Psicopatici, Groupies, Drogati, Stalker - Avvistamenti/Allucinazioni a Firenze di Soul Mancini (/viewuser.php?uid=855959)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 24 giugno 2017, Ore 10.27 ***
Capitolo 2: *** 24 giugno 2017, Ore 14.18 ***
Capitolo 3: *** 24 giugno 2017. Ore 17.14 ***
Capitolo 4: *** 24 giugno 2017, Ore 20.01 ***
Capitolo 5: *** 25 giugno 2017, Ore 01.18 ***
Capitolo 6: *** 25 giugno 2017, Ore 11.14 ***
Capitolo 7: *** 26 giugno 2017, Ore 00.32 ***
Capitolo 8: *** 26 giugno 2017, Ore 10.43 ***
Capitolo 9: *** 26 giugno 2017, Ore 16.39 ***
Capitolo 10: *** Speciale ***
Capitolo 1 *** 24 giugno 2017, Ore 10.27 ***
ReggaeFamily
24
giugno 2017
Ore
10:27
Aeroporto
di Firenze
L'Italia
intera freme.
Il
Giorno del Giudizio è vicino.
I
System Of A Down stanno per mettere piede sul Suolo Nazionale!
Voi
tutti, cari amici, avrete capito che si tratta di un grande evento:
fuori dal grande aeroporto si possono scorgere accampamenti di fans,
cortei, bandiere, gente che canta l'Inno d'Italia... qualcuno si è
addirittura affittato un camper per poter presenziare all'Arrivo.
E,
non scherzo, perfino le reti della Rai hanno interrotto i loro
programmi per mandare in onda, in diretta, il momento in cui i
quattro usciranno dalle porte scorrevoli.
“Giuly,
mi raccomando, non smettere di riprendere!” strilla una tizia
dai capelli viola brillantinato (?) alla sua amica; quest'ultima è
armata di un monumentale smartphone con cui sta filmando
ininterrottamente dalle sette di questa mattina.
“Ma
a me mi viene l'ansia! Oddio!” ribatte lei, lanciando un grido
spaventosamente acuto.
Da
notarsi che nessuno ha la certezza che i loro quattro beniamini
arriveranno quel giorno in quell'aeroporto, non si è nemmeno
capito cosa ci facciano. Probabilmente per prendere caldo e sole in
testa, come se i neuroni non fossero già abbastanza
carbonizzati di natura.
Inoltre
gli altri viaggiatori, che tentano invano di fare lo slalom con i
trolley per entrare e uscire dalla struttura, non sembrano gradire le
canzoni dei System Of A Down che due tizi si sono premurati di
sparare a palla nella loro macchina con tanto di sportelli aperti
perché tutti ne possano godere.
Passano
i minuti, le ore, gli anni (?), ma dei System nessuna traccia. I fans
sono avviliti, assetati, accaldati e hanno anche finito tutte le
scorte di droghe pesanti, nonché la carica degli smartphone e
dei caricatori portatili – motivo per il quale molti hanno
cominciato a tremare come eroinomani in astinenza.
Anche
la Rai si è arresa dopo le proteste delle vecchiette che,
quando hanno acceso la tv, non hanno trovato Mezzogiorno in
Famiglia.
Infine
i vigili urbani li mandano via a calci in culo e li multano per
disturbo alla quiete pubblica.
E
non hanno visto nemmeno i System.
Ore
10:27
Aeroporto
di Pisa
Ma
qualcuno si è fatto più furbo di loro (anche se,
diciamocela tutta, i più furbi sono quelli che se ne sono
rimasti belli e comodi a casa con l'aria condizionata accesa): una
ristretta cerchia di fans esaltati si trova fuori dall'aeroporto di
Pisa.
In
mezzo a loro c'è Rebecca (i nomi random mi divertono), la
causa di tutto ciò: suo padre è un agente dell'FBI
(???) e, grazie ad alcune intercettazioni, lei è riuscita a
scoprire con che volo i SOAD sarebbero arrivati, a che ora, in che
aeroporto, cosa hanno mangiato ieri a cena e il numero di scarpe di
Serj.
Mentre
sono lì che gridano e strepitano e parlano al vento, ecco che
arriva il grande momento: quattro sagome si intravedono in
lontananza, nel grande atrio.
I
fans strillano talmente forte che la Torre di Pisa rischia di venir
giù.
Qualcuno
si arrampica per smontare le telecamere di sicurezza e fare il video.
Serj,
Daron, John e Shavo escono.
Qualcuno
muore, qualcuno si fa prendere dall'entusiasmo e uccide il primo che
capita, ma la maggior parte delle tipe salta in groppa (???!!!) a
Daron. Lui, poverino, è talmente traumatizzato che scappa e
per poco non si fa investire da un taxi di passaggio.
Alla
fine quelli che ci devono mettere la faccia sono sempre Shavo e John
– che, per inciso, si sono portati una valigia di Moment per il
mal di testa.
:P
:P :P
No,
vabbè, io non ce la posso fare, vado a nascondermi!
Ed
eccomi qui con un altro esperimento dei miei, sempre roba poco
normale, perché da me non ci si può aspettare altro!
Perché
è così: mentre agli altri efpiani il concerto ha
ispirato scritti seri e bellissimi, io ne ho portato fuori una
grandissima stronzata! Ma la tentazione e l'ispirazione erano troppo
forti, ho visto e sentito di un sacco di fans esaltati e dovevo
assolutamente farci una parodia! Poi magari la maggior parte delle
cose – come in questo caso – non sono accadute davvero,
ma è bello e soprattutto spassoso immaginarsele!
So
che questo scritto di comico ha ben poco, ma spero di riuscire a fare
qualcosa di meglio con i prossimi!
Devo
anche fare un annuncio di cui ho già accennato nelle NdA della
mia long “””seria””” sui SOAD: DA
OGGI ISTITUISCO UFFICIALMENTE NEL MIO PROFILO IL WEDNESDAY OF A DOWN
(o, se preferite, WOAD)!!!! Eh già, ragazzi miei: il mercoledì
sarà interamente dedicato agli aggiornamenti in questa
categoria, alternativamente questa e l'altra long! Siete contenti del
mercoledì systemoso? Io tantissimo!!! :3
Intanto
grazie per il coraggio che avete avuto ad aprire questa raccolta e ad
arrivare fino a qui, insultatemi pure liberamente nelle recensioni :D
Adiosss!!!!
♥
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Capitolo 2 *** 24 giugno 2017, Ore 14.18 ***
ReggaeFamily
24
giugno 2017
Ore
14:18
Periferia
di Firenze
“Feffy,
tieni d'occhio lo SnapChat di Shavo!”
“Non
rompere i coglioni Pamy, io voglio trovare Serj e Daron!”
“Ma
Shavo è quello che posta di più!”
Le
nostre due eroine/eroinomani (non ci è dato saperlo)
passeggiano tra strutture diroccate nella periferia della città,
in un quartiere talmente avvolto dal degrado che non è nemmeno
segnato nelle cartine. È proprio in questo posto che hanno
trovato alloggio: un “albergo” a 0,5 stelle per un euro e
cinquanta a notte – soldi che le due forse tredicenni hanno
messo da parte dal resto delle merende.
Oggi,
dopo essere scappate di casa e aver rischiato lo stupro da parte del
gestore della bettola in cui hanno pranzato – ma questo è
anche perché sono (non) vestite con abiti succinti, capitele,
fa molto caldo – stanno vagando in tondo nelle solite quattro
strade in attesa di un aggiornamento da un membro qualsiasi della
band.
A
un certo punto Pamy (mi disgusta doverla chiamare così, ma non
so come si chiami all'anagrafe) lancia un grido che nemmeno uno
stormo di gabbiani e brandisce il suo iPhone 10 (?) in aria come una
forsennata.
“Pamy,
Pamy, cosa è successo? Chi ha scritto? Dove sono? Oddio, mi
sto sentendo male, Daron!” grida la sua amica tentando di
sbirciare nello schermo dello smartphone.
“Porca
puttana Feffy, Shavo è a Ponte Vecchio!” annuncia
l'altra in preda a un attacco d'asma (di cui non ha mai sofferto
prima).
Feffy,
fregandosene altamente della salute dell'amica, comincia a strillare
e a strapparsi i capelli e i vestiti, già inesistenti
dapprincipio.
“Cazzo,
e quanto dista Ponte Vecchio? Andiamo!” decide Pamy, ripresasi
miracolosamente dal principio di morte.
“Non
lo so, dobbiamo chiamare un taxi!” afferma l'altra, cominciando
a digitare numeri a caso e chiamando per sbaglio perfino una ditta di
materassi.
“Taxi?
Ma sei rincoglionita? Se aspettiamo che arrivi Shavo se ne va!
Andiamo a piedi, dai!”
Così
le due cominciano a correre come se non ci fosse un domani sotto il
sole pomeridiano, trovando inspiegabilmente anche la direzione
giusta.
Ore
16:43
Piazza
Duomo, Firenze Centrale
Le
nostre due eroinomani, dopo aver corso ininterrottamente per più
di due ore (e da questo si evince che sono eroinomani), giungono
finalmente al centro della città. Stanno per morire giovani,
hanno perso trenta chili ciascuna, ma ancora non si arrendono.
“Pamy,
ma dov'è 'sto cazzo di fiume? Io voglio Shavy!”
“L'ho
detto io che stavamo sbagliando strada!”
“Continuiamo
a correre, sento la sua presenza che si avvicina... oh sì, lo
sento, mi sta mandando delle vibrazioni, avverto la sua aura... e
quanto è figo!”
Tralasciando
il fatto che la vibrazione proviene dal suo cellulare ed è la
madre che sta disperatamente cercando di rintracciarla, le due amiche
riprendono la loro folle corsa.
Ma
una volta arrivate a Ponte Vecchio sono talmente accaldate che si
buttano nell'Arno e molto probabilmente affogano.
Nel
caso ve lo stiate chiedendo: no, Shavo non c'è più.
:P
:P :P
WEEEEE
ARE THE CHAMPIONS, MY FRIEEEEEND...
SONO
TORNATA RAGAZZI, SONO RESUSCITATA, DOPO UN MESE SENZA UNO STRACCIO DI
CONNESSIONE PER AGGIORNARE *____*
Ma
ora sono nuovamente qui, vi chiedo perdono per la mia assenza, ma...
WOAD MUST GO ON!!! :')
Sono
felicissima di essere di nuovo qui, con internet pure abbastanza
veloce, per poter aggiornare questa raccolta disastrosa!
Cooomunque...
Ahahahahahahah,
quanto sono sfigati i miei personaggi! Ma del resto la raccolta nasce
per questo XD
Allora,
che ne pensate di Feffy e Pamy? Sono abbastanza patetiche? Potrebbero
vincere la maratona?
Meno
male che Shavo non c'era più, ahahahahah!!!
Basta,
non aggiungo altro! Stavolta mi sono divertita un po' a scriverlo,
spero di avervi strappato almeno un mezzo sorriso! :3
Alla
prossima, vedrete cos'ho in serbo per voi!!! ♥
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Capitolo 3 *** 24 giugno 2017. Ore 17.14 ***
24
giugno 2017
Ore
17:14
Zona
Ponte Vecchio
Nonostante
il giorno del concerto non sia ancora arrivato, per le strade di
Firenze si vedono più magliette dei System Of A Down che
persone.
Un
esempio è dato da un gruppetto di ragazzi, annoiati e
accaldati, che si sono spiaggiati in una panchina sul lungarno.
“Dai,
cosa facciamo? Cazzo, io voglio una birra!” protesta un tale
con il cappellino al contrario e la maglietta con la copertina di
Toxicity, evidentemente fasulla.
“Amore,
hai rotto le palle! Shavo prima era qui, può essere che
ritorni...” lo contraddice la sua ragazza, sedendosi sulle sue
ginocchia.
Tutti
stanno, come al solito, tenendo d'occhio il loro cellulare per avere
notizie dei loro armeni preferiti.
“Oh,
minchia, secondo me dobbiamo andare a cercare il loro hotel!”
propone un altro tizio.
A
un certo punto un grido squarcia l'aria, pare quasi una sirena
dell'ambulanza. Solo dopo qualche secondo di panico, in cui il
gruppetto si convince che la mafia russa li stia attaccando, qualcuno
si rende conto che il suono proviene proprio da uno di loro: una
tizia sferica (dico proprio tonda, altezza e larghezza uguali) sta
strabuzzando gli occhi e dalla sua gola fuoriesce una specie di
ultrasuono, tanto acuto che un branco di cani rabbiosi reagisce al
richiamo e accerchia i ragazzi.
Dopo
essere sfuggiti alla morte, tutti si voltano verso la loro amica.
“Camy, che succede?” domanda un'altra tipa.
“Daron...
è qui vicino... ha scritto... che ha preso... un gelato... e
c'era... Ponte Vecchio... come sfondo della foto...” biascica
quella, stordita e sul punto di stramazzare a terra.
Il
gruppo studia la foto che Daron ha postato su Instagram e, tramite
qualche calcolo di prospettiva basato sugli studi di Giotto (vi
ricordo che si trova nella chiesa di Santa Maria Novella la sua
famosissima croce dipinta, di certo Serj è andato a vederla di
persona), capiscono che il chitarrista si trova nella zona
nord-nordovest del lungarno.
Ma
siccome questi imbecilli sanno appena distinguere la destra dalla
sinistra, decidono di farsi tutta la strada a piedi per riuscire a
individuare il punto.
“È
questo il posto, eccolo!” fa notare Cappellino Al Contrario
dopo circa due minuti di camminata, indicando una graziosa gelateria.
“Forse
facciamo in tempo: Daron ha pubblicato la foto cinque minuti fa, non
può essere andato lontano!” strepita La Sua Ragazza,
lanciando urletti striduli e progettando di tradire il suo uomo con
Daron e diventare la sua groupie ufficiale.
“Entriamo!”
gridano tutti in coro.
“Oddio...
io ho l'ansia!” si lamenta Sfera, pallida come un cencio.
Il
branco/gregge fa il suo ingresso nel locale, ma al posto di Daron si
ritrovano davanti una scena parecchio raccapricciante.
Il
barista è caduto con la faccia nel freezer dei gelati,
precisamente tra la fragola e la stracciatella, mentre una cameriera
disperata cerca invano di riscuoterlo.
“Cos'è
successo? Dov'è Daron?” esordisce Cappellino Al
Contrario, inalberandosi.
“Oddio,
Lorenzo, svegliati! Non respira più, aiuto!” strilla la
cameriera, non sapendo come sollevare il corpo inerme del collega.
La
Sua Ragazza, presa da un pizzico di buonsenso, si avvicina e dice con
estrema dolcezza e soprattutto educazione: “Senti, zoccola, io
non so cosa sia successo, ma se il tuo amico è morto ti
conviene chiamare un'ambulanza. Noi stiamo cercando un tizio col
cappello tipo far west (???) e la faccia armena che è entrato
in questo locale!”
La
biondina, sconvolta, le lancia un'occhiata spaventata. “Allora
tu lo conosci! Poco fa è entrato un tipo con un cappello nero
e ha ordinato un gelato in inglese! E Lore ha esclamato oh my god,
you are Daron Malakian, oh my god!”
“E
poi?”
“E
poi è morto!”
“Ma
io volevo sapere di Daron!”
“Si
è volatilizzato!”
“Ah,
ma che cazzo! Non è servito a niente, meglio se ce ne
andiamo!” si altera La Sua Ragazza, vedendo sfumare il suo
sogno da groupie.
“Dobbiamo
avvisare Daron che ha ammazzato uno, si sentirà in colpa!”
afferma un tipo con gli occhialini tondi, profondamente angosciato.
“Andiamo,
chiederemo a qualcuno nei dintorni se l'ha visto uscire!”
sentenzia Cappellino Al Contrario.
Intanto
tutti sono incazzati come mammut perché non hanno ancora
trovato Daron e il tempo passa.
Anche
Sfera si è scordata dell'ansia e, infervorata più che
mai, assalta un vecchietto che si trova nel tavolino appena accanto
all'ingresso della gelateria. Il povero anziano, che stava fumando la
sua pipa (ma esistono ancora le pipe?), sobbalza.
“Tu,
razza di scarto della società! Dimmi assolutamente dov'è
andato il tizio col cappello che è uscito da qui qualche
minuto fa! Rispondimi subito, pezzo di merda, altrimenti ti strappo
le palle e te le faccio ingoiare!”
“Oh
cielo, mi perdoni il Signore se mi permetto di mandarti via,
signorina! Non esistono più i giovani educati di una volta!
Non sia mai, ché con la protesi non riesco a divaricare bene
le gambe. Eh, bei tempi, quando ero giovane e andavo a zonzo...
allora sì che si lavorava per portare a casa una crosta di
pane! Anche se il fisioterapista ha detto che...” prende a
blaterare la povera vittima, scacciandosi debolmente la ragazza di
dosso.
“Le
ho fatto una domanda!” abbaia ancora Sfera.
“Perbacco,
quanta fretta! Ma, mia cara, io sono qui dalle tre di questo
pomeriggio, e da una mezz'ora buona non è passato nessuno da
queste parti, eccetto voi.”
“Ci
sta prendendo per il culo?” interviene La Sua Ragazza,
stranita.
“Mi
cascasse un fulmine addosso se questa non è la verità!
Sarò pur un vecchio rincitrullito, ma grazie al cielo ho
ancora un occhio buono e la memoria di un ragazzino!”
“Cioè...
lei ci sta dicendo che in questo posto non è entrato o uscito
nessuno prima di noi? Ne è sicuro?” cerca di capire
meglio Occhialini Tondi, l'unico vagamente educato dell'assembramento
di fans.
“L'avrò
ripetuto una mezza dozzina di volte, per Giove!” si
spazientisce il vecchio.
“È
sparita anche la foto!” strilla Cappellino Al Contrario
profondamente confuso, armeggiando col suo cellulare.
“Andiamo,
stiamo perdendo tempo!” decide La Sua Ragazza, cominciando a
domandare di Daron a ogni singolo passante, compreso un testimone di
Geova che le regala una cinquantina di fascicoli sulla Strada del
Bene che porta a Dio e cose così.
Il
gruppo continua a girare invano per le successive due ore,
addirittura si dividono in varie squadre di ricerca per rendere la
loro impresa ancora più efficace.
Di
Daron nessuna traccia. È stato davvero in gelateria o i tizi
se lo sono sognato?
Comunque
Lorenzo è morto. Colpa di Daron o del testimone di Geova?
:P
:P :P
Eeeeh,
sono riuscita nuovamente ad aggiornareeee! Vabbè che in questi
giorni mi sono concentrata parecchio nella categoria SOAD, ma il mio
problema è che con tutte queste festività sono
scombussolata e mi dimentico quando è mercoledì e che
devo aggiornare -.-
DON'T
WORRY, WOAD NEVER DIE!!! (?)
Cioè,
no, aspettate... mi rendo perfettamente conto che questo capitolo non
è assolutamente allo stesso livello degli altri, forse mi sono
concentrata più sulla trama (???) che sul lato comico, ma
vedete... mi è venuta in mente quest'idea
allucinante/allucinata e non ho potuto fare a meno di scriverla!
Secondo
voi Daron c'è davvero stato o no? Aveva ragione il nonno?
Grazie
a chi ancora mi sostiene, e... il prossimo aggiornamento sarà
più divertente, giuro! Non vedo l'ora di farvi scoprire cosa
ho in mente! :3
Al
prossimo mercoledì col Wednesday Of A Down!!! ♥
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Capitolo 4 *** 24 giugno 2017, Ore 20.01 ***
ReggaeFamily
24
giugno 2017
Ore
20:01
Zona
Ponte Vecchio
Evidentemente
i nostri System non sanno ben mantenere i segreti, perché
sotto l'albergo di John e Shavo già da qualche ora si è
raggruppato un assembramento informe di fans. La via in cui è
situato l'hotel si è come per magia trasformato in Piazza San
Pietro: ora ci manca solo che a una delle finestre si affacci il papa
e siamo al completo.
Purtroppo
bassista e batterista non hanno potuto evitare i loro ammiratori:
così, quando hanno messo il naso fuori dalla hall per andare a
cena, si sono ritrovati in mezzo a un fiume di gente che urlava, li
chiamava e li acclamava. Poveretti. Meno male che hanno una gran
pazienza e riescono sempre ad accontentare tutti.
Peccato
che stavolta, quando i due musicisti sono riusciti a evadere da
quella prigione costituita da corpi, ormoni a mille e sudore (lo so
che fa schifo, ma ci sono ottanta gradi), il gruppo di esaltati non
ha accennato a spostarsi dall'ingresso dell'hotel e liberare il
marciapiede.
“Io
li voglio vedere di nuovo, minchia!” esclama un tizio col
cappellino da rapper.
“La
mia foto con John ha fatto un sacco di likes su instagram, però
non sono riuscita a farla con Shavo... cazzo!” sbotta uno
scaldabagno con i piedi dai capelli liscissimi rosa shocking e un
paio di occhialoni dalla montatura scura.
“Ma...
Daron dove cazzo è?” se ne esce a un certo punto una
tipa mezzo nuda con il fisico da modella di Playboy. Si vede che è
molto sveglia, dato che nessuno ha accennato alla presenza di Daron
fino a ora; inoltre dev'essere convinta che Firenze sia una città
marittima, dato che indossa degli indumenti simili a uno striminzito
bikini.
“Ramona,
ma sei ritardata? Daron non alloggia qui!” le fa notare quello
col cappellino da rapper.
“Ah,
e io che volevo una scopata con lui... vabbè, mi posso
accontentare anche di John. Ah, quanto è sexy e possente...”
pigola lei con aria sognante.
“Raga,
io sto morendo di fame” borbotta un tipo con in dosso una felpa
nera – avete capito bene, una felpa il 24 giugno –
accompagnando il suo commento con una serie di imprecazioni e
bestemmie a sproposito.
A
quel punto si leva un brusio di protesta generale.
“Ma
io non mi sposto di qui!”
“E
come facciamo se poi tornano e non ci siamo?”
“Ma
'fanculo la cena!”
“I
System sono più importanti!”
Ma
a salvare la situazione (?) ci pensa il tizio col cappellino: “Gianlu
ha ragione, dobbiamo mangiare! E se mandassimo una vittima
sacrificale a comprare delle pizze da passeggio in quella pizzeria
all'angolo?”
“Buona
idea! Stefy, vai tu!” lo incarica subito lo scaldabagno.
“Eh,
ma che cazzo, io non vado!” borbotta lui, che non ha nessuna
intenzione di rimanere fregato dalla sua stessa trovata.
“Mandiamo
Seb, che ha la maglietta tarocca!” propone il tipo con la felpa
indicando un suo amico che si trova a qualche metro da lui.
Seb
infatti indossa una maglia con la copertina di Hypnotize che
si è fatto stampare nella tipografia dello zio Tore (?). Il
ragazzino strabuzza gli occhi. “Io? E perché dovrei
andare io?”
“Perché
sì! Muovi il culo e vai a portarci da mangiare!” ordina
Ramona La Battona mentre si dà una sistemata al trucco.
Capitela, deve tenersi pronta per quando arriverà John, la sua
nuova preda-
“Datemi
i soldi però!” sbotta Seb, capendo che ormai tutti
l'hanno preso di mira e non ha senso obiettare ancora.
“Poi
te li rendiamo. Prendi ottanta pizze. Addio” conclude Stefy,
accomodandosi sul bordo del marciapiede.
Seb
si avvia mestamente verso la piccola pizzeria che si intravede
all'angolo della strada. Mi fa pena, l'hanno bullizzato!
Ore
22:16
“Era
ora, porca puttana! Dammi quella fottuta pizza, giuro che stavo per
diventare cannibale!” ringhia Gianlu quando vede tornare Seb.
Quest'ultimo è praticamente sepolto sotto una montagna di
pizze da passeggio.
Gianlu
afferra con così tanta foga una pizza che rischia di
schiaffarsene una decina sulla sua adorata felpa.
“Scusate,
cosa ci posso fare se non erano pronte? Il tizio mi ha guardato male
e stava per prendermi a calci in culo quando gli ho chiesto ottanta
pizze!” si difende il piccoletto sconsolato. “E comunque
mi dovete centosessanta euro, fuori i soldi!”
“Poi
te li rendiamo, adesso dacci da mangiare!” lo liquida lo
scaldabagno.
Così
tutti iniziano a mandare giù la loro cena senza nemmeno
masticarla, tanto sono affamati. Speriamo che a qualcuno vada di
traverso e muoia.
A
un certo punto Ramona La Battona lancia un grido e rischia di
sputacchiare un boccone di cibo in testa a Stefy. “Oddio, c'è
John, quello è John! Cazzo, è John!” prende a
strillare, lanciando la sua pizza a terra (come si permette?) e
passandosi convulsamente le mani tra i capelli per assicurarsi con
siano in ordine.
Tutti
sobbalzano e trattengono il fiato nell'accorgersi che John sta
davvero avanzando nella loro direzione. Stranamente Shavo non è
con lui.
In
realtà questa banda di idioti non ha nulla da dirgli – a
parte Ramona – e tutti si accontentano di vederlo passare.
Il
batterista, non appena si accorge che sono ancora appollaiati in
strada, sembra piuttosto stupito e perplesso. Talmente tanto che,
prima di entrare nell'albergo, si volta nella loro direzione e
domanda: “Oh, are you still here?”.
“Hello
John!” saluta qualcuno tra i più coraggiosi, con una
pronuncia talmente pessima che John fa fatica a decifrare ciò
che gli stanno dicendo.
“Che
cosa ha detto?” borbotta qualcuno.
“Ha
chiesto: oh, siete ancora qui?” traduce Seb, il servo della
gleba della comitiva.
“Giust
for iou” salta su lo scaldabagno in tono mellifluo,
esattamente con questa pronuncia. Forse intendeva just for you,
ma non ne sono sicura, è difficile da decifrare.
“John,
John!” salta su La Battona, saltando quasi in groppa al membro
dei System. “Me and you... foto...” miagola con un
tono da gatta in calore, strusciandosi contro di lui.
“Of
course” proferisce lui in tono piatto, tentando in tutti i
modi di mantenere le distanze.
I
due posano mentre La Battona scatta il selfie. Dopodiché lo
tiene stretto per un braccio mentre assume un atteggiamento da
cerbiatta. “Oh John, I love you... you... are sexy... John,
please...”
Poveri
noi, questa non sa neanche formulare uno straccio di frase in
inglese. Ah già: sotto le lenzuola non ha alcuna importanza.
“Ehm...
I'm sorry, it's so late, I have to go” biascica John,
scrollandosi di dosso con delicatezza la mano di Ramona e avanzando
verso l'ingresso dell'hotel.
Lei
rimane come un'allocca, dato che non ha minimamente capito la
risposta.
“Okay,
good dinner and good night, guys!” saluta infine John con
un mezzo sorriso, scomparendo all'interno della struttura.
“See
you tomorrow, bomber!” gli grida dietro qualcuno.
“Si
è ricordato di noi!” strillano alcune tipe, iniziando a
saltellare in mezzo alla strada e squittire come se avessero un
peperoncino super piccante ficcato in culo.
Mentre
tutti stanno lì a consumare la loro pizza – che, per
inciso, è costata due euro e fa pure schifo – e vantarsi
della loro amicizia con John nonostante non ci abbiano scambiato
neanche mezza parola, non si immaginano minimamente le risate che il
batterista si sta facendo a loro spese. Lui infatti non ci può
credere: c'è davvero gente così disagiata che
addirittura si accampa sotto l'albergo con le pizze?
Ma,
poverino, ancora non ha visto niente...
25
giugno 2017
Ore
7:12
John
si sveglia di buon'ora quella mattina. È piuttosto felice:
quella sera lo attende un bel concertino.
Abbandona
il suo letto, si stiracchia e si avvicina alla finestra della sua
camera d'albergo per dare un'occhiata all'esterno.
E
non può credere ai suoi occhi.
I
fans della sera prima sono ancora lì. Ci sono tutti. Alcuni
sono già svegli, altri si sono addormentati sul marciapiede,
altri sonnecchiano appoggiati alla parete. I più furbi (???)
si sono sdraiati sulle panchine di una piccola piazzetta a un
centinaio di metri dall'hotel.
Che
droghe hanno assunto per anche solo pensare di fare una cosa del
genere?
Ma
soprattutto: com'è possibile che quelli dell'albergo non li
abbiano ancora denunciati/fatti rinchiudere in una clinica
psichiatrica?
:P
:P :P
Ahahahahahah
no vabbè XD
Ma
questi che si accampano sotto l'albergo CON LE PIZZE e alla fine
DORMONO LÌ??? O____O
Allora,
diciamo che per scrivere questo episodio mi sono basata su alcuni
fatti realmente accaduti (so che qualcuno ha scoperto l'albergo di
John e si è accampato), ma ovviamente li ho completamente
stravolti!
Perché
poi tutti prendono sempre di mira Shavo e John? Cos'hanno fatto di
male? T.T
Fatemi
sapere cosa ne pensate! E scusatemi se non sono riuscita ad
aggiornare la settimana scorsa, d'ora in poi DOVREI essere più
regolare ^^ Il prossimo capitolo di questa raccolta sarà
particolarmente patetico, quindi tenetevi pronti :3
GRAZIE
A TUTTI VOI PER IL SUPPORTO, POPOLO DEL WOAD!!! ♥
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Capitolo 5 *** 25 giugno 2017, Ore 01.18 ***
ReggaeFamily
25
giugno 2017
Ore
01:18
Parco
delle Cascine
Il
concerto di Eddie Vedder si è ormai concluso da un pezzo –
è durato anche troppo, credetemi – e la folla comincia a
scemare, liberando l'immenso piazzale che si estende di fronte al
palco. Nel giro di qualche minuto rimarrà solo polvere e
spazzatura.
Gli
ultimi traballanti superstiti, che domani non si ricorderanno niente
di tutto ciò, vengono cacciati via dagli uomini della
sicurezza.
La
scena è parecchio raccapricciante. Se fino a oggi eravate
convinti che il 70% del corpo umano sia composto di acqua, vi dovete
ricredere: in realtà quella è la percentuale dell'alcol
etilico.
Ormai
la serata è andata. Ma non tutto va come dovrebbe, altrimenti
che ci sono venuta a fare a raccontarvi il concerto di Eddie Vedder?
“Minchia,
che palle, il concerto di questo non finiva più!”
“Ma
poi boh, non si capiva un cazzo come cantava, sembrava che aveva la
dentiera!”
“Ah
boh, 'fanculo, io voglio i System!”
A
parlare, come sicuramente avrete potuto constatare, sono degli
intellettuali illuministi. Ovviamente scherzo: si tratta di un gregge
di tipi comparsi dal nulla, radunati di fronte al palco. Che si
nascondessero nei sotterranei segreti (?) della Visarno Arena?
Altrimenti
non mi spiego che la sicurezza non li abbia ancora mandati via a
calci in culo.
I
tizi – saranno una decina – hanno delle enormi sacche
allungate in spalla. Non credo sia legale portare oggetti così
grandi all'interno dell'area concerti, ma forse anche quelli li hanno
presi dai sotterranei.
Stanno
letteralmente sguazzando in mezzo all'immondizia, nella quale sono
immersi quasi fino alle ginocchia.
Uno
di loro, un tipo pelato e con in dosso una maglietta dei Napalm
Death, giunge finalmente alla transenna e vi si aggrappa come un
koala si aggrappa alla madre. “Porca puttana, ce l'abbiamo
fatta! La prima fila è nostra, vedremo i System dalla prima
fila!” strilla, gesticolando animatamente.
“Siamo
fottutamente fortunati! Io ve l'ho detto: ci siamo sorbiti quello
schifo di Vedder, ma ne è valsa la pena!” ribatte un
altro, poggiando la sua sacca per terra.
“State
zitti e muovetevi: ho sonno” stronca il loro entusiasmo un
tizio dagli improbabili capelli blu, barcollando pericolosamente. E
non per il sonno.
Così
i nostri eroi vuotano le loro sacche e, come dei perfetti boy scout,
cominciano a montare le loro tende da campeggio proprio in prossimità
delle transenne.
“Nessuno
ci fotterà la prima fila!” continuano a gridare in coro
mentre si danno da fare. Che carini, sembrano appena usciti da una
fiaba, tipo i Sette Nani.
Dopo
circa dieci minuti le tende sono state montate, anche se la maggior
parte dei campeggiatori sono talmente ubriachi che hanno tentato di
piantare a terra direttamente la stoffa della tenda e non i paletti.
Vabbè, si limiteranno a infilarsi dentro le sacche vuote;
dormire direttamente sotto le stelle è molto più
romantico, no?
Così
gli instabili mentali i fans dei System si mettono a
letto direttamente sulla polvere e il vomito degli spettatori di
Vedder. I nostri ragazzi sono talmente ingegnosi che utilizzano i
bicchieri come cuscini, in modo da non sprecare niente.
Ma
sì, in fondo non c'è male. Chi non lo farebbe, per
vedere i System in prima fila? Sono stati davvero furbi!
(Sì,
il mio commento è ironico.)
“Scusate,
ma che cazzo state facendo? Vi è andato di volta il cervello?
Dovevate essere fuori già da molto!” tuona una voce,
mentre dei passi pesanti si fanno sempre più vicini all'area
campeggio completamente inventata.
Quello
dei Napalm Death, che già si trova all'interno della sua
tenda, si inalbera subito. “Questo dev'essere uno stronzo della
sicurezza. Ma io da qui non mi muovo. Eh cazzo, ho lottato per questo
posto!” borbotta, mentre apre la zip e si affaccia all'esterno.
Un
uomo tozzo e dall'aspetto minaccioso lo fulmina con un'occhiata.
“Forza, prendete tutto e andatevene. Dobbiamo pulire e voi non
potete restare qui.”
“Ehi,
pezzo di merda, stammi a sentire!” interviene uno del gregge
che ha più inchiostro sulla pelle che neuroni nella scatola
cranica. “Noi abbiamo pagato il biglietto per vedere quello
schifo di Vedder, solo per accamparci qui e avere la prima fila per i
System, quindi ora noi non ci spostiamo! Chiaro?”
Il
tizio della security lo incenerisce con lo sguardo. “Forse a
voi non è chiaro che state infrangendo le regole e voi qui non
potete stare. Il biglietto è scaduto. Altrimenti mi
costringete a intervenire con la forza.”
Il
tatuato avvicina il suo volto a quello dell'uomo con fare gangster e
sibila: “Provaci e ti strappo gli occhi e te li infilo su per
il culo.”
Oddio
ragazzi, non mi ero accorta fosse arrivato Steven Seagal!
“E
noi non ce ne andiamo, e noi non ce ne andiamo...”
Improvvisamente un coro da stadio si leva dal pavimento: tutti
all'interno delle loro tende hanno voglia di protestare.
“Noi
abbiamo lottato per i nostri diritti, cazzo! Quand'è che
questo mondo di merda inizierà a funzionare in base alla
meritocrazia?” sputa quello dei Napalm Death, mettendosi in
piedi e incrociando le braccia al petto.
Ve
l'avevo detto che sono illuministi.
Ma
i poveri ragazzi non possono niente contro l'esercito di
guardie che sopraggiunge proprio qualche secondo più tardi,
pronto ad afferrarli per i capelli (o per altre escrescenze pilifere,
nel caso di capigliatura assente) e sbatterli fuori dall'area
concerti.
Qualcuno,
in maniera disperata, cerca di aggrapparsi alla transenna e rischia
di portarsela appresso.
Qualcun
altro grida, minaccia e comincia a citare passi della Dichiarazione
dei diritti universali dell'uomo e del cittadino, di cui in
realtà ignora pure l'esistenza.
Chissà
quanta droga circolava al concerto di Eddie Vedder.
Alla
fine i fans perdono la loro prima fila e vengono sfrattati dalle loro
tende, che non gli vengono nemmeno restituite. Peccato che loro,
convinti di dormire sotto il palco, non hanno un luogo in cui
rifugiarsi e si ritrovano a mendicare per le strade di Firenze.
Tra
l'altro non hanno nemmeno i soldi necessari per comprarsi il
biglietto per il live dei System, e il giorno dopo si limitano a
tentare di origliare dall'esterno.
Alla
faccia della prima fila!
:P
:P :P
Ahahahahahahah,
che falliti questi, non ci posso credere :D
Cioè...
si sono accampati appena ha finito di suonare Eddie Vedder??? Ma non
hanno letto nell'evento che i cancelli aprivano a mezzogiorno?
Veramente,
chissà quanta droga girava...
Lo
so, lo so, sono in ritardo anche questa volta, dovevo aggiornare
mercoledì... ma stavolta non è colpa mia! Io mercoledì
avevo il capitolo pronto, è colpa del pc che si è
incasinato u.u diamo a Cesare quel che è di Cesare, ecco! (?)
Allora,
vi voglio raccontare un aneddoto di qualche giorno fa, anche se non
ha tanta attinenza con la raccolta (o forse sì, e anche
molto): stavo passeggiando e sono capitata in un piccolo parchetto in
cui un gruppo di tizi ascoltava musica con delle casse. Pensavo si
trattasse delle solite canzoni di Ghali o roba truzza, dato che non è
la prima volta che mi capita di sentire tale tipo di musica in quel
parchetto, ma poi come mi sono avvicinata mi sono accorta che
ascoltavano Toxicity. E a quel punto ho pensato: allora c'è
ancora speranza nel genere umano e nelle nuove generazioni!!! Che
gioia, devo rendere tutti partecipi di questa grande notizia!!!
Ed
eccomi qui che ve lo racconto. Okay, è tutto un enorme
vaneggio, ma ci tenevo a condividere con voi questa mia grande
soddisfazione! Ho pensato subito a voi in quel momento, cari amici
efpiani *-*
Va
bene, direi che ora la posso anche smettere, quindi vi do
appuntamento a... boh, prossimamente, ma dubito la prossima
settimana. Non ho il tempo materiale per scrivere un nuovo capitolo
di Hoginery, uffa T.T
Intanto
grazie a chiunque sia arrivato fino a qui e che ancora ha la pazienza
di seguire questo delirio :3
Alla
prossimaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! ♥
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Capitolo 6 *** 25 giugno 2017, Ore 11.14 ***
ReggaeFamily
25
giugno 2017
Ore
11:14
Zona
Ponte Vecchio
John
e Shavo stamattina hanno deciso di non allontanarsi dal loro albergo;
in parte perché sono terrorizzati all'idea di dover affrontare
quelle palle al piede che hanno dormito in strada in loro attesa, in
parte perché non sanno di preciso a che ora si dovranno recare
sul luogo del concerto e vogliono farsi trovare pronti.
“Scusa,
Shavo” attacca John, osservando con perplessità il
bassista, “ma come hai fatto a entrare in hotel ieri notte? Si
sono accorti di te?”
L'altro
ridacchia. “Macché! Sono stato in giro fino a tardi e
quando sono arrivato qui di fronte erano tutti sbronzi o
addormentati. Non mi hanno degnato di uno sguardo!” racconta
con aria trionfante, avvicinandosi alla finestra aperta.
I
due membri dei SOAD si trovano nella stanza di John; il bassista non
si era svegliato da tanto e subito era andato in cerca di compagnia.
I due non avevano voglia di fare granché, il tour li stava
stancando tanto e loro non sono più giovani come una volta.
Dopo
qualche secondo un boato li raggiunge e li fa sobbalzare. La cosa è
parecchio preoccupante, dato che si trovano in uno dei piani più
alti della struttura e il vociare proviene dalla strada.
I
due si scambiano un'occhiata esasperata, poi Shavo si sporge ancora
di più dalla finestra e avvista un gruppo sostanzioso di fan
sul marciapiede. I ragazzi e le ragazze in questione, acconciati da
metallari falliti e con indosso magliette tarocche (scusate il
francesismo) con il logo dei System, hanno tutti gli sguardi puntati
in aria come se avessero paura che un piccione in volo possa defecare
sulle loro testoline vuote. La maggior parte di loro sorride come un
assembramento di ebeti e Shavo, nonostante il casino della città
tutt'attorno, li sente chiaramente acclamare il suo nome a gran voce.
“Ehi!”
esclama lui con un cenno di saluto, poi si nasconde nuovamente
all'interno in preda alle risate. “Dove cazzo ho messo il
telefono. Ah, ecco! Li devo riprendere, sono troppo carini!”
afferma poi, recuperando il suo cellulare dal comodino poco distante.
“Carini?
Oddio, non ci lasceranno uscire” si dispera John. Ma in realtà
anche lui è divertito e curioso, quindi si avvicina alla
finestra e lancia un'occhiata di sotto, incrociando le braccia sul
davanzale.
“John,
John!” grida la folla esaltata, scandendo ogni lettera come
solo noi italiani sappiamo fare. Qualcuno strepita, qualcuno lancia
gridolini assordanti, qualcuno saltella sul posto con le braccia tese
verso di lui, come se volesse in qualche modo raggiungerlo con un
balzo. Il batterista cerca di mettere a fuoco i volti per capire se
si tratta degli stessi della sera prima, ma sono troppo piccoli e
lontani.
Shavo
lo affianca e punta il suo cellulare verso il basso, pronto a
immortalare il momento.
Fortunatamente
i due non masticano l'italiano e non capiscono altro oltre i loro
nomi, altrimenti si sarebbero resi conto che di sotto si sta
scatenando il putiferio.
“Cazzo,
venite giù, porca troia!”
“Shavo,
escilo!”
“Oddio,
io mi faccio stuprare!”
Il
tutto intervallato da fantasiose bestemmie che forse è meglio
non ripetere.
Tutto
procede alla perfezione finché non si leva un coro da stadio:
“Everybody's going to the party have a real good time!”.
Ah
no, che dico? La versione esatta sarebbe più o meno questa:
“Evribarisgointudeparievarialguttaim!”, con tanto
di “la la la la la la la la la la, uuuuh!”. Che
comunque Serj lo canta solo prima dell'inizio del ritornello nella
canzone originale, quindi non ci sta a fare niente.
Shavo
non sa se spanciarsi dalle risate più per quanto i suoi fan
siano stonati o per quanto siano negati per l'inglese. Infatti,
mentre continuano a intonare B.Y.O.B., la situazione va di
male in peggio: ognuno si inventa le parole a modo suo, ma poi si
ritrovano tutti d'accordo in “la la la la la la la la la la,
uuuuh!”.
Il
povero bassista è paonazzo in viso per il tentativo di
trattenere le risate, non riesce a tenere fermo il telefono mentre fa
il video alla scena. John, temendo che l'apparecchio gli possa
sfuggire di mano e cadere di sotto, glielo sfila dalle mani e
continua a riprendere. Del resto lui è una persona seria e
controllata, nonostante se la stia spassando alla grande si lascia
sfuggire solo un sorriso appena accennato.
“Grazie
fratello, io non ce la posso fare!” biascica Shavo, poi si
allontana dalla finestra; una volta addossato al muro dalla parte
opposta della stanza, scoppia a ridere come se non ci fosse un
domani.
Intanto
i falliti là sotto sono entrati in loop con il loro
evribarisgointudeparievarialguttaim. Non salta loro nemmeno in
mente (perché probabilmente non hanno una mente) di andare
avanti con la canzone o di andare a pescarne un'altra nella
discografia dei System, no, vanno avanti così per almeno
cinque minuti.
Il
batterista intanto ha interrotto il video e continua a gustarsi la
scena, regalando loro qualche cenno di saluto. Tuttavia non riesce
proprio a capire perché quella gente si esalti tanto, solo
perché lui è affacciato a una finestra e li guarda. Fa
spallucce perplesso e si allontana dalla finestra. “È
surreale” commenta.
Ma
Shavo non lo ascolta: asciugandosi le lacrime causate dal troppo
ridere, si impossessa nuovamente del suo cellulare e fa partire il
video.
“Basta,
ti prego, sto per vomitare! Giuro che stasera la faccio levare dalla
scaletta!” protesta l'altro con un sospiro.
“I
nostri fan sono mitici! Adesso lo carico su facebook, è troppo
bello!” strepita il bassista euforico.
Shavo
e John si lanciano un'occhiata, poi prendono a sghignazzare. Entrambi
pensano la stessa cosa: per quanto i fan a volte siano fastidiosi e
invadenti, è proprio a loro che devono tutto, dalle risate per
questi piccoli eventi alle emozioni che provano sul palco, davanti a
decine di migliaia di persone che li acclamano.
Ma
stiamo diventando seri e strappalacrime, il che non si addice affatto
allo standard di questa raccolta. Quindi concentriamoci sul gruppetto
che, ancora sotto l'hotel, ha finalmente smesso di cantare.
“Oh
mio dio, ma li avete visti? Erano contenti di vederci qui!”
strilla qualcuno.
“Cazzo,
è stato bellissimo!” sbotta qualcun altro.
“Shavo
ha pubblicato il video su facebook, sto per morire! Guardate, mi vedo
anch'io!” esplode qualcun altro, scatenando l'agitazione
generale. Sono tutti fieri di ciò che hanno fatto, ma
soprattutto di essere finiti sulla pagina del bassista dei System Of
A Down. Adesso sì che si possono considerare dei veri VIP,
adesso sì che si possono vantare e possono morire felici!
“Shavo
e John si ricorderanno per sempre di noi!” afferma qualcuno con
profondo orgoglio e neanche un pizzico di vergogna.
E
in effetti quella sera, quando i System al concerto suonano B.Y.O.B.,
Shavo e John ripensano a quei coristi improvvisati. Certo, se li
ricordano con un po' di inquietudine e perplessità... ma
tanto, che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne
parli!
:P
:P :P
*sguscia
timidamente dal suo angolino*
Ehilà!
Ehm... vabbè ragazzi, praticamente sono assente da settimane e
quasi mi vergogno di aggiornare ora questa storia... ma guardate il
lato positivo: almeno l'ho aggiornata di mercoledì e quindi il
WOAD può andare avanti! (???)
Bene,
basta tergiversare... stavolta sono stata un po' più buona del
solito con i System e i loro fan (o almeno così pare), ci ho
voluto inserire un che di dolce, perché in fondo i fan sono
delle palle al piede ma pur sempre fan, sostenitori affezionati della
band, che a volte fanno anche tenerezza!
Allora,
questo capitolo è ispirato a un fatto realmente accaduto:
infatti sulla pagina fb di Shavo, nei giorni in cui erano in Italia,
è apparso davvero un video ripreso dall'alto verso il basso in
cui un gruppetto di fan cantava B.Y.O.B. Non so dove e quando
di preciso sia stato girato, ma mi andava di inserire questo piccolo
scorcio di delirio ^^ ovviamente non me ne vogliano gli eventuali
partecipanti del coro che appaiono nel video; se avete letto questo
scritto, sappiate che non vi conosco e non avevo nessuna intenzione
di offendervi in nessun modo XD
Grazie
a voi lettori che ancora state appresso a questa scellerata, avete
tanto coraggio :3
Alla
prossima (non so quando)! ♥
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Capitolo 7 *** 26 giugno 2017, Ore 00.32 ***
ReggaeFamily
26
giugno 2017
00:32
Parco
delle Cascine
Il
concerto dei System Of A Down è ormai giunto al termine e, da
più di un'ora, uno sciame informe di gente più o meno
ubriaca e impolverata si riversa fuori dalla Visarno Arena, in
strada, per andare a recuperare auto, taxi, mezzi pubblici o
elemosinare panchine su cui dormire.
Lo
so, ormai il concerto è finito e teoricamente il peggio
dovrebbe essere passato.
E
invece no.
Al
peggio non c'è mai fine, ricordatevelo sempre.
Infatti,
sul marciapiede attorno al recinto del grande parco, si è
accalcato un enorme gruppo. Ragazzi e ragazze di ogni età si
sono appiccicati come mosche a un cancello chiuso, con le mani
strette attorno alle sbarre di ferro e gli occhi sbarrati per tentare
di carpire qualsiasi movimento all'interno.
Non
si è ancora capito cosa stanno cercando di fare o cosa sperano
di ottenere. Vorranno forse scavalcare? A che pro poi, se erano
dentro fino a dieci minuti fa?
“Marty,
vedi qualcosa?”
“No,
non c'è nessuno qui!”
“Che
palle!”
“È
inutile che ti arrabbi con me, Riky!”
Un
tizio e una tizia – quest'ultima con un grande zaino sulle
spalle – stanno confabulando tra loro.
“Secondo
me stiamo sbagliando!” Una voce più forte delle altre si
leva e tutti lanciano occhiatacce al suo proprietario, un tipo sui
trent'anni calvo e a petto nudo che troneggia al centro del gruppo.
“Perché,
scusa?” si rivolta una tipa scheletrica dai capelli rosso
fuoco.
“Siamo
troppo vicini all'ingresso, a qualche metro da noi stanno ancora
uscendo spettatori!” risponde quello aggrottando le
sopracciglia.
“Avresti
qualche altra idea da proporre?” La rossa incrocia le braccia
al petto, offesa.
Che
carini, sembrano una vecchia coppietta di sposi. Peccato che ho la
vaga impressione che non si conoscano, e se qualcuno non interviene
presto scoppierà una rissa.
La
folla comincia a borbottare e qualcuno grida per dire la sua, senza
essere minimamente ascoltato.
“Secondo
me il tizio pelato ha ragione: questo non è un punto
strategico!” sopraggiunge a un certo punto un ragazzino che ha
più inchiostro sulla pelle che sangue nelle vene.
Un
amico della rossa accorre subito in aiuto della ragazza: “Bene,
allora andatevene, trovatevi un altro posto! State solo cercando di
boicottarci, fascisti di merda!”.
Questo
sì che era un intervento pertinente e sensato, grazie per il
contributo.
“Fascista
a tua madre, stronzo! E questa la chiami democrazia? Uno non può
nemmeno dire la sua? Hanno ragione a dire che in Italia sono tutti
mafiosi, certe volte mi vergogno di essere nato in questo posto!”
interviene un amico del pelato, un palestrato con un improbabile
ciuffo biondo e le sopracciglia ad ali di gabbiano.
“Cercate
di calmarvi, dobbiamo rimanere uniti!” prova a intervenire
qualche ragazza.
“Andate
pure, quando arriveranno i System non sarete informati” ringhia
la rossa, stringendo i pugni come se fosse pronta a picchiare
qualcuno. Sta per iniziare a schiumare dalla bocca, ne sono certa.
Ma
voi avete capito il motivo per cui è nata questa discussione?
Continuano
a susseguirsi frasi del tipo:
“Interista
di merda!”
“Tua
madre è una zoccola!”
“E
tu sei un cornuto!”
Sta
per scoppiare una rissa tra Inchiostro Sulla Pelle e Ali Di Gabbiano,
quando il pelato li divide con uno spintone. “Basta, sono
stanco di stare in mezzo a questa gente di merda! Tutti bigotti del
cazzo! Io vi saluto, me ne vado. Chi mi ama mi segua. 'Fanculo!”
conclude, muovendo qualche passo alla sua sinistra. Una ventina di
idioti fanno altrettanto e, borbottando, lo seguono lungo il
marciapiede come automi.
“Dai,
quando arrivano i System?” si lagna allora una tipa, allungando
nuovamente il collo per sbirciare oltre il cancello chiuso.
Non
ci posso credere. Non sta succedendo, vero?
“Da
qualche parte dovranno pur uscire, no?” aggiunge Riky,
sbuffando spazientito.
Oh
mio dio.
Sperano
che i componenti dei System vadano a passeggiare lungo il contorno
del Parco delle Cascine, a piedi per giunta, per fare un favore a
loro? O magari sperano di essere ricevuti come ospiti d'onore nel
backstage?
Hanno
le idee un po' confuse, mi sa.
A
un certo punto la tizia che prima è stata chiamata Marty si
irrigidisce. Ha visto qualcosa oltre le sbarre: una sagoma che si
avvia verso di loro, immersa nell'oscurità.
“Oddio,
sarà uno di loro?” le sussurra una sua amica,
stritolandole un braccio.
Tutti
improvvisamente ammutoliscono e puntano sguardi e cellulari in
direzione del nuovo arrivato.
Prima
tutti che gridavano, scalpitavano, insultavano, e ora hanno tutti
perso la lingua.
“Scusa”
si fa avanti coraggiosamente Marty, quando la sagoma allampanata è
abbastanza vicina da poterla sentire.
“Prego?”
risponde una voce maschile.
Il
fatto che abbia risposto in italiano smonta tutte le illusioni, ma
Marty non demorde: “Potrebbe per favore chiedere ai System Of A
Down di venire qui? Vorremmo incontrarli.”
Il
tizio – evidentemente uno della sicurezza – scoppia a
ridere e se ne va, continuando a camminare per la sua strada.
I
poveri illusi, che si erano accalcati ancora di più al
cancello, rimangono come allocchi e ricominciano a borbottare senza
senso.
L'umore
generale sembra essere precipitato, quando all'improvviso...
“Daje!
Magari se li chiamiamo ci sentono ed escono!” se ne esce uno,
palesemente ubriaco.
Non
si sa come né perché (anzi, il perché si sa:
sono una banda di idioti), l'idea di questo luminare ha molto
successo tra i suoi colleghi di manicomio, che esultano entusiasti.
Qualche
secondo dopo partono i cori da stadio:
“Vogliamo
i SOAD, vogliamo i SOAD!”
“System,
System, System!”
“Daje,
daje, daje!”
E
grida sparse, bestemmie comprese, che non sto qui a ripetere.
Forse
si sono dimenticati di essere in mezzo alla strada.
E
vanno avanti così per un tempo incalcolabile, probabilmente
fino all'alba. Tanto cosa cambia? Quando la fatica e la stanchezza
cominciano a farsi sentire, basta prendere una birra e tutto si
risistema! (?)
Dei
System, ovviamente, nessuna traccia.
Guardiamo
il lato positivo: almeno possiamo sperare che perdano la voce per
sempre.
Ah,
no: gli idioti trovano sempre il modo per farsi sentire, purtroppo.
...ah,
nel caso ve lo stiate chiedendo: i System sono usciti da un ingresso
molto meno esposto, e di certo non a piedi!
:P
:P :P
WAAAAAH!!!!!!!!!
No.
in realtà il capitolo fa schifo, ma vi dico: non era nemmeno
previsto, mi è venuto in mente all'ultimo e ho deciso di
inserirlo, sperando di riuscire a fare un lavoro decente ^^
Qui
ho voluto mettere in luce quanto gli italiani risultino patetici
quando iniziano a discutere tra loro, portando fuori luoghi comuni e
cose che non c'entrano niente. Quante volte mi è capitato di
vedere sconosciuti bisticciare per fesserie...
Questo
fatto della gente intorno al cancello non è successo veramente
(o non che io sappia) al concerto dei System, ma non è un
fatto del tutto inventato, assolutamente no! Mi è capitato a
un altro concerto in cui sono stata, ed ero talmente sconcertata che
non ho potuto fare a meno di riderci su!
Ma
io dico: se volete avere delle speranze, per quanto vane, come potete
aspettare la band FUORI dal luogo in cui si esibisce? SUL
MARCIAPIEDE???
Ah,
la gente...
Bene,
vi annuncio che non manca molto alla conclusione di questa raccolta
(era ora, ormai il concerto di Firenze sta per compiere un anno...),
quindi in questo periodo mi ci concentrerò per portarla a
termine il prima possibile! Tranquilli, ho ancora tante sorprese in
serbo per voi :3
Grazie
a tutti coloro che sono ancora qua, e a prestissimo!!! ♥
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Capitolo 8 *** 26 giugno 2017, Ore 10.43 ***
ReggaeFamily
26
giugno 2017
Ore
10:43
Piazza
della Repubblica
“Ieri
ho bevuto un po' troppo...”
“Ma
dove siete finite ieri sera? Siete andate a comprare la birra e poi
non vi abbiamo più visto!”
“Io
e Francy siamo rimaste vicino al chiosco delle bibite, tanto il
concerto lo sentivamo lo stesso!”
“Che
cogliona che sei! Io non mi sono spostata per niente, ho combattuto
per il mio posto e non volevo farmelo rubare! Vero Vale?”
“Certo!
E ho potuto guardarmi tutto il tempo il mio adorato Serj, oddio...
che bello... e quanto ho pianto!”
Quattro
ragazzine di forse quindici anni sono radunate attorno al tavolino di
un bar, ai margini della celebre piazza fiorentina. Stanno sbavando
da mezz'ora mentre fissano l'Hard Rock Cafe come fosse una splendida
opera d'arte in un museo, e non si è capito perché non
sono andate a fare colazione lì al posto di scegliere un
mediocre bar con il televisore sintonizzato sul canale di Radio
Italia.
Forse
non hanno scelto, hanno agito a caso, o forse non sanno che all'Hard
Rock c'è anche il bar.
Bene.
“Dopo
andiamo a comprarci la maglietta dell'Hard Rock?” domanda
quella che dovrebbe essere Vale, una tipa dai lunghi capelli castani
(rigorosamente sciolti, il 26 di giugno... muoio!), magra e alta.
“Io
non ho soldi, li ho spesi tutti da Alcott l'altro ieri!” si
lagna la sua amica dai capelli biondi e lisci, schifosamente
piastrati e tinti.
“Davvero,
Aury? Io me li sono conservati invece!” ribatte un'altra,
truccata come un pagliaccio.
“E
se facessimo una colletta per comprare la maglietta ad Aury?”
propone la quarta, una piccoletta dai capelli neri e gli occhialetti
tondi dalla montatura argentata.
Nessuna
la degna di una risposta. Sono tutte troppo tirchie, figuriamoci se
prestano i soldi alla loro amica.
Per
accentuare il suo menefreghismo, Aury afferra il suo smartphone e si
prepara a scattare un selfie, mentre sorseggia sensualmente il
suo tè alla pesca con la cannuccia. Si mette in posa, sta per
scattare, ma la sua amica col trucco da pagliaccio le molla una
gomitata e trattiene un grido.
Quella
con gli occhialini argentati rantola.
“Ma
sei stupida in culo?” si rivolta Aury, fulminando la sua amica
con un'occhiata. “Ora il selfie è venuto mosso! Francy,
ma che cazzo di problemi hai?”
Un
momento, mi sono persa... stupida in culo?! Eh?
“Anna...
Annina... c'è il tuo amore!” sibila Vale in tono
complice, posando una mano sulla spalla di quella con gli occhialini.
Annina
infatti è impalata sulla sedia, stringe convulsamente i
braccioli e guarda fisso un punto all'altro lato della piazza.
Aury
allora si rende conto di cosa sta succedendo e molla un pugno a
Francy (secondo me solo per vendicarsi per il selfie). “Shavo!”
strilla.
“Shh!”
la ammonisce Vale.
“Ma
sei scema? Vuoi attirare la sua attenzione?” interviene Francy.
Dall'altra
parte della piazza, un sorridente e rilassato Shavo è appena
uscito dall'Hard Rock Cafe in compagnia di alcuni del suo staff.
Subito è stato intercettato da alcuni fans che gli chiedono
una foto e un autografo.
Una
volta accontentati tutti, il bassista dei System ci impiega qualche
secondo a togliersi dalla faccia il sorriso di rito; in questi giorni
si è messo in posa talmente tante volte che teme gli stia
venendo una paresi alla mandibola.
“Mark,
torniamo in albergo o c'è qualche posto in cui vuoi andare?”
chiede a un suo amico.
“Ce
ne sarebbero troppi, però è tardi, rischiamo di fare
tardi e perdere l'aereo” afferma l'altro con un sospiro.
Shavo
lo imita. Sono tutti molto tristi all'idea di lasciare Firenze perché
è una città splendida, vorrebbero avere una settimana
oer poterla visitare tutta, da cima a fondo.
Ma
prima di chiamare un taxi che li venga a prendere, decidono di
tergiversare un po' e fare un altro giretto per la piazza e dintorni.
Una
volta giunti di fronte ai tavolini di un bar, però, il
bassista si sente subito osservato. Gli basta un'occhiata in giro per
capire che quattro paia di occhi lo stanno scannerizzando da capo a
piedi; si tratta di quattro ragazzine che non fanno che strillare e
starnazzare tra loro, pallide come cenci, e lo indicano
spudoratamente.
“No,
dai, raga, io non ho il coraggio! Non chiamatelo, vi prego!”
supplica Annina, stritolando con entrambe le mani il braccio di Vale
e ficcandole le unghie nella pelle.
“Smettila
di lagnarti, ma sei rincoglionita? Abbiamo Shavo qui di fronte e
secondo te non gli chiediamo una foto?” sbotta l'altra.
“Secondo
voi si è avvicinato qui perché lo stavamo fissando?”
domanda Aury, senza distogliere lo sguardo da Shavo.
Quest'ultimo
si è fermato con i suoi amici a qualche metro da loro e si sta
legando una scarpa, mentre continua a chiacchierare in inglese.
Qualcuno gli dà una pacca sulla spalla, rischiando di fargli
perdere l'equilibrio.
Le
ragazze sentono chiaramente la sua voce e vanno in visibilio.
“Oh
mio dio, Shavo!” strilla Francy, coprendosi il viso con le
mani.
“Non
urlare!” la ammonisce Annina, urlando a sua volta.
“Tanto
mica capisce l'italiano!” la rassicura (?) Aury.
Come
se Shavo fosse scemo e non capisca che lo stanno nominando a gran
voce ogni tre parole.
“Quindi
che si fa? Andiamo da lui?” sbotta Vale spazientita.
“Se
vuoi... vai a chiamarlo.” Francy fa spallucce.
L'altra
sbianca. “No, io non ho il coraggio! E poi cosa gli dico? Aury,
vai tu che non sei per niente timida!”
La
bionda scuote la testa. “Io non so parlare in inglese, quella
che studia al linguistico è Francy!”
“Ah
no, non chiedete a me! Annina, perché non vai tu, dato che
Shavo è il tuo preferito?” cerca di lavarsene le mani la
diretta interessata.
“Oh
mio dio, che vergogna, no!”
“Guardate
che prima o poi Shavo se ne va! Ha quasi finito di legarsi la
scarpa!” fa notare Vale.
Ma
nessuna ha il coraggio di avvicinarsi e, mentre battibeccano su chi
si dovrebbe avvicinare per prima, continuano a mangarsi il bassista
con gli occhi.
“Queste
tizie ti stanno fissando come se fossi una loro allucinazione”
bisbiglia Maynard a Shavo, che intanto ha finito di legarsi la scarpa
e cerca l'armamentario per fumarsela allegramente.
“Quelle
quattro? Magari vogliono una foto e non hanno il coraggio di
chiedermelo” ribatte lui. Si rivolge alle quattro ammiratrici e
sorride con fare incoraggiante. Gli fanno pena, e poi vorrebbe tanto
che la smettessero di seguire ogni suo movimento.
Al
suo gesto, le quattro lanciano uno strillo che farebbe perdere
l'udito a un sordo (?) e due rischiano di cadere dalla sedia.
Mark
è costretto a voltarsi dall'altra parte perché non
riesce a trattenere le risate.
“Sono
cotte!” commenta Maynard. Poi mette su un sorrisetto sornione
e, senza chiedere niente a nessuno, si avvia a passo di marcia verso
il tavolino delle quattro ragazze.
Quelle
si pietrificano peggio del David di Michelangelo.
“Maynard,
bastardo, dove cazzo stai andando?” sibila Shavo allibito.
Ma
il suo amico ormai ha deciso che lo vuole mettere a tutti i costi nei
casini: giunge con un gran sorriso presso le ragazzine, poggia
entrambi i palmi sul piano del tavolo ed esclama: “Ehi ragazze,
come butta? Ho visto che sbirciavate il mio amico, non è che
per caso vorreste dirgli qualcosa?”
In
inglese, ovviamente.
E
quelle si guardano confuse e stordite.
“Eh?”
se ne esce la bionda – anche se Maynard non lo sa, noi sappiamo
che si chiama Aury. Cioè, di sicuro non si chiama così
all'anagrafe, ma sottigliezze.
Shavo
capisce che forse è il caso di intervenire, tanto ormai il
danno è fatto: si avvicina ed esordisce: “Ciao ragazze,
ehm... come va?” Senza farsi notare, molla un calcio al suo
amico.
“Ehm...
io... noi... Shavo...” biascica Vale, boccheggiando come se
fosse in preda a un'insufficienza polmonare. Sta parlando in inglese,
o meglio, ha buttato lì un paio di pronomi personali.
“Foto!”
va in suo soccorso Francy a un certo punto.
Almeno
quella è una parola universale, uguale in entrambe le lingue.
“Ma
certo!” Shavo annuisce e sorride.
Le
quattro si alzano a turno e si mettono in posa con il bassista. Sono
pallide e sudaticce, tremano, piangono, strillano, balbettano,
stringono tra le dita la maglietta nera del bassista come se la
volessero bucare.
Una
volta che tutte e quattro hanno posato, sorridono come ebeti e
biascicano un grazie a malapena comprensibile; prima ancora che Shavo
si sia allontanato, si abbracciano tra loro e piangono ed esultano e
si strappano i capelli disperatamente. Vai a capire il motivo.
“Forse
è meglio se ora chiamiamo un taxi, si è già
fatto tardi” propone Shavo, andando a recuperare Mark che
ancora sghignazza per questa scena patetica.
“Erano
carine, no?” Maynard dà di gomito a Shavo mentre si
inoltrano in una strada un po' più tranquilla, così da
non dare troppo nell'occhio.
“Azzardati
a fare nuovamente una cosa del genere e sei morto. Sei un coglione”
lo minaccia il bassista.
Ma
alla fine anche lui si lascia contagiare dalle risate generali.
Ma
sì, tanto in questi giorni ne ha passate di cotte e di crude,
cosa cambia?
:P
:P :P
Ok,
mi rendo conto che questo è uno dei capitoli più penosi
che io abbia mai scritto in questa raccolta, ma oggi non avevo
particolarmente ispirazione comica XD perdonatemi!
Non
ho tanto da aggiungere, solo:
stupida
in culo, molto fantasioso come insulto, l'ho sentito davvero in
questi giorni, anche se non ricordo dove... e mi sono sorti sulla
testa un triliardo di punti interrogativi;
dopo
questo, ci saranno altri due capitoli e poi, purtroppo, la raccolta
sarà finita! Mi dispiace abbandonare questa raccolta, certo,
ma ormai il concerto sta per compiere un anno (eheheh, preparatevi a
fare festa il 25, che si festeggia l'anniversario) e sarebbe anche
ora di accantonare questo progetto ^^
Ma
ora non ci pensiamo, mancano ancora due aggiornamenti ai saluti
finali!
Anche
se il capitolo vi avrà quasi sicuramente fatto schifo, fatemi
sapere cosa ne pensate e cosa vi aspettate dal gran finale :3
Grazie
di cuore a coloro che ancora sono qui!!! ♥
|
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Capitolo 9 *** 26 giugno 2017, Ore 16.39 ***
ReggaeFamily
26
giugno 2017
Ore
16:39
Aeroporto
di Pisa
Si
sa: tutte le cose belle sono destinate a durare poco.
I
System, infatti, dopo tre gradevoli (?) giorni trascorsi a Firenze,
sono pronti a levare le tende, nella speranza che i fans di altre
nazionalità non siano così psicopatici.
I
ragazzi, in compagnia del loro staff e dei Prophets Of Rage (lo so,
nessuno se li è filati, ma c'erano anche loro), sono appena
giunti in aeroporto e si accingono a recuperare i bagagli. Il loro
volo è tra appena un'ora e mezza, quindi si devono muovere per
evitare di fare tardi (ma tanto non corrono il rischio, il 95% dei
voli parte sempre con tre quarti d'ora di ritardo, sempre!).
Ma
qualcosa non va.
Certo,
potrebbe forse andare bene? Altrimenti scrivere questa raccolta non
avrebbe senso.
Proprio
mentre i membri della band scompaiono dietro le porte scorrevoli
all'ingresso dell'aeroporto, due taxi carichi di gente si fermano a
pochi metri dalla struttura. Dai veicoli si riversa sul marciapiede
un numero indefinito di tizi e tizie; qualcuno lancia un grido di
guerra e inizia a correre verso l'entrata, mentre due o tre poveretti
restano indietro perché giustamente i tassisti non lavorano
per la gloria e vanno pagati.
Non
hanno tanto l'aria di turisti pronti a partire, dato che hanno
appresso solo qualche zainetto; quando tutti si ritrovano
all'interno, non si guardano nemmeno attorno, ma posano il loro
sguardo su un punto ben preciso.
“Sono
andati da quella parte! Muovete il culo, altrimenti li perdiamo di
vista!”
“Ma
ne sei sicuro? Se sbagliamo direzione, poi siamo fottuti e possiamo
andare a fanculo!”
Io
direi che ci potreste andare anche prima...
“Ma
no, ha ragione lui! Lì c'è il punto per fare i
controlli, sicuramente sono andati lì! Mica possono salire in
aereo senza aver fatto il controllo bagagli!”
“E
se invece dovevano fare il check-in?”
“Ma
guarda che ormai quello si fa su internet!”
“Mica
per forza!”
Discutendo,
strattonandosi e quasi facendo rissa, la mandria di invasati di turno
zampetta miracolosamente nella direzione giusta. E infatti...
“Oddio,
eccoli! Sono lì! Sono loro!”
“Corriamo,
dai!”
“Non
dire cazzate, non possiamo metterci a fare casino, poi si spaventano
e non ci cagano!”
“Ma
siete ritardati? Se non ci muoviamo partono!”
“Non
fa niente, noi li seguiamo finché non salgono sull'aereo!”
Qualcuno
si arma di cellulare, qualcun altro sbava e forma delle pozzangherine
ai suoi piedi, qualcun altro ancora scivola nelle pozzangherine di
bava lasciate dagli altri.
A
qualche decina di metri da loro, Daron lancia un'occhiata perplessa a
Brad Wilk. “Brad, tu non ti senti osservato?”
Il
batterista dei Prophets Of Rage fa spallucce. “Può
essere, siamo in un aeroporto pieno di gente.”
I
due si dirigono, insieme al resto del gruppo, verso il controllo
bagagli e si mettono in fila.
Non
appena arrivano di fronte al controllore – un tipo sulla
trentina con i capelli alla rinfusa – questo sbianca. “Oh
mio dio, ma tu sei Serj Tankian!” strilla in un inglese
abbastanza buono, rivolgendosi al cantante dei System.
Quest'ultimo
trattiene un sospiro. “Potrei, per favore, chiederle di non
strillare? Io e i miei amici vorremmo passare inosservati, per quanto
sia possibile.”
“Certo,
certo! C'ero anch'io al concerto di ieri, ho dovuto fare i salti
mortali per esserci, incastrare ore di lavoro... e oggi sono
distrutto, ma ne è valsa la pe...” inizia a sproloquiare
quello tutto contento, dimenticandosi pure di fare il suo lavoro con
le valigie che gli vengono posizionate davanti.
“Ehm...
amico, mi dispiace interromperti, ci farebbe piacere chiacchierare
con te, ma forse non ti sei accorto che stai bloccando la fila”
interviene Tom Morello in tono amichevole, comparendo al fianco di
Serj.
Loro
sono amichetti del cuore, si aiutano sempre a vicenda nei momenti di
difficoltà!
L'addetto
ai controlli arrossisce. “Sì... certo... andate pure...
al metal detector...” farfuglia.
Serj
dà una leggera spallata al chitarrista e borbotta
discretamente: “Grazie amico”.
System,
Prophets e staff posano i loro averi sul rullo, passano attraverso il
metal detector e poi recuperano tutto; nel giro di pochi minuti, sono
già alla ricerca del loro imbarco.
Ma
al controllo bagagli lo scempio non è finito.
Sono
passati circa cinque minuti da quando Marco – l'addetto ai
controlli – ha importunato Serj, e ancora non riesce a
riprendersi dallo shock. In quel momento al suo cospetto giunge un
gruppo di ragazzi e ragazze, alcuni molto giovani e altri circa della
sua età.
“Scusa,
non è che per caso hai visto passare...?” attacca una
ragazzina.
“...i
System Of A Down?” completa quello, notando la maglietta
tarocca con le facce dei System che la sua interlocutrice indossa.
“Li
conosci? Li hai visti?”
“Sì!
Muovetevi, se fate in fretta il controllo fate in tempo a beccarli!
Mollatemi zaini e cellulari e passate sotto il metal detector!”
Tutti
si esaltano e mollano lì le loro cose senza neanche
posizionarle dentro gli appositi contenitori in plastica e corrono
via, mentre il personale dell'aeroporto li insulta e minaccia.
No,
non riprendono neanche le loro cose, le lasciano sul rullo. Che geni.
Ma capiteli, hanno fretta!
Corrono,
corrono e corrono, finché i polmoni non bruciano, finché
i piedi non cominciano a far male (quanto cavolo è grande
quest'aeroporto? Non è che sono già nel mezzo della
pista di decollo?), e finalmente...
“Eccoli,
eccoli! Sono i System, sono qui, di fronte a noi!”
“Oddio,
muoio!”
“Oddio,
mi dovevo rifare il trucco!”
“Oddio,
non abbiamo i cellulari, con cosa la scattiamo la foto?”
“Oh
cazzo, giuro che stavolta a Daron lo stupro!”
La
luce in fondo al tunnel è ormai così vicina, i System
sono giusto pochi passi davanti a loro, manca solo qualche metro e...
La
ragazzina in testa alla fila va a sbattere contro una sorta di
sbarramento e si piega in due per il dolore. Tutti gli altri, che non
se ne accorgono e continuano a correre, le piombano addosso e si
schiantano l'uno sopra l'altro, calpestandosi, per poi cadere tipo
tessere del domino.
C'era
da aspettarselo. I nostri eroi si sono imbattuti in quei controlli
automatici dei biglietti: perché la sbarra davanti a loro si
apra e li lasci passare, devono far scorrere il codice del loro
biglietto su una sorta di piccolo pannello.
“Si
può sapere cosa state facendo? Biglietti, prego!” tuona
un omone alto e corpulento. Chissà perché, non mi
sembra tanto ben disposto come quello del controllo bagagli.
Una
tipa gli si aggrappa al braccio. “La prego, è questione
di vita o di morte, dobbiamo assolutamente passare dall'altra parte!”
“Scordatelo:
niente biglietti, niente imbarco!” sputa il controllore,
scrollandosela di dosso e lasciandola col culo per terra.
“Ah
sì? E allora io scavalco!” afferma un tizio, pronto a
spiccare un balzo per saltare dall'altra parte della sbarra.
L'omone
sbuffa con aria annoiata, lo prende per il colletto della maglietta e
lo scaraventa lontano da lì. “E adesso levate le tende,
state ingombrando il passaggio!”
Tutti
si rassegnano. I System ormai non si vedono più. Alcuni
scoppiano a piangere disperatamente.
Così
i nostri eroi sono costretti a tornare indietro, anche perché
hanno paura di essere ammazzati da quella sorta di Hitler/armadio a
quattro ante.
Gli
ennesimi sfigati.
Ore
18:35
Volo
Ryanair
“John?”
“Mmh?”
“Mi
mancherà l'Italia, dopotutto.”
“Non
disperare: stiamo andando in Svezia, finalmente un po' di fresco.
Firenze è bella, ma non si respira.”
“Già.”
…
“Hai
notato quei tizi?”
“Quali?”
“Quelli
che ci seguivano all'aeroporto.”
“Avevo
ragione allora! Ho detto a Brad che mi sentivo osservato, ma non mi
ha dato retta!”
“E
chissà cos'altro ci attende, in questi ultimi giorni di
tour...”
Ore
22:06
Aeroporto
di Pisa
“Elena?”
“Eh?”
“Hai
finito anche tu il turno? Stai già andando via?”
“Sì,
perché?”
“Guarda
cosa hanno lasciato dei ragazzini questo pomeriggio!”
“Oh
Cristo, ma qui ci saranno almeno milletrecento euro e una decina di
cellulari! Che problemi hanno?”
“Boh,
sono andati a rincorrere i System e chi li ha più visti?”
…
“Che
dici, ci intaschiamo tutto?”
“Affare
fatto, collega!”
:P
:P :P
Ahahahahahahahahah,
la conclusione di questo capitolo secondo me è EPICA XD
E
benvenuti al WOAD, signore e signori!
Penultimo
capitolo di questa raccolta; non voglio aggiungere altro, lascio a
voi i commenti! :D E adesso? I System se ne sono ormai andati
dall'Italia, ma ancora manca un capitolo... cosa ci sarà?
Eheheheh...
Grazie
a coloro che ancora sono qui, spero di avervi divertito con questo
capitolo, ho cercato di metterci un po' più di impegno e
ingegno :3
Al
prossimo mercoledì!!! ♥
P.s:
Hoginery in avvicinamento, ore dodici, passo e chiudo ;)
|
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Capitolo 10 *** Speciale ***
ReggaeFamily
Bene,
ragazzi miei! Come ben sapete questa raccolta parla dei System a
Firenze e di tutti gli psicopatici al seguito. I nostri ragazzi hanno
lasciato ormai lo Stivale dopo tre giorni di permanenza e un concerto
che ha lasciato il segno in tutti coloro che vi hanno assistito.
Eppure
io sento che manca qualcosa...
«Soul,
ma 'sto cacchio di concerto com'è andato?»
Ah
già, che cretina! Ho raccontato tutto ciò che è
successo prima e dopo, eppure non ho nominato Lui, Il Concerto,
l'argomento centrale di tutti questi capitoli deliranti!
Quindi
mi sembra doveroso...
SPECIALE
CONCERTO
Sono
circa le nove di sera e i Prophets Of Rage sono scesi dal palco già
da un pezzo.
C'è
davvero tanta gente, a colpo d'occhio (?) direi circa cinquantamila
persone. Tutte completamente ricoperte di polvere dalla testa ai
piedi, dato che non hanno fatto che pogare dall'inizio alla fine del
set dei Prophets. Tranne quando Serj è salito sul palco per
cantare Like A Stone insieme
a Tom Morello, Timmy C e Brad Wilk; è stato un momento
molto commovente, credetemi, in cui tanta gente è scoppiata a
piangere/si è strappata i capelli/si è strappata i
vestiti/non ha capito cosa stesse succedendo e si è chiesta se
Serj fosse il nuovo cantante degli Audioslave.
Ora,
in questo momento di pausa tra le due band, il pubblico è
assetato di acqua, birra e SOAD... ma soprattutto birra. Fa un caldo
pazzesco, specialmente per via della calca, ma molti stanno là
dal pomeriggio e non hanno certo rischiato un'insolazione per
arrendersi proprio adesso.
Tra
tutti, ci sono pure quelli che hanno da lamentarsi per tutto, come al
solito: “Eh, ma hanno iniziato troppo presto, non è
che uno può venire qui dal pomeriggio, c'è caldo!”
“Eh,
ma hanno iniziato tardi, poi i gruppi hanno poco tempo per suonare!”
“Ma
il biglietto costa troppo!”
“Non
ci hanno dato nemmeno le sedie!”
“A
me questa cosa dei token mi fa girare le palle!”
“Comunque
l'audio fa cagare, si sente troppo poco!”
“Queste
casse sono troppo potenti, mica posso rischiare di perdere l'udito!”
Ma
ignoriamoli, i commenti della gente non hanno alcun valore. Tanto,
anche se si organizzasse l'evento perfetto, la gente troverebbe
sempre almeno una cosa da poter criticare.
Intanto,
nel backstage, tra i Prophets e i System vola un'infinita serie di
pacche sulle spalle e legami di parentela inventati. Ma del resto
loro sono così: tutti fratelli, cugini, amici, soci, colleghi,
compari e via così.
Qualcuno
dello staff avvisa che il concerto sta per cominciare e a ciò
segue un piccolo check di chitarra, basso e microfono.
Il
pubblico è in visibilio.
È
tutto pronto, sul palco mancano solo i componenti della band.
Il
primo ad annunciare la sua presenza è Daron, che comincia a
suonare i primi accordi di Soldier Side Intro.
Dall'arena,
gremita di gente, si leva un boato che nemmeno ai Mondiali di calcio.
Il
chitarrista, vestito ovviamente di nero e munito del suo solito
cappello in testa (non gli farà caldo, quell'affare?),
comincia a cantare e la folla lo segue. Molti però non si sono
ancora ripresi dallo shock e continuano a strillare e piangere.
E
stavolta non mi sento di prendere in giro nessuno, perché vi
assicuro che un concerto dei System è in grado di far perdere
la dignità anche a un oggetto inanimato.
E
tra coloro che piangevano, lo ammetto, c'ero anch'io.
Ma
l'idillio di Soldier Side è destinato a finire presto: le
dolci note della chitarra diventano stridenti, andando a comporre
l'intro di Suite-Pee.
John
– canottiera nera, braccia possenti in bella mostra, solita
espressione estremamente concentrata – e Shavo –
maglietta nera, testa che ciondola come se fosse staccata dal resto
del corpo, schiena ricurva in avanti come al solito – fanno il
loro esordio e si presentano a Firenze con la loro parte ritmica
veloce e incalzante.
E
infine nella canzone fa il suo ingresso Serj, che inizia a cantare
senza esitazione, sempre con quel suo fare rilassato anche quando
arriva alle parti più difficili.
L'esecuzione
live è un po' più lenta dell'originale, chissà
come mai. Qualcuno sospetta che Daron abbia sbagliato la velocità
all'inizio, qualcun altro sostiene che l'abbiano fatto per Serj, per
evitare che si incasini con il testo.
Io
dico che fanno un po' come gli pare.
Il
momento di sicuro più epico è il breakdown, il punto in
cui tutti gli strumenti si interrompono tranne il basso.
E
giù a saltare, pogare, fare headbanging.
Terminata
Suite-Pee, i System decidono che è il momento di fare
una pausa (?).
Un
colpo. Poi il silenzio.
C'è
gente confusa che non sa cosa stia succedendo, qualcuno è
convinto che i musicisti abbiano sbagliato qualcosa e per questo si
sono interrotti. Fortunatamente la maggior parte conosce la
discografia dei System a memoria e sa cosa i quattro stanno facendo.
In
ogni caso, volano certi bestemmioni che impressionerebbero Satana.
Quattro
colpi di charleston da parte di John, poi i System ricominciano a
suonare e finalmente anche i più lenti capiscono: stano
facendo l'inizio di Prison Song.
Infatti
qualche secondo dopo cala nuovamente il silenzio e il pubblico
riprende a gridare ancora più forte.
Qualcuno
canta il ritornello a sproposito, qualcun altro continua a insultare
tutti gli dei di tutte le religioni, monoteiste e politeiste (che poi
io il motivo non l'ho capito), ma l'esclamazione più frequente
è: “Daje!”.
Come
se poi i System capissero cosa stanno dicendo.
Dal
canto loro, i quattro della band si stanno divertendo un mondo,
soprattutto John che è incaricato di dare il via. Il
batterista, infatti, si diverte ad allungare il brodo e a vedere la
gente sotto il palco che si sbraccia ed esulta e si spazientisce.
Altri
due stacchi e la canzone ha inizio. Daron la introduce con un
“motherfucker” in scream, il che significa che le sue
corde vocali ora possono andare in vacanza.
La
canzone, proprio come la precedente, ha un andamento più lento
rispetto alla versione da CD. A 'sto punto comincio a chiedermi se si
siano ubriacati prima di salire sul palco.
Daron
nelle sue parti sembra una cornacchia e strilla, Shavo nel ritornello
si esibisce in un growl piuttosto fallimentare e in certi momenti la
sua voce non si sente perché non si avvicina abbastanza al
microfono.
Shavo
non potrebbe mai fare il cantante. Che trauma sarebbe per lui
rimanere fermo davanti a un'asta!
Con
Violent Pornography ed Aerials i System sembrano
riprendersi un po' e stavolta le suonano alla velocità giusta.
Ma
la cosa ancora più straordinaria è che Daron non ha
sbagliato. Ultimamente si è superato, è come se avesse
imparato a suonare la chitarra!
Ma
non cantiamo vittoria, per il momento ha suonato solo cinque canzoni.
Momento
mistico: Mind.
Il
pubblico si esalta, ma approfitta dell'introduzione di basso per
riposarsi un po'. Dopo, quando il brano ingranerà, ci sarà
da ballare.
L'intro
di Mind ha un che di jazz, forse per colpa di John.
Serj
ha alla voce un effetto riverbero che lo fa sembrare un prete in
chiesa durante la messa.
Voce
e strumentale vanno in calando, il volume diviene sempre più
basso, finché non scema del tutto.
Finalmente
sta per arrivare il pezzo forte. Tutti sono in attesa con la bava
alla bocca, Firenze intera non vede l'ora di sentire Mind.
John
dà i suoi soliti quattro colpi di charleston per dare il tempo
anche agli altri, ma ciò che ne segue non è quello che
tutti si aspettavano.
La
Visarno Arena ci mette un paio di secondi a realizzare che si tratta
di Mr. Jack.
Non
so gli altri presenti al concerto, ma ora vi racconto la mia reazione
e sono sicura che rispecchierà quella di molti:
“Noooo!”
…
“Uhuhuhuh!”
Lo
so, è doloroso, ma ci si accontenta.
Mr.
Jack fila liscia come l'olio, tranne Daron che canta sguaiato
cime una gallina e nel ritornello si arrampica sugli specchi (?)
perché non riesce a fare gli acuti e dà vita a degli
improbabili suoni strozzati.
E
poi sarebbe Serj, secondo la critica, quello che canta male...
Ora
arriva uno dei miei momenti preferiti.
Dopo
il secondo ritornello, quando c'è il bridge senza la batteria,
John piazza uno spiazzante passaggio di batteria e, boom, magicamente
si apre un momento di pura improvvisazione dei musicisti. John e
Shavo tengono una ritmica ballabile e allegra, mentre Daron si
inventa un assolo fortemente orientaleggiante.
Il
tutto dura meno di un minuto, purtroppo, perché poi la canzone
riprende il suo normale corso, giungendo al suo finale esplosivo.
Subito
dopo John non perde tempo e subito parte con il rullo iniziale di
DDevil.
Delirio
totale.
Il
delirio continua con Needles e Deer Dance, proprio in
ordine di CD, e come da CD i System non si fermano tra una canzone e
l'altra. Pare quasi un brano tutto unito.
Avete
presente, prima dell'ultimo ritornello, il “Pushing little
children, with their fully automatics, they like to push the weak
around” che Serj e Daron cantano a cappella? Ecco, ora
immaginatelo cantato da cinquantamila persone, tutte a tempo, senza
neanche un accenno di strumentale sotto.
E
immaginate i System che rientrano subito dopo, tutti insieme, con un
tempismo perfetto, per l'ultimo ritornello.
Ora
io voglio elogiare il mio Paese: avremo anche mille difetti, forse
siamo polemici e bravi solo a lamentarci, forse siamo troppo
espansivi al punto da sembrare appiccicosi, ma di tutto il tour dei
System noi siamo stati i coristi migliori!
E
il tutto senza sapere neanche mezza parola del testo!
Comunque
per i System vedere una folla così grande che canta la loro
canzone dev'essere un'emozione grandissima. Se io mi trovassi sul
palco al posto loro, mi tremerebbero le ginocchia.
A
seguire ecco in arrivo Radio/Video, in cui Daron esorta tutti
a ballare con un “everybody dance!” (e solo ora capisco
che ci ha fatto uno spoiler della sua nuova canzone), e l'ipnotica
Hypnotize.
Dopodiché
Daron, per dimostrarci che ha davvero imparato a suonare la chitarra,
si prende qualche minuto per il bridge di Dreaming, con tanto
di assolo strappalacrime e, per certi versi, strappamutande.
Tanto
noi lo sappiamo: non hanno fatto il brano per intero solo perché
Daron non sa cantare e agli acuti del ritornello non ci arriva
nemmeno con una scala.
Gli
voglio bene, in fondo. Anche se non sembra.
Ed
ecco un altro dei miei momenti preferiti: l'inizio di Pictures.
Probabilmente
quelli in prima fila impazziscono e iniziano a sbattere ripetutamente
la testa sulle transenne a ritmo di musica. Qualche reggiseno vola.
In generale urla e insulti ai santi del calendario.
Dopo
Pictures, vi lascio indovinare cosa c'è. Se avete
assistito a concerti dei System su YouTube, o se avete anche solo
ascoltato per intero Steal This Album! nella vostra vita, non
dovrebbe essere difficile.
Vi
do un indizio: inizia con la H
e finisce con ighway Song.
Bounce:
il titolo stesso spiega che la folla rimbalza. Ci sono più
tentati omicidi durante questo brano che in un ghetto. Soprattutto
quando Daron esorta, nel brigde: “It's time for everybody to
jump up and down!”. È veramente sadico, vuole molto male
ai suoi fan!
Suggestions:
John si diverte a giocare con i piatti e Serj si diverte a giocare
con la sua voce. Tutto regolare.
Psycho:
logicamente Daron non può evitare di manifestare al mondo il
suo profondo amore per gli anni '80, così sull'intro della
canzone inizia a cantare – o meglio strillare – Physical
della povera Olivia Newton-John, che se lo sentisse piangerebbe, e
non per l'emozione. Impeccabile però l'assolo finale, che
sfocia come di consueto in Chop Suey!
Quest'ultima
scatena un boato con ennesimo polverone sollevato dalla folla. Pare
che ci siano quelle macchinette che mettono in certi concerti per
creare il fumo di scena. Peccato che questa roba invece venga dal
pavimento e bruci i polmoni e le narici come un incendio.
I
System forse si rendono conto che dopo il loro classicone più
classicone è il caso di darci un taglio e si mettono all'opera
con Lost In Hollywood. Il
modo in cui canta il pubblico è riprovevole, per fortuna ci
pensa Serj a porre rimedio, esplodendo con i suoi cori che poi sono
degli acuti da brivido.
Dopo
ventuno canzoni (eppure a tutti sembra di stare sotto il palco da un
quarto d'ora... ah, già, è vero che le canzoni dei
System durano due minuti scarsi e volano via come farfalle!), Serj
prende una decisione importante: deve omaggiare questo bellissimo
Paese, culla dell'arte e della cultura!
(E
degli psicopatici.)
Così,
dopo aver impugnato una chitarra acustica, esordisce al microfono:
“Buonasera”.
Non
so perché, ma per dirlo usa un tono vagamente interrogativo,
come se avesse paura di sbagliare e portare fuori qualcosa di osceno.
E
via col patriottismo: tutti urlano, esaltati per aver sentito il
cantante dei System Of A Down parlare in italiano!
Che
poi ha detto una parola, mica il discorso di Trump...
Dopodiché
parte in quarta con un discorso, disseminato di fuckin',
in cui elogia l'Italia e afferma che qui c'è la miglior
lingua, la miglior gente e il miglior fottuto cibo.
Sul
cibo gli do ragione, la lingua va bene, la gente insomma...
E
poi partono i primi accordi di chitarra di Question!,
e nessun capisce su cosa Serj si stia basando per cantare.
Canzone
eseguita magistralmente, se non per il fatto che Daron si dimentica
di fare i cori. Stendiamo un velo pietoso.
Per
farsi perdonare, però, in Lonely Day
esegue un assolo mozzafiato, molto diverso dall'originale.
Ma
c'è qualcosa che non va: Question!,
Lonely Day...
troppe canzoni serie tutte insieme, non va bene! Quindi i System, che
hanno sempre la situazione sotto controllo, interrompono
quest'idillio con Kill Rock N' Roll.
Ma certo, chi non parlerebbe di conigli investiti dopo aver trattato
temi come il dilemma dell'esistenza umana, la solitudine e l'aldilà?
A
fine canzone Daron comincia a fare il cretino – quindi a essere
se stesso – e prolunga la L dell'ultimo roll.
Subito dopo inizia a gridare come una scimmia durante una ceretta e
qualcuno si chiede se lo stia facendo apposta o si sia fatto male.
Poi,
senza preavviso, inizia a suonare B.Y.O.B.
e via col pogo, le urla, i cori da stadio e quant'altro.
Come
ben sappiamo grazie agli esaltati fuori dall'albergo di Shavo e John,
gli italiani non vedevano l'ora di intonare tutti insieme
evribarisgointudeparievarialguttaim!
A
proposito: in quel punto della canzone, quello tranquillo, accadono
due cose molto importanti. La prima è che Daron mette su un
allegro levare con la sua chitarra e per un momento l'arena si
ritrova nel bel mezzo di un concerto reggae. La seconda è che
Serj inizia a snocciolare Stati in cui c'è la guerra e, per
qualche inspiegabile ragione, ci ficca in mezzo pure Firenze.
Com'è
che quando ci sono stata per il concerto non ho visto nessuna bomba e
nessun carro armato?
Ora
preparatevi, perché sta arrivando un momento inaspettato.
Chitarre
acustiche tra le braccia, Serj e Daron eseguono Roulette.
Sentire
Roulette dopo
B.Y.O.B. e prima di Toxicity è come mangiare
cioccolato Kinder tra sottaceti e cipolle crude.
Questo
dimostra che anche John Dolmayan è un essere umano e, dopo
aver suonato ventiquattro canzoni alla velocità della luce e
con una precisione imbarazzante, anche lui ha bisogno di due minuti
di pausa per bere, asciugarsi il sudore, verificare che i polsi e le
caviglie non siano volati tra i il pubblico, controllare se i tamburi
sono ancora accordati come piacciono a lui...
Una
volta terminata la tranquilla ed emozionante Roulette, per il
pubblico arriva uno dei momenti più attesi. Cioè,
dipende dai punti di vista: per quelli che vorrebbero vedere l'alba
del giorno dopo, non è proprio un momento roseo.
Toxicity.
Okay,
forse dopo questa non sono più tanto convinta che John sia un
essere umano.
Serj
osserva allegramente i suoi fan che si distruggono tra loro,
lanciandosi uno sopra l'altro a peso morto, e poi annuncia che il
concerto sta per finire prima di iniziare a cantare.
Al
ritornello si leva un coro da stadio che ha un che di disperato.
Quante persone tra quelle presenti hanno vissuto la loro adolescenza
con Toxicity?
Vabbè,
poi c'è anche chi conosce solo quella canzone dei System ed è
andato al concerto solo perché il giorno prima ha visto Eddie
Vedder, aveva la stanza prenotata e molti soldi da buttare.
Subito
dopo il primo ritornello, Serj esclama: “Bravo Firenze!”.
Patriottici,
scatenatevi!
Comunque
è impressionante vedere quanto Serj parli bene l'italiano,
anche se ha un vago accento russo o tedesco. Perché?
Dopo
il secondo ritornello invece, lo strumentale si ferma di botto. È
il momento di Daron, che oggi si sta divertendo a istigare i suoi fan
alla violenza.
In
realtà lo fa sempre, ma dovrebbe sapere che a Firenze non c'è
da scherzare.
Così,
con un tono da animatore di un villaggio turistico o di un oratorio,
dice al pubblico di girare in tondo e formare un cerchio, poi parte
con una nenia in cui dice around da tre a cinque volte al
secondo. Come fa a non annodarsi la lingua?
Oltre
al solito polverone, mi sa che stavolta si leva in aria anche qualche
cadavere.
Il
concerto si conclude con Sugar; solo quando sentono le prime
note del brano, tutti si rendono conto che Serj non scherzava e il
concerto sta per finire davvero. Questo significa che sono combattuti
tra essere felici per la canzone o disperati perché vogliono
altre cinque ore di concerto.
Il
momento migliore della canzone, a parte il “just anger!”
gridato dal pubblico, è quando viene nominato Sako.
I
System tanto lo sanno che, quando arriva quel momento, il loro
tecnico della batteria si inorgoglisce ed è tutto compiaciuto.
Anche
se il novanta percento del pubblico ancora si sta chiedendo se Sako
sia un personaggio di fantasia o se si tratti del nome di qualche
piatto giapponese.
A
fine canzone, Serj esplode in un “Grazie mille Firenze!”,
ed è talmente tenero che farebbe commuovere chiunque. Si vede
che è contento ed è uno di quei momenti in cui vuole
bene a tutto il mondo.
A
turno, i musicisti si avvicinano al bordo del palco. C'è chi
dice qualche parola al microfono e chi no.
Ormai
il concerto è finito e teoricamente anche il racconto, no?
No,
perché i minuti dopo il concerto sono cruciali.
Succedono
due cose importanti.
La
prima è che una tizia (dev'essere una di quelle di cui ho già
narrato in precedenza) dalle prime file lancia una maschera a forma
di unicorno sul palco. Non appena la vede, Daron se ne innamora
subito (della maschera, non della tipa): se ne impossessa e la
appende al manico della sua chitarra.
Cosa
se ne facesse quella tipa della maschera a forma di unicorno al
concerto dei System, rimane un mistero.
La
seconda cosa importante è che John inizia a lanciare paia di
bacchette tra il pubblico come se si trovasse alla mensa dei poveri e
stesse distribuendo tozzi di pane. Vorrebbe lasciare un souvenir a
tutti i presenti, ma ha un tour da portare a termine. Il bello è
che, stufo di lanciare bacchette, afferra anche alcune pelli di
tamburi e le dà in pasto alla folla indemoniata.
Lancerebbe
anche il resto della batteria, tanto i piatti assomigliano a dei
frisbee, ma potrebbe essere denunciato per tentato omicidio e non è
il caso.
Ma
il fatto più miracoloso è che, una volta terminata
quest'opera di beneficenza, parla pure al microfono e ringrazia il
pubblico italiano con il suo solito tono serio. Ah-ah, così la
mette in culo a tutti quelli che l'hanno sempre bullizzato e definito
muto, solo perché non è esibizionista con Daron!
E il
resto lo sapete.
Forse,
se i System amano tanto l'Italia, un motivo ci sarà. Forse
sanno che dietro il nostro essere psicopatici c'è un profondo
rispetto, forse sanno che dietro ogni strillo c'è un'emozione,
dietro ogni selfie c'è una storia da raccontare, dietro ogni
pianto c'è un'infanzia vissuta a suon di rock, dietro ogni
fanfiction c'è un grande affetto.
O
forse sanno che in Italia trovano il cibo e il vino migliori!
:P
:P :P
Capitolo
lunghissimo, ma mi sembrava doveroso, dato che è l'ultimo
della raccolta!
Ebbene, buon WOAD,
miei efpiani soad-dipendenti!
Già: come
potevo concludere la raccolta senza parlare del Concerto, colui (come
se fosse una persona XD) che mi ha portato ad aprire questa raccolta?
Ero indecisa se fare o no un resoconto, alla fine ho optato per
raccontarlo in chiave ironica, ma l'ho tenuto per ultimo come un
bonus!
Spero abbiate
gradito l'idea e che questo testo così dettagliato non vi
abbia annoiato. Ho cercato di essere fedele alla realtà dei
fatti, mi sono aiutata con video e scaletta, ma se trovate qualcosa
di sbagliato abbiate pazienza, avevo tutti e cinque i sensi appannati
dal pianto e il principio di infarto quella sera XD
Ripercorrere i punti
salienti di quel live è stato emozionante, come sempre.
Nonostante sia passato più di un anno ormai, ancora non sono
riuscita a realizzare di esserci stata davvero! È stato
magico!
Per una volta anche
io ho lasciato il via libera alla mia parte psicopatica: ho pianto,
ballato (ammesso che si possa definire così), saltato, cantato
e strillato finché non ho perso la voce. Insomma, ho perso la
dignità e non riesco proprio a pentirmene o vergognarmene.
Un grazie speciale
va a tutti i presenti al concerto, dal primo all'ultimo, per aver
contribuito a creare quella magica atmosfera e ad aver lasciato che
io ci scherzassi su ^^
Un altro grandissimo
ringraziamento, ovviamente, è per i System... e non credo ci
sia altro da aggiungere *-*
Infine grazie alle
mie ADORATE Kim e Selene per avermi
seguito, aver recensito ogni singolo capitolo, per aver trovato
divertenti pure i capitoli più penosi. IO VI ADORO, GRAZIE
INFINITE!!!!! Ma dove vado senza di voi? :'3
E grazie a tutti
coloro che per un motivo o per l'altro sono giunti fin qui! Mettere
il segno di spunta nel quadratino accanto a “Completa?” è
davvero difficile e doloroso, ma anche soddisfacente. È stata
un'esperienza STREPITOSA!!! :3
Alla prossima
avventura, e al prossimo WOAD!!!!!!! ♥
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