The Last Tournament di Ms Mary Santiago (/viewuser.php?uid=976451)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Selezione OC provvisoria ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** Riapertura iscrizioni ***
Capitolo 11: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 12: *** Ennesima comunicazione ***
Capitolo 13: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Hogwarts,
Giugno 2027
Minerva
osservò le figure sedute davanti alla sua scrivania.
Le
sembrava passato poco da quando quelle stesse facce erano sedute dietro
ai
banchi e ascoltavano le sue lezioni eppure erano già passati
trent’anni.
Avevano
occupato cariche prestigiose, operando al meglio delle loro
possibilità per
riportare la pace e la serenità nel mondo magico.
I loro
figli si erano diplomati da qualche anno e a loro volta erano entrati
nel mondo
vero e proprio.
Probabilmente
non avrebbe assistito agli anni di scuola della nuova generazione di
Potter/Weasley e forse era meglio così.
L’ultima
era stata a dir poco sfiancante.
Eppure
adesso erano lì, a proporle qualcosa che francamente non
aveva minimamente
considerato fino a quel momento.
Un Torneo
interscolastico sul modello dell’ormai abolito Tre Maghi, ma
che coinvolgesse
tutte e quattro le maggiori scuole di magia.
Il
preside di Ilvermorny, Eric Miller consulente per il Macusa, era stato
già
messo al corrente dell’idea ed era stato a dir poco
entusiasta.
O almeno
così le aveva riferito Harry.
Viktor
Krum, che dopo essersi ritirato dal Quidditch aveva dirottato la sua
carriera
verso l’insegnamento e successivamente la presidenza a
Durmstrang, si sarebbe
convinto facilmente le aveva assicurato Hermione.
E infine
Beauxbatons.
Ron aveva
dichiarato di essere certo della volontà di Gabrielle
Delacour di adoperarsi
per garantire l’amicizia e la cooperazione tra le scuole.
Non
restava che il suo benestare per dare il via
all’organizzazione delle cose.
- E a
tutti i presidi sta bene che il Torneo venga ospitato a Hogwarts?
–
Harry
annuì. – Lo ritengono giusto dato che la proposta
è partita da noi. –
I ragazzi
ne sarebbero stati entusiasti, considerò, e forse tutta
quella presenza
straniera li avrebbe motivati nell’apprendere qualcosa di
nuovo da ognuna delle
scuole.
Dopotutto
se si escludeva la resurrezione di Voldemort e la conseguente morte di
Cedric
Diggory, l’ultimo Torneo organizzato da Hogwarts non era
andato poi così male.
Sempre
meglio di tutti quelli precedentemente organizzati, in cui la
metà dei
partecipanti aveva perso la vita.
- D’accordo
-, cedette, - sarà il caso di metterci immediatamente a
lavoro se vogliamo che
tutto sia pronto per l’inizio dell’anno scolastico.
–
*
Veliero
di Durmstrang
1 settembre 2027, ore 7.00
-
Ricordami nuovamente cosa ho fatto di male per essere costretta a
trascinarmi
fuori dal letto prima ancora che sorga l’alba? –
sbuffò Helena, soffocando uno
sbadiglio.
-
Esagerata, non era poi così presto. –
- Forse
per te, Nik, che ti svegli alle cinque ogni mattina per allenarti prima
delle
lezioni. Per me invece questo è un vero e proprio massacro e
non sono nemmeno riuscita
a fare colazione. –
Niklaus
si sforzò di trattenere una risata davanti alle proteste
dell’amica, gli occhi
scuri che luccicavano divertiti.
- Puoi
sempre mangiare adesso. –
- Certo e
dare di stomaco tutto quanto nel giro di due minuti. Ti sei dimenticato
del mio
mal di mare? –
Per un
momento in effetti sì, ma ripensandoci non avrebbe dovuto
passargli di mente
visto che l’ultima volta che erano saliti sul Veliero Helena
gli aveva vomitato
dritto sugli stivali in pelle di drago.
- Hai
ragione, ti prego non mangiare nulla – convenne, sgranando
gli occhi e
fingendosi improvvisamente intimorito dalla prospettiva.
Helena
gli affibbiò un buffetto su un fianco, scuotendo la testa.
- Sempre
il solito. –
- È per
questo che mi adori, no? –
- Per
questo e perché devo avere un qualche disturbo masochista
che mi spinge a darti
retta in tutte le idee potenzialmente suicide che ti vengono in mente.
–
- Idee
suicide? – ripetè ridendo.
- Esatto.
Insomma, questo torneo è l’esatto esempio di cose
pericolose e prive di senso
che accetto di fare solo perché sei maledettamente bravo nel
convincermi a seguirti.
–
- E perché
non mi faresti mai andare incontro alla morte senza seguirmi.
–
- Tra le
altre cose – convenne.
-
Comunque il torneo non sarà pericoloso, non troppo
perlomeno, e sarà
divertente: quando è stata l’ultima volta che ti
sei lamentata del fatto di non
riuscire a trovare un ragazzo decente a Durmstrang che fosse
eterosessuale? –
Domanda a
trabocchetto.
Era stato
appena la sera prima, quando aveva assistito a un tripudio di
stupidità
maschile che l’aveva seriamente spinta a credere che non
avrebbe mai trovato un
ragazzo sufficientemente intelligente da non farle pensare che uscire
con lui
fosse un totale spreco di tempo.
Perlomeno
non a Durmstrang.
- D’accordo,
hai vinto, non mi lamenterò più. –
Carrozza
di Beauxbatons
1 settembre 2027, ore 8,00
-
Mi
domando come sia Hogwarts. La Delacour dice che ai suoi tempi era
piuttosto
spettacolare – considerò William, rigirandosi tra
le dita un calice di vino
elfico.
Avevano
sgraffignato la bottiglia dalle cucine della scuola prima della
partenza e al
momento era ufficialmente impegnato nel vistoso tentativo di scolarsela
per non
pensare al fatto che stessero volando a decine di metri da terra.
Audrey si
strinse nelle spalle, finendo di smaltare le unghie fresche di manicure
con lo
smalto nero.
- Non
credo che sia più impressionante di Beauxbatons. Insomma, lo
stile e l’eleganza
sono francesi. E poi la preside la prima volta che è venuta
qui aveva quanto
dieci anni? A quell’età tutto è
impressionante. –
William
annuì, affacciandosi fuori dal finestrino per vedere a che
punto fossero.
Gli
sembrava di intravedere le torri all’orizzonte.
- Non
credo che manchi molto all’arrivo –
annunciò.
Audrey si
allungò verso di lui, sfilandogli la bottiglia dalle mani.
- Se la
Delacour la trova ti staccherà la testa a morsi, ci tiene
molto che facciamo
una bella figura – gli rammentò.
- E dove
pensi di nasconderla, genio del male? –
Con una
scrollata di spalle, aprì il finestrino e la
lanciò fuori.
- Sempre
molto pratica – rise.
- Avevi
idee migliori, sapientone? –
- Non al
momento. Ho bevuto troppo per farmi venire in mente qualcosa di
decente. –
- Appunto.
–
Il
nitrito degli stalloni annunciò loro che stavano cominciando
la discesa.
- Sembra
che stiamo per fare la conoscenza dei nostri cugini anglosassoni. Cerca
di
essere gentile, Audrey. –
Con un
sorrisetto di sufficienza, inarcò un sopracciglio.
– Io sono sempre gentile. –
William
si morse la lingua, trattenendosi dal risponderle con una battuta densa
di
sarcasmo che la vedeva paragonata a una banshee.
- Già …
allora impegnati un po’ più di quanto fai di
solito. –
Parco
di Hogwarts
1 settembre 2027 ore 9,00
Lilith
smontò dalla scopa, sfregando tra loro le mani intorpidite
dal freddo.
Arrivare
fino a lì era stata una faticaccia.
Ilvermorny
non era attrezzata per viaggiare fino al vecchio continente
perciò avevano
dovuto viaggiare in nave fino alle coste della Gran Bretagna e da
lì spostarsi
in volo.
Inutile
dire che, sebbene fossero le ultime giornate estive, volare decine di
metri
sopra al suolo portava la temperatura circostante ad abbassarsi
drasticamente.
Se non
avesse indossato i guanti in pelle di drago e il mantello della divisa
probabilmente si sarebbe presa un bel raffreddore.
Eppure
alla fine erano giunti a destinazione sani e salvi.
Intravide
il preside affiancarsi al ragazzo in testa al gruppo e storse il naso.
Se c’era
una persona in tutta Ilvermorny che proprio non sopportava quello era
Jason
Blackburn.
Considerava
se stesso una sorta di dono divino per il genere umano, quello
femminile in
particolare, e la cosa peggiore era che la maggior parte dei suoi
compagni lo
trattava proprio come se lo fosse.
Era quasi
ironico quanto, con i capelli biondissimi e le iridi di un azzurro
chiaro
quanto il ghiaccio, assomigliasse a un angelo.
Per
quanto la riguardava quando posava lo sguardo su di lui vedeva solo un
concentrato allarmante di boria, sarcasmo e indolenza.
Jason
doveva aver detto qualcosa di spiritoso, perché i ragazzi
attorno a lui erano
scoppiati a ridere.
-
Decerebrati – bofonchiò, allungando il passo per
raggiungere il resto del
gruppo che stava avanzando verso l’ingresso di Hogwarts.
Con la coda
dell’occhio vide che poco distante da loro era atterrata una
gigantesca
carrozza e che nell’immenso lago era stato ormeggiato un
veliero.
Sembrava
che tutti i partecipanti al Torneo fossero arrivati.
S’intrufolò
tra i suoi compagni, finendo con lo scontrarsi con qualcosa di
incredibilmente
massiccio.
Trattenne
un gemito, massaggiandosi la spalla colpita.
Alzò lo
sguardo verso la persona che aveva investito e incontrò due
iridi di ghiaccio.
Fantastico.
Jason le
rivolse un sorriso sghembo, quello che le ragazze della scuola avevano
ribattezzato come “sorriso strappa mutande”.
- Stai
cercando di saltarmi addosso, rossa? –
- Nei
tuoi sogni. –
-
Solitamente nei miei sogni le ragazze sono molto meno vestite.
–
Storse il
naso, indignata, e meditò quanto fosse appropriato
assestargli un pugno.
Probabilmente,
a giudicare da come le doleva la spalla, quel maledetto idiota era
fatto d’acciaio
e dargli un pugno si sarebbe tradotto con lei che si spaccava una mano.
Perciò
optò per utilizzare unicamente le parole.
- Sei
veramente un porco. –
Il biondo
ridacchiò. – C’è chi
apprezza. –
Non lo
metteva in dubbio visto il branco di galline sprovviste di neuroni che
gli
andava dietro.
E poi le
chiedevano perché preferisse avere amici maschi invece che
femmine.
Sala
Grande
1 settembre 2027 ore 9,30
-
Oh mio
buon Merlino – esclamò Zahra, sporgendosi
leggermente quando vide i battenti
della Sala Grande spalancarsi e la delegazione di Durmstrang farsi
avanti.
In testa
c’era nientemeno che Viktor Krum, il suo giocatore di
Quidditch preferito da
praticamente quando era stata abbastanza grande da capire cosa fosse
quello
sport che suo padre guardava tutte le domeniche.
- Non è bellissimo?
–
Storse il
naso, lanciando un’occhiata alla ragazza seduta accanto a lei.
Si
accorse che non ce l’aveva con lei, ma stava parlando con una
sua amica e si
riferiva al ragazzo che veniva immediatamente dietro a Viktor.
Aveva i
suoi stessi capelli corvini, i tratti virili e definiti, la medesima
carnagione
e persino un che di molto simile nell’andatura.
Doveva
essere suo figlio … com’è che si
chiamava, Nikolaj?
Non
credeva che il figlio frequentasse ancora Durmstrang, ma evidentemente
doveva
essere all’ultimo anno.
Si chiese
distrattamente se anche lui fosse un giocatore talentuoso come il
padre.
Ne
dubitava visto che non l’aveva mai visto giocare nella
nazionale bulgara.
Lanciò un’occhiata
verso il tavolo di Corvonero, alla ricerca del fratello.
Tuttavia
Robert era impegnato in una conversazione fitta con un suo compagno.
Del resto
suo fratello non era mai stato ossessionato da Krum come lei,
perciò
evidentemente non riusciva a capire lo stato d’eccitazione in
cui era.
Un
tossicchiare alle sue spalle la riscosse dalle sue considerazioni.
Doveva
essersi distratta più del previsto perché alle
sue spalle c’era la delegazione
di Ilvermorny che stava prendendo posto sulla panca.
Si scostò
di lato, facendo posto alla ragazza dai capelli rossi.
- Scusami
ero distratta -, ammise porgendole la mano, - sono Zahra Nott.
–
L’americana
assottigliò lo sguardo, sospettosa. – Distratta da
cosa? –
- Viktor
Krum, è il mio giocatore preferito di sempre. –
Era
pronta a sentirsi ridere dietro come accadeva sempre quando
fantasticava su di
lui, ma inaspettatamente non avvenne.
Anzi la
ragazza sorrise comprensiva e le strinse la mano. – Lilith
Myers, e capisco la
venerazione per Krum. È il miglior Cercatore di sempre,
anche se alcuni dicono
che Potter gli si avvicinasse come talento … il tizio
più sopravvalutato di
sempre. –
Zahra
annuì con entusiasmo.
- Sono
pienamente d’accordo. –
Finalmente
aveva trovato qualcuno che viaggiasse sulla sua stessa lunghezza.
Vide che
Robert le fissava incuriosito e gli sorrise a indicare che tutto andava
alla
grande.
Con un
ultimo sorriso, il fratello si voltò verso la ragazza
francese seduta vicino a
lui e riprese a conversare.
Quell’anno
prometteva decisamente bene.
Spazio
autrice:
Salve!
So già cosa direte, ma Centuries e Order of Merlin?
Purtroppo
ho sospeso le due storie essendo bloccata con la trama, quindi
nell’attesa che
le idee tornino ho deciso di cominciare un nuovo progetto che ha
già una trama
ben definita.
Per partecipare ci sono poche e semplici regole:
-
potete partecipare con fino a 4 OC a testa purchè di Casa,
scuola e sesso diversi;
-
gli OC dovranno essere tutti del VI e del VII anno. Potete
proporli come candidati a partecipare al torneo, ma l’ultima
parola in merito l’avrò
io. Al torneo partecipano due OC per scuola, un ragazzo e una ragazza;
-
Le Case di Beauxbatons e Durmstrang sono di mia invenzione e
qui sotto troverete le corrispondenze;
-
Non accetto Mary Sue, Gary Stu, Ibridi di qualsiasi tipo,
Veela, Licantropi, personaggi imparentati con i Canon principali (tutti
i
cognomi dei personaggi secondari sono disponibili);
-
avete tempo fino al 21 luglio per inviare le schede solo ed
esclusivamente tramite messaggio privato con oggetto “Nome OC
– The Last
Tournament”;
-
nello spirito dell’interattiva fatevi sentire almeno ogni
due capitoli o al terzo il vostro OC verrà eliminato. Se non
risponderete alle
domande a fine capitolo (tramite messaggio privato) il vostro OC non
comparirà
in quel determinato capitolo perché non saprei come muoverlo;
-
sarà operata una selezione, vi chiedo perciò di
bilanciare
il numero di ragazze e ragazzi;
-
vi chiedo di attenervi unicamente al modello di scheda che
troverete qui sotto.
Case
Beauxbatons
Unicorni
– equivalente di Tassorosso;
Grami – equivalente di Serpeverde;
Sfingi – equivalente di Corvonero;
Chimere – equivalente di Grifondoro.
Case
Durmstrang
Basilischi
– equivalente di Serpeverde;
Draghi – equivalente di Grifondoro;
Thestral – equivalente di Tassorosso;
Folletti – equivalente di Corvonero.
Case
Ilvermorny
Tuonoalato
– equivalente di Serpeverde.
Serpecorno – equivalente di Corvonero.
Wampus – equivalente di Grifondoro.
Magicospino – equivalente di Tassorosso.
Scheda
Nome:
Secondo nome:
Soprannome:
Cognome:
Scuola:
Casa e anno:
Stato di sangue (a
Durmstrang e Ilvermorny accettano solo Mezzosangue e Purosangue):
Aspetto fisico:
Prestavolto (obbligatorio
e che sia una persona reale, no attori utilizzati per la saga):
Carattere:
Famiglia e rapporto:
Materie preferite/odiate (tenete
presente che a Durmstrang si studia anche Arti Oscure):
Si candida per il Torneo? Se sì perché?
Amicizie (tipo di
persona, potete fare anche dei nomi se volete):
Inimicizie (tipo di
persona, potete fare anche dei nomi se volete):
Relazione (sia flirt che
relazione seria. Tipo di persona, potete fare anche dei nomi se volete):
Ruolo (Quidditch,
Caposcuola, Prefetto, etc):
Molliccio:
Patronus:
Amortentia:
Passioni/Hobby:
Altro:
OC
Hogwarts
Zahra
Nott (PV
Lindsay Ellingson) – VI anno, Grifondoro.
Cercatrice. Bisessuale.
Robert
Nott
(PV Drew Van Acker) – VII
anno,
Corvonero. Caposcuola e Portiere. Eterosessuale.
Durmstrang
Helena
Volkov
(PV Deborah Ann Woll)
– VI anno, Basilisco. Prefetto. Bisessuale.
Nikolaj
Krum
(PV Eugen Bauder) – VII
anno, Drago.
Capitano e Cacciatore. Eterosessuale.
Beauxbatons
William Glacier (PV Joshua Brand)
– VII anno, Sfinge. Caposcuola. Bisessuale.
Audrey Villiers (PV Taylor Hill)
– VI anno, Gramo. Eterosessuale.
Ilvermorny
Jason
Blackburn
(PV Devin Paisley) –
VII anno, Tuonoalato. Capitano e Cacciatore. Eterosessuale.
Lilith
Myers
(PV Megan Fox - con i capelli rossi
xD) – VI
anno, Wampus. Cacciatrice. Eterosessuale.
Presidi
Viktor
Krum
– Preside di Durmstrang
Minerva
McGranitt
– Preside di Hogwarts
Eric
Miller
– Preside di Ilvermorny
Gabrielle
Delacour
– Preside di Beauxbatons
|
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Capitolo 2 *** Selezione OC provvisoria ***
Selezione
OC provvisoria
Salve!
Il primo capitolo con la presentazione degli OC è ancora in
lavorazione, ma non mi andava di farvi aspettare ulteriormente per
conoscere la
scelta quindi ho preferito inserirla direttamente qui e aggiornare il
capitolo
non appena sarà pronto quello nuovo, unendovi la scelta. Ho
preso questa
decisione anche perché le schede che mi sono arrivate sono
un po’ pochine per
come avevo intenzione di strutturare la storia quindi ho deciso di
prolungare l’apertura
delle iscrizioni fino al 24 alle 19.00 (giorno in cui uscirà
il capitolo vero e
proprio) nella speranza di ricevere qualche altro OC (possibilmente
qualche
ragazzuolo). Accanto ai vari OC troverete scritto se si candideranno al
torneo
o meno, ma per sapere chi saranno i campioni delle varie scuole dovrete
aspettare qualche capitolo ;)
Chi volesse partecipare trova tutte le informazioni nel
Prologo.
Detto ciò, vi lascio alla prima parte della selezione.
Hogwarts
Tatiana
Victoria Burke
(PV
Alexandra Park) – VII anno, Corvonero. Cacciatrice.
Candidata al Torneo.
Durmstrang
Constance
Daphne Wolf
(PV
Jennifer Lawrence) – VII anno, Basilischi.
Caposcuola e Cacciatrice.
Candidata al Torneo.
Enea
Elia
Palter
(PV Alex Pettyfer) –
VII anno, Basilischi. Cacciatore. Candidato al Torneo.
Lenochka
Olga Volkov
(PV Barbara
Palvin) – VI anno, Folletti. Cacciatrice. Candidata
al Torneo.
Ilvermorny
Charlotte
Valentine
(PV Elizabeth Gillies)
– VII anno, Serpecorno. Cacciatrice. Candidata al Torneo.
Bentley Ashwood (PV Jamie
Campbell Bower) – VI anno, Wampus. Cercatore.
Beauxbatons
Marjorie
Diane Flaubert
(PV Elsa
Hosk) – VI anno, Chimere. Candidata al Torneo.
Per
ora è tutto.
Al prossimo aggiornamento.
Stay tuned.
XO XO,
Mary
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
Prima
di
lasciarvi al capitolo vi annuncio l’inserimento di tre
ragazzuoli:
Erlend
Aspharr Holberg
(PV Nariman Malanov) –
VII anno, Gramo. Cacciatore. Candidato al Torneo.
Gabriel
Stuart Jackson
(PV Liam
Hemsworth) – VII anno, Tassorosso. Caposcuola e
Cacciatore. Candidato al
Torneo.
Joseph
Cornelius Burr (PV Nick
Robinson) – VII anno, Serpeverde. Cercatore.
Robert
sorrise
all’indirizzo di Audrey.
La
ragazza parlava un inglese tutto sommato piuttosto buono e
l’inflessione
francese impreziosiva il suo accento rendendo la parlata un
po’ più lenta e
aristocratica. Anche i suoi compagni di scuola, William ed Erlend,
partecipavano alla conversazione in modo attivo anche se il primo
sembrava a
tratti poco lucido tanto che Robert si chiese se avesse bevuto prima di
arrivare al castello.
- Avete
intenzione di candidarvi al Torneo? –
Audrey
rise, scuotendo la testa e facendo oscillare l’elegante
chignon in cui aveva
raccolto i lisci capelli castani.
- Non ci
penso minimamente e, per quanto riguarda Will, lui è
semplicemente troppo pigro
per pensare di fare qualcosa di troppo fisico. –
Il
diretto interessato stirò le labbra sottili in un sorriso
mentre le iridi blu
luccicavano maliziose.
- Sei
ingiusta, io faccio un sacco di attività fisica -,
protestò, - solo che se
proprio devo sudare preferisco farlo tra le lenzuola invece che in
qualche
arena puzzolente e polverosa. –
Robert
scoppiò a ridere, accompagnato dai francesi.
Era
proprio vero che erano molto più smaliziati degli inglesi.
- Tu,
invece? –
Erlend
annuì compostamente.
- Certo
che sì. Mio padre mi ha tassativamente proibito di provare a
partecipare,
ragion per cui devo assolutamente farlo. –
Robert
annuì.
Sapeva
abbastanza di contrasti paterni per capire quando c’era
qualcosa su cui era
meglio sorvolare.
Audrey
venne in suo aiuto.
- E tu,
Robert? Proverai a partecipare? –
- Non ho
ancora deciso, ma non lo escludo. Immagino che mi lascerò
guidare dall’istinto.
–
La
ragazza parve pensare che la cosa avesse molto senso perché
sorrise
compiaciuta.
- Voi
inglesi siete molto … com’è che si dice
corageux? – si voltò verso William in
cerca di aiuto.
-
Coraggiosi, intrepidi. –
-
Esattamente. È una qualità che apprezzo molto.
–
Vide
Erlend avvicinarsi a mormorare qualcosa all’orecchio di
William.
Il moro
annuì trattenendo a stento una risata sfacciata.
Accigliandosi,
Robert si voltò verso di loro cercando di capire di cosa
stessero parlando.
- Non
fare caso a loro due -, intervenne Audrey, - mi stanno solo prendendo
in giro …
jeune*. –
- Già,
conosco il tipo. Mia sorella mi prende in giro in continuazione, dice
che mi
focalizzo troppo sul cercare d’intrepretare le espressioni
delle persone. –
- Tua
sorella non è nella tua Casa? –
Scosse la
testa, indicandole il tavolo di Grifondoro al quale Zahra chiacchierava
incessantemente con l’americana seduta accanto a lei.
- No, è la
ragazza bionda seduta al tavolo rosso e oro. –
Audrey la
osservò in silenzio per una manciata di secondi.
- È molto
carina, ti assomiglia tanto. –
- Sì, lo
é. Tu hai fratelli o sorelle? –
Scosse la
testa. – Figlia unica, ma da quando conosco William ed Erlend
è come se avessi
due fratelli maggiori. –
- Non ti
invidio per niente – rise Robert osservando quei due
continuare a complottare
di chissà cosa.
- A chi
lo dici –, convenne Audrey ridendo, - certe volte penso che
siano una sorta di
castigo divino. –
William
ed Erlend smisero di parlare tra di loro e tornarono a inserirsi nella
conversazione.
- Hey, mi
ritengo ufficialmente offeso – esclamò il biondo.
- E io ti
comunico ufficialmente che la cosa non mi interessa affatto –
replicò candidamente,
per poi tornare a rivolgere la sua attenzione al cibo
sull’immensa tavolata.
*Jeune
=
immaturi
*
-
Si può
sapere a chi state facendo gli occhi dolci? –
Lilith e
Zahra si voltarono verso il ragazzo che aveva parlato, trovandosi
davanti due
occhi paragonabili solo al ghiaccio tanto erano chiari.
-
Blackburn, non ti hanno insegnato che non si interrompono le
conversazioni
altrui? -, sbuffò l’americana, -
Cos’è ti hanno cresciuto i lupi? –
Le
rivolse un sorriso smagliante.
- Sono
curioso per natura, soprattutto quando non capisco da cosa è
attirata l’attenzione.
–
- Ovvero
quando non sei tu l’oggetto dell’attenzione
generale – chiarì Lilith.
-
Esattamente. –
- Sei
veramente di un’arroganza mostruosa. –
- Mi è stato
detto di peggio. Piuttosto, non mi presenti la tua nuova amica?
–
- No -,
lo rimbeccò, - te la presenterei solo se mi stesse
antipatica perché avere a
che fare con te è un vero e proprio supplizio. –
Jason
buttò la testa all’indietro, scoppiando a ridere.
- Come
sei melodrammatica, rossa. Jason Blackburn – aggiunse
porgendole la mano.
Zahra
esitò per un istante, ma alla fine la buona educazione la
ebbe vinta.
- Zahra
Nott. –
- Hai dei
gran begli occhi, Zahra. –
Lilith
sbuffò, roteando gli occhi.
- Stavamo
parlando e a nessuno interessa assistere al Blackburn show quindi
risparmiatelo. –
- Gelosa?
–, sogghignò, - eppure non dovresti esserlo. Ho
sempre avuto un debole per le
ragazze dai capelli rossi. –
- Fantastico.
Farò una tinta il prima possibile – lo
rimbeccò ironica.
Jason
tuttavia mantenne il punto; per quanto borioso e fastidioso, bisognava
riconoscere il fatto che fosse molto determinato.
- Mi dite
di cosa stavate parlando con tanto entusiasmo poco fa? –
- Viktor
Krum – replicò Zahra, decisa a mettere un freno a
quella sorta di guerra fredda
che era in corso tra i due americani.
Non era
brava a gestire tutta quella carica d’ostilità.
- Krum?
Ma … è vecchio – constatò,
sgranando gli occhi.
- E
allora? –
-
Potrebbe essere vostro padre. –
- Te l’ho
già detto, Blackburn: e allora? –
Tentennando,
Jason cercò di chiarire il suo punto di vista. –
Insomma, quello che voglio
dire è che è a dir poco strano che vi piaccia un
uomo di quell’età. –
Lilith
scosse la testa, incredula.
- Krum
non ci piace esteticamente … -
- Beh,
non solo–, intervenne Zahra sorridendo divertita, - anche se
è arrivato alla
sua età in forma smagliante. –
- Ma ci
piace come ex giocatore di Quidditch – concluse Lilith,
ignorando il commento
della sua nuova amica.
La
comprensione si disegnò rapidamente sul volto del biondo.
- Ah,
adesso sì che è tutto decisamente più
normale. –
- Già. Se
hai finito con la tua ricerca di normalità,
perché non torni a intrattenere il
tuo pubblico e ci lasci mangiare in santa pace? –
- D’accordo
-, cedette, - alla prossima. –
Tornò al
suo posto, un paio di metri distante da loro.
Fu allora
che Bentley, che fino a quel momento era rimasto accanto a Charlotte a
chiacchierare con lei, si sporse verso le due ragazze.
Puntò le
iridi azzurro cielo in quelle dell’amica, sorridendo
malandrino.
- Allora?
–
- Allora
cosa, Ben? –
- Non ho
mai visto Jason Blackburn divertirsi così tanto nel
discutere con qualcuno,
cosa bolle in pentola? –
Lilith
scoppiò a ridere.
- Per
tutto ciò che è sacro, Ben, non bolle
assolutamente nulla. –
- Lui non
sembra pensarla allo stesso modo – constatò
Charlotte.
Zahra
sorrise a sua volta, chiedendosi se quando i Babbani parlavano di
“confronto all’americana”
intendessero un interrogatorio insistente come quello oppure se
l’espressione
venisse usata per indicare qualcos’altro.
Si
ripromise di chiederlo a Robert, in fin dei conti era lui quello che
seguiva
Babbanologia.
- A me
non interessa minimamente cosa passa per la testa di Blackburn, anche
perché dubito
seriamente che quelle frasi sconclusionate che albergano nel suo
cervello
possano essere etichettati come “pensieri”
perciò, per favore, chiudiamola qui.
–
Bentley e
Charlotte non parvero aver altro d’aggiungere e la
conversazione scemò
rapidamente per lasciare il posto al rumore delle posate che
ticchettavano
contro i piatti in porcellana.
*
-
Anche
tu giochi come Cercatore? – domandò Joseph,
rompendo il silenzio che si era
venuto a creare tra di loro.
Era
piuttosto incuriosito da Nikolaj, ma il bulgaro parlava poco e si
limitava di
solito a scambiare qualche chiacchiera con le sue compagne di scuola.
Nikolaj
alzò lo sguardo dal piatto e scosse la testa.
- No,
gioco come Cacciatore. –
- E hai
intenzione di entrare nella nazionale bulgara? –
- Non
particolarmente. Insomma, se dovesse capitare accetterei ma non vado a
cercare
disperatamente un posto lì. Non sono mio padre –
concluse, l’espressione seria
sul volto dai tratti duri e virili.
- Certo,
non pensavo che te la prendessi. –
- Non me
la sono presa -, assicurò, - è solo che tutti si
aspettano un determinato
percorso dal figlio di Viktor Krum e nessuno si prende mai la briga di
chiedermi cosa voglio fare io. –
- Resta
comunque il fatto che tu sia un grande giocatore – intervenne
Constance,
allungandosi ad appoggiare una mano sull’avambraccio tonico
del compagno di
scuola.
Joseph
notò l’espressione che comparve sul volto di
Helena.
A quanto
sembrava alla russa dai capelli rossi la compagna di scuola non andava
affatto
a genio.
-
Smettila di sbavare, Wolf, non ti si addice. –
La bionda
non ritrasse la mano, ma anzi continuò a prolungare il
contatto e le scoccò un’occhiata
provocatoria come sfidandola a rimetterla da sola al suo posto.
Lenochka,
seduta di fronte a Constance, alzò lo sguardo per gustarsi
la scena.
Quando
quelle due si scontravano c’era sempre di che divertirsi.
E dire
che Nikolaj neanche la guardava Constance,
figurarsi se avrebbe mai assecondato le sue avances eppure la loro
biondissima
compagna continuava imperterrita a importunarlo da tre anni a quella
parte.
Anche
Enea sembrava molto interessato a quello scambio di battute.
Tipico di
lui del resto, visto che sembrava assolutamente incapace di farsi i
fatti
propri per più di cinque secondi.
Era un
degno informatore per quanto riguardava i pettegolezzi che giravano per
Durmstrang, ma Lenochka continuava a non fidarsi abbastanza da
confidarsi con
lui.
Non era
una sprovveduta e sapeva inquadrare le persone al volo.
Enea
Palter non era un cattivo ragazzo, ma decisamente non era la persona
più adatta
a custodire un segreto.
- Nessuno
ha chiesto la tua opinione – la rimbeccò la bionda.
- Già, ma
non riesco a trattenermi quando vedo qualcuno di così
disperato in azione. –
Lenochka
trattenne un sorriso divertito, nascondendosi contro l’orlo
del calice.
Ne
avrebbero viste delle belle se qualcuno non le fermava.
Puntuale
come un orologio, Nikolaj ritrasse il braccio dalla presa di Constance
e
rivolse uno sguardo intenso all’amica.
- Stanno
per cominciare a spiegarci le modalità del Torneo.
–
In
effetti l’anziana preside di Hogwarts aveva preso posto
davanti allo scranno
dorato a forma di fenice e stava scrutando la sala con espressione
severa negli
occhi verdi.
Tossicchiò
leggermente.
- Un
momento d’attenzione, prego. Come tutti voi saprete questo
Torneo prevede la
partecipazione di otto campioni, quattro ragazze e quattro ragazzi, due
per
scuola. È importante che sappiate che solo gli studenti del
sesto e del settimo
anno potranno partecipare e che il sorteggio avverrà in modo
del tutto casuale.
Alcuni di voi -, e qui i suoi occhi si soffermarono su Nikolaj, -
avranno
sicuramente sentito parlare del Calice di fuoco dai genitori. Ebbene,
sarà
proprio questo antico e magico oggetto a decretare i campioni per ogni
scuola.
Avrete tempo fino alla fine della settimana per presentare la vostra
candidatura e domenica prossima il Calice estrarrà i nomi
dei sorteggiati. Una
volta estratti non potrete più tirarvi indietro,
perciò vi invito a riflettere
attentamente prima di apporre il vostro nome all’interno.
Ponderate
attentamente la vostra decisione e fino a quel momento mi auguro che
tutti voi
vi troviate bene a Hogwarts – concluse, venendo accolta da un
applauso generale
e cordiale.
*
Marjorie
trovava quella ragazza di Corvonero, Tatiana, semplicemente incredibile.
A
Beauxbatons era difficile trovare ragazze così spontanee e
divertenti che
fossero disposte a passare del tempo con lei e che al contempo non lo
facessero
per accaparrarsi qualche vantaggio.
- Questo
posto è immenso, credo che mi ci vorranno settimane prima di
imparare a
orientarmi – considerò mentre camminava al fianco
di Tatiana e Gabriel.
Il
ragazzo le sorrise comprensivo.
-
Hogwarts fa sempre questo effetto all’inizio, ma ti assicuro
che imparerai
molto presto a orientarti. –
- E per
il resto ci siamo noi – concluse Tatiana, sorridendole
amichevolmente.
- Lo
apprezzo molto – assicurò.
- Il
resto dei tuoi compagni di scuola? – chiese d’un
tratto Gabriel.
- Non ne
ho idea e sinceramente non mi interessa. Non ho mai legato
particolarmente con
nessuno di loro, sono una fervida sostenitrice del “meglio
soli che male
accompagnati”. –
Tatiana
annuì silenziosamente.
Si
trovava decisamente d’accordo e apprezzava sopra ogni cosa
chiunque riuscisse a
starsene per i fatti propri e non necessitasse incessantemente
dell’attenzione
altrui; l’indipendenza era una gran cosa e lei ne era una
fautrice a dir poco
appassionata.
-
Tuttavia sono certa che troverò amicizie interessanti qui a
Hogwarts. –
- Sono
certa che sarà così – convenne la
Corvonero.
Marjorie
sorrise solare.
Non
vedeva l’ora che cominciasse una nuova giornata lì
al castello.
Quell’anno
prometteva svago e incredibili avventure.
Spazio
autrice:
Salve!
Come promesso eccoci qui con il primo capitolo vero e proprio.
Ho cercato di dare sufficiente spazio a tutti gli OC e spero di esserci
riuscita; vi chiedo di farmi sapere se siete soddisfatti o meno dalla
resa del
vostro OC.
Detto ciò, vi auguro una buona serata e ci vediamo al
prossimo
capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Lenochka
osservò la compagna di scuola continuare ad aggirarsi
per la stanza che era stata assegnata loro in silenzio, trattenendo un
sorrisetto divertito.
-
Lena … Si può sapere cosa stai cercando?
–
-
Il cravattino della divisa – replicò, mezza
nascosta sotto
al gigantesco letto a baldacchino.
-
E lo cerchi sotto al letto? Sapevo che non fossi il massimo
dell’ordine, ma sei proprio un caso disperato –
constatò Constance.
La
bionda era già vestita e truccata di tutto punto ed era
intenta a ritoccare lo smalto verde acido sulle lunghe unghie fresche
di
manicure.
-
Nessuno ha chiesto la tua opinione – la rimbeccò,
allungando
il braccio più che poteva verso il lembo di tessuto nella
penombra che sembrava
essere proprio l’oggetto della sua ricerca.
-
Se continui così finirai con il restare una zitella
inacidita. –
Helena
rivolse un’occhiata a Lenochka in una sorta di muta
richiesta di soccorso.
Eppure
la ragazza sembrava decisamente troppo divertita da
quello scambio per intervenire; per smuoverla e convincerla a
interessarsi a
qualcosa che non la riguardasse di persona ce ne voleva
d’impegno.
Helena
emise uno sbuffo, allungandosi ancora un po’ e
afferrando finalmente il lembo di stoffa.
Esaminandolo
alla luce delle candele, emise un verso di vittoria.
Helena
1 – Cravattino 0
-
Il tuo piano per il futuro invece qual è fare la mantenuta
strarifatta e decisamente inacidita? – la rimbeccò
poi, mentre lo sistemava
attorno al collo.
Il
riflesso dello specchio le rimandò l’espressione
indignata
di Constance.
-
Me ne vado, ne ho abbastanza di stare in tua presenza.
Lenochka tu vieni con me o vuoi rimanere ancora con questa perdente?
–
Rassettò
la gonna della divisa con piccoli colpetti decisi e
rimase sulla soglia della porta con una mano a sui fianchi, voltandosi
a tre
quarti mentre inarcava un biondo e curato sopracciglio.
Lenochka
afferrò la sua borsa in pelle di drago, rivolse un
cenno del capo a Helena e poi oltrepassò Constance senza
degnarla della minima
considerazione.
Forse
non si schierava a favore di Helena, ma allo stesso
tempo non era certo interessata a stringere amicizia con Constance,
malgrado
ciò che la ragazza potesse sperare.
*
Gabriel
si sporse verso Robert, incuriosito.
-
Si può sapere perché sorridi in quel modo?
–
Il
Corvonero gli mostrò il foglietto con l’orario
delle
lezioni di quella settimana.
Metà
delle loro lezioni si sarebbero tenute in compagnia della
delegazione di Beauxbatons.
-
Non ti sembra l’orario migliore della storia di questi sette
anni? –
Gabriel
rise, scuotendo la testa.
-
Quello che mi sembra incredibile è che tu sia
così
interessato a una ragazza che hai incontrato solo dodici ore fa. Non ti
ho mai
visto così interessato in tutti questi anni. –
Joseph
ed Enea sbucarono dalla scalinata che dai sotterranei conduceva
al pianterreno e si avvicinarono a loro.
-
Enea, questi sono i miei migliori amici: Robert e Gabriel.
Lui è Enea, uno dei ragazzi di Durmstrang – li
presentò.
-
Sembra che qualcuno sia di buon umore – osservò
Enea,
incuriosito, - è successo qualcosa che ci siamo persi?
–
Tutta
quella contingenza di studenti adolescenti provenienti
da svariate parti del mondo aveva solleticato la sua naturale
propensione ai
pettegolezzi.
Riusciva
chiaramente a percepire la quantità di pettegolezzi
che sarebbero scaturiti durante quel Torneo.
Decisamente
pane per i suoi denti.
-
Robert si è preso una cotta per una delle ragazze francesi
–
asserì Gabriel, beccandosi all’istante una
gomitata nelle costole dall’amico.
-
Non ho una cotta -, protestò Robert, - la trovo solo
interessante. –
Joseph
sorrise con l’aria di chi la sapeva lunga e si rivolse
a Enea con un sorrisetto malandrino.
-
Tu non conosci Robert quindi permettimi di spiegarti cosa
significa in realtà quest’apparentemente innocente
affermazione -, lo prese
sottobraccio con fare complice, - In poche parole il nostro caro Rob ha
il
battito cardiaco a mille quando le sta vicino, probabilmente
l’ha anche sognata
questa notte … è un gran romanticone. –
Questa
volta il buffetto dietro al collo colpì il Serpeverde.
-
Idiota. E se mi fate fare una figuraccia giuro che dovrete
trovarvi qualcun altro che vi aiuti con i compiti per il resto
dell’anno. –
Alzarono
le mani in segno di resa.
-
D’accordo, ma almeno possiamo sapere di chi si tratta?
Giusto per evitare fraintendimenti. –
Robert
accennò con il capo alla ragazza impegnata a
chiacchierare fittamente in francese con delle sue compagne di scuola.
-
È lei … Audrey. –
I
tre ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente.
-
È cotto marcio. –
-
Completamente andato. –
-
Non ci sono dubbi – convenne Enea sorridendo divertito da
quell’improvvisa solidarietà maschile che si era
venuta a creare tra di loro.
*
Jason
si lasciò cadere sulla panchina della tavolata dei
Grifondoro trattenendo uno sbadiglio.
Gli
occhi color ghiaccio erano leggermente arrossati, il volto
assonnato.
-
Datemi il mio caffè e nessuno si farà del male.
–
-
Magari fosse possibile -, intervenne Bentley che non versava
certo in condizioni migliori, - ma ci toccherà aspettare che
ne compaia dell’altro
perché qualcuno si è finito l’intera
brocca – concluse, lanciando un’occhiataccia
alla ragazza davanti a lui.
Lilith
si strinse nelle spalle, continuando imperterrita a
sorseggiare la sua tazza di calda bevanda colombiana.
-
Potevi svegliarti prima se volevi assicurarti una dose di
caffeina. Chi tardi arriva male alloggia. –
-
Hai bevuto tutto il caffè? – replicò
Jason, registrando
lentamente ciò che stava accadendo.
-
Così sembra. –
-
E tu non l’hai fermata? –
Charlotte
scrollò le spalle, sorridendo lievemente.
-
No, io non bevo caffè. –
Jason
alzò gli occhi al cielo.
-
D’accordo, rossa, sappi che questa non te la faccio passare.
–
-
Brrr che paura, Blackburn. Cosa vuoi fare, uccidermi e
buttare il mio cadavere nel Lago Nero? –
L’espressione
sul volto del biondo l’allarmò.
C’era
qualcosa che il suo cervello stava rapidamente ideando e
di qualsiasi cosa si trattasse era abbastanza sicura che non fosse
nulla di
buono.
Cercò
di alzarsi dalla panchina prima che Jason le fosse
addosso, ma non ci riuscì.
Si
ritrovò a testa in giù, appoggiata sulla spalla
del
ragazzo, mentre uscivano a passo di carica dalla Sala Comune sotto gli
sguardi
increduli e divertiti dell’intera scolaresca.
Intravide
Charlotte e Bentley ridere.
Che
razza di traditori.
-
Mettimi giù, stupido bestione, non sono un pacco postale.
–
-
Stai buona -, la rimbeccò divertito, - non costringermi a
prenderti a schiaffi su quel tuo bel culetto. –
Indignata,
Lilith gli assestò una pacca sulla spalla ma
sembrò
non sortire il minimo effetto.
Quell’idiota
era davvero fatto d’acciaio.
-
Dove mi stai portando? –
-
Al Lago. –
D’accordo,
lei aveva suggerito l’idea di ucciderla e gettarla
in acqua solo come scherzo, l’aveva forse presa sul serio?
-
Blackburn … -
-
Non voglio mica ucciderti – rise, come se avesse capito cosa
le stava passando per la testa.
-
E allora perché mi porti lì? –
-
Per farti fare un bagnetto, così magari la prossima volta ci
penserai due volte prima di finire il caffè. –
-
D’accordo -, provò a farlo ragionare, - mi
dispiace se ho
finito il caffè. Non accadrà più, ma
tu non buttarmi dentro al Lago, l’acqua è gelata.
–
Sentì
la presa allentarsi e si ritrovò magicamente con i piedi
saldamente a terra.
-
Mi accontento delle scuse per questa volta – le sorrise.
-
Sei completamente fuori di testa, Blackburn. –
-
Non mi dici nulla di nuovo. –
Alzando
gli occhi al cielo e sforzandosi di trattenere un
sorriso, Lilith lo oltrepassò e tornò verso il
castello.
Jason
Blackburn era sempre il solito.
*
Audrey
sbuffò, lanciando un’occhiataccia a William ed
Erlend
seduti nella fila accanto alla sua.
Incuriosita,
Marjorie si voltò verso di lei.
-
Che succede con quei due? –
-
Nulla di nuovo, mi stanno prendendo in giro. –
Erlend
mimò una faccia innamorata, sbattendo le ciglia e
fingendo si sospirare mentre osservava il Corvonero seduto in prima
fila.
Audrey
roteò gli occhi.
Immaturi.
-
Riguarda quel ragazzo inglese? –
Annuì
appena, guardinga.
Lei
e Marjorie andavano d’accordo, anzi diciamo che
più che
altro si limitavano a convivere in modo pacifico, ma non erano quelle
che
potevano essere definite vere e proprie amiche.
-
Ho solo detto che lo trovavo attraente e quei due idioti
hanno cominciato a darmi il tormento. –
-
Tipico di quei due -, convenne, - ma immagino che facciano
così perché sono molto protettivi nei tuoi
confronti. –
-
Già, ma diventano insostenibili quando ci si mettono.
–
Il
professore di Difesa Contro le Arti Oscure tossicchiò,
attirando la loro attenzione.
-
Se avete smesso di chiacchierare, vi interesserà sapere che
vi toccheranno dieci centimetri di pergamena in più rispetto
agli altri per aver
disturbato la lezione … e lo stesso vale per i due signori
poco distanti da voi
che hanno fatto i buffoni per tutta la lezione – concluse,
cancellando le
espressioni ilari dai volti dei due francesi.
Mentre
il professore tornava a voltarsi verso la lavagna,
Audrey rivolse ai due amici un gesto minaccioso, sibilando piano: -
Siete
morti. –
*
Tatiana
era in ritardo per la lezione d’Incantesimi, tutta
colpa di Gabriel che l’aveva trattenuta in corridoio per
raccontare a lei e
Zahra del pettegolezzo del momento.
Per
giunta la sua stupida borsa aveva deciso di rompersi
proprio in quel momento, rovesciando tutto il contenuto sul pavimento.
La
boccetta d’inchiostro nella caduta si era rotta e aveva
macchiato tutti i fogli di pergamena puliti che aveva portato per
prendere
appunti.
-
Dannazione -, sbuffò tra i denti, - tu vai pure. Non ha
senso che entrambe finiamo in punizione. –
Zahra,
che si era chinata ad aiutarla, parve dubbiosa.
-
Sei sicura? Non è un problema. –
-
Tranquilla, avverti il professore che sto arrivando. –
La
bionda annuì, allungando il passo e raggiungendo
l’aula una
frazione di secondo prima che il professor Vitious chiudesse la porta.
Rivolse
un sorriso di scuse al basso ometto e s’intrufolò
tra
gli ultimi studenti.
Se
non altro almeno lei aveva evitato la punizione, considerò
Tatiana fissando affranta tutta quella pergamena sprecata.
Avrebbe
dovuto tornare in dormitorio per prenderne di nuova e
aggiungere anche una boccetta d’inchiostro.
Prima
o poi avrebbe buttato quella maledetta borsa.
-
Ti serve una mano? –
Alzò
lo sguardo, colta di sorpresa dal lieve accento bulgaro che
condiva la voce del ragazzo che si era fermato davanti a lei.
Nikolaj
Krum la fissava dall’alto in basso con aria esitante.
-
Magari, ho combinato un disastro. –
-
Lo vedo –, sorrise il ragazzo, - per la pergamena e
l’inchiostro
posso rimediare, ma credo che la borsa sia ormai pronta per il
funerale. –
-
Lo credo anche io – rise.
Nikolaj
puntò la bacchetta verso la pergamena, mormorando un
incanto che assorbì le macchie all’istante.
Dopodichè
si dedicò ai frammenti di vetro a terra.
-
Reparo! –
La
boccetta, ormai vuota, si riformò ai suoi piedi.
Tenendola
tra le mani, Nikolaj prese la sua e vi versò dentro
un po’ del suo inchiostro.
-
Dovrebbe bastarti fino alla fine delle lezioni, almeno non
perderai altro tempo. –
-
Io … non so davvero come ringraziarti, mi hai salvato la
vita. –
Ridendo,
Nikolaj ammiccò.
-
Diciamo solo che mi devi un favore, prima o poi lo
riscuoterò ma adesso ti lascio andare a lezione –
concluse, sorridendole
nuovamente prima di lasciarla lì e riprendere a camminare
lungo il corridoio.
Doveva
un favore a Nikolaj Krum.
Di
solito non amava questo genere di cose, ma la prospettiva
la intrigava tremendamente.
Spazio
autrice:
Salve!
Sono
tornata domenica sera dalle vacanze perciò aggiorno solo
ora, ma spero che il
capitolo abbia ripagato l’attesa.
Prometto
che il prossimo arriverà in un lasso di tempo molto
più ragionevole.
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
-
Ripetimi un’altra volta cos’è che
vorresti festeggiare? –
William
si strinse nelle spalle, le iridi blu cobalto che
luccicavano divertite al di sotto delle scomposte ciocche corvine.
-
Abbiamo davvero bisogno di un motivo valido per fare festa? –
-
Teoricamente sì. –
-
E in pratica? –
Erlend
ridacchiò, scuotendo la chioma color
dell’alabastro.
Era
inutile discutere con William quando si metteva in testa
di fare qualcosa, specialmente se si trattava di organizzare una festa.
Il
ragazzo americano davanti a loro sembrava pensarla
esattamente come lui, perché sorrise divertito.
-
Mi piace come ragioni. –
L’unico
che sembrava ancora scettico e faceva resistenza era
Nikolaj.
Erlend
aveva sempre pensato che il figlio di una star mondiale
del Quidditch fosse abituato a folleggiare ogni notte, ingurgitando
litri di
alcolici e spassandosela con ogni singola ragazza gli capitasse a tiro,
ma a
quanto pareva quel particolare stereotipo si applicava solo a una parte
dei
figli di gente famosa.
Nikolaj
Krum era infatti di una serietà a dir poco spaventosa
quando si trattava d’infrangere regole, alzare un
po’ il gomito, e comportarsi
da adolescente ribelle.
-
Coraggio, Krum, sciogliti un po’ – lo
esortò Jason,
inarcando un sopracciglio biondo e rivolgendogli un’occhiata
molto simile a una
tacita sfida.
-
I ragazzi di qui che ne pensano? –
-
Sono tutti d’accordo – replicò Erlend
all’istante.
Quando
aveva menzionato l’idea a Robert il Corvonero era
rimasto in silenzio per qualche minuto e alla fine aveva dato il suo
appoggio
alla cosa e annunciato che si sarebbe occupato lui di presentare la
cosa al
resto della scuola ospite nella migliore luce possibile.
Doveva
esserci riuscito alla grande, perché la voce si era
sparsa a una velocità incredibile e ormai sembrava non
esserci nessuno studente
dal quinto anno in su che non fosse a conoscenza della cosa.
-
Sarà divertente – aggiunse poi, con un sorriso a
trentadue
denti.
Durmstrang
faceva quello che decideva lui, non perché fossero
obbligati ma perché Krum veniva visto come un modello di
comportamento da fin
troppa gente per permettersi di ignorare le implicazioni di una sua
decisione.
-
D’accordo, ma non mi prenderò nessuna
responsabilità se le
cose dovessero degenerare – cedette alla fine il bulgaro.
-
Non degenereranno – assicurò William, con la
migliore delle
sue espressioni da angioletto innocente.
Sarebbe
stato convincente se Erlend non l’avesse conosciuto
come le sue tasche.
Una
festa con William Glacier finiva sempre con
il causare scandali, pettegolezzi che divenivano di
dominio pubblico, e qualche decina di studenti che si ubriacavano fino
a
svenire.
-
Perfetto, allora vado a confermare la cosa al resto del mio
gruppo –, concluse soddisfatto Jason, - Ci vediamo questa
sera, ragazzi. –
-
Vado anche io – asserì Nikolaj, rivolgendo un
rapido cenno
di saluto al quartetto.
Rimasti
soli, Erlend sentì lo sguardo di William su di sé.
Alzò
lo sguardo, accigliandosi.
-
Sì? –
-
Stai pensando a quello che penso io? –
Arricciò
le labbra in un sorrisetto ironico. – Che sei fuori
di testa? –
-
Oltre a quello -, rise, - intendevo l’altra cosa. –
-
Audrey? –
-
Audrey – confermò.
E
così la loro amica tornava a rivestire ufficialmente il
ruolo di importatrice abusiva di alcolici all’interno delle
mura scolastiche.
Nuova
scuola, stessa vecchia storia.
*
-
E mio fratello ha davvero dato il consenso a tutto questo? –
Zahra
era decisamente incredula.
Robert
non era un tipo noioso o puritano, ma allo stesso tempo
prendeva molto sul serio tutta la questione della carica da Caposcuola
e dei
doveri che ne derivavano.
Eppure
sembrava che l’arrivo delle delegazioni straniere
l’avesse
convinto a gettare ogni riserva alle spalle e trasformarsi
improvvisamente nel
grande anfitrione di quella che si prospettava una festa con la
“F” maiuscola.
-
Così dice Gabriel. Anche lui e Joseph ne erano sorpresi
–
confermò Tatiana.
Lilith,
seduta sul letto a baldacchino accanto a quello di
Zahra, smise di sfogliare la rivista di Quidditch e alzò lo
sguardo verso di
loro.
-
La festa sarebbe questa sera? –
-
Già. A quanto ho capito verrà organizzata nella
Stanza delle
necessità. –
Accigliata,
l’americana ripetè il nome di quel posto con tono
perplesso, spingendo le due ragazze a spiegare sia a lei che a
Charlotte di
cosa si trattasse.
-
È una stanza che compare solo se passi lì davanti
per tre
volte pensando intensamente al luogo che vuoi trovare una volta varcato
l’ingresso.
Si pensava che fosse andata distrutta durante la Battaglia di Hogwarts
della
Seconda guerra magica, ma a quanto pare tra i poteri della Stanza
c’è anche
quello di ripararsi da sola. –
-
E adesso avete capito perché è finita a Corvonero
– rise Zahra
davanti al tono professionale con il quale Tatiana si era messa a
illustrare le
circostanze che avevano portato alla scoperta di quella stanza
portentosa.
Charlotte
prese la parola, tormentandosi nervosamente le mani.
-
E non c’è il rischio che ci becchino? –
-
Un po’ di rischio c’è –,
ammise Tatiana, - ma non possono
certo darci più di una punizione. –
L’amica
non sembrava particolarmente convinta perciò Lilith le
diede una lieve e giocosa spintarella.
-
Coraggio, è l’ultima sera di libertà.
Domani annunceranno i
nomi dei campioni delle varie scuole e il Torneo comincerà
ufficialmente. Non
avremo altre occasioni per divertirci. –
Ancora
un po’ combattuta, Charlotte alla fine si ritrovò
ad
annuire.
L’entusiasmo
delle ragazze l’aveva contagiata.
Dopotutto
aveva deciso di candidarsi al Torneo per mettersi
alla prova e dimostrare di essere capace di essere coraggiosa e tosta
proprio
come chiunque altro.
E
una festa non era certo la sorte peggiore che le potesse
capitare, no?
*
Entrando
nella stanza del dormitorio Lenochka si ritrovò
davanti quella che aveva tutta l’aria di essere una boutique
di alta moda che
era improvvisamente esplosa e aveva deciso di travolgere con abiti,
trucchi,
scarpe e gioielli ogni singola porzione di spazio disponibile.
Tossicchiò,
attirando l’attenzione di una Constance più
schizzata del solito che si appoggiava a dosso in modo incessante un
abito dopo
l’altro, osservando il riflesso che le rimandava il gigante
specchio a figura
intera mordicchiandosi il labbro inferiore con l’aria di chi
stava valutando
una complessa opera d’arte dal valore inestimabile.
-
I ladri ci hanno svaligiato la stanza, è esplosa una bomba
oppure Constance ha semplicemente dato di matto e ha cominciato a
lanciare
abiti in giro? –
Helena
si strinse nelle spalle, richiudendo la boccetta d’inchiostro
che le era appena servita per ultimare il compito di Difesa Contro le
Arti
Oscure.
-
Personalmente trovo difficile capire se Constance sia
ammattita oppure no, è da quando la conosco che si comporta
come se fosse fuori
di testa. Quanto alla bomba, se fosse stato un qualche attentatore lo
avrei già
ingaggiato per farla fuori. E i ladri dubito che correrebbero mai il
rischio di
entrare qui dentro e incontrarla. Sarebbe capace di tagliare la gola a
qualcuno
se si avvicinasse a meno di un metro dalle sue scarpe nuove. –
La
bionda rivolse un’occhiata piccata all’indirizzo
delle due
compagne.
-
Molto divertenti. Risparmiatevi l’ironia e datevi una mossa,
tra un’ora comincia la festa. –
-
Appunto, tra un’ora.
Perché dovrei cominciare a prepararmi adesso? –
-
Perché -, fece per risponderle ma dopo averla osservata
dalla testa ai piedi decise di non dispensare ulteriori consigli di
stile
destinati a rimanere inascoltati, - ah … lasciamo perdere,
conoscendoti
metterai qualcosa tipo pantaloni di pelle di drago e stivaloni al
ginocchio con
una di quelle tue maglie a rete dall’aria molto goth.
–
-
Le mie magliette goth sono fantastiche – la
rimbeccò.
-
Certo, se solo lo stile goth non avesse smesso di andare di
moda qualcosa come millemila anni
fa.
–
Lenochka
alzò gli occhi al cielo.
Ed
ecco che c’erano di nuovo.
Doveva
davvero provare a intercedere con qualche potenza
superiore per chiederle di essere assegnata a un’altra stanza.
-
Io vado a farmi una doccia, cercate di non uccidervi mentre
sono sotto l’acqua. Mi seccherebbe arrivare tardi alla festa
perché devo dare
una mano ad occultare un cadavere – decretò, per
poi chiudersi la porta del
piccolo bagno personale alle spalle.
*
La
festa era un tripudio di musica, alcolici e gente che si
muoveva a passo di danza in coppia o da sola.
Sorseggiando
il suo drink, Marjorie smise di ascoltare Enea e Gabriel
che blateravano di chissà cosa e tornò a
concentrarsi sulla pista.
Socchiuse
gli occhi, muovendosi lentamente sul posto mentre
nella stanza risuonava una melodia a lei familiare.
Era
la sua canzone preferita.
Meditò
sull’idea di scendere in pista e scatenarsi, ma
l’idea
di danzare da sola non la convinceva del tutto.
Amava
divertirsi, ma a Beauxbatons lo faceva con i suoi amici
mentre lì sembrava che tutti fossero troppo presi nel vivere
il momento a mille
per mettersi a socializzare con persone che conoscevano già.
-
Indecisa sull’andare a ballare o meno? –
Si
voltò verso il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi
azzurri che era vicino a lei.
Stringeva
a sua volta un drink tra le mani dalle dita
affusolate da pianista e aveva un luccichio divertito nello sguardo.
Era
uno dei ragazzi di Ilvermorny, ma non aveva la minima idea
di come si chiamasse.
-
Già, non mi piace ballare da sola. –
-
Non vorrai farmi credere che nessuno ti ha ancora invitata –
replicò.
In
effetti aveva perso il conto degli inviti che aveva
ricevuto fino a quel momento, ma li aveva declinati tutti.
Marjorie
era perfettamente consapevole di essere una bella
ragazza così come sapeva che la maggior parte dei ragazzi
quando parlavano con
lei vedeva solo un bel viso e un corpo seducente.
Nessuno
di loro si sarebbe mai preso la briga di conoscerla
davvero.
Era
solo una bella bambolina, non doveva essere
necessariamente una persona acuta e profonda.
Non
sopportava quel comportamento, perciò aveva declinato
garbatamente ogni invito.
-
Ho sempre rifiutato. –
-
Fammi indovinare, erano tutti dei completi idioti che
volevano solo provare a infilarsi nel tuo letto? –
Rise.
– Qualcosa del genere. –
Alzò
gli occhi al cielo. – Noi uomini sappiamo essere davvero
dei casi disperati quando ci mettiamo. Comunque, io sono Bentley.
–
Accettò
la mano che le porgeva, sentendo le gote arrossire
leggermente quando lo vide portare il dorso alle labbra e depositarvi
un lieve
bacio invece di limitarsi a stringerla.
-
Marjorie. –
-
Piacere di conoscerti, Marjorie. Che ne dici, accetti il mio
invito a ballare? Ti giuro che sono il tipo di ragazzo che preferisce
essere
corteggiato invece che corteggiare, quindi non devi temere che mi
approfitti di
te – ironizzò.
Ridendo
nuovamente, si ritrovò ad annuire ancora prima di
ponderare la cosa.
-
Perché no, andiamo in pista. –
*
Robert
si avvicinò all’improvvisato bancone bar al quale
Gabriel e Joseph chiacchieravano con Enea.
Stavano
discutendo di Quidditch e di tanto in tanto
abbozzavano qualche commento su questa o quella ragazza che reputavano
carina.
-
Credevo che fossi incollato ad Audrey, come mai da queste
parti? – lo accolse il Serpeverde.
-
Devo solo prendere qualcosa da bere. –
-
Vi siete prosciugati dei rispettivi liquidi corporei? –
ammiccò, malizioso.
Gabriel
ed Enea scoppiarono a ridere, dandosi di gomito.
Quei
tre dovevano aver bevuto decisamente più del dovuto; era
pronto a scommettere che entro la fine della serata si sarebbero
sentiti male e
sarebbe toccato a lui il duro compito di rimetterli tutti a letto.
Era
in momenti come quelli che detestava essere l’amico
responsabile del gruppo.
-
Farò finta di non aver capito l’insinuazione e me
ne andrò
ignorando lo stato in cui siete … vi faccio presente solo
che sono ancora le
dieci di sera. –
-
Stiamo bene – assicurò Gabriel.
L’ultima
volta che aveva sentito quelle parole era finito con
del vomito non suo sugli abiti e sulle scarpe, due migliori amici
completamente
ubriachi che non riuscivano nemmeno a mettere un piede davanti
all’altro, una
nottata passata a cercare di rimetterli in piedi e il soprannome
“Rob l’infermiere”
che gli era rimasto appiccato addosso per le settimane a seguire.
-
Non ho intenzione di farvi da baby sitter questa volta – li
informò.
-
D’accordo, papà –
ridacchiò Enea.
Fantastico.
Non
avrebbe avuto a che fare con due ubriachi perché quella
volta sarebbero stati tre.
Afferrò
i bicchieri per sé e Audrey e tornò dalla ragazza
che
era rimasta seduta sul divanetto.
Le
sedette accanto, porgendole il suo drink.
-
Hai l’aria preoccupata – osservò.
-
Gabriel, Joseph ed Enea sono completamente ubriachi e
indovina un po’ a chi toccherà stargli dietro?
–
Accarezzandogli
il dorso della mano, replicò: - Non pensarci. –
-
Fosse facile. –
-
Hai bisogno di qualcosa che ti distragga – asserì
la
francese con decisione, sporgendosi verso di lui e depositandogli un
bacio
sulle labbra.
Colto
di sorpresa, Robert ricambiò ancora prima di realizzare
che era effettivamente Audrey che stava baciando.
Qualcuno
da qualche parte doveva aver ascoltato le sue
preghiere.
E,
constatò, era proprio vero che le ragazze francesi
baciavano bene.
*
William
riaprì gli occhi venendo assalito all’istante
dalla
sensazione che dentro alla sua testa fosse in corso un vero e proprio
incontro
di boxe senza alcun esclusione di colpi.
Realizzò
a malapena che si trovava ancora nella Stanza delle
necessità e che la festa era finita da ore.
Lanciò
un’occhiata all’orologio che portava al polso.
Erano
quasi le otto, ciò significava che se si fosse dato una
mossa avrebbe potuto fare colazione prima di cominciare le lezioni.
Fece
per mettersi in piedi quando si rese conto di essere
mezzo nudo.
Si
chinò a raccogliere la camicia ai piedi del divanetto, per
poi chiudere la zip e allacciare la cintura di pelle.
Lasciò
vagare lo sguardo nella penombra, alla ricerca della
sagoma della persona con cui doveva aver passato la notte.
Sempre
ammesso che non se ne fosse già andata, ovviamente.
Individuò
una schiena pallida e decisamente maschile
acciambellata poco distante.
Avvicinandosi
verso il suo incontro occasionale, William
sgranò gli occhi.
-
Merda – mormorò con sentimento, osservando il
volto pallido
dalle ciglia nerissimi e la chioma biondo chiarissimo.
Doveva
esserci un’altra spiegazione logica al perché lui
ed
Erlend erano da soli nella stanza e per di più mezzi nudi
con l’aria di chi
aveva palesemente passato la nottata a fare sesso.
Il
fatto che fosse un ragazzo non era un problema, ma che
fosse il suo migliore amico lo era eccome.
Erlend
non era un dongiovanni, era un tipo da storia seria, i
flirt non lo interessavano.
Perciò,
malgrado l’alcool in circolo, se era venuto a letto
con lui era perché nutriva dei sentimenti nei suoi confronti
e non si trattava
semplicemente di attrazione fisica.
Quanto
a lui … Erlend era ovviamente un bel ragazzo, ma era
possibile che tra loro ci fosse più di un’amicizia?
Francamente
non ne aveva alcuna idea e in quel momento, con la
testa pulsante, fece l’unica cosa che reputò
saggia.
Finì
di vestirsi ed uscì dalla stanza stando attento a non
svegliarlo.
Non
era ancora il momento di affrontarlo, non prima di aver
chiarito le idee a riguardo.
Spazio
autrice:
Salve!
In
questo
capitolo si sono un po’ smosse le cose dal punto di vista
sentimentale e nel
caso di Will ed Erlend si sono anche decisamente complicate. Come
affronteranno
la cosa i due ragazzi? Lo scoprirete nel prossimo capitolo, in cui
verranno
anche annunciati i rappresentanti al Torneo per ogni scuola.
Detto
ciò, qualcuno di voi ha un nome per la ship Audrey/Robert?
Perché a me viene in
mente solo Robey.
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Zahra
sedette al tavolo dei Grifondoro sorridendo allegra,
allungandosi per accaparrarsi la scodella di porridge più
vicina.
-
Allora, pronti alla grande rivelazione? –
Charlotte
si tormentò le mani, abbozzando un accenno di
sorriso.
-
Più o meno, diciamo che la tensione è piuttosto
forte. –
Zahra
le battè piano sul braccio, solidale.
-
Tranquilla, sono certa che andrà tutto per il meglio.
Risparmia la tensione per la lezione di Pozioni. –
Lilith
rise, allontanando una ciocca rossa dagli occhi color
ghiaccio.
-
Melodrammatica. Non è poi così male,
personalmente la trovo
una materia molto rilassante. –
-
E io personalmente ti ritengo molto fuori di testa – la
rimbeccò Bentley, per poi alzare una mano in cenno di saluto.
Charlotte
seguì la direzione dell’amico, incuriosita.
-
Con chi ce l’hai? –
-
Marjorie, una delle ragazze di Beauxbatons. L’ho conosciuta
ieri sera e sembra un tipo molto interessante. –
Lilith
le diede di gomito.
-
Sai questo cosa significa, vero Charlie? –
-
Che entriamo in azione come Cupidi personali? –
-
Ovviamente. –
Si
scambiarono un cinque, a cui rispose anche Zahra.
Quelle
missioni amorose la divertivano sempre tantissimo.
Bentley
emise un gemito sconsolato, roteando gli occhi.
Eccole
che ricominciavano e questa volta si univa a loro anche
Zahra.
Doveva
avere davvero un karma pessimo se ogni volta le sue
migliori amiche decidevano di metterlo in imbarazzo con tentativi di
approccio
romantico sempre più imbarazzanti.
*
-
Ti vedo pensierosa – esordì Robert, accarezzando
la mano
della ragazza.
Audrey
smise di guardare vero William ed Erlend e si voltò
verso di lui, il bel volto corrucciato.
-
È solo che quei due si comportano in modo strano, non ti
sembra? –
Osservando
i due ragazzi, Robert dovette ammettere che aveva
ragione; di solito passavano ogni istante libero a chiacchierare,
prenderli
bonariamente in giro oppure organizzare qualcosa che avrebbe
inevitabilmente
finito con il causare il caos totale all’interno della scuola.
Invece
quella mattina erano silenziosi ed evitavano persino di
incrociare i rispettivi sguardi.
-
Hanno discusso? –
-
Non ne ho idea. Quando ce ne siamo andati dalla festa erano
scomparsi, quindi forse è successo qualcosa di grave.
–
-
Se vuoi andare a parlare con loro vai pure. –
-
Sicuro che non ti dispiaccia? –
Scosse
il capo.
-
Sono i tuoi migliori amici, è giusto che tu capisca cosa sta
succedendo. –
Gli
rivolse quel suo sorriso intrigante che prima di ogni
altra cosa aveva attirato la sua attenzione, gli stampò un
rapido bacio a fior
di labbra e si diresse verso William.
La
vide sedersi accanto all’amico e dargli immediatamente
l’assalto.
Da
dov’era non riusciva a capire cosa si stessero dicendo, ma
Audrey non sembrava affatto soddisfatta dalla risposta.
Dopo
cinque minuti, sbuffando, fece per cambiare bersaglio ma
Erlend era già uscito dalla Sala Grande.
Sicuro
che non sarebbe bastata quella fuga maldestra a farla
desistere dai suoi propositi, Robert si ritrovò a
empatizzare con il ragazzo
dai capelli biondissimi.
Qualsiasi
cosa fosse di sicuro Audrey l’avrebbe scoperta.
*
-
Erlend, smettila di scappare – gli gridò,
allungando il
passo e affiancandolo lungo le scale che portavano al secondo piano.
-
Non sto scappando – replicò, senza tuttavia
smettere di
camminare.
-
A me sembra proprio di sì. –
Resosi
conto che non avrebbe mai lasciato perdere, Erlend si
fermò con un sospiro
-
Cosa vuoi, Audrey? –
-
Solo sapere cosa succede tra te e Will. Vi comportate in
modo strano. –
L’espressione
sul volto dell’amico si fece da seccata a cupa.
Ecco
la conferma che c’era effettivamente qualcosa che non
andava.
-
Cosa ti ha detto lui?
–
-
Che non era successo nulla. –
Erlend
emise una risata aspra e forzata.
-
Bene, allora se lo dice lui non è sicuramente successo
nulla. –
-
Erl … -
-
No, non mi va di parlarne. Evidentemente io e William
abbiamo una concezione ben diversa del nulla.
–
-
Se solo uno di voi due si degnasse di dirmi cosa è successo
– provò a farlo ragionare per l’ennesima
volta.
Quei
due testoni sapevano essere più duri di un muro di
cemento armato.
-
Devo andare a lezione -, tagliò corto, - buona giornata,
Audrey. –
Lo
vide allontanarsi senza voltarsi indietro.
Erlend
era ferito, non ci voleva una mente particolarmente
brillante per capirlo, e aveva la netta sensazione che Will con la sua
risposta
avesse peggiorato le cose in modo decisivo.
Avrebbe
staccato la testa a quell’idiota del suo migliore
amico, poco ma sicuro.
*
-
Nik, dimmi che tu ci capisci qualcosa di questa roba –
implorò Helena, osservando sconsolata la pozione che
ribolliva nel suo
calderone.
Lei
e Marjorie erano capitate in coppia, ma sfortunatamente
nessuna delle due aveva la minima idea di come produrre quel distillato.
Nikolaj,
in coppia con Jason, si sporse verso il loro
calderone.
Il
liquido che doveva essere di un bell’azzurro cielo era
verde acido e l’odore non prometteva decisamente nulla di
buono.
-
Lena … cosa ci hai messo lì dentro? –
-
Gli ingredienti della pozione. –
-
Ne dubito fortemente. –
Jason
seguì il suo sguardo, allungandosi ad annusare il
composto.
Si
tirò indietro, arricciando il naso con disgusto.
-
Bacche di pulverentis? Merlino, ci credo che ha preso quel
colore. Provate con dell’acqua di lavanda per stemperarla un
po’, dovrebbe
funzionare. –
-
Quella e magari del succo di Bubotubero –, aggiunse Nikolaj,
- tanto peggio di così non potrebbe finire. –
-
Non ne sono sicuro, potrebbero sempre far saltare in aria il
sotterraneo. –
Helena
gli fece la linguaccia, per poi voltarsi verso la sua
compagna.
-
Che dici, ci proviamo? –
-
Male che vada faremo esplodere il calderone -, considerò
Marjorie, - non mi è mai capitato di farlo, potrebbe essere
un’esperienza
entusiasmante. –
Ridendo,
Helena aggiunse gli ingredienti consigliati.
La
pozione virò su un blu violaceo e poi si schiarì
ulteriormente, puntando a un color cobalto.
Non
era ancora la sfumatura richiesta, ma almeno ci si
avvicinava un minimo.
-
Bene, non siamo saltate in aria, è già una
vittoria –
scherzò la francese.
-
Puoi dirlo forte. Quella poltiglia verde acido non era
decisamente il mio colore. –
*
-
Non si capisce che sei tremendamente nervoso, no – rise
Joseph,
davanti al tentativo di Gabriel di mostrarsi serio e composto come se
l’imminente
annuncio dei campioni selezionati per il torneo non lo toccasse
minimamente.
-
Non mettertici anche tu -, sbuffò il Tassorosso, - piuttosto
diamoci una mossa a prendere posto. Prima comincia e prima siamo
liberi. –
Il
Serpeverde annuì, affibbiandogli una pacca sulla spalla e
dirigendosi verso la tavolata verde argento alla quale i suoi compagni
e gli
studenti di Durmstrang erano in febbrile attesa.
Sedette
accanto a Enea, osservandolo di sottecchi.
-
Anche tu in preda all’ansia da prestazione? –
-
Più o meno –, ammise il bulgaro, - ma se non
dovessi essere
scelto me ne farei una ragione. Cosa che non si può dire di
qualcun altro –
concluse, accennando con il capo a Constance che giocherellava
nervosamente con
il ciondolo che portava al collo.
Effettivamente
dubitava seriamente che la ragazza avrebbe
preso un’eventuale esclusione con sportività.
Helena
invece era ben concentrata sul cibo, si limitava a
scoccare di tanto in tanto qualche sguardo rassicurante
all’amico che sedeva
con una certa rigidità.
-
Tu non hai partecipato? –
La
rossa scosse la testa. – No, non m’interessa
minimamente
stressarmi. Questo per me è un viaggio di piacere. Sono qui
solo per sostegno
psicologico. –
-
Buon piano. –
-
Già, ma al momento con certa gente intorno è
quasi
impossibile. –
Anche
qui il riferimento alla bionda poco distante era
piuttosto palese, ma Constance era troppo concentrata per prestarle
ascolto.
Joseph
ringraziò silenziosamente Salazar per avergli evitato
l’ennesima
discussione tra quelle due.
-
Stanno per dare l’annuncio –, li interruppe
Lenochka, -
quindi siete pregati di chiudere la bocca. –
Ubbidirono,
voltandosi verso lo scranno dorato al centro del
palco degli insegnanti.
Era
giunto il momento della verità.
*
Minerva
si schiarì la voce, osservando il drappello delle
varie delegazioni in trepidante attesa.
Sorrise
lievemente, ricordando la tensione che si era
assaporata all’interno della scuola in occasione
dell’ultimo Torneo Tre Maghi.
-
Cominceremo annunciando i campioni per Ilvermorny -, decretò
afferrando i foglietti sorteggiati, - per le ragazze abbiamo la
signorina
Charlotte Valentine, il rappresentante dei ragazzi sarà
invece il signor Jason
Blackburn. –
Vide
che al tavolo dei Grifondoro si sollevava un certo
vociare.
Zahra
Nott e Lilith Myers si allungarono verso la prescelta,
abbracciandola a turno, mentre Charlotte sembrava aver bisogno di
qualche
istante per rendersi conto che in effetti era stata selezionata proprio
lei.
Dall’altro
lato della tavolata, in contrapposizione, Jason
accoglieva le pacche virili dei compagni di scuola con il sorriso
soddisfatto
di chi sapeva fin dall’inizio di essere la scelta migliore.
-
Per la scuola di Beauxbatons abbiamo invece la signorina
Marjorie Flaubert e il signor Erlend Holberg. –
Tra
i Corvonero si levò un applauso educato, mentre Bentley al
tavolo rosso oro si univa agli applausi con vigore.
Audrey
emise un’esclamazione soddisfatta, scambiando un cinque
con l’amico, e lanciò poi un’occhiata
assassina all’indirizzo di William che
continuava a comportarsi in modo assolutamente discostato.
-
Per Durmstrang abbiamo la signorina Lenochka Volkov e il
signor Nikolaj Krum. –
Nikolaj
si lasciò andare contro lo schienale, sentendo i
muscoli contratti che si rilassavano per il sollievo.
Teneva
davvero moltissimo a partecipare a quel torneo e
finalmente la sorte aveva deciso di premiarlo.
Vide
Constance fissare Lenochka con uno sguardo talmente duro
e minaccioso che si chiese distrattamente quanto mancasse prima che la
loro
compagna di scuola le saltasse al collo cercando di toglierla di mezzo.
-
Infine i campioni di Hogwarts -, concluse tra il silenzio
assoluto che era nuovamente sceso nella Sala Grande, - la signorina
Tatiana Burke
e il signor Gabriel Jackson. –
Tatiana
sorrise all’indirizzo di una a dir poco elettrizzata
Marjorie.
-
Siamo tutte e due nel torneo e c’è persino Gabriel
– esclamò
la francese.
-
Sarà interessante vedere come andrà a finire.
Potremmo
persino allearci tra di noi – considerò la
Corvonero.
Era
una buona idea.
In
fin dei conti il campione sarebbe stato solo uno alla fine
del torneo, quindi almeno nella fase iniziale allearsi sarebbe stato
proficuo.
-
D’accordo -, assentì alla fine, - ci sto.
–
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
qui con il nuovo capitolo e la tanto attesa proclamazione dei campioni.
Avevo
pensato di creare varie alleanze all’interno del torneo,
perciò vi lascerò qui
sotto un piccolo schema. Ovviamente se non siete d’accordo
con la mia idea
originaria potete sempre chiedermi di cambiare
“formazione”.
Ho
poi due
piccole domande per tutti voi:
-
In
vista della festa inaugurale del torneo, con chi vorreste che ci
andasse il
vostro OC?
-
Che
abito indosserà alla festa d’inaugurazione del
torneo?
Ci
sentiamo tra qualche giorno.
Al
prossimo aggiornamento.
XO
XO,
Mary
Gruppo
1
|
Gruppo
2
|
Gruppo
3
|
Tatiana
Burke
|
Viktor
Krum
|
Charlotte
Valentine
|
Marjorie
Flaubert
|
Jason
Blackburn
|
Erlend
Holberg
|
Gabriel
Jackson
|
Lenochka
Volkov
|
|
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
William
alzò gli occhi al cielo davanti all’ennesimo
sguardo
indagatore di Audrey.
Erano
in biblioteca per studiare in vista di un tema
particolarmente difficile di Antiche Rune eppure sembrava che
l’amica avesse
colto la palla al balzo per tormentarlo con le sue domande e spingerlo
a
confessare piuttosto che concentrarsi sullo studio.
-
Audrey, il tema è sulla pergamena non sulla mia faccia.
–
-
Lo so bene, ma la tua faccia è molto interessante in questi
giorni. –
Scrollò
le spalle. – La mia faccia è sempre
tremendamente interessante, ma ho come la sensazione che
questa volta non sia la mia bellezza folgorante a distrarti. –
-
È che ho parlato con Erlend … -
Improvvisamente
si fece molto più attento.
-
E cosa ti ha detto? –
-
Nulla di particolare, è stato reticente proprio come te,
perciò sono ancora più convinta che sia successo
qualcosa tra voi due e che per
qualche strana ragione non vogliate parlarmene. –
-
Paranoica. Perché non ci concentriamo sul tema e lasci
perdere tutta questa storia? –
-
Will … -
-
Allora, presumo che al ballo andrai con Robert. Qualche
suggerimento su chi potrei invitare? – chiese, cambiando
discorso.
Aggrottò
la fronte, pensierosa.
-
Non saprei, ma escluderei Charlotte Valentine. –
-
E perché? –
-
Perché so che ci va già con Erlend. –
William
si irrigidì all’istante, dandosi dello sciocco
immediatamente dopo.
Era
più che naturale che anche Erlend avrebbe cercato qualcuno
con cui andare al ballo, ma per qualche strana ragione aveva creduto
fino all’ultimo
istante che si sarebbe presentato da solo.
Che
stupido che era stato.
Era
uno dei campioni, ovviamente sarebbe andato al ballo con
una delle ragazze.
-
Will? –
Si
riscosse dai suoi pensieri, intuendo dall’espressione di
Audrey che l’amica doveva avergli posto una qualche domanda
che lui non aveva
sentito.
-
Scusami, stavo pensando … dicevi? –
-
Stavo dicendo … hai già una vaga idea di chi di
piacerebbe
portare? –
Sì,
decisamente, ma non si poteva assolutamente fare.
Le
cose andavano già male, non aveva senso peggiorarle
ulteriormente.
-
No, non direi … però, forse, potrei chiederlo
all’altra
ragazza di Ilvermorny. I capelli rossi sono sexy. –
-
Potrebbe essere un’idea, sembra una tipa a posto –
convenne,
accennando con il capo a qualche tavolo più in
là, - Perché non vai a
chiederglielo? –
Prima
risolveva quella situazione e meglio era, perciò
seguì
il suggerimento dell’amica e si diresse verso il tavolo.
Lilith
era seduta insieme a Zahra e Charlotte, anche loro
intente a studiare per un qualche compito.
Tossicchiò
leggermente, attirando l’attenzione su di sé.
-
Chiedo scusa, ma dovrei chiedere una cosa a Lilith. –
La
diretta interessata volse la testa verso di lui, sorridendo
amichevolmente a fargli intendere che aveva la sua attenzione.
Osservandola
si disse che era davvero bella, con quelle lunghe
ciocche color fuoco e le iridi di ghiaccio, ma per qualche strano
motivo non
sentiva quell’istinto predatorio che nasceva in lui quando
voleva davvero
qualcuno o qualcosa.
-
Dimmi pure, William giusto? –
Annuì.
– Volevo chiederti se avessi già un cavaliere per
il
ballo d’inaugurazione del torneo e, in caso contrario, se
volessi andarci con
me. –
La
vide soppesare l’offerta, per poi sorridere nuovamente.
-
Certo, mi piacerebbe. Per le sette fuori dal dormitorio? –
-
Perfetto. –
Ammiccò,
per poi voltarsi e tornare da Audrey con studiata
nonchalance.
E
almeno quella era andata.
*
-
Se non ti dai una mossa a decidere chi invitare tutte le
ragazze più carine saranno già prese –
considerò Enea mentre camminavano lungo
il corridoio alla volta dell’aula di Incantesimi.
-
Ha ragione. E non pensare di chiederlo a Tatiana per
salvarti, lei ci va già con Nikolaj – convenne
Joseph.
Gabriel
sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
Effettivamente
aveva pensato di chiederlo all’amica per
archiviare quella pratica imbarazzante dell’invitare una
ragazza.
-
Voi con chi andate? –
-
Vado con Zahra … ed Enea ci va con Lenochka. –
-
E Robert andrà ovviamente con Audrey. Quindi, fatemi capire
bene, sono l’unico a non aver ancora una dama per il ballo?
–
-
Esatto -, confermò Joseph nascondendo un sorriso divertito,
- Perciò faresti meglio a darti una mossa o finirai con il
fare tappezzeria. –
-
Potresti chiedere a Constance … o magari a Helena
– suggerì Enea.
Se
l’idea di chiederlo alla bionda non l’attirava
minimamente,
d’altro canto la rossa non sembrava troppo diversa da Tatiana.
Magari
si sarebbe rivelata una dama con cui conversare sarebbe
stato divertente e la serata sarebbe volata d’un soffio.
-
Credo che lo chiederò a Helena, sembra una tipa a posto.
–
-
Lo è -, confermò il biondo bulgaro, -
perciò fossi in te le
chiederei di andarci prima dell’inizio della lezione.
–
Prendendo
il suggerimento alla lettera, li piantò lì e
allungò
il passo per bloccare l’ingresso a lei e Nikolaj.
Si
sforzò d’ignorare la sensazione di essere al
centro dell’attenzione
generale e si concentrò soltanto sul volto della ragazza
davanti a lui, che lo
fissava come se gli avesse dato improvvisamente di volta il cervello.
-
Nikolaj, puoi scusarci per un attimo? –
Il
ragazzo annuì, annunciando che le avrebbe tenuto il posto,
per poi entrare in aula e lasciar loro un po’ di privacy.
-
Volevi chiedermi qualcosa? –
-
Sì. –
Helena
attese che riprendesse il discorso, per poi sorridere
divertita quando non lo fece.
-
Allora … devo tirare a indovinare da sola o me lo dici tu?
–
Si
passò nervosamente una mano dietro al collo.
-
Ecco … volevo chiederti se ti andava di venire al ballo con
me. –
Lo
soppesò per quelli che parvero secondi interminabili, poi
gli sorrise.
-
Sì, verrò al ballo con te. –
Tirò
un sospiro di sollievo.
Se
non altro aveva evitato la figuraccia di un rifiuto nel bel
mezzo del corridoio.
*
Zahra
afferrò Charlotte per un braccio nel momento stesso in
cui la ragazza mise piede nella Sala Comune di Grifondoro,
trascinandola con sé
e Lilith verso la scala che conduceva al dormitorio femminile.
Il
tutto sotto lo sguardo divertito di Bentley, che stava
seduto sulla poltrona di fronte al camino e sghignazzava davanti
all’espressione
sconcertata dell’amica.
-
Ma … che sta succedendo? –
-
Dobbiamo prepararci per il ballo – spiegò con fare
ovvio la
Grifondoro.
-
Ma mancano ancora due ore. –
-
Appunto, siamo già in ritardo. –
Charlotte
rivolse un’occhiata di supplica a Lilith, che fece
finta di non vederla e diede man forte a Zahra nel trascinarla via.
Sospirò
rassegnata.
E
dire che lei non aveva mai amato mettersi in ghingheri
eppure si ritrovava ostaggio di due folli decise a fare di lei la
principessa
del ballo.
Il
suo karma doveva essere pessimo almeno quanto quello di
Bentley.
Arrivate
nel dormitorio venne fatta mettere seduta sul letto a
baldacchino e costretta a passare in rassegna un abito dopo
l’altro.
Non
credeva nemmeno che potessero esistere tanti abiti l’uno
diverso dall’altro né di avere così
tanti colori nel suo guardaroba o che
qualcuno potesse davvero camminare su quei trampoli che Lilith aveva
tirato
fuori dal suo baule … insomma, se si cadeva da quei tacchi
come minimo ci si
fratturava il femore.
-
Scegli quello che ti piace di più … personalmente
come gamma
di colori opterei tra il verde scuro, il blu e il nero –
suggerì Lilith.
Charlotte
scrutò i vestiti adagiati sul letto finchè non
individuò un abito nero; era uno dei più casti e
sobri, nulla di troppo
appariscente, e avrebbe persino potuto sentirsi a suo agio con quello
addosso.
-
Credo che metterò questo … ma non voglio i tacchi
– aggiunse
in fretta, visto che Zahra stava già per dirigersi verso un
paio di decoltè dal
tacco esagerato in tinta con l’abito.
La
bionda parve interdetta, ma quando vide Lilith annuire
decise di lasciar perdere.
Farle
mettere un abito era già una grande vittoria quindi che
senso aveva sfidare ulteriormente il destino?
-
E allora che ballerine siano! –
-
Voi cosa indosserete? – chiese, decisa a distogliere almeno
un po’ l’attenzione da lei.
Zahra
le mostrò il suo.
Era
un abito color oro, che le arrivava a metà coscia, con un
corpetto a cuore tempestato di brillantini dorati e una morbida gonna
di tulle.
Appariscente
e sfavillante, unito a quei tacchi impreziositi
da pietre e Swarovski era decisamente destinata a brillare oltremodo
sotto le
luci della sala.
Quello
di Lilith era meno sbrilluccicante ma egualmente
mozzafiato.
Era
di pizzo color argento con una trama più fitta a coprire i
“punti strategici” e una trama molto più
sottile e semitrasparente su braccia,
pancia e schiena, a completare il tutto dei sandali gioiello che solo a
guardarli le facevano venire male ai piedi.
-
Credo che farete venire un attacco di cuore a qualcuno –
sentenziò quando furono ormai vestite, truccate e pettinate.
Con
una risata, Lilith prese entrambe sottobraccio, - Siamo
tutte e tre spettacolari. –
*
Lenochka
osservò il suo riflesso allo specchio.
L’immagine
che le venne rimandata era quella di una splendida
giovane donna dall’aria fatale, merito del trucco che
accentuava il colore dei
suoi occhi, e della piega che le aveva modellato morbide onde attorno a
volto …
ma soprattutto dell’abito che aveva acquistato per
l’occasione.
Era
un modello di un magistilista emergente.
Lungo
fino a terra, con una sorta di piccolo strascico,
semitrasparente e dorato, le aderiva al corpo come se fosse stato
realizzato
appositamente per lei.
Sorrise
soddisfatta, non avrebbe potuto essere più pronta di
così.
Con
la coda dell’occhio vide che anche Constance ed Helena
avevano finito di prepararsi; la prima aveva un lungo abito bianco a
sirena che
metteva in risalto la pelle chiara e perfetta, mentre la seconda aveva
optato
per un abito color smeraldo piuttosto semplice che le scopriva
abbondantemente
le gambe e aveva una discreta scollatura.
-
Mi domando con chi andrà Jason Blackburn –
esordì d’un
tratto Constance.
Dopo
aver scoperto che Nikolaj aveva invitato la campionessa
di Hogwarts, aveva provato in tutti i modi a farsi invitare dal
campione
americano, ma sembrava che lui non fosse affatto interessato.
-
Ho sentito dire che è una ragazza francese –,
rispose Lenochka,
- ma sembra che non fosse la sua prima scelta. –
Incuriosita,
Helena diede voce alla domanda che affollava la
mente di Constance.
-
Non sembra il tipo abituato a ricevere un rifiuto … chi
è la
ragazza che gli ha detto di no? –
Rassettando
l’orlo dell’abito, Lenochka si strinse nelle
spalle.
-
Sono solo voci di corridoio, ma sembrerebbe che non abbia
proprio fatto in tempo a invitarla, perché lei aveva
già accettato l’invito di
un altro. –
-
Tu lo sai, ma non vuoi proprio dirci di chi si tratta –
l’accusò
Constance.
Le
rivolse un sorriso beffardo prima di dirigersi verso la
porta.
-
Cosa t’importa? Tanto non eri né la prima
né la seconda
scelta. –
Ridendo,
Helena la seguì, lasciando Constance a imprecare
mentalmente contro quelle due.
*
Marjorie
scese la scalinata accanto a Tatiana.
Trovarono
ad attenderle Bentley e Nikolaj, che nell’attesa
avevano cominciato a chiacchierare di Quidditch.
Vide
il ragazzo americano tacere all’istante e sgranare gli
occhi nell’osservarla percorrere gli ultimi gradini.
Sorrise,
lusingata dall’espressione che leggeva sul suo viso.
Quando
aveva scelto l’abito aveva voluto essere bella ed
elegante, ma non immaginava certo che avrebbe folgorato Bentley.
-
Assomigli a una di quelle principesse delle fate di cui
parla il ciclo bretone – l’accolse, chinandosi nel
farle un elegante baciamano.
Sentì
il sorriso allargarsi ancora di più sul suo volto mentre
il ragazzo le porgeva il braccio e la scortava verso la Sala Grande.
Nikolaj
e Tatiana camminavano poco dietro di loro,
chiacchierando fittamente.
E
dire che il bulgaro non le era certo sembrato il tipo più
loquace del mondo.
Mentre
entravano nella Sala Grande, con tutti gli occhi
puntati addosso, vide con la coda dell’occhio che gli altri
campioni erano già lì.
Lenochka
Volkov teneva sottobraccio Enea Palter, Gabriel
Jackson era accompagnato da una Lilith Myers a dir poco intrigante,
Charlotte
Valentine ed Erlend Holberg chiacchieravano a pochi passi da loro, e
infine
Jason Blackburn sorrideva ammaliante all’indirizzo di Gisele
Beaumont, una
delle Arpie dell’ultimo anno con la quale Marjorie aveva
scambiato sì e no
qualche parola nel corso dei suoi studi a Beauxbatons.
Ebbe
appena il tempo di scambiare un sorriso con Erlend che la
musica risuonò nella Sala, dando inizio alle danze.
-
Tocca a noi aprirle –, le sussurrò Bentley, -
pronta a
lasciare tutti senza fiato? –
Annuì,
lasciandosi guidare sulla pista.
Nessuno
avrebbe potuto allontanare la luce della ribalta dai
campioni delle scuole in quel momento.
*
Jason
seguì con lo sguardo i movimenti del fisico flessuoso di
Lilith.
Quell’abito
lasciava molto poco all’immaginazione e da quando
l’aveva vista fare la sua comparsa non era riuscito a
togliersi dalla mente il
pensiero di quanto gli sarebbe piaciuto sfilarglielo di dosso.
Un
tossicchiare infastidito gli annunciò che la sua dama non
era molto entusiasta del suo manifesto disinteresse.
Avevano
ballato solo in occasione dell’apertura delle danze,
dopodichè Jason aveva parlato con una decina di persone e
l’aveva ignorata
palesemente.
La
verità era che Gisele Beaumont era decisamente attraente
…
finchè rimaneva in silenzio.
Quando
apriva bocca il suo tono stridulo gli urtava il sistema
nervoso.
Era
stata solo un ripiego, ma cominciava a chiedersi se non
avrebbe fatto meglio a chiederlo a qualcun’altra, anche meno
bella ma più
sopportabile di lei.
-
Cosa c’è? – chiese,
all’ennesimo tossicchiare.
-
Hai intenzione di farmi ballare oppure pensi di finire la
serata così? –
Roteò
gli occhi.
-
Balla con chi ti pare, ma adesso sparisci … mi stai facendo
venire mal di testa con quella voce stridula. –
-
Sei veramente uno stronzo – sbottò la francese,
alzandosi in
piedi e allontanandosi a piccoli passi furenti.
Lo
aveva detto come se fosse chissà quale novità.
Eppure
avrebbe dovuto capire che lei non gli interessava,
insomma tre quarti della scuola sapeva che l’aveva invitata
solo perché la sua
prima scelta stava ballando tra le braccia di William Glacier.
E
dire che il francese gli era anche stato simpatico
inizialmente, ma era più pronto che mai a cambiare idea in
proposito.
Mentre
continuava a osservarli intravide la sua possibilità di
farsi avanti quando la coppia si separò e William si diresse
a passi decisi
verso Erlend, afferrandolo per un braccio e trascinandolo con
sé verso l’uscita
della Sala.
Decise
di fare la sua mossa, avvicinandolesi.
-
Il tuo cavaliere è scappato? –
-
Doveva risolvere una questione importante, gli ho detto di
darsi una mossa e andare a parlare con lui prima che fosse troppo tardi
e l’amicizia
ne uscisse rovinata. –
-
Un consiglio saggio. –
-
E la tua di dama? Non sembrava troppo contenta qualche
minuto fa. –
Atteggiò
le labbra a un sorriso beffardo.
-
Mi stavi fissando, rossa? Lo sapevo che non riuscivi a
togliermi gli occhi di dosso. –
Ricambiò
il sorriso, sarcastica.
-
Merito della tua dama, ha la voce più stridula che abbia mai
sentito … è praticamente impossibile non
accorgersi di lei quando parla. –
Scoppiò
a ridere, sorprendendola.
-
Ammetto che è vero, ma fortunatamente sono riuscito a non
averla più tra i piedi. Quindi … che ne dici di
un ballo? –
Lilith
lo soppesò, incerta.
-
Io e te? Sei certo che non si concluderà con un brutale
spargimento di sangue? –
- Correrò il
rischio …
a meno che tu non abbia paura. –
Sapeva
riconoscere una sfida quando ne vedeva una e che fosse
dannata se la lasciava vincere a Jason Blackburn.
-
D’accordo, balliamo. –
*
Fuori
dalla Sala Grande, Erlend prese la parola.
-
Posso sapere perché mi hai trascinato qui fuori senza una
parola? –
-
Qualcuno mi ha detto che dovevo risolvere la situazione
prima che diventasse impossibile farlo –, esordì
William, - e ammetto di essere
stato un idiota. –
-
Beh, questa sì che è una sorpresa –
sbuffò Erlend.
-
Fammi finire di parlare. –
-
D’accordo, continua pure, non
t’interromperò più. –
-
Dopo che abbiamo passato la notte insieme sono stato preso
dal panico. Avevo bevuto parecchio ed ero molto su di giri, mi sono
reso conto
di quello che era successo solo la mattina al mio risveglio e ho
preferito fare
finta di nulla nella speranza che anche tu fossi troppo ubriaco per
ricordarti
quello che era successo. E allora ho … –
-
Io non ero ubriaco –, lo interruppe, - anzi ero
perfettamente lucido a dirla tutta. –
Interdetto,
William parve perdere le parole.
-
Perciò sì, se te lo stai chiedendo, sono venuto a
letto con
te sapendo perfettamente quello che stavo facendo. –
-
Quindi … -
-
Quindi sono attratto da te, Will, probabilmente anche più
che attratto … forse sono persino innamorato, ma non credo
che per te sia lo
stesso vista la tua reazione – concluse amaramente.
-
Io non so che dire. Non mi sono mai davvero chiesto cosa
provassi per te e adesso … non so cosa rispondere
– ammise sinceramente.
Lui
non era il tipo che aveva relazioni stabili e durature,
mentre Erlend era proprio il tipo di ragazzo che esigeva
fedeltà, serietà ed
esclusività.
Non
era uno con cui passare qualche serata divertente e poi
via, come se non fosse successo nulla.
Ed
era il suo migliore amico, non avrebbe sopportato l’idea di
provare ad avere una relazione con lui e poi deluderlo.
-
Allora fa’ chiarezza, Will … poi torna a cercarmi.
–
Erlend
gli voltò le spalle con quelle ultime parole lapidarie
e si allontanò senza voltarsi indietro.
E
a lui non rimase che guardarlo andare via senza sapere cosa
diavolo fare per rimediare a quella situazione.
Spazio
autrice:
Salve!
Chiedo
scusa per il ritardo, ma aspettavo le risposte di tutti prima di
pubblicare.
Spero
che
il capitolo vi sia piaciuto e vi annuncio che nel prossimo vedremo la
prima
prova del torneo.
A
questo
proposito vorrei chiedervi di mandarmi tramite messaggio privato quella
che vi
piacerebbe fosse la classifica della prima prova (dal 1°
all’8° posto).
Detto
ciò, ci sentiamo al prossimo capitolo.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
-
Sei riuscita a capire cosa sta succedendo tra loro due? –
Audrey
scrollò il capo, tamburellando distrattamente con le
lunghe dita sul tavolo di Corvonero.
Quella
mattina si sarebbe tenuta la prima prova del torneo e,
se da un lato era in ansia per l’incolumità fisica
di Erlend, dall’altro continuava
a rimuginare sulle parole del ragazzo e di William.
-
Magari dopo la prova riusciranno a darsi una mossa e
chiarirsi, indipendentemente da quello che hanno combinato –
considerò Robert.
-
Magari … -
Tacque
all’improvviso visto che William aveva appena fatto la
sua comparsa.
Il
volto pallido e leggermente affilato era adornato da un
paio di evidenti e violacee occhiaie che contornavano le iridi blu
cobalto
creando l’illusione che fosse stato preso a pugni.
-
Sembri un panda – lo accolse Audrey.
L’occhiataccia
di William le fece capire che l’amico non era
proprio dell’umore adatto a scherzare.
-
Sono stato uno schifo per tutta la notte. –
-
Troppo alcool? Ho una pozione ricostituente in dormitorio,
posso portartela se vuoi – si offrì il biondo
Corvonero.
-
No, non credo che il problema sia l’alcool. Solo un
po’ di
stress, ma spero che in questi giorni passi. –
-
Se non altro oggi non abbiamo lezione. Qualcuno di voi ha
idea di quale potrebbe essere la prova? –
Stringendosi
nelle spalle, William sorseggiò rapidamente il
suo succo di zucca.
Aveva
cercato di pensare il meno possibile alla prova e alla
pericolosità che avrebbe potuto contraddistinguerla se si
avvicinava anche solo
la metà alla difficoltà del Torneo Tre Maghi.
-
Credo che lo scopriremo presto, i campioni stanno uscendo
dalla Sala Grande – replicò Audrey, accennando ai
ragazzi delle quattro scuole
che uscivano ordinatamente in coppia.
Allontanando
il piatto con i toast, colto improvvisamente da
un forte senso d’inappetenza, William si alzò in
piedi.
-
Faremo meglio a darci una mossa o i posti migliori saranno
già tutti occupati. –
*
Helena
strinse appena la mano di Nikolaj al di sotto del
tavolo, sorridendogli incoraggiante.
-
Andrà tutto bene, sei il miglior campione che Durmstrang
avrebbe potuto desiderare. –
Nikolaj
le sorrise di rimando, ma fu un’espressione meno
solare e allegra di quelle che le rivolgeva di solito.
Chi
non lo conosceva avrebbe potuto scambiarla per ferrea
determinazione a perseguire la vittoria della prova, ma lei capiva
chiaramente
cosa c’era dietro quel volto impassibile: ansia e un pizzico
di nervosismo.
Nikolaj
aveva paura di deludere le aspettative dei suoi
compagni di scuola e soprattutto di suo padre.
-
Così continuano a ripetermi tutti. –
-
Te lo ripetono perché sei il migliore di tutti noi. Non
perché
sei un Krum o perché sei il figlio del Preside …
semplicemente perché sei tu,
Nik. –
Questa
volta il sorriso che ricevette fu una versione molto
più vicina all’originale.
Era
stato toccato dalle sue parole e lei era semplicemente
felice di poter contribuire almeno un minimo nel renderlo un
po’ più sereno.
Nikolaj
si alzò, unendosi a Lenochka nel raggiungere gli altri
sei campioni.
E
a Helena non rimase altro che osservarlo allontanarsi.
-
Commovente. Dimmi, Nikolaj lo sa della tua piccola cotta? –
Volse
lo sguardo verso Constance, rivolgendole la migliore
delle occhiate minacciose del suo repertorio.
-
Non capisco di cosa stai parlando. –
La
bionda emise uno sbuffo beffardo. – Certo, come se fossero
tutti quanti ciechi o stupidi. È palese che provi qualcosa
per lui … deve
essere triste essere considerata solo come una sorellina. –
Helena
strinse i pugni, impedendosi di alzarsi e prendere
immediatamente a calci quell’insopportabile ragazzina
arrogante.
Fu
Enea a intervenire, cercando di riportare la calma tra le
due compagne di scuola.
-
Ragazze, non è proprio il caso di fare scenate in pubblico.
Quanto a te, Constance, dovresti davvero smetterla di cercare di
provocare
Helena. –
-
Cosa fai, ti schieri anche tu dalla sua parte? – chiese per
tutta risposta, con un tono di voce che lasciava intendere quanto fosse
ferita
dalla cosa.
-
Io non mi schiero proprio dalla parte di nessuno -, la
contraddì, – ma non vedo ragione di continuare
questa sottospecie di faida. –
-
Sì, certo, come no. È bello sapere di non poter
contare proprio
su nessuno qui dentro, grazie mille – sbottò
Constance, alzandosi e
allontanandosi con stizza fino a raggiungere l’uscita.
*
Joseph
allungò il passo, raggiungendo Gabriel e Marjorie prima
che entrassero nella tenda adibita ai campioni del torneo.
-
Ehy, pensavi davvero che ti avrei lasciato andare senza
prima farti gli auguri? –
Il
Tassorosso gli sorrise, accettando l’abbraccio in cui
l’amico
lo stava coinvolgendo.
-
Siamo in vena di manifestazioni d’affetto? – chiese
ironico.
Il
Serpeverde si strinse nelle spalle.
-
Qualche volta, ma non pensare che questa diventi un’abitudine
per tutta la durata del torneo. È solo perché
è la prima prova, quindi
considerati onorato. –
-
Assolutamente sì, mi hai tolto le parole di bocca.
–
Risero,
scambiandosi l’ennesima pacca sulla spalla sotto gli
occhi divertiti di Marjorie.
-
Tatiana? –
-
È già dentro, in pieno rito preparatorio.
–
-
Sì, so di cosa parli, deve concentrarsi. –
Effettivamente
l’amica era abbastanza maniaca della perfezione
da impegnarsi con ogni fibra del suo essere per portare a termine la
prova nel
migliore dei modi.
-
Cercate di portare un bel po’ di punti a Hogwarts, ma non
fatevi ammazzare, d’accordo? –
Gabriel
annuì risoluto.
-
Credo proprio che almeno per l’ultimo punto non dovrebbero
esserci troppi problemi. –
-
Quanto a te –, aggiunse Joseph rivolgendosi alla francese, -
credo proprio che ci sia qualcuno che vuole farti gli auguri.
–
Marjorie
si voltò verso il punto a cui accennava il ragazzo,
trovando Bentley che attendeva poco distante con l’aria
leggermente
imbarazzata.
Incrociò
il suo sguardo, sorridendogli mentre gli si
avvicinava.
-
Ciao, volevi parlarmi? –
L’americano
annuì, trascinando nervosamente il piede contro il
terreno del parco di Hogwarts.
-
Volevo farti gli auguri. Charlotte è una delle mie migliori
amiche e sarei contento se ottenesse un buon risultato, ovviamente, ma
spero
che anche tu ti classifichi in una buona posizione. Probabilmente
metà dei miei
compagni di scuola mi ucciderebbe se mi sentisse in questo momento, ma
non
credo di essere mai stato particolarmente patriottico –
concluse, le gote
leggermente rosate per l’imbarazzo.
-
Ti ringrazio, Ben …. E prometto di mantenere il segreto
–
scherzò Marjorie.
Bentley
ridacchiò a sua volta, allungando una mano verso di
lei con fare incerto.
Parve
cambiare idea a metà strada e decise di optare per un
abbraccio invece che una stretta di mano.
La
strinse delicatamente a sé, assaporando il profumo che
emanava dalla sua pelle.
Marjorie
sapeva di buono ed era sorprendentemente morbida e
rilassata nella sua stretta.
La
sentì appoggiare il capo sulla sua spalla, ricambiando
l’abbraccio.
-
Mi prometti che starai attenta? –
La
sentì annuire contro di sé.
-
Lo prometto. –
*
-
Entrerete in coppia, in base alla suddivisione per scuola, e
riceverete un punteggio da 1 a 10 da ognuno di noi giudici -,
spiegò Minerva, -
per cui è tanto importante superare la prova quanto farlo in
modo originale ed
efficace. –
-
Nel caso doveste avere problemi o difficoltà gravi
interverremo noi, perciò state tranquilli –
concluse Eric Miller, preside di
Ilvermorny, soffermandosi soprattutto sui suoi campioni.
Jason
annuì.
Era
pronto ad affrontare la prova, malgrado un certo livello
di nervosismo che si stava rapidamente facendo largo in lui.
Osservò
il resto dei concorrenti.
Gabriel
si tormentava nervosamente le mani mentre Tatiana
osservava il sacchetto che conteneva l’ordine in cui
sarebbero entrati nell’arena.
Marjorie
ed Erlend apparivano seri e concentrati, decisi a
focalizzarsi sui minimi dettagli per non lasciarsi assalire
dall’emozione.
Nikolaj
e Lenochka, invece, apparivano sicuri e determinati.
Non avrebbe saputo dire se fosse solo una posa di finzione oppure se
fossero
davvero certi di poter vincere la prova senza alcun problema.
Fatto
sta che di riflesso avvertiva loro due come i suoi
maggiori rivali.
Scoccò
infine un’occhiata a Charlotte, al suo fianco.
-
Vuoi essere tu a estrarre il nostro numero? –
La
ragazza alzò il capo di scatto, come se fosse
incredibilmente sorpresa dal fatto che lui le stesse rivolgendo la
parola.
Effettivamente
doveva ammettere che non l’aveva mai degnata di
grande considerazione durante gli anni precedenti, ma in quel momento
dovevano
collaborare per cercare di portare più punti possibili alla
loro scuola.
-
D’accordo – sussurrò, infilando la mano
nel sacchetto che la
Delacour le porgeva.
Rovistò
all’interno per secondi che le parvero interminabili.
Infine
decise di serrare le dita attorno a quel bussolotto.
L’estrasse,
sforzandosi di non far tremare la mano, e lo porse
alla Preside di Beauxbatons.
-
I campioni di Ilvermorny entreranno per secondi. –
Trasse
un sospiro di sollievo e sentì le iridi di ghiaccio di
Jason luccicare soddisfatte su di lei.
-
Bel lavoro, almeno riusciremo a capire dalle urla quanto è
brutta questa prova. –
Già,
peccato che l’idea non la rasserenasse affatto.
*
Erlend
si sporse per osservare il numero che Marjorie aveva
appena estratto.
Il
numero tre.
Non
sapeva dire se fosse una cosa buona o meno essere i
penultimi ad affrontare la prova.
Forse
avrebbe preferito togliersela di mezzo all’istante, ma
d’altro
canto essere i primi in assoluto generava uno stress maggiore.
-
Hai idea di cosa fare in linea di massima? –
Aggrottò
la fronte, rivolgendosi verso la sua compagna.
-
Dovrebbe essere una scelta saggia quella di cominciare con
incantesimi scudo e qualcuno offensivo di blanda intensità.
Ma appena vedremo
con cosa abbiamo a che fare capiremo come rapportarci. –
Marjorie
annuì, pensierosa.
Nel
frattempo videro Lenochka estrarre il numero 1, rendendo
quindi scontato che i campioni di Hogwarts sarebbero entrati
nell’arena per
ultimi.
-
Comincerete tra un istante – annunciò Viktor Krum,
per poi
vedere confermate le sue parole dal colpo di cannone che
squarciò il silenzio
carico d’attesa dell’arena.
Erlend
rimase in religioso silenzio mentre osservava Nikolaj e
Lenochka entrare nell’arena, acclamati dal tifo di Durmstrang.
Poi
un rumore come di gabbia che veniva issata e nuove urla
dal pubblico, questa volta di terrore.
Rivolse
un’occhiata eloquente a Marjorie.
Qualsiasi
cosa fosse non prometteva nulla di buono.
*
Lenochka
sgranò gli occhi davanti alla creatura che fece la
sua comparsa da dietro la gigantesca porta della gabbia che
l’aveva racchiuso
fino a quel momento.
Un
troll.
Un
troll delle montagne … e per giunta bello grosso.
Volse
lo sguardo verso Nikolaj, vedendolo osservare la creatura
con espressione seria e risoluta.
Era
intento a elaborare una strategia, lo si capiva dal modo
in cui stringeva la bacchetta e appariva assorto.
-
Idee? –
-
L’incantesimo conjunctivitis. –
Sentì
un sorriso dipingerlesi sul volto.
Esattamente
la stessa mossa che aveva usato, anni prima,
Viktor Krum durante la prima prova del Torneo Tre Maghi.
Tale
padre tale figlio, non c’era che dire.
-
Potrebbe funzionare -, riconobbe, - Al tre? –
-
Al tre. –
Puntarono
le bacchette nello stesso istante, facendo
proiettare due raggi rossi dritti verso le orbite del troll.
Lo
colpirono in pieno, vedendolo sussultare e cercare di
portare le mani al volto.
Purtroppo
la creatura non aveva considerato la mazza che
teneva ancora stretta tra le mani e che, nel tentativo di coprirsi il
volto,
finì con il cozzare contro la testa.
Tramortito,
cadde a terra e venne immediatamente circondato da
una serie di addetti che si occupò di riportarlo in gabbia,
sancendo la
vittoria dei due ragazzi.
Sotto
gli scrosci degli applausi della tribuna, Nikolaj e
Lenochka si scambiarono un cinque.
E
una prova era andata, ne mancavano solo due.
*
Lilith
si coprì gli occhi mentre l’urlo di Zahra, seduta
al
suo fianco insieme al fratello e a Audrey e William, riecheggiava sugli
spalti.
Le
prime tre prove erano state portate a termine con risultati
grossomodo efficaci, ma la quarta coppia di concorrenti sembrava avere
davvero
grosse difficoltà.
Era
bastato scoprire il fianco per un attimo e la mazza del
troll si era abbattuta addosso a Tatiana, colpendola a un fianco e
lasciandola
a terra con quella che aveva tutta l’aria di essere
l’intera metà destra del
corpo fratturata.
Gabriel
si schierò davanti all’amica, cercando di
proteggerla
da ulteriori assalti del troll.
E
parve decidere di utilizzare una tattica d’attacco meno
diretta, richiamando il suo Patronus e facendolo muovere
all’interno dell’arena
attirando l’attenzione del troll.
Mosse
infine la bacchetta nuovamente, producendo una frattura
nel terreno nel quale si incastrarono le gambe del troll.
Con
un ruggito animalesco e frustrato la creatura cercò di
liberarsi ma senza alcun successo.
Fu
allora che venne messo termine alla prova e i Medimaghi lì
per l’occasione accorsero nell’arena, sollevando
delicatamente il corpo privo
di sensi di Tatiana.
-
Sembra ridotta davvero male … credete che si
rimetterà? –
sussurrò Zahra, le iridi sgranate per la paura.
-
Spero di sì, ma chi può dirlo … -
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
finalmente con la prima prova del torneo. Come avrete notato Tatiana
non ha
fatto una fine esattamente piacevole, ma nel Prologo avevo anticipato
che
quella sarebbe stata la sorte toccata agli OC di chi scompariva
… purtroppo
quindi Hogwarts si troverà a partecipare con un solo
campione alle prossime due
prove. Vi pregherei di non costringermi a far seguire ulteriori
scomparse,
specialmente dei campioni delle varie scuole, perché mi
mettereste davvero in
difficoltà con il proseguimento della storia. Qui sotto vi
allego la classifica
sia singola che per scuola.
Classifica
prima prova singola:
1°
Nikolaj Krum – 40 punti
2°
Jason
Blackburn – 34 punti
3°
Erlend
Holdberg – 30 punti
4°ex
equo
Lenochka Volkov & Charlotte Valentine – 26 punti
5°
Marjorie Flaubert – 25 punti
6°
Gabriel Jackson – 21 punti
7°
Tatiana Burke – 14 punti
Classifica
prima prova per scuola:
1°
Durmstrang – 66 punti
2°
Ilvermorny – 60 punti
3°
Beauxbatons – 55 punti
4°
Hogwarts – 35 punti
Per
ora è
tutto.
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 7 ***
Capitolo
7
-
Questo è ufficialmente il periodo dell’anno che
preferisco –
sentenziò Zahra, le palpebre socchiuse mentre si godeva la
leggera brezza
autunnale che filtrava dalla finestra aperta del dormitorio.
-
Si congela – la rimbeccò Charlotte, stringendosi
maggiormente
contro la coperta in patchwork rosso oro.
Lilith
annuì, poco abituata a sopportare le temperature
inglesi in quel periodo dell’anno, che da dove venivano loro
erano assimilabili
solo all’inverno inoltrato.
-
D’accordo, allora chiudo la finestra –,
acconsentì con una
scrollata di spalle la bionda, - Piuttosto avete deciso da cosa
vestirvi per
Halloween? –
-
Principessa della Corte Unseelie – replicò la
rossa,
tamburellando con le dita sulle labbra carnose, - Ma una di voi due
dovrà darmi
una mano con la trasfigurazione degli occhi e delle orecchie.
–
-
A quale colore pensavi? –
-
Una sfumatura chiara di viola, magari persino lilla. –
Il
sorrisone di Zahra le annunciò che l’amica
condivideva in
pieno l’idea.
-
E tu Charlie? –
-
Nulla di troppo appariscente -, la bloccò
all’istante, - lo
sapete che non amo particolarmente mettermi in mostra. –
-
Disse quella che si è candidata al torneo. –
-
È diverso … la mia candidatura ha una motivazione
ben precisa
– mormorò, giocherellando con un filo tirato della
coperta.
-
Non ci hai mai detto cosa ti ha spinta a farlo … non lo sa
nemmeno Ben. –
Arrossì
leggermente, abbassando lo sguardo.
-
Non sei obbligata a dircelo se non vuoi – aggiunse in fretta
la rossa.
-
No, va bene … Credo di aver sempre voluto dimostrare di
essere in grado di fare qualcosa oltre allo studiare e il fatto che ci
sia
anche un premio in denaro … beh, noi non abbiamo molti soldi
in famiglia quindi
il premio ci farebbe davvero comodo. –
-
Spero che tu vinca, Charlie. Sul serio – asserì
Zahra,
colpita da quelle parole, afferrandole la mano e stringendola con
decisione
affinchè il linguaggio del corpo confermasse ancora di
più l’autenticità delle
sue parole.
-
Tutte noi lo speriamo – le diede man forte Lilith.
Charlotte
sorrise, rincuorata.
Sembrava
che qualcuno avesse voluto premiarla facendole dono
di un paio di amiche sinceramente legate a lei e quella, al di
là dell’esito
del torneo, era già una grande vittoria.
*
-
Audrey ha una vaga idea del perché Marjorie se ne sia
andata? – chiese Gabriel, accostandosi all’amico
mentre uscivano dall’aula d’incantesimi.
Robert
scosse il capo.
-
Dice che la partenza è stata improvvisa e repentina. Nessuno
sa con precisione cosa sia successo. –
-
Forse riguarda la sua famiglia –, ipotizzò Joseph,
- resta
comunque il fatto che se non altro Hogwarts non è
più l’unica scuola ad avere
un solo partecipante al torneo. –
-
Già, ma con Tatiana spedita al San Mungo e Marjorie
improvvisamente tornata a casa credo che lo spirito di questa
iniziativa si
stia lentamente perdendo. –
-
L’importante è vincere, dello spirito
dell’iniziativa chi se
ne frega. –
Robert
e Gabriel si scambiarono un’occhiata che valse più
di
mille parole.
Certe
volte il lato Serpeverde di Joseph emergeva
prepotentemente, ma ormai avevano imparato a convivere con la fredda e
spontanea schiettezza del ragazzo.
-
Credo che la Mc abbia deciso di ospitarlo per un qualcosa di
moralmente più alto di una vittoria – gli fece
notare Gabriel, sorridendo
divertito.
Joseph
gesticolò a mezz’aria come a dire che erano
considerazioni irrilevanti.
-
Hanno già fissato una data per la seconda prova del torneo?
–
Gabriel
annuì. – Il quindici novembre, ma non abbiamo il
minimo indizio della natura della prova. –
-
Te la caverai -, asserì Robert battendogli una pacca sulla
spalla con un sorrisetto ironico dipinto sulle labbra sottili, - o male
che
vada ti faremo un gran bel funerale. –
Ridendo,
i tre ragazzi continuarono a camminare verso l’aula
della loro prossima lezione: Pozioni.
Quella
sì che sarebbe bastata per cancellare il sorriso sulle
labbra.
*
Enea
allungò il passo affiancandosi alla compagna di scuola.
Lui
e Constance non erano mai stati esattamente amici per la
pelle, ma era la persona con la quale la bionda e algida bellezza
bulgara aveva
legato più di ogni altro nell’arco di quegli anni
di scuola e comprendeva come
si fosse sentita ferita dal suo schierarsi dalla parte di Helena.
Il
punto era che certe volte Enea semplicemente non
comprendeva il motivo che spingeva Constance a comportarsi in quel modo.
Era
una ragazza intelligente, francamente bellissima, eppure
si comportava come se essere sgradevole fosse parte della sua natura e
fosse
impossibile per lei frenare quel lato.
-
Constance … -
La
vide voltarsi, le iridi chiare che si soffermavano
brevemente sul suo volto prima di assottigliarsi.
-
Cosa vuoi, Palter, hai bisogno di ripetermi che razza di
persona insopportabile io sia? –
Scosse
il capo, avvicinandolesi.
-
Nulla del genere. Volevo solo chiederti scusa se ti ho
ferita l’altro giorno, non era mia intenzione ma non capisco
perché te la
prenda sempre con Helena. Non ti ha fatto mai nulla di male. –
-
Naturale, figurarsi se miss principessa della purezza
potrebbe mai far arrabbiare qualcuno. –
-
Allora spiegami qual è il problema. Sono bravo ad ascoltare.
–
-
Forse lo sei davvero, Palter … ma non ti è mai
passato per
la testa che dietro al mio atteggiamento non ci sia alcuna vera
motivazione?
Siete tutti convinti che una persona sia dura e sgradevole solo
perché ha
qualcosa che nasconde nel profondo e che la fa soffrire …
magari invece quella
persona non ha proprio nulla che non va ed è semplicemente
così da quando è
nata. –
Interdetto,
la vide voltarsi nuovamente e allontanarsi con la
consueta andatura sinuosa e sensuale.
Se
non altro lui ci aveva provato a sistemare le cose, Merlino
e Morgana gli erano testimoni.
*
-
Cosa succede tra te e William? – chiese Bentley, mentre
alzava lo sguardo dal volume di Storia della magia e con la coda
dell’occhio
osservava come il francese in questione li osservasse con la mascella
decisamente serrata mentre in teoria stava studiando con Jason
Blackburn.
-
Incomprensioni piuttosto ovvie. –
-
E fin qui c’ero arrivato. Ma che tipo di incomprensioni?
–
-
Sei piuttosto poco incline a lasciar perdere quando vuoi
sapere qualcosa, vero? –
Bentley
annuì, sorridendo malandrino.
-
Charlotte mi dice sempre che tendo a essere maledettamente
inopportuno quando voglio sapere a tutti i costi qualcosa. Ma non
è certo colpa
mia se quello che c’è in corso tra te e William
sembra essere tremendamente
interessante. –
Colpito
suo malgrado, il francese si ritrovò a sorridere
divertito.
-
Apprezzo la brutale schiettezza, è una cosa che ci accomuna
-, riconobbe, - perciò ti dirò quello che
è successo, ma credo sia superfluo
sottolineare che deve rimanere tra di noi. –
-
Ovviamente. –
-
Siamo stati a letto insieme, quella sera della festa
organizzata da Robert e gli altri. –
Sorprendentemente
Bentley non parve sconvolto dalla cosa come
probabilmente sarebbe stata al suo posto Audrey.
-
Ero quasi certo che si trattasse di qualcosa del genere.
Insomma, in questo preciso momento mi sta fissando come se volesse
staccarmi la
testa a morsi solo per il semplice fatto che sono seduto qui a parlare
con te e
che tu mi sorridi. –
Quelle
parole ottennero come effetto quello di far allargare
ancora di più il sorriso di Erlend.
-
Se ti proponessi una cosa alquanto meschina ma altamente
strategica, ci staresti? –
-
Dal momento che Marjorie è misteriosamente scomparsa senza
farmi
neppure sapere che cosa sia successo … sì, ovvio
che ci sto. –
-
Bene. Allora considerati il mio cavaliere per questa sera. –
-
Sarà un onore -, rispose l’americano alzando la
voce
abbastanza da essere certo che al tavolo vicino la replica fosse ben
udibile, -
a che ora ci vediamo? –
*
Helena
notò con la coda dell’occhio che Lenochka la
osservava da
una manciata abbondante di minuti.
-
Volevi dirmi qualcosa? –
La
compagna di scuola scosse il capo.
-
Stavo solo pensando -, replicò, - ma forse puoi rispondere a
una semplice domanda. Constance aveva ragione quando ti ha detto quella
cosa? –
Accigliata,
Helena smise di acconciare i capelli e roteò gli
occhi.
-
Constance dice un sacco di cose, temo dovrai essere molto
più specifica. –
-
Quando ha detto che hai una cotta per Nikolaj. Aveva
ragione, vero? –
Trasalì,
lasciandosi sfuggire dalle mani la treccia.
-
Cosa te lo fa pensare? –
-
Semplice supposizione – rispose, annullando la distanza che
le separava e afferrandole la chioma.
L’aiutò
ad acconciarli nuovamente con una rapidità
sorprendente.
-
Stavo solo pensando che voi due siete molto legati e parlate
spesso l’uno dell’altra. Quindi mi chiedevo se ci
fosse mai stata dell’attrazione
almeno da parte di uno dei due – proseguì,
afferrando una forcina e assicurando
la treccia alla base del collo.
Helena
arrossì di botto, confermandole la sua supposizione.
-
Io … credo che Nik mi sia sempre piaciuto ma ho sempre
cercato di non pensarci perché lui mi considera come una
sorella. –
-
Ti ha invitata ad andare alla festa di questa sera insieme a
lui, no? Qualcosa dovrà pur significare. –
-
Ha invitato anche Tatiana tempo fa – le ricordò.
Lenochka
le strizzò l’occhio con fare malizioso e insieme
complice.
-
Già … ma lei adesso non è
più qui, no? Perciò fatti sotto,
tigre, e dimostragli che non siete fratello e sorella nemmeno un
po’. –
Si
avvicinò all’armadio e ne estrasse un abito verde
smeraldo
dalla scollatura vertiginosa e tanto aderente da sembrare una seconda
pelle.
-
Con questo addosso ti assicuro che nessun ragazzo penserebbe
mai che tu sia la sua sorellina. –
Dubbiosa,
Helena lasciò che la ragazza la convincesse a
provarlo almeno una volta.
Lo
indossò, ammirando come esaltasse la sfumatura dei suoi
occhi.
-
Sembro … - mormorò, a corto di parole per lo
stupore,
-
Miss saltami addosso –, concluse, - perciò tu
stasera te lo
metti e ti assicuri che Nikolaj non guardi nemmeno per sbaglio
un’altra. –
Sorrise
riconoscente. – Perché fai tutto questo per me?
–
Si
strinse nelle spalle.
-
Suppongo che l’idea di fare da fata madrina ogni tanto possa
anche essere divertente. –
*
-
Sembri maledettamente arrabbiato. –
-
Non dovresti essere a infastidire il tuo cavaliere? –
rilanciò William.
-
Spiritoso. Sono solo preoccupata per te. È così
sbagliato
visto che sei il mio migliore amico? –
Con
un sospiro, William si voltò finalmente verso di lei e la
guardò dritta negli occhi.
-
No, Auds, non è sbagliato. È solo che
è complicato … -
-
Cosa è successo davvero tra te ed Erl? –
-
Io … io credo di provare qualcosa per lui. –
Se
si era aspettato che Audrey fosse scioccata dalla cosa
rimase interdetto, perché la ragazza non fece la minima
manifestazione di
sorpresa.
-
Ce ne hai messo di tempo a capirlo. –
-
Tu lo sapevi già? – chiese, incredulo.
Si
strinse nelle spalle, sorseggiando un po’ della sua
Burrobirra. – Non era evidente? Immagino sia successo
qualcosa tra di voi e che
nessuno dei due sappia come affrontare la cosa. Quindi tu sei qui a
tormentarti
e lui è lì con un cavaliere improvvisato allo
scopo esclusivo di studiare la
tua reazione. –
-
Improvvisato? –
Audrey
scoppiò a ridere.
-
Cielo, voi uomini sapete essere così ottusi certe volte. Se
tu provi qualcosa allora è certo che Erlend provi la stessa
identica cosa.
Dovete solo smetterla di fare i testoni e parlarvi. –
-
Credo che ci penserò su. –
-
Buon per te … ora, se vuoi scusarmi, torno dal mio cavaliere
– replicò, lasciandogli tra le mani il bicchiere
ormai vuoto e raggiungendo
Robert.
William
la vide cingergli il collo con le braccia e
sorridergli radiosa un attimo prima di baciarlo.
Aveva
ragione lei, doveva davvero escogitare qualcosa che
facesse capire a Erlend ciò che gli passava per la testa
prima che fosse troppo
tardi.
*
-
Credo che quel vestito sia illegale in almeno tre quarti del
mondo. –
Lilith
rise guardandolo dall’alto in basso.
-
Se è il tuo modo di farmi un complimento allora devo
ammettere che anche tu non sei male. –
-
Addirittura? Credo sia la cosa più carina che tu mi abbia
mai detto in tutti questi anni. –
La
rossa fece spallucce. – E di chi è la colpa?
–
-
Probabilmente mia -, ammise Jason, - devo ammettere che
certe volte fare l’idiota mi riesce davvero benissimo.
–
-
L’hai detto. –
-
Però, sul serio … non sono riuscito a toglierti
gli occhi di
dosso da quando sei entrata in Sala Grande – ammise, tornando
serio all’improvviso,
- E ho pensato che avrei fatto meglio a dirtelo prima che te lo dicesse
qualcun
altro. –
La
vide abbassare leggermente lo sguardo, le gote che si
colorivano di una bella sfumatura di rosa acceso.
-
Sicuro di non avere bevuto troppo? –
-
Sono tristemente molto sobrio. In realtà sarei ipocrita nel
dire che non avevo notato la tua bellezza già da tempo, ma
non ti sono mai
stato molto simpatico perciò dirtelo non aveva molto senso.
–
Alzò
nuovamente le iridi, trasfigurate ad assumere una
sfumatura violacea che ben si sposava con la chioma rosso fuoco,
fissandolo
incuriosita.
-
E perché adesso hai cambiato idea? –
-
Perché abbiamo cominciato a parlare in modo civile e mi
sembrava un buon momento. –
-
Ha senso – riconobbe, sorridendo imbarazzata, - ma non
capisco cosa ti aspetti da tutto questo. –
Jason
le rivolse uno di quei suoi sorrisi fascinosi che
facevano tremare le ginocchia alla maggior parte delle ragazze.
-
Voglio solo sapere se ti piaccio almeno la metà di quanto tu
piaci a me – disse, schietto.
Lilith
prese un respiro profondo.
-
Sei stato un grandissimo idiota per molto tempo,
specialmente quando dovevi avere a che fare con me, ma negli ultimi due
mesi
sei cambiato molto. E credo proprio che mi piaccia molto questo lato
nuovo e
molto più maturo di Jason Blackburn. –
-
E ti piace solo questo … solo la mia riscoperta
maturità? –
insistè, malizioso.
Ridendo,
cedette.
-
D’accordo. È quasi ridicolo quanto sei bello,
perciò no …
non è solo la tua nuova maturità a piacermi.
–
-
Bene … davvero molto bene. –
E
poi si chinò su di lei, posandole le mani sui fianchi e
annullando la distanza che li separava.
Reclamò
le sue labbra con decisione e lo sentì sorridere a
fior di labbra quando lei, dopo un attimo di sorpresa,
ricambiò il bacio con
uguale trasporto.
Spazio
autrice:
Salve!
Purtroppo
le mie richieste sono rimaste inascoltate e abbiamo un altro campione
del
torneo che scompare. Si tratta come tutti avrete ormai capito della
campionessa
di Beauxbatons: Marjorie Flaubert.
Le
motivazioni della sua scomparsa sono le medesime di quella di Tatiana
nello
scorso capitolo e devo dire che nel suo caso mi dispiace
particolarmente perché
è andata a distruggere la coppia che avevo in mente di farle
formare con
Bentley … ma così è la vita.
Nel
prossimo capitolo avremo la seconda prova perciò vi chiedo
di rispondere a due
domande:
1)
Questa
vale per tutti e riguarda la
classifica che vi piacerebbe vedere nella seconda prova;
2)
Questa
riguarda solo i creatori degli OC che
sono i campioni delle varie scuole. Qual è la persona a cui
il vostro OC è più
affezionato?
Al
prossimo capitolo.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 10 *** Riapertura iscrizioni ***
Avviso 2.0
Ho deciso di accogliere il suggerimento di alcune delle creatrici, pertanto la storia verrà continuata e saranno riaperte le iscrizioni.
Ovviamente calcando un po' la mano nel giustificare la cosa, la motivazione della presenza di nuovi Campioni sarà che essi sono le "riserve" delle varie scuole.
Quindi avrò bisogno di 3 nuovi OC:
- un ragazzo di Hogwarts del VI o VII anno;
- Una ragazza di Beauxbatons del VI o VII anno;
- Una ragazza di Hogwarts del VI o VII anno.
Vi anticipo fin da subito che sarò molto selettiva circa la selezione: chi ha partecipato ad altre mie storie ed è scomparso nel nulla non verrà accettato fin da principio per evitare di incorrere in nuove eliminazioni praticamente preannunciate.
Inoltre se dovessero scomparire altri Campioni la storia verrà definitivamente cancellata, la stessa cosa varrà nel caso in cui nessuno si presenti come nuovo candidato a partecipare.
Chi desidera partecipare trova tutte le indicazioni nel Prologo e ha come tempo massimo per inviare le schede lunedì 9 ottobre.
L'avviso verrà sostituito dal nuovo capitolo martedì in giornata.
Spero davvero di avere fortuna questa volta.
A presto.
XO XO,
Mary
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 8 ***
Capitolo
8
Salve!
Come
vi
avevo preannunciato nel corso dei due avvisi ho purtroppo dovuto
eliminare
anche Gabriel Jackson e così ho deciso di riaprire le
iscrizioni e concedere a
questa storia un’ultima occasione nella speranza che non
scompaia nessun altro.
Avendo trovato tutti e tre i Campioni di cui necessitavo vi comunico
che, salvo
ulteriori imprevisti, la storia giungerà alla sua
conclusione.
Gli
OC
selezionati sono:
Shana
Leila Fine (PV Kaya Scodelario)
–
VI anno, Serpeverde. Campionessa per Hogwarts.
Joelle
Doriane Bonnay
(PV Lily
James) – VII anno, Unicorno. Campionessa per
Beauxbatons.
Killian
Lawson
(PV Francisco Lachowski)
– VI anno, Corvonero. Campione per Hogwarts.
-
Questo torneo sta letteralmente decimando i partecipanti –
constatò Robert mentre prendevano posto in attesa
dell’annuncio programmato per
quel pomeriggio.
Audrey
annuì, sedendogli accanto e poggiando il capo sulla sua
spalla.
-
Dopo il ricovero al San Mungo di Tatiana, la malattia della
madre di Marjorie e la morte del padre di Gabriel sembra proprio che ci
sia una
sorta di maledizione su quest’evento. –
-
Credi che ci abbiano convocati qui per annunciarci la fine
del torneo? –
Audrey
si strinse nelle spalle.
Non
aveva pensato a quell’aspetto della cosa, ma sperava
vivamente che non andasse a finire in quel modo.
Lì
a Hogwarts aveva fatto nuove amicizie e aveva trovato
Robert.
L’idea
di lasciarsi alle spalle tutto quello prima del tempo
la riempiva di malinconia e angoscia.
-
Non lo so – mormorò.
Sentì
la mano del ragazzo cercare la sua e stringerla con
delicata fermezza.
-
Comunque vadano le cose non ho la minima intenzione di
perderti. –
Sorrise,
rincuorata, ricambiando la stretta.
-
Lo stesso vale per me. –
Il
tossicchiare dell’anziana preside di Hogwarts interruppe i
mormori che echeggiavano nella Sala Grande.
-
Credo che tutti voi vi starete chiedendo cosa ne sarà del
Torneo dopo i recenti avvenimenti -, esordì la McGranitt, -
ebbene abbiamo
deciso all’unanimità di consentire alle riserve di
prendere il posto dei
concorrenti che hanno abbandonato il Torneo. Tuttavia ciò
avviene in via del
tutto eccezionale e non saranno operate ulteriori sostituzioni.
Desideriamo che
tutti voi comprendiate quanto siano seri gli impegni che prendete e
quanto essi
vadano rispettati e onorati. La correttezza dovrebbe essere sopra ogni
cosa,
anche sopra un’eventuale vittoria – concluse,
mentre i restanti tre presidi
annuivano come a voler confermare ogni singola parola da lei proferita.
Audrey
tirò un sospiro di sollievo.
Nulla
era ancora finito, non sarebbero dovuti tornare in
Francia prima del tempo.
Accanto
a lei sentì chiaramente che anche Robert si rilassava
contro lo schienale della sedia.
Erano
ancora insieme e avrebbero continuato a esserlo fino
alla fine dell’anno.
Null’altro
contava in quel momento.
*
Lenochka
aggrottò la fronte, perplessa, prima di voltarsi
verso Joseph.
-
Tu che sei di qui, che tipi sono Shana e Killian? –
Si
strinse nelle spalle, abbassando la voce per non essere
sentito dalla compagna di Casa che si era recentemente aggiudicata il
ruolo di
nuova Campionessa.
-
Killian è un tipo … particolare oserei dire.
Sta’ piuttosto
sulle sue e non parla mai molto con il resto dei ragazzi del suo anno.
È da
prendere con le pinze, perché tremendamente imprevedibile,
tutt’altra pasta
rispetto a Gabriel. Quanto a Shana … fossi in te non mi
fiderei troppo di lei. È
molto abile nel manipolare persone e situazioni e volgerle a proprio
vantaggio,
ed è tremendamente determinata; adesso che ha
l’occasione di rimpiazzare
Tatiana e vincere il Torneo non se la farà di certo sfuggire
da sotto il naso. –
Annuì,
lanciando una lieve occhiata in direzione di Constance,
che neanche a dirlo aveva provato a intavolare una conversazione con la
mora.
Eppure
sembrava che la Serpeverde non fosse minimamente
interessata a dialogare con lei e stava evidentemente cercando di
tagliare
corto rispondendo con frasi brevi e ricche di sarcasmo.
-
Credo di aver inquadrato il tipo. –
Posò
poi lo sguardo sulla bionda al tavolo dei Corvonero che
chiacchierava allegramente con William Glacier.
Non restava che
scoprire che tipo fosse quella Joelle Bonnay.
*
Charlotte
volse lo sguardo verso Zahra, accennando a Lilith e
Jason che sedevano vicini e sembravano completamente assorti nel loro
mondo.
-
E dire che quei due professavano a mari e monti di non
sopportarsi. Eppure guardali adesso, tubano come piccioncini.
–
-
La forza dell’amore – sentenziò la
bionda, per poi rivolgere
un’occhiata penetrante all’indirizzo di Bentley, -
tu invece, bel biondino,
vuoi spiegarci perché improvvisamente vai tanto a braccetto
con Erlend
Holdberg? Cosa fai, fraternizzi con il nemico? –
Bentley
gettò la testa all’indietro, ridendo di cuore.
-
Per quanto la mia bisessualità sia cosa oltremodo
conclamata, bella bionda, mi dispiace deluderti. Ho solo fatto un
favore a un
potenziale nuovo amico. –
Le
due ragazze, tremendamente incuriosite, si sporsero
maggiormente verso di lui con fare complice.
-
Ti va di dirci di cosa si tratta? Chi voleva far ingelosire
Erlend? –
Ben
scosse il capo, mimando una zip a chiudere la bocca.
-
Le mie labbra sono accuratamente sigillate, bellezze. –
Zahra
sbuffò, mettendo il broncio come una bambina a cui fosse
stato negato il giocattolo che tanto desiderava.
-
Guastafeste. –
-
Già – le diede man forte Charlotte, stupendo
Bentley.
-
Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia Charlie? – chiese
incredulo,
sgranando le iridi azzurro cielo.
Arrossendo
lievemente, si strinse nelle spalle. – Colpa
dell’influenza
di Lilith e Zahra. –
*
Killian
storse il naso, annoiato da tutto quel chiacchiericcio
che lo vedeva suo malgrado protagonista.
Aveva
accettato di candidarsi al Torneo per mettersi alla
prova, non certo per attirare su di sé più
chiacchiere e pettegolezzi di quanto
fosse necessario.
Perciò
approfittò di un momento di distrazione per
sgattaiolare fuori dalla Sala Grande portando con sé quanto
bastava per una
cena veloce prima di andare a dormire.
La
mattina seguente ci sarebbe stata la seconda prova e aveva
intenzione di dedicarsi anima e corpo a preparare una strategia che
potesse
rivelarsi vincente piuttosto che lasciarsi distrarre da inutili
chiacchiere.
-
Fuggi dai festeggiamenti, Lawson? Decisamente da te. –
Si
voltò verso la voce femminile alle sue spalle, inarcando
appena un sopracciglio all’indirizzo di Shana Fine.
-
Tu invece sei il tipo a cui piacciono feste e
festeggiamenti, perciò perché non sei
lì dentro a crogiolarti nella gloria? –
la rimbeccò beffardo.
-
Le feste mi piacciono -, riconobbe, - ma al momento sono
concentrata su qualcosa di ancora più interessante: vincere.
Ci sarà tempo per
festeggiare in seguito. –
-
Sembra quasi che tu dia già per scontata la vittoria.
–
Gli
rivolse un sorrisetto furbo.
-
Perché, tu no? Potremmo non essere amici, Lawson, ma
sappiamo benissimo entrambi che funzioniamo alla grande insieme.
–
Già,
effettivamente le lezioni di Cura delle creature magiche
filavano sempre alla perfezione quando loro due venivano assegnati allo
stesso
lavoro di coppia.
C’era
una forte intesa intellettuale anche se non propriamente
caratteriale.
-
Sento che sta per arrivare una proposta d’alleanza.
–
-
Molto bene, Lawson, davvero intuitivo. I campioni di
Durmstrang fanno squadra insieme, quello di Ilvermorny si è
fidanzato con l’amica
della campionessa americana quindi è ragionevole supporre
che si aiuteranno
cambiando le carte in tavola, e i due francesi si conoscono da
parecchio per
cui anche loro sono una scelta ovvia. Io e te siamo alleati naturali
–
concluse, stringendosi nelle spalle.
-
E siamo anche quelli che partono con il punteggio più basso.
–
-
Capovolgeremo le carte in tavola. È quello che sappiamo fare
meglio. –
Killian
si ritrovò suo malgrado a sorriderle di rimando.
C’era
da dire che Shana Fine sapeva decisamente come
convincere qualcuno.
-
Andata, siamo alleati. –
*
Si
era offerta di aiutare Nikolaj nell’elaborare una strategia
per la prova dell’indomani, ma in quel preciso momento il suo
cervello non
riusciva a pensare ad altro che non fosse quanto fossero vicini i loro
corpi e
la sensazione di calore che l’assaliva quando le braccia
scoperte si
sfioravano.
Fu
così che, mentre Nikolaj cominciava a snocciolare le
incognite di non sapeva bene quale incantesimo l’istinto la
spinse ad agire.
Si
sporse verso di lui, baciandolo di getto.
Il
contatto durò appena una manciata di secondi,
dopodichè
Nikolaj lo interruppe tirandosi indietro con gentilezza.
-
Hel … - cominciò, ma la rossa lo interruppe.
-
Lascia perdere, è colpa mia, non so cosa mi sia preso.
Fa’
finta che non sia successo nulla, ti prego. –
Si
alzò di scatto, correndo verso la porta che conduceva al
dormitorio femminile e richiudendola dietro di sé con uno
schianto.
Raggiunse
la camera che condivideva con Lenochka e Constance,
trovandovi all’interno solo la bionda.
Proprio
l’ultima persona sulla faccia della terra che avrebbe
voluto incontrare.
Incrociò
appena il suo sguardo.
-
Non cominciare, Constance, non è proprio serata –
mormorò,
gettandosi a pancia sotto sul letto a baldacchino e affondando la testa
sotto
il cuscino per soffocare i singhiozzi.
Dio,
che stupida che era stata.
Era
evidente che Nikolaj non la vedesse in altro modo che come
una sorellina.
Uno
scricchiolio le annunciò che qualcuno si era seduto sul
bordo del letto.
Alzò
appena il capo, vedendo Constance seduta accanto a lei
che le porgeva una scatola di fazzoletti.
-
Credo che questi servano più a te – disse
soltanto, per poi
alzarsi e tornare a sistemare le sue cose come se quel breve intermezzo
non
fosse mai esistito.
*
William
era perfettamente consapevole dello sguardo di Erlend
mentre sedeva sul divano accanto a Joelle e chiacchierava con lei a
bassa voce
e con fare complice.
Del
resto tutti a Beauxbatons sapevano del loro flirt avvenuto
a metà dell’anno precedente.
Era
stato il biondo a giocare la carta della gelosia e lui lo
stava semplicemente ripagando con la stessa moneta, si disse mentre
rivolgeva
un sorriso accattivante alla bella biondina che lo stava fissando con
le iridi
color cioccolato luccicanti di malizia mista a divertimento.
Joelle
era furba, perciò sapeva benissimo che dietro a
quell’improvvisa
voglia di chiacchiere e confidenze doveva esserci
qualcos’altro dietro ed era
più che pronta a reggergli il gioco.
Lo
si capiva da come ammiccava quando rideva, sporgendosi
verso di lui a sfiorargli il braccio, la scintilla furba negli occhi.
-
Spero che farmi incenerire con lo sguardo da Erlend serva a
qualcosa e non sia solo il tuo nuovo passatempo, Will –
mormorò a bassa voce,
mentre giocherellava con una ciocca bionda fingendosi civettuola.
-
Potrebbe servire – replicò, allungando una mano ad
accarezzarle il bel volto, - immagino che lo scopriremo presto.
–
Sentì
il rumore di una sedia che veniva fatta scattare all’indietro
e una chioma candida come la neve che marciava risolutamente verso il
dormitorio maschile.
Chi
di falsi corteggiamenti feriva, di falsi corteggiamenti
periva.
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
con il nuovo capitolo. Spero di aver reso bene i nuovi personaggi e che
vi
siano piaciuti, personalmente adoro tutti e tre. A questo punto vi
chiederei di
mandarmi la classifica della seconda prova aggiornata e, per i creatori
dei
Campioni, di indicare la persona a cui il loro OC è
più legato qualora non l’avessero
già fatto.
Al
prossimo capitolo con la seconda prova.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 12 *** Ennesima comunicazione ***
Ennesima
comunicazione
Salve!
Avrei
dovuto aggiornare questo pomeriggio con il capitolo della seconda prova
del
Torneo, tuttavia c’è un grande ma.
Avevo
concesso una seconda occasione a questa storia a patto che non
sparissero altri
campioni.
Ovviamente
se sono qui a scrivere quest’avviso è
perché l’ennesimo campione è scomparso
dalla scena.
Sto
parlando di Lenochka, la cui autrice non solo non si è fatta
sentire nel corso
degli ultimi capitoli ma non mi ha nemmeno inviato le risposte alle
domande per
la seconda prova.
Siamo
partiti con 8 campioni e la metà è scomparsa nel
nulla, riaprire le iscrizioni
per una nuova ragazza di Durmstrang non ha alcun senso né
tantomeno avrebbe
senso provare a trovare una giustificazione all’improvvisa
scomparsa di
Lenochka.
Perciò
mi
sono ritrovata costretta a scegliere tra due opzioni:
-
bloccare del tutto la storia, sospendendola definitivamente;
-
annullare il torneo e postare direttamente i due capitoli finali della
storia.
Sono
stata molto combattuta tra le due scelte, perché in parte
sono amareggiata per
via di tutte queste scomparse e in parte mi sento in colpa per voi e
per le
ragazze che mi hanno da poco inviato i loro OC, ma non vedo una terza
soluzione
al problema senza che la trama si snaturi e perda di
credibilità.
Mi
spiace
anche perché mancava veramente poco alla fine della storia
(4 capitoli più
Epilogo) e perché volevo davvero dare una conclusione alla
crescita che ogni
personaggio ha avuto nel corso dei capitoli.
Eppure
sembra che il fato abbia remato contro questa storia fin dal principio
e la
cosa mi addolora molto.
Dopo
una
lunga analisi e molti ripensamenti ho preso la decisione finale.
Nel
prossimo capitolo non vedrete la seconda prova, ma la comunicazione
dell’annullamento
del Torneo e la motivazione alla scomparsa di Lenochka con tutte le
reazioni
che ne seguiranno sia tra studenti che professori; nel capitolo ancora
successivo ci sarà l’Epilogo con il ritorno di
ogni studente alla rispettiva
scuola d’origine.
Poiché
credo
sia giusto rendere giustizia ai vari personaggi e a voi che siete
rimasti qui
dall’inizio alla fine ho deciso che dedicherò una
raccolta di OS a tutti i
personaggi rimasti nella storia.
Ovviamente
sta a voi decidere se siete o meno interessati alla cosa; se volete che
il
vostro personaggio compaia nella raccolta vi chiederei di inviarmi un
messaggio
privato in cui mi spiegate quello che vorreste che succedesse al vostro
OC da
quando torna a casa a quando diventa adulto (diciamo che ogni OS
coprirà all’incirca
10/15 anni a partire dall’Epilogo): eventuali viaggi studio,
specializzazioni,
che lavoro farà, se si sposerà e con chi, se
avrà figli e nel caso quanti e
come si chiameranno, etc.
La
raccolta si chiamerà “Slice of a life” e
uscirà dopo qualche giorno dall’Epilogo
di questa storia.
Non
avete
idea di quanto mi dispiaccia, anche perché mi ero convinta
che dopo quel brutto
momento di sparizioni continue le cose si fossero calmate …
e invece a quanto
pare no.
Spero
non
ce l’abbiate troppo con me, ma ho davvero fatto tutto il
possibile.
Ci
sentiamo domani con il penultimo capitolo.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 9 ***
Capitolo
9
Jason
trasalì quasi quando la mano di Lilith si posò
sulla sua
spalla e la ragazza scivolò sulla panca accanto a lui.
-
Qualcuno è nervosetto. –
Le
sorrise lievemente, infilzando la strisciolina di bacon
croccante che aveva nel piatto.
-
Un po’ –, ammise, - visto che come sempre nessuno
di noi ha
la minima idea di ciò a cui andrà incontro.
–
-
Andrai alla grande, tu e Charlie ve la caverete se farete
gioco di squadra. –
La
diretta interessata annuì a quelle parole, terminando la
conversazione che stava avendo con Zahra e Bentley.
-
Decisamente vero, in due sarà più facile
affrontare la prova
… qualunque essa sia. –
-
E noi saremo sulle gradinate a fare il tifo per voi –
concluse Bentley, sorridendo loro con aria incoraggiante, - o perlomeno
ci
saremo io e Lily, Zahra tiferà per il nemico a quanto
sembra. –
-
Shana è simpatica, quanto a Killian non lo conosco
abbastanza bene per giudicarlo ma Robert ne parla in modo positivo
… e poi un
po’ di patriottismo ci vuole, no? –
-
Il patriottismo prima di tutto – convenne Bentley, battendo
il pugno sul tavolo con un vigore che li fece scoppiare a ridere.
-
Lieto che la pensi così, signor Ashdown, ma temo di dovervi
rubare i campioni – intervenne la voce del preside americano.
L’uomo
fece cenno a Jason e Charlotte di raggiungerlo,
scortandoli fuori dalla Sala Grande.
-
Credete che voglia dargli qualche consiglio pre prova? –
Lilith
scosse il capo, accennando agli altri presidi che
stavano facendo la stessa cosa con i loro campioni.
-
No, immagino che debbano prepararsi con un certo anticipo. –
-
Il che vuol dire che sarà una prova ancora più
entusiasmante
della prima. Non vedo l’ora di scoprire di cosa si
tratterà – esultò Zahra,
ingurgitando alla velocità della luce gli ultimi rimasugli
della sua colazione,
- perciò diamoci una mossa e troviamo i posti migliori.
–
*
-
Signorina Fine, signor Lawson, in qualità di nuovi campioni
di Hogwarts avrete bisogno di qualche chiarimento in più
rispetto agli altri
partecipanti perciò vi prego di prestare molta attenzione
mentre ci dirigiamo
verso il punto d’incontro – esordì la
McGranitt mentre uscivano dal castello e
puntavano verso il sentiero in ciottolato.
Si
scambiarono una rapida occhiata per poi annuire all’unisono.
-
Le prove sono studiate per esaminare il vostro comportamento
sotto pressione e mettervi alla prova nel più diretto e
brutale modo possibile.
Sarebbe saggio per voi, dunque, mantenere una fredda
lucidità e cercare di
utilizzare il più possibile la razionalità.
–
-
Avevamo pensato di lavorare in squadra –,
considerò Shana, -
noi due funzioniamo bene insieme. –
-
Ma ciò non significa certo che mi farò da parte e
ti
consegnerò la vittoria su un piatto d’argento.
Voglio vincere tanto quanto te,
Shana, cerca di non dimenticarlo mai – aggiunse Killian.
-
Non potrei nemmeno se lo volessi, perché ci saresti sempre
tu pronto a ricordarmelo. –
La
preside tossicchiò leggermente.
-
Non credo sia il momento adatto per discutere di chi vincerà
o meno il torneo. Mi aspetto collaborazione e aiuto reciproco da voi
due, se
Hogwarts dovesse classificarsi all’ultimo posto …
diciamo solo che sarebbe la
prima volta in assoluto nella storia della scuola. –
Ed
era più che evidente che lei non voleva essere associata
alla prima sconfitta di Hogwarts, constatò
all’istante la Serpeverde.
Il
che era un bene perché nemmeno lei voleva passare alla
storia come la campionessa che si era classificata per ultima nel
torneo.
-
Non si preoccupi, professoressa, daremo il cento per cento –
assicurò Killian.
La
risalita della classifica doveva cominciare da quel momento
stesso.
*
-
Mi guardi come se ti stessi chiedendo quanti anni di carcere
faresti se mi uccidessi – disse Joelle, rompendo il silenzio
tra loro.
Erlend
si accigliò, scrutandola dall’alto in basso con
freddezza.
-
Non è affatto vero. –
-
Oh, andiamo, è ovvio che ti rode il fegato per quello che
hai visto ieri in Sala Comune. Non sei affatto bravo nel mascherare le
tue
emozioni, Holdberg – lo rimbeccò, scrollando le
spalle con grazia.
-
Quindi tu e Will siete tornati insieme? –
Gli
rivolse un sorrisetto ambiguo. – Forse, la cosa ti
interessa? –
-
Non affrettare troppo le tue supposizioni, Joelle. –
-
Sei tu che hai tirato in ballo l’argomento – gli
ricordò, le
iridi nocciola che scintillavano divertite, - perciò se vuoi
qualche piccolo
consiglio di strategia non ti resta che chiedere. –
-
Ne faccio volentieri a meno. –
-
Peccato, sarebbe stato interessante … non dirmi che non vuoi
fare gioco di squadra? –
Erlend
sbuffò, ingoiando una rispostaccia e optando per una
decisamente più diplomatica.
-
Tu fai il tuo gioco e io faccio il mio, staremo a vedere
quale sarà la strategia vincente –
tagliò corto.
Il
rumore di passi che seguì le sue parole annunciò
loro che
tutti i campioni erano schierati e pronti a entrare in azione.
A
giudicare dal rumore sulle tribune anche il resto delle
quattro scuole era giunto sul posto.
-
La prova vedrà entrare nella Foresta Proibita le scuole in
ordine di classifica. Una volta dentro dovrete trovare la cosa a cui
tenete più
della vostra stessa vita e portarla fuori con voi. Avete
un’ora di tempo,
fatene buon uso. Cominciano i campioni di Durmstrang –
annunciò Gabrielle
Delacour.
*
Nikolaj
osservò gli alberi all’interno della Foresta
cercando
di orientarsi.
Era
abituato ai boschi e a quella sensazione di tranquillità
inquietante che trasmettevano, ma quella volta si trattava di una
sensazione
del tutto differente.
La
carica adrenalinica della prova lo assaliva impedendogli di
concentrarsi quanto bastava per trovare un punto di riferimento da
seguire una
volta che avesse trovato il suo ostaggio.
-
Sembrano tutti maledettamente uguali – sbottò
Lenochka, che
al suo fianco stava cercando di fare la stessa cosa.
-
Deve esserci qualcosa che li identifichi uno dall’altro. Un
muschio più intenso, un lichene particolare, un ramo
spezzato. Qualcosa … -
-
Sei tu l’esperto di boschi, Krum, non io …
perciò lascio
guidare a te questa simpatica spedizione. –
Esaminò
nuovamente gli alberi attorno a sé, riuscendo
finalmente a notare un piccolo particolare che gli era sfuggito.
-
La corteccia è ricoperta di licheni solo da un lato, quello
in cui il sole batte con più difficoltà.
–
-
Quindi? –
-
Quindi significa che per ritrovare l’uscita dovremmo puntare
nella direzione in cui non vediamo licheni sul tronco. –
-
Perciò adesso che sappiamo come ritrovare l’uscita
non ci
resta che addentrarci -bofonchiò Lenochka, decisamente poco
incline ad
affrontare l’oscurità e
l’umidità di quel posto.
-
Già, perciò diamoci una mossa …
abbiamo quasi finito i
cinque minuti di vantaggio. –
*
-
Flagramus – recitò Erlend, osservando la X
fiammeggiante che
stava rapidamente prendendo forma sul tronco degli alberi che
oltrepassavano.
-
E se qualcun altro utilizzasse lo stesso incantesimo? Li
stiamo indirettamente favorendo fornendogli una traccia da seguire.
–
-
Se hai un’idea migliore per tracciare il percorso e tornare
indietro con facilità accomodati pure. –
Joelle
sbuffò, ma non aggiunse altro.
In
fin dei conti erano stati i terzi ad entrare e dopo di loro
solo Hogwarts avrebbe potuto seguire quelle indicazioni.
-
D’accordo, Holdberg, ma diamoci una mossa. Il tempo stringe.
–
Lo
oltrepassò, allungando il passo quanto più le
permettevano
gli altri stivali in pelle di drago che le arrivavano al ginocchio.
Non
vide nemmeno lontanamente la radice che sbucava dal
terreno, inciampando e arrestando la caduta con il solo ausilio del
palmo delle
mani.
Imprecò
sottovoce, osservando la pelle escoriata.
-
Tutta intera? –
-
Non direi. Ho le mani distrutte e la caviglia mi fa
malissimo – gemette, provando a muovere l’arto.
Erlend
sfilò lo stivale con attenzione, osservando la gamba
snella.
-
Non c’è frattura, è solo una storta. Se
ti appoggi a me
dovresti riuscire a camminare. –
Annuendo,
Joelle si lasciò tirare in piedi e passò il
braccio
attorno alle spalle del compagno di squadra.
Procedettero
così, uno camminando a passo sicuro e l’altra
zoppicando, finchè non raggiunsero il centro della radura.
Fu
allora che uno scricchiolio davanti a loro li fece
trasalire.
-
L’hai sentito? –
Annuì,
facendole cenno di rimanere in silenzio.
La
fece appoggiare al tronco dell’albero più vicino e
si mosse
in esplorazione.
Tra
le fronde e i cespugli, leggermente nascosti alla visuale,
c’erano sei persone assicurate al tronco
dell’albero.
-
Li abbiamo trovati -, annunciò soffermandosi sul volto del
fratello, - e a quanto pare prima di noi sono arrivati solo Nikolaj e
Lenochka.
–
*
La
volpe sbucò dal cespuglio proprio nel momento in cui
stavano finendo di assicurare incantati fiocchi argentei sul tronco del
quinto
albero.
-
Ma che diavolo – esclamò Shana, portandosi
rapidamente fuori
dalla traiettoria dell’animale.
-
È innocua, le volpi non attaccano gli esseri umani se
possono evitarlo. –
-
Lo so, ma ciò non toglie che mi ha spaventata –
ammise,
cercando di riequilibrare il respiro e impedire al cuore di continuare
a
martellarle nel petto in quel modo.
-
Shana Fine spaventata? Credevo che non avrei vissuto
abbastanza da vedere quel giorno. –
Gli
assestò un buffetto sul fianco, invitandolo a riprendere
il cammino. – Hai fatto una battuta, wow, non sapevo che ne
fossi capace. –
-
E ho anche trovato i nostri ostaggi. Oggi è proprio il mio
giorno fortunato. –
Oltrepassò
il tronco caduto, raggiungendo gli ultimi ostaggi
rimasti, e recise il cordone che teneva assicurata all’albero
sua sorella.
-
Ti assomiglia moltissimo – osservò Shana mentre
faceva
altrettanto con il fratello.
-
Naturale, siamo gemelli. –
-
Ma lei non … -
-
Non frequenta Hogwarts -, l’anticipò, -
perché è una Maganò.
–
C’era
un pizzico di ostilità nella sua voce, come se fosse
pronto a commenti sgradevoli … come se ci fosse abituato.
-
Non lo sapevo. –
-
Ci sono moltissime cose che non sai di me -, tagliò corto, -
e adesso diamoci una mossa. –
*
-
Che stai facendo? –
Jason
continuò imperterrito a puntare la bacchetta contro ogni
albero che superavano, lasciando grandi X fiammeggianti mentre teneva
il
guinzaglio al quale era assicurata la sua cagnolona.
All’inizio
Charlotte era rimasta sorpresa dal fatto che la
persona a cui tenesse di più fosse una cucciolotta di
pastore tedesco ma non
aveva detto nulla e si era limitata a liberare sua madre.
Aveva
l’impressione che la vita familiare di Jason fosse
tutt’altro
che felice.
-
Depisto gli avversari. Qualcuno di loro ha segnato il
percorso in questo modo … io cambio le carte in tavola
ritardandoli. –
-
Furbo. –
-
Tremendamente. E adesso muoviamoci, Charlie, ho come
l’impressione
che saremo noi a vincere questa prova. –
*
-
Stanno uscendo i primi concorrenti – osservò
Joseph,
sporgendosi per avere una visuale migliore dell’ingresso
della Foresta
Proibita.
Constance
aggrottò la fronte, sorpresa.
-
Ma quello è un cane? –
-
Un gran bel cane -, la corresse Enea, - e sembrerebbe
proprio che sia l’ostaggio di Jason Blackburn. Questa poi
… non pensavo che
fosse un tipo da cani. –
-
Quindi Ilvermorny è prima … non resta che
aspettare e vedere
chi sarà ad aggiudicarsi il secondo posto. –
*
Audrey
lanciò un’occhiata a William nel momento in cui
anche
Erlend e Joelle uscirono dalla foresta.
Sembrava
essersi improvvisamente rilassato, come se per un
attimo si fosse domandato se e con chi Erlend sarebbe uscito di
lì ma vedendo suo
fratello la cosa era tornata alla normalità.
Robert
le indicò gentilmente il palco degli annunci, dove i
giudici stavano per sparare in aria i singoli punteggi.
Quattro
dieci lampeggiarono nell’aria per Jason Blackburn,
seguiti dal punteggio di Nikolaj Krum che lo seguiva con un solo punto
in meno
e da quello di Erlend che era un bel trentotto. Al quarto posto veniva
Lenochka
Volkov con trentasei punti, seguita da Killian Lawson con trentacinque
punti e
Charlotte Valentine con trentaquattro punti. Settima Shana Fine con i
suoi
trentadue punti e per ultima una zoppicante e dolorante Joelle con
ventisei
punti.
-
L’hanno penalizzata molto per quell’incidente
– osservò Robert.
-
La prossima volta imparerà a guardare meglio dove mette i
piedi. –
Il
Corvonero parve sorpreso dalla replica della sua ragazza,
ma si riprese in fretta dallo stupore.
Se
c’era qualcuno per cui Audrey tifava, sia
all’interno del
torneo che della vita sentimentale di William, quello era decisamente
Erlend.
Spazio
autrice:
Salve!
Come
avevo scritto nelle risposte alle recensioni di coloro che avevano
commentato l’avviso
ho sentito la creatrice di Lenochka e mi ha assicurato che sarebbe
tornata a
farsi sentire perciò ho pubblicato il capitolo della seconda
prova.
Che
dire,
staremo a vedere … se così non fosse e la mia
fiducia venisse disattesa passerò
ai due capitoli finali come vi avevo preannunciato.
Al
prossimo aggiornamento che dovrebbe arrivare già in
settimana.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
Classifica
II prova singola
1)
Jason
=
40
punti;
2)
Nikolaj
=
39
punti;
3)
Erlend
=
38
punti;
4)
Lenochka
=
36
punti;
5)
Killian
=
35
punti;
6)
Charlotte
= 34
punti;
7)
Shana
= 32
punti;
8)
Joelle
=
26
punti.
Classifica
II prova per scuola
1)
Durmstrang
= 75
punti;
2)
Ilvermorny
=
74
punti;
3)
Hogwarts
= 67
punti;
4)
Beauxbatons
=
64
punti.
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 10 ***
Capitolo
10
-
Come va la caviglia? –
Joelle
alzò lo sguardo verso il ragazzo appoggiato alla parete
dell’infermeria. Sgranò leggermente gli occhi,
sorpresa di trovarlo lì.
-
Molto meglio, dovrei essere in grado di mettermi in piedi
molto presto a sentire l’infermiera. –
-
Bene –, mormorò Erlend, - mi fa piacere.
–
Lo
vide vagare con lo sguardo per la stanza come se fosse alla
ricerca di qualcosa.
-
Lui non è qui. –
-
Lui chi? –
-
Will. Penso che sia una cosa molto stupida quella che state
facendo voi due; insomma, è palese che vi morite dietro
quindi che senso ha
nasconderlo? –
-
Credo che sia il discorso più strano che abbia mai sentito
fare dalla ragazza di qualcuno. –
Rise,
gettando la testa all’indietro.
-
Mon Dieu, possibile che nessuno di voi due l’abbia capito?
Tu hai usato Bentley per farlo ingelosire e lui ha fatto lo stesso con
me. Vi
volete a vicenda, dovete solo ammetterlo. –
Ci
mise qualche secondo a metabolizzare il significato di
quelle parole.
Se
le cose stavano effettivamente così allora forse era venuto
il momento di prendere definitivamente in mano le cose.
-
Devo fare una cosa, tu mi scusi vero? –
Ridendo,
annuì. – Naturalmente, vai e prenditelo.
–
*
-
Odio questo periodo dell’anno – sbuffò
Constance, osservando
corrucciata le ghirlande che agghindavano il castello e le statue
canterine a
ogni angolo.
Mancavano
solo due giorni a Natale e tutti quelli che la
circondavano avevano quell’aria stucchevolmente festosa e
allegra che le dava
letteralmente sui nervi.
-
Cosa c’è che non ti piace del Natale? –
chiese Enea,
sorpreso.
-
Praticamente tutto, specialmente i cori natalizi – rispose,
storcendo le orecchie all’ennesimo incontro con armature
fischiettanti Jingle
Bell’s.
-
A me è sempre piaciuto, mi ricorda i momenti passati in
famiglia. –
-
Non ti facevo un tipo sdolcinato. –
-
E io non pensavo che tu fossi la versione bionda e attraente
del Grinch. –
Constance
si voltò verso il compagno di Casa, sorpresa.
-
Attraente? Mi consideri bella, Palter? –
Il
biondo si strinse nelle spalle, fingendosi incurante. –
Oggettivamente sei bella, non ci vedo nulla di strano nel confermarlo.
–
-
Non ti ho chiesto come sono oggettivamente. Voglio sapere
come tu pensi che io sia.
–
Enea
parve meditare sul darle o meno la risposta che gli stava
passando per la testa, ma alla fine decise di buttarsi e al diavolo le
conseguenze.
Dopotutto
più di un rifiuto non poteva certo ottenere.
-
Sì, penso che tu sia molto bella –
confermò.
Sorridendogli,
Constance gli si avvicinò e si alzò in punta di
piedi per baciarlo delicatamente sulle labbra.
Quando
si separarono, la ragazza accennò al rametto di vischio
sopra le loro teste.
-
Immagino che si debba seguire la tradizione, no? –
Dopo
l’ennesimo sorrisetto sensuale riprese a camminare come
se nulla fosse successo e a lui non rimase altro che seguirla.
*
-
È quasi Natale, siamo nel pieno primo giorno delle vacanze e
tu stai chiuso qui a studiare? –
Killian
alzò lo sguardo dal libro che stava sfogliando,
comodamente seduto su una delle innumerevoli sedie libere della
biblioteca
praticamente deserta.
-
Non sto studiando, è una lettura di piacere. –
-
Storia di nobili famiglie Purosangue -, lesse Shana, - che
noia. Coraggio, diamo un senso a questa giornata, Lawson. –
Lo
prese per mano, costringendolo a mettere via il libro e tirandolo
in piedi con sé. Incurante dello sguardo contrariato della
bibliotecaria, lo
trascinò con sé fuori e poi lungo la rampa di
scale fino al pianterreno.
-
Dove stiamo andando? –
-
Lo vedrai. –
Percorsero
il parco ormai completamente innevato fino a
giungere ai margini della Foresta Proibita.
-
Non per frenare il tuo entusiasmo, ma l’ultima volta che
siamo stati lì dentro non mi sei sembrata troppo entusiasta
della cosa quindi perché
siamo qui? –
Shana
continuò a guardare a terra, cercando qualcosa e
ignorandolo palesemente.
-
Shana … -
-
Ecco, l’ho trovata – decretò, alzandosi
in piedi e
voltandosi verso di lui.
Teneva
tra le mani una bella palletta di neve fresca.
Ebbe
appena il tempo di realizzare quello che stava per fare
che la palla di neve lo centrò in pieno volto.
-
D’accordo, questa è guerra … pura e
semplice guerra –
decretò, chinandosi ad afferrare a sua volta un
po’ di neve.
*
Bentley
esultò non appena la sua regina mangiò il pedone
bianco.
-
Scacco al re! –
Contrariata
Lenochka esaminò i pezzi sulla scacchiera alla
ricerca della strategia migliore per salvarsi e ribaltare le sorti
della
partita.
Gli
scacchi non erano mai stati il suo gioco preferito, ma
quando si trattava di rivaleggiare contro qualcuno allora la sua vena
competitiva tornava a emergere con prepotenza.
-
Se muovi l’alfiere così … -
cominciò Joseph, che osservava
la partita da una buona ventina di minuti.
-
Non valgono suggerimenti. –
-
Nessuno ha detto questa regola all’inizio della partita -,
replicò il Serpeverde, - e in corsa di partita non possono
essere aggiunte
nuove regole. –
Lenochka
annuì, sorridendo compiaciuta.
-
Ben detto, Joe. Rassegnati, Ben, perderai. –
Seguì
il suggerimento di Joseph, muovendo l’alfiere e
riuscendo a trarsi d’impaccio.
Bentley
mosse a sua volta il cavallo, avvicinandosi abbastanza
da impensierirla nuovamente, ma fu allora che vide un buco nella difesa
dell’americano.
Mosse
la regina.
-
Scacco matto. –
L’imprecazione
particolarmente colorita venne soffocata dal
cinque che si scambiarono lei e Joseph.
-
Questo è profondamente sleale, due contro uno non
è
corretto. –
-
Facci causa, Ashwood. –
*
Osservò
l’ammasso informe che ricopriva lo spiedino.
Aveva
sempre odiato fare quelle cose, di solito era Erlend
quello che riusciva ad azzeccare alla perfezione la cottura.
Contrariato,
allungò una mano verso il divano.
-
Passami un altro di quei cosi. –
Robert
obbedì, allungando verso William il sacchetto
contenente i marshmallow.
-
Vorrei conoscere quello che ha inventato questo modo di
mangiarli, così gli potrei ficcare lo spiedino in un occhio.
–
Audrey
rise, addentando un’Ape frizzola.
-
Credo che sia morto parecchio tempo fa, Will. –
-
Allora lo resuscito e poi lo uccido di nuovo. –
-
Oppure potresti semplicemente avvicinarli di meno alla
fiamma, in questo modo non si brucerebbero – intervenne la
voce di Erlend.
Lanciandosi
un’occhiata complice, Audrey e Robert si alzarono
dal divano.
-
Noi andiamo a fare una passeggiata, voglio disegnare ancora
qualche angelo delle nevi prima che faccia buio, ci vediamo
più tardi – disse la
francese, prendendo per mano il fidanzato e guidandolo fuori dalla Sala
Comune
di Corvonero.
Rimasti
soli, Erlend si avvicinò al camino e gli tolse lo
spiedino dalle mani.
Lo
avvicinò poco a poco alla fiamma, osservandolo mentre si
arrostiva alla perfezione. Dopodichè lo passò a
William.
-
Ecco fatto, non è poi così difficile. –
-
Lo dici tu, questi cosi complottano contro di me –
replicò,
arricciando il labbro inferiore in un’espressione da cane
bastonato che lo
intenerì.
-
Ho parlato con Joelle poco fa. –
-
So che uscirà dall’infermeria in serata.
–
-
Già, ma non mi riferivo a questo … -
Le
iridi cobalto di Will catturarono le sue e un lieve
imbarazzo si dipinse sul volto del moro. – Ah, stai parlando
di quell’altra
cosa. –
-
Già, mi ha detto tutto e devo dire che ha ragione: siamo due
idioti. La cosa è molto più semplice di quanto la
facciamo, Will. –
Già,
dopotutto era solo questione di mettersi in gioco una
volta per tutte.
-
Hai ragione, è molto semplice – convenne,
afferrandolo per
il bavero della camicia e attirandolo a sé.
Lo
baciò con un trasporto estremo, al quale Erlend
ricambiò
con altrettanto vigore, e finirono a rotolarsi sul tappeto davanti al
caminetto
ardente.
Tra
un bacio e l’altro, il biondo diede voce alla domanda che
più gli premeva.
-
Questo cosa significa … per noi due? –
-
Immagino che significhi che per quanto proviamo a starci
lontani non ce la facciamo. Credo che faccia di noi una coppia.
–
*
Zahra
fece capolino da dietro alla sua spalla, sbirciando la
lettera che Charlotte stava finendo di firmare.
-
A chi scrivi? –
-
Oh, solo a mia madre. Manca poco alla fine del torneo e
presto torneremo tutti a casa, ma rivederla durante la seconda prova mi
ha
fatto sentire la nostalgia di casa. –
-
Immagino che sia normale. Non hai mai parlato prima di tuo
padre … lui com’è? –
-
Lui -, mormorò piano, - non c’è
… non c’è mai stato a dire
la verità. Mi ha sempre cresciuta mia madre, non credo
nemmeno che lui sappia
che sono una strega … o che esisto a dirla tutta. –
-
Charlie, io … -
-
Non potevi saperlo – l’anticipò,
sorridendole gentilmente, -
quindi non preoccuparti. Sono abituata a stare senza un padre, ormai
non ci
faccio più nemmeno casa. Mamma ha sempre portato avanti la
famiglia, non mi ha
mai fatto mancare nulla, e a me sta bene così. –
Lilith
e Jason si avvicinarono alle poltrone, incuriositi
dalla piega vagamente malinconica che stava prendendo la conversazione
tra le
due ragazze.
-
Basta con quei musi lunghi -, disse la rossa, - è quasi
Natale e fuori c’è la neve. Insomma, non possiamo
stare chiusi qui a
deprimerci. –
-
E manca poco alla terza prova. Io e te, Charlie, potremmo
anche morire per quanto ne sappiamo. Credo che un minimo di
divertimento ci
spetti per diritto – concluse Jason, prendendosi una gomitata
dalla fidanzata.
-
Così non sei d’aiuto. –
Le
strizzò l’occhio. – Lo so, sono proprio
un ragazzaccio,
potresti sempre darmi una punizione. –
Zahra
tossicchiò, rischiando di strozzarsi, mentre Charlotte
avvampava per l’imbarazzo.
Lilith
gli assestò un pugno sul braccio, facendolo gemere.
–
Imbecille. –
-
D’accordo, credo proprio che dopo quest’uscita
andare a
divertirci sia d’obbligo –, decretò
Zahra, - magari lasciando questi due da
soli a sfogare i loro bassi istinti. –
Prese
per mano Charlotte e la guidò fuori dalla Sala Comune di
Grifondoro.
-
Dove andiamo? –
-
A fare danni, mia giovane yankee. –
Ridendo,
si lasciò condurre da lei.
Conoscendo
Zahra la cosa sarebbe certamente andata in porto.
Spazio
autrice:
Salve!
Due
aggiornamenti nello stesso giorno, probabilmente devo essere impazzita
xD
Scherzi
a
parte, questo è il terzultimo capitolo della storia
… ciò significa che nel
prossimo capitolo avremo la terza prova e che, come sempre, vi chiedo
di
inviarmi la vostra personale classifica per la prova tramite mp.
Detto
ciò, ci sentiamo al prossimo capitolo che non
tarderà ad arrivare.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 11 ***
Capitolo
11
-
Ci credi che domani si torna a casa? –
William
aggrottò la fronte, indicando Erlend che stava chino
sui libri alla ricerca di chissà quale illuminazione per
superare la prova predisposta
per quella sera.
-
Forse ti sfugge un piccolo dettaglio: qui stiamo lavorando
per portare a casa una vittoria. –
Ridendo
sotto i baffi, Robert approfittò della distrazione
della fidanzata per sgraffignare una Cioccorana dal pacchetto che
stringeva tra
le mani.
-
Stiamo? A me sembra che solo Erl si stia impegnando e tu sia
lì a fissarlo mentre lavora. –
-
Non cominciare, Nott. Solo perché vi ho dato la mia
benedizione non significa che non possa riprendermela. –
-
Come se a noi importasse qualcosa della tua approvazione –
replicò Audrey, soffocando uno sbadiglio, - e poi non mi
sembra che voi due
abbiate chiesto a nessuno il permesso di saltarvi addosso. –
-
Devo ricordarti il malefico strumento di cui sono in
possesso, Auds? –
Erlend
bofonchiò qualcosa che suonava come un “Mon Dieu,
non
un’altra volta quella storia”.
-
Lo sai dove te lo ficco il malefico strumento? –
L’unico
dei presenti che non riusciva minimamente a capire di
cosa diavolo stessero parlando era Robert, che spostava le iridi
nocciola da
uno all’altro nella speranza di comprendere qualcosa.
-
Di che strumento parlate? –
Tuttavia
sembrava che Will e Audrey fossero troppo impegnati a
battibeccare per degnarlo di una risposta.
-
Non è un vero e proprio strumento -, gli spiegò
Erlend, - si
tratta solo di scrivere a suo padre e ai suoi fratelli facendogli
sapere che si
è fidanzata. –
-
Ah. –
A
sentire quello che Audrey raccontava sulla smania di
protezione dei membri maschili della sua famiglia, si spiegavano molte
cose.
*
-
Hai la faccia di uno a cui è successo qualcosa –
considerò Joseph
mentre Enea prendeva posto tra lui e Lenochka.
La
bulgara annuì, osservando il compagno di scuola
dall’alto
in basso.
Aveva
abbastanza capacità di giudizio da intuire sempre quando
c’era qualcosa di nuovo all’orizzonte, specialmente
se si trattava di qualcosa
capace di scombussolare una persona.
-
Diciamo di sì – confermò il biondo con
un sorriso.
-
E di che si tratta? –
Accennò
appena con il capo in direzione di Constance, seduta a
qualche posto di distanza e intenta a consumare la sua cena.
-
La malefica strega dell’Ovest? – gli fece eco
Lenochka,
sconcertata.
Aveva
intuito che ci fosse qualcosa di sentimentale nella
novità, ma mai avrebbe pensato che coinvolgesse proprio lei
tra tutte le
persone possibili.
-
Non è cattiva, smettila di chiamarla in quel modo
– la redarguì
Enea.
-
Beh, non si può dire che non si comporti come se lo fosse -,
replicò Joseph in sua difesa, - tu sei troppo accecato
dall’amore per notarlo –
concluse ironicamente.
-
Aspetta … tu l’avevi già capito?
–
Il
Serpeverde annuì, sorridendo compiaciuto.
-
Dovrò mettere a posto il mio radar intuitivo prima della
prova se voglio sperare di vincere. –
*
-
Helena, per favore, possiamo parlare? –
Fece
finta di non averlo sentito e continuò a camminare lungo
il corridoio.
-
Manca poco all’inizio dell’ultima prova, non vorrai
farmi
arrivare in ritardo perché ti rifiuti di ascoltarmi no?
–
Si
piantò all’istante, voltandosi a fronteggiarlo.
-
Non c’è nulla di cui parlare, Niko. È
evidente che non provi
quello che provo io per te, perciò mettiamoci una pietra
sopra e facciamo finta
che non sia mai successo. –
Il
ragazzo scosse il capo, trascinando nervosamente un piede a
terra.
-
Non era quello che volevo dirti. Io pensavo che se ti va … -
-
Se mi va? –
-
Una volta finito il torneo e tornati a Durmstrang potremmo
provare a uscire e vedere come evolvono le cose – concluse,
sentendo il volto
solitamente serio e pacato arrossire per l’imbarazzo.
Interdetta,
la rossa sgranò gli occhi incredula.
-
Mi stai prendendo in giro? –
-
Ti sembra che potrei mai farlo? –
No,
Nikolaj non l’avrebbe mai presa in giro né le
avrebbe mai
mentito.
Di
questo era assolutamente certa.
-
D’accordo, una volta tornati a scuola ci proveremo e se non
dovesse funzionare tutto tornerà come prima …
vero? –
Le
accarezzò gentilmente il volto. – Puoi
scommetterci. –
*
Shana
si avvicinò al tavolo dei Corvonero osservando il piatto
ancora desolatamente vuoto di Killian.
-
Dovresti proprio mangiare qualcosa. –
-
Sì, mamma –
replicò sarcastico, ottenendo per tutta risposta un
sorrisetto divertito.
La
Serpeverde attese pazientemente che si servisse una bella
porzione di patate al forno, poi individuò quella
più abbrustolita e con un
movimento rapido gliela sottrasse.
-
Ehy, non avevi detto che dovevo mangiare? –
-
Certo, ma ho una dipendenza da patatine croccanti che doveva
essere soddisfatta e al mio tavolo le hanno già fatte tutte
fuori. –
-
Che madre snaturata – la prese in giro.
-
Assolutamente. I marmocchi non sono mai stati il mio forte
-, convenne scivolando sulla panca accanto a lui, - fammi spazio.
–
-
Perché tu possa fare fuori tutte le mie patate? –
-
Ovvio. –
*
-
Io vorrei sapere a chi è venuto in mente di organizzare
l’ultima
prova a ridosso della mezzanotte – sbuffò Joelle
tra sé e sé mentre usciva
dalla scuola.
-
Sono abbastanza sicuro che sia stato Krum … quelli di
Durmstrang hanno un debole per le cose oscure e inquietanti –
replicò una voce
maschile dal leggero accento americano.
Si
voltò verso di lui, accennando un sorriso.
-
Già … sei qui per augurare buona fortuna alla tua
amica? –
Bentley
annuì. – Mi piacerebbe, ma la prova è
altamente top
secret … perciò immagino mi toccherà
aspettare che sia finita e limitarmi al
tifo dalle tribune. –
-
Sembra una tipa determinata, credo che non avrà problemi.
–
L’americano
annuì con il capo come a voler confermare le sue parole.
-
Spero che neanche tu ne abbia. –
Mentre
si allontanava la sentì sussurrare: - Sì, lo
spero
anche io. –
*
Charlotte
aveva prestato massima attenzione a ogni parola
pronunciata da Viktor Krum e aveva capito all’istante in cosa
sarebbe
consistita la prova: dovevano affrontare le loro peggiori paure.
E
lei, per sua somma gioia, era stata sorteggiata per entrare
per prima.
Prese
un respiro profondo, sussultando appena quando sentì una
mano toccarle la spalla.
Jason
le rivolse un sorriso rassicurante.
-
Stai tranquilla e respira, siamo a un passo dalla fine e non
puoi certo permetterti di mollare adesso. Puoi farcela. –
Annuì.
Dopo
l’ennesimo respiro profondo mosse i primi passi verso
l’immensa
stanza buia alle loro spalle.
Era
arrivato il momento di mettere fine a quel torneo, pensò
mentre la luce veniva accesa.
All’inizio
le ci volle qualche secondo per capire cosa c’era
sul pavimento, ma quando mise a fuoco le figure striscianti e
percepì i loro sibili
la consapevolezza la sommerse.
Serpenti.
Era
in una stanza circondata di serpenti.
S’impose
di rimanere ferma, osservando gli animali che
strisciavano sui suoi stivali e si arrampicavano attorno alle caviglie.
Doveva
fare qualcosa, agire prima che uno di loro la mordesse.
Colta
da un lampo d’ispirazione, puntò la bacchetta
verso uno
degli oggetti più vicini.
La
lampada si trasfigurò all’istante in una donnola
dal dolce
muso fremente che mise rapidamente in fuga i rettili.
*
Killian
riconobbe l’uomo nell’ombra all’istante.
Suo
padre lo guardava con le iridi scure assottigliate per il
disprezzo, le labbra serrate e la mascella contratta.
-
Una vergogna per l’intera famiglia … un buono a
nulla … un
emerito spreco di pelle e ossa. –
Incassò
le parole serrando i pugni.
Sapeva
bene cosa si provava nel sentirsi ripetere cose come
quelle, erano anni che suo padre si premurava costantemente di
ricordagli
quanto fosse indegno di essere suo figlio … di essere un
Lawson.
Si
mosse rapido in avanti, facendo scattare il pugno e
colpendo il volto del padre in pieno.
L’immagine
si disintegrò all’istante lasciandolo solo nella
penombra.
*
Erlend
osservò l’immagine che lo specchio gli rimandava.
Una
sbiadita fotocopia di suo padre.
Tutto
quello che gli era sempre stato chiesto di essere …
tutto quello che non aveva mai voluto diventare.
Eppure
eccolo lì, che lo fissava con altezzosità.
Non
sarebbe mai riuscito a scappare da quello che la sua
famiglia aveva in serbo per lui … ce lo aveva inciso nel
sangue … era una cosa
di famiglia, era così per nascita.
Il
pensiero di William giunse inaspettato.
Lui
era l’esatto esempio di qualcosa di buono che aveva fatto
e che suo padre non avrebbe mai approvato … ma che non
sarebbe mai riuscito a
portargli via.
Ripensò
a quella serata all’interno della Sala Comune di
Corvonero.
Alla
prima notte da coppia che avevano trascorso.
A
come si era sentito a casa stando stretto contro di lui.
Mise
mano alla bacchetta.
-
Expecto Patronum! –
La
familiare sagoma dell’orso tibetano argenteo si
scagliò
contro lo specchio, facendolo sparire.
*
-
Credo che questa sia stata la prova peggiore di tutte –
stabilì Lenochka, tremante, mentre attendevano che i giudici
emanassero il loro
verdetto.
-
In fin dei conti non ce la siamo cavata troppo male –
considerò Nikolaj.
-
No, ma dopo questo punteggio per me s’infrangono i sogni di
gloria – replicò la ragazza, osservando torva il
misero 29 sparato a mezz’aria.
Il
bulgaro rimase in silenzio, attendendo che deliberassero i
suoi voti.
Tre
dieci e un nove.
Erlend
si era aggiudicato la prova e lui era secondo, ma matematicamente
era il campione del Torneo.
Incrociò
lo sguardo di Helena, seduta sugli spalti, che gli
sorrideva raggiante.
Evidentemente
anche lei aveva fatto la medesima
considerazione.
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
con il penultimo capitolo. Qui sotto come sempre trovate la classifica.
Scusate
ma vado super di fretta, ci sentiamo domani con l’Epilogo.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
Classifica
III prova singoli:
1)
Erlend
con 40 punti;
2)
Nikolaj
con 39 punti;
3)
Charlotte
con 38 punti;
4)
Jason
con 35 punti;
5)
Killian
con 30 punti;
6)
Lenochka
con 29 punti;
7)
Shana
con 26 punti;
8)
Joelle
con 23 punti.
Classifica
III prova scuola:
1)
Ilvermorny
con 73 punti;
2)
Durmstrang
con 68 punti;
3)
Beauxbatons
con 63 punti;
4)
Hogwarts
con 56 punti.
Classifica
generale singoli:
1)
Nikolaj
con 118 punti;
2)
Jason
con 109 punti;
3)
Erlend
con 108 punti;
4)
Charlotte
con 98 punti;
5)
Lenochka
con 91 punti;
6)
Killian
con 86 punti;
7)
Joelle
con 74 punti;
8)
Shana
con 72 punti.
Classifica
generale scuola:
1)
Durmstrang
con 209 punti;
2)
Ilvermorny
con 207 punti;
3)
Beauxbatons
con 182 punti;
4)
Hogwarts
con 158 punti.
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Capitolo 16 *** Epilogo ***
Epilogo
Lilith
fece levitare il baule dietro di lei mentre scendeva i
gradini della scala del dormitorio femminile.
Charlotte
l’aveva preceduta ed era già nel salottino della
Sala Comune a chiacchierare con Jason e Bentley. C’era un
po’ meno allegria del
solito sul volto di tutti i membri del terzetto e non le
sfuggì che di tanto in
tanto si guardavano attorno come se volessero imprimere nella memoria
ogni
minimo particolare.
Zahra
era in un angolo, leggermente in disparte, e li
osservava con una strana espressione dipinta sul volto.
Le
si avvicinò, sfiorandole appena il braccio, e per tutta
risposta la bionda Grifondoro le rivolse un sorrisetto tirato.
-
Ci mancherai, ma quest’estate faremo in modo di rivederci
tutti quanti – le disse, per poi cingerle la vita con le
braccia e attirarla a sé
in un abbraccio spaccaossa.
-
Ovviamente, non ti libererai così facilmente di noi
–
convenne Charlotte, unendosi all’abbraccio con altrettanto
vigore.
Zahra
annuì, le iridi leggermente arrossate come se si stesse
sforzando a tutti i costi di trattenere le lacrime.
-
Ho sempre sognato di vedere New York, farlo con voi al mio
fianco renderà l’esperienza ancora più
mozzafiato. –
*
Joelle
diede di gomito a William, accennando con il capo a
Robert e Audrey che si stavano salutando con un bacio mozzafiato
apparentemente
incuranti di essere osservati da tutti.
-
Ah, l’amore, rende tutti così sdolcinati e
stucchevoli –
sospirò la bionda, facendo per incamminarsi verso la
carrozza che li avrebbe
riportati in Francia.
-
Lo dici solo perché non hai ancora trovato la persona giusta
-, osservò il moro con il sorriso di chi la sapeva lunga, -
e non vedo l’ora di
vedere il giorno in cui ciò accadrà. Allora
sì che sarà divertente vederti
completamente innamorata. –
Rise,
scuotendo il capo. – Fossi in te non tratterrei il
respiro nell’attesa. –
-
Mai dire mai, guarda me. –
Già,
in effetti non aveva mai pensato di vedere il giorno in
cui William Glacier avrebbe messo la testa a posto e abbracciato in
pieno la
monogamia.
Forse
dopotutto l’occasione c’era per tutti.
-
A proposito d’amore -, disse accennando a Erlend che si
stava avvicinando a loro, - immagino che voi due piccioncini vogliate
stare da
soli perciò vado a cercarmi uno scompartimento. –
Erlend
scosse il capo, appoggiandosi leggermente a William, -
Non essere ridicola, se non fosse stato per te probabilmente non ci
saremmo mai
chiariti. Tu fai il viaggio con noi. –
*
Lenochka
abbracciò per un’ultima volta Joseph e poi
seguì
Nikolaj e Helena sul ponte del Veliero che li avrebbe ricondotti a
Durmstrang.
-
Constance ed Enea? – chiese Nikolaj, guardandosi attorno
perplesso.
-
Non credo di voler sapere dove siano né cosa stiano facendo
quei due … anche perché dubito che siano cose
adatte a un pubblico. –
Helena
sgranò gli occhi, incredula.
-
Intendi dire che tra quei due … -
-
C’è del tenero? Già … era
sfuggito anche a me, ma immagino
che abbia senso dopotutto per certi punti di vista sono molto simili.
–
-
Allora direi proprio di non disturbarli; Constance ci
ucciderebbe per una cosa del genere … perciò
andiamoci a trovare un posto
tranquillo in cui Helena possa lamentarsi per tutto il tempo del mal di
mare. –
La
rossa gli diede una gomitata folgorandolo con un’occhiataccia
che fece scoppiare a ridere Lenochka.
-
Vedo che le cose tra voi due sono tornate come prima. –
Nikolaj
afferrò la mano di Helena, intrecciando le dita alle
sue sotto lo sguardo attento di Lenochka.
-
Anche meglio … molto meglio. –
*
Shana
osservò la carrozza di Beauxbatons abbandonare per
ultima il cortile del castello. Le sembrava fossero passati solo pochi
giorni
da quando tutto era cominciato eppure erano stati ben cinque mesi della
sua
vita.
-
Non riesco ancora a credere a quello che abbiamo vissuto.
Avresti mai pensato a un sesto anno come questo? –
Killian
scosse il capo. – Nemmeno nei miei sogni più
sfrenati.
–
-
Non credevo che l’avrei mai detto, ma anche se siamo finiti
come ultima scuola mi sono divertita. È stata
un’esperienza che serberò sempre
nel cuore. –
Il
Corvonero le rivolse un sorriso divertito.
-
Credo che sia la prima volta che ti sento accettare una
sconfitta così di buon grado … la prenderai
altrettanto sportivamente quando
Corvonero vincerà la Coppa delle Case? –
Shana
lo punzecchiò su un fianco.
-
Se vincerà -, lo
corresse, - e mi assicurerò che ciò non accada.
–
Lo
vide sorridere ancora di più e poi rimase perplessa nel
vederlo chinarsi verso di lei.
Impiegò
qualche secondo a rendersi conto che Killian Lawson la
stava per baciare e che, inaspettatamente, la cosa non le dispiaceva
affatto.
Avrebbe
potuto ritrarsi ma non lo fece e si limitò a
rispondere al bacio.
Una
volta separatisi, Killian le rivolse un sorriso sghembo;
poi le voltò le spalle e s’incamminò
verso il corridoio lasciandola senza
parole forse per la prima volta nella sua vita.
-
Ma che … -
Si
voltò a metà strada e ammiccò.
-
Ci vediamo in giro, Fine. –
Scosse
il capo, sorridendo in un mix di divertimento e
incredulità.
Sempre
il solito buon vecchio e imprevedibile Killian Lawson.
Spazio
autrice:
Come
sempre ringrazio tutti voi che avete partecipato alla storia
dall’inizio alla
fine e quanti di voi sono subentrati solo in un secondo momento. Questa
storia
è stata un vero e proprio parto, non tanto per la lunghezza
quanto per le
continue sparizioni che più di una volta hanno messo in
dubbio la sua
conclusione. Eppure grazie al vostro appoggio e sostegno ce
l’abbiamo fatta e
siamo qui. Alcuni di voi partecipano ad altre mie storie,
perciò con loro ci
vedremo presto negli altri aggiornamenti … altri sono nuove
conoscenze e spero
di rivedervi in qualche mio altro progetto.
Come
vi
avevo anticipato scriverò senz’altro una raccolta
dedicata ai personaggi
comparsi in questa storia e chiedo a chi volesse vedere il proprio OC
all’interno
della raccolta di mandarmi un mp in cui specifica le seguenti
informazioni:
-
dopo il
diploma cosa farà (corsi specialistici, viaggi, lavoro,
etc.)?
-
manterrà i rapporti con i personaggi conosciuti durante il
Torneo? E se sì in
particolare con chi?
-
vuole
sposarsi? Ha intenzione di avere figli e se sì, quanti?
Concludo
con una piccola comunicazione.
Chi
mi
conosce sa bene che non so stare con le mani in mano e che appena
termino una
storia ne comincio subito un’altra … e infatti
anche in questo caso è così.
Ho
appena
pubblicato una nuova interattiva, per chi fosse interessato trova il
link qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3718629&i=1
È
stato
un vero piacere conoscere tutti voi e vi ringrazio ancora una volta per
il
sostegno che mi avete offerto.
Spero
ci
risentiremo presto.
XO
XO,
Mary
|
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