.e questo doveva essere l’anno in cui il
mondo doveva finire.
Mi ha svegliato il telefono che squillava
Lei era già partita ma la sua amorevole famiglia mi voleva
rassicurare sul fatto che sarebbe andato tutto bene
Ho finto di essere una segreteria telefonica che annunciava
cortesemente la mia improvvisa brutale dipartita
E quando ho sbattuto giù la cornetta ho guarda complicemente il muro ripetendo ‘andrà tutto bene…’
Col cazzo!
Ma quando sono uscito gli zombie si fingevano persone
Così brave ad ignorare ogni singola cosa li potesse far
ritardare
di un millesimo di secondo sulla loro fottuta tabella di
marcia
Dev’essere stato il migliore successo di qualche impiegato
che non ha mai avuta la più pallida idea di che cosa fosse
la fantasia
ma invidiava molto tutti quelli ne avevano
e a forza di maledirli deve averli fatti crepare uno dopo
l’altro
Giurerei che ci sono invisibili segni di bruciatura sul
marciapiede
dove sono precipitati tutti i miei angeli
come se qualcuno avesse premuto il pulsante di un elettroshock
che ha fritto direttamente tutti i sogni facendoli esplodere
come bolle di vetro soffiato
Altro che guerra nucleare! esclamo col mio vicino di
metropolitana
ma lui non capisce, lo vedo
si deve essere fatto un’idea
sbagliata del fatto che indosso gli stessi abiti in cui ho dormito
ma non avrebbe la più pallida idea di che cosa stia dicendo
se gli spiegassi che è perché sto ancora fingendo
con molto impegno
che tutto questo sia solo una specie di sogno paradossale e
paranormale
in cui gli alieni hanno conquistato il mondo
e si sono rivelati persino peggiori del peggiore degli
esseri umani
Ma il suo cane mi lecca la mano
ed è la prima cosa più gentile che veda da ere a questa
parte
E questo dev’essere il giorno del cane
Per fortuna certe cose non si estingueranno mai
come la capacità di contraddirci ad ogni passo
Altro che progresso mondiale! affermo con la macchina
automatica
che decide quanto devo pagare
per avere il permesso di esistere, di passare
Le macchine devono poter credere in noi senza doversi
insospettire
questo le stresserebbe moltissimo
e ancora non hanno inventato la psicologia per gli
ingranaggi
altrimenti dovrebbero subirsi la nostra amplificazione
Ma suvvia, è proprio quando siamo amplificati
all’impossibile e oltre ogni verosimile
che siamo al nostro meglio e al nostro peggio
E dunque… non svegliarmi mai più
lasciami credere che sia, deve esserlo, solo un ridicolo
sogno
E dunque… non dormire mai più
non farti fregare da questo stile di vita da morti, è solo
un trucco senza ingegno
Sì, volevo rovinarti il finale
così puoi odiarmi finché il mondo non finirà, e ancora oltre
così non ti dimenticherai mai di me e io di te, anche quando
non avremo più fibra materiale
per poter continuare a dimenticare l’istante dopo che ci
siamo incrociati
e riconosciuti come la nostra reciproca vita
e la nostra reciproca morte
Ma hey!, prima o poi tutti dobbiamo arrivare a Samarcanda
E sai, io ci arriverò un giorno come un altro
dopo che mi sono perso per l’ennesima volta
e sto vagando dappertutto e da nessuna parte
lasciando perdere il pretesto della meta
mentre sarò direzionato in ogni possibile senso
e in direzione opposta allo stesso tempo
Io riderò di me due volte ad ogni respiro e tu riderai di me
ad ogni sorriso
guarda, incapperemo in un giardino che non avevamo ancora
mai visto
e io inciamperò proprio sul gradino d’ingresso
o mi fermerò a vomitare sul tappeto rosso
ma questo mi salverà dallo scatto della trappola, tanto per
cambiare
per puro caso, sarà il caos
e lo ameremo sempre
lo ameremo sempre
E questo doveva essere l’anno in cui il mondo doveva finire
ma ho dimenticato di puntare la sveglia
Doveva proprio essere questo
ma mi sono distratto leggendo il libretto di istruzioni su
come sincronizzare le meridiane
L’anno in cui il mondo doveva finire
e sospetto sia colpa del fatto che la mia stella del nord
aveva la pila scarica
Magari il prossimo andrà meglio
e giuro che organizzerò un sacco di gruppi di preghiera per
invocare il meteorite definitivo
Il sole mi ha dato il buongiorno
dicendomi ecco che inizia un altro giorno in cui lavorare
alzati e dirigiti di buon grado a prendere posto alla tua
postazione assegnata
così che ti possa battere sulla schiena per tutta la
giornata
cuocendoti via l’illusione di poter scampare al tuo dovere
quotidiano
Perché il mondo deve pur poter funzionare, la barca deve pur
continuare a filare
e tutti sanno a menadito che il disordine è spaventoso come
un branco di lupi rabbiosi e affamati
e tutti sanno a menadito che l’acqua è fredda e profonda e
piena di mostri che ti affogheranno senza pietà
le filastrocche ce l’hanno insegnato fin da quando da
bambini andavamo a scuola
ad imparare ad avere paura
di noi stessi prima di tutto, perché discendiamo da orribili
bestie feroci senza divinità
e poi degli altri, perché il prossimo tuo più vicino sarà
probabilmente quello che scaglierà la prima pietra
e puoi starne certo perché avendo imparato altrettanto
è altrettanto convinto che il vincitore sia chi colpisce per
primo
Ma bevendo una tazza di caffè nel bel mezzo della giornata
ho detto al sole che io sono fatto piuttosto per danzare in
mezzo a disegni di fuoco
e sulla pelle non il sudore della fatica benedetta del
dovere compiuto
ma voglio cicatrici
che mi raccontino una versione più gentile e metaforica della
mia storia fatta di strappi
e non l’abbraccio fresco dell’ombra su cui riposare alla
fine del dovere
ma dove finisco io inizi l’oscurità
così profonda da non potervi entrare senza lasciarsi alle
spalle ogni certezza
Perché tutti sappiamo che un giorno il sole esploderà
in una stella che divora ogni cosa in un sabba ardente come
l’inferno
e che un giorno l’oscurità tinta di denso nulla inghiottirà
tutto in un boccone senza appello
non so come facciano a continuare a ignorarlo mentre
costruiscono giocattoli che dovrebbero salvarci
quando siamo fatti esattamente per avere un inizio ed una
fine
quando siamo tutto quello che si stende in mezzo a questi
estremi
e nient’altro in fondo
E questo doveva essere l’anno in cui il mondo doveva finire
ma ho dimenticato di segnarlo sul calendario
Doveva proprio essere questo
ma mi sono distratto leggendo una rivista di consigli su
come organizzare una festa d’addio di successo
L’anno in cui il mondo doveva finire
e sospetto sia colpa del fatto che il mio oroscopo era stato
scritto da qualcuno che voleva solo scherzare
Magari il prossimo andrà meglio
e giuro che pianterò un sacco di alberi di cicuta e
preparerò ghiaccio, bicchieri da cocktail e ombrellini colorati di carta
Ma vendono immortalità all’angolo della strada ai banchetti
a cui volevo chiedere un bicchiere di limonata
ma svendono religioni e divinità di ogni foggia e ricette di
regole infrangibili che non funzioneranno mai
quando stavo solo cercando qualcuno a cui chiedere l’ora
perché sai, controllo di tanto in tanto a che punto siamo
del conto alla rovescia verso la fine di ogni cosa
è il mio mantra personale e il mio pensiero consolatorio
E l’unico principio di cui mi fido è che ogni volta che
qualcosa sta finendo
chissà quante altre stanno cominciando senza neanche
accorgersene o saperlo
la fede, cara mia, è qualcosa di scioccamente sopravvalutato
pressappoco come qualsiasi altra cosa venga spacciata
come droga gratuita per salvare quelle anime perse
che vanno alla deriva sulle loro zattere fatiscenti colpa di
qualsiasi siano gli eventi
pronti ad aggrapparsi a qualsiasi cosa venga loro lanciata
già pronti inginocchiati ai banchi di partenza
a benedirla e pregarla e innalzarla immediatamente al loro
prossimo credo
E qualcuno ci sarà sempre che prenderà davvero male
il modo in cui entriamo in qualche tempio noialtri
masticando grissini rubati
e ponderando se farci uno shampoo in qualche acqua ritenuta
santa
mentre cerchiamo le figure più artisticamente interessanti
volteggiando con sbarazzina leggerezza
e una totale tranquilla e libera noncuranza
per ogni gesto di rituale o rispetto per cose che non
esistono
Potrei aver mormorato o meno
che il vero miracolo sarebbe se chi crede un giorno o
l’altro si ricordasse
che già, esatto, ‘crede’ nel vero senso della parola
e potrebbe sempre tranquillamente sbagliarsi
ma un giorno svegliandosi alzasse le spalle
e non se ne preoccupasse più così tanto di aver ragione o
torto
perché probabilmente la maggior parte del tempo non
importerà affatto
e sarà solo terribilmente più noioso
ma credetemi
stavo sicuramente parlando con me stesso e non con voi
perché di solito in posti come questi mi dà molta più
soddisfazione
e non vi scambierei mai per persone
con cui potrebbe essere interessante scambiare qualche parola
Potrebbero aver scambiato il fatto che indossi gli occhiali
da sole in piena notte come un gesto ribelle
ma credetemi, se li avessi sarebbero occhialini di plastica
usa e getta
per guardare il crollo dei templi in 3D
E potrei o non potrei essere diventato leggermente paranoico
a proposito del fatto che non riesco più a fingere nemmeno
e che dal mio sguardo ogni persona diligente
possa provare un brivido di sconfortante e fastidioso timore
recondito
Potrei essere uno dei punti di fine delle vostre certezze
potrei essere una scheggia impazzita che scivola via quando
si tenta di afferrarla per rinchiuderla
e ogni bordo taglia in profondità
e ogni lato è un gioco di specchi rispetto al tentativo di
categorizzarci
Potrei conoscere oppure no l’ubicazione della soglia
oltre la quale si apre un intero altro mondo, questione di
prospettiva
ed il baratro che si stende in mezzo è così profondo
che dovreste essere disposti a solcarlo volando o
precipitando
Ma abbiate pazienza, sarò proseguito oltre da un bel pezzo
mentre vi starete ancora chiedendo che cosa avete visto
che non potevate comprendere con sicurezza rassicurante
E questo doveva essere l’anno in cui il mondo doveva finire
ma ho incontrato te e sono inciampato su me stesso
così tante volte che ne ho perso il conto
Doveva proprio essere questo
ma mi sono distratto leggendo il libretto di istruzioni su
come non rovinare tutto e non fare mai funzionare niente
e mi hai dato filo da torcere, così tanto che ho smesso di
contarne i torcimenti
e mi hai dato corda, così tanta che un giorno o l’altro
proverò a scalarci la luna
L’anno in cui il mondo doveva finire
e sospetto sia colpa del fatto che il mio sesto senso
continuava a mormorare cose che non volevo ascoltare
e ogni buon senso m’è andato di traverso
così tante volte l’ho gettato dalla finestra, altrettante è
rientrato dalla porta
e ogni ordine cronologico è diventato un mazzo di carte
sparse
ti assicuro che le ho sempre pescate rigorosamente ad occhi
chiusi senza nemmeno provare ad indovinare o immaginare
Magari il prossimo andrà meglio
e giuro che organizzerò migliaia di progetti che infrangerò
sistematicamente perché continueremo a reincontrarci
Ma qualche mago o strega ha mosso appena il dito come per
spegnere la luce
si sono alzati i venti di fuoco e le tempeste solari
Sento Fenrir che ha iniziato a
correre dal nucleo della terra dirigendosi verso la superficie come un baleno
fulminante
Sento Hati e Skoll
che prendono fiato per iniziare a cantare l’ultima canzone prima di ingoiare
gli astri e dilaniare il cielo
Non sanguinerà
e non ci saranno esplosioni abbaglianti o fuochi d’artificio
spettacolari
Non scatterà nessun allarme d’emergenza impostato
e non ci sarà nessun segnale di evacuazione per cui vi siete
esercitati meticolosamente
Non si infrangerà niente, nessuno stravolgimento
sconvolgente
tutto proseguirà liscio come se scivolasse su benzina
liquida che rispecchia un ultimo arcobaleno
Credo che mi toglierò gli occhiali da sole per vedere meglio
allora
ma anche se li indosserò ancora, il mio sorriso la dirà
tutta e di gran lunga
E che altro poter dire se non che è stato abbastanza bello,
o almeno ha avuto i suoi momenti buoni, finché è durata
Mi sembra di vedere in piedi sulla balaustra del terrazzo Louise
che saluta il suo allegro addio
sventolando un fazzoletto nero che si è strappata dall’orlo
dell’abito
E questo dev’essere l’anno della tigre
Mi sembra di vedere nell’angolo della stanza troppo
affollata e rumorosa
Jacob che scrive un biglietto e brinda con una bottiglia di
buon vino
E questo dev’essere l’anno del corvo
Mi sembra di vedere che devo avere le allucinazioni
ma proprio così mi piace pensare
Abbi pietà di me senza perdonarmi mai, prometto che farò
altrettanto di te
Perché questo doveva essere l’anno in cui il mondo doveva
finire
tieni gli occhi aperti quando la fenice brucerà ardentemente
ma chiudili l’istante che il vento soffierà le ceneri
Doveva proprio essere questo
chiudi il pugno e ti ritroverai tra le dita le braci che
ardono ancora e ci ritroveremo a sorriderne lo so
L’anno in cui il mondo doveva finire
e so che ti amerò per sempre e non smetterò mai, perché
anche se non sarà vero lo è del tutto ora
Magari il prossimo andrà meglio
e giuro che continuerò a cancellarci solo per ritrovarci
esattamente dove ci eravamo lasciati e niente lo garantirà mai