendo la sbadataggine di Lev.
Prese il portafoglio, ma prima di alzarsi lo aprì per vedere se vi erano rimasti dei soldi o li aveva tutti spesi per offrire il pranzo pure a lui, ma non vi vide niente se non una mini foto nascosta nelle taschine della sacchetta.
La prese dubbioso e rimase scioccato notando che essa rappresentava loro due che facevano facce buffe, foto risalente al loro anniversario dell’anno prima in occasione del quale erano andati a fare un giro al centro commerciale.
Si ridestò dai ricordi quando sentì la voce di Lev che diceva che era tornato.
“Come hai pagato? I soldi qui non ci sono” chiese Yaku.
“Ah li ho messi in tasca per fare prima” disse Lev notando che il compagno aveva ancora la foto in mano.
“Tieni ancora questa foto?” domandò, anzi costatò Yaku guardandola e sorridendo.
“Certo! Non riuscirei mai a liberarmene!”
“Mai dici? E se la perdessi?”
“Ne rifarei un’altra, ancora più bella e se dovessi perdere pure quella, un’altra ancora fino alla fine!” concluse con un grosso sorriso Lev, facendo sorprendere Yaku che rimise la foto a posto e gli ridiede il portafoglio.
“Sei sicuro di te, di noi a quanto pare”
“Non dovrei esserlo?” chiese serio il gigante.
“Devi, solo non so se lo vuoi, c’è differenza”
“Io lo voglio e perciò devo, sono felice di questo!” esclamò prendendo la carta della cannuccia e una volta preteso la mano sinistra di Yaku, gli costruì sull’anulare un anello di carta.
“E questo cosa significa?” domandò guardandosi la mano.
“Che starò con te per sempre!” gli rispose prendendogli poi la mano e baciandola, facendo arrossire fino alle orecchie il libero che lo insultò non tanto convinto.
 
Una volta usciti dal McDonald's Lev accompagnò Yaku per la via di casa, quando quest’ultimo notò la spalla destra di Lev bagnata dall’acqua.
“Hey sposta un po’ l’ombrello! Ti stai bagnando tutto!” avvertì.
“Non fa niente, ho il cappotto”
“No che non va bene, ti verrà la febbre così! Non sottovalutare le nostre temperature!” urlò Yaku mettendosi davanti a Lev sempre sotto l’ombrello.
“V-Va bene” sussurrò sbalordito per il comportamento del fidanzato Lev.
“Apprezzo la tua gentilezza, ma non esagerare. Guarda ti sei bagnato pure i capelli!” disse Yaku mettendosi sulle mezzepunte raggiungendo con il braccio i capelli di Lev e sfregandoli un po’ per togliere l’acqua.
“Grazie” disse Lev sorridendogli dolce, facendo fermare l’altro che restò a guardarlo per un attimo per poi unire le loro labbra, in un bacio dolce e fresco di pioggia.
Si staccarono dopo poco riscaldati dal gesto, ritornando dritti e fianco a fianco continuando a camminare, quando Yaku notò che al dito non c’era più l’anello improvvisato di Lev.
“Ah è caduto! Sarà stata per l’acqua! Che disdetta…” sospirò Lev quando Yaku alzò la mano.
“Non fa niente, mica dovevo rimanere con quel coso per sempre ahahah”
“In verità si” si imbronciò il russo.
“Non ho bisogno di quello per sapere che mi ami e mi amerai Lev” disse in fine Yaku avvicinandosi di più al ragazzo.
“Yaku… devo venire più spesso a prenderti eheheh!” rise commosso Lev avvicinandosi pure lui.
“Neanche per sogno! Pensa ad allenarti!” lo rimproverò Yaku continuando a camminare per quella strada deserta, non facendo caso al segno che si era formato sul suo dito a forma di anello, tutto rosso come le loro guance in quel momento, simbolo che in ogni modo lui sarebbe stato di Lev e lui suo, per sempre.
 
 
 
 
 
 
 






 
 
Angolo autrice!
Il 9 capitolo!!
Dedicato questa volta alla coppia LevYaku u.u
Si ricomincia la scuola purtroppo, quindi coraggio ragazze, prendiamo esempio dai nostri amichetti e lottiamo fino alla fine e spero inoltre che la mia storia vi sia di consolazione XD
Cosa ne pensate? Ditemelo ;)
A venerdì!
By animedoro

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Capitolo 10
*** 10 ***


10

 
 
 
Era passati ormai dei mesi da quando Kenma e Kuroo avevano iniziato a vivere insieme: all’inizio era stato imbarazzante, ma alla fine era diventata un’ abitudine, così come era diventata abitudine di Kuroo ormai fare sempre tardi la sera e di Kenma  stare a casa senza vederlo, se non quelle poche volte in cui  mangiavano un panino al volo per poi andare o a scuola o a dormire.
Si era abituato anche al fatto di avere Suguru come compagno di banco, scoprendo molte cose interessanti sul suo conto e con il suo aiuto aveva incominciato a conoscere anche il resto della classe.
Lo aveva presentato pure alla mensa ai suoi amici che alla fine avevano ceduto alla sua simpatia e intelligenza, tranne Kuroo che lo salutò solo una volta continuando sempre e solo a parlare con Maruii la quale se ne usciva solo con qualche battuta di offesa e non parlava proprio con il restante gruppo, ancor di più di fronte a un attacco di Suguru sul suo conto che naturalmente aveva convinto gli altri a creder di più che fosse una persona sveglia, al contrario di Kuroo che dopo quest’affronto pian piano si allontanava sempre più da Kenma e da loro.
Così Suguru era divenuto un nuovo punto di riferimento con cui parlare e uscire il pomeriggio e a questo Kenma non poteva che far piacere ovviamente. Era bello stare con lui, ma al tempo stesso pensava a Kuroo e al suo viso che col passare del tempo aveva iniziato a vedere sempre più sfocato e aveva cominciato a non ricordare il gusto delle sue labbra che ormai non si sfioravano più con le sue all’ingresso della classe e il calore di un suo abbraccio ed era per questo che per il compleanno di quest’ultimo, Kenma aveva deciso di fare qualcosa di speciale, avrebbe cucinato e fatto una mini festa solo per loro due.
Il problema però era che non sapeva cucinare e questo era un grande ostacolo.
 
“CHE COSA!?” urlò Yaku entrando a casa sua con buste della spesa con Kenma al seguito.
“Non sai cucinare? E cosa avete mangiato in tutti questi mesi a casa!?” continuò scioccato.
“Cibo precotto o già riscaldato, panini e qualche volta quando Kuroo c’è prepara qualcosa” disse un po’ in imbarazzo chiudendo la porta e togliendosi le scarpe e dicendo poi un “Con permesso”.
“Ahhh meno male che sei venuto a chiedermi un mano a cucinare sennò non so che fine avreste fatto continuando così” sospirò mettendo le buste sul tavolo da pranzo.
“Hey Yaku! Kenma! Ben tornati!” urlò Lev entrando in cucina.
“Ciao… cosa ci fa lui a casa tua?” chiuse sotto voce Kenma a Yaku.
“Insisteva a voler stare con me oggi siccome non c’è università e poi…” avvicinandosi al setter continuò sussurrando per non farsi sentire dall’altro, “è un buon piano per fargli assaggiare qualsiasi cosa uscirà dalla cucina, dato che stai all’inizio”
“Ah capisco” annuì Kenma guardando un povero Lev ingenuo guardare dentro la busta della spesa.
 
“Bene! Sai fare qualcosa o proprio niente?” chiese Yaku dopo essersi messo il grembiule e averlo ceduto uno anche a Kenma.
“Mmh so a fare un toast” disse pensando profondamente Kenma.
“Davvero? Fai vedere, così vedo un po’ come ti muovi in cucina!” propose Yaku, non l’avesse mai fatto.
Dopo che Kenma finì di prepararlo e dopo averlo messo su un piatto, l’aspetto e l’odore del toast non erano molto buoni.
“Ma non avevi detto che li sapevi fare?”
“Si, ma come piace a me: bello bruciacchiato” disse con orgoglio Kenma.
“Vedo…” sospirò Yaku, “è meglio partire dalle basi, cosa vorresti preparare a Kuroo?”
“Non saprei”
“Incominciamo con il riso al curry, ti va?” disse Yaku prendendo il riso.
“Ok” sorrise di rimando Kenma.
Dopo 35 minuti buoni in cui Kenma rischiò di tagliarsi e di ustionarsi, uscirono i loro piatti e Yaku si congratulò con Kenma per il bell’ aspetto del suo curry, ma adesso dovevano testarne il sapore.
“Lev!” chiamò poi il libero.
“Si Yaku! Yaku!” corse subito Lev dal salone alla cucina.
“Vuoi assaggiare i nostri piatti?”
“Con piacere! Buon appettitoo!!” assaggiò prima quello di Yaku e il suo viso esplose pieno di luce per la sua immensa bontà.
“Buonissimo Yaku! Complimenti! Non poteva essere di meno fatto dal mio piccolo fidanzato!”
“Ohhh grazie ma non era nient- HEY! PICCOLO A CHI!?”
Ma Lev non lo lasciò finire che si buttò subito a provare quello di Kenma, Restò a gustarlo per un paio di minuti in completo silenzio, poi inghiotti e restò in silenzio.
“Allora?” domandò Yaku speranzoso avvicinandosi con Kenma al compagno che sembrava pietrificato. Successivamente lo scosse e quel gesto portò Lev a cadere per terra.
“LEV!? COSA SUCCEDE!?” urlò Yaku buttandosi sul suo ragazzo che aveva la faccia bianca come un lenzuolo.
“Yaku… mi sa che è giunta la mia ora… r-ricordati che ti ho sempre amato… e non fare sesso con nessuno *coff coff* sennò… ti perseguiterò ancora di più di come avevo s-stabilito…” gemette piano Lev aggrappandosi alla maglia di Yaku che lo guardava con le lacrime agli occhi.
“Lev… resisti! Lev” ma ormai era troppo tardi, Lev era svenuto o per meglio dire si era addormentato, “LEVVV!!!”
 
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Yaku alzò la testa verso Kenma che era stato per tutto il tempo a osservarli senza batter ciglio.
“Cosa diamine ci hai messo dentro al curry?” domandò disperato Yaku.
“Peperoncino, miele e pezzettini di mela” rispose vedendo il suo operato Kenma.
“C-cosa?! Ma perché?!” disse Yaku rialzandosi e facendo sbattere la testa di Lev per terra che emise un”Ahi!”.
“Per renderlo più saporito” si giustificò Kenma.
“Ahhh era troppo bello per essere vero. Kenma devi seguire la ricetta sennò rischi di uccidere Kuroo e questo non lo vuoi spero” continuò mettendo una mano sulla spalla del setter.
“No, vorrei solo che capisse che lo amo… e che penso a lui sempre anche se forse lui no…” sussurrò Kenma abbassando lo sguardo triste.
“Capito… allora che ne dici di preparare i suoi piatti preferiti?” disse poi sereno sorridendogli, sorvolando sul fatto che ormai Kuroo si vedeva solo con il cannocchiale.
“Ne sarebbe contento” annuì Kenma che alzò poi la sguardo con occhi emozionati.
“Forza Lev levati dai piedi! Grazie per il tuo aiuto ora puoi andare!” disse poi Yaku aggiustando la cucina mentre Lev si alzava lentamente dopo aver ripreso un po’ del suo colorito naturale.
“Come sei cattivo Yaku! Stavo per morire! E poi non mi hai neanche promesso che non avresti fatto sesso con altri! Vuoi farlo quindi? Rispondiii!!” piagnucolò Lev gonfiando le guance e sbattendo i piedi come un bambino viziato.
“Lev se continui così lo farò!” lo fulminò con lo sguardo, facendolo sbiancare di nuovo e fuggire in salotto.
“Non credi di essere stato troppo crudele con lui?” domandò Kenma preoccupato.
“No fa sempre così, gli passerà” rispose pulendo la pentola.
“E non se non gli passerà?” chiese iniziando a tagliare le verdure il setter.
“Allora gli dimostrerò che non voglio fare sesso con nessun’altro se non con lui!” e così ghignò facendo arrossire Kenma che si concentrò profondamente sul lavoro.
 
Un ora dopo sopra la mensola della cucina oltre a regnare il caos vi erano dei deliziosi piatti:  uno presentava dei pesci grigliati, un altro una bell’insalata e per finire vi era una tortina al cioccolato e lamponi.
Kenma a quella vista era rimasto a bocca aperta, non credeva che avesse cucinato lui steso tutta quella roba.
“Sono usciti davvero bene e il sapore è ottimo!” disse Yaku assaggiando lo sgombro.
“Complimenti Kenma! Davvero buonissimo!!” complimentò Lev strafogandosi di torta.
“Questo lo devo tutto a Yaku, grazie!” disse Kenma per poi inchinarsi all’amico.
“Ma cosa dici!? Hai fatto tu tutto questo, io ti ho dato solo dei consigli superflui, sei tu che hai fatto la magia!” sorrise orgoglioso il libero.
“Davvero?”
“Si!”
“Come mai questo sono riuscito a farlo e il riso al curry no ?” domandò scettico Kenma prendendo una forchettata di insalata e guardandola intensamente.
“Perché questo è il cibo che Kuroo preferisce di più, il cibo del tuo amore e dato che tu lo ami tanto e lo vuoi rendere felice, come non poteva uscire perfetto come il cuore che batte per lui?” rispose Yaku guardandolo profondamente, facendolo sussultare.
“Ha rafione! Ha rafione!” bofonchiò Lev con la bocca piena.
“Non mangiare con la bocca piena tu!” lo rimproverò Yaku disgustato dalle sputacchie che il russo cacciava.
“Ofk!”
“Ancora!? Zitto e mangia!”
Kenma seduto sullo sgabello della cucina li guardava litigare spensierati e a quella vista si sentì rincuorato di avere degli amici così e di vederli così legati tra loro e sorrise ancora di più sicuro che a Kuroo questa sorpresa sarebbe piaciuta molto.
 
Il compleanno di Kuroo cadeva in un giorno lavorativo, ma conoscendolo ci sarebbe stato… vero?
 
 
 
 







 
Angolo autrice!
Ecco il 10 capitolo! Di già!?
Scusate se non ho pubblicato ieri, ma il mouse non funzionava T^T  e spero che dopo la tortura di ben due settimane adesso vi godiate il ritorno della principale coppia, spero vi piaccia! >w<
Come sempre aspetto un vostro parere! <3
A presto!
By animedoro

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Capitolo 11
*** 11 ***


11


 
 
Il giorno tanto atteso era giunto, il compleanno di Kuroo.
Quella mattina Kenma gli aveva fatto i suoi auguri con una buona tazza di caffè zuccherato come piaceva a lui  ricevendo in cambio un “Grazie” e un bacio di sfuggita sulla fronte. Si diressero poi insieme alla stazione.
“Oggi hai lavoro?” chiese Kenma titubante.
“Si e credo che farò tardi come le altre volte, quindi non mi aspettare” rispose sbrigativo Kuroo, concludendo il discorso, non proferendo più parola fino a che non si trovarono nel treno insieme ai gufi, incominciando a parlare con Bokuto.
“Successo qualcosa?” chiese Akaashi vedendo Kenma abbattuto, appoggiato a un palo del treno.
“Forse non riuscirò a fargli la sorpresa…” sussurrò Kenma guardando di nascosto il fidanzato che parlava vago con Bokuto intento a vedere il paesaggio fuori dalla finestra.
“Non disperare, gliela farai quando torna, ne sarà contento vedrai” cercò di rassicurarlo Akaashi, riuscendoci in quel preciso momento il treno arrivò a destinazione.
 
“Oggi è il compleanno di Kuroo, vero?” domandò Suguru al cambio della prima ora.
“Ah si, come fai a saperlo?” chiese Kenma stupito.
“Bè bisogna conoscere bene il proprio nemico, non trovi anche tu?” sorrise all’ultimo.
“Si direi di si” sorrise lieve di rimando il setter.
“Kenma ti vuole il professore!” chiamò un ragazzo davanti di banco, interrompendoli.
“Ah ok” e così si alzò e andò verso il professore che gli chiese di andare a fare delle fotocopie per la classe, lui accettò volentieri, avvertì Suguru e poi si avviò.
A Kenma piaceva molto vagare per la scuola quando era in completo silenzio, poteva vedere cose che di solito con la confusione, con il caos degli alunni non vedeva o a cui non faceva caso, gli dava tranquillità e poteva pensare senza problemi.
Bè bisogna conoscere bene il proprio nemico, non trovi anche tu?” la frase che gli aveva detto qualche minuto fa Suguru lo aveva scosso, non per il fatto che lui vedesse Kuroo ancora come nemico, ma perché quella frase, in quel preciso giorno, la sentiva assolutamente azzeccata.
Mentre camminava per il corridoio diretto in classe con le fotocopie, si ritrovò a un tratto faccia a faccia un l’unica persona che voleva trovarsi di fronte, comprendendo la sensazione che prima aleggiava in lui.
“Ma guarda guarda, un micino disperso!” sputò Maruii, guardando Kenma dall’alto in basso.
“Ciao” salutò Kenma per poi continuare a camminare.
“Oggi è il compleanno di Tetsu, lo sai?” gli chiese facendolo bloccare.
“Ovvio” rispose secco il setter.
“Bene, sai anche che oggi io non te lo concederò, vero?” domandò ghignando perfida.
“Cosa? Che intendi dire?” chiese stupito girandosi verso di lei.
“Intendo dire che i vostri giorni sono finiti, oggi io me lo riprenderò e tu non potrai fare niente!” rise acida portando le mani sui fianchi.
“Perché lo fai?” domandò Kenma sbarrando gli occhi, anche se sapeva la risposta.
“Ah perché io lo amo! Più di te, so tutto di lui e non importa quando tu sia stato vicino a lui per così tanto tempo perché…” e si avvicinò posando una mano sulla guancia di Kenma, per poi continuare “ prima o poi si stancherà di te, perché gli starai così tanto addosso da soffocarlo!” e sorrise gentile con occhi freddi, facendo perdere un battito a Kenma che subito dopo si staccò ansimante.
“Se sapessi veramente com’è Kuroo sapresti che lui non farebbe mai una cosa del genere” le rispose assottigliando gli occhi.
“Davvero? E che ne sai? Può darsi che non sia tu a non sapere davvero com’è Kuroo!” esclamò alzando il viso in modo di sfida.
“Io so quello che vedo e sento… se Kuroo non mi volesse me lo direbbe, non farebbe come faresti tu, tradendo” detto ciò si girò  verso le scale, ma un  tratto si sentì afferrare per un braccio e voltare.
“NON OSARE PARLARMI IN QUESTO MODO! LURIDO GATTO MORTO!!” urlò Maruii per poi prendere e buttare per terra le fotocopie che Kenma aveva fatto.
“Se insinui che io sono quel genere di ragazza allora guarda tu cosa sei!” continuò per poi fare dietro front e andarsene, lasciando Kenma cadere in ginocchio a raccogliere i fogli.
Lui che genere di persona era? Non ci aveva mai pensato prima….“L’URIDO GATTO MORTO!!” era questo?... “E che ne sai? Può darsi che non sia tu a non sapere davvero com’è Kuroo!” davvero lui conosceva il vero Kuroo?... “Ah perché io lo amo!”…. “I vostri giorni sono finiti”…. Finiti?
A quel punto Kenma si fermò vedendo appannarsi la vista e nel secondo dopo in cui sbatté le palpebre vide di nuovo nitidamente che qualcosa gli scendeva in viso, bagnando il foglio che aveva in mano, rendendosi conto solo quando vide la chiazza grigio espandersi sul foglio bianco, che stava piangendo.
Proprio in quel momento sentì qualcuno scendere le scale dietro di lui e chiamarlo.
“Hey Kenma! Il professore mi ha mandato a cercarti, si può sapere che cosa stai facendo? Kenma, ma cosa!?” domandò sorpreso vedendo Kenma chino sui fogli piangere silenziosamente.
“Kenma cos’è successo?” chiese mettendosi chino sui piedi davanti a Kenma.
“Niente…” disse per poi continuare a prendere i fogli.
Suguru non ricevendo risposta concreta iniziò a prendere pure lui i fogli e una volta preso l’ultimo foglio si alzarono in piedi.
“Prima di andare” disse Suguru avvicinandosi a Kenma e con una manica della camicia gli asciugò gli occhi.
“Adesso va meglio, andiamo!” sorrise salendo le scale seguito da un silenzioso Kenma.
 
All’ora di pranzo Kenma avvertì Yaku ed Akaashi che non sarebbe venuto alla mensa, mentendo dicendo di dover svolgere  un esercizio che si era scordato di fare. Restarono così solo lui e Suguru in classe, con una busta piena di panini presi da quest’ultimo.
“Vuoi raccontarmi allora cos’è successo?” chiese serio Suguru aprendo un succo.
Kenma annuì e gli raccontò tutto su Maruii e su ciò che aveva provato, aveva bisogno di sfogarsi e lo fece e sapeva che Suguru era un ottima persona con cui farlo.
Concluso il racconto Suguru sbuffò:
“Maruii la conosco di vista e secondo le voci che circolano non sembra proprio una brava persona, mi chiedo anche io perché Kuroo le stia appresso… Ma non stare a sentire quella lurida sgualrdina.
Kuroo sta con te punto, non ti basta questo?
Non l’ascoltare, se Kuroo è sano di mente saprà che non sei affatto un gatto morto…” e qui appoggiò sotto il naso di Kenma una crostatina alle mele, “ma che anzi, sei un meraviglioso  e bellissimo fanciullo in fiore!” concluse sorridendo, lasciando Kenma di stucco.
“Non pensavo fossi così profondo” disse Kenma squadrandolo.
“Ahahahah quante cose non sai ancora di me amico mio!” rise più forte Suguru.
“Grazie” disse poi porgendo un panino all’insalata piccante al compagno, uno dei suoi preferiti.
“Pura verità, non c’è bisogno di ringraziarmi” diede un morso al pane.
 
Una volta usciti Kenma non volle specificare a Yaku ed Akaashi del perché non era venuto a pranzo, solo domandò un aiuto:
“Sentite poteste aiutarmi a scegliere qualcosa da mettere oggi?”
“Come?” domandò sorpreso Yaku.
“Voglio che Kuroo mi veda come si dice, affascinante? Voglio essere impeccabile quando gli farò la sorpresa” concluse molto sicuro delle sue parole, lasciando i compagni a guardarsi sorpresi per un attimo per poi sorridere contenti della sicurezza di Kenma.
“Ma certo” accettò Akaashi.
“Andiamo a casa di Lev lì c’è una persona che ci sarà di grandissimo aiuto!” ghignò Yaku trascinando i due setter verso la casa del gigante.
 
“Il mio aiuto? Wow mi lusingate così!” squittì Alisa raggiante dopo aver offerto una tazza di thè a Lev, Akaashi, Kenma e Yaku che le sorrise di rimando.
“Tu sei bravissima nel mondo della moda, quindi ti affidiamo Kenma!” finì battendo una mano sulla schiena del budino.
“Lasciate fare a me! Ah per iniziare, per quale occasione deve presentarsi?” domandò entusiasta Alisa.
“Per il compleanno del ragazzo, solo loro due” specificò Akaashi assottigliando lo sguardo per far capire meglio alla stilista le ultime parole, cosa che capì molto bene, dato che ghignò a quelle parole.
“Capito! Bene caro vieni con me!” così dicendo scomparvero nel laboratorio di lei.
“Elettrizzante non credete?!” urlò Lev non riuscendo a restare fermo sul divano.
“Finiscila con lo zucchero Lev, ti andrà alla testa!” lo rimproverò Yaku, togliendo lo zucchero per thè da davanti a Lev.
“Ma che alla testa! Stimola le ossa ad allungarsi, aiuta a crescere ed è anche buono!” disse Lev mettendo il broncio.
“Non è vero!” urlò Yaku, prendendo di soppiatto la zuccheriera e mettendo quintali di zucchero nel suo bicchiere, senza farsi vedere dal ragazzo, atto che però Akaashi vide e sorrise lieve della scena.
 
Dopo 5 minuti si diede inizio a una sfilata continua di indumenti di ogni genere per individuare l’indumento adatto per Kenma.
Per iniziare Alisa decise per una cosa semplice, pantaloni bianchi con camicia rossa, ma risultava troppo semplice con anche una coda di cavallo, poi si propose per qualcosa di più accattivante per il gusto di Akaashi, ovvero un pantaloncino e una canotta aderente con collo alto nera con calze fino al ginocchio ai piedi, con chignon per capelli, ma era troppo eccessivo, per Yaku invece un vestito con pizzo e merletti coloro rosa confetto, stile camicia da notte ma corta, incluso nastro al collo, con capelli sciolti, dava troppo un aspetto da bambola, esattamente questo che Yaku voleva vedere.
Infine per accontentare pure Lev videro un pigiama stile gatto a macchie che ricopriva tutto il corpo, testa inclusa, veste assolutamente non adatta a un appuntamento, forse per dormire si… forse.
Alla fine di tutto quanto Alisa scelse qualcosa che riuscì ad avere l’approvazione di tutti, di Kenma incluso, cioè pantaloni neri aderenti, camicia bianca aperta con sotto una canotta larga color azzurro chiaro che mostrava un po’ il petto, non in modo eccessivo, solo il tanto per far rendere il tutto più seducente, con scarpe bianche e per finire coda leggera messa sul davanti, mostrando quanto belli e setosi fossero i suoi capelli e mettendo in risalto gli occhi.
“Sei magnifico Kenma!” sospirò Yaku commosso soffiandosi il naso.
“Stai davvero bene” contemplò Akaashi guardandolo intensamente.
“Sei una bomba! Brava sorellona! Hai fatto un gioiello!” urlò Lev che dopo aver scattato una foto  a Kenma, andò ad abbracciare Alisa che non smetteva di contemplare la sua creazione e il suo modello.
Kenma invece non poté credere guardandosi alla specchio che lui potesse essere così.
Non aveva mai fatto caso allo stile, per lui bastava che si fosse comodi e sarebbe andato bene, ma vedendosi così tutto ciò in cui credeva cambiò, non si sarebbe aspettato che sarebbe stato degno di definirsi bello con altri vestiti all’infuori della tuta.
 
“Grazie Alisa, sei stata davvero eccezionale” sorrise poi volgendosi alla russa che sorrise dolce di rimando.
“Lo devo tutto a te, io non faccio miracoli, io metto solo alla luce la bellezza che c’è nelle persone e in questo caso in te c’è ne tantissima tesoro” disse Alisa accarezzando una guancia di Kenma che sbarrò gli occhi sorpreso.
“Bellezza? In me?” domandò tra sé e sé.
“Certo Kenmna! Perché vorresti dire il contrario?” domandò Yaku incrociando le braccia al petto.
“Dico solo che ci sono tante altre cose più belle di me…per esempio un uccellino che canta soave nel suo nido a covare le uova, il sole che sorge portando con sé la nebbia fredda del mattino, oppure un fiore, persino una pietra piccola piccola che nessuno vede nascosta nell’erba, persino Maruii…” sussurrò alla fine abbassando la testa.
A quelle parole seguì qualche attimo di silenzio, poi Yaku parlò:
“Maruii non è cerco una buon cosa da paragonare a tutto ciò che hai detto”
“Kenma non è vero….” sospirò Lev tristemente.
“Maruii è bella, ma mica così tanto da sorpassare un animo così buono e dolce come il tuo” disse Akaashi accigliandosi.
Kenma non rispose fin quando Alisa non prese la testa di Kenma tra le sue mani delicate.
“Kenma, non so chi sia questa Maruii, ma tu per me sei bello come la melodia che canta quell’uccellino, come quel sole brillante che schiarisce l’oscurità, come quel nettare che tanto bramano quelle api assassine,” qui rise piano, “sei bello come quella specie rara di pietra che solo i più fortunati possono trovare e questo credimi sono solo piccoli esempi per farti capire quanto tu sia bello dentro e fuori, mio piccolo dolce gattino” sorrise infine staccandosi da Kenma che rimase a bocca aperta.
“Ma può darsi che io non sia bello come dici tu… tu sei molto bella, tutti ti guardano, persino Kuroo e può darsi che a lui piacciono molto di più le femmine… ma che apprezzi la mia persona…. Tanto da non volermelo dire, per abitudine…” disse poi il setter guardando Alisa con sguardo perso ricordando e pensando alle occasioni in cui Kuroo poteva confrontarlo con altre persone.
“Quindi tu hai paura che Kuroo stia con te perché ama il tuo carattere e non vuole dirtelo per non ferirti dato tutto il tempo da cui siete legati, ma che in realtà lui è sempre stato etero?” domandò Yaku scioccato.
“Tu pensi che Kuroo abbia fatto un’ eccezione con te, perché sei un suo intimo amico da quando ricorda e si può dire che lui abbia confuso l’amore con amicizia troppo profonda?” chiese Akaashi irritandosi.
“Cosa? Impossibile ahahah Kuroo ama Kenma che fesserie dite ahahah…” rise con poco entusiasmo Lev volendo solo un appiglio per dire che tutto ciò era assurdo.
Kenma invece continuò a vedere Alisa con occhi leggermente umidi pieni di urla non espresse di aiuto.
“Kenma certo posso essere bella tanto d’attirare l’attenzione, ma non tanto da mettere i dubbio un amore vero e sincero che si prova per la persona amata, se Kuroo ti ama e so che ti ama, lui non penserebbe affatto di vederti come una ripicca.
Tu conosci meglio di me Kuroo, dovresti sapere meglio di me che lui è un ragazzo che dice le cose subito, per non ferire nessuno, quindi lui non sta con te per pietà” disse Alisa con altrettanto occhi umidi.
“Esattamente!” urlarono in coro Lev e Yaku felici del discorso di Alisa.
“Abbi fiducia in Kuroo e di più in te stesso Kenma” annuì Akaashi.
Kenma rimase in silenzio per un attimo, guardando i suoi amici e assimilando bene ciò che gli avevano appena detto.
Avevano ragione, lo sapeva pure lui, come gli  aveva ricordato Alisa, come aveva detto lui esattamente quella mattina, lui conosceva Kuroo, lui sapeva che l’amava, doveva solo memorizzarlo per bene nella mente, e non dirlo come se non ne sapesse l’esistenza.
 
“Ho capito… grazie” disse poi sorridendo ai compagni che dopo aver sospirato sorrisero pure loro.
“Sono contenta che hai capito!” urlò Alisa alzando una mano a forma di pistola e facendo boom con occhiolino.
“Si, grazie Alisa” continuò Kenma venerando quella splendida ragazza.
“Comunque Alisa è più bella di Maruii, no c’è paragone!” disse Yaku annuendo, come spiegando un concetto semplice.
“Più di me???” domandò Lev ghignando.
“Ovvio!” urlò come sorpreso di quella domanda.
“CHE COSA!?” urlò di rimando Lev scioccato della risposta, “Io sono più bello Yaku! Hey non ignorarmi! Non puoi tradirmi con mia sorella!”
“Zitto idiota!” lo zittì Yaku senza successo.
“Se vuoi mi travesto da lei! Ci deve essere una parrucca qui in casa da qualche parte! ECCOLA!” detto questo Lev mise la parrucca e  dopo essersela sistemata si avvicinò alla sorella e si confrontò.
“Certo mi mancano le tette ma posso mettere dei meloni! Aspettami Yaku!” e  così si avviò in cucina.
“Oddio ma che stai facendo!? Fermo!” urlò Yaku rincorrendolo, bloccando l’intendo i mettere un secondo melone sotto la maglietta.
Alisa, Akaashi e Kenma rimasero fermi spiazzati da quell’improvviso strano e assurdo atto di gelosia di Lev per poi ridere e scattare foto nell’esatto momento in cui Yaku stava venendo soffocato dalle tette-meloni di Lev che cercava di baciarlo.
 
Alle ore 21:15 Kenma tornato a casa vestito nel modo impeccabile di Alisa e dopo aver preparato dei bei sgombri alla griglia, insalata ed averle appoggiate vicino all’acqua sul comodino difronte alla tv con torta inclusa si era accomodato sul divano del salotto aspettando con ansia e trepidazione l’arrivo di Kuroo, immaginando cosa avrebbe potuto dire o fare per la sua sorpresa.
Aspettò fino a quando non furono le 23:00, ora in cui cercò di chiamare Kuroo ma senza successo poiché il telefono era irraggiungibile, aspettò ancora finché non divennero le 00:30, fino a quando senza sapere che ore fossero si addormentò sul divano esausto nel più completo silenzio di quell’appartamento troppo vuoto con l’unico odore di candela consumata e cuore andato a male.
 
 
 







Angolo autrice!
L’11 capitolo!!
Problematico vero? Odierete ancora di più Maruii? E di Alisa cosa ne pensate?
Fatemelo sapere!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, perché per me ha significato molto!
A presto!
By animedoro
 
 
 
 
 
 

 
 

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Capitolo 12
*** 12 ***


12
 


Il giorno dopo Kenma si svegliò con un amaro profumo di caffè, si alzò in fretta dal divano e corse in cucina trovandosi  Kuroo seduto al tavolo intento a bere caffè da una tazza e mangiare  una fetta della sua torta, leggendo il giornale .
Appena vide Kenma distolse gli occhi dalla lettura e lo guardò.
“Giorno” salutò con voce spenta.
“Giorno… quando sei tornato?” domandò Kenma sulla soglia della cucina.
“Adesso” rispose senza emozione Kuroo tornando a vedere il giornale.
“Dove sei stato?” chiese il setter agitandosi.
“Da Maruii” disse secco l’altro, facendo perdere  un battito al compagno.
“Cos’  hai fatto fino ad ora? Perché non mi hai avvertito? Dove hai dormito? Cosa-“ ma venne bloccato da Kuroo che si alzò e lo richiamò.
“Kenma ho dovuto lavorare fino a tardi, te l’ho detto, poi si era fatto troppo tardi e Maruii per sdebitarsi mi ha invitato a mangiare fuori, per festeggiare  anche il mio compleanno ed ho dormito da lei”
Kenma non riuscì a credere alle sue ultime parole e in un primo momento di confusione non disse  nulla poi ridomandò tremante:
“Perché non mi hai avvertito?”
“Il telefono mi si era scaricato”
“Capisco…”
Ci fu silenzio fin quando Kenma non parlò:
“Ti avevo fatto una sorpresa… ehm sorpresa” ed indicò la tavola allargando le braccia.
“Ho notato, l’hai fatta tu?” domandò Kuroo riferendosi alla torta.
“Si”
“Buona, stai imparando a cucinare, bravo” disse senza quell’entusiasmo che si aspettava il setter.
“Grazie… mi sono pure…” e qui Kenma tacque guardandosi per poi vedere  Kuroo che gli si avvicinò fissandogli gli occhi  senza parlare.
Kenma notò subito che il suo sguardo era spento e senza luce, con l’unico movimento di voler dire qualcosa  che non venne.
“Sei…” iniziò Kuroo fermandosi per tornare in quel limbo di sguardi, continuando successivamente, “strano”
Kenma distinto involontariamente indietreggiò a bocca aperta.
Kuroo non avrebbe mai detto una cosa del genere se un mese fa si fosse presentato così, allora perché adesso  lo etichettava “strano”?
Strano… non l’aveva mai detto, semmai particolare, unico, diverso, ma mai strano e mai con quel tono così freddo. Per questo facendosi forza, sapendo per esperienza che bisognava farlo, domandò:
“Devi dirmi qualcosa?”
Nessuna risposta, così  continuò:
“Dobbiamo parlarne Kuroo, sai com’è finita l’ultima volta quando non l’abbiamo fatto.
Riempiamo questi buchi, parliamo di cosa sta succedendo ultimamente”
“Cosa dobbiamo chiarire? Io non trovo niente da dire” disse Kuroo assottigliando gli occhi.
“Kuroo sai perfettamente che ultimamente noi non stiamo più in insieme, sparisci e non ti vedo per ore se non giorni e-“ non finì che Kuroo lo sorpassò diretto nella loro stanza.
“Non c’è niente da chiarire, sono impegnato col lavoro e scuola, punto. Adesso vestiti decentemente che dobbiamo andare a scuola” detto ciò sparì dietro la porta, lasciando Kenma boccheggiare in cerca di aria.
 
Una volta in classe Kenma con testa sul banco si sentì in colpa per aver sorvolato alle domande di Yaku ed Akaashi su come era andata la sorpresa, non riuscendo a trovare la forza di dirgli cosa era successo e di comunicare che tutto il lavoro che avevano fatto era andato sprecato, trovando solo saggio andare subito in classe, in anticipo per non parlare.
“Gattino cosa fai? Troppa baldoria ieri?” domandò una voce familiare alla sua sinistra.
Alzò la testa e vide sedersi Suguru che gli sorrideva biricchino.
“Mmh…” mugugnò in risposta Kenma potandolo sguardo davanti a se.
“Sicuro?” chiese serio Suguru squadrandolo.
“Si, solo sono stanco, ti dispiace se oggi mangiamo di nuovo in classe?” pregò il setter mettendosi composto alla vista del professore che entrava.
“Certo, tanto ho comprato di nuovo troppa roba…” disse Suguru guardando indagatore Kenma.
 
Per tutto il giorno Kenma non volle tornare sull’argomento festa così parlò di frivolezze con Suguru e lui non domandò niente in compenso, rincuorando Kenma della sua comprensione.
Alla fine delle lezioni tutto il gruppo di gufi e gatti si trovava davanti ai cancelli dell’università.
“Oggi bro mi raccomando vieni! Oggi festeggiamo il tuo compleanno tutti quanti!! Non stiamo tutti insieme da secoli!” proclamò Bokuto con autorità.
“Certo ci sarò! Allora più tardi!” salutò Kuroo andandosene come di consuetudine sulla strada di lavoro.
“Invece noi avviamoci così aiuteremo mio nonno a sistemare il ristorante per la festa!” continuò Bokuto spingendo tutti verso la locanda.
“Perché pure noi?” domandò Akaashi scocciato.
“Faremo prima e sarà più divertente!” saltò entusiasta il gufo.
“Immagino con due tipi euforici in egual misura solo uno più vecchio, fantastico… non ne bastava uno!” sospirò Akaashi.
“Dai che mio nonno ti adora!” disse Bokuto.
“Tale nipote tale nonno!!” rise Yaku.
“Forza Kenma muoviti se no ti perdiamo!” urlò poi Bokuto dietro di lui chiamando il setter che era rimasto indietro pensieroso.
“Ah si!” e li raggiunse scusandosi.
“Sati bene?” domandò Akaashi.
“Sisi, stavo solo pensando a un esercizio di matematica” rispose subito Kenma, decidendo di non pensare più a quella mattina, ma forzandosi di sorridere per il bene del gruppo.
“Bene! Allora andiamo! E tu Yaku chiama Lev ci serve pure lui!” avvisò Bokuto arrivando proprio in quel momento alla tana.
Una volta dentro si furono saluti calori con il nonno in cui non lasciava per un m omento Akaashi che si sentì soffocare con anche l’arrivo di Bokuto a intrappolarlo e quando finalmente arrivò pure Lev per la gioia di Akaashi si diedero inizio ai preparativi e Kenma in quell’occasione riuscì a svagarsi un po’ o almeno cercava di fare.
 
Erano ormai le 21:00 e  la festa  iniziò anche se Kuroo dopo l’avvertimento sarebbe venuto un quarto dopo in ritardo.
“Pure alla sua festa fa ritardo quello stupido bro!” urlò offeso Bokuto buttando giù una forchettata di manzo.
“Abbi pazienza, sta lavorando” disse Akaashi sedendosi su un cuscino per terra vicino al loro tavolo dopo esser tornato dal bagno.
“Troppo per i miei gusti! Invecchierà presto ve lo dico io!” continuò Bokuto bevendo una bella sorsata di birra.
“Perché uno può invecchiare per la troppa fatica?” domandò Lev spuntando da sotto il tavolo, senza un apparente motivo.
“Certo vecchio mio!” incalzò Bokuto.
“Vecchio io!?” urletto Lev correndo al primo specchio libero per guardarsi e sospirando sollevato alla vista del suo bel faccino.
“Ahahah meglio di no sennò  si addormenterà prima di vedere ogni festa che gli farà Kenma a ogni suo compleanno, vero?” ghignò Yaku al setter che mandava giù molto lentamente un boccone di polpo.
“Si…”
“A proposito com’è andata ieri!? Kuroo non mi ha detto niente!” cambiò argomento di botto Bokuto sporgendosi verso il micio che sussultò leggermente.
“Bene, gli è piaciuta molto…” disse Kenma guardando il suo bicchiere vuoto.
“Ahahahah beato lui!” rise di gusto Bokuto.
“Ci credo, chi mai poteva resistere a tale bellezza di cibo e essere!” recitò Yaku applaudendo.
“Yaku non farmi ingelosire!” lo richiamò Lev.
“Uh guarda una ruga!” disse  invece Yaku facendo saltare Lev verso lo stesso specchio di prima e sorridendo vittorioso.
Kenma intanto aveva preso una bottiglia di sakè e aveva incominciato a versarsene un bicchiere buttandolo subito giù in una solo sorso, stupendosi di come esso lo stesse facendo rilassare e scaldare, di come  poco ultimamente succedeva, trovando il sapore sgradevole ma subito dopo gustoso , riuscendo a far ballare le sue papille gustative, così se ne versò un altro e un altro ancora.
 
Si erano fatte ormai le 23:30 e di Kuroo nemmeno la traccia, al telefono non rispondeva e ormai Lev, Yaku e Kenma erano ubriachi marci, dicendo cose senza senso.
“Ho visto un can cane vomitare una vuolta!” urlò Lev alzando un bicchiere.
“Di che colove eraaaa??” domandò Yaku curioso.
“Marronne!”
“Marone? Era la cacchina?” chiese ancora il libero.
“Shiiiii!” saltò contento Lev.
“Allora hai visto un canne cagar-hic cagare! AHAHAHAHA” e qui si misero a ridere come idioti, abbracciandosi poi come se avessero vinto un  milion e di dollari.
“Dio che situazione” sospirò Akaashi.
“Già” disse Bokuto grattandosi la testa.
“Pensavo che saresti finito tu così” dichiarò sinceramente Akaashi.
“Cosa!? Avrei voluto ahahah, ma mio nonno mi ha raccomandato di non farlo se no non sarei riuscito ad accompagnarti a casa!” disse fiero gonfiando il petto.
“Wow allora tuo nonna sa davvero quel che fa, ci ho ripensato, mi piace” sorrise .
“Kuroo… non ha visto niente… lui lui hic!... stato furori tutta la notte…” biascicò Kenma mezzo addormentato con testa appoggiata sul tavolo.
“Cosa?” chiese preoccupato Akaashi per la sua salute ma anche curioso di quella rivelazione.
“Kuroo stato tutto il tempo a… fuori… Maruii… ahahah lei ha vinto! Hic!” disse per poi sobbalzare per il singhiozzo.
“Kuroo non è mai tornato a casa? Non ha visto la sorpresa?” domandò Bokuto sbarrando gli occhi.
“Maruii? Vuoi dire che è stato con Marui tutta la serata!?” quasi urlò Akaashi spintonando Lev rimettendolo per terra.
“Ovvi nuo?” domandò Kenma distendendosi all’indietro schiena a terra.
A quelle parole Akaashi e Bokuto si guardarono sconcertati, quando poi entrò il nonno di quest’ultimo proclamando la chiusura.
Fuori Lev e Yaku sedevano su una panchina fuori al ristorante, mentre Akaashi avvertiva Kuroo delle condizioni di Kenma, adesso che il telefono prendeva, mentre Bokuto con Kenma in spalle ringraziava il nonno e si scusava per la troppa comodità usufruita.
Mezz’ora dopo esattamente alle 00:00 Kuroo arrivò tutto ansimante per la corsa davanti al ristorante.
“Scusate io-“ ma non finì che Bokuto gli si avvicinò e gli porse Kenma poggiandolo nelle sue braccia.
“Non vogliamo sentire niente, porta solo Kenma a casa, ha bisogno di riposo” disse l’asso guardando Kuroo con sguardo truce.
“O-ok” balbettò solo Kuroo.
“Forza Bokuto dobbiamo portare questi due a casa” lo chiamò Akaashi salvando per un pelo Yaku da una caduta pessima.
Così dicendo Bokuto dopo aver guardato Kuroo  per un altro po’ se ne andò con Akaashi verso le case dei due gattini ubriachi, aiutandoli a tornare a casa, lasciando Kuroo solo, senza neanche un saluto.
Raggiunto casa, Kuroo andò dritto nella loro camera e appoggiò Kenma sul letto e quando stava per rialzarsi venne fermato dalla sua mano che gli pregava di sedersi al suo fianco.
“Cosa c’è’?” domandò quindi Kuroo.
“Mi ami?” chiese in risposta Kenma.
“Cosa?”
“Forse mi ameresti di più se fossi donna… sicuramente…”
“Cosa stai dicendo Kenma? “ domandò sorpreso Kuroo.
“Maruii è tanto bella… già…”
“Basta Kenma dormi sei ubriaco, non sai quel che dici!” detto questo cercò di alzarsi, ma Kenma serrò di più la presa sul suo braccio.
“Non lo sono… solo… non stiamo più insieme… non abbiamo fatto neanche più l’amore dalla prima volta che l’abbiamo fatto… posso comprendere… infondo sono io…”
“È questo che vuoi? Sentirmi?” domandò Kuroo chinandosi fino sfiorare il naso con quello del compagno e stringendo forte e capelli ormai sciolti di Kenma in una mano.
“Io voglio solo… sentirti… sempre affianco a me…” sospirò Kenma.
A quelle parole Kuroo si raddrizzò quel tanto per guardare con faccia ferita Kenma negli occhi languidi di alcool, aprendo e richiudendo la bocca per poi riabbassarsi e baciarlo.
A un bacio ne seguì  un altro e un altro ancora, poi una carezza e un’altra ancora, portando i vestiti a cadere per terra uno dopo l’altro e congiungere così  i corpi , parole e cuori uniti ma così lontani lontani senza quei sentimenti forti che li aveva contraddistinti la prima volta d’amore.
 
 
 
 
 







 
Angolo autrice!
Ecco il 12 capitolo!
So che non ho aggiornato la settimana scorsa, ma ho avuto la febbre e giuro quando vi dico che stavo iniziando a scrivere il mio testamento! XD
Che situazione eh? I nostri amici stanno affrontando un momento di crisi davvero grande e.e
Cosa ne pensate? Fatemelo sapere!
A presto!
By animedoro
 

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Capitolo 13
*** 13 ***


13
 

 
La mattina seguente non c’era  scuola , così Kenma con un forte mal di testa e dolori ovunque si svegliò mettendosi a sedere cercando di ricordare cosa  fosse successo la sera prima.
Al ricordo si girò verso l’altro lato del letto, ma non vide nessuno, tastò il materasso ed era freddo. Constatò che quindi Kuroo era ormai uscito da ore, si voltò a vedere l’orario erano le 12:15 e vicino vi era un piccolo promemoria di Kuroo che avvisava  che era andato a lavoro, ancora lavoro.
Non avendo appetito Kenma si alzò di malavoglia, andò in bagno, si fece una doccia veloce e si vestì, poi uscì con l’intento di prendere una boccata d’aria.
Nel tragitto visualizzò il suo telefono e vide tantissimi  messaggi e chiamate di Akaaashi e Yaku, all’inizio volle ignorali, ma decise di confidarsi con loro, ne aveva bisogno, così diede loro appuntamento in un bar vicino.
 
All’orario stabilito tutti i ragazzi si trovarono lì.
“Allora si può sapere che significa!?” urlò Yaku una volta che tutti e tre si misero a sedere con le loro bevande.
“Esattamente quello che ho detto… lui è tornato alle 6:30 di mattina e vedendo la sorpresa, se ancora si poteva chiamare così, non ha detto niente… niente di niente…”
“Ed è stata con Maruii tutta la sera?” domandò Akaashi serio.
“Si” annuì Kenma.
“Ma che gioco sta giocando quel rincitrullito di Kuroo!? Non si è degnato manco di presentarsi ieri! Ed ha pure usufruito del malessere di Kenma per fare i comodi suoi! Che lurido-“
“Basta Yaku!” l’ammonì Akaashi notando Kenma abbassare lo sguardo a quelle parole.
“Tsk non lo capisco proprio!” sputò fuori per poi mettere il broncio Yaku.
“Hai cercato di parlargli? Non solo di quella mattina ma anche dell’ultimo mese?” chiese Akaashi.
“Si l’ho fatto, ma lui dice  che non c’è  nulla  da  chiarire” disse Kenma alzando la testa e guardandoli uno a uno.
“Allora è proprio scemo!” iniziò Yaku, ma venne bloccato di nuovo da Akaashi.
“Yaku! Dobbiamo ragionare, so che la questione ti fa arrabbiare, ma desso dobbiamo essere concreti!”
“No! Lui è andato! Quella Maruii… è tutta colpa sua!” urlò alla fine Yaku battendo un pugno sul tavolo.
“Ovviamente!” sospirò Akaashi, “Hai avuto a che fare con lei ultimamente?” domandò poi.
“Si…” e così Kenma raccontò di ciò che accadde in corridoio qualche giorno fa e di cosa si dissero.
“Visto!? Allora è lei, ma anche Kuroo cacchio fa?!” sbotto Yaku.
“Sappiamo quindi ciò che Maruii pensa, adesso bisogna sapere cosa pensa Kuroo. Kenma degli parlargli ad ogni costo, che lui lo voglia o no, sennò  mi dispiace, ma… dovrai mollarlo” disse AKaashi guardando tristemente Kenma .
“Cosa?” quasi soffocò Kenma col suo succo.
“Kenma è ovvio che ti sta facendo del male e se non vuole ammetterlo vuol dire che o è ceco o davvero nasconde qualcosa! Ci saranno altri bei ragazzi più bravi di lui!” disse Yaku realista.
“Adesso Kenma non ti dico di lascialo, ma solo di essere preparato a ciò che andrai in contro. Secondo me lui ci tiene a te, ma non so cosa lo stia spingendo a fare ciò che sta facendo e spero di non sbagliarmi dicendo che vuole stare con te, ma sai che dovete chiarivi quindi fatelo a ogni costo, quel che verrà verrà, non puoi continuare così, fai del male a te stesso. Devi essere pronto a divenire forte ed essere in grado di dire addio a quel legame che ti lega a Kuroo se necessario e altrettanto a rafforzarlo se ne hai l’opportunità” concluse Akaashi guardando Kenma con un’intensità tale da leggergli l’anima e centrare le sue paure.
Seguì un attimo di silenzio, poi Kenma titubante annuì:
“Ho capito, grazie ragazzi e perdonatemi per avervi fatto perdere tempo con la cucina e i vestiti per niente”
“Non dirlo manco per scherzo!” sorrise Yaku.
“Ci siamo divertiti e poi ci siamo resi utili” sorrise anche Akaashi rincuorando il cuore di Kenma che si sentiva un po’ alleggerito per essersi tolto un peso.
 
Era ormai sera, Kenma vagava per le strade di Tokyo pensieroso, non volendo tornare a casa, sapendo comunque che Kuroo non vi era.
Ripensò e ripensò a tutto quello che era successo un mese  e a quella mattina, sapendo che continuando così non avrebbe risolto niente, ma allora perché non riusciva a fare il passo decisivo?
Forse per la paura di scoprire cosa vi si celava, per paura di dover dire addio a una delle poche persone a cui teneva tantissimo e che lo capiva, completandolo, oppure per paura di non riuscire a riamarlo più come prima, la paura era così tanta che non riusciva a decidersi.
Avevano ragione i suoi amici, ma lui la forza l’aveva per affrontare tutto ciò?
Già due anni prima aveva dovuto affrontare una situazione da cui rischiava di uscire ferito, non voleva ripeterlo, ma ormai le ferite c’erano, non restava altro che andare fino in fondo e o guarirle o approfondire il taglio, riaprendone  vecchie o creando nuove cicatrici.
Fermo a un semaforo rimuginando su ciò che sarebbe stato meglio fare e non fare, pronto o non pronto a vedere Kuroo mano nella mano con un'altra persona, iniziò ad attraversare la strada, non rendendosi conto che il semaforo ormai aveva ceduto il verde al rosso.
Una macchina lontana stava correndo evidentemente in ritardo per un affare e Kenma non avendola né sentita né vista non si accorse che ormai mancava poco all’impatto , quando a un tratto un urlo, dei fari abbaglianti e un clacson non lo riportarono alla realtà.
Non si rese conto di ciò che successe, avvenne tutto in secondo, vide la macchina venirgli incontro accecandolo e avvertendolo, ma lui non aveva trovato il coraggio di spostarsi. Una voce lo chiamò a se e traendolo all’indietro e portandolo da due grandi braccia forti adesso assisteva al passaggio di essa che ancora suonava rabbiosa.
 
“Si può sapere che diavolo combini idiota!?” urlò una voca familiare.
Kenma non rispose troppo scioccato così il salvatore lo girò verso di se e mettendogli le mai sulle braccia lo scosse in cerca di risposta.
“Allora? Rispondimi Kenma! Volevi farti uccidere!” continuò a urlare il salvatore che si identificò come Suguru che adesso aveva in viso una faccia preoccupata mista a scioccata.
“S-Suguru…” sussurrò solo Kenma non capendo ciò cose ci facesse lì e soprattutto dicendo.
“Kenma ti reni conto che stavi per essere investito!” urlò in fine la serpe scuotendolo ancora cercando di portarlo alla realtà.
Alla realizzazione  dell’accaduto Kenma smise di respirare, volse la testa al punto in cui sarebbe stato investito poi lo riportò a Suguru e dopo di che iniziò a piangere prima silenziosamente, poi sempre più forte andandosi a bittare tra le braccia del compagno che lo accolse senza una parola, ma stringendolo soltanto di più a se.
“Stai al sicuro, non è successo niente” sussurrò  lentamente Suguru accarezzandogli la testa, cercando di calmarlo, ma Kenma non volle sapere di calmarsi, pianse e pianse per la paura di ciò che sarebbe accaduto, di come aveva visto Kuroo sorridere in quei fari luccicanti con la paura di avere solo quell’ultimo ricordo di lui, per la paura di perdere quella mano che l’aveva stretta fin ad ora per cederla a un'altra ragazza e soprattutto per il dolore fisico e psicologico che avrebbe subito.
“Vuoi che ti accompagni a casa?” domandò poi Suguru, ma il setter fece no con la testa, proprio non se la sentiva di tornare in quell’appartamento solo senza la persona che più voleva vedere al mondo assente.
“Allora vieni a casa mia, è vicina!” e dopo aver avuto il consenso si avviarono piano tutti e due alla casa del maggiore, senza proferir parola.
 
Dentro casa Kenma aveva smesso di piangere, ma ancora tremava leggermente e fatto accomodare sul grande divano di pelle, Suguru gli portò una tazza di thè calda, sedendosi poi al suo fianco.
“Cos’è successo dunque?” domandò.
“Non avevo fatto attenzione” disse Kenma prendendo la tazza.
“Non mentirmi, non sono stupido! C’è dell’altro!” proclamò offeso Suguru.
“Hai ragione… si tratta di Kuroo…” detto ciò raccontò tutto alla serpe, come se leggesse automa.
Finito Suguru parlò:
“Capisco… da Kuroo non mi aspettavo che facesse una cosa del genere, bè si vede che non lo conoscevo abbastanza.
Ti consiglio di lasciarlo, Kenma!”
“Cosa?”
“Kenma stavi per morire a causa sua e poi come hai detto tu non vuoi soffrire, allora perché farlo? Mollalo comunque senza spiegazioni così non ne soffrirai sapendo ciò che ci cela, riuscendo ad andare avanti sapendo che hai fatto il giusto, non hai bisogno di spiegazioni, se ti fa male è già un motivo per mollarlo” detto questo gli si avvicinò ancora di più e prendendogli il viso con una mano lo guardò intensamente in quegli occhi rossi di lacrime.
“E poi c’è gente che farebbe molto di più per te dato che ti ama tanto da non riuscire a immaginarlo” sussurrò roco avvicinandosi ancora di più.
“Ci sono altri migliori di Kuroo?” domandò Kenma incantato da quegli occhi mandorla.
“Oh non sai quanti, io per esempio” qui soffiò sulle sue labbra così vicine, “Non ti farei del male, saresti la mia luce giorno e notte”
“Giorno… e notte?”
“Si” sussurrò per poi unire le loro labbra in un bacio dolce ma forte.
Kenma non capiva cosa stesse realmente accadendo, un attimo prima rischiava di morire, poi si ritrovò a confidarsi con Suguru e adesso si baciavano dopo che lui gli aveva promesso eterne fedeltà?
Perché no allora? Lui voleva questo, qualcuno che l’amasse e allora se Kuroo non lo faceva perché non poteva cercarne uno che invece lo compieva?
E mentre pensava ciò Suguru lo stese e scese a baciargli il collo per poi morderlo incominciando a far uscire un segno rosso sulla pelle chiara di Kenma che a un tratto sentendo il dolore dell’atto aprì gli occhi di scattò conscio di ciò che stava facendo non era giusto.
Non poteva lasciare Kuroo così, doveva ricevere delle spiegazioni per rispetto a se stesso e per lui e inoltre lui non voleva perderlo, certo si era comportato male, ma lui non aveva intenzione di rinunciarvi facilmente, era il suo ragazzo e da tale doveva comportarsi, risolvendo quindi questa difficoltà con l’aiuto del l’altro.
Spinse quindi Suguru lontano da se delicatamente e si rimise seduto.
“Mi dispiace, ma amo Kuroo e farò l’impossibile perché lui mi stia ancora vicino, poi se sentirò da lui steso che non mi vorrà allora era destino, ma per ora non posso e non voglio arrendermi” disse piano facendo entrare bene il concetto al compagno che capendo i un primo momento cercò di replicare, ma poi sbuffò e si alzò.
“Ah ecco cosa mi è sempre piaciuto di te, sei un ragazzo gentile  che che sa ciò che vuole e combatte per averlo, lo fai poi con una dolcezza e grinta che mi lasciano senza parole, come un vero e proprio gattino!” sorrise amareggiato rivolgendosi a Kenma che sorrise di rimando dispiaciuto.
“Perdonami se non posso accettare i tuoi sentimenti, ma sono legato a lui e poi tu meriti di più Suguru, sei troppo eccezionale per accontentarti di me” disse Kenma.
“Cosa? Ahahahah baka! Tu sei molto credimi e saremmo stati bene insieme, ma  non come tu e Kuroo questo e certo… aspetta stai dicendo che sono migliore di Kuroo?” domandò sorpreso.
“Sei riuscito a farmi ragionare e ti sei preso cura di me, hai fatto un sacco di concorsi nella tua vita e hai sempre vinto, tranne a pallavolo con noi, ma si direi che tieni un qualcosa che Kuroo non ha e sei in bravo in questo”
“Cioè?”
“A essere furbo, ingegnoso, bravo e allo stesso tempo cattivo ragazzo e queste sono ottime qualità per il mondo di fuori” finì Kenma guardando Suguru che rimase spiazzato.
“Hai letto il mio veleno… ahahahah bene bene sei uno dei pochi a riuscirci! Bè è tardi resta pure a dormire da  me, ti lascio il mio letto, io dormirò sul divano” detto questo posò le tazze e si avviò a prendere un cuscino e una coperta, lasciando Kenma  felice di aver trovato finalmente il migliore amico di banco che si possa avere.
 
 







 
 
Angolo autrice!
Eccoci con il 13 capitolo!
Il serpentino ha fatto la sua mossa, ma l’amore che Kenma nutre per Kuroo è troppo grande, già già u.u
Cosa ne pensate? Fatemelo sapere!
A presto!
By animedoro
 

 
 

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Capitolo 14
*** 14 ***


14


 
Il giorno seguente, domenica, Kenma si svegliò con la sensazione di aver riposato bene e al suo risveglio notò di non essere nella proprio casa, ricordandosi di essere in quella di Suguru.
“Buongiorno” salutò quest’ultimo comparendo dalla cucina con  un toast alla marmellata e due bicchieri di latte e sedendoglisi vicino dopo che Kenma gli aveva fatto posto.
“Giorno” disse sbadigliando l’altro.
“Come stai?” domandò Suguru addentando la fetta biscottata.
“Bene grazie” sorrise Kenma, “Che ore sono?”
“Le 8:35”
“Dopo colazione allora vado, non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto” disse Kenma bevendo poi il latte con gusto.
“Figurati! Però ti consiglio di coprirti il collo in qualche modo, per sbaglio ieri mi sono lasciato un po’ andare eheheh” rise imbarazzato Suguru porgendogli uno specchietto in modo da far specchiare l’altro.
Kenma l’accettò e subito  vide sul collo proprio di lato in bella vista un’impronta di denti aguzzi, con la zona tutta arrossata.
La sfiorò lentamente stupendosi che ancora vi erano dei segni, che denti teneva Suguru!?
“Non è che tieni una benda?” chiese poi  rosso in viso non potando lo sguardo su Suguru troppo imbarazzato.
“Ah si certo! Aspetto vado a prendertela!” così si alzò e andò in bagno prendendo la scatola del pronto soccorso, estrasse una benda e ritornò, “Eccola! Vuoi che ti aiuti?”
“C-Ccosa? Nono c’è la faccio” e prendendo la benda, Kenma si avvolse il collo, in modo da nascondere il bel morso presente su esso.
 
Finita la colazione Suguru e Kenma si salutarono con la promessa che si sarebbero visti lunedì a scuola.
Kenma assicurandosi di avere tutto apposto decise di tornare subito a casa conscio del fatto che non aveva avvertito Kuroo della sua permanenza dall’amico, anche se pur volendo non avrebbe potuto comunque farlo poiché il telefono gli era caduto e si era rotto quando stava per essere investito.
Messa la chiave nella serratura ed aperto la porta Kenma entrò nell’appartamento, stranamente silenzioso, possibile che Kuroo stesse ancora dormendo? Se fosse tornato tardi probabilmente.
Avanzò finché dopo aver controllato il salotto , arrivò in cucina e trovò Kuroo seduto a tavola con faccia seria e grave guardare il telefonino che teneva in mano e una volta vista la presenza del compagno, si alzò di scattosi in piedi facendo cadere la sedia.
“Dove sei stato fino ad ora?” disse furente assottigliando lo sguardo minaccioso.
“Sono stato a casa di un amico” disse Kenma cercando di sorvolare su chi fosse l’amico, ma senza successo.
“Suguru vero? È l’unico amico che hai oltre Akaashi, Yaku e gli altri, ma dato che neanche loro sapevano dov’eri dubito che sei andato da uno di loro!”
“Si, da Suguru” ammise alla fine Kenma preoccupato.
“Perché non me l’hai detto? Perché sei rimasto da lui? ” domandò Kuroo avvicinandosi minaccioso.
“Il telefono mi si è rotto e non ho potuto fare niente, l’avrei fatto lo sai” iniziò a urlare pure lui, per sovrastare le urla del compagno.
“MENTI!” urlò forte Kuroo buttando per terra un vaso a portata di mano, facendolo fracassare e saltare Kenma che non contento si avviò in salotto incominciando a frantumare tutto ciò che vi era per la sua strada, seguito poi a ruota dal setter che cercava di calmarlo.
“Basta smettila Kuroo!” urlò Kenma agitato non capendo cosa stesse succedendo al ragazzo.
Proprio in quel momento Kuroo prese una foto incorniciata appesa al muro davanti a se pronto a distruggere anche quella, ma appena il setter vide che la foto rappresentava loro due insieme agli amici si butto sulla sua schiena abbracciandolo da dietro e cercando con tutta la forza in possesso di fermarlo.
“Fermo Kuroo! Quella no! Quella no! TETSU!” urlò alla fine facendo bloccare Kuroo con la foto a mezzaria.
Rimasero fermi così per un paio di secondi poi Kuroo tronò dritto, si stacco da Kenma e mettendo la foto su un comodino uscì senza dire niente, con Kenma tremante alle sue spalle.
 
Una volta fuori Kuroo senza una meta si mise a camminare per le strade della citta, arrivando a un parco. Si sedette poi su una panchina, quando proprio in quel momento ricevette un messaggio da Bokuto che gli comunicava che voleva vederlo immediatamente, così gli disse dov’era e si diedero appuntamento in un bar lì al parco.
Una ventina di minuti dopo Bokuto e Kuroo sedevano uno davanti all’altro.
“Cosa c’è?” chiese stufato Kuroo.
“Dovrei chiedertelo io” rispose Bokuto serio come poche volta accadeva.
“Dimmi subito cosa vuoi se no me ne vado, ho da fare io” sospirò Kuroo, arruffandosi i capelli.
“Oh vedo, anzi no, non vedo dato che sparisci ore intere senza dire a nessuno cosa fai o con chi stai!”
“Devo rendere conto a qualcuno di quello che faccio?”
“Certo!” annuì forte Bokuto,  “Se non te ne frega degli amici, tanto da ignorare una festa che noi tutti avevamo preparato per te, puoi almeno importartene di Kenma!”
Non ricevendo nessuna risposta in cambio, continuò.
“So che oggi hai fatto un casino a casa”
“Le notizie vanno veloci vedo!” rise irritato Kuroo.
“Esattamente, perché almeno Kenma fa sapere perché non ha potuto rispondere ai compagni, non come te!”
“Si certo come se dire ho guarda mi si è rotto il telefono e stavo da Suguru, Suguru ti rendi conto!? Chi vuole darla a bere!”
“Wow senti chi parla, colui che è andato ore ore e anche un intero giorno a spasso con Maruii, sisi! Dico bene che Kenma anche se non intenzionalmente ha fatto bene non dirti niente e a stare con Suguru!
Che poi ti avrebbe trovato se fosse tornato? Dimmi”
“Certo, oggi avevo solo da lavorare al panificio”
“Ohhh ma che bravo, ma lascia che ti dica una cosa, adesso te ne frega di Kenma eh? Tutto a un tratto!”
“Non è vero i-“ ma venne bloccato da Bokuto che gli butto tutto il contenuto del suo thè freddo al limone addosso, “Ma che c-“
“Non dirmi fesserie!” urlò arrabbiato come non mai Bokuto, “L’hai lasciato solo a se stesse per mesi, giorni e non te ne sei fregato di lui e di tutto quello che faceva per te, andando invece in giro con le stupide sgualdrine, vergognati!”
“Maruii non è… non…”
Ci fu un attimo di silenzio in cui gli unici rumori erano le goccioline che scendevano dai capelli di Kuroo ormai bagnati e dall’affanno di Bokuto.
“Senti bro, non voglio pensare che sei quel tipo di ragazzo, ma voglio ricordarti che Kenma è una persona fantastica, la migliore che tu possa desiderare, ma se non ci vuoi stare insieme allora dillo e falla finita con questo gioco!” disse più dolcemente Bokuto.
“Non sto giocando!” urlò Kuroo.
“Allora cosa ti è preso!?” urlò di rimando l’altro.
“Io… amo Kenma, è per questo che faccio ogni volta tardi ,per non fargli mancare niente, ma mi sto sentendo perso bro.
Maruii mi ha confessato i suoi sentimenti, ma io l’ho rifiutata, ma in compenso lei voleva togliermi il lavoro e non potevo permetterlo. Con il solo  stipendio del panificio faremmo la fame, così siamo scesi a patti, cioè di vederci tutti i giorni possibili e darci anche dei baci …” sospirò appoggiando i gomiti sul tavolo e nascondendo la testa tra le nani.
“Potevi cercarti un altro lavoro Kuroo…” iniziò Bokuto, ma Kuroo continuò.
“No, il lavoro che mi offriva era troppo buono e con il passare del tempo mi sono dimenticato perché lo facevo e per chi, era pesante e quelle volte che mi donava carezze non capivo ancora di più, ma sapevo solo che dovevo farlo… ho continuato continuato e mi sono scordato della scuola, di voi e di Kenma, incentrato solo sul lavoro e su quei dolci baci di incoraggiamento…” e qui alzò piano la testa lasciando che le fami coprisse la sua bocca, tremando leggermente.
“Avete fatto pure come dire, altro?” domandò spaventato Bokuto.
“No… non l’avrei permesso comunque, non mi eccitava stare con lei, per niente… mi sono perso bro ahahah…. Volevo solo che la mia convivenza con Kenma fosse fantastica, ma l’ho frantumata, ho frantumato lui e pure la casa ahahah…. Ci credo che voglia un altro!” batté poi le mani sul tavolo frustrato.
“Non ne hai mai parlato con Kenma? Ti ha mai detto che voleva finirla?” chiese indagatore il gufo.
“Non… non ci ho parlato, non ho avuto il coraggio”
“Allora parlaci, dovevi farlo da molto tempo e questo lui lo sa, tu invece ancora  pensi al passato non riuscendo così a identificare bene il futuro” detto questo Bokuto si alzò e doto aver lasciato abbastanza soldi per pagare tutti e due le bibite, salutò:
“Cresci Kuroo, Kenma già l’ha fatto e ti sta aspettando, fallo pure tu, su!” e fece ciao con la mano sorridendo lieve, facendo ridere tristemente l’altro.
 
Dopo aver parlato con Bokuto, Kuroo decise di correre difilato a casa da Kenma e chiarire, ma mentre girava una traversa vide in lontananza  l’ultima persona che voleva vedere in tutto l’universo, Suguru.
Egli gli si avvicinò.
“Ma guarda Kuroo!”
“Levati non ho voglia di sentirti adesso!” ringhiò Kuroo.
“E quando mai volevi sentirmi o vedermi ahahah!” rise ma Kuroo lo sorpasso, ma Suguru non demorse.
“Hai visto Kenma? Gli hai parlato?”
“Non ancora!”
“Allora sbrigati, questa è stata una giornata molto difficile  per lui”
“Cosa vorresti dire?” domandò Kuroo voltandosi verso l’altro che fece altrettanto.
“Voglio dire che stava per essere investito, a causa tua” disse piano Suguru guardandolo male.
“M-Mia? Investito?” chiese incredulo.
“Già, per questo è venuto da me, perché era scosso e aveva bisogno che qualcuno ci fosse!” annunciò mettendo in evidenza le ultime parole, “Non ti preoccupare non gli ho fatto niente, solo gli ho lasciato un ricordino per essere stato un degno erede del mio cuore!” ghignò leccandosi le labbra.
“Cosa gli hai fatto?” balbettò nervoso Kuroo avvicinandosi al ragazzo.
“La fascia al collo, levala e vedrai, sappi solo che ha un attimo sapore di miele la sua dolce e morbida pelle !” a quelle parole Kuroo si buttò su Suguru dando inizio a una serie di pungi, a una lotta.
Solo qualche minuto dopo con l’aiuto di un agente vicino si staccarono, pieni di lividi e graffi.
“Sappi che Kenma è tutto e tu dovresti pensare solo esclusivamente a lui, a stargli vicino, non a fare lo stupido angelo custode!” urlò alla fine Suguru, staccandosi da un signore e andandosene, stessa cosa che fece Kuroo ma dalla direzione opposta, ripetendosi in testa che sapeva di quello che aveva e doveva custodirla bene non fare lo scemo come gli avevano fatto notare.
 








 
 
 
 
Angolo autrice!
Il 14 capitolo gente!
Scusate se non ho pubblicato venerdì, ma il Lucca ha chiamato e non potevo non mancare u.u
Questo capitolo come vedete si rileva un po’ perché Kuroo ha fatto ciò che ha fatto, poi nel prossimo capitolo che sarà anche l’ULTIMO, sapremo nei particolari, nel fra tempo cosa  ne dite?
Lo perdonereste per ciò che ha fatto? Bokuto è stato un gran fico?
Fatemelo sapere!
Allora alla prossima con l’ultimo capitolo!
By animedoro

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Capitolo 15
*** 15 ***


15

 
 
Arrivato a casa Kuroo , entrò piano e la  trovò già pulita a metà dai frammenti delle varie cose che aveva spaccato preso completamente dalla sua furia incontrollata.
Arrivò in salotto e trovò Kenma a terra a continuare la pulizia, pulendo la foto che era riuscito a salvare dalle sue grinfie.
“Kenma…” disse  piano Kuroo avvicinandosi e facendo saltare per la sorpresa l’altro che si rimise subito in piedi.
“Cosa ti è successo?” domandò Kenma  preoccupato vedendo Kuroo tutto bagnato e pieno di lividi e graffi.
“Ho avuto delle discussioni” rispose con una scrollata di spalle Kuroo.
Kenma in risposta posò la foto sul tavolino difronte il divano e prendendo una mano dell’altro lo guidò in cucina che era immacolata e lo fece sedere su una sedia, poi scomparve per  ritornare dopo pochi secondi con la scatola del pronto soccorso, prese una sedia e si mise davanti a lui e iniziò a tamponare piano le ferite per disinfettarle, tutto senza dire  una parola.
Kuroo intanto lo guardava sorpreso e si sentì in colpa  quando poi il suo sguardo andò a posarsi sul collo di Kenma, notando una fascia che prima nella furia non aveva visto.
Curioso e nervoso avvicinò la mano al tessuto e la strappò facendo alzare l’altro che coprì  con una mano la parte scoperta, ma prima che potesse dire qualcosa Kuroo parlò dolce:
“Tranquillo… lasciamelo vedere”  e Kenma avendo notato la sicurezza e calma di quelle parole abbassò piano la mano, mostrando così il bel morso ben in evidenza sulla pelle chiara, scrutando in silenzio ogni movimento che avrebbe fatto l’altro.
Kuroo in primo momento sbarrò gli occhi sorpreso di tale segno, anche se lo immaginava , era stato comunque un colpo vederlo e cercando di restare tranquillo portò una mano sul livido e l’accarezzò delicatamente facendo venire i brividi al compagno. Poi non reggendo più quella visione, abbassò la mano e la  portò a stringere la maglia di Kenma all’altezza dello stomaco per poi appoggiarvi la testa chinata in avanti.
 
“Perdonami Kenma…. Perdonami…” sussurrò tremando appena, “Ti ho lasciato solo, ti ho tolto quasi la vita, ti ho portato tra le braccia di un altro e ho rovinato la nostra fiaba…” appena sentì le mani di Kenma accarezzargli la testa umida iniziò a piangere, portando Kenma più vicino a sé.
“Sono sceso a patti con Maruii, continuare a lavorare con lei in cambio di  una certa pseudo relazione, ma io giuro… giuro che io non provavo ciò che lei provava per me, io l’ho fatto solo per te, per non farti mancare niente!
Dalla più piccola cosa come una briciola, alla più grande come la luna!
Ma non sapevo che facendo così mi sarei allontanato da  te tanto da non ricordare più cosa fosse giusto fare o non… ci credo che hai voluto andare da un altro ed hai… hai fatto bene, infondo come potevo rimproverarti dopo quello che io ho fatto!? Ahahahah che fine…” qui si bloccò per alzare la testa quel tanto che bastava per guardare negli occhi l’altro.
“Ma giuro, io non le ho detto mai ti amo, non le ho donato mai il mio cuore nelle notti, quello… quello è solo tuo, capito?”
Non ricevendo nemmeno una sillaba  come risposta riabbassò la testa e abbracciò Kenma in vita.
“Dimmi che hai capito… dimmi che ho sbagliato… urlami… se vuoi puoi darmi pure uno schiaffo… ma non guardarmi con quegli occhi persi in dolori che io non ho saputo alleviare… dimmi qualcosa… parlami Kenma…” singhiozzò non riuscendo a trattenersi.
Seguì silenzio nel quale nessuno disse niente, finché Kenma non disse in tono indecifrabile:
“Scusa” parola che sorprese Kuroo tanto da staccarsi da lui e alzare lo sguardo sul compagno che lo guardava  senza emozione.
“Scusa, è colpa mia se sei finito a fare ciò che hai fatto…”
“Non è vero!” urlò Kuroo andando nel panico.
“Invece si… dovevo cercarmi un lavoro anche senza il tuo consenso, dovevo essere forte e fare ciò che era giusto, non appoggiarmi addosso a te e addossandoti tutte le responsabilità… noi stiamo insieme e dovevamo risolvere tutto come una vera coppia…”
“Kenma tu non c’entri! Tu sei già forte a sopportarmi, a sopportare tutto questo che ho fatto e lo sei anche adesso a dire tutte queste cose che io avrei dovuto sapere fin dall’inizio!
Sono io che non ti ho dato ascolto… sono io che mi sono comportato come se… se così facendo saresti stato in debito con me a stare per sempre insieme… ma io non volevo questo, volevo solo trattarti come il tesoro che eri… rendendomi conto troppo tardi che tu sapevi già cosa doveva essere fatto, che eri già grande… io invece che ancora ripensavo a quei gironi in cui ti leggevo una storia per farti addormentare e promettendoti che ti avrei protetto….”
Prendendo le mani di Kenma, Kuroo lo guardò intensamente negli occhi.
“Quindi non dire che è colpa tua, non lo è… ahahah assolutamente… sono io il problema e capisco se vuoi… farla finita…” avvicinando le mani del setter a se le baciò piano, assaporando quelle sottili mani.
“Ho sofferto in questi giorni… mi sono fatto domande sul perché non tornassi da me, forse perché ero maschio? Non sono bello quanto tu vorresti? Non mi amavi più?” nel mentre Kuroo scuoteva forte la testa a destre e a sinistra sempre tenendo le mani si lui vicino al viso.
“Nel mentre ho compreso quanti amici cari tenevo e quanto tenessero a me… ho compreso concetti a me ignoti, ho rimuginato e rimuginato, senza capire cosa stava davvero accadendo e cosa soprattutto dovessi fare, per il bene dei miei amici che si preoccupavano e per il nostro… ma  a quel punto in cui ho visto quei fari venirmi addosso ho capito l’unica cosa che mi era chiara… dovevo parlare con te, quel che erano i risultati, per salvare sia te che me, in ogni caso, con l’unico risultato di vederti felice, anche se fossi andato da un'altra se non mi avessi voluto più, perché volevo liberati dal macigno che ti pesava sull’animo… perché ti amo Kuroo…” concluso Kuroo alzò il viso scioccato da tale pensiero che nonostante tutto Kenma aveva avuto nei suoi confronti.
 
“Non dovevi fare tutto questo, io non volevo la luna,  volevo te, solo te… e ti voglio ancora” sorrise lieve con occhi umidi Kenma, gesto che fece scattare Kuroo in piedi scioccato.
“Davvero? Nonostante tutto quello che-“ ma Kenma lo baciò a stampo.
“Nonostante tutto sei tornato da me” disse e si abbracciarono forte e quando si staccarono Kuroo parlò:
“Kenma non ho mai messo in dubbio l’amore che provo per te e l’attrazione che mi spinge ad unirmi a te.
Tu sei bellissimo…  bellissimo, più di tutte quante  le stelle che ci sono in cielo, più bello dell’eterno paradiso… quindi non dire più… per favore, che non sei bello, sei molto più di quanto io potessi immaginare di avere accanto e non importa se sei maschio o femmina, io ti amerei pure se fossi solo sabbia!” concluse per poi prendergli la testa tra le mani e avvicinare le labbra alle sue e sussurrargli sopra:
“Se vuoi, lasciamelo mostrare, lasciami perdonare bravando inesorabile il tuo stupendo cuore… lasciati amare di nuovo fino alla fine dei tempi…” finito unì le labbra a quelle di Kenma, iniziando un dolce, caldo e morbido abbraccio di labbra via via sempre più profondo, che solo minuti dopo per mancanza d’aria si staccarono.
“Non aspettavo altro che vederti amare me” sorrise Kenma, facendo sorridere l’altro di rimando che prendendo Kenma stile principessa e portandolo in camera, facendolo sedere sul bordo del letto e inginocchiarvisi dinnanzi.
“Permettimi di vederti in tutto il tuo essere” dicendo ciò incominciò a togliere maglia, pantaloni e intimo a Kenma, per poi sciogliere per ultimo la sua coda di cavallo, facendo ricadere i lunghi capelli sulle spalle, schiena e petto, a completare quel dipinto.
“Come potrei non amare questo? E io che stavo per  perderti in tutti i sensi…” continuò Kuroo portando indietro un orecchio alcune ciocce di capelli di Kenma che arrossì distogliendo lo sguardo, facendo ridere piano il compagno, che una volta spogliatosi pure lui portò entrambi al centro del letto, al centro del loro cuore, del loro amore, del loro desiderio… al centro del loro universo.
 
Il giorno seguente Kuroo e Kenma si svegliarono come non capitava da secoli, abbracciati uno all’altro e ancora uniti si avviarono a scuola parlando come se mai avesse interrotto le loro divertenti chiacchiere mattutine.
Incontrati con i gufi poi, si inchinarono entrambi per ciò che avevano causato e per ringraziarli del loro supporto, ricevendo in cambio una manata dietro la schiena da Bokuto con tanta enfasi da far barcollare Kuroo nel treno già pericolante di suo e far cadere Kenma su un palo a sbatterci la testa che successivamente fu accarezzata da Akaashi che sorrideva contento anche se arrabbiato col fidanzato.
Arrivati a scuola dopo aver affrontato una cascata di lacrime proveniente da Yaku e avendolo ringraziato di tutto insieme come ai vecchi tempi si avviarono alle loro lezioni, non prima che Kuroo non salutò Kenma con un bacio davanti alla sua classe, in cui ad aspettarlo c’era Suguru che allegro e pieno di lividi, si congratulava con lui e gli comunicava che la sua ragazza era tornato con lui dopo averci parlato tutto ferito di graffi.
Allora di pranzo tutti si misero allo stesso tavolo compreso la serpe che dopo svariate scuse Kuroo lo perdonò, pronto a divenire amico suo.
Finita quella giornata tutti erano pronti incluso Lev che li aspettava fuori con la fidanzata di Suguru ad andare a mangiare un boccone tutti insieme, quando una voce non chiamò Kuroo.
“Testu! Perché non sei venuto a mangiare con me a pranzo in giardino? E perché  nell’ora di storia ti sei seduto vicino al rapace vecchio invece che vicino a me in classe? E poi dove pensi di andare!? Devi lavorare!” urlò Maruii avvicinandosi al gruppetto.
“Senti Maruii a proposito-“ ma non finì che Bokuto si fece avanti minaccioso.
“Ma sta zitta schifosa zitella da quattro soldi che ricorre a stupidi trucchetti per trovarsi uno straccio di fidanzato!”
“Come osi!?” urlò più forte sconvolta Maruii.
“Oso eccome puttana!” annuì fiero Bokuto.
Qui si levò un coro di applausi derivati da un esaltato Lev, un ghignante Yaku e un Akaashi che anche se non voleva darlo a vedere apprezzava molto le parole del suo ragazzo e un “Ohhhh!!” da parte di Suguru che fece una finta faccia sorpresa a imitare Maruii.
“Tu schifoso…” ma non finì che Kenma si fece avanti fino ad arrivare davanti a lei.
“Non voglio sillabarti in nessun modo, voglio solo dirti da persona a persona, che gli amici, in questo caso per te Kuroo, non si devono trattare così, bisogna avere rispetto per le persone che lui frequenta e se l’amassi davvero, non lo vorresti legare a te sapendo che non sarebbe felice, sapendo che dopo tutto quello che ha fatto per te, dopo che lui è stato l’unico ad essere stato con te nel momento del bisogno e a capirti, a sorvolare sui tuoi vizzi, l’avresti solo reso la persona che non volevi che diventasse, un bugiardo.
Ti saresti dunque accontentata, anzi di imparare a essere una buona amica con lui e con gli altri” concluse fissandola dolce ma altrettanto serio per poi inchinarsi appena e andarsene, seguito a ruota dagli altri, non prima che Kuroo ebbe detto lei che si licenziava, lasciandola a bocca aperta dopo essere stata smascherata da l’unica persona in grado credesse potesse essere in grado di fare e lasciata con nient’altro che un insegnamento di vita.
Un mese dopo Kuroo si ritrovò  a lavorare solo in panificio, ricevendo a volte dal proprietario delle pagnotte gratis, facendo nascere festa, mentre Kenma a qualche edificio più in là si immedesimò alla perfezione a fare il commesso in un negozio di elettronica proprietà del padre di Suguru in cui gli offriva uno stipendio molto buono per i suoi ranghi, grazie alla sua innata bravura, inoltre poteva provare video giochi che ancor prima della loro vendita, suo grande sogno.
L’università poi procedeva benissimo, tutti compreso Lev a scuola riuscivano sempre ad avere ottimi voti.
Bokuto e Akaashi da poco avevano comprato anche loro una casa non lontana, con grande troppo emozione di Bokuto che per urlare al mondo la sua gioia fuori dalla finestra aveva spaccato i vetri aprendola, innervosendo, ma soprattutto ridere Akaashi.
Invece Yaku e Lev dopo che quest’ultimo si fosse diplomato avevano stabilito di sposarsi per legarsi definitivamente e non più con carta arrotolata che una volta zuppa spariva, ma che sarebbe sopravvissuta nel tempo come simbolo del loro immenso amore, combattendo tempeste e lunghi viaggi anche se separati dalla persona amata per le feste russe.
Alisa con il suo ben gusto della moda sfondò in una compagnia di stilisti e i suoi vestiti ebbero subito un grande successo.
Suguru e la sua graziosa ragazza le cose non potevano andare che ,magnificamente.
Dopo l’esperienza di Kenma e Kuroo aveva imparato a riconoscere i suoi errori e adesso era divenuto tutt’altra persona, cosa che fece molto piacere alla ragazza che si ripromise di impegnarsi pure lei a rendere Suguru un uomo felice.
Maruii si scusò con tutto il gruppo e incominciò ad avere intorno dei veri amici, non più servi e ogni volta che vedeva Kenma gli offriva sempre dei dolcetti che portava dai suoi conoscenti famosi pasticceri, nel quale Kenma dopo averla ringraziata gentilmente e d essere tornato a casa li condivideva con Kuroo che insieme ogni giorno tornavano alle 18:00 a casa.
 
“Sai Kenma” chiamò Kuroo a un tratto, seduto sul divano affianco a Kenma con le coperte a coprire entrambi a guardare un film.
“Cosa?” domandò lui rannicchiato sulla sua spalla.
“Ci vogliamo sposare?” chiese sorridendo Kuroo guardando lo schermo.
“Eh??”
“Si, se ci pensi sarebbe pure ora! Insomma stiamo insieme da anni e anni, abbiamo una casa, un lavoro stabile, l’unica cosa da fare ora è sposarci! Poi chissà più avanti qualche piccola sorpresa…” sussurrò l’ultima frase che Kenma comunque sentì e arrossì , nascondendosi nelle coperte, facendo ridere il compagno.
“Abitudine la tua di nasconderti quando sei imbarazzato eh? Ahahahahah!” rise volgendo la testa alla sua sinistra in cui nel groviglio di coperte si vedeva solo la cute della testa spuntare sulla sua spalla. “Allora che dici?” e si avvicinò al groviglio, “Mi vuoi sposare?” ridomandò.
Ci fu qualche secondo di silenzio in cui Kenma cacciò un po’ la testa per far spuntare gli occhi e guardare Kuroo che sorrideva dolce,  annuendo poi arrossendo ancora di più, tornando a nascondersi.
Kuroo allargò il sorriso e dopo aver arriffato i capelli di Kenma gli baciò la cute, unica parte scoperta, per poi portare un braccio a circondare la salma e portarla più stretta a se, tornando poi a guardare il film, mentre Kenma allargava i due angoli della bocca all’insù, nascosto nel suo nascondiglio per fare una mini festa al suo interno, contentissimo.
 
E ancora si ritroveranno su quel morbido divano col passare dei giorni, mesi, anni, pronti ad affrontare insieme da coppia ogni punto interrogativo che avrebbero trovato dinnanzi a loro, con l’unica certezza che si sarebbero trovati sempre lì qualsiasi cosa accada, in quella casa, seduti su quel divano vicini vicini a sentire i loro cuori battere all’unisono… insieme per sempre qui!
 
 
 
 










 
Angolo autrice!
Eccomi or dunque alla fine di questa storia e serie cari miei!
Alla fine per i nostri micetti, gufetti e anche serpentinetti (?) è finita bene, meno male eh? Ihihihih VIVA QUESTI MAGNIFICISSIMI RAGAZZI!
Grazie a tutti coloro che hanno letto e chi ha anche aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi addirittura ha recensito, quali:
“Kitsune Chan” che mi ha donato i suoi pareri ogni volta che poteva, cioè sempre, grazie!
“saku94” che ha apprezzato la mia storia dal primo capitolo della prima serie fino all’ultimo capitolo della seconda, spero mia grandissima fan che ti abbia soddisfatto<3
“FriNet” che da lettrice silenziosa mi ha fatto sentire il suo giudizio sul mio operato, gesto che ho apprezzato tanto.
Spero che vi sia piaciuto anche quest’ultimo capitolo e la storia in generale, come sempre un vostro parere è ben accetto, anche se negativo ^w^
Spero di vedervi ancora, nel frattempo vi saluto e vi ringrazio dal profondo del cuore!<3
Ciao e baciononi!
A presto!
By animedoro
 
 
 

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