Ladro Kid 1412 - Il serial killer

di Lovy91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. Due di picche ***
Capitolo 2: *** 02. Di nuovo Kid? ***
Capitolo 3: *** 03. Il Rubino Stellato ***
Capitolo 4: *** 04. Momenti tormentati ***
Capitolo 5: *** 05. Indagini ***
Capitolo 6: *** 06. L'anello Purple ***
Capitolo 7: *** 07. Osaka ***
Capitolo 8: *** 08. Inviti (in)desiderati ***
Capitolo 9: *** 09. La riunione di mezzanotte ***
Capitolo 10: *** 10. La magia della stanza senza entrate e senza uscite ***



Capitolo 1
*** 01. Due di picche ***


1° Capitolo


Due di picche


Il National Theatre era un moderno teatro di Tokyo, molto conosciuto. Ci tenevano concerti, spettacoli e rappresentazioni teatrali. Le poltroncine foderate di marrone e lo spazioso palco lo rendevano un luogo piacevole dove trascorrere qualche ora di divertimento.
Quella fredda sera di dicembre una lunga fila consegnava i biglietti alle maschere. Dietro le quinte lo staff lavorava in modo frenetico per essere puntuali e rendere lo spettacolo perfetto. Nell'area dei camerini, la porta più a destra, era chiusa.
Il protagonista dello spettacolo sedeva su una sedia davanti allo specchio, rilassato, e leggeva alcuni messaggi sul cellulare. Qualcuno bussò alla porta e gli dette il permesso di entrare.
<< Signor Kuroba tra dieci minuti siamo pronti >>, l'avvertì una ragazza bionda, una cuffia nell'orecchio e vestita semplicemente con una maglietta e dei pantaloni.
<< Grazie Norie >>.
Sentì la ragazza salutare qualcuno e poi la persona entrò nel camerino. Il ragazzo si alzò e le andò incontro, mettendole le braccia intorno alla vita.
<< Sempre più striminziti questi costumi >>, notò, una leggera disapprovazione tra le parole.
<< Fanno parte dello show. E poi la parte del geloso non fa per te, Kaito >>.
Aoko indossava un body nero con le pailletes che lo rendeva scintillante e le gambe fasciate in spesse calze bianche, i capelli tenuti su in uno chignon.
<< Hai ragione. Come sempre >>, rise lui.
Erano passati due anni da quando Ladro Kid si era esibito l'ultima volta e Kaito aveva detto addio a quella vita. Adattarsi a un ritmo di vita normale non fu facile all'inizio e ci volle del tempo perché ci riuscisse, anche grazie all'aiuto di Aoko.
Dopo aver conseguito il diploma con ottimi voti, la coppia aveva sostenuto e passato il test di ammissione all'università di Tokyo e Aoko aveva ottenuto una cospicua borsa di studio. Lei si era iscritta ad economia e Kaito a discipline artistiche, quest'ultimo aveva anche iniziato ad esibirsi ufficialmente e il suo nome cominciava ad essere conosciuto nel mondo della magia. I più grandi ricordavano Toichi Kuroba e la curiosità di vedere se il figlio fosse all'altezza fu il trampolino di lancio.
Kaito aveva chiesto ad Aoko se fosse stata disposta ad essere la sua assistente e la ragazza, seppur timorosa, aveva accettato e dopo qualche spettacolo si era facilmente integrata in quel mondo.
Il bel mago aveva ancora quella espressione da ragazzino sfrontato anche se aveva superato i diciannove anni e, a parte qualche centimetro di altezza in più, non era cambiato molto.
Aoko era sempre la ragazza dolce e gentile, che tendeva ad arrossire spesso e il palco era il luogo dove riusciva ad esprimere il suo carattere.
<< Signor Kuroba, signorina Nakamori in scena! >>, disse Norie, interrompendo l'abbraccio con un certo imbarazzo.
I due si guardarono per qualche secondo.
<< Si inizia! >>.


Lo spettacolo fu un successo.
Kaito pensava di avere una dipendenza: non riusciva a fare meno di vedere la meraviglia negli occhi del pubblico, quando spalancavano la bocca e i versi di sorpresa erano come una droga.
Aoko faceva sparire la timidezza quando si esibiva con il fidanzato e ritornava poi ad essere se stessa. Il pubblico aveva applaudito a lungo e la coppia si era congedata con un inchino e li invitarono alla prossima esibizione.
Si diedero un bacio nel corridoio prima di separarsi per cambiarsi e lasciare il teatro. Kaito aveva deciso di continuare a vivere nella villetta di famiglia, anche ora che frequentava l'università. Chikage era tornava a vivere a Tokyo da sei mesi e aveva comprato un grande appartamento tutto per lei, lasciando la casa al figlio. Aoko viveva ancora con il padre e si divideva tra la casa paterna e quella del fidanzato, con lo sguardo di disappunto del signor Nakamori.
Kaito chiuse la porta dietro di sé e sbadigliò. Organizzare e provare quello spettacolo aveva richiesto molto tempo e il restante era stato usato per frequentare le lezioni e preparare gli esami. Si buttò sulla sedia e trovò un video della madre tra gli allegati alle email e lo avviò.
Chikage indossava un accappatoio e lo sfondo era quello della stanza di un hotel.
<< Come va tesoro? La mia vacanza alle terme procede a meraviglia. Dovreste venirci anche tu e Aoko! Immagino che il tuo spettacolo sia stato grandioso, lo vedrò appena tornerò in città! A presto, un bacio! >>.
<< Non cambierà mai >>, disse Kaito, scorrendo le altre email prima di togliersi il costume di scena, un completo pantalone e camicia bianco. Il vizio del colore bianco era uno strascico del passato.
Prese gli abiti di ricambio dall'armadio e fu allora che la notò. Infilata nello stipite dello specchio c'era una carta da gioco e Kaito la estrasse, rigirandola tra le dita.
<< Un due di picche >>, mormorò. Non sembrava avere niente di strano, era una comune carta da gioco.
Il ragazzo uscì dal camerino e fermò Norie, che si occupava un po' di tutto in quel teatro.
<< Scusa, Norie >>.
<< Mi dica signor Kuroba, le serve qualcosa? >>.
<< È entrato qualcuno nel mio camerino mentre mi esibivo? >>.
La responsabile si mise a pensare. << Non credo. I ragazzi del part-time si stavano occupando della sceneggiatura. Qualcosa non va? >>.
<< No, no. Ci vediamo alle prove del prossimo spettacolo >>.
Norie non sembrava convinta però lasciò cadere la cosa e tornò alle sue faccende. Kaito ritornò nel camerino e poggiò la carta sulla superficie lucida della specchiera. Iniziò a cambiarsi, pensieroso.
Non essere notato è tipico di... un ladro.
Il mago voleva rifiutarsi di credere che potesse essere stato davvero un ladro. Lui non lo era più e quindi non riusciva a capire cosa potesse volere uno del mestiere da uno che non praticava più quella professione.
Forse è uno scherzo.
Aoko bussò alla porta una volta e poi entrò nel camerino. Lo trovò bloccato mentre si abbottonava la camicia e fissava il vuoto, le mani ferme al penultimo bottone. Gli posò una mano sul braccio e lo scosse.
<< Amore? >>.
Lei si era già cambiata, un vestito a maniche lunghe blu scuro e calze bianche. Kaito sembro ridestarsi da un sogno e scosse la testa come per tornare alla realtà.
<< Mi sono incantato a pensare >>, si giustificò, abbottonando gli ultimi bottoni frettolosamente e prendendo la giacca. Nel fare il movimento agguantò anche la carta e la infilò nella tasca interna, in un'azione talmente veloce che Aoko non la vide.
<< Devi essere molto stanco. Hai dormito molto poco ultimamente >>, disse affettuosa, dandogli un bacio sulla guancia.
<< Hai ragione. Stanotte mi farò una bella dormita >>.
Kaito preferì non dire niente alla fidanzata. Non gli piaceva avere segreti con lei, ne aveva già tenuti troppi negli anni precedenti ed era sicuro che si sarebbe arrabbiata molto. Ma sentiva che non era uno scherzo e voleva cercare di capire cosa volesse dire quel due di picche.


Un paio di giorni dopo, Norie gli consegnò il video dell'esibizione. La coppia li conservava tutti e li teneva in una libreria nella camera di Kaito.
Aveva sigillato l'accesso alla stanza segreta della sua camera da letto e non era più riuscito a dormici. Quindi si era trasferito nella stanza matrimoniale che era stata dei genitori e aveva solo aggiunto la libreria. Era più comoda quando Aoko dormiva da lui, non provava malinconia e si lasciava alle spalle l'alter ego.
Mise il dischetto del DVD nel lettore e premette play, seduti sul divano del salotto. Dopo circa trenta minuti dall'inizio, l'inquadratura della telecamera fu puntata sul pubblico e Kaito notò un'ombra che si alzava e andava via.
Che abbia messo quella persona la carta nel mio camerino?
Aoko si accorse dello sguardo del fidanzato e si chiese se non gli stesse nascondendo qualcosa. Era molto sensibile all'argomento, si fidava ciecamente di Kaito ma sapeva anche che essere come lui, cresciuto in una famiglia di ladri e con un passato difficile, a volte si sentiva costretto a tenerli.
Andarono fuori a cena e trascorsero una serata piacevole. Ogni tanto il pensiero andava a quella carta, nascosta nel doppio fondo di un cassetto del comodino. Aoko si sarebbe fermata a dormire da Kaito ma prima doveva passare a casa sua per sistemare alcune faccende veloci e far trovare gli abiti puliti al padre, incapace nei lavori domestici.
La lasciò con un bacio sotto il portico e andò a parcheggiare la moto, risalì le scale del garage ed entrò in casa. Per andare nella sua camera, doveva passare per forza davanti alla vecchia stanza.
Sentì dei rumori e per istinto si appiattì contro il muro accanto all'entrata e tese l'orecchio: erano passi che facevano su e giù. Qualcuno aveva forzato la porta d'entrata o era salito dal balcone ore prima che tornassero. Aoko sarebbe arrivata in poco tempo e doveva affrontare l'intruso.
Mise la mano sulla maniglia, inspirò profondamente e spalancò la porta di botto. La luce era spenta e l'accese, rivelò la figura della donna.
Non ci posso credere.
<< Ciao Kaito >>.
<< Miho Okamoto? >>.
La ragazza avanzò verso di lui, mani dietro la schiena. I capelli erano più lunghi, gli occhi blu non erano nascosti dietro gli occhiali e portava le lenti a contatto. I tacchi le regalavano sette centimetri e indossava una gonna rosa e una maglia bianca che mostrava le spalle.
<< Cosa ci fai in casa mia? Come sei entrata? >>.
<< Mi deludi Kaito >>, disse Miho, mettendo su un finto sguardo triste. << Il tuo albero in giardino è ottimo per fare un salto sul balcone e la portafinestra non era chiusa >>.
Kaito si teneva a distanza. Le gesta di Red Fox erano sulle prime pagine dei giornali e lei era ancora una ladra.
<< Non sei felice di vedermi? >>.
Il ragazzo prese la carta che custodiva nella tasca e scosse la testa. Gliela mostrò. << Hai lasciato tu il due di picche >>.
<< Me l'hai dato un paio di anni fa, ricordi? >>, rise lei.
<< Se sei qui non mi porti buone notizie >>.
La ragazza sospirò e buttò sulla scrivania un paio di giornali. Kaito li prese e lesse le notizie sulla prima pagina: borsa in crisi, qualche arresto di un pezzo grosso, non capiva dove volesse arrivare. Miho prese il giornale dalle sue mani e lo sfogliò fino a una pagina precisa, poi indicò un articolo con il dito smaltato di rosa pallido.
Parlava della morte di una giovane donna, sgozzata dopo ore di torture terribili in una piccola città nella prefettura di Tokyo.
<< Quindi? >>.
<< Non la conosci? >>.
<< Mai sentita Maru Yoshida >>.
<< Ma conoscerai Neko Shiro, la ladra che ruba solo zaffiri >>.
Kaito guardò la foto della donna sorridente. I capelli biondi sotto le spalle, vivaci occhi grigi e incarnato leggermente scuro.
<< È lei? >>, le chiese esterrefatto.
<< Esatto >>.
Miho prese il secondo giornale, era in lingua italiana quindi Kaito non riusciva a capire. La ladra parlava molte lingue e gli mise sotto il naso un altro articolo.
<< Enzo Visconti, discendente di una facoltosa famiglia italiana. L'omicidio è avvenuto a Roma la scorsa settimana. Era noto come il Ladro Acrobata >>.
Kaito conosceva entrambi i ladri da anni, operavano da ancora prima che lui iniziasse la sua.
<< Che significa? >>.
<< Tre mesi fa hanno trovato il corpo avvelenato e con profonde ustioni di Elsa Wolf, a Vienna >>.
<< Vienna hai detto? >>, ripeté Kaito. << Allora era la Ladra Elegante, famosa per i suoi abiti perfetti e rubava solo gioielli, mai restituiti >>.
<< Capisci dove voglio arrivare? >>.
<< Qualcuno sta uccidendo i più grandi ladri del mondo >>, concluse Kaito, affranto.
<< C'è un serial killer, Kaito >>, disse preoccupata Miho. << Sono qui per avvertirti. Una mia fonte, un ladro anche lui, mi ha detto che li sta puntando tutti, vuole sterminarci >>.
<< Io non sono più un ladro >>, ribatté Kaito, chiudendo di scatto i giornali.
<< Ah sì >>, fece Red Fox. << Ho visto anch'io il tuo spettacolino d'addio >>.
C'era anche lei. << Spero ti sia piaciuto >>. Kaito colse l'ironia in quelle parole.
<< Anche la Ladra Elegante si era ritirata >>.
<< Cosa? >>.
Kaito sentì i brividi scorrere nelle vene. Se aveva ucciso una ladra che aveva abbandonato quella vita, per quale motivo lui doveva essere fuori pericolo? Pensò subito ad Aoko, anche lei poteva essere in pericolo.
Miho si avvicinò più del dovuto a Kaito e lui indietreggiò di un paio di passi, imbarazzato. In sua presenza manifestava il vero carattere, non era affatto timida e insicura e Kaito lo sapeva.
<< Dovresti pensare come fa questo serial killer a conoscere le identità dei ladri >>.
<< Giusto >>, balbettò lui, era sempre più vicina.
Miho gli passò un dito sul braccio. << Io resterò in città per un po'. Ora non ho pietre da rubare, così potrò indagare >>.
<< È giapponese? >>.
<< Forse >>.
Miho non distoglieva i suoi occhi da quelli del ragazzo e Kaito pensò che non mollava mai, quella ragazza
Sfortunatamente, la porta si aprì e Aoko si bloccò alla vista di quella scena. Strinse la maniglia nella mano, fumava letteralmente di rabbia.
Red Fox si allontanò e guardò i due.
<< Amore >>, disse Kaito. << Non è come credi >>.
<< Questa è la frase standard di tutti i traditori! >>, urlò Aoko. << Ti trovo con una ragazza nella vecchia stanza e cosa dovrei pensare? >>.
<< Amore? Oh, ora siete una coppia. Kuroba e Nakamori >>, cantilenò Miho.
<< Non aggravare la situazione! >>, sbottò Kaito.
Superato la prima fase di furia, Aoko mise a fuoco la ragazza.
<< Ehi ma tu... Miho? >>.
<< Lei è Red Fox >>, disse Kaito.
Aoko sbatté le palpebre e puntò il dito contro la ragazza. << Red Fox?! >>.
<< Puoi stare tranquilla, tesoro. Non ho nessuna intenzione di farmi il tuo bel mago. Non è single >>, disse lei, facendole capire che se fosse stato libero non ci sarebbe stato nessun problema.
Kaito si mise tra le due ragazze per appianare la situazione.
<< Miho è venuta a parlarmi di una cosa molto importante >>.
<< Non poteva suonare il campanello? >>, domandò sarcastica la fidanzata.
<< Non sarebbe stato divertente. Noi ladri ci divertiamo così >>, disse Miho.
<< Noi? Io non sono più un ladro >>.
<< Che sta succedendo? >>, domandò Aoko.
Kaito spiegò brevemente quello che la ladra gli aveva rivelato e Aoko inorridì. Si aggrappò al braccio del mago.
<< In verità sono qui anche per un altro motivo >>, continuò Miho.
<< Spiegati >>, la incalzò Kaito.
Miho perse un po' della sua sicurezza e sembrava a disagio. << Quello che sto per dirvi non è facile... Io credo che ci sia un sospettato >>.
<< E chi sarebbe? >>.
La ragazza li fissò e la coppia sembrò capire.
<< Non lo farebbe mai >>, disse in fretta Aoko, rifiutandosi anche solo di pensarlo.
<< Un ladro gli ha rovinato la vita >>.
<< Gliel'ha rovinata la madre. Kaito non ha colpa! >>, esclamò la ragazza.
Il ragazzo rimase in silenzio e Aoko lo guardò, incredula.
<< Kaito! Non lo penserai veramente?! >>.
<< La rabbia e la vendetta ti portano a compiere cose che pensavi non avresti mai fatto >>, disse Miho, in ogni parola c'era una profonda amarezza e solo il mago poteva capirlo.
<< Saguru non torcerebbe un capello a nessuno! >>.
Aoko era quasi in lacrime. Non poteva sopportare che venissero dette quelle cose sull'amico che non vedeva dal giorno che avevano condannato Cecelia Hakuba.
Viveva in America, il padre era andato in pensione anticipata e lui si era iscritto al college. Tutto questo lo sapevano da Akako, loro compagna di università e amica, era l'unica con cui parlava ogni tanto.
<< Credo sia meglio parlarne con calma domani. Dove alloggi? >>, le chiese Kaito.
<< Ho in affitto un piccolo appartamento in centro >>, un bigliettino apparì dal nulla e lo infilò nella tasca della giacca del mago. << Qui c'è l'indirizzo >>.
Il gesto fece stizzire Aoko e si attaccò al fidanzato. << Verremo a trovarti >>.
Che disastro, pensò Kaito.
<< Vi farò il tè >>, disse Miho, scorrendo la portafinestra. << Vi aspetto domani pomeriggio alle cinque >>.
Saltò sul bordo del balcone, poi sul ramo dell'albero e infine toccò terra agilmente. Aoko la guardò stupita, non avrebbe mai immaginato che quella timida mora fosse una ladra tanto abile. Si girò a guardare il fidanzato, braccia incrociate e sguardo poco amichevole.
<< È fatta così >>, tentò di recuperare Kaito.
<< Non mi piace più >>, disse Aoko.
Il ragazzo le si avvicinò e sciolse la presa delle braccia per cingerle la vita con le sue. Aoko gli voltava il viso e lui la obbligò dolcemente a guardarlo negli occhi.
<< Non mi dire che sei veramente gelosa >>.
Anche dopo due anni insieme il fascino di Kaito aveva ancora potere su di lei e non riusciva ad essere arrabbiata a lungo.
<< Me l'avresti detto? >>.
<< Eh? >>.
<< Se non ti avessi beccato qui con Miho... Mi avresti parlato di questa storia? >>.
La domanda prese Kaito in contropiede. Non glielo avrebbe tenuto nascosto, ma non l'avrebbe nemmeno fatto subito, quindi aveva ragione in parte.
<< Te l'avrei detto più avanti >>, fu sincero.
<< Almeno mi hai detto la verità >>. Aoko poggiò la testa contro il suo petto. << Tu sei al sicuro, vero? >>.
<< Certo >>, mentì.
Stavolta le aveva detto una bugia ma la ragazza non faceva parte del mondo dei ladri e non voleva metterla in mezzo in cose più grandi di lei. L'ultima volta aveva rischiato di perderla e non avrebbe commesso lo stesso errore.


Chikage sedeva su uno sgabello, incrociando le caviglie in modo elegante. Sorseggiava un alcolico e chiacchierava con il vecchio Jii.
Kaito entrò nel bar accompagnato da Aoko. La madre abbracciò il figlio e diede un bacio alla ragazza, Jii gli servi degli analcolici.
<< Hai detto che dovevi parlarmi >>, esordì Chikage, teneva il bicchiere dallo stelo sottile.
<< Una ladra mi ha dato un avvertimento >>.
Jii smise di fare quello che stava facendo e puntò l'attenzione sul ragazzo. Chikage aggrottò le sopracciglia.
<< Red Fox >>.
<< Non era quella ladra, in un furto di un paio d'anni fa? >>, domandò Jii e il signorino annuì.
<< Ah, ora ricordo. È la figlia di Eishi Tsuji >>.
<< A quanto pare ero l'unica a non esserne a conoscenza >>, disse un po' stizzita Aoko, bevendo un lungo sorso di ginger.
Kaito fece roteare la cannuccia dentro il bicchiere. << Mamma, quante volte devo dirti di non mentirmi? >>.
Scatenò una risata nella donna. << Ci provo, ogni tanto. Avevo notato una certa incidenza di morte tra i ladri >>.
<< Miho ha detto che uccide anche gli ex ladri come noi >>.
Un'ombra attraversò il viso di Aoko e Kaito le strinse la mano da sotto il bancone.
<< Chi potrebbe essere tanto intelligente e spietato da ucciderli? >>, ipotizzò Jii.
<< Qualcuno che ce l'ha a morte con i ladri >>, rispose Chikage, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Kaito e Aoko non domandarono, non ce ne era bisogno. Anche la donna pensava a Saguru, tutti lo pensavano tranne la giovane Nakamori. Non avrebbe mai dubitato della bontà d'animo dell'amico, anche se non lo vedeva da due anni.
Lui è forte
, pensò la ragazza.
<< Ho una cosa da fare >>, disse Kaito. << È un problema se ci vediamo più tardi? >>.
Aoko non chiese, gliene avrebbe parlato quando sarebbe stato pronto. << Va bene >>.


Akako sedeva a una scrivania con alcuni libri universitari di fronte a lei e vari appunti. Aveva scelto la facoltà di lettere antiche e le piaceva molto. Il brutto servo bussò e la strega gli disse di entrare.
<< Lady Akako, c'è qualcuno per lei. È il signorino Kuroba >>.
Alzò la testa dal tomo e aggrottò le sopracciglia. Kaito non veniva mai fino alla villa, si frequentavano in facoltà e qualche volta fuori dal contesto universitario ma mai nella misteriosa casa Koizumi.
<< Fallo sedere in salotto >>.
Akako scese al piano di sotto e indugiò un attimo prima di entrare. Kaito l'attendeva seduto sul divano e l'amica gli sorrise.
<< Kaito... A cosa devo la tua visita? >>.
<< Devo parlarti di una cosa >>.
Akako si sedette sulla poltrona preferita. << Tè per favore >>.
Poco tempo dopo bevevano fumanti tazze di tè verde.
<< Allora? >>.
<< Quando hai sentito Saguru l'ultima volta? >>.
La strega si accigliò e strinse la tazza. << Perché vuoi saperlo? >>.
<< E tu perché non vuoi dirmelo? >>, ribatté Kaito.
<< Sempre con la risposta pronta, Kuroba >>, sorrise Akako e guardò il suo riflesso nel tè. << C'è qualcosa che non va? >>.
<< Visto che sei l'unica con cui parla magari hai qualche notizia da darmi >>. Kaito capì che cercava di prendere tempo.
Akako posò la tazza sul tavolino antico. << Non dall'ultima che l'ho sentito >>.
<< E sarebbe? >>, richiese l'amico.
La ragazza distolse lo sguardo da quello di Kaito. << Tre mesi fa >>.


Angolo autrice!

Salve lettori!
Come promesso sono tornata con il seguito della mia storia “Ladro Kid 1412”! Devo ammettere più in ritardo di quanto credessi ma negli ultimi tre mesi la mia vita è cambiata radicalmente quindi ho avuto altri pensieri! :D
Stavolta ho deciso di tornare con un po' di dramma e molto più mistero di prima! Chi sarà il serial killer e che fine ha fatto Saguru? È davvero lui il serial killer? Be', lo scopriremo più avanti!
Pubblicherò un capitolo a settimana e non potrò fare di più a causa della mancanza di tempo! :)
Aspetto numerose le vostre opinioni e vi ringrazio in anticipo per aver dedicato un po' del vostro tempo alla mia storia!
Alla prossima! :D

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Capitolo 2
*** 02. Di nuovo Kid? ***


2° Capitolo


Di nuovo Kid?


L'appartamento di Miho era molto spazioso. Alla morte del marito, la moglie Aiko aveva ereditato tutti i beni della famiglia Tsuji e aveva potuto crescere sua figlia in tranquillità. Inoltre si era affermata nel mondo dello spettacolo come manager e guadagnava bene. Quindi un posto del genere, a nemmeno vent'anni, non era da tutti.
La casa era sufficiente per una famiglia di quattro persone: il salotto era tutt'uno con la sala da pranzo e una vetrata dava sul balcone, sotto c'era il fiume.
Miho li accolse e gli diede le pantofole caratteristiche. Li guidò per un corridoio da cui si affacciavano delle porte e, dopo una curva, il salotto. C'erano già una teiera verde chiaro e le tazze coordinate poggiate su un tavolino basso, completato da un piatto di biscotti.
Li invitò a sedersi sul divano beige e lei si sedette sull'altro. Versò del tè e avvicinò le tazze agli ospiti.
<< Questo tè me l'ha regalato mia madre, è inglese. Assaggiatelo >>.
Era davvero buono, molto dolce. Aoko aveva provato parecchia simpatia per Miho ai tempi della scuola ma quell'atteggiamento da gatta morta la irritava. Non era così ingenua da non notarlo e la verità che temeva il confronto.
Guardava il completo pantaloni neri e maglia a maniche lunghe rossa, un piccolo fiocco sulla scollatura. I capelli conciati in una coda di lato e il trucco leggero. In ogni gesto e parola c'era fascino.
È proprio come Kaito, pensò lei.
<< Sono andato da Akako ieri >>, confessò alla fidanzata.
<< Perché? >>, domandò lei.
<< Per chiederle di Saguru >>.
<< E cosa ti ha detto? >>.
<< Non lo sente da tre mesi >>, rispose dopo qualche secondo.
<< Dal primo omicidio >>, notò Miho.
<< Non significa niente! >>, esclamò Aoko, alterandosi. << Potrebbe essere molto impegnato con il college o svolgendo qualche indagine >>.
<< Non è mai passato tanto tempo >>, le ricordò il fidanzato.
<< Non crederò mai che Saguru possa uccidere in modo tanto orribile! >>.
Kaito si arrese. Ogni volta che si toccava l'argomento, Aoko perdeva la calma e non voleva ascoltarlo.
<< Non possiamo sapere quale ladro colpirà la prossima volta >>, disse Miho, prendendo il tablet posto accanto a lei. << Ho scritto una lista >>.
Il mago lo prese e Aoko gli si avvicinò per leggere meglio.
<< Sono così tanti? >>, domandò esterrefatta la ragazza.
<< Qualche nome lo conosco >>, mormorò Kaito.
<< Farò qualche indagine per conto mio >>, disse Miho. << Troppe persone darebbero nell'occhio >>.
<< È un modo carino per dirmi di stare ai margini? >>.
<< Esatto. Molto intelligente >>.
<< La prossima settimana terremo un altro spettacolo al National Theatre >>, disse Kaito e la fidanzata porse una busta alla ladra.
<< Ci piacerebbe che tu venissi >>, continuò Aoko.
Miho prese la busta. << Grazie. Stavolta vedrò di non lasciarti carte da gioco in camerino! >>.
La frase fece calare un silenzio pesantissimo. La ladra guardò i due, molto confusa dallo sguardo di pietra che Aoko rivolgeva al fidanzato.
<< Ora dobbiamo andare >>, si affrettò a dire Kaito. << Se hai novità, chiamami a questo numero >>.
Posò un biglietto sul tavolino e Miho ebbe l'impressione di aver generato un gran casino.


<< Aoko! >>.
La ragazza entrò in casa Nakamori sbattendo la porta, infuriata. Kaito si cambiò velocemente le scarpe e la seguì in cucina.
<< Come hai potuto non dirmelo?! >>.
<<
È solo una stupida carta. Miho è entrata furtivamente nel mio camerino e l'ha lasciata, tutto qua >>.
<< Perché non me l'hai detto? >>. Aoko si rendeva conto da sola di star facendo una scenata esagerata ma quella ladra tanto sicura di sé la mandava in tilt.
<< Si può sapere cosa ti prende? Sei strana da quando è apparsa Miho >>.
Colpita nel profondo, la ragazza serrò i pugni e distolse lo sguardo.
<< Lei è... lei è... >>.
<< Cosa? >>.
<< Come te >>, concluse e il ragazzo non seppe cosa dire, non riusciva a capire. << Avete entrambi un fascino innato, in qualsiasi cosa fate. Non c'è confronto e lei ha un palese interesse per te >>.
Kaito mise due dita sotto il mento di Aoko e lo obbligò a guardarlo. << Non ti mentirò dicendo che Miho non aveva un interesse nei miei confronti ma non è successo mai niente. Nemmeno la ladra più sexy del mondo potrebbe portarmi via da te >>.
Aoko strinse la mano del ragazzo. << Smettiamola con i segreti >>.
<< Promesso >>.


Il giorno dopo erano a lezione all'università. Kaito seguiva il corso di letteratura e altri studenti di diverse facoltà lo facevano per avere crediti aggiuntivi. Annoiato, giocherellava con una matita mentre attendeva il professore per due ore di lezione.
Non si girò quando udì una sedia spostarsi e una persona sedersi vicino a lui.
<< Scusa, ho dimenticato la penna. Me ne presti una? >>.
Il ragazzo fece per darle una delle sue e rimase di sasso quando vide chi era.
<< Miho? >>.
<< Buongiorno! >>, prese la penna e si mise a scarabocchiare sul blocco posato sul banco.
<< Ma che...? >>.
<< Frequentavo l'università di Osaka e ho chiesto un trasferimento a Tokyo. Ho in programma di restare per un po' di tempo >>, gli sorrise.
Kaito ripensò alla scenata di Aoko del pomeriggio prima e cominciò a chiedersi se forse quella esagerazione non fosse poi così tanta. Sapeva benissimo che se Red Fox voleva qualcosa l'otteneva ed era molto caparbia.
<< Non sapevo ti fossi iscritta all'università >>.
<< Tu più di tutti dovresti sapere che dovremo sempre tenere un filo che ci lega alla vita comune >>.
Un punto a favore di Miho era proprio questo: riusciva a comprendere la sfumatura della vita di un ladro.
Io non sono più un ladro. << Che facoltà frequenti? >>.
<< Chimica >>, rispose. << Ma amo anche la letteratura >>.
<< Buongiorno Kaito! >>.
Keiko si avvicinò ai due. La ragazza indossava sempre gli occhiali, le code erano diventati lunghi capelli sciolti e di recente si era fidanzata con un coetaneo. Era sempre calma, riflessiva e ottima dispensatrice di consigli.
<< Ciao Keiko >>.
<< Miho! >>, la giovane rimase basita e le diede un affettuoso abbraccio. << Da quando frequenti questa università? >>.
La ragazza fu gentile. << Qualche settimana >>.
La risposta fece mettere Kaito sull'attenti. Se veramente frequentava da tanto tempo come mai non se ne era accorto? O era solo una bugia?
<< Sono contenta! Aoko non me l'ha detto >>.
Il professore entrò in classe e la conversazione si interruppe lì. Per tutta la durata della lezione si sentì a disagio: Miho l'aveva avvertito ma qualcosa stonava, forse nascondeva qualche segreto.
Smettiamola con i segreti.
Kaito ripensò alla frase della fidanzata e i segreti stavano di nuovo avvelenando la sua vita, per quanto non lo volesse.


Alla pausa pranzo incontrò la fidanzata in giardino.
Aoko era seduta sull'erba, le gambe distese e un libro sulle ginocchia. La brezza scompigliava leggermente i capelli scuri e aveva un lieve sorriso, sembrava tranquilla.
Kaito si sedette al suo fianco e le diede un bacio. La fidanzata mostrò due porta pranzo, uno blu e uno rosa
<< Ieri sera mi sono impegnata! >>.
Iniziarono a mangiare. Anche se era novembre c'era il sole e poco freddo, ancora non era caduta la prima neve.
<< Aoko >>.
<< Sì? >>.
<< Ehm... Miho si è trasferita qui per studiare >>.
Aoko smise immediatamente di mangiare. << Fantastico >>.
Il tono sarcastico era piuttosto marcato. << Frequenta il mio stesso corso di letteratura. Keiko l'ha vista >>.
<< Non fraintendermi >>, iniziò. << Mi piace Miho. Ma credo che lei possa fare una cosa che io non potrò mai fare >>.
<< Che intendi? >>.
<< Lei può capirti >>, rispose amaramente. << Io non potrò mai comprendere quello che hai passato >>.
Aoko ci aveva provato ma c'erano lati di Kaito che non riusciva a decifrare. Si sentiva come se le mancasse qualcosa.
<< A proposito di questo >>. Kaito chiuse il porta pranzo ormai vuoto e lo mise sopra quello rosa. << Ci ho riflettuto un po'. Se veramente questo serial killer sta uccidendo i più grandi ladri al mondo e io non sono immune dalla sua furia omicida, non posso restare fermo ad aspettare >>.
Aoko sentì improvvisamente freddo, strinse i contenitori vuoti.
<< Sto pensando di riprendere le vesti di Ladro Kid >>.
La frase galleggiò in silenzio fra i due per almeno un minuto.
Aoko mollò i contenitori sull'erba con un rumore attutito. << Ti metterà ancora di più in pericolo! >>.
Kaito sospirò. << Sono in pericolo comunque. E anche tu, la mamma e Jii >>.
<< Io? >>.
<< Sei la mia fidanzata e il mio amore per te è un'arma. Non voglio che ti uccida per farmi arrabbiare e uscire allo scoperto. A questo bastardo gli piace giocare con le vite altrui >>.
<< Quindi hai deciso >>, Aoko mise i contenitori nella borsa, si pulì la gonna e le calze dall'erba.
<< Non ancora, ne volevo parlare con te >>.
<< Come la metti con papà? >>.
<< Troverò un modo >>.
<< Dobbiamo andare a lezione >>.
Aoko e Kaito si separarono in corridoio e lui la strinse in un forte abbraccio. Lei si lasciò andare e il profumo familiare la calmò.
Ma dentro il suo cuore sentiva che stava arrivando una tempesta, una brutta tempesta.


Barcellona era una delle più esplosive città spagnole. Nella piazza principale c'era sempre un via vai di gente, il calore e l'ospitalità si avvertivano in quei sorrisi amichevoli.
Un ragazzo sui vent'anni percorreva la piazza fino a fermarsi sotto un portone ed entrò. Portava una borsa a tracolla nera e salì velocemente i due piani che lo separavano dal suo appartamento. Gettò le chiavi in una ciotola e la borsa sulla poltrona all'ingresso.
In bagno si lavò le mani e il viso, sistemandosi i riccioli neri e controllandosi la pelle scura. Nella camera da letto posò le scarpe dentro l'armadio e accese il PC per controllare le email. Non aveva ancora letto la prima quando si scansò di lato per evitare un pugnale che si conficcò nel muro color mattone.
La figura che l'aveva lanciato era mezza celata dalla tenda mossa dal vento. Il ragazzo corse fuori dalla camera ma, con abile maestria, la figura lanciò il pugnale liberato dal muro e lo colpì alla gamba. Il ragazzo urlò insulti in spagnolo e cadde sul pavimento, perdeva sangue copiosamente.
La figura faceva roteare due pugnale per mano e lo guardò con disprezzo.
<< Chi sei tu?! >>, urlò il ragazzo, sconvolto dal dolore.
<< Io so chi sei tu >>, sussurrò, lanciando l'altro pugnale nella seconda gamba. Poi gli chiuse la bocca con un fazzoletto, un ghigno sul viso di chi sta per passare delle ore molto divertenti...


La sveglia sul comodino trillò e una mano bianca uscì da sotto le coperte per spegnerla. Aoko si tirò su e stropicciò gli occhi azzurri, desiderando dormire altre due ore però doveva alzarsi e preparare la colazione, alle dieci c'erano le prove dello spettacolo.
Scosse Kaito sdraiato dall'altra parte, mugugnò qualcosa.
<< Stamane cucino io la colazione >>, disse Aoko, mettendosi seduta sul bordo del letto e facendo un altro sbadiglio.
Le braccia di Kaito gli circondarono la vita e la trascinarono di nuovo al centro del letto.
<< Arriveremo in ritardo >>, mormorò Aoko, riprendendo fiato dopo un bacio da toglierle il respiro.
<< Siamo noi i protagonisti >>, le ricordò, dandole alcuni baci sul collo.
I due risero e si lasciarono andare a lunghi baci e carezze finché un cellulare non squillò. Kaito voltò la testa in direzione del suono e veniva dal cassetto del comodino. Aoko capì che il momento si era rotto e si mise seduta, un po' delusa.
<< È il numero che ho dato a Miho >>.
<< Rispondi >>. La voce era durissima.
Kaito frugò nel cassetto e ne estrasse un semplice cellulare prepagato.
<< Pronto? >>.
Miho era in piedi, appoggiata contro il bancone della cucina e nella mano libera il tablet, una pagina su un quotidiano straniero.
<< Ha ucciso un altro ladro >>.
Quella frase fece rabbrividire Kaito e Aoko capì subito cosa fosse successo. Dopo una breve conversazione ripose l'apparecchio al suo posto. La ragazza non riuscì a resistere e si appoggiò contro la schiena di Kaito, sentendo il calore e serrando gli occhi.
Non c'erano bisogno di chiedergli chi fosse morto, l'età, come e quando. Una vita era stata spezzata e questo le bastava per immaginare che potesse esserci Kaito al suo posto, di non sentire più la sua voce e il sorriso che le faceva piegare le ginocchia.
<< Aoko... >>, sussurrò, voltandosi e prendendole una mano. << Non mi accadrà niente >>.
<< Torna ad essere Ladro Kid >>.
Kaito spalancò gli occhi, incredulo di sentirle dire quelle parole.
<< Se serve a proteggerti, se serve a scoprire chi toglie la vita in questo modo... Non m'importa. Non voglio perderti! >>, gli buttò le braccia al collo, piangendo.
Si ricordò di quando aveva scoperto che Kaito era Kid. Nemmeno per un attimo aveva provato delusione ma solo tanta rabbia per aver tenuto un segreto con lei, avrebbe amato il ladro come amava lui. E dopo due anni era disposta ancora a farlo.


Kaito premette i bottoni di un tastierino numerico posto al lato del ritratto del padre e sentì un click.
Con la mano tremante spinse il dipinto e girò su se stesso, cambiando immagine. Scese le scale e l'odore di chiuso e polvere gli invase le narici. Le luci si accesero automaticamente, rivelando la familiare poltrona e il jukebox contro la parete. Tirò via il telo grigio e rivelò la brillante macchina bianca.
I mazzi di carte, la spara carte, gli strumenti e l'aliante erano riposti ordinati sugli scaffali. Kaito premette un tasto sotto il bancone del bar e l'armadio salì su, aprendo le ante.
Il ragazzo fissò l'abito che aveva indossato per un anno e che precedentemente era stato di suo padre. Quest'ultimo era morto per essersi messo in affari pericolosi e aveva la sensazione di star cadendo nella stessa trappola. Ma ora che era innamorato di Aoko si rendeva conto del perché Toichi l'avesse fatto: per la moglie e il suo bambino.
Kaito avrebbe tanto voluto sentire la voce familiare dargli consigli ma stavolta doveva cavarsela da solo, non era più un ragazzino inesperto ma un adulto. Sfiorò la stoffa liscia e e roteò la spara carte.
<< Ciao, vecchio amico >>.


Ginzo Nakamori rientrò dal lavoro strascicando i passi sul pavimento e la voglia di versarsi un tè caldo. Come entrò nella sala da pranzo vide la figlia e Kaito seduti al tavolo ed ebbe un déjà-vu, come due anni prima.
<< Oh no >>, sussurrò. << Me lo sentivo che sarebbe arrivato questo giorno: sei incinta >>.
<< No! >>, esclamò la figlia, rossa in viso e Kaito sobbalzò. << Ma come ti viene in mente?! >>.
L'ispettore ripose la pistola nel fodero. << Meglio per te, ragazzo >>.
<< Dovremo parlarti >>.
L'uomo inarcò un sopracciglio, perplesso, e si sedette.
<< Allora? >>.
Kaito iniziò a spiegare brevemente cosa stesse succedendo. L'ispettore aveva ricevuto qualche voce di corridoio e ascoltato distrattamente la televisione quindi riuscì a cogliere subito la spiegazione del mago.
<< Volete che ne parli ai miei superiori? >>.
I due ragazzi si guardarono e fu il turno di Aoko.
<< No, papà. Kaito è in pericolo e quindi... >>.
<< No >>, scosse la testa. << No, no e no >>.
<< Non ho scelta! >>, ribatté Kaito.
Nakamori prese a fare avanti e indietro per la stanza. << Tu vuoi ributtarmi in quell'incubo?! >>.
<< Assolutamente no, non glielo chiederei mai! >>, Kaito tirò indietro la sedia. << Quando io ritornerò sulla scena, lei dovrà rifiutare il caso e ne resterà fuori >>.
<< Mia figlia potrebbe essere coinvolta! >>, batté le mani sul tavolo.
<< Papà! >>.
<< Lo è già! >>, esclamò Kaito. << Se questo assassino arriva alla mia identità, potrebbe usare Aoko come arma.
È già successo! >>.
Nakamori respirava veloce: Ladro Kid di nuovo sui giornali, Kid in televisione, sulla bocca di tutti. Il grande ritorno del ladro fantasma.
<< Sei consapevole che assegneranno un altro al mio posto? >>.
<< Sì, ne sono consapevole >>.
<< Potrebbe essere molto più duro di me >>.
<< Non importa >>, intervenne Aoko. << Prima arrestiamo questo pazzo e Kaito potrà tornare alla sua vita, alla nostra vita >>.
L'ispettore si abbandonò sulla sedia, preoccupato e pensieroso. Aveva digerito essersi fatto sfuggire Ladro Kid, rischiato una retrocessione, aveva accettato che fosse il fidanzato di sua figlia e digrignava i denti ogni volta che passava la notte nella villetta affianco.
Ma non sarebbe rimasto a guardare e aveva già un piano in mente.


Miho andò ad aprire, indossava un vestito a maniche lunghe grigio e gambe scoperte.
<< Benvenuto >>, invitò Kaito ad entrare e si ritrovano nel salotto.
<< Mi hai detto che hai novità >>.
La ladra si sedette a gambe incrociate sul divano e iniziò a frugare tra le cartelle del tablet. Kaito non avrebbe voluto ma dovette ammettere che era davvero bella: rispetto ad Aoko era più sciolta e sicura, non si vergognava di niente.
<< Ehi >>, Miho schioccò le dita e Kaito si scosse. << Ti eri incantato >>.
<< Scusa >>, ritornò con i piedi per terra. << Dicevi? >>.
<< È un ladro spagnolo, come ti avevo accennato >>, gli mostrò delle foto. << Il mio contatto è penetrato nel sito della polizia di Barcellona ed è riuscito a salvare queste >>.
Kaito non era sensibile di stomaco ma stavolta fu messo a dura prova. << Mio dio >>, mormorò.
<< L'ha pugnalato più volte e dissanguato lentamente. Ci ha messo cinque ore a morire >>.
<< Chi era? >>.
<< Felipe Ruiz, ventuno anni. Studiava a Barcellona matematica ed era nato a Madrid. Era un ladro da circa un anno e lo chiamavano “E
l ladrón está feliz” >>, lo pronunciò in maniera perfetta. << Indossava una maschera con un sorriso perennemente stampato in volto >>.
<< Cosa rubava? >>.
Gli mostrò alcuni articoli di giornale. << Dipinti e piccole opere d'arte, mai ritrovate >>.
<< Come fa? >>, Kaito strinse il tablet nella sua mano. << Come diamane riesce a scoprire l'identità di queste persone e dove vivono? >>.
<< So che la tua ragazza non vuole nemmeno sentirlo dire ma questo sembra il lavoro di un detective >>.
Kaito sapeva che Miho poteva avere ragione e non sopportava l'idea.
<< Forse dovresti dirlo alla tua amica... Akako giusto? La ricordo ai tempi del liceo. Sempre così enigmatica? >>, rise.
<< Sì >>, Kaito condivise la risata con la ragazza. << Se le racconto questa storia, regagirà come Aoko >>.
<< Ha una cotta per il bel detective biondo. Capisco >>.
<< Io non ho detto questo! >>.
Miho scivolò vicino a lui, troppo vicino. Kaito si sentì a disagio e improvvisamente impacciato: se avesse fraintenso e si fosse spostato avrebbe fatto una figuraccia.
<< Non c'è bisogno. Si capisce dai dettagli quando una persona ha una cotta per un altro e già ai tempi di quella gita si notava >>.
Kaito non rispose e si limitò a scorrere le pagine del tablet.
<< Ti metto a disagio? >>.
Quella domanda a bruciapelo lo fece arrossire. << No! >>, la voce uscì troppo stridula e si allontanò.
<< Mi dispiace se l'altra volta ti ho messo nei guai con Aoko >>.
Kaito capì a cosa si riferiva. << Non è colpa tua ma mia. Avrei dovuto dirglielo subito >>.
Miho gli mise una mano sulla spalla. << Siete una bella coppia e mi dispiace se non piaccio ad Aoko >>.
Il mago rimase immobile a quel contatto.
Ma che mi prende?
<< Non è vero. Tu piaci ad Aoko >>.

<< Ma non le piaccio quando crede che io ti faccia la corte >>.
<< Aoko è solo... solo... >>.
<< Insicura? >>.
<< Già >>. Kaito si mise in piedi e interruppe quella conversazione che stava diventando imbarazzante e l'atmosfera troppo pesante.
<< In questi giorni non ci sarò >>, disse Miho. << Andrò nel sud del Giappone >>. Sventolò un biglietto, sorridendo.
<< Hai un furto programmato >>.
<< Sì, devo verificare che sia la mia gemma >>.
<< Quindi non verrai al mio spettacolo? >>.
<< Tornerò giusto in tempo. Non me lo perderei mai! >>, rise lei.
In ascensore, Kaito iniziò a pensare che Miho era ambigua: si comportava da amica e a tratti sembrava attratta da lui. Aveva detto ad Aoko di quell'incontro ma avrebbe evitato i dettagli o sarebbe esplosa come l'ultima volta.


Akako batteva le dita sulla scrivania, fissando lo schermo luminoso del computer. Dopo l'ultima visita dei due amici, brutti pensieri su Saguru l'avevano agitata. Lo sapeva anche lei che non farsi sentire per tre mesi era tanto e, non l'avrebbe mai ammesso alla coppietta felice, gli aveva lasciato diversi messaggi senza risposta. Guardava la lunga serie di messaggi e non sapeva nemmeno se li avesse letti.
Che combini Saguru? Dove sei finito?
Scrisse un altro messaggio, gliene mandava almeno due a settimana. Gli occhi preoccupati di Kaito non li poteva dimenticare e non gli aveva raccontato come stavano le cose.
In che guaio ti sei cacciato?
Attese cinque minuti però nessuna risposta, come ormai accadeva da troppo tempo. Alla strega mancava il detective che non vedeva da due anni, era stata l'unica ad avere il privilegio di stargli vicino e questo l'aveva resa molto felice.
Gli occhi andarono all'unica foto che aveva di lui, scattata durante una giornata scolastica, lui sorrideva.
Saguru aveva smesso di sorridere dopo il processo. Ad Akako pizziccarono gli occhi ma smise inmediatamente: una strega che versa una lacrima perde i suoi poteri.
Quanto mi manca, quel sorriso.


Angolo autrice!


Salve lettori!
Ecco il secondo capitolo della storia! Pubblicherò un capitolo a settimana, rispetto alla storia precdentemente ho meno tempo quindi sarà questa la frequenza! :)
In questa storia darò spazio anche alla storia d'amore di Akako e Saguru, ovviamente con il tempo!
Maya Mendler1: Grazie mille per la tua recensione via messaggio :)
Ringrazio anche chi l'ha messa tra le preferite, le seguite e per chi l'ha letta!
A presto! :D

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Capitolo 3
*** 03. Il Rubino Stellato ***


3° Capitolo


Il Rubino Stellato


Mio adorato pubblico,


Il vostro amato ladro fantasma ritornerà ad incantarvi! Ruberò il Rubino Stellato al Tokyo Metropolitan Art Museum il sedici novembre alle ore 21.00.


Ladro Kid


Gli schermi giganti sui palazzi, i giornali, le riviste erano tempestati dalle immagini del fantastico mago criminale. Le ragazze si riunivano a sfogliare le riviste ridacchiando e folti gruppi erano fermi ad ascoltare i telegiornali. Quella mattina la città di Tokyo si era svegliata con la più grande novità dell'anno: dopo lo spettacolo conclusivo e la restituzione dell'ultima gemma rubata, avevano pensato di non rivedere mai più il ladro dalle vesti candide.
Nel quartier generale della polizia, alcuni agenti avevano accerchiato la scrivania dell'ispettore Nakamori.
<< Ha visto?! >>.
<< E adesso lei cosa farà? >>.
<< Sarà contento vero? >>.
L'uomo cercava di mostrare il fastidio di sempre per il ladro ed evitava di rispondere alle domande sul futuro incarico. Il capitano della polizia fece il suo ingresso nell'ampia stanza e l'ispettore balzò in piedi, rispettoso.
<< Capitano Kouki! >>.
Si levò il cappello. << Ispettore Nakamori, sono felice di vederla in salute. Ho avuto il piacere di vedere uno degli spettacoli di sua figlia... Le assomiglia >>.
<< La comunicazione diceva che voleva parlarmi >>.
<< Esatto >>, un'occhiataccia fece intendere agli agenti di sparire e restarono soli. << Come avrà visto Ladro Kid è ritornato. Lei non l'ha mai catturato in vent'anni però ha sempre recuperato la refurtiva e ci ha permesso di smantellare una pericolosa organizzazione criminale. Dopo aver interloquito con le alte sfere abbiamo deciso di assegnarle ancora una volta il caso di Kid >>.
Il capitano smise di parlare e attese la reazione felice dell'ispettore. Con enorme stupore, l'uomo fece un inchino e scosse la testa.
<< Mi dispiace, rifiutò l'onore di questo incarico >>.
La frase lasciò a bocca aperto i colleghi e i sottoposti. Il capitano Kouki non era facile da stupire e per poco il cappello non cadde a terra.
<< Rifiuta l'incarico? >>.
<< Sì >>.
<< Be', se le dicessi che non mi ha sorpreso le direi una bugia. Posso chiederle le motivazioni di questa decisione? >>.
L'ispettore avrebbe voluto dire che non poteva ferire sua figlia ma non poteva. << Per me il caso Kid si è concluso l'anno scorso. Credo sia ora di passarlo a una mente più giovane >>.
Il capitano si rimise il cappello e sospirò. Gli occhi del sottoposto esprimevano tutta la loro convinzione.
<< Credo di non poter far niente per convincerla del contrario, ispettore Nakamori. Cercherò un'altra persona da assegnare a Ladro Kid >>
<< Capitano, forse non sono nella posizione di fare una richiesta del genere, dopo un rifiuto di tale portata ma... vorrei far parte della squadra d'azione >>.
Ecco il piano di Nakamori: avrebbe operato da talpa senza farlo sapere a Kaito, che non avrebbe mai accettato di esporlo ad un rischio tanto grande. Non poteva permettere a quel ragazzo di finire in prigione e vedere il cuore di Aoko spezzato.
L'uomo ci pensò un attimo.
<< Va bene. Sono certa che il nuovo ispettore avrà bisogno di un aiuto esperto come il suo >>.
<< La ringrazio infinitamente >>, un altro inchino.
Quando il capitano se ne fu andato, i colleghi non poterono fare a meno di porgli domande sul rifiuto, lui non rispose e fece finta di avere molte pratiche da sbrigare. Guardò la foto di Aoko posta sulla scrivania.
Lo faccio per te, figliola.


<< Aoko! Aoko! >>.
Keiko la fermò nei corridoi e prese fiato per la corsa. Le sventolò un giornale in faccia.
<< Hai letto?! >>.
Aoko fece finta di guardare le pagine. << Ah, di Ladro Kid? >>.
<< Non è incredibile? Voglio andare al museo la sera del furto, dicono che ci sarà il pienone! >>. La mancata reazione di rabbia dell'amica la fece diventare perplessa. << Sembra quasi che non ti interessi >>.
La ragazza trasalii e la gola divenne secca. Non ci aveva pensato che la gente si sarebbe aspettata le solite reazioni. Ma come avrebbe fatto ora che stava con Kaito?
<< Ehi Kaito! >>.
Come se fosse apparso dal nulla, le cinse la vita con le braccia e notò la rivista che teneva in mano.
<< Ci vieni al museo? >>, gli domandò Keiko.
<< Tu ci vai? >>, Kaito girò la domanda alla fidanzata.
<< Certo che ci viene! Non vedrà l'ora di vedere catturato il ladro >>, rise la ragazza dai capelli biondi.
<< Be'... sì! >>, esordì Aoko, fingendo fastidio. << Figurati se un esibizionista di quel calibro poteva resistere dietro le quinte tanto a lungo! >>.
Sentì la risatina di Kaito nell'orecchio e Keiko parve finalmente soddisfatta. Aoko si rese conto di dover recitare una parte, esattamente come il fidanzato, ormai faceva parte anche lei di quella recita.
Una volta rimasti soli, Kaito si lasciò andare a una lunga risata e Aoko gli tirò una gomitata tra le costole. Lui tossicchiò e lei mise un finto broncio
<< Eri così buffa! >>.
<< Non stavo recitando, sei davvero un esibizionista! >>.
Nascosti da occhi indiscreti, le diede un bacio in fronte. << Mi dispiace >>.
<< Per cosa? >>.
<< Per costringerti a mentire alla tua migliore amica >>.
Aoko gli restituì un bacio sulle labbra. << Non importa. Questa storia finirà tra non molto >>.
<< Dovresti andarci al museo, davvero >>, disse Kaito.
<< Dici sul serio? >>.
<< Se non ci vai, Keiko potrebbe sospettare e non mi sembra il caso. Forse è meglio che porti con te anche Akako >>.
Aoko annuì. << Glielo chiederò. Dovremo comunque dirle quello che sta succedendo >>.
Kaito ci aveva pensato a lungo, non era sicuro di volerle rivelare quello che stava accadendo. Sapeva troppo bene quante cose sciocche si possono fare per amore e temeva che potesse usare la magia in modo improprio. Ma ora che aveva rilasciato l'annuncio, la strega avrebbe preteso delle spiegazioni.
Quel momento arrivò durante la pausa pranzo. Quando Akako passava per l'ateneo, era circondata da numerosi ragazzi che le chiedevano il numero o il contatto email e non riusciva mai a liberarsene.
Intercettò Aoko all'uscita della lezione e la trascinò sul tetto, sbarrando la porta con la magia per non essere disturbate
<< Kaito è tornato ad essere Ladro Kid? >>.
Gli occhi di Aoko si fecero tristi e strinse i volumi di diritto tra le braccia. << Sì, è stato costretto >>.
<< C'entra forse con la visita dell'ultima volta?
È coinvolto anche Saguru? >>.
La giovane Nakamori poteva avvertire l'ansia nelle parole dell'amica. << No! Saguru non ha fatto niente.
È solo che... >>.
<< Solo che? >>. Akako era spazientita.
<< Kaito lo pensa, anche se con me non vuole ammetterlo >>.
Akako scrutò bene il viso della giovane. << E allora con chi l'ammette? Aoko? >>.
<< Ricordi Miho? >>.
La strega mise un dito sotto il mento e cercò di ricordare. << Miho... Miho... Ah sì, era una delle ragazze che abbiamo incontrato durante il liceo due anni fa, al campo estivo >>.
<< Lei è Red Fox >>, le confidò.
<< Ah ho capito >>, Akako fece la sua risata stridula, un po' divertita. << Sei gelosa! >>.
<< Non è vero! >>, punta nel vivo, le guance di Aoko divennero rosse e distolse lo sguardo. << Semplicemente si capiscono fra ladri >>.
<< E cosa c'entra Red Fox? >>.
Aoko riassunse brevemente la situazione e, come previsto, Akako reagì male.
<< Non posso credere che Kaito pensi sul serio che Saguru possa uccidere in modo tanto brutale, più volte! >>.
<< Lo trovo assurdo anch'io, sono dalla tua parte >>, concordò Aoko.
<< Chiarirò la cosa con quel mago da strapazzo! >>.
<< Posso chiederti di strapazzarlo dopo lo spettacolo e il furto? >>.
<< Lo faccio solo perché sei tu! >>, disse stizzita Akako e liberò la porta dalla fattura che aveva messo. Scese le scale inviperita e avrebbe voluto dirne quattro a Kaito.
Non lo farebbe mai Saguru, mai!
Poi scese lentamente le scale per poi fermarsi del tutto, gli occhi lucidi.
<< Allora perché non si confida più con me? >>.
Ricacciò indietro le lacrime che avrebbero distrutto la sua magia e rimise la facciata di strega fiera.


Conciliare l'università con le prove per gli spettacoli era difficile ma ora che doveva progettare un furto il tempo era ridotto al minimo. Aoko aveva visto quel tipo di concentrazione solo in occasione del furto dello Zaffiro Speranza e ora che vivevano praticamente insieme lo viveva appieno.
Terminate le lezioni, si chiudeva nella stanza segreta o passava un paio d'ore al bar di Jii. Aoko si sentiva un po' esclusa però comprendeva che era necessario per risolvere quel brutto problema, cercava di non opprimerlo con i pensieri inutili.
Kaito sentiva la mancanza della fidanzata. Una sera era seduto alla scrivania della vecchia stanza per sistemare alcune carte da riporre nella cassaforte del nascondiglio. Per sbaglio rovesciò una cornice e la raccolse da terra, per fortuna il vetro non si era rotto. La ripose in un angolo più sicuro e sorrise nel guardarla.
Era la foto che Chikage gli aveva scattato di nascosto il giorno del diploma: entrambi indossavano la toga nera, la pergamena in mano e si scambiavano un bacio sotto un albero, per non essere visti dagli altri.
Kaito avvertì una malinconia strana, come se fossero passati decenni da quella foto invece che solo due anni. Si sentì improvvisamente più vecchio dei suoi diciannove anni e sfiorò la foto.
Accumulò le carte in un mucchio, le mise sotto braccio e girò il ritratto per scendere giù, insieme ai pensieri pesanti.


L'ispettore Nakamori entrò nell'ufficio strisciando i piedi e tenendo un bicchiere di caffè in bilico su un cartone di ciambelle. Aoko aveva dormito fuori casa e si era dimenticata di lasciargli la colazione a causa delle troppe preoccupazioni. Si era fermato alla prima caffetteria e aveva comprato dosi massicce di caffeina e zuccheri.
Addentò la prima ciambella e un sorso di caffè bollente. Alzò lo sguardo dalle carte che stava leggendo e vide i colleghi imbambolati dietro le loro scrivanie.
<< Uh? Che gli prende? >>.
Lo sguardo corse fino alla porta e vide il capitano in compagnia di una bellissima e giovane donna. Quest'ultima camminò tra le scrivanie con un passo elegante e perfettamente in bilico sui tacchi neri. I capelli erano di un caldo color miele stretti in una coda, gli occhi due smeraldi verdi e aveva una pelle perfetta. Indossava un completo blu e una camicetta bianca che le donava moltissimo.
L'uomo restò di sasso quando si fermò di fronte alla sua scrivania.
<< Lei è l'ispettore Nakamori? >>.
Il resto degli uomini nella stanza lo guardavano malissimo, invidiosi delle attenzioni della donna.
<< Ehm sì >>, balbettò lui.
Allungò la mano, unghie dipinte di rosa pallido e french bianca. << Mi chiamo Kawano Natsumi, l'ispettrice incaricata di catturare Ladro Kid >>.
Se la bellezza della donna aveva abbagliato i colleghi, la notizia che fosse lei la prescelta per mettere in gabbia il ladro li investì di stupore.
<< La signorina Kawano è stata la prima della sua classe in accademia >>, intervenne il capitano Kouki. << Ha solo trentadue anni ma possiede una grande esperienza ed è una mente giovane, proprio come aveva detto >>.
<< Sono felice di collaborare con lei >>, sorrise la donna. << Spero che ricevere ordini da una donna, molto più giovane di lei tra l'altro, non crei alcun problema >>.
<< Assolutamente no >>, disse l'ispettore.
<< L'avverto che io ho un approccio molto diverso dal suo. Ha fatto un grande lavoro negli ultimi vent'anni e le faccio i miei complimenti per aver smembrato quella banda criminale. Però ritengo che Kid abbia bisogno di un approccio più di polso >>.
Nakamori capì che era angelica solo di aspetto e che sotto era molto dura. Era una dei tanti che prendeva sotto gamba Kid e non aveva idea con chi aveva a che fare. L'avrebbe scoperto da sola.
<< Eseguirò ogni ordine che lei mi darà >>.
<< Vedo che ci capiamo >>, ribatté lei, un mezzo sorriso poco amichevole che tramutò in gentile non appena si voltò verso il capitano.
<< La lascio in questo dipartimento, oggi inizierete a stilare il piano per catturarlo. Buona fortuna, ispettrice Kawano >>.
Il capitano si congedò e Natsumi si rivolse alla nuova squadra.
<< Si inizia, a lavoro! >>.


<< Una donna? >>. Kaito mangiava la zuppa servita da Aoko, stancamente.
<< Non sembra molto morbida >>.
Il ragazzo ridacchiò. << Un'altra montata inesperta? >>.
<< Forse, vedremo come si comporterà >>, rispose, bevendo la birra.
Aoko si sedette a tavolo. << Non parliamo di lavoro mentre mangiamo. Almeno durante pasti potremo dialogare d'altro >>.
Il fidanzato avvertì un tono stizzito e quando rimasero soli si offrì di aiutarla a lavare i piatti.
<< Non devi ripassare? >>.
<< Preferisco stare un po' con te >>.
Lavarono i primi tre piatti in silenzio e poi Kaito decise di parlarle.
<< Mi dispiace se ti trascuro >>.
<< Non lo fai >>.
<< Invece sì >>, posò lo straccio con cui stava asciugando le stoviglie. << Dopo lo spettacolo ci prenderemo una serata per noi >>.
<< Davvero? >>, gli occhi di lei si illuminarono.
<< Promesso >>.
Aoko posò il viso contro il petto di Kaito e sentì battere il suo cuore.
<< Io mi fido di te >>.
<< Non potrei desiderare di meglio in questo frangente >>.
Finirono di lavare i piatti e ritornarono a villa Kuroba. Aoko si addormentò subito e Kaito rimase per un po' a fissare il soffitto e volse lo sguardo alla figura esile sotto le coperte e gli venne spontaneo un sorriso. Le diede una leggera carezza tra i capelli e finalmente si addormentò.


La sera del furto il museo era gremito di persone in attesa di entrare, alcuni erano lì già da ore sfidando il freddo.
Aoko era arrivata insieme a Keiko e Akako da qualche minuto e tremava. Nonostante si fosse messa pesanti calze nere e un vestito a maniche lunghe grigio con stivali alti fino al ginocchio stava congelando, l'autunno stava diventando più rigido.
<< Uffa quando aprono? >>, brontolò Keiko.
<< Tra dieci minuti >>, rispose Akako, guardando l'orologio che aveva al polso.
<< C'è una grande folla, speriamo di riuscire ad entrare! >>.
Aoko era preoccupata: non dubitava delle capacità di Kaito ma la nuova ispettrice la impensieriva. Akako percepì il suo animo grazie ai poteri di strega e le mise una mano sul braccio, cercando di confortarla.
Il Rubino Stellato era una gemma preziosa, chiamata così perché ricordava la forma di una stella. Era di proprietà del museo, venduta da un geologo molti anni prima con la promessa di esporla regolarmente al pubblico.
L'ispettrice Kawano era nella stanza dei monitor dove le telecamere riprendevano tutto il museo. Aveva preteso di controllare le facce, personalmente, di ogni agente, ispettore Nakamori compreso. C'era un agente sotto ogni telecamera per evitare che potesse manometterle e tutte le uscite e le finestre erano coperte.
La teca del Rubino Stellato era collegata a un generatore autonomo e non all'impianto del museo, se avesse provato a toccarlo avrebbe preso la scossa. Nakamori stava pensando a come aiutare Kaito, in caso di bisogno, anche se non dubitava della furbizia del ragazzo.
Alle venti e trenta l'entusiasmo era alle stelle. Keiko era l'unico del gruppetto a non essere a conoscenza della vera identità di Kaito e vedeva un certo nervosismo negli occhi di Aoko. Anche se cercava di dissimulare, l'amica si era accorta dei toni un po' forzati delle sue uscite rabbiose nei confronti del ladro. Aveva un velo di tristezza negli occhi azzurri e ogni tanto scrutava la folla come se cercasse qualcuno.


Kaito, anche se aveva riso della nuova ispettrice, aveva fatto delle ricerche per conoscere meglio il nemico. Quella bella donna non era da prendere assolutamente sotto gamba.
Voleva conoscere i suoi modi d'agire e decise di non esporsi troppo. Si era mascherato da fan di Ladro Kid e Jii da tranquillo nonno. Entrare come Kid era troppo pericoloso e l'ultima cosa che voleva era essere arrestato proprio davanti agli occhi di Aoko e dell'ispettore Nakamori. Essere preso, stavolta, non significa solo distruggere la sua vita ma anche quella di altre due persone, le conseguenze sarebbero state incalcolabili.
L'ispettrice Kawano teneva la ricetrasmittente alla bocca per dare ordini e guardava gli schermi.
Lui è qui, pensò.
<< Voglio che gli agenti sotto copertura si infiltrino tra la gente >>, ordinò e alcune persone in borghese lasciarono la stanza.
Nakamori drizzò le orecchie e decise che Kaito doveva saperlo. Con la scusa di portare un messaggio a un agente tra il pubblico, si avvicinò a lui con il fare più sospetto che potesse avere. Kaito notò l'ispettore camminare tra la folla e lo vide passare di fianco a una persona. Come mago riusciva a notare anche i gesti più veloci ed era sicuro che gli avesse passato un bigliettino.
Ci sono agenti sotto copertura.
<< Jii, tieni gli occhi aperti >>.
<< Ricevuto signorino >>.
Il direttore del museo, Hiroya Higa, era un quarantenne padre di famiglia e quel lavoro gli permetteva di avere una bella casa e tre figli. La lettera di Ladro Kid l'aveva messo nel panico, non avrebbe mai pensato di finire vittima dei suoi furti.
Kawano si avvicinò all'uomo per rassicurarlo che tutto sarebbe andato bene. Higa guardò l'orologio, asciugando il sudore con un fazzoletto ricamato, molto preoccupato.
<< Lo spero, signorina. Questa pietra preziosa è il fiore all'occhiello del mio amato museo >>.
<< Me ne rendo conto, signor Higa. Non si preoccupi: la carriera di quel ladruncolo ricomincia e finisce stasera >>, disse molto convinta di sé.
Kaito, che era a meno di due metri di distanza dall'ispettrice, gli venne spontaneo sorridere di tanta sicurezza. La teca non poteva essere toccata e avrebbe sfruttato la preoccupazione del direttore per ottenerla.
<< Mancano cinque minuti ragazze! >>, esclamò Keiko, entusiasta.
Si erano guadagnate i posti in seconda fila e Aoko stringeva i pugni, sempre più in ansia. Keiko non poté non notarlo e guardò l'amica con uno sguardo pensieroso e preoccupato.
<< Due minuti >>, comunicò l'ispettrice agli agenti.
Kaito era in quarta fila, la mano in tasca per far cadere due bombolette fumogene e Jii era nell'ultima, pronto a fare lo stesso.
<< Un minuto >>, disse Nakamori, non distogliendo gli occhi dallo schermo.
La folla iniziò il countdown e non appena ebbero pronunciato lo zero la sala si riempì di fumo bianco e in pochi secondi nessuno vide più niente. La gente cominciò a tossire e l'ispettrice Kawano asciugò gli occhi lacrimanti.
Quando il fumo si fu diradato, pian piano riacquistarono la vista. Aoko cercava Kaito tra la folla come se fosse istintivo, cosa che non sfuggì a Keiko.
Poi un grido di giubilo e lui era lì, il ladro fantasma acclamato era in piedi sulla teca del Rubino Stellato, il rubino rosso nella mano sinistra.
<< Kid, Kid, Kid! >>.
Aoko non staccava gli occhi dal ladro vestito di bianco. L'aveva visto rubare molte altre volte però era la prima volta da quando era a conoscenza della sua vera identità. Guardò le ragazze con gli occhi illuminati davanti a quel sorriso sfrontato che riservava solo ed esclusivamente a lei.
Mio.


L'ispettrice Kawano strinse i denti e gli occhi divennero una fessura per la rabbia.
<< Agenti in borghese, arrestatelo! Deve aver disattivato la teca in qualche modo! >>.
Sei agenti si lanciarono dalla folla e Kid fece un salto molto agile. Gli uomini sfiorarono la teca e presero la scossa, cadendo a terra completamente fuori gioco.
Kid ricadde sul vetro e non gli successe niente, merito delle scarpe con la suola di gomma.
<< Mio adoratissimo pubblico! >>, allargò le braccia. << Sono molto felice di vedervi qui, mi siete mancati moltissimo! >>, fece l'occhiolino e diverse ragazze strillarono, ammaliate.
<< Sbruffone >>, sussurrò sottovoce Aoko, scuotendo la testa e con una punta di gelosia.
<< Oggi ho rubato il Rubino Stellato ma non si preoccupi, signor Higa >>, voltò il capo verso l'uomo che aveva l'aria di uno a cui stava per sopraggiungere un infarto. << Le ho lasciato una copia perfetta >>, un altro sorriso. Poi guardò ancora la folla in estasi. << Alla prossima, miei cari spettatori! >>.
Le lampade aumentarono la luminosità e quei pochi secondi senza vedere furono sufficienti a far sparire il ladro. Il direttore corse alla teca, sbloccò il sistema elettrico con un codice e visionò controluce il rubino.
<< Ma... >>, balbettò, sudando ancora di più.
L'ispettrice sfiorava la pistola, completamente furiosa.
<< Non è un falso! >>, urlò il direttore. << Ladro Kid ci ha preso in giro! >>.
La donna corrugò la fronte e capì un secondo dopo. << La rimetta dov'era! >>, prese la ricetrasmittente e urlò altri ordini. << Piano B! >>.
Il signor Higa non fu altrettanto veloce ad afferrare il piano di Kid perché una carta passò veloce sulla mano e si conficcò nel muro dietro di lui. Il rubino volò oltre la folla e fu agguantato da Kid, era sempre stato dietro la folla.
Aveva sfruttato la concentrazione delle persone sulla copia del gioiello ed ingannato tutti: il vero rubino era nelle sue mani.
<< La ringrazio direttore Higa! >>.
Stavolta l'uomo non resse e si appoggiò alla teca per non cadere, sorretto da alcuni assistenti.
<< Adesso! >>.
Con grande sorpresa di Kid, le finestre iniziarono a chiudersi e l'ispettrice puntò la pistola contro il ladro, togliendo la sicura e pronta a sparargli se si fosse mosso.
Kaito si trovò in difficoltà per una frazione di attimi e Jii impallidì: entro pochi secondi sarebbe stato impossibile uscire. Ladro Kid ragionò in pochissimo tempo e se fosse entrato nel condotto di aerazione sarebbe sbucato sul tetto.
Doveva trovare un diversivo per entrare nella grata a cinque metri da lui. Jii annuì e dalla borsa a tracolla estrasse delle palline che sparse ai piedi della folla.
Diversi Kid si gonfiarono ai piedi della gente e l'ispettrice fu confusa, erano così simili all'originale che temeva di colpire qualcuno tra il pubblico.
Poi i manichini scoppiarono e del ladro fantasma nessuna traccia. La pistola tremò nelle mani della donna, poi si ricompose e rise.
Ci siamo conosciuti, caro Kid.


Kaito sbucò sul tetto, attivò l'aliante e solcò il cielo stellato. Comunicò a Jii di essere in salvo e di lasciare il museo il prima possibile.
Chiacchiericci e brusii nel museo non permettevano di sentirsi l'uno con l'altro.
<< Grandioso! >>, esordì Keiko. << Kid non delude mai! >>.
<< Scusate ragazze ma io devo andare! >>. Aoko voleva solo tornare a casa ed abbracciare il fidanzato, ne aveva bisogno. Senza aggiungere altro sparì tra la folla che fluiva verso l'uscita.
Keiko fece per rincorrerla però Akako la fermò per il polso.
<< Vorrà stare con il padre. Dopotutto nemmeno oggi hanno arrestato Kid >>.
La ragazza annuì debolmente e aveva la sensazione che qualcosa non andasse nel comportamento di Aoko.


L'ispettrice ordinò una riunione immediata e sgridò alcuni agenti che non avevano fatto bene il loro lavoro.
<< Adesso andate a stilare i rapporti e sperate che i superiori non decidano di degradarvi! >>.
Nakamori era felice di sapere che Kaito era al sicuro e tutto era andato per il meglio. Stava sistemando le carte e la strumentazione quando l'ispettrice gli si avvicinò.
<< Ha fatto un buon lavoro Nakamori >>.
<< Anche lei. Quando ho visto la pistola, ho capito cosa intendeva con più polso >>.
<< Ladro Kid pensa di aver vinto stasera ma la verità che volevo conoscere questo straordinario mago >>, disse Kawano.
<< Che intende dire? >>.
<< Che volevo che fuggisse. Avevo bisogno di un faccia a faccia ed ora so come trattare con tale feccia >>, fece una risatina spaventosa e lasciò la stanza.
L'ispettore riprese il suo lavoro, ansioso. Se era solo un decimo di quello che aveva in mente, cosa avrebbe fatto la volta successiva?


Aoko girò la chiave ed entrò in casa, togliendosi frettolosamente le scarpe e salendo le scale velocissima, quasi inciampando.
<< Kaito! >>.
Aprì la porta, sbattendola contro la parete, il respiro pesante. La camera era vuota e non era stato girato il ritratto di Toichi. La ragazza cominciò ad andare nel panico finché non vide la figura del ladro atterrare sul balcone. Aoko fece scorrere la portafinestra e si gettò tra le braccia del ladro.
<< Amore! >>, esclamò, strofinando il viso contro la giaccia bianca.
<< Aoko >>, sussurrò, spostandole i capelli per guardarle il viso. << Sto bene >>.
<< Ho avuto tanta paura! >>, singhiozzò e Kaito le asciugò le lacrime con i guanti candidi.
<< Sono qui, vivo e vegeto. L'ispettrice non faceva sul serio >>.
<< Eh? >>. Aoko smise di piangere.
<< Era tutta una farsa, voleva testare le mie capacità. Sapeva che sarei fuggito >>.
La fidanzata fece un paio di passi indietro, sentendosi sciocca per non averlo capito. Kaito rientrò nella vecchia camera da letto e si levò il cappello e monocolo. Estrasse il Rubino Stellato dalla tasca, l'avrebbe messo in cassaforte e rispedito la mattina seguente.
<< È bellissimo >>, disse Aoko, ammirandolo.
<< Mai quanto te >>, ribatté lui.
La ragazza non poté fare a meno di ridere e Kaito rise con lei.
<< Frase scontatissima però è la verità >>.
Aoko strinse la mano del ragazzo e lo baciò, in breve si trasformò in un bacio molto passionale e Aoko si ritrovò stesa sul letto a una piazza e mezza.
Anche se aveva capito benissimo le vere intenzioni di quella donna, doveva ammettere che gli faceva molta più paura di quanto avesse mai fatto Nakamori in precedenza. Il terrore di non rivedere più quegli occhi azzurri e quel sorriso dolce l'aveva invaso quando le finestre si erano sbarrate.
La giacca e la camicia finirono sul pavimento insieme al vestito grigio di Aoko. Voleva stringerla a sé e sentire che era ancora lì, insieme a lui e lo sarebbe stata per sempre.
<< Ti amo Aoko >>, le sussurrò in un orecchio, prima di riprendere a baciarle il collo.
<< Anch'io, per sempre >>.


La stanza era illuminata solo dal monitor di uno schermo e una figura in ombra digitava sui tasti e cliccava varie cartelle sul desktop. Ognuna portava un nome differente e conteneva vari file, foto e video.
Le ultime due riportavano un nome maschile e uno femminile. Cliccò sulla prima e la foto di Ladro Kid apparve sullo schermo, in uno dei suoi migliori scatti di qualche giornalista. L'altra cartella conteneva la foto di una ladra vestita con una tuta rossa. La figura bevve un sorso da una tazza fumante e sorrise, malvagio, ma poi chiuse le cartelle e ne aprì una terza: una ragazzina giovane, capelli scalati biondi e occhiali spessi.
<< Ecco il mio nuovo passatempo... >>.


Angolo autrice!


Salve lettori!
In questo capitolo abbiano introdotto la nuova nemesi di Kid, l'ispettrice Kawano! Pubblicherò il nuovo capitolo nel corso della prossima settimana :)
Ringrazio chi l'ha messo tra le preferite e le seguite!
Relie Diadamat: Ti ringrazio ancora una volta per la tua bellissima recensione! Spero di leggerne ancora, sono davvero belle! ;D
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** 04. Momenti tormentati ***


4° Capitolo


Momenti tormentati


<< Mettete questa strumentazione qua in fondo! >>, ordinò Norie, leggendo un foglio e indicando un punto lontano dal palco. << Durante lo spettacolo non si deve assolutamente vedere! >>.
Aoko stava provando i trucchi per lo spettacolo che si sarebbe tenuto la sera. Era sempre nervosa prima di esibirsi e aveva preso l'abitudine di fare lunghi e rilassanti respiri nel suo camerino. Per quella sera aveva scelto un completo pieno di strass neri e bianchi e avrebbe tenuto i lunghi capelli sciolti.
<< Signorina Nakamori, il suo costume di scena è nel camerino >>, le comunicò Norie, premendo l'auricolare che aveva all'orecchio.
<< Grazie mille. Andrò subito a vederlo >>.
La ragazza si recò nella piccola stanza che lei aveva decorato con foto e ricordi. Quello spazio era un po' la sua stanza segreta, dove si rifugiava prima di cambiare viso e diventare la partner di Kaito anche sul palco.
L'abito era appeso sulla gruccia e scintillava sotto la tenue luce delle lampade a muro. Aoko toccò la stoffa liscia e accarezzò gli strass.
<< Molto bello >>.
Si voltò e Kaito era appoggiato allo stipite della porta. Il cuore di Aoko perse qualche battito e gli sorrise. Non permetteva al fidanzato di vedere gli abiti di scena prima dello spettacolo, voleva che fosse una sorpresa ogni volta.
<< Avresti dovuto attendere questa sera >>.
<< Stavo passando di qua discutendo con Norie di alcuni dettagli, e l'ho intravisto >>, le circondò la vita con le braccia e affondò il viso nei cappelli scuri di lei.
Aoko avvertì una certa rigidità. << Va tutto bene? >>, si scostò per guardarlo meglio in faccia. Era pallido e aveva occhiaie profonde, a causa delle preoccupazioni e del furto del Rubino Stellato.
<< Solo molto stanco >>.
<< Domani ci riposeremo tutto il giorno >>.
Kaito ammirò il sorriso di Aoko e il momento fu interrotto dal bussare dell'assistente, che un po' imbarazzata gli comunicò di dover salire sul palco per le prove finali.


C'era ancora più gente delle volte precedenti: la fama di Kaito cresceva sempre più. Aoko sbirciò la folla da dietro le quinte e prese il primo dei molti respiri che avrebbe fatto prima di veder aperto il sipario.
Kaito si stava cambiando con il completo bianco e si guardava allo specchio mentre si abbottonava la camicia. Aveva restituito il rubino quella mattina e immaginò la faccia del direttore quando se lo sarebbe visto recapitare a casa. Incrociò la fidanzata nel corridoio e le strinse la mano.
<< Pronta? >>.
<< Prontissima! >>.
La voce all'interfono annunciò che lo spettacolo stava per cominciare. Tra il pubblico c'erano anche Chikage e l'ispettore Nakamori, due genitori felici di vedere i propri figli realizzarsi.
Il sipario rosso si alzò veloce e la coppia fu accolta da un grosso applauso. Kaito camminò fino al bordo del palco.
<< Salve pubblico! Stasera incanterò i vostri occhi insieme alla mia bellissima compagna >>, indicò Aoko e il pubblico le dedicò un altro applauso.
<< È mia figlia! >>, esclamò l'ispettore, rivolgendosi all'uomo accanto a lui.
<< Dopotutto siete venuti qui per vedere fantastiche magie >>. Mentre parlava, i pollici di Kaito si illuminarono di una luce dorata e sparirono per apparire su altre dita per poi svanire del tutto. Il ragazzo camminò fino alla ragazza e ritrovò le luci tra i suoi cappelli, Aoko finse di essere imbarazzata.
Il pubblico rise e applaudì, poi lo spettacolo passò a trucchi più seri. Durante l'esibizione, la folla gradì molto e quando Kaito sparì in una nuvola di brillantini e riapparve su uno spalto, accanto ad un'ignara coppia, l'applauso durò oltre un minuto.
Calato il sipario, Aoko aveva il cuore a mille e abbracciò Kaito ritornato sul palco.
<< Sei stata bravissima! >>.
<< E tu straordinario. La faccia di quella coppia me la ricorderò per molto tempo, >> rise lei.
Ritornarono dietro le quinte e Chikage stampò un bacio a tradimento sulla guancia del figlio, lasciandogli il segno del rossetto rosso scuro.
Kaito si pulì la guancia infastidito. << Uffa mamma, perché mi tratti sempre come un bambino? >>.
<< Sarai sempre il bimbo adorato della tua mamma >>, lo prese in giro, tirandogli la guancia per infastidirlo.
<< Dovete dirmi come avete fatto a compiere l'ultimo trucco! >>, disse Nakamori, entusiasta.
<< Un mago non rivela mai i suoi trucchi >>, dissero in coro Aoko e Kaito e scoppiarono a ridere.
<< Avete proprio ragione >>.
La voce di Miho si fece largo tra la folla. Indossava un vestito nero che metteva in risalto il suo fisico di acrobata e aveva una scollatura a cuore, le gambe avvolte dalle calze e tacchi con suola rossa.
<< Piacere di conoscervi, mi chiamo Miho Okamoto >>, allungò le mani verso i due genitori e si presentò educata.
<< Mio figlio mi ha parlato di te >>, disse Chikage.
<< Lei è la madre di Kaito? Mi sembra troppo giovane per avere un figlio di quasi vent'anni >>.
<< In verità ne ha molti di più ma si dimentica che non è più una ragazzina >>. La madre pestò un piede al figlio che fece un verso di dolore.
<< Ti è piaciuto lo spettacolo? >>, le domandò Aoko.
<< Moltissimo, siete stati veramente grandiosi. E tu >>, guardò la ragazza. << Stai proprio bene sotto i riflettori! >>, le sorrise.
Aoko avrebbe voluto odiare Miho con tutte le sue forze ma le risultava difficile perché era sempre così carina e spontanea, per niente falsa.
<< Lasciamo i giovani tra loro >>, disse Nakamori ed era la frase sbagliata perché si prese un'occhiata fulminante da Chikage. << Ehm... cioè... Credo sia ora di andare >>.
<< Ci vediamo a casa >>, disse Aoko, dando un bacio sulla guancia al padre.
Rimasti soli, Kaito invitò Miho nel suo camerino e chiusero la porta. Le mostrò il giornale.
<< Ho letto grandi performance di Red Fox >>, disse Kaito.
La ragazza parve contrariata. << Una grande perdita di tempo, non era la mia gemma. E non mi sono divertita nemmeno tanto. L'ispettore che mi hanno assegnato è un vero idiota >>.
<< Quella assegnata a Kid sembra essere una tosta >>, intervenne Aoko.
<< Quella?
È una donna? >>, chiese Miho.
La coppia annuì.
La ladra soffocò una risata. << Ahi, ahi... Prevedo dolori per il mago al chiaro di luna >>.
<< Perché mai? >>.
<< Le donne possono essere molto testarde e malvagie quando ci si mettono >>, Miho si scambiò un'occhiata d'intesa con Aoko e si capirono al volo, ridendo.
<< Okay, sta iniziando il teatrino degli uomini contro le donne >>, Kaito si tolse la giacca e l'appese. << Però Aoko ha ragione, questa non scherza. Senza offesa, ma sembra più sveglia di Nakamori >>.
Aoko abbassò lo sguardo: aveva ragione e questa cosa le metteva molta preoccupazione.
<< Hai ricevuto altre informazioni? >>, domandò il ragazzo.
<< Nessuna. Forse è ancora troppo presto >>.
La coppia si guardò e i due pensarono che sarebbe potuta morire un'altra persona e questo li rendeva molto inquieti e tristi.


Il giorno dopo era domenica e uno stanco Kaito dormì fino alle dieci di mattina con accanto la sua Aoko. Quando si svegliò e scese per preparare la colazione, il cellulare squillò.
<< Akako? >>.
<< Tu brutto illusionista dei miei stivali! >>.
Kaito allontanò la cornetta dall'orecchio, era sicuro di aver perso l'udito. << Ti sei svegliata male stamattina? >>.
Un'assonnata Aoko apparve sulla soglia della cucina, capelli disfatti e strofinandosi gli occhi. In un secondo sentì strepitare Akako dalla cornetta.
<< Cos'è questa storia che pensi che Saguru sia un serial killer? >>.
Il ragazzo guardò Aoko e lei si rese conto di essersi completamente dimenticata di informarlo che Akako era a conoscenza di tutta la storia a trecentosessanta gradi.
<< Non penso che Saguru sia un serial killer ma... >>.
<< Ma un corno >>, lo interruppe lei. << Potrebbero essere mille le ragioni per cui non si fa sentire >>.
<< Sono d'accordo, Akako. Ma non pensi che sia tutto un po' strano e ci siano molte coincidenze? >>.
La strega era seduta sulla sedia in camera da letto, indossava ancora la vestaglia rosso rubino e teneva i capelli neri legati in una coda.
<< Ciò non significa niente! Non voglio più sentire queste cose orribili su di lui >>.
<< Quando ne verremo a capo o si farà sentire, allora potrò stare tranquillo >>.
<< Allora io e te avremo un problema fino a quel momento! >>.
La ragazza gli chiuse il telefono in faccia. Kaito posò il cellulare e fissò Aoko.
<< Mi sono dimenticata di dirtelo amore, scusa. Avevo tanti pensieri e questo mi è passato di mente >>.
Il fidanzato scosse la testa. << Capisco la rabbia di Akako. Probabilmente avrei reagito anch'io così se avessero detto cose del genere su di te >>. Aprì l'anta del mobile e ne estrasse una padella. << Pancake? >>.


Miho posò il sacchetto della spesa sul retro della macchina e si mise al posto di guida. Si guardò allo specchietto e sistemò un leggero sbaffo di matita nera dagli occhi. Immise la retromarcia e si voltò per procedere quando sentì bussare allo sportello. Spinse il piede sul freno e vide una ragazzina bionda dai capelli scalati e occhi scuri dietro un paio di occhiali.
<< Sei Miho Okamoto? >>.
La ragazza era convinta di non averla mai vista, non doveva avere più di sedici anni. << Ci conosciamo? >>.
<< Uhm... non proprio, diciamo >>, un grande sorriso. << Volevo parlare con te, se è possibile >>.
Miho guardò l'ora dal cruscotto. << Mi spiace, ho un impegno tra poco. Posso chiederti come ti chiami? >>.
<< Noa Suzuki, frequento la prima classe del liceo Kaiho a Kyoto, sono in vacanza da mia nonna malata. Devo parlare con te e sei l'unica a cui posso rivolgermi >>.
Ma chi è questa ragazzina?
Non sapendo come comportarsi, la giovane decise di darle il beneficio del dubbio. << D'accordo, potremo fare domani mattina alle nove al caffè Kichida? Sai dove si trova? >>.
<< Lo conosco bene. Allora a domani mattina! >>.
La ragazzina la salutò con un cenno della mano e sparì. Miho spense l'auto, rendendosi conto della conversazione surreale che aveva appena avuto: come conosceva il suo nome?
Che sia... una ladra? Quella ragazzina del primo anno?

Quegli ingenui occhi non potevano appartenere a una ladra senza malizia e piena di furbizia. Rimise in moto e si immise nel traffico di Tokyo, guidando meccanicamente fino a casa, immersa nei pensieri.


<< Voleva vedermi? >>.
Nakamori aveva ricevuto una chiamata dall'ispettrice Kawano, di domenica. Si era vestito e corso da lei in ufficio.
Gli indicò una sedia imbottita di fronte alla scrivania della donna. << Prego, si sieda. E le chiedo ancora scusa per averla disturbata in un giorno di riposo >>.
<< Si figuri. Di che cosa voleva parlarmi con tanta urgenza? >>.
<< Da quanto segue Ladro Kid? >>, l'ispettrice congiunse le mani sulla scrivania.
<< Più o meno dal 1997, avevo vent'anni >>.
<< Quindi ora dovrebbe avere circa quarant'anni, giusto? >>.
<< Ehm sì >>, balbettò l'uomo, cominciando a sudare freddo.
<< Ho chiesto al museo di spendere qualche soldo per aggiornare il vecchio sistema di videocamere che possedevano in vista del furto di Kid. Ho studiato i video per due giorni e stampato qualche frame >>.
<< Cosa ha concluso? >>. Nakamori cercava di non darlo a vedere.
L'ispettrice girò il portatile verso l'uomo. << Non mi sembra il volto di un quarantenne >>.
Fece finta di osservare quelle immagini. << Giuro che ho sempre pensato che fossimo coetanei, ecco >>.
Gli occhi smeraldo della donna si affilarono. << Al contrario di quanto credono molti nostri colleghi, io penso che lei sia un uomo molto furbo, ispettore Nakamori. In tutti questi anni non si è mai accorto della giovane età del nostro ladro? >>.
<< Credo mi abbia ingannato l'ovvio. Insomma, ho cercato di arrestarlo per vent'anni e ho erroneamente creduto che fosse la stessa persona >>.
L'ispettrice sospirò. << Ho visionato anche i video di due anni fa e sembra lo stesso ladro delle riprese del furto del Rubino Stellato. Abbiamo a che fare con un imitatore >>.
<< Possibile >>, concordò Nakamori, cercando di non far trasparire il nervosismo.
<< Credo che dovremo puntare alla cattura del ladro ma capire cosa l'ha attirato del precedente Kid tanto da commettere più crimini. Lei mi aiuterà vero? >>.
Si guardarono per qualche secondo e poi l'ispettore annuì.
<< Perfetto >>, disse felice la donna.
L'ispettore osservò le foto sulla scrivania e una ritraeva Kawano con due bambine.
<< Le sue figlie? >>.
<< Uh? >>. Voltò il bel viso verso la cornice. << Sì, Miya ha sette anni e Aya cinque compiuti da poco >>.
<< Non sapevo fosse sposata >>.
<< Non porto la fede a lavoro >>.
Nakamori si chiese come potesse una madre di famiglia passare la domenica in ufficio invece che a casa a godersi le figlie.
<< Può andare, ispettore. Domani faremo una riunione generale alle nove >>.
<< D'accordo, ci sarò >>.
Lasciò la stanza e in ascensore si appoggiò alla parete, rilasciando un lungo respiro come se potesse far uscire tutto lo stress accumulato in quel breve colloquio. Quell'ispettrice era davvero la mente giovane che aveva richiesto, forse anche troppo scaltra.


Miho buttò la bustina nel cestino della spazzatura, toccò la tazza di tè bollente e decise che doveva farla raffreddare. Vivere da sola aveva i suoi vantaggi e adorava godersi il salotto quando calava il pomeriggio.
Accese la televisione che guardava molto più di quanto volesse ammettere e morse il primo biscotto al cioccolato. Fece zapping per una decina di secondi e su un canale c'era il telegiornale.
<< Che noia >>, si lamentò, finendo il biscotto e bevendo un sorso di tè. Stava per cambiare quando la signorina del TG annunciò una nuova notizia.
<< Ed ora passiamo alla cronaca. Nel tardo pomeriggio è stato ritrovato il corpo di una giovane ragazza di quattordici anni, Noa Suzuki, studentessa del primo anno al liceo Kaiho a Kyoto >>.
La tazza si ruppe sul pavimento e il liquido ambrato si sparse fino a bagnare il tappetto sotto il tavolino. Miho era sicura che il tempo si fosse fermato.
<< Stando a quanto detto dalla nonna, ora in ospedale per lo shock, la nipote era stata mandata qualche giorno per aiutarla nella ripresa dopo un'operazione complicata. La vittima è stata ritrovata impiccata alla trave della soffitta, si pensa a un suicidio. Nel pomeriggio, la nonna si era assentata da casa per sostenere una terapia, accompagnata dall'ambulanza... >>.
La giovane era sicura che le stesse per venire un mancamento.
<< Era... era davvero una ladra >>, mormorò. << La seguiva, voleva... voleva aiuto >>.
Miho si prese la testa fra le mani, sentendosi profondamente in colpa.


Aoko chiuse la porta di casa con un gesto lento e poggiò le chiavi nel piatto, stanca. Non appena mise piede nella villetta sentì un buon profumo provenire dalla cucina e camminò per controllare cosa fosse.
Kaito stava guardando qualcosa nel forno e si girò non appena la vide.
<< Buonasera amore >>.
La fidanzata sorrise, contenta. << Cos'hai combinato stavolta? >>.
<< Non posso voler cucinare una cenetta alla mia fidanzata? >>.
<< L'ultima volta che l'hai fatto avevi distrutto la mia bici nuova facendo retromarcia con l'auto >>, ricordò lei.
Il ragazzo rise. << La tua bici è intatta. Controlla >>.
Aoko affondò la testa nella spalla di Kaito e gli stampò un bacio. << Ci credo, sciocco >>.
<<
È la serata che ti avevo promesso, ricordi? >>.
Aoko sbirciò dentro le pentole e nel forno. << Hai cucinato tutti i miei piatti preferiti! >>.
Kaito servì un analcolico e brindarono. Dopo il primo sorso, Aoko si sentì mille volte meglio.
<< Avevamo bisogno di una serata tutta per noi >>.
Il ragazzo le fece assaggiare quello che aveva cucinato, tra le risate, e Aoko si scottò la lingua tanto era caldo il curry.
Ad un certo punto, il mago posò il bicchiere sul bancone. << Manca un po' alla cena >>.
La ragazza indietreggiò fino a toccare il bordo del tavolo e lui la bloccò togliendole ogni via di fuga. Le diede un bacio e Aoko circondò il collo del ragazzo con le braccia, sentendo le sue mani sui fianchi. Con un gesto veloce la fece sedere sul tavolo e Aoko iniziò a sbottonare la camicia, tra un bacio e una risatina. Kaito lasciò una scia di baci sul collo, sulla spalla e stava per scendere sul petto finché non sentì la fidanzata rabbrividire e irrigidirsi.
<< Non ci posso credere >>, scandì lei.
Kaito si fermò e la guardò perplesso.
Aoko arrossì e si coprì, indicando un punto dietro di loro. << Che hai capito. Voltati! >>.
Il ragazzo le obbedì e sgranò gli occhi, nascondendo il viso tra le mani. Miho aveva provato a bussare contro la vetrata ma non l'avevano sentita ed era entrata facendo scorrere l'ampia portafinestra.
<< Ma perché cavolo non hai suonato il campanello? >>, le domandò furiosa Aoko, rimettendosi la maglia, mai stata tanto imbarazzata.
<< Non volevo che mi vedessero i vicini.
È meglio essere cauti >>.
Kaito si rivestì alla velocità della luce. << Dobbiamo parlare di questa cosa di entrare in casa mia di nascosto >>.
<< Sì d'accordo ma... alza la zip del pantalone >>, disse Miho, tendendo il viso all'insù per non guardare e il ragazzo decise che il livello di vergogna non poteva essere più alto di così.
<< Hai pianto? >>.
Superato l''imbarazzo iniziale, Aoko notò il viso provato di Miho. Quest'ultima non avrebbe mai voluto ammetterlo.
<< Che è successo? >>.
<< Ero uscita dal supermercato e una ragazzina mi ha chiesto un incontro, io avevo già un impegno e mi ero accordata per domani mattina >>.
<< Una ragazzina? E cosa voleva da te? >>, continuò Kaito.
Miho ricacciò le lacrime indietro. << Era qui per assistere la nonna malata, viveva a Kyoto.
È morta >>.
La notizia scioccò la coppia.
<< E come? >>.
<< La nonna l'ha trovata impiccata a una trave della soffitta >>.
Aoko le offrì una sedia e si sedettero attorno al tavolo.
<< Pensi che fosse una ladra? >>.
Miho mostrò alcune fotocopie conservate dentro una cartella. << Non lo penso, lo era >>.
<< La ladra dei pugnali >>, mormorò il mago. << Non l'ho mai sentita >>.
<< Operava solo da due mesi, nemmeno io la conoscevo. Usava dei pugnali di diversi dimensioni per rubare gioielli, aveva compiuti sei furti di cui uno all'estero >>.
<< Era solo... una ragazzina >>, lesse Aoko, sconvolta.
<< Dici che è stato lui? >>.
<< Ne sono sicura! >>, Miho sbatté il pugno sul tavolo, facendo sobbalzare le stoviglie, due lacrime sulle guance. Quegli occhi di chi credeva nel futuro, nei sogni e l'ingenuità dei suoi quattordici anni non li avrebbe mai dimenticati. << Questo mostro deve pagare nel modo peggiore >>.
< Possiamo quindi scagionare Saguru, direi >>, intervenne Aoko.
<< Non è detto >>, disse Miho e Kaito non aggiunse altro.
<< Non è stato Saguru >>.
<<
È ancora presto per dirlo >>.
Kaito avvertì la discussione accesa che stava per nascere tra le due ragazze: una scossa per la morte prematura di una ragazzina, l'altra nel vedersi interrotta la serata che tanto desiderava da una notizia tragica.
<< Ho in programma un altro furto tra dieci giorni >>, disse Kaito. << Vediamo se facciamo fare un passo falso a questo assassino >>.
<< Mi dispiace avervi interrotto... prima >>, Miho si alzò, spostando indietro la sedia. << Credo che vogliate riprendere da dove avete lasciato >>, fece uno dei suoi sorrisi pieni di fascino.
<< Sicura di non volere compagnia? >>. Kaito era sicuro che le occhiatacce di fuoco della fidanzata non potessero essere più accese.
<< No, non voglio essere un terzo incomodo. Non c'è niente di peggio di due piccioncini che se la spassano quando tu non ne trovi uno decente da mesi >>.
Il ladro pensò che Miho era incredibile: chissà quante lacrime aveva versato per quella ragazzina che era poco più che una bambina ed era tornata Red Fox in men che non si dica.
Miho prese una fragola e la morse. << Ci vediamo domani in facoltà >>, disse e sparì oltre la portafinestra. Il suono morbido suggerì che aveva saltato dal prato sulla staccionata per oltrepassare il giardino e arrivare in strada.
Aoko chiuse la finestra per essere sicuro che nessuno li interrompesse ancora e si appoggiò ad essa, sguardo basso.
<< Ho paura, Kaito. Non ha avuto pietà nemmeno per una bambina >>.
<< Lo so >>, concordò lui. << Ma se vogliamo che esca allo scoperto, io sono un'esca perfetta >>.
La ragazza strizzò gli occhi lucidi, poi li riaprì e allargò la bocca in un sorriso. << Be', non roviniamoci la serata. La cena ormai sarà pronta, a tavola! >>.


Akako stava mescolando delle polveri in una ciotola, rinchiusa nel suo antro. Era lì solo fisicamente e girava il mestolo in legno, soprappensiero.
Aveva fatto una sfuriata a Kaito ed era la prima volta che si comportava così nei confronti di qualcuno.
Il mestolo smise di girare. << Sono cambiata? >>.
Era arrivata al liceo Ekoda tre anni fa ed era anche la prima volta in cui si era mescolata agli umani. Per quasi diciassette anni si era sentita un gradino sopra quei comuni mortali, abituata fin da piccola ad essere osannata per essere l'erede della magia rossa. Da quando frequentava Kaito, Aoko e Saguru aveva cominciato a provare sentimenti di cui non conosceva nemmeno l'esistenza.
Mischiò una polverina blu al composto grigio e sorrise.
Non sono male, gli umani.


Angolo autrice!


Salve lettori!
Ecco il nuovo capitolo! Un po' grigio e dai toni drammatici ma anche con qualche risata. Sto dando un po' più di spazio ad Akako per far sviluppare il suo personaggio che trovo molto interessante. Vedremo in seguito che fine ha fatto Saguru :)
Ringrazio chi l'ha letta, messa tra le preferite e le seguite!
Miky2911: Grazie per la tua recensione e ti ringrazio per i complimenti! :)
Shinici e ran amore: Ti ringrazio per le tue bellissime recensioni! :D
Alla prossima!


NB= Da metà dicembre fino agli inizi di gennaio ritornerò in Italia per le feste. Avrò il portatile (non vado da nessuna parte senza!) e cercherò di essere regolare ma se salta il capitolo settimanale sapete perché :)

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Capitolo 5
*** 05. Indagini ***


5° Capitolo


Indagini


Miho, da scaltra ladra, aveva partecipato al funerale di Noa sotto altre sembianze. Era riuscita a reperire il nome e l'indirizzo della nonna e voleva parlarle: non sapeva cosa ne avrebbe ricavato ma sentiva di doverlo fare.
Kaito e Aoko decisero di accompagnarla. La motivazione di tale scelta stava dietro la finta facciata di Miho: era molto scossa per l'accaduto e lo celava dietro il suo carattere schietto e provocatorio. Così, terminate le lezioni pomeridiane in facoltà, Miho li attese nella sua macchina rossa fiammante, difficile non notarla.
<< È il mio colore preferito! >>, spiegò, ridendo della faccia della coppia
La casa dei Suzuki era un'abitazione tipica giapponese a due piani, con il giardino enorme e classiche statue in pietra. Miho suonò il campanello e dopo mezzo minuto una voce rispose all'interfono.
<< Salve, vorremo vedere la signora Hana Suzuki >>.
<< Chi la desidera? La signora è in lutto >>.
<< Lo sappiamo però dobbiamo vederla per una questione urgente >>, insistette la ladra.
Il portone scattò e il trio entrò, percorsero il viale e una donna dalla carnagione scura e capelli ricci acconciati in una coda li attendeva all'ingresso.
<< Sono la dama di compagnia della signora, Fumie Taniguchi. Chiede il motivo della vostra visita >>.
<< Vorremo parlare della nipote Noa >>, rispose Aoko.
Il nome della ragazzina fece trasalire la donna. << Non credo sia il caso. Sono passati solo pochi giorni e mercoledì si è tenuto il funerale >>.
<< Lo comprendo. La conoscevo e avrei bisogno di sapere cosa è accaduto >>. Miho era caparbia di natura e non si sarebbe arresa di fronte a un no.
<< Non turberemo la signora, glielo prometto >>, intervenne Kaito, in favore della ragazza.
La signora Taniguchi esitò qualche secondo e infine li invitò ad entrare. Poi li guidò per un lungo corridoio fino a far scorrere una porta.
La signora Suzuki sedeva a un tavolino basso, una tazza di tè non consumata e ormai fredda. Varie foto erano sparse sulla superficie del tavolo e lei ne accarezzava di tanto in tanto qualcuna, uno sguardo tristissimo. Quella scena spezzò il cuore ai tre ragazzi.
<< Signora, ci sono Miho Okamoto, Kaito Kuroba e Aoko Nakamori >>.
L'anziana guardò i tre giovani, aveva occhi azzurro ghiaccio. << Chi siete? >>.
La ladra fece un profondo inchino. << Le chiedo scusa se risulterò inopportuna. Voglio parlare con lei di Noa >>.
Nacque un profondo silenzio.
Con grande sorpresa, la signora indicò i cuscini al lato destro della stanza. << Sedetevi. Fumie, portaci quattro tazze di tè >>.
<< Subito >>. La donna sparì con la tazza fredda.
Non sapendo bene come iniziare quella conversazione, i tre ragazzi si sedettero dall'altro lato del tavolino.
<< Lavorate alla palestra? >>, domandò. << Mia nipote passava molto tempo a Tokyo e frequentava ginnastica ritmica ai corsi estivi >>.
<< Sì >>, mentì Kaito. << Io e Nakamori lavoriamo in segreteria e la signorina Okamoto è un'insegnante >>.
<< Complimenti per la sua giovane età >>
<< Grazie molte >>, disse Miho, reggendo la bugia del mago. << Le facciamo le nostre più sentite condoglianze >>.
<< Mia nipote era un tornado >>, mosse alcune foto nella loro direzione. << Praticava ginnastica ritmica da nove anni, equitazione e di recente le era nata la passione per il tiro al piattello >>.
<< Doveva essere una brava ragazza >>, disse Aoko.
Fumie tornò con le tazze da tè e sparì nuovamente. La signora Suzuki ne bevve finalmente un po' e sembro riprendersi, come se fosse rinchiusa in un blocco di ghiaccio.
<< Posso chiederle cos'è successo? >>, iniziò Miho.
<< Mi hanno operato alla gamba due settimane fa >>, indicò la stampella vicino ad essa. << Mio figlio lavora sulle navi, resta sei mesi in mare e a Noa è sempre piaciuto passare del tempo con me. Sarebbe venuta a studiare all'università qui, a Tokyo, quando sarebbe stato il momento >>, strinse la tazza. << Mi sono assentata solo due ore, massimo due ore e mezza. Al mio rientro l'ho chiamata, sono salita faticosamente fino alla soffitta... >>, due lacrime scesero sulle guance. Poi gli occhi lucidi divennero rabbiosi. << Noa non si sarebbe mai suicidata, nonostante tutto >>.
<< Che intende dire con nonostante tutto? >>, la incalzò Aoko.
Altro velo di tristezza. << Mia nuora è malata. Quattro mesi fa le è stata diagnosticata una forma di leucemia e non le resta molto da vivere. L'unica speranza è una costosa operazione in America ma la nostra famiglia non è abbiente. La sola cosa di valore è questa casa >>.
I tre ragazzi si guardarono e compresero il motivo per cui Noa era arrivata a rubare: voleva vendere i gioielli per pagare l'operazione della madre.
<< Ci dispiace molto >>, disse Kaito.
<< Qualcuno l'ha uccisa >>, continuò. << La mia Noa... non ci avrebbe mai lasciato così >>.
La conversazione proseguì per altri minuti e poi lasciarono la casa. Aoko stava per varcare il portone quando fu fermata da Miho.
<< Voglio vedere la camera di Noa e la soffitta >>.
<< E come pensi di fare? Non te li lasceranno mai vedere! >>.
La ragazza sorrise. << Questo non è un problema >>.


La signora Suzuki andò a fare un riposino e la dama di compagnia si mise a ricamare nel portico, approfittando del sole. Miho individuò la camera da letto della ragazzina e con Kaito entrarono furtivamente mentre un Aoko a disagio faceva da palo fuori la strada.
Era una normale stanza da ragazza di quattordici anni. Una bacheca in legno era inchiodata sopra la scrivania e attaccati c'erano citazioni di libri e film, foto delle amiche e qualche schizzo. L'armadio conteneva perlopiù abiti sportivi, semplici e pochi vestitini eleganti, stessa cosa per le scarpe.
<< Nascondeva qui la refurtiva >>, disse Miho.

<< Lo credo anch'io. Era furba e se avessero perquisito casa a Kyoto non li avrebbero mai trovati >>, concordò Kaito, girando per la stanza.
<< Se fossi una ragazzina dove nasconderei gioielli preziosi? >>.
I due ladri si guardarono e poi puntarono lo sguardo sulla libreria dove c'erano dei libri, in particolare light novel. Alcuni autori famosi e i libri erano in perfetto ordine.
Kaito e Miho tolsero alcuni volumi e li spostarono, usarono varie combinazioni finché non sentirono un click.
<< Nessuna quattordicenne è così ordinata >>, sorrise Kaito.
Facendo piano, spostarono la libreria e apparve il nascondiglio di Noa. Un piccolo cofanetto rosa fu forzato da Kaito con una spilla trovata in un portagioie.
<< Eccoli >>, disse Miho, prendendo un bracciale di diamanti e ammirandolo. << Fantastico >>.
<< Ehi, non lo puoi tenere >>, la prese in giro lui.
<< Per chi mi hai preso? >>, esclamò, facendo finta di essere offesa e gli fece una linguaccia.
<< Sono tutti i gioielli che ha rubato >>.
<< Credo che la cosa migliore sia rimandarli alla prefettura di Kyoto in forma anonima >>, suggerì Miho. << È meglio che non rimangano qui >>.
<< Cosa ne sarà della madre di Noa? >>, si chiese il ladro.
La ragazza ripose la refurtiva nel cofanetto rosa e rimise la libreria apposto, Kaito riordinò i volumi com'erano prima e nessuno sembrava essere entrato lì. I due ladri camminarono fino al piano superiore, stando attendi a non svegliare la vecchia nonna. Per arrivare alla soffitta bisognava percorrere una scala a chiocciola, gli ultimi gradini scricchiolavano. La porta non era chiusa a chiave e l'aprirono piano, per paura che cigolasse.
Era una stanza polverosa, piena di scatoloni e un mobile antico sulla destra dell'entrata. La soffitta riportava ancora il passaggio della scientifica e qualche nastro giallo, tra cui quello che segnava la trave dov'era appeso il cadavere. Miho prese una sedia e sali per osservarla mentre Kaito sbirciava tra gli scatoli.
Miho si mise un paio di guanti in lattice e passò un dito sul legno, non c'erano tracce di polvere. Osservò quelle adiacenti ed erano piene.
<< Questa trave è l'unica pulita di questo posto >>.
Kaito si avvicinò alla finestra e si abbassò. << Hai altri guanti? >>.
La ragazza scese dalla sedia e la rimise a posto, poi gliene diede un altro paio. Kaito la osservò divertito.
<< Giri con i guanti in lattice? >>.
<< Spesso >>.
Il ladro scosse la testa e li mise anche lui. Grattò qualcosa sulla superficie legnosa e poi mise il dito sotto un raggio di luce che filtrava dalla finestra.
<< Fango misto a neve >>.
<< Non ha senso. Non ha nevicato quel pomeriggio >>.
<< Appunto. Qualcuno ce l'ha portata >>.
<< La stessa persona che ha pulito la trave per non lasciare tracce.
È un omicidio >>, dichiarò Miho.
Kaito si tolse i guanti e li mise in tasca, la ragazza lo imitò. Perlustrarono ancora qualche minuto e poi decisero di andarsene in fretta. Miho precedette il mago ma inciampò nella sedia e lui cercò di tenerla per il braccio però caddero tutti e due sul pavimento, facendo un gran rombo.


Aoko sospirò e una nuvoletta cristallina si disperse nell'aria. S'infilò i guanti e si strofinò le braccia, stava calando il sole.
<< Ma che combinano quei due? >>, si domandò irritata.
La dama di compagnia stava canticchiando mentre ricamava e ad un certo punto smise, sentendo dei rumori dalla soffitta.
<< Cos'è stato? >>.
Lasciò il ricamo sul patio ed entrò in casa. Aoko tremò e scrisse talmente veloce un messaggio che le facevano male le dita intirizzite dal freddo.
<< Uscite di lì dannazione! >>.


Fumie controllò la camera della signora che stava ancora riposando. Salì le scale della soffitta, l'ingresso era chiuso. Entrò e diede una prima sbirciata, poi percorse qualche passo della stanza e non c'era nessuno.
<< Non ci saranno i topi? >>, si chiese, rabbrividendo al solo pensiero e se ne andò.
Miho fece un salto agile e leggero sul pavimento, si era nascosta tra le travi. Kaito aveva usato uno dei trucchi di Kid, mimetizzandosi contro la parete.
<< Tu invece ti porti sempre dietro congegni come questo? >>, lo prese in giro Miho.
<< La finestra dà sul giardino del retro. Usciamo da lì >>.
Aoko riprese a respirare regolarmente quando li vide scavalcare il muro poco lontano e corse ad abbracciare il fidanzato.
<< Allora? Cosa avete scoperto? >>.
<< È stato senza dubbio in omicidio >>, le rispose Miho.
<< Ma se l'hanno uccisa, come mai il medico legale ha stabilito che si è impiccata da sola? >>, si domandò la ragazza, mettendo allo scoperto un quesito misterioso.
<< Non potremo mai entrare in possesso delle cartelle del medico legale. Nemmeno l'ispettore può aiutarci >>, intervenne Kaito.
Aoko ci pensò su un attimo e poi batté il pugno sulla mano. << Ho un'idea! >>.


L'ispettore Nakamori lasciò la sua scrivania per andare in sala mensa. Aoko gli aveva scritto di essersi dimenticata di lasciargli il contenitore in cucina e gli avrebbe portato il pranzo lei stessa.
Intorno a mezzogiorno e trenta vide la figlia sbracciarsi all'entrata, accompagnata da Kaito. Camminò fino al tavolo dove era seduto con alcuni colleghi e posò un porta pranzo verde.
<< Scusa ancora papà >>.
<< Figurati tesoro >>, disse, aprendo il contenitore e vedendo le leccornie che la figlia gli aveva preparato.
<< Buon appetito. Noi torniamo in facoltà >>.
Si allontanarono dal tavolo, camminando più lentamente, e Aoko aveva un sorriso furbo sulle labbra. Kaito si sporse a parlare nell'orecchio.
<< Sei sicura funzionerà? >>, le bisbigliò.
<< Fidati di me >>, gli fece l'occhiolino.
Tre secondi dopo sentì una voce chiamarla.
<< Aoko! >>.
La coppia si voltò per vedere un ragazzo agitare la mano due tavoli di distanza da quello dell'ispettore. Era un giovane alto dai ricci scuri e occhiali quadrati, indossava un camice bianco ed era carino.
<< Ciao Kimura! >>.
Il ragazzo aveva finito di consumare il pranzo e stava bevendo una bibita.
<< Non ti vedevo da un po' >>.
<< Ero molto impegnata con l'università >>, gli sorrise.
Lui si sporse verso la ragazza con fare poco amichevole e Kaito iniziò ad irritarsi. << Troppo impegnata anche per un caffè? >>.
<< Molto impegnata >>, rispose al posto suo il mago.
<< Ti presento Kaito Kuroba, il mio fidanzato >>.
Kimura cercò di nascondere la delusione poco abilmente. << Non sapevo avessi un fidanzato, sono contento per te. Io mi chiamo Akio Kimura, sono lo specializzando del medico legale >>.
Kaito comprese il piano di Aoko: sfruttare la cottarella di quel ragazzo per farlo parlare e sapeva che l'avrebbe trovato in sala mensa.
L'adoro, pensò.
<< Stai lavorando molto, ultimamente? Ti vedo stanco >>.
<< Ho avuto a che fare con alcune autopsie piuttosto urgenti, tra cui quella ragazzina morta la scorsa settimana >>.
La coppia si scambiò uno sguardo pieno d'intesa e trattennero un sorriso.
<< L'ho letto sui giornali. Poverina >>, continuò Kaito.
<< Quando l'ho vista sul tavolo mi sono sentito a pezzi. Mia sorella ha solo un anno più di lei >>, disse affranto, giocherellando con la lattina, forse per stemperare la tensione di quel brutto ricordo.
<< Suicidarsi a quattordici anni... Chissà cosa la tormentava >>, lo incalzò Aoko.
Si lasciò andare allo schienale della sedia. << È venuta la nonna e se non ci fosse stata la dama di compagnia sarebbe crollata a terra. Il mio superiore non ha potuto fare altro che constatarne il suicidio: la laringe era schiacciata e l'osso ioide era intatto, segno che non l'hanno strangolata >>.
<< Quindi è soffocata >>.
Kimura annuì. << Esatto. Era morta da molto poco quando la nonna l'ha rinvenuta poiché nel suo stomaco ho trovato una bibita gassata consumata da massimo un'ora >>.
<< Amore si sta facendo tardi e abbiamo lezione tra quaranta minuti >>, disse Kaito. Aoko fu d'accordo che avevano tutte le informazioni che gli servivano. Salutò velocemente il giovane specializzando, che non sembrò molto felice di vederla andare via. La ragazza alzò lo sguardo verso il fidanzato e vide che teneva un po' il broncio.
<< Mica ti sarai ingelosito? >>, rise.
Kaito alzò spallucce. << Per niente! >>, rimase qualche secondo in silenzio. << Dove l'hai conosciuto? >>.
<< Hai appena detto che non eri geloso! >>, continuò a ridere Aoko. In genere era lei a soffrire delle fans di Ladro Kid e agli spettacoli, le ragazze incuranti della sua presenza.
<< Infatti non lo sono! >>.
<< L'ho incontrato un paio di anni fa, quando venivo a portare il pranzo a papà quando faceva lunghi straordinari a causa di... Kid. Al tempo si era appena laureato >>.
Salirono in ascensore e Kaito premette il tasto del piano terra, la macchina era parcheggiata di fronte all'edificio.
Erano soli e Aoko gli passò una mano tra i capelli.
<< Mi piace quando sei geloso >>.
Il ragazzo le carezzò la guancia. << Hai molti più ammiratori in facoltà di quanto tu non creda >>.
<< Uhm... >>, Aoko fece finta di pensare. << L'ho già sentita questa frase >>.
Non si erano accorti di essere giunti al piano terra e le porte si spalancarono. Si staccarono all'istante anche perché sulla soglia c'era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere: l'ispettrice Kawano.
<< Lei è la figlia dell'ispettore Nakamori? >>, le domandò, riconoscendola subito. << Ha una sua foto sulla scrivania >>.
Aoko doveva tenere una facciata di marmo. << Piacere di conoscerla, sono Aoko Nakamori >>.
<< Natsumi Kawano. Lei è Kaito Kuroba >>, disse, scrutando il viso del mago. << C'è una sua foto nel fascicolo sul processo a carico di Cecelia Hakuba, arrestata grazie a Kid >>.
Anche se era diventato nuovamente Ladro Kid solo per catturare un serial killer, gli aspetti che adorava di quella vita segreta venivano a galla in quelle situazioni: presuntuoso ed esibizionista di natura, incontrare l'ispettrice gli aveva ricordato come si sentiva quando cenava a casa dei Nakamori e ancora nessuno sapeva della sua vera identità.
Adrenalina.
<< Ci ha parlato di lei l'ispettore >>.
<< Mi dispiace molto per quello che Cecelia Hakuba ha fatto alla sua famiglia. Sta scontando una giusta pena >>, disse sincera.
<< Grazie molte >>, rispose Kaito.
<< È un famoso mago, giusto? Ho visto i manifesti affissi sui muri >>.
Aoko voleva fuggire da quella situazione ambigua e vide Kaito sorridere, il sorriso di Kid.
<< Sarei molto onorato di averla al mio prossimo spettacolo >>.
La fidanzata sgranò gli occhi e poi riprese contegno per non far trasparire niente.
La donna guardò bene il bel giovane che aveva davanti a sé. Aveva letto con attenzioni qualsiasi foglio o fascicolo redatto su Ladro Kid e le sembrava di conoscerlo quasi come fossero amici di vecchia data. C'era qualcosa in quel ragazzo che le pizzicava l'istinto ma non capiva perché.
<< Le mie bambine sarebbero molto felici. Accetto con piacere l'invito >>.
<< Le farò recapitare qui i biglietti. Ora dobbiamo scappare, stiamo facendo tardi a lezione >>.
<< Eh sì, dobbiamo proprio scappare >>.
Aoko trascinò via il fidanzato e salirono in macchina, sicuri di non esseri sentiti da nessuno.
<< Ma ti sei bevuto il cervello?! Perché mai hai invitato l'ispettrice a uno dei nostri spettacoli? Se te lo fossi scordato cerca di metterti le manette! >>.
<< Calmati, amore. Mai sentito “tieni vicini gli amici, ma ancora di più i nemici”? >>.
<< Ho sempre pensato che fosse una frase sciocca >>, disse, incrociando le braccia, arrabbiatissima.
<< Aoko so quello che faccio. Non preoccuparti, nessuno mi metterà le manette >>, la rassicurò, mettendo in moto.
La fidanzata era furiosa per quell'invito. Temeva di far entrare il lupo cattivo nella tana e questo non le piaceva.


Mi esibirò il prossimo sabato durante lo spettacolo di “Sole a mezzanotte” e farò mio l'anello Purple .


                                                                                                                                                                                                                                Ladro Kid


<< Quindi com'è morta? >>.
Miho stava camminando su una parallela a piedi nudi. Aveva abbattuto un muro e unito due stanze per formarne una sola, trasformandola in una palestra per non perdere il tono muscolare e l'agilità. Nella mano destra teneva il cellulare.
<< Gli esami tossicologi erano negativi ma il medico legale ha detto di aver trovato una bibita gassata nello stomaco di Noa >>.
<< Devono averla drogata con una sostanza che non viene rivelata attraverso un'esame superficiale >>.
Kaito sedeva nella stanza segreta, aveva iniziato a lavorare sul furto quando Miho l'aveva chiamato.
<< Io credo che l'abbiano paralizzata >>.
La ladra rimase ferma in mezza alla parallela. << Che vuoi dire? >>.
<< La laringe era schiacciata quindi effettivamente Noa è stata impiccata. Ma una ragazzina urla, scalcia e lei era anche una ladra, quindi furba e agile >>.
L'orrore si dipinse sul volto di Miho. << Mi stai dicendo che lei era cosciente ma paralizzata mentre l'appendeva alla trave? >>.
<< Sì >>, sospirò lui. << Credo sia andata così >>.
<< Se solo mi fossi fermata... Sarebbe ancora viva >>, la ragazza strinse il cellulare così forte da sentirlo quasi cedere.
<< Non è stata colpa tua, Miho. Questo è un bastardo della peggiore specie >>, cercò di confortarla.
<< Come si procura sostanze del genere? Noa non arrivava a cinquanta chili bagnata ma di certo una persona gracile non poteva sollevarla, quindi è in forma >>. Miho aveva lasciato la piccola palestra e si era diretta in salotto, accedendo la TV. Il notiziario dava la notizia del nuovo avviso di Kid. << Ti divertirai questo sabato >>.
Kaito capì che stava parlando in codice. << Vuoi venire? Aoko ha comprato i biglietti e ci andrà con Keiko >>.
<< E Akako? >>.
<< Io e lei non siamo in buoni rapporti, di recente >>, confessò.
<< Le passerà >>.
<< Lo spero. Ora devo lasciarti, ho una ricerca da finire >>.
Miho rise. << Buon studio >>.


<< “Sole a mezzanotte” è una commedia romantica scritta dal famoso sceneggiatore americano Alden Walker. La commedia parla di due giovani che vivono due realtà totalmente opposte e finiscono per innamorarsi. La protagonista, la trentenne Mamiko
Kiyomizu, ha rilasciato in un'intervista che è molto emozionata all'idea di poter indossare un anello tanto prezioso come il Purple. Questa mattina è giunto al teatro Minami-za il biglietto di Ladro Kid, in cui annuncia che ruberà l'anello durante lo spettacolo. Intervistata l'ispettrice Kawano afferma... >>.
La figura in ombra scagliò il telecomando contro la parete, riducendolo in mille pezzi. Quel ladro vestito di bianco lo irritava, lo rendeva distratto dalla sua missione. Voleva tenersi Ladro Kid per ultimo.
Le foto dei ladri erano appese alle pareti, la foto di Noa sbarrata con una grossa X rossa. Poggiò la mano su quella del ladro fantasma e un ghigno agghiacciante gli attraversò il viso.
<< Tu sarai il mio maggior divertimento >>.


Angolo autrice!


Salve lettori!
Scusate per il leggero ritardo! In questo capitolo i nostri ladri si sono improvvisati detective per scoprire cos'è successo alla piccola Noa. Nel prossimo capitolo ci sarà il furto dell'anello durante lo spettacolo teatrale e chissà cosa succederà! :D
Tra non molto farà la sua apparizione un detective molto conosciuto che sfiderà il nostro Kid ancora una volta ;)
Ringrazio chi l'ha letta, messa tra le preferite e le seguite! Come sempre ringrazio tutti i recensori :)
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** 06. L'anello Purple ***


6° Capitolo


L'anello Purple


Il teatro Minami-za era un edificio di tre piani con un ingresso vasto e incantevole. Gli spettacoli erano tenuti su un palco di legno color miele, le poltrone blu e gli inserti oro rendevano il posto elegante. Gli spalti erano una trentina e bisognava prenotare con mesi d'anticipo per ottenerne uno
L'ispettrice Kawano era giunta al teatro dalla mattina presto con la squadra, Nakamori compreso. L'attrice protagonista, Mamiko Kiyomizu, indossava un paio di pantaloni neri e una maglia leggera, senza maniche, rosa chiaro che lasciava scoperta una spalla. Il compagno di scena era Hisahsi Brow, nato in Giappone da padre americano e madre nipponica. Essere un misto di due culture gli aveva donato grandi occhi azzurri, fitti capelli neri e parlava perfettamente entrambe le lingue.
Il registra e sceneggiatore Alden Walker si avvicinò all'ispettrice e a Nakamori, ormai il braccio destro insospettabile della donna.
<< Mi garantite che non ruberà l'anello vero? Abbiamo stipulato un accordo dettagliato con il proprietario. Se dovesse rubarlo, le conseguenze economiche sarebbero disastrose! >>.
<< Non si preoccupi, signor Walker >>, lo rassicurò l'ispettore Nakamori. << Nessuno toccherà l'anello >>>.
L'uomo si rendeva conto di star diventando un gran bugiardo. Lo faceva solo per la felicità della adorata figlia.
<< Concordo con il mio collega. Abbiamo infiltrato agenti tra le comparse e lo staff. Inoltre abbiamo messo un paio di agenti speciali tra i ragazzi del part time >>, indicò l'attrezzatura sopra gli spalti. << Sono state piazzate delle telecamere ad alta risoluzione e due dei nostri migliori agenti insieme ai cani dell'unità cinofila sorvegliano la cassaforte dell'anello Purple >>.
<< Sembra molto determinata, ispettrice >>, disse Hisahsi.
<< Kid è un ladro esibizionista. Rubare durante uno spettacolo è un'occasione troppo ghiotta per lui. Cosa ne pensa ispettore? >>.
L'uomo voleva quasi ridere perché effettivamente Kaito era davvero esibizionista. Annuì. << Sono d'accordo con lei >>.
<< L'anello Purple verrà mostrato in tre occasioni >>, disse Alden, camminando sul palco fino ad arrivare a un punto segnato con del nastro adesivo. << Nel prologo, nella scena in cui Hisahsi lo trova e, infine, quando verrà messo al dito di Mamiko nella scena finale. Lo porterà fino alla fine dello spettacolo, durante il ballo e le presentazioni al pubblico >>.
<< Sono troppe occasioni per Kid >>, disse l'attrice protagonista. << Non arriverà a tagliarmi un dito per prenderlo, vero? >>. La ragazza si strinse le mani.
<< Non è quel genere di criminale! >>, esclamò Nakamori. Lo difese con troppa enfasi perché si guadagnò un'occhiata perplessa della sua superiore. << Intendo che finora non ha mai ferito nessuno >>.
<< Non si preoccupi, signorina. Credo che Kid ruberà l'anello nella scena finale poiché il pubblico sarà ormai totalmente preso dallo spettacolo >>, disse Kawano, osservando gli spalti ancora vuoti. Poi ritornò a guardare la ragazza. << Lei pensi a fare del suo meglio >>.


Kaito bussò alla porta di Miho e non ricevette risposta. Spostò la manica della giacca per guardare l'ora ed era puntuale, si erano accordati per le nove.
<< Miho! Ci sei? >>.
<< Entra, la porta è aperta! >>, rispose una voce strascicata di chi si è appena svegliata.
Il mago aprì la porta con fare cauto. Mi sento un ladro.
Aveva tolto le scarpe e indossato delle pantofole grigie. Sentì dei passi, troppo pesanti per essere di Miho. Un ragazzo dal fisico piazzato e molto più alto di Kaito lo guardò.
<< Buongiorno >>, disse amichevole mentre si metteva le scarpe.
<< Buongiorno a te >>, ricambiò, guardando quel ragazzone.
<< Sei un amico di Miho? >>, gli chiese, appuntandosi la giacca.
<< Uhm sì >>.
Urlò qualcosa alla ragazza nell'altra stanza e poi lasciò l'appartamento. Totalmente perplesso, Kaito giunse in cucina e Miho era appoggiata al bancone che sorseggiava caffè nero da una tazza rossa.
<< Ho incontrato... >>, incominciò, indicando il corridoio.
<< Doveva andarsene un'ora fa però è rimasto più di quanto volessi >>, sbadigliò ancora e buttò giù un lungo sorso di liquido scuro per svegliarsi.
<< Ma chi era? >>.
Miho appoggiò la tazza sul bancone. << Un amico. Caffè? >>.
<< Si chiamano amici adesso? >>, ironizzò lui, allungando la mano per prendere la tazza che gli stava offrendo. << Pensavo non ne trovassi uno decente da mesi >>.
<< Per trovarli decenti devi anche testarli >>, disse e poi rise maliziosa.
<< Come stai? >>, le domandò Kaito, gustando il caffè, aveva un aroma speziato.
<< Sto bene >>.
<< Sicura? >>.
La ragazza fece roteare la tazza, osservando il liquido quasi finito. << No. Non faccio che pensare a Noa. L'ho vista solo quei pochi minuti e mi resterà impressa per sempre >>.
Kaito finì di bere e ripose la tazza nel lavandino. Le poggiò una mano sulla spalla, quel contatto fece girare la testa alla ragazza e si perse negli occhi blu del mago. Sentì le guance diventare calde e distolse lo sguardo subito.
<< Gliela faremo pagare >>.
<< E se fosse il tuo amico? >>.
Gli occhi di Kaito si fecero tristi. << A malincuore, agirei allo stesso modo >>. Il mago si decise a fare la domanda che gli frullava nella testa da un po'. << Ho un quesito da porti >>.
<< Spara >>.
<< Come faceva Noah a sapere che sei Red Fox? >>.
Miho si accigliò. << Me lo chiedi come se io lo sapessi >>.
<< Ho immaginato che ti fossi fatta anche tu questa domanda >>.
Guardò fuori dalla finestra e il sole era di un pallido color giallo, il fiume scorreva tranquillo.
<< Più che altro mi sono domandata perché con Noa abbia agito così in fretta e in modo incauto. Sapeva che sarebbe venuta a stare dalla nonna e che sarebbe mancata per due ore, perciò la seguiva >>.
<< Ha lasciato la traccia di neve mista a fango, una cosa inusuale per lui >>, aggiunse Kaito, ricordando il residuo trovato nella soffitta di casa Suzuki.
<< I precedenti ladri li ha torturati per ore mentre con lei ha fatto velocemente >>, si mise una mano sotto il mento, il suo cervello stava cercando di mettere insieme una teoria plausibile. I due ladri si guardarono, colti da un'illuminazione.
<< Aveva scoperto la sua identità >>, dissero all'unisono.
<< Noa conosceva l'identità del serial killer. Ecco come faceva a sapere che sono Red Fox, deve aver trovato il suo nascondiglio >>, continuò Miho, ormai i pezzi del puzzle si stavano incastrando.
<< Ma come avrebbe fatto una ragazzina, seppur scaltra come lei, a conoscerlo? >>.
<< La nonna ha detto che frequentava i corsi estivi in una palestra e ci andava anche quando soggiornava a Tokyo >>, gli ricordò.
<< Credi che lavori alla palestra? >>.
<< Questo serial killer si infiltra nella vita di queste persone da lontano, ai margini. Deve aver scoperto di essere seguita ed è stata più furba di lui >>. Miho fece un piccolo sorriso triste.
Brava ragazzina, pensò.
<< Non si è preoccupato che gli altri delitti fossero evidenti omicidi mentre con Noa ha finto un suicidio. Non voleva che fosse collegata a lui >>, disse Kaito.
<< Ecco perché voleva parlarmi >>.
<< Penso sia la milionesima volta che te lo ripeto ma... non è stata colpa tua >>. L'espressione calma del mago la fece arrossire stavolta. Miho si stiracchiò e riacquistò il sorriso, facendo sparire il rossore dalle guance in fretta. << Be', ora mi faccio una doccia e mi riprendo da questo malumore, poi butterò sangue in palestra. Tu non hai un impegno stasera? >>.
Kaito rise. << Non penso e non elaboro mai niente il giorno del furto >>.
<< Siamo diversi. Io non prendo pause finché non ho portato a termine l'obbiettivo >>.
La ladra mise le tazze nella lavastoviglie e la caffettiera nel lavello. << Verrò a prendere Aoko alle otto in punto >>.
<< Glielo dirò. Buon allenamento >>.
Miho gli sorrise. Il ladro pensò che aveva un sorriso contagioso, leggermente provocatorio e sincero.
<< A stasera! >>.


Aoko ticchettava la scarpa con il tacco nero sul pavimento in legno, seduta sulla sedia, braccia conserte, la pochette poggiata sul tavolo. Kaito entrò in salotto con un borsone e si avvicinò per darle un bacio.
<< Sei bellissima stasera ma... >>, divenne pensieroso. Le mostrò la mano destra vuota e attirò la sua attenzione sull'altra. La agitò e chiuse il pugno, aprendola vuota e anche nella destra non aveva niente. Poi Aoko si toccò i capelli scuri e sentì un fermaglio a forma fiore tra i capelli.
<< Ora sei perfetta >>.
<< Ti amo >>, disse, dandogli un bacio. << Stai attento >>, gli carezzò il viso, gli occhi azzurri esprimevano molta preoccupazione.
<< Io sono sempre attento >>.


Lo spettacolo sarebbe iniziato alle otto e trenta e gli spettatori erano all'ingresso, dando i biglietti e ricevendo indicazioni su dove dovevano sedersi. Il teatro aveva fatto il tutto esaurito ancor prima dell'annuncio di Kid e avevano ricevuto un sacco di telefonate ed email di fans che li pregavano di poter vedere lo spettacolo, a costo di restare in piedi.
Keiko le attendeva sul marciapiede di fronte e Miho parcheggiò la macchina rossa fiammante con una guida veloce. Aoko si teneva alla maniglia dello sportello, un po' terrorizzata perché la ragazza guidava in modo davvero spericolato.
<< Eccovi finalmente! >>, disse la ragazza dai capelli biondi, avvicinandosi al duo. Aoko scese dalla macchina un po' malferma e respirò l'aria fredda a pieni polmoni. L'ansia la stava divorando.
<< Dov'è Kaito? >>, chiese Keiko, inclinando la testa.
<< Sta per arrivare >>, rispose l'amica. << Sta aiutando nonno Jii al bar >>.
Le tre entrarono dentro il teatro, il tepore caldo le fece sentire meglio. Due maschere, uno giovane e un uomo di mezza età, stavano staccando i biglietti e mostrando le scalinate da prendere per giungere agli spalti.
<< Spalto dodici. Dovete prendere quelle scale >>, disse il più giovane. << Poi girate a destra, seconda porta >>, gli ridiede i biglietti.
<< Vi auguriamo buon divertimento >>, aggiunse il vecchio.
Miho e Aoko sorrisero ai due, sotto gli occhi dubbiosi di Keiko.
<< Senz'altro! >>, dissero all'uniscono e si guardarono, ridacchiando.
Lo spalto era stupendo. C'erano quattro poltrone blu di velluto, il pavimento era di moquette che rendeva silenzioso ogni passo. Si sedettero e avevano un'ottima visuale del palco.
<< È una storia molto romantica! >>, disse Keiko, leggendo il dépliant trovato sulle sedie. << Due ragazzi che non possono stare insieme e lottano contro tutti per farlo. Inoltre stasera ci sarà anche Ladro Kid! Cosa si può chiedere di meglio? >>.
Aoko guardò la foto dei due attori con uno sguardo affettuoso. Quella commedia romantica gli ricordava la storia con Kaito: lei la figlia di un ispettore, lui un ladro. Eppure la loro storia funzionava ed erano felici insieme.
Un piccolo mostro antipatico in un angolo del cervello le sussurrò “Fino a quando?”. Scosse il capo e sentì il leggero peso del fermaglio di Kaito, sfiorandolo appena.
Mai, pensò. Siamo destinati da tutta la vita.
<< Aoko? >>, Miho la scosse. << Ti sei messa a vagare nei pensieri? >>.
<< Oh scusate, stavo leggendo la storia e mi sono estraniata per un minuto >>.
<< Toc Toc >>.
Kaito si unì al gruppo e si sedette nella sedia libera accanto alla fidanzata, dandole un bacio sulla guancia.
<< Finalmente sei arrivato >>, disse Keiko.
<< Oggi c'erano più clienti del solito. Jii non ha più la stessa vitalità di un tempo >>.
Non è affatto vero!, discordò il vecchietto. Kaito spense una risata, l'auricolare all'orecchio era quasi invisibile.
Un suono penetrante annunciò che lo spettacolo stava per iniziare e le luci si abbassarono pian piano, rendendo l'ambiente rilassante. Il sipario si alzò e un pozzo di luce calda illuminava l'uomo in mezzo al palco, teneva un braccio alzato come per afferrare qualcosa e la mano sinistra chiusa a pugno, indossava abiti laceri.
<< Ciò che rimane della mia stirpe, ciò che resta dell'essenza della mia anima e della mia famiglia, è qui, nella mano destra. Coloro che hanno sterminato la mia felicità, trucidato i volti dei miei amati, saranno dannati per sempre >>.
Abbassò il braccio destro e poi alzò quello sinistro. Una luce bianca illuminò l'anello Purple.
La montatura era di oro rosa, incastonata c'era un'ametista di media grandezza, famosa per essere una delle più pure. Il proprietario, un ricco uomo americano, era stato pagato un sacco di soldi per poter permettere alla compagnia di utilizzare un oggetto tanto prezioso.
<< Meraviglioso >>, bisbigliò Keiko.
<< Quello starebbe bene al mio dito >>, aggiunse Miho.
Kaito seguiva lo spettacolo, avrebbe rubato l'ametista nella scena finale. Fece scivolare la mano fino a toccare quella di Aoko, al buio. La ragazza la strinse e si sentì più fiduciosa che anche quella sera tutto sarebbe andato bene.


L'ispettrice Kawano avvicinò la ricetrasmittente alla bocca. << Agenti? Tutto regolare? >>.
<< Sì, capo >>.
La scena volse al termine e un'agente prese in custodia l'anello per metterlo in cassaforte, la combinazione era conosciuta sola dal registra e dall'ispettrice Kawano. Mentre chiudeva il pesante sportello, i due agenti davano le spalle e i due cani guairono, inclinando il grosso capo.
<< Bene. Non fate avvicinare nessuno che non si tratti di me o del registra. Mi raccomando >>.
La protagonista apparve sul palco, la scenografia era cambiata. Ora c'era una luce più tenue, un finto prato di fiori e si faticava a distinguere da uno vero. La ragazza aveva i capelli biondi intrecciati in una lunga coda, indossava un vestito bianco che le lasciava scoperti i piedi e raccoglieva fiori canticchiando, usandoli per acconciare i capelli come decorazione.
<< In questi anni duri non ho mai trovato una briciola di felicità >>, volse lo sguardo al cielo, rigirando un fiore rosso. << Come vorrei solo un'occasione per guadagnarmi la tranquillità >>, sospirò.
<< È bellissima >>, mormorò Keiko, ammirata.
Lo spettacolo andò avanti tranquillamente, le ragazze restarono ammirate, perfino Miho, di natura più cinica e realista. Kaito aveva scelto di rubare l'anello proprio per permettere ad Aoko di godersi lo spettacolo.
Circa un'ora dopo l'inizio si giunse alla scena finale. L'ispettrice Kawano capì che era quello il momento in cui avrebbe colpito e ordinò nella ricetrasmittente di tenersi all'erta. I poliziotti infiltrati tra il pubblico avevano le manette in tasca e la fodera della pistola alla caviglia, il capo aveva ordinato di sparare per ferirlo.
Aoko sentì un peso opprimente nello stomaco quando vide il protagonista inginocchiarsi alla bella ragazza, dandole in dono l'anello, Lo mise al dito e l'ammirò, estasiata.
<< Questo gioiello, simbolo della caduta della mia stirpe, ora ha un nuovo significato: l'immenso amore che provo per te >>, recitò, baciandole la pelle lisca della mano e poi mettendosi in piedi di fronte ad essa.
Le luci sul palco illuminarono gli altri attori vestiti con abiti sfarzosi e iniziarono a ballare una canzone dolce e melodica. Gli agenti infiltrati ballavano con le colleghe e i due ispettori erano ai margini delle quinte insieme al registra, quest'ultimo si passava nervosamente la mano tra i pochi capelli.
Aoko avvertì le dita di Kaito sfiorare il fermaglio luccicante e capì che era arrivato il momento. Lei annuì e le fece un sorriso.
Il ladro tirò fuori una sfera grande quanto una pallina da golf e la mise sulla sedia, alzandosi silenziosamente. Keiko era stata fatta sedere nella sedia più lontana e Miho la stava distraendo apposta. Si scambiò un fugace sguardo con il ladro e poi attirò l'attenzione della ragazza bionda verso il palco.
Aoko si voltò per vederlo sparire oltre la porta e assunse un'espressione preoccupata. Accanto a lei si era gonfiato un manichino identico a Kaito, ne aveva migliorato la fattura e sembrava proprio lui.
Sta attento, amore.


Kaito svoltò l'angolo e aveva indossato le vesti di Ladro Kid in pochi secondi. I corridoi degli spalti non avevano le telecamere ed era un'enorme vantaggio. Frugò nella tasca e ne estrasse un piccolo telecomando.
C'era uno spazio sotto il palco che l'ispettore Nakamori aveva evitato apposta di far sorvegliare poiché ci tenevano le attrezzature e aveva finto che non fosse necessario.
La melodia che gli attori stavano ballando era attutita sotto le assi. Kid strisciò fino a un punto perfetto per salire le scale velocissimo e apparire sul palco, per rubare l'anello dal dito dell'attrice Mamiko. Premette il tasto rosso.
Dei rumori metallici attirarono le attenzioni di tutti. L'ispettrice Kawano inspirò arrabbiatissima e Nakamori finse uno sguardo di disappunto. Dagli spalti e ai lati del palco uscirono piccoli bocchettoni nascosti tra le decorazioni e poi un fumo rosa dolciastro, che disorientò i presenti: sembrava un'enorme nuvola di zucchero filato. Kaito aveva nascosto un manichino sopra l'enorme lampadario in cristallo, nascosto sotto un telo dello stesso colore del soffitto. Lo attivò e sembrava che Kid uscisse dalla nuvola rosa e il pubblico gridò ammirato mentre gli agenti puntarono la pistola per sparargli, attendendo ordini.
Grazie al trucco, Kaito balzò sul palco e il manichino si perse nella nuvola rosa ormai diradata e fu recuperato da Jii, che nel frattempo si era sgonfiato.
<< È Ladro Kid! >>.
Due ragazze in quarta fila si alzarono in piedi, agitando un piccolo striscione. << Sei bellissimo Kid! Ti amiamo! >>.
<< È apparso dal nulla! >>, commentò Keiko, che si stava sporgendo talmente tanto che se avesse continuato sarebbe caduta di sotto. Volse gli occhi verdi verso Miho e lei era seduta composta, godendosi lo spettacolo, era la prima volta che vedeva in azione Kaito dal vivo.
Le emozioni di Keiko subirono un brusco cambio quando guardò Aoko: l'amica aveva gli occhi puntanti sul ladro, un'espressione inquieta e non inveiva contro di lui.
Aoko..., pensò Keiko e tornò a guardare il ladro, poi di nuovo l'amica. Cosa ti prende?
Era buio e vide Kaito accanto a lei, tranquillo. La cosa non era strana poiché il ragazzo aveva sempre affermato di essere totalmente indifferente al ladro fantasma.
Con una mossa veloce Kid si inginocchiò di fronte a Mamiko.
<< Bella signorina, mi perdoni per quello che sto per fare >>, disse gentile. L'attrice rimase talmente affascinata da arrossire.
<< Intervenite subito! >>.
Gli agenti si tolsero le vesti con cui avevano recitato e si buttarono sul ladro, creando un gran scompiglio. Mamiko cadde all'indietro, gemendo per il dolore poiché il vestito aveva delle stecche piuttosto rigide e le tolsero il respiro per un attimo, provocandole una fitta alle costole.
La bella acconciatura aveva qualche capello fuori posto e si sistemò velocemente e a quel punto si accorse di non avere più l'anello.
<< È sparito! >>, urlò. Il compagno di scena l'aiutò ad alzarsi.
L'ispettrice corse sul palco e controllò di persona. Come diamine ha fatto?
Kid, approfittando del caos, si era mischiato tra gli agenti, l'attenzione degli altri attori era focalizzata sui poliziotti. Aveva sfilato l'anello dal dito di Mamiko, indossando nuovamente il costume del ladro. Jii lavorava dietro le quinte e premette il tasto di una consolle. Il ladro apparve sospeso in aria, un robusto filo invisibile lo sosteneva, allargò le braccia e l'ametista dell'anello brillò di un bagliore viola sotto il lampadario di cristallo.
<< Grazie signorina. Ispettrice Kawano è sempre divertente lavorare con lei! >>.
<< Sparategli, lo voglio vivo! >>.
Non fecero in tempo a puntare la pistola che caddero delle luci dalle maniche del ladro, sembravano delle stelle luminose e invece lo fecero sparire in un lampo. Jii sganciò la corda, Kid si rifugiò sotto il palco, si cambiò d'abito in un secondo e ritornò nel corridoio.
Nascose l'anello dentro le cucitura della giacca, rientrò nello spalto numero dodici, sgonfiò il manichino da renderlo minuscolo e nasconderlo doveva aveva riposto l'anello. Aoko avrebbe voluto buttarsi tra le sue braccia però davanti a Keiko sarebbe sembrato troppo sospetto. Miho gli sorrise e fece un cenno con la testa, che significava “buon lavoro”.
<< L'anello, l'anello! >>, urlava il registra. << Andrò in rovina! >>.
Kawano si voltò verso Nakamori. << Piano B >>.
L'uomo annuì ma non era affatto preoccupato, era sicuro che avesse pensato anche a questo. Le porte furono sbarrate e ogni uscita preclusa. Fece fare un annuncio da un'agente all'altoparlante.
<< Ora verrete tutti perquisiti, non potete astenervi! Siete pregati di non opporre resistenza >>.
Aoko guardò Kaito, spaventata. Le bisbigliò qualcosa nell'orecchio. Non dimenticarti chi sono.
Le varie persone tra il pubblico fecero per prendere le giacche e i cappotti da consegnare. Poi una bambina di sei anni raccolse qualcosa caduto dalla tasca.
<< Mamma, mamma! >>, le tirò il vestito. << Siamo ricchi! >>.
<< Cosa c'è Rikako? >>. La donna sbarrò gli occhi scuri e ammirò l'anello che la figlia le porgeva. << Ma com'è possibile? >>.
Il marito frugò nella tasca e ne estrasse un altro. << Guarda! >>.
Imitando la coppia, tutti si guardarono nelle tasche delle giacche e ognuno si ritrovò una copia dell'anello. L'ispettrice divenne dello stesso colore dell'ametista e obbligò il registra a visionare ogni copia, era l'unico che poteva stabilire se era l'originale.
Keiko controllò il cappotto bianco e vide che ne aveva una anche lei, come gli amici. Kaito e Jii avevano preso il posto delle maschere all'ingresso, che dormivano sogni beati nascosti nello sgabuzzino.
Quando staccavano i biglietti, distraendoli con le indicazioni del posto da raggiungere, mettevano gli anelli nelle tasche. Le finte copie erano nascoste nel sacchetto doveva venivano riposti i pezzi di biglietti tranciati.
Sapevano che si sarebbero tolti i cappotti per via del riscaldamento alto del teatro, dato che le attrici indossavano abiti di tessuto non troppo pesante.
Così, una volta perquisito Kaito e appurato che aveva una copia falsa sarebbe stato lasciato in pace. L'ispettore Nakamori e la superiore insieme a due agenti, un uomo e una donna, giunsero allo spalto dodici. Dopo le ragazze, l'agente controllò la copia di Kaito ed era solo una riproduzione perfetta, tasche dei pantaloni e della giacca nera che indossava erano pulite.
<< Be', non mi aspettavo niente di diverso dalle amiche e dal fidanzato della figlia del mio collega >>, disse a mo' di scuse l'ispettrice.
<< Si figuri >>, ribatté Kaito, con un sorriso furbo.
Ma la fortuna voltò le spalle inaspettatamente al ladro. Stavano per lasciare lo spalto per proseguire quando l'agente si accorse di qualcosa di strano nella giacca del ragazzo.
<< Può togliersi la giacca? >>, gli chiese, un uomo piuttosto forzuto.
<< Mi avete già perquisito >>, prese tempo il mago.
L'ispettore Nakamori entrò nel panico e Aoko trattenne il fiato, Miho cercò di mantenere la calma per tutti. L'unica che non capiva la reticenza dell'amico era Keiko.
<< Per essere sicuri >>, insistette l'uomo, tendendo la mano per ricevere la giacca.
Kaito sapeva che Jii stava monitorando la situazione e avevano un piano di riserva. Stava per attuarlo quando sentì la voce di Aoko attirare l'attenzione dei presenti.
<< Ho visto qualcuno fuggire lì! >>, disse indicando un punto. << Era vestito di bianco. Forse sta approfittando della confusione per la perquisizione per fuggire! >>.
Il padre l'appoggiò. << Forse sarebbe meglio controllare >>.
<< Agente Oota >>, lo richiamò la superiore. << Andiamo, la ragazza potrebbe aver ragione. Qui abbiamo finito >>.
L'uomo abbassò il braccio e seguì i due superiori. Aoko sapeva che la donna non avrebbe mai dubitato della figlia dell'ispettore che per vent'anni aveva rincorso Kid. Keiko trovava la situazione ambigua, da un po' di tempo c'era qualcosa che non le tornava nel comportamento di Aoko.
L'amica sospirò, rilassata. Incrociò lo sguardo del fidanzato e non ne aveva mai visto uno come quello: furia pura.
Dopo venti minuti permisero a tutti di lasciare il teatro e l'ispettrice avrebbe preso a volentieri a pugni Kid. Keiko lasciò il gruppo e aveva notato anche lei lo sguardo arrabbiato di Kaito. Il ladro ritornò a casa con la sua macchina da solo, per non far rischiare Aoko e mettere al sicuro il gioiello nella stanza segreta.
Miho parcheggiò davanti a villa Kuroba e Aoko scese, entrando in casa. Camminò fino alla vecchia stanza e roteò il ritratto di Toichi. Kaito le dava le spalle, stava chiudendo la cassaforte con dentro l'anello, l'avrebbe restituito il giorno dopo. Indossava ancora il costume di Kid, il monocolo e il cappello erano stati già rimessi al manichino nell'armadio.
<< Kaito, va tutto... >>.
<< Cosa diavolo ti è saltato in testa! >>, si scagliò contro di lei, non l'aveva mai visto così.
<< Di che parli? >>.
<< Ti sei resa complice di un furto Aoko! >>.
<< Fai sul serio?! Nascondo la tua identità segreta da due anni! >>, ribatté lei. Adesso erano furiosi in due.
<< È diverso! >>. Kaito sapeva che alzare le voci era controproducente e alimentava il fuoco dell'ira ma non poteva farne a meno. << Hai la minima idea delle conseguenze incalcolabili nel caso mi avessero scoperto? >>.
La fidanzata si rese improvvisamente conto di aver fatto una sciocchezza.
<< Avrebbero tolto il distintivo a tuo padre, accusato di complicità e avrebbero rivisto ogni caso a lui collegato. Tu saresti finita in prigione ed espulsa dall'università >>.
<< Ti avrebbero scoperto! >>. Era sull'orlo delle lacrime.
<< Non sarebbe successo! Aoko, noi siamo compagni di vita e sul palco ma in questa cosa io sono solo >>.
<< Avrei dovuto lasciare che ti portassero in prigione?! >>.
<< Avevo un piano! Pensi forse che sia uno sprovveduto? >>.
La ragazza fece un paio di passi indietro. << Assolutamente no. Ti volevo solo proteggere >>.
<< Io non ho bisogno della tua protezione e tanto meno di te! >>.
Quella frase fu troppo. Aoko gli restituì l'occhiata più dura mai fatta e risalì le scale, accorgendosi che Miho era sulla soglia, Aoko aveva dimenticato la giacca sui sedili posteriori e aveva sentito le urla dall'ingresso. Le vide gli occhi azzurri imperlati di lacrime ma non voleva, per orgoglio, che il fidanzato la vedesse piangere.
Kaito batté un pugno sul tavolo scuotendolo, rendendosi conto di aver detto una frase orribile a causa della collera.
Miho appoggiò la giacca alla balaustra nera della scala e fissò il mago: senza Aoko sembrava una persona molto sola, come un vero ladro fantasma.
<< Da quanto sei qui? >>.
<< Abbastanza da sentire l'ultima frase >>, fece per andarsene ma poi si voltò. << Sai essere davvero un cretino >>.


<< Aoko! >>.
La ragazza in lacrime percorreva i pochi metri che lo separavano da casa sua. Miho le correva dietro.
<< Lasciami in pace! >>.
<< Non lo pensa! Era solo preoccupato! E poi è un uomo, non gli arriva mai abbastanza sangue al cervello! >>.
La ragazza si fermò in mezzo alla strada e fissò la ladra. << Tu sei più giusta per lui >>.
Miho sbatté le palpebre. << Cosa? >>.
<< Tu saresti perfetta per Kaito. Sai comprendere la sua vita a trecentosessanta gradi. Io, per quanto mi sforzi, faccio solo errori >>, altre lacrime le bagnarono il vestito e le labbra.
<< Ma che avete tutti stasera? Non dire sciocchezze. Lui ti ama tantissimo, Aoko >>, le poggiò le mani sulle spalle. << Stasera ci dormirà su e tu datti del tempo per calmarti. Domani chiarirete >>.
<< No! >>, singhiozzò Aoko. << Stavolta non basteranno le scuse! >>.
La ragazza corse fino alla porta ed entrò in casa, lasciando Miho sola nella strada desolata. O almeno così sembrava.
Nessuna delle due si era accorta di una macchina spenta, parcheggiata nascosta in un vialetto buio. Keiko aveva seguito l'amica fino a casa e aveva assistito alla scena tra Miho e Aoko
Attese che la ladra andasse via e poi si allontanò velocemente, volgendo un ultimo sguardo alla finestra della camera da letto di Aoko, la luce era accesa.
<< Cosa mi nascondi, amica mia? >>.


Angolo autrice!

Salve lettori!
Ecco pubblicato il capitolo di questa settimana!
Ahi ahi Keiko inizia a nutrire qualche dubbio sulla strana combricola di amici e sull'amica di sempre, scoprirà che Kaito è il suo amato Ladro Kid? Vedremo nel prossimo capitolo se la nostra coppia preferita farà pace :)
Grazie a chi l'ha letta, messa tra le preferite e le seguite!

PS= Chiedo scusa per aver mancato il capitolo di questa settimana! Ho inziato un nuovo lavoro fisicamente molto stancante e arrivo a casa completamente cotta >.< Questa settimana sarà lo stesso un deliro ma ho scritt metà del capitolo e spero di riuscire a pubblicarlo in questa settimana! :) A presto! Alla prossima! :D

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Capitolo 7
*** 07. Osaka ***


Capitolo 7


Osaka


Aoko e Kaito non si parlavano ormai da una settimana. Mancavano una ventina di giorni a Natale e l'ateneo era corredato di decorazioni verdi e rosse, alberelli finti in ogni piano e palline luccicanti appese ovunque. La neve aveva cominciato a imbiancare le strade e la temperatura era scesa di molto.
Dopo il litigio, il mago aveva bevuto un paio di bicchieri degli alcolici che il padre teneva nel piccolo mobile bar. Non era ancora maggiorenne per lo stato giapponese e se la madre avesse saputo che aveva osato toccare una goccia d'alcool, l'avrebbe messo in punizione nonostante avesse quasi vent'anni. Era molto stressato e quel paio di bicchieri gli avevano steso i nervi.
La mattina presto si era recato a casa della fidanzata, un cerchio alla testa poiché reggere l'alcool non era il suo forte e chiesto perdono. Aoko era troppo ferita da quella frase e non volle ascoltarlo.
La verità che era stata solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: la ragazza, di natura insicura, non riusciva a levarsi dalla testa il pensiero di Miho e della sua presenza. Anche se la ladra non si dimostrava, almeno in modo esplicito, interessata a lui, Aoko non poteva fare a meno di pensare che avrebbe capito Kaito al cento per cento.
Quello che aveva fatto a teatro era stato spirito di protezione guidato dall'amore per lui. Era certa che Miho non avrebbe mai agito come lei, avrebbe lasciato che Kaito se la sbrigasse da solo.
Il professore decretò la fine della lezione di macroeconomia e Aoko chiuse il libro, prese la borsa e si recò in sala mensa per il pranzo. Ormai faceva troppo freddo per mangiare fuori ed erano soliti riunirsi in un unico tavolo al centro della sala.
Keiko era già seduta in compagnia del fidanzato, studente all'ultimo anno di architettura, un ragazzo carino e semplice, come lei. Aoko non sapeva che l'amica l'avesse seguita e che si fossero instillate domande pericolose nella sua testa. La ragazza bionda salutò l'amica, disinvolta, e lo stesso fece il fidanzato. Aoko non aveva, ovviamente, raccontato nulla della brutta litigata con il mago e davanti a lei fingeva buon umore, o almeno ci provava.
Akako si sedette alla destra della ragazza. Saguru non si era ancora fatto vivo e la casella dei messaggi segnava sempre zero e quel fastidioso quadrato rosso cominciava a infastidirla. Alla frustrazione si aggiungeva il disappunto per le cose dette da Kaito.
Il mago entrò in sala mensa e vide il solito tavolo. Aoko sussultò quando lo notò e distolse lo sguardo subito. Il ragazzo gettò la borsa sulla sedia libera e si sedette di fronte alla fidanzata.
<< Salve ragazzi >>.
Akako gli voltò la faccia e Kaito non ci badò. Miho fece il suo ingresso accompagnata da un ragazzo del penultimo anno, conosciuto per aver partecipato alle gare regionali di judo. Ridevano e lei gli fece l'occhiolino allontanandosi, sedendosi sull'ultima sedia disponibile. Guardò la coppietta che non si sfiorava nemmeno per caso, Keiko sembrava inquieta e l'unico normale era il fidanzato di quest'ultima.
<< Che tavolo allegro >>, scherzò, prendendo il contenitore del pranzo dallo zaino e le bacchette. << Ehi, ho una cosa da proporvi! >>.
Attirò l'attenzione di tutti.
<< Devo andare ad Osaka a sbrigare un paio di cose burocratiche e mi piacerebbe che veniste a farmi compagnia. Sarete miei ospiti >>.
<< Hai abbastanza posto per tutti noi? >>, le chiese Keiko.
<< Alloggerete nella casa di famiglia. Da quando vivo a Tokyo la tengo chiusa >>.
Il gruppo si guardò e annuirono. Quello di Miho era un tentativo per ristabilire la pace e anche per crearsi un abili. Avrebbe rubato una pietra preziosa quel sabato e la copertura da parte di Kaito gli faceva comodo. In fondo l'aveva aiutato distraendo Keiko durante il furto dell'anello Purple. A fine pranzo, Kaito si avvicinò ad Aoko e le sfiorò la mano, non lo allontanò.
<< Domani dobbiamo provare lo spettacolo della prossima settimana >>.
<< Ci sarò >>, rispose semplicemente, buttando gli avanzi nel cestino.
Il mago la prese per un polso dolcemente, avvicinandola a lui. << Amore, ti prego. Questo tuo atteggiamento mi distrugge >>.
<< Kaito, non decidi come mi devo sentire >>, si divincolò dalla presa. << E come al solito non capisci >>.
La ragazza ripose il contenitore dentro la borsa e si allontanò. Akako aveva ascoltato la conversazione senza volerlo.
<< Me l'ha raccontato >>, gli disse.
<< Stai per dirmi anche tu che sono un cretino? >>.
<< Sì ma anche che far apparire fiori dal nulla non ti aiuterà. Devi capire cosa l'ha fatta stare male davvero >>.
<< Non eri arrabbiata con me? >>. Kaito era piuttosto confuso.
<< Infatti lo sono >>, rispose, sdegnosa e agitando i lunghi capelli neri. << Solo che mi dispiace per Aoko >>.
<< Perché non me lo dice allora? >>.
Akako scosse la testa. << Uomini >>, fece allontanandosi. << Siete tutti uguali >>. Kaito la guardò andare via e rimase perplesso con il vassoio ancora da ripulire.
<< Donne >>, disse fra sé e sé. << Saranno sempre un mistero per me >>.


Miho si sistemò la parrucca bionda che in genere utilizzava con il costume di Red Fox e controllò le lenti a contatto verdi. Indossava un abbigliamento sobrio e scarpe basse, una grossa borsa e l'auto parcheggiata in una via parallela alla palestra Abe, quella frequentata da Noa.
L'ingresso era composto da sedie imbottite rosse e un gabbiotto di legno, sulla destra la porta che conduceva dentro la palestra. Miho indossava un paio di occhiali da vista e li sistemò sul naso, salutando il segretario dall'altra parte.
<< Posso esserle utile? >>. Il ragazzo era sicuro che non fosse una madre o una sorella di qualche ginnasta.
<< Mi chiamo Izumi Ine, sono una giornalista di cronaca nera di un piccolo paese fuori Tokyo. Sto scrivendo un articolo sul suicido e sto indagando sul caso di Noa Suzuki >>, fece un sorriso splendente.
<< Ah Noa... >>, gli occhi del segretario si fecero tristi. << Che tragedia. Ha delle domande? >>.
<< Potrei vedere il suo armadietto? >>.
Il ragazzo, sui venticinque anni, fece segno di no. << Mi spiace, ma non posso farla entrare negli spogliatoi. È questione di privacy >>.
<< Oh be' lo capisco. Posso visitare almeno la palestra e parlare con l'insegnante di Noa? >>.
<< Certo. La trova alla postazione dei cerchi >>, premette un bottone sotto il bancone e la porta fece un click.
Non si apre con la maniglia , pensò Miho.
La ladra non aveva intenzione di parlare con l'insegnante per davvero. Si sarebbe introdotta di nascosto negli spogliatoi e cercato l'armadietto della ragazzina. Velocissima si nascose nella curva del corridoio e vide due ragazze uscire dalla stanza e tornare in palestra, un asciugamano sul collo. Miho aspettò trenta secondi e poi si infiltrò nello spogliatoio e non ci mise molto a trovarlo. C'era il suo nome ed era stata posta una banda nera in segno di lutto e c'era un piccolo alterino ai piedi. Lesse messaggi affettuosi da parte dei compagni e qualche orsacchiotto era stato regalato.
Si tolse la forcina con cui aveva acconciato i capelli e forzò la serratura dell'armadietto. Allo sportello era stato affisso uno specchietto e notò residui di colla accanto, come se qualcosa fosse stato appiccicato e poi staccato con violenza. Un paio di libri sulla ginnastica, dei cambi e biancheria intima: un armadietto ordinario.
<< Troppo ordinario >>, si disse e lo chiuse, aveva sentito dei rumori.
Si nascose dietro una fila di armadietti ed entrò una ragazza sui diciotto anni a prendere qualcosa. Nuovamente sola si recò in fretta alla palestra e si mise a parlare con l'insegnante di ginnastica ritmica. Le disse che Noa era un gran talento, molto simpatica e un grande spirito di sacrifico.
Tornando all'ingresso, la ladra concluse che qualcuno aveva ripulito l'armadietto della ragazzina e quello poteva farlo solo chi aveva accesso giornaliero agli spogliatoi.
Le allieve e gli addetti alle pulizie.
Picchiettò sul vetro per attirare l'attenzione del segretario.
<< Scusa, posso chiederti quante persone lavorano qui? Sai, giusto per essere sicura di aver parlato con tutti >>.
<< A parte me, tre insegnanti e due addetti delle pulizie da poco assunti >>.
<< Quelli precedenti? >>.
<< Se ne sono andati, purtroppo. Il che ci ha creato un disagio e abbiamo dovuto assumere due persone in gran fretta >>, raccontò, sfogando la frustrazione di aver pulito lui la palestra.
<< Accidenti, ti capisco. Hai tutta la mia comprensione >>, appoggiò il gomito e fissò il giovane negli occhi. << Due uomini? >>.
<< Un uomo e una donna, erano molto precisi >>.
<< Avete i loro nomi? Sai magari li intervisto su Noa >>.
Il ragazzo sbuffò. << Come se non bastasse i computer hanno avuto dei problemi e abbiamo perso tutti i dati dei precedenti lavoratori. Attualmente abbiamo solo quelli di chi è assunto >>.
<< Che peccato >>, gli sorrise, poi si scostò. << Grazie per la disponibilità >>.
<< Se ti serve posso lasciarti il mio numero... >>. Il ragazzo non terminò la frase che Miho era già sparita oltre il portone.
In macchina si tolse la parrucca, le lenti a contatto e gettò tutto in una borsa sul sedile passeggeri. Rimase ferma qualche minuto a riflettere, la mano sul volante e con l'altra mano frugò nella borsa da cui estrasse un cellulare. Dopo aver inviato un messaggio, mise in moto e lasciò la stradina.


Quel sabato era soleggiato e senza una nuvola in cielo. Il gruppetto giunse ad Osaka nel primo pomeriggio e seguirono le indicazioni di Miho per giungere alla casa. Per Kaito fu un viaggio pesante: Aoko seguitava a rivolgergli poche parole e Akako non gli parlava affatto.
Quando giunsero davanti a villa Okamoto rimasero stupefatti: era un grande caseggiato di tre piani con uno sconfinato giardino a fargli da cornice. Kaito pensò che d'altronde la ladra discendeva da una stirpe di acrobati e il padre doveva averle assicurato un alto tenore di vita.
<< Che lavoro fanno i genitori di Miho? >>, chiese Zeshin, il fidanzato di Keiko.
<< Il papà è morto quando era piccola e la madre è una manager nel mondo dello spettacolo >>, spiegò Aoko.
<< Questo spiega la villa >>, rispose il ragazzo.
Miho andò ad aprire e li salutò allegramente. Indossava un vestito rosso e delle calze nere, capelli sciolti. Li guidò lungo una scalinata all'ingresso e mostrò un corridoio con cinque porte agli ospiti.
<< Scegliete quella che volete. La mia è quella dall'altra parte del corridoio >>, disse, indicano una porta in fondo. << Ho preparato la cena per stasera >>.
Aoko e Kaito scelsero la prima porta. Letto a baldacchino, finestrone che dava sul giardino, mobili semplici e raffinati. Il piccolo bagno in camera era in tinte dorate e la doccia era grandissima.
Trascorsero il pomeriggio girando per Osaka e Miho gli mostrò le attrazioni principali. Quando il sole cominciò a sparire dietro l'orizzonte, la ragazza li portò in un bellissimo locale panoramico a bere qualcosa. Nel bar c'era una grande TV a schermo piatto e i video musicali vennero interrotti dal telegiornale.
<< È programmato per domani il furto della celebre ladra Red Fox! >>, annunciò l'uomo in giacca dietro un bancone azzurro. La foto della ladra passò sullo schermo e la ritraeva mentre saltava da un'enorme finestra. Il rosso della tuta aderente spiccava contro il cielo scuro.
<< Adoro Red Fox! >>, esordì Keiko.
<< Non adoravi Ladro Kid? >>, le domandò il fidanzato.
<< Certo! Ma Red Fox è... >>, ci pensò un attimo. << La controparte femminile di Kid! >>.
<< Secondo me è più brava di Ladro Kid >>, disse provocatoria Miho, lanciando un'occhiata a Kaito.
<< Kid è il cattivo ragazzo >>, disse la ragazza bionda, incurante del fatto che era seduta allo stesso tavolo dei due ladri più famosi del Giappone.
Zeshin parve infastidito. << Cosa avrà mai di così speciale! >>. La fidanzata rise e gli diede un bacio sulla guancia, per calmarlo.
<< Io penso che sia un grande esibizionista, quel Kid! >>, concluse velenosa Akako, bevendo la sua aranciata. Il mago non le diede peso, sapeva che l'aveva detto per sfogare la frustrazione nei suoi confronti.
Miho era tutta trofia per le cose dette da Keiko e Kaito alzò gli occhi al cielo, in verità si era un po' risentito. Essere Ladro Kid lo rendeva orgoglioso, esattamente come lo era stato suo padre al tempo.
Aoko guardava i due. Pensò che, dopotutto, anche il padre di Kaito aveva sposato una ladra e forse tra di loro aveva funzionato proprio per questo motivo. Dentro di lei si diceva che era un periodo, quel tanto che bastava per attirare il serial killer e poi il vestito bianco sarebbe finito nel dimenticatoio.
Allora perché sentiva una fitta dentro di lei? Perché sentiva che c'era qualcosa che stava andando storto in tutta quella situazione?


Giunta la sera, Aoko si sedette sulla poltrona vicino al divano e Akako la imitò sedendosi sull'altra, osservando gli occhi azzurri dell'amica perdersi tra le fiamme scoppiettanti.
<< Non credi sia ora di perdonarlo? >>.
La ragazza sorrise. << Certo che sei strana. Ce l'hai a morte con Kaito eppure cerchi di farci rappacificare >>.
<< Non odio Kaito. È sempre irritante, questo non cambia mai >>. La fece ridere molto e Akako divenne stizzita, incrociando le braccia. << Che hai da ridere? >>.
<< Gli vuoi bene >>, disse tra le lacrime per le risate.
<< Non dire sciocchezze! >>, disse con fare altezzoso. << Come potrei voler bene a uno così?! >>.
Le labbra di Aoko si ridussero a un sorriso. << Come vuoi bene a Saguru >>.
Quella frase fece voltare gli occhi di Akako come se avesse paura che potesse leggerle la verità nelle iridi.
<< Saguru... Lui è fatto a modo suo >>.
<< Ehi ragazze! >>, Keiko agitava un mazzo di carte tra le dita. << Partita a carte? >>.
La strega sospirò felice. L'intervento della ragazza aveva interrotto sul nascere una discussione imbarazzante. Non era ancora pronta ad affrontare quel discorso.
Già , pensò amaramente. È fatto a modo suo.


Kaito sedeva su una panchina del giardino di fronte a una fontana. C'era freddo, nonostante la bella giornata, e fissava il cielo pieno di stelle. Lanciava carte contro un albero.
Miho poggiò le mani sullo schienale della panchina in legno e con un movimento agile si sedette al fianco del mago.
<< Be' Kid, quando hai intenzione di sistemare la tua storia con la principessina? >>.
Il ragazzo sbuffò. << Si può sapere perché ci tieni tanto ad aiutarmi? >>.
<< Mi piacciono i casi disperati come te. La verità è che tu non hai capito proprio niente >>, rise lei.
<< Illuminami. Sembra che tutte abbiate capito tranne me >>, disse scocciato il ladro. L'atteggiamento di Miho ricordava molto quello della strega qualche giorno prima.
<< Aoko non può capirti >>.
<< Di che parli? >>.
Miho scosse la testa. << Lei non crede di essere alla tua altezza perché non fa parte del mondo dei ladri >>.
<< Non è assolutamente vero e anche se fosse non mi interessa. Lei è bellissima, dolce e se non ci fosse non saprei cosa fare >>. Kaito si rese conto di averlo detto, sì, ma non l'aveva mai fatto davanti alla fidanzata.
<< Posso vedere la lampadina del tuo cervello accendersi >>.
<< Aoko non crede di essere abbastanza per me ed io ho solo avverato la sua peggiore paura >>. Kaito prese una carta, la lanciò contro l'albero e si conficcò nel legno. << Allora so cosa devo fare >>.
La ladra ne prese una dal mazzo, mosse il polso e cercò di imitarlo. La carta volteggiò goffamente fino a toccare la pietra del vialetto. Miho la guardò contrariata e le risate a crepapelle del ladro la irritarono.
<< Non hai niente da ridere! >>. Continuava a sghignazzare, lei incrociava le braccia e non lo guardava. Poi lo sbirciò con un'occhiata. << Come ci riesci? >>.
Smise di ridere e una carta apparve tra le dita dal nulla. << È un gioco di polso >>. Kaito le passò un'altra carta e poi le mise una mano sul polso. La ragazza dovette ammettere che quel contatto la faceva sentire bene e scacciò il pensiero, sapeva che non era la sera giusta, la situazione giusta e peggio ancora non doveva sentirsi così per nessun motivo.
Kaito le fece rivedere il movimento e Miho ci riprovò. La carta non si conficcò a fondo ma almeno rimase nel legno.
<< Quel povero albero ha almeno trent'anni >>.
<< Sono sicuro che Red Fox può migliorare! >>, scherzò Kaito.
<< Aoko ha detto una cosa sciocca il giorno in cui avete litigato >>.
<< Cosa avrebbe detto? >>.
<< Che io sono più giusta per te. Lo trovo ridicolo >>. Eppure quelle parole della ragazza l'avevano colpita e ci pensava ancora.
Kaito ridacchiò, come se avesse detto una barzelletta. << Ci distruggeremo a vicenda, probabilmente >>.
<< Già, hai ragione >>. La ragazza andò a riprendere le carte per non far notare gli occhi un po' tristi. Cosa mi prende?
<< Corri Kid. La principessa Nakamori aspetta solo te >>.


Aoko non aveva vinto nessuna partita e decise che non era fortunata nemmeno nel gioco. Si mise a passeggiare per il vasto parco, mani nelle tasche e avvolse il collo nella sciarpa rosa. Incrociò il fidanzato davanti al portone d'ingresso e si fermò, bloccata. Appena la vide, le andò incontro dandole un bacio. Avrebbe voluto ribellarsi ma si lasciò andare perché Kaito le mancava tantissimo.
Le teneva il viso tra le mani e la fissava negli occhi. Aoko non riusciva a staccarsi, l'orgoglio era divenuto minuscolo, sopraffatto da quegli occhi blu. << Non è vero che non vali abbastanza da stare con me >>.
<< Cosa? >>.
<< Tu mi sei stata accanto quando hai scoperto chi ero, hai rischiato la tua stessa vita e sopporti la mia doppia identità >>. La pelle di lei era liscia e gli era mancato il suo profumo. << Come puoi pensare di non valere abbastanza? >>.
La giovane non riusciva a sostenere quegli occhi dopo quella rivoluzione. << Io non ti capirò mai >>.
<< Non mi interessa >>, ribatté lui. << Mi sei accanto da quasi quindici anni e dove sarei senza di te? >>.
Aoko avrebbe voluto tenere il muro alzato ma le crepe formate da quelle parole lo stavano demolendo.
<< Tu non devi capire Ladro Kid. A me interessa che tu capisca Kaito e lo fai egregiamente. Sono presuntuoso >>. Aoko percepì esitazione, come se non volesse dire la prossima parola. << Esibizionista >>.
Finalmente rise e quel suono era il più puro che potesse mai sentire. << Dai ragione ad Akako, allora >>. Gli avvolse la vita con le braccia e avvicinò le labbra alle orecchie. << Ci sai fare con le parole >>.
<< Lo so. Io so fare tutto, signorina >>.
Aoko gli diede un colpetto sulla spalla e lui la attirò a sé per baciarla. Sentire di nuovo le sue labbra fu come tornare a respirare e rimasero lì, la pelle d'oca per il freddo e i brividi per le emozioni, a fare pace e riprendersi da quella settimana sprecata in malumori e mutismi.
Non sapevano di avere una spettatrice, seduta sul ramo di un grosso albero, che dondolava i piedi come una bambina. Un trillo ne distolse l'attenzione e scorse i messaggi in arrivo sul cellulare. Le labbra di Miho si incurvarono in un sorriso delicato e si lasciò cullare dalla brezza gelida dell'inverno, osservando la luna piena. Il cellulare fu abbandonato accanto a lei e lo schermo ancora illuminato, il testo del SMS sulla homepage.
Sospetto confermato. Indagherò. Ti cerco io. Dieci giorni.


La domenica sera il gruppo si ritrovò sul treno del ritorno. Kaito aveva ricambiato il favore alla ladra, distraendoli dall'assenza di due ore della ragazza. Miho era tornata come se niente fosse e annunciato al ragazzo che avrebbe restituito anche quella gemma. Sul treno, osservò la coppia ritornata felice e poggiò il gomito sul bordo del finestrino, mano sotto il mento, osservando il paesaggio scorrere rapido.
Abituato a vederla frizzante e sarcastica, Kaito non capiva cosa turbava Miho e la rendeva quasi malinconica. Ancora non lo sapeva nemmeno lei, ma qualcosa di pericoloso e bellissimo stava nascendo dentro di lei, per quanto cercasse di reprimerlo.
Red Fox non era la volpe amata da tutti nella vita reale. Miho stava capendo che lei non era immune ai sentimenti comuni e Kaito stava sconvolgendo la sua esistenza in modo irreparabile. Lo guardò per un secondo, le fece un sorriso amichevole e ritornò a guardare fuori.
Un sorriso può davvero cambiare il mondo di qualcuno.


Angolo autrice!


Ecco il nuovo capitolo!
Chiedo scusa per aver ritardato. Per chi non avesse letto l'aggiornamento nel capitolo precedente, ho iniziato un nuovo lavoro molto stancante fisicamente e quindi arrivo a casa stanchissima >.< Dopodomani tornerò in Italia per tre settimane e dovrei essere più libera!
In questo capitolo la nostra coppia preferita ha fatto pace e Miho sembra turbata e pare nascondere anche lei dei segreti. Keiko scoprirà che Kaito è Ladro Kid?
Ringrazio chi l'ha messa tra le seguite, le preferite e chi ha commentato!
Relie Diadamat: Grazie per la tua recensione e i suggerimenti. Sono veramente felice di sapere che mi segui! :)
Alla prossima!


PS= Chiedo scusa per il ritardo eccessivo ma sono ritornata all'estero solo la scorsa settimana e ho avuto qualche problema personale, pubblicherò il prossimo capitolo sicuramente in questi giorni, massimo metà prossima settimana! Scusate ancora! :D





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Capitolo 8
*** 08. Inviti (in)desiderati ***


Capitolo 8


Inviti (in)desiderati



Ladro Kid correva per il corridoio e si fermò nel mezzo. Schioccò le dita e uno dei lampadari di cristallo sembrò scoppiare e questo spaventò i poliziotti che si fermarono coprendosi il volto con le braccia in un vano tentativo di proteggersi. L'ispettrice Kawano sbraitava, arrabbiata, alla ricetrasmittente e quando la luminosità tornò normale si accorsero che il lampadario era integro.
Aveva attaccato delle strisce incendiarie dello stesso colore alla carta di parati e attivato delle minuscole bombe grandi quanto un bottone, era bastato un tizzone per accenderle. Poi dei cristalli erano stati nascosti nel lampadario e l'aveva agitato con una corda invisibile, dando l'impressione che stesse cadendo rovinosamente. L'ispettrice corse sul posto insieme a Nakamori e ormai il ladro era lontano. Quasi ruppe la ricetrasmettente tra le dita.
Kid in verità era nello sgabuzzino del museo e si stava cambiando per infiltrarsi tra i poliziotti e uscire indisturbato. Si era tolto giusto il cappello quando vide qualcosa per terra, un angolo bianco sporgeva da sotto una cassa in legno. Era vuota e la sollevò facilmente, rivelando un biglietto senza scritte. Lo rigirò e lo illuminò con l'orologio da polso ma niente.
Poi ci passò sopra le dita e sentì qualcosa in rilievo come un bozzo. Mise in fretta il biglietto nella tasca, si cambiò e dopo trenta minuti era in macchina, nessuno aveva sospettato niente. Frugò in cerca di una matita o qualcosa che potesse scrivere sopra il pezzo di cartoncino.
Grattò il bozzo con la matita.


16.22.Null.Null.1.


Red Fox, alias Miho Okamoto, stava camminando in perfetto equilibrio sulla balaustra di una villa adibita a piccolo museo per attuare il furto di una gemma chiamata Rose, di un tenue color rosa confetto e le sfaccettature ricordavano, appunto, la trama di una rosa.
Il rumore dei tacchi rossi si perdeva nel silenzio notturno e la ladra era a suo agio a quell'altezza. La ragazza sentì un sibilo e scese dalla balaustra con uno scatto felino, poggiando la mano sul terreno. Si guardò attorno e non c'era nessuno tranne un cartoncino bianco in mezzo al tetto. Ticchettò per raccoglierlo e non c'era nessuna scritta, lo sfiorò delicatamente e sentì delle lettere in rilievo. Tirò fuori una penna dalla piccola sporta che portava al fianco e la passò sopra.


16.22.Null.Null.1.


Red Fox sorrise compiaciuta. << Qualcosa mi dice che sto per divertirmi molto >>.


Aoko si era rigirata nel letto fino al ritorno di Kaito e l'aveva abbracciato stretto. Quando le mostrò il biglietto, lei non riuscì ad aiutarlo e rimasero mezza nottata a cercare di decifrarlo. La paura di entrambi era chiunque fosse potesse aver scoperto la vera identità di Kaito ed essere, quindi, ancora più in pericolo.
In facoltà la mattina dopo, il mago si sentì tirare per un braccio e un cartoncino bianco gli fu piazzato sotto il naso. Il ragazzo lo agguantò, molto sorpreso.
<< Dove l'hai preso? >>.
Miho alzò un sopracciglio al tono. << Buongiorno anche a te >>.
Kaito l'agitò. << Ne ho trovato uno anch'io sul luogo del mio ultimo furto >>.
La ragazza lo riprese. << 16.22.Null.Null.1. >>.
<< Cosa vuol dire? >>.
Scosse la testa. << Non ne ho idea. Ci ho ragionato tutta la notte, infatti non ho dormito >>.
Aoko raggiunse il fidanzato e vide il biglietto di Miho. << Ne hai uno anche tu? >>.
Annuì. << Pare che qualcuno abbia una preferenza per... >>, si guardò attorno e abbassò il tono. << I ladri belli e affascinanti >>.
<< Potrebbe essere solo un... fan molto sfegatato >>, tentò Aoko.
Miho ripose il cartoncino dentro la borsa. << Non lo possiamo sapere. Dopo le lezioni vediamoci a casa mia >>.


La coppia si recò nell'appartamento di Miho intorno alle quattro. Quel giorno nevicava piuttosto pesantemente e non era consigliato uscire. La ragazza aveva preparato un tè caldo e dei biscotti fatti in casa.
I due biglietti identici furono messi sul tavolino basso e fissati a lungo. Miho abbracciava un cuscino marrone, appoggiando il mento sul bordo.
<< Forse ha ragione Aoko. È uno scherzo >>, disse, dopo un po', la ragazza.
<< Null.Null >>, mormorò Kaito. << Sono due parole identiche >>.
<< Aspetta >>, Miho prese il suo. << Null in tedesco vuol dire zero >>.
<< Zero zero >>, disse Aoko. << La mezzanotte >>.
<< Peccato che non esista il sedicesimo mese >>, fece notare, sconfortato, il ragazzo.
Aoko prese un foglio di carta e due penne, una rossa e una blu. Scrisse le due cifre con due colori diversi e poi disegnò delle frecce.
<< 12.26 >>.
<< Il ventisei dicembre a mezzanotte. Amore sei un genio! >>, si complimentò, dandole un bacio tra i capelli e facendole un bel sorriso.
Miho guardò quella piccola scena e abbassò lo sguardo. Aoko è fortunata.
<< Ma dove? >>, si disse la ragazza.
<< E l'uno? >>, lesse Miho.
<< Forse sono coordinate: 16.22.00.001 >>.
Miho prese il tablet e cercò sulla mappa. Alla cifra indicata da Kaito le dava errore, ma eliminando uno zero risultò un quartiere residenziale.
<< Potrebbe essere qualunque palazzo >>, disse la ladra, mordicchiandosi il pollice, frustrata.
<< C'è un punto grammaticale in più >>, notò Aoko. << Forse intende un palazzo di cinque piani >>.
La giovane navigò in qualche pagina web finché non trovò quello che le serviva. << C'è ne uno che verrà demolito il ventisette >>.
<< Perfetto per eliminare qualsiasi indizio >>, disse Kaito.
<< Ma chi ve l'ha mandato? Chi l'ha lasciato? >>. Aoko era preoccupata, stringeva la penna rossa.
<< Un ladro >>, disse Miho. << Solo un collega avrebbe potuto lasciare un biglietto senza essere visto >>.
<< Dobbiamo andarci vestiti dai nostri alter ego >>, concluse Kaito.
<< È troppo pericoloso! >>, esclamò Aoko. << Non potete andare alla cieca! >>.
<< Sappiamo cavarcela >>, replicò Miho. << Io voglio andarci >>.
Aoko guardò il fidanzato e nei suoi occhi chiari lesse la stessa risposta. Abbassò il capo, sapeva che quella decisione non le spettava e che Kaito avrebbe fatto di testa sua. Le pizzicarono gli occhi e frenò le lacrime, la sensazione amarognola e pesante alla bocca dello stomaco.


Kaito intrecciava delle stelle gialle in un filo e Aoko saltellava qua e là per sistemare gli ultimi dettagli. Un grosso albero stava nell'angolo, tanti pacchi colorati e avvolti in carta lucente sotto di esso. Le luci blu e rosse adornavano la balaustra della scala e i cespugli in giardino. La porta d'ingresso era decorata da un Babbo Natale in stoffa.
<< Amore, io adoro il tuo spirito festoso, credimi >>, disse, infilando un'altra stella di carta nel filo. << Ma mi spieghi perché ogni anno devi sottopormi alla tortura di rifare le decorazioni natalizie? Soffro da quando avevo sette anni >>.
Aoko stava togliendo la polvere dalla credenza e sbuffò, mani sui fianchi. << Quanto sei antipatico! Io adoro il natale! >>.
La fidanzata andò a tirare fuori una grande torta bianca con la panna con scritto “Merry Christmas” in rosso e la pose sul tavolo dove c'erano bibite e vari stuzzichini. Aoko indossava un vestito bordeaux e teneva i lunghi capelli scuri sciolti, mise un cerchietto con delle corna di renna in testa al ragazzo.
<< Buon natale! >>.
Il suono del campanello annunciò l'arrivo della combricola di amici. Miho mostrò una bottiglia.
<< Vino italiano! >>.
<< Come te la sei procurato? In Giappone non abbiamo ancora l'età per bere >>, disse Akako.
<< In Europa sì >>, ribatté lei.
<< Mio padre non sarà molto felice >>.
<< La offrirò anche a lui, che problemi ci sono? >>.
In sottofondo c'erano musiche natalizie. Il giorno dopo era il venticinque dicembre e il ventiquattro avevano deciso di passarlo con gli amici, approfittando della casa dei Nakamori libera. Per le ventuno del giorno dopo era programmato lo spettacolo di Kaito e avevano dato la vigilia e la mattinata del giorno dopo libera ai loro collaboratori. Dare uno spettacolo la notte di natale era una tradizione iniziata da Toichi e il figlio voleva portarla avanti.
Kaito fece apparire un piccolo striscione dalle maniche e lo appese tra le risate degli amici. Aoko assaggiò un sorso del vino portato dall'amica e concluse che l'alcool non faceva assolutamente per lei.
Akako se ne stava un po' in disparte, sembrava molto pensierosa. Aveva inviato un altro messaggio a Saguru, augurandogli buone feste. Lei da piccola non aveva mai festeggiato il natale ed era una festività abbastanza indifferente, aveva cominciato a conoscerne tradizioni e ad apprezzarla grazie ai suoi amici. Aoko le si avvicinò, vedendola triste.
<< Akako, va tutto bene? >>.
La strega annuì. << È una bella festa >>, tentò di dissimulare.
<< Hai scritto a Saguru >>, affermò Aoko e il mutismo della ragazza glielo confermò. << Hai mai provato a chiamarlo? >>.
Akako si morse un labbro. << Non ho il suo numero >>.
L'amica sbatté le palpebre, un po' scioccata. << Non senti la voce di Saguru da più di due anni?! >>.
<< Non gli ho mai chiesto il numero e lui non me l'ha mai dato >>.
<< Perché, se lo desideravi, non l'hai domandato? >>.
<< Forse temevo un rifiuto >>, disse la giovane strega, stupendo se stessa per una risposta tanto sincera e che aveva avuto il coraggio di ammettere.
<< Non credo che Saguru avrebbe rifiutato. Hai chiamato il campus dell'università che frequenta? >>.
<< Sinceramente no. Non voglio che si faccia strane idee! >>, sbottò Akako, riprendendo il controllo delle sue emozioni.
La reazione fece ridere Aoko. << Certo certo. Hai ragione >>.


Miho si versò un altro bicchiere di vino. Aoko era con la ragazza dai capelli scuri e sembravano conversare piacevolmente. La ladra non aveva mai stretto molte amicizie a causa dei continui trasferimenti e si stava rendendo conto che le mancavano troppe cose nella sua vita.
Kaito le aveva raccontato che Akako era abituata ad avere tutti gli uomini hai suoi piedi e si era intestardita ai tempi del liceo con lui, quando aveva visto il suo totale rifiuto. Questo perché il suo cuore era già occupato da Aoko.
Quella ragazza solitaria, schiva e diffidente le ricordava qualcuno.

Forse io e Akako ci somigliamo molto più di quanto non creda.


Il giorno dello spettacolo di natale c'era un gran fermento. La coppia si stava cambiando nei camerini ed era molto in ansia. Essendo una tradizione del padre, Kaito ci teneva moltissimo a fare bella figura e tenere alto il cognome Kuroba nel mondo della magia. Il ragazzo aveva finito di cambiarsi e bussarono alla porta del suo camerino, era Norie.
<< Scusi, c'è una signora. Dice che ha ricevuto un invito direttamente da lei >>.
<< L'ispettrice Kawano >>, disse Kaito. << La faccia entrare >>.
Natsumi entrò tenendo per mano le sue bambine e sembravano molto emozionate, si guardavano attorno come se fossero entrate nella tana delle meraviglie invece che in un piccolo camerino.
<< Sono felice che sia venuta >>, disse il ragazzo.
<< Le mie figlie non me l'avrebbero mai perdonato >>, rise lei e il mago si rese conto che era la prima volta che non vedeva il volto contrito dalla rabbia o dalla frustrazione. Kaito si abbassò all'altezza delle due bambine e gli porse un mazzo, chiedendogli di scegliere una carta. Le bambine guardarono la madre che annuì e presero due carte, rimettendole nel mazzo dopo averle guardate. Il ragazzo fece roteare il mazzo e riapparvero le due carte nelle tasche delle giacche che indossavano le piccole.
Lo stupore aumentò a dismisura quando le carte divennero nuvole di fumo e apparvero due rose bianche.
<< Mamma guarda! >>, esclamò la più piccola.
<< Due rose per due belle signorine >>, disse Kaito, affettuoso.
<< Aya, Miya come si dice? >>.
<< Grazie signor mago! >>, dissero in coro, obbedienti.
Aoko aveva assistito alla scena appoggiata allo stipite della porta e salutò la donna con le bambine mentre lasciavano la stanza. L'ispettrice sembrava una madre affettuosa e voleva bene alle figlie, anche se trascorreva i week end in ufficio.
<< Sei bravo con i bambini >>.
Kaito alzò le spalle. << Tra bimbi ci intendiamo >>.
La fidanzata rise. << Hai ragione. Sei ancora un bambino >>.
Il ragazzo le diede un bacio e sentirono un raschio di gola provenire dalla soglia della porta.
<< Scusate se vi ho disturbato >>, disse Miho, togliendosi la giacca per il gran caldo nel teatro.
<< Figurati >>, disse Aoko, un po' imbarazzata.
<< Sono venuta per chiedervi se dopo vi va di uscire con gli altri. È la notte di natale e pensavamo di andare al parco sotto la neve! >>.
<< Non pensavi adorassi così tanto la neve >>, disse Kaito, mettendosi la giacca.
<< Anche a me piacciono delle cose sai? Non sono solo un concentrato di sarcasmo! >>.
<< Va bene >>, intervenne Aoko. << Dateci il tempo di cambiarci e sbrigare alcune faccende. Vi raggiungeremo dopo >>.
<< Perfetto. Allora vado dagli altri! >>.
<< Vengo con te. Norie deve farmi vedere un dettaglio della scaletta >>.
<< D'accordo >>, disse la fidanzata.
Il duo lasciò la stanza e Aoko si guardò allo specchio per controllare che fosse tutto apposto, dal trucco ai capelli. Dal riflesso notò la giacca di Miho posata sulla sedia, l'aveva dimenticata.
<< Miho! >>, la chiamò ma era già lontana. Aoko decise che gliela avrebbe ridata dopo lo spettacolo e la rimise dov'era, solo che dalla tasca cadde il cellulare della ragazza. Sbuffò e come lo prese in mano si illuminò lo schermo, un messaggino era arrivato proprio in quell'attimo.
Non volendo, Aoko si ritrovò a leggere l'anteprima.

Ho paura che tu abbia ragione, dammi altri cinque giorni. Non dire niente a...”.
Il messaggio continuava ma se l'avesse aperto, Miho avrebbe scoperto che aveva letto i suoi SMS. La ragazza corrugò la fronte, fissando quelle parole.
Anche la ladra aveva dei segreti? Possibile che sembrava che chiunque conoscesse ne tenesse? Miho stava attuando un doppio gioco?
Sentì dei passi e rimise in fretta il cellulare nella tasca.
<< Ecco dov'era finita! >>, la giovane la riprese.
<< Ti ho chiamata ma ormai non mi sentivi più >>, si giustificò Aoko, cercando di apparire il più naturale possibile.
<< Grazie lo stesso. Ah, Kaito ti sta aspettando. Dai del tuo meglio! >>, le fece un occhiolino e la ragazza allargò le labbra in un sorriso. Miho sparì oltre la porta.
Aoko tirò un sospiro di sollievo, quei sessanta secondi l'avevano messa a dura prova. Non riusciva a tenere bene la tensione quando si trattava di mentire.
<< Devo parlarne con Kaito? >>, si chiese. << Devo tenerlo per me? >>. Gli occhi notarono l'orario all'orologio appeso alla parete.
<< Accidenti è tardissimo! >>.


Il palco era stato decorato con neve finta, luccicante come diamanti. Le luci erano state scelte fredde e lo scenario era quello di una foresta magica e cristallina. La neve artificiale produceva lo stesso rumore di una vera e in sottofondo si udivano tintinnii soavi. Gli spettatori erano trepidanti.
Quando il sipario si alzò, i due ragazzi erano al centro del palco.
<< Buon natale mio adorato pubblico! >>. Furono accolti da un grande applauso.
L'ispettrice Kawano era seduta sugli spalti con le figlie e il marito e osservava il ragazzo. Aveva letto tutti i fascicoli sul caso di Cecelia Hakuba, le testimonianze e visto un paio di video sul processo. I Kuroba erano saltati fuori durante la confessione in diretta del boss criminale e la donna doveva ammettere che quel giovane pieno di talento la incuriosiva.
Lo spettacolo durò un'ora e le iridi degli spettatori si riempirono di meraviglia quando Kaito fece nevicare dalle sue mani e congelò un'intera teca d'acqua con il solo tocco delle dita. Per quell'anno gli spettacoli erano finiti e furono salutati da un applauso lungo un minuto.
Dietro gli spalti ricevettero i complimenti degli amici e dei familiari. Con la promessa di raggiungerli al parco li salutarono e andarono a cambiarsi. Aoko lo fece per prima e raggiunse Kaito nel suo camerino.
<< Sei pronto? >>.
<< Prendo il cappotto e andiamo >>.
Aoko era turbata, non voleva che pensasse che Miho era una cattiva persona. Quel messaggio poteva significare qualsiasi cosa.
<< Kaito >>.
Il ragazzo si girò. << Uhm? >>.
<< Ecco... >>, la ragazza guardava altrove, non sapeva come comportarsi.
<< Devi dirmi qualcosa? >>, le chiese preoccupato.
Aoko l'abbracciò di scatto. << Solo che ti amo >>.
La fidanzata era una persona affettuosa ma il ragazzo ebbe l'impressione che c'era qualcosa che non andasse.
<< Anch'io >>.
Gli appuntò l'ultimo bottone della giacca. << Andiamo a divertirci! >>.


Miho aveva ragione.
Stava nevicando e c'era uno spettacolo surreale. Le luci rendevano la neve cristallo e sembrava di stare all'interno di una palla di vetro. Sul lago ghiacciato era pieno di gente che pattinava e c'era qualche bancarella natalizia.
Le ragazze presero delle mele caramellate e le mangiarono camminando. Poi Aoko propose quello che Kaito odiava di più: il pattinaggio.
<< Non sai pattinare?! >>, esclamò Miho.
<< Non sa stare nemmeno in piedi! >>, rise la fidanzata.
<< Io so pattinare benissimo >>, ribatté il mago.
La ladra prese i pattini che il commesso gentile stava porgendo a lei e li mise in mano al ragazzo.
<< Allora sarai il primo a scendere in pista >>.
Kaito deglutì ma li prese, orgoglioso. << Vedrete! >>.
Il gruppo lo guardò mettersi i pattini ed entrare nella pista di pattinaggio. Dapprima si appoggiò ai bordi e poi si lanciò, cadendo rovinosamente con la faccia sul ghiaccio. Gli amici risero fino alle lacrime e poi Aoko scese in pista e l'aiutò ad alzarsi.
<< Non imparerai mai, Kid >>, gli sussurrò con un sorriso. << Ma lei non sapeva fare tutto? >>.
Il ladro si alzò, tenendola per mano. << Sarò lieto di imparare signorina >>.
Aoko lo prese per un braccio e fecero qualche metro insieme. Keiko era ancora più brava dell'amica poiché era una passione che aveva da piccola e anche il fidanzato non era male. Miho se la cavava egregiamente essendo un'acrobata e aiutò anche Akako che imparò in fretta, lasciandosi un po' andare.
Il mago sciolse la presa dalla mano di Aoko e riuscì a fare un paio di metri senza cadere, per la prima volta.
<< Bravis... Attento! >>, lo intimò la giovane.
Non fece in tempo a frenare e finì addosso a Miho e poi ad Akako.
<< Che male! >>, si lamentò Kaito.
<< Impiastro! >>, si arrabbiò la strega. << Guarda dove vai! >>.
La ragazza si massaggiò il fondo schiena dolorante. << Tu sei un pericolo! >>.
Quel natale trascorse in gioia ed allegria, fino a notte fonda.


Nel camerino di Kaito le luci erano spente. La porta era stata chiusa a chiave dallo staff e ripulito alla fine dello spettacolo.
La porta cigolò e la luce di una torcia illuminò la stanza. Una figura in ombra camminò fino allo specchio, la luce riflessa sulle foto attaccate con lo scotch e messe negli angoli. Una mano inguantata ne prese una, un ghigno malefico mentre la guardava. C'era anche Aoko in quella foto e lui la mise in tasca, sembrava soddisfatto.
<< Buon natale... Kid >>.



Angolo autrice!

Ecco il capitolo!
Vi chiedo scusa per tutto questo ritardo! Sono tornata all'estero dall'Italia due settimane fa e ho avuto qualche problema personale dopo l'altro e non ho avuto tempo nemmeno di accendere il PC >.<
Questo è un capitolo di passaggio per quello che avverrà perché dal prossimo ce ne saranno delle belle: dall'incontro con gli altri e lo scontro tra un detective a noi molto famoso :D
Ran e shinici amore: ti ringrazio per le tue recensioni, sono sempre molte belle e le adoro!
Alla prossima! ;)


PS= Chiedo scusa per il font diverso tra un paragrafo e l'altro ma il Kompozer mi fa questi errori ogni tanto >.<

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Capitolo 9
*** 09. La riunione di mezzanotte ***


Capitolo 9

 

La riunione di mezzanotte

 

Aoko si era alzata quella mattina con un nodo in gola. Fissava il bigliettino bianco sistemato sulla scrivania, ansiosa. Quella notte si sarebbe tenuto l'incontro con il misterioso mittente del biglietto. La rassicurava il fatto che Kaito non ci sarebbe andato da solo e che Miho sarebbe stata lì con lui. Non aveva tentato nemmeno di dissuaderlo, tanto aveva già deciso dal primo momento in cui aveva realizzato il significato di quel biglietto.
Era andata a fare la spesa per prendere una boccata d'aria e distrarsi e quando rientrò nella villetta avvertì il silenzio. Guardò l'orario sulla sveglia digitale nera all'ingresso e capì che Kaito doveva essere nel seminterrato a prepararsi. Posò i sacchetti accanto alla porta e si recò davanti al ritratto di Toichi, roteandolo.
Il fidanzato era davanti l'armadio e si stava abbottonando la camicia blu. Si voltò quando la sentì scendere i gradini e le fece un sorriso. Aoko rimase sull'ultimo, i grandi occhi azzurri non mentivano.
<< Non è un po' presto? >>.
<< Io e Miho vogliamo dare un'occhiata al luogo prima di entrarci, per assicurarci che non sia una trappola >>.
La ragazza mosse appena il capo in segno di assenso. Il ladro le diede un bacio sulla fronte.
<< Stai tranquilla. Tornerò in fretta >>.
<< Me lo prometti? >>.
<< Certo >>.
<< Mi prometti anche che, se ci sarà pericolo, te ne andrai al volo? >>.
<< Non sarò da solo. Miho è in gamba >>.
<< Lo so che è in gamba. Ma potrebbe essere anche il serial killer... >>, disse Aoko, dando sfogo ai suoi scenari peggiori.
<< Il killer non si metterebbe contro due ladri contemporaneamente e non avrebbe lasciato il biglietto durante un furto. ネ senza dubbio un collega >>, la rassicurò Kaito, indossando il monocolo e la giacca.
La ragazza lo fissò. Da quando aveva scoperto che era Ladro Kid ancora non riusciva a staccargli gli occhi di dosso quando lo vedeva vestito dal suo alter ego. Un tempo odiava quel vestito candido ed ora lo amava. Quasi ridacchiò e coprì le labbra con mano.
<< Perché ridi? >>.
Aoko prese il cappello dal manichino e si mise in punta di piedi per metterglielo. << Pensavo a quanto è strana la vita. Qualche anno fa ti odiavo e volevo vederti dietro le sbarre, tutte le fans di Kid mi sembravano delle matte. Invece adesso sono io pazza di te >>.
Kaito si sistemò meglio il cilindro. << Mi fa piacere avere una fan in più >>.
La fidanzata gli diede un colpetto sul braccio. << Quando sei cretino! >>. Poi rise. << Dopotutto è solo finché non cattureremo il serial killer e poi Ladro Kid sparirà definitivamente >>.
Kaito esitò un attimo a rispondere e si rese conto che quella cosa non l'aveva presa in considerazione. Kid era rinato per catturare un assassino e il costume sarebbe tornato dentro l'armadio, stavolta per sempre.
<< Amore? >>.
<< Ehm... Giusto >>, concordò lui, fingendo sicurezza. In verità, dentro di sé, era nata una incertezza mai provata prima.
Prese la spara carte e qualche piccolo trucco da mettere nella manica e nel bavero della giacca. Diede un ultimo bacio ad Aoko e la tranquillizzò ancora.
Dal balcone della vecchia stanza prese la rincorsa e solcò il cielo stellato, una mezzaluna troneggiava nel mezzo. Una marea di pensieri galleggiavano nella mente del ladro.
Ma io... voglio davvero smettere di essere Kid?


Perlustrato il luogo, la coppia di ladri decise che non c'era niente di pericoloso. Il palazzo era vecchio e rovinato e un cartello davanti ad esso indicava l'imminente demolizione. Un altro più piccolo aveva una foto di un bel palazzo residenziale, quello che avrebbe preso il posto del rudere.
Kaito aveva deciso che sarebbe andato per primo e Miho sarebbe intervenuta in caso di pericoloso. Se dopo cinque minuti, la persona che aveva spedito il biglietto si sarebbe dimostrata innocua, allora la ladra li avrebbe raggiunti.
Atterrò con agilità sul pavimento dell'ultimo piano da una finestra senza più imposte. Il pavimento doveva essere stato di mattonelle una volta, ora c'erano solo cemento e qualche pezzo di terracotta bianca. I passi si perdevano in quel silenzio denso e Kid camminò per tutta la lunghezza della stanza, aspettando che l'orologio al polso segnasse la mezzanotte. Quando le lancette toccarono entrambe il numero dodici, un passo pesante lo fece girare.
Davanti a lui c'era un omone grosso, vestito di nero e con la faccia coperta da una maschera. La prima impressione fu di averlo già visto.
<< Chi sei? >>.
<< Che delusione. Come fai a non conoscermi? >>.
Kaito si avvicinò meglio, l'unica luce era quella che proveniva da fuori. Un'altra spostamento d'aria e vicino all'ingresso, senza porta, c'era un'altra figura più bassa e una risatina simile allo scampanellio delle campanelle.
<< Non sei poi così famoso >>.
<< Zitta mocciosa! Chi ti ha invitato? >>.
<< Okay >>, Kaito era le due figure. << Chi diavolo siete? >>.
La figura più piccola spiccò un salto e si mise di fianco all'omone grosso, illuminandolo con una bacchetta la cui estremità emanava una luce bianca. Quando gli occhi si furono abituati, il ladro non credette ai suoi occhi. << Pixie e Mano Infallibile >>.
La ragazza indossava una tutina rosa piena di tulle e un cerchietto con due stelline in cima. Il viso era celato da una semplice mascherina bianca e, visto il salto, doveva essere agilissima. I capelli biondi, una parrucca secondo Kaito, e occhi gialli, probabilmente delle lenti a contatto. Poteva avere dodici anni come trenta, impossibile stabilire anche solo l'età.
L'omone era alto più di due metri, si vedevano appena gli occhi scuri sotto la maschera. Dalla voce sembrava essere molto più grande di loro.
<< Quindi è una riunione di ladri >>, capì improvvisamente Kaito. Un loro collega aveva lasciato il biglietto ad altri come lui, per riunirsi. Il motivo era ancora oscuro.
<< Mi tocca lavorare con i mocciosi >>, si lamentò Mano Infallibile.
<< Caro, non ti ho mai sentito così arrendevole >>.
Una donna era seduta sul davanzale della finestra, incrociava le caviglie con eleganza e sembrava a suo agio, non soffriva certo di vertigini.
<< Queen, mia adorata >>. L'uomo le baciò la mano. << ネ un po' che non sento parlare di te >>.
<< Sfortunatamente ho dovuto subire una battuta d'arresto >>. Queen camminò fino a Kaito. Doveva essere un bellissima donna, come si muoveva ricordava molto Miho. << Tu sei Ladro Kid >>.
<< Esatto >>.
<< Io sono Queen, la regina dei ladri >>, gli fece l'occhiolino.
<< Ti conosco. Ho letto delle tue gesta sui giornali >>.
L'uomo incrociò le braccia. << Avanti, chi ha lasciato il biglietto? >>, fissò i presenti. Il gruppetto si guardò l'uno con l'altro.
<< L'ho lasciato io >>.
Un altro ragazzo era entrato nella stanza, vestito di un blu tanto scuro da confondersi nel buio, forse era lì già da molto prima.
<< Phantom >>, disse Pixie, agitando la bacchetta verso di lui.
La luce rischiarò un po' quell'angolo buio e vide un ragazzo con folti ricci neri, un paio di occhiali per la visione notturna. Kaito era certo che fosse più grande di lui ma non doveva avere più di trent'anni. La muscolatura era evidente sotto la tuta e sulle spalle portava un oggetto simile a uno zaino, forse un aliante come il suo.
<< Perché l'hai fatto? >>.
<< Voglio discutere della questione del serial killer >>.
Kid sgranò gli occhi e il primo pensiero fu a Saguru. Che volessero fargli del male o peggio?
Queen si sedette nuovamente sul bordo della finestra. << Ho letto >>.
<< Di che cosa parlate? >>, chiese Pixie.
Mano Infallibile alzò gli occhi al cielo. << Ecco cosa succede ad avere a che fare con i mocciosi >>.
<< Chi ti dice che io sia una mocciosa?! >>, replicò la piccola ladra.
<< Io rubavo da ancora prima che tu fossi concepita, bimba >>.
Kaito si mise in mezzo. << Adesso non litighiamo. Cerchiamo di mantenere la calma >>.
<< Ladro Fantasma, levati di torno! >>.
<< Quanta bufera per niente >>.
Miho era in piedi sul davanzale dell'altra finestra e scese con passo agile sul terreno. Mano Infallibile si calmò di colpo e divenne gentile.
<< Red Fox, la ladra di Osaka >>, disse con voce ammaliante. << Che onore >>.
Ladro Kid vide Queen sorridere e scuotere la testa: il collega doveva avere un debole per le belle donne.
<< Vorrei poter dire lo stesso >>, replicò la ragazza.
<< Tagliente come ti definiscono >>, sembrò apprezzare lui. << Sarebbe un piacere conoscerti meglio >>, le si avvicinò un po'.
Miho guardò l'omone e si scambiò delle occhiate con Kaito che tratteneva un risata.
<< Non sarebbe il mio, di piacere. Non amo chi tratta male i miei amichetti >>,
L'uomo guardò Kid. << Non sapevi te la intendessi >>, un evidente doppio senso. << Con la bella Red Fox >>.
<< Non è affatto così >>, rispose Kaito. << Allora, vogliamo parlarne? >>.
Phantom si mise in mezzo a un cerchio immaginario creato dalle persone presenti. << La questione è molto semplice: ho sentito dire in giro che viene sospettato un detective >>.
<< Saguru Hakuba >>, disse Queen. << Era un famoso detective liceale >>.
<< Conosco questa storia! >>, saltellò Pixie. << Sua madre era il boss di una pericolosa organizzazione smascherata da questo qui >>, puntò il dito contro il mago.
<< Quindi molti nostri colleghi sono morti per causa sua? >>, Mano Infallibile puntò contro Kaito.
<< Non lo sappiamo. Hakuba è sparito dalla circolazione e nessuno ha più sue notizie da mesi, compreso il padre >>.
Red Fox e Ladro Kid si guardarono, pensavano la stessa cosa: Phantom era in polizia. Solo uno del mestiere avrebbe reperito certe informazioni e divulgate con tanta sicurezza.
Kaito poi abbassò lo sguardo. Nemmeno suo padre?
<< Ho sentito dire che molti vogliono fargli la pelle >>, aggiunse.
<< Cosa? >>, reagì Kid. << Senza prove? >>.
<< Lo trovo azzardato >>, commentò Miho. << Anch'io nutro dei dubbi ma prima di spezzare la vita di qualcuno, bisognerebbe pensarci un attimo >>.
<< Sono d'accordo >>, disse Pixie, annuendo energicamente.
<< Io non tanto >>, discordò Mano Infallibile. << Io e Neko Shiro eravamo amici di vecchia data>>, strinse i pugni enormi. << Ucciderò chiunque le abbia tolto la vita >>.
Queen, che aveva ascoltato fino a quel momento, si decise a dire la sua. << Concordo con Mano >>.
<< Io anche >>, disse Phantom.
Kaito si sentì mancare la terra sotto i piedi. Se davvero i ladri pensavano che fosse lui il killer, Saguru poteva avere le settimane, se non i giorni, contante.
Dove diavolo sei, idiota?
<< Aspettate >>, intervenne Miho. << Saguru Hakuba è il figlio di un boss mafioso. Anche dalla prigione, Cecelia Hakuba non esiterebbe a far ammazzare qualunque ladro al mondo, pur di scoprire chi ha fatto le scarpe al suo adorato figliolo >>. Il ragazzo guardò la ladra pieno di gratitudine.
Questo sembrò far fare mezzo passo indietro ai ladri assettati di vendetta.
<< Ho sentito il parere di qualche conoscenza sparsa per il mondo e sembra esserci parecchio scontento. Abbiamo tutti una vita privata, oltre le nostre di criminali e, sopratutto, qualcuno a cui teniamo >>, disse Phantom.
<< Saguru Hakuba ha un ottimo motivo per detestare i ladri >>, ricordò Pixie.
<< Proprio per questo resta il maggiore degli indiziati >>, aggiunse Queen.
Mano Infallibile era appoggiato a un muro. << Benissimo. Allora daremo al piccolo detective altro tempo ma se muore un altro dei nostri >>, prese un coltello dalla cintura che portava al fianco. << Non vedrà l'anno nuovo >>.
Phantom dichiarò chiusa la riunione e sparì nell'ombra, com'era arrivato. Pixie saltellò fino all'uscita e dichiarò di essersi divertita.
Mano Infallibile si avvicinò a Red Fox. << L'invito è sempre valido >>.
<< Il mio no anche >>, rispose con un sorriso sotto la maschera rossa.
<< Sei fortunato Kid >>, disse Mano, prima di balzare giù e attivare un paracadute e sparire in un vicolo della strada.
<< Hai sentito? Sei fortunato >>, lo prese in giro l'amica.
<< Hai bisogno di un passaggio? >>, le domandò, attivando l'aliante.
La ragazza si sentì improvvisamente a disagio. << Ma figurati. Mi cambiò in mezzo secondo e prenderò la metro >>.
Prima che potesse aggiungere altro, Kaito l'aveva già presa in braccio.
<< Ma che fai?! >>.
<< Non ti farò prendere la metro. Io sono un ladro gentiluomo, ricordi? >>.
Miho era sicura di avere il viso rosso tanto quanto il suo costume. Era un'acrobata e quindi abituata alle grandi altezze ma non aveva mai volato prima.
Quando Kaito prese la ricorsa e si lanciò dal davanzale, gli mise le braccia intorno al collo e le scappò un piccolo grido.
<< Sei una fifona! >>.
<< Taci >>, esclamò lei. << Non mi sono mai trovata a un'altezza tale, volando poi! >>.
Una volta abituata al vento che sferzava contro il viso, trovò il coraggio di guardare sotto di lei e vide uno spettacolo bellissimo: i palazzi sembravano vicini da poterli sfiorare e le luci parevano delle stelle in terra. Volse lo sguardo al ladro e gli occhi pensierosi tradivano la sua preoccupazione.
<< Sei in pensiero per Saguru? >>.
<< Da quando leggi nel pensiero? >>.
<< Dobbiamo trovarlo. Se aspettiamo che scriva ad Akako, andremo a visitare la sua tomba al cimitero molto presto >>.
Kaito non aggiunse altro e volarono in silenzio. Il ladro lasciò la ragazza sul balcone di casa e Miho ringraziò senza guardarlo in viso.
<< È stato un piacere, signorina >>, disse Kid, facendole un mezzo inchino. << Ora vado: Aoko mi starà aspettando sveglia >.
Lo scrutò finché non fu sparito oltre l'orizzonte e poi fece scorrere la porta finestra e, senza capire perché, due lacrime bagnarono le guance e le asciugò lesta.
Si tolse la maschera e scosse la testa, tanto da far cadere la parrucca.
<< Stupida, stupida, stupida >>.


La fidanzata l'aveva davvero aspettato sveglia e Kaito gli raccontò a grandi linee su cosa era successo all'incontro. Evitò di dirle della sorte che attendeva l'amico per paura di sconvolgerla, anche se le aveva promesso di non tenere dei segreti con lei. Il benessere mentale di Aoko era molto più importante.
Mancavano pochi giorni a capodanno e Kaito e Aoko avevano organizzato una semplice cena a casa Nakamori. L'ispettore avrebbe festeggiato con i colleghi e, con disapprovazione della figlia, sarebbe tornato all'alba, probabilmente ubriaco.
Quel pomeriggio si incontrarono in un bar per decidere il programma della serata. Kaito aveva scritto a Miho di non riferire niente ad Aoko e quest'ultima accettò, non contenta lo stesso di mentirle.
La giovane cameriera aveva servito i loro drink e acceso la TV per il telegiornale del pomeriggio.
<< Il ricco uomo d'affari Jirokichi Suzuki ha rilasciato un intervista questa mattina in cui sfida il grande Ladro Kid in vista del suo ritorno! >>.
La notizia attirò l'attenzione di Kaito e Keiko chiese alla cameriera di alzare il volume, emozionata per l'evento.
Il vecchio aveva qualche ruga in più ma gli anni non aveva scalfito la sua indole. Nella mano destra teneva il microfono e indossava un completo giacca e pantaloni beige.
<< Io sfido Ladro Kid a rubare il talismano di Carlo Magno! >>.
<< Signori Suzuki, come proteggerà il gioiello? >>, chiese la giornalista, curiosa.
Una fragorosa risata. << Questa volta non potrà mai rubarlo! Il gioiello sarà posto in una teca e intorno gli verrà costruita una stanza! >>, proruppe in un'altra risata.
I clienti del bar si misero a bisbigliare fra di loro.
<< Wow! >>, esclamò Keiko. << Come farò Kid?! >>.
<< Già, come farai? >>, gli sussurrò Miho in modo che gli altri non la sentissero. Anche Kaito sembrava dubbioso.
L'intervista continuò.
<< E mi dica, quali forze a schierato stavolta? >>.
Jirokichi fece segno a qualcuno di avanzare ma sembrava reticente. Si allontanò un attimo e mise il bambino di fronte alla telecamera.
La donna guardò perplessa il ragazzino. << Un... bambino? >>.
<< Proprio così! >>, spinse in avanti Conan. << Lui è la nemesi di Kid! Non rifiuta mai una sfida se c'è lui! >>.
Shinici Kudo, alias Conan Edogawa, era ancora un bambino e aveva compiuto otto anni. Era più alto e i tratti meno infantili ma possedeva sempre quell'aria da grande detective.
Aoko guardò il fidanzato e non c'era bisogno di chiederlo: avrebbe accettato la sfida.
<< Spero veramente che Kid accetti >>, disse Zenshin.
<< Ladro Kid, io ti sfido ufficialmente a rubare il talismano di Carlo Magno dentro una stanza senza porte e finestre, alla mezzanotte del trentuno dicembre! >>.
<< Scusate vado in bagno >>, disse Kaito, mettendo il cellulare in tasca. Aoko lo guardò allontanarsi e Miho si sporse verso l'amica.
<< Non preoccuparti >>, le fece un sorriso che lei, debolmente, ricambiò.
Nel cubicolo, il mago scrisse un SMS al numero di telefono che Jii usava per comunicare con Kid, di iniziare a guardare il posto e quella sera l'avrebbe raggiunto al bar per scrivere il biglietto e cominciare a pianificare i primi passi del furto.
Rubare in una stanza senza ingressi era difficoltoso e si complimentò mentalmente con Suzuki.
<< Miho ha ragione, però >>, sussurrò tra sé e sé. << Come si prende un oggetto da una luogo entrate? >>.
Avrebbe realizzato una grande illusione e aveva meno di quattro giorni per elaborarla.


La sera si trovava nel bar in compagnia di Aoko, della madre e Miho.
<< Come faremo per la cena? Se devi essere lì a mezzanotte è un problema >>, fece notare la ragazza. << Keiko vuole assistere, quindi come giustificheremo la tua assenza? >>.
<< Semplice: basta che sia assente anche tu >>.
Aoko aggrottò le sopracciglia. << In che senso? >>.
<< Se Keiko e Zenshin vedranno che non ci siamo, penseranno che ci siamo appartati per i fatti nostri. Io non ho mai amato Kid e tu lo odi: è perfetto >>.
Chikage ridacchiò e Jii, tossicchiò, imbarazzato.
<< Dobbiamo proprio usare questo sistema?! >>, domandò la fidanzata, cercando di nascondere il rossore dentro il bicchiere che stava bevendo.
<< Akako e Miho ci daranno manforte >>.
<< Puoi giurarci! >>, disse la ladra che stava facendo una solitaria partita a biliardo. Rise dell'espressione di Aoko.
<< E il resto? C'è quel detective... >>.
<< Accetto proprio perché c'è lui >>.
<< Cosa ti attira di quel moccioso? >>, gli domandò Miho, posando la stecca al suo posto per raggiungerli al bancone.
<< Siamo simili, tutto qui >>.
<< Mi ricorda molto quando tuo padre aveva come nemico quello scrittore di libri gialli... >>, Chikage si mise un dito sotto il mento, cercando di ricordarne il nome. << Ah, Yusaku Kudo! Dovrebbe aver un figlio della tua età e fa, appunto, il detective. Ma viaggia sempre per risolvere casi. Quando eri bambino, hai conosciuto la moglie, Yukiko! >>.
<< Una straordinaria attrice >>, disse Jii, servendo da bere alla ladra. << Un vero peccato che si sia ritirata dalle scene per mettere su famiglia >>.
<< Ora mi ricordo >>, Kaito girò la cannuccia nella sua aranciata. << Era una signora dai capelli chiari e molto bella. Ricordo di avergli regalato una rosa e papà mi ha rimproverato perché le avevo dato della vecchia >>, rise.
<< Ho visto qualche film e letto anche i libri del marito. Chissà che fine ha fatto il figlio >>, disse Aoko.
Il ladro celò un sorriso ed evitò di rispondere. Lui sapeva perfettamente che Conan e Shinici erano la stessa persona ed era ritornato bambino a causa di un farmaco creato da un'organizzazione molto simile a quella di Cecelia Hakuba. Non rivelò mai a nessuno la verità perché sapeva cosa si prova ad avere un'identità segreta per proteggere la propria vita e quella delle persone amate. Le occhiate gelose del bambino verso Ran Mori non erano sfuggite al ladro.
<< Troverò un modo. Voglio che sia una grande magia >>.
Chikage mise una mano sulla spalla del figlio. << Non ti tiri mai indietro. Come tuo padre >>.
<< Lo prendo come un complimento >>.
Aoko guardò teneramente quel momento madre e figlio e fu distratta dal trillo del cellulare di Miho. Lesse il messaggio con fare sospetto e rimise il cellulare in tasca. Poi prese la borsa.
<< Ora devo lasciarvi. Ci vediamo il trentuno >>.
<< Pensavamo di andare a pattinare domani pomeriggio >>, disse Aoko.
<< Ho alcuni impegni >>, tagliò corto la ladra. << Grazie del drink! >>. Salutò i presenti e sparì oltre la porta.
<< È una ragazza impegnata >>, commentò Chikage.
<< Già >>, continuò Kaito.
Aoko avvertiva una sensazione spiacevole e il suo intuito le diceva che Miho non era per niente sincera riguardo alla storia del serial killer e forse sapeva molto più di quanto affermasse.


Signor Suzuki accetto la sua sfida e ruberò il talismano di Carlo Magno nell'orario che separa il vecchio anno dal nuovo.

 

Ladro Kid

 

Angolo autrice!

Ecco un nuovo capitolo cari lettori!
Nel prossimo capitolo ci sarà una nuova sfida tra il detective Conan e il nostro amato Ladro Kid, stavolta con tantissime complicanze. E cosa ne sarà di Saguru? Ormai non manca molto a scoprirlo ;)

shinici e ran amore: Grazie mille per la tua recensione! Sì, è la calma prima della tempesta perché dal prossimo capitolo ne vederemo delle belle! Grazie per il consiglio, sto utilizzando questo infatti :)
Alla prossima!
PS= Chiedo scusa per il ritardo nel pubblicare ma di recente ho alcuni problemi personali e quindi ho poco tempo per scrivere! A marzo arriverà il nuovo capitolo :)! !

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Capitolo 10
*** 10. La magia della stanza senza entrate e senza uscite ***


Capitolo 10


Detective Conan contro Kid


La magia della stanza senza entrate e senza uscite


Il trenta dicembre, la sera prima di Capodanno, c'era un gran fermento al centro di Akihabara. Degli operai stavano lavorando su delle pareti di cemento e un architetto discuteva con altri sul foglio del progetto.
Jirokichi Suzuki era in compagnia della nipote Sonoko, dell'amica Ran e del padre di quest'ultima, che non perdeva d'occhio il piccolo detective che gironzolava per il cantiere. Il vecchio ricco non aveva badato a spese per costruire quella camera di cemento intonacata di bianco: all'interno c'era una rete di telecamere ad alta risoluzione e nessuno sarebbe potuto sostare all'interno una volta chiusa l'ultima parete. Il primo gennaio ne avrebbero demolito una e recuperato il talismano di Carlo Magno.
Conan era certo che Kid si sarebbe infiltrato in mezzo agli operai per sondare la situazione e li scrutava uno ad uno. Non conoscendo il suo reale aspetto era piuttosto difficile avere sospetti.
<< La magia del Capodanno fusa a quella di Kid: incantevole! >>, disse Sonoko a mani giunte, guardando il cielo.
<< Calmati >>, la ammonì Ran. << Probabilmente non riuscirai nemmeno a vederlo >>.
<< Invece parlerò con Ladro Kid! >>, esclamò la giovane. << Nessuno me lo impedirà! >>.
<< Può una ragazza di famiglia ricca perdere la testa per un malvivente? >>, commentò Goro, fumando una sigaretta.
Il detective ridacchiò dell'espressione arresa di Ran e tornò a concentrarsi. Jirokichi gli mise una mano fra i capelli, scompigliandoli.
<< Allora mio fido detective... Hai già delle deduzioni? >>.
<< Non ancora >>. Ignorò lo sbuffò del padre di Ran.
<< Signor Jirokichi >>, disse una guardia del corpo. << C'è l'ispettrice Kawano e l'ispettore Nakamori >>.
<< Falli passare! >>.
La donna si fece largo tra gli operai che non poterono fare a meno di fissarla, sia per la bellezza e per l'incredulità che potesse essere colei che avrebbe catturato il ladro.
<< È lei? >>, Goro aveva gli occhi luccicanti di fronte all'ispettrice. Quest'ultima ignorò senza pensarci il famoso detective.
<< Signor Jirokichi >>.
<< Ispettore Nakamori! >>, esclamò affabile il vecchio. << Ammetto di essere rimasto un po' deluso nel sapere che non è più il responsabile del caso >>.
<< La mia superiore è in gamba >>, disse l'uomo.
<< Le assicuro che non toccherà il talismano >>, gli assicurò Kawano.
<< Certo che non lo farà! >>, indicò la stanza. << Non ha ingressi, non si può entrare una volta chiusa l'ultima parete. Kid non potrà nemmeno avvicinarsi! E inoltre >>, tirò per il braccio il bambino che stava cercando di svignarsela. << Lui lo fermerà! >>.
L'ispettrice guardò piuttosto perplessa il bimbo e si scambiò un'occhiata con il collega. Si mise all'altezza del bambino.
<< Ciao, come ti chiami piccolo? >>.
<< Conan Edogawa >>. Quale piccolo?
<< Devi avere l'età di mia figlia. Ti diverti a fare l'investigatore? >>.
Sospirò, abituato a quel comportamento nei suoi confronti. Ormai era un bambino da due anni e mezzo e Ran si rapportava con lui allo stesso modo.
<< Lui è un verto portento! >>, esclamò Suzuki.
<< Salve >>, si fece avanti Goro, cercando di essere più affascinante possibile. << Non so se mi ha riconosciuto, ma io sono il detective privato Goro Mori e ho il piacere di conoscere una mia collega così bella >, si passò una mano tra i capelli.
La donna gli rivolse appena lo sguardo e poi si voltò verso Jirokichi. Il detective rimase completamente bloccato sul posto, scatenando risate a non finire da Conan, che si prese un pugno in testa.
<< Papà >>, sospirò la figlia.
L'architetto si avvicinò al gruppo. << Scusi se la disturbo ma stiamo per cementare l'ultima parete >>.
<< Ma certo! Sonoko, dammi il gioiello! >>.
<< Ha affidato un oggetto tanto prezioso a un'altra persona?! >>, domandò basita l'ispettrice.
<< Mia nipote è la più indicata >>.
La ragazza gli passò la scatola intarsiata e lui camminò fin dentro la stanza. Conan gli andò dietro e scrutò la situazione per sicurezza: ancora niente sospetti.
Mise il gioiello dentro la teca, la richiuse e poi uscì. Gli operai ci misero due ore e alle ventuno la stanza era ufficialmente chiusa.
La sfida era aperta.
Conan guardò gli operai andarsene finché non fu chiamato da Ran e costretto a lasciare il posto. Se avesse potuto sarebbe rimasto tutta la notte a fare la guardia.
Non poteva sapere che non ce ne era bisogno perché un furbo Kaito si stava staccando la maschera dal viso e togliendo la tuta gialla insieme al casco. Aveva fatto domanda d'assunzione con un volto e un documento falso e aveva assistito alla progettazione della stanza.
Quando uscì dal vicolo era di nuovo Kaito Kuroba e scese le scale della metro. Mentre aspettava il treno compose un numero di cellulare, sorridendo.
<< So cosa devo fare >>.


Casa Nakamori era un scintillio di allegria.
Aoko aveva illuminato le stanze con tante luci e decorazioni. Kaito era impegnato a terminare il piano per il furto e Akako l'aveva aiutata, con enorme sorpresa. Il cibo era stato cucinato da Keiko e per l'ora di cena si presentò anche Miho insieme ad una bottiglia di vino, decorata da un fiocco rosso.
<< Ripassiamo il piano >>, disse Aoko mentre apparecchiavano. << Per le dieci e mezza io e Kaito faremo finta di stare un po' soli e voi rafforzerete questa idea con Keiko e Zeshin >>.
<< Giusto >>, dissero in coro le due amiche.
<< Poi, terminato il furto, convincerete la coppietta a tornare a casa propria poiché Kaito tornerà nella sua per riporre il gioiello in cassaforte e cambiarsi >>.
<< Ricevuto! >>, fecero un finto tono militare e il ripasso terminò in una risata.
<< Stai diventando un sergente >>, le disse il fidanzato, poggiandole le mani sulle spalle e dandole un bacio sulla guancia.
<< Voglio solo essere sicura che andrà tutto bene >>.
Il ragazzo la fece voltare per guardarla negli occhi. << Stai tranquilla, tornerò. Come sempre >>.
Mezz'ora dopo Keiko e Zeshin arrivarono e la ragazza obbligò tutti a mettere dei cappellini rossi con decorazioni in oro. Miho stappò la bottiglia e il tappo colpì in testa una irritata Akako. La cena era ottima e il dessert preparato da una coraggiosa Aoko cimentata in cucina, fu un successo.
Alle dieci e mezza, Keiko tirò indietro la sedia e si strappò il cappellino di carta.
<< Siete pronti? Tra un'ora e mezza inizia la magia di Kid! >>, gli occhi verdi le brillavano.
<< Stanno cominciando a venirmi sensi di inferiorità >>, sospirò Zeshin.
<< Non dovresti, non ne vale la pena >>, commentò Miho, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del ladro.
Come un segnale invisibile, Kaito si alzò dalla sedia e accarezzò il braccio di Aoko, che arrossì.
<< Noi vi raggiungiamo più tardi >>.
<< Cosa? Non venite? >>, domandò una delusa Keiko.
<< Vogliamo stare... un po' da soli >>, balbettò l'amica.
<< Ma sì, alla fine non c'è niente di male >>, disse Akako. << Potranno venire alla festa in piazza che faranno dopo il furto >>.
<< Infatti >>, disse Kaito. << Promettiamo che vi raggiungeremo >>.
La ragazza bionda annuì debolmente, continuando ad essere un po' delusa comunque. Sparecchiarono in fretta e andarono via.
Kaito lascio la casa dei Nakamori e andò nel nascondiglio, seguito da Aoko. Il familiare armadio spuntò da sotto il pavimento e aprì le ante, mostrando il vestito candido. La fidanzata lo guardò cambiarsi con aria afflitta, come le succedeva ogni volta che Kaito spariva per diventare il ladro fantasma.
<< Mi aiuti? >>, le chiese, porgendole la cravatta rossa. Sapeva metterla da solo, voleva solo coinvolgerla. Gli obbedì e strinse il nodo sotto il colletto della camicia blu.
<< Aoko >>, sussurrò, poggiando la fronte contro la sua. << Ti amo >>.
La ragazza gli diede un bacio leggero sulle labbra. << Ti prego, sta attento >>.


La piazza di Akihabara era gremita.
Cappotti di diversi colori punteggiavano lo spiazzo e un coro diventava sempre più forte man mano che i minuti passavano. Le transenne faticavano a contenere la folla.
Conan era in allerta, accanto a Ran. Era uno dei pochi fortunati a stare abbastanza vicino alla stanza per monitorare la situazione. Alle sue spalle, a qualche metro, c'era un camioncino della polizia dove controllavano l'interno.
L'ispettrice Kawano indossava una pesante giacca blu dal pellicciotto bianco per proteggersi dal freddo uguale a lame taglienti.
<< Signor Suzuki, la situazione sembra stazionaria. Tra quindici minuti dovrebbe avvenire il furto. Le chiedo di ripensare ancora una volta alla mia proposta >>.
<< Ispettrice, non ho nessuna intenzione di mettere alcuna guardia >>.
<< Mi ascolti, meglio essere più prudenti. Questo ladro è scaltro e lei lo sa bene >>, tentò di convincerlo Nakamori, ovviamente sperando non cambiasse idea.
<< Le ripeto che non ne ho intenzione! >>, si irritò il vecchio. << Quel ladruncolo non ha nessuna possibilità! Questa sera inizierà il nuovo anno con un bel paio di braccialetti argentati ai polsi! >>. Proruppe in una risata fragorosa.
Ha ragione, pensò Conan.
L'eccessiva sicurezza di Jirokichi era pericolosa. Il bambino aveva pensato ad ogni possibile piano che Kid avrebbe attuato eppure doveva ammettere di essere lui stesso in difficoltà: come si fa ad entrare in una stanza senza entrate?

<< Mancano cinque minuti! >>, cinguettò Sonoko.
<< Kid, Kid, Kid! >>.
<< Non vedo l'ora di vederlo! >>.
<< Sonoko, calmati >>, tentò Ran. << Non vorrei che rimanessi delusa >>.
<< Il mio adorato Kid non potrebbe mai deludermi! >>.
<< Cosa avrà mai quel ladruncolo da far impazzire le giovani liceali >>, mugugnò tra sé e sé Goro.
Conan alzò gli occhi al cielo e controllò l'orologio narcotizzante al polso, per essere sicuro che fosse carico per addormentare il ladro una volta catturato. Vide Nakamori avvicinarsi al capo e si accostò per ascoltare meglio.
<< Sonoko hai cambiato vestito? >>, le domando Ran.
La ragazza indossava un lungo vestito rosso, scollato e scarpe nere con un tacco vertiginosamente alto.
<< Fa troppo freddo per quello con lo spacco alle gambe! >>, lamentò. << Perciò ho optato per scoprire altro. Magari te lo presto per il tuo prossimo appuntamento con Shinici >>, le fece l'occhiolino e la pudica Ran arrossì.
<< Mancano tre minuti >>.
<< Le telecamere risultano apposto >>.
Al detective sembrava tutto troppo perfetto. Possibile che Kid non avesse manomesso proprio niente?

<< Zeshin guarda! >>, urlò Keiko. << Siamo riusciti a guadagnarci la prima fila! >>.
<< Solo grazie al padre di Aoko >>, le ricordò lui.
<< Tra sessanta secondi apparirà! >>.
Miho e Akako si guardarono e immaginarono l'angoscia che stava provando Aoko. Sarebbero volute rimanere volentieri con lei ma Kaito aveva bisogno del loro aiuto per distrarre la coppia e guadagnargli un alibi.
La loro amica era seduta nel nascondiglio sulla poltrona rossa dove era solito sedersi il fidanzato. Guardava il servizio in diretta sulla TV installata una settimana prima e si torceva nervosamente le dita, non staccava gli occhi dallo schermo e il battito accelerato.


<< Trenta secondi >>, mormorò Conan tra sé e sé.
Jirokichi se ne stava in piedi, mani incrociate dietro la schiena e la faccia di chi sta per vincere il primo premio alla lotteria.
<< Tre... due... uno! >>, scandì la folla.
Non appena finirono di pronunciare la parola “uno” una nube di fumo argenteo apparve sulla cima di uno dei palazzi.
Il mantello bianco svolazzava contro le raffiche di vento e il cilindro restava in perfetto equilibrio. Il ladro aveva le braccia spalancate e dei fari precedentemente piazzati lo illuminavano.
<< Eccolo! >>.
<< È bellissimo! >>.
Il ragazzo poggiò i piedi sul bordo del tetto, incurante dell'altezza. Conan lo fissava intensamente e il ladro fantasma ricambiò lo sguardo.
<< Signori e Signore! >>.
La folla proruppe in un urlo di giubilo.
<< Mi è stata lanciata una sfida ed io, il mago dell'impossibile, farò valere la mia promessa: ruberò il talismano di Carlo Magno da una camera senza entrate ed uscite! >>.
<< È veramente un esibizionista >>, mormorò Akako e Miho.
Keiko tirò la manica del fidanzato, non riusciva a contenere l'entusiasmo. << Guarda Zeshin! È insuperabile! >>.
<< Permettetemi di congedarmi a voi, mio adorato pubblico, per compiere una straordinaria magia! >>.
Il ladro venne iridato dalla luce sempre più intensa dei fari e quando si spensero non c'era più.
L'ispettrice Kawano fermò il sottoposto che comandava il gruppo di agenti.
<< Avevate detto di aver controllato gli ingressi di tutti gli edifici! >>.
L'uomo, piuttosto robusto e con una barba non tagliata da giorni per il lunghi turni di lavoro, si mostrò dispiaciuto. << Non c'era nessuno e i fari non sono stati notati >>.
<< Pattugliate il perimetro della stanza >>.
<< No! >>, intervenne Jirokichi. << Non voglio agenti sul posto >>.
Conan entrò nell'abitacolo dove c'erano agenti che andava e venivano e tazze di caffè nei bidoni sempre più pieno. Il bambino guardò gli sguardi e un guizzo bianco colpì la sua attenzione. Si avvicinò fino a mettersi in punta di piedi: il poliziotto con profonde occhiaie non lo notò da quanto era piccolo.
Poggiò le dita sulla consolle per sporgersi meglio ed essere sicuro di aver visto bene. Sgranò gli occhi e corse fuori dalla velocità della luce e fu notato da Ran.
<< Conan! Che ti prende?! >>.
<< Il ragazzino ha visto qualcosa >>, disse Sonoko.
<< Corre sempre in giro, quello >>, aggiunse Goro.
Il vecchio ricco sembrò vacillare per un attimo ma mantenne l'alone di sicurezza. << Piccolo che succede? >>.
Conan superò la folla, sfruttando le misure ristrette. Le transenne era assemblate tra loro in modo troppo stretto per passarci attraverso. Il detective decise di arrampicarsi e non risultò molto facile perché le persone premevano per vedere meglio ciò che accadeva. Qualcuno lo spinse per sbaglio e ruzzolò per terra, malamente.
Si alzò, tastandosi la gamba dolorante e si sistemò gli occhiali sbilenchi. Le urla della calca non permettevano di sentire e riuscì appena ad avvertire la voce dell'ispettrice che si era fatta convincere dal vecchio Suzuki a seguirlo.
Accompagnato da Nakamori, Ran, Goro e Sonoko
<< Conan! Cosa succede? >>, gli chiese il detective privato.
<< È nella stanza! Kid è dentro! >>.
La ricetrasmittente fu in un attimo alla bocca della donna. << Che diavolo sta succedendo?! >>.
<< Ispettrice è dentro! >>.
<< Cosa?! >>, esclamò Jirokichi.
<< Abbattete la stanza! Fate venire le truppe che avevo messo in stallo per questa eventualità! >>.
<< Agenti sotto copertura attivatevi! >>, ordinò Nakamori. Che diavolo combini Kaito?
L'uomo non era mai a conoscenza delle reali intenzioni del ladro perché non voleva che fosse coinvolto più del dovuto.
Conan capì che rimanere lì ad aspettare non sarebbe servito: corse a ritroso e tornò nella stazione mobile. Rispetto agli agenti addormentati di prima, ora sembravano tutti svegli.
Kid stava aprendo la teca e recuperò il gioiello. Non c'era nessun buco visibile sul pavimento come del resto non c'era niente all'esterno. Il ladro si girò verso una delle telecamere, la collana che ciondolava tra le dita della mano destra e con l'altra mimò un inchino.
Il mega schermo posto in piazza teneva incollati gli spettatori e poi un urlo di sorpresa: una fonte di luce apparve in una delle pareti e Kid l'attraversò e apparve come se avesse davvero il potere di farlo. Ed era proprio lui, con l'abito scintillante come la luna in cielo, lo sguardo fiero celato dal monocolo.
Il ladro mostrò la mano sinistra dove c'erano delle palline griglie e le lasciò cadere per terra creando una nuvola di fumo che aleggiò per qualche secondo e poi non c'era più.
Conan non poteva crederci e non voleva farlo. Nessuno aveva la capacità di attraversare le pareti. Batté il pugno sulla consolle.
<< Dannazione! >>.
La folla urlò talmente forte che sembrò esplosa una bomba.
Il mago fece un paio di giravolte per il cielo e poi mostrò il talismano. Atterrò con leggiadria su un altro palazzo e anche lì dei fari montati precedentemente lo illuminarono.
<< Signori e signore, ecco a voi il talismano di Carlo Magno! Signor Suzuki, la ringrazio per la sfida che mi ha lanciato, è stato davvero magico! Alla prossima illusione, mio amato pubblico! >>.
Alla pronuncia dell'ultima sillaba, Kid mosse le dita e le schioccò: i fari si spostarono e crearono un gioco di luce che sembravano fuochi d'artificio, come a festeggiare il nuovo anno. Quando lo sfarfallio di colorate luci termino, il grande ladro era svanito. Conan avevo assistito alla chiusura dello spettacolo, le sopracciglia aggrottate e i denti stretti.
Quando andò sul luogo del delitto, gli operai erano al lavoro per abbattere la parete non portante e controllare se effettivamente il gioiello fosse stato rubato, anche se le immagini lasciavano poco spazio all'immaginazione.
Suzuki era disperato e le guance dell'ispettrice erano rosse di rabbia. Nakamori finse una rabbia cieca e Goro sotto i baffi si divertiva e pensava che il vecchio se lo meritasse per aver scelto un bambino come nemesi di un ladro tanto scaltro.
<< Il mio Kid non sbaglia mai! >>, lo elogiò Sonoko.
<< Tuo zio è disperato >>, le ricordò l'amica.
Il tramezzo fu abbattuto e il gruppetto corse verso la teca. Sonoko era in testa e constatò che era vuota.
<< Mi dispiace zio >>, cercò di consolarlo.
<< Come ha fatto? Come diavolo ha fatto?! >>.
Il bambino salì in cima al palazzo dove Kid aveva salutato il pubblico. Controllò i fari e non erano niente di eccezionale, si potevano trovare in qualsiasi negozio di elettronica. Era stato in furbo anche in questo: a volte era costretto a lasciare oggetti come quelli e usava cose assolutamente anonime e facilmente reperibili.
Si sporse oltre il bordo, sentendo una lieve vertigine, e neanche lì scovò niente di anomalo.
<< Conan >>.
Si voltò << Sì, Ran? >>.
<< Dobbiamo andare. È passata la mezzanotte e tu dovresti essere a letto da un pezzo >>.
Fece finta di non sentirsi umiliato da una affermazione del genere, come se avesse bisogno di essere messo a dormire da lei.
<< Domani potrai tornare ad indagare. L'ispettrice Kawano farò chiudere le aree per capire come ha fatto Kid a rubare il talismano >>. Allungò la mano verso Conan.
Lui la prese, sconsolato. Quest'anno è iniziato malissimo.
<< So che non vorrai sentirtelo dire però è stata una gran bella magia. Chissà cosa si inventerà per la sua prossima illusione! >>.
Ran si fermò, improvvisamente il bambino per mano era diventato un peso perché Conan si era piantato sul posto.
<< Cos'hai detto? >>.
<< Che è stata una bella magia >>.
<< No, dopo >>.
<< È la frase che ha detto in conclusione: che ci saremo visti alla prossima illusione >>.
<< Illusione >>, mormorò Conan. Mollò la mano della ragazza e si sporse di nuovo a guardare di sotto: gli operai erano ancora a lavoro, mettevano in sicurezza il cantiere e stavano per staccare.
<< Dove sono gli altri? >>, domandò a Ran, che si era avvicinata nel frattempo per capire i motivi del comportamento del ragazzino.
<< Stanno per andarsene, perché? >>. Il detective era già sparito oltre la porta e non sentì le chiamate della ragazza.
Scese le scale e saltò gli ultimi due gradini ma all'ingresso c'erano solo Goro e il signor Jirokichi.
<< Moccioso, hai finito? Devo andare a bere... >>, ingoiò l'ultima parola perché la figlia l'aveva sentito e gli stava già riservando il suo peggiore sguardo. << Cioè, festeggiare con i miei amici >>.
Conan guardò il gruppo composto da familiari e amici e finalmente capì tutto.
So dov'è.


<< Chiamiamo la coppietta adesso? >>, domandò Keiko, prendendo il cellulare. Una abile Miho la fermò.
<< Iniziamo ad andare alla festa in piazza, ci raggiungeranno lì >>, disse gentile. La biondina la guardò perplessa, quella sensazione che le stringeva lo stomaco da un po' si fece più forte.
<< Certo >>, mise il cellulare in borsa. << Come vuoi >>.


Conan passava tra le persone che stavano raggiungendo la fiera organizzata poco più in là, un paio di finti Kid erano all'ingresso e porgevano bacchette giocattolo o monocoli.
Non mi sfuggirai!
Conan entrò nella fiera e un giovanotto si sporse per dargli una bacchetta. << Ecco, è per... >>.
Non fece in tempo a finire la frase perché lui si era già mischiato alla folla. Da adolescente era stato un giocatore di calcio molto dotato e riusciva a tenere ore di corsa. Da bambino, era più leggero eppure i polmoni pieni di aria fredda sembrano blocchi di ghiaccio e l'angoscia di perdere anche stavolta contribuiva. La fiera era molto lunga e c'erano donne vestite con i tradizionali kimono, bambini che cercavano di pescare pesciolini e ragazzi che mangiavano frutta caramellata con un cappello bianco in testa.
In fondo vide il buio e le strade deserte. Il primo palazzo dove Kid era apparso aveva la porta sul retro appoggiata e Conan l'aprì e salì le scale: ora aveva il fiato corto. Quando arrivo al terzo piano si fermò perché c'era un'ombra ferma in mezzo. Conan azionò la luce dell'orologio che aveva al polso.
<< Sei stato veramente furbo stavolta ma ti sei tradito con una parola >>. Camminò ancora e volse la luce alla figura.
La faccia di Sonoko era rilassata e un sorriso disteso mostrava sicurezza. Kaito non aveva pensato nemmeno per un secondo di sfuggirgli e sentire le spiegazioni dei suoi trucchi faceva parte dell'ebrezza di averlo come nemico.
<< Salve, mio prediletto antagonista- Scommetto che stai per rivelare la mia magia >>.
Conan teneva puntato l'orologio contro Kid. << Hai preso il posto di Sonoko prima delle undici e mezza. Non sarà stato difficile attirare la sua attenzione. Hai lavorato al cantiere e avevi sentito che sarebbe stata lei la custode del gioiello. >>.
<< E poi? >>.
<< Non sei mai entrato in quella stanza >>.
Quella affermazione gli diede un po' fastidio, per fortuna non poteva vedere la sua espressione sotto la maschera.
<< Hai costruito una stanza identica da un'altra parte e filmato tutto. Poi hai scambiato le pennine USB contenenti le password criptate usate dagli agenti e sei riuscito ad entrare, grazie a un virus, nel sistema di telecamere >>.
<< L'ispettrice si sarebbe accorta di un tale scambio, non credi? >>.
Il bambino fece un mezzo sorriso. << Hai preso le sembianze del fattorino del caffè. La pennina contenente il virus era attaccata sotto il cartone e la nascondevi con la mano. Hai fatto finta di rovesciarlo e hai usato quel secondo di distrazione e, con le tue abili mosse, hai scambiato le pennine in meno di mezzo secondo e consegnato le tazze >>.
<< E tutto questo l'hai capito da una bidone pieno? >>, lo prese in giro.
<< No >>, scosse la testa, << Dal fatto che c'erano le tazze e non il cartone da sei che le conteneva. Un fattorino con i guanti sarebbe risultato sospetto e non potevi rischiare di lasciare le tue impronte. Così hai offerto direttamente agli stanchi poliziotti i contenitori e ti sei portato via la base >>.
<< Complimenti >>, gli batté le mani. << Ma io aspetto di sentire la parte più importante >>.
Il detective avanzo di cinque passi e Kaito non si mosse. << Era semplicemente un tuo assistente. Si era mimetizzato contro la parete, poi hai azionato un po' di luce ad alta intensità, si è levato il telo ed è apparso. Ha fatto un po' di scena con il fumo e le giravolte nel cielo >>.
<< Come avrei fatto ad essere insieme agli altri e contemporaneamente in cima al palazzo? >>.
Fece un verso di scherno. << Con quella emergenza nessuno si sarebbe accorto dell'assenza della svampita Suzuki, stessa cosa quando sei apparso all'inizio. Hai mostrato un gioiello, fatto credere che l'avevi rubato e poi sei tornato giù a prendere ancora il posto di Sonoko >>.
<< E perché avrei dovuto scomodarmi tanto? >>, l'avversario era ancora più vicino.
<< Non avevi rubato il talismano, semplice. L'hai rubato quando hanno abbattuto la parete ed eri in capo al gruppo, nessuno avrebbe mai sospettato della nipote innamorata di Kid >>. Il bambino teneva premuto il dito contro il pulsante per sparare l'anestetico.
La finta Sonoko batté le mani. << Bravo, ancora i miei complimenti. Un'ultima domanda: come ha fatto il mio assistente ad ingannare le guardie dell'ispettrice Kawano? >>.
<< Devi avere assistenti che ti vogliono molto ben per aver resistito dodici ore contro un tramezzo di cemento in pieno inverno >>.
Era andata esattamente come aveva raccontato Conan: Jii, all'arrivo della prima folla che voleva i posti migliori e i poliziotti che cercavano di tenerli a bada, si era confuso e approfittato della testardaggine del vecchio di non volere nessuno a guardia.
<< E adesso cosa pensi di fare? >>.
<< Dov'è il talismano di Carlo Magno? >>.
Kaito lanciò la borsetta di seta in mezzo al corridoio e Conan corse a riprenderla.
<< Penso sia ovvio, ormai, che non mi interessano i gioielli che Suzuki usa per attirarmi nelle sue trappole ma stavolta mi sono seriamente divertito >>.
Ormai Conan era a dieci passi di distanza, riusciva a vedere la determinazione negli occhi blu.
<< È finita, Kid >>, disse spavaldo. << Ci rivedremo al primo interrogatorio con la polizia >>.
Il ladro sospirò, passandosi una mano tra i capelli. << Conan, Conan... Ormai dovresti conoscermi >>. Il ragazzo divenne più basso e il ragazzino capì troppo tardi: i tacchi utilizzati per far finta di essere Sonoko contenevano dello spray narcotizzante nello stiletto e, prima che le palpebre si facessero pesanti, capì cosa aveva sbagliato: nella borsetta c'era la maschera per impedire al ladro di addormentarsi e, nel lanciarla, l'aveva recuperata.
Si accasciò a terra e cercò di premere il tasto della freccetta ma era troppo tardi: avvertì le piastrelle fredde contro la guancia e il ladro, cambiato nel suo tipico abito, chino su di lui che posava un bigliettino: le istruzioni per ritrovare la giovane Suzuki.
Si avvicinò al suo orecchio. << Ci rivederemo, Shinici >>.


Keiko non riusciva a godersi la fiera. Zeshin aveva sbagliato per la terza la cattura del pesciolino rosso e Akako era imbarazzata perché aveva la bocca sporca di zucchero filato e questo aveva strappato un sorriso di troppo a Miho.
La ragazza bionda sentiva che c'era qualcosa che non andava e non ce la faceva più: lo stomaco le faceva addirittura male.
<< Tesoro, va tutto bene? >>, le chiese il fidanzato.
<< Certo >>, provò a fare un sorriso e sperò di essere stata convincente. Guardò l'orologio sullo schermo del cellulare e nessun messaggio dalla coppia.
Miho e Akako si erano allontanate per guardare una bancarella di kimono dai colori vivaci e avevano lasciato i due soli.
<< Aoko non si è ancora fatta sentire ed è quasi l'una. Forse dovrei andare a controllare se va tutto bene >>.
<< Non vorrai incappare in situazioni imbarazzanti, vero? >>.
<< Ma che dici >>, si fece rossa. << Ma non è da lei >>.
<< Se ti fa sentire meglio fai un salto a casa Nakamori. Informo io le altre due >>.
Keiko gli diede un frettoloso bacio sulla guancia e corse via, impugnando le chiavi della macchina.
Le due ragazze tornarono e notarono la sua assenza.
<< Dov'è Keiko? >>, domandò Miho.
<< Stavo per venire a dirvelo. La coppietta felice ancora non si è palesata, perciò è andata a controllare che fosse tutto apposto >>, si strinse nelle spalle. << Torneranno insieme, credo >>.
I bei visi delle giovani si fecero color latte.
<< Qualcosa non va? All'improvviso sembrate due mummie >>.


Kaito atterrò sul balcone di casa e girò il ritratto del padre. Aoko era in piedi e guardava la TV in cerca di novità o, peggio, della notizia di un arresto di Kid. Quando lo vide in cima alla scala, gli andò incontro e lo strinse in un abbraccio.
<< Amore, sono stata tanto in pensiero! >>.
<< Sto bene, il detective in miniatura sta facendo un bel sonno >>.
<< Non gli avrai fatto troppo male vero?
È solo un bambino >>.
Il ragazzo trattenne una risata, non lo era affatto ma questo la ragazza non poteva saperlo. << Non gli ho fatto niente! >>.
<< Auguri >>, gli disse lei.
<< Auguri a te, amore >>, le sussurrò nel darle un bacio.
Nel frattempo, Keiko aveva parcheggiato di fronte la villetta dei Nakamori e sembrava deserta. Fece il giro della casa e notò la portafinestra che Kaito aveva lasciato aperta a casa sua. Si avvicinò alla porta d'ingresso dei Kuroba e provò a girare la maniglia: era aperta.
Non avrebbe mai lasciato la porta senza chiuderla a chiave
, pensò.
Provò a bussare ma il rumore si perse nell'abitazione, le luci erano spente.
<< Forse sono appena usciti per raggiungerci e Kaito si è dimenticato di chiudere a doppia mandata >>, sussurrò ma qualcosa le impedì di andarsene. Salì piano le scale e arrivò sul pianerottolo: tutte le porte erano chiuse tranne la vecchia stanza di Kaito. Mossa da fili invisibili, vi entrò e osservò il ritratto del signor Kuroba che lei non aveva mai conosciuto oltre gli spettacoli visti da bambina: notò un angolo strano e con un dito lo sfiorò.
<< Il ritratto gira... >>.


Kaito stava dando un altro bacio ad Aoko che rideva nel sentire le gesta del fidanzato, teneva le braccia al collo di lui. Sentirono il cigolio del ritratto e voltarono gli occhi verso la scala a chiocciola.
Due paia di occhi chiari fissarono gli occhi verdi della persona sul primo scalino, pallida e con un dito tremante puntato contro il ragazzo.
Indossava ancora il vestito e il cappello e non potevano esserci equivoci.
<< Tu sei... tu sei... >>.
<< Keiko >>, Kaito mise le mani avanti. << Stai calma e posso spiegare >>.
L'urlo della ragazza si sarebbe potuto udire per tutto il quartiere se la stanza non fosse stata insonorizzata.
<< SEI LADRO KID! >>.

Angolo autrice!


Chiedo profondamente... SCUSA!!!
Il motivo per cui non ho potuto scrivere sono tanti: sono tornata a vivere in Italia qualche mese fa e ho affrontato due traslochi nel giro di un mese, iniziato un nuovo lavoro, senza internet per un bel po' di tempo, nuova casa. Tra non molto avrò un altro nuovo lavoro, un corso di studi lungo due mesi e mezzo, un terzo trasloco e tra un mese il quarto (che giro immenso, direte!)
Inoltre, visto che non mi è bastato, sto per... sposarmi!

Quindi nei prossimi mesi affronterò anche i preparativi lunghi un anno!
Avrò qualche ritaglio di tempo per scrivere e cercherò di non far passare altri otto mesi prima di pubblicare di nuovo, visto che ci tengo a terminarla!
In questo capitolo, Keiko ha scoperto la seconda identità di Kaito! Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Martiperla9629: Sono felice che la mia storia ti piaccia! A presto :)
shinicieran amore: Grazie per la tua recensione, spero che continuerai a seguirmi!
Alla prossima!


Scusate per il font diverso ma il Kompozer fa di testa sua, a volte!!


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