The Last Tournament

di Ms Mary Santiago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Selezione OC provvisoria ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** Riapertura iscrizioni ***
Capitolo 11: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 12: *** Ennesima comunicazione ***
Capitolo 13: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

 

 

 

Hogwarts, Giugno 2027

 

 

 

 

 

Minerva osservò le figure sedute davanti alla sua scrivania.
Le sembrava passato poco da quando quelle stesse facce erano sedute dietro ai banchi e ascoltavano le sue lezioni eppure erano già passati trent’anni.
Avevano occupato cariche prestigiose, operando al meglio delle loro possibilità per riportare la pace e la serenità nel mondo magico.
I loro figli si erano diplomati da qualche anno e a loro volta erano entrati nel mondo vero e proprio.
Probabilmente non avrebbe assistito agli anni di scuola della nuova generazione di Potter/Weasley e forse era meglio così.
L’ultima era stata a dir poco sfiancante.
Eppure adesso erano lì, a proporle qualcosa che francamente non aveva minimamente considerato fino a quel momento.
Un Torneo interscolastico sul modello dell’ormai abolito Tre Maghi, ma che coinvolgesse tutte e quattro le maggiori scuole di magia.
Il preside di Ilvermorny, Eric Miller consulente per il Macusa, era stato già messo al corrente dell’idea ed era stato a dir poco entusiasta.
O almeno così le aveva riferito Harry.
Viktor Krum, che dopo essersi ritirato dal Quidditch aveva dirottato la sua carriera verso l’insegnamento e successivamente la presidenza a Durmstrang, si sarebbe convinto facilmente le aveva assicurato Hermione.
E infine Beauxbatons.
Ron aveva dichiarato di essere certo della volontà di Gabrielle Delacour di adoperarsi per garantire l’amicizia e la cooperazione tra le scuole.
Non restava che il suo benestare per dare il via all’organizzazione delle cose.
- E a tutti i presidi sta bene che il Torneo venga ospitato a Hogwarts? –
Harry annuì. – Lo ritengono giusto dato che la proposta è partita da noi. –
I ragazzi ne sarebbero stati entusiasti, considerò, e forse tutta quella presenza straniera li avrebbe motivati nell’apprendere qualcosa di nuovo da ognuna delle scuole.
Dopotutto se si escludeva la resurrezione di Voldemort e la conseguente morte di Cedric Diggory, l’ultimo Torneo organizzato da Hogwarts non era andato poi così male.
Sempre meglio di tutti quelli precedentemente organizzati, in cui la metà dei partecipanti aveva perso la vita.
- D’accordo -, cedette, - sarà il caso di metterci immediatamente a lavoro se vogliamo che tutto sia pronto per l’inizio dell’anno scolastico. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

Veliero di Durmstrang
1 settembre 2027, ore 7.00

 

 

 

 

 

 

 

- Ricordami nuovamente cosa ho fatto di male per essere costretta a trascinarmi fuori dal letto prima ancora che sorga l’alba? – sbuffò Helena, soffocando uno sbadiglio.
- Esagerata, non era poi così presto. –
- Forse per te, Nik, che ti svegli alle cinque ogni mattina per allenarti prima delle lezioni. Per me invece questo è un vero e proprio massacro e non sono nemmeno riuscita a fare colazione. –
Niklaus si sforzò di trattenere una risata davanti alle proteste dell’amica, gli occhi scuri che luccicavano divertiti.
- Puoi sempre mangiare adesso. –
- Certo e dare di stomaco tutto quanto nel giro di due minuti. Ti sei dimenticato del mio mal di mare? –
Per un momento in effetti sì, ma ripensandoci non avrebbe dovuto passargli di mente visto che l’ultima volta che erano saliti sul Veliero Helena gli aveva vomitato dritto sugli stivali in pelle di drago.
- Hai ragione, ti prego non mangiare nulla – convenne, sgranando gli occhi e fingendosi improvvisamente intimorito dalla prospettiva.
Helena gli affibbiò un buffetto su un fianco, scuotendo la testa.
- Sempre il solito. –
- È per questo che mi adori, no? –
- Per questo e perché devo avere un qualche disturbo masochista che mi spinge a darti retta in tutte le idee potenzialmente suicide che ti vengono in mente. –
- Idee suicide? – ripetè ridendo.
- Esatto. Insomma, questo torneo è l’esatto esempio di cose pericolose e prive di senso che accetto di fare solo perché sei maledettamente bravo nel convincermi a seguirti. –
- E perché non mi faresti mai andare incontro alla morte senza seguirmi. –
- Tra le altre cose – convenne.
- Comunque il torneo non sarà pericoloso, non troppo perlomeno, e sarà divertente: quando è stata l’ultima volta che ti sei lamentata del fatto di non riuscire a trovare un ragazzo decente a Durmstrang che fosse eterosessuale? –
Domanda a trabocchetto.
Era stato appena la sera prima, quando aveva assistito a un tripudio di stupidità maschile che l’aveva seriamente spinta a credere che non avrebbe mai trovato un ragazzo sufficientemente intelligente da non farle pensare che uscire con lui fosse un totale spreco di tempo.
Perlomeno non a Durmstrang.
- D’accordo, hai vinto, non mi lamenterò più. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carrozza di Beauxbatons
1 settembre 2027, ore 8,00

 

 

 

 

 

 

- Mi domando come sia Hogwarts. La Delacour dice che ai suoi tempi era piuttosto spettacolare – considerò William, rigirandosi tra le dita un calice di vino elfico.
Avevano sgraffignato la bottiglia dalle cucine della scuola prima della partenza e al momento era ufficialmente impegnato nel vistoso tentativo di scolarsela per non pensare al fatto che stessero volando a decine di metri da terra.
Audrey si strinse nelle spalle, finendo di smaltare le unghie fresche di manicure con lo smalto nero.
- Non credo che sia più impressionante di Beauxbatons. Insomma, lo stile e l’eleganza sono francesi. E poi la preside la prima volta che è venuta qui aveva quanto dieci anni? A quell’età tutto è impressionante. –
William annuì, affacciandosi fuori dal finestrino per vedere a che punto fossero.
Gli sembrava di intravedere le torri all’orizzonte.
- Non credo che manchi molto all’arrivo – annunciò.
Audrey si allungò verso di lui, sfilandogli la bottiglia dalle mani.
- Se la Delacour la trova ti staccherà la testa a morsi, ci tiene molto che facciamo una bella figura – gli rammentò.
- E dove pensi di nasconderla, genio del male? –
Con una scrollata di spalle, aprì il finestrino e la lanciò fuori.
- Sempre molto pratica – rise.
- Avevi idee migliori, sapientone? –
- Non al momento. Ho bevuto troppo per farmi venire in mente qualcosa di decente. –
- Appunto. –
Il nitrito degli stalloni annunciò loro che stavano cominciando la discesa.
- Sembra che stiamo per fare la conoscenza dei nostri cugini anglosassoni. Cerca di essere gentile, Audrey. –
Con un sorrisetto di sufficienza, inarcò un sopracciglio. – Io sono sempre gentile. –
William si morse la lingua, trattenendosi dal risponderle con una battuta densa di sarcasmo che la vedeva paragonata a una banshee.
- Già … allora impegnati un po’ più di quanto fai di solito. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Parco di Hogwarts
1 settembre 2027 ore 9,00

 

 

 

 

 

 

 

 

Lilith smontò dalla scopa, sfregando tra loro le mani intorpidite dal freddo.
Arrivare fino a lì era stata una faticaccia.
Ilvermorny non era attrezzata per viaggiare fino al vecchio continente perciò avevano dovuto viaggiare in nave fino alle coste della Gran Bretagna e da lì spostarsi in volo.
Inutile dire che, sebbene fossero le ultime giornate estive, volare decine di metri sopra al suolo portava la temperatura circostante ad abbassarsi drasticamente.
Se non avesse indossato i guanti in pelle di drago e il mantello della divisa probabilmente si sarebbe presa un bel raffreddore.
Eppure alla fine erano giunti a destinazione sani e salvi.
Intravide il preside affiancarsi al ragazzo in testa al gruppo e storse il naso.
Se c’era una persona in tutta Ilvermorny che proprio non sopportava quello era Jason Blackburn.
Considerava se stesso una sorta di dono divino per il genere umano, quello femminile in particolare, e la cosa peggiore era che la maggior parte dei suoi compagni lo trattava proprio come se lo fosse.
Era quasi ironico quanto, con i capelli biondissimi e le iridi di un azzurro chiaro quanto il ghiaccio, assomigliasse a un angelo.
Per quanto la riguardava quando posava lo sguardo su di lui vedeva solo un concentrato allarmante di boria, sarcasmo e indolenza.
Jason doveva aver detto qualcosa di spiritoso, perché i ragazzi attorno a lui erano scoppiati a ridere.
- Decerebrati – bofonchiò, allungando il passo per raggiungere il resto del gruppo che stava avanzando verso l’ingresso di Hogwarts.
Con la coda dell’occhio vide che poco distante da loro era atterrata una gigantesca carrozza e che nell’immenso lago era stato ormeggiato un veliero.
Sembrava che tutti i partecipanti al Torneo fossero arrivati.
S’intrufolò tra i suoi compagni, finendo con lo scontrarsi con qualcosa di incredibilmente massiccio.
Trattenne un gemito, massaggiandosi la spalla colpita.
Alzò lo sguardo verso la persona che aveva investito e incontrò due iridi di ghiaccio.
Fantastico.
Jason le rivolse un sorriso sghembo, quello che le ragazze della scuola avevano ribattezzato come “sorriso strappa mutande”.
- Stai cercando di saltarmi addosso, rossa? –
- Nei tuoi sogni. –
- Solitamente nei miei sogni le ragazze sono molto meno vestite. –
Storse il naso, indignata, e meditò quanto fosse appropriato assestargli un pugno.
Probabilmente, a giudicare da come le doleva la spalla, quel maledetto idiota era fatto d’acciaio e dargli un pugno si sarebbe tradotto con lei che si spaccava una mano.
Perciò optò per utilizzare unicamente le parole.
- Sei veramente un porco. –
Il biondo ridacchiò. – C’è chi apprezza. –
Non lo metteva in dubbio visto il branco di galline sprovviste di neuroni che gli andava dietro.
E poi le chiedevano perché preferisse avere amici maschi invece che femmine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala Grande
1 settembre 2027 ore 9,30

 

 

 

 

 

 

 

 

- Oh mio buon Merlino – esclamò Zahra, sporgendosi leggermente quando vide i battenti della Sala Grande spalancarsi e la delegazione di Durmstrang farsi avanti.
In testa c’era nientemeno che Viktor Krum, il suo giocatore di Quidditch preferito da praticamente quando era stata abbastanza grande da capire cosa fosse quello sport che suo padre guardava tutte le domeniche.
- Non è bellissimo? –
Storse il naso, lanciando un’occhiata alla ragazza seduta accanto a lei.
Si accorse che non ce l’aveva con lei, ma stava parlando con una sua amica e si riferiva al ragazzo che veniva immediatamente dietro a Viktor.
Aveva i suoi stessi capelli corvini, i tratti virili e definiti, la medesima carnagione e persino un che di molto simile nell’andatura.
Doveva essere suo figlio … com’è che si chiamava, Nikolaj?
Non credeva che il figlio frequentasse ancora Durmstrang, ma evidentemente doveva essere all’ultimo anno.
Si chiese distrattamente se anche lui fosse un giocatore talentuoso come il padre.
Ne dubitava visto che non l’aveva mai visto giocare nella nazionale bulgara.  
Lanciò un’occhiata verso il tavolo di Corvonero, alla ricerca del fratello.
Tuttavia Robert era impegnato in una conversazione fitta con un suo compagno.
Del resto suo fratello non era mai stato ossessionato da Krum come lei, perciò evidentemente non riusciva a capire lo stato d’eccitazione in cui era.
Un tossicchiare alle sue spalle la riscosse dalle sue considerazioni.
Doveva essersi distratta più del previsto perché alle sue spalle c’era la delegazione di Ilvermorny che stava prendendo posto sulla panca.
Si scostò di lato, facendo posto alla ragazza dai capelli rossi.
- Scusami ero distratta -, ammise porgendole la mano, - sono Zahra Nott. –
L’americana assottigliò lo sguardo, sospettosa. – Distratta da cosa? –
- Viktor Krum, è il mio giocatore preferito di sempre. –
Era pronta a sentirsi ridere dietro come accadeva sempre quando fantasticava su di lui, ma inaspettatamente non avvenne.
Anzi la ragazza sorrise comprensiva e le strinse la mano. – Lilith Myers, e capisco la venerazione per Krum. È il miglior Cercatore di sempre, anche se alcuni dicono che Potter gli si avvicinasse come talento … il tizio più sopravvalutato di sempre. –
Zahra annuì con entusiasmo.
- Sono pienamente d’accordo. –
Finalmente aveva trovato qualcuno che viaggiasse sulla sua stessa lunghezza.
Vide che Robert le fissava incuriosito e gli sorrise a indicare che tutto andava alla grande.
Con un ultimo sorriso, il fratello si voltò verso la ragazza francese seduta vicino a lui e riprese a conversare.
Quell’anno prometteva decisamente bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!
So già cosa direte, ma Centuries e Order of Merlin? Purtroppo ho sospeso le due storie essendo bloccata con la trama, quindi nell’attesa che le idee tornino ho deciso di cominciare un nuovo progetto che ha già una trama ben definita.
Per partecipare ci sono poche e semplici regole:

- potete partecipare con fino a 4 OC a testa purchè di Casa, scuola e sesso diversi;

- gli OC dovranno essere tutti del VI e del VII anno. Potete proporli come candidati a partecipare al torneo, ma l’ultima parola in merito l’avrò io. Al torneo partecipano due OC per scuola, un ragazzo e una ragazza;

- Le Case di Beauxbatons e Durmstrang sono di mia invenzione e qui sotto troverete le corrispondenze;

- Non accetto Mary Sue, Gary Stu, Ibridi di qualsiasi tipo, Veela, Licantropi, personaggi imparentati con i Canon principali (tutti i cognomi dei personaggi secondari sono disponibili);

- avete tempo fino al 21 luglio per inviare le schede solo ed esclusivamente tramite messaggio privato con oggetto “Nome OC – The Last Tournament”;

- nello spirito dell’interattiva fatevi sentire almeno ogni due capitoli o al terzo il vostro OC verrà eliminato. Se non risponderete alle domande a fine capitolo (tramite messaggio privato) il vostro OC non comparirà in quel determinato capitolo perché non saprei come muoverlo;

- sarà operata una selezione, vi chiedo perciò di bilanciare il numero di ragazze e ragazzi;

- vi chiedo di attenervi unicamente al modello di scheda che troverete qui sotto.

 

 

 

 

 

Case Beauxbatons

 

Unicorni – equivalente di Tassorosso;
Grami – equivalente di Serpeverde;
Sfingi – equivalente di Corvonero;
Chimere – equivalente di Grifondoro.

 

 

 

 

 

Case Durmstrang

 

Basilischi – equivalente di Serpeverde;
Draghi – equivalente di Grifondoro;
Thestral – equivalente di Tassorosso;
Folletti – equivalente di Corvonero.

 

 

 

 

 

Case Ilvermorny

 

Tuonoalato – equivalente di Serpeverde.
Serpecorno – equivalente di Corvonero.
Wampus – equivalente di Grifondoro.
Magicospino – equivalente di Tassorosso.

 

 

 

 

 

 

 

Scheda

 

 

Nome:
Secondo nome:
Soprannome:
Cognome:
Scuola:
Casa e anno:
Stato di sangue (a Durmstrang e Ilvermorny accettano solo Mezzosangue e Purosangue):
Aspetto fisico:
Prestavolto (obbligatorio e che sia una persona reale, no attori utilizzati per la saga):
Carattere:
Famiglia e rapporto:
Materie preferite/odiate (tenete presente che a Durmstrang si studia anche Arti Oscure):
Si candida per il Torneo? Se sì perché?
Amicizie (tipo di persona, potete fare anche dei nomi se volete):
Inimicizie (tipo di persona, potete fare anche dei nomi se volete):
Relazione (sia flirt che relazione seria. Tipo di persona, potete fare anche dei nomi se volete):
Ruolo (Quidditch, Caposcuola, Prefetto, etc):
Molliccio:
Patronus:
Amortentia:
Passioni/Hobby:
Altro:

 

 

 

 

 

OC

Hogwarts

 

Zahra Nott (PV Lindsay Ellingson) – VI anno, Grifondoro. Cercatrice. Bisessuale.

 

 

 

Robert Nott (PV Drew Van Acker) – VII anno, Corvonero. Caposcuola e Portiere. Eterosessuale.

 

 

 

 

Durmstrang

 

Helena Volkov (PV Deborah Ann Woll) – VI anno, Basilisco. Prefetto. Bisessuale.

 

 

 

 

Nikolaj Krum (PV Eugen Bauder) – VII anno, Drago. Capitano e Cacciatore. Eterosessuale.

 

 

 

 

 

Beauxbatons

 

William Glacier (PV Joshua Brand) – VII anno, Sfinge. Caposcuola. Bisessuale.

 

 

Audrey Villiers (PV Taylor Hill) – VI anno, Gramo. Eterosessuale.

 

 

 

 

Ilvermorny

 

Jason Blackburn (PV Devin Paisley) – VII anno, Tuonoalato. Capitano e Cacciatore. Eterosessuale.

 

 

 

 

Lilith Myers (PV Megan Fox - con i capelli rossi  xD) – VI anno, Wampus. Cacciatrice. Eterosessuale.

 

 

 

 

Presidi

 

 

Viktor Krum – Preside di Durmstrang

 

 

 

 

Minerva McGranitt – Preside di Hogwarts

 

 

 

Eric Miller – Preside di Ilvermorny

 

 

Gabrielle Delacour – Preside di Beauxbatons

 

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Capitolo 2
*** Selezione OC provvisoria ***


Selezione OC provvisoria

 

 

 

Salve!
Il primo capitolo con la presentazione degli OC è ancora in lavorazione, ma non mi andava di farvi aspettare ulteriormente per conoscere la scelta quindi ho preferito inserirla direttamente qui e aggiornare il capitolo non appena sarà pronto quello nuovo, unendovi la scelta. Ho preso questa decisione anche perché le schede che mi sono arrivate sono un po’ pochine per come avevo intenzione di strutturare la storia quindi ho deciso di prolungare l’apertura delle iscrizioni fino al 24 alle 19.00 (giorno in cui uscirà il capitolo vero e proprio) nella speranza di ricevere qualche altro OC (possibilmente qualche ragazzuolo). Accanto ai vari OC troverete scritto se si candideranno al torneo o meno, ma per sapere chi saranno i campioni delle varie scuole dovrete aspettare qualche capitolo ;)
Chi volesse partecipare trova tutte le informazioni nel Prologo.
Detto ciò, vi lascio alla prima parte della selezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Hogwarts

 

Tatiana Victoria Burke (PV Alexandra Park) – VII anno, Corvonero. Cacciatrice. Candidata al Torneo.

 

 

 

 

 

Durmstrang

 

 

Constance Daphne Wolf (PV Jennifer Lawrence) – VII anno, Basilischi. Caposcuola e Cacciatrice. Candidata al Torneo.

 

Enea Elia Palter (PV Alex Pettyfer) – VII anno, Basilischi. Cacciatore. Candidato al Torneo.

 

Lenochka Olga Volkov (PV Barbara Palvin) – VI anno, Folletti. Cacciatrice. Candidata al Torneo.

 

 

 

 

 

 

 

Ilvermorny

 

Charlotte Valentine (PV Elizabeth Gillies) – VII anno, Serpecorno. Cacciatrice. Candidata al Torneo.

 

Bentley Ashwood (PV Jamie Campbell Bower) – VI anno, Wampus. Cercatore.

 

 

 

 

 

 

Beauxbatons

 

Marjorie Diane Flaubert (PV Elsa Hosk) – VI anno, Chimere. Candidata al Torneo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per ora è tutto.
Al prossimo aggiornamento.
Stay tuned.
XO XO,
Mary

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

 

 

Prima di lasciarvi al capitolo vi annuncio l’inserimento di tre ragazzuoli:
 

Erlend Aspharr Holberg (PV Nariman Malanov) – VII anno, Gramo. Cacciatore. Candidato al Torneo.

Gabriel Stuart Jackson (PV Liam Hemsworth) – VII anno, Tassorosso. Caposcuola e Cacciatore. Candidato al Torneo.

Joseph Cornelius Burr (PV Nick Robinson) – VII anno, Serpeverde. Cercatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Robert sorrise all’indirizzo di Audrey.
La ragazza parlava un inglese tutto sommato piuttosto buono e l’inflessione francese impreziosiva il suo accento rendendo la parlata un po’ più lenta e aristocratica. Anche i suoi compagni di scuola, William ed Erlend, partecipavano alla conversazione in modo attivo anche se il primo sembrava a tratti poco lucido tanto che Robert si chiese se avesse bevuto prima di arrivare al castello.
- Avete intenzione di candidarvi al Torneo? –
Audrey rise, scuotendo la testa e facendo oscillare l’elegante chignon in cui aveva raccolto i lisci capelli castani.
- Non ci penso minimamente e, per quanto riguarda Will, lui è semplicemente troppo pigro per pensare di fare qualcosa di troppo fisico. –
Il diretto interessato stirò le labbra sottili in un sorriso mentre le iridi blu luccicavano maliziose.
- Sei ingiusta, io faccio un sacco di attività fisica -, protestò, - solo che se proprio devo sudare preferisco farlo tra le lenzuola invece che in qualche arena puzzolente e polverosa. –
Robert scoppiò a ridere, accompagnato dai francesi.
Era proprio vero che erano molto più smaliziati degli inglesi.
- Tu, invece? –
Erlend annuì compostamente.
- Certo che sì. Mio padre mi ha tassativamente proibito di provare a partecipare, ragion per cui devo assolutamente farlo. –
Robert annuì.
Sapeva abbastanza di contrasti paterni per capire quando c’era qualcosa su cui era meglio sorvolare.
Audrey venne in suo aiuto.
- E tu, Robert? Proverai a partecipare? –
- Non ho ancora deciso, ma non lo escludo. Immagino che mi lascerò guidare dall’istinto. –
La ragazza parve pensare che la cosa avesse molto senso perché sorrise compiaciuta.
- Voi inglesi siete molto … com’è che si dice corageux? – si voltò verso William in cerca di aiuto.
- Coraggiosi, intrepidi. –
- Esattamente. È una qualità che apprezzo molto. –
Vide Erlend avvicinarsi a mormorare qualcosa all’orecchio di William.
Il moro annuì trattenendo a stento una risata sfacciata.
Accigliandosi, Robert si voltò verso di loro cercando di capire di cosa stessero parlando.
- Non fare caso a loro due -, intervenne Audrey, - mi stanno solo prendendo in giro … jeune*. –
- Già, conosco il tipo. Mia sorella mi prende in giro in continuazione, dice che mi focalizzo troppo sul cercare d’intrepretare le espressioni delle persone. –
- Tua sorella non è nella tua Casa? –
Scosse la testa, indicandole il tavolo di Grifondoro al quale Zahra chiacchierava incessantemente con l’americana seduta accanto a lei.
- No, è la ragazza bionda seduta al tavolo rosso e oro. –
Audrey la osservò in silenzio per una manciata di secondi.
- È molto carina, ti assomiglia tanto. –
- Sì, lo é. Tu hai fratelli o sorelle? –
Scosse la testa. – Figlia unica, ma da quando conosco William ed Erlend è come se avessi due fratelli maggiori. –
- Non ti invidio per niente – rise Robert osservando quei due continuare a complottare di chissà cosa.
- A chi lo dici –, convenne Audrey ridendo, - certe volte penso che siano una sorta di castigo divino. –
William ed Erlend smisero di parlare tra di loro e tornarono a inserirsi nella conversazione.
- Hey, mi ritengo ufficialmente offeso – esclamò il biondo.
- E io ti comunico ufficialmente che la cosa non mi interessa affatto – replicò candidamente, per poi tornare a rivolgere la sua attenzione al cibo sull’immensa tavolata.

 

 

 

 

 

 

 

 

*Jeune = immaturi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Si può sapere a chi state facendo gli occhi dolci? –
Lilith e Zahra si voltarono verso il ragazzo che aveva parlato, trovandosi davanti due occhi paragonabili solo al ghiaccio tanto erano chiari.
- Blackburn, non ti hanno insegnato che non si interrompono le conversazioni altrui? -, sbuffò l’americana, - Cos’è ti hanno cresciuto i lupi? –
Le rivolse un sorriso smagliante.
- Sono curioso per natura, soprattutto quando non capisco da cosa è attirata l’attenzione. –
- Ovvero quando non sei tu l’oggetto dell’attenzione generale – chiarì Lilith.
- Esattamente. –
- Sei veramente di un’arroganza mostruosa. –
- Mi è stato detto di peggio. Piuttosto, non mi presenti la tua nuova amica? –
- No -, lo rimbeccò, - te la presenterei solo se mi stesse antipatica perché avere a che fare con te è un vero e proprio supplizio. –
Jason buttò la testa all’indietro, scoppiando a ridere.
- Come sei melodrammatica, rossa. Jason Blackburn – aggiunse porgendole la mano.
Zahra esitò per un istante, ma alla fine la buona educazione la ebbe vinta.
- Zahra Nott. –
- Hai dei gran begli occhi, Zahra. –
Lilith sbuffò, roteando gli occhi.
- Stavamo parlando e a nessuno interessa assistere al Blackburn show quindi risparmiatelo. –
- Gelosa? –, sogghignò, - eppure non dovresti esserlo. Ho sempre avuto un debole per le ragazze dai capelli rossi. –
- Fantastico. Farò una tinta il prima possibile – lo rimbeccò ironica.
Jason tuttavia mantenne il punto; per quanto borioso e fastidioso, bisognava riconoscere il fatto che fosse molto determinato.
- Mi dite di cosa stavate parlando con tanto entusiasmo poco fa? –
- Viktor Krum – replicò Zahra, decisa a mettere un freno a quella sorta di guerra fredda che era in corso tra i due americani.
Non era brava a gestire tutta quella carica d’ostilità.
- Krum? Ma … è vecchio – constatò, sgranando gli occhi.
- E allora? –
- Potrebbe essere vostro padre. –
- Te l’ho già detto, Blackburn: e allora? –
Tentennando, Jason cercò di chiarire il suo punto di vista. – Insomma, quello che voglio dire è che è a dir poco strano che vi piaccia un uomo di quell’età. –
Lilith scosse la testa, incredula.
- Krum non ci piace esteticamente … -
- Beh, non solo–, intervenne Zahra sorridendo divertita, - anche se è arrivato alla sua età in forma smagliante. –
- Ma ci piace come ex giocatore di Quidditch – concluse Lilith, ignorando il commento della sua nuova amica.
La comprensione si disegnò rapidamente sul volto del biondo.
- Ah, adesso sì che è tutto decisamente più normale. –
- Già. Se hai finito con la tua ricerca di normalità, perché non torni a intrattenere il tuo pubblico e ci lasci mangiare in santa pace? –
- D’accordo -, cedette, - alla prossima. –
Tornò al suo posto, un paio di metri distante da loro.
Fu allora che Bentley, che fino a quel momento era rimasto accanto a Charlotte a chiacchierare con lei, si sporse verso le due ragazze.
Puntò le iridi azzurro cielo in quelle dell’amica, sorridendo malandrino.
- Allora? –
- Allora cosa, Ben? –
- Non ho mai visto Jason Blackburn divertirsi così tanto nel discutere con qualcuno, cosa bolle in pentola? –
Lilith scoppiò a ridere.
- Per tutto ciò che è sacro, Ben, non bolle assolutamente nulla. –
- Lui non sembra pensarla allo stesso modo – constatò Charlotte.
Zahra sorrise a sua volta, chiedendosi se quando i Babbani parlavano di “confronto all’americana” intendessero un interrogatorio insistente come quello oppure se l’espressione venisse usata per indicare qualcos’altro.
Si ripromise di chiederlo a Robert, in fin dei conti era lui quello che seguiva Babbanologia.
- A me non interessa minimamente cosa passa per la testa di Blackburn, anche perché dubito seriamente che quelle frasi sconclusionate che albergano nel suo cervello possano essere etichettati come “pensieri” perciò, per favore, chiudiamola qui. –
Bentley e Charlotte non parvero aver altro d’aggiungere e la conversazione scemò rapidamente per lasciare il posto al rumore delle posate che ticchettavano contro i piatti in porcellana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Anche tu giochi come Cercatore? – domandò Joseph, rompendo il silenzio che si era venuto a creare tra di loro.
Era piuttosto incuriosito da Nikolaj, ma il bulgaro parlava poco e si limitava di solito a scambiare qualche chiacchiera con le sue compagne di scuola.
Nikolaj alzò lo sguardo dal piatto e scosse la testa.
- No, gioco come Cacciatore. –
- E hai intenzione di entrare nella nazionale bulgara? –
- Non particolarmente. Insomma, se dovesse capitare accetterei ma non vado a cercare disperatamente un posto lì. Non sono mio padre – concluse, l’espressione seria sul volto dai tratti duri e virili.
- Certo, non pensavo che te la prendessi. –
- Non me la sono presa -, assicurò, - è solo che tutti si aspettano un determinato percorso dal figlio di Viktor Krum e nessuno si prende mai la briga di chiedermi cosa voglio fare io. –
- Resta comunque il fatto che tu sia un grande giocatore – intervenne Constance, allungandosi ad appoggiare una mano sull’avambraccio tonico del compagno di scuola.
Joseph notò l’espressione che comparve sul volto di Helena.
A quanto sembrava alla russa dai capelli rossi la compagna di scuola non andava affatto a genio.
- Smettila di sbavare, Wolf, non ti si addice. –
La bionda non ritrasse la mano, ma anzi continuò a prolungare il contatto e le scoccò un’occhiata provocatoria come sfidandola a rimetterla da sola al suo posto.
Lenochka, seduta di fronte a Constance, alzò lo sguardo per gustarsi la scena.
Quando quelle due si scontravano c’era sempre di che divertirsi.
E dire che Nikolaj neanche la guardava Constance, figurarsi se avrebbe mai assecondato le sue avances eppure la loro biondissima compagna continuava imperterrita a importunarlo da tre anni a quella parte.
Anche Enea sembrava molto interessato a quello scambio di battute.
Tipico di lui del resto, visto che sembrava assolutamente incapace di farsi i fatti propri per più di cinque secondi.
Era un degno informatore per quanto riguardava i pettegolezzi che giravano per Durmstrang, ma Lenochka continuava a non fidarsi abbastanza da confidarsi con lui.
Non era una sprovveduta e sapeva inquadrare le persone al volo.
Enea Palter non era un cattivo ragazzo, ma decisamente non era la persona più adatta a custodire un segreto.
- Nessuno ha chiesto la tua opinione – la rimbeccò la bionda.
- Già, ma non riesco a trattenermi quando vedo qualcuno di così disperato in azione. –
Lenochka trattenne un sorriso divertito, nascondendosi contro l’orlo del calice.
Ne avrebbero viste delle belle se qualcuno non le fermava.
Puntuale come un orologio, Nikolaj ritrasse il braccio dalla presa di Constance e rivolse uno sguardo intenso all’amica.
- Stanno per cominciare a spiegarci le modalità del Torneo. –
In effetti l’anziana preside di Hogwarts aveva preso posto davanti allo scranno dorato a forma di fenice e stava scrutando la sala con espressione severa negli occhi verdi.
Tossicchiò leggermente.
- Un momento d’attenzione, prego. Come tutti voi saprete questo Torneo prevede la partecipazione di otto campioni, quattro ragazze e quattro ragazzi, due per scuola. È importante che sappiate che solo gli studenti del sesto e del settimo anno potranno partecipare e che il sorteggio avverrà in modo del tutto casuale. Alcuni di voi -, e qui i suoi occhi si soffermarono su Nikolaj, - avranno sicuramente sentito parlare del Calice di fuoco dai genitori. Ebbene, sarà proprio questo antico e magico oggetto a decretare i campioni per ogni scuola. Avrete tempo fino alla fine della settimana per presentare la vostra candidatura e domenica prossima il Calice estrarrà i nomi dei sorteggiati. Una volta estratti non potrete più tirarvi indietro, perciò vi invito a riflettere attentamente prima di apporre il vostro nome all’interno. Ponderate attentamente la vostra decisione e fino a quel momento mi auguro che tutti voi vi troviate bene a Hogwarts – concluse, venendo accolta da un applauso generale e cordiale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Marjorie trovava quella ragazza di Corvonero, Tatiana, semplicemente incredibile.
A Beauxbatons era difficile trovare ragazze così spontanee e divertenti che fossero disposte a passare del tempo con lei e che al contempo non lo facessero per accaparrarsi qualche vantaggio.
- Questo posto è immenso, credo che mi ci vorranno settimane prima di imparare a orientarmi – considerò mentre camminava al fianco di Tatiana e Gabriel.
Il ragazzo le sorrise comprensivo.
- Hogwarts fa sempre questo effetto all’inizio, ma ti assicuro che imparerai molto presto a orientarti. –
- E per il resto ci siamo noi – concluse Tatiana, sorridendole amichevolmente.
- Lo apprezzo molto – assicurò.
- Il resto dei tuoi compagni di scuola? – chiese d’un tratto Gabriel.
- Non ne ho idea e sinceramente non mi interessa. Non ho mai legato particolarmente con nessuno di loro, sono una fervida sostenitrice del “meglio soli che male accompagnati”. –
Tatiana annuì silenziosamente.
Si trovava decisamente d’accordo e apprezzava sopra ogni cosa chiunque riuscisse a starsene per i fatti propri e non necessitasse incessantemente dell’attenzione altrui; l’indipendenza era una gran cosa e lei ne era una fautrice a dir poco appassionata.
- Tuttavia sono certa che troverò amicizie interessanti qui a Hogwarts. –
- Sono certa che sarà così – convenne la Corvonero.
Marjorie sorrise solare.
Non vedeva l’ora che cominciasse una nuova giornata lì al castello.
Quell’anno prometteva svago e incredibili avventure.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

 Salve!
Come promesso eccoci qui con il primo capitolo vero e proprio. Ho cercato di dare sufficiente spazio a tutti gli OC e spero di esserci riuscita; vi chiedo di farmi sapere se siete soddisfatti o meno dalla resa del vostro OC.
Detto ciò, vi auguro una buona serata e ci vediamo al prossimo capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

 

 

 

 

Lenochka osservò la compagna di scuola continuare ad aggirarsi per la stanza che era stata assegnata loro in silenzio, trattenendo un sorrisetto divertito.

- Lena … Si può sapere cosa stai cercando? –

- Il cravattino della divisa – replicò, mezza nascosta sotto al gigantesco letto a baldacchino.

- E lo cerchi sotto al letto? Sapevo che non fossi il massimo dell’ordine, ma sei proprio un caso disperato – constatò Constance.

La bionda era già vestita e truccata di tutto punto ed era intenta a ritoccare lo smalto verde acido sulle lunghe unghie fresche di manicure.

- Nessuno ha chiesto la tua opinione – la rimbeccò, allungando il braccio più che poteva verso il lembo di tessuto nella penombra che sembrava essere proprio l’oggetto della sua ricerca.

- Se continui così finirai con il restare una zitella inacidita. –

Helena rivolse un’occhiata a Lenochka in una sorta di muta richiesta di soccorso.

Eppure la ragazza sembrava decisamente troppo divertita da quello scambio per intervenire; per smuoverla e convincerla a interessarsi a qualcosa che non la riguardasse di persona ce ne voleva d’impegno.

Helena emise uno sbuffo, allungandosi ancora un po’ e afferrando finalmente il lembo di stoffa.

Esaminandolo alla luce delle candele, emise un verso di vittoria.

Helena 1 – Cravattino 0

- Il tuo piano per il futuro invece qual è fare la mantenuta strarifatta e decisamente inacidita? – la rimbeccò poi, mentre lo sistemava attorno al collo.

Il riflesso dello specchio le rimandò l’espressione indignata di Constance.

- Me ne vado, ne ho abbastanza di stare in tua presenza. Lenochka tu vieni con me o vuoi rimanere ancora con questa perdente? –

Rassettò la gonna della divisa con piccoli colpetti decisi e rimase sulla soglia della porta con una mano a sui fianchi, voltandosi a tre quarti mentre inarcava un biondo e curato sopracciglio.

Lenochka afferrò la sua borsa in pelle di drago, rivolse un cenno del capo a Helena e poi oltrepassò Constance senza degnarla della minima considerazione.

Forse non si schierava a favore di Helena, ma allo stesso tempo non era certo interessata a stringere amicizia con Constance, malgrado ciò che la ragazza potesse sperare.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Gabriel si sporse verso Robert, incuriosito.

- Si può sapere perché sorridi in quel modo? –

Il Corvonero gli mostrò il foglietto con l’orario delle lezioni di quella settimana.

Metà delle loro lezioni si sarebbero tenute in compagnia della delegazione di Beauxbatons.

- Non ti sembra l’orario migliore della storia di questi sette anni? –

Gabriel rise, scuotendo la testa.

- Quello che mi sembra incredibile è che tu sia così interessato a una ragazza che hai incontrato solo dodici ore fa. Non ti ho mai visto così interessato in tutti questi anni. –

Joseph ed Enea sbucarono dalla scalinata che dai sotterranei conduceva al pianterreno e si avvicinarono a loro.

- Enea, questi sono i miei migliori amici: Robert e Gabriel. Lui è Enea, uno dei ragazzi di Durmstrang – li presentò.

- Sembra che qualcuno sia di buon umore – osservò Enea, incuriosito, - è successo qualcosa che ci siamo persi? –

Tutta quella contingenza di studenti adolescenti provenienti da svariate parti del mondo aveva solleticato la sua naturale propensione ai pettegolezzi.

Riusciva chiaramente a percepire la quantità di pettegolezzi che sarebbero scaturiti durante quel Torneo.

Decisamente pane per i suoi denti.

- Robert si è preso una cotta per una delle ragazze francesi – asserì Gabriel, beccandosi all’istante una gomitata nelle costole dall’amico.

- Non ho una cotta -, protestò Robert, - la trovo solo interessante. –

Joseph sorrise con l’aria di chi la sapeva lunga e si rivolse a Enea con un sorrisetto malandrino.

- Tu non conosci Robert quindi permettimi di spiegarti cosa significa in realtà quest’apparentemente innocente affermazione -, lo prese sottobraccio con fare complice, - In poche parole il nostro caro Rob ha il battito cardiaco a mille quando le sta vicino, probabilmente l’ha anche sognata questa notte … è un gran romanticone. –

Questa volta il buffetto dietro al collo colpì il Serpeverde.

- Idiota. E se mi fate fare una figuraccia giuro che dovrete trovarvi qualcun altro che vi aiuti con i compiti per il resto dell’anno. –

Alzarono le mani in segno di resa.

- D’accordo, ma almeno possiamo sapere di chi si tratta? Giusto per evitare fraintendimenti. –

Robert accennò con il capo alla ragazza impegnata a chiacchierare fittamente in francese con delle sue compagne di scuola.

- È lei … Audrey. –

I tre ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente.

- È cotto marcio. –

- Completamente andato. –

- Non ci sono dubbi – convenne Enea sorridendo divertito da quell’improvvisa solidarietà maschile che si era venuta a creare tra di loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Jason si lasciò cadere sulla panchina della tavolata dei Grifondoro trattenendo uno sbadiglio.

Gli occhi color ghiaccio erano leggermente arrossati, il volto assonnato.

- Datemi il mio caffè e nessuno si farà del male. –

- Magari fosse possibile -, intervenne Bentley che non versava certo in condizioni migliori, - ma ci toccherà aspettare che ne compaia dell’altro perché qualcuno si è finito l’intera brocca – concluse, lanciando un’occhiataccia alla ragazza davanti a lui.

Lilith si strinse nelle spalle, continuando imperterrita a sorseggiare la sua tazza di calda bevanda colombiana.

- Potevi svegliarti prima se volevi assicurarti una dose di caffeina. Chi tardi arriva male alloggia. –

- Hai bevuto tutto il caffè? – replicò Jason, registrando lentamente ciò che stava accadendo.

- Così sembra. –

- E tu non l’hai fermata? –

Charlotte scrollò le spalle, sorridendo lievemente.

- No, io non bevo caffè. –

Jason alzò gli occhi al cielo.

- D’accordo, rossa, sappi che questa non te la faccio passare. –

- Brrr che paura, Blackburn. Cosa vuoi fare, uccidermi e buttare il mio cadavere nel Lago Nero? –

L’espressione sul volto del biondo l’allarmò.

C’era qualcosa che il suo cervello stava rapidamente ideando e di qualsiasi cosa si trattasse era abbastanza sicura che non fosse nulla di buono.

Cercò di alzarsi dalla panchina prima che Jason le fosse addosso, ma non ci riuscì.

Si ritrovò a testa in giù, appoggiata sulla spalla del ragazzo, mentre uscivano a passo di carica dalla Sala Comune sotto gli sguardi increduli e divertiti dell’intera scolaresca.

Intravide Charlotte e Bentley ridere.

Che razza di traditori.

- Mettimi giù, stupido bestione, non sono un pacco postale. –

- Stai buona -, la rimbeccò divertito, - non costringermi a prenderti a schiaffi su quel tuo bel culetto. –

Indignata, Lilith gli assestò una pacca sulla spalla ma sembrò non sortire il minimo effetto.

Quell’idiota era davvero fatto d’acciaio.

- Dove mi stai portando? –

- Al Lago. –

D’accordo, lei aveva suggerito l’idea di ucciderla e gettarla in acqua solo come scherzo, l’aveva forse presa sul serio?

- Blackburn … -

- Non voglio mica ucciderti – rise, come se avesse capito cosa le stava passando per la testa.

- E allora perché mi porti lì? –

- Per farti fare un bagnetto, così magari la prossima volta ci penserai due volte prima di finire il caffè. –

- D’accordo -, provò a farlo ragionare, - mi dispiace se ho finito il caffè. Non accadrà più, ma tu non buttarmi dentro al Lago, l’acqua è gelata. –

Sentì la presa allentarsi e si ritrovò magicamente con i piedi saldamente a terra.

- Mi accontento delle scuse per questa volta – le sorrise.

- Sei completamente fuori di testa, Blackburn. –

- Non mi dici nulla di nuovo. –

Alzando gli occhi al cielo e sforzandosi di trattenere un sorriso, Lilith lo oltrepassò e tornò verso il castello.

Jason Blackburn era sempre il solito.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Audrey sbuffò, lanciando un’occhiataccia a William ed Erlend seduti nella fila accanto alla sua.

Incuriosita, Marjorie si voltò verso di lei.

- Che succede con quei due? –

- Nulla di nuovo, mi stanno prendendo in giro. –

Erlend mimò una faccia innamorata, sbattendo le ciglia e fingendo si sospirare mentre osservava il Corvonero seduto in prima fila.

Audrey roteò gli occhi.

Immaturi.

- Riguarda quel ragazzo inglese? –

Annuì appena, guardinga.

Lei e Marjorie andavano d’accordo, anzi diciamo che più che altro si limitavano a convivere in modo pacifico, ma non erano quelle che potevano essere definite vere e proprie amiche.

- Ho solo detto che lo trovavo attraente e quei due idioti hanno cominciato a darmi il tormento. –

- Tipico di quei due -, convenne, - ma immagino che facciano così perché sono molto protettivi nei tuoi confronti. –

- Già, ma diventano insostenibili quando ci si mettono. –

Il professore di Difesa Contro le Arti Oscure tossicchiò, attirando la loro attenzione.

- Se avete smesso di chiacchierare, vi interesserà sapere che vi toccheranno dieci centimetri di pergamena in più rispetto agli altri per aver disturbato la lezione … e lo stesso vale per i due signori poco distanti da voi che hanno fatto i buffoni per tutta la lezione – concluse, cancellando le espressioni ilari dai volti dei due francesi.

Mentre il professore tornava a voltarsi verso la lavagna, Audrey rivolse ai due amici un gesto minaccioso, sibilando piano: - Siete morti. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Tatiana era in ritardo per la lezione d’Incantesimi, tutta colpa di Gabriel che l’aveva trattenuta in corridoio per raccontare a lei e Zahra del pettegolezzo del momento.

Per giunta la sua stupida borsa aveva deciso di rompersi proprio in quel momento, rovesciando tutto il contenuto sul pavimento.

La boccetta d’inchiostro nella caduta si era rotta e aveva macchiato tutti i fogli di pergamena puliti che aveva portato per prendere appunti.

- Dannazione -, sbuffò tra i denti, - tu vai pure. Non ha senso che entrambe finiamo in punizione. –

Zahra, che si era chinata ad aiutarla, parve dubbiosa.

- Sei sicura? Non è un problema. –

- Tranquilla, avverti il professore che sto arrivando. –

La bionda annuì, allungando il passo e raggiungendo l’aula una frazione di secondo prima che il professor Vitious chiudesse la porta.

Rivolse un sorriso di scuse al basso ometto e s’intrufolò tra gli ultimi studenti.

Se non altro almeno lei aveva evitato la punizione, considerò Tatiana fissando affranta tutta quella pergamena sprecata.

Avrebbe dovuto tornare in dormitorio per prenderne di nuova e aggiungere anche una boccetta d’inchiostro.

Prima o poi avrebbe buttato quella maledetta borsa.

- Ti serve una mano? –

Alzò lo sguardo, colta di sorpresa dal lieve accento bulgaro che condiva la voce del ragazzo che si era fermato davanti a lei.

Nikolaj Krum la fissava dall’alto in basso con aria esitante.

- Magari, ho combinato un disastro. –

- Lo vedo –, sorrise il ragazzo, - per la pergamena e l’inchiostro posso rimediare, ma credo che la borsa sia ormai pronta per il funerale. –

- Lo credo anche io – rise.

Nikolaj puntò la bacchetta verso la pergamena, mormorando un incanto che assorbì le macchie all’istante.

Dopodichè si dedicò ai frammenti di vetro a terra.

- Reparo! –

La boccetta, ormai vuota, si riformò ai suoi piedi.

Tenendola tra le mani, Nikolaj prese la sua e vi versò dentro un po’ del suo inchiostro.

- Dovrebbe bastarti fino alla fine delle lezioni, almeno non perderai altro tempo. –

- Io … non so davvero come ringraziarti, mi hai salvato la vita. –

Ridendo, Nikolaj ammiccò.

- Diciamo solo che mi devi un favore, prima o poi lo riscuoterò ma adesso ti lascio andare a lezione – concluse, sorridendole nuovamente prima di lasciarla lì e riprendere a camminare lungo il corridoio.

Doveva un favore a Nikolaj Krum.

Di solito non amava questo genere di cose, ma la prospettiva la intrigava tremendamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Sono tornata domenica sera dalle vacanze perciò aggiorno solo ora, ma spero che il capitolo abbia ripagato l’attesa.

Prometto che il prossimo arriverà in un lasso di tempo molto più ragionevole.

Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

 

 

 

 

- Ripetimi un’altra volta cos’è che vorresti festeggiare? –

William si strinse nelle spalle, le iridi blu cobalto che luccicavano divertite al di sotto delle scomposte ciocche corvine.

- Abbiamo davvero bisogno di un motivo valido per fare festa? –

- Teoricamente sì. –

- E in pratica? –

Erlend ridacchiò, scuotendo la chioma color dell’alabastro.

Era inutile discutere con William quando si metteva in testa di fare qualcosa, specialmente se si trattava di organizzare una festa.

Il ragazzo americano davanti a loro sembrava pensarla esattamente come lui, perché sorrise divertito.

- Mi piace come ragioni. –

L’unico che sembrava ancora scettico e faceva resistenza era Nikolaj.

Erlend aveva sempre pensato che il figlio di una star mondiale del Quidditch fosse abituato a folleggiare ogni notte, ingurgitando litri di alcolici e spassandosela con ogni singola ragazza gli capitasse a tiro, ma a quanto pareva quel particolare stereotipo si applicava solo a una parte dei figli di gente famosa.

Nikolaj Krum era infatti di una serietà a dir poco spaventosa quando si trattava d’infrangere regole, alzare un po’ il gomito, e comportarsi da adolescente ribelle.

- Coraggio, Krum, sciogliti un po’ – lo esortò Jason, inarcando un sopracciglio biondo e rivolgendogli un’occhiata molto simile a una tacita sfida.

- I ragazzi di qui che ne pensano? –

- Sono tutti d’accordo – replicò Erlend all’istante.

Quando aveva menzionato l’idea a Robert il Corvonero era rimasto in silenzio per qualche minuto e alla fine aveva dato il suo appoggio alla cosa e annunciato che si sarebbe occupato lui di presentare la cosa al resto della scuola ospite nella migliore luce possibile.

Doveva esserci riuscito alla grande, perché la voce si era sparsa a una velocità incredibile e ormai sembrava non esserci nessuno studente dal quinto anno in su che non fosse a conoscenza della cosa.

- Sarà divertente – aggiunse poi, con un sorriso a trentadue denti.

Durmstrang faceva quello che decideva lui, non perché fossero obbligati ma perché Krum veniva visto come un modello di comportamento da fin troppa gente per permettersi di ignorare le implicazioni di una sua decisione.

- D’accordo, ma non mi prenderò nessuna responsabilità se le cose dovessero degenerare – cedette alla fine il bulgaro.

- Non degenereranno – assicurò William, con la migliore delle sue espressioni da angioletto innocente.

Sarebbe stato convincente se Erlend non l’avesse conosciuto come le sue tasche.

Una festa con William Glacier finiva sempre con il causare scandali, pettegolezzi che divenivano di dominio pubblico, e qualche decina di studenti che si ubriacavano fino a svenire.

- Perfetto, allora vado a confermare la cosa al resto del mio gruppo –, concluse soddisfatto Jason, - Ci vediamo questa sera, ragazzi. –

- Vado anche io – asserì Nikolaj, rivolgendo un rapido cenno di saluto al quartetto.

Rimasti soli, Erlend sentì lo sguardo di William su di sé.

Alzò lo sguardo, accigliandosi.

- Sì? –

- Stai pensando a quello che penso io? –

Arricciò le labbra in un sorrisetto ironico. – Che sei fuori di testa? –

- Oltre a quello -, rise, - intendevo l’altra cosa. –

- Audrey? –

- Audrey – confermò.

E così la loro amica tornava a rivestire ufficialmente il ruolo di importatrice abusiva di alcolici all’interno delle mura scolastiche.

Nuova scuola, stessa vecchia storia.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- E mio fratello ha davvero dato il consenso a tutto questo? –

Zahra era decisamente incredula.

Robert non era un tipo noioso o puritano, ma allo stesso tempo prendeva molto sul serio tutta la questione della carica da Caposcuola e dei doveri che ne derivavano.

Eppure sembrava che l’arrivo delle delegazioni straniere l’avesse convinto a gettare ogni riserva alle spalle e trasformarsi improvvisamente nel grande anfitrione di quella che si prospettava una festa con la “F” maiuscola.

- Così dice Gabriel. Anche lui e Joseph ne erano sorpresi – confermò Tatiana.

Lilith, seduta sul letto a baldacchino accanto a quello di Zahra, smise di sfogliare la rivista di Quidditch e alzò lo sguardo verso di loro.

- La festa sarebbe questa sera? –

- Già. A quanto ho capito verrà organizzata nella Stanza delle necessità. –

Accigliata, l’americana ripetè il nome di quel posto con tono perplesso, spingendo le due ragazze a spiegare sia a lei che a Charlotte di cosa si trattasse.

- È una stanza che compare solo se passi lì davanti per tre volte pensando intensamente al luogo che vuoi trovare una volta varcato l’ingresso. Si pensava che fosse andata distrutta durante la Battaglia di Hogwarts della Seconda guerra magica, ma a quanto pare tra i poteri della Stanza c’è anche quello di ripararsi da sola. –

- E adesso avete capito perché è finita a Corvonero – rise Zahra davanti al tono professionale con il quale Tatiana si era messa a illustrare le circostanze che avevano portato alla scoperta di quella stanza portentosa.

Charlotte prese la parola, tormentandosi nervosamente le mani.

- E non c’è il rischio che ci becchino? –

- Un po’ di rischio c’è –, ammise Tatiana, - ma non possono certo darci più di una punizione. –

L’amica non sembrava particolarmente convinta perciò Lilith le diede una lieve e giocosa spintarella.

- Coraggio, è l’ultima sera di libertà. Domani annunceranno i nomi dei campioni delle varie scuole e il Torneo comincerà ufficialmente. Non avremo altre occasioni per divertirci. –

Ancora un po’ combattuta, Charlotte alla fine si ritrovò ad annuire.

L’entusiasmo delle ragazze l’aveva contagiata.

Dopotutto aveva deciso di candidarsi al Torneo per mettersi alla prova e dimostrare di essere capace di essere coraggiosa e tosta proprio come chiunque altro.

E una festa non era certo la sorte peggiore che le potesse capitare, no?

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Entrando nella stanza del dormitorio Lenochka si ritrovò davanti quella che aveva tutta l’aria di essere una boutique di alta moda che era improvvisamente esplosa e aveva deciso di travolgere con abiti, trucchi, scarpe e gioielli ogni singola porzione di spazio disponibile.

Tossicchiò, attirando l’attenzione di una Constance più schizzata del solito che si appoggiava a dosso in modo incessante un abito dopo l’altro, osservando il riflesso che le rimandava il gigante specchio a figura intera mordicchiandosi il labbro inferiore con l’aria di chi stava valutando una complessa opera d’arte dal valore inestimabile.

- I ladri ci hanno svaligiato la stanza, è esplosa una bomba oppure Constance ha semplicemente dato di matto e ha cominciato a lanciare abiti in giro? –

Helena si strinse nelle spalle, richiudendo la boccetta d’inchiostro che le era appena servita per ultimare il compito di Difesa Contro le Arti Oscure.

- Personalmente trovo difficile capire se Constance sia ammattita oppure no, è da quando la conosco che si comporta come se fosse fuori di testa. Quanto alla bomba, se fosse stato un qualche attentatore lo avrei già ingaggiato per farla fuori. E i ladri dubito che correrebbero mai il rischio di entrare qui dentro e incontrarla. Sarebbe capace di tagliare la gola a qualcuno se si avvicinasse a meno di un metro dalle sue scarpe nuove. –

La bionda rivolse un’occhiata piccata all’indirizzo delle due compagne.

- Molto divertenti. Risparmiatevi l’ironia e datevi una mossa, tra un’ora comincia la festa. –

- Appunto, tra un’ora. Perché dovrei cominciare a prepararmi adesso? –

- Perché -, fece per risponderle ma dopo averla osservata dalla testa ai piedi decise di non dispensare ulteriori consigli di stile destinati a rimanere inascoltati, - ah … lasciamo perdere, conoscendoti metterai qualcosa tipo pantaloni di pelle di drago e stivaloni al ginocchio con una di quelle tue maglie a rete dall’aria molto goth. –

- Le mie magliette goth sono fantastiche – la rimbeccò.

- Certo, se solo lo stile goth non avesse smesso di andare di moda qualcosa come millemila anni fa. –

Lenochka alzò gli occhi al cielo.

Ed ecco che c’erano di nuovo.

Doveva davvero provare a intercedere con qualche potenza superiore per chiederle di essere assegnata a un’altra stanza.

- Io vado a farmi una doccia, cercate di non uccidervi mentre sono sotto l’acqua. Mi seccherebbe arrivare tardi alla festa perché devo dare una mano ad occultare un cadavere – decretò, per poi chiudersi la porta del piccolo bagno personale alle spalle.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

La festa era un tripudio di musica, alcolici e gente che si muoveva a passo di danza in coppia o da sola.

Sorseggiando il suo drink, Marjorie smise di ascoltare Enea e Gabriel che blateravano di chissà cosa e tornò a concentrarsi sulla pista.

Socchiuse gli occhi, muovendosi lentamente sul posto mentre nella stanza risuonava una melodia a lei familiare.

Era la sua canzone preferita.

Meditò sull’idea di scendere in pista e scatenarsi, ma l’idea di danzare da sola non la convinceva del tutto.

Amava divertirsi, ma a Beauxbatons lo faceva con i suoi amici mentre lì sembrava che tutti fossero troppo presi nel vivere il momento a mille per mettersi a socializzare con persone che conoscevano già.

- Indecisa sull’andare a ballare o meno? –

Si voltò verso il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri che era vicino a lei.

Stringeva a sua volta un drink tra le mani dalle dita affusolate da pianista e aveva un luccichio divertito nello sguardo.

Era uno dei ragazzi di Ilvermorny, ma non aveva la minima idea di come si chiamasse.

- Già, non mi piace ballare da sola. –

- Non vorrai farmi credere che nessuno ti ha ancora invitata – replicò.

In effetti aveva perso il conto degli inviti che aveva ricevuto fino a quel momento, ma li aveva declinati tutti.

Marjorie era perfettamente consapevole di essere una bella ragazza così come sapeva che la maggior parte dei ragazzi quando parlavano con lei vedeva solo un bel viso e un corpo seducente.

Nessuno di loro si sarebbe mai preso la briga di conoscerla davvero.

Era solo una bella bambolina, non doveva essere necessariamente una persona acuta e profonda.

Non sopportava quel comportamento, perciò aveva declinato garbatamente ogni invito.

- Ho sempre rifiutato. –

- Fammi indovinare, erano tutti dei completi idioti che volevano solo provare a infilarsi nel tuo letto? –

Rise. – Qualcosa del genere. –

Alzò gli occhi al cielo. – Noi uomini sappiamo essere davvero dei casi disperati quando ci mettiamo. Comunque, io sono Bentley. –

Accettò la mano che le porgeva, sentendo le gote arrossire leggermente quando lo vide portare il dorso alle labbra e depositarvi un lieve bacio invece di limitarsi a stringerla.

- Marjorie. –

- Piacere di conoscerti, Marjorie. Che ne dici, accetti il mio invito a ballare? Ti giuro che sono il tipo di ragazzo che preferisce essere corteggiato invece che corteggiare, quindi non devi temere che mi approfitti di te – ironizzò.

Ridendo nuovamente, si ritrovò ad annuire ancora prima di ponderare la cosa.

- Perché no, andiamo in pista. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Robert si avvicinò all’improvvisato bancone bar al quale Gabriel e Joseph chiacchieravano con Enea.

Stavano discutendo di Quidditch e di tanto in tanto abbozzavano qualche commento su questa o quella ragazza che reputavano carina.

- Credevo che fossi incollato ad Audrey, come mai da queste parti? – lo accolse il Serpeverde.

- Devo solo prendere qualcosa da bere. –

- Vi siete prosciugati dei rispettivi liquidi corporei? – ammiccò, malizioso.

Gabriel ed Enea scoppiarono a ridere, dandosi di gomito.

Quei tre dovevano aver bevuto decisamente più del dovuto; era pronto a scommettere che entro la fine della serata si sarebbero sentiti male e sarebbe toccato a lui il duro compito di rimetterli tutti a letto.

Era in momenti come quelli che detestava essere l’amico responsabile del gruppo.

- Farò finta di non aver capito l’insinuazione e me ne andrò ignorando lo stato in cui siete … vi faccio presente solo che sono ancora le dieci di sera. –

- Stiamo bene – assicurò Gabriel.

L’ultima volta che aveva sentito quelle parole era finito con del vomito non suo sugli abiti e sulle scarpe, due migliori amici completamente ubriachi che non riuscivano nemmeno a mettere un piede davanti all’altro, una nottata passata a cercare di rimetterli in piedi e il soprannome “Rob l’infermiere” che gli era rimasto appiccato addosso per le settimane a seguire.

- Non ho intenzione di farvi da baby sitter questa volta – li informò.

- D’accordo, papà – ridacchiò Enea.

Fantastico.

Non avrebbe avuto a che fare con due ubriachi perché quella volta sarebbero stati tre.

Afferrò i bicchieri per sé e Audrey e tornò dalla ragazza che era rimasta seduta sul divanetto.

Le sedette accanto, porgendole il suo drink.

- Hai l’aria preoccupata – osservò.

- Gabriel, Joseph ed Enea sono completamente ubriachi e indovina un po’ a chi toccherà stargli dietro? –

Accarezzandogli il dorso della mano, replicò: - Non pensarci. –

- Fosse facile. –

- Hai bisogno di qualcosa che ti distragga – asserì la francese con decisione, sporgendosi verso di lui e depositandogli un bacio sulle labbra.

Colto di sorpresa, Robert ricambiò ancora prima di realizzare che era effettivamente Audrey che stava baciando.

Qualcuno da qualche parte doveva aver ascoltato le sue preghiere.

E, constatò, era proprio vero che le ragazze francesi baciavano bene.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

William riaprì gli occhi venendo assalito all’istante dalla sensazione che dentro alla sua testa fosse in corso un vero e proprio incontro di boxe senza alcun esclusione di colpi.

Realizzò a malapena che si trovava ancora nella Stanza delle necessità e che la festa era finita da ore.

Lanciò un’occhiata all’orologio che portava al polso.

Erano quasi le otto, ciò significava che se si fosse dato una mossa avrebbe potuto fare colazione prima di cominciare le lezioni.

Fece per mettersi in piedi quando si rese conto di essere mezzo nudo.

Si chinò a raccogliere la camicia ai piedi del divanetto, per poi chiudere la zip e allacciare la cintura di pelle.

Lasciò vagare lo sguardo nella penombra, alla ricerca della sagoma della persona con cui doveva aver passato la notte.

Sempre ammesso che non se ne fosse già andata, ovviamente.

Individuò una schiena pallida e decisamente maschile acciambellata poco distante.

Avvicinandosi verso il suo incontro occasionale, William sgranò gli occhi.

- Merda – mormorò con sentimento, osservando il volto pallido dalle ciglia nerissimi e la chioma biondo chiarissimo.

Doveva esserci un’altra spiegazione logica al perché lui ed Erlend erano da soli nella stanza e per di più mezzi nudi con l’aria di chi aveva palesemente passato la nottata a fare sesso.

Il fatto che fosse un ragazzo non era un problema, ma che fosse il suo migliore amico lo era eccome.

Erlend non era un dongiovanni, era un tipo da storia seria, i flirt non lo interessavano.

Perciò, malgrado l’alcool in circolo, se era venuto a letto con lui era perché nutriva dei sentimenti nei suoi confronti e non si trattava semplicemente di attrazione fisica.

Quanto a lui … Erlend era ovviamente un bel ragazzo, ma era possibile che tra loro ci fosse più di un’amicizia?

Francamente non ne aveva alcuna idea e in quel momento, con la testa pulsante, fece l’unica cosa che reputò saggia.

Finì di vestirsi ed uscì dalla stanza stando attento a non svegliarlo.

Non era ancora il momento di affrontarlo, non prima di aver chiarito le idee a riguardo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

In questo capitolo si sono un po’ smosse le cose dal punto di vista sentimentale e nel caso di Will ed Erlend si sono anche decisamente complicate. Come affronteranno la cosa i due ragazzi? Lo scoprirete nel prossimo capitolo, in cui verranno anche annunciati i rappresentanti al Torneo per ogni scuola.

Detto ciò, qualcuno di voi ha un nome per la ship Audrey/Robert? Perché a me viene in mente solo Robey.

Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

 

 

 

 

 

 

Zahra sedette al tavolo dei Grifondoro sorridendo allegra, allungandosi per accaparrarsi la scodella di porridge più vicina.

- Allora, pronti alla grande rivelazione? –

Charlotte si tormentò le mani, abbozzando un accenno di sorriso.

- Più o meno, diciamo che la tensione è piuttosto forte. –

Zahra le battè piano sul braccio, solidale.

- Tranquilla, sono certa che andrà tutto per il meglio. Risparmia la tensione per la lezione di Pozioni. –

Lilith rise, allontanando una ciocca rossa dagli occhi color ghiaccio.

- Melodrammatica. Non è poi così male, personalmente la trovo una materia molto rilassante. –

- E io personalmente ti ritengo molto fuori di testa – la rimbeccò Bentley, per poi alzare una mano in cenno di saluto.

Charlotte seguì la direzione dell’amico, incuriosita.

- Con chi ce l’hai? –

- Marjorie, una delle ragazze di Beauxbatons. L’ho conosciuta ieri sera e sembra un tipo molto interessante. –

Lilith le diede di gomito.

- Sai questo cosa significa, vero Charlie? –

- Che entriamo in azione come Cupidi personali? –

- Ovviamente. –

Si scambiarono un cinque, a cui rispose anche Zahra.

Quelle missioni amorose la divertivano sempre tantissimo.

Bentley emise un gemito sconsolato, roteando gli occhi.

Eccole che ricominciavano e questa volta si univa a loro anche Zahra.

Doveva avere davvero un karma pessimo se ogni volta le sue migliori amiche decidevano di metterlo in imbarazzo con tentativi di approccio romantico sempre più imbarazzanti.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Ti vedo pensierosa – esordì Robert, accarezzando la mano della ragazza.

Audrey smise di guardare vero William ed Erlend e si voltò verso di lui, il bel volto corrucciato.

- È solo che quei due si comportano in modo strano, non ti sembra? –

Osservando i due ragazzi, Robert dovette ammettere che aveva ragione; di solito passavano ogni istante libero a chiacchierare, prenderli bonariamente in giro oppure organizzare qualcosa che avrebbe inevitabilmente finito con il causare il caos totale all’interno della scuola.

Invece quella mattina erano silenziosi ed evitavano persino di incrociare i rispettivi sguardi.

- Hanno discusso? –

- Non ne ho idea. Quando ce ne siamo andati dalla festa erano scomparsi, quindi forse è successo qualcosa di grave. –

- Se vuoi andare a parlare con loro vai pure. –

- Sicuro che non ti dispiaccia? –

Scosse il capo.

- Sono i tuoi migliori amici, è giusto che tu capisca cosa sta succedendo. –

Gli rivolse quel suo sorriso intrigante che prima di ogni altra cosa aveva attirato la sua attenzione, gli stampò un rapido bacio a fior di labbra e si diresse verso William.

La vide sedersi accanto all’amico e dargli immediatamente l’assalto.

Da dov’era non riusciva a capire cosa si stessero dicendo, ma Audrey non sembrava affatto soddisfatta dalla risposta.

Dopo cinque minuti, sbuffando, fece per cambiare bersaglio ma Erlend era già uscito dalla Sala Grande.

Sicuro che non sarebbe bastata quella fuga maldestra a farla desistere dai suoi propositi, Robert si ritrovò a empatizzare con il ragazzo dai capelli biondissimi.

Qualsiasi cosa fosse di sicuro Audrey l’avrebbe scoperta.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

- Erlend, smettila di scappare – gli gridò, allungando il passo e affiancandolo lungo le scale che portavano al secondo piano.

- Non sto scappando – replicò, senza tuttavia smettere di camminare.

- A me sembra proprio di sì. –

Resosi conto che non avrebbe mai lasciato perdere, Erlend si fermò con un sospiro

- Cosa vuoi, Audrey? –

- Solo sapere cosa succede tra te e Will. Vi comportate in modo strano. –

L’espressione sul volto dell’amico si fece da seccata a cupa.

Ecco la conferma che c’era effettivamente qualcosa che non andava.

- Cosa ti ha detto lui? –

- Che non era successo nulla. –

Erlend emise una risata aspra e forzata.

- Bene, allora se lo dice lui non è sicuramente successo nulla. –

- Erl … -

- No, non mi va di parlarne. Evidentemente io e William abbiamo una concezione ben diversa del nulla. –

- Se solo uno di voi due si degnasse di dirmi cosa è successo – provò a farlo ragionare per l’ennesima volta.

Quei due testoni sapevano essere più duri di un muro di cemento armato.

- Devo andare a lezione -, tagliò corto, - buona giornata, Audrey. –

Lo vide allontanarsi senza voltarsi indietro.

Erlend era ferito, non ci voleva una mente particolarmente brillante per capirlo, e aveva la netta sensazione che Will con la sua risposta avesse peggiorato le cose in modo decisivo.

Avrebbe staccato la testa a quell’idiota del suo migliore amico, poco ma sicuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Nik, dimmi che tu ci capisci qualcosa di questa roba – implorò Helena, osservando sconsolata la pozione che ribolliva nel suo calderone.

Lei e Marjorie erano capitate in coppia, ma sfortunatamente nessuna delle due aveva la minima idea di come produrre quel distillato.

Nikolaj, in coppia con Jason, si sporse verso il loro calderone.

Il liquido che doveva essere di un bell’azzurro cielo era verde acido e l’odore non prometteva decisamente nulla di buono.

- Lena … cosa ci hai messo lì dentro? –

- Gli ingredienti della pozione. –

- Ne dubito fortemente. –

Jason seguì il suo sguardo, allungandosi ad annusare il composto.

Si tirò indietro, arricciando il naso con disgusto.

- Bacche di pulverentis? Merlino, ci credo che ha preso quel colore. Provate con dell’acqua di lavanda per stemperarla un po’, dovrebbe funzionare. –

- Quella e magari del succo di Bubotubero –, aggiunse Nikolaj, - tanto peggio di così non potrebbe finire. –

- Non ne sono sicuro, potrebbero sempre far saltare in aria il sotterraneo. –

Helena gli fece la linguaccia, per poi voltarsi verso la sua compagna.

- Che dici, ci proviamo? –

- Male che vada faremo esplodere il calderone -, considerò Marjorie, - non mi è mai capitato di farlo, potrebbe essere un’esperienza entusiasmante. –

Ridendo, Helena aggiunse gli ingredienti consigliati.

La pozione virò su un blu violaceo e poi si schiarì ulteriormente, puntando a un color cobalto.

Non era ancora la sfumatura richiesta, ma almeno ci si avvicinava un minimo.

- Bene, non siamo saltate in aria, è già una vittoria – scherzò la francese.

- Puoi dirlo forte. Quella poltiglia verde acido non era decisamente il mio colore. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Non si capisce che sei tremendamente nervoso, no – rise Joseph, davanti al tentativo di Gabriel di mostrarsi serio e composto come se l’imminente annuncio dei campioni selezionati per il torneo non lo toccasse minimamente.

- Non mettertici anche tu -, sbuffò il Tassorosso, - piuttosto diamoci una mossa a prendere posto. Prima comincia e prima siamo liberi. –

Il Serpeverde annuì, affibbiandogli una pacca sulla spalla e dirigendosi verso la tavolata verde argento alla quale i suoi compagni e gli studenti di Durmstrang erano in febbrile attesa.

Sedette accanto a Enea, osservandolo di sottecchi.

- Anche tu in preda all’ansia da prestazione? –

- Più o meno –, ammise il bulgaro, - ma se non dovessi essere scelto me ne farei una ragione. Cosa che non si può dire di qualcun altro – concluse, accennando con il capo a Constance che giocherellava nervosamente con il ciondolo che portava al collo.

Effettivamente dubitava seriamente che la ragazza avrebbe preso un’eventuale esclusione con sportività.

Helena invece era ben concentrata sul cibo, si limitava a scoccare di tanto in tanto qualche sguardo rassicurante all’amico che sedeva con una certa rigidità.

- Tu non hai partecipato? –

La rossa scosse la testa. – No, non m’interessa minimamente stressarmi. Questo per me è un viaggio di piacere. Sono qui solo per sostegno psicologico. –

- Buon piano. –

- Già, ma al momento con certa gente intorno è quasi impossibile. –

Anche qui il riferimento alla bionda poco distante era piuttosto palese, ma Constance era troppo concentrata per prestarle ascolto.

Joseph ringraziò silenziosamente Salazar per avergli evitato l’ennesima discussione tra quelle due.

- Stanno per dare l’annuncio –, li interruppe Lenochka, - quindi siete pregati di chiudere la bocca. –

Ubbidirono, voltandosi verso lo scranno dorato al centro del palco degli insegnanti.

Era giunto il momento della verità.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Minerva si schiarì la voce, osservando il drappello delle varie delegazioni in trepidante attesa.

Sorrise lievemente, ricordando la tensione che si era assaporata all’interno della scuola in occasione dell’ultimo Torneo Tre Maghi.

- Cominceremo annunciando i campioni per Ilvermorny -, decretò afferrando i foglietti sorteggiati, - per le ragazze abbiamo la signorina Charlotte Valentine, il rappresentante dei ragazzi sarà invece il signor Jason Blackburn. –

Vide che al tavolo dei Grifondoro si sollevava un certo vociare.

Zahra Nott e Lilith Myers si allungarono verso la prescelta, abbracciandola a turno, mentre Charlotte sembrava aver bisogno di qualche istante per rendersi conto che in effetti era stata selezionata proprio lei.

Dall’altro lato della tavolata, in contrapposizione, Jason accoglieva le pacche virili dei compagni di scuola con il sorriso soddisfatto di chi sapeva fin dall’inizio di essere la scelta migliore.

- Per la scuola di Beauxbatons abbiamo invece la signorina Marjorie Flaubert e il signor Erlend Holberg. –

Tra i Corvonero si levò un applauso educato, mentre Bentley al tavolo rosso oro si univa agli applausi con vigore.

Audrey emise un’esclamazione soddisfatta, scambiando un cinque con l’amico, e lanciò poi un’occhiata assassina all’indirizzo di William che continuava a comportarsi in modo assolutamente discostato.

- Per Durmstrang abbiamo la signorina Lenochka Volkov e il signor Nikolaj Krum. –

Nikolaj si lasciò andare contro lo schienale, sentendo i muscoli contratti che si rilassavano per il sollievo.

Teneva davvero moltissimo a partecipare a quel torneo e finalmente la sorte aveva deciso di premiarlo.

Vide Constance fissare Lenochka con uno sguardo talmente duro e minaccioso che si chiese distrattamente quanto mancasse prima che la loro compagna di scuola le saltasse al collo cercando di toglierla di mezzo.

- Infine i campioni di Hogwarts -, concluse tra il silenzio assoluto che era nuovamente sceso nella Sala Grande, - la signorina Tatiana Burke e il signor Gabriel Jackson. –

Tatiana sorrise all’indirizzo di una a dir poco elettrizzata Marjorie.

- Siamo tutte e due nel torneo e c’è persino Gabriel – esclamò la francese.

- Sarà interessante vedere come andrà a finire. Potremmo persino allearci tra di noi – considerò la Corvonero.

Era una buona idea.

In fin dei conti il campione sarebbe stato solo uno alla fine del torneo, quindi almeno nella fase iniziale allearsi sarebbe stato proficuo.

- D’accordo -, assentì alla fine, - ci sto. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci qui con il nuovo capitolo e la tanto attesa proclamazione dei campioni.

Avevo pensato di creare varie alleanze all’interno del torneo, perciò vi lascerò qui sotto un piccolo schema. Ovviamente se non siete d’accordo con la mia idea originaria potete sempre chiedermi di cambiare “formazione”.

Ho poi due piccole domande per tutti voi:

- In vista della festa inaugurale del torneo, con chi vorreste che ci andasse il vostro OC?

- Che abito indosserà alla festa d’inaugurazione del torneo?

 

Ci sentiamo tra qualche giorno.

Al prossimo aggiornamento.

XO XO,

Mary

 

 

 

 

Gruppo 1

Gruppo 2

Gruppo 3

Tatiana Burke

Viktor Krum

Charlotte Valentine

Marjorie Flaubert

Jason Blackburn

Erlend Holberg

Gabriel Jackson

Lenochka Volkov

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

 

 

 

 

 

 

William alzò gli occhi al cielo davanti all’ennesimo sguardo indagatore di Audrey.

Erano in biblioteca per studiare in vista di un tema particolarmente difficile di Antiche Rune eppure sembrava che l’amica avesse colto la palla al balzo per tormentarlo con le sue domande e spingerlo a confessare piuttosto che concentrarsi sullo studio.

- Audrey, il tema è sulla pergamena non sulla mia faccia. –

- Lo so bene, ma la tua faccia è molto interessante in questi giorni. –

Scrollò le spalle. – La mia faccia è sempre tremendamente interessante, ma ho come la sensazione che questa volta non sia la mia bellezza folgorante a distrarti. –

- È che ho parlato con Erlend … -

Improvvisamente si fece molto più attento.

- E cosa ti ha detto? –

- Nulla di particolare, è stato reticente proprio come te, perciò sono ancora più convinta che sia successo qualcosa tra voi due e che per qualche strana ragione non vogliate parlarmene. –

- Paranoica. Perché non ci concentriamo sul tema e lasci perdere tutta questa storia? –

- Will … -

- Allora, presumo che al ballo andrai con Robert. Qualche suggerimento su chi potrei invitare? – chiese, cambiando discorso.

Aggrottò la fronte, pensierosa.

- Non saprei, ma escluderei Charlotte Valentine. –

- E perché? –

- Perché so che ci va già con Erlend. –

William si irrigidì all’istante, dandosi dello sciocco immediatamente dopo.

Era più che naturale che anche Erlend avrebbe cercato qualcuno con cui andare al ballo, ma per qualche strana ragione aveva creduto fino all’ultimo istante che si sarebbe presentato da solo.

Che stupido che era stato.

Era uno dei campioni, ovviamente sarebbe andato al ballo con una delle ragazze.

- Will? –

Si riscosse dai suoi pensieri, intuendo dall’espressione di Audrey che l’amica doveva avergli posto una qualche domanda che lui non aveva sentito.

- Scusami, stavo pensando … dicevi? –

- Stavo dicendo … hai già una vaga idea di chi di piacerebbe portare? –

Sì, decisamente, ma non si poteva assolutamente fare.

Le cose andavano già male, non aveva senso peggiorarle ulteriormente.

- No, non direi … però, forse, potrei chiederlo all’altra ragazza di Ilvermorny. I capelli rossi sono sexy. –

- Potrebbe essere un’idea, sembra una tipa a posto – convenne, accennando con il capo a qualche tavolo più in là, - Perché non vai a chiederglielo? –

Prima risolveva quella situazione e meglio era, perciò seguì il suggerimento dell’amica e si diresse verso il tavolo.

Lilith era seduta insieme a Zahra e Charlotte, anche loro intente a studiare per un qualche compito.

Tossicchiò leggermente, attirando l’attenzione su di sé.

- Chiedo scusa, ma dovrei chiedere una cosa a Lilith. –

La diretta interessata volse la testa verso di lui, sorridendo amichevolmente a fargli intendere che aveva la sua attenzione.

Osservandola si disse che era davvero bella, con quelle lunghe ciocche color fuoco e le iridi di ghiaccio, ma per qualche strano motivo non sentiva quell’istinto predatorio che nasceva in lui quando voleva davvero qualcuno o qualcosa.

- Dimmi pure, William giusto? –

Annuì. – Volevo chiederti se avessi già un cavaliere per il ballo d’inaugurazione del torneo e, in caso contrario, se volessi andarci con me. –

La vide soppesare l’offerta, per poi sorridere nuovamente.

- Certo, mi piacerebbe. Per le sette fuori dal dormitorio? –

- Perfetto. –

Ammiccò, per poi voltarsi e tornare da Audrey con studiata nonchalance.

E almeno quella era andata.

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Se non ti dai una mossa a decidere chi invitare tutte le ragazze più carine saranno già prese – considerò Enea mentre camminavano lungo il corridoio alla volta dell’aula di Incantesimi.

- Ha ragione. E non pensare di chiederlo a Tatiana per salvarti, lei ci va già con Nikolaj – convenne Joseph.

Gabriel sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

Effettivamente aveva pensato di chiederlo all’amica per archiviare quella pratica imbarazzante dell’invitare una ragazza.

- Voi con chi andate? –

- Vado con Zahra … ed Enea ci va con Lenochka. –

- E Robert andrà ovviamente con Audrey. Quindi, fatemi capire bene, sono l’unico a non aver ancora una dama per il ballo? –

- Esatto -, confermò Joseph nascondendo un sorriso divertito, - Perciò faresti meglio a darti una mossa o finirai con il fare tappezzeria. –

- Potresti chiedere a Constance … o magari a Helena – suggerì Enea.

Se l’idea di chiederlo alla bionda non l’attirava minimamente, d’altro canto la rossa non sembrava troppo diversa da Tatiana.

Magari si sarebbe rivelata una dama con cui conversare sarebbe stato divertente e la serata sarebbe volata d’un soffio.

- Credo che lo chiederò a Helena, sembra una tipa a posto. –

- Lo è -, confermò il biondo bulgaro, - perciò fossi in te le chiederei di andarci prima dell’inizio della lezione. –

Prendendo il suggerimento alla lettera, li piantò lì e allungò il passo per bloccare l’ingresso a lei e Nikolaj.

Si sforzò d’ignorare la sensazione di essere al centro dell’attenzione generale e si concentrò soltanto sul volto della ragazza davanti a lui, che lo fissava come se gli avesse dato improvvisamente di volta il cervello.

- Nikolaj, puoi scusarci per un attimo? –

Il ragazzo annuì, annunciando che le avrebbe tenuto il posto, per poi entrare in aula e lasciar loro un po’ di privacy.

- Volevi chiedermi qualcosa? –

- Sì. –

Helena attese che riprendesse il discorso, per poi sorridere divertita quando non lo fece.

- Allora … devo tirare a indovinare da sola o me lo dici tu? –

Si passò nervosamente una mano dietro al collo.

- Ecco … volevo chiederti se ti andava di venire al ballo con me. –

Lo soppesò per quelli che parvero secondi interminabili, poi gli sorrise.

- Sì, verrò al ballo con te. –

Tirò un sospiro di sollievo.

Se non altro aveva evitato la figuraccia di un rifiuto nel bel mezzo del corridoio.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Zahra afferrò Charlotte per un braccio nel momento stesso in cui la ragazza mise piede nella Sala Comune di Grifondoro, trascinandola con sé e Lilith verso la scala che conduceva al dormitorio femminile.

Il tutto sotto lo sguardo divertito di Bentley, che stava seduto sulla poltrona di fronte al camino e sghignazzava davanti all’espressione sconcertata dell’amica.

- Ma … che sta succedendo? –

- Dobbiamo prepararci per il ballo – spiegò con fare ovvio la Grifondoro.

- Ma mancano ancora due ore. –

- Appunto, siamo già in ritardo. –

Charlotte rivolse un’occhiata di supplica a Lilith, che fece finta di non vederla e diede man forte a Zahra nel trascinarla via.

Sospirò rassegnata.

E dire che lei non aveva mai amato mettersi in ghingheri eppure si ritrovava ostaggio di due folli decise a fare di lei la principessa del ballo.

Il suo karma doveva essere pessimo almeno quanto quello di Bentley.

Arrivate nel dormitorio venne fatta mettere seduta sul letto a baldacchino e costretta a passare in rassegna un abito dopo l’altro.

Non credeva nemmeno che potessero esistere tanti abiti l’uno diverso dall’altro né di avere così tanti colori nel suo guardaroba o che qualcuno potesse davvero camminare su quei trampoli che Lilith aveva tirato fuori dal suo baule … insomma, se si cadeva da quei tacchi come minimo ci si fratturava il femore.

- Scegli quello che ti piace di più … personalmente come gamma di colori opterei tra il verde scuro, il blu e il nero – suggerì Lilith.

Charlotte scrutò i vestiti adagiati sul letto finchè non individuò un abito nero; era uno dei più casti e sobri, nulla di troppo appariscente, e avrebbe persino potuto sentirsi a suo agio con quello addosso.

- Credo che metterò questo … ma non voglio i tacchi – aggiunse in fretta, visto che Zahra stava già per dirigersi verso un paio di decoltè dal tacco esagerato in tinta con l’abito.

La bionda parve interdetta, ma quando vide Lilith annuire decise di lasciar perdere.

Farle mettere un abito era già una grande vittoria quindi che senso aveva sfidare ulteriormente il destino?

- E allora che ballerine siano! –

- Voi cosa indosserete? – chiese, decisa a distogliere almeno un po’ l’attenzione da lei.

Zahra le mostrò il suo.

Era un abito color oro, che le arrivava a metà coscia, con un corpetto a cuore tempestato di brillantini dorati e una morbida gonna di tulle.

Appariscente e sfavillante, unito a quei tacchi impreziositi da pietre e Swarovski era decisamente destinata a brillare oltremodo sotto le luci della sala.

Quello di Lilith era meno sbrilluccicante ma egualmente mozzafiato.

Era di pizzo color argento con una trama più fitta a coprire i “punti strategici” e una trama molto più sottile e semitrasparente su braccia, pancia e schiena, a completare il tutto dei sandali gioiello che solo a guardarli le facevano venire male ai piedi.

- Credo che farete venire un attacco di cuore a qualcuno – sentenziò quando furono ormai vestite, truccate e pettinate.

Con una risata, Lilith prese entrambe sottobraccio, - Siamo tutte e tre spettacolari. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Lenochka osservò il suo riflesso allo specchio.

L’immagine che le venne rimandata era quella di una splendida giovane donna dall’aria fatale, merito del trucco che accentuava il colore dei suoi occhi, e della piega che le aveva modellato morbide onde attorno a volto … ma soprattutto dell’abito che aveva acquistato per l’occasione.

Era un modello di un magistilista emergente.

Lungo fino a terra, con una sorta di piccolo strascico, semitrasparente e dorato, le aderiva al corpo come se fosse stato realizzato appositamente per lei.

Sorrise soddisfatta, non avrebbe potuto essere più pronta di così.

Con la coda dell’occhio vide che anche Constance ed Helena avevano finito di prepararsi; la prima aveva un lungo abito bianco a sirena che metteva in risalto la pelle chiara e perfetta, mentre la seconda aveva optato per un abito color smeraldo piuttosto semplice che le scopriva abbondantemente le gambe e aveva una discreta scollatura.

- Mi domando con chi andrà Jason Blackburn – esordì d’un tratto Constance.

Dopo aver scoperto che Nikolaj aveva invitato la campionessa di Hogwarts, aveva provato in tutti i modi a farsi invitare dal campione americano, ma sembrava che lui non fosse affatto interessato.

- Ho sentito dire che è una ragazza francese –, rispose Lenochka, - ma sembra che non fosse la sua prima scelta. –

Incuriosita, Helena diede voce alla domanda che affollava la mente di Constance.

- Non sembra il tipo abituato a ricevere un rifiuto … chi è la ragazza che gli ha detto di no? –

Rassettando l’orlo dell’abito, Lenochka si strinse nelle spalle.

- Sono solo voci di corridoio, ma sembrerebbe che non abbia proprio fatto in tempo a invitarla, perché lei aveva già accettato l’invito di un altro. –

- Tu lo sai, ma non vuoi proprio dirci di chi si tratta – l’accusò Constance.

Le rivolse un sorriso beffardo prima di dirigersi verso la porta.

- Cosa t’importa? Tanto non eri né la prima né la seconda scelta. –

Ridendo, Helena la seguì, lasciando Constance a imprecare mentalmente contro quelle due.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Marjorie scese la scalinata accanto a Tatiana.

Trovarono ad attenderle Bentley e Nikolaj, che nell’attesa avevano cominciato a chiacchierare di Quidditch.

Vide il ragazzo americano tacere all’istante e sgranare gli occhi nell’osservarla percorrere gli ultimi gradini.

Sorrise, lusingata dall’espressione che leggeva sul suo viso.

Quando aveva scelto l’abito aveva voluto essere bella ed elegante, ma non immaginava certo che avrebbe folgorato Bentley.

- Assomigli a una di quelle principesse delle fate di cui parla il ciclo bretone – l’accolse, chinandosi nel farle un elegante baciamano.

Sentì il sorriso allargarsi ancora di più sul suo volto mentre il ragazzo le porgeva il braccio e la scortava verso la Sala Grande.

Nikolaj e Tatiana camminavano poco dietro di loro, chiacchierando fittamente.

E dire che il bulgaro non le era certo sembrato il tipo più loquace del mondo.

Mentre entravano nella Sala Grande, con tutti gli occhi puntati addosso, vide con la coda dell’occhio che gli altri campioni erano già lì.

Lenochka Volkov teneva sottobraccio Enea Palter, Gabriel Jackson era accompagnato da una Lilith Myers a dir poco intrigante, Charlotte Valentine ed Erlend Holberg chiacchieravano a pochi passi da loro, e infine Jason Blackburn sorrideva ammaliante all’indirizzo di Gisele Beaumont, una delle Arpie dell’ultimo anno con la quale Marjorie aveva scambiato sì e no qualche parola nel corso dei suoi studi a Beauxbatons.

Ebbe appena il tempo di scambiare un sorriso con Erlend che la musica risuonò nella Sala, dando inizio alle danze.

- Tocca a noi aprirle –, le sussurrò Bentley, - pronta a lasciare tutti senza fiato? –

Annuì, lasciandosi guidare sulla pista.

Nessuno avrebbe potuto allontanare la luce della ribalta dai campioni delle scuole in quel momento.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Jason seguì con lo sguardo i movimenti del fisico flessuoso di Lilith.

Quell’abito lasciava molto poco all’immaginazione e da quando l’aveva vista fare la sua comparsa non era riuscito a togliersi dalla mente il pensiero di quanto gli sarebbe piaciuto sfilarglielo di dosso.

Un tossicchiare infastidito gli annunciò che la sua dama non era molto entusiasta del suo manifesto disinteresse.

Avevano ballato solo in occasione dell’apertura delle danze, dopodichè Jason aveva parlato con una decina di persone e l’aveva ignorata palesemente.

La verità era che Gisele Beaumont era decisamente attraente … finchè rimaneva in silenzio.

Quando apriva bocca il suo tono stridulo gli urtava il sistema nervoso.

Era stata solo un ripiego, ma cominciava a chiedersi se non avrebbe fatto meglio a chiederlo a qualcun’altra, anche meno bella ma più sopportabile di lei.

- Cosa c’è? – chiese, all’ennesimo tossicchiare.

- Hai intenzione di farmi ballare oppure pensi di finire la serata così? –

Roteò gli occhi.

- Balla con chi ti pare, ma adesso sparisci … mi stai facendo venire mal di testa con quella voce stridula. –

- Sei veramente uno stronzo – sbottò la francese, alzandosi in piedi e allontanandosi a piccoli passi furenti.

Lo aveva detto come se fosse chissà quale novità.

Eppure avrebbe dovuto capire che lei non gli interessava, insomma tre quarti della scuola sapeva che l’aveva invitata solo perché la sua prima scelta stava ballando tra le braccia di William Glacier.

E dire che il francese gli era anche stato simpatico inizialmente, ma era più pronto che mai a cambiare idea in proposito.

Mentre continuava a osservarli intravide la sua possibilità di farsi avanti quando la coppia si separò e William si diresse a passi decisi verso Erlend, afferrandolo per un braccio e trascinandolo con sé verso l’uscita della Sala.

Decise di fare la sua mossa, avvicinandolesi.

- Il tuo cavaliere è scappato? –

- Doveva risolvere una questione importante, gli ho detto di darsi una mossa e andare a parlare con lui prima che fosse troppo tardi e l’amicizia ne uscisse rovinata. –

- Un consiglio saggio. –

- E la tua di dama? Non sembrava troppo contenta qualche minuto fa. –

Atteggiò le labbra a un sorriso beffardo.

- Mi stavi fissando, rossa? Lo sapevo che non riuscivi a togliermi gli occhi di dosso. –

Ricambiò il sorriso, sarcastica.

- Merito della tua dama, ha la voce più stridula che abbia mai sentito … è praticamente impossibile non accorgersi di lei quando parla. –

Scoppiò a ridere, sorprendendola.

- Ammetto che è vero, ma fortunatamente sono riuscito a non averla più tra i piedi. Quindi … che ne dici di un ballo? –

Lilith lo soppesò, incerta.

- Io e te? Sei certo che non si concluderà con un brutale spargimento di sangue? –

-  Correrò il rischio … a meno che tu non abbia paura. –

Sapeva riconoscere una sfida quando ne vedeva una e che fosse dannata se la lasciava vincere a Jason Blackburn.

- D’accordo, balliamo. –

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Fuori dalla Sala Grande, Erlend prese la parola.

- Posso sapere perché mi hai trascinato qui fuori senza una parola? –

- Qualcuno mi ha detto che dovevo risolvere la situazione prima che diventasse impossibile farlo –, esordì William, - e ammetto di essere stato un idiota. –

- Beh, questa sì che è una sorpresa – sbuffò Erlend.

- Fammi finire di parlare. –

- D’accordo, continua pure, non t’interromperò più. –

- Dopo che abbiamo passato la notte insieme sono stato preso dal panico. Avevo bevuto parecchio ed ero molto su di giri, mi sono reso conto di quello che era successo solo la mattina al mio risveglio e ho preferito fare finta di nulla nella speranza che anche tu fossi troppo ubriaco per ricordarti quello che era successo. E allora ho … –

- Io non ero ubriaco –, lo interruppe, - anzi ero perfettamente lucido a dirla tutta. –

Interdetto, William parve perdere le parole.

- Perciò sì, se te lo stai chiedendo, sono venuto a letto con te sapendo perfettamente quello che stavo facendo. –

- Quindi … -

- Quindi sono attratto da te, Will, probabilmente anche più che attratto … forse sono persino innamorato, ma non credo che per te sia lo stesso vista la tua reazione – concluse amaramente.

- Io non so che dire. Non mi sono mai davvero chiesto cosa provassi per te e adesso … non so cosa rispondere – ammise sinceramente.

Lui non era il tipo che aveva relazioni stabili e durature, mentre Erlend era proprio il tipo di ragazzo che esigeva fedeltà, serietà ed esclusività.

Non era uno con cui passare qualche serata divertente e poi via, come se non fosse successo nulla.

Ed era il suo migliore amico, non avrebbe sopportato l’idea di provare ad avere una relazione con lui e poi deluderlo.

- Allora fa’ chiarezza, Will … poi torna a cercarmi. –

Erlend gli voltò le spalle con quelle ultime parole lapidarie e si allontanò senza voltarsi indietro.

E a lui non rimase che guardarlo andare via senza sapere cosa diavolo fare per rimediare a quella situazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Chiedo scusa per il ritardo, ma aspettavo le risposte di tutti prima di pubblicare.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi annuncio che nel prossimo vedremo la prima prova del torneo.

A questo proposito vorrei chiedervi di mandarmi tramite messaggio privato quella che vi piacerebbe fosse la classifica della prima prova (dal 1° all’8° posto).

Detto ciò, ci sentiamo al prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

 

 

 

 

- Sei riuscita a capire cosa sta succedendo tra loro due? –

Audrey scrollò il capo, tamburellando distrattamente con le lunghe dita sul tavolo di Corvonero.

Quella mattina si sarebbe tenuta la prima prova del torneo e, se da un lato era in ansia per l’incolumità fisica di Erlend, dall’altro continuava a rimuginare sulle parole del ragazzo e di William.

- Magari dopo la prova riusciranno a darsi una mossa e chiarirsi, indipendentemente da quello che hanno combinato – considerò Robert.

- Magari … -

Tacque all’improvviso visto che William aveva appena fatto la sua comparsa.

Il volto pallido e leggermente affilato era adornato da un paio di evidenti e violacee occhiaie che contornavano le iridi blu cobalto creando l’illusione che fosse stato preso a pugni.

- Sembri un panda – lo accolse Audrey.

L’occhiataccia di William le fece capire che l’amico non era proprio dell’umore adatto a scherzare.

- Sono stato uno schifo per tutta la notte. –

- Troppo alcool? Ho una pozione ricostituente in dormitorio, posso portartela se vuoi – si offrì il biondo Corvonero.

- No, non credo che il problema sia l’alcool. Solo un po’ di stress, ma spero che in questi giorni passi. –

- Se non altro oggi non abbiamo lezione. Qualcuno di voi ha idea di quale potrebbe essere la prova? –

Stringendosi nelle spalle, William sorseggiò rapidamente il suo succo di zucca.

Aveva cercato di pensare il meno possibile alla prova e alla pericolosità che avrebbe potuto contraddistinguerla se si avvicinava anche solo la metà alla difficoltà del Torneo Tre Maghi.

- Credo che lo scopriremo presto, i campioni stanno uscendo dalla Sala Grande – replicò Audrey, accennando ai ragazzi delle quattro scuole che uscivano ordinatamente in coppia.

Allontanando il piatto con i toast, colto improvvisamente da un forte senso d’inappetenza, William si alzò in piedi.

- Faremo meglio a darci una mossa o i posti migliori saranno già tutti occupati. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Helena strinse appena la mano di Nikolaj al di sotto del tavolo, sorridendogli incoraggiante.

- Andrà tutto bene, sei il miglior campione che Durmstrang avrebbe potuto desiderare. –

Nikolaj le sorrise di rimando, ma fu un’espressione meno solare e allegra di quelle che le rivolgeva di solito.

Chi non lo conosceva avrebbe potuto scambiarla per ferrea determinazione a perseguire la vittoria della prova, ma lei capiva chiaramente cosa c’era dietro quel volto impassibile: ansia e un pizzico di nervosismo.

Nikolaj aveva paura di deludere le aspettative dei suoi compagni di scuola e soprattutto di suo padre.

- Così continuano a ripetermi tutti. –

- Te lo ripetono perché sei il migliore di tutti noi. Non perché sei un Krum o perché sei il figlio del Preside … semplicemente perché sei tu, Nik. –

Questa volta il sorriso che ricevette fu una versione molto più vicina all’originale.

Era stato toccato dalle sue parole e lei era semplicemente felice di poter contribuire almeno un minimo nel renderlo un po’ più sereno.

Nikolaj si alzò, unendosi a Lenochka nel raggiungere gli altri sei campioni.

E a Helena non rimase altro che osservarlo allontanarsi.

- Commovente. Dimmi, Nikolaj lo sa della tua piccola cotta? –

Volse lo sguardo verso Constance, rivolgendole la migliore delle occhiate minacciose del suo repertorio.

- Non capisco di cosa stai parlando. –

La bionda emise uno sbuffo beffardo. – Certo, come se fossero tutti quanti ciechi o stupidi. È palese che provi qualcosa per lui … deve essere triste essere considerata solo come una sorellina. –

Helena strinse i pugni, impedendosi di alzarsi e prendere immediatamente a calci quell’insopportabile ragazzina arrogante.

Fu Enea a intervenire, cercando di riportare la calma tra le due compagne di scuola.

- Ragazze, non è proprio il caso di fare scenate in pubblico. Quanto a te, Constance, dovresti davvero smetterla di cercare di provocare Helena. –

- Cosa fai, ti schieri anche tu dalla sua parte? – chiese per tutta risposta, con un tono di voce che lasciava intendere quanto fosse ferita dalla cosa.

- Io non mi schiero proprio dalla parte di nessuno -, la contraddì, – ma non vedo ragione di continuare questa sottospecie di faida. –

- Sì, certo, come no. È bello sapere di non poter contare proprio su nessuno qui dentro, grazie mille – sbottò Constance, alzandosi e allontanandosi con stizza fino a raggiungere l’uscita.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Joseph allungò il passo, raggiungendo Gabriel e Marjorie prima che entrassero nella tenda adibita ai campioni del torneo.

- Ehy, pensavi davvero che ti avrei lasciato andare senza prima farti gli auguri? –

Il Tassorosso gli sorrise, accettando l’abbraccio in cui l’amico lo stava coinvolgendo.

- Siamo in vena di manifestazioni d’affetto? – chiese ironico.

Il Serpeverde si strinse nelle spalle.

- Qualche volta, ma non pensare che questa diventi un’abitudine per tutta la durata del torneo. È solo perché è la prima prova, quindi considerati onorato. –

- Assolutamente sì, mi hai tolto le parole di bocca. –

Risero, scambiandosi l’ennesima pacca sulla spalla sotto gli occhi divertiti di Marjorie.

- Tatiana? –

- È già dentro, in pieno rito preparatorio. –

- Sì, so di cosa parli, deve concentrarsi. –

Effettivamente l’amica era abbastanza maniaca della perfezione da impegnarsi con ogni fibra del suo essere per portare a termine la prova nel migliore dei modi.

- Cercate di portare un bel po’ di punti a Hogwarts, ma non fatevi ammazzare, d’accordo? –

Gabriel annuì risoluto.

- Credo proprio che almeno per l’ultimo punto non dovrebbero esserci troppi problemi. –

- Quanto a te –, aggiunse Joseph rivolgendosi alla francese, - credo proprio che ci sia qualcuno che vuole farti gli auguri. –

Marjorie si voltò verso il punto a cui accennava il ragazzo, trovando Bentley che attendeva poco distante con l’aria leggermente imbarazzata.

Incrociò il suo sguardo, sorridendogli mentre gli si avvicinava.

- Ciao, volevi parlarmi? –

L’americano annuì, trascinando nervosamente il piede contro il terreno del parco di Hogwarts.

- Volevo farti gli auguri. Charlotte è una delle mie migliori amiche e sarei contento se ottenesse un buon risultato, ovviamente, ma spero che anche tu ti classifichi in una buona posizione. Probabilmente metà dei miei compagni di scuola mi ucciderebbe se mi sentisse in questo momento, ma non credo di essere mai stato particolarmente patriottico – concluse, le gote leggermente rosate per l’imbarazzo.

- Ti ringrazio, Ben …. E prometto di mantenere il segreto – scherzò Marjorie.

Bentley ridacchiò a sua volta, allungando una mano verso di lei con fare incerto.

Parve cambiare idea a metà strada e decise di optare per un abbraccio invece che una stretta di mano.

La strinse delicatamente a sé, assaporando il profumo che emanava dalla sua pelle.

Marjorie sapeva di buono ed era sorprendentemente morbida e rilassata nella sua stretta.

La sentì appoggiare il capo sulla sua spalla, ricambiando l’abbraccio.

- Mi prometti che starai attenta? –

La sentì annuire contro di sé.

- Lo prometto. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Entrerete in coppia, in base alla suddivisione per scuola, e riceverete un punteggio da 1 a 10 da ognuno di noi giudici -, spiegò Minerva, - per cui è tanto importante superare la prova quanto farlo in modo originale ed efficace. –

- Nel caso doveste avere problemi o difficoltà gravi interverremo noi, perciò state tranquilli – concluse Eric Miller, preside di Ilvermorny, soffermandosi soprattutto sui suoi campioni.

Jason annuì.

Era pronto ad affrontare la prova, malgrado un certo livello di nervosismo che si stava rapidamente facendo largo in lui.

Osservò il resto dei concorrenti.

Gabriel si tormentava nervosamente le mani mentre Tatiana osservava il sacchetto che conteneva l’ordine in cui sarebbero entrati nell’arena.

Marjorie ed Erlend apparivano seri e concentrati, decisi a focalizzarsi sui minimi dettagli per non lasciarsi assalire dall’emozione.

Nikolaj e Lenochka, invece, apparivano sicuri e determinati. Non avrebbe saputo dire se fosse solo una posa di finzione oppure se fossero davvero certi di poter vincere la prova senza alcun problema.

Fatto sta che di riflesso avvertiva loro due come i suoi maggiori rivali.

Scoccò infine un’occhiata a Charlotte, al suo fianco.

- Vuoi essere tu a estrarre il nostro numero? –

La ragazza alzò il capo di scatto, come se fosse incredibilmente sorpresa dal fatto che lui le stesse rivolgendo la parola.

Effettivamente doveva ammettere che non l’aveva mai degnata di grande considerazione durante gli anni precedenti, ma in quel momento dovevano collaborare per cercare di portare più punti possibili alla loro scuola.

- D’accordo – sussurrò, infilando la mano nel sacchetto che la Delacour le porgeva.

Rovistò all’interno per secondi che le parvero interminabili.

Infine decise di serrare le dita attorno a quel bussolotto.

L’estrasse, sforzandosi di non far tremare la mano, e lo porse alla Preside di Beauxbatons.

- I campioni di Ilvermorny entreranno per secondi. –

Trasse un sospiro di sollievo e sentì le iridi di ghiaccio di Jason luccicare soddisfatte su di lei.

- Bel lavoro, almeno riusciremo a capire dalle urla quanto è brutta questa prova. –

Già, peccato che l’idea non la rasserenasse affatto.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Erlend si sporse per osservare il numero che Marjorie aveva appena estratto.

Il numero tre.

Non sapeva dire se fosse una cosa buona o meno essere i penultimi ad affrontare la prova.

Forse avrebbe preferito togliersela di mezzo all’istante, ma d’altro canto essere i primi in assoluto generava uno stress maggiore.

- Hai idea di cosa fare in linea di massima? –

Aggrottò la fronte, rivolgendosi verso la sua compagna.

- Dovrebbe essere una scelta saggia quella di cominciare con incantesimi scudo e qualcuno offensivo di blanda intensità. Ma appena vedremo con cosa abbiamo a che fare capiremo come rapportarci. –

Marjorie annuì, pensierosa.

Nel frattempo videro Lenochka estrarre il numero 1, rendendo quindi scontato che i campioni di Hogwarts sarebbero entrati nell’arena per ultimi.

- Comincerete tra un istante – annunciò Viktor Krum, per poi vedere confermate le sue parole dal colpo di cannone che squarciò il silenzio carico d’attesa dell’arena.

Erlend rimase in religioso silenzio mentre osservava Nikolaj e Lenochka entrare nell’arena, acclamati dal tifo di Durmstrang.

Poi un rumore come di gabbia che veniva issata e nuove urla dal pubblico, questa volta di terrore.

Rivolse un’occhiata eloquente a Marjorie.

Qualsiasi cosa fosse non prometteva nulla di buono.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Lenochka sgranò gli occhi davanti alla creatura che fece la sua comparsa da dietro la gigantesca porta della gabbia che l’aveva racchiuso fino a quel momento.

Un troll.

Un troll delle montagne … e per giunta bello grosso.

Volse lo sguardo verso Nikolaj, vedendolo osservare la creatura con espressione seria e risoluta.

Era intento a elaborare una strategia, lo si capiva dal modo in cui stringeva la bacchetta e appariva assorto.

- Idee? –

- L’incantesimo conjunctivitis. –

Sentì un sorriso dipingerlesi sul volto.

Esattamente la stessa mossa che aveva usato, anni prima, Viktor Krum durante la prima prova del Torneo Tre Maghi.

Tale padre tale figlio, non c’era che dire.

- Potrebbe funzionare -, riconobbe, - Al tre? –

- Al tre. –

Puntarono le bacchette nello stesso istante, facendo proiettare due raggi rossi dritti verso le orbite del troll.

Lo colpirono in pieno, vedendolo sussultare e cercare di portare le mani al volto.

Purtroppo la creatura non aveva considerato la mazza che teneva ancora stretta tra le mani e che, nel tentativo di coprirsi il volto, finì con il cozzare contro la testa.

Tramortito, cadde a terra e venne immediatamente circondato da una serie di addetti che si occupò di riportarlo in gabbia, sancendo la vittoria dei due ragazzi.

Sotto gli scrosci degli applausi della tribuna, Nikolaj e Lenochka si scambiarono un cinque.

E una prova era andata, ne mancavano solo due.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Lilith si coprì gli occhi mentre l’urlo di Zahra, seduta al suo fianco insieme al fratello e a Audrey e William, riecheggiava sugli spalti.

Le prime tre prove erano state portate a termine con risultati grossomodo efficaci, ma la quarta coppia di concorrenti sembrava avere davvero grosse difficoltà.

Era bastato scoprire il fianco per un attimo e la mazza del troll si era abbattuta addosso a Tatiana, colpendola a un fianco e lasciandola a terra con quella che aveva tutta l’aria di essere l’intera metà destra del corpo fratturata.

Gabriel si schierò davanti all’amica, cercando di proteggerla da ulteriori assalti del troll.

E parve decidere di utilizzare una tattica d’attacco meno diretta, richiamando il suo Patronus e facendolo muovere all’interno dell’arena attirando l’attenzione del troll.

Mosse infine la bacchetta nuovamente, producendo una frattura nel terreno nel quale si incastrarono le gambe del troll.

Con un ruggito animalesco e frustrato la creatura cercò di liberarsi ma senza alcun successo.

Fu allora che venne messo termine alla prova e i Medimaghi lì per l’occasione accorsero nell’arena, sollevando delicatamente il corpo privo di sensi di Tatiana.

- Sembra ridotta davvero male … credete che si rimetterà? – sussurrò Zahra, le iridi sgranate per la paura.

- Spero di sì, ma chi può dirlo … -

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci finalmente con la prima prova del torneo. Come avrete notato Tatiana non ha fatto una fine esattamente piacevole, ma nel Prologo avevo anticipato che quella sarebbe stata la sorte toccata agli OC di chi scompariva … purtroppo quindi Hogwarts si troverà a partecipare con un solo campione alle prossime due prove. Vi pregherei di non costringermi a far seguire ulteriori scomparse, specialmente dei campioni delle varie scuole, perché mi mettereste davvero in difficoltà con il proseguimento della storia. Qui sotto vi allego la classifica sia singola che per scuola.

 

 

Classifica prima prova singola:

1° Nikolaj Krum – 40 punti

2° Jason Blackburn – 34 punti

3° Erlend Holdberg – 30 punti

4°ex equo Lenochka Volkov & Charlotte Valentine – 26 punti

5° Marjorie Flaubert – 25 punti

6° Gabriel Jackson – 21 punti

7° Tatiana Burke – 14 punti

 

Classifica prima prova per scuola:

1° Durmstrang – 66 punti

2° Ilvermorny – 60 punti

3° Beauxbatons – 55 punti

4° Hogwarts – 35 punti

 

 

Per ora è tutto.

Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 9
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

 

 

 

 

 

- Questo è ufficialmente il periodo dell’anno che preferisco – sentenziò Zahra, le palpebre socchiuse mentre si godeva la leggera brezza autunnale che filtrava dalla finestra aperta del dormitorio.

- Si congela – la rimbeccò Charlotte, stringendosi maggiormente contro la coperta in patchwork rosso oro.

Lilith annuì, poco abituata a sopportare le temperature inglesi in quel periodo dell’anno, che da dove venivano loro erano assimilabili solo all’inverno inoltrato.

- D’accordo, allora chiudo la finestra –, acconsentì con una scrollata di spalle la bionda, - Piuttosto avete deciso da cosa vestirvi per Halloween? –

- Principessa della Corte Unseelie – replicò la rossa, tamburellando con le dita sulle labbra carnose, - Ma una di voi due dovrà darmi una mano con la trasfigurazione degli occhi e delle orecchie. –

- A quale colore pensavi? –

- Una sfumatura chiara di viola, magari persino lilla. –

Il sorrisone di Zahra le annunciò che l’amica condivideva in pieno l’idea.

- E tu Charlie? –

- Nulla di troppo appariscente -, la bloccò all’istante, - lo sapete che non amo particolarmente mettermi in mostra. –

- Disse quella che si è candidata al torneo. –

- È diverso … la mia candidatura ha una motivazione ben precisa – mormorò, giocherellando con un filo tirato della coperta.

- Non ci hai mai detto cosa ti ha spinta a farlo … non lo sa nemmeno Ben. –

Arrossì leggermente, abbassando lo sguardo.

- Non sei obbligata a dircelo se non vuoi – aggiunse in fretta la rossa.

- No, va bene … Credo di aver sempre voluto dimostrare di essere in grado di fare qualcosa oltre allo studiare e il fatto che ci sia anche un premio in denaro … beh, noi non abbiamo molti soldi in famiglia quindi il premio ci farebbe davvero comodo. –

- Spero che tu vinca, Charlie. Sul serio – asserì Zahra, colpita da quelle parole, afferrandole la mano e stringendola con decisione affinchè il linguaggio del corpo confermasse ancora di più l’autenticità delle sue parole.

- Tutte noi lo speriamo – le diede man forte Lilith.

Charlotte sorrise, rincuorata.

Sembrava che qualcuno avesse voluto premiarla facendole dono di un paio di amiche sinceramente legate a lei e quella, al di là dell’esito del torneo, era già una grande vittoria.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Audrey ha una vaga idea del perché Marjorie se ne sia andata? – chiese Gabriel, accostandosi all’amico mentre uscivano dall’aula d’incantesimi.

Robert scosse il capo.

- Dice che la partenza è stata improvvisa e repentina. Nessuno sa con precisione cosa sia successo. –

- Forse riguarda la sua famiglia –, ipotizzò Joseph, - resta comunque il fatto che se non altro Hogwarts non è più l’unica scuola ad avere un solo partecipante al torneo. –

- Già, ma con Tatiana spedita al San Mungo e Marjorie improvvisamente tornata a casa credo che lo spirito di questa iniziativa si stia lentamente perdendo. –

- L’importante è vincere, dello spirito dell’iniziativa chi se ne frega. –

Robert e Gabriel si scambiarono un’occhiata che valse più di mille parole.

Certe volte il lato Serpeverde di Joseph emergeva prepotentemente, ma ormai avevano imparato a convivere con la fredda e spontanea schiettezza del ragazzo.

- Credo che la Mc abbia deciso di ospitarlo per un qualcosa di moralmente più alto di una vittoria – gli fece notare Gabriel, sorridendo divertito.

Joseph gesticolò a mezz’aria come a dire che erano considerazioni irrilevanti.

- Hanno già fissato una data per la seconda prova del torneo? –

Gabriel annuì. – Il quindici novembre, ma non abbiamo il minimo indizio della natura della prova. –

- Te la caverai -, asserì Robert battendogli una pacca sulla spalla con un sorrisetto ironico dipinto sulle labbra sottili, - o male che vada ti faremo un gran bel funerale. –

Ridendo, i tre ragazzi continuarono a camminare verso l’aula della loro prossima lezione: Pozioni.

Quella sì che sarebbe bastata per cancellare il sorriso sulle labbra.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Enea allungò il passo affiancandosi alla compagna di scuola.

Lui e Constance non erano mai stati esattamente amici per la pelle, ma era la persona con la quale la bionda e algida bellezza bulgara aveva legato più di ogni altro nell’arco di quegli anni di scuola e comprendeva come si fosse sentita ferita dal suo schierarsi dalla parte di Helena.

Il punto era che certe volte Enea semplicemente non comprendeva il motivo che spingeva Constance a comportarsi in quel modo.

Era una ragazza intelligente, francamente bellissima, eppure si comportava come se essere sgradevole fosse parte della sua natura e fosse impossibile per lei frenare quel lato.

- Constance … -

La vide voltarsi, le iridi chiare che si soffermavano brevemente sul suo volto prima di assottigliarsi.

- Cosa vuoi, Palter, hai bisogno di ripetermi che razza di persona insopportabile io sia? –

Scosse il capo, avvicinandolesi.

- Nulla del genere. Volevo solo chiederti scusa se ti ho ferita l’altro giorno, non era mia intenzione ma non capisco perché te la prenda sempre con Helena. Non ti ha fatto mai nulla di male. –

- Naturale, figurarsi se miss principessa della purezza potrebbe mai far arrabbiare qualcuno. –

- Allora spiegami qual è il problema. Sono bravo ad ascoltare. –

- Forse lo sei davvero, Palter … ma non ti è mai passato per la testa che dietro al mio atteggiamento non ci sia alcuna vera motivazione? Siete tutti convinti che una persona sia dura e sgradevole solo perché ha qualcosa che nasconde nel profondo e che la fa soffrire … magari invece quella persona non ha proprio nulla che non va ed è semplicemente così da quando è nata. –

Interdetto, la vide voltarsi nuovamente e allontanarsi con la consueta andatura sinuosa e sensuale.

Se non altro lui ci aveva provato a sistemare le cose, Merlino e Morgana gli erano testimoni.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Cosa succede tra te e William? – chiese Bentley, mentre alzava lo sguardo dal volume di Storia della magia e con la coda dell’occhio osservava come il francese in questione li osservasse con la mascella decisamente serrata mentre in teoria stava studiando con Jason Blackburn.

- Incomprensioni piuttosto ovvie. –

- E fin qui c’ero arrivato. Ma che tipo di incomprensioni? –

- Sei piuttosto poco incline a lasciar perdere quando vuoi sapere qualcosa, vero? –

Bentley annuì, sorridendo malandrino.

- Charlotte mi dice sempre che tendo a essere maledettamente inopportuno quando voglio sapere a tutti i costi qualcosa. Ma non è certo colpa mia se quello che c’è in corso tra te e William sembra essere tremendamente interessante. –

Colpito suo malgrado, il francese si ritrovò a sorridere divertito.

- Apprezzo la brutale schiettezza, è una cosa che ci accomuna -, riconobbe, - perciò ti dirò quello che è successo, ma credo sia superfluo sottolineare che deve rimanere tra di noi. –

- Ovviamente. –

- Siamo stati a letto insieme, quella sera della festa organizzata da Robert e gli altri. –

Sorprendentemente Bentley non parve sconvolto dalla cosa come probabilmente sarebbe stata al suo posto Audrey.

- Ero quasi certo che si trattasse di qualcosa del genere. Insomma, in questo preciso momento mi sta fissando come se volesse staccarmi la testa a morsi solo per il semplice fatto che sono seduto qui a parlare con te e che tu mi sorridi. –

Quelle parole ottennero come effetto quello di far allargare ancora di più il sorriso di Erlend.

- Se ti proponessi una cosa alquanto meschina ma altamente strategica, ci staresti? –

- Dal momento che Marjorie è misteriosamente scomparsa senza farmi neppure sapere che cosa sia successo … sì, ovvio che ci sto. –

- Bene. Allora considerati il mio cavaliere per questa sera. –

- Sarà un onore -, rispose l’americano alzando la voce abbastanza da essere certo che al tavolo vicino la replica fosse ben udibile, - a che ora ci vediamo? –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Helena notò con la coda dell’occhio che Lenochka la osservava da una manciata abbondante di minuti.

- Volevi dirmi qualcosa? –

La compagna di scuola scosse il capo.

- Stavo solo pensando -, replicò, - ma forse puoi rispondere a una semplice domanda. Constance aveva ragione quando ti ha detto quella cosa? –

Accigliata, Helena smise di acconciare i capelli e roteò gli occhi.

- Constance dice un sacco di cose, temo dovrai essere molto più specifica. –

- Quando ha detto che hai una cotta per Nikolaj. Aveva ragione, vero? –

Trasalì, lasciandosi sfuggire dalle mani la treccia.

- Cosa te lo fa pensare? –

- Semplice supposizione – rispose, annullando la distanza che le separava e afferrandole la chioma.

L’aiutò ad acconciarli nuovamente con una rapidità sorprendente.

- Stavo solo pensando che voi due siete molto legati e parlate spesso l’uno dell’altra. Quindi mi chiedevo se ci fosse mai stata dell’attrazione almeno da parte di uno dei due – proseguì, afferrando una forcina e assicurando la treccia alla base del collo.

Helena arrossì di botto, confermandole la sua supposizione.

- Io … credo che Nik mi sia sempre piaciuto ma ho sempre cercato di non pensarci perché lui mi considera come una sorella. –

- Ti ha invitata ad andare alla festa di questa sera insieme a lui, no? Qualcosa dovrà pur significare. –

- Ha invitato anche Tatiana tempo fa – le ricordò.

Lenochka le strizzò l’occhio con fare malizioso e insieme complice.

- Già … ma lei adesso non è più qui, no? Perciò fatti sotto, tigre, e dimostragli che non siete fratello e sorella nemmeno un po’. –

Si avvicinò all’armadio e ne estrasse un abito verde smeraldo dalla scollatura vertiginosa e tanto aderente da sembrare una seconda pelle.

- Con questo addosso ti assicuro che nessun ragazzo penserebbe mai che tu sia la sua sorellina. –

Dubbiosa, Helena lasciò che la ragazza la convincesse a provarlo almeno una volta.

Lo indossò, ammirando come esaltasse la sfumatura dei suoi occhi.

- Sembro … - mormorò, a corto di parole per lo stupore,

- Miss saltami addosso –, concluse, - perciò tu stasera te lo metti e ti assicuri che Nikolaj non guardi nemmeno per sbaglio un’altra. –

Sorrise riconoscente. – Perché fai tutto questo per me? –

Si strinse nelle spalle.

- Suppongo che l’idea di fare da fata madrina ogni tanto possa anche essere divertente. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Sembri maledettamente arrabbiato. –

- Non dovresti essere a infastidire il tuo cavaliere? – rilanciò William.

- Spiritoso. Sono solo preoccupata per te. È così sbagliato visto che sei il mio migliore amico? –

Con un sospiro, William si voltò finalmente verso di lei e la guardò dritta negli occhi.

- No, Auds, non è sbagliato. È solo che è complicato … -

- Cosa è successo davvero tra te ed Erl? –

- Io … io credo di provare qualcosa per lui. –

Se si era aspettato che Audrey fosse scioccata dalla cosa rimase interdetto, perché la ragazza non fece la minima manifestazione di sorpresa.

- Ce ne hai messo di tempo a capirlo. –

- Tu lo sapevi già? – chiese, incredulo.

Si strinse nelle spalle, sorseggiando un po’ della sua Burrobirra. – Non era evidente? Immagino sia successo qualcosa tra di voi e che nessuno dei due sappia come affrontare la cosa. Quindi tu sei qui a tormentarti e lui è lì con un cavaliere improvvisato allo scopo esclusivo di studiare la tua reazione. –

- Improvvisato? –

Audrey scoppiò a ridere.

- Cielo, voi uomini sapete essere così ottusi certe volte. Se tu provi qualcosa allora è certo che Erlend provi la stessa identica cosa. Dovete solo smetterla di fare i testoni e parlarvi. –

- Credo che ci penserò su. –

- Buon per te … ora, se vuoi scusarmi, torno dal mio cavaliere – replicò, lasciandogli tra le mani il bicchiere ormai vuoto e raggiungendo Robert.

William la vide cingergli il collo con le braccia e sorridergli radiosa un attimo prima di baciarlo.

Aveva ragione lei, doveva davvero escogitare qualcosa che facesse capire a Erlend ciò che gli passava per la testa prima che fosse troppo tardi.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Credo che quel vestito sia illegale in almeno tre quarti del mondo. –

Lilith rise guardandolo dall’alto in basso.

- Se è il tuo modo di farmi un complimento allora devo ammettere che anche tu non sei male. –

- Addirittura? Credo sia la cosa più carina che tu mi abbia mai detto in tutti questi anni. –

La rossa fece spallucce. – E di chi è la colpa? –

- Probabilmente mia -, ammise Jason, - devo ammettere che certe volte fare l’idiota mi riesce davvero benissimo. –

- L’hai detto. –

- Però, sul serio … non sono riuscito a toglierti gli occhi di dosso da quando sei entrata in Sala Grande – ammise, tornando serio all’improvviso, - E ho pensato che avrei fatto meglio a dirtelo prima che te lo dicesse qualcun altro. –

La vide abbassare leggermente lo sguardo, le gote che si colorivano di una bella sfumatura di rosa acceso.

- Sicuro di non avere bevuto troppo? –

- Sono tristemente molto sobrio. In realtà sarei ipocrita nel dire che non avevo notato la tua bellezza già da tempo, ma non ti sono mai stato molto simpatico perciò dirtelo non aveva molto senso. –

Alzò nuovamente le iridi, trasfigurate ad assumere una sfumatura violacea che ben si sposava con la chioma rosso fuoco, fissandolo incuriosita.

- E perché adesso hai cambiato idea? –

- Perché abbiamo cominciato a parlare in modo civile e mi sembrava un buon momento. –

- Ha senso – riconobbe, sorridendo imbarazzata, - ma non capisco cosa ti aspetti da tutto questo. –

Jason le rivolse uno di quei suoi sorrisi fascinosi che facevano tremare le ginocchia alla maggior parte delle ragazze.

- Voglio solo sapere se ti piaccio almeno la metà di quanto tu piaci a me – disse, schietto.

Lilith prese un respiro profondo.

- Sei stato un grandissimo idiota per molto tempo, specialmente quando dovevi avere a che fare con me, ma negli ultimi due mesi sei cambiato molto. E credo proprio che mi piaccia molto questo lato nuovo e molto più maturo di Jason Blackburn. –

- E ti piace solo questo … solo la mia riscoperta maturità? – insistè, malizioso.

Ridendo, cedette.

- D’accordo. È quasi ridicolo quanto sei bello, perciò no … non è solo la tua nuova maturità a piacermi. –

- Bene … davvero molto bene. –

E poi si chinò su di lei, posandole le mani sui fianchi e annullando la distanza che li separava.

Reclamò le sue labbra con decisione e lo sentì sorridere a fior di labbra quando lei, dopo un attimo di sorpresa, ricambiò il bacio con uguale trasporto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Purtroppo le mie richieste sono rimaste inascoltate e abbiamo un altro campione del torneo che scompare. Si tratta come tutti avrete ormai capito della campionessa di Beauxbatons: Marjorie Flaubert.

Le motivazioni della sua scomparsa sono le medesime di quella di Tatiana nello scorso capitolo e devo dire che nel suo caso mi dispiace particolarmente perché è andata a distruggere la coppia che avevo in mente di farle formare con Bentley … ma così è la vita.

Nel prossimo capitolo avremo la seconda prova perciò vi chiedo di rispondere a due domande:

1)     Questa vale per tutti e riguarda la classifica che vi piacerebbe vedere nella seconda prova;

2)    Questa riguarda solo i creatori degli OC che sono i campioni delle varie scuole. Qual è la persona a cui il vostro OC è più affezionato?

 

 

Al prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 10
*** Riapertura iscrizioni ***


Avviso 2.0 Ho deciso di accogliere il suggerimento di alcune delle creatrici, pertanto la storia verrà continuata e saranno riaperte le iscrizioni. Ovviamente calcando un po' la mano nel giustificare la cosa, la motivazione della presenza di nuovi Campioni sarà che essi sono le "riserve" delle varie scuole. Quindi avrò bisogno di 3 nuovi OC: - un ragazzo di Hogwarts del VI o VII anno; - Una ragazza di Beauxbatons del VI o VII anno; - Una ragazza di Hogwarts del VI o VII anno. Vi anticipo fin da subito che sarò molto selettiva circa la selezione: chi ha partecipato ad altre mie storie ed è scomparso nel nulla non verrà accettato fin da principio per evitare di incorrere in nuove eliminazioni praticamente preannunciate. Inoltre se dovessero scomparire altri Campioni la storia verrà definitivamente cancellata, la stessa cosa varrà nel caso in cui nessuno si presenti come nuovo candidato a partecipare. Chi desidera partecipare trova tutte le indicazioni nel Prologo e ha come tempo massimo per inviare le schede lunedì 9 ottobre. L'avviso verrà sostituito dal nuovo capitolo martedì in giornata. Spero davvero di avere fortuna questa volta. A presto. XO XO, Mary

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Capitolo 11
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

 

 

Salve!

Come vi avevo preannunciato nel corso dei due avvisi ho purtroppo dovuto eliminare anche Gabriel Jackson e così ho deciso di riaprire le iscrizioni e concedere a questa storia un’ultima occasione nella speranza che non scompaia nessun altro. Avendo trovato tutti e tre i Campioni di cui necessitavo vi comunico che, salvo ulteriori imprevisti, la storia giungerà alla sua conclusione.

Gli OC selezionati sono:

 

 Shana Leila Fine (PV Kaya Scodelario) – VI anno, Serpeverde. Campionessa per Hogwarts.

 

Joelle Doriane Bonnay (PV Lily James) – VII anno, Unicorno. Campionessa per Beauxbatons.

 

Killian Lawson (PV Francisco Lachowski) – VI anno, Corvonero. Campione per Hogwarts.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Questo torneo sta letteralmente decimando i partecipanti – constatò Robert mentre prendevano posto in attesa dell’annuncio programmato per quel pomeriggio.

Audrey annuì, sedendogli accanto e poggiando il capo sulla sua spalla.

- Dopo il ricovero al San Mungo di Tatiana, la malattia della madre di Marjorie e la morte del padre di Gabriel sembra proprio che ci sia una sorta di maledizione su quest’evento. –

- Credi che ci abbiano convocati qui per annunciarci la fine del torneo? –

Audrey si strinse nelle spalle.

Non aveva pensato a quell’aspetto della cosa, ma sperava vivamente che non andasse a finire in quel modo.

Lì a Hogwarts aveva fatto nuove amicizie e aveva trovato Robert.

L’idea di lasciarsi alle spalle tutto quello prima del tempo la riempiva di malinconia e angoscia.

- Non lo so – mormorò.

Sentì la mano del ragazzo cercare la sua e stringerla con delicata fermezza.

- Comunque vadano le cose non ho la minima intenzione di perderti. –

Sorrise, rincuorata, ricambiando la stretta.

- Lo stesso vale per me. –

Il tossicchiare dell’anziana preside di Hogwarts interruppe i mormori che echeggiavano nella Sala Grande.

- Credo che tutti voi vi starete chiedendo cosa ne sarà del Torneo dopo i recenti avvenimenti -, esordì la McGranitt, - ebbene abbiamo deciso all’unanimità di consentire alle riserve di prendere il posto dei concorrenti che hanno abbandonato il Torneo. Tuttavia ciò avviene in via del tutto eccezionale e non saranno operate ulteriori sostituzioni. Desideriamo che tutti voi comprendiate quanto siano seri gli impegni che prendete e quanto essi vadano rispettati e onorati. La correttezza dovrebbe essere sopra ogni cosa, anche sopra un’eventuale vittoria – concluse, mentre i restanti tre presidi annuivano come a voler confermare ogni singola parola da lei proferita.

Audrey tirò un sospiro di sollievo.

Nulla era ancora finito, non sarebbero dovuti tornare in Francia prima del tempo.

Accanto a lei sentì chiaramente che anche Robert si rilassava contro lo schienale della sedia.

Erano ancora insieme e avrebbero continuato a esserlo fino alla fine dell’anno.

Null’altro contava in quel momento.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Lenochka aggrottò la fronte, perplessa, prima di voltarsi verso Joseph.

- Tu che sei di qui, che tipi sono Shana e Killian? –

Si strinse nelle spalle, abbassando la voce per non essere sentito dalla compagna di Casa che si era recentemente aggiudicata il ruolo di nuova Campionessa.

- Killian è un tipo … particolare oserei dire. Sta’ piuttosto sulle sue e non parla mai molto con il resto dei ragazzi del suo anno. È da prendere con le pinze, perché tremendamente imprevedibile, tutt’altra pasta rispetto a Gabriel. Quanto a Shana … fossi in te non mi fiderei troppo di lei. È molto abile nel manipolare persone e situazioni e volgerle a proprio vantaggio, ed è tremendamente determinata; adesso che ha l’occasione di rimpiazzare Tatiana e vincere il Torneo non se la farà di certo sfuggire da sotto il naso. –

Annuì, lanciando una lieve occhiata in direzione di Constance, che neanche a dirlo aveva provato a intavolare una conversazione con la mora.

Eppure sembrava che la Serpeverde non fosse minimamente interessata a dialogare con lei e stava evidentemente cercando di tagliare corto rispondendo con frasi brevi e ricche di sarcasmo.

- Credo di aver inquadrato il tipo. –

Posò poi lo sguardo sulla bionda al tavolo dei Corvonero che chiacchierava allegramente con William Glacier.

 Non restava che scoprire che tipo fosse quella Joelle Bonnay.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Charlotte volse lo sguardo verso Zahra, accennando a Lilith e Jason che sedevano vicini e sembravano completamente assorti nel loro mondo.

- E dire che quei due professavano a mari e monti di non sopportarsi. Eppure guardali adesso, tubano come piccioncini. –

- La forza dell’amore – sentenziò la bionda, per poi rivolgere un’occhiata penetrante all’indirizzo di Bentley, - tu invece, bel biondino, vuoi spiegarci perché improvvisamente vai tanto a braccetto con Erlend Holdberg? Cosa fai, fraternizzi con il nemico? –

Bentley gettò la testa all’indietro, ridendo di cuore.

- Per quanto la mia bisessualità sia cosa oltremodo conclamata, bella bionda, mi dispiace deluderti. Ho solo fatto un favore a un potenziale nuovo amico. –

Le due ragazze, tremendamente incuriosite, si sporsero maggiormente verso di lui con fare complice.

- Ti va di dirci di cosa si tratta? Chi voleva far ingelosire Erlend? –

Ben scosse il capo, mimando una zip a chiudere la bocca.

- Le mie labbra sono accuratamente sigillate, bellezze. –

Zahra sbuffò, mettendo il broncio come una bambina a cui fosse stato negato il giocattolo che tanto desiderava.

- Guastafeste. –

- Già – le diede man forte Charlotte, stupendo Bentley.

- Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia Charlie? – chiese incredulo, sgranando le iridi azzurro cielo.

Arrossendo lievemente, si strinse nelle spalle. – Colpa dell’influenza di Lilith e Zahra. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Killian storse il naso, annoiato da tutto quel chiacchiericcio che lo vedeva suo malgrado protagonista.

Aveva accettato di candidarsi al Torneo per mettersi alla prova, non certo per attirare su di sé più chiacchiere e pettegolezzi di quanto fosse necessario.

Perciò approfittò di un momento di distrazione per sgattaiolare fuori dalla Sala Grande portando con sé quanto bastava per una cena veloce prima di andare a dormire.

La mattina seguente ci sarebbe stata la seconda prova e aveva intenzione di dedicarsi anima e corpo a preparare una strategia che potesse rivelarsi vincente piuttosto che lasciarsi distrarre da inutili chiacchiere.

- Fuggi dai festeggiamenti, Lawson? Decisamente da te. –

Si voltò verso la voce femminile alle sue spalle, inarcando appena un sopracciglio all’indirizzo di Shana Fine.

- Tu invece sei il tipo a cui piacciono feste e festeggiamenti, perciò perché non sei lì dentro a crogiolarti nella gloria? – la rimbeccò beffardo.

- Le feste mi piacciono -, riconobbe, - ma al momento sono concentrata su qualcosa di ancora più interessante: vincere. Ci sarà tempo per festeggiare in seguito. –

- Sembra quasi che tu dia già per scontata la vittoria. –

Gli rivolse un sorrisetto furbo.

- Perché, tu no? Potremmo non essere amici, Lawson, ma sappiamo benissimo entrambi che funzioniamo alla grande insieme. –

Già, effettivamente le lezioni di Cura delle creature magiche filavano sempre alla perfezione quando loro due venivano assegnati allo stesso lavoro di coppia.

C’era una forte intesa intellettuale anche se non propriamente caratteriale.

- Sento che sta per arrivare una proposta d’alleanza. –

- Molto bene, Lawson, davvero intuitivo. I campioni di Durmstrang fanno squadra insieme, quello di Ilvermorny si è fidanzato con l’amica della campionessa americana quindi è ragionevole supporre che si aiuteranno cambiando le carte in tavola, e i due francesi si conoscono da parecchio per cui anche loro sono una scelta ovvia. Io e te siamo alleati naturali – concluse, stringendosi nelle spalle.

- E siamo anche quelli che partono con il punteggio più basso. –

- Capovolgeremo le carte in tavola. È quello che sappiamo fare meglio. –

Killian si ritrovò suo malgrado a sorriderle di rimando.

C’era da dire che Shana Fine sapeva decisamente come convincere qualcuno.

- Andata, siamo alleati. –

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Si era offerta di aiutare Nikolaj nell’elaborare una strategia per la prova dell’indomani, ma in quel preciso momento il suo cervello non riusciva a pensare ad altro che non fosse quanto fossero vicini i loro corpi e la sensazione di calore che l’assaliva quando le braccia scoperte si sfioravano.

Fu così che, mentre Nikolaj cominciava a snocciolare le incognite di non sapeva bene quale incantesimo l’istinto la spinse ad agire.

Si sporse verso di lui, baciandolo di getto.

Il contatto durò appena una manciata di secondi, dopodichè Nikolaj lo interruppe tirandosi indietro con gentilezza.

- Hel … - cominciò, ma la rossa lo interruppe.

- Lascia perdere, è colpa mia, non so cosa mi sia preso. Fa’ finta che non sia successo nulla, ti prego. –

Si alzò di scatto, correndo verso la porta che conduceva al dormitorio femminile e richiudendola dietro di sé con uno schianto.

Raggiunse la camera che condivideva con Lenochka e Constance, trovandovi all’interno solo la bionda.

Proprio l’ultima persona sulla faccia della terra che avrebbe voluto incontrare.

Incrociò appena il suo sguardo.

- Non cominciare, Constance, non è proprio serata – mormorò, gettandosi a pancia sotto sul letto a baldacchino e affondando la testa sotto il cuscino per soffocare i singhiozzi.

Dio, che stupida che era stata.

Era evidente che Nikolaj non la vedesse in altro modo che come una sorellina.

Uno scricchiolio le annunciò che qualcuno si era seduto sul bordo del letto.

Alzò appena il capo, vedendo Constance seduta accanto a lei che le porgeva una scatola di fazzoletti.

- Credo che questi servano più a te – disse soltanto, per poi alzarsi e tornare a sistemare le sue cose come se quel breve intermezzo non fosse mai esistito.

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

William era perfettamente consapevole dello sguardo di Erlend mentre sedeva sul divano accanto a Joelle e chiacchierava con lei a bassa voce e con fare complice.

Del resto tutti a Beauxbatons sapevano del loro flirt avvenuto a metà dell’anno precedente.

Era stato il biondo a giocare la carta della gelosia e lui lo stava semplicemente ripagando con la stessa moneta, si disse mentre rivolgeva un sorriso accattivante alla bella biondina che lo stava fissando con le iridi color cioccolato luccicanti di malizia mista a divertimento.

Joelle era furba, perciò sapeva benissimo che dietro a quell’improvvisa voglia di chiacchiere e confidenze doveva esserci qualcos’altro dietro ed era più che pronta a reggergli il gioco.

Lo si capiva da come ammiccava quando rideva, sporgendosi verso di lui a sfiorargli il braccio, la scintilla furba negli occhi.

- Spero che farmi incenerire con lo sguardo da Erlend serva a qualcosa e non sia solo il tuo nuovo passatempo, Will – mormorò a bassa voce, mentre giocherellava con una ciocca bionda fingendosi civettuola.

- Potrebbe servire – replicò, allungando una mano ad accarezzarle il bel volto, - immagino che lo scopriremo presto. –

Sentì il rumore di una sedia che veniva fatta scattare all’indietro e una chioma candida come la neve che marciava risolutamente verso il dormitorio maschile.

Chi di falsi corteggiamenti feriva, di falsi corteggiamenti periva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci con il nuovo capitolo. Spero di aver reso bene i nuovi personaggi e che vi siano piaciuti, personalmente adoro tutti e tre. A questo punto vi chiederei di mandarmi la classifica della seconda prova aggiornata e, per i creatori dei Campioni, di indicare la persona a cui il loro OC è più legato qualora non l’avessero già fatto.

Al prossimo capitolo con la seconda prova.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 12
*** Ennesima comunicazione ***


Ennesima comunicazione

 

 

Salve!

Avrei dovuto aggiornare questo pomeriggio con il capitolo della seconda prova del Torneo, tuttavia c’è un grande ma.

Avevo concesso una seconda occasione a questa storia a patto che non sparissero altri campioni.

Ovviamente se sono qui a scrivere quest’avviso è perché l’ennesimo campione è scomparso dalla scena.

Sto parlando di Lenochka, la cui autrice non solo non si è fatta sentire nel corso degli ultimi capitoli ma non mi ha nemmeno inviato le risposte alle domande per la seconda prova.

Siamo partiti con 8 campioni e la metà è scomparsa nel nulla, riaprire le iscrizioni per una nuova ragazza di Durmstrang non ha alcun senso né tantomeno avrebbe senso provare a trovare una giustificazione all’improvvisa scomparsa di Lenochka.

Perciò mi sono ritrovata costretta a scegliere tra due opzioni:

- bloccare del tutto la storia, sospendendola definitivamente;

- annullare il torneo e postare direttamente i due capitoli finali della storia.

Sono stata molto combattuta tra le due scelte, perché in parte sono amareggiata per via di tutte queste scomparse e in parte mi sento in colpa per voi e per le ragazze che mi hanno da poco inviato i loro OC, ma non vedo una terza soluzione al problema senza che la trama si snaturi e perda di credibilità.

Mi spiace anche perché mancava veramente poco alla fine della storia (4 capitoli più Epilogo) e perché volevo davvero dare una conclusione alla crescita che ogni personaggio ha avuto nel corso dei capitoli.

Eppure sembra che il fato abbia remato contro questa storia fin dal principio e la cosa mi addolora molto.

Dopo una lunga analisi e molti ripensamenti ho preso la decisione finale.

Nel prossimo capitolo non vedrete la seconda prova, ma la comunicazione dell’annullamento del Torneo e la motivazione alla scomparsa di Lenochka con tutte le reazioni che ne seguiranno sia tra studenti che professori; nel capitolo ancora successivo ci sarà l’Epilogo con il ritorno di ogni studente alla rispettiva scuola d’origine.

Poiché credo sia giusto rendere giustizia ai vari personaggi e a voi che siete rimasti qui dall’inizio alla fine ho deciso che dedicherò una raccolta di OS a tutti i personaggi rimasti nella storia.

Ovviamente sta a voi decidere se siete o meno interessati alla cosa; se volete che il vostro personaggio compaia nella raccolta vi chiederei di inviarmi un messaggio privato in cui mi spiegate quello che vorreste che succedesse al vostro OC da quando torna a casa a quando diventa adulto (diciamo che ogni OS coprirà all’incirca 10/15 anni a partire dall’Epilogo): eventuali viaggi studio, specializzazioni, che lavoro farà, se si sposerà e con chi, se avrà figli e nel caso quanti e come si chiameranno, etc.

La raccolta si chiamerà “Slice of a life” e uscirà dopo qualche giorno dall’Epilogo di questa storia.

Non avete idea di quanto mi dispiaccia, anche perché mi ero convinta che dopo quel brutto momento di sparizioni continue le cose si fossero calmate … e invece a quanto pare no.

Spero non ce l’abbiate troppo con me, ma ho davvero fatto tutto il possibile.

Ci sentiamo domani con il penultimo capitolo.

XO XO,

Mary

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Capitolo 13
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

 

 

 

 

 

Jason trasalì quasi quando la mano di Lilith si posò sulla sua spalla e la ragazza scivolò sulla panca accanto a lui.

- Qualcuno è nervosetto. –

Le sorrise lievemente, infilzando la strisciolina di bacon croccante che aveva nel piatto.

- Un po’ –, ammise, - visto che come sempre nessuno di noi ha la minima idea di ciò a cui andrà incontro. –

- Andrai alla grande, tu e Charlie ve la caverete se farete gioco di squadra. –

La diretta interessata annuì a quelle parole, terminando la conversazione che stava avendo con Zahra e Bentley.

- Decisamente vero, in due sarà più facile affrontare la prova … qualunque essa sia. –

- E noi saremo sulle gradinate a fare il tifo per voi – concluse Bentley, sorridendo loro con aria incoraggiante, - o perlomeno ci saremo io e Lily, Zahra tiferà per il nemico a quanto sembra. –

- Shana è simpatica, quanto a Killian non lo conosco abbastanza bene per giudicarlo ma Robert ne parla in modo positivo … e poi un po’ di patriottismo ci vuole, no? –

- Il patriottismo prima di tutto – convenne Bentley, battendo il pugno sul tavolo con un vigore che li fece scoppiare a ridere.

- Lieto che la pensi così, signor Ashdown, ma temo di dovervi rubare i campioni – intervenne la voce del preside americano.

L’uomo fece cenno a Jason e Charlotte di raggiungerlo, scortandoli fuori dalla Sala Grande.

- Credete che voglia dargli qualche consiglio pre prova? –

Lilith scosse il capo, accennando agli altri presidi che stavano facendo la stessa cosa con i loro campioni.

- No, immagino che debbano prepararsi con un certo anticipo. –

- Il che vuol dire che sarà una prova ancora più entusiasmante della prima. Non vedo l’ora di scoprire di cosa si tratterà – esultò Zahra, ingurgitando alla velocità della luce gli ultimi rimasugli della sua colazione, - perciò diamoci una mossa e troviamo i posti migliori. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Signorina Fine, signor Lawson, in qualità di nuovi campioni di Hogwarts avrete bisogno di qualche chiarimento in più rispetto agli altri partecipanti perciò vi prego di prestare molta attenzione mentre ci dirigiamo verso il punto d’incontro – esordì la McGranitt mentre uscivano dal castello e puntavano verso il sentiero in ciottolato.

Si scambiarono una rapida occhiata per poi annuire all’unisono.

- Le prove sono studiate per esaminare il vostro comportamento sotto pressione e mettervi alla prova nel più diretto e brutale modo possibile. Sarebbe saggio per voi, dunque, mantenere una fredda lucidità e cercare di utilizzare il più possibile la razionalità. –

- Avevamo pensato di lavorare in squadra –, considerò Shana, - noi due funzioniamo bene insieme. –

- Ma ciò non significa certo che mi farò da parte e ti consegnerò la vittoria su un piatto d’argento. Voglio vincere tanto quanto te, Shana, cerca di non dimenticarlo mai – aggiunse Killian.

- Non potrei nemmeno se lo volessi, perché ci saresti sempre tu pronto a ricordarmelo. –

La preside tossicchiò leggermente.

- Non credo sia il momento adatto per discutere di chi vincerà o meno il torneo. Mi aspetto collaborazione e aiuto reciproco da voi due, se Hogwarts dovesse classificarsi all’ultimo posto … diciamo solo che sarebbe la prima volta in assoluto nella storia della scuola. –

Ed era più che evidente che lei non voleva essere associata alla prima sconfitta di Hogwarts, constatò all’istante la Serpeverde.

Il che era un bene perché nemmeno lei voleva passare alla storia come la campionessa che si era classificata per ultima nel torneo.

- Non si preoccupi, professoressa, daremo il cento per cento – assicurò Killian.

La risalita della classifica doveva cominciare da quel momento stesso.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Mi guardi come se ti stessi chiedendo quanti anni di carcere faresti se mi uccidessi – disse Joelle, rompendo il silenzio tra loro.

Erlend si accigliò, scrutandola dall’alto in basso con freddezza.

- Non è affatto vero. –

- Oh, andiamo, è ovvio che ti rode il fegato per quello che hai visto ieri in Sala Comune. Non sei affatto bravo nel mascherare le tue emozioni, Holdberg – lo rimbeccò, scrollando le spalle con grazia.

- Quindi tu e Will siete tornati insieme? –

Gli rivolse un sorrisetto ambiguo. – Forse, la cosa ti interessa? –

- Non affrettare troppo le tue supposizioni, Joelle. –

- Sei tu che hai tirato in ballo l’argomento – gli ricordò, le iridi nocciola che scintillavano divertite, - perciò se vuoi qualche piccolo consiglio di strategia non ti resta che chiedere. –

- Ne faccio volentieri a meno. –

- Peccato, sarebbe stato interessante … non dirmi che non vuoi fare gioco di squadra? –

Erlend sbuffò, ingoiando una rispostaccia e optando per una decisamente più diplomatica.

- Tu fai il tuo gioco e io faccio il mio, staremo a vedere quale sarà la strategia vincente – tagliò corto.

Il rumore di passi che seguì le sue parole annunciò loro che tutti i campioni erano schierati e pronti a entrare in azione.

A giudicare dal rumore sulle tribune anche il resto delle quattro scuole era giunto sul posto.

- La prova vedrà entrare nella Foresta Proibita le scuole in ordine di classifica. Una volta dentro dovrete trovare la cosa a cui tenete più della vostra stessa vita e portarla fuori con voi. Avete un’ora di tempo, fatene buon uso. Cominciano i campioni di Durmstrang – annunciò Gabrielle Delacour.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Nikolaj osservò gli alberi all’interno della Foresta cercando di orientarsi.

Era abituato ai boschi e a quella sensazione di tranquillità inquietante che trasmettevano, ma quella volta si trattava di una sensazione del tutto differente.

La carica adrenalinica della prova lo assaliva impedendogli di concentrarsi quanto bastava per trovare un punto di riferimento da seguire una volta che avesse trovato il suo ostaggio.

- Sembrano tutti maledettamente uguali – sbottò Lenochka, che al suo fianco stava cercando di fare la stessa cosa.

- Deve esserci qualcosa che li identifichi uno dall’altro. Un muschio più intenso, un lichene particolare, un ramo spezzato. Qualcosa … -

- Sei tu l’esperto di boschi, Krum, non io … perciò lascio guidare a te questa simpatica spedizione. –

Esaminò nuovamente gli alberi attorno a sé, riuscendo finalmente a notare un piccolo particolare che gli era sfuggito.

- La corteccia è ricoperta di licheni solo da un lato, quello in cui il sole batte con più difficoltà. –

- Quindi? –

- Quindi significa che per ritrovare l’uscita dovremmo puntare nella direzione in cui non vediamo licheni sul tronco. –

- Perciò adesso che sappiamo come ritrovare l’uscita non ci resta che addentrarci -bofonchiò Lenochka, decisamente poco incline ad affrontare l’oscurità e l’umidità di quel posto.

- Già, perciò diamoci una mossa … abbiamo quasi finito i cinque minuti di vantaggio. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Flagramus – recitò Erlend, osservando la X fiammeggiante che stava rapidamente prendendo forma sul tronco degli alberi che oltrepassavano.

- E se qualcun altro utilizzasse lo stesso incantesimo? Li stiamo indirettamente favorendo fornendogli una traccia da seguire. –

- Se hai un’idea migliore per tracciare il percorso e tornare indietro con facilità accomodati pure. –

Joelle sbuffò, ma non aggiunse altro.

In fin dei conti erano stati i terzi ad entrare e dopo di loro solo Hogwarts avrebbe potuto seguire quelle indicazioni.

- D’accordo, Holdberg, ma diamoci una mossa. Il tempo stringe. –

Lo oltrepassò, allungando il passo quanto più le permettevano gli altri stivali in pelle di drago che le arrivavano al ginocchio.

Non vide nemmeno lontanamente la radice che sbucava dal terreno, inciampando e arrestando la caduta con il solo ausilio del palmo delle mani.

Imprecò sottovoce, osservando la pelle escoriata.

- Tutta intera? –

- Non direi. Ho le mani distrutte e la caviglia mi fa malissimo – gemette, provando a muovere l’arto.

Erlend sfilò lo stivale con attenzione, osservando la gamba snella.

- Non c’è frattura, è solo una storta. Se ti appoggi a me dovresti riuscire a camminare. –

Annuendo, Joelle si lasciò tirare in piedi e passò il braccio attorno alle spalle del compagno di squadra.

Procedettero così, uno camminando a passo sicuro e l’altra zoppicando, finchè non raggiunsero il centro della radura.

Fu allora che uno scricchiolio davanti a loro li fece trasalire.

- L’hai sentito? –

Annuì, facendole cenno di rimanere in silenzio.

La fece appoggiare al tronco dell’albero più vicino e si mosse in esplorazione.

Tra le fronde e i cespugli, leggermente nascosti alla visuale, c’erano sei persone assicurate al tronco dell’albero.

- Li abbiamo trovati -, annunciò soffermandosi sul volto del fratello, - e a quanto pare prima di noi sono arrivati solo Nikolaj e Lenochka. –

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

La volpe sbucò dal cespuglio proprio nel momento in cui stavano finendo di assicurare incantati fiocchi argentei sul tronco del quinto albero.

- Ma che diavolo – esclamò Shana, portandosi rapidamente fuori dalla traiettoria dell’animale.

- È innocua, le volpi non attaccano gli esseri umani se possono evitarlo. –

- Lo so, ma ciò non toglie che mi ha spaventata – ammise, cercando di riequilibrare il respiro e impedire al cuore di continuare a martellarle nel petto in quel modo.

- Shana Fine spaventata? Credevo che non avrei vissuto abbastanza da vedere quel giorno. –

Gli assestò un buffetto sul fianco, invitandolo a riprendere il cammino. – Hai fatto una battuta, wow, non sapevo che ne fossi capace. –

- E ho anche trovato i nostri ostaggi. Oggi è proprio il mio giorno fortunato. –

Oltrepassò il tronco caduto, raggiungendo gli ultimi ostaggi rimasti, e recise il cordone che teneva assicurata all’albero sua sorella.

- Ti assomiglia moltissimo – osservò Shana mentre faceva altrettanto con il fratello.

- Naturale, siamo gemelli. –

- Ma lei non … -

- Non frequenta Hogwarts -, l’anticipò, - perché è una Maganò. –

C’era un pizzico di ostilità nella sua voce, come se fosse pronto a commenti sgradevoli … come se ci fosse abituato.

- Non lo sapevo. –

- Ci sono moltissime cose che non sai di me -, tagliò corto, - e adesso diamoci una mossa. –

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Che stai facendo? –

Jason continuò imperterrito a puntare la bacchetta contro ogni albero che superavano, lasciando grandi X fiammeggianti mentre teneva il guinzaglio al quale era assicurata la sua cagnolona.

All’inizio Charlotte era rimasta sorpresa dal fatto che la persona a cui tenesse di più fosse una cucciolotta di pastore tedesco ma non aveva detto nulla e si era limitata a liberare sua madre.

Aveva l’impressione che la vita familiare di Jason fosse tutt’altro che felice.

- Depisto gli avversari. Qualcuno di loro ha segnato il percorso in questo modo … io cambio le carte in tavola ritardandoli. –

- Furbo. –

- Tremendamente. E adesso muoviamoci, Charlie, ho come l’impressione che saremo noi a vincere questa prova. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Stanno uscendo i primi concorrenti – osservò Joseph, sporgendosi per avere una visuale migliore dell’ingresso della Foresta Proibita.

Constance aggrottò la fronte, sorpresa.

- Ma quello è un cane? –

- Un gran bel cane -, la corresse Enea, - e sembrerebbe proprio che sia l’ostaggio di Jason Blackburn. Questa poi … non pensavo che fosse un tipo da cani. –

- Quindi Ilvermorny è prima … non resta che aspettare e vedere chi sarà ad aggiudicarsi il secondo posto. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Audrey lanciò un’occhiata a William nel momento in cui anche Erlend e Joelle uscirono dalla foresta.

Sembrava essersi improvvisamente rilassato, come se per un attimo si fosse domandato se e con chi Erlend sarebbe uscito di lì ma vedendo suo fratello la cosa era tornata alla normalità.

Robert le indicò gentilmente il palco degli annunci, dove i giudici stavano per sparare in aria i singoli punteggi.

Quattro dieci lampeggiarono nell’aria per Jason Blackburn, seguiti dal punteggio di Nikolaj Krum che lo seguiva con un solo punto in meno e da quello di Erlend che era un bel trentotto. Al quarto posto veniva Lenochka Volkov con trentasei punti, seguita da Killian Lawson con trentacinque punti e Charlotte Valentine con trentaquattro punti. Settima Shana Fine con i suoi trentadue punti e per ultima una zoppicante e dolorante Joelle con ventisei punti.

- L’hanno penalizzata molto per quell’incidente – osservò Robert.

- La prossima volta imparerà a guardare meglio dove mette i piedi. –

Il Corvonero parve sorpreso dalla replica della sua ragazza, ma si riprese in fretta dallo stupore.

Se c’era qualcuno per cui Audrey tifava, sia all’interno del torneo che della vita sentimentale di William, quello era decisamente Erlend.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Come avevo scritto nelle risposte alle recensioni di coloro che avevano commentato l’avviso ho sentito la creatrice di Lenochka e mi ha assicurato che sarebbe tornata a farsi sentire perciò ho pubblicato il capitolo della seconda prova.

Che dire, staremo a vedere … se così non fosse e la mia fiducia venisse disattesa passerò ai due capitoli finali come vi avevo preannunciato.

Al prossimo aggiornamento che dovrebbe arrivare già in settimana.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

Classifica II prova singola

1)      Jason = 40 punti;

2)     Nikolaj = 39 punti;

3)     Erlend = 38 punti;

4)     Lenochka = 36 punti;

5)     Killian = 35 punti;

6)     Charlotte = 34 punti;

7)     Shana  = 32 punti;

8)    Joelle = 26 punti.

 

 

 

Classifica II prova per scuola

 

1)      Durmstrang = 75 punti;

2)     Ilvermorny = 74 punti;

3)     Hogwarts = 67 punti;

4)     Beauxbatons = 64 punti.

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Capitolo 14
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 

 

 

 

 

 

 

- Come va la caviglia? –

Joelle alzò lo sguardo verso il ragazzo appoggiato alla parete dell’infermeria. Sgranò leggermente gli occhi, sorpresa di trovarlo lì.

- Molto meglio, dovrei essere in grado di mettermi in piedi molto presto a sentire l’infermiera. –

- Bene –, mormorò Erlend, - mi fa piacere. –

Lo vide vagare con lo sguardo per la stanza come se fosse alla ricerca di qualcosa.

- Lui non è qui. –

- Lui chi? –

- Will. Penso che sia una cosa molto stupida quella che state facendo voi due; insomma, è palese che vi morite dietro quindi che senso ha nasconderlo? –

- Credo che sia il discorso più strano che abbia mai sentito fare dalla ragazza di qualcuno. –

Rise, gettando la testa all’indietro.

- Mon Dieu, possibile che nessuno di voi due l’abbia capito? Tu hai usato Bentley per farlo ingelosire e lui ha fatto lo stesso con me. Vi volete a vicenda, dovete solo ammetterlo. –

Ci mise qualche secondo a metabolizzare il significato di quelle parole.

Se le cose stavano effettivamente così allora forse era venuto il momento di prendere definitivamente in mano le cose.

- Devo fare una cosa, tu mi scusi vero? –

Ridendo, annuì. – Naturalmente, vai e prenditelo. –

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Odio questo periodo dell’anno – sbuffò Constance, osservando corrucciata le ghirlande che agghindavano il castello e le statue canterine a ogni angolo.

Mancavano solo due giorni a Natale e tutti quelli che la circondavano avevano quell’aria stucchevolmente festosa e allegra che le dava letteralmente sui nervi.

- Cosa c’è che non ti piace del Natale? – chiese Enea, sorpreso.

- Praticamente tutto, specialmente i cori natalizi – rispose, storcendo le orecchie all’ennesimo incontro con armature fischiettanti Jingle Bell’s.

- A me è sempre piaciuto, mi ricorda i momenti passati in famiglia. –

- Non ti facevo un tipo sdolcinato. –

- E io non pensavo che tu fossi la versione bionda e attraente del Grinch. –

Constance si voltò verso il compagno di Casa, sorpresa.

- Attraente? Mi consideri bella, Palter? –

Il biondo si strinse nelle spalle, fingendosi incurante. – Oggettivamente sei bella, non ci vedo nulla di strano nel confermarlo. –

- Non ti ho chiesto come sono oggettivamente. Voglio sapere come tu pensi che io sia. –

Enea parve meditare sul darle o meno la risposta che gli stava passando per la testa, ma alla fine decise di buttarsi e al diavolo le conseguenze.

Dopotutto più di un rifiuto non poteva certo ottenere.

- Sì, penso che tu sia molto bella – confermò.

Sorridendogli, Constance gli si avvicinò e si alzò in punta di piedi per baciarlo delicatamente sulle labbra.

Quando si separarono, la ragazza accennò al rametto di vischio sopra le loro teste.

- Immagino che si debba seguire la tradizione, no? –

Dopo l’ennesimo sorrisetto sensuale riprese a camminare come se nulla fosse successo e a lui non rimase altro che seguirla.

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- È quasi Natale, siamo nel pieno primo giorno delle vacanze e tu stai chiuso qui a studiare? –

Killian alzò lo sguardo dal libro che stava sfogliando, comodamente seduto su una delle innumerevoli sedie libere della biblioteca praticamente deserta.

- Non sto studiando, è una lettura di piacere. –

- Storia di nobili famiglie Purosangue -, lesse Shana, - che noia. Coraggio, diamo un senso a questa giornata, Lawson. –

Lo prese per mano, costringendolo a mettere via il libro e tirandolo in piedi con sé. Incurante dello sguardo contrariato della bibliotecaria, lo trascinò con sé fuori e poi lungo la rampa di scale fino al pianterreno.

- Dove stiamo andando? –

- Lo vedrai. –

Percorsero il parco ormai completamente innevato fino a giungere ai margini della Foresta Proibita.

- Non per frenare il tuo entusiasmo, ma l’ultima volta che siamo stati lì dentro non mi sei sembrata troppo entusiasta della cosa quindi perché siamo qui? –

Shana continuò a guardare a terra, cercando qualcosa e ignorandolo palesemente.

- Shana … -

- Ecco, l’ho trovata – decretò, alzandosi in piedi e voltandosi verso di lui.

Teneva tra le mani una bella palletta di neve fresca.

Ebbe appena il tempo di realizzare quello che stava per fare che la palla di neve lo centrò in pieno volto.

- D’accordo, questa è guerra … pura e semplice guerra – decretò, chinandosi ad afferrare a sua volta un po’ di neve.

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Bentley esultò non appena la sua regina mangiò il pedone bianco.

- Scacco al re! –

Contrariata Lenochka esaminò i pezzi sulla scacchiera alla ricerca della strategia migliore per salvarsi e ribaltare le sorti della partita.

Gli scacchi non erano mai stati il suo gioco preferito, ma quando si trattava di rivaleggiare contro qualcuno allora la sua vena competitiva tornava a emergere con prepotenza.

- Se muovi l’alfiere così … - cominciò Joseph, che osservava la partita da una buona ventina di minuti.

- Non valgono suggerimenti. –

- Nessuno ha detto questa regola all’inizio della partita -, replicò il Serpeverde, - e in corsa di partita non possono essere aggiunte nuove regole. –

Lenochka annuì, sorridendo compiaciuta.

- Ben detto, Joe. Rassegnati, Ben, perderai. –

Seguì il suggerimento di Joseph, muovendo l’alfiere e riuscendo a trarsi d’impaccio.

Bentley mosse a sua volta il cavallo, avvicinandosi abbastanza da impensierirla nuovamente, ma fu allora che vide un buco nella difesa dell’americano.

Mosse la regina.

- Scacco matto. –

L’imprecazione particolarmente colorita venne soffocata dal cinque che si scambiarono lei e Joseph.

- Questo è profondamente sleale, due contro uno non è corretto. –

- Facci causa, Ashwood. –

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Osservò l’ammasso informe che ricopriva lo spiedino.

Aveva sempre odiato fare quelle cose, di solito era Erlend quello che riusciva ad azzeccare alla perfezione la cottura.

Contrariato, allungò una mano verso il divano.

- Passami un altro di quei cosi. –

Robert obbedì, allungando verso William il sacchetto contenente i marshmallow.

- Vorrei conoscere quello che ha inventato questo modo di mangiarli, così gli potrei ficcare lo spiedino in un occhio. –

Audrey rise, addentando un’Ape frizzola.

- Credo che sia morto parecchio tempo fa, Will. –

- Allora lo resuscito e poi lo uccido di nuovo. –

- Oppure potresti semplicemente avvicinarli di meno alla fiamma, in questo modo non si brucerebbero – intervenne la voce di Erlend.

Lanciandosi un’occhiata complice, Audrey e Robert si alzarono dal divano.

- Noi andiamo a fare una passeggiata, voglio disegnare ancora qualche angelo delle nevi prima che faccia buio, ci vediamo più tardi – disse la francese, prendendo per mano il fidanzato e guidandolo fuori dalla Sala Comune di Corvonero.

Rimasti soli, Erlend si avvicinò al camino e gli tolse lo spiedino dalle mani.

Lo avvicinò poco a poco alla fiamma, osservandolo mentre si arrostiva alla perfezione. Dopodichè lo passò a William.

- Ecco fatto, non è poi così difficile. –

- Lo dici tu, questi cosi complottano contro di me – replicò, arricciando il labbro inferiore in un’espressione da cane bastonato che lo intenerì.

- Ho parlato con Joelle poco fa. –

- So che uscirà dall’infermeria in serata. –

- Già, ma non mi riferivo a questo … -

Le iridi cobalto di Will catturarono le sue e un lieve imbarazzo si dipinse sul volto del moro. – Ah, stai parlando di quell’altra cosa. –

- Già, mi ha detto tutto e devo dire che ha ragione: siamo due idioti. La cosa è molto più semplice di quanto la facciamo, Will. –

Già, dopotutto era solo questione di mettersi in gioco una volta per tutte.

- Hai ragione, è molto semplice – convenne, afferrandolo per il bavero della camicia e attirandolo a sé.

Lo baciò con un trasporto estremo, al quale Erlend ricambiò con altrettanto vigore, e finirono a rotolarsi sul tappeto davanti al caminetto ardente.

Tra un bacio e l’altro, il biondo diede voce alla domanda che più gli premeva.

- Questo cosa significa … per noi due? –

- Immagino che significhi che per quanto proviamo a starci lontani non ce la facciamo. Credo che faccia di noi una coppia. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Zahra fece capolino da dietro alla sua spalla, sbirciando la lettera che Charlotte stava finendo di firmare.

- A chi scrivi? –

- Oh, solo a mia madre. Manca poco alla fine del torneo e presto torneremo tutti a casa, ma rivederla durante la seconda prova mi ha fatto sentire la nostalgia di casa. –

- Immagino che sia normale. Non hai mai parlato prima di tuo padre … lui com’è? –

- Lui -, mormorò piano, - non c’è … non c’è mai stato a dire la verità. Mi ha sempre cresciuta mia madre, non credo nemmeno che lui sappia che sono una strega … o che esisto a dirla tutta. –

- Charlie, io … -

- Non potevi saperlo – l’anticipò, sorridendole gentilmente, - quindi non preoccuparti. Sono abituata a stare senza un padre, ormai non ci faccio più nemmeno casa. Mamma ha sempre portato avanti la famiglia, non mi ha mai fatto mancare nulla, e a me sta bene così. –

Lilith e Jason si avvicinarono alle poltrone, incuriositi dalla piega vagamente malinconica che stava prendendo la conversazione tra le due ragazze.

- Basta con quei musi lunghi -, disse la rossa, - è quasi Natale e fuori c’è la neve. Insomma, non possiamo stare chiusi qui a deprimerci. –

- E manca poco alla terza prova. Io e te, Charlie, potremmo anche morire per quanto ne sappiamo. Credo che un minimo di divertimento ci spetti per diritto – concluse Jason, prendendosi una gomitata dalla fidanzata.

- Così non sei d’aiuto. –

Le strizzò l’occhio. – Lo so, sono proprio un ragazzaccio, potresti sempre darmi una punizione. –

Zahra tossicchiò, rischiando di strozzarsi, mentre Charlotte avvampava per l’imbarazzo.

Lilith gli assestò un pugno sul braccio, facendolo gemere. – Imbecille. –

- D’accordo, credo proprio che dopo quest’uscita andare a divertirci sia d’obbligo –, decretò Zahra, - magari lasciando questi due da soli a sfogare i loro bassi istinti. –

Prese per mano Charlotte e la guidò fuori dalla Sala Comune di Grifondoro.

- Dove andiamo? –

- A fare danni, mia giovane yankee. –

Ridendo, si lasciò condurre da lei.

Conoscendo Zahra la cosa sarebbe certamente andata in porto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Due aggiornamenti nello stesso giorno, probabilmente devo essere impazzita xD

Scherzi a parte, questo è il terzultimo capitolo della storia … ciò significa che nel prossimo capitolo avremo la terza prova e che, come sempre, vi chiedo di inviarmi la vostra personale classifica per la prova tramite mp.

Detto ciò, ci sentiamo al prossimo capitolo che non tarderà ad arrivare.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Ci credi che domani si torna a casa? –

William aggrottò la fronte, indicando Erlend che stava chino sui libri alla ricerca di chissà quale illuminazione per superare la prova predisposta per quella sera.

- Forse ti sfugge un piccolo dettaglio: qui stiamo lavorando per portare a casa una vittoria. –

Ridendo sotto i baffi, Robert approfittò della distrazione della fidanzata per sgraffignare una Cioccorana dal pacchetto che stringeva tra le mani.

- Stiamo? A me sembra che solo Erl si stia impegnando e tu sia lì a fissarlo mentre lavora. –

- Non cominciare, Nott. Solo perché vi ho dato la mia benedizione non significa che non possa riprendermela. –

- Come se a noi importasse qualcosa della tua approvazione – replicò Audrey, soffocando uno sbadiglio, - e poi non mi sembra che voi due abbiate chiesto a nessuno il permesso di saltarvi addosso. –

- Devo ricordarti il malefico strumento di cui sono in possesso, Auds? –

Erlend bofonchiò qualcosa che suonava come un “Mon Dieu, non un’altra volta quella storia”.

- Lo sai dove te lo ficco il malefico strumento? –

L’unico dei presenti che non riusciva minimamente a capire di cosa diavolo stessero parlando era Robert, che spostava le iridi nocciola da uno all’altro nella speranza di comprendere qualcosa.

- Di che strumento parlate? –

Tuttavia sembrava che Will e Audrey fossero troppo impegnati a battibeccare per degnarlo di una risposta.

- Non è un vero e proprio strumento -, gli spiegò Erlend, - si tratta solo di scrivere a suo padre e ai suoi fratelli facendogli sapere che si è fidanzata. –

- Ah. –

A sentire quello che Audrey raccontava sulla smania di protezione dei membri maschili della sua famiglia, si spiegavano molte cose.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Hai la faccia di uno a cui è successo qualcosa – considerò Joseph mentre Enea prendeva posto tra lui e Lenochka.

La bulgara annuì, osservando il compagno di scuola dall’alto in basso.

Aveva abbastanza capacità di giudizio da intuire sempre quando c’era qualcosa di nuovo all’orizzonte, specialmente se si trattava di qualcosa capace di scombussolare una persona.

- Diciamo di sì – confermò il biondo con un sorriso.

- E di che si tratta? –

Accennò appena con il capo in direzione di Constance, seduta a qualche posto di distanza e intenta a consumare la sua cena.

- La malefica strega dell’Ovest? – gli fece eco Lenochka, sconcertata.

Aveva intuito che ci fosse qualcosa di sentimentale nella novità, ma mai avrebbe pensato che coinvolgesse proprio lei tra tutte le persone possibili.

- Non è cattiva, smettila di chiamarla in quel modo – la redarguì Enea.

- Beh, non si può dire che non si comporti come se lo fosse -, replicò Joseph in sua difesa, - tu sei troppo accecato dall’amore per notarlo – concluse ironicamente.

- Aspetta … tu l’avevi già capito? –

Il Serpeverde annuì, sorridendo compiaciuto.

- Dovrò mettere a posto il mio radar intuitivo prima della prova se voglio sperare di vincere. –

 

 

*

 

 

 

 

 

- Helena, per favore, possiamo parlare? –

Fece finta di non averlo sentito e continuò a camminare lungo il corridoio.

- Manca poco all’inizio dell’ultima prova, non vorrai farmi arrivare in ritardo perché ti rifiuti di ascoltarmi no? –

Si piantò all’istante, voltandosi a fronteggiarlo.

- Non c’è nulla di cui parlare, Niko. È evidente che non provi quello che provo io per te, perciò mettiamoci una pietra sopra e facciamo finta che non sia mai successo. –

Il ragazzo scosse il capo, trascinando nervosamente un piede a terra.

- Non era quello che volevo dirti. Io pensavo che se ti va … -

- Se mi va? –

- Una volta finito il torneo e tornati a Durmstrang potremmo provare a uscire e vedere come evolvono le cose – concluse, sentendo il volto solitamente serio e pacato arrossire per l’imbarazzo.

Interdetta, la rossa sgranò gli occhi incredula.

- Mi stai prendendo in giro? –

- Ti sembra che potrei mai farlo? –

No, Nikolaj non l’avrebbe mai presa in giro né le avrebbe mai mentito.

Di questo era assolutamente certa.

- D’accordo, una volta tornati a scuola ci proveremo e se non dovesse funzionare tutto tornerà come prima … vero? –

Le accarezzò gentilmente il volto. – Puoi scommetterci. –

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Shana si avvicinò al tavolo dei Corvonero osservando il piatto ancora desolatamente vuoto di Killian.

- Dovresti proprio mangiare qualcosa. –

- Sì, mamma – replicò sarcastico, ottenendo per tutta risposta un sorrisetto divertito.

La Serpeverde attese pazientemente che si servisse una bella porzione di patate al forno, poi individuò quella più abbrustolita e con un movimento rapido gliela sottrasse.

- Ehy, non avevi detto che dovevo mangiare? –

- Certo, ma ho una dipendenza da patatine croccanti che doveva essere soddisfatta e al mio tavolo le hanno già fatte tutte fuori. –

- Che madre snaturata – la prese in giro.

- Assolutamente. I marmocchi non sono mai stati il mio forte -, convenne scivolando sulla panca accanto a lui, - fammi spazio. –

- Perché tu possa fare fuori tutte le mie patate? –

- Ovvio. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Io vorrei sapere a chi è venuto in mente di organizzare l’ultima prova a ridosso della mezzanotte – sbuffò Joelle tra sé e sé mentre usciva dalla scuola.

- Sono abbastanza sicuro che sia stato Krum … quelli di Durmstrang hanno un debole per le cose oscure e inquietanti – replicò una voce maschile dal leggero accento americano.

Si voltò verso di lui, accennando un sorriso.

- Già … sei qui per augurare buona fortuna alla tua amica? –

Bentley annuì. – Mi piacerebbe, ma la prova è altamente top secret … perciò immagino mi toccherà aspettare che sia finita e limitarmi al tifo dalle tribune. –

- Sembra una tipa determinata, credo che non avrà problemi. –

L’americano annuì con il capo come a voler confermare le sue parole.

- Spero che neanche tu ne abbia. –

Mentre si allontanava la sentì sussurrare: - Sì, lo spero anche io. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Charlotte aveva prestato massima attenzione a ogni parola pronunciata da Viktor Krum e aveva capito all’istante in cosa sarebbe consistita la prova: dovevano affrontare le loro peggiori paure.

E lei, per sua somma gioia, era stata sorteggiata per entrare per prima.

Prese un respiro profondo, sussultando appena quando sentì una mano toccarle la spalla.

Jason le rivolse un sorriso rassicurante.

- Stai tranquilla e respira, siamo a un passo dalla fine e non puoi certo permetterti di mollare adesso. Puoi farcela. –

Annuì.

Dopo l’ennesimo respiro profondo mosse i primi passi verso l’immensa stanza buia alle loro spalle.

Era arrivato il momento di mettere fine a quel torneo, pensò mentre la luce veniva accesa.

All’inizio le ci volle qualche secondo per capire cosa c’era sul pavimento, ma quando mise a fuoco le figure striscianti e percepì i loro sibili la consapevolezza la sommerse.

Serpenti.

Era in una stanza circondata di serpenti.

S’impose di rimanere ferma, osservando gli animali che strisciavano sui suoi stivali e si arrampicavano attorno alle caviglie.

Doveva fare qualcosa, agire prima che uno di loro la mordesse.

Colta da un lampo d’ispirazione, puntò la bacchetta verso uno degli oggetti più vicini.

La lampada si trasfigurò all’istante in una donnola dal dolce muso fremente che mise rapidamente in fuga i rettili.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Killian riconobbe l’uomo nell’ombra all’istante.

Suo padre lo guardava con le iridi scure assottigliate per il disprezzo, le labbra serrate e la mascella contratta.

- Una vergogna per l’intera famiglia … un buono a nulla … un emerito spreco di pelle e ossa. –

Incassò le parole serrando i pugni.

Sapeva bene cosa si provava nel sentirsi ripetere cose come quelle, erano anni che suo padre si premurava costantemente di ricordagli quanto fosse indegno di essere suo figlio … di essere un Lawson.

Si mosse rapido in avanti, facendo scattare il pugno e colpendo il volto del padre in pieno.

L’immagine si disintegrò all’istante lasciandolo solo nella penombra.

 

 

*

 

 

 

 

Erlend osservò l’immagine che lo specchio gli rimandava.

Una sbiadita fotocopia di suo padre.

Tutto quello che gli era sempre stato chiesto di essere … tutto quello che non aveva mai voluto diventare.

Eppure eccolo lì, che lo fissava con altezzosità.

Non sarebbe mai riuscito a scappare da quello che la sua famiglia aveva in serbo per lui … ce lo aveva inciso nel sangue … era una cosa di famiglia, era così per nascita.

Il pensiero di William giunse inaspettato.

Lui era l’esatto esempio di qualcosa di buono che aveva fatto e che suo padre non avrebbe mai approvato … ma che non sarebbe mai riuscito a portargli via.

Ripensò a quella serata all’interno della Sala Comune di Corvonero.

Alla prima notte da coppia che avevano trascorso.

A come si era sentito a casa stando stretto contro di lui.

Mise mano alla bacchetta.

- Expecto Patronum! –

La familiare sagoma dell’orso tibetano argenteo si scagliò contro lo specchio, facendolo sparire.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Credo che questa sia stata la prova peggiore di tutte – stabilì Lenochka, tremante, mentre attendevano che i giudici emanassero il loro verdetto.

- In fin dei conti non ce la siamo cavata troppo male – considerò Nikolaj.

- No, ma dopo questo punteggio per me s’infrangono i sogni di gloria – replicò la ragazza, osservando torva il misero 29 sparato a mezz’aria.

Il bulgaro rimase in silenzio, attendendo che deliberassero i suoi voti.

Tre dieci e un nove.

Erlend si era aggiudicato la prova e lui era secondo, ma matematicamente era il campione del Torneo.

Incrociò lo sguardo di Helena, seduta sugli spalti, che gli sorrideva raggiante.

Evidentemente anche lei aveva fatto la medesima considerazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci con il penultimo capitolo. Qui sotto come sempre trovate la classifica. Scusate ma vado super di fretta, ci sentiamo domani con l’Epilogo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

Classifica III prova singoli:

1)      Erlend con 40 punti;

2)     Nikolaj con 39 punti;

3)     Charlotte con 38 punti;

4)     Jason con 35 punti;

5)     Killian con 30 punti;

6)     Lenochka con 29 punti;

7)     Shana con 26 punti;

8)    Joelle con 23 punti.

 

 

Classifica III prova scuola:

1)      Ilvermorny con 73 punti;

2)     Durmstrang con 68 punti;

3)     Beauxbatons con 63 punti;

4)     Hogwarts con 56 punti.

 

 

Classifica generale singoli:

1)      Nikolaj con 118 punti;

2)     Jason con 109 punti;

3)     Erlend con 108 punti;

4)     Charlotte con 98 punti;

5)     Lenochka con 91 punti;

6)     Killian con 86 punti;

7)     Joelle con 74 punti;

8)    Shana con 72 punti.

 

 

 

Classifica generale scuola:

1)      Durmstrang con 209 punti;

2)     Ilvermorny con 207 punti;

3)     Beauxbatons con 182 punti;

4)     Hogwarts con 158 punti.

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


Epilogo

 

 

 

 

 

Lilith fece levitare il baule dietro di lei mentre scendeva i gradini della scala del dormitorio femminile.

Charlotte l’aveva preceduta ed era già nel salottino della Sala Comune a chiacchierare con Jason e Bentley. C’era un po’ meno allegria del solito sul volto di tutti i membri del terzetto e non le sfuggì che di tanto in tanto si guardavano attorno come se volessero imprimere nella memoria ogni minimo particolare.

Zahra era in un angolo, leggermente in disparte, e li osservava con una strana espressione dipinta sul volto.

Le si avvicinò, sfiorandole appena il braccio, e per tutta risposta la bionda Grifondoro le rivolse un sorrisetto tirato.

- Ci mancherai, ma quest’estate faremo in modo di rivederci tutti quanti – le disse, per poi cingerle la vita con le braccia e attirarla a sé in un abbraccio spaccaossa.

- Ovviamente, non ti libererai così facilmente di noi – convenne Charlotte, unendosi all’abbraccio con altrettanto vigore.

Zahra annuì, le iridi leggermente arrossate come se si stesse sforzando a tutti i costi di trattenere le lacrime.

- Ho sempre sognato di vedere New York, farlo con voi al mio fianco renderà l’esperienza ancora più mozzafiato. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Joelle diede di gomito a William, accennando con il capo a Robert e Audrey che si stavano salutando con un bacio mozzafiato apparentemente incuranti di essere osservati da tutti.

- Ah, l’amore, rende tutti così sdolcinati e stucchevoli – sospirò la bionda, facendo per incamminarsi verso la carrozza che li avrebbe riportati in Francia.

- Lo dici solo perché non hai ancora trovato la persona giusta -, osservò il moro con il sorriso di chi la sapeva lunga, - e non vedo l’ora di vedere il giorno in cui ciò accadrà. Allora sì che sarà divertente vederti completamente innamorata. –

Rise, scuotendo il capo. – Fossi in te non tratterrei il respiro nell’attesa. –

- Mai dire mai, guarda me. –

Già, in effetti non aveva mai pensato di vedere il giorno in cui William Glacier avrebbe messo la testa a posto e abbracciato in pieno la monogamia.

Forse dopotutto l’occasione c’era per tutti.

- A proposito d’amore -, disse accennando a Erlend che si stava avvicinando a loro, - immagino che voi due piccioncini vogliate stare da soli perciò vado a cercarmi uno scompartimento. –

Erlend scosse il capo, appoggiandosi leggermente a William, - Non essere ridicola, se non fosse stato per te probabilmente non ci saremmo mai chiariti. Tu fai il viaggio con noi. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Lenochka abbracciò per un’ultima volta Joseph e poi seguì Nikolaj e Helena sul ponte del Veliero che li avrebbe ricondotti a Durmstrang.

- Constance ed Enea? – chiese Nikolaj, guardandosi attorno perplesso.

- Non credo di voler sapere dove siano né cosa stiano facendo quei due … anche perché dubito che siano cose adatte a un pubblico. –

Helena sgranò gli occhi, incredula.

- Intendi dire che tra quei due … -

- C’è del tenero? Già … era sfuggito anche a me, ma immagino che abbia senso dopotutto per certi punti di vista sono molto simili. –

- Allora direi proprio di non disturbarli; Constance ci ucciderebbe per una cosa del genere … perciò andiamoci a trovare un posto tranquillo in cui Helena possa lamentarsi per tutto il tempo del mal di mare. –

La rossa gli diede una gomitata folgorandolo con un’occhiataccia che fece scoppiare a ridere Lenochka.

- Vedo che le cose tra voi due sono tornate come prima. –

Nikolaj afferrò la mano di Helena, intrecciando le dita alle sue sotto lo sguardo attento di Lenochka.

- Anche meglio … molto meglio. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Shana osservò la carrozza di Beauxbatons abbandonare per ultima il cortile del castello. Le sembrava fossero passati solo pochi giorni da quando tutto era cominciato eppure erano stati ben cinque mesi della sua vita.

- Non riesco ancora a credere a quello che abbiamo vissuto. Avresti mai pensato a un sesto anno come questo? –

Killian scosse il capo. – Nemmeno nei miei sogni più sfrenati. –

- Non credevo che l’avrei mai detto, ma anche se siamo finiti come ultima scuola mi sono divertita. È stata un’esperienza che serberò sempre nel cuore. –

Il Corvonero le rivolse un sorriso divertito.

- Credo che sia la prima volta che ti sento accettare una sconfitta così di buon grado … la prenderai altrettanto sportivamente quando Corvonero vincerà la Coppa delle Case? –

Shana lo punzecchiò su un fianco.

- Se vincerà -, lo corresse, - e mi assicurerò che ciò non accada. –

Lo vide sorridere ancora di più e poi rimase perplessa nel vederlo chinarsi verso di lei.

Impiegò qualche secondo a rendersi conto che Killian Lawson la stava per baciare e che, inaspettatamente, la cosa non le dispiaceva affatto.

Avrebbe potuto ritrarsi ma non lo fece e si limitò a rispondere al bacio.

Una volta separatisi, Killian le rivolse un sorriso sghembo; poi le voltò le spalle e s’incamminò verso il corridoio lasciandola senza parole forse per la prima volta nella sua vita.

- Ma che … -

Si voltò a metà strada e ammiccò.

- Ci vediamo in giro, Fine. –

Scosse il capo, sorridendo in un mix di divertimento e incredulità.

Sempre il solito buon vecchio e imprevedibile Killian Lawson.

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Come sempre ringrazio tutti voi che avete partecipato alla storia dall’inizio alla fine e quanti di voi sono subentrati solo in un secondo momento. Questa storia è stata un vero e proprio parto, non tanto per la lunghezza quanto per le continue sparizioni che più di una volta hanno messo in dubbio la sua conclusione. Eppure grazie al vostro appoggio e sostegno ce l’abbiamo fatta e siamo qui. Alcuni di voi partecipano ad altre mie storie, perciò con loro ci vedremo presto negli altri aggiornamenti … altri sono nuove conoscenze e spero di rivedervi in qualche mio altro progetto.

Come vi avevo anticipato scriverò senz’altro una raccolta dedicata ai personaggi comparsi in questa storia e chiedo a chi volesse vedere il proprio OC all’interno della raccolta di mandarmi un mp in cui specifica le seguenti informazioni:

- dopo il diploma cosa farà (corsi specialistici, viaggi, lavoro, etc.)?

- manterrà i rapporti con i personaggi conosciuti durante il Torneo? E se sì in particolare con chi?

- vuole sposarsi? Ha intenzione di avere figli e se sì, quanti?

Concludo con una piccola comunicazione.

Chi mi conosce sa bene che non so stare con le mani in mano e che appena termino una storia ne comincio subito un’altra … e infatti anche in questo caso è così.

Ho appena pubblicato una nuova interattiva, per chi fosse interessato trova il link qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3718629&i=1

È stato un vero piacere conoscere tutti voi e vi ringrazio ancora una volta per il sostegno che mi avete offerto.

Spero ci risentiremo presto.

XO XO,

Mary

 

 

 

 

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