Diario di bordo - Da Konoha a Kumogakure

di Mikke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nave per regalo ***
Capitolo 2: *** Ospiti sulla nave ***
Capitolo 3: *** La Going Merry ***



Capitolo 1
*** Una nave per regalo ***


Naruto e Sakura camminavano silenziosamente lungo le strade illuminate del centro di Konoha. Entrambi pensavano all’ultima missione che avevano eseguito due settimane fa, che però era risultata un grande fiasco. Erano partiti a Yamato e Sai, i nuovi membri del Team 7, per raggiungere il ponte Tenchi, situato nel Paese dell’Erba. Una volta arrivati al ponte incontrarono Kabuto, e dopo uno scontro con Orochimaru lo seguirono fino al suo nascondiglio sotterraneo. Nel nascondiglio segreto di Orochimaru incontrarono Sasuke, dopo tre lunghi anni passati senza la sua presenza. Sasuke, ormai diventato ostile e crudele, volle uccidere i suoi vecchi compagni, ma Orochimaru e Kabuto lo fermarono dicendo che il Team Kakashi li avrebbe aiutati a sconfiggere l’Akatsuki e così essere un passo più vicini alla morte di Itachi. Così i tre scomparvero lasciando Naruto e Sakura con il cuore a pezzi. Il Team 7 ritornò a Konoha, dopo aver fallito la loro missione principale: riportare Sasuke al villaggio della foglia.
Erano passate due settimane dall’incontro con Sasuke. Naruto si era isolato da tutti rimanendo a casa sua da quando era tornato dal Paese dell’Erba, fino a quella sera, quando Sakura bussò alla sua porta e gli chiese di uscire a mangiare da Ichiraku. Sakura voleva sollevare d’umore il povero Naruto, che era rimasto molto male nel vedere come Sasuke era cambiato così tanto in solo tre anni. Sakura aveva visto il ragazzo dai capelli biondi da tanto tempo ed era rimasta preoccupata per lui. Quella sera Naruto non aveva proprio voglia di uscire quella sera, ma non poteva dire di no a Sakura, oppure al ramen del signor Teuchi e di sua figlia Ayame. E poi, non poteva rinunciare ad un “appuntamento” con Sakura-chan. Così chiese a Sakura di aspettarlo per un minuto, tolse il pigiama e indosso dei pantaloncini ed una felpa arancione. Naruto raggiunse la ragazza dai capelli rosa che lo stava aspettando fuori e chiuse la porta a chiave. Era una calda sera d’estate, non si vedeva nemmeno una nuvola nel cielo stellato. Naruto e Sakura camminavano in silenzio, diretti al chiosco. Incontrarono Shikamaru e Choji, i quali il mattino dopo sarebbero dovuti partire per una missione di livello B, in compagnia di Tenten. La missione consisteva nel recuperare delle armi da una fabbrica situata nella parte sud-orientale della Nazione del Fuoco. Dopo aver chiacchierato per diversi minuti con i due membri del Team 10, Shikamaru e Choji si allontanarono dicendo che si sarebbero dovuti preparare per la missione dell’indomani.
Erano all’incirca le otto di sera. Naruto e Sakura avevano superato il negozio di fiori di Ino, e si stavano dirigendo verso la loro meta, quando sentirono una voce molto familiare provenire da sopra le loro teste:
"Jo, Naruto! Sakura!"
"Kakashi-Sensei! Cosa ci fai qui?" chiese Naruto, sorpreso dall'arrivo inaspettato del suo maestro. Il Ninja Copia era rimasto occupato per più di un mese in una missione di livello A al villaggio della Sabbia. Per questo Naruto e Sakura non avevano visto il loro maestro da quando erano partiti per la missione con Yamato e Sai. Ora era seduto sul ramo di una quercia e stava leggendo un libro di quelli che aveva scritto Jiraiya, intitolato “Il paradiso della pomiciata”.
“Buonasera, Kakashi-Sensei! Come è andata la missione?” disse Sakura, mentre scostò una delle sue ciocche rosa dietro l'orecchio.
"Molto bene, non ho dovuto usare nemmeno usare lo Sharingan" rispose Kakashi, mostrando il più sincero dei suoi sorrisi. Chiuse il suo libro e lo mise nella tasca posteriore, dicendo: “Ho delle notizie per voi!”
"Notizie buone o cattive?" chiese Naruto, dubitoso. Ormai sapeva che ci si poteva aspettare di tutto da uno come Kakashi.
"Buone, ovviamente." disse il Ninja Copia, scendendo dall'albero su cui era seduto. Atterrò tra Sakura e Naruto e mise le sue braccia sulle loro spalle, stringendoli affettuosamente. "Vi racconterò tutto, ma prima lasciate che vi offri una ciotola di ramen all'Ichiraku."
"Kakashi-Sensei, come mai così gentile, -tebayo*?" chiese il ragazzo dai capelli biondi, guardando insospettito il suo maestro, che sembrava essersi trasformato completamente in un'altra persona.
“Tsunade mi ha raccontato tutto quello che era successo durante la missione al ponte Tenchi e volevo solo assicurarmi che stavate bene.” rispose il maestro. “Insomma, mi dispiace di non essere potuto venire con voi, tutto qua.”
“Capisco.” disse il ragazzo dagli occhi azzurri, annuendo. Sapeva che Kakashi in parte si sentiva in colpa per come Sasuke era cambiato. Lui era il maestro del superstite del clan Uchiha, avrebbe dovuto intuire che Sasuke avrebbe fatto di tutto per vendicare il suo clan, pur di dare il suo corpo ad Orochimaru.
Appena arrivati al chiosco Kakashi ordinò due ciotole di Miso-ramen per i suoi allievi e si sedette su una delle sedie girevoli. Naruto e Sakura erano impazienti di sapere sulle notizie di cui Kakashi aveva parlato prima. Il Ninja Copia, a volta sua mise una mano nella tasca, prese il suo libro e cominciò a leggerlo. Passò circa un minuto di completo silenzio, finché Sakura non riuscì più a trattenersi e esclamò, con occhi luccicanti come smeraldi:
“Allora, Kakashi-Sensei, sputa il rospo!”
“Scusa, scusa, stavo solo pensando ad una cosa…” disse il Jonin, congiungendo le mani in segno di perdono, e facendo cadere involontariamente il suo prezioso libro. Si chinò a terra e raccolse il libro, poi disse: “Oggi ero andato a fare rapporto a Tsunade per l’ultima missione e lei mi raccontò della vostra missione. Mi ha detto che tu, Sakura, sembravi molto triste quando eri andata nel suo ufficio per fare rapporto con Yamato. Ha detto che non aveva visto Naruto da quando era tornato dal Paese dell’Erba e che era preoccupata per lui. Era dispiaciuta perchè Sasuke era diventato completamente un’altra persona, che vi aveva persino aggrediti. E così decise di darvi un regalo, come un dono per il vostro impegno.” Teuchi, il vecchietto che cucinava all’Ichiraku, aveva intanto posato le due calde ciotole di ramen sul banco, augurando buon appetito.
“Grazie per il cibo, dattebayo!” disse Naruto, annusando il delizioso profumo proveniente dai noodles.
“Non c’è di che, Naruto!” poi aggiunse: “Sakura-chan, Kakashi-san! Che piacere rivedervi!”
“Buonasera!” disse Kakashi, sorridendo. Quando il vecchietto sparì dietro alle tende, i tre membri del Team 7 continuarono il loro discorso.
“Ebbene?” disse Sakura, impaziente di sapere cosa Tsunade le avrebbe mai potuto donare. Naruto, invece, aveva già iniziato a mangiare il proprio ramen.
“Ecco… Tsunade vi ha regalato…” Ora anche Naruto aveva smesso di mangiare e i suoi allievi lo guardavano in un modo così intenso che non si sarebbe sorpreso se il loro sguardo avrebbe potuto folgorarlo da un momento all’altro. Così disse, tutto d’un fiato:
“Tsunade vi ha regalato una nave!”
“Cosa?!!” esclamarono i due sedicenni, in coro. Erano rimasti tanto sorpresi che rimasero in silenzio per alcuni secondi, finché Sakura chiese: “Una nave? Kakashi-Sensei, spiegati meglio!”
“Beh, sì, in pratica è una caravella a vela triangolare. Tsunade vi ha regalato una vacanza in mare.  A bordo della nave non ci sono marinai, quindi è praticamente la vostra. Avete il permesso di utilizzarla quando volete, durante i vostri giorni di vacanza. Ovviamente viaggerò  con voi , se me lo concedete.” disse Kakashi, e un sorriso spuntò sulla sua maschera. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo tra loro.
“Dobbiamo ancora pensarci, maestro. Dubito che riuscirò a sopportare un altro dei tuoi libri a bordo della mia nave.” disse Naruto, tentando uno scherzo. “E poi, avrei intenzione di portare qualcun altro insieme a me.”
Kakashi fece finta di essere rimasto offeso, ma non riuscì a trattenersi a lungo e scoppiò in risate. Ben presto anche i suoi allievi seguirono il suo esempio e le loro risate echeggiarono in tutte le vie di Konoha.

“L’hai già vista?” chiese Naruto al suo maestro. I suoi grandi occhi celesti scintillavano nel buio. Dopo aver mangiato i tre avevano deciso di fare una passeggiata al parco. Stavano camminando su un sentiero ed erano affiancati da una fila di aceri, mentre le stelle in cielo splendevano più intense che mai.
“Intendi la caravella? No, non l'ho ancora vista. Ti ho già detto che appena Tsunade mi ha parlato della nave, sono andato da voi per riferire il messaggio.” spiegò Kakashi per la seconda volta.
“Quindi andremo in viaggio solo noi tre del Team 7?” chiese Sakura, sbadigliando.
“No, no.” rispose il maestro. “Ognuno di voi avrà la possibilità di portare con sé un ospite, quindi scegliete con cura. Ah, giusto…” aggiunse il Jonin. “Non potete portare con voi nessuno che faccia parte di un Team. Una vacanza potrebbe solo scombussolare tutti i loro piani e le missioni che devono eseguire.” concluse Kakashi, mettendo le mani sulla nuca, ovviamente coperta dalla maschera di stoffa.
“Quindi non possiamo portare con noi nè Ino nè Hinata?” disse la ragazza, riluttante.
“E neanche Shikamaru, -tebayo?”
“Esatto.” confermò il Ninja Copia.
“Oh, per me non c’è nessun problema, ho già deciso chi porterò con me.” dichiarò Naruto, facendo scivolare una mano sui capelli biondi.
“Chi?” chiese Sakura, incuriosita. Ma Naruto non fece tempo a rispondere perchè una figura verde si stava avvicinando a loro con massima velocità.
“Naruto-kun! Sakura-chan!”
“Come va, Lee?” chiese la ragazza quando Rock Lee si fermò vicino a loro, ansimando. Indossava, come al solito,  la sua tuta verde e il suo giubbotto da chunin, mentre sulle caviglie portava degli scaldamuscoli arancioni. Gocce di sudore scendevano sulla sua fronte.
“Bene, sto facendo un allenamento notturno. Mi dispiace, non posso fermarmi a lungo. La passione arde dentro al mio cuore. Lo sai, si è giovani solo una volta! Ci vediamo, Sakura-chan!” disse il ragazzo dai capelli a caschetto tutto d’un fiato, poi se ne andò più veloce di quanto fosse venuto.
“Dunque, chi inviterai?” ripeté Sakura.
“Beh…” Naruto si fermò a guardare la ragazza dai capelli rosa: “È una sorpresa!” esclamò, facendo un sorriso a trentadue denti.
“Comee?! Bakayaro*¹!” lo rimproverò la Chūnin, colpendolo sulla testa.
“Sa-Sakura-chan, mi fai male…” balbettò il biondo, spaventato dalla forza della sua temibile compagna di squadra.
“Tu chi hai scelto come ospite, Sakura?” domandò Kakashi, in un tentativo di cambiare discorso.
“Non lo so…” rifletté Sakura “Le uniche donne che forse vorrei avere a bordo con me sono Kurenai, Anko oppure Shizune, ma immagino che siano tutte molto occupate. Quindi…”
“Non hai bisogno di decidere adesso. Partiremo tra una settimana.” disse Kakashi, in modo comprensivo.
“Un’ultima domanda, Kakashi-Sensei. Quanto durerà il viaggio?” chiese Naruto.
“L’Hokage-sama vi ha dato 45 giorni di vacanza.”
“Un mese e mezzo? Credevo due settimane, come farò ad allenarmi?” domandò il ragazzo, affondando le mani nelle tasche della felpa arancione.
“Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo.” rispose il maestro facendo l’occhiolino. Poi aggiunse, dopo aver sbadigliato: “Ragazzi, si è fatto tardi. È meglio che ritorni a casa. Buonanotte!”
“A domani, Kakashi-Sensei!” pronunciarono gli allievi, prima che il Jonin scomparve in una nuvola di fumo.
 

Angolino dell’autore (o dell’autrice, chi lo sa?):
Salve a tutti, ho quattordici anni e ovviamente adoro scrivere, soprattutto su Naruto. Questa è la mia prima fanfic. Spero che l’avete trovata interessante. Uscirà un nuovo capitolo ogni martedì, a partire dalla prossima settimana. Quindi per favore, recensite e commentate ò_ò.  Un saluto a tutti, Mikke.

P.S: Chi inviteranno Naruto e Sakura come ospiti sulla caravella? Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo! ( Haha, mi sembra di essere uno di quei conduttori alla fine dei TV show… ò_ò)

* Per chi non lo sapesse, -tebayo è un'abbreviazione di dattebayo, una parola che viene spesso detta da Naruto alla fine di una frase. In realtà la parola non ha alcun significato. Nell'anime in inglese, dattebayo viene sostituito da: “Believe it!”, che in italiano vuol dire “Credici!”

*¹Bakayaro vuol dire stupido in giapponese.

 

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Capitolo 2
*** Ospiti sulla nave ***


“Buon giorno, Ino!” esclamò Sakura, raggiante. Erano passati due giorni da quando Kakashi-Sensei aveva annunciato la magnifica notizia e non vedeva l’ora di partire per il mare e vivere un'esperienza alquanto unica, con i suoi compagni di squadra. Fatto sta che ancora non sapeva chi avrebbe portato con sé. La ragazza dagli occhi verdi si era svegliata molto presto quella mattina. Quindi, subito dopo aver fatto colazione bevendo del tè verde, aveva deciso di fare un’ultima visita al negozio della sua migliore amica, prima di partire per il viaggio.
“Sakura! Cosa ti porta qui?” disse la bionda, alzando lo sguardo dai fiori viola che stava sistemando in un vaso di ceramica. Non aveva visto Sakura da molto tempo e si chiedeva dove fosse finita. Nonostante ciò, sapeva tutto sulla missione al covo di Orochimaru.
“Volevo solo farti una visita, negli ultimi giorni sembravi molto occupata con i clienti e non volevo disturbarti.” rispose Sakura, mostrando un sorriso.
“Hai ragione.” ammise Ino. “Qua gli affari vanno a gonfie vele, quindi purtroppo ho dovuto lavorare al negozio più tempo del previsto. Posso aiutarti con qualcosa?” aggiunse poi, sorridendo a sua volta. Anche se Ino sembrava contenta, in verità era stata rimasta scioccata quando aveva saputo di Sasuke e non si era ancora ripresa del tutto.
“A proposito di gonfie vele, volevo dirti che tra cinque giorni partirò per un viaggio in mare con Naruto e Kakashi-Sensei, e temo che non ci potremo incontrare per più di un mese.”
“Davvero?” chiese la ragazza dagli occhi celesti, incredula. Non volle fare altre domande, non era proprio del giusto umore per sostenere una discussione, quindi si limitò a dire: “Se ti serve una mano in più puoi sempre contare su di me.”
“Grazie, Ino.” la ringraziò Sakura. “A dire la verità, avrei bisogno di nuovi fiori per la mia stanza. Che ne dici di quei tulipani?” domandò la ragazza, indicando dei tulipani che stavano su un banco vicini a Ino.
“Ottima scelta.” rispose la bionda. Prese in mano il vaso di tulipani rossi e lo impacchettò in una busta di plastica. “Ecco qua!” aggiunse poi, porgendo la busta a Sakura. Sakura le diede un forte abbraccio. La ragazza dai capelli rosa uscì dal negozio con passi sicuri, facendo suonare le campanelline al di sopra della porta.

 

*     *    *

 

“Quindi Naruto, come stai?” chiese l’uomo seduto accanto a Naruto. Entrambi si stavano godendo del buon ramen all’Ichiraku.
“Io sto bene, Iruka-Sensei.” rispose il biondo. “Ma tu non sembri in ottima forma.” aggiunse poi, guardando il Chunin dai capelli castani. Il naso di Iruka era di color porpora e le sue mani tremavano leggermente.
“No, infatti.” confermò il maestro. “Poco dopo che sei tornato dalla missione mi sono preso un influenza. Non mi aspettavo che venissi a trovarmi oggi, dopotutto non ti vedo da tre settimane.” Prese le bacchette dall'involucro di carta e le appoggiò alla ciotola di ramen. “Ma non potevo dire di no ad una serata con te. Comunque adesso sto un po megl… Etchu!”
Iruka venne interrotto da uno starnuto. Prese un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e si asciugò il naso. “Giusto Naruto…” continuò il Chunin. “Non volevi chiedermi qualcosa?”
“Eto*...” rispose Naruto imbarazzato. Non aveva mai visto il suo maestro in quelle condizioni prima d’ora. “Diciamo che voglio offrirti una vacanza, dattebayo.”
“Una vacanza?” chiese Iruka incuriosito, dopo aver soffiato il naso nel fazzoletto di seta per la seconda volta.
“Si, una vacanza in mare.” continuò il ragazzo. “L'Hokage ci ha offerto una nave, -tebayo. Kakashi-Sensei ha detto che io e Sakura faremo un viaggio per il mare, che durerà per un mese e mezzo, e che ognuno di noi potrà portare un ospite con sé a bordo della nave.”
“Davvero?” esclamò Iruka, raggiante. “Yabai*¹! Aspetta un attimo…” aggiunse poco dopo, grattandosi la cicatrice sul naso. “Quindi io sarei uno degli ospiti di cui stai parlando? E cosa c'entra Kakashi-san?”
“Visto che tu non ricomincerai ad insegnare fino all’inizio dell’autunno, ho pensato che potresti venire con noi. Ci sarà anche Kakashi-Sensei.”spiegò Naruto.
“Sokka*². Mi dispiace Naruto, ma…”cominciò Iruka.
“Ma cosa, -tebayo?” lo interruppe il biondo, con la bocca piena di ramen.
“Ecco io non sono sicuro di poter venire.” disse Iruka, evitando di incontrare lo sguardo del biondo.
“Ho un sacco di compiti da correggere e documenti da compilare. Sarò molto occupato questa estate e sinceramente, non credo che il Godaime*³ Hokage mi permetterà di lasciare Konoha se non per una missione. Inoltre, come hai notato, non sono in ottima forma... ”
“Capisco…” rispose Naruto poco dopo. Nonostante la sua voce aveva un tono triste, si sforzò di mostrare un sorriso. “Spero che riesci a trovare un po’ di tempo per divertirti durante l’estate, Iruka-Sensei.”
“Lo spero anch’io.” Iruka, che conosceva Naruto da ormai diversi anni, aveva notato la tristezza nella voce del suo allievo, e come il ragazzo si sforzava ad essere comprensivo sebbene non era il suo punto forte. Era così fiero di Naruto, ma sapeva che c’era un unico modo per ripagarlo.
“Puoi contare su di me, Naruto!” esclamò il Chunin, più forte di quanto immaginasse. Si alzò dalla sedia dell’Ichiraku allo stesso momento in cui pronunciò la frase. Alcune persone, compreso Teuchi e delle persone che solo passavano di lì per caso, girarono la testa verso Iruka. Iruka, sentendosi osservato, si sedette di nuovo sulla sedia del chiosco, mentre le sue guance si coloravano di rosso.
Afferrò le bacchette e iniziò a riempire la bocca di ramen per evitare che altre parole uscissero involontariamente dalla sua gola.
“Come dici, Iruka-Sensei?” domandò Naruto sorpreso. “Hai cambiato idea?”
“Mhm.” annui il maestro, mostrando un sorriso, per poi starnutire un’altra volta.
“Magnifico!” esclamò Naruto, raggiante. “Benvenuto a bordo, Iruka-Sensei!”
“Cosa sta succedendo qui?” Iruka e il suo allievo sentirono una voce venire da dietro alle loro spalle. La voce proveniva da Kakashi, che in quel momento si stava chinando sulle spalle di Iruka. Naruto si voltò verso il Jonin, mentre Iruka si limitò a guardare la sua ciotola di ramen. Sentiva così forte la presenza del ninja elite ed il profumo di zuppa di miso che egli emanava.
“Ho sentito la tua voce, Iruka-Sensei.” continuò Kakashi. “Tutto a posto?”
“Certo, Kakashi-san. Vi prego, unitevi a noi.”disse Iruka in modo formale, eppure non aveva ancora il coraggio di incontrare lo sguardo di Kakashi.
“Se proprio insisti...” Kakashi si sedette sulla sedia di fianco a quella del Chunin. “Immagino che Naruto ti ha già raccontato della nave.” Iruka annui.
“Quindi verrai con noi?” domandò Kakashi, calmo come al solito.
“Esatto.”rispose Naruto al posto di Iruka, entusiasta.
“Cosa hai che non va?” disse Kakashi rivolgendosi al castano. “La tua voce è strana.”
Improvvisamente Kakashi si avvicinò al volto di Iruka. “E il tuo naso è rosso.” Ben presto anche le guance di Iruka si tinsero dello stesso colore del suo naso. “Sei malato?”domandò infine il Jonin, prima di ritirarsi sulla sua sedia.
“Ho preso l'influenza.” rispose Iruka freddamente.
“Ah sì? Allora spero che guarisci presto, Iruka-Sensei. Qualcuno sa che ore sono?” chiese Kakashi.
“Sono le cinque e mezza, Kakashi-Sensei.”rispose Naruto.
“Mi dispiace dovervi lasciare così presto, ma sono in ritardo di almeno due ore. E come ha detto Naruto prima, benvenuto a bordo, Iruka-Sensei!” detto questo, Kakashi sparì in una nuvola di fumo, seguito dallo starnuto di Iruka.

 

*     *     *

 

Ormai il sole era già tramontato e Sakura camminava tra le strade di Konoha. La sua testa era piena di pensieri. Era piuttosto difficile scegliere chi si sarebbe dovuta portare per il viaggio. Né Ino, Tenten o Hinata erano disponibili, perciò avrebbe per forza dovuto scegliere un adulto come compagna.
Shizune era come la mano destra dell’Hokage, quindi sarebbe stata troppo occupata per una vacanza; Kurenai doveva allenare il Team 8 e Anko doveva preparare l’esame di selezione dei Chunin. Un pensiero le passò per la testa. Non c’era altra scelta, avrebbe dovuto portare con sé un… maschio. Aoba? Troppo noioso. Kotetsu? No, non si staccherebbe mai da Izumo. Genma? Parla troppo. Gai? Neanche. Per. Sogno. L’unica persona che avrebbe potuto sopportare per almeno un mese e mezzo era…
“Miaooo!” un gatto grigio atterrò pochi centimetri da Sakura, poco dopo Sakura sentì una voce familiare gridare a tutta Konoha: “Odio i gatti! Li odio, li odio, li odio!”
Una faccia apparve dalla finestra sopra a Sakura per assicurarsi che il gatto non era caduto su qualcuno.
“Yamato-Taichou? Perchè mi ha appena tirato addosso un gatto?”
“Mi dispiace Sakura, non era intenzione.”disse Yamato dalla finestra.
“Mi devi una spiegazione. Adesso.”
“Lo so, aspetta un attimo che scendo da te.”

 

7 minuti dopo

 

“Quindi, Yamato-Taichou, se ho capito bene tu detesti i gatti, per questo che hai lanciato il gatto dei tuoi vicini dalla finestra.”
“E tu, Sakura, vuoi offrirmi una vacanza che durerà più o meno un mese e mezzo su una caravella in mezzo al mare con te, Kakashi-Sempai, Naruto e un’altra persona.”
“Esatto.”All'improvviso gli occhi di Yamato si illuminarono: “Ad una condizione.” disse mostrando un sorriso malizioso.
“E perché dovrei? Posso portarmi chiunque altro con me in vacanza.”
“Allora fammi un favore.”
“Ci sto, ma sarai in debito con me.”
“Trova un modo per cacciare via tutti i gatti dalla casa mia così che non entrino più quando apro la porta per uscire di casa.”
“Affare fatto.”

 

15 minuti dopo

 

“Finito. Ho piantato delle lavande nel tuo giardino.”
“Questo come risolve il mio problema, Sakura?”
“Siccome i gatti odiano il profumo delle lavande, non si avvicineranno più al tuo giardino. Ci vediamo.”
“Aspetta, come facevi a saperlo?”
“Ino me l'ha detto.”
“La figlia di Inoichi Yamanaka?”
“Mhm. Scusami Yamato ma devo andare adesso. Accetti la proposta?”
“Quale proposta?”
“La vacanza in mare”
“Se Tsunade me lo permetterà, allora sarò lieto di venire con voi.”
“Buonanotte.”
“Buonanotte Sakura.”
Così Sakura si incamminò verso casa sua, chiedendosi se aveva fatto la scelta giusta.




Angolino dell’autore (o dell'autrice, chi lo sa?):
Mi scuso se questo capitolo forse può sembrare un po’ noioso, ma voglio che il prossimo capitolo parli solo della partenza ù_ù. Ho avuto l'idea di inserire delle parole giapponesi nel testo (non che io sappia parlare il giapponese, quindi queste sono solo parole che sento quando vedo l’anime ò_ò). Comunque, ditemi se è una buona idea o se un po’ scomodo scrollare fino alla fine della pagina per leggere il significato delle parole. Un saluto a tutti, Mikke.

P.S: Avete notato quante volte scrivo "quindi"?(Scrivete nelle recensioni se il dialogo tra Yamato e Sakura fa schifo o no ò_ò)

* “Eto” vuol dire “ecco”, in pratica si una usa quando non sai cosa dire.
*¹ ”Yabai” vuol dire “magnifico” o “fantastico”.
*² ”Sokka”vuol dire “capisco”.
*³ “Godaime” vuol dire quinto, quindi “Godaime Hokage” vuol dire “Quinto Hokage”, quindi Tsunade.

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Capitolo 3
*** La Going Merry ***


“Bip bip bip!”
Iruka si svegliö di soprassalto al suono della sveglia, che segnava le 5:00. Si sedette sul letto e spense la maledetta sveglia, facendola cadere sul pavimento. La lasciò dove era e fece una doccia fredda. Non riusciva a togliersi dalla testa la faccia di Kakashi, quando gli chiese se stava bene.
Perchè dovrebbe mai importarli se sto bene o no?” pensò il Chunin, versando un’intera bottiglia di shampoo nei capelli. Uscì dalla doccia e dopo aver pettinato con cura e asciugato i capelli, li raccolse in una corta coda di cavallo. Prese un asciugamano dall'armadietto e lo fissò all’altezza dei fianchi.
Anche se, a dir la verità, non intendevo essere così scortese.” rifletté il castano. Si era sempre comportato in un modo piuttosto formale con Kakashi, invece il Jonin lo trattava come un amico. In quel momento Iruka si accorse di non essere arrabbiato con Kakashi, ma solo con sé stesso. In un certo senso Iruka si sentì in colpa per essersi comportato così freddamente con Kakashi.
Andò in cucina e preparò del  caffè, poi prese la divisa da ninja dal suo armadio e cominciò a vestirsi. Il Chunin aveva già sistemato tutte le cose che si sarebbe portato in viaggio in uno zaino la sera prima, compreso due libri. Il primo era intitolato “Un briciolo di passione”, un libro di cinquecento pagine che il maestro riteneva molto coinvolgente ed allo stesso tempo educativo. Il secondo era intitolato “Le tattiche della pomiciata” e parlava di… beh, era piuttosto ovvio di cosa parlava. Non che Iruka fosse interessato in certe cose, ma aveva trovato il libretto nascosto tra alcuni cespugli del parco e, essendo sicuro di chi appartenesse il libro, decide di restituirlo al proprietario. Nonostante ciò, il libro era rimasto in un angoletto dell’armadio di Iruka per più di tre mesi, dimenticato dal resto del mondo fino alla sera precedente.
Iruka prese il coprifronte dal comodino e lo legò sulla nuca. Sentì la moka fischiare, quindi si affrettò a spegnere il fornello. Anche se Iruka sembrava molto ordinato e disciplinato di fronte ad altri ninja, la sua casa era un totale disastro. Sette pile di documenti che erano stati posate sulla scrivania in attesa di essere compilate, minacciavano di cadere sul pavimento di legno, che era ormai completamente coperto dai vestiti. Nella cucina regnava il totale caos, tra montagne di piatti sporchi e sacche di immondizia. Iruka alzò lo sguardo per vedere l'orologio, il quale segnava le 5.32. Versò del caffè in una tazza e lo sorseggiò rumorosamente, pensando a ciò che lo aspettava. La nave avrebbe lasciato il porto alle otto, ma per sicurezza Iruka decise che avrebbe raggiunto il porto già alle sei. Il castano posò la tazza già vuota vicino a delle bucce di mandarino sparse sulla tavola e cominciò a butttare i vestiti da una parte all’altra, in preda di trovare i suoi sandali ninja. Dopo averli indossati, afferrò il suo zaino e lo sistemò sulle spalle, poi spense tutte le luci di casa e controllò che i fornelli non fossero accesi. Uscì di casa e dopo aver chiuso la porta a chiave, fece un sospiro e cominciò a camminare verso il porto. Il sole era appena tramontato e Iruka sentì il suono degli uccelli che cinguettavano al di sopra della sua testa.
Questa giornata è cominciata bene, dopotutto…” pensò, mentre camminava tra le vie di Konoha. Girò un ultimo incrocio, quando si accorse di aver raggiunto il porto. Una decina di maestose navi fluttuavano una accanto all’altra, l’unica cosa che Iruka ora doveva fare era trovare la nave su cui avrebbe viaggiato. Vide dei marinai in lontananza che stavano caricando delle merci su una nave e si affrettò a raggiungerli.
“Scusate, sapete quale di queste navi partirà per Kumogakure?” domandò il Chunin cortesemente.
I due marinai borbottarono qualcosa incomprensibile, facendo finta che il ninja non esistesse.
“Non prenderla sul personale, fanno così con tutti.” disse una voce dietro ad Iruka.
Iruka si girò di soprassalto e fece un salto all’indietro, posando la mano sopra alla tasca che conteneva i kunai, allo stesso tempo in cui prese una posizione di difesa. Scoprì di trovarsi davanti ad un uomo piuttosto strano, con un cappello di lana e delle corna di capra sulla testa. L'uomo indossava inoltre un collare di lana. Iruka presumò che il tizio non fosse tanto pericoloso, quindi decise di abbassare la guardia e raddrizzo la schiena.
“Sumimasen*, ero convinto di essere solo.” rispose gentilmente. “Cosa stava dicendo?”
“Non preoccuparti.” disse il tizio dal cappello di lana, sorridendo. “Mi chiamo Merry e tra poco viaggerai sulla mia nave, la Going Merry.”
“Quindi lei è il proprietario della caravella?”chiese Iruka, grattandosi la cicatrice.
“Esatto.” confermò Merry. “E quelli là…” disse, indicando i due marinai. “Quelli stanno portando delle merci nella stiva della nave.”
Girò la testa e notò che i marinai con cui aveva parlato due minuti fa erano diretti verso una nave non molto lontana, alta più o meno 15 metri. La prima cosa di cui Iruka si accorse fu che la nave assomigliava molto al suo proprietario. La polena aveva la forma di una testa di capra, bianca con delle corna color beige.  Un cannone spuntava dalla prua, l'albero maestro si innalzava contro al cielo arancione. Dall'albero maestro spuntava una piccola vela nera, con un teschio disegnato sopra. Iruka si chiese come mai il teschio avesse un cappello, o perché c’era un teschio disegnato sopra alla vela dell’albero maestro. Stava per parlarne con il proprietario, quando Merry ordinò a dei marinai di spiegare le vele per una prova. Appena la vela fu spiegata, il ninja rimase a bocca aperta. Sulla vela principale era stato dipinto un teschio enorme, molte volte più grande di quello sulla vela nera.
“Okay, potete ritirare la vela!” ordinò Merry, parlando in un altoparlante.
“Perché?” chiese Iruka, ancora incredulo.
“Scusatemi?” disse Merry, non avendo capito cosa il ninja intendeva.
“Perché dobbiamo viaggiare in una nave pirata?” domandò Iruka, indicando con entrambe le mani la nave.
“Quella non è una nave pirata, quella è una caravella con un teschio disegnato sopra.” disse Merry, mostrando un ampio sorriso.
“No, quella è una nave pirata.” affermò la ragazza che veniva verso di loro. La ragazza indossava degli abiti da ninja e portava dei guanti di seta.
“Buongiorno Sakura!” esclamò Iruka.
Sakura lo ignorò, rivolgendosi direttamente all’uomo in costume: “Ho due domande per te:” disse Sakura, sedendosi sopra ad una cassa di legno: “Come mai la nave ha un teschio con un cappello di paglia sulla vela? E come mai hai un capello di lana in testa?”
Merry sembrò un po’ offeso quando spiegò che quello che aveva in testa non era un cappello, ma i suoi veri capelli, così come le corna. Poi aggiunse che il teschio solo una decorazione e niente di più.
In quel momento venne Yamato, seguito da un piccolo gatto persiano. Il gatto era bianco, con una macchia nera sulla schiena.
“Non hanno funzionato le lavande?” chiese Sakura. Era stata sicura che i fiori avrebbe tenuto lontani i gatti dalla casa di Yamato, ma in qualche modo non erano serviti.
“Le lavande sono riuscite ad allontanare i gatti da casa, ma non da me.” rispose Yamato, tentando un sorriso. “Buongiorno Iruka.”
“Ohajo*, Yamato-san.” rispose Iruka.
I tre ninja continuarono a parlare del più e del meno, finché non videro Naruto correre verso di loro.
“Buongiorno!” esclamò Naruto ansimante. “Sono in ritardo.”
Iruka diede uno sguardo al suo orologio da polso: “Niente affatto, anzi sei in anticipo. Partiremo tra mezz'ora.”
“Grazie al cielo. Un attimo…” aggiunse, guardandosi intorno. “Dov’è Kakashi-Sensei?”
“Non è ancora arrivato.” disse Sakura sospirando. “Giuro che se arriva in ritardo gliela farò pagare...”

*       *       *

Erano passate da poco le otto ed non c'era ancora nessuna traccia di Kakashi.
“Dove si è cacciato?” borbottò Sakura furibonda. Cominciò a tirare in uno dei suoi guanti.
“Arriverà di sicuro, aspettiamo ancora un po’.” disse Iruka, cercando di calmare Sakura.
“Sono stanca di aspettare, qualcuno dovrebbe andare a casa sua per portarlo.” commentò Sakura.
Un silenzio insolito regnò tra i ninja. “Va bene!” disse Sakura, poco dopo. “Visto che nessuno di voi gentiluomini vuole fare due passi fino a casa sua, ci vado io.” Sakura fece un sospiro e cominciò a camminare verso il centro di Konoha.
“Aspetta…” disse Iruka. Sakura si voltò verso il maestro. “Ti accompagno io.” propose Iruka.

Erano le otto e mezza quando Iruka e Sakura bussarono alla porta. Nessuna risposta. Sakura bussò un’altra volta, più forte. I ninja sentirono dei passi e la porta fu aperta da un uomo in canottiera e shorts con i capelli in aria.
“Che c’è?” chiese l’albino scortesemente, grattandosi gli occhi. Aprì gli occhi e quando vide l’espressione sul Sakura e Iruka cambiò subito tono di voce: “Sakura, Iruka, che bella... sorpresa!”
“Già, che bella sorpresa! Non sai quanto ti abbiamo aspettato, dovevamo partire mezz’ora fa.” lo rimproverò Sakura.
“Lo so, lo so, non ho sentito la sveglia, tutto qua” fece un ampio sorriso. Anche se quasi tutta la faccia di Kakashi era coperta, il suo occhio destro era più che sufficiente a mostrare le sue emozioni.
“D’accordo.” disse Sakura, comprensiva.
Ora Iruka si era stancato. Non ne poteva più del comportamento nonchalante di Kakashi. O come Kakashi poteva sfuggire così facilmente ai suoi errori mentre altre persone come Iruka dovevano sgobbare per rimediare ad un solo sbaglio, come ad esempio al lavoro. Se Iruka non consegnava dei documenti in tempo o se veniva in ritardo rischiava di venir licenziato.
“Dovresti assumerti le tue responsabilità, non puoi ritardare di mezz’ora un giorno come questo.” le parole uscirono involontariamente dalla bocca di Iruka.
“Cosa sei venuto realmente a fare qui, Chunin? A farmi la predica?”
Il commento di Kakashi l’aveva ferito. In più lo aveva chiamato Chunin, non come lo chiamava di solito, ovvero “Iruka-Sensei”. Decise di sostenere lo sguardo ormai annoiato di Kakashi.
“No, sto solo dicendo che potresti essere un po’ più responsabile ed evitare di arrivare sempre in ritardo, come faccio io, sia al lavoro che durante la giornata.” ormai ad Iruka non importava più di come avrebbe reagito il Jonin.
“Non credo ci siamo capiti. Tu sei responsabile per i tuoi allievi al lavoro, ma io per vite umane. Potrò anche avere il privilegio di venire un po’ in ritardo, non credi? Non c’è confronto tra me e te, Chunin.” il volto di Kakashi assumo un'espressione provocatoria, quasi volesse stuzzicare Iruka.
“Quindi tu credi che io och te non siamo ugualmente degni solo perchè abbiamo ranghi diversi?” fece un passo in avanti, avvicinandosi a Kakashi. Voleva sapere cosa il Jonin pensava veramente di lui.
“Quello che sto cercando di dirti è che...”
“Smettetela!” disse Sakura, interrompendolo. “Gli altri ci stanno aspettando al porto, dobbiamo raggiungerli.”
“Vado a prepararmi.” mormorò Kakashi, sbattendo la porta in faccia ad Iruka.
Iruka arrossì. Era stato lui stesso ad insegnare a Sakura di non litigare con Ino quando studiava all’Accademia, ed adesso stava facendo l'esatto contrario di fronte alla sua allieva.
“Scusa…” disse Iruka imbarazzato. Le sue guance si tinsero di rosso. “Non avrei dovuto discutere con Kakashi. Ma…”
“Ma cosa?” Sakura lo incoraggiò a continuare.
“Ma ogni volta che lo vedo non riesco a non pensare a quanto lui sia molto più bravo di me e in certo senso, lui sembra…” Iruka si grattò la cicatrice sul naso, cercando di trovare la parola giusta.
“Irraggiungibile.” Sakura completò la frase.
“Esatto.” annuì Iruka. Si sedettero sulle scale davanti alla porta in attesa di Kakashi, ma giusto in quel momento la porta si aprì violentemente colpendo la testa di Iruka. Il maestro si alzò di colpo e fece una smorfia di dolore. Kakashi si voltò verso Sakura.
“Non riesco a trovare la mia divisa.” disse Kakashi, grattandosi la testa. “Mi sa che lo persa, haha. Comunque, vi raggiungo tra due secondi. E tu, Iruka-Sensei, cerca di non trovarti sempre tra i piedi.” aggiunse e sbattè la porta prima che Iruka potesse ribattere.
“Sono nei guai” mormorò Iruka a se stesso.

*       *       *

“Grandioso!” commentò Kakashi quando si trovò di fronte alla Going Merry.
I cinque ninja, seguiti da Merry e dal gatto di Yamato, attraversarono l’oscillante ponticello che portava alla nave ed entrarono nel castello di poppa. Camminarono lungo un largo corridoio che portava due stanze: a destra si trovava una cucina, mentre delle scalette a sinistra portavano ad un’ampia stanza, larga 5 metri e lunga 6. Il pavimento della stanza era occupato da un morbido tappeto persiano, mentre ai lati della stanza vi erano due grandi divani di tessuto; il primo era un divano angolare, mentre il secondo era uno da due posti. Entrambi i divani erano rossi. Iruka entro nel salone e si guardò attorno. Un pesante lampadaio illuminava la stanza. Di fianco al divano si innalzava un’alta libreria, ed in un angolo si poteva notare una poltrona. La stanza era inoltre tappezzata con cuscini di ogni dimensione. Naruto raggiunse Iruka, borbottando qualcosa su come la poltrona assomigliasse ad una nuvola gialla, ma Iruka non ci fece caso. Stava ancora pensando su come Kakashi, che in quel momento stava girando la cucina con Sakura e Yamato, l’avesse ferito. Non che Kakashi avesse detto qualcosa insensata, era vero che Iruka non completava delle missioni di grado A oppure S ogni mese. Ciò però non spiegava perché Kakashi era stato così rude con lui, dicendogli di non mettersi nei piedi invece di chiedere scusa per averlo colpito in testa.
“Allora, come vi sembra il design?” domandò Merry quando i ninja - gatto compreso - si riunirono nel salone.
“Kawaii*¹.” rispose Kakashi, con uno sguardo annoiato.
“Dove portano le quattro porte lungo il corridoio?” chiese Yamato, curioso.
“Tre porte vi porteranno alle vostre stanze, due stanze per i maschi ed una per la ragazza, mentre la quarta - quella più vicina alla cucina - porta al bagno. Potete raggiungere la stiva attraverso delle scale vicino all’albero maestro.”
“Cosa ci fanno dei mandarini sulla nave, -tebayo?”
“Temo di non saper rispondere a quella domanda, ragazzo. Adesso, se non vi dispiace, ho un impegno.” disse Merry, dando uno sguardo all'orologio da polso. Detto ciò, l'uomo dai capelli di lana girò i tacchi e sgattaiolo fuori dal salone verso il ponte della nave.

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