Il nostro angolo di mondo

di Mitsuki no Kaze
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima pigra mattina ***
Capitolo 2: *** «Se non ci fossi, bisognerebbe inventarmi!» ***
Capitolo 3: *** Quando le maratone di film notturne non vanno come speri ***
Capitolo 4: *** Le inaspettate conseguenze di una tazza rotta ***



Capitolo 1
*** La prima pigra mattina ***


La prima pigra mattina
Prompt 10: “But first coffee”
Numero parole: 430
 
 

Tooru non aveva mai amato tanto la domenica mattina come in quel momento. Il trasloco a Tokyo era stato più distruttivo di quanto si sarebbe mai aspettato e dopo una settimana passata a montare mobili e a svuotare scatoloni, poteva finalmente godersi un'intera mattinata di relax, sotto le coperte e tra le braccia del proprio ragazzo.

Certo, la cosa poteva risultare ben più romantica se Hajime non stesse russando come una locomotiva a vapore, mentre un rivolo di saliva gli colava da un angolo della bocca, ma a Oikawa andava anche bene così, purché il braccio del compagno gli cingesse il fianco e lo tenesse stretto a sé, nonostante il sonno.

Tooru scivolò un po’ di più sul sul corpo, poggiando la testa sul sul petto e abbracciando il suo torace, godendo del calore emesso da Hajime e coccolato dal suo rumoroso respiro.

Rimasero così incastrati l’uno contro l’altro per una decina di minuti, passati i quali Oikawa cominciò a desiderare che Iwaizumi si svegliasse, per poter rendere produttiva quella giornata di riposo, anche semplicemente restando sotto le coperte.

Sollevò dunque il capo, portandosi all’altezza del viso di Hajime, e incominciò a posare tanti piccoli baci sulle guance, sul naso, sulla fronte e sulle palpebre chiuse del proprio ragazzo. Non appena l’espressione del moro cambiò, strizzando gli occhi e storcendo la bocca, allora Tooru raggiunse le sue labbra, portandolo a svegliarsi con un bacio morbido e languido.

- Tooru… - biascicò Iwaizumi ancora perso nel mondo onirico.

- Buongiorno Hajime - mormorò con voce vellutata il castano prima di tornare a baciarlo, spostando il proprio corpo su quello del compagno.

Iwaizumi emise un mugolio e gli cinse i fianchi con entrambe le mani, nel tentativo di fermare il lento dondolio che aveva imposto contro il suo bacino.

- Tooru, aspetta - provò a fermarlo non appena le loro labbra si separarono.

- Aspettare cosa, Iwa-chan? - soffiò Oikawa contro la sua bocca, pronto a ritornare a baciarlo. - Sono settimane che non facciamo l’amore prima per colpa degli esami, poi per colpa del trasloco… penso che ci meritiamo una giornata solo per noi, no? -

Oh sì, che la meritavano. Ma Tooru forse non aveva ben chiaro che Hajime aveva bisogno di una dose di caffeina al mattino, per poter affrontare la giornata, qualunque cosa avesse in serbo per lui.

- Solo un momento - disse togliendoselo di dosso, come se non fosse un ragazzo di un metro e ottantaquattro centimetri, bensì un fuscello. - Prima il caffè, torno subito. -

E si alzò dal letto, lasciando Oikawa basito a fissare la sua schiena nuda sparire dalla camera da letto, diretta verso la cucina.


Angolo AutriceRaramente compaio nel fandom e questa volta lo faccio con il botto (?) Non ho mai partecipato ad un contest, ma questo aveva prompt davvero carini e non potevo non provare- in più mi hanno strappata da un periodo un po' negativo in fatto di scrittura, dunque gli sono eternamente grata :'''D
Grazie a chiunque abbia letto (e leggerà le prossime fic!), spero vogliate lasciarmi un parere ♡
Un bacione e a presto!
~ Mitsuki ♡

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Capitolo 2
*** «Se non ci fossi, bisognerebbe inventarmi!» ***


«Se non ci fossi, bisognerebbe inventarmi!»
 
Prompt 12: A non beve caffè (solo tè),ma è così brav@
a farlo che B chiede sempre a lui/lei.
“Cosa faresti senza di me?”
Numero parole: 759
 

Per Oikawa e Iwaizumi la scelta di andare a vivere insieme dopo il liceo era stata piuttosto semplice, per non dire scontata. Vivere a Tokyo significava spendere non poco per un alloggio, perciò avere un coinquilino era più un obbligo che una possibilità. Dunque perché lasciarsi sfuggire l’occasione di dividere l’appartamento con il proprio ragazzo e prima ancora migliore amico dai tempi dell’asilo? Le premesse erano ottime, anzi piuttosto allettanti.

Nonostante non avessero ancora detto nulla delle loro relazione alle rispettive famiglie, i loro genitori avevano accettato senza batter ciglio la proposta dei due giovani di vivere assieme durante gli anni dell'università.

D'altronde conoscendosi da una vita ed essendo cresciuti insieme non c’erano i rischi di entrare in conflitto come invece sarebbe potuto accadere nell'ambiente un estraneo come coinquilino.

Questo almeno era ciò che Hajime e Tooru si auguravano.

Il primo sapeva che l’altro avrebbe perso ore intere in bagno e Oikawa era a conoscenza dell’incapacità del proprio ragazzo di tenere in ordine le proprie cose.

Avevano già preso in considerazione tutti i possibili motivi di bisticci e gli adeguati modi per risolverli, senza doversi buttare fuori di casa a vicenda, ma avevano dimenticato una cosa a dir poco fondamentale.

I gusti alimentari.

E no, non stavano parlando di okonomiyaki o yaki soba, non si riferivano alla pizza con l’ananas o spaghetti al ketchup.

La questione era molto, molto più grave è riguardava l’eterna lotta tra tè e caffè.

Fin dalla tenera età Oikawa era cresciuto sorseggiando nel corso della giornata tazze di matcha caldo durante l’inverno e tè freddo con ghiaccio in estate. Crescendo aveva iniziato a curiosare in internet scoprendo così il vasto assortimento e varietà degli infusi inglesi e indiani.

Iwaizumi invece era rimasto vittima di un viaggio in Italia doveva aveva scoperto quello che lui definiva il nettare degli dei: il caffè espresso. Era ritornato a Miyagi sfoggiando con orgoglio una moka Bialetti e del caffè Lavazza.

Con la scoperta di quella abissale differenza, vissuta quasi come un terribile affronto, i primi giorni i due si fissarono in cagnesco durante la colazione, mortalmente offesi dall’ignobile scelta del compagno, poi con il passare del tempo erano passati ad una muta sopportazione. Finché Tooru non si ammalò.

Il raffreddore e la febbre lo costrinsero tra il letto e il divano per un’intera settimana e Iwaizumi non ebbe il cuore di lasciarlo senza il sua amato tè per tutto quel tempo. Quando si presentò davanti a lui con una tazza di infuso caldo, vide i suoi occhi arrossati farsi grandi per la sorpresa e il suo “Grazie, Iwa-chan” detto con voce tirata, gli scaldò il cuore. Perciò si preoccupò di coccolarlo finché non si sentì meglio.

Oikawa aspettò di riprendersi solo per poter cercare su internet dei tutorial sulla preparazione dell’espresso. Era giunto il momento di vincere l’antipatia verso la caffettiera e sdebitarsi con il suo ragazzo.

L’occasione perfetta si presentò durante la sessione d’esami, in cui Hajime faceva le ore piccole per studiare. Una sera, quando la mezzanotte era già passata, Tooru si presentò dal moro con una caffettiera piena di caffè fumante e la piazzò sul tavolino ingombro di libri e appunti.

Iwaizumi perse solo un decimo di secondo a squadrate il castano e la moka che aveva portato con sé, poi il bisogno di caffeina per tenere sollevate le palpebre ebbe il sopravvento. Versò il liquido caldo e scuro in una tazzina e lo bevve in un sol sorso, nero e bollente, senza un granello di zucchero o un giro di cucchiaino per raffreddarlo.

Non appena il caffè scese giù per l’esofago, Hajime raddrizzò il capo e fissò prima la tazzina ormai vuota, poi la caffettiera e infine il proprio ragazzo.

- L’hai fatto davvero tu? -

- Fa così schifo? -

- No, affatto… È buonissimo. -

Gli occhi di Oikawa brillarono a quelle parole e schizzò ad abbracciarlo.

- Se è così, Iwa-chan, allora te lo preparerò tutte le volte che vorrai! -

E così fu.

All’inizio era Hajime a chiedere a Tooru di preparargli il caffè, poi le abitudini cambiarono a poco a poco. Al mattino Oikawa preparava la colazione prima di chiudersi nel bagno, in modo che Iwaizumi potesse svegliarsi con calma e trovare il suo espresso già pronto. Non appena il castano usciva dalla doccia, avvolto un soffice accappatoio, trovava il proprio ragazzo seduto in cucina a godersi il primo caffè della giornata e non perdeva l’occasione di punzecchiarlo.

- Cosa faresti senza di me? Se non ci fossi bisognerebbe inventarmi! -

E per tutta risposta Hajime gli stampava un bacio sulle labbra, con le proprie ancora impregnate di espresso amaro, facendo così strillare Oikawa.

Angolo AutriceEcco lo scempio numero due~ Mi sono divertita parecchio a scrivere i battibecchi di Hajime e Tooru e anche i loro momenti fluff~ ((diamo delle gioie a questi ragazzi che sono sfortunati nell'anime/manga!)) Grazie come sempre per aver letto ♡
A presto, un bacione!
~ Mitsuki

P.S.: Non sono riuscita a modificare la dimensione del titolo dal tablet, vedrò di risistemare dal pc >_<

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Capitolo 3
*** Quando le maratone di film notturne non vanno come speri ***


Quando le maratone di film notturne non vanno come speri
 
Prompt 18A convince B a prendere un caffè
dopo cena. Il risultato è B insonne che martella
di chiacchiere A.

 
Numero Parole: 594
 
- Shittykawa hai voluto tu vedere tutta la saga di Star Wars, no? Allora bevi un po’ di caffè o ti addormenti! E io non ho intenzione di vedere da solo quegli idioti in vestaglia che combattono con dei tubi psichedelici ronzanti! -

- Quanto sei rude Iwa-chan! - si lamentò il castano - lo sai bene che quella brodaglia amara non mi piace affatto! E poi macchia i denti! -

Hajime roteò gli occhi, non era certo la prima volta che sentiva quella storia.

- Puoi mettere lo zucchero e un solo sorso non oscurerà il suo sorriso da diva di Hollywood! -

Tooru gonfiò le guance, ma durò solo per un attimo perché uno sbadiglio lo colse di sorpresa. Una lacrima si annidò all’angolo del suo occhio e l’asciugò con un gesto di stizza, mentre afferrava la tazzina che il proprio ragazzo gli stava porgendo. Strizzò gli occhi e mandò giù il contenuto come se fosse la più disgustosa delle medicine.

- Quanto sei melodrammatico - commentò Iwaizumi riprendendo la tazza e poggiandola sul tavolino, per poi prendere in mano il telecomando del lettore DVD e avviare il primo episodio della saga.

Circa nove ore e quattro film dopo la loro maratona era finita ed era giunto il momento per la giovane coppia di mettersi a dormire.

Una volta a letto però, Tooru non accennava a star fermo, voltandosi ripetutamente sul materasso, coprendosi e scoprendosi continuamente.

- Crappykawa, datti una calmata! - esclamò Iwaizumi che tentava inutilmente di prendere sonno.

- Scusa Iwa-chan, ma non riesco a dormire! - si lagnò il castano mettendosi a sedere.

Il silenzio calò tra i due nella stanza buia e Hajime arrivò quasi a sperare che forse poteva finalmente addormentarsi.

-Sai, stavo pensando ad una cosa… -

Ma ovviamente si sbagliava.

- A cosa stavi pensando, Trashykawa? - sbottò Iwaizumi avvilito.

- Che dovremmo fare una rimpatriata con gli altri della Seijou! -

- Ma sono passati solo sei mesi dalla fine della scuola! Dovrebbe passare almeno un anno per pensare a queste cose, no? -

- Sai quante cose cambiano in sei mesi, Iwa-chan? Pensa solo a Mattsun che è andato a studiare legge! Avresti immaginato Mattsun a legge? Io no, mai. -

-  Che te ne frega di quello che fa Matsukawa? Pensa a dormire! -

- E a Kyotani ci pensi mai? Io lui lo vedo bene a veterinaria, che ne pensi? È un animale pure lui, dovrebbe riuscire a capire i suoi pazienti con facilità! -

- Tooru, ti prego… lasciami dormire…- supplicò schiacciandosi un cuscino in faccia.

- A proposito di animali… mi avevi promesso un gatto. -

- Scordatelo, questa casa è già piena dei tuoi capelli, non ho intenzione di pulire pure i peli di un gatto! -

- E non ci pensi ai gattini randagi? Sei proprio senza cuore! -

- Ma se volevi chiamare il gatto spelacchiato che gira vicini al konbini all’angolo della strada Iwa-chan! Non è un complimento! -

- Aveva la tua stessa espressione! -

- Perché ti ho fatto bere il caffè dopo cena?! - gemette frustrato Hajime, prima di tirarsi a sedere e afferrare Tooru per le braccia.

Si lasciò cadere all’indetto, trascinando il proprio ragazzo con sé. Lo tenne stretto fra le braccia, facendogli poggiare la testa sul proprio petto.

- Chiudi gli occhi e rilassati - ordinò con voce seria, ma gentile mentre una mano aveva iniziato ad affondare nei suoi capelli.

- Iwa-chan mi fa le coccole… - mormorò Oikawa contro la canotta che il moro usava per dormire.

- Solo se te le meriti - lo riproverò bonariamente.

I minuti passarono in silenzio e in breve tempo il respiro di Tooru andò regolarizzandosi, facendo scivolare il ragazzo nel sonno, cullato dal battito regolare del cuore di Hajime e dalle sue braccia che cingevano il suo corpo.

Angolo AutriceEd eccoci alla terza fic di questa raccolta! Penso di pubblicare un'ultima storia domani approfittando della proroga! Grazie per aver letto anche questa fic e spero vogliate lasciarmi un vostro parere ♡
Un bacione e a presto!
~ Mitsuki ♡

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Capitolo 4
*** Le inaspettate conseguenze di una tazza rotta ***


Le inaspettate conseguenze di una tazza rotta
 
Prompt: Tazza 15
Numero parole: 1202

Non era certo una novità che Oikawa Tooru fosse una persona particolarmente ordinata, forse al limite del patologico. Un’altra certezza era la sua abitudine a fare le pulizie domestiche con la musica di gruppi idol a volume definito da Hajime illegale, infatti il moro non perdeva l’occasione di defilarsi da casa non appena il suo ragazzo nominava le pulizie. Oikawa non lo voleva tra i piedi, non mentre si districava tra aspirapolvere, stracci, secchi e vetri da tirare a lucido.

Il connubio tra faccende domestiche e vocine acute su musiche ritmate però a volte mieteva delle vittime. Molti vasi e lampade da tavolo erano stati urtati da un gomito durante un improbabile passo di danza che, fatto da una ragazza minuta era assolutamente kawaii, ma replicato da un ragazzone di un metro e ottantaquattro centimetri, giocatore professionista di pallavolo, non aveva proprio lo stesso effetto.

Quella volta il sacrificio d’arredamento offerto al gruppo idol del momento fu una tazza di Iwaizumi.

No, non una tazza qualunque.

Ma la tazza preferita di Hajime, quella con Godzilla.

Tooru aveva pregato tutto il pregabile. I Kami, altre divinità dai nomi impronunciabili appartenenti ad altre religioni che conosceva solo per sentito dire, la colla nel tentare di ricomporre LA tazza, il sito internet del negozio nerd in cui l’avevano comprata… ma niente.

Godzilla era in pezzi e anche sold out.

 

Quando Iwaizumi tornò a casa la trovò stranamente silenziosa. Oikawa lo aspettava accanto kotatsu e sul tavolo giacevano, raccolti in un fazzoletto, dei frammenti bianchi e verdi.

Hajime non chiese nulla, bastò l’espressione affranta di Tooru che rimbalzata dai frammenti al suo viso. Il moro non pianse mentre buttava i resti della sua tazza di Godzilla, perché lui era un uomo. Un vero uomo, stoico e incorruttibile. Riempì d’insulti Oikawa solo perché sapeva che se non l’avesse fatto, la situazione sarebbe risultata davvero grave e lo sguardo colpevole del suo ragazzo lo aveva ferito più della perdita della preziosa tazza.

Perché infondo era solo una tazza, LA tazza di Godzilla certo, ma non poteva davvero arrabbiarsi con Tooru per quello.

 

Oikawa si sentiva in colpa. Mortalmente, irrimediabilmente, dannatamente in colpa.

Gli era arrivata una bella lavata di capo da Iwaizumi, ma sapeva che Hajime era stato fin troppo clemente con lui. Doveva rimediare in qualche modo.

La soluzione scese su di lui come una benedizione un pomeriggio in cui era libero dalle lezioni e dagli allenamenti, mentre era pigramente abbandonato sul divano con il pc in grembo. Tra i suggerimenti di un negozio on-line che usava di tanto in tanto comparve il regalo giusto per farsi perdonare da Iwa-chan.

Una tazza per una tazza.

 

Una settimana dopo, con grande sorpresa di Iwaizumi, arrivò un corriere. Tooru firmò la ricevuta ed entrò in soggiorno con una scatola in mano, fischiettando.

Pessimo segno.

- Iwa-chan! - trilló. - Ti ho preso una cosina on-line, sai per scusarmi dell’incidente con la tazza di Godzilla. -

Hajime notò come la voce di Oikawa si era affievolita nel pronunciare le ultime parole e non trattiene un grugnito. Quella era una storia chiusa, perché quello stupido ci pensava ancora?

Tooru però aveva allungato il pacchetto verso di lui e non poté far altro che accettarlo.

Aprì la confezione, tolse la carta di imballaggio e si ritrovò faccia a faccia con una tazza bianca, sulla quale un'elegante scritta in corsivo recitava:

My husband is hotter than my coffee”.

Il suo viso cominciò ad arrossarsi e le sue mani a tremare, tanto da dover posare la tazza sul tavolo basso che aveva davanti.

Oikawa doveva essersi reso conto della sua reazione e istintivamente fece un passo indietro.

- Scusa Iwa-chan! Lo so che non è la tua tazza con Godzilla, ma non ne ho trovato una uguale! E poi non sarebbe stata la tua tazza! Perciò ho pensato di prenderne una simpatica! - cominciò a straparlare, gli occhi che guizzavano per tutta la stanza, incapace di fissare il suo volto paonazzo. - Ok, lo so che non ti piacciono le battute piccanti, ma è per scherzare! Se non ti piace la restituisco e ne prendo un’altra! Anzi la prendiamo assieme, così scegli tu come la vuo… -

Tooru non riuscì a finire la frase perché Hajime si era alzato in piedi, nonostante le gambe sembrassero malferme, e gli si era avvicinato. Aveva ripreso la tazza con movimenti misurati e accorti, e gliel’aveva porta.

-La devo prendere come una proposta seria? - gli chiese mentre un dito indicava la parola husband.

 

Venti anni dopo

 

- Aki, vieni qua! Aiutami a svuotare le scatole della cucina! -

- Arrivo, Tousan! -

La ragazzina dai capelli neri raggiunse Hajime e cominciò rovistare tra i pacchi che trovò sul tavolo.

Tooru fece capolino dalla porta.

- Sto portando gli scatoloni con le cose delle camere al piano di sopra! -

- Stai attento al ginocchio! - esclamarono i due in coro.

Dopo un attimo di stupore generale, tutti e tre scoppiano a ridere.

-Ehi! Voi due Iwaizumi non siete mica mia madre! - ridacchiò io castano prendendo la prima scatola e dirigendosi verso i gradini.

- Io sono per metà Oikawa! - sottolineò la ragazzina, affacciandosi sulle scale e facendogli una boccacia.

Quando tornò nella cucina, Hajime non riuscì a staccarle gli occhi di dosso, osservando con attenzione i suoi movimenti.

La loro vita era cambiata circa quindici anni prima quando, a causa di un intervento al ginocchio, Tooru era stato ricoverato in ospedale. Nelle lunghe ore di attesa tra una visita e un’altra Hajime si era ritrovato al reparto di neonatologia e lì aveva scoperto che era stata abbandonata una bambina appena nata. Un’infermiera del reparto cercava volontari che l’accudissero per evitare un ritardo dello sviluppo fisico a causa della carenza di affetto e di contatto fisico. Seppur imbarazzato e tentennante, Hajime accettò di tenere la neonata in braccio per qualche minuto, ma non appena l’infermiera la mise tra le sue braccia, l’uomo scorse il visino arrossato della bambina, i suoi pungnetti minuscoli e il rado ciuffetto di capelli.

Non aveva mai visto niente di più bello.

Aveva trascorso ore con la bimba tra le braccia, le aveva dato il biberon, le aveva cambiato il pannolino, tutto sotto il controllo dell’infermiera, ed infine aveva chiesto di poterla portare nella camera di Oikawa.

Non servirono parole.

Non appena Tooru lo vide varcare la soglia della stanza con la bambina in braccio, i loro sguardi si incrociarono ed entrambi sappero con certezza che avrebbero fatto di tutto per adottarla. Si erano sposati cinque anni prima in Inghilterra e il loro reddito era più che sufficiente per adottare un figlio.

Nel giro di un anno Aki divenne ufficialmente loro figlia.

Ed anche in quel momento la loro vita stava cambiando ancora una volta. Erano tornati a Miyagi, lasciandosi alle spalle la caotica Tokyo, perché la ragazza aveva voluto frequentare l'Alba Jousai. Quindi avevano riaperto la vecchia casa degli Iwaizumi.

- Oddio, questa di chi è? -

Il filo dei suoi pensieri fu spezzato dalla ragazzina. Teneva in mano una tazza bianca.

- Fa’ vedere… - le chiese avvicinandosi.

Aki la voltò verso di lui e Hajime, non appena la riconobbe, si schiaffò una mano sulla fronte.

“My husband is hotter than my coffee”

- Purtroppo è mia. -

- Un regalo di papà Tooru, immagino - rise la ragazza lasciandogli la tazza in mano.

- Brava, speravo di proteggerti dai suoi regali imbarazzanti ancora per qualche anno. -

- Ti ho sentito! - gridò Oikawa dal piano di sopra facendo ridere entrambi.

- Sai… - riprese Hajime osservando con sguardo dolce la scritta nera che ornava la ceramica bianca. - Con questa tazza mi ha chiesto di sposarlo. -


Angolo AutriceEcco l'ultima storia di questa raccolta! Ringrazio Fanwriter.it per questa bella iniziativa che mi ha aiutata ha superare un periodo difficile per la scrittura! Spero che le mie storie siano state di vostro gradimento ♡
Un bacione (e spero!) a presto!
~ Mitsuki ♡

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