Ladro Kid 1412 - Il serial killer di Lovy91 (/viewuser.php?uid=71277)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. Due di picche ***
Capitolo 2: *** 02. Di nuovo Kid? ***
Capitolo 3: *** 03. Il Rubino Stellato ***
Capitolo 4: *** 04. Momenti tormentati ***
Capitolo 5: *** 05. Indagini ***
Capitolo 6: *** 06. L'anello Purple ***
Capitolo 7: *** 07. Osaka ***
Capitolo 8: *** 08. Inviti (in)desiderati ***
Capitolo 9: *** 09. La riunione di mezzanotte ***
Capitolo 10: *** 10. La magia della stanza senza entrate e senza uscite ***
Capitolo 1 *** 01. Due di picche ***
1°
Capitolo
Due di
picche
Il
National Theatre era un
moderno teatro di Tokyo, molto conosciuto. Ci tenevano concerti,
spettacoli e rappresentazioni teatrali. Le poltroncine foderate di
marrone e lo spazioso palco lo rendevano un luogo piacevole dove
trascorrere qualche ora di divertimento.
Quella fredda sera di
dicembre una lunga fila consegnava i biglietti alle maschere. Dietro
le quinte lo staff lavorava in modo frenetico per essere puntuali e
rendere lo spettacolo perfetto. Nell'area dei camerini, la porta più
a destra, era chiusa.
Il protagonista dello
spettacolo sedeva su una sedia davanti allo specchio, rilassato, e
leggeva alcuni messaggi sul cellulare. Qualcuno bussò alla porta e
gli dette il permesso di entrare.
<< Signor Kuroba tra
dieci minuti siamo pronti >>, l'avvertì una ragazza
bionda,
una cuffia nell'orecchio e vestita semplicemente con una maglietta e
dei pantaloni.
<< Grazie Norie >>.
Sentì la ragazza salutare
qualcuno e poi la persona entrò nel camerino. Il ragazzo si alzò e
le andò incontro, mettendole le braccia intorno alla vita.
<< Sempre più
striminziti questi costumi >>, notò, una leggera
disapprovazione tra le parole.
<< Fanno parte dello
show. E poi la parte del geloso non fa per te, Kaito >>.
Aoko indossava un body
nero con le pailletes che lo rendeva scintillante e le gambe fasciate
in spesse calze bianche, i capelli tenuti su in uno chignon.
<< Hai ragione. Come
sempre >>, rise lui.
Erano passati due anni da
quando Ladro Kid si era esibito l'ultima volta e Kaito aveva detto
addio a quella vita. Adattarsi a un ritmo di vita normale non fu
facile all'inizio e ci volle del tempo perché ci riuscisse, anche
grazie all'aiuto di Aoko.
Dopo aver conseguito il
diploma con ottimi voti, la coppia aveva sostenuto e passato il test
di ammissione all'università di Tokyo e Aoko aveva ottenuto una
cospicua borsa di studio. Lei si era iscritta ad economia e Kaito a
discipline artistiche, quest'ultimo aveva anche iniziato ad esibirsi
ufficialmente e il suo nome cominciava ad essere conosciuto nel mondo
della magia. I più grandi ricordavano Toichi Kuroba e la curiosità
di vedere se il figlio fosse all'altezza fu il trampolino di lancio.
Kaito aveva chiesto ad
Aoko se fosse stata disposta ad essere la sua assistente e la
ragazza, seppur timorosa, aveva accettato e dopo qualche spettacolo
si era facilmente integrata in quel mondo.
Il bel mago aveva ancora
quella espressione da ragazzino sfrontato anche se aveva superato i
diciannove anni e, a parte qualche centimetro di altezza in più, non
era cambiato molto.
Aoko era sempre la ragazza
dolce e gentile, che tendeva ad arrossire spesso e il palco era il
luogo dove riusciva ad esprimere il suo carattere.
<< Signor Kuroba,
signorina Nakamori in scena! >>, disse Norie,
interrompendo
l'abbraccio con un certo imbarazzo.
I due si guardarono per
qualche secondo.
<< Si inizia! >>.
Lo
spettacolo fu un
successo.
Kaito pensava di avere una
dipendenza: non riusciva a fare meno di vedere la meraviglia negli
occhi del pubblico, quando spalancavano la bocca e i versi di
sorpresa erano come una droga.
Aoko faceva sparire la
timidezza quando si esibiva con il fidanzato e ritornava poi ad
essere se stessa. Il pubblico aveva applaudito a lungo e la coppia si
era congedata con un inchino e li invitarono alla prossima
esibizione.
Si diedero un bacio nel
corridoio prima di separarsi per cambiarsi e lasciare il teatro.
Kaito aveva deciso di continuare a vivere nella villetta di famiglia,
anche ora che frequentava l'università. Chikage era tornava a vivere
a Tokyo da sei mesi e aveva comprato un grande appartamento tutto per
lei, lasciando la casa al figlio. Aoko viveva ancora con il padre e
si divideva tra la casa paterna e quella del fidanzato, con lo
sguardo di disappunto del signor Nakamori.
Kaito chiuse la porta
dietro di sé e sbadigliò. Organizzare e provare quello spettacolo
aveva richiesto molto tempo e il restante era stato usato per
frequentare le lezioni e preparare gli esami. Si buttò sulla sedia e
trovò un video della madre tra gli allegati alle email e lo avviò.
Chikage indossava un
accappatoio e lo sfondo era quello della stanza di un hotel.
<< Come va tesoro?
La mia vacanza alle terme procede a meraviglia. Dovreste venirci
anche tu e Aoko! Immagino che il tuo spettacolo sia stato grandioso,
lo vedrò appena tornerò in città! A presto, un bacio! >>.
<< Non cambierà mai
>>, disse Kaito, scorrendo le altre email prima di
togliersi il
costume di scena, un completo pantalone e camicia bianco. Il vizio
del colore bianco era uno strascico del passato.
Prese gli abiti di
ricambio dall'armadio e fu allora che la notò. Infilata nello
stipite dello specchio c'era una carta da gioco e Kaito la estrasse,
rigirandola tra le dita.
<< Un due di picche
>>, mormorò. Non sembrava avere niente di strano, era una
comune carta da gioco.
Il ragazzo uscì dal
camerino e fermò Norie, che si occupava un po' di tutto in quel
teatro.
<< Scusa, Norie >>.
<< Mi dica signor
Kuroba, le serve qualcosa? >>.
<< È entrato
qualcuno nel mio camerino mentre mi esibivo? >>.
La responsabile si mise a
pensare. << Non credo. I ragazzi del part-time si stavano
occupando della sceneggiatura. Qualcosa non va? >>.
<< No, no. Ci
vediamo alle prove del prossimo spettacolo >>.
Norie non sembrava
convinta però lasciò cadere la cosa e tornò alle sue faccende.
Kaito ritornò nel camerino e poggiò la carta sulla superficie lucida
della specchiera. Iniziò a cambiarsi, pensieroso.
Non essere notato è
tipico di... un ladro.
Il mago voleva rifiutarsi
di credere che potesse essere stato davvero un ladro. Lui non lo era
più e quindi non riusciva a capire cosa potesse volere uno del
mestiere da uno che non praticava più quella professione.
Forse è uno scherzo.
Aoko bussò alla porta una
volta e poi entrò nel camerino. Lo trovò bloccato mentre si
abbottonava la camicia e fissava il vuoto, le mani ferme al penultimo
bottone. Gli posò una mano sul braccio e lo scosse.
<< Amore? >>.
Lei si era già cambiata,
un vestito a maniche lunghe blu scuro e calze bianche. Kaito sembro
ridestarsi da un sogno e scosse la testa come per tornare alla
realtà.
<< Mi sono incantato
a pensare >>, si giustificò, abbottonando gli ultimi
bottoni
frettolosamente e prendendo la giacca. Nel fare il movimento agguantò
anche la carta e la infilò nella tasca interna, in un'azione talmente
veloce che Aoko non la vide.
<< Devi essere molto
stanco. Hai dormito molto poco ultimamente >>, disse
affettuosa, dandogli un bacio sulla guancia.
<< Hai ragione.
Stanotte mi farò una bella dormita >>.
Kaito preferì non dire
niente alla fidanzata. Non gli piaceva avere segreti con lei, ne
aveva già tenuti troppi negli anni precedenti ed era sicuro che si
sarebbe arrabbiata molto. Ma sentiva che non era uno scherzo e voleva
cercare di capire cosa volesse dire quel due di picche.
Un
paio di giorni dopo,
Norie gli consegnò il video dell'esibizione. La coppia li conservava
tutti e li teneva in una libreria nella camera di Kaito.
Aveva
sigillato l'accesso alla stanza segreta della sua camera da letto e
non era più riuscito a dormici. Quindi si era trasferito nella
stanza matrimoniale che era stata dei genitori e aveva solo aggiunto
la libreria. Era più comoda quando Aoko dormiva da lui, non provava
malinconia e si lasciava alle spalle l'alter ego.
Mise il dischetto del DVD
nel lettore e premette play, seduti sul divano del salotto. Dopo
circa trenta minuti dall'inizio, l'inquadratura della telecamera fu
puntata sul pubblico e Kaito notò un'ombra che si alzava e andava
via.
Che abbia messo quella
persona la carta nel mio camerino?
Aoko si accorse dello
sguardo del fidanzato e si chiese se non gli stesse nascondendo
qualcosa. Era molto sensibile all'argomento, si fidava ciecamente di
Kaito ma sapeva anche che essere come lui, cresciuto in una famiglia
di ladri e con un passato difficile, a volte si sentiva costretto a
tenerli.
Andarono fuori a cena e
trascorsero una serata piacevole. Ogni tanto il pensiero andava a
quella carta, nascosta nel doppio fondo di un cassetto del comodino.
Aoko si sarebbe fermata a dormire da Kaito ma prima doveva passare a
casa sua per sistemare alcune faccende veloci e far trovare gli abiti
puliti al padre, incapace nei lavori domestici.
La lasciò con un bacio
sotto il portico e andò a parcheggiare la moto, risalì le scale del
garage ed entrò in casa. Per andare nella sua camera, doveva passare
per forza davanti alla vecchia stanza.
Sentì dei rumori e per
istinto si appiattì contro il muro accanto all'entrata e tese
l'orecchio: erano passi che facevano su e giù. Qualcuno aveva
forzato la porta d'entrata o era salito dal balcone ore prima che
tornassero. Aoko sarebbe arrivata in poco tempo e doveva affrontare
l'intruso.
Mise la mano sulla
maniglia, inspirò profondamente e spalancò la porta di botto. La
luce era spenta e l'accese, rivelò la figura della donna.
Non ci posso credere.
<< Ciao Kaito >>.
<< Miho Okamoto? >>.
La ragazza avanzò verso
di lui, mani dietro la schiena. I capelli erano più lunghi, gli
occhi blu non erano nascosti dietro gli occhiali e portava le lenti a
contatto. I tacchi le regalavano sette centimetri e indossava una
gonna rosa e una maglia bianca che mostrava le spalle.
<< Cosa ci fai in
casa mia? Come sei entrata? >>.
<< Mi deludi Kaito
>>, disse Miho, mettendo su un finto sguardo triste.
<<
Il tuo albero in giardino è ottimo per fare un salto sul balcone e
la portafinestra non era chiusa >>.
Kaito si teneva a
distanza. Le gesta di Red Fox erano sulle prime pagine dei giornali e
lei era ancora una ladra.
<< Non sei felice di
vedermi? >>.
Il ragazzo prese la carta
che custodiva nella tasca e scosse la testa. Gliela mostrò.
<<
Hai lasciato tu il due di picche >>.
<< Me l'hai dato un
paio di anni fa, ricordi? >>, rise lei.
<< Se sei qui non mi
porti buone notizie >>.
La ragazza sospirò e
buttò sulla scrivania un paio di giornali. Kaito li prese e lesse le
notizie sulla prima pagina: borsa in crisi, qualche arresto di un
pezzo grosso, non capiva dove volesse arrivare. Miho prese il
giornale dalle sue mani e lo sfogliò fino a una pagina precisa, poi
indicò un articolo con il dito smaltato di rosa pallido.
Parlava della morte di una
giovane donna, sgozzata dopo ore di torture terribili in una piccola
città nella prefettura di Tokyo.
<< Quindi? >>.
<< Non la conosci?
>>.
<< Mai sentita Maru
Yoshida >>.
<< Ma conoscerai
Neko Shiro, la ladra che ruba solo zaffiri >>.
Kaito guardò la foto
della donna sorridente. I capelli biondi sotto le spalle, vivaci
occhi grigi e incarnato leggermente scuro.
<< È lei? >>,
le chiese esterrefatto.
<< Esatto >>.
Miho prese il secondo
giornale, era in lingua italiana quindi Kaito non riusciva a capire.
La ladra parlava molte lingue e gli mise sotto il naso un altro
articolo.
<< Enzo Visconti,
discendente di una facoltosa famiglia italiana. L'omicidio è
avvenuto a Roma la scorsa settimana. Era noto come il Ladro Acrobata
>>.
Kaito conosceva entrambi i
ladri da anni, operavano da ancora prima che lui iniziasse la sua.
<< Che significa?
>>.
<< Tre mesi fa hanno
trovato il corpo avvelenato e con profonde ustioni di Elsa Wolf, a
Vienna >>.
<< Vienna hai detto?
>>, ripeté Kaito. << Allora era la Ladra
Elegante,
famosa per i suoi abiti perfetti e rubava solo gioielli, mai
restituiti >>.
<< Capisci dove
voglio arrivare? >>.
<< Qualcuno sta
uccidendo i più grandi ladri del mondo >>, concluse
Kaito,
affranto.
<< C'è un serial
killer, Kaito >>, disse preoccupata Miho.
<< Sono qui per
avvertirti. Una mia fonte, un ladro anche lui, mi ha detto che li sta
puntando tutti, vuole sterminarci >>.
<< Io non sono più
un ladro >>, ribatté Kaito, chiudendo di scatto i
giornali.
<< Ah sì >>,
fece Red Fox. << Ho visto anch'io il tuo spettacolino
d'addio
>>.
C'era anche lei. <<
Spero ti sia piaciuto >>. Kaito colse l'ironia in quelle
parole.
<< Anche la Ladra
Elegante si era ritirata >>.
<< Cosa? >>.
Kaito sentì i brividi
scorrere nelle vene. Se aveva ucciso una ladra che aveva abbandonato
quella vita, per quale motivo lui doveva essere fuori pericolo? Pensò
subito ad Aoko, anche lei poteva essere in pericolo.
Miho si avvicinò più del
dovuto a Kaito e lui indietreggiò di un paio di passi, imbarazzato.
In sua presenza manifestava il vero carattere, non era affatto timida
e insicura e Kaito lo sapeva.
<< Dovresti pensare
come fa questo serial killer a conoscere le identità dei ladri
>>.
<< Giusto >>,
balbettò lui, era sempre più vicina.
Miho gli passò un dito
sul braccio. << Io resterò in città per un po'. Ora non
ho
pietre da rubare, così potrò indagare >>.
<< È giapponese?
>>.
<< Forse >>.
Miho non distoglieva i
suoi occhi da quelli del ragazzo e Kaito pensò che non mollava mai,
quella ragazza
Sfortunatamente, la porta
si aprì e Aoko si bloccò alla vista di quella scena. Strinse la
maniglia nella mano, fumava letteralmente di rabbia.
Red Fox si allontanò e
guardò i due.
<< Amore >>,
disse Kaito. << Non è come credi >>.
<< Questa è la
frase standard di tutti i traditori! >>, urlò Aoko.
<<
Ti trovo con una ragazza nella vecchia stanza e cosa dovrei pensare?
>>.
<< Amore? Oh, ora
siete una coppia. Kuroba e Nakamori >>, cantilenò Miho.
<< Non aggravare la
situazione! >>, sbottò Kaito.
Superato la prima fase di
furia, Aoko mise a fuoco la ragazza.
<< Ehi ma tu...
Miho? >>.
<< Lei è Red Fox
>>, disse Kaito.
Aoko sbatté le palpebre e
puntò il dito contro la ragazza. << Red Fox?!
>>.
<< Puoi stare
tranquilla, tesoro. Non ho nessuna intenzione di farmi il tuo bel
mago. Non è single >>, disse lei, facendole capire che se
fosse stato libero non ci sarebbe stato nessun problema.
Kaito si mise tra le due
ragazze per appianare la situazione.
<< Miho è venuta a
parlarmi di una cosa molto importante >>.
<< Non poteva
suonare il campanello? >>, domandò sarcastica la
fidanzata.
<< Non sarebbe stato
divertente. Noi ladri ci divertiamo così >>, disse Miho.
<< Noi? Io non sono
più un ladro >>.
<< Che sta
succedendo? >>, domandò Aoko.
Kaito spiegò brevemente
quello che la ladra gli aveva rivelato e Aoko inorridì. Si aggrappò
al braccio del mago.
<< In verità sono
qui anche per un altro motivo >>, continuò Miho.
<< Spiegati >>,
la incalzò Kaito.
Miho perse un po' della
sua sicurezza e sembrava a disagio. << Quello che sto per
dirvi
non è facile... Io credo che ci sia un sospettato >>.
<< E chi sarebbe?
>>.
La ragazza li fissò e la
coppia sembrò capire.
<< Non lo farebbe
mai >>, disse in fretta Aoko, rifiutandosi anche solo di
pensarlo.
<< Un ladro gli ha
rovinato la vita >>.
<< Gliel'ha rovinata
la madre. Kaito non ha colpa! >>, esclamò la ragazza.
Il ragazzo rimase in
silenzio e Aoko lo guardò, incredula.
<< Kaito! Non lo
penserai veramente?! >>.
<< La rabbia e la
vendetta ti portano a compiere cose che pensavi non avresti mai fatto
>>, disse Miho, in ogni parola c'era una profonda
amarezza e
solo il mago poteva capirlo.
<< Saguru non
torcerebbe un capello a nessuno! >>.
Aoko era quasi in lacrime.
Non poteva sopportare che venissero dette quelle cose sull'amico che
non vedeva dal giorno che avevano condannato Cecelia Hakuba.
Viveva in America, il
padre era andato in pensione anticipata e lui si era iscritto al
college. Tutto questo lo sapevano da Akako, loro compagna di
università e amica, era l'unica con cui parlava ogni tanto.
<< Credo sia meglio
parlarne con calma domani. Dove alloggi? >>, le chiese
Kaito.
<< Ho in affitto un
piccolo appartamento in centro >>, un bigliettino apparì
dal
nulla e lo infilò nella tasca della giacca del mago. <<
Qui
c'è l'indirizzo >>.
Il gesto fece stizzire
Aoko e si attaccò al fidanzato. << Verremo a trovarti
>>.
Che disastro, pensò
Kaito.
<< Vi farò il tè
>>, disse Miho, scorrendo la portafinestra.
<< Vi aspetto
domani pomeriggio alle cinque >>.
Saltò sul bordo del
balcone, poi sul ramo dell'albero e infine toccò terra agilmente.
Aoko la guardò stupita, non avrebbe mai immaginato che quella timida
mora fosse una ladra tanto abile. Si girò a guardare il fidanzato,
braccia incrociate e sguardo poco amichevole.
<< È fatta così
>>, tentò di recuperare Kaito.
<< Non mi piace più
>>, disse Aoko.
Il ragazzo le si avvicinò
e sciolse la presa delle braccia per cingerle la vita con le sue.
Aoko gli voltava il viso e lui la obbligò dolcemente a guardarlo
negli occhi.
<< Non mi dire che
sei veramente gelosa >>.
Anche dopo due anni
insieme il fascino di Kaito aveva ancora potere su di lei e non
riusciva ad essere arrabbiata a lungo.
<< Me l'avresti
detto? >>.
<< Eh? >>.
<< Se non ti avessi
beccato qui con Miho... Mi avresti parlato di questa storia?
>>.
La domanda prese Kaito in
contropiede. Non glielo avrebbe tenuto nascosto, ma non l'avrebbe
nemmeno fatto subito, quindi aveva ragione in parte.
<< Te l'avrei detto
più avanti >>, fu sincero.
<< Almeno mi hai
detto la verità >>. Aoko poggiò la testa contro il suo
petto.
<< Tu sei al sicuro, vero? >>.
<< Certo >>,
mentì.
Stavolta le aveva detto
una bugia ma la ragazza non faceva parte del mondo dei ladri e non
voleva metterla in mezzo in cose più grandi di lei. L'ultima volta
aveva rischiato di perderla e non avrebbe commesso lo stesso errore.
Chikage
sedeva su uno
sgabello, incrociando le caviglie in modo elegante. Sorseggiava un
alcolico e chiacchierava con il vecchio Jii.
Kaito entrò nel bar
accompagnato da Aoko. La madre abbracciò il figlio e diede un bacio
alla ragazza, Jii gli servi degli analcolici.
<< Hai detto che
dovevi parlarmi >>, esordì Chikage, teneva il bicchiere
dallo
stelo sottile.
<< Una ladra mi ha
dato un avvertimento >>.
Jii smise di fare quello
che stava facendo e puntò l'attenzione sul ragazzo. Chikage aggrottò
le sopracciglia.
<< Red Fox >>.
<< Non era quella
ladra, in un furto di un paio d'anni fa? >>, domandò Jii
e il
signorino annuì.
<< Ah, ora ricordo.
È la figlia di Eishi Tsuji >>.
<< A quanto pare ero
l'unica a non esserne a conoscenza >>, disse un po'
stizzita
Aoko, bevendo un lungo sorso di ginger.
Kaito fece roteare la
cannuccia dentro il bicchiere. << Mamma, quante volte
devo
dirti di non mentirmi? >>.
Scatenò una risata nella
donna. << Ci provo, ogni tanto. Avevo notato una certa
incidenza di morte tra i ladri >>.
<< Miho ha detto che
uccide anche gli ex ladri come noi >>.
Un'ombra attraversò il
viso di Aoko e Kaito le strinse la mano da sotto il bancone.
<< Chi potrebbe
essere tanto intelligente e spietato da ucciderli? >>,
ipotizzò
Jii.
<< Qualcuno che ce
l'ha a morte con i ladri >>, rispose Chikage, come se
fosse la
cosa più ovvia del mondo.
Kaito e Aoko non
domandarono, non ce ne era bisogno. Anche la donna pensava a Saguru,
tutti lo pensavano tranne la giovane Nakamori. Non avrebbe mai
dubitato della bontà d'animo dell'amico, anche se non lo vedeva da
due anni.
Lui è forte,
pensò la ragazza.
<< Ho una cosa da
fare >>, disse Kaito. << È un problema se
ci vediamo più
tardi? >>.
Aoko non chiese, gliene
avrebbe parlato quando sarebbe stato pronto. << Va bene
>>.
Akako
sedeva a una
scrivania con alcuni libri universitari di fronte a lei e vari
appunti. Aveva scelto la facoltà di lettere antiche e le piaceva
molto. Il brutto servo bussò e la strega gli disse di entrare.
<< Lady Akako, c'è
qualcuno per lei. È il signorino Kuroba >>.
Alzò la testa dal tomo e
aggrottò le sopracciglia. Kaito non veniva mai fino alla villa, si
frequentavano in facoltà e qualche volta fuori dal contesto
universitario ma mai nella misteriosa casa Koizumi.
<< Fallo sedere in
salotto >>.
Akako scese al piano di
sotto e indugiò un attimo prima di entrare. Kaito l'attendeva seduto
sul divano e l'amica gli sorrise.
<< Kaito... A cosa
devo la tua visita? >>.
<< Devo parlarti di
una cosa >>.
Akako si sedette sulla
poltrona preferita. << Tè per favore >>.
Poco tempo dopo bevevano
fumanti tazze di tè verde.
<< Allora? >>.
<< Quando hai
sentito Saguru l'ultima volta? >>.
La strega si accigliò e
strinse la tazza. << Perché vuoi saperlo?
>>.
<< E tu perché non
vuoi dirmelo? >>, ribatté Kaito.
<< Sempre con la
risposta pronta, Kuroba >>, sorrise Akako e guardò il suo
riflesso nel tè. << C'è qualcosa che non va?
>>.
<< Visto che sei
l'unica con cui parla magari hai qualche notizia da darmi
>>.
Kaito capì che cercava di prendere tempo.
Akako posò la tazza sul
tavolino antico. << Non dall'ultima che l'ho sentito
>>.
<< E sarebbe? >>,
richiese l'amico.
La ragazza distolse lo
sguardo da quello di Kaito. << Tre mesi fa
>>.
Angolo autrice!
Salve lettori!
Come promesso sono
tornata con il seguito della mia storia “Ladro Kid 1412”! Devo
ammettere più in ritardo di quanto credessi ma negli ultimi tre mesi
la mia vita è cambiata radicalmente quindi ho avuto altri pensieri!
:D
Stavolta ho deciso di tornare con un po' di dramma e molto più
mistero di prima! Chi sarà il serial killer e che fine ha fatto
Saguru? È
davvero lui il serial killer? Be', lo scopriremo più avanti!
Pubblicherò
un capitolo a settimana e non potrò fare di più a causa della
mancanza di tempo! :)
Aspetto
numerose le vostre opinioni e vi ringrazio in anticipo per aver
dedicato un po' del vostro tempo alla mia storia!
Alla
prossima! :D
|
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Capitolo 2 *** 02. Di nuovo Kid? ***
2°
Capitolo
Di
nuovo Kid?
L'appartamento
di Miho era
molto spazioso. Alla morte del marito, la moglie Aiko aveva ereditato
tutti i beni della famiglia Tsuji e aveva potuto crescere sua figlia
in tranquillità. Inoltre si era affermata nel mondo dello spettacolo
come manager e guadagnava bene. Quindi un posto del genere, a nemmeno
vent'anni, non era da tutti.
La casa era sufficiente
per una famiglia di quattro persone: il salotto era tutt'uno con la
sala da pranzo e una vetrata dava sul balcone, sotto c'era il fiume.
Miho li accolse e gli
diede le pantofole caratteristiche. Li guidò per un corridoio da cui
si affacciavano delle porte e, dopo una curva, il salotto. C'erano
già una teiera verde chiaro e le tazze coordinate poggiate su un
tavolino basso, completato da un piatto di biscotti.
Li invitò a sedersi sul
divano beige e lei si sedette sull'altro. Versò del tè e avvicinò
le tazze agli ospiti.
<< Questo tè me
l'ha regalato mia madre, è inglese. Assaggiatelo >>.
Era davvero buono, molto
dolce. Aoko aveva provato parecchia simpatia per Miho ai tempi della
scuola ma quell'atteggiamento da gatta morta la irritava. Non era
così ingenua da non notarlo e la verità che temeva il confronto.
Guardava il completo
pantaloni neri e maglia a maniche lunghe rossa, un piccolo fiocco
sulla scollatura. I capelli conciati in una coda di lato e il trucco
leggero. In ogni gesto e parola c'era fascino.
È
proprio come Kaito, pensò lei.
<< Sono andato da
Akako ieri >>, confessò alla fidanzata.
<< Perché? >>,
domandò lei.
<< Per chiederle di
Saguru >>.
<< E cosa ti ha
detto? >>.
<< Non lo sente da
tre mesi >>, rispose dopo qualche secondo.
<< Dal primo
omicidio >>, notò Miho.
<< Non significa
niente! >>, esclamò Aoko, alterandosi. <<
Potrebbe
essere molto impegnato con il college o svolgendo qualche indagine
>>.
<< Non è mai
passato tanto tempo >>, le ricordò il fidanzato.
<< Non crederò mai
che Saguru possa uccidere in modo tanto orribile! >>.
Kaito si arrese. Ogni
volta che si toccava l'argomento, Aoko perdeva la calma e non voleva
ascoltarlo.
<< Non possiamo
sapere quale ladro colpirà la prossima volta >>, disse
Miho,
prendendo il tablet posto accanto a lei. << Ho scritto
una
lista >>.
Il mago lo prese e Aoko
gli si avvicinò per leggere meglio.
<< Sono così tanti?
>>, domandò esterrefatta la ragazza.
<< Qualche nome lo
conosco >>, mormorò Kaito.
<< Farò qualche
indagine per conto mio >>, disse Miho. <<
Troppe persone
darebbero nell'occhio >>.
<< È
un modo carino per dirmi di stare ai margini? >>.
<< Esatto. Molto
intelligente >>.
<< La prossima
settimana terremo un altro spettacolo al National Theatre
>>,
disse Kaito e la fidanzata porse una busta alla ladra.
<< Ci piacerebbe che
tu venissi >>, continuò Aoko.
Miho prese la busta. <<
Grazie. Stavolta vedrò di non lasciarti carte da gioco in camerino!
>>.
La frase fece calare un
silenzio pesantissimo. La ladra guardò i due, molto confusa dallo
sguardo di pietra che Aoko rivolgeva al fidanzato.
<< Ora dobbiamo
andare >>, si affrettò a dire Kaito. << Se
hai novità,
chiamami a questo numero >>.
Posò un biglietto sul
tavolino e Miho ebbe l'impressione di aver generato un gran casino.
<<
Aoko! >>.
La ragazza entrò in casa
Nakamori sbattendo la porta, infuriata. Kaito si cambiò velocemente
le scarpe e la seguì in cucina.
<< Come hai potuto
non dirmelo?! >>.
<< È
solo una stupida
carta. Miho è entrata
furtivamente nel mio camerino e l'ha lasciata, tutto qua
>>.
<< Perché non me
l'hai detto? >>. Aoko si rendeva conto da sola di star
facendo
una scenata esagerata ma quella ladra tanto sicura di sé la mandava
in tilt.
<< Si può sapere
cosa ti prende? Sei strana da quando è apparsa Miho >>.
Colpita nel profondo, la
ragazza serrò i pugni e distolse lo sguardo.
<< Lei è... lei
è... >>.
<< Cosa? >>.
<< Come te >>,
concluse e il ragazzo non seppe cosa dire, non riusciva a capire.
<<
Avete entrambi un fascino innato, in qualsiasi cosa fate. Non c'è
confronto e lei ha un palese interesse per te >>.
Kaito mise due dita sotto
il mento di Aoko e lo obbligò a guardarlo. << Non ti
mentirò
dicendo che Miho non aveva un interesse nei miei confronti ma non è
successo mai niente. Nemmeno la ladra più sexy del mondo potrebbe
portarmi via da te >>.
Aoko strinse la mano del
ragazzo. << Smettiamola con i segreti >>.
<< Promesso >>.
Il
giorno dopo erano a
lezione all'università. Kaito seguiva il corso di letteratura e
altri studenti di diverse facoltà lo facevano per avere crediti
aggiuntivi. Annoiato, giocherellava con una matita mentre attendeva
il professore per due ore di lezione.
Non si girò quando udì
una sedia spostarsi e una persona sedersi vicino a lui.
<< Scusa, ho
dimenticato la penna. Me ne presti una? >>.
Il ragazzo fece per darle
una delle sue e rimase di sasso quando vide chi era.
<< Miho? >>.
<< Buongiorno! >>,
prese la penna e si mise a scarabocchiare sul blocco posato sul
banco.
<< Ma che...? >>.
<< Frequentavo
l'università di Osaka e ho chiesto un trasferimento a Tokyo. Ho in
programma di restare per un po' di tempo >>, gli sorrise.
Kaito ripensò alla
scenata di Aoko del pomeriggio prima e cominciò a chiedersi se forse
quella esagerazione non fosse poi così tanta. Sapeva benissimo che
se Red Fox voleva qualcosa l'otteneva ed era molto caparbia.
<< Non sapevo ti
fossi iscritta all'università >>.
<< Tu più di tutti
dovresti sapere che dovremo sempre tenere un filo che ci lega alla
vita comune >>.
Un punto a favore di Miho
era proprio questo: riusciva a comprendere la sfumatura della vita di
un ladro.
Io non sono più un
ladro. << Che facoltà frequenti?
>>.
<< Chimica >>,
rispose. << Ma amo anche la letteratura >>.
<< Buongiorno Kaito!
>>.
Keiko si avvicinò ai due.
La ragazza indossava sempre gli occhiali, le code erano diventati
lunghi capelli sciolti e di recente si era fidanzata con un coetaneo.
Era sempre calma, riflessiva e ottima dispensatrice di consigli.
<< Ciao Keiko >>.
<< Miho! >>,
la giovane rimase basita e le diede un affettuoso abbraccio.
<<
Da quando frequenti questa università? >>.
La ragazza fu gentile. <<
Qualche settimana >>.
La risposta fece mettere
Kaito sull'attenti. Se veramente frequentava da tanto tempo come mai
non se ne era accorto? O era solo una bugia?
<< Sono contenta!
Aoko non me l'ha detto >>.
Il professore entrò in
classe e la conversazione si interruppe lì. Per tutta la durata
della lezione si sentì a disagio: Miho l'aveva avvertito ma qualcosa
stonava, forse nascondeva qualche segreto.
Smettiamola con i
segreti.
Kaito ripensò alla frase
della fidanzata e i segreti stavano di nuovo avvelenando la sua vita,
per quanto non lo volesse.
Alla
pausa pranzo incontrò
la fidanzata in giardino.
Aoko era seduta sull'erba,
le gambe distese e un libro sulle ginocchia. La brezza scompigliava
leggermente i capelli scuri e aveva un lieve sorriso, sembrava
tranquilla.
Kaito si sedette al suo
fianco e le diede un bacio. La fidanzata mostrò due porta pranzo,
uno blu e uno rosa
<< Ieri sera mi sono
impegnata! >>.
Iniziarono a mangiare.
Anche se era novembre c'era il sole e poco freddo, ancora non era
caduta la prima neve.
<< Aoko >>.
<< Sì? >>.
<< Ehm... Miho si è
trasferita qui per studiare >>.
Aoko smise immediatamente
di mangiare. << Fantastico >>.
Il tono sarcastico era
piuttosto marcato. << Frequenta il mio stesso corso di
letteratura. Keiko l'ha vista >>.
<< Non fraintendermi
>>, iniziò. << Mi piace Miho. Ma credo che
lei possa
fare una cosa che io non potrò mai fare >>.
<< Che intendi? >>.
<< Lei può capirti
>>, rispose amaramente. << Io non potrò mai
comprendere
quello che hai passato >>.
Aoko ci aveva provato ma
c'erano lati di Kaito che non riusciva a decifrare. Si sentiva come
se le mancasse qualcosa.
<< A proposito di
questo >>. Kaito chiuse il porta pranzo ormai vuoto e lo
mise
sopra quello rosa. << Ci ho riflettuto un po'. Se
veramente
questo serial killer sta uccidendo i più grandi ladri al mondo e io
non sono immune dalla sua furia omicida, non posso restare fermo ad
aspettare >>.
Aoko sentì
improvvisamente freddo, strinse i contenitori vuoti.
<< Sto pensando di
riprendere le vesti di Ladro Kid >>.
La frase galleggiò in
silenzio fra i due per almeno un minuto.
Aoko mollò i contenitori
sull'erba con un rumore attutito. << Ti metterà ancora di
più
in pericolo! >>.
Kaito sospirò. <<
Sono in pericolo comunque. E anche tu, la mamma e Jii >>.
<< Io? >>.
<< Sei la mia
fidanzata e il mio amore per te è un'arma. Non voglio che ti uccida
per farmi arrabbiare e uscire allo scoperto. A questo bastardo gli
piace giocare con le vite altrui >>.
<< Quindi hai deciso
>>, Aoko mise i contenitori nella borsa, si pulì la gonna
e le
calze dall'erba.
<< Non ancora, ne
volevo parlare con te >>.
<< Come la metti con
papà? >>.
<< Troverò un modo
>>.
<< Dobbiamo andare a
lezione >>.
Aoko e Kaito si separarono
in corridoio e lui la strinse in un forte abbraccio. Lei si lasciò
andare e il profumo familiare la calmò.
Ma dentro il suo cuore
sentiva che stava arrivando una tempesta, una brutta tempesta.
Barcellona
era una delle
più esplosive città spagnole. Nella piazza principale c'era sempre
un via vai di gente, il calore e l'ospitalità si avvertivano in quei
sorrisi amichevoli.
Un ragazzo sui vent'anni
percorreva la piazza fino a fermarsi sotto un portone ed entrò.
Portava una borsa a tracolla nera e salì velocemente i due piani che
lo separavano dal suo appartamento. Gettò le chiavi in una ciotola e
la borsa sulla poltrona all'ingresso.
In bagno si lavò le mani
e il viso, sistemandosi i riccioli neri e controllandosi la pelle
scura. Nella camera da letto posò le scarpe dentro l'armadio e
accese il PC per controllare le email. Non aveva ancora letto la
prima quando si scansò di lato per evitare un pugnale che si
conficcò nel muro color mattone.
La figura che l'aveva
lanciato era mezza celata dalla tenda mossa dal vento. Il ragazzo
corse fuori dalla camera ma, con abile maestria, la figura lanciò il
pugnale liberato dal muro e lo colpì alla gamba. Il ragazzo urlò
insulti in spagnolo e cadde sul pavimento, perdeva sangue
copiosamente.
La figura faceva roteare
due pugnale per mano e lo guardò con disprezzo.
<< Chi sei tu?! >>,
urlò il ragazzo, sconvolto dal dolore.
<< Io so chi sei tu
>>, sussurrò, lanciando l'altro pugnale nella seconda
gamba.
Poi gli chiuse la bocca con un fazzoletto, un ghigno sul viso di chi
sta per passare delle ore molto divertenti...
La
sveglia sul comodino
trillò e una mano bianca uscì da sotto le coperte per spegnerla.
Aoko si tirò su e stropicciò gli occhi azzurri, desiderando dormire
altre due ore però doveva alzarsi e preparare la colazione, alle
dieci c'erano le prove dello spettacolo.
Scosse Kaito sdraiato
dall'altra parte, mugugnò qualcosa.
<< Stamane cucino io
la colazione >>, disse Aoko, mettendosi seduta sul bordo
del
letto e facendo un altro sbadiglio.
Le braccia di Kaito gli
circondarono la vita e la trascinarono di nuovo al centro del letto.
<< Arriveremo in
ritardo >>, mormorò Aoko, riprendendo fiato dopo un bacio
da
toglierle il respiro.
<< Siamo noi i
protagonisti >>, le ricordò, dandole alcuni baci sul
collo.
I due risero e si
lasciarono andare a lunghi baci e carezze finché un cellulare non
squillò. Kaito voltò la testa in direzione del suono e veniva dal
cassetto del comodino. Aoko capì che il momento si era rotto e si
mise seduta, un po' delusa.
<< È
il numero che ho dato a Miho >>.
<< Rispondi >>.
La voce era durissima.
Kaito frugò nel cassetto
e ne estrasse un semplice cellulare prepagato.
<< Pronto? >>.
Miho era in piedi,
appoggiata contro il bancone della cucina e nella mano libera il
tablet, una pagina su un quotidiano straniero.
<< Ha ucciso un
altro ladro >>.
Quella frase fece
rabbrividire Kaito e Aoko capì subito cosa fosse successo. Dopo una
breve conversazione ripose l'apparecchio al suo posto. La ragazza non
riuscì a resistere e si appoggiò contro la schiena di Kaito,
sentendo il calore e serrando gli occhi.
Non c'erano bisogno di
chiedergli chi fosse morto, l'età, come e quando. Una vita era stata
spezzata e questo le bastava per immaginare che potesse esserci Kaito
al suo posto, di non sentire più la sua voce e il sorriso che le
faceva piegare le ginocchia.
<< Aoko... >>,
sussurrò, voltandosi e prendendole una mano. << Non mi
accadrà
niente >>.
<< Torna ad essere
Ladro Kid >>.
Kaito spalancò gli occhi,
incredulo di sentirle dire quelle parole.
<< Se serve a
proteggerti, se serve a scoprire chi toglie la vita in questo modo...
Non m'importa. Non voglio perderti! >>, gli buttò le
braccia
al collo, piangendo.
Si ricordò di quando
aveva scoperto che Kaito era Kid. Nemmeno per un attimo aveva provato
delusione ma solo tanta rabbia per aver tenuto un segreto con lei,
avrebbe amato il ladro come amava lui. E dopo due anni era disposta
ancora a farlo.
Kaito
premette i bottoni
di un tastierino numerico posto al lato del ritratto del padre e
sentì un click.
Con la mano tremante
spinse il dipinto e girò su se stesso, cambiando immagine. Scese le
scale e l'odore di chiuso e polvere gli invase le narici. Le luci si
accesero automaticamente, rivelando la familiare poltrona e il
jukebox contro la parete. Tirò via il telo grigio e rivelò la
brillante macchina bianca.
I mazzi di carte, la spara
carte, gli strumenti e l'aliante erano riposti ordinati sugli
scaffali. Kaito premette un tasto sotto il bancone del bar e
l'armadio salì su, aprendo le ante.
Il ragazzo fissò l'abito
che aveva indossato per un anno e che precedentemente era stato di
suo padre. Quest'ultimo era morto per essersi messo in affari
pericolosi e aveva la sensazione di star cadendo nella stessa
trappola. Ma ora che era innamorato di Aoko si rendeva conto del
perché Toichi l'avesse fatto: per la moglie e il suo bambino.
Kaito avrebbe tanto voluto
sentire la voce familiare dargli consigli ma stavolta doveva
cavarsela da solo, non era più un ragazzino inesperto ma un adulto.
Sfiorò la stoffa liscia e e roteò la spara carte.
<< Ciao, vecchio
amico >>.
Ginzo
Nakamori rientrò
dal lavoro strascicando i passi sul pavimento e la voglia di versarsi
un tè caldo. Come entrò nella sala da pranzo vide la figlia e Kaito
seduti al tavolo ed ebbe un déjà-vu, come due anni prima.
<< Oh no >>,
sussurrò. << Me lo sentivo che sarebbe arrivato questo
giorno:
sei incinta >>.
<< No! >>,
esclamò la figlia, rossa in viso e Kaito sobbalzò. << Ma
come
ti viene in mente?! >>.
L'ispettore ripose la
pistola nel fodero. << Meglio per te, ragazzo
>>.
<< Dovremo parlarti
>>.
L'uomo inarcò un
sopracciglio, perplesso, e si sedette.
<< Allora? >>.
Kaito iniziò a spiegare
brevemente cosa stesse succedendo. L'ispettore aveva ricevuto qualche
voce di corridoio e ascoltato distrattamente la televisione quindi
riuscì a cogliere subito la spiegazione del mago.
<< Volete che ne
parli ai miei superiori? >>.
I due ragazzi si
guardarono e fu il turno di Aoko.
<< No, papà. Kaito
è in pericolo e quindi... >>.
<< No >>,
scosse la testa. << No, no e no >>.
<< Non ho scelta!
>>, ribatté Kaito.
Nakamori prese a fare
avanti e indietro per la stanza. << Tu vuoi ributtarmi in
quell'incubo?! >>.
<< Assolutamente no,
non glielo chiederei mai! >>, Kaito tirò indietro la
sedia. <<
Quando io ritornerò sulla scena, lei dovrà rifiutare il caso e ne
resterà fuori >>.
<< Mia figlia
potrebbe essere coinvolta! >>, batté le mani sul tavolo.
<< Papà! >>.
<< Lo è già! >>,
esclamò Kaito. << Se questo assassino arriva alla mia
identità, potrebbe usare Aoko come arma. È
già successo!
>>.
Nakamori respirava veloce:
Ladro Kid di nuovo sui giornali, Kid in televisione, sulla bocca di
tutti. Il grande ritorno del ladro fantasma.
<< Sei consapevole
che assegneranno un altro al mio posto? >>.
<< Sì, ne sono
consapevole >>.
<< Potrebbe essere
molto più duro di me >>.
<< Non importa >>,
intervenne Aoko. << Prima arrestiamo questo pazzo e Kaito
potrà
tornare alla sua vita, alla nostra vita >>.
L'ispettore si abbandonò
sulla sedia, preoccupato e pensieroso. Aveva digerito essersi fatto
sfuggire Ladro Kid, rischiato una retrocessione, aveva accettato che
fosse il fidanzato di sua figlia e digrignava i denti ogni volta che
passava la notte nella villetta affianco.
Ma non sarebbe rimasto a
guardare e aveva già un piano in mente.
Miho andò ad aprire,
indossava un vestito a maniche lunghe grigio e gambe scoperte.
<< Benvenuto >>,
invitò Kaito ad entrare e si ritrovano nel salotto.
<< Mi hai detto che
hai novità >>.
La ladra si sedette a
gambe incrociate sul divano e iniziò a frugare tra le cartelle del
tablet. Kaito non avrebbe voluto ma dovette ammettere che era davvero
bella: rispetto ad Aoko era più sciolta e sicura, non si vergognava
di niente.
<< Ehi >>,
Miho schioccò le dita e Kaito si scosse. << Ti eri
incantato
>>.
<< Scusa >>,
ritornò con i piedi per terra. << Dicevi?
>>.
<< È
un ladro spagnolo, come ti avevo accennato
>>, gli
mostrò delle foto. << Il mio contatto è penetrato nel
sito
della polizia di Barcellona ed è riuscito a salvare queste
>>.
Kaito non era sensibile di
stomaco ma stavolta fu messo a dura prova. << Mio dio
>>,
mormorò.
<< L'ha pugnalato
più volte e dissanguato lentamente. Ci ha messo cinque ore a morire
>>.
<< Chi era? >>.
<< Felipe Ruiz,
ventuno anni. Studiava a Barcellona matematica ed era nato a Madrid.
Era un ladro da circa un anno e lo chiamavano “El
ladrón está feliz”
>>, lo
pronunciò in maniera perfetta. << Indossava una maschera
con
un sorriso perennemente stampato in volto >>.
<< Cosa
rubava? >>.
Gli mostrò
alcuni articoli di giornale. << Dipinti e piccole opere
d'arte,
mai ritrovate >>.
<< Come
fa? >>, Kaito strinse il tablet nella sua mano.
<< Come
diamane riesce a scoprire l'identità di queste persone e dove
vivono? >>.
<< So
che la tua ragazza non vuole nemmeno sentirlo dire ma questo sembra
il lavoro di un detective >>.
Kaito sapeva
che Miho poteva avere ragione e non sopportava l'idea.
<<
Forse dovresti dirlo alla tua amica... Akako giusto? La ricordo ai
tempi del liceo. Sempre così enigmatica? >>, rise.
<< Sì
>>, Kaito condivise la risata con la ragazza.
<< Se le
racconto questa storia, regagirà come Aoko >>.
<< Ha
una cotta per il bel detective biondo. Capisco >>.
<< Io
non ho detto questo! >>.
Miho scivolò
vicino a lui, troppo vicino. Kaito si sentì a disagio e
improvvisamente impacciato: se avesse fraintenso e si fosse spostato
avrebbe fatto una figuraccia.
<< Non
c'è bisogno. Si capisce dai dettagli quando una persona ha una cotta
per un altro e già ai tempi di quella gita si notava >>.
Kaito non
rispose e si limitò a scorrere le pagine del tablet.
<< Ti
metto a disagio? >>.
Quella
domanda a bruciapelo lo fece arrossire. << No!
>>, la
voce uscì troppo stridula e si allontanò.
<< Mi
dispiace se l'altra volta ti ho messo nei guai con Aoko
>>.
Kaito capì a
cosa si riferiva. << Non è colpa tua ma mia. Avrei dovuto
dirglielo subito >>.
Miho gli mise
una mano sulla spalla. << Siete una bella coppia e mi
dispiace
se non piaccio ad Aoko >>.
Il mago
rimase immobile a quel contatto. Ma
che mi prende?
<<
Non è vero. Tu piaci ad Aoko >>.
<< Ma
non le piaccio quando crede che io ti faccia la corte >>.
<< Aoko
è solo... solo... >>.
<<
Insicura? >>.
<< Già
>>. Kaito si mise in piedi e interruppe quella
conversazione
che stava diventando imbarazzante e l'atmosfera troppo pesante.
<< In
questi giorni non ci sarò >>, disse Miho.
<< Andrò nel
sud del Giappone >>. Sventolò un biglietto, sorridendo.
<< Hai
un furto programmato >>.
<< Sì,
devo verificare che sia la mia gemma >>.
<<
Quindi non verrai al mio spettacolo? >>.
<<
Tornerò giusto in tempo. Non me lo perderei mai! >>, rise
lei.
In ascensore,
Kaito iniziò a pensare che Miho era ambigua: si comportava da amica
e a tratti sembrava attratta da lui. Aveva detto ad Aoko di
quell'incontro ma avrebbe evitato i dettagli o sarebbe esplosa come
l'ultima volta.
Akako batteva
le dita sulla scrivania, fissando lo schermo luminoso del computer.
Dopo l'ultima visita dei due amici, brutti pensieri su Saguru
l'avevano agitata. Lo sapeva anche lei che non farsi sentire per tre
mesi era tanto e, non l'avrebbe mai ammesso alla coppietta felice,
gli aveva lasciato diversi messaggi senza risposta. Guardava la lunga
serie di messaggi e non sapeva nemmeno se li avesse letti.
Che
combini Saguru? Dove sei finito?
Scrisse un
altro messaggio, gliene mandava almeno due a settimana. Gli occhi
preoccupati di Kaito non li poteva dimenticare e non gli aveva
raccontato come stavano le cose.
In che
guaio ti sei cacciato?
Attese cinque
minuti però nessuna risposta, come ormai accadeva da troppo tempo.
Alla strega mancava il detective che non vedeva da due anni, era
stata l'unica ad avere il privilegio di stargli vicino e questo
l'aveva resa molto felice.
Gli occhi
andarono all'unica foto che aveva di lui, scattata durante una
giornata scolastica, lui sorrideva.
Saguru aveva
smesso di sorridere dopo il processo. Ad Akako pizziccarono gli occhi
ma smise inmediatamente: una strega che versa una lacrima perde i
suoi poteri.
Quanto mi
manca, quel sorriso.
Angolo
autrice!
Salve
lettori!
Ecco il
secondo capitolo della storia! Pubblicherò un capitolo a settimana,
rispetto alla storia precdentemente ho meno tempo quindi sarà questa
la frequenza! :)
In questa
storia darò spazio anche alla storia d'amore di Akako e Saguru,
ovviamente con il tempo!
Maya
Mendler1: Grazie mille per la tua recensione via messaggio
:)
Ringrazio
anche chi l'ha messa tra le preferite, le seguite e per chi l'ha
letta!
A presto! :D
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Capitolo 3 *** 03. Il Rubino Stellato ***
3° Capitolo
Il
Rubino Stellato
Mio
adorato pubblico,
Il
vostro amato ladro fantasma ritornerà ad incantarvi! Ruberò il
Rubino Stellato al Tokyo Metropolitan Art Museum il sedici novembre
alle ore 21.00.
Ladro
Kid
Gli
schermi giganti sui
palazzi, i giornali, le riviste erano tempestati dalle immagini del
fantastico mago criminale. Le ragazze si riunivano a sfogliare le
riviste ridacchiando e folti gruppi erano fermi ad ascoltare i
telegiornali. Quella mattina la città di Tokyo si era svegliata con
la più grande novità dell'anno: dopo lo spettacolo conclusivo e la
restituzione dell'ultima gemma rubata, avevano pensato di non
rivedere mai più il ladro dalle vesti candide.
Nel quartier generale
della polizia, alcuni agenti avevano accerchiato la scrivania
dell'ispettore Nakamori.
<< Ha visto?! >>.
<< E adesso lei cosa
farà? >>.
<< Sarà contento
vero? >>.
L'uomo cercava di mostrare
il fastidio di sempre per il ladro ed evitava di rispondere alle
domande sul futuro incarico. Il capitano della polizia fece il suo
ingresso nell'ampia stanza e l'ispettore balzò in piedi, rispettoso.
<< Capitano Kouki!
>>.
Si levò il cappello. <<
Ispettore Nakamori, sono felice di vederla in salute. Ho avuto il
piacere di vedere uno degli spettacoli di sua figlia... Le assomiglia
>>.
<< La comunicazione
diceva che voleva parlarmi >>.
<< Esatto >>,
un'occhiataccia fece intendere agli agenti di sparire e restarono
soli. << Come avrà visto Ladro Kid è ritornato. Lei non
l'ha
mai catturato in vent'anni però ha sempre recuperato la refurtiva e
ci ha permesso di smantellare una pericolosa organizzazione
criminale. Dopo aver interloquito con le alte sfere abbiamo deciso di
assegnarle ancora una volta il caso di Kid >>.
Il capitano smise di
parlare e attese la reazione felice dell'ispettore. Con enorme
stupore, l'uomo fece un inchino e scosse la testa.
<< Mi dispiace,
rifiutò l'onore di questo incarico >>.
La frase lasciò a bocca
aperto i colleghi e i sottoposti. Il capitano Kouki non era facile da
stupire e per poco il cappello non cadde a terra.
<< Rifiuta
l'incarico? >>.
<< Sì >>.
<< Be', se le
dicessi che non mi ha sorpreso le direi una bugia. Posso chiederle le
motivazioni di questa decisione? >>.
L'ispettore avrebbe voluto
dire che non poteva ferire sua figlia ma non poteva. <<
Per me
il caso Kid si è concluso l'anno scorso. Credo sia ora di passarlo a
una mente più giovane >>.
Il capitano si rimise il
cappello e sospirò. Gli occhi del sottoposto esprimevano tutta la
loro convinzione.
<< Credo di non
poter far niente per convincerla del contrario, ispettore Nakamori.
Cercherò un'altra persona da assegnare a Ladro Kid >>
<< Capitano, forse
non sono nella posizione di fare una richiesta del genere, dopo un
rifiuto di tale portata ma... vorrei far parte della squadra d'azione
>>.
Ecco il piano di Nakamori:
avrebbe operato da talpa senza farlo sapere a Kaito, che non avrebbe
mai accettato di esporlo ad un rischio tanto grande. Non poteva
permettere a quel ragazzo di finire in prigione e vedere il cuore di
Aoko spezzato.
L'uomo ci pensò un
attimo.
<< Va bene. Sono
certa che il nuovo ispettore avrà bisogno di un aiuto esperto come
il suo >>.
<< La ringrazio
infinitamente >>, un altro inchino.
Quando il capitano se ne
fu andato, i colleghi non poterono fare a meno di porgli domande sul
rifiuto, lui non rispose e fece finta di avere molte pratiche da
sbrigare. Guardò la foto di Aoko posta sulla scrivania.
Lo faccio per te,
figliola.
<<
Aoko! Aoko! >>.
Keiko la fermò nei
corridoi e prese fiato per la corsa. Le sventolò un giornale in
faccia.
<< Hai letto?! >>.
Aoko fece finta di
guardare le pagine. << Ah, di Ladro Kid? >>.
<< Non è
incredibile? Voglio andare al museo la sera del furto, dicono che ci
sarà il pienone! >>. La mancata reazione di rabbia
dell'amica
la fece diventare perplessa. << Sembra quasi che non ti
interessi >>.
La ragazza trasalii e la
gola divenne secca. Non ci aveva pensato che la gente si sarebbe
aspettata le solite reazioni. Ma come avrebbe fatto ora che stava con
Kaito?
<< Ehi Kaito! >>.
Come se fosse apparso dal
nulla, le cinse la vita con le braccia e notò la rivista che teneva
in mano.
<< Ci vieni al
museo? >>, gli domandò Keiko.
<< Tu ci vai? >>,
Kaito girò la domanda alla fidanzata.
<< Certo che ci
viene! Non vedrà l'ora di vedere catturato il ladro >>,
rise
la ragazza dai capelli biondi.
<< Be'... sì! >>,
esordì Aoko, fingendo fastidio. << Figurati se un
esibizionista di quel calibro poteva resistere dietro le quinte tanto
a lungo! >>.
Sentì la risatina di
Kaito nell'orecchio e Keiko parve finalmente soddisfatta. Aoko si
rese conto di dover recitare una parte, esattamente come il
fidanzato, ormai faceva parte anche lei di quella recita.
Una volta rimasti soli,
Kaito si lasciò andare a una lunga risata e Aoko gli tirò una
gomitata tra le costole. Lui tossicchiò e lei mise un finto broncio
<< Eri così buffa!
>>.
<< Non stavo
recitando, sei davvero un esibizionista! >>.
Nascosti da occhi
indiscreti, le diede un bacio in fronte. << Mi dispiace
>>.
<< Per cosa? >>.
<< Per costringerti
a mentire alla tua migliore amica >>.
Aoko gli restituì un
bacio sulle labbra. << Non importa. Questa storia finirà
tra
non molto >>.
<< Dovresti andarci
al museo, davvero >>, disse Kaito.
<< Dici sul serio?
>>.
<< Se non ci vai,
Keiko potrebbe sospettare e non mi sembra il caso. Forse è meglio
che porti con te anche Akako >>.
Aoko annuì. <<
Glielo chiederò. Dovremo comunque dirle quello che sta succedendo
>>.
Kaito ci aveva pensato a
lungo, non era sicuro di volerle rivelare quello che stava accadendo.
Sapeva troppo bene quante cose sciocche si possono fare per amore e
temeva che potesse usare la magia in modo improprio. Ma ora che aveva
rilasciato l'annuncio, la strega avrebbe preteso delle spiegazioni.
Quel momento arrivò
durante la pausa pranzo. Quando Akako passava per l'ateneo, era
circondata da numerosi ragazzi che le chiedevano il numero o il
contatto email e non riusciva mai a liberarsene.
Intercettò Aoko
all'uscita della lezione e la trascinò sul tetto, sbarrando la porta
con la magia per non essere disturbate
<< Kaito è tornato
ad essere Ladro Kid? >>.
Gli occhi di Aoko si
fecero tristi e strinse i volumi di diritto tra le braccia.
<<
Sì, è stato costretto >>.
<< C'entra forse con
la visita dell'ultima volta? È
coinvolto anche Saguru? >>.
La giovane Nakamori poteva
avvertire l'ansia nelle parole dell'amica. << No! Saguru
non ha
fatto niente. È
solo che... >>.
<< Solo che? >>.
Akako era spazientita.
<< Kaito lo pensa,
anche se con me non vuole ammetterlo >>.
Akako scrutò bene il viso
della giovane. << E allora con chi l'ammette? Aoko?
>>.
<< Ricordi Miho? >>.
La strega mise un dito
sotto il mento e cercò di ricordare. << Miho... Miho...
Ah sì,
era una delle ragazze che abbiamo incontrato durante il liceo due
anni fa, al campo estivo >>.
<< Lei è Red Fox
>>, le confidò.
<< Ah ho capito >>,
Akako fece la sua risata stridula, un po' divertita. <<
Sei
gelosa! >>.
<< Non è vero! >>,
punta nel vivo, le guance di Aoko divennero rosse e distolse lo
sguardo. << Semplicemente si capiscono fra ladri
>>.
<< E cosa c'entra
Red Fox? >>.
Aoko riassunse brevemente
la situazione e, come previsto, Akako reagì male.
<< Non posso credere
che Kaito pensi sul serio che Saguru possa uccidere in modo tanto
brutale, più volte! >>.
<< Lo trovo assurdo
anch'io, sono dalla tua parte >>, concordò Aoko.
<< Chiarirò la cosa
con quel mago da strapazzo! >>.
<< Posso chiederti
di strapazzarlo dopo lo spettacolo e il furto? >>.
<< Lo faccio solo
perché sei tu! >>, disse stizzita Akako e liberò la porta
dalla fattura che aveva messo. Scese le scale inviperita e avrebbe
voluto dirne quattro a Kaito.
Non lo farebbe mai
Saguru, mai!
Poi scese lentamente le
scale per poi fermarsi del tutto, gli occhi lucidi.
<< Allora perché
non si confida più con me? >>.
Ricacciò indietro le
lacrime che avrebbero distrutto la sua magia e rimise la facciata di
strega fiera.
Conciliare
l'università
con le prove per gli spettacoli era difficile ma ora che doveva
progettare un furto il tempo era ridotto al minimo. Aoko aveva visto
quel tipo di concentrazione solo in occasione del furto dello Zaffiro
Speranza e ora che vivevano praticamente insieme lo viveva appieno.
Terminate le lezioni, si
chiudeva nella stanza segreta o passava un paio d'ore al bar di Jii.
Aoko si sentiva un po' esclusa però comprendeva che era necessario
per risolvere quel brutto problema, cercava di non opprimerlo con i
pensieri inutili.
Kaito sentiva la mancanza
della fidanzata. Una sera era seduto alla scrivania della vecchia
stanza per sistemare alcune carte da riporre nella cassaforte del
nascondiglio. Per sbaglio rovesciò una cornice e la raccolse da
terra, per fortuna il vetro non si era rotto. La ripose in un angolo
più sicuro e sorrise nel guardarla.
Era la foto che Chikage
gli aveva scattato di nascosto il giorno del diploma: entrambi
indossavano la toga nera, la pergamena in mano e si scambiavano un
bacio sotto un albero, per non essere visti dagli altri.
Kaito avvertì una
malinconia strana, come se fossero passati decenni da quella foto
invece che solo due anni. Si sentì improvvisamente più vecchio dei
suoi diciannove anni e sfiorò la foto.
Accumulò le carte in un
mucchio, le mise sotto braccio e girò il ritratto per scendere giù,
insieme ai pensieri pesanti.
L'ispettore
Nakamori entrò
nell'ufficio strisciando i piedi e tenendo un bicchiere di caffè in
bilico su un cartone di ciambelle. Aoko aveva dormito fuori casa e si
era dimenticata di lasciargli la colazione a causa delle troppe
preoccupazioni. Si era fermato alla prima caffetteria e aveva
comprato dosi massicce di caffeina e zuccheri.
Addentò la prima
ciambella e un sorso di caffè bollente. Alzò lo sguardo dalle carte
che stava leggendo e vide i colleghi imbambolati dietro le loro
scrivanie.
<< Uh? Che gli
prende? >>.
Lo sguardo corse fino alla
porta e vide il capitano in compagnia di una bellissima e giovane
donna. Quest'ultima camminò tra le scrivanie con un passo elegante e
perfettamente in bilico sui tacchi neri. I capelli erano di un caldo
color miele stretti in una coda, gli occhi due smeraldi verdi e aveva
una pelle perfetta. Indossava un completo blu e una camicetta bianca
che le donava moltissimo.
L'uomo restò di sasso
quando si fermò di fronte alla sua scrivania.
<< Lei è
l'ispettore Nakamori? >>.
Il resto degli uomini
nella stanza lo guardavano malissimo, invidiosi delle attenzioni
della donna.
<< Ehm sì >>,
balbettò lui.
Allungò la mano, unghie
dipinte di rosa pallido e french bianca. << Mi chiamo
Kawano
Natsumi, l'ispettrice incaricata di catturare Ladro Kid
>>.
Se la bellezza della donna
aveva abbagliato i colleghi, la notizia che fosse lei la prescelta
per mettere in gabbia il ladro li investì di stupore.
<< La signorina
Kawano è stata la prima della sua classe in accademia >>,
intervenne il capitano Kouki. << Ha solo trentadue anni
ma
possiede una grande esperienza ed è una mente giovane, proprio come
aveva detto >>.
<< Sono felice di
collaborare con lei >>, sorrise la donna.
<< Spero che
ricevere ordini da una donna, molto più giovane di lei tra l'altro,
non crei alcun problema >>.
<< Assolutamente no
>>, disse l'ispettore.
<< L'avverto che io
ho un approccio molto diverso dal suo. Ha fatto un grande lavoro
negli ultimi vent'anni e le faccio i miei complimenti per aver
smembrato quella banda criminale. Però ritengo che Kid abbia bisogno
di un approccio più di polso >>.
Nakamori capì che era
angelica solo di aspetto e che sotto era molto dura. Era una dei
tanti che prendeva sotto gamba Kid e non aveva idea con chi aveva a
che fare. L'avrebbe scoperto da sola.
<< Eseguirò ogni
ordine che lei mi darà >>.
<< Vedo che ci
capiamo >>, ribatté lei, un mezzo sorriso poco amichevole
che
tramutò in gentile non appena si voltò verso il capitano.
<< La lascio in
questo dipartimento, oggi inizierete a stilare il piano per
catturarlo. Buona fortuna, ispettrice Kawano >>.
Il capitano si congedò e
Natsumi si rivolse alla nuova squadra.
<< Si inizia, a
lavoro! >>.
<<
Una donna? >>.
Kaito mangiava la zuppa servita da Aoko, stancamente.
<< Non sembra molto
morbida >>.
Il ragazzo ridacchiò. <<
Un'altra montata inesperta? >>.
<< Forse, vedremo
come si comporterà >>, rispose, bevendo la birra.
Aoko si sedette a tavolo.
<< Non parliamo di lavoro mentre mangiamo. Almeno durante
pasti
potremo dialogare d'altro >>.
Il fidanzato avvertì un
tono stizzito e quando rimasero soli si offrì di aiutarla a lavare i
piatti.
<< Non devi
ripassare? >>.
<< Preferisco stare
un po' con te >>.
Lavarono i primi tre
piatti in silenzio e poi Kaito decise di parlarle.
<< Mi dispiace se ti
trascuro >>.
<< Non lo fai >>.
<< Invece sì >>,
posò lo straccio con cui stava asciugando le stoviglie.
<<
Dopo lo spettacolo ci prenderemo una serata per noi >>.
<< Davvero? >>,
gli occhi di lei si illuminarono.
<< Promesso >>.
Aoko posò il viso contro
il petto di Kaito e sentì battere il suo cuore.
<< Io mi fido di te
>>.
<< Non potrei
desiderare di meglio in questo frangente >>.
Finirono di lavare i
piatti e ritornarono a villa Kuroba. Aoko si addormentò subito e
Kaito rimase per un po' a fissare il soffitto e volse lo sguardo alla
figura esile sotto le coperte e gli venne spontaneo un sorriso. Le
diede una leggera carezza tra i capelli e finalmente si addormentò.
La
sera del furto il museo
era gremito di persone in attesa di entrare, alcuni erano lì già da
ore sfidando il freddo.
Aoko era arrivata insieme
a Keiko e Akako da qualche minuto e tremava. Nonostante si fosse
messa pesanti calze nere e un vestito a maniche lunghe grigio con
stivali alti fino al ginocchio stava congelando, l'autunno stava
diventando più rigido.
<< Uffa quando
aprono? >>, brontolò Keiko.
<< Tra dieci minuti
>>, rispose Akako, guardando l'orologio che aveva al
polso.
<< C'è una grande
folla, speriamo di riuscire ad entrare! >>.
Aoko era preoccupata: non
dubitava delle capacità di Kaito ma la nuova ispettrice la
impensieriva. Akako percepì il suo animo grazie ai poteri di strega
e le mise una mano sul braccio, cercando di confortarla.
Il Rubino Stellato era una
gemma preziosa, chiamata così perché ricordava la forma di una
stella. Era di proprietà del museo, venduta da un geologo molti anni
prima con la promessa di esporla regolarmente al pubblico.
L'ispettrice Kawano era
nella stanza dei monitor dove le telecamere riprendevano tutto il
museo. Aveva preteso di controllare le facce, personalmente, di ogni
agente, ispettore Nakamori compreso. C'era un agente sotto ogni
telecamera per evitare che potesse manometterle e tutte le uscite e
le finestre erano coperte.
La teca del Rubino
Stellato era collegata a un generatore autonomo e non all'impianto
del museo, se avesse provato a toccarlo avrebbe preso la scossa.
Nakamori stava pensando a come aiutare Kaito, in caso di bisogno,
anche se non dubitava della furbizia del ragazzo.
Alle venti e trenta
l'entusiasmo era alle stelle. Keiko era l'unico del gruppetto a non
essere a conoscenza della vera identità di Kaito e vedeva un certo
nervosismo negli occhi di Aoko. Anche se cercava di dissimulare,
l'amica si era accorta dei toni un po' forzati delle sue uscite
rabbiose nei confronti del ladro. Aveva un velo di tristezza negli
occhi azzurri e ogni tanto scrutava la folla come se cercasse
qualcuno.
Kaito,
anche se aveva riso
della nuova ispettrice, aveva fatto delle ricerche per conoscere
meglio il nemico. Quella bella donna non era da prendere
assolutamente sotto gamba.
Voleva conoscere i suoi
modi d'agire e decise di non esporsi troppo. Si era mascherato da fan
di Ladro Kid e Jii da tranquillo nonno. Entrare come Kid era troppo
pericoloso e l'ultima cosa che voleva era essere arrestato proprio
davanti agli occhi di Aoko e dell'ispettore Nakamori. Essere preso,
stavolta, non significa solo distruggere la sua vita ma anche quella
di altre due persone, le conseguenze sarebbero state incalcolabili.
L'ispettrice Kawano teneva
la ricetrasmittente alla bocca per dare ordini e guardava gli
schermi.
Lui è qui, pensò.
<< Voglio che gli
agenti sotto copertura si infiltrino tra la gente >>,
ordinò e
alcune persone in borghese lasciarono la stanza.
Nakamori drizzò le
orecchie e decise che Kaito doveva saperlo. Con la scusa di portare
un messaggio a un agente tra il pubblico, si avvicinò a lui con il
fare più sospetto che potesse avere. Kaito notò l'ispettore
camminare tra la folla e lo vide passare di fianco a una persona.
Come mago riusciva a notare anche i gesti più veloci ed era sicuro
che gli avesse passato un bigliettino.
Ci sono agenti sotto
copertura.
<< Jii, tieni gli
occhi aperti >>.
<< Ricevuto
signorino >>.
Il direttore del museo,
Hiroya Higa, era un quarantenne padre di famiglia e quel lavoro gli
permetteva di avere una bella casa e tre figli. La lettera di Ladro
Kid l'aveva messo nel panico, non avrebbe mai pensato di finire
vittima dei suoi furti.
Kawano si avvicinò
all'uomo per rassicurarlo che tutto sarebbe andato bene. Higa guardò
l'orologio, asciugando il sudore con un fazzoletto ricamato, molto
preoccupato.
<< Lo spero,
signorina. Questa pietra preziosa è il fiore all'occhiello del mio
amato museo >>.
<< Me ne rendo
conto, signor Higa. Non si preoccupi: la carriera di quel ladruncolo
ricomincia e finisce stasera >>, disse molto convinta di
sé.
Kaito, che era a meno di
due metri di distanza dall'ispettrice, gli venne spontaneo sorridere
di tanta sicurezza. La teca non poteva essere toccata e avrebbe
sfruttato la preoccupazione del direttore per ottenerla.
<< Mancano cinque
minuti ragazze! >>, esclamò Keiko, entusiasta.
Si erano guadagnate i
posti in seconda fila e Aoko stringeva i pugni, sempre più in ansia.
Keiko non poté non notarlo e guardò l'amica con uno sguardo
pensieroso e preoccupato.
<< Due minuti >>,
comunicò l'ispettrice agli agenti.
Kaito era in quarta fila,
la mano in tasca per far cadere due bombolette fumogene e Jii era
nell'ultima, pronto a fare lo stesso.
<< Un minuto >>,
disse Nakamori, non distogliendo gli occhi dallo schermo.
La folla iniziò il
countdown e non appena ebbero pronunciato lo zero la sala si riempì
di fumo bianco e in pochi secondi nessuno vide più niente. La gente
cominciò a tossire e l'ispettrice Kawano asciugò gli occhi
lacrimanti.
Quando il fumo si fu
diradato, pian piano riacquistarono la vista. Aoko cercava Kaito tra
la folla come se fosse istintivo, cosa che non sfuggì a Keiko.
Poi un grido di giubilo e
lui era lì, il ladro fantasma acclamato era in piedi sulla teca del
Rubino Stellato, il rubino rosso nella mano sinistra.
<< Kid, Kid, Kid!
>>.
Aoko non staccava gli
occhi dal ladro vestito di bianco. L'aveva visto rubare molte altre
volte però era la prima volta da quando era a conoscenza della sua
vera identità. Guardò le ragazze con gli occhi illuminati davanti a
quel sorriso sfrontato che riservava solo ed esclusivamente a lei.
Mio.
L'ispettrice
Kawano
strinse i denti e gli occhi divennero una fessura per la rabbia.
<< Agenti in
borghese, arrestatelo! Deve aver disattivato la teca in qualche modo!
>>.
Sei agenti si lanciarono
dalla folla e Kid fece un salto molto agile. Gli uomini sfiorarono la
teca e presero la scossa, cadendo a terra completamente fuori gioco.
Kid ricadde sul vetro e
non gli successe niente, merito delle scarpe con la suola di gomma.
<< Mio adoratissimo
pubblico! >>, allargò le braccia. << Sono
molto felice
di vedervi qui, mi siete mancati moltissimo! >>, fece
l'occhiolino e diverse ragazze strillarono, ammaliate.
<< Sbruffone >>,
sussurrò sottovoce Aoko, scuotendo la testa e con una punta di
gelosia.
<< Oggi ho rubato il
Rubino Stellato ma non si preoccupi, signor Higa >>,
voltò il
capo verso l'uomo che aveva l'aria di uno a cui stava per
sopraggiungere un infarto. << Le ho lasciato una copia
perfetta
>>, un altro sorriso. Poi guardò ancora la folla in
estasi. <<
Alla prossima, miei cari spettatori! >>.
Le lampade aumentarono la
luminosità e quei pochi secondi senza vedere furono sufficienti a
far sparire il ladro. Il direttore corse alla teca, sbloccò il
sistema elettrico con un codice e visionò controluce il rubino.
<< Ma... >>,
balbettò, sudando ancora di più.
L'ispettrice sfiorava la
pistola, completamente furiosa.
<< Non è un falso!
>>, urlò il direttore. << Ladro Kid ci ha
preso in giro!
>>.
La donna corrugò la
fronte e capì un secondo dopo. << La rimetta dov'era!
>>,
prese la ricetrasmittente e urlò altri ordini. << Piano
B! >>.
Il signor Higa non fu
altrettanto veloce ad afferrare il piano di Kid perché una carta
passò veloce sulla mano e si conficcò nel muro dietro di lui. Il
rubino volò oltre la folla e fu agguantato da Kid, era sempre stato
dietro la folla.
Aveva sfruttato la
concentrazione delle persone sulla copia del gioiello ed ingannato
tutti: il vero rubino era nelle sue mani.
<< La ringrazio
direttore Higa! >>.
Stavolta l'uomo non resse
e si appoggiò alla teca per non cadere, sorretto da alcuni
assistenti.
<< Adesso! >>.
Con grande sorpresa di
Kid, le finestre iniziarono a chiudersi e l'ispettrice puntò la
pistola contro il ladro, togliendo la sicura e pronta a sparargli se
si fosse mosso.
Kaito si trovò in
difficoltà per una frazione di attimi e Jii impallidì: entro pochi
secondi sarebbe stato impossibile uscire. Ladro Kid ragionò in
pochissimo tempo e se fosse entrato nel condotto di aerazione sarebbe
sbucato sul tetto.
Doveva trovare un
diversivo per entrare nella grata a cinque metri da lui. Jii annuì e
dalla borsa a tracolla estrasse delle palline che sparse ai piedi
della folla.
Diversi Kid si gonfiarono
ai piedi della gente e l'ispettrice fu confusa, erano così simili
all'originale che temeva di colpire qualcuno tra il pubblico.
Poi i manichini
scoppiarono e del ladro fantasma nessuna traccia. La pistola tremò
nelle mani della donna, poi si ricompose e rise.
Ci siamo conosciuti,
caro Kid.
Kaito
sbucò sul tetto,
attivò l'aliante e solcò il cielo stellato. Comunicò a Jii di
essere in salvo e di lasciare il museo il prima possibile.
Chiacchiericci e brusii
nel museo non permettevano di sentirsi l'uno con l'altro.
<< Grandioso! >>,
esordì Keiko. << Kid non delude mai! >>.
<< Scusate ragazze
ma io devo andare! >>. Aoko voleva solo tornare a casa ed
abbracciare il fidanzato, ne aveva bisogno. Senza aggiungere altro
sparì tra la folla che fluiva verso l'uscita.
Keiko fece per rincorrerla
però Akako la fermò per il polso.
<< Vorrà stare con
il padre. Dopotutto nemmeno oggi hanno arrestato Kid >>.
La ragazza annuì
debolmente e aveva la sensazione che qualcosa non andasse nel
comportamento di Aoko.
L'ispettrice
ordinò una
riunione immediata e sgridò alcuni agenti che non avevano fatto bene
il loro lavoro.
<< Adesso andate a
stilare i rapporti e sperate che i superiori non decidano di
degradarvi! >>.
Nakamori era felice di
sapere che Kaito era al sicuro e tutto era andato per il meglio.
Stava sistemando le carte e la strumentazione quando l'ispettrice gli
si avvicinò.
<< Ha fatto un buon
lavoro Nakamori >>.
<< Anche lei. Quando
ho visto la pistola, ho capito cosa intendeva con più polso
>>.
<< Ladro Kid pensa
di aver vinto stasera ma la verità che volevo conoscere questo
straordinario mago >>, disse Kawano.
<< Che intende dire?
>>.
<< Che volevo che
fuggisse. Avevo bisogno di un faccia a faccia ed ora so come trattare
con tale feccia >>, fece una risatina spaventosa e lasciò
la
stanza.
L'ispettore riprese il suo
lavoro, ansioso. Se era solo un decimo di quello che aveva in mente,
cosa avrebbe fatto la volta successiva?
Aoko
girò la chiave ed
entrò in casa, togliendosi frettolosamente le scarpe e salendo le
scale velocissima, quasi inciampando.
<< Kaito! >>.
Aprì la porta,
sbattendola contro la parete, il respiro pesante. La camera era vuota
e non era stato girato il ritratto di Toichi. La ragazza cominciò ad
andare nel panico finché non vide la figura del ladro atterrare sul
balcone. Aoko fece scorrere la portafinestra e si gettò tra le
braccia del ladro.
<< Amore! >>,
esclamò, strofinando il viso contro la giaccia bianca.
<< Aoko >>,
sussurrò, spostandole i capelli per guardarle il viso. <<
Sto
bene >>.
<< Ho avuto tanta
paura! >>, singhiozzò e Kaito le asciugò le lacrime con i
guanti candidi.
<< Sono qui, vivo e
vegeto. L'ispettrice non faceva sul serio >>.
<< Eh? >>.
Aoko smise di piangere.
<< Era tutta una
farsa, voleva testare le mie capacità. Sapeva che sarei fuggito
>>.
La fidanzata fece un paio
di passi indietro, sentendosi sciocca per non averlo capito. Kaito
rientrò nella vecchia camera da letto e si levò il cappello e
monocolo. Estrasse il Rubino Stellato dalla tasca, l'avrebbe messo in
cassaforte e rispedito la mattina seguente.
<< È
bellissimo >>, disse Aoko, ammirandolo.
<< Mai quanto te >>,
ribatté lui.
La ragazza non poté fare
a meno di ridere e Kaito rise con lei.
<< Frase
scontatissima però è la verità >>.
Aoko strinse la mano del
ragazzo e lo baciò, in breve si trasformò in un bacio molto
passionale e Aoko si ritrovò stesa sul letto a una piazza e mezza.
Anche se aveva capito
benissimo le vere intenzioni di quella donna, doveva ammettere che
gli faceva molta più paura di quanto avesse mai fatto Nakamori in
precedenza. Il terrore di non rivedere più quegli occhi azzurri e
quel sorriso dolce l'aveva invaso quando le finestre si erano
sbarrate.
La giacca e la camicia
finirono sul pavimento insieme al vestito grigio di Aoko. Voleva
stringerla a sé e sentire che era ancora lì, insieme a lui e lo
sarebbe stata per sempre.
<< Ti amo Aoko >>,
le sussurrò in un orecchio, prima di riprendere a baciarle il collo.
<< Anch'io, per
sempre >>.
La
stanza era illuminata
solo dal monitor di uno schermo e una figura in ombra digitava sui
tasti e cliccava varie cartelle sul desktop. Ognuna portava un nome
differente e conteneva vari file, foto e video.
Le ultime due riportavano
un nome maschile e uno femminile. Cliccò sulla prima e la foto di
Ladro Kid apparve sullo schermo, in uno dei suoi migliori scatti di
qualche giornalista. L'altra cartella conteneva la foto di una ladra
vestita con una tuta rossa. La figura bevve un sorso da una tazza
fumante e sorrise, malvagio, ma poi chiuse le cartelle e ne aprì una
terza: una ragazzina giovane, capelli scalati biondi e occhiali
spessi.
<< Ecco il mio nuovo
passatempo... >>.
Angolo autrice!
Salve
lettori!
In questo capitolo abbiano
introdotto la nuova nemesi di Kid, l'ispettrice Kawano! Pubblicherò
il nuovo capitolo nel corso della prossima settimana :)
Ringrazio chi l'ha messo
tra le preferite e le seguite!
Relie Diadamat:
Ti
ringrazio ancora una volta per la tua bellissima recensione! Spero di
leggerne ancora, sono davvero belle! ;D
Alla prossima!
|
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Capitolo 4 *** 04. Momenti tormentati ***
4°
Capitolo
Momenti
tormentati
<<
Mettete questa
strumentazione qua in fondo! >>, ordinò Norie, leggendo
un
foglio e indicando un punto lontano dal palco. << Durante
lo
spettacolo non si deve assolutamente vedere! >>.
Aoko stava provando i
trucchi per lo spettacolo che si sarebbe tenuto la sera. Era sempre
nervosa prima di esibirsi e aveva preso l'abitudine di fare lunghi e
rilassanti respiri nel suo camerino. Per quella sera aveva scelto un
completo pieno di strass neri e bianchi e avrebbe tenuto i lunghi
capelli sciolti.
<< Signorina
Nakamori, il suo costume di scena è nel camerino >>, le
comunicò Norie, premendo l'auricolare che aveva all'orecchio.
<< Grazie mille.
Andrò subito a vederlo >>.
La ragazza si recò nella
piccola stanza che lei aveva decorato con foto e ricordi. Quello
spazio era un po' la sua stanza segreta, dove si rifugiava prima di
cambiare viso e diventare la partner di Kaito anche sul palco.
L'abito era appeso sulla
gruccia e scintillava sotto la tenue luce delle lampade a muro. Aoko
toccò la stoffa liscia e accarezzò gli strass.
<< Molto bello >>.
Si voltò e Kaito era
appoggiato allo stipite della porta. Il cuore di Aoko perse qualche
battito e gli sorrise. Non permetteva al fidanzato di vedere gli
abiti di scena prima dello spettacolo, voleva che fosse una sorpresa
ogni volta.
<< Avresti dovuto
attendere questa sera >>.
<< Stavo passando di
qua discutendo con Norie di alcuni dettagli, e l'ho intravisto
>>,
le circondò la vita con le braccia e affondò il viso nei cappelli
scuri di lei.
Aoko avvertì una certa
rigidità. << Va tutto bene? >>, si scostò
per guardarlo
meglio in faccia. Era pallido e aveva occhiaie profonde, a causa
delle preoccupazioni e del furto del Rubino Stellato.
<< Solo molto stanco
>>.
<< Domani ci
riposeremo tutto il giorno >>.
Kaito ammirò il sorriso
di Aoko e il momento fu interrotto dal bussare dell'assistente, che
un po' imbarazzata gli comunicò di dover salire sul palco per le
prove finali.
C'era
ancora più gente
delle volte precedenti: la fama di Kaito cresceva sempre più. Aoko
sbirciò la folla da dietro le quinte e prese il primo dei molti
respiri che avrebbe fatto prima di veder aperto il sipario.
Kaito si stava cambiando
con il completo bianco e si guardava allo specchio mentre si
abbottonava la camicia. Aveva restituito il rubino quella mattina e
immaginò la faccia del direttore quando se lo sarebbe visto
recapitare a casa. Incrociò la fidanzata nel corridoio e le strinse
la mano.
<< Pronta? >>.
<< Prontissima! >>.
La voce all'interfono
annunciò che lo spettacolo stava per cominciare. Tra il pubblico
c'erano anche Chikage e l'ispettore Nakamori, due genitori felici di
vedere i propri figli realizzarsi.
Il sipario rosso si alzò
veloce e la coppia fu accolta da un grosso applauso. Kaito camminò
fino al bordo del palco.
<< Salve pubblico!
Stasera incanterò i vostri occhi insieme alla mia bellissima
compagna >>, indicò Aoko e il pubblico le dedicò un altro
applauso.
<< È
mia figlia! >>, esclamò l'ispettore, rivolgendosi
all'uomo
accanto a lui.
<< Dopotutto siete
venuti qui per vedere fantastiche magie >>. Mentre
parlava, i
pollici di Kaito si illuminarono di una luce dorata e sparirono per
apparire su altre dita per poi svanire del tutto. Il ragazzo camminò
fino alla ragazza e ritrovò le luci tra i suoi cappelli, Aoko finse
di essere imbarazzata.
Il pubblico rise e
applaudì, poi lo spettacolo passò a trucchi più seri. Durante
l'esibizione, la folla gradì molto e quando Kaito sparì in una
nuvola di brillantini e riapparve su uno spalto, accanto ad un'ignara
coppia, l'applauso durò oltre un minuto.
Calato il sipario, Aoko
aveva il cuore a mille e abbracciò Kaito ritornato sul palco.
<< Sei stata
bravissima! >>.
<< E tu
straordinario. La faccia di quella coppia me la ricorderò per molto
tempo, >> rise lei.
Ritornarono dietro le
quinte e Chikage stampò un bacio a tradimento sulla guancia del
figlio, lasciandogli il segno del rossetto rosso scuro.
Kaito si pulì la guancia
infastidito. << Uffa mamma, perché mi tratti sempre come
un
bambino? >>.
<< Sarai sempre il
bimbo adorato della tua mamma >>, lo prese in giro,
tirandogli
la guancia per infastidirlo.
<< Dovete dirmi come
avete fatto a compiere l'ultimo trucco! >>, disse
Nakamori,
entusiasta.
<< Un mago non
rivela mai i suoi trucchi >>, dissero in coro Aoko e
Kaito e
scoppiarono a ridere.
<< Avete proprio
ragione >>.
La voce di Miho si fece
largo tra la folla. Indossava un vestito nero che metteva in risalto
il suo fisico di acrobata e aveva una scollatura a cuore, le gambe
avvolte dalle calze e tacchi con suola rossa.
<< Piacere di
conoscervi, mi chiamo Miho Okamoto >>, allungò le mani
verso i
due genitori e si presentò educata.
<< Mio figlio mi ha
parlato di te >>, disse Chikage.
<< Lei è la madre
di Kaito? Mi sembra troppo giovane per avere un figlio di quasi
vent'anni >>.
<< In verità ne ha
molti di più ma si dimentica che non è più una ragazzina
>>.
La madre pestò un piede al figlio che fece un verso di dolore.
<< Ti è piaciuto lo
spettacolo? >>, le domandò Aoko.
<< Moltissimo, siete
stati veramente grandiosi. E tu >>, guardò la ragazza.
<<
Stai proprio bene sotto i riflettori! >>, le sorrise.
Aoko avrebbe voluto odiare
Miho con tutte le sue forze ma le risultava difficile perché era
sempre così carina e spontanea, per niente falsa.
<< Lasciamo i
giovani tra loro >>, disse Nakamori ed era la frase
sbagliata
perché si prese un'occhiata fulminante da Chikage. <<
Ehm...
cioè... Credo sia ora di andare >>.
<< Ci vediamo a casa
>>, disse Aoko, dando un bacio sulla guancia al padre.
Rimasti soli, Kaito invitò
Miho nel suo camerino e chiusero la porta. Le mostrò il giornale.
<< Ho letto grandi
performance di Red Fox >>, disse Kaito.
La ragazza parve
contrariata. << Una grande perdita di tempo, non era la
mia
gemma. E non mi sono divertita nemmeno tanto. L'ispettore che mi
hanno assegnato è un vero idiota >>.
<< Quella assegnata
a Kid sembra essere una tosta >>, intervenne Aoko.
<< Quella? È
una donna? >>, chiese Miho.
La coppia annuì.
La ladra soffocò una
risata. << Ahi, ahi... Prevedo dolori per il mago al
chiaro di
luna >>.
<< Perché mai? >>.
<< Le donne possono
essere molto testarde e malvagie quando ci si mettono >>,
Miho
si scambiò un'occhiata d'intesa con Aoko e si capirono al volo,
ridendo.
<< Okay, sta
iniziando il teatrino degli uomini contro le donne >>,
Kaito si
tolse la giacca e l'appese. << Però Aoko ha ragione,
questa
non scherza. Senza offesa, ma sembra più sveglia di Nakamori
>>.
Aoko abbassò lo sguardo:
aveva ragione e questa cosa le metteva molta preoccupazione.
<< Hai ricevuto
altre informazioni? >>, domandò il ragazzo.
<< Nessuna. Forse è
ancora troppo presto >>.
La coppia si guardò e i
due pensarono che sarebbe potuta morire un'altra persona e questo li
rendeva molto inquieti e tristi.
Il
giorno dopo era
domenica e uno stanco Kaito dormì fino alle dieci di mattina con
accanto la sua Aoko. Quando si svegliò e scese per preparare la
colazione, il cellulare squillò.
<< Akako? >>.
<< Tu brutto
illusionista dei miei stivali! >>.
Kaito allontanò la
cornetta dall'orecchio, era sicuro di aver perso l'udito.
<< Ti
sei svegliata male stamattina? >>.
Un'assonnata Aoko apparve
sulla soglia della cucina, capelli disfatti e strofinandosi gli
occhi. In un secondo sentì strepitare Akako dalla cornetta.
<< Cos'è questa
storia che pensi che Saguru sia un serial killer? >>.
Il ragazzo guardò Aoko e
lei si rese conto di essersi completamente dimenticata di informarlo
che Akako era a conoscenza di tutta la storia a trecentosessanta
gradi.
<< Non penso che
Saguru sia un serial killer ma... >>.
<< Ma un corno >>,
lo interruppe lei. << Potrebbero essere mille le ragioni
per
cui non si fa sentire >>.
<< Sono d'accordo,
Akako. Ma non pensi che sia tutto un po' strano e ci siano molte
coincidenze? >>.
La strega era seduta sulla
sedia in camera da letto, indossava ancora la vestaglia rosso rubino
e teneva i capelli neri legati in una coda.
<< Ciò non
significa niente! Non voglio più sentire queste cose orribili su di
lui >>.
<< Quando ne verremo
a capo o si farà sentire, allora potrò stare tranquillo
>>.
<< Allora io e te
avremo un problema fino a quel momento! >>.
La ragazza gli chiuse il
telefono in faccia. Kaito posò il cellulare e fissò Aoko.
<< Mi sono
dimenticata di dirtelo amore, scusa. Avevo tanti pensieri e questo mi
è passato di mente >>.
Il fidanzato scosse la
testa. << Capisco la rabbia di Akako. Probabilmente avrei
reagito anch'io così se avessero detto cose del genere su di te
>>.
Aprì l'anta del mobile e ne estrasse una padella. <<
Pancake?
>>.
Miho
posò il sacchetto
della spesa sul retro della macchina e si mise al posto di guida. Si
guardò allo specchietto e sistemò un leggero sbaffo di matita nera
dagli occhi. Immise la retromarcia e si voltò per procedere quando
sentì bussare allo sportello. Spinse il piede sul freno e vide una
ragazzina bionda dai capelli scalati e occhi scuri dietro un paio di
occhiali.
<< Sei Miho Okamoto?
>>.
La ragazza era convinta di
non averla mai vista, non doveva avere più di sedici anni.
<<
Ci conosciamo? >>.
<< Uhm... non
proprio, diciamo >>, un grande sorriso. <<
Volevo parlare
con te, se è possibile >>.
Miho guardò l'ora dal
cruscotto. << Mi spiace, ho un impegno tra poco. Posso
chiederti come ti chiami? >>.
<<
Noa Suzuki, frequento la prima classe del liceo Kaiho a Kyoto, sono
in vacanza da mia nonna malata. Devo parlare con te e sei l'unica a
cui posso rivolgermi >>.
Ma chi è questa
ragazzina?
Non sapendo come
comportarsi, la giovane decise di darle il beneficio del dubbio.
<<
D'accordo, potremo fare domani mattina alle nove al caffè Kichida?
Sai dove si trova? >>.
<< Lo conosco bene.
Allora a domani mattina! >>.
La ragazzina la salutò
con un cenno della mano e sparì. Miho spense l'auto, rendendosi
conto della conversazione surreale che aveva appena avuto: come
conosceva il suo nome?
Che sia... una ladra?
Quella ragazzina del primo anno?
Quegli
ingenui occhi non potevano appartenere a una ladra senza malizia e
piena di furbizia. Rimise in moto e si immise nel traffico di Tokyo,
guidando meccanicamente fino a casa, immersa nei pensieri.
<<
Voleva vedermi?
>>.
Nakamori aveva ricevuto
una chiamata dall'ispettrice Kawano, di domenica. Si era vestito e
corso da lei in ufficio.
Gli indicò una sedia
imbottita di fronte alla scrivania della donna. << Prego,
si
sieda. E le chiedo ancora scusa per averla disturbata in un giorno di
riposo >>.
<< Si figuri. Di che
cosa voleva parlarmi con tanta urgenza? >>.
<< Da quanto segue
Ladro Kid? >>, l'ispettrice congiunse le mani sulla
scrivania.
<< Più o meno dal
1997, avevo vent'anni >>.
<< Quindi ora
dovrebbe avere circa quarant'anni, giusto? >>.
<< Ehm sì >>,
balbettò l'uomo, cominciando a sudare freddo.
<< Ho chiesto al
museo di spendere qualche soldo per aggiornare il vecchio sistema di
videocamere che possedevano in vista del furto di Kid. Ho studiato i
video per due giorni e stampato qualche frame >>.
<< Cosa ha concluso?
>>. Nakamori cercava di non darlo a vedere.
L'ispettrice girò il
portatile verso l'uomo. << Non mi sembra il volto di un
quarantenne >>.
Fece finta di osservare
quelle immagini. << Giuro che ho sempre pensato che
fossimo
coetanei, ecco >>.
Gli occhi smeraldo della
donna si affilarono. << Al contrario di quanto credono
molti
nostri colleghi, io penso che lei sia un uomo molto furbo, ispettore
Nakamori. In tutti questi anni non si è mai accorto della giovane
età del nostro ladro? >>.
<< Credo mi abbia
ingannato l'ovvio. Insomma, ho cercato di arrestarlo per vent'anni e
ho erroneamente creduto che fosse la stessa persona >>.
L'ispettrice sospirò. <<
Ho visionato anche i video di due anni fa e sembra lo stesso ladro
delle riprese del furto del Rubino Stellato. Abbiamo a che fare con
un imitatore >>.
<< Possibile >>,
concordò Nakamori, cercando di non far trasparire il nervosismo.
<< Credo che dovremo
puntare alla cattura del ladro ma capire cosa l'ha attirato del
precedente Kid tanto da commettere più crimini. Lei mi aiuterà
vero? >>.
Si guardarono per qualche
secondo e poi l'ispettore annuì.
<< Perfetto >>,
disse felice la donna.
L'ispettore osservò le
foto sulla scrivania e una ritraeva Kawano con due bambine.
<< Le sue figlie?
>>.
<< Uh? >>.
Voltò il bel viso verso la cornice. << Sì, Miya ha sette
anni
e Aya cinque compiuti da poco >>.
<< Non sapevo fosse
sposata >>.
<< Non porto la fede
a lavoro >>.
Nakamori si chiese come
potesse una madre di famiglia passare la domenica in ufficio invece
che a casa a godersi le figlie.
<< Può andare,
ispettore. Domani faremo una riunione generale alle nove
>>.
<< D'accordo, ci
sarò >>.
Lasciò la stanza e in
ascensore si appoggiò alla parete, rilasciando un lungo respiro come
se potesse far uscire tutto lo stress accumulato in quel breve
colloquio. Quell'ispettrice era davvero la mente giovane che aveva
richiesto, forse anche troppo scaltra.
Miho
buttò la bustina nel
cestino della spazzatura, toccò la tazza di tè bollente e decise
che doveva farla raffreddare. Vivere da sola aveva i suoi vantaggi e
adorava godersi il salotto quando calava il pomeriggio.
Accese la televisione che
guardava molto più di quanto volesse ammettere e morse il primo
biscotto al cioccolato. Fece zapping per una decina di secondi e su
un canale c'era il telegiornale.
<< Che noia >>,
si lamentò, finendo il biscotto e bevendo un sorso di tè. Stava per
cambiare quando la signorina del TG annunciò una nuova notizia.
<< Ed ora passiamo
alla cronaca. Nel tardo pomeriggio è stato ritrovato il corpo di una
giovane ragazza di quattordici anni, Noa Suzuki, studentessa del
primo anno al liceo Kaiho a Kyoto >>.
La tazza si ruppe sul
pavimento e il liquido ambrato si sparse fino a bagnare il tappetto
sotto il tavolino. Miho era sicura che il tempo si fosse fermato.
<< Stando a quanto
detto dalla nonna, ora in ospedale per lo shock, la nipote era stata
mandata qualche giorno per aiutarla nella ripresa dopo un'operazione
complicata. La vittima è stata ritrovata impiccata alla trave della
soffitta, si pensa a un suicidio. Nel pomeriggio, la nonna si era
assentata da casa per sostenere una terapia, accompagnata
dall'ambulanza... >>.
La giovane era sicura che
le stesse per venire un mancamento.
<< Era... era
davvero una ladra >>, mormorò. << La
seguiva, voleva...
voleva aiuto >>.
Miho si prese la testa fra
le mani, sentendosi profondamente in colpa.
Aoko
chiuse la porta di
casa con un gesto lento e poggiò le chiavi nel piatto, stanca. Non
appena mise piede nella villetta sentì un buon profumo provenire
dalla cucina e camminò per controllare cosa fosse.
Kaito stava guardando
qualcosa nel forno e si girò non appena la vide.
<< Buonasera amore
>>.
La fidanzata sorrise,
contenta. << Cos'hai combinato stavolta? >>.
<< Non posso voler
cucinare una cenetta alla mia fidanzata? >>.
<< L'ultima volta
che l'hai fatto avevi distrutto la mia bici nuova facendo retromarcia
con l'auto >>, ricordò lei.
Il ragazzo rise. <<
La tua bici è intatta. Controlla >>.
Aoko affondò la testa
nella spalla di Kaito e gli stampò un bacio. << Ci credo,
sciocco >>.
<< È
la serata che ti avevo promesso, ricordi? >>.
Aoko sbirciò dentro le
pentole e nel forno. << Hai cucinato tutti i miei piatti
preferiti! >>.
Kaito servì un analcolico
e brindarono. Dopo il primo sorso, Aoko si sentì mille volte meglio.
<< Avevamo bisogno
di una serata tutta per noi >>.
Il ragazzo le fece
assaggiare quello che aveva cucinato, tra le risate, e Aoko si scottò
la lingua tanto era caldo il curry.
Ad un certo punto, il mago
posò il bicchiere sul bancone. << Manca un po' alla cena
>>.
La ragazza indietreggiò
fino a toccare il bordo del tavolo e lui la bloccò togliendole ogni
via di fuga. Le diede un bacio e Aoko circondò il collo del ragazzo
con le braccia, sentendo le sue mani sui fianchi. Con un gesto veloce
la fece sedere sul tavolo e Aoko iniziò a sbottonare la camicia, tra
un bacio e una risatina. Kaito lasciò una scia di baci sul collo,
sulla spalla e stava per scendere sul petto finché non sentì la
fidanzata rabbrividire e irrigidirsi.
<< Non ci posso
credere >>, scandì lei.
Kaito si fermò e la
guardò perplesso.
Aoko arrossì e si coprì,
indicando un punto dietro di loro. << Che hai capito.
Voltati!
>>.
Il ragazzo le obbedì e
sgranò gli occhi, nascondendo il viso tra le mani. Miho aveva
provato a bussare contro la vetrata ma non l'avevano sentita ed era
entrata facendo scorrere l'ampia portafinestra.
<< Ma perché cavolo
non hai suonato il campanello? >>, le domandò furiosa
Aoko,
rimettendosi la maglia, mai stata tanto imbarazzata.
<< Non volevo che mi
vedessero i vicini. È
meglio essere cauti >>.
Kaito si rivestì alla
velocità della luce. << Dobbiamo parlare di questa cosa
di
entrare in casa mia di nascosto >>.
<< Sì d'accordo
ma... alza la zip del pantalone >>, disse Miho, tendendo
il
viso all'insù per non guardare e il ragazzo decise che il livello di
vergogna non poteva essere più alto di così.
<< Hai pianto? >>.
Superato l''imbarazzo
iniziale, Aoko notò il viso provato di Miho. Quest'ultima non
avrebbe mai voluto ammetterlo.
<< Che è successo?
>>.
<< Ero uscita dal
supermercato e una ragazzina mi ha chiesto un incontro, io avevo già
un impegno e mi ero accordata per domani mattina >>.
<< Una ragazzina? E
cosa voleva da te? >>, continuò Kaito.
Miho ricacciò le lacrime
indietro. << Era qui per assistere la nonna malata,
viveva a
Kyoto. È
morta >>.
La notizia scioccò la
coppia.
<< E come? >>.
<< La nonna l'ha
trovata impiccata a una trave della soffitta >>.
Aoko le offrì una sedia e
si sedettero attorno al tavolo.
<< Pensi che fosse
una ladra? >>.
Miho mostrò alcune
fotocopie conservate dentro una cartella. << Non lo
penso, lo
era >>.
<< La ladra dei
pugnali >>, mormorò il mago. << Non l'ho
mai sentita >>.
<< Operava solo da
due mesi, nemmeno io la conoscevo. Usava dei pugnali di diversi
dimensioni per rubare gioielli, aveva compiuti sei furti di cui uno
all'estero >>.
<< Era solo... una
ragazzina >>, lesse Aoko, sconvolta.
<< Dici che è stato
lui? >>.
<< Ne sono sicura!
>>, Miho sbatté il pugno sul tavolo, facendo sobbalzare
le
stoviglie, due lacrime sulle guance. Quegli occhi di chi credeva nel
futuro, nei sogni e l'ingenuità dei suoi quattordici anni non li
avrebbe mai dimenticati. << Questo mostro deve pagare nel
modo
peggiore >>.
< Possiamo quindi
scagionare Saguru, direi >>, intervenne Aoko.
<< Non è detto >>,
disse Miho e Kaito non aggiunse altro.
<< Non è stato
Saguru >>.
<< È
ancora presto per dirlo >>.
Kaito avvertì la
discussione accesa che stava per nascere tra le due ragazze: una
scossa per la morte prematura di una ragazzina, l'altra nel vedersi
interrotta la serata che tanto desiderava da una notizia tragica.
<< Ho in programma
un altro furto tra dieci giorni >>, disse Kaito.
<<
Vediamo se facciamo fare un passo falso a questo assassino
>>.
<< Mi dispiace
avervi interrotto... prima >>, Miho si alzò, spostando
indietro la sedia. << Credo che vogliate riprendere da
dove
avete lasciato >>, fece uno dei suoi sorrisi pieni di
fascino.
<< Sicura di non
volere compagnia? >>. Kaito era sicuro che le occhiatacce
di
fuoco della fidanzata non potessero essere più accese.
<< No, non voglio
essere un terzo incomodo. Non c'è niente di peggio di due
piccioncini che se la spassano quando tu non ne trovi uno decente da
mesi >>.
Il ladro pensò che Miho
era incredibile: chissà quante lacrime aveva versato per quella
ragazzina che era poco più che una bambina ed era tornata Red Fox in
men che non si dica.
Miho prese una fragola e
la morse. << Ci vediamo domani in facoltà
>>, disse e
sparì oltre la portafinestra. Il suono morbido suggerì che aveva
saltato dal prato sulla staccionata per oltrepassare il giardino e
arrivare in strada.
Aoko chiuse la finestra
per essere sicuro che nessuno li interrompesse ancora e si appoggiò
ad essa, sguardo basso.
<< Ho paura, Kaito.
Non ha avuto pietà nemmeno per una bambina >>.
<< Lo so >>,
concordò lui. << Ma se vogliamo che esca allo scoperto,
io
sono un'esca perfetta >>.
La ragazza strizzò gli
occhi lucidi, poi li riaprì e allargò la bocca in un sorriso.
<<
Be', non roviniamoci la serata. La cena ormai sarà pronta, a tavola!
>>.
Akako
stava mescolando
delle polveri in una ciotola, rinchiusa nel suo antro. Era lì solo
fisicamente e girava il mestolo in legno, soprappensiero.
Aveva fatto una sfuriata a
Kaito ed era la prima volta che si comportava così nei confronti di
qualcuno.
Il mestolo smise di
girare. << Sono cambiata? >>.
Era arrivata al liceo
Ekoda tre anni fa ed era anche la prima volta in cui si era
mescolata agli umani. Per quasi diciassette anni si era sentita un
gradino sopra quei comuni mortali, abituata fin da piccola ad essere
osannata per essere l'erede della magia rossa. Da quando frequentava
Kaito, Aoko e Saguru aveva cominciato a provare sentimenti di cui non
conosceva nemmeno l'esistenza.
Mischiò una polverina blu al composto grigio e sorrise.
Non sono male, gli
umani.
Angolo autrice!
Salve lettori!
Ecco il nuovo capitolo! Un
po' grigio e dai toni drammatici ma anche con qualche risata. Sto
dando un po' più di spazio ad Akako per far sviluppare il suo
personaggio che trovo molto interessante. Vedremo in seguito che fine
ha fatto Saguru :)
Ringrazio chi l'ha letta,
messa tra le preferite e le seguite!
Miky2911:
Grazie per la tua
recensione e ti ringrazio per i complimenti! :)
Shinici e ran amore:
Ti
ringrazio per le tue bellissime recensioni! :D
Alla prossima!
NB= Da
metà dicembre fino
agli inizi di gennaio ritornerò in Italia per le feste. Avrò il
portatile (non vado da nessuna parte senza!) e cercherò di essere
regolare ma se salta il capitolo settimanale sapete perché :)
|
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Capitolo 5 *** 05. Indagini ***
5°
Capitolo
Indagini
Miho,
da scaltra ladra,
aveva partecipato al funerale di Noa sotto altre sembianze. Era
riuscita a reperire il nome e l'indirizzo della nonna e voleva
parlarle: non sapeva cosa ne avrebbe ricavato ma sentiva di doverlo
fare.
Kaito e Aoko decisero di
accompagnarla. La motivazione di tale scelta stava dietro la finta
facciata di Miho: era molto scossa per l'accaduto e lo celava dietro
il suo carattere schietto e provocatorio. Così, terminate le lezioni
pomeridiane in facoltà, Miho li attese nella sua macchina rossa
fiammante, difficile non notarla.
<< È
il mio colore preferito! >>, spiegò, ridendo della faccia
della coppia
La casa dei Suzuki era
un'abitazione tipica giapponese a due piani, con il giardino enorme e
classiche statue in pietra. Miho suonò il campanello e dopo mezzo
minuto una voce rispose all'interfono.
<< Salve, vorremo
vedere la signora Hana Suzuki >>.
<< Chi la desidera?
La signora è in lutto >>.
<< Lo sappiamo però
dobbiamo vederla per una questione urgente >>, insistette
la
ladra.
Il portone scattò e il
trio entrò, percorsero il viale e una donna dalla carnagione scura e
capelli ricci acconciati in una coda li attendeva all'ingresso.
<< Sono la dama di
compagnia della signora, Fumie Taniguchi. Chiede il motivo della
vostra visita >>.
<< Vorremo parlare
della nipote Noa >>, rispose Aoko.
Il nome della ragazzina
fece trasalire la donna. << Non credo sia il caso. Sono
passati
solo pochi giorni e mercoledì si è tenuto il funerale >>.
<< Lo comprendo. La
conoscevo e avrei bisogno di sapere cosa è accaduto >>.
Miho
era caparbia di natura e non si sarebbe arresa di fronte a un no.
<< Non turberemo la
signora, glielo prometto >>, intervenne Kaito, in favore
della
ragazza.
La signora Taniguchi esitò
qualche secondo e infine li invitò ad entrare. Poi li guidò per un
lungo corridoio fino a far scorrere una porta.
La signora Suzuki sedeva a
un tavolino basso, una tazza di tè non consumata e ormai fredda.
Varie foto erano sparse sulla superficie del tavolo e lei ne
accarezzava di tanto in tanto qualcuna, uno sguardo tristissimo.
Quella scena spezzò il cuore ai tre ragazzi.
<< Signora, ci sono
Miho Okamoto, Kaito Kuroba e Aoko Nakamori >>.
L'anziana guardò i tre
giovani, aveva occhi azzurro ghiaccio. << Chi siete?
>>.
La ladra fece un profondo
inchino. << Le chiedo scusa se risulterò inopportuna.
Voglio
parlare con lei di Noa >>.
Nacque un profondo
silenzio.
Con grande sorpresa, la
signora indicò i cuscini al lato destro della stanza. <<
Sedetevi. Fumie, portaci quattro tazze di tè >>.
<< Subito >>.
La donna sparì con la tazza fredda.
Non sapendo bene come
iniziare quella conversazione, i tre ragazzi si sedettero dall'altro
lato del tavolino.
<< Lavorate alla
palestra? >>, domandò. << Mia nipote
passava molto tempo
a Tokyo e frequentava ginnastica ritmica ai corsi estivi
>>.
<< Sì >>,
mentì Kaito. << Io e Nakamori lavoriamo in segreteria e
la
signorina Okamoto è un'insegnante >>.
<< Complimenti per
la sua giovane età >>
<< Grazie molte >>,
disse Miho, reggendo la bugia del mago. << Le facciamo le
nostre più sentite condoglianze >>.
<< Mia nipote era un
tornado >>, mosse alcune foto nella loro direzione.
<<
Praticava ginnastica ritmica da nove anni, equitazione e di recente
le era nata la passione per il tiro al piattello >>.
<< Doveva essere una
brava ragazza >>, disse Aoko.
Fumie tornò con le tazze
da tè e sparì nuovamente. La signora Suzuki ne bevve finalmente un
po' e sembro riprendersi, come se fosse rinchiusa in un blocco di
ghiaccio.
<< Posso chiederle
cos'è successo? >>, iniziò Miho.
<< Mi hanno operato
alla gamba due settimane fa >>, indicò la stampella
vicino ad
essa. << Mio figlio lavora sulle navi, resta sei mesi in
mare e
a Noa è sempre piaciuto passare del tempo con me. Sarebbe venuta a
studiare all'università qui, a Tokyo, quando sarebbe stato il
momento >>, strinse la tazza. << Mi sono
assentata solo
due ore, massimo due ore e mezza. Al mio rientro l'ho chiamata, sono
salita faticosamente fino alla soffitta... >>, due
lacrime
scesero sulle guance. Poi gli occhi lucidi divennero rabbiosi.
<<
Noa non si sarebbe mai suicidata, nonostante tutto >>.
<< Che intende dire
con nonostante tutto? >>, la incalzò Aoko.
Altro velo di tristezza.
<< Mia nuora è malata. Quattro mesi fa le è stata
diagnosticata una forma di leucemia e non le resta molto da vivere.
L'unica speranza è una costosa operazione in America ma la nostra
famiglia non è abbiente. La sola cosa di valore è questa casa
>>.
I tre ragazzi si
guardarono e compresero il motivo per cui Noa era arrivata a rubare:
voleva vendere i gioielli per pagare l'operazione della madre.
<< Ci dispiace molto
>>, disse Kaito.
<< Qualcuno l'ha
uccisa >>, continuò. << La mia Noa... non
ci avrebbe mai
lasciato così >>.
La conversazione proseguì
per altri minuti e poi lasciarono la casa. Aoko stava per varcare il
portone quando fu fermata da Miho.
<< Voglio vedere la
camera di Noa e la soffitta >>.
<< E come pensi di
fare? Non te li lasceranno mai vedere! >>.
La ragazza sorrise. <<
Questo non è un problema >>.
La
signora Suzuki andò a
fare un riposino e la dama di compagnia si mise a ricamare nel
portico, approfittando del sole. Miho individuò la camera da letto
della ragazzina e con Kaito entrarono furtivamente mentre un Aoko a
disagio faceva da palo fuori la strada.
Era una normale stanza da
ragazza di quattordici anni. Una bacheca in legno era inchiodata
sopra la scrivania e attaccati c'erano citazioni di libri e film,
foto delle amiche e qualche schizzo. L'armadio conteneva perlopiù
abiti sportivi, semplici e pochi
vestitini eleganti, stessa cosa per le scarpe.
<<
Nascondeva qui la refurtiva >>, disse Miho.
<< Lo credo anch'io.
Era furba e se avessero perquisito casa a Kyoto non li avrebbero mai
trovati >>, concordò Kaito, girando per la stanza.
<< Se fossi una
ragazzina dove nasconderei gioielli preziosi? >>.
I due ladri si guardarono
e poi puntarono lo sguardo sulla libreria dove c'erano dei libri, in
particolare light novel. Alcuni autori famosi e i libri erano in
perfetto ordine.
Kaito e Miho tolsero
alcuni volumi e li spostarono, usarono varie combinazioni finché non
sentirono un click.
<< Nessuna
quattordicenne è così ordinata >>, sorrise Kaito.
Facendo piano, spostarono
la libreria e apparve il nascondiglio di Noa. Un piccolo cofanetto
rosa fu forzato da Kaito con una spilla trovata in un portagioie.
<< Eccoli >>,
disse Miho, prendendo un bracciale di diamanti e ammirandolo.
<<
Fantastico >>.
<< Ehi, non lo puoi
tenere >>, la prese in giro lui.
<< Per chi mi hai
preso? >>, esclamò, facendo finta di essere offesa e gli
fece
una linguaccia.
<< Sono tutti i
gioielli che ha rubato >>.
<< Credo che la cosa
migliore sia rimandarli alla prefettura di Kyoto in forma anonima
>>,
suggerì Miho. << È
meglio che non rimangano qui >>.
<< Cosa ne sarà
della madre di Noa? >>, si chiese il ladro.
La ragazza ripose la
refurtiva nel cofanetto rosa e rimise la libreria apposto, Kaito
riordinò i volumi com'erano prima e nessuno sembrava essere entrato
lì. I due ladri camminarono fino al piano superiore, stando attendi
a non svegliare la vecchia nonna. Per arrivare alla soffitta
bisognava percorrere una scala a chiocciola, gli ultimi gradini
scricchiolavano. La porta non era chiusa a chiave e l'aprirono piano,
per paura che cigolasse.
Era una stanza polverosa,
piena di scatoloni e un mobile antico sulla destra dell'entrata. La
soffitta riportava ancora il passaggio della scientifica e qualche
nastro giallo, tra cui quello che segnava la trave dov'era appeso il
cadavere. Miho prese una sedia e sali per osservarla mentre Kaito
sbirciava tra gli scatoli.
Miho si mise un paio di
guanti in lattice e passò un dito sul legno, non c'erano tracce di
polvere. Osservò quelle adiacenti ed erano piene.
<< Questa trave è
l'unica pulita di questo posto >>.
Kaito si avvicinò alla
finestra e si abbassò. << Hai altri guanti?
>>.
La ragazza scese dalla
sedia e la rimise a posto, poi gliene diede un altro paio. Kaito la
osservò divertito.
<< Giri con i guanti
in lattice? >>.
<< Spesso >>.
Il ladro scosse la testa e
li mise anche lui. Grattò qualcosa sulla superficie legnosa e poi
mise il dito sotto un raggio di luce che filtrava dalla finestra.
<< Fango misto a
neve >>.
<< Non ha senso. Non
ha nevicato quel pomeriggio >>.
<< Appunto. Qualcuno
ce l'ha portata >>.
<< La stessa persona
che ha pulito la trave per non lasciare tracce. È
un omicidio
>>, dichiarò Miho.
Kaito si tolse i guanti e
li mise in tasca, la ragazza lo imitò. Perlustrarono ancora qualche
minuto e poi decisero di andarsene in fretta. Miho precedette il mago
ma inciampò nella sedia e lui cercò di tenerla per il braccio però
caddero tutti e due sul pavimento, facendo un gran rombo.
Aoko
sospirò e una
nuvoletta cristallina si disperse nell'aria. S'infilò i guanti e si
strofinò le braccia, stava calando il sole.
<< Ma che combinano
quei due? >>, si domandò irritata.
La dama di compagnia stava
canticchiando mentre ricamava e ad un certo punto smise, sentendo dei
rumori dalla soffitta.
<< Cos'è stato? >>.
Lasciò il ricamo sul
patio ed entrò in casa. Aoko tremò e scrisse talmente veloce un
messaggio che le facevano male le dita intirizzite dal freddo.
<< Uscite di lì
dannazione! >>.
Fumie
controllò la camera
della signora che stava ancora riposando. Salì le scale della
soffitta, l'ingresso era chiuso. Entrò e diede una prima sbirciata,
poi percorse qualche passo della stanza e non c'era nessuno.
<< Non ci saranno i
topi? >>, si chiese, rabbrividendo al solo pensiero e se
ne
andò.
Miho fece un salto agile e
leggero sul pavimento, si era nascosta tra le travi. Kaito aveva
usato uno dei trucchi di Kid, mimetizzandosi contro la parete.
<< Tu invece ti
porti sempre dietro congegni come questo? >>, lo prese in
giro
Miho.
<< La finestra dà
sul giardino del retro. Usciamo da lì >>.
Aoko riprese a respirare
regolarmente quando li vide scavalcare il muro poco lontano e corse
ad abbracciare il fidanzato.
<< Allora? Cosa
avete scoperto? >>.
<< È
stato senza dubbio in omicidio >>, le rispose Miho.
<< Ma se l'hanno
uccisa, come mai il medico legale ha stabilito che si è impiccata da
sola? >>, si domandò la ragazza, mettendo allo scoperto
un
quesito misterioso.
<< Non potremo mai
entrare in possesso delle cartelle del medico legale. Nemmeno
l'ispettore può aiutarci >>, intervenne Kaito.
Aoko ci pensò su un
attimo e poi batté il pugno sulla mano. << Ho un'idea!
>>.
L'ispettore
Nakamori
lasciò la sua scrivania per andare in sala mensa. Aoko gli aveva
scritto di essersi dimenticata di lasciargli il contenitore in cucina
e gli avrebbe portato il pranzo lei stessa.
Intorno a mezzogiorno e
trenta vide la figlia sbracciarsi all'entrata, accompagnata da Kaito.
Camminò fino al tavolo dove era seduto con alcuni colleghi e posò
un porta pranzo verde.
<< Scusa ancora papà
>>.
<< Figurati tesoro
>>, disse, aprendo il contenitore e vedendo le leccornie
che la
figlia gli aveva preparato.
<< Buon appetito.
Noi torniamo in facoltà >>.
Si allontanarono dal
tavolo, camminando più lentamente, e Aoko aveva un sorriso furbo
sulle labbra. Kaito si sporse a parlare nell'orecchio.
<< Sei sicura
funzionerà? >>, le bisbigliò.
<< Fidati di me >>,
gli fece l'occhiolino.
Tre secondi dopo sentì
una voce chiamarla.
<< Aoko! >>.
La coppia si voltò per
vedere un ragazzo agitare la mano due tavoli di distanza da quello
dell'ispettore. Era un giovane alto dai ricci scuri e occhiali
quadrati, indossava un camice bianco ed era carino.
<< Ciao Kimura! >>.
Il ragazzo aveva finito di
consumare il pranzo e stava bevendo una bibita.
<< Non ti vedevo da
un po' >>.
<< Ero molto
impegnata con l'università >>, gli sorrise.
Lui si sporse verso la
ragazza con fare poco amichevole e Kaito iniziò ad irritarsi.
<<
Troppo impegnata anche per un caffè? >>.
<< Molto impegnata
>>, rispose al posto suo il mago.
<< Ti presento Kaito
Kuroba, il mio fidanzato >>.
Kimura cercò di
nascondere la delusione poco abilmente. << Non sapevo
avessi un
fidanzato, sono contento per te. Io mi chiamo Akio Kimura, sono lo
specializzando del medico legale >>.
Kaito comprese il piano di
Aoko: sfruttare la cottarella di quel ragazzo per farlo parlare e
sapeva che l'avrebbe trovato in sala mensa.
L'adoro, pensò.
<< Stai lavorando
molto, ultimamente? Ti vedo stanco >>.
<< Ho avuto a che
fare con alcune autopsie piuttosto urgenti, tra cui quella ragazzina
morta la scorsa settimana >>.
La coppia si scambiò uno
sguardo pieno d'intesa e trattennero un sorriso.
<< L'ho letto sui
giornali. Poverina >>, continuò Kaito.
<< Quando l'ho vista
sul tavolo mi sono sentito a pezzi. Mia sorella ha solo un anno più
di lei >>, disse affranto, giocherellando con la lattina,
forse
per stemperare la tensione di quel brutto ricordo.
<< Suicidarsi a
quattordici anni... Chissà cosa la tormentava >>, lo
incalzò
Aoko.
Si lasciò andare allo
schienale della sedia. << È
venuta la nonna e se non ci fosse stata la dama di
compagnia
sarebbe crollata a terra. Il mio superiore non ha potuto fare altro
che constatarne il suicidio: la laringe era schiacciata e l'osso
ioide era intatto, segno che non l'hanno strangolata >>.
<< Quindi è
soffocata >>.
Kimura annuì. <<
Esatto. Era morta da molto poco quando la nonna l'ha rinvenuta poiché
nel suo stomaco ho trovato una bibita gassata consumata da massimo
un'ora >>.
<< Amore si sta
facendo tardi e abbiamo lezione tra quaranta minuti >>,
disse
Kaito. Aoko fu d'accordo che avevano tutte le informazioni che gli
servivano. Salutò velocemente il giovane specializzando, che non
sembrò molto felice di vederla andare via. La ragazza alzò lo
sguardo verso il fidanzato e vide che teneva un po' il broncio.
<< Mica ti sarai
ingelosito? >>, rise.
Kaito alzò spallucce. <<
Per niente! >>, rimase qualche secondo in silenzio.
<<
Dove l'hai conosciuto? >>.
<< Hai appena detto
che non eri geloso! >>, continuò a ridere Aoko. In genere
era
lei a soffrire delle fans di Ladro Kid e agli spettacoli, le ragazze
incuranti della sua presenza.
<< Infatti non lo
sono! >>.
<< L'ho incontrato
un paio di anni fa, quando venivo a portare il pranzo a papà quando
faceva lunghi straordinari a causa di... Kid. Al tempo si era appena
laureato >>.
Salirono in ascensore e Kaito premette il tasto
del piano terra, la macchina era parcheggiata di fronte all'edificio.
Erano soli e Aoko gli
passò una mano tra i capelli.
<< Mi piace quando
sei geloso >>.
Il ragazzo le carezzò la
guancia. << Hai molti più ammiratori in facoltà di quanto
tu
non creda >>.
<< Uhm... >>,
Aoko fece finta di pensare. << L'ho già sentita questa
frase
>>.
Non si erano accorti di
essere giunti al piano terra e le porte si spalancarono. Si
staccarono all'istante anche perché sulla soglia c'era l'ultima
persona che avrebbe voluto vedere: l'ispettrice Kawano.
<< Lei è la figlia
dell'ispettore Nakamori? >>, le domandò, riconoscendola
subito. << Ha una sua foto sulla scrivania
>>.
Aoko doveva tenere una
facciata di marmo. << Piacere di conoscerla, sono Aoko
Nakamori
>>.
<< Natsumi Kawano.
Lei è Kaito Kuroba >>, disse, scrutando il viso del mago.
<<
C'è una sua foto nel fascicolo sul processo a carico di Cecelia
Hakuba, arrestata grazie a Kid >>.
Anche se era diventato
nuovamente Ladro Kid solo per catturare un serial killer, gli aspetti
che adorava di quella vita segreta venivano a galla in quelle
situazioni: presuntuoso ed esibizionista di natura, incontrare
l'ispettrice gli aveva ricordato come si sentiva quando cenava a casa
dei Nakamori e ancora nessuno sapeva della sua vera identità.
Adrenalina.
<< Ci ha parlato di
lei l'ispettore >>.
<< Mi dispiace molto
per quello che Cecelia Hakuba ha fatto alla sua famiglia. Sta
scontando una giusta pena >>, disse sincera.
<< Grazie molte >>,
rispose Kaito.
<< È
un famoso mago, giusto? Ho visto i manifesti affissi sui muri
>>.
Aoko voleva fuggire da
quella situazione ambigua e vide Kaito sorridere, il sorriso di Kid.
<< Sarei molto
onorato di averla al mio prossimo spettacolo >>.
La fidanzata sgranò gli
occhi e poi riprese contegno per non far trasparire niente.
La donna guardò bene il
bel giovane che aveva davanti a sé. Aveva letto con attenzioni
qualsiasi foglio o fascicolo redatto su Ladro Kid e le sembrava di
conoscerlo quasi come fossero amici di vecchia data. C'era qualcosa
in quel ragazzo che le pizzicava l'istinto ma non capiva perché.
<< Le mie bambine
sarebbero molto felici. Accetto con piacere l'invito >>.
<< Le farò
recapitare qui i biglietti. Ora dobbiamo scappare, stiamo facendo
tardi a lezione >>.
<< Eh sì, dobbiamo
proprio scappare >>.
Aoko trascinò via il
fidanzato e salirono in macchina, sicuri di non esseri sentiti da
nessuno.
<< Ma ti sei bevuto
il cervello?! Perché mai hai invitato l'ispettrice a uno dei nostri
spettacoli? Se te lo fossi scordato cerca di metterti le manette!
>>.
<< Calmati, amore.
Mai sentito “tieni vicini gli amici, ma ancora di più i nemici”?
>>.
<< Ho sempre pensato
che fosse una frase sciocca >>, disse, incrociando le
braccia,
arrabbiatissima.
<< Aoko so quello
che faccio. Non preoccuparti, nessuno mi metterà le manette
>>,
la rassicurò, mettendo in moto.
La fidanzata era furiosa
per quell'invito. Temeva di far entrare il lupo cattivo nella tana e
questo non le piaceva.
Mi
esibirò il prossimo
sabato durante lo spettacolo di “Sole a mezzanotte” e farò mio
l'anello Purple .
Ladro Kid
<<
Quindi com'è
morta? >>.
Miho stava camminando su
una parallela a piedi nudi. Aveva abbattuto un muro e unito due
stanze per formarne una sola, trasformandola in una palestra per non
perdere il tono muscolare e l'agilità. Nella mano destra teneva il
cellulare.
<< Gli esami
tossicologi erano negativi ma il medico legale ha detto di aver
trovato una bibita gassata nello stomaco di Noa >>.
<< Devono averla
drogata con una sostanza che non viene rivelata attraverso un'esame
superficiale >>.
Kaito sedeva nella stanza
segreta, aveva iniziato a lavorare sul furto quando Miho l'aveva
chiamato.
<< Io credo che
l'abbiano paralizzata >>.
La ladra rimase ferma in
mezza alla parallela. << Che vuoi dire? >>.
<< La laringe era
schiacciata quindi effettivamente Noa è stata impiccata. Ma una
ragazzina urla, scalcia e lei era anche una ladra, quindi furba e
agile >>.
L'orrore si dipinse sul
volto di Miho. << Mi stai dicendo che lei era cosciente
ma
paralizzata mentre l'appendeva alla trave? >>.
<< Sì >>,
sospirò lui. << Credo sia andata così >>.
<< Se solo mi fossi
fermata... Sarebbe ancora viva >>, la ragazza strinse il
cellulare così forte da sentirlo quasi cedere.
<< Non è stata
colpa tua, Miho. Questo è un bastardo della peggiore specie
>>,
cercò di confortarla.
<< Come si procura
sostanze del genere? Noa non arrivava a cinquanta chili bagnata ma di
certo una persona gracile non poteva sollevarla, quindi è in forma
>>. Miho aveva lasciato la piccola palestra e si era
diretta in
salotto, accedendo la TV. Il notiziario dava la notizia del nuovo
avviso di Kid. << Ti divertirai questo sabato
>>.
Kaito capì che stava
parlando in codice. << Vuoi venire? Aoko ha comprato i
biglietti e ci andrà con Keiko >>.
<< E Akako? >>.
<< Io e lei non
siamo in buoni rapporti, di recente >>, confessò.
<< Le passerà >>.
<< Lo spero. Ora
devo lasciarti, ho una ricerca da finire >>.
Miho rise. << Buon
studio >>.
<<
“Sole a
mezzanotte” è una commedia romantica scritta dal famoso
sceneggiatore americano Alden Walker. La commedia parla di due
giovani che vivono due realtà totalmente opposte e finiscono per
innamorarsi. La protagonista, la trentenne Mamiko Kiyomizu,
ha rilasciato in un'intervista che è molto emozionata all'idea di
poter indossare un anello tanto prezioso come il Purple. Questa
mattina è giunto al teatro Minami-za il biglietto di Ladro Kid, in
cui annuncia che ruberà l'anello durante lo spettacolo. Intervistata
l'ispettrice Kawano afferma... >>.
La figura in ombra scagliò
il telecomando contro la parete, riducendolo in mille pezzi. Quel
ladro vestito di bianco lo irritava, lo rendeva distratto dalla sua
missione. Voleva tenersi Ladro Kid per ultimo.
Le foto dei ladri erano
appese alle pareti, la foto di Noa sbarrata con una grossa X rossa.
Poggiò la mano su quella del ladro fantasma e un ghigno
agghiacciante gli attraversò il viso.
<< Tu sarai il mio
maggior divertimento >>.
Angolo autrice!
Salve
lettori!
Scusate
per il leggero ritardo! In questo capitolo i nostri ladri si sono
improvvisati detective per scoprire cos'è successo alla piccola Noa.
Nel prossimo capitolo ci sarà il furto dell'anello durante lo
spettacolo teatrale e chissà cosa succederà! :D
Tra
non molto farà la sua apparizione un detective molto conosciuto che
sfiderà il nostro Kid ancora una volta ;)
Ringrazio chi l'ha
letta, messa tra le preferite e le seguite! Come sempre ringrazio
tutti i recensori :)
Alla prossima!
|
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Capitolo 6 *** 06. L'anello Purple ***
6°
Capitolo
L'anello
Purple
Il
teatro Minami-za era un
edificio di tre piani con un ingresso vasto e incantevole. Gli
spettacoli erano tenuti su un palco di legno color miele, le poltrone
blu e gli inserti oro rendevano il posto elegante. Gli spalti erano
una trentina e bisognava prenotare con mesi d'anticipo per ottenerne
uno
L'ispettrice Kawano era
giunta al teatro dalla mattina presto con la squadra, Nakamori
compreso. L'attrice protagonista, Mamiko Kiyomizu, indossava un paio
di pantaloni neri e una maglia leggera, senza maniche, rosa chiaro
che lasciava scoperta una spalla. Il compagno di scena era Hisahsi
Brow, nato in Giappone da padre americano e madre nipponica. Essere
un misto di due culture gli aveva donato grandi occhi azzurri, fitti
capelli neri e parlava perfettamente entrambe le lingue.
Il registra e
sceneggiatore Alden Walker si avvicinò all'ispettrice e a Nakamori,
ormai il braccio destro insospettabile della donna.
<< Mi garantite che
non ruberà l'anello vero? Abbiamo stipulato un accordo dettagliato
con il proprietario. Se dovesse rubarlo, le conseguenze economiche
sarebbero disastrose! >>.
<< Non si preoccupi,
signor Walker >>, lo rassicurò l'ispettore Nakamori.
<<
Nessuno toccherà l'anello >>>.
L'uomo si rendeva conto di
star diventando un gran bugiardo. Lo faceva solo per la felicità
della adorata figlia.
<< Concordo con il
mio collega. Abbiamo infiltrato agenti tra le comparse e lo staff.
Inoltre abbiamo messo un paio di agenti speciali tra i ragazzi del
part time >>, indicò l'attrezzatura sopra gli spalti.
<<
Sono state piazzate delle telecamere ad alta risoluzione e due dei
nostri migliori agenti insieme ai cani dell'unità cinofila
sorvegliano la cassaforte dell'anello Purple >>.
<< Sembra molto
determinata, ispettrice >>, disse Hisahsi.
<< Kid è un ladro
esibizionista. Rubare durante uno spettacolo è un'occasione troppo
ghiotta per lui. Cosa ne pensa ispettore? >>.
L'uomo voleva quasi ridere
perché effettivamente Kaito era davvero esibizionista. Annuì.
<<
Sono d'accordo con lei >>.
<< L'anello Purple
verrà mostrato in tre occasioni >>, disse Alden,
camminando
sul palco fino ad arrivare a un punto segnato con del nastro adesivo.
<< Nel prologo, nella scena in cui Hisahsi lo trova e,
infine,
quando verrà messo al dito di Mamiko nella scena finale. Lo porterà
fino alla fine dello spettacolo, durante il ballo e le presentazioni
al pubblico >>.
<< Sono troppe
occasioni per Kid >>, disse l'attrice protagonista.
<<
Non arriverà a tagliarmi un dito per prenderlo, vero? >>.
La
ragazza si strinse le mani.
<< Non è quel
genere di criminale! >>, esclamò Nakamori. Lo difese con
troppa enfasi perché si guadagnò un'occhiata perplessa della sua
superiore. << Intendo che finora non ha mai ferito
nessuno >>.
<< Non si preoccupi,
signorina. Credo che Kid ruberà l'anello nella scena finale poiché
il pubblico sarà ormai totalmente preso dallo spettacolo
>>,
disse Kawano, osservando gli spalti ancora vuoti. Poi ritornò a
guardare la ragazza. << Lei pensi a fare del suo meglio
>>.
Kaito
bussò alla porta di
Miho e non ricevette risposta. Spostò la manica della giacca per
guardare l'ora ed era puntuale, si erano accordati per le nove.
<< Miho! Ci sei? >>.
<< Entra, la porta è
aperta! >>, rispose una voce strascicata di chi si è
appena
svegliata.
Il mago aprì la porta con
fare cauto. Mi sento un ladro.
Aveva tolto le scarpe e
indossato delle pantofole grigie. Sentì dei passi, troppo pesanti
per essere di Miho. Un ragazzo dal fisico piazzato e molto più alto
di Kaito lo guardò.
<< Buongiorno >>,
disse amichevole mentre si metteva le scarpe.
<< Buongiorno a te
>>, ricambiò, guardando quel ragazzone.
<< Sei un amico di
Miho? >>, gli chiese, appuntandosi la giacca.
<< Uhm sì >>.
Urlò qualcosa alla
ragazza nell'altra stanza e poi lasciò l'appartamento. Totalmente
perplesso, Kaito giunse in cucina e Miho era appoggiata al bancone
che sorseggiava caffè nero da una tazza rossa.
<< Ho incontrato...
>>, incominciò, indicando il corridoio.
<< Doveva andarsene
un'ora fa però è rimasto più di quanto volessi >>,
sbadigliò
ancora e buttò giù un lungo sorso di liquido scuro per svegliarsi.
<< Ma chi era? >>.
Miho appoggiò la tazza
sul bancone. << Un amico. Caffè? >>.
<< Si chiamano amici
adesso? >>, ironizzò lui, allungando la mano per prendere
la
tazza che gli stava offrendo. << Pensavo non ne trovassi
uno
decente da mesi >>.
<< Per trovarli
decenti devi anche testarli >>, disse e poi rise
maliziosa.
<< Come stai? >>,
le domandò Kaito, gustando il caffè, aveva un aroma speziato.
<< Sto bene >>.
<< Sicura? >>.
La ragazza fece roteare la
tazza, osservando il liquido quasi finito. << No. Non
faccio
che pensare a Noa. L'ho vista solo quei pochi minuti e mi resterà
impressa per sempre >>.
Kaito finì di bere e
ripose la tazza nel lavandino. Le poggiò una mano sulla spalla, quel
contatto fece girare la testa alla ragazza e si perse negli occhi blu
del mago. Sentì le guance diventare calde e distolse lo sguardo
subito.
<< Gliela faremo
pagare >>.
<< E se fosse il tuo
amico? >>.
Gli occhi di Kaito si
fecero tristi. << A malincuore, agirei allo stesso modo
>>.
Il mago si decise a fare la domanda che gli frullava nella testa da
un po'. << Ho un quesito da porti >>.
<< Spara >>.
<< Come faceva Noah
a sapere che sei Red Fox? >>.
Miho si accigliò. <<
Me lo chiedi come se io lo sapessi >>.
<< Ho immaginato che
ti fossi fatta anche tu questa domanda >>.
Guardò fuori dalla
finestra e il sole era di un pallido color giallo, il fiume scorreva
tranquillo.
<< Più che altro mi
sono domandata perché con Noa abbia agito così in fretta e in modo
incauto. Sapeva che sarebbe venuta a stare dalla nonna e che sarebbe
mancata per due ore, perciò la seguiva >>.
<< Ha lasciato la
traccia di neve mista a fango, una cosa inusuale per lui
>>,
aggiunse Kaito, ricordando il residuo trovato nella soffitta di casa
Suzuki.
<< I precedenti
ladri li ha torturati per ore mentre con lei ha fatto velocemente
>>,
si mise una mano sotto il mento, il suo cervello stava cercando di
mettere insieme una teoria plausibile. I due ladri si guardarono,
colti da un'illuminazione.
<< Aveva scoperto la
sua identità >>, dissero all'unisono.
<< Noa conosceva
l'identità del serial killer. Ecco come faceva a sapere che sono Red
Fox, deve aver trovato il suo nascondiglio >>, continuò
Miho,
ormai i pezzi del puzzle si stavano incastrando.
<< Ma come avrebbe
fatto una ragazzina, seppur scaltra come lei, a conoscerlo?
>>.
<< La nonna ha detto
che frequentava i corsi estivi in una palestra e ci andava anche
quando soggiornava a Tokyo >>, gli ricordò.
<< Credi che lavori
alla palestra? >>.
<< Questo serial
killer si infiltra nella vita di queste persone da lontano, ai
margini. Deve aver scoperto di essere seguita ed è stata più furba
di lui >>. Miho fece un piccolo sorriso triste.
Brava ragazzina,
pensò.
<< Non si è
preoccupato che gli altri delitti fossero evidenti omicidi mentre con
Noa ha finto un suicidio. Non voleva che fosse collegata a lui
>>,
disse Kaito.
<< Ecco perché
voleva parlarmi >>.
<< Penso sia la
milionesima volta che te lo ripeto ma... non è stata colpa tua
>>.
L'espressione calma del mago la fece arrossire stavolta. Miho si
stiracchiò e riacquistò il sorriso, facendo sparire il rossore
dalle guance in fretta. << Be', ora mi faccio una doccia
e mi
riprendo da questo malumore, poi butterò sangue in palestra. Tu non
hai un impegno stasera? >>.
Kaito rise. << Non
penso e non elaboro mai niente il giorno del furto >>.
<< Siamo diversi. Io
non prendo pause finché non ho portato a termine l'obbiettivo
>>.
La ladra mise le tazze
nella lavastoviglie e la caffettiera nel lavello. <<
Verrò a
prendere Aoko alle otto in punto >>.
<< Glielo dirò.
Buon allenamento >>.
Miho gli sorrise. Il ladro
pensò che aveva un sorriso contagioso, leggermente provocatorio e
sincero.
<< A stasera! >>.
Aoko
ticchettava la scarpa
con il tacco nero sul pavimento in legno, seduta sulla sedia, braccia
conserte, la pochette poggiata sul tavolo. Kaito entrò in salotto
con un borsone e si avvicinò per darle un bacio.
<< Sei bellissima
stasera ma... >>, divenne pensieroso. Le mostrò la mano
destra
vuota e attirò la sua attenzione sull'altra. La agitò e chiuse il
pugno, aprendola vuota e anche nella destra non aveva niente. Poi
Aoko si toccò i capelli scuri e sentì un fermaglio a forma fiore
tra i capelli.
<< Ora sei perfetta
>>.
<< Ti amo >>,
disse, dandogli un bacio. << Stai attento
>>, gli carezzò
il viso, gli occhi azzurri esprimevano molta preoccupazione.
<< Io sono sempre
attento >>.
Lo
spettacolo sarebbe
iniziato alle otto e trenta e gli spettatori erano all'ingresso,
dando i biglietti e ricevendo indicazioni su dove dovevano sedersi.
Il teatro aveva fatto il tutto esaurito ancor prima dell'annuncio di
Kid e avevano ricevuto un sacco di telefonate ed email di fans che li
pregavano di poter vedere lo spettacolo, a costo di restare in piedi.
Keiko le attendeva sul
marciapiede di fronte e Miho parcheggiò la macchina rossa fiammante
con una guida veloce. Aoko si teneva alla maniglia dello sportello,
un po' terrorizzata perché la ragazza guidava in modo davvero
spericolato.
<< Eccovi
finalmente! >>, disse la ragazza dai capelli biondi,
avvicinandosi al duo. Aoko scese dalla macchina un po' malferma e
respirò l'aria fredda a pieni polmoni. L'ansia la stava divorando.
<< Dov'è Kaito? >>,
chiese Keiko, inclinando la testa.
<< Sta per arrivare
>>, rispose l'amica. << Sta aiutando nonno
Jii al bar >>.
Le tre entrarono dentro il
teatro, il tepore caldo le fece sentire meglio. Due maschere, uno
giovane e un uomo di mezza età, stavano staccando i biglietti e
mostrando le scalinate da prendere per giungere agli spalti.
<< Spalto dodici.
Dovete prendere quelle scale >>, disse il più giovane.
<<
Poi girate a destra, seconda porta >>, gli ridiede i
biglietti.
<< Vi auguriamo buon
divertimento >>, aggiunse il vecchio.
Miho e Aoko sorrisero ai
due, sotto gli occhi dubbiosi di Keiko.
<< Senz'altro! >>,
dissero all'uniscono e si guardarono, ridacchiando.
Lo spalto era stupendo.
C'erano quattro poltrone blu di velluto, il pavimento era di moquette
che rendeva silenzioso ogni passo. Si sedettero e avevano un'ottima
visuale del palco.
<< È
una storia molto romantica! >>, disse Keiko, leggendo il
dépliant trovato sulle sedie. << Due ragazzi che non
possono
stare insieme e lottano contro tutti per farlo. Inoltre stasera ci
sarà anche Ladro Kid! Cosa si può chiedere di meglio? >>.
Aoko guardò la foto dei
due attori con uno sguardo affettuoso. Quella commedia romantica gli
ricordava la storia con Kaito: lei la figlia di un ispettore, lui un
ladro. Eppure la loro storia funzionava ed erano felici insieme.
Un piccolo mostro
antipatico in un angolo del cervello le sussurrò “Fino a quando?”.
Scosse il capo e sentì il leggero peso del fermaglio di Kaito,
sfiorandolo appena.
Mai, pensò. Siamo
destinati da tutta la vita.
<< Aoko? >>,
Miho la scosse. << Ti sei messa a vagare nei pensieri?
>>.
<< Oh scusate, stavo
leggendo la storia e mi sono estraniata per un minuto >>.
<< Toc Toc >>.
Kaito si unì al gruppo e
si sedette nella sedia libera accanto alla fidanzata, dandole un
bacio sulla guancia.
<< Finalmente sei
arrivato >>, disse Keiko.
<< Oggi c'erano più
clienti del solito. Jii non ha più la stessa vitalità di un tempo
>>.
Non è affatto vero!,
discordò il vecchietto. Kaito spense una risata, l'auricolare
all'orecchio era quasi invisibile.
Un suono penetrante
annunciò che lo spettacolo stava per iniziare e le luci si
abbassarono pian piano, rendendo l'ambiente rilassante. Il sipario si
alzò e un pozzo di luce calda illuminava l'uomo in mezzo al palco,
teneva un braccio alzato come per afferrare qualcosa e la mano
sinistra chiusa a pugno, indossava abiti laceri.
<< Ciò che rimane
della mia stirpe, ciò che resta dell'essenza della mia anima e della
mia famiglia, è qui, nella mano destra. Coloro che hanno sterminato
la mia felicità, trucidato i volti dei miei amati, saranno dannati
per sempre >>.
Abbassò il braccio destro
e poi alzò quello sinistro. Una luce bianca illuminò l'anello
Purple.
La montatura era di oro
rosa, incastonata c'era un'ametista di media grandezza, famosa per
essere una delle più pure. Il proprietario, un ricco uomo americano,
era stato pagato un sacco di soldi per poter permettere alla
compagnia di utilizzare un oggetto tanto prezioso.
<< Meraviglioso >>,
bisbigliò Keiko.
<< Quello starebbe
bene al mio dito >>, aggiunse Miho.
Kaito seguiva lo
spettacolo, avrebbe rubato l'ametista nella scena finale. Fece
scivolare la mano fino a toccare quella di Aoko, al buio. La ragazza
la strinse e si sentì più fiduciosa che anche quella sera tutto
sarebbe andato bene.
L'ispettrice
Kawano
avvicinò la ricetrasmittente alla bocca. << Agenti? Tutto
regolare? >>.
<< Sì, capo >>.
La scena volse al termine
e un'agente prese in custodia l'anello per metterlo in cassaforte, la
combinazione era conosciuta sola dal registra e dall'ispettrice
Kawano. Mentre chiudeva il pesante sportello, i due agenti davano le
spalle e i due cani guairono, inclinando il grosso capo.
<< Bene. Non fate
avvicinare nessuno che non si tratti di me o del registra. Mi
raccomando >>.
La protagonista apparve
sul palco, la scenografia era cambiata. Ora c'era una luce più
tenue, un finto prato di fiori e si faticava a distinguere da uno
vero. La ragazza aveva i capelli biondi intrecciati in una lunga
coda, indossava un vestito bianco che le lasciava scoperti i piedi e
raccoglieva fiori canticchiando, usandoli per acconciare i capelli
come decorazione.
<< In questi anni
duri non ho mai trovato una briciola di felicità >>,
volse lo
sguardo al cielo, rigirando un fiore rosso. << Come
vorrei solo
un'occasione per guadagnarmi la tranquillità >>, sospirò.
<< È
bellissima >>, mormorò Keiko, ammirata.
Lo spettacolo andò avanti
tranquillamente, le ragazze restarono ammirate, perfino Miho, di
natura più cinica e realista. Kaito aveva scelto di rubare l'anello
proprio per permettere ad Aoko di godersi lo spettacolo.
Circa un'ora dopo l'inizio
si giunse alla scena finale. L'ispettrice Kawano capì che era quello
il momento in cui avrebbe colpito e ordinò nella ricetrasmittente di
tenersi all'erta. I poliziotti infiltrati tra il pubblico avevano le
manette in tasca e la fodera della pistola alla caviglia, il capo
aveva ordinato di sparare per ferirlo.
Aoko sentì un peso
opprimente nello stomaco quando vide il protagonista inginocchiarsi
alla bella ragazza, dandole in dono l'anello, Lo mise al dito e
l'ammirò, estasiata.
<< Questo gioiello,
simbolo della caduta della mia stirpe, ora ha un nuovo significato:
l'immenso amore che provo per te >>, recitò, baciandole
la
pelle lisca della mano e poi mettendosi in piedi di fronte ad essa.
Le luci sul palco
illuminarono gli altri attori vestiti con abiti sfarzosi e iniziarono
a ballare una canzone dolce e melodica. Gli agenti infiltrati
ballavano con le colleghe e i due ispettori erano ai margini delle
quinte insieme al registra, quest'ultimo si passava nervosamente la
mano tra i pochi capelli.
Aoko avvertì le dita di
Kaito sfiorare il fermaglio luccicante e capì che era arrivato il
momento. Lei annuì e le fece un sorriso.
Il ladro tirò fuori una
sfera grande quanto una pallina da golf e la mise sulla sedia,
alzandosi silenziosamente. Keiko era stata fatta sedere nella sedia
più lontana e Miho la stava distraendo apposta. Si scambiò un
fugace sguardo con il ladro e poi attirò l'attenzione della ragazza
bionda verso il palco.
Aoko si voltò per vederlo
sparire oltre la porta e assunse un'espressione preoccupata. Accanto
a lei si era gonfiato un manichino identico a Kaito, ne aveva
migliorato la fattura e sembrava proprio lui.
Sta attento, amore.
Kaito
svoltò l'angolo e
aveva indossato le vesti di Ladro Kid in pochi secondi. I corridoi
degli spalti non avevano le telecamere ed era un'enorme vantaggio.
Frugò nella tasca e ne estrasse un piccolo telecomando.
C'era uno spazio sotto il
palco che l'ispettore Nakamori aveva evitato apposta di far
sorvegliare poiché ci tenevano le attrezzature e aveva finto che non
fosse necessario.
La melodia che gli attori
stavano ballando era attutita sotto le assi. Kid strisciò fino a un
punto perfetto per salire le scale velocissimo e apparire sul palco,
per rubare l'anello dal dito dell'attrice Mamiko. Premette il tasto
rosso.
Dei rumori metallici
attirarono le attenzioni di tutti. L'ispettrice Kawano inspirò
arrabbiatissima e Nakamori finse uno sguardo di disappunto. Dagli
spalti e ai lati del palco uscirono piccoli bocchettoni nascosti tra
le decorazioni e poi un fumo rosa dolciastro, che disorientò i
presenti: sembrava un'enorme nuvola di zucchero filato. Kaito aveva
nascosto un manichino sopra l'enorme lampadario in cristallo,
nascosto sotto un telo dello stesso colore del soffitto. Lo attivò e
sembrava che Kid uscisse dalla nuvola rosa e il pubblico gridò
ammirato mentre gli agenti puntarono la pistola per sparargli,
attendendo ordini.
Grazie al trucco, Kaito
balzò sul palco e il manichino si perse nella nuvola rosa ormai
diradata e fu recuperato da Jii, che nel frattempo si era sgonfiato.
<< È
Ladro Kid! >>.
Due ragazze in quarta fila
si alzarono in piedi, agitando un piccolo striscione. <<
Sei
bellissimo Kid! Ti amiamo! >>.
<< È
apparso dal nulla! >>, commentò Keiko, che
si stava
sporgendo talmente tanto che se avesse continuato sarebbe caduta di
sotto. Volse gli occhi verdi verso Miho e lei era seduta composta,
godendosi lo spettacolo, era la prima volta che vedeva in azione
Kaito dal vivo.
Le emozioni di Keiko
subirono un brusco cambio quando guardò Aoko: l'amica aveva gli
occhi puntanti sul ladro, un'espressione inquieta e non inveiva
contro di lui.
Aoko..., pensò
Keiko e tornò a guardare il ladro, poi di nuovo l'amica. Cosa
ti
prende?
Era buio e vide Kaito
accanto a lei, tranquillo. La cosa non era strana poiché il ragazzo
aveva sempre affermato di essere totalmente indifferente al ladro
fantasma.
Con una mossa veloce Kid
si inginocchiò di fronte a Mamiko.
<< Bella signorina,
mi perdoni per quello che sto per fare >>, disse gentile.
L'attrice rimase talmente affascinata da arrossire.
<< Intervenite
subito! >>.
Gli agenti si tolsero le
vesti con cui avevano recitato e si buttarono sul ladro, creando un
gran scompiglio. Mamiko cadde all'indietro, gemendo per il dolore
poiché il vestito aveva delle stecche piuttosto rigide e le tolsero
il respiro per un attimo, provocandole una fitta alle costole.
La bella acconciatura
aveva qualche capello fuori posto e si sistemò velocemente e a quel
punto si accorse di non avere più l'anello.
<< È
sparito! >>, urlò. Il compagno di scena l'aiutò ad
alzarsi.
L'ispettrice corse sul
palco e controllò di persona. Come diamine ha fatto?
Kid, approfittando del
caos, si era mischiato tra gli agenti, l'attenzione degli altri
attori era focalizzata sui poliziotti. Aveva sfilato l'anello dal
dito di Mamiko, indossando nuovamente il costume del ladro. Jii
lavorava dietro le quinte e premette il tasto di una consolle. Il
ladro apparve sospeso in aria, un robusto filo invisibile lo
sosteneva, allargò le braccia e l'ametista dell'anello brillò di un
bagliore viola sotto il lampadario di cristallo.
<< Grazie signorina.
Ispettrice Kawano è sempre divertente lavorare con lei!
>>.
<< Sparategli, lo
voglio vivo! >>.
Non fecero in tempo a
puntare la pistola che caddero delle luci dalle maniche del ladro,
sembravano delle stelle luminose e invece lo fecero sparire in un
lampo. Jii sganciò la corda, Kid si rifugiò sotto il palco, si
cambiò d'abito in un secondo e ritornò nel corridoio.
Nascose l'anello dentro le
cucitura della giacca, rientrò nello spalto numero dodici, sgonfiò
il manichino da renderlo minuscolo e nasconderlo doveva aveva riposto
l'anello. Aoko avrebbe voluto buttarsi tra le sue braccia però
davanti a Keiko sarebbe sembrato troppo sospetto. Miho gli sorrise e
fece un cenno con la testa, che significava “buon lavoro”.
<< L'anello,
l'anello! >>, urlava il registra. << Andrò
in rovina!
>>.
Kawano si voltò verso
Nakamori. << Piano B >>.
L'uomo annuì ma non era
affatto preoccupato, era sicuro che avesse pensato anche a questo. Le
porte furono sbarrate e ogni uscita preclusa. Fece fare un annuncio
da un'agente all'altoparlante.
<< Ora verrete tutti
perquisiti, non potete astenervi! Siete pregati di non opporre
resistenza >>.
Aoko guardò Kaito,
spaventata. Le bisbigliò qualcosa nell'orecchio. Non
dimenticarti
chi sono.
Le varie persone tra il
pubblico fecero per prendere le giacche e i cappotti da consegnare.
Poi una bambina di sei anni raccolse qualcosa caduto dalla tasca.
<< Mamma, mamma! >>,
le tirò il vestito. << Siamo ricchi! >>.
<< Cosa c'è Rikako?
>>. La donna sbarrò gli occhi scuri e ammirò l'anello che
la
figlia le porgeva. << Ma com'è possibile?
>>.
Il marito frugò nella
tasca e ne estrasse un altro. << Guarda! >>.
Imitando la coppia, tutti
si guardarono nelle tasche delle giacche e ognuno si ritrovò una
copia dell'anello. L'ispettrice divenne dello stesso colore
dell'ametista e obbligò il registra a visionare ogni copia, era
l'unico che poteva stabilire se era l'originale.
Keiko controllò il
cappotto bianco e vide che ne aveva una anche lei, come gli amici.
Kaito e Jii avevano preso il posto delle maschere all'ingresso, che
dormivano sogni beati nascosti nello sgabuzzino.
Quando staccavano i
biglietti, distraendoli con le indicazioni del posto da raggiungere,
mettevano gli anelli nelle tasche. Le finte copie erano nascoste nel
sacchetto doveva venivano riposti i pezzi di biglietti tranciati.
Sapevano che si sarebbero
tolti i cappotti per via del riscaldamento alto del teatro, dato che
le attrici indossavano abiti di tessuto non troppo pesante.
Così, una volta
perquisito Kaito e appurato che aveva una copia falsa sarebbe stato
lasciato in pace. L'ispettore Nakamori e la superiore insieme a due
agenti, un uomo e una donna, giunsero allo spalto dodici. Dopo le
ragazze, l'agente controllò la copia di Kaito ed era solo una
riproduzione perfetta, tasche dei pantaloni e della giacca nera che
indossava erano pulite.
<< Be', non mi
aspettavo niente di diverso dalle amiche e dal fidanzato della figlia
del mio collega >>, disse a mo' di scuse l'ispettrice.
<< Si figuri >>,
ribatté Kaito, con un sorriso furbo.
Ma la fortuna voltò le
spalle inaspettatamente al ladro. Stavano per lasciare lo spalto per
proseguire quando l'agente si accorse di qualcosa di strano nella
giacca del ragazzo.
<< Può togliersi la
giacca? >>, gli chiese, un uomo piuttosto forzuto.
<< Mi avete già
perquisito >>, prese tempo il mago.
L'ispettore Nakamori entrò
nel panico e Aoko trattenne il fiato, Miho cercò di mantenere la
calma per tutti. L'unica che non capiva la reticenza dell'amico era
Keiko.
<< Per essere sicuri
>>, insistette l'uomo, tendendo la mano per ricevere la
giacca.
Kaito sapeva che Jii stava
monitorando la situazione e avevano un piano di riserva. Stava per
attuarlo quando sentì la voce di Aoko attirare l'attenzione dei
presenti.
<< Ho visto qualcuno
fuggire lì! >>, disse indicando un punto.
<< Era vestito
di bianco. Forse sta approfittando della confusione per la
perquisizione per fuggire! >>.
Il padre l'appoggiò. <<
Forse sarebbe meglio controllare >>.
<< Agente Oota >>,
lo richiamò la superiore. << Andiamo, la ragazza potrebbe
aver
ragione. Qui abbiamo finito >>.
L'uomo abbassò il braccio
e seguì i due superiori. Aoko sapeva che la donna non avrebbe mai
dubitato della figlia dell'ispettore che per vent'anni aveva rincorso
Kid. Keiko trovava la situazione ambigua, da un po' di tempo c'era
qualcosa che non le tornava nel comportamento di Aoko.
L'amica sospirò,
rilassata. Incrociò lo sguardo del fidanzato e non ne aveva mai
visto uno come quello: furia pura.
Dopo venti minuti
permisero a tutti di lasciare il teatro e l'ispettrice avrebbe preso
a volentieri a pugni Kid. Keiko lasciò il gruppo e aveva notato
anche lei lo sguardo arrabbiato di Kaito. Il ladro ritornò a casa
con la sua macchina da solo, per non far rischiare Aoko e mettere al
sicuro il gioiello nella stanza segreta.
Miho parcheggiò davanti a
villa Kuroba e Aoko scese, entrando in casa. Camminò fino alla
vecchia stanza e roteò il ritratto di Toichi. Kaito le dava le
spalle, stava chiudendo la cassaforte con dentro l'anello, l'avrebbe
restituito il giorno dopo. Indossava ancora il costume di Kid, il
monocolo e il cappello erano stati già rimessi al manichino
nell'armadio.
<< Kaito, va
tutto... >>.
<< Cosa diavolo ti è
saltato in testa! >>, si scagliò contro di lei, non
l'aveva
mai visto così.
<< Di che parli? >>.
<< Ti sei resa
complice di un furto Aoko! >>.
<< Fai sul serio?!
Nascondo la tua identità segreta da due anni! >>, ribatté
lei. Adesso erano furiosi in due.
<< È
diverso! >>. Kaito sapeva che alzare le voci era
controproducente e alimentava il fuoco dell'ira ma non poteva farne a
meno. << Hai la minima idea delle conseguenze
incalcolabili nel
caso mi avessero scoperto? >>.
La fidanzata si rese
improvvisamente conto di aver fatto una sciocchezza.
<< Avrebbero tolto
il distintivo a tuo padre, accusato di complicità e avrebbero
rivisto ogni caso a lui collegato. Tu saresti finita in prigione ed
espulsa dall'università >>.
<< Ti avrebbero
scoperto! >>. Era sull'orlo delle lacrime.
<< Non sarebbe
successo! Aoko, noi siamo compagni di vita e sul palco ma in questa
cosa io sono solo >>.
<< Avrei dovuto
lasciare che ti portassero in prigione?! >>.
<< Avevo un piano!
Pensi forse che sia uno sprovveduto? >>.
La ragazza fece un paio di
passi indietro. << Assolutamente no. Ti volevo solo
proteggere
>>.
<< Io non ho bisogno
della tua protezione e tanto meno di te! >>.
Quella frase fu troppo.
Aoko gli restituì l'occhiata più dura mai fatta e risalì le scale,
accorgendosi che Miho era sulla soglia, Aoko aveva dimenticato la
giacca sui sedili posteriori e aveva sentito le urla dall'ingresso.
Le vide gli occhi azzurri imperlati di lacrime ma non voleva, per
orgoglio, che il fidanzato la vedesse piangere.
Kaito batté un pugno sul
tavolo scuotendolo, rendendosi conto di aver detto una frase orribile
a causa della collera.
Miho appoggiò la giacca
alla balaustra nera della scala e fissò il mago: senza Aoko sembrava
una persona molto sola, come un vero ladro fantasma.
<< Da quanto sei
qui? >>.
<< Abbastanza da
sentire l'ultima frase >>, fece per andarsene ma poi si
voltò.
<< Sai essere davvero un cretino >>.
<<
Aoko! >>.
La ragazza in lacrime
percorreva i pochi metri che lo separavano da casa sua. Miho le
correva dietro.
<< Lasciami in pace!
>>.
<< Non lo pensa! Era
solo preoccupato! E poi è un uomo, non gli arriva mai abbastanza
sangue al cervello! >>.
La ragazza si fermò in
mezzo alla strada e fissò la ladra. << Tu sei più giusta
per
lui >>.
Miho sbatté le palpebre.
<< Cosa? >>.
<< Tu saresti
perfetta per Kaito. Sai comprendere la sua vita a trecentosessanta
gradi. Io, per quanto mi sforzi, faccio solo errori >>,
altre
lacrime le bagnarono il vestito e le labbra.
<< Ma che avete
tutti stasera? Non dire sciocchezze. Lui ti ama tantissimo, Aoko
>>,
le poggiò le mani sulle spalle. << Stasera ci dormirà su
e tu
datti del tempo per calmarti. Domani chiarirete >>.
<< No! >>,
singhiozzò Aoko. << Stavolta non basteranno le scuse!
>>.
La ragazza corse fino alla
porta ed entrò in casa, lasciando Miho sola nella strada desolata. O
almeno così sembrava.
Nessuna delle due si era
accorta di una macchina spenta, parcheggiata nascosta in un vialetto
buio. Keiko aveva seguito l'amica fino a casa e aveva assistito alla
scena tra Miho e Aoko
Attese che la ladra
andasse via e poi si allontanò velocemente, volgendo un ultimo
sguardo alla finestra della camera da letto di Aoko, la luce era
accesa.
<< Cosa mi nascondi,
amica mia? >>.
Angolo autrice!
Salve
lettori!
Ecco
pubblicato il capitolo di questa settimana!
Ahi ahi Keiko inizia a
nutrire qualche dubbio sulla strana combricola di amici e sull'amica
di sempre, scoprirà che Kaito è il suo amato Ladro Kid? Vedremo nel
prossimo capitolo se la nostra coppia preferita farà pace :)
Grazie a chi l'ha letta,
messa tra le preferite e le seguite!
PS= Chiedo scusa per aver mancato il capitolo di questa settimana! Ho inziato un nuovo lavoro fisicamente molto stancante e arrivo a casa completamente cotta >.<
Questa settimana sarà lo stesso un deliro ma ho scritt metà del capitolo e spero di riuscire a pubblicarlo in questa settimana! :) A presto!
Alla prossima! :D
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Capitolo 7 *** 07. Osaka ***
Capitolo
7
Osaka
Aoko
e Kaito non si
parlavano ormai da una settimana. Mancavano una ventina di giorni a
Natale e l'ateneo era corredato di decorazioni verdi e rosse,
alberelli finti in ogni piano e palline luccicanti appese ovunque. La
neve aveva cominciato a imbiancare le strade e la temperatura era
scesa di molto.
Dopo il litigio, il mago
aveva bevuto un paio di bicchieri degli alcolici che il padre teneva
nel piccolo mobile bar. Non era ancora maggiorenne per lo stato
giapponese e se la madre avesse saputo che aveva osato toccare una
goccia d'alcool, l'avrebbe messo in punizione nonostante avesse quasi
vent'anni. Era molto stressato e quel paio di bicchieri gli avevano
steso i nervi.
La mattina presto si era
recato a casa della fidanzata, un cerchio alla testa poiché reggere
l'alcool non era il suo forte e chiesto perdono. Aoko era troppo
ferita da quella frase e non volle ascoltarlo.
La verità che era stata
solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: la ragazza, di
natura insicura, non riusciva a levarsi dalla testa il pensiero di
Miho e della sua presenza. Anche se la ladra non si dimostrava,
almeno in modo esplicito, interessata a lui, Aoko non poteva fare a
meno di pensare che avrebbe capito Kaito al cento per cento.
Quello che aveva fatto a
teatro era stato spirito di protezione guidato dall'amore per lui.
Era certa che Miho non avrebbe mai agito come lei, avrebbe lasciato
che Kaito se la sbrigasse da solo.
Il professore decretò la
fine della lezione di macroeconomia e Aoko chiuse il libro, prese la
borsa e si recò in sala mensa per il pranzo. Ormai faceva troppo
freddo per mangiare fuori ed erano soliti riunirsi in un unico tavolo
al centro della sala.
Keiko era già seduta in
compagnia del fidanzato, studente all'ultimo anno di architettura, un
ragazzo carino e semplice, come lei. Aoko non sapeva che l'amica
l'avesse seguita e che si fossero instillate domande pericolose nella
sua testa. La ragazza bionda salutò l'amica, disinvolta, e lo stesso
fece il fidanzato. Aoko non aveva, ovviamente, raccontato nulla della
brutta litigata con il mago e davanti a lei fingeva buon umore, o
almeno ci provava.
Akako si sedette alla
destra della ragazza. Saguru non si era ancora fatto vivo e la
casella dei messaggi segnava sempre zero e quel fastidioso quadrato
rosso cominciava a infastidirla. Alla frustrazione si aggiungeva il
disappunto per le cose dette da Kaito.
Il mago entrò in sala
mensa e vide il solito tavolo. Aoko sussultò quando lo notò e
distolse lo sguardo subito. Il ragazzo gettò la borsa sulla sedia
libera e si sedette di fronte alla fidanzata.
<< Salve ragazzi >>.
Akako gli voltò la faccia
e Kaito non ci badò. Miho fece il suo ingresso accompagnata da un
ragazzo del penultimo anno, conosciuto per aver partecipato alle gare
regionali di judo. Ridevano e lei gli fece l'occhiolino
allontanandosi, sedendosi sull'ultima sedia disponibile. Guardò la
coppietta che non si sfiorava nemmeno per caso, Keiko sembrava
inquieta e l'unico normale era il fidanzato di quest'ultima.
<< Che tavolo
allegro >>, scherzò, prendendo il contenitore del pranzo
dallo
zaino e le bacchette. << Ehi, ho una cosa da proporvi!
>>.
Attirò l'attenzione di
tutti.
<< Devo andare ad
Osaka a sbrigare un paio di cose burocratiche e mi piacerebbe che
veniste a farmi compagnia. Sarete miei ospiti >>.
<< Hai abbastanza
posto per tutti noi? >>, le chiese Keiko.
<< Alloggerete nella
casa di famiglia. Da quando vivo a Tokyo la tengo chiusa
>>.
Il gruppo si guardò e
annuirono. Quello di Miho era un tentativo per ristabilire la pace e
anche per crearsi un abili. Avrebbe rubato una pietra preziosa quel
sabato e la copertura da parte di Kaito gli faceva comodo. In fondo
l'aveva aiutato distraendo Keiko durante il furto dell'anello Purple.
A fine pranzo, Kaito si avvicinò ad Aoko e le sfiorò la mano, non
lo allontanò.
<< Domani dobbiamo
provare lo spettacolo della prossima settimana >>.
<< Ci sarò >>,
rispose semplicemente, buttando gli avanzi nel cestino.
Il mago la prese per un
polso dolcemente, avvicinandola a lui. << Amore, ti
prego.
Questo tuo atteggiamento mi distrugge >>.
<< Kaito, non decidi
come mi devo sentire >>, si divincolò dalla presa.
<< E
come al solito non capisci >>.
La ragazza ripose il
contenitore dentro la borsa e si allontanò. Akako aveva ascoltato la
conversazione senza volerlo.
<< Me l'ha
raccontato >>, gli disse.
<< Stai per dirmi
anche tu che sono un cretino? >>.
<< Sì ma anche che
far apparire fiori dal nulla non ti aiuterà. Devi capire cosa l'ha
fatta stare male davvero >>.
<< Non eri
arrabbiata con me? >>. Kaito era piuttosto confuso.
<< Infatti lo sono
>>, rispose, sdegnosa e agitando i lunghi capelli neri.
<<
Solo che mi dispiace per Aoko >>.
<< Perché non me lo
dice allora? >>.
Akako scosse la testa. <<
Uomini >>, fece allontanandosi. << Siete
tutti uguali >>.
Kaito la guardò andare via e rimase perplesso con il vassoio ancora
da ripulire.
<< Donne >>,
disse fra sé e sé. << Saranno sempre un mistero per me
>>.
Miho si sistemò la
parrucca bionda che in genere utilizzava con il costume di Red Fox e
controllò le lenti a contatto verdi. Indossava un abbigliamento
sobrio e scarpe basse, una grossa borsa e l'auto parcheggiata in una
via parallela alla palestra Abe, quella frequentata da Noa.
L'ingresso era composto da
sedie imbottite rosse e un gabbiotto di legno, sulla destra la porta
che conduceva dentro la palestra. Miho indossava un paio di occhiali
da vista e li sistemò sul naso, salutando il segretario dall'altra
parte.
<< Posso esserle
utile? >>. Il ragazzo era sicuro che non fosse una madre
o una
sorella di qualche ginnasta.
<< Mi chiamo Izumi
Ine, sono una giornalista di cronaca nera di un piccolo paese fuori
Tokyo. Sto scrivendo un articolo sul suicido e sto indagando sul caso
di Noa Suzuki >>, fece un sorriso splendente.
<< Ah Noa... >>,
gli occhi del segretario si fecero tristi. << Che
tragedia. Ha
delle domande? >>.
<< Potrei vedere il
suo armadietto? >>.
Il ragazzo, sui
venticinque anni, fece segno di no. << Mi spiace, ma non
posso
farla entrare negli spogliatoi. È
questione di privacy >>.
<< Oh be' lo
capisco. Posso visitare almeno la palestra e parlare con l'insegnante
di Noa? >>.
<< Certo. La trova
alla postazione dei cerchi >>, premette un bottone sotto
il
bancone e la porta fece un click.
Non si apre con la
maniglia , pensò Miho.
La ladra non aveva
intenzione di parlare con l'insegnante per davvero. Si sarebbe
introdotta di nascosto negli spogliatoi e cercato l'armadietto della
ragazzina. Velocissima si nascose nella curva del corridoio e vide
due ragazze uscire dalla stanza e tornare in palestra, un asciugamano
sul collo. Miho aspettò trenta secondi e poi si infiltrò nello
spogliatoio e non ci mise molto a trovarlo. C'era il suo nome ed era
stata posta una banda nera in segno di lutto e c'era un piccolo
alterino ai piedi. Lesse messaggi affettuosi da parte dei compagni e
qualche orsacchiotto era stato regalato.
Si tolse la forcina con
cui aveva acconciato i capelli e forzò la serratura dell'armadietto.
Allo sportello era stato affisso uno specchietto e notò residui di
colla accanto, come se qualcosa fosse stato appiccicato e poi
staccato con violenza. Un paio di libri sulla ginnastica, dei cambi e
biancheria intima: un armadietto ordinario.
<< Troppo ordinario
>>, si disse e lo chiuse, aveva sentito dei rumori.
Si nascose dietro una fila
di armadietti ed entrò una ragazza sui diciotto anni a prendere
qualcosa. Nuovamente sola si recò in fretta alla palestra e si mise
a parlare con l'insegnante di ginnastica ritmica. Le disse che Noa
era un gran talento, molto simpatica e un grande spirito di
sacrifico.
Tornando all'ingresso, la
ladra concluse che qualcuno aveva ripulito l'armadietto della
ragazzina e quello poteva farlo solo chi aveva accesso giornaliero
agli spogliatoi.
Le allieve e gli
addetti alle pulizie.
Picchiettò sul vetro per
attirare l'attenzione del segretario.
<< Scusa, posso
chiederti quante persone lavorano qui? Sai, giusto per essere sicura
di aver parlato con tutti >>.
<< A parte me, tre
insegnanti e due addetti delle pulizie da poco assunti >>.
<< Quelli
precedenti? >>.
<< Se ne sono
andati, purtroppo. Il che ci ha creato un disagio e abbiamo dovuto
assumere due persone in gran fretta >>, raccontò,
sfogando la
frustrazione di aver pulito lui la palestra.
<< Accidenti, ti
capisco. Hai tutta la mia comprensione >>, appoggiò il
gomito
e fissò il giovane negli occhi. << Due uomini?
>>.
<< Un uomo e una
donna, erano molto precisi >>.
<< Avete i loro
nomi? Sai magari li intervisto su Noa >>.
Il ragazzo sbuffò. <<
Come se non bastasse i computer hanno avuto dei problemi e abbiamo
perso tutti i dati dei precedenti lavoratori. Attualmente abbiamo
solo quelli di chi è assunto >>.
<< Che peccato >>,
gli sorrise, poi si scostò. << Grazie per la
disponibilità
>>.
<< Se ti serve posso
lasciarti il mio numero... >>. Il ragazzo non terminò la
frase
che Miho era già sparita oltre il portone.
In macchina si tolse la
parrucca, le lenti a contatto e gettò tutto in una borsa sul sedile
passeggeri. Rimase ferma qualche minuto a riflettere, la mano sul
volante e con l'altra mano frugò nella borsa da cui estrasse un
cellulare. Dopo aver inviato un messaggio, mise in moto e lasciò la
stradina.
Quel sabato era soleggiato
e senza una nuvola in cielo. Il gruppetto giunse ad Osaka nel primo
pomeriggio e seguirono le indicazioni di Miho per giungere alla casa.
Per Kaito fu un viaggio pesante: Aoko seguitava a rivolgergli poche
parole e Akako non gli parlava affatto.
Quando giunsero davanti a
villa Okamoto rimasero stupefatti: era un grande caseggiato di tre
piani con uno sconfinato giardino a fargli da cornice. Kaito pensò
che d'altronde la ladra discendeva da una stirpe di acrobati e il
padre doveva averle assicurato un alto tenore di vita.
<< Che lavoro fanno
i genitori di Miho? >>, chiese Zeshin, il fidanzato di
Keiko.
<< Il papà è morto
quando era piccola e la madre è una manager nel mondo dello
spettacolo >>, spiegò Aoko.
<< Questo spiega la
villa >>, rispose il ragazzo.
Miho andò ad aprire e li
salutò allegramente. Indossava un vestito rosso e delle calze nere,
capelli sciolti. Li guidò lungo una scalinata all'ingresso e mostrò
un corridoio con cinque porte agli ospiti.
<< Scegliete quella
che volete. La mia è quella dall'altra parte del corridoio
>>,
disse, indicano una porta in fondo. << Ho preparato la
cena per
stasera >>.
Aoko e Kaito scelsero la
prima porta. Letto a baldacchino, finestrone che dava sul giardino,
mobili semplici e raffinati. Il piccolo bagno in camera era in tinte
dorate e la doccia era grandissima.
Trascorsero il pomeriggio
girando per Osaka e Miho gli mostrò le attrazioni principali. Quando
il sole cominciò a sparire dietro l'orizzonte, la ragazza li portò
in un bellissimo locale panoramico a bere qualcosa. Nel bar c'era una
grande TV a schermo piatto e i video musicali vennero interrotti dal
telegiornale.
<< È
programmato per domani il furto della celebre ladra Red Fox!
>>,
annunciò l'uomo in giacca dietro un bancone azzurro. La foto della
ladra passò sullo schermo e la ritraeva mentre saltava da un'enorme
finestra. Il rosso della tuta aderente spiccava contro il cielo
scuro.
<<
Adoro Red Fox! >>, esordì Keiko.
<<
Non adoravi Ladro Kid? >>, le domandò il fidanzato.
<<
Certo! Ma Red Fox è... >>, ci pensò un attimo.
<< La
controparte femminile di Kid! >>.
<<
Secondo me è più brava di Ladro Kid >>, disse
provocatoria
Miho, lanciando un'occhiata a Kaito.
<<
Kid è il cattivo ragazzo >>, disse la ragazza bionda,
incurante del fatto che era seduta allo stesso tavolo dei due ladri
più famosi del Giappone.
Zeshin
parve infastidito. << Cosa avrà mai di così speciale!
>>.
La fidanzata rise e gli diede un bacio sulla guancia, per calmarlo.
<<
Io penso che sia un grande esibizionista, quel Kid! >>,
concluse velenosa Akako, bevendo la sua aranciata. Il mago non le
diede peso, sapeva che l'aveva detto per sfogare la frustrazione nei
suoi confronti.
Miho
era tutta trofia per le cose dette da Keiko e Kaito alzò gli occhi
al cielo, in verità si era un po' risentito. Essere Ladro Kid lo
rendeva orgoglioso, esattamente come lo era stato suo padre al tempo.
Aoko
guardava i due. Pensò che, dopotutto, anche il padre di Kaito aveva
sposato una ladra e forse tra di loro aveva funzionato proprio per
questo motivo. Dentro di lei si diceva che era un periodo, quel tanto
che bastava per attirare il serial killer e poi il vestito bianco
sarebbe finito nel dimenticatoio.
Allora
perché sentiva una fitta dentro di lei? Perché sentiva che c'era
qualcosa che stava andando storto in tutta quella situazione?
Giunta
la sera, Aoko si
sedette sulla poltrona vicino al divano e Akako la imitò sedendosi
sull'altra, osservando gli occhi azzurri dell'amica perdersi tra le
fiamme scoppiettanti.
<< Non credi sia ora
di perdonarlo? >>.
La ragazza sorrise. <<
Certo che sei strana. Ce l'hai a morte con Kaito eppure cerchi di
farci rappacificare >>.
<< Non odio Kaito. È
sempre irritante, questo non cambia mai >>. La fece
ridere
molto e Akako divenne stizzita, incrociando le braccia.
<< Che
hai da ridere? >>.
<< Gli vuoi bene >>,
disse tra le lacrime per le risate.
<< Non dire
sciocchezze! >>, disse con fare altezzoso.
<< Come potrei
voler bene a uno così?! >>.
Le labbra di Aoko si
ridussero a un sorriso. << Come vuoi bene a Saguru
>>.
Quella frase fece voltare
gli occhi di Akako come se avesse paura che potesse leggerle la
verità nelle iridi.
<< Saguru... Lui è
fatto a modo suo >>.
<< Ehi ragazze! >>,
Keiko agitava un mazzo di carte tra le dita. << Partita a
carte? >>.
La strega sospirò felice.
L'intervento della ragazza aveva interrotto sul nascere una
discussione imbarazzante. Non era ancora pronta ad affrontare quel
discorso.
Già , pensò
amaramente. È
fatto a modo suo.
Kaito
sedeva su una
panchina del giardino di fronte a una fontana. C'era freddo,
nonostante la bella giornata, e fissava il cielo pieno di stelle.
Lanciava carte contro un albero.
Miho poggiò le mani sullo
schienale della panchina in legno e con un movimento agile si sedette
al fianco del mago.
<< Be' Kid, quando
hai intenzione di sistemare la tua storia con la principessina?
>>.
Il ragazzo sbuffò. <<
Si può sapere perché ci tieni tanto ad aiutarmi? >>.
<< Mi piacciono i
casi disperati come te. La verità è che tu non hai capito proprio
niente >>, rise lei.
<< Illuminami.
Sembra che tutte abbiate capito tranne me >>, disse
scocciato
il ladro. L'atteggiamento di Miho ricordava molto quello della strega
qualche giorno prima.
<< Aoko non può
capirti >>.
<< Di che parli? >>.
Miho scosse la testa. <<
Lei non crede di essere alla tua altezza perché non fa parte del
mondo dei ladri >>.
<< Non è
assolutamente vero e anche se fosse non mi interessa. Lei è
bellissima, dolce e se non ci fosse non saprei cosa fare
>>.
Kaito si rese conto di averlo detto, sì, ma non l'aveva mai fatto
davanti alla fidanzata.
<< Posso vedere la
lampadina del tuo cervello accendersi >>.
<< Aoko non crede di
essere abbastanza per me ed io ho solo avverato la sua peggiore paura
>>. Kaito prese una carta, la lanciò contro l'albero e si
conficcò nel legno. << Allora so cosa devo fare
>>.
La ladra ne prese una dal
mazzo, mosse il polso e cercò di imitarlo. La carta volteggiò
goffamente fino a toccare la pietra del vialetto. Miho la guardò
contrariata e le risate a crepapelle del ladro la irritarono.
<< Non hai niente da
ridere! >>. Continuava a sghignazzare, lei incrociava le
braccia e non lo guardava. Poi lo sbirciò con un'occhiata.
<<
Come ci riesci? >>.
Smise di ridere e una
carta apparve tra le dita dal nulla. << È
un gioco di polso >>. Kaito le passò
un'altra carta e
poi le mise una mano sul polso. La ragazza dovette ammettere che quel
contatto la faceva sentire bene e scacciò il pensiero, sapeva che
non era la sera giusta, la situazione giusta e peggio ancora non
doveva sentirsi così per nessun motivo.
Kaito le fece rivedere il
movimento e Miho ci riprovò. La carta non si conficcò a fondo ma
almeno rimase nel legno.
<< Quel povero
albero ha almeno trent'anni >>.
<< Sono sicuro che
Red Fox può migliorare! >>, scherzò Kaito.
<< Aoko ha detto una
cosa sciocca il giorno in cui avete litigato >>.
<< Cosa avrebbe
detto? >>.
<< Che io sono più
giusta per te. Lo trovo ridicolo >>. Eppure quelle parole
della
ragazza l'avevano colpita e ci pensava ancora.
Kaito ridacchiò, come se
avesse detto una barzelletta. << Ci distruggeremo a
vicenda,
probabilmente >>.
<< Già, hai ragione >>. La
ragazza andò a riprendere le carte per non far notare gli occhi un
po' tristi. Cosa mi prende?
<< Corri Kid. La
principessa Nakamori aspetta solo te >>.
Aoko
non aveva vinto
nessuna partita e decise che non era fortunata nemmeno nel gioco. Si
mise a passeggiare per il vasto parco, mani nelle tasche e avvolse il
collo nella sciarpa rosa. Incrociò il fidanzato davanti al portone
d'ingresso e si fermò, bloccata. Appena la vide,
le andò incontro dandole un bacio. Avrebbe voluto ribellarsi ma si
lasciò andare perché Kaito le mancava tantissimo.
Le teneva il viso tra le
mani e la fissava negli occhi. Aoko non riusciva a staccarsi,
l'orgoglio era divenuto minuscolo, sopraffatto da quegli occhi blu.
<< Non è vero che non vali abbastanza da stare con me
>>.
<< Cosa? >>.
<< Tu mi sei stata
accanto quando hai scoperto chi ero, hai rischiato la tua stessa vita
e sopporti la mia doppia identità >>. La pelle di lei era
liscia e gli era mancato il suo profumo. << Come puoi
pensare
di non valere abbastanza? >>.
La giovane non riusciva a
sostenere quegli occhi dopo quella rivoluzione. << Io non
ti
capirò mai >>.
<< Non mi interessa
>>, ribatté lui. << Mi sei accanto da quasi
quindici
anni e dove sarei senza di te? >>.
Aoko avrebbe voluto tenere
il muro alzato ma le crepe formate da quelle parole lo stavano
demolendo.
<< Tu non devi
capire Ladro Kid. A me interessa che tu capisca Kaito e lo fai
egregiamente. Sono presuntuoso >>. Aoko percepì
esitazione,
come se non volesse dire la prossima parola. <<
Esibizionista
>>.
Finalmente rise e quel
suono era il più puro che potesse mai sentire. << Dai
ragione
ad Akako, allora >>. Gli avvolse la vita con le braccia e
avvicinò le labbra alle orecchie. << Ci sai fare con le
parole
>>.
<< Lo so. Io so fare
tutto, signorina >>.
Aoko gli diede un colpetto
sulla spalla e lui la attirò a sé per baciarla. Sentire di nuovo le
sue labbra fu come tornare a respirare e rimasero lì, la pelle d'oca
per il freddo e i brividi per le emozioni, a fare pace e riprendersi
da quella settimana sprecata in malumori e mutismi.
Non sapevano di avere una
spettatrice, seduta sul ramo di un grosso albero, che dondolava i
piedi come una bambina. Un trillo ne distolse l'attenzione e scorse i
messaggi in arrivo sul cellulare. Le labbra di Miho si incurvarono in
un sorriso delicato e si lasciò cullare dalla brezza gelida
dell'inverno, osservando la luna piena. Il cellulare fu abbandonato
accanto a lei e lo schermo ancora illuminato, il testo del SMS sulla
homepage.
Sospetto confermato.
Indagherò. Ti cerco io. Dieci giorni.
La domenica sera il gruppo
si ritrovò sul treno del ritorno. Kaito aveva ricambiato il favore
alla ladra, distraendoli dall'assenza di due ore della ragazza. Miho
era tornata come se niente fosse e annunciato al ragazzo che avrebbe
restituito anche quella gemma. Sul treno, osservò la coppia
ritornata felice e poggiò il gomito sul bordo del finestrino, mano
sotto il mento, osservando il paesaggio scorrere rapido.
Abituato a vederla
frizzante e sarcastica, Kaito non capiva cosa turbava Miho e la
rendeva quasi malinconica. Ancora non lo sapeva nemmeno lei, ma
qualcosa di pericoloso e bellissimo stava nascendo dentro di lei, per
quanto cercasse di reprimerlo.
Red Fox non era la volpe
amata da tutti nella vita reale. Miho stava capendo che lei non era
immune ai sentimenti comuni e Kaito stava sconvolgendo la sua
esistenza in modo irreparabile. Lo guardò per un secondo, le fece un
sorriso amichevole e ritornò a guardare fuori.
Un sorriso può davvero
cambiare il mondo di qualcuno.
Angolo autrice!
Ecco
il nuovo
capitolo!
Chiedo scusa per aver ritardato. Per chi non avesse
letto l'aggiornamento nel capitolo precedente, ho iniziato un nuovo
lavoro molto stancante fisicamente e quindi arrivo a casa
stanchissima >.< Dopodomani tornerò in Italia per tre
settimane e dovrei essere più libera!
In questo capitolo la
nostra coppia preferita ha fatto pace e Miho sembra turbata e pare
nascondere anche lei dei segreti. Keiko scoprirà che Kaito è Ladro
Kid?
Ringrazio chi l'ha messa
tra le seguite, le preferite e chi ha commentato!
Relie Diadamat:
Grazie per
la tua recensione e i suggerimenti. Sono veramente felice di sapere che
mi segui! :)
Alla prossima!
PS= Chiedo scusa per il ritardo eccessivo ma sono ritornata all'estero solo la scorsa settimana e ho avuto qualche problema personale, pubblicherò il prossimo capitolo sicuramente in questi giorni, massimo metà prossima settimana! Scusate ancora! :D
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Capitolo 8 *** 08. Inviti (in)desiderati ***
Capitolo
8
Inviti
(in)desiderati
Ladro
Kid correva per il
corridoio e si fermò nel mezzo. Schioccò le dita e uno dei
lampadari di cristallo sembrò scoppiare e questo spaventò i
poliziotti che si fermarono coprendosi il volto con le braccia in un
vano tentativo di proteggersi. L'ispettrice Kawano sbraitava,
arrabbiata, alla ricetrasmittente e quando la luminosità tornò
normale si accorsero che il lampadario era integro.
Aveva attaccato delle
strisce incendiarie dello stesso colore alla carta di parati e
attivato delle minuscole bombe grandi quanto un bottone, era bastato
un tizzone per accenderle. Poi dei cristalli erano stati nascosti nel
lampadario e l'aveva agitato con una corda invisibile, dando
l'impressione che stesse cadendo rovinosamente. L'ispettrice corse
sul posto insieme a Nakamori e ormai il ladro era lontano. Quasi
ruppe la ricetrasmettente tra le dita.
Kid in verità era nello
sgabuzzino del museo e si stava cambiando per infiltrarsi tra i
poliziotti e uscire indisturbato. Si era tolto giusto il cappello
quando vide qualcosa per terra, un angolo bianco sporgeva da sotto
una cassa in legno. Era vuota e la sollevò facilmente, rivelando un
biglietto senza scritte. Lo rigirò e lo illuminò con l'orologio da
polso ma niente.
Poi ci passò sopra le
dita e sentì qualcosa in rilievo come un bozzo. Mise in fretta il
biglietto nella tasca, si cambiò e dopo trenta minuti era in
macchina, nessuno aveva sospettato niente. Frugò in cerca di una
matita o qualcosa che potesse scrivere sopra il pezzo di cartoncino.
Grattò il bozzo con la
matita.
16.22.Null.Null.1.
Red Fox, alias Miho
Okamoto, stava camminando in perfetto equilibrio sulla balaustra di
una villa adibita a piccolo museo per attuare il furto di una gemma
chiamata Rose, di un tenue color rosa confetto e le sfaccettature
ricordavano, appunto, la trama di una rosa.
Il rumore dei tacchi rossi
si perdeva nel silenzio notturno e la ladra era a suo agio a
quell'altezza. La ragazza sentì un sibilo e scese dalla balaustra
con uno scatto felino, poggiando la mano sul terreno. Si guardò
attorno e non c'era nessuno tranne un cartoncino bianco in mezzo al
tetto. Ticchettò per raccoglierlo e non c'era nessuna scritta, lo
sfiorò delicatamente e sentì delle lettere in rilievo. Tirò fuori
una penna dalla piccola sporta che portava al fianco e la passò
sopra.
16.22.Null.Null.1.
Red Fox sorrise
compiaciuta. << Qualcosa mi dice che sto per divertirmi
molto
>>.
Aoko si era rigirata nel
letto fino al ritorno di Kaito e l'aveva abbracciato stretto. Quando
le mostrò il biglietto, lei non riuscì ad aiutarlo e rimasero mezza
nottata a cercare di decifrarlo. La paura di entrambi era chiunque
fosse potesse aver scoperto la vera identità di Kaito ed essere,
quindi, ancora più in pericolo.
In facoltà la mattina
dopo, il mago si sentì tirare per un braccio e un cartoncino bianco
gli fu piazzato sotto il naso. Il ragazzo lo agguantò, molto
sorpreso.
<< Dove l'hai preso?
>>.
Miho alzò un sopracciglio
al tono. << Buongiorno anche a te >>.
Kaito l'agitò. <<
Ne ho trovato uno anch'io sul luogo del mio ultimo furto
>>.
La ragazza lo riprese. <<
16.22.Null.Null.1. >>.
<< Cosa vuol dire?
>>.
Scosse la testa. <<
Non ne ho idea. Ci ho ragionato tutta la notte, infatti non ho
dormito >>.
Aoko raggiunse il
fidanzato e vide il biglietto di Miho. << Ne hai uno
anche tu?
>>.
Annuì. << Pare che
qualcuno abbia una preferenza per... >>, si guardò
attorno e
abbassò il tono. << I ladri belli e affascinanti
>>.
<< Potrebbe essere
solo un... fan molto sfegatato >>, tentò Aoko.
Miho ripose il cartoncino
dentro la borsa. << Non lo possiamo sapere. Dopo le
lezioni
vediamoci a casa mia >>.
La coppia si recò
nell'appartamento di Miho intorno alle quattro. Quel giorno nevicava
piuttosto pesantemente e non era consigliato uscire. La ragazza aveva
preparato un tè caldo e dei biscotti fatti in casa.
I due biglietti identici
furono messi sul tavolino basso e fissati a lungo. Miho abbracciava
un cuscino marrone, appoggiando il mento sul bordo.
<< Forse ha ragione
Aoko. È
uno scherzo >>,
disse, dopo un po', la ragazza.
<< Null.Null >>,
mormorò Kaito. << Sono due parole identiche
>>.
<< Aspetta >>,
Miho prese il suo. << Null in tedesco vuol dire zero
>>.
<< Zero zero >>,
disse Aoko. << La mezzanotte >>.
<< Peccato che non
esista il sedicesimo mese >>, fece notare, sconfortato,
il
ragazzo.
Aoko prese un foglio di
carta e due penne, una rossa e una blu. Scrisse le due cifre con due
colori diversi e poi disegnò delle frecce.
<< 12.26 >>.
<< Il ventisei
dicembre a mezzanotte. Amore sei un genio! >>, si
complimentò,
dandole un bacio tra i capelli e facendole un bel sorriso.
Miho guardò quella
piccola scena e abbassò lo sguardo. Aoko è fortunata.
<< Ma dove? >>,
si disse la ragazza.
<< E l'uno? >>,
lesse Miho.
<< Forse sono
coordinate: 16.22.00.001 >>.
Miho prese il tablet e
cercò sulla mappa. Alla cifra indicata da Kaito le dava errore, ma
eliminando uno zero risultò un quartiere residenziale.
<< Potrebbe essere
qualunque palazzo >>, disse la ladra, mordicchiandosi il
pollice, frustrata.
<< C'è un punto
grammaticale in più >>, notò Aoko. << Forse
intende un
palazzo di cinque piani >>.
La giovane navigò in
qualche pagina web finché non trovò quello che le serviva.
<<
C'è ne uno che verrà demolito il ventisette >>.
<< Perfetto per
eliminare qualsiasi indizio >>, disse Kaito.
<< Ma chi ve l'ha
mandato? Chi l'ha lasciato? >>. Aoko era preoccupata,
stringeva
la penna rossa.
<< Un ladro >>,
disse Miho. << Solo un collega avrebbe potuto lasciare un
biglietto senza essere visto >>.
<< Dobbiamo andarci
vestiti dai nostri alter ego >>, concluse Kaito.
<< È
troppo pericoloso! >>, esclamò Aoko. << Non
potete
andare alla cieca! >>.
<< Sappiamo
cavarcela >>, replicò Miho. << Io voglio
andarci >>.
Aoko guardò il fidanzato
e nei suoi occhi chiari lesse la stessa risposta. Abbassò il capo,
sapeva che quella decisione non le spettava e che Kaito avrebbe fatto
di testa sua. Le pizzicarono gli occhi e frenò le lacrime, la
sensazione amarognola e pesante alla bocca dello stomaco.
Kaito intrecciava delle
stelle gialle in un filo e Aoko saltellava qua e là per sistemare
gli ultimi dettagli. Un grosso albero stava nell'angolo, tanti pacchi
colorati e avvolti in carta lucente sotto di esso. Le luci blu e
rosse adornavano la balaustra della scala e i cespugli in giardino.
La porta d'ingresso era decorata da un Babbo Natale in stoffa.
<< Amore, io adoro
il tuo spirito festoso, credimi >>, disse, infilando
un'altra
stella di carta nel filo. << Ma mi spieghi perché ogni
anno
devi sottopormi alla tortura di rifare le decorazioni natalizie?
Soffro da quando avevo sette anni >>.
Aoko stava togliendo la
polvere dalla credenza e sbuffò, mani sui fianchi. <<
Quanto
sei antipatico! Io adoro il natale! >>.
La fidanzata andò a
tirare fuori una grande torta bianca con la panna con scritto “Merry
Christmas” in rosso e la pose sul tavolo dove c'erano bibite e vari
stuzzichini. Aoko indossava un vestito bordeaux e teneva i lunghi
capelli scuri sciolti, mise un cerchietto con delle corna di renna in
testa al ragazzo.
<< Buon natale! >>.
Il suono del campanello
annunciò l'arrivo della combricola di amici. Miho mostrò una
bottiglia.
<< Vino italiano!
>>.
<< Come te la sei
procurato? In Giappone non abbiamo ancora l'età per bere
>>,
disse Akako.
<< In Europa sì >>,
ribatté lei.
<< Mio padre non
sarà molto felice >>.
<< La offrirò anche
a lui, che problemi ci sono? >>.
In sottofondo c'erano
musiche natalizie. Il giorno dopo era il venticinque dicembre e il
ventiquattro avevano deciso di passarlo con gli amici, approfittando
della casa dei Nakamori libera. Per le ventuno del giorno dopo era
programmato lo spettacolo di Kaito e avevano dato la vigilia e la
mattinata del giorno dopo libera ai loro collaboratori. Dare uno
spettacolo la notte di natale era una tradizione iniziata da Toichi e
il figlio voleva portarla avanti.
Kaito fece apparire un
piccolo striscione dalle maniche e lo appese tra le risate degli
amici. Aoko assaggiò un sorso del vino portato dall'amica e concluse
che l'alcool non faceva assolutamente per lei.
Akako se ne stava un po'
in disparte, sembrava molto pensierosa. Aveva inviato un altro
messaggio a Saguru, augurandogli buone feste. Lei da piccola non
aveva mai festeggiato il natale ed era una festività abbastanza
indifferente, aveva cominciato a conoscerne tradizioni e ad
apprezzarla grazie ai suoi amici. Aoko le si avvicinò, vedendola
triste.
<< Akako, va tutto
bene? >>.
La strega annuì. <<
È
una bella festa >>, tentò di dissimulare.
<<
Hai scritto a Saguru >>, affermò Aoko e il mutismo della
ragazza glielo confermò. << Hai mai provato a chiamarlo?
>>.
Akako
si morse un labbro. << Non ho il suo numero
>>.
L'amica
sbatté le palpebre, un po' scioccata. << Non senti la
voce di
Saguru da più di due anni?! >>.
<<
Non gli ho mai chiesto il numero e lui non me l'ha mai dato
>>.
<<
Perché, se lo desideravi, non l'hai domandato? >>.
<<
Forse temevo un rifiuto >>, disse la giovane strega,
stupendo
se stessa per una risposta tanto sincera e che aveva avuto il
coraggio di ammettere.
<<
Non credo che Saguru avrebbe rifiutato. Hai chiamato il campus
dell'università che frequenta? >>.
<<
Sinceramente no. Non voglio che si faccia strane idee!
>>,
sbottò Akako, riprendendo il controllo delle sue emozioni.
La
reazione fece ridere Aoko. << Certo certo. Hai ragione
>>.
Miho
si versò un altro bicchiere di vino. Aoko era con la ragazza dai
capelli scuri e sembravano conversare piacevolmente. La ladra non
aveva mai stretto molte amicizie a causa dei continui trasferimenti e
si stava rendendo conto che le mancavano troppe cose nella sua vita.
Kaito
le aveva raccontato che Akako era abituata ad avere tutti gli uomini
hai suoi piedi e si era intestardita ai tempi del liceo con lui,
quando aveva visto il suo totale rifiuto. Questo perché il suo cuore
era già occupato da Aoko.
Quella
ragazza solitaria, schiva e diffidente le ricordava qualcuno.
Forse
io e Akako ci somigliamo molto più di quanto non creda.
Il giorno dello spettacolo
di natale c'era un gran fermento. La coppia si stava cambiando nei
camerini ed era molto in ansia. Essendo una tradizione del padre,
Kaito ci teneva moltissimo a fare bella figura e tenere alto il
cognome Kuroba nel mondo della magia. Il
ragazzo aveva finito di cambiarsi e bussarono alla porta del suo
camerino, era Norie.
<< Scusi, c'è una
signora. Dice che ha ricevuto un invito direttamente da lei
>>.
<< L'ispettrice
Kawano >>, disse Kaito. << La faccia
entrare >>.
Natsumi entrò tenendo per
mano le sue bambine e sembravano molto emozionate, si guardavano
attorno come se fossero entrate nella tana delle meraviglie invece
che in un piccolo camerino.
<< Sono felice che
sia venuta >>, disse il ragazzo.
<< Le mie figlie non
me l'avrebbero mai perdonato >>, rise lei e il mago si
rese
conto che era la prima volta che non vedeva il volto contrito dalla
rabbia o dalla frustrazione. Kaito si abbassò all'altezza delle due
bambine e gli porse un mazzo, chiedendogli di scegliere una carta. Le
bambine guardarono la madre che annuì e presero due carte,
rimettendole nel mazzo dopo averle guardate. Il ragazzo fece roteare
il mazzo e riapparvero le due carte nelle tasche delle giacche che
indossavano le piccole.
Lo stupore aumentò a
dismisura quando le carte divennero nuvole di fumo e apparvero due
rose bianche.
<< Mamma guarda! >>,
esclamò la più piccola.
<< Due rose per due
belle signorine >>, disse Kaito, affettuoso.
<< Aya, Miya come si
dice? >>.
<< Grazie signor
mago! >>, dissero in coro, obbedienti.
Aoko aveva assistito alla
scena appoggiata allo stipite della porta e salutò la donna con le
bambine mentre lasciavano la stanza. L'ispettrice sembrava una madre
affettuosa e voleva bene alle figlie, anche se trascorreva i week end
in ufficio.
<< Sei bravo con i
bambini >>.
Kaito alzò le spalle. <<
Tra bimbi ci intendiamo >>.
La fidanzata rise. <<
Hai ragione. Sei ancora un bambino >>.
Il ragazzo le diede un
bacio e sentirono un raschio di gola provenire dalla soglia della
porta.
<< Scusate se vi ho
disturbato >>, disse Miho, togliendosi la giacca per il
gran
caldo nel teatro.
<< Figurati >>,
disse Aoko, un po' imbarazzata.
<< Sono venuta per
chiedervi se dopo vi va di uscire con gli altri. È
la notte di natale e pensavamo di andare al parco sotto la neve!
>>.
<<
Non pensavi adorassi così tanto la neve >>, disse Kaito,
mettendosi la giacca.
<<
Anche a me piacciono delle cose sai? Non sono solo un concentrato di
sarcasmo! >>.
<<
Va bene >>, intervenne Aoko. << Dateci il
tempo di
cambiarci e sbrigare alcune faccende. Vi raggiungeremo dopo
>>.
<<
Perfetto. Allora vado dagli altri! >>.
<<
Vengo con te. Norie deve farmi vedere un dettaglio della scaletta
>>.
<<
D'accordo >>, disse la fidanzata.
Il
duo lasciò la stanza e Aoko si guardò allo specchio per controllare
che fosse tutto apposto, dal trucco ai capelli. Dal riflesso notò la
giacca di Miho posata sulla sedia, l'aveva dimenticata.
<<
Miho! >>, la chiamò ma era già lontana. Aoko decise che
gliela avrebbe ridata dopo lo spettacolo e la rimise dov'era, solo
che dalla tasca cadde il cellulare della ragazza. Sbuffò e come lo
prese in mano si illuminò lo schermo, un messaggino era arrivato
proprio in quell'attimo.
Non
volendo, Aoko si ritrovò a leggere l'anteprima.
“Ho
paura che tu abbia ragione, dammi altri cinque giorni. Non dire
niente a...”.
Il
messaggio continuava ma se l'avesse aperto, Miho avrebbe scoperto che
aveva letto i suoi SMS. La ragazza corrugò la fronte, fissando
quelle parole.
Anche
la ladra aveva dei segreti? Possibile che sembrava che chiunque
conoscesse ne tenesse? Miho stava attuando un doppio gioco?
Sentì
dei passi e rimise in fretta il cellulare nella tasca.
<<
Ecco dov'era finita! >>, la giovane la riprese.
<<
Ti ho chiamata ma ormai non mi sentivi più >>, si
giustificò
Aoko, cercando di apparire il più naturale possibile.
<<
Grazie lo stesso. Ah, Kaito ti sta aspettando. Dai del tuo meglio!
>>, le fece un occhiolino e la ragazza allargò le labbra
in un
sorriso. Miho sparì oltre la porta.
Aoko
tirò un sospiro di sollievo, quei sessanta secondi l'avevano messa a
dura prova. Non riusciva a tenere bene la tensione quando si trattava
di mentire.
<<
Devo parlarne con Kaito? >>, si chiese. <<
Devo tenerlo
per me? >>. Gli occhi notarono l'orario all'orologio
appeso
alla parete.
<<
Accidenti è tardissimo! >>.
Il palco era stato
decorato con neve finta, luccicante come diamanti. Le luci erano
state scelte fredde e lo scenario era quello di una foresta magica e
cristallina. La neve artificiale produceva lo stesso rumore di una
vera e in sottofondo si udivano tintinnii soavi. Gli spettatori erano
trepidanti.
Quando il sipario si alzò,
i due ragazzi erano al centro del palco.
<< Buon natale mio
adorato pubblico! >>. Furono accolti da un grande
applauso.
L'ispettrice Kawano era
seduta sugli spalti con le figlie e il marito e osservava il ragazzo.
Aveva letto tutti i fascicoli sul caso di Cecelia Hakuba, le
testimonianze e visto un paio di video sul processo. I Kuroba erano
saltati fuori durante la confessione in diretta del boss criminale e
la donna doveva ammettere che quel giovane pieno di talento la
incuriosiva.
Lo spettacolo durò un'ora
e le iridi degli spettatori si riempirono di meraviglia quando Kaito
fece nevicare dalle sue mani e congelò un'intera teca d'acqua con il
solo tocco delle dita. Per quell'anno gli spettacoli erano finiti e
furono salutati da un applauso lungo un minuto.
Dietro gli spalti
ricevettero i complimenti degli amici e dei familiari. Con la
promessa di raggiungerli al parco li salutarono e andarono a
cambiarsi. Aoko lo fece per prima e raggiunse Kaito nel suo camerino.
<< Sei pronto? >>.
<< Prendo il
cappotto e andiamo >>.
Aoko era turbata, non
voleva che pensasse che Miho era una cattiva persona. Quel messaggio
poteva significare qualsiasi cosa.
<< Kaito >>.
Il ragazzo si girò. <<
Uhm? >>.
<< Ecco... >>,
la ragazza guardava altrove, non sapeva come comportarsi.
<< Devi dirmi
qualcosa? >>, le chiese preoccupato.
Aoko l'abbracciò di
scatto. << Solo che ti amo >>.
La fidanzata era una
persona affettuosa ma il ragazzo ebbe l'impressione che c'era
qualcosa che non andasse.
<< Anch'io >>.
Gli appuntò l'ultimo
bottone della giacca. << Andiamo a divertirci!
>>.
Miho aveva ragione.
Stava nevicando e c'era
uno spettacolo surreale. Le luci rendevano la neve cristallo e
sembrava di stare all'interno di una palla di vetro. Sul lago
ghiacciato era pieno di gente che pattinava e c'era qualche
bancarella natalizia.
Le ragazze presero delle
mele caramellate e le mangiarono camminando. Poi Aoko propose quello
che Kaito odiava di più: il pattinaggio.
<< Non sai
pattinare?! >>, esclamò Miho.
<< Non sa stare
nemmeno in piedi! >>, rise la fidanzata.
<< Io so pattinare
benissimo >>, ribatté il mago.
La ladra prese i pattini
che il commesso gentile stava porgendo a lei e li mise in mano al
ragazzo.
<< Allora sarai il
primo a scendere in pista >>.
Kaito deglutì ma li
prese, orgoglioso. << Vedrete! >>.
Il gruppo lo guardò
mettersi i pattini ed entrare nella pista di pattinaggio. Dapprima si
appoggiò ai bordi e poi si lanciò, cadendo rovinosamente con la
faccia sul ghiaccio. Gli amici risero fino alle lacrime e poi Aoko
scese in pista e l'aiutò ad alzarsi.
<< Non imparerai
mai, Kid >>, gli sussurrò con un sorriso.
<< Ma lei non
sapeva fare tutto? >>.
Il ladro si alzò,
tenendola per mano. << Sarò lieto di imparare signorina
>>.
Aoko lo prese per un
braccio e fecero qualche metro insieme. Keiko era ancora più brava
dell'amica poiché era una passione che aveva da piccola e anche il
fidanzato non era male. Miho se la cavava egregiamente essendo
un'acrobata e aiutò anche Akako che imparò in fretta, lasciandosi
un po' andare.
Il mago sciolse la presa
dalla mano di Aoko e riuscì a fare un paio di metri senza cadere,
per la prima volta.
<< Bravis...
Attento! >>, lo intimò la giovane.
Non fece in tempo a
frenare e finì addosso a Miho e poi ad Akako.
<< Che male! >>,
si lamentò Kaito.
<< Impiastro! >>,
si arrabbiò la strega. << Guarda dove vai!
>>.
La ragazza si massaggiò
il fondo schiena dolorante. << Tu sei un pericolo!
>>.
Quel natale trascorse in
gioia ed allegria, fino a notte fonda.
Nel camerino di Kaito le
luci erano spente. La porta era stata chiusa a chiave dallo staff e
ripulito alla fine dello spettacolo.
La porta cigolò e la luce
di una torcia illuminò la stanza. Una figura in ombra camminò fino
allo specchio, la luce riflessa sulle foto attaccate con lo scotch e
messe negli angoli. Una mano inguantata ne prese una, un ghigno
malefico mentre la guardava. C'era anche Aoko in quella foto e lui la
mise in tasca, sembrava soddisfatto.
<< Buon natale...
Kid >>.
Angolo autrice!
Ecco
il capitolo!
Vi
chiedo scusa per tutto questo ritardo! Sono tornata all'estero
dall'Italia due settimane fa e ho avuto qualche problema personale
dopo l'altro e non ho avuto tempo nemmeno di accendere il PC
>.<
Questo è un capitolo di
passaggio per quello che avverrà perché dal prossimo ce ne saranno
delle belle: dall'incontro con gli altri e lo scontro tra un
detective a noi molto famoso :D
Ran e shinici amore:
ti
ringrazio per le tue recensioni, sono sempre molte belle e le adoro!
Alla prossima! ;)
PS= Chiedo scusa per il font diverso tra un paragrafo e l'altro ma il Kompozer mi fa questi errori ogni tanto >.<
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Capitolo 9 *** 09. La riunione di mezzanotte ***
Capitolo 9
La riunione di mezzanotte
Aoko si era alzata quella mattina con un nodo in gola. Fissava il bigliettino bianco sistemato sulla scrivania, ansiosa. Quella notte si sarebbe tenuto l'incontro con il misterioso mittente del biglietto. La rassicurava il fatto che Kaito non ci sarebbe andato da solo e che Miho sarebbe stata lì con lui. Non aveva tentato nemmeno di dissuaderlo, tanto aveva già deciso dal primo momento in cui aveva realizzato il significato di quel biglietto.
Era andata a fare la spesa per prendere una boccata d'aria e distrarsi e quando rientrò nella villetta avvertì il silenzio. Guardò l'orario sulla sveglia digitale nera all'ingresso e capì che Kaito doveva essere nel seminterrato a prepararsi. Posò i sacchetti accanto alla porta e si recò davanti al ritratto di Toichi, roteandolo.
Il fidanzato era davanti l'armadio e si stava abbottonando la camicia blu. Si voltò quando la sentì scendere i gradini e le fece un sorriso. Aoko rimase sull'ultimo, i grandi occhi azzurri non mentivano.
<< Non è un po' presto? >>.
<< Io e Miho vogliamo dare un'occhiata al luogo prima di entrarci, per assicurarci che non sia una trappola >>.
La ragazza mosse appena il capo in segno di assenso. Il ladro le diede un bacio sulla fronte.
<< Stai tranquilla. Tornerò in fretta >>.
<< Me lo prometti? >>.
<< Certo >>.
<< Mi prometti anche che, se ci sarà pericolo, te ne andrai al volo? >>.
<< Non sarò da solo. Miho è in gamba >>.
<< Lo so che è in gamba. Ma potrebbe essere anche il serial killer... >>, disse Aoko, dando sfogo ai suoi scenari peggiori.
<< Il killer non si metterebbe contro due ladri contemporaneamente e non avrebbe lasciato il biglietto durante un furto. ネ senza dubbio un collega >>, la rassicurò Kaito, indossando il monocolo e la giacca.
La ragazza lo fissò. Da quando aveva scoperto che era Ladro Kid ancora non riusciva a staccargli gli occhi di dosso quando lo vedeva vestito dal suo alter ego. Un tempo odiava quel vestito candido ed ora lo amava. Quasi ridacchiò e coprì le labbra con mano.
<< Perché ridi? >>.
Aoko prese il cappello dal manichino e si mise in punta di piedi per metterglielo. << Pensavo a quanto è strana la vita. Qualche anno fa ti odiavo e volevo vederti dietro le sbarre, tutte le fans di Kid mi sembravano delle matte. Invece adesso sono io pazza di te >>.
Kaito si sistemò meglio il cilindro. << Mi fa piacere avere una fan in più >>.
La fidanzata gli diede un colpetto sul braccio. << Quando sei cretino! >>. Poi rise. << Dopotutto è solo finché non cattureremo il serial killer e poi Ladro Kid sparirà definitivamente >>.
Kaito esitò un attimo a rispondere e si rese conto che quella cosa non l'aveva presa in considerazione. Kid era rinato per catturare un assassino e il costume sarebbe tornato dentro l'armadio, stavolta per sempre.
<< Amore? >>.
<< Ehm... Giusto >>, concordò lui, fingendo sicurezza. In verità, dentro di sé, era nata una incertezza mai provata prima.
Prese la spara carte e qualche piccolo trucco da mettere nella manica e nel bavero della giacca. Diede un ultimo bacio ad Aoko e la tranquillizzò ancora.
Dal balcone della vecchia stanza prese la rincorsa e solcò il cielo stellato, una mezzaluna troneggiava nel mezzo. Una marea di pensieri galleggiavano nella mente del ladro.
Ma io... voglio davvero smettere di essere Kid?
Perlustrato il luogo, la coppia di ladri decise che non c'era niente di pericoloso. Il palazzo era vecchio e rovinato e un cartello davanti ad esso indicava l'imminente demolizione. Un altro più piccolo aveva una foto di un bel palazzo residenziale, quello che avrebbe preso il posto del rudere.
Kaito aveva deciso che sarebbe andato per primo e Miho sarebbe intervenuta in caso di pericoloso. Se dopo cinque minuti, la persona che aveva spedito il biglietto si sarebbe dimostrata innocua, allora la ladra li avrebbe raggiunti.
Atterrò con agilità sul pavimento dell'ultimo piano da una finestra senza più imposte. Il pavimento doveva essere stato di mattonelle una volta, ora c'erano solo cemento e qualche pezzo di terracotta bianca. I passi si perdevano in quel silenzio denso e Kid camminò per tutta la lunghezza della stanza, aspettando che l'orologio al polso segnasse la mezzanotte. Quando le lancette toccarono entrambe il numero dodici, un passo pesante lo fece girare.
Davanti a lui c'era un omone grosso, vestito di nero e con la faccia coperta da una maschera. La prima impressione fu di averlo già visto.
<< Chi sei? >>.
<< Che delusione. Come fai a non conoscermi? >>.
Kaito si avvicinò meglio, l'unica luce era quella che proveniva da fuori. Un'altra spostamento d'aria e vicino all'ingresso, senza porta, c'era un'altra figura più bassa e una risatina simile allo scampanellio delle campanelle.
<< Non sei poi così famoso >>.
<< Zitta mocciosa! Chi ti ha invitato? >>.
<< Okay >>, Kaito era le due figure. << Chi diavolo siete? >>.
La figura più piccola spiccò un salto e si mise di fianco all'omone grosso, illuminandolo con una bacchetta la cui estremità emanava una luce bianca. Quando gli occhi si furono abituati, il ladro non credette ai suoi occhi. << Pixie e Mano Infallibile >>.
La ragazza indossava una tutina rosa piena di tulle e un cerchietto con due stelline in cima. Il viso era celato da una semplice mascherina bianca e, visto il salto, doveva essere agilissima. I capelli biondi, una parrucca secondo Kaito, e occhi gialli, probabilmente delle lenti a contatto. Poteva avere dodici anni come trenta, impossibile stabilire anche solo l'età.
L'omone era alto più di due metri, si vedevano appena gli occhi scuri sotto la maschera. Dalla voce sembrava essere molto più grande di loro.
<< Quindi è una riunione di ladri >>, capì improvvisamente Kaito. Un loro collega aveva lasciato il biglietto ad altri come lui, per riunirsi. Il motivo era ancora oscuro.
<< Mi tocca lavorare con i mocciosi >>, si lamentò Mano Infallibile.
<< Caro, non ti ho mai sentito così arrendevole >>.
Una donna era seduta sul davanzale della finestra, incrociava le caviglie con eleganza e sembrava a suo agio, non soffriva certo di vertigini.
<< Queen, mia adorata >>. L'uomo le baciò la mano. << ネ un po' che non sento parlare di te >>.
<< Sfortunatamente ho dovuto subire una battuta d'arresto >>. Queen camminò fino a Kaito. Doveva essere un bellissima donna, come si muoveva ricordava molto Miho. << Tu sei Ladro Kid >>.
<< Esatto >>.
<< Io sono Queen, la regina dei ladri >>, gli fece l'occhiolino.
<< Ti conosco. Ho letto delle tue gesta sui giornali >>.
L'uomo incrociò le braccia. << Avanti, chi ha lasciato il biglietto? >>, fissò i presenti. Il gruppetto si guardò l'uno con l'altro.
<< L'ho lasciato io >>.
Un altro ragazzo era entrato nella stanza, vestito di un blu tanto scuro da confondersi nel buio, forse era lì già da molto prima.
<< Phantom >>, disse Pixie, agitando la bacchetta verso di lui.
La luce rischiarò un po' quell'angolo buio e vide un ragazzo con folti ricci neri, un paio di occhiali per la visione notturna. Kaito era certo che fosse più grande di lui ma non doveva avere più di trent'anni. La muscolatura era evidente sotto la tuta e sulle spalle portava un oggetto simile a uno zaino, forse un aliante come il suo.
<< Perché l'hai fatto? >>.
<< Voglio discutere della questione del serial killer >>.
Kid sgranò gli occhi e il primo pensiero fu a Saguru. Che volessero fargli del male o peggio?
Queen si sedette nuovamente sul bordo della finestra. << Ho letto >>.
<< Di che cosa parlate? >>, chiese Pixie.
Mano Infallibile alzò gli occhi al cielo. << Ecco cosa succede ad avere a che fare con i mocciosi >>.
<< Chi ti dice che io sia una mocciosa?! >>, replicò la piccola ladra.
<< Io rubavo da ancora prima che tu fossi concepita, bimba >>.
Kaito si mise in mezzo. << Adesso non litighiamo. Cerchiamo di mantenere la calma >>.
<< Ladro Fantasma, levati di torno! >>.
<< Quanta bufera per niente >>.
Miho era in piedi sul davanzale dell'altra finestra e scese con passo agile sul terreno. Mano Infallibile si calmò di colpo e divenne gentile.
<< Red Fox, la ladra di Osaka >>, disse con voce ammaliante. << Che onore >>.
Ladro Kid vide Queen sorridere e scuotere la testa: il collega doveva avere un debole per le belle donne.
<< Vorrei poter dire lo stesso >>, replicò la ragazza.
<< Tagliente come ti definiscono >>, sembrò apprezzare lui. << Sarebbe un piacere conoscerti meglio >>, le si avvicinò un po'.
Miho guardò l'omone e si scambiò delle occhiate con Kaito che tratteneva un risata.
<< Non sarebbe il mio, di piacere. Non amo chi tratta male i miei amichetti >>,
L'uomo guardò Kid. << Non sapevi te la intendessi >>, un evidente doppio senso. << Con la bella Red Fox >>.
<< Non è affatto così >>, rispose Kaito. << Allora, vogliamo parlarne? >>.
Phantom si mise in mezzo a un cerchio immaginario creato dalle persone presenti. << La questione è molto semplice: ho sentito dire in giro che viene sospettato un detective >>.
<< Saguru Hakuba >>, disse Queen. << Era un famoso detective liceale >>.
<< Conosco questa storia! >>, saltellò Pixie. << Sua madre era il boss di una pericolosa organizzazione smascherata da questo qui >>, puntò il dito contro il mago.
<< Quindi molti nostri colleghi sono morti per causa sua? >>, Mano Infallibile puntò contro Kaito.
<< Non lo sappiamo. Hakuba è sparito dalla circolazione e nessuno ha più sue notizie da mesi, compreso il padre >>.
Red Fox e Ladro Kid si guardarono, pensavano la stessa cosa: Phantom era in polizia. Solo uno del mestiere avrebbe reperito certe informazioni e divulgate con tanta sicurezza.
Kaito poi abbassò lo sguardo. Nemmeno suo padre?
<< Ho sentito dire che molti vogliono fargli la pelle >>, aggiunse.
<< Cosa? >>, reagì Kid. << Senza prove? >>.
<< Lo trovo azzardato >>, commentò Miho. << Anch'io nutro dei dubbi ma prima di spezzare la vita di qualcuno, bisognerebbe pensarci un attimo >>.
<< Sono d'accordo >>, disse Pixie, annuendo energicamente.
<< Io non tanto >>, discordò Mano Infallibile. << Io e Neko Shiro eravamo amici di vecchia data>>, strinse i pugni enormi. << Ucciderò chiunque le abbia tolto la vita >>.
Queen, che aveva ascoltato fino a quel momento, si decise a dire la sua. << Concordo con Mano >>.
<< Io anche >>, disse Phantom.
Kaito si sentì mancare la terra sotto i piedi. Se davvero i ladri pensavano che fosse lui il killer, Saguru poteva avere le settimane, se non i giorni, contante.
Dove diavolo sei, idiota?
<< Aspettate >>, intervenne Miho. << Saguru Hakuba è il figlio di un boss mafioso. Anche dalla prigione, Cecelia Hakuba non esiterebbe a far ammazzare qualunque ladro al mondo, pur di scoprire chi ha fatto le scarpe al suo adorato figliolo >>. Il ragazzo guardò la ladra pieno di gratitudine.
Questo sembrò far fare mezzo passo indietro ai ladri assettati di vendetta.
<< Ho sentito il parere di qualche conoscenza sparsa per il mondo e sembra esserci parecchio scontento. Abbiamo tutti una vita privata, oltre le nostre di criminali e, sopratutto, qualcuno a cui teniamo >>, disse Phantom.
<< Saguru Hakuba ha un ottimo motivo per detestare i ladri >>, ricordò Pixie.
<< Proprio per questo resta il maggiore degli indiziati >>, aggiunse Queen.
Mano Infallibile era appoggiato a un muro. << Benissimo. Allora daremo al piccolo detective altro tempo ma se muore un altro dei nostri >>, prese un coltello dalla cintura che portava al fianco. << Non vedrà l'anno nuovo >>.
Phantom dichiarò chiusa la riunione e sparì nell'ombra, com'era arrivato. Pixie saltellò fino all'uscita e dichiarò di essersi divertita.
Mano Infallibile si avvicinò a Red Fox. << L'invito è sempre valido >>.
<< Il mio no anche >>, rispose con un sorriso sotto la maschera rossa.
<< Sei fortunato Kid >>, disse Mano, prima di balzare giù e attivare un paracadute e sparire in un vicolo della strada.
<< Hai sentito? Sei fortunato >>, lo prese in giro l'amica.
<< Hai bisogno di un passaggio? >>, le domandò, attivando l'aliante.
La ragazza si sentì improvvisamente a disagio. << Ma figurati. Mi cambiò in mezzo secondo e prenderò la metro >>.
Prima che potesse aggiungere altro, Kaito l'aveva già presa in braccio.
<< Ma che fai?! >>.
<< Non ti farò prendere la metro. Io sono un ladro gentiluomo, ricordi? >>.
Miho era sicura di avere il viso rosso tanto quanto il suo costume. Era un'acrobata e quindi abituata alle grandi altezze ma non aveva mai volato prima.
Quando Kaito prese la ricorsa e si lanciò dal davanzale, gli mise le braccia intorno al collo e le scappò un piccolo grido.
<< Sei una fifona! >>.
<< Taci >>, esclamò lei. << Non mi sono mai trovata a un'altezza tale, volando poi! >>.
Una volta abituata al vento che sferzava contro il viso, trovò il coraggio di guardare sotto di lei e vide uno spettacolo bellissimo: i palazzi sembravano vicini da poterli sfiorare e le luci parevano delle stelle in terra. Volse lo sguardo al ladro e gli occhi pensierosi tradivano la sua preoccupazione.
<< Sei in pensiero per Saguru? >>.
<< Da quando leggi nel pensiero? >>.
<< Dobbiamo trovarlo. Se aspettiamo che scriva ad Akako, andremo a visitare la sua tomba al cimitero molto presto >>.
Kaito non aggiunse altro e volarono in silenzio. Il ladro lasciò la ragazza sul balcone di casa e Miho ringraziò senza guardarlo in viso.
<< È stato un piacere, signorina >>, disse Kid, facendole un mezzo inchino. << Ora vado: Aoko mi starà aspettando sveglia >.
Lo scrutò finché non fu sparito oltre l'orizzonte e poi fece scorrere la porta finestra e, senza capire perché, due lacrime bagnarono le guance e le asciugò lesta.
Si tolse la maschera e scosse la testa, tanto da far cadere la parrucca.
<< Stupida, stupida, stupida >>.
La fidanzata l'aveva davvero aspettato sveglia e Kaito gli raccontò a grandi linee su cosa era successo all'incontro. Evitò di dirle della sorte che attendeva l'amico per paura di sconvolgerla, anche se le aveva promesso di non tenere dei segreti con lei. Il benessere mentale di Aoko era molto più importante.
Mancavano pochi giorni a capodanno e Kaito e Aoko avevano organizzato una semplice cena a casa Nakamori. L'ispettore avrebbe festeggiato con i colleghi e, con disapprovazione della figlia, sarebbe tornato all'alba, probabilmente ubriaco.
Quel pomeriggio si incontrarono in un bar per decidere il programma della serata. Kaito aveva scritto a Miho di non riferire niente ad Aoko e quest'ultima accettò, non contenta lo stesso di mentirle.
La giovane cameriera aveva servito i loro drink e acceso la TV per il telegiornale del pomeriggio.
<< Il ricco uomo d'affari Jirokichi Suzuki ha rilasciato un intervista questa mattina in cui sfida il grande Ladro Kid in vista del suo ritorno! >>.
La notizia attirò l'attenzione di Kaito e Keiko chiese alla cameriera di alzare il volume, emozionata per l'evento.
Il vecchio aveva qualche ruga in più ma gli anni non aveva scalfito la sua indole. Nella mano destra teneva il microfono e indossava un completo giacca e pantaloni beige.
<< Io sfido Ladro Kid a rubare il talismano di Carlo Magno! >>.
<< Signori Suzuki, come proteggerà il gioiello? >>, chiese la giornalista, curiosa.
Una fragorosa risata. << Questa volta non potrà mai rubarlo! Il gioiello sarà posto in una teca e intorno gli verrà costruita una stanza! >>, proruppe in un'altra risata.
I clienti del bar si misero a bisbigliare fra di loro.
<< Wow! >>, esclamò Keiko. << Come farò Kid?! >>.
<< Già, come farai? >>, gli sussurrò Miho in modo che gli altri non la sentissero. Anche Kaito sembrava dubbioso.
L'intervista continuò.
<< E mi dica, quali forze a schierato stavolta? >>.
Jirokichi fece segno a qualcuno di avanzare ma sembrava reticente. Si allontanò un attimo e mise il bambino di fronte alla telecamera.
La donna guardò perplessa il ragazzino. << Un... bambino? >>.
<< Proprio così! >>, spinse in avanti Conan. << Lui è la nemesi di Kid! Non rifiuta mai una sfida se c'è lui! >>.
Shinici Kudo, alias Conan Edogawa, era ancora un bambino e aveva compiuto otto anni. Era più alto e i tratti meno infantili ma possedeva sempre quell'aria da grande detective.
Aoko guardò il fidanzato e non c'era bisogno di chiederlo: avrebbe accettato la sfida.
<< Spero veramente che Kid accetti >>, disse Zenshin.
<< Ladro Kid, io ti sfido ufficialmente a rubare il talismano di Carlo Magno dentro una stanza senza porte e finestre, alla mezzanotte del trentuno dicembre! >>.
<< Scusate vado in bagno >>, disse Kaito, mettendo il cellulare in tasca. Aoko lo guardò allontanarsi e Miho si sporse verso l'amica.
<< Non preoccuparti >>, le fece un sorriso che lei, debolmente, ricambiò.
Nel cubicolo, il mago scrisse un SMS al numero di telefono che Jii usava per comunicare con Kid, di iniziare a guardare il posto e quella sera l'avrebbe raggiunto al bar per scrivere il biglietto e cominciare a pianificare i primi passi del furto.
Rubare in una stanza senza ingressi era difficoltoso e si complimentò mentalmente con Suzuki.
<< Miho ha ragione, però >>, sussurrò tra sé e sé. << Come si prende un oggetto da una luogo entrate? >>.
Avrebbe realizzato una grande illusione e aveva meno di quattro giorni per elaborarla.
La sera si trovava nel bar in compagnia di Aoko, della madre e Miho.
<< Come faremo per la cena? Se devi essere lì a mezzanotte è un problema >>, fece notare la ragazza. << Keiko vuole assistere, quindi come giustificheremo la tua assenza? >>.
<< Semplice: basta che sia assente anche tu >>.
Aoko aggrottò le sopracciglia. << In che senso? >>.
<< Se Keiko e Zenshin vedranno che non ci siamo, penseranno che ci siamo appartati per i fatti nostri. Io non ho mai amato Kid e tu lo odi: è perfetto >>.
Chikage ridacchiò e Jii, tossicchiò, imbarazzato.
<< Dobbiamo proprio usare questo sistema?! >>, domandò la fidanzata, cercando di nascondere il rossore dentro il bicchiere che stava bevendo.
<< Akako e Miho ci daranno manforte >>.
<< Puoi giurarci! >>, disse la ladra che stava facendo una solitaria partita a biliardo. Rise dell'espressione di Aoko.
<< E il resto? C'è quel detective... >>.
<< Accetto proprio perché c'è lui >>.
<< Cosa ti attira di quel moccioso? >>, gli domandò Miho, posando la stecca al suo posto per raggiungerli al bancone.
<< Siamo simili, tutto qui >>.
<< Mi ricorda molto quando tuo padre aveva come nemico quello scrittore di libri gialli... >>, Chikage si mise un dito sotto il mento, cercando di ricordarne il nome. << Ah, Yusaku Kudo! Dovrebbe aver un figlio della tua età e fa, appunto, il detective. Ma viaggia sempre per risolvere casi. Quando eri bambino, hai conosciuto la moglie, Yukiko! >>.
<< Una straordinaria attrice >>, disse Jii, servendo da bere alla ladra. << Un vero peccato che si sia ritirata dalle scene per mettere su famiglia >>.
<< Ora mi ricordo >>, Kaito girò la cannuccia nella sua aranciata. << Era una signora dai capelli chiari e molto bella. Ricordo di avergli regalato una rosa e papà mi ha rimproverato perché le avevo dato della vecchia >>, rise.
<< Ho visto qualche film e letto anche i libri del marito. Chissà che fine ha fatto il figlio >>, disse Aoko.
Il ladro celò un sorriso ed evitò di rispondere. Lui sapeva perfettamente che Conan e Shinici erano la stessa persona ed era ritornato bambino a causa di un farmaco creato da un'organizzazione molto simile a quella di Cecelia Hakuba. Non rivelò mai a nessuno la verità perché sapeva cosa si prova ad avere un'identità segreta per proteggere la propria vita e quella delle persone amate. Le occhiate gelose del bambino verso Ran Mori non erano sfuggite al ladro.
<< Troverò un modo. Voglio che sia una grande magia >>.
Chikage mise una mano sulla spalla del figlio. << Non ti tiri mai indietro. Come tuo padre >>.
<< Lo prendo come un complimento >>.
Aoko guardò teneramente quel momento madre e figlio e fu distratta dal trillo del cellulare di Miho. Lesse il messaggio con fare sospetto e rimise il cellulare in tasca. Poi prese la borsa.
<< Ora devo lasciarvi. Ci vediamo il trentuno >>.
<< Pensavamo di andare a pattinare domani pomeriggio >>, disse Aoko.
<< Ho alcuni impegni >>, tagliò corto la ladra. << Grazie del drink! >>. Salutò i presenti e sparì oltre la porta.
<< È una ragazza impegnata >>, commentò Chikage.
<< Già >>, continuò Kaito.
Aoko avvertiva una sensazione spiacevole e il suo intuito le diceva che Miho non era per niente sincera riguardo alla storia del serial killer e forse sapeva molto più di quanto affermasse.
Signor Suzuki accetto la sua sfida e ruberò il talismano di Carlo Magno nell'orario che separa il vecchio anno dal nuovo.
Ladro Kid
Angolo autrice!
Ecco un nuovo capitolo cari lettori!
Nel prossimo capitolo ci sarà una nuova sfida tra il detective Conan e il nostro amato Ladro Kid, stavolta con tantissime complicanze. E cosa ne sarà di Saguru? Ormai non manca molto a scoprirlo ;)
shinici e ran amore: Grazie mille per la tua recensione! Sì, è la calma prima della tempesta perché dal prossimo capitolo ne vederemo delle belle! Grazie per il consiglio, sto utilizzando questo infatti :)
Alla prossima!
PS= Chiedo scusa per il ritardo nel pubblicare ma di recente ho alcuni problemi personali e quindi ho poco tempo per scrivere! A marzo arriverà il nuovo capitolo :)!
!
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Capitolo 10 *** 10. La magia della stanza senza entrate e senza uscite ***
Capitolo
10
Detective
Conan contro Kid
La
magia della stanza senza entrate e senza uscite
Il
trenta dicembre, la
sera prima di Capodanno, c'era un gran fermento al centro di
Akihabara. Degli operai stavano lavorando su delle pareti di cemento
e un architetto discuteva con altri sul foglio del progetto.
Jirokichi
Suzuki era in compagnia della nipote Sonoko, dell'amica Ran e del
padre di quest'ultima, che non perdeva d'occhio il piccolo detective
che gironzolava per il cantiere. Il vecchio ricco non aveva badato a
spese per costruire quella camera di cemento intonacata di bianco:
all'interno c'era una rete di telecamere ad alta risoluzione e
nessuno sarebbe potuto sostare all'interno una volta chiusa l'ultima
parete. Il primo gennaio ne avrebbero demolito una e recuperato il
talismano di Carlo Magno.
Conan era certo che Kid si
sarebbe infiltrato in mezzo agli operai per sondare la situazione e
li scrutava uno ad uno. Non conoscendo il suo reale aspetto era
piuttosto difficile avere sospetti.
<< La magia del
Capodanno fusa a quella di Kid: incantevole! >>, disse
Sonoko a
mani giunte, guardando il cielo.
<< Calmati >>,
la ammonì Ran. << Probabilmente non riuscirai nemmeno a
vederlo >>.
<< Invece parlerò
con Ladro Kid! >>, esclamò la giovane. <<
Nessuno me lo
impedirà! >>.
<< Può una ragazza
di famiglia ricca perdere la testa per un malvivente? >>,
commentò Goro, fumando una sigaretta.
Il detective ridacchiò
dell'espressione arresa di Ran e tornò a concentrarsi. Jirokichi gli
mise una mano fra i capelli, scompigliandoli.
<< Allora mio fido
detective... Hai già delle deduzioni? >>.
<< Non ancora >>.
Ignorò lo sbuffò del padre di Ran.
<< Signor Jirokichi
>>, disse una guardia del corpo. << C'è
l'ispettrice
Kawano e l'ispettore Nakamori >>.
<< Falli passare!
>>.
La donna si fece largo tra
gli operai che non poterono fare a meno di fissarla, sia per la
bellezza e per l'incredulità che potesse essere colei che avrebbe
catturato il ladro.
<< È
lei? >>, Goro aveva gli occhi luccicanti di fronte
all'ispettrice. Quest'ultima ignorò senza pensarci il famoso
detective.
<< Signor Jirokichi
>>.
<< Ispettore
Nakamori! >>, esclamò affabile il vecchio.
<< Ammetto di
essere rimasto un po' deluso nel sapere che non è più il
responsabile del caso >>.
<< La mia superiore
è in gamba >>, disse l'uomo.
<< Le assicuro che
non toccherà il talismano >>, gli assicurò Kawano.
<< Certo che non lo
farà! >>, indicò la stanza. << Non ha
ingressi, non si
può entrare una volta chiusa l'ultima parete. Kid non potrà nemmeno
avvicinarsi! E inoltre >>, tirò per il braccio il bambino
che
stava cercando di svignarsela. << Lui lo fermerà!
>>.
L'ispettrice guardò
piuttosto perplessa il bimbo e si scambiò un'occhiata con il
collega. Si mise all'altezza del bambino.
<< Ciao, come ti
chiami piccolo? >>.
<< Conan Edogawa >>.
Quale piccolo?
<< Devi avere l'età di mia figlia. Ti
diverti a fare l'investigatore? >>.
Sospirò, abituato a quel
comportamento nei suoi confronti. Ormai era un bambino da due anni e
mezzo e Ran si rapportava con lui allo stesso modo.
<< Lui è un verto
portento! >>, esclamò Suzuki.
<< Salve >>,
si fece avanti Goro, cercando di essere più affascinante possibile.
<< Non so se mi ha riconosciuto, ma io sono il detective
privato Goro Mori e ho il piacere di conoscere una mia collega così
bella >, si passò una mano tra i capelli.
La donna gli rivolse
appena lo sguardo e poi si voltò verso Jirokichi. Il detective
rimase completamente bloccato sul posto, scatenando risate a non
finire da Conan, che si prese un pugno in testa.
<< Papà >>,
sospirò la figlia.
L'architetto si avvicinò
al gruppo. << Scusi se la disturbo ma stiamo per
cementare
l'ultima parete >>.
<< Ma certo! Sonoko,
dammi il gioiello! >>.
<< Ha affidato un
oggetto tanto prezioso a un'altra persona?! >>, domandò
basita
l'ispettrice.
<< Mia nipote è la
più indicata >>.
La ragazza gli passò la
scatola intarsiata e lui camminò fin dentro la stanza. Conan gli
andò dietro e scrutò la situazione per sicurezza: ancora niente
sospetti.
Mise il gioiello dentro la
teca, la richiuse e poi uscì. Gli operai ci misero due ore e alle
ventuno la stanza era ufficialmente chiusa.
La sfida era aperta.
Conan guardò gli operai
andarsene finché non fu chiamato da Ran e costretto a lasciare il
posto. Se avesse potuto sarebbe rimasto tutta la notte a fare la
guardia.
Non poteva sapere che non
ce ne era bisogno perché un furbo Kaito si stava staccando la
maschera dal viso e togliendo la tuta gialla insieme al casco. Aveva
fatto domanda d'assunzione con un volto e un documento falso e aveva
assistito alla progettazione della stanza.
Quando uscì dal vicolo
era di nuovo Kaito Kuroba e scese le scale della metro. Mentre
aspettava il treno compose un numero di cellulare, sorridendo.
<< So cosa devo fare
>>.
Casa
Nakamori era un
scintillio di allegria.
Aoko aveva illuminato le
stanze con tante luci e decorazioni. Kaito era impegnato a terminare
il piano per il furto e Akako l'aveva aiutata, con enorme sorpresa.
Il cibo era stato cucinato da Keiko e per l'ora di cena si presentò
anche Miho insieme ad una bottiglia di vino, decorata da un fiocco
rosso.
<< Ripassiamo il
piano >>, disse Aoko mentre apparecchiavano.
<< Per le
dieci e mezza io e Kaito faremo finta di stare un po' soli e voi
rafforzerete questa idea con Keiko e Zeshin >>.
<< Giusto >>,
dissero in coro le due amiche.
<< Poi, terminato il
furto, convincerete la coppietta a tornare a casa propria poiché
Kaito tornerà nella sua per riporre il gioiello in cassaforte e
cambiarsi >>.
<< Ricevuto! >>,
fecero un finto tono militare e il ripasso terminò in una risata.
<< Stai diventando
un sergente >>, le disse il fidanzato, poggiandole le
mani
sulle spalle e dandole un bacio sulla guancia.
<< Voglio solo
essere sicura che andrà tutto bene >>.
Il ragazzo la fece voltare
per guardarla negli occhi. << Stai tranquilla, tornerò.
Come
sempre >>.
Mezz'ora dopo Keiko e
Zeshin arrivarono e la ragazza obbligò tutti a mettere dei
cappellini rossi con decorazioni in oro. Miho stappò la bottiglia e
il tappo colpì in testa una irritata Akako. La cena era ottima e il
dessert preparato da una coraggiosa Aoko cimentata in cucina, fu un
successo.
Alle dieci e mezza, Keiko
tirò indietro la sedia e si strappò il cappellino di carta.
<< Siete pronti? Tra
un'ora e mezza inizia la magia di Kid! >>, gli occhi
verdi le
brillavano.
<< Stanno
cominciando a venirmi sensi di inferiorità >>, sospirò
Zeshin.
<< Non dovresti, non
ne vale la pena >>, commentò Miho, guadagnandosi
un'occhiataccia da parte del ladro.
Come un segnale
invisibile, Kaito si alzò dalla sedia e accarezzò il braccio di
Aoko, che arrossì.
<< Noi vi
raggiungiamo più tardi >>.
<< Cosa? Non venite?
>>, domandò una delusa Keiko.
<< Vogliamo stare...
un po' da soli >>, balbettò l'amica.
<< Ma sì, alla fine
non c'è niente di male >>, disse Akako. <<
Potranno
venire alla festa in piazza che faranno dopo il furto >>.
<< Infatti >>,
disse Kaito. << Promettiamo che vi raggiungeremo
>>.
La ragazza bionda annuì
debolmente, continuando ad essere un po' delusa comunque.
Sparecchiarono in fretta e andarono via.
Kaito lascio la casa dei
Nakamori e andò nel nascondiglio, seguito da Aoko. Il familiare
armadio spuntò da sotto il pavimento e aprì le ante, mostrando il
vestito candido. La fidanzata lo guardò cambiarsi con aria afflitta,
come le succedeva ogni volta che Kaito spariva per diventare il ladro
fantasma.
<< Mi aiuti? >>,
le chiese, porgendole la cravatta rossa. Sapeva metterla da solo,
voleva solo coinvolgerla. Gli obbedì e strinse il nodo sotto il
colletto della camicia blu.
<< Aoko >>,
sussurrò, poggiando la fronte contro la sua. << Ti amo
>>.
La ragazza gli diede un
bacio leggero sulle labbra. << Ti prego, sta attento
>>.
La
piazza di Akihabara era
gremita.
Cappotti di diversi colori
punteggiavano lo spiazzo e un coro diventava sempre più forte man
mano che i minuti passavano. Le transenne faticavano a contenere la
folla.
Conan era in allerta,
accanto a Ran. Era uno dei pochi fortunati a stare abbastanza vicino
alla stanza per monitorare la situazione. Alle sue spalle, a qualche
metro, c'era un camioncino della polizia dove controllavano
l'interno.
L'ispettrice Kawano
indossava una pesante giacca blu dal pellicciotto bianco per
proteggersi dal freddo uguale a lame taglienti.
<< Signor Suzuki, la
situazione sembra stazionaria. Tra quindici minuti dovrebbe avvenire
il furto. Le chiedo di ripensare ancora una volta alla mia proposta
>>.
<< Ispettrice, non
ho nessuna intenzione di mettere alcuna guardia >>.
<< Mi ascolti,
meglio essere più prudenti. Questo ladro è scaltro e lei lo sa bene
>>, tentò di convincerlo Nakamori, ovviamente sperando
non
cambiasse idea.
<< Le ripeto che non
ne ho intenzione! >>, si irritò il vecchio.
<< Quel
ladruncolo non ha nessuna possibilità! Questa sera inizierà il
nuovo anno con un bel paio di braccialetti argentati ai polsi!
>>.
Proruppe in una risata fragorosa.
Ha ragione, pensò
Conan.
L'eccessiva sicurezza di
Jirokichi era pericolosa. Il bambino aveva pensato ad ogni possibile
piano che Kid avrebbe attuato eppure doveva ammettere di essere lui
stesso in difficoltà: come si fa ad entrare in una stanza senza
entrate?
<<
Mancano cinque
minuti! >>, cinguettò Sonoko.
<< Kid, Kid, Kid!
>>.
<< Non vedo l'ora di
vederlo! >>.
<< Sonoko, calmati
>>, tentò Ran. << Non vorrei che rimanessi
delusa >>.
<< Il mio adorato
Kid non potrebbe mai deludermi! >>.
<< Cosa avrà mai
quel ladruncolo da far impazzire le giovani liceali >>,
mugugnò
tra sé e sé Goro.
Conan alzò gli occhi al
cielo e controllò l'orologio narcotizzante al polso, per essere
sicuro che fosse carico per addormentare il ladro una volta
catturato. Vide Nakamori avvicinarsi al capo e si accostò per
ascoltare meglio.
<< Sonoko hai
cambiato vestito? >>, le domando Ran.
La ragazza indossava un
lungo vestito rosso, scollato e scarpe nere con un tacco
vertiginosamente alto.
<< Fa troppo freddo
per quello con lo spacco alle gambe! >>, lamentò.
<<
Perciò ho optato per scoprire altro. Magari te lo presto per il tuo
prossimo appuntamento con Shinici >>, le fece
l'occhiolino e la
pudica Ran arrossì.
<< Mancano tre
minuti >>.
<< Le telecamere
risultano apposto >>.
Al detective sembrava
tutto troppo perfetto. Possibile che Kid non avesse manomesso proprio
niente?
<<
Zeshin guarda!
>>, urlò Keiko. << Siamo riusciti a
guadagnarci la prima
fila! >>.
<< Solo grazie al
padre di Aoko >>, le ricordò lui.
<< Tra sessanta
secondi apparirà! >>.
Miho e Akako si guardarono
e immaginarono l'angoscia che stava provando Aoko. Sarebbero volute
rimanere volentieri con lei ma Kaito aveva bisogno del loro aiuto per
distrarre la coppia e guadagnargli un alibi.
La loro amica era seduta
nel nascondiglio sulla poltrona rossa dove era solito sedersi il
fidanzato. Guardava il servizio in diretta sulla TV installata una
settimana prima e si torceva nervosamente le dita, non staccava gli
occhi dallo schermo e il battito accelerato.
<<
Trenta secondi
>>, mormorò Conan tra sé e sé.
Jirokichi
se ne stava in piedi, mani incrociate dietro la schiena e la faccia
di chi sta per vincere il primo premio alla lotteria.
<< Tre... due...
uno! >>, scandì la folla.
Non appena finirono di
pronunciare la parola “uno” una nube di fumo argenteo apparve
sulla cima di uno dei palazzi.
Il mantello bianco
svolazzava contro le raffiche di vento e il cilindro restava in
perfetto equilibrio. Il ladro aveva le braccia spalancate e dei fari
precedentemente piazzati lo illuminavano.
<< Eccolo! >>.
<< È
bellissimo! >>.
Il ragazzo poggiò i piedi
sul bordo del tetto, incurante dell'altezza. Conan lo fissava
intensamente e il ladro fantasma ricambiò lo sguardo.
<< Signori e
Signore! >>.
La folla proruppe in un
urlo di giubilo.
<< Mi è stata
lanciata una sfida ed io, il mago dell'impossibile, farò valere la
mia promessa: ruberò il talismano di Carlo Magno da una camera senza
entrate ed uscite! >>.
<< È
veramente un esibizionista >>, mormorò Akako e Miho.
Keiko tirò la manica del
fidanzato, non riusciva a contenere l'entusiasmo. <<
Guarda
Zeshin! È
insuperabile!
>>.
<< Permettetemi di
congedarmi a voi, mio adorato pubblico, per compiere una
straordinaria magia! >>.
Il ladro venne iridato
dalla luce sempre più intensa dei fari e quando si spensero non
c'era più.
L'ispettrice Kawano fermò
il sottoposto che comandava il gruppo di agenti.
<< Avevate detto di
aver controllato gli ingressi di tutti gli edifici! >>.
L'uomo, piuttosto robusto
e con una barba non tagliata da giorni per il lunghi turni di lavoro,
si mostrò dispiaciuto. << Non c'era nessuno e i fari non
sono
stati notati >>.
<< Pattugliate il
perimetro della stanza >>.
<< No! >>,
intervenne Jirokichi. << Non voglio agenti sul posto
>>.
Conan entrò
nell'abitacolo dove c'erano agenti che andava e venivano e tazze di
caffè nei bidoni sempre più pieno. Il bambino guardò gli sguardi e
un guizzo bianco colpì la sua attenzione. Si avvicinò fino a
mettersi in punta di piedi: il poliziotto con profonde occhiaie non
lo notò da quanto era piccolo.
Poggiò le dita sulla
consolle per sporgersi meglio ed essere sicuro di aver visto bene.
Sgranò gli occhi e corse fuori dalla velocità della luce e fu
notato da Ran.
<< Conan! Che ti
prende?! >>.
<< Il ragazzino ha
visto qualcosa >>, disse Sonoko.
<< Corre sempre in
giro, quello >>, aggiunse Goro.
Il vecchio ricco sembrò
vacillare per un attimo ma mantenne l'alone di sicurezza.
<<
Piccolo che succede? >>.
Conan superò la folla,
sfruttando le misure ristrette. Le transenne era assemblate tra loro
in modo troppo stretto per passarci attraverso. Il detective decise
di arrampicarsi e non risultò molto facile perché le persone
premevano per vedere meglio ciò che accadeva. Qualcuno lo spinse per
sbaglio e ruzzolò per terra, malamente.
Si alzò, tastandosi la
gamba dolorante e si sistemò gli occhiali sbilenchi. Le urla della
calca non permettevano di sentire e riuscì appena ad avvertire la
voce dell'ispettrice che si era fatta convincere dal vecchio Suzuki a
seguirlo.
Accompagnato da Nakamori,
Ran, Goro e Sonoko
<< Conan! Cosa
succede? >>, gli chiese il detective privato.
<< È
nella stanza! Kid è dentro! >>.
La ricetrasmittente fu in
un attimo alla bocca della donna. << Che diavolo sta
succedendo?! >>.
<< Ispettrice è
dentro! >>.
<< Cosa?! >>,
esclamò Jirokichi.
<< Abbattete la
stanza! Fate venire le truppe che avevo messo in stallo per questa
eventualità! >>.
<< Agenti sotto
copertura attivatevi! >>, ordinò Nakamori. Che
diavolo
combini Kaito?
L'uomo non era mai a conoscenza delle reali
intenzioni del ladro perché non voleva che fosse coinvolto più del
dovuto.
Conan capì che rimanere lì ad aspettare non sarebbe
servito: corse a ritroso e tornò nella stazione mobile. Rispetto
agli agenti addormentati di prima, ora sembravano tutti svegli.
Kid stava aprendo la teca
e recuperò il gioiello. Non c'era nessun buco visibile sul pavimento
come del resto non c'era niente all'esterno. Il ladro si girò verso
una delle telecamere, la collana che ciondolava tra le dita della
mano destra e con l'altra mimò un inchino.
Il mega schermo posto in
piazza teneva incollati gli spettatori e poi un urlo di sorpresa: una
fonte di luce apparve in una delle pareti e Kid l'attraversò e
apparve come se avesse davvero il potere di farlo. Ed era proprio
lui, con l'abito scintillante come la luna in cielo, lo sguardo fiero
celato dal monocolo.
Il ladro mostrò la mano
sinistra dove c'erano delle palline griglie e le lasciò cadere per
terra creando una nuvola di fumo che aleggiò per qualche secondo e
poi non c'era più.
Conan non poteva crederci
e non voleva farlo. Nessuno aveva la capacità di attraversare le
pareti. Batté il pugno sulla consolle.
<< Dannazione! >>.
La folla urlò talmente
forte che sembrò esplosa una bomba.
Il mago fece un paio di
giravolte per il cielo e poi mostrò il talismano. Atterrò con
leggiadria su un altro palazzo e anche lì dei fari montati
precedentemente lo illuminarono.
<< Signori e
signore, ecco a voi il talismano di Carlo Magno! Signor Suzuki, la
ringrazio per la sfida che mi ha lanciato, è stato davvero magico!
Alla prossima illusione, mio amato pubblico! >>.
Alla pronuncia dell'ultima
sillaba, Kid mosse le dita e le schioccò: i fari si spostarono e
crearono un gioco di luce che sembravano fuochi d'artificio, come a
festeggiare il nuovo anno. Quando lo sfarfallio di colorate luci
termino, il grande ladro era svanito. Conan avevo assistito alla
chiusura dello spettacolo, le sopracciglia aggrottate e i denti
stretti.
Quando andò sul luogo del
delitto, gli operai erano al lavoro per abbattere la parete non
portante e controllare se effettivamente il gioiello fosse stato
rubato, anche se le immagini lasciavano poco spazio
all'immaginazione.
Suzuki era disperato e le
guance dell'ispettrice erano rosse di rabbia. Nakamori finse una
rabbia cieca e Goro sotto i baffi si divertiva e pensava che il
vecchio se lo meritasse per aver scelto un bambino come nemesi di un
ladro tanto scaltro.
<< Il mio Kid non
sbaglia mai! >>, lo elogiò Sonoko.
<< Tuo zio è
disperato >>, le ricordò l'amica.
Il tramezzo fu abbattuto e
il gruppetto corse verso la teca. Sonoko era in testa e constatò che
era vuota.
<< Mi dispiace zio
>>, cercò di consolarlo.
<< Come ha fatto?
Come diavolo ha fatto?! >>.
Il bambino salì in cima
al palazzo dove Kid aveva salutato il pubblico. Controllò i fari e
non erano niente di eccezionale, si potevano trovare in qualsiasi
negozio di elettronica. Era stato in furbo anche in questo: a volte
era costretto a lasciare oggetti come quelli e usava cose
assolutamente anonime e facilmente reperibili.
Si sporse oltre il bordo,
sentendo una lieve vertigine, e neanche lì scovò niente di anomalo.
<< Conan >>.
Si voltò << Sì,
Ran? >>.
<< Dobbiamo andare.
È passata
la mezzanotte e
tu dovresti essere a letto da un pezzo >>.
Fece finta di non sentirsi
umiliato da una affermazione del genere, come se avesse bisogno di
essere messo a dormire da lei.
<< Domani potrai
tornare ad indagare. L'ispettrice Kawano farò chiudere le aree per
capire come ha fatto Kid a rubare il talismano >>.
Allungò la
mano verso Conan.
Lui la prese, sconsolato.
Quest'anno è iniziato malissimo.
<< So che non vorrai
sentirtelo dire però è stata una gran bella magia. Chissà cosa si
inventerà per la sua prossima illusione! >>.
Ran si fermò,
improvvisamente il bambino per mano era diventato un peso perché
Conan si era piantato sul posto.
<< Cos'hai detto?
>>.
<< Che è stata una
bella magia >>.
<< No, dopo >>.
<< È
la frase che ha detto in conclusione: che ci saremo visti alla
prossima illusione >>.
<< Illusione >>,
mormorò Conan. Mollò la mano della ragazza e si sporse di nuovo a
guardare di sotto: gli operai erano ancora a lavoro, mettevano in
sicurezza il cantiere e stavano per staccare.
<< Dove sono gli
altri? >>, domandò a Ran, che si era avvicinata nel
frattempo
per capire i motivi del comportamento del ragazzino.
<< Stanno per
andarsene, perché? >>. Il detective era già sparito oltre
la
porta e non sentì le chiamate della ragazza.
Scese le scale e saltò
gli ultimi due gradini ma all'ingresso c'erano solo Goro e il signor
Jirokichi.
<< Moccioso, hai
finito? Devo andare a bere... >>, ingoiò l'ultima parola
perché la figlia l'aveva sentito e gli stava già riservando il suo
peggiore sguardo. << Cioè, festeggiare con i miei amici
>>.
Conan guardò il gruppo
composto da familiari e amici e finalmente capì tutto.
So dov'è.
<<
Chiamiamo la
coppietta adesso? >>, domandò Keiko, prendendo il
cellulare.
Una abile Miho la fermò.
<< Iniziamo ad
andare alla festa in piazza, ci raggiungeranno lì >>,
disse
gentile. La biondina la guardò perplessa, quella sensazione che le
stringeva lo stomaco da un po' si fece più forte.
<< Certo >>,
mise il cellulare in borsa. << Come vuoi >>.
Conan
passava tra le
persone che stavano raggiungendo la fiera organizzata poco più in
là, un paio di finti Kid erano all'ingresso e porgevano bacchette
giocattolo o monocoli.
Non mi sfuggirai!
Conan entrò nella fiera e
un giovanotto si sporse per dargli una bacchetta. <<
Ecco, è
per... >>.
Non fece in tempo a finire
la frase perché lui si era già mischiato alla folla. Da adolescente
era stato un giocatore di calcio molto dotato e riusciva a tenere ore
di corsa. Da bambino, era più leggero eppure i polmoni pieni di aria
fredda sembrano blocchi di ghiaccio e l'angoscia di perdere anche
stavolta contribuiva. La fiera era molto lunga e c'erano donne
vestite con i tradizionali kimono, bambini che cercavano di pescare
pesciolini e ragazzi che mangiavano frutta caramellata con un
cappello bianco in testa.
In fondo vide il buio e le
strade deserte. Il primo palazzo dove Kid era apparso aveva la porta
sul retro appoggiata e Conan l'aprì e salì le scale: ora aveva il
fiato corto. Quando arrivo al terzo piano si fermò perché c'era
un'ombra ferma in mezzo. Conan azionò la luce dell'orologio che
aveva al polso.
<< Sei stato
veramente furbo stavolta ma ti sei tradito con una parola
>>.
Camminò ancora e volse la luce alla figura.
La faccia di Sonoko era
rilassata e un sorriso disteso mostrava sicurezza. Kaito non aveva
pensato nemmeno per un secondo di sfuggirgli e sentire le spiegazioni
dei suoi trucchi faceva parte dell'ebrezza di averlo come nemico.
<< Salve, mio
prediletto antagonista- Scommetto che stai per rivelare la mia magia
>>.
Conan teneva puntato
l'orologio contro Kid. << Hai preso il posto di Sonoko
prima
delle undici e mezza. Non sarà stato difficile attirare la sua
attenzione. Hai lavorato al cantiere e avevi sentito che sarebbe
stata lei la custode del gioiello. >>.
<< E poi? >>.
<< Non sei mai
entrato in quella stanza >>.
Quella affermazione gli
diede un po' fastidio, per fortuna non poteva vedere la sua
espressione sotto la maschera.
<< Hai costruito una
stanza identica da un'altra parte e filmato tutto. Poi hai scambiato
le pennine USB contenenti le password criptate usate dagli agenti e
sei riuscito ad entrare, grazie a un virus, nel sistema di telecamere
>>.
<< L'ispettrice si
sarebbe accorta di un tale scambio, non credi? >>.
Il bambino fece un mezzo
sorriso. << Hai preso le sembianze del fattorino del
caffè. La
pennina contenente il virus era attaccata sotto il cartone e la
nascondevi con la mano. Hai fatto finta di rovesciarlo e hai usato
quel secondo di distrazione e, con le tue abili mosse, hai scambiato
le pennine in meno di mezzo secondo e consegnato le tazze
>>.
<< E tutto questo
l'hai capito da una bidone pieno? >>, lo prese in giro.
<< No >>,
scosse la testa, << Dal fatto che c'erano le tazze e non
il
cartone da sei che le conteneva. Un fattorino con i guanti sarebbe
risultato sospetto e non potevi rischiare di lasciare le tue
impronte. Così hai offerto direttamente agli stanchi poliziotti i
contenitori e ti sei portato via la base >>.
<< Complimenti >>,
gli batté le mani. << Ma io aspetto di sentire la parte
più
importante >>.
Il detective avanzo di
cinque passi e Kaito non si mosse. << Era semplicemente
un tuo
assistente. Si era mimetizzato contro la parete, poi hai azionato un
po' di luce ad alta intensità, si è levato il telo ed è apparso.
Ha fatto un po' di scena con il fumo e le giravolte nel cielo
>>.
<< Come avrei fatto
ad essere insieme agli altri e contemporaneamente in cima al palazzo?
>>.
Fece un verso di scherno.
<< Con quella emergenza nessuno si sarebbe accorto
dell'assenza
della svampita Suzuki, stessa cosa quando sei apparso all'inizio. Hai
mostrato un gioiello, fatto credere che l'avevi rubato e poi sei
tornato giù a prendere ancora il posto di Sonoko >>.
<< E perché avrei
dovuto scomodarmi tanto? >>, l'avversario era ancora più
vicino.
<< Non avevi rubato
il talismano, semplice. L'hai rubato quando hanno abbattuto la parete
ed eri in capo al gruppo, nessuno avrebbe mai sospettato della nipote
innamorata di Kid >>. Il bambino teneva premuto il dito
contro
il pulsante per sparare l'anestetico.
La finta Sonoko batté le
mani. << Bravo, ancora i miei complimenti. Un'ultima
domanda:
come ha fatto il mio assistente ad ingannare le guardie
dell'ispettrice Kawano? >>.
<< Devi avere
assistenti che ti vogliono molto ben per aver resistito dodici ore
contro un tramezzo di cemento in pieno inverno >>.
Era andata esattamente
come aveva raccontato Conan: Jii, all'arrivo della prima folla che
voleva i posti migliori e i poliziotti che cercavano di tenerli a
bada, si era confuso e approfittato della testardaggine del vecchio
di non volere nessuno a guardia.
<< E adesso cosa
pensi di fare? >>.
<< Dov'è il
talismano di Carlo Magno? >>.
Kaito lanciò la borsetta
di seta in mezzo al corridoio e Conan corse a riprenderla.
<< Penso sia ovvio,
ormai, che non mi interessano i gioielli che Suzuki usa per attirarmi
nelle sue trappole ma stavolta mi sono seriamente divertito
>>.
Ormai Conan era a dieci
passi di distanza, riusciva a vedere la determinazione negli occhi
blu.
<< È
finita, Kid >>, disse spavaldo. << Ci
rivedremo al primo
interrogatorio con la polizia >>.
Il
ladro sospirò, passandosi una mano tra i capelli. <<
Conan,
Conan... Ormai dovresti conoscermi >>. Il ragazzo divenne
più
basso e il ragazzino capì troppo tardi: i tacchi utilizzati per far
finta di essere Sonoko contenevano dello spray narcotizzante nello
stiletto e, prima che le palpebre si facessero pesanti, capì cosa
aveva sbagliato: nella borsetta c'era la maschera per impedire al
ladro di addormentarsi e, nel lanciarla, l'aveva recuperata.
Si
accasciò a terra e cercò di premere il tasto della freccetta ma era
troppo tardi: avvertì le piastrelle fredde contro la guancia e il
ladro, cambiato nel suo tipico abito, chino su di lui che posava un
bigliettino: le istruzioni per ritrovare la giovane Suzuki.
Si
avvicinò al suo orecchio. << Ci rivederemo, Shinici
>>.
Keiko
non riusciva a godersi la fiera. Zeshin aveva sbagliato per la terza
la cattura del pesciolino rosso e Akako era imbarazzata perché aveva
la bocca sporca di zucchero filato e questo aveva strappato un
sorriso di troppo a Miho.
La
ragazza bionda sentiva che c'era qualcosa che non andava e non ce la
faceva più: lo stomaco le faceva addirittura male.
<<
Tesoro, va tutto bene? >>, le chiese il fidanzato.
<<
Certo >>, provò a fare un sorriso e sperò di essere stata
convincente. Guardò l'orologio sullo schermo del cellulare e nessun
messaggio dalla coppia.
Miho
e Akako si erano allontanate per guardare una bancarella di kimono
dai colori vivaci e avevano lasciato i due soli.
<<
Aoko non si è ancora fatta sentire ed è quasi l'una. Forse dovrei
andare a controllare se va tutto bene >>.
<<
Non vorrai incappare in situazioni imbarazzanti, vero? >>.
<<
Ma che dici >>, si fece rossa. << Ma non è
da lei >>.
<<
Se ti fa sentire meglio fai un salto a casa Nakamori. Informo io le
altre due >>.
Keiko
gli diede un frettoloso bacio sulla guancia e corse via, impugnando
le chiavi della macchina.
Le
due ragazze tornarono e notarono la sua assenza.
<<
Dov'è Keiko? >>, domandò Miho.
<<
Stavo per venire a dirvelo. La coppietta felice ancora non si è
palesata, perciò è andata a controllare che fosse tutto apposto
>>,
si strinse nelle spalle. << Torneranno insieme, credo
>>.
I
bei visi delle giovani si fecero color latte.
<<
Qualcosa non va? All'improvviso sembrate due mummie >>.
Kaito
atterrò sul balcone di casa e girò il ritratto del padre. Aoko era
in piedi e guardava la TV in cerca di novità o, peggio, della
notizia di un arresto di Kid. Quando lo vide in cima alla scala, gli
andò incontro e lo strinse in un abbraccio.
<<
Amore, sono stata tanto in pensiero! >>.
<<
Sto bene, il detective in miniatura sta facendo un bel sonno
>>.
<<
Non gli avrai fatto troppo male vero? È
solo un bambino >>.
Il
ragazzo trattenne una risata, non lo era affatto ma questo la ragazza
non poteva saperlo. << Non gli ho fatto niente!
>>.
<<
Auguri >>, gli disse lei.
<<
Auguri a te, amore >>, le sussurrò nel darle un bacio.
Nel
frattempo, Keiko aveva parcheggiato di fronte la villetta dei
Nakamori e sembrava deserta. Fece il giro della casa e notò la
portafinestra che Kaito aveva lasciato aperta a casa sua. Si avvicinò
alla porta d'ingresso dei Kuroba e provò a girare la maniglia: era
aperta.
Non
avrebbe mai lasciato la porta senza chiuderla a chiave,
pensò.
Provò
a bussare ma il rumore si perse nell'abitazione, le luci erano
spente.
<<
Forse sono appena usciti per raggiungerci e Kaito si è dimenticato
di chiudere a doppia mandata >>, sussurrò ma qualcosa le
impedì di andarsene. Salì piano le scale e arrivò sul
pianerottolo: tutte le porte erano chiuse tranne la vecchia stanza di
Kaito. Mossa da fili invisibili, vi entrò e osservò il ritratto del
signor Kuroba che lei non aveva mai conosciuto oltre gli spettacoli
visti da bambina: notò un angolo strano e con un dito lo sfiorò.
<<
Il ritratto gira... >>.
Kaito
stava dando un altro bacio ad Aoko che rideva nel sentire le gesta
del fidanzato, teneva le braccia al collo di lui. Sentirono il
cigolio del ritratto e voltarono gli occhi verso la scala a
chiocciola.
Due
paia di occhi chiari fissarono gli occhi verdi della persona sul
primo scalino, pallida e con un dito tremante puntato contro il
ragazzo.
Indossava
ancora il vestito e il cappello e non potevano esserci equivoci.
<<
Tu sei... tu sei... >>.
<<
Keiko >>, Kaito mise le mani avanti. <<
Stai calma e
posso spiegare >>.
L'urlo
della ragazza si sarebbe potuto udire per tutto il quartiere se la
stanza non fosse stata insonorizzata.
<<
SEI LADRO KID! >>.
Angolo autrice!
Chiedo
profondamente... SCUSA!!!
Il
motivo per cui non ho potuto scrivere sono tanti: sono tornata a
vivere in Italia qualche mese fa e ho affrontato due traslochi nel
giro di un mese, iniziato un nuovo lavoro, senza internet per un bel
po' di tempo, nuova casa. Tra non molto avrò un altro nuovo lavoro,
un corso di studi lungo due mesi e mezzo, un terzo trasloco e tra un
mese il quarto (che giro immenso, direte!)
Inoltre,
visto che non mi è bastato, sto per... sposarmi! ♥
Quindi
nei prossimi mesi affronterò anche i preparativi lunghi un anno!
Avrò
qualche ritaglio di tempo per scrivere e cercherò di non far passare
altri otto mesi prima di pubblicare di nuovo, visto che ci tengo a
terminarla!
In
questo capitolo, Keiko ha scoperto la seconda identità di Kaito!
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Martiperla9629:
Sono felice che la mia storia ti piaccia! A presto :)
shinicieran
amore: Grazie per la tua recensione, spero che continuerai
a
seguirmi!
Alla
prossima!
Scusate per il font diverso ma il Kompozer fa di testa sua, a volte!!
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