A Tragedy With The Capital 'T'

di Heven Elphas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Chapter ***
Capitolo 2: *** Second Chapter ***
Capitolo 3: *** Third Chapter ***
Capitolo 4: *** Fourth Chapter ***



Capitolo 1
*** First Chapter ***


A Tragedy With The Capital ‘T’

A Tragedy With The Capital ‘T

 

 

In questo mondo ci sono soltanto  due tragedie.

Una è il non avere ciò che si desidera, e l’altra è ottenerlo.

Quest’ultima è la peggiore.

Quest’ultima è la vera Tragedia.

 

 

First Chapter...

When your future seems to be bright, you ‘d better wear sunglasses.

 

 

 

Ti è mai capitato di svegliarti al mattino e pensare “Wow! Questa sarà la giornata più fottutamente fantastica della mia vita!”…?

Stamattina era una di quelle…

Sono sceso dal letto e sono corso a fare colazione con l’energia positiva che mi scorreva nelle vene come mai mi era successo. Me lo sentivo… Era la mia giornata perfetta.

Ero sicuro che sarebbe successo qualcosa di strepitoso nella mia inutile esistenza. Qualcosa che avrebbe cambiato tutto in meglio.

Non sono un chiaroveggente o un dannato sensitivo. Ma dio… Nella mia stupida vita da depresso tendente all’emo, non era mai accaduto che avvertissi una così piacevole sensazione di speranza.

Mi sentivo che nel mio destino ci sarebbe stato un cambiamento assurdo. Un capovolgimento totale di tutto il mio piccolo mondo…

Così ho afferrato la tracolla dopo essermi vestito e mi sono avviato per le vie di Belleville con la mia fantastica bicicletta rossa, diretto verso il momento magico che il fato aveva in serbo per me.

M’immaginavo di arrivare a scuola a prenderlo e sentirgli dire “Ce l’abbiamo fatta!”. Speravo che mi avrebbe sorriso in modo così eccitato da accecarmi e farmi cadere a terra… Ne ero assolutamente certo.

Perché ce l’avevo dentro, quell’emozione di avercela fatta…

E credimi, se ti dico che io sono pessimista di natura e non vedo niente in quel futuro completamente nero. Al di là del muro per me non c’è mai stato nulla se non un campo sterminato di rovi in cui rischi di impigliarti e non uscirne più vivo…

Ma stamattina era diverso.

Stamattina sentivo che tra quei rovi si stava aprendo un piccolo varco per lasciarmi passare.

Ero pronto ad incamminarmi in quel sentiero brandendo una falce per andare avanti a grandi passi, con Faith al mio fianco. Faith e gli altri tre idioti che fanno parte della nostra band…

 

Beh, stamattina dovevo essere completamente rincoglionito.

 

Ed ora me ne rendo conto perfettamente… Devo rimanere con i piedi per terra come sempre.

Il mondo fa schifo, questo avrei dovuto capirlo già da molto tempo.

Quando hai 19 anni tutto fa schifo e non c’è nulla da cui dovresti lasciarti illudere.

 

Ora davvero sono convinto che ci sia qualcuno che voglia farmi soffrire a morte.

 

Fisso l’uomo che davanti a me sta stringendo un bicchiere di caffè preso in questo Starbucks, mentre al mio fianco Faith trema come se avesse davanti il Papa in persona. Mi lascio scivolare sulla sedia e quello mi sorride in modo inquietante, spegnendo la sigaretta nel posacenere.

-Possiamo parlarne? Non è che ti sei fatto male… Quindi ci limitiamo ad una constatazione amichevole, senza fare ricorso all’assicurazione.-

Mi mordo il labbro e gli lancio un’occhiata torva, tenendo un bicchiere di granita alla fragola sulla guancia.

-E poi a dirla tutta sei stato tu a venirmi addosso con quel rottame, quindi addirittura saresti dalla parte del torto… Ma i ciclisti per la polizia hanno sempre ragione.-

Sbatto il bicchiere sul tavolo infervorandomi e mi piego in avanti verso quel tizio astruso con cui mi sono scontrato.

-Tu te ne stavi parcheggiato sulla pista ciclabile proprio dopo una curva! Come potevo evitare di capottarmi sul cofano della tua auto?!-

 

Torniamo indietro a circa mezz’ora fa…

 

Sono arrivato tutto felice al liceo privato a prendere Faith che aveva finito le lezioni un’ora prima del solito. Lui mi ha sorriso come speravo, dicendomi che eravamo a buon punto nella classifica delle band emergenti… Tra i primi quattro posti. Il che non è male, dato che suoniamo insieme da meno di tre mesi.

La mattina era ancora perfetta come sembrava.

Il sole splendeva, avevo dimenticato a casa gli occhiali ma non importava. Ero disposto anche a sopportare la luce pur di impegnarmi per esibirmi al concerto di fine semestre alla scuola di Faith.

Ero ancora su di giri perché tutto andava come previsto. Avevo l’adrenalina a mille e quindi me ne stavo girando allegro in bici a tutta velocità, con lui dietro di cento metri perché non riusciva a starmi appresso…

Poi ecco che giro l’angolo e qualcosa mi riflette la luce negli occhi, così che due secondi dopo mi ritrovo con la schiena contro il parabrezza di un’auto. E ho pensato… “Chi è il demente che parcheggia su una pista ciclabile?!”

Il sopraccitato demente è sceso dalla vettura e quando l’ho visto ho capito che la giornata ormai era del tutto sputtanata per colpa sua.

 

La mia vita è sempre stata un fottuto casino solamente per colpa sua.

 

Faith mi afferra il braccio e mi fa abbassare, interrompendo la mia ricostruzione mentale dei fatti.

-Vuoi litigare con lui?! Ma tu sei pazzo!! Fino a venti minuti fa non era il tuo cantante preferito?!-

Me lo sibila fra i denti, puntando quelle sue pozze azzurre nei miei occhi in modo minaccioso. Nessuno, neanche il mio idolo, si puo’ permettere di farmi ribaltare con la mia stupenda bicicletta, che ora si è piegata tutta a causa dello schianto. Come faccio a non litigarci?!

Guardo il mio migliore amico con la bocca schiusa per ribattere, ma mi blocco quando l’altro rincoglionito si mette a sogghignare.

Lo ammazzo…

-Sai che ti dico, stronzo? Ora mi dai il tuo numero di telefono e io vado alle prove con la mia band, poi ti chiamo quando ho finito… Non ho tempo da perdere come te!-

Lui sgrana gli occhi e poi prende una biro per scrivere davvero il suo numero su un tovagliolino che mi passa.

Faith lo afferra al volo e lo analizza per filo e per segno, come se avesse trovato un qualche papiro sperduto da millenni in una tomba faraonica.

Mi alzo ancora per allontanarmi dal tavolo, tirando su Faith con me anche se sembra del tutto contrariato. Lo trascino senza fargli finire di stringere la mano a quell’uomo e afferro ciò che resta della mia inutilizzabile bicicletta.

-Dovrò davvero farmene prendere un’altra… Come vado in giro adesso?-

Quando svoltiamo l’angolo vengo sbattuto contro il muro e lui mi guarda dritto negli occhi con fare irritato.

-Cazzo, ti preoccupi della fottuta bici?! Abbiamo il numero di Gerard Way!!-

 

 

 

 

 

---------------------------------------------

 

 

Grazie a una lettrice mi sono accorta di aver sbagliato a postare il capitolo confondendomi con un’altra storia!!!

Scusate tantissimo…

 

 

XOXO

 

-Miky-

 

 

 

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Capitolo 2
*** Second Chapter ***


A Tragedy With The Capital ‘T’

A Tragedy With The Capital ‘T

 

 

In questo mondo ci sono soltanto  due tragedie.

Una è il non avere ciò che si desidera, e l’altra è ottenerlo.

Quest’ultima è la peggiore.

Quest’ultima è la vera Tragedia.

 

 

Second Chapter...

Mobile rings just when mom wants some milk..

Or when Gerard Way thinks you want his money.

 

 

 

Quando ho deciso di mettermi ad ascoltare i My Chemical Romance, solo un anno e mezzo fa, l’ho fatto unicamente perché mi avevano portato all’esasperazione.

Ogni volta che entravo nella sezione d’architettura c’era qualcuno che mi sorrideva in modo strano e mi chiedeva “Ti piacciono i My Chem?”.

E io che sgranavo gli occhi e scazzato rispondevo “Chi? Mai sentiti…”.

Poi ecco che un mio amico mi fa la stessa domanda e così me li faccio passare da lui, a cui a dirla tutta stanno pure sui coglioni.

Sono uscito da casa sua con le cuffie nelle orecchie che sparavano “To The End” e sorridevo ad ascoltare quelle parole. Che poi abbia odiato “Welcome to the Black Parade” dal primo momento in cui ho visto il video, è un particolare trascurabile… Ci ha pensato l’intero cd a farmi ricredere.

Dio… Chi cantava era Dio.

Gerard Arthur Way… Ecco il nome di chi mi ha strappato l’anima, l’ha rimodellata e me l’ha ridata indietro ad ogni ascolto delle sue canzoni.

L’avevo cercato così tanto, nella mia mente lui esisteva da tempo… E poi i My Chemical Romance mi hanno trovato, mandandomi i loro fan come messaggeri. Mi piace pensarla così…

Gerard Way è venuto a prendermi perché mi voleva nel suo fottuto esercito.

Gerard Way sapeva che avrebbe potuto aiutarmi proprio in quel momento nero…

Gerard Way mi ha preso fra le sue braccia ed a quanto pare non vuole più lasciarmi andare.

 

Gerard Way mi ha fatto distruggere la bicicletta che tanto amavo…

 

Però mi ha pure dato il suo numero di telefono. Cosa che sto fissando da venti minuti buoni, mentre Faith si è levato la divisa per cambiarsi e i membri della band iniziano a riempire il seminterrato di Oscar.

-Gerard Way ha investito Hum!-

L’urlo del proprietario dello scantinato risuona fra le pareti e mi risveglia dai miei pensieri, facendomi notare che tutti mi stanno attorno curiosi. Passo lo sguardo su ognuno di loro e poi mi getto all’indietro sul divano coprendomi gli occhi con un braccio.

-Che palle…-

Lo mormoro piano e Faith si mette a ridere, sedendosi accanto a me ed accarezzandomi i capelli lentamente.

-Più che tutto è stato lui ad andare addosso alla macchina di Gerard. Quel coglione parcheggia sulle piste ciclabili… Ma c’è da aspettarselo da uno simile.-

Ridacchio alla sua affermazione e gli tiro una piccola spinta prima di tirarmi su in piedi e dirigermi al microfono. Lawrence, il fratello quattordicenne di Faith, mi fissa con i suoi occhi azzurri sgranati dallo stupore.

-Potresti ricattarlo e diventare suo amico, poi ci fai conoscere tutti i My Chem!-

Mi limito a fargli un cenno con la testa, mentre William si allontana da Oscar e va a prendere il basso sogghignando. Ecco qualcuno che capisce qualcosa in questo covo di matti… L’unico contatto che avrò con Mr Way sarà uno stupido discorso sulla constatazione amichevole.

Che io abbia la possibilità di entrare minimamente nella sua vita, è una cosa da escludere fin da adesso.

Spero che nessuno qui dentro si faccia strane idee… Ci pensa già Faith a creare fantasie mentali su il mio incontro con Gerard. “Era destino perché tu sei lui!”… Ecco che mi ha detto mentre venivamo qui.

Ma io non sono mica Gerard Way… Io sono solo un ragazzino del cazzo che marcisce in un seminterrato ed ha già mandato a puttane il suo avvenire.

Lui è un genio che davanti ha il mondo ai suoi piedi.

-Ce lo vedo Hum con Gerard… Secondo me se lo sbaciucchia appena lo rivede, ora che non è sconvolto dall’incidente.-

Oscar si mette ad imitarmi, incrociando le mani vicino alla guancia e sbattendo le ciglia in modo convulso. Lo incenerisco con un’occhiata, ma ormai tutti stanno ridendo di me… Proprio sono rispettato come leader, nonché come più ‘anziano’ del gruppo.

-Gerard è proprietà di Frank… Non lo toccherei mai. Rischio di essere preso a pugni da quel nano.-

Dicendolo afferro il microfono e ci picchietto sopra per vedere se è collegato bene all’amplificatore. Poi per qualche strano motivo tutti si voltano a guardarmi, squadrandomi da capo a piedi con un sopracciglio alzato.

-Fossi in te non chiamerei nano nessuno…-

Faith me lo sussurra facendomi arrossire e io gli punto addosso l’asta con fare minaccioso.

-La vogliamo finire di fare casino?! Dobbiamo provare e riprovare… Io tra un po’ devo andare al lavoro!-

Per mia fortuna, nonostante siano tutti dei deficienti, quando c’è da suonare si fanno seri e non c’è da lamentarsi di nessuno… Se così non fosse avrei già perso la testa da tempo.

 

Osservo William allontanarsi con Oscar tenendolo per un fianco, mentre decidono cosa fare questa sera. Sospiro appoggiandomi alla ringhiera e aprendo una lattina di tè al limone, mentre aspetto che i due fratelli arrivino. Che devono fare a casa di Oscar dopo le prove non l’ho mai capito…Ci mettono sempre mezz’ora.

Tanto vale occupare il tempo…

Estraggo dalla tasca il cellulare e senza pensarci troppo digito il numero di Gerard, che a forza di leggerlo ho imparato a memoria. Lo sento suonare libero con il cuore che rimbalza su e giù nel petto, ma dopo circa cinque squilli entra la segreteria telefonica.

Il mio stomaco si spappola e abbasso lo sguardo, vergognandomi di me stesso nel momento in cui ho creduto di poter parlare con lui… Di certo non mi risponderà mai, sempre che il numero sia veramente il suo.

Se fossi una celebrità del suo calibro me ne sbatterei le palle e darei un numero a caso, tanto anche se un ragazzino mi denunciasse chi gli crederebbe?

Sarebbe da folli presentarsi in commissariato con la spilla dei My Chemical Romance indosso e mettersi a dire che Gerard Way ti ha investito.

Quello stronzo mi ha praticamente fregato…

-Che fai? Stai telefonando a Gerard?-

Faith mi si attacca al braccio e io m’infilo il cellulare in tasca come se mi avessero scoperto a rubare qualcosa. Lawr ci si piazza davanti e ci guarda per qualche secondo, prima di voltarci le spalle ed incamminarsi per il marciapiede.

-Se ti risponde allora digli se ci invita tutti quanti a cena e ci canta qualcosa!-

Mi sento tirare dal maggiore dei due e quasi cado a terra, ma lui mi sostiene sorridendo. Sbuffo e riprendo a camminare decentemente, sorseggiando il tè, quando all’improvviso sento partire la schitarrata di “I’m Not Okay” dal nulla.

Mi affretto a cercare il cellulare nella tasca del mio giubbotto in pelle e me lo porto all’orecchio per rispondere. Se è Gerard che gli dico…?!

Io mica voglio mettermi subito d’accordo per la constatazione!

-Pron… Pronto?-

-Humphrey… Prima di arrivare sul lavoro puoi passare a prendermi del latte? Altrimenti domattina che bevi a colazione?-

La voce di mia madre mi frizza il cervello, che già era partito. Lascio che le gambe continuino a tremare, mentre Faith mima con le labbra il nome del nostro cantante preferito e io scuoto la testa con dissenso.

-Va bene mamma… Vedrò di comprarlo. Ciao.-

Riattacco e impreco ad alta voce, facendo voltare dei bambini che stavano giocando nel loro giardino con dei cani. Poi mi libero dalla presa di Faith e supero Lawrence senza degnarlo di uno sguardo, cercando il lettore nella tracolla.

-Vado a prendere il latte… Ci sentiamo più tardi per telefono se non hai da studiare.-

Li sento salutarmi e accelero il passo a ritmo di “Hang’em high”, non andando a prendere il latte ma arrivando direttamente al ristorante dove lavoro come cameriere.

Fanculo pure questo cazzo di impiego! Se quel coglione di Gerard mi chiama col cazzo che gli rispondo…

 

Quando rientro a casa sono già le undici e mezza di sera e sullo schermo del mio cellulare sembra non esserci traccia di nessuna chiamata. Getto la tracolla sul letto e la raggiungo dopo essermi levato le scarpe, stringendo ancora fra le mani il mio dannato telefonino…

Mia madre spunta dalla porta con il pigiama e viene a lasciarmi un bacio sulla fronte, prima di sparire a dormire. Decido di alzarmi e andare a fare una doccia, ormai rassegnato all’idea che non ci sarà nessun Gerard Way a chiamarmi… Se sentirò degli squilli saranno solo i messaggi di Faith.

Mi metto sotto il getto caldo dell’acqua, canticchiando sottovoce “I’m not Okay”, quando mi sembra di sentire la chitarra sotto di me. Dev’essere che la suoniamo così spesso che ora m’immagino di sentirla… Sospiro e zittendomi mi accorgo che non è la mia fottutissima fantasia, ma bensì la suoneria del cellulare.

Se è qualcuno degli idioti dei miei amici vado a prenderlo e lo appendo al soffitto.

Esco senza preoccuparmi delle gocce che bagnano dappertutto e premo il tasto verde senza nemmeno guardare chi è.

-Che cazzo c’è?!-

La mia voce esce rauca da far paura e dall’altra parte sento qualcuno lamentarsi.

-La tua gentilezza è davvero sconvolgente…-

M’immobilizzo quando riconosco chi mi sta parlando, sentendomi gelare il sangue nelle vene. Mi lascio cadere seduto sul tappeto, afferrando una felpa per asciugarmi e resto zitto senza sapere cosa dire.

Cazzo… Gerard Way mi ha chiamato sul serio. Mi sta parlando…

-Ci sei o è caduta la linea?-

-Ci sono… Non è che posso avviare un discorso se hai telefontato tu.-

Lui sbuffa e sento dei rumorini strani, quando poi riprende a parlare facendomi passare la paura. Forse perché sentirlo è normale… Lo ascolto 24 ore su 24 ogni giorno.

-Sono stato occupato tutto il tempo e ho potuto chiamarti solo ora… Tu sei disponibile per parlare?-

Sorrido e mi appoggio con la schiena al comodino, afferrando la bottiglietta di Pepsi e cominciando a giocarci.

-Ho tutta la notte senza impegni…-

Lui ridacchia e poi si blocca all’improvviso, proprio come gli ho sempre visto fare sui filmati in YouTube. Non ci sono dubbi… Gerard Way è proprio al telefono con me.

Se qualcuno me l’avesse detto ieri gli avrei riso in faccia… Non è possibile parlare con il tuo idolo. Ma se per questo non è possibile nemmeno capottarsi sul cofano della sua macchina…

A meno che la tua vita non sia una commedia o qualcuno abbia deciso di mandarti a Punk’d.

All’improvviso lui ricomincia a parlare interrompendo i miei pensieri, ricordandomi che non devo mai partire con i vaneggiamenti durante una discussione.

-Allora mettiamoci d’accordo per bene… Tu vorrai dei soldi, vero?-

Rimango di stucco ad ascoltare ciò che mi chiede e serro la mascella dalla rabbia.Questo cretino mi ha preso per uno stupido ruffiano arrivista?!

 

 

 

 

 

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Ciao a tutti…

E così dopo non so quanto ho trovato il coraggio di postare l’altro capitolo…

 

Scusate, ma la mia vita è un casino e quindi fatico ad aggiornare!

Fatto sta che qualcuno ha commentato, quindi perché lasciare la storia così, senza un continuo?

 

Hum ha ricevuto la tanto attesa telefonata di Gee, quindi bisognerà vedere a dove porterà la constatazione amichevole!!! XD

 

Cooooomunque ringrazio chi mi ha lasciato un piacevole commentino!

 

Rory Gilmore: Oscar Wilde è il mio amore assoluto come scrittore, non c’è null’altro che possa dire! XD Comunque dai, grazie della benedizione! Spero che continui a piacerti la storia!

 

Jesseromance: Io pure adoro quella canzone, anche perché un anno fa mi ha accompagnato in un viaggio di ritorno alquanto triste e tutte le volte mi fa tornare indietro! U__U L’ho stoppata per un po’ la storia ma non del tutto, dai! Spero ti piaccia ancora…

 

Kikka_1990: Son felice che ti piaccia la storia e che la trovi un po’ diversa dalle altre! Quindi, anche se un po’ in ritardo, mi auguro che pure il secondo capitolo ti soddisfi! Ciao ciao!

 

 

 

Alla prossima, sperando che io me ne salti fuori dalla buca incasinata!!!

 

 

 

XOXO

 

-Miky-

 

 

 

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Capitolo 3
*** Third Chapter ***


A Tragedy With The Capital ‘T’

A Tragedy With The Capital ‘T

 

 

In questo mondo ci sono soltanto  due tragedie.

Una è il non avere ciò che si desidera, e l’altra è ottenerlo.

Quest’ultima è la peggiore.

Quest’ultima è la vera Tragedia.

 

 

Third Chapter...

Correction: Mobile also rings when Gerard Way wants to deal with you.

 

 

 

-Ma secondo te io voglio i soldi di Gerard?!-

Lo urlo a Faith che mi guarda sconvolto, grattandosi la testa con fare assonnato. D’altronde svegliare la gente alle due di notte e dirgli di scendere nell’atrio del condominio non è molto sano… Ci credo che lui sta dormendo in piedi.

Io cammino avanti e indietro agitando la bottiglietta di Pepsi che ho quasi svuotato venendo qui in auto, mentre racconto ciò che è successo poco fa al telefono.

-E tu che gli hai risposto?-

Si siede sul primo scalino e alza lo sguardo verso di me, sistemandosi il piagiama con i robottini che ha indosso. Mi piazzo in piedi davanti a lui e mi mordo le labbra dal nervoso per quello che ho appena combinato.

-Che se proprio voleva darmene io li avrei accettati volentieri, anche se non me ne fregava nulla. Dio, Fay, cosa dovevo rispondergli?!-

La mia voce risuona nella tromba delle scale e lui mi tira la maglia per farmela abbassare un po’. Solo che davvero sono troppo agitato per trattenermi…

-E quindi quanti soldi ti darà?-

Dicendomelo mi trascina a sedermi davanti a lui, così che tocca a me alzare gli occhi per poterlo guardare.

-Nemmeno un centesimo…-

Lui mi fissa turbato e aspetta che gli dia una risposta, mentre il mio cervello è già da tutt’altra parte a rivisitare ciò che abbiamo detto al cellulare io e Gerard.

 

-Non te ne frega nulla?-

La domanda di Gerard mi è arrivata di un tono più alto di quello che avrebbe dovuto usare, come se la notizia lo avesse letteralmente sconvolto. Mi sono passato una mano sugli occhi e ho allungato le gambe sul tappeto, cercando di rilassarmi prima di spaccare tutto.

-Per quanto sia avaro, da te non verrei mica a cercare soldi, sinceramente. Preferirei piuttosto un autografo…-

L’ho sospirato, accorgendomi solo dopo qualche secondo di essere davvero misero e disilluso per accontentarmi di una stupida firma. Ma ormai era fatta… Cominciavo ad abituarmi all’idea di passare il resto dei miei giorni a piangere su una stupida macchia d’inchiostro. D’altronde avevo fatto tutto da solo…

-Un autografo appena? Ti sei distrutto la bici e ora avrai un livido sullo zigomo e ti compiaci di una fottutissima dedica su una foto?! Ragazzino, l’autografo non te lo faccio nemmeno se sei tu a pagare me!-

Nel sentirlo mi sono ingozzato con la saliva che stavo mandando giù e poi ho strizzato le palpebre. Ciò che stava accadendo era davvero incredibile… Gerard Way si rifiutava di farmi una semplice firma perché gli pareva poco! A me sembrava addirittura che piovesse la manna dal cielo…

-E allora che facciamo? Io non so cosa chiederti… Non è facile incontrare il tuo cantante preferito e chiedergli qualcosa.-

L’ho mormorato, timoroso che la cosa lo facesse ridere… Chiunque a trovarsi davanti a lui gli avrebbe chiesto di essere baciato, di poterlo abbracciare, di farsi dare il suo indirizzo email. Avrebbe potuto minacciarlo… Io invece non mi sentivo il diritto di chiedergli troppe cose.

-E così sei fan dei My Chemical Romance! Non l’avrei mai detto da come mi hai trattato oggi… Sembrava che non sapevi nemmeno chi fossi.-

Il mio cuore ha saltato un battito quando mi ha detto così e mi ci sono portato sopra una mano per controllare che non uscisse.

-Ero sotto shock, Gerard… Non pretendere che il mio cervello funzioni appieno.-

Lui è scoppiato a ridere e io mi sentivo rassicurato dal suono strano della sua risata. Sembrava davvero rasserenato… Ma lo ero pure io. Lui aveva capito che non l’avrei ricattato e io invece ero sicuro che qualsiasi cosa avrei ottenuto da quella constatazione amichevole, sarebbe valsa molto più di migliaia di dollari.

-Allora facciamo così… Com’è che ti chiami?-

-Humphrey. O Hum se non vuoi impigliarti la lingua.-

Mentre lo dicevo sono arrossito, quasi come se mi avesse chiesto di andare a letto con lui… Ma infondo il solo domandare il mio nome voleva dire che in qualche modo era interessato a me come persona, non solamente come uno con cui stipulare un accordo. Lui ha ripetuto il mio nome per qualche volta sottovoce, come se fosse il ritornello di una canzoncina orecchiabile, poi ha ripreso a parlare.

-Dicevo, Humphrey, che semmai potremmo pensare a cosa fare… Dal momento che non vuoi approfittarti di me e della mia posizione, direi che ci si puo’ mettere d’accordo su qualcosa.-

-Allora vediamoci una sera…-

La mia affermazione è uscita senza che io potessi controllarla, perché era quello che volevo. Volevo vedere di nuovo Gerard e parlarci ore e ore…Volevo capire se veramente io e lui siamo così simili come mi sono sentito dire tante volte.

Lui ha esitato un attimo, prima di sospirare lasciandomi un attimo titubante ed impaurito. Avrebbe potuto dirmi di no…

 

-Hum… Allora cosa ti ha detto alla fine?! Vuoi stare zitto fino a domattina? Io tra cinque ore devo anche prepararmi per le lezioni…-

La voce di Faith mi riporta al presente e incrocio i suoi occhi stanchi e arrossati, sentendomi il respiro bloccarsi in gola come se cascassi dalle nuvole all’improvviso. Riprendo a respirare normalmente e afferro l’orlo dei miei pantaloni, iniziando a giocarci.

-Ha detto che domani pomeriggio mi chiama per dirmi quando possiamo vederci. Mi chiama ancora…-

Lui si lascia scappare un gridolino entusiasmato e mi cinge la testa fra le mani, senza staccare lo sguardo dal mio.

-Te l’ho detto che era destino che v’incontraste!-

Gli sorrido appena, giusto per farlo contento, e poi sfuggo alla sua presa alzandomi. Non credo nel destino e in tutte quelle cazzate che secondo Faith mi hanno portato fin qui… Sono stupide casualità.

Che io abbia iniziato a sentire i My Chem mentre la mia vita era sul punto di esser distrutta…

Che abbia trovato Faith grazie a loro…

Che ora abbia una band nata solo per far loro cover …

Sono tutte state delle circostanze casuali. Se ci si pensa, questo susseguirsi di fatti è logico… Ma non è un destino scritto. Se fosse così, il fato di Gerard sarebbe davvero ingiusto… Esser destinato ad incontrare un ragazzino come me è triste.

-Credo che sia destino che tu debba andare a scuola domani. Vedi di dormire e non farti seghe mentali su un mio probabile futuro con Gerard, perché non ci sarà…-

Gli afferro le mani e lo tiro su, sentendolo sbuffare seccato dal mio solito pessimismo –che io a dir la verità definirei semplice realismo-. Lui mi stringe le dita e indugia un attimo ad osservarmi, prima di parlare.

-…non vuoi rimanere qui? Sono già le due e mezza...-

Mi libero da lui, indietreggiando di qualche passo e tiro fuori le chiavi della macchina sventolandole.

-Ho bisogno di scaricare l’eccitazione… Non ti lascerei dormire! Buonanotte…-

-Vai piano…-

Gli volto le spalle, sforzandomi di non fermarmi e tornare da lui come vorrei fare veramente. Però se stessi qui gli rovinerei solamente il sonno tenendolo sveglio fino all’ora di andare a scuola… Almeno un po’ di responsabilità devo averla. Solo per lui…

 

Apro la porta dello scantinato di Oscar e scendo le scale, cercando di non inciampare mentre leggo un sms che Faith mi ha appena spedito. Fanculo… Lui e suo fratello arrivano in ritardo perché vanno un attimo a comprare qualcosa con loro madre.

Faccio in tempo ad entrare nello stanzino delle prove, che mi ritrovo davanti William da solo che sta ad accordarsi il basso in un angolo. Alza lo sguardo verso di me e mi fa un sorrisino per salutarmi, smettendo di tintinnare note a caso.

-Oscar è uscito a recuperare qualcosa da mangiare…-

Dicendolo indica il frigorifero e l’armadietto dove teniamo le schifezze da trangugiare mentre stiamo qui a provare, che con tutta probabilità saranno vuoti. Qui tra Lawr ed Oscar non so chi sia più ingordo…

Prendo posto sulla sedia davanti al microfono, sedendomi voltato verso lo schienale su cui appoggio i gomiti. Almeno posso guardare che fa il nostro bassista nel tempo libero… Non siamo mai rimasti soli. E a dirla tutta credo pure di non piacergli affatto.

-Faith oggi mi ha detto che hai un appuntamento con Gerard… Era abbastanza esaltato per te. Secondo lui riuscirai ad affascinare pure Gee…-

Ecco, figuriamoci se quel cretino non racconta tutto al suo migliore amico di vecchia data… Mi lascio scappare una risatina divertita, mentre estraggo un blocco di fogli e una matita dalla mia tracolla.

-Perché ridi?-

La sua voce arriva sospettosa ed alzando gli occhi incrocio per un attimo i suoi, prima di mettermi a disegnare in modo disinteressato.

-Nulla… Pensavo.-

-Tu pensi troppo spesso…-

Mi limito ad alzare le spalle, concentrandomi sulle linee che traccio senza dar peso a ciò che ha appena detto. È solo un’osservazione sul mio comportamento che io trovo assolutamente veritiera… Che devo dirgli di più se lui ha ragione?

-Vorrei solo cercare di capire…-

William riprende a parlare, ma Oscar spunta dalle scale con in mano due borse della spesa strapiene, così che è costretto ad interrompersi per andare ad aiutarlo. Non mi alzo nemmeno per dar loro una mano ma continuo a disegnare, quando il mio cellulare inizia a squillare vivacemente… Lo porto all’orecchio per rispondere, credendo sia Faith, ma la voce di Gerard mi coglie alla sprovvista.

-Pronto Humphrey… T’interrompo?-

-Macchè, tranquillo… Stavo disegnando.-

Appoggio il blocco a terra e mi alzo per andare dove il cellulare abbia più campo, circa a metà scala. Oscar mi guarda un secondo tutto contento, prima di voltarsi verso il suo ragazzo ed abbracciarlo. Li osservo sentendomi qualcosa nel petto che rassomiglia all’invidia, ma Gerard mi distrae dalla scena.

-Disegni pure? Che ragazzino talentuoso… Allora non ti limiti a distruggere le biciclette!-

Lo ascolto mentre ridacchia da solo a quello che ha appena detto, prima d’interrompersi quando qualcuno si mette a parlargli. Cerco di riconoscere la voce e mi sembra quella di Frank…

-No, idiota… Non sto parlando con Ray. Vai a prendertele tu le ciambelle se proprio hai fame… Insomma, levati dalle palle e staccati di dosso!-

Sì, è proprio lui.

Rimango in silenzio sorridendo al casino che stanno facendo, curioso anche di sapere se tutte le nostre fantasie sulla Frerard siano o no fondate. Poi Iero si lascia scappare un’imprecazione e Gerard finisce per sospirare seccato.

-Scusa l’interruzione… Dicevo?-

-Ah guarda, non lo so che volevi dirmi.-

Di sottofondo sento Frank continuare a borbottare qualcosa, mentre arriva pure una musichetta indefinibile che sembrerebbe la sigla di qualche stupido cartone animato.

Ma che diavolo combinano quei due dementi?!

-È che Frank mi distrae troppo.-

-Immagino…-

Alla mia battutina Gerard sembra ghiacciarsi dato che trattiene pure il respiro, così che mi permette di capire che Frank sta parlando di una cena che vogliono fare questa sera. Oddio… Allora la Frerard è veramente reale!

-Ora glielo dico se tu la smetti di parlare a macchinetta. Humphrey… Frank voleva sapere se ti va bene…-

Non faccio in tempo a sentire ciò che mi viene proposto che mi ritrovo schiacciato in avanti da qualcuno che mi molla un bacio sulla testa.

-Ciao Hum… Oh! Stavi parlando al telefono?-

Il mio cellulare cade sugli scalini e mi allungo a recuperarlo velocemente, cercando di scrollarmi di dosso Faith. Quando riporto il maledetto aggeggio all’orecchio sento Gerard chiamare il mio nome preoccupato.

-Sono stato interrotto anche io da un deficiente, scusami. Non ho nemmeno capito che diavolo mi hai detto…-

Faith mi si siede accanto e gli lancio un occhiata in tralice mentre Lawr ci supera per raggiungere gli altri. Lui sbatte le ciglia un paio di volte e poi mi sorride, facendomi passare la voglia di spingerlo giù per le scale.

Poi ecco che Gerard prende fiato per farmi la fatidica proposta…

-Stasera ti va di cenare con me e Frank?-

 

 

 

 

 

 

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Hello…

Dato che oggi sono in vena di postare, ho aggiunto il terzo capitolo di questa storia con la trama vagamente strana e distorta.

 

Il capitolo inizia con Hum che sclera con il suo migliore amico e subito dopo parte con una ricostruzione mentale della telefonata avuta con Gee…

Che dire… Io sinceramente gli avrei spillato così tanti soldi a quel tirchio, che l’avrei lasciato sul lastrico!! XD

Scherzo…

Credo che avrei chiesto pure io un incontro. Chi se ne frega dei soldi, se posso parlare una sera con Gerard Way!!!!

 

E così il nostro Humphrey si ritrova con un appuntamento a cena con Frankie e Gerard!

Chissà come andrà…

 

 

Spero di ricevere qualche commentino!

 

E grazie a chi mi ha messo nei preferiti e nelle seguite!

I love you… <3

 

XOXO

 

-Miky-

 

 

 

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Capitolo 4
*** Fourth Chapter ***


A Tragedy With The Capital ‘T’

A Tragedy With The Capital ‘T

 

 

In questo mondo ci sono soltanto  due tragedie.

Una è il non avere ciò che si desidera, e l’altra è ottenerlo.

Quest’ultima è la peggiore.

Quest’ultima è la vera Tragedia.

 

 

Fourth Chapter...

When they dine together, you suppose kitties should attack bunnies

 

 

 

Mi stringo nella felpa nera e mi guardo attorno cercando di non muovermi troppo con il rischio che il cappuccio mi cada dalla testa. Accanto a me Faith si mordicchia le dita muovendo convulsamente gli occhi alla ricerca dei due ritardatari. Cos’altro aspettarsi da delle celebrità se non un terribile ritardo?

-Secondo me ci danno buca…-

Lo mugugno puntando una panchina sul marciapiede e raggiungendola a passi strascicati, con lui dietro che mi segue come un’ombra. Mi siedo sullo schienale e osservo il mio amico che non osa nemmeno sedersi dall’agitazione.

Io non è che non sono agitato… Ma finchè non avrò Mr Way e Mr Iero davanti ai miei occhi, mi rifiuto di provare una qualsiasi emozione che non sia il disincanto. Così che se davvero si presenteranno allora mi darò del coglione per non averci creduto… Ma se non li vedrò, non ci rimarrò poi così male come Faith.

Che sia sbagliato proteggersi così, lo so bene anche io. Però non riesco a comportarmi altrimenti…

Come se la mia unica arma fosse restare nella trincea fino al momento propizio. Finchè sarò certo che fuori nessuno mi sparerà al petto.

Guardo Faith per distrarmi e noto che per l’occasione ha tirato fuori dall’armadio i vestiti migliori. Deve spiegarmi dove abbia trovato quella felpa -nera con delle strisce verdi e fucsia fosforescenti per l’esattezza- così eviterò di entrare in un negozio simile. Ci ha pure abbinato le scarpe…

Questo è pazzo.

-Non è che indossi delle mutande fucsia, vero?-

Lo domando sarcastico e lui mi guarda offeso, abbassandosi l’orlo dei pantaloni per farmi vedere l’elastico verde evidenziatore dei boxer. Alzo un sopracciglio e sorrido stupefatto beccandomi un’occhiataccia.

-Scommetto che invece tu le hai indosso nere, eh?-

Mi chiede per ripicca indicando il mio vestiario monocolor e del tutto scazzato, composto da felpa e pantaloni neri.

-Sbagliato… Le ho viola con gli ippopotami arancio.-

-Non ci credo…-

Scuote la testa e io salto in piedi, tirandomi giù appena i pantaloni  per mostrargli i miei bellissimi boxer idioti, quando alle mi spalle sento urlare il mio nome. Mi volto di scatto e vedo due tizi avvicinarsi a noi nascosti dal cappuccio e dagli occhiali da sole. Come se così non attirassero di più l’attenzione su di loro…

-Bel travestimento, eh…-

Lo sussurro a Faith e lui mi fissa allibito allungando la mano verso il mio viso e colpendo i miei occhiali da sole con le dita. Forse è meglio che non faccia più commenti, dato che sono il primo ad andare in giro in quel modo nonostante io non sia famoso…

-Scusate il ritardo… Ma abbiamo dovuto fermarci con il nostro manager a parlare di alcune cose.-

Dicendolo Gerard getta a terra il mozzicone, mentre Frank è concentrato a fissarci come se fossimo noi quelli famosi e non lui. Nel frattempo Faith sembra essersi congelato ed anche io sono sul punto di svenire… Così su di noi crolla un totale ed imbarazzante silenzio.

Parlare al telefono con Gerard è diverso che ritrovarselo davanti normalmente e non scioccati per un incidente. È come accorgersi che tutto ciò che hai voluto dalla vita l’hai veramente ottenuto…

E dio, Gerard Way esiste veramente ed è pure tangibile. E anche Frank Iero esiste!

Tutti e due sono veri…

All’improvviso Gerard sbuffa e Frank lo guarda offeso.

-Lo sapevo che non era vero che un tuo fan ti trattasse come un deficiente! L’hai detto solo per prendermi in giro…-

Sentendomi chiamato in causa alzo lo sguardo verso il cantante e lui mi ricambia, facendomi pietrificare dall’imbarazzo. Ma quant’è bello dal vivo?! Voglio un’ambulanza qui vicino ad aspettarmi, perché io collasso tra poco…

-Guarda che è la verità, Frank… Non mentirei mai riguardo ad una cosa simile!-

Alla discolpa di Gerard, quell’altro alza un sopracciglio e credo che attraverso le lenti scure lo stia fissando alquanto scazzato. Sono davvero Gerard e Frank… Non c’è dubbio.

-Sentite, vediamo di entrare o il tavolo ce lo sbattono nel culo…-

Sorrido all’affermazione del più giovane dei due e afferro la mano gelida di Faith, tremando convulsamente per l’agitazione. Lui se ne accorge e mi stringe le dita avvicinandosi di più a me.

-Quanto diavolo di Pepsi e Thè hai bevuto oggi?-

Mi mordo il labbro per pensare e poi alzo le spalle, non rispondendogli e tirando dritto attraverso la sala per raggiungere il tavolo preparato apposta per noi.

Prendo posto accanto a Faith e proprio davanti a Gerard, che mi fissa interessato per qualche minuto. Cosa che anch’io sto facendo con lui…

Ma d’altronde, come si fa a non fissarlo?! Se davanti ad una sua foto potrei passarci almeno mezz’ora e a guardare i live invece ci starei delle ore intere, figurati davanti a lui in carne ed ossa.

Dire che è perfetto è poco, davvero…

Stasera i suoi occhi sono di un verde quasi trasparente da tanto è chiaro. Se dovessi soffermarmi a guardarli, di sicuro mi accorgerei che di riflessi ce ne sono tantissimi anche alla luce artificiale…

-Gee… Tu che prendi?-

La voce di Frank mi distrae e mi volto verso di lui, che si sta leggendo attentamente il menù sotto lo sguardo alienato di Faith. Mi sporgo appena verso di lui e spio nella sua lista facendolo sussultare.

-Perché lo tieni in mano al contrario? Sei dotato di una capacità di lettura sottosopra?-

Lui se ne accorge e allora gira il menù arrossendo ed attirando l’attenzione degli altri due su di lui. Così che iniziano a ridere, prima di avviare una discussione idiota…

-Certo che essere a cena in quattro maschi è triste… Dovevo proprio scontrarmi con un fan e non con una.-

Gerard sbuffa e mi sorride storto, facendomi leggermente imbestialire. Questo sembra quasi un insulto…

-Beh, Faith puo’ essere scambiato per una ragazza un po’ racchia.-

Lo dico e mi becco una sberla sulla testa dal mio amico, che arrossisce appena. Sento gli altri due cretini ridere e sorrido pure io, beh, se per questo sentendoli pure Faith si è messo a sorridere.

Perché ogni piccolo e normalissimo gesto che Gerard e Frank fanno, li rende sempre più reali ed approcciabili. Nel senso che è meno la vergogna che provi…

-Ne ho viste di peggio, credimi. Lui è carino rispetto a certe che…-

-Frank! Sei davvero pessimo… Non spettegolare.-

Vedo Faith diventare bordeaux come il suo tovagliolo e nel frattempo Frank si sporge verso di me per prendere i grissini che ho vicino. Mi fa un sorrisino che ricambio contento, prima che lui resti ad ammirarmi per qualche secondo.

-Anche tu sei carino a guardarti bene.-

Mi affondo nella sedia e afferro un panino, iniziando a sbriciolarlo sulla tovaglia mentre penso a che rispondere. Un’idea ce l’avrei anche… “Voi due siete letteralmente stupendi e vi salterei addosso a riempirvi di baci”. Ecco che vorrei dire…

Cosa che anche se me lo permettessero non farei mai, con tutto il casino mentale che ho io. Me ne starei lì fisso a rigirarmi i pollici anche se Gee mi aspettasse a braccia aperte. Ci scommetto…

-Frank, la vuoi finire di provarci con qualsiasi cosa respiri o si muova?-

-Ho detto che sono carini!! Come lo direi ad un coniglietto o ad un gattino… Mica perché voglio scoparmeli! Sei tu che sei malizioso!-

Io e Faith ci giriamo in contemporanea a guardarci sillabando “coniglietto” e “gattino” come se fossero degli insulti.

Ci sta dicendo che per lui siamo come due animaletti domestici? Ma quello lì è completamente pazzo…

Ad un certo punto riesco a riprendere l’ascolto della loro  conversazione e rimango del tutto allibito. Sul serio, quei due sono del tutto fuori di testa…

-…sì, lui è molto gatto. Scommetto che se lo coccoli ti fa le fusa…-

-Io invece dico che graffia e soffia… L’ho visto come si arrabbia!-

Dopo averlo detto Gerard si mette a ridere lanciandomi uno sguardo furbetto che intercetto immediatamente. Se non ho capito male mi sta provocando… Devo giocare con Gerard Way?

Devo stare davvero al suo gioco e ribattere? Al proprio Dio non si dovrebbe dare ragione qualsiasi cosa dica o faccia?

Oh, beh… Accontentiamolo.

-Io graffio eccome. Non me ne sto lì con le orecchie abbassate come qualcuno…-

Lui s’irrigidisce e si raddrizza per bene sulla sedia per mettersi giusto di fronte a me. Bene… Ho fatto arrabbiare Gerard Way! Chi altro avrebbe potuto farlo se non il sottoscritto? Altro che affascinarlo come pensava Faith…

-Guarda che è stato perché ero scioccato dall’incidente! Per quello ero in quello stato!-

Lui sembra infervorarsi e inizia a gesticolare come fa di solito quando parla.

-In verità Gee è più un tipo da fusa…-

-Oh ma anche Hum… Se soffia è perché si sente minacciato e basta.-

Sentendo Frank e Faith coalizzarsi contro di noi, io e Gee ci voltiamo a guardarli  in contemporanea. Scoprendo così che stanno sorridendo nello stesso identico modo… E dico identico. Sapevo che in qualche modo Faith ricordava Frank, giusto nella stupidità, ma non credevo che vederli vicini lo avrebbe confermato.

Sono equamente deficienti!

-Stattene zitto, idiota…-

Entrambi –io e Gee- sibiliamo la stessa frase, facendo ridere gli altri due che a quanto pare si stanno divertendo un mondo.

Odio essere preso in giro in questo modo quando non ne sono in vena.

 

 

 

 

 

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Ecco il quarto capitolo di una delle storie più stupide del mondo. XD

 

Ho deciso di postarlo dato che grazie a kikka_1990 mi sono accorta di aver confuso il primo capitolo con quello di un’altra storia probabilmente sbagliando a schiacciare il copia-incolla da un documento all’altro. Misteri della tecnologia… E Frankie mi sosterrebbe appieno. U__U

 

E così il protagonista e il suo amichetto sono andati a cena con i due altri cretini, scoprendo che i loro idoli esistono realmente e non sono solo delle invenzioni dei mass-media. XD

Non che sia successo molto dato che si stanno solamente insultando e sparando cazzate assurde… Ma cosa pretendiamo da un branco di idioti?

 

Io sinceramente, fossi stata nei panni di Hum, sarei davvero svenuta a vedere un’altra volta Gerard dal vivo! Insieme a Frank per di più!!!

Roba da finire all’ospedale…

 

Coooomunque, facciamo che ringrazio altamente chi ha commentato!! <3

 

nainai: Sono contenta che la storia ti piaccia e che l’hai trovata carina!! Il protagonista è scemo e mi chiedo come possa piacerti così… XD Ma vabbè, spero che continuerai a seguirmi!

 

Chemical Lady: Eccomi qui… L’ho aggiornata la storia che ti piace tatno e spero che pure questo capitolo idiota… Fammi sapere! Kisses!

 

kikka_1990: Mia salvatrice da disastri immani su efp! Spero che il capitolo ti piaccia e che mi farai sapere ancora…

 

Prinzesschen: Bene! Anche se corto son contenta che tu mi abbia lasciato un commento! Quindi spero di averti accontentata pure con questo capitolo, alla prossima!

 

PS: ho il nuovo contatto di msn se volete parlottare ogni tanto!  miky.belial@live.it…

 

XOXO

 

-Miky-

 

 

 

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