The Window

di gabryTheGift
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo ***


Appena sveglia mi piace poltrire a letto.
Perdere tanti minuti in quella nuvola fatta di lenzuola e calore..
È come se fossi racchiusa in un limbo morbido, ovattato, ed è in quegli attimi che il mio cervello pian piano si sveglia, come per magia.
I miei occhi cominciano a mettere a fuoco la mia stanza, i suoi colori, i rumori e le luci della città, una città che sembra svegliarsi insieme a me, portando a galla i ricordi della sera prima.
Serata a casa, passata sul mio pc, piena di bozze da correggere per il nuovo romanzo che mi hanno commissionato.
Il titolo.. beh dal mio cervello appena sveglio pretendo decisamente troppo, non sono sveglia fino a questo punto.
Puntuale come un orologio svizzero, buon per lei, sento il miagolio della mia Briciox.
La vera padrona di casa chiede a gran voce la sua colazione ed io da "buona e fedele schiava" non posso non assecondare il suo volere. Se non fosse per lei mi girerei tra le coperte ancora.. per altri dieci minuti.
Oh issa! Mi alzo, finalmente.
Prendo il suo latte lo verso nella ciotola e la colazione per la gattina di casa è pronta. Buon appetito, brontolona.

Ora posso tranquillamente dedicarmi al mio rituale preferito: affacciarmi alla finestra.
Lo faccio sempre, ogni mattina. Questa è decisamente l'ora perfetta per trarne il giusto beneficio.
Il cielo di Parigi si staglia su di me ed è uno scenario da togliere il fiato.
Anche nei momenti più bui sono sempre più convinta della mia decisione.
Ho fatto bene a trasferirmi qui.
Parigi è magica ed ha sempre accompagnato ogni mio sogno, anche quello più insignificante.
Parigi è la molla della mia vita, la fonte di ispirazione che mi serviva per lasciarmi il passato alle spalle e per cominciare una nuova vita.
Ho portato con me un bagaglio un po' pesante ma è un bagaglio che desidero ardentemente alleggerire.
Tuttavia, mentre ammiro il paesaggio che ho sempre sognato, non posso fare a meno, come ogni giorno, di notare se il misterioso abitante della finestra di fronte alla mia sia già sveglio e se si aggiri, indisturbato, in casa sua.
Mi piace guardarlo, non so perché.
Ho notato, da un mese a questa parte, che osservarlo, per quanto mi è possibile da queste finestre gemelle, mette stranamente in fila i miei pensieri.
Ovviamente il fatto che sia un bel ragazzo è una componente fondamentale.
Perlomeno visto da questa distanza sembra carino.
Qualche volta mi chiedo se lo riconoscerei tra queste immense strade piene di persone che affollano la città.
Magari l'ho anche incontrato e non me ne sono nemmeno resa conto.
Se fosse davvero successo, sarebbe davvero uno scherzo del destino.
Certe volte si guarda talmente tanto qualcosa da lontano, si idealizza così tanto che quando ci è vicino, magari ad un passo, nemmeno lo riconosciamo. Che strana la vita.
Comunque basta perdere tempo.. i rumori che provengono dal mio stomaco mi dicono che è decisamente ora di riempirlo con una bella colazione e con tanto caffè. Non mi resta che prepararmi.

Ormai sono una cliente affezionata del bar sotto casa.
Adoro venire qui, sedermi al mio solito tavolino e prendere il mio caffè o la mia cioccolata calda e nel mentre leggere oppure correggere alcune bozze che non mi convincono.
Rimanere qui, seduta all'aperto, mi fa sentire parte di un microcosmo meraviglioso: mi sembra di mimetizzarmi e di fare davvero parte integrante di questa vita che ho scelto, di questa cornice meravigliosa che sognavo per me fin da bambina.

"Desideri ancora qualcosa Bea?"
"Un altro cappuccino e un biscotto al cioccolato.. piccolo questa volta!"
"Certo piccolissimo! Arriva subito!" e Martin, il cameriere, va via ridendo.
Ormai qui tutti sanno del mio eterno amore per il cioccolato e Martin, un ragazzino che non avrà nemmeno vent'anni rosso e ricciolino, insieme a suo nonno, un uomo gentilissimo e da sempre proprietario di questo bar, non fanno altro che prendermi in giro per questa mia dolcissima debolezza. Bonariamente ovviamente.
Sono davvero delle persone affabili e sono contenta di averle incontrate.
Il loro caffè poi è ottimo ed è una grande qualità da non sottovalutare. Assolutamente!

Mentre gusto la mia ennesima ordinazione vedo, dietro ai miei occhiali da sole, tre uomini prendere posto nel tavolino di fronte al mio.
Nulla di strano, ovviamente.. ma c'è qualcosa, non so bene cosa, che attira la mia attenzione. Il più grande dei tre avrà sicuramente intorno ai cinquanta anni e fuma la pipa. Che odore disgustoso!
Gli altri due sono ragazzi, avranno tra i trenta e i trentacinque anni.
Uno dei due indossa un chiodo di pelle e un basco e si porta alle labbra una sigaretta, l'altro, invece, indossa un cappotto scuro e sorseggia il suo caffè. Quest'ultimo sembra solo ascoltare i loro discorsi, sembra quasi che non abbia voglia di parteciparvi.
Ad un tratto ho come l’impressione di incrociare il suo sguardo.
Che figura! Per fortuna porto le mie grandi lenti scure.
Non voglio certo sembrare un impicciona!
Però non so ho una sensazione strana..
Questo ragazzo ha un viso famigliare.. capelli scuri, occhi chiari che non riesco a decifrare.
Ha una fisionomia che ho già visto.. Non sarà? Oh mio Dio!!
È davvero lui?
No, vero?
E adesso??

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Capitolo 2
*** 2 Capitolo ***


Panico! Ansia! Oh mio Dio! Aiuto!
E se mi ha vista?
E se mi riconosce?
Che accidenti faccio adesso?
Aspetta Bea, calma.
Non galoppare con la fantasia come tuo solito!
Respira e ispira.
Figurati se sa chi sei e se sa che esisti sulla faccia della terra.
Figurati se sa che abiti davanti a casa sua!
Calmati e respira!
Va tutto bene, cosa vuoi che possa succedere?
Adesso ti alzi dalla sedia, disinvolta e sciolta.. entri, paghi il conto e vai via.
Semplice, facile e indolore.
Ma ovviamente nulla va mai come il mio cervello desidera.
La mia leggiadria da elefante in un negozio di cristalli, accompagnata dalla mia borsa ingombrante, spingono il mio tavolino verso il loro tavolino che colpisce, non senza uno stridulo rumore che rende tutto ancora più imbarazzante, la sedia su cui è seduto l'uomo con la pipa.
Si può essere più idiote?
Credo proprio che la mia faccia, anche se coperta dai miei occhiali da sole, esprima tutto il mio imbarazzo: "Scusatemi davvero. Colpa della borsa!".
I tre mi guardano allucinati.. Cosa c'è? Non avete mai visto una persona educata chiedere scusa?
Che imbarazzo!
Meglio entrare, pagare e fuggire via, più veloce della luce.
Per oggi direi che ho già dato abbastanza. Che figura!
 
Sono passati due giorni da quell'imbarazzante episodio.
Ovviamente ho continuato a frequentare il mio solito bar ma dei tre è sparita ogni traccia.
Devo anche ammettere che non sono più riuscita a vedere "l'uomo misterioso" dalla mia finestra.
Non che mi affacciassi apposta, ci mancherebbe!
Solo che dopo averlo visto meglio mi è parso molto carino e quindi sono semplicemente curiosa. Tutto qui!
Chissà se anche lui ogni tanto sbircia alla mia finestra.
Magari mi ha riconosciuta, infondo i miei rossi capelli ricci sono tutto fuorché irriconoscibili. Chissà!
Magari tornerà al bar e.. Ferma Bea, basta viaggiare.. Vedi? Subito ti perdi nelle tue fantasie. Ferma, Stop!
Del misterioso ragazzo non ne ho parlato nemmeno con Alice.
Infondo non c'è nulla da dire e sicuramente mi prenderebbe per pazza!
Già posso immaginare perfettamente la scena: mi direbbe che queste fantasie nascono perché ho bisogno di un uomo e poi mi porterebbe dritta dritta in qualche strambo locale che lei ama frequentare. Anche no, grazie!
Sicuramente mi manca essere amata e mi manca il contatto fisico con un uomo ma non è solo questo..
Non so nemmeno spiegarlo con precisione ma so che guardarlo dalla finestra ha acceso la mia curiosità ed è un'emozione che non mi capitava da anni. Non capitava da quel maledetto giorno in cui è morta una parte di me ed ho sprangato la porta a qualsiasi sentimento.
Ho sofferto tanto, troppo, e soffro ancora.
Non desidero più trovarmi nella condizione di poter perdere una persona importante, una persona che amo.
Non desidero più soffrire così.
Non voglio!
Però lui a poco a poco, non so come, mi ha regalato speranza: la speranza di poter sognare ancora.
Mi ha regalato un piccolo ed innocente sogno fatto di curiosità e di voglia di credere che oltre quella finestra possa esserci anche per me qualcosa e che, forse, mi basta semplicemente allungare la mano e toccarla, ed essere felice.
Alle volte saper sognare regala tanto conforto..
Ma guarda un po'.. nemmeno se l'avessi chiamato!
Le luci del suo appartamento si sono accese.
Eccolo.. eh si, è decisamente carino.. ma aspetta. Non capisco.
C'è una donna?
C'è una donna con lui..
Mio dio, che sciocca.. Come ho potuto credere..
Sono una stupida!
Come ho potuto credere che fosse solo.
Come ho potuto credere che fosse solo, proprio come me?
Sono un'idiota!
Pensare tutte quelle stupidaggini.
Pensare che mi avesse guardata anche lui.
Anche solo una volta..
Che mi avesse, addirittura, riconosciuta!
Sono proprio ridicola.
Patetica!
Come ho potuto credere che ci fosse qualcosa di speciale da guardare in me?
Come ho potuto pensare che noni frequentasse nessuna?
È proprio vero, sono sempre la solita idiota!
Posso cambiare la scenografia della mia vita ma rimango sempre la solita sfigata sognatrice che nessuno considera.
Ed anche questa piccola luce di speranza vola, scivola via dalle mie dita.
E tu? Tu che mi hai lasciato, da qualche anno ormai, cosa faccio?
Non posso nemmeno chiamarti.
Non posso nemmeno chiederti consiglio.
Sono completamente sola.
Nemmeno la tua voce può più spronarmi e nemmeno il tuo calore può più cullarmi.
Vedi?
Capisci adesso perché avevo smesso di sognare?
Sono così stanca.
Sono così stanca di essere me..
Credo che adesso sia il momento giusto per chiudere questa stupida tenda e per lasciare il mondo fuori dalla mia stanza.
Non dovevo.. non dovevo sbagliare ancora..
Non dovevo.

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Capitolo 3
*** 3 Capitolo ***


Da qualche giorno la tenda della sua finestra è ben tirata.
Da giorni, ormai, quella tenda copre ogni suo movimento.
Copre ogni piccolo passo che, con fatica, riuscivo ad intravedere.
Questo, invece che spegnere, alimenta a dismisura la mia curiosità.
La verità è che voglio vederla e non so nemmeno perché.
Tutto è nato per caso.
Un giorno ho sentito entrare dalla mia finestra le note di una musica d'altri tempi: "La vie en rose", cantata dalla voce di Edith Piaf. 
Subito una domanda mi è sorta spontanea: chi, oggi giorno, ascolta musica del genere?
Non ho potuto fare a meno di affacciarmi e vedere lì, proprio di fronte alla mia finestra, una piccola ragazza, con le braccia poggiate sul cornicione di una finestra gemella alla mia, intenta a dondolare la sua testa rossa al ritmo delle note sprigionate dalla quella stanza.
Quell'immagine mi ha stregato.. Letteralmente.
Da quella domenica, piena del sole parigino, mi sono affacciato più e più volte e.. l'ho vista.
L'ho vista leggere, ore e ore, facendosi accarezzare dalla brezza che entrava leggera nella sua stanza accarezzandole, piano, i riccioli ribelli.
L'ho vista vestirsi, prepararsi.. Un paio di volte l'ho vista volteggiare per la stanza con il suo gatto in braccio.
Povero gatto.. non deve essere stato un bel momento per lui.
Ed ora? Ora niente, nulla.. So che non può essere ma è come se si stesse nascondendo da me.
Sto impazzendo, probabilmente, oppure sono solo un completo idiota!
Come potrebbe mai nascondersi da me?
Mi sa che sto perdendo la testa.
Circa una settimana fa, mentre ero ad un bar, con Alain e François, l'ho vista.. O meglio credo d'averla vista!
All'inizio non mi ero nemmeno reso conto che potesse essere lei, la ragazza seduta proprio accanto al nostro tavolino.
La mia mente ha colto questo particolare quando è corsa via. Il suo passo svelto ha dato vita al movimento dei suoi capelli, al movimento di quei suoi ricci troppo famigliari, ormai, per non associarli a lei, per non vederci lei.
Eppure ho soltanto visto una ragazza che andava via da un bar.. Come ha potuto, questo, scatenare in me tante domande?
Perché?
Ma sopratutto era lei?
Non sono riuscito a vederla bene, i suoi grandi occhiali scuri coprivano il suo volto ed io non l'ho mai vista così da vicino per poter essere certo di qualcosa.
Era davvero lei?
Oppure era solo frutto della mia fantasia?
Era lei? Era davvero lei?
Non lo so, non posso saperlo.. eppure, più di tutto, mi dispiace di non aver potuto vedere i suoi occhi.
Sono ridicolo, lo so!
Non conosco neppure il colore dei suoi occhi e mi faccio tutte queste paranoie.. Sto diventando pazzo.
E se fosse una specie di fattucchiera che con l'aiuto di qualche strano intruglio è riuscita a farmi qualche sortilegio? 
Perché penso a lei?
Perché odio quella stupida tenda?
Non so chi sia.
Non so il suo nome.. Nulla eppure ne sono ossessionato.
È come se i suoi ricci fossero un'edera che mi attorciglia sempre più, ogni giorno che passa, a quella finestra ormai chiusa, sprangata, ai miei occhi.
Sono patetico! 
Alain mi direbbe che ho bisogno di una sana scopata e forse non ha tutti i torti.
Ma ci pensa lo squillo dello smartphone a mettere a tacere queste mie idiozie.
Quella pazza di Amélie è finalmente sotto casa e mi aspetta impaziente per coinvolgermi in una delle sue sessioni di shopping sfrenato.
Mi sembra di sentire la sua voce che mi ripete come un disco rotto "Fratellino non passiamo mai del tempo insieme!".
Come se non sapessi che vuole solo prosciugarmi la carta di credito.
Ma è la piccola di casa e i suoi occhioni neri sanno sempre convincermi.
Sono davvero patetico!
 

Finalmente dopo ore e ore perse girando nei negozi come trottole impazzite, Amélie ha deciso di fermarsi.
Ho una fame da lupo.. girare con lei mi toglie dieci anni di vita!

"Mathieu ci fermiamo in quel ristorantino in fondo alla strada per mangiare qualcosa? Ho una certa fame."
"Finalmente ti sei decisa! Sono stanco morto! Ti prego di lasciarmi libero da queste tue sessioni di shopping per almeno un mese. Stai uccidendo me e i miei soldi!"
"Ah che brontolone! È la vecchiaia che fa questi scherzi?"
Saltella e ride contenta, sembra proprio una bambina dispettosa, felice nel suo perfetto caschetto biondo.
"Signorinella smettila di prendermi in giro!"
"Lo so lo so, sei un bellissimo e giovane ragazzo di 34 anni nel pieno del suo successo! Ti ho citato bene?"
"Benissimo, per fortuna hai una buona memoria!"
"Infatti, io mi limito a ripetere solo quello che dice papà!"
Credo che non la smetterà mai di canzonarmi, per fortuna.

Ad un tratto si ferma per strada.
Avrà visto qualcos'altro che vorrà comprare!
Ma non si spegne mai questa ragazza? Ho fame!
"Amélie ora che succede? Ti avviso che ho una certa fame e quando ho fame sono più irritabile del solito!"
"Mathieu aspetta, sei il solito brontolone! Ho visto Alice, la ragazza che ho conosciuto durante il colloquio di lavoro la scorsa settimana. Magari può dirmi qualcosa! Avviciniamoci!".

Nemmeno smette di parlare che subito si fionda nella sua direzione.
È una vera peste!
Mi precede spedita mentre ci avviciniamo a due ragazze che discutono guardando una vetrina.
Le ragazze e la loro mania di assaltare i negozi.. Ah le donne!
Una ha dei lunghi capelli neri, sembra abbastanza alta. Indossa un giubbotto scuro e una gonna nera con degli alti stivali.
L'altra ragazza è più minuta e indossa un lungo cappotto nero da cui si intravedono un jeans e delle sneakers.
Ma qualcos'altro attira immediatamente la mia attenzione: una cascata di lunghi riccioli rossi.
Capelli troppo famigliari per me.
Cammino ma, allo stesso tempo, mi sento pietrificato.
Il mio cuore accelera i suoi battiti.
Lo sento distintamente.
È mai possibile.. È mai possibile che sia lei?
Possibile che questa Alice sia proprio.. lei?

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Capitolo 4
*** 4 Capitolo ***


Chi è adesso?        
Apro gli occhi e il mio unico pensiero, qui rifugiata tra le coperte del mio letto, è quello di capire da dove arriva questo cavolo di rumore infernale!
Stavo dormendo così beatamente..
Guardo l'orologio sul mio comodino e segna le 9 di mattina.
Purtroppo, capisco quasi immediatamente che, l'assordante rumore non è altro che il campanello di casa ed è facile per me indovinare a chi appartenga il dito che, con insistenza, pigia sul campanello della mia porta.
Chi mai le avrà aperto il portone?
In questo palazzo non sanno che non bisogna aprire agli sconosciuti?
Non mi resta che alzarmi, prima che al rumore del campanello aggiunga quello della sua voce soave..
Non vorrei che a qualche vicino venga la felice idea di prendersela con me.
Apro la porta e, come volevasi dimostrare, la faccia sorridente di Alice mi dice che è qui solo ed esclusivamente per non lasciarmi in pace.

"Alice, che ci fai qui?"
"Ciao Bea, io sto benissimo grazie e tu?"
"Alice dormivo, cosa vuoi a quest'ora?"
"Si vede che dormivi, hai ancora la mascherina da notte in testa. Lavati e vestiti, oggi ti tengo in ostaggio per tutto il giorno!"
"E per quale motivo?"
"Per stare insieme e per farti prendere un po' d'aria. Scommetto che hai lavorato fino a tardi ieri sera!"
"Ho del lavoro da consegnare!"
"Appunto: esci, recuperi le energie e potrai lavorare al meglio! Anzi vedi di preparati in fretta, ho fame!"

È una pazza ma senza di lei sarei perduta e purtroppo, mi costa ammetterlo, devo darle ragione.
Senza il suo "rapimento" passerei la giornata china sul mio pc con la tenda ben tirata. Non ho più tolto la tenda dalla mia finestra da quella sera.
Ho deciso di non pensarci più.
Basta, capitolo chiuso.
Non sarà difficile dimenticare qualcosa che non esiste. 
In fin dei conti era solo un passatempo, un piacevole passatempo perché, inutile negarlo, è un bel ragazzo ma nulla più.
Quella scena, vederlo con una bella sconosciuta dai perfetti e corti capelli biondi mi ha fatto sentire una completa idiota: la goffa, stupida e, chiaramente, inutile sognatrice di sempre.
Mi ha fatta tornare indietro nel tempo e non voglio tornarci in quei luoghi.
Mai più.

"Bea allora quanto ci metti?"
È una persecuzione questa ragazza.
Dovrei lavarmi e vestirmi alla velocità della luce secondo lei?
"Si un minuto, dammi tempo!"

Esco dal bagno in accappatoio e vedo che mi aspetta seduta alla scrivania mentre guarda il suo smartphone.
"Chi è al telefono?"
"Louis, mi sta con il fiato sul collo. Ci vediamo da soltanto un mese, non può darmi ansia!"
"Non ti è mai piaciuto, non so nemmeno perché ci esci!"
"È una persona carina, anche se decisamente ansiosa e paranoica. Volevo dargli una chance!"
"Tu sei matta!"

Alzo gli occhi al cielo, non la capirò mai!
Ma alcune volte mi chiedo.. che abbia ragione anche in questo?
Bisognerebbe davvero buttarsi, in una relazione, anche quando non c'è nemmeno un’apparente motivo?
Giusto per tentare e assaporare l'ebbrezza della conquista?
Per sentire l'euforia del corteggiamento?
Non lo so, non sono mai stata brava in queste cose..
Per me sarebbe più facile studiare la lingua araba, ne sono certa!
Mi guardo allo specchio e direi che sono pronta: jeans con sopra maglioncino rosa cipria, sneakers, capelli a cui è meglio non tentare di dare una forma e infine un cappotto lungo e nero, che dovrebbe proteggermi dal perenne gelo che sento fin nelle ossa.
Sono un tipa freddolosa, purtroppo non posso farci nulla!
Non mi rimane altro che prendere la mia borsa e uscire, prima che la signorina ricominci a chiamarmi all'appello.
Mentre mi giro per dirle che possiamo andare la vedo vicino alla mia tanto temuta tenda, che voglia aprirla?

"Alice che fai?"
"Apro no? Così facciamo cambiare l'aria."
"No, lo sai che sono freddolosa lascia così. Apri soltanto la finestra."
"Come vuoi rossa. Sei pronta? Andiamo?"
"Si, si andiamo"

Alice mi precede, ma è inevitabile per me lanciare uno sguardo alla finestra che da qualche giorno, ormai, cerco di ignorare..
Sono patetica, sono proprio una stupida!
Basta pensarci Bea!
Non concluderai nulla così!
 Mi giro immediatamente e raggiungo Alice.
Meglio lasciare volare, definitivamente, questi assurdi pensieri fuori da quella stupida finestra.
 
 
 

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Capitolo 5
*** 5 Capitolo ***


"L'ho vista!"
"Cosa? Di chi parli?"

Questa giornata sembra non voler mai finire.
Libero dalle grinfie di mia sorella, Alain mi ha trascinato in un locale della zona: a suo dire la mia voce al telefono sembrava quello di uno zombie e lui, in quanto mio buon amico, non può lasciarmi in queste condizioni per nulla al mondo.

Balle, probabilmente non sapeva che diavolo fare e ha inscenato questa sviolinata per convincermi.
Anche se, devo ammetterlo, uscire con un amico non può farmi che bene.
Dopo averla vista, poche ore fa, sento il desiderio di confidarmi con qualcuno.
Allo stesso tempo so che il caro Alain mi chiamerà imbecille da qui all'infinito e ormai, con le sole due paroline che ho pronunciato, mi sono rovinato la serata da solo!
Pazienza, il danno è fatto e dalla sua espressione prevedo che non mi lascerà, facilmente, in pace.

"Dai Alain, non farmelo dire!"
"Non dirmelo tu, ti prego! Ancora la rossa del mistero? Amico tu stai male!"

Ecco il suo sguardo allucinato... maledizione!
So che ha ragione ma non riesco a toglierla dalla mente e a rassegnarmi.
A rassegnarmi a cosa poi?
Non so nemmeno io cosa pensare, non riesco nemmeno io a capire cosa questa donna scatena in me.

"L'ho vista oggi, mentre Amélie mi scaraventava da un negozio all'altro. Era lei, non posso sbagliarmi!"
"Quindi le ha parlato? Sei riuscito finalmente a combinare qualcosa?"
"No, in realtà nulla è cambiato, non so ancora chi sia!"
Dico mentre guardo il bicchiere della mia birra, mi basta solo immaginare la sua faccia... Non ho bisogno di guardarlo per capire cosa mi dirà.
"Non l'hai fermata? Ma dico sei imbecille? Devo insegnarti proprio tutto!"
Eccolo qua: il primo imbecille di una lunghissima serie. "Ma come è successo? Dove l'hai vista?"
"Mentre stavamo passeggiando, Amélie ha visto una sua amica, una certa Alice. Pensavo fosse lei e invece era l'altra ragazza, la ragazza che era insieme a questa Alice... Saranno amiche sicuramente."
"Scusa, non ho afferrato bene: mi stai dicendo che la ragazza di cui mi parli da settimane, rompendomi anche un po' le palle, era lì, davanti a te, e tu non l'hai fermata?"
"Beh non era l'amica di Amélie!"
"Non era l'amica di Amélie! Non era l'amica di Amélie!" Ci mancava solo che mi imitasse in modo isterico.
Chi me l'ha fatto fare? E sembra che non abbia ancora finito "Che che razza di risposta è questa?"
"La prima che mi è venuta in mente! Insomma, Alain, la situazione mi ha colto di sorpresa. È inutile che ti scaldi tanto!"
"E quindi? Sei idiota? Non hai 5 anni Mathieu!"
"Ho cercato di incrociare il suo sguardo. L'ho guardata per tutto il tempo ma lei aveva gli occhi fissi sul suo cazzo di smartphone. Che dovevo fare? Sono andato in panico! Volevo sorriderle, avvicinarmi, fare qualsiasi cosa ma non ne ho avuto il modo."
"Sei patetico amico!"
Dopo questa sua perla di saggezza finisce la sua birra e si accende una sigaretta.
Quando fa così significa solo una cosa: per lui il caso è chiuso, non ho scusanti e non ho nessuna possibilità di appello.

"Fanculo, non dovevo dirti nulla!"
"Almeno Amélie la conosce? Sa il nome, qualcosa?"
"No, mi ha parlato solo di questa Alice, le ho chiesto se conoscesse anche l'altra ragazza ma ha detto di no e non ho insistito. Sai come diventa mia sorella se fiuta qualcosa, non ho voluto rischiare."
"Che idiota, ti disconosco come amico!"
"Senti hai ragione, sono un idiota ma sono rimasto imbambolato. Ho sperato che mi guardasse e mi sorridesse ma queste cose succedono solo nei film scadenti!"
Che diavolo sto dicendo?
Sto diventando scemo oppure Amélie mi sta contagiando... non vedo nessun altra opzione all’orizzonte.
Questo sta diventando un caso senza speranza!

"Non so che fare amico, vorrei almeno sapere il suo nome, solo quello."
Vorrei sapere solo il suo nome così da poterlo pronunciare ma non posso certo dirlo ad Alain.
Mi sto davvero rimbecillendo.
È tutta colpa di quella streghetta ammaliatrice, mi avrà fatto un qualche sortilegio altrimenti non si spiega il motivo per cui questa sconosciuta mi affascina così tanto.

"Amico, posso consigliarti solo di chiedere a tua sorella. Hai ragione, ti romperà le palle e sarà una zecca ma se la ragazza ti piace, allora, ne vale la pena!"
 
 
Dopo un paio d'ore finalmente sono sulla via di casa.
Tra poco potrò finalmente stendermi a letto e poltrire fino a domani mattina!
Alain mi ha lasciato libero di poter andare via ed è un sollievo per me rimanere solo e mettere in fila i miei pensieri, grazie alla fredda aria di questa notte parigina.
Conosco Alain da non so più quanti anni e so che, a dispetto delle apparenze, cerca sempre di consigliarmi per il meglio e di darmi una mano, per quanto possa essere possibile.
A prova di questo non abbiamo più parlato, per tutta la serata, della mia rossa streghetta.
Alain è un grandissimo rompipalle ma possiede un cuore d'oro: sa quando non è il caso di girare il coltello nella piaga. 
Non che non mi aspetti un secondo round in cui lui continua, anche con un pizzico di piacere, a darmi dell'imbecille ma oggi, probabilmente, ha deciso che quella era la mia giusta razione quotidiana.
Per fortuna!

Eccomi arrivato a destinazione, sono sotto casa e non mi resta che infilare la chiave nella toppa del portone ma... un pensiero, alquanto fastidioso, come una zanzara insolente, ronza nel mio cervello: il portone del suo palazzo è proprio di fronte al mio, magari potrei curiosare un po'.
Forse, leggendo i nomi sul citofono, potrei capirci qualcosa.
Se non erro la sua amica, quando sono andate via, l'ha chiamata "Bi"... Che razza di nome è "Bi"? Che sia un nomignolo?
Darò solo un'occhiata, una sbirciatina veloce. Non faccio nulla di male, infondo.

Vediamo: Durand... Leroy... Bertrand... Duval... Marchand... Che idea idiota! Non ci capisco niente...
Ma pensandoci, potrebbe anche non essere francese?
Che diavolo posso saperne io? Cazzo!
Alain ha ragione: sono un completo idiota!
Forse dovrei seguire il suo consiglio e chiedere a quella peste di mia sorella.
Povero me, sono completamente rovinato!
 
 

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